Eternità

di OhayouXD
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hamobai ***
Capitolo 2: *** La Dominatrice di Demoni ***



Capitolo 1
*** Hamobai ***


inu 'Aveva detto che sarebbe passato a trovarmi, e così fece, per un po'.
Avevo circa 8 anni quando mi lasciò nel villaggio, aveva detto che ogni anno sarebbe passato a trovarmi almeno 2 volte, lo fece.
Ma quando ebbi raggiunto l'età di 10 anni smise di farsi vedere.
Gli abitanti del villaggio dove vivevo mi disprezzavano: una ragazzina sempre in compagnia di demoni, non con umani.
Quando mi lasciò al villaggio della venerabile Kaede, non potevo stare con gli altri bambini, i loro genitori mi chiamano in quel modo, sì, in quel modo che subito non capii essere un insulto: demone.
Non andai a vivere con l'anziana sacerdotessa, ma con Inuyasha e Kagome. Mi avevano sempre trattata come una di famiglia, e io facevo lo stesso con loro. Erano gli unici, oltre alla venerabile Kaede, a trattarmi come tutti, non come un malvagio demone.
Avevo solo 11 anni, ma mi ricordo ancora quel giorno di tanti anni fa...

"Rin, vieni un attimo, per favore."-mi chiamò Inuyasha, con un tono non adatto a lui, troppo calmo e serio.

"Sì?"

"Dobbiamo dirti una cosa importante."-iniziò Kagome.
"Io e Inuyasha partiremo per un lungo viaggio, troppo pericoloso per te."

Dopo alcuni attimi, riuscii a formulare una frase, frase che mi si poteva comunque leggere negli occhi.

"Eh...? Mi stai dicendo che... mi abbandonerete?"-chiesi, con lacrime pronte ad uscire.

Calò il silenzio, silenzio che valeva più di mille parole. Ero troppo piccola per essere abbandonata di nuovo, ma abbastanza grande per cercare di capire.

"P... perché...?"

"Abbiamo pensato al nostro futuro."-disse Inuyasha, vedendo che Kagome faceva fatica a continuare.

"Cosa significa?"-chiesi, asciugandomi il viso con lo yukata.

"Rin, darti delle informazioni ti spingerebbe a cercarci."-disse Kagome, con un'aria triste impossibile da descrivere.

A quel punto le lacrime iniziarono ad uscire più forte, non volendo trattenerle e bagnandomi completamente la parte superiore dello yukata che mi aveva dato Sesshomaru.
Anche loro mi avrebbero lasciato.

Da quel giorno, smisi di parlare agli umani, a tutti tranne che a Kaede, deceduta poco tempo fa.
La mia tristezza era immensa, trovavo un po' di conforto in poche cose: l'allenamento e i demoni.
Sì, non mi importava di quello che diceva la gente, io amavo i demoni. Non ero mai al villaggio, sempre sulla montagna, a parte per il sabato e domenica, dove restavo, tra la gentilezza di Kaede e gli insulti degli abitanti del villaggio.
Mi mancano Inuyasha e Kagome e lui, sì, lui mi manca un sacco, colui che mi salvò dalle morte ben due volte, colui che mi protesse per tanto tempo: Sesshomaru.
I miei sentimenti sono impossibili da descrivere, ma ci proverò lo stesso: mi sento vuota, ma pesante, piena di non so cosa, un misto tra delusione e commiserazione, ma non mi sono soffermata troppo sul capire cosa provassi, troppo doloroso. Se mi fossi soffermata troppo sui sentimenti, quelle rare persone che mi videro sorridere non ci sarebbero mai state, ma una cosa l'avevo capita: era stata colpa mia.
Io, una bambina troppo attiva e indifesa, come potevo stare con il nobile Sesshomaru?
Ora ho 16 anni e, visto che non sono più una bambina, sembra che tutti i ragazzi del villaggio vogliano tormentarmi. Proprio per questo non riesco a immaginarmi anni fa: come faceva una bambina così innocente e indifesa a essere diventata come sono ora, una ragazza, ormai donna, arrogante, presuntuosa, ribelle e sprezzante del pericolo? Proprio non lo so.
Il bello è che credono di essermi superiori, loro che corrono piangenti dalle loro madri, dopo essersela cercata.

Qui concludo la prima pagina del diario, della mia vita.'



Sentii la porta della mia casa, 4 mura, per la precisione, cigolare.
Entrò la signora Nagi, come se nulla fosse.

"Cos'hai qui?"-chiese, mentre mi strappava il diario dalle mani, senza che potessi fare nulla.
"Sai benissimo che non puoi tenere nulla qui!"-urlò poi, come pochi sapevano fare.

Ecco, sarebbe stato il prossimo argomento del diario: quella megera a cui mi avevano affidato.

"Che male c'è nel tenere un diario?"-chiesi, sopprimendo quella voglia di picchiarla, quasi uscì del sangue dalle mani, da tanto le stavo stringendo.

"Ti tengo solo perché me lo ha chiesto Kaede, già sfrutti questa casa, e pretendi anche qualcos'altro?"-disse.

Ma quale casa? Questa topaia in cui mi hai messo? E Kaede non ha chiesto una cosa del genere, voleva soltanto che restassi al villaggio per fare da 'sceriffo', essendo popolato da esseri del genere.

"Comunque,sono venuta per parlarti."-iniziò, sedendosi sul tatami.
"Dobbiamo parlare del tuo matrimonio."



Quasi mi strozzai, con l'aria, al sentire quella parola.
Con chi, poi?! Con quel buzzurro di suo figlio Nagi?! No, grazie.

"Mi sembrava giusto dirtelo prima, cosicchè ti preparassi."-continuò.

Mi uscì del sangue dalle mani, con le unghie piantate nella carne, sentivo anche una presenza demoniaca piuttosto potente prepararsi per distruggere quella casa, più precisamente lei, ma le intimai di non farlo.

"Non sono d'accordo."-dissi, parlare troppo mi avrebbe fatto perdere la concentrazione e sarei finita con le mani sporche di sangue, ma non il mio.

"Non te l'ho chiesto. Mio figlio non riesce a trovar moglie, quindi, anche se sei una pazza, ti darò in sposa a lui."
"Tu mi devi molto, questo tetto e i vestiti, quindi è il minimo che tu possa fare."-disse, uscendo dalla mia suddetta casa.

Allora è così, eh?



Uscii dalla casa per evitare di spaccarla completamente e mi incamminai su per la collina. Arrivai in cima stanca, avendo lasciato delle impronte sul terreno secco da tanto ero arrabbiata, ma non ero comunque così esausta. Qualche pugno agli alberi e mi sentii meglio, anche se dolorante alle mani, avendocele già ferite.
Tornai al villaggio, ormai era notte e quasi inciampai da tanto c'era buio.
Entrai in quella casetta, cioè, stalla, ed escogitai un piano.
Presi ciò che tenevo nascosto da sempre, sotto quel mobile che mi era concesso avere: l'hakama che usavo in veste di sacerdotessa, l'arco che Kagome mi aveva dato, insieme alle frecce e il mio oggetto preferito, l'ultimo yukata che mi regalò Sesshomaru, che mi arrivava poco sotto il sedere, avevo pensato di accompagnarlo con dei pantaloni neri attillati, regalo di Inuyasha per i combattimenti in vista del futuro, come diceva lui.
Uscii dalla struttura, lanciai quegli stracci che erano i vestisti dati dalla mia matrigna e scoccai una freccia, attaccandoli contro il muro della casetta, vi attaccai un bigliettino:

'Riprenditi pure la tua casetta e i tuoi luridi vestiti, strega.'

Pensai anche di bruciare tutto, ma sarebbe stato un po' eccessivo.
Ovviamente lo avrei fatto, certo, ma la casa era vicina al bosco e avrei sicuramente appiccato un incendio.
Con un fischio chiamai la mia migliore amica, Murara.
Era un demone gatto, con 2 code e di color paglia, con alcune chiazze nere. Mi era sempre piaciuta, aveva quei 2 occhi bellissimi, uno rosso come rose e l'altro bianco come la neve.
Murara era la figlia di Kirara, a cui avevo personalmente dato il nome.
Salii in groppa e mi misi in volo.
Stavo vedendo le luci del villaggio diventare sempre più piccole nella notte,allontanandomi da quel luogo orribile, mi balenò in mente quella frase di Kaede:

"Prenditi cura del villaggio, Rin. Io non posso più farlo."

Non ebbi neanche un attimo di esitazione, ero troppo convinta.

Scusa, Kaede. E' meglio che questo villaggio si distrugga da sè, tanto è orribile.

Con quei pensieri, mi allontanai dal villaggio e, dopo aver superato la montagna, raggiungemmo il mio accampamento, ciò che consideravo veramente una casa, anche se era mobile.
Attraversai le cucce e i teli per terra, casa di alcuni demoni piccoli, senza genitori. Arrivai nella mia parte, con un telo azzurro tra 2 alberi a farmi da amaca e con alcuni oggetti sparsi in giro.
Mi sdraiai e dormii serenamente, consapevole di aver dato una svolta alla mia vita.



Quando mi svegliai era appena l'alba, tempo di sbaraccare tutto e saremmo partiti, tutti.
Presi la mia Borsa Infinita, regalo di Ayame, e ci misi dentro tutta la mia roba, tranne un libro. Quella sì che era una borsa! Aveva una comodissima tracolla e, come diceva il nome, ci si poteva mettere tutto, all'infinito, e saper sempre ritrovare ogni cosa, meno male che non pesava, altrimenti avrei dovuto portare quintali di roba.
Svegliai uno ad uno i piccoli demoni, mi aiutarono a sbaraccare e poi partimmo.
Avevo pensato solo ad una cosa negli anni: dove potessero essere Inuyasha e Kagome.
Avevo un sacco di teorie, che volessero dei bambini, che volessero un'altra avventura, che Sango e Miroku gli avessero chiesto aiuto... ma la cosa più probabile era un'altra: loro volevano l'amore.
Così iniziai a fare delle ricerche, non c'erano molte informazioni sui demoni e le loro relazioni con gli umani, ma riuscii comunque a scoprire qualcosa, cioè che i mezzi-demone vivevano alcuni secoli in più rispetto agli umani.
Tutto aveva un senso: il loro futuro era vivere per sempre insieme.
Dopo questa deduzione, mi misi a cercare qualcosa per confermare la mia teoria, per anni, ma senza risultati, se non per il fatto che nel nord del Giappone ci fossero leggende sull'immortalità e cose varie. Devo in realtà ringraziare quella strega della signora Nagi, dai suoi libri avevo potuto apprendere molto, rubandoli, certo.
Non avevo prove che fossero veramente andati a nord, ma era la mia unica possibilità.
Tirai fuori dalla borsa i pantaloni neri, lo yukata di Sesshomaru e un elastico per capelli, nonostante fossi cresciuta, mi continuavo a fare quel codino in testa, diventato ormai mio simbolo.
Mi specchiai nell'acqua della fonte lì vicino e, poco modesta per non darmi delle arie, capii una cosa: quella donna voleva che sposassi suo figlio solo perché avevo un bel corpo!
Non avevo mai pensato di essere una dea scesa in terra, ma lo dicevano tutti e, con mio piacere, avevano ragione.

Chissà, se sia io che gli abitanti del villaggio fossimo stati diversi, magari ora sarei già sposata. Peccato che io non sia una donna d'amore e che gli abitanti siano mostri.

Ancora arrabbiata mi diressi verso il posto dove si trovava il mio accampamento, trovandoci vari demoni ad aspettarmi.

"Rin!"-mi chiamò.

"Cosa c'è, Shippo?"-chiesi.

Sì, Shippo era un mio grande amico e mi accompagnava sempre e dappertutto, volendo anche lui scoprire cosa fosse successo a Kagome e Inuyasha.
Era anche il mio informatore, visto che si poteva trasformare, mentre io rimanevo una reietta agli occhi degli umani.

"Ho chiesto in giro e sembra a Hamobai ci sia qualcosa di strettamente legato a ciò che cerchiamo."
"Ma come ci arriviamo?"

"Sai che mi sto allenando, no?"-chiesi con un sorriso veramente poco modesto in volto.

Già, la modestia non era il mio forte.

"Sì, non fai altro nella tua vita..."-disse, cercando di punzecchiarmi, cosa in cui riuscì.

Lo presi con il braccio per il collo, e iniziai a sfregargli un pugno sulla testa.

"Brutta volpe! Non è vero!"-esclamai divertita.

In realtà, aveva ragione. La mia vita era vuota, se non per i demoni, e questo lui lo sapeva, ma ci scherzava per alleggerire il tutto.

"Stavi dicendo?"-chiese, staccandosi dalla mia stretta con fare divertito, ma stanco.

"Con i miei amici raggiungeremo l'isola in poco tempo!"

"Non possono volare sul mare, devono riposarsi ogni tanto."-mi ricordò, come se non lo sapessi.

"Chi ha detto che voleremo?"

"La logica. Vuoi andarci a nuoto, forse?"-chiese ironico.

Scoppiai in una risata e pensai una cosa, sapendo quanto Shippo fosse impaziente: perché non tenerlo un po' sulle spine?
Comunque, il nostro rapporto era così, lui era un mio grande amico e io adoravo punzecchiarlo, cosa che poi lui faceva con me, ma non solo questo. Era un fratello per me e ci volevamo bene in maniera esagerata.
Persino prima della vecchia Kaede, era stato il primo dai cui ero corsa quando Inuyasha e Kagome partirono.
Era notte, correvo scalza alla ricerca di qualcuno a cui dare la notizia e che mi consolasse. Ero nel bosco, non sapevo da quanto stessi correndo o perché avessi deciso di correre, in quella direzione, poi.
Vidi una luce e come una falena mi avvicinai. C'era un demone volpe seduto a scaldarsi davanti ad un fuoco, fuoco come quello che mi stava bruciando da dentro, in preda alla tristezza.
Fu proprio in quella notte che diventammo amici, ci eravamo persino promessi che avremmo ritrovato Inuyasha e Kagome, e che non ci saremmo mai dati tregua.
Lui era sempre allegro e spensierato, ma io sapevo quanto soffrisse dentro: Inuyasha e Kagome erano parte della famiglia anche per lui.

"Qui vicino ci dovrebbe essere un villaggio, potremmo chiedere informazioni là."-dissi io consultando la mappa nel libro.
"Ma è piuttosto grande e quindi è probabile che abbiano un sacerdote di tutto rispetto."-continuai.

"Dici che dovremmo coprire la presenza demoniaca?"-mi chiese Shippo.

"No, basterà far rimanere qui i demoni piccoli, tu però devi coprire la tua."-dissi, facendo un incantesimo su Shippo.

"Ok, andiamo."

Percorremmo qualche chilometro di percorso e arrivammo alle entrate del villaggio, Shippo aveva assunto le sembianze di un monaco anziano, quindi ci fecero entrare.
C'era un gran movimento, bambini che giocavano con dei bastoni, anziani a parlottare sotto alcune verande e uomini e donne al lavoro.
Una donna dagli occhi neri come la pece, capelli corti e mossi castani e in hakama da sacerdotessa, si diresse verso di noi.
Aveva un'espressione gentile, sembrava veramente una brava persona, e lo era.

"Benvenuti. Io sono Haruko, la sacerdotessa del villaggio, cosa vi porta qui?"-chiese.

Diedi una gomitata a Shippo, e si svegliò.

"Salve. Mi chiamo Daichi e sono un monaco in viaggio."-iniziò facendo un inchino.
"Lei è mia figlia Kazumi, stiamo cercando informazioni."

Io e Shippo non usavamo mai i nostri veri nomi, erano abbastanza conusciuti tra gli umani e, ovviamente, non volevamo che si scatenasse un putiferio ogni volta che ci trovavamo in un villaggio.
Non avevamo compiuto atti vandalici, degni di nota, ma eravamo piuttosto famosi perché giravano voci su un'umana di nome Rin insieme a molti demoni, tra cui un demone di nome Shippo, suo inseparabile compagno. Voci messe in giro da quei, diciamo, pochi di buono del villaggio dove vivevo. A volte parlavo di Shippo, è vero, ma il resto se lo erano inventato, ci avevano preso, però.

"Capisco."-rispose.
"Vorrei farvi accomodare nella mia dimora, ma ora sto assistendo un ragazzo."-disse, mentre diventava un peperone.

Che bella assistenza...

"Potreste dirmi che informazioni state cercando? Potrei aiutarvi."-disse, portandosi i capelli sulle guance, anche se avevamo già visto il rossore.

"Vorremmo ottenere informazioni su Hamobai."-disse Shippo/Daichi.

Il villaggio si fermò. I bambini spaventati scapparono dietro le loro madri, le quali li consolavano, mentre gli anziani e gli uomini ci guardavano con sospetto.
L'espressione gentile scomparve dal volto della sacerdotessa, lasciando il posto ad una seria.

"Perché volete informazioni a riguardo?"-chiese la sacerdotessa, in falsetto.

"Dei nostri amici potrebbero essere là."-dissi io.

"Lasciate perdere."-continuò la sacerdotessa.

"Perché?"-chiese Shippo, cercando di essere più serio possibile.

"Perché saranno già morti."


Note dell'autrice:

Ta-daaaaaa! A tutti i fan della coppia Sesshomaru x Rin, ecco il primo capitolo di una bellissima storia! Saranno già morti? Saranno ancora vivi? Chi lo sa...
Preparatevi perché vedrete una Rin diversa!
Chissà come faranno ad arrivare ad Hamobai... lo scoprirete nel prossimo capitolo!

Critiche costruttive accettate!

Al prossimo capitolo! OhayouXD









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Capitolo 2
*** La Dominatrice di Demoni ***


etpt2 Morti...? Morti...?

Quella parola rimbombava nella mia testa, provocandomi dolore.
Rimasi ferma lì per molti secondi, non pensai neanche a Shippo, chissà cosa stava provando lui. Dolore, sicuramente.

"Come morti?!"-esclamai prendendo la sacerdotessa per le spalle, credo di averle fatto anche un po' male, ma lei rimase impassibile.

"Hamobai è un'isola pericolosa, forse la più pericolosa dell'Asia."-disse Haruko, con un'aria visibilmente affranta.
"Quella è una tana di demoni. Ci sono anche delle trappole mortali, pochi sono tornati indietro da lì, ma questi erano irrimediabilmente traumatizzati."-continuò.
"Per favore, non andateci, perdereste inutilmente la vostra vita!"-esclamò poi prendendomi le spalle e stringendole.

Io ero ancora lì, ferma, ad aspettare che qualcuno dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, magari per rassicurarmi un po'.
Ad un tratto sentii un mano sulla spalla, mi girai, era Shippo.

"Rin. Andiamocene, dobbiamo parlarne."-disse Shippo con molta serietà, ma io potevo sentire tutto il dolore che traspariva da quella frase.

Uscimmo dalle mura del villaggio, fino a raggiungere un prato verde.
Ci buttammo entrambi a terra supini. Io scoppiai in un grande pianto, tra singhiozzi e litri di lacrime. Shippo invece era in silenzio, ma, anche se avevo la vista offuscata, potevo vedere moltissime lacrime a rigargli il viso.

"Cosa vuoi fare?"-mi chiese, cercando di sopprimere il pianto.

Dopo quella domanda mi calmai, certo, non del tutto, ma mi calmai.

"Io..."-iniziai singhiozzando.
"Voglio salvarli. Devo sapere se sono vivi. Non credo ce la farò senza di te, ma devo comunque andarci. Ti sta bene, vero?"-dissi reprimendo tutto il pianto.

Un grande sorriso si fece spazio sul volto di Shippo. Le lacrime ormai erano asciutte e disse:

"Certo che mi sta bene. E verrò con te."

Mi abbracciò e io contraccambiai subito, versando altre lacrime, sia di felicità perché lui non mi avrebbe abbandonata, sia di tristezza perché forse erano morti.
Quando ci staccammo, lui guardò il cielo con aria confusa.

"Che si fa adesso?"-chiese Shippo.

Un largo, larghissimo sorriso si fece spazio sul mio viso: non era cambiato assolutamente nulla, per quanto ne sapevamo, potevano già essere morti. Quindi era come se neanche ci fossimo stati nel villaggio, eravamo uguali a prima.

"Ahah! So cosa fare!"-dissi io schioccando le dita per far ritornare la sua aura demoniaca.

"Cosa?!"-chiese impaziente Shippo sciogliendo la trasformazione.

"Lo vedrai, tu intanto chiama i demoni, io vi aspetto in spiaggia!"-dissi iniziando a correre saltellando verso la spiaggia.
"Oh, non preoccuparti dell'aura!"-gli ricordai per poi riprendere la mia corsa.

Appena arrivai sulla costa, mi trovai di fronte ad una decisione: cielo o mare?
Scelsi il mare.
Raccolsi le conchiglie sul bagnasciuga e feci una collanina per Shippo. Gliela avrei fatta indossare anche a forza.
Poco dopo, arrivò la mia orda di demoni preferita e mi misi subito all'opera: avevamo poco tempo, la sacerdotessa si sarebbe accorta di quel centinaio di demoni ammassati sulla spiaggia.

"Allora, che hai intenzione di fare?"-chiese Shippo. Io risposi con una risata un po' superba.

Gli mostrai il mio anello. Era d'argento, con incastonata una sfera di cristallo di quarzo, quindi trasparente. Era un regalo di Kagome, mi ricordo ancora cosa aveva detto: "Va bene essere una combattente selvaggia ma almeno questo anello tienilo! Non devi comportarti da maschio solo perché vuoi essere una guerriera!". Già, da piccola non capivo molto bene come funzionasse il mondo. Credevo che le donne fossero inferiori ai maschi, visto che lo dicevano tutti che le donne non si ribellavano. Così decisi di comportarmi da maschio per poter fare ciò che mi piaceva, quindi non cucinare, raccogliere il riso o badare a dei marmocchi. Poi però arrivò Kagome: lei era diversa dalle altre, forse perché nella sua epoca le donne e gli uomini erano sullo stesso piano, ma non credo che qualcosa del genere possa cambiare tanto facilmente. Mi diceva che potevo comportarmi come volevo, perché, anche indossando degli yukata o collane, avevo gli stessi diritti e doveri di tutti. (Autrice: Ok, mi sono dilungata sulla discriminazione... vabbè, continuiamo.)

"Mizu!"-urlai.

Un simbolo azzurrino comparve in aria.




Subito Shippo non capì cosa stessi facendo, ma poco dopo si fece un'idea guardandomi.
Ero diventata una mezzo-demone.
La mia pelle aveva assunto un colore celeste, avevo pinne sui polpacci, sugli avanbracci e sulla testa, mentre i capelli erano ora blu e raccolti in una coda alta, non più il codino. Ovviamente avevo le branchie e, per fortuna, ancora i polmoni. Le mie pupille si erano anche assottigliate.

"Woooooow!"-esclamò Shippo sorpreso.

"Allora, ho creato una corrente nel mare verso Hamobai, ho aumentato un sacco la salinità, quindi non affogherete."-dissi, seguita da un'altra risata poco modesta.

"Ma come hai fatto?"-chiese Shippo.

"Durante il tragitto ti spiego tutto, ma siamo vicino al villaggio, ora è meglio andare, altrim..."-venni interrotta.

"Voi, là!"-urlò la sacerdotessa ad una ventina di metri da noi.

"Ah, Haruko!"-la salutai.
"Noi andiamo ad Hamobai! Piacere di averti cosciuta da Rin, Shippo e tutti questi demoni!"-le urlai felice e con un gran sorriso mentre tutti i demoni si buttavano in acqua.

La sacerdotessa rimase immobile con una faccia ebete (Autrice: Immaginatevi tipo Denki dopo aver usato il suo Quirk, ahah.).



Eravamo in viaggio sull'oceano da qualche minuto, non smettevo più di ridere.
Considerando la velocità a cui stavamo andando, ci sarebbero volute poco più di due ore per raggiungere Hamobai.
Shippo si avvicinò a me, nuotava come un cagnolino, e iniziò a parlare.

"Riiiiiiiiiiiiin! E' fantastico! Spiegami!"-disse felicemente curioso.

"Allora, mio caro Shippo,"-iniziai con il mio tono superbo. Sì... è quello che usavo maggiormente.
"Un giorno di tanti anni fa, Ayame mi raccontò le leggenda dei 'Domatori di demoni', cioè persone che combattono utilizzando l'aura demoniaca, e quindi anche i poteri derivanti, del demone con cui hanno stretto un accordo. E' un'arte andata perduta, a causa della conseguenza che portava sugli umani: tutti i Domatori diventavano dei mezzi-demone. Infatti, come puoi immaginare, nessun umano vuole diventare un mezzo-demone, a parte me."-conclusi.

"Ah, infatti da qualche anno mi sembrava avessi un'aura demoniaca, ma non credevo fosse possibile. Ma scusa, non è pericoloso fare accordi con dei demoni?"-mi chiese Shippo preoccupato.

"Non preoccuparti. Ho iniziato con il potere di moltissimi demoni bestia minori, datomi in prestito, con il quale ho battuto demoni più potenti, avendo così pieno controllo sul loro potere."-spiegai a Shippo che, sorprendentemente, aveva capito.

"Quindi puoi attivarne di più contemporaneamente, giusto?"-chiese poi. Non era proprio un argomento facile da affrontare.

"Vediamo... Posso attivarne molti contemporaneamente, ma devono essere dello stesso elemento. Per esempio, ora sono riuscita ad usare solo l'elemento dell'acqua. Nel frattempo gli altri sono, come dire.. in una specie di magazzino dove sia io che i demoni proprietari abbiamo accesso, ma con la mia precedenza."-spiegai nuovamente. Stavo iniziando a confondermi anche io.
"Però nella storia ci sono stati dei Domatori che controllavano più elementi contemporaneamente... mi devo allenare di più."

"Ok, ho capito tutto!"-disse lui felice.
"Ma, aspetta..."
"Tu quindi ti sei trasformata in una mezzo-demone senza dire nulla a nessuno?!"-esclamò Shippo stranamente sorpreso.

"Sì, che c'è di male?"

"Come che c'è di male?!"
"Cioè... non è una cosa che puoi prendere così alla leggera..."-continuò ora un po' a disagio.

"Non preoccuparti, Shippo. Ci ho pensato molto. Sai, Kagome e Inuyasha erano già andati via, mi restava solo Kaede tra gli umani. Quindi, perché non stare tra i demoni diventando, più o meno, una di loro?"-dissi, mentre approdavamo sulla spiaggia di Hamobai (Autrice: Sì, sono passate due ore.) .

"Sì, però ora non sei né umana né demone..."-disse lui a bassavoce.

"Io credo sia meglio fare qualcosa almeno in parte, invece di non farla per niente, anche se molti non la pensano così."-dissi sciogliendo la trasformazione e ritornando come prima.

Sobbalzai appena misi piede fuori dall'acqua.

"Rin, la percepisci anche tu, vero?"-mi chiese Shippo, ora serio.

"Sì, Shippo. Qui c'è un'aura molto potente, davvero troppo, però... mi sembra familiare."-dissi con nostalgia.

Vidi un'ombra nel sottobosco, così decisi di avvicinarmi quel poco che bastava per vederne il volto.
Appena fui abbastanza vicina, non potei fare a meno di piangere.




Angolo morto:

 Buongiorno. Da quanti secoli non scrivo? Be', su questa storia, da circa due o tre mesi, andiamo beneeeeeeeeeeee!
Ma sapete com'è... ho scoperto dell'esistenza di Wattpad, poi di Fire Force, di Hazbin Hotel, dei capitoli in inglese di TBHK, dell'ultima stagione di AOT, di Yashahime...
LA SCUOLA MI HA UCCISA, ho ripreso a studiare giapponese, lo sport, ho ricominciato a giocare a Minecraft... e insomma, non avevo tempo.
Comunque, se vi va potete fare un salto sul mio profilo di Wattpad, sono NomeGenerico103_ (Volevo scrivere 203_ ma mi sono sbagliata e non ho avuto più voglia di correggerlo.) Sto scrivendo una Kacchako pellissimah (Sì, io shippo Bakugou e Ochako. Non si giudica.), una xReadar di Blue Exorcist e una cavolata di oroscopo che però è bello.
Parlando d'altro...
Hazbin Hotel è bellissimo. Viva Alastor. Dico seriamente, mi sono guardata l'episodio in italiano molte volte e ho aggiunto Addict alla mia playlist. Se fosse un anime probabilmente sarebbe nella mia Top 3, o forse primo a parimerito con Fairy Tail.
Ora che vi ho raccontato la mia vita, posso pure salutarvi.

Al prossimo (Chissà quando) capitolo!





















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