I figli degli eroi

di Felpie
(/viewuser.php?uid=806708)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Dominique ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Lily Luna ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - James Sirius ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Scorpius ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Dominique ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Lily Luna ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - James Sirius ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Scorpius ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Dominique ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Lily Luna ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 - James Sirius ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 - Scorpius ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 - Dominique ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 - Lily Luna ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 - James Sirius ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 - Scorpius ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 - Dominique ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 - Lily Luna ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 - James Sirius ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 - Scorpius ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 - Dominique ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 - Lily Luna ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 - James Sirius ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 - Scorpius ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 - Dominique ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 - Lily Luna ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 - James Sirius ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 - Scorpius ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 - Dominique ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 - Lily Luna ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 - James Sirius ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 - Scorpius ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 - Dominique ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Dominique ***


E sorridevi e sapevi sorridere coi tuoi vent'anni portati così
Come si porta un maglione sformato su un paio di jeans
Come si sente la voglia di vivere
Che scoppia un giorno e non spieghi il perché
Un pensiero cullato o un amore che è nato e non sai che cos'è
(Farewell - Francesco Guccini)



Dominique si stringe la treccia che raccoglie i capelli biondi perfettamente pettinati e si guarda allo specchio per controllare di essere a posto. Perfetta, come le fa notare Louis, passato per caso in bagno per afferrare il pigiama lasciato lì fin dal mattino.

Suo fratello sarà anche un nanetto fissato con il Quidditch ma sicuramente sa fare i complimenti ed ha uno charme pazzesco dall’alto dei suoi tredici – quasi quattordici, come ci tiene sempre a precisare – anni.

Si sta preparando per il pranzo a casa di nonna Molly, il classico pranzo che si fa una volta al mese con tutta la famiglia – e si intende tutta la famiglia al completo, l’intero Clan Potter – Weasley – e dove, almeno questa volta, non ha la minima voglia di andare.

È successo tutto una settimana prima, quando Molly Junior è entrata senza bussare nella stanza di James Sirius Potter – durante un pomeriggio giochi a casa Potter – e aveva beccato il proprietario della camera teneramente abbracciato a Dominique, entrambi con capelli arruffati – più del solito, nel caso di James – guance accaldate e labbra rosse.


 
“James…” geme Dominique, non appena le labbra del cugino lasciano le sue “Non… non qui…”

“Perché no?” sussurra il ragazzo, afferrandole un fianco e stringendola ancora di più a sé “È camera mia questa… ed è decisamente più comoda delle cucine del Castello o dei banchi dell’aula del settimo piano”

“Metà della nostra famiglia è di sotto, Jamie…”

“La nostra famiglia vive al Castello con noi, Dom – Dom…”

“Non chiamarmi…”

“E tu smettila di preoccuparti” la zittisce James, posando le sue labbra su quelle della cugina e schiacciandola contro il muro con il suo corpo.

“James, dico davvero” riprende la ragazza, quando riesce a liberare le labbra “Lo sai che potrebbe salire chiunque… pensa se salisse lo zio Harry”

“Sei una guastafeste” brontola l’altro “Non ci può essere un momento sufficientemente romantico se tu tiri in ballo mio padre”

“Sì, perché è di sotto insieme al mio, di padre. È ovvio che io lo debba tirare fuori” protesta la ragazza, allontanandolo un po' da sé.

James la guarda e ridacchia, facendo accigliare Dominique.

“Cos’hai da ridere?”

“Sei spettinata”

“È questo il tuo commento intelligente in risposta a “mio padre è di sotto con il tuo”?”

“Sei bella anche spettinata” insiste James, provando a riavvicinarsi, ma viene fermato dalla mano esile ma decisa della cugina.

“Non ci provare, James. Non-è-il-momento-adatto” scandisce.

“Sei dannatamente bella anche quando fai la precisina perfettina”

“Non chiamarmi nemmeno così”

“Posso dire che sei la mia precisina perfettina?” la provoca il ragazzo, avvicinandosi di un altro passo e facendo toccare il suo bacino con quello della ragazza.

“No”

“E che sei la mia Dom – Dom?”

“No” ripete Dominique “Perché non sono tua. E non mi chiamo Dom – Dom”

“Io ti chiamo Dom – Dom da quando abbiamo tre anni” le fa notare il ragazzo, con un sorriso malandrino.

“Quello che stiamo facendo ora non è adatto a bambini di tre anni”

“Ora stiamo semplicemente parlando, mi sembra. Tu non vuoi fare altro”

Dominique lo guarda male, mentre il ragazzo aggiunge “Com’è che dovresti dire ora in francese? Ah sì, touché”

La ragazza cerca di trattenere una risatina, ma con scarso successo e anche James si lascia andare ad un altro sorriso, appoggiando la fronte su quella di Dominique: è un po' più alto di lei, quindi deve piegare la testa per farlo e ne approfitta anche per appoggiarle le mani sui fianchi.

“James, sei il ragazzo più impossibile che abbia mai conosciuto”

“Spero che tu non ne abbia conosciuti tanti o sarei geloso”

“James Sirius Potter geloso?” lo prende in giro la cugina, rilassandosi un attimo “Questa sì che la vorrei vedere”

“So essere molto geloso” ribatte il ragazzo “Solo che non ho mai avuto motivo di esserlo”

“Dubito che ne troverai mai uno”

“Mi ferisce la tua scarsa fiducia in me”

“Non penso che riuscirei mai a scalfire l’ego immenso di James Sirius Potter”

“Perché continui a ripetere il mio nome completo Dominique Apolline Weasley?”

“Perché ha un che di solenne”

“Più di Dominique Apolline Weasley?”

“Porti il nome di due Malandrini di fama mondiale”

“E tu quello di una canzone e di Apollo, dio delle arti e del sole. Vuoi sul serio continuare la conversazione?”

“Vorrei sul serio tornare di sotto, prima che qualcuno ci scopra”


 
Come si suol dire, le ultime parole famose.

Molly era entrata come una furia, li aveva beccati tutti abbracciati, accaldati – e, ammettiamolo, leggermente eccitati – ed era rimasta a guardarli come uno Snaso di fronte ad una montagna di galeoni apparsi per magia nella sua tana.

Non che avesse visto chissà che – almeno erano solo avvinghiati – ma la situazione era difficilmente equivocabile ed era subito uscita, rossa come i suoi capelli, senza aggiungere altro.

Poi Dominique aveva preso a male parole James, era uscita dalla sua camera sbattendosi la porta alle spalle, aveva visto Molly confabulare con Rose e Lucy spaventosamente vicina a loro e con l’atteggiamento di chi sta disperatamente cercando di origliare e se ne era andata il più velocemente possibile, con la scusa di alcune ripetizioni di Trasfigurazione da dare a Lorcan e Lysander Scamander.

Si aspettava un putiferio in seguito all’episodio, ma in famiglia era rimasta calma piatta e lei aveva potuto rinchiudersi in casa – o meglio, evitare qualsiasi membro non stretto della famiglia – per una settimana, fino a questo dannato pranzo.

Avrebbe evitato volentieri anche questo, ma Victoire e Teddy hanno una grande notizia da dare a tutta la famiglia ed hanno invitato perfino la zia Gabrielle con il figlio Thomas, che hanno preso un aereo dalla Francia per essere presenti a questo dannato pranzo.

Roxanne l’aveva anche invitata a dormire da nonna Molly il sabato, per essere già lì pronte per dare una mano la domenica e Dominique non sapeva più come tirarsi fuori da tutti gli impicci, continuando a maledire il giorno in cui aveva baciato la prima volta James Sirius Potter.

Alla fine ha rinunciato ad andare a dormire alla Tana la sera prima perché ha girato per la Londra Babbana insieme a Victoire e alla madre per una giornata intensa di sole donne ed è arrivata alla sera talmente sfinita che la sola idea di una nottata di chiacchiere con Roxanne le sembrava impensabile. Non che la cugina ci sia rimasta male, in realtà, è riuscita a reclutare il gemello e hanno organizzato una partita di Quidditch in famiglia insieme al padre, alla madre, a Louis, a James, a Hugo e allo zio Ron, rimanendo poi a cena tutti insieme lì. Quindi Dominique non si è sentita troppo in colpa a rimanere con Victoire a guardare “Amore ed altri rimedi” che passava alla televisione, film preferito di entrambe da anni.

E papà Bill ha portato alle figlie il gelato vaniglia e caramello che amano, per cui la serata non si può definire in altro modo se non piacevole.

“Domi, mon amour, sei pvonta?” le chiede Fleur da sotto le scale.

“Oui, maman” risponde la figlia di mezzo, passandosi in fretta e furia un po' di mascara sulle ciglia e infilandosi i sandali con un po' di tacco; prende la borsetta e scende di corsa.

“Tu es très belle, cherie”

Fleur deposita un leggero bacio sulla guancia candida di Dominique, proprio mentre Bill appare sulla porta della cucina.

“La mamma ha ragione, Domi. Vieni qui, fatti guardare”

Bill le prende dolcemente la mano e le fa fare una giravolta, in modo da poter osservare bene il top a righe bianco e nero che le lascia la pancia leggermente scoperta e i pantaloncini bianchi corti e un po' a palloncino con una cinta nera che li tiene fermi al punto giusto.

“Nonno Arthur sarà contento di vederti. Ti riempie sempre di complimenti”

“Sono vestita normalissima, papà” Dominique sorride, scuotendo la testa “E tu sei di parte”

“Ma non è mica colpa mia se mi sono state date due figlie meravigliose”

“E la star della giornata oggi è Victoire con la sua grande notizia”

“C’est vrai” interviene Fleur “Dov’è Louis? Dobbiamo andare, siamo già en retard”

“Lo vado a chiamare, maman” si offre la ragazza, salendo nuovamente le scale per andare nella camera del fratello, dove bussa alla porta con insistenza.

“Louis! Sei pronto? Siamo in ritardo!”

“Aspettami giù” urla di rimando il ragazzino, dall’altra parte della porta.

Dominique alza gli occhi al cielo: che starà combinando quel nanerottolo? Scommette contro sé stessa che deve finire di leggere un articolo che parla del Puddlemore United, ultimamente ne è ossessionato (e sta tradendo i Tornados, oltretutto). Colpa di Hugo, sicuramente. E di conseguenza colpa di zio Ron.

“Ha detto che scende subito” riporta ai genitori ed effettivamente, dopo un minuto esatto, Louis Weasley appare con l’eleganza di cui tutti e tre sono naturalmente dotati, con l’aria annoiata e l’espressione di chi ha atteso e non di chi si è fatto attendere.

“Vogliamo andare?”

“Come hai lasciato ta chambre?” lo interroga la madre, con uno sguardo severo.

“Perfettamente, maman” risponde prontamente e a tono il figlio, prima di cambiare argomento “Ci sarà anche tante Gabrielle?”

“Oui, elle arrivé hier avec Thomas” annuisce Fleur “Ma se non andiamo immédiatement Molly si lamenterà”

Escono di casa tutti e quattro e Bill prende la mano di Louis, mentre Dominique e Fleur si Smaterializzano da sole; è Dominique la prima ad arrivare, seguita subito dal rumore tipico della Smaterializzazione.

“Ti ho battuto anche questa volta, papà” ridacchia la ragazza.

“Dovevo aiutare tuo fratello” ribatte Bill, andando verso la Tana.

In tutti quegli anni la Tana non è cambiata di una virgola: sempre un po' sgangherata all’esterno, con il tetto a volte pendente e a volte senza una tegola, con le finestre ansiose di una bella mano di vernice e i fiori in ogni balcone. Non è granché, ma è casa.

L’odore di cucina arriva fin fuori, così come le chiacchiere di tutti gli ospiti della casa: è incredibile come così tante persone riescano a stringersi in quell’ambiente già ingombro di cose, dove per muoversi da una parte all’altra bisogna evitare di colpirsi a vicenda. È stato allestito un tendone bianco fuori, ma è ancora vuoto, tutti dentro a preparare il pranzo – le donne – o a scambiarsi aneddoti – gli uomini.

In quel momento dalla porta principale escono Teddy, James e Fred, carichi di piatti, bicchieri e posate e con Lucy e Roxanne al seguito.
Vedendo i capelli mossi di James e sentendo la sua risata, Dominique si irrigidisce di scatto, mettendo su la sua solita espressione algida: l’ultima cosa che si aspettava era scontrarsi con James così, fuori dalla Tana e con papà e maman dietro di lei.

“Domi!” esclama Teddy, appena la vede, e appoggia rapidamente i piatti sul tavolo più vicino per avvicinarsi e stringerla tra le braccia.

“Teddy!” risponde la ragazza, cercando di mettere sufficientemente entusiasmo nella voce: se c’è una cosa in cui Dominique Weasley è brava è nascondere le proprie emozioni al pubblico e anche questa volta non fa eccezione. Nonostante l’ansia, la rabbia e tantissime emozioni che non sa nemmeno nominare – alla faccia del famoso cervello Corvonero per cui tutti la lodano sempre, perfino zia Hermione – riesce a mantenere un aspetto calmo e distaccato, mentre il cognato la stritola in un abbraccio.

E suo cugino James ha ormai imparato a capire che più Dominique sembra tranquilla e rilassata all’esterno, più in verità è vicina a scatenare tutti gli insulti che conosce contro colui che l’ha portata in quello stato. Il tutto mantenendo una calma ed un’eleganza invidiabile.

“Domi…” la saluta, infatti, il ragazzo, avvicinandosi lentamente.

“Ciao James” taglia corto subito la ragazza, prima di concentrarsi su Albus, Lily e Hugo che, incuriositi, stanno facendo capolino dalla porta.

“Dominique!” esclama Hugo, correndole incontro ed abbracciandola “Perché non sei venuta anche tu a giocare a Quidditch, ieri? Mi hai promesso che avremmo giocato insieme una volta, prima della fine dell’estate”

“Manterrò la mia promessa, Hugo” Dominique sorride dolcemente al cuginetto “Ma perché vuoi giocare con me? Non sono così brava”

“Perché Louis dice che voli benissimo ed io voglio assolutamente imparare a volare meglio o non verrò mai preso in squadra” dichiara Hugo, prima di aggiungere a bassa voce “E se venissi preso non voglio che si pensi che sia stato perché mio cugino è il capitano della squadra”

“Il tuo capitano ti prenderà perché te lo meriti, non preoccuparti” lo rassicura la ragazza “Anche se non penso che vincerete mai contro la nostra squadra”

“Eh no, Dominique, Dorcas quest’anno non avrà scampo” interviene Fred “Non ci pensare nemmeno, James non perderà contro di lei”

“Domi, ti prego, almeno tu non iniziare a parlare di Quidditch” esclama Lily Luna Potter “È tutta la mattina che sento Roxanne, James e Fred parlare della partita dei Cannoni di Chuddley di ieri e non ne posso più. Lo sai che adoro il Quidditch, ma dopo un po' è troppo”

La ragazza sorride, abbracciando la cuginetta “Non preoccuparti, Lily, io e te parleremo fino allo sfinimento della grande notizia che deve darci Victoire, d’accordo?”

“Ecco, questo mi interessa molto di più” concorda la ragazzina dai capelli rossi, girandosi verso Teddy “A proposito, quando ci darete questo grande annuncio? Ormai siamo tutti qui”

“Ma se loro sono appena arrivati! Non hanno salutato ancora nessuno dentro” protesta Teddy “Ogni cosa a suo tempo. Concentriamoci sul pranzo prima”

“Domi, c’è Thomas che non vede l’ora di salutarti, comunque” interviene Albus “È dentro che sta aiutando mamma a preparare il dolce”

La ragazza annuisce e segue il cugino dentro – Louis, Bill e Fleur sono già entrati – dove viene subito riempita di feste da tutti i componenti della famiglia: Ron la stringe in uno dei suoi soliti abbracci da orso, George la stritola come se non la vedesse da un anno, Angelina le batte un cinque, Hermione e Ginny hanno le mani immerse nella farina quindi si limitano a farle un grande sorriso, Harry le fa un complimento.

Quando è il turno di zia Gabrielle di stringerla, Dominique non può non notare lo sguardo che Molly – che sta spennellando della carne con il sugo – le rivolge, ma decide di ignorarla: non ha alcuna intenzione di farsi rovinare il pranzo di famiglia da una situazione che avrà creato castelli per aria nella mente fin troppo pudica della cugina.

“Ma chérie, come sei cvesciuta” esclama la zia “Tu es de plus en plus belle”

“Merci, tante. Tu m’as manqué”

“Anche tu, chérie. Hai saputo la nouvelles?”

“Quale novità?” domanda Dominique e la zia le rivolge un sorriso furbetto.

“Penso che la nouvelles sarei io” interviene Thomas; la cugina gli rivolge un lungo sguardo: non si vedono ormai da un anno e mezzo e il ragazzo si è alzato molto, perdendo gran parte dei lineamenti infantili che aveva. Gli occhi chiarissimi sono nascosti dalla folta chioma di capelli scuri – no, sul serio, in questa famiglia qualcuno sa cos’è una spazzola a parte lei? – ed ha una maglietta bianca che gli fascia il bel fisico tonico da adolescente.

“Thomas!” esclama Dominique, abbracciandolo “Non ci vediamo da…”

“Un siècle” conclude per lei il cugino, baciandole entrambe le guance.

“E qual è questa grande novità?”

“Quest’anno frequenterò anche io Hogwarts”

La ragazza sgrana gli occhi “Non ci credo! Ma è possibile cambiare così?”

“Oui, la professoressa McGranitt ha già organizzato tutto”

“Louis lo sa? Sarà felicissimo di saperlo!”

“Cosa so?” interviene il fratello, comparendo anche lui magicamente.

“Che Thomas frequenterà Hogwarts quest’anno”

“Cosa?! Ma è fantastico! E in che Casa starai? Spero tanto che tu sia Corvonero come me e Domi”

“Calmo, Louis. Je dois encore résoundre le faccende burocratiche. Ma avrai il compito di farmi vedere tutto il castello, d’accordo?”

“Ci penso io, Tommy, sono una guida eccezionale”

“E tu, Dominique? Tu n’es pas content che verrò ad Hogwarts?”

“Ma certo che sono contenta, Tommy” Dominique sorride dolcemente “Almeno ci vedremo molto di più di adesso”

“Quindi mi abbandonerai malamente per il cugino francese, ora? Perché non mi hai ancora salutato” la voce allegra di Roxanne interrompe la conversazione e Dominique si gira con un sorriso verso la cugina, che ha i capelli scuri tenuti in due trecce tipo Pippi Calzelunghe, le braccia sui fianchi in una posa arrabbiata e gli occhi verdi che tradiscono l’aria allegra.

“Ciao Roxy” la saluta Dominique, prima che l’altra la stritoli – con più o meno lo stesso entusiasmo del padre – in un abbraccio.

“Ti ho detto mille volte che odio il nome Roxy” risponde la ragazza, con il suo solito entusiasmo, molto più naturale rispetto ad un’espressione arrabbiata “Chiamami Ann, chiamami Rox, chiamami come ti pare ma non Roxy. Fa troppo brava ragazza”

“A te non basta un nome da brava ragazza, rimani comunque una teppista, sorellina” interviene Fred, guadagnandosi subito un’occhiataccia, ma facendo scoppiare a ridere tutti.

“Fatemi salutare i miei nipoti!” esclama Arthur, avvicinandosi e facendosi spazio tra tutti: ha una camicia a scacchi bianchi e rossi e dei pantaloni verdi di velluto, ma il nonno è così, ha uno stile tutto suo e Dominique si sente sempre a casa quando lo vede in questo modo, con accostamenti di colori improbabile e camicie di flanella.

Stringe sia lei che Louis contro il suo petto, ripetendo quando sono cresciuti nell’ultimo mese, quanto sono abbronzati e quanto sono belli. Quando qualcuno della famiglia vuole una bella dose di complimenti nonno Arthur è la risposta al problema.

“Forza, andate a salutare nonna Molly. Ha preso possesso della cucina e non fa avvicinare nessuno, come vedete, se non per dare ordini” spiega, indicando chi sta impastando o spennellando sul tavolo della sala “Ma credo che per salutare voi farà un’eccezione”

I due ragazzi vanno in direzione della cucina, dove nonna Molly sta dando disposizioni a Lucy e Victoire per apparecchiare la tavola e disporre le pietanze.

“Ciao nonna” la saluta Louis, avvicinandosi; la donna appoggia subito il mestolo per abbracciare il nipote e baciargli le guance.

“Louis, tesoro mio, finalmente siete arrivati, mancavate solo voi”

“Ciao nonna, possiamo aiutarti?” domanda la ragazza, dopo aver baciato la sorella.

“Louis, tu puoi aiutare i tuoi cugini ad apparecchiare” ordina subito la donna “Mentre tu, Dominique, mi servi qui: nessuno sa fare le palline di cocco e cacao come te”

La ragazza sorride, schiocca un bacio sulla guancia alla nonna e si mette subito ad aiutarla – alquanto fiera di essere l’unica che Molly Weasley vuole accanto a sé in cucina – mentre Lucy viene mandata a recuperare i piatti che stanno preparando Hermione e Ginny e Rose e Molly.

La cucina non è una delle passioni di Dominique, anche se ha una predilezione per i dolci, e difficilmente si ritrova a cucinare – anche perché, se non è ad Hogwarts e Bill è in casa, a lui fa piacere preparare i pasti per tutti – ma la vecchia cucina della nonna è un po' come lo stile inconfondibile del nonno: una sensazione di casa.

Mentre prepara le palline, con una precisione ed un’accuratezza molto apprezzate da nonna Molly, vede passare in cucina chiunque: zia Angelina, zio Ron – malamente cacciato, zio Harry, Lily, Teddy… li osserva correre avanti ed indietro, non potendo fare a meno di pensare quanto questa scena sia simile ogni volta.

“È pronto!” esclama nonna Molly, portando fuori un pentolone pieno; tutti la seguono, in un perfetto schieramento, fino al tendone bianco fuori dalla casa, portando le varie stoviglie colme di pietanze. Dominique è l’ultima ad uscire, mettendo il suo dolce in frigo e sciacquandosi le mani; mentre sta varcando la soglia della porta della cucina, va a sbattere contro il petto di qualcuno. Non gli ci vuole molto a riconoscere di chi si tratta.

“Non sei venuta a dormire qui ieri sera”

“No, ho guardato un film con Victoire”

“E hai mangiato il gelato vaniglia e caramello, scommetto”

Dominique assottiglia lo sguardo, come fa sempre quando è contrariata da qualcosa “Può darsi”

James la osserva, guardandola dall’alto in basso nonostante i pochi centimetri di differenza.

“È pronto il pranzo, James” gli fa notare la cugina, aggiungendo un cenno con la testa in direzione della porta d’ingresso.

“Devo prendere l’acqua”

Dominique alza le spalle e lo supera con eleganza, passandogli accanto ma senza sfiorarlo; esce di casa e si va a sedere tra Thomas e Hugo al tavolo dei ragazzi, dove Roxanne, seduta davanti a lei e accanto al gemello, ha già iniziato a parlare del nuovo anno ad Hogwarts. Molly, Lucy, Lily e Rose sono sedute dalla parte del tavolo di Hugo, mentre Louis, Victoire, Teddy e Albus dalla parte di Thomas. E c’è proprio un posto libero davanti a Thomas, accanto a Fred. Merlino Santissimo.

Per tutto il pranzo, James le dà i calci, la guarda – la fissa – ma al tempo stesso non le dà importanza, parlando con Teddy, parlando con Fred, parlando con Hugo. Parlando con chiunque tranne che con lei.

Ma Dominique è troppo sveglia per non accorgersene e sufficientemente orgogliosa per fare finta di niente e chiacchierare allegramente con Thomas, che non vede da un anno e mezzo e con cui deve decisamente recuperare gli aneddoti.

“Ti dico che c’esta la vérité!”

“Non me la bevo, Tommy”

“Mais oui, ho conosciuto il Cercatore dei Tornados sul serio. Les gens célèbres vont aussi au bar”

“Sì, ma non si incontra un fenomeno di tale portata al bar!” commenta incredula Dominique, cercando di toccare il braccio di Louis per richiamarlo.

“Loius, questa la devi assolutamente sentire: Thomas ha incontrato il Cercatore dei Tornados in un bar!”

Sia Dominique che Louis sono fan sfegatati dei Tornados – nonostante zio Ron stia portando il più piccolo sulla strada del Puddlemore United – e non si perdono una notizia sulla squadra.

“Chi è che ha incontrato il Cercatore dei Tornados?!”

Sì, anche Roxanne è una tifosa dei Tornados e si accende una discussione così animata che il tavolo dei grandi si gira per controllare che sia tutto in ordine. In realtà Dominique l’abbandona presto, con la complicità di un sorriso rassegnato di Thomas, e riprende a chiacchierare con Lily – anche Hugo si è alzato per partecipare al dibattito – e con il cugino francese.

Si sente abbastanza tranquilla: Molly non dà cenni di voler rivelare la notizia e chiacchiera con la sorella delle altre pietanze previste da menù. Forse la faccenda non è così grave, forse basta solo fingere che non sia mai successo.

Ma quanto indietro deve andare per scordarsi di ciò che è successo? Sicuro non basta tornare ad una settimana fa.

Questi sono i pensieri che le passano per la mente, mentre va a prendere il suo dolce, dietro invito di nonna Molly.

“Mi ricordavo Thomas molto più simpatico” la voce la coglie di sorpresa e rischia quasi di far cadere un vassoio.

“Per Salazar, James!” sbuffa Dominique, rimettendo in ordine un paio di palline che si sono mosse con il movimento brusco “Mi hai spaventato”

“Mi sembrate troppo amichevoli voi due” insiste il ragazzo, ignorando il commento della ragazza.

“È mio cugino, James, è ovvio che siamo amichevoli”

“Anche io sono tuo cugino”

“E ha quindici anni”

“Sedici a breve, se ben ricordo”

“E quindi?” domanda Dominique, aggiungendo dell’altra polvere di cocco e di cacao sopra.

“Ne possiamo parlare, per favore?” mormora James, avvicinandosi a lei.

“Di che cosa?” la ragazza non si gira nemmeno, intenta nella sua occupazione.

“Di tutta questa situazione tra noi”

“Non c’è nessuna situazione tra noi” taglia corto Dominique, girandosi di scatto e afferrando i vassoi.

“No? E tu che esci da camera mia dicendomi che penso sia tutto un gioco come la chiami? Andiamo, Domi, sei più intelligente di così”

“Ho detto ciò che c’era da dire, non capisco che dovrei aggiungere”

La ragazza prova a passare, ma James le si para davanti, bloccandole la strada “Mi sembra che sia tu quella che sta giocando, ora. Io vorrei parlare”

“Stiamo parlando”

“Parlare di noi”

“Non c’è nessun noi all’infuori del nostro essere cugini”

“Siamo sempre stati più che cugini e lo sai benissimo, Domi! Sei la mia migliore amica da quando ho quattro anni, Santo Godric. Non ho ricordi da piccolo in cui non ci sia anche tu”

“Nemmeno io, James, ma questo non vuol dire nulla”

“Che intendi?”

“Che tu sei mio cugino e che abbiamo fatto delle cose sbagliate. E siamo andati dannatamente vicini all’essere beccati”

“Sono piaciute ad entrambi…” sottolinea James.

“Non lo sto negando” lo interrompe Dominique “E non lo farò mai. Ma dobbiamo smetterla. Anzi, per un po' forse è meglio se stiamo distanti, almeno Molly si dimenticherà ciò che ha visto”

“Molly non ha visto nulla”

“Molly ha visto benissimo ed è solamente troppo ingenua da capire ciò che è realmente successo. Ciò che succede realmente da tempo”

“Perché, dici che la nostra famiglia non si accorgerà che non ci parliamo? Quanti anni sono, esattamente, che non ci sediamo vicini ad un pasto?”

“Coincidenze”

“Ci sono alcune settimane in cui ci vediamo letteralmente ogni giorno e non parlo solo di quando siamo ad Hogwarts”

“Non credo che tu dica più a zio Harry con chi esci. Non tutti i giorni, almeno. E ad Hogwarts siamo in due Case diverse”

James fa per ribattere ancora, ma si trattiene, chiude la bocca e le dà le spalle.

“Fai come ti pare, Dominique. Non starò certo qui a perdere tempo per farti cambiare idea, non sono il tipo. Non parliamoci e non vediamoci, se vuoi, ma ti ricordo che siamo allo stesso anno ad Hogwarts e che la metà delle lezioni le abbiamo in comune. Non sarà così facile ignorarci allora”

“Lo vedremo”

Ma non appena James esce dalla porta della cucina, lasciandola da sola con il vassoio del dolce in mano, Dominique sente venire meno tutta la sua sicurezza e si appoggia al tavolo per essere più stabile sulle sue gambe.

Dannato James, perché deve farle quell’effetto?

Sente gli occhi pizzicare, ma si impone di non piangere – Dominique Weasley non piange mai – appoggiando il vassoio e sistemandosi i capelli sfuggiti alla treccia dietro le orecchie.

“Domi!”

“Arrivo subito” risponde, ma dopo un istante Lily entra in cucina.

“James è uscito da qui?”

“Sto arrivando” ripete Dominique, ignorando la domanda della cuginetta “Alcune palline non erano abbastanza fredde e ho dovuto fare un incantesimo...”

“Domi, ti devo confidare una cosa”

“A me?” la ragazza si immobilizza, senza riuscire a riprendere in mano il vassoio.

“Sì”

Dominique guarda confusa la cuginetta: Lily è una ragazza buona e dolce, senza mai particolari problemi o preoccupazioni, che parla con tutti e che non litiga con nessuno. Però non ha mai avuto particolari segreti o gossip da raccontare – o almeno non che Dominique sapesse – e generalmente parla di più con Rose, con cui passa anche più tempo.

“Dimmi”

“Te la devo far vedere”

“Porto il dolce di là, va bene? Aspettami qui”

Lily annuisce e l’altra porta rapidamente i vassoi a tavola, riceve i complimenti ascoltandoli distrattamente e torna in cucina dove ha lasciato la cugina; la più piccola tira fuori una lettera dalla tasca posteriore degli shorts.

“L’ho trovata nel mio baule in una busta profumata quando sono tornata a casa dalle vacanze”


 
Il giglio è simbolo di purezza e contende alla rosa il trono del regno dei fiori.


 
“Ti hanno scritto un bigliettino romantico?” domanda incredula Dominique e Lily annuisce.

“Sì, ma non so chi sia stato. Esiste un incantesimo che mi faccia rintracciare il mittente?”

“Forse sì, ma io non lo conosco”

“Tu sai tutti gli incantesimi, sei la più brava della famiglia! È anche per questo che ho chiesto aiuto a te”

“Anche?”

“Volevo dirlo a Rose, ma lei mi guarda sempre un po' storto quando gli parlo di cose “frivole” e non sembra mai troppo contenta. Dice che se le parlo di queste cose mentre studia le faccio perdere tempo ed io non voglio farle perdere tempo”

“Mi dispiace, Lily, ma non conosco l’incantesimo” si scusa la più grande “Conosco quello per rivelare chi è passato in una stanza o quello per rivelare l’ultimo incantesimo fatto da una bacchetta, ma non ho mai letto di qualcosa che possa dire chi è il mittente di una lettera”

Il viso di Lily si adombra, ma giusto per un attimo, prima che le torni il suo solito sorriso “Non importa, lo scoprirò”

“Hai un ammiratore segreto, cuginetta” ridacchia Dominique.

“Non ne avrò mai quanti ne hai tu, Domi”

“Ne ho così tanti?”

“Non serve che fai la modesta con me” sogghigna Lily, in un modo furbescamente malandrino “Le voci corrono anche tra i ragazzi del mio anno”

Dominique sorride dolcemente “Ti assicuro che nessuno viene mai a dirmelo in faccia”

“Davvero?”

“Sì, è una tale noia. Roxanne, Dorcas e Louis non fanno altro che ripetermi in quanti vorrebbero chiedermi di uscire, ma non succede quasi mai che qualcuno mi inviti. E quando lo fanno di solito sono tutte persone boriose ed arroganti”

“Sei uscita con Scorpius Malfoy una volta, vero?” domanda incuriosita la ragazza dai capelli rossi.

“Che ti avevo detto? Persone boriose ed arroganti” commenta Dominique, prima di correggersi “In realtà con lui mi ero divertita, ma non era un vero e proprio appuntamento. Dovevo stare con Al, si è aggiunto anche lui e a metà giornata tuo fratello si è ricordato che doveva finire un compito di Cura delle Creature Magiche. Ecco il mio grande appuntamento con Scorpius Malfoy”

“Quando sta con Albus secondo me è un po' insopportabile” le confessa Lily, sottovoce “Però Rose mi parla sempre bene di lui: dice che ci ha lavorato insieme ad un progetto di Pozioni e che lui è stato molto serio”

“Se non ricordo male anche tu vai forte in Pozioni, vero?”

“Mi piacciono molto, sì” ammette la più piccola “Papà dice sempre che ho preso da nonna Lily”

“Sembra che qui ognuno di noi è com’è perché i nostri genitori ci hanno trasmesso i loro talenti”

“Tu sei bella come la zia Fleur. Forse di più”

“E tu sei sicuramente più dolce di tutta la famiglia messa insieme” dichiara Dominique, appoggiandole il braccio sulle spalle e stringendola a sé “Ed io sono davvero curiosa di chi possa essere il tuo ammiratore segreto”

“Ti farò sapere se ci sono sviluppi”

“Me lo auguro” la cugina maggiore rivolge all’altra un sorriso dolce, prima di dire “Torniamo di là? Quegli infidi parenti non ci avranno lasciato nemmeno una pallina”

“Per te cosa ci devono dire Victoire e Teddy?” chiede Lily, mentre entrambe si incamminano verso il tendone “Tua sorella non ti ha detto nulla?”

“Andranno sicuramente a convivere o si fidanzeranno ufficialmente con tutta la famiglia”

“Io spero che avranno una casa grande con un giardino enorme e un cane”

“Manca solo un cane alla nostra famiglia, veramente. Poi siamo al completo” ridacchia Dominique.

Le due cugine si risiedono ai propri posti e Dominique si trova una pallina nel piatto.

“Te ne ho tenuta da parte una” sussurra Thomas, facendole l’occhiolino, e Dominique gli rivolge un sorriso, prima di addentarla.

“Merci”

“Possiamo avere la vostra attenzione?” urla a gran voce Teddy, sbattendo una forchetta contro il bicchiere.

In un attimo tutti si zittiscono, girandosi verso il ragazzo, che ha Victoire al braccio e un bicchiere di champagne nell’altro.

“Abbiamo un annuncio da fare…” inizia.

“Lo sappiamo! Lo stiamo tutti aspettando da ore” urla Hugo, in risposta, facendo ridere tutti.

Dominique si limita ad un sorriso, bevendo un sorso di champagne: Teddy è come al solito impacciato, anche per dire una cosa semplice e che tutti sanno.

“Sì, hai ragione. Quello che vi vogliamo dire è che…” Teddy guarda Victoire, che annuisce.

“Io e Teddy ci sposiamo a Capodanno”

Che cosa?!
 
 



 
Felpie’s Corner
Ciao!
Questa storia fa parte della serie “I Figli degli Eroi” e sarà una long incentrata su varie coppie della Nuova Generazione: ci saranno tutti i cugini possibili ed immaginabili, altri personaggi figli di eroi o meno eroi ed altri ancora totalmente nuovi (non tiene però conto dei fatti avvenuti ne "La maledizione dell'erede").
Insieme a questa long, nella serie ci saranno anche delle raccolte di One Shot, tra cui “I diari di Dominique” e “I messaggi di James” (di cui ho già pubblicato le prime storie). Ci sarà sicuramente una raccolta anche su Lily e poi… si vedrà! Non voglio anticiparvi troppo.
Spero di non cadere nel banale perché mi sono già innamorata dei miei personaggi (ma io potrei essere un po' di parte) quindi spero che vi incuriosiscano e che li amiate anche voi.
Chiedo scusa se ho commesso errori con il francese ma sono anni che non lo parlo più quindi mi sono un po' affidata al traduttore di Google.
Come sempre, Manzoni sperava di avere 25 lettori, io mi accontento anche di uno solo che ami e che sia cresciuto con Harry Potter come me.
Sto straparlando (come sempre pt.2) quindi forse è meglio lasciarvi in pace (sempre che qualcuno sia arrivato a leggere fino a qui).
A presto,
Felpie

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Lily Luna ***


Hogwarts will always be there
to welcome you home






Il tanto atteso 1° Settembre arriva e si preannuncia con una calda mattina soleggiata; c’è fermento in casa Potter – Weasley, dove James Sirius Potter si prepara ad iniziare il suo ultimo anno più carico che mai, Albus Severus Potter è pronto per affrontare al meglio i G.U.F.O. che avrà a fine anno, mentre la piccola Lily Luna Potter è emozionatissima per la sua prima visita ad Hogsmeade. Ha fatto firmare il permesso ad Harry non appena se lo è ritrovato tra le mani e non vede l’ora di andare da Zonko e da Mielandia o di bere una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa: ormai i suoi fratelli gliene hanno parlato così tanto che è come se lo avesse già visitato. E poi ovviamente vuole portare Hugo a visitare la Stamberga Strillante: già si immagina la faccia del cugino di fronte alle storie di paura che gli ha raccontato zia Hermione.

E in ultimo, ma non per importanza, è tremendamente curiosa di sapere se il suo misterioso spasimante si farà avanti o se non darà seguito al biglietto. Lily spera vivamente che ci sia un continuo, perché i misteri le sono sempre piaciuti e questo la attira in modo particolare. Per cui mentre si infila la magliettina bianca con le maniche a palloncino e i jeans corti che le ha passato Molly quando le sono diventati stretti, non può fare a meno di chiedersi se l’autore del biglietto la noterà quando arriverà in stazione.

“Avete finito di preparare i bauli?” domanda Harry, mentre sono seduti tutti e cinque a fare colazione.

“Sì, papà” risponde svogliatamente James, sorseggiando la sua tazza di caffè nero “Ce lo chiedi ogni anno”

“Perché ogni anno vi scordate qualcosa, James” interviene Ginny “Per esempio, Al, hai preso il calamaio e le pergamene di riserva? L’ultima volta che ho controllato erano ancora sul tavolo della sala”

“Certo che le ho prese” protesta il ragazzo interpellato.

“Sicuro?” insiste la madre, iniziando ad imburrare una fetta di pane tostato “Perché ho controllato solo cinque minuti fa”

Albus arrossisce e non aggiunge altro, mentre Lily si porta una mano davanti alla bocca per nascondere le risate.

“Ce n’è anche per te, signorinella. Hai lasciato i tuoi galeoni sulla tua scrivania…”

“Li avrei presi, mamma”

“…E l’accappatoio in bagno” conclude Ginny, prima di girarsi verso il maggiore “E tu, James…”

“Lo so, la cravatta è appesa alla maniglia della porta e me la devo mettere obbligatoriamente, non posso evitarlo”

“Stavo per dire che hai lasciato la sciarpa nel mio armadio, ma sì, devi prendere anche la cravatta e te la devi mettere. Non voglio ricevere un’altra lettera dalla McGranitt in cui mi dice che ti ha fatto pulire tutte le gabbie della Guferia perché non l’hai messa per tre giorni di fila”

“Piccolo incidente di percorso, lei non avrebbe mai dovuto vedermi…”

“In ogni caso vedi di metterti quella dannata cravatta o te la annodo intorno alla lingua talmente tanto stretta che non riuscirai mai più a togliertela”

Harry scoppia a ridere, rischiando di macchiarsi la camicia bianca con il caffè “Ginny, tesoro, tanto lo sai che si scorderanno comunque qualcosa, ora sono molto più interessati ai biscotti fatti da Molly piuttosto che da quello che gli stai dicendo”

La stazione li accoglie caotica e vivace come sempre, piena di babbani che devono andare al lavoro, che viaggiano e che si spostano e di giovani maghi e streghe che vanno in direzione del muro tra il binario 9 e 10. Lily Luna Potter è ormai abituata a questa routine e la vede come una cosa speciale che va guardata con gli occhi aperti fino alla fine; suo fratello Albus invece ne è ancora terrorizzato, dopo anni, così James è sempre quello che passa per primo, da solo, desideroso di raggiugere Fred e Alex, suoi compagni di malefatte e fedeli compari, seguito da Lily e Ginny e in ultimo da Albus e Harry.

“Ciao mamma, ciao papà” li saluta rapidamente il più grande, prima di salire sul treno di corsa, probabilmente già impegnato in qualcosa di losco.

“Aspetta, James…” prova a richiamarlo la madre, con scarso successo; così Ginny si limita a scuotere la testa e a sistemare il fermaglio che Lily ha tra i capelli.

“Lily, tieni d’occhio tuo fratello, per piacere”

La piccola di casa sorride “Certo mamma, ci penso io”

“Ciao Al!”

Tutti e quattro i membri della famiglia Potter si girano e si trovano di fronte la famiglia Malfoy; Scorpius Malfoy ha i capelli biondissimi, quasi bianchi, come quelli del padre e sono vestiti in maniera così simile, di scuro, che sembra la sua copia in miniatura. Anche Astoria è vestita elegantemente ed ha un fermaglio d’argento a bloccargli i capelli dietro la nuca.

“Draco” saluta educatamente Harry “Astoria”

“Ciao Ginny. Oggi vai in redazione?”

La donna annuisce alle parole dell’altra madre “Sì, appena i ragazzi salgono sul treno ci farò un salto”

Lily Luna si ritrova un attimo esclusa da tutte le conversazioni perché gli adulti iniziano a parlare di lavoro – anche se Draco ed Harry lo fanno con freddezza e lasciando trapelare la loro scarsa voglia di portare avanti la conversazione – e Albus confabula con Scorpius, quindi si guarda intorno alla ricerca del fantomatico ammiratore segreto.

Il binario 9 e ¾ è pieno di suoi parenti, in realtà, e di gran parte degli altri sa solo il nome, senza essersi mai soffermata a parlarci per più di cinque minuti. Vede Sebastian Zabini, anche lui molto amico di Albus e di Scorpius, e sua sorella Elizabeth, già con la sciarpa di Corvonero al collo, che parla con Dorcas Morgan, l’amica di Dominique.

Sua cugina, invece, parla in disparte con Thomas e con sua zia, mentre Roxanne fa compagnia a Rose e a Hugo.

Lily sventola la mano per salutare il suo migliore amico, che risponde con il suo solito sorriso un po' storto e che mette in mostra i denti grandi.

Ci sono anche Lorcan e Lysander Scamander, i due gemelli Corvonero, e Irene Finnigan, la Grifondoro figlia del direttore della Gazzetta del Profeta.

Il posto è zeppo di persone, ma Lily non riesce ad immaginare chi può avergli fatto scivolare un bigliettino nel baule. Che poi, il baule era chiuso a chiave, quindi qualcuno deve essere stato in grado di aprirlo o di escogitare un sistema per far entrare la busta: non dovrebbe essere quindi proprio uno alle prime armi, almeno in teoria.

In quel momento si avvicina anche Jodie Parkinson, per chiacchierare con Scorpius e Albus e Lily involontariamente storce il naso: quella ragazza non le piace troppo perché a volte dice cose cattive senza pentirsene e va in giro con magliette scollate e pantaloni aderenti quando non è costretta a mettersi la divisa. Però Lily non è una persona che dà giudizi affrettati, per cui aveva chiesto qualcosa di lei ad Albus, ma suo fratello era stato molto scortese e aveva tagliato corto, dicendo che non erano affari suoi. E quindi, l’unica cosa che Lily sa di quella ragazza è che ha la stessa età di Albus, è una Serpeverde come lui e che sua madre l’ha cresciuta da sola.

Le dispiace un po' per lei, ma non si parlano mai troppo, perché la guarda sempre un po' con un’aria da superiore, anche se Lily è abbastanza convinta che quello sia il suo sguardo abituale. Ma ha dei capelli bellissimi, lunghi e lisci, e per questo la ragazza la invidia un po'.

“Mamma, anche io salgo” interviene Albus, interrompendo la conversazione dei genitori.

“Salve signori Malfoy, signori Potter” saluta educatamente la nuova arrivata.

“Ciao Jodie” ricambia il saluto Draco, prima di guardare il figlio “Sali anche tu?”

Scorpius annuisce “Ci vediamo a Natale, papà”

Il biondo si lascia baciare le guance dalla madre, mentre il padre si limita a stringergli una spalla e, dopo aver controllato che Albus sia pronto, vanno tutti e tre in direzione del treno, dove salgono insieme a Sebastian Zabini.

“Credo di dover andare anche io, mamma” esclama Lily “Così tu e papà potete tornare al lavoro”

“Fai sempre attenzione, Lily, mi raccomando” la ammonisce la madre.

“Attenzione a cosa?”

“Qualsiasi cosa. E cerca di studiare e di comportarti bene”

“Lo farò, mamma. Ci vediamo a Natale”

Lily abbraccia la madre, sussurrandogli “Ti voglio bene”

“Ti voglio bene anche io”

“Ciao papà, a presto”

“Ciao piccola, fatti valere, mi raccomando” la saluta dolcemente Harry “E se James fa lo stupido ti autorizzo a dargli una ciabatta in testa”

La piccola di casa ridacchia, prima di annuire “Lo farò, papà, molto volentieri”

“Brava la mia bambina. Ora forza, sali o perderai il treno”

Dopo un ultimo sorriso, Lily si gira e corre verso il treno fiammeggiante, dove Lucy si sta sbracciando per chiamarla; la ragazzina segue sua cugina, fino ad uno scompartimento dove ci sono già Molly, Rose e Hugo.

“Era ora, Lily!” esclama l’unico ragazzo “Ci hai messo una vita”

“I miei genitori parlavano con i Malfoy e non riuscivo a salutarli” si giustifica Lily, sedendosi accanto a lui “Però ti ho portato dei muffin, li ho fatti ieri”

“Muffin?” gli occhi di Hugo si accendono.

“Per questo sei la mia migliore amica”

“Sei un dannato ruffiano, tu, invece” ridacchia la rossa “Dov’è Louis?”

“È in un’altra cabina con Thomas, Dominique e Roxanne” le spiega il cugino “Mentre invece James è con Fred e quel loro amico, Alex”

“Non stanno tutti insieme?”

Hugo scrolla le spalle “La cabina è da sei, magari hanno deciso di dividersi per non lasciare fuori nessuno”

“Lily, sai che Rose è diventata Prefetto dei Grifondoro e Molly Caposcuola dei Tassorosso?” interviene Lucy.

Lily scuote la testa “Non me l’avevate detto!”

“Ma come? Lo hanno annunciato al pranzo, l’altro giorno”

“Non lo so, Hugo, magari io ero in cucina, quando l’hanno detto” la ragazza alza le spalle, prima di sorridere “Comunque sono molto contenta per voi. Anche James è diventato Caposcuola”

“Invece ho sentito dire che la Caposcuola dei Corvonero è Elizabeth Zabini” dichiara Rose “E che Scorpius Malfoy è il Prefetto dei Serpeverde. Non so chi sia l’altro, ma spero non la Parkinson: lei è la prima ad infrangere le regole!”

“Il Caposcuola Corvonero non è Lucian Sharp? Non mi sembra un grande modello da imitare nemmeno lui” commenta Lily “Si vede che la McGranitt valuta anche altre cose quando fa queste nomine…”

“Tipo?” chiede Lucy.

“Lucian Sharp dovrebbe essere tipo il Corvonero più bravo di tutto il settimo anno” risponde Rose.

“Suo fratello Luke invece è davvero petulante e fastidioso” interviene Molly “È il nuovo Prefetto Tassorosso”

“Invece chissà dove la McGranitt avrà mandato Thomas!” cambia rapidamente discorso Lucy “Sarebbe fantastico se fosse un Tassorosso. E poi sembra così gentile”

“È gentilissimo, infatti” conferma Lily “Ed è francese, quindi è anche educatissimo”

“Questo mi sembra uno stereotipo bello e buono!” protesta Hugo, ma viene rapidamente zittito dalla sorella.

“Zitto, Hugo, non capisci nulla. Thomas Cooper è anche davvero educato”

“Sembra impossibile che sia il cugino di Dominique” commenta malignamente Molly.

“Anche Domi è educata” ribatte la piccola Lily “E devo dire che secondo me si somigliano molto”

“Ma non è vero, non si somigliano affatto!” replica Hugo “Domi è bionda, lui è moro, Domi ha gli occhi azzurri e le lentiggini e lui gli occhi…”

“Ce li ha chiari anche lui, se non ricordo male” interviene la sorella “E ha un accento francese intrigan…”

Rose si blocca di scatto e guarda verso Hugo “Cancella immediatamente ciò che ho detto. Anzi, perché non vai da Louis e ci lasci tra ragazze?”

Lily scoppia a ridere, mentre il ragazzo fa la linguaccia alla sorella.

“In ogni caso speriamo che sia Tassorosso” conclude Molly, mettendo le braccia dietro la testa e appoggiandosi meglio al sedile.

“Per me, invece, sarà un Grifondoro” commenta Lily, prima di aprire lo zaino e tirare fuori le provviste di cibo; l’argomento Thomas passa rapidamente in secondo piano e anche Hugo riesce a dimenticarsi di essere in mezzo a quattro ragazze.

Il viaggio è tranquillo, lo passano praticamente sempre tra di loro; solo ad un certo punto Lily ed Hugo si alzano per fare una ricognizione e salutare i cugini sparsi nelle varie cabine.

“Quest’anno sei sempre in camera con Irene Finnigan e Danielle Atlas?” domanda Hugo, guardando fuori dal finestrino.

Lily lo fissa, confusa “Sto in camera con loro da due anni, Hugo. Perché me lo chiedi adesso?”

Hugo arrossisce e cerca di nascondere il viso alla cugina, gesto che ovviamente non passa inosservato.

“Non ci credo! Ti piace una di loro?”

“Shh! Abbassa la voce, Lils” esclama Hugo, provando a chiuderle la bocca con una mano, ma la ragazza è più veloce e scappa per il corridoio ridacchiando.

“Allora? Quale delle due?”

“Non ho intenzione di dirti di più”

“Ma posso aiutarti!”

“Ne dubito fortemente” ribatte Hugo “E credevo di aver capito, dalla lettera che mi hai scritto qualche giorno fa, che sono io che devo aiutare te, non il contrario”

“Quello lo davo già per scontato, ti ho anche portato i muffin”

“Qualche indizio?”

“Nessuno” sospira Lily, appoggiandosi al vetro “O meglio, niente di più di quello che ti ho detto”

“In pratica una caccia al tesoro alla cieca e senza indizi” sbuffa il cugino, ma la ragazza gli dà una botta sulla spalla.

“Dai, non essere così pessimista, sarà divertente ti ho detto. E lo sai che ho sempre ragione”

“Quasi preferirei dare da mangiare ai porcospini che usiamo a Trasfigurazione”

“Non è vero” sogghigna la cugina “E poi, se tu aiuti me, io aiuto te”

“Non ho bisogno di alcun aiuto!”

Lily guarda la faccia paonazza di Hugo e scuote la testa con un sorrisetto “Certo, hai tutto sotto controllo”

Come sempre il rientro al castello è frenetico e caotico, con poco tempo per salutare le proprie compagne di stanza e molta fretta di andare a mangiare lo squisito cibo che gli elfi preparano nei meandri del castello.

“Lils!” esclama Danielle, abbracciando la compagna di stanza “Mi sei mancata”

“Anche tu, Dani, quest’estate non è stata la stessa senza le tue trecce”

Danielle Atlas è una ragazza bassa e con i capelli corti neri, gli occhi verde bottiglia, una spruzzata di lentiggini sul naso e tantissimi orecchini sull’orecchio sinistro.

“Tranquilla, Potter, tornerò a fartele ogni giorno, più volte al giorno: hai dei capelli meravigliosi” la ragazza si gira verso la loro terza compagna di stanza “Com’è andato il viaggio in Europa, Irene?”

Irene Finnigan invece ha i capelli castani molto lunghi ed un nasino all’insù; alza le spalle “Papà ha lavorato sempre e mi ha trascinato ovunque, in pratica. Sul serio, non ho mai camminato così tanto!”

“Ci racconterai tutto stasera, dopocena” dichiara Lily con un sorriso, prima di andare in bagno a sciacquarsi un attimo il viso prima di scendere in Sala Grande.

L’immensa Sala le accoglie, sfavillante e spendente come al solito, sempre confusionaria e piena di gente; le voci dei vari tavoli si accavallano e le tre ragazze si aggiungono al coro, mentre camminano verso i loro posti. Lily saluta James, toccandogli i capelli, prima di sedersi accanto ad Hugo, che sta parlando animatamente con Alex e Fred. Di Quidditch, ovviamente, parlano sempre di Quidditch.

Lily alza gli occhi al cielo, proprio mentre qualcuno le tocca la spalla; si gira e si ritrova davanti il viso sorridente di Thomas.

“Ciao Lily, posso sedermi qui?”

“Thomas! Certo, siediti pure” esclama la ragazza, facendogli un po' di spazio tra lei e Hugo “Sei stato Smistato in Grifondoro?”

“Oui” il ragazzo annuisce “È successo tutto prima, nell’ufficio della professoressa McGranitt. Dominique m’a accompagné. Sono officielment un Grifondoro”

Lily ridacchia, mettendosi una mano davanti alla bocca, per la strana parlata del ragazzo, metà inglese e metà francese “Sono molto contenta che sei capitato tra noi Grifoni. Un po' me lo aspettavo, sai?”

“Pourquoi?”

“Perché hai l’aria di un Grifondoro” dichiara la ragazza con un sorriso, ma senza aggiungere altro sull’argomento “Posso presentarti le mie compagne di stanza? Loro sono Danielle e Irene”

“Enchanté” Thomas sorride ad entrambe le ragazze, che ricambiano il gesto.

“Ragazze, lui è Thomas, il cugino francese di Dominique. Si è appena trasferito ad Hogwarts ma ha l’età di Rose”

“Piacere di conoscerti” esclama Danielle, come sempre allegra e sorridente.

“Adesso ci sarà lo… Smistamento?” domanda il ragazzo e Lily annuisce.

“Esatto, il Cappello Parlante smisterà i nuovi arrivati nelle varie Case e poi ci sarà la cena” la ragazza si gira per guardarlo meglio “Ti avviso di due cose: 1. I Grifondoro urlano tanto quando qualcuno viene smistato da noi e 2. Il cibo qui è squisito e si mangia tanto”

“Lo terrò a mente” commenta Thomas, senza smettere di sorridere e Lily lo copia, prima di aggiungere “Ti consiglio di guardare lo Smistamento: per chi non l’ha mai visto penso sia una cosa molto emozionante”

La cerimonia inizia poco dopo e il Cappello Parlante fa il suo solito discorso introduttivo, prima di essere posato sulle teste degli undicenni ansiosi e trepidanti di sapere quale sarà la loro Casa per i prossimi sette anni. James è già in piedi, pronto ad accogliere con un grande sorriso ognuno dei futuri Grifondoro.

“Tuo fratello è nato per essere Caposcuola, ha un carisma naturale” commenta Irene, guardandolo.

“Papà è stato felicissimo quando James ha trovato la spilla nella lettera: lui non era stato né Prefetto né tantomeno Caposcuola ai tempi” spiega Lily “Anche se in realtà sono un po' preoccupata, James è un concentrato di adrenalina e non so perché la McGranitt lo abbia fatto Caposcuola”

“Non lo hai detto tu in treno prima? Che non è solo la calma a fare di una persona un Caposcuola?” interviene Hugo, inserendosi nel discorso “James è super popolare, è il capitano della squadra e tutti gli vogliono bene, è normale che la Preside abbia pensato di assegnare a lui il compito”

“Sì, ma James non ha mai seguito una regola in vita sua” gli fa notare la ragazza “Però non mi fraintendere, sono assolutamente felice per lui: deve viversi a pieno il suo ultimo anno”

“E forse speri che abbia un occhio di riguardo per la sua sorellina preferita, non è vero?” sogghigna Danielle.

“Sono la sua unica sorella, è ovvio che io sia la sua preferita”

“James ti adora, il primo anno in pratica ti scortava a lezione!” le ricorda l’altra, facendo scoppiare a ridere la piccola Potter.

“Mio fratello ogni tanto tende ad essere leggermente possessivo, hai ragione. Ma è molto migliorato, ora ha detto che mi accompagnerà solo ad Hogsmeade”

“Spero proprio di no per te”

“Non lo farà mai” la tranquillizza Lily “Per la prima uscita avrà già così tanti inviti che non saprà come spartirsi, quindi non mi preoccupo che si ricordi di me”

Lo Smistamento non è lungo ed è subito seguito da un breve discorso della professoressa McGranitt, in cui dà il bentornato agli studenti più grandi ed augura un buon inizio ai nuovi. Aggiunge le solite informazioni sulla Foresta Proibita, sul coprifuoco e sul ruolo di Prefetti e Caposcuola, prima di augurare a tutti una buona cena e di dare l’ordine di far comparire il cibo; in un attimo le tavolate si riempiono di ogni genere di pietanza, di carne, di pesce e di primi piatti.

Lily fa un sorriso ad Albus che è al tavolo vicino al loro, accanto a Scorpius e Jodie, e poi si dedica alla sua fettina di carne; sente Rose chiacchierare con alcune ragazze della sua età e con Thomas – anche lei gli ripete che è contenta che sia tra i Grifondoro – mentre dall’altro lato del tavolo il discorso è, come sempre, incentrato sul Quidditch, anche se ogni tanto Lily sente Fred richiamare James, dicendogli che è insopportabile ed intrattabile ultimamente.

“Lily, dopo facciamo una partita a scacchi magici?” propone Rose e la più piccola annuisce.

“Thomas, se dopo vieni con me ti faccio vedere dov’è la Sala Comune, tanto devo far fare i giri ai ragazzi del primo anno”

“Merci, Rose. Dominique si è già offerta di farmi fare un giro del castello, però una guida della Sala Comune mi servirebbe”

“Non si entra nelle Sale Comuni degli altri” interviene stizzito James, che è riuscito ad ascoltare anche ad alcuni posti di distanza.

“James, tu devi fare la ronda, stasera” gli ricorda Rose “Lo abbiamo deciso prima sul treno”

“Si, mi ricordo. Sono con Elizabeth, no?” chiede il ragazzo, con noncuranza, tornando a concentrarsi sulla coscia di pollo che ha davanti “Mi raccomando, non spaventare troppo le nostri new entry”

“Credevo che volessi che le ragazze fossero spaventate, in modo che tu le potessi consolare, cuginetto”

“Non sono così perverso da guardare le ragazzine del primo anno, Rose” sogghigna James.

“E poi James ha già una ragazza per la mente!” interviene Fred, ma il cugino subito si gira per dargli un pugno sulla spalla.

“Ahia! Questo sicuramente non è un comportamento da Caposcuola, James Sirius Potter” si lamenta l’amico “Ed io continuerò a chiedertelo finché non scoprirò chi è la donna misteriosa”

“E allora io continuerò a prenderti a pugni”

“Tu lo sapevi che a James piace una ragazza?” sussurra Hugo e Lily si ritrova a scuotere la testa.

“No, ma non mi sorprende che non me lo abbia detto. James non mi dice mai nulla in quel senso”

“Sembra che quest’anno vadano di moda gli ammiratori segreti” sogghigna il ragazzo, ma smette di ghignare non appena vede la smorfia sulle labbra della cugina.

“Te compreso?”

Quando la cena finisce, Lily e Hugo vanno a salutare Louis al tavolo dei Corvonero, dov’è seduto vicino a Lorcan e Lysander.

“Hai visto, Louis? Tuo cugino è un Grifondoro!” esclama Hugo, mentre l’altro gli fa una smorfia.

“Quanto siete fortunati. Avrei voluto fosse un Corvonero come me”

“Ciao ragazzi, come state?” domanda la ragazza, invece, rivolta ai due gemelli.

Sono due ragazzini molto simili, con gli occhi e i capelli castani e leggermente mossi; hanno un bel sorriso ed un tono sempre dolce.

“Ciao Lily, ti trovo bene”

“Anche io a voi, Lorcan. Stasera farò una partita a scacchi con Rose, così mi esercito per sfidarvi”

Dominique si avvicina in quel momento e stringe la cugina in un abbraccio.

“Ciao cuginetta”

“Ciao Domi, speravo saresti stata tu la Caposcuola Corvonero”

La bionda scrolla le spalle “Non fa per me. E poi Lizzie se lo merita, è molto brava”

“La conosci bene?” chiede curiosa la più piccola.

“È la mia compagna di stanza”

Lily sgrana gli occhi “Non lo sapevo, parli sempre solo di Dorcas”

“Credi che la nostra famiglia vedrebbe di buon occhio la figlia di Blaise Zabini?”

“Mio fratello è amico di un Malfoy. E anche di Jodie Parkinson e del fratello di Elizabeth. Non ci sono più queste distinzioni, ormai” le fa notare la rossa.

L’altra alza di nuovo le spalle “Lo so, ma non si sa mai. E non importa, comunque, a Lizzie piace molto passare il tempo da sola in biblioteca, quindi non sta tanto con noi durante il giorno. Però devo dire che ama le chiacchiere serali”

Lily ridacchia “Mi sa che oggi arriverà in ritardo, ha una ronda con James. Senti, ma tu lo sapevi che a mio fratello piace una ragazza?”

Dominique la guarda un attimo, in silenzio, prima di scuotere la testa “No, non ne so nulla”

“Pare sia la notizia del momento, Fred lo ha tipo urlato prima a cena. Ma se non l’ha detto nemmeno a te le cose sono due: o è una cosa serissima che vuole tenere per sé o Fred se l’è inventato”

“Talmente seria da non dirla alla sua sorellina? Ma dai, assurdo!” esclama Dominique, prima di cambiare argomento “Ma parliamo di te, Lily. Sono arrivati altri biglietti dall’ammiratore misterioso?”

Lily scuote la testa “No, ma ho assoldato Hugo e le mie compagne di stanza per scoprilo”

“Che cosa devi scoprire?” interviene Lysander.

“Qualcuno mi ha inviato un biglietto molto dolce, alla fine dell’anno scorso. Voi ne sapete qualcosa?”

Lorcan e Lysander si scambiano un’occhiata ed è il primo a rispondere “No. Ma a noi non ci dice mai niente nessuno, quindi non è così strano”

“È solo con Dominique che veniamo a conoscenza dei fatti e dei gossip di Hogwarts” aggiunge il fratello. Quei due si parlano spesso uno sopra l’altro.

“Non è vero, ragazzi, ne conoscete parecchi” ribatte la più grande.

“Sì, quelli più famosi. Ma anche i quadri quelli li sanno…” inizia Lorcan, ma viene subito interrotto da Dominique.

“E io non ve ne so dire poi così tanti…”

“Comunque qualcuno ti sta facendo la corte quindi, Lily?” domanda Lysander, tornando sull’argomento principale.

“Ancora non lo so, in realtà”

“Qualche idea su chi possa essere?”

“Nessuna” scuote la testa la rossa, prima di sorridere “Ma questa cosa la sapete in troppi ormai, se chi mi ha spedito il biglietto voleva rimanere anonimo non ne sarà molto contento se lo scopre”

“Non lo diremo a nessuno, tranquilla” le promette Lorcan “Saremo muti come degli Asticelli”

“Forse anche perché nessuno ce lo verrà mai a chiedere” gli fa notare il fratello.

Dopo qualche minuto di chiacchiere, la piccola Potter e Hugo salutano i Corvonero e tornano alla loro Sala Comune, dove Rose è già pronta per la prima partita a scacchi dell’anno contro la cugina; c’è anche Lucy, che è andata a salutarle visto che la sorella ha anche lei la ronda, e Danielle e Irene chiacchierano con Hugo, aspettando l’amica per andare in camera.

Passa anche James, che ha uno sguardo un po' tetro e che si sporge per dare un bacio alla sorella.

“Che cos’è quest’aria cupa, fratellino?”

“Ho la mia prima ronda da Caposcuola, mentre Fred ha praticamente svaligiato il reparto dolce dei Tiri Vispi Weasley”

Lily sorride “Vedrai che te ne lascerà qualcuno”

Il fratello mette su un’espressione non molto convinta “Non lo credo possibile, ma apprezzo l’impegno. Io muoverei il cavallo in D5 o Rose ti fregherà con un trucco alquanto banale”

“Ehi!” protesta l’altra ragazza “Stai zitto, James, non dare aiuti a tua sorella”

Io ridacchio, mentre James si apre in uno di quei suoi sorrisi tanto speciali – a volte tendenti al ghigno, in realtà – prima di fare un cenno generale con la mano ed uscire di gran classe dalla Sala Comune.

“Certo che tuo fratello è davvero carino. E molto dolce” le sussurra Danielle all’orecchio e Lily spera che Hugo non abbia sentito quel commento: ancora gli deve tirar fuori chi sia la ragazza misteriosa tra le sue amiche, ma non ha molte chance se deve combattere contro James.

“No, Dani, mio fratello è dolce e gentile solo con chi vuole e quando gli fa comodo” ridacchia quindi la piccola Potter, seguendo il suggerimento scacchistico del fratello, mentre Rose sbuffa.

“Non vale”

In realtà comunque Rose ribalta la situazione poco dopo, inchiodando il re di Lily in un angolo, circondato da torri ed alfieri, quindi la più grande è parecchio soddisfatta in ogni caso, mentre sogghigna di fronte allo sguardo abbattuto della cugina.

“Dai, non te la prendere: papà gioca a scacchi con me da quando ho quattro anni, è normale che io sia più brava”

“Prima o poi ti batterò, Rose, stanne certa” replica Lily, con un sorriso, prima di girarsi verso le sue compagne di stanza “Ragazze, andiamo? Voglio assolutamente sapere cosa avete fatto quest’estate”

Dà una rapida buonanotte a tutti i parenti e, mentre Lucy e Rose iniziano un’altra partita, sale con le sue compagne, iniziando già a ridere dal primo gradino; la ragazza va in bagno a sciacquarsi la faccia.

“Lils, sai di avere un fiore sul letto?” le urla Danielle e quando la rossa esce confusa dal bagno le indica un giglio bianco depositato sulle lenzuola rosse.

La piccola Potter si avvicina al suo letto e prende dolcemente tra le dita il fiore, come se avesse paura di far cadere i petali.

“Hai un ammiratore, mi sa” commenta Irene, lanciandosi a sedere sul letto “Chissà come ha fatto ha portarti una rosa”

“La piccola Potter ha un ammiratore misterioso? Lily, perché non ci hai detto nulla?”

“Ve lo avrei raccontato” si giustifica Lily, con un sorriso “Anche se in realtà non ho molto da dire: quando sono tornata a casa, l’anno scorso, mi sono trovata un biglietto nel baule. Poi il fantomatico ammiratore non si è fatto vivo per tutta l’estate ed ora questo”

“C’è un biglietto!” le fa notare Danielle “Dai leggicelo”
 
Hai il nome di un fiore di grande bellezza e lo porti con coraggio ed eleganza.
 
“Che diceva l’altro che hai ricevuto?”

“Diceva: “Il giglio è simbolo di purezza e contende alla rosa il trono del regno dei fiori””

“Un poeta mancato, insomma” la prende in giro Danielle e Lily le lancia contro un cuscino.

“Io penso che sia molto dolce”

“Anche io” ammette Irene “Ed è misterioso, il che rende tutto più intrigante”

“Ho bisogno di aiuto per capire chi sia… almeno voglio ringraziarlo”

“Conta pure su di me, Potter!” esclama Danielle, subito entusiasta “Per le missioni di spionaggio sono un fenomeno”

“Mi sa che sarà meglio non dirlo a tuo fratello, non pensi?” ridacchia l’altra.

“Lasciamo fuori i miei parenti: lo sanno solo Hugo, Dominique, Lorcan e Lysander” conferma Lily “E anche voi, mi raccomando, Burrobirra in bocca”






Felpie's Corner
Buongiorno streghe e maghi e tantissimi auguri a Sirius Black! Ho aggiornato oggi solo per fargli gli auguri, in pratica... No, scherzo, anche perché avevo cinque minuti liberi. Non sono una persona troppo puntuale negli aggiornamenti, ma proverò ad aggiornare ogni martedì (e se proprio non fosse martedì, al massimo nei giorni intorno).
Questo capitolo è descritto dal punto di vista di Lily: i nostri protagonisti saranno Dominique, Lily, James e Scorpius, che racconteranno le loro giornate e quelle dei loro amici in maniera alternata.
Inoltre vi lascio una breve descrizione del miei personaggi (non so lasciarci la foto, perdonatemi) in modo che possiate immaginarli anche voi.

Nome: James Sirius Potter

Soprannome: Jamie, Jamesirius
Data di nascita: 2004
Casa: Grifondoro
Ultimo anno

Primogenito di Harry Potter e Ginny Weasley, fratello maggiore di Albus Severus e Lily Luna Potter, porta i nomi del nonno paterno e del padrino del padre.
Fisicamente molto simile al nonno e caratterialmente uguale ai Malandrini da cui ha preso il nome. È di indiscutibile bellezza ed è uno dei ragazzi più ammirati della scuola.
È ribelle, non ama farsi mettere i piedi in testa e non sopporta che lo paragonino al padre, nonostante da piccolo fosse molto fiero di lui.
È intelligente ed è il migliore del suo anno in Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure.
È Cacciatore e Capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, di cui è anche Capocasa.
È ficcanaso, malizioso, un po' spaccone e geloso delle persone a cui tiene ma è anche spiritoso, simpatico ed ha un grande senso dell'umorismo.
Vuole molto bene ai suoi fratelli e in generale alla sua famiglia ed è innamorato della cugina Dominique.
Suo cugino Fred è il suo migliore amico e non sopporta vedere il suo viso senza sorriso.
Ha rubato la Mappa del Malandrino dalla scrivania del padre al primo anno.

Il prestavolto è Ben Barnes

Nome: Dominique Apolline Weasley

Soprannome: Domi, Dom - Dom
Data di nascita: 2004
Casa: Corvonero
Ultimo anno

Seconda figlia di Billy Weasley e Fleur Delacour, ha una sorella maggiore di nome Victoire e un fratello minore di nome Louis. È una Veela per 1/8.
Ha i capelli biondi con alcune sfumature rossicce quando ci batte il sole, gli occhi grigi, la pelle chiara e le lentiggini.
Il suo nome deriva da una canzone popolare francese e dal nome della nonna materna.
È orgogliosa, testarda e non cambia facilmente idea. È intelligente, dolce ed educata.
Le piace studiare, bere il caffè e adora le Api Frizzole. Scrive un diario, anche se la ritiene una cosa stupida, per sfogarsi.
La sua migliore amica è la sua compagna di stanza Dorcas Morgan, ma va molto d'accordo anche con Roxanne e Fred. È innamorata di James.
È molto brava a volare ma non fa parte della squadra di Quidditch della sua Casa.
Tifa per i Tornados e ha un bel rapporto con il fratello e la sorella e con Teddy.

La prestavolto è Ashley Benson

Nome: Scorpius Hyperion Malfoy

Soprannome: Scorp
Data di nascita: 2006
Casa: Serpeverde
Quinto anno

Unico figlio di Astoria Greengrass e Draco Malfoy, come aspetto assomiglia molto al padre, avendo capelli biondo platino e occhi grigi. Il nome Scorpius viene dal latino e rappresenta la costellazione dello Scorpione, come tradizione della famiglia Black, mentre Hyperion deriva da una figura della mitologia greca, come tradizione della tamiglia Greengrass.
È il miglior amico di Albus Severus Potter ed è molto legato anche a Jodie Parkinson, a Sebastian Zabini e alla sorella Elizabeth, pur essendo quest'ultima una Corvonero. Si innamora di Lily Luna Potter.
Gioca nella squadra di Quidditch nel ruolo di Cercatore.
È un perfetto gentiluomo, rispettoso e fedele. A tratti è presuntuoso e arrogante come il padre, ma non è cattivo, solo orgoglioso. In realtà infatti è molto affettuoso.
Ama la magia e tutto ciò che la riguarda e non sopporta chiedere scusa.

Il prestavolto è Alex Pettyfer

Nome: Lily Luna Potter

Soprannome: Lils
Data di nascita: 2008
Casa: Grifondoro
Terzo anno

Terza figlia di Harry Potter e Ginny Weasley, sorella minore di James ed Albus. Il nome Lily è riferito alla sua defunta nonna, mentre Luna ha due riferimenti, il primo alla sua madrina, Luna Lovegood, il secondo a Remus Lupin, in segno di ricordo.
Ha i capelli lunghi fino alle spalle e color rosso scuro, molto lisci e gli occhi marroni. Nel complesso è molto carina, e assomiglia in molti versi anche a sua nonna, da cui ha ereditato anche l'amore per le pozioni.
E' una ragazzina molto coraggiosa e sempre allegra, crede nei valori dell'amicizia e della famiglia e sa essere molto dolce.
Le piacciono le sfide e a volte può sembrare molto capricciosa, specialmente quando qualcosa non le piace.
E' determinata e impulsiva, le piace leggere e studiare, le piacciono le Cioccorane e le lettere scritte a mano. Le piace il Quidditch e giocare con i suoi fratelli ma non fa parte della squadra della sua Casa.
Ama stare all'aria aperta e le avventure ed odia i pregiudizi sul conto dei mezzosangue, e il bullismo. Non le piace stare chiusa in casa, essere rimproverata o paragonata ai suoi fratelli.
Va molto d'accordo con tutta la sua famiglia, in particolare con Rose e suo cugino Hugo è il suo migliore amico. Si avvicinerà molto anche a Dominique.
Ha due compagne di stanza, Danielle Atlas e Irene Finnigan, con cui è molto legata. Si innamorerà di Scorpius Malfoy.

La prestavolto è Emma Stone

So che questo capitolo è un po' leggero e senza particolari cose successo (a parte un altro bigliettino u.u), ma ho bisogno di presentarvi i miei personaggi. Quando ci sarà il capitolo di Scorpius forse inizieremo un po' più ad entrare nella Lily/ Scorpius!
Ho parlato (straparlato) a sufficienza, direi, quindi posso chiudere qui.
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 - James Sirius ***


Do you ever feel like breaking down?
Do you ever feel out of place?
Like somehow you just don't belong
And no one understands you
Do you ever want to run away?
Do you lock yourself in your room?
With the radio on turned up so loud
That no one hears you screaming
No you don't know what its like
When nothing feels alright
You don't know what its like to be like me
To be hurt, to feel lost
To be left out in the dark
To be kicked when you're down
To feel like you've been pushed around
To be on the edge of breaking down
And no one there to save you
No you don't know what its like
Welcome to my life
(Welcome to my life - Simple Plan)






James torna tardi dalla ronda, molto tardi. Ben oltre il coprifuoco. Ma cosa doveva aspettarsi, dopotutto è il primo giorno di scuola, tutti hanno provato a far festa. Lui sarebbe stato il primo a provare a far festa. E invece no, ha quello stupido compito da Caposcuola e deve pattugliare i corridoi.

Cosa è saltato in mente alla McGranitt quando ha pensato di nominarlo Caposcuola? Suo padre gli racconta sempre che il professor Silente era un tipo alquanto particolare, ma anche la preside di adesso non scherza.

Lui non voleva essere un Caposcuola, ha già abbastanza pensieri come capitano della squadra di Quidditch e quello non è proprio il periodo giusto per dare il buon esempio. Ha voglia di Whiskey Incendiario, una di quelle sigarette babbane che Alex gli ha fatto provare e di non pensare a nulla per qualche ora.

Perché si sente in maniera così orribile? È da giorni che sta così e Fred ha ragione a dirgli che è intrattabile. Solo che non può ammetterlo – solo che non vuole ammetterlo – perché dopo il suo migliore amico vorrebbe sapere perché e, davvero, sarebbe troppo lunga.

Però almeno la ronda è andata bene: Elizabeth Zabini è una tipa a posto.

Parla poco e quando parla la dice giusta, come dice sempre nonno Arthur di Albus. Ma Albus non la dice mai giusta, soprattutto quando pensa che lui stia ogni giorno con una ragazza diversa. Non è del tutto vero, pensa anche alla squadra, insomma. E poi ultimamente ha deciso di volersi staccare dalle ragazze. Basta genere femminile. E basta seccature.

E magari questa sensazione orribile sparirà.

Peccato che già ha ricevuto due inviti per la prima uscita ad Hogsmeade – che è prevista tra due settimane, per Merlino, che hanno queste ragazze nella mente – e quindi il genere femminile a quanto pare non vuole sparire dalla sua vita.

Deve pensare alle selezioni di Quidditch, questo sì che è un pensiero valido. E deve farle il prima possibile, così che il campo sia libero più a lungo per i primi allenamenti, in cui deve mettere ben in chiaro come si lavora nella squadra di Grifondoro. Cosa che sua madre ci tiene sempre a ricordargli e a specificargli.

“Se vuoi essere un campione, James, non devi mai smettere di allenarti. Altrimenti sei come tutti”

Se la vede davanti agli occhi, ogni volta che pensa al prossimo allenamento da fare. E per quanto Ginny Weasley sembri dolce, sul Quidditch non si scherza con lei.

Quando torna in camera Alex e Fred dormono già, tutti storti e in mezzo a carte di caramelle, come se si fossero addormentati di botto, e James sospira, guardandoli. Anche lui vuole una dannata caramella.

“Godric, fa che mi abbiano lasciato una caramella”

Si mette a frugare tra le cartacce e trova un pezzo di Zuccotto di zucca: non sono i suoi dolci preferiti, ma in questo momento si può accontentare. Vorrebbe tantissimo un Calderotto o un’Ape Frizzola.

No, le Api Frizzole no. E non perché sono i dolci preferiti di Dominique ed è stata lei a trasmettergli l’amore per quelle caramelle, no. Semplicemente non ha voglia di levitare, tutto qui. Decisamente meglio un Calderotto.

Si sdraia sul letto ad occhi chiusi, cercando di placare il mal di testa che sente – con scarsi risultati – e solo dopo parecchio tempo riesce a scivolare finalmente nel sonno.

Quando si sveglia per colpa dei raggi del sole che gli finiscono in faccia, James capisce fin da subito che sarà una giornata impegnativa; si tira su e si guarda intorno, lo sguardo che gli cade casualmente sulla sveglia.

“Santo Godric, è tardissimo!” urla, gettando di lato le coperte e correndo in bagno a sciacquarsi la faccia; fa appena in tempo a vedere l’espressione confusa di Fred che si alza a mo’ di zombie prima di gettarsi l’acqua fredda in faccia, sperando che gli lavi via la stanchezza e l’espressione da morto vivente – ma lo zombie è lui o Fred?

Si sente stanchissimo nonostante abbia dormito più che bene – certo, una volta riuscito ad assopirsi – ma la nota positiva è che il mal di testa gli è passato completamente.

James e Alex si aggirano per la stanza alla ricerca delle rispettive divise, mentre Fred annuncia che si farà una doccia.

“Ma perché, per una volta, in sette santissimi anni, non ci siamo ricordati di mettere la sveglia il primo giorno di scuola?” brontola Alex, sdraiato sotto il letto a cercare una scarpa.

“Davvero, non ne ho idea”

James invece è alle prese con il nodo della cravatta, che non è mai stato in grado di fare e che puntualmente Dominique gli rifà ogni mattina, dopo aver riso e averlo preso in giro.

Stop, fermi tutti. James, basta pensare a tua cugina. Impara a fare questo dannato nodo.

Il ragazzo sbuffa, all’ennesimo tentativo fallito, mentre l’amico riemerge da sotto il letto.

“Anche al nodo della cravatta non ci abitueremo mai?”

Alexandre Alex Humphry è un Nato Babbano con i capelli scuri e gli occhi scuri, in camera con James e il cugino per il settimo ed ultimo anno; per quanto da fuori lo trovino tutti tranquillo, se è il migliore amico dei degni discendenti dei Malandrini un motivo ci sarà.

“Mai”

“Non c’è Dominique che te lo rifà come ogni mattina?”

“No” taglia corto il ragazzo, spostandosi indietro il ciuffo – che gli ricade prontamente dov’era “Ma quanto ci mette Fred? Ho una fame pazzesca”

In quel momento bussano alla porta e poco dopo Hugo entra “James, la McGranitt mi ha mandato a chiamarti. Dice che vuole vederti nel suo Ufficio”

Cos’è che aveva detto appena sveglio? Appunto, una giornata infernale.

“Quando?”

“Ora”

“Ma come fai ad andare dalla preside il primo giorno di scuola?” ridacchia Alex, sedendosi sul letto “Credo sia un record”

“Sono sicuro che mio nonno sia riuscito a fare di peggio” brontola l’altro, infilandosi le scarpe “Grazie, Hugo, adesso ci vado”

“Iniziano le lezioni, tra poco”

“Lo so, Hugo. Ora vai”

Il più piccolo fa per aggiungere qualcosa ma ci ripensa in fretta, saluta rapidamente e si chiude la porta alle spalle.

James sospira – ha perso il conto del numero di sospiri e sbuffi che ha fatto in quei due giorni, ma sicuramente ha battuto l’Espresso.

“Va tutto bene, James?”

“Tutto benissimo” risponde bruscamente, guardandosi intorno alla ricerca della bacchetta. Ma dov’è quella dannata bacchetta?

“Sei sicuro? Hai un aspetto orribile”

“Va tutto bene, Alex. Prendetemi un toast, se non dovessi fare in tempo a venire a colazione”

“Ci vediamo a Trasfigurazione!”

Le ultime parole di Alex vengono coperte dal suono della porta sbattute bruscamente e dai passi di James che risuonano rapidi nella Sala Comune.

Arriva in fretta nell’ufficio della McGranitt e sale rapidamente sulle scale girevoli dopo aver pronunciato la parola d’ordine attaccata su un foglietto; bussa alla porta e, dopo essersi sistemato la camicia, entra.

“Professoressa McGranitt, mi cercava?”

“Ah, signor Potter, entri pure” esclama la preside, sistemandosi gli occhiali ed alzandosi dalla sedia “Com’è andata la sua prima ronda da Caposcuola?”

“Bene, in molti erano in giro, ma nessuno ha dato problemi”

Ma perché la preside gli sta rivolgendo quelle domande?

“Suppongo che la signorina Zabini sia stata come sempre precisa ed efficiente”

Il ragazzo annuisce, un po' incerto.

“Immagino che ti starai chiedendo perché ti ho convocato qui così di fretta. Il motivo è uno: la squadra di Quidditch”

James sgrana gli occhi “Ho fatto qualcosa di male, professoressa? La prego, non mi tolga il ruolo di capitano!”

“Ma che sciocchezze, signor Potter, non ho alcuna intenzione di togliere il ruolo di capitano ad una persona così esperta e determinata come lei. Voglio solo sapere quando ha intenzione di fare le selezioni, la squadra di Grifondoro deve portare a casa la Coppa quest’anno. Immagino che lo voglia anche lei, è il suo ultimo anno”

Il ragazzo annuisce rapidamente “Ma certo, professoressa, mi impegnerò al massimo per vincere”

“Bene, ottimo. So che, in quanto preside, non dovrei essere di parte, ma sono anni che scommetto con il professor Vitious e l’anno scorso si è vantato parecchio di aver vinto. Non voglio ripetere l’esperienza”

James guarda incredulo la preside, ma dopo un attimo le sue labbra si sollevano in un sorriso malandrino “Non si preoccupi, professoressa, ho tutto sotto controllo. Posso prenotare il campo per sabato?”

“Deve chiedere al professor Paciock, ma sì, direi di sì. È esattamente ciò che intendevo”

“C’è altro?”

“No, è tutto, signor Potter. Se vuole un biscotto lo prenda pure: ho idea che abbia saltato la colazione e non si accettano ritardi a Trasfigurazione. Né in qualsiasi altra lezione, ovviamente”

Il ragazzo non se lo fa ripetere due volte ed afferra un paio di biscotti al burro che la preside tiene in bella mostra sulla scrivania; ringrazia e fa per andarsene, quando la professoressa lo richiama.

“Signor Potter, un consiglio: i bottoni della camicia andrebbero allacciati bene, altrimenti il colletto non starà mai al posto giusto”

James abbassa lo sguardo sulla camicia, notando solo in quel momento di averla chiusa male; dopo un altro cenno di saluto esce, correndo verso la sua Sala Comune per prendere i libri della prima lezione ed allacciarsi bene quella dannata camicia.

È sempre di corsa quando, con ben cinque minuti di ritardo, si presenta nell’aula della professoressa Collins.

“Mi… mi scusi… professoressa… sono in ritardo” ansima, appoggiato alla porta.

“Signor Potter! Come fa ad essere in ritardo già dal primo giorno?” dichiara la donna, con tono arcigno “Si sieda al suo posto”

Il ragazzo non aggiunge nulla e si infila rapidamente nel posto vuoto accanto ad Alex, che gli passa un tovagliolo appallottolato.

“La colazione, Jamie”

“Che cazzo” sbuffa l’altro “Bel primo giorno di scuola, insomma”

Se non altro, la professoressa Collins è nuova e viene da Beauxbatons, quindi non può commentare con cose del tipo “Se suo padre lo sapesse” o “Suo padre era molto più diligente” o ancora “Ma sua madre, che è sempre precisa, non le ha insegnato niente?”

Davvero, non le sopporta più certe frasi.

“Che voleva la preside?” domanda l’amico.

“Quidditch” taglia corto James, infilandosi in bocca il toast freddo, cercando di non farsi beccare dalla professoressa.

“Quindi non sei nei guai?”

“No, se vincerò la Coppa di Quidditch. Così, giusto per non avere pressioni”

Il ragazzo tira fuori piuma, calamaio e quaderno, mettendosi a copiare ciò che la professoressa ha scritto alla lavagna.

“Sono già stanco del settimo anno” dichiara, appoggiando la testa alla mano.

“In Accademia Auror sarà peggio”

“Non sono più tanto sicuro che sia quello che voglio fare…” commenta James, ma pentendosene un attimo dopo.

“Ma come no! Tuo padre ti ha praticamente istruito su ogni cosa fin da quando hai fatto il tuo primo incantesimo. Forse anche prima, addirittura! Sei il migliore in Incantesimi e in Difesa contro le Arti Oscure. Che vuol dire esattamente che non vuoi essere un Auror?”

Ecco, se anche il suo migliore amico inizia a fare questi discorsi l’accademia Auror non lo vedrà mai, nemmeno con il binocolo. Perché tutti pensano che lui debba per forza seguire la strada tracciata da suo padre? Lui non è suo padre. E soprattutto il signor Harry James Potter non lo tormenta dalla mattina alla sera per imparare incantesimi e fatture, è lui stesso che lo fa perché gli piace. Anzi, deve ritenersi fortunato se suo padre torna per cena. Qui tutti hanno un’idea un po' sbagliata su come il Salvatore del Mondo Magico si comporta in famiglia.

Fa una smorfia e ci manca poco perché la professoressa Collins lo veda, mentre si gira verso di loro per rifilare ad entrambi un’occhiataccia ed intimarli al silenzio con lo sguardo; in ogni caso continua a spiegare senza dire nulla.

“Lascia perdere, Alex” sussurra seccato James. Ma perché tutti continuano a ripetergli ciò che deve fare? Che lo lasciassero tutti in pace.

La frenetica giornata continua con due ore di Erbologia, in cui ne approfitta per chiedere al professor Paciock il permesso per il campo, e poi finalmente arriva l’ora di pranzo, salvando lo stomaco di James – abituato ad una colazione con latte, cereali, biscotti, bacon e toast – da un vuoto cosmico.

Mentre si lascia cadere sfinito sulla panca del tavolo dei Grifondoro non può non pensare al fatto che siano passate solo quattro ore. E che non ha ancora avuto lezione con i Corvonero.

“Capitano” esclama, allegra come al solito, Roxanne, comparendogli alle spalle “Ti ho visto parlare con il professor Paciock, devo ben sperare?”

L’entusiasmo della cugina è contagioso e James si ritrova a sorridere – forse per la prima volta nella giornata “Sabato selezioni. Non chiedo nemmeno se sarai dei nostri”

Roxanne fa un sorrisetto “Proprio ciò in cui speravo”

Gli fa l’occhiolino, gli scompiglia i capelli e torna al suo posto, accanto alle sue compagne di stanza.

Giusto James, guardare gli aspetti positivi di questa giornata, tipo le selezioni di Quidditch.

Peccato che lo fai tenendo d’occhio il tavolo dei Corvonero, dove Dominique sta chiacchierando con Lucian Sharp.

Il ragazzo abbassa lo sguardo sul risotto acquoso che ha nel piatto ed improvvisamente non ha fame – a differenza di Fred che si sta rimpinzando accanto a lui.

Merlino Santissimo.

È talmente stanco che il pranzo gli scorre in un attimo e, in men che non si dica, l’orologio gli ricorda che stanno per ricominciare le lezioni e che lui ancora deve passare in Dormitorio a prendere i libri. E poi andare nei Sotterranei, ovviamente.

Fa una corsa – l’ennesima della giornata – e si ritrova da solo – di nuovo – a camminare per i corridoi del castello.

“Ehi, James!” ecco appunto, da solo.

Fred lo sta inseguendo per andare insieme a lezione, ma il ragazzo continua a camminare senza fermarsi e senza girarsi: deve andare a Pozioni ed affrontare la prima lezione con Dominique a qualche banco di distanza, non ha tempo di occuparsi anche di suo cugino.

“Ehi! Ma mi stai ascoltando?”

“No, che dicevi?” domanda, annoiato, James, rallentando per farsi raggiungere.

“Non ti sopporto”

E James lo sa benissimo che Fred ha ragione e che si sta comportando in maniera orribile, soprattutto con lui che è il suo migliore amico. Si sta comportando in maniera orribile con chiunque, perfino con Hugo quella mattina. Ma il fatto è che in quel momento non gli interessa.

“Non ho finito i compiti. Questa è la volta buona che la professoressa Althea mi ammazza”

“Non li chiederà, dai”

“Li chiederà eccome. E solo perché io non li ho fatti” brontola invece Fred “Hai visto Alex?”

“Pensavo fosse con te”

“No, sono andato a salutare Lucy e Molly. Sai che Lucy si è lamentata con zio Percy che non passo abbastanza tempo con lei e che preferisco stare con te, con Lily o con Dominique?”

“E lui che ha risposto?”

“Lo ha detto a papà”

James sorride “Zio George si sarà messo a ridere, immagino”

“No, anche se io sospetto che avrebbe voluto e che non l’ha fatto solo perché io e mamma eravamo lì. Ha detto che devo stare di più anche con Lucy perché anche lei è una mia cugina e fa parte della famiglia”

“Non ci credo” questa volta James scoppia proprio a ridere e ne è contento davvero. Forse zio George ha ragione quando dice che la gente ogni giorno dovrebbe farsi una bella risata.

“E invece è proprio quello che è successo!” esclama il cugino “Comunque te l’ho detto: secondo me, io piaccio a Lucy”

“Sei ridicolo”

“Perché?”

“Perché Lucy ha tredici anni”

“E allora?”

“Ha la stessa età di Lily, per Godric! Non fanno questi pensieri”

A scoppiare a ridere questa volta è Fred “Caro James, quanto sei ingenuo. È ovvio che tua sorella – e anche Lucy – facciano questi pensieri e…”

“Non voglio approfondire oltre, grazie” lo interrompe bruscamente l’altro, onde evitare di finire a parlare di sua sorella e di amori fanciulleschi.

Che sciocchezza, sua sorella non può avere amori fanciulleschi, è troppo piccola.

“In ogni caso ero con loro, quindi ho perso Alex totalmente”

“Sarà già a lezione, sicuro non si perde”

“James, devi organizzare le selezioni!” esclama di botto Fred.

“Cosa? Sì, ci ho già pensato. La professoressa McGranitt si è raccomandata ampiamente, sono dovuto passare nel suo ufficio stamattina”

“È incredibile quanto la nostra preside sia legata ai Grifondoro”

“Il professor Paciock non è molto per il Quidditch, invece. A volte mi risulta difficile anche credere che sia stato un Grifondoro, ma papà dice sempre che è un uomo molto coraggioso”

“Comunque, quando saranno?”

“Questo sabato”

“Che?! E me lo dici solo adesso? Lo sai che mi devo preparare”

James ridacchia “Pensi sul serio che potrei non prenderti nella squadra?”

“So di essere il tuo cugino preferito e il tuo migliore amico e so di essere anche un grande battitore, ma tu, in teoria, non dovresti fare favoritismi”

“Non li farei mai, anche perché tua sorella potrebbe inseguirmi con la sua mazza se scegliessi qualcuno che non le va bene”

“Intendi se non scegliessi il suo fratello preferito?”

“Sei il suo unico fratello. E no, credo che tra Quidditch e sangue sceglierebbe comunque il Quidditch, conoscendola. Anzi, quasi che Rox è meglio di te, almeno lei pensa davvero solo alla squadra”

Fred fa una smorfia “Rox è orribile, bisogna che qualcuno glielo dica. Non mi piace per nulla, però non mi ascolta perché dice che non ho stile. Ma io penso che sia molto meglio Ann o Roxy”

“Tu non hai molto stile, tua sorella ha ragione”

“E tu sei simpatico quanto una Chimera. A proposito, dì a mia sorella delle selezioni o è capace di ucciderti nel sonno”

“L’ho già avvisata”

“Che?! E perché hai avvisato prima lei che il tuo migliore amico, nonché miglior battitore della squadra?”

“Perché, come hai detto tu, tua sorella è capace di uccidermi nel sonno, mentre tu non faresti del male ad una mosca. E perché è lei il miglior battitore della squadra”

“Traditore” mormora mogio Fred.

“E comunque tu dov’eri? Tua sorella me lo ha chiesto nemmeno dieci minuti fa” chiede spazientito James – perché, qualsiasi sia il suo stato d’animo, non sopporta vedere il cugino anche solo meno spensierato del solito.

“Ero impegnato con quel risotto. Era stra-buono e tu lo hai lasciato tutto lì”

Il cugino scrolla le spalle “Non avevo fame”

“Lo sai che sei strano in questi giorni, vero?” commenta il battitore e, vedendo che il cugino non dice nulla aggiunge “Com’è andata la ronda con Elizabeth?”

James alza le spalle “Non male. Lei non è male: è silenziosa, rapida e pragmatica”

“Che parolone, James” lo prende in giro Fred “E, aiutami a ricordare, lei è una delle poche dell’ultimo anno con cui non ci hai provato, vero? Certo, senza considerare i parenti”

E qui James vorrebbe correggerlo, vorrebbe dirgli che non è proprio come dice lui, anche se è vero che con Dominique non ci ha provato, è successo e basta – e forse il peso che sente posarsi nemmeno troppo dolcemente sul suo petto dovrebbe esserne la prova – ma il ragazzo finge di ignorare la sensazione e ghigna “Non è vero, ci ho provato molto di più con quelle del sesto e del quinto anno. Con loro è più facile”

“Giusto. Ed Elizabeth Zabini è davvero troppo intelligente per te”

“Quindi, secondo questa teoria, tu ti dovresti fidanzare con un calderone?”

“Che simpatico. Sicuramente la simpatia è un tuo punto forte quando ci provi con qualcuna”

“Non ho intenzione di rivelarti i miei punti di forza, li useresti malissimo e andrebbero praticamente sprecati”

“Ma sentitelo, James Sirius Potter, il belloccio del castello”

“Assolutamente, Fred Junior Weasley”

“Mi sa che qui qualcuno si è montato la testa. Ti faccio vedere io come si fa” il ragazzo accelera e urla “Ehi Dorcas!”

James si blocca di scatto, mentre il cugino corre verso la ragazza, sventolando una mano; Dorcas è – come al solito – in compagnia di Dominique e il ragazzo in quel momento non ha proprio nulla da dirle. E nemmeno lei, a quanto pare, perché si ferma solo per controllare chi stia chiamando l’amica e poi ricomincia a camminare con la compagna, ignorando Fred.

E qui James non commenta su quanto il cugino si sia reso ridicolo e di che figura da Pulvincolo ha fatto, come avrebbe detto normalmente. No, questa volta no. È troppo concentrato a guardare i capelli biondi di Dominique ondeggiare e sbattere contro la sua schiena, mentre si allontana senza guardarlo, per poter dire qualsiasi cosa.


 
La guancia gli brucia terribilmente e gli occhi di Dominique fiammeggiano di fronte a lui; la porta è leggermente aperta, Molly non l’ha chiusa quand’è uscita di corsa e si sentono le voci del resto della famiglia al piano di sotto.

“Quanto sei infantile, James!”

“Come?”

“Sei un bambino” esclama la ragazza “Sei solo un bambino viziato che non pensa alle conseguenze”

James sbatte le palpebre senza capire e questo forse altera solo di più la cugina, che ha un piccolo tremito delle spalle, ma, prima che possa aggiungere qualcosa, il ragazzo la anticipa.

“Non sono un bambino”

“A me sembra di sì. Santa Priscilla!”

“Davvero, non so di che parli” commenta James, cercando di mantenere la calma: lo schiaffo non gli ha fatto troppo male, dopotutto è un ragazzo, spesso fa a botte con Fred e Dominique non è poi così forte, ma sente la guancia arrossarsi più per la ferita all’orgoglio e per l’umiliazione che per altro.

Lui non è un bambino viziato.

Dominique stringe le labbra “Ti avevo detto che sarebbe finita male”

“Non è finita male”

“No?” il sopracciglio della ragazza si solleva, come fa sempre quando vuole far notare l’evidenza.

E James davvero non sa cosa Dominique vuole sentirsi dire, cosa deve fare in quel momento per calmare il fuoco che, è sicuro, sta per divampare.

“Non… non c’è nulla che possa finire male…” prova a dire, ma evidentemente sceglie male le parole perché Dominique sgrana leggermente gli occhi, apre la bocca come se dovesse ribattere qualcosa, ma poi ci ripensa, la richiude e gli dà le spalle.

Si avvicina alla porta e afferra la maniglia, mentre sussurra “Per te è solo un gioco, vero?”

Quale gioco? A che cosa starebbero giocando, esattamente?

“Io…”

“Zitto, James. Non dire niente”

E la ragazza apre in fretta e furia la porta, sbattendosela alle spalle, proprio mentre James prova a richiamarla.

“Dominique!”


 
“James!”

Il ragazzo sbatte le palpebre un paio di volte e mette a fuoco Fred che gli sta sventolando una mano davanti alla faccia “Ma ci sei? Hai l’espressione di uno Schioppodo”

“Sì, ci sono, razza di Troll”

Fred, invece che offendersi all’insulto, sorride “Così va molto meglio”

“Due di picche con Dorcas?”

“Non sa apprezzare il mio fascino, ma vedrai, cadrà ai miei piedi” dichiara, prima di entrare nell’aula di Pozioni con il suo migliore amico.

Alla fine la professoressa Althea non chiede i compiti delle vacanze e il sorriso di Fred va da un orecchio all’altro; James, in compenso, si può ritenere soddisfatto di aver guardato Dominique solo quindici volte durante quelle due ore – e sì, le ha contate – forse anche grazie al fatto che il suo compagno di banco – alias Fred – stava per far esplodere il calderone mescolando delle zampe di rana con delle erbe pruriginose a fuoco alto e solo un caso fortuito ha fatto sì che James lo guardasse proprio in quel momento e che lo bloccasse in tempo.  E quindi almeno per il resto dell’ora il Caposcuola ha pensato che sarebbe stato meglio concentrarsi sul suo lavoro, onde evitare che andasse tutto alle Mandragole.

Quando esce dall’aula di Pozioni – complici anche un po' l’oscurità dei Sotterranei, il freddo che c’è sempre in quel corridoio e il mancato ricambio d’aria – ha la testa che scoppia e non vede l’ora di sdraiarsi accanto al fuoco e non pensare a niente. Ai M. A. G. O. e allo studio ci penserà quando avrà più tempo e più energie.

Fa in tempo però a salutare sua sorella, guadagnandosi un bacio in risposta, a vederla uscire dal quadro e a sedersi sulla poltrona che Thomas scende le scale e contemporaneamente, quasi ci avessero preso la mira, Dominique entra dal ritratto.

Perché Dominique è lì?

James chiude gli occhi, cercando di confondersi con la tappezzeria della poltrona, ma con un orecchio attento a captare ogni parola.

Anche Thomas sembra sorpreso di vedere la cugina lì “Dominique! Pourquoi es tu ici?”

“Ma come perché sono qui?” ridacchia la ragazza “Volevo salutarti e sapere come andava la prima settimana”

“James mi ha detto che non si può andare nelle Sale Comuni degli altri”

“Non far caso a ciò che dice. E poi mi ha fatto entrare Lily, non so la vostra parola d’ordine, tranquillo” esclama, allegra “Ti candidi per il Quidditch alla fine, Tommy?”

“Vorrei” annuisce il ragazzo “Pensi che io abbia una chance?”

“Per che ruolo ti candidi?”

“Per essere un Cacciatore”

Dominique scoppia a ridere “Allora va bene, hai tutte le chance che vuoi. L’importante è che non fai concorrenza a Hugo per il ruolo di portiere e tout va bien”

“Hai tutte le chance che vuoi” la imita James, a voce più alta di quanto avesse previsto; infatti sia Thomas che la Corvonero si girano verso di lui, che però fa finta di niente, con la sua solita espressione da “niente mi può scalfire”.

“Qualche problema, James?” sibila la ragazza.

“Che ci fai qui, Dominique? Questa non è la tua Sala Comune e tu qui non puoi stare”

Una piccola ruga si disegna sul viso perfetto della ragazza, che ribatte stizzita “Questa è la Sala Comune di metà della mia famiglia e Thomas mi ha chiesto di fare un giro nel parco”

“E non poteva venire lui nella tua?” sbuffa il Grifondoro, sollevando la schiena dalla poltrona.

“E tu non puoi farti gli affari tuoi?”

Thomas, probabilmente vedendo che la situazione tra i due si sta riscaldando – o raffreddando, a seconda dei punti di vista – decide di intervenire “Mi voglio candidare alle selezioni, James”

“Sì? È il tuo giorno fortunato. Le selezioni sono questo sabato” e, per rimarcare le sue parole, il capitano tira fuori dalla tasca l’avviso stampato e firmato dal professor Paciock.

“Come questo sabato? È prestissimo!” commenta Dominique.

“Se la tua amica Dorcas non vuole vincere non è colpa mia. Quindi, Thomas? Sarai pronto per sabato?”

Si alza dalla poltrona e lo va ad appendere alla bacheca della Sala Comune, ben consapevole di aver gli occhi di entrambi – e forse anche di qualcuno in più, incuriosito dalla discussione – puntati addosso.

Non è da lui comportarsi così. Lui è James Sirius Potter, il degno erede dei due Malandrini da cui porta il nome, colui a cui non importa di nulla e di nessuno – eccetto di Lily, a lei guai a chi la tocca – e ora si sta comportando come un ragazzino, con una rabbia sciocca ed infondata.

In quel momento vede passare una delle due ragazze che gli ha chiesto di andare ad Hogsmeade con lei ed improvvisamente ha una gran voglia di uscirci: non la conosce minimamente – si ricorda a malapena come si chiama e dopo chiederà ad Alex se quello che ricorda è effettivamente il suo nome – ma è piccola, magra e con i capelli lunghi e per una volta gli basta questo.

Le si avvicina, le fa il sorriso malandrino che le ragazze amano tanto e le dice che se vuole possono fare una passeggiata nel parco di Hogwarts, invece che aspettare di andare ad Hogsmeade. Il tutto facendo sì che Dominique ascolti bene tutte le parole che pronuncia.

Poi si gira, guarda i due cugini, fa un altro ghigno decisamente più inquietante e fa un cenno verso la bacheca “Leggi pure le informazioni, Thomas. Ma ti avviso che non si fanno sconti famiglia nella squadra”

Dopo queste parole afferra la borsa accanto al divano – facendo ben attenzione a non avvicinarsi a Dominique più del dovuto – fa un gesto di saluto svogliato con la mano e sale su per le scale, in direzione della sua camera.

E l’ultima cosa che sente, prima di sparire nella tromba delle scale, è la domanda di Thomas “Ma che gli prende” e la risposta di Dominique “È solo nervoso, lascialo perdere”

James Sirius Potter non è nervoso. Ha solo una grande voglia di sdraiarsi sul letto, chiudere le tende del baldacchino e non pensare più a niente.






Felpie's Corner
Buonsalve a tutti, giovani maghi e streghe! Ecco qui il nuovo capitolo - sono puntuale già per la seconda volta, yuppi! (anche se EFP si è provato a mettere contro di me) - questa volta dal punto di vista di James Sirius. Non so, lo vedo come un ragazzo da cui tutti si aspettano molto e che sente un gran peso su di sè, anche se in questo momento è totalmente distratto da altro (o meglio, da un'altra). Di nuovo perdonate possibili errori con il francese (mi diverto tantissimo a scrivere questo mix di italiano-che-poi-sarebbe-inglese e francese).
Il prossimo capitolo è su Scorpius (piccolo spoiler - scopriremo qualcosa in più su questi bigliettini) e poi si ricomincerà il giro.
Vi lascio le descrizioni di alcuni altri personaggi (personalmente amo Roxanne, mi sa di amica fortissima che tutti vorrebbero avere).

Nome: Fred Weasley Junior
Soprannome: Freddie
Data di nascita: 2004
Casa: Grifondoro
Ultimo anno

Figlio di Angelina e George Weasley, fratello gemello di Roxanne.
Il suo nome è in memoria dello zio, da cui ha preso il carattere e l'amore per le risate e gli scherzi.
James Sirius Potter è il suo migliore amico, è ribelle, ma è anche incredibilmente leale e generoso. È ficcanaso, spiritoso e con un grande senso dell'umorismo.
È Battitore della squadra di Quidditch di Grifondoro.
Vuole molto bene a sua sorella e passano spesso il loro tempo insieme, organizzando anche partite di Quidditch a casa loro.
Ama la Burrobirra ed ascoltare le storie che gli racconta il padre.

Il prestavolto è Josh Harnett.

Nome: Roxanne Weasley

Soprannome: Rox, Roxy (anche se lo detesta), Ann
Data di nascita: 2004
Casa: Grifondoro
Ultimo anno

Figlia di Angelina e George Weasley, sorella gemella di Fred.
È una ragazza sempre allegra, che ama gli occhiali da sole, i jeans chiari e i giubbetti di pelle rossa. Adora il Quidditch e vuole entrare nelle Holyhead Harpies: tormenta la zia Ginny per avere informazioni sempre aggiornatissime sulle squadre e costringe gran parte della famiglia a partecipare alle partite che lei e Fred organizzano.
È Battitore della squadra di Quidditch di Grifondoro.
Vuole molto bene a suo fratello e a sua cugina Dominique e, visto il suo entusiasmo, la sua spontaneità e il suo carisma, tutta la famiglia la considera una presenza molto piacevole.

Il prestavolto è Kat Graham.

Nome: Thomas Cooper

Soprannome: Tommy
Data di nascita: 2006
Casa: Grifondoro
Quinto anno

Unico figlio di Gabrielle Delacour e di un signore francese; vive a Parigi con i genitori, anche se la madre ama andare in Inghilterra a trovare la sorella. Anche Thomas ama la terra inglese, ma considera Parigi la città più bella del mondo. Parla l'inglese meglio della madre, ma ogni tanto gli sfugge qualche parola nella sua lingua madre.
È molto carino, gentile, educato e sempre sorridente.
Vuole molto bene ai suoi cugini, in particolare a Dominique e a Louis, mentre Victoire l'ha sempre vista come cugina grande.
Arriva ad Hogwarts al suo quinto anno e viene Smistato in Grifondoro.
È intelligente ed è molto abile in Trasfigurazione ed Erbologia.
Tutto il Clan Weasley gli è affezionato, ad eccezione di James che lo vede come un rivale, ma lui, pur essendo molto dolce con tutti, non si è legato a nessuno di loro, almeno fino al suo arrivo ad Hogwarts.

Il prestavolto è Cole Sprouse.

Nome: Molly Weasley II

Data di nascita: 2004
Casa: Tassorosso
Ultimo anno

Primogenita di Penelope e Percy Weasley, sorella maggiore di Lucy. Il nome lo ha ereditato dalla nonna paterna, a cui è molto legata e che le ha trasmesso l'amore per i dolci e per la cucina.
È molto precisa, studiosa e ligia alle regole.
È la Caposcuola dei Tassorosso.
È un po' ficcanaso, ama tenere tutto sotto controllo e sapere ogni cosa della sua famiglia.
Vuole molto bene alla sorella Lucy ed è parecchio legata anche a Rose e a Lily. Non è mai andata troppo d'accordo con Dominique, che è molto diversa da lei, ma è comunque sua cugina, quindi tiene molto anche a lei, essendo legatissima alla famiglia e al concetto di famiglia.

La prestavolto è Lucy Hale.

Come al solito ho straparlato (prima o poi ci riuscirò a fare delle note corte), quindi non mi resta che augurarvi buona serata (forse più buonanotte), buona settimana e sperare di trovarvi al prossima aggiornamento!
A presto,
Felpie

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Scorpius ***


La luce naturale entra dalle vetrate della camera, illuminando a giorno e riflettendo il bel verde brillante delle tende dei baldacchini; un corpo è ancora avvolto sotto le coperte, mentre cerca di riscaldarsi e di ricominciare a dormire, nonostante la sveglia sia suonata da un pezzo ed i suoi compagni di stanza siano già in piedi ed operativi.

Un ragazzo è chiuso in bagno, nel probabile tentativo di sciacquarsi via la stanchezza di dosso con una doccia calda, mentre l’altro è davanti allo specchio posizionato sull’anta dell’armadio. Si stringe di più la cravatta perfettamente allacciata e si guarda allo specchio: Scorpius Hyperion Malfoy non è uno che ammette l’imperfezione.

“Al!” urla, una volta finito il nodo, avvicinandosi al fagotto di coperte che è il suo migliore amico “Forza, dai, alzati, o faremo tardi. E non ho voglia di correre, già le Serre sono dall’altra parte del castello”

Albus mugugna qualcosa di indistinto.

“Che?” domanda l’altro, sbuffando “Lo sai che non capisco se affoghi la faccia nel cuscino”

“Abbiamo Cura delle Creature Magiche, non Erbologia” ripete l’altro, girando la testa per avere la bocca libera dalla stoffa.

“A maggior ragione ti devi alzare: Cura delle Creature Magiche è ancora più lontana”

“Voglio dormire altri 10 mesi”

“Ed io non voglio pulire le gabbie dei Fiammagranchi, quindi sarà meglio sbrigarsi” ribatte il biondo.

“Seb è in bagno?”

“Sta tentando di affogare in una doccia”

“Allora aspetto che lui finisca e mi alzo”

“No, tu ti alzi ora perché sei lentissimo a farti il nodo alla cravatta e ad allacciarti le scarpe”

“Sei peggio di mio padre”

“Sono l’unico motivo per cui non hai fatto ritardo ad ogni lezione in questi cinque anni”

“Seb!” urla Albus “Scorpius stamattina è insopportabile, non ci parlare”

“Non sono insopportabile” ribatte il biondo.

“Oh sì che lo sei” replica il giovane Potter, lanciando di lato le coperte “Lo so che hai continuato a parlare solo perché io mi alzassi, quindi sì, sei insopportabile”

Scorpius ghigna, guardando l’amico brontolare un po' mentre tira fuori la divisa lanciata malamente sul baule la sera prima ed entrare nel bagno dal quale Sebastian Zabini è appena uscito: obbiettivo della giornata – far alzare Albus Severus Potter – completato con successo.

È una strana amicizia quella che c’è tra il giovane Malfoy ed Albus, nata per caso e senza grandi presupposti. Hanno poco in comune e non si somigliano quasi per niente caratterialmente: Scorpius è altezzoso, freddo, poco socievole, tremendamente ironico quando parla con chi non gli sta simpatico, ma molto educato verso gli adulti e verso chi non conosce ed attaccato ai suoi amici, mentre Albus è silenzioso, tranquillo, gentile e legato ai suoi fratelli molto più che al resto della famiglia. E ama dormire, cosa che invece Scorpius non sopporta.

Eppure, nonostante i caratteri così diversi, dopo il loro Smistamento si erano trovati seduti vicini al tavolo: il giovane Malfoy era insieme a Sebastian Zabini e a Jodie Parkinson, con cui aveva passato anche il viaggio in treno e che erano in pratica gli unici amici che aveva, mentre Albus si era trovato da solo in un tavolo di persone conosciute solo di nome e lontano dalla sua famiglia, in preda ai sensi di colpa per aver deluso tutti ed essere finito in quella che una volta era la Casa dei Cattivi. E il fatto che il Cappello Parlante non ci avesse messo più di tanto a mandarcelo non faceva che peggiorare il tutto.

“Sei il figlio di Harry Potter!” aveva esclamato Jodie, con una delle solite smorfie che Scorpius sapeva essere tipiche di quando non era contenta di qualcosa.

Albus aveva annuito e il biondo si era fermato ad osservarlo: aveva un’espressione abbattuta, ma sembrava comunque contento di essere finito tra i Serpeverde. Come se per una volta avesse potuto davvero scegliere lui cosa fare.

All’improvviso nel giovane Malfoy scattò qualcosa ed ebbe la consapevolezza che Albus Severus Potter era un tipo che poteva meritare la sua amicizia, uno di quelli che non vuole che gli altri decidano per lui e che ha sufficientemente coraggio per affrontare le situazioni di petto. All’improvviso lo invidiò. E desiderò che diventasse suo amico.

“Sono Scorpius” dichiarò all’improvviso, porgendogli una mano. Albus lo guardava confuso ed il biondo capì subito che sapeva benissimo chi era e non si aspettava una presentazione del genere.

“Sono Albus” rispose però dopo un po' e Scorpius sollevò un angolo delle labbra.

“Benvenuto tra i Serpeverde”

E da quel momento erano stati inseparabili.

Entrambi sanno che la loro amicizia da fuori non viene capita: Scorpius si accorge benissimo di non essere simpatico a gran parte del Clan Potter – Weasley e che lo guardano come se avesse sempre losche intenzioni e anche il resto del Castello in generale pensa forse che stiano insieme solo perché sono compagni di stanza. Il figlio del Prescelto e il figlio di un Mangiamorte non possono essere amici, no?

Ma la verità è che Scorpius vuole sinceramente bene all’amico e che ama passare il tempo in sua compagnia: Albus è spiritoso, anche se non è così carismatico come il fratello, ma al biondo va sinceramente meglio così, e lo fa sempre ridere. E poi è buffo e a volte un po' impacciato, il che contribuisce alle continue risate. E quindi a loro, di essere il figlio del Prescelto e il figlio di un Mangiamorte, non gliene importa proprio nulla.

Quando finalmente Sebastian esce dal bagno quindi Albus ci si infila rapidamente dentro e, non appena si sente l’acqua della doccia scrosciare, i due ragazzi nella stanza si guardano e il giovane Malfoy prevede guai.

E così, dopo solo pochi minuti, Scorpius Hyperion Malfoy ha mal di testa. Un gran mal di testa, per la precisione. Il motivo? Il suo migliore amico Sebastian Zabini parla ininterrottamente di Lily Luna Potter, dei suoi capelli lucenti e della profondità del suo sguardo. E lui non ne può davvero più.
Il ragazzo sospira: come Salazar fa uno sguardo ad essere profondo? Non è mica il Lago Nero.

Fatto sta che non si azzarda nemmeno a dire una cosa del genere – a provare a fare una battuta del genere – sia perché quello di Sebastian è in pratica un monologo e sia perché lo insulterebbe e poi ricomincerebbe a parlare per i fatti suoi. E sarebbe tutto inutile.

Avrebbe davvero voglia di andare da Lily Luna Potter e dirgli che è Sebastian Zabini il suo ammiratore segreto e di scegliere in fretta se sbattergli la porta in faccia se non gli interessa o se dichiarare che è anche lei innamorata alla follia di lui e vivere per sempre felici e contenti. Che sciocchezza anche la cosa del “felici e contenti”, nessuno può esserlo per tutta la vita, dai.

Maledizione a lui e a quando ha detto di sì a Sebastian per quella sua sciocca idea.

 

“Cos’è che dovrei fare?” esclama incredulo il giovane Malfoy.

“Shh, abbassa la voce, vuoi farti sentire da tutti i Grifondoro?”

“Tu sei matto”

“Dai, Scorp, ti prego. Fallo per me”

“Anzi no, tu sei totalmente fuori di testa. Perché dovrei fare una cosa simile?”

“Perché sei il mio migliore amico”

“Non giocare questa carta. Non scriverò mai un bigliettino d’amore a Lily Potter, nemmeno per il mio migliore amico. Perché non lo scrivi tu?”

“Lo sai che sono un Troll a scrivere certe cose…” mormora sconsolato Sebastian.

“Fai dei temi fantastici” ribatte il biondo, ma l’altro minimizza.

“Quelle sono cose oggettive, tirare fuori i sentimenti… non è il mio campo”

“Nemmeno il mio, se è per questo. Perché non chiedi a Jodie?”

“Dai, che ti costa? Jodie mi prenderebbe in giro, lo sai com’è fatta”

“È una cosa ridicola”

“Ti prego, non posso e non voglio chiederlo a nessun altro”

Scorpius si tocca le tempie. Che situazione orrenda.

E l’espressione abbattuta di Sebastian non aiuta sicuramente.

“Va bene” dichiara il ragazzo, dopo istante di silenzio “Lo faccio. Ma ad una condizione: dovrai farmi i temi di Trasfigurazione fino a Natale”

“Che?! Ma saranno una valanga!”

“Ringrazia che te li faccia fare solo fino a Natale, allora, e che voglia mettermi a studiare decentemente per i G. U. F. O. da Gennaio in poi”

“Sei un aguzzino”

“Lo vuoi il mio aiuto o no? E poi non sei tu che hai detto che il tuo campo è quello dei temi su cose oggettive?”

“Ti odio”

“Non penso siano cose da dire ad uno che si è appena offerto di aiutarti”

“Ci guadagnerai tu, alla fine”

“Può darsi” ghigna il biondo, già pregustando gli ottimi temi dell’amico.

“Però almeno impegnati, va bene?”

“Sai che Scorpius Malfoy se deve fare una cosa la fa bene, Seb”


 
“Scorpius, hai mandato il bigliettino a Lily, oggi?”

Il ragazzo viene trascinato via dai suoi ricordi bruscamente e sbatte le palpebre un paio di volte “Eh?”

“Il bigliettino. Gliel’hai mandato a Lily il bigliettino questa mattina?”

No, non gliel’ha ancora mandato, se ne è totalmente dimenticato. Il che è strano visto che Sebastian non gli parla di altro e che glielo ricorda costantemente ogni mattina. Ma la scuola non è iniziata che da pochi giorni e già la professoressa Collins li ha riempiti di compiti – come se non gliene avesse dati a sufficienza per l’estate – tra cui un tema di 300 parole che Scorpius non ha ancora nemmeno incominciato a pensare. E la consegna è domani.

“Seb, stai iniziando ad essere un po' ridicolo con questa storia dei bigliettini, lo sai?”

“Hai detto che questa cosa l’avresti fatta per bene, Scorp” gli ricorda l’altro con un’occhiataccia, mentre afferra i quaderni per la lezione del giorno.

“È una ragazzina!” sbuffa l’altro, con un tono di voce un po' troppo alto: Sebastian, infatti, lancia un’occhiata verso la porta del bagno, dove l’acqua si è appena chiusa.

“Abbassa la voce” gli intima “E non l’hai detto ad Albus, vero?”

“No, non l’ho detto ad Albus” sbuffa Scorpius “Ma non capisco perché non glielo vuoi dire. Né perché continui a chiedermi ogni tre per due se gliel’ho detto”

“Perché voi due vi dite sempre tutto! E perché è sua sorella, Salazar”

“E quindi?” chiede il biondo, continuando a non capire.

“E quindi si arrabbierebbe”

“Non è mica la sua guardia del corpo”

“Non hai sorelle, non puoi capire”

Vero, non può capire. E tutta la situazione gli sembra bizzarra all’inverosimile.

“Cosa gli hai scritto?”

“Una cosa tipo “In Sala Grande spicchi più di una stella”, o qualcosa del genere” inventa di sana pianta il ragazzo.

Gli scriverà una cosa del genere, quindi non è totalmente una bugia, no? E gliela farà trovare a colazione, così Sebastian sarà tutto contento e gli crederà. Tanto Lily Luna Potter si siede sempre allo stesso posto.

E poi, pensa malignamente Scorpius, ha proprio voglia di vedere James Sirius Potter alle prese con l’ammiratore segreto di sua sorella. Anche se la cosa potrebbe effettivamente essere controproducente e portare Sebastian ad un livello di tristezza difficile da abbattere – perché, se non riesce a mandare uno stupido messaggino anonimo, come può pensare di tenere testa a James Sirius Potter?

“Bravo, mi piacciono le stelle. A tutti piacciono le stelle, no? Apprezzerà sicuramente” afferma l’amico, parlando probabilmente più da solo che con lui.

Scorpius si sente un po' ridicolo a scrivere certe cose, in verità, ma a sua madre piacciono tanto le storie d’amore e lui, da piccolo, aveva preso l’abitudine di appoggiare la testa sul suo grembo ed ascoltarla mentre le leggeva, lasciandosi accarezzare i capelli.

Quando aveva imparato a leggere da solo poi, aveva provato a sfogliare quei libri di nascosto, quelli che si ricordava che Astoria leggesse di più, quelli con un titolo più accattivante, ma non gli erano piaciuti per niente e il solo pensarci adesso lo faceva sentire tremendamente ingenuo. Però, evidentemente, qualcosa di ciò che la madre gli leggeva gli è rimasto. O forse è semplicemente bravo a capire ciò che le persone vogliono sentirsi dire.

E Lily Luna Potter è una ragazzina in fin dei conti e tutte le ragazzine vogliono sentirsi dire le stesse cose: che sono speciali, che spiccano tra tutte, che come loro non c’è nessuno. Non ci vuole un genio per pensare certe cose.

Che poi, come gli è nata questa fissazione a Sebastian? Scorpius ricorda vagamente che una volta, l’anno scorso, Lily ha cenato al loro tavolo per stare insieme ad Albus. Aveva mangiato la carne con il sugo e si era sporcata, questo se lo ricorda bene, perché aveva ridacchiato e lei, per tutta risposta, gli aveva rifilato un’occhiataccia. Anzi, non proprio un’occhiataccia, più un’occhiata di sufficienza, come se non gli importasse realmente che lui fosse lì.

Aveva sempre immaginato che tutta la famiglia Potter – e anche Weasley – avesse la puzza sotto il naso, molto più di lui, e l’occhiata che Lily Luna Potter glielo aveva confermato perfettamente. Quindi perché aveva accettato e si era imbarcato in questa stupida storia dei bigliettini? Dannazione alla faccenda dei migliori amici e del supporto costante in ogni situazione.

“Mi spieghi perché non le chiedi di uscire?”

“Perché mi vergogno. E perché ancora non me la sento, prima voglio parlarci un po'”

“Guarda che ci sto parlando io” sottolinea il biondo.

“Sei troppo puntiglioso. A te sì che ti vedrei bene con Rose Weasley”

Scorpius storce il naso “Mi basta averla come compagna di ronde. Ed io non sono puntiglioso”

“No, certo” replica Sebastian “Comunque zitto adesso, Al ha finito mi sa”

Il biondo alza gli occhi al cielo, proprio mentre il ragazzo esce dal bagno. Sebastin Zabini innamorato e lui che deve scrivere bigliettini d’amore: ma in che Salazar di mondo è finito?


 
So che sei una ragazza a cui piacciono le cose all’antica, i biglietti scritti a mano e le lettere. Quindi spero che i miei ti facciano piacere.
 


Scorpius si gratta la testa, mentre aspetta che l’inchiostro si asciughi sulla pergamena, in modo tale da arrotolarla e chiuderla con un fiocchetto: ha idea che ad una tipa come Lily Luna Potter questo possa piacere.

La cosa della stella più brillante della Sala Grande ha ottenuto il successo sperato e la piccola Potter si è guardata intorno a lungo per capire chi gli avesse lasciato il bigliettino proprio dove si siede di solito. Non che Scorpius ci avesse messo molto a trovare il suo posto: sua cugina Rose si era piazzata accanto a Thomas e davanti c’era proprio lo spazio per le Charlie’s Angel – alias Lily Luna Potter, Danielle Atlas e Irene Finnigan – quindi non c’era rimasto molto per l’immaginazione.

Però riuscire a far apparire i bigliettini qua e là è la cosa più divertente di tutta quella faccenda: già per farlo scivolare nel baule la sfida era stata interessante, ma si era trovato proprio affianco al suo, quando Albus aveva dovuto lasciare il proprio baule nel mucchio e non era riuscito a trattenersi dal fare una cosa scenica, ma che necessitava solo di un semplice incantesimo di Apertura.

Portargli la rosa sul letto era stato può arduo, ma le sue doti da Cercatore e la sua abilità negli incantesimi di Levitazione avevano svolto egregiamente il loro lavoro.

Gli aveva fatto trovare bigliettini a lezione, per terra e perfino nel bagno delle donne – dove aveva rischiato di farsi beccare da due ragazze di Tassorosso – e più riusciva, più si sentiva orgoglioso delle sue abilità.

Quindi il gesto di questa mattina è stato assolutamente semplice rispetto al solito, ma non per questo meno efficace.

Però sono ad Hogwarts solo da pochi giorni e già ha esaurito completamente le idee sia per i bigliettini che per i posti. Forse è ora di passare ad una conversazione vera e propria – per quanto possa essere vera e propria una conversazione fatta di bigliettini e con una persona che non è quella innamorata – invece di continuare con questi complimenti da lontano.

Si chiede se non sia il caso di chiedere a Sebastian, perché dopotutto è lui che deve decidere come vuole proseguire.

Ma non adesso. Adesso deve concentrarsi su quel dannato disegno di una Puzzalinfa. Perché il professor Paciock dà come compiti degli stupidi scarabocchi? Non può scrivere un tema?

Sbuffa per l’ennesima volta quando, da dietro uno scaffale, appare come una visione Jodie Parkinson: capelli castani, occhi scuri, cravatta dei Serpeverde allacciata alla meno peggio e ghigno sulle labbra. Signori e signore, la sua migliore amica.

“Ehi, Scorp, i tuoi sospiri si sentono dalla Sala Comune, lo sai?” ridacchia la ragazza, sedendosi accanto a lui e facendosi spazio togliendo i libri dal tavolo.

“Ciao Jodie, capiti al momento giusto”

“Fammi indovinare…” la Serpeverde si guarda intorno, mentre Scorpius nasconde il bigliettino scritto poco prima e lasciato in bella vista, prima di commentare “Qualcosa mi dice che sei alle prese con un enorme problema. Sì, proprio uno di quelli che richiede l’attenzione della McGranitt in persona. Ma che dico della McGranitt, del Ministro della Magia!”

“Non sei simpatica” sibila il ragazzo, alquanto contento di essere riuscito a nascondere il bigliettino però – avrebbe fatto nascere decisamente troppe domande “Mi puoi dare una mano?”

“Uhm…”

“E dai, Jodie” sbuffa Scorpius, decisamente seccato da quel dannato disegno “Aiutami”

“Aiutami, come?”

“Aiutami, per favore

Le labbra di Jodie si aprono in un sorriso furbetto, prima di strappare la penna e la pergamena dalle mani del suo migliore amico e dichiarare “Molto meglio. Devi imparare ad essere più gentile, Scorpius Hyperion Malfoy”

La ragazza si mette a disegnare ed in poco tempo sulla pergamena c’è la perfetta rappresentazione di una Puzzalinfa, con tanto di frecce per indicare le parti più importanti della pianta.

“Ecco qui” dichiara la Serpeverde, mentre Scorpius afferra bruscamente il foglio ed inizia a scrivere i nomi delle varie componenti.

“Quindi?”

“Quindi che?”

“Quindi come si dice?”

Scorpius sbuffa di nuovo – per l’ennesima volta di fronte a quel maledetto disegno “Grazie”

Il sorriso di Jodie si allarga ancora di più “Povero Scorpius, messo al tappeto da una pianta”

“Comunque, che ci fai qui?” taglia corto il ragazzo, senza guardare la ragazza.

“Non pensi volessi semplicemente cercare il mio migliore amico?”

“No. Non in Biblioteca, almeno”

“Ho incontrato anche Elizabeth, affollato questo posto”

“È forse la terza volta che ci metti piede in cinque anni”

“Credevo di essere almeno arriva a cinque, peccato. Nemmeno una volta l’anno” commenta Jodie “Comunque volevo solo dirti che Potter ha deciso di fare le selezioni di Quidditch, questo sabato”

Scorpius si interrompe e guarda in direzione dell’amica “Di già?”

“Me l’ha detto Albus”

Ci mancava solo il Quidditch. Almeno di quello lui non si doveva occupare troppo e doveva limitarsi a presentare alle selezioni.

“Dillo a Logan”

“Gliel’ho già detto. Volevo dirlo a te”

“Vuoi sentirti dire un altro grazie?”

“Sì. Oggi mi sono sentita particolarmente generosa e voglio che le persone se ne accorgano”

Jodie sorride, prima di sporgersi verso Scorpius e posargli un bacio sulla guancia; riprende la borsa che aveva appoggiato quando era arrivata ed esclama “Vado via prima che Madama Pince mi cacci malamente, già mi ha lanciato un’occhiataccia. Ci vediamo dopo in Sala Comune? Al mi ha proposto una partita a Spara Schiocco tutti insieme”

Il biondo annuisce “Finisco Erbologia e vi raggiungo”

Guarda l’amica allontanarsi, prima di sospirare – di nuovo, sì, sta decisamente sospirando troppo – e chiedersi perché Albus proponga le cose tutti insieme. Soprattutto quando invece dovrebbe stare solo con Jodie.

Sì perché, come se non fosse già sufficientemente coinvolto nelle vicende amorose di uno dei suoi due migliori amici, anche l’altro è in piena crisi d’amore. Sì, anche Albus Severus Potter, il ragazzino più timido sulla faccia della terra e impacciato quando un Knarl in mezzo a tanti palloncini, è irrimediabilmente innamorato.

Ma che sta succedendo ad Hogwarts? È stato lanciato un Incantesimo che ha fatto innamorare tutti? Perché d’improvviso i suoi amici hanno scoperto quant’è bello l’amore e quante gioie porta l’amare qualcuno?

“Hai il cuore freddo come i Sotterranei” gli ha detto una volta una tizia con cui è uscito. E forse un po' aveva ragione, visto che non si ricorda nemmeno il suo viso, né tantomeno il nome o la Casa.

Ma lui sinceramente tutte queste sciocchezze sull’amore non le capisce proprio.

E siccome è un tipo molto schietto, che dice sempre quello che pensa, dopo la partita a Spara Schiocco, mentre Jodie e Sebastian litigano per l’ultimo Topoghiaccio e Albus guarda sconsolato l’amica, decide di intervenire.

“Basta con tutto questo amore, Al. Chiedi a Jodie di uscire e fine, senza farti troppi problemi. Le sbavi dietro da quanto, ormai? Un anno?” dichiara, sedendosi accanto a lui sul divano di pelle nera della Sala Comune.

“Sette mesi” precisa l’altro “Di cui tre però erano estivi, quindi non contano”

“Certo che contano” ribatte Scorpius.

“E abbassa la voce, se no ti sentono. Se no ti sente” lo rimprovera.

“Tra te e Seb non so chi è peggio” commenta ad alta voce il biondo, appoggiando la schiena.

“Perché? Che ha fatto Seb?” domanda curioso l’altro.

“Che?” balbetta il giovane Malfoy, accorgendosi di aver parlato troppo, prima di aggiungere velocemente “Niente, niente”

“Gli piace qualcuna?”

Sì, tua sorella, ma lui ha paura di dirtelo perché pensa che potresti arrabbiarti. Tu che non ti arrabbi mai e che non sei capace di arrabbiarti, nemmeno quando ti finisco tutte le Gelatine Tutti Gusti+1 o quando ti nascondo la bacchetta – che tu lasci sempre in giro, quindi la colpa è solo tua.

“No, no, ma lo sai com’è fatto, sempre a cercare di essere romantico e a voler far sempre bella figura con tutti e tutte”

“Anche tu vuoi fare sempre bella figura con tutti e tutte” gli fa notare Albus e in cambio riceve una botta sulla spalla dall’amico.

“Comunque non stiamo parlando di me, adesso” borbotta Scorpius “Quindi non vuoi agire in nessun modo?”

“Assolutamente no”

“Aspetti che si accorga che la guardi da lontano?”

“Anche da vicino, se per questo”

“Sei un caso senza speranza” dichiara il biondo, ma Albus, invece di offendersi, ghigna.

“Voglio vedere quando sarai tu quello irrimediabilmente innamorato cosa combinerai”

“Non sperare che succeda molto presto”

Una cosa è certa: la gente innamorata esce totalmente di senno.

Però vedere Albus guardare con occhi a forma di cuore l’amica gli dà nuove idee per i bigliettini da scrivere a Lily: ci sta davvero prendendo gusto, lo deve ammettere.

E Sebastian si è mostrato molto favorevole a portare la tattica ad un livello superiore – se così si può dire – e chiedere a Lily se vogliono cominciare a parlare – sempre tramite bigliettini, ovviamente. Il che semplificherà di gran lunga la vita di Scorpius che non sa più né poesie né frasi dolci che può scrivere alla piccola Potter.

Ora deve solo inventarsi un modo dolce per chiederglielo.

Ci pensa per tutti i due giorni successivi, anche mentre dovrebbe studiare con i suoi amici. Poi, studiare forse è esagerato, stanno tutti e quattro sotto un albero del parco a godersi il sole pomeridiano di Settembre. Però hanno i libri davanti, può contare come studio? Dipende a chi lo si chiede, mi sa.
Il giovane Malfoy è appoggiato al tronco dell’albero e si guarda intorno: c’è parecchia gente nel Parco, la giornata è meravigliosa e fa ancora abbastanza caldo, quindi in pratica tutto il Castello si è spostato fuori.

“Tua cugina sta venendo a passo di carica verso di noi” commenta Scorpius, facendo un cenno con la testa verso Rose Weasley che ha un’aria agguerrita ed alquanto arrabbiata.

“Guarda che io non ho fatto nulla” ribatte Albus “Sicuro che non ce l’abbia con te? Non avevi una riunione con i Prefetti subito dopo pranzo?”

Il sorriso sparisce rapidamente dal viso di Scorpius “Merda. Me ne sono totalmente dimenticato”

Con tutta quella faccenda dei bigliettini e con il professor Paciock che gli aveva assegnato un altro disegno per il giorno dopo se n’era totalmente dimenticato. E dire che la lettera che aveva ricevuto da Rose Weasley era in pratica una Strillettera in cui lo minacciava di morte se non si fosse presentato.

Scorpius stringe le labbra: lui deve ricordarsi le ronde, mica le stupide riunioni organizzative.

“Un Prefetto eccezionale” ridacchia Jodie, sedendosi meglio sull’erba per osservare la scena.

“Spiritosa” sussurra il biondo, prima di girarsi verso Rose, ed esclamare “Weasley! Qual buon vento?”

Faccia di bronzo, sempre e comunque.

“Taglia corto, Malfoy, sei davvero un irresponsabile. Come ho potuto anche solo pensare che ti ricordassi…”

“Ehi, ehi, frena. Non sei mica tu il capo, non è tuo il compito di pensare che tutti si ricordino dei loro impegni”

“Se aspetto che Luke si ricordi arriviamo a Natale. E con te direttamente ad anno nuovo. Direi che qualcuno lo deve pur fare” la ragazza sospira “I Caposcuola ci hanno affidato i turni del weekend”

Scorpius sbuffa rumorosamente “Ci hanno affidato i turni più pesanti, altroché. E non capisco come fai a non essertene accorta”

“Non importa se me ne sono accorta o meno, ce li hanno assegnati e li dobbiamo fare” ribatte Rose “E anche io ho di meglio da fare, non credere di essere l’unico ad avere degli impegni, Malfoy”

“Che mai dovrai fare di tanto interessante il sabato sera, Weasley?” ghigna il ragazzo “Sono abbastanza sicuro che tu non sia fidanzata”

“Quello che faccio non sono affari tuoi” rispose la ragazza “Però ci terrei a non saltare i miei impegni per venirti a rincorrere in giro”

Rose si gira poi verso Albus “Al, tua sorella ti cerca. Zia Ginny vi ha scritto una lettera e vi ha mandato le cose che vi siete dimenticati a casa”

Jodie e Scorpius ridacchiano a queste parole, mentre il giovane Potter guarda male entrambi “Zitti, idioti”

“Dai Al, capita a tutti di scordarsi qualcosa a casa!” commenta Scorpius “Le mutande le hai prese? Quelle sì che non fondamentali!”

“O i calzini, anche quelli non sono da trascurare” gli dà man forte la ragazza.

“Siete davvero due idioti” sbuffa il ragazzo “Grazie Rose, puoi dire a Lily di venire nei Sotterranei prima di cena?”

Questa volta è la cugina a sbuffare, incrociando le braccia “Non sono il tuo gufo, Al”

“Dai, Rose, per favore. Tanto vedi Lily sicuramente in Sala Comune”

“Va bene, va bene” cede la ragazza, prima di girarsi di nuovo verso Scorpius “Abbiamo la prossima ronda insieme venerdì: ti assicuro che se non sei puntuale ti trasfiguro la cravatta in un pendolo che rintocca ogni mezz’ora”

“Sissignora!” esclama il biondo, mettendosi in posizione da soldato e facendo ridere Jodie.

Rose assottiglia lo sguardo “Ciao Albus, Serpeverdi”

“Ciao Rose” la saluta il cugino, mentre gli altri ricominciano a parlare dei fatti loro.

Scorpius ha però catturato subito le parole “Lily nei Sotterranei” perché gli sembra un ottimo posto dove lasciarle il bigliettino che ha pensato di scriverle.


 
Mi piacerebbe conoscerti meglio perché sei una ragazza solare e piena di vita. Tutti ti vogliono bene e io vorrei sapere qualcosa in più su di te. Ti andrebbe di scriverci? Non me la sento di parlarti dal vivo, non sono molto bravo a parlare con le persone. Se l’idea ti piace lasciami un bigliettino tra i piedi dell’armatura più lucente del primo piano.
Con affetto,
X
 


X è una cosa più scenica che altro, ma il giovane Malfoy pensa di doversi anche un po' divertire, no?

E così fa in modo di trovarsi poco fuori dalla Sala Comune, proprio prima di cena e non passa troppo tempo che la piccola Potter fa la sua comparsa, i capelli rosso fuoco che le svolazzano attorno mentre cammina veloce in direzione della loro Sala Comune.

“Cosa ci fa la piccola Lily Luna Potter nei Sotterranei del Castello?” domanda, per rompere il ghiaccio.

“Scorpius Hyperion Malfoy, potresti gentilmente farmi vedere l’ingresso della tua Sala Comune? Ho portato i calzini di Albus”

Scorpius deve trattenere una risatina: Albus si è sul serio dimenticato i calzini!

“Che cosa ci guadagnerei, Lily Luna Potter?”

“Perché ripeti il mio nome completo?”

“Perché è un nome che sembra uno scioglilingua”

“Pensa per il tuo, di nome” replica la più piccola, senza scomporsi “Hai un nome davvero altisonante, lo sai? Scorpius Hyperion Malfoy”

“Tradizioni familiari, Potter. Anche voi avrete le vostre” risponde di scatto il biondo.

“Generalmente uno riceve i nomi dei nonni o di persone care”

“Non penso siano affari tuoi perché mi chiamo così”

“Sei tu che hai iniziato con la faccenda dei nomi” gli fa notare la ragazza, guardandolo.

“Perché mi guardi?”

“Mi serve la parola d’ordine o non posso entrare nella vostra Sala Comune. O se preferisci chiama Albus”

“Verrà fuori tra un attimo, sapeva che saresti passata. Si starà sistemando la cravatta”

Le labbra di Lily si sollevano dolcemente “Albus ha decisamente dei problemi a fare il nodo alla cravatta. Però James è peggio, lui non ci prova nemmeno”

Rimangono per un attimo in silenzio, mentre Scorpius cerca di capire come lasciargli il bigliettino senza farsi scoprire.

“Allora?”

“Allora cosa?” domanda confuso il ragazzo.

“Mi racconti perché hai un nome così altisonante?”

“Scorpius è la costellazione dello Scorpione, tradizione della famiglia Malfoy, mentre Hyperion è una figura mitologica greca, tradizione della famiglia Greengrass. Ecco spiegato tutto” spiega brevemente il ragazzo, preso in contropiede dalla domanda. Certo, la curiosità della piccola Potter è famosa, Albus gliene parla spesso, ma non pensava si potesse interessare sul serio al suo nome. Sicuramente l’ha chiesto per educazione.

“Quindi hai il nome di una stella!” esclama invece “Allora dovremmo andare d’accordo, il mio secondo nome è Luna”

“E perché dovremmo andare d’accordo per una cosa così sciocca?” chiede il ragazzo ed in un attimo gli occhi della ragazza si assottigliano e l’espressione allegra sparisce.

“Perché uno dovrebbe andare d’accordo con te, mi domando. Stavo solo cercando di fare conversazione mentre aspetto mio fratello, ma non preoccuparti, aspetterò in silenzio”

Lo supera di un passo ed in quel momento Scorpius capisce che è il momento perfetto: lascia cadere il bigliettino a terra e dichiara “Hai perso qualcosa?”

Lily si gira “Io?”

Si accorge in fretta del pezzo di pergamena per terra e guarda confusa la borsa che porta al fianco per capire se può esserle caduto da lì.

“Hai la tasca aperta” commenta il ragazzo, ringraziando che la zip della tasca superiore non sia perfettamente chiusa davvero.

“Oh, vero” si limita a dire la ragazza, raccogliendo il bigliettino; non lo legge, ma lo mette nella borsa “Grazie”

Scorpius annuisce, complimentandosi per la riuscita del piano. Solo che non aveva considerato il silenzio che avrebbe seguito: dove Merlino è Albus? Quanto ci mette a fare un nodo alla cravatta?

“Hai un bel nome, comunque”

“Come?” domanda, nuovamente confuso: Lily Potter ha la fastidiosa capacità di strapparlo sempre dai suoi pensieri. Perché non riesce ad ignorare la sua voce come quella del resto della popolazione femminile?

“Mi piace, suona bene. Sembra un nome importante” continua la piccola Potter, facendogli un sorriso “Non te lo hanno mai detto?”

E prima che Scorpius possa aggiungere qualcosa, Albus esce dalla Sala Comune e Lily lo abbraccia, concentrandosi su di lui e lasciando il biondo un po' spiazzato.

Un’altra cosa è certa: le due cugine rosse, per un motivo o per un altro, sicuro non sono facili da affrontare nel giro di così poco!






Felpie's Corner
Buonsalve a tutti, giovani maghi e streghe! Ecco qui il nuovo capitolo - sì, cioè, tre volte, incredibile. A quanto pare la Lily/ Scorpius dovrà un attimo attendere perché Scorpius deve capire che non è un male essere innamorati e che può capitare a tutti, anche a lui (ops, scusate, ma non amo facilitare la vita dei miei personaggi). Ma non ve la potevo rendere così facile, o non ci sarebbe alcuna storia no? Non temete, però, vi ho assicurato una Lily/ Scorpius e prima o poi Sebastian si toglierà dai piedi (però è un personaggio davvero cucciolo lui secondo me).
Personalmente amo molto quel quartetto Serpeverde (okay, sono l'autrice, non sono molto di parte), ma credo che abbiano comunque una splendida amicizia, quindi spero che piacciano anche a voi.
Se notate degli errori grossolani ed assolutamente da penna rossa fatemeli notare: purtroppo rileggendo tante volte un testo uno ci passa sopra spesso.
Vi lascio come sempre delle descrizioni dei personaggi!


Nome: Albus Severus Potter
Soprannome: Al
Data di nascita: 2006
Casa: Serpeverde
Quinto anno

Secondo figlio di Harry Potter e Ginny Weasley, fratello di James Sirius e Lily Luna.
Il suo nome è in memoria di Albus Silente e di Severus Piton. Ha gli occhi come nonna Lily ed un sorriso gentile.
Scorpius Malfoy è il suo migliore amico, con cui non ha assolutamente nulla in comune: è timido, impacciato, silenzioso e molto tranquillo. È molto legato ai suoi fratelli, anche se con James non va troppo d'accordo perché hanno due caratteri molto diversi e pochi interessi in comune. Ama le Cioccorane ed è molto fiero di essere capitato in Serpeverde, scegliendo ciò che realmente voleva essere.
È innamorato di Jodie Parkinson.

Il prestavolto è Logan Lerman.

Nome: Jodie Parkinson
Data di nascita: 2006
Casa: Serpeverde
Quinto anno

Unica figlia di Pansy Parkinson, è cresciuta con la madre dopo che il padre le ha abbandonate; di lui ha pochi ricordi e comunque non ne parla volentieri.
Scorpius e Sebastian Zabini sono i suoi migliori amici praticamente da quando è nata e, insieme ad Albus, gli unici che non la guardano dall'alto in basso.
Per rispondere a chi la tratta come una figlia non voluta di una Mangiamorte, fa spesso smorfie con la bocca ed è spesso acida e sarcastica. Vuole molto bene a tutti i membri della famiglia Malfoy e Greengrass che l'hanno accolta come una figlia e pensa che Albus sia molto dolce.
È sveglia, intelligente, ironica, spiritosa ed ha sempre un sorrisetto malizioso a storcergli le labbra. Ama i rossetti e le piace molto studiare, anche se non si direbbe, e anche se lo fa solo quando vuole lei.

È la Battitrice della squadra di Quidditch di Serpeverde.

La prestavolto è Michelle Trachtenberg.

E anche per questa settimana è tutto (incredibile, sto smettendo di straparlare nelle note, c'è qualcosa che non va).
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Dominique ***


Quando Dominique apre gli occhi quella mattina non è sorpresa di trovarsi da sola in camera: ormai, dopo sette anni con Elizabeth Zabini come compagna di stanza ha imparato che è una ragazza che dorme davvero poco, ama il caffè nero bollente all’alba e leggere un capitolo di un libro seduta sull’erba del parco prima delle lezioni. Quindi si incrociano davvero poche volte la mattina, soprattutto perché invece Dominique ama dormire, è un fulmine a truccarsi e a vestirsi e dell’alba gliene importa davvero poco.

Quello che invece è più strano è l’assenza di Dorcas, ma vista la reazione che ha avuto quando ha saputo che James ha già organizzato le selezioni di Quidditch per i Grifondoro Dominique si immagina che sia già davanti alla porta del professor Vitious per chiedergli in ginocchio il permesso per fare le selezioni domenica. Dire che Dorcas Morgan è competitiva è un eufemismo.

E quindi la giovane Weasley è già preparata psicologicamente al fatto che dovrà affrontare un weekend di selezioni di Quidditch perché ovviamente dovrà vedere quelle della sua Casa – Dorcas potrebbe ucciderla nel sonno se non la vedesse tra gli spalti – ma anche quelle dei Grifondoro perché Hugo ci tiene tanto. E poi anche Thomas si vuole candidare come Cacciatore della squadra, quindi forse è una cosa carina andarlo a vedere giocare.

Si solleva dal letto, stropicciandosi gli occhi e sbadigliando, e pensa che in realtà la sua migliore amica potrebbe benissimo star correndo intorno al Lago Nero per allenarsi. Effettivamente, prima delle selezioni, fin dal secondo anno, quando ancora doveva entrare in squadra, Dorcas aumenta la sua resistenza correndo intorno al Lago Nero e poi fa dei giri del campo con la scopa. Dorcas Morgan non ci tiene per nulla a vincere.

Ma come lei tutti i capitani delle Case: oltre a lei e James, anche Logan, il capitano dei Serpeverde, e Luke, quello dei Tassorosso, puntano a vincere la Coppa del Quidditch quest’anno e sono più combattivi ed agguerriti che mai.

E in effetti, da quel giorno fino a sabato, Dominique non sente parlare di altro che di Quidditch. Forse perché Louis è in piena crisi e vuole disperatamente entrare nella squadra, forse perché Hugo le ha chiesto almeno una ventina di volte se lo va a vedere, forse perché in tutta la Sala Comune non si parla d’altro, forse perché Dorcas le ha detto esplicitamente “mettiti in prima fila sugli spalti, che voglio lanciarti sguardi esasperati con i ragazzini incapaci”. Non che abbia molta scelta quindi su come passare il suo weekend.

“Domi”

Louis la distrae dalla lettura del suo libro, accovacciata sulla poltrona della Sala Comune di Corvonero; la ragazza mette un dito tra le pagine e chiude il libro, guardando il fratello.

“Louis, che succede?”

“E se dopodomani le selezioni non vanno bene?”

Dominique aggrotta le sopracciglia “Perché non dovrebbero andare bene?”

“Non lo so. Potrei non dormire la notte prima, potrei non riuscire a salire sulla scopa, potrei non prendere nemmeno una Pluffa…”

“Ehi, ehi, ehi” lo blocca la sorella “Frena”

Il ragazzino si interrompe e Dominique gli fa cenno di andarsi a sedere accanto a lei, sul bracciolo della poltrona; Louis si avvicina e la ragazza le mette una mano sul ginocchio.

“Andrà bene, Lou, ne sono sicura. Ti sei allenato tanto e voli molto bene. Ti ho insegnato io”

Il ragazzo si appoggi alla spalla della sorella e lei lo circonda con un braccio, prima di aggiungere “E poi, devo davvero ricordarti che sono la migliora amica del capitano della squadra e che Dorcas ti adora? Lo sai che pensa che sei adorabile, vero?”

“Sì, ma io non sono una mascotte, io voglio essere un portiere!” protesta Louis, sbuffando.

“Sarai un grande portiere, Louis. E giocherai contro Hugo facendo scintille”

“Vai a vedere le loro selezioni?”

“Hugo potrebbe smettere di parlarmi se non ci andassi, non credi?”

“Verrai a vedere anche noi, vero?”

“Ma certo, che domande mi fai” ridacchia Dominique “Vieni con me a vedere Hugo?”

Louis annuisce, ma ha ancora la faccia un po' scura; la ragazza lo guarda un po’ di traverso, ma vede bene l’espressione mogia del fratellino. Così gli leva il braccio da dietro le spalle e si gira per osservarlo meglio.

“Perché non facciamo una cosa? Andiamo ad allenarci un po', io e te”

“Adesso?”

“Adesso” annuisce Dominique “Vatti a cambiare, prendi la scopa e ci vediamo qui. Andiamo al campo di allenamento, ti guardo e ti do qualche consiglio finale”

“Davvero?”

“Certo. Forza, sbrigati, prima che cambi idea”

Gli occhi di Louis si accendono, sotto i capelli ricciolini rossi e in un attimo è già sparito su per le scale; Dominique sospira, facendo una piccola orecchia sul suo libro. Non riuscirà mai a finirlo.

Il giorno prima, appena aveva iniziato, era apparsa Lily sulla soglia della Sala Comune, alla ricerca di Lorcan, e si era fermata a chiacchierare con lei per un po': le aveva raccontato dell’ammiratore segreto X, le aveva chiesto consigli – e se le potesse prestare il lucidalabbra alla ciliegia – e poi come stesse lei. E Dominique lì aveva elegantemente ignorato la domanda, salvata al limitare dell’anello da Lorcan che era apparso per aiutarla con Cura delle Creature Magiche.

Louis è talmente contento che la sorella gli abbia fatto una proposta del genere che torna giù nemmeno cinque minuti dopo, vestito di tutto punto e con la scopa in mano. Anche Lysander – suo compagno di stanza e suo migliore amico – è affianco a lui.

“Viene anche Lysander con noi, va bene?”

Lysander ama il Quidditch, più di suo fratello – forse l’unica differenza che c’è tra i due –e per questo si trova molto bene con Louis e Hugo – visto e considerato che parlano sempre di quello, in pratica.

“Certo, mi aiuterà. Non c’è Lorcan?”

“No, è in Biblioteca: il professor Paciock gli ha chiesto una ricerca di approfondimento sulle piante acquatiche dell’Asia meridionale”

“Un pomeriggio divertente, insomma” commenta Dominique, alzandosi “Sei pronto, Lou?”

“Carico” risponde il ragazzo, con un sorriso furbesco che gli fa sollevare il naso coperto di lentiggini.

I tre ragazzi escono dalla Sala Comune e si dirigono verso il campo di allenamento. La ragazza non ha mai giocato a Quidditch – tralasciando le partitelle con i cugini – però il suo innato equilibrio e la sua leggiadria le permettono di volare molto bene e suo padre le ha insegnato fin da piccola a farlo; è la migliore della famiglia e suo fratello sta cercando disperatamente di imparare il più possibile da lei. Anche quell’estate non ha perso mai l’occasione di farsi allenare.
Louis monta a cavallo della scopa ed inizia a fare dei giri di campo, sotto l’occhio attento dell’amico e della sorella.

“Vola molto bene, no?” domanda Lysander, guardando Dominique “Però forse ha il peso del corpo un po' indietro. Così si sbilancia e non controlla bene la velocità”

“Avevo la stessa sensazione, Lys” conferma la ragazza “E gliel’ho detto spesso. Inoltre sembra tenersi al manico in maniera un po' storta”

“Hai uno sguardo molto attento”

“Anche tu”

Dominique fa un sorriso al ragazzino, che subito lo ricambia: i gemelli Scamander le sono sempre stati molto simpatici, sono silenziosi ma allo stesso tempo svegli ed acuti.

Louis svolazza nel cielo sopra al campo di allenamento per un paio d’ore, interrompendosi poche volte per ascoltare i consigli dei due osservatori; quando alla fine si fa buio e si vedono da lontano le luci del castello, Dominique decide che è decisamente ora di rientrare.

“Va bene, Lou, adesso scendi, basta così!” gli urla la sorella dal basso “Vai molto bene”

“C’è James!” esclama Louis, indicando qualcuno in lontananza e Dominique si gira di scatto: James si sta avvicinando, la scopa in mano e l’espressione confusa. D’istinto la ragazza gira lo sguardo.

“Ciao James!” lo saluta subito il cugino appena atterrato, entusiasta “Ti alleni prima delle selezioni di domani?”

“Mi piace allenarmi da solo la sera” risponde il ragazzo “E anche se sono il capitano devo essere in forma o nessuno mi prenderà sul serio, no?”

James guarda verso Dominique, che tiene ostinatamente lo sguardo a terra.


 
“James!” urla Dominique “Basta così, scendi ora!”

È buio nel campo di allenamento, la luna quasi piena già illumina tutti i dintorni del castello e fuori ci sono solo loro. Hanno saltato la cena, probabilmente, o arriveranno molto, molto tardi – ma ormai non è quasi più nemmeno una novità – e James si sta allenando per l’imminente partita contro i Corvonero.

“Stai con il peso più indietro quando vai in picchiata. E non stringere troppo il manico, te l’ho già detto”

“Se Dorcas sapesse che sei qui con me a darmi consigli prima della partita contro di lei ti ucciderebbe, lo sai?”

“E tu faresti l’offeso per giorni se non fossi qui ad aiutarti” ribatte Dominique con un sorrisetto; James si avvicina a lei e le passa un braccio intorno alla vita, arrivando a un soffio dal suo viso.

“Probabile. Ma dovrò pur avere dei diritti di priorità”

“Assolutamente nessuno”

“Posso almeno avere un bacio?”

“No. Sei tutto sudato”

“Tu invece profumi di ciliegia” commenta malizioso il ragazzo, guardandole le labbra; Dominique si sente arrossire, spingendo un po' con le mani il petto del cugino.

“Guarda che lo so che lo metti per me, Dom – Dom” il modo in cui pronuncia il suo nomignolo, calzato ma comunque leggero, le fa correre un brivido lungo la schiena.

“Io credo che tu hai un’idea un po' troppo alta di te stesso, invece” la ragazza si divincola dalla presa di James “E che siamo in ritardo per la cena. Di nuovo”


 
“Domani ti verremo a vedere”

“Sì?” domanda James, con un sorrisetto “Allora ti cercherò tra il pubblico”

Dominique sente distrattamente suo fratello proporre a Lysander di andare con loro perché sta guardando il cugino, che ricambia il suo sguardo senza cedere.

“Domi, andiamo?” la richiama il fratello, dopo quello che sembrano minuti interminabili.

“Andate voi, ragazzi. Io parlo un attimo con James, d’accordo? Ci vediamo in Sala Comune”

“Va bene. Andiamo, Lys, io ho già una fame che non ci vedo!” esclama Louis, iniziando ad incamminarsi con l’amico, chiacchierando ininterrottamente.

Le loro voci si allontanano lentamente e né James né Dominique parlano finché non sono sicuri di essere completamente da soli.

La ragazza stringe le labbra, mentre si rigira sul polso un braccialetto che le ha regalato la sorella anni prima, come fa sempre quando è nervosa.

“James”

Ottimo punto d’inizio, un nome.

“Dominique. Adesso ci parliamo?” sibila il cugino e Dominique si impone di contare fino a dieci prima di prenderlo a male parole. Sa benissimo che James si sta comportando così solo per ferirla e per farla sentire in colpa, ma non ha alcuna intenzione di cedere. Perché James attacca quando si sente minacciato. Perché in lui non è tutto oro quel che luccica.

“Non fare sciocchezze domani, in campo” dichiara solamente, trascorsi i dieci secondi per tranquillizzarsi.

“Lo sai che prendo il Quidditch molto seriamente”

“Non avere pregiudizi, allora” specifica la ragazza, ben sapendo che il cugino sta cercando di ignorare la cosa.

“Thomas ti è venuto a chiedere un aiuto? Credevo fosse un valoroso Grifondoro”

“No, ma io ti conosco”

“Ma davvero?” mormora James, avvicinandosi di un passo e facendo indietreggiare la ragazza, che non ha alcuna intenzione di arrivare ad una distanza troppo ravvicinata.

“Sì. E lo sai benissimo”

“No, non lo so” ribatte il ragazzo, stringendo un po' più forte il manico di scopa “Ultimamente non so molto di quello che pensi, Dominique”

“Sai tutto quello che devi sapere”

“Se lo dici tu” commenta James, con un tono che dice chiaramente che non è convinto e che non ci crede; si avvicina di un altro passo “Oggi niente lucidalabbra alla ciliegia? Oh, giusto, eri solo con tuo fratello”

“Che staresti insinuando, James?” sibila Dominique.

“Io? Nulla. Ma è Thomas che ha le selezioni domani, non Louis”

“Thomas è più che pronto per domani, non ha bisogno del mio aiuto” ribatte piccata la ragazza, anche se in realtà non conosce minimamente le capacità del cugino; vedendo che James non risponde, ma la continua a fissare aggiunge “Mi spieghi qual è il problema?”

“Nessun problema”

“Sì, certo”

“Perché non sfrutti il tuo cervellino per cui sei tanto lodata e lo scopri, qual è il problema?”

Contrariata, Dominique assottiglia lo sguardo “Stai diventando offensivo e non è una cosa che ti permetterò di fare”

“Mi scusi, signorina Weasley, se non è d’accordo con il mio comportamento. Ultimamente non lo è mai, ora che ci penso” sibila James “E aggiungerei che io non sono nervoso. Né infantile. È Thomas quello che ha quindici anni e punta a ragazze decisamente fuori dalla sua portata”

“Di che stai parlando?” domanda confusa la ragazza.

“Lo sai benissimo”

Il ragazzo le dà le spalle ed in quel momento Dominique capisce cosa c’è che non va e si deve trattenere dallo scoppiare a ridere.

“Cioè credi che Thomas ci stia provando con me? Ma sei serio?”

“Anche lui lo è”

“Ha quindici anni, James” commenta la cugina.

“Anche noi avevamo quindici anni! E lui di anni ne ha quasi sedici”

Gli occhi di James lanciano saette e Dominique si immobilizza sul posto, prima di mormorare “Sei geloso”

“Non sono geloso”

“Sei assolutamente geloso. Sei geloso di mio cugino…”

“Anche io sono tuo cugino, Dominique, per Merlino!”

Dominique indietreggia di fronte allo scatto d’ira di James, ma si accorge di avere un tendone degli spalti alle sue spalle; fa per rispondergli a tono, ma poi ci ripensa, abbassa la voce e commenta maligna “E questo tu lo chiami non essere geloso?”

Il ragazzo apre la bocca per ribattere ma ci ripensa e la richiude, superandola di scatto “Non ho tempo da perdere, Dominique. Domani ho le selezioni e vedremo come valuterò il tuo caro cuginetto”

La ragazza stringe le labbra, ma non si gira verso il cugino “Sei più intelligente di così, James. Non penso che tu sia uno che non terrà in considerazione un bravo giocatore solo per questioni personali”

“Tra noi non c’è nessuna questione personale” taglia corto James e prima che Dominique possa rispondere monta a cavallo della scopa e sfreccia nel cielo scuro.

In quel momento la ragazza è grata del tendone che ha alle sue spalle e che un minimo la sorregge perché altrimenti è sicura che sarebbe scivolata a terra; sente gli occhi pizzicare e le spalle tremare, ma si passa velocemente la manica del maglioncino sul viso: non darà al cugino questa soddisfazione.

A passo rapido rientra in direzione del castello, dove sale in dormitorio per sciacquarsi un attimo il viso e per rimettersi la divisa che si era tolta nel pomeriggio per stare più comoda.

“Ma dov’eri finita?!” esclama Dorcas, appena mette piede in camera: è sdraiata sul letto, la camicetta che le esce dalla gonna, la cravatta allacciata male e il maglioncino spiegazzato, mentre legge una rivista di Quidditch “Ti ho cercato tutto il pomeriggio”

“Ho aiutato Louis a prepararsi per domenica” le spiega Dominique, spogliandosi lentamente “È tremendamente agitato”

“Louis, tuo fratello? Si presenta alle selezioni?” domanda incuriosita l’altra, mettendosi seduta.

“Sì”

“Perché non me lo hai detto?”

“Perché non voglio che tu faccia favoritismi e non volevo sfruttare la nostra amicizia” risponde rapidamente l’altra “E Louis non ha bisogno di aiuti perché è bravo sul serio”

“Io sfrutto sempre la nostra amicizia per scroccarti le torte fatte in casa da nonna Molly” ribatte l’altra, con un sorrisetto “E non sarebbe stato uno “sfruttare la nostra amicizia” dirmi semplicemente che Louis si candida”

“Se lui te lo chiedesse, tu sapevi che si sarebbe presentato. Gli ho detto che avrei messo una buona parola con te” gli urla dal bagno Dominique.

“Questo è sfruttare la nostra amicizia!” grida di rimando l’altra, che non ha smesso un attimo di sorridere, anche se l’amica non la può vedere “Comunque, per che ruolo si candida?”

“Portiere”

“Avrà molti concorrenti, allora”

“Mio fratello è bravo, non preoccuparti”

Se c’è una cosa in cui Dominique è incredibile è nella velocità che impiega per lavarsi, vestirsi ed essere pronta al meglio; esce dal bagno tutta profumata e con calze e gonna già indosso.

“Non sono preoccupata. Se lo hai aiutato tu ho pochi dubbi sul suo potenziale” esclama Dorcas, osservando l’amica infilarsi la camicetta.

Dominique non risponde, troppo concentrata ad abbottonarsi nel modo giusto, senza che le mani le tremino: per quanto non voglia ammetterlo la discussione con James l’ha sconvolta più di quanto avesse pensato.

Maledizione, perché James le deve fare sempre quell’effetto?

“Va tutto bene?” chiede Dorcas, apparendo magicamente accanto a lei, tantoché Dominique fa un sussulto quando la vede insieme a lei nello specchio.

“Ma come fai a muoverti così velocemente?” sbuffa la francesina.

“Allo stesso modo con cui tu riesci ad essere pronta e perfetta in tre minuti netti” risponde subito l’altra “Allora mi dici che succede?”

“Niente”

“Lo stesso niente che non ti fa parlare con tuo cugino da quando siamo tornati al castello?”

Dominique si gira verso l’amica di scatto e Dorcas aggiunge “Non sono una sciocca, Dominique. Che è successo tra te e James?”

Dipende quanto indietro vuoi andare, Doe, e quanto tempo hai.

“Niente” risponde, abbassando lo sguardo.

“Avete litigato?”

Dominique esita un attimo, prima di annuire “Sì”

“Mi dispiace”

La ragazza alza lo sguardo verso la sua compagna di stanza “Ti dispiace? Lo sai che se io passo meno tempo con James questo vuol dire che Fred ti starà meno tra i Boccini, vero?”

Dorcas ridacchia “Sì, lo so. Ma se tu soffri per questa cosa preferisco avere quel rompi-Pluffe di tuo cugino tra i piedi. Quei rompi-pluffe dei tuoi cugini”

E quando Dominique sente il termine “cugino” rivolto involontariamente da Dorcas a James avverte lo stomaco stringersi: loro sono cugini. Loro sono solo cugini. E non potranno mai essere di più. È inutile pensare – sperare – in altro, come facevano quando avevano quindici anni e credevano di poter fare ciò che volevano. Ora di anni ne hanno diciassette e bisogna che pensino al loro futuro.

Ma nel loro futuro non può nemmeno succedere che non si parlino o che ci sia quella tensione ogni volta che sono vicini e Molly è nella stanza. Perché capiterà, è impossibile che non capiti, quindi deve pensare in fretta ad una soluzione per anticipare ogni possibile problema.

Deve parlare con Molly.

Non sa per dirle che cosa, ma fin da piccola è sempre stata brava ad inventare storie: qualcosa le verrà in mente.

“Domi!” esclama Dorcas e la ragazza chiamata sbatte un paio di volte le palpebre, guardando l’amica.

“Scusami, stavi dicendo qualcosa?”

“Sì!” sbuffa l’altra “Stavo dicendo che se vuoi puoi parlare con me, lo sai. Con me puoi parlare di qualsiasi cosa”

“Lo so, Doe. Prima o poi ti racconterò”

Bugia, molto probabilmente è una bugia bella e buona.

“Ma ora devo parlare con Molly”

“Tua cugina? Da quando vi parlate fuori dalla comitiva?”

“Di che comitiva parli?” domanda Dominique confusa, mentre rifà il nodo alla cravatta che non era venuto preciso.

“Del Clan Potter – Weasley, dai!” esclama Dorcas, con un sospiro “Ma mi stai ascoltando o stai pensando ai fatti tuoi?”

“Scusami, Doe” ripete l’amica “Ho solo un po' di pensieri, tutto qui”

Il Capitano dei Corvonero passa un braccio sulle spalle della sua migliore amica e sorride, mentre entrambe guardano lo specchio “Li affronteremo tutti. Insieme. E uno per volta”

Dominique ricambia il sorriso “Sei la migliore”

“Lo so, Domi, lo so” esclama Dorcas, sfilandosi dall’abbraccio e andando in direzione del bagno “Vedi di sbrigarti a parlare con tua cugina! Non ti terrò il posto né le verdure alla griglia”

Dominique ghigna, più sollevata – Dorcas ha questo magico potere di risollevarle il morale, sempre “E chi dice che ci sia qualcuno oltre a me che voglia sedersi accanto a te?”

“Sono il Capitano della squadra di Quidditch e domenica ci sono le selezioni. Avrai moltissima concorrenza, fidati”

E con queste parole si chiude la porta alle spalle e, dopo un piccolo sbuffo divertito, Dominique esce dalla stanza diretta verso la Sala Comune di Tassorosso.

Una volta ad Hogwarts non era così, nessuno andava mai nelle Sale Comuni degli altri, o almeno questo è il ricordo che Dominique ha del suo primo anno. Poi però tutta la sua famiglia era arrivata al Castello, pian piano, smistata in tutte le Case e condividere le rispettive Sale Comuni era sembrata una cosa naturale.
Molly non la sta aspettando e Dominique in realtà non sa nemmeno se è in dormitorio, ma se non fosse andata ora a cercarla non l’avrebbe fatto più. E la fortuna vuole – finalmente dalla sua parte – che è proprio sua cugina Molly quella che sta uscendo in quel momento dalla Sala Comune di Tassorosso, stranamente senza la sorella né con nessun altro membro della famiglia.

“Molly!” la chiama Dominique; la ragazza si gira confusa e la sua espressione si fa ancora più stupita quando si ritrova davanti la cugina, che le si sta avvicinando.

“Dominique, che ci fai qui?”

“Ti stavo cercando”

“A me?”

C’è una cosa in particolare che infastidisce enormemente Dominique: la situazione di stallo con James, il non aver il coraggio di guardarlo negli occhi mentre lui di coraggio ce ne ha eccome. E sa che lei non lo avrà mai, finché Molly continua ad avere anche il più piccolo sospetto su una loro possibile storia.

La ragazza annuisce “Molly, ascolta, io…”

“Vuoi spiegarmi perché vi ho visti in quel modo in camera di James?”

Dominique si blocca e guarda la cugina, che ha le braccia sui fianchi e che ricorda molto la madre in quel momento. Deve inventarsi in fretta una scusa.

“Sei venuta a dirmi che ho frainteso e che tu e mio cugino non avete una tresca?”

“James è anche mio cugino e sì, noi non abbiamo una tresca e tu hai frainteso”

La Corvonero è veloce e rapida nella risposta, anche se non ha ancora trovato una scusa decente, ma sa che al minimo cenno di esitazione la cugina potrebbe intuire che sta nascondendo qualcosa. E invece Molly deve credere che sia tutto assolutamente normale.

“E allora che stavate facendo? Perché due persone in quelle condizioni io le ho viste solo in mezzo ad una relazione bella e buona”

Ecco, questa è una buona domanda: cosa stavano facendo?

Anche se Dominique dubita che Molly abbia visto molte persone in certe situazioni, sua cugina non è stupida e la cosa era obiettivamente fraintendibile.

Oh, maledizione, non stavano facendo niente, si stavano solo baciando.

Okay, stavano facendo qualcosa, ma è un qualcosa di trascurabile e che sicuramente nessuno dovrà mai sapere.

Qual è un’altra cosa per cui risultino credibili le guance rosse, le magliette stropicciate ed i capelli arruffati? Pensa, Dominique, pensa.

“Io e James ci siamo picchiati” esclama la ragazza, forse con un po' troppa foga, ma fiera di aver trovato una scusa se non probabile quantomeno credibile.

“Vi siete picchiati?” domanda incredula l’altra.

“Sì!” esclama la bionda, cogliendo la palla al balzo “Abbiamo litigato di brutto e ci siamo picchiati, per questo eravamo così agitati. James stava cercando di farmi calmare quando sei entrata”

“Perché avete litigato?” indaga, sospettosa, Molly.

“Perché lui voleva tagliarmi i capelli per gioco, la conversazione è degenerata, io gli ho dato uno schiaffo e abbiamo litigato”

Come si dice? Tutto è lecito in guerra e in amore.

“Sembrava aveste visto un fantasma quando sono entrata” insiste Molly.

“Sì, perché non volevamo che lo dicessi a zio Harry. Non è uno che approva la violenza, lo sai”

La Tassorosso guarda la cugina sospettosa “E perché non me lo hai detto prima?”

“Perché non volevo farlo, era una cosa nostra. Capita a tutti di litigare” taglia corto Dominique, con uno sguardo che vuole mettere fine ad una qualsiasi conversazione.

“E adesso avete fatto pace?”

“No, ci siamo presi troppo a male parole e nessuno dei due ha intenzione di scusarsi. Non parlo con James da quel giorno, se non per continuare a litigare” aggiunge: non è totalmente una bugia, non hanno più avuto una conversazione che si possa definire tale da quando Molly li ha visti.

“Mi dispiace” sussurra Molly “E mi dispiace di avervi giudicato male. Effettivamente non è che ho visto chissà che cosa, ma mi sembravate proprio la classica coppietta che becco nelle aule vuote dopo il coprifuoco. E invece stavate litigando! Ho sbagliato su tutta la linea”

E qui Dominique un po' in colpa ci si sente, perché loro erano effettivamente come una di quelle coppiette e Molly non dovrebbe assolutamente sentirsi in colpa per averli giudicati male.

“Anche a me dispiace non avertelo detto subito. E di non parlare con James…” la Corvonero si lascia sfuggire le ultime parole, ma se ne pente un attimo dopo perché la cugina le ha ovviamente sentite.

“Non vi parlate?” domanda curiosa – e un po' stupita – e, quando vede che Dominique scuote la testa, esclama “Ma non è possibile! Voglio dire… siete Domi e Jamie, dove c’è uno c’è anche l’altro. Siete come Fred e Roxanne, anzi peggio perché quei due ogni tanto si separano…”

“Purtroppo non più”

“Deve essere stato un litigio serio…” commenta Molly.

“Sì. Mi dispiace non avertelo detto prima, sul serio, ma…”

Ma me lo sono inventato di sana pianta un attimo fa, dovrebbe aggiungere Dominique, ma per fortuna è sua cugina ad interromperla.

“Non importa, lo capisco. Anzi, sai che facciamo? Questa sera io, Lucy, Rose e Lily ci vediamo per una serata tra cugine nella Sala Comune dei Tassorosso: perché non vieni anche tu? Sarà divertente! Solo donne a spettegolare dei ragazzi. Non faremo tardi, tranquilla, anche perché sia io che Rose abbiamo il turno di sorveglianza”

“Io…”

Dominique ne ha voglia? Assolutamente no. Ma sente un minimo di sensi di colpa per la bugia detta – cosa assolutamente non da lei – e quindi annuisce.

“Volentieri. Grazie”

E forse perché una serata così non può che farle bene.

“Figurati, noi lo facciamo spesso. Farà piacere a tutte se ti unisci anche tu”

“Come mai non c’è Roxy?”

“Lei e Fred devono scrivere una lettera a zia Angelina”

“Non ci vuole tutta la sera”

“Se non gli scrivono da quando sono arrivati ad Hogwarts, sì” ridacchia Molly “Hanno rischiato la Strillettera”

Dominique sorride “Tipico di entrambi, direi. Allora grazie, ci vediamo stasera”

“Perfetto, a dopo”

E quando Molly si allontana lungo il corridoio, Dominique non è del tutto certa che il sollievo che prova non sia solo dovuto al fatto che sua cugina le abbia creduto e che il fatto di passare una serata tranquilla con loro non c’entri assolutamente niente.

Ed è una fortuna che abbia detto di sì perché Dorcas a cena dichiara che deve assolutamente iniziare a pensare agli schemi di Quidditch: farle notare che sarebbe totalmente inutile perché ancora non conosce nemmeno i giocatori della sua squadra è totalmente superfluo, quindi Dominique si limita a dirle di non fare troppo tardi dietro a certe cose e a salutarla lasciandola sul letto immersa nelle pergamene scarabocchiate.

“Domi!” la voce allegra e squillante di Lily fa girare la ragazza, che ci mette poco a scorgere la figura minuta della cugina che si sta avvicinando “Allora è vero, ci sei anche tu. Quasi non ci credevo quando Rose me l’ha detto a cena”

“Sì, Molly è stata gentile ad invitarmi e non ho saputo dire di no”

“Sono contenta che sei qui, con te sarà più divertente”

Ricominciano a camminare insieme in direzione della Sala Comune dei Tassorosso e Dominique le domanda “Nessuna di loro sa del tuo ammiratore segreto, vero?”

Lily scuote la testa “No, ancora non ho detto nulla. Puoi mantenere il segreto?”

“Ma certo”

La piccola Potter le regala un sorriso, mentre ricomincia a chiacchierare di qualcosa riguardo alla sua giornata.

Dominique è un po' nervosa per questa serata perché è effettivamente diversa da ciò a cui è abituata e non le sono mai capitate troppe occasioni di stare solo con le cugine, soprattutto senza Roxanne. Però tutte le salutano allegramente, dicendo che sono contente che ci sia anche lei e si rinchiudono in camera di Lucy, che ha le compagne di stanza in Sala Comune a giocare a Gobbiglie.

Chiacchierano davvero tanto le sue cugine e di qualsiasi argomento: Dominique non se lo aspettava. Dovrebbe davvero passare più tempo con loro.

“Sei simpatica, Domi, lo sai?” esclama Lucy.

“Certo che lo è” concorda Lily.

“Non volevo dire questo… È solo che stai sempre con i maschi, Domi, dovresti stare di più con noi” si corregge la piccola Tassorosso.

“Alt!” la blocca la sorella amggiore “Vietato parlare dei nostri cugini maschi questa sera. Sono banditi, tabù, vietati. L’unico di cui possiamo parlare è Thomas che, tecnicamente non è nostro cugino”

“È una fortuna!” Rose scoppia a ridere “Perché altrimenti mi piacerebbe mio cugino”

Dominique si sente gelare a quelle parole, ma cerca di mantenere il sorriso e, soprattutto, il sangue freddo.

“A chi non piace, Rose!” ridacchia Lily “Thomas è gentilissimo con tutti”

“Finalmente qualcuno della mia età” sospira l’altra.

“Anche mio fratello ha la tua età”

“Sì, ma Albus sta sempre nei Sotterranei con Malfoy ed in più lui è davvero mio cugino. Thomas no e, cosa molto importante, sta nella mia stessa Sala Comune”

In quel momento Rose si gira verso Dominique “Scusa Domi, lui è tuo cugino sul serio, magari ti dà fastidio”

Ma la ragazza scuote la testa “No, anzi mi fa piacere che sia benvoluto. Non ho ancora capito se si è fatto degli amici tra i Grifondoro o se sta sempre da solo”

“Sta parecchio da solo, effettivamente. Ma Hugo lo va continuamente a disturbare, quindi non soffre sicuramente di solitudine. Mio fratello sa essere davvero petulante quando ci si mette”

“Credo lo abbia preso a modello” commenta Lily “E poi con il fatto che domani si candidano tutti e due per entrare nella squadra Hugo non lo molla un attimo: ha paura di perdersi delle comunicazioni importantissime di James che dice che l’allenamento è anticipato o cose del genere!”

“Vieni con me a vederle, Lily?” domanda Rose e la piccola annuisce.

“Ci sarai anche tu, Dominique, vero?”

“Hugo non mi permetterebbe mai di mancare”

“E nemmeno James!” esclama Lucy, scoppiando a ridere, mentre la Corvonero si sente leggermente a disagio; è quindi grata a Molly che cambia rapidamente discorso.

“Abbiamo detto niente cugini questa sera e siamo finite comunque a parlare di loro”

“I nostri cugini sono metà del castello, in pratica” ribatte la sorella minore “È normale parlare di loro”

“E tu, Lily? Ti piace qualcuno? Passi tanto tempo con Lorcan Scamander” interviene Rose e Dominique vede la cuginetta arrossire.

“Siamo solo amici, mi aiuta a studiare”

“Secondo me è molto carino. E non è nostro cugino, quindi di lui non dobbiamo parlare” commenta Molly “E poi è sempre gentile! L’altro giorno mi ha aperto la porta dell’Aula di Pozioni. Sfido chiunque della nostra famiglia a fare una cosa del genere”

“Sei di nuovo tornata sulla nostra famiglia” le fa notare Lily, ridacchiando.

“Santa Tosca, hai ragione” sospira Molly “Siamo decisamente troppi”






Felpie's Corner
Pur di essere puntuale nell'aggiornamento, pubblico il capitolo all'alba, praticamente. Ci sto quasi prendendo gusto a non essere perennemente in ritardo.
Dorcas Morgan è una persona esplosiva, vi avviso, ed un capitano formidabile, che l'anno precedente ha soffiato la coppa di Quidditch dalle mani di James mentre Louis è un piccolo francesino adorabile.
Vi lascio qualche descrizione e vi auguro buona giornata!


Nome: Edward Lupin
Soprannome: Teddy
Data di nascita: 1998
Casa: Tassorosso

Unico figlio di Remus Lupin e Ninfadora Tonks, da cui ha preso l'abilità di Metamorfomagus, ed è il figlioccio di Harry Potter. Da sempre è molto legato alla famiglia di Harry, soprattutto a James Sirius, che è stato il suo primo "nipote" e l'ha sempre tenuto in grande considerazione. È cresciuto con nonna Andromeda e con nonno Ted.
Può sembrare timido all'apparenza, ma è molto spiritoso e ha un grande senso dell'umorismo. In più è gentile, disponibile ed incredibilemente leale.
È stato il Caposcuola dei Tassorosso e ha una relazione con Victoire, per cui ha sempre avuto un debole fin da quando era piccolo. Hanno iniziato ad uscire insieme ad Hogwarts.
Ora è un Auror e vive da solo, anche se presto si sposerà con Victoire.

Il prestavolto è Drew Van Acker.

Nome: Victoire Molly Weasley

Data di nascita: 2000
Casa: Grifondoro

Prima figlia di Billy Weasley e Fleur Delacour, è la sorella maggiore di Dominique e Louis. È una Veela per 1/8. Porta il nome di "Vittoria" in francese, perché è nata il giorno della Battaglia di Hogwarts.
Vuole molto bene e tiene molto alla sua enorme famiglia, anche se i momenti che preferisce sono quelli da sola con la sorella, mentre guardano film babbani e mangiano il gelato.
Ha i capelli biondi, gli occhi azzurri e la pelle chiara.
È molto dolce ed educata. Ama i jeans a vita alta, le storie d'amore, il gelato alla vaniglia e caramello e i film romantici.
È stata Caposcuola dei Grifondoro.
Ama Teddy Lupin e presto si sposeranno.

La prestavolto è Dianna Agron.

Nome: Louis Weasley
Soprannome: Lou

Data di nascita: 2008
Casa: Corvonero
Terzo anno


Unico figlio maschio di Billy Weasley e Fleur Delacour, è il fratellino di Dominique e Victoire. 
Vuole molto bene e tiene molto alla sua enorme famiglia ed è molto legato a Dominique, che gli fa sempre fatto un po' da seconda madre e con cui passa molto tempo.
Ha i capelli rossicci, ricci, gli occhi chiari e le lentiggi.
È molto dolce ed educato. Ama il Quidditch, tifa per i Tornados, ma ultimamente si sta interessando anche al Puddlemore United.
Vuole entrare nella squadra di Corvonero come Portiere.
Il suo migliore amico e compagno di stanza è Lysander Scamander, anche se va molto d'accordo anche con Lorcan, altro compagno di stanza. Della sua famiglia passa gran parte del suo tempo con Hugo e con Thomas, che considera un po' un modello.

Il prestavolto è Eddie Redmayne.


Nome: Dorcas Morgan
Soprannome: Doe
Data di nascita: 2004
Casa: Corvonero
Ultimo anno

Ragazza Mezzosangue, compagna di stanza di Dominique e di Elizabeth Zabini fin dal primo anno.
Ha i capelli ricci, lunghi, gli occhi chiari e un sorriso stampato sul viso fin dalle prime luci dell'alba.

È una ragazza sempre allegra, che ama i libri, il Quidditch e gli allenamenti intorno al Lago Nero all'alba. 
È Capitano e il Cercatore della squadra di Corvonero ed è molto competitiva, soprattutto da quando è stata nominata capitano.
Da sempre è la migliore amica di Dominique, compagna di intrusioni nelle cucine, e ha da anni un rapporto di amore - odio con Fred.

La prestavolto è Alexandra Daddario.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Lily Luna ***


Da quando Lily Luna Potter ha scoperto che il suo ammiratore segreto esiste sul serio e la sorprende con messaggi dolci quando meno se lo aspetta, ha iniziato a guardarsi intorno con occhi diversi. Vede i ragazzi e si chiede se siano loro a scrivere certe cose o se per caso le scrivano a qualcun’altra.
Ha risposto subito positivamente alla proposta del suo ammiratore di chiacchierare per conoscersi e si è fatta accompagnare da Irene al posto designato per lasciare il messaggio.
 


Mi piacerebbe molto parlare con te e conoscerti, anche se non devi avere paura di farlo dal vivo. Se però preferisci così, non c’è problema: la prima cosa da sapere su di me è che a me non piacciono i bigliettini e le lettere scritte a mano, io li adoro letteralmente. Posso sapere che Casa sei? O è troppo personale?
 


“Dici che risponderà presto?” domanda all’amica.

“Direi che ora dobbiamo andare a colazione, poi lo vedremo” commenta l’altra, pragmatica.

E così Lily Luna Potter si dirige in Sala Grande, alquanto emozionata dall’idea di scambiarsi dei bigliettini con qualcuno.

Ovviamente la sua altra migliore amica, quella decisamente meno propensa verso l’amore e queste frivolezze, invece non perde occasione per prenderla in giro.

“Oggi niente bigliettino, Lils?” esclama Danielle, afferrando la brocca di succo di zucca.

“Sssh, abbassa la voce, Dani” la rimprovera la piccola Potter, lanciando uno sguardo preoccupato verso suo fratello da un lato e verso le sue cugine dall’altro.

“Quanto sei fastidiosa, Dani” aggiunge Irene “Voglio proprio vedere quando sarai tu quella innamorata”

“Uffi, sto solo scherzando e poi Lils lo sa, no?”

“Che cosa dovrei sapere?”

“Che sono felice per te”

Lily ghigna “Sì, lo so”

Afferra una fetta di pane tostato “Comunque no, ancora no. Però effettivamente gli ho risposto stamattina, magari era già a colazione e non l’ha visto”

“Vorrei scoprire chi è” commenta Danielle “Comunque andiamo a vedere le selezioni? Hugo mi ha chiesto di andarci”

Lily aguzza le orecchie: Hugo ha chiesto che cosa?

“Perché no?” risponde Irene, imburrando un toast “E poi credo che Lily lo avesse già messo in conto”

La piccola Potter annuisce “Sì, ovviamente. Ho promesso ad Hugo di essere lì”

Il sabato è un giorno che piace molto a Lily Luna Potter perché può fare le cose con calma, mangiare il suo pane e marmellata tranquilla, passare un po' di tempo con le sue cugine o con i suoi fratelli a seconda dei vari impegni – se uno prova a stare dietro a James può aspettarlo per tutta la vita probabilmente – e ha tempo per passeggiare nel parco, se il tempo è bello.

Ma quel sabato inizia già frenetico, con l’adrenalina di Roxanne per le selezioni e l’ansia di Hugo, che da quando è sceso a colazione, già vestito di tutto punto, non ha fatto altro che chiamare Lily tirandola per la manica, per dirle assolutamente nulla di utile, ma solo per essere tranquillizzato.

E Lily Luna si ritiene una tipa tranquilla, ma tra un po' potrebbe picchiare Hugo con il bastone della sua stessa scopa.

“Andrà bene?” le domanda per forse la centesima volta.

“Andrà bene” risponde Lily, pacata. Si trattiene dal dirgli che ha saputo che ha chiesto a Danielle di andarlo a vedere perché se glielo spiattellasse così ora senza nessun preavviso i nervi di Hugo non reggerebbero sicuramente. Magari dopo potrebbe divertirsi un po', però.

“James ti ha detto nulla?”

“No”

“Quindi non sai quanti si candidano per il ruolo di Portiere?”

“No” Lily gli appoggia una mano sul braccio “Ma so che andrai alla grande, Hugo”

Il cugino le fa il suo solito sorriso un po' storto, ma tremendamente dolce “Ti aspetto in prima fila”

La ragazza annuisce “Passo in dormitorio a vestirmi a modo e sarò lì”

Il Quidditch è una faccenda molto seria in casa Potter: prima di ogni partita, amatoriale o agonistica, James ha insegnato – così come Ginny aveva fatto con lui – alla sorella il giusto modo di prepararsi per la sfida o per un tifo sfrenato e i loro riti sono stati poi trasmessi a gran parte del Clan Potter – Weasley. Per prima cosa la maglia: ognuno ha una maglia portafortuna, vuoi della propria squadra, vuoi della propria Casa, vuoi una maglietta quanto più colorata possibile. A questa segue una fascetta tra i capelli – per Lily – ed un polsino fortunato – per James – mentre Albus di solito si limita a bandierine e striscioni. In ultimo, colori per il viso: due strisce gialle e rosse su ciascuna guancia e Lily si ritiene soddisfatta della propria preparazione. Ora può fare per bene il tifo a Hugo e Thomas – ha infatti pochi dubbi sul fatto che Fred e Roxanne saranno di nuovo in squadra.

“Lils, sei pronta?” urla Danielle dalla camera; Lily esce dal bagno, la raggiunge e le colora le guance.

“Ora sì” esclama con un sorriso, mentre l’amica sbuffa, ma prima che possa aggiungere qualcosa la rossa conclude “Ora puoi tifare per bene anche tu. James sarà fiero di te”

“Se non andiamo faremo tardi” interviene Irene, anche lei truccata su entrambe le guance.

Danielle sbuffa “Siamo ridicole”

Lily la fulmina con lo sguardo “Siamo tifose. E dobbiamo tifare per bene”

Le tre ragazze escono chiacchierando dalla loro Sala Comune e proprio mentre stanno per oltrepassare il portone d’ingresso, Danielle fa un cenno con la testa verso un foglio di pergamena incastrato nella struttura di ferro.

“Lils! Credo ci sia qualcosa per te”

La piccola Potter segue subito lo sguardo dell’amica e corre ad afferrare il bigliettino.

“Eccolo, il bigliettino tanto atteso” la prende in giro Danielle, prima di avvicinarsi curiosa insieme ad Irene ed aggiungere “Forza, leggi”

Lily sorride alle parole dell’amica: Danielle potrà mostrarsi fredda e poco incline al romanticismo, ma in realtà anche lei va pazza per queste cose.
 


Cara Lily,
sono stato molto contento di ricevere una risposta affermativa alla mia proposta. Per la Casa… te la lascerò indovinare, non voglio semplificarti troppo il compito di trovarmi (se lo vorrai). Quindi te ne faccio una io di domanda: quale periodo dell’anno di piace di più?

Magari ti sembra una domanda strana, ma voglio sapere tutto di te, dalle cose più sciocche a quelle più serie. E sarebbe stato scontato sapere qual è il tuo piatto preferito.

Spero a presto,
X
 


“Accidenti, sta facendo il misterioso il ragazzo” esclama Danielle.

“Lo chiameremo X da adesso in poi?” ridacchia Irene “Mi sembra tanto un termine piratesco: sapete, no, il tesoro è nascosto sotto la X”

“Anche qui ci sarà un tesoro: trovare l’ammiratore misterioso”

“Siete già partite con la Metropolvere, voi” cerca di calmarle la piccola Potter, mentre rilegge nuovamente il bigliettino e sorride da sola: ci sarà da divertirsi, nemmeno a lei piacciono le domande troppo scontate e se è una conversazione strana quello che X vuole la avrà.

“Gli rispondi subito?” domanda Irene, ma Lily scuote la testa.

“Se mi metto ora a scrivere un messaggio e lo porto al primo piano facciamo tardi alle selezioni. E fidati, Hugo è sul serio capace di non presentarsi se non mi vede tra il pubblico a portargli fortuna. È leggermente in ansia” si infila il biglietto in tasca e fa un sorrisetto “E poi voglio trovare una degna risposta ed inventarmi una domanda: non voglio essere banale”

“Tu non sarai mai banale, Lils” ridacchia Danielle “Già solo quando ti firmi scrivi “Un mucchio di scintille, Lily Luna”. Come fai ad essere banale?”

“Dite che glielo devo scrivere?” Lily sente le guance scaldarsi leggermente.

“Ovvio che devi farlo, è il tuo marco di fabbrica” afferma l’amica, convinta. E continuando a ridacchiare e a parlare del misterioso X, le tre amiche si avviano verso il campo di Quidditch.

Quando si siede sugli spalti Lily si stupisce della quantità di persone che ci sono, sia sedute attorno a lei che in campo: una folta schiera, soprattutto, è costituita da ragazze ed alcune non sono vestite propriamente da Quidditch.

La rossa ridacchia: suo fratello Albus le ha raccontato della quantità di ragazzine che ogni anno si presentano alle selezioni, sperando di essere notate da James – suo fratello James, Santa Tosca, ma andiamo – ma non credeva fosse la verità. O comunque non ci aveva fatto caso gli anni passati.

“Ma come non hai visto la schiera di ragazzine!” aveva esclamato, incredulo, Albus “Ma se alcune non riconoscono nemmeno la palla che si usa nel ruolo per cui si candidano!”

“Stai scherzando”

“Assolutamente no. Me lo ha detto James, è un trucco che usano per mandare via le peggiori: Roxanne si presenta e dice che la prima parte della selezione la farà lei e poi fa dei trucchetti per cacciare malamente quelle che non sono realmente interessate al Quidditch”

“E sono tante?”

“Non ne hai un’idea. E poi conosci l’amore di Roxanne per il Quidditch, il solo vedere che ci sono delle “oche senza cervello” come dice lei che non riconoscono un Boccino da un Bolide le fa scattare un lato sadico che ha dell’incredibile”

“Non ci credo, dai, Albus, mi stai prendendo in giro”

“Ti dico che è la verità! Facci caso, il prossimo anno”

Ed ora Lily ci sta effettivamente facendo caso e deve ammettere che suo fratello aveva ragione: ci sono alcune ragazze che si vede lontano un miglio che non sono minimamente interessate al Quidditch.

Lancia un’occhiata a suo fratello, che sta chiacchierando allegramente con Roxanne, mentre Fred sta preparando dell’attrezzatura da Quidditch, sbuffando e con un’espressione tetra: Lily si immagina benissimo James e la cugina che ridacchiano guardandolo lavorare e senza disturbarsi ad aiutarlo.

Fa un cenno di saluto ad Hugo, che sembra molto agitato, mentre stringe la scopa tra le dita, e prova ad incoraggiarlo con un sorriso.

Proprio in quel momento si sente toccare una spalla e si accorge che sua cugina Dominique, insieme a Louis e Lysander, sono accanto a lei.

“Domi! Che ci fai qui?”

“Hugo mi ha praticamente minacciato di morte”

“Allora qui è una cosa comune mi sa” commenta Irene, ridacchiando.

“È leggermente nervoso” ammette Lily e la cugina sorride “Lo so”

“Sono stata bene, ieri”

“Anche io, non me lo aspettavo” confessa Dominique.

“Che avete fatto ieri?” domanda curioso Louis.

“Serata tra cugine” esclama la piccola Potter “Sai, di quelle dove sono vietate i maschi e cose del genere”

“Una volta erano gli uomini che si ritrovavano al pub per avere le ore d’aria dalle mogli…” commenta divertito Lysander “Tra quanto iniziano le selezioni?”

“Penso a breve, James prima ha chiamato a raccolta tutti i candidati maschi” Danielle sottolinea l’ultima parola “Mentre Roxanne si occuperà delle femmine”

“Perché succede questo?” domanda confuso Louis “Non ci sono ruoli diversi per maschi o femmine”

“Quando hai cinquanta ammiratrici che vogliono entrare nella tua squadra solo perché ci sei tu qualcosa uno si deve pur inventare” dichiara Dani “E la famiglia Potter si sa, è una famiglia di rubacuori”

Fa l’occhiolino alla sua migliore amica, che arrossisce “Siamo qui per il Quidditch, non per parlare di affari d’amore. Il Quidditch è una cosa seria”

Si gira a guardare i tre Corvonero “Anzi, voi non siete per niente messi bene: siete troppo anonimi per essere tifosi”

Dominique ridacchia a queste parole “Mi sembri James, Lily”

E a quelle parole le labbra della piccola Potter si aprono in un sorriso radioso “Questo è il più bello tra i complimenti che mi potresti fare riguardo al Quidditch, Domi”

Le selezioni iniziano un attimo dopo, con dei giri di campo per i ragazzi e per delle “semplici” domande per le ragazze: per che ruolo si candidano, quale palla serve loro, quanti sono i giocatori di una squadra di Quidditch, come si vince una partita… le solite cose.

La scrematura iniziale è molto rapida e solo una manciata di ragazze si salvano dall’assedio implacabile di Roxanne e possono andare a volare insieme ai ragazzi; a questo punto James prende con sé i Cacciatori e i Portieri, mentre Roxanne ha il compito di scegliere i Battitori – anche se in realtà sono in pochi a candidarsi, visto il grande affiatamento e la bravura dei gemelli Weasley in campo – e il Cercatore.

L’attenzione degli spettatori quindi si sposta rapidamente verso il gruppo di James, dove Hugo sta facendo una discreta figura, pur continuando a stringere il manico di scopa come terrorizzato; anche Thomas è molto elegante in mezzo al campo, vola egregiamente e Lily non può non notare che ha dei movimenti davvero puliti. Si ritrova a sorridere: se entrerà nella squadra magari riuscirà a farsi qualche amico.

“Hugo sta giocando bene, mi sembra” commenta Danielle.

“Non lo dire!” la rimprovera la piccola Potter “Se sa che hai detto una cosa del genere sei finita: è tremendamente scaramantico, soprattutto in fatto di Quidditch”

“Nel Quidditch la scaramanzia esiste eccome!” interviene Louis “Bisogna sempre giocare con un calzino di un colore ed uno di un altro o porta sfortuna”

“Spero che tu li lavi anche quei calzini, una volta usati…” commenta Dominique, guardando il fratello.

“Posso testimoniare di no. Sarebbe molto bello, ma no” risponde Lysander, prima che il piccolo Weasley abbia modo di replicare, facendo ridere tutti.

Le selezioni sono molto lunghe; anche Albus raggiunge la sorella ad un certo punto, scusandosi per il ritardo, ma doveva finire un tema. Lily lo guarda e gli lancia uno sguardo che dice “non me la bevo, so benissimo che non ti sei svegliato” ma non commenta, troppo impegnata a fare il tifo per Hugo.

Stanno su quegli spalti fino all’ora di pranzo e fortunatamente Lysander e Louis offrono degli Zuccotti delle loro scorte segrete per bloccare il morso della fame.

“Bene, dichiaro ufficialmente le selezioni finite” esclama James, tutto sudato, dopo aver chiamato a raccolta gli altri attorno a sé “Deciderò chi verrà preso per i vari ruoli e nel pomeriggio li vedrete affissi sulla bacheca. Sono contento di aver visto così tanto talento e che abbiate dato tutti del vostro meglio: la squadra di Godric Grifondoro quest’anno punta all’eccellenza più assoluta e non può permettersi errori. Avete fatto delle selezioni molto belle e sappiate che, da chi verrà preso in squadra, mi aspetterò lo stesso impegno anche negli allenamenti e un’elevazione all’ennesima potenza in partita”

“Forza Grifondoro!” urla Roxanne, subito imitata dai compagni.

Si dileguano tutti rapidamente e il gruppetto sugli spalti coglie l’occasione per scendere in campo; Hugo si precipita da Louis per sapere valutazioni tecniche e pareri oggettivi. Lily alza gli occhi al cielo: certo che Hugo è davvero un bel tipo, ha voluto che l’andasse a vedere disperatamente, ha chiesto la stessa cosa anche a Danielle ed ora va a scambiare opinioni tecniche con Louis? Ma andiamo. Dominique sta parlando con Thomas, insieme ad Irene e Danielle e così Lily coglie l’occasione per andare dal fratello, che le regala un dolce sorriso non appena la vede.

“Lils! Ti abbraccerei, ma sono tutto sudato”

“Ciao James” ridacchia la più piccola, da sempre amante del grande entusiasmo del fratello.

“Vedo che ti sei vestita adeguatamente” commenta il ragazzo.

“Ho avuto un grande insegnante. E le tradizioni vanno rispettate” risponde subito Lily “Allora, Jamie, com’è andato Hugo?”

La domanda è a bruciapelo, ma probabilmente il ragazzo se l’aspettava perché ridacchia “Eh no, piccola Lily, nessuna informazione, nemmeno alla mia sorellina”

“Ma Hugo mi tempesterà di domande!” sbuffa la ragazza.

“Tu dai la colpa a me. Sono un capitano responsabile”

James le fa l’occhiolino e Lily scuote la testa, divertita.

“Ciao fratello” interviene Albus, avvicinandosi “Belle selezioni”

“Non mi freghi, Al, so che sei arrivato a metà. Anzi, che ci fai qui? Sei venuto a spiarmi per gli avversari?” ridacchia il maggiore, scompigliando i capelli del Serpeverde.

Albus sbuffa, come sempre quando il fratello lo tormenta, e si prova a sistemare i capelli alla meno peggio “Volevo vedere il mio fratellone giocare, no?”

“Questa è una cosa che direi io, Al” lo blocca Lily “Qualcosa mi dice che tu non avevi niente da fare”

“Vi siete coalizzati contro di me, oggi?”

“No, io e Lily siamo sempre coalizzati contro di te, giusto Lils?” ribatte James, guardando speranzoso la sorellina, che però scuote la testa.

“No, James, mi dispiace, non posso fare favoritismi ad uno di voi”

“Ma tu sei la mia sorellina preferita!”

“Sono la tua unica sorella, è ovvio che sia la tua preferita” ride divertita la piccola “Voi però siete due, non posso avere un preferito”

“Va bene… in tutto ciò, perché sei qui, Al?”

Il Serpeverde alza le spalle “Ero serio, volevo davvero vedervi: ultimamente siete entrambi introvabili. E poi Scorpius è alle prese con Erbologia, Jodie sta tartassando Logan per qualcosa sul Quidditch e Sebastian è introvabile, non avevo molte alternative”

“Tradotto: siamo il tuo ripiego” riassume James.

“Tradotto: non ne posso più del Quidditch e la scuola è iniziata da una settimana” replica Albus “Lily, ti va di fare una partita a Gobbiglie?”

La piccola annuisce “Sì, però tra un po', devo andare un attimo in Sala Comune. Perché non facciamo dopo pranzo?”

Si gira verso James “Belle selezioni, Jamie. Ma voglio sapere se hai preso Hugo oppure no”

Le labbra del maggiore sono storte in un sorriso malandrino – il suo solito sorriso malandrino – mentre risponde “Aspetta stasera, Lils”

“Uffi” sbuffa Lily “Vatti a fare la doccia allora, sei tutto sudato”

James non accenna a smettere di sorridere, le dà un fugace bacio sulla guancia e saluta Albus con una pacca sulla spalla, prima di allontanarsi verso lo spogliatoio, raggiunto subito da Fred e dal suo solito entusiasmo confusionario.

“Ci vediamo dopo, allora?” domanda Albus.

“In cortile tra un paio d’ore, d’accordo?”

La piccola Lily sorride, prima di raggiungere le sue compagne di stanza, Hugo, Louis, Lysander, Thomas e Dominique ed informarli che sarebbe tornata in dormitorio prima di andare a pranzo.


 
Aiuto, siamo partiti con una domanda impegnativa… sono un po' indecisa, in realtà: mi piace molto l’autunno perché si può passeggiare sulle foglie secche che fanno un rumore davvero buffo e mi piace tanto anche Halloween. Però in famiglia Halloween non è un giorno molto allegro, quindi forse preferisco di più l’inverno, almeno c’è il Natale: tutto è bianco, ci sono le coperte, la cioccolata calda e i biscotti fatti in casa.

Allora adesso tocca a me e ti chiedo se oggi ti sei fatto una bella risata (colpa tua che hai detto niente domande banali, io ti avrei chiesto la tua materia preferita). Mio zio George dice che farsi una bella risata al giorno è importante perché migliora la vita.

Comunque il mio piatto preferito sono le Cioccorane. Non provare a dire che non è un piatto perché sono un piatto a tutti gli effetti (anche la merenda è un pasto molto importante).

Un mucchio di scintille,
Lily Luna
 


Lily sorride soddisfatta di fronte al suo bigliettino e fa una corsa al primo piano per infilarlo tra i piedi dell’armatura, prima di correre – sempre di corsa, la piccola Lily Luna Potter – in Sala Grande, dove Irene gli ha tenuto un posto accanto a lei, vicino ad Hugo.

Ora che ha fatto le selezioni suo cugino sembra decisamente molto più tranquillo e divora una coscia di pollo con voracità estrema.

“Lils!” esclama, salutandola con la mano unta “Ce ne hai messo di tempo”

“Ciao Hugo, ti vedo di buon umore” ridacchia la cugina, sedendosi accanto a lui.

Hugo annuisce “James mi ha detto che sono stato bravo”

“Quindi sei stato preso?”

“Questo tuo fratello non me lo ha voluto dire, ha detto che devo aspettare l’uscita dei risultati per oggi pomeriggio e che non può fare favoritismi ma andiamo, non mi avrebbe detto “sei stato bravo” se non lo fossi stato, no?”

“Effettivamente…”

“Vuoi del pollo?” domanda, facendo un cenno verso il vassoio davanti a lui.

“No, grazie. Comunque mi aspettavo mi chiedessi fino alla nausea se avevo parlato con James e invece ci hai parlato prima tu”

“Malfidata” commenta il cugino “Comunque, dove sei stata fino adesso? Eri sparita nel nulla”

“Ho scritto il mio primo bigliettino ad X” esclama Lily, che non vedeva l’ora di raccontarglielo.

“Come?!” interviene Danielle, subito catturata dal discorso “E non ce lo hai fatto leggere? Sei crudele”

“Spero che me ne arrivino altri, dai… e in quel caso vi farò leggere le mie risposte, va bene?”

“Hai già perso punti e l’anno è appena iniziato, Potter” la minaccia l’amica, con anche lei una coscia di pollo in mano. Non molto minaccioso, in effetti.

“Ma non sarebbe più facile se ti appostassi in corridoio e scoprissi chi è?” esclama Hugo, con la bocca piena di cibo, decisamente rinvigorito dalla bella notizia di James.

“Forse sì, ma così è più divertente. Se sarà destino, ci incontreremo”

“Sei troppo romantica”

Lily vorrebbe tantissimo commentare sul fatto che lui ha chiesto a Danielle di andarlo a vedere giocare, quindi deve pensare per sé, anzi prima deve raccontargli tutto, ma l’amica è troppo vicina, lo sentirebbe. Però si appunta mentalmente di dirglielo più tardi.

“E tu stai ingurgitando quelle patate ad una velocità spaventosa, dovresti masticare”

“Sembri mia madre, Lils”

“Lo sai che per me è un complimento assomigliare a zia Hermione, vero?”

“Questo è ciò che direbbe Rose. Merlino, ti stai trasformando in lei. Lamentati pure che ho il colletto tutto storto e allora sì che mi trovo un’altra migliore amica”

Lily scoppia a ridere, soddisfatta della giornata, del bel sole che c’è in cortile, di aver guardato il Quidditch e di aver scritto il suo primo bigliettino.

La risposta non tarda ad arrivare, fortunatamente poco prima dell’appuntamento con Albus in cortile per giocare a Gobbiglie.


 
Anche tu non sei andata su una domanda semplice… però così è più divertente! Oggi… sai, non so se ho ancora riso da questa mattina. Posso provare ad immaginarti mentre giri per casa con i calzettoni pesanti, un pile di tuo fratello e un buffo cappello di Natale? Penso sia una scena divertente… ma non voglio essere offensivo, eh! Se ti dà fastidio penso a quando devo piegare i miei calzini e al fatto che non siano mai appaiati – non è colpa mia, giuro, il cassetto se li mangia.

Le Cioccorane possiamo considerarle cibo, ma devo dire che i Topoghiacci hanno un loro perché.

Prossima domanda: quante volte al giorno ti dimentichi qualcosa?

Con affetto,
X
 


“Cioè ha già capito che sei una ragazza perennemente distratta?” Danielle scoppia a ridere appena legge la lettera e Lily sente le guance scaldarsi.

“Io non sono distratta” protesta “Penso a troppe cose contemporaneamente”

“Comunque X ha ragione, i Topoghiacci vincono sulle Cioccorane” commenta Irene.

“Mai. Le Cioccorane vincono contro tutto” ribatte la piccola Lily, ferita nell’orgoglio: che lei sia distratta è una cosa che può accettare, ma che i Topoghiacci vincano contro le Cioccorane mai.

“Hai intenzione di rispondergli subito?” domanda Danielle.

“Sì, tanto mi vedo con Albus in cortile, passo per il primo piano”
 


Effettivamente potrei essere un po' ridicola con addosso i vestiti di James – Albus è troppo preciso per lasciarmeli prendere – quindi sì, fai pure. Se uno non ride di sé stesso ha molto da lavorare sul proprio essere. In realtà questa frase non è mia e l’originale è qualcosa tipo “Quando una persona non sa più ridere di sé stesso è il momento per gli altri di ridere di lui” però detta a modo mio mi sa di più filosofica.

Potrei essere una persona leggermente distratta, in effetti, ma soltanto perché ci sono tantissime cose che mi distraggono! Bisognerebbe avere mille occhi per catturare ogni istante.

Io invece ti chiedo… ti fermi mai a guardare le nuvole?

Comunque perché non ci possiamo incontrare? Vorrei conoscerti e fare una conversazione dal vivo, sarebbe molto più facile. Ma se non vuoi lo rispetterò, però vorrei capire. Io non ti mangio, tranquillo! Soprattutto se mi porti una Cioccorana, sarei molto più interessata a lei.

Un mucchio di scintille,
Lily Luna
 


“Sei già partita con le tue adorate frasi babbane filosofiche?” ridacchia Irene.

Lily Luna Potter ha infatti un amore per certe citazioni babbane che legge ogni tanto sui libri di poesie che Rose gli regala o sui giornali babbani; la zia Hermione ogni tanto gli dice qualche modo di dire, mentre suo padre le racconta le cose più comuni della quotidianità di un babbano. In sintesi Lily Luna Potter è affascinata dal mondo babbano e quindi si trova molto bene con nonno Arthur ed insieme si scambiano tantissimi racconti su oggetti strani come papere di gomma o SmartTv.

“Se mi deve conoscere deve saperle certe cose” risponde la piccola Potter, alzando le spalle “Comunque ora devo andare, altrimenti Albus si arrabbia che faccio tardi”

“Ma se tuo fratello è più ritardatario di te!”

Lily guarda Danielle e scuote la testa “Non quando si annoia. Quando si annoia è capace di arrivare in anticipo anche di parecchi minuti”

Le sue due compagne di stanza scoppiano a ridere, mentre Lily le saluta e si avvia di corsa – di nuovo – verso il Cortile.

Passa un paio d’ore insieme al fratello, finché non compaiono Scorpius e Sebastian a reclamare la presenza di Albus per una partita di Spara Schiocco in Sala Comune, dove Jodie li sta aspettando.

“Ciao Lily” la saluta Sebastian, mentre Scorpius si limita ad un cenno con la testa, rimanendo un po' in disparte.

“Lily, vuoi venire con noi?” domanda Albus, ma la piccola scuote la testa.

“No, grazie, ho un po' di compiti arretrati e so che Irene è in biblioteca: credo che la raggiungerò. Grazie per l’offerta”

“Va bene, allora ci vediamo uno di questi giorni”

“Ciao Al” lo saluta Lily, prima di girarsi verso i suoi amici “Ciao Sebastian, ciao Scorpius Hyperion Malfoy”

Scorpius la guarda un po' incerto, ma la piccola Potter sorride a tutti e tre e si allontana.

Passa in Sala Comune e prende i libri, incamminandosi verso la biblioteca, quando la voce di sua cugina Dominique la fa fermare.

“Lily!” esclama.

“Ciao Domi, che succede?”

“Ho un regalo per te”

“Un regalo? Perché?” domanda confusa la piccola Potter

“Come buon augurio per la tua storia con l’ammiratore segreto” dichiara la cugina, porgendole un pacchetto ben fatto, anche se molto semplice.

Lily lo scarta rapidamente, curiosa, e si ritrova un flaconcino con un bel design sopra; lo riconosce immediatamente.

“Ma è il tuo lucidalabbra!” esclama “Perché lo stai dando a me? Tu come fai?”

“Io ne ho tanti a casa, chiunque in famiglia sa chi mi piacciono ed ogni tanto me li regalano. Questa marca fa i lucidalabbra di tutti i gusti ma credo che quello alla ciliegia sia il migliore” Dominique strizza l’occhio alla cugina “Con i miei ammiratori funzionava, dicevano sempre che avevo delle belle labbra. Magari anche il tuo lo noterà”

“È un regalo bellissimo! Grazie Domi”

Dominique le sorride “Sono qui se ti serve” lascia cadere lo sguardo sui libri della ragazza “Credo di doverti dire buono studio, allora. Io devo andare a placare l’ansia di mio fratello, potrebbe avere una crisi da quanto è agitato”

“Domani ha le selezioni, vero?”

“Sì. E fidati, Hugo non era agitato in confronto a Louis”

Lily scoppia a ridere “Allora buona fortuna, mi sa che ne avrai bisogno”

“Grazie”

“Grazie a te per il regalo. Ci vediamo dopo in Sala Grande!”

Le due cugine si separano e proprio quando Lily sta per entrare in Biblioteca un gufo di quelli del castello gli porta una lettera; curiosa, la piccola Potter entra in biblioteca, sventola la busta davanti al viso dell’amica che la sta aspettando e che le fa subito spazio, ed iniziano a leggere.


 
Sono molto timido. E tu sei troppo bella. Quindi per ora preferisco guardarti da lontano e conoscerti così. Però ti prometto che se mai avrò il coraggio di farmi avanti e presentarmi come si deve ti porterò tantissime Cioccorane tutte per te.

Comunque sappi che ho una collezione invidiabile di figurine delle Cioccorane: la mia preferita è quella di tuo zio Ron perché è davvero buffo in quella foto. E tu ce l’hai una figurina preferita?

Ho preso una busta per raccoglierci tutti i tuoi bigliettini e la custodirò gelosamente. Ti ho vista andare in direzione della Biblioteca, immagino che tu debba studiare, quindi non ti disturbo ulteriormente.

Con affetto,
X
 


“La faccenda si infittisce” commenta Irene “Hai idea di chi ti possa aver visto?”

Lily scuote la testa “Ho incontrato parecchie persone, sia in Sala Comune che per i corridoi, e mi sono fermata anche a parlare con Dominique. Potrebbe essere chiunque”

“Ti ha detto che sei bella”

“Ha esagerato”

“Tu sei bella, Lily Luna Potter” ribatte l’amica “Ed hai trovato qualcuno che ti porterà tutte le Cioccorane che vuoi: potrebbe essere la tua anima gemella!”

“Speriamo che non si stia inventando tutto… mi sta iniziando a piacere questa cosa dei bigliettini” mormora la piccola Potter.

“A te è piaciuta fin dal primo minuto, non mentire: adori i misteri e adori i biglietti scritti a mano. E nessuno si sta inventando niente, sarebbe un gioco davvero ridicolo”

“Sai che Dominique mi ha regalato il suo lucidalabbra alla ciliegia? Ha detto che spera che mi porti fortuna”

“Non ne hai bisogno. Ma è un regalo bellissimo, adoro quel lucidalabbra: vedrai, X cadrà ai tuoi piedi” dichiara Irene con impeto “Però ora studiamo, altrimenti non avrai tempo per uscirci quando sarà perché sarai troppo indietro con i compiti”

E con la risata di Lily che riecheggia in Biblioteca e l’occhiataccia che Madama Pince rifila alle due ragazze, le Grifondoro si mettono a studiare Incantesimi decisamente allegre.






Felpie's Corner
Buonsalve, streghe e maghi! Io non capirò mai come faccio ad essere sempre e perennemente di corsa e aggiornare sempre così rapidamente: vorrei dirvi un botto di cose e poi alla fine dimentico sempre tutto. In ogni caso ecco le selezioni di Quidditch e (che penso sia la cosa che vi interessa di più) i primi bigliettini di Scorpius (che ci sa davvero fare)! Dire che Lily è curiosa è un eufemismo. Chissà cosa le aspetta.

Vi lascio le solite descrizioni di alcuni personaggi:


Nome: Hugo Weasley
Data di nascita: 2008
Casa: Grifondoro
Terzo anno

Secondo figlio di Hermione Granger e Ron Weasley, fratello minore di Rose.
Ha i capelli ricci, che gli incorniciano un viso sempre sorridente e i denti un po' sporgenti. 
È molto dolce, a volte un po' superficiale, ma senza cattiveria, ama mangiare e si lascia sempre convincere dalle idee della sua migliore amica Lily Luna Potter.  Simpatico e spiritoso, non si tira mai indietro nei confronti delle persone a cui tiene.
Ama il Quidditch e sogna di diventare portiere della squadra di Grifondoro. 
È costantemente in competizione con Louis Weasley, il suo altro migliore amico, e tra loro parlano esclusivamente di Quidditch. Tifa il Puddlemore United e tiene come reliquia la maglia autografata del suo giocatore preferito.
Ha una cotta per Danielle Atlas.


Il prestavolto è Harry Styles.



Nome: Sebastian Zabini
Soprannome: Seb
Data di nascita: 2006
Casa: Serpeverde
Quinto anno

Secondo figlio di Blaise Zabini e Daphne Greengrass, fratello minore di Elizabeth e cugino di Scorpius Malfoy da parte di madre.
Scorpius Malfoy è anche il suo migliore amico e la persona con cui è cresciuto, insieme a Jodie Parkinson. È molto legato ad entrambi e si è subito trovato bene anche con Albus. Ama la torta al limone, gli piace giocare a Gobbiglie, mangiando Topoghiacci, ed è molto bravo in Trasfigurazione e, in generale, a scrivere i temi. 
È innamorato di Lily Luna Potter e ha chiesto a Scorpius di iniziare per lui una corrispondenza fatta di bigliettini con lei.

Il prestavolto è Adam Gregory.

Non ho molto altro da dire (avevo tantissimo, ma, appunto, l'ho dimenticato) per cui vi saluto (facendovi notare che sono di nuovo puntuale - yeee). Spero che vi sia piaciuto il capitolo e che vi stia piacendo la mia storia! Come direbbe lo zio George, mi raccomando una bella risata quotidiana - anche che sia per questo capitolo va bene lo stesso. 
A presto,
Felpie


Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 - James Sirius ***


Ci vorrebbe un amico
per poterti dimenticare,
ci vorrebbe un amico
per dimenticare il male,
ci vorrebbe un amico
qui per sempre al mio fianco,
ci vorrebbe un amico
nel dolore e nel rimpianto
("Ci vorrebbe un amico" - A. Venditti)





James si lascia scorrere l’acqua calda sul corpo: è rimasto l’ultimo nello spogliatoio e lo ha fatto coscientemente. Vuole rimanere qualche minuto da solo a pensare.

Sa benissimo che l’entusiasmo e l’allegria contagiosa di Fred gli farebbero bene, così come i consigli di Roxanne, che ha già tantissime idee sugli schemi di Quidditch e sulla formazione. Ma lui è il capitano e spetta a lui prima di tutto scegliere i suoi giocatori.

Sui Battitori non ha dubbi: i gemelli Weasley sono più che pronti ad affrontare l’anno e anche il Cercatore dell’anno scorso si è riconfermato capace ed adatto ad essere nella squadra. Però ora arrivano i problemi: Hugo e Thomas.

Hugo è stato bravo e su questo niente da dire. Glielo ha anche riferito e il sorriso che ha visto spuntare sul suo viso gli ha illuminato tutta la giornata. Però suo cugino potrà reggere gli allenamenti e sostenere la tensione di una partita? Forse sì. Forse no. Forse il problema della parentela, in questo caso, lo influenza più negativamente che positivamente: Hugo è il suo cuginetto, quello che fino a qualche mese fa a casa di nonna Molly voleva sempre dormire insieme a qualcuno perché diceva che si sentivano gli scricchiolii di chi faceva le scale, o che giocava con Lily e la sua bambola. Potrà sul serio farcela?

E poi c’è Thomas.

Santissimo Godric, è davvero bravo. E la cosa infastidisce James tremendamente, forse più di aver visto Dominique dargli un bacio sulla guancia appena finite le selezioni per complimentarsi con lui. A lui che è stato molto bravo, come ha detto lei – e come James ha sentito benissimo.

Un po' di shampoo gli finisce negli occhi, che sente subito bruciare.

Dannazione, anche a distanza Thomas riesce a fargli male.

Non può non prenderlo in squadra, sarebbe un errore di valutazione enorme – anche perché gli altri candidati erano decisamente più scarsi – e Roxanne sarebbe capace di picchiarlo sul serio con la sua mazza. Ma, Salazar, non ha davvero voglia di sentire la sua voce fastidiosamente francese ad ogni allenamento.

Sente nella testa la voce di sua cugina che gli dice di non avere pregiudizi. Lui, di pregiudizi, ce ne ha avuti tanti e fino all’ultimo. Ma non è bastato.

E soprattutto, Thomas è molto più bravo dell’altro Cacciatore che è costretto a prendere, viste le selezioni altrimenti disastrose.

James chiude l’acqua, consapevole che deve andare intanto a pranzo e poi deve appendere quel maledetto foglietto con il nome “Thomas Cooper” che capeggia in bella vista. Non ne ha decisamente voglia.

E forse è per questo che fa tutto lentamente e arriva in Sala Grande quando già molti se ne sono andati.

Fred sta chiacchierando con la sorella, probabilmente di Quidditch, e Alex gli fa posto accanto a lui.

“Allora, capitano, hai preso una decisione?” domanda e James annuisce.

“Dopo attaccherò un foglio nella bacheca della Sala Comune”

“Qualche anticipazione?”

“Non ci sono state decisioni difficili”

Roxanne si gira verso James, con lo sguardo entusiasta “Mi sembravano dei validi elementi”

“Altroché” commenta il ragazzo, senza troppa convinzione o entusiasmo, afferrando una fetta di carne. Ora nemmeno il Quidditch riesce a rallegrarlo… ma in che razza di mondo è finito?

“Ciao Lindsay!”

Roxanne saluta la sua compagna di stanza, che si siede accanto a James con un sorriso.

“Ciao capitano, come sono andate queste selezioni?”

Lindsay Cruz è una ragazza con i capelli scuri lisci, piccola e magra, ma con un entusiasmo pari a quello della compagna di stanza, nonché migliore amica.

“Ciao Lin. Impegnative, come sempre, ma la decisione non ha richiesto troppo tempo”

No, James, hai solo consumato tutta l’acqua calda degli spogliatoi.

“Domani andiamo a vedere le selezioni dei Corvonero?” propone Fred “Voglio vedere cosa combina Morgan”

“L’anno scorso aveva una squadra pazzesca” commenta la sorella.

“Domani dobbiamo assolutamente finire il tema di Divinazione, Rox” le ricorda l’amica “La professoressa Cooman non si berrà un’altra volta la scusa che il gatto si è mangiato i compiti di entrambe”

“Ancora mi chiedo come avete fatto a non finire in punizione” esclama Fred “Avete del talento”

“Si chiama intelligenza, fratellino. So che ogni tanto questo concetto ti sfugge” ridacchia Roxanne, trovando subito sostegno in James, che si unisce alle risatine.

“È stata una scena epica!”

“James!” protesta l’amico “Tu non puoi schierarti con loro”

“Tua sorella ha ragione, Fred”

“Alex?”

“Sono dalla parte di Rox, lo sai. Ho un debole per lei” risponde il ragazzo chiamato in causa, facendo l’occhiolino alla Battitrice, che continua a ridacchiare.

“Siete degli amici orrendi” dichiara sconsolato Fred.

“Povero Fred, ci accaniamo sempre contro di lui” commenta Lindsay.

“Concorderai che è facile” si inserisce James, guadagnandosi un’occhiataccia da parte dell’amico.

“Vero, ma inizio a sentire i sensi di colpa”

“Grande Lin! Grazie. Così si fa” esclama il ragazzo, decisamente più allegro “Ti chiederò di uscire, prima o poi”

“Ed io sarò qui per te, tesoro” risponde a tono l’altra, prima che intervenga Roxanne.

“A proposito, James, sei più uscito con quella ragazza?”

“Eh?”

“Sei uscito con quella tipa del quarto anno?”

“Con chi?” chiede confuso James.

“Ma come chi! Quella di cui non ti ricordavi il nome e che lo hai dovuto chiedere ad Alex”

“Ah, sì, ci sono uscito” risponde il ragazzo “Ieri pomeriggio. Ma tu come lo sai?”

“Glielo hai chiesto in mezzo alla Sala Comune, non so se ci sia qualcuno che non lo sa”

“No, intendo come sai che non mi ricordavo il nome?”

“Me l’ha detto Fred”

I due gemelli si guardano e si lanciano uno dei loro soliti sguardi complici, mentre James scuote la testa divertito.

Strano ma vero, James si sente un po' meglio quando finisce quel pranzo. Intanto perché ha del cibo nella pancia, che è una cosa che non guasta mai, poi perché Fred e Roxanne riescono sempre a tirarlo su di morale, pur non facendo nulla. Sa benissimo che entrambi avevano finito di pranzare e sarebbero potuti andare a farsi i fatti propri in giro per il castello e che non l’hanno fatto solo per fargli compagnia. E lo apprezza tanto, davvero. E anche lui vorrebbe solo sentirsi meglio.

Ma Dominique non gli parla, non gli rivolge nemmeno uno sguardo e James non capisce davvero perché, almeno non fino in fondo. Certo, stavano per essere beccati e poi avevano litigato, ma se due persone litigano dopo non possono fare pace? Lo sguardo freddo e altezzoso – così tipico di Dominique – però che la ragazza gli rivolge costantemente in quei giorni – e non lo aveva mai fatto prima d’ora – gli fa pensare che no, a quanto pare non possono fare pace. E James Sirius Potter non vuole correrle dietro, anche se è Dominique, anche se è sua cugina, anche se è la sua migliore amica. Se lei ha scelto di trattarlo male perché lui non dovrebbe rispondere al fuoco con il fuoco?

Finalmente, dopo un paio di ore dalla fine del suo rapido pranzo, riesce ad appendere quel dannato foglio tanto sofferto ed è subito circondato da tutta la Casa di Grifondoro, che si affolla intorno alla bacheca per leggere i nomi dei fortunati nuovi giocatori. Proprio mentre sta per salire le scale e tornarsene in camera Hugo scende, insieme a Lily.

“Ehi, Hugo” lo saluta “Ho appena appeso il foglio dei ruoli, non vai a vedere?”

Gli occhi del cuginetto si illuminano e, senza aggiungere altro, corre verso la folla, cercando di farsi largo per leggere il suo nome in bella vista.

“È stato preso?” domanda Lily con un sorriso furbetto, ma dolce.

“Credi sul serio che avrei potuto non prenderlo?”

“Tu ci tieni molto alla squadra”

“Ma tu non mi avresti probabilmente parlato per una settimana, se avessi fatto una cosa del genere” ribatte il maggiore, depositandole un bacio tra i capelli “Ho ragione?”

Lily sbuffa divertita “Hai ragione. Sei stato bravo”

E vedere sua sorella sorridergli fa inspiegabilmente bene a James e gli ricorda che non tutte le cose sono poi così negative.

Il giorno dopo è ancora giorno del Quidditch e James e Fred si svegliano stranamente presto per una domenica mattina, in modo tale da posizionarsi sugli spalti per osservare tutte le selezioni dei Corvonero; Roxanne li ha praticamente minacciati di morte, raccomandandosi fino allo sfinimento che si comportassero “come se ci fosse lei”. Che poi lei non è che farebbe molto, ma nessuno dei due ci ha tenuto particolarmente a farglielo notare.

“Spiate i vostri principali avversari?” esclama Dorcas “Tanto non avete speranze di batterci”

La voce della ragazza fa fermare i due, che se la trovano alle spalle, perfetta nella sua divisa blu e nera, con lo sguardo combattivo e i capelli ricci sciolti sulle spalle.

“Aspetta di fare le selezioni, Morgan, prima” ridacchia Fred “E noi le guarderemo tutte, dall’inizio alla fine”

“Magari impari qualcosa” risponde a tono l’altra, girandosi per andare ad accogliere gli aspiranti giocatori; poco prima che però si allontani del tutto Dorcas si gira e mormora “James, c’è anche Dominique sugli spalti. Non so cosa sia successo tra voi, ma forse è meglio avvisarti”

James si irrigidisce a quelle parole, fermandosi un attimo sul posto, ma non fa alcun cenno e continua a camminare accanto all’amico che sta parlando… di Quidditch, sì, decisamente di Quidditch.

Si siedono sugli spalti ed il ragazzo non può fare a meno di lanciare un’occhiata alla cugina, che è seduta accanto a Lysander Scamander e a Hugo, e che sta guardando il campo, probabilmente alla ricerca di Louis. Un brivido gli corre lungo la schiena, involontariamente, pensando a quante volte Dominique si sia seduta sugli spalti per guardare lui, negli allenamenti notturni che erano solo loro.

Per tutta la mattina il ragazzo si sforza di rimanere concentrato sulle selezioni, cercando di valutare chi Dorcas Morgan potrebbe prendere in squadra, chi è potenzialmente da tenere d’occhio e chi può creargli problemi in futuro, ma gli è tremendamente difficile ed ogni tanto gli occhi gli cadono sul maglioncino celeste che sta indossando Dominique e che le sta dannatamente bene addosso.

Louis fa delle belle selezioni, anche se sembra teso come una corda di violino, e a James ricorda un po' Hugo: sicuramente tra quei due c’è una bella sfida ed una sana competizione. Forse la stessa che ci sarebbe stata tra lui e Fred, se non fossero finiti nella stessa Casa.

Anche Dorcas è un Capitano che impiega tutto il tempo a disposizione per scegliere e selezionare i giocatori: li fa volare a lungo, li fa esercitare nel ruolo scelto e fa fare delle prove ripetute, quindi le selezioni finiscono tardi, ad ora di pranzo inoltrata, forse perfino più tardi di quelle di Grifondoro il giorno precedente.

Però la Corvonero, a differenza di James, non ha bisogno di pensare troppo ai giocatori da far entrare in squadra e li elenca uno dopo l’altro a bruciapelo, dopo aver ordinato a tutti di scendere dalle scope.

“Hai sentito qualcosa?” domanda Fred.

“Poco, ma credo che abbia preso Louis” risponde James, cercando di osservare il viso del cuginetto, anche se a quella distanza è davvero difficile.

La cosa che entrambi sentono chiaramente è l’ordine perentorio di Dorcas che impone a tutti di andarsi a fare una bella doccia e a chi è stato scelto di presentarsi agli allenamenti quel martedì.

In poco tempo tutti si dileguano, chi dispiaciuto, chi entusiasta e gli spettatori scendono dalle gradinate per raggiungere gli amici – o i parenti – per complimentarsi o consolare gli sfortunati esclusi dalla rosa dei giocatori. Anche Fred e James si avvicinano e non possono non notare il sorriso di Louis che va da un orecchio all’altro: quando il piccolo francesino sorride, il naso gli va un po' all’insù e sembra avere ancora più lentiggini del solito.

“James! Fred!” esclama, quando li vede; gli si avvicina di corsa, spettinato ma comunque in ordine – tratto tipico dei geni Delacour – con aria entusiasta “Avete visto? Sono in squadra!”

“Sei stato bravissimo, Lou!” interviene Hugo, apparendo alle spalle dei due Grifondoro.

“Hugo ha ragione, hai fatto delle selezioni bellissime” conferma Fred, con il suo solito sorriso “Sei stato molto bravo. Un’eleganza nel volo degna di tua sorella, se posso dire”

“Dominique mi ha un po' aiutato, effettivamente” ammette il piccolo Weasley “Ero così nervoso prima che iniziasse il tutto, avevo paura di non alzarmi nemmeno in volo”

“È successo anche a me la prima volta che mi sono candidato alle selezioni, sai?” gli racconta James, appoggiandogli una mano sulla spalla “Avevo 12 anni ed ero al secondo anno: il mio capitano dell’epoca mi aveva guardato storto perché non riuscivo a sollevarmi da terra”

“E come hai fatto, dopo?” domanda Louis.

“Sono arrivato io che ho distratto il capitano e Roxanne ha aiutato James a volare” interviene Fred, facendo scoppiare a ridere i due cugini più piccoli; James alza le spalle, con noncuranza.

“Capita a tutti. Dopo due anni lui se n’è andato ed io gli ho fregato il posto di capitano”

“Sei diventato capitano a quattordici anni?” commenta stupito Lysander, che ha appena raggiunto il gruppetto di ragazzi.

“Non hai davvero idea di quanto tempo passassi al campo di allenamento” si limita a dire James, con un sorrisetto “I professori mandavano sempre qualcuno a cercarmi qui, quando non mi presentavo a lezione. La McGranitt era arrabbiatissima il primo anno, poi però ha capito che poteva sfruttare questa cosa per far vincere la coppa ai Grifondoro”

“Coppa che, se non ricordo male, l’anno scorso ti è stata rubata”

I cinque ragazzi si girano e si ritrovano davanti Dominique e Dorcas, che ha un sorrisetto stampato sulle labbra “O sbaglio?”

“Incidenti di percorso, Morgan” interviene Fred.

“Parli sempre al posto di James?”

“Sempre, le nostre menti sono connesse” dichiara il ragazzo con un sorriso enorme.

“Cioè nel senso che condividete un cervello in due?”

“Morgan, posso dirti che sei meravigliosa anche così, sudata e puzzolente?” Fred ignora il suo commento, senza smettere di sorridere e per niente impressionato dai suoi cugini intorno a lui. James si trattiene dal ridacchiare: il suo migliore amico non cambierà mai.

“Sono comunque più profumata di te, Weasley” risponde la ragazza “Ma sì, so di essere meravigliosa”

“Hai ragione, sei proprio fantastica” ammette il ragazzo, facendo sì con la testa “E sentiamo, Morgan, se io ti chiedessi di andare ad Hogsmeade insieme, tu verresti con me?”

“Me lo stai chiedendo o stai chiedendo quale sarebbe la mia risposta, Weasley?”

“Qui dicendo Weasley chiami metà castello, splendore. Fa differenza?”

“Molta. Se me lo chiedessi ti direi di no, però tu prova a chiedermelo”

“E perché?” esclama Fred, allargando le braccia “Per sentirmi dire di no? Non sono così disperato”

Si gira verso James “Possiamo andare? Avrei una certa fame ed oggi ho sentito voci di corridoio che dicevano che ci sarà il risotto. Non ho intenzione di rischiare di perdermelo”

“Andiamo” annuisce l’amico, solo che sollevato di allontanarsi da quella situazione: la presenza di Dominique lo mette a disagio, anche se non ha detto nemmeno una parola. Soprattutto perché non gli ha detto una parola. E i cugini lì intorno non aiutano di sicuro.

“Arrivederci a tutti, parenti e non” esclama Fred “Louis, sei stato fantastico, ma in quanto Grifondoro devo dire che Hugo è il migliore e che non avrete chance, in campo”

“Lo vedremo, Fred” ribatte il cugino.

“Dominique, sempre un piacere vederti, Morgan sei sempre bellissima, Lysander, hai un ciuffo che spacca. Sul serio, se mi piacessero i ragazzi sarei attratto da te” il Grifondoro si gira verso Dorcas e aggiunge “Ma non ti preoccupare, Morgan, le ragazze mi piacciono parecchio, quindi se tu per caso cambiassi idea e volessi concedermi un’occasione fammelo sapere, va bene”

“Hai dato abbastanza spettacolo, Fred” sospira James, appoggiando una mano sulla spalla del cugino “Possiamo andare”

“Hai ragione, James, hai ragione. Arrivederci!” conclude l’amico, facendo una riverenza, prima di girare i tacchi ed incamminarsi; James scuote la testa e, dopo un attimo, lo segue.

Fa in tempo a raggiungerlo, però, che sente la voce di Dominique chiamarlo e di colpo avverte il sangue gelarsi nelle vene. Quel “James” non ha niente del tono con cui di solito sua cugina pronunciava il suo nome, della nota divertita che accompagnava sempre il suo nome, della nota dolce che sempre era presente quando sentiva il suo nome.

“James!” lo richiama Dominique, spazientita, e questa volta il ragazzo si ferma; anche Fred lo fa, guardando l’amico.

“Che succede?”

“Vai pure, Fred, io ti raggiungo. Tienimi un po' di risotto da parte, va bene?”

Il cugino lo guarda un attimo, confuso, e poi annuisce.

James sospira, ancora girato ad osservare Fred allontanarsi, quando sente il profumo inconfondibile di Dominique e capisce che sua cugina è alle sue spalle; così si gira e se la ritrova più vicino del previsto, il che lo destabilizza un attimo. Sua cugina lo sta guardando con gli occhi seri e la bocca stretta, segno inequivocabile che deve dirgli una cosa che non gli piacerà.

“Che cosa c’è?” domanda, cercando di non far trasparire troppe emozioni.

Dominique apre la bocca come per dire qualcosa, ma la richiude un attimo dopo, come se ci stesse ripensando.

“Allora?” insiste il ragazzo.

“Se Molly te lo chiedesse, io e te ci siamo picchiati, quel giorno in camera tua” dichiara a bruciapelo Dominique.

“Come?!” esclama James, spalancando gli occhi “Non dici sul serio”

“E invece sì. Preferivi che sapesse ciò che facevamo realmente?”

Il ragazzo non risponde, così Dominique annuisce “Ecco, proprio così”

“E Molly ci ha creduto?”

“Sì”

“Non è possibile”

“A quanto pare sì”

“Io non ti picchierei mai. Non picchierei mai una ragazza, ma soprattutto non picchierei mai te” le fa notare il cugino.

“Ma regge qualsiasi cosa ora gli altri vedano tra di noi: io e te che non ci parliamo. E sanno tutti che non sarebbe mai successo senza un buon motivo. E poi non è che tu mi hai picchiato, ci siamo picchiati perché abbiamo litigato. Dovevo giustificare in qualche modo le nostre… condizioni

“Io, in realtà, un motivo valido proprio non lo vedo” gli occhi di James si fanno ancora più seri di quanto già non fossero “E tu non me lo vuoi dire”

Dominique sospira, prima di girarsi; non riesce però a fare un passo che la voce del cugino la richiama “E te ne stai andando anche adesso, senza darmi mezza spiegazione”

“Ti sei messo a ridere, James” dichiara la ragazza, senza guardarlo; James, invece, non riesce a staccare gli occhi dal suo profilo.

“Come?”

“Ti sei messo a ridere” scandisce lentamente la ragazza “Molly ci ha scoperti, potevamo davvero passare così tanti guai che non riesco nemmeno ad immaginarmeli, ti avevo detto che sarebbe potuto succedere e tu non mi hai dato retta. E quando Molly è uscita dalla tua stanza, di corsa e come se avesse visto un fantasma, tu sei scoppiato a ridere”

James non dice una parola, così è Dominique a continuare “Capisci perché ti dico che sei infantile e perché penso che lo consideri un gioco?”

“Tu non sei un gioco per me”

“Non importa cosa sia io per te. Sono tua cugina e così deve rimanere”

Dominique fa un paio di passi in avanti, ma la voce di James la fa fermare di nuovo “Sei mia cugina, ma non mi guardi nemmeno in faccia. Sei mia cugina, ma sei anche la miglior amica che abbia mai avuto. Sei mia cugina ma abbiamo fatto parecchie cose che due cugini non dovrebbero fare. Non sei solo mia cugina”

“Non importa quello che ero. Finché Molly non ci crederà sul serio, finché ad entrambi non sarà passata qualsiasi cosa ci sia preso, finché non capiremo che tra noi due non ci potrà mai essere nulla, dobbiamo rimanere solo cugini. E basta”

“Tutta questa cattiveria solo per una risata?” domanda sconvolto il ragazzo, ma l’altra non accenna a girarsi.

“Perché è la cosa migliore, James. Se non ci separiamo bruscamente non lo faremo, lo so. Quindi è meglio comportarci come se nulla fosse: trattami come tratti Molly, Rose o Lucy e scordati di ciò che è successo. Andiamo avanti con il nostro settimo ed ultimo anno ad Hogwarts”

Per James è come ricevere una secchiata d’acqua gelida, in una fredda mattina d’inverno; le parole gli entrano nelle ossa e lo scuotono da dentro, ma non ha la forza di pronunciare parola, mentre Dominique, dopo aver stretto un attimo le spalle, si incammina verso il gruppetto rimasto dove l’ha lasciato.

Il ragazzo ci mette un attimo a scuotersi da quella posizione e l’aria con cui va verso la Sala Grande è totalmente in contrasto con il bel cielo azzurro; non appena però sente le voci allegre che lo accolgono fuori dalle porte immense decide di riscuotersi: non ha la minima intenzione di mostrarsi triste, abbattuto o un qualunque altro sentimento che non gli si addice. Ormai si è fatto una nomea e vuole mantenerla a tutti i costi, non può distruggerla così.

Ma il suo migliore amico ci mette meno di un nanosecondo per lanciargli uno sguardo e capire che qualcosa non va; James si siede accanto a lui, ringraziandolo per avergli preso un po' di risotto, e Fred lo guarda serio.

“James?”

“Che c’è?” chiede l’altro, assaggiando il pranzo.

“Cos’è successo?”

“Nulla”

“Con Dominique” aggiunge Fred.

“Nulla”

“Non ti credo”

“Non è successo nulla, Fred” taglia corto James, guardandosi intorno: tutti gli altri Grifondoro, però, sono immersi nelle loro chiacchiere o nel loro pasto e nessuno sta facendo caso a loro.

Il ragazzo segue lo sguardo del cugino, prima di abbassarlo sul suo piatto “Te lo ricordi il giorno delle nostre selezioni?”

“Lo abbiamo ricordato prima insieme, no?”

“Te lo ricordi cosa ti ho detto dopo l’allenamento?”




 

“Sono nervoso” confessa James, mentre si infila un polsino al polso sinistro.

“È normale” risponde Fred, allacciandosi le scarpe.

Sono da soli nello spogliatoio della squadra, arrivati lì con largo anticipo per prepararsi – e perché, sinceramente, nessuno dei due riusciva a dormire.

James sospira: si allena da due anni per quella selezione, ha insistito con la madre fino alla nausea perché gli insegnasse qualche mossa e Ginny Weasley è una che se deve insegnare a giocare a Quidditch lo fa per bene. Non si scherza sul Quidditch.

James sa perfettamente di essere pronto, si sente pronto, eppure non riesce a smettere di pensare a tutte le cose che potrebbero andare bene, in che cosa potrebbe fallire, quanti possono essere più forti di lui.

“Deve andare bene”

“Ci andrà, James” lo rassicura Fred, con un sorriso “Ci sono io, no?”

“Questo dovrebbe rassicurarmi?”

“Certo! Possiamo affrontare tutto, insieme”

“Lo hai letto in uno dei biscotti della fortuna che ti sei mangiato alla cena cinese che abbiamo organizzato ad Agosto?”

“No, me lo dice sempre papà: io e Roxanne possiamo affrontare tutto insieme. Dice che in due è sempre meglio”

“Io non sono Roxanne”

“No, è vero. Ma sei il mio migliore amico ed in due è sempre meglio” ribatte Fred “E poi papà dice sempre di sorridere, perché rende le persone più interessanti”

“A volte vorrei vedere il mondo dal punto di vista dello zio George…” sospira James, alzandosi dalla panca; si gira verso l’amico e gli allunga il pugno “Insieme?”

“Insieme” risponde il cugino, facendo battere il proprio pugno contro quello di James.

Quando iniziano le selezioni James è così nervoso che si aggrappa al manico con tutta la forza che ha, ma la scopa non accenna a muoversi.

“Ti prego, alzati, alzati, alzati” sussurra il ragazzo, in preda al panico.

Non può fallire così, non può non riuscire nemmeno a partire ed essere fatto fuori dalla squadra perché non sa volare. Lui sa volare. Lui sa volare benissimo.

“Qualche problema?” domanda il capitano dell’epoca, avvicinandosi a lui.

“Nessuno”

“Perché non ti alzi in volo?”

“Ehm…”

“Ehi, capitano!” l’urlo di Fred distrae tutti e chiunque alza lo sguardo verso il cielo, dove il ragazzo è sulla scopa a testa in giù e si sta dando a delle acrobazie pericolose “Cosa dobbiamo fare?”

“Forza James, prendimi la mano” gli sussurra Roxanne, che svolazza a pochi centimetri da terra “Sarà più facile dopo”

James non ci pensa due volte a stringere la mano della cugina, che si alza in volo di qualche metro, portando il ragazzo con sé.

“Sei totalmente fuori di testa?!” sbraita il capitano contro Fred “Scendi subito e smetti di fare quelle acrobazie, sei solo un novellino al secondo anno!”

Fred non sembra prendersela particolarmente e si abbassa, avvicinandosi alla sorella e al cugino.

“Scusa! Sono solo impaziente di iniziare” si giustifica, alzando le spalle.

“Io te l’avevo detto, in due è sempre meglio” sussurra con un sorrisetto all’amico “E adesso forza, fai vedere a tutti quanto vali”

E James lo fa sul serio, raggiunge un punteggio stratosferico e segna ogni volta che tocca la Pluffa; il capitano non ci mette nemmeno trenta secondi a decidere di prenderlo in squadra. Su Fred ha un po' più di remore, invece, ma vede la grande affinità con la sorella e con il nuovo Cacciatore e non può non reclutarli tutti e tre.

James e Fred tornano nello spogliatoio con il sorriso sulle labbra – anche se ancora non sanno di essere stati scelti come nuovi giocatori – e Fred scompiglia i capelli dell’amico.

“Che ti avevo detto?”

“Che sorridere ti rende più interessante?”

“Che sapevo che ce l’avresti fatta. Sapevo che ce l’avremmo fatta. Perché sono il tuo migliore amico e so quanto vali. E perché insieme siamo una grande squadra e non c’è niente che non possiamo affrontare”




 

“Io sono qui, James. Sono il tuo migliore amico e lo sarò in ogni situazione. Puoi dirmi tutto”

“Io e Dominique abbiamo litigato” sussurra James, rigirando la forchetta nel pranzo “Ma…”

“Non mi vuoi dire perché” conclude per lui il cugino; il giovane Potter annuisce ed è sorpreso quando sente una pacca sulla spalla.

“Non ti preoccupare: so che me lo dirai, prima o poi, se lo riterrai necessario. E so che sai che, se ne avrai bisogno, io sarò qui”

James gli fa un sorriso, prima di annuire nuovamente “Grazie Fred. E sì, anche se non te lo dico spesso, sei il mio migliore amico”

“Tu non me lo dici mai, è diverso” ribatte Fred, girandosi nuovamente verso il suo risotto, ormai freddo “Ma non preoccuparti, lo so benissimo. Sono una persona fantastica!”

E con quella dichiarazione James non può che scoppiare a ridere e pensare che, se c’è una cosa su cui lo zio ha perfettamente ragione, è che bisogna farsi una bella risata almeno una volta al giorno. E questo, Fred, lo sa benissimo ed ha ereditato totalmente la capacità di tirare su di morale con una semplice risata.

James è abbastanza soddisfatto di potersi prendere il resto della domenica per sé e la passa giocando a scacchi con Lily, mangiando caramelle con Alex e perfino aiutando Rose in un tema di Difesa contro le Arti Oscure – da quando è lui ad aiutare Rose e non il contrario? È la cosa probabilmente meno credibile del mondo e nessuno lo prenderà sul serio se mai decidesse di raccontarlo.

Solo quando il coprifuoco è passato da una decina di minuti, gli viene l’improvvisa illuminazione: la ronda con Elizabeth.

Santissimo Godric, se n’è dimenticato. È Caposcuola da nemmeno una settimana praticamente e già se n’è dimenticato.

Mentre corre a perdifiato tra i corridoi del sesto e del settimo piano, quelli che avrebbe dovuto controllare con la Corvonero, James si ritrova a chiedersi per l’ennesima volta a che Salazar stava pensando la McGranitt quando gli ha affidato quel compito.

Trova Elizabeth – o meglio, ci va letteralmente a sbattere – mentre la ragazza sta uscendo da un’aula vuota e lo guarda come se stupita che il Grifondoro l'abbia raggiunta, finalmente. Forse un po' di ragione ce l'ha.

“Mi ero totalmente dimenticato della ronda, perdonami” dichiara come prima cosa, portando le mani in preghiera davanti alla faccia.

“Pensavo avessi di meglio da fare” si limita a dire la ragazza, scrollando le spalle e ricominciando a camminare per il corridoio.

“Sì, ma se mi fossi ricordato della ronda non avrei iniziato a fare nient’altro, non mi piace non portare a termine i miei impegni” spiega il ragazzo, camminandole affianco con le mani dietro la testa; Elizabeth non gli risponde e James si sente in dovere di fare una battuta, una qualsiasi battuta: sul serio, non è stato volontario dimenticarsi di quella ronda.

“Il pensier mio s’era affogato in un discorso sul Quidditch” esclama “E, come si dice, il naufragar m’è piacevole in questo mar…”

“M’è dolce”

“Come?”

“La citazione sarebbe “il naufragar m’è dolce in questo mar”. Giacomo Leopardi” lo corregge la ragazza, aprendo la porta di un’aula vuota, dove però non c’è nessuno.

“Conosci i modi di dire babbani?”

“Questo è una delle poesie più importanti della letteratura babbana, non è un semplice modo di dire”

“Non avrei mai detto che ti interessasse la letteratura babbana…” si lascia sfuggire James.

“Perché no? Perché sono la figlia di un ex Mangiamorte? Perché un libro è un libro per chiunque lo guardi, a prescindere da chi l’ha scritto”

“Non volevo dire…”

“No, volevi dire esattamente questo. Come tutto il resto del castello che lo fa. Però sì, anche se sono una Corvonero, sono la figlia di un ex Mangiamorte”

“Mi dispiace…”

“Che mio padre è stato quel che è stato? Io gli voglio bene e non mi interessano le scelte sbagliate che ha fatto nella vita. Magari, senza quelle scelte, io non sarei qui”

“No, intendevo mi dispiace aver pensato una cosa del genere” la corregge James.

Gli ha fatto strano lo scatto di aggressività e di rispostine della ragazza, ma forse, dopotutto, se lo merita. Non ha solo fatto tardi alla ronda, ha anche detto delle cose poco carine e poco decisamente da lui. È sempre il primo a professare l’essere diverso dal proprio padre, dal non voler essere etichettato solamente come “il figlio di Harry Potter” perché lui, prima di tutto, è una persona che si chiama James Sirius, ed è stato anche il primo a cadere in quelle stupide classificazioni.

Forse lui non è l’unico su cui il mondo ha delle aspettative. Forse ci sono altre persone che magari stanno peggio di lui. Dopotutto suo padre è un eroe. E i figli dei cattivi, invece? Loro non meritano il beneficio del dubbio?

“Non importa…”

“Oh sì che importa” ribatte il ragazzo, fermandosi per guardare meglio la ragazza “Noi non siamo i nostri genitori. Possiamo volergli bene, possiamo odiarli, possiamo ammirarli o possiamo vergognarcene. Ma noi non siamo loro”

Elizabeth lo guarda per qualche istante, gli occhi scuri imperscrutabili e che non tradiscono alcuna emozione; dopo, lentamente annuisce “Lo so. Scusami se ho reagito così bruscamente, ma…”

“No, non ti scusare, hai fatto bene”

Elizabeth si lascia andare ad un piccolo sorriso “E com’è che il primogenito del Salvatore del Mondo Magico conosce Giacomo Leopardi, invece?”

“Zia Hermione” confessa James, ricominciando a camminare “Quando ero piccolo mi piaceva molto quando mi leggeva le storie, però a volte, quando gliele chiedevo troppe volte di fila, leggeva quello che piaceva a lei e mi addormentavo subito con le poesie”

Elizabeth scoppia a ridere “Un paio di scrittori si sono rivoltati nella tomba, dopo questa tua confessione”

“Probabile. Però almeno so distinguere un poeta del ‘900 da uno del ‘700, grazie ai miei sonnellini sulle gambe di zia Hermione”

“Questo sì che ti farà conquistare molti punti con le ragazze”

“No, non credo. Ormai a tutti interessa più il Quidditch o le ultime novità del “Settimanale delle Streghe”, nessuno fa più caso alle rime baciate o ai versi liberi”

“Sei un pozzo di informazioni, James Sirius Potter” gli occhi della ragazza hanno un brillio divertito e James si passa una mano tra i capelli, imbarazzato. Non sa perché ha raccontato alla Corvonero certe cose, nemmeno sua sorella probabilmente sa di questi ricordi che ha e che custodisce segretamente, ma con Elizabeth si è sentito… libero, in un certo senso. Come se sapesse che la ragazza non lo avrebbe giudicato.

“Tu segui Babbanologia, vero?”

“Sono la migliore del corso di Babbanologia, tesoro” precisa la ragazza “So distinguere le macchine fotografiche babbane e le so classificare per anno di produzione”

“Ne hai mai usata una?”

“No, ma sembrano interessanti. Lo sai che le loro foto non si muovono?” esclama Elizabeth. Sembra essere un’altra persona, dopo le parole di James, ed il ragazzo non può che essere incuriosito da questo cambio di atteggiamento nei suoi confronti.

“In realtà zia Penelope mi ha spiegato che le nostre foto sono semplicemente sviluppate aggiungendo una pozione magica, altrimenti sarebbero assolutamente uguali!” gli spiega e, per qualche strano motivo, si sente orgoglioso di essere riuscito a spiegare qualcosa alla Corvonero probabilmente più intelligente dell’ultimo anno. Un po' come quando raccontava a Dominique qualcosa che non sapeva…

“Certo che la tua famiglia è esperta sotto tantissimi campi…” mormora la ragazza, adombrandosi un po'.

“Credo sia normale, siamo tanti. A volte troppi, te lo confesso” James sussurra queste parole come se fossero un segreto e Elizabeth lo guarda “Tu hai solo tuo fratello, vero?”

“Sebastian, sì. È amico di Albus”

“E gli piace la torta al limone”

“E questo tu come lo sai?”

“Albus chiacchiera a casa. Non si direbbe, ma chiacchiera. Anzi blatera proprio”

Elizabeth ridacchia, di nuovo, e si lascia andare ad un bel sorriso “A volte non capisco come faccia quel quartetto ad essere così legato: sul serio, non hanno niente in comune”

“Me lo chiedo anche io” confessa il ragazzo “Albus al Castello è diverso da com’è a casa; però sono contento che abbia amici, quando il Cappello Parlante lo ha mandato a Serpeverde ho avuto i miei timori”

“Ricominci con i pregiudizi?”

“No, ma non c’era nessuno della famiglia con lui. Si sarebbe potuto sentire solo” mormora James “Io avevo Fred e Roxanne, Lily aveva me e Rose, ognuno aveva qualcuno. Lui no”

“Tieni molto alla tua famiglia”

“Mi sembra ovvio”

“Non è così scontato, invece. Non mi fraintendere, voglio bene a mio fratello, ma non ci vediamo mai per una semplice partita a scacchi e al Castello ci incrociamo davvero poco”

“Da noi è sempre stato un po' tradizione, siamo tanti e ci vediamo tutti i giorni, anche d’estate” racconta l’altro, prima di sorriderle “Comunque se vuoi, io la faccio una partita a scacchi con te”

“Sei serio?” domanda sorpresa la ragazza; James annuisce.

“Faccio un po' schifo, in realtà, perché tendo a distrarmi mooolto facilmente, ma potrebbe essere meglio di niente”

“Prometto di non gongolare troppo per la mia vittoria, allora”

Elizabeth sorride e per qualche minuto rimangono in silenzio; senza accorgersene, James la sta accompagnando alla sua Sala Comune e se ne rende conto solo quando la ragazza si ferma nel corridoio, davanti alla porta nera senza maniglia che contraddistingue la sua Sala Comune.

“Vuoi una mano a risolvere l’indovinello?”

“Non intendo tediarti oltre, non preoccuparti” risponde la ragazza “Grazie per avermi accompagnato. Però ora fila nella tua di Sala Comune, sarebbe imbarazzante se un Caposcuola venisse beccato a violare il coprifuoco”

“Ai suoi ordini!” esclama James, facendo un sorriso malandrino e il segno da soldato sull’attenti.

Si gira e riprende la strada verso il suo dormitorio; non fa che pochi passi però che si volta nuovamente e osserva la ragazza, impegnata a leggere l’indovinello.

“Lizzie, stavo pensando…” James prende un respiro profondo, tornando indietro.

“Che cosa c’è?”

“Ti va di uscire con me?”

Dominique ha detto di vivere il loro settimo e ultimo anno, no?

“Cosa?”

“Voglio conoscerti: lo hai detto tu, no? Non sei solo la figlia di un ex Mangiamorte. Però ora so che hai un fratello, stai in stanza con Dorcas e Dominique e che ti piace giocare a scacchi. Voglio sapere di più su di te”

Elizabeth lo guarda, prima di confessare “Questa non me l’aspettavo”

“Ti va?”

La ragazza sorride e dichiara “Io inizierei con la partita a scacchi”





Felpie's Corner

Buonsalve, streghe e maghi! E così alla fine sia Hugo che Thomas sono entrati nella squadra (andiamo, dai , James sarà anche un capitano ligio alle regole, ma non può essere che non prenda il suo cuginetto). Spero che vi piaccia l'amicizia che c'è tra James e Fred, personalmente la ritengo molto importante per entrambi - e ho un po' un debole per tutti e due quindi credo di essere di parte. Inoltre mi piace l'idea di un James nervoso e tremendamente agitato per una cosa che davvero gli interessa. Così come l'idea di un George che dice al figlio di non smettere mai di sorridere e che insieme alla gemella può arrivare lontano.

Anche Louis non poteva non essere preso in squadra, dopo il super allenamento fatto con la sorella! E, a proposito di Dominique, che sia una rottura definitiva quella con James? Chissà come andranno avanti per le proprie vite, ora. James, intanto, chiede a Elizabeth di uscire. Non vorrei che pensaste male di lei: Elizabeth è la figlia dei "cattivi", così come Scorpius e come Jodie e penso che anche loro debbano avere un po' di spazio perché se la vita è dura per i figli degli eroi sicuramente per i figli dei cattivi non è meglio. 

Non so se in Inghilterra conoscono Giacomo Leopardi così bene da poterlo citare in una conversazione, ma l'idea di Elizabeth, la figlia di un ex Mangiamorte, che conosce la letteratura Babbana mi piaceva, così come James che si addormenta sulle gambe di zia Hermione.

E, a proposito di Elizabeth, vi lascio la sua descrizione!

Nome: Elizabeth Zabini
Soprannome: Liz, Lizzie
Data di nascita: 2004
Casa: Corvonero
Ultimo anno

Primogenita di Blaise Zabini e Daphne Greengrass, sorella maggiore di Sebastian e cugina di Scorpius Malfoy da parte di madre.
Compagna di stanza di Dominique e Dorcas, non ci ha mai legato molto, anche se ci chiacchiera molto volentieri la sera, mentre sono a letto.
Le piace svegliarsi presto, leggere un libro in riva al Lago Nero prima delle lezioni e studiare in biblioteca. Gli piace giocare a scacchi e leggere.
Considera Scorpius e Jodie come i suoi fratellini minori e, anche se vuole bene al suo fratellino, non ci passa molto tempo insieme.
Ragazza molto intelligente, sveglia ed interessante, se qualcuno si prende la briga di conoscerla.
Caposcuola dei Corvonero insieme a Lucian Sharp e candidata come Corvonero più intelligente di tutto il settimo anno.

La prestavolto è Kaya Scodelario.

La storia è ancora lunga e tante (spero) sono le sfaccettature da scoprire dei figli degli eroi. Io intanto cerco di non dimenticarmi di nessuno di questi eroi e di essere puntuale negli aggiornamenti.

A presto,
Felpie

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 - Scorpius ***


Dicono di me
Che sono un bastardo, bugiardo e lo fanno senza un perché
Dicono di me
Che sono una strega drogata e truccata e piena di sè
E dicono di me
Che sono una stupida frase da dire davanti a un caffè
E invece no, nessuno sa
E invece no, nessuno sa
Che avrei soltanto l'amore per lei
Per lei che ha il nome di un fiore, per lei
Per lei
(Dicono di me - Cesare Cremonini)






Scorpius Hyperion Malfoy è confuso. Molto confuso. E la cosa non gli piace per niente.

In realtà, il problema è solo uno: Scorpius non sa più che Avviccini prendere con Lily Luna Potter.

Prendiamo quello che è successo solo ieri: Lily gli ha raccontato – o meglio, ha raccontato al suo ammiratore segreto X – che ha visto una nuvola a forma di drago, che gli ricordava proprio tanto un Petardo Cinese. Sì perché, ha aggiunto, lei sa riconoscere tutti i draghi visto che lo zio Charlie, al posto di raccontargli le favole della buonanotte, quando era piccola le descriveva com’erano i musi dei vari draghi, se non era in Romania per lavoro.

Scorpius non sapeva come risponderle, perché lui appena l’aveva letto si era messo a ridere, ma non gli sembrava carino dirglielo.

E invece Lily, nel bigliettino successivo, gli ha chiesto esplicitamente se la storia del drago lo avesse fatto ridere perché lei aveva riso mentre lo scriveva.

Il biondo allora le aveva chiesto perché ci tenesse così tanto a sapere se avesse riso o no e la piccola Potter gli aveva risposto che voleva capire i suoi gusti e se gli facevano ridere le stesse cose che facevano ridere lei.

Complicato? Alquanto. Morale della favola? Scorpius non aveva capito nulla. Conseguenza? Il giovane Malfoy non sa più che Avviccini prendere con Lily Luna Potter.

È una ragazza troppo particolare, pensa e vede cose che gli altri non notano, si interessa di tutto e si informa di ogni più piccolo dettaglio e lo fa senza sembrare falsa, come se le importasse davvero. E lo tempesta di domande, su ogni genere di cose, e Scorpius ha già ringraziato Salazar Serpeverde che lui e Sebastian siano molto simili in parecchi aspetti, quindi non è così difficile rispondere, o si sarebbe trovato in seria difficoltà.  E dire che è stato lui a proporle domande difficili e fuori dal comune per non essere banale! Ed ora, invece, è proprio lui ad essere confuso.

Inoltre ormai si ritrova Lily Luna Potter praticamente ovunque. Sarà che si scambiano bigliettini con una frequenza elevatissima, sarà che non si era mai accorto quanto tempo Lily passasse con suo fratello, sarà che non ci aveva mai fatto caso, sarà che ormai è sempre sulla bocca di Sebastian o di Albus. In ogni caso, Lily Luna Potter è ovunque.

“Che stai facendo?” gli domanda Sebastian, praticamente lanciandosi sulla sedia accanto a quella occupata dal biondo in biblioteca.

“Scrivo un biglietto a Lily, come mi hai chiesto”

“Scrivi biglietti in continuazione” gli fa notare, torvo, Sebastian e Scorpius lo guarda.

“Te l’ho detto e lo sai benissimo che se devo fare una cosa la faccio per bene. Tu inizia a concentrarti sui miei temi di Trasfigurazione”

“Che le stai scrivendo?”

“Stiamo parlando di Quidditch, le ho detto che tengo – anzi, che teniamo – per i Tornados ma che anche le Holyhead Harpies non sono male. Invece nella sua famiglia c’è una gran competizione tra i Tornados e il Puddlemore United”

“Io non sono così esperto di Quidditch, però” sottolinea Sebastian.

“Se mai vi incontrerete ti farò un ripasso sintetico ma esplicativo”

“Non è che ti innamori tu di Lily ed io rimango fregato?”

Scorpius lo guarda come a chiedergli se è impazzito sul serio “Io? Innamorarmi di Lily Luna Potter? Ma va”

“Parlate sempre”

“Parlo con lei perché me lo hai chiesto tu. E se vuoi leggere uno dei nostri bigliettini devi solo chiedermelo, anzi, te li sto raccogliendo in una busta, così quando vorrai potrai fare la tua mossa”

“Tu però promettimi che non ti innamorerai di lei”

Scorpius sospira, imponendosi di mantenere i nervi saldi e di non strangolare l’amico.

È solo un attimo fuori di testa, continua a ripetersi, presto capirà che questa storia dell’innamoramento a distanza è una follia e tornerà il vecchio Sebastian, il suo romantico migliore amico con la passione per le figurine delle Cioccorane.

E poi, dai, che schiocchezza: lui, Scorpius Malfoy, innamorato di Lily Potter? Che si innamora di Lily Potter solo perché ci ha scambiato qualche bigliettino? Che enorme cliché. Non cadrà mai in un simile errore: Lily Luna Potter è troppo esuberante, a tratti anche eccentrica, e fin troppo entusiasta delle cose perché gli possa piacere.

In quei giorni poi deve iniziare a concentrarsi sul Quidditch o Logan – e Jodie – gli faranno passare un brutto quarto d’ora e lui non risulterà al cento per cento delle sue abilità – cosa che lo infastidisce decisamente di più di una ramanzina da parte della sua migliore amica sull’impegno costante che va messo nel Quidditch e bla, bla, bla.

Già Logan è nervoso che sono partiti in ritardo e che saranno gli ultimi a fare le selezioni, domenica prossima, a ben otto giorni di distanza dai Grifondoro e a sette dai Corvonero; perfino Luke Sharp è riuscito ad ottenere il campo prima di loro. Questo non faciliterà le cose, né per chi era già nella squadra – che si vedrà riversare contro l’ansia di Logan – e sia per chi nella squadra ci deve entrare – che dovrà superare un livello molto più alto di aspettative.

Scorpius però non se ne cura molto: è un ragazzo abbastanza sicuro di sé, almeno per quanto riguarda il Quidditch perché ci ha sempre giocato fin da bambino. Non crede proprio che gli serva ulteriore allenamento per entrare in squadra – visto che ne fa parte ormai da tre anni – e quindi quest’agitazione di Logan, che ci tiene ogni giorno a ricordargli che dovrà essere perfetto non fa che innervosirlo e basta: può sul serio prendere qualcun altro in squadra, dopo che lui è il Cercatore da tre anni?




 

“Scorpius, vola più in basso!” urla Draco Malfoy, le mani alla bocca per farsi sentire di più dal bambino biondo che sfreccia a tutta velocità sulla sua scopa giocattolo.

Sono nel grande cortile di Villa Malfoy, sul retro della casa, dove c’è il prato perfettamente curato e dove c’è un grande salice piangente che protegge dal sole estivo; Draco Malfoy è in ferie, si è preso un giorno libero dal San Mungo e ne ha approfittato per passare del tempo con il figlio che, ovviamente, gli ha chiesto di volare fuori.

Scorpius vola benissimo ed è elegante anche a soli sette anni; i capelli chiari svolazzano al vento, ma tornano subito a posto non appena rallenta, la sua divisa è verde e perfettamente pulita, le mani curate stringono la scopa giocattolo senza nemmeno un graffio.

Il bambino ha sempre osservato molto il padre e la madre e ha cercato di imitarli il più possibile: guarda le unghie curate di Astoria e cerca di non mangiarsele per non rovinarle, guarda la camicia sempre stirata di papà Draco e prova a muoversi il meno possibile per non sgualcire la sua, guarda il portamento fiero di Narcissa, la nonna che vede raramente, e prova a tenere il mento sollevato e la schiena dritta.

Anche a volare ha imparato osservando il papà, suo punto di riferimento da sempre: lo guarda stringere delicatamente il manico, curvare leggermente la schiena per abbassare il baricentro ed appoggiare i piedi senza troppa forza per evitare che la scopa freni bruscamente.

È sempre stato bravo ad osservare e gli è sempre piaciuto: lo zio Blaise glielo dice sempre “Scorpius, sei proprio identico a tuo padre”

Draco scuote la testa, quando sente queste parole e commenta che non è per niente vero. A Scorpius dispiace, almeno adesso che ha sette anni, perché vorrebbe essere proprio come lui.

“Scorpius, stai più curvo, non essere così rigido!”

Il bambino obbedisce e gira intorno all’albero.

“Non vedo il Boccino!” si lamenta, frustato ed arrabbiato nell’ammettere certe parole.

“Non c’è fretta, concentrati. Senti le ali che vibrano nell’aria, guarda i riflessi dorati”

“Tu lo vedi, papà?”

“No, io non lo vedo. Ma il Cercatore sei tu, è tuo compito vederlo”

Scorpius si concentra di più perché non vuole deludere il padre, in quell’unico giorno libero che hanno a disposizione.

Suo papà è sempre chiuso all’ospedale, sommerso di lavoro e la mamma gli ha spiegato che è una buona cosa che suo papà lavori così tanto, vuol dire che il mondo sta andando avanti.

“Andando avanti rispetto a quando?” domanda il piccolo confuso.

“Rispetto alla guerra, tesoro. Rispetto a prima” le risponde dolcemente la donna, ma senza spiegare effettivamente bene, lasciando così solo tante domande nella mente di Scorpius.

Non ha risposte alle sue domande, ma ha capito che non può sprecare il tempo che passa con suo papà, quando è disponibile a stare con lui.

Così si concentra: rallenta un attimo e cerca di ascoltare meglio il fruscio delle ali. Riapre gli occhi e cerca di cogliere i riflessi del sole sul Boccino d’oro che hanno liberato in giardino qualche minuto fa. Lancia uno sguardo al papà, che lo sta osservando attento e vede qualcosa muoversi alle sue spalle.

Non ci pensa due volte ed accelera rapidamente, allungando la mano e chiudendo gli occhi.

Li riapre solo quando sente di stringere qualcosa tra le dita: il Boccino d’oro rallenta e si ferma, smettendo di battere le ali. Scorpius lo guarda stupito, abbassandosi fino a toccare terra con i piedi, mentre Draco gli si avvicina e gli mette una mano sui capelli.

“Sei stato molto bravo, Scorpius. Continua così”




 

No, entrerà in squadra a qualunque costo e sarà il Cercatore dei Serpeverde per il quarto anno di fila.

Inoltre, anche se non lo ammetterà mai, nemmeno sotto tortura, parlare con Lily Luna Potter – questo nome, davvero, è così… tremendamente da lei, insomma – lo sta distraendo. Gli tiene compagnia, in un certo senso, anche solo pensare alle domande strane da rivolgere alla ragazza. O a rispondere alle sue.




 


Stavo guardando fuori e ho visto una farfalla: non pensi che sia strano? Lei è stata prima un bruco, poi un baco ed ora invece può volare. Se potessi essere qualcun altro, chi vorresti essere?




 

Scorpius si gratta la testa, soddisfatto di aver trovato qualcosa che, immagina, potrà stimolare l’inventiva della ragazza. Suddetta ragazza che si ritrova praticamente davanti mentre esce dal dormitorio per andare a spedirgli il bigliettino.

Lily Luna Potter è letteralmente ovunque, santissimo Salazar.

Nasconde in fretta e furia il bigliettino nella tasca dei pantaloni scuri che indossa e cerca di mostrare un’espressione indifferente.

“Potter, ti iniziano a piacere i Sotterranei?”

La ragazzina lo ignora, con grande disappunto di Scorpius, e gli allunga un tovagliolo; il biondo la guarda, confuso. Ma perché Lily Luna Potter non si comporta come tutte le persone normali?

“Che cos’è?”

“Aprila, dai, non ti mangia mica” esclama la Grifondoro, con un sorriso.

Il ragazzo spacchetta il fazzoletto e, se possibile, è ancora più confuso “Perché mi stai offrendo una torta?”

“Perché è fatta con le mandorle e le carote, l’hanno preparata gli elfi ed è buona. Servono altri motivi?” esclama Lily “Sono qui per cercare Albus, sai dov’è?”

“Sarà in camera, immagino. Non mi aveva detto che ti aspettava” risponde il ragazzo, prima di specificare “Non mi piace, la torta di carote e mandorle”

“Non è vero, è il tuo dolce preferito” dichiara la ragazza, guardandolo con aria di sfida “Ma se non la vuoi me la mangio io, non preoccuparti”

“Come lo sai?”

“Cosa?”

“Che è il mio dolce preferito”                                                             

“Me l’ha detto Albus: a te piace la torta di mandorle e carote, a Sebastian la torta al limone e a Jodie i biscotti alla cannella”

“Quindi l’hai presa per me?”

“No, gli elfi avevano preparato questa e piace molto anche a me. Ne stavo portando un pezzo ad Albus, ma poi ti ho visto e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere. Io l’ho mangiata nelle cucine con Dixie”

“Chi è Dixie?” domanda confuso Scorpius. Ma che Salazar di nome è Dixie?

“È un elfo” spiega Lily. Ecco chi è Dixie e perché ha un nome del genere “È un mio amico”

“Un tuo amico?”

“Sì. Mi prepara sempre una torta e una cioccolata calda, quando sa che lo vado a trovare” aggiunge la ragazzina, prima di pensarci un attimo e aggiungere con un sorriso “In realtà me la prepara anche quando non lo sa, ci mette pochissimo. Comunque la torta è buona, provala”

Scorpius ne stacca un pezzo piccolo, guardandolo sempre un po' dubbioso, ma non appena la mette in bocca si deve ricredere: la torta è davvero deliziosa.

Deve aver fatto una faccia buffa, perché Lily ridacchia “Non male, vero?”

Il biondo si ritrova a scuotere la testa “Per niente”

“Lo so. Dixie è l’elfo cuoco più bravo di tutto il Castello” afferma, prima di lanciargli un’occhiatina “Non devi dirmi niente?”

“Grazie” aggiunge in fretta Scorpius, imbarazzato.

Perché Lily Luna Potter deve essere così… a modo suo? Nessuno gli aveva mai portato una torta così, tanto per, solo per aver pensato a lui. Eppure quella ragazzina di tredici anni lo ha fatto, come se fosse la cosa più normale del mondo, solo perché sa che gli piace e perché ne aveva un po' in più.

Lily sorride “Suppongo che ora non ho più motivi per andare da Albus”

“Se vuoi ti faccio entrare, così lo saluti”

Scorpius Hyperion Malfoy, ma che stai facendo? Da quando sei così gentile con la piccola Lily Potter? Anche lei sembra un po' sorpresa da questa improvvisa cordialità, così il biondo si affretta a riprendere in mano la situazione.

“Scommetto invece che a te piacciono le Cioccorane” ghigna, ricordando il primo bigliettino.

“A tutti piacciono le Cioccorane” ribatte la ragazza, che sembra più a suo agio con un pizzico di battute in più. Anche Scorpius, sicuramente, si trova meglio così.

“Sono meglio i Topighiacci” replica il ragazzo; gli occhi di Lily lanciano un lampo ed il giovane Malfoy ha per un attimo il pensiero che la ragazza possa affattuarlo lì sul posto, solo per quella semplice affermazione.

“Pensavo avessi un minimo di gusto in più, visto che ti piace la torta di carote” si limita a dire però, alzando le spalle “Evidentemente mi sbagliavo”

Perché non riesce ad avere il controllo sulla conversazione? Come fa la piccola Potter ad avere sempre l’ultima parola?

Deve assolutamente trovare qualcosa che la possa destabilizzare, almeno un minimo. Vuole vederla destabilizzata, perché, maledizione, non è possibile che Lily Luna Potter non sia mai presa in contropiede.

Potrebbe invitarla alle selezioni, così magari riuscirà a parlare un po' con Sebastian – o quantomeno a respirare la sua stessa aria per dei minuti interi. Sicuramente non si può aspettare che lui la inviti a vederlo giocare a Quidditch, no?

Ma quando ritorna alla realtà, si accorge che la ragazzina si sta già avvicinando all’entrata della sua Sala Comune, dove alcuni ragazzini stanno entrando. Deve agire ora.

La richiama e sfodera il suo miglior ghigno made in Malfoy “Ehi, Potter?”

“Sì?” la ragazza si gira, senza però mostrare alcuna sorpresa.

“Perché non mi vieni a vedere alle selezioni? Sono domenica e ci sarà anche tuo fratello”

Lily sorride, prima di alzare le spalle e dichiarare “Ci penserò”

Com’è che aveva detto? L’avrebbe spiazzata? Ma quando mai.




 

Non so se vorrei mai essere qualcun altro, in realtà. Aspetta, non voglio sembrare arrogante o supponente e non voglio dire di essere perfetta. Però non c’è una persona a cui vorrei assomigliare: il mio prototipo di perfezione è un misto di diverse persone. Per esempio, vorrei prendere l’intelligenza della preside McGranitt. Lo so che può sembrare strano, ma la ritengo una grande donna. Poi vorrei essere bella come Dominique, dolce come Molly, spiritosa come Hugo (valgono anche i ragazzi, no?), spontanea come Danielle, diligente come Rose, coraggiosa come zia Hermione, solare come Fred e precisa come zia Fleur.

Lo so, sto elencando tutti i membri della mia famiglia, in pratica, però noi siamo davvero tanti – come credo tu sappia, in pratica abbiamo colonizzato il castello – quindi ognuno di loro ha una caratteristica che mi piace. In ognuno di loro potrei trovare qualcosa che ritengo importante in una persona.

Tu saresti mai voluto finire in una Casa diversa da quella in cui ti trovi?

Un mucchio di scintille,

Lily Luna




 

Destabilizzante. C’è un altro modo di definire la piccola Potter?

Scorpius ripiega con estrema cura il bigliettino e lo infila nella busta in cui li sta raccogliendo, un attimo prima che Albus entri come una furia in camera e che rischi di far cadere Sebastian giù dal letto.

“Al!” si lamenta infatti il ragazzo “Ma che Merlino ti ha preso?”

“Niente, scusatemi” esclama il giovane Potter, sedendosi sul letto “Sono solo un po' attivo”

“Sarebbe la prima volta…” borbotta Sebastian, infastidito dal brusco risveglio dal dormiveglia in cui era caduto.

“Qualcuno vuole fare una passeggiata? Io voglio fare una passeggiata nel parco” esclama Albus, ignorandolo.

Lancia speranzoso uno sguardo all’amico sul letto, ma l’occhiata truce che gli rivolge lo costringe a volgerlo sul giovane Malfoy, che si ritrova un po' con le spalle al muro. Effettivamente non sta facendo nulla di più utile ed Albus lo sta leggermente fissando.

Così Scorpius Malfoy sospira, afferra il mantello e dichiara “Andiamo, rottura di Boccini”

La famiglia Potter ha l’abilità di essere fastidiosamente convincente.

Albus gli regala un dolce sorriso ed entrambi salutano il loro terzo compagno di stanza prima di dirigersi verso il parco.

L’aria è fresca, ma non sono gli unici ad avere avuto l’idea di camminare un po’ prima di cena; il sole ancora splende nel cielo, anche se si sta rapidamente abbassando dietro gli alberi della Foresta Proibita, lanciando striature arancioni nel cielo terso.

“Jodie mi ha invitato a guardare le vostre selezioni, domenica” confessa Albus e l’amico ha come la sensazione che non vedesse l’ora di dirglielo; gli viene da sorridere, pensando a quanto sia tenero l’amico e non può fare a meno di ridacchiare.

“È per questo che eri così su di giri quando sei entrato in camera?”

Con la coda dell’occhio vede le guance dell’amico tingersi di rosso e capisce di aver fatto centro.

“No, volevo solo fare una passeggiata con te, testone” nega però il giovane Potter e Scorpius lo guarda con tanto d’occhi come a dire che non se la beve.

“Viene anche tua sorella a vedere le selezioni”

“Lily?”

“Quante sorelle hai?”

“Perché Lily viene a vedere le nostre selezioni?”

“Perché gliel’ho chiesto. Mi aveva portato una torta. Tu perché le hai detto che amo la torta di mandorle e carote?”

Albus scrolla le spalle “Era uscito fuori il discorso”

“Comunque lo davo per scontato”

“Cosa?”

“Che saresti venuto alle selezioni” dichiara Scorpius “Il tuo migliore amico è il Cercatore della squadra, devi venire alle selezioni per forza”

“E chi te l’ha detto che sei il mio migliore amico?” sogghigna Albus, con una smorfia molto poco da figlio-del-Salvatore-del-Mondo-Magico.

“Tu, quando mi hai regalato una maglietta con scritto “Questo ragazzo è il mio migliore amico”.”

“Non ti ho mai regalato nessuna maglietta, tantomeno con una scritta del genere” ribatte il moro.

“No? Però dovresti. Ho sentito dire che le vendono alle bancarelle babbane”

“E da quando sai qualcosa delle bancarelle babbane?”

“Da quando mi hai trascinato a Portobello’s Road. Lì sì che ho imparato davvero tanto sulle bancarelle babbane” dichiara Scorpius, con un sorriso.

Le labbra di Albus si sollevano e il ragazzo, divertito, si porta le mani dietro la testa “Devi ammettere però che ci siamo divertiti”

“Non pensavo che i babbani avessero così tanti dolci. Com’è che si chiamava quella cosa appiccicosa che sembra una nuvoletta?”

“Lo zucchero filato?”

“Dovrebbero venderlo anche da Mielandia” afferma, convinto, Scorpius.

“Credo che la tua reputazione di cattivo ragazzo orgoglioso verrebbe rovinata se si sapesse in giro che ti piace lo zucchero filato”

“La gente dovrebbe prima assaggiarlo e poi parlare della mia reputazione” ribatte il biondo “Lo zucchero filato è da duri”

“È rosa”

“Quello che ho mangiato io era bianco” replica Scorpius “E poi che cosa c’entra: ho una camicia rosa pastello ed è meravigliosa e assolutamente virile”

Albus scoppia a ridere, mentre il biondo lo guarda storto per un attimo, prima di unirsi a lui nella risata.

Quando smettono, lo sguardo di Scorpius viene catturato da due figure appoggiate all’albero con il tronco più grande del parco; il giovane Malfoy tira la manica dell’amico.

“Ehi, Al. Quello non è tuo cugino?”

Albus sbuffa “Scorp, ti rendi conto di quanti siamo in famiglia? Sii un po' più specifico quando parli di mio cugino”

“Intendo Fred” precisa Scorpius, indicandoglielo “Non è lui quello con quella ragazza?”

Albus strizza un po' gli occhi – ma perché non si porta mai dietro gli occhiali, santissimo Salazar – prima di annuire.

“Credo sia lui”

“Albus, i dannatissimi occhiali”

“Non mi servono” taglia corto il ragazzo “Sì, è lui. E quella credo sia Lindsay Cruz, la migliore amica di Roxy”

“Se intendi quella che urla come un’indemoniata per tifare, sì, mi sembra lei”

“Se è la migliore amica di Roxy un motivo ci sarà” ridacchia Albus “Non sapevo stesse uscendo con Fred, però. Anzi, non sapevo che Fred stesse uscendo con qualcuna”

“Perché di solito sei molto interessato alle questioni di cuore della tua famiglia, vero?” sogghigna Scorpius “A proposito, quand’è che io vedrò te in giro con Jodie?”

“Che vorresti dire?”

“Quando le chiederai di uscire, Al” sbuffa l’amico, alzando gli occhi al cielo.

“Io non voglio uscire con Jodie”

Scorpius alza un sopracciglio, così Albus si corregge “Cioè, io voglio uscire con Jodie, ma non voglio chiederle di uscire”

“Ti aspetti che sia lei a proportelo? Ma la conosci un minimo, Al?”

“Mi ha chiesto di andare a vedere le selezioni” gli fa notare il giovane Potter e l’amico lo guarda come a chiedergli se crede davvero che una cosa del genere voglia significare qualcosa.

“Perché ti complichi così la vita? Sai che i piani semestrali per conquistare una persona non funzionano sul serio, vero?”

“Non voglio uscirci”

“E come fai a baciarla?”

“Io non voglio… oh, Salazar, è imbarazzante parlare di queste cose” Albus si porta le mani davanti alla faccia e Scorpius deve trattenersi dallo strozzarlo.

Ma perché tutti – oltre ad innamorarsi in maniera così ridicola – si fanno anche tutte queste sciocche paranoie? Come se Albus poi non sapesse che Jodie odia le paranoie.

“E va bene, smettiamo. Però sappi che sei ridicolo. E anche un po' fifone”

“Te le farò pagare tutte quando sarai tu quello innamorato, Malfoy”

E mentre Scorpius ghigna, pensando a quanto quell’idea sia ridicola, Albus inizia a chiacchiera della cena imminente e lascia cadere il discorso.




 

Qui siamo un po' al limite, mi hai praticamente chiesto di escludere una Casa! Però va bene, ne avrai ancora tre tra cui cercare. Non sono un Corvonero, ma forse un po' avrei voluto esserlo. Sono molto orgoglioso della mia Casa però… mi sarebbe piaciuto essere Corvonero. Non so perché, forse immagino sia motivo di grande orgoglio poter dire: “Sono un Corvonero”. La gente ti guarda in modo diverso, dà per scontato che se sei un Corvonero allora devi essere intelligente. Forse ci avrei pensato anche io, se fossi finito in quella Casa. E probabilmente mi sarebbe piaciuto. Hai mai la sensazione che le persone ti giudichino così, gratuitamente? Senza che tu abbia fatto nulla per meritartelo?




 

Scorpius batte un attimo le palpebre. Ma che sta scrivendo? Cancella l’ultima frase e conclude.




 

Invece la mia domanda è: quale professore ti ispira di più? Bada che non ho detto la materia, voglio sapere il professore. Per esempio, a me piace pozioni, ma la professoressa Althea proprio non la sopporto, è troppo precisa.




 

Non si è comportato da bravo ragazzo oggi, ha fatto aspettare la piccola Potter, ma la verità è che proprio non sapeva come rispondergli: quand’era piccolo era più che sicuro di voler finire in Serpeverde perché è stata la Casa di tutta la sua famiglia e, sull’onda di orgoglio che prova verso il padre, voleva ovviamente finirci anche lui. Però quando aveva visto Albus cambiare totalmente rotta rispetto alla sua famiglia, quando vedeva con che sguardo venivano guardati i Corvonero quando affiggevano annunci in cui si proponevano per ripetizioni private o quando ancora vedeva il sorriso che tutti rifilavano ai Tassorosso quando facevano qualcosa di altruistico, si era domandato se lui avesse qualche altra caratteristica, oltre all’ambizione e alla determinazione. Era gentile e leale? Era intelligente? Era coraggioso? O il Cappello Parlante lo aveva mandato a Serpeverde solo perché era stata la Casa della sua famiglia o – peggio ancora – perché glielo aveva chiesto? Cioè non che glielo avesse proprio chiesto, però non voleva deludere nessuno e sapeva che finendo in Serpeverde sarebbe stato al sicuro.

Però, se potesse scegliere ora, non saprebbe proprio dire in quale Casa avrebbe desiderato finire ad undici anni.

La risposta della piccola Potter non tarda ad arrivare, forse perché aspettava con trepidazione il bigliettino – ma, conoscendola un minimo, Scorpius ne dubita fortemente – o forse perché si stava annoiando, e il biondo la trova per puro caso, mentre sta andando all’appuntamento con Luke Sharp, con cui ha la ronda quella sera.




 

Ci credi che ti stavo per rispondere proprio la professoressa Althea? È così sicura di sé, è giovane e sembra una donna tanto forte. E poi mi piace molto come spiega, è pratica. Però se non ti posso rispondere lei direi il professor Paciock. Forse con lui sono un po' di parte perché è amico dei miei genitori, però penso sappia davvero mettere gli studenti a proprio agio.

A quanto pare una cosa in comune l’abbiamo però! Anche a me piacciono tanto le pozioni (so che non me lo avevi chiesto, ma questa è una cosa che bisogna che tu sappia assolutamente su di me). In famiglia dicono che ho preso da mia nonna, ma non potrò mai saperlo perché non l’ho mai conosciuta. Nemmeno papà l’ha mai conosciuta, ho solo sentito dei racconti.

Ed ora la domanda del giorno: ti piacciono le ciliegie?

Un mucchio di scintille,

Lily Luna




 

Le ciliegie? E adesso cosa c’entrano le ciliegie? Come sono saltate fuori? Perché Lily passa con così tanta nonchalance da un argomento all’altro?

Alle certezze incrollabili nella vita di Scorpius se ne aggiunge un’altra – forse un po' in ritardo: Lily Luna Potter è completamente matta.

La settimana passa in fretta, tra i bigliettini con Lily Potter – quella matta di Lily Potter – e l’attesa per le selezioni di Quidditch.

Scorpius ha una strana euforia quando si sveglia quella domenica mattina: si fa una doccia fredda e si infila i vestiti perfettamente stirati con lo stemma della squadra, mentre i suoi due compagni di stanza continuano a sonnecchiare nel buio della stanza.

Il giovane Malfoy li guarda e scuote la testa: si riterrà molto fortunato se sentiranno la sveglia e arriveranno puntuali alle selezioni – anche se, in caso contrario, Jodie potrebbe davvero salire in camera loro e picchiarli con la sua scopa.

No, forse non userebbe la sua preziosissima scopa, forse userebbe le mani – che possono essere comunque molto letali.

È proprio Jodie che Scorpius incontra a colazione, ad un quasi vuoto tavolo di Serpeverde, in cui gli unici commensali sono chi si candiderà per la squadra di Quidditch e quei pochi che sono rimasti già indietro con i compiti.

La ragazza gli sorride, anche lei già perfettamente pronta per il Quidditch, mentre beve una tazza di caffè scuro.

“Buongiorno” la saluta Scorpius, sedendosi di fronte a lei ed afferrando la brocca del caffè.

“Buongiorno. Sei pronto?”

“Nato pronto, lo sai” risponde il ragazzo, con un sorriso “Tu?”

“Non vedo l’ora di giocare”

Scorpius vuole sinceramente bene a Jodie: ormai si conoscono da così tanti anni che ad entrambi basta uno sguardo per capire cosa l’altro desidera ed hanno una complicità che è solo loro. Inoltre il ragazzo pensa che sia molto intelligente, quando non fa la bambina, l’acida dei suoi Boccini o la maligna. Cioè praticamente solo quando sono loro due, o quando si uniscono a loro anche Sebastian ed Albus. La capisce, per carità, non deve essere facile essere lei, però ogni tanto tende ad esagerare e gli mette su il muso, quando le fa notare di essersi comportata in modo un po' più infantile del solito. Poi però, quando le passa e si accorge di aver sbagliato, si siede accanto a lui, sul divano di pelle della Sala Comune, e gli appoggia la testa sul petto: quello è il segnale che si vuole scusare.

Certo, a volte è un po' scorbutica e fastidiosa, ma c’è di peggio. E poi non lo disturba mai mentre studia – a meno che lui non voglia e, Merlino, Jodie sa sempre quando lui vuole essere disturbato – non lo giudica e gli dice sempre la verità. Effettivamente, Jodie non mente mai.

Scorpius spera con tutto il cuore che non faccia soffrire Albus – dubita seriamente che Albus sia mai in grado di ferirla – perché non saprebbe davvero come schierarsi. Non avrebbe alcuna intenzione di schierarsi tra i suoi migliori amici.

A Scorpius piace fare colazione con la ragazza perché, nel quartetto, è l’unica che riesce a mettere insieme più di cinque parole coerenti prima delle dieci di mattina. E visto che quel giorno si devono entrambi presentare alle selezioni di Quidditch – più per formalità che per effettiva necessità – al biondo la situazione ricorda molto quando al secondo anno erano entrambi in quelle stesse posizioni, ma molto più spaventati, senza che nessuno dei due volesse darlo a vedere.

“Siamo entrambi troppo orgogliosi” pensa Scorpius, guardando l’amica, che ricambia lo sguardo, confusa.

“Hai già letto la Gazzetta del Profeta, stamattina?” domanda il ragazzo, per giustificare l’occhiata.

Jodie scuote la testa “Non amo leggerla, lo sai. Comunque qualcuno ne ha lasciato una copia in Sala Comune, se ti serve”

“Dopo darò un’occhiata, allora” dichiara Scorpius, sollevandosi in piedi e allungando la mano stretta a pugno alla ragazza “Adesso concentriamoci sulle selezioni”

Jodie guarda la mano, prima di ghignare e chiudere la sua mano sopra “Ci può scommettere”

Scorpius è costretto ad aprire le tende della sua stanza, per svegliare i suoi compagni, che lo salutano con un paio di insulti a testa, prima di sgusciare fuori dalle coperte, consapevoli dell’impegno preso. Il biondo si avvia verso il campo, ricordando agli altri per l’ennesima volta di cercare di essere puntuali, dove trova già Logan e Jodie ad attenderlo, più una quindicina di aspiranti giocatori. Si prende tutto il tempo per cambiarsi, sistemare la scopa sempre perfettamente lucida, e per riuscire e raggiungere il suo capitano, che inizia un attimo dopo con l’elenco di nomi e con la spiegazione di come organizzerà quella giornata.

Il ragazzo sa già cosa deve fare ed è pronto a mettersi alla ricerca del Boccino, in gara con solo un altro ragazzo del quarto anno che spera di avere qualche speranza di batterlo; sente il fischio di Logan ed inizia a cercare la sfera dorata.

Scorpius si guarda intorno e vede Lily sugli spalti, accanto ad Albus e a Sebastian – quindi sono riusciti ad arrivare puntuali, incredibile: indossa una maglietta con scritto “Only Quidditch can catch my heart”, che le sta stretta al punto giusto, ed una fascetta che prova a tenere fermi gli indomabili capelli rossi.

Frena, Scorpius, c’è un Boccino da catturare, non ti distrarre.

Un attimo dopo la sua attenzione viene catturata dal luccichio del Boccino d’oro.

"Sei mio" pensa Scorpius, mettendosi ad inseguire la sfera dorata; lancia un ultimo sguardo sugli spalti, dove vede Lily guardare verso di lui, stringendo i pugni, prima di gettarsi in picchiata ed afferrare a mano piena la pallina volante.







Felpie's Corner

Puntuale? Stranamente sì, Di fretta? Ovviamente.

Buonsalve, maghi e streghe!

Lily Luna Potter ha ufficialmente confuso totalmente il povero Scorpius Hyperion Malfoy che non aveva la minima idea del casino in cui si stava andando ad infilare, quando ha accettato questa cosa dei bigliettini. Ma ormai è tardi per dire di no, deve fare buon viso a cattivo gioco - lui innamorarsi? Pff, quando mai. Conoscete le ultime parole famose?

Trovo che Scorpius possa essere un ragazzo che ci tiene molto ad osservare gli altri, sinceramente, e chi può essere stato il primo per cui il giovane Malfoy può aver avuto tanta ammirazione se non papà Draco? Mi piace pensarli come legati da un bel rapporto.

Albus invece poverino è troppo timido e dovrebbe davvero mettersi gli occhiali - il non metterseli non vuole essere una ribellione verso suo padre, più una di quelle ribellioni che tutti a quindici anni hanno contro gli occhiali, pensando più all'estetica che ad un'effettiva utilità (non amo la Maledizione dell'Erede, quindi in questa storia vi anticipo subito che Albus ha un bellissimo rapporto con Harry, o almeno non gli interessa avercelo troppo profondo).

E per finire Lily, Lily è esplosiva come al solito e solo a sentire nominare il Quidditch è pronta a mettersi la sua maglietta fortunata, la fascetta e fare un tifo sfrenato. E chissà perché vuole sapere se a X piacciono le ciliegie.

Oggi niente personaggio nuovo, quindi nessuna descrizione, me la riserva per la prossima settimana.

Concludo dicendovi che spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che sono sempre disponibile alle chiacchiere, se qualcuno volesse anche solo scrivermi due righe.

A presto,

Felpie

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 - Dominique ***


And I never wanted anything from you
Except everything you had
And what was left after that too, oh.
Happiness hit her like a bullet in the back
Struck from a great height
By someone who should know better than that
The dog days are over
The dog days are done
Can you hear the horses
'Cause here they come
Run fast for your mother and fast for your father
Run for your children for your sisters and brothers
Leave all your love and your loving behind you
Can't carry it with you if you want to survive
(Dog Days Are Over - Florence and the Machine)






Dominique capisce che quella sarà una giornata impegnativa fin da quando apre gli occhi al mattino: c’è troppa luce che entra nella stanza e troppa confusione fuori dalla porta; si guarda intorno e vede il letto vuoto di Elizabeth – nessuna sorpresa – e Dorcas praticamente mangiata dalle coperte. Fa per girarsi e rimettersi a dormire quando l’occhio le cade sull’orologio che tiene sul comodino e le lancette troppo avanti la fanno scattare subito in piedi: non hanno impostato la sveglia, Santa Priscilla!

Scalcia via malamente le coperte, mentre va a scuotere l’amica “Dorcas! Dorcas, svegliati, è tardissimo! Abbiamo lezione tra nemmeno dieci minuti”

L’amica borbotta qualcosa di indistinto e Dominique, frustata ed innervosita da quel brusco risveglio, sbuffa e va ad aprire completamente le tende, prima di lanciarsi in bagno per pettinarsi i capelli, sciacquarsi la faccia e tentare di coprire i segni che dimostrano che si è appena svegliata.

Fortunatamente, quando torna in camera, vede Dorcas sveglia che, sbadigliando, si sta infilando le scarpe, la camicia malamente fuori dalla gonna e gli occhi gonfi di sonno.

Arrivano trafelate a lezione di Incantesimi, con lo stomaco vuoto, una fame pazzesca e tanto sonno – ma ieri cos’hanno fatto per essere così stanche? Non hanno semplicemente chiacchierato? – e perdono cinque punti a testa – dal loro stesso Capocasa, ma andiamo – per il leggero ritardo.

“Buongiorno Domi” sbuffa Dorcas, mentre sfoglia velocemente e alquanto malamente le pagine del libro di testo.

“Me lo sento che questa giornata è partita con il piede sbagliato, Doe” sussurra Dominique “Fortuna che oggi non hai gli allenamenti con la squadra o ti avrei detto di saltarli: oggi può succedere di tutto”

“Da quando sei così scaramantica?”

“Non sono scaramantica, ma come dice zio Ron: “Meglio non sfidare troppo la sorte”. Non si sa mai”

“Tuo zio è scaramantico?”

“No, però credo che ormai si aspetti che accada sempre qualcosa. Ho idea che quando lui, zio Harry e zia Hermione erano al castello ne succedevano di ogni colore”

“I Salvatori del Mondo Magico… chissà com’erano a scuola”

Dominique alza le spalle “Credo che solo zia Hermione fosse davvero brava. Zio Harry e zio Ron meno, non penso avessero così tanta voglia di studiare”

L’occhiata che arriva alle ragazze da parte del professore le intima entrambe al silenzio e così Dominique si concentra sulla lezione, sperando che zio Ron non abbia ragione proprio questa volta.

Quando arriva l’ora di pranzo le due ragazze si precipitano in Sala Grande, con gli stomaci totalmente vuoti e un appetito all’apparenza insaziabile; sono praticamente le prime a sedersi al tavolo ed entrambe si versano una generosa porzione di riso.

Solo dopo qualche minuto vengono raggiunte da tutti gli altri studenti Corvonero; Dominique fa un cenno di saluto al fratello e ai due gemelli Scamander e Lucian Sharp si siede di fronte a lei con un sorriso furbo.

“Ciao Weasley, che si dice? Ti vedo affamata”

“Ciao Lucian, stavo morendo di fame” ammette la ragazza, abbassando la forchetta.

“Hai tempo nel pomeriggio per aiutarmi con Incantesimi?”

“Non sei il migliore del corso?”

“No, sei tu la migliore ed io voglio assolutamente superarti” dichiara e Dominique deve trattenersi dal ridacchiare.

“Sì, dopo Pozioni. È un grande punto al mio orgoglio poterti aiutare”

“Sempre disponibile per migliorare il tuo ego, tesoro” Lucian gli fa l’occhiolino, prima di alzarsi e raggiungere i suoi amici.

“Quel tipo è davvero viscido” commenta Dorcas, tra un boccone e l’altro “Non capisco perché tu gli abbia detto di sì”

“Non è la prima volta che ci studio insieme”

“Allora non capisco come tu faccia a studiarci”

“Guarda che è davvero bravo. Se ci vediamo in Biblioteca studiamo parecchie ore filate senza dirci nemmeno una parola”

“Vorrei vedervi, ma conoscendovi sarebbe di una noia mortale, probabilmente” dichiara la ragazza “Sai che comunque secondo me sareste una bella coppia?”

“Nessuna ragazza con Lucian Sharp formerebbe una bella coppia” ribatte Dominique, prima che entrambe scoppino a ridere.

La fama di Lucian Sharp è alquanto nota in tutto il Castello: è un bel ragazzo, spesso sarcastico, malizioso e, a volte e solo quando lo desidera, intrigante. Ha molte ammiratrici, soprattutto tra le ragazze più piccole, ma è anche il Corvonero più intelligente – anche se alcuni puntano più su Dominique o su Elizabeth – dell’ultimo anno.

“Vorrei incontrare qualcuno con cui tu possa formare una bella coppia!” esclama Dorcas “Merlino, devo ancora conoscere qualcuno che possa essere all’altezza della bellissima rubacuori Dominique Weasley”

“Ma smettila. Tu hai decisamente bisogno di un ragazzo, altroché. Altrimenti continuerai a sfogarti sul Quidditch o sulla mia vita sentimentale”

“Non vedo dove sia il problema” ribatte l’altra, afferrando un pezzo di pane “Guarda tua cugina ci sta guardando. Tua cugina Lily” specifica, dopo essersi resa conto di essere stata un po' troppo generica.

Dominique alza lo sguardo verso il tavolo di Grifondoro e vede Lily agitare una mano per salutarla; la ragazza le sorride e, dopo poco, la piccola Potter si avvicina al loro tavolo.

“Ciao Domi”

“Ciao Lily. Hai già pranzato?”

La piccola Potter scuote la testa “No, mi ero appena seduta”

“Perché non mangi con noi? Voglio sapere un po' del tuo ammiratore segreto”

“Hai un ammiratore segreto, Lily?” domanda Dorcas curiosa e la ragazza dai capelli rossi annuisce, con un sorriso.

“Ultimamente lo chiamiamo X, perché così si è firmato nel primo bigliettino”

“Un ragazzo che manda bigliettini? Questo sì che è interessante! Weasley, perché non me lo avevi detto?” esclama eccitata il capitano della squadra di Corvonero.

“Perché negli ultimi giorni tu non hai parlato di nulla che non fosse Quidditch” risponde subito la ragazza.

“A proposito di Quidditch, ho visto le selezioni dei Serpeverde, quest’anno” interviene Lily.

“Le hai viste proprio tutte, in pratica” ridacchia Dominique.

“Mi mancava solo Tassorosso, in effetti. È una fortuna che Molly e Lucy non giochino a Quidditch o avrei fatto il pieno” ammette la rossa “Comunque non sono niente male. Però voi siete più forti”

“Come mai hai visto le loro selezioni? Non pensavo che Albus giocasse” commenta la cugina.

“Infatti non giocava. Scorpius Malfoy mi aveva chiesto di andarlo a vedere”

Dorcas, che stava bevendo, deve dare dei colpi di tosse perché l’acqua l’è andata un po' per traverso “Scorpius Malfoy ha fatto che?!”

“Io gli avevo portato una torta” spiega Lily “E c’era anche Albus sugli spalti”

“Perché Scorpius Malfoy ti avrebbe invitato a vederlo giocare?” domanda confusa Dominique.

“Non ne ho idea. Però mi ha fatto passare la mattina, non avrei saputo che fare. Il loro amico, Sebastian, è molto simpatico e mi ha riempito di domande”

“Sta’ a vedere che qui i tuoi ammiratori si moltiplicano, cuginetta”

Lily arrossisce leggermente, mettendo solo più in mostra le lentiggini che spiccano sul suo naso “Ancora devo mettere il tuo lucidalabbra, Domi”

La ragazza fa un gesto di nonchalance con la mano “Avrai tempo, Lily. Ancora devi fare la tua prima uscita ad Hogsmeade, no?”

“Sì, però sono già emozionatissima!” confessa la più piccola.

“Te la ricordi, Domi, la nostra prima uscita ad Hogsmeade?” interviene Dorcas.

“Come potrei non farlo? Siamo state un’ora intera da Mielandia”

“E poi siamo andate da Zonko”

“E tu hai fatto cadere un intero calderone pieno di gelatina sulla testa di Fred”

“Se lo meritava. Aveva… che aveva fatto?”

Dominique alza le spalle “Credo ti avesse detto che eri bellissima o una cosa del genere”

“Ecco, mi stava prendendo in giro, se lo meritava”

“Fred ti ha detto che eri bellissima e tu lo hai riempito di gelatina?” domanda confusa Lily.

“Tuo cugino non era serio, stava solo scherzando, come sempre. E si diverte a perseguitarmi” spiega brevemente Dorcas “Tu e James ridevate come dei matti, Domi, ti ricordi?”

Sì, se lo ricorda.

Dominique annuisce, abbassando un po' il tono della voce, improvvisamente pensierosa “E poi avevamo preso la nostra prima Burrobirra ai Tre Manici di Scopa”

“La prima di molte” ci tiene a precisare l’amica, lasciandosi andare ai ricordi, prima di guardare la piccola Potter e aggiungere “Ti divertirai da matti, Lily. Vacci con le tue amiche, mi raccomando, non con dei ragazzi”

“Lo farò, anche perché X non si vuole nemmeno far vedere, figurarsi andare ad Hogsmeade insieme”

“Quindi ha la tua età?”

Lily guarda Dominique, prima di scuotere la testa “In realtà non lo so, l’ho dato per scontato. In ogni caso non penso sia più piccolo di me perché mi mandi i bigliettini non solo tramite gufo, a volte li fa volare lui: non credo che ci sia qualcuno di più piccolo così bravo con gli Incantesimi”

“Fitta corrispondenza?”

“Non ne hai idea. Però mi piace, è divertente avere un “amico” di penna. E mi dice cose buffe”

“Suppongo che con te non ci siano nemmeno mai conversazioni così banali” ridacchia Dominique e Lily le fa un grande sorriso.

“Meglio così, no?”

“Assolutamente” conferma la cugina “A Rose lo hai detto?”

“Non ancora, però voglio dirglielo. Non mi era mai successo di tenerle nascosto qualcosa”

“Basta che non lo dici a James e tutto va bene!” esclama Dorcas “Credo che possa essere un po’ geloso, vero Domi? Ti ricordi quella volta al terzo anno che eri vicino a quel tizio, quello dell’ultimo anno, e James era arrivato e ti aveva trascinato via a forza per un braccio? Com’è che si chiamava lui?”

“Non ricordo” risponde rapidamente Dominique. Perché anche quando non è fisicamente presente James trova sempre un modo di apparire e di imporle la sua presenza?

“A proposito, sai che James ha iniziato ad uscire con Elizabeth Zabini?” esclama Lily e lo sguardo della cugina si sposta come un fulmine su di lei.

“Cosa hai detto?”

“Che James sta uscendo con Elizabeth. O devono uscire, non lo so” ripete la piccola Potter “Non lo sapevi? Pensavo che tu e James vi diceste sempre tutto”

Dominique sente su di sé lo sguardo di Dorcas, che però ignora bellamente e finge un’espressione quanto più normale possibile.

“No… chi te l’ha detto?”

“Me lo ha raccontato Rose, li ha sentiti parlare dopo una riunione tra Prefetti” spiega Lily “E invece Albus mi ha detto che Fred ha chiesto di uscire a Lindsay Cruz”

“Come?” interviene Dorcas, piccata, e la piccola Potter la guarda spaventata, annuendo.

“Sì, hanno fatto una passeggiata l’altro giorno e credo che lui le abbia chiesto di andare ad Hogsmeade insieme”

“È la compagna di stanza di Rox, vero?” chiede Dominique, lanciando un’occhiata all’amica. Dorcas, infatti, sta stringendo il bicchiere con una mano, anche se cerca di mostrare una parvenza di tranquillità. Ma non può ingannare la sua migliore amica, come Dominique non può ingannare lei.

Sicuramente sapere di Fred e Lindsay sembra infastidirla parecchio.

“Sì. È molto simpatica, devo dire. Però penso che per essere amica di Roxy una debba essere per forza simpatica. Fa ridere e le piacciono gli scherzi” racconta Lily, prima di bloccarsi e guardare le due Corvonero, che hanno un’espressione decisamente più tetra rispetto a qualche minuto prima “Va tutto bene?”

“A meraviglia” risponde Dorcas, alzandosi di scatto “Scusatemi, devo andare a parlare con Logan Clark per dividerci il campo durante la settimana”

Si allontana senza nemmeno aspettare una risposta, diretta al tavolo dei Serpeverde, lasciando Dominique – decisamente stanca di quella giornata – sola con la cugina.

“Ho detto qualcosa di sbagliato?” mormora Lily, dispiaciuta, ma Dominique scuote la testa.

“No, stai tranquilla. È solo che la giornata è partita male”

Maledizione a zio Ron, che non ha mai ragione, ma che proprio questa volta Merlino ha deciso che ogni tanto deve dire una cosa giusta anche lui. Se una giornata inizia storta, dopo non si raddrizza di sicuro.

Lily rimane lì per tutto il pranzo e Dominique, con un po' di malignità, è contenta quando Louis ed i gemelli Scamander si spostano dal loro posto per salutare la piccola Potter, almeno lei può tornarsene ai suoi pensieri che, dopo averla abbandonata per qualche ora, hanno deciso di ritornare più carichi che mai.

Dominique lo sa benissimo che è stata lei stessa a dire a James che devono andare avanti ed era perfettamente consapevole della sua scelta. Sa che James è un bel ragazzo e che non ci sarebbe voluto molto perché uscisse con qualcuna. Sapeva che gli avrebbe dato fastidio. Solo che non si aspettava che James uscisse con qualcuno così presto e che quel qualcuno fosse la sua amica e compagna di stanza Elizabeth Zabini.

Non ascolta nemmeno una parola della professoressa Althea, troppo occupata a far passare lo sguardo tra Elizabeth, seduta come sempre in prima fila, e James, che sta accanto a Fred, con cui confabula come sempre con fare losco. Nemmeno Dorcas sembra molto concentrata e devono entrambe ringraziare Roxanne che si accorge all’ultimo che nella loro pozione c’è qualcosa che non va e che evita loro una doccia di melma verde.

“Ma che ti succede, cugina?” esclama la gemella “Non è da te essere così distratta”

“Ero sovrappensiero, Ann. Grazie dell’aiuto”

Roxanne sorride “È stato un piacere, dopo tutte le volte che tu hai aiutato me”

“Senti, Rox” interviene Dorcas “È vero che tuo fratello è uscito con Lindsay?”

“Incredibile vero? La cosa era iniziata come uno scherzo in realtà, Fred si stava lamentando che nessuno era mai dalla sua parte e che io e James ci schieravamo sempre contro di lui. Poi però lui e Lindsay si sono fermati a parlare in Sala Comune e niente, mio fratello ha provato a sfruttare il suo fascino e, strano ma vero, ha funzionato”

“Ed ora… come sono?” domanda Dominique, immaginando che l’amica voglia saperlo, mentre mescola la pozione con fare disinteressato per cercare di riportarla ad un colore normale.

Roxanne alza le spalle “Non ho indagato, sinceramente. È che… mi fa strano, cazzo. Sono mio fratello e la mia migliore amica. Non voglio che succeda qualcosa, insomma”

La ragazza guarda verso Lindsay, che sta lavorando al tavolo da sola e fa un cenno con la testa verso di lei “Scusate, ragazze, ora devo tornare da lei. Cercate di stare attente con quella pozione”

“Grazie ancora, Rox” la saluta Dominique, prima di sussurrare all’amica “Va tutto bene?”

“Sì. Finiamo questa dannata pozione, voglio andare a correre un po' prima di cena”

E con questa frase, Dorcas chiude definitivamente la conversazione.

La giornata non è ovviamente ancora finita e, quando Dominique meno se l’aspetta, appena tornata in camera dopo aver studiato con Lucian, l’ultima grande notizia di quel giorno decisamente da dimenticare le giunge con un gufo che riconosce all’istante, in una busta candida con su una bella calligrafia: una lettera di sua sorella.

Dominique è tentata di non aprirla, non ha ancora perdonato alla sorella il non averle detto del matrimonio e di averglielo fatto scoprire così, insieme a tutti gli altri. Un po' di diritto di priorità, per la miseria, è pur sempre sua sorella.

Parlano di quel matrimonio da una vita, da prima che Victoire e Teddy si mettessero insieme, e poi ancora quando James prendeva in giro Teddy perché baciava una ragazza che era praticamente sua cugina per finire quando il ragazzo era andato a vivere da solo. Avevano visto centinaia di film babbani sui matrimoni, fantasticavano sui vestiti da sposa guardando le riviste di moda e avevano giocato con gli asciugamani del bagno come se fossero dei veli, convincendo un Louis di sei anni a fare il paggetto per la cerimonia. Perché non le aveva detto una cosa tanto importante e gliel’aveva fatta scoprire insieme a tutti gli altri?

Guarda ancora la lettera e riflette sul fatto che sia sciocco ignorarla, Victoire lo capirà. E poi vuole davvero sapere cosa c’è scritto.


 
Cara Domi,
lo so che sei ancora arrabbiata con me e che un pacchetto di Api Frizzole non può giustificare il fatto che io non ti abbia detto per prima che mi sarei sposata a Capodanno. So che non te lo aspettavi e so che ci sei rimasta male, anche se fai finta di no. E il fatto che tu sia ad Hogwarts da quasi un mese e che tu non mi abbia mandato nemmeno un gufo non può che confermarmelo. Ma era una decisione presa insieme a Teddy e lui era così contento di organizzare un pranzo solo per dirlo a tutti che non ho potuto dirgli di no. Non ho voluto dirgli di no. E sono sicura che questa è una cosa che puoi capire.

Io amo Teddy. Lo amo da sempre e lo amerò per sempre e questo matrimonio è molto importante per me. Sarà il giorno più bello della mia vita, superato forse solo dalla nascita del nostro primo figlio, se succederà.

Però, un giorno che rimarrà sempre nella top tre dei miei giorni importanti sarà sempre il giorno della tua nascita. Quel giorno aspettavo fuori dalla porta insieme a papà e a tutti i nostri zii e sbirciavo dalla finestrella della porta, anche se non riuscivo a vedere nulla. Zio Charlie mi aveva perfino preso in braccio ad un certo punto perché non riuscivo a stare ferma e ho visto la mamma spettinata – forse per la prima volta in tutta la sua vita – ma con un sorriso radioso, mentre stringeva delle coperte tra le braccia. In quell’ammasso di stoffa, c’eri tu, con gli occhi chiusi e già le lentiggini sul naso. Da quel giorno, non ci siamo mai separate.

È per questo che voglio fare la pace con te, perché non voglio che una cosa del genere possa incrinare il nostro rapporto. Non voglio dover scegliere tra te e il mio futuro marito.

Ci saranno momenti in cui io e Teddy condivideremo delle cose e dovrò tagliarti fuori, anche se lo farò a malincuore. Però posso prometterti che saprai sempre tutto, a tempo debito, e che rimarrai sempre la mia sorellina, con cui condividere gelati alla vaniglia e caramello e momenti tra ragazze. Posso prometterti che ci sarò sempre per te. E posso prometterti che ti voglio al mio fianco, il 31 Dicembre, per festeggiare insieme a me il giorno più bello della mia vita. Voglio che ci sia anche tu, nel giorno più bello della mia vita, e che sia felice.

Avrei preferito parlartene a voce, ma non volevo aspettare Natale, quindi ti ho scritto una lettera. Spero che tu mi abbia perdonato, arrivata a questo punto, o quando tornerai a casa ti troverai la camera invasa dalle Api Frizzole. Forse non avrei dovuto dirlo, ora potresti sul serio non perdonarmi.

Il vestito da damigella lo sceglieremo insieme – anche se qualsiasi cosa indosserai ti starà divinamente, lo so – e lo andremo a provare insieme all’abito per il matrimonio. Ho deciso di prendere quello di mamma e farlo aggiustare un po': a te lascerò la possibilità di averne uno nuovo, ti starà sicuramente meglio che a me.

Mi aspetto di vederti al fianco di un bel cavaliere, sappilo (James è proprio al limite).

Ti voglio bene,
Vic


 
La mano di Dominique trema leggermente quando la ragazza finisce di leggere la lettera e si deve sedere un attimo sul letto.

Che sciocca. Sua sorella è davvero una sciocca. E Dominique le augura tutto il bene del mondo.

Guarda il restante contenuto della busta e trova un biglietto di partecipazione.


 
Victoire Molly Weasley e Edward Lupin
ti invitano al loro matrimonio
il 31 Dicembre 2021 nella chiesa di Godric’s Hollow alle 10.30.


Seguirà un rinfresco alla Tana.

Siete liberi di portare un accompagnatore.


 
Dominique scuote la testa, prima di appoggiare la lettera sul letto, uscire dalla camera e scendere in Sala Comune, dove spera di incontrare suo fratello.

Il piccolo Louis è proprio lì, davanti al camino, insieme a Lysander e a Thomas, e le corre incontro appena la vede.

“Domi!” esclama “Hai ricevuto la lettera di Victoire?”

“Oui, l’ho appena letta” annuisce la ragazza, prima di sorridere al fratello “Sei contento?”

“Non vedo l’ora! Teddy entrerà ufficialmente nella nostra famiglia, finalmente”

“Farai il paggetto anche a questo matrimonio?”

Dominique sorride di fronte all’espressione offesa del fratello e gli scompiglia i capelli.

“Smettila, Domi!” si lamenta Louis, cercando di sistemarsi “Credi che sia un problema se dico a Vic che voglio invitare i gemelli? Lei ha parlato di un solo accompagnatore”

“Non ci sarà alcun problema, Louis. E se ce ne fossero, tu inviti Lysander ed io invito Lorcan, va bene?” risponde la ragazza, prima di salutare il cugino “Ciao Thomas”

“Ciao, Domi”

Thomas le bacia dolcemente una guancia, prima di mostrarle la lettera “Si prospetta un ultimo dell’anno plein de bonheur”

“Je suis très excitée” ammette Dominique.

“Pouvons – nous parler dehors un instant?”

La ragazza lo guarda confusa, ma annuisce subito “Certo”

Lo segue fuori dalla porta, fanno qualche passo lungo il corridoio buio, illuminato da qualche fiaccola qua e là, prima che Thomas si fermi e sospiri.

“Che cosa succede, Tommy?”

“Vuoi venire al matrimonio con me?”

“Mi stai… invitando?”

“Oui. Cosa rispondi?”

“Ho appena detto a Louis che inviterò uno dei fratelli Scamander… Perché mi stai invitando?” domanda confusa Dominique.

Non ha bisogno di un invito, quindi esattamente perché suo cugino la sta invitando?

Thomas si guarda la punta delle scarpe “Tu es très belle, Domi. Maman lo dice sempre: Dominique esta la plus belle de toute la famille”

L’orrendo sospetto – e il terrore di dover dare ragione a James, maledizione – di che cosa Thomas stia cercando di dirgli.

Ma è ridicolo, andiamo, Thomas ha quindici anni e loro sono cugini.

Certo, come se tu e James non avevate quindici anni e non siete cugini.

Sì, ma è diverso, lei è più grande e…

E…?

Oh, damnation, c’est différent.

Questo è più o meno il dialogo che avviene in quel momento nella mente della ragazza che spera vivamente che zio Ron smetta di avere ragione, almeno per quella giornata, perché non ne può davvero più.

“Che cosa stai cercando di dirmi, Tommy?” chiede Dominique per avere l’ultima conferma, per essere assolutamente sicura che non sta sbagliando e che capisce ancora bene il francese come l’inglese.

“Tu… mi piaci, Domi. Mi piaci tanto. Fin da piccolo, quando maman mi diceva che saremmo venuti en Angleterre, o quando sapevo che voi sareste venuti a trovarci, io ero contento. Tu te souviens que je t’ai toujours fait des cookies?”

“Erano très bons…” commenta Dominique. Perché sta succedendo una cosa del genere proprio oggi?

“Sono innamorato di te depuis que j’ai six ans” le confessa il ragazzo.

Questo ti basta come conferma, Dominique?

“Mi rendo conto che noi non ci conosciamo troppo, io so poche cose della tua vita de tous les jours, ma le vorrei conoscere. Vorrei conoscere meglio te”

“Credo tu abbia frainteso, Tommy…” si ritrova a mormorare la ragazza, quando finalmente si ricorda come pronunciare una parola di fila all’altra.

Non è tanto sconvolta per ciò che Thomas le ha detto, ma proprio perché è lui ad avergliele dette. Lui, il suo cuginetto di quindici anni, che l’ha portata in giro per Parigi come se fosse un’esperta guida turistica, con cui ha preparato i biscotti al cioccolato per Louis quando stava male, che ha sempre un sorriso sulle labbra ed una parola dolce per lei.

Il mondo deve essersi sul serio capovolto: zio Ron ha ragione, Thomas è innamorato di lei e James è uscito con Elizabeth Zabini.

Forse allora lei potrebbe… no, no, Dominique, no. Uscirai con qualcuno della tua età, che non è un tuo parente e non lo farai solo come ripicca nei confronti di James. Non ferirai così Thomas e i suoi sentimenti – forse un po' infantili – ma non gli darai nemmeno false speranze.

“Non ti piaccio?” domanda Thomas, con un tono deluso e Dominique esita un attimo, per cercare di scegliere le migliori parole possibili ed avere cura di lui.

“Tu… sei come…” si trattiene dal dirgli un fratellino perché non pensa che sia un termine che il ragazzo vuole sentirsi dire in questo momento “… un amico. Sei un mio caro amico, oltre ad essere mio cugino. Mi piace passare il tempo in tua compagnia, sei dolce, sei simpatico e sei spiritoso. E con te posso parlare en francais, ogni tanto” aggiunge, con un sorriso dolce, prima di appoggiargli una mano sulla spalla “Ma tra noi non… non c’è altro…”

“Lo so che siamo cugini e che c’est faux, mais…”

“No, non è perché è sbagliato, ma proprio perché io non provo le stesse cose che provi tu” lo blocca Dominique.

Figuriamoci se può mettersi sul serio a sindacare se sia giusto o meno essere innamorati del proprio cugino/a.

Thomas ha uno sguardo davvero affranto e Dominique gli porta una mano sotto il mento per guardarlo negli occhi “Ascoltami, Tommy, tu sei un ragazzo fantastico. Puoi dare tanto affetto, ne sono sicura, perché sei gentile e sai cosa dire alle persone. Devi solo trovare la ragazza giusta”

“Sei tu la ragazza giusta”

“No” lo corregge Dominique “Non sono io. Perché, come hai detto tu, non mi conosci bene…”

“Vorrei conoscerti meglio, en fait”

“E questo va bene. Se è solo per conoscere meglio tua cugina e per diventare amici. Ma non per altro” dichiara la ragazza “Anche perché io, in questo momento, non posso farlo…”

“Esci con qualcuno?!” esclama stupito Thomas, ma la cugina scuote la testa.

“No, però non… è un bel periodo, diciamo. Non voglio… impegnarmi. E non voglio ferirti dicendo che questa è una cosa che potrà cambiare, in futuro”

“Mi dispiace che non sia un bon moment pour toi” mormora Thomas “Scusami se… ti ho aggiunto altre preoccupazioni”

Dominique scuote di nuovo la testa “Non mi hai aggiunto preoccupazioni, hai fatto bene a dirmelo, così ho potuto bloccare questa cosa subito e non darti false illusioni”

“Possiamo… possiamo comunque rimanere amici?”

“Bien sûr” risponde la ragazza con un sorriso, accarezzandogli il viso “Nous sommes amis”

“Vuoi parlarmi di ciò che non va?”

Dominique scuote la testa per la terza volta “È meglio di no. Ora non… me la sento. L’importante è che tu stia bene”

Thomas annuisce “Un po' mi dispiace”

“È normale. Ti passerà presto. E se non succedesse ne riparleremo, d’accordo?”

Thomas fa un piccolo sorriso “Grazie, Domi. Sono felice che tu sia mia cugina. Sei una ragazza… saggia”

“Saggia, addirittura?” ridacchia Dominique, divertita, prima di vedere, con la coda dell’occhio, qualcuno avvicinarsi alle spalle del cugino.

Non ci mette molto a riconoscere i capelli in disordine, il mantello portato alla meno peggio e il nodo della cravatta storto, da sempre segni distintivi dell’altro suo cugino, quello che, ogni volta che ci si ritrova insieme, la fa essere decisamente meno saggia.

Lo vede avvicinarsi, lo sguardo serio, lanciare un’occhiata ad entrambi, prima di dirigersi verso l’ingresso della Sala Comune dei Corvonero. In attesa.

In attesa di chi Dominique lo sa benissimo, ma si sforza in tutti i modi di non pensarci. E ora che le viene in mente, Elizabeth stava proprio studiando in uno dei tavoli della Sala Comune.

Oh, Santa Priscilla, non ci deve pensare.

Sì, vero, però fa male lo stesso.

“… Domi?” la richiama Thomas e la risveglia dai suoi pensieri.

“Scusami, mi ero distratta un attimo… che stavi dicendo?”

“Ti va una passeggiata prima di cena?”

La ragazza scuote la testa “No, grazie. Scusami, ma voglio solo cenare presto e mettere fine a questa giornata”

“Va tutto bene tra di noi?”

“Sì, non ti preoccupare. Sono solo stanca”

“Posso abbracciarti?”

La ragazza sorride “Ma certo”

E quando il ragazzo le passa le braccia intorno alla vita, la stringe leggermente e le bacia dolcemente una guancia, Dominique spera vivamente che Thomas non soffra troppo. Che Lily non soffra troppo. Che nessuno della sua famiglia soffra troppo perché soffrire per amore fa davvero schifo.

Però si ritrova anche a pensare che gli abbracci di James le mancano tantissimo. Damnation.






Felpie's Corner
Buonsalve maghi e streghe! Sembra proprio che siamo finiti in "Sogno di una notte di mezza estate", tutti innamorati della persona sbagliata. Ma qui Puck non c'entra nulla, i nostri piccoli eroi hanno fatto tutto da soli. Ognuno esce con chi non dovrebbe e nessuno parla (cioè, tranne Thomas, ma fortunatamente Dominique mette bene in chiaro cosa c'è tra di loro - come sempre, perdonate eventuali errori di francese).

Per quanto riguarda la scaramanzia di zio Ron, la cosa mi è venuta in mente pensando alla frase del sesto film, quando alla domanda della professoressa McGranitt, sul perché quando succede qualcosa ci siano sempre di mezzo loro tre risponde che si fa la stessa domanda da sei anni: un minimo di superstizione deve venirti con tutto quello che è successo al Trio.

C'è profumo di matrimonio (e anche un buon modo per passare l'ultimo dell'anno senza dover organizzare nulla) ma ancora siamo lontani; gli inviti però sono stati spediti e ovviamente Victoire e Teddy invitano anche voi.

Oggi vi lascio la descrizione di Lorcan e Lysander perché sono dei gemellini adorabili e si meritano un po' di spazio.



Nome: Lorcan e Lysander
Soprannome: Lor e Lys
Data di Nascita: 2008
Casa: Corvonero
Terzo anno

Figli gemelli di Luna Lovegood e Rolf Scamander, molto legati tra di loro anche perché spesso lasciati da soli con il nonno materno quando i genitori erano in viaggio di lavoro.
Sono entrambi un po' timidi, non hanno molti amici e sono molto auto-ironici sulla loro solitudine. Sono svegli, intelligenti e sempre disponibili ad aiutare chi gli chiede una mano. Sono dolci, gentili e a volte perfino troppo silenziosi.
Lorcan ama le Creature Magiche, mentre Lysander ha una passione per il Quidditch. Entrambi amano leggere e passare il tempo insieme in silenzio, con un buon libro davanti.
Sono i migliori amici e i compagni di dormitorio di Louis Weasley. Dominique, invece, li aiuta con i compiti di Trasfigurazione, mentre Lily gioca spesso a scacchi con Lorcan - perdendo ogni volta.

I prestavolto sono Jack Harries per Lorcan e Finn Harries per Lysander.



Le loro caratteristiche le ho un po' inventate, mettendo insieme com'era Luna a scuola e la forza di avere un fratello gemello. Per quanto riguarda la loro data di nascita, in realtà, non si sa molto, quindi ho fatto in modo che avessero la stessa età di Louis, Lily e Hugo. Spero che vi piacciano perché io, personalmente, li trovo adorabili.

Non ci risentiremo prima di Natale, quindi vi faccio tantissimi auguri e spero che passiate una giornata bella e piena di amore anche in questo clima non proprio favorevole ai festeggiamenti.

A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 - Lily Luna ***


Dormo sull'erba e ho molti amici intorno a me,
Gli innamorati in Piazza Grande,
Dei loro guai dei loro amori tutto so, sbagliati e no.

A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io.
A modo mio avrei bisogno di sognare anch'io.

Una famiglia vera e propria non ce l'ho
E la mia casa è Piazza Grande,
A chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho.

Con me di donne generose non ce n'è,
Rubo l'amore in Piazza Grande,
E meno male che briganti come me qui non ce n'è.
(
Piazza Grande - Lucio Dalla)







Una delle caratteristiche di Lily Luna Potter – forse la più bella, la più “famosa” e quella di cui lei stessa va più fiera – è la sua innata dolcezza e la sua perenne voglia di aiutare gli altri.

Anche il Cappello Parlante, mentre stava seduto comodamente sulla sua testa, il giorno del suo Smistamento glielo aveva detto: “Lily Potter, hai un’empatia verso gli altri ed una voglia di dare una mano fuori dal comune”. E aveva anche aggiunto che, per questo, si sarebbe trovata bene tra i Tassorosso.

Però siccome solo mezzo minuto prima le aveva anche detto che si sarebbe trovata bene tra i Grifondoro, Lily gli aveva risposto – sempre dolcemente, si intende – che non le importava dove sarebbe finita, perché lei voleva essere coraggiosa, intelligente, determinata e leale e lo sarebbe stata in ogni Casa, a prescindere. E poi il tavolo di Grifondoro era esploso in un boato quando il Cappello Parlante aveva annunciato la sua decisione.

Quel giorno Lily Luna Potter sa che deve mettere a disposizione tutta la sua capacità di essere una buona amica perché Lucy le ha detto che le vuole parlare e Hugo – sì, proprio suo cugino Hugo, il suo migliore amico Hugo e bla, bla, bla – le ha confessato, mangiandosi le parole e diventando tutto rosso, che vuole un suo consiglio. Ha detto proprio “ho bisogno di un tuo consiglio”. Così Lily ha annuito, mentre nella sua mente sorrideva maliziosamente, e gli ha dato appuntamento dopo pranzo, perché aveva già promesso a Lucy che avrebbe mangiato con lei.

Tra l’altro, Rose le aveva detto che Molly ha da fare a pranzo, quindi la cugina sarebbe stata sola al tavolo dei Tassorosso – se non si considera tutta la Casa Tassorosso che mangerà a quel tavolo – e lontana da orecchie indiscrete, nel caso in cui le dovesse rivelare chissà quale segreto.

Solo che, ecco, non si aspettava che Lucy volesse parlarle di loro cugino Fred.

“Ti dico che è la verità, Fred non mi sopporta” insiste Lucy e Lily deve sul serio ricordarsi di mantenere i nervi saldi e di non urlare contro sua cugina, che da dieci minuti buoni le sta spiegando – cercando di spiegare, forse – perché è convinta che Fred non le voglia bene.

Il tramezzino con tonno e pomodori si è rivelato un po’ misero, sarebbero forse serviti dei pop – corn. O delle Cioccorane. Tantissime Cioccorane per star dietro ai pensieri un filino illogici della cugina.

Lucy è dolce, ma a volte è un po’ troppo apprensiva.

“Ma non è vero, Lu, nessuno sta antipatico a Fred”

“Non gli sto antipatica, ma non gli sto nemmeno simpatica” si lamenta l’altra “Perché ti viene sempre a salutare con un bacio sulla guancia mentre a me fa solo un cenno con la testa da lontano?”

“Forse perché passa tutta l’estate a casa mia… sono praticamente la sua sorellina minore!” prova a dire Lily “È il migliore amico di James”

“Perché non può essere il migliore amico anche di Molly?”

“Non penso che l’amicizia funzioni così. Poi sono ragazzi, immagino abbiano più cose in comune”

“Mia sorella fa le torte”

“Sì, e James e Fred se le mangiano”

A Lily un po' dispiace perché è sicura che alla cugina dispiaccia sul serio che Fred non stia con lei e forse un po’ la capisce: mentre la piccola Potter è sempre circondata da tutti i cugini, Lucy è spesso sola con Molly – anche se ogni tanto perfino la sorella la scaccia malamente – o con Rose, o con lei. Forse crede di non essere accettata dalla famiglia; dopotutto sono tanti, non sarebbe così irreale che qualcuno si senta solo in quel marasma di cugini.

Non sa bene perché Lucy si sia fissata con Fred, forse perché lo zio Percy è quello che passa più tempo con lo zio George, forse perché è il cugino simpatico della famiglia, forse perché è più grande e spera di essere trattata anche lei da sorellina minore, ma in ogni caso le dispiace. Magari potrebbe dirlo a James e sperare che convinca l’amico ad essere più gentile con lei…

“Voglio che mi accompagni ad Hogsmeade” dichiara Lucy e Lily sgrana gli occhi.

“Che?!”

“Mi piacerebbe andare ad Hogsmeade con lui” ripete la cugina.

“Non ti sembra un po’… esagerato?”

“Perché esagerato?”

“Perché Fred ha diciassette anni e magari vuole andare ad Hogsmeade con i suoi amici o con una ragazza”

“Fred è fidanzato?”

Lily si accorge che forse non è stata proprio una buona idea incamminarsi su quel sentiero alquanto tortuoso e prova a rimediare “Non so se sia proprio fidanzato fidanzato, so che è uscito con Lindsay”

“Con chi?”

“L’amica di Roxy”

“Oh, lei. Mi sta antipatica”

Lily la guarda un po' stupita “Ci hai mai parlato?”

“No, ma è troppo… esuberante”

“Anche Fred è esuberante” le fa notare la piccola Potter.

“Sì, ma lei è una ragazza, dovrebbe essere più pacata, no?” dichiara Lucy, come se fosse una cosa naturale “Anche Roxy a volte è un po' troppo esuberante”

Lily evita di commentare, mentre pensa un po' malignamente che forse è proprio per questo suo essere sempre precisina e per il bacchettare e criticare tutti che Fred non vuole passare troppo tempo con lei. Si dispiace un attimo dopo per questo suo cattivo pensiero: dopotutto ognuno ha i suoi pregi e i suoi difetti e non sta certo a lei giudicare quelli di Lucy. Anche perché sua cugina, quando perde un po' l’aria da saputella, è simpatica e sempre molto disponibile ad aiutarla per qualsiasi cosa.

A volte Lily crede che Lucy cerchi un po' di imitare Molly, ma con modi eccessivi.

“Comunque non lo sapevo. Perché sono sempre l’ultima a sapere le cose? Tu come fai a saperlo? Te l’ha detto Fred?”

“No, no, niente del genere. Albus li ha visti passeggiare nel Parco e ho sentito qualche voce in Sala Comune. Non me l’ha detto assolutamente Fred” si affretta a dire Lily “Tranquilla, se non fossi nella sua stessa Casa non lo saprei nemmeno io”

“Le uniche voci che corrono nella nostra Sala Comune sono quelle su Luke Sharp che si è bruciato una ciocca di capelli durante una lezione di Incantesimi”

“È successo davvero?”

“Sì” esclama divertita Lucy “Rose ha detto che è stato uno spasso e che ha visto proprio tutta la scena in diretta”

Lily scoppia a ridere pensando che anche Lucy, se vuole, può essere spiritosa.

La cugina, però, si adombra un attimo dopo “Mi dai un consiglio?”

“Sulla faccenda di Fred?”

“Per favore”

Lily esita: ed ora cosa le dice?

“Che cosa dovrei fare?” insiste Lucy e Lily è un po’ presa in contropiede.

“Non posso dirti io cosa devi fare, Lucy. Io posso dirti che penso, anzi che sono sicura, che Fred ti voglia bene e che passerebbe volentieri un po’ di tempo con te. Però eviterei di imporgli la tua presenza ad Hogsmeade… iniziate da una partita a Gobbiglie, quattro chiacchiere in Sala Comune o vai a vedere un suo allenamento”

Lucy storce il naso “Non mi piace molto il Quidditch… e soprattutto non me ne intendo”

“Per quello ti posso aiutare io, però… devi cercare una cosa che avete in comune. Punta su quella”

“Ci piacciono ad entrambi le torte di Molly?”

Lily sorride “Ecco, mi sembra una buona cosa. Portagli un pezzo di una torta di Molly”

“Molly non cucina quando è ad Hogwarts” le fa notare Lucy.

“Allora prendi qualcosa da mangiare nelle cucine e portaglielo dopo un allenamento. James è sempre affamato, dubito che Fred lo sia meno di lui”

“Non conosco… non conosco l’accesso alle cucine” confessa Lucy “E Molly dice che lì non ci si può andare, a meno che non si finisca in punizione”

Lily fa per ribattere, ma poi pensa che non è il caso di mettersi a discutere con la cugina su ciò che si può o non si può fare, così si corregge “Va bene anche un dolce da Mielandia, non deve essere nulla di esagerato. Devi solo avvicinarti a lui, capito? Senza però importi”

“Io non mi impongo su di lui” protesta Lucy, ma qui Lily è costretta a ribattere

“Sì, Lu, ogni tanto lo fai. Ogni tanto ricordi un po' zia Penelope”

“Sì, ma…” inizia la cugina, prima di bloccarsi e annuire, dando un morso al suo tramezzino con l’avocado e il salmone che è ancora tutto intero “Va bene, ci proverò”

Lily le sorride e Lucy aggiunge “Grazie per avermi ascoltato. Molly dice sempre che ha da fare e che non ha tempo di stare a sentire le mie idee sciocche”

“Molly è solo un po' impegnata. Puoi parlare con me, quando hai bisogno” la rassicura Lily “Però ora devo andare, devo vedermi con Hugo”

“Siete fortunati a stare nella stessa Casa, io qui non ho nessuno” mormora mogia Lucy.

“E le tue compagne di stanza?”

“Ho idea di non stare troppo simpatica nemmeno a loro”

“Prova con dei dolci anche con loro. Con le mie compagne hanno fatto miracoli” esclama Lily, da sempre convinta che un dolce condiviso sia un’ottima base per iniziare qualsiasi tipo di rapporto. Si alza dalla panca e fa un grande sorriso “Ci vediamo dopo, va bene? Abbiamo lezione di Babbanologia insieme”

Lucy annuisce “Ci vediamo in aula”

Così, Lily si allontana dalla cugina per andare dall’altro cugino, che la sta aspettando nervosamente fuori dalle porte della Sala Grande; ha la bocca ancora un po' sporca del sugo che ha mangiato e la cravatta storta.

“Era ora!” esclama, appena la vede “Ma quanto ci hai messo?”

“Scusami, scusami” la piccola Potter alza le mani, prima di allungarle per sistemare la cravatta del cugino “Ho pranzato con Lucy, anche lei voleva parlarmi”

“Dove sono Irene e Danielle?”

“Ora? Credo in camera o in Sala Comune, perché?”

“Bene, allora andiamo fuori nel parco”

Hugo trascina letteralmente Lily per un braccio fino al portone di ingresso, ignorando le proteste della cugina che, quando viene finalmente liberata, incrocia le braccia davanti al petto.

“Allora? Vuoi parlarmi di Danielle? Guarda che lo potevamo fare anche nel corridoio”

Il ragazzo arrossisce fino alla punta delle orecchie, prima di balbettare “No, in corridoio ci possono sentire”

“Quindi ho indovinato?” domanda interessata Lily “Hai sul serio una cotta per Danielle?”

“Lily, io non ho una…”

“Tu hai decisamente una cotta. Hai una cotta per Danielle! Così è lei la ragazza misteriosa”

Una delle cose che Lily ritiene più adorabili del cugino è la sua totale incapacità di mentire: Hugo arrossisce, balbetta, gioca nervosamente con i polsini della camicia e prova a cambiare argomento – generalmente con risultati molto scarsi.

“Sapevo che era una pessima idea parlarne con te” borbotta il ragazzo “Tu mi prendi in giro”

“Io non ti prendo in giro” ribatte la ragazza “Io sono contenta per te. E anche per Danielle”

“Devi darmi una mano”

“E come?”

“Non lo so” ammette Hugo “Hai qualche idea? Gli dovrei regalare dei fiori?”

Lily scoppia a ridere, involontariamente, e il cugino la guarda storto.

“Io lo sapevo che non dovevo chiedere aiuto a te. Forse sarebbe stato addirittura meglio che ne avessi parlato con Rose…”

“Scusami, scusami… è solo che mi fa ridere pensare a te che regali dei fiori a Danielle”

“Perché?”

“Ma dico, la conosci un minimo? Danielle pensa che i fiori siano la cosa più inutile del mondo” esclama Lily.

“Puoi abbassare la voce, per favore?” sussurra Hugo, imbarazzato, toccandosi i capelli “Io pensavo che fosse una cosa che alle ragazze piace…”

“Sì, piace. Ma ad alcune. A te piace Danielle Atlas”

“Che dovrei fare, allora?” sbuffa il ragazzino, probabilmente pentito di averne parlato con la cugina.

“Perché non provi con dei dolci?”

“Dei dolci?”

“Dei dolci” conferma Lily “Danielle adora qualsiasi tipo di dolce ed anche tu, quindi forse ti troveresti anche più a tuo agio, no?”

“Sei sicura che sia una buona idea?”

“Mi hai chiesto il mio consiglio e questo è: portale qualcosa da mangiare. Sai che per arrivare al cuore di una donna bisogna passare dal suo stomaco?” dichiara la ragazza, fiera di diffondere il suo sapere dolciario con tutti i cugini.

“Se lo dici tu…”

“Fidati di me, cuginetto”

“Sono le ultime parole famose, io lo so”

Hugo si mette le mani davanti agli occhi, stanco di quella conversazione e più confuso di prima, mentre Lily lo guarda divertita.

“Sono contenta, sai?”

“Di che cosa?”

“Che ti piaccia Danielle” dichiara e Hugo la guarda stranito, così la piccola Potter aggiunge “Cioè, pensavo che preferissi le ragazze più tranquille come Irene, perché effettivamente Danielle è così spumeggiante che potrebbe schiacciarti in meno di mezzo secondo…”

“Non mi stai tranquillizzando!” protesta Hugo.

“… ma forse sareste una bella coppia. Perché tu sei dolce e spiritoso e lei vuole ridere e divertirsi, però ama la dolcezza, in fondo”

L’espressione di Hugo cambia velocemente e diventa quasi speranzosa “Dici sul serio?”

“Ma certo che dico sul serio, sciocco”

Lily sorride, prima di scompigliare i capelli del cuginetto ed aggiungere “E se per caso vuoi portare anche a me delle Cioccorane, sappi che non le disdegnerò mai”

“Se riesci a convincere Danielle ad uscire con me ti regalo Mielandia”

La piccola Potter scoppia a ridere, prima di incamminarsi con suo cugino verso la loro Sala Comune, mentre stilano una classifica dei dolci più buoni che esistano.

Dopo essersi occupata dei problemi dei suoi cugini Lily può concentrarsi finalmente sul suo: quel giorno non ha ancora ricevuto un bigliettino. All’inizio non ci aveva fatto caso, a volte arrivano a pranzo, altre volte se li ritrova in camera o nella borsa solo dopo alcune ore, ma quel giorno sono già finite le lezioni del pomeriggio e non ha ancora ricevuto nulla.

Per questo ora è sdraiata sul letto a fissare il baldacchino, preoccupata.

“Oggi non ti ha scritto?” domanda Danielle - di nuovo - sedendosi accanto a lei.

Lily scuote la testa “È già pomeriggio e non… non mi ha ancora detto nulla. Dite che dovrei preoccuparmi?”

“Sicuramente non è stato rapito, se è quello che ti preoccupa”

“No ma… magari si è stancato e vuole smettere di parlare. E poi come fai ad essere sicura che non sia stato rapito?”

“Perché altrimenti gli insegnanti avrebbero dato l’allarme. E non è successo” la tranquillizza l’amica, cambiando rapidamente discorso onde evitare che la mente della piccola Potter parta in possibili orribili scenari “Vi siete detti qualcosa di particolare l’ultima volta?”

“L’ultimo bigliettino mi sembrava normale…” mormora Lily “Abbiamo parlato di Puffskein”

“Perché avete parlato di Puffskein? Ci credo che sia sparito” ridacchia Danielle, ma l’occhiataccia che l’amica le rivolge la fa smettere all’istante.

“Allora forse vuole solo che, per una volta, sia tu a scrivergli per prima!”

“Dici?”

“Gli hai mai scritto tu? Intendo senza dovergli rispondere, insomma. Magari pensa che non sei interessata” interviene Irene, che sta rifacendo per la quinta volta il nodo alla cravatta, senza riuscire a farlo perfetto come vorrebbe.

“Ma gli rispondo sempre entusiasta… Santo Godric, magari hai ragione! Che sciocca che sono, a nessuno piace cercare sempre le persone, dopo un po' uno si stanca. Devo rimediare”

La piccola Potter si alza di scatto dal letto, rischiando di dare una testata all’amica, che prova a calmarla.

“Non intendevo proprio dire che tu sei stata una sciocca ma…”

“Avete della pergamena con voi?”

Entrambe le ragazze scuotono la testa.

“Allora devo fare un salto in Guferia a prendere un po' di fogli”

“Lily Luna Potter che ruba i fogli in più per le lettere? Questo X ti fa proprio girare la testa” commenta Danielle, con un sorrisetto.

“Io non rubo quei fogli, dopo li rimetterò a posto. È solo che adesso non ho nessuna pergamena, non ho tempo di cercare James, né di andare da Albus nei Sotterranei. La ricomprerò alla nostra prima uscita ad Hogsmeade” spiega Lily, che ha di nuovo un sorriso sulle labbra – anche se leggermente meno grande del solito – ed è pronta a rimediare.

Si infila le scarpe rapidamente, sotto lo sguardo confuso – e un po' spaventato – delle sue amiche, si copre con la sciarpa rossa – oro e con il mantello e le saluta, prima di precipitarsi verso la Guferia.

Arriva lì con il fiatone e le guance rosse e fa per prendere un foglio ed andarsene quando riconosce degli inconfondibili capelli biondi appoggiati alle pietre del muro; Lily si ferma un attimo ad osservarlo, indecisa se salutare Scorpius Malfoy o indietreggiare silenziosamente. Il ragazzo sembra concentrato su una lettera che stringe tra le dita, così la piccola Potter fa qualche passo per allontanarsi, ma il ragazzo, attirato dal rumore dei passi, alza lo sguardo ed incrocia gli occhi verdi della ragazzina.

La guarda, come se non capisse all’istante chi sia, prima di riabbassare lo sguardo; Lily lo guarda e, invece di andarsene e lasciarlo alla sua privacy come forse lui preferirebbe, si avvicina.

“Ciao Scorpius”

“Potter” risponde con voce monotona il ragazzo, senza alzare lo sguardo.

“Va… tutto bene?”

“A meraviglia, perché non dovrebbe?”

“Perché sei qui tutto solo e stringi quella lettera come a volerla accartocciare da un momento all’altro” risponde rapidamente la ragazza, sedendosi lentamente accanto a lui “Quindi… va tutto bene?”

“Non sono affari tuoi, Potter”

“Mi dispiace se c’è qualcosa che non va”

“Non ci conosciamo, praticamente. Perché dovrebbe dispiacerti per me?” sbuffa il ragazzo, alzando finalmente lo sguardo su di lei “E comunque non c’è niente che non vada”

“Sei il migliore amico di Albus e… non lo so, anche se non ci conosciamo tanto mi dispiacerebbe se stessi male”

Scorpius la guarda, l’espressione leggermente confusa; ma è solo un attimo, prima che lo sguardo del Serpeverde torni gelido e che si concentri di nuovo sulla lettera.

“Non sto male” ripete il ragazzo “È solo che Lucius è ricoverato”

“Chi è Lucius?”

“Mio nonno”

“Sta male?” domanda preoccupata Lily.

“A quanto pare”

“Mi dispiace… da quanto?”

“Non lo so, l’ho visto tre volte in tutta la mia vita. Non ricordo nemmeno bene che faccia abbia”

La piccola Potter sgrana gli occhi: com’è possibile che Scorpius non abbia quasi mai visto il nonno? Evidentemente il gesto non passa inosservato al ragazzo, che fa una smorfia stizzita.

“Ma perché ti sto raccontando queste cose? Non sono fatti tuoi”

“No, forse no. Però qualcosa mi dice che tu hai una gran voglia di parlarne con qualcuno, vero?”

Gli occhi verdi di Lily si posano sul ragazzo, scrutandolo: Scorpius non lascia trasparire alcuna emozione e rimane in silenzio per qualche secondo, prima di avvicinare la lettera alla Grifondoro.

“Mia madre mi ha mandato una lettera e… io non so che rispondere”

Come si risponde alla propria madre quando ti scrive per dirti che tuo nonno, che non vedi da anni, non sta bene? Questo, Lily, sicuramente non lo sa. Però non vuole rimanere in silenzio, dopo che ha insistito così tanto per sapere cosa stesse succedendo.

“Forse… qualcosa simile a “fammi sapere”? Per far sapere a tua mamma che ti importa di lui” propone la ragazza, passandogli nuovamente la lettera.

“Ma a me non importa di lui” ribatte il ragazzo “Ti ho appena detto che l’ho visto tre volte in tutta la mia vita”

“Sì, ma non penso che staresti qui, tra cacche di gufo e piume, se sul serio non ti importasse. Non dico che ti importi molto, ma un po' sì, forse” ribatte Lily, prima di mormorare “Mi dispiace”

“Ancora? Ti ho detto che a me non importa, perché dispiace a te?” sbuffa il ragazzo, infastidito.

“Perché non so come aiutarti”

“Non devi aiutarmi. Puoi anche andartene, per quanto mi riguarda”

“Tu mi hai raccontato cosa ti succede: se io ora me ne andassi sembrerebbe solo che abbia voluto fare gossip o impicciarmi dei fatti tuoi e questo non è vero” replica la piccola Potter “Vorrei sul serio che tu stessi meglio”

“Questo stupido malumore mi passerà tra poco, non preoccuparti. Te l’ho detto, non ho motivo di essere triste per qualcuno che nemmeno conosco”

Lily si trattiene dal dirgli che non funziona proprio così, che si può sentire triste perché è comunque un suo parente, una persona forse importante per la sua famiglia, perché è comunque normali sentirsi tristi se il proprio nonno sta male, anche se si vedono poco.

“Vieni con me” dichiara allora, alzandosi di scatto.

“Dove?” chiede sospettoso il ragazzo.

“Per una volta perché non ti fidi di me e basta? Non ti mangio mica” esclama Lily, con un sorriso “Dai, forza, spostiamoci in un posto con un odore migliore: sono sicura che il tuo umore migliorerà drasticamente anche solo per questo”

E con queste parole, afferra il braccio del ragazzo, strattonandolo leggermente per convincerlo ad alzarsi; il ragazzo asseconda la piccola Potter e la segue, dubbioso, fino alla Torre di Astronomia.

Lily Luna Potter adora quel posto: da lì si vede tutto il Parco del castello, si vede la Foresta Proibita e, nei giorni particolarmente limpidi, si vede perfino il villaggio di Hogsmeade. Inoltre ci sono moltissimi strumenti strani per l’osservazione delle stelle e c’è silenzio. Ed in ultimo, cosa molto importante e per niente scontata, non ci va mai nessuno.

Ha scoperto la bellezza di quel posto al primo anno, quando cercava solo un po' di tranquillità: Rose sembrava pedinarla sempre, per tenerla sotto controllo, Lucy non la lasciava mai in pace, spesso solo per sgridarla perché la riteneva in disordine, Hugo si dimenticava qualsiasi cosa e le chiedeva sempre aiuto, Albus non la lasciava un attimo. E lei voleva solo un abbraccio di mamma Ginny o una carezza di papà Harry.

Lily si avvicina alla balaustra e si siede, facendo penzolare le gambe di sotto.

“Dai, vieni qui”

“Perché mi hai portato quassù?”

“Perché si sta bene. C’è aria fresca, un bel paesaggio e nessuno che possa disturbarti. Ci vengo sempre quando sono un po' giù”

“Io non sono giù” precisa Scorpius, prima di aggiungere “Non credevo che Lily Potter potesse sentirsi giù”

La ragazza alza le spalle “Capita a tutti. Quand’ero al primo anno mi mancavano molto i miei genitori e mi rifugiavo qui. James riusciva sempre a trovarmi. Mi mancano anche adesso, a volte, però mi basta stare con uno dei miei fratelli e mi sento a casa. Può capitare anche a te, Scorpius”

Il ragazzo non le risponde, troppo impegnato a guardare un punto indefinito all’orizzonte; il sole sta tramontando e i raggi arancioni illuminano con dei bei colori tutto ciò che è intorno a loro, mentre un timido vento scuote le foglie degli alberi e i capelli di Lily.

“Raccontami qualcosa della tua famiglia, se ti va” esclama all’improvviso la ragazza.

“Credevo sapessi tutto sulla mia famiglia”

“Perché dovrei sapere tutto?”

“Sai… i Malfoy… la famiglia in disgrazia… la famiglia di Mangiamorte…”

Vedendo che la ragazza lo sta guardando confusa, come se non sapesse nulla sul serio, Scorpius si interrompe.

“Non importa. Comunque no, non ho voglia di parlarne. Parla della tua, se proprio vuoi sentire la storia della famiglia perfetta”

“La mia famiglia non è proprio perfetta” ribatte piccata la ragazza.

“Come no, la figlia del Salvatore del Mondo Magico, il clan Potter – Weasley e bla bla bla”

“Albus sa cosa pensi del Clan Potter – Weasley e bla bla bla?”

Scorpius stringe le labbra e Lily la considera una vittoria, perché fa un sorrisetto “Appunto. E se pensi che la mia famiglia sia perfetta ti sbagli di grosso, Malfoy

La ragazza calca sul cognome dell’altro, che la guarda un po' confuso e lo è ancora di più probabilmente quando la piccola Potter inizia a parlare “Sai, a volte sono convinta che nella mia famiglia siamo davvero troppi. Prendi il Natale: quando dobbiamo fare i regali di Natale, ho sempre paura di dimenticarmi di qualcuno, ma non per cattiveria, ma perché siamo davvero tanti. O quando ci sono le cene, pensa che ci sono almeno due persone incaricate solo di contare i posti a tavola per accertarsi che ci siano tutti. Ed ognuno di noi ha i suoi pregi e i suoi difetti. Tranne io, ovviamente, io sono perfetta”

Scorpius si gira di scatto verso di lei e Lily, avendo ottenuto il risultato sperato, ridacchia; dopo un attimo, quando il ragazzo si accorge che lo sta prendendo in giro, si lascia andare ad uno sbuffo divertito.

“Mia madre, per esempio: mamma è troppo competitiva, davvero, e per lei non c’è nulla oltre che il Quidditch. Davvero, a volte sono convinta che se dovesse scegliere tra uno di noi tre e la vittoria delle Holyhead Harpies non sarebbe così facile per lei, nonostante non giochi più!” la piccola Potter lancia uno sguardo al ragazzo e, notando che non sta ridendo – né sta facendo nemmeno il più piccolo cenno, in realtà – aggiunge in fretta “Ovviamente sto scherzando, non sceglierebbe mai il Quidditch al posto nostro. Però magari un pensierino… soprattutto quando Albus non rifà il letto la mattina!”

Con quelle parole, finalmente, Lily vede le labbra di Scorpius aprirsi in un sorrisetto – insomma se Albus non rifà il letto a casa perché dovrebbe farlo al castello?

“Invece zia Penelope… aiuto, zia Penelope è davvero troppo rigida! Lo sai che costringeva Molly a studiare in casa con lei l’estate prima di venire al castello e che le ha insegnato tutti gli incantesimi fino al terzo anno?”

“Non è vero”

Lily annuisce con vigore “Sì, ti dico che è così. E poi… Merlino, zio Charlie parla solo di draghi! Non gli ho mai sentito dire altro, in pratica. Perfino le sue storie della buonanotte parlavano di draghi sputafuoco o dei diversi tipi di muso”

“Questo sembra interessante” commenta Scorpius, con un sorrisetto.

“In casa puoi scegliere se parlare di Quidditch, di draghi o di compiti… credimi, dopo un po' non è interessante”

E a sostegno della sua argomentazione la piccola Potter fa un grande sospiro.

“Perfino il grande Harry Potter ha dei difetti?” domanda Scorpius e Lily lo guarda curiosa – anche se sicuramente contenta di essere riuscita a farlo parlare.

“Oh, mio padre è quello che ha più difetti di tutti” dichiara e subito il ragazzo la guarda incuriosito, così aggiunge in fretta “Ma non dire che te l’ho detto, ci resterebbe malissimo!”

“Non ho intenzione di dire a nessuno che sono sulla Torre di Astronomia con Lily Luna Potter che sta tentando di consolarmi, tranquilla”

“E ci sto riuscendo?” domanda la ragazza, con un sorrisetto.

“Forse”

E le labbra della piccola Potter si aprono un po' di più, prima di riprendere il discorso “Papà passa davvero poco tempo in casa con noi. E lo capisco, per carità, è il Capo del Dipartimento Auror, ha tantissimi impegni. E so anche che vorrebbe stare di più con noi, perché quando è a casa ci prova sempre solo che… credo sia rimasto un po' fermo a quando avevamo sette anni, non so se mi spiego. Una volta mi ha portato un lecca lecca, pensando di farmi contenta, e lo ha fatto, davvero, solo che avrei preferito una Cioccorana”

Scorpius la guarda, di nuovo confuso, così lei esclama “Oh, insomma, chi preferirebbe un lecca lecca ad una Cioccorana?”

L’espressione del Serpeverde cambia, ma questa volta Lily non riesce a decifrarla, mentre il ragazzo commenta “Un errore imperdonabile…”

“Però è mio padre e penso sia un uomo fantastico. Ma credo di essere leggermente di parte mentre dico questa cosa” ammette la ragazza, senza smettere di sorridere.

“Anche io da piccolo credevo che mio padre fosse un supereroe” confessa Scorpius, a voce così bassa che Lily per un attimo crede di esserselo immaginato.

“Tutti i papà sono un po' supereroi” dichiara la ragazza, con un tono che non ammette repliche, mentre fa un po' ciondolare le gambe avanti ed indietro.

“Albus non mi ha mai detto nulla di vostro padre”

Lily alza le spalle “Credo che ad Albus non importi tanto. È James quello che una volta cercava di più le attenzioni di papà. Albus preferisce bere una cioccolata calda con mamma”

“Vostra madre beve la cioccolata calda?” domanda il ragazzo.

“Mi sembra ovvio: perché, le madri non bevono la cioccolata calda?”

“La mia no”

Lily lo guarda un attimo, prima di alzare di nuovo le spalle “Dovrebbe. La cioccolata fa bene alla vita e all’umore”

Scorpius ricambia lo sguardo e la ragazza ne approfitta per soffermarsi sugli occhi color ghiaccio del ragazzo che siede accanto a lui: è strano, fino a quella mattina se qualcuno le avesse detto che avrebbe passato del tempo con Scorpius Malfoy non ci avrebbe creduto più di tanto. Non perché ci sia qualcosa di male, ma perché avrebbe pensato che il Serpeverde avesse qualcosa di meglio da fare e che anche lei trovasse occupazioni diverse. All’improvviso gli viene in mente che sarebbe sciocco scrivere ad X: dopotutto potrebbe anche lui aver ricevuto una brutta notizia o più semplicemente essere stato impegnato. Perché agitarsi tanto dopo solo un giorno?

Forse dovrebbe prendere quest’agitazione che sentiva più come un segnale di conferma del fatto che le piaccia parlare con questo ragazzo del mistero piuttosto che come un vero e proprio problema reale. Forse dovrebbe aspettare un paio di giorni, prima di preoccuparsi.

“E a proposito di umore, come sta il tuo?” domanda quindi la ragazza, osservandolo attentamente con i suoi occhi verde smeraldo.

Scorpius batte un paio di volte le palpebre, prima di distogliere lo sguardo e fare una piccola smorfia “Sinceramente? Meglio, Potter. Non pensavo, ma meglio”

Lily sorride, soddisfatta, prima di alzarsi in piedi “Ne sono contenta, allora. Posso tornare in Sala Comune senza rimpianti”

Fa per andarsene, quando sente la voce del ragazzo “Scusami”

“Per cosa?” chiede, girandosi.

“Per essere stato scontroso. E per aver dato voce a degli stupidi pregiudizi”

Lily sorride “Mi devi una Cioccorana, Malfoy. Così si chiede scusa”

E se ne va, lasciandolo lì.

Torna in Sala Comune, dove Irene sta leggendo un libro sul divano in attesa della cena, mentre di Danielle nessuna traccia; si avvicina all’amica che mette subito il segno tra le pagine e le fa spazio.

“Gli hai mandato un biglietto alla fine?”

Lily scuote la testa “No. Ho pensato che potrebbe aver avuto da fare, potrebbe aver avuto una giornata storta, potrebbe essere in punizione. Alla fine è passato solo un giorno e non abbiamo mai stabilito che ci saremmo sentiti tutti i giorni. Aspetto domani per scrivergli, magari”

“Lily Luna Potter sei davvero saggia, lo sai?” ridacchia l’amica.

“Lo so. Potresti dirlo a mio fratello quando si offrirà di accompagnarmi ad Hogsmeade per fare il discorso da genitore al mio futuro ragazzo?”






Felpie's Corner
Buonsalve, maghi e streghe! Spero che abbiate passato un felice Natale (e che abbiate mangiato tanto cioccolato in modo da rendere Remus fiero di voi).
Passando al capitolo, trovo che sia una cosa credibile che Percy cerchi di passare il suo tempo con George, come a non volerlo lasciare da solo: non so perché, ma me lo immagino come quello che, dopo la morte di Fred, gli sia stato maggiormente accanto. E che quindi ora, per forza di cose, siano molto legati. Un po' come Harry e Ron che avranno continuato a vedersi praticamente sempre, facendo sì che Rose e Lily crescessero praticamente insieme.
Ho cercato di dipingere Lily come una ragazza che ogni tanto giudica le persone, ma senza dire cattiverie ad alta voce - anche perché, insomma, non può essere perfetta.
Non so cosa sia successo a Lucius e Narcissa dopo la Guerra ma in questa storia Draco si è staccato molto dai genitori, come a cercare di proteggere la sua famiglia dagli sbagli del passato. Mentre Narcissa ogni tanto torna a Villa Malfoy per trovare il nipotino e sgridare il figlio e la moglie per il pessimo modo in cui tengono la casa, Lucius non ha visto quasi mai Scorpius e il bambino si ricorda poco di lui. Inoltre non amo molto la Maledizione dell'Erede, quindi per andare contro ho deciso che è James quello che vuole l'approvazione di papà Harry ed Albus invece vive la sua vita molto più serenamente.
Voglio dirvi anche che tengo molto alla canzone di questo capitolo, non so se sia quello giusto dove inserirla, ma volevo metterla da qualche parte a tutti i costi.
Ed ora, vi lascio la descrizione di un paio di personaggi!




Nome: Danielle Atlas
Soprannome: Dani
Data di nascita: 2008
Casa: Grifondoro
Terzo anno

Figlia unica Nata Babbana,  ragazza bassa e con i capelli corti neri, gli occhi verde bottiglia, una spruzzata di lentiggini sul naso e tantissimi orecchini sull’orecchio sinistro.
E' una ragazzina sempre allegra, esuberante, a volte perfino eccessivamente, ma in fondo è buona e ama le cose dolci e romantiche, anche se non vuole darlo a vedere.
E' sorridente e solare ed ha una passione per tutti i tipi di dolci di Mielandia e per la Burrobirra. Le piace fare escursioni ed ama indossare gli scarponcini. Fa delle bellissime trecce e porta spesso i cappelli.
Ha due compagne di stanza, Lily Luna Potter e Irene Finnigan, con cui è molto legata, e Hugo Weasley ha una cotta per lei.

La prestavolto è Lily Collins.



Nome: Irene Finnigan
Data di nascita: 2008
Casa: Grifondoro
Terzo anno

Unica figlia di Seamus Finnigan, che è diventato giornalista e che spesso viaggia in giro per il mondo, portando la figlia con lei. Per questo motivo Irene ha visto tantissimi posti ed ha un amore per le città dell'est. 
H
a i capelli castani molto lunghi ed un nasino all’insù, è una ragazza timida e silenziosa, ma molto intelligente.
Ama leggere e passa molto tempo in Biblioteca, spesso studiando, a volte anche con Lily. Scrive molto bene ed è molto ordinata.

E' una ragazzina precisa, educata e abbastanza romantica. E' freddolosa ed ama i Tre Manici di Scopa (perché si sta al calduccio). Le piacciono molto le Cioccorane e le Caramelle Tutti I Gusti +1.
Ha due compagne di stanza, Lily Luna Potter e Danielle Atlas, con cui è molto legata.

La prestavolto è Nina Dobrev.



Vi auguro di passare un bell'ultimo dell'anno, per quanto si può, e vi anticipo che l'1 Gennaio 2021 inizierò l'anno con una nuova raccolta che orbita intorno a questa long! Se ci fate caso, abbiamo Dominique ("I diari di Dominique"), James ("I messaggi di James") e Lily ("Le lettere di Lily"), ma manca un protagonista... non anticipo altro però. Per chi non le avesse lette, sono tutte delle raccolte di One - Shot con i pensieri dei personaggi tra alcuni capitoli: non servono per capire la storia (che non è poi così difficile, ma in ogni caso prima o poi nei capitoli ridico ciò che ho scritto in queste raccolte), ma servono a me per tenere il filo e a voi per passare qualche minuto se non avete nulla da fare. In ogni caso ci vediamo martedì prossimo (ci vediamo l'anno prossimo! No, okay, nessuno fa probabilmente più questa battuta).
A presto,
Felpie

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 - James Sirius ***


Te ne vai, sbatti la porta e intanto
Ho capito già te ne stai andando
Dici "Tanto ormai per te non piango più, fallo te"
Che ne sai, non ti hanno mai detto di no
Tu che non sai che cosa sono e non si può
Te ne vai come io fossi niente
Come fosse che?
Te ne vai perché non c'è più niente da prendere
Te ne vai come ci fosse un altro
Come se ti stesse già aspettando
Come se esistesse qualcun altro uguale a me
Che ne sai, non ti hanno mai detto di no
Tu non hai mai pianto
E non sai che cosa sono e non si può
Te ne freghi tanto
No, non lo sai cosa vuoi
Cosa stai cercando
No, non è mai, non è noi
Ti rinnamorerai a marzo
(16 Marzo - Achille Lauro)






James si sveglia riposato quella mattina: quando apre gli occhi è un attimo confuso, perché era qualche settimana che non dormiva così bene e che si sentiva così riposato. La sera prima ha fatto una passeggiata – cioè ha avuto la ronda – con Elizabeth e quella prima ancora ci ha giocato insieme a scacchi per la seconda volta – cioè ha perso per la seconda volta – e si è trovato davvero bene con lei.

Deve ammettere che Elizabeth gli piace: è sveglia, perspicace e determinata. Sa quello che vuole e sa che cosa vuole fare nella vita. Gli ha raccontato il suo desiderio di continuare gli studi con la Magisprudenza, in modo da dare il giusto processo ai detenuti, perché vuole che ci sia più giustizia a questo mondo e James l’ha ammirata per le sue idee chiare. Lui non ha idee chiare su nulla, nemmeno su cosa mangiare quella mattina.

Sta infatti guardando da cinque minuti il bacon e i cereali, indeciso su quale dei due gli vada di più; sbuffa, prima di rovesciare gli anelli di miele nella ciotola ed aggiungerci il latte. Almeno è riuscito a non pensare al fatto che Dominique sia a qualche metro da lui a chiacchierare con Roxanne.

“James!” lo chiama Alex, tirandogli la manica “Guarda qui!”

Il ragazzo si gira, lasciando perdere la cugina e i cereali, e vede l’amico mostrargli una pergamena, mentre Fred sta cercando di bloccarlo.
 


Fred dei miei desideri, sei sempre nei pensieri
 


“Lasciatelo dire, cugino, le tue ammiratrici hanno davvero stile” esclama James, scoppiando a ridere “Spezzerai moltissimi cuori quando andrai ad Hogsmeade con Lin”

“È per caso invidia quella che sento, Jamie?” lo prende in giro il cugino, riprendendosi subito dall’imbarazzo “Se non ricordo male è da un po' che tu non ricevi un bigliettino d’amore”

“Forse perché ha frantumato così tanti cuori che ormai le giovani donzelle del castello hanno perso le speranze” ridacchia Alex.

“Il giorno in cui le donzelle del castello perderanno le speranze con me sarà il giorno del mio matrimonio” ribatte il ragazzo “E forse nemmeno in quel momento”

“Che le fanciulle si siano finalmente accorte che il mio fascino supera di gran lunga il tuo?”

“Nei tuoi sogni, Fred”

“Però ora esci con Elizabeth e non ti è arrivato alcun bigliettino” gli fa notare Alex “Si sono davvero messe tutte il cuore in pace”

“E anche tu a quanto pare!” esclama Fred e James già teme quello che può uscire dalla bocca larga del cugino “Com’è che hai detto? Uhm… sì, il viso perfetto, i capelli lisci, gli occhi scuri… praticamente perfetta!”

“Stai zitto, idiota” borbotta James.

“Anche perché se Elizabeth sente come l’ha descritta lo molla su due piedi” si inserisce Alex.

“Ho detto solo cose belle” ribatte il ragazzo, mentre Lindsay si aggiunge a loro, sedendosi accanto a Fred.

“Lei sì che è decisamente troppo per te, Jamie” ridacchia Lindsay, ricevendo un’occhiata orgogliosa da parte di Fred, che le stampa un bacio sulla guancia.

“Oh, insomma, piantatela, ci ho fatto una semplice partita a scacchi, per Morgana” sbuffa James, mentre con la coda dell’occhio vede Dominique parlare come se niente fosse con Roxanne. Avrà sentito?

Rimane ad osservarla mentre i suoi amici continuano a ridere di lui e la vede alzarsi ed andare verso l’uscita della Sala Grande; ignora Alex che gli chiede i compiti di Incantesimi, Lindsay che propone una partita a Spara Schiocco tutti insieme e il latte e cereali faticosamente scelto, per alzarsi anche lui e seguire la cugina. I suoi piedi si muovono da soli verso le Cucine: è solo un sospetto, in realtà, non è sicuro che Dominique abbia sentito, né che le sia importato qualcosa di quel discorso, né che stia effettivamente andando verso le cucine. Ma è una sensazione, un brivido che gli scorre sottopelle e la conoscenza profonda del carattere di sua cugina, ciò che lo spinge a solleticare la pera dipinta e rivelare l’accesso alle cucine del castello.

Un rumore di vetri infranti lo accoglie e si trova davanti Dominique carponi mentre cerca di raccogliere i cocci di un bicchiere lasciato cadere a terra; gli elfi la guardano, ma evidentemente sono già stati ammoniti di non disturbarla, quindi non si azzardano ad avvicinarsi.

“Vattene” sibila la ragazza.

“Sanguini”

“Ti ho detto di andartene, James!” urla Dominique, alzando lo sguardo verso di lui.

Dominique è una ragazza forte. Forse è la ragazza più forte che James abbia mai conosciuto ed è questo che le è sempre piaciuto di lei. Dominique non si scompone, non si lascia abbattere, non piange mai.

Ora che ci pensa, James l’ha vista piangere una sola volta, quando andavano all’asilo babbano, perché un bambino le aveva rovesciato in testa un secchiello d’acqua con sciolti dentro gli acquarelli. Dominique era scoppiata a piangere, ma continuava a ripetere che era perché le erano entrati i colori negli occhi, e James non si era mai sentito così tanto impotente in vita sua. E aveva giurato che non avrebbe mai più visto piangere Dominique e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per non farlo succedere.

Eppure adesso la ragazza con il mascara leggermente colato sotto gli occhi e le guance rigate da strisce salate sembra proprio sua cugina Dominique: ha gli stessi capelli biondi, le lentiggini che le costellano il nasino sottile, gli occhi chiari e la divisa dei Corvonero, ma non può essere Dominique. Dominique non piange mai.

James si avvicina a quella ragazza in silenzio, inginocchiandosi per raccogliere i pezzi di bicchiere rotto, mentre la Corvonero si ferma, pur rimanendo accucciata su sé stessa. Il Grifondoro sistema tutto, prima di passare un tovagliolo alla cugina, che lo afferra bruscamente.

“Perché?”

James la guarda.

“Perché hai dovuto dire certe cose?!” ripete Dominique.

“Di cosa parli?”

“Non far finta di non saperlo! Altrimenti perché saresti qui e mi avresti seguita?”

Vero, James, Dominique ha perfettamente ragione. Altrimenti perché l’avresti seguita?

“Il viso perfetto senza imperfezioni, gli occhi scuri, i capelli lisci… le vuoi sottolineare tutte le cose che abbiamo di diverso o me ne lasci indovinare alcune?”

Il ragazzo si immobilizza sul posto, senza sapere come muoversi per… per fare qualsiasi cosa, in realtà; Dominique si passa il tovagliolo sulle dita ferite dai vetri, mentre tira su con il naso.

“Già è… difficile… per me, vederti entrare nella mia Sala Comune. Vederti nella mia Sala Comune e sapere che non…”

Non sei lì per me.

Non c’è bisogno che sua cugina termini la frase perché la conclusione rimane nell’aria sospesa tra i due ragazzi; la Corvonero cerca di tamponare il sangue, quindi guarda le sue dita, mentre James non riesce a smettere di guardare lei.

“Mi… dispiace…” mormora e lo pensa sul serio. Pensa sul serio che non avrebbe mai creduto di essere lui a far soffrire Dominique.

A quelle parole però la ragazza sembra come risvegliarsi: si blocca solo per un istante, si passa la manica sotto gli occhi per asciugare le guance senza rovinare il mascara e si stringe il tovagliolo tra l’indice e il medio – le dita ferite – per bloccare il sangue. Si alza in piedi e guarda il cugino negli occhi; James sussulta un attimo, guardando i meravigliosi occhi di Dominique resi ancora più belli dalle lacrime che glieli fanno diventare più chiari, prima di ricordarsi che lei è Dominique Weasley e Dominique Weasley non è certo una persona che piange per un ragazzo.

“Lascia perdere, James”

“Domi…” prova a dire il ragazzo “Lo so che…”

“No, non lo sai. Non devi aggiungere nulla, James, non preoccuparti” lo blocca rapidamente lei, tirando fuori la bacchetta per sistemare il bicchiere.

“Io mi preoccupo, invece”

“Non devi”

“Fai sempre la dura, ma non sei invincibile. Sei la ragazza più forte che conosco, ma anche tu puoi cedere, ogni tanto. Ti è concesso, Dominique” ribatte James, avvicinandosi a lei, che però allunga una mano davanti al suo petto, come a dirgli di non avvicinarsi oltre.

“Io cedo solo per colpa tua. Ed è per questo che ti ho detto che è meglio stare lontani”

Lo supera con un passo e va verso l’uscita delle cucine, mentre gli elfi fanno capolino qua e là per osservare la scena e per vedere se c’è qualcosa da mettere in ordine.

“Per la cronaca, io…” inizia a dire James, ma viene bloccato dal rumore di una porta che si chiude, quindi la fine della frase può sussurrarla solo a sé stesso “… adoro le imperfezioni sul viso. E adoro le tue lentiggini”

Santissimo Godric.

James ignora ciò che gli dicono gli elfi, mentre esce anche lui dalla cucina, qualche minuto dopo; gli hanno offerto un bicchiere d’acqua, ma in questo momento forse sarebbe più azzeccato un bicchiere di Whiskey Incendiario, tanto ormai è legalmente un adulto, da quando ha compiuto diciassette anni.

Si sente confuso come se avesse la febbre e non ricorda minimamente quale lezione abbia, mentre brancola per i corridoi come uno zombie. È solo l’apparizione salvifica di Alex, che lo guarda come se fosse impazzito e gli comunica che l’aula di Divinazione è dall’altro lato, che gli fa ricorda che lezione ha in quel momento, che non ha finito i compiti e che per due ore vedrà la solita nebbia nella sfera di cristallo.

Infatti si ritrova a ringraziare Roxanne e la sua grande abilità nell’inventare storie senza senso guardando quella stupida nebbia e Molly che, ad Erbologia, gli evita un morso dalla pianta carnivora a cui deve dare l’acqua.

Non può essere che Dominique lo faccia andare fuori di testa così, che lo mandi completamente in un altro mondo e che lo destabilizzi al punto tale da dover essere richiamato più di tre volte dal professor Hagrid. Nessuno è mai stato richiamato tre volte dal professor Hagrid in un anno, figuriamoci in una sola giornata!

Fred, ovviamente, gli ha chiesto cosa ci sia che non va e Alex gli ha domandato se per caso si sentisse poco bene e volesse essere accompagnato in Infermeria, ma James ha scosso la testa e ha risposto di essere solo stanco e di aver bisogno di riposarsi un po'. Così, prima di cena, mentre i suoi amici vanno in Biblioteca per fare i compiti di Astronomia, James si trascina lentamente nella sua Sala Comune dove, entrando, va a sbattere contro sua sorella.

E sente un inconfondibile odore di ciliegia.


 
È estate e a Villa Conchiglia si sta diffondendo un buonissimo odore di hamburger alla griglia e formaggio fuso.

Dominique è dietro ai fornelli, con indosso una vecchia maglietta di Bill, dei pantaloncini di Louis ed una matita tra i capelli. Non ha il correttore, né il mascara, ma a James sembra comunque la ragazza più bella del mondo.

Quando ha saputo che zio Bill e zia Fleur sarebbero andati in Francia per alcune faccende burocratiche – di cui non si era voluto assolutamente interessare – che Victoire era da Teddy e che Louis avrebbe dormito da Hugo, non ci ha pensato due volte e si è presentato a Villa Conchiglia, dove Dominique gli ha aperto con un sorriso furbo sulle labbra, come se già sapesse che sarebbe arrivato.

James si avvicina alla cugina, che con aria esperta muove la padella e fa sfrigolare l’olio.

“Cosa cucini?”

“Hamburger al formaggio, ricetta segreta dello Zio Charlie”

“Se è segreta perché tu la conosci?”

Dominique risponde al sorrisetto di James con un ghigno “Pensi che lo zio Charlie possa nascondere qualcosa alla sua figlioccia?”

James sbuffa divertito “Credo che nessuno possa nascondere nulla a te, altroché”

“Vedrai, saranno buonissimi”

“Manca tanto?”

“Non essere impaziente” ridacchia la ragazza e il cugino si avvicina, circondandole la vita con le braccia e baciandole dolcemente il collo.

“Così mi distrai”

“Non è assolutamente mia intenzione” sogghigna James, senza smettere.

“Sì, certo”

Il ragazzo si allontana leggermente, appoggiandosi al piano cottura accanto ai fornelli “Comunque ti ho portato una cosa”

“A me?”

“No, a Louis. È con lui che ho una relazione segreta”

Dominique lo guarda di traverso, ma alla fine sorride “Cosa mi hai portato?”

James infila una mano nella tasca dei pantaloncini che sta indossando e tira fuori un lucidalabbra alla ciliegia babbano, impacchettato in una confezione colorata.

“Mi hai preso… un lucidalabbra?”

Il ragazzo annuisce “L’ho vinto ad uno di quei giochi babbani, quelli con in palio delle cose”

“Una lotteria?”

“Sì, quella. Era per beneficienza ed io e Fred ci siamo capitati casualmente”

“Casualmente?” domanda divertita la ragazza.

“E va bene, ci siamo persi e siamo finiti in questo posto sconosciuto” ammette l’altro, soddisfatto come sempre di aver fatto ridere la cugina “Comunque, Fred ha voluto giocare e alla fine ho vinto io. I signori che partecipavano hanno detto che la mia ragazza ne sarebbe stata contenta perché è di una marca babbana molto famosa”

“Avevano ragione, ha dei prodotti buonissimi”

“Quindi ti piace?”

Per tutta risposta Dominique spacchetta il regalo, si passa il lucidalabbra sulla bocca e si avvicina a James, baciandolo dolcemente.

“E a te piace?” gli domanda con un sorriso malizioso.

James la guarda e vede un sorriso furbetto, degli occhi magnetici e delle labbra da baciare. La guarda e vede sua cugina, la sua migliore amica, la ragazza di cui è innamorato follemente anche se non glielo ha mai detto. La guarda e vede la sua famiglia.

“Adoro le ciliegie”


 
“Scusami, io… oh, ciao Jamie!” lo saluta Lily quando si accorge contro chi è andata a sbattere.

“Lily… ciao…” risponde, confuso, James, prima di balbettare “Com’è che profumi di ciliegia, Lily?”

“Credo sia il lucidalabbra che mi ha regalato Dominique. Ha un buon profumo, no?”

“Sì… buonissimo…”

“Va tutto bene, fratellone?” domanda curiosa la sorella e il ragazzo annuisce.

“Sì. Sì, tutto bene”

La guarda, cercando un modo di cambiare argomento e si accorge che ha una busta tra le mani “Stai spedendo una lettera a mamma e papà?”

Guardando con più attenzione James avrebbe sicuramente visto le guance della ragazza colorarsi leggermente di rosso ed avrebbe notato il tono frettoloso con cui risponde “Sì, sì, ora la vado a spedire”

Ma James è troppo concentrato sui suoi pensieri per accorgersene, quindi crede sul serio sia la verità e si limita ad annuire di nuovo e a commentare “Salutali anche da parte mia”

La piccola schiocca un bacio sulla guancia del fratello, che le riserva un tenero sorriso, prima di entrare in Sala Comune, salire in dormitorio, sdraiarsi sul letto ed addormentarsi all’istante, saltando la cena.

Quando James si risveglia è destabilizzato e un po' confuso – forse rincoglionito sarebbe la parola migliore – mentre si tocca i capelli e sbadiglia; i vestiti gli si sono appiccicati addosso, spiegazzati, e non ha bisogno di controllare allo specchio per immaginare che la cravatta gli abbia lasciato dei segni sul collo. Qualcuno lo ha coperto con una coperta, ma ora in camera non c’è nessuno, mentre un bel sole entra dalla finestra della stanza.

Un momento… sole? Ma non era ora di cena?

Lo stomaco di James brontola, come a dar ragione al ragazzo, che si risiede sul letto, appoggiando la testa sulla mano: ha davvero dormito tutta la notte e saltato la cena? Un altro brontolio gli conferma che sì, deve essere successo qualcosa del genere.

Il Grifondoro si toglie la divisa con malagrazia, lasciandola per terra, e si va a rinchiudere nella doccia, dove poco dopo i vapori bollenti coprono l’intera visuale e saturano l’aria del piccolo bagno, lasciando James in una sorta di sauna improvvisata. Rimane lì dentro a lungo, lasciandosi scorrere l’acqua sul corpo: gli è sempre piaciuto fare la doccia, più del bagno, perché ama particolarmente la sensazione delle goccioline che scorrono lungo il suo corpo e il rumore del getto che esce. Albus se ne lamenta sempre quando sono a casa perché casualmente tocca sempre a lui fare la doccia dopo e brontola che lo scaldabagno non è illimitato.

Esce con i capelli bagnati e comunque sparati per aria, si infila un paio di pantaloni grigi della tuta e rimane a torso nudo e con un asciugamano dietro il collo, mentre cerca nelle sue scorte di cibo qualcosa di commestibile: non ha alcuna voglia di scendere in Sala Grande e visto che è sabato può passare tutto il giorno in camera senza ricevere sgridate o lamentele.

Ma dove sono finiti poi i suoi compagni? Oh, giusto, Fred andava ad Hogsmeade con Lindsay e Roxanne aveva chiesto ad Alex di accompagnarla per spiarli. Che cosa ridicola.

Le Lumache Gelatinose e le Burrobirre forse non sono proprio adatte per una colazione – che poi, colazione, qui James non ha la minima idea di che ora sia, in realtà – così come le Crostatine Canarine – che forse sono di Fred, visto che le produce zio George – quindi opta per un Pallotto Cioccocremoso ed uno Zuccotto di zucca, che mangia sul letto.

Sta pensando a mille cose contemporaneamente e allo stesso tempo a nessuna, mentre guarda il soffitto con un braccio dietro alla testa; pensa alle ciliegie, pensa a sua sorella che starà andando per la prima volta ad Hogsmeade, pensa a Lizzie, pensa a Fred e spera che si diverta, pensa a Dominique – ovviamente – pensa ai compiti, pensa alla squadra di Quidditch. Passa tutto il resto della mattina a pensare e arriva a pranzo molto tardi, quando ormai sono rimasti in pochi – e già la quantità di persone che mangia al castello quando è prevista una visita ad Hogsmeade è molto ridotta – e solo per chiacchierare. Afferra un tramezzino al tonno, sedendosi da solo: riconosce solo Colin Hoodie, il cercatore della sua squadra, che gli fa un cenno di saluto con la mano, prima di tornare a chiacchierare con gli altri ragazzi Grifondoro del quinto anno.

Pulendosi le molliche dalla bocca, James pensa di aver un po' sprecato quella giornata e che forse sarebbe meglio andare a prendere dei libri e renderla almeno un po' produttiva: magari poteva prevedere qualcosa da fare, invece che bighellonare in giro per il castello. Anche se in quei giorni non si sta concentrando praticamente su nulla, quindi non c’è da stupirsi che non ci abbia pensato.

Mentre rimugina su queste cose torna in direzione della sua Sala Comune, entra nel ritratto della Signora Grassa e si ritrova davanti Liz.

“Lizzie… che ci fai qui?” chiede confuso James.

“Come che ci faccio qui? Mi ci hai invitato tu”

“Merda… avevamo un appuntamento” all’improvviso James si ricorda perché Roxanne ha chiesto ad Alex e non a lui di spiare Fred.

“Che a quanto pare tu ti sei dimenticato” la ragazza sospira, prima di aggiungere “Credevo fossi contento di fare due passi”

“Sì, sì, lo so. Cioè lo ero” risponde in fretta James “Solo… il tempo mi è volato”

Gli torna in mente di aver detto a Lizzie di fare una passeggiata nel parco dopo pranzo, perché la ragazza non aveva molta voglia di andare ad Hogsmeade. Come Merlino è possibile che non se lo sia ricordato prima?

“Avresti preferito andare ad Hogsmeade? Mi dispiace se ti ho detto che preferivo rimanere qui…”

“No, no, non è per quello, davvero. Anche io ero contento di rimanere qui, ho proprio… perso la cognizione del tempo”

“Hai dei pensieri per la testa?”

“Come?”

“C’è qualcosa che ti preoccupa?”

“No, è che…” James si interrompe, senza sapere minimamente come continuare. Di certo dire “credo di amare mia cugina, che è anche la tua compagna di stanza, ma voglio uscire con te perché tra lei e me c’è un abisso incolmabile in questo momento e perché penso che tu sia una ragazza normale, tranquilla e molto bella e che sei tutto ciò che mi serve in questo momento” non è una buona idea. Così come “mi sono addormentato ieri alle sette di sera e mi sono risvegliato stamattina e ci mancava poco che non mi ricordassi nemmeno il mio nome”.

Però Elizabeth lo sta guardando con aria interrogativa, come a volere delle spiegazioni – che, santissimo Godric, ha tutto il diritto di ricevere – e James non sa proprio cosa risponderle.

Rimangono entrambi in silenzio per almeno un minuto, la Sala Comune completamente vuota, a guardarsi negli occhi.

La ragazza sospira “Ascoltami, James, tu sei un ragazzo intelligente e mi offende il fatto che tu, invece, mi consideri una stupida…”

“Che dici?” la blocca subito James.

“Perché mi hai chiesto di uscire? Lo sappiamo entrambi che non hai mai mostrato interesse nei miei confronti…”

“Potrei aver cambiato idea, no?”

“No. Alquanto improbabile” risponde a bruciapelo Elizabeth, mentre i suoi occhi color nocciola non tradiscono alcuna emozione.

James all’improvviso sente molto caldo e sa bene dove vuole andare a parare la Corvonero con quel discorso: gli è successo già alcune volte, molto più spesso si è trovato lui dall’altra parte, ma in ogni caso sa che cosa gli vuole dire e la cosa lo turba più di quanto avrebbe creduto.

Sarà che Dominique lo ha appena lasciato – se poi così si può dire – sarà che Elizabeth non è come tutte le altre ragazzine con cui James è solito uscire – forse perché Elizabeth non è una ragazzina e ha ben in mente ciò che vuole – sarà che James vuole sul serio che ci sia una cosa in ordine in quel momento nella sua vita, ma le parole che la ragazza non ha ancora pronunciato lo hanno già scosso.

“James, io… non sono sicura che sia una buona idea” dichiara Elizabeth, ma James scuote la testa.

“Perché mi stai dicendo così?”

“Non… non è per il mancato appuntamento, se è quello che credi”

“Non lo credo, infatti, per questo ti sto chiedendo il perché”

“Perché tra due persone che si frequentano dovrebbe esserci dialogo. Se sei preoccupato per qualcosa devi sentirti libero di dirmelo, se hai dei pensieri dovresti condividerli con me in modo che li possiamo risolvere insieme. Dovrei esserci per te e tu dovresti riuscire a fare affidamento su di me”

“Lo faccio”

“James, sul serio, io non sono una delle solite ragazze con cui sei uscito e non ho alcuna intenzione di esserlo. Se a loro stava bene stare con te senza conoscerti… a me no. Se devo stare con una persona voglio sapere tutto di lei, sia le cose belle sia le cose brutte” mormora la ragazza “E lo so che effettivamente sia usciti solo due volte, che in pratica abbiamo fatto più ronde che appuntamenti però… ho come la sensazione che tu non parli con me. O che non parli con nessuno, se posso permettermi di dirlo”

James sospira, consapevole che la ragazza ha pienamente ragione e che ce l’ha anche su cose che non sa minimamente. Forse Lindsay ha ragione, forse Elizabeth è davvero troppo per lui.

Fa un passo in avanti, avvicinandosi alla ragazza, pensando a cosa dire per giustificare il comportamento orribile che ha – e che sta avendo con tutti a quanto pare.

“Liz…”

“Non… non devi giustificarti… lo capisco, che…”

“No, aspetta, non hai capito, invece” la blocca James “Liz, sono sicuro, voglio uscire con te. Forse non voglio più quello che ho cercato fino adesso, forse voglio provare qualcosa di nuovo, non lo so. Ma tu sei una ragazza intelligente, alla mano e tranquilla. E forse un po' di tranquillità è quello che voglio in questo momento” dichiara, prendendole dolcemente una mano “E se quello che vuoi è che io parli di più con te lo farò”

“Non è che voglio che parli di più… voglio che mi dici se hai un problema. Voglio conoscerti, come tu hai detto di voler conoscere me”

“Questo è più… facile” ammette James “Penso che possiamo partire da qui, prima che dal parlare. Su quello sto ancora imparando come si fa, nonostante i miei diciassette anni compiuti”

E lo dice con un tono così convinto ma così infantile che la ragazza non riesce a trattenersi dal ridacchiare, cosa che fa sorridere il Grifondoro.

“Forse ho un po' esagerato…” mormora Elizabeth “È solo che… non è una cosa che mi è molto familiare, diciamo”

“No, invece hai fatto bene. Hai il diritto di arrabbiarti se io mi comporto da idiota” replica James, senza smettere di sorridere “Possiamo ricominciare?”

Elizabeth annuisce, piano e James si avvicina ancora, appoggiandogli delicatamente una mano sul collo, sotto i capelli; gli occhi della ragazza non si allontanano da quelli color cioccolato del ragazzo, eccezion fatta che quando le labbra del Grifondoro sono a pochi centimetri dalle sue. James passa le braccia intorno alla vita della Corvonero, che allo stesso tempo gli circonda il collo con le sue, senza separarsi dalla sua bocca.

Si baciano per qualche minuto, nel silenzio della Sala Comune deserta, finché Elizabeth non si stacca, senza allontanarsi troppo perché ancora intrappolata dalle braccia di James.

“Baci bene, Potter” mormora la ragazza, le guance leggermente rosse.

“Chiamami James” dichiara il ragazzo, con un dolce sorriso sulle labbra. Si guardano e scoppiano a ridere contemporaneamente, prima che il Grifondoro le prenda la mano e la porti fuori, nel parco, dove passano il pomeriggio seduti sotto un albero a godersi l’aria fresca, il silenzio e la compagnia reciproca.
E James sta davvero bene con la Corvonero, questo non può negarlo: gli piacciono le sue risposte, che sembrano sempre intelligenti e ponderate, gli interessano le sue osservazioni e lo stimolano le loro conversazioni. Tuttavia, quando torna in camera, quella sera, non può fare a meno di confrontare quel pomeriggio con quegli innumerevoli passati insieme a Dominique a fare tutto e a fare niente e non può non provarne nostalgia.

Si siede sul letto, rimanendo perfino con il mantello, e ringrazia che nessuno dei suoi compagni di stanza sia lì, mentre delle piccole lacrime gli scorrono sulle guance, pensando alla cugina. Pensa ai suoi capelli biondi, alle centinaia di lentiggini che costellano il suo naso – Merlino, James adora quelle lentiggini – agli occhi grigi e alla pelle delicata e non può fare a meno di pensare che non ha mai visto nulla di più bello. Che forse non vedrà mai nulla di più bello. E che è una cosa che non potrà avere.

E allo stesso tempo è comparsa Elizabeth nella sua vita, una ragazza con cui si trova stranamente bene e a suo agio, in una sintonia su cui non avrebbe scommesso una sola falce, con una relazione che nessuno dei due ha chiesto, ma che sta facendo bene ad entrambi, probabilmente. La Caposcuola Corvonero non è una di quelle ragazze che James è solito notare e su questo lei ha perfettamente ragione, ma è riuscita comunque a conquistarlo, con il suo acume e la sua sagacità, e questo agli occhi del ragazzo vale davvero molto.

Ma forse, ciò che spaventa James, è la paura di farla soffrire, lasciandola avvicinare troppo a lui e avvicinandosi troppo a lei. Da un lato spera di non innamorarsene perché sta sperimentando che non gli piace stare male per amore – anzi, che fa proprio schifo – ma dall’altro spera di farlo disperatamente, così da riuscire a dimenticare Dominique.

Mentre è immerso nei suoi pensieri, la porta di spalanca di colpo, rivelando un Fred dall’aria allegra – estasiata quasi – con un sorriso sulle labbra che va da orecchio ad orecchio.

“Jamie!” urla Fred, con il suo solito entusiasmo “Non indovinerai mai! Sai che sono uscito con Lindsay perché volevo vedere se Morgan ci sarebbe rimasta male, no?  Tra parentesi, la migliore amica di mia sorella è una forza, lei sì che è una ragazza come si deve, nessuna mi avrebbe aiutato in un piano del genere, invece Lin era entusiasta. All’inizio ci abbiamo scherzato tantissimo ma poi… mi sono proprio divertito! Morgan non era ad Hogsmeade o almeno non l’ho vista, quindi alla fine sono uscito davvero con Lindsay e… James, Santo Merlino, che succede?!”

Lo sproloquio del giovane Weasley si interrompe all’istante, appena vede le guance rigate del cugino, che si affretta a mandar via le lacrime con la manica del mantello.

“Nulla, nulla…” risponde frettolosamente “Quindi sei stato bene con Lin?”

“Moltissimo” ammette Fred, avvicinandosi a lui e sedendosi sul suo letto per guardare meglio James “Ma non credo sia questo il punto ora. Ne vuoi parlare?”

E il giovane Potter vorrebbe tanto parlarne, sul serio, solo che non sa nemmeno da dove cominciare a raccontare. Sa che suo cugino non lo giudicherebbe mai e che forse potrebbe azzardarsi a dirgli tutto, ma non riesce a immaginarsi mentre lo mette al corrente di tutto ciò che è successo con una ragazza che è anche sua cugina. Così decide di iniziare cautamente, optando per una storia generale, senza nomi.

“C’è una ragazza” inizia James.

“Elizabeth?”

“No, non è Elizabeth” risponde subito il ragazzo “Ed è la ragazza più… forse la ragazza migliore che io abbia mai incontrato nella mia vita. E non è che non abbia conosciuto ragazze”

Fred ridacchia “Su questo devo dartene atto… e che cos’ha di speciale questa ragazza?”

“È intelligente, Merlino se è intelligente, ma non è arrogante. È simpatica, spiritosa, divertente ed è bellissima. Godric, è la ragazza più bella che io abbia mai visto”

“E perché non ci hai provato con lei?”

“Ci ho provato. E ci sono stato, credo, per qualche tempo”

“La ragazza misteriosa che ti ha spezzato il cuore?”

“Lei non mi ha…” ma James non riesce a terminare la frase: Dominique gli ha spezzato il cuore? Forse. Non lo sa dire.

Ma Fred non insiste su questo argomento, forse capendo che non è facile per suo cugino aprirsi, così domanda “Cos’è successo con lei?”

“Ha detto che sono infantile. E che ci saremmo procurati solo guai, insieme”

Il che non è assolutamente una bugia, è ciò che gli ha detto Dominique, dopotutto.

“Forse ha ragione, tu sei un po’ un bambino, James…” vedendo l’occhiataccia che gli sta rifilando il ragazzo, Fred si affretta ad aggiungere “Ma io penso che questa sia la tua caratteristica più bella. Il fatto che sai prendere la vita con leggerezza, ma che quando serve sai essere serio. E se lei non è riuscita a capirlo… ci ha perso solo lei”

James si asciuga le guance, ormai non più bagnate da lacrime, ma ancora umide, tirando leggermente su con il naso.

“E forse” continua Fred “Se Elizabeth invece sa apprezzare questo lato, è lei la ragazza giusta per te”

James sbatte un paio di volte le palpebre, alle parole del giovane Weasley, guardandolo come incredulo di un consiglio del genere: loro due non sono soliti parlare di queste cose, di solito si limitano a conversazioni molto più superficiali e il massimo è stato quando Fred gli ha confessato di volerci provare con Dorcas, ma nulla di più. Forse però suo cugino ha ragione, forse davvero Elizabeth è la ragazza per lui.

Ma Elizabeth non è Dominique e, per quanto possa essere perfetta, questo non cambierà mai.






Felpie's Corner
Buon anno! Spero che lo abbiate iniziato con tanta cioccolata e con tanto affetto (ma sì, dispensiamo un po' di Lily Potter in giro).
Per quanto riguarda questa storia, io l'anno lo faccio iniziare con un po' di dramma (perché ogni tanto ci sta in queste storie adolescenziali) e con un po' di romanticismo (indovinate a chi stava realmente scrivendo Lily? 10 punti per qualsiasi sia la vostra Casa).
Vi confesso che il flashback del lucidalabbra alla ciliegia è uno di quelli che amo di più di tutta la storia, perché sono una fan dell'amore quotidiano e un po' scherzoso, quindi spero che piaccia anche a voi.
A quanto pare ci sono le prime "difficoltà" tra Elizabeth e James, se così si possono chiamare: la ragazza, di lui, vuole sapere tutto e non si vuole limitare ad esibirlo come trofeo (quindi direi 10 punti ai Corvonero intanto perché Jamie non è un trofeo). Ma c'è anche il loro primo bacio, no? Dramma e romanticismo.
Sì, Fred prova qualcosa per Dorcas, sì, sembra una sorta di gioco di scambio delle coppie, sì, Lindsay è molto simpatica (ma è la migliore amica di Roxanne, che altro potevamo aspettarci? Tra l'altro Roxanne ha un futuro come spia).
E a quanto pare James si fida davvero del suo migliore amico! Ancora non a sufficienza da dirgli chi è la ragazza misteriosa, ma almeno un passo è stato fatto. Non so se sia molto credibile che scoppi a piangere così in camera da solo, ma secondo me James è sensibile e ha bisogno di poter crollare per risollevarsi.
Sappiate che io vorrei un Fred nella mia vita e spero che lo vogliate anche voi, perché è un personaggio a cui tengo tanto.
Basta, il proposito di non straparlare nelle note finali non l'ho fatto a Capodanno, ma forse sarebbe stato meglio. Tanta cioccolata a tutti!
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 - Scorpius ***


Ha quella faccia che ho
Quelle scarpe in cui sto
Quello che mi fa la guerra
Ha quella casa in cui sto
Quello specchio che ho
Quello che mi fa la guerra

Quello che mi fa la guerra sta qui con me
Il suo perché sembra pura cattiveria
Vive nella mia memoria, non va più via
Ha nostalgia di quando dava più battaglia
Finge di dormire, ma non ha dormito mai
La verità che so la sa da sempre pure lui

(Quello che mi fa la guerra – Ligabue)



 



 

Scorpius si sta iniziando a chiedere sul serio se per caso Albus abbia qualche problema con la porta della loro stanza, perché ultimamente sembra divertirsi a spalancarla di botto, con il duplice risultato di fargli prendere un colpo e mettere alla prova i cardini di quella povera porta di legno.

Anche adesso, nel bel mezzo di un rilassante pomeriggio – si fa per dire, visto che Scorpius si sta scervellando da un paio d’ore per riuscire a completare il saggio che deve scrivere per Aritmanzia – Albus spalanca la porta, ottenendo anche il risultato di fargli gocciolare dell’inchiostro sulla mano per lo spavento.

“Albus!” si lamenta il biondo, appoggiando la piuma e afferrando un fazzoletto per tamponare le gocce di inchiostro “Santissimo Salazar, non sei capace di fare piano?!”

“Scusami” dichiara subito il giovane Potter, guardandosi intorno “Sebastian non c’è?”

“No, è andato a leggere una lettera dei loro genitori insieme a Lizzie”

“Bene, ho bisogno del tuo aiuto”

Scorpius sospira, abbandonando malamente il fazzoletto sporco sulla scrivania e girandosi per guardare meglio l’amico.

“Che cos’è successo questa volta?”

“Scorpius, non puoi capire”

“No che non capisco, se tu non parli”

“Ho chiesto a Jodie di uscire”

Scorpius sgrana gli occhi “Tu hai fatto che cosa?”

“Lo so”

“Ma non avevamo parlato qualche giorno fa e avevi detto, e cito, “Non voglio uscire con Jodie”? Che mi sono perso, nel mentre?”

Eccolo lì, il mal di testa latente, che minaccia di uscire all’istante. Scorpius è di giorno in giorno più convinto che l’amore faccia davvero male alle persone e Albus non è che la prova lampante che si palesa davanti ai suoi occhi. Soprattutto, a quanto pare, l’amore ha il potere di far cambiare idea da un momento all’altro alle persone.

“Lo so, Scorp, lo so” esclama Albus, mettendosi seduto sul suo letto con le mani tra i capelli “Ma… non ce l’ho fatta. Cioè, ce l’ho fatta. Stavamo mangiando delle gelatine Tutti I Gusti +1 in Sala Comune e mi è scappato”

“Certe cose non scappano così, non sono mica starnuti!” dichiara allibito il biondo.

Una cosa è certa: l’amore è una malattia molto pericolosa.

“Salazar, lo so!” sbuffa il giovane Potter, senza però aggiungere altro.

“Quindi ora?”

“Quindi ora cosa?”

“Quindi ora come siete rimasti, Al. Ti avrà risposto in qualche modo, anche semplicemente scoppiando a ridere” specifica il biondo, alzandosi per avvicinarsi all’amico.

“Sarebbe stato meglio!” dichiara Albus “Mi ha detto che se vincete la prima partita contro i Tassorosso usciremo insieme”

Alt, fermi tutti. Cosa?

Scorpius guarda l’amico confuso “Scusa, in pratica ti ha detto di sì, no?”

“Sì”

“E quindi qual è il problema?”

“Che mi ha detto di sì!” risponde Albus, con un tono che rasenta l’isterico “Puoi non prendere quel dannato Boccino, per favore?”

Bene, Albus è ufficialmente impazzito e ha un disperato bisogno di aiuto. O di un colpo in testa. o di entrambi.

“Spero che tu stia scherzando”

“No”

“Sei ridicolo, più di prima. Jodie ti ha detto di sì e tu mi chiedi di non prendere il Boccino? Ma che ragionamenti fai?”

“E se non dovesse andare bene?”

“Cosa? L’uscita? Ti rendi conto, vero, che siete stati spesso voi due da soli? Cosa cambia esattamente adesso?”

“Che adesso è un appuntamento” dichiara Albus, come se la cosa fosse ovvia – cosa che, per la cronaca, per Scorpius non era ovvia proprio per niente.

Scorpius, è il tuo migliore amico, pensa fino a dieci, cento, un milione, ma non strozzarlo. Potresti pentirtene, poi.

“Al…”

“Non voglio che vada male” specifica il ragazzo, come se fosse necessario.

“Non andrà male” prova a rassicurarlo il biondo “Già il fatto che Jodie ti abbia detto di sì vuol dire che anche lei vuole uscire con te, no?”

“E se non gli piacessi?”

“Albus, passate quasi quindici ore al giorno insieme, praticamente. Proprio che tu non gli piaccia mi sembra impossibile” ridacchia Scorpius, facendo sbuffare divertito l’amico “E in ogni caso, io non credo che sia possibile, te l’ho detto”

“Lei a te non ha detto nulla?”

“No. Ma mi sarei preoccupato se l’avesse fatto. Jodie mi racconta sempre dei ragazzi imbranati e che non le interessano, mai di quelli a cui tiene sul serio”

“Ha mai tenuto sul serio a qualcuno?” domanda serio, Albus, leggermente spaventato; Scorpius si ritrova ad esitare: Jodie è la persona più chiusa in sé stessa che conosca, ma una volta gli aveva raccontato di un ragazzo più grande, senza dirgli nomi o caratteristiche, ma a quanto aveva capito il biondo era stato speciale per lei. Però è più di un anno che non ne sente più parlare e Jodie sembra tornata la ragazza di sempre, spavalda e irriverente - e a tratti abbastanza irritante.

“Non lo so. Ora, sicuramente, non tiene a nessuno in quel senso” si affretta a risponde il biondo.

Albus annuisce e per qualche minuto rimangono entrambi senza dire una parola; Scorpius non sa se dovrebbe aggiungere qualcosa, dire anche una minima cosa per incoraggiare l’amico, o se rispettare il suo silenzio e considerare la conversazione conclusa.

Fortunatamente, dopo un po', è il giovane Potter a parlare “A te non dà fastidio, vero?”

“Cosa?”

“Se io uscissi con Jodie…” mormora Albus.

“Perché dovrebbe darmi fastidio?”

“Perché è la tua migliore amica, siete come fratello e sorella. Magari pensi che io non vada bene per lei”

Scorpius deve sul serio ricordarsi di respirare e contare fino a cinque prima di strozzare davvero con le sue mani il suo migliore amico: è a questo che ha pensato in questi minuti di silenzio e che lo turbava tanto?

“A parte il fatto che anche tu sei il mio migliore amico e che con chi sta Jodie non sono affari miei. Però, se proprio dovessi fare l’amico geloso ed iperprotettivo, tralasciando che Jodie potrebbe probabilmente uccidermi se facessi una cosa del genere, non vorrei nessun altro al fianco di Jodie che non sia tu. Sei dolce, sei gentile e sei simpatico. Saresti solo una cosa buona per Jodie”

“Lo pensi davvero?”

“Non ti avrei incoraggiato a provarci, se no, non pensi?”

E Albus, finalmente, gli sorride “Sei un vero amico, Scorpius. Posso sempre contare su di te”

E il sorriso di Scorpius è un po' meno ampio del solito, non appena gli viene in mente che ci sta provando con sua sorella per conto dell'altro loro amico e compagno di stanza. Sono anni che non condivide un segreto con lui ed ora gli sta nascondendo una cosa così importante, mentre Albus si è aperto completamente con lui. Ma Sebastian gli ha chiesto di mantenere il segreto, quindi non si sta comportando da buon amico in realtà?

Gli viene anche il dubbio se chiederlo alla piccola Potter, ma ci ripensa giusto in tempo, rendendosi conto dell’assurdità della cosa. Cosa le dovrebbe dire poi?
“Scusa mi serve un consiglio: devo capire se dire a tuo fratello, che è anche il mio migliore amico, che ti sto scrivendo per conto dell’altro nostro amico perché mi sembra sbagliato avere un segreto con lui”

Sì, certo.

Quindi si limita a continuare a sorridere ad Albus, mentre gli chiede di vincere la partita contro Tassorosso, perché forse è la cosa migliore.

Gli fa molta tenerezza il suo migliore amico, soprattutto quando, un paio di ore dopo, sono tutti e quattro in Sala Comune e non riesce a staccare gli occhi di dosso a Jodie. Scorpius deve ammettere che quella sera la sua migliore amica è davvero carina, con i capelli stretti in una treccia ed il sorriso luminoso che ha sempre quando ritiene di aver fatto un buon allenamento.

Anche la piccola Potter tiene sempre i capelli stretti in una treccia; quella sera, a cena, ha sentito Danielle Atlas, la sua migliore amica, vantarsi di quanto fosse bella la sua compagna di stanza e, forse, un po' di ragione ce l’aveva.

Alt, fermi tutti. Che cosa sta dicendo? Scorpius torna sul pianeta Terra, per favore.

Però potrebbe essere una buona cosa da scrivere su un bigliettino.

Così saluta rapidamente i suoi amici, facendo un cenno a Sebastian per fargli capire che cosa deve fare, e torna in camera, dove prende una pergamena nuova ed inizia a scrivere.
 


Oggi ti ho notata in Sala Grande, più del solito. Avevi una treccia molto bella e i capelli raccolti così ti stanno molto bene: ho sentito Danielle vantarsi di avere una migliore amica proprio bella e credo abbia ragione. Da chi hai imparato ad acconciarti i capelli così? Sembra tremendamente complicato.
Però eri bellissima, quindi ne è valsa la pena.
X



Il ragazzo si passa la piuma sul mento, provando un po' di solletico; un po' è sorpreso della facilità con cui quelle parole gli sono uscite dalla piuma, però deve essere colpa di Albus e delle sue follie d’amore che l’hanno contagiato.

Si può vedere l’amore come una malattia? Perché non vorrebbe rimanere infettato da tutto questo miele e da tutta questa pazzia.

La lettera di risposta la trova mentre va alla ronda di quella sera; il punto di incontro con Luke Sharp è al secondo piano, quindi fa in tempo a raccogliere il bigliettino al primo, prima di raggiungere il ragazzo.

La ronda è silenziosa, i due non si scambiano molte parole, se non frecciatine sull’imminente partita di Quidditch che li vedrà contro, e nessuno è in giro oltre l’orario – o almeno non tra primo, secondo e terzo piano – quindi il biondo torna rapidamente in Sala Comune, dove può aprire la lettera ed osservare la bella calligrafia della ragazza.
 


Mi duole ammetterlo, ma quella treccia non è stato merito mio: è Danielle la grande artista nella mia camera e dice di adorare i miei capelli, quindi spesso ci si sbizzarrisce. Anche io so fare le trecce, ma non sono sicuramente così belle. È stata Dominique ad insegnarmi, è lei l’esperta della nostra famiglia – e forse l’unica che tiene davvero a come appare agli altri. Mi dispiace un po' che Rose non apprezzi molto queste cose: gli vorrei raccontare di te, però… non lo so, ho paura che mi possa giudicare. Forse dovrei chiederti il permesso, magari non vuoi che mia cugina lo sappia. Sappi che non sono una che si fa dire cosa fare, se pensa che una cosa sia giusta, però in questo caso… non lo so, mi sembra giusto chiedertelo.

Comunque ti ringrazio per i tuoi complimenti… vorrei farteli anche io, ogni tanto! Ma non so chi sei, ancora. Non so quanti anni hai, né la tua Casa. Ti faccio davvero così tanta paura da non volermi vedere? Prometto di non mangiarti.

Oggi a lezione la professoressa Collins ha sgridato quel petulante di Simon Nott perché per la terza volta di fila si è scordato la bacchetta nei Sotterranei. Magari è un tuo amico, non vorrei sembrarti una che giudica, ma è stata una scena comica ed io e Irene abbiamo riso tantissimo, quindi forse fa ridere anche a te.

Com’è andata la tua giornata? Non te la cavi con una domanda così banale, però, voglio anche sapere quanto vedresti bene Gazza con Madama Pince: per me sarebbero la coppia dell’anno!

Un mucchio di scintille,
Lily Luna

 


Scorpius sbatte le palpebre un paio di volte: Lily vuole raccontare di X a Rose? Sarebbe tremendamente imbarazzante.

Cioè, Rose non sa che è lui X, però… il biondo non sa se riuscirà mai più a guardare la Weasley con gli stessi occhi se sapesse dell’ammiratore segreto di Lily.
Però lui non è lui, no? Lui è Sebastian. E sembrerebbe obbiettivamente strano se dicesse che non vuole che Rose Weasley sappia, un errore da principianti.
 


Ma certo che ne puoi parlare con tua cugina. Vi vedo sempre insieme, penso che per te non sia facile nascondergli qualcosa, vero? Spero che non ti prenda in giro per questo, perché non c’è nulla da deridere nei nostri messaggi.

So che non mi mangeresti, ho capito che devo portarti un paio di Cioccorane almeno, quindi saresti concentrata su di loro però… ancora non me la sento. Mi dispiace, scusami, so che magari può essere difficile per te e sto apprezzando tanto la tua pazienza. Sei davvero gentile come si vocifera e non ho potuto non capirlo ed appurarlo da solo in questi giorni. Siccome però mi sento in colpa, ti posso dire che ci sarà una partita di Quidditch questo weekend – ma forse già lo sai – e che la mia Casa giocherà. So che non è molto, ma almeno ho eliminato un’altra Casa dalle opzioni, no?

Conosco Simon Nott ed hai ragione, è proprio petulante e perennemente distratto! Non mi sorprende che si sia scordato la bacchetta tre volte di fila e la professoressa Collins ha fatto bene a sgridarlo: ha troppa fiducia in sé stesso e ha sempre un’aria da sbruffone. Secondo me si prende un po' gioco di lei, pensando che è troppo giovane per essere una professoressa.

La mia giornata è stata un po' frenetica, la professoressa Vector mi ha assegnato un tema lunghissimo da fare e il mio compagno di stanza non sa cosa vuol dire aprire la porta con grazia. Ho le mani tutte sporche di inchiostro e poche idee su come andare avanti nel saggio.

Per quanto riguarda Gazza e Madama Pince… preferivo non immaginarmeli insieme, sinceramente. Ma dai, te li immagini mentre si tengono per mano o mentre si sussurrano parole dolci? Io no. E comunque pensavo che Madama Pince fosse sposata… o comunque Gazza è sicuramente fidanzato con Mrs. Purr!

Invece la coppia che ti propongo io è… Madama Chips con Vitious! Non li troveresti adorabili?

A domani,
X

 


Scorpius non sa perché abbia confessato alla piccola Potter di essere o un Serpeverde o un Tassorosso, perché si senta in colpa lui che non c’entra assolutamente nulla, però immagina che prima o poi lei e Sebastian si debbano incontrare o questo lavoro sarà stato totalmente inutile e che prima o poi quindi scoprirà che è un Serpeverde.

La settimana passa in fretta, tra Logan che lo tartassa di allenamenti, le ronde ogni sera, Albus totalmente fuori di testa e i messaggi con la piccola Potter ed il giorno della partita si avvicina velocemente. È la prima partita dell’anno e, ovviamente, in tutto il castello c’è un grande fermento: probabilmente non ci saranno solo le Case di Serpeverde e di Tassorosso schierate sulle tribune, ma anche le altre, per trovare un po' di svago nella domenica nebbiosa – fantastico, così sì che sarà facile trovare il boccino – e per osservare gli avversari – già si immagina Roxanne Weasley e Dorcas Morgan schierate in prima fila.

Scorpius si alza presto e si fa una doccia, come ogni volta prima di una partita, mentre i suoi amici continuano a sonnecchiare; un fruscio di ali lo fa tornare in camera e non ci mette molto a riconoscere il gufo dei Malfoy fuori dalla finestra.
 


In bocca al Lupo Mannaro, figliolo. Se mantieni la concentrazione e non ti distrai nessuno ti può battere.

Ti voglio bene,
Papà

 


Il giovane Malfoy è totalmente incredulo del semplice messaggio che tiene stretto tra le mani: per prima cosa, non aveva mai detto al padre che avrebbe disputato una partita, forse lo aveva accennato solo alla madre, ma seconda cosa – molto più importante – suo padre non gli aveva mai mandato un messaggio così breve, solo per augurargli buona fortuna.

Chiude la mano a pugno, stritolando il biglietto. Ottimo, se prima non era nervoso per niente, ora sì che ha ansia da prestazione. Ora deve per forza vincere quella partita, non avrà mai il coraggio di dire a suo padre di aver perso. Non dopo quel bigliettino.

“Uhm… Scorpius…” biascica Albus nel sonno, il viso colpito dai raggi del sole che entrano dalla finestra “Che succede…?”

“Mio padre mi ha augurato buona fortuna”

“Tuo… padre?”

“Già. Strano vero?”

“Uhm… sì…” commenta il ragazzo, girando il viso e appoggiandoci un braccio sopra, per coprirsi dalla luce.

Scorpius non ci fa troppo caso, conoscendo la scarsa vitalità dell’amico al mattino, e si veste lentamente, prima di andare a fare colazione; ovviamente, Jodie è già lì, con il maglione verde ed argento ed un caffè fumante.

“Ciao Scorp” lo saluta appena si siede davanti a lei.

“Buongiorno, Jodie”

“Cos’è quella faccia?”

“Quale faccia?”

“La tua faccia” dichiara Jodie, senza specificare.

Scorpius alza le spalle “Mio padre mi ha scritto per augurarmi buona fortuna”

La ragazza stringe gli occhi “Mi sembra una buona cosa, no?”

“Lo è. Solo che non era mai successo prima e mi fa strano”

“Un motivo in più per dare il massimo e vincere”

“Oltre al fatto che Logan potrebbe uccidermi nel sonno se non prendessi quel dannato boccino?”

“Anche”

Scorpius guarda l’amica, che però distoglie abilmente lo sguardo, cosa che fa sorridere maliziosamente il ragazzo “O hai qualche motivo personale, Jodie?”

“Assolutamente nessuno” dichiara la Serpeverde, guardando però con grande interesse la sua tazza.

Il biondo non fa però in tempo ad aggiungere nulla perché in quel momento appaiono come d’incanto i suoi compagni di stanza – ma come hanno fatto a fare così in fretta? Li aveva lasciati dormienti.

“Salazard, ma perché Serpeverde gioca all’alba?” esclama Sebastian, sedendosi – lanciandosi sulla panca – accanto a Jodie.

“Le dieci di mattina non sono l’alba” commenta Scorpius, subito smentito da Albus, che prende posto vicino a lui.

“La domenica mattina, sì” ribatte il giovane Potter, afferrando una frittella “Siete pronti, ragazzi?”

“A vincere? Sempre” risponde sicura la ragazza “Però voi vedete di fare un bel tifo”

“Da quando hai bisogno di incoraggiamento, Jodie?” ridacchia Sebastian “Credevo fossi una donna forte ed emancipata e che il tifo fosse una cosa da perdenti”

“Sì, ma voi il tifo per me dovete farlo, punto e basta” replica la Battitrice, facendo scoppiare a ridere il biondo.

“Ragazzi, direi che avete molto potere decisionale, come sempre!”

Come Scorpius immaginava, gli spalti sono pieni di ragazzi di ogni Casa: in prima fila ci sono i giocatori delle squadre di Corvonero e Grifondoro – probabilmente costretti dai rispettivi capitani – ma anche altre persone curiose ed annoiate sono ansiose per l’inizio dell’incontro. Non ci vuole molto perché il biondo individui Albus e Sebastian e, poco lontano, Lily, con la stessa maglietta che aveva quand’è venuta a vedere le sue selezioni, con accanto Danielle e Lysander Scamander.

Scorpius fa un sorrisetto: chissà se la piccola Potter spera di capire chi è X in quella folla o se è semplicemente curiosa di vedere la partita e sarebbe venuta a prescindere. Probabilmente la seconda, in realtà, visto l’amore per il Quidditch che ha ereditato dalla madre.

Un motivo in più per fare bella figura.

Il biondo scuote la testa in fretta: Lily, in quella partita, non c’entra assolutamente nulla. Deve fare bella figura per sé stesso, per la sua squadra, per Albus e Jodie e perché suo padre tifa per lui. Chi se ne importa se fa bella figura o meno con la piccola Potter.

Logan gli ha già fatto il discorso pre – partita nello spogliatoio ed ora è in attesa che Madama Hooch liberi la Pluffa e dia inizio alla partita; tutti sono già schierati e, dopo pochi minuti, gli occhi chiari di Scorpius si focalizzano solo sul Boccino d’Oro.

La nebbiolina di quella mattina e l’umidità non facilitano molto la cattura della sfera dorata, la condensa appanna spesso gli occhiali che il biondo si è dovuto mettere per non dover volare ad occhi chiusi e non può contare sui riflessi del sole che colpiscono la pallina per afferrarla, ma non ha alcuna intenzione di perdere.

Il Cercatore dei Tassorosso non è così forte, è un ragazzino del quarto anno che ha già affrontato l’anno scorso, ma a quanto pare Sharp gli ha ordinato di stargli appiccicato alla scopa, perché non lo molla un attimo e si muove praticamente insieme a lui.

Scorpius ghigna: finché gli continuerà a rimanere dietro, non avrà alcuna possibilità di vincere questa sfida. Non ha speranze contro di lui.

Ogni tanto lancia delle occhiate alla partita, nonostante il commentatore – un ragazzino Grifondoro con i rasta del terzo anno – segua minuziosamente tutte le azioni; al giovane Malfoy, però, piace lanciare degli sguardi a Jodie, mentre si avventa con cattiveria sui Bolidi per svolgere al meglio il suo ruolo da Battitore, o a Logan che, implacabile, continua a tirare una Pluffa dietro l’altra in direzione degli anelli, nella speranza di segnare.

Dov’è finito quel dannato Boccino?

Scorpius si ferma un attimo, nel bel mezzo del campo, mentre si guarda intorno rapidamente, alla ricerca di un minimo segnale che indichi la presenza del Boccino; sente il Cercatore Tassorosso alle sue spalle, ma non se ne preoccupa troppo, mentre scruta attentamente l’ambiente intorno a lui.

In quel momento sente Lily – ma come Salazar ha fatto a distinguere la sua voce in tutta quella confusione? – fare il tifo per i Serpeverde e si gira spontaneamente verso di lei. E così la vede, vede la sfera dorata svolazzare accanto agli spalti su cui sono i suoi compagni e la piccola Potter. Non ci pensa due volte e ordina alla scopa di accelerare, guadagnando fin da subito un grande distacco dal Cercatore Tassorosso, preso totalmente alla sprovvista e senza la minima idea di dove sia il Boccino.

L’inseguimento è rapido, il giovane Malfoy vola con maestria e sfrutta traiettorie corte, senza troppi movimenti bruschi: la sfera dorata non ha scampo e dopo qualche minuto, smette di sbattere le ali, stretta nella mano destra di Scorpius.

La folla esplode in un boato, mentre il commentatore urla che Scorpius Malfoy ha preso il Boccino d’oro e che Serpeverde ha vinto la partita; il biondo scende a terra lentamente, dove viene subito circondato dalla sua squadra che urla di gioia. Jodie lo abbraccia di slancio, mentre Logan gli batte una pacca sulla spalla, complimentandosi con lui; e mentre passa le mani intorno alla vita della sua migliore amica, il Cercatore non può non lanciare uno sguardo ad Albus.

La sua parte l’ha fatta, ora tocca a lui.

E quando la folla scende in campo, il biondo vede benissimo il sorriso che l’amico gli rivolge e non crede nemmeno per un secondo che ciò sia dovuto solo all’entusiasmo della vittoria.

Quando il Cercatore sta iniziando ad andare verso gli spogliatoi, una voce lo richiama e lo costringe a girarsi, cogliendolo – come al solito – di sorpresa.

“Ehi Scorpius”

“Potter, che ci fai qui?”

La ragazza sorride radiosa “Volevo farti i complimenti, hai giocato una bella partita”

Scorpius la guarda stupito, prima di ghignare “Grazie. Sei venuta a vedere qualcuno o solo per amore del Quidditch?”

Lily ricambia lo sguardo con un’espressione furba “Amore per il Quidditch, ovviamente. Non leggi la maglietta?”

Il biondo guarda la maglietta “Only Quidditch can catch my heart” che la ragazza aveva anche il giorno delle selezioni e ridacchia “L’avevi anche alle selezioni”

“Certo, è la mia maglietta fortunata. Il tifo va fatto in un certo modo” dichiara seria; dà un’occhiata a Lysander, Hugo e Louis che la stanno aspettando, così aggiunge “Io devo andare. Complimenti per la vittoria”

Scorpius fa in tempo a fare un piccolo sorriso, alzando leggermente un angolo della bocca, che la Grifondoro gli sparisce da davanti, raggiungendo i suoi amici.

“Quella ragazza è davvero strana” pensa, prima di incamminarsi di nuovo verso gli spogliatoi, senza essere più fermato da nessuno.

Ora non si può concentrare su Lily, però, ora deve pensare ai suoi amici. Così si cambia lentamente, facendo in modo di rimanere l’ultimo, insieme a Jodie; le si avvicina, la scopa in mano e il borsone a tracolla, mentre la ragazza si allaccia le scarpe.

“Ci hanno interrotto, prima”

“Sì?” domanda, fintamente ingenua, Jodie “Non l’ho notato”

“Jodie…”

“Che stai cercando di dirmi, Scorpius?” taglia corto la ragazza; il biondo doveva aspettarselo, la sua migliore amica è una che va dritta al punto.

“Trattalo bene, per favore”

“Che vorresti dire...”

“Che ti conosco. E che conosco lui. E che siete i miei migliori amici. Per favore” dichiara “Abbiamo vinto la partita, no? Era questo il patto”

“Proprio perché sei il suo migliore non voglio parlarne con te. Non voglio metterti in mezzo”

“Ci uscirai?”

“Gli avevo detto che se avremmo vinto la partita ci sarei uscita, no?”

Scorpius annuisce, anche se la ragazza non lo vede perché riprende ad allacciarsi le scarpe; quando ha finito, afferra la scopa, si alza in piedi e gli fa un sorrisetto.

“Invece tu?”

“Io cosa?”

“Tu e la piccola Potter”

“Io e la piccola Potter cosa, Jodie?”

La ragazza alza le spalle “Vi ho visti affiatati”

“Ma quando?”

“Prima. Non si è venuta a complimentare con te?”

“Mi stavi spiando?”

“Io ti tengo d’occhio, voglio saperle certe cose. Non è che finisce che ti fidanzi con la figlia di Harry Potter?”

“Ma che stai dicendo?” esclama allibito Scorpius, mentre escono dagli spogliatoi e si incamminano verso il castello.

“Sto dicendo che prima o poi qualcuno scalfirà il tuo gelido cuore e che la piccola Potter è una ragazzina pericolosa”

“E il tuo di gelido cuore, invece?” contrattacca immediatamente il ragazzo, con un sorriso.

“Scorpius?”

“Sì?”

“Sta zitto” dichiara la ragazza; il biondo sorride, prima di passarle un braccio intorno alle spalle e stringerla a sé, facendola ridere e rientrando al castello così.
 


Sono stata alla partita oggi, non so se mi hai visto. Voglio sperare che tu sia un Serpeverde, altrimenti ti dovrei dire che mi dispiace per la sconfitta; in ogni caso, è stata una partita bellissima e mi sono proprio divertita. C’era praticamente tutto il castello a vederla, peccato per il clima non proprio ottimale per giocare: penso che Scorpius Malfoy sia stato molto bravo ad afferrare il Boccino, non si vedeva molto.

Vorrei chiederti se tu giochi a Quidditch, ma così restringerei davvero troppo il campo e penso che non me lo diresti mai, quindi ti chiedo qual è il tuo ruolo preferito. Dove vorresti giocare, magari, e qual è il giocatore pensi che sia più importante nella squadra.

Se mi sentisse James mi sgriderebbe, dice sempre che non ci sono persone più o meno importanti in una squadra, ma lui è il capitano, quindi non conta: chiunque ha un ruolo preferito, dai. Per esempio a me piace molto giocare come Cacciatrice, di solito gioco in quel ruolo quando organizziamo le partite in famiglia, forse perché sono stati mamma e James ad insegnarmelo, però credo che il ruolo più importante sia il Cercatore. Insomma, senza di lui la partita non finirebbe mai!

Comunque penso che la cosa più bella del Quidditch sia il volare… quand’ero piccola papà mi portava spesso in giro per il giardino con la sua scopa: ricordo che mi teneva stretta per non farmi cadere ed io non mi reggevo praticamente, quindi mi sembrava di volare da sola.

Un mucchio di scintille,
Lily Luna

 


Alle parole della piccola Potter, Scorpius non può non sorridere: anche lui, le prime volte che aveva volato, lo aveva fatto con suo padre che lo teneva per la pancia. Forse, più che volare, sarebbe più corretto dire levitare a pochi centimetri da terra, ma per Scorpius era la sensazione più bella del mondo, quindi capisce perfettamente ciò che sta cercando di dire Lily.

Sta iniziano ad essere d’accordo con lei un po' troppo spesso, bisogna che fa attenzione ai suoi pensieri: l’ultima cosa che vuole è litigare con Sebastian per colpa di Lily Potter. Già deve ritenersi contento che non l’abbia visti parlare dopo la partita, o avrebbe ricominciato con la storia che parlano sempre – cosa forse vera, ma la colpa non è di certo del giovane Malfoy.

Scorpius sospira: il suo unico desiderio è una vita tranquilla, con buoni voti e con pace intorno a sé, perché quest’anno non può andare così? Riguarda la lettera che tiene tra le mani. Perché Lily Luna Potter è entrata nella sua vita, ecco perché.






Felpie's Corner
Buonsalve e buon martedì! Per i più precisi: so che il campionato di Quidditch ha delle partite prestabilite (per chi non sapesse questa cosa si può leggere su Potterpedia) ma siccome voglio che abbia la sua importanza all'interno della storia e che mi servono delle partite precise mi inventerò io il calendario e farò un girone di andata ed un girone di ritorno perché sei partite mi sembrano troppo poche e voglio farli giocare di più (quanto mi sento potente muhuhahahahah). Quindi sì, ogni tanto avremo una partita di Quidditch qua e là.
Spero che Scorpius persona-cinica-che-vede-l'amore-come-una-malattia vi piaccia: io, personalmente, mi sono divertita a scriverlo (e forse mi è risultato anche troppo facile).
Vi lascio la descrizione di Rose che, nel capitolo prossimo di Lily, conoscerete meglio! Credo di poterlo considerare l'ultimo dei personaggi principali, ma non si sa mai, potrei decidere di scrivervi anche le descrizioni dei personaggi minori (aiuto, spero di non aver dimenticato nessuno di importante).



Nome: Rose Weasley
Data di nascita: 2006
Casa: Grifondoro
Quinto anno

Prima figlia di Hermione Granger e Ron Weasley, sorella maggiore di Hugo.
Ha i capelli rossi, le lentiggini, gli occhi scuri e i denti un po' sporgenti.
È molto intelligente e razionale e questo a volte la rende un po' insensibile, è cinica, ma molto spiritosa. Prefetto praticamente perfetto di Grifondoro, la migliore del corso di Incantesimi e non solo, vuole sempre fare la cosa giusta e non ama infrangere le regole.
Ama studiare e i biscotti fatti in casa, legge tantissimi libri e la madre le ha insegnato l'amore per la letteratura babbana, di cui conosce tantissimi autori. 
Rose è molto legata a Molly e a Lily, ma ha un bellissimo rapporto anche con James, che è l’unico che la mette in difficoltà quando giocano a scacchi insieme. 

La prestavolto è Karen Gillan. 



Credo che per oggi sia tutto, il prossimo capitolo è su Dominique e ho inserito un dialogo un po' particolare tra lei e Louis: non sono sicura se verrà apprezzato o meno, ma ci tenevo a metterlo. Comunque sia ne riparliamo martedì prossimo!
A presto,
Felpie

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 - Dominique ***


Chissà se tu mi penserai
Se con gli amici parlerai
Per non soffrire più per me
Ma non è facile lo sai
A scuola non ne posso più
E i pomeriggi senza te
Studiare è inutile, tutte le idee
Si affollano su te
Non è possibile dividere
La vita di noi due
Ti prego aspettami amore mio
Ma illuderti non so
La solitudine fra noi
Questo silenzio dentro me
È l'inquietudine di vivere
La vita senza te
(Laura Pausini – La solitudine)






Dominique è nella sua Sala Comune, nella pausa pranzo di quel martedì, in attesa di Louis. Suo fratello è stato strano, quella mattina, quando gli ha chiesto di parlare un po’ loro due da soli e la ragazza si è subito preoccupata. Il piccolo Corvonero l'ha tranquillizzata, dicendogli che non è nulla di grave, ma la sorella ha comunque pensato alla cosa per tutta la mattina: che cos’è questa cosa così importante che Louis ci tiene tanto a dirle?

Le è sempre piaciuto fare un po’ da mamma al fratellino, complice il fatto che spesso da piccoli giocavano insieme e il fatto che era lei che doveva badare a lui quando Fleur e Bill andavano al lavoro e Victoire era a scuola, quindi è contenta di sapere che ancora suo fratello si affidi a lei per delle cose. Che cosa, però, non lo può davvero immaginare.

Lo aspetta seduta sul divano e dopo poco suo fratello fa la sua comparsa, i capelli ricci che gli ricadono come sempre davanti agli occhi e un tenero sorriso sulle labbra; le si avvicina e le bacia dolcemente una guancia, prima di sedersi accanto a lei.

“Scusami, ho avuto problemi con l’indovinello” inizia “Lo hai mai fatto quello dei due uomini davanti alle porte?”

“L’uomo sempre bugiardo e l’uomo che dice sempre la verità? Sì, mi è capitato spesso. Dopo un po’ alcuni indovinelli si ripetono.”

“Questa cosa dell’indovinello per entrare nella Sala Comune mi farà rimanere fuori dal mio stesso dormitorio, prima o poi” sbuffa il ragazzino.

“Ci saranno Lorcan e Lysander che ti verranno sempre a salvare, no?” ridacchia Dominique, ma deve aver scelto delle parole sbagliate perché Louis arrossisce e si guarda rapidamente intorno.

La ragazza lo guarda, aggrottando le sopracciglia “Che succede, Lou?”

“Domi… tu hai avuto tanti ragazzi, vero?”

La sorella viene un po’ presa in contropiede da quella domanda, ma annuisce “Cioè, tanti… ne ho avuti alcuni. Perché vuoi sapere della mia vita sentimentale?”

“Come hai fatto ad… accorgerti? Che ti piaceva un ragazzo, intendo.”

Se Dominique si sarebbe mai aspettata di chiacchierare della sua vita amorosa nella pausa pranzo di quel martedì con il suo fratellino, la risposta è assolutamente no. Però non vuole deludere Louis, che sembra tenerci molto a questo discorso, così si sforza di trovare una risposta adeguata.

“Non è… così semplice, diciamo. Una persona ti può piacere in tanti modi: per il suo aspetto fisico, per come ti fa sentire quando sei con lei, per il suo carattere. Può essere una persona con cui vuoi uscirci solo una volta o qualcuno che vuoi conoscere più nel profondo…” la ragazza si interrompe, cercando le parole per continuare “Io, personalmente, non so se ho ancora conosciuto la persona con cui voglio passare tutta la vita, come Victoire e Teddy, però c’è anche quella categoria… c’è qualcosa che vuoi sapere più nello specifico?”

Vedendo che il fratellino non risponde, Dominique aggiunge “Ti piace qualcuno per caso?”

“Io… non lo so…” ammette Louis “L’altro giorno Thomas ti ha chiesto di uscire, vero?”

“Come lo sai, tu?”

“Lorcan vi ha osservato, eravamo tutti e tre curiosi” confessa il ragazzino; Dominique si ritrova a scuotere la testa con un sorriso.

“Sì, mi ha chiesto di conoscerci meglio”

“Ma non è tuo cugino? Non è una cosa strana?”

“Ci sono tante cose strane a questo mondo, Lou, e sicuramente non è solo perché una persona è tuo cugino puoi davvero decidere di non prenderti una cotta. Non si sceglie di chi innamorarsi.”

Dominique non è sicura di aver detto l’ultima frase davvero ad alta voce, ma suo fratello sembra impegnato nei suoi pensieri, quindi non può nemmeno averne una conferma.

“E ti sono mai piaciute le ragazze invece?”

La ragazza è sorpresa dalla domanda – da tutta la conversazione – ma non vuole darlo a vedere, mentre scuote la testa “No. O almeno non ci ho mai pensato. Non che ci sarebbe nulla di male, però mi sono sempre trovata meglio con i maschi.”

“Sì, ma non sarebbe strano anche questo?”

“No. L’amore è amore per chiunque lo si provi, non penso sia strano se ad una ragazza piace un’altra ragazza o se ad un ragazzo piace un altro ragazzo”
Dominique accarezza dolcemente la guancia del fratellino, prima di domandare “Dove vuoi arrivare, Lou? Vuoi dirmi qualcosa? Sai che puoi fidarti di me, vero? Qualsiasi cosa sia”

“Io…” il ragazzino si guarda intorno, prima di sussurrare “Credo che mi piaccia Lysander… è una cosa possibile?”

Sentendo queste parole, la sorella maggiore sente un leggero calore intorno al petto: pensare a suo fratello alle prese con l’amore, probabilmente per la prima volta, e sapere di essere stata la prima a cui ha avuto il coraggio di rivelarlo la rende orgogliosa del loro rapporto e la fa sentire davvero speciale.

Gli stringe una mano “Se è possibile lo puoi dire solo tu, Lou. Se pensi che ci sia qualcosa di male però posso risponderti io e dirti che non è sbagliato ciò che provi”

“Con Lysander io mi ci trovo… bene. Parliamo sempre e ridiamo tanto. Certo, lo faccio anche con Lorcan, ma… sono diversi. Io sono diverso con ognuno di loro. E poi è… carino, no? Lysander.”

“Lorcan e Lysander sono diversi: non è che il fatto di essere gemelli fa di loro due persone uguali. Quindi può assolutamente essere che ti trovi meglio con uno piuttosto che con l’altro e nemmeno in questo c’è nulla di male” dichiara Dominique, prima di aggiungere con un sorrisetto “E sì, Lysander è davvero carino”

Louis sorride, mostrando i denti e tirando su il naso, mettendo in risalto le lentiggini, prima di mormorare “Quindi… per te non è un problema, vero?”

“Cosa?”

“Che mi piaccia Lysander”

“Non sarà mai un problema per me. A meno che Lysander non ti faccia soffrire. In quel caso sarebbe lui ad avere un problema con la P maiuscola.”

Le ultime parole di Dominique fanno sorridere nuovamente il ragazzino, che si sporge su di lei e l’abbraccia “Ti voglio bene, Domi.”

“Anche io, Lou. E te ne vorrò sempre, chiunque ti piaccia.”

“Dovrei dirla io quella frase” commenta Louis, sciogliendo l’abbraccio e guardando la sorella negli occhi.

“Quale?”

“Quella del problema con la P maiuscola. Io sono tuo fratello”

Dominique scoppia a ridere, prima di scompigliargli i capelli “Se ti azzardi a metterti in mezzo alla mia vita privata sarai tu ad avere un problema con la P maiuscola. Ma apprezzo il tentativo.”

“Quindi tu ora non sei fidanzata? Non ti vedi con nessuno?” indaga curioso Louis, ma Dominique scuote la testa.

“Devo concentrarmi sugli M. A. G. O. e sull’essere una brava damigella per Victoire, non ho tempo da perdere con i ragazzi”

“Invece Lily ha scoperto chi è il suo ammiratore misterioso?”

Certe volte Louis è il degno fratello di Dominique e Victoire, con la sua curiosità per i gossip e i pettegolezzi.

La ragazza scuote la testa “Credo di no o comunque non me l’ha detto.”

“Le hai regalato tu il lucidalabbra alla ciliegia?”

“Come lo sai?”

“Perché l’altro giorno a lezione di Incantesimi lo aveva. Visto che tu ami quel lucidalabbra ho pensato fosse opera tua.”

Dominique sorride: suo fratello, a volte, è proprio sveglio “Sì, gliel’ho regalato come buon augurio. Sono contenta che se lo sia messo.”

“Le stava bene” commenta Louis “Però a te sta meglio.”

“Tu sei un po’ di parte, mi sa” ridacchia la ragazza, alzandosi dal divano “Che ne dici, andiamo a pranzo? Non so te ma io ho una fame da drago…”

“Domi?”

“Sì?”

“Grazie.”

Le labbra di Dominique si sollevano in un sorriso, ma non aggiunge nulla, ed entrambi si incamminano verso la Sala Grande, dove Lysander ha tenuto un posto per Louis.

“Ci hai messo una vita!” esclama Dorcas, quando vede l’amica sedersi accanto a lei.

“Scusami, scusami, dovevo parlare con mio fratello.”

“Il mio super portiere sta male?!” chiede subito preoccupata la ragazza, ma Dominique scuote la testa.

“Non ti preoccupare, semplici chiacchiere tra fratelli.”

“Oggi abbiamo Astronomia, vero?”

“Sì. Ti sei ricordata di finire la mappa del cielo?”

Dall’espressione frustrata di Dorcas, Dominique immagina che no, non ha finito la mappa.

“Ho pensato al Quidditch, Santa Priscilla, mi sembra decisamente più importante di Sirio, Altair e Vega.”

“Deneb.”

“Che?”

“È Deneb la terza stella del Triangolo Estivo, non Sirio.”

Dorcas sbuffa, liquidando la cosa con un gesto della mano e riprendendo a mangiare il suo petto di pollo, continuando a lamentarsi dell’inutilità di certe materie e il poco tempo che ha per dedicarsi a cose più importanti.

Il pranzo dura poco, visto che gran parte della pausa Dominique l’ha passata con Louis, e quindi si vede costretta a fare tutto di fretta, prima di andare a lezione di Pozioni; riesce però a salutare Lily, proprio all’uscita della Sala Grande, e la cugina le rivolge, come sempre un sorriso caloroso.

“Ciao Domi!”

“Ciao Lily, come stai?” esclama la più grande “Come va con X? Louis mi ha detto che hai messo il mio lucidalabbra.”

“È proprio buono, Domi, grazie ancora per avermelo regalato. Qualche giorno fa ho avuto un po’ paura perché non ci siamo sentiti mai e temevo di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma il giorno dopo si è scusato e ha detto che era stato indaffarato tutto il giorno.”

La Corvonero annuisce “Immagino possa succedere a tutti di essere un po’ impegnati.”

“Guarda non me ne parlare: il professor Paciock ci ha assegnato tre disegni da fare per domani, devo ancora finire un tema per il professor Vitious e non ho ancora inventato nulla per la professoressa Cooman e ho lezione con lei tra…” guarda l’orologio che porta al polso “Nemmeno venti minuti.”

Dominique ridacchia “Il terzo anno è bello impegnativo, con tutti i corsi nuovi.”

“Però sono tutti molto interessanti. Non vedo l’ora che arrivi Natale così posso raccontare a nonno Arthur cosa ci hanno spiegato a lezione di Babbanologia. Lo sai che hanno degli occhiali speciali che permettono di vedere i film come se fossi dentro al film stesso?”

“Intendi gli occhiali 3D?” commenta divertita la cugina “Li conosco, una volta sono andata con Victorie e Teddy al cinema e abbiamo visto un film così.”

“Davvero?”

“Sì, è un’esperienza divertente, devo dire. Anche se in certe scene mi sono presi dei colpi…”

“Un giorno ci possiamo andare insieme?”

“Certo, volentieri.”

“Lily!” Danielle chiama l’amica, facendogli un cenno con il braccio “Forza, dobbiamo sbrigarci o faremo tardi! L’aula di Divinazione è sempre troppo in alto.”

“Arrivo!” risponde Lily “Scusami, Domi, ma dobbiamo arrivare fino in cima alla torre di Divinazione… sarà una scalata molto lunga.”

“Non intendo trattenerti oltre, Lils. Io devo scendere nei Sotterranei, invece, e la professoressa Althea non è paziente, come ben sai.”

“Buona lezione, allora” esclama la giovane Grifondoro, prima di correre via; Dominique la guarda raggiungere le amiche e, con Dorcas al suo fianco, si incamminano verso l’aula di Pozioni.

Non fanno però che pochi passi che Dominique si sente strattonare bruscamente per un braccio e si ritrova James e Fred.

“James! Ma che ti prende?” sbuffa la ragazza, divincolandosi per liberarsi; vede Fred avvicinarsi con un ghigno a Dorcas e mormorare qualcosa che fa alzare automaticamente gli occhi al cielo alla sua amica.

“Perché hai regalato a Lily un lucidalabbra alla ciliegia?” domanda a bruciapelo James, ignorando gli altri due.

“Perché ha tredici anni e sicuramente non sarà Rose la cugina che le regalerà il suo primo trucco.”

“Perché un lucidalabbra alla ciliegia?” sottolinea il ragazzo.

“Perché è buono. E bello. E lo sai benissimo” Dominique non può fare a meno di aggiungere l’ultima precisazione, mentre osserva l’espressione seria di James, prima di aggiungere “Non è il tuo, quello.”

“No?”

“No. Quello me lo ha regalato qualcuno, forse maman o Victoire, per Natale o per qualche altro motivo. Non è il tuo.”

“E come lo sai?”

“Perché non avrei mai regalato a Lily il tuo lucidalabbra, James” taglia corto Dominique, lo sguardo che non ammette repliche.

James sembra esitare un attimo, prima di abbassare lo sguardo e mormorare “Non riesco a vedere mia sorella con il tuo lucidalabbra.”

“Le serve”

“Ha tredici anni”

“Ed è una bellissima ragazza.”

“Io penso a te, ogni volta che la vedo con quel lucidalabbra, Domi!” sbuffa frustrato il ragazzo e la Corvonero si gira automaticamente verso gli altri due ragazzi, che però non danno cenno di aver sentito, anche perché si sono allontanati molto.

“James…”

In quel momento lo sguardo di Dominique cade distrattamente all’orologio che porta al polso: un’espressione di terrore le si disegna sul viso ed esclama “Santissima Tosca, è tardissimo! La professoressa Althea ci fa fuori a tutti e due!”

Afferra il polso del cugino, ancora un po' incredulo, e lo trascina letteralmente fino ai Sotterranei, dove la porta dell’aula di Pozioni si è appena chiusa; la ragazza sospira, prima di abbassare la maniglia e ritrovarsi gli sguardi di tutto il settimo anno di Corvonero e di Grifondoro puntati addosso.

“Potter! Weasley! Perché, dopo sette anni, non vi è ancora chiaro il concetto di puntualità?!” li sgrida la professoressa e Dominique vede con la coda dell’occhio Dorcas e Fred che si sono appena seduti; l’amica le lancia uno sguardo di scuse, ma le guance rosse e il fiato spezzato le suggeriscono che anche lei ha rischiato la pubblica umiliazione.

“Mettetevi immediatamente seduti ai vostri posti. 5 punti in meno ad entrambi e questa sera punizione prima di cena.”

Fan – ta – sti – co.

Merlino, Morgana e chiunque altro abbia la pazienza di ascoltarla: perché le sta succedendo tutto questo?

Di malavoglia Dominique si lascia cadere affianco a Dorcas, che ha il buonsenso di non chiederle che cosa si sia detta con suo cugino e di non farle notare che dopo la lezione di Astronomia dovrà praticamente correre dalla Torre più alta del castello fino ai Sotterranei per non rischiare di arrivare tardi anche alla punizione.

E spera vivamente che nessuno dei suoi altri parenti scopra della punizione: sua madre non è per niente compassionevole e una punizione è più o meno come una catastrofe mondiale. La prima volta che era finita in punizione – sempre con James, Merlino, sempre con James – era al secondo anno e Fleur aveva caritatevolmente deciso di aggiungerne una sua personale – come se riordinare l’intero reparto della biblioteca sulle piante acquatiche non fosse sufficiente, qualcuno ha un’idea di quante piante acquatiche esistano al mondo? Se dovesse rispondere Dominique direbbe troppe – e le aveva sospeso la paghetta per due mesi. Da quel momento, dopo aver rischiato di andare in astinenza da Api Frizzole – fortuna James, almeno in questo caso – la ragazza aveva capito che, se proprio era destinata ad una punizione, era meglio assicurarsi che sua madre non lo venisse a sapere.

Fortunatamente la sua mappa del cielo è perfetta e riesce ad uscire dalla lezione di Astronomia qualche minuto prima della fine – mentre Dorcas ha già messo in conto di arrivare in ritardo a cena – in modo tale da non arrivare proprio trafelata nell’ufficio della professoressa Althea.

“Signorina Weasley, buonasera. Il signor Potter non è con lei?”

Dominique scuote la testa.

“Non importa, gli riporterà ciò che dovete fare” dichiara la donna “Oggi alcuni ragazzi del secondo anno hanno fatto esplodere un calderone: nell’Aula di Pozioni troverà i residui di pozione e pezzi di calderone sparsi ovunque. Sistemate tutto e date una pulita, poi potrete andare a cena.”

Residui di pozione è un modo carino di dire melma viscida e gelatinosa?

“Sì, professoressa.”

“E cerchi di non arrivare più in ritardo, signorina Weasley. Dal signor Potter me lo aspetto, non penso sappia cosa sia un orologio, ma lei è una ragazza precisa. Non lo faccia succedere mai più.”

“Sì, professoressa” ripete la ragazza, prima di fare un cenno con la testa come saluto ed andare nell’aula di Pozioni.

Forse melma viscida è un termine fin troppo carino per quello che si trova davanti una volta aperta la porta: ci sono banchi cosparsi di una sostanza oleosa verde – marrone che continua a gocciolare per terra, come se nessuno si fosse curato di fermarla – cosa probabilmente vera.

Si ritrova a pensare che è un bene che James sia il migliore in Incantesimi, perché la sua abilità servirà proprio tutta. Anche se sperare che fosse puntuale ad una punizione dovuta al fatto che è arrivato in ritardo a lezione è una speranza molto labile.

Per prima cosa inizia a raccogliere i pezzi di calderone e ad accatastarli sul tavolo, mentre pensa alle numerose punizioni scontate con suo cugino – amante? – in cui era più il tempo che passavano a ridere che quello in cui effettivamente sistemavano. Se la punizione era prima di cena era praticamente una certezza che a cena non ci sarebbero mai andati e che avrebbero mangiato latte e biscotti nelle cucine. James la faceva ridere per delle ore, prima che lei si accorgesse che era tardissimo e che ancora non avevano sistemato nulla; allora il cugino sogghignava, muoveva la bacchetta e sistemava tutto in meno di cinque minuti.

Le mancano quei momenti con James. Le manca James, in tutto e per tutto. Le manca il suo sorriso, il nodo orribile alla cravatta che puntualmente doveva rifare ogni mattina, i suoi abbracci, il suo profumo. Le manca vederlo fuori dalla sua Sala Comune, sbuffando contro “lo stupido indovinello che non lo fa entrare”, le manca passare il suo tempo con lui. Solo la sera prima lo ha visto lì, sul divano della Sala Comune dei Corvonero, in attesa di Elizabeth, ed era praticamente uscita di corsa per non farsi vedere.

Se l’è cercata? Assolutamente.

È perfettamente consapevole di essere stata lei a mettere un muro tra di loro, ad aver voluto la loro rottura definitiva – se si può parlare di rottura definitiva tra due cugini che si vedono ad ogni festività e anche di più – e a non parlargli più.

Sarebbe un’ipocrita se gli dicesse che si è assolutamente pentita di questa cosa e che è tremendamente difficile vederlo così vicino eppure così lontano dalla sua vita.

Ma, come aveva sentito dire in un cartone animato babbano che aveva visto quando era piccola insieme a Victoire, le persone fanno sempre cose folli quando sono innamorate.

I babbani sanno andare dritti al punto, a quanto pare.

Sta raccogliendo quelli che spera essere gli ultimi pezzi del calderone distrutto, quando sente dei passi e la porta aprirsi.

“Fammi indovinare…” commenta James “Scommetto che dobbiamo riordinare dei libri.”

Dominique si trattiene dal ridacchiare – con molta difficoltà – e si alza in piedi, girandosi verso il cugino: ha la camicia fuori posto, non porta la cravatta – tipico – e non ha il mantello. Se ne sta semplicemente appoggiato allo stipite della porta e la osserva, con le braccia incrociate.

“Qualcuno del secondo anno ha combinato questo gran capolavoro” dichiara Dominique, aprendo le braccia per indicare il disastro “Forse l’unico che potrebbe apprezzare tutto ciò è Picasso.”

“Il tipo che scomponeva le figure e le ricomponeva in maniera assurda?”

“Questo povero calderone è stato letteralmente scomposto e non ricomposto.”

La ragazza sventola l’alluminio annerito che tiene tra le mani, mentre il ragazzo si stacca dal muro e si avvicina a lei.

“Però Picasso aveva dipinto dei quadri blu, mi pare. Qui vedo solo marrone.”

“Se sei un minimo fantasioso ci puoi trovare anche un po’ di verde in tutta questa melma” ridacchia Dominique e per un attimo le sembra tornato tutto come prima. Però James le sta distante, non la abbraccia e, soprattutto, non ride. Quindi no, niente è come prima.

La ragazza abbassa lo sguardo, dopo questi pensieri, e mormora “Ti ricordi bene.”

“Mi hai trascinato a quella mostra insieme a Molly e Rose e non mi hai dato un bacio nemmeno di sfuggita. Bisognava che posassi il mio sguardo su qualcosa che non fossi tu e visto che ero circondato da quadri non avevo molta scelta.”

Un angolo delle labbra di James si solleva dopo aver detto queste parole e anche Dominique, suo malgrado, si ritrova a sospirare divertita.

“Forza, mettiamoci al lavoro” dichiara a sorpresa il ragazzo, tirando fuori la bacchetta e facendo un paio di Incantesimi Non Verbali.

Se Dominique si aspettava una cosa del genere la risposta è sì. Ciò non toglie che viene comunque colta di sorpresa dalla voglia di lavorare del cugino e rimane un attimo a guardarlo.

“Che c’è?” le domanda James dopo poco e Dominique sussulta, prima di scuotere la testa.

“Niente, niente. Stavo pensando a cosa fosse più utile fare.”

“Hai un modo per bloccare quello schifo gocciolante?”

“Ci aggiungo delle erbe secche, dovrebbero assorbire un po’ di liquido” dichiara la ragazza, mettendosi al lavoro.

È così strano essere nella stessa stanza con James, da soli, senza rivolgersi la parola. Lavorano in silenzio per almeno mezz’ora, senza scambiarsi uno sguardo, senza alzare la testa; Dominique cerca di concentrarsi sul fermare la diffusione della melma, mentre il cugino pulisce il pavimento.

Quando capisce di aver sistemato il sistemabile, la ragazza chiama il compagno di punizione, affinché finisca di pulire i tavoli, mentre lei mette in ordine il resto della stanza.

“Hai avuto un’ottima idea” commenta James, guardando il tavolo, dove ormai gran parte della melma ha un aspetto semi-solido.

Dominique annuisce e va a riporre delle cose nell’armadio; una volta chiusa l’anta, però, si ferma, stringendo la maniglia tra le mani.

“James…” sussurra.

Senza smettere di lavorare, il cugino risponde “Dimmi.”

“So che sono stata io a dirti di andare avanti con le nostre vite e di fare le esperienze che in questi anni non abbiamo fatto ma… è dura. È davvero dura.”

Dominique non si gira, continua a fissare l’armadio, ma sente James fermarsi, senza però dire nulla per parecchi secondi “Che cosa vuoi dire?”

Sei una stupida, Dominique. Che cosa stai sperando di ottenere con queste tue patetiche parole?

“Che… mi dispiace. E che mi manchi” la ragazza si volta a guardarlo, finalmente ed aggiunge “Ti prego, ricominciamo a parlare.”

Tanto vale andare fino in fondo, no?

“Hai cambiato idea in fretta, vedo. Che ne è del “solo cugini” che professavi qualche giorno fa?”

“Hai ragione, ma avevi ragione anche ai tempi. Non siamo amici, ma non siamo solo cugini.”

“Io non posso essere tuo amico, Domi. Io voglio di più e tu lo sai” dichiara a bruciapelo James, senza staccarle gli occhi di dosso “Voglio di più anche di ciò che avevamo prima, in realtà. E ora non abbiamo più nulla.”

“Ma tu… stai con Elizabeth, ora…”

Non sa nemmeno perché glielo stia dicendo, forse perché James ha iniziato a muoversi verso di lei e Dominique si è sentita con le spalle al muro – o all’armadio delle scorte, a seconda dei punti di vista – o forse perché vuole solo dire qualcosa di velenoso.

“Domi…” mormora un James spaventosamente vicino “Tu credi sul serio che se potessi stare con te starei con Liz ora? Non l’avrei mai conosciuta, probabilmente, se ci fossi stata tu al mio fianco.”

Le fa una carezza sulla guancia con il dorso dell’indice, prima di distogliere lo sguardo dal suo e sussurrare “Ma non puoi fare così, non puoi tornare quando più ti va. Non posso e non voglio essere alle tue dipendenze.”

“Che… che vuoi dire?”

“Voglio dire che non puoi dirmi così, non puoi dirmi che ti manco se fino a stamattina non mi rivolgevi la parola. Perché io lo so che potrei fare qualcosa di impulsivo e di molto stupido, se tu mi dicessi una cosa del genere. Quindi non dirmela. E facciamo come hai suggerito tu, andiamo avanti con le nostre vite.”

Gli occhi nocciola di James tornano a guardare quelli chiari di Dominique, che sente un groppo alla gola, anche se è perfettamente consapevole di essersela cercata.

La ragazza annuisce – o almeno è ciò che crede di fare – prima di sorpassare James ed andare verso il tavolo sporco; con un colpo di bacchetta e un semplice “Gratta e Netta” rimuove ciò che è rimasto e, senza aggiungere un’altra parola, esce dall’aula.

Cammina in fretta verso la Sala Grande, cercando di respirare profondamente; a pochi metri dall’arrivo si vede costretta ad appoggiarsi ad una colonna, per riprendere fiato e per tranquillizzarsi prima di entrare.

“Dominique!”

La ragazza chiamata si gira di scatto e si ritrova davanti sua cugina Molly.

“Molly…”

“Non mi hai sentito? Ti chiamo dall’inizio del corridoio.”

La Corvonero scuote la testa, appoggiandola poi al muro “Scusami, non… ero distratta.”

“Non ti senti bene?” si preoccupa subito la Tassorosso, avvicinandosi.

“Non molto”

“C’entra James?”

Dominique guarda la cugina e questa dichiara “Non guardarmi così: so che non mi hai raccontato tutto, l’altro giorno. Non so nemmeno se sia vero o no quello che mi hai detto, ma sai una cosa? Non mi importa. Mi dispiace se tu stai così, se James è nervoso e se qualcosa tra di voi non va. Mi sento responsabile perché magari vi sareste potuti chiarire subito e non sareste in questa situazione, mentre io sono arrivata come un lampo e vi ho interrotto bruscamente.”

“Non… non è assolutamente colpa tua, Molly. Semplicemente io e James la pensiamo… in modo diverso” risponde in fretta la ragazza, che non ha proprio la forza di mettersi a parlare di questo anche con Molly. Sua cugina si sta dimostrando carina e disponibile, per carità, ma non… non ha bisogno di questo, ora.

“Non ti preoccupare, comunque. Oggi ho corso di qua e di là, sono anche stata in punizione, probabilmente ho solo bisogno di mettere qualcosa sotto i denti e di infilarmi sotto le coperte.”

Molly la guarda di trasverso, come se non fosse troppo convinta di quelle parole “Ne sei sicura?”

“”Sì” conferma Dominique “Grazie di esserti interessata, lo apprezzo molto.”

“Se ti servissero ho delle vitamine, comunque. Quando Lucy è un po’ stanca fanno miracoli” aggiunge la Tassorosso, gentilmente, mentre la Corvonero si chiede se ha davvero un aspetto così orribile.

Saluta Molly, promettendole di avvertirla se si sentisse peggio, ma non fa ancora in tempo ad entrare in Sala Grande perché sua cugina – Roxanne, questa volta – le compare davanti con la sua solita espressione allegra e le trecce un po' sciolte.

“Ehi, cugina.”

“Ciao Ann."

“Ti ho vista parlare con Molly, poco fa! Ormai sei diventata pappa e ciccia con lei, devo essere gelosa?”

“Ma no, Rox… che dici” mormora Dominique, ma senza entusiasmo e con l’unico desiderio di andare a mettere qualcosa sotto i denti e poi a letto.

Roxanne la guarda “Va tutto bene?”

“Sì, non preoccuparti.”

“Perché non vieni a sederti al tavolo dei Grifondoro? Fred mi ha promesso la storia di alcuni del secondo anno che hanno fatto esplodere un calderone a lezione di pozioni.”

“Credimi, ho appena pulito quel disastro, non ne voglio sapere più nulla.”

“Godric, mi dispiace! Non ti invidio proprio” commenta Roxanne, riservando alla cugina uno sguardo pensieroso “Potremmo andare a mangiare qualcosa nelle cucine, io e te. Senza stare in mezzo alla confusione della Sala Grande o potremmo prenderci una tisana in Sala Comune…”

“Scusami, Rox, oggi sono davvero stanca” la interrompe Dominique, bruscamente “Possiamo fare un altro giorno?”

Roxanne fa per dire qualcosa, ma ci ripensa ed annuisce “Come preferisci.”

Dominique sa che ha un po’ trascurato la cugina nell’ultimo periodo e le dispiace perché con lei si è sempre trovata bene ed è sempre stata un’ottima complice in tutte le sue idee. Però ultimamente ha evitato i Grifondoro – cioè ha evitato James e di conseguenza tutti quelli che gli orbitano intorno – e Roxanne ci è finita in mezzo.

“Scusami.”

“Non fa niente.”

“Sai che facciamo? Domenica rubiamo qualche muffin nelle cucine e facciamo colazione nel parco.”

“Inizia a fare freschino” commenta la ragazza, prima di sorridere “Ma va bene, qualcosa ci inventeremo per domenica. Ci conto, eh.”

“Certo.”

Dominique sorride, soddisfatta di aver trovato un compromesso con la cugina e del poter andare a cena più tranquilla; Roxanne, infatti, le passa un braccio intorno alle spalle, decisamente più contenta, ed entrano così in Sala Grande, dove si salutano per raggiungere ognuna il proprio tavolo.

La ragazza si lascia cadere sulla panca accanto alla sua migliore amica, che sta guardando fisso il tavolo dei Grifondoro, dove Fred ha appena baciato la guancia di Lindsay, facendola ridacchiare.

“Ehi” la saluta Dominique, risvegliandola dai suoi pensieri, e Dorcas mette su un’espressione sorpresa, prima di salutarla.

“Ehi. Com’è andata la punizione?”

“Non ne parliamo. Voglio mettere qualcosa nello stomaco e andare a dormire.”

La ragazza prende un cucchiaio di minestra e un po’ di pane; mangia in fretta ed in silenzio, mentre Dorcas le racconta dell’allenamento che ha fatto e dei progressi che sta facendo la squadra, in previsione della prima partita. Si alzano presto e vanno in direzione della loro Sala Comune; per strada incontrano – ovviamente, per quella strana legge babbana di cui le ha parlato Dorcas – Fred e Lindsay, che non si accorgono nemmeno della presenza delle due ragazze per quanto stanno ridendo.

Dorcas, però, di loro si accorge benissimo ed accelera visibilmente, tantoché Dominique deve affrettare il passo per starle dietro e riesce a raggiungerla solo per risolvere l’indovinello; la segue in camera, dove getta malamente il mantello sul letto e scalcia via le scarpe.

“Doe…” mormora Dominique, dispiaciuta nel vedere l’amica così.

“Che c’è?” risponde bruscamente l’altra, facendo sospirare la giovane Weasley.

“Perché non ammetti che Fred ti piace?”

Dorcas la fulmina con lo sguardo “Perché non è vero.”

“Ma dai, in fondo è carino, è simpatico ed è un bravo ragazzo, quando non fa l’idiota.”

“A me non piace tuo cugino” ripete Dorcas, scandendo le parole.

“Doe…”

“Domi.”

“Mi dispiace vederti così.”

“Non sono in nessun modo.”

“Sì, invece” ribatte Dominique “Lo sei. Ed io sono la tua migliore amica, quindi lo so. Non posso non saperlo.”

“Davvero?” replica Dorcas, lanciando via il maglioncino che si è sfilata “Allora parliamo di te, Domi. Di ciò che ti è successo in quest’ultimo periodo. Perché non è possibile che c’entri solo James se hai questo umore orribile e se ti sei isolata completamente.”

La Weasley esita un momento, prima di abbassare la testa “Sediamoci sul letto un attimo, va bene?”

“Perché?”

“Perché… voglio raccontarti che cosa è successo. Tutto quello che è successo. E poi deciderai se parlarmi di Fred o no.”

Dominique si siede per prima sul suo letto e, dopo uno sguardo, Dorcas si siede sul suo, di fronte, osservandola curiosa.

E la giovane Weasley inizia a parlare. Inizia a parlare di lei, di James, del loro rapporto, del loro primo bacio, della loro prima volta, della loro storia segreta, dei sentimenti che ha iniziato a provare per lui; gli racconta dei baci nascosti nelle aule in disuso e delle giornate estive passate al mare, a Villa Conchiglia, alle fiere babbane o al centro commerciale.

Una volta iniziato il discorso, Dominique si sente come se qualcuno avesse corretto l’acqua che ha bevuto a cena con del Whiskey Incendiario e non riesce a fermarsi.

Le dice di Molly e del litigio con James e del fatto che odia vederlo insieme a Elizabeth, nonostante sappia che è la cosa migliore per lui – e per lei, anche se non lo ammette ad alta voce – e che la loro compagna di stanza è una brava ragazza. Le confessa che le dispiace non averglielo mai rivelato prima e che la capisce se è arrabbiata con lei, ma doveva essere un segreto.

“Stop, fermati immediatamente” la interrompe Dorcas “Non devi scusarti con me per avermi tenuto nascosta questa storia. Non pensarlo ora e non pensarlo mai. Capisco perché lo hai fatto.”

“Sei la mia migliore amica, dovrei dirti tutto” ribatte Dominique.

“No. Non sempre e non subito” la ragazza allunga la mano per stringere quella della francesina “E in questo caso, hai fatto la cosa giusta.”

“Che… ne pensi?”

“Che ne penso è? Che è complicato. Che è una storia complicata, ma allo stesso tempo bellissima. Che James è forse l’unico che posso riuscire ad immaginare al tuo fianco. E che ti starò vicina, in qualunque modo evolverà questa storia…”

“… non evolverà in alcun modo…”

“… e che hai ragione, hai perfettamente ragione, quando mi dici che dovrei avere il coraggio di ammettere che Fred non mi è indifferente.”

Dominique si interrompe dal dire qualsiasi cosa e Dorcas ha lo sguardo fisso a terra; per qualche secondo nessuna delle due dice nulla ed è quest’ultima ad aggiungere “So che… è ridicolo. Sono anni che ci attacchiamo continuamente e non so se siamo mai riusciti a stare nel raggio di un metro senza litigare, ma…”

Non aggiunge altro e, questa volta, a stringerle la mano è Dominique, che mormora “Non serve un ma. Succede e basta, non ci puoi fare nulla.”

“Che coppia di sfigate, eh? Entrambe innamorate del ragazzo sbagliato” commenta Dorcas, con un sorriso triste, e Dominique sorride, sospirando divertita.

“Forse. Ma almeno siamo una squadra, no? E questo non cambierà.”

“Hai ragione, Weasley. A che ci servono i ragazzi? Io e te ci bastiamo benissimo.”

“Non ho detto questo” ridacchia Dominique “Ho detto che ci saremo l’una per l’altra, qualsiasi cosa succederà.”

“Questo è più deprimente della mia versione.”

“Lo so. In questo momento vorrei tantissimo il gelato alla vaniglia e caramello che mangio con Victoire e sdraiarmi sotto una coperta a guardare un film romantico e depresso. O vorrei delle Api Frizzole, che fanno sempre bene alla vita.”

“Non posso darti niente del genere, però posso proporti una scappatella nelle cucine. E se per caso Elizabeth ci scoprisse potremmo risponderle che sei triste perché ti ha rubato il ragazzo” sogghigna Dorcas e Dominique, suo malgrado, scoppia a ridere.

“Io voglio bene a Lizzie. E lei non sa che James era il mio ragazzo. O quello che era.”

“Peccato. Io vorrei un botto dire a Lindsay di togliersi dalle Pluffe, invece.”

“Forse è meglio limitarsi ad andare a saccheggiare le cucine, per il momento” commenta Dominique, prima che entrambe scoppino a ridere, e, dopo un’occhiata complice, si alzino per andare ad affogare i loro dispiaceri amorosi nel cibo.






Felpie's Corner
Sta diventando sempre più difficile ricordarsi che giorno è e praticamente per caso mi sono ricordata che oggi è martedì (ogni tanto in mezzo alla settimana mi viene da domandarmi se ho aggiornato la storia o se ho saltato una settimana).
Lo so, Louis ha tredici anni (quasi quattordici come ci tiene sempre a precisare), quindi non so sinceramente se sia possibile che abbia già capito che gli piacciono i ragazzi e che abbia il coraggio di confidarsi con sua sorella, ma voglio dare risalto anche a lui – e soprattutto ai fratelli Scamander – ed ho pensato che forse, essendo così legato a Dominique, non sia poi così improbabile. Non ho mai avuto esperienze dirette, quindi mi concedo la licenza poetica che Louis sia un ragazzino molto precoce e che abbia già iniziato a fare certi pensieri.
Immagino che Dominique vi sarà sembrata ancora più pazza e fuori di testa del solito, ma credo che ci possa stare un suo passo indietro e un pensare "ma perché l'ho fatto?". Solo che James ora non ha intenzione di buttare all'aria tutto per uno schizzo della cugina, ma prima o poi le cose si risolveranno (si sa, la gelosia sana fa miracoli ogni tanto). 
Molly non ci ha creduto troppo alla bugia di Dominique, ma non le importa nemmeno troppo, vuole solo che la cugina stia bene.
Finalmente c'è stata un'ammissione da parte di entrambe le Corvonero, che hanno dichiarato apertamente di provare qualcosa per i due Grifondoro. Per ora si devono limitare ad un'incursione nelle cucine e a del gelato consolatorio, ma prima o poi passeranno all'attacco, ognuna a modo suo.
Per questo martedì è tutto, passo e chiudo le note come al solito chilometriche.
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 - Lily Luna ***


Tutti qui ci provano
Aspettano un tuo segno
E intanto sperano
Che dal tuo essere amica
Nasca cosa però
Non si ricordano
Il principio naturale che
La regola dell'amico
Non sbaglia mai
Se sei amico di una donna
Non ci combinerai mai niente mai
Non vorrai
Rovinare un così bel rapporto
Tu
Parli e tutti ascoltano
Ridi e tutti ridono
È una gara a chi
Ti asseconda di più
(La regola dell'amico - Max Pezzali)






La piccola Lily Luna non è certo una ragazza che ama stare ferma: oltre alla fitta corrispondenza che ormai ha con l’ammiratore misterioso – con cui si scambia almeno una mezza dozzina di bigliettini al giorno – ha deciso di sostenere e supportare Hugo con Danielle – anche se il cugino sembra totalmente restio a fare qualsiasi mossa – e di farsi aiutare da Lorcan anche in Erbologia, oltre che in Cura delle Creature Magiche. Inoltre, dietro consiglio di sua cugina Molly, si è iscritta al Club dei Duellanti per esercitarsi in Incantesimi e nei combattimenti, e si è ripromessa di passare più tempo con Lucy, cercando di prenderci una tisana ogni paio di giorni o di mangiarci insieme. In tutto ciò non ha passato più mezzo minuto con James, anche se era molto curiosa di scoprire di più sulla sua storia con Elizabeth, e Albus è stato sfuggente nell’ultimo periodo, come se avesse altri pensieri per la testa. Invece Rose si è lamentata di non stare con la sua cuginetta da parecchio tempo, quindi Lily, quel pomeriggio, si è ripromessa di farci una partita a scacchi in Sala Comune.

Ne ha davvero voglia, ad essere onesti, perché vuole raccontarle tante cose: intanto della sua prima uscita ad Hogsmeade, che è stata costellata di risate e di dolci da Mielandia insieme a Danielle ed Irene, e poi – cosa forse più importante – vuole finalmente confessarle che ha un ammiratore segreto. Ha un po’ paura, in realtà, perché sua cugina è molto rigida e sicuramente si preoccuperebbe per lei, come se temesse che si potrebbe fare male se solo uscisse dalla sua stanza; però non le ha mai tenuto segreto niente e Rose è sempre stata al suo fianco, nonostante i due anni in più, quindi merita di sapere una cosa così importante.

Perché, effettivamente, X sta diventando importante per Lily: le dà il buongiorno al mattino e la buonanotte alla sera, le fa compagnia durante il giorno e la fa ridere. Parlano di qualsiasi cosa, dalle stranezze dei professori, alle pazzie del Clan Potter – Weasley, al Quidditch – argomento molto amato da entrambi.

La ragazzina non sa dire che cosa siano: forse sono amici, ma non si sono mai visti. E X la riempie di complimenti, dicendole che è bellissima, e ovviamente lei si sente lusingata dalla cosa; con lui riesce ad essere sé stessa, anche se ogni tanto cerca di mostrarsi migliore di come pensa di essere, per non farlo allontanare, e quei messaggi che le arrivano a sorpresa quando meno se lo aspetta ormai le colorano le giornate. Se è un po’ giù per aver sbagliato un compito o per aver avuto una giornata storta a lezione sicuramente il misterioso ammiratore lo sa e la tira su di morale. Un giorno si è perfino trovata una Cioccorana nella borsa, accanto ad un bigliettino! Aveva sorriso come una scema per tutta la cena e se l’era gustata con calma come dolce.

Quindi sì, X sta diventando importante per lei e Rose merita di saperlo.

Quel giorno, poi, si stanno scambiando bigliettini sul mondo babbano, per cui Lily è totalmente catturata dal discorso; a quanto pare, anche X segue Babbanologia, anche se non è granché perché ha visto poco il mondo babbano, però se ne è affascinato.
 


Oggi ero a lezione di Babbanologia e la professoressa Stone ci ha parlato delle cuffie che i babbani usano per ascoltare la musica. Sono degli aggeggi strani, che sembrano dei paraorecchie e che fanno tantissimo rumore: hai mai ascoltato la musica babbana? Non so perché, ma mi sembri una tipa a cui la musica può piacere. Io, invece, non sono un grande intenditore, a casa mia non si ascolta molto.
In ogni caso la professoressa Stone ci ha detto che ci porterà un DC, una specie di disco da cui, in qualche modo, esce la musica, se messo in un lettore apposito. Non so bene cosa sia un lettore, però, mi ero un attimo distratto mentre lo spiegava, lo confesso. Concorderai con me che quell’aula è piena di oggetti confusionari: secondo te cos’è quella cosa rettangolare che ha dei tasti con delle lettere? Quella che ha dei fogli di carta - che non sono pergamena però - infilati dentro. E poi quell’orologio luminoso che sta dietro alla lavagna non ti sembra strano?
Non so se essere intimorito o affascinato da quell’aula. I babbani stessi mi intimoriscono e mi affascinano allo stesso tempo: sanno fare tantissime cose senza la magia. Una volta sono stato ad una di quelle fiere babbane o almeno questo è quello che sembrava: il posto era pieno di colori, oggetti strani e persone che urlavano di qua e di là. Tu ci sei mai stata?
 


Lily sorride, contenta di avere delle cose da raccontare a X: grazie a zia Hermione e a nonno Arthur è diventata una grande esperta del mondo babbano. Inoltre suo padre ha vissuto con i babbani quando era piccolo, quindi alcune cose babbane sono da sempre nella sua vita, come la televisione. James e Fred hanno perfino trovato dei telefoni a poco prezzo quell’estate e li usano di continuo quando non sono al castello, come se non passassero sufficiente tempo insieme. E anche Danielle vive tra i babbani, essendo una Mezzosangue, quindi ogni tanto le dice modi di dire particolari o le fa vedere riviste di moda non magiche.
 


Ho capito cosa sono quelle cuffie, Danielle me le ha fatte vedere quando sono andata a trovarla l’estate scorsa. Le sue sono piccole, di quelle che si infilano dentro le orecchie, però ha un fratello che ha quelle specie di paraorecchie. Mi sono confusa, quando le ho viste, e gli ho chiesto perché indossasse dei paraorecchie in piena estate! Così mi ha spiegato che esistono diversi tipi di cuffie e che costano anche in maniera diversa perché possono essere più o meno professionali. Hai mai avuto a che fare con i soldi babbani? Sono difficilissimi! Perché non usano falci, zellini e galeoni come noi? Hanno anche delle monete di carta: io avrei paura di bagnarle facendoci cadere del succo di Zucca sopra.
A me piacciono molto le sorelle Stravagarie, lo ammetto. La colpa è di mamma che, quando ero piccola, le metteva a tutto volume dalla radio, quindi conosco quasi tutte le canzoni. Sono anche andata ad un concerto e mio fratello, a Natale dell’anno scorso, mi ha regalato una loro maglietta. Dovresti ascoltarle, sono forti. Anche se papà ed Albus non sono molto d’accordo e si lamentano sempre che teniamo il volume troppo alto.
Credo che tu stia parlando dei CD! Nonno ne aveva uno, lo doveva studiare, ma poi zio Ron ci si è seduto sopra per sbaglio e lo ha frantumato a metà, è molto delicato. Non l’ho mai usato io, ma credo ci sia uno strumento in cui va infilato e poi funziona come una radio.
Quella macchina con le lettere non so cosa sia, me lo sono chiesta anche io, però. Quando l’ho chiesto a Danielle si è messa a ridere e ha detto che i babbani non la usano più.
Credo che quell’orologio sia poco utile: voglio dire, se uno se lo mette in camera, come fa di notte a dormire con tutta quella luce? Già mi distrae durante le lezioni, figuriamoci di notte!
A me piace la collezione di bottiglie colorate che la professoressa Stone ha portato quest’anno. Danielle le ha chiamate “borracce” o qualcosa del genere e ha detto che sono come le nostre fiaschette per portare l’acqua quando si va a fare un’escursione, ma che i babbani le usano tutti i giorni e che quindi le hanno rese più belle esteticamente.
I babbani sono davvero affascinanti, ogni tanto vado ai loro mercati ambulanti con Rose e ci troviamo moltissime cose carine. A mio cugino Hugo, in realtà, un po’ spaventano, ma questo è un segreto, quindi tienilo per te, per favore.
A Londra esistono tantissimi posti interessanti, vorrei avere più tempo per farci un giro fatto bene. Però avrei bisogno di una guida esperta, Danielle si stuferebbe dopo poco di spiegarmi le cose e zia Hermione è troppo impegnata. Papà non ne parliamo. Dici che la professoressa Stone sarebbe d’accordo ad accompagnarmi? Puoi venire anche tu, se vuoi.

Un mucchio di scintille,
Lily Luna

 


La ragazza fa una corsa – come sempre – fino al primo piano per appoggiare la lettera; è un po’ seccante dover portare sempre il bigliettino lì, specie se si trova in Sala Comune o in Guferia, però ormai si sta affezionando anche a quel posto.

Anche se deve correre di nuovo verso la Sala Comune per non fare tardi al suo appuntamento con Rose.

Fortunatamente sua cugina non è ancora arrivata, così la ragazza può lasciarsi cadere sulla poltrona e riprendere il fiato perso nelle scale fatte due alla volta; poco dopo, i capelli rossi del Prefetto fanno la loro comparsa sulle scale e Rose saluta l’altra con un grande sorriso.

“Lily! Non pensavo fossi già qui, aspetti da molto?”

Lily scuote la testa “No, sono appena arrivata.”

“Meglio così” commenta Rose, prendendo la scacchiera comune dalla libreria, prima di sedersi per terra davanti al camino, subito imitata dalla più piccola.

“Bianchi o neri?”

“Se mi fai scegliere… prendo i bianchi.”

“E neri per me siano, allora” la giovane Weasley le passa i bianchi, iniziando a disporre i neri “È un po’ che non giochiamo.”

“Mi sono esercitata con Lorcan, questa volta potrei addirittura batterti.”

“Non ci rimanere troppo male, se per caso non succedesse” ridacchia Rose “Sei pronta?”

“Pedone in C4” risponde Lily e il pezzo chiamato obbedisce al comando “Io continuo a ripetere che non è giusto che tu sia così forte.”

“Te l’ho detto… sai che papà non è proprio la persona più empatica del mondo e l’unico modo che ha trovato per parlare con me quando ero piccola è attraverso gli scacchi.”

“Zio Ron fa ridere.”

Rose alza le spalle “Quand’ero piccola non mi faceva molto ridere, adesso sì. Hugo rideva tantissimo invece quando papà gli faceva le boccacce.”

“Chissà perché non mi sorprende” commenta Lily ed entrambe ridacchiano.

Per parecchi minuti si concentrano sulla partita in silenzio e muovono i pezzi sulla scacchiera con mosse rapide; Rose ha uno stile di gioco incalzante e con una strategia dietro, mentre Lily preferisce mangiare più pezzi possibile, anche se, dopo solo un quarto d’ora, si ritrova con il re messo all’angolo da una torre, un alfiere e un cavallo.

“Uff… ho perso” sbuffa la piccola “Non è giusto.”

“Stai migliorando, però. Avremmo potuto finire in parità, se non ti fossi distratta all’ultimo.”

“Davvero?”

“Sì. Non mi hai mangiato il cavallo e quello ti ha fregato.”

Lily guarda la scacchiera, grattandosi la testa pensierosa.

“Ne vuoi fare un’altra?”

“Questa volta vincerò” ghigna la piccola, facendo ridacchiare la cugina.

Fanno un’altra partita e Lily perde un’altra volta, arrivando a guardare il re accerchiato sconsolata.

“È inutile!” sospira sconsolata la ragazzina; in quel momento, suo fratello scende le scale del dormitorio, ridendo con Alex. Quando la vede gli si illuminano gli occhi e la raggiunge saltellando, prima di schioccarle un bacio sulla guancia.

“Ciao sorellina! Ciao Rose, l’hai fatta a pezzi anche questa volta?”

“Non è stato intenzionale” si giustifica la cugina, alzando le mani “Ho provato a non stracciarla.”

“Bugiarda” interviene Lily “Tu adori vincere contro di me.”

“Uhm… no, io adoro vincere e basta, non voglio vincere proprio contro di te” dichiara Rose, facendo scoppiare a ridere James.

“Dove stai andando, Jamie?” domanda la sorella.

“Devo vedere Lizzie” risponde frettolosamente il fratello, con uno di quei sorrisi volti ad evitare domande imbarazzanti.

“E quand’è che me la presenti?”

Tipo questa. Lily di sicuro non si lascia incantare dal sorriso mellifluo di James.

“Uhm… adesso vediamo.”

“È una cosa seria allora” ghigna Rose.

“Tu non sei quella che fa il giudice imparziale di solito?”

“Non quando c’è qualcuno contro Lily. In quel caso sempre dalla sua parte, è il Codice delle Cugine.”

“Il che?” domanda confuso James.

“Il Codice delle Cugine. La tua miglior cugina prima di tutto. Hai presente?”

“Veramente no.”

“Credevo che tu e Fred seguiste il Codice dei Fratelli.”

“Hai decisamente visto troppa televisione babbana, Rose, e hai letto troppi romanzi rosa.”

La ragazza alza le spalle “Può essere.”

“Mi sa che devi andare, James” gli ricorda la sorella “Non penso che Elizabeth sia una che ti aspetta se fai tardi.”

“Hai ragione, non posso sempre sfruttare il mio fascino e la mia simpatia.”

“Tu non hai né fascino né simpatia, cugino” dichiara Rose, scompigliandogli i capelli “E sei in disordine, come al solito.”

“Tu invece sei bellissima come al solito, Rose” esclama James, facendo una riverenza prima di baciarle la mano “E anche tu Lily. Siete proprio due splendidi fiori.”

“Sdolcinato” ridacchia Lily e la cosa suscita l’ilarità di Rose.

“Se perfino Lily ti ha detto una cosa del genere significa che hai toccato proprio il fondo.”

“Forse è vero, meglio che mi ritiri prima di far capitolare il mio stile eccelso. Buona partita, allora. Rose, ti prego di lasciare un minimo di dignità a mia sorella.”

“Divertiti, James” lo saluta Lily ed entrambe lo guardano uscire dal ritratto insieme all’amico, prima di scoppiare a ridere.

“Tuo fratello è fantastico” commenta Rose “E lo vedo più felice.”

“In che senso?”

“Non lo so, avevo come la sensazione che fosse un po’ giù di corda ad inizio anno, invece ora lo vedo meglio” risponde la ragazza, alzando le spalle, prima di sorridere maliziosa “E invece tu mi sembri parecchio su di giri, ultimamente. Più del solito, intendo. C’è qualcosa che non mi hai detto, cuginetta?”

Lily sente le guance andare a fuoco e si ritrova a sorridere imbarazzata; gli occhi di Rose scintillano.

“Ho indovinato in pieno a quanto pare. Che cosa mi sono persa?”

“Prima che te lo dica devi promettermi che non mi prenderai in giro e che non dirai che è una cosa stupida”

“Prometto che proverò a non ridere e che se pensassi che è una cosa stupida me lo terrei per me, va bene?”

“Accettabile” Lily prende un respiro profondo, prima di dire velocissima “Ho-un-ammiratore-segreto-che-mi-scrive-bigliettini-dal-primo-giorno-di-lezione.”

Rose sbatte gli occhi “Come?”

“Hai sentito benissimo.”

“Vero, ma ti chiedo comunque: come?”

“Hai detto che non mi avresti detto che era una cosa stupida” sbuffa Lily.

“Non l’ho fatto, infatti. Mi chiedo come sia possibile che tu stia parlando da due mesi con un ragazzo e che io non ne abbia saputo nulla.”

“Non sono ancora proprio due mesi” specifica la piccola Potter “Ed era una cosa segreta.”

“Quindi siete tipo… Romeo e Giulietta?”

“Tipo chi?”

“Due innamorati di due famiglie rivali che… niente, non importa. Una vecchia storia babbana” si interrompe Rose, liquidando la cosa con un gesto della mano “Quindi, fammi vedere se ho capito bene: sono due mesi…”

“…Un mese e mezzo...”

“… che parli con un ragazzo senza sapere chi è?”

“Esattamente.”

“E perché non gli chiedi chi è?”

“Perché… boh, così è più divertente, no?”

Rose la guarda perplessa, come a dirle che no, per lei non sarebbe divertente per niente.

“È come un mistero, capito?”

“Appunto! Io lo vorrei risolvere. Vorrei sapere chi è.”

“Lo vorrei anche io. Però mi piace parlare così.”

“E non vorresti conoscerlo di persona?” domanda confusa la cugina.

“Ma certo che lo vorrei. Solo che lui non se la sente perché dice che è timido e che ha paura di non piacermi.”

“Che sciocchezza” commenta Rose, ma vedendo l’occhiataccia della cugina aggiunge “Dai, ammettilo, è sciocco! Cioè parlate da due mesi, che cosa potrà mai succedere se vi incontrare? Non sarà mica Quasimodo”

“Rose, puoi smettere di parlare di persone a me sconosciute per favore?” sbuffa di nuovo Lily: adora la vastissima cultura della cugina, ma a volte è davvero difficile parlarci quando mette in mezzo personaggi ignoti.

“Quasimodo. Il gobbo della cattedrale di Notre Dame. Colui che era talmente brutto che la zingara di cui si innamora non voleva guardarlo negli occhi… niente?”

“No.”

“Devi davvero farti una maggior cultura della letteratura babbana. Altrimenti non posso nemmeno dirti che mi sembrate i protagonisti de “L’amore ai tempi del colera” perché non mi capiresti.”

“Infatti non capisco” commenta infastidita la più piccola, incrociando le braccia al petto.

“Meglio, spero che la vostra storia non sia come la loro. Cinquantun anni mi sembrano un po’ troppi per…”

“Rose!” la richiama Lily “Arriva al punto senza fare mille voli sulla scopa.”

“Hai ragione, scusa. Quello che voglio dire è che secondo me dovresti chiedergli di incontrarvi” riassume Rose “Non volevo essere indelicata comunque, è solo che… non lo so! La mia cuginetta ha un ammiratore segreto ed io lo vengo a sapere solo dopo due mesi… in questo modo poi! Devo… elaborare l’informazione, capisci?”

“X.”

“Come?”

“X. L’ammiratore segreto lo chiamiamo X.”

“Perché?”

“Perché così si è firmato la prima volta” le spiega Lily, prima di sospirare “E lo so che dovevo dirtelo prima.”

“Non volevo dire questo. Volevo dire che sono contenta per te. E che ora voglio disperatamente scoprire chi sia.”

“Per ora so che è o un Tassorosso o un Serpeverde, fa babbanologia, penso sia più grande e… non lo so, queste sono le uniche informazioni utili su di lui, direi. Non penso che dirti che gli piacciono i Topoghiacci ti aiuti in qualche modo.”

“Se fosse un Serpeverde potreste essere davvero come Montecchi e Capuleti…” commenta Rose.

“Come chi?”

“Niente, niente, pensavo ad alta voce” taglia corto la cugina “Solo questo? Nient’altro?”

“Posso dirti che tifa per i Tornados.”

“Inutile. Tutti tifano per i Tornados.”

“O per il Puddlemore United.”

“Sono informazioni troppo generiche, in ogni caso. Potrebbe essere davvero chiunque” sbuffa Rose, seccata di non avere altri indizi per risolvere il mistero.

Lily, invece, dal canto suo, è molto contenta di essersi confidata con la cugina e di non dover più mantenere il segreto con lei; Rose ha reagito in modo diverso da come si sarebbe aspettata, ma forse è meglio così: una paternale sulla sicurezza, sull’essere troppo piccola o sul concentrarsi sulla scuola non le sarebbe proprio piaciuta.

“Abbiamo deciso di farci solo domande strane, niente cose scontate” le racconta e la cugina la guarda, come se stesse recependo la cosa, prima di farle un sorrisetto.

“È proprio da te.”

“Me l’ha proposto lui.”

“Ancora meglio, vuol dire che è proprio come te. O forse, di conseguenza, è peggio, perché vuol dire che c’è qualcuno con delle idee assurde come le tue.”

“Gli ho raccontato che zio Charlie mi descriveva i musi dei draghi prima di andare a dormire.”

“E lui?”

“Ha riso.”

Rose ridacchia “In effetti fa ridere. Lo zio Charlie potrebbe sposarsi con un drago.”

“Ti ricordi cosa diceva zio George per prenderlo in giro?”

“Vi dichiaro tutti bruciacchiati e contenti” esclamano insieme, prima di scoppiare a ridere.

“Non vedo l’ora di vedere zio George a Natale” ammette Lily.

“Ti è arrivato l’invito per il matrimonio di Victoire e Teddy?”

“Non vedo l’ora anche di quello.”

“Magari potrai portarci un cavaliere” sogghigna Rose e Lily arrossisce, scuotendo la testa.

“Certo, come primo appuntamento lo porto ad un raduno dell’intera famiglia. Sicuro non fugge.”

“Non siamo così… no, okay, siamo così pericolosi presi tutti insieme” dichiara la maggiore.

“Tu inviterai qualcuno?”

“Penso di no. Magari posso chiedere a Thomas se mi fa da accompagnatore.”

“Puoi proporglielo. È troppo gentile per dirti di no” risponde Lily “Dici che qualcuno porterà una persona esterna alla famiglia?”

“Siamo una famiglia troppo strana e troppo esuberante perché qualcuno possa davvero avere il coraggio di invitare un esterno. A meno che non ci conosca un minimo.”

“Io pensavo di dirlo a Danielle e Irene. Magari gli amici Auror di Teddy sono ragazzi simpatici e più normali.”

“Allora anche loro fuggiranno dal matrimonio come se avessero una Chimera alle calcagna.”

Le ragazze scoppiano a ridere di nuovo e, quando tornano serie, Rose stringe la piccola mano della cugina “Sono davvero contenta che tu mi abbia detto di X, Lils.”

“Anche io sono contenta di averlo fatto. Manterrai il segreto?”

“Certo.”

“Tuo fratello lo sa. E anche le mie amiche, Dominique, Louis e i gemelli Scamander.”

“In pratica sono l’ultima a saperlo.”

“Oh no, l’ultimo a saperlo sarà indubbiamente James e glielo dirò solo se mai ci metteremo insieme sul serio e dopo sette mesi da quel momento.”

Rose scoppia a ridere “Tuo fratello potrebbe essere capace di sabotargli la scopa.”

“Meglio non rischiare lo scoppio di un’altra guerra magica.”

La giovane Weasley sorride, prima di aggiungere “Però ti prometto che indagherò e che scoprirò chi è questo misterioso ammiratore.”

“Assolda anche tuo fratello: spera di diventare un agente segreto, ma ha scarse doti da spia.”

“Credi che non lo sappia? Quand’eravamo piccoli e voleva rubare una fetta di torta mamma lo beccava nel giro di due minuti e si riprendeva la torta. A volte lo beccava anche prima che facesse effettivamente qualcosa!”

Lily scoppia a ridere “Hugo è troppo buono per fare le cose di nascosto.”

“Vero. A volte mi chiedo se sia sul serio mio fratello.”

“Avete le stesse lentiggini e gli stessi capelli rossi.”

“Quelli sono il marchio di tutta la famiglia. Potrebbe tranquillamente essere il fratello di Molly o il figlio segreto dello zio Charlie.”

“Con un drago?” commenta divertita la più piccola.

“Hai visto mio fratello: puzza e quand’era piccolo sbavava tantissimo. Ancora adesso lo fa quando dorme. Ha tutte le caratteristiche adatte per essere figlio di un drago”

Lily scoppia a ridere di gusto, mentre le torna alla mente perché ama passare il tempo con sua cugina e perché, quando erano piccole e passavano tutti i giorni insieme, era la sua migliore amica. Certo, ora ha Danielle e Irene, ma come certe volte la fa ridere Rose non ci riesce ancora nessuno.

Continuano a chiacchierare ancora per un po’, facendo ipotesi e congetture su chi possa essere il misterioso ragazzo e, proprio mentre è con lei, le arriva la risposta alla sua lettera.


 
A casa mia non si ascolta molto la musica, quindi non sono cresciuto con questa cultura, ma credo ci sia un mondo dietro. Però non mi appassiona, preferisco la letteratura, di ogni genere: ho una biblioteca in casa e, quand’ero piccolo, era il posto in cui preferivo passare le giornate.
Per tutti i folletti della Corvonaglia, mi dispiace dirtelo ma, per quanto vorrei passare un pomeriggio con te, non verrei mai ad una fiera babbana con te. Ci sono capitato una volta per sbaglio e mi è bastato per tutta la vita, probabilmente. Però ho assaggiato lo zucchero filato e quello te lo consiglio vivamente: sembra una nuvoletta, anche se non penso che potresti vederci un muso di drago lì dentro, a meno che non ci sia un drago con una testa a forma delle classiche nuvole che si fanno da bambini, quando si è incapaci di tenere una piuma tra le dita.
E comunque penso che la professoressa Stone sia un po’ strana. E leggermente troppo entusiasta.
Ma basta parlare di questo: qual è stato il primo Incantesimo che hai imparato? O se preferisci puoi raccontarmi quando hai fatto la tua prima magia. Sono curioso e, non so perché, mi immagino un qualcosa di festoso e colorato. Tu mi dai l’aria di una ragazza festosa e colorata, quindi la tua magia, soprattutto la tua prima, non può essere da meno.
 


“Secondo me dire che sei festosa e colorata è un po’ riduttivo” commenta Rose, leggendo la lettera “Ed effettivamente la professoressa Stone è un po’ strana.”

“Dopo gli rispondo” dichiara Lily, piegando il biglietto e mettendolo nella borsa, dalla quale afferra una Cioccorana “Vuoi un pezzo, Rose?”

“Lils, apprezzo, ma non mi metterei mai tra te ed una Cioccorana” ridacchia la cugina, alzandosi in piedi “E poi tra poco è ora di cena.”

“Hai la ronda questa sera?”

“Sì, con Malfoy. Non capisco perché capito sempre con lui e, quando non sono con lui, con Luke Sharp. Se posso dire, Luke non ha nemmeno la metà del fascino del fratello.”

“Il fratello è il Caposcuola Corvonero, vero?”

“Sì, Lucian. Praticamente tutte hanno avuto una cotta per lui, almeno una volta.”

“Te compresa?” domanda Lily con un sorrisetto.

“Io sono troppo intelligente per queste cose” ghigna di rimando la cugina “Comunque, a proposito di Malfoy, devo scendere nei Sotterranei e portare gli appunti di Trasfigurazione a tuo fratello, vuoi venire con me?”

“Ma perché siamo sempre noi a scendere nei Sotterranei e mai Albus a salire da noi?”

“Perché non verrebbe mai alla Torre dei Grifondoro per prendere degli appunti. E zia Ginny si è raccomandata che li avesse.”

“Hai parlato con mamma?”

“Al pranzo di quest’estate, prima dell’annuncio del matrimonio. Mi ha detto che se Albus prende dei G. U. F. O. decenti posso chiederle tutto ciò che voglio.”

Lily ridacchia, prima di annuire “Dai, vengo con te. Albus si lamenta sempre che non lo vado mai a salutare, anche se è lui il primo ad avere da fare.”

Rose prende sotto braccio la cugina “Questi maschi! Credono che tutto gli è dovuto e che noi siamo al loro servizio!”

E con queste parole le due ragazze escono ridacchiando dalla loro Sala Comune, in direzione dei Sotterranei.

Arrivano davanti all’ingresso dei dormitori dei Serpeverde proprio mentre Scorpius Malfoy esce, l’espressione di chi deve fare qualcosa che non ha alcuna voglia di fare che si trasforma subito in confusa quando vede le due cugine rosse davanti a lui.

“Weasley, che ci fai nei bassifondi? Potter, ormai vedo più te che tuo fratello, in pratica”

“Cerchiamo appunto lui, Malfoy, è in camera?” interviene Rose.

“Sei qui per gli appunti di Trasfigurazione?”

“Non avrei altri motivi per scendere in questo posto buio e freddo.”

“La nostra Sala Comune è bel – lis – si – ma” scandisce Scorpius “Ma non mi metterò a discutere di te di questo: il professor Paciock mi vuole urgentemente nel suo Ufficio per aiutarlo a sistemare il terriccio e i fertilizzanti.”

“Perché non hai fatto lo schema sulla Puzzalinfa?”

“Io l’ho fatto quel dannato schema” ribatte il ragazzo “Ma non ne posso davvero più di dover inserire degli stupidi disegni da ogni parte.”

“Solo perché i tuoi disegni sono tutti uguali.”

“Non è vero.”

“Come no? Hai disegnato il Pugnaccio uguale alla Tentacula Velenosa, se non ricordo male.”

“Hanno entrambe le spine, quindi sono uguali” dichiara il biondo “Ora scusatemi, vorrei evitare di dover pulire anche i vasi se arrivo tardi.”

“Vedi di non arrivare in ritardo alla ronda di stasera, Malfoy.”

“Sai benissimo che sono sempre puntuale…”

“… Quando ti ricordi di avere una ronda.”

Lily ridacchia, ascoltando lo scambio di battute dei due ragazzi e Scorpius le rivolge un’occhiata, prima di commentare “Potter, ti auguro di non diventare mai come tua cugina. Sei decisamente più simpatica e se per caso non ti piace dormire fino a mezzogiorno sei anche meglio di tuo fratello.”

“Lo terrò a mente. E amo troppo mangiare le brioche calde per rimanere a letto” risponde la ragazzina, divertita “Ciao Scorpius, cerca di non fare arrabbiare il professor Paciock, potresti essere il primo e forse l’unico in tutta la sua carriera.”

“Quell’uomo mi odia, lo so!” è l’ultima cosa che dice il ragazzo, ormai di spalle, alzando la mano in cenno di saluto mentre le due ragazze si affrettano ad entrare per non rimanere chiuse fuori.

La Sala Comune dei Serpeverde è sempre sembrata molto algida alla piccola Potter, anche se ha un che di affascinante: i divani di pelle nera, l’ordine perfetto in cui tutte le cose sono riposte, la luce fredda che illumina fiocamente la stanza. Ci sono alcuni ragazzi che studiano ai tavolini, in silenzio, mentre un gruppetto sta giocando a Spara Schiocco seduti per terra.

“Ciao Lily!”

La ragazza chiamata si gira e si ritrova davanti il sorriso gentile di Sebastian Zabini, che le si avvicina insieme a Jodie Parkinson.

“Ciao Sebastian.”

“Cerchi Albus?”

Lily annuisce “Rose deve dargli degli appunti: è in camera?”

“Weasley” dichiara, a mo’ di saluto, Jodie, portandosi due dita in fronte ed allontanandole.

“Parkinson” risponde l’altra, con scarso entusiasmo “Uno di voi può chiamarmi Albus?”

“Ti conviene salire direttamente, Albus non scenderà mai per dei semplici appunti. Credo stia dormendo o qualcosa del genere” commenta Sebastian.

“Ma è quasi ora di cena!”

“Il momento perfetto per dormire.”

Rose sbuffa alle parole del ragazzo, prima di chiedere “Uno di voi due può gentilmente accompagnarmi? Non so quale sia la sua camera.”

“Puoi andare tu, Jodie? L’ultima volta che l’ho svegliato Albus mi ha messo il sale nel succo di Zucca.”

“Mio fratello ha fatto che cosa?!” interviene divertita la piccola Potter “Non ci credo che ha fatto una cosa del genere: Albus non è capace di arrabbiarsi.”

“Quando qualcuno lo sveglia, sì. È l’unico modo che io e Scorpius abbiamo trovato per farlo arrabbiare” ribatte Sebastian e Lily scoppia a ridere.

“E va bene, ci vado io. Se solo prova a mettermi il sale nel succo di Zucca lo appendo per le mutande in cima alla torre di Astronomia” dichiara Jodie “Muoviti, Weasley, ho di meglio da fare che farti da guida.”

Rose ha la tipica espressione di chi vorrebbe alzare gli occhi al cielo e si sta trattenendo tantissimo per non farlo e Lily deve mettersi una mano davanti alla bocca per nascondere un risolino, almeno finché le due ragazze non scompaiono in direzione dei dormitori e può ridacchiare liberamente insieme a Sebastian.

“Povero Albus, avrà un brutto risveglio…” commenta la piccola Potter.

“Non credo avrà mai il coraggio di fare un minimo gesto di cattiveria nei confronti di Jodie, avrebbe troppa paura.”

“Jodie fa un po’ paura.”

“Vero. Però è molto simpatica, quando la smette con quei toni altezzosi e supponenti” dichiara Sebastian, sedendosi sul divano di pelle, ma senza smettere di guardare la ragazza “Puoi sederti, se vuoi.”

Lily si avvicina e si siede sul bracciolo, con un sorriso.

“Che stavate facendo, prima che vi interrompessimo?”

Sebastian alza le spalle “Niente di che. Fino a poco fa c’era anche Scorpius con noi ma…”

“… ha una punizione con il professor Paciock, lo so. È lui che ci ha fatto entrare” conclude la ragazza “Che poi, forse, punizione non si può definire: il professor Paciock è troppo buono per mettere le persone in punizione.”

“Allora diciamo lavoro socialmente utile per tutta la comunità magica del castello che non trova mai il terriccio quando serve.”

Lily fa un sorriso dolce e Sebastian ricambia, l’espressione un po’ imbarazzata.

“Invece tu cosa mi dici di bello? Scommetto che hai molto più da raccontare di quel ghiro di tuo fratello: a volte penso che dorma più di Zanna.”

“Sarebbe una bella lotta, in effetti” ammette la ragazza, prima di alzare le spalle “Non lo so, che vuoi sapere?”

“In realtà… vorrei chiederti una cosa. Posso?” mormora timidamente il Serpeverde e Lily lo guarda confusa.

“Ma certo”

“Uhm… avete ricevuto l’avviso per l’uscita ad Hogsmeade di questo sabato?”

“Sì, lo ha appeso mio fratello oggi alla bacheca della Sala Comune.”

“Hai… ci… ci vai già con qualcuno?”

Lily scuote la testa.

“Ti…” Sebastian si schiarisce la gola, prima di appoggiare i gomiti sulle ginocchia e guardare attentamente la ragazza “Ti andrebbe di andarci insieme?”

“Io e te?”

“Sì”

“Sarebbe… un appuntamento?” domanda confusa Lily e Sebastian si tocca i capelli, nervoso.

“Uhm… una specie. Cioè puoi chiamarlo come ti pare: se pensi che appuntamento sia troppo impegnativo…”

“No, no, non è quello…”

“Mi piacerebbe uscire con te, insomma. Sai, per conoscerti…”

Sebastian guarda speranzoso la ragazza, che si trova in grande difficoltà in quel momento e non sa bene come rispondere.

È giusto uscire con Sebastian? Cioè è un ragazzo simpatico e anche carino, sembra molto gentile e Albus dice sempre che è molto divertente, ma… non le sembra molto giusto. Lei vorrebbe uscire con X, se proprio deve essere sincera, e non con altri ragazzi: se proprio non può farlo con il suo ammiratore segreto allora tanto vale andarci con Danielle e Irene. Anche perché è vero che non hanno definito proprio nulla tra di loro, ma le sembra comunque sbagliato. E poi, ad essere totalmente sinceri, le sta iniziando a piacere questo misterioso X perché con lui ci parla così bene che è sicura possa bastare questo e non gli importa di nient’altro.

Se dicesse di sì a Sebastian non lo starebbe forse illudendo per chiudergli la porta dopo?

“Che cosa ne pensi?” insiste il Serpeverde, vedendola pensierosa.

“Io…”

“Non… ti va?” si preoccupa subito Sebastian “Scusami, sono stato uno stupido, praticamente non ci conosciamo ed io me ne sono uscito con questa proposta assurda.”

“Non è per quello.”

“No?”

“Il fatto è che mi sto… sentendo con un ragazzo. E non so se sarebbe giusto nei suoi confronti.”

“Oh…” mormora l’altro “Non lo sapevo. Mi dispiace, non te lo avrei chiesto se…”

“No, tranquillo. Cioè in realtà non lo sa nessuno e se devo essere onesta non so nemmeno io cosa ci sia tra noi. Però… mi sembra un po’ sbagliato, capisci? E poi non vorrei darti delle “illusioni”, mi dispiacerebbe.”

Sebastian scuote la testa “Non posso dire che capisco perché…”

Però il ragazzo non riesce a finire la frase che le due ragazze tornano, un’espressione infastidita sul viso di entrambe, come se già solo il fatto di aver respirato la stessa aria le avesse innervosite.

“Possiamo andare” dichiara Rose alla cugina e Lily annuisce, alzandosi dal divano.

“Non dimentichi niente, Weasley?” interviene Jodie.

“Grazie” sibila la ragazza.

“Non c’è di che” risponde soddisfatta la Serpeverde, con un sorrisetto “Arrivederci, Weasley. Arrivederci Potter Junior Junior Junior”

“Ciao Jodie” la saluta Lily, prima di girarsi verso il ragazzo e fargli un timido sorriso “Ciao Sebastian…”

“Ciao Lily…”

Quando le due ragazze escono dalla Sala Comune Serpeverde, Rose si gira verso la cugina e chiede “Va tutto bene?”

La piccola annuisce “Sì, solo che… Sebastian mi ha chiesto di uscire.”

“Sebastian? Sebastian Zabini? Non sapevo nemmeno vi conosceste.”

“Infatti non ci conosciamo: è amico di Albus e sta spesso con lui e Scorpius. Ci ho mangiato insieme quando ho cenato con mio fratello, credo.”

Rose ghigna, prima di passare un braccio sulle spalle della ragazza e stringerla a sé “La mia cuginetta è talmente tanto bella che tutti la vogliono, ma non hanno capito che sono io la prima del suo cuore.”

Lily ridacchia, prima di specificare “Tu, a parimerito con le Cioccorane. E James subito dopo.”






Felpie's Corner
In questo martedì di sole (almeno oggi, dopo giorni di nebbia, freddo e pioggia) spero di regalarvi un sorriso con questo capitolo e con l'entusiasmo di Rose.
L’aula di Babbanologia è piena di cianfrusaglie, o almeno così è scritto nei libri, quindi ho usato questo particolare (davvero, chissà cosa c'è, sono proprio curiosa). Sulle borracce ho un po' improvvisato, non so se è così normale che i maghi non sappiano cosa siano ma sicuramente non se le immaginano tutte colorate e piene di fantasia come vanno di moda ultimamente.
Ho un po’ paura che Scorpius vi sembri troppo sdolcinato nei messaggi, ma si sta spacciando per Sebastian – o forse ci sta mettendo un po’ di sé stesso - e spero di aver reso Rose un po’ simpatica: ho voluto inserire l’ironia che Hermione mostra nei film e non renderla una ragazza solo fissata per lo studio - per quanto Rose lo ritenga importante - e volevo che fosse molto legata a James (perché sì, me li immagino affiatati). E forse ho un po’ esagerato con le citazioni babbane, ma mi stavo divertendo tantissimo. E trovavo anche simpatico il fatto che quand'era piccola Ron e la sua sfera emotiva di un cucchiaino non sapessero relazionarsi con lei se non giocando a scacchi.
Bene, Sebastian ha chiesto di uscire a Lily e Lily pensa ad X: questo potrebbe essere un piccolo problema tecnico. Perché l'ha fatto? Se lo chiedeste a Scorpius vi risponderebbe perché l'amore fa impazzire le persone. Però Lily pensa ad X (cioè a Sebastian Scorpius Seb Scorpius) e quindi due di picche per il Serpeverde.
E anche questo martedì mi sono ricordata di aggiornare, yeah.
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 - James Sirius ***


There's a time that I remember, when I did not know no pain
When I believed in forever, and everything would stay the same
Now my heart feel like December when somebody say your name
'Cause I can't reach out to call you, but I know I will one day, yeah
Everybody hurts sometimes
Everybody hurts someday, ayy ayy
But everything gon' be alright
Go and raise a glass and say, ayy
Here's to the ones that we got
Cheers to the wish you were here, but you're not
'Cause the drinks bring back all the memories
Of everything we've been through
Toast to the ones here today
Toast to the ones that we lost on the way
'Cause the drinks bring back all the memories
And the memories bring back, memories bring back you
(Memories - Maroon5)






“James!”

La voce – petulante, a detta di alcuni – di Fred scuote il ragazzo dal sonno meraviglioso in cui si stava crogiolando e James sbatte le palpebre un paio di volte, abbracciando il cuscino: perché Godric suo cugino lo sta svegliando così bruscamente?

Lancia uno sguardo all’orologio che tiene sul comodino e quando vede che sono a malapena le 7.20  – chi è che si alza così presto, Merlino? Ci si alza cinque minuti prima delle lezioni, dieci se si vuole fare una colazione abbondante – si trattiene dal saltare fuori dal letto per strozzare il cugino.

“Che Salazar vuoi, Fred?!” sbuffa il ragazzo, lanciandogli contro il cuscino.

“Ho bisogno del tuo aiuto!”

“Fatti aiutare da Alex.”

“No, mi serve il tuo profumo, quello buono, un po' dolce.”

“Io ho un solo profumo” ribatte il ragazzo, cercando di nascondere la testa sotto le coperte “E a nessuno serve il profumo prima delle 8 di mattina.”

“A me sì, devo fare colazione con Lin.”

“Anche io faccio colazione con Lin, la facciamo tutti i giorni insieme alle 8 meno cinque.”

Fred tira via le coperte del cugino che deve davvero ricordarsi che è illegale in Inghilterra uccidere il proprio cugino e che nessun Magi-Giudice o giudice babbano gliela farà passare liscia solo perché Fred lo ha svegliato.

“Io – sto – per – avere – un – appuntamento – per – fare – colazione – nel – parco – con – Lin.” scandisce l’altro, ma James continua a non afferrare il Boccino: dove vuole andare a parare?

“E quindi?”

“E quindi ho bisogno del tuo profumo.”

“Lin lo sa che non sai cosa sia il deodorante e conosce benissimo il mio profumo” gli fa notare James, ormai sveglio, mettendosi seduto sul letto “E poi, perdonami se ho perso il filo, ma… a te non piaceva Dorcas?”

Fred, con i polsini sbottonati e la camicia bianca fuori dai pantaloni, alza le spalle “Morgan è un ragazza intrigante…”

“… bella.”

“… e bella. Ma mi odia e questo mi sembra più che evidente, mentre Lin mi trova divertente.”

“Tu sei divertente, ogni tanto.”

“Tu anche non sei un Troll totale, ogni tanto.”

“Mi hai svegliato all’alba, oggi non hai proprio diritto di parola” commenta James, sbadigliando e mettendo in ritardo la mano davanti alla bocca “Comunque il mio profumo è nel baule, prendilo pure. Però non ti serve, fidati.”

“Mi sono lavato, stamattina!” protesta Fred.

“No, intendevo che se Lin ha accettato di uscire con te prima che ti mettessi il profumo vuol dire che non è una cosa che gli interessa più di tanto. E lei lo sapeva benissimo che era tutta una copertura per far ingelosire Dorcas, quindi se accetta di fare questi appuntamenti significa che tanto male con te non ci sta.”

Gli occhi di Fred si illuminano e rivolge al cugino un sorriso contagioso, che fa sospirare divertito James; in quel momento il ragazzo si accorge che manca il loro terzo compagno di stanza.

“Ma Alex dov’è?”

“Sta facendo una corsetta, credo.”

“Ma da quando siete diventati così mattinieri?” brontola il giovane Potter.

“Alex direi da quando sia io che te abbiamo trovato una ragazza o ci stiamo avvicinando pericolosamente a quel momento fatidico, io da quando Lin mi ha detto che ama fare colazione sull’erba.”

La prima cosa che a James viene in mente, ascoltando quelle parole, è che una volta, quando era a Parigi con Dominique e tutta la famiglia, ha visto una mostra di quadri e ce n’era uno con un nome molto simile. La seconda cosa a cui pensa, subito dopo, è che sta impazzendo lentamente. La terza è che deve smettere di pensare a sua cugina.

Quindi la scaccia via rapidamente – o almeno, la relega in un angolino della sua mente – dalla sua testa e, sbuffando contro il cugino, lo avvisa che si andrà a fare una doccia: se proprio si è dovuto svegliare, che almeno possa fare colazione con calma e sbafandosi tutto ciò che trova davanti a sé.

In Sala Grande – ovviamente – c’è già Elizabeth, un libro tra le mani e l’espressione assorta; James le si avvicina e le deposita un bacio sulla fronte.

“Buongiorno” lo saluta la ragazza.

“Cosa leggi di bello?”

“Si intitola “La signora delle Camelie”, lo hai mai letto?”

James storce il naso, sedendosi accanto a lei “Letteratura babbana, scommetto.”

“Noi maghi non vantiamo una grande cultura letteraria… se devo scegliere tra un libro babbano e l’autobiografia di Gilderoy Lockhart la scelta non è poi così difficile…”

“Se ti dicessi che a casa ne ho tutti i volumi?”

“Penserei che tu mi stia prendendo in giro.”

“No, no, dico davvero. A quanto pare Gilderoy Lockhart è stato professore di Difesa Contro le Arti Oscure per un anno e mio padre era il suo alunno preferito. Abbiamo tutta la raccolta delle sue opere autografate.”

Lizzie scoppia a ridere di gusto, prima di dichiarare “Credo che eviterò volentieri di vederla.”

“Non ti perdi nulla. Inoltre penso siano finiti nel ripostiglio, dietro alle tende da campeggio e agli attrezzi per il giardinaggio… per farti capire quali sono le cose che vengono ritenute totalmente inutili nella mia famiglia.”

La ragazza sorride, afferrando la tazza e sorseggiando il caffè; James la guarda, come sempre un po’ ammirato e un po’ intimorito dal lei, mentre pensa a come porle la domanda che gli frulla in testa da quando ha attaccato lui stesso un avviso in Sala Comune.

Quel sabato è prevista un’uscita ad Hogsmeade; cioè, non che a James serva un invito scritto per il villaggio, con la Mappa del Malandrino può andare ogni volta che vuole a Mielandia, ma non crede che Elizabeth sia contenta di fare una cosa vicino all’illegalità e visto che è la loro prima uscita ufficiale non vuole sembrare un totale delinquente.

Però, prima della prima uscita ufficiale, deve esserci anche il primo invito ufficiale e al ragazzo sembra tremendamente difficile, senza nemmeno sapere il perché. Forse perché non vuole sembrare un idiota totale, un viscido o un ragazzo superficiale.

“Stavo pensando una cosa” dichiara Elizabeth.

“Che pensavi?”

“Vogliamo andare ad Hogsmeade sabato?”

James sgrana gli occhi “Come?!”

“Pensavo fosse una cosa carina fare una passeggiata al villaggio. Tanto ormai si è sparsa la voce che ci stiamo… frequentando. Ma se non ne hai voglia non importa.”

Il ragazzo scuote la testa “No, cioè… te lo volevo proporre io. Non mi aspettavo che me lo chiedessi tu per prima!”

“E ti sembra una cosa strana?”

“No, anzi, mi fa piacere. Stavo cercando le parole giuste per chiedertelo.”

“James Sirius Potter che si fa dei problemi per invitare una ragazza ad Hogsmeade?” ridacchia Elizabeth.

“Volevo farlo per bene” borbotta il ragazzo, ottenendo in cambio solo altri risolini “Ed ora tu mi stai prendendo in giro! Facevo bene ad aver paura.”

“Non volevo prenderti in giro, scusami” replica la Corvonero “Però è una cosa che mi lusinga, se devo essere sincera.”

Si sporge verso il Grifondoro e gli bacia dolcemente le labbra “Allora… appuntamento per sabato?”

James, che non si aspettava un gesto così intraprendente e in piena Sala Grande – sebbene vuota per i suoi standard, rimane un attimo ad osservare gli occhi scuri della ragazza, prima di sorridere “Appuntamento per sabato. E per stasera, passeggeremo insieme, al chiarore delle fiaccole del corridoio del quarto piano, per mettere in luce i delinquenti e i criminali che si nascondono nelle ombre delle aule…”

“… Per sbaciucchiarsi” conclude Elizabeth, ricevendo un’occhiataccia dal ragazzo.

“Hai interrotto malamente la mia bellissima storia” si lamenta James.

“Se vuoi posso dirti che hai una fervida immaginazione” commenta la Corvonero, prima di riprendere in mano il suo libro “Ora, non per essere cattiva, ma voglio finire il capitolo. Vai a fare colazione al tuo tavolo.”

“Ai suoi ordini, comandante!” esclama il Grifondoro “Ci vediamo tra un paio d’ore per sussurrarci tenere frasi d’amore in mezzo ad un ambiente boschivo e ameno, mentre…”

“… mentre studiamo Erbologia con il professor Paciock a due metri da noi” lo interrompe di nuovo la ragazza, prima di scoppiare a ridere “Ciao James.”

“Ciao Lizzie” la saluta James, con un sorriso enorme, tornando poi al suo tavolo, dove fa colazione tutto solo, abbandonato dai suoi due migliori amici, ma scaldato dall’affetto e dal calore del bacon.

La settimana passa in fretta tra allenamenti di Quidditch, ronde e un centinaio di saggi da scrivere per Pozioni e per Trasfigurazione – cioè, in realtà non sono così tanti, ma il cervello di James ha moltiplicato per cinquanta i due temi da fare, così, senza grandi motivazioni. Il ragazzo è parecchio soddisfatto della sua squadra e non vede l’ora di giocare la prima partita dell’anno che capiterà contro i Tassorosso: teoricamente avrebbero dovuto giocare contro i Corvonero, ma per una febbre scoppiata nel dormitorio Corvonero che ha infettato praticamente tutti i ragazzi del quarto e una pianta velenosa che ha punto gran parte del quinto anno, la professoressa McGranitt ha deciso di fare un’eccezione e di scambiare le due partite.

“Il Quidditch non si annulla, al massimo si scambiano le partite” ha detto per giustificarsi.

Così James ha avuto il vantaggio di osservare i Tassorosso all’opera e di farsi un’idea della loro squadra prima della prima partita. È molto soddisfatto di come Hugo si sta comportando in allenamento, Colin – il Cercatore che era in squadra anche l’anno scorso – sembra in gran forma e – Santissimo Godric, non dirà mai ad alta voce queste parole – Thomas è davvero bravo. E perspicace. E – cose molto positiva – silenzioso agli allenamenti.

Sente sempre il suo sguardo su di sé, in maniera alquanto fastidiosa, ma si continua a ripetere che anche Hugo lo fissa in continuazione, quindi non può prendersela con Thomas solo perché fa il suo dovere ed osserva il suo capitano. Ma la cosa lo infastidisce comunque.

Fortunatamente Dominique non è mai andata a vedere un loro allenamento; se quei due si vedano ogni tanto, James non ne ha la minima idea e, sinceramente, sta meglio così: in questo caso il detto babbano che Alex gli ha insegnato anni prima “occhio non vede, cuore non duole” è estremamente efficace.

Però il suo migliore amico non ha nessun detto che lo aiuti a togliersi dalla testa la cugina: ci pensa un po’ di meno, ora, ma forse è solo perché tiene la mente impegnata con così tante cose che non ci sarebbe spazio anche per Dominique – che, comunque, un po’ di spazio se lo prende sempre – e deve sul serio ringraziare Elizabeth che, pur non sapendolo, lo sta distraendo tantissimo.

Però è proprio per fare il nobile cavaliere che, quel sabato, si ritrova davanti alla Sala Comune Corvonero, in attesa della sua ragazza, e non può non chiedersi se Dominique andrà ad Hogsmeade e, in caso, con chi andrà.

Se lo chiede per tutti i due minuti e trentasette secondi in cui attende Elizabeth, conto assai preciso visto che, per tutto il tempo, non fa che guardare l’orologio, nel terrore di incrociare sua cugina in maniera così casuale ed imbarazzante. Si spaventa un attimo quando vede Louis con i gemelli Scamander, ma fortunatamente la Caposcuola scende prima della sua compagna di stanza e James può così fuggire ed evitare convenevoli inutili ed indesiderati.

“Basta, James, sei uscito con Elizabeth, è la vostra prima gita ad Hogsmeade insieme, concentrati su di lei” si ripete, mentre guarda il bel cappotto nero lungo indossato dalla ragazza, che si intona perfettamente con i pantaloni. Il maglione rosso le fascia il corpo magro e fa contrasto, intonandosi però con gli stivaletti bordeaux che indossa.

I due ragazzi escono dal castello, insieme a parecchi altri, e si avviano lungo la strada per il villaggio; James ha le braccia dietro la testa e cammina rilassato. L’aria è fresca, in un clima tipico di fine Ottobre, ma c’è un bel sole e poche nuvole in cielo; la passeggiata è silenziosa, nessuno dei due dice molto e il ragazzo pensa che questa sia una delle cose più belle di Elizabeth – che, guarda caso, è anche una caratteristica di Dominique: quando è in compagnia delle solite ragazzine che lo hanno sempre circondato, queste non smettono mai di parlare, chiacchierano di qualsiasi cosa e non stanno a sentire. Elizabeth – e Dominique – stanno zitte, se parlano dicono cose intelligenti e sanno ascoltare.

“Dove vuoi andare?” domanda James, rompendo il silenzio, quando iniziano a scorgere i primi edifici del villaggio.

“Dove ti pare, basta che non mi porti da Madama Piediburro.”

“Quel posto fa dei biscotti al burro deliziosi, in realtà.”

“Ti vedo esperto.”

“Ci sono stato una o due volte.”

Lizzie lo guarda con un sopracciglio alzato e James sorride, sconfitto “Forse tre.”

“Tre?”

“Va bene, quattro o cinque, ma non molte di più te lo assicuro” ammette il ragazzo “Allora potremmo andare ai Tre Manici di Scopa, ho sempre voglia di una Burrobirra. Tu dove vai di solito?”

“Credi che io venga molto spesso ad Hogsmeade con qualcuno?”

“Sei una bella ragazza.”

“Ho sempre pensato di fare un po’ paura alle persone…” mormora la ragazza.

“È che tu sei sincera, Lizzie. Sei una ragazza che va dritta al punto e che dice sempre quello che pensa.”

“E non dovrebbe essere una cosa bella?”

James alza le spalle “La sincerità fa paura alle persone.”

“E a te no?”

“Io la apprezzo: trovo che sia una grande dote riuscire a dire ciò che si prova davvero, senza paura.”

Lizzie sorride e James le passa un braccio intorno alle spalle, prima di baciarle una tempia e commentare “Però direi meglio così: sei la mia ragazza e non ho tutta questa voglia di condividerti con altri.”

“Ma come siamo possessivi, Potter…” ridacchia la Corvonero, mentre James, cavallerescamente, le apre la porta dei Tre Manici di Scopa; si accomodano in un tavolo affianco all’ingresso, si tolgono le giacche ed ordinano in fretta una Burrobirra ed una Tisana alle Erbe Magiche.

“Molto” conferma il ragazzo “Da piccolo odiavo condividere le mie cose.”

“Non ci credo” ribatte Elizabeth “Mi ricordo che al primo anno portavi sempre dei dolci a Dominique e che ti vedevo in Sala Grande mentre condividevi i tuoi biscotti o l’ultimo muffin con Fred e Roxanne.”

James sorride, beccato con le mani nel porridge, e si ritrova a correggersi “E va bene, diciamo che non amo condividere le persone che amo con gli altri. Delle cose non mi importa: dopotutto, ho una famiglia troppo grande per aver problemi di condivisione. Sai che, da piccoli io e Fred condividevamo le mutande?”

“Che schifo!”

“Cioè, no, erano pulite. Ma quando dormivamo da nonna Molly avevamo il cassetto di mutande e calzini in comune e ce li scambiavamo sempre.”

“A volte penso che tu e Fred siate una cosa sola, da come parli di voi.”

“Io e Fred siamo una cosa sola. Siamo gemelli separati alla nascita, capisci?”

“Oh, sì, capisco” commenta Lizzie, divertita, mentre Madama Rosmerta serve loro le rispettive ordinazioni; la ragazza stringe delicatamente la tazza tra le dita, prima di dichiarare “Dai, raccontami qualcosa di te. Una cosa imbarazzante, qualcosa che non sa nessuno. Una cosa particolare, insomma.”

“Io sono un libro aperto” risponde James con un sorriso malandrino “Non c’è nulla di oscuro e misterioso in me.”

Bugia, c’è una storia di circa un anno e mezzo con tua cugina Dominique, che è anche la compagna di stanza della tua attuale ragazza e forse la cosa più simile ad un’amica che ha.

James non devi pensare a Dominique: sei ad Hogsmeade con Lizzie, concentrati su di lei. Se il re delle cose imbarazzanti, ci sarà qualcosa che hai fatto e che vale la pena di essere raccontata.

“Sì, certo.”

“Sai già che mi addormentavo con zia Hermione che mi leggeva le poesie, non vale come cosa imbarazzante?”

“Ne voglio un’altra” replica Liz “Adoro i fatti buffi e divertenti successi ad altri.”

“Sei un’amante dei gossip? Non ti ci facevo.”

“A tutti piacciono i gossip. E chi dice di no è un bugiardo.”

“Va bene, però facciamo una cosa imbarazzante per uno.”

“La mia è facile: quand’ero piccola avevo una cotta per Scorpius Malfoy” dichiara la ragazza, sorseggiando la sua tisana.

“Quindi ti piacciono i biondi platinati?” ridacchia James, toccandosi i capelli.

“Scorpius non è biondo platinato. È biondo scuro. E da bambino sembrava un piccolo angioletto” ribatte Lizzie “Comunque io la mia cosa imbarazzante l’ho detta, ora tocca a te.”

“Quando avevo sette anni ho perso una scommessa contro Dominique e mi ha costretto ad indossare un vestito da bambina per tutto il giorno. Mi ha perfino messo l’ombretto e il lucidalabbra.”

La ragazza lo guarda, come a valutare se sia una cosa vera o no, prima di scoppiare a ridere di gusto “E che scommessa era?”

“Avevo scommesso che non sarebbe riuscita a vincere contro Teddy ad una corsa sulla scopa. Cioè Teddy ha sei anni più di noi e voleva entrare nella squadra dei Tassorosso! Ancora mi chiedo come abbia fatto una ragazzina di sette anni a sconfiggerlo, senza avere poi un capello fuori posto” James sospira “Ti do un consiglio: non scommettere mai contro Dominique. Sfiderebbe le leggi della natura pur di riuscire a vincere.”

“Lo terrò a mente” ridacchia la ragazza “Anche io ho truccato mio fratello quando era piccolo, se ti può consolare.”

“Perché?”

“Perché mi dovevo esercitare a mettere il mascara e c’era solo lui in casa” dichiara Lizzie, alzando le spalle, come se fosse la cosa più normale del mondo “Ancora dice che gli devo un favore. Io penso che il colore di rossetto che gli ho messo gli stia divinamente.”

“Mi considero fortunato che Lily non sia troppo amante dei trucchi, allora. E che ha diverse cugine che, in caso contrario, potrebbero aiutarla al posto mio.”
I due ragazzi continuano a chiacchierare seduti a quel tavolino di legno per parecchio tempo, anche dopo aver finito le loro bevande e dopo aver ripetutamente detto a Madama Rosmerta che non vogliono più altro. La proprietaria li guarda male, soprattutto perché il locale è molto affollato quel giorno, ma James sfodera il suo miglior sorriso e, in un modo o nell’altro, alla fine riesce a convincere la donna a lasciarli in pace. La sentono entrambi però sbuffare come un Fiammagranchio, mentre si allontana per tornare al bancone.

È proprio quando James si rilassa, appoggiando le spalle allo schienale, mentre si rende conto che non ha pensato alla cugina nemmeno una volta in quelle due ore trascorse con Elizabeth, che la suddetta cugina appare sulla porta, in compagnia di Lucian Sharp.

I due si guardano intorni, le braccia cariche di pacchetti, e lo sguardo di James si fissa sulla coppia non appena si addentrano nel locale; i due Corvonero non possono non accorgersi di loro, che sono proprio sulla loro strada e si fermano a salutare i due Caposcuola.

“Ciao Lizzie, non pensavo ti avrei mai visto in dolce compagnia di Potter. Sei sicura di non aver sbagliato posto?” lo sguardo di Lucian si posa sull’altro ragazzo e dichiara, a mo’ di saluto “Potter.”

“Lucian” dichiara James, senza entusiasmo.

“Sicurissima, Lucian, ma ti ringrazio per l’interessamento” risponde la ragazza, senza preoccuparsi troppo delle sciocchezze che escono – abbastanza frequentemente – dalla bocca del compagno di Casa “Ciao Domi, hai fatto spesa?”

La ragazza annuisce, sollevando leggermente i pacchetti, prima di commentare “È parecchio pieno… da quanto siete qui?”

“Siamo venuti direttamente qui, appena usciti dal castello” Elizabeth guarda i due e gli fa un cenno verso la panca vuota accanto a lei “Volete sedervi? Non credo troverete altri posti.”

“Noi no…” inizia Dominique, ma viene bloccata da James.

“Perché non gli lasciamo il posto, Lizzie? Devo rifornire le scorte di dolci di Mielandia e potremmo fare una passeggiata verso la Stamberga Strillante.”

“Davvero, non è necessario che voi ci lasciate il posto” interviene Lucian, ma James si sta già alzando.

“Abbiamo finito qui e Madama Rosmerta ci ha già lanciato sufficienti occhiataccia” risponde Elizabeth, imitando la mossa del ragazzo e afferrando il cappotto “Domi, ti consiglio la Tisana alle Erbe Magiche, è nuova ed è eccezionale.”

“Ci vediamo in dormitorio. Dorcas è rimasta in camera oggi, ha detto che aveva mal di testa. Ciao James.”

Per un attimo, lo sguardo di James e quello di Dominique si incrociano, ma il contatto è breve perché il ragazzo lo distoglie subito, mormorando “Ciao Domi, divertitevi.”

I due ragazzi escono quindi dalla locanda, iniziando ad andare in direzione di Mielandia, nuovamente in silenzio.

“James?”

“Sì?”

“Posso farti una domanda?”

“Certo.”

“Hai litigato con tua cugina?”

James non risponde subito, troppo impegnato ad osservare i suoi piedi muoversi sul lastricato di pietra.

“Perché me lo chiedi?”

“Perché una volta tu e Domi eravate inseparabili. Merlino, eri sempre nella nostra Sala Comune!” la ragazza si sporge verso di lui per guardarlo, ma l’altro continua a tenere lo sguardo piantato a terra, così continua “Ed ora, invece… ora sembra non riusciate a respirare la stessa aria per cinque secondi.”

“Abbiamo litigato” ammette James “Però questa è una di quelle cose di cui preferirei non parlare, se non ti dispiace.”

“Forse è meglio” lo rassicura Elizabeth “Domi è una mia amica, in fondo, e non voglio mettermi in mezzo al vostro rapporto.”

Lo hai già fatto.

“Grazie…” sussurra il ragazzo.

“Di cosa?”

“Della comprensione.”

Elizabeth sorride, anche se l’altro non può vederla, e lo prende sottobraccio “Andiamo, James, è la nostra prima uscita, non pensare a certe cose. Fammi vedere quali sono i dolci più buoni di Mielandia, ho proprio voglia di cioccolata.”

E James riesce – anche se stenta a crederci – a rilassarsi e a passare una giornata meravigliosa.

Inizia la settimana con un’altra energia e con un altro spirito e quel lunedì le lezioni gli sembrano andare fin troppo bene e quasi si spaventa, pensando che succederà qualcosa da un momento all’altro. Poi, mezzo secondo dopo, si dà dell’idiota da solo: non è da lui essere così scaramantico – non è mica zio Ron! – e bisogna che torna in sé. È fuori da fin troppo tempo.

Per fortuna torna in sé – o meglio, l’euforia momentanea sparisce – esattamente cinque giorni dopo, alla vigilia di Halloween, quando si ritrova in Biblioteca a studiare, totalmente da solo.

James sbuffa per l’ennesima volta sul libro di Divinazione. Quella materia è totalmente inutile: lui, nella sua sfera di cristallo, continua a vedere solo nebbia. E non potrà andare avanti inventandosi disgrazie su disgrazie, ogni volta che la professoressa Cooman gli chiede cosa vede nelle foglie di te, nei residui di tisana o sul fondo della tazza.

E in quel momento non ha la minima voglia di studiare. Fred e Alex sono andati a Mielandia a fare scorta di dolci per Halloween con la mappa del Malandrino e lui invece è rimasto lì a scrivere quello stupido tema di Divinazione. Perché è rimasto lì? I suoi amici, quel dannato tema, non l’hanno fatto e lo faranno forse quella sera, inventandosi tutto di sana pianta. E lui invece è lì a leggere un libro di Divinazione che se fosse stato scritto in francese lo avrebbe capito meglio.

E, a proposito di francese, ci vorrebbe davvero Dominique lì con lui, lo faceva sempre studiare seriamente e lo aiutava se non capiva, senza mai sembrare arrogante o supponente.

James sospira – di nuovo. Sua cugina le manca, le manca tremendamente. È vero, potrebbe studiare con Elizabeth, ma non è la stessa cosa. Con lei ha sempre paura di disturbarla, specie quando le fa delle domande di fila e, per quanto sia brava e paziente, non gli spiega le cose in modo facile come gliele spiegava Dominique.

Era stato bello studiare insieme a lei per i G.U.F.O. e non solo perché avevano appena iniziato la loro… storia? Se così si può chiamare.

Si era davvero divertito, avevano mangiato Api Frizzole e si erano beccati occhiatacce da Madama Pince quando ridacchiavano troppo forte perché lui aveva disegnato una Mandragola che sembrava una patata o quando lei si sporcava il mento di inchiostro, tanto era concentrata. Però aveva anche studiato seriamente e quegli Eccezionali che aveva preso se li era meritati sul serio. Ed era stato contento che la cugina ne avesse preso uno in più di lui, lo aveva reso al tempo stesso orgoglioso di lei – si possono prendere tutti i G.U.F.O. in tutte le materie? Dominique era stata eccezionale – e di lui, che era riuscito in un risultato così alto.

E ora per i M. A. G. O. lei non è con lui.

James scuote la testa: deve smetterla, deve smetterla, deve smetterla.

Deve smettere di fare questi confronti: sono una cosa inutile e, cosa più importante, Lizzie non se lo merita. E deve smetterla di pensare a sua cugina – a sua cugina Dominique, meglio specificare – alle sue labbra, ai suoi capelli, alle sue lentiggini e alla sua risata.

Sono solo… amici. Solo amici.

No, loro non sono solo amici, non si comportano così due amici. Non si bacerebbero nelle aule in disuso del settimo piano, non andrebbero ad Hogsmeade mano nella mano – certo, solo per gioco, ovviamente – non scoperebbero nella doccia.

Amici, amici un paio di Boccini!

E, cosa molto importante, perché Dominique era ad Hogsmeade con Lucian Sharp? Che ci facevano quei due insieme? Non gli piacciono minimamente quei due insieme.

Perché, mentre Thomas è una minaccia lieve, un Avviccino nel lago, Lucian, no. E non può credere sul serio che Lucian sia il suo “andare avanti”. Lucian Sharp non è l’andare avanti di nessuno! Soprattutto non di Dominique.

James dondola con la sedia, guardando il soffitto; se lo vedesse Madama Pince gli farebbe la ramanzina, ma è perfettamente protetto da una libreria, dovrebbe essere al sicuro.

Si è comportato male con Dominique, l’ultima volta che hanno parlato; ha detto delle cose giuste, è vero, ma… non era quello che voleva dirle. Avrebbe voluto dirle che le manca anche lei tremendamente e che il suo settimo anno non è così bello se non c’è lei affianco a lui.
 


È estate e tutti i bambini del clan Potter – Weasley stanno giocando nel grande giardino della Tana; zio Ron sta creando delle bolle d’acqua con la bacchetta, i nipoti in costume tutti intorno a spintonarsi allegramente e a far scoppiare le sfere d’acqua create dallo zio.

James, dall’alto dei suoi otto anni, ha deciso di essere diventato grande e di voler aiutare Ron con l’incantesimo; gli si avvicina, gli ruba la bacchetta e l’acqua perde il controllo, andando a schizzare in pieno Dominique.

La bambina arriccia le labbra in un’espressione arrabbiata – la stessa che ha ancora a diciassette anni – si avvicina a James e lo spinge, facendolo finire in un cumulo di paglia secca, che gli si appiccica addosso a causa del sudore e del sapone.

“Ma che fai?!” esclama incredulo il bambino.

“Mi hai schizzato.”

“E tu mi hai buttato nella paglia!”

“Dopo. E ti sta bene.”

“Quando fai così sei insopportabile, Domi” si lamenta James, alzandosi in piedi e cercando di togliersi le pagliuzze di dosso.

“La colpa è tua, James” interviene Roxanne, spalleggiando la cugina.

“Non l’ho mica fatto intenzionalmente” protesta l’altro.

“E poi, è solo un po’ d’acqua” aggiunge Fred, aiutando invece l’amico “È estate e fa caldo.”

“Sì, ma Victoire mi aveva arricciato i capelli e tra poco ho un pranzo con i colleghi di lavoro di mamma!”

“E allora potevi non giocare con noi.”

Dominique assottiglia lo sguardo e spinge di nuovo James, che fa un paio di passi all’indietro, ma non casca questa volta.

“Sei una sirena, Dominique!” sbuffa il bambino.

“E tu sei uno gnomo” replica la bambina, proprio mentre lo zio Ron sopraggiunge, attirato dalle grida – e con Molly Junior che ha richiamato la sua attenzione e gli ha fatto notare il litigio tra i due bambini.

“Ehi, James, Domi, si può sapere che succede?” domanda, mettendosi tra i due “Domi, perché hai detto a tuo cugino che è uno gnomo?”

“Perché lo è, mi ha rovinato i capelli e ha distrutto il lavoro di Victoire.”

“Tuo cugino non è uno gnomo” prova a dire Ron.

“È tutta colpa sua! E io non sono una sirena, brutto gnomo” urla la bambina, prima di entrare in casa e correre nella stanza che condivide con Roxanne, subito inseguita dalla cugina, che la chiama a squarciagola.

James si dispiace delle sue parole non appena la cugina le dà le spalle e il suo viso si incupisce, triste di aver appena litigato con la sua migliore amica; c’è silenzio in cortile, le ultime bolle di sapone che scoppiettano non appena toccano terra. Lily e Lucy hanno osservato la scena in silenzio, mentre Rose ha coperto con le mani le bocche di Hugo e Louis per evitare che si intromettessero nella discussione e Albus deve coprire la sua per non ridere di fronte alla scena.

“James…” inizia zio Ron “Hai detto a Dominique che è una sirena?”

Il bambino annuisce, mentre il naso inizia a gocciolargli; in quel momento escono anche Ginny e Bill dalla casa, attirati dalle urla e dalla confusione.

“Che sta succedendo qui?” domanda la donna, guardando il figlio che sta iniziando a piangere “Ron, che hai combinato?”

“Zio Bill, mi dispiace tanto!” urla allora James, cercando di asciugarsi le guance; lo zio lo guarda confuso, prima di inginocchiarsi davanti a lui.

“Che cosa mi hai fatto, James?”

“Ho detto una brutta cosa a Dominique. E le ho rovinato i capelli. Non voglio che faccia tardi al pranzo con i colleghi di zia Fleur per colpa mia.”

Bill guarda il fratello, come a chiedergli che Merlino sia successo, ma Ron alza le spalle.

“Che cosa hai detto a tua cugina, James?” interviene la madre.

“Le ho detto che è una sirena.”

“Non è una bella cosa da dire ad una ragazza” lo rimprovera “Le hai chiesto subito scusa, spero.”

“No, perché lei ha detto che sono uno gnomo” replica il bambino “Io non sono uno gnomo.”

“E lei non è una sirena” Ginny si guarda intorno “Dov’è adesso Dominique?”

“È andata in camera con Roxanne. Mia sorella sta sempre dalla parte di Domi.”

“E tu stai sempre dalla parte di James” interviene Molly.

“Tu non c’entri nella discussione, Molly.”

“Fred, frena la lingua” lo interrompe Bill “Ron, perché non ricominci a giocare con i nostri nipotini? Io ti rubo un attimo James.”

“Forza, ragazzi, torniamo a fare le bolle: sapete che sono in grado di creare una bolla a forma di Centauro? Chi la vuole vedere?”

I bambini seguono lo zio, la mente già fissa sul centauro di sapone, mentre James rimane con lo sguardo basso accanto a Bill e alla madre.

“Non hai detto una cosa per niente carina, James…” inizia Ginny, ma viene bloccata dal fratello con uno sguardo.

“Ginny, ci penso io, va bene? Torna pure dentro, ti raggiungo subito.”

La sorella borbotta qualcosa, ma lo asseconda, lasciando James solo con lo zio.

“James…”

“Ho già detto che mi dispiace, zio! Non volevo!”

“Ho capito, James. Perché non vai a scusarti con Domi? Voi siete amici, farete pace in un attimo.”

“Domi è arrabbiata con me.”

“Mia figlia non può essere arrabbiata con te, è una cosa che il suo DNA non permette.”

“Cos’è il DNA?”

“Non importa, adesso” taglia corto lo zio con un sorriso, frugandosi in tasca fino a tirare fuori un’Ape Frizzola “Portala a Domi, va bene?”

“È un’Ape Frizzola” commenta James, guardando il dolcetto “A Domi piacciono molto.”

Bill annuisce “Il modo migliore per chiedere scusa a Dominique è portarle un’Ape Frizzola, vedrai.”

“Zio Bill?”

“Sì?”

“Io non penso sul serio che Domi sia una sirena.”

“Lo so, James, non preoccuparti” risponde lo zio, scompigliandogli i capelli “Ora muoviti, porta la caramella a tua cugina, che tra un po’ noi dobbiamo andare. E dì a mia figlia che Fleur è perfettamente in grado di sistemare i suoi capelli e che non faremo tardi.”

James annuisce, prima di correre di sopra; bussa alla porta e gli apre Roxanne.

“Che vuoi, James?”

“Posso entrare?”

“No.”

“Ho portato un segno di pace.”

Roxanne lo guarda, dà un’occhiata all’interno della stanza e si fa da parte, permettendo al bambino di entrare.

“Io sono qui fuori: hai cinque minuti, James, poi ti porto fuori a calci.”

James guarda la cugina, mentre Roxanne esce, chiudendosi la porta alle spalle: Dominique è seduta sul suo letto, con le braccia incrociate ed una magliettina bianca per evitare di prendere freddo; i capelli sono lievemente spettinati, ma per il resto è sempre precisa ed in ordine come al solito.

“Dom – dom…” mormora il bambino, facendo un passo avanti.

“Io non sono una sirena.”

James esita, ma continua ad avanzare “Scusami se ti ho detto che sei una sirena. Ti ho portato una cosa.”

Le mostra l’Ape Frizzola che tiene in mano e gli occhi chiari di Dominique vengono immediatamente catturati.

“Mi perdoni?”

“Avvicinati.”

Il bambino obbedisce, sedendosi sul letto a debita distanza e passandole la caramella; Dominique la scarta, la mangia, levita per qualche secondo e poi guarda il cugino.

“Ti perdono.”

“Non sei una sirena, sei la mia migliore amica. E zio Bill ha detto che zia Fleur sa rimetterti a posto i capelli! Non farete tardi per colpa mia.”

“E tu non sei un brutto gnomo. Anche tu sei il mio migliore amico.”

James sorride, con uno dei suoi soliti sorrisi contagiosi e carismatici che ha fin da quando è nato, prima di abbracciare con slancio e affetto la cugina.
 


Le volte che Dominique e James hanno litigato si possono contare sulla punta delle dita e la cosa che hanno in comune tutte è un James dispiaciuto che si scusa, un’Ape Frizzola come pegno di pace e la durata di circa dieci minuti tra lo scoppio del litigio e la fine.

James non sa come e perché gli sia venuto in mente il primo litigio con Dominique proprio in quel momento, ma sa che se c’è una cosa che ha imparato dallo zio Bill è che un’Ape Frizzola ha dei poteri magici incredibili e non si riferisce solo a quello di far levitare chi le mangia.

Lui non deve scusarsi questa volta, però. Lui ha solo rispettato la volontà di Dominique e gli è rimasto lontano, è lei che sta cercando di tornare sui suoi passi, mandandolo in confusione.

Sì, però se continua a fare il sostenuto non ricomincerà mai a parare con sua cugina. Soprattutto perché Dominique è troppo orgogliosa e già la mossa che ha fatto è un chiaro segno che sta cedendo. Per lui.

Tira fuori un’Ape Frizzola dalla tasca – ormai è un’abitudine averle sempre con sé – e la lancia in aria, prima di riafferrarla.

Forse vale la pena tentare.






Felpie's Corner
Di nuovo martedì, questa volta mi sono perfino ricordata subito di dover aggiornare! Sì, per chi se lo stesse chiedendo in mezzo al capitolo ci sono delle frasi prese da 500 Days of Summer, leggermente modificate. Mi piace l'idea di Elizabeth che chiede a James di andare ad Hogsmeade per prima, non mi sembra una tipa che aspetta che qualcuno la inviti, autonoma com'è e mi piace anche l'idea che apprezza il tempo passato da sola e che cacci via malamente il suo ragazzo solo perché è presa dal libro che sta leggendo. Come disse Lindsay qualche capitolo fa quella ragazza è troppo avanti per James, davvero. Ma ogni cosa a suo tempo! Intanto lasciamoli andare ad Hogsmeade insieme e bersi una Burrobirra in pace. Cioè, quasi in pace, almeno fino a quando Dominique e Lucian non entrano dalla porta. Che ci faranno insieme quei due? Secondo me non quello che vi aspettate. Però Lucian è sicuramente una persona pericolosa nella sua ambiguità. In questo capitolo niente Lily e niente dramma, ma presto torneranno entrambi alla carica!
Colgo l'occasione, al capitolo 15 di questa storia, per ringraziare tutti voi che la state leggendo, a chi ha recensito gli scorsi capitoli (a voi vi ringrazio un po' di più perché mi fate sempre sorridere tantissimo), a chi sta leggendo in silenzio, a chi ha aggiunto la storia tra preferite/ ricordate/ seguite. La storia è ancora lunga e apprezzo tantissimo il vostro supporto e le vostre attese. Spero di non deludervi!
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 16 - Scorpius ***


Ehh! noi parliamo spesso si
Ma è così
Siamo soli
Ehh! tu non puoi pretendere
Siamo qui
E siamo vivi
Ehh! tutto puo succedere
Ora qui
Siamo soli siamo soli
Siamo soli siamo soli
(Siamo soli - Vasco Rossi)






Halloween è sempre stata una festività molto apprezzata da Scorpius: le decorazioni lugubri, i travestimenti e i dolcetti di ogni genere e forma; non ha mai fatto i biscotti in casa, né si è mai mascherato, ma è una cosa che gli sarebbe sempre piaciuto fare e probabilmente sarà uno di quei segreti che si porterà nella tomba. Una volta Leslie, la loro elfa, lo aveva aiutato ad intagliare una zucca, ma Narcissa, venuta a cena, l’aveva sgridata per avergli insegnato una tradizione babbana tanto inutile e da quel momento Scorpius non aveva più voluto chiedere a Leslie di fare qualcosa di così “poco magico”.

Sarà questo clima che ha sempre amato o sarà il fatto che si sente libero di parlare con lei, ma vorrebbe raccontare a Lily questo suo amore per Halloween: non sa se a Sebastian piaccia effettivamente come festività, ma dopotutto ultimamente ha iniziato a mettere del suo nei bigliettini, sperando che l’amico condivida i suoi pensieri.

Non che lo abbia fatto perché volesse aprirsi con Lily Potter, niente del genere! Figurarsi se lui, il Principino delle Serpi, può pensare una cosa così sciocca. Lo fa solo per Sebastian, ovviamente. Però si diverte davvero.

Vorrebbe quindi parlarle del suo amore per Halloween, ma si ricorda che, in uno dei primi bigliettini che si sono scambiati, la Grifondoro le ha confessato di preferire il Natale, perché Halloween è un giorno triste per la sua famiglia. Chissà cosa le è successo. Potrebbe chiederlo ad Albus ma poi dovrebbe spiegare sia come l’ha saputo sia perché si stia interessando tanto alla faccenda. E poi il suo migliore amico non sembra particolarmente triste quel giorno, quindi forse non è una cosa così importante.

Però sceglie di evitare la domanda e si concentra per trovare qualcos’altro da chiederle.
 


Hai visto com’è stata addobbata la Sala Grande? Ho sentito dire che tuo cugino Fred ha dovuto dare una mano agli elfi e al professor Hagrid ad intagliare le zucche perché lo hanno sorpreso a dormire durante l’ora di Astronomia! Poverino, un po’ mi dispiace, e forse un po’ lo capisco: la professoressa Sinistra è molto brava, ma le sue lezioni sono troppo tardi… a quell’ora, io vorrei già essere a letto.
Pensando al dormire, mi è venuta in mente la domanda per questa lettera: quand’eri piccola, oltre ai musi di drago che ti descriveva tuo zio, ti leggevano le favole? Qual è la tua fiaba di Beda il Bardo preferita?
A me piaceva molto “Baba Raba e il ceppo ghignante”, mi faceva ridere e pensavo al povero re preso in giro da una vecchia signora.
Spero che tu passi una buona giornata,
X

 


Scorpius rilegge la lettera, per assicurarsi di non aver scritto cose che potrebbero infastidire la piccola Potter, e fa un semplice incantesimo per spedirla alla ragazza, prima di scendere a colazione insieme ad Albus e guardarlo abbuffarsi di toast al burro e marmellata.

“Che lezione abbiamo alla prima ora?” chiede il biondo, versandosi del latte nella ciotola.

“Mi sembra Incantesimi” biascica l’amico “Con i Grifondoro.”

“Ho proprio voglia di vedere tua cugina rispondere ad ogni domanda del professor Vitious, che non mancherà di ricordarci quanto lei sia lodevolmente brava e studiosa e perfetta e Pluffe varie.”

“Mia cugina è effettivamente lodevolmente brava e studiosa” gli fa notare Albus “Rose studia decisamente troppo.”

“E a te non dà sui nervi che sia sempre lei la più lodata?”

“No, io a molte di quelle cose non saprei nemmeno rispondere” ammette il giovane Potter “Tu forse dovresti rispondere un po’ di più.”

“Io? Per farmi dire che sono bravo? No, grazie.”

“Andiamo, a tutti fa piacere sentirsi dire che si è stati bravi” ridacchia Albus, imburrando un altro toast – che Scorpius è abbastanza convinto essere il quarto “E voi ve lo meritate: io, per provare l’incantesimo Descendo, ho mandato Sebastian in Infermeria con il rischio di una frattura all’osso sacro.”

“Se non fosse che hai fatto malamente cadere Seb direi che è stata una scena fantastica” commenta Scorpius “Ad Incantesimi succede davvero di tutto, ogni volta.”

“A proposito, dov’è?”

Il biondo alza le spalle “Deve essere uscito mentre facevo la doccia perché non l’ho incrociato. Non vedo nemmeno Jodie, però.”

A quelle parole Albus arrossisce vistosamente, ma cerca di fare finta di niente concentrandosi sulla sua colazione. Cosa che, ovviamente, non passa inosservata e non sfugge all’occhio attento di Scorpius.

“Ma quindi sei uscito con Jodie alla fine?”

“No” risponde in fretta il moro.

“Come no? L’accordo non era sulla vittoria di Quidditch?”

“Sì, ma poi non ci siamo detti più nulla.”

“Sei tu che devi dirle qualcosa, Troll! Non sarà certo lei a venire a ricordarti del vostro appuntamento.”

Scorpius alza gli occhi al cielo, cercando di rimanere calmo di fronte all’ingenuità – o alla stupidità? – dell’amico.

“Lei mi sta evitando.”

“Lei non ti sta evitando.”

“La vedi qui a colazione con noi?”

“Siamo nella stessa Sala Comune e abbiamo lezione tutti i giorni insieme: perfino i corsi a scelta li avete praticamente tutti uguali. È letteralmente impossibile che non la incroci.”

“Adesso non c’è” taglia corto Albus.

“Al?”

“Sì?”

“Sei un idiota.”

Il giovane Potter sbuffa “Io non sono un idiota.”

“Sì, lo sei. Dovrebbero cambiare la definizione di idiota nell’enciclopedia Caneatreteste. Idiota, Albus Potter. Colui che invita la sua migliore amica ad un appuntamento e poi non glielo propone. Non serve nemmeno specificare che la ragazza è Jodie Parkinson e quindi è completamente impossibile che sia lei la prima a venire da te, fa già ridere così.”

“Non ti sopporto.”

“Se vi azzardate a litigare, vi assicuro che vi chiudo in una stanza finché non vi accoppiate.”

A quelle parole il quinto toast – perché ormai un’altra fetta di pane era stata catturata dalla voracità del giovane Potter – si vendica malamente per la poca grazia con cui è stato afferrato e decide di posizionarsi in orizzontale lungo la gola di Albus, facendolo tossire convulsivamente e facendo ridere di gusto Scorpius.

In quel momento, sopraggiunge la ragazza, insieme all’altro ragazzo mancante del quartetto, che guardano senza capire la scena; Albus afferra il bicchiere di succo di zucca e lo manda giù velocemente, pulendosi poi la bocca con la mano.

“Ma che è successo?” domanda Sebastian, confuso.

“Niente, niente, Albus ha deciso di sterminare la popolazione di toast del castello” risponde il biondo tra una risata e l’altra “E loro hanno deciso di fare una rivolta contro di lui.”

“Mi sembrate fuori di testa, tutti e due” commenta invece Jodie, mettendosi seduta – il più lontano possibile da Albus, nota Scorpius.

“Comunque oggi non è giorno da toast” aggiunge il giovane Malfoy “Oggi è Halloween: rubiamo i dolci della cena e li mangiamo in camera nostra come sempre?”

“Io devo finire un tema di Trasfigurazione” dichiara subito l’unica ragazza e ciò che invece sente Scorpius è: “Non voglio respirare la stessa aria di quell’idiota di Albus Severus Potter per più del tempo obbligatorio.”

“Dai, Jodie, non hai mai studiato dopocena e non ci credo che vuoi iniziare proprio stasera” prova allora a dire il suo migliore amico, fingendo di non notare l’occhiataccia che la ragazza le riserva.

“C’è sempre una prima volta. E poi da quando sei così allegro di prima mattina e vuoi festeggiare?”

“Da quando è un po’ che non passiamo una serata decente tutti insieme.”

“Le passiamo tutte insieme” ribatte l’altra.

“Sì, in Sala Comune, dove c’è Logan, dove c’è quell’idiota di Nott, quell’ochetta di Goyle e tutta l’intera Casa Serpeverde. Noi tre passiamo insieme anche la notte se è per questo, ma non la considererei tra il tempo trascorso assieme” Scorpius lancia uno sguardo di sfida alla ragazza, che si limita a bere il suo caffè senza rispondergli.

Il biondo sospira “Dai, Jodie… ti prometto che ti aiuto io oggi pomeriggio con quel tema.”

“Lo hai già fatto?”

“Certo, non è mica uno stupido disegno” esclama Scorpius con un sorriso, tentando di farla ridere.

Jodie sembra soppesare l’offerta dell’amico: fa un movimento con la testa – un misto tra una scrollata di spalle e uno scatto del collo – e il biondo lo prende come un sì, così aggiunge “Vedrai che vi mettiamo poco. E tu adori i dolci di Halloween, sarà una bella serata.”

E forse Albus riuscirà a parlarti.

In tutto ciò gli altri due ragazzi non dicono una parola, immersi in pensieri che Scorpius non capisce e non immagina – ma almeno Albus ha lasciato in pace i toast – ma in quel momento si ritiene soddisfatto: una vittoria con Jodie può sempre essere considerata una cosa positiva.


 
Mi raccontavano talmente tante storie che ho una confusione immensa in testa, anche perché zia Hermione ci metteva in mezzo anche quelle babbane! Devi sapere che a volte dormivamo tutti alla Tana, che è come chiamiamo la casa di nonna, per stare tra cugini e fare colazione con le torte fatte in casa di nonna, e gli zii a turno ci tenevano d’occhio per la sera, lasciandoci poi lì per la notte con i nonni. Quindi ogni volta avevo uno zio diverso che mi raccontava le favole della buonanotte ed ognuno aveva la sua preferita!
Per quanto riguarda Beda il Bardo, a me piace molto “La fonte della buona sorte”: trovo che dia un bel messaggio, non pensi? Però anche Baba Raba mi piaceva parecchio: era la preferita di Roxanne, sentivo dalla camera che condividevo con mia cugina Rose che gliela raccontavano quasi ogni sera!
Ti piace Halloween come festa? La Sala Grande è meravigliosa, strano ma vero Fred ha fatto un ottimo lavoro (non dire che te l’ho detto, direbbe che lui fa sempre un ottimo lavoro) e non vedo l’ora di mangiare i dolci questa sera. L’anno scorso avevo mangiato tantissimi unicorni di zucchero, ma anche i ragni di gelatina erano fantastici: sono curiosissima di vedere cosa ci prepareranno gli elfi quest’anno.
Un mucchio di scintille,
Lily Luna

 


Se Scorpius avesse dovuto scommettere su quale fiaba fosse la preferita della piccola Potter, avrebbe probabilmente puntato tutti i suoi galeoni su “La fonte della buona sorta” perché, davvero, è proprio da lei.

Si ritrova quindi a ridacchiare, in maniera talmente tanto evidente che Albus lo guarda confuso e gli chiede se va tutto bene; il biondo muove la mano per minimizzare la cosa e nasconde il bigliettino: non saprebbe davvero come spiegare al suo migliore amico che sta ridendo per una cosa che ha pensato su sua sorella. Sicuramente non detto così, perché forse perfino quel cucciolo di Puffskein di Albus lo prenderebbe a pugni.

Il giovane Potter fa un cenno con la testa verso Sebastian, che sta seduto a qualche posto di distanza, mentre parla con la sorella, venuta a salutarlo al tavolo dei Serpeverde dove stanno facendo i loro compiti insieme – e sicuramente reclutata per risolvere qualche problema di Pozioni, Trasfigurazione, Antiche Rune, insomma, qualunque cosa.

“Non ti sembra che Seb sia un po’ strano, oggi?” sussurra il moro, abbassando la voce per non farsi sentire dal ragazzo in questione.

Scorpius stringe le labbra: non si è accorto di nulla. Non che di solito abbia questo occhio per certi cambi di umore, però quando Albus o Jodie hanno qualcosa che non va lo nota. Con Sebastian a quanto pare no.

“Non so che dirti, mi sembrava normale.”

“Non lo so, è più silenzioso del solito.”

“La professoressa Althea non lo ha nemmeno sgridato oggi” commenta il biondo e Albus solleva le spalle.

“Può essere che ha la luna storta. Volevo sapere se tu ne sapessi qualcosa, ma magari non è davvero nulla.”

“Io non so niente” conferma Scorpius, guardando di sottecchi Sebastian.

Quello che l’amico ha, però, lo scopre dopo poco, appena saluta Albus, che va a in Guferia a spedire una lettera ai genitori; Sebastian gli si avvicina, mentre è in sala Comune per aspettare l’orario prefissato per lo studio con Jodie.

“Scorp, ti posso parlare?”

Il biondo batte le palpebre un paio di volte, prima di annuire, mettere un segnalibro nel punto in cui è arrivato ed appoggiare il libro sul divano di pelle nera.

“Che succede?”

Sebastian si siede accanto a lui e lo guarda serio, prima di domandare “Continui sempre a scrivere bigliettini a Lily?”

“Ogni giorno, sì. Te li sto raccogliendo tutti in una busta, lo sai.”

“E ti ha mai accennato al fatto che… si stesse sentendo con qualcuno?”

Scorpius lo guarda e scuote la testa “No. In realtà non gliel’ho mai chiesto, ma non me ne ha mai nemmeno parlato.”

L’amico annuisce e dichiara l’ultima cosa che Scorpius si sarebbe mai aspettato “Devi smettere di scriverle.”

Come?

“Che?!”

“Hai capito. Non scrivere più a Lily.”

“Come ti è venuta questa idea folle?” protesta il biondo “Prima mi hai supplicato per farlo ed ora dici che devo smettere? Ma a che stai pensando?”

“L’altro giorno le ho chiesto di uscire.”

Scorpius sgrana gli occhi “Tu che cosa?!”

“Hai capito benissimo, Scorp, smettila di ripetere ciò che dico.”

“Perché non me lo hai detto?”

“Perché Lily ha detto di no” risponde a bruciapelo Sebastian e l’amico rimane a bocca spalancata “Ha detto di no perché si sta già sentendo con qualcuno.

“Sì, un qualcuno che sei tu.”

“No, è un qualcuno che sei tu. O meglio, forse è un misto di me e te. Un te che cerchi di imitare come penserei e risponderei io.”

“E non potevi dirglielo?”

“No, non ha nemmeno preso in considerazione l’idea che potessi essere io il suo ammiratore segreto.”

Scorpius si bagna le labbra con la lingua, prima di domandare “Ma perché non me lo hai detto prima? Glielo avremmo chiesto tramite bigliettino o le avrei detto che ti saresti fatto avanti a voce. Qualsiasi cosa insomma! Immagino l’avrai anche colta alla sprovvista.”

“Non è questo il punto.”

“Qual è il punto allora?”

“Il punto è che Lily si sta sentendo con qualcuno e questo qualcuno deve smettere di sentirsi con Lily. Quindi tu devi smettere di scriverle bigliettini.”

“E credi che così accetterà il tuo invito?” chiede confuso il biondo.

“Sì.”

“Lo sai che non succederà, vero?”

“Forse sì. Cosa ne sai tu?”

Perché Lily Luna Potter è la ragazza più testarda che Scorpius abbia mai conosciuto e perché non lascerà andare l’ammiratore misterioso tanto facilmente, solo perché lui vuole interrompere qualsiasi contatto.

E perché, anche se il biondo non ha intenzione nemmeno di pensarlo, onde evitare che questa minima insignificante cosa si insinui nella sua mente, a Scorpius piace parlare con Lily e non vuole che lei possa in qualche modo soffrire o stare male per una cosa che le ha scritto lui.

“Lo so perché ho conosciuto Lily in questi ultimi due mesi e so che non è una che si butta immediatamente tra le braccia di un altro ragazzo, solo perché io smetto di scriverle.”

“Tu intanto non scriverle più, poi vedremo” ribatte Sebastian e il biondo si chiede se per caso non ha perso sul serio il Lumos della ragione.

“E cosa le dovrei dire, scusa? “Mi dispiace, Lily, non possiamo più parlare perché la vera persona che ti dovrebbe scrivere questi bigliettini è stato un idiota fin dall’inizio ed ora si è pentito di non averti chiesto prima di uscire”?”

“Quello che ti pare. Sei tanto bravo a parlarci, ti inventerai qualcosa” risponde bruscamente l’altro, scuro in viso.

“Se hai trovato il coraggio di chiederle di uscire perché non le confessi che sei tu il misterioso ammiratore?”

“Perché sarei ridicolo. Ed io non le ho mai scritto mezza lettera.”

Scorpius si deve mordere la lingua per non rispondergli che è assolutamente ridicolo, anzi, è decisamente più ridicolo adesso di quando gli ha fatto quella stupida proposta, e si trattiene solo riflettendo sul fatto che Sebastian sembra arrabbiato con lui e che una cosa del genere potrebbe scatenare molto di peggio.

Ma che Salazar c’entra lui? Lui è quello usato in tutta questa storia. E lo sapeva che la piccola Potter gli avrebbe procurato solo guai, è per lei che ora sta litigando con uno dei suoi amici più cari.

“Seb, ti prego, ragiona per cinque secondi: non posso smettere di scriverle così, di punto in bianco. Capirà che c’è qualcosa che non va, si immaginerà mille e uno cose che possono essere successe e ci starebbe male. E non sarebbe giusto.”

“Non mi interessa come lo fai, ma fallo” replica Sebastian “Inizia ad essere freddo e distaccato, inizia a mandarle meno biglietti, fai quello che ti pare. Ma interrompi al più presto questo scambio di biglietti. Dovrebbe essere facile per un tipo come te.”

A quelle parole Scorpius si irrigidisce e mormora “Perché, che tipo è uno come me?”

“Un degno Principe delle Serpi, no? Sei quello intelligente, razionale, algido e poco empatico. Quello che tiene a sé stesso e a pochi altri. Com’è che ti aveva detto quella tipa con cui eri uscito?”

“Che ho il cuore freddo come i Sotterranei…” sussurra il biondo.

“Ecco, quello volevo dire.”

In quel momento Scorpius vorrebbe urlare contro Sebastian, anche se non sa nemmeno che cosa dirgli. Però vorrebbe urlare. Anche se lui non è uno che urla e, anzi, detesta le persone che quando litigano urlano e fanno scenate.

Vorrebbe dirgli che lui non ha il cuore freddo come i Sotterranei se una cosa gli importa sul serio. Vorrebbe ricordargli che è stato lui a chiedergli quel favore così ridicolo. Vorrebbe ricordargli che aveva anche insistito mentre Scorpius se lo sentiva che sarebbe stata una pessima idea. Vorrebbe fargli notare che ora non è carino che se la prenda con lui, solo perché Lily gli ha detto che si sta sentendo con qualcuno – che poi sarebbe sempre lui stesso.

Vorrebbe urlargli che lui non è un mostro senza sentimenti.

“Lo farai?” domanda Sebastian, dopo qualche minuto di silenzio e Scorpius annuisce.

“Sì, lo farò. Ma non subito, deve essere una cosa… graduale. Non voglio smettere di botto di scrivere a Lily, mi sembra una cattiveria che non si merita.”

“Come ti pare, però non far passare troppo tempo.”

“Ho capito, ho capito.”

“Certo che ti sei proprio affezionato, se te lo avessi chiesto un mese fa avresti smesso senza pensarci due volte.”

“È la sorella di Albus ed è una brava ragazza, in fondo” minimizza il biondo.

“Vedi che facevo bene ad aver paura che ti innamorassi di lei?”

“Io non sono innamorato di Lily, puoi stare tranquillo, Seb” sbuffa Scorpius, alquanto provato da tutta quella conversazione – e anche un po’ infastidito – mentre l’amico sembra improvvisamente di buon umore.

“Meglio così.”

Lui non è innamorato di Lily Potter. Pensa solo che la cattiveria non se la merita una ragazza tanto dolce.

Scorpius annuisce, più per ingannare il tempo che per altro, prima di ricordarsi l’appuntamento con l’amica e salutare Sebastian “Devo andare, Jodie mi aspetta in biblioteca.”

“Ci vediamo a cena dopo?”

“Sì.”

“Ruberò qualche dolcetto per stasera per aspettarvi.”

All’improvviso, però, Scorpius non ha tutta questa voglia di festeggiare Halloween e di stare con i suoi amici; anzi, sarebbe più corretto dire che la voglia gli è passata proprio del tutto e che sta andando in Biblioteca solo per non far studiare l’amica di sera – visto che sa che è una cosa che odia – altrimenti potrebbero passare tranquillamente la serata ognuno per conto suo.

Jodie non parla con Albus, Albus non parla con Jodie e lui ha parlato con Sebastian pure troppo per quella giornata: la prospettiva di loro quattro in una sola stanza non è poi così allettante.
 


Per Morgana, deve essere stato divertente passare le notti così, tutti i cugini insieme. A me le favole della buonanotte le hanno lette per poco tempo, nonna la trovava una cosa un po’ sciocca, quindi da quando ho sei anni ho preso l’abitudine di leggere io, prima di addormentarmi. Credo che, ancora adesso, se non leggo almeno tre pagine non riesco a dormire! Il che è alquanto fastidioso quando magari c’è una festa in Sala Comune e torniamo in stanza tardi: sicuramente i miei compagni di stanza non lo apprezzano! Però poi gli do i miei compiti di Pozioni, quindi mi perdonano facilmente.
Te lo confesso: io adoro Halloween. E adoro anche gli unicorni di zucchero, ma questa cosa non dovrà mai saperlo nessun altro a parte te, perché penso che mi rovinerei la reputazione. Ma sono… calamitosi! Cioè come fai a vedere quel bellissimo unicorno bianco e spesso e non mangiarlo? Impossibile. E poi mi piacciono molto i fantasmi di meringa e cioccolato, ma quelli mi sembrano un classico che non tramonta mai.
Avevo un po’ paura a parlarti di Hallooween, avevo capito che non è un bel periodo per la tua famiglia, però da come ne parli sembra piacerti molto! Ti auguro di trovare la nocciola nella torta Cercanoce, in ogni caso: io non la trovo mai. Come sai, si dice che porti fortuna, ma io credo che una torta al cioccolato sia già una bella fortuna anche se non trovi la minuscola nocciola sparsa da qualche parte nell’impasto. Magari ti rompi anche un dente mordendola per sbaglio!
Ho sentito dire che questa sera ci sarà una festa clandestina organizzata dai Grifondoro nella Stanza delle Necessità: dovreste stare più attenti o la McGranitt lo scoprirà. Ha orecchie dappertutto quella donna. Lo sai che può diventare un gatto?
Andrai alla festa? E se sì, da cosa ti maschererai?
Uno spaventoso Halloween per te,
X

 


Scorpius rilegge la lettera almeno due volte: forse ha parlato – scritto – di cose un po’ troppo personali e, soprattutto, più sue che di Sebastian. Ma tanto non dovranno più parlare a breve, no? Può comportarsi come gli pare – e come gli riesce più naturale, soprattutto.

“Che cosa scrivi?” esclama Jodie, comparsa all’improvviso davanti a lui, cogliendolo totalmente di sorpresa; è arrivato presto in Biblioteca, in modo da avere il tempo per rispondere alla lettera di Lily e non si aspettava di metterci così tanto – o è Jodie che è arrivata prima? – quindi si affretta a nascondere il bigliettino tra i libri e fare finta di niente, pregando Merlino che l’inchiostro si sia asciugato e non sporchi la pergamena.

Scorpius detesta che le sue pergamene siano sporche di inchiostro.

“Niente, niente.”

“Dai, fammi leggere” insiste la ragazza, sedendosi accanto all’amico.

“No.”

“Hai un’ammiratrice? O sei tu ad avere una cotta per qualcuno?” commenta maliziosa Jodie, guardandolo con un sorriso furbetto.

“Hai sbagliato camino, non ho una cotta per nessuno.”

“Se ce l’avessi me lo diresti?”

“No.”

“E allora come potrei saperlo io?”

“Lo sapresti perché sarebbe la fidanzata di Scorpius Malfoy.”

“Ti credi così irresistibile?”

Scorpius ghigna “Non lo sono?”

L’amica lo guarda, prima di scoppiare a ridere e scompigliargli i capelli “Alcune potrebbero trovarti affascinante, Malfoy, lo ammetto.”

“Tu no?”

“Io no. Ti ricordo che ti ho visto indossare delle mutande con un pupazzo di neve e un pigiama con uno Snaso.”

“Avevo sei anni.”

“Sette ed è un ricordo che non andrà mai via dalla mia mente.”

“Quel pigiama era meraviglioso.”

“Quello forse sì, le mutande decisamente no” sogghigna la ragazza, prima di dargli una gomitata “Allora me lo vuoi dire chi è la ragazza misteriosa?”

“Non c’è nessuna ragazza misteriosa. E noi dobbiamo studiare Trasfigurazione o ci staremo tutta la sera.”

“Sei noioso.”

Scorpius sta per risponderle che, se proprio vuole parlare di ragazzi, amori e fidanzamenti vari, potrebbe raccontarle di Albus e di che razza di Troll siano entrambi. Ma si trattiene, in primis perché non è carino dare del Troll ad una ragazza – mentre con Albus non si farebbe nessuno problema – e in secundis perché Jodie potrebbe picchiarlo e fargli molto male.

Chi è che ha detto che le ragazze non fanno del male ad una mosca non ha mai conosciuto Jodie Parkinson.

“Lo faccio per te e per mangiare dei dolci in santa pace.”

“Non puoi scriverlo tu?”

“No, perché quest’anno abbiamo i G. U. F. O.”

“Sembri mia madre” sbuffa Jodie “Dice sempre che devo studiare ora o finirò come lei a fare quattro lavori per avere uno stipendio finale decente.”

“Tu non finirai così. Però devi studiare perché altrimenti a Magisprudenza non ci entrerai mai.”

“Dicevo di volerci entrare quando avevo dieci anni.”

“Non abbiamo più parlato del nostro futuro circa da quel momento” le fa notare l’amico.

“E forse preferisco così” taglia corto la ragazza “Forza, allora, concentriamoci su questo dannato tema, che ho già fame.”

Scorpius sorride, fiero di aver vinto la discussione, prima di aprire il libro e guardare la ragazza prendere pergamena e calamaio.

Non ha alcuna voglia ancora di fare quella piccola festicciola tra loro che lui stesso ha proposto, però, quando Jodie si appoggia esausta sulla sedia, ma con un sorriso soddisfatto in viso, Scorpius è proprio contento.

“Abbiamo finito, eh…” commenta la ragazza “Certo che studiare è faticoso.”

“Però non ti senti meglio, ora?”

Jodie lo guarda, prima di sogghignare “Mi sento meglio ora al pensiero che ci aspetta un ottimo banchetto. Andiamo?”

“Vai, ti raggiungo là, passo ad appoggiare i libri in dormitorio. Vuoi che porti anche i tuoi?”

“Sei fantastico” esclama la ragazza, schioccandogli un bacio sulla guancia ed alzandosi senza aggiungere altro; però, quando sta per oltrepassare la libreria che li separa dal resto della stanza, si ferma e sussurra “Grazie, Scorp.”

Scorpius sorride, ma non aggiunge altro e non si preoccupa che Jodie lo veda; dopo cinque minuti da quando l’amica ha lasciato la stanza, il biondo si alza e va verso il primo piano: in realtà vuole vedere se Lily ha risposto alla lettera che le ha inviato mentre la Serpeverde era concentrata sul tema. Se proprio deve concludere questa cosa, vuole che la piccola Potter si diverta ancora per un po’.

Perché? Perché lui è educato e gli hanno insegnato così, mica per altro.
 


Se ti può consolare anche le mie compagne di stanza mi copiano sempre i compiti di Pozioni, però è uno scambio equo perché Irene fa quelli di Erbologia e Danielle quelli di Divinazione.
E tranquillo, manterrò il segreto, non dirò a nessuno questo tuo amore per gli unicorni di zucchero che, come ti ho detto, ricambio in pieno.
Io non so che status di sangue tu abbia (anche perché non mi importa per niente), ma immagino che tu sia un Mezzosangue o un Purosangue: non puoi essere un Nato Babbano e non conoscere alcuni oggetti dell’aula di Babbanologia! Comunque immagino saprai chi era Voldemort e della guerra magica in cui molti dei nostri parenti hanno dovuto combattere: devi sapere che i miei nonni sono stati degli eroi perché lo hanno sfidato personalmente (tre volte a quanto mi ha raccontato nonno Arthur, mentre nonna Molly non sentiva – non vuole che sappiamo queste cose, non so perché) e hanno protetto mio padre quando era piccolo. Voldemort è andato da loro nel giorno di Halloween di tanti anni fa e quindi papà è sempre un po’ giù in questo giorno. Ma anche a me piace molto come festa e se è vero che mia nonna e mio nonno sono stati degli eroi penso che sia giusto festeggiarli. Avrei davvero voluto conoscerli: dicono che mio nonno assomigliasse molto a James e che io assomigli molto a nonna. Ho visto una foto e abbiamo gli stessi capelli rossi! Però gli occhi verdi li ha presi Albus, quel ladro.
Io, invece, trovo sempre la nocciola! Albus dice che sono troppo fortunata e che secondo lui imbroglio, ma secondo me lo dice solo perché vorrebbe trovarla lui, ogni tanto. Ma non succede mai, quindi quand’era piccolo mamma gliene dava uno per evitare crisi familiari. Però sì, bisogna stare sempre attenti o ci si fa davvero male mordendola per sbaglio. Mia cugina Rose (sono abituata a specificare quando parlo di una cugina perché se no non si capisce a chi mi riferisco) mi ha raccontato che alcuni Babbani, per chiedere alle proprie fidanzate di sposarsi, mettono l’anello in una torta. La mia domanda è: ma non si fanno male? Cioè pensa mordere un anello di metallo! Quello sì che fa male, mica una nocciola.
Le voci girano a quanto pare: sì, andrò alla festa e mi vestirò da Banshee. Sono sicura che sarà divertente – anche perché credo ci sia lo zampino di mio fratello. Che strano, ha trovato un altro modo di finire in punizione. Tu come passerai la serata?
Un mucchio di unicorni di zucchero,
Lily Luna

 


Scorpius ghigna, mentre legge la lettera andando in direzione della sua Sala Comune; i corridoi sono deserti, tutti saranno al banchetto e lui deve affrettarsi o quel divoratore-di-toast-che-poi-sarebbe-il-suo-migliore-amico finirà tutte le patate arrosto.

Però “un mucchio di unicorni di zucchero” l’ha fatto davvero ridere: all’inizio non se ne era nemmeno accorto, poi guardando meglio ha notato che la ragazza ha cambiato il suo strambo modo di rispondere solo per lui.

Appoggia la lettera sopra i libri che lancia malamente sul letto e va verso la Sala Grande, dove Albus gli ha tenuto un posto accanto a lui e – incredibilmente – anche delle patate arrosto.

“Ci hai messo una vita!” esclama il moro, tra un boccone e l’altro.

“Scusatemi, sono tornato in dormitorio ad appoggiare i libri” si scusa il ragazzo “Pensavo Jodie ve lo avesse detto.”

“Io l’ho detto, ma i tuoi amici erano più interessati al cibo che a te.”

“Non far finta di averlo aspettato” interviene Sebastian “In pratica sei stata la prima ad iniziare a mangiare.”

Scorpius ridacchia, vedendo la faccia indispettita dell’amica, e prende del pollo da accompagnare alle patate, mettendosi ad ascoltare Albus che chiacchiera di qualcuno visto in Guferia e Sebastian che racconta di un torneo clandestino di Gobbiglie che si vocifera esserci nella Sala Comune dei Tassorosso. Guarda Jodie ridere e Albus rischiare di strozzarsi, trovandosi costretto ad intervenire dandogli dei colpetti sulla schiena.

Lancia poi uno sguardo agli altri tavoli: si sofferma poco su quello dei Tassorosso dove, a parte Luke, l’altra Prefetto, Molly Weasley e l’altro Caposcuola, incontrati alle riunioni, non conosce nessuno, né su quello dei Corvonero – motivi simili – ma invece i suoi occhi vagano molto sul tavolo dei Grifondoro.

Lily è seduta accanto alle sue amiche e al suo fedele cugino, ha la forchetta con un po’ di spinaci – o comunque una cosa verde – in aria e sta ridendo di qualcosa; da dove è seduto, Scorpius la vede perfettamente: mangia con appetito, chiacchiera e, soprattutto, non smette un attimo di sorridere.

Ha un sorriso contagioso, la piccola Potter. Anche Albus ce l’ha, anche se fino a quel momento il Serpeverde non ci ha mai pensato; ora è pronto a scommettere che anche il maggiore dei tre lo abbia ereditato. La sua amica Danielle deve averle fatto la treccia perché è molto precisa e tenuta ben ferma e il nodo della cravatta è perfetto – altro che quello di Albus.

Pensa al fatto che sta aspettando un messaggio dal suo ammiratore segreto, al fatto che sia in attesa di un appuntamento con questo ragazzo del mistero, al fatto che dovrà subire una delusione. E, soprattutto, che a fare questa cattiveria sarà proprio lui. Anche se Lily la cattiveria non se la merita: è troppo innocente per soffrire per amore.

La guarda, mentre scoppia a ridere di nuovo; poco dopo Lily alza lo sguardo ed incrocia gli occhi grigi del ragazzo: strizza le palpebre, come per essere sicura che Scorpius stia guardando proprio lei, prima di sorridergli e muovere la mano in cenno di saluto.

Scorpius è preso alla sprovvista, fa un rapido sorriso cercando di non risultare ridicolo ed alza la mano per rispondere; un attimo dopo la ragazza è richiamata alla conversazione da suo cugino e il biondo rimane a guardarla per qualche istante, prima di darsi dell’idiota e mangiare un unicorno di zucchero.

No, Lily Luna Potter la cattiveria non se la merita proprio per niente.






Felpie's Corner
Insomma, buon Halloween, gente! (Halloween? Ma che Halloween, Felpie è pazza, qui è quasi San Valentino). Forse la canzone che ho scelto per questo capitolo non ci sta molto, ma ehi, domenica è San Valentino e volevo essere vicina ai single come me che si vedranno sommersi da immagini di amore per tutta la settimana (com'è che si dice? Ridere del proprio problema è il primo passo per superarlo? Si dica come si dica, insomma, mettiamo anche un po' di Vasco a questa storia, che comunque male non fa).
Spero che vi siano piaciute le lettere di questa settimana e il contrasto interiore di Scorpius che no, non si sta per niente affezionando. Sì, certo, come no. Raccontiamo a tutti il nostro amore per gli unicorni di zucchero e per le favole della buonanotte.
La torta Cercanoce me la sono inventata di sana pianta, ma immaginatevela come una torta al cioccolato con dentro una nocciola: chi trova la nocciola è il fortunato vincitore.
Insulti a Sebastian tra tre, due, uno... sì, sicuramente sta dando il meglio di sé e sta coinvolgendo Scorpius che, poverino, non c'entra nulla (sì, più o meno). Però l'invito non poteva rimanere così nell'aria e non avere un seguito: seguito negativo, a quanto pare, soprattutto per Scorpius e per i bigliettini. Ma non temete non spariranno tanto presto! (Si sa, Scorpius ci tiene ad essere educato).
Mi piace l'idea che Pansy dica alla figlia di studiare per non finire come lei (non l'ho mai particolarmente apprezzata, ma, ehi, diamo a tutti una seconda possibilità) e vedo molto Jodie come una che può voler entrare a Magisprudenza, un po' contagiata dal desiderio di Elizabeth (me le vedo amiche quelle due) e un po' anche lei per far valere la giustizia.
Auguro un buon San Valentino (anche se Halloween mi piace decisamente di più come festività) a tutti gli innamorati e a tutti gli altri di mangiare tanta cioccolata e dolci di Carnevale (cosa che ho intenzione di fare io).
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 17 - Dominique ***


Accettami è vedrai insieme cresceremo
Qualche metro in più e il cielo toccheremo
Più alti dei giganti più forti di Godzilla
Faremo una crociera su una nave tutta gialla
Andremo su un'isola che sembra disegnata
Con colori enormi e un mare da sfilata
Per quanto mi riguarda ho fatto già il biglietto
Ti prego non lasciarlo accanto a un sogno in un cassetto
Amo, amo è qualcosa di speciale
Su e giù per lo stomaco è come un temporale
Amo, amo è il sugo sulla pasta
Finché non è finito non saprò mai dire basta
Amo, amo è un dono di natura
Perché la nostra storia non è solo un'avventura
Amo, amo è una semplice canzone
E serve a me per dirti che sei una su un milione
(Una su un milione - Alex Britti)






Dominique si sveglia quella mattina con un gran mal di testa e la consapevolezza che ogni volta che dà retta a Dorcas – alias la sua migliore amica – finisce sempre bene. Cioè, finisce sempre male. In questo caso con un mal di testa da manuale. Perché non se lo è immaginato quando Dorcas si è presentata in camera con una bottiglia di Acquaviola – che non vuole nemmeno sapere dove ha preso – dicendo che se proprio dovevano essere tristi e sole meglio farlo con un po’ di alcol in corpo?

Che non sarebbero andate alla grande festa nella Stanza delle Necessità lo avevano entrambe deciso mezzo secondo dopo che Roxanne le aveva invitate; certo, era stata carina ad aver pensato a loro e ad essersi preoccupata per loro, ma il pensiero che era balenato nella testa di entrambe – più o meno contemporaneamente – era stato “No, grazie”.

Ovviamente la bottiglia di Acquaviola sarebbe stata anche per Elizabeth ma, altrettanto ovviamente, lei alla festa c’era andata. Cioè era ovvio in quanto ragazza ufficiale di James, altrimenti era sempre stata una che si teneva lontana da questi eventi illegali e contro le regole. E a quanto pare la festa era andata molto bene perché, quando le due ragazze erano andate a dormire, con la testa leggera e la stanza che girava, la terza non era ancora rientrata.

Dominique chiude gli occhi, mettendovi una mano sopra: una parte di lei vorrebbe controllare se Elizabeth è davvero tornata e che non si sia fermata da qualche parte con James, mentre il resto del suo cervello – la parte decisamente più razionale – gli suggerisce che no, forse è meglio non controllarlo, se non vuole iniziare la mattina con un bel malumore.

Però deve fare pipì e deve assolutamente prendere una di quelle pillole contro la sbornia che Roxanne gli ha regalato qualche tempo fa, quindi si alza e lancia involontariamente uno sguardo verso gli altri letti della stanza. Ci sono due fagotti sotto entrambe le coperte quindi sì, Elizabeth è tornata a dormire in camera. Non si sa a che ora, ma almeno ci è tornata.

Dominique sospira, chiudendosi in bagno; si guarda allo specchio: ha delle leggere occhiaie, il viso un po’ pallido e i capelli sporchi, quindi urge una doccia, per recuperare almeno un minimo di dignità che, è sicura, ieri si è giocata tutta con Dorcas. La doccia è sempre stato un momento piacevole per la francesina, specie con l’acqua un po’ tiepida in modo da far partire la circolazione del sangue e darle la carica per la giornata; si prende tutto il tempo sotto il getto d’acqua, si streccia dolcemente i capelli e poi si va a vestire, decisamente rinvigorita.

Elizabeth è seduta sul letto, mentre si stiracchia in silenzio e le fa un sorriso nella penombra della camera, prima di prenderle il posto in bagno; Dominique guarda un attimo la porta chiudersi alle spalle dell’amica: vuole sinceramente bene alla compagna di stanza ed è convinta che sia una ragazza fantastica. Avrebbe creduto fortunato chiunque fosse stato in grado di stare al suo fianco e lo crede tutt’ora. Però non riesce a immaginare che quel qualcuno sia James.

Pensare che ieri siano stati ad una festa insieme, che si siano baciati, che suo cugino le abbia detto quant’era carina e che le abbia toccato i capelli, sfiorato le guance e accarezzato il collo, le fa immediatamente posare un peso sul petto e l’aria si fa di colpo irrespirabile nella stanza; esce in fretta e furia, cercando di non svegliare Dorcas e si precipita in Sala Grande, dove spera che una buona tazza di caffè le tolga ogni minimo segno della sbornia della sera prima e che un biscotto le dia l’affetto necessario per iniziare la giornata.

Di biscotti ne servono sei, ma la ragazza almeno riesce a svegliarsi e a ricordarsi che ha lezione più tardi quella mattina perché il professor Hagrid ha un’esercitazione con i ragazzi del quinto anno: sbuffa, pensando che avrebbe potuto dormire di più come Dorcas, che ancora non si è vista a colazione. Quindi Dominique torna in Sala Comune per andare a svegliare – disturbare – l’amica – che se lo merita, dopo averla costretta a bere ieri sera – e incontra casualmente suo fratello, che sta scendendo un po’ in ritardo per fare colazione: ha i ricci in disordine e un po’ scesi, l’espressione assonnata e la camicia allacciata male.

La sorella maggiore ridacchia non appena lo vede e Louis la guarda confuso e forse ancora un po’ addormentato.

“Ciao Lou, sei andato alla festa ieri?”

“Oui, ci sono andato con Lys” risponde il fratello, prima di aggiungere frettolosamente “Perché Lorcan non ci voleva venire.”

Dominique sorride divertita “Non ti devi giustificare per passare del tempo con Lysander, è il tuo migliore amico dopotutto, no?”

Vedendo che Louis è leggermente in imbarazzo dalla piega che sta prendendo la conversazione, la ragazza domanda “Ti sei divertito? Era una bella festa?”

“Oui, i Grifondoro fanno davvero molta baldoria quando vogliono. Hugo era eccitatissimo per la sua prima festa nella Stanza delle Necessità.”

“La prima?”

“Mi ha detto che Rose non ce lo mandava gli anni scorsi, diceva che era troppo piccolo. E poi Fred mi ha raccontato che ad alcune feste c’è un limite minimo di età per partecipare.”

“Fred racconta tante cose.”

“Non è vero?”

“Sì, è vero. Ma poi in realtà entrano tutti, se non si lasciano spaventare da questa diceria” confessa Dominique “Hai un aspetto un po’ orribile comunque, fratellino. Hai bevuto?”

“Ho tredici anni, Domi! Pensi che io possa bere?”

“Quasi quattordici, come ci tieni sempre a ricordarmi. Ripeto: hai bevuto?”

Louis arrossisce “Ho provato un po’ di Acquallegra…”

“E per quanto tempo hai riso dopo?”

“Dieci minuti.”

Dominique ridacchia, prima di scompigliargli i capelli “Poteva andare peggio. La prima volta che l’ho bevuta io ho riso per mezz’ora filata e James e Roxanne non sapevano come farmi smettere.”

“Davvero?” commenta divertito il più piccolo.

“Davvero. Avevo anche io quasi quattordici anni, credo fosse la mia prima festa” ammette la maggiore “Quindi non posso certo sgridarti. Posso però consigliarti fortemente di farti una bella doccia.”

“L’ho fatta.”

“Intendevo con il sapone. Tanto sapone.”

Louis la guarda male, così Dominique aggiunge “E soprattutto dovresti lavarti i capelli: sono il segno più evidente di una nottata di follie.”

Ora lo sguardo del più piccolo è più confuso che altro, mentre domanda “Ma non è che hai bevuto anche tu?”

“Non posso rivelare certe cose con il mio fratellino minore” Dominique gli fa l’occhiolino “C’era anche Thomas?”

“Sì, era con Colin, il Cercatore dei Grifondoro.”

“Ho capito chi è, non sapevo fossero amici.”

Louis annuisce “Stanno in camera insieme. È molto simpatico, ride in continuazione, ma fa delle battute che non capisce nessuno. Comunque Tommy mi ha chiesto di te.”

“Sì?” chiede distrattamente la ragazza.

“Ha detto che è un po’ che non passate un po’ di tempo insieme, voleva sapere se saresti venuta e se avresti ballato con lui.”

Le fa un po’ di pena suo cugino in quel momento e anche tanta tenerezza: non vorrebbe che pensasse che lo stia evitando o che è rimasta turbata da ciò che le ha detto – cioè i primi cinque minuti è effettivamente stata un po’ turbata, ma poi era passato subito – perché lui non c’entra nulla. Semplicemente in quel periodo sta evitando proprio tutti.

“E Hugo si è divertito?” cambia argomento rapidamente la maggiore, onde evitare di addentrarsi in discussioni non piacevoli.

“Ha ballato tutta la sera perché Lily lo ha trascinato in pista e non l’ha più lasciato andare.”

Dominique scoppia a ridere “Una gran serata, a quanto pare.”

“Come mai tu non sei venuta?”

“Te l’ho detto, avevo delle cose da finire e Dorcas mi aveva chiesto di aiutarla con Incantesimi.”

“Non ci credo che la sera di Halloween sei stata a studiare.”

“Abbiamo rubato dei dolcetti e fatto festa tra noi dopo” specifica la maggiore e Louis storce il naso, poco convinto.

“Mi dispiace che ti sia persa la festa, in ogni caso, è stata molto divertente. Senti, ma tu sapevi di James ed Elizabeth?”

Dominique si acciglia, involontariamente “James ed Elizabeth cosa?”

“Che stanno insieme. Ufficialmente credo. Li ho visti sbaciucchiarsi in disparte.”

Oh, quello. Sì, sicuramente Dominique lo sapeva.

“Sì, mi sono giunte queste voci” risponde bruscamente.

“Che cosa ne pensi?”

“Io?”

“Sì. Sei la cugina più legata a James, dopotutto.”

Cugina. Certo, è quello lei per James.

Quella conversazione sta diventando molto faticosa, improvvisamente.

Dominique cerca di mostrarsi indifferente, alzando le spalle “Se James è felice, sono contenta per lui. Ed Elizabeth è una brava ragazza, si merita un ragazzo speciale.”

“Ho sempre pensato che a James piacessero le ragazze intelligenti” sussurra Louis, come se le stesse confidando un segreto “Per questo va così tanto d’accordo con te. Vi assomigliate un po’, tu ed Elizabeth, lo sai? Solo che tu sei più bella e più spiritosa.”

Sì? Bene, le assomiglia anche. Ora sì che è contenta.

“Sì?” commenta Dominique, mostrando una falsa sicurezza “Non me lo avevano mai detto.”

“Che sei bella e spiritosa?”

Suo malgrado, la ragazza sorride e scuote la testa.

“Comunque credo che tu debba andare: non sei già in ritardo per la prima ora?”

“Damnation!” esclama il ragazzino “Spero che Lorcan mi abbia preso un muffin. Corro, ho Pozioni. Ciao Domi.”

E non aspetta nemmeno la risposta, ma si catapulta fuori dalla Sala Comune, sotto lo sguardo divertito della sorella.

Dominique si accomoda sul divano, prendendo un libro dall’enorme biblioteca a muro e mettendosi a leggere; è così assorta che non si accorge delle persone che gli passano intorno, né del tempo che passa. È Dorcas a risvegliarla dall’avventura in cui si sta immedesimando, chiamandola e dicendole che è quasi ora di lezione.

“Io vado a fare colazione velocissimamente, ci vediamo a Trasfigurazione” le urla, prima di uscire di corsa anche lei dalla Sala Comune.

Dominique scuote la testa: oggi sembrano essere tutti di corsa. Appoggia il libro e va a prendere i libri per la lezione, insieme alla bacchetta e al mantello che ha lasciato sul letto, prima di recarsi verso l’aula di Trasfigurazione, immersa nei suoi pensieri e con una gran voglia di tornarsene sul divano a finire quel libro.

“Ehi, Dominique!”

La ragazza si gira e si ritrova davanti Alex: il ragazzo è il migliore amico di James e Fred dal primo anno, quando sono capitati nella stessa stanza, quindi è sempre stata una presenza costante in quegli anni. Seppur più tranquillo degli altri due, è simpatico e spiritoso ed ha sempre un sorriso sulle labbra.

Dominique lo guarda un po' confusa e leggermente sorpresa perché, per quanto forse si possano definire amici loro due, visto il tempo passato insieme, non è poi successo così spesso che parlassero da soli, quando non sono presenti né James, né Fred, né Roxanne.

“Ciao Alex, ti serve qualcosa?”

Il ragazzo scuote la testa “No, ti ho visto camminare per il corridoio da sola e se non ricordo male ora abbiamo Trasfigurazione insieme, no?”

La giovane Weasley sorride “Allora qualcuno che sa l’orario per bene c’è in quella camera.”

“Ognuno di noi ha dei ruoli” mormora Alex, sussurrando come se le stesse confidando un grande segreto “Il mio è quello di ricordarmi l’orario delle lezioni.”

“E quello di Fred?”

“Quello di essere preso in giro. James è il capitano e tutte quelle altre cose, invece.”

Dominique ridacchia “Non molto equo.”

“Vero, ma ormai funziona così” Alex sorride, prima di dichiarare “È un po' che non passi del tempo con noi.”

“È una domanda?”

“Più una costatazione.”

“Che ci vuoi fare, sono una ragazza impegnata” commenta la Corvonero con un sorriso.

“Quindi non hai mai tempo di uscire, che so, con i ragazzi?”

“Se ti rispondo che dipende da chi me lo chiede sembro presuntuosa?”

Alex scoppia a ridere “No, direi che tu te lo puoi permettere. E se te lo chiedessi io?”

“Scusami, cosa?”

“Vuoi venire ad Hogsmeade con me, sabato?”

Dominique sgrana gli occhi “Come?”

“Ti sembra così strano che io ti voglia invitare?”

“Sinceramente? Un po’” ammette la ragazza. Ed immediatamente le torna in mente quel che gli ha detto Lucian, quando sono usciti insieme solo poco fa.
 


Sono ai Tre Manici di Scopa, dopo una giornata di compere tra pergamene, piume ed inchiostro, e si stanno concedendo una Burrobirra; Lucian è stravaccato sulla sedia e la guarda con quel suo solito sorrisetto di sfida, mentre Dominique è stretta nel suo dolcevita lilla con le maniche troppo lunghe e sorseggia la sua bibita.

“Quindi, Weasley?”

“Quindi cosa, Lucian?”

“Me lo vuoi dire che ti succede?”

“Chi ti dice che mi stia succedendo qualcosa?”

“Sai che ho un paio di occhi molto belli?”

“Sì, sono azzurri e li sto guardando adesso” commenta divertita Dominique “Ma non capisco il punto.”

“Il punto, eh…” mormora Lucian, prima di appoggiarsi con i gomiti sul tavolo e sussurrare “Che sta succedendo con James?”

“Con chi?” domanda la ragazza, facendo finta di non aver sentito.

“James. James Potter. Tuo cugino, il capitano della squadra di Grifondoro, il Caposcuola… hai presente?”

“Sì che ho presente, non capisco cosa c’entri James ora.”

“Mi sono fatto un’idea su voi due.”

“Che idea?” sibila Dominique, ormai infastidita dalla conversazione e senza alcuna voglia di mettersi a parlare di suo cugino con Lucian.

“La mia idea è che voi abbiate una storia. O meglio, avevate. E a quanto pare non è finita bene e ci state sotto tutti e due.”

La ragazza sgrana gli occhi, la Burrobirra ancora ad un centimetro dalle labbra, e poi assottiglia lo sguardo e sussurra “Che cosa hai detto?”

“E ora tu negherai perché cerchi di mantenere un segreto che, Merlino, se la gente fosse un po’ più sveglia avrebbe indovinato da anni.”

“Che cosa ne sai tu?”

“Io ho un bel paio di occhi azzurri, come ti ho detto” sogghigna Lucian, bevendo un po’ di Burrobirra “Sei sporca di schiuma, a proposito. Quindi mi racconti di te e tuo cugino James?”

“Abbassa la voce, idiota.”

“Quindi ho indovinato?”

“Non ho detto questo.”

“Ma la tua faccia dice questo e altro, Weasley.”

“Perché lo stai facendo?”

“Cosa?”

“Queste stupide insinuazioni. Che ti importa.”

Lucian appoggia il bicchiere, tenendo però stretto il manico “Che mi importa, dici… allora ti dirò che tu mi piaci, Dominique. No, non nel senso in cui sicuramente stai pensando ora, vedo la tua espressione inorridita e la cosa potrebbe davvero ferirmi, tesoro, se non avessi un ego spaventosamente grande. Intendo dire che sei una ragazza intelligente, una ragazza sveglia, una ragazza all’apparenza perfetta. Quindi non posso credere che una persona del genere stia male per un ragazzo.”

“Evidentemente succede a tutti. A te no, Lucian?”

“No, sono troppo perspicace per infilarmi in situazioni del genere.”

“Sì, certo.”

“Quello che voglio dire è che non dovresti mollare, con James.”

Dominique sgrana gli occhi “Cosa?!”

“Hai capito benissimo. Smettila di essere così sorpresa ad ogni cosa che dico.”

“Perché mi stai dicendo queste cose?”

“Te l’ho detto, perché mi piaci. Sei l’unica ragazza del nostro anno e anche di tutti gli altri, a dire il vero, che mi ispira rispetto e sincerità. Macché ispiri, mi incuti proprio timore!”

La Corvonero, suo malgrado, si ritrova a ridacchiare “Quanto sei scemo.”

Lucian sarà anche un ragazzo viscido e dai pensieri alquanto discutibili, come le ripete sempre Dorcas, ma è anche un ragazzo che la fa ridere con poche parole, da quando hanno undici anni.


“Però ti ho fatto ridere, non ti sembra una buona cosa?”

“No.”

“Fa niente” sogghigna Lucian, girando il dito sul bordo del bicchiere “Posso darti un consiglio, quindi?”

“Su cosa?”

“Su come riprenderti tuo cugino.”

“E chi ti dice che io voglia farlo?”

“Il mio bel paio di occhi azzurri, mi sembra ovvio. E anche lui vuole riprendersi te, se proprio la vuoi sapere tutta, ma ha paura di come potresti reagire tu. E, se posso permettermi, ha tutte le ragioni ad aver paura di te. Ed inoltre pensa che non sia giusto correrti dietro come Zanna quando Hagrid gli lancia un biscotto.”

“Professor Hagrid” lo corregge Dominique, ma il ragazzo la ignora.

“Sì, quello che è. Il punto è che devi spingerlo al punto tale che faccia una qualche sciocchezza.”

“Una sciocchezza? Tipo?”

“Una scenata di gelosia” dichiara Lucian.

“Una scenata di gelosia? Con te?” ridacchia la ragazza.

“Ma certo che no. Non mi abbasserei ad una cosa del genere e devo mantenere il mio occhio imparziale. Sono abbastanza certo che un piano così funzioni solo se il povero malcapitato a cui spezzerai il cuore quando James tornerà da te non sappia della cosa.”

“Non è il contrario, di solito?”

“Nei film babbani, tesoro. E poi, se fossi in un film, alla fine finiresti per innamorarti della persona che inizialmente usi, quindi sarebbe inutile. Devi scegliere la tua preda, cuocere a puntino James come un marshmallow sul fuoco, sperare che la tua preda non si innamori di te e riconquistare tuo cugino. Nulla di complicato.”

“Tu sei totalmente fuori di testa, lo sai?” commenta semplicemente Dominique, incrociando le braccia al petto.

“Forse. Ma sei sicura di non aver pensato, almeno per un secondo, di far ingelosire James per farlo tornare da te, sperando che ignorasse il tuo divieto di respirare la tua stessa aria?”

E il touché Dominique non deve nemmeno pronunciarlo ad alta voce, perché sa benissimo che Lucian glielo sta leggendo in faccia.

“Vuoi riprenderti tuo cugino o no?”

“Sembrerei pazza, Lucian. Sono io che gli ho detto di chiudere. Perché dovrei tornare indietro sulla mia decisione ora? Perché lo vedo felice con qualcuna che non sono io?”

“Perché dici, eh…” commenta pensieroso Lucian “Perché voi due dovete rompervi. Dovete sgretolarvi. Dovete arrivare ad un punto di non ritorno, che servirà ad entrambi per capire se siete ciò che davvero volete dalla vita. O succederà di nuovo, starete male ancora e anche se sembrerà che i motivi siano diversi, in realtà tutto si ricondurrà a questo momento.”

“Noi siamo amici.”

“È davvero questo ciò che vuoi da tuo cugino? Amicizia? Perché se è così smetto all’istante di parlare di questo argomento e commento quant’è vestita male la tipa che è seduta al tavolo con mio fratello.”

“Io… io non sono così bambina, Lucian” mormora Dominique “Né da sperare che James mi perdoni per come l’ho trattato né da credere in un amore così… difficile. E nemmeno da attuare un piano del genere solo per sperare in una sua reazione.”

“Tutti sono bambini in amore. E tutti si abbassano a fare cose orribili” ribatte Lucian “Tu forse sei un po’ pazza, ma Potter lo sarebbe ancora di più di te se si lasciasse sfuggire una ragazza come Dominique Weasley. Anche se vuol dire lasciare Elizabeth, con tutto il rispetto che ho per lei. E di rispetto, per lei, ne ho parecchio e se lo merita tutto.”

“Che vuoi dire?”

“Che tu sei un’altra cosa, Weasley. Sei proprio di un altro livello.”

“Dorcas ha ragione, sei davvero viscido.”

“E tu farai come ti ho suggerito, ho ragione?”

“Se lo dici a qualcuno, ti assicuro che ti annodo la lingua con un incantesimo.”

Lucian ghigna “Tranquilla, tesoro, sono già sufficientemente soddisfatto così.”
 


La conversazione era finita poco dopo e l’uscita ad Hogsmeade era andata avanti senza pensare più a quel discorso, ma ora, con Alex davanti, Dominique si chiede se per caso non dovrebbe rispondere di sì.

Però è una crudeltà, una cosa decisamente non da lei e Victoire probabilmente si vergognerebbe se sapesse che pensieri le sono passati per la testa nell’ultimo periodo. Ma sua sorella ha avuto un amore facile, per un ragazzo che era praticamente già della famiglia e che tutti adoravano. Tutti hanno sostenuto il loro amore e il loro matrimonio è stato accolto con champagne stappato e grida di “bacio, bacio”. Non è proprio la stessa situazione.

“Posso pensarci un attimo?”

Tradotto: posso pensare se vale la pena seguire un consiglio di Lucian Sharp in faccende amorose e sfruttarti malamente per i miei subdoli fini?

“Certo. Prenditi il tempo che vuoi, sapevo che non era una cosa facile chiedere a Dominique Weasley di uscire” risponde il ragazzo con un sorriso, prima di mettere le mani dietro la testa ed esclamare “C’era da fare solo un tema sulle basi dell’Evocazione, vero? Perché io ho fatto solo quello.”

Ma evidentemente Morgana e Merlino hanno altri piani per lei – tradotto stanno guardando le scelte che sta compiendo totalmente a caso, si stanno facendo ben più di quattro risate e vogliono accelerare il tempo per vedere cos’altro potrebbe combinare – perché, non appena esce dall’aula di Erbologia, l’ultima lezione della giornata con i Serpeverde, con lo stomaco che brontola e una gran voglia di sdraiarsi sul letto ed andare a letto, si ritrova davanti James, con in mano un pacchetto di Api Frizzole.

Oh, Santissima Priscilla.

“Posso parlarti?” le domanda e Dominique annuisce, facendo un cenno a Dorcas, che si allontana da sola.

“Mi dispiace” mormora, non appena rimangono soli in corridoio, davanti alle serre.

La ragazza sente il cuore stringersi alle parole del cugino “Ti dispiace? E di cosa esattamente? Di aver detto che non vuoi essere alle mie dipendenze e che vuoi andare avanti con la tua vita? Mi sembrano cose… sensate.”

“Mi dispiace perché io voglio anche te nella mia vita” sottolinea James, allungandole il pacchetto di Api Frizzole; Dominique lo prende e se lo rigira tra le mani, mentre il ragazzo continua “E se per riaverti nella mia vita devo essere solo tuo amico o solo tuo cugino lo sarò. Con Lizzie sto bene, è una ragazza fantastica, però… mi manca parlare con te. E spero che tu in questo momento abbia fame di Api Frizzole e che abbia finito tutta la tua scorta segreta.”

Involontariamente, Dominique si ritrova a ridacchiare “Non ne sono rimaste poi molte…”

Il silenzio cala dopo queste parole, ognuno immerso nei propri pensieri; la Corvonero si ritrova a dover riflettere molto velocemente: è davvero questo quel che vuole? Tornare a parlare con James, essere sua cugina, sua amica, e vederlo uscire con Elizabeth, ritrovandoselo nella sua Sala Comune mentre le ricorda che lui è andato avanti e lei non riesce a farlo? Perché è sicura che non riuscirà a farlo tanto facilmente. Perché non riesce a guardare i ragazzi del castello senza pensare a suo cugino, senza immaginarseli mentre si toccano il ciuffo o senza un nodo della cravatta fatto bene. Perché un anno e mezzo di relazione non si possono cancellare con quelle semplici parole e dire di sì a James per Dominique significherebbe fare proprio questo. E rimanere per sempre quel gioco di un anno e mezzo che suo cugino ha avuto all’età di quindici anni.

Forse Lucian ha ragione, forse deve sul serio spingere James al limite. Forse devono entrambi raggiungere un limite e capire se quello che c’è stato tra di loro è stato solo un gioco, un qualcosa dettato più dall’eccitazione del proibito che da un vero e proprio sentimento.

No, no, Dominique, è una cattiveria questa. Non è questo che è successo tra di voi.

Dovrebbe dire di sì ad Alex? O dovrebbe rimanere da sola per un po’? Però tanto succederà che un ragazzo le chiederà di uscire prima o poi, no? Se entrambi andranno avanti con le loro vite, avranno dei fidanzati. James ce l’ha già la fidanzata e ci sta anche molto bene, a quanto pare. Quindi non sarebbe un colpo basso uscire con qualcuno, no?

E se quel qualcuno fosse Alex, che assomiglia così tanto a James, che male ci potrebbe essere? A Dominique piacciono, i tipi come James.

Suo cugino la sta guardando impaziente – Merlino, è sempre impaziente – con gli occhi nocciola che non la mollano un attimo e Dominique deve prendere in fretta una decisione.

“Per me va bene, James…”

Il ragazzo non fa in tempo a sorriderle, però, che la cugina lo blocca “Però devo dirti una cosa.”

“Che cosa?”

“Uscirò con Alex” sputa fuori tutto d’un fiato e James sbatte per un attimo le palpebre, come se non avesse capito bene.

“James…”

“Uscirai con Alex? Alex il Grifondoro? Alex il mio compagno di stanza?” esclama il ragazzo, allontanandosi di un passo.

“Anche Lizzie è la mia compagna di stanza.”

A diciassette anni, ad appena due mesi dall’inizio della scuola, Dominique sa di aver preso la prima decisione importante della sua vita: sta dando retta a Lucian Sharp e si augura di non starsi scavando la fossa da sola.

“Perché esci con Alex?”

“Perché tu avevi ragione, James, dobbiamo uscire con altre persone, dobbiamo fare ciò che in questi ultimi anni non abbiamo fatto o che eravamo restii a fare. Dobbiamo andare avanti.”

E vedere che cosa ne sarà di noi.

Bugia, la risposta corretta sarebbe perché Lucian ha un malefico – e probabilmente fallimentare – piano, che non funzionerà mai e che servirà ad allontanarti solamente.

L’espressione di James è buia mentre mormora “Non stavi uscendo con Lucian?”

“Tu pensi che Lucian esca con la stessa ragazza per più di una volta?” risponde Dominique, scrollando le spalle “Dovevamo solo fare le stesse commissioni ad Hogsmeade, non so se chiamarla uscita.”

Sì, e mi ha anche spiattellato il segreto che pensavamo di essere stati così bravi a mantenere davanti alla faccia, vorrebbe aggiungere.

“Ti ha baciato?”

“È questo che ti preoccupa? E tu, l’hai baciata a Lizzie?” sibila la ragazza, velenosa: non aveva intenzione di essere cattiva, ma come possono essere amici sul serio se a James preoccupa anche solo l’idea che lei possa baciare qualcun altro? Ma dopotutto, è lei stessa la prima a provare invidia e gelosia per l’amica che può passeggiare mano nella mano con suo cugino senza preoccuparsi e che può baciarlo davanti a tutti.

Loro non sono e non saranno mai amici. E tutto ciò che le rimane per uscire da questa situazione è il piano di Lucian. Fantastico.

James si morde il labbro, trattenendosi dal dire qualcosa, mentre abbassa la testa “Perché lo stai facendo, Dominique? Perché stai uscendo con chiunque mentre con me non parli per più di cinque minuti di fila?”

“Se vuoi sul serio che siamo amici devi saperla questa cosa, specie se per caso ci incontreremo ad Hogsmeade. Alex mi ha chiesto di uscire ed io ho accettato, tutto qua” gli fa notare la ragazza.

“Sì, ma…”

E vedendo l’espressione di James, a Dominique viene in mente una frase che Victoire le disse tanto tempo fa.
 


A Villa Conchiglia c’è un umore nero da quando la figlia maggiore è rientrata in casa sbattendo la porta ed urlando contro i dannati Metamorfomagus; Bill aveva provato ad intervenire ma era stato previdentemente bloccato da Fleur che aveva detto che “Entre copains il ne faut pas mettre le doigt”. Il marito aveva capito, Louis no e Dominique aveva immaginato che la sorella avesse litigato con Teddy.

Così l’aveva silenziosamente seguita nella sua camera, dove la ragazza era stesa a pancia in giù sul letto, le braccia a coprirle la testa e dei singhiozzi sommessi; la camera di Victoire ha la carta da parati con delle roselline rosa e per Dominique somiglia troppo ad un confetto, ma in quel momento non fa nessuna battuta – come farebbe di solito – sui troppi fiori o sul troppo ordine. Rimane anzi sulla porta, in attesa; dopo qualche minuto Victoire si alza, pulendosi gli occhi e le guance dalle lacrime, e fa un cenno alla sorella, che si avvicina e la abbraccia.

“Hai litigato con Teddy?” domanda la più piccola.

“Sì. Quell’idiota vuole trasferirsi dall’altro lato di Londra! Andrà a vivere lontanissimo, merde.”

Dominique guarda la sorella, che di solito è sempre calma e non si fa mai prendere dalle emozioni negative.

“Qual è il problema? Tu sei una strega, ti puoi Smaterializzare.”

“Che non mi piace la zona in cui vuole andare a vivere, non ha adatta ad una fam…” Victoire si interrompe prima di completare la frase, ma la sorella è abbastanza sveglia da capire che l’altra sta pensando ad un futuro insieme al ragazzo che ama.

“Vic, ma tu e Teddy ne avete parlato? Cioè non si può trasferire da un giorno all’altro.”

“No, era troppo contento di aver trovato una casa che fosse economica e che non cadesse a pezzi per starmi a sentire. Ha detto che ancora deve prendere accordi con il venditore, ma che sembrava contento di lui.”

“Ovvio, chiunque sarebbe contento di Teddy” commenta Dominique con un sorrisetto, prima di appoggiare la mano sul ginocchio della sorella “Ma tu perché stai piangendo, allora?”

“Perché mi sembra che Teddy non mi abbia considerato minimamente in questa decisione!” urla Victoire, mentre gli occhi le tornano lucidi “Merde.”

Dominique è sicura di aver mai sentito sua sorella dire la parola “cazzo” così tante volte e le fa segretamente piacere di vederla arrabbiata, la fa sembrare decisamente più umana. Victoire non si arrabbia mai.

“E par charité, sono contenta che lui voglia andare via da casa della nonna, ma perché proprio lì?” sbuffa Victoire e la sorella ha come l’impressione che non deve rispondere sul serio perché l’altra sta cercando solo di sfogarsi “Ti voglio dire una cosa, Domi. Ricordati quando soffri per qualcosa, ricordati quando pensi di stare così male da non volerti alzare dal letto. Perché più fa male e più vuol dire che ci tieni. E allora più ne vale la pena.”

Dominique pensa che la sorella viva un po’ nelle favole, che non si può stare così male per una persona senza aver voglia di strangolarlo e che Teddy le chiederà scusa prima del tramonto – cosa per altro vera – ma che lei non soffrirà mai per un ragazzo e che non ci starà mai così male per una cosa così sciocca.
 


Les fameux derniers mots.

Vedendo James così, la ragazza avrebbe voglia di rimangiarsi tutto, di dirgli che le dispiace per il putiferio che ha tirato fuori, per aver dato retta a Lucian e per averlo fatto stare male; ma si morde la lingua e non lo fa, sperando che in un futuro non troppo prossimo stiano entrambi meglio – e possibilmente insieme.

Perché è vero, lei non può chiedergli di lasciare Elizabeth e non sarebbe giusto, lo deve decidere James autonomamente e deve credere in loro. Devono entrambi credere in loro. Dopo essersi resi conto che davvero non c’è nulla di meglio e di più giusto.

“Ora devo andare, James” dichiara la ragazza “Sono contenta che possiamo parlarci normalmente, significa molto per me.”

“Anche per me” mormora il ragazzo, non troppo convinto, mentre l’altra lo supera.

“Per me non era un gioco, Domi. Non lo è mai stato” sussurra James, mentre si danno già le spalle “Voglio solo che tu lo sappia.”

E Dominique sa di tenerci davvero tanto. Solo che non può dirglielo. Non ancora.

Va di corsa in Guferia, dove scrive in fretta e furia un biglietto per Alex.
 


Ci ho pensato, sarà divertente uscire insieme. A sabato.
D.
 


Lo spedisce e poi torna in fretta in dormitorio, dove si chiude in fretta la porta della stanza alle spalle, appoggiandosi e respirando profondamente, e, per l’ennesima volta, ringrazia Merlino che ci sia solo Dorcas in camera, che ora la sta guardando preoccupata.

“Che è successo?”

“Ho fatto una cazzata.”

“Definisci “cazzata”, per favore” commenta l’amica, alzandosi dal letto.

“Ho detto ad Alex che uscirò con lui.”

“Alex? Alex Humphry? Il migliore amico di…”

“Sì, Alex, il migliore amico di James, sì. Lui” la precede Dominique, staccandosi dalla porta, per sedersi sul suo letto.

“E perché lo avresti fatto?”

“Sinceramente? Perché ho dato retta ad un consiglio di Lucian.”

“Lucian Sharp?!”

“Sì, Doe, la finisci di specificare ogni cognome? Lo sai benissimo di chi parliamo.”

“Sì che lo so, ma mi domando perché tu hai dato retta ad un consiglio di Lucian, specialmente in campo sentimentale.”

“Me lo chiedo anche io, ora come ora” ammette Dominique “Ha indovinato di me e James…”

“Che vuol dire indovinato?”

“Che lo ha capito da solo” specifica la ragazza e blocca l’amica “Non so come abbia fatto, non chiedermelo. Però mi ha detto che James deve fare una scenata di gelosia, che deve capire che io sono di un altro livello rispetto ad Elizabeth e cose del genere. Che dobbiamo spezzarci prima di ricomporci.”

“Perché mi sembra di essere finita in un universo parallelo?”

“Perché effettivamente c’è qualcosa di totalmente folle in tutta questa storia” ammette la francesina.

“E James lo sa? Di te e Alex, insomma.”

Dominique annuisce “Sì e abbiamo appena fatto… pace? Una cosa del genere, comunque. Abbiamo stabilito che possiamo parlare tra noi e comportarci come se fossimo amici.”

“Quindi hai deciso di seguire il consiglio di Lucian?” domanda preoccupata Dorcas e Dominique annuisce.

“Quell’idiota deve avermi rimbambito a forza di chiacchiere. Non riesco più a togliermi le sue parole dalla mente.”

“Ci mancava solo un bel triangolo in questo castello” commenta la ragazza, toccandosi la testa “Cerca solo di non far soffrire Alex se non hai intenzioni serie con lui. È… l’unico che non se lo merita, tra quei tre… E posso dire di nuovo che gran coppia di sfigate siamo? Godric sembra star lottando contro di noi e Priscilla sta a guardare con tanto di pop corn.”

“A quanto pare… prepara i documenti per Beaubatons, nel caso andasse male.”

L’altra le stringe la mano “E un chilo di gelato alla vaniglia e caramello e Api Frizzole a volontà.”






Felpie's Corner
Più che Carnevale questo capitolo sembra pronto per un vero e proprio Pesce d'Aprile, in realtà, ma in ogni caso buona Festa dei Folli, gente! E Dominique è perfettamente in linea con questo principio (sarà confusa ancora per un po', ma prima o poi la faccio tornare normale, davvero). Se qualcuno poteva ancora pensare che questa storia fosse senza dramma, si ricreda adesso, per favore (anche nel prossimo capitolo un po' di dramma vi aspetta, per Lily e Scorpius le cose stanno andando troppo bene, ammiratore segreto o no).
Dominique è pazza? Probabilmente sì. Ma credo che a diciassette anni, in preda ad un amore forte e alquanto complicato, una confusione del genere sia normale. E Lucian che la alimenta non fa che mandare sempre più al San Mungo Dominique (ho un po' un debole per Lucian, immaginatevelo come una Rose al maschile).

L'Acquaallegra è una bevanda che fa ridere chi la beve (questa sì che dovrebbero brevettarla) e ci tenevo ad inserire il pezzo di Teddy e Victoire perché se Domi è la sorella maggiore che si occupa degli affari di Louis, allora Vic è quella che si occupa di Domi. 
Il fatto che la canzone sia di Alex Britti e che Alex chieda di uscire a Dominique non è una cosa voluta, ma quando l'ho scritta e l'ho notato mi è venuto da ridere tantissimo. Lui voleva il sugo sulla pasta, Dominique le Api Frizzole, ognuno non sa dire di no al cibo (io a quello di Carnevale sicuramente. E alla pizza. Sappiate che prima o poi della pizza comparirà in questa storia). Va bene, sto delirando e questo capitolo di persone squilibrate ne ha già viste parecchie.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che abbiate mangiato della cioccolata domenica e delle frappe in questo Carnevale!
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 18 - Lily Luna ***


Tanti ti cercano
Spiazzati da una luce senza futuro
Altri si allungano
Vorrebbero tenerti nel loro buio
Ti brucerai
Piccola stella senza cielo
Ti mostrerai
Ci incanteremo mentre scoppi in volo
Ti scioglierai
Dietro a una scia, un soffio, un velo
(Piccola Stella senza Cielo - Ligabue)






Dalla festa di Halloween nella Stanza delle Necessità sono passati altri dieci giorni e in tutto quel lasso di tempo le lettere di X, il suo ammiratore segreto, non hanno fatto che diminuire. All’inizio la piccola Potter non ci aveva fatto troppo caso, una lettera in meno al giorno non era poi così tanto effettivamente, specie se lei era la prima ad essere impegnata tra i compiti e le lezioni, però non aveva potuto non notare che negli ultimi cinque giorni erano arrivate solo cinque lettere. Cinque lettere in totale! Fino a dieci giorni prima cinque erano le lettere che si scambiavano in un pomeriggio, praticamente. Deve esserci qualcosa che non va.

Che cosa, però, Lily Luna Potter non lo sa proprio.

Ha ricontrollato le ultime lettere ricevute, ma non ha trovato accenni al fatto che X volesse smettere di parlarle, né pensava di avergli detto cose che avrebbero potuto infastidirlo. Gli rispondeva sempre entusiasta e con argomenti che pensava essere interessanti e lui scriveva – o almeno così sembrava – con la stessa allegria. Che si fosse semplicemente stancato di parlare e avesse scoperto che lei non era come se la aspettava?

Lily sbuffa, sbattendo le gambe sul letto, dove è stesa a pelle di Yeti da una ventina di minuti buoni; è anche in ritardo per le lezioni del pomeriggio, ma non ha la minima voglia di alzarsi e di andare a Babbanologia: è sicura che non riuscirebbe a concentrarsi minimamente e che passerebbe il tempo ad osservare gli oggetti di cui aveva parlato con X, nella lettera di qualche settimana prima.

Praticamente qualsiasi cosa ormai la fa pensare a X, Santissima Tosca!

Come hanno fatto a parlare di tutto in meno di tre mesi?

“Lils!” urla Danielle, con la sua solita grazia, da fuori dalla porta “Muoviti, alzati e vieni a Babbanologia con noi o la professoressa Stone mi metterà in punizione per complicità e associazione a delinquere.”

“Associazione che?” risponde la rossa ad alta voce per farsi sentire oltre la porta.

“Lascia perdere. Alzati, forza.”

Lily sbuffa di nuovo, rotolando fuori dal letto e mettendo giù i piedi all’ultimo per non cadere; si sistema la gonna e la camicetta, afferra il mantello, la bacchetta e i libri ed esce dalla stanza, dove l’amica la sta aspettando con un sorriso smagliante.

“Mi spieghi perché tu hai scelto di seguire Babbanologia? Vivi nel mondo babbano!”

“Perché è interessante vedere quanto voi maghi pensiate che i babbani siano stupidi” commenta Danielle, mentre scendono le scale “Ti ricordi quando l’estate scorsa a casa mia ti ho mostrato la televisione che si accendeva solo perché io glielo chiedevo?”

“Sono ancora convinta che tu stessi usando un incantesimo.”

“La tecnologia babbana non ha bisogno di incantesimi, tesoro” ribatte la Nata Babbana “Piuttosto mi spieghi perché hai un morale così sotto i piedi? Sul serio, letteralmente sotto i piedi! Se ti calpestassi secondo me sorrideresti di più.”

“Ma che stai dicendo, Dani? È ovvio che se tu mi calpestassi io non sorriderei proprio per niente.”

“Hai un umore orrendo.”

Lily alza le spalle “Succede.”

“Non succede a te, Miss Mucchio di Scintille” replica Danielle, fermandosi in mezzo alla Sala Comune “Sono abbastanza perspicace, lo sai?”

“Sì?” domanda innocentemente la piccola Potter, ricevendo in cambio un’occhiataccia.

“Come ti pare, tieniti pure i tuoi segreti, Potter” dichiara l’altra “Guarda che me lo puoi dire se ti girano i Boccini perché X ti ha scritto di meno ultimamente.”

“Non mi girano i Boccini.”

“Ma X ti ha scritto di meno ultimamente, vero?”

Lily non risponde, limitandosi a guardare la punta delle scarpe lucide che indossa, mentre cammina per il corridoio.

“Ti scriverà.”

La rossa alza lo sguardo sull’amica “Come lo sai?”

“Perché sei Lily. Sei dolce e gentile e tutti vorrebbero averti come amica” risponde semplicemente Danielle “E anche X lo sa.”

Quindi, da un lato, Lily ha l’appoggio della sua migliore amica stranamente tranquilla e poco aggressiva – che Hugo gli abbia già regalato dei dolci? – ma dall’altro ha il fuoco di sua cugina Rose che, al contrario di Danielle, prende le cose molto meno tranquillamente e ci manca poco perché rubi la scopa a suo fratello per bastonare ogni singolo maschio del castello - compresi i parenti, ma quello forse più per divertimento che per altro.

“Non esiste che qualcuno ti faccia soffrire, Lils!” esclama – di nuovo – la ragazza, ignorando tutti i tentativi della piccola Potter di farle abbassare la voce “Insomma questa cosa che i ragazzi fanno soffrire le ragazze per amore deve finire!”

Sono sedute sul divano della Sala Comune, fortunatamente da sole, prima delle lezioni pomeridiane di Rose.

“Anche noi facciamo soffrire i ragazzi, Rose” le fa notare Lily “E lui non mi sta… facendo soffrire.”

“No? Allora perché sei così preoccupata?”

“Perché non vorrei gli fosse successo qualcosa di brutto.”

No, anche perché, in realtà, la piccola Lily non vuole che succeda qualcosa di brutto a lei, non vuole smettere di parlare con questo ammiratore misterioso. Però non lo dice alla cugina o sarebbe come quando Albus ha per sbaglio lanciato un Incendio nel giardino di casa: un fuoco incontrollabile e distruttivo, in formato di donna, in questo caso.

“Non gli è successo niente di brutto. È lui che è una brutta persona.”

“Non puoi dirlo, questo” protesta Lily “Non mi piace che spari questi giudizi su di lui, Rose.”

“E a me non piace che lui ti renda triste.”

Proprio mentre Rose pronuncia queste parole, un battito d’ali distrae le due ragazze dalla conversazione e un gufo del Castello deposita una lettera sulle gambe di Lily, che ci mette mezzo secondo per riconoscere la scrittura di X.
 


Cara Lily,
come stai oggi? Ho visto uno del primo anno mangiare delle Merendine Marinare e ti ho pensato: non so se avrei mai il coraggio di provarne una solo per saltare le lezioni. Tu le hai mai mangiate? Immagino girino molto in casa vostra, non penso di aver mai visto tuo fratello senza Fred al seguito.
Devo scappare, ho lezione a breve – questi corsi spuntano fuori un po’ ovunque – ma ti auguro di passare un piacevole pomeriggio.
X
 


“Vedi? Non sembra troppo… distante” commenta Lily, leggendo la lettera “Forse è solo un periodo un po' più pieno di cose da fare. Non c’è la partita dei Serpeverde contro i Corvonero presto? E anche Grifondoro – Tassorosso è tra poco, magari fa parte di una delle due squadre e si deve allenare.”

Rose storce il naso, poco convinta, rileggendo la lettera.

“Non sembra come quelle che ti spediva all’inizio.”

“Lo so, però sto cercando di non pensarci” mormora triste la ragazzina e la cugina le stringe una mano.

“Mi dispiace, non volevo… insistere.”

Lily scuote la testa “Non devi. Hai detto cose giuste, probabilmente. Certo, con un po’ troppa enfasi…” Rose ridacchia a queste parole “… ma non sono totalmente sbagliate. E bada che ho detto “probabilmente” e che “non sono totalmente sbagliate”. Un margine di errore lo hai anche tu, cugina.”

“Solo perché ho solo sedici anni” specifica la ragazza “Quando ne avrò al massimo diciotto non sbaglierò un colpo.”

Lily ridacchia, un po’ risollevata dopo aver chiacchierato con la cugina – che ha sempre questo strano potere di migliorarle il morale.

“Quindi, tornando ad X…” inizia la più grande.

“Sì?”

“Posso cercarlo, trovarlo e appenderlo a sventolare come una bandiera sulla Torre di Grifondoro?”

“No.”

“Posso almeno trovarlo e buttarlo nel Lago Nero?”

Lily esita, prima di rispondere “Questo forse sì. Dipende da qual è la sua scusa.”

“Maschi! Non stare mai a sentire le loro scuse, Lily, prima regola” dichiara Rose con fare esperto “Sono convinta che esistano delle gare clandestine di “Inventa una scusa” a cui i maschi partecipano a sabati alterni.”

La piccola Potter scoppia a ridere, stupita dalla solennità con cui la cugina le racconta una cosa tanto sciocca e anche Rose si lascia andare all’ilarità, contagiata da Lily; si salutano poco dopo perché la maggiore ha lezione di Antiche Rune e l’altra deve vedersi in Biblioteca con Lorcan per studiare Cura delle Creature Magiche.
 


Ti dirò, le giornate ormai iniziano ad essere pesanti, tra lo studio ed i compiti. Qui i professori non fanno che ricordarci che dobbiamo studiare e che gli esami finali si avvicinano – si ricordano, vero, che ci sono tutti i mesi di ritorno dalle vacanze di Natale? – quindi non possiamo perdere tempo. La professoressa Althea oggi ci ha fatto fare un test a sorpresa e secondo me darà un brutto voto a quasi tutta la classe: onestamente, non so se oltre a me qualcuno sia riuscito a preparare una Pozione Restringente decente. Mia cugina Lucy ha detto che già teme per la ramanzina che le arriverà prima da sua sorella, poi da suo padre ed in ultimo da sua madre.
Ora sto andando a studiare un po’ in Biblioteca, almeno in Cura delle Creature Magiche voglio andare bene.
Le Merendine Marinare mi sono state assolutamente vietate da quando Albus ha vomitato ad un pranzo di famiglia perché Fred gliele ha nascoste nella sua scorta segreta di dolci. Da quel momento mamma le odia leggermente, insomma.
Ecco la mia domanda per oggi: ho fatto qualcosa di male? Mi sembri… distante, ultimamente.
Un mucchio di scintille,
Lily Luna




La ragazza fa una corsa fino al primo piano dove, un po’ titubante, appoggia la lettera tra i piedi della solita armatura: non è per nulla convinta della domanda che gli ha rivolto, ma è troppo curiosa per non chiederselo. Se ha sbagliato qualcosa o se è stata maleducata vuole scusarsi e ricominciare a parlare con X come prima.

No, ma che sciocchezza, sembrerebbe pazza a scrivere una cosa del genere.
 


Ecco la mia domanda per oggi: che lavoro vorresti fare da grande?
Un mucchio di scintille,
Lily Luna

 


Aspetta che l’inchiostro con cui ha corretto la frase si asciughi, ripiega la lettera, e va velocemente in direzione della Biblioteca. Il Corvonero è già lì che la aspetta, i libri aperti davanti e un grande sorriso, come sempre.

Iniziano a studiare con le migliori delle intenzioni, ma nessuno dei due è particolarmente concentrato sugli Ippogrifi.

“Oggi non mi va proprio di studiare, te lo assicuro” sbuffa infatti Lorcan dopo un po’, lanciando il libro sul tavolo; Lily si guarda intorno, controllando che non ci sia Madama Pince, prima di imitarlo ed appoggiarsi sullo schienale.

“Nemmeno a me. Com’è che non ti va? Tu adori le Creature Magiche.”

Lorcan alza le spalle “Prima tu. Problemi con X?”

“Come fai a saperlo?”

“Credo… istinto. Tu sei sempre allegra e l’unica cosa che è cambiata nella tua vita è X. Quindi… avete litigato?”

“Non direi… però mi sembra che ci stiamo… allontanando, in un certo senso. So che è strano perché non ci siamo mai visti però… non so, mi sembra più freddo.”

“Ha senso” commenta il ragazzo.

“Davvero?”

“Lils, sai a chi lo stai chiedendo, vero? Non sono proprio la persona più esperta di queste cose.”

Lily sorride alle parole dell’amico, prima di dargli una botta sulla spalla “Smettila con questa storia del ragazzino emarginato: tu sei simpatico e spiritoso, però non ti fai conoscere dalle persone.”

“Se lo dici tu.”

“Al matrimonio di Victoire e Teddy ti presenterò tantissime persone.”

“I tuoi parenti li conosco tutti, Lils” le fa notare il ragazzino con un sorriso.

“Sarai il cavaliere di Dominique, Santa Tosca, avrai gli occhi puntati addosso, sappilo.”

“Non mi sembra molto rassicurante come cosa.”

“Vedi? Ti chiudi in te stesso. Tipo un Asticello.”

“Adoro gli Asticelli” risponde Lorcan con un sorriso, spostandosi indietro i capelli che gli sono finiti davanti agli occhi “Tu con chi ci vai al matrimonio?”

La ragazza alza le spalle “Con nessuno credo.”

“Lily Luna Potter senza nessuno? Questo sembra impossibile!”

“Se vuoi invito Hugo” ridacchia la piccola Potter, prima di pensare tra sé “Sempre che lui non inviti Danielle prima.”

“Così avrai uno che ti pesta i piedi mentre ballate?”

“Dai, non è così male!” esclama Lily “Gli ho insegnato negli anni.”

“Se lo dici tu.”

I due ragazzi si guardano un attimo prima di scoppiare a ridere; rimangono poi per qualche secondo in silenzio, ascoltando le pagine sfogliate dagli altri frequentatori della biblioteca, i tonfi dei volumi e i sussurri di Madama Pince.

“Qual è il tuo problema, invece?” esclama Lily, molto più attratta dall’idea di chiacchierare che di studiare le caratteristiche delle piume dell’ippogrifo.

“È una cosa stupida” risponde Lorcan, rigirandosi la piuma tra le mani.

“Mi piacciono le cose stupide. E tu non dici mai cose stupide.”

Il ragazzo esita, prima di sospirare “Mio fratello passa tutto il tempo insieme a tuo cugino Louis.”

Lily lo guarda confusa “Voi tre state sempre insieme dal primo anno, Lor, qual è il problema?”

“Che ora mi sento escluso. Sembra come se non mi vogliano tra i piedi, hanno tutti i loro segretucci e confabulano.”

“Ma se Louis e tuo fratello non fanno altro che parlare di Quidditch!”

“Vedi? Anche tu pensi che sia una cosa stupida. Io te l’avevo detto.”

Lily osserva l’amico, che sembra sul serio triste della cosa: non ha mai fatto troppo caso al rapporto tra Lysander e Louis, sicuramente non gli è mai sembrato particolare, ma Lorcan è un ragazzino intelligente e con un grande spirito di osservazione. Dubita che si sia inventato una cosa del genere.

“Vedrai che non è nulla. Sicuramente tuo fratello non si può stancare di te che sei anche il suo migliore amico, no?”

“Anche Lou lo è.”

“Non importa, i fratelli vengono prima. Sai com’è, il “Codice dei Gemelli” e quelle cose lì. Come il “Codice delle Cugine”, insomma. Ce n’è uno per tipo.”

“Il che?”

“Dai che hai capito.”

“Veramente no” ma, mentre Lorcan lo dice, sta sorridendo e Lily sorride a sua volta.

“Ti senti un po’ meglio?”

“Con te? Sempre” ridacchia il ragazzo, riprendendo in mano il libro “Continuiamo, che dici? Dai che ho freddo e voglio un bel piatto di minestra caldo il prima possibile.”
 


Non me ne parlare, ti capisco perfettamente. E anche io ho fatto quel test con la professoressa Althea, lo fa ogni anno ai poveri ragazzi ignari del terzo anno. E continuerà sempre così, a quanto pare prova un gusto sadico e perverso nel torturare gli studenti. Non so chi siano i parenti di Lucy, ma da come ne parli sembra che passerà un brutto quarto d'ora.
Quanto vorrei che il professor Hagrid ci portasse un drago a lezione: quello sì che sarebbe divertente. Ho sentito dire che una volta, il professor Kettleburn, il vecchio professore, ha portato una chimera ma che poi è stato proibito perché "troppo pericoloso". Lì sì che sarebbe stato interessante.
Che cosa voglio fare da grande? In realtà è una bella domanda: molti me la pongono, ma non ci ho ancora pensato. Come sai mi piacciono molto le Pozioni e mi dicono che sono molto bravo, ma in molti campi ho sempre avuto grandi risultati. Ti confesso – e negherò questa cosa fino alla morte, bada bene – che mi piace studiare. Mi piace sapere le cose. Non so se c’è un mestiere che si avvicina ad una cosa del genere ma… in caso vorrei fare quello.
Ti auguro una buonanotte.
X
 


Lily sorride leggendo la lettera che si ritrova sotto il tovagliolo mentre si siede a tavola; si guarda intorno, nella vana speranza di scoprire chi può averglielo lasciato, ma ovviamente la gente intorno a lei sta chiacchierando e si sta godendo la cena, quindi non c’è alcun indizio utile.

Vede suo fratello James ridacchiare con Elizabeth, che è venuta a mangiare al tavolo dei Grifondoro, mentre Fred le spara domande a raffica e Lindsay lo rimprovera dicendo che farà venire mal di testa a tutti, supportata dalla gemella del ragazzo. Hugo è affianco a Irene e stanno parlando entrambi con Danielle sul calendario delle partite di Quidditch mentre Thomas, esattamente dal lato opposto, ha lo stesso argomento di discussione insieme a Colin: a quanto pare hanno trovato il Quidditch come argomento comune – oltre ad una stanza condivisa, insomma – ed hanno fatto amicizia.

Lancia anche uno sguardo agli altri tavoli dove vede il quartetto del quinto anno dei Serpeverde ridere per qualcosa che non può sentire, sua cugina Dominique mangiare elegantemente il suo piatto di minestra, ascoltando l’amica parlare, i gemelli Scamander seduti vicini e Louis di fronte a loro, mentre Molly e Lucy sono per conto loro nel tavolo giallo – nero. Chissà in quale tavolo si sta nascondendo X in questo momento.

“Ti sei incantata, Lils?”

Rose la distoglie dai suoi pensieri, sventolandole una mano davanti agli occhi e Lily sbatte le palpebre per riprendere la concentrazione.

“Stavo pensando.”

“A che? O forse dovrei dire a chi?”

La piccola Potter fa una smorfia “Ai compiti.”

“Quanto stai diventando noiosa, Lily Potter. Nemmeno io penso ai compiti mentre ceno.”

“E a che pensi tu mentre ceni?”

“Al fatto che dopo avrò la ronda con Malfoy e non ne ho alcuna voglia.”

Lily aggrotta le sopracciglia “Devo dire che non ho molto capito cosa ne pensi di lui, eh. Ogni tanto mi dici che è un bravo ragazzo e che è molto studioso, ma l’attimo dopo dici che non lo sopporti e che non hai voglia di farci la ronda insieme. A me sembra un ragazzo simpatico, quando non ha quell’aria altezzosa.”

“Ecco, appunto! Lo hai mai davvero visto senza quell’aria altezzosa?”

“Quando viene a casa nostra d’estate è molto gentile, devo dire. Mamma dice che è un ragazzo davvero educato.”

Rose sospira, appoggiando il cucchiaio sul piatto “Sì, questo non si può negare, è molto educato. Quando vuole.

Lily ridacchia “Albus ci va d’accordo.”

“Il che è un gran punto a favore di Malfoy: tuo fratello è socievole quando un’Acromantula.”

“Detto da te, che detesti i ragni, mi sembra un paragone un po’ forte.”

“Vero. Però davvero non capisco come quei due abbiano fatto a fare amicizia: Albus non mi ha parlato fino a quando non abbiamo avuto otto anni, in pratica.”

“Se ti consola mio fratello non ha mai parlato con nessuno finché non ha avuto otto anni” la corregge Lily “Poi però, da quel momento, non ha più smesso di parlare: chiacchiera davvero tanto quando vuole.”

“I maschi, oltre ad essere i re delle scuse, sono anche i re dei quando vogliono.”

Lily scoppia a ridere “Tu generalizzi davvero tanto.”

“Due esempi, due conferme” ribatte Rose, spezzando un pezzetto di pane e mettendoselo in bocca “Comunque mi hai chiesto cosa ne penso di Scorpius Malfoy: credo che sia un ragazzo algido, ma molto legato alle persone che si tiene intorno, gentile ma allo stesso tempo sbrigativo se non ha interesse nel continuare una conversazione, disponibile solo con chi vuole, con scarsa voglia di applicarsi ma un grande interesse per lo studio.”

“Lo sai che hai detto solo cose in contraddizione tra loro, vero?”

“Perché è quello che Scorpius Malfoy è: un paradosso ambulante. Se tu vedi una cosa positiva in lui, sappi che saprà fare anche l’esatto contrario con facilità estrema. Però…” aggiunge la ragazza, vedendo che la cugina sta per intervenire “Aspettati anche la situazione opposta: se noti un difetto, stai pur certa che ha accanto anche un pregio.”

“Sono più confusa di prima, se devo essere sincera.”

“Allora ti farò un esempio pratico: ti ricordi quando ti ho detto che ci ho studiato bene quel paio di volte in cui siamo finiti per caso a lavorare insieme?”

Lily annuisce.

“Ecco: la mattina non ha fatto che lamentarsi del fatto che dovesse lavorare con me, che dovesse fare quel lavoro e che non avesse alcuna voglia di farlo. Poi, però, quando ci siamo visti in biblioteca, abbiamo studiato tre ore filate senza dire una parola e lui ha finito anche prima di me, con un lavoro che, e non lo ripeterò, era eccellente.”

“A me sembra solo che non voglia mostrare quanto è effettivamente bravo” commenta la piccola Potter e Rose alza le spalle.

“Forse. In ogni caso non fidarti mai di ciò che dice: guarda sempre quello che fa perché il suo comportamento rivela sempre molto di più dei suoi toni saccenti.”

Lily la guarda attentamente, riflettendo: non potrebbe trasportare ciò che la cugina le ha appena detto su Scorpius anche su X? Sta forse sbagliando a fidarsi solo delle sue parole e del suo “sono troppo timido per vederci” e dovrebbe concentrarsi di più sui fatti che le dimostra?

“Ma ora basta parlare di Malfoy, gli ho dedicato fin troppe attenzioni e stasera dovrò dedicargliene altre” taglia corto Rose “Piuttosto, raccontami un po’ del test della professoressa Althea: quando lo fece fare a noi, solo io e Malfoy, appunto, riuscimmo a superarlo. A voi è andata meglio?”

Le due cugine continuano a parlare per tutta la sera, due ragazze in una Sala piena di chiacchiere e Lily riesce per un po’ a non pensare al suo ammiratore segreto e al suo comportamento ambiguo. Escono insieme, a braccetto, praticamente in contemporanea al gruppetto di Serpeverde; Albus si avvicina alla sorella per baciarle dolcemente una guancia e Lily ricambia con un sorriso.

“Cugina” esclama per salutare Rose, che gli rivolge un cenno con la testa, seguito da uno sguardo al biondo.

“Malfoy.”

“Weasley” risponde lui “Stai per dirmi di non arrivare in ritardo, vero?”

“Volevo dirti di ricordarti che avevamo la ronda insieme, ma sì, anche di non arrivare in ritardo.”

“Io non arrivo mai in ritardo, se mi ricordo di avere un impegno” ribatte piccato il ragazzo.

“Lily, stiamo andando nelle cucine, vogliamo ancora un po’ di quel dolce con la panna: vuoi venire a salutare Dixie?” le propone Albus, mentre la cugina lo guarda sbalordita.

“Fammi capire, Albus: stai proponendo a tua sorella più piccola di fare una cosa teoricamente illegale davanti a due Prefetti?”

“Un Prefetto perfetto ed un Prefetto molto più simpatico” specifica Scorpius, ricevendo in cambia un’occhiataccia.

“E comunque come conoscete l’accesso alle cucine? Dovrebbe essere vietato agli studenti” continua Rose.

Albus scrolla le spalle “Anche se sembrate tutti dimenticarvene Lily non è l’unica sorella di James. E non c’è angolo del castello in cui James non sia arrivato.”

“Nemmeno io sapevo che James ti avesse parlato dell’accesso alle cucine” interviene la piccola Potter “Da quanto lo sai?”

“Dalla sera di Halloween di quest’anno” spiega il fratello “Grazie, a proposito, per avermelo detto subito. Perché sono sempre l’ultimo a sapere le cose?”

“Non sei sempre l’ultimo, Al. Io, per esempio, ancora non lo so: Lily prende le tisane e me le porta, quando le voglio” commenta Rose.

“Lo faccio solo per non far fare a te la cosa illegale, cuginetta. Non sarebbe proprio da te” ridacchia Lily “Comunque vengo volentieri: quel dolce era buonissimo, anche io ne voglio un’altra fetta.”

“Hai ragione. Infatti vi lascerò fare la vostra cosa illegale da soli e me ne torno in Sala Comune. Malfoy…”

“Sì, lo so, abbiamo la ronda” conclude l’altro, prima di sogghignare “Ci sarò, Weasley. Fatti bella per il nostro appuntamento.”

E Lily è sicura di sentire la cugina borbottare “Paradosso ambulante” mentre si allontana e deve mettersi una mano sulla bocca per non scoppiare a ridere.

“Al, ci sbrighiamo? Ho fame” esclama Scorpius.

“Sì, sì, andiamo.”

I cinque si incamminano in direzione delle cucine e Lily domanda “Come sai di Dixie, Al?”

“James me l’ha presentato subito, ovviamente. Mi ha detto che avrei ricevuto molti più dolci – cosa che mi sembrava impossibile vista la gentilezza degli elfi domestici, ma a quanto pare non c’è mai limite a certe cose – se gli avessi detto di essere tuo fratello. Mi sei stata molto utile, sorella.”

“Mi hai sfruttato malamente” si lamenta Lily.

“Non hai idea di quanto straveda per te quell’elfo, Lils” ribatte Albus “L’ho reso contento solo pronunciando il tuo nome.”

I due fratelli continuano a bisticciare giocosamente, mentre gli altri tre mantengono un silenzio tombale; quando Albus solletica il quadro, Jodie ridacchia sull’assurdità della cosa, ma ammutolisce non appena vede il passaggio aprirsi.

Dixie corre subito incontro a Lily che lo abbraccia, piegandosi sulle ginocchia, e dopo poco tutti e cinque hanno una tazza di cioccolata calda fumante in mano ed una torta intera con la panna solo per loro. Lily ascolta le chiacchiere dei Serpeverde ed osserva i quattro ragazzi che, all’apparenza, non potrebbero sembrare più diversi: Albus ha il naso sporco di panna dalla voracità con cui ha trangugiato la torta, Jodie ha mangiato solo la panna e ha lasciato lì il pan di spagna, Sebastian ha mangiato il pan di spagna lasciando la panna e Scorpius ha usato elegantemente la forchettina da dolce senza sporcarsi nemmeno le labbra, ma senza lasciare nessuna una briciola.

“Mi presenti il tuo amico?” mormora Sebastian, seduto vicino alla rossa, quando hanno entrambi finito di mangiare. Lily lo guarda, un attimo confusa: è contenta che il Serpeverde non sia rimasto deluso dal suo rifiuto e che stia provando ad allacciare un rapporto tra loro, ma di chi sta parlando?

“Dixie?”

“Sì. Sembra simpatico.”

Lily sorride “Lo è. Vieni con me.”

Si alza da tavolo e si avvicina all’elfo che sta lavando una pentola, seguita dal ragazzo.

“Dixie, voglio presentarti una persona.”

“Signorina Lily. Lei è dolce. Dolce come il miele e come lo zucchero.”

La ragazza sorride “Sebastian, lui è Dixie. Dixie, lui è Sebastian: vive nella camera di mio fratello.”

“Dixie è felice di fare la sua conoscenza, signorino Sebastian.”

Il ragazzo fa per rispondere, quando Jodie urla “Dai, Sebastian! Da quando ti interessa chiacchierare con gli elfi domestici?”

Sebastian arrossisce e si limita ad un sorriso, ma Dixie non sembra accorgersi delle parole della ragazza, né sembra turbato dalla situazione; fa un inchino, si scusa e torna al lavoro, così i due tornano al loro tavolo. Il Serpeverde sembra leggermente imbarazzato, ma Lily non ci fa troppo caso.

“Oh, andiamo, Seb, a momenti non sai il nome degli elfi che ci sono in casa tua e vuoi fare amicizia con quelli del castello?”

“Sono tanti quelli a casa mia” sibila il ragazzo “E li so, i nomi.”

“Sono due e ti credo che sai i nomi, sono praticamente identici” ridacchia Jodie “Com’erano? Dolly e Jolly?”

“Dolly e Polly” la corregge Scorpius.

“E il tuo com’era, Scorp?” interviene Albus.

“Leslie.”

“Bel nome” commenta Lily e tutti gli occhi si spostano su di lei, mentre il giovane Malfoy alza le spalle.

“Suppongo di sì. Non gliel’ho dato io.”

La conversazione sugli elfi domestici cade poco dopo, così come finiscono i motivi per stare lì ed i cinque escono; Dixie si prodiga in inchini e riverenze, tutto contento che Lily gli ha presentato i suoi amici, e la ragazza gli promette che tornerà presto. Quando sono fuori dalle cucine Lily si blocca.

“Io devo andare di qua.”

“Vuoi che ti accompagno in Sala Comune?” domanda Albus, ma la sorella scuote la testa.

“Non ti preoccupare, la tua è dall’altra parte, non serve che mi accompagni.”

“Vengo io con te” interviene Scorpius e, visto che tutti lo guardano, spiega “Ho la ronda e ho appuntamento con tua cugina davanti a Babbanologia. Mi sei di strada.”

“Va bene.”

“Ti affido mia sorella, allora” esclama Albus, appoggiando una mano sulla spalla di Lily, che lo guarda ridacchiando.

“C’era il Whiskey Incendiario nella tua cioccolata calda, fratellino?”

“Perché? Non è quello che di solito dice James, una di quelle frasi da fratello maggiore responsabile?”

“James ha anche minacciato di accompagnarmi ad Hogsmeade con il mio primo ragazzo, quindi gradirei che tu non sia esattamente come lui. Di fratello apprensivo me ne basta uno.”

“Ricevuto! Allora posso tornare ad avere “la sfera emotiva di un cucchiaino”, come Rose mi dice sempre. Se devo essere sincero non sono troppo dispiaciuto: dovrei preoccuparmi di troppe cose, altrimenti” Albus abbassa la voce come se stesse confessando un grande segreto e Lily ridacchia, prima di depositargli un bacio sulla guancia.

“Buonanotte Al. Ciao ragazzi.”

I due gruppetti si separano e Scorpius e Lily procedono per qualche minuto in silenzio; la piccola Potter non riesce a smettere di lanciare al ragazzo: il Serpeverde la incuriosisce e, dopo la conversazione con Rose quel pomeriggio, vuole saperne di più.

“Chi ha dato il nome al tuo elfo?”

Scorpius la guarda confuso e Lily si chiede cos’abbia detto di tanto strano; sbatte le palpebre, aspettando una risposta, ma il ragazzo scrolla le spalle.

“Non lo so. È in casa nostra da prima che io nascessi.”

“E che nome gli avresti dato tu se avessi potuto scegliere?”

Il biondo ha un’espressione totalmente incredula sulla faccia e la piccola Potter vorrebbe scoppiare a ridere perché è proprio buffo: a quanto pare nessuno gli ha mai rivolto simili domande.

Per un attimo si ritrova a pensare ad X e alle loro domande strane: ultimamente anche quelle erano diventate decisamente più normali, il che non faceva che confermare la sua ipotesi che c’era qualcosa di strano.

È la voce di Scorpius a risvegliarla dai suoi pensieri “Non lo so, Leslie gli sta bene. Mi sarebbe piaciuto Trix, se no.”

Lily storce il naso, prima di scoppiare a ridere “Meglio Leslie.”

Il ragazzo ribatte piccato “Credi di avere idee per nomi migliori?”

“Un’infinità” afferma l’altra.

“Certo, come no. Scommetto tutti nomi che derivano dai fiori o dalle favole.”

“Te l’hanno mai detto, Scorpius?”

“Che sono fantastico, intrigante e meraviglioso? No, però dovrebbero” sogghigna il ragazzo.

“No, che sei arrogante, fastidioso e alquanto noioso.”

“Noioso io, Potter?”

“Sì. E anche altezzoso” conclude Lily, con uno sguardo di sfida, incrociando le braccia al petto.

“E tu sei decisamente troppo romantica.”

“Che vorresti dire?” domanda la ragazza, fermandosi e facendo sospirare il Serpeverde.

“Che vedi tutto il mondo come un mondo fatto di cuori, fiori e cose sdolcinate. Un mondo stucchevole e pieno d’amore.”

“Questo non mi sembra una cosa negativa.”

“Sì, ma non è la realtà.”

“Preferisco la mia realtà con gli arcobaleni e gli unicorni alla tua vita grigia” ribatte piccata ed offesa Lily “La sai un’altra cosa, Scorpius? Che nella vita ridere fa bene e anche vedere le piccole cose belle che ci dà il mondo.”

E la ragazza non ne è molto sicura, ma crede di sentire il ragazzo sussurrare una cosa come “romantica”, quindi si stizzisce ancora di più ed assottiglia lo sguardo.

“A volte sei davvero insopportabile, Malfoy.”

Dopo quelle parole, mantenendo il mento alto, il naso all’insù e uno sguardo battagliero, la piccola Potter si gira di scatto e si allontana rapidamente, i capelli che le ricadono dolcemente sulle spalle mentre cammina veloce lungo il corridoio in penombra in direzione della sua Sala Comune.

Scorpius Hyperion Malfoy è troppo serio e non sa godersi la vita, questo è poco ma sicuro. E se non ha intenzione di lasciarsi andare un po’ lei non ha niente da spartire con lui e non rimarrà un minuto di più a farsi prendere in giro dal miglior amico di suo fratello.

X ultimamente sarà anche freddo e distaccato, ma almeno sa che ha un amore per le domande strane, gli unicorni di zucchero e per la sua versione del mondo.
E le scrive delle lettere.

E questo è tutto ciò che Lily vuole. Certo, oltre a conoscerlo e a parlarci dal vivo, s’intende.






Felpie's Corner
Buonsalve e ben ritrovati! Forse non è una vera e propria lite quella scoppiata tra Lily e Scorpius ma sarà il primo passo per dei capitoli un po' più "drammatici" (nel senso forse più di tragicomici, probabilmente. Cioè per Lily e Scorpius forse il termine "drammatico" andrebbe usato tutto, ma la chiave ironica e divertente io proverò sempre a mettercela - giusto per provare a regalare se non proprio delle risate dei sorrisetti divertiti qua e là). 
Sì, c'è un codice per tutto, cugini, gemelli e amici: la grande trovata di Barney Stinson deve essere estesa al mondo intero.
E sì, se non si fosse capito, io adoro i gemelli Scamander (forse non quanto Louis, ma comunque parecchio) e mi piace l'idea che Lorcan e Lily siano molto amici.
E mi piace anche pensare che la fobia per i ragni di Ron sia stata trasmessa tutta alla figlia, così come i modi di dire di Hermione, questa volta rivolti ad Albus e non a suo marito.
E anche per questa settimana mi sono ricordata che era martedì (vai così!), spero che questa piccola incrinatura nel rapporto Lily/ Scorpius vi piaccia, perché su questa scia e con questo come punto di partenza continueranno i prossimi giorni al castello.
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 19 - James Sirius ***


I don't believe that anybody
Feels the way I do about you now
And all the roads we have to walk are winding
And all the lights that lead us there are blinding
There are many things that I
Would like to say to you but I don't know how
Because maybe
You're gonna be the one that saves me
And after all
You're my wonderwall
(Wonderwall - Oasis)






James non si sveglia bene quella domenica mattina: ha come la sensazione di aver chiuso gli occhi solo all’alba – e probabilmente è quello che è successo – e sa che ciò che prova non è l’ansia per la partita di Quidditch che lo aspetta più tardi. Il suo problema, quella mattina e la sera prima, inizia per A e finisce per Lex-e-Dominique-insieme.

Dovrebbe essere illegale mettere il Quidditch dopo un’uscita ad Hogsmeade.

Anche lui, il giorno prima, è andato al villaggio insieme a Lizzie e si è anche divertito, tralasciando tutte le volte in cui si è guardato intorno sperando di incrociare – o forse no – sua cugina con Alex. Non gli piacciono quei due insieme.

Certo, forse è meglio Alex che Lucian ma... essere solo amico di Dominique si sta già rivelando più difficile del previsto.

Ha fissato il baldacchino rosso nell’oscurità della camera per tutta la notte e alla fine si è addormentato all’alba in un sonno agitato, solo quando era giunto alla conclusione che, per quanto facesse male, era meglio avere Dominique nella sua vita, piuttosto che non averla, anche solo come amica.

Ed è un pensiero sicuramente intelligente e razionale ma, comunque, non riesce a sentirsi meglio e, se si aggiunge anche l’ansia per la partita, James può dire di sentirsi in maniera decisamente orrenda.

Si tira su dal letto prima della sveglia, lanciando uno sguardo a Fred che sta abbracciando il cuscino, respirando lentamente, e ad Alex, che gli dà le spalle; si infila sotto la doccia lasciando che il rumore dell’acqua – come sempre – sovrasti quello dei pensieri.

Non ha chiesto niente. Non vuole saperne niente, in realtà. Non ci tiene proprio.

Ed è effettivamente così: molti potrebbero essere curiosi di com’è andata l’uscita o di cose del genere, ma lui no, non vuole saperlo, perché è ovvio che l’uscita è andata bene. Sua cugina è troppo divertente e Alex troppo alla mano perché l’uscita possa non essere andata bene.  Non c’è bisogno di indagare di più.

Qualcuno che bussa alla porta gli fa capire che è suonata la sveglia e che è ora di darsi una mossa, così chiude l’acqua, si asciuga rapidamente ed esce dopo essersi passato un paio di volte l’asciugamano tra i capelli bagnati; si trova davanti Fred, la faccia da zombie appena sveglio e i capelli sparati per aria.

“James, la McGranitt ti vuole.”

“Che?”

“La preside McGranitt ti aspetta nel suo ufficio, è appena arrivato un gufo. Ha picchiettato per cinque minuti buoni e mi sono dovuto alzare” sbuffa il ragazzo e l’amico lo guarda confuso: che cosa può volere la McGranitt da lui a quell’ora di mattina?

“La parola d’ordine è “Pallini Acidi”, lo aggiungeva nel biglietto.”

Fred si infila in bagno, praticamente spingendo fuori James che, confuso, si infila i vestiti per il Quidditch, mentre Alex gli mugugna un “Buongiorno” indistinto dal letto, ed esce, diretto all’ufficio della preside.

Bussa e, quando gli viene detto di entra, apre la porta “Sono qui, professoressa McGranitt, che cosa…”

Ma non fa in tempo a finire la frase che si ritrova davanti suo padre, stretto in un bel maglione verde bosco, e sua madre, che ha un sorrisetto stampato sulle labbra.

“Che cosa ci fate voi qui?” domanda incredulo, mentre Ginny si avvicina a lui per baciarlo sulla guancia.

“Siamo venuti come ospiti. La professoressa McGranitt ha pensato che sarebbe stata una cosa carina vederti giocare” spiega Harry, appoggiandogli una mano sulla spalla “Sei in forma, figliolo?”

“Non lavori oggi, papà?” chiede per tutta risposta il ragazzo.

“Sono il capo, ogni tanto potrò prendermi qualche giorno di ferie, no?”

No, visto che non succede mai.

James alza le spalle, prima di dichiarare “Non serviva vi disturbaste a venire a vedermi.”

“Che sciocchezza” lo zittisce Ginny “Voglio assolutamente vedere com’è la squadra di Grifondoro e voglio vederti giocare. In più Albus mi ha scritto da poco, ma tu e Lily è un po’ che non mi spedite lettere, quindi ho preso il drago per le corna e ho deciso di passare la giornata al castello.”

“Ma è permesso?”

“La preside McGranitt ci ha dato il permesso, questo basta” dichiara Ginny con un tono che non ammette repliche “Forza, vai a fare colazione e prepara la scopa per la partita: lo sai che una scopa ben tenuta…”

“… è una scopa che va più veloce e che risponde meglio ai comandi” conclude James, ancora stordito dalla presenza dei genitori “Lo so.”

“Bravo il mio ragazzo.”

“Adesso vai, James. Ci vediamo dopo” interviene Harry e il figlio annuisce, prima di fare un cenno con la testa e dirigersi verso la Sala Grande.

Ottimo, anche sua madre e suo padre sono lì: ora sì che non ha alcuna ansia per la partita. Che cos’era, dopotutto, avere lì sua madre, una campionessa delle Holyhead Harpies, e suo padre, il ragazzo che divenne Cercatore dei Grifondoro al primo anno. Zero pressione proprio.

Si incrocia con Fred e con Alex, andandoci praticamente a sbattere contro al quarto piano e così si incamminano insieme; poco dopo, Lucy li ferma, chiamando Fred.

I tre ragazzi si fermano e i due salutano la cugina.

“Ciao Lucy, che ci fai qui?” esclama il giovane Weasley, mentre la Tassorosso ha le mani nascoste dietro la schiena e sembra un po’ titubante “Va tutto bene?”

“Sì, sì!” risponde frettolosamente la ragazza “Ti ho portato una cosa.”

E così dicendo allunga le mani e mostra una scatola di Gelatine Tutti I Gusti +1, un pacchetto di Api Frizzole e dei Topighiacci.

“Li ho presi a Mielandia, ci sono stata sabato scorso… non sapevo quali ti piacessero, quindi ne ho presi di più tipi!”

James guarda l’amico, che sembra un po’ perplesso.

“Grazie, ma… perché lo hai fatto?”

“Perché… non lo so, sei mio cugino e Lily mi ha detto che ti piacciono i dolci. Pensavo fosse una cosa carina.”

James, vedendo il cugino in difficoltà, gli dà una gomitata e Fred aggiunge in fretta “È una cosa molto carina, Lucy, grazie.”

La ragazza gli fa un grande sorriso, allungando i dolci che il Grifondoro si mette in tasca, prima di darle un bacio sulla guancia.

“Vieni a vedere la partita oggi, Lu? È contro Tassorosso.”

“Non me ne intendo molto” ammette Lucy, abbassando lo sguardo, ma il cugino scoppia a ridere.

“Fidati, non è così difficile. Basta capire i ruoli ed è fatta” la rassicura e, vedendo lo sguardo di James, aggiunge “Se vuoi un giorno te li spiego, va bene?”

“Volentieri!” esclama la ragazza, contenta.

“Se oggi vuoi venirci a vedere ci fa piacere” si inserisce James “Però temo che una delle due squadre debba perdere, quindi forse non è la partita giusta.”

“Chiederò a Molly se vuole vedere la partita.”

“Altrimenti Lily sicuramente ci sarà, se vuoi compagnia” le consiglia il giovane Potter “Ora dobbiamo andare, dobbiamo fare colazione che poi dobbiamo andare in campo!”

“Sì, giusto, scusate. Allora in bocca al Lupo Mannaro ad entrambi.”

“Grazie per i dolci, Lucy, sicuramente non andranno sprecati!” la saluta Fred, mentre i tre entrano in Sala Grande, dirigendosi al loro tavolo e lasciando la cugina da sola.

“Hai visto? Te l’ho detto che Lucy ha una cotta per me” commenta il ragazzo, sedendosi su una panca “Andiamo, qualcuna ti ha mai regalato dei dolci così a caso?”

“Lily lo fa spesso.”

“Lily regala dolci e cibo a chiunque” ribatte Fred “Lucy a nessuno.”

“Magari vuole solo passare del tempo con suo cugino” interviene Alex.

“Sì, ma devo essere proprio io quel cugino?”

“Lucy non è così male” commenta James “Lily ci sta sempre e dice che è simpatica.”

“Sì, cioè le volte che viene a cena da noi è abbastanza simpatica, ma ecco…” Fred non finisce la frase, probabilmente perché non sa cosa dire, e il suo migliore amico gli dà una pacca sulla spalla.

“Non ci pensare ora: abbiamo una partita da vincere.”

Ecco, James, inizia a concentrarti sulla partita anche tu e non pensare al fatto che ci saranno mamma e papà sugli spalti, che è la prima partita dell’anno e che devi vincere. Pensa ai gol che devi fare, alla Pluffa da afferrare e al discorso da capitano pre – partita.

Quello, fortunatamente, è la parte facile, James ha come un talento naturale per certe cose e, nello spogliatoio, con la scopa in mano e lo sguardo fiero, guarda uno ad uno i suoi giocatori, prima di iniziare.

“Molto bene, ragazzi, siamo finalmente giunti al momento tanto atteso: la prima partita dell’anno. Per alcuni di voi” e si gira verso Hugo, Thomas e Jonas Highlands, l’altro nuovo Cacciatore “questa è anche la prima partita, quindi mi aspetto che diate il massimo e che facciate del vostro meglio. Per altri” e si gira verso Fred, Roxanne e Colin “questa è solo l’ennesima partita che giochiamo insieme: sapete cosa fare e giocate tutte le vostre carte.”

Prende un respiro profondo prima di continuare “Voglio dirvi che in tribuna c’è anche la mia famiglia. E sì, è vero, metà della mia famiglia sta al castello e questo lo si vede anche solo dal fatto che metà di voi sono miei cugini.”

Hugo si mette una mano davanti alla bocca per non far vedere che sta ridendo, mentre Fred ghigna proprio apertamente.

“Quello che voglio dire è che in tribuna ci sono i miei genitori, la McGranitt ha pensato che sarebbe stato carino invitarli. Perciò… questa partita significa molto per me perché nessuno dei due mi vede giocare seriamente da… okay, seriamente forse da mai, ma nemmeno alle ultime partitelle in famiglia hanno partecipato poi granché, quindi questa partita è importante per me. E sì, ovviamente dobbiamo dare tutti il massimo perché questa è la prima partita del nostro campionato e quella cazzo di coppa quest’anno Dorcas non me la strapperà dalle mani!”

“Ben detto, capitano!” esclama Roxanne con un sorriso, battendogli una mano sulla spalla “Facciamo vedere a zio Harry e zia Ginny, ma anche a tutti gli altri spettatori, come giocano i Grifondoro e chi è che porterà a casa la coppa quest’anno.”

James ghigna: sono pronti.

“Bentrovati cari compagni di scuola!” urla il commentatore, la voce amplificata dal microfono che si sente fin dal tendone dei giocatori “Oggi si gioca la seconda partita di campionato ed io, il vostro Sam Jordan, sono qui per commentare con voi ogni singola azione. Ricordiamo che nell’ultima partita Serpeverde ha battuto Tassorosso e quindi oggi la casa giallo – nero ha tutta l’intenzione di riscattarsi. Riusciranno i nobili grifoni a frenare l’entusiasmo dei tassi?”

Le urla coprono la sua voce e deve gridare ancora più forte per presentare i giocatori “Ed ora vi presento la nuova squadra di Grifondoro! Abbiamo James Sirius Potter, il nostro fantastico Capitano, nel ruolo di Cacciatore.”

A queste parole la squadra di Grifondoro si alza in volo, acclamata dalla folla rosso – oro.

“A seguire i mitici gemelli Weasley, Roxanne e Fred, entrambi nel ruolo di Battitori. Il nuovo acquisto, il piccolo Hugo Weasley, che speriamo ci mostri qualche bella parata, e i due nuovi Cacciatori Thomas Cooper e Jonas Highlands che speriamo riempiano di gol gli anelli avversari…”

“Signor Jordan, imparzialità” lo rimprovera la preside McGranitt, seduta al suo fianco.

“Mi scusi, professoressa, mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo” esclama il ragazzino “E in ultimo, ma non per importanza, il giovane Colin Hoddie, il Cercatore che l’anno scorso ha fatto scintille e che speriamo che quest’anno ci riservi le stesse emozioni. Ed ora vi presento gli avversari, i terribili tassi capitanati da Luke Sharp, il portiere para-tutto, che non sarebbe niente senza i suoi instancabili battitori Ginevra Cortes e Laila Grint.”

Si alza in volo anche la squadra di Tassorosso, posizionandosi di fronte agli avversari; James li osserva: dell’anno scorso sono rimasti Luke, i due Cattitori e il Cercatore, che è una ragazzina che sembra sempre un po’ iperattiva, mentre i Cacciatori sono tutti ragazzi che non hanno mai giocato.

Lancia uno sguardo a Hugo, che stringe la scopa fortissimo, ed immagina che il cuginetto sia tremendamente in ansia in quel momento. E giocare sotto pressione non è mai un bene…

“Ci sono anche i tre nuovi Cacciatori, acquisti di quest’anno, che sembrano aver grande voglia di giocare e mostrare il loro talento: vi presento Aaron O’rey, Cassandra Lock e Samuel Lonart! E anche qui, in ultimo ma non per importanza, il cercatore Marc Jacobs!”

Il pubblico urla ancora e Sam ne approfitta per recuperare la voce e riorganizzare le idee, ma lo sguardo di James è catturato da Madama Hooch che si sta avvicinando al centro del campo.

“Attenzione, signori e signore, Madama Hooch si è avvicinata al baule e questo vuol dire solo una cosa: la partita sta per iniziare” commenta il ragazzino “La Pluffa viene liberata… e inizia la partita!”

A quelle parole, James si lancia in avanti per afferrare la Pluffa, ma viene subito bloccato da un bolide in volo ed è uno dei Cacciatori di Tassorosso a mettere le mani per primo sulla palla; il ragazzo sbuffa, facendo marcia indietro per andare a difendere gli anelli, dove un timido Hugo è posizionato decisamente troppo a sinistra. Infatti, dopo nemmeno due minuti dall’inizio della partita, la Cacciatrice Tassorosso ha già segnato il primo gol.

Ottimo inizio.

Suo cugino gli lancia uno sguardo mortificato, ma James lo ignora: ora non ha tempo di pensare al dispiacere di Hugo, soprattutto perché lui è il Portiere e il suo compito è difendere gli anelli, quindi deve entrare in partita assolutamente.

Ma dopo poco risulta evidente che, quello a non essere in partita, è lui.

Ha sprecato almeno cinque Pluffe ottime che Jonas gli ha lanciato e deve ringraziare Thomas che, invece, sta giocando una splendida partita ed è riuscito a fare gli unici gol per la loro squadra; infatti i Battitori avversari ora si sono concentrati su di lui e Roxanne e Fred gli volano praticamente in coda per evitare che venga colpito.

James, sconsolato guarda verso la tribuna dei professori, dove vede sua madre e suo padre seduti vicini, che non mostrano la minima emozione. Non che sia così facile vederli da così distante, ma il fatto che stiano fermi immobili e non parlino lascia già intendere molto.

“Che sta facendo il nostro capitano? Forza James reagisci o la partita la vinceranno i Tassorosso!”

“Signor Jordan! La partita.”

“Mi scusi, professoressa. Come dicevo ora è Lock ad avere la palla e sta avanzando velocemente verso gli anelli dove il piccolo Hugo spera che qualcuno la fermi prima che arrivi davanti a lui…”

Maledetto Jordan, quando James lo incontra in Sala Comune gli sembra decisamente più simpatico. In quel momento ha solo voglia di annodargli la lingua.

E di volare il più lontano possibile da quel campo.

E quando Colin viene colpito da un Bolide e perde i sensi, James capisce che è davvero la fine di quella partita: senza Cercatore non possono vincere sicuramente e i punti che hanno fatto sono troppo pochi per sperare di vincere grazie a quelli – cosa che già sarebbe alquanto difficile normalmente.

Così, quando dopo pochi minuti – infiniti secondo James, in realtà – Madama Hooch fischia e mette fine all’incontro, è quasi una liberazione per il ragazzo, che può planare a terra e interrompere quella partita imbarazzante. Quasi che il Cercatore Tassorosso avrebbe dovuto acchiapparlo prima il Boccino, per mettere fine alle sue sofferenze.

Cammina veloce verso gli spogliatoi, ignorando la folla di persone che si è riversata in campo, gli altri giocatori della squadra, i suoi genitori, chiunque. Sa che, essendo il capitano, dovrebbe parlare alla squadra, rassicurarli, dir loro che può succede e che recupereranno, ma in quel momento non ne ha la forza.

Hugo ha fatto degli errori, Fred e Roxanne hanno fatto degli errori. Tutti hanno fatto errori, ma lui, sicuramente, è quello che ne ha fatti di più. E i gemelli ne avrebbero fatti meno, se non si fossero dovuti concentrare a difendere Thomas, l’unico che sembrava sapere cosa stesse facendo, in pratica, cosa che è successa perché lui non è stato in grado di fare un singolo, misero gol. Perfino Jonas che è entrato quell’anno nella squadra è riuscito a farne due.

E lui nessuno.

James entra nello spogliatoio e dà un calcio alla prima panca che vede, prima di urlare “Era una vittoria facile, per Merlino!” lancia a terra la scopa “Cazzo.”

“Jamie…” Harry Potter in tutta la sua eleganza appare sulla porta.

Ci mancava solo quello.

“Vattene, papà.”

“Quando io ero ad Hogwarts…” inizia l’uomo, ignorandolo, ma James non ha alcuna intenzione di starlo a sentire.

“Sì, lo so, papà, hai sconfitto il Signore Oscuro, hai salvato il mondo, hai vinto la Coppa delle Case e hai conquistato la mamma. Questa storia la sanno tutti: non so se ti sei accorto, ma è perfino sul libro di Storia della Magia.”

“Aspetta, James, volevo dire che anche io, quando ero al castello, ho perso delle partite.”

“Certo, ci mancava solo che le avessi vinte tutte” sbuffa il ragazzo, sedendosi sulla panca “In quel caso sì che avrei iniziato a credere che non fossi umano.”

“Capitano a tutte giornate no, Jamie…” riprova a dire Harry, sedendosi accanto a lui.

“Papà, non sai un cazzo! Non dirmi queste frasi fatte, che non mi dicono assolutamente nulla.”

“Direi che hai fatto il pieno con le parolacce per oggi, James Sirius Potter” la voce perentoria di Ginny fa girare i due verso l’ingresso dello spogliatoio; la donna entra e cammina circolarmente, facendo sentire distintamente il rumore dei suoi passi “Erano anni che non entravo in questo spogliatoio.”

Si gira verso il figlio e aggiunge con un sorriso “Di spogliatoi, nella mia vita, ne ho visti tanti, ma questo qui ha qualcosa di speciale, lo devo ammettere.”

“Le docce con l’acqua bollente tipo temperatura del fiato di un drago?” prova a dire il marito, facendola ridacchiare.

“Sì, anche quello.”

James alza gli occhi al cielo, prima di borbottare “Non sono dell’umore per queste battute sciocche che farebbero ridere solo lo zio Charlie.”

“Ascolta, James, purtroppo nella vita succederà di perdere una partita. Succederà di perderne tante, succederà di perdere quelle che sembravano impossibili da perdere e quelle in cui l’ipotesi di perdere non era mai stata concepita e contemplata. Ma questo non fa di te un cattivo capitano né un giocatore scarso” dichiara Ginny, avvicinandosi al figlio.

“E, per quanto possa sembrare orribile ora, domani andrà meglio” aggiunge Harry, appoggiandogli una mano sul ginocchio.

“Siete voi il problema” vorrebbe dirgli James “Voi, Dominique, Alex e questo settimo ed ultimo anno ad Hogwarts che sarebbe dovuto essere il più bello di tutti e che invece è una delusione dopo l’altra. Si salva Elizabeth, almeno finché non si accorgerà di che pessima compagnia sono e allora se ne andrà anche lei.”

Ma non può rispondere nulla il ragazzo in quel momento perché entrano come due furie le persone mancanti dell’allegro quadretto familiare: Albus e Lily.

“Ehi, Jamie, hai fatto un po’ schifo in campo, eh?” esclama per prima cosa il fratello, con il solito tatto da Troll che si ritrova, ricevendo in cambio una gomitata dalla sorella minore.

“Piantala Albus.”

“Che c’è? Io sono contento, ora Serpeverde ha una possibilità per la coppa.”

“Prima dovete battere i Corvonero, cosa che non penso vi sarà tanto facile” ribatte Lily “Comunque, James, tranquillo, potrebbe andare peggio!”

“Sì?” domanda Albus, subito fulminato dalla ragazza.

“Vuoi venire tu con me a consolare Hugo?” Lily si gira verso il fratello maggiore, con uno sguardo implorante “James dovrò andare a consolare Hugo, che è assolutamente convinto che tu lo disconoscerai come cugino o, peggio, lo caccerai dalla squadra. Ti prego, digli che non ha fatto così schifo e che non è andata così male.”

“Mi avete fatto venire mal di testa, tutti e quattro” sbuffa il ragazzo, alzandosi di botto dalla panca “E gli spogliatoi sono per i giocatori, cosa che nessuno di voi è, quindi siete pregati di levare le tende.”

E di essere stato maleducato, in quel momento, non gliene importa un bel niente.

Come se non bastasse, in quel momento, una sesta persona appare sulla porta, stupita probabilmente da trovare così tanta gente nello spogliatoio.

“Ciao zia Ginny, zio Harry. Non sapevo foste qui.”

“Ciao Domi” la salute Ginny, mentre l’uomo le bacia le guance e commenta “Ce ne stavamo andando, in effetti.”

“Vedi un po’ tu se riesci a parlare con James che è leggermente intrattabile in questo momento.”

“Ti ho sentito, mamma.”

“Appunto. Albus, Lily, fuori, forza, ho ancora tante cose da chiedervi. Harry, vieni anche tu, lasciamo che siano i giovani a parlare tra di loro.”

Tutti e quattro stanno per uscire quando Ginny sembra ripensarci e aggiunge come ultima cosa “Resteremo al castello ancora per un po’. Vienici a salutare più tardi o verremo noi a cercarti, ovunque tu sia.”

E dicendo queste parole la madre se ne va, chiudendosi la porta alle spalle; i due ragazzi rimangono da soli nello spogliatoio e si guardano qualche istante negli occhi.

“Dominique, mancavi solo tu” commenta James, sedendosi di nuovo sulla panca e togliendosi il polsino e la fascia da capitano.

“Sì, ho sentito che hai dato spettacolo” risponde Dominique, sedendosi accanto a lui.

“Non iniziare.”

“Sai che puoi parlare con me, James.”

“Davvero, Dominique?”

La ragazza sospira “Non dovresti trattare così zio e zia: loro sono qui per te.”

“Sono qui per vedere come se la cava il loro figlio maggiore e la risposta è stata una: male.”

“Non è stata così male: dopotutto, anche quando fai schifo, sei comunque migliore di molti altri.”

“Avremmo perso il campionato prima ancora di iniziare se non fosse stato per Thomas, Dominique!” sbotta James “E tutto ciò che ho fatto io, da bravo capitano, è stato sprecare cinque Pluffe d’oro che Jonas mi aveva servito su un piatto d’argento.”

“E, da bravo capitano, hai insegnato tu a Thomas a giocare” replica l’altra “Perché sì, Tommy era forte, ma se ha giocato una partita del genere oggi è stato solo per i consigli che gli hai dato tu. Ed io lo so, James.”

James la guarda attentamente, gli occhi chiari di lei fissi nei suoi e il suo viso così vicino; sua cugina è lì per lui, come sempre. E sospetta che il fatto che ora siano amici – o quello che è – non c’entra nulla: Dominique sarebbe stata lì per lui anche se fossero stati in piena lite.

E mentre la guarda non può fare a meno di pensare che, un anno e mezzo fa, erano proprio in quello spogliatoio quando l’aveva baciata per la prima volta.
 


È Maggio. Il 14 Maggio, per essere precisi, e lui, James Sirius Potter, ha appena portato la sua squadra alla vittoria, la sua prima vittoria da Capitano. Avevano appena vinto la Coppa di Quidditch. Lo sapeva già, anche se mancava ancora una partita, Serpeverde contro Corvonero. Non importava il risultato di quell’incontro, la Coppa era già loro.

Il primo anno era stato un anno cuscinetto, un anno di prova, ma quello, invece, quell’anno era stato un allenamento dietro l’altro, un pensiero fisso e costante, un fuoco che gli aveva bruciato dentro per tutto il tempo. Ed era riuscito in ciò che voleva.

James è così stordito quando scende dalla scopa che non riconosce nemmeno i visi dei suoi stessi giocatori; tutta la Casa Grifondoro si è riversata in campo e gli stanno facendo i complimenti, gli battono le mani sulle spalle, gli scompigliano i capelli e si congratulano con lui. Ci mette così tanto ad uscire da quella folla che quando arriva agli spogliatoi sono già vuoti, tutti gli altri ragazzi se ne sono andati, lasciandolo lì da solo e con un sorriso da scemo sul viso.

Appoggia la scopa alla panca e si mette le mani sul viso, ancora incredulo dalla cosa e con un’adrenalina dentro che potrebbe fargli giocare un’altra partita, nonostante la stanchezza che sente.

“E così sei un campione.”

La voce gentile di sua cugina lo distrae dai suoi pensieri e lo fa girare verso la porta dove la ragazza è appoggiata, mentre sfoggia un paio di shorts ed un sorrisetto soddisfatto.

“Non che avessi molti dubbi.”

“Ho vinto, Domi. Ce l’ho fatta, ho vinto.”

La ragazza si stacca dalla porta e gli si avvicina, senza smettere di sorridere “Credi sul serio che io avessi dei dubbi su di te e sul tuo talento? Lo sai che sono brava a giudicare i giocatori di Quidditch.”

E quando Dominique gli sorride, il ragazzo non riesce a trattenersi: le mette le mani sulle guance, la attira a sé e le bacia dolcemente sulla bocca. Le labbra della cugina sono morbide, piene e sono dopo qualche secondo James si rende conto di cosa sta facendo; quando capisce che sta baciando Dominique – sua cugina Dominique – si stacca all’istante, come se avesse preso la scossa e la guarda. Gli occhi chiari della ragazza sono fissi nei suoi e James vi legge stupore, incredulità e altre cose che non è in grado di capire.

Così non dice una parola, riafferra la scopa, la supera e se ne va, la mente con l’unico pensiero fisso sulla grande cazzata che ha appena fatto.

Praticamente corre per rientrare al Castello, dove si dirige in Sala Comune, si chiude alle spalle la porta del dormitorio e solo allora riprende a respirare.

Che idiota che è stato, ora Dominique non gli parlerà più. Non lo guarderà nemmeno più probabilmente; lui, sicuramente, il coraggio di guardarla in faccia non ce lo avrà.

Fred e Alex non ci sono, probabilmente stanno aiutando a preparare la festa in Sala Comune che ci sarà quella sera, così ha tutto il tempo di spogliarsi con calma, farsi una bella doccia, rinfilarsi camicia e mantello ed uscire; è già sera, praticamente, la partita è stata nel pomeriggio, quindi va a cena, dove tutti continuano a congratularsi con lui, a scambiare due parole o una semplice battuta, ma James non riesce a staccare gli occhi dal tavolo dei Corvonero. 

Quasi non sente il suo migliore amico parlargli della super festa che ci sarà quella sera, né Alex dirgli che hanno preso dell’alcool da Madama Rosmerta e quando finisce la cena se ne va senza dire nulla a nessuno; va fuori, nel parco, anche se non dovrebbe stare lì a quell’ora, e va verso il Lago Nero, nell’oscurità della sera.

Gli è sempre piaciuto il Lago Nero, lì è tutto silenzioso e tutto così in ordine che si sente sempre più in pace.

Rimane lì a lungo, ad osservare l’acqua calma e scura, finché non sente dei ramoscelli spezzati e la voce di Dominique che gli chiede “Ti ricordi di dover partecipare ad una festa, vero?”

James non si gira, aspetta che la ragazza lo raggiunga e gli si piazzi davanti con le braccia incrociate “Ne vogliamo parlare?”

“Di cosa?”

“Del bacio.”

“Ah. No, allora no.”

“James…”

“Mi dispiace, Domi. Mi dispiace, va bene? Sono stato un idiota, non so cosa mi sia preso. Lo so che sei mia cugina, che è sbagliato, che ho fatto una cosa orribile. Ma è stato più forte di me” esclama James, a voce alta, ma tanto intorno a loro non c’è nessuno che possa sentirlo.

Dominique lo guarda con i suoi occhietti vispi, ma non sembra essere arrabbiata.

“Che c’è?” domanda James, sentendosi osservato.

“Pensi che io voglia le tue scuse?”

“Lo so che ora le scuse sono inutili, ma…”

“James” lo blocca Dominique, sorridendogli subito dopo “Stai zitto, va bene?”

E il ragazzo rimane con la bocca semiaperta, mentre la cugina si siede accanto a lui e gli appoggia la mano sul braccio.

“Sai, credo di sapere perché non ti abbiano messo in Corvonero: non sei per nulla intelligente.”

“Che vorresti dire?” chiede subito, offeso, James e la cugina ridacchia.

“Non sono arrabbiata, James.”

“No?”

“No. Penso che dovremmo parlare, è vero, ma non ora. C’è una festa nella tua Sala Comune ora, se non sbaglio.”

“E con questo?”

“E con questo ora tu ti alzi e vai nella tua Sala Comune perché è una festa in tuo onore e tu non puoi mancare” dichiara Dominique, come se fosse la cosa più normale del mondo “E noi riparleremo nei prossimi giorni, d’accordo?”

“Non possiamo parlarne ora? Ti prego, Domi.”

“Nemmeno se ti dico che puoi stare tranquillo ti rilassi?”

“No. Non sono tranquillo se tra noi non è tutto in ordine e lo sai benissimo.”

“Va bene, allora. Però non devo parlare con te, io” commenta Dominique e James la guarda confuso, così lei aggiunge “Io devo solo risponderti.”

La ragazza si avvicina al cugino, gli appoggia una mano collo e poi gli sfiora delicatamente le labbra con le sue; un attimo dopo si allontana e gli fa un sorrisetto, mentre James è sicuro di avere una faccia da Fiammagranchio in quel momento, tanta è la sorpresa che ha provato nel sentire di nuovo la bocca di Dominique sulla sua.

“Che… che…” balbetta.

“Significa?” lo aiuta Dominique, ridacchiando “Ti dovevo rispondere, no? Prima non mi hai dato il tempo di farlo.”

A quelle parole James sente come una molla dentro di sé che lo spinge di nuovo verso la cugina e questa volta, mentre la bacia, la stringe a sé, passandole le mani tra i capelli e sfiorandole il viso. Si baciano per dei minuti interi, le loro lingue che giocano, esplorando le bocche sconosciute, mentre i respiri si fanno sempre più accelerati.

Quando si separano, il ragazzo guarda la cugina negli occhi e la vede sorridergli, mentre lui è totalmente incredulo di ciò che è appena capitato.

“Io non so se ora voglio più andare alla festa…”
 


Di cose, da quel bacio, ne sono successe parecchie, eppure Dominique è comunque lì a cercare di consolarlo. Lei che di Quidditch se ne intende e che sa quello che dice in fatto di giocatori.

“Fai sempre il duro, ma non sei invincibile. Puoi cedere anche tu ogni tanto, anche sul Quidditch. Ti è concesso, Jamie” Dominique ripete le esatte parole che James le aveva detto qualche tempo prima ed il ragazzo è sorpreso dal fatto che se le ricordi così precisamente.

“Domi…”

In quel momento si sentono altri passi alla porta e appare Lizzie sulla porta.

“Oh, scusate, non volevo interrompervi…”

“Non fa niente, Lizzie, ora vado” risponde in fretta Dominique, prima di guardare James e concludere “Non è la fine del mondo, James, ricordatelo. Tu sei un grande giocatore.”

E con quelle parole esce dallo spogliatoio e il ragazzo rimane solo con l’altra Corvonero.

“Lizzie…”

“Come ti senti?”

“Liz… lasciami solo, per favore…”

“Non penso sia questo il momento in cui lasciarti da solo” ribatte la ragazza, avvicinandosi “Può succedere, James. Capita di sbagliare.”

“Non doveva capitare oggi!” sbuffa frustrato il ragazzo “È la prima partita dell’anno, cazzo. Ed io ho perso.”

“Recupererai.”

“Devo vincere il campionato.”

“Come hai detto tu è la prima partita. Te ne aspettano molte, in cui potrai dare il massimo e recuperare.”

“Ho deluso tutti: i miei genitori, i miei fratelli, la mia squadra, la mia Casa, te…”

“Tu non hai deluso nessuno.”

“Dillo alla folla di persone urlanti sugli spalti. Ho deluso tutti, là fuori.”

“Non hai deluso proprio nessuno. Il Quidditch non può deludere le persone.”

James alza un sopracciglio come a farle intendere che sì, il Quidditch può deludere le persone, così Lizzie si corregge “Okay, sì, il Quidditch può deludere le persone, specie qui al castello dov’è l’unica parvenza di novità rispetto al grigiore dei compiti e delle lezioni. Però fregatene, non puoi mica rallegrare tutti con un colpo di bacchetta.”

“No, hai ragione, sarebbero bastati dei gol, però.”

“Chi non riesci a rallegrare con la tua semplice presenza non merita che tu lo rallegri in qualche altro modo” ribatte Elizabeth, con un tono che non ammette repliche, e James, guardandola, non può non pensare a quanto sia tosta.

“Ed io sono sicura che tu rallegri molte persone, anche solo con un semplice sorriso.”

James, pur non volendo, fa uno sbuffo divertito e anche la ragazza si lascia andare ad un sorriso, commentando “Molto meglio. Ora però forse è meglio che tu ti faccia una doccia e vada a pranzo: si sa che mettere qualcosa nello stomaco aiuta a vedere le cose meno nere.”

Il ragazzo annuisce “Ci vediamo dopo.”

“E… James?” Lizzie lo richiama, proprio mentre è già sulla porta.

Il ragazzo alza lo sguardo e vede Lizzie fargli un bel sorriso, prima di dichiarare “È una fortuna che abbiate perso contro Tassorosso. Se avessero vinto i Corvonero sarei già con loro a festeggiare.”

“Purtroppo, questo non succederà mai” ghigna il Grifondoro.

“Sogna pure: contro Dorcas non hai alcuna speranza, tesoro” e, dopo un altro sorriso, la ragazza lo lascia lì da solo nello spogliatoio, mentre guarda i suoi capelli ondulare al ritmo dei suoi passi.

James sospira: Elizabeth è una ragazza speciale. E anche Dominique. È circondato da ragazze meravigliose.

Va verso la porta in modo tale da chiuderla e farsi una bella doccia, prima che arrivino gli altri Grifondoro che preferiscono le docce bollenti dello spogliatoio a quelle normali del dormitorio, quando sente delle voci dall’altro lato.

“Che vuoi, Morgan? Non ho proprio voglia di mettermi a discutere ora.”

Non appena riconosce la voce di Fred rallenta, per non farsi scoprire e non interrompere la conversazione.

“Non mollare, Fred.”

“E questo che vorrebbe dire, per Godric?”

“Che lo capisco. Perdere fa schifo. Ma te lo dico da giocatrice a giocatore: può succedere. E succederà spesso. L’importante è come affronti la sconfitta.”

“E dall’alto della tua esperienza, come suggerisci di affrontarlo?”

James riesce ad immaginarsi perfettamente Fred a braccia incrociate mentre, con tono sarcastico, pronuncia queste parole.

“Intanto con una bella doccia, poi con un bel panino e infine con una bella passeggiata nel parco o con una bella dormita.”

“Quante cose belle.”

“Sì, sono belle e ti consiglio vivamente di provarle” replica Dorcas, in fretta, prima di aggiungere più dolcemente “Lo dico per te, Fred. Per te e per James. Siete bravi, Santa Priscilla, o non sareste i nostri avversari più temibili. Ma se vi arrendete adesso non ci sarà gusto a strapparvi la Coppa dalle mani.”

“Ti piacerebbe, Morgan.”

“Molto. E sarà quello che succederà se non vi risollevate. Quindi fatelo, perché non mi divertirei a vincere con degli avversari che non si impegnano in campo.”

James sente dei passi ed immagina che la ragazza si stia allontanando, quando Fred parla di nuovo.

“E tu come avresti reagito, bella Morgan?”

“Io? Oh, io avrei di sicuro spaccato il muro dello spogliatoio con un Bombarda. Così, giusto per rimodernare l’ambiente.”

James sente delle risatine e non fa fatica ad associarle al suo migliore amico.

“Ricorda Weasley: doccia, panino e dormita. In quest’ordine, possibilmente, non vorrei che la tua puzza disturbasse il mio pranzo.”

Anche Dorcas è una ragazza speciale.

E lui deve togliersi dalla porta o Fred lo beccherà in pieno ad aver origliato la conversazione.

Perciò si catapulta letteralmente sulla panca, dove si sfila velocemente i vestiti proprio mentre Fred entra; non gli dice nulla, né James fa alcuna mossa, se non andare sotto la doccia, lavarsi e, quando ha finito, fare un cenno con la testa al cugino seduto a fissare il pavimento.

“Ci vediamo in Sala Grande?”

Fred annuisce, senza aggiungere altro, e James esce, incamminandosi verso la Sala Comune; entra nel quadro e non fa in tempo a salire le scale che incontra Thomas. Non ha alcuna voglia di parlare con lui, ma lo chiama e non può far finta di non aver sentito.

Così si ferma sul primo gradino e si gira verso il ragazzo, in attesa.

“Ascolta, Capitaine…” inizia Thomas “Io lo so che noi non… comment dites – vous? Oui, non abbiamo iniziato con il piede giusto… anche se non so il perché. E la sconfitta fait mal, mais nous pouvons récupérer. Grifondoro est une super équipe.”

James annuisce: il francesino ha perfettamente ragione. E lui non potrà prendersela tutta la vita con lui solo perché è gentile con Dominique. Non dopo che oggi ha salvato la faccia a tutta la squadra.

“Sei stato molto bravo, Thomas. Sei stato l’unico bravo della nostra squadra oggi, probabilmente. Ti sei comportato bene in campo e hai dato il tuo massimo.”

“Non cercavo lodi, Capitaine.”

“Lo so. Ma te le meriti, Thomas.”

“Merci, Capitaine” risponde allora educatamente il più piccolo “Je ne peux pas d’attendre i nuovi orari di allenamento. Dobbiamo allenarci e devenir plus forts.”

James annuisce “Ve li comunicherò presto. Ora vai a pranzo, sarai stanco.”

“Un peu, lo ammetto. Ci vediamo in Sala Grande?”

“Sì.”

“Ciao, Capitaine” lo saluta Thomas con un sorriso, così James può salire in camera e rimettersi la divisa.

C’è però un’ultima cosa che deve fare, prima di poter andare a pranzo.

Non sa dove siano finiti i suoi genitori, ma ci mette poco a trovarli, perché sono loro che stanno venendo in direzione della Sala Comune dei Grifondoro.

“Mamma, papà” li saluta James.

“James, noi dobbiamo tornare a casa” gli dice Harry, appoggiandogli una mano sulla spalla.

“Vi ho risposto male.”

“Non importa” lo rassicura il padre “Eri arrabbiato. Forse lo sei ancora, non penso che ti sia passata così facilmente. Quindi non preoccuparti.”

Certo, ora viene fuori che non importa rispondere male, gli è concesso. A lui che ha appena perso la partita di Quidditch, che prova qualcosa per sua cugina, che non sa se vuole fare l’Accademia Auror e che non sa che fare della sua vita.

“Vai a pranzo, tesoro, rilassati un po’ e riprendi le forze” aggiunge Ginny, accarezzandogli il viso.

James annuisce, perché non gli sembra il caso di mettersi a litigare in quel momento e in quel luogo “Avete già salutato Albus e Lily?”

“Sì, stavamo venendo da te, ma ci hai trovati prima tu” risponde Harry “Abbiamo appuntamento da zio Ron e zia Hermione.”

“Non lavora nessuno oggi?”

“Oggi no. Sai, venendo qui ci è venuta nostalgia del castello ed è un po’ che non passiamo un po’ di tempo insieme” spiega l’uomo “Comunque, la preside McGranitt ti vuole. Passa da lei prima di andare a pranzo.”

Ancora?

“Va bene. Grazie di essermi venuti a vedere.”

Ginny gli scocca un bacio sulla guancia e Harry lo abbraccia.

“Sono sicura che alla prossima partita farai scintille, James” dichiara la madre “Perché ti conosco e so che puoi fare grandi cose.”

Sì, certo.

“Buon rientro a casa. Salutatemi zio Ron e zia Hermione.”

“Ciao tesoro.”

Dopo le parole del padre, James li guarda allontanarsi fianco a fianco, prima di andare in direzione dell’ufficio della preside, dove bussa alla porta per la seconda volta in una sola giornata.

“Avanti” dichiara la McGranitt da dietro la porta e James la trova seduta alla scrivania, con gli occhialetti sul naso.

“Oh, è lei, signor Potter.”

“Voleva vedermi, preside?” e si trattiene dall’aggiungere di nuovo.

“Sì. Volevo solo assicurarmi che il capitano della mia squa… cioè il capitano dei Grifondoro non si abbattesse per una semplice sconfitta ad inizio campionato. Certo, se fosse stata una partita decisiva, a Maggio magari, la cosa sarebbe stata differente, ma ora ha tutto il tempo di recuperare. Anzi, mi auguro che abbia già un piano per farlo.”

Ma la preside non dovrebbe essere imparziale sul Quidditch?

“Sto… bene, professoressa.”

“Ha salutato i suoi genitori?”

“Sì, appena adesso. Sono loro che mi hanno indirizzato qui.”

“Molto bene. Allora vada a mangiare qualcosa e si rilassi per oggi” dichiara la donna “Sa, signor Potter, punto molto su di lei. E la conosco, non è un ragazzo che si arrende facilmente. È il degno erede di suo nonno, lo sa? Più forse che di suo padre.”

Non è la prima volta che lo paragonano al nonno, anche se mai nessuno gli aveva detto di quanto era tenace: tutti parlano del loro aspetto fisico simile, del sorriso e dei capelli sempre in disordine, ma in pochi sanno parlare del comportamento, visto che James Potter è morto troppo giovane. Ma non è questa la cosa che più lo sorprende.

“Lei sta… puntando su di me?”

“Punto su di lei da quando l’ho nominata capitano all’età di quattordici anni, signor Potter” dichiara la preside, le labbra a formare quello che James immagina essere il sorriso malandrino della McGranitt “Non mi ha mai deluso e sono sicura che non inizierà a farlo ora. Mi dimostri quanto valga non lasciandosi scoraggiare da una sconfitta.”

E James sa che la donna non sta mentendo. E che deve darsi una svegliata perché suo nonno non si comporterebbe così.

E nemmeno lui.






Felpie's Corner
Questa settimana è passata davvero troppo in fretta, questo martedì è arrivato senza che me ne sia resa conto assolutamente. Però sono qui, ormai sono diventata puntuale (eccole, le ultime parole famose).
Precisazioni su questo capitolo che è ricco di Quidditch e che spero vi piaccia! Intanto ci tenevo ad inserire Sam Jordan che sì, è il figlio (di mia invenzione) di Lee Jordan: non sarà un personaggio importante ma adoravo i battibecchi tra lui e la professoressa McGranitt quindi ho voluto inserirli anche qui (il figlio è degno del padre in quanto a parzialità nei commenti).
Per il fatto che Harry e Ginny siano ad Hogwarts non so se si possa fare, sinceramente, ma direi che la McGranitt è la preside quindi può fare quello che gli pare e che Harry e Ginny non sono proprio due nessuno. Sempre su questo argomento, credo di averlo già detto, ma non ho mai amato troppo The Cursed Child perché vedo Albus molto legato a Ginny e con un rapporto normale con Harry (anche perché se uno che sceglie di andare tra i Serpeverde e di "rinunciare" a stare con la sua famiglia poi non ce lo vedo molto a cercare attenzioni). Però magari a qualcuno TCC è piaciuto e lo ama, quindi questo è solo un mio pensiero ed una precisazione: in questa storia, quello che ha dei problemi con i genitori è James. Non grandi, ovviamente, diatribe forse un po' più forti del normali ma sempre nei limiti: James è un bravo ragazzo che alla sua famiglia ci tiene molto, ma a volte si sente semplicemente caricato di troppe responsabilità. E, altra precisazione, Ginny capisce spesso quanta pressione sente James e forse anche Harry, solo che quest'ultimo ha molte più difficoltà nel cercare di levargli un po' il peso (Harry lo vedo come un genitore molto impacciato). Fine precisazioni sulla famiglia Potter.
L'ultima frase che Dominique dice a James è presa da qualche capitolo fa, nell'incontro nelle cucine tra James e Dominique. E, a proposito di loro, ecco il tanto atteso primo bacio: molto innocente, probabilmente, ma anche (almeno spero) dolce. E, se qualcuno se lo stesse chiedendo, no, non sarebbe successo niente tra James e Dominique, se non fosse arrivata Elizabeth. Non ancora, è troppo presto. Domi probabilmente se ne sarebbe andata a breve, dopo essersi assicurata che il cugino stesse bene.
Ultima cosa e poi metto fine a queste note ancora più lunghe del solito papiro: mi piace tantissimo pensare che James Sirius sia simile al nonno, anche un po' caratterialmente. Certo, è ovviamente diverso perché c'è l'influenza di nonna Lily e di tutto il ramo Weasley, ma mi piace pensare che più che simile ad Harry, James sia molto simile a James Senior. Se proprio qualcuno deve essere più simile ad Harry, quello è Albus. 
Con questo ho finito veramente, quindi vi auguro buona settimana e spero che, come al solito, il capitolo vi sia piaciuto.
A presto,
Felpie

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 20 - Scorpius ***


Don't ask my opinion
Don't ask me to lie
Then beg for forgiveness
For making you cry
Making you cry
'Cause I'm only human after all
I'm only human after all
Don't put your blame on me
Don't put the blame on me
(Human - Rag'n'Bone Man)






Scorpius Hyperion Malfoy è un ragazzo intelligente e questo può essere detto chiaramente.

Scorpius ha capito di aver fatto una cazzata letteralmente dieci secondi dopo che Lily si era girata di scatto, facendo ondeggiare i suoi lucenti capelli rossi e dandogli le spalle; avrebbe dovuto scusarsi immediatamente e sì, si era comportato male, ma quella serata era stata davvero troppo strana, aveva accumulato una tensione che non si sarebbe mai aspettato e, davvero, l’idea di tornare in camera e vedersi un Sebastian a braccia incrociate che gli chiedeva perché avesse accompagnato la piccola Potter in Sala Comune – cosa che poi si era profeticamente avverata – non gli andava proprio a genio. Ma sarebbe stato ridicolo andare nei Sotterranei e poi tornare su ai piani alti e Albus avrebbe pensato che fosse fuori di testa e, probabilmente, capito che c’era qualcosa sotto. D’accordo l’ingenuità, ma quello sarebbe stato un po’ troppo.

Da quella sera erano passati alcuni giorni, la partita Grifondoro – Tassorosso incredibilmente vinta da quest’ultimi – su cui Scorpius non avrebbe scommesso nemmeno una falce – e davvero pochi bigliettini. Ormai non si dicevano quasi più nulla, le dava solo buongiorno e buonanotte e Lily non sembrava chiedere altro.

Ma il biondo la riteneva una ragazza sveglia e le sembrava difficile che non avesse intuito proprio nulla. Però non gli aveva fatto notare nulla e non gli aveva raccontato di aver litigato – se così si può dire – con Scorpius Malfoy perché le aveva dato della romantica. Il Serpeverde era convinto che gli avrebbe raccontato una cosa del genere e invece non l’aveva fatto.

Era anche certo che la piccola Potter avrebbe rivoltato il castello pur di trovare quel maledetto ammiratore segreto che ultimamente la stava trascurando, ma non aveva fatto neppure quello.

Che fosse poco interessata a lui? Improbabile, Lily Luna Potter non è una che inizia una cosa e poi non la porta a termine senza nemmeno dare una spiegazione. Che gli stesse lasciando spazio? Già più probabile, ma questo faceva aumentare solo di più i sensi di colpa del ragazzo che, rispettando la volontà di Sebastian, stava cercando un modo di chiudere lo scambio di messaggi senza ferire troppo la Grifondoro.

Anche perché doveva proprio smettere di scriverle, ormai Sebastian lo guardava male ogni volta che prendeva una piuma in mano praticamente, anche quando erano a lezione di Trasfigurazione e la professoressa Collins intimava a tutti con lo sguardo di prendere una piuma e scrivere le esatte parole che diceva lei.

In effetti, ultimamente, a Scorpius non fa troppo piacere la compagnia di Sebastian, anzi lo infastidisce parecchio, perché gli ricorda costantemente che si sta comportando in modo scorretto e il biondo, nell’ultimo periodo, ha capito che è una cosa che non gli piace. Non gli piace avere dei segreti con Albus che invece con lui è un libro aperto e che di lui si fida ciecamente, né far soffrire in un qualsiasi modo la piccola Potter che è una persona buona e che non se lo merita.

“Scorp?”

La voce di Albus lo distrae dai suoi pensieri e il giovane Malfoy smette di guardare il baldacchino verde sopra il suo letto per girare il viso verso il suo migliore amico, sdraiato sul letto accanto.

“Che c’è?”

“Dovrei dire a Sebastian di Jodie?”

“Tu prima dovresti uscire con Jodie” sottolinea il ragazzo, tornando a guardare il baldacchino “Comunque non lo so, forse sì. Dipende da quanto pensi sia una cosa seria, suppongo.”

“Cioè?”

“Non lo so, Al. Dipende da quanto ci tieni che Sebastian lo sappia.”

“Scorpius, lo sai che quando mi parli così non capisco un accidenti” brontola il ragazzo, mettendosi seduto.

“Non so che dirti, Albus, credo sia una cosa che devi decidere tu” ripete il biondo “E sono anche convinto che dovresti parlare con Jodie e fare questa santissima uscita. Per Morgana, tra un po’ glielo chiedo io per te!”

“No, questo, no, voglio essere io ad invitarla ad uscire” ribatte velocemente il giovane Potter, andando verso il suo baule per prendere dei Topighiacci.

Scorpius, a quelle parole, non può non pensare che Sebastian, invece, gliel’ha proprio chiesto in ginocchio di parlare per lui e provarci con Lily.

Oh, ma perché non riesce a passare cinque minuti senza pensare a quella ragazzina? D’accordo i sensi di colpa, forse non è così male essere una persona romantica, ma non c’è mica bisogno di pensare a lei ogni secondo.

“Scorpius!” esclama Albus e il ragazzo lo guarda confuso.

“Che vuoi?”

“Ti ho chiesto se vuoi un Topoghiaccio. Te l’ho chiesto due volte, per la precisione” dichiara il moro, sedendosi sul letto dell’amico “Ma va tutto bene? Non mi hai sentito?”

“Stavo pensando a quello che mi hai detto” risponde in fretta Scorpius, mettendosi a sedere e afferrando il dolcetto “Forse dovresti. Sarebbe peggio se lo venisse a scoprire dopo da solo, no?”

“Morgana, non ci avevo pensato” ammette Albus, ma prima che possa aggiungere qualcosa Scorpius aggiunge “Ma prima devi parlare con Jodie, Al. Sul serio.”

“Lo farò, te lo prometto. Mi dispiace che tu sia finito in mezzo.”

“Siete i miei migliori amici, voglio finirci in mezzo.”

“Se ti do un altro Topoghiaccio ammetti anche che sono il miglior amico che tu abbia mai avuto?”

Scorpius gli lancia un’occhiataccia “No, io non dico le bugie.”

“Certo, e io sono un Grifondoro.”

Albus si alza e va in direzione della finestra, lanciando un’occhiata di fuori “Sta iniziando a fare freddo… dici che nevicherà presto?”

Scorpius alza le spalle “Non lo so, non è ancora Dicembre. In questi Sotterranei fa un freddo fottuto, è tutto amplificato quaggiù.”

“Dici che a Jodie piacerebbe passeggiare sulla neve?”

“A tutte piacerebbe passeggiare sulla neve, anche a tua sorella” pensa il biondo e si trattiene giusto in tempo dal dirlo o avrebbe dovuto spiegare un bel po’ di cose.

Maledizione a Lily Potter che è fastidiosa anche a distanza e che non lo lascia più in pace.

Il che però, gli fa ricordare che deve scriverle un biglietto, visto che è quasi ora di cena.

“Penso di sì, ma, Al, te lo ripeto per la millesima volta, non serve che tu chieda il mio parere per certe cose: conosci Jodie forse anche meglio di me vista la quantità di tempo che hai speso con lei ultimamente. Non ti servo io per farti fare bella figura” dichiara il biondo, alzandosi dal letto.

“Dove vai?”

“In Guferia, devo andare a scrivere una lettera a mia madre.”

“Le dirai che hai preso Eccezionale nel tema di Antiche Rune?”

Scorpius ghigna “Non serve che lo specifichi.”

Albus ridacchia, prima di tornare serio “E tuo nonno?”

“Mio nonno cosa?”

“Come sta?”

Il biondo scrolla le spalle “Non ne ho idea. Non mi hanno detto più nulla.”

“Non hai chiesto?”

“No.”

“Dovresti.”

“Perché? Perché è mio nonno?”

E lo sguardo che Albus gli lancia sembra dirgli “Sì, proprio per quello.”

Scorpius si stringe di nuovo nelle spalle “Non mi interessa come stia. Non so nemmeno se lui si ricorda o meno di me.”

“Nonno Arthur di te si ricorda.”

“Tuo nonno ci ha fatto guidare una macchina quest’estate, all’insaputa di tutti: non so se è proprio un modello da prendere ad esempio.”

“Però è stato divertente, no?”

Scorpius sorride, prima di annuire “Sì, dovremmo rifarlo una volta.”

“Però guido io.”

“Assolutamente no, fai schifo a guidare: stavamo per finire nel fosso in retromarcia” ribatte il prefetto, allacciandosi il mantello intorno al collo “Vado ora, ci vediamo in Sala Grande per cena, va bene?”

“Va bene. Hai la ronda, stasera?”

“Sì, con tua cugina.”

“Non fare tardi, allora.”

“Ma perché continuate tutti a ripetermelo?” sbuffa il ragazzo, prima di fare un cenno di saluto con la mano e uscire dalla porta.

Proprio lì fuori, va a sbattere contro Sebastian, che lo guarda confuso.

“Ehi, dove vai?”

“A scrivere una lettera” risponde rapidamente Scorpius, sentendo già che la conversazione prenderà una piega che non gli piacerà.

“A Lily?”

Il biondo annuisce “Sì, sto smettendo.”

“Scrivile l’ultimo biglietto e basta.”

“Di punto in bianco?”

“Avevi detto che avresti smesso quasi due settimane fa e invece ancora non è cambiato nulla” dichiara bruscamente Sebastian “Che c’è? Non riesci a smettere?”

“Che sciocchezza” replica il ragazzo “Te l’ho detto, non ho alcun problema a farlo.”

“Allora mandale l’ultimo biglietto. Adesso.”

Scorpius assottiglia lo sguardo alle parole dell’amico.

“Dille che una ragazza ti ha chiesto di uscire, dille che non ti importa di lei, dille che sei gay, non mi interessa. Ma smetti.”

“D’accordo” sibila il biondo, laconico, ricevendo in cambio un grande sorriso.

“Ci vediamo a cena, allora! Sbrigati, o Albus ti fregherà tutte le cosce di pollo.”

Però a lui, in quel momento, gli si è proprio chiuso lo stomaco e solo l’idea di una cena gli fa salire la nausea.

Va in direzione del primo piano, dove ancora deve prendere il biglietto che, è sicuro, Lily gli ha spedito quella mattina, subito dopo le lezioni, quando ha ricevuto il suo, e non fa altro che pensare a cosa può scriverle, a che scusa può inventarsi.

Le scuse di Sebastian gli sembrano ridicole perché lui non è gay, nessuna ragazza gli ha chiesto di uscire – o meglio, un paio sì, ma gli sembravano tremendamente frivole e davvero poco interessanti, quindi non le ha considerate praticamente nemmeno per un secondo – e di lei gli importa.

No, che sta dicendo, di lei non gli importa proprio per niente. È solo una ragazzina.

Certo, è una ragazzina meno frivola e abbastanza spiritosa rispetto a molte altre, ma è pur sempre… una ragazzina, insomma.

Dai capelli rossi, gli occhi verdi vispi, le lentiggini spruzzate sul naso ed un sorriso dolce in ogni circostanza. Se c’è una cosa di cui Scorpius è sicuro è che non vuole essere lui a spegnerle quel sorriso.

A questo pensa mentre cammina in direzione del primo piano, lentamente, sperando che, andando così piano, gli venga in mente come mettere fine a quella storia; ma il corridoio arriva, così come l’armatura ormai solita, dove trova il solito bigliettino dalla calligrafia elegante. Le prime volte Scorpius si era chiesto come una ragazza di tredici anni potesse avere una scrittura tanto bella e l’aveva apprezzata molto come cosa: Albus scrive in maniera orrenda e aveva paura che anche Lily fosse come lui. Sforzarsi di capire ogni volta cosa ci fosse scritto nelle lettere sarebbe stato impegnativo.
 


Buongiorno,
io oggi pomeriggio ho Erbologia e il professor Paciock ci ha detto che ci farà provare a coltivare delle rose, perché è importante conoscere le piante anche più comuni. A te piacciono le rose? Io le trovo molto eleganti, anche se le rose rosse mi sembrano un po’ troppo banali… forse sono meglio quelle bianche o anche gialle! Gialle almeno sono un po’ colorate. In ogni caso vedremo cosa verrà fuori… non penso di avere un grande pollice verde, ma il professore crede in me – e anche Danielle, che forse è peggio di me.
Riguardo alla domanda che mi hai fatto, se sono stata in qualche bella città europea, la risposta è sfortunatamente no. Sono stata a Londra, ovviamente, e l’ho vista bene, sono stata in Scozia e quando ero molto piccola so che mamma e papà ci hanno portato in Cornovaglia ma non me la ricordo perché avrò avuto sì e no tre anni. Però vorrei tantissimo visitare la Francia, spero che zia Fleur – o forse Dominique – mi ci porterà prima o poi; anche la Spagna mi attira, mi sembra un Paese così colorato e pieno di vita, mentre Rose è innamorata della cultura italiana. Sì, in pratica vorrei andare ovunque, ma credo sia un po’ il sogno di chi non è mai andato da nessuna parte, no?
Tu hai viaggiato nella tua vita? Sei mai andato nella Londra Babbana? Personalmente penso abbia dei posti molto belli: conosci Covent Garden, il quartiere inglese degli artisti? O Mayfair? Ho visitato spesso la città con Molly, Rose e Lucy, sono un’esperta!
Un mucchio di scintille,
Lily Luna

 


Sì, nella Londra Babbana ci sono andato… con tuo fratello.

Scorpius si appoggia al muro, ricordando quella giornata con Albus: si era divertito tantissimo, aveva riso per tutto il tempo e aveva visto molte cose particolari. E dire che all’inizio si era arrabbiato con l’amico che li aveva fatti perdere. Però era finito a Portobello’s Road, quindi non ha la minima idea di cosa siano quei posti.

“Che cosa stai facendo?!”

Come nei libri, quando il protagonista viene beccato con le mani nella marmellata, la voce che sente in quel momento fa gelare il sangue nelle vene al ragazzo, che capisce in pochi istanti che seguirà una conversazione spiacevole. E non solo con Lily Potter, se non sceglie con cura le parole da dire – e da non dire.

Si gira verso la ragazza: Lily ha due trecce che le tengono i capelli fissi e in ordine, le mani sui fianchi e lo sguardo arrabbiato. Scorpius nota in quel momento che, con quell’espressione accigliata, le lentiggini sul suo naso sembrano moltiplicarsi e la rendono ancora più carina.

Ma che sta dicendo? Ora ha altri problemi, non può concentrarsi sulle lentiggini della Grifondoro.

Deve stare molto attento a quello che le risponde: non vuole illuderla, né ferirla, né rischiare di litigare con Sebastian – visto che già la situazione sembra tesa.

“Piccola Potter…” inizia Scorpius, più per dire qualcosa che per rispondere sul serio, mentre cerca in fretta e furia di trovare una scusa decente.

“Che – stai – facendo?” ripete la ragazza, avvicinandosi e scandendo bene le parole “Perché hai preso quella lettera?”

“L’ho presa perché…”

“Mollala subito, non è per te!” Lily gli strappa letteralmente la pergamena dalle mani, prima di aggiungere “Non avevi alcun diritto di leggerla!”

Forza Scorpius, rispondi qualcosa e smetti di guardare gli occhi verdi come il prato del castello quando ci batte il sole della ragazza. Ma che sta dicendo? Degli occhi del colore del prato? È impazzito ufficialmente, Sebastian e Albus lo hanno contagiato con la loro stupidità, non c’è altra spiegazione. Ora si mette anche a dire cose ridicole e a guardare gli occhi di Lily Potter.

Gli occhi di Lily Potter verdi come il prato del castello quando ci batte il sole.

Oh, Santissimo Salazar.

“Allora?!” insiste la ragazza “Non dici nulla? Non provi nemmeno a giustificarti?”

Dire la verità o tacere e prendersi gli insulti?

La Grifondoro stringe le labbra ed assottiglia lo sguardo “Sul serio, Scorpius? Sei davvero una persona così orribile? Lasciamelo dire, solo perché non c’è un briciolo di amore nel tuo cuore e trovi ridicolo che gli altri lo provino o provino a provarlo non hai alcun diritto di intrometterti. E soprattutto di leggere lettere che non sono per te.”

Scorpius la guarda, mentre la ragazza continua ad urlargli contro con uno sguardo arrabbiato e con un tono alquanto deluso; ad ogni parola sente qualcosa farsi sempre più pesante sul suo petto.

Eppure basterebbe così poco, servirebbe solo specificare che lui è X e che ha preso la lettera per leggerla e risponderle – e mettere fine a tutto, ma questo è un dettaglio – perché queste semplici parole non escono dalla sua bocca?

“Ti auguro di mangiare la minestra fredda questa sera e che una lettera d’amore dedicata a te prenda fuoco sotto il tuo naso, cosicché tu non la possa leggere.”

Nonostante la situazione, il biondo non può non notare che, pur arrabbiata, la Grifondoro non è capace di dire cattiverie alle persone.

E la cosa lo fa sentire ancora più in colpa.

Lily riappoggia la lettera tra i piedi dell’armatura, richiudendola bene, prima di lanciargli uno sguardo così glaciale che il Serpeverde sente correre un brivido lungo la schiena.

“Vattene di qui. A differenza di te, a qualcuno piacciono ancora le lettere e le cose romantiche e sei pregato di non intrometterti di nuovo.”

E dopo quelle parole, la ragazza gli dà la schiena, facendo ondeggiare le trecce dietro di lei, e se ne va a passo svelto lungo il corridoio, senza che Scorpius abbia avuto il tempo – né il coraggio – di dirle una sola parola.

Ma dopo aver taciuto, il ragazzo si rende conto che forse sarebbe stato meglio dire la verità e si pente di non aver aperto bocca: l’espressione arrabbiata e lo sguardo deluso della piccola Potter, è sicuro, gli daranno il tormento per tutta la sera – e forse anche di più.

Rimane a guardare il punto in cui Lily lo ha sgridato per quelle che le sono sembrate delle ore intere e solo dopo un po’ riesce a scuotersi; assicurandosi che non ci sia nessuno nel corridoio, si abbassa, riprende la lettera, la infila nel mantello e, con le mani nelle tasche dei pantaloni, si allontana in fretta.

Maledizione, la piccola Potter non riesce a farsi gli affari suoi. Ed ora lui è finito nei casini.

Non sa se ha senso andare in Guferia per risponderle: in quel momento non saprebbe davvero cosa dirle. È troppo scosso – esattamente perché è scosso? – per poterle scrivere qualcosa di carino, soprattutto perché è un qualcosa di carino che deve mettere fine alle loro conversazioni.

Sì, certo, come se ci fosse qualcosa di carino da dire per far finire una mezza storia.

Si mette le mani sulle tempie: lui lo sapeva che sarebbe finito nei casini. Perché aveva accettato quello sciocco piano? Sì, ci ha guadagnato qualche Oltre Ogni Previsione e perfino un Eccezionale, ma probabilmente li avrebbe potuti ottenere anche da solo e si sarebbe risparmiato parecchi mal di testa.

All’improvviso ha lo stomaco ancora più chiuso di prima e si chiede se abbia senso presentarsi in Sala Grande con quell’umore nero: Albus e Jodie noterebbero qualcosa, Sebastian gli chiederebbe dell’ultimo bigliettino e potrebbe erroneamente collegare questo al suo muso lungo e in generale non ha alcuna voglia di andare in quel posto così pieno di confusione.

Gli sembra un’idea molto più saggia andare a mangiare qualcosa nelle cucine e poi presentarsi direttamente alla ronda con Rose Weasley – altra grande cosa entusiasmante della serata. Così si incammina verso il luogo dove spera di trovare pace e silenzio per qualche minuto, ripete il movimento di Albus al quadro e si avvia per le strette scalette.

Quando arriva in cucina, gli elfi sono super indaffarati per il pranzo, nessuno lo nota e può andarsi a sedere tranquillamente in un angolo, dopo aver fregato un panino al salame da un vassoio pieno; si accomoda per terra, guardando gli elfi lavorare freneticamente e quando dà l’ultimo morso al panino, Dixie gli si avvicina.

“Signorino! Non deve mangiare per terra! Perché non si siede ad un tavolo?”

“No, ti ringrazio, non voglio darvi fastidio.”

“Signorino, lei non dà fastidio, ma mangiare per terra non si fa” esclama l’elfo “Lei è un amico della signorina Lily, vero? Dixie si ricorda di lei, quand’è venuto a mangiare la torta alla panna con la signorina.”

Amici? Ecco, una strana definizione per il rapporto tra lui e Lily Potter.

“Sì, era molto buona quella torta.”

“Vuole che gliene prepari un pezzo, signorino?”

“No, no, io… non voglio disturbarti. Avrai tanto lavoro, è ora di cena.”

“Gli amici della signorina Lily sono amici di Dixie! Dixie è felice di fare qualcosa per un amico della signorina Lily” ribatte l’elfo, con un sorriso.

“Io non…” ma il biondo si trattiene dal finire la frase, visto l’entusiasmo che sta mettendo l’elfo in ogni sua parola – specie se la parola è “Lily” – e così domanda “Posso avere un pezzo di torta alle mandorle e carote?”

“Preferisce quella torta, signorino? Anche la signorina Lily la preferisce, è uno dei suoi dolci preferiti, insieme alla ciambella. A lei piacciono le ciambelle, signorino?”

“Sì, sì, mi piacciono…” Scorpius è leggermente intontito dalla quantità di parole che Dixie riesce a pronunciare in un secondo, come se avesse mangiato una Mou Mollelingua dei Tiri Vispi Weasley – la lingua di Albus era diventata lunghissima quando ne aveva mangiata una! – ma è anche un po’ divertito dall’entusiasmo dell’elfo “Mi chiamo Scorpius, comunque.”

“Piacere di conoscerla, signorino Scorpius! Vado subito a prepararle la torta, resti qui tutto il tempo che vuole” e dopo quelle parole, il chiaro suono della Smaterializzazione avverte il biondo che è di nuovo solo.

Condizione che dura poco, in realtà, perché dopo nemmeno cinque minuti l’elfo torna con una torta intera; Scorpius nota subito che, come al solito, gli elfi non conoscono il significato della parola "moderazione", né cosa vuol dire una sola fetta di torta.

Il biondo ne prende un pezzo e, prima che possa metterla in bocca, Dixie aggiunge “Può portarne un pezzo anche alla signorina Lily, se vuole, signorino Scorpius. Dixie pensa che alla signorina Lily possa far piacere e sarà contenta se il signorino Scorpius gliene porta una fetta.”

Certo, perché infatti Lily ha una gran voglia di vederlo, di parlargli e, in generale, di respirare la sua stessa aria.

Il Serpeverde scuote la testa “Non credo di vederla, questa sera. Magari gliene vengo a prendere un pezzo uno di questi giorni, però.”

“Ma certo, signorino Scorpius. Venga quando vuole, Dixie la aiuterà a rendere allegra la signorina Lily!” esclama l’elfo.

“Torna pure al tuo lavoro, ora. Io sono a posto, rimango un altro po’ qui e poi vado.”

Dixie annuisce “Certo, signorino Scorpius, Dixie va, signorino Scorpius.”

“Grazie per la torta.”

“Per Dixie è stato un piacere. Torni a trovare Dixie, ogni tanto, signorino Scorpius.”

Il biondo annuisce, come a dire che lo farà, e l’elfo, dopo un altro sorriso, scompare e il Serpeverde rimane nuovamente da solo; finisce anche le briciole della torta e poi appoggia la testa al muro, ascoltando il clangore di pentole e padelle.

Sa che dovrà spiegarsi con Albus e con Jodie e che non se la caverà con poco, ma in quel momento riesce solo a pensare alla lettera per Lily e alla sua espressione che rasentava il disgusto quando l’ha visto con la lettera in mano. Il bello è che non le è passato nemmeno per l’anticamera del cervello che lui potesse essere X e che quella lettera fosse per lui, aveva dato per scontato che lui era troppo… poco romantico per una cosa del genere. Il che è vero, ovviamente, era stata di Sebastian l’idea, però questo non voleva dire che non fosse capace di dire – o scrivere – certe cose: dopotutto, tutto ciò che aveva scritto nei bigliettini era vero e lui lo pensava sul serio.

Dà un’occhiata all’orologio e decide di avviarsi verso l’Aula di Babbanologia, ormai ritrovo abituale con Rose Weasley: una ronda, adesso, è l’ultima cosa di cui ha voglia, ma forse è meglio questo piuttosto che tornare in Sala Comune ed affrontare il terzo grado dei suoi amici. Quella forse è la prima e unica volta che preferisce passare del tempo – e respirare la stessa aria – della Weasley.

Si appoggia al muro accanto alla porta dell’aula e si gode con un sorrisetto soddisfatto l’arrivo – quasi al limite del ritardo – della ragazza; è già pronto a prenderla in giro, fare una battuta o qualcosa del genere, quando vede la Grifondoro dirigersi a passo di carica verso di lui con lo sguardo in fiamme, nella direzione della sua Sala Comune. Che abbia parlato con la cugina?

“Weasley, come vedi conosco il concetto di puntualità” non manca però di fargli notare e la ragazza gli rifila un’occhiataccia.

“Non è serata, Malfoy. Preferirei mille volte essere in Sala Comune con mia cugina che non si sente bene piuttosto che essere qui con te, quindi evita di fare anche l’arrogante.”

“Tua cugina Lily? Sta male?” si preoccupa il ragazzo, ricevendo in cambio un altro sguardo torvo.

“Non che siano affari tuoi, ma… sì, non si sente troppo bene” taglia corto la Grifondoro “Ma, come ho detto, non sono affari che ti riguardano, quindi facciamo questa dannata ronda il più in fretta possibile e cerca di parlarmi il meno possibile.”

“Ai suoi ordini” risponde Scorpius, iniziando a camminare affianco a lei; il silenzio in cui calano poco dopo dà il tempo al Serpeverde di riflettere: che Lily Potter sia arrabbiata con lui? O che sia semplicemente triste per X? O che non si senta sul serio bene?

Quest’ultima cosa le sembra difficile, quando prima lo ha sgridato gli sembrava che stesse più che bene – anche perché, se lo ha rimproverato con toni tanto accesi sentendosi male, Merlino lo scampi dalla sua furia quando si sente bene – però magari si è sentita poco bene dopo o ha mangiato qualcosa che le ha fatto male.

Certo che la Weasley poteva essere un tantinello più specifica, invece che farlo rimanere con una cosa così vaga, in preda a mille domande. Vuole disperatamente saperne di più – così, giusto in caso debba sentirsi in maniera ancora più orribile di quanto già non si senta – quindi continua a lanciare occhiatine di soppiatto alla ragazza, sperando di trasmetterle un messaggio con il pensiero e farsi raccontare qualcosa in più.

Ma dopo che una ventina di occhiatine di nascosto ed almeno cinque non proprio latenti, decide che deve prendere in mano la situazione perché la Weasley non sta assolutamente recependo i suoi segnali – o forse li sta totalmente ignorando, cosa più plausibile.

“Weasley” la chiama.

“Quale parte di non disturbarmi non ti è chiara, Malfoy?”

“Ho bisogno di parlarti.”

“È una cosa che può aspettare, ora siamo di ronda.”

“Ho fatto un casino.”

“Non mi sorprende, sei irresponsabile la maggior parte delle volte ad eccezione dello studio e l’ho sempre detto.”

“Ho fatto un casino con Lily.”

Rose si blocca di scatto e si gira a guardarlo “Lily? Mia cugina Lily? La sorella del tuo migliore amico? Lily Luna Potter?”

Scorpius annuisce.

“E che cosa c’entri tu con mia cugina Lily Luna Potter?” Rose si mette una mano davanti alla bocca “No… aspetta, non dirmelo… tu sei X?”

“Sì. O meglio, no. Io sono quello che scrive i bigliettini ma non sono io X. Però Lily mi ha visto prendere un suo bigliettino e…”

“Ha pensato che due più due fa cinque.”

“Eh?”

“Niente, modo di dire babbano.”

“Lasciatelo dire, Weasley, a volte parli davvero in modo incomprensibile, specie se ci infili in mezzo cose babbane” sbuffa Scorpius che vuole arrivare in fretta al punto focale del discorso, cioè come sta la piccola Potter.

“Lasciatelo dire, Malfoy, a volte sei davvero insopportabile. E anche un po’ idiota. E le cose babbane le sapresti anche tu se stessi attento a Babbanologia.”

“Io sto attento a Babbanologia. E non sono un idiota” risponde il ragazzo, imponendosi di stare calmo “Mi dici come sta tua cugina, per favore?”

“Non lo so, ha detto che ha mal di testa e non si voleva alzare dal divano. Ho provato a convincerla, ma non c’è stato verso: ha detto che stava bene lì e che non aveva fame. Ora si spiega tutto.”

“Che cosa si spiega, esattamente?”

Scorpius si sta iniziando a chiedere sul serio se agli altri è stato spiegato qualcosa che lui non sa perché ultimamente non capisce molto delle cose che gli succedono intorno.

“Perché non hai spiegato a Lily che volevi prendere il biglietto per X? Aspetta, ma perché tu scrivi i biglietti per X?”

“Perché scrivo i biglietti è una cosa troppo lunga da spiegare. Ci ho provato a dire come stavano le cose, ma solo qualche giorno fa in pratica le ho dato della bambina troppo romantica e credo che ce l’avesse già un po' con me.”

“Perché hai fatto una sciocchezza del genere? Ah no, non dirmi nemmeno questo: sei un Malfoy e sei un maschio, devi mantenere una certa facciata e un certo orgoglio, giusto?”

“Non volevo parlare con te per ricevere una paternale” le fa notare il ragazzo, aprendo la porta dell’aula di Difesa Contro le Arti Oscure per controllare che non ci sia nessuno “Volevo solo sapere come stava Lily.”

“Quindi in pratica è colpa tua se sta così.”

“Grazie, hai sempre un grandissimo tatto, Weasley.”

“Anche tu, Malfoy. Si può sapere perché hai smesso di scriverle, in pratica? Penso sia triste per quello, non perché hai letto una sua lettera. Guarda che le ho detto che ti avrei fatto sventolare come una bandiera sulla torre dei Grifondoro. Cioè, non proprio te, era riferito ad X, ma X sei tu, quindi…”

“Io non sono X” protesta Scorpius “O meglio sì, lo sono, ma…”

“Perché hai smesso di scriverle?” insiste la ragazza.

“Perché il vero X, quello che dovrebbe tirare fuori i Boccini e parlare chiaramente con tua cugina, mi ha detto di farlo” spiega il biondo, con una pazienza che non si sarebbe aspettato di avere “So che ti sembra strano, ma…”

“Ma quindi l’ammiratore segreto di Lily è Zabini?” lo interrompe Rose e Scorpius le rifila un’occhiata sbalordita.

“Non fare quella faccia: non ti abbasseresti mai a fare una cosa del genere per chiunque, quindi può essere solo il caro Zabini o la dolce Parkinson. Per un calcolo statistico e probabilistico, oltre al fatto che, se conosco un minimo la tua amica, lei odia questo genere di cose, direi che non può essere altri che Sebastian Zabini. Ho indovinato?”

“Hai indovinato. Non dirlo a Lily, però, per favore.”

“Perché non dovrei?”

“Perché lo deve fare lui, maledizione” sbuffa il ragazzo “Lo doveva fare l’anno scorso e invece ha messo nei casini a me! Quindi deve essere lui a parlare con Lily. Non ti intromettere, tu.”

Rose lo guarda un attimo, fermandosi nel bel mezzo del corridoio, prima di ridacchiare.

“Posso chiederti, di grazia, cos’è che trovi così comico?”

“Quindi l’autore di certe cose smielate sei tu?”

“Qualcosa da ridire, Weasley?” Scorpius le lancia un’occhiataccia, ma la ragazza lo ignora, facendo un gesto noncurante con la mano.

“Oh, no, solo che avrei scommesso su un timido Tassorosso impacciato del sesto anno. Mai sul Principe delle Serpi.”

“Non ti preoccupare, non continuerò per molto.”

“Che vorresti dire?” chiede Rose, l’espressione che passa rapidamente da divertita a seria.

“Che oggi le scriverò l’ultimo biglietto.”

“Perché faresti una cosa così stupida?”

“Me lo ha detto Sebastian. Vuole parlarci di persona: a quanto pare, si è stancato di avere un intermediario.”

“Non lo avrebbe mai dovuto avere, probabilmente.”

“Lo so. La gente diventa matta quando c’è di mezzo l’amore.”

Rose lo guarda “Questa è la prima cosa sensata che hai detto in tutta la sera e su cui mi trovo perfettamente d’accordo. A quanto pare non siamo in tanti a pensarla così.”

“Lo dirai a Lily, quindi?”

La ragazza scuote la testa “No. Ma sappi che non è una cosa che faccio con leggerezza: io e Lily non abbiamo segreti tra di noi. Lo faccio perché non posso prendermi io la sgridata che si merita Zabini per essere rimasto nell’ombra. Sappi però che il tuo amico deve parlare il prima possibile con Lily perché io non accetterò di vederla triste per uno stupido ragazzo e che tu devi scusarti con lei per qualsiasi cosa tu le abbia detto o lei pensa che tu abbia fatto.”

“Questo non mi sembra giusto!” protesta Scorpius “Se lei pensa che io abbia fatto qualcosa…”

“… tu l’hai sicuramente fatta” conclude Rose, in un tono che non ammette repliche e guardandolo con quello sguardo che Scorpius associa molto a sua madre quando è arrabbiata “E vedi di scriverle una lettera carina o ti assicuro che ti appendo davvero a sventolare come una bandiera.”

Il Serpeverde si chiede come Salazar gli sia venuto in mente di raccontarlo a Rose Weasley, ma ormai è fatta e, stranamente, non è pentito; certo, non è che abbia capito perché Lily stia male e ci ha guadagnato un doversi scusare per un qualcosa di non ben definito, ma si sente più sollevato, stranamente.

Forse la Weasley non è totalmente fastidiosa e supponente come sembra. Per essere una ragazza del Clan Potter – Weasley, s’intende.

Il resto della ronda procede in silenzio e Scorpius passa tutto il tempo a pensare a cosa scrivere nell’ultimo messaggio per la piccola Potter; alla fine, quando torna nei Sotterranei, decide di fermarsi a scriverla in Sala Comune, senza salire in camera – sperando che dopo Albus sia già nel mondo dei sogni e lo lasci in pace – per togliersi il pensiero – che ormai non lo abbandona da parecchie ore.


 
Mia cara Lily,
mi dispiace, ma non risponderò alla tua domanda sulla Londra Babbana. Non risponderò più a nessuna delle tue domande, perché credo sia giunto il momento di chiudere qui tutta questa faccenda. Speravo di… non lo so, di trovare un’amica – o forse qualcosa in più – ma non ci sono riuscito. Non è colpa tua, tu sei una ragazza fantastica e spero che troverai davvero qualcuno che ti possa dare l’amore che meriti, possibilmente dal vivo e non, come me, da dietro un foglio di pergamena. Mi sono divertito a parlare con te questi mesi e mi mancherà scriverti dei biglietti, ma credo di essere un po’ confuso e non voglio trascinarti nella mia confusione. Non te lo meriti e non so quando potrà finire, quindi preferisco smettere ora, piuttosto che illuderti.
Non odiarmi, per favore.
X
 


Scorpius rilegge la lettera per la quinta volta, mentre stringe la pergamena tra le dita, sgualcendola. È stato difficile scrivere quelle parole, è davvero tardi e ha violato ogni coprifuoco possibile ed immaginabile, ma doveva scriverle. E doveva portare la lettera ai piedi dell’armatura del primo piano.

È una cosa sciocca, probabilmente, ma almeno così Lily non si sveglierà con quella lettera e non avrà la mattinata proprio così rovinata.

Sì, certo, come no. E la prova che nemmeno lui stesso crede alle parole che sta pensando è la stretta allo stomaco che non sembra intenzionato a volerlo abbandonare, nemmeno per la notte.

Scorpius sospira: sapeva che si sarebbe infilato nei guai. Dannato amore.






Felpie's Corner
Ehi, ehi! Che dire? Ops.
Per cominciare iniziamo con il dire che adoro l'idea che Nonno Arthur abbia fatto guidare Albus e Scorpius tenendo i genitori di entrambi all'oscuro e mi piace pensare che Scorpius sia già un po' parte della famiglia grazie ad Albus. E anche il fatto che Scorpius e Rose siano simili e che potrebbero essere grandi amici, se non si prendessero ad insulti tutto il tempo (ma niente di più, Scorpius sarebbe troppo dolce per Rose e, insomma, deve finire con Lily). Ma questo a voi probabilmente non importa perché potreste voler strozzare Sebastian, riempire di urla Scorpius e abbracciare la piccola Lily che soffre per amore. Io, personalmente, mi divertirei a vedere la scena di Rose che appende Scorpius a sventolare, ma ahimé la Prefetto sembra essere favorevole ad aspettare ancora un po' prima di prendersi la sua vendetta personale.
Lily sta scoprendo che vuol dire essere nervosi per un ragazzo e tristi per amori, ma tornerà ad essere scintillante, non mi piace vederla triste. Ma ancora un po' triste lo sarà, sicuramente non sono giorni facili per lei.
Se qualcuno vuole dare una botta in testa a Scorpius e dirgli di aprire gli occhi può farlo liberamente, anche se è testardo e anche leggermente ingenuo, se proprio dobbiamo dirla tutta. Bravo ad aiutare Albus in amore, ma da solo non sa troppo fare. Però questa settimana proverà a scrivere un bigliettino alla piccola Lily, anche se non lo invierà mai e lo terrò custodito nella sua raccolta, se qualcuno lo volesse leggere.
Nel prossimo capitolo anche Dominique sembrerà un po' fuori di testa (no, perché, fino a qui è sembrata tanto normale) ma dopo di questo tornerà un ragazza più o meno assennata e che eviterà colpi di testa. Tanto abbiamo Scorpius che tra un po' impazzirà per bene.
Anche per questa volta è tutto, spero che il dramma della piccola Lily e del nostro Serpeverde dal cuore tenero vi stia piacendo!
A presto,
Felpie

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo 21 - Dominique ***


Luce dei miei occhi
Brilla su di me
Voglio mille lune
Per accarezzarti
Pendo dai tuoi sogni
Veglio su di te
Non svegliarti
Non svegliarti ancora
Meravigliosa creatura
Sei sola al mondo
Meravigliosa paura
Di averti accanto
Occhi di sole
Mi tremano le parole
Amo la vita
Meravigliosa
Meravigliosa creatura
Un bacio lento
Meravigliosa paura
Di averti accanto
(Meravigliosa Creatura - Gianna Nannini)






Un paio di mani le coprono gli occhi e Dominique sorride, appoggiando la tazza di caffè sul tavolo.

“Chi sarà mai?”

Dopo quelle parole la ragazza ricomincia a vedere e il viso allegro e spensierato di Alex le appare davanti agli occhi, mentre il ragazzo si siede a cavalcioni sulla panca accanto a lei.

“Ciao Alex” ridacchia la Corvonero, ricominciando a bere la bevanda calda.

“Ciao Domi. Che cosa fai oggi, di bello?”

“C’è la partita di Quidditch della mia Casa contro i Serperverde e se non sono in prima fila a tifare per lei Dorcas è capace di non farmi entrare in camera stasera. Vuoi venire a vederla con me?”

Era uscita con Alex e si era divertita davvero tanto; non che avesse molti dubbi, in realtà, sapeva che il ragazzo era un tipo alla mano, solare e sempre sorridente quindi era certa che avrebbe passato una bella giornata – e aveva avuto ragione. Solo che non aveva considerato – o almeno non aveva considerato seriamente – quanto simile Alex potesse essere a James e quanto potesse essere facile lasciarsi andare con lui.

“Non disturberei mai la visione di una partita di Quidditch, sono cresciuto con James e Fred come maestri!” esclama il ragazzo “Penso che ti bacerò e ti dirò che ci vediamo più tardi allora, va bene?”

“Per il bacio o per il vederci dopo?” sogghigna Dominique.

“In realtà il bacio lo davo per scontato…”

Alex ha un sorrisetto malizioso e si avvicina lentamente alla ragazza, per sfiorarle le labbra con un bacio dolce.

“Sai di caffè” dichiara, prima di alzarsi dalla panca “Ci vediamo dopo.”

Dominique annuisce e solo quando il ragazzo si allontana si sfiora le labbra con le dita: Alex bacia bene.

L’aveva baciata, sulla strada del ritorno da Hogsmeade: le aveva messo una mano sul fianco e l’aveva attirata a sé, baciandola dolcemente ma allo stesso tempo con entusiasmo e passione e Dominique aveva fatto scivolare le braccia intorno al suo collo e, senza nemmeno accorgersene, aveva ricambiato il bacio, stringendosi di più a lui.

“Hai delle labbra da baciare” gli aveva sussurrato, quando si erano staccati, e Dominique aveva ridacchiato.

“Te l’avevano già detto?”

“No”

Bugia, Dominique, te l’aveva detto anche James, mentre giocava con una ciocca dei tuoi capelli.
 


Sono sdraiati sul letto di Dominique, nell’unica casa in cui ogni tanto si può trovare pace quando Victoire è con Teddy e Louis è in giro, e hanno passato lì l’intero pomeriggio di quella giornata nelle vacanze invernali del loro quarto anno, a guardare un film, a mangiare dolci e, soprattutto, a ridere molto, come sempre.

“Perché mi guardi così? A che pensi?” gli chiede, sentendosi osservata: non ci vuole un genio per capire dove sono posati i suoi occhi in quel momento.

“Perché hai delle belle labbra. Stavo pensando a questo, hai delle labbra da baciare.”

Dominique scoppia a ridere “E questa come ti è uscita?”

“Non lo so, così” commenta James “Come va con quel tipo?”

“Quale tipo?”

“Quello lì, dai. Josh” risponde il ragazzo, alludendo all’attuale fidanzato di Dominique.

“Tutto bene. Non ci vediamo dall’interruzione della scuola per le vacanze di Natale. Lo sai che è geloso di te?”

“Di me?”

“Sì, dice che staremo sempre insieme in questi giorni e che non gli va molto a genio questa cosa.”

James scoppia a ridere “Che sciocchezza.”

“Noi siamo stati sempre insieme questi giorni” gli fa notare con un sorrisetto Dominique, afferrando un’altra Ape Frizzola.

“Noi passiamo insieme ogni singolo giorno da quando siamo nati” puntualizza James “E non ho intenzione di interrompere questa cosa per un Josh qualunque.”

“Nemmeno io” ammette la ragazza, prima di ghignare “E poi, se posso confessartelo, tu sei molto più simpatico di lui.”

“Lo dici solo perché ti ho portato quattro pacchetti di Api Frizzole.”

“Vero, quelle hanno sicuramente aiutato.”

“Non mi avresti nemmeno fatto entrare in casa se non te le avessi portate” la prende in giro James, ma Dominique liquida la cosa con un gesto.

“Che esagerato. Al massimo ti avrei lasciato dieci minuti sotto la bufera di neve che c’è fuori…”

“… finché io non avessi capito che forse era il caso di rimediare alla mia mancanza?” conclude per lei il ragazzo.

Dominique ghigna “Sì, qualcosa del genere. Sei anche più intelligente di Josh, lo sai?”
 


“Hai seguito il mio consiglio, vedo.”

La voce di Lucian la coglie alla sprovvista e le fa fare un piccolo sussulto, ma evita all’ultimo che un po’ di caffè le finisca sulla divisa.

“Evita di dirlo in giro.”

“Ci puoi giurare, tesoro, le mie labbra sono sigillate” sogghigna il ragazzo, occupando il posto in cui solo poco prima si trovava il Grifondoro “Certo, se tu volessi suggellare questa promessa con un bel bacio io non mi tirerei indietro…”

“Sì?” domanda leggera Dominique “Ed io dovrei credere alla storia che ti sono totalmente indifferente? Chiedi così spesso baci in giro?”

“Oh, no, mia dolce Dominique, io te l’ho già detto, tu mi piaci tanto, ma non sono tipo da triangoli.”

La ragazza scuote la testa “Sei davvero un enigma, Lucian. Un viscido enigma.”

“Pensi ancora che io sia viscido?” chiede con un finto tono dispiaciuto l’altro.

“Ogni giorno di più, se proprio devo essere sincera.”

Lucian non sembra troppo dispiaciuto da quest’ammissione perché sogghigna, ruba un biscotto che Dominique ha sul piatto e si alza.

“Ti lascio al tuo caffè, Weasley. Fammi sapere come procede la geometria della tua vita.”

“Vieni alla partita?”

“Io e il Quidditch? No, grazie, preferisco fare una cosa più intellettuale. E ti ricordo del tema da fare per la professoressa Collins.”

“Mancano ancora due giorni.”

“Se per caso avessi degli impegni in questi due giorni dovresti disdirli per fare il tema” le fa notare il ragazzo “Meglio essere preparati.”

Dominique scuote la testa “Sei davvero un enigma, Sharp.”

Il ragazzo sorride ambiguo, prima di farle un gesto con la mano e lasciarla alla sua colazione; nemmeno dieci minuti dopo la Corvonero viene raggiunta dalla sua migliore amica, già vestita con il maglione della squadra di Quidditch, le trecce strette sulla nuca e lo sguardo battagliero.

“Buongiorno?” si azzarda a chiedere Dominique.

“Deve esserlo, dobbiamo vincere” risponde l’amica “Dobbiamo superare i Grifondoro fin da subito.”

“Sai che a volte sei leggermente competitiva?” ridacchia Dominique, ma viene subito fulminata da un’occhiataccia.

“Il Quidditch è il Quidditch. E per nessuna ragione si scherza sul Quidditch” sentenzia l’altra, spalmando della marmellata sul toast.

“Lo so, lo so. Potrebbe essermi tagliata la lingua per una frase del genere.”

“Esattamente.”

Dorcas sorride, mentre addenta la sua colazione “Verrai alla partita?”

“Credi sul serio che potrei perdermela? Non me lo perdoneresti mai.”

“Hai perfettamente ragione, Weasley. Ricorda: in prima fila e con un bel tifo.”

“Sissignora!” esclama Dominique, scoppiando a ridere.

Per dimostrare all’amica che ha capito perfettamente e che anche lei tiene il Quidditch in grande considerazione, la ragazza si infila una maglietta dei Tornados di Louis – ma esattamente perché è nel suo baule? – e per l’occasione si dipinge anche due strisce blu e nere sulle gote, i colori della sua Casa.

Sa che Dorcas ci tiene che lei sia sugli spalti fin dal riscaldamento, quindi si avvia verso il campo e per la strada incontra suo fratello, che stringe la scopa nervosamente e che, rigido come una bacchetta di castagno, si muove verso il campo.

“Ehi, Lou!” lo chiama, cogliendolo probabilmente di sorpresa e distraendolo dai suoi pensieri.

“Ciao Domi” la saluta il fratello, prima di osservarla meglio “Ma quella è la mia maglietta?”

“Forse” risponde enigmatica la ragazza con un sorrisetto.

Louis scuote la testa “Ma come fa a starti? Hai quattro anni più di me! E poi ora capisco perché non la trovavo più.”

“Ti assicuro che non ho idea di come sia finita nel mio baule” dichiara la ragazza, camminandogli affianco “Sei nervoso?”

“Un po’.”

“Un po’?”

“Okay, molto. È la mia prima partita.”

“Andrai benissimo, Lou” lo rassicura la ragazza “Fidati, ho occhio.”

“Lo so che hai occhio, ma sei comunque mia sorella, sei di parte.”

“Proprio perché sono tua sorella non ci guadagno nulla a mentirti” ribatte Dominique, facendogli un sorriso e scompigliandogli i capelli “Rilassati!”

“Non è solo per il Quidditch…” ammette il più piccolo, abbassando lo sguardo, e la sorella capisce immediatamente di che si tratta.

“Viene a vederti Lys?”

Louis annuisce e balbetta “No… cioè sì, ma non è quello il problema. Mi è visto giocare un mucchio di volte, viene spesso agli allenamenti.”

“In partita è diverso” gli fa notare Dominique.

“Sì, ma non è quello. Cerca di non mettermi ansia ancora di più” sbuffa il ragazzino, mentre la sorella deve trattenere un sorrisetto divertito, guardandolo di sottecchi “Credi che potrei chiedere a Lysander di andare ad Hogsmeade insieme?”

“Ma certo, Lou.”

“Anche perché so che Lorcan non potrà venire… mi sento un po’ in colpa ad escluderlo, a volte.”

“Non lo escludi, Lou. Non sei proprio un tipo che esclude la gente.”

“Sì, lo faccio, perché ogni tanto voglio passare un po’ più di tempo con Lys per… non lo so, però voglio stare solo con lui” ribatte Louis, stizzito.

Dominique scuote la testa, intenerita dall’imbarazzo mostrato dal fratellino, prima di appoggiargli una mano sulla spalla “È normale, non devi sentirti in colpa. E se Lorcan questa volta non potrà venire… tanto meglio. Potrai passare un po’ di tempo con Lysander. L’importante e l’unica cosa che non devi fare è sentirti in colpa, capito?”

Louis annuisce, stringendo la scopa tra le mani; la sorella gli scompiglia i capelli e aggiunge con un sorriso “E devi parare quelle dannate Pluffe. Sul serio, Lou, io sono tua sorella e ti voglio e ti vorrò sempre bene, ma Dorcas è leggermente competitiva e se prendi troppi gol non sarà così clemente.”

Il fratello alza gli occhi al cielo “Ma non dovresti cercare di consolarmi?”

“Il mio dovere di sorella è essere sempre onesta con te.”

“Sei una pessima sorella” sbuffa Louis, ma Dominique gli passa un braccio intorno alle spalle e lo stringe a sé.

“Farò finta di crederci” ridacchia e lo accompagna così fino agli spogliatoi, prima di recarsi sugli spalti.

“Bentornato Popolo del Castello! Il vostro Sam Jordan è qui come ogni volta per commentare insieme a voi la super partita che andremo a vedere oggi. Peccato, non giocano i mitici Grifoni…”

“… signor Jordan…”

“… ma sono sicuro che vedremo comunque una bellissima partita. È risaputo che la squadra capitanata da Dorcas Morgan è davvero temibile e la bellissima Cacciatrice non si farà strappare la coppa dalle mani da nessuno, ma anche la squadra verde – argento ha un grande entusiasmo vista la sua vittoria contro i Tassorosso e non ha alcuna intenzione di lasciare il primo posto, è disposta a mantenerlo con le unghie e con i denti. O le zanne. Insomma, qualsiasi cosa ci sia nella bocca di un serpente, oltre alla lingua biforcuta e…”

Un’occhiata della preside costringe il ragazzo ad interrompere il suo monologo sugli animali e passare oltre “Ma veniamo ad elencarvi i giocatori. Per la squadra blu e nera, abbiamo la già nominata, ma sempre splendida Dorcas Morgan, Cacciatrice e capitano e campionessa in carica. Al suo fianco ci sono le altre due temibili ragazze della squadra, Annie Moore nel ruolo di Cercatrice e Rebeca Flint nel ruolo di Battitore. Per quanto riguarda i maschietti, troviamo tra gli anelli Louis Weasley, giovane promessa di quest’anno che sono sicuro ci riserverà grandi sorprese, e poi la coppia di Cacciatori Eric Seant e Oliver Lock, che sembrano impazienti di iniziare, così come Max Parker, l’altro Battitore che non vuole essere da meno della sua compagna.”

La folla esplode in un boato mentre i ragazzi Corvonero entrano in campo; Dominique punta subito lo sguardo sul fratello, che in campo è sicuramente più concentrato di Hugo, ma probabilmente molto più in ansia dentro.

“Ehi, Domi” la voce di Lorcan la coglie di sorpresa e la ragazza si trova vicino i due gemelli che le sorridono.

“Ciao ragazzi” li saluta con un sorriso “Siete qui per Louis?”

“Io sì, a Lys il Quidditch probabilmente interesserebbe comunque” ridacchia Lorcan.

“Passiamo ora a presentare gli sfidanti! Al comando dei Serpeverde, il Cacciatore Logan Clark è pronto a giocarsi il tutto per tutto per strappare la coppa dalle grinfie di Dorcas, sostenuto a pieno da Jodie Parkison, la Battitrice più temibile della scuola e da Alec Oreon, l’altro Battitore, altrettanto combattivo. Tra i pali troviamo Raoul Bones, un Portiere para-tutto, e, attenzione signori e signori, questa è una partita importante perché, come Cacciatore, Serpeverde sfodera John Moore, fratello della Cercatrice Corvonero: ne vedremo delle belle, gente. Concludendo le presentazioni, abbiamo ancora Rachel Jones, che si accompagna al capitano come Cacciatrice e, ultimo ma non per importanza, Scorpius Malfoy alla ricerca del Boccino dorato che scalda i vostri cuori ed infuoca i vostri animi!”

Al suono delle urla degli studenti del castello, la squadra Serpeverde fa il suo ingresso e si posiziona davanti agli avversari, in attesa che Madama Hooch dia inizio alla partita. Lo scontro è serrato, fin da subito, mentre Sam deve mangiarsi le parole per riuscire a stare dietro a tutte le azioni; Louis in campo si comporta egregiamente e fin da subito riceve tantissimi complimenti da parte del pubblico, ma anche il portiere avversario non è da meno e a mezz’ora dall’inizio della partita ancora i gol sono stati pochi.

Quello che invece non è proprio in partita è Malfoy. Nessuno ha mai visto Scorpius Malfoy giocare in modo così penoso, nemmeno ai tempi delle sue prime partite, e non ci vuole molto perché l’idea che il Serpeverde abbia qualche pensiero per la testa passi per la mente degli spettatori; subito le lingue più lunghe iniziano a chiedersi chi – o che cosa – abbia fatto perdere così tanto la concentrazione al Principe delle Serpi. Infatti, la Cercatrice Corvonero ne approfitta subito, strappandogli il Boccino dopo un’ora di ricerca serrata dietro la sferetta maledetta.

Gli spalti esplodono di blu e di nero e subito la folla si riversa in campo per festeggiare i campioni; anche Dominique si aggiunge e Dorcas la stringe tra le braccia, entusiasta. La ragazza evita di fargli notare quant’è sudata in quel momento, ma in ogni caso nulla riuscirebbe a turbare l’allegria dell’amica, che è circondata da ragazzi soddisfatti per la bella partita vinta; la francesina ne approfitta per complimentarsi anche con il fratello, che sta parlando con i suoi migliori amici, prima di tornare verso il castello e aspettare di festeggiare insieme alla sua compagna di stanza.

“Domi!”

Il sorriso gentile di Thomas la accoglie all’ingresso del castello.

“Pourquoi es-tu ici?”

“C’è stata la partita Corvonero – Serpeverde, sono stata a fare il tifo” spiega la ragazza 
“Non si vede?”

“Giusto, le match” commenta il ragazzo “Alors adesso sei libera?”

“Credo di sì, perché?”

Thomas sorride “Mia adorata cousine, mi concedi une promenade?”

La ragazza si appoggia al suo braccio, ricambiando il sorriso “Oui. C’est un plaisir de pouvoir parler français avec quelqu’un.”

“Je suis très heureux de pouvoir satisfaire vos besoins. Mais j’ai une question.”

“Quale?” domanda curiosa Dominique.

“Girano voci che hai un ragazzo” dichiara a bruciapelo il cugino, con un sorrisetto malizioso.

“Non lo definirei proprio un ragazzo, più una frequentazione…” sussurra Dominique “Tommy…”

“Non devi giustificarti con me, Domi” la interrompe Thomas “Non devi farlo ora e non dovrai farlo mai. Se però dobbiamo conoscerci meglio come mi avevi promesso dovrei venire a saperle certe cose da te, non da altri. Anzi, vorrei.”

“Hai ragione” ammette la ragazza “Mi dispiace non avertelo detto. Ma, davvero, non è così… importante.


“… non ancora?” indaga il ragazzo, alquanto voglioso di fare gossip.

“Non lo so” confessa Dominique.

“Donc? Com’è Alex?”

“Normale” commenta la ragazza, alzando le spalle “Non so davvero fare un commento ancora, siamo usciti poche volte.”

“Ne sei innamorata?”

“Innamorata… una parola compliquée.”

Thomas annuisce “Forse hai ragione: ma tu sei una ragazza intelligente, non ho dubbi che saprai rispondere.”

Sa rispondere Dominique? In realtà, in quel momento no. In quel momento avrebbe bisogno di qualcuno che gli spiegasse cos’è l’amore, se quello che sta facendo è giusto, se con Alex sta davvero bene o se è solo una sua costruzione mentale. O se è James la sua costruzione mentale, montata in anni e anni di amicizia solida e quasi fraterna, che poi è sfociata in qualcosa di ancora più intimo. Vorrebbe qualcuno che sappia rispondere alle mille domande che affollano la sua mente, nonostante faccia di tutto per relegarle in un angolino minuscolo.

“… Domi?”

“Scusami, Tommy, ero partita con un pensiero” Dominique sorride, accarezzando il braccio del cugino. Continua ad ascoltare distrattamente ciò che Thomas le racconta, sulla vita al castello e su come si sta trovando, mentre passeggiano nel cortile fino all’ora di pranzo, quando si salutano per andare in Sala Grande.

Dominique si mette d’accordo con Dorcas per festeggiare quella sera e il pomeriggio si ritira in Biblioteca per fare il tema della professoressa Collins – maledizione a Lucian che le ha messo l’ansia. In realtà, però, non si concentra troppo, più presa dalle domande che la conversazione con Thomas ha scatenato in lei, mentre con la piuma si accarezza il mento, cercando di scrivere tre parole in fila.

Si chiede a chi possa chiedere una questione del genere: sicuramente non può chiederlo a James – per ovvi motivi – e Dorcas è troppo contenta quel giorno perché lei le rovesci addosso i suoi problemi. Sui consigli di Lucian ha capito che non può farci affidamento più di tanto perché, per quanto abbia delle idee geniali – mooolto contorte, ma sotto sotto geniali – non sembra essere molto dentro il concetto di “amore”. O almeno, non ha voluto troppo soffermarsi sull’argomento, preferendo buttarla sul ridere, quindi non sembra invogliato alla conversazione. Ma il problema è che nessun altro sa di James e, soprattutto, lei non vuole spiegare la cosa a nessun altro.

No, un momento: c’è un’altra persona che sa qualcosa e che è una persona intelligente e discreta. Sua cugina Molly.

Appena il pensiero le balena in mente, come un incanto Patronus che squarcia il buio con la sua luce, le sue gambe si muovono da sole, chiude i libri, infila le cose alla rinfusa nella borsa e va alla ricerca di sua cugina, che immagina essere nel suo dormitorio.

Quasi non si accorge di suo fratello che, nel corridoio, le dice una cosa simile a “Lorcan ha detto che devo stare lontano da suo fratello! E non mi sembrava scherzasse!”

“Adesso non ho tempo, Lou. Parlane con i tuoi amici” gli risponde, senza nemmeno ascoltare cosa le abbia effettivamente detto il fratello, precipitandosi verso la Sala Comune dei Tassorosso.

Incrocia due ragazze del secondo anno che fortunatamente escono e si infila nella stanza, dove trova sua cugina sul divano a leggere un libro.

“Domi!” esclama sorpresa la ragazza, chiudendo il libro e alzandosi in piedi per accoglierla “Che succede? Che ci fai qui?”

“Ciao Molly” ansima un attimo Dominique, stanca per la corsa “Molly, posso farti una domanda?”

“Ma certo. Che succede?”

“Tu sai cos’è l’amore?”

Molly sgrana gli occhi “Mi stai prendendo in giro?”

Dominique scuote la testa “No. È che credo di non saperlo io e tu sei quella che sa più cose di tutti tra noi.”

“Mi lusinghi con queste parole, cugina, ma temo di doverti deludere: non penso di essere così esperta sull’amore.”

“Tu dimmi quello che sai, per favore.”

“So che “amore” è un sostantivo maschile singolare. So che è ciò che spinge due persone a voler passare la loro vita insieme. So che è ciò che qualcosa che fa desiderare di condividere tutto con un’altra persona. So che molte volte è una scusa. Che cosa vuoi sapere, più nello specifico?”

“Io… non lo so” ammette Dominique “Non so nemmeno perché io te lo stia chiedendo, in realtà.”

“Sei innamorata, Domi?”

Eccola, la domanda fondamentale. Sua cugina è davvero intelligente, a volte.

“Forse. È difficile da dire, non pensi?” domanda la francesina, cercando di rimanere vaga.

“Non so che dirti. Io sono abbastanza sicura di non essermi mai innamorata, quindi non saprei. Se guardi Vic e Teddy sembrano essere stati sempre sicuri di cos’è l’amore
” Molly la guarda “Sei sicura che non vuoi dirmi altro?”

“No, è solo… curiosità, ecco” taglia corto Dominique.

“Visto che siamo in tema di confessioni, posso dirti sinceramente cosa penso di te?”

“Perché ho idea che stiano per piovere tantissime cattiverie?” sospira la Corvonero, con un sorriso.

“Mi offendi ora, cugina, io non penso cattiverie di nessuno” la prende in giro Molly, prima di tornare seria “Però è vero che per tanto tempo non ti ho ritenuto troppo simpatica. Ti ritenevo frivola, altezzosa, una che credeva che tutto gli fosse dovuto. Forse ero anche un po’ invidiosa di te, la ragazza più bella del castello, il cui essere in parte Veela non faceva che da puntino nella tua immensa bellezza e nella tua straordinaria intelligenza. E forse lo sono ancora e penserò certe cose sempre…”

“Spero che arrivi un ma…”

“Ma ultimamente non sembri più tu. Ultimamente sei come spenta” continua Molly “Una volta eri la Regina del Castello, ora non sembri vivere nemmeno a palazzo. È per questo che mi chiedo se ci sia qualcosa che non va e se c’è qualcosa di cui vuoi parlare con me. Ma più in profondità, non rimanendo così sul vago. Così sul vago io non ti posso aiutare.”

“Hai ragione, Molly” ammette Dominique, capendo all’istante che ovviamente sua cugina non può dargli delle risposte a domande così vaghe. Forse non potrebbe nemmeno se le spiegasse la situazione, in realtà, visto che la situazione non la capisce nemmeno lei. Ci sarebbe solo una persona che riuscirebbe a capire qualcosa anche senza che lei apra bocca, che potrebbe interpretare i suoi silenzi ancora meglio delle sue parole ma, sfortunatamente, quella persona non è al castello in quel momento. E non vuole mandare una lettera sconclusionata e confusa a sua sorella, distraendola dall’organizzazione del suo matrimonio.

La Corvonero sospira: forse deve solo mettersi il cuore in pace e aspettare che Priscilla le indichi che cosa deve fare per smettere di essere l’intrattenimento di Merlino e Morgana. Si sente come le protagoniste dei film romantici che ama guardare con Victoire, senza le idee chiare e totalmente confusa sulla prossima mossa da fare. Che sciocchi sono, i film romantici. Non danno il minimo aiuto nella realtà.

“Scusami, Molly.”

“Non mi hai disturbato, Domi. E sono davvero qui se ti serve, ma… non leggo i tuoi pensieri. A volte capisco poco addirittura le tue parole, specie se le pronunci in francese…” commenta la cugina, cercando di far sorridere l’altra; Dominique alza un angolo delle labbra, in un sorriso lieve.

“Comunque, se vuoi sapere come la penso…”

“Ancora? Non mi hai già principescato abbastanza?” ridacchia la Corvonero, facendo sbuffare divertita la cugina.

“No, intendevo sulla tua vita sentimentale.”

“Ah. Allora dimmi tutto.”

Magari scopre qualcosa di nuovo.

“Ti vedo bene, insieme ad Alex” dichiara Molly “Cioè siete… compatibili. Alex mi ricorda tanto James per certi versi e voi due avete sempre avuto un affiatamento… incredibile. E credo che anche ‘incredibile’, per voi due, sia un eufemismo.”

Dominique annuisce.

“Quindi credo che tu ed Alex possiate funzionare, sinceramente. Se è anche solo un minimo simile al suo migliore amico, potreste fare fuoco e fiamme insieme.”

Nulla che Dominique non sappia già. Però le ha fatto bene sentirselo dire.

“Ti ringrazio, Molly” mormora la ragazza “Ti lascio al tuo libro, ora.”

“Non penso di aver fatto molto” ammette Molly “Però se invece l’ho fatto… ne sono contenta. Sono qui, se ti serve.”

“Grazie. Ora credo che andrò in camera a riposare un po’. A quando la prossima serata tra cugine?”

Molly sorride “Quando vuoi, Domi.”

Dominique esce dalla Sala Comune dei Tassorosso dopo poco, il tempo di salutare Lucy scesa in quel momento e di scambiare con entrambe un paio di convenevoli, e torna verso la Torre dei Corvonero. Non ha le idee più chiare, ma se c’è una cosa che ha capito è che deve dare sul serio una possibilità ad Alex. Perché è vero che potrebbe esserci molta intesa tra loro e non vuole sprecare l’occasione solo per degli stupidi dubbi. E poi uscire qualche volta non è mica un Voto Infrangibile di amore eterno!

Torna in camera più tranquilla – leggermente più tranquilla – e va praticamente a sbattere con Elizabeth che sta uscendo dalla porta.

“Ciao Lizzie.”

“Ciao Domi, sto uscendo, ti lascio la camera” la saluta la ragazza con un sorriso.

“Hai… appuntamento con James?”

Elizabeth annuisce “Sì, ha detto che vuole farmi conoscere l’anima più buona del castello… sono un po’ preoccupata.”

Dominique scoppia a ridere “Io starei tranquilla… ti do un indizio: farai una bella merenda.”

“Ora sono decisamente più preoccupata” ammette la ragazza “Ma suppongo che di te posso fidarmi più che di James e delle sue idee. Però ora sono anche leggermente curiosa.”

E la giovane Weasley, guardando la sua compagna di stanza, non riesce a far a meno di pensare che, se il piano di Lucian funzionerà, se lei e James capiranno davvero di essere fatti l’uno per l’altra, e se tutto andrà come spera, Elizabeth ne soffrirà e perderà una persona meravigliosa.

E la cosa le dispiace tremendamente.






Felpie's Corner
Buonsalve! Vi confesso che questo capitolo non doveva esistere: non mi è piaciuto scriverlo, non mi dice molto e mi sta un po' in mezzo tra altri capitoli molto più interessanti (o almeno un po' più avvincenti, spero), ma non potevo nemmeno toglierlo così di punto in bianco e quindi questo è quello che è venuto fuori. Una Dominique confusa (per l'ultima volta forse, prima che scelga di riprendere in mano la sua vita) e un capitolo così. Non mi è piaciuto nemmeno rileggerlo, l'ho trovato pieno di errori e spero di averne corretti la maggior parte (così, nel caso trovaste qualcosa di assolutamente inguardabile, magari ditemelo, così posso correggerlo).
Però qualche punto a favore (spero) che questo capitolo ce l'abbia: intanto il Quidditch, perché un po' di Quidditch ci sta sempre bene, e ci tenevo anche ad inserire il particolare che a Lucian il Quidditch non interessa per nulla. Non so perché ami così tanto questo particolare di lui, ma mi piace pensare che il Quidditch non piaccia a tutti e che Lucian si distingua sempre dagli altri, per un motivo o per l'altro. E, a proposito di Quidditch, chissà perché Scorpius ha giocato male e chissà a chi stava pensando... poverino, non ci capisce più niente. E ci proverà a rimanere indifferente alla cosa, ma... boh, funzionerà?
E, invece, a proposito di errori, perdonate anche se trovate errori nel dialogo in francese: mi piace molto anche l'idea che Dominique e Thomas parlino in francese tra loro, come una sorta di linguaggio in codice solo loro. Come dice Dominique "è un piacere poter parlare francese con qualcuno".
Ultima cosa a favore (spero) di questo capitolo è Molly: mi dispiace perché lei, tra tutta la famiglia, è quella che inserisco sempre di meno, mentre invece penso (o almeno in questa storia è) una bella persona, molto rigida e puntigliosa forse, ma una bella persona. E mi piace che dica ciò che pensa di Dominique senza paura.
Anche per questo martedì è tutto, io e Lily vi aspettiamo al prossimo capitolo!
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo 22 - Lily Luna ***


Perdono… si quel che è fatto è fatto io però chiedo
Scusa… regalami un sorriso io ti porgo una
Rosa… su questa amicizia nuova pace si
Posa… perché so come sono infatti chiedo…
Perdono… si quel che è fatto è fatto io però chiedo
Scusa… regalami un sorriso io ti porgo una
Rosa… su questa amicizia nuova pace si
Posa… PERDONO
Dire che sto bene con te è poco
Dire che sto male con te.. è un gioco!
Un misto tra tregua e rivoluzione
Credo sia una buona occasione
Con questa magia di Natale
Per ricordarti quanto sei speciale
Tra le contraddizioni e i tuoi difetti
Io cerco ancora di volerti
(Perdono - Tiziano Ferro)







Di tutti i buoni propositi che Lily Luna Potter si era prefissata per il weekend e per la settimana a venire, mentre è seduta sul letto a baldacchino con le ginocchia strette al petto e le tende serrate, non ha voglia di portarne a termine proprio nessuno.

Se quand’è tornata in camera, dopo lo scontro con Scorpius, era solo arrabbiata, dopo qualche ora era diventata anche triste, furiosa con X e delusa tutt’assieme, e il suo umore era rimasto lo stesso per tutti i due giorni successivi. Ha sorriso solo per mezzo secondo quando Irene le ha raccontato che Serpeverde ha giocato una partita orribile perché il loro Cercatore – alias Scorpius Malfoy, alias persona in quel weekend odiata poco meno di X – e per una volta non si è sentita in colpa: se lo meritava, di giocare male.

Danielle l’ha rimproverata perché “si meritava di giocare male” non è proprio una cattiveria, ma Lily l'ha ignorata e si è chiusa nelle tende del suo baldacchino, poco intenzionata a parlare con chiunque. A nulla era servita la proposta di Irene di mangiare un tramezzino nelle cucine, né quella di Danielle di fare una passeggiata nel castello per prendere un po’ di aria.

“Se mi serve aria apro la finestra” ha risposto bruscamente, senza nemmeno uscire dal suo letto, immaginando che le sue amiche si sarebbero guardate, Irene avrebbe scosso la testa e poi sarebbero uscite dalla stanza senza aggiungere nulla.

E aveva indovinato in pieno.

Però non aveva considerato che le sue amiche avrebbero chiesto a Dixie di portargli un panino ed un pezzo di torta con tanto cioccolato; l’elfo si è presentato in camera con la sua cena in un fazzoletto e Lily si deve mordere la lingua per non rispondere male anche a lui. Fortunatamente è aiutata dal fatto che Dixie deve tornare in cucina per lavorare e così può rimanere a cenare da sola.

Oltre alla cena rapida, però, non ha fatto altro che rileggere la lettera da quando l'ha ricevuta.
 


Mia cara Lily,
mi dispiace, ma non risponderò alla tua domanda sulla Londra Babbana. Non risponderò più a nessuna delle tue domande, perché credo sia giunto il momento di chiudere qui tutta questa faccenda. Speravo di… non lo so, di trovare un’amica – o forse qualcosa in più – ma non ci sono riuscito. Non è colpa tua, tu sei una ragazza fantastica e spero che troverai davvero qualcuno che ti possa dare l’amore che meriti, possibilmente dal vivo e non, come me, da dietro un foglio di pergamena. Mi sono divertito a parlare con te questi mesi e mi mancherà scriverti dei biglietti, ma credo di essere un po’ confuso e non voglio trascinarti nella mia confusione. Non te lo meriti e non so quando potrà finire, quindi preferisco smettere ora, piuttosto che illuderti.
Non odiarmi, per favore.
X
 


Non odiarmi? A Lily sembra una cosa ridicola. Come potrebbe non odiarlo? È stato lui ad iniziare a scrivergli, è stato lui ad insistere per conoscerla in quel modo, senza vedersi, è stato lui a… a fare tutto. Lei si è solo affezionata a lui in quel tempo e le sembra anche una cosa abbastanza normale perché come si fa a non affezionarsi ad una persona con cui si parla bene e che le fa compagnia tutto il giorno?

Tu sei una ragazza fantastica? Ma per favore. È cresciuta con film romantici con le sue cugine, sa bene che il “tu sei perfetta” prima di un ma è una cosa totalmente inutile. Tipo… le olive! Quando le mordi trovi morbido e poi quando meno te lo aspetti trovi il nocciolo e ti fai male.

Che esempio stupido, un’oliva come l’amore. Ma in quel momento a Lily non piace nessuna delle due cose.

Non si merita di essere trascinata nella sua confusione? Perché, ora ne è fuori? Ora anche lei è confusa e, nella confusione di X, c’è finita con scarpe, scopa e inchiostro – giusto per rimanere in tema.

Che abbia ragione Scorpius? Vede il mondo in modo troppo spensierato? No, non può davvero dare ragione ad una persona come Malfoy, che non ha la minima idea di cosa sia la privacy e che non ha chiaro il concetto di proprietà altrui. Lo odia.

Ma mai quanto X.

Non sa con quale forza lunedì mattina si alza per andare a lezione, ma si trascina a Storia della Magia, probabilmente con l’idea che, se James e Albus sapessero che non si sente bene per un qualche motivo, le scale scivolose davanti al dormitorio delle ragazze non sarebbe davvero un problema. Però non rivolge la parola a nessuno, né a Irene e Danielle – che continuano a lanciarsi sguardi preoccupati – né a Hugo – che ha la sfera emotiva di una forchetta – né con Lucy, né con Lorcan. Segue tutte le lezioni in silenzio e senza partecipare e così per tutti e tre i giorni successivi.

Quando però si ritrova Rose casualmente in Sala Comune mentre fissa quasi ossessivamente l’ingresso, capisce che non può evitare l’intelligenza acuta della cugina ancora per molto.

“Rose…” inizia, ma viene subito zittita dalla maggiore.

“Posso appenderlo per le mutande sulla Torre di Grifondoro?”

“Se lo trovi, sì” dichiara la piccola, lanciandosi sul divano; Rose fa per dire qualcosa, ma sembra ripensarci e si siede accanto a lei, le mani sulle ginocchia e gli occhi fissi sulla cugina.

“Ehi, ehi, Lils” la chiama Rose, appoggiandole una mano sulla spalla “Ti proibisco di essere triste.”

“Non mi puoi proibire una cosa del genere, Rose” sbuffa Lily “Non lo sopporto.”

“X o essere triste?”

“Entrambi.”

“C’è qualcosa che posso fare per te?” domanda dolcemente la maggiore e l’altra scuote la testa.

“No. Non so nemmeno io cosa vorrei in questo momento.”

“Una Cioccorana?” propone Rose, tirando fuori il dolcetto dalla borsa, e Lily la guarda indecisa sulla risposta “Dai, una Lily Potter che rifiuta una Cioccorana è da San Mungo!”

La piccola ridacchia, afferrando il pacchetto e scartandola; il sapore del cioccolato, suo malgrado, la fa sentire subito molto meglio, e deve essersi rilassata impercettibilmente perché Rose sorride soddisfatta.

“Credo che non sia da me darti una Cioccorana per tirarti su, credo che questo metodo grezzo sia più da Hugo o James, ma… devo dire che è produttivo.”

“Grazie, Rosie.”

La giovane Weasley le passa un braccio intorno alle spalle e la stringe a sé “Questo e altro per la mia cuginetta.”

Quando si separano, Rose la guarda, ancora seria “Posso dirti una cosa, però?”

“Cosa?”

“Non ti chiudere in camera. Se c’è una cosa che ho imparato dai mille romanzi rosa che ho letto è che chiudersi nel proprio baldacchino serve a poco…”

“… come sai che mi sono chiusa nel mio baldacchino?”

“… e che se per caso devi prendere a pugni qualcuno, o qualcuno ti deve chiedere scusa, o devi dimostrare a qualcuno che tu stai bene anche senza di lui, devi farlo fuori, all’aria aperta” conclude Rose, ignorandola “Hai capito?”

“Sì, però a me non va di essere allegra, ora.”

“Nessuno dice che tu lo devi essere, ora. Basta che mi prometti che ci tornerai presto. E che ho il tuo permesso di appendere X per le mutande.”

“E cosa dovrei fare, se non sto nel mio letto?”

“Una passeggiata nel parco? Sono caduti i primi fiocchi di neve, hai visto? È poca, ma è qualcosa. O la Torre di Astronomia, tu adori la Torre di Astronomia.”

“Ci penserò, Rose, va bene?” la blocca Lily, prima di essere travolta dalle mille idee della cugina che già sa che potrebbe riversargli addosso.

“È qualcosa” risponde Rose, dichiarandosi soddisfatta “Ora devo andare, mia madre mi ha intimato di evitare un Troll a Hugo in Storia della Magia ed io mi riterrei soddisfatta di un Desolante, onestamente.”

“Ciao Rose… grazie.”

La maggiore sorride “Ciao cuginetta. Segui i miei consigli, mi raccomando, sai che sono sempre geniali!”

Alla Torre di Astronomia riesce a trovare il coraggio di andarci solo dopo qualche giorno, in verità, e si dà della sciocca, perché lassù, in alto e lontana da tutti, sta davvero bene. Meglio che dentro le tende del suo baldacchino, ma questo non ha intenzione di ammetterlo a nessuno; c’è un venticello leggero che le sposta i capelli e c’è pace e tranquillità, quindi Lily riesce anche a rilassarsi, appoggiando la schiena contro un pilastro e guardando l’orizzonte.

Quello di cui non si è accorta, però, è che un ragazzo l’ha vista salire e, dopo qualche attimo di esitazione, l’ha seguita, ed ora è sulla porta, incerto se avanzare e prendersi molti insulti o rimanere lì un altro secondo e andarsene nelle profondità del Castello.

“Ciao.”

“Scorpius!” esclama Lily, colta di sorpresa “Mi hai spaventato.”

Il biondo si avvicina alla ragazza, stretto nel suo mantello.

“Fa un freddo mannaro qui fuori, Potter. Ti sei accorta che ha nevicato ieri, vero?”

“Che cosa ci fai qui, Scorpius?”

Il ragazzo cambia tono immediatamente “Mi hai detto che è qui che vieni quando sei triste.”

“Non sono triste.”

“No? E allora perché sei qui e ti ho trovato così facilmente?”

Lily apre la bocca per ribattere ma non emette suoni, così Scorpius si avvicina di un altro passo e mormora “Mi dispiace.”

“Per cosa?”

In quel momento Lily ha la mente totalmente offuscata dal pensiero di X e il mezzo litigio avuto con il Serpeverde non lo ricorda già quasi per niente.

“Per quello che ti ho detto la settimana scorsa… sai, la storia del mondo reale…” spiega Scorpius, parlando piano e lentamente.

“Stai davvero cercando di scusarti per quello che mi hai detto?” chiede incredula la ragazza: non se lo aspettava minimamente.

“Sì. Per quello e per…” Scorpius si interrompe un attimo, prima di aggiungere in fretta “E per aver letto la tua lettera. Non avrei dovuto.”

“No, non avresti dovuto” conferma Lily, cogliendo al volo l’occasione per sfogare la sua rabbia contro qualcuno che ha davanti “Perché lo hai fatto?”

“Perché…”

Il biondo si interrompe ancora, frugandosi le tasche e tirando fuori un pacchetto.

“Ti ho portato una Cioccorana.”

Gli occhi di Lily hanno un lampo, mentre la Grifondoro si sposta una ciocca di capelli ramati dietro l’orecchio “Perché?”

“Credevo fosse così che si chiede scusa. E che ricevere Cioccorane ti facesse piacere. Hai finito con i perché?”

Lily lo guarda confusa, prima che un’idea gli inizi a balenare in mente. È un’idea folle? Probabile, ma… ormai qualcosa sembra essersi acceso in lei e quindi parla prima di che quel pensiero possa andarsene.

“Come lo sai?”

“Cosa?”

“Che mi fa piacere ricevere Cioccorane?”

“Lo immagino?” sogghigna il ragazzo, ma la piccola Potter non si lascia incantare da sorrisi melliflui e con la palese intenzione di sviare l’attenzione; prende la Cioccorana e, invece di aprirla, guarda il Serpeverde di fronte a lui.

“Dimmi una cosa, per che squadra tifi?”

“Come?”

“Che squadra di Quidditch tifi?”

“Perché me lo chiedi?”

“Rispondimi.”

“Per i Tornados. Ma penso che anche le Holyhead Harpies non siano male, perché me lo…”

Lily assottiglia lo sguardo, la tristezza che pian piano si sta trasformando in qualcosa di diverso, qualcosa di più violento e accecante “E, fammi indovinare, “Baba Raba e il ceppo ghignante” è la tua storia preferita delle fiabe di Beda il Bardo?”

Scorpius sgrana gli occhi, così la ragazza continua, mentre sente il fuoco dentro iniziare a divampare.

“E sei andato ad una fiera babbana per caso con mio fratello? E tu segui Babbanologia, me l’ha detto Albus!”

“Potter…”

“Niente Potter” lo interrompe la ragazza “Scorpius… tu sei X?”

“Io…” il Serpeverde si blocca ma non smette di guardarla; sembra nervoso, ma Lily lo nota a malapena. Perché Scorpius non dice nulla? Non è una domanda troppo complicata. Se non sapesse chi è X non dovrebbe scoppiargli a ridere davanti alla faccia, chiedendogli se è definitivamente impazzita del tutto? Perché non ride? Perché sembra uno beccato con le mani nel porridge?

“Santissimo Godric, perché non rispondi mai quando uno ti fa una domanda semplice?”

“Io rispondo sempre” sbuffa Scorpius, in un mero tentativo di sviare il discorso.

“Sì, come no. Anche quando ti ho sorpreso l’altro giorno con la mia lettera in mano non hai aperto bocca” esclama arrabbiata Lily “Mi fa saltare i nervi questa cosa.”

“Non è molto facile parlare se si viene continuamente interrotti” commenta stizzito il biondo.

“Io non ti sto interrompendo.”

“Sì, invece.”

“Scorpius Malfoy zittito da una Grifondoro? Devo dire a Irene di chiamare suo padre, questa sì che è una notizia per la prima pagina della Gazzetta del Profeta!”

“Quanto sei fastidiosa, a volte, Potter. In certi momenti sì che riconosco che sei la cugina della Weasley e che fai parte anche tu del Clan.”

“Vedi che parli benissimo e che io non blocco le tue preziose confessioni?” ribatte Lily, alzandosi in piedi “Ed io non ti ho fatto una domanda complicata: hai scritto tu quei bigliettini o no?”

In quel momento, Scorpius fa una cosa che Lily non avrebbe mai immaginato: abbassa la testa e sospira. In realtà, la ragazza non avrebbe mai immaginato nulla di quello strano pomeriggio, a cominciare dal coraggio e dalla voglia di andare sulla Torre di Astronomia, per continuare con Scorpius e per finire con quella conversazione assurda dove il suo interlocutore sembra non essere così sorpreso dall’essere chiamato X e dal sentire una ragazzina Grifondoro rivolgergli tante frasi frustate e arrabbiate.

“Sì, li ho scritti io, però…”

Sì, li ho scritti io.

Quelle cinque parole hanno il magico potere di far zittire all’istante la ragazza, cosa di cui nemmeno un incantesimo Silencio sarebbe stato in grado in quel momento, ed immobilizzarla sul posto; si prende qualche secondo per osservare il ragazzo davanti a sé, che tanto ha deciso di interrompersi nuovamente e di non dire nulla in più: Scorpius è perfettamente ordinato e preciso nella sua divisa Serpeverde, ha le mani nelle tasche dei pantaloni e la sciarpa verde – argento avvolta intorno al collo. Sembra essere a disagio, molto a disagio, e infreddolito ed in quel momento alla piccola Potter viene in mente che, in una delle tante lettere, X le ha confessato di amare la neve ma di non sopportare il freddo perché lo congelava fin dentro le ossa.

Scorpius Malfoy può essere sul serio X? Sembra così improbabile…

“Però?”

“Niente” taglia corto Scorpius, in fretta.

“Fammi capire…” mormora Lily, cercando di fare il punto “Tu hai iniziato tutta questa cosa e poi hai deciso di smettere così, di punto in bianco?”

Il biondo sembra non aver parole per rispondere, limitandosi a mantenere il silenzio e le mani in tasca. Godric, è così snervante per la piccola Potter: vorrebbe rifilargli il Veritaserum, così saprebbe finalmente a cosa sta pensando il Serpeverde in quel momento.

“Perché mi hai detto che non volevi più parlare con me?”

“Perché… non lo so, mi stavo affezionando troppo e mi sembrava ridicolo.”

“Quindi… tu mi hai preso in giro, mi hai dato della romantica, mi hai detto che vivo in un mondo tutto mio che non è quello reale e sei stato il primo a sostenermi in questa cosa?”

Lily si sente delusa, davvero delusa: non se lo aspettava minimamente, non si aspettava nulla di tutta quella situazione.

“C’è una cosa che non capisco, Scorpius.”

“Quale?”

“Tu non sei un ragazzo timido. Cioè sì, non sei espansivo, sei silenzioso e stai spesso sulle tue, quindi forse è per questo che ti trovi così bene con Albus, ma… non ti definirei mai timido. Perché hai fatto tutto questo?”

“Non posso spiegartelo.”

La Grifondoro fa per aggiungere qualcosa, ma si blocca a bocca aperta perché non sa più cosa dire al ragazzo: tanto, ogni cosa che gli chiede, decide lui se rispondere o no.

“Mi dispiace, Lily” dichiara a bruciapelo Scorpius “Io sono venuto qui per scusarmi per come ti ho trattato, non volevo scoprissi di X. Stai meglio senza di lui, davvero.”

“E questo chi lo dice? Tu?” sibila la ragazza “Perché di quello che mi dici tu ora non mi fido molto. E non penso che tu sappia cos’è meglio per me.”

Lily incrocia le braccia al petto, mentre una folata di vento le scompiglia i capelli ramati e le fa muovere il mantello.

“Non posso dirti altro, Lily, mi dispiace. Ho sbagliato e sono il primo ad essere convinto che non avrei mai dovuto iniziare la cosa” dichiara Scorpius, guardando il panorama “Puoi perdonarmi?”

La Grifondoro sgrana gli occhi alle parole del Serpeverde e si morde le labbra “Come?”

“Hai capito benissimo.”

Sì, è vero.

“Devo pensarci” mormora Lily, guardando invece verso gli strumenti astronomici sul tavolo lì vicino.

Scorpius esita un attimo, ma non aggiunge altro e annuisce. Dopo qualche secondo, il suo mantello svolazza alle sue spalle e il Serpeverde torna al castello, probabilmente diretto verso la sua Sala Comune; Lily si appoggia al pilastro della torre, confusa e piena di dubbi. Non si è mai sentita così ed una cosa è certa: quella parte dell’amore non gli piace per niente.

Sente un brivido di freddo dovuto all’ennesima folata di vento e, stringendosi nel mantello, torna verso la Torre dei Grifondoro, dove la Signora Grassa prova a fare conversazione, ma la ragazzina non è proprio in vena e chiude il quadro alle sue spalle rapidamente.

Rose è seduta sul divano, intenta a leggere un libro, e non appena la vede mette un segnalibro e si alza per andare a salutarla.

“Ehi, cugina!” esclama allegra Rose “Hai seguito il mio consiglio e hai fatto una bella passeggiata?”

Non ha voglia di vedere nessuno – di nuovo – nemmeno Rose, nonostante è abbastanza convinta che la cugina possa tirarla su di morale. Lei, in quel momento, non vuole essere tirata su di morale. Lei, in quel momento, non sa proprio che cosa vorrebbe.

“Rose… ho appena scoperto chi è X…”

La maggiore sgrana gli occhi “E…”

“E niente, mi ha fatto arrabbiare e non so se basterà una Cioccorana per perdonarlo.”

“Ti ha portato una Cioccorana?”

“Sì… vuoi sapere chi è?”

Strano che sua cugina non abbiamo chiesto subito chi fosse, tanto sembrava ansiosa di scoprirne l’identità.

“Ma certo che voglio saperlo” risponde Rose, prima di precisare “Ma solo se vuoi dirmelo.”

“È Scorpius” dichiara a bruciapelo Lily “Incredibile, vero?”

“Malfoy…?” domanda la Prefetto, con un’espressione confusa “Sei sicura?”

“Sì, è venuto sulla Torre di Astronomia e si è scusato per il suo comportamento.”

“E ti ha detto che X era lui? Cioè è lui il tuo ammiratore segreto?”

Lily scuote la testa “No, l’ho capito io e lui ha detto che è stato lui a scrivere i bigliettini.”

“Ah…” si limita a commentare Rose; la cuginetta la guarda confusa: si aspettava decisamente altri commenti dalla ragazza.

“Non hai niente da dire?” chiede infastidita.

“Sto metabolizzando la cosa” risponde frettolosamente l’altra “Quindi era giustificato a prendere il tuo bigliettino, no?”

“Sì, sì, lo era, però… aspetta, come fai a sapere che ho beccato Scorpius a leggere la mia lettera?”

“Uhm? Me lo hai detto tu, no?”

“Io non ti ho detto proprio nulla, non l’ho detto a nessuno” esclama Lily “Tu lo sapevi! Te l’ha detto lui!”

“Io non…” Rose si blocca, non sapendo come continuare.

“Avevate la ronda quella sera, sei uscita dalla Sala Comune dicendo che non ne avevi alcuna voglia!” insiste Lily.

“Va bene, d’accordo, Malfoy mi aveva accennato a qualcosa, ma…”

“Perché non me lo hai detto?”

“Perché…”

“Avresti dovuto dirmelo!”

Sente davvero caldo la piccola Potter in quel momento: è sicura di avere le guance arrossate e ha un gran mal di testa; non ne può più di scoprire le cose, per quella giornata ha fatto davvero il pieno.

“Non mi sembrava giusto, Lily. Era una faccenda tra di voi, io non dovevo impicciarmi” sputa fuori tutto d’un fiato la maggiore, per cercare di bloccare il fiume in piena che è la cugina “E poi me lo ha chiesto lui di non dirtelo.”

“Sono tua cugina, Rose, dovresti dirmi tutto, non mantenere il segreto per uno Scorpius qualunque” sbuffa Lily, arrabbiata e delusa. Probabilmente in un altro momento avrebbe anche dato retta alla maggiore, sapendo che è una ragazza che pensa sempre prima di agire e che non avrebbe mai fatto qualcosa contro di lei, ma ora è troppo infuriata con lei e con il mondo.

“Mi dispiace, d’accordo? Ma lo rifarei, sinceramente.”

“Avrei potuto picchiarlo giorni fa.”

“No, non lo avresti fatto. Non credo tu lo abbia picchiato oggi, non lo avresti picchiato l’altra sera” ribatte Rose “Lily, sul serio, non…”

“Lascia perdere” taglia corto la più piccola, alzandosi “Non voglio sapere altro, sono già troppo infuriata per i miei gusti.”

Lily corre in camera, senza che l’altra provi nemmeno a fermarla, ed apre la porta di scatto, facendo prendere paura a Danielle che sta leggendo una rivista sul letto.

“Lils! Ma che fai?”

“Sono arrabbiata” dichiara l’altra “E sì, anche io mi arrabbio.”

Si siede sul letto, lanciando via bruscamente il mantello e le scarpe, mentre Danielle la guarda confusa; passano alcuni minuti in silenzio, con Lily con le braccia incrociate e l’aria burrascosa e l’amica con l’espressione preoccupata ed incredula. Alla fine la Nata Babbana le si avvicina, sedendosi sul letto di Irene, che è quello di fronte.

“Vuoi una Cioccorana?” le domanda, allungandole il pacchetto e Lily si ritrova a sbuffare: perché tutti quando non sanno come prenderla le regalano una Cioccorana?

“No.”

“Dai, Lils” insiste l’amica, con un sorriso, spingendo il braccio più avanti.

Dannazione, probabilmente la risposta è perché lei cede così facilmente.

“Dove le hai prese?”

“Me le ha portate Hugo, ha detto che voleva condividerle con qualcuno: ne abbiamo mangiate un po’ in Sala Comune, poi è dovuto andare agli allenamenti e me le ha regalate, dicendo che le avrebbe ricomprate.”

“Sì, certo. E bravo Hugo” si ritrova a pensare la cugina, afferrando poi una Cioccorana, con scarso entusiasmo. Nonostante la sua rabbia è contenta che suo cugino sia riuscito a fare un gesto così coraggioso per un tipo timido come lui.

“Che è successo?” domanda a bruciapelo Danielle, che sicuramente non ha il tatto per affrontare certe conversazioni. Almeno lei non mente, però.

“Come sai che è successo qualcosa?”

“Perché sono passati tre secondi e la Cioccorana è ancora tra le tue mani. E a onor del vero stavi anche provando a rifiutarla. Deve essere successo qualcosa, per forza. Qualcosa di grave” specifica Danielle “Oltre al fatto che Lily Potter non si arrabbia mai, quindi se sei entrata addirittura sbattendo la porta qualcosa deve pur essere successa.”

“Ho conosciuto X.”

Danielle sgrana gli occhi “Perdonami se non capisco, forse ho sentito male… hai detto che hai conosciuto X?”

“Sì.”

“E non è fantastico? Voglio dire, non è quello che volevi?”

“No” risponde secca Lily “Dov’è Irene?”

“Sta studiando in Biblioteca. Lils, sul serio, io non capisco… non hai sempre detto che avresti voluto conoscere X?”

“Sì, ma non così!” sbuffa la piccola Potter, stringendo con così tanta forza la Cioccorana tra le dita da deformarla.

“Così come?”

“X è Scorpius Malfoy.”

Gli occhi di verdi della ragazza diventano, se possibile, ancora più grandi “Scorpius Malfoy?!”

“Già.”

“Stai scherzando.”

“No.”

“Non ci credo.”

“E invece sì” taglia corto Lily.

“Ma dai, è impossibile!” esclama Danielle “Voglio dire, ha spezzato più cuori di quante bacchette abbia rotto tuo cugino, cosa che mi sembra totalmente impossibile anche solo a dirla ad alta voce. È… com’è che dicono? Il Principe dei Serpeverde, il ragazzo con il cuore di pietra e bla, bla, bla… come fa ad averti scritto certe cose?”

“Non lo so!” sbuffa l’altra “E puoi smettere di giudicare? Magari è altro oltre al Principe dei Serpeverde e bla, bla, bla.”

“Non volevo giudicarlo” si corregge Danielle “E magari non avrà il cuore di pietra, ma non mi sembra uno che si faccia problemi con le ragazze. Non tanto da scrivere per mesi di nascosto perché è troppo timido per provarci dal vivo.”

“Evidentemente non è così” risponde seccata la piccola Potter.

“Lils, pensaci due secondi, per favore: Scorpius è un ragazzo che potrebbe avere chiunque in questo castello e non avete mai avuto problemi a parlare. Non ti ha anche vista con il pigiama con gli orsetti gommosi?”

“Erano marshmallow e spero che non se lo ricordi” replica Lily.

“Quello che ti pare. Il punto è che non pensavo che Scorpius potesse avere problemi a parlare con te, anche di cose vagamente più romantiche rispetto alle vostre solite conversazioni di cortesia” riassume Danielle “E, voglio dire, Scorpius è obbiettivamente un bel ragazzo. Un gran bel ragazzo, se mi permetti. E non è tanto stupido da non saperlo: non c’entra la modestia, certe cose sono oggettive. E non penso proprio che lui non sia a conoscenza delle sue… capacità.”

“Danielle, sappi che non mi stai aiutando minimamente” sibila la piccola Potter, che è stanca di sentirsi dire le cose dagli altri e di credere a tutto ciò che gli viene detto.

“Sto solo cercando di dirti che magari ha mentito, magari non è lui il tuo ammiratore segreto e…”

“Mi ha detto che ha scritto lui i bigliettini e mi ha confermato cose che solo chi mi ha inviato quelle lettere poteva sapere… non ho dubbi che me le abbia mandate lui.”

Danielle storce un attimo il naso, prima di sospirare “E va bene, allora Scorpius Malfoy è un coglione galattico.”

“Dani!”

“Scusa, è un coglione cosmico. Meglio?”

“Che cambia tra galattico e cosmico?” sbuffa seccata Lily.

“La mia migliore amica sta male per colpa sua, io devo insultarlo, Lils. È una questione di principio.”

“Mi sono stancata di parlare di X, non è il centro del mio mondo.”

La piccola Potter si sdraia sul letto, guardando il baldacchino rosso, mentre Danielle stringe le lenzuola del letto, incerta su come muoversi.

“Ti ha fatto rifiutare ben due Cioccorane, però” le fa notare, spostandosi sul suo letto “Sicura che non ne vuoi nemmeno una? Sono sicura che è buona anche se l’hai accartocciata tutta. E che tu ti sentirai meglio, dopo.”

Lily scuote la testa “Voglio non parlare per un po’, Dani, scusami.”

Danielle esita un attimo, ma poi annuisce “Va bene, come vuoi.”

Si alza, diretta verso il suo letto, ma prima di arrivarci si blocca e chiede “Senti, ma perché non gli scrivi una lettera?”

“Io non voglio sentirlo. Ho già detto tutto quello che dovevo, io.”

“No, ma infatti non devi inviargliela, devi solo scriverla. Non so, provare a tirare fuori ciò che senti potrebbe esserti di aiuto, non credi? Almeno lo insulti attraverso la pergamena e l’inchiostro e non fai una polpetta di Serpeverde. Sinceramente, non credo avrebbe un gran sapore, sai, l’umidità dei Sotterranei e tutto il resto.”

Danielle si gira a guardarla, ma Lily non dà cenni di aver sentito, né di essere d’accordo con la proposta, né di aver intenzione di fare qualsiasi cosa, in realtà; l’amica sospira e si siede sul letto, lasciando la piccola Potter ai suoi pensieri.

La rossa, dal canto suo, comincia a pensare che, forse, potrebbe davvero scrivere una lettera piena di rabbia: una volta Molly le ha detto che quando si arrabbiava con qualcuno della famiglia scriveva una lettera piena delle cose che non sopportava dei suoi parenti o di chiunque l’avesse fatta infuriare per sfogarsi e poi la bruciava. Appena anche l’ultimo pezzo di pergamena diventava fumo e si dissolveva nell’aria lei, improvvisamente, si sentiva meglio.

Molly non è la tipica cugina a cui chiederebbe consigli romantici, ma sicuramente sa come gestire le emozioni: non l’ha mai vista perdere la calma, né urlare contro qualcuno – certo, se non si considerano James e Fred quando le facevano i dispetti, ma loro farebbero perdere la calma a chiunque.

Lily sente l’amica stendersi sul letto e riaprire ciò che stava leggendo prima della sua entrata furibonda in camera; stringe le palpebre, cercando di placare il mal di testa. Se Teddy fosse lì le consiglierebbe di mangiare una Cioccorana, adducendo la scusa del calo di zuccheri; senza volerlo, la piccola Potter si ritrova a sorridere al pensiero dell’amico dai capelli colorati: lui sì che mangia davvero troppa cioccolata, non l’ha mai visto senza una tavoletta in tasca. Forse non c’era da stupirsi se il primo film che le aveva fatto vedere era ambientato in una fabbrica di cioccolato ed un cioccolatiere era il protagonista.

Pensare a Teddy e al suo amore eterno ed incrollabile per il cioccolato la rimette incredibilmente di buon umore: non è un pensiero che può turbare ancora di più la situazione, non c’entra nulla con X ed è una scena buffa, una storia d’amore destinata a durare per l’eternità. Si sente meglio, pensando che c’è qualcosa per cui vale il per sempre.

Rinvigorita da quel pensiero, si alza dal letto, afferra la Cioccorana che è rimasta schiacciata e prende delle pergamene e dell’inchiostro: le servirà parecchio materiale, ne è sicura.

“Ti dispiace se rimango qui?” mormora, rivolta all’amica “Non ho voglia di andare in Sala Comune.”

“E perché dovresti? Mi fai compagnia, sai che mi piace l’odore di inchiostro.”

No, in realtà Lily non lo sa e non è sicura nemmeno che quella sia la verità, ma sorride alle parole dell’amica e si appoggia al comodino, pronta a scrivere e a sfogarsi su un povero pezzo di pergamena.

Accartoccia metà dei tentativi, in un quarto si ferma a “Ciao” e sul resto rovescia sopra inchiostro a palate, tra cancellature e parole che non rendono le sue emozioni. Alla fine, però, circondata da pergamene appallottolate, con le dita sporche di inchiostro e un baffo nero sulla guancia, si dichiara soddisfatta, mentre rilegge di nuovo le parole scritte.

Contenta del suo operato, afferra la bacchetta e gli dà fuoco con un solo, semplice incantesimo. E mentre il foglio brucia sotto i suoi occhi – e sotto lo sguardo allarmato di Danielle – il peso che sente sul petto si alleggerisce piano piano e il mondo torna colorato come lo è sempre stato e come Lily lo preferisce di gran lunga.






Felpie's Corner
Ops, i guai per Scorpius e Lily non sono ancora finiti. Che peccato. Ma mi sembra giusto, voglio dire, Dominique e James hanno litigato per quindici capitoli prima di riuscire a parlare civilmente, almeno un paio di capitoli in litigio questi due li devono avere. E tanto prima o poi dovranno affrontare il mondo (vedi: un fratello geloso, un fratello migliore amico, un migliore amico offeso, il castello, il Clan Potter - Weasley), bisogna che Lily impari a tirare fuori gli artigli. In settimana pubblicherò la lettera di Lily, se qualcuno la vorrà leggere.
Scusate per il paragone sulle olive, in realtà io le adoro, ma a quanto pare alla piccola Potter non piacciono. Ma è troppo buona per pensare ad un paragone più cattivo.
Scorpius è cascato con scarpe e scopa nei trabocchetti della piccola Potter, pensando di essere al sicuro. Povero sciocco. Non ci ha proprio pensato e poi ha comunque provato un minimo a salvare la faccia di Sebastian (che bravo amico). E anche Rose oggi sembra un po' poco pronta a reagire agli attacchi di Lily, ma, ehi, non possono essere sempre perfetti e imperturbabili Scorpius e Rose (li vedo sempre di più come migliori amici, sono davvero uguali).
Comunque Lily è troppo buona per rimanere arrabbiata troppo a lungo, quindi cederà, vi avviso (tanto prima o poi deve farlo). Ma a quanto pare Scorpius gli sta insegnando tutte le sfaccettature dell'amore, anche la parte dei litigi. Ops, quanto non mi dispiace.
Come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto e che nessuno abbia ancora preso in mano la scopa per bastonare Scorpius (anche se un paio di botte se le meriterebbe, forse. Ma non sarebbe l'unico).  Ma se siete pacifisti e non siete per la violenza rimanete seduti e godetevi lo spettacolino del prossimo capitolo che invece di botte (e di orgoglio maschile) ne ha da vendere (okay, sto delirando).
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo 23 - James Sirius ***


Però mi si ferma il battito
Quando ti incontro per strada sembra un derby di coppa
Noi siamo Superclassico
E riempirei di mazzate quel tuo vecchio ragazzo
Che è un coglione galattico
E c'è una parte di te che è una parte di me
Che non andrà via in un attimo
Forse dovrei essere elastico
Un po' elastico, baby
Ora che fai?
Mi hai fregato così non si era mai sentito
Io dentro la mia testa non ti ho mai invitata
Vorrei scappare che sei bella incasinata
Ma poi ti metti sopra me e mi metti giù di forza
Sembra che balli ad occhi chiusi, sì, sotto alla pioggia
Poi stai zitta improvvisamente
Ti chiedo, "Che ti prende?"
Tu mi rispondi, "Niente"
(Superclassico - Ernia)






James ha il fuoco nelle vene quella domenica mattina di fine Novembre, mentre si infila il maglione rosso – oro e finisce di lucidare la sua scopa: se, come dice sempre sua madre, la scopa è tutto per la vittoria di una partita, deve trattarla al meglio. La partita di quel giorno è troppo importante per perderla: contro i Corvonero, nessuno vuole perdere.

La tensione si è già fatta sentire nei giorni prima, con Dorcas e il suo sguardo perennemente battagliero, con Hugo e Louis che non hanno fatto altro che lanciarsi frecciatine e con Elizabeth che gli ha gentilmente intimato di perdere o non gli avrebbe più parlato. Certo, povera illusa. L’amore è l’amore, ma il Quidditch è il Quidditch. E il Quidditch viene prima di tutto.

Anche Fred quel giorno è stranamente carico e James sospetta fortemente che c’entri il fatto che non ha alcuna voglia di perdere contro Dorcas; in ogni caso, tutti e due si sono alzati prestissimo per farsi una doccia, mangiare qualcosa in Sala Grande e fare qualche esercizio di stretching prima della partita. Ora sono entrambi in camera, per prendere le loro scope e finire di mettersi le ginocchiere e le gomitiere, concentrati come non mai; Alex ha capito che aria tira e si è allontanato, per lasciare i due alla loro preparazione pre – partita.

“James.”

Il ragazzo si gira verso il cugino, che ha appena finito di riempire i guanti di gesso per stringere meglio la mazza, e lo vede con un’espressione tremendamente seria.

“Che c’è?”

“Dobbiamo vincere.”

“Lo so.”

“No, dico… non sopporterei perdere contro Dorcas.”

James alza un angolo della bocca e ghigna, ripetendo “Lo so.”

Fred ricambia il sorriso, avvicinandosi e allungandogli il pugno “Andiamo a vincere, Jamie.”

“Sono pronto, si sta asciugando il lucido della scopa.”

“Roxanne mi aspetta di sotto, ci vediamo negli spogliatoi, va bene? Pensa ad un bel discorso.”

“Già fatto.”

Fred sorride, afferra la scopa e, con un gesto di saluto con la mano, esce dalla porta, lasciandolo solo; di lì a qualche minuto anche il cugino esce dalla camera, camminando velocemente e con l’adrenalina a mille che sta già iniziando a scorrergli nelle vene. Sta per uscire dal portone, quando incontra Lucian, che sta andando nella direzione opposta alla sua e, non appena lo vede, si stampa in faccia il suo solito ghigno irritante e ambiguo.

“Potter, che lieto incontro. La tua faccia la domenica mattina è una visione per me e per molte Corvonero…”

James assottiglia lo sguardo, prevedendo già una conversazione impegnativa “Ciao Sharp. Io, invece, preferirei vedere chiunque altro al posto tuo, la domenica mattina.”

“Sì? Chi preferiresti, sentiamo... Elizabeth?”

“Mi sembra una validissima alternativa, sì.”

“Corvonero è una Casa che apprezzi, vedo...”

“C’è qualcosa che vuoi dirmi realmente, Sharp? Perché se no passo oltre e vado avanti con la mia vita. Possibilmente con te fuori dai piedi e con Lizzie al mio fianco.”

“Ah, Potter. Dolce, ingenuo, Potter…”

“Che cosa vuoi, Sharp? Arriva al punto, devo andare a vincere una partita contro la tua squadra.”

“Mi chiedevo se ti interessassi di matematica e geometria.”

“Di che?”

“Matematica e geometria, Potter. Sai, le materie babbane che assomigliano all’Aritmanzia… no, giusto sono Dominique e Elizabeth che seguono Aritmanzia, non è una materia per te.”

“Sharp, arriva al dunque” sbuffa James, infastidito dal ragazzo, dal suo tono e anche dall’allusione alle due ragazze.

“Le figure geometriche, sai. Per i babbani sono alla base di tutto, anche delle relazioni amorose: segmenti, triangoli, quadrati, a volte anche pentagoni! Ma io non li ho mai amati, se devo essere sincero, un semplice segmento basta e avanza.”

“Ma che stai dicendo?” esclama allibito James, ormai totalmente perso nel discorso dell’altro Caposcuola “Sei ufficialmente fuori di testa. E mi stai facendo perdere tempo.”

“Volevo solo informarti che, se mi piacesse la geometria piana, per così dire, parteciperei volentieri.”

“A che cosa?”

“A tutta questa storia. Sai, tu, Alex, Dominique… sarebbe divertente partecipare, vedo già dei grandi sviluppi!”

“Non so di che cosa stai parlando” dichiara bruscamente – e un po’ spaventato – James. Che cosa sa Lucian, esattamente?

“No? Peccato. Ricordati ciò che ho detto, in ogni caso.”

“Non ho capito nemmeno una parola, sappilo” taglia corto il Grifondoro “E ora devo andare. Perché non passi dalle parti del campo di Quidditch? Ti passerà quel sorrisetto strafottente.”

“Non amo il Quidditch, Potter. Ci sono cose più importanti, sai? La cultura, lo studio, la vita sociale…”

“Non mi interessano nemmeno i tuoi hobby, oltre alle tue opinioni. Buona domenica, Sharp” conclude James, scavalcandolo e continuando per la sua strada; sente le dita fremere mentre tiene la scopa e gli ci vogliono parecchi respiri profondi per riprendere la concentrazione e togliersi i pensieri e le stupide parole del Corvonero dalla mente.

Fortunatamente arriva allo spogliatoio senza incontrare nessuno – o almeno, senza che nessuno si fermi a parlare con lui – dove viene accolto da un silenzio di tomba non appena apre la porta; sono già tutti lì e si voltano a guardarlo. James li guarda uno per uno, stringendo la scopa, e poi si avvicina a Fred e Roxanne, appoggia il borsone e poi si gira per fare il suo discorso.

“Okay ragazzi, oggi è un nuovo giorno e c’è una nuova partita. Dimentichiamoci com’è andata l’ultima, non è mai successo. Oggi è una nuova partita e sarà il giorno del nostro riscatto. I Corvonero sono una squadra temibile, forse la più temibile di tutte, ma questo deve solo invogliarci a giocare meglio e a dare il nostro massimo. Noi possiamo vincere contro di loro, se rimaniamo concentrati” James li osserva tutti, lentamente, e abbassa lo sguardo, stringendo i pugni “So che ho detto la stessa cosa la volta scorsa e che sono stato il primo a non averlo rispettato, ma questa volta è diverso. Questa volta noi non perderemo. Questa volta faremo vedere a tutto il castello chi sono i Grifondoro e come giocano quando sono in campo!”

“Il Capitano ha ragione” esclama Roxanne, avvicinandosi al cugino ed appoggiandogli una mano sulla spalla “Dimentichiamoci della sconfitta e usiamo questa partita come trampolino di lancio per la Coppa!”

Le sue parole sono seguite dalle urla energiche di tutti i giocatori, tranne James e Fred che si lanciano uno sguardo da battaglia; la squadra esce e il Capitano si affianca al cugino più piccolo.

“Sei pronto, Hugo?”

“Sì, Capitano. Sono pronto.”

James lo guarda, intenerito “Ne sono sicuro. Non essere così teso, però: è solo una partita.”

Hugo si lascia andare ad un sorriso “Proprio tu me lo dici, James?”

Il ragazzo ridacchia “Ammetto che forse detto da me sembra strano, ma è così.”

“Voglio vincere, devo battere Louis” confessa il più piccolo.

“Lo so, me lo immagino. Anche io voglio vincere contro Corvonero, te lo assicuro, e ho tantissimi motivi per volerlo fare. E lo faremo” James allunga in passo e conclude “Sei un bravo Portiere, Hugo. Non dubitarne, d’accordo? Non è una partita a definirti.”

“Grazie, Capitano” risponde Hugo, sorridendo contento e decisamente più allegro.

Come al solito, Sam Jordan è in tribuna d’onore per commentare anche quella partita e li accoglie con il suo vociare allegro e carismatico.

“Bentrovati, cari compagni! Sono qui anche oggi per raccontarvi questa nuova partita di campionato: la sfida, si sa, è aperta tra il capitano Morgan e il capitano Potter, che l’anno scorso si è lasciato sfuggire la Coppa dalle mani e sappiamo tutti che la cosa non gli è andata giù. La sfida, quindi, come dicevo, è aperta ed ora passiamo alle presentazioni dei giocatori, anche se non ne avete più bisogno, ormai!”

La folla urla in visibilio, accogliendo l’ingresso dei giocatori.

“Per la squadra dei Grifondoro, la mitica triade Potter – Weasley – Weasley, non serve nemmeno che ve li presenti, accompagnati dal loro cugino, new entry di quest’anno, Hugo Weasley in porta. Sempre della famiglia, un po’ più allargata, Thomas Cooper davanti agli anelli avversari, accompagnato da Jonas Highlands. E per concludere, il Cercatore più veloce della scuola: Colin Hoddie!”

Sam aspetta che gli applausi per la squadra rosso – oro scemino per continuare “E ora per la squadra dei Corvonero, l’implacabile Morgan si accompagna con Eric Seant e Oliver Lock nella caccia al gol, protetti da Max Parker e Rebeca Flint, con le loro mazze che non perdonano! Alla ricerca del Boccino d’oro, Annie Moore, e a proteggere gli anelli Louis Weasley, che non ha alcuna intenzione di farsi battere dai cugini!”

E mentre le grida di incoraggiamento e i cori per la propria squadra riecheggiano negli spalti, Madama Hooch libera Pluffa, Bolidi e Boccini e dà inizio immediatamente alla partita.

Lo scontro è, come tutti si aspettano, acceso fin da subito, nessuno sembra intenzionato a lasciare il minimo spazio all’avversario, ad offrire anche il più piccolo spiraglio per segnare e farsi soffiare la partita. Hugo e Louis stanno giocando molto bene ed entrambi hanno parato tantissime Pluffe, anche difficili, come se l’aver l’altro di fronte desse una carica in più a tutti e due e né l’uno né l’altro voglia cedere il primo gol agli avversari. Dorcas e James volano da una parte all’altra del campo, rubandosi la Pluffa a vicenda svariate volte e Sam non riesce più a stare dietro a tutti, tant’è accesa e veloce la partita. Gli spettatori sono sempre più gasati e dopo mezz’ora di gioco il punteggio è ancora in stallo; il primo gol è a favore dei Corvonero, con Oliver Lock che riesce a fare un bellissimo tiro ad effetto che spiazza completamente Hugo, già diretto all’anello opposto, e la folla esplode in tanti striscioni neri e blu. Subito dopo però, un James combattivo e assolutamente in partita quel giorno, fa ben tre gol di fila, infilando una Pluffa dietro l’altra negli anelli difesi dal cuginetto francese.

La partita dura per quasi tre ore e ad un certo punto inizia perfino a nevicare, ma i giocatori sono così accaldati dall’adrenalina e dalla voglia di vincere che non se ne accorgono nemmeno, mentre i tifosi continuano a urlare anche sotto cappucci o qualsiasi altra cosa usata per proteggersi dai fiocchi.

“Attenzione, attenzione, gente!” urla Sam dalla tribuna “Non posso dirlo con certezza ma direi che Colin ha affettato il Boccino… sì, sì, Colin, il mio super fantastico compagno di stanza Colin, il Grifondoro più tosto che ci sia e un fulmine sulla scopa, ha appena interrotto la corsa forsennata del Boccino che ora si agita sempre più debolmente nella sua mano fino a fermarsi. Signori e signore, Grifondoro vince!”

A quelle parole tutti sembrano dimenticarsi della neve sempre più fitta perché alzano le braccia al cielo con urla di giubilo e grida entusiaste, prima di riversarsi tutti in campo per andare a portare Colin in trionfo. Anche Hugo viene circondato dai fan adoranti mentre, tutto rosso, fa sorrisi indecisi e ringraziamenti balbettati; la sorella non perde l’occasione per prenderlo in giro per la sua incapacità nelle relazioni sociali, mentre Lily si congratula e, dopo aver lasciato Danielle con lui, si dirige verso James per abbracciarlo con slancio e scoccargli un bacio sulla guancia.

“Sei stato fantastico, fratellone!”

“Lily! Hai guardato tutta la partita?”

“Ma certo.”

James la guarda e in quel momento gli viene in mente che negli ultimi giorni ha visto la sorellina sempre un po’ pensierosa e senza il suo solito sorriso, mentre ora sembra più allegra.

“È un po’ che non parliamo, Lils. Va tutto bene? Ti ho visto un po’… distante in questi giorni.”

“Io? E tu?”

Touché.

James scuote la testa “Se ci fosse qualcosa che non va me lo diresti?”

“Sì, James, tranquillo” lo rassicura rapidamente la ragazza, cercando di metter su un sorriso ancora più grande “E tu?”

“Sono io il maggiore, sono io che devo preoccuparmi per te” ridacchia il ragazzo, eludendo la domanda.

“Non credo proprio” ribatte l’altra “Ma sono molto orgogliosa di te, oggi. Hai giocato una splendida partita e stai praticamente levitando da terra come se avessi appena mangiato un’Ape Frizzola.”

“In ogni caso ti vedo felice ora, più felice che in questi giorni, intendo, quindi… questo mi basta.”

Il maggiore la osserva e, soddisfatto, nota che ha la sua solita maglietta fortunata che le spunta dalla giacca e le guance con i colori dei Grifondoro.

“Vedo che ti sei vestita per l’occasione.”

“Assolutamente, Jamie. Mi hai insegnato bene, cosa credi” ridacchia la ragazzina “Torno da Hugo, già è imbranato di suo, con tutta questa folla intorno potrebbe rovinarsi la reputazione per sempre.”

James ride, euforico per la partita e con il mondo tra le mani “Dopo dovrò davvero complimentarmi, ha giocato una partita splendida.”

Lily annuisce “Forse dovrei andare anche a Louis, sarà dispiaciutissimo. Tu no, altrimenti sembrerà che lo sfotti.”

“Non sfotterei mai mio cugino per aver perso” protesta James “E anche Lou è stato bravissimo, peccato che era nella squadra che ha perso.”

“Lo so, lo so. In ogni caso voglio andare ad assicurarmi che non abbia il morare troppo a terra.”

Lily sorride, abbraccia di nuovo il fratello e si ributta nella folla di persone riversata in campo, proprio mentre Fred raggiunge James, il sorriso raggiante sulle labbra e l’espressione di chi ha appena toccato il cielo con un dito.

“James! Abbiamo vinto!”

“Avevi dubbi, Freddie?” sogghigna James, scompigliandogli i capelli.

“No, ovviamente” sorride il cugino.

“Bugiardo.”

I due ragazzi si guardano negli occhi, le labbra di entrambi stirate in dei sorrisi meravigliosi, di quelli che farebbero cadere ai loro piedi ogni ragazza del castello; si avviano insieme verso gli spogliatoi, ignorando i tifosi che provano a congratularsi e ben sapendo che presto si festeggerà come si deve in Sala Comune. Sono quasi allo spogliatoio però, quando incontrano Dorcas, l’aria decisamente più cupa della loro, pronta a spezzare con la sola forza bruta qualsiasi cosa le capiti sotto mano.

“Aspetta un attimo, James” mormora Fred.

“Fred…” sussurra il cugino, seguendo lo sguardo del ragazzo ed intuendo i suoi pensieri “Non… infierire. Non dopo questa partita.”

“Non voglio infierire, James, tranquillo. Non lo farei, non… con Dorcas, non ora.”

James annuisce, ma non può fare a meno di avvicinarsi di qualche passo insieme a Fred, per sentire cosa vuole dire alla ragazza; rimane però a debita distanza per dare ai due la giusta privacy e non disturbarli.

“Ehi, Morgan” la saluta Fred e Dorcas gli rifila subito un’occhiata furibonda.

“Se sei qui per vessarmi e infierire gira al largo, Weasley.”

“Non sono qui per quello” replica il ragazzo “Volevo dirti che avete giocato alla grande e che avete una squadra eccellente.”

“Sfotti pure?”

“Non ti sto sfottendo, per Godric” sbuffa Fred “Dico solo che siete degli avversari temibili e per fortuna James era in partita questa volta o non l’avremmo raccontata.”

Dorcas lo guarda confusa “Mi stai facendo un complimento, Weasley?”

“Vedila come ti pare.”

“Fai un po’ schifo a fare complimenti. E anche a consolare le persone, se dobbiamo essere onesti.”

“Non posso consolare una persona che è stata sconfitta dalla mia squadra, non ti pare?” commenta Fred con un sorrisetto.

Dorcas, suo malgrado, si ritrova a sorridere “Forse hai ragione. Però… lo apprezzo, Weasley, anche se non lo ammetterò mai.”

Il ragazzo ghigna “Lo sai che mi chiamo Fred, vero?”

“Se ti chiamassi Fred ti darei troppa importanza: l’unico Weasley maschio che posso chiamare per nome è Louis.”

“Secondo me tu hai una cotta per mio cugino.”

“Tuo cugino è adorabile, chiunque dovrebbe avere una cotta per lui.”

Fred scoppia a ridere “Vero. Quando poi fa coppia con Hugo diventano talmente cuccioli che verrebbe voglia di spupacchiarli di abbracci.”

“Cuccioli e spupacchiarli? Ma come parli?”

“Questa è Lily che mi contagia con i suoi termini” sospira sconsolato Fred.

“Non ci credo che tua cugina parla così, mi sembra una persona normale e razionale. Sicuro che non sia farina del tuo sacco?” insinua Dorcas.

“Sia che?”

“Ma perché voi maghi non conoscete nemmeno un detto babbano?” sbuffa la ragazza, incrociando le braccia sul petto.

Fred alza le spalle, ma non smette di sorride furbescamente mentre commenta “Mi sembri decisamente più allegra, Morgan. Che per caso c’entrino i miei termini leziosi e sdolcinati?”

Dorcas si accorge della veridicità delle sue parole e abbassa lo sguardo “Direi più svenevoli. E non mi darei così tanta importanza, se fossi in te.”

“No, hai ragione. Con te non lo posso fare mai.”

La ragazza rialza lo sguardo e vede un sorriso questa volta dolce disegnato sulle labbra del Grifondoro.

“Hai notato, Weasley?”

“Che cosa?”

“Noi riusciamo a parlare solo dopo il Quidditch. Civilmente, intendo.”

“Un punto in comune lo dovremmo pur avere anche noi, no?” ridacchia Fred “Galeotto fu il Quidditch.”

Dorcas sgrana gli occhi “Hai appena citato Dante?”

“Sono pur sempre il cugino di Dominique, di Molly e di Rose, tesoro. E, fidati, quelle tre sono pericolose insieme quando si tratta di cultura, soprattutto se è babbana. Sai che una volta Molly mi ha trascinato in giro per la Londra Babbana solo perché ho detto che non sapevo guidare una metropolitana?”

“La metropolitana non si guida…”

“No? Comunque era una cosa del genere. E Rose mi ha preso per il culo un anno perché non sapevo usare un accendino.”

“Ora mi stai prendendo in giro.”

“No, ti ho appena dato un valido motivo per prendermi per i fondelli.”

“Sai cosa vuol dire prendere per i fondelli?” ridacchia Dorcas.

“Te l’ho detto, cugine che conoscono troppi vocaboli” esclama Fred, alzando le spalle “In ogni caso, a proposito di parenti, ho promesso a mia cugina di portarla a vedere la partita di Tassorosso contro Corvonero…”

“Perché? Aspetta, quale cugina?”

“Lucy. E perché… è troppo complicato” ridacchia Fred “In ogni caso, lei è una Tassorosso e non ama molto il Quidditch ma… quando li distruggerete, cerca di non farlo troppo violentemente, d’accordo? E bada che ho detto quando e non se.”

“Distruggerli, addirittura?”

“Sì, distruggerli, Morgan. Non dubito nemmeno per un secondo che non riusciate a battere i Tassi né che non lo farete con una differenza gol strabiliante” dichiara il ragazzo, serio, prima di sorridere furbescamente “Ma, dopotutto, il Cacciatore goleador di quella squadra sei tu… non posso aspettarmi nulla di diverso.”

“Adesso stai esagerando.”

Fred ghigna “Solo un pochino. E, Morgan?”

“Sì?”

“Il muro dello spogliatoio sta bene così, non distruggerlo per favore.”

Dorcas ghigna “Non prometto niente.”

E con quelle parole la ragazza si allontana, le mani che stringono la scopa con decisamente meno forza e, anche se Fred non può vederlo, un sorriso solare sulle labbra. Ma James, invece, lo vede benissimo e, a specchio, non può fare a meno di sorridere.

Il Capitano raggiunge suo cugino ed insieme si avviano verso gli spogliatoi, dove l’euforia della partita continua ancora e ancora. Continua per tutto il pomeriggio, quando la squadra organizza una festa illecita in Sala Comune, piena zeppa di incantesimi per evitare di essere scoperti, risate, musica e alcol, mentre Prefetti e Caposcuola fingono di non notare – anzi, James è il primo a lasciarsi andare a qualche bicchierino di troppo. È quasi tentato di non andare a cena in quelle condizioni, ma la fame è troppa ed è costretto a trascinarsi in Sala Grande, dove tutto il tavolo dei Grifondoro continua a fare baldoria. In quel momento, l’unica cosa che turba l’entusiasmo di James è l'aver dovuto organizzare la festa nel pomeriggio invece che la sera per le lezioni del giorno dopo. Solo questo, mentre per il resto si sente leggero come una Firebolt.

Però – e dannazione allo zio Ron – è proprio mentre sta per tornare in camera per mettere fine a quella giornata stancante e ricca di emozioni che vede Alex e Dominique in atteggiamenti fin troppo intimi nel corridoio. E non sa se ha ancora un po’ di Burrobirra che gli scorre nelle vene o se è il pensiero che ancora non è riuscito a vedere Elizabeth, troppo presa dallo studio quel giorno, ma sente la rabbia scorrergli sottopelle come faceva fino a quella mattina l’adrenalina. Si blocca ad osservare i suoi amici, pur non sentendo nulla di quel che si dicono, e dopo qualche minuto Dominique, con uno dei suoi bellissimi sorrisi, saluta Alex e si allontana per il corridoio. E in quel momento James si avvicina al suo migliore amico.

“Fai sul serio con Dominique?”

Alex trasalisce e guarda sorpreso l’amico “James, mi hai spaventato.”

“Non mi hai risposto, Alex.”

“Che vuoi sapere?”

“Se fai sul serio con Dominique.”

Alex alza le mani e si limita a rispondere “Amico, tua cugina è fantastica. Non si può non fare sul serio con lei.”

“Perché hai chiesto a Dominique di uscire?”

“Perché è una bella ragazza, è simpatica ed è una persona con cui mi trovo bene” risponde a bruciapelo Alex “Me lo aspettavo, sai, James, questo discorso? È arrivato anche più tardi del previsto.”

“Che vuoi dire?”

“Che tu sei sempre stato protettivo con Domi e che mi immaginavo che prima o poi mi avresti domandato se facessi sul serio con lei. Ho anche pensato di dirtelo, prima di chiederle di uscire, ma… è capitato così all’improvviso che ormai era troppo tardi per comunicarlo prima a te.”

A James il tono che ha l’amico non piace per niente in quel momento e si sta sforzando di non saltargli al collo solo perché è il suo migliore amico da sette anni. Perché deve essere proprio lui il ragazzo che esce con Dominique in quel periodo? Non gliene può fare una colpa, dopotutto lui non sa nulla. Però la cosa lo infastidisce in maniera indicibile comunque.

“E mi ci trovo bene, davvero. È una ragazza con cui si può parlare e che ti ascolta. Non so se sarà una cosa seria o se ha futuro ma… per ora va tutto bene.”

“Per ora?”

“Sì, perché?”

Il pugno parte verso lo zigomo sinistro di Alex prima che entrambi se ne siano resi conto e il dolore sordo alla mano di James lo risveglia dai suoi pensieri; guarda confuso la sua mano e anche l’amico lo fissa incredulo.

“Che cazzo fai, James?” domanda bruscamente, spintonandolo indietro.

“Non toccarmi” ringhia, dandogli una spinta a sua volta. Dominique non è una persona da per ora. Dominique è una persona da per sempre. E un per sempre affianco ad Alex, James non può davvero immaginarlo. Non vuole davvero immaginarlo.

“Fermati ora, James, prima di pentirtene poi” sibila Alex, infastidito dal comportamento irrazionale dell’amico.

“È una sfida?” domanda James, avvicinandosi di un passo.

“No, voglio evitarti una rissa che perderesti malamente. E lo sai anche tu.”

Il sangue sale rapidamente al cervello di James, nonostante sappia, razionalmente, che l’amico è più agile di lui e che probabilmente i suoi pugni fanno più male; in quel momento, però, la razionalità è l’ultima cosa che passa per la mente del ragazzo. Così fa partire il secondo pugno e poi un altro e un altro ancora e in un attimo si ritrova a dover evitare i colpi di Alex che, dopo dei primi minuti di esitazione, dispiaciuto dall’atteggiamento dell’amico, decide di reagire, se non altro per fermare il comportamento folle del compagno di stanza. In poco tempo, una discreta folla si raduna intorno ai due, che sono finiti a terra e, per la precisione, James ha la schiena sul pavimento e Alex è sopra di lui. Con un colpo di reni ribalta la situazione e, mentre sta per dargli un pugno, sente una voce che lo chiama arrabbiata.

“James! Santissima Priscilla, che stai facendo?” la voce di Elizabeth lo riporta alla realtà e non gli ci vuole molto per individuare la ragazza con lo sguardo furente tra la piccola folla che si è radunata lì intorno.

Alex sfrutta quel momento per colpirlo sul viso e scrollarselo di dosso; si alza in piedi, spazzolandosi i vestiti e dichiara sprezzante “Che cazzo ti ha preso, James?”

Ma il ragazzo non risponde, mentre con il dorso della mano si pulisce dal sangue che ha iniziato ad uscire da una ferita sul labbro inferiore; Alex, frustato, sbuffa, non ricevendo risposta e, dopo un’ultima occhiata, si allontana lungo il corridoio, mentre Elizabeth fa rapidamente sloggiare la folla di curiosi.

“Che ti dicevo, Potter? Grandi sviluppi” sogghigna Lucian, poco distante, ma James non fa in tempo a rispondergli – o a dare un cazzotto anche a lui – perché la ragazza lo scaccia via malamente, onde evitare altri spettacoli in mezzo al corridoio e di richiamare così i professori.

James è ancora a terra, incredulo di come si è appena comportato anche se non del tutto pentito, mentre continua a stringere la mano a pugno e a riaprirla; Elizabeth lo afferra per un braccio e lo aiuta ad alzarsi.

“Forza, James, alzati. Devi andare in Infermeria, ti si sta gonfiando il labbro e ti sta già comparendo un livido sulla mandibola” gli dice, senza alcuna inflessione nella voce.

“Puoi fare tu un incantesimo curativo?” chiede mogio James, ma la ragazza scuote la testa.

“No. Ti meriti la sgridata di Madama Chips e di bere quei medicinali dal sapore orrendo che l’infermiera rifila a tutti.”

“Sei arrabbiata” constata James.

“È una domanda?”

“No.”

“Allora non c’è nemmeno bisogno che io ti risponda. Ma ne parliamo dopo, andiamo adesso o oltre alla ramanzina per la stupida rissa alla babbana riceverai anche quella per aver violato il coprifuoco.”

I due ragazzi camminano in direzione dell’Infermeria, James zoppicando leggermente per aver preso probabilmente un colpo alla gamba durante la lotta e Elizabeth con lo sguardo algido e fisso davanti a sé; al ragazzo ricorda molto le loro prime ronde, mentre giravano per il castello semivuoto in silenzio. È un silenzio assordante per James, soprattutto perché gli fa ricordare ciò che ha appena fatto e soprattutto perché l’ha fatto. E a quel perché, al fatto che James non riesca nemmeno a pensare a Dominique con qualcun altro, al fatto che James non riesca nemmeno a smettere di pensare a Dominique, il ragazzo non vuole pensarci ora.

“Lizzie… possiamo parlarne?”

“Mi vuoi dire che è successo?”

James abbassa lo sguardo e la ragazza nemmeno si gira a guardarlo mentre gli risponde “Allora non serve parlarne, non credi?”

“Per favore.”

“Sei pentito di ciò che hai fatto?”

“No” ammette sinceramente James.

“Vuoi dirmi perché lo hai fatto?”

“Non…”

“… puoi, vero?” conclude per lui Elizabeth.

“È complicato” prova a giustificarsi il ragazzo.

“Oh, ma per favore. Di che cosa vuoi parlare esattamente, se non mi vuoi dire nulla? Non sono io che devo parlare, James” sbuffa la Corvonero.

“Davvero, Lizzie, vorrei ma…”

“Non puoi. Ho capito” taglia corto Elizabeth “Siete stati fortunati che nessun professore sia passato di lì.”

“È davvero solo questo il tuo commento?”

“James, se dovessi dire ora il mio commento rischierei di peggiorare la situazione.”

“Lo voglio sentire. Davvero” la assicura James “Non è da te tenerti qualcosa dentro, no? Sei la persona più sincera che conosco.”

La Corvonero sospira “James, avevamo già fatto questo discorso e mi avevi assicurato che era tutto okay, che volevi stare con me. Ma io non credo a ciò che mi hai detto.”

“Lizzie…”

“Fammi parlare, James” lo blocca la ragazza “Volevi che parlassi, no?”

James annuisce.

“Tu non riesci a fidarti di me ed io non so davvero come fare a convincerti ad aprirti con me. So che aprirsi con una persona non è facile, che richiede tempo e che la fiducia non si instaura da un giorno all’altro, ma io ci ho davvero provato a farlo con te e a darti modo di fidarti di me. Ma evidentemente non è stato sufficiente, evidentemente non è una cosa che tu riesci a fare con me, non così presto. O semplicemente non sono la persona giusta per te.”

“Lizzie…” prova di nuovo il ragazzo, ma viene nuovamente interrotto.

“Può succedere, James. Non pretendevo di essere la persona della tua vita o cose del genere, abbiamo solo diciassette anni e certe storie idilliache funzionano solo nei romanzi. Magari ce ne sono anche nel mondo reale, ma… sicuramente non è la nostra e non è il nostro caso. Tu non sei così motivato o hai altro per la testa, non lo so, e per me la fiducia è la cosa più importante. E, ora come ora, io non ho la tua fiducia e non so se tu puoi avere la mia
: te l’ho sempre detto, non sei costretto a dirmi le cose, ma… non puoi nemmeno nascondermele tutte.”

James ascolta in silenzio, perfettamente consapevole di dove la ragazza voglia andare a parare, e gli dispiace. Gli dispiace davvero tanto e non se lo aspettava minimamente.

“Mi dispiace” mormora ed è di nuovo sincero.

“Non sono arrabbiata con te” precisa la ragazza “Puoi dare tanto amore, ma lo farai solo quando troverai la ragazza giusta. E questa ragazza non sono io.”

E con quelle parole i due arrivano davanti all’Infermeria e rimangono un attimo in silenzio davanti alle porte.

“Posso farcela da solo, da qui” sussurra James.

“Non farti uccidere da Madama Chips. Non sarebbe né eroico né glorioso.”

Il ragazzo sorride mestamente, mentre la ragazza fa un sorriso di circostanza e, dopo un ultimo sguardo, si allontana per il corridoio, lasciandolo lì; James la guarda mentre cammina via da lui – letteralmente – e poi bussa alla porta dell’ufficio della donna, che apre poco dopo.

“Madama Chips, buonasera.”

“Signor Potter, che ci fa qui? Che ha combinato?” domanda l’Infermiera, osservando il viso del ragazzo.

“Ho fatto a botte” confessa James “La prego, però, non lo dica alla preside: sono stati davvero solo due pugni e nessuno si è fatto male.”

Madama Chips lo guarda e James spera che l’affetto che la donna prova per sua sorella – qualcuno dovrà fare santa sua sorella e la sua bontà sconfinata e senza limiti – sia sufficiente a salvare anche lui dalla punizione e dalla ramanzina. Per quella sera, non può affrontare altro.

“Vada dentro. La sistemerò tra un attimo, sei già il secondo che oggi ha fatto a botte. Ma che cosa c’è oggi nell’aria?”

Il secondo? Chi è il primo?

“Non denuncerò l’altro ragazzo, suppongo di poter fare un’eccezione anche per lei.”

Non ottiene risposta alla sua domanda mentale su chi sia l’altro lottatore di quella domenica dalla donna, ma dopo qualche istante lo capisce da solo, quando vede Lorcan Scamander seduto sul primo letto dell’Infermeria, con una mano fasciata.

“James!” esclama stupito il ragazzino quando lo vede entrare in Infermeria; appoggia la rivista di Magizoologia che sta leggendo e gli va incontro “Che cosa ci fai qui?”

“Un litigio” taglio corto bruscamente il Grifondoro, sedendosi sul letto accanto, proprio mentre un gufo entra dalla porta e al ragazzo non serve che una manciata di secondi per riconoscere il gufo di casa Potter e la calligrafia di sua madre. Alza gli occhi al cielo e sbuffa: ma come ha fatto a scoprirlo così in fretta?
 


James Sirius Potter,
che cosa ti è saltato in mente? Merlino solo lo sa, probabilmente. Sei totalmente impazzito? Fare a botte, alla babbana, con il tuo migliore amico. Si può sapere che cosa hai pensato? Quando l’ho saputo stavo per afferrare la scopa e volare fino a lì solo per sgridarti perché so che questa lettera verrà malamente accartocciata – se già non è successo. No, non ti dirò chi è stato a dirmelo, non importa. Quello che importa è perché lo hai fatto e soprattutto che tu non lo rifaccia mai più. La discussione non finisce qui, spero che tu abbia capito la gravità di ciò che hai fatto: ti ho insegnato a parlare quindici anni fa, usa le parole invece che i pugni come un Troll.

Mamma
 


James sospira, accartocciando la lettera, come Ginny immaginava: non ha alcuna voglia di ritrovarsi a spiegare perché l’ha fatto, né ha intenzione di chiedere scusa in quel momento. Vorrebbe essere da solo in quel momento, al buio, chiuso tra le tende del suo baldacchino.

No, in realtà forse è meglio essere lì, in camera c’è Alex. Alex, Fred e il ricordo di ciò che ha fatto – come se il labbro pulsante non fosse sufficiente.

Madama Chips entra nell’Infermeria, lancia una breve occhiata alla lettera appallottolata e poi esegue alcuni incantesimi curativi, che fanno passare immediatamente il dolore e gran parte del gonfiore al Grifondoro; gli ordina di bere una medicina e poi lo dichiara guarito.

“Puoi andarsene in camera, signor Potter.”

“Madama Chips, posso… rimanere qui?”

“E perché mai?”

“Solo per questa notte… la prego” la supplica James: non ha davvero voglia di tornare in camera ed affrontare i suoi pensieri. Molto meglio evitarli per qualche altra ora.

La donna sbuffa, guardando Lorcan “Ma che avete tutti oggi? Perché nessuno dei due vuole andarsene nella propria stanza? Di solito nessuno vuole rimanere qui più del dovuto.”

James e Lorcan si guardano, ma nessuno dei due risponde.

“E va bene, potete entrambi rimanere qui per la notte” si arrende Madama Chips “Ma solo perché non c’è nessuno. Domani voglio che spariate da qui e che andiate a lezione. Nessuno dei due è e sarà mai esentato dalle lezioni per dei semplici pugni.”

“La ringrazio, Madama Chips” risponde Lorcan, con un sorriso dolce, e anche James sospira soddisfatto.

“Ora però mettetevi a dormire e fate silenzio: visto che rimanete qui, siete dei semplici pazienti e valgono le stesse regole.”

La donna lancia un’ultima occhiata ad entrambi, prima di uscire dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle e spegnendo la luce.

James si sdraia sopra le coperte, con le mani dietro la testa, ripensando a tutto ciò che è successo quel giorno: la partita contro i Corvonero sembra successa così tanto tempo fa, ma la stanchezza che prova gliela ricorda perfettamente. C’è stata una festa, una rissa ed ora è in Infermeria. E Elizabeth l’ha… lasciato? Troppe cose e troppe emozioni vissute per quel giorno. E lui sta scappando, nascondendosi in Infermeria? Certo che sì. Che razza di codardo, altro che Grifondoro. Ma in quel momento, nel buio della stanza, si sente davvero bene, nascosto da tutto.

“James… dormi?”

“No.”

“Ti dispiace se accendo la luce?”

“No, fai pure.”

“Grazie.”

“Quel ragazzino è davvero troppo educato” si ritrova a pensare James e subito gli viene la curiosità di sapere perché si trovi lì anche lui: Madama Chips ha detto che ha fatto a botte anche lui, ma gli sembra una cosa totalmente impossibile. Non è nemmeno sicuro che Lorcan sappia il significato della parola rissa.

“Tu perché sei qui?” domanda, senza riuscire a trattenersi.

“Perché ho dato un pugno a Louis. E mi sono fatto male io” confessa Lorcan.

“Lor, fammi capire” esclama James, mettendosi a sedere meglio sul letto “Tu hai dato un pugno a mio cugino e quello in Infermeria sei tu?”

“Non avevo mai dato un pugno, mamma dice che la violenza non è la soluzione.”

Sì, a James non suona nuova quella frase.

“Cosa ti sei fatto?”

“Mi sono spaccato le nocche” risponde il ragazzino, mostrandogli la mano fasciata.

“E Louis?”

“Gli è uscito un po’ di sangue dal naso.”

James scoppia involontariamente a ridere “Lorcan, non si fa così!”

“Non volevo…”

“Non conta se volevi o no, ma non puoi esserti fatto male solo tu. Cioè almeno anche lui doveva farsi un po’ male…” esclama James, improvvisamente più allegro “O meglio, questo è quello che dovrei dirti se non avessi colpito mio cugino.”

“La violenza fa schifo. Ma non ho voglia di tornare in camera e scusarmi” ammette il Corvonero, serio, mentre James smette all'istante di ridere.

Come ti capisco, Lorcan.






Felpie's Corner
Avevo detto che erano finiti i guai per James e Dominique? Ops, non era del tutto vero. Sono finiti per Dominique, non per James. Un capitolo in cui faceva una Cazzata con la C maiuscola dovevo dedicarglielo. E prima o poi l'avrebbe dovuta fare. Ma almeno ha vinto la partita contro i Corvonero, no?
Credo che nel dialogo dopo la partita io abbia usato almeno dieci volte la parola "sfottere", perdonatemi, avevo esaurito tutti i vocaboli similari. E rileggendo il testo mi sono accorta che scrivendo questo capitolo mi ero temporaneamente dimenticata l'uso dei congiuntivi perché non ne avevo azzeccato mezzo: dovrei averli corretti tutti ora, ma se per caso ce ne fossero ancora qualcuno sbagliato ditemelo, per favore.
Per quanto riguarda i detti che Fred conosce forse non è tanto normale che non conosca "farina del tuo sacco" e che conosca Dante (se poi qualcuno di inglese può citare Dante con così tanta scioltezza, cosa che a volte non fa nemmeno un italiano), però magari la cultura delle tre cugine è davvero smisurata e va molto più sul sofisticato, mentre lascia da parte espressioni più del popolo, chi lo sa. O forse Fred voleva solo pavoneggiarsi, chi lo sa.
Una coppia si avvicina e l'altra si allontana, ops.
Per quanto riguarda la canzone... dovevo metterla quella sul coglione galattico e mi sembrava azzeccata qui. Scusami, James.
Anche il prossimo capitolo su Scorpius si svolge questa domenica, contemporaneamente alla partita e alla festa (un weekend impegnativo al castello, insomma, per fortuna tra un po' tornano tutti a casa per le vacanze di Natale).
Piccolo Lorcan che picchia Louis, mi fanno troppa tenerezza quei due (o tre, se vogliamo considerare anche Lysander).
Basta, come al solito chiacchiero troppo. Spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto, ci vediamo martedì prossimo! E visto che ci siamo, vi auguro anche una Buona Pasqua e delle buone feste (sì, la storia va verso il Natale e noi siamo a Pasqua, tutto regolare, insomma).
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Capitolo 24 - Scorpius ***


C'è un principio d'ironia
Nel tenere coccolati
I pensieri più segreti
E trovarli già svelati
E a parlare ero io
Sono io che li ho prestati
Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da portare nel viaggio insieme
C'è un principio di allegria
Fra gli ostacoli del cuore
Che mi voglio meritare
Anche mentre guardo il mare
Mentre lascio naufragare
Un ridicolo pensiero
(Gli ostacoli del cuore - Elisa ft. Ligabue)






Quella stessa domenica non è letale solo per la relazione di James, ma anche per la mente di un Serpeverde biondo, infilato in casini e in guai che lo avvolgono fin sopra alle orecchie. Tutte cose di cui avrebbe fatto volentieri a meno.

Non fa che ripensare alla conversazione allucinante che ha avuto con la piccola Potter e si ripete che tutta la discussione sarebbe potuta andare in millemila modi diversi e che lui ha scelto probabilmente il peggiore.

Non lo so, mi stavo affezionando troppo e mi sembrava ridicolo.

Che frase sciocca. Spaventosamente vicina alla verità, ma sciocca.

Sì, è vero, i messaggi con Lily lo avevano iniziato ad appassionare, si divertiva a creare domande sempre originali ed era anche bello avere qualcuno con cui parlare sempre, con cui non doversi sforzare di parlare in modo particolare, essere interessante o simpatico. Qualcuno con cui essere sé stesso, insomma. Ma non poteva dire di essere affezionato alla piccola Potter, più all’idea di lei… che poi, anche lei sarà stata sé stessa in quei messaggi, no? Quindi forse si è davvero affezionato a lei.

No, no, no, impossibile. Impossibile e decisamente poco da lui, Salazar. Lui è Scorpius Malfoy e Scorpius Malfoy non si affeziona ad una persona solo per qualche bigliettino scambiato.

E poi lo sa, si è infilato in un casino ancora più grande, ora. Doveva semplicemente dire: ehi, X è quel cretino del mio amico e compagno di stanza Sebastian Zabini, sai, quello che ti ha chiesto di uscire così a caso in Sala Comune e che tu giustamente hai rifiutato perché, per Salazar, non si chiede ad una ragazza un appuntamento così di punto in bianco dopo essersi scambiati sì e no due parole. E invece no, Lily ora pensa che lui sia X, che lui abbia una cotta per lei e che lui non abbia i Boccini per chiedere ad una ragazza più piccola di lui di uscire. E non è assolutamente così.

Perché non l’ha detto? Salazar, sarebbe stato così facile. Ed ora non sarebbe lì, in camera sua e con le finestre chiuse, a scervellarsi sulla situazione.

Era stato ridicolo, su tutti i fronti. E stupido, parecchio stupido. Non si era accorto di niente e non era riuscito nemmeno a risponderle, lì per lì, inventare una scusa decente o fare qualsiasi cosa. Sarebbe bastato un niente. Sarebbe bastato mentire, Salazar, cosa c’era di difficile? Ha mentito tante volte alle ragazze con cui è uscito, perché non ha mentito ad una Lily Potter qualunque? Forse perché è la sorella di Albus…

Non voleva rovinare la faccia a Sebastian, quello sicuramente. Che figura ci avrebbe fatto il suo migliore amico se avesse raccontato a Lily tutta la storia? Sicuramente le sue chance sarebbero scese a meno duemila, quasi più in basso di quanto erano scesi i Grifondoro l’anno prima, quando Fred Weasley aveva dato fuoco a tutto il quinto piano – com’è che aveva fatto poi? – ma in ogni caso non sono i punti dei Grifondoro il problema, ora. Il problema, in quel momento, è che è arrabbiato con Sebastian: lo sta facendo sentire un mostro per una cosa che nemmeno voleva fare, per una situazione in cui non voleva essere coinvolto.

Ha anche pensato di scriverle una lettera, scusandosi per come si era comportato. Spiegandole il malinteso e perché ha fatto ciò che ha fatto. È arrivato perfino a buttare giù il “Cara Lily…” iniziale, prima di accorgersi che così facendo era ancora più ridicolo. La stupidità dei suoi amici l’ha contagiato, ormai è una cosa sicura, e Scorpius si è perfino domandato se dovesse preparare una pozione come rimedio a tutta quella situazione. Ne avrebbe dovute preparare tante, in realtà: un Veritaserum per Sebastian, un filtro d’amore per Lily e una Pozione della Memoria per lui, perché avrebbe davvero voluto dimenticare tutto in quel momento.

Accartoccia l’ennesima pergamena bianca, presa con l’intento di scrivere qualcosa, prima che il suo cervello lo fermasse nuovamente e lo facesse desistere dalla cosa: l’idea è ridicola e lui deve smettere di pensare a Lily Potter. O potrebbe fare qualcosa di stupido.

Così si alza dal tavolino della camera, dov’è chiuso da ore in totale solitudine, e butta via tutte quelle pergamene bianche accartocciate; gli torna in mente quando doveva spedire l’ultimo bigliettino alla Grifondoro, quello in cui troncava qualsiasi cosa ci fosse tra loro e in cui le chiedeva di non sentirsi più. Anche lì aveva sprecato tantissima pergamena.

E alla fine c’è riuscito, ha fatto soffrire la piccola Potter. La sorella del suo migliore amico, ma questo è solo un dettaglio in quel momento. Sulla Torre di Astronomia ha letto così tanta rabbia nello sguardo della Grifondoro da dubitare per un attimo che fosse la Lily Potter che conosce: Lily Luna Potter non sa cosa sia la rabbia e la delusione. Pensare di essere stato lui stesso ad avergliela fatta provare per la prima volta… gli mette i brividi. E lo fa sentire un coglione.

E gli fa desiderare di scusarsi. E così si torna alle pergamene bianche accartocciate.

No, no, meglio di no. Prevede già guai, grossi guai. Soprattutto con Sebastian. Non c’è bisogno di andarsene a cercare altri, ha decisamente fatto già il pieno così.

Per questo decide di trascinarsi fuori da quella stanza maledetta, cercando un po’ d’aria o quantomeno compagnia, in modo da evitare di scrivere lettere o fare sciocchezze; va in Sala Comune, dove vede subito Albus seduto sul divano. Sembra che lo stia aspettando, perché appena arriva gli corre incontro con l’espressione seria; Scorpius si chiede per un attimo se sua sorella gli abbia raccontato tutto e se il suo migliore amico voglia picchiarlo.

“Scorpius… mi dispiace.”

Gli dispiace? Gli dispiace per cosa, esattamente? Perché sua sorella l’ha rifiutato?

“Ho provato a far sparire le copie, ma… l’hanno già letto in molti, sarebbe inutile e…”

Copie? Quali copie? Copie di cosa esattamente?

Vedendo che l’amico lo sta guardando confuso, Albus domanda “Non hai letto?”

“Letto cosa?”

“Mi dispiace, Scorp, pensavo lo sapessi, o te lo avrei detto con più… grazia…” balbetta Albus.

“Letto cosa, Al? Che succede?” chiede spazientito Scorpius, già nervoso di suo.

“La Gazzetta del Profeta” risponde a bruciapelo il moro “C’è un articolo su tuo padre.”

Quelle parole non fanno presagire niente di buono e il biondo lo sa benissimo, mentre chiede all’amico di passargli il giornale spiegazzato che giace sul divano di pelle nera; con dita tremanti Scorpius lo afferra e rapidamente legge la prima pagina.
 


DRACO MALFOY MEDITA DI UCCIDERE UNA NATA BABBANA

Una giovane Nata Babbana gravemente ferita è arrivata ieri sera al San Mungo, dov’è stata subito sottoposta alle cure più immediate ed intensive. Al comando dell’equipe medica c’era il ben noto Draco Malfoy, ex Mangiamorte, miracolosamente ammesso alla scuola per MediMagi. Vi chiederete come sia possibile ciò, ebbene non lo sa nessuno: se abbia usato il suo nome e il suo prestigio ormai in decadenza o qualche incantesimo Confundus, è un mistero. Non avrà sicuramente potuto cancellare l’orribile serpente attorcigliato intorno al suo braccio e si sa che quelli con il marchio non sono ammessi al San Mungo. Eppure, tuttavia, un Malfoy appena trentenne è entrato e ha anche scalato la graduatoria in fretta arrivando a una posizione di tutto rispetto. Dubbi a parte, la giovane Nata Babbana sotto le sue cure è entrata in coma da questa mattina: non si sa se sia un coma irreversibile o meno, facciamo tutti il tifo per lei. Ma la domanda rimane: che Draco sia ricaduto nelle sue vecchie opinioni e abbia deciso che il giuramento fatto di prestare soccorso a chiunque passasse sotto le sue mani fosse solo un suggerimento e non riguardasse i Nati Babbani?
Vi ricordo che il figlio di Draco studia ad Hogwarts, dov’è ovviamente finito in Serpeverde – non che avesse molta scelta, lo avrebbero ripudiato dalla famiglia altrimenti – e che sua moglie Astoria tenta una carriera nel mondo giornalistico, fianco a fianco con Ginevra Weasley, donna a cui è andata decisamente molto meglio in fatto di scelta di marito.

La Gazzetta del Profeta vi terrà informati sulle prossime novità e sulla salute della paziente.

La vostra amatissima Rita Skeeter.
 


“Che stronzata” è il primo commento di Scorpius, quando finisce di leggere alla velocità della luce “Ma la Skeeter non era stata cacciata? Pensavo ci fosse Finnigan a capo della Gazzetta.”

Albus scrolla le spalle “Quella donna non si toglierà dai piedi tanto facilmente. Quand’era piccolo, anche mio padre è stato preso di mira da lei.”

“Sì, ma il mio, di padre, ci è appena finito e questo gli può rovinare la carriera!” sbotta spazientito Scorpius accartocciando il giornale e andando a gettarlo nel fuoco; si siede sul divano, improvvisamente stanco, e l’amico, un po’ incerto, si avvicina a lui.

“E nessuno mi ha obbligato ad essere un Serpeverde… ho scelto io…” mormora, in aggiunta. Certo, forse suo nonno non sarebbe stato troppo contento – se poi ne fosse venuto a conoscenza, s’intende – ma suo padre e sua madre… a loro non importava. Suo padre glielo aveva assicurato prima di partire, gli aveva detto che gli sarebbe andato bene tutto. Certo, i Grifondoro erano spocchiosi e i Tassorosso impiccioni, ma l’importante era che lui fosse felice, anche tra spocchiosi ed impiccioni, e che trovasse degli amici.

“Lo so” commenta Albus “Tu sei un Serpeverde fin nel midollo, non saresti mai finito da nessun’altra parte.”

Scorpius lo guarda male e sibila “Staresti dicendo che sono cattivo?”

“Scorpius, mi deludi. I Serpeverde non sono cattivi” ribatte il moro “I Serpeverde sono determinati, ambiziosi e testardi. E, fidati, tu sei tutt’e tre le cose insieme.”

Il biondo sbuffa divertito e, prima che possa replicare, Albus aggiunge “E poi, anche io ho scelto di essere un Serpeverde, è la Casa migliore che c’è.”

“Che coppia strana che siamo.”

“Okay, ora stai iniziando a spaventarmi, Scorp” dichiara Albus “Che stai dicendo? Riprenditi, per favore, questo atteggiamento da ragazzino pregiudizievole e che tiene all’etichetta non ti si addice.”

Scorpius sorride, risollevato un po’ dalle parole dell’amico – che è alquanto penoso quando deve consolare le persone, ma ogni tanto e quasi sicuramente per sbaglio, dice delle cose giuste. In quel momento li raggiunge Jodie, lo sguardo fiammeggiante e l’aria di chi deve dire assolutamente dire qualcosa di importante.

“Devo parlare con Albus” dichiara Jodie e il biondo è grato del fatto che l’amica non gli dica nulla: sa che ha letto il giornale – pur odiando la Gazzetta del Profeta Jodie si tiene sempre informata di ciò che succede nel mondo – ma nonostante ciò fa finta di nulla, probabilmente ritenendolo poco importante. Perché è poco importante. E sicuramente falso.

Forse, se continua a ripeterselo, alla fine ci crederà.

“Allora io vado…” Scorpius fa per alzarsi, ma viene bloccato dalla ragazza.

“No, resta” la Serpeverde si gira verso il giovane Potter, che la sta guardando curioso “Conosci il fratello di Simon Nott?”

“Bryce?”

“Lui. Abbiamo… avuto una storia.”

“Quando?”

“Un anno e mezzo fa.”

“E cosa… cosa c’entra con noi?”

“È stato il mio primo… tutto.”

“Anche…?”

“Sì”

“Oh…”

“Cos’è quell’oh?”

“Non me lo aspettavo” ammette Albus e Scorpius inizia a sentirsi di troppo tra quei due: sapeva già di Bryce, ma ora deve lasciare che l’amica se la veda da sola con Albus. E poi vuole stare un po’ da solo, magari dando fuoco ad una foto di Rita Skeeter.

Si alza e subito entrambi i suoi amici guardano verso di lui, come a chiedergli dove ha intenzione di andare e di non lasciarli in situazioni imbarazzanti.

“Ragazzi, parlate tra voi, per Salazar. Io non vi servo e sarei davvero di troppo” dichiara Scorpius stanco di tutte queste mezze parole in amore: perché la gente non parla chiaro? Se Sebastian avesse parlato chiaro lui non sarebbe in quella situazione.

“Scorp…”

“Niente ‘Scorp’, Jodie” la blocca il biondo “Siete amici, siete sempre stati amici. Non potete avere paura di rimanere da soli, non vi succederà nulla. Anzi, sono convinto che un po’ di tempo da soli vi faccia più che bene.”

E prima che uno dei due possa aggiungere altro se ne va, immergendosi nel silenzio dei Sotterranei. Cammina con le mani dietro la testa, in direzione della Guferia, dove spera di trovare un po’ di pace e tranquillità; sono in pochi i ragazzi in giro per il castello per sua fortuna, molti sono ad Hogsmeade e quel giorno c’è anche la partita Grifondoro – Corvonero, quindi immagina che i vincitori stiano già festeggiando. Meglio per lui, almeno nessuno sussurrerà mentre passa nei corridoi.

Non si aspettava tutta quella schiettezza e sincerità da parte della sua migliore amica, né che parlasse così a bruciapelo ad Albus di Bryce, che comunque era stato importante per lei, almeno da quanto Scorpius aveva potuto interpretare – e interpretare Jodie poteva essere difficile, a volte. A Scorpius, Bryce stava abbastanza simpatico: non era petulante e fastidioso come il fratello minore, era spiritoso ed era un amante dei fatti propri, il che lo portava spesso ad essere silenzioso e a non impicciarsi degli affari altrui. Aveva finito la scuola e ora lavora… in realtà Scorpius non lo sa e non gli interessa molto. Non crede si senta più con l’amica e non pensa sia più una minaccia, ma come i romanzi gli hanno insegnato, il primo amore non si scorda tanto facilmente.

Ma, dopotutto, cosa ne può sapere lui? Non si è mai innamorato.

Arrivato in Guferia, scende le scale e si siede là sotto, tra cacche di gufo e piume, appoggiando la testa al muro. Si chiede se dovrebbe scrivere a suo padre – o forse, meglio, a sua madre – per sapere come va, com’è la situazione e che cos’è successo veramente. È convinto che suo padre stia facendo il massimo per salvare quella donna, contrariamente a ciò che quella sciocca – stronza – ha scritto sul giornale, però… ha paura che l’articolo possa averlo turbato. O forse è lui ad essere turbato dall'articolo.

In quel momento sente dei passi; normalmente non si sarebbe preso la briga di girarsi, può essere chiunque, un qualsiasi studente che vuole spedire una lettera alla famiglia, ma la persona non accenna ad andarsene e, dopo qualche minuto, Scorpius alza lo sguardo e si ritrova davanti gli occhi verdi di Lily Potter, che lo fissa in attesa.

“Che ci fai tu qui?” domanda incredulo il ragazzo.

“Stavo per farti la stessa domanda” risponde la ragazza, sedendosi accanto a lui “Ti ho visto salire qui mentre tornavo in Sala Comune.”

“E mi hai seguito?”

“Ti sembra così strano?”

“Magari dovevo solo inviare una lettera.”

“Infatti sono venuta a controllare, ma non vedo nessuna busta” ribatte la ragazzina, guardandosi intorno, e Scorpius continua ad essere confuso.

“Pensavo fossi arrabbiata con me.”

“Sì, lo ero” risponde Lily, prima di correggersi “Cioè, lo sono. Ma questo non c’entra nulla con quello che ti sta succedendo.”

Scorpius si sente improvvisamente messo a nudo e la cosa lo spaventa: per quanto sia dolce la voce della Grifondoro, in quel momento non sa se è in grado di ascoltarla.

“Tu non sei tuo padre.”

“Sono suo figlio, però” specifica il biondo.

“E allora? Mio padre è chiamato Salvatore del Mondo Magico, ti sembra che io, James o Albus abbiamo mai salvato qualcosa? Non siamo riusciti nemmeno a far sopravvivere un pesce rosso per più di due settimane.”

“Che assassini” commenta Scorpius e la ragazza annuisce, come se avesse detto una grande verità.

“Poverino, io e Albus lo abbiamo sotterrato. Si chiamava Chips.”

“Chips?”

“Sì, Chips. Perché l’altro si chiamava Fish. Capito? Come Fish and Chips” esclama Lily, gesticolando per spiegarsi meglio.

Scorpius la guarda, cercando di trattenersi dal ridere, e domanda “E che fine ha fatto Fish?”

“È morto cinque giorni dopo. Li abbiamo sotterrati vicino.”

A quelle parole il biondo non riesce a trattenersi e scoppia a ridere sonoramente, mentre la ragazza lo guarda soddisfatta.

“Come ti senti?” mormora la ragazza.

“Credo che tu non possa mai più giudicare i nomi che piacciono a me dopo Fish and Chips…”

“… intendevo riguardo all’articolo” lo interrompe Lily “Immagino tu l’abbia letto o non saresti qui.”

Scorpius scrolla le spalle “Non so, come mi dovrei sentire, secondo te?”

“Arrabbiato per le sciocchezze che sono state scritte su te e su tuo padre. Frustrato che nessuno abbia bloccato Rita Skeeter dallo scrivere certe cose. Preoccupato per la carriera di tuo padre…”

“… conosci davvero tanti aggettivi…”

“Posso continuare, se vuoi” lo ignora Lily “Ma penso sarebbe inutile, non posso dirti io come sentirti riguardo a questa cosa.”

“Parli davvero troppo con tua cugina, Potter, ti ha contagiato con il suo vocabolario.”

“Non sono io quella che parla con mia cugina ultimamente, non è vero?”

È una frecciatina? Lily Potter è in grado di lanciare frecciatine? Scorpius le riteneva troppo simili alle cattiverie perché la Grifondoro fosse in grado di scoccarle.

“Touché.”

Lily lo guarda, prima di dichiarare “Comunque credo che Rose se lo sia letto sul serio il Caneatreteste. Conosce delle parole che i poveri esseri umani non sono in grado né di comprendere né di pronunciare.”

Scorpius la guarda sbalordito: nonostante si sia comportato male con lei, ora lei è lì, con lui, dopo aver saputo di suo padre e aver letto quel brutto articolo. Perché fare una cosa del genere? Non è assolutamente obbligata a farlo.

“Come sta tuo nonno?”

Scorpius alza le spalle “Non lo so. Papà lo va a trovare, ogni tanto, ma non sono stato informato delle sue condizioni di salute.”

“Non ti interessa proprio?”

“No” risponde il biondo ma, accorgendosi di essere stato troppo frettoloso nella risposta e volendo essere gentile con la piccola Potter visto che lei ci sta provando ad essere carina ed educata, aggiunge “Magari a Natale lo andrò a trovare.”

“Credo che sarà orgoglioso di te.”

“Perché? Perché sono un Serpeverde?”

“Ma certo che no” risponde la ragazza, guardandolo come se avesse appena detto una cosa assurda e totalmente insensata “Perché sei un bravo ragazzo e sei uno dei migliori del tuo anno.”

Scorpius si sente avvampare, ma si impone di non arrossire alle parole delle Grifondoro, e, mantenendo la sua solita aria altezzosa, aggiunge “E tu come fai a saperlo?”

“Rose. Ma non dire che te l’ho detto.”

“Ti sei informata su di me, Potter?” sogghigna Scorpius, cercando di riprendere almeno un minimo il controllo della situazione.

“Conosci il tuo nemico, prima regola del combattimento, Malfoy, non lo sai?”

Sì, certo, come se fosse possibile per lui riprendere in mano un discorso quando l’interlocutrice è Lily Potter.

“Quindi siamo nemici, ora?”

La Grifondoro sembra pensarci un attimo, prima di scuotere la testa “No. Più… territori confinanti che hanno stipulato un trattato di pace.”

“Sei sicura che io abbia sottoscritto il trattato? Non ricordo di aver firmato nulla.”

“Sicurissima. Mi hai portato una Cioccorana, ricordi?”

“E l’hai mangiata?” domanda Scorpius, senza riuscire a trattenersi. Tradotto: hai accettato il mio gesto di pace?

Lily si rabbuia un attimo “Ammetto di averla sdegnata, all’inizio. Ma poi sì, dopo un paio di giorni l’ho mangiata. Non era possibile che una Cioccorana vagante e sola sopravvivesse per più di due giorni in camera mia.”

Sentendo quelle parole Scorpius si sente un po’ meglio. Non tanto, ma almeno è un inizio.

“Volevo portarti un Topoghiaccio” aggiunge Lily “Mi hai detto che ti piacciono, no? Solo che non li avevo. Però ho una Cioccorana.”

La ragazza tira fuori il dolce dalla tasca e glielo offre; il biondo guarda prima la Cioccorana e poi la Grifondoro.

“Mi stai offrendo una Cioccorana? Ma sei sicura?”

“Lo faccio tremendamente a malincuore, quindi sbrigati ad afferrarla, prima che io ci ripensi.”

Scorpius le fa un sorriso dolce, uno di quelli che di solito riserva solo a Jodie e Albus, scarta la carta e spezza la rana a metà, porgendone una alla ragazza.

“Grazie.”

“Credo di aver appena scoperto qual è il tuo posto speciale al castello” ridacchia la piccola Potter.

“Mi dispiace” sussurra Scorpius, tenendo il dolcetto ad un centimetro dalle labbra “Ti ho trattato in maniera orribile e tu non te lo meriti per niente.”

“Perché lo hai fatto?”

“Non lo so” dichiara il ragazzo, prima di correggersi “O meglio, lo so. Ma è difficile da spiegare e in ogni caso il mio comportamento non ha giustificazioni, valida spiegazione o no.”

“Non incolparti così tanto” lo blocca Lily.

“Perché no?”

“Perché hai quindici anni, capita di fare cazzate, ogni tanto.”

Scorpius sbuffa divertito – e un po’ sorpreso dalla simil parolaccia detta dalla ragazza.

“Ma sei hai ammesso di essere arrabbiata con me… perché non vuoi farmi sentire in colpa?”

“Ora sono più tranquilla.”

“Come mai?”

“Grifondoro ha vinto contro Corvonero.”

Scorpius la guarda, incerto se crederle oppure no “Solo per questo?”

“Ammetto di averti anche scritto una lettera e di averla bruciata” confessa Lily “E di aver pensato che fosse il tuo mantello. Quello ha aiutato tanto.”

Pur non volendo, Scorpius scoppia a ridere, divertito “Questo sì che sa di rimedio della nonna contro la tristezza.”

“È il rimedio di mia cugina Molly, in realtà, ma sempre di famiglia si tratta” spiega Lily “E, a proposito di famiglia, spero che Albus sia stato… comprensivo con te, dopo l’articolo.”

“Albus è bravo.”

“Sì, ma ha il tatto di un Troll e non è la persona più sensibile del mondo” replica la piccola Potter “Non ti ha detto niente di… poco sensibile, insomma, vero?”

Scorpius scuote la testa “No, non preoccuparti. Tuo fratello è bravo, te l’ho detto. Sa cosa dirmi, ormai ha imparato. E… non sa niente. Sai, di tutta la faccenda…”

“Lo immagino.”

“Lo immagini?”

“Sì” afferma Lily annuendo “O avrebbe fatto qualcosa di stupido da fratello protettivo. Non gli riesce bene quel compito e credo nemmeno gli piaccia, nonostante si senta in dovere di ricoprirlo. Come se già non bastasse James…”

Il biondo si ritrova a sorridere e gli sfuggono le parole “Sei troppo buona” dalle labbra.

Lily lo guarda seria “Non è una brutta cosa essere buoni, Scorpius.”

“Lo so. È che ho paura che la gente si possa approfittare poi.”

Tra i due scende il silenzio per qualche minuto, rotto solo dal fruscio delle piume dei gufi.

“Possiamo ricominciare con i bigliettini?” domanda Lily, rompendo il silenzio. Scorpius sgrana gli occhi, incredulo di ciò che ha appena sentito.

, vorrebbe risponderle immediatamente, ma non vuole sembrare disperato, né tantomeno così ansioso di parlare con lei.

“Come?”

“Mi piacevano i tuoi bigliettini. E non puoi dire di non saperlo!”

Il biondo ghigna “Ovvio, i bigliettini made in Malfoy piacciono a tutte.”

“Spero che non ce ne siano molte di queste ‘tutte’ o ti lascio a loro e passo oltre.”

“Perché vuoi ricominciare?”

“Perché mi piaceva, Scorpius, te l’ho appena detto.”

“Ma io ti ho trattato male.”

“Non importa” taglia corto Lily “Ora so chi sei e so dove venirti a cercare se per caso non mi piacesse ciò che mi scrivi.”

Scorpius non riesce a capire se la ragazza stia scherzando o meno, perché Lily ha un sorrisetto impertinente disegnato sulle labbra.

“Lo vorresti davvero?”

“Certo, o non te lo avrei chiesto” risponde sicura Lily “Però, ti prego, basta armatura al primo piano. Un bel posto, davvero, anche l’idea di avere un nascondiglio e tutto, ma era una faticaccia quando mi trovavo dall’altro lato del castello.”

E in quel momento Scorpius non pensa nemmeno per un istante a Sebastian. Non pensa all’amico, ai suoi sentimenti verso la piccola Potter e al fatto che non approverà minimamente questa cosa. Non pensa al fatto che si arrabbierà, che si arrabbierà di brutto quando lo scoprirà. Se lo scoprirà. Non gli interessa avere un segreto con lui, in quel momento, e nemmeno con Albus. In quel momento pensa solo al fatto che ha l’occasione di rimediare a come si è comportato, al fatto che ha la possibilità di sistemare le cose con Lily e di non farsi odiare da una ragazza così dolce e al fatto che può continuare a parlare con lei, scrivere e rispondere a domande stupide e senza senso, senza essere giudicato. Che per Lily non sarà il Serpeverde dal cuore gelido come i Sotterranei, ma un ragazzo a cui piacciono i Topoghiacci e che è affascinato dalle cose babbane. Pensa che potrà essere sé stesso, come riesce ad essere con Albus, ma senza quell’imbarazzo nel non dire troppe cose stupide perché “loro sono maschi e i maschi non possono dire di amare gli unicorni di zucchero”. E pensa anche al fatto che la piccola Potter, sotto sotto, non è così male. Che forse non è solo Albus che si salva in quella famiglia, ma anche Lily.

E, a proposito di famiglia – di nuovo – Scorpius si ritrova a mormorare “Mi dispiace…”

“Ancora?”

“… di aver coinvolto Rose. Mi dispiace di averle detto di non dirti niente, ma… non mi sembrava giusto, ecco. Comunque ti assicuro che mi ha minacciato a sufficienza e che mi avrebbe affattuato se non mi fossi scusato per bene con te.”

Sta continuando a mentire alla piccola Potter e dovrà chiedere anche a Rose di mentire per lui ancora un po’, ma la cugina è l’unica che possa smontare la sua copertura e lui non può permetterselo, ora. Non adesso che ha appena fatto pace nuovamente con Lily. A parlarle di Sebastian e di come tutta questa storia è iniziata ci penserà un'altra volta.

“Se sono riuscita a farvi andare d’accordo almeno per una cosa devo sul serio ritenermi molto importante” sogghigna Lily e Scorpius si ritrova a sorridere.

Probabilmente lo sei, piccola Potter.

Sarebbe la risposta giusta. Ma Scorpius invece replica “Io non mi gaserei troppo. Tua cugina non è male – e qui lo dico e qui lo negherò fino alla fine dei tempi – se non ha quell’aria da saputella e se non ti guarda come se non valessi nulla.”

“Probabilmente lei pensa che tu non valga nulla rispetto a lei” ridacchia Lily “Ma questo è un dettaglio.”

“Probabile” ammette Scorpius e la ragazza scoppia a ridere, prima di alzarsi.

“Devo tornare in Sala Comune, ho paura che qualcuno mi dia per dispersa.”

“Immagino avrete anche una festa in corso, o sbaglio?”

Lily annuisce.

“E nonostante tutto… sei qui con me? Solo perché pensavi ne avessi bisogno?” mormora meravigliato il ragazzo.

“Perché? Non ne avevi forse bisogno?” gli fa notare Lily con un sorrisetto divertito. E Scorpius non sa proprio come rispondere a quella domanda.

“Grazie…”

“Che ti devo dire, Malfoy, sto iniziando a prenderci gusto nel venire qui in Guferia a consolarti.”

“Non dirlo troppo in giro.”

“Lo userò per ricattarti” sogghigna Lily “Ciao, Scorpius.”

“Complimenti per la vittoria, Potter” risponde il Serpeverde “So che non è merito tuo, ma… godetevela. La prossima sarà contro di noi e non avrete scampo.”

“Lo vedremo, Malfoy.”

E con queste parole se ne va, portandosi via il suo profumo dolce e gran parte dell’ansia di Scorpius. Sì, perché Scorpius, dopo quella chiacchierata sta meglio, si sente più tranquillo e il mondo non gli sembra così tanto grigio come quella mattina. A quanto pare Lily l’ha contagiato con il suo mondo arcobaleno e non si stupirebbe se ora, guardando dalla finestra, vedesse un Ippogrifo viola con in groppa uno Snaso.

E qualcosa gli fa pensare che dovrà parlare con Rose Weasley e chiederle – Salazar, lui che chiede qualcosa a Rose Weasley Granger, che cosa orripilante – di mantenere il suo segreto ancora per un po’ e di far finta di non sapere altro. E lei lo ricatterà, lo sa, è troppo vipera per non farlo – altro che Grifondoro, Salazar l’avrebbe apprezzata tantissimo. Ultimamente, sembra che tutti si divertano a ricattarlo.

Rimane lassù nascosto in Guferia per ancora qualche tempo, prima di decidere che ne ha abbastanza dell’odore discutibile di quel posto e di tornare in Sala Comune. Qualcuno bisbiglia quando passa nel corridoio, ma non se ne cura troppo e torna nei Sotterranei dove trova Albus sul divano a guardare il soffitto.

“Ehi” lo saluta “Allora sei vivo.”

“Non mi ha ucciso, no” risponde il ragazzo, mettendosi seduto e facendo posto all’amico.

“Tu lo sapevi? Di Bryce, intendo.”

“Te l’avevo detto, no?”

“Sì, ma… tutto?”

“Io non mi preoccuperei, Al” lo rassicura Scorpius “Qualsiasi cosa ti abbia detto, qualsiasi cosa ti abbia raccontato, è passata. Se Jodie ha accettato il tuo invito vuol dire che è con te che vuole uscire e basta. Lo sai che non è la tipa che dice una cosa e ne pensa un’altra.”

Albus sospira, toccandosi i capelli “Hai ragione.”

“Quindi uscirete?”

Il moro arrossisce “Sì…”

“Quando?”

“Sabato prossimo.”

“Il giorno prima della partita con i Grifondoro?” commenta Scorpius, sgranando gli occhi, e Albus annuisce.

“Sai che vuol dire davvero tanto, vero?”

“Lo so.”

“Jodie prende il Quidditch molto seriamente.”

“Lo so, Scorp, lo so. Stai cercando di mettermi ancora più ansia? Ho già il pieno così!” sbotta Albus, riappoggiando la schiena al bracciolo “Non voglio rovinare tutto.”

“Non lo farai, Al. Davvero, andrà bene” lo rassicura Scorpius.

“Com’è che sei così… allegro? Fino a poco fa davi l’impressione di uno che voleva lanciare Bombarda a tutto spiano.”

“Io?” domanda il biondo, subito sulla difensiva “Così.”

“Dove sei stato?”

“In Guferia. Mi piace quel posto.”

“Puzza.”

“Vero. Ma non ci va mai nessuno.”

Albus sospira “Qualsiasi cosa tu abbia fatto, sono contento che tu stia meglio. Tu non sei tuo padre, ricordatelo sempre.”

È il turno di Scorpius di dire “Lo so.”

“Te lo immagini se fossimo come i nostri genitori? Io sarei un quattr’occhi basso e totalmente incapace di parlare con le ragazze.”

“Tu dovresti portare gli occhiali e non è che sei questo grande Don Giovanni.”

“Questo grande chi?”

“Non importa. Sei di un’ignoranza abissale, Al.”

“E a volte tu sei identico a Rose, Scorp” sbuffa Albus, infastidito “Sul serio, se solo vi sforzaste di parlare l’uno con l’altro e non prendervi ad insulti sareste tipo migliori amici.”

“Io e tua cugina? Mai” dichiara Scorpius “Mi basti tu del Clan Potter – Weasley.”

E tua sorella.

Il biondo impallidisce al pensiero e spera che l’amico non se ne accorga, ma fortunatamente Albus è troppo occupato a guardare il soffitto e a pensare al suo prossimo appuntamento.

“Sarebbe bello averti nella nostra famiglia. Finalmente ci sarebbe qualcuno di un po’ meno entusiasta del mondo con cui poter parlare normalmente senza rischiare che vengano fuori idee astruse e Asticelli in discoteca.”

“Asticelli cosa?”

“Non lo so e non voglio sapere” taglia corto Albus, prima di sorridergli “Tu, nella nostra famiglia, ci staresti proprio bene.”

E Scorpius esita un attimo, al pensiero che fino a qualche minuto fa, era in Guferia a parlare con la sorella, proprio come se tra loro due ci fosse qualcosa in più. E spera davvero che, se la cosa dovesse continuare, Albus non la prenderà troppo male: se litigasse con Sebastian per la situazione con Lily se ne farebbe una ragione, se litigasse con Albus per quello non se lo perdonerebbe mai.






Felpie's Corner
Buonsalve e bentrovati! Come state? Spero che abbiate passato delle belle feste e una Buona Pasqua e che abbiate mangiato tanta cioccolata (altrimenti provate a chiedere a Lily, dovrebbe avere una Cioccorana in tasca... sempre che siate pronti a farvi strappare la mano a morsi, s'intende).
Non ricordo dove io abbia letto che al San Mungo non accettano quelli con il Marchio: non so se è una cosa canon o l'invenzione di qualche altro autore, perdonatemi. In ogni caso mi sembra che nell'Ordine della Fenice la Rowling ci dica che Lucius Malfoy è un grande benefattore del San Mungo. Ho pensato che tra questo, il pentimento di Draco e il fatto che nella vita bisogna andare avanti, Draco possa essere entrato in qualche modo in quell'ospedale. Non penso che sia Canon che diventi MediMago (anzi, sono piuttosto sicura che non lo sia), ma bravo in Pozioni e con gli orrori della guerra negli occhi mi sembrava un buon posto dove metterlo e dove fargli iniziare la sua redenzione. E mi piace pensare che, come Harry parla ad Albus e gli dice che non c'è problema se lo mettono in Serpeverde, anche Draco parli a Scorpius e gli dica che non c'è problema se lo mettono tra gli spocchiosi Grifondoro (sì, okay, è comunque Draco, un minimo di odio per i Grifondoro lo deve avere).
A quanto pare la cura del fuoco contro tutto ciò che c'è di cattivo al mondo spopola ad Hogwarts e la coppia Lily/ Scorpius è una coppia di giovani piromani.
Non so voi, ma mentre scrivevo "quando Sebastian lo scoprirà. Se lo scoprirà" ho pensato tantissimo a Pena e Panico di Hercules, non so se ce li avete presente.
Come al solito nelle note finisco per dire molte cose stupide e poche cose serie. Comunque, non credevate sul serio che sarebbe stato Scorpius il primo a riavvicinarsi a Lily, vero? Improbabile, è un tipo troppo riservato. Lily certe cose le prende molto più a cuore e le affronta molto più di petto. E diciamo che ora Scorpius è in prova, per la ragazza. E che il Serpeverde si è temporaneamente dimenticato di Sebastian e di non essere lui quello innamorato. A quanto pare la piccola Potter non era l'unica che si divertiva a scrivere bigliettini. Scorpius Malfoy fottuto da dei miseri bigliettini? Ma quando mai? Sì, certo, le ultime parole famose. Le famosissime ultime parole famose.
Posso dire di aver sproloquiato abbastanza, anche per questo martedì. Vi auguro di mangiare comunque altra cioccolata, perché la cioccolata va mangiata sempre (e nessuna Lily mi sta obbligando a dire queste parole), e ci vediamo la settimana prossima!
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Capitolo 25 - Dominique ***


Girasoli a testa in giù
Avviliti come me
Come posso immaginare
Tutta la vita senza te
(Per averti - Celentano)






“Ehi, Domi!”

La ragazza si gira, richiamata dalla voce di sua cugina Roxanne, che le sta correndo incontro con un sorriso; sta andando in Sala Grande, abbandonata da Elizabeth per aver fatto troppo tardi e da Dorcas per aver fatto troppo presto e non si aspettava minimamente di incontrare la cugina. Punto primo, perché se c’è una cosa che Roxanne ha in comune con il fratello è l’amore per il dormire e per l’alzarsi a cinque minuti dalle lezioni. E, punto secondo, perché dalla sua Sala Comune non deve passare per quel corridoio per andare in Sala Grande. Che sia successo qualcosa?

“Ciao Rox” la saluta, fermandosi per farsi raggiungere “Che succede?”

“Niente, volevo salutare la mia cugina preferita” esclama l’altra, allegra “E sapere se avessi saputo l’ultima.”

Almeno non era successo nulla di grave, se non un improvviso attacco di attività mattutina da parte della cugina. E a quanto pare una gran voglia di gongolare per la vittoria della sua squadra.

“Quale ultima? Se ti riferisci alla vostra vittoria… ti prego, non gongolare, Dorcas è stata a pezzi, prima di essersi resa conto che dovrà praticamente far sputare sangue a tutta la squadra se vuole sul serio riprendersi la Coppa. O almeno è quello che crede.”

“Nono, macché! Quella è storia vecchia come Salazar, ormai” dichiara la ragazza con un gesto della mano, come a dire che si deve tenere aggiornata “Non sai chi si è picchiato in corridoio ieri sera!”

“Chi?”

“James! James e Alex, per la precisione, me l’ha detto Fred” aggiunge con un sorrisetto malefico “Hai idea del perché possano essersi picchiati?”

Com’è che ha appena detto? Non è successo nulla di grave? Ma perché non impara a stare zitta?

Dominique avverte un brivido lungo la schiena e in quel momento è assolutamente sicura di non voler sapere la risposta.

“Perché?”

“Nessuno lo sa, te lo stavo appunto chiedendo. Tu esci con Alex e sei la migliore amica di James, devi saperne qualcosa.”

“Non ne so niente, Rox…” commenta la Corvonero, appoggiandosi al muro; la cugina le si avvicina preoccupata.

“Va tutto bene?”

“Sì, stavo solo pensando…”

“In questi giorni sei strana, mi sembra di avertelo già detto… vuoi parlarne? Mi dispiace averti raccontato una cosa tanto sciocca, mentre magari hai altri pensieri” insiste Roxanne.

“No, hai fatto bene… tanto sarei venuta a saperlo, in ogni caso. È solo che…”

Dominique si guarda intorno, per assicurarsi che non ci sia nessuno in corridoio.

“Che…?”

“Che credo di sapere perché è scoppiata la rissa e, Merlino, spero davvero non sia per il motivo che penso.”

“Mi stai spaventano, Domi” ammette Roxanne “Alex e James sono amici e sono maschi, potrebbero essersi presi a pugni così, tanto per… James e Fred si riempiono di botte in continuazione solo quando uno dei due finisce l’ultima coscia di pollo e non la lascia all’altro…”

Dominique scuote la testa “Ho paura che questa volta non sia come dici tu…”

“Sul serio, Domi, ne vuoi parlare?”

“È tutto un gran casino!” esclama la Corvonero “Non volevo che quei due arrivassero alle mani…”

“Ma di che stai parlando? Sul serio, Domi, o mi dici qualcosa in più o io… non posso capire, davvero.”

“Vieni, andiamo in una delle aule vuote del settimo piano, lì non ci disturberà nessuno.”

Dominique si fa strada fino al posto stabilito e Roxanne la segue in silenzio, confusa, incredula e leggermente spaventata dal comportamento della cugina; le due entrano e la Grifondoro si siede sulla cattedra, mentre l’altra si avvicina alla finestra, dopo aver Imperturbato la porta.

“Devi giurare, Rox. Devi giurare che non parlerai mai di questa storia con nessuno, nemmeno con Fred, capito?”

“Domi, non sono la tipa che va a raccontare i fatti tuoi in giro, lo sai.”

“Lo so, ma… è importante. Non c’entro solo io. E devi anche promettermi che non mi giudicherai.”

“Non mi interessa chi c’entri, sinceramente, mi interessa che tu stia bene. E poi, dai, ti ho raccontato che le prime volte che Fred usciva con le ragazze io ero gelosa di loro e tu non mi hai giudicata, potrei mai farlo io con te?”

“Aspetta di sentire il racconto…”

Dominique lancia un’ultima occhiata al paesaggio innevato che vede fuori dalla finestra e poi si gira definitivamente verso la cugina, appoggiandosi leggermente al banco più vicino.

“Io e James siamo stati insieme” dichiara a bruciapelo e Roxanne la guarda confusa.

“Intendi…”

“Sì, intendo proprio quello” la interrompe Dominique “Tutto quello che puoi pensare, sì.”

Roxanne sgrana gli occhi e commenta solo “Wow.”

“Wow cosa?”

“Wow, non me lo aspettavo” risponde sinceramente la cugina, che scende giù dalla cattedra con un balzo “Stavo morendo di fame e volevo disperatamente un muffin ai mirtilli, ma… Godric, questo è molto meglio di un muffin ai mirtilli.”

“Vuoi… sapere la storia?” chiede Dominique e Roxanne la guarda come se le avesse appena detto di essere arrivata da un altro pianeta.

“Ovvio che voglio sapere tutta la storia!” esclama la Grifondoro “Vai con il racconto. Fortuna che oggi ho scelto di alzarmi presto, me lo sentivo che c’era qualcosa nell’aria.”

E Dominique inizia a parlare, dall’inizio e senza tralasciare nulla, se non la coincidenza della situazione simile di Dorcas e Fred – perché in quello lei non c’entra ed sono affari della sua migliore amica – così come lo aveva raccontato qualche tempo prima alla Corvonero. Anche in questo caso, dopo aver cominciato, la francesina si lascia andare completamente, le parole che gli escono dalla bocca rapidamente e senza filtri, descrivendo i loro appuntamenti segreti, i loro baci di nascosti e i loro momenti più intimi.

Roxanne non dice una parola, finché la cugina non la guarda fissa per un minuto intero, così da farle capire che la storia è finita e che non ha più nulla da aggiungere.

“Ripeto: wow.”

“Già…”

“E… siete riusciti a nasconderlo a tutti?”

Dominique annuisce “Lo sa solo Dorcas e ora tu.”

“Wow.”

“Roxanne, sul serio, dovresti ampliare il tuo vocabolario, così è davvero misero” dichiara la Corvonero.

“Sto cercando di elaborare la cosa, dammi tempo!” protesta Roxanne “Fino a dieci minuti fa il mio unico pensiero era se aggiungere la panna sul muffin o metterci un pezzo di cioccolata dentro. Il mio cervello elabora con calma, soprattutto senza zuccheri.”

Dominique scuote la testa divertita e più sollevata dal fatto che l’atteggiamento della cugina sia sempre lo stesso, nonostante sia venuta a conoscenza del loro segreto.

“E sai qual è la cosa divertente di tutta questa storia?” commenta la Corvonero.

“Perché, c’è qualcosa di divertente? Mi sembra alquanto straziante, soprattutto gli ultimi mesi.”

“Vero. Ma la cosa divertente è che quando sono uscita con Lucian, dopo avermi spiattellato tutta la verità e avermi dato questa folle idea, è stato fermato da una ragazza di Tassorosso che gli ha chiesto di uscire e lui, ancora sull’onda di ciò che stava dicendo a me, gli ha detto di sì. Quindi sabato esce con una quattordicenne Tassorosso con l’apparecchio e gli occhiali rosa fluo perché non ha avuto il coraggio di cambiare idea dopo.”

Roxanne scoppia a ridere “Quindi mi stai dicendo che Lucian, il ragazzo più ambito e più sfuggente di tutti i Corvonero è stato incastrato in un appuntamento con una che non avrebbe mai guardato nemmeno per sbaglio perché si è intrecciato con i suoi stessi discorsi?”

“Esattamente.”

“Non ci credo! Sabato andrò a Hogwarts solo per vedere la scena. Quella ragazza starà facendo i salti di gioia, chiunque vorrebbe un appuntamento con lui: chi dice che non ha mai fatto un pensiero su Lucian Sharp è un bugiardo.”

“Lo prenderò in giro a vita, guarda” ridacchia Dominique, prima di tornare seria “Questa era la nota divertente che quasi si può dire faccia parte della storia. Per il resto… è tutto.”

“È parecchia roba su cui riflettere” ammette Roxanne.

“Lo so.”

“Almeno avrò qualcosa da fare a Divinazione” commenta la cugina “Dopo aver mangiato il mio muffin, però. E dopo Pozioni. Perché hanno inventato le pozioni, mi chiedo?”

“Hai ragione, dovremmo andare” concorda l’altra, avvicinandosi alla porta.

“E Domi?”

“Sì?”

“James è ancora in Infermeria. Fred mi ha detto che non è tornato in camera, questa notte.”

E la Corvonero non ha bisogno di molte altre parole per capire ciò che deve fare.

Madama Chips non si oppone alla presenza della ragazza lì, dopotutto i due pazienti non sono malati, ma devono anzi andarsene e liberare i letti; fa un piccolo appunto a Dominique, raccomandandosi di incitare quei due ad andarsene e la francesina può sgusciare dentro l’Infermeria.

James è seduto sul letto con la divisa stropicciata e i capelli spettinati; si sta allacciando le scarpe e alza lo sguardo proprio nel momento in cui la cugina entra nella stanza. Si blocca con un laccio ancora in mano e Dominique esita un attimo, prima di stirare le labbra in un sorrisetto strafottente.

“Lo sai che stamattina abbiamo lezione insieme, vero? Pozioni, per la precisione, e la professoressa Althea non è una tipa paziente.”

“Che ci fai qui?”

“Volevo controllare che fossi tutto intero. E che venissi a lezione” risponde la ragazza, sedendosi sul letto di fronte.

“Ma certo che sono tutto intero” protesta offeso James “Per chi mi hai preso?”

“Per uno che non sa fare a botte. Non è che essere maschi renda automaticamente bravi nella lotta. Non ti ricordi che ti mettevo sempre a terra?”

“Avevamo nove anni, eri più alta di me e io ti lasciavo vincere” precisa il ragazzo, ma Dominique gli lancia uno sguardo come a dire che non ci crede minimamente.



“Ti ho battuto di nuovo!”

Una Dominique di nove anni sta comodamente seduta sulla pancia di James, le ginocchia a bloccare le braccia del cugino e i gomiti appoggiati sul petto; mostra un sorrisetto divertito e orgoglioso, mentre qualche ciocca di capelli le sfuggono dalle trecce. Sono sul letto matrimoniale di Bill e Fleur e la ragazza ha appena messo a terra – o a letto, a seconda delle interpretazioni – il cugino, che ha un’espressione offesa.

“Lasciami andare!” protesta James, provando a liberarsi.

“Cosa ottengo in cambio?”

“Ti ho già dato tutte le mie Api Frizzole, non ne ho più.”

“Uffi, ne hai portate poche” sbuffa Dominique e James la guarda sbalordito.

“Quindici Api Frizzole non sono poche. E le ho rubate dalle scorte di Albus per portartele.”

“Che ragazzino cattivo” sogghigna la francesina e anche il cugino si lascia andare ad un sorriso.

“A lui non piacciono, ma Nonno Arthur continua a regalargliele. Non c’è niente di male a darle a te.”

Dominique sorride, spostandosi e gettandosi sul letto accanto a lui, appoggiandosi sul ginocchio in modo da poterlo guardare.

“Domi?”

“Sì?”

“Saremo amici per sempre, vero?”

“Finché continuerai a portarmi Api Frizzole non ti lascerò mai andare per nulla al mondo.”

“Solo per quello?” mormora triste il ragazzino e Dominique gli sposta il ciuffo all’indietro.

“No, anche perché sei il cugino più simpatico che ho.”

Un sorriso si disegna di nuovo sulle labbra di James “Fred si potrebbe offendere.”

“Fred non è qui. E poi anche io sono la tua cugina preferita, ma Molly e Rose non si offendono.”

“Chi te l’ha detto che sei la mia cugina preferita?”

“Perché, non lo sono?” domanda Dominique, con un sorriso furbetto e James si ritrova a scuotere la testa, sconfitto.

“Sì, lo sei.”



Pensando a James bambino alla ragazza viene da sorridere, ma si nasconde temendo che il cugino possa mal interpretare il suo gesto e credere che lo stia prendendo in giro; non si deve essere nascosta molto bene, però, perché il Grifondoro borbotta, senza troppo entusiasmo “Com’è che non sei al suo capezzale?”

“A differenza di te, Alex non ha un capezzale perché è sano come un pesce” ridacchia la ragazza “Ma come ti è saltato in mente?”

Istintivamente, Dominique allunga la mano fino a sfiorargli i capelli che gli ricadono ancora, dopo tanti anni, davanti alla faccia e glieli manda all’indietro, come faceva sempre quand’era piccola. James sgrana gli occhi e per la ragazza il tempo sembra bloccarsi: il suo gesto è stato totalmente spontaneo e non ha pensato nemmeno per un momento all’imbarazzo che poteva seguirne. Suo cugino, però, lo rompe subito, quell’imbarazzo, afferrandole dolcemente la mano e accarezzandole il dorso con il pollice.

Dominique fa un sorriso imbarazzato, ma dolce, senza ritirare la mano ed è James, che dopo un po’, la lascia andare.

“Non lo so, Domi. Mentirei se ti dicessi che sono pentito di ciò che ho fatto. Forse non lo rifarei, ma solo per non dormire in questo lettino minuscolo.”

“Nessuno ti ha obbligato a farlo” commenta la ragazza, guardandolo “Non mi sembra che stai così male da non poter tornare in camera.”

James la guarda storto “Mai sentito parlare di orgoglio maschile?”

“Sì e sai che l’ho sempre trovata una cosa sciocca.”

“Non volevo tornare in camera” taglia corto il ragazzo, mormorando poi “Volevo stare un po’ per conto mio…”

Tra i due scende il silenzio per qualche secondo, finché James non domanda “Come hai saputo che ero qui?”

“Roxanne” risponde laconica Dominique, indecisa se raccontare al cugino che le ha rivelato tutto.

“Godric, la notizia che ho perso contro Alex e sono finito in Infermeria avrà fatto il giro del castello” sbuffa James, appoggiando le mani sul letto dietro di sé.

“Orgoglio maschile…” commenta divertita Dominique “E poi, fammi capire, tu hai fatto a pugni alla babbana con un Nato Babbano sperando anche di vincere?”

James le rifila un’occhiataccia “Una scazzottata è una scazzottata.”

“E tu sei un grande esperto, vero?”

“Con Fred le abbiamo fatte spesso.”

“Con Fred erano per gioco” sottolinea Dominique “E Fred perde contro chiunque.”

“Roxanne non conta, è lei che vince contro chiunque” replica James “Voi due insieme sareste pericolose per chiunque.”

La ragazza esita un attimo, prima di dichiarare a bruciapelo “Le ho detto di noi.”

È il turno del Grifondoro di rimanere qualche istante in silenzio “Perché?”

“Perché lei è importante per me e nell’ultimo periodo mi sono allontanata anche da lei per…”

“… colpa mia?” la anticipa James.

“Non è stata colpa tua. È stata colpa di entrambi” precisa Dominique “Ho sbagliato a dirglielo?”

James scuote la testa “Puoi fare quello che vuoi, Domi.”

Capendo di aver rotto il ghiaccio, la ragazza si azzarda ad aggiungere “Perché hai picchiato Alex, James?”

Il Grifondoro stringe le labbra e poi commenta con un po’ di cattiveria “Ti hanno mandato qui a chiedermelo? Perché io penso tu sappia benissimo perché l’ho fatto.”

“Per me?” insiste Dominique, ignorando il tono del cugino e cercando di ottenere una risposta definita.

Ma invece di darle la risposta in cui spera, James dichiara “Perché tu lo sappia, Elizabeth mi ha lasciato.”

Questo, esattamente, in quale punto del piano di Lucian si va a posizionare?

Dominique vorrebbe sgranare gli occhi o fare espressioni con la faccia, ma cerca di rimanere impassibile e di non fare alcun commento; il suo cuore pompa però il sangue più velocemente del solito, lo sente, e un piccolo pensiero va anche alla sua amica, perché la Corvonero si domanda come stia in quel momento.

“Non le ho detto nulla di… noi. Ho pensato che non volessi. Anche se la ritengo una tipa troppa intelligente e ho paura che, prima o poi, lo scoprirà” aggiunge il ragazzo.

“Probabilmente hai ragione, ma… sono contenta che tu non glielo abbia detto.”

“Forse un giorno glielo racconteremo. Insieme” precisa James.

“Mi dispiace che sia finita tra voi: la ritengo davvero una brava ragazza. Avrebbe potuto darti tanto.”

“Spero di essere stato lasciato da lei ma di trovare una ragazza altrettanto incantevole” dichiara James a bruciapelo, guardando intensamente la cugina che, un attimo, si sente a disagio.

Cerca però di non mostrarlo e di mantenere la sua espressione algida – che il Grifondoro è sempre stato così bravo a far crollare.

“Quindi nella giornata di ieri hai ricavato un occhio nero e sei tornato sul mercato? Non male come giornata.”

“E anche una vittoria contro Corvonero, se proprio non te lo ricordassi” le rammenta il ragazzo, con un sorriso furbo “E non dire che sono tornato sul mercato, mi fai sembrare una merce.”

“Ma tu stesso ti sei venduto come una merce! Ti ricordi quando, a quella festa in Sala Comune, tu e Fred vi siete messi all’asta?”

“Alex ci ha messi all’asta” sottolinea James “Noi eravamo troppo ubriachi per fermarlo, tutto qui.”

“Un paio di ragazze avevano anche provato a comprarti…”

“Sì e Roxanne ha minacciato di morte quella del secondo anno che stava tirando fuori i Galeoni per Fred.”

I due ragazzi scoppiano a ridere, con quella complicità che avevano guadagnato negli anni e che negli ultimi mesi era solo rimasta sopita per un po’; in quel momento Lorcan rientra nell’Infermeria, con un asciugamano in mano e lo spazzolino.

“Lor, cosa ci fai tu qui?” lo saluta Dominique, alzandosi e avvicinandosi a lui. Il Corvonero sembra spaventato e leggermente imbarazzato.

“Ciao Domi… ho litigato con tuo fratello…”

La ragazza aggrotta le sopracciglia, lanciando un’occhiata a James, che però ha già distolto lo sguardo, riprendendo ad allacciarsi la scarpa “Perché?”

“Non… non importa.”

“Louis è qui?” si preoccupa subito Dominique, guardandosi intorno.

“No, no, tranquilla… non sono così forte, in Infermeria ci sono finito solo io.”

“Louis ti ha picchiato?” domanda confusa – e un po’ stupita – la Corvonero.

Lorcan scuote la testa “Io gli ho dato un pugno, ma a lui è uscito solo un po’ di sangue dal naso. Io mi sono rotto le nocche.”

La ragazza sta per dirgli qualcosa, ma il ragazzo afferra rapidamente le sue cose, saluta altrettanto velocemente ed esce dalla stanza; Dominique sbatte le palpebre, confusa, e guarda il cugino.

“Ma che è successo?”

“Ah… le giovani risse…”

La Corvonero ridacchia “Il vecchio saggio. Sbrigati, la professoressa Althea non berrà la scusa dell’orgoglio maschile leso se per caso farai tardi alla sua lezione.”

E la ragazza segue Lorcan fuori dalla porta con il cuore che batte leggermente più veloce del normale e con un sorriso che non riesce a spegnere sulle labbra; la lezione di Pozioni non le sembra così orribile e la professoressa le riserva anche una specie di sorriso, mentre il professor Vitious tesse proprio le sue lodi pubblicamente, elogiandola come studentessa modello.

Dorcas non manca di prenderla in giro, ovviamente, ma l’altra la ignora, stranamente allegra; le due tornano in Sala Comune ad appoggiare i libri prima di pranzo e si ritrovano davanti Louis e Lysander che parlano in un angolo. Dominique fa cenno a Dorcas di andare su in camera e di portare anche i suoi libri, mentre lei rimane un attimo a guardarli, indecisa se avvicinarsi o meno; i due, in ogni caso, sono presi dalla loro conversazione e non hanno notato minimamente l’ingresso delle due ragazze.

“Ci vuoi ancora venire… si, insomma al matrimonio di Vic con me?” domanda Louis, giocando con le dita delle mani, e Lysander mette su un’espressione incredula.

“Perché non dovrei?”

“Non lo so… io e tuo fratello ci siamo picchiati e… non so, magari non ti va più, ecco.”

Lysander lo guarda un attimo, confuso “Non vuoi che venga con te?”

“Che? No, no. Pensavo che a te non andasse più.”

“Con chi si azzuffa mio fratello non è affar mio” risponde Lysander, alzando le spalle “Cioè mi dispiace che abbiate litigato ma… aspetta, ma perché avete litigato?”

“Niente, niente, non è importante” taglia corto rapidamente Louis.

“In ogni caso, io non ho niente contro di te, anzi, sono felice di farti da accompagnatore” dichiara sorridente Lysander “E poi, più che una vera e propria rissa, mi è sembrato molto che Lorcan ti abbia dato un pugno e che si sia fatto male lui…”

“Non volevo fargli male.”

“Lou, Lorcan ti ha dato un cazzotto e Lorcan si è fatto male” ridacchia Lysander “Questo dovrebbe insegnarci che non abbiamo proprio la prestanza fisica per fare a botte. E mio fratello sta bene, non preoccuparti, sono passato stamattina in Infermeria, e se lo conosco un minimo penso che sia anche dispiaciuto per ciò che è successo. Ora ti sta evitando, usando la scusa dei diversi corsi a scelta, perché è in imbarazzo.”

“Che idiota…” commenta Louis, più tranquillo, smettendo di giocare nervosamente con le mani.

“Vero? Lo penso anche io, ogni tanto lo è. Comunque, sai chi c’era in Infermeria?”

“Chi?”

“James. Anche lui è finito in una rissa.”

“Perché?”

“Non lo so, stava cercando di farsi il nodo alla cravatta.”

Louis sogghigna “Mia sorella è fissata con quel nodo, James è sempre stato un incapace a farlo.”

“A proposito di tua sorella…” commenta Lysander, accorgendosi della ragazza poco distante da loro.

“Domi!” esclama Louis, colto alla sprovvista, arrossendo, e Dominique si avvicina, con un sorriso, ostentando nonchalance.

“Ciao ragazzi.”

“Ciao Domi, ti lascio Louis, devo andare a finire il saggio per il professor Binns. O meglio, a iniziarlo…” confessa Lysander, con un sorriso colpevole.

“Non vieni a pranzo?” domanda l’amico, ma l’altro scuote la testa.

“Non ho tempo. Però ci sarà Lorcan!”

E con un sorrisetto, il Corvonero si allontana, lasciando i due fratelli da soli in Sala Comune.

“Quanto hai sentito?” sbuffa il ragazzino, ma l’altra lo blocca.

“Perché Lorcan ti ha dato un pugno?”

“Mi ha detto che devo stare lontano da Lysander” risponde, un po’ sostenuto il ragazzo “E te l’avevo anche detto, ma tu mi hai ignorato.”

Dominique, alla quale in quel momento torna in mente la frase che suo fratello le ha urlato nel bel mezzo del corridoio mentre stava andando da Molly, si dispiace di non aver dato retta a Louis, ma quel giorno aveva totalmente la testa da un’altra parte.

“Mi dispiace…” si scusa.

“Fa niente” risponde rapidamente il fratello.

“Ti sei fatto male?”

“È Lorcan quello finito in Infermeria” specifica Louis, ancora un po’ offeso “Lys mi ha sistemato il naso sanguinante.”

“Credo che Lorcan sia solo geloso, è una cosa normale…” commenta Dominique.

“Ma io non ho fatto ancora niente!” protesta il minore e la ragazza sospira, appoggiandogli una mano sulla spalla.

“Si è gelosi anche degli amici, Lou. Succede. Specie se due fratelli passano tanto tempo insieme di solito. E Lysander ha ragione, Lorcan si sente in colpa e ti chiederà scusa.”

“Come lo sai?”

“L’ho incontrato anche io in Infermeria” risponde sinceramente Dominique “Ed è fuggito dopo avermi visto, in pratica. Farete pace prima di sera. O a pranzo, dove dovresti andare adesso.”

“Anche tu” le fa notare Louis con un sorriso; la ragazza ricambia il gesto e posa un bacio sulla tempia del ragazzo.

“Aspetto che Dorcas scenda e vengo in Sala Grande.”

Louis annuisce, prima di mormorare “Grazie…”

Dominique sorride e fa per andare a sedersi sul divano per aspettare la sua amica quando il fratello la richiama “E, Domi?”

“Sì?”

“Io lo so che a volte hai altri pensieri per la testa e che non puoi sempre occuparti dei miei problemi.”

“Io voglio occuparmi dei tuoi problemi, Lou, sei il mio fratellino. E i tuoi problemi verranno sempre prima del resto. Tu ricordamelo, se per caso io lo dimenticassi.”

E in quel momento, Dorcas appare in Sala Comune e le due ragazze si avviano verso la Sala Grande, lasciando lì Louis, immerso nei suoi pensieri.

La giornata si direbbe apparentemente perfetta per Dominique, che si sente leggera come non succedeva da parecchio tempo, e anche le lezioni del pomeriggio vanno molto bene; perciò quando saluta Dorcas, diretta agli allenamenti, e se ne torna in Dormitorio, ha tutta l’intenzione di starsene sul letto a non fare nulla: oggi, di studiare, non se ne parla nemmeno. Però, quando apre la porta e si trova Elizabeth che piange sommessamente seduta sul letto, sente il mondo crollarle addosso.

“Liz! Che è successo?” esclama preoccupata, chiudendosi subito la porta alle spalle.

La Caposcuola si asciuga in fretta le lacrime che le rigano le guance e si alza dal letto, afferrando i libri “Nulla, non preoccuparti.”

“Ne sei… sicura?”

“No” risponde l’altra, risedendosi sul letto; Dominique le si avvicina, incerta: non si è mai trovata in una situazione simile con la sua compagna di stanza e non ha la minima idea di come debba comportarsi. Vedendo che la Caposcuola le sta facendo un po’ di spazio, però, la ragazza si siede vicino a lei e la guarda dolcemente, come a dirle che, se vuole, lei è lì ad ascoltarla. Elizabeth si asciuga gli occhi di nuovo umidi con un fazzoletto e si soffia il naso arrossato.

“Mi sono lasciata con James. Cioè, io l’ho lasciato, in realtà” specifica Elizabeth “E quindi lo so che è stupido che sia io a piangerci sopra, ma…”

Si soffia il naso, di nuovo, come per non essere costretta a continuare.

“Non è stupido” prova a rassicurarla Dominique, sentendo un peso posarsi sul suo petto e i sensi di colpa subito all’erta.

Elizabeth scuote la testa “Ho sempre professato il non piangere per amore e per delle persone e ho sempre snobbato i romanzi rosa dove succedeva e ora… guardami: seduta sul letto a piangere per un ragazzo.”

“Certe cose non si possono controllare con così tanta precisione” le fa notare Dominique, sfiorandole la mano “E se piangi vuol dire solo che ci tieni. E se hai lasciato James vuol dire che è stato lui a farti qualcosa.”

La francesina si sente un’ipocrita tremenda in quel momento: lo sapeva che qualcuno si sarebbe fatto male in tutta quella storia, ma pensare che sia Elizabeth a soffrirne ora – e per colpa sua – la fa sentire in maniera orrenda. Si sente sporca, come se avesse sbagliato su tutta la linea. E forse, ha sul serio sbagliato su tutta la linea. Ma ormai non può più tornare indietro – né vuole, se deve essere totalmente onesta. Proprio come James non è pentito del pugno ad Alex.

Elizabeth scuote la testa “James non mi ha fatto niente, è proprio questo è il problema.”

La Caposcuola guarda l’amica, seduta sul letto accanto a lei “Tuo cugino è una persona speciale, Domi… davvero. Non è come sembra, il Grifondoro allegro e spensierato, pieno di amici. Cioè, è anche questo, ma c’è un mondo su di lui che… non avrei mai pensato.”

“Credo di averne un’idea…” si ritrova a dire tra sé Dominique.

“Ma lui non lascia che nessuno si avvicini a quel mondo, lo nasconde a tutti e io non… non voglio essere una delle tante per lui. Non… non mi va, ecco. E ho scelto di allontanarmi del tutto.”

L’altra la guarda, un po’ confusa, in verità: se non sapesse cos’è successo e se non conoscesse suo cugino, sicuramente capirebbe ancora meno, ma anche così non è facile.

“Penserai che io sia matta…” commenta Elizabeth, con un tono leggermente divertito, come a cercare di trovare qualcosa di spiritoso anche in quella situazione.

“No. Penso che hai i tuoi beni motivi e che a crollare possono essere tutti, perfino tu. E che questo ti rende molto più umana.”

“Io, più che umana, mi sento molto sciocca. Non c’è una guerra nel Mondo Magico, me ne frego della gente che dice che sono la figlia di un Mangiamorte, sto bene da sola. Eppure sto piangendo per una cosa così.”

“Io, invece, ti rigiro la domanda: che vita al castello avresti avuto senza provare mai una cosa del genere? È questo il bello di avere diciassette anni, non è una promessa di matrimonio quella che facciamo ad un ragazzo: se andrà bene, magari lo diventerà, ma se andrà male ne troveremo un altro. Ora dovresti solo concederti un pomeriggio libero, mangiare qualcosa di dolce e svuotare la mente, anche piangendo. Dopo tutto avrà un sapore diverso, che tendenzialmente sarà migliore di quello che provi adesso.”

Dominique si sente sempre più ipocrita a dire quelle cose, ma pensa sul serio quelle cose e sarebbe il discorso che rifilerebbe all’amica in un’altra circostanza: se il ragazzo non fosse stato James, le avrebbe detto quelle precise parole, quindi non ha senso che non gliele dica solo perché è un minimo coinvolta nella cosa. Okay, è molto coinvolta e sta cercando di ignorarlo, ma vuole che Elizabeth capisca che non è tutto bianco o nero e che può imparare anche da quella situazione. Che è anche una cosa normale avere diciassette anni e stare male per un ragazzo: in quel momento, la francesina ha come la sensazione che Elizabeth non si sia mai lasciata avvicinare da nessuno e che, perdendo James, si senta esposta e vulnerabile ad un suo possibile attacco.

“Se fosse capitato a te… avresti seguito questo tuo consiglio?” domanda Elizabeth, da persona razionale qual è.

“No” ammette Dominique e l’amica sorride tristemente.

“Questo rende il consiglio più vero. Ma non penso che lo seguirò nemmeno io.”

“Me lo immaginavo. Sappi però che James non è… uno stronzo. Non si dimenticherà così in fretta di te. Ti ha lasciato entrare nella sua vita molto più di quanto faccia normalmente con le altre” confessa l’altra, dando poi un’occhiata ai libri accanto alla Caposcuola “Ti darai ai compiti, quindi?”

“Il tema per la professoressa Vector non si farà da solo…” commenta Elizabeth, alzandosi “Ma mi sento un po’ meglio. Sempre uno schifo, ma meglio.”

“Chi lo sa, magari a te l’Aritmanzia fa passare una delusione” ridacchia Dominique e l’altra si lascia andare ad un sorriso.

“Suppongo che lo scoprirò tra poco” la Caposcuola guarda un attimo l’amica “Grazie, Domi.”

“Non che abbia fatto molto…”

“No, ma mi hai ascoltato. Credevo che… nessuno lo avrebbe fatto. Penso di poterti considerare una vera amica.”

E il sorriso di Dominique è un po’ meno largo del previsto alle parole della ragazza, ma Elizabeth non se ne accorge mentre, con un colpo di bacchetta, si dà una sistemata, uscendo poi dalla porta salutando con un gesto della mano. E lasciando l’altra in preda ai sensi di colpa.






Felpie's Corner
Buonsalve! Avete finito la cioccolata di Pasqua? Altrimenti Lily la fiuta fin dal castello e viene a rubarvela, sappiatelo. E dove non arriva lei arriva Teddy.
Era ora che Dominique parlasse con Roxanne! (E non solo perché io amo i gemelli Weasley - okay, forse amo tutti i gemelli, credo che il problema sia questo). E ce la vedo troppo gelosa di suo fratello nei suoi primi appuntamenti. E, a proposito di gemelli, Lysander è un piccolo cuoricino, amore (frase forse priva di senso, ma nella mia mente rendeva molto il concetto).
E mi sento in maniera orrenda per quello che ho fatto a Elizabeth - e che ho fatto dire a Dominique - ma era inevitabile, qualcosa doveva andare storto.
Il prossimo capitolo è l'ultimo ambientato ad Hogwarts prima delle vacanze di Natale (che spero saranno molto interessanti).
Sono di frettissima (era da troppo che me la prendevo con calma, doveva succedere anche questo) e tra il non pubblicare e il rileggere una volta di meno il capitolo ho scelto quest'ultimo, quindi spero non ci siano troppi errori.
A presto,
Felpie

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Capitolo 26 - Lily Luna ***


Donne, tu du du
Pianeti dispersi
Per tutti gli uomini così diversi
Donne, tu du du
Amiche di sempre
Donne alla moda, donne contro corrente
Negli occhi hanno gli aeroplani
Per volare ad alta quota
Dove si respira l'aria
E la vita non è vuota
(Donne - Zucchero)






Lily ricomincia entusiasta la settimana ed è convinta di aver fatto la cosa giusta con Scorpius. Si è sentita orgogliosa di se stessa, quand’è uscita dalla Guferia, e se n’è tornata in Sala Comune contenta e pronta alla festa; Danielle era già lì che la aspettava, con un gran sorriso e la maglia dei Grifondoro, mentre Irene si era occupata di pitturarle un po’ il viso, e poi si erano potute dare alla pazza gioia.

Lily si è sentita molto adulta per come si è comportata quindi si è lasciata convincere da Roxanne a provare un po’ di Acquaviola, mentre James era distratto da altro, insieme a Hugo – che si è guardato intorno circospetto, impaurito dalla sorella. La Battitrice della squadra è scoppiata a ridere quando li ha visti entrambi preoccupati dei propri fratelli maggiori e li ha coperti, dando un gran sorso di Acquaallegra e ridendo ancora di più subito dopo.

“Te lo meriti, Hugo, hai fatto una partita eccezionale. Però non devi adagiarti troppo sul Tranello del Diavolo, la prossima sarà contro i Serpeverde e non possiamo permetterci di perdere.”

E così Hugo si è trovato con il morale sotto i piedi, mentre Lily scoppiava a ridere divertita.

“Mi sembri un po’ troppo allegra oggi” ha sbuffato l’amico “Che ti è successo?”

“Abbiamo vinto e il mio migliore amico ha giocato una splendida partita, non basta?”

“No” ha risposto sospettoso Hugo, ma l’altra l’ha ignorato e l’ha trascinato in pista a ballare.

Così si è conclusa la domenica di Lily Luna Potter, che è partita il lunedì con una carica in più, che le è bastata anche per i giorni successivi.

Non ha ancora ricevuto una nuova lettera da Scorpius, ma in quel momento non se ne preoccupa, sia perché domenica c’è l’ultima partita del primo girone di campionato e si immagina il capitano Serpeverde metterlo sotto con allenamenti a tutto spiano, sia perché pensa possa avere dei compiti arretrati, visto che la scuola sta per finire, e sia, alla fine ma non per ultimo, perché sospetta che stia pensando a cosa scriverle. E la cosa la fa sorridere ancora di più.

Non si sarebbe mai aspettata che Scorpius fosse il suo ammiratore segreto e, passata la rabbia nei suoi confronti, si ritrova ad esserne lusingata e ancora più entusiasta della cosa. Pensare che un ragazzo come Scorpius, così sempre preciso e razionale, le abbia scritto certe cose personali e certi bigliettini dolci la fa sentire davvero speciale. E poi il Serpeverde è un bel ragazzo, alla piccola Potter piacciono i suoi capelli biondi e i suoi occhi, che sono di un colore così particolare; e poi l’ha fatta sempre molto ridere e se è il migliore amico di Albus vuol dire che è una persona spiritosa o non sarebbe mai riuscito a scambiare più di due parole con suo fratello.

Con tutta quell’euforia si è anche quasi dimenticata del litigio con sua cugina, facendolo passare come semplice divergenza di opinioni; ma Rose non si è più avvicinata a lei e Lily la conosce abbastanza bene da sapere che non lo farà se non sarà lei a fare il primo passo. Sua cugina ha un concetto di “stare lontana dalle persone che ha fatto arrabbiare” un po’ troppo forte e non è la tipa che fa il primo passo, soprattutto se è convinta di essere dalla parte della ragione. Forse dovrebbe andare lei a parlare con Rose, dopotutto sua cugina è fatta così, mette le cose razionali prima dei sentimenti. E forse, spesso e volentieri, Lily le darebbe ragione, se non fosse che in quel caso lei è parte in causa.

L’occasione per parlarle ce l’ha il pomeriggio di giovedì, quando la trova in Sala Comune intenta a tradurre un tema di Antiche Rune; Lily è appena tornata da Cura delle Creature Magiche, dove ha rischiato di essere morsa da uno Kneazle tanto era distratta dal pensiero di Scorpius. Ci sta pensando davvero troppo e Danielle continua a prenderla in giro perché la rimprovera di avere la testa ancora più tra le nuvole del solito.

Sta ancora giocherellando con il cerotto che le ha dato Lorcan, quando si avvicina al tavolo, dove Rose ha disseminato intorno a sé dizionari, appunti, quaderni e libri e ha le mani tutte sporche di inchiostro: a quanto pare non è proprio la più facile delle traduzioni, quella in cui si è imbattuta. Lily si chiede se sia il caso di disturbarla in un momento così, ma prima che possa fare qualsiasi cosa la cugina alza lo sguardo e le fa un sorriso.

“Ehi.”

“Ciao, Rose.”

“Vieni, siediti” le dice l’altra, spostando qualche libro – non senza una certa difficoltà “Ti serve qualcosa?”

Lily scuote la testa “No, ero venuta a…”

“… scusarti?”

“Adesso non esageriamo” precisa subito Lily, con un sorriso “Ma ora ho sistemato le cose con Scorpius e quindi volevo sistemarle anche con te.”

Rose sorride, spostandosi i capelli da una spalla all’altra “Con me non devi sistemare niente: io non sono arrabbiata con te.”

“No?”

“Perché dovrei? Io ti ho tenuto nascoste delle cose e, anche se lo rifarei, il diritto di arrabbiarti ce lo avevi tutto. Siamo cugine, no? Il Codice delle Cugine prima di tutto.”

Lily stira le labbra in un bel sorriso, dolce e l’altra aggiunge “Allora? Mi racconti di Malfoy?”

“Che vuoi sapere?”

“Qualsiasi cosa, per Godric, Malfoy innamorato è tipo… non lo so, la più grande notizia del mondo! Penso che ora vorrò anche sapere se prende il caffè con il latte o con lo zucchero! Come siete rimasti?


Lily ridacchia “In realtà non è che io l’abbia capito… gli ho solo chiesto di continuare a scrivermi perché mi faceva piacere… e poi innamorato, adesso non esagerare! Mi ha detto che gli piaccio e che mi trova carina…”

“Anche a me piaci e ti trovo carina, ma non ti mando lettere d’amore.”

“Io ti piaccio perché entrambe abbiamo i capelli rossi, gli occhi verdi e le lentiggini e in pratica ci scambiano per sorelle” le fa notare la piccola Potter e la maggiore fa un gesto noncurante con la mano.

“Comunque, ti ha scritto?”

Lily scuote la testa “Non ancora.”

Rose sembra pensarci su a queste parole, ma poi alza le spalle “Questa volta posso giustificarlo solo con il tema di Babbanologia che sono convinta che non abbia ancora nemmeno iniziato.”

“E con la partita che abbiamo contro di loro domenica” aggiunge la cugina.

“E tu per chi tiferai?” sogghigna la maggiore e Lily alza gli occhi al cielo.

“Rose, sul Quidditch non si scherza. Noi siamo Grifondoro e tiferemo Grifondoro fino alla fine dei tempi. Anche se Grifondoro non giocasse, si deve tifare per Grifondoro.”

“Lasciatelo dire, Lils, certe volte mi fai quasi più paura di James quando parli del Quidditch.”

E sentendo la risata cristallina di Lily risuonare per tutta la Sala Comune, Thomas, rientrato in quel momento dall’allenamento, si avvicina curioso alle due cugine.

“Merveilles” le saluta “Les Runes Anciennes sono davvero così spassose? Forse dovrei riconsiderare i corsi liberi che j’ai choisi.”

“Ciao Thomas, che ci fai da queste parti?” risponde Lily, dopo essere riuscita a smettere di ridere, e l’altro mostra la scopa bagnata di neve che tiene in mano.

“Tuo fratello è fou. Ci ha fatto allenare due ore sotto la bufera, in pratica: ci ho messo venti minuti in più a costringermi auscire dallo spogliatoio per tornare qui e sono completamente infreddolito. Almeno adesso nevica lievemente, prima c’era una vera e propria tormenta!”

A quelle parole, è il turno di Rose di scoppiare in una sonora e fragorosa risata.

“Thomas, devi capire che nessuno si può mettere tra James Potter e il Quidditch.”

“Oui, je l’ai eu. Mais, per Merlino, abbiamo vinto contro i Corvonero, sono loro i nostri principali avversari… e invece ora sembra che ci voglia far allenare tripler” esclama sfinito il francese e le due cugine si guardano divertite, scuotendo la testa.

“Quante cose non sai di James, Thomas…” inizia Rose “Proprio perché avete vinto…”

“… dovete allenarvi il quintuplo per vincere anche la prossima!” conclude l’altra, con enfasi “È l’ABC della vittoria, capito?”

“Pour être honnête non, je ne comprends pas” commenta sconsolato il ragazzo scuotendo la testa “Fortunatamente la scuola sta per finire… je ne peux pas attendre l’ultimo dell’anno e il matrimonio!”

“Hai invitato qualcuno al matrimonio di Victoire?” domanda Rose e Thomas scuote la testa.

“Avevo invitato una persona ma… non ha funzionato. E tu? Porterai un cavaliere?”

Rose scuote la testa “Nessuno.”

“Perché non ci andate insieme?” interviene Lily con un sorriso ed entrambi si girano a guardarla.

“Senti, Lils, solo perché tu vivi nel pianeta Upendi non c’è bisogno che…”

“Pianeta cosa?” domanda confuso Thomas.

“No, tranquillo Thomas, non sei tu che non conosci una parola d’inglese, è Rose che ogni tanto è fin troppo babbanofila e intercala le sue frasi con parole sconosciute ai più” lo rassicura Lily “E poi nessuno dovrebbe andare da solo ad un matrimonio.”

“Pour moi si può fare. Sempre che a te vada bene, Rosie” dichiara il ragazzo, guardando la Prefetto, che in un attimo diventa rossa come i suoi capelli.

“Va bene… comunque nessuno mi chiama Rosie da quando ho cinque anni… se non James quando vuole qualcosa e Lily per prendermi in giro.”

“Pouquoi? C’est un beau nom” commenta Thomas, con un sorriso luminoso, e a quelle parole Rose diventa, se possibile, ancora più rossa “Comunque, devo avvertirti… non sono un gran ballerino. Cioè mi piace, par charité, mais je suis un peu… incapace.”

Rose scuote la mano “Non preoccuparti, non ti obbligherò a ballare con me. Ma su Lily non giurerei.”

La più piccola fa un sorriso malandrino degno del fratello e alza le spalle, con fare angelico; Thomas scoppia a ridere, prima di salutare le due cugine e lasciarle da sole alla loro conversazione.

“Tu sei totalmente pazza” la rimprovera Rose “Ma come ti è venuto in mente?”

“Prego, Rose” risponde l’altra con un sorrisetto.

“Ma quale prego! Ora mi toccherà essere una compagnia simpatica e piacevole, vestirmi carina e decisamente non mettermi delle scarpe da tennis sotto il vestito.”

“Perché no?”

“Perché Thomas sarà uscito con ragazze più eleganti e raffinate di me, non penso sia educato andare ad un matrimonio vestita sportiva” protesta Rose.

“Guarda che il matrimonio è nel giardino della Tana, le scarpe da tennis sono quasi fondamentali se vuoi sperare di muoverti dal tendone alla casa” le fa notare Lily, senza riuscire a smettere di ridere.

“Preferivo quando dispensavi cioccolata e non consigli d’amore” borbotta la maggiore e la piccola Potter scoppia nuovamente a ridere, proprio mentre una furia decisamente meno tranquilla di Thomas entra in Sala Comune.

“Lils!” esclama Hugo, prima di accorgersi che c’è anche sua sorella “Oh, ciao Rose.”

“Ciao, fratellino, anche io sono molto contenta di vederti” borbotta la ragazza, ancora probabilmente offesa con Lily per averla incastrata con un compagno al matrimonio.

“Devo dirti una cosa, Lils, non immaginerai mai!”

“Che cosa?” domanda curiosa la ragazza: odia quando Hugo fa tutti questi giri di parole prima di andare al punto, le fa salire l’ansia.

“Lo sai che tuo fratello passeggiava allegramente sotto la neve?”

“James?”

“No, macché James! Albus!”

“Che? Impossibile” commenta Lily.

“Perché?”

“Albus odia la neve ed è il ragazzo più freddoloso del castello. Saranno – 3° di fuori, non sarebbe mai uscito dalle coperte, figuriamoci passeggiare sotto la neve.”

“Ti dico che era lui, passeggiava con la sua amica.”

“Jodie?”

“Lei.”

Lily si gira per chiedere spiegazioni a Rose, che invece si limita a rispondere con un sorrisetto malizioso e a commentare “Oh… il caro Albus.”

“Che vuoi dire?” domanda confusa la piccola Potter.

Rose fa un gesto di non curanza con la mano e raccoglie i suoi libri, richiudendoli con ordine e tappando la boccetta d’inchiostro – probabilmente spaventata che il suo maldestro fratello possa fare danni irreparabili al poco lavoro che è riuscita a portare a termine.

Lily la guarda sistemare le sue cose e mormora “Mi sa che ti ho solo fatto confusione…”

“Non importa, la traduzione non stava comunque riuscendo” sospira Rose “Ci riproverò domani, è per la settimana prossima.”

“Cioè in pratica te l’ha data oggi la professoressa?”

“Esatto.”

“Tu sei totalmente pazza. E studi davvero troppo” Lily guarda verso Hugo e commenta “Ma lui è davvero tuo fratello?”

“Non una parola, Lils. Io quel tema l’ho fatto, davvero.”

“Quale tema?” si informa Rose.

“Quello di Cura delle Creature Magiche che era da fare per oggi. Hugo ha convinto il professor Hagrid che il Fiammagranchio glielo avesse bruciato e carbonizzato un istante prima.”

Hugo le rifila un’occhiataccia “Quale parte di “non una parola” non ti era molto chiara, cugina?”

Rose, invece, guarda male il fratello “Hugo sei il peggior bugiardo sulla faccia della terra, è incredibile che tu abbia anche solo provato a mentire.”

“Il professor Hagrid ci ha creduto” puntualizza il ragazzo, stringendo la scopa tra le mani “E io adesso me ne vado, prima che Lily si scordi del suo tanto decantato “Codice dei Migliori Amici” e spifferi qualsiasi cosa su di me.”

La ragazza scoppia a ridere, salutando il cugino e rimanendo ancora un po’ a chiacchierare con la Prefetto, prima di cena.

Con l’avvicinarsi della partita contro i Serpeverde, oltre a vedere un Hugo sempre più stremato e un James sempre più carico e con gli occhi ardenti del fuoco della passione e dell’amore per il Quidditch, Lily ha anche capito che non le arriverà la lettera di Scorpius: tutte le occhiate lanciate al tavolo di Serpeverde le hanno rivelato un ragazzo talmente stremato da limitarsi ad ascoltare le conversazioni con gli amici, incapace di fare anche il più misero sorriso dalla stanchezza. Evidentemente non c’è solo James tra i capitani che non sanno imporre un limite ai loro allenamenti, pur di vincere. E, anche se le dispiace per Scorpius, la piccola Potter è assolutamente convinta che quella partita la vinceranno i Grifondoro e suo fratello porterà la sua squadra al successo, quella domenica.

È ciò che prova a comunicare con il suo sorriso, quando incrocia Scorpius in direzione del campo; lui è con la sua squadra e Jodie lo sta intontendo con le chiacchiere sugli schemi, mentre Lily è con Danielle e Irene. È solo un fugace sguardo quello che si scambiano, degli angoli delle labbra sollevati con dolcezza, ma a Lily va bene così: avrà tempo per pretendere la sua lettera dopo quella partita – sperando che Logan non lo uccida, in caso di sconfitta.

“Giusto per essere sicuri… per che squadra tiferai, oggi?”

Lily è distolta dai suoi pensieri e guarda Danielle come se avesse detto che la Terra è triangolare o che la cioccolata fa male.

“Io sono una Grifondoro e tiferò per la mia squadra per tutta la vita, non capisco nemmeno il motivo di questa domanda.”

“Oh, sai… se Scorpius prendesse il Boccino e te lo venisse a regalare… come gesto romantico, capito? Poi tu potresti salire dietro di lui sulla scopa, volare nel cielo e…”

“E rischiare di far prendere un infarto a James, così oltre al colpo della sconfitta gli assesto anche quello finale su un mio possibile ragazzo?” conclude per lei Lily, ridacchiando “In ogni caso, non c’è pericolo: James vincerà oggi e Scorpius non prenderà mai il Boccino. E se questo non bastasse, Scorpius è solo un ragazzo, Grifondoro è la mia Casa, non c’è confronto.”

Le tre ragazze vanno nella tribuna rosso – oro, dove già i loro compagni di casa sono schierati e pronti a fare un tifo sfrenato per l’ultima partita di andata, e poco dopo Sam Jordan prende parola ed inizia ad elencare i giocatori. Ovviamente, da bravo Grifondoro qual è e da giudice poco imparziale, riceve complimenti e urla entusiaste da parte dei grifoni e fischi e proteste da parte dei Serpeverde, ma un attimo dopo la partita fin da subito scoppiettante inizia e distrae tutti i tifosi, catturando la loro attenzione e facendoli urlare di gioia o di dispiacere per ogni azione ben riuscita o inconclusa. La squadra di James quel giorno sembra implacabile, i tre Cacciatori non fanno che attaccare a ripetizione e Roxanne e Fred li difendono con le unghie e con i denti, ma anche la squadra di Logan non è da meno, intenzionata a vincere la partita e a recuperare qualche punto in classifica. Né Colin né Scorpius sembrano aver ancora avvistato il Boccino, mentre entrambi girano per il campo, facendo di tutto per stare lontani tra di loro: nessuno dei due ha intenzione di essere accusato di aver trovato il Boccino grazie all’altro e stanno entrambi scandagliando lo spazio intorno per cercare di cogliere anche il più piccolo baluginio al sole.

La partita è serrata e i gol si susseguono, uno dopo l’altro e da parte di entrambe le squadre: James è in splendida forma e Lily è orgogliosa di suo fratello, ma non riesce a non guardare anche Scorpius, di tanto in tanto; lo guarda mentre cerca il Boccino, con un’espressione che si immagina corrucciata e attenta, e poco dopo si rimprovera, dicendosi che deve tenere gli occhi puntati su suo fratello e suo cugino, che sta giocando una splendida partita. Dopo la prima sconfitta contro i Tassorosso Hugo si era allenato a lungo e quel giorno era entrato in campo con un altro spirito e tutta l’intenzione di dimostrare che di King Weasley ne era arrivato un altro al castello.

Il punto di svolta nell’intera partita avviene quando Roxanne, per difendere James da un attacco di un Bolide, colpisce forte con la mazza: il Bolide cambia direzione e prima che Jodie possa intervenire, colpisce la coda della scopa di Scorpius, che perde l’equilibrio e rimane appeso alla scopa con solo una mano; grida dalla tribuna Serpeverde provano ad incoraggiare il biondo a rimettersi in sella, ma la scopa perde rapidamente quota a causa dell’impatto con il Bolide. In tutto quel movimento sconclusionato, Scorpius non riesce a risalire e, a qualche metro dal terreno, si lascia cadere sulla sabbia, dove dopo qualche istante viene raggiunto dalla sua scopa, le setole rovinate e un pezzo di legno scheggiato. In quel momento Colin afferra il Boccino e mette fine all’ultima partita del girone.

La tribuna rosso – oro esplode in un urlo accorato di gioia e di trionfo e si riversa in campo alla velocità della luce, mentre James viene portato in trionfo; anche Lily e le sue amiche scendono in campo, andando a congratularsi con la squadra e a festeggiare per la grande e bellissima vittoria che hanno portato a casa dopo due ore di combattimento senza riserve.

Lily abbraccia prima Hugo – che è così contento che ha perfino gli occhi sorridenti, a momenti raggiunti dagli angoli delle labbra, tant’è grande il suo sorriso – e, quando vede che anche Louis è lì per congratularsi con lui, passa a salutare suo fratello. Mentre Danielle sta parlando con Hugo e Irene sta scherzando insieme a Thomas, Lily scorge i capelli biondi di Scorpius che si avviano verso gli spogliatoi e, d’impulso, lo segue.

“Malfoy!” lo richiama.

Il Serpeverde si gira, con un’espressione sorpresa, prima che un ghigno si dipinga sulle sue labbra “Sei venuta a gongolare per la vostra vittoria?”

“No” ribatte Lily, prima di ammettere “O meglio, sì. Ma non solo: prima voglio dirti che hai giocato una splendida partita e che se il Bolide non ti avesse colpito la scopa probabilmente l’incontro non sarebbe ancora finito. Ma poi sì, voglio gongolare un po’ perché la mia squadra ha vinto. Con Albus non c’è gusto, sembra sempre che non gli interessi…”

“Ma quanto parli, piccola Potter?” si lamenta Scorpius, ma senza cattiveria.

Lily sorride “Ti sei fatto male? Intendo quando ti sei lanciato?”

Il biondo fa una smorfia “Mi fa un po' male la spalla, ma passerà.”

“Stai cercando di fare il grande, Scorpius?” ridacchia la ragazza.

“Ci sto riuscendo?”

“No.”

“Peccato, speravo di trovare un’infermiera personale.”

“Ti direi di chiedere a Jodie, ma forse è meglio Albus, anche se l’idea di vederlo con una gonna bianca mi fa rabbrividire.”

Scorpius finge di tremare “Ti prego, non dirlo mai più.”

“Scorpius!” lo chiama Jodie “Muoviti, Logan ci vuole tutti nello spogliatoio.”

Il tono arrabbiato della ragazza non sfugge a Lily, così come lo sbuffo del ragazzo accanto a lei.

“Logan sta pianificando il tuo omicidio?” sussurra, per non rischiare di farsi sentire.

“Credo più il suo suicidio. Raoul e John lo staranno trattenendo dal fare mosse avventate” commenta Scorpius, scompigliandosi i capelli sudati, che tornano subito al loro posto “Però immagino che mi toccherà iniziare ad allenarmi da domani per la partita dell’anno prossimo.”

“Nonno Arthur fa sempre battute a Capodanno sul fatto che il 31 dicembre gli sembra l’anno scorso o cose del genere” dichiara sconsolata Lily, proprio mentre Albus la supera velocemente senza nemmeno notarla per correre dietro a Jodie; la piccola Potter lo segue con lo sguardo e Scorpius lo intercetta alla perfezione.

“Tutto bene?”

“Ma mio fratello… ieri è uscito con Jodie, per caso?”

“Non posso rivelarti certe informazioni, piccola Potter” sogghigna Scorpius.

“È mio fratello.”

“Appunto.”

“Scorpius!” lo richiama Jodie dallo spogliatoio, con un tono più arrabbiato, e Lily e il Serpeverde si scambiano uno sguardo.

“Mi sa che tu devi andare a sorbirti il discorso post – partita” ridacchia divertita la piccola Potter e Scorpius sbuffa, scuotendo la testa.

“Se per caso non mi vedi in Sala Grande preoccupati, d’accordo?”

“Se vuoi ti aspetto” dichiara tutto d’un fiato Lily ed è probabilmente più stupita lei dell’espressione che il Serpeverde mette su: non sa perché glielo ha chiesto, ma ha voglia di parlare con lui dopo tutta la settimana passata nel silenzio.

“Davvero?”

La Grifondoro annuisce.

“Perché no? Manca ancora un po’ all’ora di pranzo. E spero di ricevere informazioni sulla vita sentimentale di mio fratello” aggiunge, per smorzare un po’ la tensione.

“Su quelle non ci sperare troppo” replica Scorpius, prima di alzare un angolo delle labbra “Ma se hai voglia di aspettarmi… però ti avviso, potrei metterci un po’. Sai, il discorso…”

Lily fa un cenno verso la folla ancora esultante dei Grifondoro e sorride “Credo che ne avranno per le lunghe, qualcosa da fare posso trovare.”

Scorpius fa un ghigno, prima di portarsi due dita alla fronte, allontanandole poi subito dopo e girandosi per raggiungere in fretta gli spogliatoi; Lily lo guarda allontanarsi, prima di accorgersi di sospirare più profondamente, come se avesse bisogno di riprendere fiato. Rimane ad osservare la figura ben proporzionata del ragazzo con la divisa verde e argento e con un numero sette enorme sulla schiena finché non entra nello spogliatoio e solo allora la voce di Irene la raggiunge e la distoglie dai suoi pensieri.

“Ma che stai facendo qui tutta sola, Lils?”

“Niente, niente” risponde in fretta la ragazza “Volevo salutare Scorpius e…”

“Non aggiungere altro” la blocca l’amica, con un sorrisetto malizioso sulle labbra “Ho già capito tutto.”

“Sì? E cosa?” ridacchia Lily.

“Volevi gongolare. E ricordargli che esisti.”

La piccola Potter sorride “Qualcosa del genere, sì.”

Irene scoppia a ridere “Questa faccenda dell’amore sta sfuggendo di mano a tutto il castello e mancano ancora due mesi a San Valentino!”

“Ma di che parli?”

“Oh, sai, tu e Scorpius, Fred e Lindsay, tuo fratello ed Elizabeth, ho saputo che Alex e Dominique stanno uscendo insieme, l’altro tuo fratello che misteriosamente gira con Jodie Parkinson, Danielle e Hugo…”

“Danielle e Hugo cosa?!”

“Suvvia, Potter, tuo cugino non è proprio il massimo della discrezione” le fa notare Irene “E io osservo, al contrario di Danielle che ha gli occhi foderati di pudding.”

Lily alza gli occhi al cielo, scuotendo la testa.

“In ogni caso l’amore sta prendendo il sopravvento ad Hogwarts e il giorno in cui anche Rose si fidanzerà io capirò che sarà il momento giusto per urlare.”

“Quando sei così cinica mi sembri Danielle, Iri” ridacchia la piccola Potter “E credo che sarai davvero una grande giornalista.”

“Sono cresciuta tra gli articoli di papà, il fatto che io sia diventata cinica è la minore delle conseguenza” replica la ragazza “Comunque, aspetterai che Scorpius esca e farete una lunga passeggiata romantica o vieni a festeggiare con la tua squadra?”

“Non posso fare entrambe le cose?”

“Sì, certo. Era solo per sapere quanto posso ridacchiare con Danielle della faccenda.”

“Siete perfide, a volte. Danielle non è finita a Serpeverde solo perché è una Nata Babbana mentre tu… tu perché non sei finita a Serpeverde, esattamente?”

“Non è carino pensare che solo perché ogni tanto io e Danielle ridacchiamo di te siamo perfide e saremmo dovute finire in Serpeverde” ridacchia Irene “Soprattutto perché il tuo fidanzato è in Serpeverde.”

“Scorpius non è il mio fidanzato” protesta Lily.

“No? Perché sta venendo verso di noi in questo momento con l’espressione raggiante, degna di un fidanzato.”

“Ci hai provato, Scorpius Malfoy non verrebbe mai qui con un sorriso raggiante” replica la ragazza, ma getta comunque una piccola occhiata alle sue spalle: sa che il Serpeverde non è un tipo del genere ma… non si sa mai, no? Ovviamente dietro di lei non c’è nessuno e Lily si ritrova a guardare male la sua migliore amica.

“Non ti sopporto.”

“No? E io che volevo farti compagnia finché Malfoy non torna.”

“Non ce n’è bisogno, se vuoi andare a festeggiare va’ pure. Io vi raggiungo tra poco e oggi pomeriggio faremo festa in Sala Comune.”

“So che Danielle ha già scelto i nostri outfit” commenta Irene, sconsolata “A proposito, vado a raggiungerla prima che tuo cugino la intontisca di chiacchiere. A dopo, allora.”

“Ciao Iri.”

La piccola Potter non deve però aspettare a lungo perché poco dopo il Serpeverde esce dallo spogliatoio in fretta e con il borsone tenuto malamente – ma comunque con eleganza – sulla spalla; il primo aggettivo che a Lily viene in mente per descrivere Scorpius è proprio quello: elegante. Scorpius Malfoy è elegante e sempre in ordine, anche indossando una divisa sudata e sporca e con un borsone in mano. Per certi versi, le ricorda molto zia Fleur e la sua grazia innata, che ha trasmesso a Victoire, Dominique e Louis. Ma se lì il merito è anche forse del sangue Veela, nel Serpeverde tutto è dovuto ad un ordine e ad un rigore impartito negli anni, a niente di ereditato.

“Ti sei incantata?”

La voce di Scorpius la risveglia dai suoi pensieri e Lily se lo ritrova molto più vicino di quanto si aspettasse: come al solito la sua mente aveva vagato e si era persa in strade complicate.

“Sai di essere davvero antipatico, a volte?” sbuffa la ragazzina, mettendosi le mani sui fianchi; Scorpius ridacchia.

“Sì. Ho molte…”

“… sfaccettature?”

“Stavo per dire qualità. Tra le quali la modestia e l’antipatia. Camminiamo verso il Castello?”

Si iniziano a muovere, camminando fianco a fianco e Lily ci tiene a sottolineare “L’antipatia non è una qualità.”

“Dipende, se tiene lontane le persone indesiderate lo è.”

“Stai cercando di tenermi lontana?” domanda Lily, con un sorrisetto sfrontato.

“No” ammette il ragazzo “Ma a volte l’antipatia mi prende un po’ la mano e mi risulta più facile.”

“E quindi la usi.”

“Certo, dovrei forse scegliere la strada più difficile?” sogghigna Scorpius “E, ti prego, non fare un commento sulla mia Casa, ormai le conosco tutte le battutine.”

“Non lo avrei fatto” ribatte Lily, stupita dall’affermazione del ragazzo “Ma farò una battutina sul fatto che aspetto ancora una tua lettera.”

“Hai ragione. E sono contento di star parlando con te e non con tua cugina e sottolineerebbe che lei ha sempre ragione. Cosa non vera peraltro.”

“Il 98% delle volte, sì” replica Lily “Vogliamo star qui tutto il tempo a parlare di battutine e argomenti inutili?”

“Alternative?”

“Le vorrei leggere in una lettera.”

E Lily non ha intenzione di far cadere quell’argomento, perché quella lettera l’aspetta sul serio e quella settimana non avrebbe accettato la scusa della partita.

“Deve arrivarti a sorpresa, se me la chiedi che gusto c’è?” risponde rapido Scorpius, dando poi un’occhiata all’orologio.

“Devi andare?” domanda Lily, dispiaciuta.

“Quasi” ammette il ragazzo “Ma volevo farti una domanda, prima.”

“Quale?”

“Mi concederai un vero appuntamento?”

Lily si trattiene dall’impulso di sgranare gli occhi e di spalancare la bocca perché è convinta che Scorpius glielo abbia chiesto così di getto proprio per coglierla di sorpresa e vederle un’espressione stupida dipinta sulla faccia, ma non vuole dargli quella soddisfazione: lei non è la tipa che possa farsi sorprendere così facilmente. Così prova a mettere su l’espressione più maliziosa che riesce a fare, come a volte ha visto fare a Rose o a Dominique, appoggia una mano sul fianco e dichiara “Forse. Tu scrivimi.”

Cerca di non dirlo troppo velocemente, per non far trapelare l’entusiasmo e per far sì che sia Scorpius quello a sgranare gli occhi, ma non ottiene proprio l’effetto desiderato, perché il Serpeverde è sicuramente uno che sa celare bene le sue emozioni; il ragazzo sogghigna e si ferma di scatto.

“Siamo arrivati al castello, piccola Potter. Goditi i festeggiamenti per la vittoria, non dureranno a lungo: l’anno prossimo non avrete chance.”

“Pensa agli allenamenti tremendi a cui verrai sottoposto dal tuo Capitano, prima” ridacchia la ragazza “E festeggiare una vittoria a Quidditch è sempre bello quindi stai tranquillo, ci tengo a farlo al meglio.”

“Ciao, piccola Potter.”

“Ciao, Scorpius.”

E con quelle parole e con un ultimo sorriso, i due si separano.

Lily torna in fretta in Sala Comune per raggiungere le sue amiche, che nel frattempo si sono tolte il trucco dalla faccia e si stanno preparando per pranzare; nella Torre dei Grifondoro c’è già movimento per la festa di quel pomeriggio e le tre ragazze sono eccitate all’idea di partecipare: James è euforico e Fred non è da meno, quindi nessuno ha dubbi che organizzeranno una festa meravigliosa. Infatti Lily non si stupisce quando non li vede in Sala Grande, né quando vede la Sala Comune già super pronta nonostante manchino ancora un paio d’ore alla festa.

È proprio dopo essersi preparata, mentre Daniella ha già una mano sulla maniglia per scendere in Sala Comune, che un fruscio d’ali richiama l’attenzione delle tre ragazze ed un gufo batte il becco sulla finestra.

“Mi sa che è per te, Potter” ridacchia Danielle, immaginando di chi sia la lettera che l’animale porta.

“E sicuramente non è da parte di Albus” si aggiunge Irene.

“Siete insopportabili quando vi coalizzate contro di me” sbuffa Lily, andando verso la finestra.

“Noi scendiamo” dichiara Danielle “Tu fai pure con calma.”

“Sappiate che dopo non vi racconterò niente.”

“Sì, certo, come no” replica Irene “Come se non scenderai levitando a tre metri da terra anche senza mangiare Api Frizzole.”

“A buon intenditore…”

E scoppiando a ridere le due ragazze escono dalla stanza e lasciano la piccola Potter da sola, con una lettera su cui capeggia il suo nome in bella calligrafia. Lily si prende anche un attimo per osservare il modo di scrivere di Scorpius: si aspettava che scrivesse molto bene, perché le sembra un tipo troppo ordinato per non farlo, ma non si immaginava quella scrittura così allungata. Fa molto aristocratico, in realtà, e Lily si chiede chi gli abbia insegnato a scrivere in quel modo, forse Astoria.

Impaziente, apre la lettera.



Ciao Lily,
è un po’ strana questa lettera, ora sai chi sono e non devo fingere o rivelare troppo di me. Posso addirittura firmarmi con il mio nome, anche se non penso che lo farò, X mi piace di più ed è più misterioso…
Hai detto che ti dovevo scrivere, quindi eccomi qui, come da te richiesto.
Non so se sei già in Sala Comune a festeggiare o stai aspettando che tuo fratello organizzi una festa quantomeno decente, ma in ogni caso spero che tu ti diverta/ ti sia divertita. Certo, sarei stato più contento se la vostra vittoria fosse stata contro qualcun altro e non contro la mia squadra, ma credo che anche noi festeggeremo. Questa sarà la nostra ultima settimana al castello prima di Natale e alcuni Serpeverde hanno pensato che sarebbe stata una buona idea.
Immagino che tu tornerai a casa per Natale, come me. Magari… sì, cioè, se ne hai voglia potremmo vederci in un giorno delle vacanze. Credo sia più… tranquillo e riservato rispetto ad un’uscita ad Hogsmeade, no? Spero che non sarà un problema per te trovare una scusa per uscire di casa (lo ammetto, ho paura che tuo fratello ci pedini. Non Albus, è troppo innocuo e come spia non vale granché, ma James… James mi sembra un’altra storia).
Ammetto che ho pensato a lungo a questa lettera, ma non riuscivo a trovare niente di particolare da dire: è strano, era più facile parlarti quando non sapevi chi fossi. Che cosa patetica. Che so che tu troverai adorabile, invece. Io invece la trovo un po’ patetica e mi fa strano pensare che tu sappia che sono io X. Ma questo è un discorso che non può avere una conclusione, quindi lo interromperò qui.
Sto un po’ cercando di allungarla, questa lettera, perché le ultime sono state scarne e me ne dispiaccio. Avrei voluto raccontarti più cose, ma chissà, se accetterai il mio invito te le potrò raccontare dal vivo, magari. Ti chiedo solo di non… dirlo a nessuno, per quanto possibile. Immagino che non potrai rinunciare a dirlo a Hugo e a Rose, così come alle tue amiche, ma non vorrei che la cosa arrivasse alle orecchie di Albus: anche se è un pessimo fratello maggiore per quanto riguarda il campo sentimentale, non sa niente di questa storia e vorrei che non lo scoprisse subito. Né che glielo dica qualcuno di estraneo come semplice pettegolezzo.
So che mi risponderai che dovrò continuare a scriverti se voglio uscire con te e lo farò, per quanto mi sarà possibile. Il Gufo di casa Malfoy è spesso in giro, durante il Natale, per degli auguri probabilmente falsi e di convenienza: il mio tono è un po’ arrogante, probabilmente, ma è quello che succede.
Ti auguro di passare un bel Natale.
Scorp X




Lily sorride, stringendo la lettera tra le dita; la legge due volte, prima di appoggiarla sul comodino ed andare alla festa, facendo due scalini alla volta: sente i piedi leggeri e una gran voglia di sorridere e di ballare e l’idea di un’uscita con Scorpius la rende allegra ed entusiasta. Gli risponderà dopo: vuole prima rileggere la lettera – ancora e ancora – e pensare ad una bella risposta originale. Se c’è una cosa che non vuole è che Scorpius pensi che lei sia una ragazza banale e come tutte le altre, ma lei non è così e tirerà fuori tutte le sue scintille per dimostrarglielo.






Felpie's Corner
Ci tengo solo a dire che avevo riletto il capitolo, corretto tutti gli errori e riscritto frasi in un italiano più decente ed ero davvero soddisfatta di averlo fatto in poco tempo perché avevo da fare, quando ovviamente Word ha deciso di chiudersi e tanti saluti a tutte le correzioni. Le ho rifatte, più o meno, spero di aver visto tutti gli errori, ma sono molto di corsa (che strano) quindi spero non mi sia sfuggito nulla. In caso, fatemelo sapere. Scusate per le prime frasi piene di tempi verbali strani, anche quelle le avevo sistemate ma, ahimé, non era destino, quindi le lascio com'erano originariamente. 
Volevo mettere un capitolo leggero per tutti, dopo la serie di litigate, scazzottate e chi più ne ha più ne metta.
No, Rose e Thomas non sono l'ennesima sottotrama, anche loro non riuscirei a reggerli, però mi piaceva vedere Rose in difficoltà per una volta.
Il pianeta Upendi è una citazione del Re Leone 2 ("Upendi significa amore, non è vero?" - cit.), dopotutto a Rose piace qualsiasi aspetto della cultura babbana, anche i cartoni animati.
"Ronald Weasley è il nostro Re, ogni due ne para tre" è forse la cosa che mi ha fatto sempre più ridere del sesto libro, quindi dovevo mettere Hugo nuovo King dei Grifondoro.
Sebastian? Sebastian chi? Qualcuno ha detto Sebastian? Scorpius lo ha bellamente ignorato (bravo Scorpius, così si fa) e anche Rose sembra aver temporaneamente sorvolato sul fatto che non era Malfoy l'ammiratore originario - si sta pur sempre avvicinando il Natale, i litigi non fanno bene, soprattutto nel Clan Potter - Weasley.
Sappiate che ora inizieranno tutti i capitoli (sì, sono più d'uno) sulle vacanze di Natale, perché, si sa, se la gente non deve studiare Fiammagranchi e Pozioni Smemorine ha molto più tempo per pensare ai suoi drammi.
Di nuovo, perdonate i vari errori (che spero non ci siano, in realtà) e spero che vi faccia sempre piacere leggere la mia storia.
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Capitolo 27 - James Sirius ***


Tonight
We are young
So let's set the world on fire
We can burn brighter than the sun
Now I know that I'm not
All that you got
I guess that I, I just thought
Maybe we could find new ways to fall apart
But our friends are back
So let's raise a cup
'Cause I found someone to carry me home
(We are young - Fun)






James è contento quando la scuola finisce, quella settimana: Dicembre è stato un mese impegnativo ed è quasi un sollievo preparare il baule per tornare a casa. Non credeva che avrebbe mai detto una cosa simile, dopo i primi mesi del suo ultimo anno, ma in quel momento Hogwarts gli sta stretta e ha un gran bisogno di starsene chiuso in camera, da solo, e cercare di fare ordine su tutto ciò che gli è successo nell’ultimo periodo. Chissà se, riflettendoci a fondo, sarebbe anche riuscito a trovare una soluzione a tutto e a capire come far svoltare al meglio il suo ultimo anno a scuola.

Quell’ultima settimana l’ha passata appiccicato a Roxanne – tanto che ad un certo punto la cugina si è quasi spaventata ad avercelo sempre tra i piedi – e con Fred, quando non c’era Alex. Con l’amico non ha parlato e si sono evitati il più possibile, e James si è reso conto che era da tempo che non passava un po’ di tempo da solo con il cugino: negli ultimi mesi, le volte in cui erano stati insieme da soli a non far nulla si potevano contare sulla punta delle dita – di una mano sola, per di più.

Quindi, mentre vede i boschi innevati e brillanti diventare palazzi grigi e sporchi, si sente quasi meglio; si lancia giù dal treno, salutando gli amici di sfuggita e i cugini ancora più velocemente, perché tanto li rivedrà a breve e va verso la madre, che li aspetta accanto a Ron.

“Ciao James” lo saluta, scoccandogli un bacio sulla guancia “Oggi sei stato troppo rapido, ero già pronta a chiacchierare con tutta la stazione prima di riuscire a trascinarti via.”

Il figlio fa un sorriso di circostanza, senza rispondere, ed attende impaziente che anche i suoi fratelli lo raggiungano: Albus saluta i suoi amici Serpeverde e Lily le sue compagne di stanza, mentre Fred e Roxanne scherzano con gli altri della squadra e Dominique… James gira di scatto lo sguardo prima di vederla avvinghiata ad Alex. Se lo immagina già bene, senza bisogno di approfondire.

E visto che è perfettamente in grado di Smaterializzarsi da solo, acciuffa suo fratello non appena si avvicina alla madre e lo porta a casa.

“Cazzo, James, un minimo di preavviso” si lamenta Albus, appoggiando le mani sulle ginocchia per evitare di vomitare.

“Scusami. È che avevo fretta di tornare a casa.”

“Se ti scappava così tanto la potevi fare sul treno…”

“Spiritoso” dichiara James, entrando in casa e andandosene in camera, iniziando a disfare il baule, più per tenersi impegnato che per altro. Il che è buffo, visto che da sette anni che sta al castello non ha mai disfatto il baule quando tornava a casa per le vacanze di Natale.

“Toc toc.”

Il viso sorridente di Ginny appare sulla porta, distraendo James dai suoi pensieri; il ragazzo guarda la madre: l’ha sempre trovata una bella donna, ha dei capelli rossi infuocati meravigliosi che è contento abbia ereditato sua sorella e le lentiggini, Merlino, le lentiggini James le ama alla follia. Sa che sua madre è bella e non solo, sua madre è determinata, testarda e tremendamente sagace: quindi il fatto che sia lì può voler dire solo che vuole scoprire cosa gli stia passando per la testa in quel momento. Probabilmente non è stata una mossa molto furba andarsene così di scatto dalla stazione trascinando suo fratello con sé, ma non ne poteva più di tutta quell’aria “scolastica”.

“Ciao mamma.”

“Stai disfacendo il tuo baule?”

“Sto cercando una cosa” mente in fretta James, mentre la madre annuisce e si siede sul letto, accanto ad una montagna di vestiti accatastati.

“Credevo di averti insegnato a piegarli, i vestiti” commenta, prendendo una maglietta e cercando di sistemarla alla meno peggio.

“Che c’è, mamma?”

“Niente.”

James alza un sopracciglio, guardandola, così lei aggiunge “Andiamo da nonna Molly per Natale.”

“Solo noi?” si interessa James.

“Noi e zio Ron. Gli altri vanno lì la sera della Vigilia. Ho saputo che Hugo ha fatto una partita eccezionale.”

Tipico della madre, interessarsi del Quidditch.

“Dovresti dirlo a lui, sono sicuro che lo riempirai di gioia.”

“Lo dico a te che sei il capitano” ribatte Ginny “Sono fiera di come stai guidando la squadra, James. Lo sapevo che la prima partita… era stata solo una svista.”

James alza un angolo delle labbra, in fondo orgoglioso delle parole della madre: lei prende il Quidditch tremendamente sul serio quindi se gli fa un complimento del genere… sicuramente lo pensa.

“Non sono venuta qui solo per questo, però. Sono venuta anche a dirti che non mi sono dimenticata di averti mandato una lettera di rimproveri che immagino sia stata accartocciata dopo trenta secondi…” Ginny si blocca, come sperando di essere smentita “Ma non importa, ora. Ora è Natale. E soprattutto tu hai 17 anni e penso che avrai avuto le tue ragioni per fare una cosa del genere, anche se magari non erano proprio buone. Però tu non sei un ragazzo che fa a botte e che si lascia prendere dall’impulso, nonostante sia questa la prima idea che dai. Sei un ragazzo che pensa a quello che fa, a volte anche troppo. E ti chiedo di riflettere sul perché tu abbia fatto una cosa del genere.”

James non risponde, piegando una maglietta solo per ingannare il tempo. Ci ha già riflettuto abbastanza in quell’ultima settimana.

“Inoltre sono venuta a dirti che io e zia Hermione abbiamo scelto di fare un Babbo Natale segreto, una tradizione babbana che…”

“So cos’è” la interrompe James “Molly ha provato ad organizzarlo tra noi un paio d’anni fa.”

“Curioso che tu abbia detto Molly, perché è capitata proprio lei a te. Falle un bel regalo.”

James sgrana gli occhi “Cosa? Ma io di Molly non so nulla.”

“Un buon motivo per iniziare a conoscerla meglio.”

“Ma non posso farlo a Fred? O a Rox? Perfino a Rose è meglio.”

“No, dovrai farlo a Molly.”

“Lo avete fatto apposta, vero?” indovina James.

“Forse. Ma a Fred e a Dominique tu il regalo lo faresti comunque, non sarebbe una cosa di famiglia” risponde Ginny, alzandosi e andando verso la porta “Comunque a me è andata peggio, te l’assicuro.”

James sogghigna “Chi ti è capitato?”

“Non te lo dico, io e te non parliamo più quindi scordati che io ti riveli qualche particolare” dichiara la madre, con un sorrisetto divertito “Mi piaceva, quando parlavamo.”

“Mamma, avevo nove anni.”

“E dicevi di voler andare a vivere con Dominique e Fred come in una confraternita babbana. Ancora rimprovero zio George per avervi fatto vedere quel film babbano americano.”

“Tu non mi hai dato il permesso, comunque” le fa notare il figlio “Quindi ora devi dirmi a chi devi fare il regalo.”

“È una delle tue zie, con cui non ho niente in comune. Non dico altro, lo vedrai quando ci scambieremo i regali tutti insieme, il 27.”

“Zia Penelope?” tira ad indovinare il ragazzo.

“Il 27, James” lo ferma la madre, con un sorriso “Ora sbrigati, sistema e vieni giù. Tuo padre sarà qui a momenti e vorrà sentire i racconti della tua fantastica vittoria.”

James guarda la madre uscire dalla porta e chiudersela alle spalle, prima di sospirare: non si sente per niente a suo agio con sua madre, nonostante sia perfettamente consapevole che Ginny Weasley – Potter sia una delle madri più alla mano. Non vuole che lo legga dentro fastidiosamente, come solo lei sa fare, né che capisca che ci sia qualcosa che non va. Cioè, non c’è niente che non vada, a parte Dominique, il Quidditch, i M. A. G. O. e l’ultimo anno al castello. No, Dominique no. Solo il Quidditch, i M. A. G. O. e l’ultimo anno al castello.

Sul suo comodino c’è un portafoto con tre cornici: in una foto è con Lily e Albus, l’altra con Roxanne, Fred e Dominique e l’ultima è solo con Dominique. In quella foto avranno circa dodici anni, hanno la divisa e sono alla stazione di King’s Cross: lui le tocca il naso e lei scoppia a ridere, toccandosi il viso.

James guarda la foto: Dominique era bellissima già a dodici anni. O forse lo è sempre stata, fin da quando si faceva le due trecce bionde che le tenevano fermi i capelli in maniera infantile, insieme al cerchietto celeste che tanto amava. Sua cugina adorava quel cerchietto e James si chiede che fine abbia fatto. È tanto che non vede la ragazza con un cerchietto, anche se le stava meravigliosamente bene – come qualsiasi cosa indossi.

Il ragazzo scuote la testa, come per scacciare l’immagine di sua cugina e tutti quei pensieri, ed esce dalla stanza, lasciando tutti i vestiti sul letto; mentre scende le scale, sente la porta aprirsi e i passi di Lily che corre incontro al padre.

“Ciao piccola. Dove sono i tuoi fratelli? Siete tutti a casa?” la saluta Harry, abbracciandola, prima di alzare lo sguardo su James “Ciao figliolo.”

Il ragazzo storce le labbra in un mezzo sorriso, mentre Albus si presenta al suo fianco, già con indosso un plaid a scacchi orrendo e delle pantofole pesanti.

“Ciao caro, bentornato” lo accoglie Ginevra, dalla cucina, con uno strofinaccio in mano “Ragazzi, apparecchiate la tavola, forza, tra poco si mangia.”

James prende un profondo respiro: è tornato a casa.

La sera della Vigilia, come d’accordo con il resto del Clan, i Potter la passano a casa, solo loro cinque; Ginny ha cucinato del pesce al forno e Lily si è occupata di preparare un dolce – rigorosamente al cioccolato – mentre ad Albus, James ed Harry è stato intimato di occuparsi dell’apparecchiare la tavola e di decorare la casa.

Lily è quella che ha più voglia di chiacchierare, ma Albus non è sicuramente da meno e dominano la conversazione per tutta la serata, anche quando si spostano in salotto e Harry e James si sfidano ad una partita a scacchi, mentre Ginny si mette sul divano ad ascoltare i figli. Il figlio maggiore è stupito di quanto riescano a chiacchierare i suoi fratelli, di cose anche banali e che lui non si sognerebbe mai di raccontare, mentre con mosse abili sconfigge il padre in poche mosse; Harry guarda sconsolato la scacchiera, mentre James ghigna: Harry Potter sarà anche il Salvatore del Mondo Magico, ma lui si è allenato con Rose, non può perdere.

Aspettano la mezzanotte e allo scoccare dell’ora si scambiano i regali: James riceve un Set professionale per la Manutenzione della Scopa dalla madre ed un porta-bacchetta da parte del padre – “sai, per l’Accademia… può essere utile…” – e un cappello di lana di una marca babbana da parte di sua sorella. Il regalo però lo sorprende di più è quello di suo fratello: si ritrova tra le mani una tavola di legno con quattro ruote e guarda confuso prima l’oggetto e poi suo fratello.

“È uno skateboard” spiega Albus.

“Sì, me ne ha parlato Domi, ma…” mormora James “Come… non mi aspettavo sapessi cosa sia uno skateboard.”

“Infatti non ne ero a conoscenza fino a un paio di settimane fa. Me ne ha parlato Scorpius e l’ho trovata un’idea che ti sarebbe potuta piacere.”

“Grazie, domani lo proverò subito.”

“Dopo il pranzo da nonna” lo blocca la madre “Vorrei portartici tutto intero.”

Lily scoppia a ridere, mettendosi subito la maglietta dei Tornados che James le ha regalato, e il clima familiare continua ancora per un’oretta, prima che vadano tutti a dormire.

James è svegliato dalla luce del sole che entra attraverso le tende che non ha chiuso bene la sera prima: al castello c’è sempre Alex che ci pensa, mentre a casa non gli entra in testa che la luce lo può svegliare quando filtra dalle tende.

Apre le finestre e vede un gufo andare verso la camera di suo fratello; guarda sul tavolo, dove ha lasciato il regalo di Albus e decide che, anche se sua madre non vuole, un giro è proprio curioso di farcelo. Quindi, attento a non fare rumore e con un paio di pantaloni della tuta con una macchia indelebile d’erba sulle ginocchia, esce e va a fare un giro per la strada davanti casa.

Casca almeno tre volte, prima di prenderci un attimo la mano, e dopo mezz’ora scorrazza entusiasta sul marciapiede da cui ha tolto con un colpo di bacchetta la neve accumulata: quello sì che è un regalo che a Fred piacerebbe tanto. Torna a casa infreddolito e con le guance rosse, ma con un sorriso divertito; Ginny, in cucina a preparare la colazione per un Albus mezzo addormentato, lo guarda di traverso, ma James sale in fretta in camera per evitare il rimprovero.

Si fa la doccia per scaldarsi e si prepara per il pranzo, mettendosi la camicia e un maglione pesante, prima di sdraiarsi sul letto a leggere una rivista di Quidditch. Dopo un po’ qualcuno bussa alla sua porta e, quando James si mette seduto, Harry entra.

“Jamie, possiamo parlare un attimo?”

James appoggia da parte la rivista di Quidditch, come a dire che ascolterà ciò che vuole dirgli, ma non gli fa spazio sul letto; Harry sospira, avvicinandosi a lui e sedendosi in un angolo.

“Io so che tu credi che io non ti capisca…”

“Non lo fai, infatti” commenta il ragazzo, un po’ più bruscamente di quanto avrebbe pensato.

“Ma voglio che tu sappia che io ci provo, ci provo davvero” Harry gioca con il pacchetto incartato in una bella carta rosso lucido che tiene tra le mani “Questo è il mio regalo di Natale per te. Non ti conosco bene, penso di sapere solo che tifi per i Tornados ma che ti piace essere aggiornato su tutte le squadre. Non so nemmeno cosa vorrai fare dopo il diploma, se vorrai sul serio entrare in Accademia o no. Però, se ti conosco un minimo, so che apprezzerai questo regalo.”

“Mi hai già fatto il regalo” gli fa notare il ragazzo.

“Un padre non può fare due regali al suo figlio maggiore?”

“Che cos’è?”

“Aprilo.”

James, stupito, scarta il pacchetto e si ritrova tra le mani due frammenti di specchio, senza capirne l’utilità.

“Che cosa sono?”

“Si chiamano Specchi Gemelli, tuo nonno e il mio padrino li usavano per comunicare e per essere sempre in contatto. Io ne avevo uno, l’altro lo aveva Aberforth, sai, quello della Testa di Porco…” spiega Harry “Comunque ora li ho recuperati… e pensavo ti potessero piacere. Sai, so che hai rubato la Mappa del Malandrino quando avevi solo undici anni e Merlino solo sa come hai fatto a farla funzionare, anche se immagino c’entri zio George…”

James non tradisce alcuna espressione, anche se è stupito che suo padre si sia accorto della sparizione della preziosa mappa e che abbia indovinato che è stato zio George a spiegargli come usarla.

“Non ne sarei sorpreso, spero… anche lui lo insegnò a me.”

“Davvero?!” James non riesce a trattenersi dal domandarlo e Harry risponde con un sorrisetto, soddisfatto di aver ottenuto l’attenzione del figlio e di averlo stupito.

“Quello che forse non ti ha detto è chi erano i Messeri che hanno inventato quella Mappa geniale.”

“Tu lo sai?”

“È stato tuo nonno.”

“Nonno James?!”

“E chi altri? Nonno Arthur? È decisamente troppo buono per pensare una cosa del genere” commenta Harry, strappando un sorriso al figlio.

“Nonno James era Ramoso, Sirius Black era Felpato, Remus Lupin, il papà di Teddy, era Lunastorta, e un ultimo loro amico, Peter Minus, era Codaliscia.”

“Non mi hai mai parlato di lui.”

“Non c’era molto da dire” taglia corto il padre “Il punto è che anche questi Specchi appartenevano al nonno e li usava per essere sempre in contatto con Sirius. Mi sono stati utili nella Guerra Magica, ma ora li ho recuperati entrambi e vorrei che li avessi tu.”

“Come funzionano?” domanda James, intrigato dal ricevere qualcosa che apparteneva al nonno.

“Uno devi tenerlo tu, l’altro lo dovrai dare alla persona con cui desideri rimanere sempre in contatto. Sussurrando il suo nome accanto allo specchio lui ti apparirà e potete parlarvi.”

“Come un telefono?”

“Come un telefono” conferma Harry “Solo che questi specchi funzionano anche ad Hogwarts, non hanno problemi di campo e ti permettono di vedere l’altro.”

James osserva le due schegge di vetro che tiene tra le mani; questo è forse il primo regalo di suo padre che si avvicina veramente ai suoi desideri.

“James…” ricomincia il padre, giocherellando con le mani, e il figlio lo guarda e se c’è una cosa di cui è sicuro in quel momento è che suo papà non sa affrontare i discorsi come mamma Ginny.

“James, io lo so che… senti la pressione. La mia pressione e quella del nostro nome.”

Sentire la pressione? Un eufemismo.

“E probabilmente in gran parte è colpa mia.”

Sì, sicuramente. Ma il ragazzo si trattiene dal farglielo notare e si limita a tenere per sé quel pensiero. Quantomeno suo padre si sta sforzando di parlargli.

“Ma… per quello che vale e per quanto tu possa crederci… a me, anzi a noi, a me e alla mamma, non importa come sei. Noi ti amiamo in ogni caso. Che tu sia una schiappa a Quidditch o il perfetto erede dei Malandrini” sogghigna Harry, tentando di far ridere il figlio “Ovviamente non dire alla mamma che ho detto questa cosa, sai, lei forse su questo potrebbe non essere troppo d’accordo.”

James ridacchia “Manterrò il segreto, papà.”

Harry stira le labbra in un debole sorriso, appoggiando la mano sul ginocchio del figlio e poi alzandosi in piedi; quand’è a pochi passi dalla porta aggiunge “Sono anche venuto a chiamarti, tra poco andiamo da nonna. Vai a chiamare anche i tuoi fratelli, per favore.”

Il ragazzo annuisce e, quando il padre esce, infila gli specchi nella tasca del cappotto: sa perfettamente a chi regalare l’altro e sa che sarà entusiasta di ricevere un regalo del genere. Raccoglie il cappotto e il cappello nuovo e va in camera di suo fratello, dove entra senza curarsi troppo di bussare.

“James!” protesta infatti subito Albus “Per Salazar, potresti annunciarti. Sai, squilli di tromba, un colpo sulla porta…”

Il maggiore fa un gesto di non curanza con la mano e, curioso, si guarda intorno “Ho visto che prima ti è arrivato un gufo… non mi sembrava quello dei Malfoy…”

“E quindi?” domanda Albus, nascondendo in fretta delle carte sulla scrivania.

“Niente, ero solo curioso” ammette James, sedendosi sul letto del fratello, appoggiando le mani dietro e battendo i piedi sul pavimento “Mi hai fatto un regalo bellissimo, Al.”

“Sono contento che ti piaccia.”

“Sei fidanzato?”

Il Serpeverde sgrana gli occhi “Che?!”

James sorride divertito “È una domanda semplice.”

“Noi non parliamo mai di queste cose.”

“Vero. Ma dovremmo, non pensi?”

“Sì?” chiede Albus “E tu hai qualcosa da raccontarmi?”

“Lizzie mi ha lasciato.”

“Dopo la rissa?”

“Lo hai saputo anche tu?”

“L’ha saputo anche Gazza, James” ridacchia Albus, cercando nell’armadio un maglione da mettersi senza macchie e possibilmente pulito.

“Quindi?”

“Cosa?”

“Voglio sapere di chi era quel gufo” insiste James che, per quanto sconvolto e con la vita in totale disordine, non può rinunciare a qualche sano pettegolezzo, soprattutto se riguarda suo fratello.

“Quanto sei fastidioso, di solito prendi le persone per sfinimento?” sbuffa Albus “Comunque è Jodie, mi ha detto che la madre lavora domani sera e se voglio andare da lei.”

“Tu e lei? A fare che?”

Albus arrossisce “A guardare un film horror, James! Ma che ti salta in mente? Non mi puoi chiedere certe cose, è imbarazzante.”

“Ma per favore, sono tuo fratello, devo chiederti certe cose. E perché ti ha invitato proprio quando la madre non c’è?”

“Primo, per evitare domande fastidiose. Secondo, la madre non ama gli oggetti babbani e non approverebbe la visione di un film. Terzo, non sono affari tuoi.”

“Voglio solo essere sicuro che tu sappia… come comportarti.”

“Mi stai facendo il discorso?”

“Credo sia molto meglio che te lo faccia io piuttosto che mamma o papà, non pensi?” sogghigna James e Albus, suo malgrado, si ritrova a chiudere la bocca, mentre era già lì per ribattere.

“A te è successo?”

“Cosa? Di fare sesso o il discorso?” chiede ingenuamente il maggiore.

“Il discorso, idiota. Sul sesso ho pochi dubbi.”

“Sì. E non è stato per niente piacevole.”

“Quanti anni avevi?”

James sogghigna “Nelle vacanze di Natale del mio quarto anno.”

Albus sgrana gli occhi “Così presto?! Devo ritenermi offeso che a me non l’abbiano ancora fatto?”

“Io direi più fortunato, ma vedila come vuoi.”

“Io direi che questa è la conversazione più imbarazzante che abbiamo mai avuto ed ora ti pregherei di uscire dalla mia stanza prima di scoprire qualche altro dettaglio che preferirei mantenere segreto.”

“Va bene, va bene” dichiara James, alzandosi dal letto e sollevando le mani “Comunque, a parte tutto, ero venuto a dirti che stiamo per uscire.”

E dopo un ultimo sorrisetto furbetto – e parecchio malizioso – il maggiore esce dalla stanza, per andare a chiamare l’ultima; James lancia uno sguardo alla camera della sorellina, anche lei china alla scrivania a scrivere qualcosa: ma è diventata una moda? Solo lui non ha da scrivere niente a nessuno?

“Toc toc” esclama, facendo il gesto di battere il pugno sulla porta aperta e Lily fa un salto, spaventata “Si può?”

“James… mi hai fatto paura!” lo rimprovera la ragazza.

“Mi dispiace, eri così concentrata, non volevo disturbarti. Ma dobbiamo andare da nonna, è ora.”

“Come? Ah, sì, arrivo” risponde la ragazza, finendo di scrivere un’ultima frase, inserendo la lettera nella busta e chiudendola con un po’ di saliva.

“È per Hugo?” si informa James, curioso “O per le tue amiche?”

“Sei diventato troppo curioso dei miei affari” ridacchia la piccola, avvicinandosi a lui ma senza dargli una risposta “Comunque sono pronta, possiamo andare.”

Poco dopo, si Smaterializzano tutti e cinque alla Tana, dove vengono accolti da abbracci calorosi – soffocanti, a detta di Albus quando nessuno a parte James può sentirlo – e con un buonissimo profumo di arrosto. La famiglia di zio Ron è già lì e l’albero di Natale è pieno zeppo di regali, a cui si aggiungono anche quelli della famiglia Potter: ci sono già anche i regali per gli altri cugini, Ginny aveva paura che se li sarebbero potuti scordare il 27 e fare una figuraccia – già successa in passato, tra l’altro. Nonna Molly ha, come sempre, il pieno possesso della cucina, a cui permette solo a Lily e a Ginny di avvicinarsi, mentre lascia i ragazzi ad apparecchiare. Hugo non fa che parlare di Quidditch con Harry, descrivendo fin nei minimi particolari ogni minuto dell’ultima partita e di quella al cardiopalma contro i Corvonero; James sorride, guardandolo: è sicuro che ripeterà la stessa storia a Ginny e che il discorso tornerà fuori il 27 con Louis. Si chiede quante volte zio Ron abbia sentito quel racconto. Rose fa una partita a scacchi contro di lui – il gioco natalizio più gettonato – e lo batte, non tanto malamente, ma comunque a sufficienza e Ron gli dà un paio di consigli, prima di sorridere orgoglioso alla figlia. Invece Albus è da qualche parte a confabulare con nonno Arthur, probabilmente raccontandogli dello skateboard.

A tavola, il discorso è ovviamente il matrimonio tanto atteso, ormai alle porte; James è convinto che anche ieri sera i suoi nonni non abbiano parlato di altri.

“Sono così emozionata” dichiara Molly “Ieri mi sono fatta descrivere da Victoire il vestito, quando Teddy non sentiva: è meraviglioso. E anche quello della damigella d’onore è splendido.”

James inghiotte a vuoto, al pensiero di Dominique, la damigella d’onore di Vic, con un vestito meraviglioso: dopotutto, sua cugina starebbe bene con qualsiasi cosa.

“Anche io ho comprato un bellissimo vestito, nonna” esclama Lily “È verde e Molly ha detto che mi stava molto bene. È stata lei ad accompagnarmi.”

“E tu, Rosie? Come ti vestirai?”

“Suppongo di non poter rispondere con le scarpe da tennis…” sospira la ragazza e James ridacchia: adora l’amore per la semplicità e per la comodità di sua cugina.

“Assolutamente no.”

“Ho delle ballerine…”

“Tesoro, quelle ballerine hanno almeno cinque anni, io dubito anche che ti possano entrare” le fa notare Hermione, tagliando un pezzo di carne “Credo che dovremmo fare un giro per negozi.”

“Ron, mi raccomando, vai anche tu a fare un giro per negozi” si raccomanda Molly.

“Perfino io ho comprato un bellissimo vestito” interviene Arthur, tutto fiero a capotavola.

“E invece, invece, qualcuno di voi verrà accompagnato?” domanda curiosa la nonna e tra i cinque ragazzi ci sono dei rapidi sguardi “Suvvia, non siate timidi, tra non molto lo scoprirò. Per esempio, James, tu porterai avanti la promessa di andare al matrimonio con Dominique? Ti ricordi, lo dicevate sempre… al matrimonio di Victoire e Teddy ci sareste andati insieme e tu avresti indossato il corpetto e lei i pantaloni da uomini. Sull’outfit spero proprio abbiate cambiato idea…”

Il sorriso di James si congela sul viso, mentre ripensa ad una conversazione di un anno prima.



“Potremmo dirlo a tutti sai?”

Sono seduti in riva al mare, da soli: chi altro potrebbe essere lì, il 20 Dicembre, con quel clima rigido? I loro genitori sono a Villa Conchiglia e loro sono sulla spiaggia lì davanti, sgattaiolati via senza troppi problemi. Dominique ha la testa appoggiata sulla spalla di James, che la stringe a sé, un po’ per scaldarla e un po’ per sentire il profumo dei suoi capelli. Il piumino è morbido sotto le sue dita e sua cugina tiene una mano fredda nella sua.

“Che cosa?”

“Di noi.”

“Sei fuori di testa?”

“No, sono serio. Potremmo dirlo al matrimonio di Victoire e Teddy o alla festa di compleanno di nonno Arthur.”

“Teddy e Victoire non si sposeranno così presto, preferisco decisamente il loro matrimonio alla festa di compleanno di nonno Arthur” ridacchia Dominique “Sarai il mio cavaliere, vero?”

“Non dovrebbe essere l’uomo a chiederlo alla donna?”

“Ci vuoi andare con Molly? O con Rose? O con una sciocca Grifondoro del primo anno?”

“Saresti gelosa?” sogghigna James “Perché in quel caso potrei davvero invitare qualcun’altra…”

“Nemmeno per idea” ribatte Dominique “Ma te la farei pagare cara. E poi me lo hai promesso anni fa, ricordi? Tu corpetto e io smoking.”

James scoppia a ridere, baciando la punta del naso della ragazza “Non voglio andarci con nessun’altra, Dom – Dom. E vorrei sul serio dire a tutti di noi.”

“Non possiamo…”

“Dovremmo farlo, prima o poi” ribatte James “E poi non è cosa così inusuale che i cugini si accoppino tra loro: le famiglie di Purosangue stanno in piedi solo grazie a questo!”

“Siamo nel XXI secolo, Jamie.”

“A volte, invece che andare avanti, mi sembra che la società stia andando indietro” sbuffa il ragazzo “Però dovremmo farlo prima o poi.”

“Dici?”

“Sì. Se questa… cosa… continuerà… e io voglio disperatamente che continui… prima o poi qualcuno lo verrà a sapere. Prima o poi lo dovremmo dire a tutti.”

“Questa frase mi fa rabbrividire più del clima rigido” ammette Dominique.

“Non ti farebbe piacere?”

“Certo, Jamie… anche io vorrei dirlo a tutti, ma… ho paura. E non so come fai a non averne tu. Sono la nostra famiglia… e sì, sono persone aperte, ma…”

“Anche io ne ho paura, Domi. Vedo mille scenari in cui zio Bill mi uccide, in mille modi diversi in ognuno, e vedo nonna Molly che fa finta di nulla. Vedo zio Ron inorridire e zia Fleur arricciare il naso e sento zia Penelope bisbigliare all’orecchio di zio Percy. Immagino papà in imbarazzo e mamma furibonda con te e non voglio nemmeno pensare ai commenti di Molly, Lucy e Rose. Ho paura a sperare nel sostegno di Rox e Fred, magari entrambi troppo sbalorditi per prendere le nostre difese e ho il terrore che zio George si metta a ridere come se la faccenda fosse tutto un gioco, almeno finché zia Angelina non gli spiega che è tutto vero. E vedo i miei fratelli confusi e Louis deluso da me e forse anche da te. E sento già il discorso di Teddy a me e di Victoire a te. E nonno Arthur arrabbiato per avergli rovinato il compleanno…”

“… questa forse è l’unica cosa che potrebbe non succedere…”

“… ma quello che voglio dire è che sì, anche io ne ho paura. Ma tengo troppo a te per rischiare che una cosa del genere rovini tutto” conclude James, guardando gli occhi cristallini della cugina e perdendocisi dentro un attimo. Aveva sempre trovato ridicola la frase “perdersi dentro a degli occhi”, ma con Dominique… era diverso. Riusciva a perdercisi completamente.

La ragazza sospira “Anche io lo vorrei James, ma…”

“Non dobbiamo dirlo a tutti subito. Potremmo iniziare da Fred e Rox, passare ai nostri fratelli e ai nostri genitori, tenendo quelli più estranei alla faccenda per ultimi…”

“Quello lo davo per scontato” ridacchia Dominique “L’idea di fare un discorso ufficiale ad un pranzo di famiglia davanti a tutti è fuori discussione. Ma… se hai ragione tu… sì, prima o poi dovranno saperlo…”

James sorride e si gira per guardare bene la ragazza e non solo con la coda dell’occhio; le stringe le spalle con le mani e dichiara “E sarà un giorno bellissimo, un giorno meraviglioso, un giorno di festa. Rideremo, rideremo così tanto che ci farà male la pancia e potrò urlare a tutti che mia cugina è la ragazza più fantastica che abbia mai conosciuto. Ed è la mia ragazza.”

“Come siamo possessivi…” sussurra Dominique, avvicinandosi al viso di James; gli appoggia le mani fredde sulle guance, ma il ragazzo non se ne accorge, tant’è il caldo che sente. La francesina appoggia le labbra sulle sue e dopo qualche istante il bacio diventa molto più profondo.



“No, nonna, Dominique ha invitato Lorcan” interviene Lily, salvando James da una risposta spiacevole.

“Lorcan? Ma non ha l’età tua e di Louis?”

La piccola annuisce “Sì, ma era per invitare entrambi i gemelli.”

“Lucy mi aveva scritto qualcosa a riguardo… è vero che tu hai la fidanzata, James?”

Dalla padella alla brace. Sarebbe stato un pranzo molto lungo.






Felpie's Corner
Buonsalve e bentrovati! Iniziano così le super vacanze di Natale, che sicuramente non saranno tranquille, ma che spero siano anche piacevoli (in pratica due giorni fa era il 25 Aprile e il Clan Potter - Weasley sta festeggiando il 25 Dicembre, ma ehi, tutto regolare). Se volete saperne di più di quello che aspetterà i protagonisti in queste vacanze, questa settimana pubblicherò sia uno scambio di messaggi tra James e Fred, che una lettera di Lily al suo migliore amico (giusto per fare un po' di scintille).
Mi piace pensare che Ginny avesse un buon rapporto con James - almeno finché James non è entrato nel periodo dell'adolescenza e segreti e connessi - mentre invece che lui non si sia mai troppo trovato con Harry (scusate fan della Maledizione dell'Erede, se ci deve essere un figlio ribelle,
almeno per me e almeno in questa storia, quello è James). E ogni tanto dovrò pur ricordarvi che questa storia si chiama "I figli degli eroi" e non "dramma-e-chi-più-ne-ha-più-ne-metta".
In ogni caso, il furto della Mappa del Malandrino di James dalla scrivania di Harry è una cosa Canon, se non sbaglio, e ho pensato che Harry non si fosse arrabbiato, ma avesse pensato che fosse adatta a lui. E mi piace pensare che voglia cercare di avvicinarsi al figlio con un regalo del nonno - se tra Harry e James ci deve essere un collegamento quello è James Senior. E ho sempre amato gli Specchi Gemelli, quindi dovevano esserci.
Così come volevo che Albus facesse un regalo particolare a James e, ammettiamolo, ce lo vedo molto su uno skateboard.
In ultimo (se non si fosse capito) mi piacciono particolarmente i flashback di James e Dominique (sì, avevano un passato romantico e dolce) quindi continuerò a inserirli, qualsiasi cosa accada ai due (spero non vi dispiaccia).
Nel prossimo capitolo spunterà una fiera babbana e una pizza unta e ricca di mozzarella! E come sempre spero di non avervi deluso e di non deludervi.
A presto,
Felpie

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Capitolo 28 - Scorpius ***


So she said what's the problem baby
What's the problem I don't know
Well maybe I'm in love (love)
Think about it every time
I think about it
Can't stop thinking 'bout it
How much longer will it take to cure this
Just to cure it cause I can't ignore it if it's love (love)
Makes me want to turn around and face me but I don't know nothing 'bout love
(Accidentally in Love - Counting Crows)






Molto più sobrio, ma non per questo meno familiare, è il Natale a Villa Malfoy; la casa non è addobbata granché, l’albero di Natale nemmeno a parlarne perché è troppo babbano per nonna Narcissa, ma Scorpius ha saputo che suo padre starà a casa per alcuni giorni e questo gli basta.

Ha il forte sospetto che c’entri la donna in coma, che si è risvegliata dopo dieci giorni ma che ancora è sotto osservazione perché ha dei parametri vitali non nella norma – o almeno, questo è quello che ha captato origliando le conversazioni dei suoi genitori – e questo gli dispiace, perché suo padre è un bravo MediMago. Ma, egoisticamente, è contento che abbia del tempo da dedicargli, in questo modo. Lo ha già aiutato a lucidare la scopa, gli ha insegnato un semplice incantesimo curativo e gli ha raccontato degli aneddoti di quando era ancora a scuola, riguardanti il padre di Sebastian, la madre di Jodie e altri con cui ormai Draco non si vede né si sente da tempo. Oh, e l’ha portato a trovare suo nonno. La grandissima novità di quel Natale, come dimenticarsene, l’incontro con Lucius Malfoy.

La cosa era nata dal nulla, semplicemente aveva visto suo padre mettersi la giacca e il cappotto elegante e, alla domanda su dove stesse andando, aveva detto “Al San Mungo. Da nonno”. Da lì al “vuoi venire con me?” era passato mezzo secondo, mentre invece tra quest’ultima domanda e la risposta affermativa di Scorpius ne erano passati diversi.

Così Draco aveva aspettato il figlio e si erano Smaterializzati insieme all’ospedale, dove il padre si muoveva con competenza e con sicurezza.

“Papà…” domanda Scorpius in ascensore.

“Sì?”

“Nonno cosa… cosa sa di me?”

Draco alza un angolo delle labbra “Nulla. Ciò che vuoi che sappia glielo dirai tu.”

Lucius Malfoy ha un aspetto regale, seppur fermo sul letto dell’ospedale, con i capelli bianchi e una flebo attaccata al braccio.

Scorpius si sente intimidito dalla sua figura non appena mette piede nella stanza e si ferma un attimo, sperando che suo nonno non lo noti, prima di entrare definitivamente e chiudersi la porta alle spalle.

“Ciao papà.”

“Draco. Ti trovo bene. Ho sentito delle voci di corridoio su di te.”

Se suo padre si sia irrigidito a queste parole, Scorpius non lo nota, ma Draco lo spinge in avanti “Ti ricordi di Scorpius?”

Lo sguardo di ghiaccio dell’uomo si posa sul ragazzo, che si impone di mantenere la calma, e lo saluta “Ciao, nonno.”

“Nonno… che strana parola. Sono anni che non ci vediamo Scorpius.”

“Come ti senti?”

“Ho avuto giorni migliori. Raccontami di te, sei un Serpeverde?”

Scorpius annuisce, anche se si sente un po’ con le spalle al muro e senza la possibilità di rispondere in modo diverso “Sì, nonno. Sono Prefetto e Cercatore dei Serpeverde.”

Uno scintillio orgoglioso corre negli occhi dell’uomo, che poi annuisce a sua volta “Molto bene. Draco, devo parlarti del San Mungo.”

“Sì, papà. Scorpius perché non ci aspetti fuori?”

E così è finito l’incontro con il nonno e Scorpius si sente improvvisamente più a suo agio nel corridoio dell’ospedale; si siede su una sedia e guarda gli infermieri correre di qua e di là e, dopo una ventina di minuti, suo padre esce dalla stanza, con un’espressione affaticata, e gli comunica che possono andare. E quando il padre lo porta a bere qualcosa al Paiolo Magico, ma senza dirgli molto, Scorpius pensa che non sia il caso di chiedere nulla.

E il Natale arriva poco dopo: generalmente Jodie e Pansy lo passano con loro, ma quell’anno Jodie e sua madre non si sono uniti ai Malfoy, preferendo passare il Natale in casa loro, sfruttando un giorno totalmente libero dal lavoro di Pansy per stare un po’ insieme, così anche i tre Malfoy sono soli nella loro grande villa.

“Che voti hai avuto negli ultimi compiti, Scorp?” domanda Draco, servendosi del pollo arrosto e passandolo alla moglie.

“Tutti alti, papà. Oltre Ogni Previsione e qualche Eccezionale. Solo in Erbologia ho preso Accettabile.”

“Come mai?”

“Perché il professor Paciock ha una fissa per i disegni e le mie piante sono tutte uguali” ammette Scorpius e i genitori si guardano con un sorriso.

“Se il voto più basso che hai è un Accettabile e solo perché non sai disegnare non è la fine del mondo, tesoro” lo rassicura Astoria “Soprattutto perché ai G. U. F. O. nessuno ti dirà mai di disegnare qualcosa.”

“Il professor Paciock ce l’ha con me” ribatte il ragazzo, prima di girarsi verso il padre “Non è che gli hai fatto qualcosa e che ora si vendica?”

“Non essere ridicolo. Certo io e Paciock non avevamo proprio un grande rapporto…”

“… non avevate proprio rapporto” lo corregge la moglie.

“… ma lui è troppo onesto e troppo Grifondoro per prendersela con te solo per vendicarsi.”

“Parli dei Grifondoro come se fossero una malattia.”

“Non è Godric il problema, è quelli che sceglie” replica Draco, prima di fare un sorriso al figlio “In ogni caso, sei stato bravo.”

Scorpius sente uno strano calore all’altezza del petto, ma si dimostra molto concentrato sulle patate al forno.

In tutto quel tempo ha continuato ad inviare lettere a Lily, anche se abbastanza sporadiche: lui, di cose da fare, non ne ha avute molte, ma la ragazzina è stata super impegnata, tra pranzi, cene, cugini da qua e cugine di là e il gufo di casa Potter non si è stancato troppo a correre qua e là. Però – e questa è l’altra grande novità delle vacanze di Natale di Scorpius – usciranno insieme.

Come sia finito a chiederglielo sul serio, lui davvero non lo sa e ogni volta che prova a pensarci decide in fretta di cambiare argomento, quando gli torna in mente che sta avendo un segreto con Albus, che sta tradendo la fiducia di Sebastian, che Jodie si infurierà da morire quando lo scoprirà perché lui non glielo ha detto subito, che Lily lo ucciderà quando saprà che lui non era l’X originale – cioè, sulla pergamena sì, ma se proprio bisognava essere pignoli no, non lo era – che tutto il Clan Potter – Weasley desidererà la sua testa, probabilmente, avendo avvicinato la loro piccola cuginetta ad una cosa come l’amore. E quindi era decisamente meglio non pensarci.

Però questo tanto sospirato primo appuntamento si è avvicinato più in fretta del previsto, incastrato tra i troppi impegni della ragazza, e quando quella mattina Scorpius si avvicina alla madre, spera che gli risponda di no alla domanda che deve porle.

“Posso uscire oggi?”

“Certo.”

Ecco, appunto.

“Con Albus?” aggiunge Astoria.

“Sì” mente Scorpius, a disagio: sua madre è sempre stata brava a capire quando diceva una bugia – tipo se avesse finito le sue verdure da piccolo, quando implorava Leslie di non preparargliele – ma in questo caso dovrebbe essere facile, no? Chi crederebbe mai che lui, invece che uscire con il suo migliore amico, stia per uscire con la sorella – alias Lily Luna Potter, figlia del Salvatore del Mondo Magico e bla, bla, bla?

E così il ragazzo si ritrova a girovagare per la casa, in preda ad una strana sensazione che ricorda un misto di euforia, ansia, preoccupazione e in generale un’agitazione sottopelle. Non sa come passare quelle ore di attesa e, quando alla fine passano, non ha idea di cosa abbia fatto in tutto quel tempo.

Scorpius si guarda allo specchio, ripetutamente: come ci si veste per andare ad una fiera babbana?

Sì, perché la piccola Potter ha avuto quest'idea geniale – se lo chiedete a lei – orripilante – se lo chiedete a Scorpius – che sperava di cavarsela con un caffè, una panchina o un parco. E invece no, a quanto pare Lily ci tiene proprio a fare le cose per bene e a divertirsi insieme a lui, così ha intenzione di portarlo nella Londra Babbana dove, a quanto pare, c’è una fiera per le vacanze di Natale.

Vorrebbe chiedere ad Albus se un paio di pantaloni neri e un maglioncino grigio a collo alto vadano bene per un’uscita del genere, ma in primis sarebbe ridicolo e in secundis dovrebbe confessargli di uscire con sua sorella – e che lo sta usando come copertura con i suoi genitori.

Per Salazar, si sta facendo problemi per un maglioncino che sarà ampiamente coperto dalla giacca, visto che fa un freddo Mannaro, che cos’ha per la testa?

Gli torna in mente la conversazione avuta con Rose l’ultimo giorno di scuola.



“Malfoy.”

“Weasley.”

“Ti cercavo.”

Scorpius si ferma, appoggiando il baule che sta trascinando verso l’ingresso “Davvero? E da quanto tu ci tieni a passare più tempo del dovuto in mia compagnia?”

“Da quanto mi hai fatto una promessa, Malfoy.”

“Io non ti ho…”

“Mi hai promesso che avresti trattato bene mia cugina e che l’avresti invitata ad uscire. E che gli avresti raccontato tutto. O sbaglio?”

Rose calca sull’ultima parola, ben sapendo che no, non sta sbagliando.

Scorpius sbuffa “Lo so.”

“O glielo dirò io.”

“So anche questo, Weasley. Non la tratterò male e gli farò passare un bel pomeriggio. Sono Scorpius Malfoy, dopotutto.”

“È proprio questo che mi preoccupa.”

Scorpius la guarda male, ma non aggiunge nulla perché Rose lo interrompe “In ogni caso sono venuta solo a raccomandarmene. Se fai soffrire di nuovo mia cugina sei morto e credo tu sappia che sono capace di parecchi incantesimi anche per farlo succedere in maniera dolorosa.”

“Mi spaventa di più il fatto che passi così tanto tempo da sola in biblioteca che potresti fare il MagiAvvocato di te stessa e liberarti in nemmeno dieci minuti” replica Scorpius “Mai pensato di trovarti un ragazzo?”

“Vista la pseudo relazione di Lily? No, grazie, sto bene così.”

Questa è decisamente una frecciatina. Perché, se Lily forse era troppo innocente per scoccarle, Rose di sicuro no.

“E vestiti bene” conclude Rose, con la sua solita aria da superiore, mentre il ragazzo deve trattenersi dal farle notare che se fosse per lei a lezione ci si andrebbe in pigiama e pantofole. Non ne avrebbe comunque il tempo perché la ragazza si gira e lo abbandona da solo, ricordandogli per l’ennesima volta che non farà mai più favori a Sebastian o a lui.



Pensando a queste cose decreta che il suo outfit va più che bene e annuncia a Leslie che sta per uscire e che tornerà per cena. È una persona eccessivamente puntuale, a volte, e quindi arriva ovviamente prima della piccola Potter, che invece proprio tanto puntuale non è, e si mette ad aspettarla appoggiato ad un lampione. Covent Garden, il luogo della fiera, è pienissimo di babbani, famigliole imbacuccate nei loro cappotti e con le sciarpe fin sul naso, gruppi di amici che ridacchiano con cappelli colorati in testa e bambini che si rincorrono urlanti e che fanno venire un istantaneo mal di testa al Serpeverde.

Non gli ci vuole molto a riconoscere la Grifondoro in mezzo alla folla: indossa un piumino bianco ed un cappello verde con un pon-pon e tiene le mani in tasca probabilmente per ripararsi dal freddo, come se la grande sciarpa intonata al cappello non fosse sufficiente; l’unica cosa del suo viso che riesce a vedere sono gli occhi luminosi, le gote leggermente arrossate dal freddo e qualche ciocca di capelli ramati che sfuggono al controllo del cappello. Scorpius, da bravo perfezionista, avrebbe voglia di spostarglieli delicatamente dietro le orecchie, per sistemare quel disordine involontario, ma gli sembra tutto così alla Lily Potter, anche quelle ciocche ribelli, che non si azzarda a fare nulla, nemmeno quando lei gli arriva a pochi passi, con un sorriso raggiante che spunta fuori dalla sciarpa.

“Ciao.”

“Ciao.”

“Aspetti da tanto?”

Scorpius scuote la testa “No, sono appena arrivato anche io.”

“Dove vuoi andare?”

Il ragazzo è preso in contropiede da quella domanda e pensa subito che si deve riabituare all’euforia e all’esuberanza della piccola Potter.

“Non lo so, non sono mai stato qui. Che cosa si fa ad una fiera babbana?”

Gli occhi smeraldini di Lily si illuminano, tutta contenta di poter spiegare qualcosa a Scorpius, ed inizia ad elencare “Non ci sei mai stato? Ci sono le giostre, le case di paura e tantissimo cibo. Cibo in bancarelle ambulanti, Scorp! Tipo lo zucchero filato, mi hai detto che ti piaceva, no? Magari ce n’è un po’ da qualche parte. E poi ci sono le caldarroste e il croccante! Lo so che si mangiano anche al castello, ma prenderli da un venditore per strada è diverso e hanno tutto un altro sapore. E la pizza, il gelato e le caramelle! So che forse per il gelato non è proprio il momento giusto, però… hai mai mangiato il gelato? Cioè è buonissimo, si dovrebbe mangiare tutto l’anno. E le caramelle sono diverse da quelle che mangiamo noi, ma sono gommosissime e ti fanno diventare la lingua colorata…”

Scorpius si perde dopo le prime cinque parole probabilmente, ma non vuole interrompere il discorso tanto allegro e tanto entusiasta della ragazza, che continua ad elencare cose a lui sconosciute, ma che sembrano buonissime, fantastiche, meravigliose e tantissimi altri aggettivi superlativi. Sembra così rilassata Lily mentre parla di tutte quelle cose, almeno finché non si gira a guardarlo con l’espressione interrogativa.

“… mangiamo? Perché io ho un po’ fame…”

“Come? Sì, sì” si affretta a rispondere il biondo, facendola ridacchiare.

“Ti sto intontendo di chiacchiere?”

“Un po’…” ammette Scorpius e le sembra che Lily arrossisca a queste parole.

“Scusami. È che sono un po’ agitata. E devo tornare a casa presto, quindi non voglio sprecare questo tempo con te. E potrei anche aver mangiato un po’ troppe caramelle a casa di Rose.”

Il Serpeverde la guarda sbalordito – anche perché ha sparato pure queste parole ad una velocità inumana - ma poi ridacchia divertito “Allora direi basta caramelle per te. Ti va un… cos’erano le altre cose che avevi detto?”

“Più o meno dopo quanto ti sei perso?”

“Dopo qualcosa di ambulante” ammette il ragazzo, grattandosi la testa, ma alla piccola Potter non sembra dispiacere perché non smette un attimo di sorridere.

“Hai mai mangiato la pizza?”

“Cos’è?”

“Una cosa italiana. Ogni tanto al castello c’è la focaccia, che è simile, ma la mozzarella deve essere molto più filante per definire una pizza” dichiara Lily, con fare esperto, prima di afferrargli una mano.

Ha la mano fredda, la piccola Potter, è questo che il cervello di Scorpius registra quando lo sguardo gli cade sulle loro mani intrecciate.

“Rose adora l’Italia e anche Molly: hanno deciso che quando Molly finirà la scuola, quest’anno, andranno insieme a fare una vacanza lì. Hanno parlato di tantissime città, ma non mi ricordo nemmeno un nome, sinceramente… sai, ho idea che a te l’Italia piacerebbe” esclama Lily, facendosi seguire.

“Ho visto delle foto da un libro, credo. È piena di monumenti. Ma conosco solo Roma, in pratica.”

Lily ridacchia e Scorpius la guarda confuso, prima di domandare “Che ho detto di male?”

“Di male niente, ma l’Italia è piena di cibo, di paesaggi meravigliosi e di una cultura piena di vita… e tu vai a vedere i monumenti?”

Scorpius la guarda confuso, prima di scoppiare a ridere “Non si vede mica il cibo sui libri… o almeno non in quelli che girano in casa mia.”

Il biondo si guarda intorno, prima di commentare “Alla fine mi ci hai portato sul serio a Covent Garden…”

La ragazza lo guarda confusa, fermandosi e lasciandogli andare la mano, e così Scorpius aggiunge “Non te lo ricordi? In una delle tue lettere mi ha scritto che è un quartiere di Londra che adori. Mi avevi anche detto dell’amore di tua cugina per l’Italia e del fatto che tu vuoi andare in Spagna.”

“Ti ho detto sul serio tutte queste cose? Mi manca solo di rivelarti qualche segreto imbarazzante della mia famiglia, allora.”

“Su tuo fratello credo di saperne di più io.”

“Tipo?”

“Tipo che è innamorato della sua migliore amica e che Jodie gli ha regalato un pile per Natale perché Al si lamenta sempre del freddo. E lui sicuramente non le avrà preso nulla perché è un Troll” pensa il biondo, senza però dirlo ad alta voce e limitandosi ad alzare le spalle “Lo sai che una volta ha fatto indigestione di noccioline e ha avuto mal di pancia per tre giorni?”

“Scusa, ma quante ne ha mangiate?”

“Non lo so. So che Sebastian ad un certo punto voleva portarlo in Infermeria ma tuo fratello si è rifiutato perché diceva che era poco virile essere sconfitto da una manciata di noccioline.”

Lily scoppia a ridere, scuotendo la testa “È una cosa proprio da mio fratello. Quand’era piccolo amava i mirtilli e ne ha mangiati così tanti che alla fine è diventato allergico.”

“Si diventa davvero allergici ai mirtilli se uno ne mangia troppi?” domanda confuso il ragazzo.

“Non lo so, ma lui dice di esserlo, non riesce nemmeno a sentirne l’odore” risponde Lily, guardandosi intorno “Comunque stiamo continuando a parlare di cibo e il mio stomaco brontola. Vieni, c’è una ragazza che vende la pizza che è simpaticissima.”

Prima che Scorpius si possa anche solo domandare come faccia Lily Potter a conoscere una babbana che vende la pizza, così bene addirittura da poter dire che è simpaticissima – ma quante volte c’è stata a Covent Garden, esattamente? – la ragazza lo prende per mano – di nuovo – e lo trascina in mezzo alla folla alla ricerca del posto; ogni tanto si ferma, come se non si ricordasse bene dov’è, ma senza mai lasciare la mano di Scorpius, forse un po’ per paura di perderlo e forse un po’ senza notarlo nemmeno, mentre il biondo non riesce a staccare gli occhi dalle loro mani – di nuovo – intrecciate.

Nemmeno dieci minuti dopo Scorpius si trova tra le mani una fetta di pizza piena di pomodoro e filante di mozzarella, con l’orrido pensiero che potrebbe finire facilissimamente – giusto per usare uno degli aggettivi superlativi tanto cari alla piccola Potter – sui suoi pantaloni. Invece Lily, nonostante il giubbetto bianco, non sembra preoccupata della cosa e, sempre sorridendo, gli dice se ha voglia di sedersi su una panchina, dove iniziano a mangiare la loro merenda in pace.

Nonostante l’iniziale remora di Scorpius nei confronti di quel cibo unto e leggermente molliccio, dopo il primo morso deve ricredersi e probabilmente deve anche aver fatto una faccia buffa perché Lily scoppia a ridere per l’ennesima volta. Il biondo si sta quasi abituando a quella risata contagiosa e si aggiungerebbe a lei se non fosse che è abbastanza sicuro che la piccola Potter stia ridendo di lui.

“Che c’è?”

“È buona, vero?” ridacchia ancora “Dovrebbero farla anche ad Hogwarts, è un crimine contro l’umanità non averla. Comunque, ti ricordi la conversazione sui professori?”

Il rapido cambio d’argomento destabilizza di nuovo il ragazzo, che deve sbattere un attimo le palpebre “Quale?”

“Quella su Madama Chips e il professor Vitious.”

Scorpius non capisce bene cosa c’entri quel discorso in questo momento, ma a quanto pare con la piccola Potter i pensieri non seguono un filo logico – cosa che effettivamente avrebbe dovuto capire dalle sue lettere.

“Ho scoperto che Madama Pince è davvero sposata! Mentre si vocifera che il professor Vitious, ai tempi di Hogwarts, avesse una cotta per la professoressa McGranitt, che era una vera rubacuori!” continua Lily entusiasta, come se avesse scoperto una cosa eccezionale.

“Non ci credo. Chi ti ha detto queste cose?”

“Gli elfi e Nick Quasi-Senza-Testa.”

Scorpius ride “Parli perfino con le pietre del pavimento, in pratica.”

“No, con loro ancora no. Ma conosco gran parte dei quadri del quarto e del quinto piano” lo corregge Lily, sorridendo.

Il biondo la guarda: non è solo la risata ad essere contagiosa in lei, ma anche il sorriso. Ha un sorriso bellissimo, anche se ha le labbra sporche e piene di pomodoro. Scorpius avrebbe voglia di baciarle, quelle labbra.

Non appena però questo pensiero sfiora la sua mente, sente una voragine aprirsi nel suo stomaco e si chiede come dal dover fare un favore a un amico sia finito a non voler far soffrire la piccola Lily, prima, ad uscirci, poi, e a volerla baciare come conclusione. Oltre a questo, pensa a Sebastian, ad Albus e, anche se solo per un breve istante perché in realtà di loro non gliene importa poi granché, a tutta la famiglia Potter – Weasley, a cominciare da Rose e terminando con James che, a quanto pare, vuole la testa di ogni possibile pretendente della sorella. Momento, momento, momento: com’è arrivato, esattamente, a definirsi pretendente di Lily Potter? Quand’è successo? A parte che la parola pretendente gli fa pensare ai cavalieri dall’armatura scintillante e dalla spada affilata, pronti a lottare per il cuore di una fanciulla, e la cosa lo riporta automaticamente a Sebastian.

Che sciocchezza. Lui non deve lottare per nessun cuore di nessuna fanciulla.

Ma mentre Lily continua a sorridergli, raccontando di altri quadri con cui ha parlato, Scorpius si ritrova a chiedersi se gli farebbe piacere se la ragazza rivolgesse quei sorrisi a Sebastian. La risposta è ovviamente no. Cioè ovviamente sì, Salazar, sarebbe contento per Sebastian.

Sente nella sua mente Jodie ridere di lui solo per quegli sciocchi pensieri che sta facendo e la sente ricordargli che Sebastian in quell’ultimo periodo non gli sta molto simpatico e che lo sta palesemente evitando con le scuse più stupide. Quando la voce della sua coscienza assomiglia a Jodie Scorpius è sempre alquanto infastidito – soprattutto perché sa che la sua migliore amica, il più delle volte, ha ragione.

“Sto parlando solo io!” esclama Lily “Mi dispiace, ho di nuovo monopolizzato la conversazione.”

Scorpius viene riportato bruscamente alla realtà e allontanato dai suoi pensieri, ma sorride dolcemente alla ragazza e scuote la testa “Non preoccuparti, io non…”

“Forza, raccontami qualcosa tu!” lo interrompe la ragazza.

“Cosa vuoi che ti racconti?”

“Quello che vuoi! Il Natale, che regali hai ricevuto, che farai a Capodanno… lo sai che mia cugina si sposa? Faremo una festa enorme, tutta la famiglia non vede l’ora e Hugo mi ha detto che Louis è super impegnato nei preparativi e che…” Lily si blocca “… sto di nuovo parlando troppo, Godric. Ti prego, fermami.”

Scorpius scuote la testa “È abbastanza divertente sentirti sproloquiare in questo modo.”

“Sì, ma io non sono uscita con te per riversarti addosso tutto ciò che mi passa per la testa…”

“… no?”

“… no, per quel ruolo c’è già Hugo e lo pago profumatamente in muffin. Volevo conoscerti meglio e invece in questo momento ti sto solo dando l’impressione di essere fuori di testa… sto rovinando tutto?”

Rovinando tutto? Ma come fa una ragazza del genere a rovinare tutto?

Scorpius accantona questo fastidioso pensiero in un angolo della mente, accartocciando anche l’involucro vuoto della pizza e appoggiandolo sulla panchina “Perché? Mi fa piacere sentirti parlare.”

“Sul serio?”

“Vivo con tuo fratello, Lily, credi che io non sia abituato alle chiacchiere?”

“Sì, ma… ecco, spero che tu non abbia appuntamenti con Albus” commenta Lily “Cioè, non che ci sarebbe nulla di male, ma ecco, potrei essere gelosa di mio fratello dopo? Cioè sarebbe una cosa ridicola, oltre che, e forse questo non è poi un gran punto, ma è comunque da considerare, farei probabilmente impazzire James che non saprebbe da che parte schierarsi e chi prendere a pugni e…”

Sarebbe gelosa di suo fratello?

Di tutto il discorso – un po’ fuori di testa, è da dire – di Lily, Scorpius si è come al solito fermato alla seconda frase, mentre registra con calma quelle parole. Non sa perché, ma sono parole che gli fanno piacere e sente improvvisamente caldo sulle guance.

Maledetta piccola Potter che dice tutto quello che pensa senza filtri. Questa è una caratteristica che ha sicuramente preso da sua cugina; solo che, mentre di quello che dice Rose a Scorpius non importa quasi nulla, le parole di Lily hanno il fastidioso potere di rimanergli incastrate dentro. E vedendo quanto parla la ragazza, sembra che non se ne sia nemmeno accorta!

“Lily, ti prego, fermati o andrai in iperventilazione” la blocca il ragazzo, divertito.

Sì, divertito. Perché si sta divertendo davvero in quel pomeriggio che, fino ad un mese prima, non avrebbe mai nemmeno immaginato.

La ragazza si zittisce e Scorpius aggiunge “Non è un problema se parli così tanto, davvero. Dici cose spiritose e mi piace starti a sentire. E sì, prima che tu lo chieda, davvero mi piace. Raccontami del matrimonio, del tuo Natale, della tua famiglia, dell’Italia, di tutto quello che vuoi. Non devo per forza parlare per stare bene, sul serio.”

“Sì, lo so, solo che…”

L’occhiata che Scorpius le rivolge la fa smettere in quella che sarebbe stata l’ennesima scusa e Lily sospira “Va bene. Però almeno dimmi come hai passato il Natale. Così intanto riprendo fiato.”

Scorpius alza le spalle “Il mio Natale è stato molto normale, a dire la verità. Nonna è venuta da noi alla Vigilia, mentre a pranzo siamo stati solo noi tre. Di solito viene anche Jodie con la madre, ma quest’anno hanno preferito stare tra loro, zia Pansy non lavorava. Ma… ecco, da noi il Natale non è una festa così piena di vita. Te l’ho detto, preferisco Halloween. Però… sono andato a trovare mio nonno.”

Non sa perché le sta dicendo una cosa del genere, una cosa così personale, ma tanto, a quanto pare, sul personale c’è andato parecchio negli ultimi mesi e visto che Lily sembrava sul serio interessata al fatto che si preoccupasse per il nonno…

“Sì? Come stava?”

“Non lo so, direi bene. Ha sempre un’aria un po’ austera e non si è prodigato in molti commenti. Ma sembrava stare bene” risponde Scorpius, pensieroso “Però non ero mai stato a visitare un paziente del San Mungo, quindi non ho molti metri di paragone.”

“E tuo padre? Lui come sta?”

“Non ha lavorato molto. Non so se c’entri l’articolo di giornale…”

“Oh… mi dispiace.”

Scorpius scuote la testa “Non preoccuparti, può succedere.”

“No, invece. Non dovrebbe” ribatte la ragazza “Non è giusto che per ciò che è successo una volta uno venga condannato a vita!”

Scorpius vorrebbe farle notare che non è proprio così e che sì, la gente se sbaglia viene condannata a vita, ma non vuole inoltrarsi in un discorso del genere, non in quel momento che sta così bene. Non vuole pensare al fatto di essere il figlio di un Mangiamorte, al fatto che la sua famiglia ancora viene guardata di traverso quando vanno a King’s Cross e a tutte quelle cose deprimenti a cui non vuole dare peso e con cui non vuole rovinare quel pomeriggio così leggero – come da tempo non era un suo pomeriggio.

Lily lo guarda pensierosa “Ti dà fastidio parlare di queste cose?”

Il biondo esita un attimo prima di rispondere “No.”

“Mi dispiace avertelo chiesto.”

“Ma se ti ho appena detto che non mi dà fastidio…”

“Non mi sembravi sincero” dichiara a bruciapelo la ragazza, guardandolo negli occhi. Gli occhi verdi come il prato di Lily Potter: Scorpius li trova incredibilmente belli. Sembrano così perfetti e stanno perfettamente sul suo viso lentigginoso e incorniciato dai capelli ramati.

Lily si fruga nelle tasche e tira fuori un pacchetto, che Scorpius guarda curioso, soprattutto quando la Grifondoro glielo porge.

“Che cos’è?”

“Aprilo e vedi” risponde semplicemente Lily “È un regalo.”

“Per me?”

“No, per me, sto aspettando che tu me lo dia” ridacchia la ragazza e, vedendo che il biondo non sta davvero capendo, aggiunge “Sto scherzando, Scorpius. Certo che è per te, aprilo.”

“Ma io non ti ho preso niente…”

E soprattutto Scorpius non pensava di dovergli fare un regalo, l’idea non l’ha sfiorato nemmeno per un istante.

“Non dovevi, infatti. È una cosa che ti ho preso perché l’ho visto e ho pensato a te, non mi aspettavo nulla in cambio” spiega Lily “E visto che ti sembra tanto strano, sappi che io faccio spesso regali a caso alle persone. Ma tu intanto aprilo e poi vedrai che è una cosa sciocca. Anche se spero che ti faccia piacere.”

Il ragazzo, incuriosito e un po’ a disagio, scarta il pacchetto e si ritrova, involtolati nell’alluminio, dei biscotti a forma di unicorno, con tanti zuccherini colorati sopra.

“Volevo farti degli unicorni di zucchero, ma non ci sono riuscita e sono venuti duri come il marmo, quindi ho ripiegato sui biscotti.”

“Li hai fatti tu?”

“Non si vede? Gli zuccherini sono praticamente lanciati a caso sopra e…”

“Non hai detto che li avevi visti e ti sono venuto in mente io?”

Lily scuote la mano, come se quella fosse una cosa superflua “Sì, è vero. Cioè li ho visti in un negozio babbano, l’altro giorno sono venuta nella Londra Babbana con Molly che doveva fare un regalo per Albus per il Babbo Natale segreto tra cugini. Niente, dicevo, li ho visti e ti ho pensato, ma come ho detto quelli di zucchero non sono riusciti, quindi ho dovuto ripiegare sui biscotti.”

“Posso mangiarne uno?”

Lily lo guarda e scoppia a ridere “Ma certo che sì, sono per te!”

“Ne vuoi un pezzo?”

“Solo per vedere che non ti soffochino.”

Il resto del pomeriggio scorre così rapidamente, tra le chiacchiere senza fine di Lily e il sorriso spontaneo che non abbandona nemmeno per un momento il viso di Scorpius: la ragazza gli racconta di tutto, qualsiasi cosa le passa per la mente, e il ragazzo ride di gusto, molto più a suo agio dopo aver mangiato i biscotti. Quella ragazzina è davvero simpatica e lo rende tranquillo, tantoché non si accorge minimamente del tempo che passa, troppo occupato a guardarle quelle ciocche di capelli che sfuggono ancora fastidiosamente al controllo del cappello, le lentiggini che si muovono mentre Lily parla e le labbra perennemente in movimento.

Si chiede se siano morbide, le labbra della piccola Potter: si immagina che ci passi sopra chili e chili di burrocacao. Sicuramente le ha visto indossare un lucidalabbra, ogni tanto al castello, che le stava davvero bene: si era anche ritrovato a pensare che Lily Potter stesse molto meglio con un semplice lucidalabbra di quelle sciocche Tassorosso del quarto anno che si riempivano di rossetto e di correttore. La piccola Potter è già bellissima così, al naturale.

Arrossisce a quel pensiero, ma la ragazzina non ci fa nemmeno caso, tanto è presa dai racconti sul matrimonio: Scorpius si immagina che sarà una festa grandiosa – e che Albus si lamenterà ampiamente della confusione e del dover indossare lo smoking.

La Grifondoro prova a convincerlo ad andare su una specie di trenino fin troppo alto per i gusti di Scorpius, dove una scatolina di metallo si lancia a capofitto verso il basso, seguendo dei binari estremamente sottili, con una velocità che possono raggiungere solo le Nimbus di ultima generazione. Si rifiuta categoricamente di salire, facendole notare che il suo stomaco sta bene al suo posto e che non vuole vederlo affianco ai polmoni o, peggio ancora, in gola. Però si lascia convincere ad entrare in una casa degli orrori, dove la piccola Potter gli stritola la mano quando un uomo con la testa di un cinghiale appare da dietro un angolo, e nella casa degli specchi, dove il Serpeverde è molto tentato di tirare fuori la bacchetta e distruggere qualsiasi cosa gli restituisca il suo riflesso e uscire da quel posto infernale. Sfortunatamente, la sua bacchetta è rimasta a casa. Però si diverte a vedere le bancarelle piene zeppe di oggetti babbani strani, fatti di legno, di stoffa o di tessuto.

Alla fine è Lily a fargli notare che devono tornare a casa e che è ora di cena e a Scorpius dispiace, senza sapere nemmeno perché. O meglio, lo sa, ma non ha intenzione di ammettere che si è divertito tantissimo con quella ragazzina instancabile e dall’allegria contagiosa.

Si chiede se dovrebbe offrirsi di portarla a casa, ma non gli sembra un’idea tanto sensata: dopotutto, lei ora dovrebbe essere con Hugo e suo fratello potrebbe rimanere sorpreso del trovarselo in casa – sorpreso, che eufemismo.

Si chiede anche come dovrebbe salutarla, che cosa sia stato quello che sembra essere stato a tutti gli effetti un appuntamento. Ma la piccola Potter è più rapida di lui, perché gli si avvicina, lo abbraccia dolcemente e gli schiocca un bacio sulla guancia; Scorpius è colto talmente tanto alla sprovvista che non sa come reagire e rimane immobile.

“Allora ciao Scorpius” esclama la ragazza, quando si separa da lui “Mi sono proprio divertita!”

“Sì… anche io…” mormora il biondo, senza sapere cosa dire “E… grazie per i biscotti.”

“Sono contenta che siano venuti bene!”

“A… a presto.”

“Scrivimi, d’accordo?”

“Ho idea che sarai impegnata in questi giorni” ridacchia Scorpius e la ragazza fa finta di pensarci su.

“Effettivamente… ti auguro anche buon anno, allora. Oh, ma io devo salire su quello!”

E, senza aggiungere altro, la ragazza si gira per correre verso un autobus babbano, lasciando lì Scorpius intontito e confuso a guardarla allontanarsi. Rimane lì a guardare il punto vuoto per qualche secondo, prima di darsi dello sciocco e ricordarsi come si cammina, andando in direzione di casa.

Quel pomeriggio con la piccola Potter lo ha confuso tremendamente ed è ancora immerso nei suoi pensieri quando entra nell’immensa sala di Villa Malfoy, dove la madre è intenta a leggere un libro davanti al camino.

“Mamma?” la saluta avvicinandosi.

“Ciao, Scorpius, bentornato” risponde la donna, chiudendo il libro “Tutto bene, tesoro?”

“A te piace la cioccolata calda?”

Astoria lo guarda confuso “Perché questa domanda?”

Scorpius alza le spalle “Perché… avevo voglia cioccolata calda. E mi domandavo… sì, se volevi berne un po’ con me.”

Come fa la famiglia Potter.

La donna sorride divertita “Non bevo la cioccolata calda da… non so, forse dai tempi di Hogwarts. Leslie?”

Il suono tipico della Smaterializzazione avvisa i due che l’elfa è accanto a loro.

“La padrona ha chiamato Leslie, signora Astoria?”

“Sì. Potresti farci due tazze di cioccolata calda?”

“Leslie può farlo, signora Astoria. Ma la cena è quasi pronta.”

Astoria guarda il figlio e scuote la testa “Non importa, oggi facciamo una cena alternativa. Portaci anche qualche biscotto, ti vanno, Scorpius?”

Il ragazzo annuisce e, pochi minuti dopo, è seduto sul divano accanto alla madre, sotto una coperti a scacchi e con in mano una tazza di cioccolata fumante; Leslie ha fatto anche una teglia di biscotti con le gocce di cioccolato e Scorpius pensa che non ha mai visto sua madre fare una cena del genere, né – per quanto assurdo – mangiare dei biscotti.

“Che cosa ridicola” si ritrova a pensare.

“Com’è andata con Albus?”

“Bene. Siamo andati a Covent Garden, nella Londra Babbana. C’era una fiera.”

“Ti sei divertito?”

“Sì. C’erano tantissime persone. Tu che cosa hai fatto?”

La donna alza le spalle “Ho letto. Tua zia Daphne doveva passare a trovarmi, ma è stata trascinata ad una cena con i Goyle.”

“La nostra cena è più bella” specifica Scorpius e Astoria ridacchia.

“Non abbiamo nemmeno aspettato tuo padre.”

“Colpa sua, se arriva tardi a cena. Questi biscotti sono troppo buoni.”

“Dovrebbe farli più spesso, Leslie” ammette Astoria “Mi sembri allegro oggi.”

“È solo una bella giornata” minimizza Scorpius “Ci sono le vacanze di Natale e ho già quasi finito i compiti.”

“Non hai bisogno di dirmi che sei bravo, io lo so già, tesoro.”

È un bel quadretto di famiglia quello che trova Draco tornando a casa esausto dal lavoro. Scorpius ha saputo solo che gli hanno permesso di tornare dopo Natale ma è convinto che gli abbiano dato dei turni massacranti, perché torna sempre stanco e molto tardi.

“C’è una festa qui?” domanda Draco, comparendo sulla porta del salotto.

“Ciao papà.”

“Ciao caro. Ti va una cioccolata calda?”

“Una cioccolata calda?” chiede Draco, avvicinandosi e scompigliando i capelli del figlio.

“Sì. Una cena alternativa” conferma la moglie.

Il padre guarda il figlio “Posso unirmi?”

Scorpius sorride, prima di farsi un po’ più vicino alla madre per permettere a Draco di sedersi e prendere un biscotto.






Felpie's Corner
Ed ecco il tanto sospirato primo appuntamento. Vi è piaciuto? Spero di sì. Sappiate che li ho pedinati con cappello, occhiali da sole e giornale bucato per raccontarvelo. Niente bacio, mi dispiace deludervi: lo trovo un po' irrealistico, Lily ha poco più di 13 anni e vive in un mondo troppo idilliaco anche solo per pensarci. Arriverà, con calma, più avanti. 
Con il drago (per rimanere in tema magico) che Scorpius sale sulle montagne russe, sta molto meglio con i piedi per terra.
Probabilmente è impossibile che il nostro Serpeverde non abbia mai mangiato la pizza però boh, cibo italiano babbano, non credo sia proprio all'ordine del giorno in casa Malfoy. E a Hogwarts gli elfi cucinano cose sicuramente più raffinate.
Ho inventato di sana pianta il matrimonio di Madama Pince, così come il professor Vitious innamorato della McGranitt, ma quei due mi piacevano tutti. La McGranitt però è troppo algida per lui.
Non c'è parentela tra Scorpius e Jodie, ma mi piace pensare che Scorpius chiami Pansy zia. Ce la vedo molto, in questa loro famiglia ristretta.
In settimana pubblicherò un bigliettino di Scorpius su ciò che ha pensato di quest'uscita e come Dominique si prepara al tanto atteso matrimonio! Sì, perché i prossimi due capitoli (uno mi sembrava troppo poco) è sull'evento dell'anno. Così, giusto per non creare aspettative (in pratica, mi rovino con le mie mani).
Ultimo commento: amo troppo la canzone di questo capitolo, mi mette tantissima allegria. Per chi non la conoscesse, in realtà è molto famosa, è la canzone di Shrek, praticamente.
Come sempre straparlo, meglio smettere. Spero però che il capitolo vi sia piaciuto e che Covent Garden abbia messo un po' di allegria anche a voi. Come sempre, se trovate degli errori ditemelo che li correggerò subito.
A presto,
Felpie

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Capitolo 29 - Dominique ***


Stasera la luce si sente importante
Si guarda allo specchio con aria elegante
E non c'è niente al mondo che la può distogliere
Da tanta bellezza che suo diamante è
L'abbraccierà, rallegrerà, solleverà se mai cadrà
Ti penserà, sempre sarà, diamante lei e luce lui
L'abbraccierà, rallegrerà, solleverà se piangerà
Ti penserà, perdonerà, diamante lei e luce lui
Per sempre.
(Diamante lei e luce lui - Annalisa)






Il tran tran, in casa Weasley – Delacour, quella mattina inizia fin dalle cinque e mezza, quando nonna Apolline decide che in quella casa si è dormito fin troppo e che ci sono tutti i preparativi da fare, per le jour pour se souvenir di Victoire. Prende rapidamente il controllo della casa e si incarica di organizzare le ultime cose da fare, dichiarando che i maschi sono di troppo e che possono tranquillamente andare a casa di Molly e Arthur per sistemare tutto. Nonostante Bill provi a farle notare educatamente e gentilmente che non possono presentarsi alle sei di mattina alla Tana, senza far prendere un colpo a chiunque sia rimasto a dormire lì, la donna gli rivolge uno dei suoi soliti sguardi che non ammettono repliche – e Dominique si ricorda come ogni volta che vede la nonna da chi ha preso sua madre – e così Bill, Thomas e Louis si rassegnano a starsene fuori in giardino, in attesa di avere il permesso di tornare a casa e vestirsi.

Dominique, dal canto suo, ha un gran da fare dietro alla sorella, che è così tranquilla che la minore la guarda come se stesse per scoppiare da un momento all’altro: davvero, non si spiega come non sia minimamente agitata per il giorno che aspetta da tutta la vita. È sicura che Teddy stia andando in panico totale, nella casa di nonna Andromeda. O forse no, riflette Dominique, forse Teddy starà mangiando della cioccolata e sarà la persona più tranquilla sulla faccia della Terra, come un cucciolo di lupo addestrato.

E la ragazza si ritrova a pensare – anche se non avrebbe il coraggio di ammetterlo ad alta voce – che la nonna ha avuto perfettamente ragione a farli alzare tutti così presto, perché le cose da fare sono tantissime e ogni cinque minuti ne spunta una nuova.

È quasi un sollievo per Dominique – che ha già corso per casa più di quanto non abbia mai fatto – quando le viene concesso il permesso di andarsi a fare la doccia e prepararsi anche lei; fortunatamente il suo vestito è più facile da indossare e i suoi naturali boccoli dorati le ricadono perfettamente sulle spalle e sulla schiena senza bisogno di troppi lavori. Mentre si sta truccando però, qualcuno entra in camera sua.

“Pour Godric, quelqu’un m’aide!” esclama esausta Victoire, chiudendosi la porta alle spalle; Dominique appoggia immediatamente il mascara, preoccupata.

“Che succede, Vic? Il vestito non è a posto?”

“Ma che il vestito non è a posto! C’est mamie! Mi sta facendo impazzire…” Victoire si siede sul letto della sorella “Ti ricordi quando tu dicevi sempre che maman è troppo rigida? Je viens de découvrir da chi ha preso. E che mamie è molto peggio.”

Dominique ridacchia, contenta che non sia un vero problema che sta per rovinare la giornata, ma solo una crisi isterica contro la loro famiglia.

“Mamie Apolline vuole solo che tutto sia perfetto, Vic.”

“Lo è già. Io che sposo Teddy mi sembra già perfetta così, come cosa. Il mio jour pour se souvenir andava bene anche se non avessimo fatto le cose in pompa magna.”

Dominique la guarda e si va a sedere accanto a lei “Credo che mamie voglia solo darti ciò che maman non ha potuto avere. Lo dice sempre, no?”

“Ma anche maman è stata contenta di ciò che ha avuto… voleva solo papà…”

“… ed è la sua occasione di stare con noi. Non la vediamo mai, credo che voglia che questo sia anche per lei un jour pour se souvenir” conclude la minore e Victoire sospira.

“Lo so. Ma mi sta facendo salire l’ansia…”

“… questo è impossibile, tu non sei mai in ansia…”

“… e ieri avrei voluto passare la serata con te e invece abbiamo fatto quella cena lunghissima ed infinita…”

“Guarda che anche se vai a vivere con Lupin io i mercoledì sera estivi ti aspetto sul divano con una vaschetta di gelato alla vaniglia e caramello, sorella” la minaccia dolcemente Dominique “Quella che abbiamo saltato ieri non è stata l’ultima sera tra sorelle.”

Victoire sorride, accarezzando delicatamente i capelli della sorella “Hai ragione. Da quando sei diventata così saggia?”

Saggia, lei?

“Da sempre, sorellina, solo che non te ne sei mai accorta. Lupin ti ha davvero accecato con i suoi capelli fluo.”

Victoire ridacchia e Dominique aggiunge “Chissà di che colore se li farà oggi.”

La maggiore alza le spalle “Se lo conosco un minimo direi blu. È il suo colore preferito da sempre. E poi…” aggiunge con uno sguardo “… la sua cognata preferita è vestita di celeste, deve fare pendant. E, a tal proposito, sei davvero stupenda, sorellina.”

“Anche tu.”

“Ti va se ti metto qualche filo d’oro tra i capelli?”

“Non hai cose più urgenti da fare?”

“Sei la mia damigella d’onore, devi risplendere al mio fianco” ribatte Victoire e, dopo poco, sta mettendo le mani tra i capelli della sorella: la maggiore ha da sempre un debole per quei riccioli d’oro praticamente perfetti e fin da quand’erano piccole glieli ha acconciati in tanti modi diversi.

Fa giusto in tempo a finire che Louis la va a chiamare, come portavoce di nonna Apolline, e Dominique si ritrova da sola, a finire di truccarsi. Quando è convinta di essere quasi pronta dà uno sguardo al lucidalabbra alla ciliegia, l’ultima cosa che le rimarrebbe da indossare. Ed è inutile che prova a pensare di non essersi messa niente perché da sempre preferisce truccarsi gli occhi, piuttosto che le labbra. Non si è messa ancora niente perché non ha ancora deciso se mettersi quel lucidalabbra o no. Dovrebbe farlo? Quel lucidalabbra le sta bene e glielo dicono sempre tutti. Ma andare al matrimonio senza James e metterselo non sarebbe un grandissimo controsenso?

Alla fine è Thomas a suggerirla, quando la va a chiamare dicendole che sono pronti per andare.

“Sei pronta, Domi?”

“Oui, Tommy. Devo solo decidere un’ultima cosa.”

Il ragazzo si avvicina e le dà un bacio sulla guancia “Tu es merveilleux, cousine. Ma perché non ti metti qualcosa sulle labbra?”

“Dovrei, vero?” risponde distrattamente la ragazza, mordicchiandosi il labbro inferiore.

“Se posso dare il mio consiglio da maschio almeno su qualcosa oggi, dovresti, sì. Ma secondo mamie Apolline noi maschi oggi non siamo in grado di dare consigli.”

Dominique ridacchia “Credo si riferisca ai consigli per Victoire. A me puoi darli senza problemi.”

“Qualcosa per le labbra sia, alors” conclude Thomas, facendole un sorriso e ricordandole di sbrigarsi; Dominique, dopo un ultimo sguardo al lucidalabbra, se lo passa sulle labbra, lo infila in borsa e dopo pochi minuti tutta la famiglia è alla Tana.

Ci sono già parecchie persone ad attenderli: Teddy, per l’occasione, si è fatto i capelli azzurri – come aveva predetto Victoire – del suo colore preferito, con qualche ciocca verde qua e là, e Dominique è sicura di aver sentito lo zio Charlie sussurrargli all’orecchio una cosa come “Tua madre sarebbe fiera di te” proprio appena arriva. I gemelli Scamander vanno loro incontro e Lorcan fa subito i complimenti alla sua accompagnatrice; anche Lily e Albus le dicono che è molto bella, ma Dominique non fa in tempo a cercare James con lo sguardo che nonno Arthur le appare davanti allegro e ciarliero. E non può farlo nemmeno quando il nonno va a salutare la sorella, perché nonna Molly la chiama per chiederle di andare a prendere i piatti - ma perché servono già i piatti? - e fa giusto in tempo a salutare Dorcas, che ridacchia guardandola indaffarata, che si deve subito sbrigare se non vuole perdersi l’inizio della cerimonia.

Il matrimonio come tale è bello e lungo e Dominique e Louis non si schiodano dal fianco di Victoire, che sembra avere occhi solo per Teddy – come il ragazzo ha occhi solo per lei. Dominique pensa che sua sorella – e anche suo fratello, così raggiante mentre cerca di nascondere la gioia – siano bellissimi e si chiede cosa veda da fuori la gente di lei. Scorge i suoi genitori tra la folla e mentre sua madre è impassibile, ma con un sorriso luminoso, suo padre cerca di non mostrare gli occhi lucidi, passandosi ripetutamente la manica sugli occhi; Dominique sorride, vedendolo e pensando agli innumerevoli toast al formaggio che Bill ha preparato per entrambe a tutte le ore.

Rimangono dentro quel tendone per parecchio, tutti a congratularsi con i novelli sposi, con i genitori e a fare foto; ad un certo punto Dominique deve uscire, sommersa da tutto quell’entusiasmo, anche per andare a dare una mano a nonna Molly, che si è infilata in cucina – barricata forse sarebbe il termine più corretto – per iniziare a tirare fuori le cose per il pranzo.

“Dom – dom…” mormora James, appoggiato con la schiena fuori dal tendone in cui si è svolta la messa; ha le braccia incrociate, una camicia bianchissima e il papillon celeste, casualmente dello stesso colore del vestito di Dominique. La ragazza non ha dubbi che la stesse aspettando.

“Ciao James.”

“Sei bellissima.”

La ragazza gli fa un sorriso dolce, contenta del complimento “Anche tu, Jamie.”

“Devi andare ad aiutare nonna?” domanda il ragazzo, staccandosi dal tendone, e Dominique annuisce.

“Mi accompagni?”

“Non mi farà mai avvicinare alla cucina” le fa notare James, con un sorrisetto “Ma spero che dopo… mi concederai qualche minuto.”

“Ma certo, James” risponde seria Dominique e a quelle parole il sorriso di James cambia, trasformandosi in qualcosa di più gentile ed allegro; le sfiora la guancia con un bacio e la saluta “Allora a dopo. Cerca di non strozzare nonna, se per caso fosse un po’ prepotente.”

E, con una risatina, Dominique si allontana; da lì e per le due ore successive, la ragazza non fa che girare come una trottola tra la cucina e i tavoli circolari allestiti sotto l’altro tendone, per dare una mano alla nonna che sembra ringiovanita di vent’anni e che ha un’energia paragonabile a quella di Roxanne in partita. La francesina ci prova a dirle che può fare qualcosa in più e che lei può stare seduta, ma Molly non vuole sentire ragioni e dopo un po’ Dominique deve arrendersi e tornare al suo tavolo, che divide con Molly, Lucy e Roxanne e con Dorcas.

La sua migliore amica è stata invitata da Victoire in persona, che l’ha sempre considerata come una seconda sorellina minore, visto il tempo che ha passato a dormire in camera di Dominique, e, anche se Dorcas all’inizio avrebbe voluto rifiutare, dicendo che si sentiva di troppo e che lei non faceva parte della famiglia, alla fine Dominique l’aveva convinta a partecipare e a vestirsi bene. Si era trattenuta dal dirle che era bellissima con quel vestito rosso, perché l’amica non avrebbe apprezzato, probabilmente brontolando qualcosa sul Quidditch e sui volant poco utili a qualsiasi scopo, ma sicuramente era stata contenta di averla accanto in un giorno tanto speciale.

“Ehi” la saluta Dorcas, quando Dominique si siede accanto a lei “Allora tua nonna ti ha lasciato libera?”

“Diciamo piuttosto che il mio tentativo di aiutarla è stato soppresso sul nascere e mi ha rispedito qui.”

“Che ti aspettavi, Domi?” ridacchia Molly “Era scontato che succedesse.”

“Io non ho nemmeno potuto tagliare il pane” interviene Roxanne.

“L’ultima volta che l’hai fatto hai rischiato di tagliarti un dito” precisa Lucy e Roxanne fa una smorfia come a dire che non era una cosa importante.

“Lo avrei fatto con la magia, ovviamente. Nessuno mi lascia più avvicinare ad un coltello da pane da quando avevo dodici anni.”

Le ragazze scoppiano a ridere e Dorcas sussurra “È stata una bella cerimonia, vero?”

Dominique annuisce “Sono felice per loro.”

“Eravate bellissimi, sai? Teddy era raggiante, è raggiante, e Victoire sembra brillare di luce propria. Tu e Louis eravate perfetti al loro fianco.”

“Dici?” risponde distrattamente Dominique, guardandosi intorno: lei e Louis avevano provato a dare un ordine ai vari tavoli, con tanto di nomi e cartellini, ma le persone – cioè i suoi cugini – li avevano bellamente ignorati e ognuno si era seduto dove voleva.

“Dovrei… parlare con Fred, secondo te?”

Dominique si gira a guardare Dorcas, che le ha appena sussurrato quelle parole, sfruttando il fatto che le altre ragazze al loro tavolo stanno parlando di aneddoti familiari vecchi e stanno ridendo tra loro.

“Che cosa mi stai chiedendo, Doe?” domanda Dominique, per essere sicura delle intenzioni della sua amica.

“Se dovrei… non so, congratularmi, dirgli che ha un bel papillon o chiedergli come ha passato le vacanze…”

“Credo che…” sussurra Dominique per non farsi sentire da Roxanne “Lo debba decidere tu. Se è una cosa che hai voglia di fare… non vedo perché no.”

“Perché no, dici…”

“Non c’è nulla di male a chiedere. Né a cercare di instaurare un rapporto civile.”

“Io e tuo cugino non possiamo avere un rapporto civile” precisa Dorcas, ma l’amica le rifila un’occhiataccia.

“Certo che potete averlo. Non c’è mica scritto da nessuna parte che voi dobbiate sempre essere perennemente e costantemente in guerra.”

“No, però…”

Dominique le appoggia una mano sulla spalla “Non ci pensare, adesso mangia. Anche perché è stato faticoso convincere nonna a farmi preparare almeno questi tramezzini d’entrata, quindi gradirei che non ne avanzasse nemmeno uno.”

Dorcas scoppia a ridere, afferrando il suo bicchiere pieno di Acquaviola; quando Dominique l’aveva vista riempirselo aveva scosso la testa, commentato che non era quello il modo di pasteggiare e che con il primo di pesce non ci azzeccasse molto, ma poi si era guardata intorno per vedere che non ci fosse nessuno a osservarla e l’aveva imitata.

“Alle cause perse. E agli amori che durano” dichiara Dorcas, sporgendo il bicchiere nella sua direzione; Dominique fa cozzare il suo contro quello dell’amica e lascia che un po’ di Acquaviola le schiarisca le idee.

Il pranzo dura a lungo, più a lungo dei soliti pranzi già sufficientemente lunghi che il Clan Potter – Weasley è solito fare, ma nessuno ha fretta, sono tutti lì per godersi la giornata e hanno tutti intenzioni di non andare via. E poi è l’ultimo dell’anno, in qualche modo dovranno pur arrivare alla mezzanotte.

Dominique balla con Lorcan, che non si dimostra un gran ballerino, ma sicuramente è buffo e spiritoso anche in pista e la ragazza si diverte molto. Accanto a loro ballano anche zia Hermione con zia Ginny e zio George con zia Angelina e, poco distante, anche suo padre con sua madre. Dominique balla con suo fratello, con Teddy e persino con zio Charlie che, per quanto odi farlo, non è e non sarà mai capace di dire di no alla francesina. Quando lo zio le chiede se vuole bere qualcosa, la ragazza annuisce, ma non fa in tempo a portarsi un bicchiere di Acquaviola alle labbra che nota Fred andare sul retro e Dorcas seguirlo poco dopo.

E, con la sua naturale curiosità, li segue un attimo dopo, sfruttando delle piante per nascondersi e osservarli.

“Morgan.”

“Weasley, come mai non sei in dolce compagnia?” domanda Dorcas, avvicinandosi al ragazzo; Fred si sta appoggiando al tronco dell’albero ed indossa solo la camicia. Nonostante sia l’ultimo dell’anno, zia Hermione è riuscita con un Incantesimo a creare una bolla isolata dall’esterno sia per la temperatura che per le condizioni ambientali, quindi nessuno ha cappotti pesanti o cappelli che rovinerebbero le acconciature elaborate delle ragazze. E nessuno si sta bagnando, nonostante abbia appena iniziato a nevicare.

“Lindsay è dai nonni, vivono in Irlanda.”

“E ti ha lasciato da solo? Povero cucciolo.”

Fred sogghigna, ignorando il commento della ragazza, e dichiara “Sta iniziando a nevicare.”

“Rende tutto più scenico, così. E tanto non ci può colpire.”

“È bello stare fuori quando nevica” ribatte Fred e tra i due per un attimo scende il silenzio “E tu, Morgan? Cosa ci fai qui?”

“Sono la migliore amica della sorella della sposa: ho mangiato più toast al formaggio di Bill io in quest’ultimi sette anni di quanti tu ne abbia mangiati in tutta la tua vita, probabilmente.”

“Zio Bill fa solo toast al formaggio, non penso sappia cucinare altro.”

“Però sono davvero squisiti, peccato non ce ne siano stasera.”

“Se ti sentisse mia nonna ti riempirebbe di insulti… e sì, le nonne insultano, e la mia lo fa se qualcuno preferisce i toast al formaggio di zio Bill ai suoi manicaretti.”

La risata di Dorcas è coperta da dei passi e poco dopo Dominique capisce di non essere più da sola.

“Domi…” la voce di Roxanne la coglie alla sprovvista e la fa sussultare: si aspettava fosse James, uno zio, chiunque, ma non si aspettava sua cugina “Che stai facendo?”

“Io…” mormora Dominique, guardando poi verso i due ragazzi che stanno ridacchiando per qualcosa che nessuna delle due ha sentito; la ragazza le fa posto dietro la pianta che la sta nascondendo “Giudica tu.”

La Grifondoro è una ragazza sveglia e non le ci vuole molto per capire la situazione e rabbuiarsi.

“Non capisco… mio fratello sta con Lindsay… e Dorcas non lo sopporta… perché?”

“A Dorcas piace tuo fratello, Ann…” confessa Dominique “E la mia speranza è che anche a Fred piaccia Dorcas. Mi dispiace per Lindsay, ma…”

“Sì, ho capito” taglia corto Roxanne, rimanendo ad osservarli mentre parlano di quella giornata.

Dominique guarda incerta la cugina: sa benissimo quanto la ragazza sia “gelosa” del fratello e quanto ci tenga ad essere messa a conoscenza di ciò che gli succede nella vita, quindi immagina che trovarsi davanti una storia – o quello che è – di cui ignorava totalmente l’esistenza non deve essere facile.

“Cazzo” è il suo commento, quando li vede sedersi per terra, nell’erba dove la neve è stata tolta dall’incantesimo di zia Hermione, continuando a chiacchierare.

“Ti dà fastidio, Ann?” domanda a bruciapelo Dominique e la cugina si morde il labbro; così, nascoste alla vista dal muro sul retro della casa e da quelle piante ormai troppo cresciute, la francesina aspetta un commento da parte di Roxanne.

Il commento – quello vero e proprio, non un semplice “cazzo” – tarda un po’ ad arrivare, ma alla fine, dopo un sospiro, Roxanne dichiara “Sì, mi dà fastidio. Mi dà fastidio, anche se so che non dovrebbe. Mi dà fastidio perché penso a Lindsay, che sembra felice di questa storia, ma allo stesso tempo voglio solo che mio fratello stia con qualcuna che tiene a lui quanto lui tiene a lei. E, davvero, non posso credere che questa persona sia Dorcas Morgan, perché per sette anni non hanno fatto altro che prendersi a male parole e ad insultarsi un minuto sì e l’altro pure. Non avrei scommesso mai un galeone su una loro conversazione civile, figuriamoci su qualcosa in più!”

Roxanne sbuffa e per un attimo Dominique teme che i due possano averli sentiti, perché si sono interrotti, ma in realtà ricominciano a chiacchierare un attimo dopo.

“Però…” continua Roxanne “Lo accetterò. Voglio dire, è ovvio che io debba accettarlo, soprattutto perché non sono fatti miei ma… non pretenderò di sapere e non minaccerò mio fratello solo perché si apra con me. Se si sente di farlo…”

Lo farà.

Dominique annuisce “Mi sembra una cosa… intelligente. E molto matura.”

“Vero, eh? Certo che sono cambiata rispetto a quando volevo mettere dei ragni nel letto di quella ragazza che doveva andare ad Hogsmeade con Freddie.”

“Spero che tu sia diventata meglio a progettare scherzi. Quelli che elaboravi a tredici anni facevano un po’ pena” commenta Dominique, con un sorrisetto “Anche se, ti prego, non rivolgerli contro Dorcas. Primo perché ci finirei in mezzo anche io, visto che vivo con lei, e secondo perché lei non si fermerebbe. E lo scoppio della Terza Guerra Magica per colpa di Fred vorrei evitarla.”

Roxanne scoppia a ridere, prima di fare un’espressione incredula, di chi è appena arrivato ad una conclusione importantissima.

“Che c’è?” chiede Dominique.

“Quindi, fammi capire… tu e James e Dorcas e Fred? Ma è uno di quei film babbani sdolcinati che piacciono tanto a tua sorella?”

Dominique scoppia a ridere “Potrebbe essere, vero?”

“E tu che avevi detto che la cosa comica era Lucian che usciva con la Tassorosso… questo sì che mi sembra più interessante! A proposito, lui com’è…”

“Mi ha intimato di non chiedergli nulla” risponde la francesina “Ma voci di corridoio dicono che lei abbia provato a baciarlo e che Lucian si sia scansato molto elegantemente, continuando il suo cammino come se nulla fosse.”

Roxanne scoppia di nuovo in una sonora risata e questa volta Fred e Dorcas smettono di parlare come se si fossero accorti di non essere da soli; velocemente Dominique e Roxanne si nascondono tra le foglie più fitte, mentre la bionda è costretta a mettere una mano sulla bocca della cugina, per evitare di essere scoperte. Quando i due ricominciano a parlare, Dominique la lascia andare e l’altra sospira.

“Credo sia meglio che vada… non è successo nulla, ma se succedesse… non voglio vedere. Lindsay è la mia migliore amica e… mi troverei in una posizione spiacevole…”

“Non succederà nulla, Rox.”

“Ne sei certa?”

“Conosco Fred. Non è il tipo. E dovresti saperlo anche tu” spiega Dominique “Siamo noi ragazze a fare queste cose.”

“I film babbani dicono il contrario, cugina.”

“Ma noi siamo streghe, Ann, di nome e di fatto” commenta la francesina; con l’ultima risata sguaiata ma famigliare, la Grifondoro si allontana, lasciando Dominique da sola.

Dovrebbe andarsene anche lei, sa che non è carino origliare, ma sa che Dorcas non le farebbe problemi per averlo fatto. E vuole sul serio vedere se finalmente tra quei due la situazione si potrebbe sbloccare.

“Stai molto bene, Morgan” commenta serio Fred e Dominique può vedere benissimo le guance dell’amica tingersi di rosso.

“Anche tu non sei male, Weasley.”

“Non ce la fai proprio a chiamarmi Fred, vero?”

“È troppo…”

“… personale? Sì, lo penso anche io, Dorcas.”

“E così Dorcas ha trovato qualcuno in grado di farle battere il cuore?” commenta Victoire, comparendo alle spalle di Dominique; la ragazza, colta totalmente alla sprovvista, senza aver sentito nemmeno i passi, si aggrappa al tronco di una pianta e lancia un’occhiataccia alla sorella.

“Non si arriva così alle spalle della gente.”

“Non è carino origliare le conversazioni” ribatte Victoire. Eccola, la sua eterna coscienza pronta a dispensare bontà e buoni consigli.

“Sono gossip, tutto è lecito” ribatte la sorella “Me lo hai insegnato tu. E poi Dorcas me lo racconterà stasera, conoscendola.”

“Fred, eh? Mi sembra un’ottima scelta, è un bravo ragazzo” commenta Victoire, nascondendosi anche lei dietro le piante.

“Stai correndo troppo di fantasia, Vic.”

La sposa alza le spalle “Forse. Ma oggi è il giorno del mio matrimonio, ne ho tutto il diritto.”

“A proposito, cosa ci fai qui? La sposa non può sparire.”

“La sposa oggi può fare quello che vuole” replica Victoire “E io volevo cercare la mia sorellina.”

“Hai bevuto?” domanda Fred in quel momento, porgendo una mano a Dorcas per aiutarla ad alzarsi.

“Un po’ di Acquaviola” ammette Dorcas “Colpa di tua cugina.”

“Sì? Perché ero convinto fossi tu l’amante dell’Acquaviola.”

“Come lo sai?”

“La prendi sempre ai Tre Manici di Scopa” dichiara semplicemente Fred “E Domi ama la Burrobirra.”

Dominique sbuffa divertita, prima di sussurrare “Come hai fatto a trovarmi?”

“Ho visto Roxanne e ho pensato che non poteva essere da sola, nascosta qui dietro” dichiara Victoire con un sorrisetto.

Ma Dominique è troppo concentrata sui due ragazzi per risponderle; Fred si avvicina di un passo e Dorcas si irrigidisce, ma il ragazzo le sfiora semplicemente la guancia per sistemarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio, lasciando un istante in più le sue dita sul viso della ragazza.

“E tu, Domi?” domanda curiosa Victoire “Qualcuno fa battere il tuo cuore?”

“No.”

“Bugia” ridacchia la maggiore “Lo capisco quando menti.”

Dorcas respira a fondo e in quel momento Fred si immobilizza, lasciando cadere la mano lungo il suo fianco.

“Scusami.”

“Non ti ho detto niente” gli fa notare Dorcas “E tu non mi hai detto niente.”

“Lo so. Ma ho esagerato. Sto esagerando” precisa Fred “Godric, io davvero vorrei…”

“… vorresti…?” lo incoraggia Dorcas.

“Nulla. Non… non ora. Non posso. Mi dispiace se mi sono spinto più in là del previsto.”

“Fred, davvero, io non…”

“Devo pensare prima di fare. Io… Lin…” Fred scuote la testa “Scusami, d’accordo? Dimenticati tutto.”

Il ragazzo fa per andarsene, quando Dorcas dichiara tutto d’un fiato “Io non voglio farlo.”

“Quindi? Chi è il ragazzo?” sussurra Victoire “So che c’è, ti conosco, sorellina.”

Fred guarda Dorcas e le fa un sorriso dolce “Mi dispiace.”

“Molly dice che sei cambiata” aggiunge Victoire.

“Non ci credo che Molly ti abbia detto una cosa del genere” replica Dominique, con un sorrisetto.

“Non scusarti” risponde Dorcas “Torno da Dominique.”

Le due francesine si guardano e Dominique capisce che è il momento giusto per fare un incantesimo di Disillusione su entrambe e sperare che nessuno dei due se ne accorga.

“Ne possiamo… riparlare?” domanda Fred, mentre Dorcas è già pronta ad andarsene.

“Come vuoi, Weasley.”

E senza aspettare una risposta, Dorcas se ne va, passando accanto alle due sorelle nascoste, che trattengono il respiro per non essere notate; un attimo dopo, con un sospiro, Fred la segue, per tornare anche lui alla festa.

“Hai rischiato di essere scoperta” la rimprovera Victoire, non appena tornano entrambe visibili.

Dominique alza gli occhi al cielo “Perché, tu no?”

“Non sono io l’amica” sogghigna la maggiore “E stai continuando ad evitare le mie domande. Quindi, quello che dice Molly è vero?”

E Dominique vorrebbe dirle che non sta evitando le sue domande, che a Dicembre è stata lì lì per scriverle una lettera così tanto confusa che le avrebbe fatto guadagnare direttamente un biglietto di sola andata per il San Mungo, che ha disperatamente bisogno di lei. Ma il problema è che non sa da che parte incominciare. Non ne ha proprio idea e non sa nemmeno quanto in là può andare. Sua sorella è la migliore, sua sorella la capisce, ma sua sorella potrà non… arrabbiarsi? O rimanere delusa? O rimproverarla? Sicuramente la rimprovererebbe per aver ordito un piano crudele ai danni di un ragazzo che non c’entra nulla, perché Victoire è così, Victoire fa sempre la cosa giusta e sa sempre cosa c’è da fare. Dominique no, Dominique ha passato tre mesi senza averne la più pallida idea.

Dominique avrebbe disperatamente bisogno di Victoire, che da sempre è il suo Asticello Parlante e che le dice sempre quale sarebbe la cosa più eticamente e moralmente corretta da fare, mentre è già pronta a tirare fuori il gelato alla vaniglia e caramello dal congelatore per ascoltare i suoi problemi con più attenzione. Victoire ascolta sempre con più attenzione quando mangia.

Ma lì non c’è il gelato, sono nascoste da delle piante e forse non è proprio il momento adatto. Nonostante sia andata Victoire spontaneamente da lei, perché non si immagina cosa le potrebbe raccontare. E quanto potrebbe essere lungo il suo discorso – ma suo di chi? Di Victoire o di Dominique?

E ancora, è il suo matrimonio, può davvero passare il suo tempo con lei, ascoltandola e, probabilmente, rimanendo delusa? No, davvero, no. Sicuramente no. Sicuramente Victoire deve ritornare di là da Teddy – da suo marito Teddy – da nonna Apolline che non vede mai, da Lily che guarda meravigliata il suo vestito, da tutti gli invitati che la aspettano.

“Quando pensi troppo su qualcosa vuol dire che hai qualcosa da dire” dichiara Victoire, sorridendo “O quando cucini. Ma non hai un fornello a portata di mano, quindi la tattica del silenzio è più pratica.”

“Sei sempre così perfida?” ridacchia la più piccola, di nuovo tentando di distogliere l’attenzione dalle domande scomode.

“Veramente così è quando sono gentile” sogghigna Victoire, citando il film preferito da entrambe da sempre “Comunque hai sprecato i tuoi cinque minuti con me, sorella. Temo che mamie mi venga a cercare se non torno immediatamente di là. Tieniti pure i tuoi segreti, io non sono per niente curiosa.”

Dominique scoppia a ridere, divertita dal tono della sorella e dall’essere riuscita a scappare al suo attacco, e l’aiuta a camminare sull’erba finché Victoire non annuncia che può farcela da sola e che “Foutus talons”. Il che fa ridere ancora di più Dominique.

“Oh, ciao James” saluta Victoire e Dominique si immobilizza sul posto, guardando il ragazzo che è comparso nel retro “Dà una mano a tua cugina. Anzi un braccio, un braccio è decisamente molto più utile.”

“Sissignora, signora sposa!” esclama James, aiutandola a fare gli ultimi passi nel terreno più dissestato fino a dove è più duro e dove Victoire può camminare più facilmente “Teddy non mi perdonerebbe mai se sapesse che ti ho lasciato in balia del terreno.”

“Ora ce la faccio sul serio da sola. Scusami Domi, ma James è decisamente più stabile di te” dichiara la ragazza “Vi lascio, torno dai miei ospiti e vado a far sapere a mio marito che non sono fuggita a qualche ora dal nostro matrimonio.”

Con James e Dominique che ridacchiano, Victoire esce di scena, continuando a borbottare qualcosa in francese contro i tacchi e contro chi li ha inventati. Quando non la sentono più, i due ragazzi si guardano.

“Eccoti qui.”

“Eccomi qui” gli fa eco Dominique e James si avvicina per giocare con un boccolo solitario vicino alla guancia della ragazza.

“Sei davvero bellissima, Domi.”

“Me l’hai già detto” ridacchia la francesina.

“Sì. Ma non era abbastanza dirtelo una volta sola. Quindi dovevo ripeterlo.”

James lo dice con un tono così serio e allo stesso tempo così infantile che Dominique gli sorride spontaneamente con dolcezza.

“Ti ho portato una cosa” dichiara il ragazzo, frugandosi nelle tasche, mentre la Corvonero lo guarda curiosa.

“Un’Ape Frizzola?” commenta divertita la ragazza, riconoscendo il dolcetto nelle mani di James “Non dovevi.”

“Vale più di un anello con te.”

Dominique si irrigidisce un po’ e James se ne accorge subito “Scusa, non dovevo dirlo. Non dovrei fare certe battute, non… con questa situazione.”

“No” lo blocca la ragazza “Non c’è problema. Tu sei fatto così, ironizzi su tutto. E io l’ho sempre trovata una cosa bellissima e questo lo penserò sempre.”

“Non mi piace questo imbarazzo tra di noi” ammette James.

“Non c’è.”

“Sì, ogni tanto c’è. Non sempre e di questo sono davvero contento ma… ogni tanto torna.”

“Allora dammi l’Ape Frizzola, ti prometto che qualsiasi imbarazzo scomparirà” dichiara solenne la ragazza, mentre suo cugino scuote la testa e gli cede volentieri la caramella.

“Hai una voracità preoccupante quando si tratta di Api Frizzole, Dom – Dom… ho sempre paura che dalla fretta mi stacchi un dito a morsi.”

“Esagerato” commenta la ragazza, muovendo la mano con un gesto di noncuranza “Tu non farmi aspettare troppo e io non ti stacco le dita.”

“Le ragazze della mia famiglia sono troppo fameliche. Sul serio, non so se avrei più paura di mettermi tra te e un’Ape Frizzola o tra Lily e una Cioccorana…”

Tra i due scende il silenzio, ma nessuno distoglie lo sguardo dall’altro; Dominique smangiucchia il suo dolcetto, alzandosi di qualche centimetro e pensa che l’imbarazzo tra loro c’è e che non basterà quella caramella a cancellarlo. Il che le dispiace tremendamente perché vorrebbe sul serio che un’Ape Frizzola cancellasse tutto, come quando erano piccoli.

“Non hai portato la tua dolce metà?” domanda distrattamente James, come se buttasse lì l’argomento, mentre si appoggia con la schiena al muro del retro della casa.

“Credevo fosse tuo compito, invitarlo. Io ho portato Lorcan Scamander” gli fa notare Dominique, tornando con i piedi per terra.

“Sì, vi ho visti ballare insieme. Parecchio buffi, se posso aggiungere.”

La ragazza esita, mentre James le fa cenno di avvicinarsi; Dominique si ferma a pochi centimetri da lui, che le prende una mano e gli sfiora il dorso con un polpastrello.

“James… non voglio litigare.”

“Nemmeno io. Vieni qui, Domi.”

La francesina si ritrova con la testa contro la spalla del cugino, mentre annusa il suo buon profumo che dà sempre riconosce come quello di casa; quand’erano più piccoli, James era più basso di lei e Dominique se ne vantava sempre, dicendogli che era un tappo, ma quando suo cugino era cresciuto – tutto di scatto, senza che lei avesse nemmeno il tempo di accorgersene – in realtà apprezzava molto il fatto che la superasse in altezza di qualche centimetro. Quando la abbracciava, la faceva sentire protetta: sapeva che era una cosa sciocca e che James non la stava proteggendo da niente – anche se lo avrebbe fatto e Dominique non ne dubitava – ma era un pensiero dolce e che le piaceva molto fare.

Anche in quel momento, mentre sente il suo cuore battere veloce – o è quello di James? – con il ragazzo che le carezza i capelli e mentre potrebbero essere di nuovo scoperti malamente, si sente al sicuro.

“Non voglio rovinare il matrimonio di mia sorella, James…” mormora.

“Nemmeno io. Non me lo sognerei mai. E mi chiedo come tu possa averlo anche solo pensato” replica il ragazzo.

“Hai un tono minaccioso.”

“Ho un tono triste, Domi, è diverso” ribatte James “Avrei voluto essere il tuo cavaliere, averti al mio fianco e ballare con te. Far invidia a chiunque in questo giardino e darti baci imprudenti e maliziosi sul collo, sopportando le tue occhiatacce.”

Dominique sospira.

“Sai che nonna Molly me lo ha chiesto? Se ti avrei portato al matrimonio, come dicevamo sempre quand’eravamo piccoli…”

“Non mi hai invitato, James, o sbaglio?” gli fa notare la ragazza.

“Avresti accettato?” domanda l’altro, ma senza cattiveria, mentre cerca di incrociare il suo sguardo con gli occhi chiari di Dominique.

“Probabilmente no” ammette la ragazza “Ma, se serve a qualcosa, anche se non avessi invitato Lorcan, non avrei mai portato Alex a questo matrimonio.”

“Non serve a molto, no” conferma James “Ma mi fa stare meglio.”

Dominique si stacca leggermente da lui, ma senza allontanarsi troppo perché James continua a tenerle le mani dietro la schiena, come se avesse paura che scappasse via.

“Devo confessarti una cosa.”

“Cosa?”

“Sai perché sono uscita con Alex? Perché è il tuo migliore amico. E sì, forse il primo pensiero è stato quello di ferirti così, come tu avevi ferito me parlando di quant’è perfetta la mia compagna di stanza. Lo sapevo già che fosse perfetta, senza bisogno di rimarcarlo…”

“Ti ho già chiesto scusa nelle cucine, per quello…”

“… ma poi, il secondo pensiero è stato che potevo ritrovare in lui qualcosa di te. Che potevo convincermi che lui ti assomigliasse, almeno un po'.”

James esita un attimo, prima di mormorare “Mi manchi tanto, Domi. Non… non credevo possibile sentire la mancanza di qualcuno che vive al castello e che frequenta tutte le mie lezioni. Non avrei mai creduto di poter sentire la tua mancanza, in realtà, ho sempre dato per scontato che non saremmo mai stati così lontani da poter sentire ma la tua mancanza, ma… mi sei mancata. Mi manchi.”

“Anche tu” ammette Dominique “Possiamo ancora ballare insieme… se vuoi. Il matrimonio non è finito.”

“Ho cambiato idea. Preferisco passare un po’ di tempo da solo con te. Se ci pensi, è tanto che non succede.”

James sorride dolcemente, stringendola un po’ più vicina a sé, mentre Dominique intreccia le braccia intorno al suo collo e, spinta un po’ dall’Acquaviola che Dorcas non è l’unica ad aver bevuto e un po’ dalla nostalgia, inizia a lasciargli dei piccoli baci, appena sotto la mascella.

“Che… che fai?” balbetta il ragazzo.

“Devo fermarmi?”

“Sì… No, no, certo che no” risponde James, chiudendo gli occhi, e Dominique deve trattenere una risatina, pensando al potere che ancora ha su suo cugino; si stacca leggermente e guarda divertita la sua espressione confusa, prima di sfiorargli delicatamente le labbra con un bacio. Solo un attimo, però, giusto per passare la Pluffa a James e vedere cosa farà lui: lei, di pensare, in quel momento si è davvero stancata.

James non ci pensa più di cinque secondi e stringe sua cugina più vicino a sé; è sbagliato, Dominique lo sa, ma mentre James la bacia non ci pensa, mentre James la bacia non pensa più a niente se non alla morbidezza delle labbra di James e a quanto la sua bocca le era mancata. Cerca di avvicinarsi a lui il più possibile, annullare qualsiasi distanza, toccare con il proprio ogni centimetro del corpo di James.

E anche il ragazzo sembra voler studiare ogni minima parte di lei, per capire se è come se la ricorda, perché le sue mani corrono veloci da ogni parte, infastidite da un vestito troppo complesso.

“Vuoi farlo qui?” ansima James, la camicia già parzialmente sbottonata e l’eccitazione che sta raggiungendo in fretta ogni parte del suo corpo.

“Voglio te, Jamie” sussurra Dominique “Voglio stare con te, merde.”

“Mi piace quando parli francese” ridacchia il ragazzo con voce roca, mordicchiandole il labbro “Sei davvero sexy.”

E mentre Dominique ridacchia, James ribalta in fretta le posizioni, schiacciando la ragazza tra il suo corpo e il muro, mentre, ad un centimetro dalle sue labbra, le sussurra “Fermami ora o non sarò in grado di fermarmi più.”

La francesina non reprime il brivido che le corre lungo la schiena: quella frase, tra loro, era sempre stata l’ultimo barlume di lucidità, prima di perdere completamente la ragione e il contatto con la realtà. Quello non è il momento, né il luogo – né il tempo, damnation! – ma alla Corvonero non importa. Morde il labbro di James, inarcando la schiena per avvicinarsi di più al petto del cugino.

Il ragazzo si allontana un attimo, per riprendere fiato, e guardando i capelli più disordinati del solito a Dominique viene in mente che forse quello non è proprio il momento adatto e che forse davvero deve fermarlo – devono fermarsi – finché ne sono in grado. È pur sempre il matrimonio di Victoire.

Gli appoggia una mano sul petto e anche James annuisce, appoggiando le labbra sulla fronte della cugina per depositargli un dolce bacio casto, prima di fare un passo indietro.

Dominique vorrebbe dire tante cose a suo cugino, in quel momento, ma non le vengono in mente le parole per farlo, né in inglese né in francese e forse il suo comportamento ha già detto molto di più, anche senza stupidi vocaboli.

Rimangono in silenzio per un paio di minuti, abbracciati semplicemente, e a rompere quel momento non è nessuno dei due.

“James!” urla Lily “Dove sei? Teddy deve presentarti una persona!”

“Merda” commenta James, staccandosi da Dominique, che sente ancora i brividi sotto la pelle.

Un attimo dopo, la cuginetta dai capelli rossi è di fronte a loro, con il suo solito sorriso luminoso.

“James, Teddy ti cerca.”

“Arrivo” risponde laconico James, lanciando un’occhiata a Dominique, che alza un angolo delle labbra “Ci vediamo dopo?”

E mentre la Corvonero annuisce, appoggiandosi al muro con la schiena per paura che le cedano le gambe, i due fratelli si allontanano per tornare alla festa, lasciandola sola con i suoi pensieri.

Ha appena tradito Alex, ma non si sente in colpa. E non ha bisogno di chiedere a Lucian cosa questo possa voler dire.

È una persona orribile?

Si ritrova a sorridere sprezzante, pensando a ciò che ha detto a Roxanne solo poco prima: le ragazze sono delle streghe in tutto e per tutto, su questo non c’è dubbio. Fred si è fermato, lei no. E il fatto che non si senta in colpa la fa sentire in maniera orribile. Sì, è decisamente una persona orribile.

Le Veele sono pericolose, ti incantano e ti fanno fare quello che vuoi. E se davvero c’è un quarto del suo sangue che vuole far fare agli uomini ciò che desidera… direi che ne ha appena avuto la conferma, ha appena saputo che può farlo davvero.

Ben fatto, Dominique, ogni volta che sembri riacquistare un barlume di lucidità ecco che decidi di impegnarti per smentire tutto.

Ma, nonostante tutte le cattiverie che può pensare sul suo conto, Dominique non potrebbe essere più felice di ciò che è successo e di ciò che le piante hanno nascosto alla vista del mondo. E non si riferisce solo a Dorcas e Fred.






Felpie's Corner
Devo dire che oggi ho faticato per essere puntuale, ma eccomi qui, con la prima parte di questo matrimonio tanto atteso. Spero di non avervi deluso.
Roxanne, ovviamente, non sa nulla del fatto che Fred ha chiesto a Lindsay di essere la sua ragazza per far ingelosire Dorcas (e anche se dopo probabilmente sono diventati una coppia a tutti gli effetti era così che la cosa era partita, per chi non lo ricordasse). E, finta o meno, Fred non vuole dare dispiacere a Lindsay (a una sua amica, alla sua ragazza, alla migliore amica di sua sorella, chiamatela come volete).
Spero che i dialoghi Victoire - Dominique e Fred - Dorcas non vi abbiano creato troppa confusione, ho cercato di renderli il più chiari possibile.
Il film a cui si riferisce Dominique è "Amori e Altri Rimedi", in uno dei primi capitoli diceva che era il loro film preferito, da mangiare con un buon gelato vaniglia e caramello (e tanti fazzoletti).
Lo so, dovevo mettere un bacio tra Dorcas e Fred, ma mi sembrava un po' troppo. Il danno lo hanno già fatto Dominique e James, non potevo esagerare.
Parlo da ragazza mentre do delle streghe al genere femminile, spero di non aver offeso nessuno.
Il prossimo capitolo del matrimonio è invece sui piccoli della famiglia. Inoltre, vi avviso già da adesso, che dopo il capitolo 30 (e con l'inizio dell'anno nuovo per il Clan Potter - Weasley), mi prendo due martedì di pausa, perché avrò poco tempo per pubblicare e per darvi il tempo di rimettervi in pari, in caso. Poi tornerò più carica di prima.
Come sempre, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che questi giovani amori vi facciano battere il cuore (okay, questo è il segnale che sto parlando troppo, meglio smettere).
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Capitolo 30 - Lily Luna ***


E Radio Tirana trasmette
Musiche balcaniche mentre
Danzatori bulgari
A piedi nudi sui bracieri ardenti
Nell'Irlanda del Nord
Nelle balere estive
Coppie di anziani che ballano
Al ritmo di sette ottavi
E gira tutto intorno alla stanza mentre si danza, danza
E gira tutto intorno alla stanza mentre si danza
Nei ritmi ossessivi la chiave
Dei riti tribali
Regni di sciamani
E suonatori zingari ribelli
(Voglio vederti danzare - Franco Battiato)






Perché deve essere sempre lei ad andare a cercare suo fratello quando sparisce misteriosamente Lily non l’ha proprio capito: la scusa ufficiale è che a lei James non sa dire di no – cosa anche piuttosto vera –  mentre quella non detta è che Albus non verrebbe ascoltato e che Ginny non ha la minima voglia di andarsi ad infangare – a volte letteralmente – solo per scoprire dove suo figlio si è cacciato. E quindi la piccola Potter è sempre quella che va a richiamare James quando se ne devono andare.

È una fortuna che in quel momento lo debba richiamare solo per conto di Teddy perché Lily si sta davvero divertendo e non ha alcuna intenzione di andare via.

Peccato che in questo modo è diventata non solo il gufo della sua famiglia, ma anche quello di Teddy. Ma dai, oggi è il suo matrimonio, qualcosa potrà concederglielo.

Ma solo in cambio di una Cioccorana. Teddy ha sempre delle Cioccorane in tasca e nonostante tutti siano a conoscenza della dipendenza della piccola Potter dalla cioccolata la Grifondoro è convinta che Lupin sia decisamente peggio di lei. Teddy Lupin profuma perfino di cioccolata, Santa Tosca.

Quindi gliene deve una, sicuramente. Matrimonio o no. Tanto le sforna, che problema c’è?

James le cammina affianco, con le mani dietro la testa e lo sguardo pensieroso.

“Volevi allontanarti dalla folla, fratellone?” domanda Lily, lanciandogli un’occhiata.

“Siamo troppi, a volte. Chi mi deve presentare Teddy?”

Lily scrolla le spalle “Credo un Auror o qualcuno del genere. Non mi hanno dato informazioni, si sono limitati a dirmi di cercarti. Come sempre.”

James sogghigna “È perché mamma e papà sanno che mi farei trovare solo da te, sorellina.”

“Non mi sembra ti stessi nascondendo così tanto” gli fa notare Lily “Perfino Albus poteva riuscirci.”

“Sì, ma a lui non lo avrei ascoltato.”

“Non è vero” dichiara Lily, con le mani sui fianchi.

James si ferma un attimo a guardarla e poi scoppia a ridere “Assomigli sempre di più alla mamma, Lily.”

“Davvero?” esclama la piccola, contenta.

“Sì. Ma non rimproverarmi anche tu, di mamma che mi rimprovera me ne basta una” la implora il ragazzo “Comunque, ti ho già detto che sei molto carina, vestita così?”

“No, non me lo avevi ancora detto. Albus lo ha fatto” precisa Lily, con un sorrisetto.

“Questo è grave” commenta James “Allora io ti dirò che sei la più bella di tutti, oggi. Dopo Victoire, ovviamente. Ma solo perché è la sposa e farei uscire un lato violento di Teddy praticamente inesistente se mi sentisse dire il contrario.”

La piccola Potter ridacchia “Dici?”

I due fratelli si guardano intorno, nella confusione del giardino della Tana, dove sono già state accese le prime luci: l’idea è di rimanere lì fino ad anno nuovo – cosa di cui nonno Arthur è stato molto contento, almeno può tirare fuori tutto il suo repertorio di battute sull’anno nuovo e l’anno passato – e a quanto pare nessuno vorrebbe andare via prima.

Molly chiacchiera con delle amiche di Victoire che Lily non conosce, Rose sta discutendo di qualcosa con Albus e Thomas – che è stato davvero il suo cavaliere per tutto il giorno tantoché Lily si è chiesta se a Beaubatons per caso insegnino anche Cavalleria come materia – e ci sono i gemelli e Louis in un angolo a confabulare – che potrebbe anche significare parlare di Quidditch, visto che Fred e Roxanne si stanno avvicinando a loro.

Oh, sì, e suo cugino chiacchiera con Danielle.

Sì, perché Hugo ha invitato la sua migliore amica. Senza dirglielo, è da sottolineare. Quando si è vista comparire Danielle a messa, con tanto di vestito elegante, le è preso un colpo. I suoi due migliori amici degeneri sono scoppiati a ridere come se nulla fosse, mentre lei cercava di smettere di balbettare.

Amici degeneri.

Potevano avvisarla, almeno. No? Sì, sarebbe stato carino. Molto carino.

Però è contenta per loro, anche se per tutto il tempo si è chiesta dove Hugo abbia trovato il coraggio di invitarla perché, insomma, non è proprio da lui. E non glielo aveva detto. Oh, sì gliel’avrebbe fatta pagare, a quel traditore. E avrebbe chiesto tutti i dettagli, perché Lily Luna Potter ama i dettagli, li ritiene ciò che rendono le storie interessanti.

Vede Teddy fare un cenno a lei e a James con la mano e suo fratello si sporge per darle un bacio sulla testa, quando un forte odore di ciliegia la invade.

“Com’è che sai di ciliegia?” domanda Lily, ridacchiando, e James mette su un sorrisetto misterioso, prima di rispondere in fretta “Domi. Colpa sua.”

Lily ridacchia “Dovevo immaginarmelo.”

“Lils!”

Lucy la chiama e James ne approfitta per raggiungere il neo sposo; Lily si ferma, aspettando che la cugina la raggiunga.

“Ma dov’eri finita?”

“Sono stata mandata a cercare James. Come sempre.”

“Secondo te posso andare a ballare con Fred?” le domanda Lucy a bruciapelo; Lily è presa un po’ in contropiede, ma annuisce rapidamente.

“Non obbligarlo, però.”

“Io non obbligo le persone” precisa Lucy e Lily sta per ribatterle qualcosa, quando il diretto interessato appare davanti a loro, con la camicia bianca, smagliante come il suo sorriso.

“Ehilà, cugine, che si dice?”

Ma, come al suo solito, il ragazzo non aspetta nemmeno una risposta, perché chiede subito “Lucy, vuoi venire a ballare con me?”

Lucy sgrana gli occhi e, agitata, si gira verso Lily, che le sorride incoraggiante, mentre Fred continua a parlare “Adoro questa canzone e di solito la ballo sempre con Roxanne, ma abbiamo appena discusso… sapete non la pensiamo uguale sul Battitore del Puddlemore… voglio dire, è una schiappa, ammettiamolo, ma Rox è affascinata dai suoi capelli biondi e mi sa che i suoi le sono finiti davanti agli occhi… comunque dubito che lei voglia ballare con me e io ho bisogno di ballare questa canzone. Ti va di ballare con me?”

“Io…”

“Sì, ne ha voglia” risponde subito per lei Lily, dandole una gomitata; Lucy fa un’espressione infastidita per quella risposta frettolosa, ma non può dirle nulla perché il cugino la prende per un braccio.

“Fantastico! Vedrai, Lucy, sono un ballerino eccezionale!”

E mentre Fred continua a parlare, allegro e ciarliero – e Lily sospetta sia un po’ colpa del Whiskey Incendiario che gli ha visto bere prima – la piccola Potter ridacchia e, un attimo dopo, viene raggiunta da Hugo, che sta litigando con il suo papillon.

Lily gli sorride, raggiante come al solito e si va a sedere su una sedia vicino al tavolo delle bevande; la ragazza osserva Lucy un po’ a disagio insieme a Fred e Danielle chiacchierare con Dorcas – probabilmente di Quidditch.

“Mi sembra un matrimonio molto in grande… zio Bill e zia Fleur non hanno badato a spese” commenta Hugo, sedendosi accanto a lei. Lily lo ha trovato molto carino, con quello smoking che gli casca leggermente grande, la camicia bianca abbagliante e il papillon con una fantasia rossa e nera.

“È per Victoire… penso sia normale. Credo sogni il matrimonio da quand’è nata.”

Hugo scrolla le spalle “Probabile. E Teddy è entrato in quel sogno più o meno da quando si sono conosciuti.”

“Decisamente” concorda Lily, sbattendo i piedi tra loro “Comunque ho sentito dire a mamma che è un po’ un secondo matrimonio di zio Bill e zia Fleur.”

Hugo la guarda curioso e chiede “In che senso?”

“Non lo so, ne parlava con papà ed io ero nascosta in cucina. Da quanto ho capito sembra che quando si siano sposati loro ci sia stato qualche problema… dopotutto credo che il matrimonio sia stato in piena Guerra Magica.”

“Deve essere stato orribile” commenta il ragazzino, toccandosi i capelli ricci, prima di dichiarare “Non me lo hai detto.”

“Cosa?”

“Com’è andata con Malfoy. Mi aspettavo una tua lettera piena di particolari romantici e vomitevoli, ma non è mai arrivata. Devo pensare che il gufo si sia perso?”

“Preferivo raccontartelo dal vivo. E da quando sei così attaccato ai particolari romantici?”

“Sei mia cugina, è mio dovere informarmi della cosa.”

“Ma se quando ti ho scritto per dire che potevi tornare a casa mi hai risposto solo “grrr”. Che dovevo fare?” ridacchia Lily “Mica pensavo che volessi saperlo!”

“Sì, certo, come no. Lo sai che voglio saperlo” borbotta Hugo “E non perché, e ti cito, “sono un pettegolo nato anche se non voglio ammetterlo”. Ma perché sei uscita con Scorpius Malfoy, andiamo! Chiunque vorrebbe saperlo!”

“Shhh, abbassa la voce. Chiunque non deve saperlo” lo rimprovera Lily “Vuoi che lo sappiano proprio tutti?”

“Perché no? Sarebbe comico vedere James prendere a pugni Malfoy.”

“Non sarebbe comico proprio per niente” replica la ragazza, imbronciata.

“Quando al castello mi hai detto che era lui il tuo ammiratore segreto pensavo ti fossero entrati i Nargilli nel cervello” continua Hugo “E invece, sorpresa, sorpresa, per una volta non eri fuori di testa.”

“Per una volta?”

“E, a proposito di Nargilli, sinceramente credevo fosse Lorcan il tuo ammiratore segreto.”

Lily scoppia a ridere “Lorcan? Non è da Lorcan scrivere bigliettini.”

“Perché, è una cosa da Malfoy?”

“Credimi, penso sia più da Scorpius che da Lorcan” commenta la ragazza, divertita.

“Ti ha baciata?”

Lily sgrana gli occhi “Che?! No, certo che no.”

“Ma come certo che no, è questo che si fa agli appuntamenti!”

“Davvero?”

Hugo annuisce vigorosamente “Me l’ha detto Fred. Dice che altrimenti l’appuntamento non è andato bene.”

Lily ci pensa un attimo “Ma io gli ho dato un bacio. Sulla guancia, però.”

“Il proprio ragazzo si deve baciare sulla bocca, Lils” commenta Hugo, con fare da saputello, segretamente orgoglioso di poter spiegare qualcosa alla cugina “Se no non vale.”

“Perché tu Danielle l’hai baciata?” domanda perfidamente Lily, solo per il gusto di metterlo a disagio, e Hugo arrossisce vistosamente.

“No! Cioè, no, però questo non è un appuntamento… e la giornata non è ancora finita… lei è venuta qui come mia ospite, non come… insomma non…”

Il ragazzo alza lo sguardo e si ritrova davanti il ghigno malefico della cugina, che invece cinguetta “Sì?”

“Non ti sopporto” taglia corto Hugo.

Lily scoppia a ridere di gusto, mentre le salta in mente una domanda: avrebbe voluto baciarlo, a Scorpius? Lì per lì non ci aveva nemmeno pensato perché… insomma, lei non ha mai baciato nessuno. Non sulla bocca, non in maniera seria. Scorpius si aspettava che lei lo facesse? O non ci aveva pensato nemmeno lui? Potrebbe sul serio pensare che l’appuntamento non sia andato bene?

Hugo la fissa, curioso, e le scuote una spalla per richiamare la sua attenzione.

“A che pensi?”

“A quello che mi hai detto. Dici che Scorpius si aspettava che lo baciassi?”

Hugo storce il naso “Lils, che vuoi che ne sappia. Non so se l’hai notato, ma non sono proprio Gilderoy Allock…”

“La sua collezione è finita nel ripostiglio, quindi forse è meglio che non sei come lui…”

“Intendevo dire che sono un Troll a dare consigli, soprattutto d’amore, come tu e mia sorella non fate che ricordarmi…” commenta Hugo, lanciando uno sguardo alla sorella che è in pista e che sta ballando insieme a Thomas “Comunque lei non può giudicare me. Alla fine, al matrimonio con le scarpe da ginnastica ci è venuta sul serio.”

Lily ridacchia, guardando la cugina “Non credo che nessun appuntamento del mondo riuscirà a far cambiare le scarpe da ginnastica di Rose con un paio di scarpe con il tacco.”

“Ma giudica me!”

“Tutti giudicano te, Hugo. Anche io, quando ti dico che sei un pessimo migliore amico e che non sai cosa sia il Codice dei Migliori Amici.”

“Io ho vagato senza meta solo per te, cugina. Ricordatelo sempre” le ricorda il ragazzo.

“Hai invitato Danielle. Senza dirmelo” sottolinea Lily, ma senza cattiveria “Questo è decisamente contro il Codice dei Migliori Amici.”

“Non pensavo avrebbe accettato” ammette Hugo “Sinceramente, non ci ho creduto finché non l’ho vista davanti casa mia vestita elegante.”

“Mi ha preso un colpo quando me la sono trovata davanti!” Lily scoppia a ridere “Sono sicura che non me lo abbia detto appositamente.”

“Probabile” ridacchia Hugo “Hai visto quant’è carina?”

“Io vedo le tue guance intonarsi al papillon.”

A quelle parole il ragazzo arrossisce probabilmente ancora di più, così Lily ridacchia “Anche tu sei molto carino, Hugo.”

“Possiamo tornare a parlare di Malfoy e uscire dalla mia, di vita sentimentale?”

“Che vuoi sapere?”

“Tutto! Merlino, da quando siamo piccoli parliamo dei nostri primi appuntamenti e dei nostri primi compagni e tu non mi hai ancora detto nulla!”

Lily si trattiene dal ridere, notando la vena pettegola di Hugo che, era sicura, prima o poi sarebbe uscita, e aggiunge “Io credo che l’appuntamento sia andato bene. Bacio o no. Forse l’ho un po’ intontito con le mie chiacchiere…”

“… ma non mi dire…”

“… ma lui ha detto di essersi divertito e che gli faceva piacere ascoltarmi. L’ho portato a Covent Garden, abbiamo preso la pizza e gli ho portato dei biscotti fatti in casa. Questo non dovrei dirtelo, ma era totalmente incapace di contare i soldi babbani…”

Hugo scoppia a ridere, prima di bloccarsi di scatto ed assottigliare lo sguardo “Aspetta, perché porti a Malfoy dei biscotti fatti in casa?”

“Perché… niente, una cosa scritta per lettera. Ero andata con Molly in giro per Londra per il Babbo Natale segreto e… ho pensato di prepararglieli. A proposito, forse sarei dovuta andare in giro ad aiutare anche te, visto il regalo orripilante che hai fatto a Lucy.”

Hugo mette su il broncio, borbottando qualcosa che assomiglia a un “L’unica a cui non piace il Quidditch mi è capitata… e comunque non è questo il punto…”

Lily ridacchia “Non essere geloso, Hugo. A te li porto da tutta una vita.”

“Sì, ma ho dovuto sudare e faticare per avere questo privilegio. Non mi sta bene che un Malfoy qualunque arrivi e si prenda i tuoi biscotti così” protesta il ragazzo.

“Tu non mi hai mai scritto delle lettere d’amore” precisa Lily “E sinceramente vista la tua scrittura orribile è davvero meglio così: passerei più tempo a cercare di interpretarla che a essere contenta di aver ricevuto un bigliettino.”

“Io ti scrivo sempre delle bellissime lettere che traspirano amore.”

“Trasudano, Hugo.”

“Assomigli sempre di più a mia sorella” sbuffa il ragazzo, lanciando poi uno sguardo alla sua ospite, prima di sussurrare “A Danielle… lo hai detto? Di Scorpius, intendo.”

“Non sa che ci sono uscita. Lo sai solo tu.”

“Perché?”

“Perché… non lo so. Volevo tenerlo un po’ per me, ma non troppo o sarei esplosa. Dovevo dirlo a qualcuno e tu sei il mio migliore amico. E come il codice degli amici stabilisce…”

“… dovevi dirmelo. Sì, ho capito. Dovevo dirti che avrei invitato Danielle. Per quanto me lo farai pesare?”

“Abbastanza” ammette Lily.

“Sei una Serpe.”

“Volevo semplicemente istruirti su come comportarti!”

“Che penso sia esattamente il motivo per cui non te l’ho detto…”

“Non volevo che rischiassi di rovinare tutto, insomma.”

“Perché? Ho rovinato tutto?” domanda Hugo, spaventato, e Lily si affretta a scuotere la testa.

“No, no. O meglio, non lo so, non ti ho visto molto. Queste feste in famiglia sono belle, per carità, ma siamo davvero troppi, mi fa confusione vederci tutti insieme. Se tu mi chiedi con chi ho passato tutta la giornata, ti assicuro che non so rispondere.”

Hugo scoppia a ridere e Lily aggiunge “E comunque no, non stavo cercando di rimproverarti di nuovo per non avermi detto che sarebbe venuta Danielle. Il Codice degli Amici stabilisce anche che, quando uno sta per esplodere per qualcosa o per qualcuno, deve dirlo al suo migliore amico. E io, sul serio, non voglio parlare di questa uscita perché la fa sembrare… reale. E come tale si può rovinare. Ma, allo stesso tempo, dovevo dirtelo perché sono tanto felice. Tipo zio Ron quando la nonna gli cucina il pollo arrosto o tipo mamma quando vincono le Holyhead Harpies.”

“Non penso che sia una cosa paragonabile…” commenta Hugo, grattandosi la testa.

Lily alza le spalle “Forse no. O forse sì. Quanti tipi di felicità potranno mai esistere a questo mondo?”

“A detta di nonno Arthur tante. A detta di Rose dipende da chi lo chiedi. A detta di Fred solo una” rispose Hugo, prima di accorgersi che la cugina stava sorridendo “Oh… era una domanda retorica.”

Lily scoppia a ridere, alzandosi “C’eri quasi, Hugo. Ma sei adorabile anche per questo.”

Gli scompiglia i capelli e il ragazzo si rabbuia “Non sono adorabile.”

“Sì, lo sei. O almeno, questo è quello che dice sempre Fred” la piccola Potter si guarda intorno “Hugo, per quanto io apprezzi che tu stia qui con me, hai invitato una ragazza a questo matrimonio, dovresti andare da lei prima che se ne dimentichi.”

A quelle parole, il cugino scatta sull’attenti e cerca con lo sguardo Danielle, individuandola dopo poco; l’ultima cosa che Lily sente prima che Hugo si allontani sono le parole “oggi è davvero carina…”

Ma la piccola Potter riesce a rimanere per poco da sola perché, dopo un po’, suo padre le si avvicina e la invita a ballare con lui; la ragazza accetta subito volentieri e in un attimo volteggia sulla pista da ballo.

“Quand’eri piccola, salivi sulle mie scarpe e ballavamo così” racconta Harry, conducendola tra i vari ballerini.

“Me lo ricordo. Anche James ha provato a farlo, ma siamo caduti subito e…”

“… vi siete sporcati tutti di erba. Me lo ricordo, mamma ha urlato per dieci minuti buoni dicendomi che mi avrebbe fatto lavare i vostri vestiti senza magia” conclude l’uomo, ricordando la scenetta “Fortunatamente è intervenuta nonna Molly che ha sistemato tutto con un colpo di bacchetta o starei ancora cercando di smacchiare quel vestitino bianco che indossavi.”

“Non era verde?”

“No, no, era bianco. Fidati, è ancora nei miei incubi.”

Harry finge di rabbrividire e la figlia scoppia a ridere divertita.

“Comunque anche oggi sei bellissima. Molto elegante.”

Lily sorride allegra e lusingata dei complimenti, mentre Harry la trascina in giro per la pista.

“Voglio farti un regalo. Sai, credo non te l’abbia raccontato, ma a James ho donato una cosa che apparteneva al nonno e mi piaceva regalare qualcosa anche a te, di nonna Lily.”

“Credevo non avessi più nulla di loro” commenta Lily.

“Infatti è così. Ma a Grimmauld Place ho trovato delle lettere, alcune di Sirius, alcune di Remus. Le ha scritte nonna Lily e magari ti fa piacere leggerle e averle. Aveva una bellissima scrittura” spiega Harry, prima di arrossire “Alcune parlano anche di me da bambino…”

“Di te, papà? E che dicono?”

“Che sfrecciavo sulla scopa giocattolo e che non volevo saperne di scendere” confessa l’uomo e la piccola scoppia a ridere.

“Ti farebbe piacere averle?”

“Tantissimo, papà.”

“Però forse dovrei regalare qualcosa anche ad Albus… però a lui non so cosa donare. Non c’è molto altro dei nonni…”

“Magari nonno Arthur ha qualcosa da dargli!” esclama Lily “Albus adora le cose di nonno Arthur, dice che sono strane, ma forti.”

Harry ci pensa su un attimo e poi annuisce “Potrei provare a chiedere a nonno se ha qualcosa in mente…”

L’uomo fa fare una piroetta alla figlia e continuano a ballare e a chiacchierare per un altro po’, almeno finché Ron non richiama Harry; lo zio arriva con la faccia rossa, un po’ come Hugo quando è in imbarazzo, ma Ron sta rischiando di soffocarsi nelle sue stesse risate per qualcosa che Lily non riesce a comprendere. Probabilmente nemmeno Harry lo capisce, perché lancia uno sguardo confuso alla ragazza, scrolla le spalle e poi segue il suo migliore amico.

Lily li guarda avvicinarsi a zia Hermione, ma poi la sua attenzione viene catturata di più da Lorcan Scamander che è appoggiato ad un palo, un po’ in disparte dal resto della folla; ha lo sguardo pensieroso e la Grifondoro si muove verso di lui subito: ora che ci pensa, non ha ancora trascorso qualche minuto con l’amico.

Lorcan si accorge di lei prima che gli sia vicina e le rivolge uno dei suoi soliti mezzi sorrisi.

“Tutto solo?”

“Riflettevo.”

“Su cosa?”

Lorcan scrolla le spalle “Guardavo gli invitati. Mi piace osservare le persone, si scoprono cose interessanti.”

“Tipo?”

“Lo sai che tuo zio Percy è totalmente incapace di ballare? Santa Priscilla, credevo di essere il peggiore della festa, ma lui mi batte. E ho visto tua zia Penelope bere.”

“Che?! Impossibile, zia Penelope non beve.”

“L’ho vista. E ho visto anche Fred offrire da bere a Molly, ma non ho capito se lei abbia accettato o meno. Tuo fratello Albus ha accettato sicuramente, invece.”

Lily scoppia a ridere e ammette “Okay, può essere divertente stare qui ad osservare le persone…”

Lorcan sogghigna, ma la ragazza aggiunge “Ma questa è una festa. Non puoi stare qui tutto il tempo ad osservare le persone.”

“Non ci sto da tutto il tempo.”

“No? Da quanto ci stai?”

Lorcan abbassa lo sguardo e lo tiene puntato sul pavimento, mentre mormora “Da quando Lysander e Louis hanno deciso di ballare…”

“E tu non potevi andare con loro?” domanda Lily.

“No” risponde bruscamente Lorcan, ma vedendo che l’amica continua ad osservarlo è costretto ad aggiungere “Mi sentivo di troppo.”

“Io non penso che…”

“Ultimamente mi sento sempre di troppo, con loro” conclude il ragazzo, mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni, e alzando lo sguardo come per cercare qualcuno. Dopo qualche istante, Lily capisce chi stava cercando.

“Non pensi Louis e Lysander stiano un po’ troppo… appiccicati?”

Lily si gira verso la pista da ballo e ci mette un attimo a trovare i due ragazzi, che proprio in quel momento si sono separati un po’ per scoppiare a ridere in contemporanea. Li osserva per qualche secondo e poi si volta di nuovo verso Lorcan, che ancora ha gli occhi sul gemello.

“Ti dà ancora fastidio?”

Lorcan alza le spalle “Un po’. Mi dispiace aver dato un pugno a Louis, ma… stanno troppo insieme.”

“Dovrebbe essere un bene che Lysander sia amico di qualcuno.”

“Sì, Lils, non mi fraintendere… io sono felice per mio fratello. Non si può essere amici tutta la vita di un Asticello. Il mio bisnonno aveva come migliore amico un Asticello e, per quanto siano carini, ho paura che sia una caratteristica ereditaria e che io e Lys ci ritroveremo a parlare solo con loro!”

“Tu e Lys ci siete sempre l’uno per l’altro, no? Il contatto umano rimarrebbe” ridacchia Lily.

“Io ho paura che Lys trovi più divertente Louis e non passi più il suo tempo con me” confessa Lorcan, abbassando un po’ la voce e calciando un tappo di Burrobirra “E che solo io mi debba trovare un Asticello per amico.”

Lily lo guarda un attimo, prima di afferrargli un braccio e dichiarare “Ecco, questo mi pare impossibile.”

Il ragazzo alza lo sguardo “Perché?”

“Perché tuo fratello non ti lascerebbe mai solo con un Asticello. E perché, in ogni caso, anche io sono tua amica.”

“Tu vuoi i miei appunti di Cura delle Creature Magiche, altroché” ghigna Lorcan.

“Non del tutto falso” ammette Lily “Ma sei anche un ragazzo simpatico, appunti o non appunti.”

“Io non voglio che mio fratello mi lasci da parte e mi tagli fuori dalla sua vita, tutto qui. Una volta parlavamo di tutto e sempre, ora mi sembra che dica qualsiasi cosa gli passi per la mente a Louis e che con me ci chiacchieri solo perché siamo in camera insieme.”

“Non succederà, Lor. Ma se lo soffochi e lo costringi ad isolarsi allora sì che potresti perderlo… ma non perché si avvicina ad altre persone. Soprattutto non a Louis. Voi tre siete amici” replica Lily, tornando di nuovo a guardare Loius e Lysander, che nel mentre sono andati al tavolo delle bevande “Ma… con lui ne hai mai parlato?”

Lorcan si gira a guardarla “Lils, scusa, ammettiamolo, non ti sembra una cosa ridicola? Da pensare già lo è, figurati da dirlo.”

“Ma è tuo fratello. Dovresti poterglielo dire.”

“I tuoi fratelli sanno tutto di te?” commenta Lorcan, con un sorrisetto furbo.

Lily fa finta di pensarci un attimo e poi scuote la testa “No, direi di no. Ma è diverso.”

“Sì?”

“Balliamo?” dichiara Lily, cambiando argomento: a quanto pare Lorcan non vuole andare avanti in quella conversazione, ma lei non ha alcuna intenzione di lasciarlo lì da solo. E visto che è un suo quasi migliore amico – nel Codice dei Migliori Amici c’è la clausola che uno solo deve essere il migliore migliore – ha tutta l’intenzione di farci un ballo e ridisegnargli un sorriso sulle labbra, anche se dovesse prendere piuma ed inchiostro per farlo.

“Ma non mi hai visto con Dominique?” esclama allibito Lorcan “Ho già fatto fare una figura barbina a lei, non voglio farla fare anche a te.”

“Lorcan, prima di tutto, nessuno dice più “figura barbina” e perfino io lo so” precisa Lily “E secondo… tu sei mio amico. Non mi interessa se non sai ballare. E se ho insegnato ad Hugo posso insegnare anche a te.”

“Questa sa molto di minaccia…” commenta Lorcan, ma la ragazza non sente ragioni e lo trascina in pista, proprio al centro; il ragazzo continua a guardarla come a chiederle con lo sguardo di non fargli una cosa del genere, ma Lily lo ignora, anzi sorride soddisfatta, appoggiandogli una mano sulla spalla e conducendolo.

“Lo sai che è il ragazzo che conduce di solito…?” prova a dire il Corvonero, ma l’amica non l’ascolta, continuando nel suo progetto.

“Hai ricominciato a parlare con X, vero?”

Lily è sorpresa dalla perspicacia dell’amico, che sta ostinatamente fissando in basso per assicurarsi di non pestarle i piedi.

“Che c’è?” domanda, senza alzare lo sguardo “Ti osservo, lo vedo quando sei diversa dal giorno prima. Anche tu sei tra le persone che osservo.”

Lily ridacchia “Ho scoperto anche chi è, se è per questo. Sai che Hugo era convinto che fossi tu?”

“Io?” Lorcan alza lo sguardo “Che sciocchezza. Io non ho bisogno di scriverti un bigliettino per chiacchierare con te, basta che dica che abbiamo finito di studiare l’apparato digerente di un Knarl.”

“Ci sono anche uscita” confessa Lily, abbassando la voce “Ma questo lo sa solo Hugo.”

“Ed è andata bene?” chiede Lorcan, tornando a controllare che i piedi dell’amica fossero ben lontani dai suoi.

Lily annuisce “Molto. Cioè almeno per me.”

“E allora questo è l’importante.”

“L’importante sarebbe che sia stato bene anche lui, no?”

Lorcan fa una smorfia “Secondario. E poi, se sei stata bene tu, è impossibile che non sia stata una bella uscita.”

La Grifondoro sorride, proprio mentre la canzone smette e i due interrompono la loro danza.

“Vedi? Abbiamo ballato e non è successo niente.”

“I tuoi piedi non sono dello stesso avviso…”

“E non succederà mai che tu ti ritrovi da solo, in un eremo, con un Asticello” continua Lily, ignorandolo “Non finché vivremo nella stessa città o finché potrò trovarti con la magia.”

“… questa sembra decisamente una minaccia…”

“Oh no” ribatte Lily con un sorrisetto furbo “Questa è una promessa.”

E mentre Lorcan la guarda un attimo confuso, la piccola Potter si gira e va a raggiungere Danielle, accompagnata dalla risata scoppiata con un attimo di ritardo del piccolo Corvonero.

La piccola Potter le riserva un’occhiataccia, cosa che si sente in diritto e in dovere di fare – e anzi, si ritiene troppo brava a non averlo già fatto prima – e la sua migliore amica scoppia a ridere divertita, commentando che è davvero un bel matrimonio.

La guarda poi ballare con Hugo ed è fiera dell’aver trascinato il cugino a ballare ad ogni festa, in modo che in quell’occasione non sia un totale imbranato e che non pesti più di tre volti i piedi di Danielle; Fred balla con Roxanne, Thomas balla con Rose e James balla con Molly. Lily lo osserva tutti, uno per uno, e si chiede come sarebbe avere lì Scorpius.

È un ragazzo che balla? Se sappia ballare o meno non le interessa, in realtà – dopo aver insegnato a Hugo può insegnare anche a una scopa e forse una Firebolt sarebbe più brava – ma se gli piaccia. Se sia una cosa che farebbe insieme a lei. Prova ad immaginarselo: loro due che ballano in pista, al centro, in modo tale che tutti li notino.

Ma per fare una cosa del genere dovrebbe dire alla sua famiglia di Scorpius e dell’uscita e forse dovrebbero fare qualche uscita in più. Però già i suoi genitori lo conoscono e non è forse Ginny Weasley che dice sempre che è un bravo ragazzo? Forse potrebbe piacere a tutti.

Però la piccola Potter ha come timore a rivelare di esserci uscita, anche a Rose. L’idea di dirlo a Lucy già la spaventa molto, perché si immagina la cugina storcere il naso e trovagli un difetto – e forse deve ritenersi fortunata che non può giocarsi la carta “È un Serpeverde” perché anche Albus lo è. Molly lo approverebbe? Molly è sempre molto critica su certe cose, anche se i suoi commenti sono meno saccenti di quelli della sorella. A James prenderebbe un colpo. Davvero, Lily non sa se prenderebbe un colpo più grande a James o a Albus. Si immagina anche James incolpare suo fratello che sia stato lui a farli conoscere – James arrabbiato dice e fa davvero di tutto. Anche a zio Ron non farebbe piacere: sua zia Hermione le ha raccontato spesso quanto suo marito e il papà di Scorpius non andassero d’accordo a scuola.

Lily aveva sempre amato i racconti, soprattutto quelli sulle avventure della sua famiglia quando era a scuola, ma questo avrebbe preferito non saperlo, in quel momento.

Zio George l’avrebbe presa a ridere? Zio George prendeva tutto a ridere. Zio George non era mai serio – si poteva essere seri, gestendo un negozio di scherzi? – magari avrebbe pensato che anche lei stesse scherzando se glielo avesse confidato?

Zia Penelope e zio Percy le fanno un po’ paura, gliel’avevano sempre fatta. Forse perché non amavano giocare, forse perché quando i ragazzi venivano affidati a loro li obbligavano a fare i compiti o a leggere qualcosa – insomma a stare tranquilli, forse perché Lily passava meno tempo con loro, rispetto a quanto ne passasse con zia Hermione e zio Ron.

Di zio Charlie non sa molto – non sa quasi nulla. Sa che stravede per Dominique e che ha portato Fred e Roxanne in Romania, una volta. Sa che fa battute orrende sui draghi e che le raccontava tutto quello che scopriva su quelle “magnifiche creature ardenti”, come ama definirle. Però di lui non sa nulla e lui, di lei, sa forse ancora meno. Quindi Lily non ha idea di come potrebbe prendere una notizia del genere. Ora che ci pensa, non sa nemmeno se conosca Draco Malfoy. Che sciocchezza, ovvio che lo conosce, è spesso sui giornali. Ma sa di più, oltre a quello che legge? Lo conosce sul serio?

E i nonni! Nonna Molly è sempre molto protettiva nei suoi confronti e nonno Arthur una volta le ha parlato male del papà di Draco – che quindi, facendo un conto, sarebbe il famoso nonno di Scorpius, quello che lui non ha quasi mai visto. Deve essere proprio un tipo tremendo, se perfino nonno Arthur parla male di lui.

Lily scaccia il cattivo pensiero dalla testa: non deve parlare male di chi non conosce. E poi, chissà, magari è cambiato.

E suo padre… Lily non ha davvero idea di come potrebbe prendere l’idea di lei che balla con Scorpius Malfoy, che ci esca per fare passeggiate e che – magari – le dia un bacio sulla bocca. Forse bene, forse male. James ha portato qualche ragazza in casa, ma James è diverso: suo fratello è un ragazzo, era più grande e, soprattutto, non era mai nulla di serio. Quando qualcosa è serio, lui non lo rivela mai. E quindi forse suo padre e sua madre erano più tranquilli, quando vedevano la ragazza con il piercing all’ombelico che metteva i piedi sul divano o quella che diceva di voler vivere di rendita tutta la vita. Tanto, probabilmente, non l’avrebbero mai più riviste.

Ma lei e Scorpius Malfoy?

“Sei pensierosa, sorellina?”

La voce di Albus la distrae e la coglie di sorpresa; gli occhi verdi di suo fratello la fissano curiosi e la Grifondoro scuote la testa “Stavo osservando le persone che ballano. Lorcan lo fa spesso e dice che è divertente.”

“Lorcan è un po’ strano” commenta Albus, ricevendo in cambio un’occhiataccia “Che c’è? Sul serio, è un ragazzo simpatico, ma è un po’ strano. Parla di creature che non ho mai sentito nominare… alcune secondo me se le inventa!”

“Solo perché tu non hai mai aperto il libro di Cura delle Creature Magiche” precisa Lily “Devi ringraziare che il professor Hagrid ti adora.”

“Il professor Hagrid adora tutti” precisa il fratello “Ed è l’unico che mostra simpatia nei miei confronti. Perché non dovrei approfittarne?”

Lily scuote la testa, mentre Albus sembra pensarci e aggiunge “Non dirlo alla mamma.”

“Non lo farò.”

“Balli con me? Manchiamo solo noi” domanda il ragazzo, con un sorriso, porgendole una mano; la piccola Potter la afferra, ricambiando il sorriso, mentre pensa che, se proprio non può ballare con Scorpius, almeno può farlo con il suo migliore amico – che, guarda un po’, è anche suo fratello. Che questo complichi le cose?

Albus è totalmente negato nel ballo, ma ci prova solo per lei e di questo la sorella ne è davvero contenta.

Rimangono tutti lì fino a tardi, per aspettare la mezzanotte; Lily è stanca, ma quando zio George e Fred fanno scoppiare i fuochi di artificio che si infrangono nel cielo scuro è felice della bella giornata che ha trascorso. Victoire ha avuto un matrimonio meraviglioso.

A mezzanotte, tutti si scambiano gli auguri. Lily riceve complimenti, auguri e baci da tutta la famiglia; abbraccia con slancio James e lo lascia solo quando Dominique si avvicina a loro, per permettere anche lei di ricevere un bacio da suo fratello, e ridacchia quando vede Hugo arrossire dopo essersi sporto e aver baciato la guancia di Danielle. Lorcan l’abbraccia e Louis le fa un sorriso; Thomas, cavallerescamente, le bacia la mano e Rose la stringe a sé.

E con il nome di Scorpius nella mente e circondata dall’affetto della sua famiglia, la piccola Potter saluta l’anno che è stato e accoglie l’anno che verrà.






Felpie's Corner
Ed eccoci giunti alla fine del matrimonio dell'anno. Spero che vi sia piaciuto e che siate pronti ad iniziare il nuovo anno più carichi che mai (trascuriamo il fatto che siamo già tipo a metà anno, in realtà). Come vi dicevo nello scorso capitolo andrò in pausa: ho delle giornate un po' impegnate e non voglio rischiare di saltare l'aggiornamento. Quindi ci rivediamo l'8 Giugno, per terminare queste vacanze di Natale e tornare al castello con tutte le nuove coppie formate e scoppiate. Tra venerdì e sabato pubblicherò anche un frammento del diario di Dominique perché mi sa che avrà davvero bisogno di quel quadernino celeste.
Vi faccio alcune precisazioni, come sempre: nel mio immaginario i più piccoli non sanno che il matrimonio di Bill e Fleur è stato sconvolto da un attacco, ho pensato che se i loro genitori glielo hanno raccontato gli hanno raccontato solo le cose belle (mi sono permessa questa licenza poetica). E inoltre immagino che i tredicenni adesso siano molto più avanti di così come descrivo Hugo e Lily, ma i social non esistono e io me li immagino un po' in una bolla di innocenza ancora, almeno in questa storia. E trovavo simpatico che parlassero dei rispettivi primi baci.
Volevo inserire il momento Harry - Lily, perché altrimenti vi mostro solo la famiglia Potter in guerra con James e non mi sembra giusto.
La canzone che avevo scelto per questo capitolo non era questa, ma mi sembra una buona giornata per metterla.
Detto questo, il mio sproloquio è finito e io vi saluto!
A presto,
Felpie

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Capitolo 31 - James Sirius ***


Vedi caro amico cosa si deve inventare
Per poter riderci sopra
Per continuare a sperare
E se quest'anno poi passasse in un istante
Vedi amico mio
Come diventa importante
Che in questo istante ci sia anch'io
L'anno che sta arrivando tra un anno passerà
Io mi sto preparando, è questa la novità
(L'anno che verrà - Lucio Dalla)






1° Gennaio.

Primo giorno dell’anno.

Com’è che si dice? Anno nuovo, vita nuova.

Sì, però, chiunque abbia inventato questo detto – che in questo momento a James Sirius Potter sembra alquanto stupido – forse avrebbe dovuto specificare, magari anche solo come nota a margine, che non è che tutto ciò che succede nel vecchio anno, magicamente sparisce nel nuovo. Uno, i problemi, se li porta dietro, che lo voglia o no.

Tipo il bacio con Dominique.

Merlino, il bacio con Dominique. Non ci avrebbe scommesso nemmeno un galeone su un bacio al matrimonio eppure, sorpresa, sorpresa, era successo. Oh, se era successo. James non sapeva se dover ringraziare sua sorella che era comparsa dopo qualche minuto perché, d’accordo che si erano fermati, ma il ragazzo non era sicuro di quello che avrebbero potuto combinare. Che avrebbe potuto combinare.

Godric si sta divertendo un mondo con lui e con i suoi sentimenti, ne è sicuro.

Si erano a malapena salutati, quando la famiglia Potter era andata via ma la cosa gli era sembrata comprensibile: non aveva visto Dominique un attimo tranquilla – sì, certo, trascurando i cinque minuti che avevano trascorso insieme, in pratica – a quel matrimonio e non aveva fatto altro che correre di qua e di là. Ma aveva un sorriso bellissimo ed era raggiante. Molto più raggiante di Victoire – cosa probabilmente non possibile – dal suo punto di vista, ma lui forse è un po’ di parte.

No, lui forse è un po’ fuori di testa, sarebbe meglio dire. Si è ritrovato ad essere geloso di Lorcan Scamander, per Merlino! Si può essere gelosi di quel ragazzo? Tralasciando il fatto che abbia tredici anni e che sia di principio adorabile solo per come tiene le mani in tasca, autoironizzando la sua vita da persona considerata stramba. James schiocca le labbra, come incredulo dei suoi stessi pensieri – quelli su Lorcan adorabile, ovviamente, non quelli su lui geloso del Corvonero. Avrebbe voluto esserci lui al fianco di Dominique e ricevere tutte quelle occhiate entusiaste da parte dei parenti francesi.

Non aveva pensato ad altro che alle labbra di Dominique, per tutta la notte, e quando all’alba si era alzato il primo posto in cui voleva andare era solo uno: Villa Conchiglia. Ed è proprio in quella direzione che sta camminando.

Sì, camminando, anche se si potrebbe comodamente Smaterializzare di fronte alla porta, come ha fatto un milione di volte, ma in quel momento deve camminare perché si sta effettivamente presentando a casa di Dominique senza avere un piano né un discorso preparato. Una mossa non molto geniale, presentarsi di fronte a sua cugina – la persona precisa e preparata per eccellenza – senza avere un buon piano né un discorso preparato.

Per questo si è Smaterializzato in riva al mare per camminare un po’ e ha cercato di distogliere i suoi pensieri dalle labbra di Dominique per concentrarli su qualcosa di più pratico al momento. Tipo cosa dire. Perché è sicuro che se si presenta con un sorriso malandrino e un semplice “avevo voglia di vederti” sua cugina è capace di sbattergli la porta in faccia e tanti saluti. Oh, non dubita che sua cugina sia sveglia in quel momento, nonostante sia presto e ieri sera siano andati via a notte molto più che inoltrata. Se lui non ha dormito nemmeno quelle poche ore pensando a lei, è sicuro che lei abbia fatto lo stesso. La conosce troppo bene.

Mentre cammina in direzione di Villa Conchiglia ripensa alle parole che Teddy, nella confusione della mezzanotte, degli invitati che cercavano di congratularsi ancora una volta e dell’accoppiata nonna Andromeda – nonna Apolline, è riuscito a sussurrargli.



“Me lo vuoi dire che c’è che non va?”

“Va tutto alla grande, Teddy” esclama il ragazzo ma, conscio di non poterlo ingannare tanto facilmente, aggiunge con un sorrisetto “Sono solo triste che il mio compagno di malefatte preferito abbia deciso di ingabbiarsi in una cosa così stringente come può esserlo un matrimonio.”

“Farò finta di credere alle tue parole, ma sappi che con ‘compagno di malefatte preferito’ ti sei giocato la credibilità. So benissimo che è Fred a ricoprire quella carica” sogghigna Teddy, afferrando due bicchieri di Champagne – gentilmente offerto dalla parte francese della famiglia – e porgendone uno all’amico; sono riusciti a liberarsi della folla di gente che ha letteralmente circondato il ragazzo dai capelli blu allo scoccare della mezzanotte e Teddy si sta godendo qualche minuto di libertà e di una simil-solitudine per la prima volta da quando quella giornata è iniziata.

“Quanto sei malfidato, Lupin.”

“No, sono semplicemente oggettivo” ribatte il neo sposo “Come sono oggettivo nel dire che tu hai qualcosa che non va e che molto probabilmente in questo tuo malessere c’entra la mia nuova cognatina.”

James assottiglia lo sguardo “Non sai di che parli.”

“Sì, lo so” replica il ragazzo, con un sorriso “Vi ho visti…”

James si ghiaccia sul posto “Che cosa hai…”

“Non smettete di guardarvi” continua Teddy e il Grifondoro trae un sospiro di sollievo silenzioso, mentre l’altro elenca ciò che ha notato “E non vi guardate come si guardano due normali cugini, no… tu hai un rapporto da cugini solo con Molly e Lucy, probabilmente. Roxanne è la tua migliore amica, Rose è come una sorella, ma Dominique… Dominique è molto di più.”

“Ti sbagli, Teddy, Dominique è la mia migliore amica.”

“Dominique era la tua migliore amica quando avevate cinque anni, Jamie” dichiara a bruciapelo il ragazzo, con uno sguardo serio “Ora sicuramente no. Hai lo stesso sguardo che avevo io quando guardavo Vic… ti ricordi che mi hai preso in giro quando stavo baciando Victoire in stazione e tu ci hai interrotti? Mi hai detto che ero ridicolo e che tu non ti saresti mai innamorato, né avresti mai baciato una ragazza.”

“Ero ingenuo, a quei tempi” ridacchia James.

“Dopo solo sei mesi avevi ricevuto più inviti di uscire di me, a quei tempi.”

“Sì, perché tu eri fastidiosamente impegnato. Con tua moglie” gli fa notare James, prima di sospirare con fare sapiente “Bei tempi quelli…”

“Comunque stai sviando il discorso.”

“Che discorso?” chiede fintamente ingenuo il più piccolo.

“Dominique. Te e Dominique, se devo essere più preciso” dichiara a bruciapelo Teddy, sorseggiando lo spumante.

“Lo sai che i capelli blu sono un’ottima scelta? Facevano pendant, per rimanere in tema francese, con tutte le decorazioni e…”

“Ti piace Dominique, James?” lo interrompe bruscamente lo sposo, stanco di girare intorno alla questione; il Grifondoro, invece, sembra molto interessato alle bollicine che scoppiettano contro il cristallo e non risponde.

“Per me non… non sarebbe un problema, Jamie” aggiunge allora Teddy e in quel momento James alza lo sguardo e, tagliente, ribatte “Non sai di che cosa parli, Teddy.”

“Io credo…”

“Io credo che oggi sia il tuo matrimonio e apprezzo che tu voglia vedere l’amore in chiunque ma non è questo il caso.”

“James, non sono tuo padre, cazzo” risponde bruscamente il ragazzo dai capelli blu “Non c’è bisogno che usi questo tono con me. Sono un tuo amico, certe cose puoi dirmele.”

“Davvero?” sibila James, con più cattiveria del previsto.

“Certo” risponde Teddy, con una decisione pari alla cattiveria dell’altro “Certo, James. Non sono un vecchio bigotto e la famiglia di mia madre avrebbe visto deliziosamente lo sposarsi tra cugini per la purezza del sangue e quelle altre cazzate lì…”

“… siamo arrivati già al prossimo matrimonio…”

“… e penso che di tutte le stronzate che hanno fatto, quella sia l’unica che non lo è. Certo loro lo facevano per altri motivi, ma... L’amore è amore” conclude il ragazzo, ignorando James, che invece lo sta guardando con tanto d’occhi, ma senza dire nulla.

Così Teddy sogghigna “Ora me lo vuoi dire che c’è tra te e mia cognata?”

“Quando passi da Auror buono ad Auror cattivo sei inquietante, Teddy” commenta James, toccandosi i capelli e, a quelle parole, la smorfia dell’amico aumenta anche di più, ma precipita un attimo dopo quando il Grifondoro aggiunge “Quasi quasi lo vado a dire a nonna Andromedra.”

Lo sposo finge una faccia spaventata e sbuffa “Questo è un ricatto.”

James scoppia a ridere, più rilassato: Teddy è sempre stato bravo a metterlo a suo agio, qualsiasi discorso dovesse fargli. Quand’erano piccoli e James si arrabbiava con i genitori o con qualcuno della famiglia, spesso Ginny e Harry sguinzagliavano il figlioccio per capire che passasse nella testa del loro primogenito.

“Sul serio, James. Puoi dirmelo. Puoi dirmi qualsiasi cosa” sussurra serio il neo sposo e James esita.

“Sono innamorato di Dominique, Teddy” sputa fuori poi, veloce e rapido, come quando Albus confessa ai genitori di aver preso un Desolante in Trasfigurazione.

Teddy, però, non mette su l’espressione accigliata che generalmente mette su Ginny alle parole del Serpeverde, ma, al contrario, ha lo sguardo serio e attento, come se non si accontentasse solo di quelle poche parole.

Probabilmente non si accontenta di quelle poche parole.

E James lo sa benissimo, solo che sarebbe troppo lunga da spiegare e lì ci sono parecchie orecchie indiscrete. Senza contare che Teddy tra poco sarà richiamato all’ordine dalla moglie, dalla nonna, dalla suocera o da qualsiasi presente che voglia congratularsi di nuovo con lui.

Quindi il Grifondoro opta per svuotare il suo bicchiere – e forse ragiona che ne dovrebbe anche prendere un altro – e fa per allontanarsi, quando l’amico lo afferra per il braccio.

“Ero serio, James. Per me non è un problema. Non sarà mai un problema.”

James fa un sorriso incerto, nonostante le parole così decise e determinate dell’amico lo rassicurino. E anche il suo sorriso storto, familiare.

Fa per rispondergli qualcosa, ma in quel momento zia Fleur lo viene a cercare per presentarlo a un qualche parente e Teddy, con un sospiro sconsolato, saluta il Grifondoro, allontanandosi.



Si porta le mani dietro la testa ed osserva il cielo azzurro e senza nuvole: sarebbe un bel primo giorno dell’anno, se lui non avesse tutti quei pensieri.

Teddy ha affermato che per lui non sarebbe un problema.

Per lui forse no. Ma per il resto del mondo?

Alex è il suo migliore amico da sette anni e non si sono nemmeno salutati prima che lui partisse dal castello. E ora ha baciato quella che a tutti gli effetti è ancora la sua ragazza. James ha sempre sentito teorie contrastanti sui tradimenti: c’è chi dice che a tradire si deve essere in due, chi dice che si tradisce in tre e chi dice che si tradisce da soli. Qualsiasi sia la verità, lui, in tutta questa storia, sicuramente una parte di colpa ce l’ha.

Però sta comunque camminando verso Villa Conchiglia, con tutta l’intenzione di parlare – e per una volta di farsi ascoltare – da Dominique. Di che altra prova si può avere bisogno, se non l’essere geloso di Lorcan Scamander? Non basta questo a capire che vuole disperatamente sua cugina nella sua vita, non come semplice amica, ma come quella con cui può ballare davanti a tutti, rendendo il resto del mondo invidioso di lui?

Forte di questa convinzione, si ferma davanti alla porta e bussa.

Quando però Dominique gli apre, l’espressione sorpresa di chi non si aspettava minimamente una visita – soprattutto non una sua visita – e una maglietta lunga fino a metà coscia delle Sorelle Stravagarie, le certezze di James vacillano nuovamente e capisce che lui non può e non potrà mai imporre niente ad una ragazza come lei.

“Jamie” lo saluta stupita la Corvonero “Che ci fai da queste parti?”

“Una passeggiata in riva al mare” risponde solo James, entrando dopo che Dominique si è fatta da parte per farlo passare “Sai, per respirare aria buona dopo l’alcol di ieri. Il mal di testa ha inaugurato l’anno nuovo.”

Si guarda intorno, nella casa tanto familiare, mentre Dominique torna in cucina; un attimo dopo, James la segue.

“Dove sono zia Fleur e zio Bill?”

“Da Victoire e Teddy, per aiutarli a sistemare.”

“Non li hanno lasciati in pace nemmeno dopo la prima notte di nozze, eh…” commenta malizioso James, dando un’occhiata ai tanti ingredienti e utensili da cucina disseminati sul tavolo di legno.

Dominique ridacchia, risporcandosi le mani di farina e riprendendo ad impastare una poltiglia marrone.

“E Louis?” si informa il ragazzo, rubando un po’ di impasto.

Dominique lo guarda storto “È di sopra, dorme ancora. Ci sono anche i gemelli Scamander.”

“Come ti senti?” domanda James, a bruciapelo.

“Casa è davvero vuota senza Victoire…” risponde la francesina “Mi ha fatto strano non trovarla a fare colazione, stamattina. O non dovermi lamentare perché aveva finito l’acqua calda per farsi una dannata doccia. E si è sposata ieri.”

“Forse è proprio perché si è sposata ieri…” commenta il ragazzo, guardando dolcemente la cugina, che si è rimessa ad impastare “Ti ci abituerai. E poi, tra un po’ si torna ad Hogwarts e poi…”

Lascia la frase in sospeso e Dominique annuisce alle sue parole, prima di far calare il silenzio; il ticchettio dell’orologio tiene il tempo e James non sa ancora da che parte incominciare. Nel dubbio, sta osservando un boccolo dorato che scivola sulla guancia della cugina e che si muove a tempo con le sue mani che impastano.

Dopo qualche minuto, Dominique si ferma e sospira.

“Perché sei qui, James?” domanda.

“Perché penso che dobbiamo parlare. E non solo perché ieri hai tradito il mio migliore amico con me, anche se potrebbe essere un buon punto di partenza” risponde in fretta James “Sono qui soprattutto per assicurarmi che tutto ciò che è successo non sia stato dettato da troppa Acquaviola.”

A quanto pare il discorso gli è uscito più spontaneo del previsto.

Il Grifondoro guarda la ragazza, che ha l’espressione seria ma non sorpresa: ci potevano essere davvero pochi motivi per i quali si sarebbe presentato alla sua porta così presto, soprattutto il primo dell’anno. Anzi, forse il motivo poteva essere solo quello, inequivocabile.

“Quale parte di Louis dorme di sopra con Lorcan e Lysander Scamander non ti è chiara?” dichiara stizzita la ragazza, afferrando una ciotola “E poi, ora devo fare dei brownies per loro, ai gemelli piacciono.”

“Tu odi cucinare, lo fai solo quando nonna Molly te lo chiede o quando vuoi evitare persone e situazioni” ribatte James, avvicinandosi “Ti conosco, Domi.”

Dominique, per tutta risposta, lo ignora, iniziando a mescolare con un mestolo di legno.

“Avevamo detto che al matrimonio di Teddy e Victorie avremmo detto tutto a tutti.”

“Non stiamo insieme.”

“Certo, questo è come il “siamo solo cugini”.”

Dominique lo fulmina con lo sguardo, ma James, questa volta, non ha intenzione di cedere e le appoggia delicatamente una mano sulla sua, interrompendo il suo mescolare. La ragazza si ferma e il Grifondoro ne approfitta per appoggiare anche l’altra mano su quelle della cugina e stringerle leggermente, così da farle lasciare il mestolo e da farla girare leggermente verso di lui.

“Che cosa c’è, James?” domanda Dominique, prima di ripetere “Perché sei qui?”

“Che cosa vuoi da me, Domi? Prima fai la bambina gelosa, poi diventi la ragazza del mio migliore amico, Lucian Sharp mi dice che sono cieco e che gli dispiace che le figure geometriche in amore non gli piacciano o avrebbe partecipato sicuramente…”

“Cosa ti ha detto Lucian?!”

“Questo speravo me lo dicessi tu. Come mi ha gentilmente ricordato, quelle brave in Aritmanzia siete tu ed Elizabeth” sbuffa James, sfiorandole i dorsi delle mani con i pollici “Io voglio te, Domi.”

“Anche io voglio te, Jamie” sussurra la ragazza e il Grifondoro sente all’istante un calore piacevole all’altezza del petto; le si avvicina ancora un po’, arrivando a sovrastarla con quei pochi centimetri che hanno di differenza.

“Non sarà facile, anzi sarà molto difficile. E dovremo lavorarci ogni giorno, ma io voglio farlo perché voglio te. Io voglio tutto di te, per sempre. Io e te, ogni giorno della nostra vita.”

Dominique si mordicchia le labbra, guardando le mani di James che ancora le stanno stringendo le sue.

“Io non so cosa fare…” ammette “Non so come affrontare tutto. E mi spaventa questa cosa, perché sembra così… reale.”

“Prova ad immaginare la tua vita fra trent’anni, fra quarant’anni. Come sarà? Se la vedi con Alex, vai. Te ne sei andata una volta, sopravviverò anche alla seconda, se è quello che realmente vuoi. Ma non scegliere la strada più facile” continua James e Dominique lo fulmina con lo sguardo.

“Quale strada facile, non esiste una strada facile. Comunque finisco per ferire qualcuno. E non si tratta solo di Alex… tutta la nostra famiglia… lo sai anche tu, nessuno la prenderà bene. Non lo hai detto nemmeno a Fred, tu. Come mai potremmo dirlo ai nostri genitori? Ai nostri nonni? Loro… hanno dei progetti per noi. Sicuramente molto diversi da questi.”

“Smettila di pensare a quello che vogliono gli altri. Non pensare a quello che voglio io, a quello che vuole Alex, a quello che vogliono i nostri genitori. Tu che cosa vuoi?” ripete il ragazzo, infuocato.

“Te l’ho appena detto, James” gli fa notare Dominique “Voglio te, ma non voglio nemmeno ferire le persone a cui tengo.”

“E non ti importa di ferire me?”

Gli occhi scuri di James sono fissi in quelli color ghiaccio della cugina e sembra quasi una lotta, una sfida a chi abbassa prima lo sguardo. Ma sono entrambi troppo orgogliosi per farlo e James ha sempre amato le lentiggini e gli occhi di Dominique, potrebbe rimanere a fissarle il viso per ore, senza interrompersi.

Le stringe le mani con un po’ più di forza e appoggia la sua fronte su quella della ragazza.

“Non c’è bisogno che rispondi” sussurra.

“Ma certo che non voglio ferirti, James. Non l’ho mai voluto fare. Non… intenzionalmente almeno” risponde Dominique, chiudendo gli occhi.

“Non sono disposto a dividerti con Alex. Né con Alex né con nessun altro, in realtà” precisa James, come se ci potessero essere dei dubbi. Le sposta una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio.

“Sei bellissima.”

Sarebbe stato bello vedere Dominique arrossire. Avrebbe significato avere il controllo su di lei, per una volta. Ma Dominique non è la tipa che possa essere controllata, è più un piccolo tornado in un corpo incantevole, e il suo viso resta perfetto come al solito, senza gote rosse o imbarazzo. Sa benissimo di essere bella – bellissima – ma James negli anni ha imparato che le fa piacere sentirselo dire. Il Grifondoro è intelligente, sa osservare le persone e sa che tutte le ragazze amano i complimenti, che lo ammettano o no, e Dominique non fa eccezione. È da quando è piccola che ripete – probabilmente riportando parole di Bill – che certe cose non devono mai essere date per scontate. Quand’erano piccoli glielo diceva dei “grazie” e dei “per favore”, ora James lo applicava ai complimenti.

“Non vedo l’ora di averti al mio fianco alla luce del sole” aggiunge il ragazzo, accarezzandole una guancia con l’indice “Saremmo la coppia più splendente di tutta l’Inghilterra.”

“Voi… cosa?”

Un Louis in pigiama e con l’aria assonnata compare in cucina, mentre James sente il sangue ghiacciarglisi nelle vene e l’espressione di terrore di Dominique non fa che confermargli che sono di nuovo sul filo della guerra.

Dominique si allontana di un passo da lui, afferrando la ciotola e riprendendo a mescolare.

“Buongiorno, Louis” lo saluta, ma il fratellino si avvicina con un’espressione stupita e perplessa.

“Che sta succedendo qui?”

“Vi sto preparando i brownies.”

“No, intendevo…”

“Li devo infornare e sono pronti. Sveglia i gemelli, farò un incantesimo per accelerare i tempi” lo interrompe Dominique; con quell’espressione e quel tono, a James ricorda molto zia Fleur e tutta quell’aria decisa la rende ancora più bella.

Louis fa per dire qualcosa, ma non aggiunge nulla, si tira su una manica che sta scendendo da sola e torna verso la sua camera; Dominique sospira, afferrando la teglia.

“Forse… forse questo è un segno…” mormora James, avvicinandosi di nuovo a lei.

“Che dice cosa? Che la nostra storia è totalmente sbagliata?” sbuffa la ragazza, infastidita del nuovo problema che si è presentato, mentre prepara l’infornata.

“No, che possiamo iniziare a dirlo a qualcuno.”

“E questo qualcuno sarebbe mio fratello di tredici anni?” domanda stranita Dominique.

“Sì. E tua sorella.”

La Corvonero si abbassa per mettere lo stampo nel forno e chiede “Perché dobbiamo iniziare proprio con i miei fratelli?”

“Perché Albus è un Troll e Lily è distratta in questo periodo. Non reagirebbero… come reagirebbero normalmente, insomma. O almeno Lily, da Albus non so che aspettarmi” spiega James, prima di sorridere “E poi, ammettiamolo, i tuoi fratelli sono più svegli dei miei.”

Malgrado tutto, Dominique sbuffa divertita, mentre si rialza.

“Non riesci mai ad essere serio” commenta, senza cattiveria.

“Io sono serissimo. Ma senza un minimo di risate non andremo da nessuna parte.”

James le si avvicina, posandole le mani sui fianchi “Era questo che ti piaceva di me quand’eravamo piccoli, no? Che ero simpatico e che ti facevo ridere.”



“Sei buffissimo, Jamie” dichiara una Dominique di sette anni, mettendosi la mano davanti alla bocca per non mostrare i denti mentre ride.

“Io non sono buffo” protesta l’altro bambino, spazzolandosi i capelli pieni di terra; è inciampato in una radice, mentre correvano nei campi intorno alla Tana e si è sporcato tutto.

“Sì, lo sei” ribatte la ragazza, avvicinandosi per togliergli la terra di dosso “Ma mi piace questa cosa. Tu mi piaci James, lo sai?”

Il bambino fa un sorriso enorme e sdentato “Lo so.”

Dominique sbuffa.

“Anche tu mi piace, Domi. Sei la mia migliore amica, anche se sei mia cugina.”



“Sì? Non lo ricordo” commenta distrattamente Dominique, con un sorriso dolce. Dopo un attimo torna seria, però, e aggiunge “Io… posso provare a prometterti che ci penserò.”

“So che ci penserai…”

“E che ci proverò” aggiunge la ragazza.

James sospira “Anche io ci proverò. Non so se riuscirò sul serio a parlarne con Albus o, nemmeno riesco ad immaginarlo, con Lily. Ma proverò a fare un passo verso questa storia. Perché voglio dimostrarti che ci tengo sul serio, ci tengo tanto. A te e alla nostra storia. Te l’ho detto, non voglio rinunciarci tanto facilmente.”

“Lo so. Però, James… dammi un po’ di tempo” dichiara Dominique e vedendo che il cugino sta per commentare aggiungere “So di avertene già chiesto tanto e so che tu sei stanco di aspettare, ma… devo affrontare questi giorni da sola. Louis, Victoire, Alex, quello che provo… devo cavarmela da sola. Non ci puoi essere sempre tu al mio fianco, devo affrontare i problemi da sola.”

“Non ti lascerò mai da sola, Dom – Dom. Mai” replica il ragazzo “Ma… ho capito. E lo farò. Però promettimi che qualsiasi cosa farai… poi me la dirai. Credo di essere una parte importante nella cosa.”

James alza l’angolo destro delle labbra e la cugina, involontariamente, scoppia a ridere.

Quando smette, James la guarda – non ha mai smesso di guardarle le labbra – e le sorride, prima di dire “Credo di dover andare. Tra un po’ sarò circondato da Corvonero e… voglio lasciarti il tuo spazio.”

Dominique annuisce e il Grifondoro si sporge per darle un leggero bacio sulla guancia; non ci giurerebbe, ma crede di vedere le guance della ragazza colorarsi un po’. Quando guarda meglio, però, vede solo le sue solite lentiggini e pensa di esserselo immaginato: sua cugina non arrossisce per un semplice bacio sulla guancia.

“Salutami Louis. E i gemelli.”

“Sto per chiudermi in camera” replica Dominique “Lascerò i brownies sul tavolo e sparirò.”

James sorride un’ultima volta, prima di girarsi e di lasciare Villa Conchiglia, accompagnato dal timer del forno e dai passi dei tredicenni sul pavimento di legno.

Questa volta si Smaterializza a casa, dove trova Albus intento a fissare il soffitto, sdraiato sul divano.

Gli si avvicina e gli dà una pacca sulla gamba “Ehi, fratellino. Che ci fai qui tutto da solo? E già sveglio, per di più.”

Albus alza le spalle “Mi sono svegliato. Non avrei dovuto bere anche la Burrobirra che mi ha portato Fred.”

“Ho delle pasticche per la sbornia.”

“Davvero?”

James ghigna malamente “Come sopravvivo ad ogni festa, secondo te?”

“Fratello, stiamo iniziando a parlare un po’ troppo, sappilo” ridacchia il Serpeverde, mettendosi una mano dietro la testa “Dove sei stato?”

“A proposito del parlare troppo” replica il maggiore, senza rispondere; si sfila le scarpe con un calcio e appoggia i piedi sul tavolino davanti al divano “Dove sono tutti, piuttosto?”

“Mamma da nonna, per aiutarla a finire di mettere a posto, papà al lavoro.”

Uno sbuffo involontario sfugge dalle labbra di James e Albus esita, prima di cambiare discorso “Comunque pensavo di uscire, ma fa un freddo Mannaro e sembrano tutti impegnati a dormire al calduccio o rapiti da parenti misteriosi per pranzi all’ingrasso.”

Il Grifondoro scoppia a ridere “E Jodie? Di quale categoria fa parte.”

Lancia uno sguardo al fratello, ma Albus guarda verso il muro mentre gli risponde con quella che James reputa una finta non curanza “È con la madre, oggi non lavora, finalmente.”

“Che lavoro fa?”

Albus storce il naso, prima di rispondere “Non lo so, Jodie non ne vuole parlare. Credo sicuramente la barista o la cameriera in qualche locale notturno, ma non so di più. Ha una cosa come quattro lavori.”

Per un attimo, James si domanda da quanto non parli con suo fratello. Forse, seriamente, non hanno mai parlato, sempre con la scusa che sono maschi, che lui è più piccolo, che non c’è mai troppo da dire. Forse, qualcosa da dire, entrambi lo potrebbero trovare. O forse James sta solo facendo questi pensieri perché è un po’ provato – molto provato – dalle ultime sedici ore e perché Dominique, in qualche modo, in tutti quegli anni lo ha cambiato e lo ha fatto diventare più empatico. Non che non lo fosse anche prima, ma… con lei si è dovuto esercitare parecchio.

“Perché non… vai a dormire da Jodie, quand’è sola?”

Le parole gli sfuggono dalla bocca e il Grifondoro sa di avere esagerato quando Albus lo fissa stranito; così si affretta ad aggiungere “Non hai capito. Non ti sto invitando a fare… quello, per Godric sei mio fratello ed è imbarazzante parlarne con te…”

“Guarda che sei tu che hai provato a farmi il discorso” gli fa notare il Serpeverde, ma l’altro fa un gesto con la mano come a dire che non è un dettaglio importante.

“Voglio solo dire che… magari a lei fa piacere non stare sola in casa la sera. E tu puoi dire che vai da Scorpius o una cosa del genere… io ti coprirei, se ti serve.”

“Credi mi serva?”

“Credo che tu sia il peggior bugiardo nella storia di Hogwarts” commenta James, con un sorriso, prima di allungarsi per scompigliargli i capelli del fratello, che sbuffa divertito, ma che si lascia comunque andare a un sorriso.

“Ti confesso che mi andrebbe…” sussurra Albus, come se stesse parlando più a sé stesso; James sbatte le palpebre, ma non commenta ed è il più piccolo a continuare “Ad Hogwarts… cioè, per carità, abbiamo appena iniziato ad uscire insieme, ma… al castello Jodie è più fredda. Come se… volesse mantenere una certa facciata, come se si vergognasse di stare con me… l’altro giorno, quando abbiamo guardato il film è stato… diverso. Un diverso bello, però.”

È il turno di James di fare una smorfia “Non credo ci sia nulla di cui vergognarsi nell’uscire con te. Certo, dovresti davvero rivedere il tuo guardaroba babbano…”

“… farò finta di non aver sentito…”

“… ma sei un bravo ragazzo. E sei spiritoso. Cioè, sicuramente fai ridere. Io, con te, rido da quando sei nato.”

“Tu mi prendi per il culo, da quando sono nato, è diverso” ribatte Albus, schiettamente. Suo fratello è sempre stato schietto e diretto, non è il tipo che gira intorno alle cose. È la caratteristica che più gli piace di lui. Non ha segreti, perché non è capace di tenerli e perché gli sembra una cosa sciocca averne. James, invece, di segreti ne ha tanti e più passano i giorni e più ne accumula. Tra un po’ lo affogheranno, i suoi segreti, più pericolosi degli Avviccini nel Lago Nero.

Mentre guarda quegli occhi verdi come lo stemma dei Serpeverde, il Grifondoro pensa che quello sarebbe un buon momento per parlare ad Albus del suo segreto. Potrebbe dirglielo in quel momento. Potrebbe raccontargli di Dominique, del fatto che capisce come si sente e la voglia che ha di vedere Jodie. Lo sa perché non si è alzato prestissimo quella mattina solo per fare discorsi impegnativi, ma anche per iniziare l’anno vedendo lei come prima persona, le sue lentiggini, i suoi capelli e il suo sorriso. Dopotutto Albus l’ha fatto, si è aperto con lui – più o meno. Potrebbe fare la stessa cosa.

Ma per qualche motivo le parole non riescono ad uscirgli dalla bocca – alla faccia del celebre coraggio Grifondoro. Se le pronunciasse, è sicuro che suo fratello lo guarderebbe con occhi diversi. Non hanno un rapporto così tanto profondo, ma James sa benissimo che Albus lo ammira e che lo vede come un modello da imitare e da raggiungere.

Questo non dimostra forse quanto poco Albus lo conosca? Lui un modello da imitare? Lui non è nulla del genere.

Però gli piace che Albus lo veda così, non vorrebbe lo vedesse in altro modo. Per questo non può dirglielo, anche se dovrebbe. Glielo dirà, prima o poi, dovrà farlo. Ma non adesso, adesso è troppo presto. Adesso è Albus che sta parlando di sé e lui vuole ascoltarlo attentamente, senza perdersi una parola.

Suo fratello blatera in continuazione, ma di sé non parla quasi mai. E per una volta che lo fa, James vuole essere lì per lui.

“In ogni caso… penso che Jodie sia una ragazza fortunata” commenta quindi, prima di aggiungere con un sorriso “Certo, poteva capitargli molto di peggio.”

“Farò finta di non aver sentito” commenta Albus, prima di mormorare “Senti ma… lei a te piace?”

“Penso sia una bella ragazza.”

“No, no, intendo… sai, la questione Mangiamorte e compagnia bella.”

James serra le labbra, guardando gli occhi chiari del fratello che lo fissano incerti. Per nessuno era stato un problema quando Albus aveva dichiarato, senza mezzi termini, nelle vacanze di Natale del suo primo anno al castello, che Scorpius Malfoy era il suo migliore amico e che voleva invitarlo a casa loro. Per nessuno è un problema trovarsi Scorpius Malfoy in casa, ormai praticamente come costante, nei pomeriggi d’estate. Per nessuno è quasi un problema quando suo padre lo viene a riprendere e tutti fingono di non notare che Harry e Draco fanno finta di non vedersi, mentre Ginny e Astoria cercano di instaurare una conversazione normale – come se le famiglie di entrambe non fossero sui libri di Storia della Magia. E forse i Malfoy sono stati molto più sulla bocca di tutti, mentre la madre di Jodie è sparita dalla circolazione, quindi no, perché dovrebbe essere un problema – dopotutto, il Bombarda, Albus l’ha già lanciato con la notizia del suo migliore amico.

James sa che nonna Molly storcerà il naso perché con l’età si è un po’ irrigidita su questioni che il Grifondoro probabilmente nemmeno capisce e che il pensiero di Jodie come la copia di Pansy sfiorerà le menti di ognuno dei suoi zii e dei suoi parenti, ma a lui, sinceramente, non importa. Lui ha fatto cose ben più gravi che uscire con una ragazza senza padre e con l’aria un po’ arrogante. E se suo fratello è felice così, buon per lui.

Così si limita ad alzare le spalle “A me non importa, Al. Personalmente, visto quanto ci stai appiccicato, pensavo ti saresti messo con Scorpius, alla fine.”

“Ma che Salazar…”

“… sul serio, ho anche in ballo una scommessa con Fred, ora gli dovrò dare cinque galeoni…”

“… ma perché scommetti sulla mia vita sessuale?”

“Però se tu stai bene così e Malfoy non è geloso… hai la mia benedizione. O quello che ti serve, insomma. Il mio appoggio. Il mio supporto. Il mio…”

“Ho capito, ho capito” lo interrompe Albus, alzandosi dal divano con uno scatto “Direi di aver fatto il pieno di confessioni, per oggi. Per tutto l’anno, in realtà, e oggi è solo il primo giorno…”

“… questa è una battuta decisamente alla nonno Arthur…”

“… e io ho fame. Una gran fame, per la precisione, e voglia di tanto zucchero. Waffles a North End Road?” domanda il Serpeverde.

“Stai cercando qualcuno che ti faccia Smaterializzare lì?”

“Esattamente. E che voglia prendere un frappé al cioccolato.”

James ghigna “E primo dell’anno babbano sia, allora.”

Afferra la mano di suo fratello e cinque minuti dopo hanno davanti entrambi un bel piatto di frittelle fumanti e ricche di cioccolato e panna.

E mentre Albus si sporca e insulta le forchette, James pensa che sarebbe bello se Teddy avesse ragione e se il cioccolato avesse davvero poteri magici.






Felpie's Corner
Bentrovati a tutti, spero che qualcuno dopo questa pausa sia ancora qui ad aspettare la seconda parte di questo anno scolastico alquanto impegnativo per tutto il Clan Potter - Weasley. Purtroppo vi dico che la settimana prossima (il 15) non riuscirò ad aggiornare: non volevo fare una pausa così lunga quindi oggi ci tenevo ad aggiornare, ma il prossimo capitolo arriverà il 22 Giugno.
Il discorso di James e Dominique è un po' melenso, lo ammetto (okay, forse io e il mio cinismo siamo un po' di parte), ma un po' di serietà a quei due la dovevo pur dare. Comunque alcune frasi che si dicono non sono mie ma le ho prese da "Le Pagine della Nostra Vita": mi sembravano troppo adatte a loro per non inserirle.
E Louis ha scoperto di loro. O meglio, più o meno. Tranquilli, questa volta niente scenate, Dominique proverà ad affrontare la situazione di petto, prima di tornare al castello. 
Tengo molto sia al pezzo di James e Teddy, perché credo che Teddy sia un po' un fratello maggiore per James, anche se non ho molto modo di mostrarvi il loro rapporto, che al pezzo di James con Albus, perché qui James è effettivamente suo fratello maggiore e gli piace essere visto come un supereroe. E sono convinta che quello che James pensa di suo fratello, almeno in questa storia, sia vero: Albus è una persona sincera, non è capace di mentire e non riesce nemmeno a vedere le differenze tra i figli dei Mangiamorte e i figli degli Eroi. Forse è quello più buono della famiglia (superando perfino Lily) ed è quello che, in quanto a gentilezza, assomiglia di più ad Harry.
Inauguro questa seconda parte con Lucio Dalla, anche se noi siamo praticamente a metà anno, e spero che vi piaccia come e più della prima.
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Capitolo 32 - Scorpius ***


I'd never gone with the wind
Just let it flow
Let it take me where it wants to go
'Til you opened the door
And there's so much more
I'd never seen it before
I was trying to fly, but I couldn't find wings
But you came along and you changed everything
You lift my feet off the ground, spin me around
You make me crazier, crazier
Feels like I'm falling and I
Am lost in your eyes, you make me crazier, crazier, crazier
(Crazier - Taylor Swift)






L’ultimo dell’anno di Scorpius è stato molto diverso da quello del Clan Potter – Weasley.

Più tranquillo, sicuramente, più intimo e più riservato. E senza cerimonie e Acquaviola che scorreva a fiumi. Semplicemente Jodie e sua madre e la famiglia di Sebastian sono andati a Villa Malfoy per aspettare la mezzanotte tutti insieme.

Scorpius si era sentito a disagio, con Sebastian in casa, e nonostante l’amico non sembrava aver notato nulla di strano, perché chiacchierava e mangiava come se nulla fosse, il biondo non sapeva come comportarsi. Così si era rifugiato accanto a Elizabeth, da sempre la sorella maggiore di tutti, e aveva parlato con lei tutta la sera, lasciando Sebastian e Jodie a rispondere alle domande dei genitori.

Il Serpeverde era consapevole che prima o poi avrebbe dovuto chiarirsi con lui e che, sia che la cosa con la piccola Potter fosse andata avanti sia che non, glielo avrebbe dovuto dire. Perché, nonostante tutto, era il suo migliore amico ed entrambi volevano il meglio per l’altro. Ne sarebbe stato contento, probabilmente. Dopo averlo insultato, tenuto il muso e lanciato frecciatine a tutto spiano. Scorpius era rabbrividito al pensiero del clima che poteva crearsi nel loro dormitorio – e aveva anche cercato di non pensare al fatto che lo sarebbe venuto a sapere anche Albus – e aveva deciso che, ancora un po’, poteva mantenere il segreto. Dopotutto era bravo a mentire, no? Era il Principe delle Serpi e tutte quelle cose lì.

Eppure, Principe delle Serpi o meno, ha un po' di timore, mentre si presenta a Casa Potter. C’è stato spesso e probabilmente tutto il Clan sa che Albus quel giorno l’ha invitato – tanto le informazioni non riescono a passare inosservate in quella famiglia, non tutte almeno – ma è la prima volta che vede Lily dopo la loro uscita. Si sono anche scritti poco e, stranamente, non per colpa del gufo dei Malfoy, ma per l’agenda sempre piena della piccola Potter.

Si sente ridicolo e si chiede se per caso qualcuno gli abbia fatto un incantesimo Confundus: non è da lui essere nervoso e in ansia per vedere una ragazzina – una ragazzina con gli occhi verdi come il prato con cui è uscito solo pochi giorni prima. Probabilmente, negli ultimi mesi, molte cose che ha fatto non erano da lui. Non erano da Principe delle Serpi.

E non è da Principe delle Serpi nemmeno guardarsi quella volta in più allo specchio prima di uscire di casa, ma tant’è che lo fa e si sistema anche il maglioncino che non gli sembra perfettamente a posto.

In ogni caso, non è Lily Potter la prima che incontra.

La porta di casa Potter è sempre aperta, quindi Scorpius entra tranquillamente, dopo un paio di colpi con le nocche per annunciarsi, ed è Rose Weasley quella che si ritrova davanti, non appena mette piede in casa.

“Weasley, che ci fai qui?” domanda confuso. Per un attimo si chiede anche se abbia sbagliato casa, prima di rendersi conto che ora sta diventando davvero ridicolo e che bisogna che riprenda ad usare il cervello.

Rose storce il naso, probabilmente infastidita dall’esserselo ritrovata davanti di prima mattina. Scorpius nota in quel momento che ha un pigiama di flanella a scacchi e delle pantofole a forma di Snaso.

“Durante le vacanze vivo qui, praticamente. Mancherebbe solo il letto.”

“Oh sì, Albus se ne lamenta sempre, dice che fai troppo baccano…”

“Che cosa ci fai tu qui, invece?” lo interrompe bruscamente Rose, mettendosi le mani sui fianchi. Da che la conosce, Scorpius non l’ha mai vista senza le mani sui fianchi o senza le braccia incrociate.

“Sono qui per Albus” risponde subito Scorpius “Non ti preoccupare.”

Si sentono dei passi sulle scale e Rose lo afferra per la manica, costringendolo a seguirla in cucina.

“Certo che lo faccio. Mi hai promesso che saresti uscito con Lily e invece…”

Scorpius sgrana gli occhi “E invece cosa?!”

“E invece le vacanze stanno per finire e tu ancora non lo hai fatto…”

“Come? Guarda che io, con tua cugina, ci sono uscito.”

“… e so che delle tue promesse non posso farmene granché, ma la mia minaccia di morte era reale e… aspetta, cosa?!”

“Ci sono uscito. La tua cuginetta non te l’ha detto?” sogghigna Scorpius, divertito dalla piega che sta prendendo la conversazione. Sicuramente non si aspettava di cogliere alla sprovvista la più saccente e la più saputella della famiglia Weasley.

“Sei vomitevole quando parli di mia cugina, Malfoy, mi chiedo cosa ci trovi lei in te…” commenta disgustata Rose.

“… forse sei tu che mi ispiri veleno…”

“Torniamo al discorso importante, invece di concentrarci su questo… tu sei uscito con Lily?” domanda confusa e un po’ incredula.

“Sì, prima di Capodanno e… non te l’ha detto?” ghigna il biondo “Che novità interessante, Rose Weasley che non sa qualcosa.”

“Non ti ci abituare, sono sicura che le sia sfuggito” replica stizzita la ragazza “Chissà, forse non ti ritiene così importante…”

“O forse non era così importante che tu lo sapessi” ribatte gelido il Serpeverde.

“E le hai detto che X non eri tu, almeno all’inizio?”

Il sorriso soddisfatto si congela sulle labbra di Scorpius ma, in compenso, spunta su quello della ragazza, che dichiara “No, suppongo di no. Quando hai intenzione di farlo?”

“Presto.”

“Lo spero. Una relazione iniziata su delle bugie non è una relazione.”

“E tu che ne sai, Weasley? Non ti facevo così esperta.”

“Lanciare frecciatine non ti salverà. Te l’ho detto, se non glielo dici tu, glielo dico io.”

“Perdona la franchezza, ma… questi perché sarebbero affari tuoi, esattamente?”

“Perché io ti conosco e le vedo le ragazze con cui esci. Non sarai un Don Giovanni al pari dei miei cugini, ma hai la tua cerchia di ammiratrici. Mia cugina non fa parte del tuo fanclub personale, voglio che sia chiaro. Perché lei è troppo buona per pensare male di te, io no.”

“La tua fiducia in me mi lusinga, Weasley” sibila Scorpius, prima di commentare “Lo so anche io che Lily non fa parte del mio fanclub. Ma continuo a non capire perché tu ti dovresti impicciare della nostra storia.”

Le parole gli sfuggono dalle labbra prima che se ne renda conto e solo quando vede l’espressione sorpresa di Rose – che in altre occasioni lo avrebbe soddisfatto enormemente – se ne rende conto. Impreca mentalmente contro il suo cervello che a quanto pare non vuole collaborare, ma poi cerca di assumere un’espressione il più annoiata e il più distaccata possibile.

“Storia? Siamo già arrivati così lontano? Malfoy che ha una storia con Lily Potter?”

“Davvero, Weasley, non sono proprio affari tuoi.”

“La coppia dell’anno…” continua Rose, ignorandolo “Sai, mio fratello era convinto che fosse Lorcan, l’ammiratore segreto di Lily. Come coppia, mi sarebbero piaciuti proprio di più.”

Lorcan? Se non ricorda male è quel ragazzino fissato con le Creature Magiche e con l’aria perennemente sulle nuvole. Cosa c’entra lui con Lily Potter? Lui e Lily Potter devono stare lontani.

Scorpius batte un paio di volte le palpebre per scacciare quel pensiero fastidioso.

“A te non piaccio io, Weasley, è diverso.”

“Puoi biasimarmi?”

No.

“Non sono una persona cattiva” mormora il ragazzo e Rose fa una smorfia.

“Non ho detto questo. Però sei un paradosso ambulante, dici una cosa e ne fai un’altra. Ti conosco da cinque anni, Malfoy, ormai mi sono fatta un’idea di te.”

“… io credo proprio di no…”

“… e tu non sei una persona cattiva. Ma sei una persona imprevedibile. È per questo che sarei stata contenta se fosse stato Lorcan l’ammiratore di Lily. Lorcan è come lei, non può farla soffrire. Tu sì.”

Perché lui è una persona cattiva. Lui è il Principe delle Serpi, lui è il figlio di Draco Malfoy, lui è il discendente dei Mangiamorte. Non degli eroi. Lui fa soffrire le persone e ha il cuore freddo come i Sotterranei del castello.

Non gli sono mai piaciuti i Sotterranei.

“Ed è anche per questo che, se non dirai a Lily di Sebastian, lo farò io. Perché le cose è meglio dirle subito e chiarirle, piuttosto che portarsi il segreto. Più avanti può essere più difficile. E più farà male. Fanno male sempre le cose, che siano piccole o che siano grandi. Il tempo trascorso le amplifica solamente.”

Rose si ferma un attimo a guardarlo e Scorpius, improvvisamente, sente caldo.

“Io non so se tu sei un ragazzo così sensibile da star male per poco o se sei più superficiale. Non ti conosco e non posso dirlo. Ma mia cugina è sensibile, lo è sempre stata e sempre lo sarà. Quindi ti avviso: se lei starà male per colpa tua e se perderà la luce spensierata che ha negli occhi, io te la farò pagare.”

Se Lily ha una luce spensierata negli occhi, sua cugina sicuramente ha un fuoco ardente; Scorpius deglutisce, chiedendosi se è davvero pronto a sfidare l’ira di tutto il Clan Potter – Weasley per una cosa nata per sbaglio.

Non ha il tempo di pensarci troppo, però, perché dei passi risuonano per le scale della casa e poco dopo Lily appare sulla porta, con gli occhi radiosi e il sorriso sulle labbra.

“Rose, dobbiamo… Scorpius!” esclama, sorpresa; il ragazzo guarda divertito il pigiama con tanti Boccini che la ragazza indossa, pensando che quando era piccolo ne aveva uno uguale.

“Che cosa ci fai qui?” domanda Lily, leggermente imbarazzata.

“Albus mi ha invitato.”

A quanto pare, Albus aveva omesso quest’informazione al resto della famiglia. Strano.

“Oh… giusto, lo ha detto ieri a pranzo. Me l’ero dimenticata” commenta la piccola.

Ecco, Albus non si era dimenticato.

“Credo che dovrei andare a cercarlo… è sveglio?”

“L’ho sentito insultare la luce del sole, prima” risponde Rose “Quindi direi di sì. Vado a controllare, zia Ginny mi ha detto di tenerlo d’occhio.”

In un secondo, la Grifondoro sparisce dalla cucina, lasciandoli soli, e Scorpius si ritrova a pensare che sicuramente Rose Weasley sa come fare uscite di scena. Salazar sarebbe fiero di lei.

Certo e loro sarebbero diventati amici per la pelle, come Albus non fa che ripetere. Il suo cervello deve essere davvero partito con la Metropolvere.

Intanto, la piccola Potter si sta muovendo per la cucina, tirando fuori bicchieri, succhi di frutta, cereali e anche una torta iniziata.

“Vuoi qualcosa da mangiare? Hai sete?”

Scorpius scuote la testa “No, grazie.”

“Sei sicuro? Io in realtà non ho fame, abbiamo mangiato dolci fino all’alba in pratica, ma questa torta l’ha fatta nonna Molly ed è davvero buona. È piena di cioccolato e…” Lily si interrompe “Sto di nuovo parlando troppo, vero? Godric!”

Il ragazzo sorride divertito, sentendosi immediatamente più a suo agio. Se sia per il pigiama con i Boccini, per la torta piena di cioccolato o per Lily, però non sa dirlo.

“Non è un problema, te l’ho detto. Anzi, mi prepari, adesso mi toccherà ascoltare tuo fratello” la rassicura “Com’è andato il matrimonio?”

“In grande!” esclama Lily “Victoire era bellissima e…”

“Ecco dov’eri!”

La voce impastata dal sonno di Albus fa girare entrambi verso l’ingresso e Scorpius rabbrividisce pensando che fortunatamente stavano parlando solo del matrimonio. Qualsiasi cosa sia quella che sta costruendo con la piccola Potter, il suo migliore amico non deve venirlo a sapere così.

“Buongiorno, Al” commenta il Serpeverde, squadrando dalla testa ai piedi l’amico e astenendosi dal commentare l’orrendo pigiama a righine che sta indossando “Perché mi inviti a casa tua presto e poi non ti alzi?”

Albus sbuffa, andando verso la dispensa per cercare qualcosa di simile a dei biscotti – tutto, purché sia dolce – borbottando qualcosa alla sorella tipo “Raggiungi Rose, Lils. E dille che non glielo porto, un biscotto.”

Per tutta risposta, Lily si avvicina al fratello, gli ruba il pacco di biscotti dalle mani ed esce di gran carriera dalla porta, rivolgendo un ultimo saluto di sfuggita a Scorpius.

“Ci vediamo dopo” avrebbe voluto dirle il biondo, ma non fa in tempo e, soprattutto, Albus lo avrebbe sentito. Quindi si limita a guardarla uscire e allontanarsi, prima di girarsi verso l’amico.

“Mi chiedo perché, ogni volta che vengo qui, incontro tutta la tua famiglia prima di te. Una volta ho incontrato perfino tua nonna e lì sì che credevo di aver sbagliato casa” commenta, mentre Albus, sconsolato, cerca qualcos’altro da mangiare. Alla fine, il suo interesse cade su una torta iniziata in bella mostra vicino al piano cottura. Il moro si siede su una sedia e si taglia una fetta.

“Lo dici solo perché non hai passato così tanto tempo alla Tana. Lì sì che vedresti di tutto” biascica il ragazzo, mentre Scorpius evita di prenderlo in giro, sedendosi accanto a lui e ascoltando i commenti sulla sua famiglia troppo grande.

L’occasione di riparlare con la piccola Potter ce l’ha un paio d’ore dopo, quando Albus ha finalmente deciso di farsi una doccia e cambiarsi, lasciandolo così da solo in camera sua a preparare il campo per Spara Schiocco. Appena l’amico va in bagno, Scorpius scende di sotto, alla ricerca della ragazza e sperando di non incappare nella cugina.

Fortunatamente, a quanto pare Rose se n’è andata – o non è in sala in questo momento – mentre la piccola Lily sta trafficando con la farina in cucina, così il Serpeverde si può avvicinare a lei, le labbra sollevate in un sorriso involontario.

“Ehi” la saluta, annunciando la sua presenza; la ragazza alza gli occhi dalla bacinella in cui sta mischiando degli ingredienti e per un attimo Scorpius si chiede se Lily – o in generale quella famiglia – faccia altro, oltre a cucinare.

Lily si è tolta il pigiama ed indossa un pile probabilmente di James, perché è largo e del Puddlemore United, ed ha il viso un po’ sporco di farina; anche in questo caso, Scorpius prova il fortissimo impulso di passarle due dita per pulire quell’imperfezione, ma si trattiene, concentrandosi invece sul bel sorriso che la ragazza le rivolge.

“Devo chiederti una cosa” dichiara a bruciapelo Lily e il ragazzo la guarda un po’ confuso.

“Dimmi.”

“No, non qui.”

Scorpius aggrotta le sopracciglia, ma non fa domande e la segue sul retro; la piccola Potter gioca con le mani e il ragazzo la guarda confuso.

“Che succede?”

“Avrei dovuto baciarti all’appuntamento?”

Scorpius non può trattenersi dallo sgranare gli occhi “Che?!”

Lily storce il naso e il ragazzo si chiede se questo dubbio le sia venuto veramente: è quasi incredibile, sentire una cosa del genere dalle sue labbra.

“Mio cugino Fred dice che se non c’è il bacio l’appuntamento è andato male. Il nostro appuntamento è andato male?” spiega la piccola Potter.

Ecco spiegato tutto.

“Ti offendi se ti dico che tuo cugino è scemo?” commenta Scorpius, ridacchiando.

Vedendo che Lily sta per protestare, il ragazzo si corregge “D’accordo, non è scemo. Ma sicuramente non capisce niente.”

“Io non ci avevo nemmeno pensato” puntualizza Lily “Poi però al matrimonio Hugo mi ha fatto venire i dubbi, perché Fred gli ha detto così e quindi…”

“Non dovevi per forza baciarmi, Lily. Sul serio. La nostra uscita è andata bene, anche senza bacio” la blocca Scorpius, leggermente a disagio: lui ci aveva pensato eccome, le aveva fissato le labbra per parecchio, ma parlarne così apertamente…

Probabilmente era da Lily Luna Potter.

“È che… io un bacio non l’ho mai dato” ammette Lily e Scorpius la guarda con tenerezza, anche se la ragazza non può vederlo perché si sta guardando le punte delle pantofole a scacchi.

“Mi sarei sorpreso di più se tu avessi detto il contrario” commenta il Serpeverde e Lily lo guarda incerta, come se non capisse se deve prenderlo come un complimento o come un insulto. Per distrarla, Scorpius aggiunge “Me lo racconti com’è andato il matrimonio o no?”

Lily sorride divertita “Vuoi essere intontito dalle mie chiacchiere? Lo sai che già parlo tanto, se mi fai anche delle domande…”

“Sono due ore che ascolto tuo fratello… direi che non può andare peggio.”

“È stato bellissimo e io mi sono divertita tantissimo” riassume Lily, prima di abbassare la voce “Ho detto a Hugo che siamo usciti insieme, credo tu lo possa immaginare. Solo a lui, però. Spero non ti dispiaccia…”

Il Serpeverde scuote la testa “Puoi dirlo a chi vuoi, non è un problema.”

“Sì, tranne a tua cugina, perché quell’espressione che aveva quando gliel’ho rivelato io era impagabile” pensa con una punta di malignità.

“… e volevo chiederti una cosa. Tu sai ballare? Perché abbiamo ballato tutti tantissimo. Cioè, non voglio sapere se sia ballare, quello non mi interessa, dopo aver insegnato a Hugo e aver ballato con Lorcan posso fare tutto…”

Perché, esattamente, Lily ha ballato con Lorcan?

“… ma volevo sapere se ti piace. Sai, se balleresti così alle feste o se sei più il tipo che se ne sta seduto in un angolo o vicino al tavolo delle bevande…”

Scorpius esita, mentre dei vecchi ricordi gli tornano alla mente.



“Braccia più tese.”

L’arcigna insegnante di ballo scelta appositamente da Narcissa lo sta guardando con quegli occhi da grifone, sottili e ridotti a due fessure dietro agli occhialetti trasparenti, mentre Scorpius sente le scarpe strette e la camicia che tira.

Jodie non trattiene uno sbuffo seccato, ma sta dando le spalle alla donna, quindi lei non può vederla; in compenso, può vedere benissimo Scorpius mal celare una risatina e per questo il ragazzo riceve un’altra occhiataccia.

“Ricominciate, forza. Un, due, tre, quattro.”

Scorpius appoggia delicatamente la mano sul fianco della ragazza e ricomincia a muoversi a ritmo di quella musica lenta e melensa che proviene dal giradischi.

“Ricordami come mi hai convinto” sussurra Jodie.

“Non ti ho convinto. È stata zia Pansy a farlo. E non credere che io sia contento di fare questa… cosa” risponde il ragazzo. Ed era vero, non aveva alcuna voglia di stare lì: Sebastian gli aveva promesso un weekend a Diagon Alley e un gelato da Florian e avrebbe preferito mille volte stare lì, piuttosto che ascoltare i rimproveri dell’insegnante.

A sette anni, Scorpius crede che ballare sia una noia e che solo perché Jodie è la sua compagna sta cercando di impegnarsi, altrimenti si sarebbe limitato a pestare i piedi della povera sventurata – se fosse stata quell’insegnante odiosa, sarebbe stato ancora meglio.

“Allora diciamo pure che mi ha obbligato. Zio Draco è stato molto… persuasivo.”

“Insistente” la corregge Scorpius “Nonna Narcissa non ha ascoltato ragioni: ha detto che era una cosa da fare e che andava fatta e papà… si è limitato a ripetere le sue frasi, credo. O meglio, almeno è quello che ha fatto con me.”

“Che cosa sono tutti queste chiacchiere? Dovete tenere il tempo e ballare, non fare salotto” li rimprovera l’insegnante e Jodie alza gli occhi al cielo.

“Che noia” commenta, ignorandola “Sarebbe molto più divertente, se quella donna non ci guardasse.”

“Tu dici?”

“Sì. Tanto per cominciare, condurrei io. Tu vai troppo lento…”

“… io vado a tempo…”

“… e poi non indosserei queste stupide scarpe e questo vestito fastidioso. Mi pizzica sulle spalle.”

“Signorina Jodie, pensi più a mettere i piedi al posto giusto e meno a chiacchierare.”

“Ora la strozzo” sillaba con le labbra Jodie e Scorpius scoppia a ridere di gusto, ricevendo in cambio l’ennesima occhiataccia dalla donna e un sorriso divertito dall’amica.



“So ballare” racconta Scorpius “Mi è stato insegnato da bambino, a quanto pare è una tradizione dei Purosangue. Sai, la faccenda dei banchetti e dei balli… però non so se mi piace.”

Lily aggrotta le sopracciglia “In che senso?”

“Nel senso… l’ho sempre visto come un dovere. L’ho sempre fatto per dovere. L’ho imparato perché dovevo. Non… non l’ho mai fatto, in altre circostanze.”

“E balleresti con me?” domanda a bruciapelo la ragazza e Scorpius non sa come rispondere.

Scrolla le spalle “Credo di sì. Ma non credo che… ne abbiamo occasione. Non nell’immediato futuro, almeno.”

“Non posso contare sul altri matrimoni nella nostra famiglia, almeno per un po’…” concorda Lily “E nella tua?”

“Non ci spererei troppo. Nessuno di noi è in età da matrimonio, né ha… il partner, per così dire” risponde il ragazzo “Senza contare che… non ho parenti così stretti. Elizabeth, Sebastian… li conosci già, non c’è molto altro.”

Pensare a Sebastian gli fa diminuire il sorriso dal viso, ma spera che Lily non se ne sia accorta. Così, cambia in fretta argomento, prima che il discorso famiglia venga aperto e che lui pensi a suo cugino.

“Credo di dover tornare in camera di tuo fratello” dichiara “Per quanto non sia proprio una Firebolt sotto la doccia prima o poi dovrà uscire.”

Si congeda dalla ragazza con un sorriso, imprimendosi ben in mente il suo viso ancora sporco di farina e i capelli ramati spettinati, e torna in camera, un attimo prima che Albus entri dalla porta mezzo nudo.

“Non sei questo Adone, Al” commenta divertito, quando vede l’amico continuare a vagare per la stanza alla ricerca dei vestiti “Dovresti coprirti.”

Immagina già che Albus non sappia chi sia Adone.

Infatti, l’amico lo guarda male “Sto cercando i vestiti. E tu sei identico a Rose.”

Dopo poco riesce nell’ardua impresa di rimediare un paio di pantaloni della tuta pulita e torna a scaldarsi nel pile che Jodie gli ha regalato; Scorpius lo riconosce subito, è proprio nello stile dell’amica. Probabilmente Albus intercetta il suo sguardo, perché mormora “Sono andato a guardare un film da Jodie.”

“Me l’ha detto, ci siamo visti a Capodanno…”

“… l’ho baciata.”

Scorpius sgrana gli occhi “Che?!”

“L’ho baciata” ripete Albus, sedendosi sul letto accanto all’amico “L’ho baciata… Salazar, ha delle labbra morbidissime e sapevano di popcorn… ma questo solo perché avevamo mangiato i popcorn prima… sai, film e popcorn…”

“Ti prego, puoi non andare nei dettagli con le labbra della mia migliore amica?” chiede Scorpius, fingendo di rabbrividire.

Albus lo ignora e continua per i suoi pensieri “Volevo scriverti una lettera, lo ammetto. Volevo dirtelo subito perché, Salazar, è stato fantastico e davvero tranquillo, senza troppi fronzoli inutili. Un appuntamento semplice, insomma. Però mi sentivo un po’ ridicolo a scrivertelo per lettera, come avrebbero fatto le mie cugine…”

“Non tua sorella, di sicuro” pensa Scorpius, chiedendosi se per caso, se l’avesse baciata, lo avrebbe scritto a Rose. Un’uscita, a quanto sembrava, non è bastata.

“Te l’ha detto?”

La voce di Albus lo riscuote dai suoi pensieri e il biondo lo guarda confuso “Cosa?”

“Del bacio! Jodie ti ha detto del bacio?”

Scorpius scuote la testa.

“Allora è andato male? Salazar, se fosse andato bene te l’avrebbe detto, no?”

Il biondo mette su un’espressione perplessa “Non lo so, Al. Sai com’è fatta Jodie. E poi eravamo con le nostre famiglie…”

Albus sbuffa “E io come faccio a sapere di non aver fatto un disastro?”

“Jodie ti parla ancora?”

“Mi ha scritto stamattina.”

Scorpius sorride “Allora non hai fatto un disastro.”

Il moro sta per replicare, ma ci ripensa e sbuffa divertito; afferra un Topoghiaccio dal comodino, lanciandone uno all’amico prima di appoggiarsi con la schiena al cuscino.

“L’amore fa smettere di ragionare le persone” pensa Scorpius tra sé e sé.

E lui non aveva forse cercato a tutti i costi di parlare con la piccola Potter, nonostante Albus avrebbe potuto scoprirlo così, da un momento all’altro e senza il minimo di preavviso? Non aveva sperato che il suo migliore amico si facesse la doccia cosicché lui potesse cercarla?

“Volevo chiederti… anche tu hai questi pensieri?”

Scorpius sgrana gli occhi “Come?”

Albus sbuffa “Perché penso di averli solo io. Di avere queste paranoie e questi stupidi pensieri, intendo. Cioè so che non è possibile, non posso sul serio essere l’unico, ma… a te succede?”

Il biondo esita, ma per fortuna il suo migliore amico sta parlando più a sé stesso, senza aspettarsi davvero una risposta.

“No, suppongo di no. Tu non hai ragazze per la testa al momento e sei molto più razionale ed esperto di me, che invece di queste cose non ci capisco niente” borbotta il moro “A volte vorrei essere come James, sai, il bello e dannato che fa strage di cuori. Si dice che abbia preso da nonno James. Io, invece, credo di aver preso da nonno Arthur…”

Scorpius non riesce a trattenere una risata e Albus, invece di offendersi, sorride a sua volta, prima di commentare “Patetico, vero?”

“No. Poteva andarti decisamente peggio.”

“E come?”

“Potevi prendere da tua nonna.”

Il cuscino di Albus, da dietro la sua schiena, prende in fretta la direzione della faccia di Scorpius, che però è sufficientemente veloce da afferrarlo e ha la sfrontatezza di sogghignare in faccia all’amico.

“A proposito di famiglia… come sta tuo padre?” domanda il moro, tornando serio “Non te l’ho più chiesto da… dopo l’articolo, credo. So che è tornato al lavoro, ho sentito zia Hermione che ne parlava con mamma…”

Che sia una caratteristica di tutti i Potter, quello di preoccuparsi tanto degli altri?

“Bene. Credo” risponde Scorpius, grattandosi la testa “Non lo so. Non… non ne parliamo, molto. Anzi, credo che dovrei dire che proprio ignoriamo la cosa… cioè, forse mamma e papà ne parlano tra loro, ma a me… non dicono niente. Non so perché.”

“E tu non chiedi.”

“E io non chiedo” concorda Scorpius “Perché, tu lo faresti?”

Albus ci pensa un attimo e poi scuote la testa “No, probabilmente no. James sì, lui si infurierebbe pur di sapere, ma io… se non me lo dicono ci deve essere un buon motivo, no?”

“Esatto.”

Scende per un attimo il silenzio tra i due, prima che Albus si gratti la testa e aggiunga “Credo che a questo punto dovrei dirti qualcosa come “mi dispiace” o “se ti serve io ci sono”, ma mi sembrano frasi un po’ inutili, vista la situazione.”

Scorpius sorride “Lo apprezzo. E lo preferisco.”

Gli fa piacere che sia Albus che Lily si siano interessati a lui, lo fa sentire… importante. Si sente decisamente molto più importante così, di quando gli elfi di Sebastian lo chiamano “signorino Malfoy” o vecchi amici dei suoi genitori si presentano in casa commentando il suo essere il degno erede della famiglia.

Gli piace essere importante perché gli piacciono gli unicorni di zucchero o perché è interessato alle cianfrusaglie babbane.

“Ah, e devo raccontarti questo! Praticamente papà ha chiesto a nonno Arthur se aveva un qualche oggetto strano da regalarmi e…”

L’improvvisa certezza lo investe come l’espresso per Hogwarts.

A lui piace Lily. A Scorpius Hyperion Malfoy piace Lily Luna Potter.

È una strana consapevolezza, soprattutto se raggiunta ascoltando Albus – che è anche il fratello di Lily, tanto per aggiungere problemi – che parla di Jodie e delle sue labbra prima e di famiglie problematiche poi. È strano capire che anche lui vorrebbe sapere come sono le labbra della piccola Potter e non solo per gioco o per sfida. E questo era un dubbio che già si era posto, dopo l’uscita, ma non pensava che gli sarebbe rimasto per tutti quei giorni successivi. La cosa lo ha colto alla sprovvista e non sente più Albus parlare dello strano regalo che suo nonno gli ha promesso. Gli piacerebbe davvero baciarle. A Scorpius piacerebbe davvero baciare Lily.

Scorpius ha già baciato delle ragazze, l’anno scorso. Il suo primo bacio l’ha dato alla fine del terzo anno, ad una Serpeverde più grande – se non si considera quelli che Jodie da piccolo gli dava per gioco, mentre lui cercava di fuggire lontano, dai baci e dall’amore – ma non se lo ricorda nemmeno. Le labbra di quella ragazza sicuramente non erano morbide, però, e forse erano anche un po’ secche. Le labbra di Lily Potter non riesce nemmeno a immaginarsele screpolate, figuriamoci secche.

E l’altra consapevolezza che gli giunge, mentre Lily bussa alla porta della camera per avvisare Albus che è tornato Harry, è che tra poco torneranno ad Hogwarts e né Albus né Sebastian sanno nulla di tutto ciò che gli è successo. Deve nasconderlo? E come spiegare a Lily perché vuole nasconderlo?

Ad Albus dovrebbe dirlo. E anche a Sebastian. E entrambi potrebbero prenderlo a pugni ed è davvero una prospettiva poco allettante.

Il suo migliore amico gli chiede se vuole rimanere a pranzo da loro e Scorpius nemmeno si accorge di rispondere positivamente; si ritrova a seguire Albus in cucina dopo un po’ e a trovarsi allo stesso tavolo di Harry e Ginny Weasley, con i loro figli, e il biondo non riesce a non lanciare occhiate a Lily Potter e alle sue labbra. Harry gli fa domande gentili sulla vita al castello, sulle vacanze di Natale e sui suoi genitori, ma il Serpeverde crede sia più per cortesia che altro. Il Salvatore del Mondo Magico non può essere maleducato. Chissà se gli rivolgerebbe ancora tutti quei sorrisi gentili, se scoprisse i pensieri che sta facendo sulle labbra di sua figlia.

Lily ogni tanto lo guarda, seduta un po’ lontana da lui, nei soliti posti fissi che la famiglia Potter tiene a tavola, mentre Albus chiacchiera ancora, come se non avesse già monopolizzato la conversazione tutta la mattina. È incredibile per Scorpius quanto quella caratteristica accomuni sia il suo migliore amico che Lily e, di nuovo, si trova a chiedersi come farà a dire ad Albus di Lily. Sarebbe stato probabilmente già complicato prima, quando poteva far finta che non c’entrassero nulla i sentimenti, ma solo la buona educazione, ma ora…

Ma ora cosa? Ora è uguale a prima, non è cambiato nulla. E i sentimenti si potevano sopprimere, cancellare o, proprio in caso estremi, dimenticare.

Non vuole pensare al fatto che non voglia minimamente che quei sentimenti spariscano, così si concentra su due domande sciocche: ma anche James parla così tanto? Da chi hanno preso quell’amore per le chiacchiere, Albus e Lily?

Si aggrappa a queste due domande, si concentra su queste due domande, per tutto il tempo del pranzo e per tutto il tempo che rimane a casa di Albus. Si impone di stare con il suo migliore amico, di non pensare a Lily – e alle sue labbra – e di mantenere la calma e il sangue freddo. Lui è quello dal cuore freddo come i Sotterranei, può farcela.

Ma gli occhi verdi come il prato di Lily hanno altri programmi per lui e si manifestano fastidiosamente in ogni momento, riflessi sul vetro della finestra, in una Cioccorana che Albus gli offre e nelle carte di Spara Schiocco.

Si sta fregando con le sue stesse mani, Scorpius lo sa benissimo. Eppure non trova né motivi, né modi per fermare tutto quello.

Quasi fugge da casa Potter, quando si è fatto tardi e Lily è già in cucina, spaventosamente vicino al portone di ingresso, e non ascolta ciò che Albus sta dicendo riguardo il ritorno a scuola – o qualcosa del genere.

Torna a casa e sente il cuore battergli veloce e un calore sulle gote; quando si guarda allo specchio, ha le guance arrossate: che gli stia venendo la febbre? Ma la sua fronte è fresca e lui non si sente male, ha solo una gran confusione in testa. Forse è più plausibile l’idea della pazzia imminente.

Cerca di concentrarsi su altro, ma è difficile ora che non è più in compagnia di Albus e delle sue chiacchiere; così, finisce per afferrare un foglio di pergamena e la boccetta di inchiostro, per scrivere prima una lettera prima che suo padre torni dal lavoro.

C’è scappato il bacio, quindi? Devo credere che sia una cosa seria, visto che non me lo hai detto?

Il gufo torna poco dopo ed è già pronto per prendere la seconda lettera, quella che Scorpius ha scritto senza nemmeno accorgersene e ha un destinatario diverso.

È stato molto bello rivederti oggi.






Felpie's Corner
Fa un po' strano scrivere di vacanze invernali quando qui iniziano a fare 40 °C all'ombra, ma per fortuna Scorpius sente più caldo che fredddo con tutti quei pensieri che sta facendo. Povero Scorpius, ormai è andato e, a quanto pare, se n'è reso perfettamente conto. Tanti complimenti ad Albus che, per non volendo, glielo ha fatto capire (piccoli e dolcini Albus e Jodie, ma solo tra parentesi perché direi che la consapevolezza che Scorpius raggiunge vince su tutto).
Direi che il capitolo parla molto da sé, ne manca ancora uno e poi torneremo al castello (che forse è meglio, le vacanze fanno danni).
Mi dispiace ma non riuscirò ad aggiornare nemmeno martedì prossimo: Giugno e Luglio sono periodi di fuoco e tra giorni fuori casa e computer spento non mi è così facile aggiornare. Credo che per qualche capitolo aggiornerò una volta ogni due settimane, non voglio interrompermi di più perché comunque i capitoli successivi sono pronti e solo da ricontrollare e pubblicare. Però, visto che già oggi rischiavo di dimenticarmelo, vi do appuntamento per il 6 Luglio, che sicuramente riuscirò a ricordarmelo (o comunque metterò una sveglia). Passati Giugno e Luglio riprenderò a pubblicare ogni settimana.
A parte questa nota tecnica (in cui comunque riesco ad essere prolissa, ripetitiva e probabilmente poco chiara) spero che il capitolo vi sia piaciuto!
A presto,
Felpie

 

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** Capitolo 33 - Dominique ***


This is going to take a long time
And I wonder what's mine
Can't take no more
Wonder if you'll understand
It's just the touch of your hand
Behind a closed door
All I needed was the love you gave
All I needed for another day
And all I ever knew
Only you
(Yazoo - Only You)






Aveva rimandato fin troppo. Per una settimana aveva cercato di ignorare la cosa, di non pensarci, di trovare soluzioni. Ma nulla: non aveva né ignorato la cosa, né non ci aveva pensato, né aveva trovato soluzioni. Aveva pensato a James per tutta la settimana, era stato il suo pensiero fisso – più del solito, s’intende. E il giorno dopo sarebbe tornata al castello – con James – e non aveva ancora deciso se confidarlo a Victoire prima di partire.

Aveva accuratamente evitato Louis, da brava codarda, e non gli aveva chiesto nemmeno come fosse andato il matrimonio con Lysander e com’era la sua situazione con Lorcan, e ancora non era mai andata a casa di Victoire a trovarla. Le aveva promesso che l’avrebbe fatto subito e invece aveva continuato a rimandare. E ora si ritrova a preparare il baule per ritornare al castello e non ha ancora preso una decisione.

Dominique sospira, lanciando il maledetto quadernino celeste tanto odiato, che sembra stare lì a ricordarle che deve decidere e che non può più rimandare: perfino quando se ne stava chiuso e lontano dall’inchiostro riusciva ad essere fastidioso, quello stupido quaderno.

Sente dei passi lungo il corridoio davanti alla sua porta e l’unico che può essere è suo fratello, sono da soli in casa: un motivo in più per uscire.

Che codarda.

Lo sa benissimo, eppure appena lo sente tornare in camera sua afferra la giacca, sgattaiola di fuori e si Smaterializza a pochi passi da casa di Victoire. La nuova casa di sua sorella è elegante e in stile inglese: ha un prato curato e innevato dietro un basso cancelletto di legno e il porticato bianco è pieno di fiori; Dominique ne avverte il profumo appena si avvicina e si chiede come faccia Victoire a coltivarli in pieno inverno.

Come si era lasciata convincere da James a fare una cosa del genere?

Questo è il suo pensiero mentre bussa alla porta e quasi si trova a sperare che sua sorella non sia in casa, che sia uscita a fare la spesa, che sia al lavoro o che abbia accompagnato Teddy da qualche parte. E ci spera davvero, quando Victoire ci mette quel secondo in più ad aprirle, ma alla fine il viso sorridente di sua sorella compare sulla soglia: Victoire ha i lunghi capelli dorati raccolti in una coda scomposta che le sta ovviamente benissimo, dei pantaloni di tuta grigi e una felpa con del pelo che esce da cappuccio. Come sempre, è splendida e Dominique vorrebbe essere proprio come lei.

“Domi!” esclama Victoire, allegra “Vieni, vieni. Ce ne hai messo di tempo... temevo saresti tornata al Castello senza passare a salutarmi!”

“Scusami” mormora Dominique, seguendola in casa, stretta nel cappotto per cercare di contrastare il freddo “Ho avuto delle giornate impegnate… mi ero lasciata un po’ di cose da recuperare… sai, per i M. A. G. O.”

Victoire annuisce “Andrai benissimo, vedrai. Non ho dubbi. Sei la Corvonero più brava che Hogwarts abbia mai visto.”

Dominique sbuffa divertita “Esagerata…”

Si guarda intorno, nella casa che aveva visto solo da vuota, e non si sorprende di trovarla già perfettamente arredata e di un gusto eccellente.

“Ti sei già sistemata, vedo” commenta.

“Saprai che maman e papà erano qui già l’1 mattina” ridacchia la neo-sposa “Ma sono riuscita a vincere su una cosa…”

Dominique la segue in cucina e non ci mette molto ad immaginare a cosa si riferisca quando la vede andare verso il congelatore.

“Ta – dan! Il gelato non potrà mai mancare in casa mia” esclama la maggiore, tirando fuori la vaschetta che non è mai mancata in casa Weasley – Delacour.

Dominique vorrebbe scoppiare a ridere e lo farebbe, se non fosse così nervosa; Victoire, ovviamente, se ne accorge.

“Che succede, Domi?”

“Volevo… rispondere alla tua domanda. Sai… quella che mi hai fatto al tuo matrimonio.”

Victoire aggrotta le sopracciglia “È un problema da gelato?”

“Ma sono le 11 di mattina!”

“E con questo?”

“Mio figlio non rimarrà mai a dormire da zia Victoire, sappilo” ridacchia la minore, ma è più una risata isterica.

Victoire la guarda confusa, come se sul serio non capisse quale sia il problema, e Dominique si ritrova a scuotere la testa: 11 di mattina o no ha lo stomaco troppo chiuso, non riuscirebbe a mangiare nulla.

“Non ho molta fame.”

La maggiore guarda prima la scatola di gelato e poi la sorella e annuisce “E solo divano sia, allora.”

Le due si spostano in salotto e Dominique si toglie la giacca, prima di sedersi, stringendo le mani vicino alle ginocchia; Victoire, invece, si siede più comodamente, ma comunque in maniera elegante, spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Per qualche minuto nessuno delle due parla e Dominique sbuffa, dopo aver soppesato con lo sguardo tutto il salotto: si è focalizzata sull’assenza di polvere, sulle cornici d’argento splendenti e sul paesaggio fuori dalla finestra che dà sul retro del cortile, ma non ha la minima idea su come iniziare la conversazione.

“Non so come iniziare” ammette infatti, ad alta voce.

“Dall’inizio. Forse è più facile.”

No, probabilmente no.

Dominique si sistema meglio “Volevo parlarti… sai, la domanda… se c’è qualcuno che mi fa battere il cuore…”

“Me lo ricordo.”

“C’è una persona, Vic. Una persona speciale. Ma è… complicato…”

“Non lo è sempre?” domanda Victoire, incrociando le gambe elegantemente.

“Questa volta sul serio.”

Victoire la sta guardando come se non credesse sul serio che sia tanto complicato, perché ancora non può immaginare ciò che Dominique vuole dirle.

La più piccola si mordicchia le labbra: che sia ancora in tempo per scappare?

Lo sguardo curioso di Victoire le lascia intendere che no, non è più in tempo. Che ormai deve andare fino in fondo.

O meglio, potrebbe mentire, ma… non vuole più farlo, non su James. Perché lui non se lo merita e perché la loro storia non è una cosa che si può nascondere dietro una semplice bugia. E da qualche membro della famiglia deve pur iniziare, quindi… perché non Victoire? Dopotutto lei è sua sorella. Anche lei merita di saperlo. E non è giusto che ascolti una bugia. L’ennesima bugia.

“Ascolta, io so che mi farai la paternale…” la avvisa.

“Perché dovrei?”

“… perché lo farai, so che lo farai. Ma è davvero importante per me che tu lo sappia e…”

“… non lo farei mai, Domi…”

“… e quindi devo dirtelo.”

Victoire si fa seria “Dimmi.”

Dominique sospira e capisce che o lo dice adesso o non lo dirà mai più; sua sorella la fissa curiosa, con gli occhi azzurri perfettamente truccati già di mattina, e la minore si mordicchia per l’ultima volta le labbra, prima di mormorare “James.”

Victoire sorride “Si chiama James?”

“No, non si chiama. È James” la corregge Dominique e, vedendo che la sorella la sta guardando confusa, aggiunge “È Jamie.”

“Non voglio sembrarti superficiale, Domi, ma può succedere di sentirsi attratti dai propri cugini, specie se si passa molto tempo insieme come fate voi. Può capitare di essere gelosi di…”

“No, Vic, non hai capito” la blocca la minore “Io e James… abbiamo una relazione.”

La sorella, probabilmente, inizia a capire qualcosa, perché sbatte gli occhi un paio di volte, prima di domandare “Come?”

“Da un po’, in realtà” spiega Dominique “E James… prova quello che provo io. Però… diciamo che capisci perché dicevo che era complicato e…”

“Tu e James” la interrompe Victoire, cercando di fare il punto “Tu e James pensate di provare dei sentimenti l’uno per l’altra?”

L’altra esita, prima di precisare “Non è che pensiamo… Ne abbiamo parlato parecchio e…”

“E…” interviene ancora la maggiore “Vi siete baciati?”

Dominique annuisce, mentre l’altra fa una smorfia, commentando “Oh, Godric.”

“Io…”

“E siete… andati oltre?” continua Victoire.

Dominique si sente a disagio, è evidente che sua sorella non la stia prendendo come sperava e non è nemmeno totalmente sicura che la stia effettivamente prendendo bene, ma ormai ha confessato, non può raccontare solo a metà. O Victoire sul serio non crederà in loro e nella loro storia.

“Abbiamo anche fatto l’amore, se è questa la domanda” confessa, mentre i ricordi di quella giornata d’estate le tornano alla mente.



Quello è probabilmente l’unico giorno piovoso di tutta l’estate e sicuramente l’unico in cui casa Potter non è piena zeppa di qualche cugino, amico o animale strano; per la precisione, solo James girovaga per la casa e Dominique lo guarda divertita, dal porticato da dove lo sta osservando. È appena arrivata, ma le piace osservare il cugino quand’è immerso nei suoi pensieri: James ha l’abitudine di passeggiare, quando pensa, con le mani dietro i capelli e lo sguardo verso l’alto. Quel giorno indossa una maglietta delle Sorelle Stravagarie e dei pantaloncini da sport babbani e ha tutta l’aria di essere in attesa di qualcosa. O qualcuno.

Dominique sorride, intuendo di essere l’oggetto dei pensieri di suo cugino e sentendosi lusingata. Non le è mai piaciuto essere al centro dell’attenzione, anche se il suo essere Veela e la sua bellezza alcuni atteggiamenti un po’ vanitosi glieli regalano, ma non si sente troppo a suo agio quando ha tutti gli occhi puntati su di sé, nonostante sappia dissimularlo bene. Però le piace da morire il pensiero di essere così tanto speciale per James.

Bussa e distingue chiaramente il sorriso radioso sul viso del cugino dalla finestra del salotto e un attimo dopo se lo ritrova davanti; si avvicina a lei, per baciarle dolcemente le labbra, e poi la guarda, come a volersi imprimere nella mente la sua immagine.

“James?”

“Uh?”

“Piove. Mi fai entrare?” ridacchia Dominique e James le regala un altro sorriso, prima di farsi da parte.

“Sei bellissima” mormora, quando si chiude la porta alle spalle; Dominique gli appoggia una mano sulla guancia e James, istintivamente, chiude gli occhi.

La ragazza sente il calore della pelle dell’altro e gli si avvicina di nuovo, per baciarlo ancora, mentre James appoggia la schiena al portone di casa.

Quel giorno hanno tutto il tempo per loro, grazie a Scorpius che ha invitato Albus a casa sua e a Lily che è alla Tana, e hanno tutta l’intenzione di goderselo a pieno: così tanto tempo e così tanta solitudine, probabilmente, è da parecchio che non li condividono.

Si spostano in camera di James poco dopo e dà lì al rimanere con davvero pochi vestiti addosso il passo è breve; Dominique accarezza il petto muscoloso e sfiora gli addominali scolpiti, pensando a quanto c’è di bello in suo cugino, coperto però da tutta quella bellezza esteriore. James sarà anche un ragazzo attraente, ma le sue parti più belle non le mostra mai a nessuno. Si chiede in quanti sappiano che ama gli Scacchi Magici, i Calderotti e lavorare nel retro dei Tiri Vispi.

“A che pensi?” domanda James, intrecciando le sue dita con quelle della ragazza.

“A te. A noi. Ai Calderotti.”

“Mi piacciono i Calderotti” commenta il ragazzo, ridacchiando “Ma tu non preferivi le Api Frizzole?”

“Io preferisco te.”

James la bacia, stringendo il suo corpo contro il proprio, e Dominique si aggrappa a lui, come se da questo dipendesse tutto.

“Farò finta di crederci” dichiara il ragazzo, quando si allontana un po’ “E lo apprezzo davvero. Sai, essere importante per te quasi quanto un’Ape Frizzola.”



“Oh, Santissimo Godric” commenta Victoire “Questo sicuramente non era quello che mi sarei aspettata dalla conversazione.”

Dominique storce le labbra, non aggiungendo altro. Scende il silenzio tra le due ragazze e la minore si sente ancora un po’ a disagio, soprattutto perché Victoire non parla. Victoire parla sempre, ha sempre un’opinione sulle cose e sa sempre cos’è giusto. Forse, il fatto che non parli, vuol dire che questa volta non lo sa. E se già Victoire ha dei dubbi…

“Non so cosa dire.”

La Corvonero abbassa la testa “Lo immagino.”

“No, Domi, non lo immagini. Non puoi immaginarlo perché non ti puoi essere trovata in questa situazione” Victoire sospira “Io sono la maggiore e dovrei saperti consigliare, ma in questo caso… non so proprio farlo. Hai idea di come la prenderanno maman e papà? Di come la prenderà nonna Molly? Godric, e non voglio nemmeno pensare a mamie Apolline!”

Victoire scavalla le gambe e guarda le sue mani, con cui giocherella, prima di aggiungere “E devo anche considerare quello che mi hai detto e quello che tu e James provate o credete di provare. E cosa potrebbe dire il mondo, di fronte a questa cosa.”

Dominique si innervosisce un po’, a quelle parole, e domanda “Ma tu, Vic, tu cosa ne pensi?”

“Che è un gran casino.”

“Sì, ma… è una cosa che approvi?”

“Io…” mormora Victoire, senza rispondere.

“Io avrei voluto parlartene. Sono stata tentata di farlo per lettera, quest’inverno” racconta Dominique “Ma poi ho pensato che non sarebbe stato giusto e che non mi sarei saputa spiegare bene. Avevo bisogno di te, Victoire, di parlarti. Del tuo parere.”

“Io non ce l’ho un parere, in questo momento” sbuffa Victoire, probabilmente infastidita dall’essere stata presa in contropiede. Perché Dominique la conosce, sa che non le piace essere colta di sorpresa e che vuole essere sempre precisa su ogni cosa, ma in questo momento ha bisogno della sua spontaneità, più che di un suo pensiero razionale. A fare pensieri razionali ci ha già pensato lei a sufficienza.

Victoire si sposta nervosamente una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio “Io credevo che avremmo parlato di un ragazzo del castello, magari uno di quelli dell’ultimo anno un po’ spacconi ma dal cuore gentile e…”

“Stai descrivendo James” le fa notare la minore, ma Victoire fa finta di non sentirla.

“Che cosa vuoi che ti dica, Domi?”

“Qualsiasi cosa. Vorrei che tu fossi felice per me e che sapessi cosa fare, come sempre.”

“Io non sono felice per te perché non so se James può riuscire a darti l’amore che meriti” specifica Victoire e, vedendo che la sorella sta per ribattere, aggiunge in fretta “Io non metto in dubbio i suoi sentimenti per te, né i tuoi per i suoi. Anche se forse pure su questo bisognerebbe discutere, ma… io penso ad un vostro futuro. Penso alle difficoltà che dovreste e dovrete affrontare e mi chiedo se ci hai pensato bene. E se ne valga sul serio la pena.”

“Perché, con Teddy non ne sarebbe valsa la pena?” domanda a bruciapelo Dominique e Victoire fa per dire qualcosa, ma si trattiene.

Si limita quindi a scuotere la testa e mormorare “Devo pensarci, Domi. Non so cosa dirti, così su due piedi. Non posso aiutarti, così su due piedi. Mi dispiace, ma…”

Lascia la frase in sospeso e Dominique si sente improvvisamente ancora più a disagio: era convinta che una volta iniziato il discorso poi la conversazione sarebbe andata avanti spigliatamente e che il peggio sarebbe passato. Ma lì, il peggio è rimasto sempre uguale a prima, immutato, e lei non ha idea di come fare: se quello doveva essere un segno riguardo al dire o al non dire a tutti di loro… non era andata molto bene.

“Ci penserò, te lo prometto, ma… non aspettarti un mio commento subito, d’accordo?” chiede la maggiore, appoggiando la sua mano su quella della sorella. La mano di Victoire è fredda, mentre quella di Dominique sembra voler prendere fuoco.

La minore annuisce, alzandosi dal divano, un attimo dopo imitata da Victoire; vanno automaticamente verso la porta perché, almeno Dominique, ha detto tutto quello che c’era da dire, e sua sorella le appoggia una mano sulla spalla proprio mentre sta per uscire.

“Questo non… non vuol dire che tu non possa parlarmi di ogni cosa. Tu puoi dirmi tutto, ma… è solo che io non ho sempre la risposta pronta per tutto.”

“Lo so, Vic” la rassicura Dominique, tacendole però il fatto che si aspettava un minimo in più da lei. Dopotutto aveva tanto insistito per saperlo. Scaccia il pensiero in fretta: non era una cosa facile da apprendere così, lo sa bene.

Victoire la abbraccia elegantemente, invadendola con tutto il suo profumo dolce, e Dominique stringe la sua felpa sotto le dita.

“Salutami tanto Louis” mormora la maggiore, quando si separa “Avete preparato il baule?”

Sembra molto un tentativo per togliere entrambe dall’imbarazzo che permea l’aria. Peccato che, almeno per Dominique, non funzioni poi molto.

La Corvonero annuisce “Io l’ho preparato. Louis ha detto che ci avrebbe pensato oggi, tutto il giorno.”

“Sì, certo” commenta l’altra, conoscendo il fratellino.

“E… tu e Teddy? Quando partirete per la Luna di Miele?”

“Tra una settimana. Ti… porterò un regalo. E ti manderò una cartolina” mormora Victoire, mordicchiandosi le labbra, e Dominique capisce che è il caso di togliersi dai piedi: sicuramente ha già dato parecchio a cui pensare a sua sorella.

“Fai buon viaggio, allora. E salutami Teddy.”

“E tu Louis. Controlla che prenda le piume di ricambio.”

“Lo farò.”

E con quelle parole Dominique si Smaterializza, prima che qualche altra domanda imbarazzante e assolutamente di convenevoli rovini ancora di più quella mattina; davanti a Villa Conchiglia sente il cuore batterle forte, come se avesse fatto una gran corsa, e non ha bisogno di guardarsi allo specchio per immaginare le gote rosse che ha sul viso. Non si aspettava un confronto del genere.

Vede l’ombra di suo fratello alla finestra della camera e pensa che prima o poi dovrà affrontare anche lui perché ha sentito benissimo quello che James le ha detto e non può continuare a far finta che non lo sappia. Prima o poi dovranno tornare a parlarsi, non può evitarlo per sempre.

Si pulisce le scarpe sullo zerbino ed entra, subito investita dal calore della casa, che fa contrasto con il freddo pungente; il gufo ha appena portato la posta e, tra le tante lettere d’auguri di Capodanno e di un felice matrimonio per Victoire che ancora continuano ad arrivare a casa loro, ce n’è anche una per lei.

Dominique fa una smorfia appena legge il mittente, ma scarta la busta, curiosa.



Bellissima Dominique,
sono molto deluso di non aver ricevuto i tuoi auguri a Natale e a Capodanno. Mi hai pensato un po’? Io ti ho pensato tanto. E non solo perché l’alternativa al pensare a te era stare con mio fratello o con le mie cuginette petulanti. Ero proprio curioso di sapere come stesse procedendo la geometria della tua vita, scommetto che con le vacanze di Natale la faccenda si sia infuocata. O mi sbaglio forse? Non c’è bisogno che tu risponda, so che non sbaglio mai (cioè non devi rispondere solo a questa cosa, sarebbe carino se rispondessi alla lettera, anzi sarebbe proprio scortese il contrario).
Non vedo l’ora di rivederti, spero in un racconto molto dettagliato. I dettagli, mia cara, fanno la differenza in ogni storia. Cerca di essere puntuale domani, non vorrei che perdessi il treno, sarebbe davvero disdicevole per una ragazza precisa come te.

Ti mando un bacio (sulla guancia, qui non si sa mai chi posso far infuriare se te lo dessi da qualche altra parte), che spero che ricambierai e tanti auguri di un buon inizio.
Lucian.

P.s. Alex come sta?
P.s.s Mi dai i tuoi appunti di Trasfigurazione? Qui lo dico e qui lo negherò sempre, ma sono scritti molto bene.



Dominique scuote la testa alle parole del suo compagno di Casa: chissà se Lucian progetta con largo anticipo di essere così petulante anche a distanza o se è una cosa che gli riesce naturale e senza doversi preparare nulla. Ovviamente non può sapere nulla di Alex ma… è troppo sveglio su certe cose.

La loro amicizia era sempre stata strana e nessuno, nemmeno loro, l’avevano mai capita a pieno: Lucian è un ragazzo sagace e malizioso, fin da quando aveva undici anni, ma Dominique non si era mai lasciata incantare da lui e questa cosa sembrava essergli piaciuta parecchio. Negli anni aveva ovviamente fatto strage di cuori, con i suoi occhi profondi e con il suo sorrisetto che sembrava sempre nascondere un segreto, ma non aveva mai smesso di riservare a Dominique delle battutine ironiche e dei complimenti mal celati. Probabilmente, se qualcuno lo chiedesse a Lucian, risponderebbe che pensa che Dominique sia una tipa interessante e indipendente, perché lui è così, si diverte a scegliere le parole giuste e, allo stesso tempo, a non rivelare mai troppo.



“Dominique Weasley, vero?”

“Siamo in classe insieme tutti i giorni tutto il giorno, Sharp” replica in fretta una Dominique undicenne, con le mani sui fianchi e i capelli stretti in due trecce precise “Non sei molto sveglio.”

“E tu hai una lingua tagliente” ribatte il ragazzino, incrociando le braccia sul petto “Non lo sai che bisognerebbe essere gentili con quelli della propria Casa?”

“Ti serve qualcosa?”

“Gentilezza?”

“Intendevo qualcosa di utile.”

Lucian alza le spalle “Allora no, volevo solo salutarti. Farmi conoscere. Ho idea che parleremo spesso, io e te.”

“Io non credo.”

Dominique ha intorno a sé tutti i suoi cugini già, perché dovrebbe chiacchierare anche con lui? Non gli interessa chiacchierare con lui.

“Vedremo. Mi dispiace, non ho Api Frizzole con me, altrimenti saresti stata molto più gentile con me.”

Dominique sbatte gli occhi, sorpresa “Come sai che mi piacciono le Api Frizzole?”

“Ti ho osservata. Tengo sempre d’occhio le persone interessanti e tu mi sembri da tenere d’occhio” risponde Lucian, come se fosse la cosa più scontata del mondo, prima di precisare “Sappi che non te ne porterò, però. Non voglio comprare le tue chiacchiere.”

“Peccato, dovresti.”

E Lucian storce le labbra in una smorfia, mentre risponde “Non penso proprio. Credo che io e te potremmo essere ottimi soci in affari e che presto te ne accorgerai.”



È sempre tutto sul filo del sott’inteso con lui e a Dominique, questa cosa, aveva sempre divertito. E quindi, nonostante l’arroganza e una leggera punta di superbia che era anche in parte giustificata dalla sua eccezionale bravura, Dominique lo considerava un amico, forse il suo unico amico maschio fuori dalla cerchia dei suoi parenti. Ed era sicura che anche lui la considerasse allo stesso modo, forse l’unica persona di sesso femminile che non riteneva troppo noiosa o frivola.

Ma non avrebbe risposto a quella lettera – e sicuramente Lucian lo sapeva – perciò la appallottola, consapevole anche del fatto che tanto si vedranno domani sul treno e che lui sarà malizioso come al solito, sia che lei risponda, sia che non.

Così decide di fare dei biscotti e ignorare tutto e tutti per qualche minuto: quella è davvero una giornata da biscotti ed è solo mattina. Li fa al cioccolato, perché come dice sempre Teddy, il cioccolato fa bene, soprattutto dopo una giornata stancante – e quella lo è di sicuro.

Aspetta che si raffreddino e poi, prendendo il coraggio a due mani e mettendoci dentro anche un fazzoletto con qualche biscotto, si avvia verso la camera di suo fratello, pronta ad affrontare la seconda conversazione impegnativa della giornata. E il tutto prima di pranzo! Dovevano darle un premio. James le dovrà dare un premio.

“Toc toc.”

Appena il fratello le risponde, Dominique fa capolino sulla porta, mostrando i biscotti.

“Hai fame? Li ho appena fatti?”

Louis, che è seduto alla scrivania a scrivere, le fa un gran sorriso e le fa cenno di entrare; la sua camera sembra essere stata investita da un tornado o qualcosa che ci va molto vicino perché il baule è aperto – e vuoto – sul letto e i vestiti e i quaderni sono sparsi ovunque, ma a Louis non sembra importare troppo, mentre lascia cadere a terra una pila di magliette per far sedere la sorella sul letto e posizionarsi accanto a lei, guardando affamato i biscotti.

Dominique gli passa il fazzoletto, ridacchiando.

“Questo è il tuo concetto di fare il baule?”

“Ci sto lavorando” risponde Louis, con la bocca piena, storta nel fare un mezzo sorriso.

La ragazza ricambia il gesto e aspetta che il fratellino abbia finito di mangiare e che sembri soddisfatto della sua merenda – o aperitivo, a seconda di come lo si vuole intendere – prima di domandare “Possiamo parlare?”

“Mi vuoi raccontare di te e James?” indovina Louis.

Dominique annuisce, sistemandosi meglio sul letto in modo da guardare il fratello.

“Che cosa ne pensi?”

“Io?”

“Sì, tu. Mi importa cosa pensi.”

Louis ci pensa per qualche secondo, prima di scrollare le spalle “A me… non importa, credo. Voglio dire, James è… forte. E ti vuole molto bene.”

“Sì. E anche io ne voglio a lui. Non… non ci saremmo incasinati così tanto la vita se non… se non ne fosse valsa la pena.”

“Com’è successo?” chiede curioso il Corvonero e Dominique scrolla le spalle.

“Per caso, dopo una partita di Quidditch.”

“Quale?” indaga Louis, come se volesse cercare di ricordarsi un momento che gli è sfuggito.

“Alla fine del quinto anno, Lou, non quest’anno.”

Il ragazzo sgrana gli occhi “Così tanto?!”

Dominique annuisce.

“E avete mantenuto il segreto per tutto questo tempo?”

“È stato difficile” ammette la ragazza “Ma in realtà nemmeno così tanto… se ci pensi, io e James siamo sempre stati tanto insieme. Sono solo cambiate le cose che facciamo…”

“Non voglio sapere altro!” la interrompe Louis, arrossendo, e Dominique ridacchia.

“Non ti avrei detto altro, infatti.”

“Però voglio… vorrei… sapere una cosa” mormora il ragazzo.

“Cosa?” domanda curiosa Dominique.

“Me lo avresti detto?”

“Certo.”

“Quando?” insiste Louis.

Dominique esita, prima di ammettere “Non subito. Ma lo avrei fatto. Te l’ho detto, mi importa ciò che pensi.”

“E Alex?” domanda ancora il ragazzo, che sembra essere molto contento che la sorella lo tenga informato di ciò che le succede.

Dominique sospira “Dovrò parlarci. Si merita delle spiegazioni.”

“Se lui non ti piace… non puoi stare con lui” concorda Louis e Dominique gli sorride, intenerita dal suo tono.

“Hai ragione” commenta quindi la ragazza, accarezzandogli i ricci ramati.

“Oggi… lo hai detto a Victoire, vero? È per questo che sei andata da lei e che mi hai preparato i biscotti” indovina il Corvonero; Dominique lo trova tremendamente intelligente per la sua età e, allo stesso tempo, estremamente sensibile.

“Io ti ho preparato i biscotti perché so che ti piacciono e perché Teddy dice sempre che la giornata inizia bene con un po' di cioccolato… è nostro cognato, dovremmo iniziare ad ascoltarlo…” precisa Dominique, prima di aggiungere “Comunque sì, ma… forse sono stata un po' precipitosa…”

Louis sgrana gli occhi ed esclama, stupito “Non l’ha presa bene?! Ma Vic…”

“L’ho presa un po’ alla sprovvista” spiega subito Dominique “Ha detto che… ci deve pensare.”

Il Corvonero sembra pensarci un attimo e dopo un po’ mormora “E dici che prenderà male anche… sì, insomma, il fatto che… di Lysander…”

Dominique scuote velocemente la testa e si affretta a dire “Assolutamente no, Lou. Victoire sarà solo che felice per te. Non c’è nulla di strano in quello che provi, Louis, te l’ho detto, e Vic la penserà esattamente come me. Io l’ho… solo colta di sorpresa.”

Louis annuisce, guardandosi le punte dei piedi, e la sorella gli appoggia una mano sulla sua.

“E tu come stai, Louis? Si sono divertiti i gemelli?”

“Molto. Lysander mi ha detto che è stato molto contento che io l’abbia invitato e che si è divertito da matti…” Louis arrossisce di colpo “Lo sai che ha detto che avevo una bellissima camicia e che mi stava molto bene?”

“Tu avevi una bellissima camicia e ti stava divinamente” è il commento della sorella maggiore, accompagnato da un sorriso.

“Abbiamo chiacchierato tantissimo e…” Louis qui abbassa la voce “Ci siamo addormentati sul mio letto. Poi io mi sono svegliato di notte e sono andato a dormire nel suo.”

Dominique lo guarda teneramente e suo fratello aggiunge “E Lorcan sembrava tranquillo. Mi ha parlato e ha apprezzato molto i tuoi brownies. Dovresti farli anche al castello, io non voglio litigare con lui.”

“Non saranno i miei brownies a non farti litigare con Lorcan” gli fa notare la maggiore “Ma sono sicura che le cose andranno meglio, dovete solo trovare… un equilibrio.”

Louis annuisce e Dominique gli si avvicina, per passargli un braccio intorno alle spalle; suo fratello le appoggia la testa sulla spalla.

“Anche noi dovremmo ritrovare un equilibrio.”

“In che senso?” domanda la ragazza, accarezzandogli un braccio dolcemente.

“Mi manca già Victoire. Sono passato davanti camera sua ed era… vuota. Sembrava una stanza degli ospiti” mormora Louis “Si è trasferita sul serio, non vive più con noi.”

“Quando questa mattina sono andata a trovarla ho subito notato con piacere che ha preso possesso dell’appartamento con la sua solita eleganza e ha già infilato il gelato in congelatore” racconta Dominique, con un sorrisetto divertito.

“Quello lo davo per scontato. Ho paura che abbia messo anche il gelato nella lista di nozze” commenta il Corvonero, facendo ridere la sorella.

“Comunque…” inizia Louis, tornando serio “Spero che James si comporti bene. Insomma, mi dispiacerebbe picchiarlo, se ti facesse piangere, dopotutto è mio cugino.”

Dominique gli deposita un bacio tra i capelli, mentre sente il cuore scaldarsi a quelle parole e di fronte alla tenerezza smisurata di suo fratello. Forse non era una cosa così brutta, avere una relazione con il proprio cugino. Forse non tutti l’avrebbero presa male. Forse qualcuno avrebbe reagito come Louis e avrebbe solo sperato nella sua felicità.

“Grazie, Lou. Sei davvero dolce, lo sai?”

“Umpf…”

“E molto disordinato” aggiunge Dominique, guardandosi intorno “Davvero, Louis, finisci di preparare il baule.”

“Sì, signora” sbuffa Louis, liberandosi dall’abbraccio della sorella ed alzandosi “Perché non esiste un incantesimo per fare questo?”

La Corvonero ridacchia – l’incantesimo esiste sul serio, ma lei l’ha scoperto solo alla fine del quarto anno, è giusto che anche suo fratello si faccia un po’ di muscoli con quei vestiti – e si alza anche lei, salutando il fratello per andare a controllare le ultime cose per il viaggio.

Con i suoi fratelli aveva parlato. Ora doveva solo parlare con Alex.






Felpie's Corner
Buonsalve e bentrovati! Chissà se con queste belle giornate di sole c'è qualcuno che legge la mia storia. A tal proposito ho deciso di andare in ferie per qualche settimana perché d'estate è davvero difficile ricordarsi di aggiornare e perché ogni volta rischio di non farlo. E anche voi, immagino, non starete troppo al computer a prendere il caldo. Credo che farò passare un mesetto, quindi, periodo in cui tutti voi sarete al mare, in vacanza, in montagna o in giro per il mondo, prima di far definitivamente tornare tutto il Clan al Castello (basta vacanze di Natale, sono durate anche troppo). Diciamo che ci rivediamo il 17 Agosto, giorno più o giorno meno, indicativamente. Al massimo il 24 e poi spero di riuscire a riprendere degli aggiornamenti normali o quasi normali.
Per quanto riguarda il capitolo forse non tutti capiranno la mia scelta di mettere tutti quei dubbi in testa a Victoire: l'ho fatto perché non può essere che tutta la famiglia la prende fin da subito bene, altrimenti non avrebbe senso che Dominique e James (ma soprattutto Dominique) abbiano tutti questi dubbi. Perciò  ho pensato che una sorella razionale come Victoire dovesse per forza vedere le potenziali difficoltà di questa storia, almeno per qualche giorno.
La parte su Lucian è un di più, nell'idea del capitolo originale non c'era, ma mi piace pensare che Dominique abbia un amico (oltre a Dorcas) che non faccia parte della sua famiglia.
E invece, al contrario, Louis non può che essere felice perché per una volta sua sorella si confida anche con lui e vuole appoggiarla in tutto (soprattutto perché gli ha appena preparato dei biscotti buonissimi).
Vi auguro delle buone vacanze e spero che, come al solito, il capitolo vi sia piaciuto.
A presto,
Felpie


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3942192