DECEPTION 2

di Oh_my_Darvill
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** cap 2: CAMERON O JONATHAN? ***
Capitolo 3: *** Cap 3: LA SQUADRA MAGICA ***
Capitolo 4: *** cap 4: JONATHAN MA CHE STAI FACENDO? ***
Capitolo 5: *** cap 5: L'EVASIONE ***
Capitolo 6: *** cap 6: INNOCENTI FINO A PROVA CONTRARIA ***
Capitolo 7: *** cap 7: LA NUOVA ARRIVATA ***
Capitolo 8: *** cap 8: SECRETUM OSTIUM ***
Capitolo 9: *** cap 9: L'ORA DELLA VERITÀ ***
Capitolo 10: *** cap 10: IL PUZZLE ***
Capitolo 12: *** cap 11: JORDAN INNAMORATO ***
Capitolo 12: *** cap 12: IL PASSATO ***
Capitolo 13: *** cap 13: EQUIVOCI ***
Capitolo 14: *** cap 14: IL LABIRINTO ***
Capitolo 15: *** cap 15: NUOVI INDIZI ***
Capitolo 16: *** cap 16: DISTRAZIONI ***
Capitolo 17: *** cap 17: ALL WE NEED IS LOVE ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Sono Cameron Black, un illusionista figlio di Sebastian Black, a lui devo tutto il mio successo, mi insegnò tutti i suoi trucchi migliori addestrandomi sin dalla tenera età.
La mia carriera e la mia fama stavano procedendo verso la strada giusta e tutto mi sembrava una meraviglia: la mia vita era perfetta e non chiedevo nulla di meglio, finchè un giorno mio fratello gemello Jonathan non fu arrestato per l'omicidio di una donna. 
Grazie a questo evento tutto il mondo venne a scoprire della sua esistenza, perché Jonathan per ben venti lunghi anni rimase nascosto a tutta l'umanità per permettere che i trucchi di nostro padre ed i miei riuscissero alla grande. Un po' folle come idea non trovate?
La cosa bella è che la donna, denominata "donna misteriosa", che tutti credono morta, in realtà è viva e vegeta e mio fratello sta scontando la pena ingiustamente.
Vi chiederete chi sia lei... è una donna come tante altre, piuttosto alta e con fisico atletico, bruna, con labbra carnose... ma ciò che la contraddistingue è l'avere gli occhi di colore differente: azzurri e marroni; non passa inosservata no.. . oltre questo agisce nell'oscurità, è una gran calcolatrice e manipolatrice e tutti attorno a lei sono solo marionette e Jonathan fu uno di loro. Ma altri non è che una truffatrice, una ladra ed un'assassina ed il suo scopo è quello di rubare tutta la ricchezza che ammonta a miliardi e miliardi di dollari dei miei vecchi avi che si trova ben nascosta nei tunnel sotterranei della città.
Da quel momento collaboro con FBI, qui ho conosciuto Key, una donna alquanto spettacolare che prima di incontrarmi non credeva affatto nella magia e, non so per quale motivo ma ogni volta che sto con lei mi sento realmente bene e spesso e volentieri non riesco a capire più nulla.
Il mio compito all'interno del FBI è di aiutare a risolvere crimini e soprattutto cercare di trovare prove per aiutare il mio gemello ad uscire di prigione, ma da come ho scoperto poi, l'unica ad avercele è sempre la stessa, solita megera.
Ora ciò che mi chiedo è perché dopo tutto questo anno in cui ho cercato di aiutarlo, proprio lui, il mio Jonathan mi ha voltato le spalle: ora sono in cella al suo posto, mentre lui è fuori, libero assieme alla Donna misteriosa. 
Anzi la risposta ce l'avrei: ho avuto una possibilità per poterlo scagionare e l'unica cosa che avrei dovuto fare era quella di consegnare a lei il diamante Lince ed io invece gliene ho dato uno falso per consegnare quello vero alla mia collega Key, per questo piccolo inconveniente lui deve ancora scontare la pena dato che non ho ricevuto la chiavetta con il video incriminante, beh e mio fratello scoperto il tradimento mi ha voltato la faccia.
E ora sono qui, chiuso in una cella a provare la mia vera identità, rintracciare il mio gemello e fermare una volta per tutte LEI.

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Capitolo 2
*** cap 2: CAMERON O JONATHAN? ***


KAY'S POV 
Qualche ora dopo che la Donna misteriosa venne rilasciata e Jonathan riportato in carcere andai nell'appartamento di Cameron per andarlo a trovare, per vedere come stesse, lo trovai intento a fare le valigie.
"Te ne stai andando?"
"Già! la Donna Misteriosa è stata rilasciata. Non ricordi?" mi rispose con amarezza.
"Ascolta, ha l'immunità e la stanno portando via ora, lontano da qui, finalmente ci lascerà in pace."
"Oh! andiamo, secondo te lei non sarà in grado a sfuggire ad un gruppo di agenti del FBI?" mise in spalla le poche cose che aveva raccattato e iniziò ad avviarsi verso la porta superandomi come se niente fosse; come se fossi quasi un'estranea.
"Cameron, non mi sono arresa, ti aiuterò a trovare un altro modo per far uscire il tuo gemello. Insieme possiamo farlo..."
"No basta, Kay! non riesco più a crederti."
Tutto ciò iniziava a farmi davvero male.
"Hai già parlato con Jonathan?" chiesi, mandando giù il groppo alla gola.
"Si...e non è andata come speravo! Quindi ora devo andarmene!" aprì la porta, ma lo fermai, lo bloccai, non poteva andarsene così, non poteva lasciarmi in questo modo e tanto meno poteva lasciare così Jonathan.
"Cameron, ehi... Cameron... guardami: se devi andare... io capisco... se devi andare per aiutare tuo gemello in un modo che io non posso sapere lo capisco ugualmente...se io potessi tornare indietro ed aiutare mia sorella in un qualsiasi modo lo farei pure io... quindi non sarò certo io a fermarti, non sono quel tipo di persona. Ma almeno volevo farti sapere che per te non voglio essere solo un agente del FBI, una tua collega: devi... sapere che.... scusa... almeno promettimi che ci rivedremo..."
"Smettila di promettere, durante tutto quest'anno mi hai promesso e ripromesso... e ora a che punto siamo? Punto a capo o forse pure peggio dato che non siamo riusciti a fare nulla. È tutto quanto finito, tutto quanto!" Mi voltò le spalle e se né andò, lasciandomi con un palmo di naso ed una grandissima voglia di piangere.
A quel punto affranta tornai nel mio ufficio, di certo non avevo un bel aspetto, la litigata con Cameron mi aveva tolto ogni energia: non mi sarei mai aspettata una reazione del genere da parte sua; si sapevo quanto lui tenesse a Jonathan ma non potevo farci nulla se la Donna Misteriosa al posto di fornirci prove sulla innocenza del ragazzo aveva fornito dettagli per arrestare un sacco di malviventi e riuscire così ad entrare nel programma protezione testimoni.
Mi misi le mani nei capelli senza smettere di osservare la foto di Jonathan che avevo sopra la scrivania.
"Kay? Ancora qui? Non credi che abbiamo lavorato abbastanza per oggi?" La mia capa fece irruzione nel mio ufficio.
"Ho le ultime pratiche da compilare, non ci vorrà molto!"
"Oggi abbamo avuto proprio un colpo basso e so quanto tieni a Cameron e che ti dispiaccia per suo fratello, quindi se vuoi parlarne puoi farlo tranquillamente con me."
"Sto benissimo Deackins, per davvero..."
"Va bene allora ti lascio. Io vado."
"Ci vediamo!"
A quel punto tornai a fissare gli occhi più azzurri mai visti prima, e mi venne una fitta allo stomaco per pensare al doloroso modo in cui ci siamo lasciati e dire che non mi sentivo così, come mi sentivo quando ero con Cameron già da diverso tempo e per mia sfortuna ora era tutto finito. Mi risvegliai dal mio stato di trance solo grazie alla chiamata in arrivo da parte del penitenziario; strano chi poteva essere?
"Kay?" 
Riconobbi immediatamente la sua voce ed il mio cuore fece un triplo salto mortale nel torace, ma mi ripresi subito: chi avevo dall'altro capo del telefono era il suo gemello non il mio ex collega.
"Jonathan! Che sorpresa... ehm... non ... non mi aspettavo di certo una tua chiamata... dopo, dopo tutto ciò che è successo oggi. Pensare che pure Cameron mi ha voltato le spalle!" Risposi.
"Si giusto di lui vorrei parlarti e in più chiederti l'immenso favore di poter passare un attimo qui!"
"Ehm ok... si certo, aspetta qualche minuto, non muoverti che arrivo!"
"Kay non credo di aver altra alternativa, di certo di qui non riesco ad andare da nessuna parte."
"Si giusto scusami."
"Scuse accettate!"
Oddio quanto mi risultava strano ricevere le scuse da parte del gemello stronzo.

Cinque minuti dopo arrivai a destinazione e quasi mi precipitai nella sua cella e cosa ancor più difficile da credere nemmeno lui stava più nella pelle e mi abbracciò calorosamente; ero di stucco e non riuscì a ricambiarlo, non sapevo se sentirmi felice di tutto ciò oppure pietrificata.
" Jonathan!" Esclamai esterrefatta.
"Ehi tu, staccati immediatamente. Hai sentito l'agente? Non desidera tutto ciò, quindi che ti sia ben chiaro, mani apposto se non vuoi che ti rispedisca in cella e non ti faccia più vedere anima viva." Ci interruppe una guardia severamente.
"È tutto apposto collega!" Spiegai.
"Tutto chiaro signore. Comunque se è in carenza d'affetto sa che può contare su me, do abbracci gratis a tutti!" 
Jonathan ricevette un'occhiataccia tanto che non mi sarei stupita se da lì a breve il detenuto avesse preso fuoco, a quel punto mi sedetti e aspettai che la guardia tornasse a sorvegliare il corridoio.
"Ehm tutto apposto?" Spezzai il silenzio.
"Non direi, IO non dovrei essere qui."
"John, questo lo so e mi dispiace. Ma sai che abbiamo fatto il possibile. Tu non hai la minima idea di come tuo fratello sia mortificato."
"Già pensare che era venuto pure qui con l'intento di farmi evadere." Mi confessò.
"E io lo avrei appoggiato!"
"Non ne avevo dubbi. Peccato che Jonathan non era della mia stessa idea."
"Mi stai confondendo. Non capisco!" 
In lui c'era qualcosa che non andava, che non mi tornava, lo osservai bene e mi parve strano che non portasse i capelli all'indietro tutti ingellati come al solito, ma bensì tutti spettinati da ribelle che gli dava quel fascino irresistibile e stranamente aveva le mani sopra il tavolo stranamente ferme di solito non riusciva a mai a tenerle ferme.
"Guardami bene ti sembro più Jonathan o Cameron?"
"Mi stai mettendo in difficoltà, ma è ovvio che tu sei Jonathan."
"Io mi chiedo come mai io e lui non abbiamo un piccolo dettaglio in grado di contraddistinguerci come tutti gli altri gruppi di gemelli esistenti al mondo. Almeno così a quest ora sarei stato in grado di provare la mia vera identità... Non trovi collega?"
Ero sempre più confusa, poi come mai mi chiamava così?
"Ok non ti tengo più sulle spine: sono Cameron, il vero Cameron Black. Tadà, contenta della sorpresa?"
" Jonathan capisco che sei sconvolto e non accetti il fatto che devi ancora rimanere qui. Ma per piacere non cercare di farmi credere che tu sia Cameron quando invece non lo sei, non ti faranno uscire in questo modo."
"Ma io sono Cameron. John ha preso il mio posto ed ora è libero e so' alla perfezione quale sarà il suo piano e la sua prossima mossa."
"E cosa dici che farà?" Chiesi con un velo di curiosità.
"Andrà a cercare la nostra eredità con la sua nuova amichetta, aspetta forse la conosci è una che va in giro con occhi di un colore differente dall'altro." Il sarcasmo non mancava a nessuno dei due quindi non sapevo se credergli oppure no.
"E come posso capire che tu non mi stai mentendo sulla tua identità?"
"Uhm allora fammi pensare: ti ricordi ciò che ti ho detto l'altra sera quando eri insieme al tuo ex? Si ok in quel momento stavo bleffando per salvarvi la vita ma in realtà pensavo seriamente a quelle parole, non mentivo: io ci tengo a te; e di certo non solo come collega... ma ti trovo affascinante e... e... provo... realmente provo..." 
Mentre diceva tutto ciò si fece sempre più vicino, sempre più e mi baciò, non ritenne opportuno finire la frase, quel gesto diceva tutto da solo.
Il bacio durò solo qualche secondo perché mi scostai e lasciai la stanza interdetta.
"Kayy... scusami per piacere rimani!" Mi supplicò l'altro.

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Capitolo 3
*** Cap 3: LA SQUADRA MAGICA ***


KEY'S POV
Non potevo ancora crederci che Jonathan mi avesse baciato, tutto ciò non era nemmeno mai successo con il mio collega, possibile fosse accaduto proprio con lui?
Non mi pareva ancora vero, dovevo assolutamente sfogarmi con qualcuno, qualcuno che conoscesse bene entrambi e l'unica persona che mi venne in mente fu Dina, ex ragazza di Jonathan, ex produttrice dello show dei ragazzi e membro del gruppo magico.
Questo gruppo si occupava di studiare attentamente sceneggiatura, il numero di magia affinché riuscisse bene e senza che nessuno dei due gemelli si facesse male; invece durante questo anno ci hanno aiutato nella risoluzione dei nostri casi del FBI come aveva fatto Cameron; oltre Dina il gruppo è formato dall' intelligente Jordan e del forzuto Gunter.
"Ehi ma che combinate? Non ve ne starete andando pure voi." Sembrava che quel giorno fosse il giorno dell' abbandono, dato che, trovai pure loro tre intenti a sgomberare l'edificio dove si trovavano per lavorare insieme.
"Invece hai indovinato, è inutile rimanere qui, Jonathan è tornato in prigione e Cameron ci ha abbandonato. Che potremmo mai fare ora noi tre? Voltiamo pagina e andiamo avanti con la nostra vita." Mi rispose Gunter.
"Key, tu tutto bene?" Mi domandò la ragazza.
"Già hai una faccia sconvolta!" Intervenne l'altro.
"Beh... si è successa una cosa strana. Non so spiegarmela."
A quel punto riferì ai miei amici del doloroso addio con Cameron e della vicenda al penitenziario, bacio incluso.
"Ma questa è una cosa da pazzi. Non può essere vero!" Esclamò Dina non appena finì di raccontare, "Cioè non sono gelosa, tranquilli. La mia storia con lui è finita da tempo..."
"E poi Key, ma non sei il tipo di ragazza per Jonathan!" Mi fece notare Gunter.
"È ciò che penso pure io. Per me infatti sta mentendo e cerca di spacciarsi per Cameron per uscire, chissà, magari si sono accordati."
"Ma io Cameron non l'ho mai mai visto interpretare la parte dello stronzo, avrai notato pure tu che è sempre un tenerone, non sarebbe in grado di spaccarti il cuore. Che mi dici poi di Jonathan e del suo comportamento con la guardia? Scommetto quello che vuoi che lui non avrebbe mai detto una cosa del genere, è sicuramente più da Cameron tutto questo. Suo gemello ha sempre quel aria sufficiente e quel fastidiosissimo tic: gioca in continuazione con quella monetina."
"Ehi Jordan, sai bene che quello è stato un regalo di suo padre." Lo rimproverò la ragazza con le treccine.
"Aspettate: lui non se ne separa mai giusto?" iniziai a insospettirmi; qualcosa non mi tornava, la moneta al penitenziario perché non l'aveva tra le mani?
"Si esatto." Mi rispose Gunter.
"La tiene sempre in mano, è più forte di lui non riesce proprio a non tirarla in aria o a farla passare continuamente tra un dito e l'altro."
"Come mai questa domanda? C'è per caso sfuggito qualcosa?" Replicò Jordan, il ragazzo più piccolo.
"Certo, ma perché non c'ho pensato prima? Al penitenziario non l'aveva oggi, ha sempre tenuto la mani fisse di fronte a se e..." a quel punto mi tastai nelle tasche della giacca e con enorme sorpresa in una trovai un foglio ripiegato su sé stesso.
"È ciò che pensiamo noi?"
Annuì per quanto potesse sembrare strano Jonathan ci aveva consegnato ciò che la Donna Misteriosa stava cercando disperatamente da tantissimo tempo.
"Jonathan non ti lascerebbe mai la mappa, piuttosto andrebbe a cercare la sua ricchezza da solo." Mi rispose Jordan.
A quel punto ci scambiammo un'occhiata e non avemmo più dubbio su chi si trovasse in carcere:
"Cameron è in prigione al posto di Jonathan!" Esclamammo all' unisono.
"Adesso come facciamo a farlo uscire da lì?" Domandai.
"Oddio non posso credere che un agente del FBI abbia voglia di far evadere un detenuto."
"Gunter sai bene che sia Jonathan che Cameron, soprattutto quest'ultimo ... cioè... ok...entrambi sono innocenti. Quindi è giusto farlo. Avete idee?"
Ci pensammo per diversi minuti finché Jordan in men che non si dica elaborò un piano che non era male, anzi era perfetto e tutti quanti noi buttammo giù altre idee affinché il piano non potesse far acqua in nessun fronte, a quel punto tornai dal mio amico al penitenziario, avevo delle domande da porgli.
"Ehi!" Esclamai.
"Ehi di nuovo qui? Ti manco così tanto mia bellissima assistente? Spero che ora mi crederai, non ho mai detto a nessuno che una volta ti avevo chiamata così... anche perché se ti ricordi bene... tu mi avevi proibito di chiamarti in questo modo, anche se non so' che ci sia di male in questo bel nomignolo."
"Cameron... Cameron... ti credo! Ma dimmi questa che cos'è?"
"È la mappa del tesoro. La possiamo chiamare così? Cioè è la mappa dei miei avi..." continuò a spiegarmi ma lo interruppi.
"Si, si ho capito. Ho capito! Cosa dovremmo fare?"
"Seguirla e rintracciare i due pazzoidi. Così io potrò uscire da qui. Ma ora te la faccio io una domanda: come mai hai cambiato idea e ora credi che sono Cameron e non Jonathan?"
"Lo vuoi proprio sapere?"
"Certo!"
"Ciò che mi ha fatto credere che sei realmente tu è stato questo gesto! Il tuo gemello non lo avrebbe mai fatto con me."
Gli presi il viso in modo tenero ed affettuoso e mi avvicinai rendendogli il bacio di prima.
"Kay... ma?!" Farfugliò ma dopo qualche secondo si lasciò trasportare.
Qualche minuto dopo si sentì il rumore di una sbarra aprirsi ed un urlo stridulo ci fece sussultare e staccare.
Chi poteva essere? Chi ci aveva disturbati?

JONATHAN'S POV
La vidi davanti al bancone del bar mentre stava sorseggiando il suo cocktail nel suo bel vestito rosso che la fasciava nei punti giusti; avvertì la stessa identica scossa che mi aveva pervaso la prima volta che la incontrai, possibile che provassi ancora attrazione per lei dopo tutto quello che mi aveva fatto?
Mi sedetti nel posto accanto al suo.
"Un margarita!" Ordinai.
"Ehi bellezza come ti senti da uomo libero?"
"Benissimo, a te devo dare tutto il merito. Brindiamo?"
"Jonathan Black in versione umile. Ma che onore. Quindi il nostro piano è filato bene?"
Il cameriere appoggiò il mio ordine davanti a me, lo presi tra le mani e a quel punto D.M. fece tintinnare il suo bicchiere contro il mio.
"A meraviglia Cameron è in carcere al mio posto, per il momento nessuno si accorgerà del cambio e in più ho questo per te!"
"Ma che soldatino ho plasmato. Cameron se lo è meritato, se mi avesse dato ciò che gli avevo chiesto, il diamante Lince, tu saresti potuto uscire prima di prigione."
"O magari sia io che lui saremmo entrambi in carcere: io per il tuo finto omicidio e lui per aver rubato il diamante."
"E lo difendi pure?" Mi chiese.
"È pur sempre mio fratello. Comunque ora prima di avere la mappa mi devi una cosa: ancora non mi hai detto come ti chiami."

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Capitolo 4
*** cap 4: JONATHAN MA CHE STAI FACENDO? ***


JONATHAN'S POV 
"Ora prima di avere la mappa mi devi una cosa: ancora non mi hai detto come ti chiami." 
Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò il suo nome. 
"Ora che mi conosci, mi devi la mappa Jonathan." 
"E non credi che mi merito altro? Tipo un piccolo premio... In fondo me l'hai fatto passare tu tutto questo incubo e dopo un anno in carcere un regalino me lo merito. Non credi?" 
"Tesoro non preoccuparti ho la soluzione giusta per te!"mi rispose per poi avvicinare il suo viso al mio dandomi un bacio a stampo facendomi capire cosa sarebbe successo quella notte quindi mi invitò a lasciare il locale insieme.
"Sicura che ora possa fidarmi di te e che non mi incolperai per una qualsiasi cosa non commessa con il rischio di finire nuovamente in carcere?"prima di potermi abbandonare al piacere dovevo chiederglielo e assicurarmi che non stesse bleffando, ancora dovevo tenere alta la difensiva poi con una come lei tutto quanto sarebbe stato possibile.
"No tranquillo amore, ora non mi servi più lì. Ora devi stare al mio fianco così insieme potremmo spartirci il bottino dei tuoi avi. Diventerai ricco Johnny. Allora vogliamo andare?"mi prese per i lembi del giacchetto in pelle e mi attirò vicino a se, sussurrandomi in modo sensuale queste parole nell'orecchio.
Mi parve sincera e acconsentì alla sua proposta, era un'idea folle quella di andarci a letto, d'altronde mi aveva rovinato facendomi finire in prigione, ma ora ero libero e il modo migliore per festeggiare di sicuro non c'era, quindi incrociammo le nostre dita e ci alzammo, ma proprio in quel momento la mia attenzione venne catturata da alcune persone che entrarono nel pub, riconobbi Mike, il nuovo ragazzo di Dina, era giunto il momento di levare le tende, di sicuro gli agenti si sarebbero strappati i capelli nel non essere di nuovo stati in grado di prendere due fuggitivi. 
Ci dirigemmo verso la limousine che aveva affittato e una volta dentro ci baciammo come era accaduto poco più di un anno prima, ma la differenza tra il nostro primo bacio e questo sarebbe stato che finalmente la mia vita avrebbe preso una piega giusta me lo sentivo.  
Entrammo in un edificio qualunque; ancora eravamo in città e non avevo la minima idea su come avrebbe fatto a far credere a quelli della protezione testimoni che sarebbe rimasta nella nuova città prestabilita per il trasferimento; tuttavia sapevo alla perfezione che aveva già calcolato fin nei minimi dettagli pure tutto ciò e che presto sarebbe tornata qui per il tesoro, non aveva giocato fino ad ora per andarsene via a mani vuote. 
Mi buttò nel letto e si mise a cavalcioni sopra di me e riprendemmo a baciarci con passione; le sfilai l'abitino mentre lei pensò alla mia maglia e al resto, lei iniziò ad accarezzarmi il torace ed ogni mio muscolo mentre io la baciavo dappertutto. 
Sembrava molto più desiderosa di me che non potendo avere nessun contatto per ben un anno non vedevo l'ora di potermi sfogare un po' e tutto ciò era veramente fantastico.  
In ogni caso non sapevo a gioco stesse giocando, aveva rovinato la mia vita perché mi amava veramente o tutto ciò era solo uno dei suoi stupidi inganni per poter ottenere a ciò che ambiva? Ovviamente la seconda opzione era la più appropriata ma in quel momento non me ne importava assolutamente nulla, finalmente ero libero. 
Libero di poter vivere la mia vita senza stare all'ombra di Cameron o fingere di essere lui nei suoi show, dove lui scompariva a Las Vegas e io comparivo a New York; libero di poter fare tutto ciò che volevo e soprattutto libero dal carcere. 
Il mattino seguente quando mi svegliai il sole era già alto in cielo e trovai D.M. già pronta per andare ad eludere la protezione testimoni.  
"Ben svegliato mio caro! Dormito bene?"si sedette vicino a me e come se nulla fosse mi baciò.
"E questo bacio? Hai per caso voglia di un secondo round?"
"Non ho tempo ora Jonathan."
"Te ne vai?"
"Devo, ma tornerò molto presto. Ti consiglio vivamente di non lasciare l'edificio. Ti tengo d'occhio mio caro ometto."mi rispose indicando alcuni punti dell'appartamento, dove con molta probabilità aveva installato delle telecamere.
"Magnifico quindi esco di prigione per ritrovarmi in un'altra prigione? La vita mi sorride e la fortuna gioca a mio favore come sempre!"esclamai con sarcasmo.
"Si ma qui starai meglio ti vizierò, potrai fare tutto ciò che vuoi tranne contattare i tuoi amici o uscire da qui. Poi in ogni caso non sei contento di poter stare con me? Quando sono venuta a trovarti in prigione avevi coperto ogni singolo angolo della tua cella con informazioni sulla sottoscritta e da qui ho capito che sei ossessionato da me, quindi ora hai la tua ricompensa, mi puoi avere ogni volta che vuoi."
"Ti vendi solo per starmi vicina?"
La vidi alzare gli occhi al cielo con fare scocciato per via della mia domanda.
"Ho solo voglia di godermi uno dei migliori piaceri della vita. Ritieniti fortunato dato che ti ho scelto."
"Sai la penso come te: il sesso è la cosa più bella che ci sia."affermai gustandomi la sua reazione.
"Perfetto allora. Abbiamo già un punto in comune."si alzò dal letto, si infilò la giacca...era pronta per partire.
"Aspetta prima che te ne vada. Rispondi a questa domanda: perché hai scelto me e non mio fratello?" 
"Prendi la monetina " mi suggerì, " non ti ricorda nulla?" Scossi la testa, era una stupida monetina che mio babbo mi aveva regalato quando ero bambino, "In realtà te l'ho data io la prima volta che ci siamo incontrati a Reykjavik; avevamo pressapoco una decina d'anni ed insieme c'eravamo fermati ad osservare l'aurora boreale finché non è sopraggiunto tuo padre che sgridandoci ci ha fatto rientrare e separare fino ad ora." 
"È da quell'età che sei innamorata di me?" 
"Fai troppe domande tu. Ci vediamo tra qualche giorno."  
A quel punto uscì, mi affacciai alla finestra e la osservai mentre saliva in un 'auto. 
Il suo silenzio era da interpretare come un si? 


D.M.'S POV  
Un mio collaboratore mi portò nell'ufficio dei U.S. Marshall, un gruppo di agenti che si occupavano della protezione testimoni; mi avevano fornito una nuova identità e la residenza in un'altra città lontana e al sicuro da chi mi ero fatta nemica; mi avevano tassativamente proibito di girare con occhi di colore diverso e consigliato di cambiare colore ai capelli e altre stupidaggini simili.  
Erano tutte cazzate, se mi volevano trovare sarebbero stati in grado di farlo ovunque fossi andata, ma dubitavo vivamente che mi sarebbero venuti a cercare: tutti mi temevano e non avrebbero avuto coraggio di torcermi un capello; dal canto mio non mi sarei certo fermata in quel paesino insignificante; anzi avevo altri piani tra cui tornare alla mia base e diventare ricca e per fare ciò ero disposta a distruggere tutti quelli che mi avrebbero ostacolato.  
Fui scortata per tutto il viaggio e attraversammo dieci paesi americani, il viaggio fu molto lungo e dopo ore di macchina giungemmo a destinazione.
"Questa sarà la sua nuova dimora. Non dovrà dire a nessuno della sua vecchia vita dove si trova ora. Io sono il suo agente riferente verrò a controllarla spesso e se ha bisogno..." 
"Senta, signor Arthur Bullock , conosco bene tutto il procedimento non ha bisogno di aggiungere altre parole. Ora lasci parlare me, ho un accordo e sono sicura che accetterà molto volentieri: ha una situazione economica che fa realmente schifo, due ipoteche sulla casa, mantenimento mensile per la sua ex moglie che da come mi risulta ti stacca certi assegni. In più sta per avere un figlio dalla sua nuova compagnia." 
"E lei come fa a sapere tutto ciò?"mi domandò terrorizzato mentre cercava di aggrapparsi a qualcosa di solido per riuscire a restare in piedi.  
"Si sta sentendo male signor Bullock?" Estrassi la pistola dalla borsa e gliela puntai in faccia, "Sono sicura che se mi appoggerà io non gli torcerò nemmeno un capello, come non farò niente alla sua nuova compagna. Le propongo un accordo: io non rimarrò dentro queste squallide mura e quest'orribile città, quindi io estinguerò le ipoteche ma in cambio voglio che lei fornisca false informazioni al programma. Cercando di essere più chiara: lei affermerà la mia presenza costante qui, quando io invece sin da subito lascio il posto."  
"Ma così perderò il lavoro."  
Tirai su la sicura della pistola per fargli capire chi comandasse, alla fine deglutì e annuì capendo di non poter avere altra scelta.  
"E se dovessero venire a fare controlli?"mi domandò continuando a tremare come una foglia.
"Questo è il numero di una mia sosia che si stabilirà qui tra qualche ora. Quindi rischierà poco pure lei dato che non ho certo voglia di far saltare la mia copertura e correre il rischio di essere una ricercata a New York. Qui dentro ci sono i soldi in contanti, li nasconda in un posto sicuro." 
"Certo."  
Prese i soldi e se ne andò, mentre io rimasi lì ad aspettare la mia sostituta, controllai l'ometto rimasto in casa e notai che si comportava in modo strano, come se stesse architettando qualcosa. 
"Jonathan ma che stai facendo?"



NDA: EHILÀ mondo! Inizio con il ringraziare tutte le persone che stanno leggendo Deception 2 spero tanto che ciò che scrivo vi stia piacendo, queste sono solo mie idee su ciò che sarebbe potuto accadere nella seconda stagione e spero di non deludervi anche perché ho un gran progetto per questa storia.
Quindi parlando pure dei gruppi che si sono formati, se da una parte abbiamo Cameron con Kay e i membri della squadra magica, dalla parte opposta abbiamo D.M. e Jonathan, probabilmente a molti loro non piaceranno però a parere mio per quanto Jonathan sia affezionato al suo vecchio gruppo ha bisogno di respirare un po' di aria nuova e già lo si poteva intuire quando la notte prima di ritornare in prigione, lui mentre è a festeggiare con i suoi amici, ripercorre il suo primo incontro con la Donna che gli ha cambiato la vita e quindi ho deciso di unirli e che in realtà far finire Cameron al suo posto in prigione fosse stato un piano di entrambi, che ne dite? La pensate come me? E soprattutto vi piacciono loro due?
So bene che il discoso di Reykjavik tra John e D.M. è un dialogo che ho ripreso dall' ultima puntata della serie ma l'ho riportato qui apposta sia per rinfrescarvi la memoria sul perché lei ha preso di mira lui sia per dare un'opportunità in più a chi non ha visto la serie di poter avere più informazioni.
Bene se volete lasciare qualche recensione io sarò più che felice nel leggere le vostre sincere opinioni, al prossimo capitolo e grazie ancora! ♡

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Capitolo 5
*** cap 5: L'EVASIONE ***


DINA'S POV
Mi agghindai alla ben in meglio e così conciata mi sentivo un sacco ridicola poi mi mancavano da morire le mie treccine; cioè in realtà non le avevo tagliate ma le tenevo nascoste sotto la parrucca color nocciola.
Una volta pronta, assieme a Gunter e Jordan, che pure loro per l'occasione si erano conciati per le feste, partimmo verso la nostra destinazione, io mi avviai verso la sala visite, mentre gli altri due... beh i miei amici avevano un compito ben diverso da dover attuare.
Non appena vidi Cameron e Kay baciarsi urlai con disperazione, dovevo distrarre il maggior numero di guardie possibili e come previsto molte di esse, attirati dalle mie grida, mi raggiunsero chiedendomi quale fosse il problema.
"Oh cielo, ragazzi. Mi sto sentendo malissimo... sto per svenire aiutatemi." Esclamai, fingendo di riuscire a malapena a reggermi in piedi mentre loro con prontezza mi sorressero e portarono una sedia dove mi accomodai,"Non è possibile che lui mi abbia tradito! Poi stando qui in carcere, com'è potuta accadere una cosa del genere?"
"Siamo desolati signorina. Ma lei chi è?" Mi domandarono, e mi stupì che non mi avessero ancora riconosciuta, nell'ultimo periodo ero stata diverse volte al penitenziario a trovare Jonathan e anche se ora avevo una parrucca e occhi di colore differente l'uno dall'altro per assomigliare il più possibile alla Donna Misteriosa, mi complimentai con me stessa per il lavoro fatto ed ero felice che il piano stesse filando liscio.
Speravo vivamente che Gunter e Jordan si sbrigassero, avevo diverse risorse a disposizione per distrarre gli agenti ma non sapevo quante cavolate mi sarei dovuta inventare, fortuna volle che dopo una manciata di minuti le luci dell'edificio si spensero e grazie alle abilità di Jordan nemmeno le luci di emergenza si accesero, a quel punto mi misi una maschera sul viso che mi permetteva di vedere al buio.
"Ma che diavolo sta accadendo?" Chiesero interdetti gli agenti.
Il black-out fu seguito da alcuni stani rumori provenienti dalla ventola dell'aria, le guardie non ebbero nemmeno tempo di reagire che caddero, ad una ad una, addormentate, l'unica rimasta in piedi ero io anche perché la maschera messa poco prima serviva pure a non farmi respirare gas sopporifero.
Il piano aveva funzionato alla grande e ora aspettai gli altri due aiutanti ed insieme portammo fuori Cameron nel nuovo rifugio segreto, Kay invece sarebbe rimasta lì con la speranza di non rimanere sospettata per l'evasione del mago.


" Kay... oh! Ma... ma dove, dove sono? Oddio nooo... sono di nuovo nudo e legato nel letto di quella bella psicopatica. No ora che vorrà fare con me? Non ti basta avere Johnny? Vuoi fare una cosa a tre per caso? John... io comunque ho bisogno di parlarti... come mai mi hai fatto questo? Perché quando io sono venuto al penitenziario per farti evadere mi hai fatto prendere il tuo posto? Ma prima rispondi a questa: dove siamo?"
Era troppo divertente, era ancora un po' stordito per via del gas e pareva disperato dato che non aveva alcuna voglia di diventare un collaboratore di D.M., quindi per prenderci gioco di lui gli reggemmo il gioco e a me non rimase che fingere di essere la bella dagli occhi differenti.
"Bene, bene Cameron. Questo è il mio covo segreto, ora tu e il tuo gemello mi aiuterete a prendere il tesoro e... ovviamente soddisferete entrambi i miei piaceri..." mi avvicinai battendo le mani.
"Oh cielo... no, no grazie... a quel proposito ci penserà solo Jonathan. Se avessi saputo questo doppio fine avrei preferito rimanere in prigione, tanto sarei stato in grado di evadere da solo. Ma comunque lui dov'è? Dove lo hai nascosto?"a quel punto mi mise a fuoco per bene e rimase senza parole, " Dina?!"
"Finalmente mi hai riconosciuto. Non ce la facevo più: stavo morendo dalle risate. Com'è stata la mia interpretazione? Sono o no una brava attrice? Gunter, Jordan forza uscite lo scherzo è finito."
"Fratello, che spasso ci hai creduto per davvero?"chiese il genietto.
"Beh in realtà nudo non sono e tanto meno ammanettato in un letto... quindi qualcosa non mi tornava."
"Oh meglio così, non ti volevamo assolutamente vedere nudo!"si intromise schifato Gunter.
"Dina... ma toglimi questa curiosità, volevi veramente farlo con entrambi? Oh, no scusa ho detto una cavolata: volevi veramente fare sesso con me? Ma con Mike come va? Mi era parso che che l'ultima volta che ci eravamo visti tutti insieme stavano andando bene le cose tra voi due." 
"Ok, non abbiamo più dubbi: sei Cameron."esclamò Jordan cambiando discorso.
"Ma avevate dubbi sul fatto che sono io Cameron? Comunque tu ed io, Dina, abbiamo una questione in sospeso, ricordatelo!"mi minacciò in modo scherzoso l'illusionista.
"Volevamo la conferma sulla tua identità."
"Ora spiegatemi come avete fatto a farmi evadere. Io ciò che mi ricordo è che ero al penitenziario con Kay... che ci stavamo...beh.. ero con lei e basta..."
"Si vi stavate baciando e caspita che bacio!"
"Dina, potevi risparmiartelo, sono cose private. Poteva rimanere una cosa tra noi tre."
"Ma noi già lo sapevamo che stavate pomiciando!"gli risposero gli altri due.
"Come, come ne siete venuti a conoscenza?"
"Cameron vuoi o no sapere del piano da noi attuato? Poi non iniziare a dire che il piano faceva schifo dato che alla fine dei conti ha funzionato e tu sei qui."
"Certo ditemi."si rimise a sedere a braccia conserte ascoltando con attenzione ciò che avevamo da dirgli.
"Partiamo dal presupposto che non appena avevamo capito che dentro il carcere c'eri tu e non Jonathan, noi tre e Kay ci siamo messi d'accordo per trovare un modo per farti evadere, quindi Kay è tornata da te e ti ha distratto finché non sono arrivata io che per l'occasione mi sono dovuta travestire."spiegai il primo punto.
"Nel frattempo noi due, io e Jordan, travestiti con parrucchini, baffi e barba finta, ci siamo spacciati per operatori elettrici, abbiamo creato un black-out temporaneo alla prigione e siamo stati davvero bravi dato che nemmeno le luci d'emergenza hanno funzionato, ovviamente le telecamere erano ko e come ultima cosa messo nelle ventole del gas soporifero per far addormentare tutti, te e Kay compresi."continuò Gunter.
"A quel punto ciò che rimaneva da fare era solo portarti fuori in pochi minuti e ci siamo riusciti senza alcun problema. Ora ci troviamo nella mansarda di Kay. Bel piano vero? E a parere mio nessuno ti verrebbe a cercare qui Cam."concluse Jordan.
"Ok il vostro piano è filato alla perfezione come avevate previsto anche se sapete bene che io avevo ben sette piani di fuga e nessuno di essi si avvicinava minimamente al vostro, ma ok ora sono qui e l'importante è questo!"
"Io non capisco se è un complimento questo oppure una critica..."sussurrò Gunter.
"Ragazzi questo non è importante concentriamoci su Kay. Il problema adesso è che se Kay viene sospettata e considerata nostra complice, i suoi colleghi non ci metteranno molto ad avere un mandato per perquisire casa sua. Cioè voglio dire: vi siete travestiti e siete stati tanto bravi da essere irriconoscibili, l'unico problema è che quelli del FBI non sono stupidi e non penso che crederanno mai che l'artefice di tutto ciò possa essere la Donna Misteriosa..."Cameron provò a dire altro ma la porta alle nostre spalle si aprì e vi fece capolino Kay, comunque dopo tutto quello che avevamo fatto per il ragazzo, lui come solito non sapeva far altro che criticarci.
"Ragazzi tutto bene?"esclamò l'agente dell' FBI.
"Si tu?"
"Io non ho molto tempo ma sto bene e sono contenta che il piano sia filato liscio. Ora mi aspetterà una lunga nottata di interrogatorio. Sembra che questa giornata non abbia fine. Voi tre comunque cercate di essere reperibili in qualsiasi momento, che scommetto tutto ciò che volete che da qui a poco pure voi verrete torchiati a dovere. Per quanto riguarda te Cameron... ben tornato in squadra!"
"Grazie! Bello rivederti Kay. Comunque... a proposito del bacio..."
"Non ora, non è il momento adatto Cam."
"No ma ascoltami: era solo per puro scopo professionale giusto? Io ti ho baciata perché volevo farti sapere la mia vera identità e tu lo hai fatto solo per distrarmi e farmi uscire. È così vero?"
"Ehm... beh... si proprio così!" Rispose Kay un po' risentita, Cameron era proprio un guastafeste, e tutto ciò era una pura contraddizione: l'ho visto un sacco di volte flirtare con sconosciute che puntualmente si portava a letto, ma per quanto riguardava le persone che gli piacevano seriamente era proprio una frana e con Kay si stava comportando da vero idiota.
"Allora noi piano piano leviamo le tende!"
"Si ma non tutti insieme!"ci suggerì l'agente.
"Gunter, Jordan... non è che mi potreste prestare i vostri parrucchini e gli occhiali che state indossando ora?"
I due senza troppi problemi e domande passarono all'illusionista le cose chieste.
"Cameron, ma che hai intenzione di fare?"
"Kay calma. Non mi metterò nei guai. Te lo giuro!"  

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Capitolo 6
*** cap 6: INNOCENTI FINO A PROVA CONTRARIA ***


KAY'S POV
"Gunter, Jordan... non è che mi potreste prestare i vostri parrucchini e gli occhiali che state indossando ora?"
I due senza troppi problemi gli passarono le cose chieste.
"Cameron, ma che hai intenzione di fare?" Domandai preoccupata per lui, conoscendo bene la sua propensione nel combinare disastri.
"Kay calma, tranquilla. Non mi metterò nei guai. Te lo giuro!" E detto questo se ne andò, qualche minuto più tardi anche gli altri tre della squadra magica lasciarono la mansarda e la mia abitazione.
Riuscì a cambiarmi in tempo, dato che, dei miei colleghi fecero irruzione nel mio appartamento e con la scusa di un mandato, misero a soqquadro tutto nella disperata ricerca di Cameron.
Che dire? Aveva fatto bene a svignarserla ed inutile dire che possedeva un intuito da far invidia a tutti.
Per mia fortuna non trovarono nulla che mi collegasse alla sua evasione ma per mia sfortuna mi portarono in centrale dove mi interrogarono senza sosta.
"Kay mi dispiace che tu sia in questa situazione. Però tutti noi sappiamo che tu ed il mago siete in ottimi rapporti e non mi stupirebbe se tu e lui vi foste accordati per far evadere Jonathan dopo tutti i fatti di oggi." Esclamò la Deakins sedendosi davanti a me.
"Non ci sono problemi capo. È la prassi e io non ho nulla da nascondere. Iniziamo?" Risposi in modo tanto sicuro che pareva quasi una sfida.
"Allora sei stata tu?"
"Certo che no capo."
"Sai che se scopriremo la verità perderai il tuo lavoro, senza parlare del fatto che sarai TU ad andare in cella al posto suo. Dalle telecamere abbiamo visto che tu sei stata al penitenziario prima alle 16:00 ma te ne sei andata quasi subito." Disse mostrandomi l'immagine delle telecamere.
"Ero andata da Jonathan per dirgli che mi dispiaceva per tutto ciò che è accaduto con la Donna Misteriosa e del fatto che Cameron ha lasciato la città. Infatti, dopo di che me ne sono andata."
"Ma una mezz'ora dopo, da come ho potuto constatare, sei ritornata"
"Si sono tornata da Jonathan perché volevo spiegazioni e volevo capire perché mi avesse consegnato la mappa, quella che sta cercando pure D.M. ed infatti è stata lei a farlo evadere e a prendere la mappa che era poggiata sopra il tavolo."
"Come fai ad essere sicura che sia lei l'artefice di tutto ciò?" Domandò perplessa.
"Perché l'ho vista capo. Era poco distante da me e dopo averla sentita strillare... è venuta a meno la luce e poi non mi ricordo più nulla. Tutto ciò che so', è che quando ho ripreso conoscenza, nella cella non c'era più alcuna traccia di Jonathan, della mappa e dell'altra." Spiegai cercando di essere il più convincente possibile.
"L'unico fatto che mi fa dubitare della tua innocenza è che questa donna che tu accusi in quel momento era con la protezione testimoni."
"Li hai sentiti? Hanno confermato questo fatto?" Sia il mio capo che Mike scossero la testa, tanto che la Deakins dopo il mio continuo insistere, mandò il mio collega a controllare.
"Capo ha ragione. Mi hanno detto che lei ha lasciato il loro ufficio un'ora prima dell'evasione. E pure le guardie del penitenziario hanno riconosciuto lei come la colpevole. Inoltre Deakins volevo dirle che i componenti della squadra magica sono arrivati, li faccio accomodare? E in più qui fuori c'è una ragazza che afferma di essere la nuova addetta informatica."
"Si qualcuno si occuperà di loro. Per quanto riguarda l'agente Cloe Peterson, lei sarà il nostro nuovo membro, avrebbe dovuto iniziare domani a lavorare ma sai bene in che situazione siamo e un paio di occhi in più ci saranno più che utili in questa difficile situazione."


CAMERON'S POV
Avevo promesso a Kay che non mi sarei messo nei guai, ma sarebbe stato realmente così?
Da ciò che sapevo è che fin quel momento nessuno mi aveva ancora riconosciuto, quindi continuai imperterrito per la mia strada, dovevo arrivare alla metro.
Una volta dentro non mi fu difficile mischiarmi tra la calca; mi diressi verso una porta che veniva utilizzata solo dal personale e non mi stupì nel trovarla chiusa a chiave, tuttavia non mi fu difficile aprirla, dopo tutto ero un mago, un genio di escapologia.
Oltrepassai una serie di attrezzature dedite al corretto funzionamento del sistema e accanto trovai il varco per il tunnel dove ero stato poco prima, senza farmi notare lo oltrepassai e misi alla sua entrata una telecamera ad infrarossi che mi aveva passato poco prima Jordan; ora tutto ciò che dovevo fare era solo trovare la porta corretta per arrivare al tesoro e conoscendo la mia famiglia sapevo benissimo che la ricerca di esso ce la saremmo dovuta sudare.
Vagai nella penombra per un bel pezzo: con me avevo solo la luce di una fioca torcia, la mappa ed il mio intuito, forse sarebbe stato meglio se mi fossi portato dietro la mia squadra, che oltre a farmi compagnia, mi avrebbero aiutato nell'impresa, insieme avevamo studiato ogni singolo tunnel sotterraneo per la riuscita di un nuovo numero che poi non avemmo avuto possibilità di fare per via dell' arresto di Jonathan; ma muovendoci insieme avremmo solo attirato l'attenzione di molte persone, e ciò era proprio l'ultima cosa che volevamo.
Lungo il percorso incrociai diverse porte, ma più avanzavo e più diminuivano, continuai ad andare avanti e ad una certa trovai delle piccole mattonelle con ognuna delle lettere: tutte loro erano dei pulsanti, infatti le si potevano spingere che queste rientravano.
Provai diverse combinazioni ma fallì ogni singola volta, sapevo che dovevo comporre una parola ma qual era quella giusta? Di certo non poteva essere il nome o il cognome di mio nonno e di certo non quello di mio padre, mi venne in mente di provare il nome di uno dei "soci" fondatori di questa stupida caccia al tesoro, ma senza alcun successo, che cosa potevo creare con queste lettere? "O M U S R T E I C"
Dopo diversi tentativi me ne andai, dovevo rifletterci su un po', fossi stato il mio gemello la soluzione sarebbe saltata in soli pochi minuti, lui era più bravo di me in certe cose mentre io lo battevo in altre.
Prima di tornare nella mansarda di Kay, pensai fosse opportuno prendere qualcosa per la padrona di casa, dopo tutto ero un suo ospite; mi fermai in un piccolo negozietto e presi una bottiglia di vino, mentre pagavo non feci a meno di notare che la notizia sull'evasione di Jonathan, o per meglio dire della mia evasione, si era già diffusa e per un'altra volta i gemelli Black facevano scalpore.
Ciò che mi rimaneva da fare, in questa infinita giornata, era quella di far cadere le accuse sui miei amici.


MIKE'S POV
Feci accomodare Gunter, Jordan e Dina in stanze separate e quando iniziarono i loro interrogatori le loro versioni erano identiche e ammettevano che si trovavano tutti quanti nel loro vecchio ufficio intenti a fare bagagli in quanto il gruppo si era disfatto: Jonathan di nuovo in prigione e con Cameron che aveva lasciato la città.
Continuarono col dire che loro non c'entravano nulla con l'evasione del pregiudicato, dal canto mio non sapevo chi avesse ragione, conoscendoli sapevo che sarebbero stati in grado di architettare tutto, ma le prove provavano la loro innocenza, per questo motivo insieme a Cloe mi misi a studiare meglio le riprese sia del penitenziario e anche dei vari spostamenti di Cameron, che a quanto pareva, sembrava realmente intento a lasciare la città.
Tenemmo tutti loro, Kay compresa, sotto torchio per più di un'oretta finché non ci arrivò la segnalazione del fuggiasco e della Donna Misteriosa seduti tranquillamente in un pub intenti a sorseggiare drink.
"Forza raduna la squadra andiamo a prenderli. Non devono fuggirci di nuovo."
"Quindi capo... che facciamo con loro? Li rilasciamo?"
"Non ancora Mike, andiamo a fare l'imboscata poi si vedrà!"
Una volta nel locale li inviduammo subito e quatti quatti ci avvicinammo al bancone del bar, ma una volta giunti a destinazione trovammo le postazioni precedentemente occupate da loro vuote, persino di fuori non trovammo nemmeno l'ombra di loro; tutto ciò pareva una presa in giro, se non una cosa architettata fin nei minimi dettagli da Cameron e Jonathan, dalla squadra magica, da Kay e... da si... pure da D.M.
Quella notte la mia mente continuava a pensare senza sosta: qualcosa non riusciva a tornarmi.
Che cosa mi sfuggiva?
Finché, dopo un'eternità, non capì tutto il loro imbroglio, infatti una volta ritornato alla base,mentre tutti i nostri amici vennero messi dentro una cella, presi in disparte Dina dovevo assolutamente parlarle, mi guardai bene le spalle perché nessuno doveva sentirci.
"Dina, non c'è bisogno che menti. Conosco tutta la verità!" Le dissi lontano da orecchie indiscrete.
"Non so di cosa tu mi stia parlando." Mi rispose con un'aria un po' agitata che conoscevo fin troppo bene.
"Ehi, ehi tranquilla. Se ti ho portata qui è perché tu possa parlarmi senza problemi, non ci sono microfoni e telecamere. So che ti sei travestita da donna misteriosa per far uscire il tuo ex fidanzato, ti riconoscerei sotto qualsiasi costume, e che i due manutentori erano Jordan e Gunter. L'unico dubbio è: lo avete fatto evadere perché tu ancora provi dei sentimenti per lui? È così vero? E altra cosa che mi viene in mente da chiederti c'è mai stato qualcosa di vero tra noi due?"
"No giuro che non è come credi, ma io non amo più Jonathan, perché io amo... te." Disse la ragazza con le treccine.
"Perfetto Dina, ma per l'ennesima volta hai rovinato tutto, non posso più fidarmi di te, ma manterrò il vostro segreto. Anche se io provo lo stesso per te...ma sono costretto a dirti che adesso tra di noi è davvero finita, totalmente finita per sempre!"

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Capitolo 7
*** cap 7: LA NUOVA ARRIVATA ***


CAMERON'S POV
Spalancai la porta dell'edificio dove fino poco tempo fa lavoravo pure io; ora ero lì con uno scopo, ovvero porre fine agli interrogatori.
In fondo non avevo nulla da temere: i miei amici avevano ingaggiato un mio sosia che per il giorno dell'evasione era andato a spasso per la città creandomi così un alibi e grazie anche al travestimento di Dina da D.M., la vera ricercata per l'evasione di Jonathan sarebbe stata quest'ultima.
Così con sfacciata sicurezza varcai la porta della sede del FBI, ovviamente tutti i presenti mi guardarono con la bocca spalancata per la sorpresa, come se un'astronave aliena si fosse appena materializzata davanti ai loro occhi; effettivamente potevo benissimo essere un alieno, ma di certo non avrei lasciato i miei amici in un mare di guai perché se ero fuori e in libertà era solo per merito loro.
"Ta dà!" Esclamai come in uno dei miei show.
"Cameron! Eccoti qui!" disse Mike mentre stava portando in cella Kay, ero qui anche per lei; era un mio dovere salvarla e se avesse perso la cosa a cui teneva più di ogni altra cosa, ovvero, il suo lavoro per colpa mia non me lo sarei mai perdonato.
"Forza tu ora vieni con me. Sai bene ciò che ti aspetta vero?" La Deakins mi trascinò in sala interrogatori ma prima di essere portato via, mi girai e feci l'occhiolino a Kay per rassicurarla, "Che ci fai qui Cameron!"
"Ma che accoglienza capo. Non è contenta di vedermi?" Risposi con sarcasmo, "So già che mi ritiene colpevole dell'evasione del mio gemello, e ora inizierà a dire come potrebbe essere altrimenti, è tuo fratello e ci tieni parecchio a lui, tanto da riuscire a fare una cosa del genere. Giusto?"
"Non vedo perché debba essere sbagliato."
"Ma come l'hanno fatto evadere?" domandai, e dopo il tanto insistere mi diede vaghi dettagli.
"Io con quello stupido piano? Ma stiamo scherzando? Mi ha preso per un semplice dilettante? Io avevo programmato ben otto diversi modi per far uscire Jonathan di prigione, e niente delle mie idee prevedeva ciò, dai ammettiamolo questo è un piano da principianti e non di certo da Cameron Black. Eppure in tutto questo anno non ne ho attuato nemmeno uno, per il fatto che una volta fuori dalla prigione che avremmo fatto? Saremmo dei fuggitivi, e dovremmo scappare per tutta la vita e questa io non la definisco tale. Quindi no, non sono stato un suo complice... poi... lo devo ammettere, avevo deciso di andarmene perché lui non ne vuole più sapere di me!"
"C'è qualcuno che lo può confermare?" Mi interrogò.
"L'ho detto a Kay e alla mia squadra..."
"No, dico qualcuno in macchina con te che può confermare la tua versione."
"Certo se vuole può chiederlo al coniglio che tengo dentro il cilindro che ho in macchina. Può essere attendibile come fonte?" Dissi con sarcasmo.
"Cameron per piacere!"
"Ok faccio il serio! No nessuno era in macchina con me, però mi sono fermato diverse volte in bar e stazioni di servizio. Oggi essendo particolarmente agitato ho avuto il quasi continuo bisogno di andare al bagno, quindi mi sono fermato in vari bar... può verificare il tutto. Poi aggiungo questo: in un bar ho visto le riprese che hanno mandato in onda i notiziari e ho notato che chi ha liberato il mio gemello è una donna, le sembro una donna?"
"Potrebbe essere una copertura, mentre tu te ne andavi in giro a zonzo hai assoldato qualcuno per l'evasione di Jonathan!" Esclamò la donna.
"Impossibile. Io e lui abbiamo litigato, non ci era mai capitato in tutta la nostra vita ed invece oggi c'è stata una bella discussione tanto che mi sono lasciato sopraffare quindi ho deciso di andarmene..." Continuai a spiegarle della mia attuale situazione e a rispondere alle domande che mi porgeva, finché, non mi spedì in cella insieme ai miei amici.
"Cameron!" Mi abbracciò calorosamente Dina.
"Benvenuto al fresco!" Mi accolse Jordan.
"Sai che tu non dovresti essere qui!" Fu invece ciò che mi disse Kay.
"Oh forza! Non appena ho saputo che mi stavano cercando mi sono precipitato qui. Ho forse fatto male?" Esclamai con innaturale tranquillità.
"E che mi dite di voi? Neppure voi centrate qualcosa eppure siete qui. Guarda il lato positivo mia bella assistente almeno siamo tutti cinque assieme. Ci facciamo una partitina con le carte?" Suggerì.
"Cameron sai che odio quel nomignolo! Non chiamarmi più così." Disse sbuffando Kay.
"Ma noi non le abbiamo le carte." Esclamò Jordan.
"Le ho io, non vado di mai via senza e Mike mi ha permesso di tenerle. Partitina a poker?"
"Cameron devo dirti una cosa!" Dina mi portò un attimo in disparte.
"Dimmi tutto Dina."
"Mike ha scoperto la verità." Mi disse un po' affranta, "Ma mi ha promesso che non lo dirà a nessuno!"
"Meglio così allora."
"No affatto!" La vidi incupirsi di più.
"Ehi! Come mai questo faccino? Aspetta, fammi indovinare...Penso che tu non gli abbia raccontato tutta la verità giusto?"
"No infatti, non gli ho detto che in cella c'eri tu e non Jonathan."
"Dina tranquilla si sistemerà tutto. Ora andiamo dagli altri che ho una cosa di importante da dire... Ragazzi sentite volevo..." Non terminai la frase perché venni interrotto.
"Oddio! Non ci posso credere il famosissimo Cameron Black, me lo faresti un autografo?" Ad interrompermi fu una ragazza mai vista prima d'allora che si avvicinò alla cella per chiedermi l'autografo, tuttavia non parve sorpresa nel vedermi in quella bizzarra situazione.
"Certo, ti chiami?"
"Cloe!"
"Lavori qui per caso?" Domandai ma lei piuttosto che rispondermi, mi ringraziò per ciò che avevo fatto e se ne andò.
"Cameron come mai le hai chiesto se lavorasse qui?" Mi domandò Jordan, con immensa curiosità come se la ragazza gli interessasse.
"L'ho solo dedotto." Ed era vero, una persona estranea ai fatti mi avrebbe tartassato di domande per poter sapere il motivo per il quale mi trovassi lì, eppure lei non lo fece come se già sapesse il motivo del mio arresto.
"Si Jordan lei è la nuova informatica, oggi è il suo primo giorno. L'ho sentito prima dal capo." Lo accontentò Kay.
"E che altro sai dirmi di lei?" Continuò a chiedere il ragazzo più basso.
"Cameron, tu invece cosa ci volevi dire?" Si intromise Gunter.
E così raccontai a loro ciò che avevo scoperto ovvero dove la mappa mi aveva condotto quel pomeriggio e delle strane lettere poste come pulsantiera sul muro.
"Ci potevi dire le tue intenzioni no? Magari stavamo meno in pensiero per te."
"Ragazzi, non è successo nulla. Allora giochiamo o no a carte?" Proposi cambiando velocemente l'argomento e a quel punto ci mettemmo a giocare a carte finché non ci appisolammo ormai sopraffatti a causa dell'intensa giornata.
"Squadra magica, forza siete liberi!" Il giorno seguente un agente ci diede questa fantastica notizia e non appena aprirono le sbarre ci spiegarono che tutte le accuse erano cadute, che la colpevole era la Donna Misteriosa e che la sera prima l'avevano beccata insieme a Jonathan e che vani furono i tentativi di arrestarli.
"Kay il capo vorrebbe parlare con te."
"Arrivo Mike!" Esclamò lei.
"Ok, ci vediamo a casa tua!" Le dissi con voce un po' troppo alta.
"Vi siete finalmente messi insieme?" Ci domandò Mike curioso.
"No siamo solo amici, ma... Kay è sempre stata tanto gentile con me e vorrei ringraziarla." Gli spiegai.
"Andando a casa sua?"
"Sì e preparandole un gustoso pranzetto. Comunque amico avrei un assoluto bisogno di parlare con te."
"Certo, io esco ora. Se vuoi ti do un passaggio con la macchina." Mi disse il detective.
"Grazie, accetto volentieri." Risposi.
Una volta dentro, lontano da orecchie indiscrete gli spiegai l'accaduto.
"Dina mi ha detto che ci hai scoperto ma che manterrai il segreto. Te ne sono grato e non sai quanto. Ma lei non ti ha detto la cosa più importante..."
"Sarebbe?"
"Loro hanno escogitato l'evasione perché dietro le sbarre c'ero io e non Jonathan, che è evaso quando io sono andato da lui per... uhm, no questo non è importante, comunque dentro c'ero io ed è per questo che i miei amici mi hanno aiutato."
"E quindi Jonathan dov'è?" Domandò sorpreso.
"Vorrei saperlo pure io. Ascolta Mike, ti dico una cosa da buon amico: Dina è una ragazza fantastica, non fartela scappare ci tiene veramente a te." Dissi.
"Lo so Cameron e anche io tengo a lei. Ma ho bisogno di schiarirmi le idee!" E dopo tutto ciò lo salutai in quanto ero giunto a destinazione.
Una volta a casa da solo, preparai un bel pranzetto per me e la mia bella collega e apparecchiai in modo impeccabile.
"Ma che cos'è questo buon odorino?" La voce di Kay non appena rientrò parve realmente stupefatta.
"Prego, accomodati ho preparato un bel pranzetto per noi due, e in più ho preso questo per te: il tuo vino preferito!"
"Cameron anche se stai facendo il ruffiano sai che sono ancora arrabbiata con te, no? Non dovevi presentarti al FBI."
"Voi eravate nei guai per causa mia e se non te lo ricordi gli amici non si lasciano nel momento del bisogno." Dissi.
"Noi ce la saremmo cavata, ma non tu ." Lessi nei suoi occhi tanta preoccupazione.
"Su non dire così! In fondo è filato tutto liscio." La rassicurai.
"Ce l'abbiamo fatta solo perché abbiamo avuto una fortuna sfacciata e basta. Ti rendi conto che se quei due non fossero andati a divertirsi per i locali...la nostra storia non avrebbe retto?"
"Nah! In ogni caso, che cosa ti ha detto il capo? Si può fare nulla per poter spedire in prigione una volta per tutte questa dannata Donna Misteriosa e ritrovare Johnny?" Domandai speranzoso.
''Lei ha l'immunità Cameron, non si può fare nulla e per di più mi hanno sospesa dal lavoro per due settimane."
Cercai di replicare ma qualcuno bussò alla porta, chi poteva mai essere?


NDA: Ehilà, ciao a tutti, come state? :) So bene di aver pubblicato questi due capitoli con estremo ritardo ma ero impegnata in altro, comunque pian piano pubblicherò tutti i capitoli pronti, intanto spero davvero che Deception vi stia piacendo e vi invito a lasciarmi anche una breve recensione con la vostra opinione :)
Qui in questo 7 capitolo ho introdotto questo nuovo personaggio che avrà un certo rilievo: Cloe, che ha come prestavolto Josie Loren, attrice che ha recitato pure in "The Mentalist", e, da quanto so ha recitato in un film con Justin Chon e mi sembrava adatta :)
Comunque approfitto di questo piccolo spazio per dirvi un'ultima cosuccia, dato che sto pubblicando un crossover tra il Doctor Who e Legend of Tomorrow, se qualcuno conosce le serie e vi ho incuriosito, passate a leggere "Una Storia Oltre l'Impossibile" mi farebbe davvero molto piacere.
Beh che dire se non che ci sentiamo alla prossima?

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Capitolo 8
*** cap 8: SECRETUM OSTIUM ***


JORDAN'S POV
"Come mai Cameron è ancora a casa di Kay?" Chiesi quando fummo davanti la casa della donna.
"Sai com'è: quando l'amour chiama Cameron lo potete trovare qui!"
"Lo pensi davvero Dina?" Si intromise Gunter.
"Certo, non vedi come si guardano? Poi è ora che Cameron volti pagina e non pensi più alla sua odiosa ex." Rispose la mia amica.
"Non la sopportavi proprio quella modella." Esclamai non molto sorpreso.
A quel punto la padrona di casa ci aprì la porta, aveva in volto uno sguardo un pochetto sorpreso.
"Ciao Kay. Possiamo?" E senza attendere una risposta Gunter si fece spazio per entrare, io lo seguì a ruota dopo un breve saluto.
"Certo, non sto neanche a dirvi che Cameron è qui, tanto già lo sapete. Accomodatevi!" Ci accolse.
"Ehm scusa amica...non era nostra intenzione disturbarvi, anzi a dirla tutta ho cercato in qualsiasi modo di dissuadere questi due a piombare in casa tua ora. Ma non mi hanno voluto ascoltare e io li ho seguiti per evitare che facciano casini." Sentì Dina scusarsi con la padrona di casa.
"Wow forte il maghetto ha cucinato quindi si mangia. Ho una certa fame!" Disse l'omaccione mettendosi a sedere e iniziando ad azzannare qualcosa, io senza pensarci troppo mi accomodai assieme al mio amico.
"Gunter, Jordan! Ma che fate? Non avete notato che i nostri amici vorrebbero rimanere soli?" Ci sgridò la ragazza con le treccine.
"Dina, scusa, ma noi non eravamo venuti qui per dire a Cameron che abbiamo trovato la soluzione?" Domandai.
"Tranquilli non ci stavate assolutamente disturbando, aspettate vado a prendere delle sedie."
"Aspetta Kay vengo ad aiutarti." Si offrì Dina.
"Avete detto la soluzione? Sono tutto orecchie." E anche Cameron venne a farci compagnia e iniziò a spiluccare qualcosa.
"La parola è SECRETUM OSTIUM."
"Cosa hai detto Jordan?" Mi chiese nuovamente cercando di capire bene che gli avessi appena detto, come se la parola fosse stata cinese.
"S-e-c-r-e-t-u-m O-s-t-i-u-m"
"Perfetto poi mi farai lo spelling. Forza Gunter muoviamoci." Cameron scattò su come una molla.
"Pallone Gonfiato ma io ho fame!" Protestò Gunter.
"Mangerai dopo, ora ho bisogno di te. Tu Jordan rimani qui e seguici con il pc, mentre devi dire a Dina che non appena saremmo dentro avrò bisogno della sua guida, sappiamo bene che ha un tocco magico per ciò. Mi dispiace ma non possiamo muoverci tutti quanti insieme perché ancora non possiamo attirare l'attenzione degli agenti. Forza andiamo!" E uscì trascinando l'omaccione che imprecava verso il nostro amico.
Alzai le spalle, ormai ero abituato a vederli bisticciare per qualsiasi cosa, quindi continuai a mangiare tranquillamente comunque dovevo proprio ammettere che era proprio bravo a cucinare.
"Ma, dove sono scappati?" Esclamò stupefatta la padrona di casa.
"Vanno ad aprire la porta nel tunnel sotterraneo." Risposi.
"E noi?"
Così riferì a loro le precise identiche parole che mi aveva detto Cameron poco prima.
"E io che dovrei fare?" Chiese la detective.
"Non so. Non ti ha nominata!" Risposi.
"Tipico di Cameron. Ma non sa che potrei coprire loro le spalle tra l'altro sono un'agente."
Rimanemmo in contatto per tutto il loro tragitto, nel frattempo preparai il pc dove attraverso il localizzatore potemmo seguire ogni loro spostamento.
"Siamo quasi arrivati. Tranquilli, non dateci per dispersi!"
"Siamo qui Cameron e ci stiamo parlando da quasi mezz'ora. Sei sempre il solito fastidioso, hai presente un moscone? Tu sei uguale!" Dissi abbastanza stufo di sentirlo blaterare.
"Se fossi qui ti batterei il cinque Nanetto." Mi diede manforte l'omaccione.
"Dina aiutami tu! Zittisci questi due." Si lamentò il maghetto.
"Ehi, sentite stiamo calmi ragazzi. Una volta che sarete fuori da lì potrete dirvene di ogni colore e fare ciò che vi pare ok?"
"Ok ci siamo. Chi mi fa lo spelling della parola? No questo è impossibile. Non ci posso credere!" Esclamò Cameron.
"Sei stato tu?" Gli chiese l'altro che lo aveva accompagnato in questa prima missione.
"No Gunter."
"Cameron, Gunter che sta succedendo?" Kay balzò su dalla sedia allarmata.
"State bene? Ditemi subito che cosa sta accadendo!" Domandò preoccupata la ragazze con le treccine.
"Beh siamo venuti qui con l'intento di dover digitare sui pulsanti giusti, e vi posso assicurare che la parola che mi avete detto è giusta... solo che..."
"Solo che?" Chiedemmo in coro.
"Solo che qualcun altro è stato già qui, prima di noi e ha indovinato la parola." Ci fece sapere.
"E ora che cosa vedete?"
"Sapete chi potrebbe essere stato?"
"Ehi, ehi ragazzi...una domanda per volta, ho un solo cervello lo sapete questo? Allora adesso vicino l'ultima lettera si è aperto un loculo dove dover inserire una chiave." Ci rispose l'illusionista.
"Beh ora bisogna solo capire di quale chiave si tratta no?" Chiesi.
"Ma prima genio toccherà trovarla!" Mi ripresero.
"Giusta osservazione."
"Cameron, tu sai dove cercarla vero?" Volle sapere l'agente del FBI.
"Penso di si. Ma non ne sono sicuro. Dina ti ricordi dove sono finite quelle coppie di chiavi che non abbiamo mai capito che aprissero? Sai che fine abbiano fatto?"
"Le ho messe dentro ad un contenitore a forma di libro che si trova nel mobiletto nascosto dietro la libreria." Gli rispose la ragazza.
"Perfetto non ci rimane che andare a prenderla."
"L'unico problema è che degli agenti tengono sotto osservazione l'Archivio dopo tutti gli avvenimenti di oggi." Ci informò Kay.
"Però potrei provare a prenderle io. Ho ancora alcune cose lì e non darei nell'occhio." Si propose la nostra amica.
"Ottima idea Dina, poi tu potresti aprire il passaggio che la Donna Misteriosa ha scoperto da dentro la cassapanca dell'Archivio, lì ti raggiungerà Gunter e prenderà la chiave."
"E tu che farai?"
"Io vi aspetterò qui." Rispose con naturalezza il maghetto.
"Non sarà rischioso per te Cameron?" Si preoccupò la ragazza con le treccine.
"Nah. Non ho paura di rimanere da solo, uscirò da questa situazione incolume, potete fidarvi."
"Cameron però pensaci chi ha aperto la porta potrebbe tornare e farti del male!" Gli fece notare Kay.
"Correrò il rischio, peggio di così non può andare no?"
"Ok allora io e Dina ci vediamo all'Archivio."
E così dicendo i due avventurieri si recarono verso la meta prestabilita e tutto filò liscio, almeno fino ad un certo punto: Dina riuscì a trovare sia le due chiavi in questione sia il modo per aprire la cassapanca per far entrare l'omaccione ed aver modo di passargli ciò che ci serviva, se non fosse che fatta una certa perdemmo prima il contatto con uno e dopo qualche minuto pure con la ragazza.
"Gunter, Dina... che sta succedendo? Forza rispondetemi!" Kay inziò ad allarmarsi e a preoccuparsi per i due, "Forse è meglio se vado a controllare." disse infine.
"No, tu sai come poter controllare le telecamere dal pc giusto? Qui sono presenti quelle della metro, mentre da quest'altra parte possiamo controllare Cameron dentro il tunnel grazie alla telecamera ad infrarossi che ha posizionato ieri lui. Tutto chiaro?" lei annuì, "Allora vado io a vedere che è successo!"
"Jordan alla riscossa!" Si intromise Cameron che nel frattempo non si era spostato di una virgola dalla sua postazione.
Una decina di minuti dopo giunsi a destinazione, notai immediatamente i poliziotti appostati davanti all'Archivio e non appena entrai lo scenario che mi si parò davanti agli occhi fu raccapricciante, ma fortunatamente entrambi i miei amici erano ancora vivi.
"Dina... Dina. Come stai?" Chiesi agitato.
Lei era ancora riversa per terra mentre il libro in questione  che conteneva le chiavi che stavamo cercando, era a pochi metri da lei.
"Jordan, allora com'è la situazione? Per piacere non tenermi sulle spine." La detective era a dir poco preoccupata.
"Già Jordan aggiornaci!"
"Dina si sta ridestando. Ma ho una brutta notizia: qui è presente solo una chiave. L'altra dov'è finita quindi?"
"All'altra chiave penseremo poi, vai a vedere di Gunter!"
Non feci in tempo ad andare verso il passaggio segreto che avevamo scoperto da poco che me lo trovai davanti ancora un po' frastornato.
"Damerino, tu che ci fai qui?" Mi chiese tenendosi la testa.
"Sono venuto a vedere come stavate!"
"Uhm... che mal di testa pazzesco!" Si riprese la ragazza.
"Oh che bello sentirvi ragazzi. Mi fa piacere sapere che siete tutti interi. Sapete chi vi ha aggredito?"
"Non siamo riusciti a vedere. Ci dispiace Cameron."
"Non vi preoccupate, nessun problema."
"Ragazzi scusate se vi disturbo, ma Cameron devi sapere di questo, chi ha aggredito Dina e Gunter, grazie alla visione termica, sta per raggiungerti. Preparati ad avere compagnia!" Ci interruppe l'agente dell'FBI.
"E per caso sai di chi si tratta?" Chiese stupidamente il maghetto.
"Come faccio a sapere con chi avrai a che fare se posso vedere solo il colore emanato da un corpo?"
"Giustissimo, che razza di domanda. Non vedo l'ora di incontrarlo chiunque sia, anche se ho già una mezza idea su chi possa essere. Scusate, devo scollegarmi!" Detto questo Cameron interruppe la comunicazione senza nemmeno tener conto di ciò che gli volevamo dirgli.
"Cameron. NO! NON FARLO!" Ma per Kay fu tutto inutile, aveva già attaccato; "Squadra magica! Andiamo a recuperare il nostro maghetto!"
"Agli ordini capo!" Esclamammo all'unisono.


NDA: ciao a tutti! Come va? :) spero tutto bene.
Allora cosa ne pensate di questo capitolo? Vi ho lasciato con un gran bel po' di suspense? Eh sì proprio vero (sono proprio cattivella, lo so...lo so) XD
Ma ho una bella notizia, penso proprio che i prossimi due capitoli arriveranno entro domani, curiosi? Beh, non vi rimane che continuare a leggere la storia :) ciau e grazie ♡

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Capitolo 9
*** cap 9: L'ORA DELLA VERITÀ ***


CAMERON'S POV
"Perfetto. Non vedo l'ora di incontrare la persona che mi sta raggiungendo. Scusate ma mi scollego!" Detto questo interruppi la comunicazione e aspettai paziente l'arrivo imminente dell'individuo misterioso che mi stava per raggiungere, non rimasi da solo troppo a lungo.
"Sapevo che in prigione non saresti durato nemmeno un giorno! Scusami ma non eri stato tu ad avermi proibito di evadere? Wow! Tutti mi avevano definito il gemello stronzo, ma sembrerebbe che tutti si siano sbagliati su questo, mi hai superato e di brutto. Non trovi fratello?" Disse una voce sprezzante alle mie spalle.
"Guarda qua chi si vede! La mia dolce metà o, a questo punto, preferisci essere chiamato TRADITORE? Io ieri ero venuto in carcere da te per darti una mano, per farti uscire. So che ti avevo sempre detto che non sarebbe stato giusto farlo, ma avevo cambiato idea e volevo fuggire insieme a te. Ma no! Hai voluto giocare sporco e fidarti di quella megera. Vuoi che ti faccia gli applausi John? Ma toglimi questa curiosità: lei è per davvero innamorata di te? A quando le nozze? Potrò fare da testimone?"
"Beh sono stato bravo, in fondo, nessuno si è accorto dello scambio!" Esclamò.
"Eh ci credo che nessuno se ne sia accorto, hai notato le nostre faccie? Sono molto diverse giusto? Sì, così tanto bravo che mi hai lasciato la mappa. Non me l'avresti mai lasciata se tu non avessi voluto che uscissi di prigione e ti venissi a cercare. Ti conosco Johnny, a che gioco stai giocando?"
"Certo che a forza di stare con l'FBI sei diventato Sherlock Holmes!" Sembrava divertito.
"Beh è fico analizzare le persone, i loro comportamenti e ciò che li inducono a fare le cose che hanno fatto."
"E cosa hai dedotto dal tuo studio Cameron?" Domandò.
"Che stai facendo il doppio gioco Jonathan!" Dissi senza mezzi termini.
"Come puoi esserne sicuro? Tra l'altro ti ho lasciato prendere il mio posto da prigioniero, se fossi stato dalla tua parte come dici tu, non mi sarei mai comportato così."
"O magari lo hai fatto perché vorresti spacciarti per un alleato di D.M. e vendicarti per ciò che ti ha fatto. Speri di poterla vedere presto chiusa in una cella e oltre a questo avere il modo di prendere il video che ti scagiona per provare la tua innocenza. Giusto?"
"Ti ho fatto prendere il mio posto in cella solo per potermi divertire." Esclamò ghignando.
"Non ci credo. Riprova!" Gli diedi un'altra possibilità.
"Allora l'ho fatto per non vivere più dietro la tua ombra, poter diventare ricco per lasciare definitivamente la città e avere la possibilità di stare dovunque voglia." Mentì nuovamente.
"Potrebbe essere, ma io sono fermamente convinto delle mie opinioni!"
"Ok mi arrendo, hai indovinato! Sto facendo il doppio gioco, ma mettiti bene in testa questa cosa: ciò non significa che sono dalla tua parte Cameron, io sto dalla mia di parte e sto lottando per la mia libertà e se ciò significa dover stare momentaneamente al fianco di D.M. lo farò."
"Ma non mi sembri tanto dispiaciuto nel dover stare con la donna che ti ha rovinato la vita." Questo mi parve strano e glielo feci notare.
"Non ho avuto molta alternativa. Io mi ero fidato di te e l'esito è stato rimanere in carcere a scontare la mia ingiusta pena. Ma oltre a questo sono disposto a perdonarti, sei pur sempre il mio gemello."
"Quindi ci abbracciamo?" Proposi felice per questo nostro chiarimento.
"Nah sto bene così Cameron!" Mi rispose acidamente facendo una smorfia.
"Ok. Ma dimmi che cosa significa la parola: secre...e qualcosa..."
"Secretum ostium, vale a dire passaggio segreto. Se solo fossi stato un pelo più attento alle lezioni di latino di nostro padre, saresti già stato in grado di risolvere l'enigma prima di me." Mi rispose.
"Ma il latino non è una lingua morta? A che mi serviva studiarlo scusa? Mica quando vado a fare la spesa oppure quando parlo con le persone parlo in latino. Sai che nello studio in generale non sono mai stato così tanto coinvolto, ho sempre preferito fare i numeri di magia ed esibirmi davanti ad un pubblico. Quindi dimmi un po'...quale sarà la prossima mossa?"
"Questa! Ah, approposito ho lasciato l'altra chiave nel nostro Archivio per te. Comunque mi dispiace aver colpito i nostri amici, ma non avevo altra scelta. Tra l'altro ho appuntato un modo per poter comunicare tra di noi e questo comprende messaggi cifrati tramite il nostro giornalino preferito." Disse tirando fuori la chiave e inserendola nella toppa facendo scattare la serratura.
Entramno dentro una stanza, era del tutto spoglia: solo mura e al centro della stanza un rudimentale tavolino e una sedia.
Ci avvicinammo e sopra di esso trovammo pezzi di un puzzle da comporre, la sua risoluzione ci avrebbe condotti verso la seconda destinazione.
"Cameron questo è un lavoro per te. Io non più molto tempo da poter spendere qui con te, che se quella torna e non mi trova nell'appartamento mi fa secco. Devo andare via subito, ma prima... prendo un pezzo di questo." Esclamò.
"No ma che fai? Sei scemo? Così non arriveremmo mai al tesoro." Sbraitai.
"Ma se lei scoprisse che io sono venuto qui, che ti ho aiutato ad andare avanti... potrai dirmi presto addio e sarà già tanto se potrai avere un corpo su cui piangere. Quindi devo prendermelo il pezzo di puzzle, tu intanto risolvilo in meno tempo possibile."
"Aspetta, io che faccio?"
"Il puzzle te l'ho appena detto."
"No, intendo per non far capire agli altri di questo nostro incontro. Tanto non vuoi che loro vengano a sapere di ciò giusto?" Gli dissi e lui annuì.
Appurammo un piano e finsi che il mio gemello mi avesse colpito mentre lui era andato avanti con la ricerca, per questo mi stesi sul pavimento, fingendo di aver perso i sensi mentre Jonathan levava le tende.
"Cameron, oh santo cielo. Cameron svegliati!" Dina cercò di farmi rinvenire, a quel punto Gunter prese a schiaffeggiarmi.
"Ahia! Ahiii!" Urlai.
"Gunter credo che possa bastare, si è svegliato!" Lo fermò Jordan.
"Sì, mi sono svegliato e ho sentito pure male." Gli feci sapere.
"Chi è stato?" Mi domandarono.
"Di sicuro la stessa persona che ha aggredito pure voi. Cosa? Cosa diavolo è tutto ciò?" Esclamai riferito alla stanza con il puzzle dove c'ero stato poco prima con Jonathan.


JONATHAN'S POV
A missione compiuta tornai nel rifugio segreto sperando di non venir beccato da lei, non avevo nessuna voglia di darle spiegazioni, lei per me non era nessuno se non la donna che mi aveva rovinato la vita.
Per fortuna trovai l'appartamento vuoto, quindi cercai un libro interessante da leggere e non mi stupì nel trovare nella sua libreria libri con argomenti come trucchi di magia, sui migliori illusionisti della storia, su antichi tesori... ma nessun romanzo rosa come tutte quante le donne normali, come ad esesempio Dina che ne aveva da vendere e che in un certo periodo avevo preteso che li leggessi pure io per prenderne spunto.
Al solo pensiero di quei bei tempi nel mio viso si dipinse un sorrisino triste, d'altronde Dina, Gunter, Jordan e pure Cameron erano stati la mia famiglia.
"Un po' di malinconia amore?" Trassalì, non mi ero affatto accorto del suo arrivo.
"No, certo che no! Ho curiosato un po' nell'appartamento e tutto ti contraddistingue; ciò che mi stupisce: nessun romanzo rosa?"
"Quelli li leggono solo le donne insoddisfatte a letto."
"Mi sbaglio o mi toccherà darmi da fare affinché tu non riempirai la libreria con quel genere?"
"Non credo accadrà!" Si lasciò sfuggire.
"Non posso credere che dalle tue labbra sia finalmente uscito un complimento... comunque stai affermando che ..." rimasi quasi senza parole.
"Jonathan non ho affermato nulla, non montarti la testa amore; semplicemente non sono il mio genere tutto qui. Poi tu non girare la frittata a tuo piacimento, so' alla perfezione che mi hai disubbidito e che sei uscito. Dove sei stato?" Sapevo di certo che mentiva, ciò che aveva appena detto era una piccola verità, dettatale dal suo inconscio.
"Riguardo questo ho un altro regalino per te. Ma prima dimmi come hai fatto ad eludere il programma? Poi altra cosa, dato che starò qui per un bel po' toccherà che inizi a comprare giornali sul mentalismo che sono i miei preferiti."
"Non sono affari tuoi maghetto e non insistere sai che ho il grilletto facile; non ti dirò mai come li ho elusi. Per i giornali ne riparleremo." Rispose indicando la pistola.
"Non credo che mi ucciderai, hai bisogno del mio aiuto, senza di me come farai a trovare il tesoro?" La provocai.
"Ho mille risorse e posso farcela benissimo senza di te. Vuoi dirmi le novità oppure mi toccherà scoprirle da sola?" Sapevo che mi stava minacciando e non continuai ad indagare oltre, ancora tenevo alla mia pellaccia.
E così le raccontai della parola, del recupero della chiave e dell'aver poi sottratto un pezzo di puzzle ai nemici.
D'aver poi lasciato la porta della famosissima stanza aperta, così, Cameron non solo avrebbe potuto accedervi ma avrebbe persino risolto tutto il puzzle al posto nostro tuttavia non sarebbe stato in grado di finire il rompicapo per via del pezzo mancante e quindi a causa di questo intoppo avrebbe dovuto cederci la vittoria.
"Bel piano, sono sorpresa Jonathan. Ma non hai incontrato i tuoi vecchi amichetti?"
"No nessuno." Mentì.
"Strano."
"Ehi allora l'allievo è riuscito a superare la maestra questo giro?"

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Capitolo 10
*** cap 10: IL PUZZLE ***


CAMERON'S POV
"Cameron, oh santo cielo! Cameron svegliati!" Dina cercò di farmi rinvenire, a quel punto Gunter prese a schiaffeggiarmi.
"Ahia! Ahiii!" Esclamai.
"Gunter credo che possa bastare, si è svegliato!"
"Sì, mi sono svegliato e ho sentito pure male." Esclamai un pochetto infastidito.
"Chi è stato?" Vollero sapere i miei amici, nei loro occhi lessi tanta preoccupazione.
"Di sicuro la stessa persona che ha aggredito pure voi. Cosa? Cosa diavolo è tutto ciò?" Esclamai riferito alla stanza con il puzzle dove c'ero stato poco prima con Jonathan.
"Un puzzle! Cioè... ciò che poi ci porterà al tesoro sarà un puzzle?" Mormorò Dina incredula.
"Dina non sottovalutare i miei avi. Ormai sai bene quanto sia anormale la mia famiglia."
"Già non lo avevamo capito sai Pallone gonfiato? Nascondere Jonathan per ben vent'anni ti pare una cosa normale?" Sogghignò Gunter.
"Hai perfettamente ragione Gunter e io mi domando come sarebbe potuta essere la vita del mio gemello se sia mio babbo che io non avessimo fatto questa scelta." Mormorai pieno di rammarico.
"Magari ora non saremmo qui a cercare questo tesoro! Scusate, chiamo Kay. Mi aveva chiesto di aggiornarla non appena ti avremmo trovato."
"Certo, certo Dina fai pure."
"Ora che si fa?" Domandò l'omaccione.
"Io resto qui a risolvere il giochino... voi intanto andate... andate a riposarvi un po'. Ve lo meritate, dopo tutto ciò che ci è accaduto sarete molto stanchi." Dissi a loro mettendomi a sedere davanti al tavolo.
"Non se ne parla Cameron! Assolutamente no! Noi rimaniamo con te." Mi disse Jordan.
"Ma sapete quanto ci metterò? Ore, ore e altre ore... magari finirò domani mattina o domani nel pomeriggio. Avete ancora intenzione di rimanere?" Gli feci sapere.
"Io no!"
"Gunter!" Esclamò la ragazza dalle treccine spiazzata dalla franchezza dell'uomo.
"Dina ascoltami, andate tranquillamente a casa. Chi mi ha aggredito non tornerà almeno per ora. Poi comunque vi terrò aggiornati su tutto." Li persuasi ed alla fine ebbi la meglio e rimasi da solo.
A quel punto iniziai a sistemare i mille pezzi del puzzle, che rappresentava la foto dei fondatori della caccia al tesoro.
Partì dai bordi e mano a mano iniziai a comporlo, anche se sapevo che non sarei riuscito a completarlo, dato che, Johnny si era preso un pezzo di esso e questo gli dava il "diritto" di andare avanti e continuare con la caccia al tesoro, anche se non se lo meritava, il lavoraccio lo avevo fatto io.
Non rimasi solo a lungo Kay mi raggiunse poco dopo.
"Kay. Non dovevi disturbarti!" Esclamai non appena la vidi, ma stranamente fui felice della sua compagnia.
"Gli altri mi hanno detto che avevi bisogno di me. Poi qualcosa devi pur mangiare: ho qui un bel panino per te, Jordan e Gunter hanno pulito tutto ciò che avevi preparato." Disse.
"Grazie per il panino. Ma non ho bisogno del tuo aiuto, devo solo fare un puzzle e tu hai bisogno di riposarti."
"Certo che no. Io rimango qui con te Cameron, almeno avrai un po' di compagnia e ti guarderò le spalle."
E dicendo questo si sedette per terra e chiacchierammo un po' su tutto, mi disse della sua sospensione dal lavoro e che c'era rimasta male ad aver saputo che per due settimane non avrebbe potuto lavorare, tuttavia mi disse che se l'aspettava.
"A che punto sono? Ancora qualche ora di pazienza Kay..." Le feci sapere, "Quando eravamo piccoli nostro padre ci faceva risolvere vari rompicapi, questo quando non ci chiudeva a chiave dentro i mobili, i cassettoni per addestrarci a diventare i nuovi Udinì. Però sai quanto mi sarebbe piaciuto fare puzzle? Ne ho avuti molto pochi. Un'altra cosa che mi sarebbe piaciuto avere sarebbero stati gli animali domestici, ma neanche questo c'è stato permesso avere. D'altronde come avremmo potuto accudirlo se ci spostavamo ogni settimana per via dei nostri show? Che mi dici di te e di tua sorella ne avete avuti di animali domestici?"
Aspettai una sua risposta, ma non la ottenni, forse avevo esagerato a chiederle di sua sorella, dato che è venuta a mancare qualche anno prima che lei diventasse un'agente, non era un argomento facile per lei e non potevo immaginarmi quanto potesse essere stata dura per Kay affrontare quel periodo.
Alzai gli occhi dal lavoro che stavo facendo e notai che si era addormentata, quanto era tenera, sorrisi dalla fantastica visione, non mi sarei mai immaginato che ci saremmo potuti avvicinare così tanto, ma ciò mi rese felice.
Come previsto, qualche ora dopo riuscì a terminare il lavoro e mentre sistemavo gli ultimi pezzi che avevo, sentì degli strani rumori.
"Kay? Ti sei svegliata? Tutto bene?" Chiesi non alzando nemmeno gli occhi per vedere che stava accadendo, dato che, ero più che sicuro che fosse la mia collega che si stava risvegliando.
"Uhm... uhm..." qualcuno si schiarì la voce e a quel punto alzai lo sguardo.
Mi trovai davanti ad un paio di gambe che... non appartenevano a lei, ma bensì alla Donna Misteriosa.
"Bene, bene, bene. Ma chi abbiamo qua? Se non sbaglio Jonathan ti aveva fatto prendere il suo posto da prigioniero. Ti sei già stufato del carcere?" Mi domandò sarcastica.
"Non è un posto che fa per me. Penso che a te ti si addica di più sai? Se non lo sai, là ci stanno criminali, truffatori killer. Ehi, scusate una cosa, dov'è il mio gemello? Che cosa gli state facendo?" Domandai allarmato.
"Ti dispiace che lui ti abbia incastrato e che ancora non ti abbia ancora contattato? Probabilmente si sarà stancato di te, non trovi caro?"
"Mi dispiace che abbia scelto di stare dalla parte sbagliata." Ammisi serrando un pugno, quanto mi sarebbe piaciuto sferrarle un colpo, il mio odio nei suoi confronti aumentava di secondo in secondo.
"Oh non essere geloso Cameron! Fossi in te mi preoccuperei di più per la tua fidanzatina. Forza ragazzi al lavoro." Esclamò ai suoi uomini con una tale autorevolezza, questi ultimi presero Kay sotto le spalle, sembrava fosse stata sedata, dato che, non mosse un muscolo e la testa a penzoloni la diceva tutta.
"No! Fermi, non provate a torcerle un capello." Mi ribellai alzandomi dalla mia postazione con l'intento di andare a salvare la mia bella assistente dalle grinfie di queste persone.
"No, no. Non sei tu a dettare le regole qui. Noi non le faremmo nulla... ma in cambio tu mi cederai il posto e sarò io a continuare con la ricerca del tesoro mentre tu ti farai da parte. Non ti voglio più tra i miei piedi, la prossima volta non sarò così tanto gentile con te ed i tuoi amichetti." Mi minacciò.
"Il posto è tutto tuo!"
L'accontentai, Kay era decisamente più importante rispetto a questa stupida caccia, quindi, raggiunsi la mia amica, che ancora giaceva svenuta sul pavimento, mi chinai verso di lei per controllare che stesse bene, tuttavia a quel punto qualcosa mi colpì alla nuca e caddi pesantemente al suolo.
Quando mi ridestai mi sentì seriamente uno straccio, cercai di muovermi ma non ce la feci, per l'ennesima volta mi trovai legato ad un letto ma questo giro non ero da solo.

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Capitolo 12
*** cap 11: JORDAN INNAMORATO ***


KAY'S POV
"Cameron! Che cos'è successo?" Mi sentivo frastornata con un mal di testa pazzesco.
"Mah niente di particolare, solo che D.M. ci ha trovati, mi ha chiesto di farmi da parte nella ricerca del tesoro e ho acconsentito. Tuttavia mi ha colpito con qualcosa, quindi non mi stupirei affatto se domani mi verrà un bel bernoccolo; con te sono stati un poco più gentili dato che ti hanno sedata...e...ora ci troviamo qui!" mi rispose.
"Che mi dici dei tuoi vestiti? Te li ha mangiati il cane?" ridacchiai.
"Beh... su questo avrei qualcosa da ridire. Ma, mi limito ad affermare che, la nostra cara amica Misteriosa è un pochetto pervertita e non riesco ad immaginare che farà mai al mio Johnny. Poi un'altra cosa...cioè...se la situazione fosse stata un tantino differente... beh sai...non sarebbe stato brutto poter approfittare della situazione...ma..." farfugliò imbarazzato.
"Che stai insinuando Cameron?" ma solo in quel momento capì: io ero nelle stesse condizioni di lui, "Cameron, non è opera tua spero!"
Avevo una gran voglia di alzarmi per poterlo schiaffeggiare.
"Mi dispiace deluderti, purtroppo non è così! Comunque sono riuscito ad aprire il lucchetto della porta del container. Usciamo?" Mi invitò tendendomi una mano.
"Oh no! Non ci penso proprio. Trovami prima qualcosa che possa mettere."
"Penso sarà difficile. Affacciati un po'." disse aprendo la porta e facendomi notare dove quelle persone poco di buono ci avevano portato, "Siamo dispersi nella vecchia zona industriale. Se esco fuori nudo e qualcuno mi vedrà è probabile che chiamino le forze dell'ordine e mi mettano al fresco."
"Ma qualcuno dovrà pur farlo e di certo non sarò io!" esclamai tenendo strette le coperte.
"Quindi la vittima sacrificabile sarà il magnifico mago Cameron Black."
"Cam pensala così: potrai fare contente tutte le ragazze che ti incroceranno non credi?"
"Certo, sempre che ci siano belle ragazze in giro in questo luogo grigio e triste!" mugugnò a bassa voce prima di uscire sperando di non essere sentito.
Una decina di minuti dopo tornò con in mano qualcosa che con tanta fantasia potevano essere chiamati abiti, ma in mancanza d'altro mi accontentai.
"Grazie mille, ma ora esci!" Gli ordinai.
"Su cosa vuoi che sia Kay, non immagini quante donne avrò visto..."
"E non voglio certo saperlo. Ora esci se non vuoi che ti sbatta... in cella!" Lo interruppi.
"Ok, ok capo!" mi rispose alzando le mani in aria con rassegnazione prima di aprire la porta ed uscire per darmi la possibilità di vestirmi.
"Sembriamo due barboni, dove hai trovato questi stracci?" Dissi schifata quando lo raggiunsi.
"Erano dentro un bidone della spazzatura." mi fece sapere e non riuscì a non storcere il naso disgustata, "Forza Kay andiamo dalla squadra magica, magari potranno aiutarci a capire qualcosa. Facciamo l'autostop? Prendiamo un taxi?"
"Meglio andare a piedi nessuno ci calcolerebbe!"
"Starai scherzando spero?" disse con voce già affaticata.
"Mamma guarda: due senzatetto, cosa dici? Devo dare a loro qualche monetina?" disse una bimba poco distante da noi.
"Forza andiamo non avvicinarti a loro!" rispose a sua volta spingendo via la piccola.
Guardai malissimo Cameron, quello era il colmo.
"Ok, ok. Non mi guardare così, lo so che sono adorabile. Però...meglio andare in giro da straccioni piuttosto che nudi non credi?"
"Forza andiamo!" gli suggerì.
Arrivammo in città un sacco trafelati e qualche minuto dopo raggiungemmo i nostri amici che avevano nuovamente sistemato le loro cose nello studi.
La bella notizia è che sarebbero ancora rimasti con l'intento di aiutarci, la brutta è che ci videro in quelle condizioni e mi vergognai molto.
"Ehi carnevale quest'anno è arrivato in anticipo?" sogghignò divertito il piccoletto del gruppo.
"Cameron ma ti sei travestito da spaventapasseri?" Gunter diede manforte a Jordan ed entrambi si diedero il cinque.
"Ancora nei guai voi due? Che cos'è successo questa volta?" ci accolse cordialmente Dina facendoci accomodare sul divano, "Vi devo preparare un bel bagno caldo?"
"Si grazie mille Dina, sei un tesoro!" esclamai sorridendole, sapeva sempre mettere a proprio agio le persone e stranamente la vergogna che provai inizialmente svanì in un lampo.
"Io magari lo farò più tardi. Ora dobbiamo stanare D.M. so di preciso che il suo porto sicuro è più o meno dove ci hanno scaricato. Chi potrebbe mai disturbarla là?" rispose il maghetto meditando un piano per poter trovare finalmente i due fuggitivi e soprattutto suo gemello Jonathan.
"Ehi genietto cosa proponi di bello?"
"Volete l'intervento del FBI?" rispose Jordan.
"Magari, così io potrò essere nuovamente inserita nella squadra." lo spronai.
"Perfetto allora mi metto all'opera." disse Jordan posizionandosi davanti il pc.
"E non intendi spiegarci nulla?"
"No Gunter. Tanto so alla perfezione che non mi capiresti." gli risponse il ragazzo.
"Ehi nanetto mi sottovaluti?" Domandò l'omaccione.
"Non ti sto sottovalutando! Ma ti conosco Gunter e so che ogni volta che inizio a spiegarti ciò che faccio poi tu mi dici sempre che ti annoio e che preferisci sentire altre stupidaggini piuttosto che sentire le mie spiegazioni."
"Comunque, ho una bella proposta da farvi: perché non vi mettete qui su questo comodo divano per riposarvi un attimo? Non credo che Jordan e Gunter abbiano bisogno d'aiuto, quindi rilassatevi e chiudete un po' gli occhi. Da quanto non lo fate?"
"Fare cosa Dina?" domandò con uno sguardo malizioso Cameron.
"Dormire." gli disse la ragazza con le treccine.
"Da abbastanza, ma non abbiamo tempo Dina !" gli fece notare Cameron.
"No, no voi ora mi ascolterete: vi metterete lì senza fiatare! Non vi farò uscire da qui se prima non dormirete un poco. Che poi da riposati sarete più lucidi e sarà più facile continuare con la caccia al tesoro. Dimmi una cosa Cameron: Jonathan lo hai incontrato?" e con gran convinzione ci spinse sul divano.
"No affatto! Ho solo visto la nostra psicopatica preferita."
"Chissà come starà il nostro John! Spero almeno che lo tratti bene." Esclamò Dina.
Mi chiesi se la ragazza ancora provasse qualcosa per lui, ed infatti Cameron con alcune domande cercò di far luce sui suoi sentimenti ma non riuscì ad estrapolarle granché.
Qualche minuto dopo gli altri due arrivarono dicendoci che il piano era pronto e che tra non molto Jordan sarebbe andato al distretto.


JORDAN'S POV
Non appena varcai la soglia della sede dell'FBI, sentì il mio cuore accelerare i battiti, come se fossi stato sottosforzo, ma, tutto ciò fu dovuto al fatto di sentirmi elettrizzato nel poter vedere nuovamente Cloe; che sì in effettivamente mi piaceva tanto.
"Jordan, che ci fai qui? Hai bisogno di qualcosa?" mi interrogò la Deackins non appena mi vide.
"Ciao capo! Ehm... beh! È una cosa imbarazzante..." farfugliai, "Mi sono appena accorto che mi manca una cosa molto importante e mi preme ritrovarla. Temo di averla persa qui dentro ieri!"
"Vuoi venire a controllare?" Mi rispose cordialmente.
"Sì magari. Sempre molto gentile!"
A quel punto mi avviai verso le stanze in cui ero stato il giorno prima e finsi di cercare qualcosa.
"No, non ho trovato nulla. Non ho la più pallida idea di dove sia finito."
"Se mi dici cosa stai cercando quando lo troveremo te lo riporteremo Jordan."
"Ho guardato benissimo in ogni angolo della stanza. Non avendolo trovato mi sorge il dubbio che si possa trattare di uno dei soliti scherzi stupidi dei miei bei amici. Ehm! Mi dispiace averle fatto perdere tempo. Meglio se ora torno alla base." Risposi.
"Conosci l'uscita vero?"
"Certo, non c'è bisogno che lei mi accompagni!"
Detto questo il capo mi salutò e tornò nel suo ufficio anche se in volto aveva un'aria sospettosa.
E così mi avviai all'uscita ma mi bloccai davanti la scrivania della nuova arrivata.
"Ciao, hai bisogno di qualcosa?" Mi domandò.
"Ciao! Ehm ho visto che sei in difficoltà con quel codice. Io me la cavo con i computer."
"Ah sì? Bene allora sorprendimi." Mi cedette il suo posto curiosa di poter vedere le mie capacità.
"Perché non provi ad usare Shordan che da quel che so aiuta parecchio..."
"D'accordo anche se la cosa non è del tutto legale."
"Beh...il tuo segreto è al sicuro con me!" dissi.
Mi misi vicino a lei, tanto che le nostre braccia si sfiorarono più volte provocandomi dei brividi di piacere lungo la schiena.
Armeggiammo al computer per un po' finché non ci apparve un video e una mappa di dove esso era stato girato grazie alle videocamere di sorveglianza.
"Visto è stato un attimo decodificare il codice. Batti il cinque!" esclamai.
"Clicchiamo e ci guardiamo il video? In fondo te lo meriti mi hai aiutato." mi propose sorridendomi, quel gesto così insignificante mi fece arrossire.
"Certo che aspettiamo?" la spronai.
E cosi fece, a stento trattenni le risate nel notare la sua faccia meravigliata nel vedere l'illusionista uscire da un container posto nella vecchia zona industriale completamente nudo.
"Questa è la seconda volta che incappo in lui ma non mi immaginavo che il nostro secondo appuntamento sarebbe stato già così focoso." scherzò lei.
"Se ti interessa... potresti venire a fare un salto nella sua tana. Io sono un suo assistente. Ovviamente... lo troverai vestito, me ne accerterò. Ah comunque io sono Jordan piacere di averti conosciuta!"

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Capitolo 12
*** cap 12: IL PASSATO ***


DINA'S POV
"Erano per davvero tanto stanchi! Guarda che teneri che sono." dissi a Gunter indicando i due piccioncini.
"Se lo dici tu!" mi rispose.
"Non è ora che ti trovi qualcuno? A furia di stare continuamente con noi ti stai facendo sempre più acido; sai nella vita non guasta essere anche più dolci, gentili..." gli feci notare.
"Dina devo passare in centro, mi assenterò per poco. Non ti dispiace vero?" mi domandò cambiando bruscamente discorso.
"Certo! Vai pure tranquillamente Gunter. Qui ho tutto sottocontrollo!"
Senza nemmeno ringraziare, prese su la sua giacca, aprì la porta ed uscì. Così mi trovai da sola a fare da balia ai due belli addormentati e ad aspettare il ritorno di Jordan dalla sua "missione" all'FBI.
Non sapendo che cosa fare mi avvicinai ad una mensola infine mi fermai ad osservare l'unica foto che ritraeva i due gemelli insieme, questa era incorniciata in una semplice cornice bianca e, avevo notato che, Cameron da un anno a questa parte si soffermava per contemplarla più di quanto non avesse mai fatto in passato.
La presi in mano e mi andai a sedere non molto lontano dal divano occupato da Cameron e da Kay.
Sospirai, John mi mancava e anche molto, era stata una persona importante per me e ogni minuto passato con lui era ancora impresso nella mia mente, i suoi sorrisi, i suoi languidi sguardi, le sue battute sprezzanti, la tenerezza che mi riservava... tutto insomma.
Mi mancava vederlo assieme a noi a festeggiare uno spettacolo andato alla grande, vederlo progettare un nuovo numero con il suo gemello, scherzare e ridere con Jordan, dibattere costantemente con Gunter infine, più di ogni altra cosa, mi mancava tutto ciò che io e lui avevamo costruito giorno dopo giorno in tutti quegli anni in cui formavamo una coppia.

Tornai indietro nel tempo a quando conobbi i due gemelli, mi ritenni fortunata nel poter sapere che io ero una delle poche persone a conoscenza del loro segreto.
Inizialmente credetti impossibile poter riconoscere l'uno dall'altro, ma invece non fu così: Cameron lo si riconosceva per via delle sue battute stupide, dal suo ottimismo e dal suo egocentrismo, mentre Jonathan, invece, per il suo modo di essere sempre cinico e un adorabile ribelle, probabilmente fu quest'ultimo aspetto del suo carattere che mi attirò di lui.
Prima che la mia vita cambiasse ero la responsabile di un teatro: mi dedicavo ai vari progetti, alle opere da mettere in atto, alle varie sceneggiature e ovviamente alla cura del teatro.
Un pomeriggio come tanti altri, sentì qualcuno afferrarmi per le spalle e scuotermi delicatamente per avere la mia attenzione; era un ragazzo di bell'aspetto, per lo più, della mia stessa età e non mi fu tanto difficile capire di chi si trattasse, era una delle persone più famose del nostro paese, anzi, conosciuto come l'Udinì dei giorni nostri.
Sbiascicò qualcosa ma non riuscì a comprendere nulla.
"Cosa?" domandai.
Lui, piuttosto che rispondermi, mi fece il segno di aspettare un attimo, si avvicinò e spense l'aspirapolvere che stavo utilizzando.
"Oh, scusami! Non mi ero resa conto di ciò che stavo facendo; so essere tanto odiosa quando voglio. Comunque, tu sei il meraviglioso Cameron Black...io sono Dina la responsabile di questo posto. Vorresti affittare il teatro per un tuo show? Io ne sarei più che felice, tra l'altro potresti farci pubblicità se tu decidessi di fare uno spettacolo qui! Allora? Quando si terrà l'evento? Scusa un attimo, vado a prendere l'agenda per poter vedere il primo giorno disponibile. Però aspetta...potrei pure spostare qualche spettacolo di poco conto per fare posto al tuo. Ah, comunque io sono Dina, la responsabile del teatro, piacere. Non penso di essermi presentata prima!"
"Ehm Dina in realtà io so già chi sei. Abbiamo un amico in comune: Jordan. È stato lui ad avermi consigliato il tuo nome, dato che, ha già lavorato per te." mi spiegò.
"Scusami sia perché quando sono agitata parlo troppo e anche perché non riesco a seguirti."
"Avrei bisogno di una manager...una produttrice. Ora che mio babbo non c'è più e io vorrei continuare con questo mestiere, avrei bisogno di una persona adatta che sappia svolgere bene questa mansione. Quindi sei dei nostri? Ovviamente il nostro primo spettacolo lo faremo qui e ti assicuro che lo stipendio sarà alto." mi propose il bel ragazzo.
"Sono rimasta senza parole. Sì! Accetto ben volentieri, sono onorata perché tu, tra le tante persone di New York, hai scelto proprio me, quindi, sarò più che felice di lavorare con un grande come te. Jordan hai detto? Oh, si quel ragazzino tanto carino, me lo ricordo, è davvero un bravo lavoratore. Oddio, ora che sarò la tua produttrice, potrò scoprire i segreti nascosti dietro i tuoi trucchi, giusto? Quando iniziamo?" domandai con il cuore a mille per l'agitazione e l'emozione, quella era un'occasione che non potevo farmi scappare.
"Ehm proprio di segreti volevo parlarti..." disse un po' titubante.
"Oh! Non dirmi che non me li dirai!Cioè, ti capisco se per il momento non hai interesse a farmeli scoprire, d'altronde ci siamo appena conosciuti, però a lungo andare..." non riuscì a finire la frase che mi interruppe.
"Cavoli Dina. Parli davvero tantissimo! Certo che ti dirò i miei segreti, uno di essi è...che tu ora devi chiudere gli occhi. Non aprirli ok? Ti dirò io non appena potrai farlo."
"Cameron? Sei ancora lì? Posso aprirli ora? Cameron?" Domandai dopo qualche minuto.
"Aspetta solo due secondi. Ok perfetto, ora puoi!" mi disse.
Non me lo feci ripetere due volte e non appena li riaprì ci vidi doppio.
"Dina, lui è mio gemello Jonathan è solo grazie a lui che tutti i miei spettacoli funzionano. Allora? Sei dei nostri?" mi domandò.
"Ovviamente!" risposi.
Il lavoro con i due gemelli fu sin da subito faticoso in quanto entrambi molto testardi e i battibecchi tra tutti noi furono sempre parecchi, tra l'altro dovevamo tenerci pronti ad ogni loro strana richiesta e lavorare instancabilmente su numeri sempre più difficili e pericolosi, tuttavia alla fine, ogni spettacolo riusciva con un enorme successo.
Seppur il nostro rapporto lavorativo procedeva con alti e bassi, io mi trovavo bene con tutti loro, in particolar modo con Jonathan.
Pian piano capì che iniziavo a provare qualcosa per lui, rimasi sorpresa quando lui mi fece intendere che ricambiava i miei sentimenti, avevamo un ottimo feeling e spesso e volentieri flirtava con me.
Passato più di un mese dalla mia assunzione, alla fine di uno spettacolo Jonathan mi raggiunse dietro le quinte, mi fece roteare su me stessa, prese un cappello a cilindro, estrasse un bel mazzo di fiori infine mi chiese di uscire.
Con il cuore che batteva all'impazzata, accettai ben volentieri la sua proposta.
Il nostro primo appuntamento fu sul tetto dell'Archivio, fu tutto molto romantico e capì subito che avremmo avuto un futuro; di fatti, gli anni passati con lui furono magici, letteralmente, con John trovai il vero amore.
Di certo, il fatto che quando stavamo insieme aveva cercato di tradirmi con questa Donna Misteriosa non lo avevo dimenticato, mi aveva fatta soffrire, ma ad ogni modo, tenevo ancora a lui.
Quando stavamo insieme eravamo felici e tutto era molto semplice; cosa che non potevo dire sulla mia relazione con Mike, in quel breve periodo di frequentazione ci eravamo già lasciati ben due volte.

Guardai Cameron e Kay che ancora se ne stavano lì a dormire sul divano e augurai loro solo il meglio. Jordan non tardò più di tanto e mi riferì che la missione era filata liscia come l'olio.
"Gunter che fine ha fatto?" mi domandò.
"Ha detto che aveva dei giri da fare in centro. Allora com'è andata con Cloe?"
"Con Cloe?" sbuffò nervoso, "Che cosa c'entra lei?"
"Si vede chiaramente che lei ti piace, sei un mio caro amico e ti conosco alla perfezione." gli dissi.
"Non so di che cosa tu stia parlando!" mentì.
"Ok, non sei tenuto a dirmi tutto. Ma se vuoi dei consigli io sono qui, di sicuro se ti piace la cosa più importante da fare è chiederle di uscire." gli suggerì.
"Sì, infatti è ciò che ho fatto!" gli scappò detto.
"Ah ma allora sei bravo persino senza il mio aiuto. A quando il grande evento?"
"Ma non è un appuntamento... voleva soltanto conoscere il magnifico Cameron Black, comunque ha detto che verrà qui tra poco." mi fece sapere.
Continuammo a parlare fin quando qualcuno non bussò alla porta era la nuova amichetta di Jordan, a quel punto svegliammo i due addormentati e la ragazza non fece altro che porre domande di ogni genere al maghetto. Le facemmo poi fare un giro veloce dell'Archivio, Cameron la deliziò con qualche suo numero e non appena Gunter tornò, Cloe ebbe il piacere di conoscere pure lui.
"Ehi Cameron ho un attimo bisogno di te." e dicendo questo l'omaccione lo portò in disparte, gli mostrò una cosa, ma, accadde qualcosa d'imprevisto che spiazzò tutti noi.
Inizialmente sia io, Kay e la nuova arrivata vedemmo i tre strisciare per terra, come se, stessero cercando qualcosa, infine Cameron si ritrovò inginocchiato davanti a Cloe con un anello di fidanzamento in mano.

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Capitolo 13
*** cap 13: EQUIVOCI ***


GUNTER'S POV
"Cameron vieni un attimo qui!" esclamai non appena tornai all'Archivio.
"Arrivo subito mio buon amico. Che posso fare per te?" mi domandò non appena mi raggiunse.
Avevo bisogno di parlare con lui in privato, quindi lo portai in disparte tuttavia una volta rimasti da soli, non trovai il coraggio e le parole giuste da dirgli, quindi, rimasi qualche minuto in silenzio.
"Gunter mi hai chiamato in disparte per rimanere in silenzio?" aggiunse poi.
"Come? No, certo che no!" mugugnai per la prima volta nella mia vita.
"Allora?"
"Allora cosa?" chiesi di rimando.
"Cosa mi devi dire? Stai per caso male? Vuoi licenziarti? No, per favore non mollarci Gunter." mi supplicò.
"No. Ma che ti salta in mente?"
"Beh...allora di cosa vorresti parlarmi?" mi incitò curioso.
"Aspetta, guarda!"
A quel punto, tirai fuori dalla tasca della giacca una scatolina dove di solito si mettono gli anelli per fare la proposta di fidanzamento; infatti ne conteneva uno.
"Oddio Gunter!" esclamò smielato Cameron, "Prima di tutto dovresti metterti in ginocchio. Apprezzo il tuo gesto...purtroppo io ti vedo solo come un amico e non potrei mai e poi mai sposarti."
"Cameron...senti...è..." cercai di dire, purtroppo mi interruppe prima che riuscissi a finire.
"Come mi sta? Aspetta. Lo mostro agli altri." disse lui aprendo la scatolina e mettendosi l'anello ad un dito.
Lo fermai in tempo.
"Abbassa la voce stupido. Ovviamente l'anello non è per te. Rimettilo subito nella custodia!" gli diedi una sberla sul collo con fare infuriato.
Come poteva essere sempre così tanto stupido, ero allibito e l'unica cosa che volevo era che lo rimettesse nella sua apposita scatolina.
Per mia sfortuna, non appena gli diedi uno scappellotto, l'anello cadde dalle sue mani e Jordan, che proprio in quel momento si era unito a noi, fece il resto, ovvero lo calciò lontano.
"Di cosa state parlando di bello?" ci interruppe il Nanerottolo.
"Siete due imbecilli!!! Forza, ora dobbiamo assolutamente trovare l'oggetto che è caduto." gli ordinai con la pazienza davvero al limite.
"Allora? Chi è la sfortunata Gunter?'" ridacchiò Cameron per la sua battuta infelice, mettendosi a gattoni per scrutare meglio il pavimento della stanza in cerca dell'anello.
"Zitto e cerca, è tutta colpa vostra se è successo tutto ciò." sbraitai.
"Ma cosa stiamo cercando ragazzi?" domandò Jordan mettendosi anche lui acovacciato.
"Tu cerca e sta zitto!" gli risposi non fornendogli ulteriori dettagli.
Così i due idioti iniziarono a strisciare per terra perlustrando ogni singolo centimetro della stanza, ovviamente i commenti stupiti di Dina, Kay e Cloe non poterono mancare; sarebbe anche potuta essere una situazione comica, ma per me non lo era.
Qualche minuto dopo Cameron si ritrovò inginocchiato davanti alla nuova arrivata con il mio anello in mano.
La ragazza stupefatta, si portò le mani in faccia emettendo urletti struduli di felicità, senza troppi indugi si prese l'anello e se lo mise al dito, come se ricevere la proposta di fidanzamento da uno sconosciuto fosse stata la cosa più naturale del mondo e con tantissima euforia diede a Cameron un bacio a stampo.
A quel punto il silezio regnò sovrano: per il maghetto le pazzie erano all'ordine del giorno e non si curò molto di ciò era appena accaduto, le due ragazze, invece, a stento riuscirono a restare serie, sapevano che tutto ciò che era appena accaduto, era solo un gran equivoco.
Ciò che proprio non capivo, era la rabbia che si leggeva palese nello sguardo di Jordan; ovviamente, io ero più che imbestialito per l'accaduto.
"È tutta colpa vostra. Siete solo due imbecilli!" urlai infuriato non appena Cloe se ne andò.
"E tu come hai potuto farle la proposta e baciarla? Me l'hai rubata." sia io che Jordan parlammo all'unisono, ed entrambi avanzammo minacciosi verso Cameron.
"Ah! Ah! Jordan ti ho sgamato. Lei ti piace!" esclamò Dina.
"Ehi...Ma di cosa mi state accusando?" come sempre Cameron cadde dalle nuvole.
Agitai un pugno in aria e se non intervennero le due ragazze per fermarmi, il maghetto si sarebbe sicuramente preso un'altra dose di sberle.
"Calmi, calmi signori. La cosa si può sistemare. Io e Cameron potremmo andare dalla nuova arrivata e chiederle di ridarci l'anello e chiarire la situazione." Kay cercò di farci ragionare.
"No, no non se ne parla Kay. Oggi tocca a me badare al bambino!" si intromise Jordan facendo cenno verso l'Udinì dei giorni d'oggi.
"Ehi! Ma io non sono un bambino. Comunque Gunter, con il gesto di oggi ci hai stupito chi è la sfortunata?" gli lanciai un'occhiataccia, "Comunque non sapevo che oltre a lavorare per noi avessi una vita sociale. Pensavamo che fossimo noi la tua vita sociale!"
"Cameron ma tu un po' di tatto no? Comunque lui non ha del tutto torto: non sapevamo che avessi una ragazza. Come mai ce l'hai tenuta nascosta?" disse Dina.
Divenni rosso come un pomodoro, questi non erano argomenti con i quali ero avezzo parlare.
"Allora?" mi spronò Kay.
"Ehm... in realtà non stiamo insieme!" ammisi, "È una che conosco così perché... io la vedo ogni mattina quando prendo il caffè." spiegai.
"E tu vorresti sposare una sconosciuta?" tutti quanti si misero a ridere dopo l'affermazione di Cameron.
"Non è una sconosciuta." ringhiai.
"E quante volte c'hai parlato?" vollero sapere.
"Tutti i giorni. Lei, tra l'altro, mi risponde sempre!" risposi un po' gasato.
"Gunter tesoro, siediamoci un po'. Anzi facciamo così io e lui ci facciamo una bella e lunga chiacchierata. Mentre voi altri perché non andate a riprendervi l'anello?" disse Dina cercando di porrere rimedio a questa situazione imbarazzante.

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Capitolo 14
*** cap 14: IL LABIRINTO ***


NDA: Ciao a tutti :) come state? :)
Scusate la mia lunga assenza e soprattutto per questo capitolo (schifoso). Nel giro di un gran lasso di tempo, l'ho dovuto riscrivere perché la prima versione mi nauseava per quanto fosse trash... e anche questa seconda versione ci va parecchio vicino.
Anche se premetto che D.M. e Jonathan mi piacciono parecchio come personaggi, li shippo pure per quanto possa essere strano, inoltre più avanti ne vedremo di belle con loro, ve lo assicuro, dato che, già ho pronti quaranta capitoli (e tanti altri ne dovrò ancora scrivere) e trentaquattro di essi già pubblicati sull'altro sito... adesso, man mano che li revisionerò li riporterò qui. Spero di poter procedere più velocemente da ora e di poter aggiornare almeno una volta a settimana (spero di farcela).
Scusate la lunga premessa e soprattutto per questo nuovo schifo e nulla di più... a presto.
Je ♡


JONATHAN'S POV
"Ehi piano! So dove devo andare, non c'è bisogno di fare i prepotenti! Lo sapete pure voi da che parte sto!" esclamai adirato, dopo un'ennesima spinta da parte degli scagnozzi di D.M.
"Muoviti!" mi disse in tono minaccioso quello più muscoloso mentre mi afferrava nuovamente per una spalla.
"Tutta invidia la vostra!" li schernì guardandoli male.
"Ehi, voi due! Cosa state combinando? Lasciatelo immediatamente, vi avevo chiesto di portarlo qui da me, non di maltrattarlo!" ordinò D.M. facendo capolino dalla stanza con il puzzle.
Proprio come due marionette, i due uomini che mi stavano scortando in maniera poco amichevole, mi lasciarono immediatamente e senza nemmeno chiedermi scusa per la loro superbia, si misero di guardia innanzi alla porta della nuova stanza scoperta.
A quel punto entrammo e ci avventurammo verso l'ignoto.
"Ma che diavolo è questo?" domandai mettendomi le mani a visiera davanti agli occhi, folgorato dal luccichio irrorato dalla stanza, "Siamo già arrivati al tesoro?"
"No, non credo proprio, però, ora che finalmente sei arrivato, dobbiamo metterci al lavoro!" mi rispose.
"Non è stata una mia idea quella di raggiungerti dopo."
"Dovevo sistemare delle cose e tu Jonathan, amore mio, mi saresti stato d'intralcio! Forza muoviamoci."
"Quanta fretta." sbuffai.
Per un certo tratto di strada non fiatammo, io ammiravo con stupore tutto ciò che mi stava circondando.
Era tutto incredibile e irreale, era come se fossimo finiti in un libro o in un film fantascientifico.
Eravamo dentro un tunnel di specchi e qui i trucchi di magia non potevano certo aiutarci o almeno non potevano aiutare me, ma Cameron sì: estrassi, senza che la mia compagna d'avventura si accorgesse di nulla, dal taschino della giacca un pennarello dall'inchiostro invisibile che portavo ovunque e tracciai il percorso da noi seguito.
Lasciai quindi a Cameron una scia che lo avrebbe guidato verso la strada giusta, mi augurai, dunque, che si ricordasse di questo nostro piccolo modo di comunicazione e della luce di un flash che gli avrebbe mostrato la scia lasciatagli.
"Allora per davvero dovremmo fare tutto il tragitto senza nemmeno parlarci un po'?" D.M. spezzò il silenzio.
"Di cosa vorresti parlare?" risposi sprezzante.
"Ti faccio i miei complimenti John, hai fatto fare a Cameron il puzzle e grazie a questa tua genialata noi non abbiamo faticato."
"Prego, non c'è di che. È stato divertente! Allora se proprio vuoi parlare...non mi hai ancora risposto alla richiesta che ti avevo fatto!" le feci notare.
"Non aspettarti che ti risponda, perché non lo farò!"
"Guarda, non ti scomodare a rispondere a QUELLA domanda, tanto so già che sei pazzamente innamorata di me...sennò non mi avresti affatto chiesto di fare squadra con te!"
"Preferivo quando te ne stavi zitto! Poi ti ho chiesto di unirti a me non per quel motivo." scosse la testa con fare infastidito.
"Sai, ti credo poco come sempre. Comunque non ho chiesto io di fare conversazione!" osservai.
"Allora? Dimmi di questa richiesta..." cedette poi.
"Ho bisogno di tenermi allenato, quindi ti sarei grato se mi lasciassi prendere quotidianamente i giornalini riguardanti il mentalismo. Se vuoi l'andrà a prendere uno dei tuoi scagnozzi se non ti fidi di me e se non vorrai farmi uscire dalla prigione in cui mi tieni rinchiuso."
"Oh... seriamente? Ti senti in prigione persino con me? Non mi piace questo termine... prova a non utilizzarlo più! Credi che io sia stupida, amore? I giornali sono solo un pretesto per poter aver modo di comunicare con i tuoi amici, quindi non se ne parla!" mi rispose con risolutezza.
"Io ti sono fedele e non farò nulla di tutto ciò!" dovevo essere convincente, quindi l'unica cosa che mi venne in mente, fu prenderla per un braccio affinché potessi ottenere un briciolo della sua attenzione, a quel punto la strinsi a me e la baciai teneramente.
Rimasi sconvolto nel vederla sorridere e rispondermi al bacio, sinceramente mi aspettavo uno schiaffo o una sua altra reazione esagerata, dato che, non eravamo una coppia e tanto meno volevamo esserlo e non ci eravamo mai scambiati effusioni al di fuori di certi momenti.
"Forza John...Andiamo, non abbiamo tempo per una sveltina!" disse scostandomi non appena cercai di sbottonarle la camicia.
"Ok calma! Solo che non riesco a godermi il sesso con te se i tuoi due scagnozzi stanno lì attaccati alla porta ad ascoltare. Ma ti fidi realmente di loro?" quello era il momento adatto per infondere in lei il sospetto e per poter allontanare definitivamente i due loschi individui.
"Cosa vorresti insinuare? Che mi dovrei liberare di loro almeno sarei una facile preda dei miei nemici?"
"No è l'esatto contrario invece. Quanto sai di loro? Se stessero facendo il doppio gioco?" continuai.
"Quanto basta! Poi il doppio gioco con chi?"
"Contro chi hai testimoniato, magari? Ti ha mai sfiorato l'idea che loro possano essere qui apposta per spiarti? Lo conosci il detto: fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio!" le spiegai.
"No! Loro rimangono punto e basta! Non si discute su questo."
Mi misi davanti a lei afferrandola per il mento, volevo che le parole che stavo per dirle le rimanessero ben impresse.
"È un consiglio che ti do come amico. Riflettici su: tu sei in gamba, sei un'abile guerriera e insieme ce la faremo senza di loro. E staremo più al sicuro." queste cose gliele dissi guardandola dritta negli occhi e in quel breve e intenso momento lessi in lei un piccolo briciolo d'umanità.
A causa di quello scambio di sguardi, un leggero brivido mi percorse il corpo; se lei possedeva qualche sentimento...questo voleva dire che ci sarebbe stata speranza e pregai per un suo cambiamento.
"Hai finito di farmi la morale? Tu ricordati che io non ho nessun amico." battibeccò infuriata riprendendo a camminare imperterrita.
Sapeva che si era tradita da sola e l'unico modo per nascondere la sua debolezza era quello di scappare e attaccare negando ciò che era appena accaduto.
"A parte me!" le sorrisi sperando di poter aver fatto colpo e che avrebbe accolto il mio suggerimento.
Quindi, dopo quello scambio di battute, continuammo col percorso che pian piano iniziò a farsi sempre più complicato e a causa del luccichio degli specchi perdere la cognizione del percorso era più semplice che mai. Girammo in tondo diverse volte, finimmo perfino in vicoli ciechi infine stremato e stressato per via di tutto ciò, mi chiesi quanto ancora ci mancasse, volevo uscire da lì il prima possibile.
"La prossima volta che torneremo qui, dovremmo attraversare questo incubo?" domandai dopo l'ennesima capocciata.
"Vorrei sperare di no! Nel caso rimarremmo qui finché non troveremmo ciò che cerchiamo."
"Oppure... potremmo fare come hanno fatto Arianna e Teseo col filo di lana." proposi.
"Sì, lasciando così indizi al nemico? Ma sei un genio amore!" mi rispose con sarcasmo.
"A me pare l'unica soluzione possibile. Senti, concluso questo dedalo, scommetto tutto ciò che vuoi che, ci saranno altre sfide da affrontare e potremmo sconfiggere Cameron e gli altri in qualsiasi altro modo. Quindi ci toccherà munirci di un pennarello la prossima volta che torneremo qui. Poi per seconda cosa, sali sulle mie spalle e guarda l'orizzonte. Fatti un'idea della strada che manca da percorrere."
Stranamente riuscì ad avere la meglio su di lei ed elaborammo il percorso da dover prendere ma a pochi metri dal traguardo, delle voci ci disturbarono, la squadra avversaria aveva appena varcato la soglia del labirinto e ci toccò affrettare il passo.
La mia cara amica, per ostacolare loro il cammino, pensò bene di sparare verso la loro direzione, frantumando così un numero notevole di specchi.
"Ehiiiii...così non vale! Sai quanta sfiga porteranno tutti questi specchi rotti?" Cameron si lamentò urlando in modo che potessimo sentirli.
"No. Aspetta non sparare, così gli faciliterai il lavoro. Lasciamoli divertirsi un po'." sussurrai.
"Hai ragione amore. Sai che mi piaci seriamente? Cioè mi piace come ragioni." sorrisi e avanzammo verso il piccolo tratto che ci attendeva.

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Capitolo 15
*** cap 15: NUOVI INDIZI ***


JONATHAN'S POV
Non appena ci accorgemmo che i nostri amici erano all'interno del tunnel, io e D.M. affrettammo il passo e pochi minuti dopo giungemmo alla fine di esso.
Qui si stanziava un masso di roccia ad altezza d'uomo e al centro di essa un computer raffigurante il calco di una mano, inutile dire che ciò che ci rimaneva da fare era solo mettere la mano sopra la figura digitalizzata ed attendere un miracolo.
D.M., senz'alcun indugio, appoggiò sopra la sua, non ottenendo però nessun risultato, quindi, afferrò la mia mano, la poggiò nell'apposito spazio e nemmeno a farlo apposta il labirinto scomparve.
Al suo posto si materializzarono una scala che portava al piano superiore e davanti noi una porta in legno di rovere con degli elementi in ferro battuto. Ci dirigemmo immediatamente verso quest'ultima però la trovammo chiusa.
"Questa non ci voleva. Ci stanno per raggiungere, forza diamoci una mossa!" esclamai.
Eravamo ancora all'inizio di questa caccia al tesoro, eppure, io ero già stremato.
Il tunnel mi aveva tolto ogni forza, aveva provato la mia pazienza e quei cunicoli luccicanti mi avevano fatto irritare parecchio, dire che quando ero un bambino mi divertivo a risolvere all'interno dei giornali enigmistici i giochi riguardanti i labirinti, ma quelli erano giochi, questa era la realtà.
Non avendo altra scelta, prendemmo le scale, stranamente quest'altra porta, posta nell'ultimo gradino, la trovammo aperta e una volta entrati ce la chiudemmo alle spalle.
Il buio ci invase, tutto attorno a noi era nero come la pece e solo dopo un numero imprecisato di minuti i nostri occhi iniziarono ad abituarsi all’oscurità.
Solo a quel punto iniziammo a procedere tastando la parete in pietra per farci strada, il silenzio regnava sovrano in quel freddo corridoio.
"Aspetta un secondo hai il cellulare?" domandai.
"A che cosa ti serve dato che non lo puoi usare?"
"Vorrei solamente usare la torcia? Ok? Posso?"
"No. È meglio se la tengo io." mi rispose accendendola.
"E luce fu! Così potremmo procedere con più rapidità. Ammettilo che sono un genio!" mi vantai mentre lei si limitò ad alzare gli occhi al cielo e continuò a camminare imperterrita.
Il lungo corridoio mi parve protrarsi fino all'infinito, dopo svariati minuti di cammino ci trovammo davanti ad una libreria enorme.
Oltre non si poteva andare perché non erano presenti delle manovelle, delle fessure o delle porte.
La strada si interrompeva lì.
"Cerchiamo qualche indizio, magari una volta trovato potremmo proseguire. Guarda, i libri sono tutti antichi."
"Certo Jonathan tutto questo è stato fatto dal tuo bisnonno, che cosa ti aspettavi? Libri che sono usciti dalle case editrici il mese scorso?" mi rispose acida.
"Oh no, assolutamente!"
"Guarda bene: mancano quelli del vostro ramo." mi fece notare stupita.
"Esatto, mi hai proprio tolto le parole di bocca. Ma tra questi c'è qualcosa che stona."
"Andiamo sulla storia?"
"Il tuo intuito ti dice di dover controllare quelli?" lei annuì, "Allora io mi fido di te."
Controllammo, quindi, quella cerchia di libri e, ad una certa, D.M. ne sollevò uno.
Era leggerissimo a differenza di tutti gli altri, come se il suo interno fosse cavo, e per l'appunto... dentro trovammo un solo foglio con disegnato una schacchiera.
"So con che cosa abbiamo a che fare!" esclamai euforico sollevandola e abbracciandola senza un particolare motivo.


CAMERON'S POV
"Kay guarda questa! Ha rotto tutti gli specchi. Ma ora la sfortuna a chi va? A lei o a noi?" chiesi ancora incredulo per tutto ciò, "Secondo te lo sa che rompere gli specchi porta sfortuna?"
"Cameron sinceramente non lo so." mi rispose.
"Io non ho parole."
"Cam lascia perdere le superstizioni, ora l'unica cosa a cui dobbiamo pensare è quella di dover stare attenti e cercare di non farci male con tutti questi cocci frantumati."
"Sì, poi tu non temere perché io, che sono il tuo prode cavaliere, sarò qui a difenderti, mia Bellissima Assistente." le dissi mentre lei scosse la testa e sorrise con fare divertito.
Non sapevo se quello fosse il momento adatto per dirle quanto ero grato per tutto quello che stava facendo, per il continuo supporto che mi dava, al come mi faceva sentire e che provavo un forte sentimento verso di lei. Volevo assolutamente dirle che la trovavo differente da tutte le altre, con loro il mio unico intento era quello di divertirmi, mentre con Kay sapevo e sentivo di voler costruire una storia duratura,  la sua amicizia non mi bastava più, desideravo vivere una storia come quella tra Jonathan e Dina, e, volevo farlo con lei.
Mi aveva letteralmente stregato il cuore e ormai mi veniva sempre più difficile nascondere i miei reali sentimenti.
"Cameron. Tutto apposto?" mi domandò preoccupata per via del mio lungo silenzio.

Forza Cam, diglielo è questo il momento giusto, non perdere altro tempo, diglielo e basta.
Pensai.

"Beh...ehm...certo. Sto bene perché?"
"Sei così stranamente silenzioso." mi fece notare.
"Stavo pensando..."

Buttati Cameron, diglielo, non sprecare il tempo.
Mi dissi nuovamente tra me e me.

"È un lusso vederti riflettere!" mi interruppe.
"Ehi...mia Bellissima Assistente credi che io non sia in grado di ragionare? Beh, ecco allora...io...volevo parlarti di una cosa molto importante..." bofonchiai, mentre  cercai le parole adatte per aprirle il mio cuore.
Casualità della sorte, proprio in quel momento, un forte rumore e dei strani movimenti tellurici mi rovinarono il momento, facendoci cadere a terra inermi.
"Cosa diavolo hanno combinato quei due?" esclamai adirato.
"Ehm! Cameron apri gli occhi, guarda un po' intorno." mi disse Kay.
"Wow. Posso solo dire che chi lo fa lo aspetti! Ti rendi conto che hanno agevolato il nostro lavoro?" sorrisi felice, a me era toccato il puzzle a loro il labirinto.
A gran velocità raggiungemmo la scala che pochi minuti prima avevano preso il mio gemello e D.M., purtroppo, trovammo la porta chiusa,  quindi non ci rimase che fare dietrofront.
Non avendo altra scelta, optammo per la stanza posta al piano terra.
"Allora che cosa mi dovevi dire prima?" mi domandò a un certo punto mentre tastava le ruvide e grezze pareti in pietra.
"Assolutamente nulla... oh beh stavo pensando al numero che avremmo dovuto fare prima dell'arresto di John. Se avessimo saputo prima di questa rete di cunicoli, non avrei stressato Dina, Jordan e Gunter per il lavoro che hanno fatto per studiare i percorsi della metro." mentii, quello non era il momento adatto per dirle ciò che provavo, la mia occasione era purtroppo volata via.
"Ti conosco bene e so che c'è qualcosa che ti turba. Sappi solo che quando avrai voglia di sfogarti io sono qui!"
"Tranquilla e tu di sicuro sarai la prima a sapere tutto. Comunque ti saresti mai aspettata un gesto come quello fatto da Gunter? Voleva sposare una con cui non aveva mai avuto a che fare. Magari lei è gentile con lui perché è il suo lavoro, quindi, deve fare la simpatica. Poi nemmeno conosciamo i reali sentimenti che prova per lui, potrebbe persino detestarlo." esclamai.
"Cameron per piacere non fare l'esagerato. Per me è arrivato a questo gesto disperato perché, prima di ogni altra cosa, Jonathan si è allontanato da tutti noi e tu sai bene quanto lui tenesse al tuo gemello, in più Jordan si è innamorato di Cloe. Lui semplicemente non vuol rimanere da solo e reggere la candela."
"Dici davvero?" ero sbalordito.
"Sì, è così. Cameron...Aspetta un attimo...Guarda un po' qui che cos'ho trovato?" mi disse richiamando la mia attenzione verso la caccia al tesoro.

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Capitolo 16
*** cap 16: DISTRAZIONI ***


KAY'S POV
"Cameron, guarda un po' che cosa ho trovato!" esclamai a un certo punto.
"Forte... il cubo di rubick." lo prese in mano e lo passò a me, "Forza mischialo il più che puoi, ti farò vedere che in due minuti riuscirò a rimettere i colori come erano."
Senza pensarci troppo lo accontentai e lui, come aveva previsto, nel giro di pochissimo lo riportò alle sue condizioni originali.
"Bravo davvero." mi complimentai.
"Non merito un bacio?"
"Non credo proprio! Dovresti impegnarti di più." gli risposi continuando a camminare.
"Va bene, però... questo lo devi aggiustare tu." prese un secondo cubo dalla parete, lo scompose infine me lo porse.
"No, Cameron sai bene che non sono brava in queste cose. Rimettilo subito apposto."
"Ok... come vuoi tu!" disse lui rimettendolo dov'era.
"Ma aspetta! Questo è il secondo che troviamo? Quindi, vuol dire che abbiamo giocato con gli indizi? Adesso come continuiamo? Quanto siamo stupidi! Ora come si fa?" iniziai a disperarmi.
"Kay, fidati non sarà un problema. Forza vieni!" mi prese per mano e ci dirigemmo verso il terzo cubo, questo giro, guardammo attentamente il colore che aveva nella facciata davanti e così facemmo per l'ultimo.
A quel punto, ci dirigemmo verso la parete dove trovammo quattro pulsantini che cambiavano colore ogni volta che si premevano e sapendo gli ultimi due colori li riportammo.
"Kay ti fidi di me?" annuii, "Allora dammi le mani e poggiale sopra le mie poi chiudi gli occhi."
"Funzionerà?" domandai con scetticismo.
"Lascia almeno che ti stupisca, sennò dove sta il divertimento? Ora, chiudi gli occhi e ripensa al primo cubo poi apri gli occhi."
Così feci.
Mi porse le sue mani e io misi le mie sopra le sue, lui le strinse delicatamente, a quel punto, mi guardò intensamente dritto, dritto nel bulbo oculare, aveva uno sguardo talmente profondo che era in grado leggerti l'anima, questo mi mise un po' a disagio.
Ci trovavamo uno di fronte all'altro, eravamo mano nella mano, avevo il cuore che mi batteva all'impazzata, le mani sudate, a causa di quel contatto, e sentivo un irrefrenabile desiderio di poter baciare le succose labbra del biondo. Quanto mi sarebbe piaciuto se in quel momento mi avesse stretta forte a sé, chinasse e avvicinasse il suo capo, per poi poggiare le sue magnifiche labbra sulle mie, baciandomi con tanta passione.
Quanto sarebbe stato bello?
Fin troppo, mi risposi.
Avevo iniziato a provare qualcosa per il mago già da diversi mesi. In un primo momento avevo lottato contro di me, per combattere contro quei sentimenti. Ora, volevo che tutto il mondo venisse a conoscenza del mio amore per lui, lo amavo troppo,  ormai non potevo più tenermi tutti quei sentimenti solo per me.
Dovevo dirglielo! Lui lo doveva sapere, gli dovevo dire che per me non era solo un semplice collega, non lo era mai stato!
"Sei stata bravissima!" mi disse sorridendo, continuando a guardarmi e a tenermi per mano.
"Cameron, allora? Non vai a mettere il colore esatto?" domandai rompendo il ghiaccio.
"Ehm... sì, hai ragione... scusa, ero assorto tra i miei pensieri!" mi accarezzò una guancia e, a quel punto, pensai e sperai che facesse ciò che più desideravo.
Invece si voltò e si diresse verso la parete.
Si avvicinò a essa: fece diventare il primo pulsante giallo, il secondo blu, seguiti dal terzo verde e dal quarto rosso.
Non appena riportammo l'ultimo colore, sentimmo un altro strano rumore, notammo che dalla parete erano spuntati dei piccoli appigli in ferro da poter usare per arrampicarsi fino in cima la parete.
"Sono o non sono un genio?" si vantò soffiandosi sulle unghie.
"Smettila! Di sicuro è stato solo un gioco da ragazzi. Salgo io?"
"Certo, in effetti è come dici tu: è stato un semplicissimo gioco da ragazzi, ma attenta, leggendo nella tua mente, sono riuscito a vedere cose che voi umani non potete immaginare."
"Ma fammi il piacere!" gli diedi una spintarella per farlo tacere ma stranamente ero felice di tutto ciò e soprattutto di poter stare con lui.
"Perché mai dovresti salire tu là?"
"Cameron forse perché sono più agile di te?"
"Non mi sfidare! Sennò mi toccherà farti vedere chi è il più agile tra di noi." disse ridendo.
"Possibile che tu vada sempre a parare lì?"
"Kay, sono un uomo... e, secondo te, a cosa potrebbe mai pensare un uomo quando è insieme a una bellezza come te?"
"Fare il gentiluomo magari!" gli consigliai.
Iniziai ad arrampicarmi e in pochi minuti raggiunsi il piccolo loculo, contenente il successivo indizio.
"Ma se lo sono sempre! Kay? Tutto apposto?" mi domandò a un certo punto.
"Certo, ho trovato un pezzo di foglio, attento che sto scendendo!" lo avvisai.
"Piuttosto, cerca di stare attenta tu a dove metti i piedi. Gli scalini sono veramente piccoli e sappi che ancora ho bisogno di te intera." mi fece sapere.
"Ah, davvero? Quindi ti servo solo per la caccia al tesoro?" domandai stuzzicandolo un pelo, ma proprio come non detto, poggiai male un piede e finii col perdere l'equilibrio.
"Presa!" esclamò non appena atterrai sulle sue morbide braccia, "Te l'avevo detto che dovevi stare attenta." aggiunse facendomi l'occhiolino.
"Sei stato tu a distrarmi!" esclamai con l'adrenalina nel sangue, dovuto non solo per il volo, ma anche per via dello stretto contatto con il ragazzo.
"Oh, prego. Non c'è di che per averti salvata, Kay!"
"Sì, però ora potresti mettermi giù non trovi?" gli dissi con il cuore che batteva all'impazzata.
"Sicura? Hai proprio voglia scendere? Per me, sei scivolata apposta perché, almeno, così ti saresti ritrovata tra le mie braccia." mi provocò.
"Cameron non perdi certo occasione per stuzzicarmi. Però, se ti dirò che hai ragione, mi lascerai andare? In cambio ti darò ciò che ho trovato."
"Se è questo ciò che vuoi... ti accontento subito." mi rispose, mettendomi finalmente con i piedi per terra.
"Tieni per te. La tua ricompensa!" gli dissi passandogli il foglio mentre lo guardai fisso negli occhi e lui, dal canto suo, continuò a mantenere quel magnifico contatto visivo.
"Grazie mille! Ma adesso non è una mia priorità. La mia priorità si trova proprio davanti a me... Kay sei bellissima, lo sai questo?" mi rispose prendendo il pezzo di foglio dalle mie mani e riponendolo poi nel taschino della giacca.
Non appena ebbe le mani libere, mi strinse forte a sé e avvicinò il viso al mio. Eravamo sempre più vicini, estremamente vicini, percepivo il suo respiro su di me, mentre le nostre labbra, a pochi millimetri l'una dall'altra altra, si schiusero per poi scambiarsi tanti teneri baci.
Baciarlo fu favoloso, tremendamente bello e travolgente.
Amavo realmente Cameron Black e amavo tutto di lui.

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Capitolo 17
*** cap 17: ALL WE NEED IS LOVE ***


CAMERON'S POV
Da bravo gentiluomo che ero, accompagnai Kay nel suo appartamento. Facemmo tutto il tragitto mano nella mano, di tanto in tanto ci scambiammo qualche languido sguardo e dei teneri sorrisi, felici per ciò che ci era appena accaduto.
Ormai, la storia tra noi due si era evoluta e il bacio era diventato inevitabile, ma finalmente, dopo tanto ma tanto tempo, mi sentii come se fossi in grado di toccare il cielo con un dito, desideravo Kay, più di ogni altra cosa e sapere che per lei fosse lo stesso, mi riempiva il cuore di felicità.
"Cameron, oh... cavolo! Non ci posso credere... quelli davanti alla mia casa... sono i miei genitori! Che ci fanno qui?" esclamò incredula.
I due individui, non appena videro Kay, le andarono incontro abbracciandola, con in volto stampati due magnifici sorrisi.
"La mia bella bambina. Sei sciupata, ma mangi? Non salti i pasti vero?" domandò, la donna mora di carnagione scura, ovvero sua madre, tra un bacio e un altro.
"La mia dolce Kay. Come stai piccola?" chiese invece suo babbo, un uomo sulla cinquantina con una zazzera di capelli bianchi, uno sguardo piuttosto serioso e di corporatura leggermente robustina seppur il suo metro e ottanta.
"Tutto apposto. Che ci fate qui voi?" vidi che Kay si trovava in totale disagio.
"Siamo venuti a trovarti! Tu invece non vieni mai dai tuoi vecchi e ci mancavi tanto, quindi eccoci qua. Allora chi è questo bel giovanotto non ce lo presenti, tesoro?" domandò la donna ammiccando verso di me.
"Che fine ha fatto quello dell'altra volta? Quel detective che tanto mi piaceva..." esclamò invece suo padre riferendosi ad Isaac, l'ex fidanzato della mia amica.
Kay mi guardò sempre più imbarazzata, conoscendola si sarebbe voluta sotterrare, ma con un grande sospiro, rispose al terzo grado dei suoi genitori.
"Mamma, papà... lui è Cameron. Il mio nuovo fidanzato!" mentì, tuttavia adorai quella bugia.
In ogni caso, dopo i vari convenevoli con Melissa e Peter, i nomi dei miei futuri suoceri, feci scivolare la mia mano con quella della loro figlia, per far in modo che le nostre dita si intrecciassero tra di loro e si unissero.
"Per quanto tempo vi fermerete? Avete già prenotato un hotel?"
"No Kay! È stata una decisione dell'ultimo momento, stanotte non sappiamo dove fermarci. Ma non preoccuparti, figlia mia, perché domani cercheremo una camera." rispose sua madre accarezzandole una guancia.
"Non ci sono problemi, ho una stanza in più." li rassicurò. Prese la chiave e aprì la porta.
"Grazie tesoro."
"Prego, accomodatevi pure. Io devo scambiare due parole con il mio fidanzato!" gli rispose mentre poggiò una mano su un mio braccio con l'intento di fermarmi.
"Cam, non ti dispiace se ho detto a loro che ci siamo fidanzati, vero? Poi, potrei chiederti un ultimo favore?" aggiunse quando rimanemmo soli.
"Non mi dispiace affatto, anzi. Dimmi tutto!" la incitai.
Le scostai una ciocca di capelli che le era scivolata lungo il viso. Quanto era bella, dannazione.
Avevo una voglia pazza di stringere ancora il suo volto tra le mie mani e baciare nuovamente quelle sue belle labbra morbide.
"Cameron, ho detto loro che sei il mio fidanzato... quindi... stasera ti toccherà passarla qui... da me!"
"E il problema dove sta?" le sussurrai all'orecchio, "Basta che poi non ti approfitti di me, anche se, l'idea mi alletterebbe e non sai quanto. Te l'ho mai detto che le donne che prendono l'iniziativa mi eccitano in un modo che non puoi capire?"
"Ma che scemo! Forza andiamo si staranno chiedendo che cosa combiniamo." a quelle parole, raggiungemmo i due ospiti.
I genitori di Kay erano realmente delle brave persone, Melissa mi trovava simpatico, rideva e scherzava volentieri con il sottoscritto, e di sicuro, vedendo sua figlia felice lo era persino lei. Purtroppo non potei dire della stessa cosa per Peter, durante la cena mi sottopose a un gran interrogatorio, non mi fu difficile capire che i miei modi di fare, fuori dal comune, e la mia popolarità non gli stavano granché a genio.
A cena finita, dopo aver sparecchiato, sistemato la cucina e la sala da pranzo, loro si dileguarono nella stanza degli ospiti, perché erano stanchi a causa del viaggio.
Noi, per cercare di non disturbare i due coniugi, andammo nella stanza della mia "ragazza".
"Allora? Che dici? Ho fatto colpo su di loro?" mi pavoneggiai slacciandomi i bottoni della camicia.
"Su mia mamma sicuramente, invece, mio babbo lo vedo un poco riluttante, è ancora affezionato al mio ex, ma stai a vedere perché, prima o poi, gli piacerai, proprio come tu piaci a me." confessò.
"Be', spero accada prima del matrimonio!" mi lasciai sfuggire.
"Cameron, per piacere, non corriamo! Mi piacerebbe vivere questa storia con molta calma poi, più avanti, vedremo che accadrà. Ok?"
"Per me non ci sono problemi, l'unica cosa che volevo che tu sapessi è che io faccio sul serio con te. Non riuscirei proprio a prenderti in giro, sei molto importante per me!" l'abbracciai e le lasciai un tenero bacio sulla fronte, lei, dal canto suo, poggiò la sua testa sul mio petto nudo e mi abbracciò a sua volta .
"Anche tu stai diventando importante per me, Cameron. Non cercare di spezzarmi il cuore, intesi?"
"Intesi, mia Bellissima Assistente!" risposi ridendo, sapendo che lei odiava quel nomignolo.
A quel punto, ci adagiammo sul letto, e, abbracciati, parlammo di noi quasi tutta la notte. Trovai questa cosa estremamente romantica.


JONATHAN'S POV
"Ehi, dove sono finiti tutti i tuoi amichetti?" chiesi il giorno dopo non appena mi accorsi della loro assenza.
"Avevi ragione tu caro. Non potevo fidarmi di loro dopo aver tradito i miei ex collaboratori. In ogni caso, DEVI fare i bagagli perché ci dobbiamo trasferire immediatamente, non siamo più al sicuro qui." mi buttò accanto al letto un borsone.
"È favoloso che tu mi dia retta! Ma, dimmi che li hai solamente licenziati e non uccisi."
"Secondo te?" mi domandò subdolamente alzando un sopracciglio.
"Conoscendoti... immagino che..."
"L'hai detto tu che mi conosci, quindi leggi tra le righe! Se non vuoi che ti dica che ho sparato loro in fronte... be', non te lo dirò, tanto la verità già la conosci Jonathan!" mi rispose mentre impacchettava tutti i suoi averi. Sospirai.
Non ero certo felice della fine che avevano fatto, eppure, non ero del tutto amareggiato, alla fine dei conti, era un altro punto a mio vantaggio: ora eravamo solo io e lei.
"E dei giornali che ti ho chiesto di poter prendere?" rincalzai per la milionesima volta.
"Smetti di rompere le palle con quei stupidi giornali. Vuoi i tuoi giornali? Benissimo, valli a prendere!" strillò esasperata.
"Grazie! Mi aspetterai qui giusto?"
"Forza, va a prendere ciò che ti serve prima che cambi idea."
Detto ciò non sprecai altro tempo, mi misi dei finti occhiali da vista, un cappello con visiera e dei finti baffi.
Uscii immediatamente da quella lurida topaia con la muffa sulle pareti, e, una volta in strada, mi precipitai dal giornalaio che io e mio gemello eravamo soliti frequentare.
Qui, lasciai un messaggio in codice per lui, presi poi un giornalino sul mentalismo e me ne andai.
A quel punto mi incamminai per tornare da D.M., ma in quel preciso istante, qualcuno che mi chiamò. Qualcuno mi aveva riconosciuto.
"Jonathan!"
Mi girai e mi trovai di fronte Dina, il mio cuore, come al solito, fece un doppio salto mortale, ero ancora pazzamente e follemente innamorato di lei e, anche se andavo a letto col nemico, nel mio cuore c'era solo lei.
"Shh! Non qui. Forza seguimi!" bisbigliai e ci appartammo in un parco dove non avremmo dato molto nell'occhio.
"Jonathan, non sai che gioia è poterti rivedere. Come stai? Come ti sta trattando quella megera?" mi domandò.
"Dina, sono molto felice di vederti persino io. Ma non abbiamo molto tempo a disposizione. Io sto bene, mi tratta discretamente e ultimamente riesco a tenerla a bada. Non ti preoccupare per me! Comunque, devo dirti una cosa importantissima: se mai ti ricatterà, non darle soddisfazione di acconsentire. Me lo prometti?"
"Ma che ne sarà di te, se le dovessi dire di no?" percepii preoccupazione nella sua voce.
Mi sarebbe molto piaciuto stringerla a me, rassicurarla, dirle che si sarebbe sistemato tutto, poi baciarla, baciare quella bocca, che mi mancava così tanto, ma resistetti quando mi tornò in mente ciò che le feci, a quanto dovesse aver sofferto nell'ultimo anno a causa mia.
"Non devi preoccuparti per me! Okay?" le dissi semplicemente.
"Okay!" esclamò a bassa voce.
"Senti, ora vai dal giornalaio ti dirà il messaggio da dare a Cameron. Ora voglio solo dirti un'ultima cosa prima di fuggire: sono davvero dispiaciuto per ciò che ti ho fatto, sappi che non ti ho assolutamente dimenticata. Mi perdonerai mai?"
"Ti ho già perdonato, John!" mi rispose, regalandomi poi un timido sorriso mentre per un solo singolo secondo, poggiò la sua mano sulla mia. 

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