Essere Rivali dei Bladebreakers

di PGV 2
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** D'Accordo Takao... (Brooklyn) ***
Capitolo 2: *** Ci sono... (Yuri Ivanov) ***



Capitolo 1
*** D'Accordo Takao... (Brooklyn) ***


Salve a tutti!!! :)
Oggi sono qui per presentarvi una breve serie di One Shot dedicate al mondo di Beyblade!!
Perché questo mondo? Molto semplice, perché sono affezionato moltissimo a questo anime, soprattutto alla terza serie G-Revolution che ho nel cuore e che porterò sempre lì, e volevo omaggiarlo con queste brevi storie.
Le dedicherò agli unici due pg della serie che avrei voluto trattare all’interno delle mie fic passate ma che per ragioni di tempo e di spazio non ho potuto T_T la loro identità la potete vedere nella sezione Personaggi di questa fic, di conseguenza non c’è bisogno che parli XD ;).
La prima di queste due One Shot sarà quella dedicata a Brooklyn, una scelta che forse potete ritenere strana ma che ho deciso di fare perché lo ritengo un pg molto interessante, oltre che ottimo ed affascinante, e volevo scrivere qualcosa su di lui :).
Piccolo avvertimento: la One Shot non è letteralmente nulla di che, solamente un breve riassunto della sua vita narrato dal suo punto di vista mentre rivive tutto all’inizio della fase finale della sua lotta contro Takao, di conseguenza non aspettatevi nulla di ché da essa ;).
Ma ora basta chiacchiere e vi lascio direttamente alla One Shot, buona lettura a tutti quanti!! :)


D’ACCORDO TAKAO…
ONE SHOT SU BROOKLYN




D’accordo Takao…

Non ho mai avuto una vita facile.
Non per il mio talento naturale. Non perché fossi un asso in questo gioco di trottole. Non perché amavo unicamente la natura.
Ma perché sono sempre stato escluso da tutti.
Nella mia vita non sono mai riuscito a farmi dei veri amici. Tutti mi tenevano ai margini e cercavano di evitarmi come potevano. Perché avevano paura di me.
Avevano paura di ciò che fossi in grado di fare con queste trottole che loro chiamano Beyblade. Avevano paura del mio talento naturale.
Anche per questo ho sempre preferito stare da solo. Stavo bene da solo, senza nessuno che potesse rifiutarmi, con la natura come mio unico amico.
Stavo bene. Ero felice.
Ma poi tutto è andato in malora, per causa sua…

D’accordo Takao…

La mia infanzia non è stata delle migliori.
Sono sempre stato bravo a giocare con le trottole. Qualunque cosa facesse il mio avversario, qualunque strategia adottasse, io alla fine vincevo.
Vincevo facilmente, senza mai dovermi impegnare realmente.
Nessuno voleva giocare con me proprio per questo motivo, e mi esclusero forzatamente dalle loro attività. Ma non ne farò una tragedia. Non più.
Mi basta essere amico della natura e degli animali a cui voglio bene. Ed anche loro vogliono tanto bene a me.
Costantemente gli uccellini e gli insetti vengono a giocare da me, ed io sono felice. Forse l’unico momento della giornata in cui sono davvero felice.
Per il resto, le mie giornate sono una noia incredibile. Se prima mi struggevo per essere da solo, ora ho accettato questa condizione e cerco di non pensarci.
Non possiamo cancellare i nostri demoni, possiamo solo imparare a conviverci. Ed è ciò che ho fatto io.
Vivo ogni giorno con la consapevolezza che non sarò mai accettato. Ed a me va bene così, ormai mi sta bene questa condizione.
Per anni ho continuato a adoperare questa filosofia, ormai ho sedici anni e continuo a preferire la natura agli umani che mi hanno deriso e scacciato.
L’unica altra cosa che so fare bene, giocare con quelle trottole, la adoperavo unicamente per passare il tempo, perché col tempo non avere un avversario alla mia altezza mi stancava.
Fino a quando non incontrai lui. Un uomo che ha indirettamente cambiato la mia vita.
Vladimir Vorkov.

D’accordo Takao…

Quell’uomo mi fece una proposta.
Voleva che entrassi a far parte del suo progetto come Blader a tutti gli effetti. Si trattava di una società che avrebbe trasformato questo sport da agonistico a professionistico, e così solo i Blader professionisti avrebbero potuto gareggiare.
Ma in verità le sue intenzioni erano ben altre. Io l’avevo capito subito grazie al mio sesto senso.
Non mi fu difficile comprendere che in verità voleva solamente sfruttare la mia potenza per portare sempre più giocatori dalla sua parte. Non era difficile intuirlo, altrimenti perché tra tutti desiderava proprio me?
A me sinceramente la cosa non fece né caldo né freddo. Non avevo nulla da fare della mia vita a causa del fatto che tutti mi evitavano, magari sarebbe stata la volta buona che avrei affrontato dei giocatori alla mia altezza.
Anche per questo decisi di accettare la sua offerta. Ed inizialmente non fu neanche una pessima idea.
Trovai diversi cosiddetti Blader molto interessanti. I più forti erano tali Mystel, Moses e Ming Ming, ma nessuno di loro tre era in grado anche solo di impensierirmi. Solamente uno ci riusciva.
Si chiamava Garland, proveniva da una famiglia di professionisti e voleva diventare un Blader professionista.
Lui fu l’unico Blader tra tutti in grado di impensierirmi un po’… ma solamente un po’. Già, perché anche lui alla fine si rivelò un buco nell’acqua.
Ma in fondo c’è da sorprendersi?
Io sono un talento naturale. Nessuno è in grado di tenermi testa e nessuno può sconfiggermi. Io sono invincibile. Io sconfiggo chiunque.
O almeno, questo era ciò che credevo…

D’accordo Takao…

Il giorno dell’inaugurazione, vidi dei Blader piuttosto interessanti entrare nell’edificio base della società, la B.E.G.A..
Erano i Bladebreakers, a quanto pare erano i Campioni del Mondo. E vidi il più forte di loro, Takao, combattere contro Moses e sconfiggerlo, proprio come avevo previsto.
Era bravo, ma ancora niente che potesse anche solo interessarmi.
Sembrava che la mia ricerca di un Blader all’altezza delle mie aspettative fosse del tutto vana, e questo nonostante un insegnante decise di diventare il mio istruttore. Si chiamava Hitoshi, ed era bravo come allenatore.
Personalmente non ho mai creduto di avere bisogno di un istruttore, ero abbastanza talentuoso da cavarmela da solo. Ma lui insistette più e più volte per diventare il mio maestro.
Beh, se questo lo rendeva contento, chi ero io per impedirglielo?
In fondo non mi costava nulla allenarmi di tanto in tanto. Già, perché davanti alle mie potenzialità gli allenamenti non erano mai troppi, giusto qualche lancio e basta. Quindi non mi costava nulla.
Ma un giorno, quello della selezione dei cinque Blader che avrebbero rappresentato la società nella Justice Five, cambiò tutto.
La Justice Five era una sfida che avrebbe visto cinque di noi battersi contro cinque dei Bladebreakers. Se noi avessimo vinto, la B.E.G.A avrebbe prosperato, se avessero vinto i Bladebreakers, la nostra società si sarebbe dovuta sciogliere seduta stante.
Personalmente non mi interessava chi avrebbe vinto alla fine, in fondo un risultato valeva l’altro per me. Ma il mio istruttore insistette affinché mi battessi anche io, e di conseguenza non ebbi scelta che partecipare alla selezione.
Fu facile per me sconfiggere i primi Blader. Dovetti solo rimanere fermo e si eliminarono da soli, piuttosto semplice in fondo.
Il problema venne dopo, quando si presentò lui davanti a me.
Quel maledetto ragazzo.
Quello che mi sembrava un insetto… ed è invece diventato il mio incubo.
Kai Hiwatari.

D’accordo Takao…

Quel ragazzo fu il mio avversario nella finale del mio girone.
Eppure all’epoca non mi sembrava niente di ché. Un avversario come tanti, giusto un pochino più forte della media dei Blader che ero abituato a combattere.
Ma in sostanza non era all’altezza neppure di Garland, figurarsi di me. Fu molto semplice per me anticipare le sue mosse e copiarle.
Riuscì addirittura a farlo arrabbiare per uno stupido incontro tra Beyblade. Ammetto che in quel frangente mi sono davvero divertito, forse l’unico momento in tutta la lotta in cui mi sono divertito sinceramente.
Inutile dire che vinsi piuttosto facilmente.
Non aveva speranze contro di me. Il suo destino era segnato da prima ancora che solcasse il campo di battaglia, era ovvio che sarebbe stato sconfitto.
Non avevo idea di quello che sarebbe successo dopo a seguito di quella vittoria…
Naturalmente sconfiggere Kai mi dette la possibilità di accedere alla Justice Five come uno dei cinque Blader rappresentanti della B.E.G.A.. Non che il torneo in sé mi interessasse sinceramente, anzi mi annoiava.
Assistetti unicamente al primo incontro, quello dove Ming Ming combatté contro un ragazzino con i capelli rossi riuscendo a sconfiggerlo. Abbastanza noioso. Risultato prevedibile.
Saltai gli altri due della giornata, non ero interessato a combattimenti di cui sapevo già l’esito… o almeno, così credevo.
Già in quel momento accadde qualcosa di inaspettato. Ma non riuscì a cogliere i segnali.
Non riuscì a comprendere che cosa stesse succedendo. E quell’ignoranza mi avrebbe poi colpito.
Molto duramente…

D’accordo Takao…

Il secondo scontro venne vinto da Moses, come avevo previsto.
Avevo visto che a vincere il terzo duello sarebbe stato Mystel, ma sorprendentemente tutto cambiò. Durante il combattimento il futuro divenne incerto, e il risultato fu diverso.
Max riuscì a pareggiare il combattimento, aveva ribaltato il pronostico che avevo visto. Era riuscito… a fregare i miei sensi.
Non gli detti peso allora, credevo fosse solamente un caso isolato e lo ignorai all’istante, complimentandomi pure mentalmente con lui. Non avrei mai pensato che due giorni dopo avrei dovuto affrontare quel demone io stesso…
Perché il quarto a scendere in campo fui io… e dovetti affrontare quel Kai Hiwatari che avevo sconfitto durante la selezione!
Ero convinto che sarebbe sceso in campo Garland, mi ero già messo d’accordo con lui. Ma Kai voleva me. Voleva solamente me.
E ci si mise anche l’allenatore, mi obbligò a scendere in campo per un duello che sapevo già sarebbe finito con la mia vittoria. Che stupido che ero stato.
Ed in effetti nei primi momenti l’incontro si svolse esattamente come il primo. Nulla era cambiato, come avevo visto. Kai era più agguerrito, aveva un nuovo Beyblade, ma non serviva a nulla.
Ero convinto che quei Beyblade fossero tutti uguali, evidentemente mi sbagliavo. Mi sbagliavo terribilmente.
Me ne accorsi quando Kai cominciò a comprendere la natura della mia abilità, del buco nero in grado di risucchiare qualsiasi cosa, ed iniziò ad imprimere la sua energia vitale all’interno della sua trottola.
In questo modo si stava solamente uccidendo. Che stupido, che aveva intenzione di fare?!
Era disposto a dare via tutto, compresa la sua vita, solamente per sconfiggermi.
Non comprendevo il suo comportamento, mi sembrava dannatamente insensato voler morire per uno stupido incontro tra Beyblade. Senza contare che parlava di cose che allora non riuscivo ancora a comprendere.
Amore. Amicizia. Passione.
Tutti concetti che mi erano estranei. E che mi condussero alla sconfitta.
Quel giorno, per la prima volta da quando avevo preso in mano un Beyblade, venni sconfitto. Per mano del mio peggior incubo.
Quel Kai era riuscito là dove tutti, Garland compreso, avevano fallito.
Aveva battuto un invincibile come me.

D’accordo Takao…

Quella sconfitta mi distrusse.
Mi polverizzò. Mi disintegrò. Mi abbatté al punto tale che mi isolai da tutto quanto.
Non volevo vedere nessuno, volevo solamente stare da solo. Volevo comprendere perché fossi stato sconfitto nonostante io avessi un potere che mi permetteva di sconfiggere chiunque.
Non riuscivo a comprenderlo. E quando il mio allenatore provò a parlarmi dell’amore e della passione sbottai completamente.
A quel punto la mia sanità mentale venne meno, ed impazzii del tutto.
Ero convinto fossero solamente delle sciocchezze, delle inutili cavolate. Una marea di baggianate, a cui io avrei messo un freno. Per sempre.
Era in programma uno spareggio per la Justice Five. Un unico incontro che avrebbe decretato il vincitore, e Vorkov decise di schierare me per la mia dote naturale.
Per me non ci furono problemi. Volevo schiacciarli tutti, dal primo all’ultimo. Avevano distrutto la mia imbattibilità, la mia reputazione, la mia vita. Dovevano pagarla.
Mi sfogai parecchio lanciando il mio Zeus a ripetizione, quasi come se fosse una sorta di allenamento. E quando venne il giorno ero pronto.
Gli avversari avevano schierato Takao Kinomiya, il Campione del Mondo che aveva sconfitto Garland nell’ultima sfida portandoci così allo spareggio, ma a me sinceramente non importava.
Chiunque si presentasse davanti a me era solamente un insetto che andava schiacciato.
Questo era il mio pensiero. E la mia filosofia.
Quel giorno, il giorno dello spareggio… era oggi!

D’accordo Takao…

Inizialmente volevo solamente distruggere il mio avversario.
Lo attaccai con tutta la ferocia che possedevo, senza farmi scrupoli di giocare o di trattenermi. Stavolta non mi sarei risparmiato, avrei combattuto seriamente fin dall’inizio.
In questo modo avrebbero potuto capire quanto io sono pericoloso.
Ma lui continuava a resistere. Takao non mollava. Continuava a combattere.
Fu allora che non ci vidi più dalla rabbia e finii per scatenare l’immenso potere di Zeus. Creai addirittura un buco nero che risucchiò qualsiasi cosa finisse all’interno della sua forza di gravità.
Ero letteralmente esploso. Mi consideravo un uccello che volava alto nel cielo, mentre gli altri erano dei vermi che dovevano strisciare ai miei piedi.
Credevo che fosse arrivato il momento in cui mi avrebbero temuto. Io li avevo sempre ignorati, ma mi avevano umiliato, ed ora dovevano temermi.
Ma Takao non si arrese. Ancora una volta.
Provò a lottare contro di me con tutte le forze che gli erano rimaste. Da come parlava sembrava addirittura aver compreso quello che avevo passato quando ero bambino.
Ed i suoi amici lo aiutavano come potevano. Non mollavano neanche loro. Lo supportavano.
E questo dette più forza al suo Beyblade. Fu qualcosa di assurdo che non riuscì a comprendere all’inizio. Solo dopo, quando Takao lanciò il suo attacco, compresi.
Era questo ciò che stava cercando di dirmi Kai quando ci siamo affrontati la seconda volta.
Il supporto e l’aiuto dei suoi amici avevano reso Takao molto più forte di prima. Gli davano la carica, la grinta e la forza per affrontare una sfida impossibile come quella contro di me.
Era così che Kai mi aveva sconfitto.
Era così che Takao riusciva a tenermi testa.

D’accordo Takao…

Quindi è questo il vero spirito del Beyblade.
Finalmente l’ho capito.
Non c’ero mai arrivato perché, non avendo mai avuto bisogno di allenarmi, le battaglie duravano molto poco e tutti mi isolavano.
L’unione fa la forza. Questo Takao ha cercato di dirmi per tutto il tempo, e con lui anche Kai ed i suoi amici. Ed ora finalmente l’ho capito.
Aver affrontato due avversari alla mia altezza mi ha messo davanti alla verità, ed ora sono pronto ad accettarla. Sono pronto ad accoglierla. Sono pronto… a rimediare.
Ho commesso molti errori nella mia vita da Blader. Ho finito per vantarmi troppo e fare del male alle persone ed alla natura che tanto amo a causa di quel buco nero e di Zeus.
Ma ora non sarebbe più successo.
Takao vuole una sfida vera con me. Il nostro incontro non è ancora finito, i nostri Beyblade stanno ancora girando, e di conseguenza dobbiamo ancora stabilire chi è il vincitore.
Ed io sono pronto a lottare, ma stavolta per davvero.
Basta noia. Basta disinteresse. Basta pavoneggiarmi davanti al dominio.
Da adesso tutto sarebbe stato diverso.
Da oggi è nato un nuovo Blader.
Da oggi… è nato un nuovo Brooklyn!

D’accordo Takao, accetto la sfida!


Spero che questa One Shot vi sia piaciuta alla fine :).
Essendo Brooklyn apparso unicamente nella seconda parte di G-Revolution, che è anche l’ultima stagione della serie “classica”, non c’era moltissimo da dire sul personaggio, ma mi sono giostrato come potevo e spero che il risultato finale vi piaccia alla fine :).
Ho provato a descrivere le sue varie sensazioni come potevo, inventando anche alcune cose sul suo passato dovute a quel mini-flashback su di lui che abbiamo avuto nell’ultima puntata, ma ho cercato comunque di rimanere coerente con la sua caratterizzazione e spero di esserci riuscito ;).
La seconda One Shot sarà già più articolata dato che riguarderà un pg di cui sappiamo molto di più… che non spoilero chi è prima del tempo, ma che se leggete la sezione Personaggi di questa fic scoprirete subito chi è u.u XD ;).
Non penso di avere altro da dire, di conseguenza vi ringrazio ancora tantissimo per aver letto e spero apprezzato questa One Shot :) e ci risentiamo martedì 10 Novembre, tra cinque giorni, per la seconda ed ultima One Shot dedicata al manga/anime Beyblade!! ;)

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Capitolo 2
*** Ci sono... (Yuri Ivanov) ***


Salve a tutti!!! :)
Oggi concludiamo ufficialmente le One Shot che ho scritto dedicate interamente al manga/anime di Beyblade, dato che ne ho scritte solamente due :).
Il motivo per cui ne ho fatte così poche è perché gli altri pg di Beyblade che volevo trattare almeno in una delle mie storie sono riuscito ad inserirli (per la precisione i Bladebreakers al completo ad eccezione di Daichi in The Community), e Brooklyn e il protagonista di questa One Shot sono stati gli unici due mancanti di Beyblade che avrei voluto inserire in una mia storia ma che non ci sono riuscito T_T.
L’ultimo personaggio a cui ho deciso di dedicare una One Shot è Yuri Ivanov, e questo per un motivo ben specifico… è il mio pg preferito di Beyblade in assoluto!! *_*
Lo adoro troppo come personaggio, e l’ho voluto omaggiare con questa One Shot dedicata alla sua vita ed a ciò che ha provato durante gli eventi più determinanti per lui. Come la scorsa anche questa One Shot non sarà nulla di ché, ma spero che vi piaccia comunque :).
Ma ora basta chiacchiere e vi lascio direttamente alla One Shot, buona lettura a tutti quanti!! :)


CI SONO…
ONE SHOT SU YURI IVANOV




Ci sono…

Non ho mai avuto una vita semplice.
Sono sempre stato circondato dai miei nemici, fin da quando ne ho memoria. Sono cresciuto in un ambiente orribile, dove i più deboli venivano uccisi.
La mia vita è sempre stata un Inferno. Sempre.
Ma forse è anche questo che mi ha consentito di andare avanti. Di riuscire a tenere sempre la testa alta e, una volta che l’incubo era finito, a continuare a camminare per la mia strada.
Sono sempre stato un leader per i miei compagni, e forse anche per questo ho sempre cercato di essere forte. Lo devo per loro, per i più deboli e per chi non poteva farcela.
Il nostro addestramento è sempre stato duro, fin dall’inizio. E quando pensavamo di essere finalmente usciti dal tunnel… esso si era ripresentato di nuovo davanti a noi.
Ma stavolta sono più forte. Stavolta non devo combattere da solo come ho sempre fatto.
I miei compagni mi supportano… ed anche… i miei amici…
Non sono solo.
Non più.

Ci sono…

Ricordo ancora quei giorni come se fosse ieri.
Io ed i miei compagni di squadra più fidati, Sergej, Boris ed Ivan, siamo cresciuti in un monastero in Russia. Eravamo orfani. Eravamo soli.
Non avevamo nessuno al mondo, e un uomo chiamato Vorkov aveva deciso di prendersi cura di noi. Era l’allenatore di una squadra di Beyblade, la Borg, gestita dal nonno di quello che sarebbe divenuto col tempo un mio compagno.
Kai Hiwatari.
Non ho mai avuto con lui il legame che avevo invece con gli altri, ma confesso che non era comunque male. Era solitario, proprio come me.
Fummo costretti a duri allenamenti per anni ed anni. Vorkov ci allenava in una maniera tale che certe volte desideravamo morire piuttosto che continuare.
I deboli psicologicamente non resistettero a quel peso, e finirono per collassare molto facilmente. Solamente in cinque riuscimmo a tenere il passo con gli allenamenti… o meglio, quattro.
Già, perché Kai poi ci abbandonò, scappò dal monastero e ci lasciò da soli. Ma non l’ho mai incolpato per questo, al suo posto anche io l’avrei fatto.
Comunque fosse, rimanemmo da soli al monastero per anni, allenati da un uomo spietato e senza scrupoli per compiacere la Borg. Fino a quando venne il momento.
Il nonno di Kai puntava a creare delle armi di distruzione di massa adoperando i quattro Bit Power più potenti, che fortuna voleva fossero nei Beyblade dei componenti di un’unica squadra.
Erano tutti radunati nello stesso gruppo. Non poteva andare meglio di così.
Loro erano il nostro obiettivo. Erano diventati la nostra ossessione.
Erano… i Bladebreakers!

Ci sono…

Forse se fossimo riusciti a recuperare i Bit Power, avremmo potuto essere finalmente liberi.
Anche se cercavo di essere forte, non potevo negare che soffrivo molto gli allenamenti a cui venivo sottoposto. Ero il più forte di tutti e sopravvivevo, ma certe volte anche io desideravo solo mollare.
Una volta presi i Bit Power, forse ci avrebbero lasciati andare.
Non ne ero certo, e non lo sono tuttora. Vorkov è un uomo spietato, non si farebbe scrupoli ad eliminare chi intralcia il suo cammino, e quindi una volta diventati inutili forse…
È inutile starci a pensare adesso. Quell’eventualità non si è mai presentata per fortuna.
Già, perché il nonno di Kai, affinché potessimo raggiungere il suo scopo, ci iscrisse al Campionato del Mondo di Beyblade con il nome di Borg.
Non che la cosa cambiasse molto per me. Se dovevamo completare la missione lo dovevamo fare, non mi interessava tutto il resto.
Difatti, grazie anche alla forza che avevamo accumulato con gli allenamenti a cui eravamo stati sostenuti, riuscimmo ad arrivare in finale in un attimo.
Dovemmo anche affrontare degli incontri amichevoli contro i White Tigers e gli All Starz, due squadre che erano state eliminate proprio dai Bladebreakers dal Campionato del Mondo.
Fortuna volle che anche il “figliol prodigo” decise di tornare dalla nostra parte.
Kai aveva affrontato la tournee insieme ai Bladebreakers come componente della loro squadra, ma era bastato offrirgli il Beyblade più potente di cui disponevamo per farlo tornare dalla nostra parte.
Black Dranzer. Il Bit Power più potente a disposizione della Borg.
Personalmente non ho mai anelato quel Beyblade. Sono contento del mio Wolborg e non lo scambierei per nessun altro Beyblade al mondo.
Una volta ottenuto Black Dranzer, Kai tornò dalla nostra parte, ma al tempo stesso si montò la testa. Cominciò a credersi il migliore di tutti e ci voltò le spalle, al punto tale che affrontò lui gli incontri amichevoli al posto nostro.
A me lasciò solamente uno stupido giocatore di basket che liquidai nel giro di un attimo. Troppo debole per rappresentare una vera sfida per me. Me lo sarei dovuto aspettare da loro.
Loro erano deboli.
Io ero forte.

Ci sono…

Sfortunatamente, Kai ci abbandonò prima della finale.
Tornò a far squadra con i suoi ex compagni che dovevamo sconfiggere per ottenere i Bit Power. Per questo la Borg ci obbligò ad attaccarlo per vendicarci.
Riuscimmo anche a rubare la Tartaruga Nera di quel Max. Ci eravamo portati avanti, dato che gli incontri della finale erano tre, rubandone subito uno avremmo potuto garantirci gli altri tre durante la competizione.
Tutto stava andando nel migliore dei modi. Sergej riuscì anche a sconfiggere Kai, che suo nonno aveva provato a riportare dalla nostra parte. Stavolta però non c’era cascato, e per questo venne sopraffatto.
Anche il suo Bit Power, l’Aquila Rossa, venne rubato. Ma non riuscimmo a prendere quello della Tigre Bianca. Nonostante Boris avesse ferito gravemente il suo avversario, quest’ultimo era riuscito in qualche modo a sconfiggerlo.
Una sconfitta non era nei programmi. Avremmo dovuto vincere tutti i combattimenti, ed invece rischiavamo addirittura di venire sconfitti.
Per questo il peso della battaglia successiva ricadde su di me.
Come Capitano della Borg, era mio compito provare a risollevare le sorti di una sfida che rischiava di essere persa. Potevamo addirittura non prelevare i Bit Power mancanti, ed alla sola prospettiva non osavo pensare cosa ci avrebbero fatto Vorkov ed il nonno di Kai.
Era il mio turno di combattere… e dovevo vincere!!

Ci sono…

Come mi aspettavo, dovetti combattere contro il Capitano dei Bladebreakers.
Takao Kinomiya. Il possessore del Drago Azzurro.
Se avessi preso lui, probabilmente avremmo sopperito alla mancanza della Tigre Bianca. Dovevo solamente sconfiggerlo e poi tutto sarebbe finito.
Gli regalai addirittura il primo round per fargli credere di avere la situazione in pugno. Ma era solamente una tattica, e lui non se ne era neanche accorto.
Takao era un ingenuo. E lo è tuttora a voler essere precisi.
Nel secondo round, bastò veramente poco affinché sconfiggessi Takao in un attimo. Mancava solamente il terzo round, dovevo vincere unicamente quello… e poi sarebbe tutto finito.
Però, prima ancora che iniziasse il terzo ed ultimo round, Takao cominciò a parlarmi.
Io avevo provato a fargli capire che cosa significasse essere soli al mondo, senza nessuno che potesse aiutarti. Che cosa significava dover poter contare solo sulle proprie forze.
Ed invece lui mi parlò del legame che aveva con i suoi amici ed i suoi compagni. Mi parlò del fatto che la sua forza traeva dalle esperienze che avevano accumulato tutti insieme. Che se avessi continuato così sarei stato sconfitto…
Allora non compresi quello che stava cercando di dirmi, la presi come una provocazione e sfoderai tutti i Bit Power di cui disponevamo, che avevamo rubato durante tutto il torneo e gli incontri amichevoli, in un colpo solo.
Eppure, nonostante l’immensa potenza che avevo accumulato in un unico Beyblade, venni sconfitto.
Io, Yuri Ivanov, Capitano della Borg, venni sconfitto da Takao.
Non riuscivo a crederci. La sua determinazione si era rivelata più potente della forza. Come diavolo c’era riuscito?!
Questa era la domanda che mi stavo ponendo, e nei primi tempi non riuscì neanche a darci una risposta. Sembravo in difficoltà.
Ma poi finalmente compresi… era stato il suo legame con i compagni di squadra.
Loro erano una squadra. Noi eravamo solitari.
Questo aveva fatto la differenza. E finalmente ero abbastanza maturo per comprendere che cosa significasse far parte di un gruppo assortito.
Sembrava assurdo, ma la sconfitta ci aveva resi liberi.
Realmente liberi…

Ci sono…

Il nonno di Kai fu arrestato.
Dopo la nostra sconfitta, le prove dei crimini della Borg emersero e lui fu consegnato alla giustizia. Invece Vorkov scomparve nel nulla. Senza lasciare traccia.
I motivi delle nostre intere sofferenze erano scomparsi nel nulla. La nostra occasione per ricominciare da zero. Per avere una nuova vita.
La vita che avevamo tanto desiderato.
Avevo solo quattordici anni, ma dovetti comunque prendere in carico il monastero ed i ragazzi che erano sopravvissuti fino a quel momento alle torture di Vorkov.
Ci rinominammo Neoborg e, da quel momento, diventammo indipendenti. Gestivamo noi il nostro tempo, i nostri allenamenti e, soprattutto, la nostra vita.
Eravamo liberi. Finalmente.
La nostra indipendenza durò due lunghi anni, in cui ci disinteressammo totalmente al Campionato del Mondo successivo. Non avevamo più nessun motivo di gareggiare.
Il nostro unico desiderio era vivere senza più avere paura di morire ogni secondo. Volevamo ricominciare da capo, ed i titoli del mondo non avevano nessun interesse per noi.
Trascorremmo due anni senza pensare a nulla, se non a vivere come avevamo sempre desiderato. Io, Sergej, Boris e Ivan non avevamo più nessuna preoccupazione.
O almeno così pensavamo…
Bastarono solamente due anni prima che lui tornasse alla carica. Prima che lui tornasse a tormentare le nostre vite. Prima che lui tentasse di nuovo a conquistare il mondo.
Prima che Vorkov si facesse rivedere!

Ci sono…

Sfortunatamente non stava agendo alla luce del sole.
Ancora una vola preferiva lavorare sottobanco, ed aveva progettato di mandare una squadra sperimentale ai nuovi Campionati del Mondo che seguivano la formula del round robin senza eliminazione diretta.
Aveva assegnato il comando dell’operazione a Barthez, che aveva istruito quattro ragazzi ad imbrogliare pur di ottenere il risultato sperato. Era chiaro quale fosse il loro intento.
Dovevano vincere quella competizione. Ed io glielo avrei impedito.
Non avevo più interessi a partecipare al Campionato del Mondo, ma se il prezzo da pagare era sventare i piani di Vorkov mi sarei iscritto, ed avrei vinto il titolo mondiale!
Superammo le qualificazioni in un lampo grazie alla nostra forza. Eravamo diventati molto più forti rispetto ai tempi della Borg, allenarci come desideravamo noi aveva dato i suoi frutti.
Finii addirittura per accettare di nuovo Kai tra le nostre fila, nonostante ci avesse voltato le spalle per ben due volte di seguito.
Lui desiderava solo battersi contro Takao. Ne ero ben consapevole, ma sinceramente non mi importava. Se con il suo aiuto avessi potuto garantire la vittoria della mia squadra al Campionato del Mondo l’avrei accolto a braccia aperte.
Vincere era l’unica cosa che contava. Del resto, non mi importava nulla.
Anche Kai era molto determinato, si addestrava costantemente per poter raggiungere vette sempre più alte, ed a me faceva comodo. Più si potenziava, più possibilità avevamo noi di vincere il Campionato del Mondo.
Tuttavia, dovetti ammettere che sottovalutai non poco il livello dei miei avversari.
Non ero l’unico che si era potenziato nel corso degli anni, e ne pagai il prezzo già durante i primi combattimenti.
Ero stato stupido.
E ne stavo pagando il prezzo.

Ci sono…

Il primo incontro negli Stati Uniti in verità andò bene.
Dovemmo affrontare gli F-Sangred e riuscimmo a batterli con estrema facilità. Non erano avversari alla nostra altezza. Fu il secondo incontro a gettare benzina sul fuoco.
In Italia affrontammo i Bladebreakers, gli avversari che Kai tanto desiderava combattere. Ma al momento della sfida… Takao non si fece vedere!
Non ho ancora ben compreso come mai inizialmente non si fece vedere, ma questo spinse Kai ad abbandonare la lotta e ad affidarla a me. Bah, come voleva, tanto io dovevo solamente vincere il titolo mondiale, del resto non me ne importava nulla.
Ero anche convinto che avrei avuto vita facile, dato che dovevo affrontare il cervellone della squadra, che non aveva quasi nessuna esperienza. Ed invece si rivelò più forte di quello che pensavo.
Mi irritò, finì per perdere la pazienza e disintegrare il suo Beyblade vincendo la lotta. Forse avevo esagerato, ma sinceramente non mi importava. Dovevo vincere, e basta.
Rifiutai anche la proposta di Takao di combattere contro di me al posto di Daichi, il mio ultimo avversario dei Bladebreakers, ma il regolamento lo impediva ed anche a me non fregava nulla.
Ancora una volta però mi feci prendere dal desiderio di vittoria. E fu proprio quello a segnare la mia rovina in quel match.
Sottovalutai le capacità di analisi del secchione, e quel Daichi riuscì a cogliere l’unico punto debole che aveva il mio Wolborg per colpirmi.
Dopo aver lanciato la Tempesta di Ghiaccio, c’era un momento in cui Wolborg era del tutto inerme, e di conseguenza facilmente attaccabile. Daichi, su suggerimento del secchione, mi colpì in quel momento, mandandomi fuori lotta.
Avevo perso. Una condizione che non si presentava più da due anni.
Era incredibile e non riuscivo a crederci. Cercai di arrovellarmi per giorni per capire dove avevo sbagliato, ero convinto di aver lavorato bene anche di strategia. Ed invece nulla.
La mia condizione psichica mi portò anche a perdere il secondo incontro contro gli All Starz. Fortuna volle che ci pensasse Kai a vincere il match per noi, almeno non avevo provocato troppi danni alla mia squadra.
Ma questo non cambiava quanto stava accadendo.
Stavo venendo sconfitto continuamente. Ero passato dall’essere quasi imbattibile a venir sconfitto continuamente. Ed i prossimi avversari sarebbero stati proprio gli uomini di Barthez.
Dovevo cambiare quella condizione, non potevo più permettermi di continuare a perdere.
Ne andava del mondo intero.

Ci sono…

Proprio per questo inserii nel mio Beyblade un dispositivo.
Wolborg avrebbe assorbito i colpi avversari e li avrebbe catalizzati al suo interno per riversarli poi contro l’avversario attraverso la Tempesta di Ghiaccio. L’arma segreta che mi avrebbe garantito la vittoria nei Campionati del Mondo.
Ed inizialmente fu proprio così.
Contro gli uomini di Barthez riuscì a vincere il combattimento. Era una lotta troppo importante per sbagliarla, perché se li avessimo sconfitti li avremmo sbattuti fuori dai Campionati del Mondo. Non avrebbero più potuto accedere alla finale.
La soddisfazione di eliminare Barthez e mandare all’aria i piani di Vorkov fu immensa. All’epoca non sapevo che non era ancora finita, ma mi godei il momento e la sensazione di aver impedito a Vorkov di fare agli altri ciò che lui aveva fatto a noi per anni.
Una volta sventati i piani di Vorkov rimaneva solamente da vincere il Campionato del Mondo. Il suo piano prevedeva anche il coinvolgimento del Campione del Mondo, e qualunque fosse stato avrei potuto stroncarlo sul nascere se io avessi vinto il titolo.
Dovevo vincere. Assolutamente!
Anche l’ultima battaglia dei gironi ci andò bene. Io e Kai sconfiggemmo i rappresentanti dei White Tigers ed arrivammo in finale. Kai fu obbligato a giocarsi addirittura l’asso nella manica che si era tenuto per la sua battaglia contro Takao.
Doveva essere stata davvero dura per lui, ma l’importante era essere arrivati alla fine. E tutto giocava a nostro favore, non potevamo fallire.
Oltre a noi anche i Bladebreakers e gli F-Sangred erano arrivati in finale, e dato che gli altri avevano un punto in meno rispetto a noi furono obbligati a sfidarsi. Il vincitore avrebbe affrontato noi nella finalissima.
Fu inutile dire che vinsero i Bladebreakers, ed arrivarono contro di noi nella finale.
Non me ne sorpresi affatto. Avevo spronato quel ragazzino, Daichi, a dare il meglio di sé per raggiungermi alla fine, ed a quanto pareva le mie parole avevano dato i loro frutti.
Ora dovevo solamente concentrarmi e vincere. Il traguardo era ad un passo, dovevo solamente fare l’ultima camminata e sarei divenuto il Campione del Mondo.
A quel punto Vorkov sarebbe stato fermato.
Per sempre.

Ci sono…
Purtroppo, non ci riuscì.
Le provai tutte per vincere, anche ad approfittare del fatto che il mio sfidante, sempre quel Daichi, si stava trattenendo per consentire a Takao di riprendersi.
Ma alla fine il nostro duello terminò in un pareggio, e Kai venne sconfitto da Takao. Questo decretò definitivamente la vittoria dei Bladebreakers.
Avevamo perso. Noi della Neoborg avevamo perso. Ad eccezione di Kai.
Lui voleva solamente battersi contro Takao, ed aveva raggiunto il suo scopo. Io invece volevo utilizzare la sua forza per portare la mia squadra alla vittoria, ed avevo fallito miseramente.
Ma non era ancora finita.
Anche se loro erano i Campioni del Mondo, ero certo che non avrebbero ceduto alle lusinghe di Vorkov quando sarebbe stato il momento, qualunque esse fossero state.
Dovevo solamente aspettare che si sarebbe fatto vivo a quel punto. Non c’era altro che potevo fare.
Avendo perso, non potevo influenzare in alcun modo il corso degli eventi, se non stroncare all’istante Vorkov quando avrebbe cercato di approcciarsi a Takao.
Cosa che fece quasi subito.
La BBA fu acquistata dalla nuova società di Vorkov, la B.E.G.A., ed il suo scopo era di trasformare il Beyblade in uno sport professionistico. Finalmente le sue intenzioni erano venute alla luce.
Non avevo bisogno di altro. Sapevo dov’era e quali erano le sue intenzioni, era arrivato il momento di chiudere i conti con lui una volta per tutte.
Per questo io, Boris e Sergej ci dirigemmo alla sede della B.E.G.A. per sistemare quel bastardo una volta per tutte. Incrociammo anche Takao lungo la strada, era dubbioso se accettare o meno l’offerta di Vorkov.
Voleva che il Campione del Mondo lo supportasse in modo da avere tutti i Blader dalla sua parte, che lurido infame. Ma tanto Takao non avrebbe dovuto decidere, entro breve la B.E.G.A. sarebbe crollata, e le sue titubanze si sarebbero rivelate inutili.
Quanto ero ingenuo.
Se solo avessi fatto più attenzione…

Ci sono…

Una volta in sede, Vorkov ci propose una sfida.
Dovevamo superare una serie di prove, e se ce l’avessimo fatta avrebbe rinunciato per sempre al suo progetto. Non mi fidavo di lui, ma se non avesse mantenuto la parola gli avremmo fatto sputare i denti, per questo accettammo.
Inizialmente ci propinò tre Blader davvero mediocri. Io ed i miei compagni li battemmo in poco tempo, non erano alla nostra altezza. I problemi vennero dopo, quando Vorkov schierò uno dei suoi Blader migliori.
Un ragazzo chiamato Garland.
Si fidava talmente tanto di lui che Vorkov promise di rinunciare per sempre alla B.E.G.A. se avessimo sconfitto solamente lui, già questo avrebbe dovuto mandarmi un campanello d’allarme nella testa, ma quello che accadde dopo fu anche peggio.
Per dimostrarmi quanto era forte, Garland sconfisse facilmente Sergej e Boris e li mandò in coma. Fu davvero agghiacciante.
Dopo venne il mio turno, e davanti ad una folla festante mi ritrovai a dir poco schiacciato da un masso enorme che non avevo la forza di tirare su con le mie sole braccia.
Quel Garland era molto più forte di quello che pensavo. E come se non bastasse non gli interessavano gli scopi di Vorkov o il fatto che fosse un manipolatore, voleva solo diventare un professionista, del resto non gliene importava nulla.
Mi ricordava me ai tempi della Borg. Rivedere quell’atteggiamento mi fece tornare alla mente quando ero isolato ed inerme. Quando ero un lupo solitario.
Ma non c’era tempo per lasciarsi andare ai ricordi. C’era una battaglia in corso e dovevo vincerla assolutamente… ma ormai non avevo molte speranze.
Per allungare il combattimento, Vorkov adoperò addirittura una gabbia in modo che i Beyblade non potessero uscire. Maledetto bastardo.
Inutile dire che in quelle condizioni non ce la feci. Venni sconfitto. E ne uscì anche parecchio male, al punto che le ferite furono talmente gravi che sentivo le palpebre sempre più deboli.
Non sapevo che cosa mi stesse succedendo, ma Takao ed i suoi amici erano lì, vicini a me. Prima che chiudessi gli occhi, dovevo dirgli tutto. Ogni singola cosa.
Ci riuscì. Gli spiegai del piano di Vorkov e degli uomini di Barthez. Compresero finalmente le vere intenzioni di Vorkov e si ribellarono a lui. Alla fine, la mia crociata di vendetta a qualcosa era servita.
E poi, si fece tutto buio.

Ci sono…

Ed ora eccomi qui.
Non ho ben capito cos’è successo dopo che ho chiuso gli occhi. Tutto si è fatto buio, e sono rimasto in queste condizioni per così tanto tempo che ormai ho perso la cognizione del tempo.
Quanto è passato? Un giorno? Una settimana? Un mese? Un anno?
Chi può dirlo. Sono in uno stato di coma talmente sopito che mi meraviglio io stesso di saperlo. Forse perché quando si è vicini alla morte si rivede tutta la propria vita in un attimo…
Anche se per fortuna non sto morendo. Sono riusciti a curarmi in tempo, ed ora sono in uno stato vegetativo e nessuno sa quando potrò risvegliarmi. Sto lottando con le unghie e con i denti per risvegliarmi, ma mi sta riuscendo difficile.
Sono riuscito a malapena a muovere le palpebre e le dita. Ma devo farcela, devo riuscirci. Sento che sono tutti in pericolo.
Non so che cosa sta succedendo. Sento la voce di Takao che sta chiedendo aiuto ai suoi amici. Sta affrontando un vero mostro ed ha bisogno di tutta la forza dei suoi compagni.
Non so se posso ritenermi un suo compagno dopo tutto quello che ho fatto, ma gli sono debitore. Grazie a lui mi sono liberato della Borg, ho compreso che cosa significa avere dei compagni, ho compreso cosa significa avere… degli amici…
Gli devo tutto, e non posso abbandonarlo adesso. Devo aiutarlo finché posso, perché io non sono uno che molla.
Io sono Yuri Ivanov.
Capitano della Neoborg.
Custode di Wolborg.
E non mi arrendo davanti a nulla!!

Ci sono anch’io!!


Spero che questa One Shot vi sia piaciuta alla fine :).
A differenza di quella dedicata a Brooklyn, con Yuri c’era molto di più di cui parlare grazie al fatto che è comparso in due serie, e difatti è venuta fuori una One Shot piuttosto lunghetta alla fine :).
Ho cercato di trattare meglio che potevo tutti i punti salienti della sua vita, così come il suo rapporto con Kai, Takao e Vorkov e la sua determinazione durante i due Tornei a cui ha partecipato e gli eventi della B.E.G.A., e spero di esserci riuscito alla fine :).
Con questa One Shot, si concludono le storie corte dedicate a Beyblade!!
So che sono stato piuttosto veloce, e mi dispiace per questo T_T ma ho intenzione, comunque, di pubblicare altre One Shot ogni martedì e giovedì fino al 24 Dicembre (ad eccezione del 22 Dicembre), e di conseguenza se vorrete leggere altre mie One Shot potrete sempre dedicarvi a quelle che ho già pubblicato e che pubblicherò :).
Non penso di avere altro da dire, di conseguenza vi ringrazio ancora tantissimo per aver letto e spero apprezzato questa One Shot :) e ci risentiamo martedì 12 Novembre, tra due giorni, per la prima One Shot di una serie di esse dedicata al franchise cinematografico “I Pirati dei Caraibi” e pubblicata nell’apposita sezione di EFP!! ;)

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