Two That Are One - An Alternative Reylo

di Nives_as_snow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'll show you the Dark Side ***
Capitolo 2: *** I feel it again ***
Capitolo 3: *** A child in a mask ***
Capitolo 4: *** Back from the death ***
Capitolo 5: *** You are still so alone ***
Capitolo 6: *** I never felt so alone ***
Capitolo 7: *** You are not alone ***
Capitolo 8: *** And neither are you ***
Capitolo 9: *** Friends don't lie! ***
Capitolo 10: *** The return of Fulcrum! ***
Capitolo 11: *** Come back! ***
Capitolo 12: *** The Princess ***
Capitolo 13: *** The mission and the Master ***
Capitolo 14: *** Towards life ***
Capitolo 15: *** Pictures Of You - The Cure ***
Capitolo 16: *** Epilogo - Two That Are One ***



Capitolo 1
*** I'll show you the Dark Side ***


⭐ CREDITI ⭐ 68747470733a2f2f696d672e776174747061642e636f6d2f73746f72795f70617274732f34382f696d616765732f31363565

Hello there, in questa parte aggiunta - in apertura - raccoglierò tutti i ringraziamenti a chi mi ha aiutato strada facendo, a migliorare la storia, con consigli, critiche costruttive ed aiuti pratici.

Potrà quindi essere aggiornata periodicamente perché non legata, strettamente, alla trama.

Inizio con il presentarvi la Copertina, signori!
Eccola, completamente rinnovata e assolutamente migliorata dalla bravissima, super fantasiosa  _Lightning_ 68747470733a2f2f73332e616d617a6f6e6177732e636f6d2f776174747061642d6d656469612d736572766963652f53746f

Che dire passate sul suo profilo, non solo perché scrive divinamente, oltretutto per ammirare le sue originalissime copertine, un vero e proprio biglietto da visita per chi pubblica storie, perché anche l'occhio vuole la sua parte.

⭐Incominciamo insieme il viaggio nella Galassia lontana lontana.⭐

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Premessa

Contesto: A livello temporale possiamo collocare questo capitolo prima e durante Episodio VII: Il Risveglio della Forza, con alcuni flash back all'infanzia di Ben Solo.

Sconfitto dal senso di solitudine e sedotto da Snoke - a causa del suo enorme potenziale - cede alla disperazione, assumendosi colpe non sue (il massacro del tempio), sentendo ormai, definitivamente, che più nessuno creda in lui, nemmeno Luke, che infatti tenterà di ucciderlo in preda ad un raptus.

Ho immaginato che la 'visione della spada' di Rey, nel Castello di Maz Kanata, sia ambientata - fisicamente - dove risiedevano la principessa Organa e la sede del Senato, ai tempi di Bloodline (il romanzo che colma il lasso temporale tra Ep.VI ed Ep.VII, spiegando, a livello politico,  attraverso la vita di Leia, gli eventi che si sono succeduti nella Galassia), cioè sul pianeta Hosnian Prime, dove Kylo si reca per ordine di Snoke per terminare la feccia ribelle e che vediamo polverizzato in Ep.VII, per ordine di Hux, dalla base Starkiller.

Nei primi tre capitoli ho ripercorso, a grandi linee, la storia di Ben Solo, dal punto di vista dei suoi perché e delle sue emozioni, con l'aggiunta alcuni missing moments di mia invenzione.

Dal capitolo quattro la trama prende una direzione propria discostandosi da quanto visto in pellicola, narrando la storia dei personaggi nella maniera in cui io l'ho immaginata.

Personaggi

Rey, Kylo Ren/Ben Solo, Poe Dameron, Leia Organa, Ransolm Casterfo.

I Cavalieri di Ren, Armitage Hux, Snoke, Han Solo, Chewbecca, Anakin Skywalker, Luke Skywalker, Ahsoka Tano, Rose Tico, Finn, Sheev Palpatine, Lando Carlissian, Jannah Carlissian (Menzione).

Famiglia Doneeta, Numa Doneeta (Nuovi Personaggi).

Genere: Introspettivo, Sentimentale, Angst.

***

Era tornato il giovane Ren su Hosnian Prime, durante una notte piovosa, con i Cavalieri di cui ormai era a capo.


Non era passato molto tempo dalla distruzione del tempio Jedi, nel quale Luke lo aveva cresciuto e addestrato e dall' uccisione dei giovani padawan che erano stati suoi compagni.

🥀🥀

Snoke aveva saputo bene insinuarsi nella sua mente, sfruttare le sue insicurezze e, mano a mano, sempre più il senso di abbandono da parte dei suoi genitori che lo aveva reso insicuro circa tutti gli insegnamenti appresi e le aspettative di Luke, le quali, puntualmente, quella creatura sinistra, gli faceva credere di aver disatteso.

La rabbia e la delusione del giovane Solo, abilmente alimentate dall'odio e dal desiderio di vendetta, che Snoke nutriva verso Luke Skywalker per averlo sfigurato, affrontandolo in uno scontro negli anni precedenti, sprofondava l'anima del ragazzo nell' Oscurità, in maniera sorprendentemente veloce.

Ciò che faceva esitare Ben era quella luce, se pur flebile, che gli impediva di tradire suo zio e più di tutti sua madre, la quale pur avendolo lasciato quand'era molto piccolo, lo aveva fatto con un nobile intento.

Suo padre invece, era sempre stato poco presente, troppo impegnato sul fronte della difesa.
Di lui tuttavia, sentiva, a tratti, una forte mancanza.

A ben pensare, tali sentimenti, sarebbero dovuti essere superati, visto come - dopo i cinque anni di età - lo avevano affidato ora alle cure di Chewbecca, o altro personale al loro servizio per dedicarsi alla politica e alla salvaguardia della pace nella Galassia.
Del resto Leia era certa dovesse essere, naturalmente, uno degli scenari futuribili per suo figlio.

Tuttavia, sentendo nel bambino, le medesime potenzialità e nel Lato Chiaro che nell' Oscurità - esattamente come quelle di Anakin - la principessa Organa ebbe paura e decise che, sicuramente, le vie della Forza avrebbero dovuto guidare suo figlio essenzialmente nella Luce.
La priorità era questa!

Il titolo di principe e il conseguente ruolo che Ben avrebbe assunto nella Repubblica, come suo diretto successore, potevano attendere.

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Il giovane Solo sentiva gravare su di sé tutto il peso delle aspettative di una vita già decisa!
Era smarrito, così che Snoke lo potè manipolare fingendoglisi consigliere, esaltando il fatto che la tendenza all'Oscurità e la sua forza superiore al normale, provenissero dal legame di sangue con Vader, alimentando agli occhi del ragazzo un mito inesistente, dal momento che, proprio Il Prescelto, era stato colui che aveva riportato l'Equilibrio.

Ma il momento venne, in cui i demoni di Ben presero forma reale; la manipolazione mentale di Snoke si compì, così che, quest'ultimo, potesse uscire dall'ombra e dare inizio alla costituzione di una opposizione violenta che avrebbe sferzato la Galassia, per prenderne il comando, spegnendo gli ultimi dardi della Resistenza, incapace di riportare un vero ordine.

Produsse il suo frutto amaro, nella notte in cui Luke - sentendo crescere sempre più l'Oscurità in suo nipote - si macchiò, in un attimo di follia, dell'ignobile gesto che lo spinse a tentare di uccidere Ben nel sonno.

E pensare che lui aveva esitato nei suoi propositi, perché si sentiva in colpa al pensiero di tradire la sua famiglia, ma Luke?! Luke no! Lui non si era fatto alcuno scrupolo! Proprio come Snoke lo aveva sempre descritto: un uomo divorato dalla presunzione della leggenda che era divenuto, per aver 'convertito' Vader.

Era tutto vero!
Per anni Ben non aveva davvero potuto crederlo, ma 'il suo maestro', ora, lo fissava con sguardo spiritato, reso ancor più inquietante dal luccichio che gli si rifletteva, nelle iridi chiare, proveniente
dal laser della spada che brandiva dinnanzi al volto di un ragazzo inerme.

E se non si fosse svegliato proprio in quel momento, spinto dalla Forza, per difendersi?

Nello stesso istante in cui il giovane - con un potere devastante - fece crollare su suo zio, la capanna nella quale si trovavano, qualcos'altro di ancor più sinistro destò la sua attenzione: un icendio dalle fiamme altissime aveva avvolto il tempio Jedi!

Ben era subito corso a vedere cosa fosse successo, molti dei suoi giovani compagni padawan erano stati uccisi, e il tempio dato alle fiamme.

Il giovane era incredulo, sconvolto dal repentino succedersi di quegli avvenimenti funesti!
Tutta la sua vita era letteralmente andata in pezzi in pochi momenti. Che ci fosse Snoke dietro quell'incursione era abbastanza ovvio per lui, ma il giovane Solo non si sarebbe aspettato tanta crudeltà riversata su giovani indifesi.

Snoke aveva calcolato tutto nei minimi dettagli, perché ogni cosa portasse ad immolare un' ulteriore vittima su quell'altare di morte: Ben Solo, così che non sapendo dove andare, corresse a cercare riparo sotto la sua ala protettrice.

🥀🥀

Fecero ritorno da una missione, i padawan Voa, Tai ed Hennix.
Ben non seppe dire loro altro che aveva ucciso Luke, per difesa, ma non si discolpò del massacro al tempio, così i suoi giovani compagni trassero errate conclusioni e il ragazzo dovette scappare in fretta, per sfuggire alla loro morsa.

Sotto consiglio di Snoke, si unì ai Cavalieri di Ren, uccidendone il capo proprio in adempienza al loro rito iniziatico, secondo il quale, per diventare uno di loro doveva uccidere un personaggio importante;

Ben inizialmente bluffò, non volendo spargere sangue.
Raccontò a Ren di aver assassinato Skywalker, la leggenda dei Jedi, ma non essendovene certezza il capo dei Cavalieri gli chiese di eliminare i padawan suoi amici con i quali era cresciuto!

Il ragazzo si era rifiutato, tentennava, così Ren (inizialmente a capo di questa sinistra banda) uccise prima Hennix, poi Tai, proprio colui che era stato veramente come un fratello per Ben, aiutandolo sempre a sopportare il peso della dinastia da cui proveniva.

Pieno d'odio, Ben si scagliò su Ren per vendicare la morte innocente del compagno cresciuto con lui.

Successivamente Voe, furiosa, attaccò Ben, che la affrontò a sua volta. Voleva fargliela pagare per averlo additato come un un assassino, per essere sempre stata invidiosa del suo primato di stirpe e potenza.

Tramite la Forza, non sapendo ancora dominarla con maestria, aveva scaraventato violentemente la ragazza, la quale era precipitata in un crepaccio.

Pentendosene subito, Ben cercò di trattenerla per non lasciarla morire, schiantadosi sulle rocce sottostanti, ma purtroppo non vi riuscì.

🥀🥀

Da quella notte di fiamme al tempio Jedi era era iniziata l'ascesa di Snoke e del suo apprendista Sith, guerriero oscuro, Kylo (questo il nome che si era scelto) ora maestro dei Cavalieri di Ren.

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🥀🥀

La Night Buzzard era atterrata su Hosnian Prime, quella notte, senza dare troppo nell'occhio, grazie a condizioni meteo avverse, ma le sentinelle andarono comunque incontro ai nuovi arrivati per le ispezioni di routine.

Al minimo cenno di Ren, si scatenò un massacro innocente, avevano ricevuto il preciso ordine da Snoke, di estirpare la feccia della Resistenza che faceva capo a sua madre: il generale Organa, da quel ridicolo paradiso, dove credevano, da anni, di poter essere al sicuro.

La Resisenza, allertata, cercò, combattendo di opporsi e infine scappare.

Ora che il Primo Ordine era sorto in vece del vecchio Impero Galattico, bisognava eliminare gli ultimi Jedi viventi, gli Skywalker: Leia e Luke!

Nella pioggia furente, rabbioso Ren eliminava qualunque essere gli si ponesse d'ostacolo.

Qualcosa lo destò, un turbamento nella Forza, ancora!

E non era certo quello il momento opportuno, mentre lottava aveva bisogno di tutta la concentrazione possibile, ma qualcosa di estremamente fastidioso lo distrasse, si voltò ancora più furioso, con la spada sguainata, pronto a trafiggere il suo nuovo nemico.

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"Remembering you standing quiet in the rain
as I ran to your heart to be near"

Pictures of you - The Cure

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La ragazza!

Non si era fatta attendere.

Fradicia, esile, dagli occhi sbarrati, indietreggiò terrorizzata alla sua vista, perché, stavolta era stato diverso, lei era proprio lì!

Cadde inerme finendo in una pozzanghera, ma già da alcuni secondi prima, aveva potuto vedere quell'essere mascherato, spaventoso, infliggere morte a molti intorno a lui.

Maledizione... Era lei!
La giovane che da tempo gli appariva in visione, turbandolo e tormentandolo, la cerca rottami di Jakku, in compagnia del droide e del traditore FN-2187!

Si era palesata nel buio e nella pioggia!

Fece per raggiungerla - fu un attimo - e lei scomparve dalla sua vista, scappando.
L'avrebbe trovata.
Se ne sarebbe occupato dopo, e avrebbe capito cosa, uno del suo rango, potesse avere a che fare con un niente come lei.

Nei suoi alloggi sulla Night Buzzard, rifletteva Ren: ora perlomeno aveva una provenienza, una traccia, una ordinaria mercante rottami era colei che popolava le sue visioni da un po' di tempo.

Il Leader Supremo lo aveva convocato, chiedendogli se avesse avvertito un risveglio nella Forza; voleva metterlo alla prova.

Sperava Ren, non sapesse però, che la ragazza che ora cercavano per via del droide, tormentava più del solito, i suoi pensieri, già da tempo.

Era sempre la stessa visione: una ragazzina, molto giovane, con aria terrorizzata, sotto una pioggia battente, di notte. Poi la visione cambiava, ella diveniva ardita, osava sfidarlo, con aria agguerrita.
Lo affrontava come un nemico valoroso, nel buio più totale, Ren non vedeva niente intorno a loro, non un luogo o un indizio, non capiva nemmeno con che armi lei lo attaccasse.

Poi d'un tratto si sentiva tagliare in due, urlando dal dolore, senza che le sue corde vocali emettessero suono. Sangue dinnanzi ai suoi occhi, si toccava per vedere dove fosse ferito, ma non c'era niente sulle sue mani.

E poi... una presenza, Luke?
Sua madre?
Han Solo?
I soliti molesti fantasmi del passato?
Sembrava di sì, ma era anche altro di mai avvertito prima.
Era Oscurità crescente e Luce crescente al pari, un contrasto folle che gli provocava ancora più tormento, unito ai rimorsi delle sue malefatte.

Quella notte si sentì così disperato che per un momento - augurandosi che mai Snoke potesse accorgersene - finito, vinto... andò da lei... la cercò... sua madre.

Non la salutò mai, prima di imboccare la strada di perdizione intrapresa.

Leia dall'altra parte della Galassia ebbe un sussulto.

- Ben! - esclamò sopraffatta dall'emozione.

- Madre! - pronunciò flebilmente il giovane.

Un' imponente figura nera si stagliava davanti a lei, fu turbata a quella vista: la lunga cappa che gli ricopriva le spalle, scendendo quasi fino al pavimento, le ricordava dolorosamente suo padre, Anakin, la prima volta che lo aveva visto tanti anni prima vestire i panni di Vader.

In una uniforme nera, e un'espressione attonita, se ne stava il suo ragazzo.

La guardava con occhi fissi, lei pure era paralizzata dall'emozione che dopo anni l'avesse cercata.
Era un uomo oramai il suo Ben, alto, possente, per lei era difficile rivedere il piccolo da cui troppo presto si era separata.

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Lei non era più il giovane impavido generale che ricordava, certo era ancora bellissima però, nonostante la giovinezza sfiorita.

Rimasero fermi a fissarsi per molto tempo, poi il giovane prese coraggio avanzando, in due grandi falcate fu ai piedi di sua madre, soffocando a stento le lacrime, stringendosi a lei.

Leia scivolò anch'essa sul pavimento accanto a suo figlio prendendogli il viso tra le mani, lo baciò, non poté trattenersi, gli occhi del suo Ben erano così tristi, gli spostò i capelli dal viso con una carezza.

- Vieni a casa Ben! Ci manchi! -
Com'era bello il suo ragazzo!
I lineamenti del viso induriti dal dolore, ma nei suoi occhi poteva scorgere ancora luce!

- Non posso madre! - Esclamò il giovane
- È tardi oramai! Non tornerò, sono dilaniato, ma non posso più fare nulla per cambiare ciò che ho scelto di essere: non sono più un essere umano, ma un implacabile mostro di pietra...
Madre, non chiedo il tuo perdono, non lo merito, né desidero, voglio solo che tu sappia che ti amo, ti ho sempre amata, e ti amerò per sempre, nonostante tutto! -

Piangeva Leia a quelle parole.

La aiutò a risollevarsi da terra, la baciò sulla fronte, le asciugò le lacrime, la guardò un'ultima volta e poi scomparve.

Sapeva che le avrebbe fatto male quel gesto, ma si sentiva così perso, gli mancava, cercava l'amore puro e incondizionato dell'unica persona da cui mai si fosse sentito protetto al mondo, sentiva che solo lei poteva calmarlo per un attimo, ridargli un minimo di pace.

Anche se quell'amore era stato soffocato dai doveri e se ne era sentito privato troppo presto, forse era davvero solo l'unico che egli avesse mai conosciuto.

Note dell' Autrice:

Ciao a tutti Force Users, un po' di chiarimenti 😊.
Per quanto riguarda con esattezza 'la visione della spada' di Rey, dalle varie fonti consultate non ci sono certezze su chi siano le persone uccise dai Cavalieri di Ren, nella pioggia, pertanto ciò che ho scritto a riguardo è inventato. 😅
Così come anche molti particolari.

Invece la fuga di Ben dopo l'incendio al tempio Jedi e il suo ingresso nei cavalieri di Ren, i nomi dei tre padawan suoi amici, questo potete trovarlo nel fumetto Marvel : THE RISE OF KYLO REN.

 

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Capitolo 2
*** I feel it again ***


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Dal pilota più scaltro della Resistenza un tale, valoroso - dicevano - Poe Dameron, era riuscito ad ottenere di sapere, strappandolo letteralmente dalla sua mente, dove si trovasse il pezzo mancante della mappa che conduceva a Luke Skywalker.

Doveva ammettere, che quel tizio aveva del coraggio, della spavalderia e un sarcasmo sfacciato, irriverente, proprio come quello di... non riusciva neanche più a pronunciarlo quel nome, tanto gli era ormai estraneo: suo padre, Han Solo!

Questo aveva detto a Snoke, anni prima, e di questo credeva d'esser convinto.
Dunque cos'era la bruciante irritazione che gli ardeva sottopelle al solo sentirne parlare? Tanto da non riuscire a scandire nemmeno il suono di quel nome?

Proprio per questo strano accostamento nei modi, a Ren risultava ancor più irritante quel Dameron, oramai non serviva più.
Terminare la feccia ribelle, questo bisognava fare.

La ragazza; era lei, insieme all'unità BB che bisognava trovare ed Han Solo.

                 🥀🥀

Ren poté assistere, dalla plancia di comando della Stazione Spaziale Supremacy, alla distruzione del sistema di Hosnian per mano della geniale idea di quell'idiota di Hux

Quanto detestava quell'omino che pretendeva di competere con lui, scondinzolando ai piedi del Leader Supremo.

Che cosa avesse spinto Snoke a nominare Hux generale, nonostante la sua formazione militare, non lo comprendeva: non poteva certo competere con la potente linea di sangue degli Skywalker e non c'era dubbio che, a dispetto di tutto, il richiamo del suo sangue lo rendesse fiero di appartenervi.

Avrebbe ottenuto gli stessi risultati, Ren, setacciando ogni pianeta, abbattendo coloro che considerava nemici o scomodi testimoni, ma non certamente ogni forma inerme di vita!

Ma da quando c'era in lui dell' umanità?

Snoke gli aveva comunicato che il droide era stato intercettato, insieme ad Han Solo, probabilmente poteva trovarsi su uno di quei sistemi.
Dunque, perché accidenti era stato permesso di attaccare?
La mappa sarebbe potuta andar persa in quel modo.

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Se ne stava a testa bassa di fronte all'elmo un tempo appartenuto a suo nonno.

- Perdonami!
Lo sento di nuovo,
il richiamo della Luce!...
E il Leader Supremo lo percepisce.
Mostrami ancora il potere dell' Oscurità...
mostramelo... nonno...
e finirò ciò che hai iniziato! -

Suo nonno... come se davvero potesse mai averlo spinto a divenire Kylo Ren!

Snoke, o il Leader Supremo, come ora imponeva di essere chiamato, non era più il suo consigliere, ma piuttosto un despota, dinnanzi al quale inginocchiarsi!

Una rabbia cieca montava dentro Ren, col passare del tempo.
Non sentiva più nessun pallido sentimento che somigliasse a quello di un essere umano.

Il freddo dello spazio e dell' Oscurità erano una cortina impenetrabile nella sua anima.

Eppure quei sentimenti di compassione, che ancora albergatori nella sua coscienza, di tanto in tanto, lo destabilizzavano.

Di lì a poco avrebbe rivisto Han Solo, sentiva il cuore accellerare e pulsare nelle tempie al solo pensiero.

                 🥀🥀

Era giunto con le truppe d'assalto su Takodana, sapeva che Han era lì ed anche il droide... e... lei!
Non fu difficile trovarla, mentre suo padre, il droide ed anche il traditore non si erano visti. Aveva altre priorità Ren, per ora.

Che ragazzina era? Finalmente faccia a faccia!
Gli suscitava un misto tra pena e senso del ridicolo. Con quel blaster chissà cosa pensava di fare...
Giocò con lei come al gatto con il topo, poi le entrò nella mente, ma si fermò, ebbe un'idea migliore.

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L'addormentò e la portò con sé sul suo shuttle, velocemente diretto verso la base Starkiller, c'erano tante cose che doveva sapere di lei e si sarebbe preso tutto il tempo per farlo, con calma, solo, con la sua attesissima ospite.

La ragazza era totalmente in suo potere, legata ben stretta in una delle stanze degli interrogatori, addormentata, gli sembrava così inerme, giovane poco più che una bambina.

La ridestò di colpo, del resto le maniere gentili non erano nelle sue corde.

Rey era spaventata, anche se lo affrontava spavaldamente a parole.

Si tolse l'elmo ad una provocazione di lei.

Era così giovane anche lui! Era solo... un ragazzo - come lei - fu quello che realizzò; si sarebbe aspettata un uomo di una certa età, rimase spiazzata.

La strana tranquillità che in quel momento emanava dal viso del suo aguzzino contrastava con la figura imponente e la sua voce cupa.

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Le si era fatto pericolosamente vicino, era nella sua testa. Lo sentiva. La guardava. Non voleva. Accidenti!

Sapeva che lei aveva visto la mappa, quindi BB-8 non gli era più utile.

A tratti le sembrò quasi che il suo spietato interlocutore cercasse di rassicurarla, che non le avrebbe fatto male.

Non era solo la mappa che voleva però da lei, desiderava altro, bramava sapere chi fosse, ma perché?

Giunti al momento opportuno non gli aveva concesso proprio un bel niente.
Una forza pari a quella di Ren aveva tenuto al sicuro le informazioni riservate.
Ora era lei che lo stava stanando facendolo vacillare.

Conflitto, paura ecco ciò che lei vedeva, solitudine, insicurezza, di fronte a miti troppo più grandi di lui.

Quasi provò pietà Rey, meravigliandosene.

Così era questo l'indomito Kylo Ren?
A lei, nello sguardo rabbioso di lui, mentre lo tartassava a proposito di Vader, parve di vedere solo un ragazzo, non molto più grande di lei, parecchio frustrato.
Che avesse colto nel vivo la piccola Rey?

                🥀🥀

Era in qualche modo riuscita a liberarsi, quella piccola furfante, ma l'avrebbe ripresa.
Furente attraversò il dedalo di pontili sospesi nel vuoto del reattore della Starkiller, con gli assaltatori schierati in cerca della scava rottami.

- Ben! - una voce ruppe il silenzio, all'improvviso. Nessuno lo chiamava più così.
Si maledisse.
Un fremito lo attraversò. Era ora.

Il giovane Ren si voltò lentamente verso il suo interlocutore...
- Han Solo... da tempo aspettavo questo momento. -
La voce, resa più profonda e metallica dal modulatore vocale
dell' elmo, cercò di mostrarsi risoluta, fredda.

- Togliti quella maschera, non ne hai bisogno! - lo sapeva bene Han, la indossava per nascondere ciò che era.

Raccolse la provocazione suo figlio e, tentando di inscenare la migliore versione di sé, iniziò ad inveire contro suo padre, che intanto gli si era fatto sempre più vicino, ponendosi a pochissima distanza da lui.

Il suo Ben, era divenuto un uomo, quella chioma nera, quante volte l'aveva scompigliata con una mano, salutandolo di ritorno da una missione, quante volte l'aveva accarezzata per farlo addormentare quand'era bambino, quanto tempo era trascorso.

Il cuore di Han batteva forte, gli occhi del suo ragazzo ora erano arrossati da lacrime che cercava disperatamente di trattenere, gli tremava la voce, era così fragile, a dispetto della sicurezza ostentata poco prima.
Sapeva che se l'avesse guardato negli occhi, senza maschere, gli avrebbe toccato l'anima.
Lo sentiva fremere, lo spirito di suo figlio.

Un debole fascio di luce azzurrina illuminava le tenebre che li avvolgevano, nel cuore di quel mostro meccanico.
Ci era riuscito Han, a parlare al cuore del suo Ben, in qualche modo, a chiedergli perdono di non essergli stato mai abbastanza vicino.

Il giovane aveva smarrito ogni difesa ormai, suo padre, quanto lo aveva odiato per il vuoto che aveva lasciato, per anni, ma ora era lì, forse non era troppo tardi, forse c'era ancora una speranza.

Che cosa era intercorso tra quei pensieri e i momenti subito successivi, non seppe mai davvero spiegarselo, era lì occhi negli occhi come mai prima, con colui che gli era mancato da sempre, dopo tanto.

D'un tratto le tenebre si infittirono nuovamente, ed Han poté vedere lo sguardo di Ben mutare, come se qualcosa stesse tornando ad impadronirsi della sua anima.

Lo sapevano entrambi, era Snoke, fu un momento e Ren riprese la spada laser dalle mani di suo padre e lo trafisse!

Non avrebbe mai dimenticato come lo guardava, accarezzandolo, prima di precipitare nel vuoto.

L'ultima cosa che Han vide furono gli occhi di suo figlio stravolti, colpevoli, increduli di ciò che aveva fatto.

Delle urla ridestarono Ren, provenivano dai piani superiori.

Chewbecca, la cerca rottami in lacrime e il traditore! Un colpo di balestra, esploso dal Wookie, colpì Ren di striscio al fianco.
Prenderli, distruggerli, ecco quello che doveva fare, non c'era tempo per i rimorsi!

🥀🥀

Come fosse sopravvissuto al collasso della Starkiller, precisamente non lo sapeva, Snoke aveva mandato Hux in suo soccorso.

Un bruciore inverosimile si irradiava dal suo viso fino alla spalla destra, proprio come nella visione ricorrente, ecco quel sentirsi tagliare in due, era la ferita di una spada laser, appartenuta per generazioni agli uomini della sua famiglia, a suo nonno.

Come aveva osato quella ragazzina!
Potente nella Forza era, di certo non una qualunque cerca rottami, c'era di più e l'avrebbe scoperto, a qualunque costo.

Lo stesso dolore lo avvertiva al fianco sinistro, dove Chewbecca gli aveva sparato... Chewbe... un senso di nausea lo pervase, ci era cresciuto in braccio a quel Wookie, come aveva potuto tradire così la sua famiglia?

Stava quasi per cedere alla malinconia di quei ricordi di un' infanzia lontanissima, felice, finita troppo presto.
Poi eccolo li ad attenderlo puntuale, lo sguardo di suo padre mentre moriva, il freddo che sentiva dentro, il baratro che lo inghiottiva sempre di più, forse erano persino superiori al dolore fisico che lo provava.

La cerca rottami era di nuovo sfuggita e Snoke, impietoso, lo aspettava al varco, ne era certo.

Snoke... quanto potere aveva nella sua mente quella creatura, sembrava di essere "sotto padrone".

Kylo Ren non era più il ragazzo spaventato che cercava rifugio e Il Suo Signore non era più il suo mentore.

Ora lo trattava come un subordinato, come... Hux, era una cosa insopportabile, Kylo Ren non era la pedina dei progetti di nessuno, era un maestro nelle arti oscure e conosceva anche le vie dei Jedi, proprio come suo nonno, potente era il sangue che gli scorreva nelle vene.

Non avrebbe permesso più a nessuno di dirgli cosa fare, aveva già dato ogni cosa di sé al Lato Oscuro e a Snoke, il quale però sembrava non essere mai soddisfatto, esattamente come tanti anni prima, Luke.

La morte di suo padre, fino a questo ultimo sacrificio ignobile aveva offerto, ma la sete di vendetta, verso gli Skywalker, del Leader Supremo, era insaziabile.

Note dell'Autrice:

Il contesto nel quale è ambientato questo capitolo è ancora Episodio VII: Il Risveglio della Forza.

La scena nella quale Ben consuma l'omicidio di suo padre ha dei particolari che ai più non potranno essere sfuggiti: il fascio di luce che illumina il pontile nei momenti in cui Han riesce a scalfire il cuore di suo figlio.

Nonappena quella flebile luce svanisce è il momento nel quale l'arma (la Starkiller) ha prosciugato tutta la luce solare.

Il momento simbolico del  trionfo delle tenebre, lo sguardo di Ben muta in quello di Kylo Ren, la sua mente soccombe nuovamente all' Oscurità.

Forti sono la contrapposizione e il richiamo con l'incontro/scontro tra Luke e Vader sulla Morte Nera.

Spero di aver reso in parole il tormento di Ben. A presto Force Users 😉.

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Capitolo 3
*** A child in a mask ***


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"The killer awoke before dawn he put his boots on
He took a face from the ancient gallery and he walked on down the hall and he came to a door and he looked inside..
Father
Yes son?
I want to kill you
Mother, I want to..."

The End - The Doors

Questo era lo scenario che tutte le notti popolava il suo sonno disturbato, lui che uccideva suo padre e poi... sua madre.
Lei sapeva cosa ancora era stato capace di fare.

L'aveva sentita, sconvolta, mentre tutto ciò che ancora poteva definirsi umano in Kylo Ren, moriva negli occhi disperati e increduli di Han Solo, a un passo dall' illusione di aver riportato a casa il suo Ben.

Vedeva ancora Leia con quel pilota, non avevano che pochi anni di differenza i due ragazzi; sua madre nutriva una predilezione per Dameron, probabilmente la consolava di aver occupato quella posizione che di diritto sarebbe spettata a quel figlio perduto.

Aveva preso il suo posto non solo all'interno degli eventi, ma soprattutto nel cuore di sua madre!

Il rapporto d'affetto tra il generale Organa e Poe cresceva e con esso la rabbia cieca che Ren provava verso quel tale.

Se quel traditore non lo avesse aiutato a fuggire, non avrebbe avuto scampo, si pentì Ren di averlo sottovalutato non finendolo personalmente.

Detestava ammetterlo, ma aveva ragione Snoke, eccome, il baratro lo aveva inghiottito definitivamente dopo la morte di Han.

Il giorno era solo dolore che si aggiungeva a dolore, la notte solo orrore.
La sua esistenza era quella di una pedina, al servizio di un padrone crudele e insaziabile.

"Che cos'è questa vita se non il lento fluire del sangue, nelle vene gelide di un' anima senza meta."
"What's this life if not a blood slow flow in the icy veins of an aimlessy soul"

Nives B. - Lacrima nel Vento 2009

Più di quanto potesse sostenere, aveva affrontato, per dimostrare fedeltà al Lato Oscuro e...

Un ragazzino con una maschera -

questa era la lode che aveva ottenuto da Snoke, non si era guadagnato il titolo di suo braccio destro, non bastava aver ucciso il suo stesso sangue e con esso sé stesso, sempre di più.

Nemmeno questo poteva soddisfare la sete di Snoke.
Qualsiasi cosa potesse fare non sarebbe mai bastata!

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Da diverso tempo il legame con la cerca rottami, che lo aveva sfregiato impunemente, si era interrotto.

Sapeva che si era messa sulle tracce di Luke, ed avendo la mappa completa era possibile fosse già da lui.

Non aveva più pensato a lei, attanagliato dai rimorsi per i suoi genitori.

Fu un attimo che non si aspettava e la Forza li unì di nuovo, Rey gli sparò a bruciapelo, con il suo blaster, mandando in frantumi il muro della capanna dove si trovava.

Lui sentì tutto il dolore di quel colpo, se pur non potesse averlo ferito realmente.

In un attimo Ren fu fuori dalla stanza dove si trovava, come a rincorrerla, eccola!

Gli era di nuovo davanti, tentò di violarle la mente per vedere dove fosse, ma Rey resisteva strenuamente, tanto che Ren non poteva vedere nulla attorno a lei, proprio come nelle visioni precedenti al loro incontro, quando lei lo affrontava, avvolta dal buio.

Cos'è che deve restare nascosto? - si domandava Ren

- Tu riesci a vedere cosa ho intorno? -
aveva un'idea di chi stesse celando in quella oscurità, quasi fino a morirne per lo sforzo, e la lasciò andare, beffandola
- Non farlo, la fatica può ucciderti! -
Era certo fosse Luke.

               
               🥀🥀

Sulla Supremacy, ancora. D'improvviso. Lei. Stavolta non era passato molto.

Di spalle, sul promontorio di un'isola (Ren riconobbe il posto, visto nella mente di Rey, sulla Starkiller, dopo averla rapita), sotto una pioggia battente, la figura di un' esile ragazza si beava del rumore emanato dallo scrosciare della pioggia, dal fragore del mare.

Poté osservarla per alcuni istanti sorridere, mentre lasciava che le gocce picchiettassero, con insistenza, sul palmo di una mano.
Gli parve una bambina, dalla contentezza che aveva sul viso in quel momento, doveva essere una sorpresa per lei tanta acqua, costretta da sempre nel caldo soffocante di un deserto.

Rey sembrava così diversa dall'avversario con cui si era battuto che cercava, come tutti, la sua testa su un piatto d'argento.

- Perché la Forza ci connette? -

- Serpente assassino!-

Quelle parole lo trapassarono come una lama affilata, perché gli facevano tanto male?
Era esattamente ciò che aveva scelto di essere, dunque perché al sentirle una fitta lo aveva lasciato senza fiato?

Lo sguardo di Ren era cambiato ora, si era fatto più fragile, sotto i colpi impietosi della voce e degli occhi di Rey, che lo fissavano pieni di rabbia e di sfida.

- Hai quello sguardo, quello della foresta, quando mi hai chiamato mostro. -

- Tu sei un mostro! -

Quell' ultima parola era uscita dalla gola della ragazza, strozzata, a fatica.
Perché si sentiva quasi in colpa ad averla pronunciata?

Il mostro la guardava con occhi smarriti, quasi velati dall' amarezza procurata a colui che ora le stava di fronte... e che, a tratti, le sembrava quasi capace di provare sentimenti.

- Sì lo sono! - aveva pronunciato il giovane, con voce ancora più rotta di quella di Rey.

Rimasero a fissarsi in silenzio per un tempo indefinito, poi scomparvero uno dalla vista dell'altra, mentre lui stringeva, nel palmo guantato, una goccia dell'acqua di quell'isola.

Ripensava Ren, nei suoi alloggi, a quell'ultimo contatto, a come gli occhi della ragazza erano cambiati.

Se pure lo stava ancora insultando, la voce aveva tentennato quasi, come si fosse pentita di ciò che aveva sentenziato, come se avesse potuto leggergli dentro, se avesse sentito la pugnalata, che quell' appellativo impietoso gli aveva causato.

Ripensò al sorriso che le aveva illuminato il viso, al contatto della pioggia con la sua piccola mano, incredibile come una cosa così semplice potesse trasmettere un tale senso di serenità.

Lo stava facendo ancora Rey, lo sapeva Ren, sentiva quanto cercasse disperatamente appartenenza (quasi quanto... lui? sebbene in modi molto diversi).

Così come aveva sentito la sua disperazione per la morte di Han, ora percepiva l'ammirazione che nutriva verso Luke, quanto era ingenua.
Non sapeva proprio niente di quell'uomo.

Forse poteva comprendere il tenero affetto che provava per Han, del resto ci sapeva fare quella canaglia, sapeva rubarti il cuore e farsi voler bene, ma era furioso al pensiero di Skywalker, di come lo aveva tradito.

Sapeva quanto fosse insensibile verso chiunque non rispecchiasse gli inarrivabili canoni di perfezione, cuciti presuntuosamente sulla sua leggenda.

Snoke poi, non si era rivelato diverso dal suo vecchio maestro...

I Jedi, i Sith che differenza c'era?
Ognuno perseguiva la sua propria ambizione, l'unica differenza stava nel fatto che i primi pensassero di detenere il bene assoluto.

Era tempo che tutto questo morisse, che il passato morisse definitivamente.

                 🥀🥀

-Lascia morire il passato-

Questo aveva appena finito di dirle, mentre lei lo fissava in lacrime.

La Forza li aveva connessi ancora, in un momento in cui non avrebbero voluto, che nessuno potesse scorgerli, eppure avevano capito che il contatto tra loro nasceva quando entrambi, pensavano l'uno all'altra.

Piangeva Rey... non si era mai mostrata così fragile. Luke, aveva iniziato a capire non fosse quella figura paterna che lei tanto agognava.

Era arrabbiata anche con lui, stavolta gli rimproverava, tacitamente, di aver avuto tutto ciò che lei non poteva nemmeno immaginare e di averlo buttato via.

Ren poteva leggerlo nella mente di lei, tramite La Forza che univa le loro menti come fossero una.

Non era proprio come Rey pensava, un moto di compassione lo spinse, in qualche modo, a farle capire che non aveva scelto di essere ciò che era per ingratitudine, voleva disilluderla.

Sentiva l'enorme potenziale di quella ragazza e la cosa più ovvia era portarla al Lato Oscuro

Lei era così simile a lui, se avesse avuto al suo fianco un animo puro come quello di Rey e l'avesse addestrata nelle vie della Forza, libera però dagli inutili dettami dei Jedi, forse una nuova vita sarebbe potuta iniziare per loro.

Era lì per provocarla, per farle capire che avrebbe potuto diventare lui la figura di riferimento che tanto cercava.
Avrebbe demolito il mito di Skywalker ai suoi occhi.

I dubbi di Rey erano sempre più concreti.

Luke si mostrava scostante, chiuso alla Forza, alle emozioni, la delusione lo aveva trasformato in una persona rude, non aveva niente dell'eroe romantico, dell' ingenuo ragazzo che con il suo amore ed il potente richiamo della Luce aveva salvato suo padre.

Che ne era dei racconti di Leia e di chiunque avesse descritto quel giovane coraggioso e pieno di sogni?

Povero Luke, la vita non era stata clemente con lui ed ora si trovava nuovamente a dover fronteggiare una ragazza piena di confusione, ma anche dotata di una straordinaria forza, come quella di... suo nipote.

Rey si addentrò nell' Oscurità, spinta anche dalle provocazioni di Ren, sentiva crescere in lei, giorno dopo giorno, la seduzione di quel richiamo che istintivamente sapeva essere legato al suo passato, provò a cercare lì delle risposte... purtroppo senza trovarne.

Quella notte, più sola e sconfitta che mai, cercò Ren, fu lei a richiamare il contatto fra loro e il giovane fu lì da lei, pronto!

Non aspettava altro, il suo vacillare, lui sarebbe stato lì ad accoglierla, consolarla, convincerla, era sicuro di sapere tutto ciò che Rey provava, perché erano le stesse cose che sentiva anche lui.

Era certo che, quella straordinaria potenza che emanava da lei, potesse essere una risposta ad una lunga attesa.

Ciò che successe dopo entrambi non lo avrebbero mai più scordato.

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- Non mi sono mai sentita così sola. -
- Non sei sola. -
- Neanche tu! -

Si sentiva molto sicuro di sé Ren, ma quello che trovò dall'altra parte fu una ragazza che, tra le lacrime, gli confidava tutta la sua amarezza, che gli apriva il suo cuore, era così ingenua, indifesa di fronte a lui...

Il dolore di Rey era il suo, questo non se lo aspettava, non riuscì a rimanere impassibile, come si era imposto.

Non avrebbe voluto ammetterlo, ma era anche così bella, in quel momento, azzerare la distanza tra loro con un abbraccio, sarebbe stato quanto più desiderava... quando lei lo anticipò e molto timidamente fece per allungare la mano verso di lui.

La piccola mano della ragazza si muoveva nella sua direzione, un un ulteriore gesto di fiducia che lo spiazzava, ne seguiva il movimento, poi alzò gli occhi ad incontrare quelli di lei...
perse ogni difesa, sfilò lentamente il guanto nero ed anch'egli mosse la mano timidamente verso quella di Rey.

Incredibile le loro dita si sfioravano davvero, lui era lì, in quella capanna, seduto proprio di fronte a lei, un fuoco li scaldava, da quanto non ne sentiva il calore.
Quella capanna gli ricordava l'ultima dimora su terra ferma dove aveva vissuto.

E così Luke si trovava in quel posto!

Non ebbe il tempo di pensare molto alle sue sensazioni perché quello che vide lo lasciò senza fiato per un attimo.

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La visione di Rey era magnifica, perfetta, andava oltre ogni aspettativa, era davanti al trono dei Sith, era l'imperatrice e lui era al suo fianco!

Vide anche i genitori di Rey.

E poi calore, luce, pace, in contrasto con l'oscurità avvertita subito prima.

Tornò alla realtà sullo sguardo dolce di lei, perso nel suo, che sentì sciogliergli le viscere.
Una comprensione che non conosceva lo pervase.

Anche Rey vide qualcosa che la sconvolse, insieme a lui.
Davanti ad un trono. Combattevano dalla stessa parte.

Ebbe paura, sentiva freddo.

Poi improvvisamente le sensazioni cambiarono.
Per la prima volta in vita sua gli occhi profondi del ragazzo di fronte lei le davano una sicurezza e un conforto mai provati.

Un urlo e un boato interruppero quel momento così intenso:
Luke con uno sguardo furioso!

Trovarselo davanti nello stesso identico modo di anni prima...
Non era cambiato niente: gli stessi occhi iniettati di rabbia.

Scomparve Ren, ma avrebbe voluto dare una lezione al suo vecchio maestro, non gli avrebbe lasciato scampo stavolta.

Ti sei aperta al Lato Oscuro per un paio di occhi dolci. -
- Hai creato tu Kylo Ren?-
- Lascia quest'isola, subito!-

Rey era furente, Luke le aveva mentito, voleva ancora scappare senza darle spiegazioni, ma stavolta la giovane non si sarebbe accontentata delle briciole che le dispensava abitualmente.

Messo alle corde, il maestro raccontò alla ragazza gli avvenimenti della notte in cui vide suo nipote per l'ultima volta.

Hai agito credendo che la decisione fosse già presa, ma non era così! Io l'ho visto, mentre le nostre mani si toccavano ho avuto una visione chiara e concreta, Ben Solo si convertirà, io andrò da lui!-

- Rey questa storia non andrà come tu pensi!-

Era sinceramente preoccupato il vecchio Luke, per quell' ingenua ragazza, sapeva quanto si sentisse smarrita. Aveva visto come si guardavano in quella capanna... aveva visto Ben!

Quanti anni erano passati...

Un' uniforme nera ora lo avvolgeva, proprio come quella che tanti anni prima indossava suo padre, Vader.
I loro sguardi si incrociarono solo alcuni momenti, ma sul viso di Ben c'era lo stesso disappunto di tanti anni prima.

                   🥀🥀

"Wasting in my lonely tower
waiting by an open door
I'll fool myself, she'll walk right in and be with me for evermore"

Evermore - Beauty and the Beast

Lei non si fece attendere! E lui era lì, per guidarla.

Tanti pensieri ed emozioni nuove affollavano la mente di Ren, ma doveva mantenersi impassibile.

Ora sapeva ciò che doveva farelei gli aveva fornito la motivazione che aspettava.

Odiava Snoke con tutto sé stesso, mentre torturava sotto i suoi occhi impotenti Rey, mentre osava far credere loro che il legame che li univa nella Forza lo avesse generato lui, come loro fossero pedine.

Quanto aveva ragione Rey!

Tu sottovaluti Skywalker e Ben Solo e me e questa sarà la tua rovina!-

Quanto coraggio, quanta nobiltà in quella giovane ragazza che ammirava sempre di più e che non sopportava veder soffrire.

Ebbe paura per un momento di non sapere come aiutarla, tanto era testarda, ma il momento venne, fece ciò che andava fatto, uccise il passato ancora una volta!

Poté vedere lo sguardo della ragazza di fronte a lui, pieno di sorpresa, ammirazione, gratitudine.

Lui e Rey agirono con una sincronia perfetta, la Supremacy era in mano loro!

Ren non aveva più padroni.

Ingenui, questo erano entrambi, così potenti, così uniti, così inesperti che quasi risultava tenero il loro candore.

Si perdevano negli occhi l'uno dell'altra, si rimbeccavano come in un litigio tra innamorati su chi avesse ragione.

Ognuno di loro credeva di aver cambiato l'altro ad immagine delle proprie aspettative.
Quanta amarezza per entrambi, rendersi conto che nessuno dei due voleva cedere.

- Aprirti il mio cuore credevo ti avesse illuminato l'anima, come posso lasciarti così ora che tutto il tuo dolore lo sento scorrere nelle mie vene?-

- Come possiamo essere così tanto uno nell'altra, come non senti che ci muoviamo all'unisono ed ora? Vai via così? Portando con te l'unica speranza che abbia di iniziare una nuova vita con qualcuno che mi comprenda? Io non ti perderò, verrò a prenderti -

Note dell'Autrice:

The End dei The Doors mi sembrava il brano che meglio si sposa con la personalità irrisolta di Kylo, a causa del prematuro distacco dai suoi affetti più cari.
Uno strano complesso di Edipo che lo accompagna ancora, in età adulta.

Il secondo estratto è una mia poesia breve, facente parte di una vecchia raccolta pubblicata per un limitato numero di copie, nel 2009 Lacrima nel Vento. Penso descriva bene il vuoto di cui Ben è prigioniero.

In ultimo Evermore da La bella e La Bestia. Ben mi ricorda tanto Adam, il principe oscuro, che la forza dell' amore riesce a scalfire. Eh sono una romanticona non ditemi niente 😅.

 

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Capitolo 4
*** Back from the death ***


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"O dolci baci, o languide carezze...
Svanì per sempre il sogno mio d'amore...
E non ho amato mai tanto la vita! Tanto la vita!"

- E Lucevan le Stelle - Tosca

🥀🥀


(Exegol - Regioni Ignote)

Sentiva la vita abbandonarlo, mentre lei lo accarezzava, le stava sorridendo.

Da quanto tempo le labbra non gli si incurvavano a quel modo.
La sua anima cominciava appena a risorgere lasciando ricadere il peso della cenere che per anni l'aveva sepolta.
Era dunque questo il venire alla Luce?
L' infuriare del suo cuore nel petto, mentre gli occhi pieni di gioia della donna che amava gli scioglievano il cuore?
Nessuno lo aveva mai guardato così, era la prima volta e sarebbe stata anche l'ultima.
Com'era bella la sua Rey! Era così felice che fosse riuscito a ridarle la vita... poi improvvisamente il buio e... più nulla.

- Addio Rey, addio per sempre, non ho nemmeno fatto in tempo a dirtelo che mi hai insegnato l'amore, devo andare, pagare le mie colpe...-

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Una figura non ben delineata gli si fece incontro, avvolta in una luce color cobalto.
Man mano che si avvicinava la riconobbe.

- Ben... bambino mio -

- Mamma...-

Era bellissima, vestita di bianco, come quando lo teneva in braccio da piccolo, la ricordava con quegli abiti.
Una giovane principessa gli cinse la vita con un braccio, appoggiando la fronte alla sua, mentre scorreva le dita di una mano, tra i capelli corvini di suo figlio.

Il contatto tra loro sembrava etereo, percepiva smuoversi le ciocche nere dietro la nuca, mentre ancora incredulo, guardava negli occhi di sua madre.
La sensazione di freddo che emanava dalla fronte di Leia, poggiata alla sua, e il candore del suo incarnato avevano l'aspetto dell'alabastro.

Era morta per salvarlo.

- Perdonami per averti fatto tanto male. - le disse, mentre l'emozione gli spezzava il fiato.
- Sono a casa, con te, mamma. -

- No Ben, no. Ancora un po' di tempo e saremo di nuovo insieme.
Sono così fiera di te, per un momento avevo perso ogni speranza, ma dentro di me ho sentito il tuo cuore!
Ora và, non è ancora il momento. Compi il tuo destino figlio mio.
C'è ancora qualcuno che ha bisogno di te. -

🥀🥀

Un dolore bruciante, fortissimo, percorrendo il suo corpo, lo risvegliò.
Non si rendeva conto di cosa lo circondasse, era così debole che non riusciva a tenere gli occhi aperti, gli parve di vedere delle luci, per qualche istante, e sentire dei rumori, ma aveva male dappertutto.

Si era ricongiunto con La Forza?
Ma se era così perché sentiva languire il suo corpo come fosse mortale?
Di nuovo buio... doveva aver riperso i sensi.

Dopo un tempo che non poté quantificare provò nuovamente a sollevare le palpebre, stavolta vedeva il viso di Rey!
Doveva essere sicuramente un ricordo, lei lo chiamava dolcemente
- Ben... Ben... -
Era così lontana quella voce, ovattata, rimbombava, si sforzò di mettere meglio a fuoco.

Il calore di una carezza sulla guancia lo fece trasalire, come poteva sentire il tatto della mano di Rey?
Era morto!
Che fosse la Diade?
Come quando si erano sfiorati su Ahch-To?

Forse era un sogno, ricordi che lo accompagnavano durante il passaggio nel Mondo tra i Mondi.
Ne aveva ascoltato i racconti da bambino.

Doveva capire: con enorme sforzo fece leva sulle braccia per mettersi a sedere, mentre la ragazza lo implorava di non affaticarsi e realizzò.

- Rey!... Io, io... sono? -

- Ben!...- gli sorrideva lei
- Si, sei vivo. Sei ancora vivo. -

Ma com'era possibile?

- Rey, ti prego, dimmi che cosa è successo. Non può essere. Ero morto ne sono certo, sentivo freddo, tanto freddo, ho percepito chiaramente cosa mi stava per accadere, del resto ero troppo debole. La poca vita rimastami l'ho donata a te. -

Gli prese le mani Rey, lo aiutò a sistemarsi assicurandosi di non stancarlo e sedette accanto a lui.

- Proprio nel momento in cui finalmente tutto sembrava aver ripreso il suo posto... ti ho perso!
Mi sono chinata su di te, tenendoti la mano, che non ho mai lasciato, ed ho invocato disperatamente la Forza.
Sapevo che eravamo entrambi molto deboli, che non ce l'avremmo fatta forse, ma tu non meritavi di morire.
Ho sentito la vita fluire da me e tornare in te, il tuo corpo freddo riprendere pian piano un po' di calore, il tuo cuore tornare a battere.
Non lo so cosa è successo, ma eri di nuovo con me.
Nel frattempo i destoyer dell' Ordine Finale stavano collassando sul pianeta, dovevo fare presto, sono riuscita a trovare il modo di riportarti in superficie, sull' Ala X di Luke, e sono schizzata via da quell'inferno! -

Ben la guardava esterrefatto.

- Dove siamo ora? - le chiese.
Lo fece voltare appena, perché potesse guardare dal vetro della navicella.
Fuori, il giovane vide un oceano sconfinato e tanto, tanto verde.

- È Ahch-To? - chiese, gli sembrava di riconoscerla dalle loro connessioni precedenti.

- Si - esclamò la ragazza
- ho cercato un posto tranquillo dove portarti, affinché potessi riprenderti.-

- Da quanto siamo qui? -

- Poco più di quattordici rotazioni. -

- Davvero? - esclamò il ragazzo, meravigliato.
- E sono stato sempre incosciente? -

- Sì - disse la ragazza
- tranne brevi momenti, ma eri comunque molto debole. -

- Hai fame? Vorrei mangiassi qualcosa. -

A ben pensarci si, aveva molta fame, non mangiava da tantissimo.
Nel tempo che era stato addormentato, Rey lo aveva alimentato con delle flebo.
La ragazza gli preparò qualcosa che aveva lì a bordo, delle porzioni di cibo disidratato, non erano granché, ma a lui sembrarono esageratamente buone, tanto era affamato.

Rey si ripromise di uscire a cercargli qualcosa di più salutare e sostanzioso, la prossima volta. Sicuramente al fisico robusto del giovane serviva ben altro per rimettersi.

- Non appena le forze saranno tornate, verrai con me su Ajan Kloss? Ho comunicato alla Resistenza che sono ferma a riparare Rosso Cinque, perché ha un guasto e che presto li raggiungerò di nuovo, non volevo fossero in pensiero per me e venissero a cercarmi, ma tu verrai con me, vero? -
Si rabbuiò Ben a quelle parole, sapeva che stava per farlo di nuovo e si odiava.
L'avrebbe ferita, ma di certo i ribelli non lo avrebbero accolto a braccia aperte come Rey sperava.

Rimase in sospeso la richiesta della ragazza, poi prese coraggio e le rispose.

- Rey...- le teneva le mani anche lui - Non hai detto a nessuno che sono vivo vero? Non verrò con te su Ajan kloss, sai il perché! -

Quelle parole trapassarono l'anima ad entrambi; a stento la ragazza, ora cercava di nascondere il suo sguardo, fissando in terra.

Ben poteva percepire ogni sua emozione, tutto il dolore che provava.
Lo stesso della bimba di Jakku strappata ai suoi genitori.
Lo stesso di quando lui aveva sentito morire sua madre, per dargli vita, su Kef Bir.
Lo stesso di quando ripensava a suo padre... non dimenticò mai i suoi occhi... e come lo accarezzava sulla guancia destra, mentre moriva.

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Sentiva Rey farsi coraggio per lui, sforzarsi di capirlo, mentre dentro, lo strazio di una nuova separazione li consumava già, loro che avevano appena scoperto di essere una cosa sola.

- Ben...- sussurrò la ragazza, ormai le lacrime le rigavano copiosamente le guance, non poteva nascondersi, lui la trasse a sé, si malediva di non poter iniziare con lei la vita che avrebbe desiderato, la cosa che più avrebbe voluto.

- Rey, io sarò sempre con te, sempre! -
Le teneva il viso tra le mani, guardandola negli occhi.

Rey non conosceva quella dolcezza, nessuno mai le aveva asciugato le lacrime, accarezzandola, nessuno l'aveva mai abbracciata nelle notti fredde che la attanagliavano, meno che mai avrebbe sperato, quel ragazzo che fino a poco fa era stato il suo nemico giurato.

Ma, in fondo, lei aveva sempre sentito la sua anima incatenata dalle menzogne di cui era vittima, aspettare solo di potersi librare.

- Ti devo tutto Rey. Tra qualche giorno, quando mi sarò ripreso ancora un po', andrò, è l'unica cosa che posso fare per tenerti al riparo da ogni rischio.
Intanto cerchiamo un pianeta dove potrò trovare una nave, devo andare Rey, è giusto così.-

Restarono abbracciati senza dire niente, Rey si stringeva forte sulla spalla di Ben, poi lo lasciò riposare, voleva si rimettesse, aveva riportato numerose, profonde ferite durante lo scontro durissimo su Exegol.

La ragazza si mise in volo, mentre ormai il suo ospite convalescente dormiva.
Pensò di atterrare a Cloud City, era stata pur sempre una mercante di rottami, avrebbe trovato il modo di recuperare un trasporto per Ben.

Poco prima della partenza, questi le aveva detto che avrebbe potuto usare alcuni piccoli oggetti di valore, appartenuti alla famiglia Skywalker, che avevano rinvenuto nel veicolo di Luke, sarebbero stati sufficienti ad acquistare un mezzo.

Rey si procurò un B Wing, molto più di quanto avrebbero sperato, lo rimediò da un losco individuo, non senza difficoltà.
Il tizio in questione la mise sotto torchio per sapere a cose le servisse un nuovo mezzo dal momento che ne aveva già uno.

Avanzò delle scuse, la giovane: che la sua X Wing era ormai malandata, ma quel tale era un osso duro e non se l'era bevuta facilmente.
Alla fine Rey utilizzò i suoi mezzi più convincenti, il mind trick funzionava sempre!
Non fece più domande, il suo interlocutore, ed accettò il pagamento senza ulteriori inchieste.

Di ritorno alla X Wing, Rey trovò Ben in piedi, era riuscito ad alzarsi e sistemarsi.
- Non sei mai in difficoltà piccola, ma scaltra mercante! - esclamò in tono compiaciuto, mentre un sorriso appena accennato, gli guizzava lateralmente, sul volto.

Le ricordò la spavalderia di Han.
Aveva dipinta in viso la stessa espressione da imbroglione rubacuori, chissà se se ne rendeva conto di quanto il loro fare si somigliasse.
"Aveva così tanto, quel ragazzo, del cuore di suo padre, in lui".

Il giovane Solo le si fece incontro, mentre la curva che aveva sulle labbra ,un momento prima, svaniva cedendo il posto alla consueta espressione penetrante e fin troppo austera che Rey ben conosceva.

- È ora!... -
Restarono a guardarsi per attimi che sembrarono eterni, fermi, a non sapere come salutarsi..cosa dire...

L'imbarazzo di entrambi si dissolse in un abbraccio.
Le mani tra i capelli l' uno dell'altra, fronte contro fronte, occhi negli occhi.

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Si staccò un poco da lei, per guardarla meglio, voleva imprimere ogni dettaglio del viso di Rey nella sua mente e portarla nei suoi ricordi, per sempre.

La guardai.
Tutto il cielo e la terra
si specchiavano nei suoi occhi.
Seguitammo a guardarci.
Mi pareva che avrei potuto
annegarci nei suoi occhi.
Poi l'accarezzai sul viso,
ci baciammo, la trassi a me.
La strinsi.
Con l'altra mano
le frugavo fra i capelli.
Fu un bacio d'amore,
un lungo bacio di puro amore.

Charles Bukowski - Il bacio

Si un lungo, lunghissimo bacio di puro amore, d'addio, l' ultimo, che avrebbero voluto non finisse mai, ancora più bello di quel primo, dolce e impacciato, che si erano scambiati poche rotazioni prima.

- Sarò sempre con te Rey- le sussurrò, mentre le baciava le mani, delicate, così piccole tra le sue, ancora piene di ferite, le mani che lo avevano curato con un amore che non conosceva prima.

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- Ben... non posso perderti così... - glielo disse in un sussurro talmente impercettibile, che credette lui non avesse potuto sentirla.

- Rey, tu mi hai ritrovato una volta, mi troverai sempre, nel tuo cuore. È lì che io sarò quando mi cercherai. Noi siamo uno.-

Si diresse verso il suo trasporto, si voltò un' ultima volta a guardarla con occhi pieni di riconoscenza.
Lei lo fissò come fosse la cosa più preziosa che aveva e lo era. Lo era davvero. L'unica che avesse mai avuto.
E se n'era andato.
Ancora una volta, una maledetta nave, le portava via ciò che più amava.

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Capitolo 5
*** You are still so alone ***


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Ben si diresse verso Batuu, un remoto pianeta ai margini dell'Orlo Esterno, facente parte dell'omonimo sistema, nel settore Trilon.
Da sempre neutrale, se pur fosse stato teatro di rappresaglie in passato, tra Resistenza e Primo Ordine,
pareva essere il luogo ideale.

Una sorta di crocevia, il tipo di posto in cui ognuno è troppo impegnato con i propri affari e segreti per preoccuparsi troppo dei tuoi. -

Dal romanzo 'Phasma'


A parte Rey, sperava nessuno sapesse della sua sopravvivenza, aveva miriadi di nemici sparsi in ogni angolo della Galassia che lo avrebbero voluto morto all'istante, venduto cara la sua pelle al primo cacciatore di taglie che mai fosse venuto a conoscenza che era ancora in vita.

La popolazione del posto era pacifica, sapeva essere sempre stata disinteressata a schierarsi nello scontro tra fazioni opposte.

Sorvolò le coste, avvicinandosi al pianeta, cercando un luogo abbastanza defilato per l'atterraggio, presso uno degli spazioporti che sembrava in disuso da tempo ormai, vista la vegetazione più fitta che lo circondava.

In seguito si rifugiò proprio nella foresta, lontano dai centri abitati.
Si era ricavato una sistemazione in una specie di capanna incastonata nella roccia, di uno dei secolari alberi pietrificati del pianeta.

Un rovinoso incendio molto tempo prima ne aveva ridotto così una vasta parte.
Ci portò alcuni elementi della sua nave, lasciata non molto lontana dal luogo dove aveva scelto di fermarsi.

Per prima cosa doveva cambiarsi, trovare dei vestiti decenti.

Rey si era presa cura di lui con una dedizione reverenziale, aveva pulito e bendato le sue ferite mentre era incosciente, come meglio poteva, ogni giorno disinfettandole, assicurandosi che non sopraggiungesse la febbre, ma Ben sentiva il bisogno di un bagno.

La scelta ricadde, senza troppe alternative, sul fiume che scorreva nelle vicinanze.
Si immerse molto gradatamente per abituare via via il corpo alla temperatura dell'acqua: era freddissima, ma non poteva che aiutare a rimarginare tutti i traumi riportati nell'ultimo scontro.
Scelse l'ora più calda della giornata, per non rischiare un collasso a contatto con quelle acque gelide.

Insieme al sudore, ai residui di polvere e sangue ancora fresco, in certi punti, quello scorrere ghiacciato sperava lavasse via soprattutto i pensieri, così che tornasse ad essere lucido.

Dette una pulita alla meno peggio anche ai suoi vestiti, ed aspettò cercando di riposare nella sua nave, che fossero asciutti.
Il colore caldo della luce del sole, che filtrava attraverso la vetrata del B Wing fino alla sua branda, gli suggerì che si era fatto tardo pomeriggio.

Con molta cautela, si avviò circospetto verso il villaggio più vicino, facendo in modo di tenere lo sguardo basso, non parlando con nessuno.

Di certo doveva acquistare una cappa che potesse fargli da copricapo per non essere visto in viso.

Data la sua mole, non gli fu facile passare inosservato tra i banchi dei mercanti locali.
Le creature che popolavano Batuu erano di modesta statura rispetto agli umani, fortunatamente però non vi erano solo i nativi, ma anche molte specie aliene.

Utilizzò dei pezzi di ricambio della sua nave come merce di scambio per acquistare degli indumenti e del cibo.
Del resto non aveva molto con sé, ma quei componenti non sarebbero serviti, non aveva intenzione di ripartire tanto presto di lì, salvo il suo nascondiglio non fosse stato scoperto.

Per questo non doveva assolutamente permettere a Rey di capire dove si trovasse.
Conosceva bene la caparbietà che avrebbe spinto la ragazza a cercarlo, con tutte le sue forze.

Rey... la giornata era quasi terminata, non aveva avuto modo, essendo stato impegnato a sistemarsi, di lasciar fluire i suoi pensieri su di lei.

Quanto era passato dall'ultimo sguardo?
Chiederselo era solo dolore, più delle ferite e i lividi di cui era cosparso il suo corpo;.
Contare il tempo che, oramai, li avrebbe separati fisicamente per sempre era un' inutile tortura.
Lui non l'avrebbe mai dimenticata; l'unica che lo avesse davvero compreso, anche nell'attrazione fatale che lo avviluppava nell' Oscurità.

Lei era così incredibilmente l'altra parte di sé e il potente richiamo del loro legame, ciò che sentiva durante quelle connessioni, era come una risposta a domande antiche, lì da sempre, cui non aveva mai avuto il coraggio di dare voce.

Avrebbe dovuto far morire ogni istinto di cercarla, iniziare un duro addestramento interiore per chiudersi completamente alla Forza, quando Rey fosse venuta da lui, perché lo avrebbe fatto! E presto anche, la conosceva.

Era notte ormai, disteso su un giaciglio spartano che si era ricavato, fissava il soffitto della sua sistemazione, non voleva proprio saperne di passare ancora le notti in un trasporto spaziale, se pure sarebbe stato più al caldo e comodo, ma tanto non avrebbe chiuso occhio, inutile.

Troppi ricordi gli affollavano la mente, quelli degli avvenimenti appena trascorsi, il viso della ragazza che amava.

Non aveva mai assaporato l'amore ed era strano come glielo avesse insegnato proprio lei che, come lui, non aveva mai avuto come altra compagna che amara solitudine.

Eppure Rey di quel dolore ne aveva fatto gentilezza, determinazione, coraggio, generosità, dono di sé stessa a chiunque fosse in difficoltà, non aveva ceduto, come lui, al cieco richiamo della rabbia.

E proprio questo lo colpiva, benché avesse avuto ancor meno di lui: una vita arida in tutti i sensi, fin da piccola, mai un gesto di tenerezza, mai una casa, era stato così diverso il modo di reagire, della ragazza, agli eventi.

 

🥀🥀

(Due mesi dopo)

"I used to be a lunatic from the gracious days
I used to feel woebegone and so restless nights
My aching heart would bleed for you to see
Oh, but now...
No more I love you's
the language is leaving me
No more I love you's
changes are shifting
Outside the words

I used to have demons in my room at night
Desire, despair, desire... so many monsters..."

- No more I love you's - Eurythmics

Si ridestò dal sogno che popolava le sue notti ultimamente, stranito.
Da sempre, incubi delle orrende nefandezze commesse svegliavano Ren, ma da quando aveva lasciato Kef Bir, da quando la Luce pian piano aveva riguadagnato strada in lui, il senso di smarrimento che provava era aumentato.

Non riusciva a convivere, durante il giorno, con il fardello del suo passato da serpente assassino, ma di notte... di notte, altro ancora lo tormentava.

Si chiedeva, ora, cosa significasse quel sogno ricorrente: c'era lei, era radiosa, stringeva qualcuno tra le braccia, ma era un' immagine sfocata, non riusciva a vedere le sagome accanto a lei.
Il suo ricordo, al risveglio, avrebbe dovuto intristirlo, ma non era così perché Rey sorrideva in quella visione e non l'aveva mai vista tanto serena, di conseguenza si sentiva sollevato anche lui.

Non sapeva se ciò che vedeva fosse attuale, concreto, un' immaginazione o un futuro scenario possibile, cercava di chiudersi alla Forza per non entrare in connessione con lei, perché potesse dimenticarlo.

Il solo pensiero che sarebbe divenuto un estraneo per lei, gli faceva sanguinare l'anima, ma non voleva più causare sofferenza a nessuno.
Pensava a lei, in ogni istante, con la stessa intensità di sempre, come se il tempo non passasse.

Distruggeva ogni cosa intorno a lui, era sempre stato così, chiunque avesse provato a redimerlo era morto, anche Rey stessa, benché lui l'avesse riportata in vita.

Era riuscito a salvarla su Exegol, questa era l'unica cosa giusta che avesse mai fatto, ma non poteva essere sufficiente a riparare anni di morte e distruzione.

(Ricordi: Due mesi e mezzo prima)

Ben...- lo chiamò come faceva sempre, gli sorrideva, era viva!
Non poteva dimenticare quegli occhi pieni di gratitudine e quel bacio... qualcosa di mai provato prima, così dolce da far scoppiare letteralmente il suo povero cuore, già immensamente provato.

"I've been living so long with my pictures of you
that I almost believe that the pictures are all I can feel
And we kissed as the sky fell in holding you close
how I always held close in your fear"

- Pictures of you -
The Cure

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Il senso di vuoto lo attanagliò più forte.

Lo stesso che lo dilaniava sulla Starkiller, dopo che l'Oscurità era ripiombata ad offuscare quella flebile luce che lo aveva fatto tentennare, sparita la quale, tornò lo spietato Ren, uccidendo a sangue freddo suo padre.

Rientrò in sé Ben, in quel momento, solo il tempo di rendersi conto di che mostro fosse, poi Chewbe gli aveva sparato, e la rabbia lo riportò nel buio della sua anima perduta.

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Gli sembrava fossero trascorsi millenni da quei momenti.

 

🥀🥀

Fissava faticosamente il soffitto, le palpebre gli si erano appesantite, benché il sonno fuggisse da lui come un nemico.
Si addormentò sfinito che ormai iniziava ad albeggiare sul pianeta.

Per anni, nel freddo iperspazio sui Destroyer, aveva dimenticato il calore del sole sulla pelle.
Sedeva nella natura ora, il contatto delle sue mani con l'erba gli pareva nuovo.
All'ombra di un grande albero, poggiato con la schiena contro il tronco, gli occhi chiusi, la lieve brezza gli increspava i capelli.

Un brivido lo pervase da capo a piedi ricordandogli che era vivo, perché non si sentiva affatto così.
I suoi giorni erano un sopravvivere spento, un trascinarsi di rimpianti, in attesa di trovare un po' di pace ed uno scopo, per dare senso al regalo della vita che Rey gli aveva fatto.

Quel brivido... come quando era con lei... come quando l'aveva guardato la prima volta, quando l'aveva rapita e percepiva chiaramente, nonostante l'apparente riluttanza e la paura che paralizzava la sua "ospite", di non esserle indifferente.

Come quando si guardavano e scontravano, dandosele di santa ragione a suon di spade laser, durante i loro furiosi combattimenti.

Come quando le aveva sfiorato la mano per la prima volta, nella capanna su Ahch-To e Luke li aveva scoperti.

Ricordava bene di essersi sentito avvampare come un quindicenne beccato in flagrante, da un genitore, ad amoreggiare con la ragazza dei suoi sogni.

Altro che Signore Oscuro, si era sentito un perfetto imbranato, ringraziava solo che nessuno avesse potuto accorgersi, nel trambusto, di cosa gli passava nella mente.

Aveva sentito la luce di lei illuminare, per un attimo, la sua anima nera come pece, ma anche l'ardore della potente oscurità delle origini di lei.

Quel brivido come quando lo aveva baciato su Exegol... come quando si erano salutati prima di lasciarsi.

Ricacciò indietro quelle sensazioni, erano ricordi dolci e troppo amari allo stesso tempo.

Aprì gli occhi, si sentiva calmo, una sensazione rara per lui che solo lei gli faceva provare.

Si arrampicò su una delle guglie pietrificate dei vecchi alberi secolari, sedeva lì dove poteva vedere il mare, era calmo.

Chiuse gli occhi, e ancora ricordi feroci lo assalirono.

Un mare in tempesta, onde altissime...
sua madre, morte...
suo padre, dolore...
quello della ferita infertagli da Rey, quello ancora più forte per l'orrore di sé mentre stava per colpirla.

Si era arrestato di colpo, non le avrebbe mai fatto realmente male, anche se Ren lo spingeva nelle tenebre, gli occhi di Rey erano luce viva, capace di tormentarlo e calmarlo allo stesso tempo...

- Ben...- sentì chiamare, durante quelle visioni dolorose, ed esse cambiarono, ora vedeva un mare calmo, cristallino, sentiva pace, equilibrio, forza.
La vedeva felice, stringeva qualcuno tra le braccia...

Dominava le sue sensazioni strenuamente per resistere a quel richiamo dolce.
Una voce languente, lo implorava...
Nonostante Ben si chiudesse alla Forza essa prepotentemente lo incalzava.

La solitudine, del resto, l'aveva scelta, la indossava come una seconda pelle, ma da quando aveva preso coscienza di ciò che provava per lei c'erano momenti in cui gli pareva insopportabile.

Era passato ormai molto dal loro addio, anni da quando lei era nella sua vita, avrebbe voluto vederla, anche senza che lei potesse accorgersene, ma sapeva che se avesse ceduto a quell' istinto si sarebbe tormentato ancora di più.

Voleva sapere in che modo trascorreva le giornate su Ajan Kloss, chissà... lo aveva dimenticato?
Stava bene finalmente?
Allora perché a volte la sentiva chiamarlo?

Cercò di ridestarsi da quei pensieri e procurarsi qualcosa da mangiare, il suo stomaco cominciava a brontolare parecchio.
Dopo essersi sfamato con foga, si allenò, corse a perdifiato fin dove il cielo incontrava l' arenile, lo faceva per sfinirsi, non pensare, arrivare a sera e cercare di dormire qualche ora.

Quella notte però non ci riusciva più delle altre.

Si sedette fuori della sua capanna, una delle due grandi lune di Batuu faceva capolino tra gli alberi, illuminando un cielo terso, puntellato di stelle, la brezza notturna gli scompigliava le lunghe ciocche corvine, ormai ben oltre le spalle, che di giorno raccoglieva in una coda, di notte lasciava libere.

Chiuse gli occhi Ben...
- È notte fonda - si disse, e lo fece, andò a cercarla. Sperava di trovarla addormentata, era certo comunque che lei non stesse pensando a lui, a sua volta.
In quel caso non si sarebbe mai azzardato.

Quello che vide quando la Forza lo portò su Ajan Kloss non gli piacque.

 

🥀🥀

Nella sua tenda Rey non era sola!
Era abbracciata a quel tale... come si faceva chiamare?...Finn.
Lei piangeva sulla sua spalla e lui le asciugava le lacrime, accarezzandole le guance.
Ben si sentì folle di gelosia: la lezione che aveva dato a quel tale, non era bastata, nel furioso combattimento nella foresta innevata sulla Starkiller.

Si pentì subito di quel pensiero lei, in fondo, era libera di scegliere, l'aveva lasciata andare e l'ex assaltatore del Primo Ordine... si lui, la amava da sempre, Ben lo sapeva.

Restò a guardarli, lei era molto triste, Finn le teneva il viso tra le mani, si dicevano qualcosa.

- Rey, ti ho sentita urlare, perdonami se sono entrato, credo che tu abbia avuto un incubo -
Rey rimaneva in silenzio.
Continuò Finn - Non tenerti tutto dentro, da quando sei tornata sei così distante - fece per abbracciarla ancora, ma lei si ritrasse.

- Finn non capiresti, nessuno può! - gli disse.

- Provaci - insistette lui

- No Finn credimi non posso... e non voglio. -

-Allora vado... Stai bene? Sei sicura? -

- Si Finn, grazie. -

-Rey... io... io, resterei qui con te per sempre lo sai! Anche se non mi dicessi mai perché sei così triste.-

- Finn ti prego, ne abbiamo già discusso. -

- Non sarà che pensi ancora a lui... che ti rammarichi della morte di Ren? -

Avvertì una fitta Ben, a quelle parole, si sentì impotente.

- Finn, io non ricambio i sentimenti che provi per me, mi dispiace, ti voglio bene come la mia anima, darei la mia vita per te, come tu per me, ma sei come un fratello, niente di più... e sono libera di piangere chi voglio! -

- Ma come puoi davvero essere attratta da un mostro? -

A quelle parole Rey sbottò, fino ad allora aveva cercato di trattenersi.
- Finn - urlò Rey - Tu non sai niente di lui, di noi. Ora basta! E non sai niente nemmeno di me, tutti quanti voi credete di conoscermi. -

- Mentre lui ti conosce vero? - irruppe, urlando più forte Finn - e quanto ti conosce? Intimamente? -

Rey gli posò un sonoro schiaffo in pieno viso.

Finn era distrutto per averle detto quelle cose, era geloso, follemente geloso, ma non voleva ferirla...
- Rey - la implorò -perdonami! -

- Va fuori! - tuonò la ragazza.

Ben avrebbe voluto perlomeno dare una lezione a quel tipo. Provava rabbia e frustrazione nel non poter intervenire.

Restò sola Rey, inginocchiata sul suo giaciglio, le mani in grembo, il capo basso, cercava di trattenere le lacrime.

Si ritrasse repentino per paura potesse vederlo.

Soffriva, soffriva ancora per lui, non l'aveva dimenticato.

Per un attimo si era sentito morire e sollevato allo stesso tempo, avendola trovata tra le braccia di Finn, che avesse qualcuno a rassicurarla, ma non era così.

Si pentì Ben di quella sua curiosità perché ora sapeva di certo che lei stesse ancora male a causa sua e non era questo che voleva.

Desiderava saperla felice, per tale ragione anche, aveva deciso di interrompere qualsiasi contatto con lei.

Con il capo chino tra le mani, fuori della sua capanna, continuava ad interrogarsi ripensando al viso di Rey.
Avrebbe voluto proteggerla da ogni dolore.

L'aveva cercata per capire qualcosa in più circa la visione ricorrente che percepiva, non si aspettava di trovarla così triste, qualcosa non andava, lo sentiva distintamente.

Aveva avvertito una variazione nella Forza, mentre si trovava in quella tenda, non era però sgradevole, tutt'altro... ed aveva a che fare con lei.

Dunque perché Rey sembrava non sentire lo stesso?
Non erano forse una Diade?
Non avvertivano le stesse sensazioni?
La Diade non era mai venuta meno, anche se erano distanti.

Qualcosa stava per accadere, lo sapeva.

Note dell'Autrice:

Chissà di cosa è visione il sogno di Ben.

Chissà se ha a che fare con la variazione nella Forza che avverte quando va a trovarla di nascosto ed assiste alla lite con Finn.

Vedremo Force Users 😉.

 

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Capitolo 6
*** I never felt so alone ***


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Rey non aveva perso le speranze, da quando lei e Ben si erano separati, di connettersi con lui tramite la Forza, avrebbe voluto raccontargli molte cose, ma lui le resisteva e questo faceva male.

Stremata dopo l'ennesimo frustrante tentativo, crollò addormentata, si sentiva stanca ultimamente.

Si svegliò come ogni giorno con quel senso di abbandono che la attanagliava finanche nei movimenti.
Cercava strenuamente normalità, per sé stessa, per i suoi amici che non meritavano i suoi umori instabili, loro sempre premurosi, presenti, la sua famiglia.

Anche, Finn, oh dannazione Finn! Dopo l'imbarazzo iniziale che seguiva le loro epiche discussioni, non riusciva proprio ad essere arrabbiata con lui.
Era il suo fratellone, sapeva che prima o poi si sarebbe trovato la ragazza che meritava, che lo avrebbe ricambiato, non una confusa come lei.

Gli altri poi la consideravano un' eroina.
Ma in quella routine, che poteva parere idilliaca le mancava qualcosa..."qualcuno".

Ciò che era sopravvissuto della Resistenza stava pian piano riorganizzandosi, cercando di definire una linea politica da seguire.

Finn e Poe avrebbero voluto Rey accanto a loro, insieme ad altri membri di un consiglio nascente.

A molti di loro, ai vertici del comando e militari, sarebbero spettati ruoli diplomatici e di ordine pubblico che avrebbero dovuto portare avanti per garantire la tanto agognata pace nella Repubblica Nascente.

Ajan Kloss era una destinazione temporanea, ognuno di loro, da lì in avanti, sarebbe stato libero di proseguire nella propria direzione, ma dovevano stabilire nuove sedi su pianeti più evoluti ed ospitali.

L'intento era ricreare qualcosa di simile a Coruscant o Alderaan

Rey però si era ripromessa di stare lontano dalla politica, non voleva commettere gli stessi errori, se pur fossero stati fatti in buona fede, dei suoi predecessori.

Voleva proseguire il suo addestramento, diventare una maestra, così che l'Ordine dei Jedi non si estinguesse, continuare a studiare e custodire i testi sacri della tradizione, riprendere da dove Luke aveva terminato, questo era il suo proposito.

Con la Galassia al sicuro da tiranni, i Jedi dovevano tornare ad avere esclusivamente il ruolo di custodi della pace.

🥀🥀

Dopo essere rientrata su Ajan Kloss, ed essersi ripresa dalla tremenda battaglia sostenuta contro Palpatine, si era messa in viaggio per forgiare la sua spada.

Si era poi recata su Tatooine per onorare gli Skywalker, dove tutto aveva avuto inizio e lì, proprio lì, Luke e Leia le erano apparsi a sancire definitivamente il passaggio di consegna tra loro e la ragazza che, di diritto, ereditava il loro retaggio.

Qualcosa però, nel frattempo, aveva modificato i suoi piani: di lì a poco avrebbe dovuto prendere importanti decisioni per sé stessa.

Amava i suoi amici, ma non poteva lasciar trapelare appieno ciò che custodiva nel profondo.
Vi erano cose che non sarebbero stati in grado di capire, a parte Maz, con la quale qualche volta si confidava.

Oh accidenti Ben Solo!
Lui era l'unico che la sentiva, senza bisogno di parole.

Solo Leia e Luke le erano stati così vicini, ma Ben... era l'altra parte di sé stessa.

Perché la respingeva così? Eppure doveva trovare un modo di potergli parlare, poi avrebbe rispettato la sua volontà e non lo avrebbe più cercato, ma doveva raccontargli le strane cose che le stavano capitando.

🥀🥀

Si era ormai fatta notte su Ajan Kloss, tutti dormivano negli accampamenti, Rey uscì senza che nessuno potesse sentirla.

Era una notte calda, indossava una veste da camera leggera e una coperta le cingeva le spalle, per proteggersi dall'umidità penetrante.

Si sdraiò nel prato, guardava le stelle, lo faceva spesso, le davano pace, a volte poteva sentire la voce dei Jedi che l'avevano preceduta.

Quella notte... ancora... udì Anakin: veniva a trovarla, di tanto in tanto, dalla battaglia Exegol.

Le diceva pressapoco sempre le stesse cose, ma mentre le altre volte ne sentiva solo la voce, stavolta il fantasma le apparve nitidamente.

Il suo aspetto era molto diverso da quello di Ben, non poté trattenersi dal notarlo.
Il giovane di fronte a lei vestito da maestro Jedi, in abiti scuri, aveva un viso angelico, se pure austero, stentava a credere, Rey, che quello sguardo così limpido potesse essere appartenuto, in passato, al pericoloso Vader.

- Ciò che è stato per me, sarà nuovamente. -
- Sarai ciò che lei è stata per me. -

Rimase concentrata su quelle frasi, non riuscendo però a capire appieno cosa significassero.
Erano più o meno uguali, ogni volta.
Anakin le sorrise e svanì, la ragazza non riuscì a proferire parola, aveva tante cose da chiedergli.

Quante storie, che credeva leggende, aveva sentito sul valoroso generale delle Guerre dei Cloni... l'adorato nonno che Ben non conobbe mai.

Quel cielo stellato però le ricordava anche l'attimo prima di affrontare la sua velenosa linea di sangue: quel mostro aveva ucciso sia lei che Ben e tante persone che amava.

Proprio sotto un cielo bello come quello, sporchi, insanguinati, si erano scambiati il loro primo bacio.

Chiuse gli occhi Rey, sentì la brezza della notte sfiorarla, i fili d'erba solleticarle le gambe, era fresca, si sentì rabbrividire.

Era come quando i grandi occhi scuri di Ben la fissavano, ora severi, rabbiosi, ora profondi e rassicuranti, quanto la facevano infuriare, ma anche desiderare che non smettesse mai di guardarla così, facendola tremare dentro, per il timore che lui potesse accorgersene.

L'espressione del viso di Ben, dopo che l'ebbe riportata in vita... il modo in cui la guardava mentre lei lo accarezzava.

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quel ricordo le fece sanguinare il cuore, strinse gli occhi in una smorfia di dolore e in un lamento pronunciò il suo nome.

Sei riuscito dove io non ho potuto. -
- Finirai ciò che è iniziato con me. -

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Dormiva assorto Ben, ma un richiamo, credette dai suoi sogni, lo destò.
La voce di suo nonno!
Quante volte aveva desiderato sentirlo, vederlo, quando era Kylo Ren.

Nella stanza, la luce di una delle grandi lune di Batuu illuminava il pavimento della sua modesta sistemazione: con gli occhi ancora appesantiti dal sonno, né seguì il riflesso, che andava a fermarsi ai piedi di una sagoma, la quale però non proiettava alcun'ombra.

Balzò a sedere sul suo giaciglio, di soprassalto.

La figura di un giovane, alto, possente, dai lineamenti delicati, era in piedi di fronte a lui.
Incorporea, contornata della stessa luce cobalto che avvolgeva Leia, quando l'aveva vista nel Mondo tra i Mondi.

La sagoma gli si fece incontro, Ben restò immobile, sudava freddo.

Anakin posò una mano sulla spalla del ragazzo, ancora visibilmente scosso.
Una sensazione ancor più gelida pervase Ben.
Il giovane uomo di fronte a lui, gli sorrideva appena, fissandolo con uno sguardo cristallino.

Non avere paura di ciò che sei nato per essere. - Aggiunse il fantasma e l'attimo dopo svanì.

Il cuore di Ben fremeva ardentemente, provocando delle contrazioni così ravvicinate del diaframma che ne smorzavano il respiro affannoso.
Si toccò la fronte, spostando alcune ciocche di capelli madide di sudore, nonostante ciò si sentiva gelare.

Chiuse gli occhi nuovamente, sentiva qualcosa.

Era lei... lo stava chiamando.

Non resistette stavolta, fu un attimo, gli mancava come aria.
Il cuore continuava la sua corsa folle intanto, come fosse sul punto di scoppiare.
Una sola volta - si ripromise!

- Rey...-

L'aveva fatto! Le aveva risposto ed ora la vedeva. Era bellissima, la luce della luna, in quel prato, disegnava il suo profilo, i capelli mossi dalla leggera brezza notturna.

Anche lei lo vide e il calore della sua voce profonda la scaldò fino nell'anima e il freddo cui era abituata, svaniva in sua presenza.

I capelli gli erano cresciuti dall'ultima volta.

"Capelli del colore dell'uva nera, pupille che brillano come ossidiana."

- Berusaiyu No Bara -
- Le Rose de Versailles - Riyoko Ikeda

Le bruciavano il cuore.
Era bello, il suo Ben.

Lui la guardava con occhi sognanti, la sottoveste leggera lasciava intravedere le lunghe gambe, le caviglie esili, il candore della sua pelle, i suoi piedi delicati.

Indugiava Ben, non avrebbe voluto smettere mai di osservare quello splendore: il colore chiaro che indossava, la rendeva come un creatura eterea, ai suoi occhi.

Era così diversa da come gli appariva negli abiti pratici che vestiva di solito, i capelli sciolti che ricadevano sulle spalle, le conferivano l'aspetto di una ninfa.

Quella visione estatica, lo fece sentire un ragazzino goffo e immaginare che lei lo sapesse, peggiorava nettamente le cose.

Ne intravedeva la rotondità, appena accennata, del seno virgineo attraverso la stoffa sottile.
D'improvviso entrambi si sentirono ardere in viso, dovettero fuggire lo sguardo l'uno dall'altra.

- Ben - iniziò la ragazza
- È così bello vederti... per favore, guardami. -

Il giovane risollevò gli occhi verso di lei, cercando di rimanere concentrato su quello che gli diceva.

- Ben, io devo vederti, dimmi dove sei, ti prego, una sola volta, non chiedo altro, ci sono cose che devo dirti, ma non voglio parlarti sapendoti lontano, voglio guardarti davvero negli occhi. -

Il giovane non rispose.

- Per favore Ben, parlami, non ti cercherei con tanta insistenza se non fosse importante. -

Un lungo silenzio seguì e la ragazza si sentì piena di dubbi.

Non era contento di vederla?
Si sentì così stupida ad aver insistito tanto, vista l'indifferenza che le riservava.

Lui fissava di nuovo verso il basso, mentre un velo di tristezza gli incupiva il viso.
I pensieri di Rey gli facevano male, voleva proteggerla, invece la stava ancora ferendo.

D'un tratto, stanca del suo tentennare si fece più vicina, ora era lì con lui, sedeva proprio sul suo giaciglio.

Ben percepì il calore che emanava da lei, la pelle delle loro braccia nude si sfiorava, seduti una accanto all'altro, entrambi trasalirono a quel tocco.

Ben risalì piano lo sguardo verso il viso di Rey, fu come se fiamme attraversassero i loro occhi.

Lei gli prese il mento tra le dita perché la guardasse.
Non riuscì a sostenere lo sguardo della ragazza, Ben, tornando così a fissare in basso.

Rey gli era vicinissima ormai e sapeva la stesse guardando, non voleva smettesse, chiuse gli occhi un istante sentendo le sensazioni di lui divenire le sue.

Ben percepì ciò che lei provava, allo stesso modo, cercando invano di calmare la tempesta che gli si era scatenata dentro.

Rey gli sollevò nuovamente il viso con delicatezza, ora gli sguardi di entrambi erano tornati ad accarezzarsi.
Lo baciò e stavolta fu un bacio pieno di trasporto.

Ben la guardava, di tanto in tanto, tenedole il viso tra le mani: era bellissima, le ciocche castane scarmigliate, le labbra arrossate, le guance di fuoco, gli occhi socchiusi e il respiro delicato di lei, sulla sua bocca.

- Non smettere - quasi supplicò, quando lui esitò un attimo di più, per guardarla.
Erano entrambi pieni di timore, niente di tutto quello che stava accadendo, nessuno dei due, l'aveva mai provato.

Rey poggiò le mani sul petto di lui che respirava affannosamente.
Ben non smetteva di guardarla, le piccole mani della ragazza tremavano mentre pianissimo le scorreva sulla sua pelle, teneva lo sguardo basso, rossa in viso, non riuscendo a guardarlo.

Dunque le venne in aiuto, posò le sue mani calde, grandi, su quelle di lei, accompagnandone movimenti, per rassicurarla.

Non riusciva neanche più a ricordare quanto l'avesse raggelato la vista del fantasma di Anakin perché, da quando era arrivata lei, ardeva come fosse all'inferno.
E forse vi si sarebbe trovato davvero di lì a poco.

Rey gli depositava timide carezze delicate lungo le cicatrici, così impacciata, non era mai stata con un uomo, era così giovane del resto.

Si sentì morire quando, d'un tratto, la ragazza gli pose la mano su uno dei suoi seni, mentre lo guardva con un' innocenza da sciogliergli le viscere.

Era troppo emozionato, impietrito, non sapeva niente dell'amore, nemmeno lui.

Lei lo imitò come poc'anzi, ponendo la sua mano su quella di lui, per incoraggiarlo, così che sapesse che lei lo desiderasse quanto lui desiderava lei.

Rey, persa in quelle sensazioni nuove, si beava delle labbra di lui, sentiva tutto l'ardore di Ben, nei suoi baci.

Si sentiva amata, bella, per lui, ed insieme, in quella danza, assaporavano, per la prima volta, cosa fosse il sesso, per entrambi.

Si fermò ancora un momento a guardarla, era davanti a lui così: senza difese, voleva essere sicuro che stesse bene.

E lei desiderava solo che non si fermasse, gli fu davanti che ormai rimaneva poco a coprirla, lo trasse a sé, baciando e tormentando tra le dita affusolate,
le ciocche corvine del ragazzo.

A quel contatto Ben spostò, deciso, l'ultimo lembo di stoffa che ne copriva, pudico, il candore verginale.
La guardò con il cuore tremante... era stupenda!

Ad ogni tenerissima carezza, delle labbra, sulla pelle di lei, gli pareva di sfiorare petali di velluto del fiore più raro, che ancora non conosceva.

A Rey sembrò di morire, non conoscevano le reazioni del loro corpo, era bello per quello, tutto era una scoperta.

-Ti amo, Ben -
glielo disse agognando i suoi occhi... e lui fremette dentro, a quelle parole.

Il solo contatto del suo essere uomo contro la sua femminilità, la fece trasalire tra sospiri dolcissimi.
Le parve una bimba così, arresa, gli occhi chiusi, sudata, il capo reclinato indietro.
Tenendole le guance che bruciavano, tra le mani, le baciò pianissimo, poi le labbra, poi le palpebre.

Rey non smetteva di sussurrare sulle labbra di lui, come un lamento dolce, che lo amava, mentre la stringeva, cullandola.
Si rannicchiò stretta nell'incavo della sua spalla. Di rimando, le accarezzava il capo con infinita dolcezza.

Dopo essersi ripresa per qualche breve momento, tornò ad ergere la sua piccola figura, su di lui, voleva renderlo felice.

Prese i polsi di Ben, dopo avergli percorso con le lunghe dita, i muscoli delle braccia, glieli bloccò dietro la schiena, si chinò per baciargli le labbra.

-Sono stupende, morbide-
mormorò, mentre vi disseminava un'infinità di piccoli baci.

- Entra dentro di me. - mormorò, mentre accarezzandolo ne baciava e ribaciava le cicatrici.

Ben si pose nuovamente, delicato, su di lei, perché divenissero una sola carne.
Le spostò i capelli dal viso, era un angelo.

- Ti amo - gli disse la ragazza guardandolo, lui la baciò.

- Ti amo anch'io Rey... fermami se....? -

La guardava negli occhi costantemente, mentre non smetteva di baciarle le labbra, voleva essere certo di non farle male.

Il calore di lei annientò la sua ultima briciola di autocontrollo e lucidità, scivolò perso nell'oblio.
Sentiva solo i baci teneri di lei sul viso, le carezze sulla schiena, tra i capelli.

Ad occhi chiusi, respirava il suo profumo di donna, muovendosi dentro lei, con estrema dolcezza.
La sentiva irrigidirsi... provava dolore.
Bastò davvero poco, inesperto com'era.

Rey lo strinse subito al suo seno, non appena sentì la vita di lui scorrerle dentro. Era felice, lo aveva protetto dentro di sé, quanto aveva desiderato, tenerlo al sicuro, lontano dai suoi demoni e dalle sue paure.

"There was nothing in the world that I ever wanted more than to feel you deep in my heart,
there was nothing in the world that I ever wanted more than to never feel the breaking apart all my pictures of you."

- Pictures of you -
The Cure

Troneggiava sul corpo esile della giovane, si scostò un poco per non gravarla troppo.

- Vieni qui - mormorò la ragazza, traendolo a sé: tenendogli il viso tra le mani, si rigirò sopra di lui, lo guardò, sembrava un Adone.

Aveva quel sorriso dolcissimo, come dopo il loro primo bacio su Exegol.

Rey, felice di sapere che era lei la ragione di quello sguardo così sereno, gli baciò gli occhi mentre le sorrideva e le ciocche corvine che gli ricadevano sulla fronte .

-Ti amo Rey - le sussurrò.

Non aveva mai provato niente di simile prima: il desiderio di proteggere qualcuno più della sua stessa vita, era questo dunque l'amore.

E Rey? Di mille cose che aveva da dirgli, nemmeno di una riuscì a far menzione.

Tutte le pie e buone intenzioni di entrambi erano andate beatamente a farsi benedire.

Le parole avrebbero atteso.

Per il momento avevano lasciato posto a quel bisogno di calore umano, cui non avevano mai osato dar voce e che la vita, da sempre, aveva loro negato.

Per una volta la razionalità poteva essere lasciata da parte.

Le spiegazioni, i perché, la ragione avrebbero aspettato il sorgere del mattino seguente.

Con quei pensieri rimasero in silenzio, come se mai avessero proferito parola, la sacralità e la magia di quel totale appagamento reciproco, si sarebbero interrotte, per ricondurli nel baratro che da sempre li incatenava.

Note dell'Autrice :

Non me ne vogliate, non mi piace descrivere dettagliatamente scene intime, ma la loro prima volta volevo fosse poesia e spero d'esserci riuscita senza cadere nei soliti cliché 😉.

Ci ho aggiunto una canzone a cui sono particolarmente legata e che penso rispecchi molto la storia Ben e Rey.
Pictures of You dei The Cure, ascoltatevela, è la colonna sonora di questa long. 😊

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Capitolo 7
*** You are not alone ***


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"After my picture fades and darkness has
turned to gray
Watching through windows you're wondering
If I'm OK
Secrets stolen from deep inside
the drum beats out of time"

- Time After Time -
Cindy Lauper

La luce del mattino che filtrava attraverso la stanza dischiuse pian piano le iridi, striate d'ambra, del giovane Ben.
Si rese conto di non essere solo come di consueto, avvertiva una profonda quiete intorno a sé, presto un enorme sorriso, istintivamente, gli si dipinse in volto.

Non aveva niente del valoroso avversario che era stato solito sfidare furioso, fino a poco tempo prima, la meravigliosa creatura che giaceva accanto a lui ora.

Persino nel sonno la Forza non li aveva potuti dividere.
Era rimasta addormentata nell'incavo della sua spalla.

Poco dopo anche Rey si svegliò;
ancora intorpidita un lampo fuggevole le attraversò la mente, ripensava alla notte appena trascorsa, voleva rendersi conto di dove fosse, si sentiva già disperata all' idea dell'interruzione del loro contatto: lui non le aveva detto dove si trovava e lei non gli aveva parlato di ciò per cui lo aveva cercato tanto.

Circondata da un calore avvolgente che contrastava di netto con il freddo che sempre avvertiva, richiuse gli occhi, pianissimo, inspirando profondamente, molto lentamente, l'odore intorno a lei, di terra bagnata dalla rugiada, di legno.

Si mosse appena, sollevando il viso per immergerlo nell'aroma muschiato della folta chioma di Ben, il quale, avvertendone i movimenti, finse di dormire ancora.

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La ragazza sollevò appena il capo, non poté resistere dal gustarsi appieno quello spettacolo:

Al di sotto delle folte sopracciglia, gli occhi ancora assopiti, contornati da lunghe ciglia brune, gli conferivano un'espressione talmente sognante che sembrava aver cancellato ogni ombra del tormentato passato.

Il viso reclinato lateralmente, la punta affilata del suo naso, le labbra tumide, la pelle di un pallore lunare, cosparsa di nei e cicatrici, di alcune delle quali era, ahimè, la responsabile, un braccio sotto la nuca, l'altro stretto intorno a lei, con una mano tra i suoi capelli.

Avrebbe potuto godere di quella visione per ore, cullandosi, minuscola, nell'abbraccio dell'uomo che l'aveva amata come fosse la creatura più preziosa dell'intera Galassia.

Percepiva il battito del suo cuore, il petto caldo del giovane, ora sollevavarsi ed abbassarsi regolarmente, non come la notte prima, quando le era sembrato un tamburo martellante.

Era bello, bellissimo il suo Ben, voleva dirglielo, non lo aveva mai visto così sereno.

La colse di sorpresa, baciandola!
Voleva essere certo che quel momento non fosse un sogno come tutte quelle volte che, negli anni, l'aveva desiderata.

Prima di lei, a Kylo Ren, non poteva importare nulla delle donne, non rientravano tra le sue priorità, questioni inutili.

L'ultima volta che aveva avuto tali pulsioni, era un un adolescente padawan:
al tempio Jedi c'erano delle ragazze, goliardicamente, tra maschi, ne spiavano alcune per capire com'erano fatte, pura curiosità, ormoni.

Si era sempre sentito diverso dagli altri, i quali ne conquistavano qualcuna, nonostante i dettami e le rigide restrizioni del credo Jedi imponessero castità.

Lui era sempre troppo introverso, riusciva a dare il meglio di sé solo combattendo, così si convinse che quelle inutili perdite di tempo erano tipiche dei deboli.
E lui non voleva essere debole, ma forte, come Vader.
Un uomo serio e risoluto, ecco chi era Kylo Ren!

Poi era arrivata Rey dal nulla, gli occhi da cerbiatta, le movenze feline, brutali a tratti, una forza indomita come la sua, devastante fino a turbarlo, fino a risvegliare in lui la consapevolezza di essere un uomo, vulnerabile fino al punto in cui non avrebbe pensato.

Ogni volta che rimuginava su di lei, il sangue gli ardeva nelle vene, per la rabbia di non poterla sconfiggere, per quella di non poterla avere!

Ed ora era lì. Lo fissava già da un po' con un compiaciuto sorrisetto di sfida.
- Buongiorno - gli disse sorridendo.

- Dormito bene?- le sorrise sbilenco stiracchiandosi sotto di lei, fissandola con cipiglio fiero e l'aria spavalda da uomo vissuto.

- Si...- rispose Rey con tono canzonatorio
- comoda e al caldo!-

A quelle parole, la trasse a sé sorridendole, rigirandosi di scatto su di lei bloccandole i polsi.

- Ah, dormito comoda eh?! - ridacchiava mentre la baciava, prendendola in giro.

- Ben... dai... smettila...- brontolò Rey, suo malgrado, mettendosi a sedere, divenendo seria.

Un velo di malinconia allora, oscurò gli occhi del ragazzo.

- Sono venuta a cercarti perché si, avevo bisogno di sapere che stavi bene, ma anche per dirti qualcosa...-

Gli raccontò della voce di Anakin, delle cose che le diceva, che l'aveva sentita periodicamente da quando erano tornati da Exegol.

Gli disse anche che la notte precedente, poco prima della loro connessione, aveva visto venirle incontro il fantasma del giovane Skywalker.

Ben la guardava in silenzio, attento.

- Così era per questo che ti sentivo chiamarmi? - esclamò lui qualche momento dopo.

- Quindi avevo ragione? Mi sentivi? E mi hai sempre resistito tutto questo tempo? -
Lo sguardo della ragazza si fece serio, si coprì con le lenzuola discostandosi da lui, fissando il pavimento senza poter mascherare il disappunto.

- Lo sai perché!...- replicò Ben.

- E allora perché stanotte hai ceduto? - irruppe contrariata.
- Guardami... Perché? -

Il ragazzo la accarezzò piano con lo sguardo e sì... era ancora più bella alla luce del sole.
Indugiò ripensando ai baci infuocati che, solo poco prima, aveva posato su quella pelle candida.

- L'ho visto anch'io. - proseguì il giovane
- non era mai successo e, solo il cielo sa, quante volte avrei voluto... ha detto qualcosa anche a me.-

I due ragazzi cercarono di dare un senso alle parole del fantasma, sicuramente avevano un nesso.

Tornando a guardare Rey, d'un tratto Ben si sentì gelare.
Lei avvertì una fitta di dolore alla sua reazione, uno sguardo severo e angosciato, ora adombrava il giovane.

Era annebbiato non riusciva a pensare lucidamente.
Non disse niente e a Rey parve di morire, percependo i suoi dubbi.

Dopo un tempo che sembrò infinito, Ben ruppe il silenzio
- Sei venuta qui, che significa, perché? -
Poteva sentire il dolore di lui crescere insieme allo sconcerto.

- Ben...- continuò la ragazza, cercando di raggiungerlo per poterlo accarezzare in viso, ma lui evitò il contatto, così come rifiutava di guardarla.

- È così da quando siamo tornati da Exegol. -

A quel punto lui la fissò furente, aveva quello sguardo negli occhi, quello di Ren.

- E sei venuta fin qui, bella come un angelo, a dannarmi l'anima? - le urlò.
- Qui da me in un impeto di nostalgia?
Chi è il fortunato a cui stai frantumando il cuore?
Sei brava in questo, cerca rottami!-

Una lacrima cadde dagli occhi di Rey a quelle parole, che la colpirono come una stilettata in pieno petto.
Si era trattenuta, ma era davvero troppo da sopportare.

Si maledisse, Ben, per averle urlato contro, non l'aveva mai fatto, se non per la disperazione di perderla, nella sala del trono di Snoke, sulla Supremacy, in fiamme.

- Ti sei così chiuso alla Forza, sei diventato cieco Ero venuta qui carica di speranze, in cerca di risposte.-

Detto ciò Rey iniziò a frugare per recuperare i suoi vestiti, lui osservava la scena, quando una piccola chiazza di sangue tra le lenzuola lo fece trasalire.

- Rey...- pronunciò con voce grave.

La ragazza tratteneva quanto più possibile la rabbia, mentre frugava nervosamente in cerca della sua roba.

Chiuse gli occhi Ben ripensò a loro due, sapeva che era vergine, ed anche se aveva cercato di dissimulare per non inibirlo, non poteva aver finto e quel sangue lo dimostrava ulteriormente.

Affranto dal rimorso, per aver dubitato di lei, la prese delicatamente per le braccia,
- Rey perdonami... ti prego.-

Chiuse gli occhi: potentissima la Forza lo riportò ad Exegol, la rivide, morta, tra le braccia, la sua disperazione, poi quel barlume, la sua mano sull'addome di lei, le aveva trasferito la sua vita, sapendo che dopo lui sarebbe spirato, perché troppo debole, ma per lei avrebbe fatto qualunque cosa.

Si concentrò su cosa fosse successo mentre la riportava in vita, allora una scarica elettrica lo pervase.

Sei riuscito dove io non ho potuto. - ripeteva Anakin
- Finirai ciò che è iniziato con me.-

Guardò Rey con gli occhi sbarrati: era di fronte a lui, così innocente, come aveva potuto accusarla a quel modo?

"Remembering you fallen into my arms crying for the death of your heart
You were stone white so delicate lost in the cold
You were always so lost in the dark
Remembering you how you used to

La ragazza sollevò appena il capo, non poté resistere dal gustarsi appieno quello spettacolo:

Al di sotto delle folte sopracciglia, gli occhi ancora assopiti, contornati da lunghe ciglia brune, gli conferivano un'espressione talmente sognante che sembrava aver cancellato ogni ombra del tormentato passato.

Il viso reclinato lateralmente, la punta affilata del suo naso, le labbra tumide, la pelle di un pallore lunare, cosparsa di nei e cicatrici, di alcune delle quali era, ahimè, la responsabile, un braccio sotto la nuca, l'altro stretto intorno a lei, con una mano tra i suoi capelli.

Avrebbe potuto godere di quella visione per ore, cullandosi, minuscola, nell'abbraccio dell'uomo che l'aveva amata come fosse la creatura più preziosa dell'intera Galassia.

Percepiva il battito del suo cuore, il petto caldo del giovane, ora sollevavarsi ed abbassarsi regolarmente, non come la notte prima, quando le era sembrato un tamburo martellante.

Era bello, bellissimo il suo Ben, voleva dirglielo, non lo aveva mai visto così sereno.

La colse di sorpresa, baciandola!
Voleva essere certo che quel momento non fosse un sogno come tutte quelle volte che, negli anni, l'aveva desiderata.

Prima di lei, a Kylo Ren, non poteva importare nulla delle donne, non rientravano tra le sue priorità, questioni inutili.

L'ultima volta che aveva avuto tali pulsioni, era un un adolescente padawan:
al tempio Jedi c'erano delle ragazze, goliardicamente, tra maschi, ne spiavano alcune per capire com'erano fatte, pura curiosità, ormoni.

Si era sempre sentito diverso dagli altri, i quali ne conquistavano qualcuna, nonostante i dettami e le rigide restrizioni del credo Jedi imponessero castità.

Lui era sempre troppo introverso, riusciva a dare il meglio di sé solo combattendo, così si convinse che quelle inutili perdite di tempo erano tipiche dei deboli.
E lui non voleva essere debole, ma forte, come Vader.
Un uomo serio e risoluto, ecco chi era Kylo Ren!

Poi era arrivata Rey dal nulla, gli occhi da cerbiatta, le movenze feline, brutali a tratti, una forza indomita come la sua, devastante fino a turbarlo, fino a risvegliare in lui la consapevolezza di essere un uomo, vulnerabile fino al punto in cui non avrebbe pensato.

Ogni volta che rimuginava su di lei, il sangue gli ardeva nelle vene, per la rabbia di non poterla sconfiggere, per quella di non poterla avere!

Ed ora era lì. Lo fissava già da un po' con un compiaciuto sorrisetto di sfida.
- Buongiorno - gli disse sorridendo.

- Dormito bene?- le sorrise sbilenco stiracchiandosi sotto di lei, fissandola con cipiglio fiero e l'aria spavalda da uomo vissuto.

- Si...- rispose Rey con tono canzonatorio
- comoda e al caldo!-

A quelle parole, la trasse a sé sorridendole, rigirandosi di scatto su di lei bloccandole i polsi.

- Ah, dormito comoda eh?! - ridacchiava mentre la baciava, prendendola in giro.

- Ben... dai... smettila...- brontolò Rey, suo malgrado, mettendosi a sedere, divenendo seria.

Un velo di malinconia allora, oscurò gli occhi del ragazzo.

- Sono venuta a cercarti perché si, avevo bisogno di sapere che stavi bene, ma anche per dirti qualcosa...-

Gli raccontò della voce di Anakin, delle cose che le diceva, che l'aveva sentita periodicamente da quando erano tornati da Exegol.

Gli disse anche che la notte precedente, poco prima della loro connessione, aveva visto venirle incontro il fantasma del giovane Skywalker.

Ben la guardava in silenzio, attento.

- Così era per questo che ti sentivo chiamarmi? - esclamò lui qualche momento dopo.

- Quindi avevo ragione? Mi sentivi? E mi hai sempre resistito tutto questo tempo? -
Lo sguardo della ragazza si fece serio, si coprì con le lenzuola discostandosi da lui, fissando il pavimento senza poter mascherare il disappunto.

- Lo sai perché!...- replicò Ben.

- E allora perché stanotte hai ceduto? - irruppe contrariata.
- Guardami... Perché? -

Il ragazzo la accarezzò piano con lo sguardo e sì... era ancora più bella alla luce del sole.
Indugiò ripensando ai baci infuocati che, solo poco prima, aveva posato su quella pelle candida.

- L'ho visto anch'io. - proseguì il giovane
- non era mai successo e, solo il cielo sa, quante volte avrei voluto... ha detto qualcosa anche a me.-

I due ragazzi cercarono di dare un senso alle parole del fantasma, sicuramente avevano un nesso.

Tornando a guardare Rey, d'un tratto Ben si sentì gelare.
Lei avvertì una fitta di dolore alla sua reazione, uno sguardo severo e angosciato, ora adombrava il giovane.

Era annebbiato non riusciva a pensare lucidamente.
Non disse niente e a Rey parve di morire, percependo i suoi dubbi.

Dopo un tempo che sembrò infinito, Ben ruppe il silenzio
- Sei venuta qui, che significa, perché? -
Poteva sentire il dolore di lui crescere insieme allo sconcerto.

- Ben...- continuò la ragazza, cercando di raggiungerlo per poterlo accarezzare in viso, ma lui evitò il contatto, così come rifiutava di guardarla.

- È così da quando siamo tornati da Exegol. -

A quel punto lui la fissò furente, aveva quello sguardo negli occhi, quello di Ren.

- E sei venuta fin qui, bella come un angelo, a dannarmi l'anima? - le urlò.
- Qui da me in un impeto di nostalgia?
Chi è il fortunato a cui stai frantumando il cuore?
Sei brava in questo, cerca rottami!-

Una lacrima cadde dagli occhi di Rey a quelle parole, che la colpirono come una stilettata in pieno petto.
Si era trattenuta, ma era davvero troppo da sopportare.

Si maledisse, Ben, per averle urlato contro, non l'aveva mai fatto, se non per la disperazione di perderla, nella sala del trono di Snoke, sulla Supremacy, in fiamme.

- Ti sei così chiuso alla Forza, sei diventato cieco Ero venuta qui carica di speranze, in cerca di risposte.-

Detto ciò Rey iniziò a frugare per recuperare i suoi vestiti, lui osservava la scena, quando una piccola chiazza di sangue tra le lenzuola lo fece trasalire.

- Rey...- pronunciò con voce grave.

La ragazza tratteneva quanto più possibile la rabbia, mentre frugava nervosamente in cerca della sua roba.

Chiuse gli occhi Ben ripensò a loro due, sapeva che era vergine, ed anche se aveva cercato di dissimulare per non inibirlo, non poteva aver finto e quel sangue lo dimostrava ulteriormente.

Affranto dal rimorso, per aver dubitato di lei, la prese delicatamente per le braccia,
- Rey perdonami... ti prego.-

Chiuse gli occhi: potentissima la Forza lo riportò ad Exegol, la rivide, morta, tra le braccia, la sua disperazione, poi quel barlume, la sua mano sull'addome di lei, le aveva trasferito la sua vita, sapendo che dopo lui sarebbe spirato, perché troppo debole, ma per lei avrebbe fatto qualunque cosa.

Si concentrò su cosa fosse successo mentre la riportava in vita, allora una scarica elettrica lo pervase.

Sei riuscito dove io non ho potuto. - ripeteva Anakin
- Finirai ciò che è iniziato con me.-

Guardò Rey con gli occhi sbarrati: era di fronte a lui, così innocente, come aveva potuto accusarla a quel modo?

"Remembering you fallen into my arms crying for the death of your heart
You were stone white so delicate lost in the cold
You were always so lost in the dark
Remembering you how you used to be slow drowned you were angels so much more than everything
Hold for the last time then slip away quietly"

- Pictures of you -
The Cure

be slow drowned you were angels so much more than everything

Hold for the last time then slip away quietly"

- Pictures of you -
The Cure

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La Diade

Un'antica profezia, tramandata nel tempo, narrava che se mai due individui, potenti nella Forza, si fossero uniti, questo legame sarebbe stato talmente profondo da trascendere spazio e tempo e amplificare le capacità dei due.

Una forza come la vita stessa che genera da sola e rigenera ciò che più non è.

Qualcosa che l'Ordine dei Jedi temeva, perché pericolosamente manipolabile dal Lato Oscuro, con i disastri che ne sarebbero potuti scaturire.

Eppure nel ridarle vigorosamente vita, con tutte le poche forze rimastegli, le aveva trasferito anche una nuova esistenza dentro.

L'esatto contrario del rituale Sith: un atto di puro amore, nel quale era stato pronto al sacrificio estremo, per lei.

Ben crollò sul ventre della ragazza, lei lo strinse baciandogli i capelli.

La Diade aveva generato una vita anche senza l'unione dei loro corpi! Questo anche era il suo potere e molte altre cose, ancora da scoprire...

Ciò che è stato per me, sarà nuovamente.-
- Sarai ciò che lei è stata per me.-

Anche Rey nello stesso momento aveva avuto una visione, mentre le parole di Anakin rieccheggiavano nella sua mente.
Lei era stata designata come Shmi, in passato, e il figlio, suo e di Ben, generato per volere della Forza, come Il Prescelto.

Come aveva solo pensato, Ben, che fosse stata con un altro?
Continuò a stringerla, annientato per averla respinta e spaventata, dopo che gli aveva dato tutto di sé, senza riserve si era fidata lasciandosi amare, perdonandolo di cose imperdonabili.

🥀🥀

Si ridestò, dal torpore che quello strano momento aveva lasciato addosso ad entrambi.

Si erano rivestiti ed aveva dato a Rey alcuni dei suoi indumenti, anche se le stavano larghi, perlomeno la coprivano.

Batuu era popolato, fuori dei centri abitati, di comunità rurali con le quali si conviveva in armonia.

Era inconsueto per Rey vedere Ben svestire finalmente l'uniforme del Primo Ordine: indossava abiti comuni ed una lunga cappa scura, all'occorrenza, gli cingeva le larghe spalle, che lei amava tanto.

- Stai bene così! - esclamò.
Sorrise appena Ben, poi tornò assorto con quell'aria austera, che lei si compiaceva di guardare, a riparare dei pezzi di ricambio della sua nave, fuori la sua capanna.

Successivamente, raccolse dall'orto che si era ingegnato a coltivare, qualcosa da preparare a Rey.

- Sei sereno qui Ben? - chiese candida.
Sospirò lui...
- Sereno... per uno con il mio passato è una parola impegnativa, cerco solo un posto per ritrovare un po' di quel che resta della mia disgraziata vita, implorando il cielo per un perdono che non arriverà.-

Tormentando gli utensili che invano cercava di aggiustare, le mani nervose, il suo sguardo perso vagava lontano.

Ce n'erano altrettante che non poteva osare dire, che ne sarebbe stato dei suoi propositi di vita solitaria ora che Rey gli aveva detto del bambino?

Non si sentiva degno di avere una vita che solo avesse una parvenza di normalità, figuriamoci padre poi... ma ricordava, inevitabilmente, quanto a lui fosse mancato il suo, sempre impegnato in qualche missione tra le galassie.

Era un uomo tutto d'un pezzo Ben, doveva trovare un modo per venire a capo della situazione.

Rey pensava tra sé, molto timorosa, alla risposta di lui.
Ricordava bene come lo aveva supplicato su Ahch-To ed anche quanto fosse stato risoluto.
Si disse che avrebbe cresciuto il loro bambino con devozione, rispettando la volontà di Ben.

- Del resto questo ti ho chiesto- ruppe il silenzio Rey
- solo di potertelo almeno dire, che tu lo sapessi era tuo diritto, come lo è decidere cosa fare, volevo sapere che stavi bene, mai mi sarei aspettata la notte più bella della mia vita, ma è successo e ne sono felice.
Se ci salutremo qui, porterò con me il ricordo... di noi...-

Si sentiva abbastanza patetica in sua presenza, a confessargli senza ritegno cosa provava, ma pensò che ormai era inutile vergognarsene, se non l'avesse più rivisto voleva fargli sapere quanto fosse importante per lei.

Tremava l'esile figura dinnanzi a lui, mentre gli parlava ad occhi bassi e con voce commossa, al pensiero che si sarebbero congedati, nuovamente, chissà per quanto.

Ben avvertiva tutta la sua fragilità, come poteva lasciarla andare, dopo il modo in cui si erano appartenuti solo poche ore prima?
Ora che sapeva fin dove profondamente si era spinta la potenza del loro legame.

Entrò nella capanna, frastornato dai troppi pensieri, il loro giaciglio ancora sfatto e tra quelle lenzuola la testimonianza del loro appena consumato amore.

Tornò fuori, le portò ciò che aveva preparato con cura per lei, era affamata Rey, non toccava cibo da molte ore, mangiarono in silenzio, pensierosi entrambi.

Finito che ebbero, Ben le si avvicinò cingendole le spalle con un braccio, era davvero minuta accanto a lui, la sovrastava sempre, ma attento ad essere delicato.

Rimasero per lungo tempo in silenzio meditando le giuste parole da rivolgersi.

- Rey, quello che è successo è spiazzante per entrambi - teneva le piccole mani di lei nella sua
- posso solo dirti...- continuò - che non ti lascerò sola a crescere nostro figlio. Non so in quale modo Rey, ma lo faremo insieme. -

A quelle parole gli occhi della ragazza si velarono, mentre gli sorrideva luminosa.

Sapeva qual'era la più grande paura di Rey e ora meno che mai avrebbe voluto, per loro figlio, che si sentisse un niente, una sensazione che invece loro due conoscevano bene.

Si faceva ormai tardo pomeriggio, almeno per quella notte la voleva ancora con lui.

Rientrato nella capanna cercò di dare una sistemata, dispose delle lenzuola pulite perché Rey potesse riposare, era stanca, aveva un po' di nausea ed anche sonno tanto sonno, poi la notte prima non aveva dormito abbastanza.

Così si preparò ad avere compagnia (non ci era abituato).
La guardava dormire serena, quell'alloggio di fortuna non era comodo per due, anche il letto non proprio adatto.

Avrebbe voluto un palazzo sontuoso per lei, lo avrebbe meritato la piccola Rey, che non chiedeva mai nulla per sé.

Era buffa coi suoi vestiti tre taglie più grandi, così assorta, serena, le si avvicinò per guardarla, non gli pareva vero fosse realmente lì con lui, sembrava tutto così come doveva essere, in ordine, senza più dolore e caos con lei accanto.

Al suo risveglio la ragazza si sentì circondata di pace, un odore buono le saliva alle narici.

Si mise a sedere, sentiva anche Ben, fuori, armeggiare con la legna da ardere, ebbe un po' freddo, si strinse nella coperta.

Il giovane rientrò in quel momento, sorpreso fosse sveglia, dormiva già da un po', le sorrise posandole un bacio tra i capelli

- Ho qualcosa per te. - esclamò, tornando poco dopo.

- Grazie Ben - disse sorridendo - come sono belli! - le aveva portato dei fiori.

Lì seduto accanto a lei, la guardava come si osserva un'opera d'arte, ammirato ne sfilò uno dal piccolo mazzo e glielo pose tra i capelli, che la aiutò a raccogliere, poi ne prese un altro più piccolo e l' appuntò nell' incavo della scollatura della tunica, nel punto in cui si incrociava all'altezza del cuore.

Poggiò la sua fronte a quella della ragazza, guardandola intensamente.
- Un piccolo bocciolo si è schiuso tra le mie mani stanotte...-
Le disse in un sussurro, sulle labbra, mentre un tremito gli attraversava la voce.

Rey gli prese il viso delicatamente e lo baciò, un bacio lento, via via sempre più intenso.
- Sei dolce Ben. - pronunciò, mentre piano si staccavano l'uno dall'altra.

Aveva preparato una cena ottima. Voleva, più che mai, che si nutrisse in maniera sana e sufficiente per lei e il bambino.

Giunto il momento di dormire entrambi si ritrovarono come la sera precedente, lei con la sua sottoveste leggera, lui con solo dei calzoni addosso.

Non erano imbarazzati stavolta, nel guardarsi o coricarsi uno accanto all'altra.
Il letto non era molto ampio, Ben era un omone, ma lei si rannicchiò sul suo petto.

- Sei bello Ben, volevo dirtelo da sempre.-
Sorrise imbarazzato lui, non si era mai sentito bello, lei lo sapeva.

Con le dita disegnava il profilo delle sue labbra

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e gli girò la testa a quelle effusioni, non ci era abituato, era ipersensibile a quelle carezze e lei era tenera.
- Ti amo Rey.-

Sorrise lei e si fece audace
- Vuoi fare l'amore? -

La guardò.
- Voglio solo tenerti abbracciata. -

- Non mi desideri? - mugugnò lei, in tono di disappunto.

- Certo che ti voglio, piccola sciocca, è che...-
le toccò l'addome, la guardava adorante e lei lo amò di più.

Era protettivo, premuroso, un lato che l'uomo che stringeva a sé, faticava a mostrare facilmente e che, per questo, Rey riteneva ancora più prezioso.

Rimase ad accarezzarle il ventre mentre si addormentavano, la cingeva alle spalle, respirandole i capelli, il collo, ora una spalla che baciava spostando la stoffa leggera della sottoveste.

Le mani grandi, calde, di Ben, la facevano sentire amata come non mai, al sicuro, mai più si augurava di provare quel freddo dentro, quella solitudine, che sempre l'aveva soffocata fino a toglierle il sonno.
Lui sapeva dove e come accarezzare e calmare ogni sua paura.

Rifletteva la piccola Rey tra le braccia dell'uomo che amava, la schiena contro il suo petto, quante emozioni in un solo giorno, quante domande su quel figlio e sul suo futuro.

Non si sentiva pronta ad affrontare tutto quello che stava capitando, ma fino a che fosse stata con lui, tutto sarebbe andato per il verso giusto.

Le teneva le mani sul ventre Ben e già sentiva di amare follemente, la vita che cresceva dentro la donna che stringeva a sé.
Anche se tanti interrogativi albergavano ancora nelle loro menti, insieme, in qualche modo li avrebbero affrontati.

Note dell' Autrice:

By Antonella Maschio

19 Marzo 2020

The Rise of Skywalker (Expanded Edition) di Rae conferma che la Regola dei Due venne stabilita nel tentativo di creare una Diade artificiale, il cui obiettivo finale sarebbe stato quello di accrescere il potere della coppia maestro-apprendista.

Il romanzo ci rivela anche che Palpatine aveva cercato di creare una diade con Anakin Skywalker e che prima di lui Darth Plagueis aveva fatto lo stesso tentativo con l'allora apprendista Palpatine. Entrambi i tentativi sono falliti quindi sembra che la diade sia un'abilità riservata al lato chiaro della Forza.

Fonte: L'insolenza di R2D2

Curiosità: "ma fino a che fosse stata con lui, tutto sarebbe andato per il verso giusto".

Questa frase l'ho parafrasata, da un' intervista, dietro le quinte, ad Adam Driver, nella quale parlava di Ben e del suo ritorno al Lato Chiaro, nell' ultima parte di TROS, per merito di Rey,

"Lui sapeva che fin quando fosse stato con lei, sarebbe stato dalla parte giusta."
😉

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Capitolo 8
*** And neither are you ***


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Intanto su Ajan Kloss l'assenza di Rey, da un giorno intero, non era passata inosservata.
Oltretutto Rose aveva notato che non mancava alcun trasporto, quindi escludevano fosse partita per chissà dove, improvvisamente, come tante volte era solita, senza avvisare, spinta da qualche premonizione o un qualsivoglia proposito.

E sì che ultimamente era più taciturna e strana di sempre, Finn e Poe nonostante la consapevolezza che sapesse cavarsela in ogni circostanza, si scambiavano, saltuariamente, tacite occhiate pensose.

Dall'altra parte della Galassia, Ben, già destatosi da un po', se ne stava meditabondo, circondato dall' abbraccio di Rey.
Il calore che emanava da lei era qualcosa che lo aveva abbandonato da bambino, fin da quando, ancora ragazzino, Snoke o chi per lui, aveva iniziato a tessere insidie nella sua testa.

Affondò appena, per non svegliarla, il viso tra i capelli castani della ragazza, respirandone in adorazione il profumo, ad occhi chiusi.
Un sonno sereno gli aveva ristorato mente e corpo, non ricordava da quanti anni non avesse trascorso notti senza incubi.
Sarebbe potuto restare lì per sempre a guardarla dormire tra le sue braccia,
ascoltando il suo respiro.

Riusciva difficilmente a dare voce a quanto provava per lei, del resto non era abituato a lasciar trasparire i suoi sentimenti, non gli era mai più stato concesso, da quando era andato via con Luke.
Sperava così, i baci e le carezze di cui la copriva, parlassero per lui.

Pensò a cosa prepararle al suo risveglio.
La sua Rey, caspita, sembrava non mangiare da anni e forse era in effetti così.
Molto probabilmente non aveva mai avuto cibo a sufficienza nella sua vita raminga, mentre a lui non era mancato nulla.

Lui, il principe di Chandrila, una infanzia fatta di valori, disciplina, ma anche di sontuosità, abitava in un ricco, elegante palazzo l'erede del generale Organa, cosa poteva saperne lui degli stenti a cui la piccola Rey era stata da sempre sottoposta?

Questo pensiero di lei, privata e derubata di tutto, a causa del suo velenoso lignaggio, lo fece sentire meschino, aveva avuto tanto di più lui, mentre lei non aveva potuto scegliere, e in una vita fatta di nulla era sbocciata come un fiore di raro splendore, nel deserto di quell' immondezzaio di Jakku.

Ripensò a quando lo aveva chiamato "mostro" per la prima volta sulla Starkiller, in mezzo alla neve..quello sguardo di disprezzo negli occhi di lei, lo aveva gelato ancor più dell'Oscurità che lo teneva avvinto.

"Remembering you running soft through the night
You were bigger and brighter and wider than snow."

Pictures of you - The Cure

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Si sentiva inadeguato in tutto il povero Ben, la guardava ancora assopita, non chiedeva mai nulla per sé, quella creatura delicata, dalla pelle d'ambra, distesa accanto a lui, se non appartenenza, ciò accresceva in lui, ancor più, una tenerezza di cui si riteneva incapace pari al desiderio di proteggerla da tutto, come se, in qualche modo, avesse potuto colmare il vuoto provato per anni.

Si meravigliava di scoprire in sé sentimenti così puri, disinteressati, lontani dal bruto di cui per anni aveva vestito fiero i panni, chiedendosi se fossero solo frutto di uno scherzo della sua mente.
Aveva compreso davvero cosa fosse l'amore? Cosa significasse dare tutto di sé senza riserve, senza aspettare nulla in cambio.
Talvolta persisteva nel dubitarne, come se esser stato pronto a morire per lei, non fosse stato ancora abbastanza!

Cercò di rimanere lucido, tornando a canalizzare le energie sulla questione riguardante il bambino.

Fece appello alla sua memoria, per ricordare di qualche relazione proficua che sua madre avesse potuto intessere, negli anni, con i rappresentanti dei sistemi che avevano sposato la causa dei Populisti: qualcuno che dovesse dei favori al generale Organa, che in un certo qualmodo avesse potuto pian piano riabilitare la sua immagine nel tempo, perché ora, con un figlio in arrivo, non avrebbe potuto celarsi ancora a lungo nell'ombra.

Poco dopo i mugolii sommessi di Rey che si rigirava contro il suo petto, lo distolsero da quei pensieri.
Gli parve una piccola gatta che faceva le fusa, sorrideva Ben, guardandola... vi era così poco avvezzo.

Lei, ancora sonnolenta, fece appello alle sue poche forze, tirandosi su per baciarlo, allacciandogli le braccia dietro la nuca.

- Sei bello amore mio... sei bellissimo. -
Con le labbra ed il naso premuti sulla sua guancia, gli occhi chiusi e la fronte appoggiata alla sua, glielo sussurrava in un modo che gli ottundeva la mente, era così innocente da non rendersi conto appieno dell'effetto che aveva su di lui.

Un buongiorno così Ben
Solo non sarebbe stato capace mai nemmeno di sognarlo.
La guardò, era bella la sua Rey, si strinsero ancora per un tempo indefinito, poi Ben la fece sdraiare sulla schiena, la sovrastava restando di fianco a lei.

La scrutava con quei suoi occhi scuri, lucenti, penetranti, innamorati e non riusciva a dire una parola.

Nessuno l'aveva mai guardata così, Rey era sopraffatta da quello sguardo carico di tutte le parole più belle che non sapeva dirle, ma inequivocabili in quegli occhi così vibranti di sentimento.

Si sentì trasalire di felicità quando si chinò e spostando la sua veste iniziò a baciarle ed accarezzarle il ventre, avrebbe potuto guardarlo all'infinito prendersi cura di lei a quel modo.

- Ben - supplicò, quasi in un lamento traendolo sul suo viso.

Sorrise... la sentiva tremare e ne era emozionato.
- Mi vuoi Rey? - glielo chiese come se dalla sua risposta dipendessero le sorti della Galassia!

Rey non riusciva a dire niente, era disarmata, era talmente tutto nuovo, una sensibilità di cui mai nessuno lo avrebbe ritenuto capace, ma lei aveva sempre sentito tutto ciò che per paura negava a sé stesso, quei timori che riusciva a sciogliere solo nello sguardo pieno di tenerezza, dell'altra metà di sé stesso.

Il calore delle sue mani, gli occhi persi dentro ai suoi, profondi e fragili nello stesso tempo.
Le sensazioni che le suscitava non pensava neanche esistessero.

Ben la trasse a sé più stretta, mentre lasciava sulla sua pelle una scia infinita di baci e carezze.

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Sentiva le labbra umide e il respiro caldo di lui sfiorarla, appassionato, se pure delicato, allo stesso tempo.

Facevano l'amore parimenti al modo nel quale combattevano, con la stessa fisicità.

A Rey tornavano in mente i loro epici scontri, lo sguardo furente di lui, lo stesso ardore di quando ora la guardava, prima di perdersi dentro lei.

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🥀🥀

Oramai la Forza aveva trasportato lì Rey da molto, e sicuramente su Ajan Kloss qualcuno già la cercava.
Faceva male il solo pensiero di separarsi dalla donna che amava con tutto sé stesso e ora che aspettavano un figlio ancora di più, ma per ogni momento insieme correva dei rischi, se l'avessero trovata con lui, mai si sarebbe perdonato se le fosse capitato qualcosa, tanto meno alla vita che portava in grembo!

Non era abituato a prendersi cura di altri, ma ci mise ogni impegno.
Rey lo guardava intento a prepararle un bagno caldo, poté sentire anche il buon profumo delle pietanze che aveva preparato.

Si alzò dal letto andando verso la tinozza, Ben la aiutò perché non scivolasse.
Le lavò la schiena e i capelli, spesso si sentiva stanca, la rotondità della sua pancia era lieve ma evidente; di lì a poco il loro idillio sarebbe dovuto terminare.

Voleva restarle accanto il più possibile.
Prese dei teli puliti per aiutarla ad asciugarsi, la avvolse, e con movimenti delicati le frizionava i capelli, la baciò sulla fronte, sugli occhi chiusi, lei si lasciava cullare dalle sue mani tenere.

Dopo essersi rivestita mangiarono qualcosa; fuori l'aria era fresca, frizzante, lui le sedette proprio accanto.
- Rey - le disse tenendole le mani - ti staranno cercando di sicuro! - Non perse tempo in giri di parole Ben, - Devi tornare o se ti trovano con me, sarà pericolosissimo, per te e il bambino.-

Cercò di nascondergli la tristezza che provava, ma lui la strinse, la sentiva e ne era tormentato.

- Ti prego, ora ti chiedo di essere forte e, come hai sempre fatto, di pensare alla cosa più giusta cioè al bambino.
Interrompiamo il nostro legame quando sarà notte fonda, così non si accorgeranno del tuo rientro, indossa pure i miei vestiti, non voglio che tu abbia freddo in piena notte e soprattutto abbi cura di lui... so che sei in gamba.
Io ti seguirò con la mente fino al tuo accampamento.-

Ascoltò ogni parola, accoccolata sul suo petto, una mano sul suo cuore, lo sentiva battere forte.
- Ci connetteremo attraverso La Forza Rey, te lo prometto, non ti lascio, insieme troveremo un modo.-

Era così rassicurante, la sua voce calda, profonda, le carezzava l'anima anche se era doloroso ciò che le diceva.
Temeva sarebbe rimasto fermo nel suo proposito di stare per sempre lontano da lei, ma era felice all'idea del bambino.

- Ben, continuò lei, e se non tornassi? non ci troveranno qui, resterò con te, sempre. -

Le posò un dito sulle labbra
- Sei così ingenua a volte, forse è proprio questo che ho amato di te da subito.
Metteranno a ferro e fuoco le galassie per trovarti, potremmo anche cavarcela per un po' ma dopo? Non posso rischiare di perderti ancora. -

La tenne stretta lì fuori, davanti al fuoco acceso, lasciando trascorrere lentamente il poco tempo ancora a disposizione, in silenzio persi l'uno nei battiti dell'altra.

Si era fatta ora... Rey lo guardava silenziosa e a lui parve di annegare nei suoi occhi, la scrutò ancora a lungo, le posò le mani sul ventre e si chinò per baciare il loro bambino, poi le prese il viso tra le mani, baciandole le labbra, come non dovesse mai finire, gli occhi, i capelli, la fronte.

Fu un attimo, e disapparvero uno dalla vista dell'altra, mancò il respiro a entrambi, sentirono freddo, di nuovo, un freddo che per interi giorni non avevano più ricordato.
Potevano ancora vedersi, Rey corse verso il suo accampamento, vi si avvicinò di soppiatto entrando nella sua tenda, certa che nessuno l'avesse sentita.

Quando fu solo, Ben si concentrò sulle sue sensazioni, un brivido di orrore lo attraversò, sbarrò gli occhi: FN-2187!
Si lui era sensibile alla Forza, lo sapeva!

Maledizione, aveva cercato Rey e li aveva visti, solo per un attimo!
La mattina prima, ricordò di aver avvertito una variazione nella Forza, un disagio, ma lo attribuì ai fantasmi del suo passato, era come se qualcuno lo stesse tormentando mentre amava la sua bellissima Rey, con un pensiero deciso ricacciò quelle sensazioni negative, niente poteva distrarlo dal suo amore per lei.

Ora sapeva. Era FN-2187, o Finn come lo chiamavano.
Era pazzo di gelosia al pensiero che avesse potuto vederla con lui in un momento di così profonda intimità.

Temette per il bambino e per Rey.
Che avessero potuto accusarla di aver tradito la Resistenza, per il suo amante proibito.

Note dell'Autrice:

Populisti sono un movimento sorto durante la Nuova Repubblica, ne troviamo menzione in Bloodline di Claudia Gray, romanzo che affronta tutti gli avvenimenti politici (ma non solo), dalla battaglia di Endor a Episodio VII.
Essi sono una fazione convinta che ogni pianeta debba avere la sua autonomia senza la ricostruzione di un senato e di un suo rappresentante, vista l'esperienza fallimentare del precedente Senato Galattico. Leia Organa fu uno dei sostenitori di questo pensiero.

 

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Capitolo 9
*** Friends don't lie! ***


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La mattina seguente, al suo rientro alla base della Resistenza Rey, cercando più del solito di passare inosservata, si recò a fare colazione nella grande tenda allestita come refettorio, se avesse resistito ancora ai morsi della fame era certa sarebbe svenuta, tanto si sentiva debole, anche se il senso di nausea non aiutava.

Le si fece incontro Rose, grazie al cielo, battendo Finn di volata, preoccupata di non averla vista da un po'.

- Sto bene, tranquilla - la rassicurò - avevo bisogno di meditare per mio conto e me ne sono stata in disparte. -

- Ok Rey, ma la prossima volta avvisa, lo sai che non possiamo escludere del tutto che cellule sparute del Primo Ordine ci attacchino, o sequestrino qualcuno dei nostri! Perlomeno di notte non rischiare.-

- Rey... stai bene?- esclamò preoccupata Rose osservando il pallore sempre più evidente sul viso della sua amica.

La ragazza portò una mano alla bocca e corse quanto più veloce possibile fuori della tenda nell'intento di nascondersi tra gli alberi.

Rose sopraggiunse poco dopo - Rey tu stai male! vado a cercare aiuto. -
La fece mettere a sedere per paura potesse perdere i sensi.

Rey trattenne la sua intraprendente soccorritrice per un braccio, decisa,
- Rose non è necessario. Avrò mangiato qualche bacca di Juna che mi ha fatto male, mi riprenderò.-

Non molto convinta, il comandante Tico intimò alla sua testarda controparte di restare lì e che sarebbe tornata con qualcosa per idratarla, visto il caldo umido.

Obbedì accennando un mezzo sorriso stanco Rey, oh accidenti, i fastidi mattutini erano sempre più frequenti ed anche il suo ventre più evidente, nonostante cercasse di nasconderlo non indossando più la cintura e nemmeno la stola che vi intrecciava di solito, ma solo una casacca di lino che rimaneva poco più larga, sui fianchi.

Doveva parlare con Poe, capire cosa stavano decidendo di fare in merito a dove stabilirsi, ed una cosa era certa: lei sarebbe andata da tutt'altra parte!

Guardinga e sfuggente evitò, per quasi tutto il giorno, lunghe conversazioni. Non aveva più visto Finn, fortunatamente, doveva essere stato impegnato in delle riunioni con il comandante D'Acy ed altri membri del consiglio nascente.

Finalmente, verso sera, raggiunse Poe.
- Ce l'hai un momento? Avrei bisogno di parlarti, ma in un posto tranquillo, senza interruzioni.-
Il generale Dameron, guardandola di traverso, le indicò con un cenno del capo la sua tenda.

- Rey - iniziò per primo
- Ti vedo preoccupata e inquieta, siamo una famiglia prima che combattenti, Jedi o qualunque altra cosa, sei distante, più di sempre, qualcosa ti tormenta. -
Le pose una mano su una spalla guardandola con preoccupazione sincera.

Rey teneva lo sguardo basso, era emozionata alle parole del suo amico, avrebbe voluto tanto lasciar andare quel peso dal cuore, almeno con loro.

Si sentì così misera quando le lacrime inziarono a scorrere da sole, perché piangeva così spesso ultimamente?
Anche in presenza di Ben si era resa alquanto ridicola, probabilmente.

Tratteneva sempre le sue emozioni; la durezza della vita solitaria che aveva conosciuto glielo aveva imposto senza chiederle consensi.
Non una volta che avesse potuto lasciarsi andare, mai si era concessa il lusso di apparire debole; già la sua esile figura, contrastava con l'enorme corazza che un destino astioso le aveva forgiato addosso.
Ma ora non ci riusciva più.

Poe la strinse forte, in un impeto di protezione.

Intanto su Batuu un concentratissimo ed anche abbastanza irritato Ben, se ne stava seduto su una delle guglie degli alberi, a dispetto del vento sferzante, osservando, con sguardo tagliente la scena, a braccia conserte, celato nel segreto.

Da tutto il giorno cercava il momento propizio per palesarsi a Rey, per avvisarla che Finn era a conoscenza di loro due.

Se da una parte fosse contento che qualcuno tenesse alla ragazza in quel modo, altresì il suo senso di possessività e l' antipatia, sempre nutrita verso Dameron, lo lasciavano riluttante.
Di colpo una sensazione ben peggiore lo pervase.

- Rey, io ci sono. - esclamò Poe, mentre le accarezzava una spalla, continuando a stringerla per calmarla.

- È lei che non c'è più per noi! Non darti troppa pena amico! - irruppe una voce.

Serrò gli occhi e i pungni Ben fino a scolorarsi le nocche! Il traditore!

Poe si staccò da Rey, al sopraggiungere di Finn, fissandolo con aria contrariata, quanto interrogativa, mentre lei asciugava ancora le lacrime.
Sapevano tutti e tre che si stava per ingaggiare una delle solite sterili discussioni,di cui non avrebbero avuto proprio voglia.

- Finn, ma che diavolo ti prende? -
- Poi non chiedi nemmeno permes..-

- Facciamola finita! - lo interruppe,
- Rey Skywalker o meglio... Palpatine? O preferisci... Ren! - mormorò sibilante...
- Glielo dici tu o lo dico io, per tutti?-

Rey divenne cerea, le mancò il respiro dinnanzi alle accuse di Finn;
quando un presentimento le fece orientare le pupille nell'angolo più buio, scorse due occhi furenti, arrossati, illuminati d'un bagliore sinistro reso ancor più intenso dal riflesso di una lampada;
il suo sangue divenne gelido, spasmi involontari la facevano tremare convulsamente, mentre un sudore freddo le contornava la fronte.
Temette il peggio.

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Nuove lacrime che tentava invano di soffocare la annegavano.
Scivolò sul pavimento, oppressa, una fitta le fece portare le mani al basso ventre, Poe la prese dalle braccia per attutire il colpo.

- Tu sei impazzito Finn! Non c'è spiegazione! Smettila, è sconvolta non lo vedi?- gli intimò Dameron con un' occhiata talmente truce da non lasciare presagire che niente di buono sarebbe seguito, di lì a poco.

- Perché fai così? Che cosa non riesci ad accettare?- sibilò Poe minaccioso a pochi centimetri dalla faccia del suo interlocutore.

- Le bugie Poe, questo non riesco a tollerare.
Gli-amici-non-mentono! -
Scandì il giovane.
Poe lo guardava sempre più stranito.

Osservando Rey, ripiegata come un fazzoletto su sé stessa, inerme, Finn cercò di moderare i toni, ma era davvero furibondo.
Il momento della verità più crudele era giunto.

- Vorrei che glielo dicessi tu, Rey...- esclamò il giovane, ma solo flebili, malcelati singhiozzi riecheggiarono in quel silenzio assordante.

A Ben parve di impazzire vedendola in quello stato, angosciato per lei e la vita che portava in grembo.
Non avrebbe mai più voluto fosse sola a doversi difendere.
Era certo ne fosse in grado, ma sapeva quanto fosse preziosa la sensazione di sentirsi protetti e amati, glielo aveva insegnato proprio quella creatura, apparentemente fragile, ma così determinata.

- Ebbene la nostra Rey ha scelto Poe. Ha scelto il nemico... Ren è vivo. Li ho visti, insieme!-

Alle loro spalle si era aggiunta anche Rose, attirata dalle voci concitate dei due uomini, provenienti dalla tenda del generale Dameron.

Rey sollevò uno sguardo supplichevole verso il ragazzo, a pregarlo che non continuasse.
L'espressione impietrita di Poe si era sostituita a quella incredula.

- Li hai visti?- strabuzzò gli occhi - ma che diamine vuol dire? Ren è qui? Come sarebbe?-

Intanto Rey fissava, senza farsene accorgere, lo sguardo di fuoco che si celava poco distante da loro, con tutte le sue energie, intimava a Ben di ritirarsi, che se la sarebbe cavata.

- Solo quando saprò che stai bene! - le impose.

- Lo tiene ben nascosto da noi. È lei che va da lui, ecco dove sparisce giorni interi e noi tutti qui a preoccuparci come idioti!-

Rose e Poe ora fissavano Rey esterrefatti.
Faticosamente la ragazza cercò di risollevarsi dal pavimento, Poe le dette una mano, era evidentemente provata.

Con le mani conserte, che continuava a torturarsi e gli occhi bassi, Rey, con un filo di voce, rotta a tratti dal turbamento, raccontò a tutti loro cosa era successo dopo la battaglia di Exegol.

Lo stupore fu generale, non sapevano neanche che Finn fosse sensibile alla Forza, solo Rey ne era a conoscenza.
Rose si pose di fianco alla ragazza che era inconsolabile, la abbracciò cercando di confortarla.

- Dobbiamo fidarci di Rey, ha paura delle vostre reazioni per questo lo ha nascosto, come fate a non capire? - tuonò la minuta figura, mentre cercava di calmare la sua amica.
- Ah, uomini! - imprecò
- Non comprendete mai al volo. -

- Se volessimo puntualizzare, mio caro, nemmeno tu ci hai detto che eri in grado di usare La Forza! Parli tanto di sincerità. Predichi bene solo quando si tratta di Rey?! - si animò Poe.

- L'ho detto a chi dovevo!-
replicò secco Finn.

- La verità è che sei geloso! Amico disinteressato... si certo! - lo schernì il generale Dameron.

- Non ti azzardare! - replicò perentorio Finn, al mittente, con l'indice puntato a meno di un centimetro dal suo viso.

- Oh adesso basta è davvero troppo! Siete degli idioti, insensibili. Qui c'è una nostra amica in difficoltà. La state spaventando più di quanto già non lo sia. Ma che avete nella testa? - Rose Tico non era di certo una che le mandava a dire.

Rey si strinse nel dolce, abbraccio della ragazza, mentre con sguardo furtivo notò con sollievo che nel buio non c'era più nessuno.

- Resta il fatto che non possiamo fidarci di Ren - esclamò Poe preoccupato.
- Non te ne faccio una colpa Rey. Certo però rimango perplesso, non riesco davvero a comprendere, ma al cuor non si comanda.- esclamò sospirando, con cipiglio fiero e quella sua innata verve da uomo navigato.

- Egli rappresenta un pericolo comunque, anche se, come tu dici, adesso è tornato ad essere Ben Solo!
Molti nella Galassia sono suoi nemici giurati, anche nel Primo Ordine oramai, Rey.
Ed è ad ogni modo impossibile per ognuno di noi dimenticare il nostro vissuto e il male che quell' individuo ci ha inflitto.-
aggiunse preoccupato.

Rey si alzò in piedi, tenendo le mani sull'addome ancora teso per le fitte provate, nella concitazione del momento.
- Ho il dovere di essere sincera fino in fondo con voi. -
Raccontò loro del bambino in arrivo, della sua genesi per mezzo della Diade.
Rose si portò le mani alla bocca, Poe e Finn tra i capelli.
Era tutto davvero troppo per una sola giornata!

Guardarono Rey, sembrava ancora più minuta sotto il peso di quelle rivelazioni.
Tutti e tre la circondarono di un abbraccio infinito, nel quale la ragazza si lasciò andare completamente.
- Non sei sola.- la rassicurò Poe - ne verremo fuori Rey, ti aiuteremo.-

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🥀🥀

Nella sua capanna su Batuu, Ben, occhi al soffitto, ripensava a quanto accaduto; trovare una soluzione era la cosa più urgente, un nome gli venne alla mente: Ransolm Casterfo!

Era un caro amico di famiglia, anche se ai tempi lui aveva circa nove o dieci anni, ricordava bene fosse intimo presso la loro residenza, spesso si fermava a pranzo o a cena a palazzo, a volte insieme anche ad altri rappresentanti dei vari sistemi. Infiniti dibattiti politici seguivano a quegli inviti, Casterfo era uno dei maggiori rappresentanti dei Centristi.

Detestava ammetterlo Ben, ma l'aiuto di Dameron sarebbe stato inestimabile, insieme a quello di Rey.
Era un ottimo stratega, conosceva bene, all'interno della Resistenza, tutti i maggiori esponenti.

Poco dopo la cercò, era nella sua tenda.

- Stai bene? - chiese preoccupato
- giornata estenuante oggi.-

Rey lo guardava stanca.

- Ti lascio dormire, sei sfinita, voglio che ti riguardi maggiormente. Ho solo una richiesta: Ransolm Casterfo, se è il caso fatti aiutare dal tuo amico pilota, cerca informazioni su dove io possa trovarlo.
Abbi cura di te Rey e di lui, sii prudente. -

La mattina seguente Rey fece come Ben gli aveva chiesto, cercò le informazioni necessarie: si recò da Poe per chiedergli dove potessero trovarlo, da molto non si avevano sue notizie.

- Il senatore Casterfo non si sente da molto - mormorò Poe - ma dev'essere sul sistema di Riosa nei territori del Nucleo, posso provare a mettermi in contatto.-

- Sarebbe più facile se Ben potesse parlargli direttamente, se sei d'accordo, quando lo contatterai faremo in modo di combinare un incontro.-
Continuò Rey
- Parlare tramite un olo trasmissione è troppo rischioso per lui.
Suggerisci a Casterfo di volerlo incontrare a nome del generale Organa e farò in modo che Ben sia all' appuntamento.-

Poe la guardava dubbioso.
- Faremo come vuoi, ma quell' individuo Rey, digli di guardarsi da ciò che dice e fa, perché gli terrò gli occhi addosso ad ogni respiro emesso! -

Uno sguardo mortificato, in rimando, seguì le parole taglienti di Poe.
- Fidati di me, non vi farei mai correre nessun pericolo, lui non è più lo stesso.-

Note dell'autrice:

Centristi sono il movimento politico in opposizione ai Localisti. Queste informazioni sono contenute nel libro sulla vita di Leia Organa, Bloodline di Claudia Gray.
Ransolm Casterfo era uno dei principali esponenti della fazione Centrista, il quale sosteneva l'elezione di un Primo Senatore all'interno del Senato della Nuova Repubblica. Nonostante l'opposta veduta rispetto a quella di Leia, esponente invece dei Populisti, Casterfo ed Organa furono grandi amici e alleati politici, entrambi scaltri ed onesti. Egli sostenne strenuamente la candidatura di Leia a Primo Senatore per portare maggiore unità e credibilità tra i rappresentanti dei sistemi.

Il titolo di questo capitolo è preso dalla citazione di Finn ed un richiamo voluto alla serie Stranger Things che adoro 😍.

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Capitolo 10
*** The return of Fulcrum! ***


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- Sono riuscito a contattare Casterfo, e sì, si trova ancora su Riosa, mi ha fatto molte domande in merito all'incontro che ha a che fare con Leia: gli ho detto che ci sarà una rappresentanza per spiegargli di che si tratta; ho cercato di essere evasivo il più possibile, per ragioni di sicurezza.
Ci incontreremo in luogo da destinarsi, proprio a questo proposito ho bisogno di sapere cosa avete in mente tu e... oh accidenti! Non so neanche come chiamarlo. -

- Ben - mormorò Rey
- prova a chiamarlo con il suo nome, che rappresenta perfettamente ciò che davvero è sempre stato.-

- Scusami... vorrei che fosse più semplice, con tutto il cuore voglio aiutarti, ma sia chiaro lo faccio solo per te, per l'anima che porti in grembo.-
Le teneva le mani appoggiate sulle spalle parlandole con voce pacata, non voleva che accumulasse maggiore tensione.

- Ed io ti ringrazio, dal più profondo Poe, perché so quanto costa ad ognuno di voi tutto ciò.
Dimenticare è impossibile, non oso chiederlo, non si azzarderebbe nemmeno lui lo conosco.
Ma se una persona è pentita con tutta sé stessa per il male fatto,
se è stata vigliaccamente manovrata, se è caduta vittima di inganni, ma soprattutto, se dimostra di voler riparare ai suoi errori non merita di avere una piccola possibilità almeno di tentare?
Non sono questi i valori che Leia ci ha sempre insegnato?
Lei e Luke non erano i figli Vader?
Vader, capisci?
Eppure l'amore per loro convertì il suo cuore.
Nel mio stesso sangue, sai cosa scorre, sono stata tentata moltissimo dal Lato Oscuro, ma la Forza e l'amore possono cose inimmaginabili.-

Rey prese le mani del suo amico guardandolo profondamente negli occhi
- Non è quello per cui abbiamo sempre combattuto?
Lei lo sentiva Poe, sentiva la luce dentro suo figlio ed io quanto lei!
So che hai sempre pensato che la Forza, i Jedi, fossero tutte fandonie, ma lo hai visto con i tuoi occhi.
Non ho mai potuto parlare di queste cose con voi, non c'era tempo... c'è così tanto che non sapete... mi dispiace.-

- Certo, non c'era tempo - continuò Poe - impegnati com'eravamo a lottare per non soccombere sotto la furia del Primo Ordine guidato dal tuo novello paladino dei deboli! - esclamò pungente l'uomo, occhi al cielo.
- Lo faccio solo per te Rey, solo per te...
Dunque dove ci incontreremo? -

- Io e te andremo su Riosa, cerchiamo di partire prima possibile, dirò a Ben di farsi trovare quando sapremo il posto da Casterfo! -

🥀🥀

- Non pensarci neanche, piccola incosciente. - si scosse Ben, in tono paternalistico - Tu devi startene buona a ri-po-sa-re nelle tue condizioni! -

- Oh ti prego, falla finita, tu e Poe Dameron da soli insieme? Finireste per uccidervi! Spiacente, ma non posso riportarti in vita ogni volta.- esclamò sarcastica.

La guardava saettante, ma tanto sapeva già che quella inarrestabile furfante avrebbe fatto di testa sua.

- Piuttosto Mister improvvisata diplomazia cerca di dormire stanotte, hai l'aria sfinita, domattina ti dirò il luogo dell'appuntamento.- gli sussurrò, posandogli un bacio delicato sulla fronte.

- E dì a quel pilota da strapazzo di essere prudente con le vostre carrette della Resistenza, perché dentro ci porta mio figlio e te!
E che tenga a freno la lingua ed anche giù le mani dalla mia...-

- Dalla tua cosa? - lo canzonava Rey, sorridendogli.
Le sue malcelate scene di gelosia erano così divertenti.
- Fà il bravo Ben Solo. - gli sorrise poggiandogli l'indice sulle labbra.

La guardava come uno che l'aveva combinata grossa, con occhi tra l'arrabbiato e il triste e a lei faceva così tenerezza, benché a tratti mantenesse dei modi iracondi, altresì si sforzava di imparare a controllarsi, ad allenare sé stesso a quel genere di persona che potesse essere degno di chiamarsi tale e soprattutto della sua preziosa Rey.

Lo abbracciò, se avesse potuto, lo avrebbe stretto fino a farlo entrare nel suo cuore per fargli sentire quanto profondamente lo amasse e desiderasse aiutarlo, tenerlo al riparo, come se potesse in qualche modo lenire tutto lo strazio e i sensi di colpa che trasparivano dai suoi occhi, lo specchio attraverso il quale aveva imparato a sentirlo nel profondo.

Lo teneva sul suo cuore, accarezzandogli i capelli, se ne stavano senza dire una parola, a stringersi le mani ed ascoltare i loro respiri, in quella capanna su Batuu, in una notte un po' fredda, una coperta ed un fievole fuoco a scaldarli un poco.

🥀🥀

La mattina seguente molto presto Poe e Rey si avviarono verso Riosa, nei territori dell' Orlo Interno.
- Quando arriverà lui? Ieri sera sul tardi ti cercavo, ma nella tenda non c'era nessuno. -

- Tranquillo, quando sarà il momento, è meglio che nessuno sappia dove si trova, perché sia al sicuro.-

Residenza del senatore Casterfo
- A cosa devo l'onore generale Dameron? -

- Mi trovo qui, senatore, con il nostro valoroso cavaliere Jedi, Rey Skywalker e con un ospite che le introdurrà a breve, molto caro al compianto generale Organa; si tratta di una questione cruciale.
Mi auguro, che lei possa aiutare la persona, che con le sue straordinarie capacità, ha contribuito in maniera determinante a schiacciare una minaccia antica di secoli, dalla Galassia.-

- In nome del generale Organa questo ed altro, Dameron! -

Poco dopo due figure furono introdotte, dalla servitù, alla presenza del senatore: Rey con al seguito una sagoma imponente avvolta in una cappa scura che ricordava molto quella dei maestri Jedi.
Un ampio cappuccio lasciava in ombra il viso dell'uomo accanto alla ragazza.

Poe perdette fiato, quella figura minacciosa gli riportò alla mente sé stesso fatto prigioniero su Jakku e torturato sul Finalizer Destroyer da Ren.
Deglutì a fatica, tentando di mantenersi calmo, al centro della grande sala.

Ben, ad occhi bassi, avvertiva una fortissima tensione e lo sguardo accusatorio di Dameron trapassargli le ossa, benché non osasse sollevare le palpebre ad incontrarlo.

Rey introdusse al senatore Casterfo il misterioso nuovo arrivato.
- Ben Solo? - esclamò meravigliato il deputato.
- Mi risulta un'altra identità a vostro nome! - aggiunse poco convinto.

- Credo che la conversazione sarà abbastanza lunga Casterfo, ho diverse cose da spiegarvi, se avrete la pazienza di ascoltarmi.*- esordì Ben.

- Certo - continuò la distinta figura - allora propongo di metterci comodi per il pranzo, avverto i miei sottoposti che non ci disturbino, oh e... la signorina è in attesa?- osservò guardando la piccola rotondità che si poteva intravedere al di sotto della tracolla da viaggio di Rey.
- Si - mormorò quest'ultima imbarazzata.

- Bene - proseguì Casterfo - con ogni riguardo, la mia dimora è a vostra disposizione giovane Skywalker, spero vi sentirete a vostro agio, farò preparare anche le stanze migliori perché possiate fermarvi qui, insieme ai vostri accompagnatori, quanto desiderate, godere delle bellezze di questo palazzo e soprattutto, viste le condizioni delicate della mia giovane ospite, vi prego di riposare adeguatamente dopo il nostro desinare; gli amici di Leia Organa sono i miei, e lei Rey, vi considerava come una figlia.-

La ragazza sorrise timidamente;
poco dopo la conversazione proseguì in una delle sale da pranzo.

Rey non aveva mai visto una dimora così lussuosa.
Ovunque guardasse vi erano colonne di granito levigato, marmi pregiati, di varia estrazione, ricoprivano ogni parete, le sontuose scale erano sormontate da archi a tutto sesto e magnifiche volte a botte decorate finemente.
Tutta la residenza senatoriale era circondata di balconate, contornate da balaustre, ornate da piante rampicanti e fiori d'ogni specie, che si affacciavano su ampi giardini terrazzati, nel mezzo dei quali si trovava un grande lago artificiale.

Pranzarono su una delle ampie logge, a tavola vi erano bevande deliziose, oltre ai cibi.

Rey chiese a Poe di versarle un po' del celebre liquore di Riosan, ma Ben la fulminò con lo sguardo.
- Dell' Idromele analcolico andrà benissimo! Nelle tue condizioni l'alcool non ti gioverebbe.- controbattè anticipando Dameron, nel mescere il succo fruttato nel bicchiere della ragazza, contrariata.

- Le questioni che mi avete esposto avrebbero dell' inverosimile se io stesso non avessi toccato con mano la storia degli Skywalker.
Ben, devo molto a tua madre, posso darti del tu, vero? -
- Certo! - annuì il ragazzo.
- Anche lei vi stimava sinceramente.-

A tavola Poe osservava Ben di sottecchi, sapeva utilizzare nell'ordine preciso, come il senatore, tutte le posate, i suoi modi tradivano le sue nobili origini; lo udì condividere aneddoti con Casterfo, ricordi delle cene a palazzo Organa, su Chandrila.

Non aveva niente della creatura mostruosa che ricordava, sebbene avesse un'aria austera, i suoi modi erano composti, ed il garbo con cui porgeva le pietanze ai commensali o spostava una sedia per Rey, con premura, gli fecero intravedere qualcuno che non conosceva affatto.

- Ero stato ingiustamente imprigionato, la mia sorte era segnata, ma a Leia devo tutto ed è per riconoscenza, che a mio rischio, aiuterò te e Rey e il bambino, avete la mia parola!
Il mio consiglio è che per ora tu resti nascosto finché non capiremo cosa effettivamente resta del Primo Ordine.
Lei generale Dameron dovrà aiutarmi, man mano contatteremo le mie conoscenze sui vari sistemi e quando saremo certi del pericolo scampato, procederò affinché il nome di Ben Solo sia pian piano riabilitato.-

- La prego Casterfo - intervenne Ben - non voglio starmene in disparte a subire la sorte. Sarei scomparso ed ho letteralmente tentato di farlo, ma non intendo privare mio figlio di un padre, così come desidero partecipare attivamente in progetti che vi aiutino a smantellare ogni ultimo residuo di pericolo nella Galassia, devo dimostrare praticamente che non sono più una minaccia, altrimenti come mi crederanno? -

- Questo che dici è giusto ragazzo, ma dobbiamo usare prudenza, opererai nel segreto sotto copertura.-
rimase a meditare qualche momento:
Fulcrum! Questo pseudonimo è stato utilizzato in passato da alcuni agenti della Ribellione, in codice sarai Fulcrum, addetto alla mia sicurezza, per chiunque faccia domande. -
- E sia! - soggiunse soddisfatto Ben.

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Nel frattempo Poe e Rey conversavano, poco distanti, sulla terrazza.
- Com'è arrivato qui? Non gli abbiamo trasmesso le coordinate.-

- Per mezzo della Forza, il nostro legame, la Diade, ci permette veri e propri spostamenti fisici.-

- Succede a tutti quelli come voi? Cioè quelli che utilizzano questi poteri? Anche a Finn?-

- No, è un po' complicato...-
rispose la ragazza
- Provo a spiegarmi, la Forza ti permette sogni, visioni del passato o del futuro, di scenari possibili.
La Diade nasce tra due individui capaci di padroneggiare la Forza quando le loro esistenze sono legate, imprescindibilmente, da un legame che va oltre la vita e la morte, è un flusso di energia che amplifica le loro abilità e percezioni, fino a potersi teletrasportare, e molte altre cose; non è consueto, capita di rado, tra me e Ben c'è sempre stato, da prima che ci conoscessimo io vedevo lui e lui me, eravamo destinati Poe!
È folle lo so, ma è così.-

La guardava scettico, ma attento, coi suoi grandi occhi color nocciola, un ricciolo ribelle che gli ricadeva sulla fronte e il viso sprofondato tra le mani, con i gomiti appoggiati sulla balaustra.
- Ha dell'incredibile, sì! Così è arrivato qui senza un mezzo? Eccezionale! -

Poco dietro di loro l'uomo nella lunga cappa li osservava, appoggiato ad una delle alte colonne di granito, presso le vetrate; avevano proprio l'aspetto di due confidenti intimi, di due buoni amici ed a guardarli sarebbero stati anche una coppia assortita, in qualche modo gli ricordavano i suoi genitori, quello scenario sulla terrazza di una residenza elegante, loro due dopo e cena e il piccolo Ben che giocava a farsi terrorizzare e rincorrere da Chewbecca; quanto lontani erano quei momenti felici e quanta malinconia gli procuravano.
Rey, alla luce del pomeriggio, gli riportava alla mente sua madre.

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Prese coraggio ed avanzò verso i due.
- Posso parlare un momento al generale Dameron?- chiese.

- Vi lascio. - replicò Rey, appoggiando una mano sul braccio di Ben, potendone avvertire i nervi tesi.

Dameron, con una mano dietro la nuca a tormentare ciocche di capelli, fissò finalmente lo sguardo in quello del suo interlocutore, lo avevano evitato caldamente, entrambi, per tutto il giorno.

- Vorrei ringraziarti per
quello che fai per lei, il tuo aiuto è incommensurabile! -

Poe restò a guardarlo senza sapere cosa proferire; gli stessi occhi intensi di Leia, notava la somiglianza con sua madre, la carnagione chiara in contrasto con i capelli del medesimo colore di quelli della principessa Organa, stentava a credere che fosse la creatura terrificante incontrata anni prima!

- Non ringraziarmi! Lo faccio per lei! Solo... per lei.- si schermì.

- Lo so.- aggiunse Ben, con tono pacato, guardando il giovane generale pieno di fierezza che gli stava di fronte, con uno sguardo carico di rispetto.

Rey, che intanto conversava con Casterfo, li osservava a distanza, pregando che non dessero in escandescenze, fu sorpresa dal loro scambio breve ma pacifico.

🥀🥀

La giornata era stata lunga e densa, ormai si era fatto quasi sera su Riosa, una serena sera di mezza stagione.
Casterfo aveva fatto preparare delle sistemazioni decisamente sontuose per il loro pernottamento, come imponente del resto, era tutto l'arredo della sua dimora.
Avrebbe fatto loro servire la cena in camera.
- Vi prego - insistette,
- ripartirete domani.
Una stanza attende il generale Dameron, mentre un'altra, più spaziosa, la signorina Skywalker e il signor Solo.-

La ragazza arrossì.
- Grazie.- aggiunse Ben prontamente, mentre si avviavano, seguiti da un Poe basito;
dormire insieme loro due? - pensò - insomma proprio come una coppietta di sposini. -
Non era geloso, ma immaginare quel tipo allungare le mani su Rey, e che a lei non dispiacesse, lo straniva.

L'aveva sempre vista come poco più che una ragazzina e lei e Ben si passavano almeno dieci anni di differenza.
Solo, era più suo coetaneo che di Rey, la quale avrebbe visto meglio con quel ragazzone di Finn.
Doveva essere il fascino del male che l'attraeva? O tutte quelle storie sul loro essere predestinati.

Un ultimo sguardo rassegnato di Poe raggiunse una Rey alquanto a disagio, prima che i tre si dividessero verso le relative dimore.

Casterfo era stato così gentile, da lasciare sui loro letti delle vesti da notte immacolate, con altrettante vestaglie.

Un enorme talamo, rivestito interamente di lenzuola e coperte bianche e sontuosi cuscini troneggiava in mezzo al locale; ognuno era dotato di un servizio privato.
Le pareti rilucevano di un marmo color madreperla, la cui tonalità opalescente conferiva ancora più ampiezza all'ambiente.

Rey si guardava intorno incuriosita e a Ben sembrò una bambina.
I suoi occhi non avevano mai visto tanto sfarzo e francamente non ne aveva mai sentito il bisogno, abituata com'era all'essenziale.

- Usa pure il bagno per prima, così puoi cambiarti, sarai stanca.- esordì Ben, visto che nessuno dei due si decideva.
Annuì Rey, prendendo i vestiti per la notte.

Si rilassò dopo molto tempo; l'acqua tiepida della doccia le scorreva sui capelli e le spalle fino al ventre sul quale teneva posate le mani, sentiva la tensione allentarsi e un'energia positiva fluire attraverso i suoi sensi, per la prima volta, dopo non sapeva quanto tempo, provava un sentimento simile alla serenità, alla speranza di trovare finalmente vero riposo.

Avvolta in una vestaglia di raso bianco, emanava un'odore inebriante che giungeva fino a Ben il quale la guardava come stesse avendo una visione.
Non aveva mai indossato un tessuto così pregiato ed il candore che rifletteva
contrastava con i riflessi caldi dei suoi capelli castani e del suo incarnato ambrato.

Si diresse verso la terrazza, così che Ben si ristorasse a sua volta.

La lieve brezza notturna le increspava appena i capelli, con il viso tra le mani e le braccia poggiate al parapetto, anch'esso in fine marmo chiaro, rimirava il riflesso lunare contornare gli alberi e lasciare una meravigliosa scia argentea sul lago.
Il canto delle creature notturne rendeva quel panorama ancora più suggestivo.

Quanti luoghi aveva visitato ormai Rey?
Alcuni bellissimi, come questo, altri più spaventosi di Jakku, il che era un difficile primato da battere.
Ce l'aveva fatta. Era volata via infine, per la strada che aveva scelto, a cui la Forza l'aveva destinata.

Posò nuovamente le mani sul ventre, stava per diventare madre, in quel momento un nodo in gola le strinse il respiro, mentre sentiva lacrime di commozione affiorare prepotentemente, "madre" lei che a malapena ricordava il viso della sua.

Non conservava che un' immagine sbiadita, sfocata dei suoi genitori.
Rivedeva un viso dolce, una donna coraggiosa, i capelli castani, come i suoi, li portava raccolti in tre piccoli chiffon.

Chiuse gli occhi, quanto avrebbe voluto vederli, parlare loro un'ultima volta, raccontargli che il loro estremo sacrificio non era stato vano, che il dolore di anni, aveva prodotto i suoi frutti: vita!
Le lacrime scendevano lungo le guance.

Ben la osservava già da un po': le gambe lunghe, tornite, ma aggraziate, i piedi nudi, le lentiggini che amava follemente, era così bella e soffriva chiusa in un silenzio reverenziale.

La raggiunse, cingendola alle spalle.
Lei abbandonò il capo indietro, sulla spalla di lui, poggiando la schiena al suo petto, rigirando il viso nell'incavo del suo collo, nel tentativo di nascondere, tra i lunghi capelli bagnati del giovane, la tristezza.
Le braccia di Ben la circondavano, mentre teneva le mani appoggiate sul suo ventre e lei le sue, su quelle di lui.

Un flusso benefico irradiava da Ben, a lei, al bambino.
Entrambi espandendo il loro essere a incontrare il pianeta circostante, lasciavano scorrere le sensazioni da loro verso ogni creatura vivente, che rimandava loro indietro, in risposta, altrettanta energia.

Il piccolo ebbe un lieve sussulto e loro due anche, emozionati, lo sentirono muoversi nel grembo di Rey, per la prima volta.

- Sembri una principessa...- sussurrò
- anzi, lo sei! -

- Questo cielo pieno di stelle è bellissimo Ben- esclamò lei - è tutto così diverso quaggiù, c'è tanta pace, vorrei non finisse mai.-

Ben le baciò una tempia, poi la prese in braccio dirigendosi verso il grande letto.
- Andiamo a dormire furfante.- le sorrise.

- Se mi stringi tutta la notte sì, canaglia.-
Non le sembrava vero di averlo nuovamente con sé;
si addormentò accoccolata col la punta del naso e le labbra, premuti tra la sua mascella ed il suo orecchio.

Note dell' Autrice:

Grazie a tutti voi che siete arrivati fin qui, sono onorata.
Gradisco davvero tanto che spendiate un pochino del vostro prezioso tempo per me.
Spero che la storia, fin qui, vi stia piacendo.
Si accettano volentieri le critiche costruttive 😊, mi aiutano tanto, anche se ci fossero cose che vorreste diverse.
Se lasciaste un commento, mi fareste ancor più felice, cresco grazie ai vostri pareri e consigli.

*Momento Angela:
Se avete la pazienza di seguirmi --> leggere tutte le descrizioni con la voce di Alby 🤣🤣🤣.

 

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Capitolo 11
*** Come back! ***


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Quella notte, su Riosa, Ben ebbe ancora quel sogno, da parecchio non gli si palesava più: una Rey radiosa che stringeva qualcuno a sé.
Era... la loro creatura.
Questa volta la visione era nitida, ed accanto a loro c'era lui.
Lo vedeva chiaramente.
Non c'era più nulla di confuso era tutto perfettamente delineato.
Poi d'improvviso lo scenario mutò.

Anche Rey ebbe un' apparizione, mentre dormiva, o almeno, così credeva.

Sprofondata in una dimensione non ben definita, misteriosa, ma per nulla inquietante, pervasa da una rasserenante tranquillità, circondata dal buio, da portali sagomati geometricamente dai contorni luminescenti, aspettava... si guardava intorno.
Sentiva che qualcosa era in arrivo e lei si era messa in ascolto.
Aveva chiuso gli occhi, fiduciosa, rilassandosi.

Questo è un nuovo giorno, un nuovo inizio.-
La voce, dal tono avvolgente, di una donna arrivò dolce alle sue orecchie.

Aprì gli occhi e vide avanzare verso di lei, una figura avvolta in un manto color tortora, sembrava quasi fluttuare tanto etereo era il suo incedere.

Le estremità di due lekku striate di bianco e d'un colore cerulo ondeggiavano impercettibilmente fuori dell' ampio copricapo, insolitamente alto, per celare una semplice capigliatura.

Questo le suggerì, quasi senza dubbio, si trattasse dei montral di una togruta.
Due vivide iridi di smeraldo, intense, illuminavano, come fari, la carnagione rossastra e le distintive strie chiare del volto di una creatura, non più giovanissima, ma dall'espressione regale.

Recava seco un bastone, sembrava fosse come quello della giovane Rey, forse nascondeva all'interno, la sorpresa di una spada laser.

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- Chi sei? - le chiese la giovane.
- Ahsoka, il mio nome è Ahsoka Tano! -

- Ho sentito tante storie su di te, magistra Tano, la tua voce mi è giunta su Exegol, sei davvero tu? Che onore! -
Rey si inginocchiò prendendo le mani della togruta tra le sue, e posandovi la fronte, in segno di profonda riverenza.

- Ti prego, giovane Skywalker, alzati.-

- Perché sono qui magistra Tano? Dove mi trovo? E tu? Sei viva? Sei reale? Io... posso toccarti.-

- Quanta foga, ragazza mia.- Sorrise sorniona, scrutando Rey con i suoi occhi pieni di antica saggezza.
- Nel Mondo tra i Mondi, Rey, è qui che siamo, la dimensione della quale sono divenuta custode, e... sì, sono viva! -

- Tu eri la padawan di Anakin, mi è apparso anche lui! -

- Era da qui che ci hai sentiti su Exegol, dal Mondo tra i Mondi, il luogo dal quale i fruitori della Forza, passati e presenti, possono interagire con chi è ancora.-

- Perché sono qui?-

- Perché ho sentito la tua pena. Il dolore che non ti lascia mai.-

Ahsoka allungò il braccio usando la Forza, mostrò a Rey la direzione di uno dei portali, si avvicinarono e... li vide.

Il velo scuro che copriva l'ingresso di quel portale si era dissolto.

Gli occhi della ragazza quasi si liquefecero travolti dalle lacrime.

I suoi genitori

La lingua le si era incollata al palato ardente, la gola riarsa, il fiato prosciugato dai violenti singulti che la scuotevano come una foglia secca nel vento del deserto.
Piangeva dirottamente.
Ahsoka le fece animo
- Va' da loro, salutali. -

Tremante, riuscendo appena a reggersi, sentiva le giunture sciogliersi come acciaio che fonde, non riusciva ad articolare i movimenti, Ahsoka la prese dolcemente per mano accompagnandola fino alla soglia.
- Va' piccola Rey, colma il tuo vuoto.-

Per momenti interminabili poté finalmente riabbracciarli, salutarli, raccontare loro di tutti gli anni passati ad aspettarli, del figlio nel suo grembo, dell'uomo che amava, cui era destinata per volontà della Diade, colui che l'aveva aiutata a sconfiggere La Minaccia Antica, il malvagio tiranno di secoli che aveva distrutto la sua stessa progenie.

Da lontano, nel buio, anche Ben osservava trepidante quella scena e si sentiva felice per lei.

Ahsoka gli si avvicinò

Magistra Tano! È un privilegio! Siete una leggenda delle Guerre dei Cloni. Nonché diletta allieva del mio compianto nonno. Ho letto così tanto del vostro coraggio.-

- Mi sopravvaluti, hai ragione però per quel che riguarda tuo nonno, l'ho amato immensamente; il mio maestro, mio fratello... sono felice che sia tornato in sé, che infine, le nostre anime si siano, in qualche modo, ricongiunte.
Nessuno è mai veramente perso finché la scintilla dell'amore arde nel suo cuore e tu, giovane Solo, lo sai bene.-

Ogni parola stillava come gocce d'argento puro, dal crogiolo della saggezza di Ahsoka.

Proprio colei che, Skyguy, come era solita apostrofare il suo irrequieto maestro, aveva ribattezzato a sua volta l'impertinente Snips!

Erano giovani e spavaldi, allora, sprezzanti del pericolo, gli inseparabili: i generali Skywalker e Kenobi, il Comandante Tano e il Capitano Rex, indistruttibili!

Rey tornò verso Ben ed Ahsoka ancora visibilmente scossa; la custode del Mondo tra i Mondi li scortò all'uscita interdimensionale, dove dei fieri Loth-lupi, si rincorrevano in circolo, attivando, all'occorrenza, l'ingresso o l'uscita da quel luogo mistico.

Ben allungò delicatamente le dita come a sfiorarne uno, erano così eleganti, aveva ascoltato mille storie su di loro.

In pochi momenti erano tornati alla realtà, su Riosa.

Ben sorrise a Rey.
- È una bambina!... l'ho visto! -

Gli occhi della giovane donna scintillarono del bagliore della felicità mentre gli stringeva la mano.

🥀🥀

Il loro legame si dissolse, momentaneamente, Ben doveva tornare su Batuu a recuperare la sua roba e la nave; voleva comunque lasciarsi aperta una via di fuga, qualora fossero soffiati venti di tempesta.

Incaricò una famiglia twi'lek, i Doneeta, pacifici agricoltori, che non distavano molto dalla sua capanna, di guardare i suoi pochi averi e soprattutto, il piccolo appezzamento di terra che aveva curato, non senza fatica, per sfamarsi e guadagnare qualcosa per la sua sopravvivenza.

Per riconoscenza aveva lasciato loro un po' dei crediti che si era guadagnato vendendo pezzi di ricambio della sua nave, ed alcuni prodotti del suo raccolto.

Il capostipite della famiglia twi'lek, non aveva mai fatto molte domande all'evasivo nuovo arrivato, ne aveva sempre rispettato la riservatezza ed il carattere schivo.

Del resto Ben li aveva aiutati, quando possibile, riparando le loro attrezzature agricole, ed ogni tanto la moglie ricambiava portando al loro vicino degli infusi medici, da lei preparati, o delle minestre calde.

Quando era arrivato sul pianeta, se pur con circospezione, gli avevano dato il loro usuale benvenuto, presentandogli dei modesti doni, come coperte o cibo.

Si è soliti condividere ciò che si ha. Era il motto dei twi'lek e quel giovanotto era parso loro davvero malconcio. Nonostante l'aspetto burbero i suoi occhi guardinghi, ma buoni,
tradivano il bisogno di non essere completamente solo, dove ancora non conosceva nessuno.

Una volta aveva soccorso una delle loro figlie, ne avevano quattro.
La più grande, un' adolescente quattordicenne molto bella, come tutte le femmine della loro specie, si era trovata invischiata, nel bel mezzo del mercato cittadino, con dei loschi contrabbandieri weequay, sicuramente sarebbe finita in qualche tratta di schiave o, peggio ancora, come tristemente riservato a molte piccole twi'lek.

Nonostante il rischio di esporsi troppo affrontò quegli energumeni liberando la piccola dalle loro grinfie e, possente com'era, non gli fu nemmeno troppo difficile.

La famiglia Doneeta si era mostrata sempre molto grata nei confronti del giovane Solo.
Gli promisero che avrebbero fatto in modo che la sua capanna e i suoi averi non sarebbero stati depredati.

🥀🥀

Tempo, lento, estenuante, ma prezioso era trascorso da quando Fulcrum, anche grazie all'aiuto di Dameron e Casterfo, aveva avuto modo di dimostrarsi utile.

Le informazioni rivelate, sul conto del Primo Ordine ed i suoi rappresentanti, si rivelarono cruciali.

Grazie alla sua collaborazione gli ultimi inconsistenti tentativi da parte di alcune isolate fazioni di matrice imperiale erano state stanate.

La Repubblica Nascente, si stava impegnando attivamente a ristabilire ordine, sicurezza e contrattazioni eque per le rotte commerciali.

In tutta la Galassia, ogni rappresentante, insieme a dei ministri, sul proprio pianeta, si impegnava a far rispettare la legalità, contrastare la tratta di schiavi, lo sfruttamento attraverso il contrabbando, avendo regolato prezzi di scambio consoni.

Pian piano, risorgevano i vari sistemi, dalle macerie della guerra.

Le popolazioni locali si riappropriavano delle loro terre da coltivare, ricostruivano le loro abitazioni, non venivano gravate di esose tasse.

Finalmente il frutto del lavoro delle proprie mani rendeva per sé e bastava per commerciare onestamente.

La Repubblica Nascente aveva diversi centri nevralgici, attivi per le riunioni di governo e non solo.

Jannah Carlissian, con suo padre, amministrava il sistema di Bespin e le rotte commerciali di Corellia, si erano stabiliti a Coronet, la capitale.

Finn e Rose Tico erano alla guida della delegazione di Coruscant, risorta dalle ceneri all' antico splendore, se non di più.

Poe Dameron si era fermato su Riosa, tornato anch'esso ad essere un centro politico, molto attivo, sotto la spinta dello stesso generale e di Ben Solo.

Insieme al senatore Casterfo, per un certo periodo, furono anche Rey e Ben stessi: era stato necessario alla loro incolumità ed a quella della piccola.

Casterfo, del resto, tenne fede alle sue promesse: pian piano, assicurò definitivamente alla giustizia i nemici di Ben Solo, gli ex adepti del Primo Ordine.

Insieme a Poe e Rey, indisse una serie di riunioni del massimo riserbo, con i più importanti rappresentanti dei sistemi maggiori per rendere noto quanto il figlio del generale Organa e del valoroso Han Solo fosse stato utile alla causa della giustizia.

Nonostante la diffidenza e lo scetticismo iniziali le eminenze non poterono esimersi dal constatare, praticamente, che l'apporto al ripristino dell'ordine nella Galassia era stato notevolmente favorito grazie a particolari precisi, che solo un collaboratore proveniente dall'interno delle fila nemiche avrebbe potuto svelare.

Molti restarono titubanti intimando che egli dovesse restare assolutamente lontano dalle loro rotte.
La maggioranza si mostrò più clemente, forte del fatto che mai Dameron e Casterfo, né nessun ex membro della Resistenza, avrebbe mai fatto da garante ad un assassino.

Oramai erano trascorsi alcuni mesi e Fulcrum aveva svolto un fine lavoro di intelligence.
Si era rivelato un'ottima risorsa! Un sagace stratega, messe a disposizione le sue doti, per il bene comune.

Ma non lo faceva per la causa!
Piuttosto per sua figlia, per la sua bambina, che amava più della sua vita.
Esclusivamente per lei e per Rey.

Nel suo cuore egli sapeva bene che molte colpe gravavano sull' organizzazione ribelle.
Come figlio di uno dei loro massimi esponenti ne aveva pagate care le conseguenze.
E quel dolore, quei rimpianti, non lo avrebbero mai abbandonato.

Alla dannata causa, suo malgrado, era stata immolata tutta la sua esistenza.

Per la stramaledetta causa, ancora, aveva perso precocemente l'amore dei suoi genitori.

Rey gli leggeva nell'animo buio come la pece, quando si chiudeva nel suo silenzio ermetico, affilando lo sguardo, come lame taglienti.
Quando si svegliava nel cuore della notte, madido di sudore, ansante, inconsolabile e nemmeno il caldo, confortante abbraccio della donna che amava riusciva a placare il freddo che lo avviluppava.

Rey lo sentiva, taceva, gli concedeva che il suo buio svanisse, secondo i suoi tempi.
E lui apprezzava tanto che rispettasse quei momenti nei quali si perdeva dentro di sé, senza cercare d' interferire, nonostante il loro legame, anche se... la faceva soffrire avvertire dentro il suo dolore.
E lo sapevano entrambi.

Quando ti perdonerai, Ben? Quando? -
- Quando lascerai davvero morire il passato? -

Non aveva resistito un tardo pomeriggio sulla terrazza della loro camera da letto.
Si era insinuata, dolce, nei suoi pensieri, la sua sofferenza, quel giorno, le era insopportabile.
E la loro bambina stava per nascere, quelle energie così negative non facevano bene a nessuno di loro.

- Voglio essere libero Rey! - Le rivolse uno sguardo che era un misto tra rabbia e disperazione, come quando lo aveva detto ad Han, tanto tempo prima.

- La Galassia ha bisogno di guide sagge come mia madre, lo riconosco.
E capisco anche la sua vocazione, ognuno ha la sua.
È qualcosa di così profondo a cui non puoi sottrarti.
Ma non è il mio destino!
Io non voglio questo, potrei impazzire nella gabbia della diplomazia!-

Ed infetti vi era vicino, una esistenza così totalizzante, programmata, asfissiante, non poteva tenerlo incatenato ancora a lungo.
Il suo spirito libero, retaggio del sangue di suo padre, premeva furiosamente per divincolarsi.

Era stato persuaso che il Lato Oscuro potesse realmente dargli libertà.
Ma l'illusione era svanita amaramente, molto presto.

Rey gli si avvicinò, poggiandogli, delicata, una mano sulla spalla.
- E tu Ben, cosa vuoi? Cosa desideri essere? -

Gli occhi del giovane divennero persi e velati di quella tristezza della quale Rey conosceva bene il motivo.

Lo abbracciò forte
- Ti amo, Ben- lo rassicurò.
Le sue paure erano come umido fradicio che si insinua sotto pelle.
La verità era che non sapeva da dove cominciare.
Un inizio per lui, non era previsto, ma solo l'oblio, ed ora che gli si apriva questa nuova possibilità ne era sinceramente terrorizzato.

- Ben, non pensarci già da ora, stai tranquillo,
godiamoci la nascita della nostra bambina, poi penseremo al resto, giorno per giorno, io ti aiuterò, non sei solo.
Cosa vorresti davvero? -

- Mi piace volare Rey, mi è sempre piaciuto! Come a lui.-

Gli sorrise dolcemente
- E allora volerai, se è questo che vuoi, ci sarà, in una Galassia immensa un posto per un altro eccezionale pilota! -

- E tu Rey? Che cosa desideri tu? So che ti sarebbe piaciuto proseguire il tuo addestramento, istruire a tua volta, future generazioni sensibili alla Forza, questo prima di... noi due.-

- Se il destino me lo permetterà è questa la strada che voglio seguire. Ma se tu diventerai il nuovo pilota più scaltro della Galassia, non sognarti di startene troppo lontano da me! -
Gli intimò in tono scherzosamente minaccioso, ma neanche troppo.

Quella furfante, riusciva a stanare i suoi peggiori umori, la sua dolcezza e la sua irriverente caparbietà sortivano su di lui sempre l'effetto sperato.

Note dell' Autrice:

Lo so, lo so, non uccidetemi, ho usato volutamente tanto non Canon.
L'incontro tra Ahsoka e Rey (e comunque Lady Tano - come la chiama Maul in The Clone Wars - è ancora viva e non è un fantasma della Forza).

Attenzione ⚠ SPOILER REBELS ⚠ a seguire:

Per quanto riguarda l'incontro tra Rey e i suoi genitori potrebbe sembrarvi fuori luogo, ma mi sono ispirata all' episodio di Rebels nel quale ad Ezra BridgerPalpatine, concede una simile possibilità, proprio nel Mondo tra i Mondi, ma quella appunto poteva essere "una oscura pratica" propria dei Sith, per corrompere un Jedi.

Tuttavia quell'incontro tra Ezra e i suoi genitori si rivelò un'arma rivolta contro l'imperatore!

Morale: questa è una fanfiction, tutto può succedere, in barba al Canone, senza snaturare il perché degli eventi.
Si accettano cicchetti. 😅

 

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Capitolo 12
*** The Princess ***


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Si precipitò come un forsennato fino alla camera dove i medici, aiutati dagli efficientissimi droidi, si stavano occupando di lei.

Non fu difficile trovarla, nitidi lamenti cadenzati, intensificandosi al suo avvicinarsi, gliene indicarono inconfutabilmente la posizione.

Dopo essersi nervosamente ribellato, mentre veniva vestito per accedere all' ambiente sterile, imprecando e maledicendosi di non essere stato lì fin dall'inizio, finalmente entrò.

Lo scenario dinnanzi ai suoi occhi era altamente concitato; Rey sollevò istantanea lo sguardo cercando quello di lui, avvertendone la presenza: provata, terribilmente sofferente, sudata, sfiancata, più di quanto già la sua esile figura potesse sopportare.
A quella vista Ben sentì come se gli stessero drenando violentemente la vita dal corpo.

Le fu accanto in un attimo, prendendole la mano, baciandone e ribaciandone la fronte madida.
Un'altra contrazione, la giovane cercò di trattenersi con tutte le sue forze dall'urlare, ma era davvero stremata.
Gli stringeva la mano e finalmente poteva poggiarsi sulla sua spalla, doveva avere un aspetto orribile, pensò.
Anche Ben aveva un'aria totalmente stralunata, tornato d'emergenza dallo spazio.

Si sentì sollevata, tuttavia, lui era lì, non diminuiva il dolore, ma perlomeno non si sentiva smarrita come poco prima, tra un manipolo di perfetti estranei in una situazione che le pareva simile al macello di una bestia, o peggio, a una seduta di sperimentazione su una cavia da laboratorio.

Era spaventata, che alla piccola capitasse qualcosa, che lui non avrebbe fatto in tempo.
Invece era arrivato. Aveva mantenuto la promessa!

All'ennesima spinta la dottoressa la incoraggiò: un bel ciuffo di folti capelli faceva già capolino.
Si guardavano, i due futuri genitori, trafelati.
Ben massaggiava la schiena a Rey, per darle sollievo, le fitte, ad ogni contrazione, le si ripercuotevano fino ai lombi.

Pochi momenti dopo un giovane uomo, dall' aspetto imponente, con il viso più radioso che i medici ricordassero d'aver visto negli ultimi anni, stringeva tra le sue possenti braccia un fagottino minuscolo, recalcitrante, dalla vocina stridula che reclamava il suo ingresso nella Galassia protestando in cerca di cibo.

Quando le posò la piccina tra le braccia Rey non poté credere che fosse veramente sua, quella pulce dagli occhi vispi, con tutti quei capelli neri, che stringeva il suo dito avvolgendovi intorno tutta la sua manina.

Pianse, sorridendo alla sua bimba e all'uomo che amava.
- L'ho sognata Ben, la notte che sei partito, mi è apparsa in sogno, aveva proprio il tuo viso...- gli sussurrò con il fiato smorzato.

Vi ho viste anch'io, amore, per voi sono tornato, per voi resterò sfidando il mio destino.-

Lei lo sapeva!

Ben le abbracciò entrambe, baciandole, delicato.
- Siete le creature più belle che i miei occhi abbiano mai visto.- pronunciò, appena, con le palpebre chiuse, le lunghe ciglia a celare il luccichio delle sue pupille.

Intanto, nella sala d'attesa, un nugolo trepidante di amici, ex membri della Resistenza, aspettava con ansia il lieto evento.
Ben non li aveva nemmeno degnati di uno sguardo fuggevole quando era piombato, come una furia, al capezzale della sua amata.

Poco dopo un neo papà dal viso luminoso, benché cercasse di mantenere la sua aura composta e misurata, andò loro incontro:
Lei... loro... stanno bene.-
I volti tesi dei presenti si tramutarono in pochi istanti, distesi si congratulavano per la preziosa nascita.

C3PO non smetteva un attimo di raccontare aneddoti sulla similare nascita di Ben, ai convenuti, dei quali però nessuno gli prestava attenzione.

I due fedeli droidi R2 e BB-8 pigolavano freneticamente, rigirando euforici, intorno al folto gruppo lieto.

Due figure vennero per ultime incontro a Ben, il quale, stava giustappunto ringraziando Ransolm Casterfo, per tutto il prezioso aiuto, concesso loro.

Finn e Poe Dameron furono gli ultimi ad andare dal giovane padre.

- Congratulazioni- ciangottò imbarazzato, l'ex assaltatore del Primo Ordine

- Grazie.- rispose mestamente Ben, distogliendo quasi istantaneamente lo sguardo.
Non ci furono strette di mano, la tensione tra i due era palpabile, si rivedevano, dopo anni, per la prima volta.

Finn rigirò sui tacchi presto, poi fu la volta di Dameron.
Poe fu decisamente più espansivo dell'amico dando una pacca sulla spalla al suo copilota.

- Congratulazioni, davvero.- esclamò per la prima volta in tono veramente disteso.

- Adesso è molto stanca, ma vuole vedervi tutti, un po' alla volta... e... desidera presentarvi la nostra... Leia.- sillabando quasi, con tenera devozione, il nome di sua figlia.

A quel suono un enorme sorriso scintillò dagli occhi alle labbra del generale, che strinse la presa sulla spalla di Solo.

Ben, cessando dall'imbarazzo dunque, andò ad incontrare lo sguardo di Dameron e, rincuorato dall'espressione di quest'ultimo, ricambiò abbozzando appena con un timido incurvarsi delle labbra.
Sapeva quanto avesse profondamente amato sua madre.

Avanzando lungo il corridoio posò lo sguardo sulla sagoma poco distante il gruppo, di cui conosceva bene il profilo; impossibile non notarlo, svettava su tutti, poggiato con la schiena alla parete e la sua consueta espressione pensosa, tenendosi il mento con una zampa.

Lo aveva intravisto già precedentemente non avendo avuto, purtuttavia, il coraggio di fronteggiarlo.

Esitò un momento appena mentre, a grandi falcate, si dirigeva verso l'uscita dell'edificio diretto alla residenza senatoriale per recuperare dei cambi di vestiario per Rey e per la piccola.
Doveva passargli di fianco, deglutì faticosamente, attanagliato dal nervosismo, ad occhi bassi, mentre sentiva su di sé le pupille impietose del Wookie.

Si fermò, sollevò lo sguardo piano, sapeva che gli occhi di Chewbecca lo attendevano per mirare direttamente una stilettata al suo cuore.
Le sue iridi buone, piene di malinconia e dolore gli trafissero l'anima.

Mormorò qualcosa Chewbe, fissandolo.

Non rispose il giovane Solo, proseguì oltre, ma si fermò ancora, proprio sull'uscio, si voltò verso il Wookie, con occhi rifulgenti commozione.
- Sarai il primo a vederla!-
Nessuno lo merita più di te.

🥀🥀

Diverse ore dopo, quando fu certo che Rey avesse riposato un poco e che la piccola avesse superato gli screening di routine, mantenne la sua promessa.

Chewbe emise un trepido grugnito, mentre prendeva tra le braccia pelose quel tenero batuffolo, - Leia - pronunciò nella sua lingua: lo Shyriiwook.
Rey e Ben percepivano ogni emozione del Wookie, i suoi ricordi di Han e Leia, di quando aveva stretto tra le braccia, trent'anni prima o poco più, un cucciolo d'uomo, non dissimile dalla stessa chioma scura.

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Chewbe ne osservava minuziosamente le guancine così perfettamente rosee, le minuscole manine che ruotava nel sonno, di tanto in tanto, le lunghe ciglia brune, una meravigliosa miniatura della sua amata principessa, amica e del suo bambino, quell' adorabile peste che per anni aveva cullato e rassicurato, cui aveva puntualmente asciugato occhietti e nasino gocciolanti allo sfinimento quando, in preda alla malinconia, implorava per mamma e papà.

Ben sopraffatto dall'emozione uscì dalla camera, poco dopo Chewbecca gli fu alle spalle.

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- Potrai mai perdonarmi?-
Perché nemmeno io ci riuscirò mai.

La zampa del Wookie si posò sulla spalla del giovane, divorato dal senso di colpa, che prepotente, ad ondate, riemergeva.

Il calore che emanò da quel tocco, parve una carezza per la sua anima.
Gli rivolse un tacito sguardo Ben, pieno di riconoscenza.

                                                                                             🥀🥀

I CRISTALLI CRESCEVANO.
Crescevano nel ghiaccio e nel freddo fino a quando non avrebbero trovato le mani che li stavano aspettando.
Assumevano una forma ben levigata, come un prisma.
E nel mentre crescevano, rimanevano quieti in attesa.

Con il tempo, qualcuno sarebbe arrivato a reclamarli, come l'armonia di una canzone perfetta. Ogni cristallo aveva un proprio predestinato, e solo lui avrebbe potuto udire il loro canto e cogliere il loro bagliore. Tutti gli altri sarebbero passati loro di fianco, senza però vedere nulla più del ghiaccio.
C'erano dei cristalli più grandi, visibili a tutti, ma inutili se non adeguatamente calibrati, e ce n'erano di quelli piccoli, delle dimensioni di un'unghia o ancora più piccoli. Anche il più minuscolo avrebbe potuto incanalare il potere e trovare un portatore.

Tutto quello che dovevano fare era essere pazienti e continuare a crescere.

Non c'era motivo particolare per cui dovessero venire trovati. C'erano alcuni pianeti che ne ospitavano un numero infinito, e quei tali erano considerati luoghi speciali. Vi venivano fatti pellegrinaggi, dove venivano appresi degli insegnamenti e realizzate spade laser.
E così i cristalli di luce vagavano per la galassia, in attesa di essere utilizzati.

Esistevano anche cristalli oscuri, ma non in quegli stessi posti.
Venivano saccheggiati ai loro legittimi portatori e danneggiati dalle mani che avevano osato rubarli.
Anche le rocce possono essere modificate dal potere della Forza, subire alterazioni fino a cambiare colore, passando al rosso più profondo. L'equilibrio è il giusto prezzo tra i due, luce e oscurità, e ci vuole davvero poco per sconvolgere questa stabilità.
Quando apparvero le prime navi nel cielo su un pianeta in cui crescevano numerosi cristalli, niente sembrò fuori posto.
Di continuo comparivano delle navi sul pianeta, e i cristalli venivano spesso portati via, ma questa volta sarebbe stato diverso.
Non vi erano giovani portatori per ascoltare il loro canto, non vi erano studenti propensi ad imparare delle lezioni.
Ci fu solo una terribile avidità, brama e desiderio di possesso.
Il pianeta venne devastato, i suoi cristalli vennero infranti da mani incuranti che cercarono di violarli. Quel pianeta non avrebbe più potuto essere considerato un luogo sacro, e non avrebbe più ospitato pellegrinaggi. Coloro che avrebbero potuto evitarlo, una volta, sarebbero caduti in disgrazia per la perdita di quei cristalli che una volta usavano chiamarli a loro.

Ma nella vastità della galassia, c'erano molti altri pianeti e luoghi dove potessero comparire i cristalli.
Sarebbero stati più complessi da trovare, di una potenzialità minore, ma non impossibili da notare per coloro che li avrebbero cercati, per coloro che avrebbero saputo ascoltare e avrebbero avuto la pazienza di imparare.

I cristalli crescevano, assumendo una forma ben levigata. E mentre crescevano, rimanevano quieti in attesa.

dal Libro Ahsoka di E.K.Johnstone

- I cristalli cantavano, ne ho udita la melodia, e mi ha condotta... al mio.-

Glielo raccontò in un caldo pomeriggio, mentre allattava Leia; la piccola si era addormentata pacifica e sazia tra le sue braccia, non smetteva di guardarla e seguirne, con la punta delle dita, il nasino e la piccola bocca che disegnava un cuoricino di un rosso acceso così simile alle labbra di Ben, sprofondato tra due ganciotte floride.

Lui seduto sul grande letto, con il capo reclinato su un gomito e le lunghe gambe posizionate comodamente, proprio accanto alle sue principesse, era tutt' orecchi.

- Mi sono alzata in volo, non conoscendo la direzione verso la quale mi sarei diretta, nella carlinga di Rosso Cinque, mi sono messa in ascolto, un richiamo lontano mi ha indicato Lothal.-

Fece una pausa, prima di riprendere con foga il suo racconto.

- Quando sono atterrata ho udito il canto... proveniva da sotto la superficie del pianeta. Ma per prendere il mio kyber, ho dovuto prima trovare il Tempio.-

Lo guardò un momento.

- Mia madre e Luke mi raccontavano tante storie sul misticismo delle creature di quel mondo... le hai potute vedere?-

- Si - esclamò raggiante
- mi hanno guidata fino all'ingresso.-

Sarebbe stato difficile localizzarlo ad un normale sguardo.
Il suo sembiante era esteriormente quello di una normale guglia di pietra del pianeta.

Loth-gatti erano delle graziose e osptali creature pelose, felici di dare il benvenuto ai fruitori della Forza; anch'esse ad essa sensibili, sapevano riconoscerli presto per guidarli fino al portale.

La ascoltava, seguendo attento, il movimento e lo scintillare vivace delle sue iridi verde scuro, guizzanti di gioia pura, mentre, come un' adolescente, gli narrava quanto fosse stato incredibile quel momento.

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- Il cristallo cantava, veniva verso di me, quando l'ho staccato dal restante delle rocce, fluttuava tra le mie mani e poi... poi l'ho potuto prendere, ha terminato la sua danza nella componente metallica destinata ad essere il suo sito.-

Prese una piccola pausa ancora.

- Ho appreso dagli antichi testi Jedi, portati con me da Ahch-To, che ho continuato a tradurre e studiare, il significato dei vari colori delle lame, grande è stata la mia sorpresa quando finalmente ho premuto l'accensione della mia spada.-

Con la testa appoggiata a una mano la guardava ammirato, i suoi grandi oschi scuri vagavano dai contorni del suo viso, allo sguardo euforico, al sorriso che ne metteva in risalto le efelidi.

Si avvicinò piano, sarebbe andata avanti all'infinito, lo sapeva... era bella e lui, lui voleva baciarla, tra le missioni, la bimba e tutte le tensioni non ricordava più da quanto non avessero avuto del tempo solo per loro.

Rey non oppose resistenza all'ardore del suo Ben... fino a che una vocina irruppe di prepotenza a spezzare quell' idillio tanto agognato.

Affranti, entrambi, sorrisero, del resto la Diade aveva deciso tutto, persino senza il loro consenso e la loro unione fisica. Ma quel dono era pura gioia.
Ben andò verso la culla per prendere la bimba.

 

Note dell' Autrice:

Bene ragazzi, siamo in dirittura d'arrivo con Two That Are One e ne sento già la mancanza, manca davvero poco all' Epilogo dei nostri beniamini, grazie a chi ha già letto questo mio primo approccio alla prosa, grazie delle critiche costruttive, dei consigli e dell' incoraggiamento. Questa fanfiction è nata durante questa difficile quarantena che ci ha attanagliati, Ben e Rey, il loro mondo fantastico sono stati cari compagni di viaggio.

Desidero ringraziare pubblicamente e particolarmente la cara @Helmwige, che mi ha spronata e ispirata con le sue storie piene di delicata malinconia.
Possa la Forza essere sempre con noi tutti. ❤

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Capitolo 13
*** The mission and the Master ***


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- Sono davvero felice per te, che tu abbia potuto vedere tua madre, parlarle, ti devono essere mancati terribilmente.-

- Arrivi ad un punto in cui il dolore ti anestetizza, ci convivi talmente da tanto che ti convinci di non sentirlo neanche più, fino a che qualcosa lo risveglia prepotentemente.-

Prese fiato.

Stare per diventare madre rievocava in lei un bisogno atavico, di confronto, della vicinanza di una presenza femminile, intima.

Ahsoka e la Forza le avevano fatto un enorme dono.

- Sì, è stato meraviglioso, anche se per troppo poco.
Per loro sapere che ero viva, che sto bene, che diventerò madre, è stato come un premio per il prezzo così alto che hanno dovuto pagare.
Per me è stato incredibile poterli abbracciare, respirare il loro profumo, accarezzarli in viso, erano così giovani, innamorati, coraggiosi, non doveva andare così...
Sono stati attimi, ma non li dimenticherò mai! -

Ben la strinse forte, la sua piccola Rey.

Nessuno se ne va mai veramente.- le parole di Luke gli rieccheggiavano nella mente, quanto aveva ragione.

- Loro saranno sempre con te.
Ed ora? Riesci a sentirti un po' meglio? Almeno in parte? -

- Si, se pur briciole, sono migliori di un vuoto senza volto.- tanto sbiadito era, il loro ricordo.

Con il capo ed una mano abbandonati sul petto dell'uomo che sapeva calmarla più di chiunque altro se ne stava la giovane Rey.

Da un po' aveva preso ad indossare abiti in stile regency, dalle tinte tenui, che le permettessero maggiore libertà di movimento, nessuna costrizione scomoda.
Modelli dai tessuti leggeri, a volte plissè, adatti al clima su Riosa.

Nei capelli, che portava spesso semiraccolti o intrecciati, prese l'abitudine di appuntare alcuni piccoli fiori bianchi.
Ve n'erano molti tra le siepi che si inerpicavano fino alle camere, su per le colonne che contornavano la residenza senatoriale.

Ben apprezzava particolarmente quanto la rendessero ancora più femminile e delicata quei nuovi paricolari.

Ma lei scalpitava per tornare nei suoi abiti pratici, voleva allenarsi, le mancava come aria.

Dopo il parto, le aveva promesso una sera Ben.
- Ti darò una bella lezione, ti farò tornare la mia grezza mercante di rottami.-

Le ricordava sua nonna, Padmé, la regina bambina dal sorriso triste, ne aveva visto dei ritratti su Naboo e alcune immagini nell' archivio inestimabilmente prezioso, del super efficiente astromeccanico R2D2.

- Oh era così bella Ben, impossibile accostarmi ad una tale grazia, io sono sempre stata un maschiaccio, mio malgrado ho dovuto. -

La guardava sornione
- Questo lascialo dire a me... maschiaccio eccome!
Aggraziata anche, le due cose coesistono in te.
Del resto la senatrice Amidala era un osso duro e mio nonno le aveva insegnato bene a destreggiarsi con i blaster! - osservò, accennando un mezzo sorriso, mentre sorseggiava il suo caf.

🥀🥀

Ransolm Casterfo aveva convocato nei suoi uffici sia Fulcrum che il generale Dameron.
- Ho una missione da affidarvi, mi serve che torniate nelle Regioni Ignote, su Exegol. Vogliamo essere sicuri che non vi sia più attività di nessun genere.
Dopodiché ho bisogno che perlustriate tutti i pianeti dove è particolarmente presente l'influsso del Lato Oscuro.-

Il generale Dameron e Solo si guardarono per un momento, alquanto scettici, sul fatto di poter portare a compimento assieme l'incarico.

Dopo qualche attimo di silente esitazione Poe ruppe il silenzio - E sia, sarà fatto.-

Il mezzo di viaggio sarebbe stata una Navetta da ricognizione a Lungo Raggio MU-2.

- Tu e Poe insieme? Ma questa trasferta impiegherà mesi... e la piccola sta per...-

- Dameron lo terrò a bada, non preoccuparti, per quanto riguarda la piccola ci sarò, te lo prometto, non mi perderò il momento in cui verrà alla luce.-

I giorni del parto per Rey stavano ormai per compiersi, ma era giunto anche il momento delle missioni, il lavoro di informatore di terra, se pur utile, non poteva più garantire da solo l'assenza di pericoli.

Rey estrasse qualcosa che non impugnava da molto.
Fece ruotare nel palmo della mano, l'elsa, osservando tutte le sfaccettature di ogni componente metallico, alcuni erano stati pezzi del suo vecchio bastone, che aveva reso da grezzi una vera arma; con il pollice sfiorò appena la ghiera dell'accensione attivando il laser; una scarica di pura adrenalina la attraversò dalla cima dei capelli alla punta dei piedi, persino la piccolina sussultò nel ventre, che avvertisse la Forza?

Le iridi color cervone della giovane guizzarono scintillanti alla luce gialla.
Volteggiò in aria qualche fendente, la vibrazione tipica della lama, ad ogni stoccata, le dava i brividi, un suono inconfondibile, succedeva dalla prima volta che l'aveva utilizzata sulla Starkiller.

Ne era ancora capace! Qualche volta l' aveva assalita il dubbio di non saperlo più fare.

Ritrasse la lama e porse a Ben la sua arma.
- Questa lo porterai con te, ti potrebbe essere molto utile.
Su Tatooine ho seppellito le spade appartenute alla tua famiglia, mi dispiace.
Torneremo a prenderle.-

- Grazie Rey! La custodirò con cura, non preoccuparti delle spade su Tatooine.
Quelle appartengono alla nostra famiglia, hai fatto quello che ritenevi giusto.-

Doveva ancora abituarcisi a considerarsi parte degli Skywalker e lo era più che mai essendo la compagna di uno di loro.

- Sono curioso di sapere come hai fabbricato la tua, dove hai trovato il cristallo. Spero che me lo racconti un giorno.- proseguì
- lo sai il giallo cosa sta ad indicare... la tua strada, quella che hai sempre sentito chiamarti.-

- È il colore dei guardiani del Tempio.-
osservò Rey, con sguardo pensoso, rivolto verso l'orizzonte.
- Ben- si illuminò
- quando saremo liberi di decidere dove andare, come vivere, voglio diventare brava a dominare il mio potere; voglio istruire nuove generazioni, ristabilire un nuovo ordine di cavalieri Jedi, ma non più con le restrizioni ed i fanatismi che ne hanno portato al decadimento.
La Forza a servizio del bene, della Galassia.-

- È nobile il tuo proposito Rey, mia madre e soprattutto il tuo maestro, a ragione, sono sempre stati fieri di te.
Sei nata per questo, è la tua via.-
Soggiunse sorridendole disteso, era sinceramente contento che per la prima volta fosse così serena da intravedere davanti a sé il suo futuro.

Per lui non era ancora così delineato, salvo che fino a quando sarebbe stato con lei e la loro bimba, quello era il suo giusto posto.
Proteggerle era il suo compito.
Ma non riusciva ancora ad immaginare quale altra utilità avrebbe potuto avere, altrimenti.

- La Diade Ben, noi siamo una Diade, tu mi aiuterai? Senza seguire il mio volo, ma realizzando il tuo.
Io ti vedo, libero, finalmente, ma anche accanto a me, nessuno potrebbe istruirmi ed insegnarmi meglio di te!-

La guardò senza proferire parola.
Stava fissa nei suoi occhi, mentre gli stringeva le mani, lo scrutava con l'ardore di chi sa di avere ragione, lo stesso sguardo fiero, dolce, pieno di speranza e sicurezza di quando gli disse che aveva visto il suo futuro mentre la portava da Snoke.

Quella volta dovette far appello a tutte le sue energie per non scoprire il bluff che aveva in mente.
Lei era acerba, allora, non aveva ancora affinato i sensi connettendoli sempre con i suoi, come faceva adesso.
E dunque non poteva nasconderle più niente.

- Vedremo.- proferì laconico, mentre la salutava con un bacio sulla fronte che trasudava tenerezza, contrastante lo sguardo vago, che le aveva lanciato, come a non volergliela dare vinta.

🥀🥀

La Navetta a Lungo Raggio MU-2 era una nave da esplorazione della Sienar Fleet Systems misurante venti metri di lunghezza.

Poteva trasportare un pilota, un copilota e fino a quattordici soldati, se ne avessero mai avuto bisogno.
Cento tonnellate di carico e sei mesi di scorte alimentari.
La nave aveva un'iperguida di Classe 2 e una di riserva di Classe 20.
Poteva raggiungere gli 850 chilometri all'ora nell'atmosfera di un pianeta.
Oltre gli scudi deflettori era difesa da due cannoni laser anteriori.
Aveva quattro cabine chiuse e vantava una cambusa in miniatura.

La partenza era fissata per l'indomani e quella notte, la tensione era palpabile, spessa come una coltre da potersi quasi toccare.

Era la prima volta dopo molti mesi che avrebbero dovuto nuovamente separarsi, poi mandarlo nelle Regioni Ignote, in quel luogo maledetto, senza di lei.
Doveva essere proprio uno scherzo della sorte, un pessimo scherzo.

Si portò le mani sul ventre teso da una contrazione non dolorosa, erano frequenti prima del parto, glielo avevano spiegato, si era informata meticolosamente per non arrivare impreparata all' evento.

Guardava verso un punto indefinito sulla parete non riuscendo a chiudere occhio.
Ben, rigirato sul fianco opposto, ugualmente.
La sua irrequietudine le si infilava sottopelle.
Ad un tratto il giovane si alzò dal letto dirigendosi sulla terrazza.
Rey chiuse gli occhi, fingendo di dormire.

Con i palmi appoggiati al parapetto e il capo chino dal peso dei pensieri, i capelli scuri che gli ricadevano attorno al volto, estese le sue sensazioni, era preoccupato.

Avvertì distintamente una presenza dietro di sé, sapeva bene di chi si trattasse.
Un tremito lo attraversò.
Lo stesso che scosse anche Rey, la quale però, rimase impietrita nel letto.

Sarò sempre con te, lo sono sempre stato.-

Lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi, con la schiena ritta e le gambe ben piantate per terra, la sua figura imponente si confondeva con i colori della notte di Riosa.
Solo il riflesso della luna ne contornava la sagoma.

Osservò con la coda dell'occhio colui che gli aveva appena parlato.
Sapeva che sarebbe arrivato il loro momento.

Si volse del tutto e fissò lo sguardo dritto negli occhi del fantasma che gli stava di fronte, in una espressione, stavolta, non di sfida, ma seria.

Rimasero a osservarsi per momenti che a Ben parvero eterni.

Il fantasma avanzò fino a porsi di fianco al giovane Solo.

Il tuo sembiante mi ricorda tanto tua madre, eppure hai molto di tuo padre dentro di te... l'ho capito tardi... e ho sbagliato, ho sbagliato tutto con te.-

- Il passato non si cambia.-
Osservò grave Ben, dopo alcuni attimi, con gli occhi bassi.

Ma il futuro che ci sta dinnanzi è tutto da scrivere.- osservò il suo interlocutore.

Il vecchio fantasma al suo fianco allungò una mano verso di lui, posandola sulla sua spalla.

A quel punto Ben tornò a guardarlo, e un turbinio di emozioni fiammeggiavano ormai nei suoi occhi lucidi.

Avrebbe voluto chiedergli perdono, per tutto, ma un nodo indissolvibile gli bloccava finanche il respiro.

Il vecchio fantasma spostò la mano sulla sua guancia - Lo so Ben, lo so.
Non eri che un ragazzo avrei dovuto proteggerti mentre sono stato incapace di capire ciò che attraversavi, troppo preso da me stesso, dalle missioni.-

Il viso del giovane uomo si contrasse in una smorfia di dolore, le lacrime, trattenute fino a quel momento, solcarono il suo viso.

Il fantasma lo trasse a sé, benché incorporeo, lo strinse, scompigliandogli i capelli.
Il suo ragazzo, il suo Ben, nonostante fosse cresciuto, alla mente del vecchio maestro tornava quel fagottino paffuto dalla chioma nerissima e dalle guance rosate che era la gioia di tutti loro, mentre scorrazzava a palazzo Organa o sul Falcon, di nascosto, combinandone una delle sue, il ragazzino dagli occhi tristi, che portò via con sé, che si allenava con lui.

Lo abbracciava e nel mentre rivedeva il ragazzo spaventato, confuso, che aveva allontanato da sé,
voler dimostrare disperatamente di essere all'altezza delle sue aspettative.

Ben restò così, a lungo, stretto in quell' abbraccio che sapeva di perdono per entrambi, mentre constatava di sembrare, al solito, vulnerabile agli occhi di suo zio.

Sono sempre stato fiero di te, della tua straordinaria capacità di usare la Forza.
Avevo paura che dicendotelo ti avrei perso ancor prima, mentre ti vedevo scivolare verso il Lato Oscuro. Se solo avessi avuto coraggio allora, le cose sarebbero andate probabilmente in maniera molto diversa.-

Gli teneva il viso tra le mani fredde, ma Ben, non ricordava più, prima di quel momento, da quanto non avesse sentito tutto il calore dell'affetto di Luke per lui.

Mi dispiace così tanto di averti deluso.- soggiunse Skywalker.

- Sono io che ho tradito tutti.- ribatté Ben.

Non eri che un ragazzo... ma guardati ora! Sei un uomo, responsabile, fiero, leale. Rey ha visto in te, come tuo padre e tua madre. Ero io il cieco. Farai un lavoro ottimo.-

Gli rivolse un sorriso stanco, ma felice.
Si erano ritrovati. Anzi trovati, davvero, per la prima volta.

Luke disapparve dalla vista di suo nipote lasciandolo ancora scosso.
Una piccola mano calda, delicata gli carezzò il viso ancora inumidito, spostandogli i capelli che la brezza notturna aveva mischiato alle sue lacrime.

Chiuse le palpebre beandosi del tepore di quel tocco così dolce, prendendo la mano di lei, baciandone il palmo.

Rey lo trasse a sé posando la fronte contro la sua, accarezzandogli le guance, i capelli cercò le sue labbra in un bacio infinitamente tenero.

- Ho paura... non andare.- pronunciò in un sussurro impercettibile, mentre con la punta delle dita gli percorreva il viso.

La baciò più intensamente stringendola, per poi perdersi nel profumo dei suoi capelli di seta - Non avere paura. - amore mio.

🥀🥀

Le prime luci dell'alba illuminavano la superficie del pianeta, quando Dameron e Solo erano già oltre l'atmosfera, sulla loro nave, seduti uno di fianco all'altro.

Avviavano man mano le procedure per compiere il salto a velocità luce, facendo rotta per le Regioni Ignote.

Un silenzio impenetrabile aleggiava nella cabina di pilotaggio, interrotto sporadicamente, solo dalle osservazioni tecniche di entrambi.

Mentre viaggiavano nell' iperspazio Ben andò a prendersi qualcosa da mangiare e a prepararsi del caf, avrebbe osato la cortesia di chiedere anche al suo compagno di viaggio se ne avesse voluto, ma era abbastanza imbarazzato, così gliene porse senza proferire sillaba quando Poe comparve dietro di lui per lo stesso motivo.

Dameron accennò col capo e si stravaccò su uno dei divanetti incrociando le gambe sul tavolo dove troneggiava in centro un'immancabile tavola da Crokin.

Non ci giocava dai tempi in cui Chewbecca, barando spudoratamente, sbaragliava lui e Finn.
Esattamente come Ben osservava la scacchiera del Dejarik, poco distante, ricordando di quanto fosse terrorizzato che Chewbe gli staccasse davvero le braccia, se avesse vinto, cosa pressoché impossibile.

Poe sollevò lo sguardo aldilà dei ricci ribelli fissando Solo, impalato come un Wampa prima di sferrare un attacco: spalle al muro e braccia conserte, un piede poggiato sulla parete, occhi che lo scrutavano, spuntando appena dal bordo del lungo bicchiere.

- Ti devo pregare o cosa?- esclamò Dameron fissando il suo reticente interlocutore.

- Non mi ci destreggio da secoli.- ammise candido Ben mentre prendeva posto al tavolo.

- Devo ammettere che non sei male come copilota.-

- Ho avuto un buon insegnante.- rispose stringato Solo.

Nel frattempo continuavano a lanciare le pedine sulla tavola esagonale.

Dameron era in vantaggio rispetto al suo avversario, a cadenza alternata lanciavano i dischetti, quando la nave traballò pesantemente alla fine della sua corsa a velocità luce.

I due si rimisero ai loro posti, allacciate le cinture impostarono il navi-computer una velocità di crociera lenta, era difficile destreggiarsi attraverso tutti i detriti cosmici.

Lo spazio vicino Exegol era disseminato di resti di megafauna, che formavano una nuvola di gas rosso e polvere di stelle che si paravano davanti al mondo, ponendo una barriera di navigazione.

Arrivati che furono, freddo e vento sferzanti resero difficile l'atterraggio in mezzo a quella desolazione, fortuna che erano ben equipaggiati per quelle temperature.

Era un pianeta buio, sterile e roccioso con pianure
desertiche.
Le sue condizioni asciutte, combinate con lo sfregamento delle particelle di polvere nella sua atmosfera, producevano enormi scariche statiche che apparivano come fulmini sulla superficie del pianeta.

Il mondo desolato era coperto di enormi fessure che arrivavano in profondità nella sua crosta.

Ben era visibilmente turbato e Poe poco meno di lui.

La Scarpata di Sadow non era uno dei posti migliori per l'atterraggio, ma perlomeno lì le raffiche di vento davano tregua.

La cittadella Sith era stata eretta proprio all'interno.
Quel posto rievocava solo Oscurità.

- Abbiamo camminato abbastanza tra questi crepacci, credo che qui non ci sia niente. Propongo di riprendere quota e perlustrare la superficie.-

Ben annuì, non aveva pronunciato una sola parola da quando i suoi piedi avevano toccato quel suolo maledetto.

Un eco di morte aleggiava in quel posto e Dameron osservava con circospezione il suo secondo, più di una volta gli era balenata l'idea che in quei posti il Lato Oscuro riprendesse con sé Ben Solo!

- Stai tranquillo generale- rieccheggiò la voce di quest'ultimo
- non aver paura, lo sento, non ti ucciderò.- concluse sarcastico.

Una sensazione di autentico disgusto pervase Poe, il quale si trovava pochi passi più avanti, se Solo pensava d'essere divertente a lui tornava in mente esclusivamente la crudeltà di Ren!

- Hai un bel coraggio a fare dell' ironia dopo quello che hai combinato per anni! - lo fulminò Poe dritto negli occhi.

- Mi dispiace!... È che dobbiamo affrontare mesi insieme e percepire continuamente la tua estrema diffidenza non aiuta.-

- Beh sai...- fece spallucce, Poe.
- Alziamoci in quota sorvolando basso, qui non c'è nulla.-

Morte, Rey, Palpatine, Rinascita, Vittoria, Amore, Ombra, Luce c'era tutto in quel posto!

Poe lo fissò intensamente, certo leggere la mente non era una sua abilità, ma lo sguardo di Ben Solo fermo in mezzo a quella landa sterile parlava per lui.
Era talmente pallido e stringeva i pugni, deglutiva a fatica, un turbamento profondo lo attraversava.

Era giunto nel punto esatto ai margini del crepaccio nel quale era stato scaraventato dall' imperatore.

- Stai bene? - chiese il generale - vuoi che facciamo una pausa?-

- Proseguiamo - insistè Ben.

Mentre sorvolavano bassi Poe osservava le profonde crepe lungo la superficie del pianeta.
- C'è mai stata vita qui?-

- Un tempo si, - osservò Ben, - Exegol una volta aveva un ambiente fertile, fino a quando i Sith stabilirono la loro presenza lì e distrussero il pianeta proprio come hanno fatto con Korriban, Ziost
Asog.
Era una delle più antiche roccaforti Sith, risalente a circa mille anni prima della caduta
della Repubblica Galattica.
lealisti Sith scavarono fessure planetarie grandi e profonde nella speranza di raggiungere una verità che si credeva si trovasse sotto la superficie del pianeta.-

Dameron ascoltava il suo compagno di viaggio mentre perlustravano faticosamente quel posto spettrale.
- Io propongo di lasciare il pianeta, qui non c'è nulla.- e così fecero.

Appena fuori dell' atmosfera qualcosa destò Ben.
- Una sonda orbitale, dev'essere rimasta qui intorno.-

- Portami fin dove la percepisci e boom la facciamo saltare.-

- No, osservò Ben, se la catturiamo e disattiviamo, senza che mi veda in volto, potremo prendere le informazioni che contiene.-
Inutile dire che con le sue abilità fu un gioco da ragazzi.
Ne avevano estratto la memoria e l'avevano distrutta.

Inserirono il dischetto nel datapad, ma ad un tratto Ben impallidì.
- Inserisci l'iperguida immediatamente Dameron, presto! Questo può aspettare.-

Leia! -

Note dell'Autrice:

Ciao a tutti Force Users, le avventure del nostro Fulcrum/Solo stanno per volgere al termine.

Troverà il suo posto nella Galassia il principe di Chandrila?
Spero di sentire i vostri pareri

I Lealisti Sith o Sith Eternal li vediamo in Episodio IX sono ' il pubblico' che assiste dagli spalti al rito propiziatorio, attraverso cui Palpatine vuole prendere possesso del corpo di Rey. Dopo la caduta dell' Impero Galattico, hanno operato in segreto, insieme al clone di Sidious, ricostruendo la Flotta per L'Ordine Finale.

 

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Capitolo 14
*** Towards life ***


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Il tempo delle missioni e delle esplorazioni, con Dameron era ancora lungi dall'essere terminato.
Vi erano altri pianeti oscuri da sondare.

Tutta quella carica emotiva lo metteva in tensione ogni volta che atterravano in qualche posto dimenticato pregno di ricordi di un passato inglorioso che rivendicava costantemente il suo posto nella mente di Ben Solo.

La parte piacevole - per così dire - era costituita proprio dai tempi più o meno lunghi di viaggio.

Stare nello spazio era sempre stato eccitante lo faceva sentire vivo, la pressione del corpo che per l'attrito ti schiaccia sul sedile, sfrecciare fuori dell' eterosfera a tutta velocità in un cielo cupo puntellato di astri, mondi, meteore.

La vita che aveva sempre desiderato da bambino.

Aveva avvertito, poco per volta, scemare il disagio reciproco e la comprensibile diffidenza di Dameron nei suoi riguardi.

Le loro conversazioni erano passate dal tecnico - monosillabico ad un tono disteso, rilassato quasi.
Tranne che si rimbeccassero come dei Varactyl morsi da un Vexis , davanti alla tavola da Crokin o del Dejarik.
Estremamente competitivi entrambi detestavano perdere. Ovviamente non esitavano a barare a proprio vantaggio, salvo smascherarsi a vicenda, quasi istantaneamente.

Diverse volte Ben aveva tentato di confondere a Poe la mente, ma il pilota era davvero scaltro ed arguto, il suo scetticismo avrebbe quasi potuto competere con la Forza.

Avevano preso ad alternarsi ai comandi della nave tanto che nel mentre erano su rotte tranquille, a turno, ne approfittavano per riposare.

Ogni tanto sull' HoloNet, oltre alle indicazioni di Casterfo, quando su Riosa era tarda sera Rey si collegava per salutarlo con la bimba che emetteva una serie infinita di suoni e gorgheggi, alla vista del padre, da fare concorrenza ai trilli di BB-8.

I gorgoglii allegri della bamina rieccheggiavano in tutto l'ambiente, in perfetto contrasto con la risata sommessa e profonda dell'uomo*

Quel teatrino non durava che pochi minuti, date le interferenze, ma sortiva sempre il medesimo effetto sul generale Dameron, fargli vorticare la testa e ruotare gli occhi al cielo, benedicendo la Galassia di non avere legami di alcun tipo.

Tutte quelle smancerie non facevano, decisamente per la sua testa calda.
Sebbene Rey e Ben non fossero poi eccessivi, sapendo bene di non essere soli.

Effettivamente non lo erano nemmeno in privato.
Il loro aspro vissuto non facilmente permetteva loro di lasciarsi andare a grande espansività.
Solevano avere un rapporto concreto, fatto di gesti, di sguardi taciti e perfettamente complici merito, in gran parte, del loro legame esclusivo.

Ben Solo non possedeva l' ilarità di Han sebbene sapesse, all'occorrenza, essere un' abile canaglia dal pungente sarcasmo, al pari, su questo non vi erano dubbi.
Tuttavia un' aura solenne e morigerata lo avvolgeva, sicuramente più simile a quella un tempo appartenuta a sua madre e sua nonna.

Come scapolo, semplicemente, a Poe era estraneo il concetto di come due entità che per tempo immemore avevano vissuto distinte tutt' a un tratto potessero attrarsi fino a voler condividere tutto.

🥀🥀

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Da poco erano giunti sul sinistro mondo dal cielo cremisi di Dathomir.

Quel posto lugubre, arido, roccioso simile ad un gigantesco canyon percorso da fiumi e pozze di catrame maleodoranti, avrebbe attorcigliato ferocemente le budella a chiunque.

Erano atterrati, in base alle coordinate, nell' impervia zona, delle Rupi Strangolate.

I due si auguravano, vivamente, che la loro visita in quell'inferno sarebbe durata meno che in altri posti, tanto irrespirabile era il lezzo, che, misto a una nebbia luminescente si levava evaporando dal suolo, opprimendo i polmoni, non di meno il soffocante rossore che permeava la volta del pianeta.

Gli alberi come orrende sagome nere, deformi piegate dal dolore dal Lato Oscuro sembravano gemere in cerca d'aria e di una vita che in essi, ormai, non scorreva più da tempo.

Ad un tratto Poe sentì un rantolo quasi soffocato; in quel postaccio non si vedeva ad un palmo.

- Solo! - chiamò a gran voce, ma gli fece eco il silenzio.
Due, tre, quattro volte, ancora e ancora.
Di sicuro sapeva cavarsela un Jedi, la Forza poteva far avvertire tutti i pericoli, in anticipo.

Pochi passi dopo uno dei suoi stivali affondò in una sostanza melmosa ed appiccicaticcia fece appena in tempo a balzare per spostarsi
- Pozze di catrame! - un fremito di terrore lo colse, che Ben Solo fosse sprofondato improvvisamente?
Sapeva bene quanto velocemente potessero inghiottire al pari di sabbie mobili.

Con la torcia cercava di illuminare meglio possibile ciò che lo circondava, le esalazioni verdognole provenienti dal terreno provocavano un fastidioso bruciore per gli occhi.

Vagò continuando a chiamarlo, fino a che sentì di nuovo qualcosa.

La torcia, il cui fascio di luce era intorbidato dalla foschia fece in tempo ad illuminare
gli enormi stoloni di una gigantesca Drosera Capensis che stava soffocando, stringendo alla gola, Ben Solo il quale aveva imprigionati anche i polsi e le caviglie, tanto che, nonostante la possanza fisica, non riusciva ad opporre molta resistenza.

Ben si illuminò alla vista di Poe, la sua gola non poteva emettere suono, ma si concentrò con tutte le forze che gli rimanevano.

Utilizzando la Forza sganciò la picca di Rey dall' imbracatura a spalla della cintura facendola adagiare piano in terra; Poe, con estrema cautela, cercando di non calpestare gli stoloni - cosa difficile, vista la poca visibilità - la impugnò attivando il laser il quale emise il tipico ronzio ed illuminando ciò che gli era dinnanzi.

Dameron non ne aveva mai impugnata una prima si lanciò, deciso, a recidere quei mostruosi tentacoli.
La creatura si dibattè furiosa, ma i due riuscirono ad allontanarsi.

Appena ebbe ripreso a respirare, con ancora le mani sul collo, Ben si voltò verso quell' abominio, con tutta l'energia che aveva tese le braccia, sollevò quell' ammasso ripugnante sdradicandolo e scaraventandolo via per diverse miglia.

Dameron rimase sbalordito, non lo aveva più visto usare così il suo potere da quando... ricordarlo era doloroso.

Lo sguardo che aveva negli occhi, lo stesso di Rey... doveva essere una sensazione delirante poter manovrare così, a proprio piacimento, gli elementi.

- Un' arma notevole Solo! Un' arma notevole.- osservò.

Si riferiva alla picca di Rey...(?)

Pochi attimi dopo, balzati sulla loro Mu-2, pronti a decollare all'istante da quel luogo spettrale, Ben guardò il suo compagno di viaggio,
- Grazie - esclamò mentre l' abbozzo di un sorriso gli si affacciava timidamente in volto.

Dameron provò una strana morsa al petto.
Poco prima stava ricordando lo spietato ex Leader Supremo, colui che intorno a sé aveva causato solo morte e sofferenza, perfino al suo stesso sangue, ma ora, lontano da quella maschera, c'era solo un uomo provato duramente dalla vita, che scontava la sua pena nascondendo perennemente i suoi occhi, i quali bramavano disperatamente un perdono cui sapeva di non avere diritto.
E che Poe Dameron di certo non intendeva concedergli!

Quegli occhi che vedeva sorridere sinceri solo alla donna che lo amava, che lo aveva compreso, accettato, che aveva creduto in lui quando nessuno vi era più disposto.

- Per favore, non dirglielo.-

- Non lo sente comunque attraverso il... il vostro...-

- Non sempre, se non glielo permetto, se non è in ascolto, no, potrebbe restare un nostro segreto.-

Poe era ammirato, nonostante tutto, di quanto cercasse, in ogni modo, di proteggere Rey, glielo aveva visto fare fin dalla prima volta che lo rivide nei panni di Ben Solo su Riosa.
Avrebbe persino detto, tra sé, che conservasse la regalità del generale Organa.

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Doveva ammettere, però, che destreggiarsi ai comandi di volo e contrattare con qualche imbroglione di turno erano certamente abilità paterne a giudicare dai tanti racconti che circolavano sul conto del leggendario contrabbandiere.

Del resto Poe lo faceva per dovere, il lavoro era lavoro.
Lo faceva per Rey, per la piccola Leia, in ricordo della sua amata principessa.
I viaggi poi? Lunghi ed estenuanti si trattava di non morire di noia e di intrattenere civili rapporti tra colleghi.
Esclusivamente questa era la causa della sua garbatezza verso Solo.

🥀🥀

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"BEN DA BAMBINO, SEMPRE ATTACCATO AD HAN. IN MANO I DADI CHE AVEVA PRESO A BORDO DEL MILLENNIUM FALCON, QUELLI CON CUI IL PADRE AVEVA VINTO AL GIOCO IL SUO ADORATO CARGO MALCONCIO, E ASSICURAVA A CHIUNQUE CHE UN GIORNO ANCHE LUI SAREBBE STATO UN PILOTA COME IL SUO PAPÀ."

Dal libro Gli Ultimi Jedy - Jason Fry

Per le successive missioni Ben chiese espressamente a Dameron di poter riutilizzare il Mercantile Corelliano di suo padre.

Con una bella messa a punto la richiesta era lecita tutto sommato.
Del resto era una nave più comoda e che conoscevano benissimo ambedue.

Il generale della Resistenza avrebbe ricordato a lungo, negli anni a venire, l'espressione di Solo, per la prima volta, dopo moltissimo tempo davanti all'ingresso della rampa di imbarco del Falcon.

Più ancora non avrebbe dimenticato il fare con il quale Ben si era aggirato nella cabina di pilotaggio.
Lo precedeva di poco: la sua figura si ergeva occupando tutta l'altezza a disposizione riempiendo quasi l'intero ambiente.

Avanzava adagiando piano le suole dei suoi stivali quasi ad attutirne lo scricchiolio sul pavimento, posò una mano sul sedile dal rivestimento consunto del pilota, facendolo ruotare leggermente, lasciando scorrere il palmo e le dita bene aperte lungo lo schienale, lentamente, quasi come lo stesse accarezzando.

L'altra mano, esitante, si era fermata più in alto dove, per molto tempo, erano stati appesi i dadi di Han.
Stringeva le dita attorno al pannello superiore dei comandi.
Aveva incassato il capo nelle ampie spalle lasciando ricadere i lunghi capelli corvini a coprirgli completamente il viso.
Solamente dopo interminabili momenti, in tono chioccio, aveva rotto il silenzio in merito ai componenti da controllare e riparare, per primi.

Quello era stato Kylo Ren, il serpente assassino!

Eppure, in quel momento, a Dameron, parve di avere davanti a sé esclusivamente il figlio di Han.

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🥀🥀

- Tu mi farai morire! - gli sussurrò a fior di labbra, stringendogli le braccia dietro la nuca, mentre le mani terminavano tra i suoi capelli neri.
Da tempo immemore non erano così vicini.

- Come lo sai?-

- Io... ti sento...- un bacio, poi un altro e un altro ancora e questa volta nessuna interruzione sarebbe giunta a dividerli.
La piccola Leia era con la balia.

L' odore deciso, ma delicato, speziato, dei capelli e della pelle di Ben si confondeva con quello acre e dolciastro di fiori selvatici, di sabbia del deserto di Rey, tanto che nessuno dei due capiva dove inziava uno e dove finiva l'altra.

Luce e Oscurità
Armonia, Pace
Infine, Equilibrio.

Quanto gli era mancato l'odore della sua pelle, non l'aveva mai lasciata sebbene Jakku fosse un lontanissimo passato.
Gliel' aveva sentito addosso da quando l'aveva presa tra le braccia su Takodana; la sua preda sprigionava l'essenza di un fiore selvatico, esile, sferzato dalle tempeste di sabbia, eppure così resistente, incredibilmente fragrante e delicato.

🥀🥀

Gli anni erano passati ed ora conduceva una vita tra le stelle come suo padre.
Così differente dalla solitudine e dal dolore opprimente cui si era autocondannato.

Ma a differenza di Han, Ben mantenne l'impegno di essere molto presente per la sua famiglia.
Tra le missioni cercava di scegliere le più brevi, se possibile e, quando poteva, le delegava a uomini di fiducia.

La sorte gli aveva affidato un inaspettato compagno di viaggio, il pilota più scaltro della Resistenza un tale, valoroso, Poe Dameron, chi l'avrebbe mai detto, se gliel' avessero raccontato non ci avrebbe creduto!
Lui che voleva ucciderlo nel Finalizer, su Jakku.

Tra una bevuta di immancabile whiskey corelliano, (qualche cassa a bordo del Falcon era sempre di riserva), una partita a Crokin e una zuffa con Chewbe -tornato a volare con loro - davanti alla tavola olografica del Dejarik, quando non si imbattevano in pirati o bande che nonostante il clima di tranquillità che regnava nella Galassia, dopo decenni, ancora imperversavano.
Se qualche losco cacciatore di taglie non tentava di fare la pelle all' ex Leader Supremo - ed era successo più di una volta, lasciando Rey tramortita dalla paura - si poteva dire che la sua vita avesse finalmente preso una certa piega.

Aveva due affidabili accompagnatori pronti a guardargli le spalle.

Amicizia? Forse era questo che quasi inconsciamente il suo cuore languiva, senza mai osare ammetterlo, non se ne riteneva degno.

Non ne conosceva, forse, il significato, ma aveva provato un sentimento molto simile ai tempi nei quali era stato il padawan di Luke.

Tai... il povero Tai, che l'ex capo dei cavalieri di Ren aveva ucciso a sangue freddo.
Oh sì! Lui era stato, quasi sicuramente, quanto di più vicino al concetto.

68747470733a2f2f73332e616d617a6f6e6177732e636f6d2f776174747061642d6d656469612d736572766963652f53746f Mille anni sembravano passati da allora, ma il ricordo sincero di quel ragazzo non lo aveva mai lasciato.
Il dolore per la sua morte, l'ennesimo, dopo che Luke privo di lucidità lo aveva attaccato, era stata la goccia finale che lo aveva sprofondato nell' Oscurità.
68747470733a2f2f73332e616d617a6f6e6177732e636f6d2f776174747061642d6d656469612d736572766963652f53746f Ma forse, già si intravedeva la luce. 68747470733a2f2f73332e616d617a6f6e6177732e636f6d2f776174747061642d6d656469612d736572766963652f53746f

Proprio nell' istante nel quale aveva ceduto la sua anima al Lato Oscuro, la Forza gliel' aveva mostrata per la prima volta: la bambina di Jakku, nelle mani del suo viscido aguzzino, Unkar Plutt.

Sentiva freddo, come lui, in quel momento in cui, la vita lo stava salutando, per riprenderlo più avanti.

Note dell'Autrice:

Bene miei giovani Force Users siamo giunti alla fine della storia, il prossimo capitolo sarà l'epilogo per i nostri beniamini.

* questa citazione è presa dal libro Ahsoka di E.K.Johnstone la scena descrive un momento di tenerezza proprio tra Bail Organa e la piccola Leia.

 

 

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Capitolo 15
*** Pictures Of You - The Cure ***


 


"I've been looking so long at these pictures of you

That I almost believe that they're real
I've been living so long with my pictures of you
That I almost believe that the pictures
Are all I can feel

Remembering you standing quiet in the rain
As I ran to your heart to be near
And we kissed as the sky fell in
Holding you close
How I always held close in your fear
Remembering you running soft through the night
You were bigger and brighter and wider than snow
And screamed at the make-believe
Screamed at the sky
And you finally found all your courage
To let it all go

Remembering you fallen into my arms
Crying for the death of your heart
You were stone white
So delicate
Lost in the cold
You were always so lost in the dark
Remembering you how you used to be
Slow drowned
You were angels
So much more than everything
Hold for the last time then slip away quietly
Open my eyes
But I never see anything

If only I'd thought of the right words
I could have held on to your heart
If only I'd thought of the right words
I wouldn't be breaking apart
All my pictures of you

Looking so long at these pictures of you
But I never hold on to your heart
Looking so long for the words to be true
But always just breaking apart
My pictures of you

There was nothing in the world
That I ever wanted more
Than to feel you deep in my heart
There was nothing in the world
That I ever wanted more
Than to never feel the breaking apart
All my pictures of you."

   


         

🥀🥀

Deliri dell' Autrice Malinconica:

Questa canzone è una delle mie preferite in assoluto, vi sono legata: avevo 17 anni quando Il Corvo ha fatto la sua epica comparsa nei cinema, conquistando milioni di spettatori, la sottoscritta compresa!

E i The Cure a quei tempi imperversavano in radio con il brano Burn che era parte della colonna sonora.

Quell'anno (1994) finì, per me, una storia di pochi mesi ed anche di poco conto, pensandoci oggi,
con un ragazzo a cui tenevo tanto, con il quale ascoltavamo sempre i The Cure.

Pictures of You è un brano dell '89, ma all'epoca i miei gusti di 11enne contemplavano solo serie fantasy e Michael Jackson (un must di fine anni '80, mica poca cosa, comunque 😅).
Quindi la mia è stata una scoperta postuma.

Così questa perla di Alternative Rock è diventata la colonna sonora, di una malinconica storia adolescenziale.

L'ho sempre trovato un brano profondo, che rispecchiava la storia di Eric e Shelly i protagonisti de Il Corvo.

In qualche modo, guardando a Ben e Rey, a come il destino non abbia loro sorriso, il testo di Robert Smith mi è prepotentemente tornato in mente, in molte scene tra Adam e Daisy.

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E così dalla malinconia di questi due sfortunati amanti galattici e dalla poesia di Smith è nata Two That Are One.

Per realizzare il video e cercare di adattare i vari segmenti di scene al testo, il mazzo mi è diventato rettangolare (perdonate la licenza poetica).

Su Youtube vedo fanmade che sono autentiche perle, con tanti effetti, ci potrei benissimo arrivare impiegandoci due vite! 😅

Purtroppo non sono così veloce e il Tiranno Infame di nome Tempo, mi alita sul collo senza tregua.

Senza alcuna pretesa ho provato a montare questo video così che capiate in quali scene ho pensato a questo splendido testo.

Enjoy!

Ci vediamo presto per l' Epilogo.
 

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Capitolo 16
*** Epilogo - Two That Are One ***


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Qualche volta smetteva di piovere abbastanza da far uscire le stelle
Era come poco prima che il sole va a coricarsi nella palude.
C'erano più di un milione di scintille sull'acqua. Sembravano come due cieli, uno sopra l'altro.
Non riuscivo a dire dove finiva il cielo e cominciava la terra. Era bellissimo.-

-Avrei tanto voluto essere lì con te.-

-Tu c'eri.-

- Io ti amo.-

Dal film Forrest Gump

🥀🥀

Un avvitamento, un fendente, un affondo ancora, posizione di difesa, lame stridenti dalle quali sprigionavano una miriade di scintille ad ogni incrociarsi.

Due agili ombre sinuose, in controluce, volteggiavano tra le lussureggianti fronde ricadenti dei rami e il cielo nelle sue più variopinte sfumature, mutanti da un rosa acceso in un turchese tenue, man mano al levarsi del sole.

Gli uccelli mattutini e le creature viventi vibravano tutt' intorno, nella Forza, insieme ai due antagonisti.

Si intrecciavano, rincorrevano, scontravano in un turbinio aggraziato così
leggiadri da sembrar spiccare un volo dalle ali invisibili come farfalle in amore.

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Ancora una capriola poi fuga dalla presa tenace dell' avversario.
Per i pendii delle Scogliere di Cristallo, attraverso gli alberi che tanto amavano, i quali terminavano sulla sabbia bianca del Mare D' Argento, pronto a regalare sempre una veduta mozzafiato e quella brezza rigenerante che serviva a ricaricarsi.

Era maestria di Rey ormai divincolarsi dalla sua stretta.

Adorava allenarsi con lui, sentire i muscoli tesi, la pelle ambrata imperlarsi di sudore, l'adrenalina che le permeava i sensi ed ogni fibra del corpo.
Uno slancio pieno di passione.

Due che diventano Uno.
Due che sono Uno.

🥀🥀

Chandrila - Pianeti del Nucleo, Settore di Bormea

Qualche mese prima avevano preso commiato dalla gentilissima ospitalità del senatore Casterfo.

Ben pensò che sarebbe stata una buona idea tornare nell'unico posto in cui si fosse davvero sentito felice, se pure pregno di nostalgia.

Su quel pianeta dove c'era ancora la casa nella quale era nato: palazzo Organa, restato disabitato fin troppo.

Gli orrori della guerra avevano certo lasciato il segno anche su Chandrila, ma con una messa a punto era certo che tutto potesse tornare funzionante, nella vecchia dimora di famiglia.

Durante gli scontri con Il Primo Ordine aveva sempre rifiutato categoricamente di rimetterci piede, non avrebbe ammazzato di propria mano la sua gente.

Era stata dura eludere la volontà di Snoke, ma ce l'aveva fatta.
In fin dei conti quella ignobile marionetta era stata ripagata a prezzo fin troppo caro, per la sua gentilezza, nei confronti di Kylo Ren!

A Ben Solo poteva quasi sembrare di iniziare daccapo, da dove la sua vita era precipitata nel baratro.

Non prese ovviamente da sé quella decisione, chiese a Rey cosa pensava a proposito di lasciare Riosa, del resto la piccola Leia era nata lì e ci avevano vissuto per quasi tre anni, dai primi mesi della gravidanza.

- Non ho mai avuto vere radici Ben, mentre tu si.-

- Non sei triste al pensiero di lasciare Riosa? Ne sei certa?-

- Certa!- annuì convinta
- questa dimora è stata quanto di più vicino ad una casa abbia mai avuto, ma di fatto siamo ospiti.
Non mi ero mai fermata così tanto nello stesso posto da quando ho lasciato il deserto di Jakku.
Voglio che costruiamo qualcosa che sia solo nostro.-

68747470733a2f2f73332e616d617a6f6e6177732e636f6d2f776174747061642d6d656469612d736572766963652f53746f azione Hanna City, la capitale, con traffico e ferrovia fluttuanti non così diversa da Coruscant quanto ad avanzata tecnologia.
La differenza stava tutta
- se così si può dire - nella strabiliante, prorompente natura appena fuori dei centri abitati.

Per recarsi negli Uffici di Governo, presso la Chandrila Senate House, bisognava comunque attraversare il caotico nucleo urbano.

Quegli stanzoni grigi, panoramici, se pure agli ultimi piani di grattacieli sempre più hi-tec, una noia mortale, eppure era il prezzo da pagare. Quella era la convocazione per le missioni spaziali che tanto amava.

Alla fine delle onerose riunioni poteva far cinguettare il suo comlink all'indirizzo di Poe e Chewbe indicando quale sarebbe stata l'imminente destinazione.

Nonché concordare con i suoi nuovi compagni di avventure, quali rotte fossero le migliori da seguire.

Era un tipo intraprendente Solo, proprio come suo padre, la sua compagnia si era allargata agli abili piloti conosciuti proprio su Chandrila.

Di rito, dal ritorno dalle missioni, si fermavano a bere in qualche bar della città acclamati come eroi difensori della Galassia.

O a volte nelle peggiori bettole, non c'era molta differenza, l'alcool era alcool ovunque.
Se non che la clientela dei posti malfamati li etichettasse come disgustosi damerini o cercasse di derubarli e magari ne scappasse fuori una rissa.

Era una strana sensazione, sentirsi parte di un gruppo.
Qualche volta Chewbe e Dameron si fermavano, suoi ospiti, per godere la compagnia di Rey e della piccola Leia, che cresceva a meraviglia, giunta ormai quasi ai suoi tre anni.

Sul pianeta qualcuno lo chiamava senatore Solo, lui però non era un senatore.
Tutti, ad ogni modo, concordavano nel riconoscere a lui e Rey il titolo di principi di Chandrila, insieme con la bambina.

La popolazione locale aveva espresso il desiderio di celebrare il terzo compleanno della principessina, e il ritorno del principe erede, figlio della compianta senatrice.

Ben e Rey si erano impegnati, fin da subito, per aiutare le cause di principale disagio o degrado in varie zone del pianeta.

Sempre in prima linea nell' aiutare, erano molto riservati però per quanto riguardava il loro privato, non desideravano onori, né riconoscimenti di sorta.

Era un dovere essere utili.
Per Ben un bisogno primario, che Rey appoggiava incoraggiandolo.

Oltretutto non volevano esporre la bambina al rischio di qualche ritorsione, partecipando a pubbliche manifestazioni.
Tuttavia non desideravano apparire nemmeno schizzinosi e ingrati verso chi li aveva accolti incondizionatamente.

Nel tempo Ransolm era diventato una figura di riferimento per Ben, quasi paterna.

Il giovane nutriva un sincero affetto per quell'uomo dai modi gentili, non tanto forse per la sua signorilità, nemmeno esclusivamente per l'aiuto non da poco offertogli da quest'ultimo.

Casterfo difatti rappresentava per Ben, suo malgrado, l'ultimo legame con il passato, con i suoi genitori.

Sebbene fosse abbastanza più giovane di quanto sarebbero stati Han e Leia,
sapeva sempre dare consigli ponderati che placavano i perenni dardi infuocati delle preoccupazioni del giovane Solo.

- Ragazzo mio, organizzeremo un servizio di sorveglianza, è un evento ufficiale e lo tratteremo come tale!- gli sorrise serafico il saggio senatore dalla chioma argentata.

Incurvò le labbra disteso a sua volta Ben.
Era confortante, incredibilmente confortante, non dover più vivere solo di sé stesso, del suo metro di valutazione istintivo e a volte ancora rabbioso.

Era rassicurante avere qualcuno che ti capisse nel profondo, questo era Rey per lui, ma un dono, oltre a lei, avere i suoi colleghi piloti, Ransolm, il vecchio amico di sempre Chewbe e incredibilmente quella mezza canaglia sciupafemmine di Poe Dameron, mezza sia ben chiaro! Perché il titolo di canaglia completa spettava esclusivamente agli uomini della famiglia Solo!

La sua vita non era fatta unicamente di missioni nello spazio.

Leia si era ormai fatta grandicella e quando potevano lui e Rey saltavano sul Falcon e si aggiravano per la Galassia reclutando piccoli sensibili alla Forza, in base alle premonizioni o a qualche comune visione, interconnessi nella Forza com'erano.

Una volta Ben sorvolava Castilon insieme ad Asso Uno, al secolo Hype Fazon pilota rodiano, annoverato nientemeno che tra i membri del leggendario Squadrone degli Assi.

Ebbe una visione, sul pianeta vi erano dei piccoli sensibili alla Forza.
Sapeva che a milioni di parsec di distanza Rey vedeva le stesse cose.
Mentalmente potevano comunicare attraverso la Diade.

Più tardi erano tornati insieme sul pianeta per portare con loro i piccoli.

Negli anni Rey aveva messo insieme un gruppetto di allievi, di svariate specie, di cui si prendeva cura.

Alcune volte le dava una mano, soprattutto l'aveva aiutata a completare il suo addestramento.

Ben non voleva essere né uno Jedi, né un maestro, non come nel passato almeno.

Si era offerto di aiutarla, anche perché, che lo volesse o no, la Forza stessa glielo imponeva, il dono ricevuto premeva per non restare infruttuoso.

Rey era nata per insegnare: aveva tante idee, era moderna, innovativa, per nulla noiosa con i piccoli padawan.
Osava, per questo l'amava.
Anticonformista in tutto, delicata solo in apparenza, era un fuoco vibrante ed era magnifico, ogni volta, sfidarla e rivedere un po' di sé in lei.

Aveva faticato non poco, l' ex mercante di rottami di Jakku, a farsi accettare e rispettare da quelle piccole pesti che erano diventati, con gli anni, quasi un' estensione naturale della loro famiglia.

Godevano di una certa agiatezza, questo permetteva loro di avere degli aiutanti a loro servizio, visto i molti impegni.

Ben non aveva dimenticato alcuno; nella sua vita si impegnava costantemente affinché nessuno restasse indietro.

Una notte su Riosa aveva avuto una visione, che successivamente aveva raccontato a Rey.
Anche lei tramite la Diade aveva avvertito qualcosa di speciale in una ragazza twi'lek: la figlia dei Doneeta!

La stessa che Ben aveva soccorso, quattordicenne, in difficoltà, su Batuu.

Non poteva dimenticare i quasi tre mesi passati vivendo vicino quella modesta famiglia.
Gli erano rimasti nel cuore e si era ripromesso che se avesse conquistato un posto tutto suo, nella Galassia, sarebbe tornato nell' Orlo Esterno per proporre ai twi'lek di seguirlo.

Mantenne il suo intento: inizialmente il capostipite Doneeta si mostrò riluttante all'idea di lasciare Batuu.
Erano gente semplice, senza grandi pretese, avevano sempre vissuto con poco, ma Ben gli prospettò che con quattro splendide figlie adolescenti restare dove imperavano ancora, per buona parte, contrabbando e tratta di schiave non sarebbe stato l'ideale.

Ben si era recato da loro in compagnia di Rey, la quale aveva avuto il compito di spiegare le facoltà delle quali era oggetto la loro figlia maggiore, Numa.

Raccontarono ai Doneeta della loro identità, della Forza, dei Jedi, di Palpatine e del Primo Ordine.
Quando Doneeta seppe che Ben era il figlio di Organa sgranò gli occhi.
Di loro e degli Skywalker aveva sentito solo leggende.

Alla fine i twi'lek accettarono la proposta di trasferirsi su Chandrila al servizio di Ben e Rey.
Godevano di ogni premura come fossero di famiglia.
L'aiuto della signora Doneeta, come balia, per i bambini, era inestimabile.

E le ragazze erano adorabili, Numa se pur già grande per essere addestrata, aveva superato la paura iniziale e aveva un rapporto molto forte sia con Ben che con Rey, come fosse una sorella minore.
Era scaltra, veloce, estremamente intuitiva e impertinente.
Dava filo da torcere, a volte.
Stava imparando a pilotare piuttosto bene.
Molte volte Ben e Rey la portavano con loro in qualche missione.

Erano premurosi e generosi riconoscenti del bene che quella gente così semplice, ma unita dall'amore, aveva dimostrato allo smarrito giovane misterioso arrivato dal nulla, un giorno, su di un B Wing.

🥀🥀

Ben sperò, in principio, che il fato avesse risparmiato alla piccola Leia, doti particolari, sarebbe stata più al sicuro e certamente le avrebbe evitato di sentirsi una diversa.

A volte nella notte aveva ancora degli incubi spaventosi, delle stragi compiute per conto del Primo Ordine, rivedeva corpicini dilaniati dai proiettili laser, visioni raccapriccianti, che da quando aveva tenuto Leia in braccio per la prima volta, gli erano divenute più insopportabili.

A volte si svegliava di soprassalto, angosciato correva verso il letto della bambina e la abbracciava cullandola sul suo petto per farla riaddormentare, baciando la sua testolina colma di capelli setosi e corvini, tenendola stretta stretta per paura volasse via in un battito d'ali.
Rey, puntualmente, li seguiva poco dopo per coprirli entrambi, lui che crollava con indosso solo i calzoni.

🥀🥀

Gli anni passavano.
Tramite la Diade aiutavano la Galassia a tenere saldo, più possibile, quel tanto agognato quanto fragile equilibrio che potenti forze oscure, sempre in agguato nell'ombra infida di fazioni dissidenti, potevano destabilizzare in qualsiasi momento.

Una nuova generazione di Jedi aveva visto la luce.

Rey non vietava loro i rapporti affettivi, i genitori dei piccoli padawan erano liberi di fare visita ai loro figli varie volte durante l'anno e i ragazzi, una volta cresciuti, prendevano la loro strada senza costrizioni.

Un altro prezioso regalo aveva arricchito ancora la loro famiglia, il piccolo Han di tre mesi, morbosamente innamorato di suo padre.

Era stato il frutto, stavolta, non solo della Diade, ma del loro amore.

Una mattina sul presto, Rey assistette ad una scena divertentissima; uscendo dalla doccia in fretta e furia, ancora grondante, afferrò un telo di spugna che la copriva a malapena, corse fuori dal bagno, Han piangeva, aveva sempre fame, ma la scena che le si parò davanti la fece scoppiare a ridere.

Ben lo aveva preso in braccio per calmarlo, in attesa che Rey finisse il bagno in santa pace, il bimbo per tutta risposta aveva artigliato con entrambe le manine il pettorale nudo di Ben conquistandolo vittorioso! Salvo poi piangere ancora di più, frustrato che non ne venisse fuori un bel niente.

A Ben sfuggì un imprecazione dal dolore che gli procurò la voracità di suo figlio.
Rey rise, piegata letteralmente in due alla scena.
Attaccò subito al seno il piccolo, arrabbiatissimo, calmandolo all'istante.
Guardava Ben continuando a ridere di gusto.

- Ehi cavolo, fa davvero così male ogni volta? Mi ha fatto malissimo!... La smetti o no di ridere?- pronunciò imbronciato, con una mano ancora sul petto dolorante.

- Sì, fa male - gli confermò
- e comunque il suo è un istinto, ha visto la tua enorme tetta e non ha resistito, ti ha scambiato per me.- ridacchiò ancora divertita.

- Ehi! - si osservò contrariato,
- io non ho le tette, sono muscoli! - pronunciò tronfio.

- Uhm... sentiamo...- tastò per bene Rey, godendosi cotanta grazia, - Sono tette stupende! Altroché guarda qui sode, tonde e pronunciate.- rise più forte Rey.

Si guardò meglio, ancora dubbioso in merito, scoppiò a ridere a sua volta.

Afferrò Rey per i fianchi, sollevandola mentre lei sgambettava opponendosi inutilmente, le loro risate rieccheggiavano nella stanza; il piccolo Han dormiva di già con la pancina piena.
Leia scorrazzava in cortile con gli altri bambini.

Due parole saettarono maliziose nella mente di entrambi, campo libero!

Si alzò diretto verso la porta, chiudendola a chiave, lasciò cadere in terra gli ultimi indumenti riservandole quel ghigno da seduttore incallito e si diresse verso il letto, dove la sua furfante preferita lo aspettava con ansia.

- Sei così bello quando ridi! Potrei guardare per sempre le stelle che ti illuminano gli occhi, mentre lo fai.- gli sussurrò mentre si perdeva nel suo sguardo, pieno di desiderio di amarla.
Mentre accarezzava dolcemente i contorni delle sue labbra piene, come la prima volta su Exegol, era sempre un'emozione travolgente ricordare quel primo bacio, il primo sorriso di un ritrovato Ben Solo tornato dalla morte della sua anima.

🥀🥀

Le celebrazioni erano alle porte e Ben era teso come una corda di violino, emozionato, non riusciva a prendere sonno facilmente, ma voleva avere un viso disteso, il giorno seguente, di fronte a tutte le persone che erano giunte di già nella capitale per rendere omaggio alla loro bambina per il suo terzo compleanno.

Quella notte, come fosse un rito, aveva deciso di dormire da solo occupando giusto la piccola stanza che un tempo era appartenuta a sua madre.

Guardava la notte di Chandrila fuori della finestra, una notte mite, serena.

L'indomani avrebbe stupito Rey, voleva fosse fiero di lei!

Ransolm, come sempre, si era rivelato al di sopra delle previsioni nella gestione dell'organizzazione e del servizio di sicurezza.

Per quanto sia Ben che Rey non amassero stare sotto i riflettori non potevano sottrarsi dall' onorare il bagno di folla festante che li attendeva.

La Grand Promenade of the Rebellion, che terminava al Campidoglio era gremita.

Degli HoloNet trasmettevano le immagini per chi si trovava più lontano, fino in Piazza Eleutherian.

Leia era agitatissima nella sua bellissima tunica d'un bianco candido, andava su e giù di continuo.
- Mamma - mormorò, accarezzando i capelli di Rey - Sono tutti qui per me? Per te e papà? Ci vogliono tutti bene?-

- Certo piccolina! Ti vogliono tutti bene, quelli che sono venuti per conoscerti!- sorrise la giovane maestra Jedi.

- Anche ad Han? Lui è piccolo ancora! Non capisce perché sono venute tutte queste persone, non apprezza, piange sempre.-

Rise fragorosamente Rey alle rimostranze accorate della sua impertinente bimba, mentre le sistemava alcuni nastri tra i capelli a tenere ferme le code laterali, in tutto e per tutto identiche a quelle che molti anni orsono avevano ornato il viso della principessa di Alderaan.

Ben rimase incantato dalla visione della bimba adornata come sua madre, da ragazza, e di Rey.

Vestiva un leggero abito rosa antico in stile impero, che scendeva fino alle caviglie lasciando le spalle scoperte.
Tra i capelli sciolti, lasciati mossi, sulle spalle, una corona di fiori dello stesso colore a incorniciare il viso acqua e sapone.

Uno scroscio di applausi la accolse quando apparve insieme alla piccola Leia e ad Han sul patio allestito nello Skygarden.

A Rey, non sfuggì l'eleganza di Ben vestito di un completo grigio ghiaccio che contrastava la sua capigliatura scura.
Le mani guantate di nero, come ai vecchi tempi e il lungo mantello in tinta che corredava il tutto.

Era elegantissimo, sembrava davvero un senatore, un inviato illustre di qualche lontano sistema in visita diplomatica. Pareva un principe, anzi, lo era!

La attendeva sotto il monumento dedicato a Bail Organa.

Rey sentì dolerle la gola, le lacrime minacciavano prepotentemente di sgorgare copiose ed inopportune in quel momento.
Pura commozione di fronte a tanto calore e agli occhi pieni di ammirazione con i quali Ben la venerava.

Casterfo rivolse alla folla, una breve presentazione di benvenuto poi fu la volta di Ben e Rey, di salire dietro il pulpito.

Il sole caldo di Chandrila scaldava il cuore e gli animi dei presenti ed anche il breve ma toccante discorso del figlio di Leia Organa aveva contribuito a rendere i convenuti sempre più entusiasti.

Ben pronunciò brevi parole di ringraziamento a nome di tutti loro, Rey era troppo emozionata per parlare così lasciò a lui il compito.
Gli teneva la mano mentre Ben ringraziava tutti i partecipanti. Era orgogliosa di lui.

La cerimonia si concluse a sera con lo spegnersi delle candeline per Leia e un cielo notturno illuminato da una miriade di lanterne variopinte librarsi sul Mar D' Argento allo scoccare della mezzanotte, le quali scintillavano negli occhi della bambina abbracciata forte a suo padre.

Quella stessa sera, una volta nelle loro stanze, messi a letto i bambini, prendendola tra le braccia sulla terrazza della loro camera Ben Solo pronunciò la promessa solenne di restare sempre accanto e proteggere la sua Rey.

Non avevano certo bisogno di cerimonie ufficiali e nemmeno di troppe parole; Ben le aveva dato l'anello appartenuto a Leia, l'opale che Han le aveva regalato anni prima, già da diverso tempo.

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Un avvitamento, un fendente, un affondo ancora, posizione di difesa, lame stridenti dalle quali sprigionavano una miriade di scintille ad ogni incrociarsi.

Due agili ombre sinuose, in controluce, volteggiavano tra le lussureggianti fronde ricadenti dei rami e il cielo, nelle sue più variopinte sfumature mutanti da un rosa acceso in un turchese tenue, man mano al levarsi del sole.

Gli uccelli mattutini e le creature viventi vibravano tutt' intorno, nella Forza, insieme ai due antagonisti.

Si intrecciavano, rincorrevano, scontravano in un turbinio aggraziato così
leggiadri da sembrar spiccare un volo dalle ali invisibili come farfalle in amore.

Ancora una capriola, poi fuga, dalla presa tenace dell' avversario.
Per i pendii delle Scogliere di Cristallo, attraverso gli alberi che tanto amavano, i quali terminavano sulla sabbia bianca del Mare D' Argento, pronto a regalare, sempre, una veduta mozzafiato e quella brezza rigenerante, che serviva a ricaricarsi.
Uno slancio pieno di passione.

Due che diventano Uno
Due che sono Uno!

🥀 FINE. 🥀
 

Angolo dell' Autrice Malinconica:

- Qualche volta smetteva di piovere abbastanza da far uscire le stelle
Era come poco prima che il sole va a coricarsi nella palude.
C'erano più di un milione di scintille sull'acqua. Sembravano come due cieli, uno sopra l'altro.
Non riuscivo a dire dove finiva il cielo e cominciava la terra. Era bellissimo.-
-Avrei tanto voluto essere lì con te.-
-Tu c'eri.-
- Io ti amo.-

(Dal film Forrest Gump)

Ho immaginato questo dialogo tra Rey e Ben, è lui a descrivere le scintille, sul Mare D' Argento, che guardava da bambino, che avrebbe voluto lei, con lui, fin dall'inizio così forse non sarebbe diventato Kylo Ren, ma Rey gli ricorda di essere stata sempre con lui. 🖤❤🤍

Che altro posso aggiungere, siamo giunti al termine, che spero vi sia piaciuto ed abbia reso un omaggio lieto, spero coerente e credibile, come avremmo davvero voluto vedere, come il redento Ben Solo avrebbe meritato.

Mi si spezza il cuore a salutarli e di certo, attraverso la Diade e i loro figli e un rinato Ordine Jedi mi piace immaginarli, fino al loro riunirsi alla Forza, lottare contro Nuove Oscure Minacce, perché il fato è ciclico, quel che è stato sempre sarà.

Possa la Forza essere sempre con noi tutti.

Alla prossime avventure, tra non molto, se mi seguirete ancora.

Ho in mente un AU e una mia storia originale che tempo permettendo dovrebbero prender vita tra autunno e inverno.

A presto.

Nives.
😉

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