Sangue divino

di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Michael sbuffò mentre con quella poca destrezza che aveva evitava di prendere in pieno una zucca intagliata che era stata maldestramente poggiata sul marciapiede che stava percorrendo. Ma perché la gente non si decideva a mettere le decorazioni per Halloween solo in casa proprio? Avevano tutti dei giardini enormi, di sicuro un piccolo spazio per una cavolo di zucca intagliata lo trovavano di sicuro.
Che poi a cosa cavolo serviva addobbare intere case per una festa del genere? Halloween serviva solo a far ingozzare di dolci i bambini e a far sgobbare il giorno dopo la gente per pulire i disastri dei loro scherzetti.
Era solo lavoro in più.
Per non parlare di quelli fissati che dovevano per forza vestirsi da qualcosa anche se erano grandi e vaccinati. Okay alcuni dicevano che era un modo per fare cosplay senza essere guardati male dalla gente, e Michael aveva evitato di far presente che la gente li guardava male lo stesso anche ad Halloween.
L’unica cosa che Michael voleva in quel momento era raggiungere la sede dell’università, prendere il libro in prestito dalla biblioteca e ritornarsene velocemente a casa a studiare.
Per sua fortuna non abitava in una di quelle villette tutte decorate, ma in un piccolo condominio e lui era all’ultimo piano e per arrivarci bisognava salire le scale visto che l’ascensore non c’era. Ciò significava che come gli anni precedenti nessuno sarebbe andato a disturbarlo per degli stupidi dolcetti e il giorno dopo non si sarebbe ritrovato a dover ripulire la porta da uova, farina e spray vari.
Il biondo vide in lontananza la sua università e sorrise accelerando il passo. Un’altra cosa importantissima che doveva fare era evitare a tutti i costi Melody o sarebbe finita davvero male.
Melody era una sua amica, o meglio l’unica che ancora gli era rimasta accanto nonostante lui trattasse tutti malissimo perché non voleva avere nessuno tra i piedi, e lo avrebbe sicuramente tartassato quel giorno.
La ragazza era una chiacchierona e una volta partita nessuno era in grado di farla smettere. E quando arrivava a parlare di qualcosa che le piaceva era una vera iena. E Halloween era una delle sue feste preferite! Ovviamente la persona che diceva che Halloween era una scusa per fare cosplay era proprio la dolce e cara Melody che aveva parlato a Michael del suo intento di vestirsi da strega sexy per una settima intera.
-Mic!- come volevasi dimostrare Michael non riuscì ad entrare nella sede della sua università che sentì la voce squillante della rossa. Il biondo guardò con la coda dell’occhio verso la direzione dalla quale lo aveva chiamato Melody per capire se avesse qualche possibilità di fuga, ma a quanto pareva la ragazza lo aveva raggiunto.
Era un fulmine a correre solo quando voleva lei visto che le poche volte che le aveva proposto di correre insieme per allenarsi lei era già con la lingua da fuori dopo nemmeno cinque metri.
-Melody- la salutò lui entrando lo stesso nell’università, almeno la ragazza non avrebbe potuto urlare come un’oca.
-lo sai che stasera al Blood fanno una mega festa?- disse prontamente la ragazza abbassando il tono della voce. No, nemmeno entrare nella biblioteca avrebbe permesso al ragazzo di togliersela di torno.
-in quel locale fanno festa ogni sera e poi non costa un occhio della testa entrare li dentro?- disse il ragazzo girando tra gli scaffali in cerca di quel stramaledetto libro.
-si, ma stasera la festa è a tema Halloween e l’ingresso è gratuito- disse tutta pimpante lei sventolandogli davanti due biglietti mentre Michael sgranava gli occhi.
-quando li hai presi?-
-hanno fatto la prevendita due mesi fa, in realtà dovevi solo andare li di mattina e fare la fila sperando di poterli prendere visto che ne avevano messi solo mille a disposizione. Il massimo a persona erano tre biglietti- spiegò la ragazza tutta felice.
-wow- disse completamente scioccato Michael mentre esultava internamente avendo trovato il libro che cercava.
-infatti ringraziami perché stasera verrai con me al Blood-
-manco morto!- disse Michael che non si aspettava quell’invito visto che Melody sapeva che odiava le feste.
-eddai! Fallo per me! Non vuoi mica farmi andare sola soletta con un vestito super sexy!- Melody fece i suoi occhietti dolci per convincerlo, ma Michael stava firmando al banco per il prestito del libro.
-no, Melody. Non ci vengo- rimarcò lui il concetto uscendo dalla biblioteca sempre seguito a ruota dalla rossa.
-ma ci saranno tanti ragazzi supersexy! Potresti trovare il tuo bel vampiro- provò lei a convincerlo. Voleva andare a quella stramaledetta festa ma non poteva da sola visto che la madre non l’avrebbe mai fatta uscire di casa senza vedere qualcuno che la andava a prendere.
-e allora? Non ho voglia di copulare stasera-
-ti prego mai madre non mi farà andare a quella festa se non vieni anche tu!- si arrese alla fine la ragazza. Sperando di ottenere qualcosa, anche se a quel punto iniziava a non sperarci più.
-e mi puoi spiegare come lo verrebbe a sapere visto che sei di un’altra città?-
-i miei sono qui per il giorno dei morti- spiegò lei mentre Michael sospirò. Sapeva che i genitori della ragazza tenevano molto allo stare tutti insieme quel giorno.
-e va bene, ma non torniamo più tardi delle 2- concesse alla fine il ragazzo e vedendo l’espressione di Melody aprirsi in un sorriso ne fu felice, ma allo stesso tempo spaventato.
 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


-da cosa ti sei vestito?- chiese Melody mentre chiudeva la porta di casa alle sue spalle. Michael era arrivato da cinque minuti e lei lo aveva fatto ovviamente aspettare visto che le ciglia finte non ne volevano saper di incollarsi.
-da me stesso- disse il biondo quasi annoiato. Mai sarebbe andato in giro vestito.
-quanto sei noioso!- disse la ragazza che una volta girato l’angolo della strada si alzò leggermente la gonna a palloncino che indossava in modo da renderla più corta. Tutto sotto lo sguardo attento di Michael.
-che c’è, mica potevo uscire con la gonna così. Mio padre mi avrebbe rinchiusa in camera- disse la ragazza vedendo lo sguardo del biondo.
-mi avrebbe fatto un enorme piacere almeno mi sarei evitato la festa- disse Michael sbuffando che iniziava a pentirsi sempre di più di aver accettato di andare con Melody man mano che si avvicinavano all’ingresso del Blood che era stracolmo di gente travestita. Micheal sembrava davvero un pesce for d’acqua, ma a lui tutte quelle storie sul paranormale non erano mai piaciute e odiava la gente che iniziava a crederci. Era gente che non stava bene di testa di sicuro e l’unica cosa che la polizia doveva fare era rinchiuderli e non farli stare a piede libero con la possibilità di fare cazzate che costavano la vita alle persone.
-a cosa stai pensando? Hai una faccia strana- disse la rossa preoccupata dall’espressione che aveva fatto l’amico.
-niente- si affrettò a rispondere lui mentre si mettevano in fila.
-okay- sussurrò lei per poi passare il biglietto all’amico. Non glielo aveva dato prima per paura che lo perdesse intenzionalmente per non andare alla festa. Ormai erano li e Michael non poteva inventarsi nessuna scusa per andarsene.
Aspettarono per una buona mezz’oretta prima di poter essere i primi della fila e quindi mostrare i biglietti al buttafuori.
-da cosa saresti vestito tu?- chiese l’uomo a Michael squadrandolo per bene.
-da me stesso- rispose il ragazzo.
-quindi saresti spaventoso?- chiese ancora quello facendo innervosire il biondo.
-si lo sono- tagliò corto lui per poi prendere la rossa per un braccio e trascinarlo dentro al Blood.
-ehi!- disse Melody divertita da quel comportamento.
-senti già non volevo essere qui se poi mi devono fare pure il terzo grado non mi va per niente- le disse il biondo trascinandola verso il tavolino vuoto più vicino a loro. Michael ringraziò il cielo che ci fossero visto che non sarebbe mai restato in piedi per un’intera serata.
-ehi perché ci sediamo? Io volevo ballare- disse la ragazza sbuffando.
-e dove?- chiese Michael guardando in direzione di quella che doveva essere la pista e riuscendo a vedere solo un ammasso di gente che si strusciava. Quello spazio era troppo piccolo per tutta la gente che c’era e considerando il fatto che fuori c’era ancora tanta gente che aspettava di poter entrare.
-be’ in questo modo potrei anche trovarmi un ragazzo- Melody si alzò sotto lo sguardo attento di Michael e si incamminò verso la pista da ballo tutta felice e contenta di essere li, lasciando da solo il povero biondo che sospirò. Non aveva minimamente voglia di fare da babysitter alla rossa quindi non sarebbe andato in mezzo a quella fiumana di gente per tirarla fuori dai guai.
-vuoi qualcosa da bere?- Michael a stento sentì quella voce con tutto il rumore, si perché non era musica quella, che c’era in quel posto. Non riusciva minimamente a capire come potesse piacere quel posto alla gente tanto da spenderci un rene e due occhi per entrare solo una sera. Era sicuro che prendere qualcosa da bere richiedesse altrettanti soldi.
Michael fissò la ragazza che gli aveva fatto quella domanda e, anche se lui era gay fino all’osso, dovette ammettere che era davvero bellissima. Gli occhi rossi, che di sicuro erano lenti a contatto per il costume, risaltavano sulla sua carnagione pallida. E i capelli nerissimi risaltavano ancora di più il tutto. E come se non bastasse aveva anche tutte le forme al punto giusto. Era di sicuro la perfezione fatta in persona.
-no grazie- rispose alla sua domanda Michael anche se non era certo di quello che gli aveva chiesto la ragazza. Comunque per lui il no era una risposta molto valida in quel momento.
-ne sei davvero sicuro?- chiese nuovamente la ragazza e Michael si sorprese del fatto che le sue lenti a contatto fossero diventati più rossi di prima.
-si, non voglio niente grazie- la ragazza lo guardò sorpresa per poi sorridergli e salutandolo con la mano se ne andò silenziosamente così com’era arrivata.
Michael la seguì con lo sguardo e la vide al bancone parlare con un ragazzo con i suoi stessi capelli neri che dal mantello che indossava il biondo capì che si fosse vestito da vampiro.
Proprio mentre li stava fissando entrambi si girarono nella sua direzione e i suoi occhi castani furono catturati da quelli rossi dell’altro.
Michael non seppe per quanto tempo si fissarono ma il loro contatto sarebbe durato ancora se solo non fosse arrivata Melody tutta felice.
-ci prendiamo qualcosa da bere?- chiese la ragazza non accorgendosi degli sguardi che il suo migliore amico stava lanciando ad un ragazzo.
-no- le rispose lui con un piccolo sorriso -ti sei divertita? Come mai sei già qui?- le chiese Michael dando tutta la sua attenzione alla ragazza.
-c’era troppa gente che toccava dove non doveva quindi mi sono presa una piccola pausa- rispose la ragazza tutta felice mentre si alzava e andava dritta al bancone. Ritornò poco dopo con un bicchiere stracolmo di liquido verde non identificato per Michael. Lui conosceva solo i cocktail più famosi.
-cos’è? Sei sicura che non ci sia qualcosa dentro?- chiese il biondo preoccupato.
-tranquillo, non farmi da mamma- disse lei mentre sorseggiava il suo drink tutta contenta e senza rispondere veramente alla domanda di lui.
-contenta tu- sussurrò lui cercando con lo sguardo il moro che aveva precedentemente visto. Non sapeva perché era così attratto da quel ragazzo. E forse era davvero meglio non cercarlo con lo sguardo.
 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


-quel ragazzo ha qualcosa di strano- Aurelius distolse lo sguardo dal bellissimo ragazzo biondo e li fissò in quelli della sorella che aveva appena detto quelle parole.
-molto probabilmente non è attratto dalle donne- spiegò lui con calma mentre si riportava alla bocca quello che agli occhi degli umani li presenti era un semplicissimo calice di vino.
-la malia non funziona così e lo sai. Su di lui non ha funzionato- continuò Auli prendendo anche lei un sorso di sangue dal suo bicchiere. Non voleva riempirsi molto visto che di li a poco avrebbe scelto la sua vittima. Aveva puntato tutto sul biondino, ma a quanto pareva non era stata una buona idea.
-la tua non sarà abbastanza forte- Aurelius sbuffò per poi cercare nuovamente con lo sguardo il biondo e osservarlo mentre parlava con una ragazza rossa che gli si era seduta di fronte. -sai è abbastanza carino, potrei farci un pensierino non solo per una bevuta- disse il vampiro passandosi la lingua sui canini appuntiti.
-ehi! Lo avevo visto prima io!- protestò la ragazza guardando male il fratello che rise.
-tu non ci sei riuscita mentre io ce la farò- disse Aurelius per poi alzarsi e, sempre con il bicchiere in mano, avvicinarsi al tavolo del biondo.
-salve- disse quando fu proprio al lato dei due ed entrambi lo guardarono. La rossa sorpresa mentre il biondo lo stava scrutando curioso.
-ciao- disse la rossa con un sorriso sulle labbra, ma Aurelius la ignorò completamente fissando i suoi occhi rossi in quelli castani dell’altro.
-posso aiutarti?- chiese proprio il biondo ad Aurelius mentre il vampiro sentiva chiaramente la ragazza sbuffare per non essere al centro delle sue attenzioni.
-posso sapere il tuo nome?- chiese Aurelius mentre prendeva una sedia e si sedeva al tavolo con i due. Lanciò un rapido sguardo alla ragazza usando un po’ della sua malia e funzionò visto che la ragazza prese e si alzò lasciando finalmente i due da soli.
-perché dovrei dirti il mio nome?- gli chiese il biondo che sembrava davvero confuso dal comportamento dell’amica. Perché cavolo lo aveva lasciato da solo con quel tizio?
-perché ti voglio conoscere meglio- gli rispose Aurelius ghignando e quindi esponendo i canini affilati alla vista di Michael.
-e se io non volessi?- chiese ancora Michael che non era per niente spaventato dai canini affilati del moro, infondo erano finti.
-dai bellezza, ci siamo fissati anche abbastanza a lungo- disse Aurelius che non voleva usare la malia, almeno non in quel momento. Voleva dimostrare a sua sorella che poteva benissimo riuscire a portarsi a letto quel ragazzo senza ricorrere ai suoi poteri. Se poi il biondino avesse fatto troppa resistenza allora l’avrebbe usata, ma non subito.
-se ti dico il mio nome tu mi dirai il tuo? E poi non chiamarmi bellezza- disse Michael che alla fine si arrese. Quello era uno di quei ragazzi che di sicuro non si fermava di fronte a niente.
-certo bocconcino- Aurelius sorrise. Aveva appena guadagnato un punto sulla sorella.
-Michael ed evita di chiamarmi anche bocconcino. Non sono da mangiare-
-bel nome. Io sono Aurelius e si tesoro sei davvero un bocconcino da mordere tutto- Aurelius si era terribilmente avvicinato al ragazzo per dire quell’ultima fare e gliela aveva sussurrata vicino all’orecchio tanto da far gelare il sangue nelle vene di Michael.
-io non sono quel tipo di persona e poi potresti smetterla di recitare la parte del vampiro? Mi da sui nervi- disse il ragazzo e il che era anche vero visto che i vampiri tra tutte le creature fantastiche della notte erano quelli che odiava di più.
Era per colpa di un pazzo che credeva che esistessero veramente quelle creature che sua madre era morta. Quel maledetto uomo si credeva un cacciatore di vampiri e quando si era presentato a casa loro entrando da una finestra con tanto di paletti di legno ed aglio. Michael aveva solo quindici anni all’ora e si era leggermente spaventato, anche perché quell’uomo aveva rotto la finestra facendo volare vetri da tutte le parti. Sua madre era accorsa subito dalla cucina preoccupata, ma non era riuscita a fare niente visto che quell’uomo le aveva piantato un paletto nel cuore.
Michael aveva poi un ricordo vago di quello che era successo, si ricordava solo tanto sangue e lui che gridava contro quell’uomo che aveva cercato di scappare. Non ci era riuscito perché i vicini avevano chiamato la polizia avendo sentito i vetri rompersi.
L’uomo era stato arrestato con accusa di omicidio, ma non era mai andato in carcere, anzi era stato rilasciato subito per non si sa quale strano motivo facendo imbestialire Michael che per colpa sua era rimasto completamente solo.
Suo padre non l’aveva mai conosciuto e tutto il suo mondo girava intorno alla madre. Dopo la sua morte si era ritrovato a non sapere cosa fare e soprattutto aveva iniziato ad odiare tutte le persone che credevano a vampire e robe varie. Essi non esisteva ed era inutile crederci.
-ehi! Io non sto recitando sono veramente un vampiro- gli disse Aurelius mostrandogli i canini affilati. Michael alzò gli occhi al cielo esasperato. Quel ragazzo era un caso perso e non gli piaceva per niente come si stava avvicinando sempre di più a lui.
Il biondo per poco non saltò in aria per lo spavento quando avvertì la mano gelida dell’altro sulla sua coscia.
-cosa vuoi? Leva quella mano- disse prontamente il biondo guardando male il moro che non aveva perso per niente il ghigno che aveva stampato in faccia.
Aurelius invece di togliere la mano dalla coscia soda dell’altro fece l’esatto opposto e fece salire la mano fino al cavallo dei pantaloni dell’altro che continuò a guardarlo in cagnesco. Allora prese lui stesso l’iniziativa a tolse quella mano bruscamente. Nonostante il contatto delle loro mani fosse stato breve Michael aveva perfettamente avvertito che le mani del ragazzo erano davvero gelide, altro che fredde. Come cavolo faceva ad averle così fredde dentro quel posto nel quale di moriva di caldo?
-vogliamo entrambi la stessa cosa bocconcino l’ho avvertito- disse Aurelius alzandosi e prendendo il mento del biondo tra le sue dita gelide. Non diede il tempo all’altro di rispondere che si fiondò sulle sue morbide labbra.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Michael rimase immobile mentre sentiva le labbra morbide dell’altro premere sulle sue. Non si sarebbe mai aspettato un’iniziativa del genere da parte del moro. Maledizione non si conoscevano minimamente cosa gli diceva la testa a quello?
Michael sapeva che non doveva minimamente fidarsi di quel ragazzo e nemmeno permettergli di arrivargli così vicino! E poi perché Melody lo aveva lasciato da solo? Okay che gli piacevano i ragazzi, ma di certo non voleva farsi baciare in quel modo da quel maniaco!
Il biondo sentì un leggero dolore al labbro inferiore e colse l’occasione per spingere via il moro con tutta la forza che aveva.
Il moro gli sorrise mentre si passava la lingua sulle labbra. Michael invece si portò una mano alla bocca perché sentiva qualcosa che colava e quando guardò le dita fu più che sicuro che quel liquido non fosse saliva ma sangue.
-non solo mi baci senza il mio consenso ma mi fai anche sanguinare? Chi cazzo ti credi di essere!- scoppiò allora il biondo alzandosi dalla sedia e camminando spedito verso la porta del Blood per poter finalmente uscire da quel posto dimentico del fatto che con lui c’era anche Melody e che doveva portarla a casa.
Aurelius scosse la testa divertito dal comportamento del ragazzo.
-fermati e vieni qui- gli disse imprimendo nelle sue parole la malia, aveva davvero voglia di farsi quel ragazzo e soprattutto di assaggiare nuovamente il suo sangue che era di una bontà che mai prima aveva assaporato.
Il biondo però non si fermò e continuò a camminare spedito sotto lo sguardo confuso di Aurelius. Perché la malia non aveva funzionato? Decise comunque di inseguirlo visto che non poteva tirarsi indietro, soprattutto dopo che si erano di fissati per tanto tempo prima. Ora aveva tanta voglia di farselo.
Il biondo andava così veloce che Aurelius fu costretto ad utilizzare la sua velocità aumentata per poterlo raggiungere tra tutte quelle persone che erano li solo per sfamarli. Si, il Blood era un locale gestito da vampiri per poter prendere sangue direttamente dal proprietario.
Aurelius bloccò il biondo per un polso per poi tirare in ragazzo verso di se e farlo sbattere contro il suo petto per poi stringerlo ancora di più portando la mano libera al sedere di Michael e stringendoglielo.
-lasciami andare- disse a denti stretti Michael che si stava davvero innervosendo.
-ma dai tesoro io voglio solo assaggiarti- disse Aurelius che non aveva nessuna intenzione di far andare via il biondo e che quindi lo stava stringendo utilizzando la sua forza aumentata da vampiro.
-e io ti ho detto di no!- rispose Michael che voleva far valere la sue tesi.
-no, tu lo farai perché lo vuoi- disse Aurelius utilizzando la malia alla massima forza.
-no- e dicendo ciò Michael gli sputò anche in faccia cosa che sorprese il vampiro lasciando andare il biondo che non perse tempo e scappò impedendo ad Aurelius di seguirlo.
Aurelius che si pulì la faccia leggermente irritato e confuso. Perché la sua malia non aveva funzionato?
Ma di certo non avrebbe rinunciato a farsi quel bel biondino soprattutto perché lo aveva incuriosito. Era riuscito a resistere alla malia della sorella e poi anche alla sua che era leggermente più forte.  Era curioso come ragazzo.
-ti ha dato un due di picche- disse Auli avvicinandosi al fratello con un sorriso divertito stampato sulle labbra. Era felice che il fratello non fosse riuscito a farsi il bel biondino.
-è lui che è particolate. E poi io posso dire di averlo baciato, tu non hai fatto niente- ghignò il moro mentre vedeva chiaramente la sorella sbuffare.
-io vado a trovarmi un’altra preda, se tu poi vuoi rimanere qui a pensare all’occasione sprecata fai pure- così dicendo lasciò Aurelius da solo.
Il vampiro tornò verso il tavolo dove prima era seduto con il ragazzo e si riprese il suo bicchiere che nessuno ancora aveva toccato e iniziò a sorseggiare il liquido rosso sedendosi al tavolo e iniziando ad osservare tutti gli altri ragazzi umani li presenti. Dopo quello che gli aveva fatto quel biondino aveva assolutamente bisogno di sfogarsi ed era solo colpa del suo bocconcino se quella sera sarebbe morto qualcuno visto la sete che aveva.
-ehi dov’è finito Mich?- chiese la ragazza rossa ad Aurelius una volta ritornata al tavolo. Non era riuscita a capire come mai se ne fosse andata in quel modo ed era strano perché anche se molte volte provava a far sciogliere il suo amico non voleva di certo che la cosa avvenisse con quel moro che non le piaceva per niente. Anche stare in quel momento con lui da sola non le piaceva.
-se ne è andato- rispose sinceramente Aurelius che non voleva averci nemmeno lui niente a che fare con quella piccola streghetta.
Melody sgranò gli occhi. Perché Michael se ne era andato da li lasciandola da sola in quel locale pericoloso? Non ringraziò nemmeno il moro che aveva difronte, ma prese e se ne uscì di corsa dal locale per vedere se riusciva a trovare il suo migliore amico.
Una volta uscita dal Blood si guardò a destra e a sinistra ma non c’era la minima traccia di Michael. La ragazza sentì il terrore più totale assalirla e non sapeva nemmeno lei il perché. Decise comunque di incamminarsi per quelle strade buie da sola per poter tornare a casa. Le era passata la voglia di stare li da sola.
Iniziò a sfregarsi le braccia velocemente visto che stava iniziando a farle freddo.
-ehi perché sei uscita dal locale? Ci stavamo divertendo!- disse la voce di un ragazzo alle sue spalle. Melody decise di non voltarsi ma di aumentare il passo per arrivare a casa il più velocemente possibile.
-ehi stavo parlando con te-
Per poco Melody non urlo vedendo apparire all’improvviso davanti a lei un ragazzo con occhi rosso fuoco.
-cosa vuoi?-
-la cena- e mostrò i canini per poi attaccarla.
 


 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Michael posò il telefono sbuffando. Erano ore che stava provando a chiamare Melody, ma senza risultato. Non aveva minimamente pensato alla ragazza quando era scappato velocemente dal Blood. Era arrivato a casa alla velocità della luce facendo anche le scale due a due. Si era poi buttato sul letto e aveva chiuso gli occhi cercando di scacciare dalla sua mente la strana sensazione che gli aveva dato il tocco di Aurelius.
Poi si era addormentato senza nemmeno accorgersene e solo la mattina dopo, appena sveglio, gli era ritornato in mente il fatto che aveva praticamente lasciato da sola Melody quando aveva promesso ai suoi genitori di riportarla a casa sana e salva.
Era stato da all’ora che aveva provato a chiamare al cellulare più volte la ragazza, ma lei non gli aveva minimamente risposto.
E si stava preoccupando davvero tanto. Okay, Melody era una dormigliona ma ciò non significava che non poteva sentire il telefono per tutte le volte che l’aveva chiamata.
Michael sbuffò nuovamente dando un’altra occhiata al telefono che non segnava nessuna notifica per sua sfortuna.
Si alzò dalla sedia sulla quale era seduto per andare ad aprire il frigorifero e capire cosa potersi mangiare per pranzo. Fu proprio in quel momento che il suo cellulare prese a squillare. Il ragazzo non ci pensò due volte e si fiondò sull’apparecchio elettronico aprendo la chiamata non appena vide il nome di Melody che lampeggiava sul display.
-Melody finalmente!- disse lui con un piccolo sorriso sulle labbra. Stava bene e questo era l’importante.
-non sono Melody- disse una voce maschile dall’altro lato del telefono che Michael non riconobbe.
-cosa…- disse il biondo ma venne nuovamente interrotto da quella voce.
-dovevi stare attento a nostra figlia e non lo hai fatto- solo dopo quelle parole Michael capì che si trattava del padre della ragazza. Ma come era venuto a sapere che non aveva accompagnato la figlia a casa?
-si è allontanata da me mentre parlavo con una persona e poi non sono più riuscito a trovarla- mentì il ragazzo. O meglio disse una parte della verità, di certo non poteva dire al padre della ragazza di essere scappato da uno che voleva portarselo al letto senza pensare minimamente a Melody anche perché la rossa lo aveva veramente lasciato da solo.
-e quindi mi vuoi dire che non trovandola te ne sei tornato a casa?- chiese ancora l’uomo che aveva davvero un tono di voce troppo strano secondo i gusti di Michael.
-no, ho aspettato fino a quando non sono usciti tutti dal locale. Ma non l’ho più vista- altra menzogna, ma quel locale era stracolmo di gente e lui non avrebbe mai trovato Melody.
-Melody è morta- quelle tre parole bloccarono sul posto il ragazzo. In che senso Melody era morta? Com’era possibile. Michael non riusciva a parlare. -l’hanno trovata questa mattina in una via vicino casa nostra dissanguata. La polizia ha detto che conoscono già l’assassino e che se ne occuperanno loro visto che è un serial killer, ti ho chiamato solo perché ho visto con quanta insistenza la stavi telefonando. Nonostante io sappia che tu sei un bravo ragazzo non posso perdonarti per quello che è successo alla mia bambina quindi gradirei di non vederti più- e così dicendo l’uomo chiuse la telefonata lasciando Michael ancora immobile con il telefono attaccato alla faccia e con le lacrime che iniziavano a scendere.
Era vero che a volte mal sopportava quella ragazza, ma era anche l’unica vera amica che aveva all’università e l’unica che aveva cercato di parlargli nonostante lui l’allontanasse.
Sapere che era morta così lo faceva sentire davvero in colpa anche se sapeva che colpe non ne aveva visto che era stata Melody ad allontanarsi da lui. Okay, doveva stare più attento ma….
No, non ce la faceva a trovare una giustificazione valida per la quale non fosse colpa sua la morte di Melody. Era stato lui quello che aveva lasciato da sola la ragazza al Blood e aveva fatto una cazzata enorme.
 
Nonostante il padre di Melody gli aveva chiaramente detto una settimana prima che non voleva avere niente a che fare con lui, Michael si presentò lo stesso al funerale della ragazza. Glielo doveva. Stette tutto il tempo in disparte a guardare quella bara bianca con il senso di colpa che minuto dopo minuto saliva sempre più a galla.
Era già la seconda volta che qualcuno moriva per colpa sua ed era veramente distrutto dentro. Prima sua madre, poi la sua migliore amica. Quante altre persone doveva perdere e soprattutto quante altre volte doveva restare da solo.
E se invece il suo destino era proprio quello di rimanere da solo? Si, probabilmente era quello il suo destino, restare da solo fino a quando non sarebbe morto anche lui. Oppure mettere fine alla sua vita, ma fare ciò non era giusto nei confronti di sua madre che si era sacrificata per lui.
Michael sospirò e, a funzione finita, fece per uscire dalla chiesa ma venne prontamente fermato da un omone rosso con le lentiggini che riconobbe subito come il padre di Melody.
-ti avevo detto di non farti vedere, se ti vede mia moglie ti ammazza con le sue stesse mani- gli disse con tono di voce praticamente incoloro.
-mi dispiace, ma volevo dare un ultimo saluto a Melody- rispose a bassa voce Michael.
-tutto questo non sarebbe successo se tu non l’avessi persa di vista-
-non sarebbe successo se io avessi rifiutato l’invito come volevo fare. Vostra figlia era davvero testarda è riusciva sempre ad ottenere quello che voleva e io sono sempre stato troppo debole per poterle dire di no. Mi dispiace- rispose Michael che sapeva perfettamente che era partito tutto da quel stramaledetto si che aveva detto alla ragazza.
-le stai dando la colpa?- chiese l’uomo che si stava arrabbiando.
-no, la colpa è solo mia- gli rispose Michael abbassando il capo e uscendo definitivamente dalla chiese.
 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Era passata un’altra settimana da quando c’era stato il funerare di Melody e Michael si era concentrato solamente sullo studio. Era un suo modo di sfogare la rabbia che provava in quel momento.
Non si era ancora rassegnato al fatto che non c’era più quella presenza fastidiosa ma comunque importante al suo fianco. Era stato solo dopo averla persa che aveva capito che Melody era importante per lui.
-finalmente ti ho trovato- Michael alzò di scatto gli occhi riconoscendo perfettamente quella voce. Voce che non sentiva ormai da due settimane e si era completamente dimenticato della sua presenza.
Alzò lo sguardo verso la finestra che aveva precisamente sopra la scrivania. Nonostante fosse buoi pesto e la luce della lampadina sulla scrivania non illuminava molto, Michael riconobbe Aurelius anche dalla fisionomia.
E la cosa più sconvolgente era che il ragazzo era seduto sulla sua finestra. Finestra che lui in precedenza aveva chiuso, se lo ricordava benissimo. Come aveva fatto a salire fino all’ultimo piano?
Aurelius approfittando dello smarrimento del biondino che aveva difronte scesa dalla finestra, richiudendola, e si avvicinò a Michael sedendosi sulla sua scrivania (precisamente sul libro che Michael stava studiando).
-come ci sei entrato qui?- chiese sempre più confuso Michael.
-dalla finestra. Mi hai visto- disse con calma Aurelius mantenendo comunque il suo sorrisetto strafottente.
-si ma siamo all’ultimo piano- tentò di farlo ragionare Michael cosa che sembrava impossibile visto che il moro si era appena alzato dalla scrivania e gli si era seduto sulle gambe per stare il più vicino possibile a lui.
-come credi sia arrivato fi qua su?- chiese curioso Aurelius mentre tastava con le mani il corpo del biondo sotto di se. Niente e nessuno quella sera gli avrebbe impedito di fare suo quel bellissimo biondo.
-scalando?- chiese Michael che stava già andando in tilt mandando a benedire tutte le sue buone intenzioni. Lo aveva fatto solo una volta nella sua vita e in quel momento e con quelle carezze del moro sopra di se il desiderio stava aumentando notevolmente.
-no, bocconcino- gli sussurrò a fior di labbra Aurelius prima di impossessarsi di quelle labbra in un bacio violento. E Michael abbassò definitivamente tutte le sue barriere facendosi coinvolgere in quel bacio travolgente.
Aurelius capì subito di essere riuscito a far cedere il ragazzo e, dopo aver spento la luce sulla scrivania e essersi alzato da sopra il ragazzo, prese in braccio il biondo per poi buttarlo in malo modo sul letto presente nella camera ricominciando a baciarlo famelico.
Aveva spento la luce per non far vedere il suo aspetto vampiresco a Michael, voleva giocare un bel po’ con quel ragazzo e se gli avesse rivelato subito di essere un vampiro il biondo sarebbe scappato e sarebbe stato costretto ad ucciderlo subito. E poi lui ci vedeva benissimo al buio quindi poteva godersi lo spettacolo del corpo che aveva Michael tranquillamente.
Michael sospirò sulle labbra di Aurelius dimenticandosi completamente che solo due settimane stava scappando da quel ragazzo e soprattutto non pensando minimamente al fatto che il ragazzo era entrato troppo facilmente in casa.
Aurelius era invece felicissimo del fatto che era riuscito a far cedere il ragazzo anche senza malia. Di quello se ne sarebbe vantato per secoli con la sorella. Povera ragazza, tutti quelli che cercava di portarsi a letto poi lui glieli fregava facendola imbestialire.
Ma di certo non era colpa sua se la sua malia era più forte rispetto a quella della sorella nonostante lei avesse ben dieci anni più di lui anche se dall’aspetto non sembrava minimamente. I vampiri nati da altri vampiri potevano decidere a quale età poter smettere di crescere e per farlo dovevano solamente bere il sangue direttamente dal collo degli umani e non più dalle sacche come veniva fatto quando erano più piccoli.
Lui e sua sorella avevano scelto più o meno la stessa età per smettere di crescere e quindi la differenza non era tanto marcata.
Aurelius ghignò per poi lasciare le dolci labbra di Michael per scendere dal mento fino alla base lasciando una scia di baci facendo anche scorrere i canini sulla pelle tesa del biondo, senza mai morderlo. Lo avrebbe fatto nel momento di maggior godimento di Michael, in questo modo il biondo non se ne sarebbe minimamente accorto e ne avrebbe tratto anche maggior piacere visto che il morso del vampiro era afrodisiaco nella maggior parte dei casi (ovviamente se la preda non era spaventata).
 
Michael si svegliò di colpo sentendo un rumore forte. Quando aprì gli occhi notò che a creare quel rumore era stata la finestra aperta che era sbattuta per via del forte vento. Il ragazzo si girò nel letto credendo di trovare Aurelius al suo fianco, ma così non fu. Possibile si fosse sognato tutto? In quel caso meglio così anche se quelle sensazioni non le aveva mai provate prima ed era stato bellissimo. Meglio non pensarci, la troppa stanchezza gli aveva giocato un brutto scherzo anche perché era impossibile che il ragazzo fosse davvero entrato dalla finestra.
Appena si alzò però notò che non era stato un suo sogno visto il dolore tremendo al fondoschiena che lo costrinse a risedersi sul letto.
Fu allora che Michael iniziò a ragionare e chiedersi come cazzo veramente avesse fatto ad entrare in casa e anche ad uscire. Si, era sicurissimo che il moro non fosse li con lui in quel momento anche perché nel caso avrebbe avvertito qualunque rumore provenire dalla cucina o dal bagno.
Michael provò nuovamente ad alzarsi questa volta riuscendo a stare in piedi nonostante il dolore e riuscì a chiudere abbastanza velocemente dando un’occhiata alla scrivania che era un completo disastro. Sospirò e successivamente andò a vedere com’era messa la porta, ma la trovò così come l’aveva lasciata la sera prima: chiusa con il chiavistello.
Com’era uscito quindi Aurelius da casa sua? Decise di non ragionare troppo in quel momento e andare in bagno per darsi una rinfrescata alla faccia. Ne aveva davvero bisogno. Una volta entrato in bagno sgranò gli occhi vedendo la sua immagine allo specchio. Era un vero disastro e chiunque avrebbe capito cosa era successo la sera prima. Aveva tanti succhiotti per tutto il collo e un segno che sembrava un morso anche se il biondo non si ricordava che Aurelius l’avesse morso. Ma infondo quello che ricordava della sera prima era davvero poco.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Aurelius camminava con il sorriso sulle labbra per i corridoi bui della cripta che la sua comunità di vampiri aveva scelto come propria casa. Era uscito dalla casa di Michael quando ancora il sole non aveva iniziato a sorgere, di certo non poteva farsi incenerire dal sole. La serata passata con il ragazzo era stata una delle più belle e il sangue del biondo era tra i più buoni che avesse mai assaggiato. Era quasi una droga e ad un certo punto aveva anche temuto che avrebbe ucciso il ragazzo per il troppo bere.
Il ragazzo sbadigliò stanco. Ci aveva messo bel due settimane per controllare quasi tutte le case della città per trovarlo. Non aveva nemmeno bevuto tutto il sangue che gli serviva visto che a volte si ritrovava a dover andare più veloce del solito per non essere incenerito.
-stanco fratellino?- gli chiese Auli ponendosi di fronte al ragazzo con ovviamente il suo solito ghigno sulle labbra.
-anche tu lo sembri- disse Aurelius non si sentiva così forte da molto tempo. Tutto quel sangue gli aveva fatto davvero bene.
-ho dovuto fare anche la tua parte al Blood visto che tu sei in cerca del biondino. Non te lo avessi mai mostrato!- Auli si mise le mani sulla vita socchiudendo gli occhi. Non aveva mai visto suo fratello così preso per un umano. Era sicura comunque che alla fine il ragazzo si sarebbe stufato una volta assaggiato il sangue e se ne sarebbe completamente dimenticato.
-ehi guarda che questa sera mi sono divertito proprio con il biondino! Ha un sangue buonissimo- le disse Aurelius vedendo la faccia della sorella cambiare completamente per la sorpresa.
-no! Non ci credo!- disse lei con gli occhi sgranati però riuscì a riprendersi subito. -questo significa che il biondino è andato e puoi tornare ad aiutarci!- ma Aurelius scosse la testa.
-no, l’ho lasciato in vita e voglio che sia così ancora per un po’ soprattutto perché il suo sangue è buonissimo e anche perché devo capire come mai la malia non sembra minimamente funzionare su di lui- le spiegò il moro.
-e allora come hai fatto a fartelo se sembrava davvero restio a farsi avvicinare da te?- chiese curiosa la sorella. Non aveva mai sentito di nessuno che riusciva a resistere alla malia del fratello. A volte era tanto forte da farla imbambolare per un secondo, poi per sua fortuna riusciva a riprendersi. Questo ovviamente non l’aveva mai detto ne al fratello e ne ai genitori. Non voleva che si spargesse la voce che poteva essere soggetta a malia. Apparteneva alla famiglia che era a capo di quel gruppo di Vampiri ed essere debole significava mettere a repentaglio l’intero gruppo.
-i miei baci sono irresistibili sorellona. Dovresti saperlo-
-cerca di non affezionarti troppo- sospirò Auli -lui morirà un giorno, diventando vecchio e rugoso, mentre tu vivrai per sempre-
-lo so- disse Aurelius distogliendo lo sguardo. Sua sorella lo aveva messo in guardia perché era già successo una volta che avesse perso la testa per un umano. E quando l’umano in questione era morto, ormai anziano, lui si era sentito morire dentro. Era stato da quel momento che non si era più fatto prendere dai sentimenti. Anche se in quel momento sembrava essersene completamente dimenticato.
-andiamo a dormire adesso altrimenti non riusciremo a svegliarci stasera- Auli si stiracchiò mentre insieme al fratello camminavano nella zona della cripta che avevano riservato alle bare dove poter dormire.
Appena arrivati trovarono solo alcuni ancora in piedi nel grande atrio dove erano presenti ben messe in fila tutte le loro bare.
-quando tornerai al Blood?- chiese Julius avvicinandosi ad Aurelius pulendosi con una manica della maglia grigia che indossava il sangue che gli stava scendendo dal lato destro della bocca. Segno che aveva appena bevuto.
Erano ben due settimane che non vedeva nessuno visto i suoi orari assurdi.
-domani passo per poco, poi ho un impegno- disse Aurelius mentre vide la sorella alzare gli occhi al cielo. Lei sapeva perfettamente qual era il suo impegno.
-va bene- disse Julius passandosi una mano tra i capelli biondi facendoli macchiare di rosso. Ma quanto sangue aveva ancora addosso? -comunque lei è il nostro nuovo membro- e dicendo ciò il ragazzo mise davanti ad Aurelius la rossa che stava sempre con Michael facendo sgranare gli occhi sia alla ragazza che ad Aurelius.
-e lei che cazzo ci fa qui?- chiese infatti il moro.
-sono una di voi adesso!- disse tutta contenta Melody sorridendo al ragazzo al suo fianco.
-prima che potessi dissanguarla completamente mi ha chiesto se potevo trasformarla. Al gruppo fa bene qualcuno in più- spiegò Julius con un’alzata di spalle.
-comunque dov’era finito Mich? Mi avevi detto che era fuori ma non c’era- disse la rossa mettendosi le mani sui fianchi e guardando leggermente male il ragazzo che era davanti a lei. Si, Jiulius le aveva detto che era il figlio del capo del gruppo, ma comunque Michael era un suo amico e aveva davvero paura gli fosse successo qualcosa.
-ho detto la verità. E comunque sta bene visto che vengo da una notte di fuoco con lui- Aurelius ghignò mostrando i canini mentre la rossa lo guardava ancora male.
-dimmi che è ancora vivo. Non ti permetterò mai di uccidere il mio migliore amico- la ragazza incrociò le braccia al petto, comunque più tranquilla sapendo che Michael era ancora vivo e non aveva fatto una brutta fine.
-si è vivo e per il momento sarà il mio giochino- Aurelius non aspettò nemmeno che la ragazza replicasse andando a trovare la sua bara, aprendola ed infilandocisi dentro pronto a dormire per tutto il giorno.
 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Michael chiuse il libro di scatto. Non ne poteva più di stare a studiare su quelle pagine con le scritte così minuscole che dopo nemmeno mezz’ora già avevi bisogno di fare una pausa, e pure lunga.
Aveva davvero bisogno di un the caldo per continuare a studiare con calma gli ultimi tre capitoli che gli mancavano.
Si poggiò sul tavolo mentre aspettava che l’acqua bollisse e nel mentre iniziò a giocare con la bustina di the alla vaniglia che aveva messo nella sua tazza.
Una volta pronta l’acqua la mise nella tazza e si incamminò verso la sua stanza lentamente tenendo le mani a coppa intorno alla tazza per riscaldarle.
-Archeologia: tecniche, metodi e pratica, sembra noioso- per poco il biondo non saltò in aria sentendo quella voce.
Aurelius era in camera sua, non si sapeva come diavolo fosse entrato, e stava studiando con attenzione il libro che era rimasto sulla scrivania.
-abbastanza, ma mi serve per l’esame. Come cazzo sei entrato qui dentro?- chiese poi sorseggiando un po’del suo te che gli era quasi caduto addosso per lo spavento.
-come dovrei essere entrato secondo te?- chiese il moro con un ghigno sulle labbra mentre si metteva a sfogliare il quaderno degli appunti che il ragazzo aveva li affianco. -ma quanti colori usi?- chiese poi guardando come era preciso il ragazzo con anche colori diversi per ogni argomento.
-ognuno ha i suoi metodi per studiare. Comunque non mi hai ancora risposto- disse Michael poggiandosi allo stipite della porta tenendosi bene a distanza dal moro. Moro che non vedeva dalla sera prima quando avevano fatto sesso.
-devi indovinarlo tu bocconcino- Aurelius lasciò il quaderno sulla scrivania e si avvicinò al ragazzo piazzandosi perfettamente difronte a lui.
-dalla finestra? È l’unico modo possibile-
-visto che lo sai- gli sussurrò il moro impossessandosi delle sue labbra senza aspettare un secondo di più. Le sue mani andarono dritte sulla vita di Michael per tirarselo più vicino mentre il biondo rimaneva completamente immobile con il the ancora tra le mani perché non si era minimamente aspettato una cosa del genere.
-so da dove e ma non come- gli sussurrò a un centimetro dalle labbra dell’altro leggermente intontito.
-devi capire anche quello- gli disse nuovamente Aurelius togliendogli il the dalle mani, poggiandolo sul mobile li vicino, e tirandoselo ancora più vicino.
-sembra che tu voglia scoparmi- disse Michael che aveva perfettamente capito l’intento dell’altro.
-indovinato-
-ma devo studiare- cercò di opporsi il biondo -sai dopo l’università devo finalmente cercare di fare il lavoro che mi piace invece di essere sfruttato come cameriere-
-no, io ho bisogno di scoparti- Aurelius si impossessò nuovamente della bocca del ragazzo per poi buttarlo di perso sul letto finendogli ovviamente addosso.
-perché te ne sei andato questa mattina? E come?- chiese Michael che aveva capito che il libro avrebbe aspettato fino al giorno dopo per essere completato.
-avevo da fare, il come lo sai- Aurelius gli tolse la maglietta velocemente per poi scendere verso i suoi pantaloni della tuta. -ora voglio sentire solamente i tuoi gemiti- e così dicendo lo morse facendogli perdere momentaneamente la ragione e facendolo gemere proprio come aveva detto Aurelius.
-la vuoi smettere di mordermi…- disse tra i sospiri Michael con un poco di lucidità. All’inizio faceva davvero male il morso del moro. Sembrava come se gli stesse veramente infilando i suoi denti nel suo collo.
-no, sei il mio bocconcino e ti mangio quando voglio- e per rimarcare le sue parole lo morse nuovamente stringendogli forte i fianchi facendolo gemere ancora più forte. Michael si mise un braccio davanti alla bocca per non continuare ad urlare visto che non voleva svegliare i vicini che quella mattina si erano lamentati delle urla della sera precedente.
-voglio sentirti- disse Aurelius togliendogli di colpo il braccio dalla bocca ed entrare dentro Michael che rimase senza respiro per la sorpresa. Fu allora che Michael si accorse che gli occhi del moro erano ancora rossi, ma proprio rosso sangue. Come cazzo era possibile una cosa del genere?
-diamo fastidio ai vicini- riuscì a sussurrare Michael ma se Aurelius non fosse stato un vampiro non avrebbe mai sentito quelle parole.
-e chi se ne frega del cibo- fu la laconica risposta del moro impossessandosi nuovamente delle labbra del ragazzo mordendogli il labbro inferiore.
 
Michael guardò malissimo il letto vuoto nel quale si era svegliato quella mattina completamente senza forze. Aurelius aveva nuovamente preso quello che voleva andandosene non appena Michael si addormentava. Non era solamente stanchissimo, proprio come se fosse stato tutto il tempo a studiare invece di dormire, ma anche con i muscoli doloranti.
Si alzò a fatica trascinando i piedi. Doveva prendersi un caffè o non avrebbe minimamente fatto niente per tutta la matita. Passando vicino la porta della camera notò sul mobile la tazza della sera prima con ancora il liquido dentro che non era minimamente riuscito a bere, ovviamente si era completamente raffreddato e Michael sbuffò prendendo la tazza e portandola in cucina per poterla lavare e usare per farsi il suo caffè.
Cosa voleva veramente Aurelius da lui? Era solo sesso come credeva o c’era anche altro sotto? Come entrava nella sua stanza quando la finestra era chiusa e come faceva a scalare il palazzo? Okay, Michael aveva perfettamente avvertito i muscoli forti del ragazzo, ma secondo lui era parecchio impossibile scalare quel palazzo a mani nude. E poi Aurelius era la personificazione del freddo. Ogni volta che lo toccava sulla pelle nuda con le sue mani lo faceva tremare. Lui odiava il freddo.
Anche le sue labbra erano freddissime e Michael non capiva veramente come facesse a non averle blu. E poi era novembre quindi perché continuava ad andare in giro con una sola maglietta leggerissima? Non sentiva freddo? Era ovvio poi che avesse le mani congelate se non si copriva.
Michael fu ridestato dai suoi pensieri sentendo il fischio della macchinetta che lo stava avvisando che il suo caffè era pronto. Se lo versò deciso quella stessa sera, se mai il ragazzo si fosse ripresentato, avrebbe costretto il ragazzo a rispondere a tutte le sue domande.
 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Era passata un’ora da quando il sole era tramontato completamente costringendo Michael ad accendere la lampada sulla scrivania nonostante fossero le quattro e mezza del pomeriggio. Odiava l’inverno proprio per quello. Le giornate sembravano cortissime e il buio gli metteva tanta inquietudine.
Sentì bussare alla porta e sbuffò. Chi era a quell’ora? Si era già scusato quella mattina con i suoi vicini che erano andati a lamentarsi per le urla.
Il ragazzo trascinò i piedi fino alla porta guardando poi dallo spioncino il pianerottolo. Non aveva nessuna intenzione di fare conversazione e se non fosse stato qualcuno di importante non avrebbe mai aperto quella dannata porta.
Per poco non urlò quando vide una ragazza pressoché identica a Melody. Ma era impossibile fosse lei visto che era morta per colpa sua.
Michael controllò nuovamente dallo spioncino e vedendo che non si era minimamente immaginato la cosa. La ragazza aveva le braccia incrociate vicino al seno e stava sbattendo il piede a terra perché era stufa di aspettare.
-vuoi aprire o no! Lo so che sei li dentro!- gridò allora la ragazza attaccandosi al campanello. La voce era la stessa.
Michael aprì di scatto la porta trascinandola dentro. Aveva già troppi problemi con i vicini per colpa di Aurelius. Non era minimamente il caso di farli innervosire ancora di più. Che poi lui non aveva mai fatto nessun genere di rumore in tutti quegli anni quindi gli sembrava anche strana come cosa il fatto che tutti fossero subito corsi a lamentarsi con lui mentre non avevano mai detto una parola a un altro del condominio che da anni non faceva altro che impedire a tutti di dormire.
-ma che modi!- disse la ragazza guardandolo male.
-già mi odiano, non peggiorare le cose- le spiegò il ragazzo sospirando. -comunque mi puoi spiegare cosa sta succedendo? Sei frutto della mia immaginazione perché studio troppo?- chiese il ragazzo al quale sembrava di avere un fantasma difronte.
-no, stupido! È così che mi tratti? Dopo avermi abbandonata a quella festa?- chiese lei sedendosi comodamente sul piccolo divano presente nel altrettanto piccolo salottino.
-non ti ho abbandonata. Stavo cercando di scappare da uno che aveva allungato troppo le mani con il quale tu mi hai lasciato da solo nonostante ti avessi fatto segno di non andartene.- si difese il ragazzo.
-si, tizio che adesso ti scopa ogni notte! E poi non è stata colpa mia se me ne sono andata!- disse la ragazza alzando gli occhi al cielo. Julius le aveva spiegato che la malia di Aurelius era una delle più forti presenti. Melody sospettava anche che Michael fosse sotto il suo effetto anche in quel momento.
-cos…come lo sai?- chiese Michael sgranando i suoi occhi castani.
La ragazza rise per poi alzarsi dal divano e abbracciare stretto il ragazzo. Gli era davvero mancato in quelle settimane.
Michael dopo un piccolo momento di sorpresa ricambiò l’abbraccio notando che la ragazza aveva ancora il suo buon profumo addosso.
-ma, i tuoi genitori mi avevano detto che eri morta quella sera. Com’è possibile?- chiese Michael staccandosi da quell’abbraccio e notando anche che la ragazza era leggermente gelida. -e come sai che io e Aurelius scopiamo?- Melody gli sorrise.
-sono veramente morta quella sera-
-Melody è impossibile se tu sei qui davanti a me! E poi sono anche stato al tuo funerale!- la bloccò Michael che non stava capendo niente.
-mi prometti di non urlare?- chiese la rossa mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-perché dovrei urlare scusami?- chiese Michael che non stava capendo niente.
La ragazza non gli rispose a parole ma fece diventare i suoi occhi rosso fuoco e aprì la bocca mostrando i suoi canini lunghissimi.
-Melody lo sai che non sopporto i vampiri e chi ci crede. Non scherzare- disse Michael sbuffando. Melody rimase parecchio interdetta dalla reazione del biondo.
-Mich, i vampiri esistono veramente e io sono diventata una di loro quella sera di Halloween. Per questo i miei genitori mi credono morta- Michael la osservò attentamente ma non riusciva minimamente a capacitarsi che tutto quello fosse vero. -tesoro non so perché odi tanto i vampiri ma credimi io lo sono diventata e non siamo pericolosi- cercò di tranquillizzarlo Melody.
-come hanno fatto a… se veramente sei un vampiro come hanno fatto a ingannare i tuoi genitori?- chiese Michael che ancora non ci credeva del tutto.
-Julius, quello che mi ha trasformata, lavora alla polizia come copertura. Ovviamente lo fa di notte e noi vampiri possiamo usare la malia quindi per lui è stato semplicissimo ingannare tutti- spiegò Melody avvicinandosi a Michael. -mi credi vero?- chiese lei con gli occhi da cucciolo bastonato.
-io…è praticamente impossibile una cosa del genere Melody!- disse il biondo in un sussurro facendo sospirare la rossa.
-anche Aurelius è un vampiro- sganciò poi la bomba lei. Era andata dall’amico per avvisarlo della pericolosità del moro. Non voleva vedere soffrire il suo Mich.
-perché mai dovrebbe esser…- Michael si fermò di colpo sgranando gli occhi. Se Melody stava dicendo veramente la verità significava anche che tutte le domande di Michael riguardo ad Aurelius, o almeno una buona parte, avevano appena trovato risposta. Era un vampiro. Questo spiegava come mai aveva gli occhi rossi, come faceva ad entrare indisturbato nella sua camera, come aveva fatto a trovarlo e soprattutto il perché lo mordeva ogni volta e lui poi si svegliava la mattina dopo più stanco di prima. Stava bevendo il suo sangue ogni giorno. Per quanto ne sapeva però Aurelius non aveva mai usato la malia su di lui. Tutto quello che aveva fatto lo aveva fatto di sua volontà anche se annebbiato completamente dal piacere che provava quando Aurelius lo toccava.
-cazzo- sussurrò Michael sedendosi sconvolto sul letto e prendendosi la testa tra le mani. -i vampiri esistono- sussurrò ancora sotto lo sguardo preoccupato di Melody.
-dovevo avvisarti. Ho paura che…-
-non usa la malia su di me- disse Michael che aveva capito cosa voleva dire la rossa.
-come no?- chiese confusa Melody -stai andando a letto con lui di tua volontà? Ma hai sempre detto che non saresti andato con il primo che…-
-quando mi tocca il mio cervello va in tilt. Non ho tanta scelta Melody-
 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


-posso farti una domanda?- chiese Melody dopo una mezzoretta che i due erano stati a parlare sul divano. Michael le aveva raccontato quello che era successo in Università e lei com’era la vita da vampiri.
-dimmi- le rispose il ragazzo che alla fine si era rassegnato all’idea che i vampiri esistevano veramente. Anche se sera stato davvero scioccante per lui scoprirlo.
-perché non hai mai sopportato i vampiri? Ovviamente quando li consideravi ancora frutto dell’immaginazione delle persone.
-mia madre è stata uccisa da un uomo che diceva di essere un cacciatore di vampiri. Entrò in casa nostra dalla finestra cercando di uccidere entrambi. Mia madre fu l’unica a morire e il cacciatore rimase interdetto visto che stava uscendo sangue. La polizia insabbiò il caso senza dargli la colpa.- spiegò Michael che  finalmente dopo anni raccontava a voce quello che gli era successo.
-non credevo fosse successa una cosa del genere, mi dispiace- disse la ragazza che era rimasta sconvolta da quella rivelazione, mai avrebbe pensato che il suo migliore amico avesse dovuto passare una cosa così brutta.
-tranquilla. Almeno adesso so che i vampiri esistono e che quel tizio non era del tutto pazzo. Anche se non capisco perché proprio in casa nostra. Cosa lo aveva condotto li?- l’ultima domanda l’aveva posta più a se stesse che alla ragazza al suo fianco che alzò le spalle non sapendo cosa rispondergli.
Rimasero ancora un po’ così sul divano senza dire niente. Michael non aveva nessuna intenzione di continuare a studiare e Melody stava bene vicino al calore emanato dal biondo. Era un po’ strano per lei avere una temperatura corporea molto bassa e ancora doveva abituarsi del tutto.
-e tu cosa ci fai qui?- entrambi i ragazzi alzarono di scatto gli occhi trovandosi difronte un Aurelius che sembrava abbastanza incazzato.
-volevo parlare con il mio migliore amico- disse lei incrociando le braccia al petto in segno di sfida.
-si, spiattellandogli tutti i nostri segreti- la rimproverò lui ringhiando e mostrando i canini ormai affilati. Alla fine il danno era fatto e il biondino sapeva la sua vera natura, non doveva più nasconderle.
Michael si portò una mano sul collo ingoiando saliva. Quegli enormi canini erano entrati nel suo collo e il solo pensiero lo faceva tremare.
-no, volevo solamente accertarmi che non lo stessi costringendo a fare cose che non voleva-
-credimi quello che fa con me lo fa con piacere e senza che io lo costringa. Sono sicuro che in questo momento non voglia altro che tu te ne vada per poter essere fottuto da me- Aurelius ghignò posando i suoi occhi rosso fuoco su Michael che distolse velocemente lo sguardo leggermente rosso in viso.
-se lo ammazzi te ne pentirai- disse Melody che sapeva di non poter restare ancora per molto con il ragazzo.
-ringrazia che piaci tanto a Julius altrimenti adesso saresti morta per mano mia- le disse Aurelius facendole cenno con la mano di andarsene. La rossa lasciò un bacio sulla guancia di Michael per poi fare come il moro le chiedeva lasciando i due da soli. -adesso hai scoperto come faccio ad entrare- disse Aurelius sedendosi sopra il biondo per poi spingerlo giù facendolo distendere sul divano che era troppo piccolo per starci comodi sdraiati.
-si- sussurrò Michael che aveva paura di fare una mossa sbagliata. Poteva ritrovarsi morto da un momento all’altro.
-ehi cos’è sto tono? Guarda che puoi fare tutto quello che vuoi tanto per il momento voglio usarti come mio giochetto personale- gli fece notare il vampiro per poi muovere il suo bacino su quello dell’altro che gemette.
-vaffanculo- disse allora Michael facendo ridere Aurelius.
-così mi piaci- in un movimento veloce il moro tolse i pantaloni al ragazzo che si trovava sotto di se portandosi appresso anche i boxer per poi fare lo stesso con i suoi indumenti e penetrarlo con un affondo deciso facendolo urlare.
-ti odio- sussurrò Michael chiudendo gli occhi.
-certo certo- disse Aurelius con un sorriso sulle labbra prima di baciare il biondo e iniziare a muoversi dentro di lui.
-promettimi che non userai la tua malia su di me. Non voglio fare cose costretto- sussurrò Michael quando il moro lasciò andare le sue labbra.
-anche volendo non potrei bocconcino. Ho provato innumerevoli volte ad usare la malia su di te, ma non funziona- Aurelius gli disse la verità con un sorriso sulle labbra. Era bello scopare Michael, soprattutto era bello farlo quando il ragazzo conosceva la sua natura. Forse avrebbe dovuto ringraziare Melody. No, meglio di no altrimenti la rossa si sarebbe montata la testa.
-cosa?- chiese sorpreso Michael che non si era minimamente aspettato una cosa del genere.
-hai capito bene bocconcino. Ora zitto e godi.- e così dicendo lo morse al lato del collo facendolo urlare all’inverosimile.
 
-smettila di farmi urlare- disse in un sussurro Michael tirandosi la coperta del letto fino a coprirgli la testa. Dopo il salotto si esano spostati nella camera del biondo e li avevano continuato fino a quel momento. Michael era diventato pallidissimo e Aurelius aveva deciso di fermarsi per non uccidere il ragazzo prima del tempo.
-ehi! A me piace sentirti urlare-
-ai miei vicini no e non vorrei dovermi cercare un’altra casa dove vivere-
-e se ti faccio trasferire da me? Così posso averti a disposizione ogni giorno- gli propose Aurelius. -potresti anche vedere la rossa antipatica tutti i giorni-
-e cambiare il mio tenore di vita? No grazie ho intenzione di laurearmi- gli rispose secco Michael.
-tanto morirai prima di poterlo fare quindi cosa ti costa smettere di studiare?- chiese Aurelius cercando di togliere la coperta dalla faccia del biondo.
-grazie eh!- disse Michael davvero infuriato con il ragazzo in quel momento. -posso almeno laurearmi prima che tu mi uccida?- chiese poi il biondo uscendo dal suo rifugio momentaneo e fissando il i suoi occhi castani in quelli rossi dell’altro.
-dipende tutto da fino a quando riuscirai a sfamarmi- e così dicendo Aurelius si alzò e uscì dalla finestra in un secondo segno che per il vampiro la conversazione era finita.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Era passata ben una settimana da quando Aurelius gli aveva proposto di andare a vivere dai vampiri e Michael non aveva più visto il vampiro. Sapeva che al moro non era piaciuto minimamente il suo comportamento, cosa che Michael non capiva ancora del tutto visto che lui voleva solo continuare normalmente con la sua vita, ma non farsi vedere per un’intera settimana gli sembrava leggermente esagerato.
Ogni sera mentre studiava dava sempre una veloce occhiata alla finestra nella speranza di vederlo arrivare, ma così non era stato e ogni volta si sorprendeva del fatto che si era già affezionato a quel vampiro. Più di quanto voleva ammettere a se stesso.
L’unico ragazzo con il quale aveva fatto sesso era stato uno al quale Michael era andato dietro per anni alle superiori senza conoscere la vera natura sadica del ragazzo. Ragazzo che quando aveva scoperto la cosa se lo era portato a letto per poi sputtanarlo a scuola facendolo cadere nella disperazione più totale. Era stato allora che si era chiuso ancora più in se stesso evitando di avere rapporti troppo stretti con la gente. La cosa era peggiorata quando aveva scoperto che quello stronzo era venuto a sapere della sua cotta da quello che considerava all’epoca il suo migliore amico.
Era sempre stato da solo fino a quando Melody era entrata come un uragano della sua vita facendolo finire in quella situazione.
Aurelius era davvero un bellissimo ragazzo e prima che Melody gli svelasse la vera natura del ragazzo aveva sperato per un momento che il moro lo volesse veramente per il suo fisico. Ma la dura verità lo aveva colpito la sera in cui gli aveva detto che avrebbe deciso lui quando sarebbe morto.
Era diventato il cibo preferito di Aurelius, quello che si mangia per ultimo e con gusto. Non era altro che qualcuno dal quale bere del sangue per continuare a vivere e Michael si stava sentendo davvero uno stupido a pensare che qualcosa nella sua vita potesse andare bene.
Appena aveva iniziato a considerare veramente Melody come sua amica ecco che lei diventava una vampira. Come credeva di aver trovato qualcuno che provava qualcosa per lui ecco che si rivelava volere solo il suo sangue.
La sua vita faceva schifo. Punto.
Suo padre aveva veramente fatto bene ad andarsene. Michael portava sfiga e di sicuro l’uomo l’aveva capito per aver lasciato da sola la moglie e il figlio. Che poi moglie era un parolone visto che, dalle recenti ricerche che aveva fatto Michael per capire perché non l’avevano assegnato al padre alla morte della madre, aveva scoperto che sua madre non risultava sposata.
Sua madre aveva sempre parlato di suo “marito” con gli occhi che le brillavano, dicendo che era un uomo fantastico e pieno di pregi. E che lo aveva conosciuto durante uno scavo archeologico in Egitto. Si, sua madre era un’archeologa (e forse anche suo padre) e lui voleva seguire le sue stesse orme.
Quando aveva scoperto che i due non erano sposati si era sempre chiesto come mai la madre gli aveva mentito per tutti quegli anni? Perché non gli aveva mai detto la verità?
Michael sospirò nuovamente distogliendo lo sguardo dalla finestra e riposandolo sul libro e riprendendo a sottolineare. Doveva solo essere felice che il vampiro lo aveva lasciato stare, ma non era così. Perché si legava tanto velocemente alle persone? Non lo aveva mai capito.
Andò avanti per quelle che gli sembrarono ore fino a quando, troppo stanco, non si addormentò sul libro.
Si svegliò solo quando avvertì un tocco leggero sui suoi capelli. Aprì lentamente gli occhi coprendoseli poi con la mano per proteggerli dalla luce della lampada che ancora era l’unica luce presente in tutta la camera visto che fuori era ancora buio pesto. Una volta che i suoi occhi si furono abituati alla luce si guardò intorno notando che al suo fianco c’era proprio Aurelius con la mano ancora sollevata. Era stato lui che lo aveva svegliato quindi.
-se vuoi prendere il sangue fallo, ma non scopiamo. Sono troppo stanco- disse Michael in un sussurro conscio che il vampiro lo avrebbe sentito lo stesso.
-stai studiando troppo- disse invece Aurelius abbassando il braccio scuotendo la testa.
-devo studiare per passare l’esame-
-lo so, ma una pausa ti farà bene e…-
-non scopo con te oggi, te lo scordi. Se vuoi prendere il sangue fallo e poi vai via- Michael chiuse gli occhi sbuffando. Non aveva proprio voglia di litigare quella sera.
-ti volevo proporre un film ma a quanto pare la mia presenza non è gradita qui- e così il vampiro scomparve così com’era arrivato lasciando Michael abbastanza confuso. In che senso un film? Erano le tre di notte! (lo aveva visto dall’orologio che portava al polso) Nessun cinema era aperto a quell’ora. E poi se ne era veramente andato senza volere un goccio di sangue? Cos’era successo in quella settimana?
 
-ehi tu non dovevi stare con il tuo bel biondino?- chiese Auli vedendo il fratello che entrava nel Blood con una faccia da funerale.
-a quanto pare mi odia- disse il moro prendendo un bicchiere pieno di sangue e scolandoselo in pochissimo tempo.
-ci credo e lo capisco. Anch’io avrei reagito così se qualcuno mi avesse messo davanti al fatto che non potrò raggiungere una cosa che voglio solo per il capriccio di qualcun altro-
-lo so Auli ed è anche il motivo per cui ho aspettato così tanto per andargli a parlare- le fece notare Aurelius ordinando un altro bicchiere.
-no, tu hai avuto bisogno di tempo perché dovevi metterti in quella cazzo di testa fottuta che ti trovi che ti eri nuovamente innamorato di un umano- disse lei alzando gli occhi al cielo. Aveva cercato di avvertire il ragazzo che si stava nuovamente mettendo in un terreno pericoloso, ma non era servito a niente.
-anche, ma adesso non serve a niente visto che non mi vuole tra i piedi-
-ma tu non sei una persona che si arrende facilmente. Vedrai che riuscirai a conquistarlo.
 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Un’altra settimana era passata e Michael stava iniziando veramente a pensare che quella volta Aurelius non sarebbe veramente più ritornato. Si era comportato male con lui e lo sapeva, ma lo aveva preso in un brutto momento e non aveva minimamente pensato alle sue parole. Non era minimamente riusciti a metabolizzare le parole del vampiro che il moro era scomparso.
Solo che sul momento non aveva minimamente compreso le azioni del moro. Era un vampiro e fino a prova contraria voleva solo del sangue, quindi perché proporgli un film? Non l’avrebbe mai capito il significato di quel comportamento e se ne doveva fare una ragione.
Sentiva come di aver perso qualcosa di importante anche se non sapeva cosa.
-spero di essere il soggetto dei tuoi pensieri- Michael alzò di scatto gli occhi trovandosi difronte a pochi centimetri di distanza proprio Aurelius che lo stava guardando con un sorriso che non prometteva nulla di buono.
-se ti dicessi di si cosa…- il ragazzo non finì la frase che si ritrovò appiccicato al corpo del vampiro con la sua bocca sulla sua. Il bacio non fu casto, ma molto passionale e Michael si lasciò andare in pochissimo tempo buttando le braccia al collo del moro. Al diavolo tutto, gli era mancato tantissimo. Era strano come ne fosse diventato completamente dipendente.
Michael si aspettava che il vampiro lo mordesse da un momento all’altro, ma non lo fece. Continuò solamente a baciarlo famelico facendo scendere le mani verso il suo sedere e stringerglielo forte. Michael gemette tra le sue labbra non aspettandosi minimamente quel gesto dal moro. Moro che sentì sorridere tra le sue labbra.
-si vede che non scopiamo da due settimane- furono le parole che gli disse Aurelius ad un passo dalle sue labbra continuando comunque a spalmarselo addosso. Quanto gli era mancato quel biondino? Troppo.
-pensavo non saresti più tornato- sussurrò Michael cercando di evitare lo sguardo scarlatto dell’altro.
-sono molto testardo e quando voglio qualcosa faccio di tutto per averla- gli rispose Aurelius spostando il mento del ragazzo per incatenare i suoi occhi in quelli castani dell’altro.
-quindi sono il tuo giochino. Che bello- disse sarcastico il biondo con un leggero tono amaro.
-all’inizio. Ma sono rimasto fregato ovviamente- gli rispose Aurelius rimpossessandosi nuovamente delle sue labbra e lentamente lo fece camminare all’indietro fino a farlo finire sul letto di schiena.
-in che senso?- chiese Michael confuso staccandosi da quel bacio.
-nel senso che sono fottutamente innamorato di te e ci ho messo una settimana a capirlo- gli spiegò il vampiro.
-non lo stai dicendo solo per convincermi?- chiese Michael timoroso. Sapere quello lo aveva fatto andare sulle stelle per un momento, poi si era detto di stare calmo e capire le vere intenzioni del moro.
-no. Fidati di me- gli disse Aurelius prima di lasciargli una scia di baci sul collo.
-ho sofferto troppo in passato quindi se lo stai dicendo solo per avermi smettila. Ti farò bere lo stesso il mio sangue- disse Michael che non voleva illudersi inutilmente.
-sono stronzo è vero, e amo prendermi tutto ciò che mi piace ma in questo momento non ho minimamente voglia di mentirti bocconcino. Quindi se ricambi è bene altrimenti…- questa volta fu il biondo ad interrompere il moro con un bacio.
-ci siamo capiti quindi- disse Aurelius non perdendo più tempo e spogliandolo velocemente. Non avevano altro tempo da sprecare.
 
-quindi devi sempre andartene prima dell’alba?- chiese Michael con la testa appoggiata sul petto di Aurelius dopo che quest’ultimo aveva bevuto un po’ del suo sangue.
-sai, se non lo faccio muoio bruciato- gli disse il moro accarezzandogli una spalla. Non gli piacevano tanto quelle smancerie, ma in quel momento aveva voglia di coccolare il suo bocconcino. Era felice di essere riuscito a chiarire con il biondo. Sua sorella lo aveva fatto aspettare un po’ prima di ritornare dal ragazzo. Aveva detto che doveva dare il tempo al biondo di calmarsi ed era stata la scelta giusta.
-cos’altro vi fa male?- chiese curioso Michael.
-vuoi uccidermi?- chiese Aurelius alzando le sopracciglia.
-voglio evitare di ucciderti. Se so cosa ti fa male posso evitare di avere quella roba in giro-
-l’aglio ci fa allergia, il legno ci ammazza. E anche se ci staccano la testa- elencò il ragazzo pensandoci. Non gli era mai capitato di doverlo fare visto che l’unico altro ragazzo umano che aveva avuto era un fanatico dei vampiri e sapeva tutto.
-quindi posso mangiare l’aglio e poi baciarti?-
-se vuoi farmi diventare la labbra gonfie si- disse Aurelius con un sorriso stringendo il ragazzo ancora più a se facendogli nascondere il viso nel petto dell’altro.
Michael sgranò gli occhi. Non ci aveva minimamente pensato prima ma essendo un vampiro Aurelius era morto quindi il battito del cuore era inesistente. In quel momento appoggiato al suo petto era davvero strano non sentire ne il petto sollevarsi per il respiro e nemmeno il battito costante del cuore.
-tutto bene?- chiese Aurelius vedendo il suo sguardo castano perso.
-si, ho solo appena realizzato che non hai battito- rispose in un sussurro Michael chiudendo gli occhi.
-sono un vampiro, è normale. anche la tua amica rossa non ha più un cuore che batte e potresti averlo anche tu- disse il moro. Si, la sua idea finale era quella di trasformare il biondo in un vampiro. Non avrebbe ripetuto lo stesso errore di anni prima. Non avrebbe perso anche lui.
-no grazie, voglio avere una vita normale- disse Michael che non aveva nessuna intenzione di diventare un succhiasangue.
-come vuoi. Ma sappi che la mia proposta resta sempre valida e poi potresti laurearti in tutto quello che vuoi- scherzò il moro prendendo in giro il ragazzo.
-voglio solo la laurea in archeologia- rispose a tono il ragazzo.
-ma che te ne fai di una sola laurea? Potresti specializzarti in diversi campi e girarti tutte le università. E poi non avresti nemmeno il problema del tempo- cercò ancora di convincerlo Aurelius.
-si e se diventassi un vampiro non potrei scavare genio! Si fa sotto il sole- e con quelle parole la loro discussione finì.
 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


-vestiti- Aurelius nemmeno salutò Michael quando entrò nella camera del ragazzo la sera dopo. Michael alzò gli occhi dal libro e lo guardò con sguardo interrogativo. -andiamo al Blood così la tua amica vede che sei ancora sano e salvo- gli spiegò il moro baciandolo.
-perché proprio al Blood?- chiese il biondo che comunque, dopo aver staccato le sue labbra da quelle dell’altro, si alzò andando verso l’armadio per prendere un paio di jeans e una felpa abbastanza pesante visto che la temperatura si era abbassata notevolmente e lui, diversamente dal suo “ragazzo” lo avvertiva eccome.
Aurelius osservò attentamente il biondo che si cambiava davanti a lui prima di rispondergli:
-perché il Blood è di noi vampiri-
-davvero?- chiese incredulo il biondo prendendo dall’armadio anche una giacca, non voleva ammalarsi altrimenti non sarebbe riuscito a studiare.
-certo, è il nostro rifornimento sicuro di sangue. In questo modo non rischiamo di farci scoprire se qualcuno muore. Di solito si da la colpa a quello che circola nel locale- gli spiegò il moro passandosi una mano tra i capelli.
-siete ben organizzati- sussurrò Michael mentre Aurelius gli metteva un braccio intorno alla vita. Voleva spostarsi usando la sua velocità aumentata e il ragazzo doveva portarlo con se.
-dobbiamo se non vogliamo farci trovare dai cacciatori di vampiri-
-quindi sapete della loro esistenza…- sussurrò il biondo.
-ovviamente. Sono molto pericolosi, soprattutto se la gente inizia a credergli. Ci ritroveremmo improvvisamente ricercati per tutto il pianeta e non è una bella cosa- gli disse Aurelius che non voleva minimamente ripensare a quel periodo brutto che aveva passato.
-quanti anni hai?- chiese preoccupato Michael, non ci aveva minimamente pensato che quel ragazzo potesse avere molti più anni di quanti ne dimostrava.
Aurelius si mise a ridere scuotendo la testa e baciando il ragazzo con passione.
Quando si staccò dalle labbra del biondo non gli rispose, ma aprì la finestra per poi trascinarlo velocemente nel vicolo vicino l’entrata del Blood.
-non farlo mai più- disse Michael con il fiato corto. Gli stava venendo da rimettere, soprattutto perché non si era minimamente reso conto di quello che voleva fare il vampiro.
Aurelius rise nuovamente per poi incamminarsi verso l’entrata del locale dove c’era la solita fila chilometrica, ovviamente tenendo sempre la mano sulla vita del biondo.
Michael pensò che sarebbero stati costretti a fare la fila, invece appena il buttafuori vide Aurelius li fece saltare tranquillamente la fila e facendoli entrare nel locale.
Locale che era proprio come Michael se lo ricordava: affollato e rumoroso. Non ci sarebbe mai ritornato se solo non fosse stata l’unica possibilità di rivedere Melody. E poi era stato palesemente costretto da Aurelius.
-veni- gli sussurrò all’orecchio Aurelius trascinandoselo per tutta la pista da ballo per arrivare al bancone dove il barista appena vide il moro gli porse un bicchiere con dentro del liquido rosso che Michael ipotizzò fosse sangue. Aurelius lanciò un leggero sorriso al barista prima di prendere il bicchiere e berne un sorso.
-vuoi qualcosa?- gli chiese poi.
-no- rispose subito Michael. Non aveva voglia di ubriacarsi.
Aurelius annuì per poi fare un giro della sala con i suoi occhi rossi. Michael rimase a guardarlo chiedendosi se in quelle settimane che erano stati separati avesse fatto qualcosa con qualche altro ragazzo. Infondo poteva utilizzare la malia e poi era anche un bellissimo ragazzo.
-vedo la tua testa emettere fumo. A cosa stai pensando?- chiese Aurelius avvicinandosi al ragazzo per farsi sentire. Lui aveva l’udito potenziato, ma il biondo no.
-al fatto che non mi hai ancora risposto- rispose prontamente il biondo.
-perché lo vuoi sapere?-
-sono solo curioso-
-345- rispose allora il ragazzo stringendo un attimo gli occhi per ricordarsi precisamente la sua età.
-cazzo!- Michael sgranò gli occhi non immaginandosi minimamente quell’età. Credeva un po’ di meno sinceramente.
-sono troppo vecchio per te? eppure sembro avere la tua stessa età- si vantò il moro.
-non è quello solo che…-
-Mich!- Michael non finì la frase e si girò nella direzione dalla quale aveva sentito la voce di Melody. La rossa infatti stava correndo verso di lui con un sorriso stampato in volto. Sembrava davvero felice di vederlo li, e molto probabilmente era felice del fatto che li fosse ancora vivo. Sinceramente parlando lo era anche lui. Si, Aurelius gli aveva detto che non l’avrebbe ucciso, ma non gli ci sarebbe voluto davvero niente a cambiare idea e quindi decidere che per lui era arrivata l’ora di morire. Davvero niente.
Aveva davvero paura anche del fatto che il moro potesse non riuscire a controllarsi, 345 anni erano molti ma potevano anche essere pochi per i vampiri.
La paura assillava sempre Michael quando sentiva i canini di Aurelius entrargli nel collo o in qualunque altra parte del corpo che il vampiro decideva di mordere. Ovviamente dopo pochi secondi la paura veniva velocemente sostituita dal piacere, ma Michael ogni volta che riusciva a riaprire gli occhi dopo ne era davvero felice. Felice di non essere morto.
-che bello sei vivo!- la ragazza lo abbracciò di slancio e Michael sarebbe caduto all’indietro per la molta forza che ci aveva messo la ragazza se solo non fosse stato appoggiato al bancone.
-certo che sono vivo- le disse lui staccandosela di dosso. Aveva uno strano odore e il biondo temeva fosse il sangue che la ragazza aveva appena bevuto.
-mio fratello non ha la minima intenzione di ucciderlo- Michael alzò lo sguardo a quelle parole e fissò i suoi occhi in quelli rossi della ragazza che la sera di Halloween gli aveva chiesto se voleva da bere. Era stata per colpa sua se poi aveva fissato Aurelius per tutto il tempo. Mai avrebbe immaginato che anche lei fosse un vampiro e soprattutto mai gli era passato per la mente che potesse essere la sorella del vampiro che in quel momento aveva al proprio fianco.
 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


-non sembra tanto felice di essere qui- disse Auli al fratello quando i due rimasero da soli visto che Melody era sparita trascinandosi dietro il biondino.
-non gli piacciono i posti affollati- rispose Aurelius bevendo un sorso del suo bicchiere.
-perché allora non hai permesso a Melodina di andare da lui?- chiese la ragazza confusa.
-perché può andare solo di notte e se io vado dal mio ragazzo e mi trovo lei non è tanto carina come cosa- le rispose nuovamente il fratello che finalmente aveva individuato il suo ragazzo in mezzo a tutta quella gente che si guardava attorno spaesato mentre la rossa stava parlando animatamente e ciò il moro lo aveva capito dal gesticolare frenetico della ragazza.
-guarda che non è solo tuo. Devi anche lasciarlo alla sua amica no?-
-ehi! Guarda che lui non vuole diventate un vampiro quindi se divido il tempo con quella io non ne avrò abbastanza-
-perché non lo convinci a diventare un vampiro?-
-ti ho già detto che non vuole. Non posso costringerlo più di tanto anche se vorrei averlo con me- sospirò il moro. Un po’ lo capiva visto che voleva fare l’archeologo, ma sperava veramente che cambiasse idea fino alla fine.
-se vuoi provo a fargli cambiare idea io- propose la sorella con un ghigno sulle labbra.
-non funziona nemmeno la mia di malia e vorresti convincerlo tu? Lascia perdere- scosse la testa il moro. Michael non avrebbe mai cambiato idea ne era più che sicuro.
-ehi ricordati chi ti ha aiutato con il biondino? Adesso non staresti con lui se non fosse stato per me-
-già soprattutto se tu non ci avessi provato con lui prima di cedermelo- rise Aurelius alla faccia che fece la sorella. Era indignata per quello che il vampiro al suo fianco aveva appena detto.
-che c’è! Ti sto ringraziando!- disse il ragazzo vedendo che lei non accennava minimamente a cambiare espressione.
-ma mi odierai quando anche lui morirà e tu rimarrai nuovamente da solo- Auli abbassò il capo consapevole che le sue parole avevano appena ricordato al fratello qualcosa che non voleva ricordare.
-ne parleremo quando arriverà il momento. Ora vado a riprendermi il mio ragazzo- dicendo ciò, e senza guardare negli occhi la sorella, si incamminò verso Michael che incatenò il suo sguardo castano con quello del vampiro non appena lo scorse in lontananza.
-dobbiamo andare- disse Aurelius evitando completamente di prestare attenzione alla rossa che lo stava di sicuro guardando male visto che aveva interrotto il suo discorso suo quanto fosse fantastico il mondo dei vampiri.
-okay- rispose Michael facendo un sorriso in direzione di Melody per poi farsi trascinare fuori da quel posto che gli stava facendo scoppiare la testa per il troppo rumore.
-dove andiamo?- chiese il biondo una volta usciti dal locale.
Aurelius non gli rispose, lo prese per i fianchi e se lo spalmò addosso prima di baciarlo con foga. Era strano come non riusciva minimamente a stare senza baciare quell’umano per troppo tempo.
 
Michael si sistemò la tracolla sulla spalla prima di aprire il portone del suo palazzo. Era stanco morto per via della litigata con la bibliotecaria dell’università e l’unica cosa che voleva in quel momento era buttarsi sul letto e dormire prima dell’arrivo di Aurelius. Il ragazzo aveva preso ad andare sempre più presto da lui, alcune volte anche quando era appena tramontato il sole, e non gli lasciava nemmeno un secondo per respirare. Non che non gli piacesse come cosa ma era un essere umano e aveva bisogno di riposarsi. A volte si chiedeva chi cazzo gliela avesse fatta fare di fidanzarsi con un vampiro. Aurelius dormiva tranquillamente durante il giorno, non che potesse fare altro, e lui doveva seguirsi lezioni noiosissime finendo sempre per addormentarsi sul banco.
Di certo però non avrebbe mai rinunciato alla sua vita per diventare un vampiro. Gli piaceva così com’era. Aurelius sembrava averlo capito e non gli dava fastidio, ma Melody quelle poche volte che si vedevano non faceva altro che proporgli di farsi trasformare in una creatura della notte.
Michael aprì il portone e per poco non cadde a terra. Sul pianerottolo del palazzo c’erano scatoloni da tutte le parti e il ragazzo li guardò confuso.
Sapeva che c’era un altro appartamento vicino al suo che era vuoto, ma non immaginava potesse essere qualcuno che si era appena trasferito. E poi quelli erano davvero tanti scatoloni come cavolo li avrebbe portati fino all’ultimo piano il diretto interessato.
-attento è roba delicatissima!- disse una voce anche se Michael non riuscì ad identificare la persona che aveva parlato troppo impegnato a cercare di arrivare sano e salvo alle scale.
-potreste anche evitare di riempire il pianerottolo- rispose a tono comunque il biondo.
-siete voi ragazzi che non vi accorgete mai di niente. Aiutami!- Michael si congelò non appena vide la persona che aveva difronte. Un uomo di mezz’età con i pochi capelli che gli erano rimasti castani e gli occhi dello stesso colore. Aveva addosso quella che sembrava una normale tuta, ma Michael vide chiaramente dei paletti di legno attaccati alla cintura.
Non avrebbe mai dimenticato quell’uomo. Mai. Ma cosa ci faceva l’assassino di sua madre li?
-non ne ho la minima intenzione- disse duro Michael, di sicuro l’uomo non l’aveva riconosciuto ma lui non voleva avere niente a che fare con quello stronzo.
-eh no! Tu lo farai o ti darò fastidio per il resto della tua vita- lo minacciò l’uomo puntandogli uno dei suoi paletti contro.
Michael si fermò dopo aver percorso i primi gradini e si girò in direzione dell’uomo con sguardo di fuco.
-i vampiri non esistono e sinceramente non ho paura di te- disse prontamente. Si era dovuto ricredere sui vampiri era vero, ma non avrebbe mai dato soddisfazione a quell’uomo.
-come scusa?- chiese quello abbastanza confuso. Michael vide chiaramente le rotelle dell’uomo girare per trovare una spiegazione.
-credimi non ti conviene continuare Zartos stai uccidendo solo gente innocente e mia madre è tra queste persone- così dicendo il biondo corse su per le scale con le lacrime che stavano iniziando a scendere dai suoi occhi. Perché doveva andare a vivere proprio li quell’uomo?
 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Michael mordicchiava la matita che aveva in mano mentre cercava di concentrarsi su quello che stava scritto sul libro senza riuscirci seriamente. Era da quella mattina, quando aveva visto Zartos, che non faceva altro che pensare all’uomo cha abitava nell’appartamento affianco a lui.
Come mai si era trasferito? Cosa lo aveva spinto a fare una cosa del genere? E soprattutto come faceva a capire se c’erano vampiri nella zona? Anche se Michael immaginava il suo metodo non funzionasse dopo quello che era successo a sua madre.
E se invece in quegli anni era riuscito a migliorare? E se si era trasferito proprio perché aveva scoperto che li c’erano dei vampiri? Infondo Aurelius passava davvero tanto tempo a casa sua. Possibile che l’uomo se ne fosse accorto?
Il biondo doveva assolutamente parlare con Aurelius, non voleva di certo mettere in pericolo il vampiro e la sua famiglia. Forse era davvero meglio per il vampiro non presentarsi a casa sua per un bel po’. Michael non voleva essere la causa anche della morte del moro. Non l’avrebbe sopportato.
-cosa ti ha fatto quella povera matita?- chiese proprio l’oggetto dei suoi pensieri entrando nella sua stanza con un bel sorriso sulle labbra che fece sorridere d’istinto anche Michael.
-niente, sono solo agitato- specificò il biondo alzandosi e buttando la matita sulla scrivania prima di baciare lui per primo il vampiro. Vampiro che rimase piacevolmente sorpreso dell’audacia del suo ragazzo e che non ci mise nemmeno molto a circondargli la vita con un braccio spingendolo sempre più contro il suo corpo.
-non devi più venire qui per un po’…-
-non se ne parla proprio- disse subito Aurelius bloccandolo e facendogli alzare gli occhi al cielo.
-fammi finire di parlare!- il biondo lo guardò male prima di continuare -un cazzo di cacciatore di vampiri si è trasferito nell’appartamento accanto al mio. Non è sicuro per te- finì Michael vedendo gli occhi rossi del suo ragazzo allargarsi per la sorpresa.
-come sai che è un cacciatore?- chiese in un sussurro Aurelius che non voleva minimamente credere a quella possibilità.
-lo so. Fidati di me- Michael posò una mano dove doveva esserci il cuore del ragazzo e chiuse gli occhi sospirando. Non aveva minimamene voglia di ripensare a quello che era successo a sua madre per colpa di Zartos.
-dimmi almeno come fai a sapere che è un cacciatore di vampiri. Ti prego- sussurrò Aurelius notando gli occhi tristi del suo ragazzo. Cosa gli era successo?
-ho visto dei paletti di legno quando l’ho incontrato questa mattina e poi…- la voce gli si spezzò, ma doveva dire la verità al moro. Glielo doveva. -mia madre è stata uccisa da lui quando avevo quindici anni perché credeva fosse un vampiro e che lo fossi anch’io- finite quelle parole si ritrovò stretto nell’abbraccio del moro. Moro che era diventato una furia e il suo sguardo ne era la prova vivente.
-se vuoi vado li e lo ammazzo. Non ci metto molto- disse Aurelius con la voce che tradiva tutta la sua furia.
-no, ti ammazzerebbe. Non fare niente- sussurrò Michael rimanendo nascosto tra le braccia del moro.
-sono molto più forte di quel tizio- tentò di dire Aurelius.
-aveva tantissimi scatoloni e secondo me buona parte erano tutte cose antivampiro. Non fare una cazzata del genere okay? Non importa se per un po’ non ci vedremo-
-col cazzo! Tu vieni con me stasera-
-no, voglio condurre la mia vita in tranquillità. Non mi farà niente mi ha visto camminare alla luce del sole-
-si, ma così perderemo solo tempo e non ci vedremo-
-lo faremo quando la situazione si sarà calmata. È meglio credimi- cercò ancora di convincerlo Michael.
-tu non capisci! Tu sei umano e morirai prima o poi maledizione! Non voglio perdere tempo sapendo che possiamo trovare una soluzione per vederci tutti i giorni- gli fece notare Aurelius. Non voleva separarsi dal suo ragazzo ed era davvero preoccupante quanto si era affezionato al biondo. Non andava per niente bene visto che sarebbe stato nuovamente malissimo alla sua morte. Come era successo anni prima. Perché se li andava a prendere tutti lui quelli che non volevano assolutamente diventare vampiri?
-sarà massimo una settimana! Il tempo di far disinteressare quel pazzo a me alla mia casa!-
-per te può sembrare irrilevante ma non sei tu quello che poi si troverà da solo per l’eternità solo perché non vuoi diventare come me e credimi io sentirò tutto il peso di questa settimana che non staremo insieme. Ma infondo non posso costringerti quindi ci vediamo- e così dicendo, e ferito nell’anima, Aurelius scomparve dalla vista di Michael che rimase immobile ad osservare il luogo dove prima stava il suo ragazzo sentendo il calore che poco a poco lo stava abbandonando.
Avevano davvero litigato solo perché Michael non voleva andare a vivere in mezzo agli altri vampiri? Non capiva che aveva tremendamente paura di stare in una stanza dove sapeva che gironzolavano tanti succhiasangue?
 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Erano passate due settimane da quando avevano avuto quella discussione e Michael non capiva come mai il ragazzo non si era fatto ancora vedere. Possibile che si fosse offeso a tal punto? Michael non lo credeva possibile soprattutto non dopo tutto quello che aveva detto sul non voler perdere tempo prezioso.
Con Zartos comunque le cose non stavano andando nel migliore dei modi e quindi per Michael era un bene che il moro non si fosse ancora presentato. Gli mancava terribilmente ma si sarebbe sentito troppo in colpa se gli fosse successo qualcosa per colpa sua.
Zartos era troppo sospettoso e ogni volta che lo incrociava nel palazzo lo vedeva che lo osservava con sguardo attento e con un paletto in mano. Non aveva preso bene come lo aveva trattato il primo giorno, oppure aveva sentito la sua conversazione con Aurelius, anche se era molto improbabile come cosa. Okay che i muri erano molto sottili ma non credeva fosse possibile ascoltare quella conversazione che era avvenuta sottovoce.
Almeno che Zartos non li aveva spiati, cosa della quale Michael era preoccupato. Ma la preoccupazione maggiore era proprio il fatto che non vedeva Aurelius da troppo tempo.
E se gli fosse successo qualcosa nel mentre? E se avesse trovato qualcun altro che aveva deciso di passare il resto della sua vita con lui? La cosa gli faceva stringere il cuore e fu anche la cosa che lo spinse a voler cercare il suo ragazzo.
Si vestì velocemente e altrettanto velocemente chiuse la porta di casa e scendere le scale. Sapeva, o meglio sperava, di trovarlo al Blood. Era l’unico posto che conosceva dove poteva essere il ragazzo visto che aveva sempre detto al vampiro di non rivelargli il luogo dove la sua comunità si era stanziata.
Sempre correndo riuscì ad arrivare in un quarto d’ora al Blood e si mise in fila. Senza Aurelius non era sicuro di poter entrare subito.
Aspettò ben venti minuti. Venti minuti interminabili prima di poter entrare pagando ovviamente anche il biglietto. Come aveva precedente pensato nessuno li lo conosceva quindi se avesse provato ad entrare subito spedito indietro.
Appena entrato nel locale gli iniziò a girare la testa per la troppa musica che c’era.
Ebbe bisogno di un po’ di tempo prima di abituarsi alla musica e prendendo un respiro profondo si incamminò verso il bancone sperando di trovare il suo ragazzo li. Nelle uniche volte che era entrato in quel locale Aurelius era sempre stato vicino al bancone per prendersi da bere.
Una volta arrivato Michael non vide nessuno e sospirò sconsolato. Ora dove lo poteva andare a cercare?
E se invece Aurelius proprio quel giorno era arrivato a casa sua? No, non lo credeva possibile visto che erano già le undici di sera. Anche quando non stavano ancora insieme arrivava massimo per le nove e mezza quindi era davvero improbabile che il moro fosse a casa sua in quel momento.
Sospirò nuovamente decidendo di andarsene, la musica gli stava martellando la testa che non riusciva più a resistere, quando per poco non si scontrò con una ragazza. Fece per chiederle scusa ma si bloccò notando che era la sorella di Aurelius e lo stava guardando parecchio confusa.
-ciao- disse Michael non ricordandosi il nome della ragazza, era certo non si fossero ancora presentati decentemente.
-ciao ma che ci fai qui?- chiese lei osservandolo curiosa. Sapeva che suo fratello era in un periodo no per come le rispondeva brusco ma non era riuscita a farsi dire niente di più.
-stavo cercando Aurelius- rispose sinceramente il biondo.
-non è qui. È da un po’ di sere che non viene- rispose Auli che vide subito l’espressione del biondo farsi triste e si affrettò ad aggiungere -ma non credo si stia vedendo con qualcun altro. Era molto giù per qualcosa in questi giorni ma non mi ha detto niente-
Michael annuì anche se il pensiero di Aurelius con qualcun altro gli faceva davvero male. -sai dove potrebbe essere?- chiese allora il biondo. Almeno poteva provarci.
-no. Di sicuro non è a casa e io…- la ragazza si fermò di colpo aprendosi in un bel sorriso -è appena entrato- e Michael si girò di scatto verso l’entrata del locale notando chiaramente il moro che scendeva le scalette che portavano alla pista da ballo con le mani nelle tasche dei jeans. Si avvicinò al bancone e Michael lo vide chiaramente sgranare gli occhi per poi girarsi di scatto verso la sua direzione. Poi il moro si incamminò a passo svelto verso di lui.
-che ci fai qui?- chiese burbero. Non sembrava contento della cosa.
-volevo vederti- disse sinceramente il biondo.
-io no quindi sparisci!-
-sei ancora arrabbiato con me- constatò il biondo abbassando la testa.
-ovvio visto che non vogliamo la stessa cosa a quanto pare- gli rispose sempre con lo stesso tono il moro, tutto sotto lo sguardo attento di Auli che stava cercando di capire cosa fosse successo.
-scusa se ci tengo a te e non voglio vederti morire!- sputò fuori il biondo. -e comunque io ho una sola vita quindi vorrei poterla vivere cercando di prendere tutto il possibile, tu sei immortale. Credi che io sia stato felice di non vederti per due settimane? No che non lo sono stato. Sono qui oggi proprio perché volevo vederti-
-puoi diventare anche tu immortale, basta solo che me lo chiedi Michael!- l’aveva chiamato per nome per la prima volta da quando si conoscevano e il biondo rimase leggermente sorpreso dalla cosa.
-no, non posso perché significherebbe rinunciare ai miei sogni e te l’ho spiegato- disse in un sussurrò il biondo asciugandosi una lacrima. Perché sentiva che quella era la fine della loro relazione?
-ti ho anche proposto di venire a vivere da noi- tentò di dire con calma Aurelius quelle lacrime gli stavano facendo male.
-si, unico umano in un covo di vampiri- Aurelius sgranò gli occhi. Non ci aveva minimamente pensato a quel particolare. -lascia perdere-
Michael lasciò il locale in pochissimi secondi. L’aria fredda della sera lo aiutò a calmarsi. Ma quando riaprì gli occhi il cuore prese a batterli ancora più forte di prima per la paura.
 

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


-spiegami perché avete litigato- disse subito Auli appena vide andare via il biondo. -cazzo si vede lontano un miglio che ti vuole-
-un cacciatore di vampiri si è trasferito nell’appartamento affianco al suo e non vuole che io vada li per paura che mi ammazzi- le disse alla fine il fratello sospirando e guardando nella direzione nella quale era sparito Michael.
-ha fatto bene invece. Perché non trovate un altro posto dove stare che non sia la cripta o il suo appartamento?- gli occhi di Aurelius si sgranarono. Non ci aveva minimamente pensato a quella possibilità. Si era solamente arrabbiato con Michael perché voleva far vedere al ragazzo che sapeva come sopravvivere.
-grazie sorellona- disse il moro prima di seguire l’odore di Michael fin fuori da Blood. Era stato proprio per via dell’odore buono di Michael che aveva scoperto che il ragazzo si trovava li dentro e doveva ammettere che aveva avuto anche un bel coraggio nel farlo visto che non gli piaceva quel posto.
-Michael- lo chiamò non appena lo vide fermo a pochi passi da lui. Poi vide chiaramente il ragazzo girarsi con gli occhi pieni di terrore. Aurelius non guardò altro ma si fiondò subito dal suo ragazzo.
-tutto bene?- gli chiese mentre lo sentiva tremare.
-vai via immediatamente- sussurrò il biondo lanciando poi uno sguardo veloce a Zartos.
Zartos che a quanto pareva lo aveva seguito fino li e che si trovavi difronte a lui con tutta una serie di armi per combattere i vampiri.
Fu allora che Aurelius si accorse della presenza dell’uomo che guardò malissimo. Cosa cazzo ci faceva li?
Diversamente da quanto gli aveva chiesto di fare Michael Aurelius ringhiò facendo uscire i canini e stringendo sempre più a se il ragazzo. Zartos rise.
-sapevo che mi stavi nascondendo qualcosa biondino! Puzzi di vampiro! Potrai anche non esserlo ma il tuo amico li lo è e io devo estirpare quei mostri dalla faccia della terra- Michael guardò malissimo l’uomo. Le sue paure erano più che fondate e non capiva perché Aurelius non se ne stava andando.
-ti prego vai via- sussurrò ancora il biondo. Non sarebbe riuscito a sopportare anche la morte del moro. Gli sarebbe crollato il mondo addosso.
-non se ne parla proprio- e così dicendo Aurelius scattò verso l’uomo. Uomo che gli spruzzò addosso prontamente del succo d’aglio facendo fermare il moro che si mise le mani negli occhi che bruciavano.
Michael sgranò gli occhi arrabbiato. Perché quel cazzone del suo ragazzo non l’aveva ascoltato?
Aurelius era ancora a terra quasi cieco quando Michael vide chiaramente Zartos prendere la sua balestra con dentro un paletto e puntarlo dritto verso il cuore di Aurelius. Il biondo non ci pesò due volte e non appena il paletto fu rilasciato lui si trovava perfettamente sulla traiettoria dello stesso che lo prese in pieno.
Il dolore fu tremendo tanto da farlo urlare. Iniziò a vedere sfuocato ma comunque notò la faccia sconvolta del cacciatore di vampiri. Era bianco cadaverico, sembrava avesse visto un fantasma ma Michael non se ne curò molto visto che sentì le gambe iniziare a tramare e cadde a terra.
Nonostante stesse perdendo conoscenza riuscì ad avvertire due braccia forti che gli impedirono di toccare il duro suolo.
Aurelius aveva gli occhi iniettati di sangue non solo perché aveva ancora lo spray all’aglio che gli dava fastidio ma anche perché aveva chiaramente visto il suo ragazzo mettersi come scudo davanti a lui e prendersi quel paletto in pieno petto. Ora stava stringendo il corpo quasi senza vita del biondo con una furia ceca che gli stava dicendo solo di sgozzare quell’uomo. Quell’uomo che gli aveva portato via una delle persone più importanti.
Posò delicatamente a terra il corpo del biondo e poi si alzò con calma. Vide che il cacciatore non gli stava minimamente prestando attenzione e che era spaesato. Meglio così. E saltò alla gola dell’uomo iniziando a bere il suo sangue. L’uomo gridò. Non si era minimamente accorto di quello che stava facendo il vampiro fino a quando non era stato troppo tardi.
Zartos sentì la forza vilate che veniva meno poco alla volta fino a quando non cadde a terra completamente dissanguato e definitivamente morto.
Aurelius gli lanciò un’altra occhiataccia prima di correre veloce verso il suo ragazzo. Misurò il battito del polso e c’era ancora anche se molto debole. Non sarebbe arrivato in tempo all’ospedale. L’unico modo per salvarlo era farlo diventare un vampiro proprio come lui. Contro la volontà di Michael.
Si pulì il viso, in modo da non far mischiare il suo sangue con quello di quel mostro e poi si morse le labbra. Baciò il biondo sotto di se aprendogli la bocca e facendo in modo di far finire il suo sangue nella bocca di Michael. Rimase così fino a quando non sentì la ferita sul suo labbro richiudersi e si staccò guardando il ragazzo preoccupato. Gli tolse il paletto dal corpo e fermò con una mano la fuoriuscita del sangue cercando di non fiondarcisi sopra. Sarebbe stato davvero inutile provare a salvarlo se poi beveva il suo sangue.
Prese in braccio il ragazzo e in poco tempo si diresse verso la cripta. Per sua fortuna in quel momento non c’era nessuno visto che tutti erano in giro a cercare le loro prede e posò il ragazzo in quella che era la sua bara. Al momento non aveva altro posto dove poterlo farlo riposare. Sperava che il ragazzo non gli gridasse contro per quello che aveva fatto. E poi doveva essere incazzato lui con il biondino che si era praticamente messo in mezzo tra lui e il paletto.
Non capiva perché il ragazzo l’avesse fatto, o meglio lo sapeva, ma non era quello il modo in cui voleva essere salvato. Michael poteva gridargli di stare attento e lui si sarebbe spostato in tempo.
Aurelius guardò nuovamente il ragazzo mettendogli una mano sulla guancia. Gli diede un altro bacio sulle labbra. Avrebbe fatto di tutto per permettere al biondo di sopravvivere.
 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Michael si svegliò per colpa della fame che stava assalendo il suo corpo. Non capiva il perché ma sembrava come se non mangiasse da giorni e la cosa era strana. Era stana proprio perché l’ultima cosa che si ricordava era che si era messo tra Aurelius e Zartos. A quel ricordo aprì di scatto gli occhi notando che tutto intorno a lui era completamente buio. Ci mise un po’ a capire che si trovava in un luogo chiuso.
Il suo stomaco brontolò nuovamente e il ragazzo alzò una mano notando che toccava il “soffitto” senza nemmeno stendere completamente il braccio. Dove cazzo era finito? Cercò di creare pressione per vedere se si apriva quella specie di coperchio che si trovava sopra la sua testa, ma non fu così. Doveva metterci più forza?
Fu allora che si accorse che non era da solo li dentro ma al suo fianco c’era Aurelius che sembrava dormire tranquillamente con un braccio sulla sua vita. Michael sospirò. Significava che non era in pericolo?
Si decise a rimanere tranquillo fino a quando anche Aurelius non si fosse svegliato ma la sua pancia che reclamava cibo non era dello stesso avviso.
-sei sveglio- sentì dire dalla voce preoccupata di Aurelius che aveva appena aperto gli occhi che in quel buio erano ancora più rossi del solito.
-io, si. ho fame- disse Michael che si accorse solo in quel momento di avere la voce roca come se non parlasse da giorni. Aurelius annuì e spostandosi leggermente dal ragazzo aprì quella che successivamente Michael riconobbe come una bara e si gelò sul posto notando che si trovava all’interno di una cripta e che intorno a loro c’erano altre bare, troppe.
-tranquillo, è pieno giorno non uscirà nessuno- gli disse Aurelius notando il suo sguardo per poi aiutarlo a scendere dalla bara cosa che lui aveva già fatto anche velocemente.
Michael accettò volentieri l’aiuto del vampiro, ma una volta fuori dalla bara iniziò a sentire un odore che gli diede alla testa facendolo piegare in due. Non capiva cosa fosse e si stava spaventando.
-ehi, tranquillo- disse prontamente Aurelius che aveva perfettamente capito cosa fosse appena successo.
-cosa mi è successo?- chiese Michael riferendosi anche a quello che era successo la sera del Blood che di sicuro, visto la fame che aveva, non era stata la sera prima.
-sei quasi morto per salvarmi- gli spiegò Aurelius.
-e dopo?- chiese Michael. Che era successo a Zartos? E come avevano fatto ad andarsene da li?
-l’ho ucciso ovviamente e poi ti ho portato qui. Sei stato incosciente per tre giorni- spiegò il vampiro omettendo per il momento che aveva dato il via alla sua trasformazione in un vampiro.
-cosa mi stai nascondendo?- chiese Michael che aveva notato perfettamente lo sguardo rosso di Aurelius che guardava da tutt’altra parte mentre gli spiegava quello che era successo.
-stavi morendo e per salvarti ti ho fatto bere il mio sangue…-
-mi hai trasformato in un vampiro?- gridò Michael che non voleva crederci -anche se io ti ho sempre detto che non volevo?-
-non sei del tutto un vampiro. Devi bere il sangue umano per trasformarti. E comunque saresti morto se io…-
-mi lasciavi morire coglione! Io non voglio vivere una vita nel buio- gli occhi di Michael si riempirono di lacrime.
-non era ancora pronto a lasciarti andare e poi non serviva che tu ti mettessi in mezzo per salvarmi- gli rispose Aurelius asciugandogli le lacrime ma il ragazzo si ritrasse dal suo tocco.
-come faccio ad invertire la trasformazione? O non si può?-
-non puoi-
-quindi avrò per sempre il desiderio di bere sangue? Perché è questo che mi sta facendo male- Aurelius annuì.
-e se vado al sole muoio?-
-no, se non ti trasformi completamente no-
-quindi devo decidere se continuare a vivere in questo modo o trasformarmi?-
-si tesoro. Ti prego io credo di essermi completamente innamorato di te e non riuscirei a sopportare di perderti. Resta con me per il resto della tua vita- gli chiese Aurelius sperando in una risposta affermativa del ragazzo che scosse la testa.
-ora me ne vado a mangiare qualcosa. Da dove esco?- Michael si alzò e incrociò le braccia al petto aspettando il vampiro.
Aurelius sospirò e si alzò anche lui portando il ragazzo all’ingresso della cripta dove si fermò prima di aprire la porta.
-vuoi ucciderti vero?- chiese Aurelius con un filo di voce. Perché capitavano a lui tutte le sfighe? Se il ragazzo gli avesse detto di si lui si sarebbe imposto di non innamorarsi più di nessuno. Finiva sempre male anche perché aveva la capacità di trovarsi tutti quelli che non volevano diventare vampiri.
-ovviamente. Dovevo morire quella sera- disse il ragazzo. -addio- e poi aprì la porta mentre Aurelius si spostava per non essere preso dal sole.
Guardò il biondo uscire e si sentì morire. Poi ebbe un’idea, se Michael voleva uccidersi perché non poteva farlo anche lui. Il dolore di perdere una persona amata era troppo e lui non voleva assolutamente ritornare in quello stato.
Presa la sua decisione si fiondò sul biondo facendolo girare verso di se e baciandolo. Erano sotto il sole e Aurelius già sentiva la pelle bruciare ma mai avrebbe lasciato le labbra morbide di Michael.
Michael rimase scioccato per quello che aveva fatto il vampiro. Ma giusto un po’ poi riuscì a spostarsi e con un po’ della forza che aveva e spinse il vampiro lontano. Precisamente all’ombra dentro la cripta. Poi velocemente chiuse la porta e ci si appoggiò sopra. Non voleva vedere morire Aurelius. Che poi perché lo aveva fatto?
Era stato un attimo ma aveva perfettamente visto tutte le bruciature sulla pelle candida del moro. Era quello che sarebbe successo a lui?
Però poteva trovare anche un altro modo per potersi uccidere senza doversi per forza trasformare in un mostro. Doveva solamente trovare il coraggio di farlo.
-perché mi hai bloccato?- Michael sentì la voce del vampiro dall’altro lato della porta e sospirò di sollievo. Era ancora vivo.
-non voglio vedere la gente che amo morire-  rispose sinceramente Michael.
-e io ho sofferto troppo per amore per vedere un’altra persona che amo morire senza poter fare niente. Ti prego ripensaci-
-no, è la mia vita e decido io che cosa fare- gli rispose Michael, mai sarebbe diventato un mostro succhiasangue.
-anch’io voglio decidere per la mia vita quindi lasciami morire tra le tue braccia-
-no- e così dicendo Michael corse il più lontano possibile sperando che il vampiro non lo seguisse.
 Mentre correva sentiva uno strano desiderio di saltare al collo delle persone e morderle, ma si imponeva di non farlo.
Nemmeno seppe come ma si ritrovò al cimitero. Aveva corso senza una meta e il suo cervello lo aveva portato li precisamente davanti alla tomba della madre.
Il ragazzo cadde in ginocchio davanti alla lapide e scoppiò a piangere.
-mamma dammi un consiglio ti prego- sussurrò tra le lacrime. Cosa doveva fare?
-e tu chi sei?- Michael alzò lo sguardo trovandosi davanti un ragazzo biondo dagli occhi dorati che lo guardava confuso.
-tu chi sei! Questa è la tomba di mia madre!- rispose a tono Michael per poi vedere lo sguardo dorato dell’altro aprirsi in un’espressione di sorpresa.
 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


-conoscevo tua madre, anche se non sapevo fosse morta- gli rispose il biondo mettendosi gli occhiali da sole che aveva in mano incastrati nella maglia a maniche corte che aveva. Che poi come faceva a girare in pieno inverno così lo sapeva solo lui.
-hai su per giù la mia stessa età come facevi a conoscere mia madre?- chiese Michael che non riusciva a credere del tutto a quel ragazzo. Anche se aveva qualcosa di familiare ma non sapeva dove lo aveva già visto.
-non farti ingannare dall’aspetto sono molto più grande di quanto credi. Possiamo parlare in un posto meno affollato?- chiese poi guardandosi intorno. Anche Michael lo fece, ovviamente asciugandosi le lacrime rimaste.
-meno affollato di un cimitero?- chiese Michael confuso. Non c’era nessuno.
-in un posto dove ci sono quattro mura che ci proteggono da orecchie indiscrete?- chiese ancora l’altro che non si era ancora presentato.
-perché dovrei? Non ho voglia di parlare con nessuno- in realtà Michael aveva paura che potesse venirgli il desiderio di mordere il biondo da un momento all’altro, anche perché era super curioso di sapere quello che voleva dirgli. Anche se pensandoci bene era da prima che stavano vicini e non gli era salita nessuna sete.
-Michael ti prego. Non ti faccio niente- Michael sgranò gli occhi.
-io non ti ho detto come mi chiamo- sussurrò il ragazzo confuso. Come conosceva il suo nome?
-ti spiego tutto non appena troviamo un posto sicuro dove parlare- disse l’altro biondo prendendo nuovamente gli occhiali e indossandoli coprendo i suoi occhi dorati che avevano preso un colore ancora più vivo per un solo momento.
-non so se posso fidarmi di te- disse Michael. Era davvero troppo strano. Quel ragazzo aveva palesemente la sua stessa età ed era anche troppo sospetto.
-fidati- Michael sospirò. A quel punto tanto valeva scoprire cosa avesse in mente quel biondino. Se voleva ucciderlo non gli sarebbe importato più di tanto. Aveva già deciso di morire.
-andiamo a casa mia- disse allora Michael alzandosi e, dopo aver lanciato un ultimo saluto alla tomba della madre, si incamminò verso il suo appartamento nel quale non entrava da giorni. Il biondo lo stava seguendo in silenzio. -posso sapere almeno il tuo nome?- chiese poi curioso.
-Talon- disse lui sussurrando. Era come se non volesse farsi sentire da qualcuno.
Non ci misero molto ad arrivare al palazzo e Michael salì velocemente le scale. Una volta sul pianerottolo lanciò una veloce occhiata a quella che era stata la casa di Zartos. Ma era stata chiusa con de nastro isolante. Probabilmente era stata confiscata dalla polizia dopo la morte dell’uomo.
Michael distolse velocemente lo sguardo e aprì il suo appartamento velocemente. Era rimasto tutti intatto per fortuna. Una volta in casa si diresse verso il frigorifero ricordandosi di avere un panino confezionato li dentro e subito lo addentò alleviando finalmente la fame che sentiva da quella mattina.
Talon era entrato nella sua casa e si stava guardando intorno. Per fortuna aveva chiuso la porta alle sue spalle.
-cosa volevi dirmi?- chiese Michael tra un boccone e l’altro. Aveva troppa fame per non mangiare.
-sono tuo padre- per poco Michael non si strozzò con il boccone che aveva in bocca. In che senso era suo padre.
-questo è impossibile. Hai la mia stessa età!- protestò il ragazzo ingoiando il pezzo di panino.
-mai sentito parlare di vampiri?- chiese Talon togliendosi gli occhiali da sole e appoggiandosi con la spalla allo stipite della porta della cucina.
-ammettendo che i vampiri esistano, cosa non vera, non potrebbero camminare alla luce del giorno- oh certo che i vampiri esistevano, ma aveva visto chiaramente poco prima come Aurelius stava bruciando per colpa del sole.
-sono un diurno- spiegò Talon -essere un diurno è sia una benedizione che una maledizione Michael. Noi abbiamo sangue divino e ci permette di vivere tranquillamente alla luce del sole ma gli altri vampiri sono gelosi. Noi diurni veniamo spesso uccisi perché ritenuti troppo potenti ed è per questo che siamo rimasti davvero in pochi- spiegò l’uomo anche se Michael non ci voleva ancora credere.
-non ci credo. È troppo assurdo per essere vero- scosse la testa Michael.
-invece è la realtà e anche tu sei come me- continuò l’uomo facendogli un piccolo sorriso -ovviamente diventi completamente un vampiro se bevi sangue di vampiro. E dai tuoi occhi che sono diventati completamente dorati immagino sia già successo- Michael sgranò gli occhi. In che senso gli erano diventati dorati? Non si era ancora guardato allo specchio, ma Aurelius sembrava non essersene minimamente accorto.
-i vampiri non esistono- tentò di dire il ragazzo mentre finiva il panino. Non credeva tanto a quelle parole anche perché se si fosse veramente trasformato in un vampiro non avrebbe potuto mangiare quel panino. Aurelius gli aveva detto che i vampiri non potevano mangiare il cibo normale e si nutrivano esclusivamente di sangue (animale od umano).
-invece si e so che sai che esistono. Okay potrei non essere stato un padre molto presente. Ma sto scappando dagli altri vampiri e se mi trovano per me è finita. È stata tua madre a dirmi di andarmene per un po’. Non volevo lasciarvi soprattutto perché tu eri ancora piccolo- spiegò l’uomo sospirando.
-ho saputo della morte di Leona dalla vicina della nostra vecchia casa. È per questo che ero al cimitero. Com’è morta?- Michael sospirò chiudendo gli occhi. Orami non poteva più mentire a quell’uomo anche se le cose non gli erano ancora del tutto chiare.
-un cacciatore di vampiri che voleva uccidermi. Lei si è messa in mezzo- sussurrò alla fine. -diceva di sentire odore di vampiro-
-eri tu. Lo sei per metà quindi è normale che si senta odore di vampiro-
-okay mettiamo il caso che io abbia bevuto sangue di vampiro perché posso mangiare?- chiese Michael curioso.
-sei per metà umano anche se ti trasformi completamente hai bisogno di nutrirti come un umano. Diciamo che l’unica cosa che ottieni è il poter bere sangue e l’immortalità-
 

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Michael sospirò mentre finiva di impacchettare l’ultimo scatolone. Era passata una settimana da quando aveva incontrato Talon e la sua vita era definitivamente cambiata. Alla fine aveva ceduto all’uomo che aveva davanti soprattutto perché si era accorto che erano quasi identici. Poi si era anche andato a vedere allo specchio e si, i suoi occhi erano diventati completamente dorati e quindi Aurelius lo aveva trasformato completamente in un vampiro.
Non aveva bevuto sangue, gli faceva davvero schifo l’idea, quindi era riuscito a vivere tranquillamente con quello che era rimasto nel frigo mentre suo padre andava a caccia di giorno.
Talon gli aveva spiegato che era tornato in quella città soprattutto per proporre a lui e a Leona di spostarsi insieme a lui in giro per il mondo perché li lui non poteva stare. Talon veniva dalla stessa comunità di vampiri di Aurelius ed era stata proprio quella comunità a ripudiarlo per la sua natura in un primo momento e poi a cercarlo per poterlo uccidere. Per questo motivo approfittava dei suoi poteri e cacciava di giorno, ma ben presto i vampiri se ne sarebbero accorti e non era buono per lui rimanere ancora.
Michael non ci aveva pensato due volte e aveva scelto di seguire il padre. Aveva bisogno di riprendersi perché, se in un primo momento aveva sperato di poter finalmente stare con Aureluis senza rinunciare a diventare un archeologo, gli era piombata addosso la brutta realtà che non poteva stare con il suo ex essendo un diurno per di più mezzosangue. Lo avrebbero subito ucciso.
Gli ci erano voluti due giorni per metabolizzare completamente la cosa urlando come un pazzo per la disperazione. Suo padre non aveva fatto domande e lui gliene era stato davvero grato.
Successivamente aveva fatto la richiesta per essere trasferito in un’alta università per continuare gli studi. La laurea se la voleva prendere punto. E la richiesta era stata accettata e gli avrebbero anche convalidato tutti gli esami che aveva già sostenuto quindi meglio di così non gli poteva andare (in realtà aveva usato la sua malia per far fare tutto in fretta alla segretaria altrimenti quella ci avrebbe messo un anno intero).
-finito?- chiese proprio Talon entrando nella sua stanza con addosso i suoi fidati occhiali da sole segno che la ditta del trasloco era appena arrivata. Talon si metteva gli occhiali proprio per celare i suoi occhi dorati che lo identificavano come diurno. Soprattutto perché gli umani non avrebbero mai capito il senso di quegli occhi così dorati.
-si, questo era l’ultimo- rispose Michael alzandosi e prendendo gli occhiali che aveva lasciato sulla scrivania e mettendoseli prima di prendere di peso il pacco.
I due biondi quindi si misero a fare avanti e indietro per le scale, ovviamente aiutati dalle loro abilità potenziate, per potare tutti gli scatoloni dall’appartamento di Michael al furgone.
Non ci misero molto e più volte i ragazzi della ditta del trasloco chiesero se volessero una mano, ma loro non accettarono mai per fare più veloce. Ed in effetti fu proprio così.
Una volta finito di portare tutto Michael risalì in quella che era stata la sua casa per molti anni e la guardò cercando di imprimersi per un’ultima volta tutto quello che era successo la dentro e sfortunatamente la sua mente andò proprio a pensare ad Aurelius. Aurelius che non vedeva da quando lo aveva trasformato. Più volte aveva avuto la tentazione di dirgli che si stava trasferendo, ma poi aveva desistito. Non voleva di certo che il ragazzo lo seguisse. Sperava solo fosse ancora vivo.
-a cosa stai pensando?- chiese Talon mettendo una mano sulla spalla del figlio che sospirò.
-a niente- sussurrò il ragazzo. Conosceva davvero da poco suo padre e di certo non voleva inclinare il rapporto che aveva appena costruito con lui rivelandogli quello che era successo con Aurelius.
-ti ha trasformato per tua volontà?- chiese Talon che aveva perfettamente intuito i pensieri di Michael.
-no, lo ha fatto mentre ero incosciente e quasi morto- almeno questo glielo poteva spiegare.
-e tu non l’hai presa bene immagino. È per questo che non vuoi bere sangue?- Talon si sedette a terra facendo segno al figlio di fare lo stesso. Voleva capire e aiutare il figlio.
-in parte si. Quando mi hai incontrato al cimitero io ero li per decidere come togliermi la vita. Non è che non mi piaccia essere un vampiro ma non pensavo di essere un diurno. Volevo laurearmi in archeologia per la mamma- rivelò il ragazzo sinceramente. E gli stava anche facendo bene.
-prima o poi dovrai bere sangue umano e questo perché anche se sei immortale fino a quando non bevi direttamente dalla persona il tuo corpo continuerà a crescere- Michael sgranò gli occhi, quella cosa non l’aveva considerata possibile.
-tu l’hai fatto abbastanza presto- sussurrò il ragazzo.
-si, ma perché queste è l’età dove sei più libero di goderti la vita. E poi se mi fossi trasformato con qualche anno in più tua madre non mi avrebbe degnato di uno sguardo- rise Talon e facendo sorridere anche Michael.
-l’amavi molto- sussurrò Michael vedendo come il padre sorrideva al pensiero di Leona ma allo stesso tempo i suoi occhi emanavano profonda tristezza.
-si, è stata anche l’unica con la quale ho deciso di costruirmi una famiglia- sussurrò l’uomo. -mi fa davvero male sapere che se fossi stato con voi lei probabilmente non sarebbe morta-
-Zartos avrebbe ucciso te-
-no, sarei riuscito a bloccarlo in tempo- scosse la testa Talon sicuro delle sue parole.
-perché voi vampiri dovete sempre essere sicuri di voi stessi?- chiese in modo retorico Michael. Davvero non capiva come anche suo padre credesse di poter essere in grado di fare tutto usando solo i suoi poteri.
-stai mandando una frecciatina alla vampira che ti ha trasformato?- chiese ridendo Talon. Voleva capire che tipo di rapporto avesse suo figlio con quel vampiro.
-si-
-cosa c’era tra voi? Si vede che stai male per qualcosa io voglio solo aiutarti- Michael sospirò.
-ci amiamo. Ma avevamo idee completamente differenti. Per un momento quando ho capito che potevo anche camminare alla luce del sole mi sono sentito felice. Ma non possiamo stare insieme. Soprattutto non adesso- sussurrò il ragazzo nascondendo il viso tra le ginocchia ed iniziando a piangere.
Aveva perso Aurelius per sempre.

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Dieci anni, erano passati dieci anni da quando Michael se ne era andato da quella città insieme al padre. Adesso dopo tutto quel tempo erano ritornati per via di un lavoro che doveva svolgere Talon e Michael lo aveva seguito. Ormai si muovevano in simbiosi e Michael aveva imparato a conoscere suo padre e soprattutto a capire come mai Leona lo avesse amato tanto.
Michael aveva bevuto il sangue umano solo due anni dopo la sua totale trasformazione perché aveva avuto bisogno di tempo per capire che bere sangue da una persona non significava per forza ucciderla.
Ora era un diurno a tutti gli effetti e sembrava anche leggermente più grande di suo padre cosa che gli rinfacciava spesso facendo andare l’uomo in bestia visto che quando si presentavano insieme per qualche lavoro la gente prestava più attenzione a Michael che a lui.
Alla fine si presentavano come fratelli ma non erano poche le volte in cui Michael, quando erano da soli, lo chiamava papà.
Michael si era laureato ber tre volte in tre diverse archeologie facilitato soprattutto dal fatto che per passare tutti gli esami al primo colpo convinceva i suoi professori con la malia a fargli solo le domande delle quali conosceva la risposta. Talon lo aveva guardato male più volte ma Michael aveva detto che non era barare visto che lui studiava seriamente, era solo avere un aiuto in più. In quel modo era anche riuscito ad imparare ad utilizzare la malia senza parlare il che era davvero molto utile.
Ora il ragazzo era seduto in quella che era stata la sua ex casa e si stava chiedendo come mai suo padre avesse scelto proprio quella. Potevano stare in hotel tranquillamente per le due settimane che dovevano stare visto che se lo potevano permettere. Ma suo padre aveva scosso la testa dicendo che era veramente più comodo avere una casa tutta per loro.
-sei pronto?- chiese proprio Talon entrando nella stanza del figlio.
-per cosa?- chiese lui curioso. Pensava che il padre quella sera avesse un colloquio di lavoro.
-per accompagnarmi. Di certo non vado da solo- rispose Talon aprendo la valigia di Michael, che non aveva ancora sistemato, e buttandogli addosso un jeans attillato e un dolcevita nero sempre aderente. Michael guardò scettico i vestiti.
-devo fare colpo su qualcuno?- chiese poi confuso. Nel corso di quegli anni aveva rivelato tutta la sua storia con Aurelius al padre, padre che aveva cercato di fargli sentire il meno possibile la mancanza del vampiro moro e soprattutto lo aveva consolato nei suoi momenti no.
-l’incontro è in uno dei locali notturni più famosi e non puoi di certo andare vestito normalmente- rispose lui con un sorriso.
-e perché tu puoi?-
-perché io devo lavorare tu no- e così dicendo uscì dalla camera lasciando Michael da solo che decise comunque di cambiarsi per far contento il padre.
-dove andiamo di preciso?- chiese una volta che entrambi salirono in macchina per raggiungere il posto.
-al Blood- Michael sgranò gli occhi.
-ti ho detto che quel posto è…-
-si Mich lo so, ma non posso farci niente se l’incontro è li- sospirò Talon. Sinceramente anche lui avrebbe evitato quel posto come la peste, ma non poteva davvero fare altrimenti.
Michael da canto suo dopo aver scoperto il posto sperava vivamente di non trovarci Aurelius perché non sarebbe riuscito a stare fermo immobile vedendo il ragazzo e soprattutto si sarebbe sentito morire se lo avesse visto con qualcun altro.
 
Aurelius sospirò nuovamente mentre sorseggiava il suo drink al sangue all’interno del Blood. Quel giorno suo padre aveva imposto a lui e ad Auli di stare al locale per tutta la sera e al moro la cosa non stava per niente bene.
Ci aveva provato per due anni ad andare avanti con la sua vita dopo la rottura con Michael che si era fatta più concreta quando andando a casa del ragazzo l’aveva trovata completamente vuota. Ma non ci era riuscito. Ogni volta che aveva provato a divertirsi con qualcun altro o a baciare altri ragazzi in mente gli tornava solamente il suo bel bocconcino e lasciava stare.
Andava al Blood solo quando era strettamente necessario soprattutto perché quello era il posto dove aveva incontrato Michael per la prima volta. Il posto dove era iniziato tutto.
Aveva provato ad uccidersi tante altre volte dopo quella volta mancata con l’ultimo bacio, ma Auli, Melody, Julian e suo padre erano riusciti ad arrivare sempre in tempo per bloccarlo. Le bruciature di quel giorno però gli erano rimaste addosso segno indelebile di quello che aveva provato a fare senza successo.
Suo padre lo aveva rimproverato visto che era come una figura dominante all’interno del loro clan e una cosa del genere non sarebbe stata minimamente accettata da tutti. E Aurelius l’aveva visto come alcuni avevano iniziato a non portargli più il rispetto di una volta ed era dovuto ricorrere più volte alla sua malia per farsi obbedire. L’unica cosa buona in tutto quella situazione era che la sua malia era stranamente diventata ancora più potente rendendolo molto più pericoloso.
-sei troppo mogio. Vieni a ballare?- chiese proprio Auli raggiugendolo. La ragazza aveva fatto tutto quello che era in suo potere per aiutare il fratello a riprendersi ma non aveva avuto molti risultati positivi. La maggior parte delle volte riceveva dei ringhi poco umani come risposta.
-non mi va- rispose semplicemente il moro e Auli annuì era contenta che almeno gli avesse risposto.
-papà ha detto che dobbiamo controllare il locale e quale posto migliore se non la pista da ballo?- provò ancora la ragazza. Aurelius stava per risponderle di andarsi a trovare qualcun altro con cui ballare ma le parole gli morirono in bocca quando vide entrare due ragazzi dalla porta principale del Blood.
Era più che sicuro, nonostante fossero passati dieci anni, che uno dei due ragazzi era il suo Michael e iniziò proprio a fissarlo sperando di attirare la sua attenzione. Ma l’altro era troppo intento a parlare con il suo amico per potersi accorgere dello sguardo di Aurelius cosa che fece morire di gelosia il vampiro.
Chi cazzo era quel biondino che si era preso le attenzioni del suo bocconcino?

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


-come mai ha scelto proprio questo posto il tizio? E come vi siete messi d’accordo?- chiese Michael urlando una volta entrati ne locale. Odiava i posti così tanto affollati e quella musica assordante. No, il Blood non gli era mancato per niente.
-per telefono e non so. Ha detto solo che per lui era più comodo qui- gli rispose Talon facendo segno al figlio di seguirlo ed entrambi arrivarono sani e salvi al bancone dove la confusione era quasi assente e dove entrambi poterono sedersi.
-cosa vi porto?- chiese prontamente il barista avvicinandoli e osservandoli curioso.
-a me niente- rispose subito Talon. Non poteva bere niente anche se in quel momento aveva voglia di sangue visto che ne sentiva troppo l’odore.
-qualcosa di fortemente alcolico- rispose invece Michael. Uno dei suoi vantaggi da mezzosangue era proprio quello di poter bere e mangiare tranquillamente quindi perché privarsi di ciò?
Vide il padre guardarlo con un sopracciglio alzato ma lui scosse le spalle. Non sarebbe resistito in quel posto senza bere qualcosa.
-avete anche qualcosa da mangiare?- chiese poi. Anche lui aveva avvertito il forte odore di sangue e con gli anni aveva imparato che per placare la sua sete di sangue doveva ingozzarsi di cibo.
-certo-
Poco dopo il barista tornò con il cibo e anche un bicchiere con dentro del liquido verde che Michael mandò giù quasi tutto d’un sorso. Poi, visto che la testa stava iniziando a girargli parecchio, decise di dedicarsi al cibo che aveva davanti. Ovviamente tutto sotto lo sguardo attento del padre.
-c’è una ragione precisa per la quale stai facendo tutte queste sceneggiate?- chiese l’uomo parecchio preoccupato.
-no. Ne avevo voglia- disse il biondo che con il suo sguardo dorato, ora coperto da lenti a contatto castane, stava cercando di sua spontanea volontà Aurelius. Perché Michael se lo sentiva che il moro era li.
-si certo- rispose l’uomo alzando gli occhi al cielo e capendo perfettamente a cosa stesse pensando il figlio. Orami lo conosceva bene.
-dove vi dovete incontrare precisamente con quel tizio?- chiese Michael per sviare l’attenzione da se.
-ha detto che si sarebbe fatto vivo lui al bancone quindi l’unica cosa che posso fare è aspettarlo qui- e così dicendo Talon iniziò a guardarsi intorno cercando di capire chi potesse essere la persona che doveva incontrare, soprattutto perché gli sembrava davvero strano che conoscesse il suo aspetto fisico.
Gli era venuto il dubbio che fosse una trappola? Certo che si, anzi ne era quasi certo. Era per quello che si era portato il figlio appresso. In questo modo avrebbe avuto un aiuto in più. Non aveva detto niente dei suoi dubbi al figlio per non spaventarlo.
-oh merda- sussurrò Talon vedendo che era in grossi guai. Non sapeva se era perché quello che stava andando spedito verso di lui era il suo ex amico, vampiro ovviamente, che lo aveva riconosciuto per puro caso, o se era veramente il suo datore di lavoro.
-cosa-
-non parlarmi, stai pronto a scappare- sussurrò il più grande per non farsi sentire dal vampiro che stava palesemente verso di lui.
-Talon- furono le prime parole che disse il vampiro non degnando di uno sguardo Michael che aveva ascoltato le parole del padre e si stava facendo i fatti suoi mangiando e bevendo.
-Jarvan, eri tu al telefono allora- disse il biondo alzandosi dallo sgabello e guardando l’ex amico negli occhi.
-ovvio. Non credevo che non saresti riuscito a riconoscere la mia voce- disse Jarvan con un sorriso che andava ad aprirsi sulle labbra cosa che spaventò non poco Talon.
-cosa vuoi?-
-basta scappare-
-io scappo perché volete uccidermi per qualcosa che non ho scelto. Non sono stato io a decidere di camminare alla luce del sole- si arrabbiò Talon. Jarvan era stato l’unico a stargli affianco quando ancora non aveva scoperto di essere un diurno. Lo aveva scoperto solo dopo aver bevuto sangue umano direttamente da una persona. Ed era stata la sua fine.
-io non voglio ucciderti!- disse Jarvan incrociando le braccia al petto. Michael stava ascoltando tranquillamente la conversazione mentre addentava il suo tramezzino.
-oh per favore. Tutti quanti avete iniziato a cercarmi per uccidermi fatico a credere alle tue parole- Talon non capiva come mai Jarvan volesse convincerlo del contrario.
-dovevamo farlo altrimenti saremmo stati ripudiati anche noi. Adesso le cose sono diverse perché sono finalmente riuscito a prendere il potere e credimi non ti farei mai del male- Jarvan sembrava veramente sincero ma Talon aveva davvero paura a fidarsi soprattutto perché non ci sarebbe andato di mezzo solo lui ma anche suo figlio.
-potevate ribellarvi all’epoca e non dopo secoli- lo sfidò Talon infuriato con quello che era stato il tuo migliore amico.
-ringrazia il fatto che ci siamo riusciti! ora puoi smetterla di scappare e vivere insieme a noi come doveva essere- disse Jarvan sospirando. -ti prego torna a casa- tentò di convincerlo.
-tanto lo so che appena rimetto piede nella cripta tu mi fai fuori.-
-no, hai la mia parola che non succederà- Jarvan con quelle parole fece definitivamente sospirare sconfitto. A quel punto doveva assolutamente fare una prova soprattutto per la felicità del figlio. Se mai le parole di Jarvan fossero state vere come voleva far credere allora Michael sarebbe potuto tornare dal suo ragazzo, ovviamente sempre se era tutto vero e se il suo ragazzo lo avesse accettato per quello che era: un mezzosangue diurno.
Talon camminò allontanandosi dal figlio facendo cenno a Jarvan di fare lo stesso. Una volta che furono abbastanza lontani da poter parlare senza farsi sentire da Michael Talon parò.
-in quanti sono d’accordo con te?- chiese Michael. Non aveva dubbi sulle buone intenzioni di Jarvan ma se era solo lui era problematico.
-sono io il nuovo capo Talon, sarai sotto la mia protezione. Ma perché ci siamo allontanati?- chiese confuso il vampiro.
-non volevo dare false speranze ad una persona-
 

 

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Capitolo 23
*** Epilogo ***


Aurelius non aveva staccato gli occhi da Michael dal momento stesso in cui era entrato. Era rimasto abbastanza sorpreso quando aveva visto suo padre andare verso Michael, ma si era leggermente tranquillizzato quando aveva visto il padre parlare con il biondo al fianco di Michael.
Quando aveva visto il biondino e suo padre allontanarsi si era mosso da solo e nemmeno il tempo di metabolizzare la cosa che si era ritrovato già davanti al suo bocconcino che stava mangiucchiando un tramezzino.
Michael sgranò gli occhi quando si accorse della presenza di Aurelius e si irrigidì sul posto.
-ciao- ruppe quello strano silenzio Aurelius che si stava chiedendo come mai Michael sembrasse ancora uno studente universitario nonostante fossero passati ben dieci anni. Okay che aveva bevuto il suo sangue ma dai suoi occhi castani capiva perfettamente che non aveva ancora bevuto sangue umano.
-ciao- gli disse lui che distolse subito lo sguardo sorseggiando il suo drink verde. Fu durante quel movimento che Aurelius si accorse di un piccolo particolare. Intorno agli occhi di Michael c’era come un cerchio nero. Aveva le lenti a contatto.
-ti sei trasformato- sussurrò Aurelius che si sentiva tradito. Michael gli aveva detto chiaro e tondo che non sarebbe mai diventato un vampiro e se nel caso fosse successo si sarebbe ucciso subito. Ma erano passati dieci anni. Ed ecco perché gli sembrava ancora così giovane. Si era trasformato definitivamente.
-perché dici ciò?- chiese in un filo di voce Michael, come cazzo lo aveva capito?
-hai le lenti a contatto e tu non porti occhiali. CAZZO!- Aurelius scoppiò. Quindi anche quel biondino che era sceso con lui era un vampiro e ciò significava che Michael aveva preferito l’altro a lui.
-perché lui si e io no? Cos’ho di sbagliato?- chiese infuriato mentre i suoi occhi diventavano ancora più rossi.
-Aurelius che cosa stai dicendo?- chiese Michael non capendo a chi si stesse riferendo.
-quel biondino che è entrato con te è un vampiro vero? Cos’ha più di me? Cosa?- chiese ancora Aurelius che voleva una risposta. Michael sgranò gli occhi. Davvero quel deficiente credeva che lui stesse con suo padre? Okay erano entrati insieme e sembravano della stessa età ma ad occhio attento si capiva perfettamente che erano quasi identici.
-non c’è niente tra me e Talon- disse con tranquillità Michael sentendosi leggermente contento per quella sceneggiata di gelosia del moro. Quindi ci teneva ancora a lui, non lo aveva rimpiazzato subito.
-andiamo! Siete entrati insieme e sembrate molto intimi e poi…-
-questo non significa che stiamo insieme Aure, io amo solo te- l’ultima frase la sussurrò ma fu certo che il moro l’avesse sentita vedendo i suoi occhi rossi sgranarsi. Quanto cazzo gli era mancato?
-allora perché non mi sei venuto a cercare? Se veramente mi ami perché te ne sei andato?- chiese in un sussurro il moro non riuscendo a capire più niente.
-è complicato- sussurrò il biondo guardando con interesse il suo bicchiere ormai quasi vuoto. Era un diurno mezzosangue, non una cosa tanto normale. e poi si ricordava perfettamente che Aurelius era il figlio del capo del clan dei vampiri.
-spiegami. E soprattutto come cazzo fai a mangiare e bere?- chiese ancora Aurelius notando solo in quel momento che il ragazzo stava facendo attività da umano.
-c’è troppo odore di sangue mi serve per non addentare nessuno- spiegò Michael, almeno quello poteva farlo.
-Mich-
-uh..- le labbra di Aurelius erano fameliche mentre baciava il biondo davanti a se. Per quanto tempo aveva sognato di poter baciare nuovamente il suo bocconcino! E adesso era li, a due passi da lui. Ancora vivo. L’unica cosa che poteva fare era mettere in chiaro che quello era il suo bocconcino e nessuno poteva portarglielo via. Nemmeno quel biondino. Anzi! Meglio se il biondino vedeva come se lo stava limonando. Era suo. Solo suo.
Michael rispondeva al bacio con foga. Al diavolo tutto. Aurelius era impossibile da fermare e lui di certo non aveva voglia di farlo. Poco importava che lo aveva praticamente spinto contro il bancone e poco importavano le mani del moro che si erano già intrufolate sotto il suo dolcevita sollevandoglielo lentamente. Erano in un luogo pubblico ma nessuno dei due sembrava preoccuparsene troppo. Troppo intenti a riempire tutti gli anni che avevano perso. Dopo avrebbero pensato alle conseguenze.
Un colpo di tosse che entrambi avvertirono chiaramente li fece sobbalzare e Michael divenne un peperone, per via della sua natura da mezzosangue, quando vide che suo padre lo stava guardando scuotendo la testa divertito. Al suo fianco l’uomo con il quale aveva parlato prima.
Aurelius guardò in direzione dei due che li avevano appena interrotti ma era ancora appiccicato al biondo con le mani rigorosamente sotto la sua maglietta.
-ehm Aure- disse Michael cercando di scollarsi di dosso il vampiro. Non sapeva cosa sua padre e quell’altro vampiro si erano detti e aveva leggermente paura della cosa.
-non ti posso lasciare due secondi da solo che fai danni- disse Talon scuotendo la testa divertito.
-io non…- cercò di dire Michael ma venne nuovamente interrotto.
-davvero cosa devo fare con te? Ti ho detto di stare pronto a scappare non di limonare il tuo ragazzo- e con quello scoppiò a ridere mentre Aurelius lo guardava confuso e Michael poggiava la testa nell’incavo della spalla di Aurelius nascondendocisi.
-Talon puoi per favore spiegarmi cosa sta succedendo?- chiese Jarvan confuso. Il suo amico gli aveva detto che doveva presentargli una persona ma poi si erano trovati quei due a baciarsi.
-Jarvan il biondo li è mio figlio Michael. È un mezzosangue- spiegò Talon facendo contemporaneamente sgranare gli occhi a Jarvan ed Aurelius. Aurelius che strinse forte il fianco del suo ragazzo. Ecco cosa c’era di strano in tutto quello.
-è anche lui un…-
-diurno, si lo è- finì la frase dell’altro Talon per poi sorridere ad Aurelius. -lo lascio nelle tue mani non me lo consumare- e così dicendo trascinò lontano dai due Jarvan.
-quando lo hai scoperto?- chiese Aurelius mentre Michael non si era ancora scostato dal suo rifugio.
-il giorno in cui mi sono risvegliato. Il tuo sangue mi aveva già completamente trasformato il sangue umano mi avrebbe solamente bloccato la crescita- spiegò il biondo che circondò la vita del moro con le sue braccia stringendolo ancora di più.
-non so cosa sia appena successa ma per il momento credo che mi accontenterò di tenerti al mio fianco- disse Aurelius costringendo il biondo ad uscire dal suo nascondiglio per poi baciarlo. Ma questa volta fu un bacio casto che rappresentava tutto l’amore che l’uno provava per l’altro.
 
 

 

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