I sogni si avverano

di ale146
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Sempre insieme ***
Capitolo 2: *** Le ferie... Relax ***
Capitolo 3: *** America... ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Sempre insieme ***


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12 maggio 2007, simulazione prima prova. La paura nei volti degli studenti, cosa scrivo si dicevano tra di loro.

Tutti silenziosi, tranne un gruppetto di ragazzi, Daniele, Mirko, Marco e Cristian. Non sentivano lo stress, non sentivano la paura. Ridevano e scherzavano senza pensare che nel giro di 10 minuti si sarebbero ritrovati seduti a scrivere un tema.

Due porte più avanti, nel bagno delle ragazze Arianna stava consolando Alessandra. La giovane piangeva per varie ragioni, in primis per la paura di perdere Daniele. Il motivo? È molto semplice. Alessandra è una ragazza che sembra molto sicura di sé, sicura di quello che fa, invece con il suo comportamento cerca di mascherare la paura. La sua paura più grande è che le persone si allontanino da lei, in questo caso ha paura che questo accada con Daniele. Bisogna sapere che tra Alessandra e Daniele c’è un rapporto di amicizia composta da complicità e frequente bisogno di approvazione l’uno verso l’altra e di coccole. Le coccole per entrambi sono una cosa naturale, quindi anche a scuola di scambiano questi gesti affettuosi, fatti di baci alle guance e sulla fronte, di abbracci da parte di lei modello piovra e modello sanguisuga da parte di lui, di carezza fatte di sfuggita lungo il corpo. Arrivano le prese in giro da parte dei compagni, più che prese in giro sono insinuazioni non vere che a lei danno fastidio. A causa di queste, lei ha paura che Daniele si allontani. Questa paura deriva dal fatto che Alessandra ci è già passata due volte. Ha perso due persone alle quali teneva a causa delle prese in giro più che delle insinuazioni. Le prese in giro miravano soprattutto al suo aspetto fisico, ha troppi chili in più e i ragazzi non perdevano l’occasione di sfottere, facendo così allontanare chi le stava intorno per paura di essere presi in giro anch’essi.

Daniele è diverso, lui non guarda l’aspetto fisico delle persone ma il carattere, la bellezza interiore, e per questo accetta Alessandra per quello che è, ma purtroppo la paura rimane. Oltre ad Daniele, ad accettarla sono i membri del suo gruppetto, Mirko, Marco e Cristian. Come con Daniele lei conosce Marco da 3 anni, mentre Mirko e Cristian da 2. Lei e Mirko hanno legato molto e quando ha bisogno lui c’è.

Voi direte e Daniele? Non si confida con lui? Si certo, ma non può dirgli in faccia di esserne innamorata e quindi ne parla con Mirko che è il migliore amico di Daniele insieme a Marco. Mirko tiene le confidenze per se e non si sognerebbe mai di dirlo a Daniele. Mirko sa tante cose di Alessandra ma ne sa anche tante di Daniele. Ad esempio, sa che Alessandra è più che ricambiata da Daniele ma, sa anche che nessuno dei due ha il coraggio di dichiararsi… Eh, la timidezza… Occorre aspettare il momento buono.

Ritorniamo per un attimo nel bagno della scuola, Arianna sta cercando invano di calmarla.

“Ale, stai tranquilla, lo sai che Dani ti vuole troppo bene per dare retta ai cretini che abbiamo in classe!”

“E se poi non mi volesse più bene? E se capisse che gli altri hanno ragione?” chiese Alessandra con le lacrime che rigavano le sue guance

“Vuol dire che non ti merita. In ogni caso non dire cavolate, te l’ha detto anche lui, ti ha detto che sei importantissima per lui e che non saranno certo le prese in giro di persone ignoranti ad allontanarlo da te”

“Tu pensi che non si allontanerà neanche con la fine della scuola? Perché adesso ci si vede tutti i giorni ma, dopo finita la scuola no, e se poi perdessimo i contatti?”

“Ale, non farti paranoie per niente che, Dani e Mirko te li ritrovi per casa un giorno si e l’altro pure. E poi, scusa eh, ma Daniele non ti aveva proposto di andare a vivere insieme?” chiese Arianna con una punta di malizia nella voce

“Si, era una proposta, ma era buttata la e detta quando era leggermente brillo, quindi non completamente attendibile!”

“Se lo dici tu… Ora se ti vuoi calmare c’è una bella simulazione che aspetta solo noi”

“Va bene, andiamo”

Uscite dal bagno videro Daniele correre incontro ad Alessandra:

“Tesoro, cosa è successo? Hai pianto? Perché? Chi è stato?” la stava tartassando di domande, per fortuna è intervenuto Marco:

“Oh, ma la vuoi lasciar rispondere, azz… Non ti hanno spiegata che va fatta una domanda per volta?”

“Si, si, stai zitto!” disse Daniele a Marco per poi riportare il suo sguardo su Alessandra e fissandola negli occhi “Ale, dimmi cosa è successo”

“Ho pianto” rispose lei con semplicità

“Questo lo vedo da solo, ma perché?”

Alessandra si morse le labbra senza proferire parola, Mirko comprese e fece un gesto a Daniele indicandolo. Dopo un paio di minuti l’interessato capì cosa significava.

“Per me? Hai pianto ancora per quella storia?”

“Si”

“Amore, ti avevo detto di non ascoltarli, fregatene di quello che dicono, come faccio io. Dentro da una parte, fuori dall’altra, come le spiegazioni di Storia dell’Arte, manco mezzo minuto stanno dentro, escono subito” finì la frase con il suo sorriso, di cui Alessandra andava pazza

“Hai ragione, scusami” e si fiondò tra le braccia che lui aveva prontamente aperto per accoglierla. La strinse a sé e le accarezzò i capelli, mentre lei gli riempiva il collo di baci. Avrebbero passato ore in quella posizione ma, i loro amici non erano della stessa opinione, come non lo era la campanella che annunciava l’inizio della prova. Si divisero, Alessandra e Arianna in un aula, il quartetto in un'altra. Eh si, avete capito bene, non sono nella stessa classe.

Dopo una simulazione di 6 ore, dove le tracce erano abbastanza semplici, i ragazzi si sono ritrovati fuori per andare a casa. Daniele e Arianna con Alessandra, perché, lui nonostante abiti a più di 20 km da lei, con la macchina ci passa e Arianna perché abita nella casa di fronte la sua. Mirko e Cris vanno dalla parte opposta verso Cornuda e Marco da solo verso Bassano.

Arrivata a casa, Alessandra aveva notato che i suoi genitori erano piuttosto strani, cosa che trovò conferma quando alla porta bussò il cugino di sua madre, Michele. Era strano perché da che poteva ricordare lei, Michele non era mai andato da loro, andavano d’accordo per carità, però di solito si trovavano dalla bisnonna, mai a casa sua.

“Alessandra, vieni di qua che Michele vuole dirti una cosa” le disse sua madre. Lei si recò in cucina e vide che il cugino e i suoi genitori sorridevano.

“Ciao Michele, dimmi”

“Ciao Ale, allora ho una proposta da farti”

“Che proposta?”

“Tu sai che quando mio papà è morto ha lasciato a me e Francesco la sua casa”

“Intendi la casa in America, giusto?”

“Proprio quella”

I genitori di mio cugino si sono separati quando lui e il fratello erano piccoli e suo padre era andato a vivere negli Stati Uniti. Un anno prima era morto e aveva lasciato ai figli la casa.

“Io e Fra stavamo pensando che adesso, con la fine della scuola, saresti potuta andare per un periodo in America. Avresti la casa e quindi da quel punto di vista non avresti spese da sostenere. Tu sai che li è semplice trovare lavoro, più di qua. La settimana scorsa mentre ero li, mi sono informato in un hotel del centro e sarebbero disposti a offrirti un lavoro, ho mostrato il tuo curriculum ed è piaciuto!”

“Come l’hai avuto il mio curriculum?” chiese la ragazza cercando di trattenere l’entusiasmo per la proposta.

“Me l’ha mandato tua sorella per mail”

“Ah, senti Michele, a me fa molto piacere questa proposta, ma non credo di farcela ad andare li da sola per chissà quanto tempo”

I suoi pensieri erano corsi subito a Daniele, non voleva allontanarsi da lui.

“Lo so, tua mamma mi aveva già detto che non saresti andata da sola. Quante persone vorresti venissero con te?”

5”

“5? Chi sono?” si intromise sua madre

“Arianna, Daniele, Mirko, Marco e Cristian”

“Tu senza Daniele non ti muovi vero?”

“Già” rispose Alessandra con un sorriso tra il malizioso e il divertito “non voglio partire e non vederlo per mesi” poi rivolgendosi a Michele “ma per quanto tempo posso restare?”

“Io pensavo fino ad Agosto del prossimo anno, tornando a casa per Natale e per Pasqua”

“Prima di accettare, ti dispiace se butto la proposta ai miei amici?”

“No, anzi, non preoccuparti, fai pure con calma”

“Un’altra cosa, loro come faranno a trovare lavoro?

“Non preoccuparti di questo, parlerò con l’Hotel che ti assumerà e vedremo se c’è lavoro anche per loro. Altrimenti basta andare in centro e vedrai che lavoro si trova”.

“Allora, tu prova a sentire i tuoi amici e i loro genitori e poi mi dai una risposta”.

“Corro a chiamarli, grazie Miche”

Alessandra si è precipitata nell’ingresso per prendere il telefonino e raggiunta la camera ha chiamato gli amici, ringraziando mentalmente la tecnologia che le permetteva di fare conferenza, ovvero chiamare più persone contemporaneamente.

Il primo numero che ha fatto è stato quello di Daniele, la fortuna ha voluto che con lui ci fosse Mirko.

“Pronto”

“Dani, devo parlarti”

“Dimmi, sono qua”

“Aspetta però, devo chiamare anche gli altri e Arianna, è una cosa che riguarda tutti”.

“ah beh, puoi risparmiarti di chiamare Mirko, è qui con me, metto il vivavoce”

“Perfetto, attendi in linea”

Un paio di minuti dopo, erano stati contattati tutti.

“Bene, vi sto rompendo perché ho una proposta da farvi. Sedetevi per favore. Allora, mio cugino, mi ha proposto di andare in America per un anno. Mi dà la sua casa e mi ha trovato anche lavoro. Io però da sola non voglio andare e, diciamo che le persone che sono al telefono in questo momento sono le prescelte per partire con me. Che ne dite? Per il lavoro non vi preoccupate, è semplice da trovare, forse anche nel medesimo Hotel dove l’ha trovato a me. Venite?”

Un coro di “Si” arrivò alle orecchie di Alessandra.

“Tesoro, non dovevi neanche chiederlo, sai che io con te vado ovunque” disse Daniele.

Seduta sul suo letto, Arianna ascoltava la conversazione, era felicissima, soprattutto perché avrebbe passato un anno a fianco di Marco, e chissà che l’America non facesse effetto su di lui.

“Potete chiedere ai vostri genitori e farmi sapere subito?”

“Si certo, chiediamo e ti mandiamo un mess” disse Mirko per tutti “Però per il mio devi avere pazienza, devo prima tornare a casa, quindi vi saluto che scappo a casa. Ale ci sentiamo dopo”

“Io vado a parlare con i miei, dubito che ci saranno problemi, ciao, bacio” disse Marco prima di riattaccare

“Vado anche io” fece eco Cristian “bacio”

“Ale, io parlo con mia mamma e tra 10 minuti sono a casa tua con la risposta”

“Ok Ari, ti aspetto” dopo che lei ebbe riattaccato, al telefono restarono solo lei e Daniele

“Sei contento?”

“Come potrei non esserlo? Ale, ti rendi conto, insieme in America, io, te e i ragazzi. Ora vado a chiedere a mamma Michela e poi ti mando un messaggio”

“Va bene, fai presto e cerca di convincerla, ti voglio bene, bacio”

“Anche io te ne voglio, un bacio”

Nell’arco di mezz’ora tutti i suoi amici avevano confermato.

Si sarebbero visti l’indomani nel pomeriggio per organizzare il viaggio.

Alessandra sarebbe andata in agenzia, per avere informazioni sui voli per l’America in partenza da Venezia.

Salve a tutti. Eccomi con una nuova storia. Un originale stavolta.

La storia parla di una ragazza Alessandra e della sua comitiva di amici.

Questa è una storia autobiografica, Alessandra sono io e la comitiva sono i suoi amici. I nomi degli amici sono stati cambiati.

Quello che accade, è in parte reale, in parte desiderio. L’inizio è ambientato a Luglio 2007 però si parlerà, oltre che del viaggio e della permanenza in America, anche di quello che accadrà dopo.

Recensite.

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Capitolo 2
*** Le ferie... Relax ***


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Ah!!! Finalmente la scuola è finita. Niente più compiti, niente più interrogazioni e niente più professori che rompono. Insomma, pacchia. Le vacanze sono iniziate. I nostri amici si preparano a partire per le vacanze. Mare, montagna e divertimento. Quindici giorni di vacanza per riprendersi dallo stress degli esami e poi via. Via verso l’ignoto, verso il sogno, verso New York.

La partenza per le vacanze era fissata per il giorno dopo l’uscita dei risultati. Le attese erano state rispettate. Il secchione era stato Marco, ottantasei. Arianna c’è l’aveva fatta per un pelo sessanta. Lei odiava proprio la scuola. Mirko sessantatré, per lui è come un 100. Alessandra, Daniele e Cristian si trovavano in mezzo, settantatré, settanta e settantadue.

12 Luglio 2007

C’è un viaggio da organizzare. Alessandra e Arianna si sono prese l’impegno di passare in agenzia, di prenotare l’aereo e di sbrigare tutte le pratiche riguardanti il viaggio.

Il giorno in cui volevano partire era sabato 4 agosto, per quel giorno però non c’erano molti voli da Venezia. Tutti quelli presenti prevedevano comunque almeno uno scalo. Tutti a Londra Gatwick, però l’aereo per New York sarebbe partito da Heathrow. Il tempo a disposizione per raggiungere il secondo aeroporto era troppo poco. La banconista dell’agenzia propose loro di prendere l’aereo a Milano. Guardando nel database avevano trovato un volo diretto, da Milano a New York, senza fermate intermedie. Alessandra si affrettò a chiamare gli amici, per vedere se anche a loro andava bene andare a Milano, tutti le confermarono che andava bene, e le dissero anche di decidere tutto lei. Dopo aver riattaccato, Alessandra si rivolse alla banconista dell’agenzia e le confermò il volo. Sarebbero partiti da Milano Malpensa.

Per arrivare a Milano era necessario prendere il treno. Soprattutto era necessario arrivare il giorno prima. Onde evitare sia di perdere l’aereo, sia di doversi alzare alle tre di mattina per arrivare a Milano in tempo per prendere l’aereo.

Prenotarono quindi tre camere doppie presso l’Airport Motel, Hotel che si trova a cinque minuti dall’aeroporto. Prenotarono un’auto che li avrebbe poi accompagnati all’aeroporto.

Per il loro arrivo a New York invece, avevano provato a prenotare un taxi, ma venne riferito che la cosa migliore era arrivare e prendere il primo taxi disponibile.

Nonostante non fossero convinte sul taxi, entrambe le ragazze accettarono le proposte dell’agenzia.

La ragazza stampò loro un foglio in cui riepilogava tutto. Il prezzo era di 1560€ a testa, la quota comprendeva, il viaggio di andata Milano – New York, una notte in Hotel a Milano, il biglietto del treno, il transfer dall’Hotel all’aeroporto e tutte le tasse, compresa la commissione dell’agenzia.

Inizialmente restarono molto stupite per il prezzo, pensavano di spendere qualcosa meno, non credevano che ci volessero così tanti soldi, più che altro il costo dell’aereo era alto.

“Ari, sono tanti effettivamente, però a New York dobbiamo arrivarci, e se questo è l’unico modo…” disse Alessandra rivolta all’amica.

“Ti dirò, questi soldi stanno tanto bene in tasca, però sono disposta a darli pur di andare in America.” Rispose l’amica

“Anch’io sono disposta a darli pur di andare in America, ma non possiamo decidere solo noi, finché era da decidere l’aeroporto di partenza, ok, ma quando si tratta di soldi no. Dobbiamo sentire se a loro va bene, sono tanti soldi da spendere. Può darsi che a qualcuno di loro non vada bene, e noi non possiamo fare i conti in tasca a nessuno.”

“Di sicuro io non intendevo farlo. Allora prima di confermare chiamiamo i ragazzi.” Rispose Arianna

“Ok, io chiamo Daniele e Mirko, tu Marco e Cristian”.

Dopo aver fatto le loro telefonate e aver avuto il benestare da parte di tutti, le ragazze rientrarono in agenzia e confermarono il tutto. La banconista chiese loro un acconto di 1000 euro e disse loro che il resto andava pagato una settimana prima del viaggio. Alessandra e Arianna lasciarono l’acconto e dopo aver preso i fogli con tutti i dettagli e un depliant di New York, lasciarono l’agenzia e tornarono a casa.

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14 Luglio 2007

ALESSANDRA:

PARTENZA!!! Alessandra è partita per le vacanze. Senza Daniele. Quindici giorni senza di lui. Si può fare. Destinazione? Bibione. Riviera adriatica, zona tranquilla, lontana dalle luci e dalla confusione della città e di Jesolo. La definizione tranquilla per le vacanze di Alessandra è molto relativa. Due settimane con due bambini, un maschio e una femmina, con rispettivamente otto e cinque anni, una nonna fissata, con la convinzione che alle otto si va tutti a dormire, e una sorella svogliata, non sono proprio rilassanti. I bambini sono i suoi cuginetti e lei si è assunta la responsabilità di tenerli con sé. Causa lavoro dei genitori.

L’appartamento era abbastanza grande, tanto da poter ospitare genitori e parenti nel fine settimana. Soggiorno con angolo cottura e divano letto doppio, due camere matrimoniali, entrambe con terzo letto e una camera con due letti singoli. Due bagni e il giardino.

Alessandra si appropria di una camera matrimoniale, decisa ad avere la sua privacy, decisione che è sfumata con la voglia di Rebecca di dormire con lei. Diciamo pure il capriccio e il pianto, cui Alessandra non resiste. Lei ama viziare i suoi cuginetti, in particolar modo Rebecca. Ha un debole per lei. Non che agli altri due voglia meno bene, però in Rebecca si rivede lei da piccola.

Nicola dorme con la nonna e sua sorella da sola.

La partenza è stata parecchio burrascosa, in macchina non ci stavano. Hanno portato tante di quelle cose da occupare tutta la macchina. Lo zio impietosito ha caricato con sé i due figli e la nonna, mentre Alessandra e la sorella sono salite da sole, e insieme si sono avviati a Bibione.

Dopo aver passato una mattinata a pulire e sistemare l’appartamento, con i due bambini che facevano tutto il contrario di quello che veniva chiesto, la famiglia si chiamò il pomeriggio di relax.

Pomeriggio al mare. Mare limpido, bello e pulito. Spiaggia non da meno. Tutto pulito. Il paradiso. Alessandra si sdraia sull’asciugamano e immersa nei suoi pensieri prende il sole. Sta pensando a Daniele. Cosa starà facendo? Mi starà pensando? Stava entrando in paranoia. Come evitare questo? Mah, l’unico metodo che le è venuto alla mente è stato il bagno.

Giocando con i bambini il pensiero di Daniele è volato via, insieme alla tristezza.

La sera sono usciti per un gelato e poi la stanchezza ha preso il sopravvento. Tutti a nanna.

La prima settimana è passata. I bambini sono felici, si divertono. Alessandra è felice di aver portato con sé i bambini, le fanno dimenticare i suoi pensieri, le sue preoccupazioni.

Il primo weekend molti parenti si sono riversati a Bibione, con l’obiettivo di farla diventare matta. Lei adorava i suoi parenti, ma a tutto c’era un limite. Erano arrivati i suoi genitori, e fin la tutto bene. Poi erano saliti i genitori dei suoi cuginetti, volevano vedere i figli, e Alessandra gli propose di fermarsi la notte, e nuovamente fin la tutto ok. Poi il terremoto. Senza preavviso era arrivata anche la sorella di sua madre, con marito e figlia, l’altra cuginetta di Alessandra, anche lei di cinque anni. C’è da dire che la bambina è un terremoto. Non sta mai ferma, e soprattutto non sta mai zitta. Inizialmente, l’idea degli zii era di fermarsi una giornata, o almeno a quanto dicevano loro, ma Alessandra sapeva che non era vero. Forse lo zio aveva questa intenzione, ma la moglie e la figlia sicuramente no, erano partite già da casa con l’idea di fermarsi. Il problema? Dove dormono? Bisogna rivoluzionare i letti. Alessandra si prende in camera con lei, oltre a Rebecca, Nicola, Cristina, l’altra cuginetta e la nonna. I bambini avrebbero dormito con lei sul letto matrimoniale, e la nonna sul letto singolo. I genitori di Alessandra invasero la camera di sua sorella. La camera dove prima dormiva la nonna, fu data ai genitori di Rebecca e Nicola, mentre gli ultimi arrivati furono sistemati in salotto, nonostante le smorfie della zia.

Fu un weekend tormentato, altroché riposo. Il lunedì finalmente si tornò alla normalità, rimasero in cinque, come la prima settimana e questo fu di aiuto, sia per la nonna, che non doveva cucinare per un esercito, sia per Alessandra, che poteva rilassarsi.

Purtroppo le vacanze passarono in fretta, arrivò il momento di tornare a casa, ma specialmente arrivò il momento di partire per l’America.

I giorni che seguirono il suo ritorno a casa furono molto frenetici, doveva prepararsi le valigie, doveva passare in agenzia a saldare il viaggio e doveva passare a salutare parenti e amici.

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21 Luglio 2007

ARIANNA

Arianna era depressa. Le sue non sarebbero state vere e proprie vacanze. Anzi, tutto il contrario. Lei come animatrice ACR aveva l’obbligo di partecipare a tutte le attività. Una di queste consisteva nel portare i suoi animati in uscita. Peccato che l’uscita sarebbe durata una settimana, e soprattutto che gli animati sarebbero stati 60.

I ragazzini erano in fermento, sarebbero andati una settimana in montagna senza i genitori.

I pensieri di Arianna però non erano rivolti all’uscita, ma erano proiettati due settimane più in là, alla partenza per l’America. Lei sperava che quest’avventura avrebbe fatto avvicinare a lei Marco. Eh sì, Arianna era innamorata di Marco. Si era innamorata di lui dal primo momento in cui l’aveva visto. Un colpo di fulmine.

Con questi pensieri Arianna salì nel pullman che l’avrebbe portata a Cortina.

Le sue speranze di poter passare quelle ore a dormire furono infrante, infatti, poco dopo la partenza, i ragazzini insieme agli altri animatori iniziarono a cantare, rovinando così i suoi progetti. Un’occhiata ammonitrice da parte del parroco la costrinse a cantare con gli altri.

Tre ore e mezzo dopo il pullman arrestò la sua corsa. I primi a scendere furono gli animatori e rimasero a bocca aperta. Si erano fermati davanti una casa.

Arianna si volse verso il parroco e lo fissò.

Accortosi degli sguardi fissi su di lui, spiegò ai ragazzi che non sarebbero stati in hotel.

La loro sistemazione era invece quella casa, dove le pulizie e soprattutto la cucina spettavano ad animatori e animati.

La depressione di Arianna aumentò nel sentire queste parole. Lei odiava cucinare. Infatti, a scuola non aveva scelto cucina, un po’ per l’odio e un po’ perché era completamente negata.

Con questi pensieri si avvicinò ai suoi amici, intenti ad assegnare le camere e i compiti ai ragazzini.

Quella settimana non sarebbe stata per niente semplice.

Erano già passati quattro giorni dal loro arrivo e Arianna era al limite della sopportazione. I ragazzini la stavano facendo uscire di testa.

Due giorni ancora e sarebbe tornata a casa. Si sarebbe potuta concentrare sul suo viaggio. C’erano le valigie da preparare, gli amici e i parenti da salutare.

Per quel viaggio aveva avuto dei dissapori con gli altri animatori, in special modo con Martina, la responsabile degli animatori. Martina era convinta che quel viaggio l’avrebbe definitivamente allontanata da loro. Le dava soprattutto fastidio che Arianna non ci sarebbe stata per un anno, infatti, con enorme faccia tosta, le aveva chiesto di rinunciare, per il bene del gruppo. Arianna era stata categorica, quella era un’opportunità che non capita a tutti ne capita tutti i giorni. Era da prendere al volo. Arianna conosceva il vero motivo di Martina. Martina non sopporta Alessandra. Il motivo? Alessandra non accetta il loro modo di fare, e l’ha detto in faccia a Martina. Inoltre, Alessandra è una ragazza a cui piace fare quello che vuole, e che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Le idee di Martina sono molto strane. Il sabato sera bisogna andare via con quelli del gruppo. Durante le feste deve esserci la presenza dei genitori, nonostante fossero tutti maggiorenni. Quando il gruppo chiama bisogna dire presente, il gruppo viene prima di ogni altra cosa. E soprattutto, puoi avere il ragazzo, ma non puoi avere rapporti con lui, al massimo un bacetto. Alessandra è contraria a queste cose. Lei ha ventuno anni e di certo non ha bisogno dei genitori per andare alle feste. Inoltre, se vuole andare a letto con il suo fidanzato, lo fa, se non vuole farlo non lo fa. Questo è poco ma sicuro. Arianna effettivamente condivide tutti i pensieri di Alessandra. Frequenta il gruppo per richiesta di sua madre, e soprattutto in ricordo del padre che lei ha perso da un paio d’anni, il padre era molto attivo in parrocchia e Arianna vuole seguire il suo esempio. Condividendo i pensieri di Alessandra, infatti, Arianna partecipa a molte feste insieme ai suoi amici, dove i genitori non ci sono, e ci mancherebbe altro. Nonostante sia sbagliato, Arianna inventa bugie per non uscire con il gruppo il sabato, ed esce con Alessandra e gli altri.

In definitiva, diciamo che Martina è convinta che stando per un anno in America, Arianna tornerà a casa cambiata.

Arianna è già cambiata, da molto tempo, infatti, il suo pensiero fisso in questo momento, è quello di riuscire a fare l’amore con Marco.

Con questi pensieri che l’accompagnavano, Arianna riuscì a superare gli ultimi due giorni. Fu felicissima di tornare a casa. Prima di scendere dal pullman, avvisò Martina e il parroco di non cercarla in quei giorni, sarebbe stata troppo impegnata a preparare le ultime cose.

Nonostante fosse seccata, Martina le disse che se non poteva fare diversamente andava bene, le raccomandò però, di ricordarsi di andarli a salutare e soprattutto di non fare cazzate in America. Di comportarsi sempre bene e di non seguire le idee degli altri, sottointeso c’era il nome di Alessandra.

I gironi che la separavano dalla partenza passarono velocissimi. Dopo aver salutato sua madre, salì sul treno, il treno dove cominciava la sua nuova avventura, e come tutte le avventure si sperava a lieto fine.

14 Luglio 2007

DANIELE

Daniele stava finendo di mettere i bagagli in macchina. Stava partendo per Asiago. I suoi genitori avevano affittato un piccolo appartamento nel centro del paese. Daniele avrebbe passato le sue vacanze camminando. Lui e suo padre avevano programmato molte escursioni. Non solo ad Asiago, ma anche nelle zone vicine. Avevano programmato una giornata a Cortina e una giornata a Pieve di Cadore. A entrambi piaceva moltissimo camminare e fare escursioni. A differenza di sua madre che aveva deciso di passare le giornate alle terme con la figlia minore.

Come non succedeva da qualche tempo, Daniele si accomodò nel sedile posteriore accanto alla sorellina, mentre sua madre occupava il posto accanto al padre. Daniele non era più abituato a sedersi dietro, poiché in macchina di Alessandra sedeva sempre davanti, e nella sua beh, anche.

Si girò verso il finestrino e rimase lì incantato, a guardare il paesaggio. Era incantato. Era così romantico. S’immaginò a come sarebbe stato portare lì Alessandra, la sua Ale.

L’amava, l’amava tantissimo. Non aveva il coraggio di dichiararsi. Aveva paura di essere respinto. Lei era la sua luce, senza di lei si sentiva perso. Non riusciva a pensare di perderla. Non voleva perderla. Mirko, senza complimenti gli aveva detto che era un cretino. Per non dire altro, aveva aggiunto l’amico. Secondo Mirko, Dani dove dichiararsi. Doveva dirle quello che provava. Lui non era convinto, pensava che l’amico sparasse tante cavolate. E intanto Mirko rideva sotto i baffi, lui non sparava cavolate, anzi diceva la verità, e non perché fosse veggente, ma perché sapeva tante cose, cose che Daniele non sapeva. Daniele non sospettava minimamente che l’amico fosse a conoscenza dei sentimenti di Alessandra.

Si disse che l’unico modo per non pensare alla lontananza era camminare, esplorando le zone, di sicuro avrebbe pensato meno a lei.

Era appena partito e già non vedeva l’ora di tornare, per vederla.

Era sicuro, o almeno sperava, che il viaggio in America lo avrebbe aiutato. Forse averla vicina ventiquattrore al giorno lo avrebbe fatto decidere a dichiararsi.

Passato il primo giorno a pulire, il secondo Daniele e il padre misero in atto il loro programma.

Partivano la mattina presto e tornavano la sera verso le sette. Camminavano per tutto il giorno, si fermavano solo per mangiare i panini che la madre gli preparava.

La sera Daniele era così stanco che si addormentava appena appoggiava la testa sul cuscino.

Se il momento di andare a letto era tranquillo, la notte per lui era tormentata. Sognava Alessandra, le prime notti erano incubi, o meglio un incubo. Sempre il solito. Lui si dichiarava, lei lo derideva e si allontanava con un personaggio famoso.

Dopo averlo fatto per tre notti, Daniele si decise a chiamare Mirko, aveva bisogno di essere rassicurato. Dopo che l’amico lo ebbe rassicurato, dicendogli che Alessandra non l’avrebbe mai fatto, e dopo averla sentita al telefono, il moretto si rilassò e i suoi sogni divennero più rilassati. Almeno fino a un certo punto, infatti, il primo fu un sogno tranquillo, gli altri furono sogni molto erotici, con lui e Alessandra protagonisti.

Basta, non riusciva più a stare senza di lei, doveva dichiararsi.

Due giorni prima di tornare a casa Daniele si concesse una giornata di riposo. Il suo passatempo preferito, quando deve riposare, è lo shopping. Dopo aver fatto un giro per i negozi, Daniele si fermò davanti a una gioielleria. Senza pensarci su, e con inaspettato coraggio, entrò. Attese il suo turno e chiese alla signorina di vedere degli anelli di fidanzamento. La giovane donna gli mostrò tutto quello che aveva e Daniele, dopo averli osservati bene, ne scelse uno. Scelse un Trilogy, inutile dire che spese un occhio della testa. A lui non importava, se lo poteva permettere, e poi voleva il meglio per lei. Dopo l’anello mancava solo il coraggio di dichiararsi. Una cosa lo consolava, quando si sarebbe dichiarato, lo avrebbe fatto alla grande. Già s’immaginava la scena, ristorantino romantico, cena a lume di candela, le luci soffuse. Inginocchiarsi davanti a lei, e chiedergli di essere la sua ragazza, la sua compagna, compagna per la vita.

Si tirò uno schiaffo in fronte, forse stava correndo troppo, intanto doveva svegliarsi e poi avrebbe pensato al resto.

Tornare a casa, tornare alla realtà fu un sollievo per lui, pensare che mancassero solo quattro giorni prima di partire lo rese felice.

Passò gli ultimi giorni a preparare le valigie, e poi prese il treno che portava in paradiso, pensando: AMERICA, STO ARRIVANDO.

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14 Luglio 2007

MIRKO

Anche Mirko sta partendo per le vacanze. Le sue speranze sono di rilassarsi prima di partire per l’America. Ha deciso di andare lontano, in Sardegna. Vuole stare tranquillo, e sa che se stava più vicino a casa non ci sarebbe riuscito. Non sarebbe riuscito a non correre dai suoi amici in caso di bisogno, e per quanto bene gli voleva, in questo momento voleva stare tranquillo. Avevano un anno per farlo impazzire. Mirko stava impazzendo, i suoi due migliori amici non si decidevano a dichiararsi e lui si trovava in mezzo. Si era stancato di sentire sempre la solita minestra. Alessandra gli diceva di essere innamorata di Daniele, Daniele invece gli diceva di essere innamorato di Alessandra. Entrambi dicevano di aver paura di essere respinti. Mirko si era perfino ritrovato a pregare che l’America risolvesse tutto. Era disposto a dormire nella vasca da bagno, purché i due testoni dormissero insieme. Avrebbe fatto di tutto pur di non dover sopportare quella situazione, ancora a lungo.

Torniamo alle sue vacanze, il suo desiderio più grande, in quel momento, fu esaudito. Il tempo era stupendo. La spiaggia era magnifica. L’albergo era superbo.

Avevano prenotato nel miglior villaggio della Sardegna, un villaggio di fama internazionale, il Fort Village.

Avevano pagato un occhio della testa, ma ne valeva veramente la pena. Era meraviglioso. Sembrava una piccola città, dentro aveva di tutto. Negozi, piscine e soprattutto, giravano delle ragazze niente male. In quel momento Mirko, desiderava sdraiarsi in spiaggia sotto il sole, e magari conoscere qualche ragazza. Giusto per avere un po’ di compagnia durante le vacanze. Sicuramente Alessandra e Arianna lo avrebbero chiamato porco, lui invece la definiva voglia di avere una storiella estiva.

Entrambi i suoi desideri si avverarono. E riuscì a far avverare un desiderio di Alessandra. Durante le due settimane, al villaggio, erano state ospiti alcune squadre di calcio, e alcuni calciatori singolarmente. Mirko, con discrezione, aveva chiesto l’autografo a ogni singolo calciatore, tutti dedicati alla sua amica. Oltretutto c’era anche la sua squadra del cuore, l’Inter, e Mirko sapeva quanto lei ci tenesse ad avere gli autografi, in special modo del suo idolo, Marco Materazzi. Certo, adorava anche gli altri calciatori, ma lui in special modo.

Ecco, aveva pensato all’amica anche mentre era in vacanza. Beh, non aveva potuto impedirlo, anche perché poche ore prima lo aveva chiamato Daniele, l’amico era disperato, aveva fatto un incubo e aveva paura che Alessandra lo deridesse, nel caso in cui lui si fosse dichiarato, niente da fare, l’amico era paranoico.

I desideri di Mirko che si sono avverati invece, sono stati quello di rilassarsi, infatti passava le giornate al mare, sotto il sole o in acqua. Il secondo desiderio invece, è stato quello di trovare una ragazza. Aveva conosciuto una ragazza francese, Justine, nonostante lui non capisse niente di francese, con lei era riuscito a farsi comprendere. La ragazza si era mostrata disponibile ad avere una storia con lui. Mirko era stato chiaro fin dall’inizio, lui non cercava una ragazza per la vita, voleva solo una storia finché si trovava in vacanza. Non era superficiale, era solo un ragazzo che voleva di divertirsi.

Beh, si era divertito, decisamente. Oddio, alla fine la ragazza gli aveva chiesto se aveva cambiato idea, e lui con estrema gentilezza le aveva detto che no, non l’aveva cambiata. Le disse che con lei si era trovato bene, però non era scattata la scintilla che porta le persone ad avere una storia.

La storia tra i due era durata due settimane. Ormai era giunta l’ora di tornare a casa, di tornare alla quotidianità. Era giunto il momento di prepararsi per partire, verso una nuova vita, con la speranza di trovare la donna della sua vita. Chissà dov’era nascosta.

L’ultimo pensiero prima di salire sul treno: AMERICA STO ARRIVANDO!!!

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14 Luglio 2007

MARCO E CRISTIAN

Jesolo, stiamo arrivando. Marco e Cristian hanno prenotato a Jesolo. Motivo? Jesolo è la città dei giovani, piena di discoteche, e per due ragazzi single è una mano santa.

Cristian è a caccia, Marco no. Marco ha una cotta per Arianna, non sa se Arianna sarà la donna della sua vita, però per lei prova qualcosa che va ben oltre l’amicizia.

Nonostante sappia i sentimenti dell’amico per Arianna, Cristian ha tentato di incoraggiarlo ad avere comunque una storiella estiva, risposta negativa. Marco non vuole.

Al posto del classico Hotel, i due avevano scelto di andare in campeggio.

Il motivo principale di questa scelta era legato alle ragazze, infatti, avevano deciso che se uno dei due, in questo caso Cristian, trovava una ragazza con cui passare la notte, Marco sarebbe andato a dormire in spiaggia, lasciando la roulotte all’amico.

Marco non aveva ancora capito che così facendo, avrebbe passato tutte le notti a dormire in spiaggia.

I due ragazzi passavano le giornate in spiaggia. Marco prendeva il sole, concedendosi qualche tuffo in acqua, Cristian invece faceva il galletto con le ragazze. I due avevano fatto amicizia con un gruppetto di ragazze. Avevano tutte diciotto anni. Erano anche carine, però Marco non aveva intenzione di provarci. Le ragazze rimasero deluse. Una di loro, Annalisa, una ragazza molto sicura di sé, sicura di piacere ai ragazzi, non voleva darsi per vinta. Il primo giorno che si erano conosciuti, la ragazza aveva cominciato a provarci con Marco. Il ragazzo aveva fatto finta di niente. Nel vedere che lei insisteva, le aveva parlato e le aveva detto chiaramente che non era interessato ad avere una storia, né con lei né con nessun’altra. Forse era stato un po’ brusco, ma credeva che così l’avrebbe allontanata. Speranza vana. La ragazza non si era arresa. Era abituata a ottenere tutto quello che voleva, era molto viziata e non accettava un no come risposta. Il secondo giorno, per farsi notare, si era messa a prendere il sole in topless, accortasi che Marco neanche la guardava, si era infuriata e si era avvicinata a lui, appoggiandosi al braccio e facendo sventolare le sue grazie davanti ai suoi occhi. Non ottenne l’effetto desiderato. Marco la allontanò con gentilezza e si sdraio a prendere il sole. Annalisa era furiosa. Odiava essere ignorata.

Passò la prima settimana e la situazione non era cambiata. Annalisa aveva provato di tutto, si era intrufolata nella roulotte di Marco, e non aveva avuto fortuna, aveva trovato Cristian. Marco era uscito per una passeggiata, e lei per la rabbia era stata con Cristian. Marco, come avesse capito che Cristian era con una ragazza non rientrò. Passò la notte in spiaggia.

Il giorno dopo vide la ragazza e lei, sperando di farlo ingelosire, gli disse che aveva passato la notte con il suo amico. Marco, le rispose che per lui, lei poteva fare quello che voleva, a lui non interessava.

La ragazza non ci vide più e lo offese, gli disse che probabilmente era omosessuale, siccome la snobbava. Gli sputò in faccia il suo rancore, dicendogli che gli mancava qualcosa. Marco, furioso, decise di mettere le carte in tavola. Le urlò contrò di tutto. Le disse che era una donna dai facili costumi, esagerò con i toni e le diede della prostituta. Le disse che lui era innamorato di un’altra, e che non voleva avere niente a che fare con le altre donne. Soprattutto con le ragazze viziate e presuntuose. Annalisa era rimasta allibita, mai nessuno le aveva risposto così. Infuriata, se ne andò. Non solo sparì dalla vista di Marco, la ragazza tornò a casa sua.

Cristian dalla sua parte riteneva che Marco avesse esagerato. No nel rifiutare la ragazza, ma nel darle della prostituta. Lui l’aveva conosciuta, aveva passato la notte con lei, e lo pensava. Pensava però che dirglielo in faccia fosse stato esagerato.

Da parte sua Cristian, aveva passato delle bellissime vacanze, si era divertito, come dovrebbe fare un normale ragazzo della sua età. Aveva conosciuto tante ragazze e non si vergognava a dirlo, se le era portate a letto. Lui non si riteneva ancora pronto ad avere una storia seria. Sia perché non aveva ancora conosciuto una ragazza capace di fargli battere il cuore, sia perché si sentiva troppo giovane. Il suo motto era Carpe Diem, cogli l’attimo. Lui era fedele al motto, lui coglieva l’attimo, appena gli si presentava una ragazza davanti non se la lasciava scappare. Avrebbe capito da solo quando era il momento di cogliere l’attimo per la donna della sua vita.

Anche a Jesolo gli ultimi giorni erano passati, erano stati tranquilli per entrambi i ragazzi.

Ormai era giunta l’ora di tornare a casa, era ora di preparare i bagagli per partire. AMERICA, STIAMO ARRIVANDO!!!

Bene, siamo arrivati alla fine di questo capitolo.

Devo ammettere che è stato poco discorsivo, per questo un po’ più difficoltoso del precedente.

Speriamo che vi sia piaciuto.

Vi chiedo solo una cosa:

RECENSITE…

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Capitolo 3
*** America... ***


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Finalmente il giorno tanto atteso è arrivato.

I nostri amici stanno per partire. Destinazione America.

Dopo quindici giorni di vacanza, i nostri amici si sono ritrovati alla stazione di Mestre, pronti a prendere il treno per Milano, dove il giorno successivo avrebbero preso l’aereo.

Arianna e Alessandra erano arrivate alla stazione con un paio d’ore d’anticipo rispetto all’orario di partenza.

Motivo? Non vedevano l’ora di partire.

Gli altri ragazzi sarebbero arrivati nell’arco di un’oretta.

Sarebbero arrivati con lo stesso treno, treno che per sfortuna era in tremendo ritardo. Infatti il tabellone degli arrivi segnava che il treno proveniente da Bassano del Grappa, sarebbe arrivato con un’ora di ritardo rispetto al previsto.

Le due amiche decisero di concedersi un caffè al bar, quando il cellulare di Arianna squillò.

“Pronto” disse Arianna

“Ciao Arianna” rispose una ragazza, che Arianna riconobbe essere Martina

“Ehilà, ciao Martina, dimmi tutto!”

Martina sapeva che Arianna sarebbe partita quel giorno, eppure ebbe la faccia tosta di far finta di nulla.

“Ascolta, noi oggi ci troviamo per vedere un film, qui in parrocchia, ci saremo tutti, anche i gruppi di Scorzè e Marcon. Ti aspettiamo per le 17.00, anche perché c’è qualcuno che non vede l’ora di vederti” disse Martina

“Martina, mi stai prendendo in giro? Lo sai che oggi parto. Io ora sono in stazione, tra un paio d’ore ho il treno per Milano, dove domani mattina prenderò l’aereo per l’America! E poi scusa, chi è che voleva vedermi?”

“Oddio, scusa mi sono dimenticata … certo che potresti prendere un treno più tardi e passare il pomeriggio con noi.!” Disse con grande faccia tosta Martina “ e poi c’è Lorenzo che vuole assolutamente vederti. È qui fuori, e prima mi ha confidato che vorrebbe tornare insieme a te.

Quando poi, gli ho detto che a giorno saresti partita per l’America è andato su tutte le furie, e a ragione poi. Dice che sei stata consigliata male, e che non dovresti partire. Lui non vuole che tu parta. Dai Ari, torna a casa. Di ai tuoi amici che non puoi partire, perché non è la tua vita quella. La cosa giusta che puoi fare è quella di tornare qua, e continuare a dedicarti al gruppo, come hai sempre fatto!”

Arianna era allibita, Martina aveva una gran faccia tosta a chiederle di rinunciare al suo viaggio, per il gruppo e per quello stronzo di Lorenzo, l’unico ragazzo che Martina abbia mai approvato. La motivazione? Perché è un ragazzo che frequenta la parrocchia, e quindi con sani principi e con l’educazione che gli vieta di far sesso prima del matrimonio.

Balle!!! Pensava Arianna. Quel ragazzo era peggio di tante altre persone. L’aveva tradito non so quante volte, più volte le aveva proposto sesso di gruppo, e quando lei, una sera, si era rifiutata di far l’amore con lui, il ragazzo aveva dato di matto e aveva tentato di forzarla.

Lei di certo non sarebbe mai più tornata con questo bastardo. Ed era intenzionata a dirlo anche a Martina, e soprattutto era intenzionata a farle capire che quella era la sua vita e lei non doveva interferire. L’avrebbe fatto ora, visto che ne aveva l’occasione. Intanto al di la della cornetta Martina continuava a parlare, aveva già passato il limite da un pezzo, ma in quel momento stava offendendo Alessandra e i suoi amici. Chiamandoli drogati, dando a lei della puttana. Arianna stava scoppiando, ma come diavolo si permetteva di parlare in quel modo.

Prima di tutto, nel momento in cui avesse riattaccato il telefono, Arianna avrebbe chiamato Francesca, la sorella di Martina. Una persona molto più aperta della sorella, soprattutto perché lei, nonostante frequentasse la chiesa, aveva un modo di pensare molto diverso. Non esitava a farsi qualche canna la sera, e soprattutto non amava andare con i ragazzi, lei andava con le ragazze. Solo che Martina non lo sapeva, altrimenti sai che putiferio. Come si dice, prima di guardare gli altri, bisogna guardare a casa propria.

“Martina, scusami se ti interrompo. Cominciamo dal principio, allora, tanto per cominciare io non ho nessuna intenzione di tornare a casa. Questa è la mia vita, e decido io cosa fare. Ho deciso di partire per l’America, per vivere una nuova esperienza, e di certo non mi faccio fermare dalle tue parole. Seconda cosa, non ho intenzione di prendere il treno dopo per venire a vedere un film. Ho intenzione di prendere lo stesso treno dei miei amici. Terza cosa, non mi interessa niente se li c’è Lorenzo, io non lo voglio vedere, non mi interessa più, per me è una storia che è finita da mesi.

Non lo amo e non l’ho mai amato. E non mi interessa di quello che dici tu, io sto con chi voglio io. Sono innamorata di un altro, e di certo non tornerò con Lorenzo per fare un piacere a voi. Quarta cosa, Martina, la vuoi piantare di sparare merda su Alessandra e gli altri? Sono miei amici, e sono molto più maturi di voi. Solo perché lei non vuole ascoltare ciò che dici, non significa che sia una puttana o una drogata. È semplicemente una persona che ha le sue idee e le rispetta, senza farsi calpestare dagli altri. Ultima cosa, pensa alla tua di vita. Non hai un ragazzo, non hai un lavoro, non hai amici. Perché i ragazzi del gruppo non si possono definire tali. Esci, trovati qualcuno, cosi imparerai a non stressarmi. Ora ti saluto, devo andare, ho altre cose a cui pensare.!” Disse Arianna, per poi riattaccare il telefono.

Alessandra al suo fianco, aveva sentito tutta la conversazione, e ora rideva a crepapelle.

Dall’altra parte della cornetta invece, Martina era rimasta allibita dalla risposta di Arianna. Quell’Alessandra, era tutta colpa sua. Non perse tempo. Chiamo Lorenzo e gli spiegò tutta la situazione. Lui disse che avrebbe fatto cambiare idea ad Arianna. Propose però di lasciarla partire per il momento, di lasciarla fare, giusto per darle l’illusione che può decidere della sua vita, poi ci avrebbe pensato lui.

STAZIONE DI VENEZIA – MESTRE

Ore 16.00

Il treno EuroStar Italia, delle ore 16.03, in partenza per Milano Centrale, è in arrivo al binario 3.

La ragazza al microfono annuncia l’arrivo del treno.

I ragazzi attendono che il treno arresti la sua corsa, e una volta aperte le porte, si affrettano a salire.

Hanno trovato subito i posti a loro assegnati, e dopo aver sistemato i bagagli, si sono accomodati.

- Due ore da passare seduti in treno - questo il pensiero di Marco guardandosi intorno. Vide Alessandra, intenta a leggere, classico. Daniele, Mirko e Cri ascoltavano musica, e Arianna guardava dal finestrino. Chissà, forse avrebbe potuto parlare un po’ con lei.

STAZIONE DI MILANO CENTRALE

Ore 18.00

Il treno ha arrestato la sua corsa. I nostri amici scendono e si avviano all’uscita della stazione.

“Cazzo” esclama Alessandra “Ci siamo dimenticate di prenotare una macchina che ci portasse all’albergo.”

“Non ti preoccupare” le disse Mirko “ Prenderemo un taxi”

“Lo so, ma avevo organizzato tutto e questo mi è sfuggito, avrei dovuto pensarci” rispose lei con voce dispiaciuta.

“Piantala di dire cretinate” le disse Daniele “Hai fatto tutto tu, organizzato tutto alla perfezione, non c’è motivo di disperarsi per un taxi, può capitare a chiunque. Pensa se avessi organizzato io, o peggio Mirko, a quest’ora saremo finiti in Giappone anziché in America” continuò facendo un sorriso

“Ehi” esclamò con un tono seccato Mirko

Per evitare che andassero avanti a litigare, Marco si avviò verso i taxi parcheggiati al di fuori della stazione di Milano.

I sei amici presero due taxi e raggiunsero l’Airport Motel.

Erano affamati e stanchi.

Dopo aver portato i bagagli in camera, decisero di scendere nel ristorante dell’albergo e mangiare qualcosa.

Dopo cena, e il bacio della buonanotte si ritirarono a coppie nelle camere.

Non erano proprio le coppie da loro desiderate, ma per quelle ci sarebbe sicuramente stato tempo.

Alessandra dormiva con Arianna, Daniele dormiva con Mirko, mentre Marco e Cristian dormivano nella terza camera.

Daniele avrebbe voluto dormire con Alessandra quella sera, era tentato di chiederle di dormire insieme, ma all’ultimo istante gli era mancato il coraggio di farlo.

Strinse dentro la tasca dei pantaloni l’anello che le aveva prese e andò nella sua camera. Era disperato! Non ce l’avrebbe mai fatta a dichiararsi.

Quella notte qualcuno la passò sveglio.

Povero Mirko … Aveva dovuto subirsi le paranoie del suo migliore amico, per l’ennesima volta. E per l’ennesima volta gli aveva spiegato che doveva prendere il coraggio e dichiararsi, perché sicuramente Alessandra l’avrebbe ricambiato.

“Dani, ascoltami un attimo. Sicuramente, a parer mio, Alessandra ti ricambia. Credo di non sbagliare nel dirlo.

Nel caso in cui lei non ti ricambiasse non è un dramma. Non devi aver paura di perdere la sua amicizia, forse nei primi istanti sarà un po’ fredda, ma poi, pian piano, si riavvicinerà a te.”

“Ecco vedi, anche tu pensi che lei si allontanerà da me”

“Allora dimmelo che parlo per niente. Ti ho detto nel caso in cui … E sono sicuro che non succederà mai. Anzi, mi immagino già, tra qualche anno, voi due, in abito da sposa.”

“Magari!” rispose Daniele, cercando di immaginare quel momento.

“Ti avviso Dani, dopo tutto quello che ho dovuto ascoltare, e dopo tutte le tue paranoie, il minimo che tu possa fare è quello di farmi fare da testimone al matrimonio.” Concluse Mirko sorridendo “E ora dormiamo, altrimenti domani mattina sembreremo due zombie”

I due amici si addormentarono praticamente subito e si svegliarono altrettanto velocemente. Nessuno dei due si era accorto che si erano addormentati alle quattro. Infatti alle sette la sveglia suonò. O meglio, si presentò alla porta. Nei panni di Alessandra, che si era preoccupata non vedendoli a colazione. E a ragione, i due dormivano ancora.

Si lavarono e vestirono alla velocità della luce, scesero nella hall, e riuscirono a consumare giusto un caffè, prima di recarsi in aeroporto.

Una vettura li attendeva fuori dall’hotel per portarli a Malpensa.

Arrivano nel parcheggio dell’aeroporto in una ventina di minuti.

Due ore dopo erano in volo per New York. Erano in volo per il sogno di una vita, e per una nuova vita.

Arianna era contenta di essere partita, ed era anche contenta di aver finalmente detto a Martina tutto quello che pensava.

Povera Martina … chissà quanto c’era rimasta male.

Stronza, lei e anche Lorenzo. Arianna ancora non ha capito cosa vuole lui dalla sua vita.

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NEW YORK – AEROPORTO J.F. KENNEDY

Ore 4.00

Arrivarono a New York verso le dieci di sera, ora italiana. Alle quattro del pomeriggio, ora americana.

Oddio … finalmente erano li, soli.

Impiegarono un’altra ora per ritirare i bagagli e per passare al controllo. I controlli erano diventati più severi, da quando vi erano stati attacchi.

Con i loro bagagli la comitiva si recò all’uscita dell’aeroporto. I nostri amici rimasero sbalorditi.

L’aeroporto era enorme.

Presero un paio di taxi, e un’ora dopo erano davanti alla casa, consapevoli che da quel momento sarebbe iniziato un altro capitolo della loro vita.

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CASA TONELLO - AMERICA

I suoi cugini le avevano dato le chiavi della casa, e le avevano assicurato che la casa sarebbe stata in ordine, e soprattutto la dispensa sarebbe stata già riempita.

La promessa era stata mantenuta, in parte però.

Infatti, la casa doveva essere vuota, tranne che per un’amica dei suoi cugini, che doveva provvedere a pulire la casa una volta la settimana.

Purtroppo non era così. La donna non era in casa, in quel momento, sarebbe passata il mercoledì della settimana seguente per fare le pulizie. Eppure in casa c’era un’altra persona.

Una giovane donna, americana ad occhio, sui 25 anni, mora. Alessandra non aveva idea di chi fosse. La donna si avvicinò a loro con fare minaccioso e intimò ai ragazzi di andarsene immediatamente, altrimenti avrebbe chiamato la polizia.

La risposta di Alessandra non si fece attendere. In un inglese corretto la ragazza le disse:

“Si dia una calmata signorina, noi non andiamo da nessuna parte, quella che dovrebbe andare via è lei. Questa è proprietà privata, ora prenda le sue cose e se ne vada.”

“E tu chi saresti ragazzina per dirmi di andarmene? Questa non è casa tua, chi sei?” abbaiò furiosamente la donna.

“Sono la cugina di Michele e Francesco, i proprietari di questa casa”

La donna rimase allibita. Questa non se l’aspettava.

“Non mi interessa chi sei. Te ne devi andare, questa è casa mia.”

“Non credo proprio signorina. Il testamento di mio zio, diceva che la casa era dei suoi figli, e non mi sembra che lei ne faccia parte.”

“Non mi interessa cosa diceva il testamento, io ho vissuto qua per anni con suo zio, e di certo non ho intenzione di andarmene ora.”

Alessandra senza perdere altro tempo, prese il cellulare e compose il numero del cugino.

“Pronto!” disse una voce squillante

“Michi, ciao, sono Alessandra”

“Ehi Ale, come va? Sei arrivata? Tutto bene?”

“Siamo arrivati, si. Non va tutto ok però, c’è qualcosa che non torna.”

“Dimmi Ale, cosa succede?”

“Michi, c’è qui una donna, dice che questa è casa sua e che noi dobbiamo andarcene.”

“Come si chiama?”

“Non lo so, so solo che è alta, mora, e avrà al massimo 25 anni”

“Cazzo!” esclamò il cugino” Quella è la ragazza che stava con mio padre, era con lui quando morì. Mio padre non le ha lasciato nulla e lei per vendetta si è stabilita nella casa. L’abbiamo mandata via, però a quanto pare è tornata. Quella volta le era stato detto dalla polizia, che se fosse rientrata in quella casa, l’avrebbero portata dentro. Ora lo faranno. Tu non ti preoccupare, dieci minuti e la polizia sarà li.”

“Come fai a chiamarli tu da li?”

“Semplice. Alla polizia lavora un vicino di casa. Sono in contatto con lui, basta chiamarlo e la farà portare via.”

Dopo gli ultimi saluti, Alessandra riagganciò e il cugino si affrettò a chiamare la polizia.

Non passarono neanche dieci minuti che la il campanello suonò.

Alessandra, ignorando la donna, e comportandosi da padrona di casa, raggiunse la porta e l’aprì. Si trovò davanti due uomini in divisa:

“Good Evening Miss” le dissero in inglese i due uomini “Ci voglia scusare per il disturbo, ci manda il signor Tonello, dice che c’è un intrusa in casa” continuarono i poliziotti.

Alessandra si spostò leggermente e lasciò intravedere la donna che stava ferma sulla porta.

Era furiosa, non si aspettava che sarebbero arrivati i figli di Pippo, l’uomo con cui aveva condiviso la casa. Lo aveva conosciuto alcuni anni prima, lei appena maggiorenne, lui ormai anziano. Aveva capito subito che l’uomo era pieno di soldi, e sembrava non avesse una famiglia. Furba come non mai, si era avvicinata a lui, e gli aveva fatto credere di essere innamorata, convinta che una volta che lui fosse morto, le avrebbe lasciato tutte le sue cose. Pippo non le aveva mai parlato di avere figli, ma soprattutto era stato attento a non farle intendere che non le avrebbe lasciato nulla.

Pochi giorni dopo la sua morte, la donna si era vista entrare in casa due giovani che reclamavano la proprietà. Si era imbestialita, ma per nulla purtroppo, il testamento dell’uomo parlava chiaro, a lei non aveva lasciato nulla, aveva lasciato tutto ai suoi figli. Era stata cacciata da quella casa e minacciata che se vi avesse rimesso piede sarebbe finita dietro le sbarre. Lei non aveva dato retta a queste parole, e pochi giorni dopo la partenza dei due ragazzi, la donna era ritornata dentro quella casa. Per diamine, quella era casa sua. Ci aveva vissuto per anni e non aveva di certo l’intenzione di ritornare a vivere nei quartieri poveri di New York. Lei meritava di meglio, una vita agiata, nel lusso.

Purtroppo quella ragazzina aveva rovinato tutto. Era riuscita a scamparla per un anno e in pochi istanti pouff… il suo sogno era svanito.

I poliziotti le si avvicinarono e le spiegarono che doveva andarsene da li, in quanto la proprietà apparteneva ai figli del precedente proprietario, e in questo momento era stata data in uso alla cugina.

Le dissero che avrebbe dovuto seguirli in centrale, in quanto quella era violazione di domicilio.

Lei iniziò a urlare come una pazza, dicendo che loro non si potevano permettere di mandarla via, nessuno lo poteva fare, quella era la sua casa, sua e di nessun’altro.

Al diavolo i figli di lui.

I poliziotti dovettero prenderla e metterle le manette, in quanto la donna minacciava loro di fare del male.

Prima di uscire e caricarla in macchina, i due agenti, promisero ad Alessandra che non avrebbero più rivisto la donna, in quanto, l’avrebbero trasferita in un altro stato, vietandole l’ingresso a New York, sicuri che la donna si sarebbe presto rifatta una vita, e avrebbe trovato un altro pollo a cui spennare i soldi.

Alessandra era allibita.

Si era aspettata un arrivo tranquillo, e invece…

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