Il coraggio di tornare

di Potteriana_V
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La festa- parte I ***
Capitolo 3: *** La festa- parte II ***
Capitolo 4: *** The day after ***
Capitolo 5: *** Thoughts and fun ***
Capitolo 6: *** Azione e reazione ***
Capitolo 7: *** Misteri e risvegli ***
Capitolo 8: *** La notte ***
Capitolo 9: *** Il matrimonio- Parte 1 ***
Capitolo 10: *** Il matrimonio- Parte 2 ***
Capitolo 11: *** L'appuntamento ***
Capitolo 12: *** Il caso ***
Capitolo 13: *** Indagini e festeggiamenti ***
Capitolo 14: *** Mattina e sera ***
Capitolo 15: *** Sorprese ***
Capitolo 16: *** Il ricevimento ***
Capitolo 17: *** Work Hard ***
Capitolo 18: *** Ricerche ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La ragazza si smaterializzò a qualche centinaio di metri dalla sua meta, così da potersi godere i raggi tiepidi del sole sulla sua chiara pelle e godere così di qualche minuto di solitudine nella sua tensione per poi tornare alla sua solita aria distaccata. Aveva terminato un turno notturno, ma doveva essere carica per la giornata che avrebbe dovuto affrontare.                                                                                                                      
Un qualsiasi passante non avrebbe mai potuto notare alcun segno di emozione a turbare il volto e la postura della giovane, che camminava sicura avvolta da un elegante tubino verde menta e con ai piedi dei sandali dal tacco altissimo, ma che lei calzava quasi come fossero delle scarpe da ginnastica. Sicurezza; ecco cosa traspariva da quella figura elegante che arrivò di fronte un condominio elegante che si trovava a metà tra la Parigi magica e quella babbana. Entrò, attraversò l’atrio accompagnata dal rimbombo dei tacchi sul marmo e prese l’ascensore diretta all’ultimo piano che ospitava l’attico. Mentre infilava le chiavi nel portone in legno scuro sentiva dall’altra parte rumori di posate “bene almeno sono sveglie” pensò.                          
-Sono a casa- disse mentre lasciava le chiavi sul mobiletto all’entrata in compagnia di altri due mazzi che appartenevano alle sue coinquiline. Sorrise pensando a come già solo quei piccoli ammassi di metallo potessero dire così tanto di loro, del loro legame ed anche delle loro differenze. Tutti e tre i mazzi contenevano la chiave delportone dell’appartamento e quella dei rispettivi armadietti al centro Auror, a distinguerli invece erano i portachiavi: il suo era una piccola riproduzione argentata di un tulipano, uno era una palla pelosa fucsia simile ad una puffola pigmea e l’ultimo una miniatura di una piuma.                                               
 -Io sono in cucina- la voce la ridestò dai suoi pensieri. Arrivata in cucina seduta mentre sorseggiava un te verde e dava un’occhiata ad una delle tante riviste di nozze sparse ormai nell’appartamento da mesi, c’era una la sua amica d’infanzia. Notando che indossava un vestito rosso fuoco tirò un sospiro di sollievo: "almeno una delle due era pronta."                                                                                                                                                 
 -Buongiorno Daph. Com’è andato il turno? Hai già fatto colazione?- chiese la ragazza dopo aver alzato lo sguardo nella sua direzione, pronta già a mettere sul fuoco il bollitore o la caffettiera per la sua amica: dopotutto erano colleghe, sapeva quanto i turni di notte potessero essere stancanti.

La bionda si sedette al posto di fronte e liberò i piedi dalle scarpe che, nonostante l’incantesimo contro il dolore, iniziavano a dare i primi segni di cedimento dopo una notte di lavoro.

-Tutto bene a parte qualche ubriacone che tenta di lanciare incantesimi di fronte a babbani e qualche ragazzino sprovveduto. Metti su la caffettiera per favore. Lei lo ha bevuto?- disse indicando con la testa la camera aldilà del muro. Le ciocche del caschetto si mossero insieme al volto di Pansy che scosse la testa in senso negativo.

-Beh allora mettilo così lo troverà già pronto ed eviteremo di fare tardi.-

-Ma se sono ancore le otto ed un quarto… l’appuntamento è alle nove! L’atelier è a due passi, non abbiamo neanche il bisogno di smaterializzarci- disse la mora dando le spalle alla sua amica per mettere la caffettiera sul fuoco.

-Pan perché stavi guardando quei vestiti da cerimonia fucsia?- chiese Daphne con uno sguardo inquisitore dopo aver lanciato uno sguardo alla rivista lasciata sul tavolo dalla coinquilina.

-Dai, perché dobbiamo scegliere quei colori pastello, sono così spenti!- fece lei voltandosi per guardare l’amica con lo stesso sguardo che poneva ai genitori quando da bimba voleva l’ennesimo regalo costoso.

-Perché sono la sposa e sono io a scegliere i vestiti per le mie testimoni e ad assicurarmi che i colori da loro scelti non li facciano somigliare alla Umbridge.- disse lei col tono di chi non ammette repliche. Il caffè iniziava ad uscire e a lasciare il suo aroma per tutta la cucina.

-Non tornare ad usare la scusa della sposa, noi indosseremo quei vestiti e dobbiamo sentirci a nostro agio. Vediamo cosa ne pensa…- ma venne interrotta prima che potesse finire la frase.

-Cosa ne pensa chi?- appoggiata allo stipite della porta con dei pantaloni a palazzo di lino beige ed un leggero top bianco Hermione Granger guardava divertita le sue coinquiline intraprendere l’ennesima discussione riguardante gli abiti. Spense il fuoco, prese due tazze per poi versarvi il caffè e porgerne una a Daphne che la ringraziò con un sorriso.

Hermione si sedette e continuò a guardare le coinquiline discutere.

Eccole, Hermione Granger, Daphne Grengrass e Pansy Parkinson insieme sedute al tavolo della cucina del loro appartamento, se qualcuno le avesse descritto questa scena 5 anni prima sicuramente si sarebbe preso una fattura oltre a tante cattive parole. Eppure eccole lì, coinquiline ormai da quasi tre anni, amiche da quattro.
 

INIZIO FLASHBACK

Appena finita la guerra Magica lei e i suoi coetanei si erano trovati ad un bivio: continuare gli studi o introdursi nel mondo del lavoro. Hermione era ancora indecisa poiché l’idea di una propria indipendenza la intrigava ma si sentiva di dovere portare a termine il percorso di studi prima di fare questo passo; l’unica cosa che la frenava era che per fare tornare Hogwarts com’era prima, con ogni angolo impregnato di magia, non ci sarebbe voluta una sola estate ma anni di lavoro di maghi esperti, perciò tutti gli studenti inglesi vennero deviati tra Durmstrang e Beauxbatons. Questa causa logistica e le pressioni dei suoi amici la avevano convinta a rimanere in Inghilterra. Si era trasferita in un piccolo appartamento con Ron, che ormai era il suo fidanzato, ed aveva iniziato a frequentare l’accademia per diventare Medimago al San Mungo, mentre il ragazzo si era affiancato a George nella gestione dei Tiri Vispi Weasley. Le ferite della guerra non si erano ancora rimarginate, ma sembrava che tutto stesse tornando alla normalità e che ormai potessero godersi la vita in pace alla ricerca di quella tranquillità e felicità che ormai sembravano così lontane. Tutto sembrava al suo posto… fino a quel giorno.

Era il 15 Agosto quando Hermione era appena tornata a casa da una estenuante giornata all’ospedale, perché essere matricole non era di certo facile e per arrivare in alto senza l’aiuto della sua fama avrebbe dovuto sgobbare per un bel po’, quando chiudendo il portone aveva sentito degli strani rumori provenire dalla camera da letto. Era accorsa velocemente convinta che Ron fosse colpito dall’ennesimo incubo o da qualche malore, ma quando arrivò all’uscio della porta semichiusa capì che quei gemiti non erano dovuti ad una sofferenza. Dallo spiraglio della porta lo aveva trovato nudo steso sul loro letto con sopra di lui quella che riconobbe essere Samantha, la ragazza che faceva le pulizie al negozio.

-Si Sam… continua così- diceva con gli occhi pieni di desiderio mentre teneva i fianchi della ragazza per darle un ritmo ancora più deciso, mentre la bionda sospirava e gemeva su di lui. Fu così, nascosta dietro quel pezzo di legno che sentì il suo ragazzo toccare l’apice con un'altra donna, appellando tutto il sangue freddo che aveva per capire come meglio muoversi.

-Allora quando le parlerai?- squittì Samantha con la voce ancora affannata mentre accarezzava la guancia al ragazzo ormai steso accanto a lei.

-Al più presto possibile, non la sopporto più. Ogni volta che sto con lei penso a te.- disse il rosso con gli occhi chiusi mentre si godeva quel momento -Penso che ne parlerò con lei questo fine settimana, devo trovare il momento giusto…-

-Non devi trovare un bel niente Ronald.- Hermione non seppe mai spiegare come fosse riuscita a mantenere un tono così distaccato mentre dentro di lei tutto andava a pezzi.

-Hermione cosa ci fai qui? Non è come credi.- disse Ron dopo un attimo in cui si era reso conto di ciò che stava accadendo, guadagnandosi uno sguardo sconcertato dalla ragazza stesa accanto a lui.

-E’ come credo ed anche peggio. Non voglio sentire niente. Tornerò tra mezz’ora e al mio ritorno voglio che qualsiasi oggetto che mi possa ricordare te o il tempo perso per venirti dietro sia scomparso.- e si smaterializzò mentre il rosso cercava di fermarla non ancora cosciente della nudità sua e di Samantha.

Grimmould Place. Si era smaterializzata a casa di Harry e Ginny.

Il Salvatore del mondo Magico le aveva aperto ed appena l’aveva visto Hermione gli si era buttata addosso in lacrime, sfinita da tutto quell’autocontrollo che aveva dimostrato. Aveva iniziato a raccontare tutto all’amico che la ascoltava accarezzandole la testa in silenzio. In quel momento era scesa Ginny che l’abbracciò in silenzio senza chiedere spiegazioni. Se fosse stata lucida si sarebbe preoccupata: da quando Ginny Weasley non chiedeva spiegazioni? Annebbiata dal tutte le emozioni che la sovrastarono e dai singhiozzi che la scuotevano non si era resa conto di niente. Quando sentì una smaterializzazione e, aprendo gli occhi, si ritrovò di fronte Samantha che Hermione non capì più nulla e, guardando l’espressione confusa di Harry e quella tesa e rigida di Ginny che capì.

Ginny sapeva. Si staccò da Harry che era rimasto senza parole e fece due passi indietro.

-Herm posso spiegare.- disse la rossa con un tremolio nella voce.

-Cosa devi spiegarmi? Tu sapevi?- chiese lei scossa ancora dai singhiozzi ma con lo sguardo carico di rabbia.

Il silenzio di quella che una volta riteneva la sua migliore amica disse tutto. Uscì da quella casa che l’aveva accompagnata in tanti momenti e corse via senza dare la possibilità a Ginny di spiegarsi e senza sentire la furiosa lite che nasceva tra lei ed Harry. Corse via e, quando il fiato cominciava a mancarle iniziò un temporale estivo. Camminò fino a casa sua incurante dei vestiti fradici, sperando che l’acqua potesse riempire quel vuoto che sentiva dentro.

Arrivata a casa la trovò silenziosa. Ron era già andato via, portandosi dietro tutto ciò che gli apparteneva e senza nemmeno provare a dare spiegazioni.

“Vigliacco” fu l’unica parola che Hermione riuscì a pensare, prima di appoggiarsi al muro e scivolare per terra.

Il sole mattutino la trovò stesa sulle fredde mattonelle, con i vestiti ormai asciutti grazie al caldo che aveva investito Londra in quei giorni. A svegliarla da quel sonno disturbato dai pensieri e dalla posizione scomoda fu un gufo intento a beccare la finestra del salotto. Hermione si avvicinò per prendere la lettera che portava e dopo avergli dato un biscotto volò via.

La riccia non riconobbe subito la scrittura, ma dopo aver letto qualche riga le nacque un sorriso sincero ma spento sulle labbra. Era la professoressa McGrannitt che le chiedeva di valutare nuovamente la proposta di Madame Maxime di continuare gli studi a Beauxbatons perché “ nonostante la bravura in qualsiasi cosa facesse, la strega migliore della sua età non poteva non terminare gli studi”.

FINE FLASHBACK

Fu proprio in quella scuola che la riccia si trovò come compagne di stanza le due ex-Serpeverde che dopo la guerra erano completamente cambiate e, mettendo da parte le divergenze con non poche difficoltà, erano diventate colleghe e coinquiline. Quelle due serpi erano gli unici contatti fissi che aveva con il suo vecchio mondo dopo di quell’estate,  oltre a Neville che passava spesso dalla Francia alla ricerca di qualche radice o pianta particolare e ad Harry col quale si scambiava qualche lettera ma che non aveva più rivisto, non aveva più accettato l’idea di rivedere Ginny e sapeva che loro fossero inseparabili. Quelle due erano state una ventata di aria fresca per lei, così diverse ma allo stesso tempo così uguali a lei, ed era grazie a loro che era riuscita a rialzarsi anche se per fidarsi aveva impiegato un po’. Terminati gli studi nessuna delle tre aveva deciso di tornare in Inghilterra per lo stesso motivo: non volevano rivivere un passato doloroso, che poi questo dolore fosse causato da famiglia, amici o uomini questo era un altro discorso. Erano così diventate colleghe Auror; Hermione aveva anche terminato gli studi di medicina magica mentre le altre due usavano le loro conoscenze di Magia Oscura ed era così che erano diventate tra i migliori componenti della squadra della Capitale francese.

-Pan basta, tanto oggi lo sceglieremo dopo la prova del mio abito, quindi andiamo.- disse Daphne  ridestando Hermione dal suo flusso di coscienza su quei ricordi che ormai grazie al tempo e a quelle due ragazze non facevano più male.

 



Pansy stava cercando di convincere Hermione ad affiancarla nella sua guerra contro i colori pastello per il loro abito da testimoni, mentre entrambe sedute sul divanetto dell’atelier aspettavano che Daphne uscisse dal camerino bevendo lo champagne che gli era stato offerto dalla proprietaria, una signora paffuta che sprizzava eleganza e conoscenza di moda da tutti i pori.

-Pan dopo la prova vedremo cosa ci proporranno, sai anche tu che Daphne ha deciso che il colore principale della cerimonia sarà il rosa antico, non possiamo sicuramente presentarci con un vestito blu elettrico.- disse la riccia guadagnandosi un’occhiataccia dall’amica che stava per proporre proprio quel colore.

La conversazione delle amiche venne bloccata dal rumore della tenda di velluto del camerino dal quale uscì quella che per tutti non poteva che essere una fata. Hermione fin dai tempi di Hogwarts aveva pensato che Daphne potesse essere una Veela, perché aveva una grazia ed una bellezza così eteree che non potevano essere solo causate da una buona educazione purosangue e da una giusta combinazione genetica.

La ragazza indossava un abito da sposa sobrio ma non per questo sciatto o noioso. Il corpetto con lo scollo a barca aderiva perfettamente al fisico della ragazza e all’altezza dell’ombelico partiva un ricamo in pizzo leggero che dava poi inizio alla gonna vaporosa ma non ingombrante che terminava con un leggero strascico.

-Allora?- chiese spazientita Daphne dopo aver ricevuto solo silenzio dalle due amiche, per poi capire che quel silenzio era dovuto alle lacrime delle due che lottavano di uscire. L’unica cosa che le sue accompagnatrici riuscirono a fare fu quella di correre ad abbracciarla, stando attende a non fare danni, anche se coscienti che la magia potente della proprietaria avrebbe potuto riparare qualsiasi cosa.

Quella prova aveva fatto intendere a tutte e tre quanto ormai il matrimonio fosse vicino. La data scelta era il 16 Settembre e quella sarebbe stata la prima volta in Inghilterra per Hermione dopo il suo arrivo in Francia, perché le sue due amiche nonostante avessero scelto la vita Parigina erano comunque tornate in patria qualche volta per rivedere quello che era rimasto delle loro famiglie e anche per rivedere i loro amici. Hermione aveva capito che i Serpeverde erano legati all’idea di amicizia ancora più morbosamente ed in modo meno pretenzioso ed ipocrita dei Grifondoro, perché nonostante la freddezza apparente facevano di tutto per incontrarsi, organizzare viaggi e cene insieme alle quali qualche volta le sue amiche avevano provato a trascinarla ma senza risultati. Nonostante Hermione ritenesse quelle due forze della natura come delle sorelle non aveva mai voluto avere contatti con gli altri componenti del loro gruppo eccezione fatta per Blaise Zabini, futuro marito di Daphne, poiché la stabilità raggiunta per portarli al matrimonio era il risultato di anni ed anni di prendi e molla, di scenate e gesti d’amore che bene o male avevano sempre messo in mezzo oltre a Pansy anche Hermione.

Dopo aver appurato la perfezione dell’abito da sposa era partita la ricerca degli abiti di Pansy ed Hermione che per volere della sposa dovevano essere uguali, se non per qualche lieve differenza. Fu così che dopo ore di ricerca condite da lamentele di Pansy, riuscirono a trovare l’abito perfetto che accontentasse tutte e tre.
-Sono loro.- disse Daphne annuendo convinta.

Entrambi gli abiti erano di leggero chiffon color carta da zucchero, con la gonna lunga e liscia che per rendere i movimenti più comodi si apriva in uno spacco profondo ma non volgare sulla gamba destra. L’unica differenza era lo scollo, perché Pansy aveva optato per un monospalla che le dava l’aria da Dea Greca mentre invece Hermione uno scollo a cuore che, con l’aiuto della magia non avrebbe creato nessun tipo di problema. Sotto consiglio esperto della proprietaria scelsero dei sandali con tacco argentati e, dopo aver adattato la lunghezza e aver apportato qualche modifica concordarono di farsi spedire direttamente gli abiti nella villa dove si sarebbe tenuta la cerimonia così da evitare problemi.

 



Dopo essere passate dal lato babbano della città per pranzare in un ristorantino caratteristico che frequentavano spesso, decisero che nel pomeriggio avrebbero portato a termine le ultime commissioni per il matrimonio. Dall’esterno nessuno avrebbe capito che quelle tre ragazze che chiacchieravano amabilmente mentre consumavano il loro pranzo fossero dotate di poteri magici, eppure quello era il risultato di anni ed anni di insegnamenti della Nata Babbana del trio, che aveva introdotto le altre due nel loro mondo con cautela, facendogli così apprezzare tante cose a tal punto che la decisione di prendere casa a cavallo tra i due mondi era stata di Daphne supportata da Pansy le quali avevano anche ammesso che gli stilisti babbani ci sapessero fare.

Erano le 5 del pomeriggio quando convinte dal caldo che quella giornata di fine Agosto gli stava riservando tornarono a casa. Solo Pansy notò il gufo alla loro finestra con tre lettere e, dopo averlo congedato con un pezzo di baguette staccò la ceralacca e lesse con un sorriso soddisfatto le righe che aveva davanti.

-Sono già arrivate le partecipazioni del matrimonio? Ma le abbiamo fatte spedire poco fa.- disse la Greengrass notando l’amica intenta a leggere.

-Hai inviato le partecipazioni a te stessa e a noi?- chiese divertita e sconcertata Hermione -ti aspettavi che non ci presentassimo?- continuò con tono ironico meritandosi una smorfia dalla futura sposa.

-Questo è anche meglio- disse Pansy con un sorriso malizioso sventolando la lettera.

-Cosa può esserci di meglio?- chiesero le altre in contemporanea.

-Si torna ad Hogwarts ragazze.- rispose raggiante.
 

Hermione rimasse interdetta ed immobile dopo quella frase e Daphne invece avanzò per aprire la missiva che portava il suo nome per poi leggere ad alta voce così da rendere partecipe anche Hermione:

-Cara Signorina Greengrass,

dopo quattro anni di lavori e sacrifici la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è pronta ad ospitare nuovamente le generazioni di Maghi inglesi il primo Settembre dell’anno in corso. E’ per questo motivo che è stata invitata alla cena di riapertura che si terrà la sera del 31 Agosto alle ore 20.30 proprio qui per dare inizio a questa rinascita della storia della nostra antica Scuola. Si chiede conferma entro il giorno 28 Agosto.

I miei migliori saluti,

                                                                                                                                     la preside Minerva McGrannit-

-Allora dove avete messo le pergamene?- chiese Pansy rovistando tra i cassetti.

-Per cosa?- chiese Hermione che sembrava aver ritrovato la parola dopo qualche secondo di mutismo.

-Mando la conferma, oggi è 26!- disse Pansy che guardandola si fermò.

-Herm- non si era accorta che Daphne si fosse avvicinata a lei nel frattempo.

-Non so… sono passati quattro anni.- disse lei con un filo di voce. Ormai non soffriva più da tempo, ma tornare in quella scuola non sarebbe stato facile. Fu durante un lungo silenzio che arrivarono due gufi che tutte e tre riconobbero essere uno quello di Zabini e l’altro di Harry.

“Ciao Herm,

non so se hai già ricevuto la lettera per la festa da Hogwarts, ma spero che tu ci sarai. Sai quanto voglia rivederti e sai anche quanto tu stessa dentro di te vuoi ritornare tra quelle mura anche se solo per una sera. Non preoccuparti di incontrare determinate persone, sarà sicuramente una festa in grande e la professoressa McGrannit da quando le parlasti prima di partire non permetterebbe mai che qualcosa o qualcuno ti rovini la serata. Sei una donna fenomenale e lo sappiamo anche qui attraverso i giornali, non lasciare che la paura di tornare ti impedisca di goderti una serata così piacevole nel posto che più hai amato al mondo. Promettimi di pensarci, abbiamo tanto da raccontarci.

Con affetto,

                                                                                                                                                                                 Harry”

 

-Blaise dice che ha ricevuto la lettera come anche gli altri, penso proprio che sarà una cosa in grande.- disse Daphne in conferma di quello che aveva appena letto da Harry. Hermione rifletteva, era divisa a metà, era da tanto che non aveva questo tipo di dubbi.

Accantonando momentaneamente il discorso si era fatta l’ora di cena e si erano messe a cucinare. Hermione e Daphne si destreggiavano ai fornelli senza l’uso della magia mentre Pansy apparecchiava e lanciava qualche sguardo alla televisione; erano tante le cose babbane che aveva iniziato ad apprezzare. A cena la mora aveva deciso di tenere il broncio ammettendo che se Hermione non avesse accettato l’invito neanche lei sarebbe andata.

“Ma dai te lo ha detto anche Potter”

“Che ti costa, sappiamo tutti che vuoi tornarci”

“Possiamo chiedere alla McGrannitt di farti fare un giro nella biblioteca”

“Non hai voglia di rivedere Gazza disperato per la gente in giro”

“Non dimenticarti che il tacchino di Hogwarts è il migliore della storia..”

“… per non parlare dei dolci!”

ed altre frasi simili che stavano riuscendo perfettamente nell’obiettivo di Pansy: farle provare nostalgia.                    
Lei ricordava ogni dettaglio di quella scuola ed era anche per questo che nel salotto sopra la fotografia di loro tre con la divisa celeste il giorno del diploma c’era un quadro di Hogwarts che grazie alla magia cambiava l’ambiente a seconda delle stagioni e la luce a seconda dell’orario. Le mancava terribilmente quel pezzo della sua vita e non poteva negare che appena Daphne avesse letto la lettera il suo cuore aveva iniziato a battere forte dall’emozione, però poi era venuta anche la paura. Era certa di non provare più niente per Ron e neanche di sentire la mancanza dell’amicizia di Ginny, però riaverli davanti sarebbe stato difficile. Fu il pensiero di Harry, Neville, la McGrannitt, Luna e tanti altri che la convinse e proprio nel momento in cui la sue due amiche le toccarono le mani con fare affettuoso che disse:

-Pansy vai a prendere le pergamene nel cassetto della mia scrivania.-  e fu così che la mora saltellando uscì di scena prevedendo già un pomeriggio di shopping perché “si torna sempre con stile”.




Angolo Autrice:
Ciao a tutti! Sono una vecchia frequentatrice di questo sito che, grazie alla quarantena, è tornata a leggere quelle storie che tanto ha amato con un sorriso sulle labbra. E' stato bello tornare qui ed è per questo che mi è venuta l'ispirazione per questa fanfic. Sono sempre stata pro Dramione perciò non stupitevi se saranno la coppia principale! Li troveremo entrambi cresciuti e maturati, ma sarà facile tornare e mettere da parte un passato da nemici?
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, fatemi sapere che ne pensate, sono pronta ad ogni tipo di critico e pensiero. Un bacio!

 

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Capitolo 2
*** La festa- parte I ***


Quei giorni erano passati velocemente tra il lavoro, giri per i negozi e serate cinema. Erano arrivate al 31 Agosto e quella sera ci sarebbe stata la cena ad Hogwarts. Il Ministero della Magia Francese aveva rilasciato due giorni di riposo su richiesta del Ministro Shacklebolt che si era anche impegnato ad adibire delle passaporte sparse per il mondo in modo tale da fare arrivare tutti gli invitati a destinazione senza problemi.

Le ragazze si stavano preparando nelle rispettive camere mentre una radio magica sintonizzata su una stazione di musica retrò e posizionata strategicamente nel corridoio faceva da sottofondo. In quel momento veniva passata “La vie en rose”.Hermione ancora ricordava il momento in cui le avevano detto che Édith Piaf fosse una strega e che come tanti altri cantanti appartenenti al mondo della Magia questa si fosse introdotta anche nella musica Babbana.

-Muovetevi, se no perdiamo la passaporta.-  disse Daphne, facendo cadere nel panico le altre due ragazze col suo tono allarmato. 

Hermione si girò in direzione del grande orologio in ferro battuto della sua camera per poi rilassare le spalle dopo aver letto l’orario. Erano le 19 in punto e la loro passaporta si sarebbe attivata alle 20 per poi partire cinque minuti dopo; dimenticava sempre la mania di puntualità della bionda che era sicuramente amplificata rispetto alla sua, che non amava arrivare in ritardo ma non si ritrovava nemmeno pronta un’ora prima dei suoi appuntamenti.

-Sai che il giorno del matrimonio non potrai arrivare prima di Blaise, sì?- chiese divertita Pansy dalla sua camera mentre faceva una incantesimo lisciante al suo caschetto così da renderlo impeccabile.

-Sei una simpaticona.- disse Daphne appoggiandosi al muro subito fuori la sua camera, che le concedeva la visuale di entrambe le sue coinquiline sedute di spalle intente a truccarsi di fronte lo specchio delle rispettive camere.

Rendendosi conto di essere veramente pronta in largo anticipo fece levitare la poltroncina verde acqua della sua camera accanto a lei così da potersi sedere mentre attendeva le altre due.

-Che turno avete al ritorno?- chiese guardando la lavagnetta che avevano all’entrata e che usavano per segnare i loro turni e i vari avvisi, notando che fosse vuota. Avevano deciso di lasciarla lì vicino alla porta così ogni volta che si guardava il portone l’occhio sarebbe stato attirato dalle varie scritte.

-Io ronda serale- Disse Hermione mentre metteva il mascara sull’occhio destro.

-Anche io.- dissero le Serpeverde all’unisono con un sorriso. Era sempre bello quando avevano gli stessi turni, si trovavano così in sintonia che il loro capo Francois Delacour, cugino di Fleur, tendeva a metterle quasi sempre insieme.

Mancavano cinque minuti alle 8 quando Hermione e Pansy uscirono dalle rispettive camere. Le tre si guardarono con sguardi compiaciuti… avevano fatto un buon lavoro.

Daphne per quella sera aveva deciso di indossare un abito da sera color Champagne con scollo all’americana ed una gonna lunga che cadeva liscia appoggiandosi alle gambe slanciate per poi allargarsi leggermente sul fondo accompagnato da un paio di decollette nere in pelle. Aveva acconciato i lunghi capelli biondi in una coda di cavallo precisa ed impeccabile che consentiva la completa visione dello scollo sulla schiena chiara che arrivava poco sopra il fondoschiena. Ad accompagnare il tutto aveva indossato degli orecchini pendenti formati da preziose pietre nere, sicuramente appartenenti da secoli alla sua famiglia, che risaltavano nel chiarore di tutto ciò che li circondava e al dito l’immancabile anello di fidanzamento della Famiglia Zabini che sembrava abbinarsi a qualsiasi cosa si indossasse: forgiato dai folletti, non vi era dubbio. Il trucco su tutto il viso era semplice a parte per il rossetto rosso chiaro che dava un tocco di colore all’incarnato della ragazza.

 

Pansy, amante dei colori sgargianti, aveva puntato per un abito rosso fuoco con corpetto in velo ed uno scollo a cuore che dava un effetto vedo non vedo molto intrigante e lasciava poi spazio alla gonna voluminosissima formata da almeno 10 strati di tutte che sbuffava lunga fino a metà polpaccio. Hermione si era sempre chiesta se le Purosangue venissero addestrate a sapere portare qualsiasi tipo di abito, perché Pansy nonostante la scelta di colori sgargianti che su molte risulterebbero volgari e di pessimo gusto, portava qualsiasi colore con estrema eleganza, senza mai apparire volgare; nonostante qualche giorno fa Daphne l’avesse paragonata alla Umbridge la riccia era convinta che Pansy anche con quei tubini in tweed rosa shocking potesse fare la sua figura senza mai sfigurare. Insieme al vestito aveva messo un paio di sandali dorati abbinati alla pochette ed al girocollo in oro con incastonati dei piccoli rubini. Il trucco comprendeva uno smokey-eye nero che dava maggiore profondità agli occhi verdi, evidenziandoli.

 

Hermione invece quella sera aveva puntato sull’eleganza del nero con un abito in seta con le spalline sottili e lo scollo squadrato che scendeva per il busto aderente lasciando spazio ad una gonna aderente che scendeva per lasciare dietro di se un breve strascico. Quell’abito mostrava benissimo le forme delle bruna, lasciando notare la sua forma a clessidra con la vita stretta.  Le scarpe erano dei sandali neri con laccetto alla caviglia e tacco sottilissimo che solo grazie ad anni di allenamento con le due Serpeverde poteva vantare di sapere portarle senza sembrare un elefante, mentre la pochette era nera con dei richiami dorati che richiamavano la collana in oro che riempiva lo scollo abbinata al braccialetto con la stessa trama, regalo della nonna materna. Per quanto riguarda il trucco aveva scelto un rossetto rosso mattone e per gli occhi una linea decisa di eyeliner e del mascara, mentre i capelli erano sciolti e resi più definiti da una pozione anticrespo.

 

Prima di uscire alzarono i soliti incantesimi difensivi, era sempre meglio non lasciare niente al caso. Qualche via più sotto arrivarono a destinazione in un vicolo abitato solamente da un paio di cassonetti pieni di immondizia. Riconobbero in un vecchio carillon sporco ai piedi di uno dei cassonetti la loro passaporta.

-Kingsley sempre ottima scelta per le passaporte. Va bene che devono essere anonime, ma non per questo devono essere sporche!- disse Pansy guardando col viso schifato l’oggetto.

Afferrarono tutte e tre l’oggetto e non ebbero tempo di rispondere all’amica che il carillon si illuminò risucchiandole.

 

 

La prima cosa che Hermione sentì fu il profumo inconfondibile che la Foresta Proibita aveva sempre rilasciato e, dopo aver aperto gli occhi, si rese conto che si trovavano poco dopo il binario dove arrivava ogni anno l’Hogwarts Express e che quindi per arrivare all’edificio avrebbero usato le carrozze trainate dai Thestral. Hermione si guardò in giro e notò alcuni invitati sparsi ad attendere le carrozze, riconoscendo solamente qualche Tassorosso del loro anno ma con i quali non aveva mai preso confidenza.

-Aspettiamo Blaise qui?- chiese Hermione rivolgendo il suo sguardo su Daphne.

-No, ci siamo dati appuntamento già nella Sala Grande.- disse la bionda sorridendo al solo pensiero di rivedere il ragazzo. Vivere a distanza era un problema che loro avevano gestito in modo quasi perfetto ma adesso iniziava a starle stretto. Avevano deciso che dopo il matrimonio lei sarebbe tornata in Inghilterra, aveva già inoltrato la domanda di trasferimento al Ministero della Magia e visto il suo curriculum nessuno aveva dubbi sul fatto che questa venisse accettata.

Arrivata una carrozza libera salirono subito, con un velo di tristezza per la visione dei Thestral. Tutte e tre li vedevano già da prima della guerra, però la consapevolezza di tutte le nuove morti che avevano vissuto le turbò per un attimo, fin quando all’orizzonte non videro, dopo quelli che erano sembrati secoli, la loro vecchia amata scuola.

-Casa.- disse Hermione con un sospiro e gli occhi pieni di emozione.

-Dovremmo offenderci?- chiese Pansy facendole la linguaccia, ma Hermione notò gli occhi umidi anche in lei.

Daphne si limitò ad osservare in silenzio con un lieve sorriso. Quante cose erano cambiate in quegli anni e quante invece erano rimaste le stesse; erano uscite da lì come ragazzine distrutte, con pezzi di vita in meno, ed erano tornate come adulte indipendenti e con nuovi legami più forti che mai.

La carrozza le lasciò di fronte le scale che portavano al portone principale, per poi ripartire non appena i loro piedi avevano toccato il suolo. Si trovarono tutte e tre ad affiancarsi, Hermione in mezzo e le due Serpeverde ai suoi lati, con gli occhi all’insù pronte ad ammirare da vicino il lavoro perfetto che era stato fatto.

Nessuno avrebbe mai detto che si fosse appena conclusa una ricostruzione, ogni pietra ed ogni mattone sembravano essere tornati al loro posto. Iniziarono a salire le scale, arrivate al pianerottolo si iniziava a sentire un chiacchiericcio ed una leggera musica di accompagnamento. Accanto al portone era fissato un tableau con i tavoli della serata, le tre ragazze sorrisero nel vedere che ogni tavolo prendeva il nome di una parola d’ordine per l’ufficio di Silente. Hermione notò che alla vesta vi sarebbero stata un po’ di persone, vi erano almeno una trentina di tavoli da circa 6 persone. Cercò il suo nome preoccupata, per poi tirare un sospiro di sollievo notando che al suo tavolo “Api Frizzole” non sembrava essere presente nessuno che potesse disturbarla… notò che Harry era al suo stesso tavolo ma non risultava il nome di Ginny. Possibile che adesso saltasse anche le grandi cerimonie?

-“Sorbetto al limone”, ricordo ancora quando usai questa parola perché avevo riempito di pustole Millicent Bulstrode… quanti ricordi!- disse Daphne sospirando teatralmente con la risatina malefica di Pansy di sottofondo.

-Sei divisa da noi Herm.- disse Pansy sporgendo il labbro inferiore per fare il broncio.

-La Regina dei Grifoni non può mica tornare nel suo regno circondata da Serpi.- esclamò una voce dietro di loro che tutte riconobbero essere Blaise Zabini, impeccabile nel suo smoking blu notte. Daphne non gli diede il tempo di dire niente che subito si buttò fra le sue braccia; ormai i metodi calmi e posati da Purosangue quando si parlava del suo futuro marito andavano a farsi benedire. Il futuro sposo sorrise, poggiò le sue mani sulla schiena nuda della sua ragazza ed inspirò il profumo dei suoi capelli. Daphne non aveva bisogno di alcun profumo, quello della sua persona bastava.

-Buonasera- disse un ragazzo avvolto da un abito grigio che Hermione riconobbe come Theodore Nott.

-Herm, ricordi Theodore Nott?- chiese Daphne ancora tra le braccia di Zabini.

-Sì, piacere di vederti Nott.- disse Hermione con un sorriso dopo aver stretto la mano che il ragazzo le aveva porto.

-Felice di rivederti Granger. Come ti trovi con queste due Serpi?- chiese il moro riferendosi a Daphne e Pansy.

-A volte devo lottare con loro veleno ma non mi lamento.- rispose lei. Nott era cresciuto e cambiato molto da quando lei non lo vedeva, sapeva tramite le sue amiche che lui fosse un magiavvocato molto importante e che il suo studio era tra i migliori di tutto il mondo magico, studio di cui Blaise aveva il 30% delle azioni nonostante lui fosse nella squadra Auror inglese.

-Entriamo?- chiese Blaise dopo aver salutato le testimoni della sua fidanzata.

-Sì.- rispose semplicemente Pansy che sembrava essere caduta dalla torre di Astronomia. Hermione la guardò studiandola; sapeva che ai tempi di Hogwarts avesse avuto una cotta per Nott, possibile che le facesse ancora questo effetto? Eppure aveva avuto delle relazioni a Parigi, niente di che, ma in tutti quegli anni non si era mai aperto nessun tipo di discorso riguardante il ragazzo dal punto di vista sentimentale. Si appuntò mentalmente di fare un leggero interrogatorio all’amica al loro ritorno, perché anche Theodore non sembrava a proprio agio.

Si stavano dirigendo all’interno quando vide poco dietro di loro un ragazzo, che riconobbe come Neville Paciock.

-Iniziate ad entrare, ho visto Neville, vado a salutarlo.- disse tornando indietro.

-Neanche siamo tornate che già ci snobba per dei Grifondoro.- scherzò Daphne incamminandosi aggrappata al braccio del suo fidanzato.

 

-Neville!- esclamò la Grifona appena fu a pochi metri di distanza da lui.

-Hermione! Dovevo prevedere che non avresti resistito al richiamo di Hogwarts.- disse il ragazzo in risposta mentre apriva le braccia per accogliere la sua amica. Paciock era cresciuto e maturato, del ragazzo timido ed impacciato di qualche anno fa non era rimasto quasi nulla, a parte alcuni momenti di lieve goffaggine quando questo veniva preso di sorpresa. Era uno dei pochi con cui la riccia aveva tenuto rapporti, era stata una delle poche a vedere il suo potenziale e lui aveva saputo ricambiare; era stato forse l’unico a domandarsi che fine avesse fatto anni fa, scrivendole lettere così tenere e piene di affetto che Hermione non aveva resistito a continuare a coltivare quell’amicizia.

-Mi conosci troppo bene. Luna?- chiese curiosa, sapendo quanto ormai fossero inseparabili quei due.

-Ci siamo dati appuntamento direttamente alla festa. Io sono arrivato con una passaporta dal Portogallo.- rispose mentre cercava il suo nome facendo vagare gli occhi sui vari nomi scritti elegantemente. Dopo aver constatato di essere allo stesso tavolo della riccia, Neville le offrì il braccio che venne subito accettato.

Dopo aver attraversato lo spesso portone in legno la solita aria fresca li investì; i muri di quell’edificio rendevano sempre l’interno fresco e leggermente umido, come ogni castello che si rispetti. Attraversarono l’atrio schivando gruppi di invitati che si erano fermati  a chiacchierare, per poi arrivare all’entrata della Sala Grande.

Hermione sentì gli occhi inumidirsi. Ringraziò mentalmente gli arredatori che avevano lasciato il soffitto alla sua bellezza naturale, con migliaia di candele sospese e un cielo pieno di stelle pronto a fare da sfondo per la serata. Un incantesimo aveva ampliato l’estensione della sala per l’occasione, così da potere ospitare i vari tavoli rotondi lasciando però una comoda distanza tra di loro. Quest’ultimi, notò Hermione, portavano tutti i vari colori delle case di Hogwarts con un’eleganza che neanche la migliore party planner magica avrebbe potuto accostare; dopotutto rosso, verde, giallo e blu insieme rischiavano di far diventare tutto un circo. In fondo alla sala vi era una piccola orchestra affiancata da alcune cantanti maghe ed altre che riconobbe come centaure. Ai muri laterali erano stati fissati gli stendardi delle quattro case.

Arrivarono al loro tavolo al quale trovarono già Luna e Cho Chang separate da due posti vuoti. Hermione sorrise nel notare che i nomi degli invitati erano segnalati da un segnaposto che svolazzava in prossimità del piatto e che, in base alla vecchia casa di appartenenza, avessero un colore rappresentativo. Fu così che dopo aver salutato le due Corvonero con un abbraccio vide il suo nome atterrare leggero accanto al calice per il vino non appena aveva preso posto tra Cho e Neville che teneva stretta la mano di Luna.

Mentre Luna iniziava a introdurre il nuovo articolo sui Nargilli che sarebbe stato il cavallo di battaglia dell’edizione del Cavillo di Settembre, Hermione si diede un’occhiata in giro: notò che ormai tutti avessero preso posto e, qualche tavolo più in là, notò il tavolo delle loro amiche. Pansy e Daphne, come se fossero state richiamate da un incantesimo, alzarono lo sguardo in loro direzione facendole cenno con il capo con un sorriso mentre Zabini e Nott avevano intavolato una discussione mentre i due posti che dividevano Nott da Pansy erano ancora vuoti. Fu in quel momento che Hermione vide che al tavolo si sedette una minuta ragazza bionda che riconobbe come Astoria, la sorella minore di Daphne. Anche se a distanza di un bel po’ di metri sentì il gelo calare su quel tavolo; Hermione aveva scoperto che i rapporti tra le due sorelle dopo la guerra si fossero deteriorati, perché la più piccola non poteva accettare che Daphne avesse comportamenti così Babbani e che si mischiasse appunto con questi e con Mezzosangue. La divisione netta era avvenuta quando Pansy, Hermione e la sorella erano andate a convivere e, quando entrambi i coniugi Greengrass erano venuti a mancare, si era scoperto che nonostante i loro pensieri retrogradi l’80% delle proprietà di famiglia erano state lasciate alla sorella maggiore.

Proprio mentre le due bionde stavano iniziando a scambiare dei freddi saluti, non dimenticando la buona e sana educazione Purosangue, tutte le luci si spensero, lasciando la sala illuminata solo dalla luce fioca delle candele su di loro e la musica si interruppe. Notando che tutti avessero gli occhi puntati sul portone di ingresso si girò anche lei, notando così che Padma Patil avesse preso posto al loro tavolo; si scambiarono un sorriso.

In quel momento entrò tutto il vecchio corpo professori, capeggiato dalla professoressa McGrannitt, a seguire il primo Ministro Shacklebolt affiancato da Harry Potter nella figura di Capo della sezione Auror; Hermione sorrise pensando al Capo Delacour, che era almeno 20 anni più grande di loro, nonostante questo però aveva la forza di volontà di un ventenne. Appena il gruppo arrivò in prossimità dell’orchestra un grosso applauso li accompagnò e la professoressa McGrannitt salì sul palchetto delle cantanti e con un incantesimo Sonorus iniziò il suo discorso di benvenuto.

-Buonasera a tutti e grazie per essere qui. In presenza del Ministro della Magia, del capo della sezione Auror e dei miei colleghi, sono lieta di annunciarvi che la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è pronta a riaprire.- venne interrotta da forti applausi, che impiegarono qualche secondo a consumarsi e la professoressa assottigliò le labbra per contenere l’emozione.

-Non è stato facile far tornare tutto come prima, ma il nostro essere qui questa sera è la più bella metafora che possiamo fare. Dopo la guerra tutti eravamo distrutti, a pezzi proprio come questo castello, ma con anni di lavoro e sacrifici siamo tutti qui oggi pronti a dei nuovi inizi. Quasi tutti in questa sala siamo stati ospitati, anche se solo per un giorno, dalle mura di questo fantastico castello e qui abbiamo conosciuto noi stessi ed altri. Usciti da qui tutti noi siamo andati avanti, lasciando indietro pezzi, continuando a costruire ed iniziando nuovi progetti e rapporti; ed è così che farà anche Hogwarts. Non è mio obiettivo tediarvi con lunghi discorsi, ed è per questo che vi auguro una buona serata ricordandovi che Hogwarts sarà sempre qui per darvi il bentornato a Casa.- l’emozione che la signora aveva trattenuta raggiunse il culmine in un singhiozzo commosso appena l’ennesimo applauso era iniziato.

Con uno schiocco di dita della nuova Preside le luci tornarono ad illuminare in modo giusto e non pesante la Sala, l’orchestra iniziò a suonare un dolce sottofondo e i piatti di tutti si riempirono proprio come succedeva durante i pasti della scuola. Harry si avvicinò al tavolo e, dopo un lungo abbraccio, mimò un “dopo con le labbra, consapevole delle domande che riempivano la testa della sua amica.

Durante l’antipasto ed il primo Hermione scoprì che Padma e Cho lavorassero entrambe al Ministero inglese nella sezione Ufficio per l'Uso Improprio delle Arti Magiche e fu felice di constatare che, nonostante i quattro anni di esilio, stesse filando tutto liscio senza intoppi o momenti imbarazzanti.

-Lo sapevo di dover chiedere ad Hogwarts una mano per farti tornare da noi.- disse una voce allegra alle sue spalle mentre Neville stava raccontando del suo soggiorno in Portogallo.

-Kingsley!- esclamò Hermione alzandosi per abbracciare questa vecchia conoscenza con un sorriso raggiante.

-Come stai Hermione? Come ti trovi in Francia?- chiese il signore dopo il oro caloroso saluto.

-Non mi posso lamentare, i primi periodi è stato un poco difficile integrarmi, ma adesso va tutto a gonfie vele.- rispose sincera la riccia.

-Ho saputo, Francois mi ha parlato di te, la signorina Parkinson e la signorina Greengrass.- disse indicando col capo un tavolo distante da loro. Hermione seguendo lo sguardo notò il suo capo intento a ricambiare i loro saluti alzando in calice a mo’ di brindisi.

-Vanta molto il suo trio fenomenale, ma mi sono ripromesso di convincervi a tornare tutte e tre in patria prima o poi.- disse sorridendo in direzione del capo di Hermione.

-Penso che il tuo schieramento sia già al completo. Hai dei buoni elementi.- disse lei lanciando una sorriso ad Harry che stava seguendo la conversazione con interesse. Il complimento era sincero, la ragazza sapeva quanto la squadra del Salvatore Magico fosse professionale -Poi già con Daphne avete preso un pezzo di noi.- continuò con un velo di tristezza. Ancora né lei né Pansy avevano assimilato bene l’idea che la bionda andasse via.

-Mi sta dicendo che per farvi tornare devo trovare anche per te e la signorina Parkinson un buon partito?- scherzò il Ministro.

-Penso che per entrambe sarebbe più facile usare altri metodi… magari un cospicuo aumento!- scherzò Hermione. Dopotutto lei e la mora avevano avuto brevi relazioni durante quegli anni, ma niente che potesse fare breccia sul cuore di entrambe e avrebbero mentito dicendo che anche loro volevano provare le emozioni della loro amica bionda, perciò dubitava che Kinglsey sapesse essere un cupido migliore di loro stesse o delle loro colleghe pronte a vedere accasate.

-Vedrò il da farsi allora. Adesso ti lascio continuare la cena.- si congedò per andare ad intrattenere altri ospiti.

Si era deciso che tra il primo ed il secondo ci sarebbe stata una pausa, così da concedere un momento di relax e conversazione. Molti si diressero verso l’esterno con l’intento di fumare un bel sigaro, altri si diressero in giro per il primo piano, l’unico aperto al pubblico per quella sera, per rivivere vecchi momenti e constatare il buon lavoro compiuto nella ricostruzione. Nel momento in cui Harry stava per prendere parolea con Hermione venne interpellato da Kingsley, il quale aveva deciso di fare qualche presentazione, perciò la riccia decise di andare a trovare le sue amiche. Dopo un leggero slalom tra le persone e aver sviato agilmente i tentativi di Lumacorno di presentarla come punta di diamante dei suoi ex alunni nel modo più cortese possibile, arrivò al tavolo delle Serpi che erano rimaste sole.

-Sentite la mia mancanza?- chiese sedendosi al posto accanto Pansy proprio nel momento in cui il piatto corrispondente veniva completamente ripulito come tutti gli altri nella sala.

-Tu non di sicuro, sei stata tutto il tempo attenta ai discorsi della Lovegood senza degnarci neanche di uno sguardo.- disse imbronciata Pansy facendo sorridere la riccia.

-Sei stata tu a convincermi a venire questa sera, devi prendertene tutte le conseguenze.- scherzò -Dap tu con Astoria?- chiese, sapendo di toccare un tasto dolente.

-Anche oggi come da 23 anni a questa parte mi chiedo oltre ai capelli cosa possiamo avere in comune io e una vipera come lei.- rispose la Greengrass fredda come Hermione l’aveva vista poche volte.

-Dai, resisti ancora per un poco, dopo la cena inizieranno i balli e non sarai più costretta a starle seduta di fronte. Anche perché probabilmente sarà impegnata a mettere le mani sull’uomo di qualcun’altra.- sputò Pansy infastidita. Hermione stralunò gli occhi.

-Theo non è più il tuo uomo da anni ormai… e per tua scelta.- Daphne rispose con una sola frase agli interrogativi di Hermione che posò poi gli occhi sulla bruna.

-Questo non la giustifica a fare la gattamorta con tutti. Hai visto anche tu quando faceva gli occhi dolci a Blaise prima.- la risposta della bionda a questa affermazione fu solo un impercettibile indurimento della mascella, che solo chi la conosceva davvero poteva notare. Lei aveva notato i modi della sua adorabile sorellina col suo futuro marito eccome, ma non le avrebbe mai dato la soddisfazione di farsi vedere debole davanti a lei ed alle sue provocazioni. Poi Blaise la amava e lei sapeva che poteva fidarsi ciecamente, questo però non poteva calmare la gelosia che provava ogni volta che una donna lanciasse uno sguardo al suo bellissimo fidanzato.

-Herm dicci tu come passare questa serata senza schiantarla, a Grifondoro non vi avevano insegnato ad nobiltà d’animo?- chiese seria Daphne.

-…Sicuramente a Grifondoro non insegnano che non si prende possesso di posti già occupati.- disse una voce con lieve tono ironico dietro di lei che la fece ghiacciare. Si rese conto solo in quel momento che accanto al calice del vino, proprio come al suo posto, vi era un segnaposto identico al suo però con una scritta verde smeraldo:

“Draco Malfoy”.

 

 

 

Angolo Autrice_

Ciao a tutti!! Chiedo scusa per il capitolo leggermente “povero” ma avevo bisogno di mettere in chiaro un poco di situazioni per evitare confusione e allo stesso tempo non volevo proporvi un capitolo lunghissimo. Finalmente Hermione e Draco si incontrano: come sarà lui? E lei come si comporterà nei suoi confronti? Dopotutto il loro rapporto è sempre stato particolare e vedremo se sarà facile accantonare i tempi della scuola.

Spero di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo entro venerdì o sabato prossimo. Fatemi sapere che ne pensate di questo, tengo molto alla vostra opinione.

Ringrazio tutti quelli che hanno inserito la mia storia tra i preferiti, ricordati e seguiti… vi ringrazio tanto!

Un bacioooo!

 

PS: perdonatemi la lunga descrizione degli abiti, ma non riesco a farne a meno!

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Capitolo 3
*** La festa- parte II ***


-Prego, non vorrei averti infettato l’aria Malfoy.- disse alzandosi di scatto, ritrovandoselo a pochi centimetri dal viso. Appena aveva sentito la sua voce non si era voltata, perciò non aveva calcolato di questa loro vicinanza.

Eccoli dopo anni, pronti a fronteggiarsi occhi negli occhi. In un attimo tornarono indietro nel tempo, entrambi ad indossare la divisa con quegli stemmi che tanto li avevano separati e con la stessa elettricità che li avvolgeva ogni volta, ma che nessuno dei due si era mai messo a studiare, per capirne la provenienza.

-Vedrò di far venire qualche elfo per farmi cambiare almeno la sedia.- disse lui con un tono leggero non muovendosi di un millimetro, ricordandosi delle sue manie liberistiche nei confronti degli elfi domestici. Il tono era scherzoso, ma Hermione sembrava essere l’unica a non essersene resa conto.

-Vedo la tua simpatia è arrivata ai minimi storici Furetto.- fu lo stampo di sigaro alla vaniglia che la rese cosciente della loro vicinanza -…eppure pensavo che più in fondo dei tempi di Hogwarts non si potesse andare. Vedo che non c’è limite al peggio.- Indietreggiò di un passo non staccando mai gli occhi da quelli del biondo.

Nel frattempo Daphne, Pansy, Theo e Blaise facevano andare gli occhi da uno all’altro come se stessero assistendo ad una partita di tennis.

-Io invece vedo che certe cose non cambiano mai.- Harry interruppe allegro il discorso affiancandosi all’amica che rimase scioccata quando lo vide stringere la mano al biondo di fronte a lei e fare un cenno di saluto a tutta la tavolata.

-Sei riuscito ad arrivare in tempo o ti ho fatto fare tardi?- gli chiese il Ragazzo Sopravvissuto sotto lo sguardo interrogativo di Hermione che si era poi rivolta alle coinquiline per niente stupite da quel momento anzi, sembravano quasi avere un cipiglio divertito.

-Sono arrivato appena è iniziato il discorso della McGrannitt Potter.- rispose lui tranquillo prendendo posto.

-Qualche problema?-

-No tutto stranamente tranquillo, ho stilato qualche verbale arretrato e nient’altro. Le giornate sono tranquille nell’ultimo periodo.-

-Bene, allora dopodomani troverò tutto in ordine almeno.- scherzò Harry facendo sorridere anche l’ex Principe delle Serpi -Ora torniamo al tavolo, a momenti verrà servito il secondo. Buon proseguimento.- si congedò Harry mettendo una mano sulla schiena della sua migliore amica.

-Buon proseguimento Potter. Granger è stato un piacere.- ghignò Draco.

-Vorrei poter dire lo stesso Malfoy.- disse lei tranquilla -ci vediamo dopo.- salutò affettuosamente le amiche.

-Da quando tu e quello siete diventati amici per la pelle?- chiese stupita Hermione anche con una nota di rimprovero, dopo che si furono allontanati di qualche passo.

-Non siamo amici per la pelle, ma è nella mia squadra da 6 mesi ed abbiamo instaurato un buon rapporto.- rispose tranquillo. La riccia si bloccò.

-Cosa?- domandò lei sconvolta -Ma lui non era un pozionista?- chiese ormai curiosa lei.

-Si è il migliore pozionista sulla piazza, era negli Stati Uniti, lo abbiamo richiamato per un caso e, visto la sua ottima abilità con la bacchetta, ho proposto a Kingsley di assumerlo e lui ne è rimasto entusiasta.- rispose tranquillo il suo amico.

-Negli Stati Uniti?- domandò ancora più curiosa lei.

-Sì, ti spiegherò tutto più tardi ok? Devo raccontarti molte cose.- disse lui. Arrivarono al loro tavolo proprio nel momento in cui i piatti vennero riempiti.

Si sedettero e l’occhio di Hermione cadde sul tavolo delle sue amiche, per l’esattezza su Draco Malfoy. Era stato negli Stati Uniti? Negli anni anche lui era presente alle riunioni di Pansy e Daphne e loro ne avevano anche parlato come della restante parte della loro compagnia, ma ora che ci pensava non avevano mai specificato niente della sua vita. Sapeva solamente che fosse un pozionista affermato, dopotutto era l’unico capace di avere risultati migliori di lei in una materia ai tempi di Hogwarts, perché le altre lo avevano consultato su un intruglio venduto di contrabbando da un uomo che avevano arrestato… ma per il resto non sapeva nient’altro. Lo guardò chiacchierare con Pansy seduta al suo fianco che rideva come faceva solo con pochi. Da quel poco che aveva sentito sapeva che entrambe le sue amiche fossero affezionatissime a Malfoy e si era sempre chiesta il perché.

-Signorina Granger.- come poteva dimenticare la voce che le aveva fatto amare tutto il mondo che la circondava?

-Professoressa McGrannitt.- si alzò subito per abbracciare il suo mentore di sempre. Dopotutto se aveva terminato gli studi ed adesso aveva una nuova e felice vita era anche merito di quella fantastica signora.

-Spero che la serata sia di suo gradimento.-

-Sì, è sempre bello tornare a casa.- sorrise tranquilla.

-Ne sono felice. Potter le ricordo che tra poco c’è il ballo iniziale, spero che lei e la signorina Granger siate pronti.- disse la signora congedandosi.

-Ballo iniziale?- chiese Hermione stupita  e allo stesso tempo spaventata fissando l’amico con sguardo truce.

-Mi serviva una compagna, il capo Auror è tra quelli che danno inizio alle danze… ho proposto te.- disse alzandosi e prendendo la mano dell’amica mentre una leggera musica di sottofondo era iniziata.

-Questa me la pagherai sai?- chiese con un sorriso tirato accettando la mano del suo amico; era una discreta ballerina, ma preferiva evitare di ballare davanti a centinaia di persone.

Il sottofondo si trasformò in un Valzer ed Hermione fu felice di constatare che non fossero l’unica coppia incaricata di dare inizio alle danze, vicino a loro notò Kingsley fare coppia con la McGrannitt, Hagrid e Madame Maxime che volteggiavano indisturbati. Più in là notò anche Daphne e Zabini danzare leggeri, anche in questo si notava la loro sintonia, e dietro di loro Pansy tra le braccia di Malfoy mentre ridacchiavano e, seguendo i loro sguardi, capì che sicuramente stavano commentando gli abiti della Cooman.

-Allora vuoi farmi ancora aspettare o vuoi tenere ancora nascosto il motivo per cui non mi hai nemmeno salutato come si deve?- dopo essersi trattenuta per tutto quel tempo la domanda le uscì spontanea. La riccia si stupì nel notare che Harry non avesse più i modi impacciati che ricordava dai tempi del Ballo del Ceppo, certamente non era un buon ballerino, ma almeno non le calpestò neanche una volta i piedi.

-Non volevo creare inutili sceneggiate in questa serata così importante per te.- rispose serio Harry, mentre volgeva lo sguardo dall’altra parte della sala. Hermione seguì il suo sguardo. Inizialmente notò che i tavoli che li avevano ospitati durante la cena erano stati sostituiti da dei bei divanetti in pelle scura che, oltre a rendere più comoda la serata ai vari ospiti, avevano lasciato più spazio disponibile per la pista da ballo che era ormai piena di coppie e vestiti svolazzanti. Il dessert e gli alcolici erano offerti su un lungo tavolo da buffet con diversi tipi di leccornie e la bruna si appuntò mentalmente di farvi un salto più tardi. Dopo questo breve studio del nuovo ambiente Hermione li vide: Ron e Ginny Weasley erano seduti su un divanetto non troppo distante da loro e, mentre il ragazzo era impegnato in una conversazione con Seamus Finnigan e Colin Canon, era palesemente ubriaco. Hermione riconobbe i suoi movimenti scoordinati resi peggiori dall’influenza degli alcolici… ricordava ancora le volte in cui, in quei pochi mesi di convivenza, lo aveva trovato delirante. Si stupì di non sentire niente, quasi come guardasse un estraneo e ne rimase contenta perché, nonostante fosse sicura di non provare più niente, aveva paura che rivederlo potesse abbattere tutto ciò che aveva costruito in quegli anni.

La piccola Weasley invece non partecipava alla conversazione perché aveva gli occhi puntati su di loro. Una giravolta goffa di Harry le fece perdere la visuale e lei si stupì di come non li avesse minimamente notati fino a quel momento; la McGrannitt aveva davvero fatto un buon lavoro.

-Ci siamo lasciati.- continuò serio il ragazzo dopo essersi accertato che la sua compagna avesse capito l’argomento del discorso -Per dirla in breve: a quanto pare è un vizio di famiglia.-  rispose alla domanda implicita che gli avevano posto gli occhi di Hermione.

-Harry io…- era sconvolta. Col tempo aveva potuto pensare con la mente lucida su ciò che le era successo, si poteva dire che alla fine era pure felice di non ritrovarsi più in quella relazione che, guardata con occhi esterni e non innamorati, era come una gabbia, ma le cose tra Harry e Ginny sembravano sempre andare a gonfie vele. Hermione non le avrebbe mai perdonato il tramare alle sue spalle, però non poteva negare che la relazione che aveva con Harry fosse intoccabile e ben strutturata.

-Non dire niente, non ho voluto dirtelo di proposito. Ho voluto rialzarmi prima di parlartene. Poi avevo anche paura di potere svegliare vecchi ricordi.- disse premuroso e la riccia ricordò il perché il loro legame era così forte: anche se lei non avesse più sofferto e lui lo sapeva, si era premurato di evitare anche l’impossibile. Il leggero fastidio che le era nato si dissolse; l’aveva tenuta all’oscuro col tentativo di difenderla (anche se ormai non vi erano problemi).

-Come è successo?- chiese semplicemente. Sapeva che Harry voleva quelle domande, voleva sfogarsi con lei ed aveva aspettato di averla di fronte per potergliene parlare invece che affidare il tutto ad una lettera.

-L’ho trovata nella nostra camera a Grimmould Place a rotolarsi tra le lenzuola con Oliver- rispose, ed Hermione sentì la mano posata sulla sua schiena irrigidirsi lievemente.

-Baston?- lo stupore la avvolse, ricordava ancora il portiere che aveva introdotto Harry nel suo primo anno da cercatore.

-Sì, proprio lui. Dovevo immaginarlo… l’allenatore è un clichè.- la rossa infatti era battitrice per le Holyhead Harpies e, a quanto pare, Baston era il suo allenatore. La riccia decise di tacere, mentre un altro brano iniziava e loro riprendevano a ballare; almeno nessuno li avrebbe interrotti.

-Quando?- buttò nuovamente l’occhio su Ginny, per constatare che li stesse ancora fissando. Le braccia incrociate e lo sguardo duro fisso su di loro.

-5 mesi fa.- Hermione sgranò gli occhi e tornò nuovamente a porgere lo sguardo su di lui; si erano sentiti molte volte negli ultimi mesi, l’amico le aveva sempre scritto lettere brevi perché a detta sua il lavoro gli stava risucchiando ogni energia vitale. Come aveva fatto a non rendersi conto di nulla? Pochi secondi fa pensava che l’amico avesse taciuto massimo nell’ultimo mese, invece facendo un paio di conti si rese conto che era da poco prima di Pasqua che la loro relazione si era conclusa.

-Sono stati mesi duri, mi sono immerso nel lavoro e grazie ai ragazzi della squadra mi sono rialzato.- ammise tranquillo, ormai aveva raggiunto un suo equilibrio nonostante rivederla lo mettesse ancora in subbuglio.

-Ma dai Harry non vorrai dirmi che adesso la sera te ne vai in giro a bere burrobirra con Zabini o magari a fare qualche ora di volo con Malfoy.- in quel momento ebbe la completa visuale del tavolo degli alcolici, dove i soggetti appena nominati sorseggiavano un liquido ambrato, che lei ipotizzò essere firewhiskey, e a chiacchierare con nonchalance. In quel momento gli occhi grigi di Malfoy incontrarono i suoi e, quando il ragazzo ghignando alzò il bicchiere in direzione della riccia, lei distolse lo sguardo.

-Diciamo che vengono anche Zabini e Dean quando prendiamo le scope ed alle nostre bevute si accodano anche Neville e Nott - ammise – e non guardarmi così, tu sei stata una delle prime a socializzare con le serpi.- e la riccia chiuse la bocca che era già pronta per rispondere a tono. Negli anni aveva appurato che Zabini non fosse niente male, ma né lui né Nott ai tempi di Hogwarts si erano mai prodigato in offese o scherzi di cattivo gusto come il suo amico biondo, e pensare che adesso lui e Harry avessero un rapporto civile tra colleghi le rendeva tutto più strano. Dopotutto poco prima non le era sembrata per niente gentile e pacifica quella sua entrata di scena al tavolo.

“ma se tu sei partita subito all’attacco” cantilenò una voce dentro di lei

“dopotutto hai iniziato tu con i nomignoli e da lui non è mai uscita una vera e propria offesa” la scacciò via dopo qualche istante.

-Non paragonare Pansy e Daphne a quel Furetto.- rispose mentre le note del secondo brano li stavano per abbandonare.

-Non stavamo parlando anche di Zabini? Comunque non facciamo mica i pigiama party, però non è una cattiva compagnia e dovresti immaginarlo visto che le tue coinquiline stravedono per lui nonostante lo conoscano ancora meglio di me.-

Dopo che le ultime note del brano si affievolirono Kingsley prelevò Harry per una discussione politica con dei vecchi signori di cui Hermione non ricordava il nome. Proprio mentre stava per dileguarsi il professore Lumacorno intavolò con lei e una vecchia signora che riconobbe come Amelia Burge, una personalità di spicco di Godric’s Hollow, una conversazione che ai suoi occhi aveva le sembianze di un vero e proprio interrogatorio sulla sua carriera in Francia, tessendo le sue lodi.

Ringraziò mentalmente che in quel momento Harry fosse passato accanto a loro, così da concentrare le attenzioni dei due tutte sulla sua persona e concedendo così alla riccia una via di fuga. Arrivò al tavolo degli alcolici ed ordinò un’acquaviola, aveva bevuto qualche calice di vino elfico, ma aveva bisogno di ulteriore alcool per aiutare il suo cervello ad elaborare tutte le novità.

-Faccia tre.- fu così che si trovò ai propri lati le sue amiche serpi e, dopo avere fatto scontare i loro bicchieri a mo’ di brindisi, iniziarono a bere tranquille.

-Voi sapevate che Harry avesse dei rapporti civili col suo futuro marito- indicò la bionda col capo – e con il furetto platinato.- continuò con un’espressione inorridita guadagnandosi le risate delle sue amiche.

-Non chiamare Draco così.- disse divertita Pansy mentre ordinava un secondo giro per tutte.

-Certo che lo sapevamo, Potter verrà anche al mio matrimonio.- rispose tranquilla Daphne mentre iniziava a sorseggiare dal nuovo bicchiere.

-Sei seria? e cosa aspettavate a dirmelo?- la sua voce era salita di qualche ottava, come sempre quando sentiva che le cose le sfuggivano di mano.

-Non ci sembrava una notizia così scioccante… e poi pensavamo che il tuo amichetto te lo avesse detto, dopotutto vi sentite molto spesso e loro lavorano insieme da questo inverno.- disse Pansy porgendole il bicchiere che la riccia butto giù tutto d’un sorso. Le due Serpeverdi si guardarono a metà tra il divertito e lo scioccato.

-Harry, il mio migliore amico, che fraternizza con dei Serpeverde.- sembrava parlare più a se stessa che a loro.

-Beh non penso tu sia nella posizione adatta di criticare scelte simili.- il tono leggermente offeso di Pansy la ridestò.

-Sai che non è la stessa cosa, voi siete fantastiche, Malfoy non penso proprio.-

-Non stavamo parlando anche di Blaise?- domandò maliziosa Daphne. Perché tutti erano diventati così pignoli quella sera? – comunque Draco non è come sembra, se solo tu abbassassi la guardia come ai fatto con noi.- continuò posando il suo bicchiere vuoto sul bancone.

-Ho i miei dubbi sinceramente…vado un attimo alla toilette, ci vediamo dopo.- ed iniziò a dirigersi verso il grande portone in legno non riuscendo a sentire neanche il -Salutami Mirtilla- di Pansy. Fu facile uscire dalla Sala, ormai il ricevimento si poteva definire concluso e molte persone erano già tornate a casa con i tanti mezzi predisposti dal Ministero.

Delusa dal non aver incontrato il fantasma col quale aveva creato un bel rapporto, uscì tranquilla.

-Ciao Mione.- quel nomignolo che dentro di se aveva sempre odiato la bloccò a pochi metri dal portone della Sala Grande, si voltò ed eccolo lì. Ronald Weasley era appoggiato al muro e la squadrava. 

-Ronald.- abbozzò un cenno del capo e mentre stava per riprendere i suoi passi lui continuò:

-E’ così che si saluta l’uomo che ami?- domandò il rosso con un tono beffardo.

-Amavo.- sputò con sicurezza la riccia voltandosi nella sua direzione. Se lo ritrovò a pochi centimetri di distanza e sussultò impercettibilmente; come aveva fatto a non rendersi conto che si fosse avvicinato così tanto?

“Beh, tutto quell’alcool doveva pur andare da qualche parte”

-Non ci credi neanche tu.- continuò ghignando Ron afferrandole il polso destro. Hermione notò le scure occhiaie che contornavano gli occhi ed il vestito rattoppato in diversi punti. Puzzava di sudore e tabacco scadente.

-Lasciami.- disse sicura cercando inutilmente di liberarsi dalla presa che si strinse ulteriormente; si maledisse di aver lasciato la pochette con la bacchetta a Pansy. Si guardò intorno, l’atrio era completamente vuoto e dalla stanza accanto proveniva alta la musica dell’orchestra.

-Cos’è… non ti piacciono più che queste mani ti tocchino?- domandò mentre l’altra mano si appoggiò sul collo tentando di scendere se non fosse stato per l’altra mano di Hermione pronta a scacciarla. *

-Si può sapere che cosa vuoi?- domando tornando completamente lucida e lasciando che quella piccola leggerezza dovuta all’alcol scomparisse. I suoi sensi erano tutti in allerta e si odiò per quei bicchieri di Acquaviola che le avevano fatto abbassare le difese.

-Voglio indietro la mia vita.- soffiò dandole un ulteriore e disgustoso assaggio del suo alito. -Sai che dopo quel giorno Samantha non mi ha più voluto vedere? Che George non ha apprezzato la mia “relazione con un membro del personale” ed il mio non presentarmi a lavoro e mi ha buttato fuori? Che nessuno voleva affidare qualcosa nelle mani del componente del Trio dei Miracoli che non era né Hermione Granger né Harry Potter? Per cosa poi… qualche bicchierino la sera.- sputò veloce.

Hermione fece un passo indietro tendando inutilmente di eliminare la forte stretta del rosso sul suo polso. Non lo riconosceva più, nonostante all’inizio lo avesse odiato il tutto si era trasformato in una delusione che non le aveva mai fatto pensare che lui si fosse ridotto in quel modo. Beveva già ai tempi della loro relazione, affogava nell’alcol i ricordi della guerra, ma tutti gli altri avevano sofferto pure e si erano rialzati. Lei, accecata da quel sentimento che credeva fosse amore per poi essere una semplice cotta, aveva sempre sperato che lui potesse trovare la sua via per riprendersi come piano piano avevano fatto tutti, invece adesso lo guardava e vedeva il vuoto in quegli occhi azzurri che l’avevano fatta sorridere per così tanto tempo.

Ronald Weasley era vuoto e si era lasciato svuotare dai lussi di una gloria che anche lei aveva vissuto, ma che non gli avrebbe mai garantito però successo fine alla fine dei suoi giorni. Lei e tutti gli altri suoi coetanei occupavano posizioni di rispetto solo grazie al lavoro duro, cosa che Ronald fin dai tempi di Hogwarts non aveva mai provato a fare.

-Sai che non c’entro niente con tutto questo.- rispose sicura. Doveva immaginare che quel suo non abbassarsi neanche in quella situazione non avrebbe portato a nulla di buono.

-Oh si invece, non dovevi lasciarmi- le pupille del ragazzo si dilatarono ed Hermione si accorse che il suo indietreggiare l’aveva fatta arrivare spalle al muro.

In quel preciso momento uscirono dalla Sala Grande Draco Malfoy che teneva in braccetto Pansy, appena li videro il biondo fece cenno all’amica mora di stare ferma. Entrare subito in scena poteva portare gravi conseguenze e questo lo sapevano bene tutti e due. Si resero conto che né Hermione né Ronald si fossero accorti della loro presenza.

-Dovevi lasciarmi il tempo di chiarire e tutto sarebbe tornato come prima. Invece no, tu te ne sei andata- continuò il rosso con la voce che si era alzata.

-Certo dovevo rimanere a prendermi le corna ed accettare che ti rotolassi nel nostro letto con un’altra sotto consiglio di tua sorella. Tu stai delirando e poi ringrazio di averti trovato quella sera, mi hai aperto gli occhi sul fatto che stessi solo perdendo tempo con te- Ronald alzò la mano pronta a schiaffeggiarla, ma lei lo bloccò subito ringraziando mentalmente i vari corsi di autodifesa che il Signor Delacour faceva seguire a tutti i suoi cadetti. Doveva inventarsi qualcosa per distrarlo così da poterlo atterrare.

-Weasley allontanati da lei.- Hermione ringraziò mentalmente Malfoy per quella seconda entrata in scena della serata. La voce del biondo distrasse per un solo istante il rosso, che fu perfetto per Hermione che lo fece piegare in due con una ginocchiata sulle parti intime e, appena le ebbe lasciato il polso come reazione al dolore, gli torse il braccio per farlo poi cadere a terra.

-Il discorso caro Ronald.- disse abbassandosi leggermente così da essere sicura che la stesse guardando – è che non mi meriti affatto e che io non meritavo la vita mediocre che tu mi avresti dato.- si girò e notò solo in quel momento che un paio di passi dietro al biondo Serpeverde vi era anche Pansy.

-Grazie.- fu l’unica cosa che disse prima di incamminarsi all’esterno per prendere una passaporta. Non voleva parlare con nessuno, voleva semplicemente tornare a casa.

-Granger aspetta.- disse Malfoy afferrandole il polso che poco prima era stretto dalla mano di Ronald; lei rabbrividì. Il biondo capì subito e ritrasse la mano.

-Herm.- si rilassò subito a sentire il profumo di Pansy vicino a se mentre le accarezzava una guancia.

-Voglio solo tornare a casa mia.- disse ai due Serpeverde che ormai erano di fronte a lei. La tensione si stava sfogando tutto in quel momento e gli occhi dal nervosismo le si erano inumiditi. Non le interessava se oltre a Pansy vi era il suo nemico di sempre, anche perché grazie a lui aveva saputo gestire al meglio la situazione.

Non si rese conto che erano accorsi anche Harry, Daphne e Zabini e che la bionda le si era messa dall’altro lato stringendole la mano.

-Voglio andare a casa.- soffiò volgendo lo sguardo alla Parkinson, con la voce leggermente tremante che iniziava a far trasparire il suo cedimento; era una diga pronta ad esplodere.

-Subito- rispose afferrandole la mano libera dalla presa sicura di Daphne. In un attimo si ritrovarono nel corridoio di casa loro mano nella mano.

 


Dopo che Harry ebbe immobilizatto Ronald, si fece spiegare tutto da Draco. Il ragazzo Sopravvissuto era senza parole; il suo rapporto col rosso si era deteriorato già dalla notte in cui Hermione aveva scoperto che la tradisse, ma quando si era lasciato con Ginny non avevano più niente che li legasse. Sapeva che si era abbandonato, convinto che tutto gli fosse dovuto, ma non pensava che provasse rabbia per Hermione e che la colpevolizzasse per la brutta fine che invece si era recato con le sue stesse mani.

-Lo porto al Ministero, una notte in cella lo farà tornare sobrio e gli farà pensare.- affermò guardando quello che rimaneva del suo amico. Steso sul pavimento dove anni fa erano passati ridendo e scherzando un milione di volte, e dove adesso vedeva solo uno sconosciuto. Si era addormentato e con la bocca aperta sbavava sulla pietra.

-Meriterebbe di peggio Potter.- affermò Draco sostenuto dall’annuire di Zabini accanto a lui. Non aveva tolto gli occhi di dosso dal rosso neanche un momento da quando le ragazze erano andate via.

-Lo penso anche io, ma sapete che con le cose che abbiamo in mano non possiamo neanche portarlo in tribunale.- rispose amareggiato. Nonostante i rinnovi di Kingsley molte cose erano ancora difficili da cambiare e un’aggressione come quella era troppo “poco” per subire anche solo una denuncia.

Prese Ron e, dopo un cenno di saluto ai suoi colleghi, si smaterializzò.

Fu solo in quel momento che il biondo Serpeverde notò qualcosa brillare sul pavimento, proprio dove si trovava prima il corpo addormentato del Weasley: un bracciale in oro.

Lo afferrò sotto gli occhi del suo amico di sempre che aveva anch’egli notato il gioiello ed entrambi si smaterializzarono nel loro appartamento.

 

 

Angolo Autrice:

Ciaoooo. Finalmente vediamo qualche piccola interazione tra Hermione e Draco. Ancora siamo agli inizi, però questo è un punto di svolta, anche perché… quel braccialetto dovrà pur tornare alla proprietaria o no?

Per quanto riguarda Ron, in questa fanfiction non avrà un ruolo positivo e penso che questo sia stato ben messo in chiaro.

Ringrazio come sempre tutti voi che avete inserito la storia tra le seguite, ricordate, preferite e anche chi mi ha scritto dei messaggi in questi giorni. Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e della storia, ci tengo alla vostra opinioni. Un bacio!

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** The day after ***


Quando Hermione si svegliò ci mise qualche secondo per constatare che il peso che sentiva sulla coscia fosse una gamba. Spalancò gli occhi e tirò un sospiro di sollievo. Daphne e Pansy avevano dormito in camera sua quella notte, non volevano lasciarla sola e, anche se lei non aveva chiesto niente, era felice che le amiche avessero risposto a quella richiesta non espressa a parole.

Dalla luce che filtrava attraverso le tende e dai rumori lievi provenienti dall’esterno doveva essere mattina presto; il suo orologio biologico ormai la faceva svegliare presto anche se la notte precedente era andata a dormire tardi, era da un bel po’ che non si faceva una bella e lunga dormita.

Una veloce occhiata all’orologio confermò la sua tesi: erano le 7 precise.

Sposto delicatamente la gamba di Pansy che, come anche Daphne, dormiva ancora indisturbata, ed andò in cucina. Mentre aspettava che il caffè uscisse ripensò a tutto quello che era successo la sera prima e non riuscì ad evitare di serrare i pugni per sbatterli contro il bancone della cucina.

Molti avrebbero potuto pensare che si sentisse triste o delusa, ed in parte era vero, perché nonostante il male che le avesse fatto Ron non si parlava di un’azione dello stesso calibro. Un tradimento, anche se ben orchestrato e prolungato, è una cosa che può capitare a molti, mentre la sera precedente chissà come sarebbe finita se lei non avesse avuto un addestramento alle spalle o se Malfoy non fosse intervenuto. Aveva visto gli occhi del rosso e non li aveva riconosciuti, non vi aveva visto neanche un minimo del ragazzo dolce che aveva conosciuto più di dieci anni prima e che non le avrebbe mai fatto male: ed ora fin dove si sarebbe potuto spingere?

Comunque questi pensieri erano di piccola importanza rispetto alla rabbia che la invadeva. Lei era un Auror, addestrata ad ogni eventualità in qualsiasi momento, ed invece aveva abbassato la guardia. Si stava sì godendo una festa senza essere in servizio, sicuramente senza quei bicchieri di troppo il problema non si sarebbe posto minimamente, ma non poteva perdonarselo. Si sentiva così inutile e così superficiale, perché appena aveva visto Ron lei non aveva minimamente pensato che potesse aggredirla, magari che le facesse male mentalmente sì, ma fisicamente non pensava proprio; così aveva lasciato scendere ancora di più le sue difese. Si versò il caffè e si sedette stringendo la tazza tra le mani, continuando a pensare: non riusciva a darsi pace.

I suoi pensieri vennero bloccati dalle sue coinquiline che entrarono sbadigliando.

-Buongiorno.- dissero in coro le due, mentre Pansy versava il caffè per entrambe.

-Come stai?- chiese Daphne sedendosi di fronte la riccia. Lei odiava i giri di parole, arrivava dritta al punto ed Hermione lo adorava.

-Prossima domanda?- fissò gli occhi in quelli chiari dell’amica.

-Non devi incolparti, non eravamo in servizio e non sei un robot- Hermione si prese un attimo per essere orgogliosa dell’ottimo lavoro di Babbanologia che aveva fatto con le sue amiche -chiunque di noi si fosse trovata in quella situazione non avrebbe potuta gestirla meglio.-

-Non puoi sentirti in colpa perché hai abbassato la guardia, specialmente se lo hai fatto con una persona che pensi di conoscere come le tue tasche.- prosegui Pansy.

Ecco perché le adorava, capivano cosa pensasse senza che lei dicesse niente, solo guardandola: si sentiva capita. L’avevano capita anche quando quattro anni prima si era chiusa in se stessa in una nuova scuola e, senza pretendere niente indietro, si erano dedicate a lei.

-Dopotutto era il tuo ex-fidanzato, io non mi aspetterei mai niente del genere da Theo.- continuò la bruna, pentendosi subito dopo del grave errore che aveva appena commesso.

-A proposito di Nott.- incalzò Hermione, pronta a cambiare argomento – si può sapere che avevi ieri?-

-Niente, cosa avevo ieri?- domandò facendo la finta tonta mentre Daphne alzava gli occhi al cielo.

-Come cosa avevi ieri? Sprizzi sempre energia da tutti i pori e con lui ieri sembrava che un Troll di avesse calpestata.- Pansy non dava segni di cedimento, perciò continuò -Dai, mi parlate sempre delle vostre riunioni fantastiche, di come vi divertite e ieri il clima tra voi due era così ghiacciato che ringrazio di non avere mai accettato un vostro invito.-

-Ma era solo una tua impressione.- la Serpeverde cercava di appianare il tutto inutilmente.

-Perché continui a mentire se sai che capisco sempre quando mi racconti qualche scemenza?- Hermione era stupita dalla chiusura dell’amica, sempre estroversa. Cercò aiuto in Daphne con uno sguardo, ma la bionda alzò le spalle e se ne tirò fuori.

-Pansy basta e diglielo.- sbottò scocciata Daphne dopo almeno 10 minuti di pressioni della riccia.

Calò il silenzio ed Hermione notò il volto di Pansy diventare ancora più serio mentre un ghigno cresceva sul volto di Daphne. Dopo essersi versata un bicchiere d’acqua puntò nuovamente gli occhi sull’amica; non si sarebbe mossa di lì fino a quando non avesse avuto delle risposte alle sue domande.

-E’ gay.- fu l’unica cosa che disse a bassa voce.

-Come scusa?- chiese Hermione dopo essersi quasi soffocata.

-Ci siamo lasciati e dopo pochi mesi ho scoperto il vero motivo per il quale mi avesse lasciata.- continuò -non che io fossi disperata, dopotutto sapevo che la nostra era solo una relazione adolescenziale, ma sapere di essere lasciata per questo motivo non ha fatto bene al mio orgoglio.- terminò.

-Quindi voi avete questi rapporti freddi da tutti questi anni?- domandò confusa lei, non aveva mai notato nessun tipo di remora da parte dell’amica di passare del tempo con le altri serpi ma, visto come si era comportata la sera precedente, si chiedeva come avesse fatto a resistere a tutte quelle rimpatriate.

-Ma va, ha solo nuovamente l’orgoglio ferito perché lui è stato quello a trovare una relazione stabile prima di lei, se no gli vuole un bene dell’anima e Theo lo sa. La conosce meglio di tutti e per questo sta a questo giochetto senza discutere.- chiuse così il discorso Daphne dopo delle inconcludenti spiegazioni di Pansy, che non potette dire altro.

 

 

A Londra era una giornata nuvolosa ed umida, normalità anche per quel periodo dell’anno. Draco Malfoy e Blaise Zabini avevano da poco finito di pranzare.

Il moro di origini italiane era stravaccato sul divano e stava guardando alla televisione la replica di una partita di tennis dell’US Open andata in onda quella notte. Ebbene sì, anche loro apprezzavano la tecnologia babbana e le varie attività sportive, prima di tutte il tennis, infatti entrambi se non ci fosse stata la festa la sera precedente, sarebbero rimasti svegli così da poter guardare il match in diretta.

-Dove vai?- chiese all’amico quando lo vide uscire dalla sua camera vestito e con le scarpe ai piedi, perché l’ex principe delle serpi in casa non indossava mai alcun tipo di pantofola o ciabatta in nessun periodo dell’anno.

Mentre il biondo stava per rispondere arrivò un patronus ad interromperli, nessuno dei due aveva bisogno di sentire il messaggio per capire da chi provenisse; la cerva di Harry Potter era ormai famosa anche a loro.

-Ron è stato appena tolto dalla cella, avrà dei maghi a controllare le sue uscite per evitare che continui con la dipendenza ed è stato obbligato a seguire un percorso riabilitativo - e si dissolse.

-Parliamo tanto della negligenza della legge babbana, ma la nostra non che sia migliore.- disse Blaise dopo qualche secondo scandito solamente dalla palla da tennis che batteva sul cemento del campo -se non foste arrivati tu e Pa chissà fino a che punto sarebbe arrivato.- continuò.

Draco guardava Londra dalla grande vetrata del salotto. Da quando era tornato a Londra sei mesi prima aveva comprato quell’appartamento nel centro della Londra Magica e aveva invitato Blaise a stare con lui; lui era sempre stato quello di più vicino ad una famiglia che lui avesse mai avuto, ed era stato bella tornare nonostante tutti i motivi per il quale avesse lasciato l’Inghilterra.

-Sai più di me quanto odi tutta la legge Magica.- rispose semplicemente guardando in lontananza il London Eye che girava pieno di gente completamente all’oscuro del mondo in cui vivevano lui ed il suo amico; per un attimo li invidiò.

Blaise ormai aveva distolto completamente l’attenzione dal televisore che stava solamente facendo da sottofondo. Nonostante dal divano avesse solamente la visuale delle spalle dell’amico sapeva quali fossero i suoi pensieri: entrambi per un bel po’ di tempo avevano rigettato il mondo magico… sì, proprio loro, i due Serpeverde e purosangue per eccellenza. Non era stato facile dopo la guerra, però insieme si erano rialzati e poi per lui il restante lavoro lo aveva fatto Daphne, mentre per il biondo la lontananza che aveva sedotto anche lui, però aveva qualcuno di più importante a tenerlo nel vecchio continente, perché se non ci fosse stata la sua futura moglie avrebbe seguito l’amico senza pensarci.

-Io esco, ci vediamo più tardi.- Draco interruppe entrambi i loro flussi di coscienza.

-Dove vai di primo pomeriggio?- chiese Blaise che aveva iniziando ad avere un tono malizioso. L’amico, quando non usciva per lavoro o la sera per le loro serate con gli amici, andava sempre da qualche donna pronta a venerarlo; Draco Malfoy era sempre Draco Malfoy.

-Tieni fermi i tuoi pensieri mamma, sto andando a casa della tua futura mogliettina per riportare questo alla proprietaria.- rispose prendendo dalla tasca il bracciale di Hermione ed alzandolo all’altezza dei loro occhi.

-Quindi la Granger?- continuò lui imperterrito guadagnandosi una faccia stufata del biondo.

-Non ti rispondo neanche.- disse facendosi scivolare addosso le occhiate di Blaise; era abituato a questi discorsi da sempre, perché Blaise gli cercava sempre un’aspirante compagna ed era stupito che non gli avesse ancora proposto la vecchia signora del piano di sotto.

-Dai, vuoi dirmi che non hai fatto un pensiero sulla Granger neanche una volta dopo averla vista ieri sera con quel vestito? Anche Theo ci avrà fatto un pensierino- continuò indicandolo con la mano destra- e non guardarmi in questo modo. Amo Daphne ed è l’unica per me da anni, ma ho gli occhi e sono un uomo.- concluse prima che il biondo potesse attaccarsi al discorso del matrimonio per cambiare discorso.

-Non posso non dire che non sia migliorata, ma rimane sempre la Granger.- disse lui semplicemente senza nessun accenno di imbarazzo e guadagnandosi l’uscita.

-Tanto lo sappiamo entrambi che ad Hogwarts ci facevi qualche pensierino… era l’unica che, anche se nel modo sbagliato, attirava la tua attenzione.- queste furono le ultime parole che sentì prima di uscire dal loro appartamento; smaterializzazioni così lunghe non potevano effettuarle dall’interno del loro appartamento.

Ovviamente la sera precedente aveva notato il grande cambiamento della grifona, ne aveva già avuto un assaggio attraverso le foto dell’appartamento di Pansy e Daphne, ma in tutti quegli anni non si erano mai incontrati. Era rimasto piacevolmente stupito e non poteva negarlo, come aveva appena detto Blaise anche lui era un uomo e quel vestito nero era fenomenale sulla riccia, ma di sicuro tutti i giorni sarebbe stato diverso senza quello ed il resto.

Si smaterializzò con quel pensiero, che lo aveva accompagnato anche quando si era trovato di fronte il portone di casa delle sue amiche e di quelle che era la sua nemica da sempre.

Suonò e, quando la riccia gli aprì, capì che pensieri sostenuti fino a quel momento potevano andare a farsi fottere.

 

 

Hermione stava sorseggiando un tè freddo sul divano quando suonarono al campanello. Rimase stupita, non era il citofono del piano terra, bensì il campanello del portone; doveva essere qualcuno di loro conoscenza. Lasciò il bicchiere sul tavolino di fronte la televisione ed andò ad aprire, pensando che potesse essere Harold il capo condominio con gli avvisi mensili, visto che ormai era iniziato settembre.

Poteva essere chiunque tranne chi si trovò davanti in quel momento; sobbalzò impercettibilmente. Draco Malfoy le stava di fronte in tutta la sua superbia e gli ormoni femminili premettero per uscire ma riuscì a placarli. Non si soffermò sul corpo del ragazzo, piantò direttamente gli occhi nocciola nei suoi occhi grigi.

-Malfoy a cosa devo l’onore?- disse cercando il tono di voce più indifferente ma allo stesso tempo meno scortese che avesse nel repertorio -Daphne e Pansy non sono in casa.- continuò collegando la sua presenza a quella delle coinquiline, anche se negli anni non lo aveva mai visto nel suo appartamento.

-Ciao anche a te Granger, devo dedurre che a Grifondoro non insegnano neanche a sapere accogliere gli ospiti.- fu la risposta schietta del biondo che non le rifiutò un ghigno, collegandosi al battibecco della sera precedente. La riccia notò che non aveva niente a che fare con quei ghigni pieni di odio che le dedicava ad Hogwarts, era invece più rilassato e quasi amichevole.

-Diciamo che gli ospiti di solito sono ben accetti.- rispose lei facendosi di lato per farlo entrare -e a Serpeverde non insegnano a rispondere alle domande a quanto pare.- continuò vedendolo avanzare e dirigersi in cucina come se fosse a pieno agio in quell’ambiente, poi le venne in mente che lui era già stato lì diverse volte, ma non in sua presenza, e questo spiegava il suo presentarsi direttamente al portone.

-Anche noi stavamo guardando la Williams, la coppa è tutta sua quest’anno.- sentì dire al biondo quando lo raggiunse in cucina, probabilmente aveva sentito il telecronista dalla televisione nel salone… Fermi un attimo: il furetto che seguiva il tennis?

-Non pensavo che un Purosangue come te si abbassasse a seguire uno sport babbano, per quanto sia uno degli sport più nobili. Certo che ne cambiano di cose!- disse lei mentre prendeva posto di fronte a lui.

-Non sai quante.- fu la risposta semplice e con una lieve nota amara del biondo che riscosse la riccia. Si chiese se non avesse osato troppo, dopotutto lei non sapeva niente di lui se non che fosse stato negli Stati Uniti fino a qualche mese prima.

-Comunque adoriamo il tennis, seguiamo tutti i grandi Slam.- continuò lui ed Hermione lo ringraziò mentalmente per aver interrotto quella leggera tensione che si era creata e per non averla schernita con qualche battuta… era ancora troppo nervosa per reggere anche una discussione con lui.

-Adoriamo?- continuò lei mentre si alzava per andare al frigorifero. Non voleva che mettesse ancora in discussione la sua educazione e lo avrebbe affatturato.

-Io e Blaise, abitiamo insieme.- rispose semplicemente lui.

-Cosa posso offrirti? Abbiamo succo di zucca, vino elfico, te freddo e qualche birra babbana.- disse voltandosi dopo aver studiato il frigorifero con lo sguardo, per poi porre l’attenzione su quello strano ospite. Si prese un attimo per studiarlo, non poteva non ammettere che negli anni fosse migliorato e lo aveva notato anche la sera precedente. Certo, dentro di se aveva giustificato il suo fascino dando tutto il merito all’abito di alta fattura che indossasse, ma non poteva che rimangiare i suoi pensieri; anche in quel momento, indossando una camicia di lino bianco con le maniche arrotolate, un paio di jeans chiari ed un semplice paio di sneakers, non poteva negare quanto fosse attraente. Notò anche che aveva cambiato i capelli, non li teneva più tirati indietro, ma liberi da ogni costrizione.

-Vada per il vino.- rispose lui rivolgendole lo sguardo e ridestandola dai suoi pensieri. Lei prese dalla credenza sopra il lavandino due calici in una mano e, mentre li poggiava sul tavolo per versarvi il vino, fece fluttuare sul tavolo delle bruschette e qualche salatino.

-Alla tua Granger- sorrise e sorseggiò un poco di vino.

-Non hai ancora risposta alla mia domanda. Non penso tu sia qui per passare il pomeriggio con me.- rispose tranquilla sorseggiano anche lei, completamente dimentica di essere proprio con lui. Era stupita di come non si fosse ancora innervosita maggiormente.

-Beh facciamo giorno Malfoy?- chiese leggermente infastidita, lui non le aveva risposto e stava continuando a sorseggiare il suo vino.

-Buono Granger. Devo ringraziare le mie amiche o hai stranamente buon gusto in fatto di alcool.- continuò lui indifferente alle domande di lei. Era lei a rifornire il frigorifero, ma non le andava di continuare quel discorso; voleva delle risposte.

-Okok evita di cruciarmi con lo sguardo.- continuò il biondo con un tono divertito che lei non le aveva mai visto su di lui -sono venuto a portarti questo.- disse mentre metteva la mano nella tasca destra dei jeans per tirarne fuori un sacchetto di raso nero e posarlo sul tavolo.

La riccia lo guardò interrogativo.

-Cos’è?- non si permise a toccare l’oggetto.

-Hai paura che ti avveleni Granger?- disse con un tono quasi deluso che ridestò Hermione.

-No Malfoy, semplicemente non capisco cosa mi hai potuto portare.- rispose cercando di sembrare tranquilla. Ovviamente non pensava che volesse avvelenarla, aveva deciso di provare ad ascoltare le parole delle altre e di Harry, ma qualche dubbio le era venuto… dopotutto erano nemici da sempre!

-Beh aprilo e vedrai.- rispose lui distaccato mentre versava altro vino in entrambi i calici vuoti.

Dopo qualche secondo di indecisione afferrò il sacchetto e lo aprì.

Mise una mano davanti alla bocca, non poteva crederci. Estrasse il bracciale di sua nonna dal sacchetto e strinse forte i denti: come aveva fatto a perderlo e a non rendersene conto? Dopotutto la sera prima aveva tolto gli orecchini e non le era venuta nessuna sensazione di vuoto, come quando si dimentica qualcosa.

-Dove..?- venne interrotta subito.

-L’ho trovato nel corridoio dopo che hanno portato via il pezzente.- rispose semplicemente, senza preoccuparsi dell’offesa che aveva sputato nei confronti del rosso… anche perché non andava lontano dalla realtà.

Hermione si prese dei secondi per rigirarsi il bracciale tra le mani e lui ne approfittò per osservarla meglio. Aveva ragione Blaise, era migliorata… era diventata davvero una bella ragazza. Quando gli aveva aperto la porta di casa aveva titubato per un piccolo istante, ritrovandosela davanti con quei pantaloncini di cotone ed un semplice top con le spalline sottili… ed i suoi pensieri sul fatto che la sera prima l’avesse trovata attraente grazie ad una maggiore cura estetica dovuta alla festa erano dovuti andare via di fronte a quella dimostrazione piena del contrario. Anche i capelli erano cambiati, sempre ricci ed indomabili, ma meno crespi e all’apparenza più morbidi e lui avrebbe scommesso tutti i suoi galeoni che fosse opera delle passioni cosmetiche delle sue due amiche.

Era bella e gli fece male ammetterlo, perché Blaise aveva ragione, l’aveva sempre attratto perché era stata l’unica a tenergli testa e che non si abbassava alla sua popolarità ed al suo fascino.

Uscì un attimo dai suoi pensieri e le guardò gli occhi ancora puntati sull’oggetto e capì.

-Non puoi colpevolizzarti perché hai abbassato un attimo l’attenzione, eri ad una festa, fuori dal turno, ti stavi divertendo e quello di fronte a te era una persona che conosci bene o male da anni, tutti avremmo abbassato la guardia.- lei alzò lo sguardo verso di lui stupita -per questo riguarda il bracciale, posso capire da come lo tieni stretto che ci tenessi, ma in un modo o nell’altro sarebbe tornato da te. Nessuno dopo quell’affronto si sarebbe soffermato sui proprio accessori.- concluse lui semplicemente.

La riccia continuò a fissarlo: l’aveva capita. Aveva detto in modo breve e coinciso ciò che le avevano detto Pansy e Daphne, solo che lui non era loro. Non si vedevano da anni, e certamente prima non erano in rapporti così amichevoli da poter pretendere di essere capita da lui anzi, era strano che non l’avesse schernita o presa in giro.

-Grazie Malfoy, ha un grande valore affettivo.- e fece volare il braccialetto in camera sua nella propria custodia, mentre sorseggiava ancora del vino – mi sento così scema- continuò afferrando una bruschetta -io sono una dei migliori Auror di Francia e mi sono quasi lasciata sottomettere da un civile.- addentò scaricando in quel morso tutta la sua frustrazione.

-Capita a tutti almeno una volta in carriera- disse lui semplicemente afferrando anche lui una bruschetta.

-A te è mai capitato?- domandò cosciente di sapere già la risposta mentre questa volta riempiva lei i bicchieri di entrambi, svuotando la bottiglia.

-No.- appunto -ma io sono stato cresciuto per non fidarmi della gente, per dubitare di tutti e questa cosa nella maggior parte dei casi non è una cosa che può aiutarti.- terminò mentre sorseggiava nuovamente il dal suo calice.

-Fatta eccezione per il “Dream Team”.- disse Hermione. Si riferiva al loro gruppo di Serpi, si chiamavano così, Pansy aveva addirittura un album intitolato in questo modo con all’interno tutte le loro foto.

-Fidati, ne è passata di acqua sotto i ponti prima di costruire il rapporto che abbiamo adesso.- disse sorridendo il biondo ed Hermione si rese conto che era il primo vero sorriso che vedeva su quel viso; si prese un attimo per osservarlo meglio.

-Comunque tutto ciò non giustifica il mio comportamento poco professionale di ieri.- riprese la grifona per distrarsi dai pensieri poco casti che sfioravano la sua mente. Perché si sentiva così incuriosita ed attratta da lui? Sicuramene la mezza bottiglia di vino bevuto stava dando un suo contributo.

-Puoi continuare a colpevolizzarti quanto vuoi… o puoi semplicemente imparare da questo lieve errore ed assicurarti che non venga più commesso.- e dopo questa nota di profondità il giovane Malfoy scolò quello che era rimasto nel suo bicchiere.

-Da quando sei diventato così profondo Malfoy?- domandò scherzosa. Scherzosa lei con Malfoy? Beh questo era il risultato di bere vino elfico di primo pomeriggio e dopo aver leggermente esagerato la sera precedente!

-Quante cose non sai di me, cara Mezzosangue.- disse il biondo. Hermione notò una nota sensuale in quella frase, ma non seppe mai se fosse stato solo frutto della sua immaginazione, perché mentre alzava lo sguardo sul suo per constatare la veridicità dei suoi presentimenti, fece cadere il suo bicchiere interrompendo quella tensione che si era creata.

-Cazzo, fermo faccio io.- disse chinandosi sui cocci sparsi per il pavimenti insieme al vino. Con un semplice incantesimo il bicchiere si ricompose ed il vino scomparì dalle piastrelle.

-Scusami tanto, sono stata sbadata.- si scusò alzando lo sguardo su di lui. La guardava divertito, ma la sua attenzione si concentrò sulle macchie di vino che cospargevano i suoi vestiti e si accorse che anche i suoi non fossero messi meglio.

-Ho notato.- sghignazzò completamente indifferente ai suoi vestiti macchiati, contro ogni aspettativa della bruna che era pronta ad una sua crisi.

-Lascia stare, niente che un gratta e netta non possa aggiustare.- disse lui notando che lei avesse gli occhi fissi sulle macchie con uno sguardo mortificato; le fece quasi tenerezza.

-Lascia almeno che pulisca la camicia, lo sai pure tu che alcuni tessuti vengono usurati con la magia.- disse lei imperterrita appellando dal bagno dei prodotti con qualche salviettina.

Il suo silenzio le confermò il suo permesso, perciò lei si sedette sulla sedia accanto a lui rivolta nella sua direzione.

-Chi lo avrebbe mai detto che un giorno mi avresti pulito una camicia sporcata con del vino che stavamo bevendo in compagnia senza ucciderci.- spezzò il silenzio lui mentre lei si concentrava su quelle macchie.

-E che io facessi questo di mia spontanea volontà e non sotto imperio.- scherzò lei non distaccando l’attenzione dal lino della camicia.

Lui la osservò nuovamente, sapeva che fosse specializzata in medimagia e lo poteva notare dalla precisione millimetrica che metteva in ogni gesto; era strano che le fosse caduto un bicchiere in modo così sbadato. Si maledisse quando lo sguardo gli cadde lungo il collo, per arrivare poi al seno: dopotutto in quella posizione gli dava una bella visuale e lui constatò che non portasse il reggiseno. Chiuse gli occhi per richiamare a se il suo famoso autocontrollo. Lui aveva le gambe aperte e lei vi si era infilata con le ginocchia, seduta di fronte a lui.

Dopo ave pulito l’ultima macchia vicino al colletto esclamò felice:

-Ecco fatto, come nuova!- almeno non aveva un’ulteriore scusa per essere schernita nel caso tornasse il vecchio Malfoy. Alzò lo sguardo e solo in quel momento si rese conto di quanto fossero vicini i loro visi.

Entrambi sentirono i reciproci profumi: menta per lui e cocco per lei. Era tornata quella strana tensione nell’aria e nessuno dei due sapeva spiegarsi cosa stesse succedendo.

Nessuno dei due seppe dire quanto tempo passarono in quel modo guardandosi negli occhi e neanche come avessero fatto i loro visi ad avvicinarsi così tanto… seppero solo cosa li interruppe:

-Hermione allarme rosso!- fu la voce allarmata di Daphne proveniente dal corridoio che li ridestò. Hermione si alzò di scatto e la bionda li trovò così: Draco era seduto lateralmente sulla sedia con il volto rilassato ed indifferente, mentre Hermione era alzata di fronte a lui, con il volto teso ed in mano una salviettina con aloni violacei. Fece volare lo sguardo tra i due di fronte a lei titubante.

-Cosa ci fai tu qui?- chiese posando lo sguardo sul suo migliore amico.

-Ha trovato il bracciale di mia nonna ed è venuto a restituirmelo.- disse Hermione troppo velocemente prima che lui potesse aprire la bocca.

-Granger so parlare.- disse lui infastidito lanciandole uno sguardo.

Daphne continuava ad osservarli, c’era qualcosa che non quadrava… però aveva deciso di lasciare andare per il momento.

-Mmm- quei due non la raccontavano giusta -beh, visto che ci sei tu ne parlo anche con te, dopotutto sei pur sempre il testimone di Blaise.- continuò tranquilla.

-Dici.- la incitò la Grifona sedendosi nuovamente accanto il biondo, cercando di non far trasparire quello che le passava per la mente.

-La scorsa notte c’è stato un diluvio nel Wiltshire che ha recato molti danni- iniziò la bionda col labbro tremante -e…- si fermò per riacquistare il suo autocontrollo.

-E..?- la incitò il biondo allungando una mano verso di lei. Era sempre stato molto protettivo nei confronti di Pansy e Daphne, fin da quando erano piccoli, poi durante l’adolescenza avevano avuto delle relazioni tra di loro troppo annebbiati dai tempi difficili che li circondavano, ma erano riusciti a tornare più amici di prima.

-…E Corsham Court ha subito dei danni sia ai giardini che all’interno. Pare che ci fossero delle infiltrazioni non curate.- disse lei senza tanti giri di parole, rigidissima.

Corsham Court era la residenza che lei e Blaise avevano scelto per il loro matrimonio, un antica residenza con ettari di terreni curati ed interni antichi ed eleganti. Era una residenza babbana e non avevano valutato i danni metereologici, dopotutto l’Inghilterra aveva un clima piovoso, ma era pure sempre estate!

-Adesso che si fa?- domandò Hermione conoscendo già la risposta. Dovevano trovare un’altra alternativa, che reggesse il confronto però.

-Non so proprio, mancano poco più di due settimane, è quasi tutto prenotato ormai.- anche la tempistica remava contro di loro.

Hermione iniziò a valutare diverse opzioni, che risultarono tutte ormai già prenotate.

-Ho trovato!- disse d’un tratto la riccia guadagnandosi l’attenzione di entrambi. Non era convinta, c’erano molti suoi fantasmi da combattere, ma per rendere felice Daphne avrebbe fatto di tutto.

-Malfoy Manor non è nel Wiltshire?- non aveva valutato il brivido che le avrebbe procurato ricordare quella dimora e nominarla, però ricordava che quando andavano in giro per scegliere la location Daphne usava sempre quella villa come metro di paragone e l’unica che era di pari livello ormai era inutilizzabile.

Notò il biondo irrigidirsi impercettibilmente e Daphne spalancare gli occhi.

-Nono Herm, non penso sia il caso.- disse poco convinta guardando allarmata e preoccupata il suo amico.

-Ah scusate, pensavo solo che visto che sicuramente sarà difesa da antiche magie non avrà recato danni.- disse lei come per giustificarsi.

-Va bene.- solo quelle due parole uscirono dalle labbra del biondo.

-Come?- chiese Daphne – no Draco non se ne parla nemmeno.- ed Hermione riconobbe nella bionda una nota difensiva, che usava solo quando qualcuno a lei vicino era in pericolo.

-Facciamolo ho detto.- continuò lui -Dai Dap, lo sappiamo entrambi e penso pure la Granger sappia che hai sempre adorato quel posto. Farà parte del mio regalo di nozze.- disse.

-Non posso accettare…- continuò lei con una nota amareggiata.

-Certo che puoi, anzi devi. Parlerò con Blaise così vedremo di andare a mettere tutto a posto secondo il tuo gusto- si alzò -ora con permesso, tolgo il disturbo.- e dopo aver dato un bacio sulla guancia a Daphne e un cenno del capo ad Hermione, si smaterializzò.

-Cosa succede Daph?- chiese Hermione distraendo la bionda che non aveva tolto lo sguardo da dove era scomparso il suo amico.

-Non metto piede a Malfoy Manor da 5 anni.- disse la bionda come sotto shock… Ma Hermione non capisse dove volesse andare a parare -neanche Blaise- continuò -… e neanche Draco.-

Ora tutto era chiaro e la riccia si trovò a dare ragione al Serpeverde: quante cose non sapeva.

 

 

Angolo Autrice:

Ciao a tuttiiii, mi scuso per il ritardo ed anche per qualche eventuale errore nel capitolo, ma sono stati giorni intensi e pieni di impegni.

Spero vi sia piaciuto il capitolo, finalmente vediamo i due avvicinarsi sul serio e anche viene scoperto qualche altarino… però anche dal punto di vista lavorativo ci saranno delle svolte! Corsham Court è un palazzo realmente esistente, vi consiglio di vedere qualche foto!

Ringrazio tutti voi che leggete, seguite, ricordate, preferite e recensite la mia storia. Sono molto felice che vi piaccia! Fatemi sapere che ne pensate.

Un abbracciooooo

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Capitolo 5
*** Thoughts and fun ***


Delle nubi grigie sovrastavano Londra quel giorno e, mentre Draco era concentrato sul panorama sorseggiando un caffè, un rumore di smaterializzazione interruppe il silenzio rilassante che si era creato.

-Com’è andata a lavoro?- chiede salutando il coinquilino con un cenno del capo.

-Al solito, periodo stranamente calmo.- commentò Blaise andando a versarsi una tazza di caffè per poi affiancare l’amico. Entrambi amavano quella vetrata con quella vista fenomenale e, nonostante quello fosse uno degli appartamenti migliori nella capitale Inglese, Blaise avrebbe scommesso che l’amico avesse scelto quello proprio per questo motivo… dopotutto un buon arredamento lo si può trovare ovunque, quella visuale era sicuramente più rara di un divano in pelle nera.

-Ho pensato lo stesso io.- Draco posò gli occhi su di lui -Allora sei pronto?- domandò.

-Dra, sei sicuro?- fu la domanda seria e piena di preoccupazione dell’amico.

Era passata una settimana da quando Draco aveva dato il via libera per tenere il matrimonio a Malfoy Manor e il moro era ancora preoccupato. Sapeva che il biondo avesse accettato perché non poteva vedere Daphne in pena, perché anche lui sapeva quanto lei tenesse a quel matrimonio e quanto Blaise tenesse alla felicità della sua futura moglie, ma quello era un confine difficile da attraversare. Nessuno della loro compagnia entrava nella villa da 5 anni, quando la guerra era finita e loro erano liberi di essere se stessi; eppure mancava a tutti perché, nonostante le tensioni nell’ultimo periodo, la loro amicizia si era solidificata proprio in quel palazzo, pieno di cerimonie eleganti che stavano troppo strette a dei ragazzini e di genitori pretenziosi e rigidi. Così si ritrovavano sempre insieme, in qualche salone sperduto della villa, a sostenersi e condividere le loro vite, così piene di obblighi e povere di diritti.

Avevano avuto, nonostante tutto, la loro felicità lì, tra quei giardini curatissimi e quelle stanze immense, mentre i loro genitori tessevano la tela della loro vita e della seconda guerra Magica. Poi era arrivata la guerra e tutto era cambiato, quel palazzo elegante era diventato la culla di un movimento orrendo, che aveva portato via vite, mentre loro cercavano sempre di coprirsi le spalle. Era grazie anche alla loro amicizia se erano riusciti a non far marchiare Daphne e Pansy, prendendosi tutti e cinque punizioni che andavano riservate ai prigionieri. Quelle mura raccoglievano così tante storie belle e altrettante tristi che, nonostante Daphne avesse sempre sognato quel posto come location del suo matrimonio, non aveva mai osato nominarla durante i preparativi, continuando a seguire il tacito accordo che legava il Dream Team.

Tutti erano stati obbligati a gesti cruenti, torturati e seviziati in quella struttura, ma nessuno aveva recato un trauma forte come Draco. Vedere casa proprio diventare la propria prigione è stato un colpo così forte che lui non aveva più osato mettere piede in quella che era casa sua, che lo riconosceva come ultimo erede dei Malfoy e dei Black… e Blaise sapeva più di tutti gli altri che tempesta potesse essere in atto all’interno del suo testimone eppure, nonostante gli avesse ripetuto quella domanda diverse volte in quei 7 giorni lui aveva risposto sempre in modo affermativo. Chi lo avrebbe mai detto che il rampollo più ricco del mondo magico, altezzoso, senza un minimo di empatia, narcisista e tanto altro avesse messo le sue sofferenze dopo la felicità dei suoi amici? Nessuno, tranne chi lo conosceva veramente e sapeva che quello che si diceva su di lui fossero solo sciocchezze, una figura creata alla perfezione per coprire invece una persona sì furba e calcolatrice, ma anche capace di voler bene.

Quando Daphne gli aveva comunicato della nuova sede del matrimonio lui si era subito arrabbiato, non ci aveva visto più, perché si era ripromesso che avrebbe difeso Draco come lui aveva fatto con tutti loro. Poi aveva visto anche in Daphne il pentimento, la paura di un crollo del loro amico e tutta la rabbia era scemata, anche perché ormai la scelta era presa e quando un Malfoy prende una scelta è molto difficile cambiarla.

-Sì sto bene, a che ora abbiamo appuntamento con Daphne?- rispose rimanendo sempre calmo.

-Tra quasi un’ora.- disse Blaise dando un’occhiata al suo orologio.

 

-Ci sei?- chiese la bionda a Pansy che era nell’altra camera.

-Eccomi.- disse lei presentandosi nel salotto, dove Daphne stava scrivendo un bigliettino per Hermione:

“Siamo uscite per delle commissioni del matrimonio, a dopo <3”

La riccia era a lavoro, mentre loro a momenti avevano l’appuntamento con i ragazzi per andare a vedere Malfoy Manor e valutare le condizioni di tutto. Avevano deciso di attraversare questo momento senza la Grifona, perché non solo sarebbe stato anche troppo stancante emotivamente per lei, ma sapevano che Draco, Blaise e Theo volessero un poco di privacy, per farsi vedere deboli.

Uscirono e, dopo aver alzato le protezioni difensiva, si presero per mano per smaterializzarsi di fronte l’imponente cancello di Malfoy Manor.

Trovarono i tre ragazzi lì ad aspettarle, sembravano tranquilli, gli sorrisero, ma entrambe sapevano che stessero cercando di mantenere la calma solo per loro.

-Ci siamo?- chiese Theo con un tono affettuoso. Si disposero tutti e cinque di fronte al cancello, Draco al centro e alla sua destra aveva i futuri sposi, mentre alla sinistra Theo e Pansy.

Draco bisbigliò dei vecchi incantesimi, molto potenti, che gli altri quattro riconobbero. Ogni casata purosangue difendeva le loro dimore con potenti ed antiche formule che venivano tramandate da generazione in generazione, e Malfoy Manor era difesa sia da incantesimi Malfoy che Black, proprio per questo era la prediletta da Voldemort: era inespugnabile.

L’imponente cancello vibrò leggermente e si incamminarono attraversandolo come fosse fatto di nebbia. Riconobbero tutti il viale acciottolato affiancato da alte siepi. Nonostante dall’esterno potessero sembrare tutti tranquillissimi, stavano combattendo delle guerre interiori e, mentre avanzavano, Pansy non riuscì a trattenere un brivido, che Theo notò subito e le afferrò la mano.

La bruna si sentì subito meglio, non amava più Theo, la faida che lei era l’unica a portare avanti era solo una questione di orgoglio, ma Nott l’aveva sempre capita e calmata con poco. Sorrise allo sguardo titubante del ragazzo e proseguirono; dopotutto non aveva senso arginare il bene che si volevano.

Dopo quasi 200 metri la villa lontana divenne sempre più nitida e vicina. Nessuno dei cinque si stupì di trovare l’esterno intatto, con i giardini in perfetto ordine e tutto come lo ricordavano, sicuramente anche gli interni erano perfetti.

Tutti si erano aspettati che Draco non avesse abbandonato la villa a se stessa e che avesse concesso agli elfi di mantenerla alla sua bellezza originaria. I 4 amici sapevano quanto Draco adorasse quegli Elfi e di come la madre gli avesse insegnato a rispettarli. Ecco quindi che Malfoy Manor si stagliava davanti a loro, bella e possente, come se quegli anni non fossero passati, come se fossero ancora dei ragazzini.

Daphne non riuscì a contenere l’emozione e, portandosi una mano alla bocca, trattenne un singulto. Tutti, come se avessero dei sensori, si girarono in sua direzione e lei corse ad abbracciare il suo amico che si irrigidì per poi rilassarsi e rispondere all’abbraccio.

-Grazie Draco, davvero.- soffiò sul suo petto. Tutti sapevano quando Daphne adorasse quella villa, iniziando dai giardini immensi finendo anche con il più piccolo sgabuzzino. Nonostante avesse avuto una storia travagliata, quella struttura trasudava eleganza da ogni singolo mattone ed ogni filo d’erba.

Fu un attimo e si ritrovarono tutti e cinque abbracciati, come non succedeva da tanto tempo, non si lasciavano andare molto a queste dimostrazioni di affetto, non ne avevano bisogno, succedeva solo quando uno o più di loro avevano bisogno di un sostegno emotivo, avevano bisogno di essere sorretti.

Un “poof” li fece sciogliere.

-Padron Draco.- squittì un elfo domestico che si era smaterializzato di fronte a loro.

-Blinky!- esclamò Draco abbassandosi all’altezza degli occhioni dell’elfo. Quell’esserino, insieme a Dobby, lo aveva accompagnato per tutta la sua infanzia.

-Blinky sapeva che padron Draco sarebbe tornato.- disse stropicciando con le mani il vestito bianco e nero che indossava, donato proprio dal biondo -Blinky può essere d’aiuto?-

-No grazie, facciamo da soli.- l’elfo si rabbuiò -Però se vuoi puoi lucidare tutta l’argenteria del primo servizio, terremo un matrimonio qui tra una settimana.- disse il biondo per rimediare a qualche punizione autoinflitta, nonostante trattasse bene gli elfi non aveva mai sopportato il chiasso di cui fossero capaci.

Così come era arrivato l’elfo se ne andò, pronto a portare a termine il suo compito.

La perlustrazione del giardino convince Daphne e Pansy che la cerimonia si sarebbe tenuta all’esterno e, per il ricevimento, avrebbero innalzato un elegante tendone poco più distante e, come piano B nel caso di pioggia, il Manor possedeva diversi saloni enormi per gestire il tutto.

-Dobbiamo prenotare una carrozza per farti arrivare qui dall’Hotel.- disse pensierosa Pansy. Avevano prenotato delle stanze vicino alla vecchia residenza, però adesso avrebbero dovuto gestire la distanza dal Manor al loro Hotel; di sicuro non avrebbero potuto smaterializzarsi e basta.

-Potete dormire qui la notte prima delle nozze.- propose Draco e, senza dar tempo a nessuno di discutere, iniziò a salire una rampa di scale e a districarsi per dei corridoi per poi fermarsi davanti ad una porta elegante di legno scuro.

Le due ragazze rimasero estasiate quando videro quella sorta di appartamentino: un salotto sui toni del verde dava accesso a 4 porte, che scoprirono 3 essere per delle camere da letto e una per il bagno, inutile dire che anche quelle camere trasmettessero un certo gusto.

-Questo era il piccolo paradiso di mia madre, molte volte delle sue amiche rimanevano qui per la notte.- spiegò agli amici. Le camere da letto, fatta eccezione per quella di Draco, erano sempre state off-limits.

-Non posso accettare Draco.- disse a malincuore e sognante la futura sposa.

-Non dire sciocchezze, sai anche tu che le avrebbe fatto molto piacere.- disse serio volgendo lo sguardo ad un dipinto che raffigurava sua madre e lui quando aveva all’incirca 6 anni; ricordava il giorno in cui venne realizzato quel quadro, sua madre aveva chiamato un professionista e lo aveva convinto tutto il tempo a stare fermo e sorridere così poi lo avrebbe portato a Diagon Alley per prendere qualcosa di dolce.

-Draco è troppo.- continuò Blaise, interrompendo i ricordi dentro l’amico.

-Sono serio, lei avrebbe voluto così ed è anche la soluzione migliore per tutti. Le camere di noi uomini sono in un’altra ala della casa, non vi incontrerete mai prima della cerimonia.- bloccò le repliche dei suoi amici ancora prima che potessero aprire bocca -Ho deciso così, potete già disdire l’hotel per la notte prima delle nozze.-

Nessuno provò a dire altro, sapevano quanto Draco fosse testardo e che in nessun modo lo avrebbero convinto a cambiare idea. Lui dal canto suo voleva dare un nuovo inizio a quella casa, magari in un futuro l’avrebbe anche ri-arredata, ma quello era il giusto modo per partire. Pensava che il ritorno sarebbe stato più struggente, certo era che sentire il sostegno dei suoi amici lo aveva aiutato molto e che aveva anche evitato quelle camere che potevano turbarlo maggiormente, dove aveva veramente dei ricordi orrendi, ma per ora sembrava che quel tour avesse avuto un effetto catartico. Lanciò un ultimo sguardo al dipinto prima di chiudersi la porta alle spalle per seguire gli amici, sapeva dentro di se che sua madre sarebbe stata orgogliosa di quel gesto, dell’uomo che era diventato e, con questo pensiero, si sentì più leggero.

-Beh, quindi cosa farete domani sera?- chiese Daphne con tono fintamente distaccato quando uscirono dal portone principale del Manor.

-Smettila di cercare di sapere qualcosa, l’addio al celibato è top-secret, come anche il tuo addio al nubilato!- disse Theo con un ghigno divertito.

La bionda digrignò i denti, sapevano tutti che fosse gelosa marcia, ma cercare di tirare qualche informazione da Draco e Theo era quasi impossibile

Dopo che Draco ebbe lasciato delle disposizioni agli Elfi si smaterializzarono nelle rispettive case. Il giorno successivo le ragazze sarebbero andate a soggiornare a Londra e ci sarebbe stato sia l’addio al nubilato che quello al celibato.

-Buongiorno, come stai?.- chiese subito Blaise entrando in cucina quando già Draco stava sorseggiando il suo caffè fumante.

-Buongiorno.- ricambiò lui tra un sorso e l’altro -Stanotte ho riflettuto un poco, ma sto bene.- ammise; sapeva che se avesse anche solo provato a virare su un altro discorso Blaise avrebbe insistito fino a quando lui non avrebbe vuotato il sacco. Era sempre stato così tra loro, erano gli unici a comprendersi così bene a vicenda solo che, mentre Blaise era un tipo espansivo, lui cercava sempre di dissimulare e sviare i discorsi.

La notte precedente si poteva dire che non aveva chiuso occhio. Aveva ripensato molto a sua madre, si chiedeva sempre se lei fosse stata orgogliosa del ragazzo che era diventato. Ripensò a suo padre, chiuso in una cella d Azkaban, sicuramente lui non era orgoglioso del figlio così devoto ad una vita cristallina e senza sotterfugi. Ripensò al Manor e a tutte le emozioni che aveva provato, aveva mantenuto la calma, ed era rimasto quasi soddisfatto di come aveva gestito la situazione emotiva… ma c’era ancora molto lavoro da fare.

-Dai, andiamo- Blaise lo risvegliò dai suoi pensieri e dandogli una pacca sulla spalla lo convinse ad alzarsi, quella mattina avevano il turno insieme, perché la sera si sarebbero divertiti.

Le tre ragazze si smaterializzarono insieme nell’appartamento che le avrebbe ospitate in quella settimana. Avevano scelto Notting Hill, il romantico quartiere nella Londra babbana, che non era neanche troppo distante da Diagon Alley, ma la sposa aveva richiesto un addio al nubilato alla babbana da quando ne aveva visto uno in una di quelle commedie rosa che gli aveva fatto vedere Hermione nelle loro serate cinema.

Avevano lavorato quasi tutta l’estate per prendere le ferie nel periodo che circondava il matrimonio, ed erano pronte a divertirsi. Era tardo pomeriggio e si erano date appuntamento con le altre alle 8.30 per cenare prima insieme e poi iniziare con la festa vera e propria.

Visto che era stato richiesto un vero e proprio addio al nubilato alla babbana Hermione decise di fare le cose per bene, fu per questo che quando si ritrovarono tutte a spiccare vi era Daphne vestita di bianco, con una fascia con su scritto “Bride to be” ed un velo corto appuntato con una coroncina in plastica, mentre tutte le altre erano vestite di nero con una spilla sul petto “Team bride” e delle coroncine di fiori colorate ed estrose.

Per la cena avevano optato per un bel pub tipico inglese, così da poter dare inizio alle bevute con delle belle pinte di birra.

-Abbiamo prenotato per 7 a nome Granger.- disse gentile Hermione al cameriere all’entrata, che le guardò sorridendo. Quella sera, oltre a lei, Daphne e Pansy, c’erano Luna, che aveva stretto un bel legame con la futura sposa, Cho, con la quale Daphne aveva preso confidenza grazie alla boutique dell’asiatica nella quale Daphne si forniva spessa, Gabrielle ed Alexa, due loro colleghe di Parigi.

La cena andò abbastanza bene, avevano preso una pinta da litro ciascuna, perciò erano tutte abbastanza allegre. Avevano trovato nel pub la serata Karaoke e, dopo aver cantato a squarciagola una decina di canzoni, decisero di pagare e spostarsi in un altro locale. Stavano per incamminarsi tutte, ma dopo qualche passo si resero conto che Hermione era rimasta immobile, con le mani sui fianchi ed un sorriso divertito.

-Che fai?- chiese Pansy, facendo fermare tutta la comitiva.

-Ho una sorpresa per la sposa.- ed appena finì la frase una limousine nera le si affiancò. Le urla di felicità delle sue due coinquiline furono abbastanza soddisfacenti, per non parlare delle risate di Cho e Luna.

-Ottimo lavoro Granger-  le disse Alexa sorridendole sincera, era un’ottima collega e pure simpatica. Gabrielle invece si limitò a farle un cenno col capo e salire sulla vettura; la loro era sempre stata una convivenza sì civile, ma forzata.

Fu così che iniziò il loro tour per i bar della città, come se non bastassero già le bottiglie di champagne fornite dalla limousine. Fecero inserire all’autista nella radio i cd contenenti tutta la discografia delle Spice Girls e di Britney Spears, che cantarono a squarciagola affacciandosi dai finestrini e dal tettuccio, tra una fermata e l’altra. Persero il conto degli shottini che avevano ingerito, tranne Hermione che aveva promesso a Blaise di rimanere solamente brilla così da potere intervenire in caso ci fosse stato qualche problema.

 Proprio mentre partiva “Wanna be” ad alto volume la limousine si fermò senza preavviso. Qualcuno picchiettò al finestrino proprio accanto a Daphne che, senza indugiare, pigiò l’opposito bottone per fare abbassare il vetro oscurato. Si trovò a pochi centimetri dal viso un ragazzo mulatto che notò essere un poliziotto. Certo, se fosse stata sobria avrebbe fatto caso al distintivo palesemente di plastica ed alle risate delle amiche che già sapevano cosa stava per succedere: addio al nubilato 100% babbano.

-Salve Signorine.- disse il ragazzo con un accento cubano lanciando uno sguardo a tutte le ragazze sul veicolo -Lei è Daphne Grengrass?- domandò volgendo lo sguardo sulla bionda che annuì mentre un singhiozzo le saliva in gola: era proprio ubriaca.

-Bene, ci deve fare salire, dobbiamo perquisirla.- continuò un altro ragazzo che non aveva ancora notato, che stava cercando di trattenere il tono divertito, non gli era mai successo che una futura sposa fosse così ubriaca da non capire che lui non fosse un vero poliziotto.

-Certo agenti.- disse Daphne aprendo la portiera e facendo cenno alle amiche di stare in silenzio e rimanere serie, sortendo l’effetto contrario ovviamente.

-Siete delle vere streghe.- disse lei lasciandosi dopo essersi conto che quelli che dovevano perquisirla non erano altro che degli spogliarellisti. Rise di gusto.

Beh, non poteva lamentarsi della scelta delle sue amiche, quei ragazzi ci sapevano fare e per fortuna non erano viscidi come ci si poteva immaginare.

-Siete imperdonabili e vi adoro amiche mie.- urlò prendendo un’altra flute di champagne mentre sulla testa aveva il  berretto da poliziotto appartenente al secondo ragazzo.

-Dai Green, quali imperdonabili… avranno fatto la stessa sorpresa allo sposo, perciò siete pari!- disse Gabrielle con leggerezza inconsapevole del cataclisma che aveva appena creato.

Tutte si gelarono appena sentirono quelle parole e puntarono gli occhi su Daphne che sembrava una statua.

-Blaise.- biascicò mentre iniziava a tremarle il labbro inferiore; cattivissimo segno. Tutte sapevano della gelosia di Daphne, certamente un paio di spogliarelliste come regalo goliardico per l’addio al celibato non avrebbero causato quella reazione se fosse stata sobria.

Hermione e Pansy si avvicinarono subito, cercando di arginare i danni fatti da Gabrielle che venne fulminata con lo sguardo dalla riccia.

-Voglio Blaise qui.- continuò Daphne mentre le si inumidivano gli occhi.

-Daph non è successo niente.- disse Pansy.

-Ha ragione, sicuramente staranno giocando a poker fumando sigari e bevendo scotch d’annata.- continuò Hermione, anche se ormai tutte sapevano che non potevano più porre rimedio.

La riccia ringraziò se stessa per aver scelto dei maghi, così quando videro il patronus di Daphne uscire dalla bacchetta poterono filarsela senza che gli prendesse un infarto o senza che le amiche dovessero rispondere al Ministero Inglese per aver mostrato la magia a dei babbani.

 

La descrizione che Hermione aveva fatto di loro era più che veritiera, erano in un pub di Diagon Alley, a scolare alcolici, fumare sigari, giocare d’azzardo e passare una serata abbastanza divertente.

Blaise, Theo ed Harry erano al tavolo da poker mentre Draco, Dean, Neville ed Adrian Pucey (altra vecchia Serpe che condivideva lo studio con Nott) giocavano al biliardo. Il bar era pieno di altra gente e tutti si stavano godendo la serata, abbastanza brilli.

Fu quando di fronte a Blaise arrivò un patronus sottoforma di cigno che tutti si fermarono.

-Blaise vieni subito… per favore.- disse la voce in lacrime e palesemente ubriaca di Daphne. Il ragazzo scattò in piedi mentre la figura argentea si dissolveva.

-Zabini aspetta, avrà bevuto e le sarà sfuggita questa cosa, penso che Hermione e Pansy abbiano tutto sotto controllo.- disse Harry cercando di calmare il collega. Solo Malfoy notò che aveva chiamato la sua amica per nome, ma quello non era il momento esatto dargli importanza.

-Ha ragione Bla, sicuramente hanno tutto sotto controllo.- Continuò Theo poggiando una mano sulla spalla dell’amico.

-Dra che dici?- chiese Blaise puntando gli occhi sull’amico, Draco aveva sempre l’ultima parola per Blaise come quest’ultimo l’aveva sempre per il biondo.

-Sicuro non sono nei guai seriamente, altrimenti ci avrebbero contattato Pansy, Luna o la Granger. Sicuramente avrà alzato un po’ il gomito e qualcosa l’avrà turbata, la conosci meglio di me. Aspettiamo, anche perché non sappiamo neanche dove siano.- disse accennando un sorriso all’amico che si era già rilassato.

Qualche secondo dopo quando un altro patronus, questa volta con le sembianze di un gatto si piantò di fronte Draco.

-Dra tranquillizza Blaise, non è successo niente e stiamo tutte bene, ma non riusciamo più a distrarre Daphne e sappiamo tutti come sia testarda. Ci vediamo di fronte al Fabric.- disse la voce di Pansy. Nonostante fossero tutti più tranquilli dovettero dire addio alla loro serata tra uomini.

Hermione era andata in un vicolo accanto il famoso locale londinese. Nonostante il Fabric fosse un club babbano, molti maghi spesso lo frequentavano e quel vicolo era il posto perfetto per smaterializzarsi senza creare il caos, infatti in pochi istanti si trovò davanti i suoi ex compagni di scuola.

-Hermione che è successo? Tutto bene? Daphne?- il futuro sposo, nonostante tutto, non era tranquillo, e si era subito fiondato vicino alla riccia per informarsi. Di solito la chiamava per il cognome per farla indispettire invece in quel momento, troppo preso dall’interesse per la sua fidanzata, aveva lasciato stare i giochetti.

-Sta bene, è semplicemente ubriaca. Sai pure tu che voleva una festa in pieno stile babbano, perciò avevamo ingaggiato degli spogliarellisti così per scherzare e Gabrielle ha fatto una battuta dicendo che sicuramente anche tu avresti avuto delle spogliarelliste e lei… beh sai.- spiegò in modo breve e coinciso mentre faceva un cenno di saluto a tutti gli altri.

-Con tutto il rispetto per i babbani, ma per chi ci ha preso questa tipa?- chiese Theodore. Nonostante fosse molto in voga anche tra le streghe, la parte maschile del mondo magico non aveva accettato questa abitudine per gli addii al celibato, nonostante molti maghi fossero assidui clienti di club per adulti.

-Gabrielle? Le avevo detto di non invitarla quell’arpia.- Hermione sorrise, per fortuna non era l’unica a pensarla in quel modo. La francesina non le aveva fatto nulla di male ma fin dal primo giorno di lavoro avevano riscontrato un’antipatia a pelle reciproca.

Si incamminarono , aveva lasciato le altre all’entrata con la limousine. Harry l’abbracciò per poi velocizzare il passo per affiancare Blaise.

-Non ti facevo tipa da spogliarellisti Granger.- disse il giovane Malfoy con un ghigno mentre prendeva un sigaro dalla tasca interna della giacca.

-Daphne voleva una festa 100% babbana e ho fatto di tutto per soddisfare le aspettative.- rispose semplicemente mentre le sue narici vennero inondate dal forte stampo alla vaniglia del sigaro.

Entrambi potevano sentire la tensione lasciata in sospeso dal loro ultimo incontro, ma nonostante questa non si sentivano a disagio, al contrario si sentivano entrambi abbastanza tranquilli a passeggiare così come se non ci fossero anni di odio a separarli.

-Granger sei tu?- Pucey si era posto alla sua sinistra.

-Scusami ma non credo di conoscerti.- era vero, non ricordava proprio quel volto. Il biondo alla sua destra ghignò soddisfatto.

-Adrian Pucey, Serpeverde.- disse lui cercando di mascherare il fastidio.

-Oh sì, eri nella squadra di Quidditch vero?- ricordava di aver sentito quel nome passare nei discorsi infiniti che si susseguivano sempre a Grifondoro prima e dopo ogni partita, però non aveva una figura da associare a quel nome. Sicuramente la persona che si trovava vicina in quel momento non era niente male, anzi.

-Ero un battitore.- rispose più rilassato.

-Penso che lei fosse più concentrata sul cercatore.- si intromise Draco che in quel momento aveva deciso che era passato troppo tempo da quando gli erano state date attenzioni.

-Ti sarebbe piaciuto Malfoy.- rispose Hermione con un tono d’ironia posando lo sguardo su di lui, che si avvicinò al suo orecchio:

-Possiamo sempre rimediare.- sussurrò provocante e la riccia fece pressione su ste stessa per mantenere la disinvoltura e per scacciare i brividi che correvano lungo la schiena.

-Nei tuoi sogni Furetto.- disse col tono più distaccato che offriva il suo repertorio. Fortunatamente ci pensò Daphne a interrompere quel momento, infatti appena riconobbe la figura di Blaise gli si fiondò addosso e nessuno dei presenti riuscì a capire se quei rumori che riproduceva fossero singhiozzi o risate.

Decisero di proseguire comunque la loro serata tutti insieme e per questo entrarono nella discoteca. Il locale aveva aperto da qualche anno e aveva già guadagnato fama internazionale, era diviso in tre aree con generi musicali differenti. Decisero di andare nella sezione con musica commerciale che era anche quella con la pista più ampia. Visto che ormai non doveva più controllare Daphne, Hermione decise di poter alzare un poco il gomito e trovò ottima compagnia alcolica in Luna e Cho che non saltarono neanche un giro, mentre gli altri si aggiungevano a loro tra una canzone e l’altra.

-Un whiskey doppio liscio. Per favore.- le sue due amiche vennero prelevate da Neville e Dean, lasciando libero un posto accanto a lei che venne occupato proprio da Draco Malfoy.

-Un Malfoy che si approccia gentilmente con un babbano. Il mondo sta proprio andando a rotoli.- disse Hermione in tono scherzoso sorseggiando il suo ennesimo cosmopolitan della serata; adorava quel cocktail, la faceva sentire come le protagoniste di Sex & the City.

-Te l’ho detto che ci sono molte cose che non sai di me Mezzosangue.- rispose lui voltandosi verso di lei.

-Non chiamarmi Mezzosangue.- disse cercando di rimanere seria. L’ultima volta che si erano visti l’aveva chiamata allo stesso modo, ma nessuna delle due volte lei aveva sentito quel tono duro che lui usava ai tempi di Hogwarts, sembrava quasi un nomignolo però quel poco di lucidità che restava voleva mettere dei paletti, perché ok che tutti parlavano del ragazzo in modo fantastico, ma non poteva certo trattarlo e farsi trattare come fossero amici di sempre: doveva guadagnarselo.

-E’ quello che sei Granger, niente meno niente più.- rispose tranquillo lui con un ghigno -poi non hai bisogno del tuo sangue per far capire a tutti che sei migliore di molti Purosangue… anche se l’altro giorno non sembravi così contrariata da questo appellativo, o sbaglio?- le chiese facendole l’occhiolino e scolando il suo bicchiere. La ragazza fece caso a come fosse rilassato in quell’ambiente, se qualche anno prima qualcuno lo avesse messo in un locale chiuso gremito di babbani sicuramente sarebbe uscito di senno, mentre adesso era a suo agio.

-Un altro giro per me ed un altro Cosmopolitan per lei.- disse cortese al barista che annuì -allora Granger, sbaglio?- disse riprendendo il discorso e puntando gli occhi nei suoi. Il biondo si chiese se la scarica elettrica che sembrava attraversali attraverso un solo sguardo fosse sempre esistita e la risposta venne come un fulmine a ciel sereno. Certo che era sempre esistita, in ogni gara a prendere il voto più alto, in ogni sfida ed offesa lanciata tra i corridoi di Hogwarts loro venivano sempre passati da elettricità, capaci entrambi di essere gli unici a provocarla nell’altro. Maledetto Blaise che lo leggeva ancora prima che potesse riuscirci lui stesso.

-Non so a quando ti riferisci Furetto, dopotutto a volte il tuo egocentrismo annoia, magari non ti stavo neanche ascoltando.- disse Hermione reggendo lo sguardo. Risero entrambi.

-Touchè.- rispose lui facendo tintinnare il suo bicchiere con quello di Hermione. Preferiva lasciare il discorso così, nonostante anche lui sapesse che la riccia in quel momento lo stava ascoltando eccome.

In quel momento le note di  “Baby One More Time” di Britney Spears vennero sostituite da una canzone più sensuale, una bachata.

L’aria si riempì di aspettativa e varie coppie iniziarono a ballare. Hermione diede uno sguardo alla pista. Daphne e Blaise ballavano così bene che rimase stupita: che ai purosangue insegnassero anche le danze di coppia babbane?

Luna e Neville le strapparono un sorriso, stavano ondeggiando in un modo così buffo da avere attirato l’attenzione di tutti i vicini su di loro.

Cho, Alexa, Dean, Pucey e Theo invece chiacchieravano ondeggiando poco distanti da loro. La sua attenzione venne richiamata da una coppia dietro il gruppo di amici: Pansy ed Harry stavano ballando in modo abbastanza confidenziale e lei quasi non riconobbe l’amico.

-Che mi sai dire di quei due?- chiese Malfoy dopo aver seguito la direzione del suo sguardo.

-Non penso ci sia qualcosa da dire.- rispose sincera Hermione, dopotutto era solo un ballo e si sapeva anche quanto sapesse essere seduttrice Pansy.

-Sisi Granger, ed io sono Merlino.- la prese in giro. Le stava dando della stupida?

-Draco vieni a ballare?- la voce acuta di Gabrielle bloccò ogni suo tipo di risposta. Lanciò uno sguardo alla collega, riconosceva tutti i suoi segnali. Nonostante l’antipatia le uscite tra college non erano state poche nel passato ed Hermione aveva potuto appurare che la biondina fosse una vera e propria mangiatrice di uomini.

-Certo.- rispose Malfoy finendo il whiskey nel suo bicchiere per afferrare la mano della francese senza rivolgere un minimo sguardo ad Hermione. Cercò di scacciare il fastidio che stava crescendo dentro di lei a vedere quei due ballare e sembrare così in confidenza, si erano presentati da poco meno di un paio di ore. SI voltò ed ordinò un altro cosmopolitan per accantonare così i pensieri: dopotutto lei e Malfoy non erano niente, perché doveva provare fastidio a vederlo ballare una sua collega, forse era perché tra lei e Gabrielle non correva buon sangue? Semplice sfida al femminile sì.

-Granger.- Pucey bloccò il suo flusso di coscienza.

-Pucey.- disse lei alzando il bicchiere a mo’ di brindisi.

-Scusa per prima, ma ho rimosso un bel po’ di persone che non erano del mio anno.- Hermione decise di spezzare il silenzio, si era resa conto del fastidio che avesse provato il ragazzo quando non lo aveva riconosciuto, e poteva anche capirlo, ma non solo appartenevano a case diverse, ma lui era un anno più grande.

-Oh no, non preoccuparti, anzi sono stato sgarbato io ad usare quel tono. Scusami davvero.- la stupì e lei si prese un attimo per osservarlo: era alto e con un fisico abbastanza prestante, aveva occhi verdi e capelli a spazzola castano chiaro.

-Sei collega di Daphne e Pansy?- chiese lui afferrando il bicchiere che gli aveva appena porto il barista.

-Sì, tu invece di cosa ti occupi?- domandò lei seriamente incuriosita e con gli ormoni leggermente sballottati.

-Condivido lo studio con Theo, sono magiavvocato.- rispose lui tranquillo sorridendole.

-Ah, i Serpeverde non si separano mai noto.- scherzò lei.

-Siamo molto selettivi, ma anche voi Grifondoro non scherzate.- le tenne il gioco lui. In quel momento cambiò canzone e il dj mise “Obsession”, un’altra bachata, uscita quell’anno e che aveva scalato le classifiche mondiali.

-Senti Granger, non vorrei sembrare sfacciato.- Hermione lo guardo interrogativo, lui continuò – ma ti va di ballare?- chiese porgendole la mano.

-Certo, non preoccuparti non ti chiederò l’anello di fidanzamento dopo.- scherzò Hermione afferrandola.

Incominciarono a ballare, anche lui se la cavava abbastanza bene e, per fortuna, le stava vicino ma non risultando troppo appiccicoso.

-I tuoi amici sono un poco strani.- disse ridendo guardando Luna e Neville.

-Li adoro per questo.- rispose lei sincera mentre lui le faceva fare una giravolta.

-Balli bene per essere un mago.- notò lei.

-Ti svelo un segreto.- disse con tono abbastanza goffo -ho seguito un corso di balli babbani per fare colpo sull’insegnante di ballo.- ammise con un poco di vergogna.

-Dimmi che almeno ha funzionato.- Hermione era veramente divertita.

-Potrei mentirti e pavoneggiarmi, ma no.- ammise lui arrossendo lievemente. Hermione rise così tanto che probabilmente l’avevano sentita tutti nella sala.

-Beh, almeno hai imparato a ballare.- disse lei tra una risatina e l’altra.

-Dopo aver pagato era il minimo.- rispose lui contagiato dalla sua risata.

Era simpatico quel ragazzo, era felice di essere stata più gentile con lui. Continuarono a scherzare ed Hermione non si rese conto dello sguardo penetrante che le stava lanciando Malfoy a qualche metro da loro, sempre intento a ballare con Gabrielle.

 

 

Angolo Autrice:

Ciao a tuttiiiiiii. Chiedo scusa per il ritardo, ma gli esami mi stanno prendendo tutto il tempo , però cercherò sempre di pubblicare almeno entro due settimane!

Capitolo un poco lunghetto e vi chiedo scusa per questo, ma non mi andava di dividere l’addio al nubilato/celibato in due parti.

Molto bella la prima parte, vero? Fa vedere molto l’amicizia profonda tra i Serpeverde e ho voluto escludere Hermione da questa scena perché anche lei ha troppi fantasmi da combattere a Malfoy Manor e dedicherò uno spazio solo a quello. Anche Draco non ha pienamente fatto ammenda col suo passato in quella casa, ed anche per questo ci sarà un momento apposito.

La parte della festa l’ho inserita per dare un po’ di leggerezza al tutto, nonostante in questa storia ci saranno molti momenti più “seri” cercherò sempre di alleggerire.

Beh, Draco ed Hermione non fanno passi avanti concreti per il momento, però qualcosa si sta svegliando no?

Spero vi sia piaciuto il capitolo e mi scuso per qualche errore di battitura, ma ora come ora ho solo tempo per dare una rilettura veloce, ma tornerò al massimo tra un paio di settimane.

Ringrazio tutti voi che seguite, ricordate, preferite e recensite la mia storia <3 ed anche a chi mi scrive nella casella in privato. Fatemi sapere che ne pensate di tutto perché tengo davvero molto al vostro pensiero!

A presto! Un bacio.

PS: questi riferimenti alla vita “reale” tipo le varie canzoni, il tennis ect vi piacciono? Perché teoricamente siamo nel 2002 (la guerra Magica è finita nel 97) e mi piace contestualizzare un po’ il tutto giusto per rendere il tutto più reale! Fatemi sapere

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Capitolo 6
*** Azione e reazione ***


Quando Pansy entrò nella piccola cucina dell’appartamento londinese che le ospitava trovò Daphne ed Hermione intente a consumare la loro colazione e a chiacchierare tranquillamente. La bionda sembrava fresca come una rosa nonostante la sera prima le sue condizioni fossero preoccupanti, ma la maggiore delle Greengrass era sempre stata così, la notte prima poteva anche venire investita da un esercito di Troll ma la mattina successiva sarebbe stato come se non fosse successo niente.

Quando le due ragazze notarono la sua presenza interruppero il discorso per farle un sorriso malizioso… facevano quasi paura.

-Buongiorno.- disse titubante Pansy afferrando una delle brioche che erano sul tavolo. Perché la guardavano in quel modo?

-Buongiorno a te.- disse Hermione continuando a mantenere quell’espressione.

-Allora non hai niente da raccontarci?- domandò Daphne e subito entrambe notarono il viso di Pansy acquistare consapevolezza.

La sera prima lei non era rientrata con Hermione e Daphne che vennero accompagnate da Theo e Blaise… era rimasta a ballare. Doveva tenere conto delle sue amiche che la conoscevano meglio delle loro tasche e che avevano capito che sicuramente lei non era rimasta in giro per la scelta musicale del dj.

-Ah.- fu il semplice suono che le uscì dalla bocca. Prese posto accanto ad Hermione e di conseguenza di fronte a Daphne, sapeva che non sarebbe riuscita ad andare da nessuna parte senza aver prima vuotato il sacco.

-Allora? Sei tornata con Harry?- chiese schietta Hermione. Ricordava come ballassero stretti la sera precedente, la confidenza che sembravano avere e da quando Malfoy le aveva messo quella pulce nell’orecchio non poteva che dargli ragione; c’erano molti dettagli che sembravano confermare quella tesi. Storse il naso al pensiero del Serpeverde, la sera prima lui e Gabrielle erano stati i primi ad andarsene e, conoscendo la collega ed anche tenendo conto delle voci che circolavano sul biondo, sapeva che sicuramente non si erano divisi appena usciti dal locale. Chiuse un attimo i pugni ed inspirò… perché continuava a pensare a Malfoy?!

-Sì.- fu la semplice risposta di Pansy -non chiedermi altro Herm, mi ha accompagnato e basta, voi Grifondoro non capite proprio i segnali.- continuò prima che le amiche potessero investirla di domande che avrebbero tutte ricevuto risposta negativa purtroppo – l’altro giorno quando ho avuto la mattina a lavoro, esco dall’ufficio e chi mi ritrovo davanti? Potter. Era venuto a parlare con Delacour. Dopo qualche chiacchiera mi ha chiesto se volessimo pranzare insieme ed ho accettato… e sono stata così bene, ma lui sembra così disinteressato.- terminò sconsolata addentato la brioche.

-Harry è così.- disse Hermione ricordando quanto tempo ci mise a capire l’interesse che Ginny aveva ne suoi confronti – Ci mette molto a capire i segnali, più che altro perché molte volte non ha coscienza di se stesso e quindi non pensa di potere interessare a qualcuna. Specialmente dopo quello che è successo con Ginny.- aveva raccontato alle amiche di Ginny.

-Beh, non solo Potter è così.- disse con tono canzonatorio Daphne mentre si versava altro succo di zucca.

-Che intendi?- chiese la riccia.

-Anche tu sei indifferente alle attenzioni e pensi che nessuno ci possa provare con te. Ieri ne è stata la conferma.- rispose semplicemente. L’amica era sempre stata così, aveva avuto delle frequentazioni in quegli anni, ma per capire di interessare ad un ragazzo ci metteva sempre molto e, secondo Daphne, era anche colpa dell’ex che piano piano aveva minato alla sua considerazione di se e le aveva fatto credere di non essere abbastanza, dando il colpo finale quella sera di estate di 5 anni prima.

-Ma che dici, ho capito che Adrian ci provasse.- disse Hermione col suo migliore tono da saputella -E’ un bellissimo ragazzo ma non è il mio tipo e lo sapete anche voi.- la sera prima avevano ballato ancora un po’ e, nonostante gli ormoni in subbuglio, Hermione aveva declinato altri inviti e Pucey le aveva fatto intendere che neanche lui avrebbe voluto rapporti seri, ma che se avesse voluto una semplice amicizia con benefici di non farsi problemi e, dopo che lui era rimasto serio nonostante le risate di Hermione, lei aveva capito che non stava scherzando. La riccia si era appuntata mentalmente quella cosa; dopo Ron aveva avuto frequentazioni che erano durate veramente poco, non riusciva a trovare in nessun ragazzo niente di così forte da poterla convincere ad intraprendere una relazione seria, però era sempre una ragazza con degli istinti e quindi non si era neanche negata dei rapporti occasionali… perciò quella proposta di Pucey non era proprio da scartare.

-Io non parlo di Adrian, ma di Draco.- disse Daphne, facendo soffocare Pansy e sputare l’acqua ad Hermione.

-Cosa?- chiese la riccia.

-Draco ti mangia con gli occhi Herm. Non vedi come si comporta con te?- continuò lei tranquilla.

-Ti sbagli Dap, solo perché abbiamo sotterrato l’ascia di guerra ed i vecchi rancori non vuol dire che ci stia provando con me.- ammise confusa.

-Non ho detto che ci stia provando, ma che sia interessato non lo nego, sappiamo tutte e tre che non mi sbaglio mai.- sentenziò orgogliosa del suo sesto senso.

-Ai tempi di Hogwarts ho sempre pensato che ci fosse qualcosa tra di voi.- disse Pansy con lo sguardo perso nei ricordi -sembrava che foste avvolti da un’elettricità tutta vostra.- concluse, ed Hermione pensò a quei brevi momenti che avevano vissuto nell’ultimo periodo e a come anche lei avesse pensato ad un’elettricità che scorreva tra di loro… che l’avesse notata pure il biondo?

-Ma dai, io e Malfoy? Quella che si sentiva nell’aria poteva essere solo una giusta miscela di odio e rancore.- disse cercando di convincere più se stessa che le sue due amiche.

-Beh pensala come vuoi, io la mia te l’ho detta.- riprese Daphne facendo spallucce.

-Sinceramente penso che se mi “mangiasse con gli occhi” ieri avrebbe provato a portare me a casa invece che Gabrielle.- fece notare con un tono quasi infastidito.

-Innanzitutto- iniziò con tono solenne la bionda – Draco Malfoy non porta mai nessuna a casa sua, Blaise ne è testimone- disse alzando il pollice – ovviamente Gabrielle è un prurito come molti altri che Draco ha soddisfatto- continuò alzando l’indice – e se proprio questo non considerart,i come intendi tu, fosse la prova inconfutabile della mia tesi?- terminò alzando il medio e sventolandole quel “3” davanti al viso.

-Ma va.- fu la risposta di Hermione.

-Comunque vedetela come volete ma un po’ di divertimento con Pucey fossi in te non me lo negherei.- ammise Pansy facendo ridere tutte e ponendo così fine al discorso.

Mentre presero a parlare nuovamente dei preparativi per le nozze ormai imminenti le andò un pensiero al furetto. La sera prima non si era trovata male a chiacchierare con lui e sì, lui in alcuni momenti era stato malizioso, però era una prerogativa del Serpeverde per quanto ne sapesse lei. Non aveva notato un particolare atteggiamento del biondo nei suoi confronti, però non poteva negare che il sesto senso di Daphne non avesse mai sbagliato, le aveva  sempre azzeccate tutte. Per il momento decise di accantonare il discorso, anche se Malfoy avesse avuto un minimo di interesse non sarebbe stato un grande problema, neanche lei poteva negare di essere indifferente al fascino del biondo, e si odiava per questo, se solo le avessero detto una cosa del genere 5 anni prima li avrebbe schiantati come minimo, ma non poteva certo negare che del ragazzino antipatico ed acerbo che ricordava sembrava essere rimasto veramente poco.

 

Quel pomeriggio Pansy era andata a svolgere degli affari di famiglia e Daphne a controllare che tutti i preparativi stessero filando liscio, perciò aveva deciso di fare un giro per Diagon Alley. Le era mancato tutto di Londra, sia della parte magica che di quella babbana. Passeggiava con occhi sognanti, guardando tutto come se fosse la prima volta, come quasi 12 anni prima quando si addentrava alla scoperta di un mondo completamente nuovo. Sorrise al pensiero di quella ragazzina che, dietro il suo fare da SoTuttoIo, nascondeva una ragazza insicura che voleva semplicemente avere le stesse potenzialità degli altri. Non aveva mai raccontato a nessuno che l’estate prima del primo anno aveva studiato tutto il programma, perché sapeva che ci fossero bambini che vivevano in quel mondo da sempre e non voleva sfigurare. Grazie a quello ora era definita come la Strega migliore della sua età, sacrifici e voglia di essere capita ed apprezzata.

Era così presa nei suoi pensieri che non si rese conto di andare a sbattere contro qualcuno facendo cadere al sua borsetta.

-Mi scusi tanto, ero sovrappensiero.- si scusò subito lei, proprio come le aveva insegnato sua madre.

-Granger ho capito che non puoi stare lontana da me, ma buttarmisi addosso penso sia troppo.- disse Draco Malfoy ghignando e chinandosi per raccoglierle la borsetta.

-Sempre egocentrico furetto.- fece notare lei -grazie.- disse appena lui le porse la sua borsa.

-Che fai qui sola soletta? Mi cercavi?- continuò lui con tono divertito.

-Il giorno in cui ti cercherò brucerà il pianeta Malfoy. Comunque Pansy e Daphne avevano da fare e ho deciso di fare un giro, era da tanto che non venivo qui.- rispose lei lisciando le grinze del suo vestitino.

-Ti capisco, è stato uno dei primi posti che ho voluto vedere quando sono tornato dall’America.- disse lui seguendo lo sguardo delle mani di lei; indossava un vestitino floreale a fondo bianco aderente sul busto e con gonna liscia che arrivava sopra il ginocchio e dovette ammettere nuovamente a se stesso che non era più la ragazza poco curata e sommersa da vestiti oversize di Hogwarts.

-Eh stavo pensando alla prima volta che sono venuta qui quando ti sono sbattuta contro.- disse lei -tu invece che ci fai qui? Io penso di andare a prendere un caffè o un tè da qualche parte, se vuoi puoi onorarmi della tua presenza Malfoy, offro io.- propose pentendosene subito dopo, però all’inizio non le era sembrata male l’idea di prendere qualcosa insieme, come dei vecchi conoscenti… alla fine lo erano!

-Non so che zoticoni frequenti, ma non ti permetterei mai di offrire Mezzosangue, ma…-

-Draco eccoti, ti ho perso di vista e sapevo ti avrei trovato di fronte ad un negozio di Quidditch… Hermione?- la voce di Gabrielle che gli afferrò il braccio, interruppe la frase del biondo.

-Gabrielle ciao, pensavo fossi tornata a Parigi.- disse con un tono leggermente infastidito -In questi giorni che noi non ci siamo non tocca a te ed Alexa la ronda?- aggiunse per far intendere che la frase precedente era stata detta solo per il suo essere stakanovista.

-Ho dormito qui stanotte.- disse lanciando uno sguardo malizioso al biondo che sembrava aver perso la lingua -e Alexa mi copre, recupererò domani.- concluse, ed Hermione sentì un peso allo stomaco che la fece innervosire. Guardò per un attimo la collega, non aveva lo sguardo accattivante che la distingueva quando rimorchiava l’ennesimo ragazzo senza alcun peso, sembra quasi presa.  Poi lanciò uno sguardo al biondo, Gabrielle aveva dormito a Londra… che la tesi di Daphne fosse errata?

-Ah perfetto.- disse la riccia sforzandosi di sorridere, ringraziando le sue coinquiline per averle dato negli anni qualche dritta su come nascondere le proprie emozioni -Allora io vado, buona giornata.- si congedò senza neanche attendere il saluto dei due, superandoli e non notando uno sguardo di ghiaccio che la seguì fino a quando non si perse nella folla, per poi tornare su Gabrielle come se niente fosse successo.

 

Quando tornò nell’appartamento lo trovò ancora vuoto, erano le sette di sera e le due serpi non erano ancora tornate. Un gufo picchiettò alla finestra della cucina e, dopo aver consegnato il messaggio, volò via senza neanche avere una ricompensa.

“Ti invito a cena stasera e, ho mandato il gufo indietro, perché non accetto un no come risposta! Non so dove alloggiate perciò ci incontriamo alle 8.15 direttamente all’inizio di Diagon Alley. A dopo

                                                                                                                                                    -Adrian”

Sorrise e decise di dare corda al ragazzo, dopotutto le aveva proposto del puro divertimento senza pesantezza e chi era lei per rifiutarlo? Non sapeva dove l’avrebbe portata, perciò optò per qualcosa di elegante senza strafare: indossò un tubino aderente blu notte con scollo squadrato e spalline leggermente spesse, accompagnato da delle decollette con tacco a spillo e pochette panna e, per riempire la lieve scollatura, optò per un semplice punto luce. Lasciò i capelli sciolti ed un trucco leggero, non voleva strafare.

Aveva appena finito di prepararsi, si erano fatte ormai le 8 e delle sue amiche nemmeno l’ombra, perciò decise di lasciare loro un biglietto, come facevano sempre quando erano a Parigi.

Uscì dall’appartamento felice e serena, il fastidio per Malfoy che l’aveva accompagnata per gran parte del pomeriggio sembrava essersi dissolto.

 

 

-Fai veloce Pa, sto morendo di fame e non ho voglia di aspettare mezzanotte per cenare.- la voce di Draco Malfoy si sparse per il corridoio dell’appartamento.

-Ma smettila di fare il bambino, Blaise sarà già ai fornelli, quando arriveremo da voi sarà tutto pronto.- fu la risposta leggermente troppo euforica della mora, quella sera ci sarebbe stato anche Potter.

-Come siamo allegre, non pensavo fossi così persa di Potter.- la prese in giro l’amico.

-Ma smettila.- rispose chiudendo il portone alle loro spalle -Herm sono a casa, preparati, questa sera siamo ospiti del petulante Draco Malfoy.- gridò convinta che l’amica fosse in casa.

-Penso tu mi abbia lesionato un timpano inutilmente.- constatò il biondo con voce infastidita. Il fastidio ovviamente non era per il suo orecchio, dove cavolo era la Granger? Aveva intenzione di punzecchiarla un poco quella sera e di chiacchierare come quel pomeriggio prima che venissero interrotti da quella piovra francese; pochi minuti dopo che si erano staccati lui l’aveva liquidata, odiava quelle che promettevano sesso occasionale e poi pretendevano un anello al dito.

Pansy stava girovagando per le camere quando lui notò un biglietto sul comodino dell’entrata.

“Pucey mi ha invitata a cena. Non aspettatemi sveglie, un bacio”

-Penso che non la troverai, vi ha lasciato un biglietto.- disse con tono freddo e neutrale.

-Geloso Draco?- chiese scherzosa Pansy dopo averne letto il contenuto.

-Ci sono più probabilità che Potter si accorga che gli sbavi dietro.- fu la risposta che Pansy dovette incassare. Draco maledetto, riusciva sempre a zittire tutti.

Uscirono entrambi con la testa piena di pensieri.

 

 

-Sei in ritardo Grifona.- fu l’esclamazione di Pucey quando la vide arrivare, rimase piacevolmente colpito: quella ragazza sembrava essere sempre all’altezza di qualsiasi situazione.

-Cinque minuti puoi concederli ad una signora.- disse semplicemente lei notando che, in base a come era vestita la sua controparte, lei non fosse per niente fuori luogo.

La portò in un ristorante che si chiamava “Il calderone”, non lo ricordava proprio, perciò dedusse fosse un’apertura più o meno recente della zona. Era un locale abbastanza elegante, con arredamenti minimali sui toni del nero e del grigio… dava una sensazione di eleganza fredda, come quelle cliniche mediche private babbane.

 -Buonasera signore, siete pronti per ordinare?- chiese un ragazzo con una divisa intonata all’ambiente.

-Sì- disse il Serpeverde dopo avere avuto un accenno di conferma dalla ragazza -per me i ravioli all’angus con crema di pistacchio, una tagliata mista ed un’insalata di Valeriana per favore.- continuò porgendo il menù al cameriere.

-Perfetto- disse il cameriere mentre la penna prendiappunti scriveva le portate -per lei signorina?- domandò guardando poi Hermione.

-Anche per me i ravioli- disse facendo scorrere per l’ennesima volta lo sguardo sul menù -e poi una tagliata di manzo aromatizzata all’aceto balsamico con un’insalata verde.- terminò con già l’acquolina in bocca.

-Da bere?-

-Ci porti una bottiglia di buon vino elfico ed anche dell’acqua grazie.- rispose subito Adrian congedando il cameriere.

-Ti piace qui?- chiese veramente curioso lui.

-E’ un bel posto, ma un po’ freddo per i miei gusti.- rispose Hermione guardandolo.

-Pensavo non venissi.- ammise lui con tono scherzoso -la mia proposta è ancora valida sai?- continuò riferendosi alla proposta della sera precedente. Dopotutto la Granger era una bomba e, a quanto aveva capito, neanche lei cercava l’amore della sua vita, perciò perché non divertirsi un po’?

-Avevo immaginato Pucey.- disse lei -Prima di tutto vediamo come va la serata, non si può mai sapere.- disse ammiccante lei, stupendo il ragazzo. Aveva pensato un poco alla sua proposta e, specialmente dopo l’incontro con Malfoy, aveva deciso di accettare. Era convinta che del buon sesso le potesse schiarire le idee, perché sicuramente quell’attrazione di Malfoy era dovuta alla mancanza di una vita sessuale da qualche mese. Aveva avuto un rapporto simile a quello che voleva Pucey con un collega, Antoine, che a metà giugno si era trasferito in Portogallo. Pucey poi non sembrava per niente intenzionato ad avere cose serie, quindi perché no?

-Malfoy mi ucciderà.- disse lui ad un certo punto.

-Come?- fu la domanda stridula di Hermione… cosa c’entrava Malfoy ora? Ma che avevano tutti quel giorno?

-Ti mangia con gli occhi Granger e, fidati, che sono poche quelle che ricevono certi sguardi da Draco.- rispose lui tranquillo.

-Non so di cosa parli.- si interruppe mentre il cameriere versava il vino nei loro calici, per poi lasciare la bottiglia sul tavolo -Poi ieri è andato via con Gabrielle, quindi penso che tu abbia capito male la direzione del suo sguardo.- disse cercando di avere un tono scherzoso e non infastidito.

-Non vuol dire niente Granger, non siamo nella posizione di non capire cosa sia il sesso occasionale.- disse lui indicando prima se stesso e poi lei.

-Non proclamarti vittorie che ancora non hai avuto.- disse lei scherzando e facendo ridere il ragazzo di fronte a lei.

-Hai capito cosa voglio dire Hermione.- le sorrise e ad Hermione dispiacque di non provare proprio niente se non attrazione fisica, quel ragazzo era veramente simpatico.

-Secondo me piace anche a te- continuò lui e lei per poco non sputò il vino.

-Penso ti stia sbagliando.- la voce le uscì più acuta del solito.

-Come dici tu Granger, ma se tutto è come penso io, questa cosa che potrebbe succedere tra noi porterebbe più guadagno a te che a me.- ammise lui appoggiandosi allo schienale della sedia.

Hermione lo guardò confusa.

-Se interessi davvero a Malfoy non sopporterà una “scopamicizia”- disse facendo le virgolette con le dita – tra noi due, perciò tu avrai una carta da giocarti.-

-Tu sei pazzo. Stai dicendo che dovrei venire a letto con te per vedere se le tue teorie siano giuste?- domandò scioccata.

-No, tu verrai a letto con me per divertimento, però scommettiamo: se la nostra amicizia porterà fastidio a Draco tu pagherai una bottiglia di Champagne, se perdo ovviamente lo farò io.- disse porgendola la mano per siglare la scommessa. Hermione lo guardò titubante.

-Accetto.- disse la ricca afferrando la mano. Alla fine non aveva niente da perdere, nel peggiore dei casi si sarebbe resa conto di essere attratta da uno che non se la filava proprio per farsi le colleghe, quindi niente di tanto distante dalla situazione attuale.

La serata passò tranquillamente ed Hermione lottò per dividere il conto, per poi vincere la battaglia. Stavano passeggiando per Diagon Alley e lui le prese un polso per attirarla vicino a se.

-Sei la prima che lotta per non farsi offrire la cena Hermione.- disse Adrian abbassando leggermente il tono di voce.

-Beh, io non sono un appuntamento, si può dire di più che siamo in affari.- ammise lei facendo spallucce e poggiando la mano libera sulla spalla di lui.

-Se tutti i miei affari fossero così sarei l’uomo più felice del mondo magico.- scherzò lui mantenendo un’aria sensuale.

-Esagerato.- disse a pochi millimetri dalla bocca di lui.

-Amici con benefici?- domandò Pucey abbassando il tono di voce ulteriormente.

-E sia- rispose lei con una scintilla maliziosa negli occhi prima di annullare le distanze tra le loro bocche.

-Dammi la mano.- il Serpeverde interruppe il contatto che si stava facendo fin troppo intenso per una via del centro e, dopo che Hermone gli porse la mano, la afferrò per smaterializzarsi nella camera da letto di casa sua.

La riccia non disse niente, semplicemente riprese il contatto precedentemente interrotto. Sentiva il bisogno di sfogare tutto quel nervosismo e quella tensione che aveva iniziato ad accumulare da quando Malfoy le aveva reso il bracciale di sua nonna. Si innervosì a pensare a lui anche in un momento come quello, mentre un ragazzo stupendo la faceva indietreggiare fino a che i suoi polpacci non toccarono il letto. Ma non riusciva a capacitarsi di quei comportamenti strani del biondo e della sua attrazione nei suoi confronti, poi tutti tranne lei sembrava avessero notato dell’interesse da parte del biondo, che arrivato a quel punto doveva avere dei problemi relazionali, perché lei non sentiva affatto lui provarci con lei, al massimo stuzzicarla, ma non era la stessa cosa.

La sua mente tornò alla realtà quando Adrian, tra un bacio e l’altro, le fece scendere la zip dell’abito, farlo scivolare ai suoi piedi per poi farla stendere sul letto. Si posizionò sopra di lei che, con gesti sicuri iniziava a sbottonargli la camicia. Lui le tolse il reggiseno e iniziò a seguire con la lingua una linea immaginaria che portò la sua bocca a prendere un capezzolo, strappando un gemito alla riccia che fece scattare la cinghia della cintura per poi slacciargli i pantaloni. Non ci vide più quando la mano del Serpeverde le scostò le mutandine per esplorare la sua intimità, con una mano strinse i capelli di lui e con l’altra si addentrò all’esplorazione della virilità di Pucey, cercando di portarlo all’urgenza che lei stesa sentiva.

Si unirono e, dopo essersi soddisfatti a vicenda, crollarono sul letto.

-Mamma mia Granger, e chi lo avrebbe detto che la SoTuttoIo di Hogwarts nascondesse questo lato.- disse giocando con un ricciolo e ricordando i momenti vissuti poco prima.

-Neanche tu sei male Pucey.- disse scherzando. Era felice che, nonostante quello che era successo entrambi non provassero imbarazzo, voleva dire che entrambi volessero la stessa cosa e, quando il ragazzo accese la televisione, iniziando a scherzare su alcuni programmi babbani, lei capì di aver trovato un’altra figura positiva tra le serpi.

 

 

Erano le tre quando Hermione rincasò. Adrian aveva insistito per accompagnarla ma lei si era rifiutata, alla fine si sarebbe dovuta smaterializzare nel pianerottolo, niente di che.

Entrò cercando di fare il meno rumore possibile ma, appena entrata, notò che la luce della cucina era accesa.

-Alla buon’ora Granger.-

Si trovò davanti un Malfoy abbastanza nervoso e stanco, con la cravatta allentata, la camicia stropicciata e macchiata di grigio in alcun punti, come anche i pantaloni. Nonostante quello Hermione non riuscì a non pensare a quanto fosse attraente.

-Malfoy? Perché sei qui? Che ti è successo?- disse posando a terra i tacchi che aveva sfilato per non fare rumore e avvicinarsi a lui. Notò che aveva il viso teso, doveva essere successo qualcosa.

-Blaise è in ospedale.- disse.

-Come? Daphne e Pansy?- domandò allarmata lei, dal tono che aveva usato il biondo Zabini non era finito al San Mungo per una scemenza.

-Sono con lui, per questo sono io qua, mi hanno chiesto di aspettarti per portarti da loro. Pansy non voleva lasciare Daph in attesa da sola.- spiegò -Granger non è il momento di perdere tempo in domande. Ti sto aspettando da due ore, Potter e Pansy hanno anche provato a telefonarti ma niente. Pucey ti avrà consumata.- sputò prima che lei potesse fare un’altra domanda.

-Senti Malfoy, prima di tutto non ti interessa con chi passo le serate.- disse avvicinandosi con fare minaccioso, ma non scalfendo per niente l’espressione irata del biondo. – non mi risulta che tu sia nella posizione di avere voce in capitolo sulla mia vita sessuale.- ormai era ad una spanna dalla faccia del biondo – e adesso io vado a mettere un paio di scarpe comode e per strada tu mi spiegherai tutto e risponderai a tutte le domande che ho da porti.- e, prima che lui potesse anche solo pensare di risponderle, lei andò in camera sua a pescare un paio di converse bianche, afferrò un elastico dal comodino per raccogliere i capelli in una coda e si ripresentò dal biondo. Era nella posizione in cui lo aveva lasciato, anzi sembrava ancora più teso di prima… che Pucey avesse ragione? Ma come sapeva Malfoy che fossero insieme?

Appena la vide lui imboccò il corridoio per arrivare al portone, avrebbero dovuto fare il percorso fino al San Mungo a piedi, perché la smaterializzazione era calibrata per accettare solo i membri dello staff e i pazienti. La struttura distava si e no un quarto d’ora.

-Allora Malfoy, vuoi spiegarmi che è successo o vuoi che ti invii un gufo? E che c’entrano Pansy ed Harry?- disse dopo qualche secondo di silenzio.

-Eravamo a cena a casa mia.- iniziò infastidito lui – Eravamo passati a prendere anche te, ma Pansy ha trovato il biglietto. – disse lanciandole uno sguardo furente che la mise in soggezione. Ecco come sapeva dell’incontro col suo ex compagno di casa, Hermione si chiese per un attimo come si fosse sentito in quel momento, se avesse sentito una secchiata gelida come lei quel pomeriggio.

-Comunque era quasi l’una quando ci hanno chiamati sul campo. C’era una scena del crimine con due corpi. Ci avevano assicurato che fosse tutto libero, invece l’assassino era ancora lì e ha colpito Blaise, lo ha preso alle spalle.- continuò serio.

-Non siete riusciti ad indentificarlo?- domandò Hermione tesa.

-No, ci eravamo separati per perlustrare la casa e, dopo aver sentito dei tonfi, siamo arrivati e c’era solo Blaise steso a terra.- rispose il biondo e la riccia si rese solo conto in quel momento che quella situazione anche per lui non doveva essere facile. Le sue amiche le aveva un po’ raccontato del rapporto quasi simbiotico che aveva con Blaise e sicuramente trovarlo steso, probabilmente con gravi ferite, non doveva essere stato facile.

-Mi dispiace Malfoy.- disse poggiando una mano sulla schiena del ragazzo accanto a lei che, a quel contatto, sembrò rilassarsi per poi rallentare un po’ il passo prendendo un andamento leggermente meno teso.

Lui abbozzò un sorriso e continuarono per il San Mungo in silenzio, persi nei loro pensieri. Hermione si chiese se quindi tutto il nervosismo del biondo fosse dovuto esclusivamente alla situazione del suo amico oppure c’entrasse, anche se in minima parte, l’idea di sapere lei con Adrian. Quella battutina appena arrivata a casa e quello sguardo di poco prima l’avevano ulteriormente confusa.

 

 

Angolo Autrice:

Ciao a tuttiii, sono finalmente riuscita ad aggiornare in tempo!

Allora in questo capitolo succede tutto e niente.

Hermione è incredula, perché sembra che tutti si rendano conto di attenzioni del biondo che lei non ha proprio captato… ma forse è perché Malfoy fa il cascamorto con chi non prova interesse, mentre quando ci sono emozioni di mezzo entra un poco nel pallone? Ovviamente si è notato che in questa fanfic è il solito latin lover, ma avrà anche un lato emotivo? O sarà solo interesse fisico?

Cosa ne pensate di questa “amicizia” con Pucey? So che ad alcuni può fare storcere il naso, ma non mi andava di fare una storia dove Hermione si mangiava le mani in attesa che il biondo si desse una svegliata… anche perché come lui anche lei aveva bisogno di spassarsela!:P

Per quanto riguarda questo attacco a Zabini, la trama inizia a prendere una strada ben precisa, sia in Francia che in Inghilterra gli Auror si erano resi conto che ci fosse una “calma apparente” che probabilmente era da anticipazione a qualcosa di forte… beh, così sarà!

Chissà come la prenderà Daphne, vi ricordo che manca una settimana alle nozze!!

Che ne pensate della scena tra Hermione e Pucey? E’ troppo per un rating arancione? Datemi opinioni a riguardo, perchè vorrei evitare pensieri inutili per eventuali scene future, perché ovviamente se dovesse esservi una scena simile tra i personaggi principali della storia verrebbe descritta in modo più centrale e leggermente più “preciso”... fatemi sapre 😊

Ringrazio tutti voi che recensite, seguite, ricordate e preferite la mia storia, davvero grazie. Spero vi sia piaciuto questo capitolo anche se è più un “Intermezzo”, fatemi sapere che ne pensate! Un bacioooo

 

 

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Capitolo 7
*** Misteri e risvegli ***


Appena entrati nel San Mungo Hermione aveva avuto solo un istante per parlare con Daphne e Pansy, poi dalla sala dove in quel momento si trovava Blaise era uscita Hannah Abbott, una vecchia conoscenza di Hogwarts che, avendo saputo che lei fosse sul posto e conoscendo le sue varie ricerche mediche, le aveva chiesto un consulto ed una mano per il quadro clinico di Blaise, così magari anche Daphne si sarebbe sentita più sicura a saperlo nelle mani dell’amica.

Erano quasi le 6 quando si apprestava ad uscire da quella sala con la collega, per fortuna la maledizione che avevano lanciato a Blaise non lo aveva colpito in pieno, perciò i danni alla fine non erano lievi ma neanche gravi come pensassero. Lui non aveva ancora ripreso i sensi, ma loro avevano intenzione di sedarlo con delle pozioni per evitargli i bruciori residui della maledizione, che avrebbe anche lasciato una profonda cicatrice sulla schiena. Il colpo subito nella caduta gli aveva causato una commozione cerebrale che avrebbero curato con delle pozioni in commercio da qualche anno e che, in un paio di giorni sotto stretto controllo, lo avrebbero fatto tornare come nuovo. In poche parole se l’era scampata e si sarebbe anche rimesso in piedi per il matrimonio, anche se con qualche energia in meno.

Appena uscirono Pansy e Daphne si alzarono dalle poltroncine e si fiondarono su di loro. Hermione fu felice di vedere l’amica rilassarsi e, dopo aver avuto tutte le informazioni, sedersi accanto a Blaise che incosciente dormiva. Pansy colse l’occasione per andare a casa, sapeva che Daphne non sarebbe mai tornata e che la Abbott avesse chiesto ad Hermione di guardare le ultime analisi prima di tornare, e lei era troppo stanca per aspettare ancora, perciò uscì e, appena trovato un posto isolato, si smaterializzò.

 

Era passata quasi un’ora e la riccia si era congedata con la Habbott, promettendo all’ex Tassorosso di vedersi per una burrobirra. Decise di passare dalla camera di Blaise e sorrise quando vide Daphne addormentata con la testa sul letto del fidanzato mentre si stringevano la mano. Stava per imboccare il corridoio verso l’uscita quando vide, qualche poltrona più in là del corridoio una scena che non sapeva se fosse più simpatica o tenera. Draco Malfoy era addormentato su una poltroncina, con la mano a reggere il capo. Era maledettamente posato ed affascinante anche in quella situazione, dopo una nottataccia e, per un attimo pensò di lasciarlo lì a riposare, pareva quasi un angelo. Si avvicino cautamente e si abbassò all’altezza del biondo:

-Malfoy…- disse con tono di voce basso, facendo una leggera pressione sul ginocchio del biondo -…Malfoy svegliati.- continuò. Il biondo aprì gli occhi ed Hermione si rese conto che così, da appena sveglio e senza pensieri, erano ancora più chiari, sembravano quasi di ghiaccio.

-Granger…- disse con la bocca ancora impastata per poi spalancare gli occhi -Blaise? Dov’è? Come sta?- chiese con tono allarmato.

-Tranquillo sta bene, lo terremo sedato per un paio di giorni, ma si rimetterà presto. Ora con lui c’è Daphne- disse alzandosi, cercando di tranquillizzarlo.

-Che ore sono?- chiese tornando nello stato leggermente confuso, aveva abbassato la guardia.

-Le cinque.- disse iniziando a sentire la stanchezza -dai, torniamo a casa.- continuò, non rendendosi conto dell’occasione che aveva offerto al biondo.

-Torniamo a casa? Granger sei sicura di volere dormire?- chiese lui con il suo solito ghigno malizioso che la riccia iniziava ad odiare. Il biondo provò a scacciare quella sensazione di calore che aveva sentito quando lei gli aveva detto quelle semplici tre parole: “torniamo a casa”, aveva un non so che di tranquillità, di pace.

-Sono troppo stanca per reggere un guerra di battutine Malfoy, sarà per la prossima.- ammise sfinita mentre si dirigevano verso l’uscita.

Appena attraversarono la porta dell’uscita magica un cervo argenteo si materializzò davanti i due ragazzi.

-Fantastico.- disse stizzito il biondo; quel patronus era di Harry che chiedeva a Draco di raggiungerlo per iniziare a studiare il caso, l’unica cosa che lo trattenne era la voglia di trovare chi avesse messo a terra il suo migliore amico.

-Su Malfoy, ti offro un caffè... lì fanno il migliore espresso della Londra babbana- disse con tono divertito Hermione posando una mano sulla sua spalla e dirigendolo verso la caffetteria appena fuori il San Mungo.

-Non mancavi qui da cinque anni?- domandò lui assonnato, non rendendosi conto della gaffe. Come faceva a sapere che lei non fosse più tornata in Inghilterra? Beh, la riccia non poteva immaginare che Blaise teneva molto a far sapere al biondo della sua vita, ovviamente senza che qualcuno lo chiedesse. Ogni volta che lo andavano a trovare nell’altro continente e lui si faceva trovare in compagnia, Blaise bocciava prontamente la scelta, perché dal quarto anno di Hogwarts si era fissato col fare il cupido tra i due, ovviamente con scarsi risultati implementati dalla vicenda Voldemort. Fatto sta che quando il giovane Malfoy si era trasferito lui aveva allentato la presa, ma non aveva evitato di aggiornarlo.

-E’ vero, ma quando avevo iniziato a studiare qui, prima di partire, adoravo questa caffetteria e, non essendo cambiato l’esterno, non penso sia cambiato il gusto dei prodotti.- ammise leggermente turbata.

Il biondo dovette darle ragione, sia il caffè che la brioche erano ottimi. Chiacchierarono normalmente, nonostante la stanchezza riuscirono ad intrattenere discorsi stimolanti ed entrambi risentirono quell’elettricità circondarli.

-Senti Malfoy, sono in ferie lo so, ma vorrei darvi una mano nel caso.- propose Hermione ad un certo punto, alla fine il biondo era il vice di Harry, quindi già avere il suo nullaosta sarebbe stato un inizio.

-Granger, sai anche tu che ogni Auror non può esercitare fuori dalla sua giurisdizione se non in caso di permesso accordato da entrambi i capi Auror.- disse lui serio finendo la sua brioche.

-Sì, ma lo devo a Blaise e Daphne, sicuramente anche Pansy vorrà aiutare.-

-La nostra squadra viene pagata per servire il Ministero della Magia, mi dispiace Mezzosangue.- si alzò e guardò l’orologio sul polso, che Hermione riconobbe essere un Rolex, ora seguiva anche la moda babbana -Ora devo andare Granger.-

-Mi dispiace ma la signorina ha già pagato per entrambi.- disse il commesso paffuto indicando Hermione con un cenno del capo, quando Malfoy gli si era avvicinato per chiedere il conto. La riccia si era alzata qualche minuto prima con la scusa di dovere usare la toilette.

-Sei una vera strega.- disse leggermente infastidito, non era una questione di supremazia maschile, ma per cavalleria… sua madre lo avrebbe fulminato per un sgarro del genere.

-Facciamo che la prossima la offri tu.- disse semplicemente Hermione dopo avere sbadigliato per l’ennesima volta.

-Granger sei capace di tutto pur di rivedermi.- disse ridendo e facendo diventare la ragazza rossissima -Non hai bisogno di questi trucchetti, fidati.- continuò enigmatico prima di smaterializzarsi e lasciarla interdetta in mezzo alla strada.

 

 

Malfoy si smaterializzò direttamente al quartiere generale Auror, dove sapeva che Potter lo stesse aspettando. Lo trovò infatti seduto ad un scrivania con le mani tra i capelli: anche per lui non doveva essere stata una bella nottata.

-Come sta Blaise?- chiese senza alzare lo sguardo, sapeva fosse il biondo, dopo quei mesi aveva imparato anche a riconoscere il passo degli elementi della sua squadra.

-Bene, la Abbott e la Granger lo terranno addormentato per un paio di giorni, la maledizione non lo ha preso in pieno, perciò riuscirà anche ad arrivare carico per il matrimonio.- rispose sedendosi.

-E a cosa devo questo sorriso?- domandò incuriosito il Salvatore del mondo Magico dopo avere alzato lo sguardo ed aver notato l’aria stanca del collega ma anche il sorriso che troneggiava sul suo volto. Si poggiò allo schienale della sedia attendendo risposta.

-Ho fatto una buona colazione stamattina.- rispose con quella frase piena di sottintesi che il moro ovviamente non poteva capire -Allora Potter vogliamo iniziare a lavorare per trovare quel figlio di buona donna o vuoi ancora stare qui a parlare delle mie espressioni?- virare l’argomento era sempre stata una sua qualità.

-Si hai ragione.- Harry si riscosse, raccogliendo i fogli sulla scrivania ed ordinarli di fronte al biondo.

-Questi- poggiò gli indici su due foto raffiguranti due corpi stesi supini -Sono Ottavus Flint-

-Il padre di Marcus.- lo interruppe il biondo riconoscendo il signore raffigurato nella foto, dopotutto i Purosangue erano una cerchia abbastanza ristretta e, se si fosse messo a scavare nella sua memoria, avrebbe ricordato sicuramente il signore a bere del Firewhiskey a Malfoy Manor col padre oppure a partecipare con sua moglie a qualche ricevimento della madre.

-Giusto, e lei è sua moglie Amelie Durand.- disse picchiando l’indice sulla foto raffigurante la donna.

-Avete avvertito la famiglia?- chiese prima che Harry andasse avanti con la descrizione del delitto.

-Non ancora, dopotutto è ancora troppo presto, dopo andremo così da iniziare a spulciare nella vita delle vittime.- disse-

-Hai ragione, sarà la prima cosa che faremo.- gli diede man forte lui facendogli cenno col capo di continuare.

-Sono stati uccisi con un Avaka Kedavra, veloce e senza troppi giri.- descrisse con un tono stizzito, dopotutto dei genitori uccisi con quella maledizione erano un ricordo vivido in lui.

-Cos’è allora tutto questo sangue?- domandò il biondo avendo capito dove si stessero dirigendo i pensieri del collega.

-Questi.- disse il moro riscuotendosi e sovrapponendo alle foto dei coniugi altre due immagini raffiguranti il petto di entrambi.

-Vendetta.- lesse lui la scritta in diagonale incisa sul petto di entrambi -Sono tagli troppo grezzi per essere fatti con la magia.- constatò.

-E’ vero. Direi che è opera di un pugnale babbano, nelle ferite sembra non esserci nessuna traccia di magia, comunque chiederò a Dean di richiedere un consulto ad Hannah come sempre.- infatti la Tassorosso era una dei medimaghi a cui loro si appoggiavano durante i casi.

-Quindi “vendetta”, vendetta per aver tradito il pensiero di Voldemort o vendetta per averlo affiancato durante la guerra?- domandò più a se stesso che a Potter.

-Non so proprio, ma il soggetto ignoto è entrato in casa perché voluto, non ci sono segni di scassinamento né alle finestre né alla porta e sul tavolino del bar ci sono tre bicchieri puliti, mentre la bottiglia di brandy è stata ritrovata a terra distrutta.- spiegò Harry mostrandogli foto delle varie finestre, del portone e poi dei bicchieri e dei cocci di vetro sparsi tra un liquido ambrato.

-Lo conoscevano e non sospettavano di loro. Anche se la loro casa non era la residenza di famiglia penso avessero comunque alzato le difese magiche.- constatò lui.

-Vero anche questo.- disse Harry immerso nei suoi pensieri.

-Senti Potter, per la morte della signora Durand verrà coinvolto il ministero francese?- domandò ricevendo uno sguardo perplesso -Chiedo perché a quanto pare sia Pansy che la Granger vorrebbero aiutare, ma ho già detto che ora come ora sarebbe fuori dalla loro giurisdizione, ma ora?- domandò, sperando che le due non venissero coinvolte nelle indagini, avevano messo molto a trovare tutti un equilibrio e, nonostante loro fossero ai loro livelli, avere nuovi elementi nella squadra poteva portare a disordini o disagi.

-No la signora Durand da dopo le nozze ha cambiato ovviamente residenza e anche cittadinanza, ormai le sue visite in Francia rasentavano lo zero.- disse Harry leggendo il dossier della donna -Comunque, nonostante la loro preparazione ed il loro livello, non penso sia il caso di aver Hermione e Pansy.-

-Pansy?- domandò ghignando il biondo -C’è qualcosa che devi dirmi Potty?- lo prese in giro.

-Solo perché la chiamo col suo nome? Tu sei fuori.- disse iniziando ad imporporandosi -Andiamo, dobbiamo avvisare Marcus Flint.- si alzò, convinto di aver chiuso il discorso.

-Come vuoi tu.- gli diede inizialmente corda lui -Ma sappi che Pansy aspetta solo un tuo passo.- disse guadagnandosi l’uscita.

 

 

-Daph, vai a casa a riposare, adesso ci siamo noi.- disse Hermione carezzando i capelli dell’amica. Erano le due del pomeriggio e sicuramente Daphne non aveva neanche pranzato.

La bionda scosse il capo in senso negativo e quella fu l’unica risposta.

-Almeno vai a fare una doccia e a mettere qualcosa di comodo, poi appena torni ti portiamo qualcosa dal bar da sgranocchiare, che dici?- insistette la riccia, guardando  i capelli spettinati, il vestito sgualcito che indossava Daphne dalla sera prima e notando i piedi gonfi nei sandali col tacco e, nonostante questo la bionda continuava a mantenere l’eleganza che la contraddistingueva.

-Dai vengo io con te.- disse Pansy porgendo la mano alla Greengrass che faceva correre lo sguardo dalle amiche a Blaise.

-Ci sono io con lui, non lo lascio solo.- disse Hermione capendo i suoi pensieri e convincendola finalmente ad accettare la mano di Pansy.

Quando rimase sola con Blaise iniziò a fare dei controlli di routine, per fortuna Hannah le aveva dato una sorta di nullaosta su Blaise, quindi poteva comportarsi come se fosse, anche se esclusivamente per lui, una medimaga del San Mungo. Dopo aver constatato che fosse tutto nella norma prede posto su una delle poltrone della camera ed iniziò a sfogliare una rivista.

-Hermione ciao.- Dean Thomas era appena entrato con una busta arancione nelle mani chiusa col sigillo del Minsitero della Magia.

-Dean come stai?- si alzò per andare ad abbracciarlo -che ci fai qui?- chiese riprendendo posto.-

-Sono venuto a vedere come sta Blaise- rispose volgendo lo sguardo sul collega – e poi a consegnare questa ad Hannah, sai dov’è? – disse alzando la busta e ad Hermione si accese subito la lampadina.

-No, ma se vuoi puoi lasciarla qui, appena passerà di qua farò in modo di consegnarla.- propose col tono più ingenuo che aveva nel repertorio.

-No Herm mi dispiace, per conto del Ministero devo seguire gli ordini alla lettera.- disse lui sicuro.

-Certo, ma anche io sono una medimaga, posso aiutarvi nel consulto.- continuò lei avvicinandosi.

-Non so se questo si possa fare.- indietreggiò lui.

-Certo che puoi, dopotutto sono sempre Hermione Granger no? Non penso che Harry o Shacklebolt abbiano qualcosa in contrario.-

-HERMIONE!- esclamò Harry dalla porta, affiancato da Malfoy. Avevano passato la mattinata sulle indagini ed avevano decido di andare a trovare Blaise.

Hermione scattò, come una bimba beccata a mangiare delle caramelle.

-Granger l’ho sempre pensato che saresti stata un’ottima serpe.- avanzò il biondo, per poi superarla e sedersi vicino all’amico incosciente. Dopotutto quello che avevano sentito e visto era un vero e proprio tentativo di estorsione servito con una nonchalance degna di una serpe.

-Ma smettila, non avrei toccato il contenuto.- cercò di giustificarsi lei.

-Certo, ed io sono la maga Morgana!- esclamò Harry scaturendo ilarità in Dean e Draco -Ma che ti viene in mente? Sai che potevi rischiare qualche giorno ad Azkaban per una cosa simile?- domandò arrabbiato.

-Harry ho capito, mi dispiace, se hai altro da dire però non di fronte a Blaise, ha bisogno di un ambiente tranquillo.- disse lei cercando di calmare l’amico e fulminando con uno sguardo gli altri due Auror.

-Che succede qui?- l’entrata in scena di Hannah interruppe l’inizio di un’altra sfuriata dell’amico.

-Hannah andiamo nel tuo studio, devo chiederti un consulto.- disse quella frase con lo sguardo ancora puntato in quello di Hermione, per poi seguire la Medimaga.

 

 

-Harry, i pensieri tuoi e di Draco sono esatti.- la tassorosso stava studiando le foto e le varia analisi che erano contenute nella busta -dalle foto e dai valori del sangue si tratta proprio di un pugnale babbano, direi che la lama potrebbe essere lunga un 10 centimetri e dall’angolazione sembra i tagli siano stati fatti da un mancino.- continuò la bionda senza alzare lo sguardo dai documenti -comunque per stare tranquilli a fine turno passo a controllare il corpo con i miei stessi occhi.- disse restituendo le carte al capo Auror.

-Grazie Hannah.- Harry le sorrise.

-Avete parlato con Marcus? Vi ha detto qualcosa di utile?-

-Era sconvolto, però ci ha promesso di inviare a Draco un elenco di tutte le persone che lui sapeva frequentassero la casa dei suoi genitori ed anche di chi appartenesse alle loro conoscenze.- rispose il moro ricordando come poche ore fa aveva visto il ragazzo crollare di fronte a lui e Malfoy, distrutto dalla perdita.

-Allora Hermione voleva sbirciare le carte?- domandò divertita cambiando argomento.

-Meglio non parlarne guarda.-

-Beh, è pur sempre la Granger… che ti aspettavi? Si sa che non sa stare con le mani in mano.- disse lei ed Harry non riuscì a darle torto e a sorridere leggermente; Hermione era pur sempre Hermione.

 

 

Guarda tu se gli toccava fare il cameriere! Draco Malfoy stava attraversando uno dei corridoi del San Mungo, diretto verso la camera di Blaise, con alle mani un vassoio con sei caffè; avrebbe preferito portarli con la magia, ma il via vai di gente in quel posto gli impediva cose del genere… sicuramente qualcuno li avrebbe rovesciati.

-Eccolo arrivato il nostro servo.- disse Daphne col viso più rilassato. La doccia le aveva steso i nervi ed indossare una bella tuta era sicuro più confortevole, per non parlare delle scarpe da ginnastica!

Draco non rispose per le rime solo perché era stata Daphne a parlare, si sapeva che per lei e Pansy avesse un occhio di riguardo nel porsi in modo sempre più pacato e gentile, salvo rari casi in cui uscivano dai binari. Con un colpo di bacchetta fece arrivare i bicchieri nelle mani delle due serpi, di Harry e di Hanna che gli sorrise grata.

-Il caffè della Granger sarà imbevibile se non torna tra poco.- disse con finta nonchalance mentre toglieva il tappetto per potere assaporare la bevanda.

-Quella con Pucey ha altro da gustare al momento.- disse Pansy prima che Daphne potesse assestarle una gomitata che la fece gemere leggermente.

Tutti gli occhi, quelli della Tassorosso compresi, si posarono su Draco, che però non ebbe alcuna reazione.

-Cosa succede?- chiese con voce tranquilla dopo aver notato gli sguardi. Non lo avrebbe mai ammesso, ma sapere della Granger di nuovo con Pucey gli aveva scatenato un inferno dentro, lo aveva visto la notte prima e già voleva rivederlo? Decise di indagare sul loro tipo di rapporto, doveva solo trovare un modo per non scoprirsi troppo.

 

 

Hermione e Pucey si accasciarono sul letto, sfinito dall’orgasmo. Rimasero in silenzio per un po’.

-Allora che ti ha detto Malfoy dopo aver trovato il mio biglietto e averti aspettata per ore in casa?- domandò il ragazzo quando il suo respiro si fu stabilizzato. Hermione gli aveva raccontato tutto, anche perché già era a conoscenza della situazione di Blaise tramite Nott.

-Mi è sembrato infastidito, ma non so se lo fosse solo perché il suo amico fosse in ospedale o c’entrasse qualcosa la nostra situazione.- rispose pensierosa Hermione.

-Penso che ovviamente lo fosse maggiormente per Blaise, ma fidati che anche tutto questo avrà contribuito a farlo sbroccare.- continuò lui – se non ci sarà un colpo di scena in questi giorni, sicuramente ci sarà al matrimonio.-

-Che intendi?- non lo seguiva.

-Ci sarò anche io, e se Malfoy sarà così fesso da non chiederti neanche un ballo ci penserò io a colmare la sua assenza, in tutti i sensi.- disse lui malizioso causando in Hermione una leggera eccitazione… quel ragazzo ci sapeva fare tra le lenzuola.

-Beh, potremmo usare quella situazione per vedere come reagisce.- disse lei cercando di ignorare la sua eccitazione crescente.

-Hai ragione, ci sarà da divertirsi.- disse lui avvicinandosi -però Hermione dovrai trovarmi una sostituta poi, non puoi lasciarmi qui solo.- continuò posando le labbra sulla spalla di lei e facendo scendere la mano verso la sua intimità. Hermione sospirò.

-Certo, i favori si ricambiano ovviamente.- disse lei prima di fiondarsi sulle labbra di lui.

 

 

I sandali bassi di Hermione scandivano un ritmo molto veloce scontrandosi col pavimento dei corridoi del San Mungo, era tremendamente in ritardo, tutto per colpa di quel negozio per feste babbano. Avevano accordato con Hannah che quel pomeriggio avrebbero indotto il risveglio a Blaise, così da vedere come si fossero sviluppate le ferite interne. Per questo motivo si era ritrovata in quel negozio ed ora aveva in mano un palloncino di augurio di pronta guarigione, perché Blaise aveva sempre adorato i palloncini ad elio, fin da quando una sera lo aveva portato per la prima volta ad una festa babbana.

Orgogliosissima della sua idea che avrebbe rubato una risata al suo amico non aveva valutato i tempi più lenti, perciò ora era quasi sera, e sicuramente Blaise era sveglio da almeno un paio d’ore. Sospirò di sollievo, perché se ci fosse stata qualche complicazione sicuramente l’avrebbero avvisata.

Arrivata alla porta della camera di Blaise per poco non si scontrò con Draco Malfoy che stava proprio per uscire.

-Malfoy come sta Blaise? Tutto bene? Hannah che dice? Ho fatto di tutto per arrivare in tempo ma…-

-Frena Granger.- la interruppe lui -Respira.- si fece leggermente di lato per farle avere una piena visuale di Blaise e Daphne stesi sul letto entrambi addormentati. Era una scena che poteva benissimo appartenere ad un reportage, perché Daphne dormiva con la testa sul petto di lui che le circondava il corpo minuto col braccio fino a poggiare la mano su un suo fianco, tutto ciò reso perfetto dai lineamenti rilassatissimi di entrambi. Hermione pensò subito a quanta stanchezza Daphne avesse scaricato nel momento del risveglio di Blaise e come ovviamente la stanchezza avesse avuto la meglio.

-Sta benissimo, domani dovrebbe poter uscire di qui.- continuò il biondo destandola dal suo studio della scena che gli si poneva davanti.

-Sono contenta.- disse Hermione con una nota commossa ed asciugandosi una lacrima che non aveva resistito a rimanere ferma. Dopotutto, nonostante per arrivare al suo rapporto attuale con Blaise ci fosse voluto un bel po’, lei lo considerava parte di quella nuova famiglia che si era costruita, per non parlare del pensiero di sapere Daphne tranquilla e felice.

-Stavo per andare via, Hannah ha detto che se si fosse addormentato era meglio per il suo riposo se fosse rimasta una sola persona.-

-Ha ragione.- disse lei ricordando i concetti appresi alla scuola di Medimagia riguardanti il rapporto con i familiari dei pazienti e la loro gestione nelle stanze dell’ospedale, informazioni che per come esercitasse lei la professione non avevano quasi alcuna utilità, perché lei curava i pochi componenti della squadra, che molte volte non ricevevano visite perché magari sotto copertura -poso questo e torno a casa anche io.- continuò destandosi dai suoi pensieri e lasciando il palloncino vicino alla porta, per poi chiudersi la porta alla spalle.

-Credi che ne uscirà qualcosa?- chiese Daphne con la bocca leggermente impastata dal sonno.

-Perché fai domande solo per sentirti dire che hai ragione?- scherzò con un filo di voce Blaise -Continuiamo a dormire però.-  continuò stringendo maggiormente la sua fidanzata.

Entrambi si erano svegliati quando quell’uragano di nome Hermione era arrivata, però, solo con una reciproca pressione delle mani, avevano entrambi capito che si fosse creato un momento che non andava interrotto.

 

 

Erano usciti dal San Mungo e si erano entrambe incamminati verso l’appartamento delle ragazze.

-Verso dove sei diretto?- domandò Hermione curiosa. Dopotutto non sapeva dove abitasse il Serpeverde, però sapeva che Malfoy Manor non era stata la sua scelta, perciò aveva dovuto scegliere un posto nella città. Se lo immaginava già, in un attico pieno di grandi vetrate ed arredato in modo moderno e neanche troppo freddo e formale per uno cresciuto nella ricchezza come lui. Non sapeva perché ma, per come lo aveva visto nelle ultime settimane, se lo immaginava in un ambiente completamente diverso da quello opulento seppure elegante dove era vissuto fin da piccolo, lo vedeva in ogni movimento il suo essere evaso dai canoni che la sua famiglia gli aveva imposto.

-Ho lasciato la mia auto da te, Pansy aveva insistito per arrivare qui insieme e voleva anche fare due passi per sfogarsi per la cecità di Potter.- rispose tranquillo infilando le mani nelle tasche.

-Draco Malfoy, il principe delle Serpi, con un’auto babbana?- domandò con una nota di ironia -Quante maledizioni senza perdono hai usato per passare le prove per la patente?- continuò scherzando.

-Non fare la simpatica Granger, ho fatto tutto in regola.- disse con tono serio.

-Chi lo avrebbe mai detto.- disse più a se stessa che a lui – e Pansy dov’è?- domandò ricordando la seconda parte della frase.

-E’ andata via poco prima che tu arrivassi, anche perché gli sposini erano addormentati già da un bel po’-

-Ti piace guardare le persone dormire? Potrebbe esser catalogato come disturbo psicologico sai?- continuò scherzosa lei chiedendosi da dove le venisse tutta quella voglia di scherzare con Draco Malfoy.

-Troppa simpatia oggi.- constatò lui – comunque mi piace guardare le persone che amo stare bene… Blaise e Daphne sono la mia famiglia.- ammise senza troppi giri di parole.

-Capisco il concetto.- disse improvvisamente seria… lo capiva veramente.

Dopo qualche passo in silenzio arrivarono ai piedi della scalinata che portava al portone del loro appartamento. Le luci delle camere erano tutte spente, quindi Pansy non era in casa.

-Bene Granger, ti chiederei se vuoi fare un giro, ma so già che non ti fideresti di me.- disse il biondo prendendo la chiave della sua auto e, premendo un bottone, facendo accendere i fanali rivelando così il mezzo alla riccia. Hermione cercò di contenere la sorpresa, lei di motori ne capiva poco, ma non poteva rimanere indifferente all’eleganza e bellezza di quell’auto sportiva nera, ed anche una persona completamente isolata dal mondo avrebbe riconosciuto la scritta “Lamborghini” identificandola come una delle migliori marche di auto al mondo.

-Ti tratti bene Furetto.- ammise lei trovando la parola.

-Come se non lo sapessi fin dai tempi di Hogwarts.- disse lui facendo quasi sorridere la riccia.

-Senti, non so se tu hai già cenato, ma se vuoi puoi rimanere qui a cena, me la cavicchio e tra poco dovrebbe arrivare Pansy e, conoscendola, avrà sicuro fatto una bella spesa di vino elfico.- subito dopo aver detto quelle parole si chiese perché di fronte al biondo il suo corpo agisse da solo, come se telecomandato.

Proprio mentre il biondo stava per rispondere, un patronus a forma di aquila si materializzò tra di loro.

-Vestiti bene stasera, ti porto a cena, ci vediamo alle 9 alle porte di Diagon Alley.- l’aria si caricò di tensione dopo che, finite le parole di Pucey, il patronus si dissolse.

-Beh Granger, vorrà dire che mi avvelenerai un’altra volta.- disse il biondo, facendo appello a tutti gli insegnamenti del padre per estraniarsi dalle emozioni e risultando così tranquillo, mentre invece avrebbe voluto gridare.

-Malfoy, posso rifiutare…- venne subito interrotta.

-Ma cosa dici Granger, non preoccuparti.- disse, incamminandosi verso la sua auto.

-Malfoy.- lo chiamò lei quando lui ormai aveva aperto già la portiera -Non è come…-

-Mezzosangue non devi dare conto a me. Buona divertimento.- la interruppe nuovamente ed entrò nell’auto, mettendo in moto e sfrecciando per le vie di Londra, lasciando un Hermione inerme sul marciapiede.

 

 

Angolo Autrice:

Ciao a tuttiiiii, vi chiedo umilmente perdono per questo ritardo colossale, ma ho appena finito gli esami e quindi ora sono libera. Sono state delle settimane durissime!

Allora, cosa ne pensate di questo capitolo? Le indagini iniziano, questo caso sarà uno dei più spinosi che tutti i nostri protagonisti abbiano mai trattato nelle loro carriere, ed Hermione e Pansy saranno troppo curiose e difficili da gestire!

Tra Draco ed Hermione inizia a nascere un legame tanto strano quanto intenso, peccato che Pucey li abbia interrotti, una cena sarebbe stato un buon inizio!

Blaise finalmente è sveglio ed in via di guarigione, mancano 1 o 2 capitoli al matrimonio, siete pronti??

Ringrazio sempre tutti voi che leggete, seguite, preferite, ricordate e recensite la mia storia, ovviamente questo è tutto per voi 😊

Fatemi sapere che ne pensate, recensite e scrivetemi messaggi, perché la vostra opinione conta davvero tanto per me, e vorrei sapere come vi sembra stia andando a svilupparsi la storia. Attendo un vostro riscontro <3.

Ci sentiamo al prossimo capitolo, un bacio!

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Capitolo 8
*** La notte ***


Nei giorni a seguire Blaise si era ripreso quasi completamente, Hannah ed Hermione avevano attuato una terapia basata sullo sforzo per farlo tornare in piedi ed ormai aveva ripreso ogni funzione del suo corpo in autonomia, a disturbarlo vi erano solo dei rari giramenti di testa molto forti che di lì a qualche giorno sarebbero dovuti scomparire.

Così si era arrivati al 15 Settembre, il giorno precedente alle nozze. Hermione e Pansy si erano prese carico di tutte le ultime commissioni, spedendo Daphne in un centro estetico a rilassarsi… quei giorni erano stati fin troppo impegnativi e stressanti, perciò non se la sentivano di caricarle sulle spalle altri fastidi. Nel tardo pomeriggio si sarebbero spostate tutte e tre a Malfoy Manor per passare la notte lì.

-Pronta?- chiese preoccupata Pansy ed Hermione: dopotutto lei e Daphne avevano avuto modo di riprendere confidenza col Manor in quei giorni, ma la riccia ancora non aveva rimesso piede nella struttura da quando vi era stata torturata anni fa e, nonostante lei sembrasse molto rilassata la Serpeverde sapeva fosse tutta una copertura.

Hermione si limitò ad annuire ed afferrare il borsone posto ai tuoi piedi: era tesa, in quei giorni aveva quasi dimenticato il dettaglio di dover passare la notte in quella che per lei era una casa piena di mostri e spettri.

Si smaterializzarono di fronte al cancello della tenuta, Daphne doveva già essere arrivata.

-Draco ha abbassato le protezioni per noi, quindi il manor non dovrebbe respingerci.- spiegò Pansy iniziando ad incamminarsi verso la grande struttura in ferro battuto che, proprio come qualche giorno prima, sembrò avere assunto una consistenza vaporosa e fece attraversare la Purosangue, seguita ruota da Hermione.

Si incamminarono lungo il viale affiancato da alte e curatissimi siepi.

-Bella vero?- chiese la Parkinson quando notò lo sguardo estasiato di Hermione mentre studiava la struttura di fronte a loro ed i giardini.

-Non… non la ricordavo così.- rispose.

-L’aspetto è sempre stato questo, però penso che l’assenza di tutta quella magia oscura contribuisca a far sembrare l’ambiente migliore, come era un tempo.- spiegò Pansy – Draco ha preso come obiettivo quella di renderla una nuova casa piena solo di ricordi felici, vorrebbe anche ristrutturarla e riarredarla internamente, per ora però inizieremo col matrimonio.- concluse.

-E’ un bel pensiero.- disse più a se stessa la riccia mentre faceva vagare lo sguardo sul verde infinito dei giardini.

-Siete qui.- Daphne uscì dal portone principale guadagnandosi la loro attenzione. Era raggiante.

-Venite, Blaise, Draco e Theo ci arriveranno appena finito a lavoro.- disse incamminandosi nuovamente verso l’interno.

Le due ragazze la seguirono subito. Hermione aveva un mondo dentro e cercò tutta la sua forza di volontà per evitare di scoppiare. Le sue paure vennero spente per un attimo dallo stupore per la maestosità del posto che aveva completamente dimenticato… beh, sicuramente mentre Bellatrix la torturava non aveva fatto caso ai soffitti affrescati, al marmo dei pavimento o ai mobili in legno antico intagliato a mano.

Bellatrix, un brivido le corse lungo la schiena, la donna che era stata protagonista dei suoi incubi ogni notte per un intero anno dopo la guerra. La donna che l’aveva marchiata a vita e che aveva minato in poche ore a tutta la sua stabilità mentale.

Prese una profonda boccata d’aria e seguì le sue amiche fino all’appartamentino che le avrebbe ospitate per la notte. Rimase ferma a guardare il quadro raffigurante una raggiante Narcissa Malfoy intenta ad abbracciare un piccolo Draco Malfoy con uno sguardo rilassato come mai lo aveva visto.

-Narcissa era una madre perfetta, lo è stata anche per noi.- disse Daphne risvegliandola dallo studio meticoloso delle pennellate del dipinto.

-Era? Cosa le è successo?- domandò confusa.

-Non possiamo parlartene, abbiamo lasciato sempre Draco a parlarne con chi se la sentisse.- disse Pansy seria e categorica -Non offenderti Herm, ma per lui non è stato facile.- cercò di giustificarsi, nonostante Hermione non lo avesse mai preteso, sapeva quanto tutti in quel gruppo fossero protettivi verso gli altri, ma maggiormente nei confronti del giovane Malfoy.

-Da quando è venuta a mancare Narcissa non ha più voluto mettere piede qui?- si concesse questa unica domanda.

-Sì.- risposero le due amiche all’unisono.

 

 

Come previsto non riusciva a chiudere occhio. Hermione sapeva dentro di se che la notte passata tra quelle mura non sarebbe stata una passeggiata. Non era spaventata, più che altro aveva una strana smania, voleva esorcizzare tutti i pensieri su quel posto, voleva esplorarlo. Allungò nel buio la mano fino all’orologio da polso che teneva sempre al polso di giorno e, grazie ad un riflesso della luna, constatò che fossero le due: teoricamente avrebbero dovuto svegliarsi alle 6.30.

“Al diavolo” pensò scostando il leggero lenzuolo ed alzandosi. Non aveva senso combattere con un sonno inesistente, il giorno seguente avrebbe chiesto alla truccatrice di Daphne di farle un incantesimo per le occhiaie e tutto sarebbe andato liscio come l’olio. Uscì dall’appartamentino cercando di fare il meno rumore possibile, non c’era nessun rumore, le altre dormivano e gli uomini erano in un’ala completamente opposta alla loro, perciò sicuramente non avrebbe incontrato nessuno.

“Lo sposo non può vedere la sposa il giorno prima delle nozze.” Daphne era stata categorica, infatti avevano cenato sole e non avevano visto neanche l’ombra né di Blaise né di Theodore o Malfoy.

“Forse ti dispiace? Avresti voluto vedere qualcuno?!” chiede una voce stridula nella sua mente mentre scendeva delle eleganti scale di marmo. Era diretta alle cucine, si sarebbe fatta una camomilla.

Nonostante le dimensioni della villa trovò subito e senza problemi la sua meta. Da piccola si chiedeva sempre come mai venissero chiamata “cucine”, perché l’utilizzo del plurale e, la prima volta che era sgattaiolata nelle cucine di Hogwarts aveva trovato risposta a tutti i suoi dubbi, ma quelle di Malfoy Manor potevano essere quasi tre volte più grandi di quelle di Hogwarts. Sapeva che Narcissa fosse la donna purosangue le cui feste fossero invidiate da tutta l’elite magica nazionale e non, perciò immaginò il via vai di elfi e camerieri che avevano attraversato quell’enorme stanzone negli anni.

Trovare della camomilla tra tutti quegli scaffali e cassetti avrebbe potuto impiegare moltissimo tempo, ma seguì la regola che le aveva insegnato sua madre “in una cucina di persone per bene sale e pepe devono essere distanti da zucchero e caffè e gli infusi devono essere tutti vicini”. Non aveva mai capito che ragionamento potesse esserci dietro l’ennesima fissazione di sua madre, però sicuramente lei avrebbe annuito soddisfatta notando che tutti gli infusi si trovassero su uno stesso scaffale, senza nessuno intruso. Sorrise pensando che sua madre avrebbe considerato persona per bene oltre a Narcissa, che indubbiamente lo era, anche Lucius che non avrebbe pensato un attimo ad ucciderli. Nelle sue constatazioni non inserì Draco, perché ogni parte del suo corpo si opponeva a poterlo considerare una persona cattiva, ma il suo cervello non poteva scendere a patti col considerarlo una persona per bene.

Persa nei suoi pensieri afferrò la camomilla e, dopo aver riempito un pentolino di acqua attese per il suo infuso. Dopo aver versato il tutto in una tazza bianca con dipinti dei fiorellini stilizzati rosa, prese posto su uno degli sgabelli che circondavano le varie isole sparse per la camera. Mentre aspettava che il liquido si raffreddasse iniziò ad immaginare immensi piatti ricolmi di piatti prelibati ad occupare quelle isole di marmo, grandi torte e prelibati pasticcini, mentre magari un’elegante signora bionda valutava che tutto fosse al suo posto inseguita da una peste bionda. Sorrise ad immaginare Malfoy come un comune bambino che dispettoso metteva le mani nella panna di qualche torta per poi leccarsi le dita.

Si strofinò gli occhi; adesso immaginava anche l’infanzia del biondo, non le bastava i sogni per niente casti che le erano capitati in alcune delle notti passate, che avevano causato visite a casa di Pucey in piena notte per sfogarsi. Afferrò la tazza e decise di fare un piccolo tour, si sentiva stranamente a suo agio a gironzolare per quei corridoi arredati in modo elegante si ma fin troppo pesante per lei, non sentiva nessun tipo di paura o di agitazione, forse le seduto dall’analista subito dopo la guerra erano riuscite ad esorcizzare le sue paure… o almeno così credeva. Non sapeva dire da quanto tempo stesse vagando quando si trovò davanti un alta porta in legno scuro e non seppe dire neanche perché quella, simile a tante altre che aveva attraversato ignorandole completamente, avesse richiamato la sua attenzione fino a fare abbassare la maniglia. Si trovò davanti un’ampia camera completamente vuota, con grandi vetrate che filtravano i raggi lunare, unica fonte di luce poiché i due eleganti lampadari appesi al soffitto erano ovviamente spenti. Avanzò in silenzio, poiché i suoi piedi nudi non avrebbero creato nessun rumore contro il marmo freddo del pavimento, dalle dimensioni poteva essere stato un vecchio salone adibito a sala da ballo, o anche ad una palestra da allenamento, aveva saputo negli anni che i purosangue aveva passione per il fioretto, il tiro con l’arco ed altre attività fisiche che tra i babbani fino al secolo scorso appartenevano solamente ai più nobili.

Si ritrovò al centro della stanza e, non seppe se fu quella visuale della stanza o semplicemente qualche parte della sua psiche che si stesse risvegliando, ma la consapevolezza di dove si trovasse in quel momento le cadde addosso come un secchio di acqua gelata.

Si trovava nella stanza ed esattamente nel punto in cui, poco più di cinque anni prima, Bellatrix Lestrange l’aveva torturata fino allo sfinimento, lasciando lì per terra incosciente per ore. Iniziò a tremare e le gambe divennero così deboli che le ginocchia cedettero e si accasciò a terra versandosi qualche goccia di camomilla sul pigiama. Chiuse gli occhi, trattenendo le lacrime. Se si concentrava poteva ancora sentire l’alito caldo della donna sul suo viso, il sangue che scivolava dal suo braccio ormai marchiato a vita e la paura di perdere la vita che aveva provato poche volte così intensamente. Qualche lacrima sfuggì al suo volere, attraversandole il viso, ma lei si premurò di asciugarla subito. Erano tante emozioni da gestire, ma il dolore era ormai passato, dopo anni di lavoro su se stessa, certo non poteva pretendere di essere immune al ritrovarsi in quel posto, ma sapeva che se ci fosse tornata senza l’aiuto di uno specialista e dei suoi amici alle spalle sicuramente avrebbe perso il senno, iniziando ad urlare e piangere fino allo svenimento. Aprì gli occhi e notò sul pavimento delle bruciature che la turbarono, vi passò sopra la mano, studiandone i contorni. Quella casa trasudava magia da ogni singolo mattone, perciò non sarebbe stato affatto difficile eliminare delle tracce di qualsiasi incantesimo di fuoco, a meno che…

-Ardemonio.- disse una voce facendola sobbalzare. Hermione ringraziò di aver poggiato la tazza al pavimento, altrimenti come minimo l’avrebbe fatta cadere. Si voltò e ciò che vide le creò una calda pressione alla bocca dello stomaco; Draco Malfoy era appoggiato allo stipite della porta con addosso dei semplici pantaloni di pigiama grigi ed una t-shirt bianca. Si ridestò nel momento in cui notò la sua espressione tesa e turbata allo stesso tempo.

-Scusa, non dovevo permettermi di girare in casa tua come una ladra.- disse senza guardarlo negli occhi, colma di vergogna. Fece per alzarsi ma venne fermata dalle parole del biondo che aveva iniziato ad avanzare.

-Stai pure Granger.- disse ormai a qualche passo da lei -dovevo immaginare e ricordare la tua malata curiosità, dopotutto fin dai tempi di Hogwarts che sei così.- concluse ormai così vicino a lei da sovrastarla.

-Hai detto Ardemonio?- le sembrò la prima scusa plausibile per evitare di guardarlo e concentrarsi su altro.

-Ebbene sì.-

-Chi è stato?- la domanda impertinente le uscì dalla bocca ancora prima che potesse fermarla. Era curiosa di sapere come mai qualcuno avesse messo a fuoco proprio quel punto di quella immensa camera. Continuò ad accarezzare le bruciature, a sentire il marmo perdere la sua eleganza e diventare ruvido.

-Io.- disse lui prendendo posto accanto a lei, stupendola non poco.

Quella rivelazione la lasciò di stucco, perciò passarono diversi secondi di silenzio. Aveva paura che una qualsiasi domanda avesse potuto scatenare in lui qualche reazione che potesse interrompere quello strano equilibrio che sentiva essersi creato.

-Non mi sono mai perdonato- continuò lui anticipando ogni qualsiasi parola della riccia -le tue urla mi sono rimaste impresse nella mente per mesi, ho evitato questa stanza, ho cercato di ignorare il tumulto che avevo dentro, ma una notte non ho retto più, volevo che finisse e pensavo di potere porre rimedio… ovviamente mettere a fuoco e distruggere i mobili di questa stanza non è servito a niente, nonostante io sia stimato e rispettato grazie al mio impegno ed ai miei sforzi, non sono ancora degno di potere passare oltre a questo.- disse indicando la stanza.

Da quando aveva iniziato a parlare Hermione aveva concentrato su di lui tutte le sue attenzioni. Non riusciva a credere a tutto quello che stava uscendo dalla bocca del biondo e non riusciva a capacitarsi di come lei pendesse dalle sue labbra.

-Non devi colpevolizzarti.- fu l’unica cosa che riuscì a dire, stava pur sempre rivivendo uno tra i più forti traumi della sua vita.

-Avrei dovuto difenderti, ma sono stato troppo vigliacco ed ho ascoltato il tuo dolore come uno spettatore passivo.- disse digrignando i denti e sbattendo il pugno destro sul marmo. Hermione sobbalzò.

-Mi hai difesa, hai difeso me, Ron ed Harry, hai fatto finta di non conoscerci, depistando i ghermidori e rischiando la tua stessa vita.- le venne naturale dire quelle parole, perché le pensava veramente, così come le venne naturale poggiare la mano sulla sua spalla per poi iniziare a creare dei ghirigori col pollice.

Ricordava ancora lo stupore di sapere che lui li stesse proteggendo, e silenziosamente da quel momento in poi aveva cambiato la sua visione di quello che doveva essere uno dei loro nemici per antonomasia. Certamente potevano essere in sfida quando si parlava di Pozioni, Trasfigurazione, ma da quel momento lei aveva visto negli occhi di lui la stessa paura e sete di giustizia che lei stessa aveva..

-Non ti sarebbe costato niente consegnarci a Voldemort, probabilmente lui avrebbe vinto e tu avresti avuto la gloria eterna e la protezione assicurata della tua famiglia. Invece hai deciso di salvarci, in quel momento hai scelto da quale parte stare. Se sono qui ora è anche grazie a te.- continuò lei.

-Non pensi veramente quello che stai dicendo Granger.- disse lui puntando gli occhi nei suoi. Hermione li trovò carichi di sensi di colpa, di voglia di riscattarsi e così capì. Malfoy era andato in America per ricominciare, esattamente come aveva fatto lei andando in Francia; erano così simili e non se ne erano mai resi conto.

-Lo penso.- rispose semplicemente.

-Fai male.- disse lui alzandosi in un moto d stizza e dandole le spalle. Quando Hermione si rese conto che le sue intenzioni erano quelle di andarsene si alzò di scatto per pararglisi davanti.

-Non faccio male affatto Malfoy.- sbottò posando le mani sul suo petto per fermarlo. Si rese conto subito della scarica che attraversò il suo corpo a quel contatto, perciò, appena avuta la sicurezza che lui non se ne sarebbe andato, le tolse via come scottata.

-Non puoi colpevolizzarti per una cosa che era al di sopra di te, che non avresti potuto cambiare. Se anche fossi entrato in quel momento cosa avresti cambiato? Probabilmente tua zia ti avrebbe schiantato e avrebbe ricominciato come se nulla fosse. – gli afferro il braccio sinistro e lo affianco al suo, mettendo la sua cicatrice e il Marchio nero di lui uno accanto all’altro. -Vedi?- domandò guardandolo negli occhi insistentemente.

-Io vedo solo un braccio di un colpevole accanto al braccio di una vittima.- disse lui senza neanche abbassare lo sguardo, continuando a mantenerlo fisso su di lei, sui suoi occhi, come se ne fosse calamitato.

-Io invece vedo il braccio di due ragazzi obbligati a portare pesi e a fare scelte. Entrambi hanno sofferto e si sono trovati in situazioni più grandi di loro. Ed entrambi stanno provando ad andare avanti.- disse facendo scorrere il dito su una cicatrice proprio in corrispondenza del teschio del marchio. Tutto l’avambraccio del ragazzo era pieno di numerose cicatrici e gli anni di servizio come Auror le fecero capire che alcune fossero causate da incantesimi ed altre da diverse lame. Il ragazzo ebbe un brivido.

-Fa ridere no? Che uno dei “migliori pozionisti della storia” non sappia togliere un maledetto tatuaggio.- disse con un tono così pieno di rammarico e amarezza che se non fossero stati Hermione Granger e Draco Malfoy lei si sarebbe lanciata ad abbracciarlo per consolarlo. Quelle parole erano pregne di dolore.

-Sai anche tu che non è un semplice tatuaggio.- disse lei in modo tranquillo, riagganciando lo sguardo al suo e rendendosi conto solo in quel momento dell’effettiva vicinanza tra di loro. Fece per alzarsi, ma presa dalla foga di mettersi a distanza da lui non si rese conto che dietro di lei l’Ardemonio aveva causato un leggero dislivello che bastò a farla inciampare.

Sarebbe caduta se lui non l’avesse afferrata in modo fulmineo, e si trovarono ancora più vicini di quanto non fossero prima.

-Scusami, sono un’imbranata.- disse lei in un soffio.

-Me ne sto rendendo conto Granger.- disse lui con un lieve tono divertito.

Se qualcuno li avesse visti dall’esterno avrebbe vissuto una delle scene più romantiche nella loro semplicità. Due ragazzi in una camera sì spoglia ma comunque elegante, con grandi vetrate che filtravano la luce della luna che fungeva da riflettore su una coppia abbracciata. Quiete esterna, ma dentro di loro tempesta e tormento. I loro sguardi erano cambiati e nuovamente quella dannata elettricità li aveva avvolti. La distanza tra i loro visi continuava a diminuire.

-Credo di dovere andare.- disse Hermione velocemente abbassando lo sguardo e sgusciando via, per poi abbandonare la stanza… lasciando Draco Malfoy immobile lì in un luogo che adesso insieme a dei pessimi ricordi avrebbe ospitato una piccola nota di leggerezza.

 

Angolo Autrice:

CHIEDO SCUSA UMILMENTE PER IL RITARDO. Queste vacanze sono quasi più impegnata di quando mi tocca studiare per la sessione ahahahaahaha.

 

Spero vi sia piaciuto il capitolo, non siamo ancora riusciti ad avere un vero e proprio contatto tra i due, ma ormai è palese che ci sia qualcosa nell’aria! Il prossimo capitolo sarà quello del matrimonio. Chissà se succederà qualcosa, voi che dite?

Ringrazio tutti voi per avere seguito, ricordato, preferito e soprattutto recensito la mia storia. Spero continuiate a farlo e a farmi sapere che ne pensate, perché la vostra opinione conta davvero. Per il prossimo capitolo ci sentiamo dopo ferragosto <3 un bacio.

 

PS: risponderò domani alle recensione dello scorso capitolo <3

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Capitolo 9
*** Il matrimonio- Parte 1 ***


Era una bellissima giornata al Manor, il clima inglese aveva deciso di cambiare i suoi canoni per offrire un cielo azzurro ed una temperatura calda ma non fastidiosa. Il giardino del Manor sembrava più verde del solito, quasi come fosse un’immagine pubblicitaria di qualche agenzia di viaggio. Un appezzamento di terreno era adibito per la cerimonia, con quasi duecento eleganti sedie in legno chiaro con morbidi cuscini bianchi divise in due aree, separate da un tappeto dello stesso colore degli abiti di Hermione e Pansy, carta di zucchero, che terminava sotto un fantastico arco di rose bianche e giallo chiaro, dove si sarebbe tenuta la cerimonia e già Hermione vide la figura di Kingsley chiacchierare con qualche invitato. Tutta l’area era circondata da farfalle di vari colori, che per qualche incantesimo sicuramente, non davano fastidio alle persone presenti, come anche gli eleganti pavoni che scorrazzavano mostrandosi in tutto la loro eleganza. A leggera distanza dall’arco vi era una piccola orchestra che aveva appena iniziato a suonare una leggera melodia di sottofondo. Era tutto semplicemente perfetto.

-E’ un regalo di Draco.- Pansy ridestò la riccia -L’orchestra, le farfalle… quasi tutto.- spiegò in risposta allo sguardo interrogativo di Hermione.

-Ah.- fu l’unica risposta che le uscì, mentre i suoi occhi continuavano a vagare sul giardino. Non aveva chiuso occhio da quando era tornata in camera la scorsa notte, ringraziò il suo spirito organizzativo che le aveva fatto portare una pozione rigenerante.

-Hai qualcosa da dirmi?- domandò maliziosa Pansy -pensi veramente di essere l’unica a non avere chiuso occhi la scorsa notte?- continuò facendole quindi capire che lei sapesse qualcosa -Oh guarda, è arrivato il motivo delle tue occhiaie ben nascoste.- esclamò confermando ad Hermione che lei sapesse cosa la turbasse. In quel momento infatti entrarono in scena Blaise, Theo e Draco, tutti e tre impeccabili nei loro smoking neri, l’unica cosa che distingueva lo sposo era il gilet, che lo rendeva più formale, ed il fiore all’occhiello bianco, mentre quello dei due testimoni era abbinato agli abiti delle damigelle.

Hermione si chiese se il biondo fosse sempre stato così affascinante, o se l’abito che indossava fosse stregato in qualche modo, perché non riusciva ad immaginare una persona più elegante nel salutare gli ospiti, nell’intrattenere conversazioni o anche solo a dettare ordini ai dipendenti per l’organizzazione dello spazio e di tutti gli arredi.

-Mi hai seguita per caso?- esclamò dopo qualche secondo di trance, prendendo coscienza delle affermazioni della serpe.

-Volevo semplicemente fare due passi e ho sentito delle voci, non potevo non origliare lo sai.

-Sei sempre la solita.- sbuffò lei.

-Perché sei andata via?- domandò diretta Pansy lanciando un’occhiata alla porta della camera di Daphne; la parrucchiera dopo avere acconciato i loro capelli le aveva cacciate fuori per potere concentrarsi al 100% sulla sposa.

-Non lo so Pa.- rispose concedendosi un altro sguardo al biondo che ora parlava fitto fitto con Nott.

-Non volevi succedesse qualcosa?-

-Non è quello, non sapevo come comportarmi, è strana questa situazione tra noi.- ammise leggermente delusa. Per tutta la notte si era chiesta come sarebbe stato baciarlo e perché con lui sembrava così difficile provare a buttarsi.

-So che può sembrare difficile, ma fidati che Draco è un tesoro, ci ha salvati tutti. Non apre il cuore a tutti, ma quando lo fa è il migliore.-

-E chi ti dice che voglia aprirsi a me e non sia solamente l’ennesima conquista?- domandò leggermente irritata, perché sapeva che le parole dell’amica fossero vere.

-Herm, pensi veramente che se avesse solamente voluto provarti a letto si sarebbe esposto così tanto?- disse con tono ovvio Pansy, che anche ora guardava anche lei i due Serpeverde. -Stanno parlando di te ora sai?- sorrise lei.

-Come…? C’era anche lui?- domandò alzando il tono di un’ottava.

-Ebbene sì.- sghignazzò proprio mentre si apriva la porta di Daphne.

 

 

-Pensieroso oggi Dra?- domandò Theo con lo stesso tono malizioso di Pansy.

-Che cosa vuoi dirmi?- chiese il biondo lasciando vagare il suo sguardo intorno per controllare che fosse tutto al proprio posto.

-Sai cosa voglio dirti.- sorrise lui.

-Scommetto che ad origliare c’eravate sia tu che Pansy.- disse col tono di chi conosce fin troppo bene con chi ha a che fare.

-Ci conosci fin troppo bene.- rise lui -Allora?-

-Allora niente, hai visto anche tu che è andata via sul più bello.- disse con tono amareggiato. Non aveva chiuso occhio, era rimasto per un bel po’ in quella stanza a pensare a quella dannata grifona, qualche giorno lo avrebbe fatto impazzire. Si era esposto troppo e neanche lui sapeva il perché, si era sentito tranquillo però a dirle quelle cose, a parlarle e a stare con lei. Quando l’aveva sostenuta per evitare che rovinasse a terra, appena l’aveva toccata aveva sentito di nuovo quella maledetta tensione, quella specie di collegamento che sembrava avere solo con lei.

-Vuoi dirmi che non vuoi riprovarci? Sai anche tu che solo con lei ti sei sbilanciato così tanto negli anni.- disse Nott mentre ricambiava alcuni cenni di saluto da altri invitati.

-Non lo so.- disse semplicemente il biondo.

-Non farti mille complessi Draco, sai di non avere mai avuto colpe e tutto il mondo magico ne è a conoscenza.- disse e quando non ottenne risposta continuò -So che pensi di non meritarla e che ancora non ti sei perdonato molte cose, ma non ti perdonerai nemmeno di farti scappare qualcosa che potrebbe essere così bello.- terminò dandogli una pacca sulla spalla. Theodore Nott era, a discapito dell’opinione di chi non lo conosceva veramente, il più profondo del loro gruppo, era molto empatico e leggeva comportamenti dei loro amici che neanche loro stessi notavano.

-La sposa sta arrivando.- uno dei dipendenti assunti per il matrimonio bloccò la risposta del biondo -I testimoni dello sposo devono stare alla sua sinistra.- continuò indicando un punto esatto accanto a Blaise che aveva appena finito di parlare con Shacklebolt.

Come lui, Blaise riusciva a sembrare rilassato in qualsiasi occasione, e per questo motivo a chiunque lui poteva risultare come uno sposo stranamente calmo, ma solo Draco poteva notare la giacca tirare sulla schiena rigida dell’amico o le nocche delle mani diventare quasi bianche dalla tensione.

-Andrà tutto bene, lo sai.- sussurrò il biondo allungandosi leggermente verso lo sposo.

-E se non venisse? Se si fosse pentita?- domandò serio Blaise voltandosi verso di lui, un velo di ansia negli occhi-

-Come darle torto?- sghignazzò lui, facendo sorridere anche l’amico che iniziò subito a rilassarsi mentre il piccolo complesso iniziava ad intonare la marcia nuziale in modo delicato ed elegante.

Sentita la melodia tutti gli invitati si alzarono e portarono gli occhi sulla scalinata dalla quale sarebbe uscita la sposa.

La prima ad uscire fu Pansy, affiancata da due fatine che, mentre svolazzavano leggere, avevano il compito di buttare petali lungo il tappeto.

-A volte mi pento di essere gay solo per essermela fatta scappare.- sussurrò Theo al giovane Malfoy dopo che Pansy ebbe preso posto dal lato opposto al loro.

-Come darti torto, Pansy è fantastica.- fu la semplice risposta. Da quando la guerra era finita non aveva fatto mistero di essere molto legato alle sue due amiche e di avere un istinto fraterno nei loro confronti.

Hermione entrò in scena, anche lei affiancata da due fatine. Camminava leggera ed elegante ed il biondo si chiese se non fosse lei la vera fata in quello scenario, con quel vestito che le calzava a pennello e i capelli raccolti in una crocchia leggermente spettinata di proposito, con qualche ciuffo ribelle che le incorniciava il viso ad arte. Non poteva non dare ragione al Nott, qualsiasi cosa ci sarebbe stata con lei sarebbe sicuramente stata fantastica, perché solo a pensare a come si era sentito la notte precedente ad aprirsi con lei e non sentirsi giudicato, ma capito, gli venne un brivido lungo la schiena.

Hermione avanzava tranquilla e, dopo avere fatto un cenno affettuoso allo sposo, fece cadere per un attimo lo sguardo su Draco ed entrambi persero un battito. Dopo un attimo anche Hermione si posizionò al suo posto e poi tutte le attenzioni andarono alla sposa.

-Ha fatto la pazzia di presentarsi.- sussurrò Draco a Blaise quando ancora Daphne non era ben visibile, toccando la tasca interna della giacca per verificare che gli anelli fossero lì.

-E’ pazza veramente.- ammise Blaise, ormai tutta la tensione scemata.

Daphne si presentò alla vista degli invitati nel suo massimo splendore. Hermione aveva sempre pensato che scorresse del sangue Veela tra le sue vene, perché era bella in qualsiasi momento della giornata, ma quel giorno, in abito da sposa, era una vera visione per chiunque avesse una vista decente. Sembrava quasi fluttuare ed era tranquilla come non mai, nonostante la loro relazione fosse stata difficile agli inizi, non poteva essere più sicura della sua scelta.

Hermione, dopo avere ammirato nuovamente l’amica, lanciò uno sguardo a Blaise. Le era sempre piaciuto guardare gli sposi all’arrivo della sposa, nei loro occhi leggi un’emozione che molte volte gli uomini non concedono quasi mai. Blaise sembrava stesse ammirando un’opera d’arte, incantato e con gli occhi inumiditi e, quando Daphne si posizionò vicino a lui Hermione si emozionò, felice per i suoi amici.

Chi lo avrebbe mai detto che si sarebbe trovata come testimone e quasi sul punto di piangere per la commozione al matrimonio di Daphne Greengrass e Blaise Zabini? Eppure era lì, e non avrebbe cambiato tutto quello con niente al mondo.

 

Prima di dare inizio alla cerimonio Kinglsey effettuò un incantesimo Sonorus per avere l’attenzione di tutti su di se.

-E’ con grande piacere che sono qui oggi, in qualità di Ministro della Magia, ma anche di amico, per dare inizio all’unione tra Daphne Greengrass e Blaise Zabini- si interruppe un attimo per guardare la coppia con un sorriso sulle labbra – una coppia di innamorati, il cui amore ha resistito anche alla guerra.-

Hermione distolte per un solo attimo lo sguardo dagli sposi per guardarsi intorno, vista da lì tutta l’atmosfera sembrava avere un non so che di fiabesco, con le fatine che scorrazzavano leggiadre e senza disturbare nessuno, i fiori eleganti ad addobbare tutto e la platea formata da persone con vestiti più o meno stravaganti, tutti con il viso disteso e rilassato.

-Gli anelli per favore.- fu questa frase a ridestare la riccia, che voltò lo sguardo proprio nel momento in cui Malfoy fece un passo avanti per consegnare le fedi a Shacklebolt, che gli sorrise sincero, per poi consegnare un anello a Blaise e l’altro a Daphne.

-Prego Blaise, puoi iniziare con i voti nuziali.-

Hermione amava quella parte della cerimonia magica, poiché gli sposi avevano sì delle linee generali da seguire, ma oltre ai soliti freddi voti potevano aggiungere dei loro pensieri; secondo lei così era tutto più sincero e naturale.

-Io Blaise, prendo te, Daphne- si fermò un attimo per ammirare la sua ormai quasi moglie e guardarla negli occhi – ed è con te e solo con te che voglio continuare la mia vita, ogni mia singola avventura e prendere ogni tua singola paura, ogni tuo singolo sogno per renderli miei per curarli e difenderli al tuo fianco. Sei stata, sei e sarai sempre la unica compagna di vita, in salute ed in malattia, in ricchezza ed in povertà, in questa vita e nell’altra sempre se esiste, e prometto di amarti ed onorarti ogni singolo istante della mia vita.- terminò infilandole l’anello nell’anulare sinistro, con mani mai state così ferme e sicure. Hermione sentì Pansy singhiozzare dietro di se, mentre lei stava cercando con tutte le sue forze di non far scendere quelle lacrime che lottavano nei suoi occhi, gettò lo sguardo dall’altra parte dell’altare e vice Nott sorridere commosso, mentre Malfoy aveva elegantemente preso un elegante fazzoletto in stoffa dalla tasca per tamponarsi delicatamente gli occhi. Dire che rimase stupita da una così forte espressione dei sentimenti del biondo era poco e quando, come richiamato, lui alzò lo sguardo su di lei accennando ad un sorriso, non riuscì a fare altro se non ricambiare, mentre una maledetta lacrime scendeva sulla sua guancia destra.

-Io Daphne, prendo te, Blaise- iniziò la bionda senza neanche aspettare il via del Ministro -con la stessa sicurezza che ho fin da quando ti ho visto per la prima volta. Perché il nostro amore è più forte di qualsiasi incantesimo, di qualsiasi guerra e di qualsiasi altra cosa su questo pianeta. Ogni tuo singolo respiro è anche mio, e sarò sempre accanto a te, perché ti amo follemente e se qualche giorno mi diranno che tutto ciò è un peccato io continuerò ad amarti ed allora sarò innocente- si fermò un attimo trattenendo un tremolio nella voce -Perché  io prometto di esserti fedele sempre, in salute ed in malattia, in ricchezza ed in povertà, in questa vita ed in tutte le altre e prometto di amarti ed onorarti fino alla fine dei miei giorni.- terminò inserendo la fede nell’anulare sinistro di Blaise con un leggero timore, che sia lo sposo che tutti e quattro testimoni sapevano fosse una dimostrazione delle forte emozioni che stava provando e che le era stato insegnato a nascondere.

Dopo quelle parole Hermione rinunciò a fermare le lacrime, felice e commossa, certamente non singhiozzando come Pansy, ma tamponandole gentilmente e tirando poco col naso.

-Questo è l’amore- disse convinto Kingsley afferrando delicatamente le mani sinistre degli sposi per allacciarle e puntarvi la bacchetta e continuare – e questa è la Magia. Nessuno osi sciogliere ciò che queste due potenti forze hanno osato creare.- e fu così che dei lacci dorati si formarono intorno alle mani della copia per poi scoppiare in una sorta di coriandoli dorati che si spansero quasi fino al Manor.

 

 

 La cerimonia terminò con un affettuosissimo bacio degli sposi ed un’esplosione coriandoli scintillanti lanciati dalle fatine. Per il ricevimento era stato adibito un elegante tendone aperto, collegato con un sentiero circondato da lanterne. Il soffitto era pieno di candele svolazzanti, simili a quelle di Hogwarts, ma più piccole e colorate; i tavoli eleganti erano anch’essi sui toni del pastello, ed il complesso musicale di prima era stato sostituito da una band più giovanile che, dopo il lungo pranzo, avrebbe intrattenuto gli ospiti con danze ed animazioni varie sia magiche che babbane.

Il loro tavolo era accanto quello degli sposi, e doveva essere occupato da Hermione, Pansy, Harry, Draco, Theodore, Alexa e Gabrielle, ma quest’ultima non si era presentata.

-Gabrielle?- domandò Pansy dopo che ebbero salutato la collega, mentre prendevano posto.

-Malfoy è bello vedere che sei sempre il solito spezzacuo…- Theodore non finì mai la frase grazie ad un calcio ben assestato di Pansy da sotto il tavolo.

Anche lo sguardo omicida di Malfoy lo avrebbe fermato, mentre Hermione sorseggiava del vino dal suo calice: sarebbe stata una lunga giornata.

-Sarebbe venuta, ma il signore Delacour le ha cambiato il turno perché qualche nostro collega è in malattia.- disse la francesina con tono cordiale mentre un cameriere faceva fluttuare via tutti gli elementi del posto vuoto, lasciando solo la sedia che divideva Hermione ed Alexa.

Gli sguardi del biondo e della riccia si scontrarono.

-Signore e signori diamo il benvenuto agli sposi.- fu la voce del cantante a sciogliere quel contatto, poiché entrambi, con riluttanza, posarono gli occhi sui loro amici, raggianti più che mai e che furono subito assaliti dai vari ospiti pronti a fare le congratulazioni ed elogiare la coppia.

Dopo l’arrivo degli sposi l’aperitivo venne servito a buffet, perciò poterono tutti alzarsi prima di iniziare il pranzo vero e proprio, mentre i due magifotografi rubavano scatti agli sposi ed ai vari invitati, questi erano stati scelti col contributo di Hermione, poiché lei odiava le foto in posa, mentre questi sì avrebbero scattato le solite foto di rito, ma ne avrebbero fatte altre in momenti veri e sarebbero stati scatti che in un futuro avrebbero fatto ricordare maggiormente le emozioni della giornata.

-Herm, Pa venite, voglio una foto “ingessata” con le testimoni.- disse Daphne frizzantissima e prendendo in giro Hermione, che aveva ripetuto quella parola all’infinito mentre sceglieva tra i fotografi consigliati dalle varie riviste matrimoniali magiche.

-Anch’io voglio una foto con i miei testimoni, ma prima una tutti insieme.- si intromise Blaise dopo lo scatto, accoppiando Theo con Pansy e Draco, che lo avrebbe ucciso, con Hermione, per poi intrufolarsi con Daphne tra le due coppie. Il magifotografo sembrava farlo di proposito alla riccia, con loro tre ci aveva messo un attimo, mentre ora invece non smetteva di scattare mentre lei sentiva la pelle del fianco sotto la stoffa, proprio dove Blaise aveva poggiato la mano di Draco, scaldarsi.

-Prego, ora voi signore potete lasciarmi fare con solo gli uomini.- le congedò, facendo un cenno malizioso ai tre serpeverde… ecco perché aveva impiegato più tempo!

Hermione sgusciò così via dalla presa di Malfoy e afferrò un bicchiere di ottimo prosecco dal vassoio di un cameriere che passava in quel momento. Ringraziò Zabini per le sue origini italiane e la sua voglia di non ignorarle, amava il prosecco e lo preferiva anche allo champagne.

-Lei deve essere la famosa Hermione Granger.- una voce femminile la fece voltare ed Hermione si ritrovò davanti un’elegante signora dalla carnagione olivastra accentuata dall’abbronzatura e dai lunghi capelli castani, avvolta in un abito color champagne… bastò guardarla negli occhi per riconoscerla.

-E lei deve essere la madre di Blaise.- le sorrise Hermione stringendole la mano -piacere di conoscerla.-

-Il piacere è tutto mio cara.- rispose sorridendole di rimando ed afferrando anche lei un calice di prosecco -penso di doverla ringraziare.- continuò poi dopo un sorso.

-Per cosa?- domandò seriamente stupita la grifona.

-Probabilmente senza la sua presenza nella vita del mio Blaise e di Daphne non saremmo qui a festeggiare oggi.- disse diventando seria e, prima che Hermione potesse contestare, riprese -E’ vero che alla fine della guerra loro stavano ancora insieme, ma anche lei sa che hanno raggiunto una certa stabilita dopo quasi tre anni e sia mio figlio che, mi lasci dire, la mia nuova figlia mi hanno parlato di quanto sia stata d’aiuto la sua presenza nella loro vita e per la loro coppia e sono qui semplicemente per ringraziarla.- disse solenne lei.

-Non so che dirle.- disse Hermione emozionata da quelle parole così sincere, Daphne le aveva sempre parlato della madre di Blaise, di quanto fosse diversa dalle altre madri purosangue, forse per l’influenza della cultura italiana, sicuramente più affettuosa della nobiltà inglese -deve molto anche a Pansy, Malfoy e Nott.- disse poi cercando di sviare le attenzioni lontane da se e lanciando lo sguardo sugli sposi e sui loro amici mentre chiacchieravano, ormai lontani dal loro passato.

-Oh certo questo non lo metterei mai in dubbio signorina Granger, se non ci fossero stati l’uno per l’altro non so che fine avrebbero fatto tutti, so che a grifondoro decantate lealtà, ma quando si instaura una vera amicizia a Serpeverde quella non finisce più - disse lei annuendo convinta – e questo potrebbe anche estendersi per l’amore.- continuò osservando meglio su chi si era posato lo sguardo della giovane grifona.

-Come scusi?- domandò lei ridestandosi.

-Sa bene a cosa e chi mi riferisco.- sorrise con un tono di chi di queste cose ne sapeva abbastanza bene -non abbia paura di Draco, quello che vedi all’esterno è solo il risultato di anni di maltrattamenti, addestramenti e sofferenze, ma dentro quell’armatura troverà qualcuno pronto a dare qualsiasi cosa per chi ama.- continuò prima che Hermione potesse provare a rigettare quelle parole -e non provi a negare, ho visto gli sguardi che vi siete scambiati durante la cerimonio ed il legame che sembra crearsi ogni volte i vostri occhi si incontrano. Può essere che mi sbagli, ma chi ha sangue italiano queste cose le capisce, lei provi a buttarsi.- terminò prima che venissero raggiunte dalle Serpi.

-Hermione vedo che hai conosciuto mia madre.- sorrise Blaise dando un bacio sulla tempia alla donna.

-Nonché mia suocera.- trillò Daphne euforica ed Hermione si ridestò dallo stato di trance in cui era caduta, con le parole della donna che le frullavano ancora in testa.

-La signorina Granger è proprio come la descrivono, elegante ed intelligente.- ammise sincera la donna -Pansy, Theo e Draco venite qui a salutare questa vecchia donna.- esclamò allargando le braccia per abbracciare uno ad uno i giovani ragazzi.

-Signora Isolde è sempre un piacere vederla.- disse Pansy contenta.

-Isolde sempre più raggiante.- la salutò Theo.

-Mi chiederò sempre come faccia ogni volta ad essere sempre più bella.- disse Draco dandole un leggero bacio sulla guancia.

-Io mi chiederò sempre come faccia nessuna a conquistare lo scapolo d’oro per eccellenza.- ridacchiò lei causando consapevolmente una sorta di occhiate tra i ragazzi, mentre Hermione si dileguava grazie ad una conversazione con il signor Delacour.

 

L’aperitivo finì e, mentre aspettavano tutti seduti al tavolo l’antipasto, Draco fu richiamato da Blaise per il brindisi del padrone di casa nonché testimone d’onore dello sposo, perciò si alzò e, con un bicchiere in mano andò a posizionarsi di fronte gli sposi che seduti lo guardavano sorridendo e stringendosi la mano. Odiavano queste formalità, ma anni ed anni di educazione non sarebbero andati nella pattumiera, perché volevano fare sapere a tutti che ormai avevano riscattato i loro cognomi e le loro famiglie, perciò accettò il microfono che gli consegnò un componente della band e, con un paio di colpetti, attirò l’attenzione di tutti gli invitati.

-Salve a tutti, per chi non mi conosce sono Draco Malfoy, testimone dello sposo e padrone di questo Manor, perciò potete ben intuire quanto sia stato costretto a parlare in questo preciso istante davanti a tutti voi.- disse con tono scherzoso scatenando una leggera ilarità in tutto il suo pubblico, cercando di ruotare il più possibile per evitare di dare le spalle.

“Gli mancavano solo le arti oratorie.” Sbuffò dentro di se Hermione che era stata anche lei influenzata dalla semplice battuta del biondo e che lo guardava, lì in piedi con in mano un calice di prosecco a parlare davanti a tutte quelle persone con una tranquillità innata.

-Spero perciò che possiate godere a pieno questa giornata in questo posto che ha dato e preso tanto a me e ai miei amici.- continuò e, dopo un istante di silenzio, ritornò a guardare gli sposi -chi mi conosce, specialmente Daphne e Blaise, sanno che io non sia mai stato bravo con le parole bensì che i miei gesti parlino per me; perciò oggi voglio fare questo piccolo discorso con una frase di un grande scrittore italiano, tra i preferiti di mia madre e della madre dello sposo.- disse lanciando un sorriso alla signora Zabini che sorrideva commossa

-“Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”- Hermione sussultò, era una frase di Italo Calvino, uno dei suoi autori esteri preferiti, e non seppe dire se per sua impressione o altro, ma Malfoy le aveva lanciato uno sguardo fugace – vi invidio amici miei, perché avete passato l’inferno diventando paradiso l’uno per l’altra e sì, non è stato tutto così facile, ma siete riusciti a far durare e a coltivare un sentimento che ci è stato insegnato a nascondere e temere, mentre invece va solamente curato e vissuto.- si concesse un altro attimo di pausa, mentre nel pubblico le donne sospiravano e gli uomini rimanevano in un silenzio accondiscendente, alzò il calice -A Daphne e Blaise, al vostro amore, possa essere un esempio per tutti noi.- e, dopo che tutti ripeterono in coro “A Daphne e Blaise” sorseggiò il liquido per riprendere posto, ed Hermione si chiese se tutte le doti che aveva non le avesse mai viste per orgoglio o fossero spuntate da un momento all’altro nel momento in cui tutte le persone a lui vicine ne tessevano le lodi. Scolò tutto il prosecco del suo bicchiere, cercando di fare andare via la pelle d’oca dalle braccia, incontrando lo sguardo della signora Zabini che sembrava dirle “hai capito cosa intendevo prima?”.

 

Angolo autrice:

CHIEDO UMILMENTE PERDONO PER IL SUPER RITARDO! Scusatemi tanto, ma ho avuto problemi in casa, perciò non ho potuto dedicare tutto il tempo che volevo al capitolo! Beh… che ne pensate? Questa è solo una parte del matrimonio, il meglio deve ancora venire. Che ne pensate della cerimonia? Della mamma di Blaise (il nome è quello originale, non volevo cambiarlo) e del discorso di Draco? Voglio tanti commenti per questo capitolo 😊

Ringrazio nuovamente tutti voi che seguite, preferite, ricordate e recensite la mia storia, ed anche tutti quelli che mi hanno scritto messaggi privati per sapere se andasse tutto bene e per chiedermi aggiornamenti della storia… grazie davvero!

Allora fatemi sapere che ne pensate, un bacio <3

Ps: spero da ora in poi di pubblicare una volta a settimana, sempre intorno al martedì/mercoledì.

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Capitolo 10
*** Il matrimonio- Parte 2 ***


Il pranzo stava procedendo bene, Blaise ci teneva a tenere il passo di un matrimonio italiano in grande stile, con la cerimonia nella tarda mattinata, un lungo pranzo e la festa durante la serata. Dopo il discorso del padrone di casa, con un battito di mani della sposa, i camerieri servirono un ricco antipasto e, dopo un gioco che l’animatore fece fare agli sposi, venne servito uno dei due primi previsti per la giornata. Oltre al posto riservato a Gabrielle, che veniva occupato da qualche ospite momentaneo, alla sua sinistra Hermione aveva Harry, che molto allegro si curava che il suo bicchiere non venisse mai lasciato vuoto e la riccia non poteva che sgridarlo per scherzo, perché lei amava quel vino italiano.

-Come procedono con le indagini?- chiese Hermione mentre gli altri ospiti del tavolo erano tutti presi da un racconto di Theodore Nott riguardante un caso dello studio.

-Sai che non posso dirti niente.- disse lui tranquillo mentre versava ad entrambi dell’altro vino. Hermione alzò le mani in segno di resa, sapeva che fosse già un evento il fatto che lui avesse risposto su questioni lavorative riservate senza innervosirsi, perciò era meglio non sprecare quell’occasione.

-Hai ragione, è che magari sarebbe stato bello collaborare.- disse afferrando il bicchiere per bere un sorso.

-Puoi sempre trasferirti.- propose lui con una nota di eccitazione nella voce; Hermione gli era mancata come non mai e, nonostante la sua squadra fosse fenomenale, non poteva negare che avere l’amica a suo fianco come ai vecchi tempi lo rendesse felice.

-Ho trovato il mio equilibrio a Parigi.- disse scuotendo la testa e lanciando uno sguardo sia a Pansy che a Daphne con un sorrise e gli occhi inumiditi: loro erano parte della sua felicità.

-Pensaci però, ok? Ovviamente anche Pansy sarebbe ben accetta.- disse abbassando leggermente il tono di voce, consapevole di essersi scavato da solo la fossa.

-Ah quindi ora è Pansy, non più Parkinson.- sorrise lei maliziosa -Cosa stai aspettando per provarci seriamente?- domandò lei mentre portava alla bocca un pezzo di raviolo.

-Ma di cosa parli? Perché dovrei provarci?- chiese il Ragazzo Sopravvissuto guardandosi intorno per essere sicuro che gli altri fossero ancora presi dalle grandi doti di cantastorie di Theodore Nott.

-Come perché, ti piace e forse gli altri che non hanno passato con te quasi un anno in una tenda a cercare Horcrux potranno non rendersene conto, ma io l’ho notato, quindi non provare a negarlo.- fisse alzando l’indice per ammonirlo già prima che potesse aprire bocca – e comunque anche tu piaci a lei.- disse sincera.

-Stai scherzando.- disse lui ridendo e appoggiandosi allo schienale della sedia -Non scherzi?- continuò serio vedendo l’espressione dell’amica.

-Perché dovrei? Harry – disse posando la mano sul suo braccio – è arrivato il momento di buttarti, magari non sarà l’amore della tua vita, ma non ha senso nasconderti dietro le missioni Auror e qualche partita a Quidditch con i colleghi.- terminò sorridendogli incoraggiante.

-Beh dai, forse dopo la inviterò a ballare.- disse alzando il bicchiere e facendole cenno di far scontrare i vetri, quasi come se fosse un giuramento. Prima di portarsi il bicchiere alla bocca però continuò -Però anche tu devi provarci con Malfoy, non vorrei che i suoi sentimenti repressi riflettessero negativamente sul lavoro, è il migliore dei miei uomini.-

Hermione evitò di sputare il vino che aveva appena sorseggiato per pochissimo, con conseguenza un tossicchiare insistente che attirò l’attenzione di tutti i componenti del tavolo, compreso Malfoy.

-Herm tutto bene?- domandò leggermente preoccupata Pansy. La riccia riuscì a rispondere solo sventolando la mano come per dire “si nulla di grave”, perché aveva ancora la gola secca e le narici piene del gusto frizzante del vino.

-Si, ho fatto una battuta divertente nel momento sbagliato.- disse Harry senza neanche poi mentire così tanto -Continuate pure.- disse e, dopo qualche sguardo poco convinto, l’atmosfera tornò come pochi secondi prima.

-Sei un completo idiota.- disse la riccia dopo avere mandato giù un poco di acqua.

-Solo perché ho detto la verità.- la canzonò lui, ricevendo come risposta uno sguardo furente -Perché credi che scherzi? Dai non dirmi che nessuno ti ha fatto notare che Draco stravede per te?-

-Non stravede per me Harry!- esclamò sentendo le guance imporporarsi leggermente.

-Forse stravedere non è il temine adatto, ma fidati… ormai lavoro con lui ogni giorno da mesi e ci siamo concessi anche qualche uscita, mentirei se ti dicessi che è un Santo e che le voci dei tempi di Hogwarts non si siano mantenute anche ora, ma quando è con te si capisce che non ti tratterebbe mai come fossi una qualunque.- disse annuendo convinto delle sue parole.

-Ora sei tu quello che sta scherzando.- disse Hermione con una risatina nervosa appoggiandosi allo schienale della sedia, replicando i gesti dell’amico di qualche minuto prima.

-Non scherzo Hermione e lo sai anche tu, perciò vedi di darti una mossa.-

Il discorso venne interrotto dai vari camerieri che prelevarono i piatti vuoti e, come in tutti i ricevimenti, gli invitati presero la palla al balzo per sgranchirsi le gambe.

-Come va?- chiese Hermione a Daphne, aveva deciso di controllare se avesse bisogno di qualcosa. Si sedette al posto di Blaise, che vide lontano a bere con i colleghi.

-Tutto a meraviglia, non potevo immaginare di meglio.- disse veramente euforica la bionda.

-Si può sapere cosa avete confabulato tu e Potter tutto questo tempo?- si intromise Pansy, sedendosi in braccio ad Hermione visto che il tavolo degli sposi conteneva solo due sedie, e facendo sorridere entrambe le amiche; dopotutto Pansy era il tornado del gruppo.

-Niente di che.- disse guardando il bicchiere suo e di Pansy che fluttuavano verso di loro richiamati dalla sposa -Gli ho semplicemente detto di provarci con te.- continuò con finta indifferenza.

-Tu cosa?!- il tono della voce della mora si era alzato di qualche tono, dovette ringraziare la band che aveva deciso di alzare leggermente il volume, altrimenti avrebbe attirato l’attenzione di tutti -Tu cosa?- domandò nuovamente con tono di voce molto più basso.

-Hai capito bene.- disse lei afferrando il bicchiere -Non posso continuare a vedervi che vi scambiate sguardi senza mai fare un passo.- terminò.

-Senti chi parla!- esclamò facendole poi il verso e ricevendo uno sguardo allucinato dalla riccia.

-Beh, quando voi due l’avete finita con le vostre battutine io vorrei fare un brindisi.- ci pensò come sempre Daphne a sopire la loro ennesima discussione scema. -A noi- iniziò appena ebbe la completa attenzione di entrambe -alla nostra amicizia, non sarei qui senza di voi ad avermi sostenuta sempre.-

Fecero tintinnare i bicchieri e bevvero felici ma allo stesso tempo nostalgiche.

 

 

-Tutti i maghi e tutte le streghe non sposate sono pregate di venire sulla pista.- disse il cantante con la tipica voce allegra di chi è fatto per intrattenere la gente. Appena pronunciò questa frase ogni persona celibe e nubile della sala si trovò sulla testa una leggera sfera di luce, della consistenza simile ad un patronus, così da non avere alcuno scampo. Mentre per gli intervalli precedenti le attività si erano limitate agli sposi e a chi si fosse offerto volontario, questa volta furono chiamati tutti.

-Ti pareva, si era statti troppo in pace fino ad ora.- disse ridendo Pansy mentre tutti si alzavano chi più chi meno allegro.

-Non ci si può neanche ubriacare in pace ai matrimoni dei propri amici ormai.- le diede corsa Theo mentre la lasciava passare prima di lui.

Hermione si era aspettata qualche smorfia, qualche lamentela o qualsiasi testimonianza di insofferenza da parte di Malfoy, questo invece si limitò a sorridere ed avanzare verso la pista.

-Anche a me all’inizio è sembrato strano, ma a quanto pare l’insofferenza che dimostrava ad Hogwarts era solo l’ennesima facciata dovuta alla sua educazione. E’ sempre pronto a mettersi in gioco anche nelle cose più banali.- fu Harry a dirle quelle cose all’orecchio, assicurandosi di non farsi sentire da nessuno oltre ad Hermione; probabilmente aveva intercettato il suo sguardo. Lei non rispose, si limitò a proseguire.

-Bene, chiedo gentilmente di disporvi in due file, gli uomini alla mia destra, le donne alla mia sinistra.- fu tutto un frusciare di abiti, ma in pochi secondi la richiesta venne esaudita. In quel momento Hermione aveva di fronte a lei Malfoy, affiancato da Neville e Theodore. Fece scorrere lo sguardo lungo entrambe le file e si rese conto che casualmente fossero 20 uomini e 20 donne.

-Sappiamo tutti che dopo il dolce ci sarà il primo ballo degli sposi, ma adesso propongo a voi il “Ballo di Cenerentola”.- fece scorrere lo sguardo lungo i giovani davanti a lui -Non abbiamo bisogno di avere origini babbane per conoscere questa famosa fiaba, perciò ogni donzella è pregata di levarsi una scarpa e metterla qui.- disse alzando un sacchetto di velluto rosso che aveva nella mano destra -Poi ogni cavaliere dovrà estrarre una scarpa e così avremo formato le coppie per il nostro ballo.- spiegò in modo conciso e chiaro.

-Diamo il via all’estrazione.- disse euforico dopo che tutte le ragazze ebbero inserito la loro scarpa.

Iniziarono a formarsi le prime coppie, la scarpa di Alexa venne pescata da Dean Thomas ed i due si avvicinarono così che lei potesse indossare nuovamente la calzatura.

-Vediamo il signor Pucey chi avrà l’onore di pescare.- disse a mo di telecronaca. Il Serpeverde fece l’occhiolino ad Hermione prima di inserire il braccio nel sacchetto, che era ovviamente soggetto all’incantesimo restringente. Hermione riconobbe subito il suo sandalo argentato.

-Un’altra bella coppia è stata formata.- disse mentre Adrian si avvicinava per poi aiutarla ad indossare la scarpa. Hermione, mentre scherzava con l’amico, sentiva la pressione di uno sguardo sulla nuca e, voltandosi per un attimo, incontrò lo sguardo di ghiaccio di Malfoy.

-Lo faremo impazzire.- le sussurrò Pucey all’orecchio e lei gli diede una leggera gomitata. Si erano visti dopo la cerimonia, ma avevano avuto il tempo di scambiare poche parole.

Neville casualmente estrasse Luna, scatenando l’ilarità di tutti. La decollette dorata che aveva estratto Draco apparteneva ad Astoria, ed Hermione sentì lo stomaco contorcersi quando vide lei avvicinarsi a lui raggiante. Harry estratte Pansy, Theo prese la scarpa della Abbott e le coppie terminarono.

-Bene, che abbia inizio il ballo di Cenerentola.- disse il cantante facendo cenno ai componenti della band che iniziarono a suonare “easy” dei Commodores, un lento molto bello di una band babbana. Hermione ringraziò che andasse di moda la musica babbana, perché non avrebbe sopportato di dover ballare un valzer.

-Come procede la festa?- le chiese Pucey dopo qualche secondo che ebbero iniziato a ballare.

-Bene, qualche altro calice di vino o prosecco e sarò al mio punto di felicità.- scherzò Hermione, facendo sorridere anche lui. Vennero distratti da una risata cristallina poco distante da loro, la piccola Greengrass sembrava ridere di cuore per qualche frase che aveva detto il suo biondo cavaliere, le quali labbra erano increspate in un sorriso che per Hermione era sincero.

-Sono abbastanza in confidenza.- constatò con un tono più amaro di quanto volesse far trasparire.

-Beh, per degli ex promessi sposi Purosangue è il minimo.- disse lui tranquillo, abituato a determinati concetti, ignaro invece degli effetti che potevano avere sulla riccia, cresciuta con una mentalità sicuramente differente.

-Erano promessi sposi?!- 

-Sì, sono stati insieme per un paio d’anni, erano una delle poche coppie combinate che avessero trovato un equilibrio e che se la vivessero bene.- disse alla grifona -Pensa che a me era capitata una ragazza di Corvonero che non voleva nemmeno la toccassi.-

-Quindi loro erano una coppia molto…- si prese un attimo per trovare il termine giusto -…attiva?-

-So di farti male dicendoti questa cosa, ma sì. Erano molto passionali e, nonostante Draco avesse messo in chiaro di non provare amore nei suoi confronti, prendeva sempre le sue parti e la difendeva in qualsiasi occasione.- affermò lui soppesando le parole.

-E lei?- chiese Hermione

-Cosa?-

-Hai detto che Malfoy aveva messo in chiaro di non essere innamorato, invece Astoria?-

-Beh con lei era diverso. Le era sempre piaciuto e, anche quando Draco ha voluto annullare il contratto, lei non l’ha presa bene, dopotutto Draco è uno degli scapoli più ambiti del mondo Magico e lei provava anche dei sentimenti. Però da quando lui è tornato sembra stiano mantenendo dei rapporti civili.- constatò, lanciando uno sguardo alla coppia che ora chiacchierava normale mentre volteggiava.

-Lui non ha mai provato niente per lei Granger.- disse poi serio lui, vedendo che l’amica si era persa nei suoi pensieri.

-Beh, se fosse come potrei dargli torto, lei è perfetta.-

-Smettila, lo sai tu come tutti noi che c’è qualcosa di strano e bello tra di voi, non lasciare che la paura o degli inutili complessi di inferiorità ti fermino. Se avesse voluto Astoria non avrebbe annullato il contratto ed il fatto che ai tempi avevano una giusta alchimia sessuale non vuol dire niente, anche noi la abbiamo ma entrambi non proviamo sentimenti.- disse lui cercando di convincere quella che ormai era per lui un’amica.

-Si hai ragione, grazie.- disse sorridendo riconoscente e felice allo stesso tempo di avere trovato un nuovo amico e lanciando uno sguardo al biondo a pochi metri da lei.

 

 

-Un attimo di attenzione prego.- la voce risuonò per tutto il tendone, fino all’esterno dove alcuni si erano posizionati per fumare o prendere una semplice boccata d’aria fresca. Ormai era calata la sera ed il buffet dei dolci era stato servito, con uno schiocco di dita del cantante le luci si abbassarono, creando un’atmosfera ancora più fiabesca ed elegante. Appena fu sicuro di avere l’attenzione di tutti continuò:

-Sono onorato di presentarvi di nuovo i nostri sposi, Daphne e Blaise.- disse facendo nascere un applauso da tutti gli invitati.

Le note di “Can’t help falling in love” di Elvis Presley, l’ennesimo cantante che Hermione scoprì anche lui avere poteri magici, iniziarono a riempire l’atmosfera e, un centinaio di lucciole iniziarono a fluttuare per la pista da ballo. Pansy e la riccia si scambiarono uno sguardo complice, ricordavano entrambe quando quella canzone era diventata la colonna sonora della coppia, quando dopo l’ennesima lite Blaise fece in modo di farla riprodurre per tutta Beauxbaton e facendo trovare a Daphne nella loro camera almeno un migliaio di fiori tra margherite, rose e tulipani.

Daphne e Blaise si posizionarono al centro della pista ed iniziarono a ballare guardandosi negli occhi. Sembrava fossero in un’altra dimensione, tanto le loro attenzioni erano concentrate sull’altro. Hermione aveva sempre invidiato questa loro connessione, questo loro sembrare essere fatti l’uno per l’altra, e si era sempre chiesta se a lei sarebbe mai capitato qualcosa del genere.

Alla fine della prima strofa le lucciole iniziarono a muoversi tra gli invitati, afferrando delicatamente i lembi delle giacche e delle gonne, per portarli sulla pista e formare delle coppie. Pansy venne prelevata ed accoppiata con Nott che iniziarono a danzare tranquilli. Hermione alzò disperatamente gli occhi al cielo quando due dei piccoli insettini afferrarono delicatamente parte della sua gonna, per trasportarla sulla pista ma, quando vide di fronte chi l’avevano condotta si guardò intorno cercando una via di fuga.

-Scappare non è nello stile dei Grifondoro.- la punzecchiò Draco Malfoy di fronte a lei con le mani nelle tasche; non avrebbe mai fatto una mossa nel vederla così restia.

-Non volevo scappare Furetto.- mentì spudoratamente lei avvicinandosi e posando una mano sul spalla destra di lui, sentendo la morbidezza del suo smoking sotto la mano.

-Anche mentire non è nello stile della tua casata Mezzosangue.- disse ridacchiando mentre afferrava la mano destra della ragazza e cingeva col braccio libero il fianco sinistro di lei e, con uno scatto, ridurre le vicinanze tra di loro. Iniziarono ad ondeggiare delicatamente e la riccia non si stupì nel constatare che il ragazzo fosse bravissimo a danzare e che fosse così bravo ad accompagnarla che anche lei si sentiva più esperta, nonostante non fosse poi così negata. Si riempiva la testa di constatazioni, cercando di ignorare la tensione che poteva sentire nella mano destra e la pelle del fianco bruciare sotto il tessuto dell’abito.

“Like a river flows                           

Surely to the sea

Darling, so it goes

Some things are meant to be”

-Che c’è per caso qualche fatina dell’evento ti ha rubato la lingua Granger?- disse lui dopo qualche secondo di silenzio ed Hermione lo guardò negli occhi, distogliendo lo sguardo dalle altre coppie.

-Sempre più simpatico.- rispose lei semplicemente, facendo trasparire la sua tensione e riprendendo a guardare la pista, fissando lo sguardo su una coppia di signori anziani che si univa a ballare senza l’aiuto di nessuna lucciola e che a lei sembravano così belli.

-Si amano da sempre.- sussurrò Malfoy al suo orecchio per farsi sentire bene e non rendendosi conto del leggero brivido che percosse la sua compagna di danza -Ma le loro famiglie non hanno mai accettato la loro unione, sono rimasti fedeli ai loro coniugi fino alla loro morte e poi la vita ha voluto che si ritrovassero.- sembrava essere con la testa da un’altra parte mentre diceva quelle frasi.

-Nonostante fossero entrambi purosangue? Perché non potevano stare insieme? Avrebbero comunque mantenuto la purezza.- domandò staccando gli occhi dalla coppia che ormai ondeggiava tranquilla a tempo di musica, per guardare lui.

-Ti giuro che alle volte la purezza del sangue era l’ultimo punto di lunghe liste di pro per un pretendente.- disse con un’ironia fredda -denaro, terreni, dimore, istruzione, educazione e tanto altro.-

-Non deve essere stato facile.- constatò lei, ed entrambi sapevano che il discorso ormai era virato sulla figura di Malfoy, mentre la coppia poteva continuare a danzare inconsapevole.

-Io ero e sono lo scapolo più ambito da tutte le famiglie con figlie femmine Granger.- disse lui pavoneggiandosi, cercando di sviare il discorso e guadagnandosi un buffetto dalla ragazza.

-Ero seria.-

-Non è stato facile, ma quando in una cosa ti ci trovi fin da bambino è difficile vederla come sbagliata.- ammise con un tono molto simile a quello della notte precedente.

Rimasero in silenzio, continuando a danzare per un po’ e a guardarsi negli occhi.

-Perché sei scappata via?- domandò semplicemente il biondo, con un tono quasi curioso e per niente infastidito, forse un poco amareggiato.

-Non lo so, questa situazione tra noi è strana.- ammise, senza nascondere nulla, tenendo la stessa linea di opinioni che aveva espresso la mattina stessa a Pansy -Guardaci, probabilmente se non ci avessero quasi obbligati a ballare non avremmo neanche parlato oggi, mentre ieri sera…-

-Ieri sera?- incalzò lui.

-…Ieri sera sembrava ci conoscessimo da sempre, senza nessuna barriera tra di noi. Siamo così strani.-

-Forse perché ci ostiniamo a non darci una chance.- disse semplicemente lui facendo spallucce -e poi cosa vorresti insinuare, che non ho gli attributi per ballare con te senza qualche aiuto?-

-Beh a quanto pare è proprio così.-  e la canzone terminò

-Posso rubartela Draco?- era stato Shacklebolt a parlare, interrompendo la risposta del biondo che stava per uscire.

-Tutta sua Signor Ministro.- disse tranquillo allontanandosi, mentre Hermione fissava la sua nuca perdersi tra la gente ed iniziava a ballare sulle note di una nuova canzone.

 

 

Voleva spaccare la faccia a quel furetto platinato; dopo averla lasciata ballare con Kingsley aveva ballato con molte ragazze, compresa Astoria, lasciandole sorrisetti dispettosi. Lei aveva ballato con altri, ma adesso aveva deciso che Daphne ormai a fine festa non aveva più bisogno di lei sobria, perciò si avvicino al carrello degli alcolici.

-Penso sia il decimo bicchiere di Whiskey che beviamo in 10 minuti.- disse Pansy che era stata abbandonata quasi subito da Harry e che aveva bisogno di sciogliere la tensione.

Gli sposi si erano congedati per avere un po’ di privacy prima di partire, perché il loro aereo sarebbe decollato qualche ora dopo il matrimonio, lasciando gran parte dei festeggiati intenti a godersi ancora il ricevimento.

-Tra poco andiamo via.- disse Hermione guardando l’orologio di oro bianco che aveva al polso. Erano quasi le 3 e lei iniziava a sentire il peso della stanchezza e anche dell’alcol che ormai le era completamente arrivato al cervello.

Mentre stava per ordinare l’undicesimo bicchiere per entrambe partivano le note di “Wonderful tonight” e si bloccò un attimo. Pansy ordinò al suo posto.

Hermione amava quella canzone, le era sempre sembrata così delicata e sentita, la faceva quasi commuovere.

Prese il bicchiere e ne scolò il contenuto senza neanche aspettare l’amica, posò il bicchiere ed iniziò a dirigersi verso l’esterno. Perché adesso si sentiva così strana? Dopo pochi passi senti una presa gentile sul braccio sinistro.

-Pa arrivo, ho solo bisogno di un poco d’aria fresca.- disse farfugliando leggermente senza neanche voltarsi, convinta fosse l’amica.

-Non sono Pansy.- riconobbe subito la voce di Malfoy e si fermò di scatto.

-Cosa vuoi Malfoy?- la frase le uscì con un tono fin troppo infastidito, ma con la tempesta che aveva dentro in quel momento il biondo era solo un amplificare il tutto, perché sapeva dentro di se che quel tumulto era anche causato da lui.

-Voglio ballare con te sulle note di questa canzone.- disse mentre la voce del cantante iniziava a farsi sentire e porgendole la mano che lei accettò.

Arrivarono alla pista e lui con uno scatto fulmineo se la avvicino molto più di prima. Iniziarono a ballare, ormai sulla pista vi erano sì e no una decina di coppie, ed Hermione poggiò la testa al suo petto, decisa a godersi tutto quello che stava capitando.

-Vieni a cena con me.- disse ad un certo punto lui.

-Cosa?- domandò lei staccando la testa dal suo petto per guardarlo negli occhi, seriamente convinta di avere capito male. Lui alzò gli occhi al cielo.

-Vieni con me a cena Granger. Hai detto che siamo strani no? Beh proviamo a fare le cose normali per una volta.- disse senza alcuna ombra di titubanza o disagio.

-Va bene Malfoy. Ci sto.- quelle parole le erano uscite ancora prima che potesse veramente riflettere su quello che stesse facendo. Una parte di lei maledisse l’alcol che aveva ingerito, l’altra lo benedisse.

-Bene.- soffiò lui a pochi centimetri dal suo viso con un sorriso quasi vittorioso. Hermione si rese conto solo in quel momento del corpo al quale era stretta e si sentì avvampare, sentendo il desiderio crescere.

-Che ne dici se andiamo un po’ fuori, questa musica è leggermente assordante.- disse con una nota maliziosa appena finita la canzone, e sapeva che la mattina dopo si sarebbe chiesta il come di tutto questo coraggio.

-Va bene.- disse lui ed imboccarono il sentiero acciottolato che portava dal tendone allo spazio dove si era tenuta la cerimonia. Si sedettero su quelle sedie di legno.

-E’ bellissimo qui.- disse lei facendo scorrere lo sguardo sull’immenso terreno che circondava il Manor -quelle sono le stalle?- domandò indicando una struttura in legno non molto lontana.

-Sì.-

-Ovviamente vai a cavallo, figurati se lo scapolo d’oro non sa andare a cavallo.- lo prese in giro farfugliando un po’.

-Come darti torto.- ridacchiò lui ed Hermione per un attimo si girò verso di lui e ricordò perché si trovavano lì, ed una fitta al basso ventre la colpì. Gli poggiò una mano sulla coscia, sentendo il tessuto raffinato de pantaloni ed iniziò ad avvicinarglisi.

-Non userò il tuo essere ubriaca per baciarti.- disse lui ingoiando a vuoto e facendo andare il pomo d’Adamo su e già. Hermione dentro di sé gongolò per quelle parole, dopotutto voleva dire che non era come Gabrielle o molte altre.

-Cosa c’è, non ti piaccio abbastanza?- disse con un tono quasi infantile ma allo stesso tempo volutamente sensuale, mentre faceva salire leggermente la mano e si avvicinava ulteriormente.

-Sapessi quanto mi piaci Granger.- disse lui con la voce leggermente roca, voltando leggermente il viso per non concederle le labbra, facendo pressione su se stesso per non cedere.

Hermione colse l’occasione per lasciare dei baci lascivi sul suo collo

-Mostramelo.- soffiò sulla sua pelle prima di lasciare una piccola scia di saliva con la lingua e facendo arrivare la mano proprio sopra l’eccitazione del biondo, e si sentì potente come mai con nessun uomo. In un attimo Malfoy non ci vide più e, afferrandole una coscia se la portò a cavalcioni su di lui, facendo uscire un gridolino di stupore dalla riccia. Non le fece fare nessuna mossa, bensì iniziò lui a baciarle il collo e a far salire la sua mano lungo lo spacco sulla coscia, fino ad arrivare alla natica e a stringerla leggermente, per portarla ancora più vicino a sé, ed Hermione poteva sentire le loro intimità separate da tutta quella stoffa.

Quando lui iniziava a far scendere la sua bocca lungo la scollature lei gli afferrò il volto, ma…

-Hermione! Hermione!- Pansy scalza si avvicino a loro in un attimo -Devi portarmi a…- si interruppe e, prima che i due potessero fare qualcosa la serpe vomitò a pochi centimetri da loro. Entrambi scattarono, ormai quasi dimentichi del momento che era stato interrotto, troppo presi dall’accudire l’amica.

-Andiamo a casa.- disse Hermione sostenendola quando ormai aveva finito di rimettere -Buonanotte Malfoy.- lo salutò lei, facendo per smaterializzarsi.

-Granger!- disse Malfoy prima che se ne andasse -domani alle 8.30 passo da te, niente di troppo elegante ma neanche troppo casual.- disse, facendo sorridere la riccia.

-Perfetto Furetto, buonanotte.-

-Buonanotte mezzosangue.- disse lui un attimo prima che si smaterializzassero.

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Anche questo capitolo in vergognoso ritardo, ma ho finito gli esami per ora quindi adesso posso veramente dedicarmi a voi!

Cosa ne pensate di questo capitolo? Finalmente un vero e proprio passo avanti! So di avere interrotto un momento importantissimo, ma non volevo che il loro primo bacio fosse così frettoloso, ho delle aspettative più alte! Recensite, recensite, recensite e fatemi sapere che ne pensate, ci tengo ad avere le vostre opinioni!

Ringrazio sempre tutti voi che seguite, ricordate, preferite e recensite le storie, senza di voi l’intera storia non avrebbe senso. <3 un baciooooo

 

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Capitolo 11
*** L'appuntamento ***


Quando il rumore di uno scarico la svegliò Hermione impiegò qualche secondo a ricordare di avere dormito nel letto con Pansy che, appena si erano smaterializzate a casa la notte precedente, aveva completamente perso i sensi e, dopo che Hermione le aveva tolto i residui di vomito con un gratta e netta e le aveva messo il pigiama l’aveva implorata di dormire con lei.

-Non berrò mai più in tutta la mia vita.- fu il buongiorno della serpe che, rientrata in camera, aveva notato fosse sveglia.

-Sìsì, ed io sono una Purosangue razzista.- disse ironicamente la riccia alzandosi dal letto e dirigendosi in cucina per preparare il caffè; nonostante quella ubriaca fradicia fosse stata Pansy, anche lei sentiva i postumi della serata.

Mentre preparava la moka sentì Pansy prendere posto al tavolo e, quando si voltò, la trovò nella stessa posizione che assumeva ogni volta dopo essersi ubriacata: i gomiti poggiati al tavolo e le mani tra i capelli a sostenere il capo.

-Come va?- domandò, già conoscendo la risposta, mentre spalmava della marmellata su delle fette biscottate.

-Preferirei che un ippogrifo mi calpestasse e staccasse la testa.- rispose proprio mentre la caffettiera iniziava a sbuffare ed il profumo del caffè ad inebriare l’aria e a svegliarle un po’. Hermione verso il caffè in due tazzine che fece levitare sul tavolo insieme alle fette biscottate, per poi sedersi di fronte all’amica che, già dopo un sorso di caffè, sembrava stare meglio.

-Non so come ho fatto tutti quegli anni senza questa diavoleria babbana italiana.- disse riferendosi alla caffettiera per l’espresso. Blaise aveva provato per anni a convincere Daphne e Pansy a provare una bella tazzina di caffè, snobbando il caffè lungo inglese, ma solo Hermione era riuscita a fare sperimentare alle due la bevanda.

-Non sai come faresti senza di me.- si pavoneggiò lei, ottenendo come risposta un semplice grugnito.

Iniziarono a parlare del giorno prima, della cerimonia, di quanto fosse bella Daphne e tenero Blaise, delle loro promesse, del ricevimento.

-Per non parlare di quando quei cosi luminosi mi hanno accoppiato con Potter.- disse delusa Pansy mentre giocherellava con la tazzina ormai vuota.

-Perché? Cosa è successo?-

-Niente, ecco cosa è successo! Un bel niente, stavamo ballando e poi è stato riempito di inviti che ovviamente non ha rifiutato per stare con me e quindi sai anche tu com’è andata a finire.- disse semplicemente tenendo gli occhi fissi sulla tazzina -chissà magari nel fondo del caffè posso leggere che Harry Potter non mi si filerà mai.- scherzò con un tono amaro.

-Quello era il tè.- si morse subito la lingua per il suo essere così pignole -comunque penso che dovresti chiedergli tu di uscire, da quando hai paura di un uomo? La Pansy Parkinson che conosco io ottiene sempre ciò che vuole, anche se questo significa rischiare venire espulse da Madame Maxime.- scherzò ricordando le varie avventure nel loro ultimo anno.

-Hai ragione.- disse la ragazza con una nuova luce negli occhi -Solo che a volte vorrei essere corteggiata, come te con Draco.- continuò facendo andare di traverso il caffè all’amica.

-Ma cosa stai – ma si interruppe prima di terminare la frase, perché formando una “O” con la bocca, che coprì quasi subito con la mano, fece capire all’amica che la sua mente le aveva restituito una parte della serata momentaneamente accantonata -Per la barba di Merlino.- continuò mettendosi le mani a coprire il volto, ricordando veramente tutto quello che era successo.

-Hermione Granger sei l’unica che può dimenticare per un solo istante un invito a cena da parte di Draco Malfoy.- rise Pansy, divertita ma anche scioccata.

-Ieri sera ho ballato con Draco Malfoy- elencò guardando l’amica negli occhi attraverso le dita, per avere conferma di ciò che la sua mente le stava proiettando -mi sono ubriacata con te e lui mi ha chiesto di ballare sulle note di una delle canzoni più belle di sempre.- continuò mentre Pansy annuiva -poi l’ho quasi violentato solo perché lui si comportava da cavaliere.- questa ultima frase uscì con una nota isterica.

-Dimentichi il fatto che ti abbia invitato a cena.- terminò l’amica.

-Non ci vado, gli mando un gufo subito. Gli dirò che ho avuto un imprevisto.-  tutte queste frasi uscirono dalla sua bocca fin troppo velocemente, iniziando ad aprire in modo convulsivo tutti i cassetti di una credenza per cercare la pergamena.

-Wowowo.- disse Pansy alzandosi e bloccandole entrambi i polsi -Respira. Tu sei Hermione Jane Granger, la Salvatrice del mondo magico, la Strega migliore della tua generazione, la secchiona timida di Hogwarts ma anche la donna fenomenale sia a lavoro che ai vari ricevimenti, amante delle tute ma anche degli abiti di classe. So che quel pel di carota ti abbia infettato il cervello anni fa, ma sei fenomenale e no, non rifiuterai l’invito che io, Daphne e soprattutto tu aspettiamo da due settimane, perché se c’è una donna su questo pianeta fatta per Draco Malfoy se proprio tu. Perciò tu non disdici un bel niente e fai vedere al principe delle Serpi che vuol dire essere la regina dei Grifoni e se non va mi dispiace per lui.- terminò il discorso lasciandole i polsi, sicura di avere centrato i giusti argomenti.

-Hai ragione.- disse sicura di sé la riccia -ma senti: come ci si veste ad un appuntamento con Draco Malfoy?- domandò con un tono a metà tra il divertito ed il preoccupato, consapevole di avere lasciato quasi tutto il guardaroba a Parigi.

-Beh- Pansy guardò l’orario -direi di fare un’intensiva seduta di shopping e pranzare fuori.- e fu così che entrambe andarono a farsi una bella doccia.

 

 

La suola delle scarpe italiane battevano sul marmo nero del Ministero della Magia. Draco Malfoy, jeans e golfino nero, avanzava rilassato e completamente a suo agio tra quelle mura… e sorrise. Il suo obiettivo in quei cinque anni fuori continente era proprio quello, tornare ed avere il completo rispetto di tutti senza sentire né i pesi del suo cognome né del suo passato. Entro in uno degli ascensori, diretto al secondo livello, quello che conteneva l’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia e quindi il quartiere generale degli Auror.

Salutò con un cenno del capo la segretaria, Heidi MacAvoy, una tassorosso innamorata di lui fin dai tempi di Hogwarts, che invece gli dedicò un saluto della mano fin troppo affettuoso per i suoi gusti. Lui alzò gli occhi al cielo, pentendosi per l’ennesima volta di essersela portata a letto un paio di volte finendo col trovarsela sempre attaccata come una cozza in ufficio. Che ne poteva sapere che lei avrebbe iniziato a farsi i migliori film mentali per un paio di scopate che, a detta di lei, erano state eccezionali, mentre per lui niente di che.

Avanzò fino ad arrivare alla porta dell’ufficio di Harry Potter e, dopo aver sentito un ovattato “avanti” aprì la porta. Trovò il suo superiore immerso nella lettura di un fascicolo sulla sua scrivania che non era mai stata così disordinata da quando lui era entrato nella squadra; quel caso li avrebbe fatti impazzire.

-Nessuna novità.- disse semplicemente il moro dopo avergli lanciato uno sguardo.

-Buon pomeriggio anche a te.- rispose ironicamente il biondo sedendosi di fronte a quello che ormai poteva considerare quasi un amico.

Harry prese il fascicolo e lo passò al collega, che si mise subito a leggerlo, amareggiato di trovare scritto nero su bianco tutto ciò che ormai sapevano da una settimana.

Tutto quello che avevano era ovviamente ciò che avevano dedotto dal corpo delle vittime, avevano messo sottosopra la casa senza trovare neanche un granello di polvere fuori posto, nessuna traccia di stranezze o di un possibile attacco. Flint aveva inviato loro la lista delle conoscenze dei genitori ed in quella trentina di nomi tutti, compreso Marcus, avevano degli alibi stabili ed erano stati interrogati sotto veritaserum. Quindi si trovavano senza un filo di informazioni, con le indagini in stallo e la pressione della stampa che aveva anche tentato di invadere il quartier generale convinti che gli Auror nascondessero le indagini.

-Mi dispiace dirlo ma dobbiamo aspettare che colpisca ancora e faccia un passo falso.- disse a malincuore il Serpeverde -si sa che gli omicidi seriali, ed uno che incide sul petto delle vittime “vendetta” lo è sicuramente, al loro primo atto sono così meticolosi che è raro facciano errori.-

-Hai tremendamente ragione.- soffiò Harry battendo il pugno sulla scrivania. Ci fu un attimo di silenzio interrotto da un lieve bussare.

-Signor Potter vi ho portato i caffè.- Heidi era entrata, dopo avere ricevuto risposta affermativa, con in mano due tazze di caffè fumante non staccando mai gli occhi dal biondo e questa mossa per poco non la fece cadere dopo essere inciampata in un tappeto. Uscì ancheggiando, osservata da entrambi i ragazzi; Heidi non era un brutta ragazza… tutto il contrario! Aveva dei capelli castano chiaro, quasi biondi, che incorniciavano un viso dalla carnagione chiara con gli occhi azzurri, tutto accompagnato da un fisico formoso, ma tutto quello non poteva colmare alle lacune del suo cervello.

-Devi smetterla di portarti a letto le donne che lavorano per questo ufficio.- disse ridacchiando il ragazzo Sopravvissuto sorseggiando il caffè non richiesto.

-Tu invece dovresti iniziare.- rispose il biondo, ricevendo un “touchè” dal collega, trasfigurando il suo caffè lungo in un espresso… quello si che era caffè vero.

-Grande serata ieri, vero?- disse Harry tra un sorso e l’altro con un tono che lasciava molti sottintesi.

-Arriva al punto Potter.- non si poteva raggirare Draco Malfoy questo lo sapevano anche i muri.

-Ti ho visto ballare con Hermione e poi vi ho persi di vista.- disse con tono a metà tra il serio ed il malizioso. Dopotutto erano entrambi grandi e vaccinati, lui aveva rivalutato il ragazzo che gli sedeva di fronte ormai da un bel po’ ed Hermione era cresciuta e matura, sapeva che non si sarebbe fatta abbindolare.

-Potter sai che se fosse stata una come le altre avrei già provato a portarmela a letto, invece ieri mi si è buttata addosso e l’ho anche respinta.- non sapeva nemmeno lui perché gli stesse dicendo quelle cose, ma era la cosa più vicina ad un amico che aveva ora, perché non gli andava di rompere le palle a Blaise il primo giorno di viaggio di nozze e Theo era partito in mattinata per una causa legale in Spagna.

-Non ho intenzione di fare il discorso dell’amico protettivo, anche perché non ce n’è bisogno, lo sappiamo tutti che sei cotto, aspettavamo tutti un tuo passo.- disse alzando le spalle aspettandosi una reazione dal biondo che non arrivò, anzi il biondo si alzò ed andò alla vetrata che dava su Diagon Alley.

-Quasi come te con Pansy quindi?- disse semplicemente lui, facendogli andare di traverso il caffè.

Qualsiasi risposta di Harry venne interrotta da un bussare alla porta che questa volta venne aperta senza alcuna conferma.

-Buongiorno Harry, scusa se sono in anticipo ma ero in giro con Pansy e, visto che lei è dovuta andare a fare delle cose per il Manor della sua famiglia ho deciso di venire qui.- disse sorridendo e posando sulla poltrona precedentemente occupata da Malfoy un sacco di buste di negozi sia magici che babbani, sedendosi sull’altra senza avere ancora notato la presenza del biondo alla vetrata -Penso dobbiate cambiare segretaria, questa mi sembra leggermente rincitrullita.- constatò con un tono leggermente preoccupato ed il biondo per poco non rise di quella situazione, ma si prese un attimo per guardarla. Fin dai tempi di Hogwarts aveva ammirato il suo essere così inarrestabile, sempre con qualcosa da fare e dire, poi la maledetta aveva deciso di sbocciare fisicamente ed ecco a qualche metro da lui quella che sapeva sarebbe stata la sua rovina.

-Non si usa più bussare Granger?- domandò spavaldo e si beò della presa di coscienza che vide sul volto di lei, che finalmente lo aveva notato.

-Malfoy!- esclamò con un acuto, per poi ricomporsi subito -non ti avevo visto… ho interrotto qualcosa? Scusatemi esco subito.- disse colpevole iniziando ad alzarsi.

-Stai Granger, non preoccuparti.- disse lui iniziando a muovere dei passi verso la porta -Vado io.- disse posando lo sguardo su di lei e poi sul suo capo -Potter fammi sapere se ci sono novità, io vado a consegnare quelle scartoffie sulla tentata rapina alla Gringott della scorsa settimana.- poi si diresse verso la porta e, prima di chiuderla alle sue spalle, disse -Granger spero che quella busta di Victoria’s Secret non sia per questa sera.- e, senza attendere risposta, se ne andò con un ghigno sul volto che nessuno dei due Grifondoro vide.

-Questa sera?- domandò Harry squadrando l’amica.

-Mi ha invitata a cena.- rispose Hermione con gli occhi ancora puntati sulla porta ormai chiusa.

-A cena? Malfoy?!- quasi gridò per la sorpresa… da quando lavoravano insieme Malfoy non aveva portato a cena nessuna ragazza, sicuramente aveva offerto pranzi, caffè, colazioni, ma la cena l’aveva sempre vista come un momento più intimo, più confidenziale e sicuramente una dinamica più da “appuntamento” con la A maiuscola.

-Abbassa la voce.- lo fulminò lei -non so, vuoi che ti risponda la segretaria? O Kingsley dall’altro piano?-

-Scusa, solo che sei la prima che porta a cena da quando lo conosco veramente.- si giustificò.

-Ma va, vuoi dirmi che Malfoy non è uscito con nessuna ragazza in questi mesi?- domandò scettica, dopotutto aveva già la testimonianza di Gabrielle.

-Non hai capito, è uscito con un centinaio di ragazze, e non sono esagerato con i numeri.- notò subito l’irrigidirsi di Hermione a quella possibile cifra -ma non ha mai organizzato qualcosa di simile ad un appuntamento galante… diciamo che di solito si focalizza più su altri aspetti.- disse con un tono che si sapeva dove voleva andare a parare ed Hermione chiuse per un attimo gli occhi; si sapeva che il biondo, fin dai tempi di Hogwarts, si divertisse a ricevere particolari attenzioni da tutte le ragazze che lo circondavano, e per quanto ne sapeva lei la compagnia di belle donne era centro delle sue giornate anche in quel momento. Non poteva incolpare né lui, che da scapolo si prendeva tutte le libertà che poteva, né le diverse donne che erano state con lui, dopotutto anche lei al solo pensiero della sera precedente si rese conto che non si sarebbe fatta problemi a concedersi a quel fascino innato se non fosse stato per la sua galanteria.

Fermi un attimo: e se quella che lei definiva cavalleria non era altro che un modo educato per rifiutarla? Però non avrebbe avuto senso invitarla a cena, o forse lo faceva per pena? Quasi come fosse un contentino?

-Hermi ci sei?- la voce di Harry la ridestò dai suoi pensieri.

-E se gli facessi solo pena?- la domanda le uscì dalle labbra ancora prima che potesse decidere di non dirla. Harry rise.

-Non ci trovo niente di divertente.- affermò seria.

-Tu fare pena? A Draco?  Perché ti è così difficile accettare che gli piaci? Tu sei Hermione Jane Granger.- disse semplicemente Harry, poggiandosi allo schienale della poltrona.

-Tu a Pansy vi organizzate per dirmi le stesse cose?- domandò divertita mentre Harry si faceva rosso.

-Anche tu e Malfoy vi organizzate per trattare gli stessi argomenti?-

-Dai andiamo… vuoi o no una mano con i nuovi mobili?- disse la riccia alzandosi e prendendo le buste. Harry aveva deciso di ri-arredare la sua casa, i mobili stile barocco che aveva scelto Ginny non gli erano mai piaciuti, ma per amore se li era fatti andare bene. Era arrivato il momento di cambiare.

-Cacciami una curiosità prima di uscire.- disse il ragazzo appena posata la mano sul pomello della porta.

-Dimmi tutto.- annuì Hermione.

-Quella busta contiene davvero un completo per stasera?- chiese malizioso alludendo alla busta della famosa marca di intimo.

L’unica risposta che ricevette fu uno schiaffo sulla nuca.

 

Era tornata a casa sfinita, Harry si era rivelato più difficile di quanto pensasse e, nonostante le decine di negozi girati, non avevano acquistato neanche il 50% di quello che si erano prefissati. Erano le 6.30 del pomeriggio, aveva due ore per prepararsi.

Fece una lunga doccia e cercò di modellare i suoi capelli in modo che risultassero più ondulati che ricci. Per il trucco optò per qualcosa di semplice, fondotinta, un filo di eyeliner, mascara e rossetto nude, anche perché ancora non aveva la più pallida idea di cosa mettere. Pansy le aveva fatto comprare diverse alternative, ma adesso lei non era tornata ed Hermione si trovava ancora più confusa.

“Calma, iniziamo dall’intimo” pensò, estraendo dalla famigerata busta di Victoria’s Secret tre completini e adagiandoli sul letto. Uno era nero, uno rosso e l’altro verde “con questo lo farai impazzire” aveva detto la Serpeverde riferendosi al colore della loro casata ed infilando il completo nel cestino di Hermione che non aveva potuto minimamento opporsi.

Optò per quello nero, completamente in pizzo, con la mutanda a brasiliana ed il reggiseno a balconcino.

Dopo aver studiato i diversi pantaloni, vestiti, top e gonne che aveva acquistato quel giorno optò per una gonna bordeaux a tubino lunga fino al ginocchio e con un profondo spacco sulla coscia sinistra ed un top nero con scollo a barca. Si guardò allo specchio soddisfatta dell’effetto che il balconcino dava col top, poi lasciò cadere lo sguardo sullo spacco e le venne un brivido al ricordo della mano di Malfoy, grande e sicura, sulla sua coscia la sera prima.

Calzò un paio di sandali neri, semplici, ed indossò solamente un paio di orecchini con punto luce. Guardò l’orologio: erano le 8.25, aveva giusto il tempo di preparar la borsetta, nella quale inserì la bacchetta, il portafogli e le chiavi.

Quando il campanello suonò aveva appena finito di spruzzare il suo profumo e, lanciando uno sguardo all’orologio, vide che Malfoy era preciso come un orologio svizzero. Il tempo di esprimere questo pensiero e il campanello suonò nuovamente però in modo più insistente, ed alzò gli occhi al cielo. Guai a fare aspettare un Malfoy.

-Mi daresti il tempo di attraversare il corridoio?- disse aprendo la porta proprio mentre il biondo stava facendo squillare il campanello per la terza volta, finendo appena la vide -Buonasera Malfoy.- disse ostentando una sicurezza che realmente non aveva, ma facendosi forza con lo sguardo che le aveva lanciato appena l’aveva vista.

-Non si fa aspettare un Malfoy- disse con un tono fintamente serio -Buonasera a te Granger.- ghignò. Hermione si prese un attimo per guardarlo e ringraziò per non essersi messa qualcosa di troppo casual: Malfoy indossava un completo blu scuro dal taglio leggermente sportivo ed una camicia bianca, niente di che, ma sembrava elegante quasi quanto il giorno prima mentre indossava un abito di alta sartoria.

-Vuoi entrare?- domandò Hermione cercando di fermare l’analisi degli occhi di lui su di lei: chissà che stava pensando.

-Oh Granger sì sei bellissima stasera ma penso non sia arrivato ancora il momento di fare questo genere di inviti.- scherzò lui facendo capire alla riccia la gaffe.

-Va al diavolo Malfoy.- disse arrossendo e facendo per uscire -dove mi porterà stasera il fantastico principe delle Serpi?- disse mentre chiudeva la porta ed innalzava gli incantesimi di protezione.

-Come mi hai chiamato?- domandò sorpreso, mentre lei posava la bacchetta nell’elegante borsa nera. Sfruttò quel suo momento di distrazione per guardarla nuovamente: oh sì, quella sera aveva intenzione di farlo impazzire con quell’outfit, e qualche istante prima quando lei gli aveva posto quella semplice domanda nel modo più ingenuo possibile, lui aveva rischiato di accettare, perché avrebbe mentito se avesse detto che non l’avrebbe fatta sua seduta stante, come anche la sera precedente, ma sapeva che lei sicuramente non lo avrebbe né rifiutato né incolpato, ma lo avrebbe rivalutato perché l’avrebbe trattata come tutte le donne fino ad ora.

-Non fare il finto tonto Malfoy – la voce di lei lo ridestò – lo sai che ti chiamavano così le tue spasimanti ai tempi di Hogwarts.- disse lei con un tono ovvio.

-Quindi possiamo dire che tu sei una mia spasimante?- domandò malizioso porgendole il braccio.

-Nei tuoi sogni Malfoy.- rispose lei sicura afferrando il braccio di lui.

-Sapessi cosa c’è veramente nei miei sogni Regina dei Grifoni.- le sussurrò all’orecchio mentre si dirigevano al portone del palazzo. L’unica risposta di Hermione fu un pizzicotto ben assestato sul braccio che le aveva appena porto.

-Quindi dove mi porti?- domandò nuovamente appena usciti dal palazzo ed Hermione ebbe la consapevolezza di essersi dimenticata una giacca, aveva quasi dimenticato come la sera a Londra potesse fare freschetto anche con giornate caldissime, però decise di non dire niente, consapevole che se ne sarebbe pentita presto.

-Allora Granger, so che potresti non fidarti – iniziò a dire mentre mandava la mano libera nella tasca dei pantaloni per prendere quella che lei riconobbe essere una chiave di auto – ma ormai sei sulla barca, quindi devi prendere tutto quello che ti viene.- e, ghignando, pigiò un pulsante che le fece subito notare di fronte a loro la Lamborghini di qualche giorno prima.

-Giura che non hai barato per prendere la patente.- disse lei fermandosi mentre lui continuava in direzione dell’auto per aprire lo sportello lato passeggero. Hermione, conscia di essere in mezzo alla strada lo raggiunse, lo sportello a dividerli.

-Credi veramente che metterei in pericolo la vita della ragazza con cui ho un appuntamento?- scherzò lui, ma notò che lei rimanesse impassibile -Granger non ho imbrogliato, né usato la magia al mio esame della patente. Il ristorante dove ti sto per portare è a mezz’ora da qui in auto quindi decidi se salire o, se non sei a tuo agio, possiamo trovare un vicolo e smaterializzarci.- disse serio.

Hermione si prese un attimo, sembrava veramente onesto e, volle fidarsi.

-Spero per te che non mi farai pentire della mia scelta.- disse lei sorridendo nervosa e sedendosi sul comodo sedile in pelle scura, allacciando la cintura. Lui evitò di darle il tempo di pentirsi e salì subito in auto, nascondendo la sua euforia: da quanto tempo non si sentiva così? Mise a moto e si immise nelle strade della capitale inglese, sicuro delle sue mosse.

-Allora…- disse Hermione spostando lo sguardo dalle luci della città al guidatore, sentendo una fitta allo stomaco per quanto fosse affascinante così concentrato nella guida -come mai Draco Malfoy si è abbassato a questa realtà babbana?- domandò facendolo sorridere.

-All’inizio è stata quasi una scelta obbligata dovuta alle mie ricerche nel mondo babbano in America- mise la freccia per voltare a destra ad un incrocio -poi mi sono reso conto che fosse una cosa che mi piacesse, quasi come quando sono su una scopa. Sono sempre stato amante della velocità e questo è solo un altro mezzo per raggiungerla.- disse battendo la mano sul cruscotto, quasi come se stesse facendo una carezza ad un cucciolo -Ero serio prima Granger, non ho imbrogliato, ho preso la patente come un qualsiasi cittadino babbano.- rimarcò il concetto quando rallentò per fermassi ad un semaforo rosso.

-Chi lo avrebbe mai detto!- esclamò la riccia con tono ilare, guadagnandosi uno sguardo fintamente offeso dal biondo -Dai, se qualcuno cinque anni fa ti avesse detto che avresti guidato un auto babbana per portare a cena una mezzosangue come l’avresti presa?- scherzò lei.

-Forse non così male come crediamo.- rispose onesto partendo allo scoccare del verde.

-Cioè?- sapeva che quella curiosità sarebbe potuta essere un’arma a doppio taglio, ma ormai era partita.

-Questa…- si fermò come a cercare la parola giusta –“elettricità” che c’è tra di noi- disse guardandola distraendosi solo un istante dalla guida, come a cercare la conferma delle sue parole nello sguardo di lei -c’è sempre stata, e se ai tempi fossimo stati semplicemente troppo ciechi e presi dalle nostre rispettive battaglie per notarla? Capisci che intendo?-

E come se lo capiva, dentro di se forse aveva già fatto quel discorso, ma sentirselo dire così, da lui, faceva tutt’altro effetto.

-Capisco, avevo riflettuto anche io su questa cosa.- ammise -Non guardarmi così, Pansy e Daphne mi stanno facendo un pressing mentale da quando mi hai portato a casa il braccialetto di mia nonna.- esclamò dopo lo sguardo sconcertato del biondo, sorpreso che lei non avesse per nulla negato quel loro strano tipo di connessione.

-Beh, loro da 15 giorni, Blaise più o meno dal ballo del Ceppo.- disse frettoloso, accendendo la radio.

Le note di “In the end” dei Linkin Park inondarono l’abitacolo ed Hermione ne venne subito distratta… adorava quella canzone!

Il biondo sospirò di sollievo, sapeva di avere detto un po’ troppo, come sapeva anche che con la Grifona il discorso fosse semplicemente rimandato. Rise sentendo la voce leggermente stonata della Granger, sembrava rilassata, dopotutto per cantare una canzone in auto accanto al tuo nemico di sempre devi sentirti un minimo a tuo agio no?

-Non ti piacciono i Linkin Park?- domandò la mora a fine canzone.

-Sì mi piacciono, ma non canto spesso davanti alle persone.- disse sereno.

-Scusa, ti ha dato fastidio che cantassi?- chiese leggermente mortificata. Non avrebbe cantato se non si fosse sentita di farlo, a volte si tratteneva anche davanti alle sue colleghe con le quali aveva diviso notti in missione e molto altro, ma con lui accanto le era venuto quasi automatico.

-No, anzi, gli acuti stonati mi hanno quasi fatto ridere.- disse lui ghignando.

-Faccio finta di non aver sentito.- disse lei -Quindi mi porti in un locale della Londra Babbana?- domandò notando che si stava immettendo in dei parcheggi che ricordava fossero vicino Covent Garden.

-Non riesci proprio a non fare domande per più di due secondi?- scherzò lui trovando parcheggio e spegnendo l’auto -comunque sì, il ristorante è qui vicino.- disse spegnendo l’auto.

Lui le aprì la portiera e dentro di lei si sentì lusingata per quelle piccole attenzioni cavalleresche che nessuno le aveva mai concesso. Le porse di nuovo il braccio che lei non esitò ad accettare e si incamminarono.

 

 

Il San Carlo Cicchetti era uno dei ristoranti italiani migliori di Londra, ed Hermione lo sapeva, perché non esisteva londinese che non conoscesse la nomea di quel ristorante di Covent Garden. Lei adorava la cucina italiana, perciò si chiese se il biondo non le avesse letto nella mente quando si erano trovati davanti al locale.

-Stupita Granger?- le chiese aprendo lo spesso portone di vetro del locale per farla entrare.

-Sarei una bugiarda a dire di no.- ammise poco prima che un cameriere salutasse in modo tanto rispettoso quanto confidenziale il biondo per indicargli il tavolo a loro riservato; doveva essere un cliente abituale.

Il loro tavolo non era troppo appartato, e la riccia ringraziò per questo, ma neanche troppo in mezzo alla gente; si trovava accanto una delle grandi vetrate, affiancato da due comode sedia imbottite turchesi e con sopra una grande lampada dallo stile moderno che illuminava il tutto in modo soffuso.

-E’ bello qui.- disse semplicemente guardandosi intorno. Quel locale era accogliente, con gente ma non troppo affollato e quell’atmosfera italiana sembrava, nonostante fosse un posto abbastanza elegante, creare un ambiente confidenziale; tutto l’opposto del locale dove l’aveva portata Pucey qualche giorno prima, dove si sentiva scomoda e fredda.

-Sì, per non parlare della cucina.- replicò lui prendendo posto.

-Come hai fatto a prenotare con così poco preavviso?- era veramente curiosa, sapeva che quel locale fosse sempre pieno e che, per trovare un tavolo si dovesse telefonare almeno una settimana prima -Non dirmi che avevi previsto questa uscita perché non ci crederebbe nemmeno Pansy da ubriaca.- lo bloccò prima che potesse dire qualche scemenza.

-Touchè.- rise lui alzando le mani in segno di resa -Conosco il proprietario, comunque. Vengo spesso qui.-

-Ecco perché sembra che ti conoscano tutti.- constatò proprio mentre una cameriera porgeva loro i menù, non staccando gli occhi dal Serpeverde.

-A lei signor Malfoy.- disse civettuola, mentre non degnò la riccia di uno sguardo.

-Grazie Mary.- la ringraziò lui non dandole troppe attenzioni. Questo non scoraggiò la biondina.

-La trovo bene.- insistette lei, mentre Hermione afferrò il suo menù cercando di distrarsi.

-Grazie, ci porteresti cortesemente una bella bottiglia di Chianti mentre scegliamo con cosa cenare, per favore?- domandò cortese ma distaccato, e la cameriera annuì dileguandosi.

-Pessima mossa portare qualcuna a cena in un posto dove ti sei fatto la cameriera Malfoy.- disse con un tono leggermente irritato.

-Gelosa Granger?- la stuzzicò il biondo accettando la bottiglia di vino da un cameriere e versandone un po’ sia a lei che a lui.

-Hermione Jean Granger.- qualsiasi risposta venne interrotta da una voce dal marcato accento francese che fede sorridere malefica Hermione ancora prima di voltarsi. Conosceva quella voce ed era un segnale divino che le avrebbe concesso di vendicarsi leggermente sul biondo che, vedendo il nuovo arrivato alle spalle di lei, irrigidì la mascella impercettibilmente.

-Antoine!- esclamò Hermione quando il suo ex-collega e scopamico le si presentò davanti in tutta la sua bellezza. Perché Antoine aveva il tipico fascino del parigino. Si alzò per abbracciarlo e dargli i consueti 4 baci sulle guance -Cosa diavolo ci fai qui? – domandò sinceramente contenta e stupita di vederlo.

-Devo incontrare stasera un esponente del Ministero inglese per degli scambi di Manufatti magici e, per fortuna divina, ha scelto questo locale.- disse facendole il baciamano e l’occhiolino -Ora devo andare, rimango in città per un paio di giorni, nel caso mandami un patronus.- terminò per poi andarsene.

-L’educazione del presentare la gente dov’è finita Granger?- disse sprezzante il biondo quando lei si risedette.

-Dove l’hai lasciata tu prima quando eri nella bolla con la tua Mary.- disse semplicemente afferrando il calice di Chianti.

-Hai dei precedenti con quel tipo?- domandò con un tono infastidito.

-Geloso Malfoy?- ghignò lei per l’uso della stessa domanda che le aveva posto poco fa lui.

Vennero interrotti da Mary che prese le loro ordinazioni, anzi quelle di Malfoy che, chiedendole il permesso con lo sguardo, ordinò una moltitudine di piatti che avrebbero diviso.

-Fidati, meglio provare più cose possibili qui.- disse cercando di smorzare l’atmosfera, senza alcun risultato.

Fu così che chiamo Peter, un altro cameriere più anziano della bionda che si avvicinò sorridendogli cortese.

-Signor Malfoy mi dica.-

-Salve Peter, preferirei avere un altro cameriere a servirmi questa sera se possibile.- disse serio, guadagnandosi uno sguardo stupito dalla riccia di fronte a lui.

-Certo signor Malfoy, vi servirò personalmente.- sorrise sia a lui che ad Hermione per poi dileguarsi.

-Non dovevi…- disse lei intimidita fuori ma con dentro una festa piena di gente che faceva il trenino.

-Dovevo invece. Siamo riusciti a fare un’uscita, stava andando tutto bene e non voglio che una sempliciotta Mary o un francese Antoine possano rovinarla. Ovviamente abbiamo avuto entrambi una vita prima di questa serata, sinceramente quella cameriera è stata forse la peggiore performance e non pensavo fosse così poco professionale e mi scuso. Ricominciamo?- disse alzando il calice in segno di resa?

-Ricominciamo.- disse leggera Hermione alzando il suo calice e facendolo tintinnare con quello del biondo.

 

La cena proseguì abbastanza bene, sarà stato merito della loro connessione o delle tre bottiglie di Chianti, ma avevano riso tantissimo e chiacchierato come dei normali ragazzi e, per molte persone che li scorsero dall’esterno della vetrata, sembravano una coppia felice.

Nessuna tecnica di Hermione era servita per dividere il conto, perciò accettò leggermente infastidita, ma anche lusingata. Uscirono dal locale con ancora il sapore di quel fantastico tiramisù in bocca e si resero conto, lanciando uno sguardo al grande orologio all’uscita del locale, che si erano fatte le 11.30.

Lui, conscio di avere fatto ubriacare la Granger, aveva intenzione di portarla a casa e tornare subito a casa sua, al massimo rubarle un bacio sotto il portone, ma come la sera precedente non avrebbe sfruttato la sua debolezza, la voleva pienamente conscia di ciò che avrebbe fatto.

-Non andiamo già via.- disse Hermione con la voce da bambina afferrandogli la manica della giacca -non mi va.-

-Non ti va?- domandò divertito.

-No, non voglio finire la serata, stiamo così bene.- disse ormai senza alcun filtro.

-Ok va bene.- accettò il biondo guardando la strada e pensando a cosa fare -andiamo.- disse dopo avere avuto un’illuminazione. Senza alcun invito la riccia si aggrappò al suo braccio e ridacchiando.

La stava portando sul lungofiume del Tamigi che era poco distante da lì, non era niente di troppo originale, ma lui aveva organizzato solo la cena perché convintissimo che non sarebbero arrivati agli antipasti senza accoltellarsi. Invece aveva passato una delle cene più belle e divertenti della sua vita, perché la Granger sapeva essere divertente, arguta, intelligente ed anche insopportabile in un modo fenomenale.

-Ho sempre adorato questo posto.- disse la riccia fin troppo euforica dopo qualche minuto di passeggiata accompagnata dal rumore dell’acqua che si infrangeva sulle sponde e del traffico londinese sempre impazzito.

-Ho azzeccato allora.- affermò lui vittorioso, mentre Hermione inciampò su una mattonella dislivellata e sarebbe sicuramente caduta se i riflessi di Malfoy non l’avessero subito afferrata -Attenta Mezzosangue, voglio portarti sana e salva a casa, altrimenti Potter mi ucciderà.- scherzò con le mani ancora sui fianchi di lei a sorreggerla.

Lei gli mise le mani intorno al collo cercando, per quanto il vino le permettesse, di trattenere i brividi che il calore delle mani di lui attraverso la stoffa le causavano. Lo guardò, studiando ogni dettaglio del viso, passando dagli occhi, al naso, fermandosi poi sulla bocca, su quelle labbra che bramava ormai da giorni e con la consapevolezza di ciò che era ormai nella sua mente dal risveglio quella stessa mattina.

-Granger non credo sia il caso.- disse lui in un sussurro, cercando di trattenersi. Certo che per lui era il caso, ogni cosa di quella ragazza lo faceva impazzire, ma non voleva andare troppo di fretta, non voleva rovinare tutto… ma era così difficile! E lei non lo aiutava per niente!

-Cosa c’è Draco, non ti piaccio?- soffiò lei a pochi centimetri dalle sue labbra, sentendo il profumo alla menta di lui.

-Non dire scemenze Granger, non sai quanto mi piaci.- affermò, con la testa ancora ferma a come il suo nome risultasse migliore se detto dalle labbra carnose di lei.

-Allora taci.- disse lei, annullando la distanza tra le loro labbra.

Il bacio iniziò prima timido e cauto, per poi diventare più consapevole, dolce, ma anche sensuale. Il biondo strinse maggiormente il corpo esile di lei al suo, facendoli aderire perfettamente e facendole uscire un leggero gemito, mentre le sue mani piccoline giocavano con i capelli sulla sua nuca, facendogli venire la pelle d’oca. Si beò di quel bacio, chiedendosi come aveva fatto a non rendersi conto di attenderlo con tanta ansia, euforico e felice come non era da tempo.

-Draco- disse lei staccandosi dalle labbra di lui, rendendosi conto di avere la schiena poggiata ad uno di quei lampioni in metallo scuro che costeggiavano tutto il Tamigi, vicinissima al corpo del biondo.

-Sshh- fu l’unico suonò che uscì dalla bocca di lui prima di riprendere a baciarla, col corpo ancora più vicino a quello di lei che non protestò e non si oppose, anzi, iniziò a fare vagare le sue mani su e giù per il petto di lui, coperto dalla camicia.

Erano proprio loro: Hermione Granger e Draco Malfoy, intendi a baciarsi come una normalissima coppia sulle sponde del Tamigi, dimentichi della gente intorno, dei clacson delle auto e di tutto ciò che li circondasse. Si studiavano, si saggiavano, tutto ciò con una tranquillità che non si aspettavano di avere mai nella vita. Il fatto di essere lì a baciarsi veniva così automatico che era quasi come se lo facessero da sempre, come se quelli non fossero i primi incontri delle loro labbra, come se si incastrassero perfettamente.

Hermione gemette leggermente quando lui le mordicchiò il labbro inferiore, sentendo ancora il sapore amaro del caffè e dolce della crema al mascarpone della bocca di lui e, probabilmente, in quel momento catalogò il tiramisù come il suo dolce preferito in assoluto. Lei perse ogni collegamento con il mondo terreno nel momento in cui le dita di Draco sfiorarono, intende a salire e scendere per la sua schiena, una porzione di pelle rimasta scoperta dal top; fu dopo quel contatto che afferrò il capo del biondo per avvicinarlo, se possibile, ancora di più al suo, approfondendo maggiormente il contatto tra le loro lingue. Non ce la faceva più, era colma di desiderio nei confronti di quell’uomo affascinante intento a baciarla.

-Vieni.- disse separandosi da lui, sospirando per il distacco, afferrandogli la mano e facendolo camminare. Lui non disse niente, se non un semplice mugugno di protesta quando si era staccata, e la seguì in un vicolo abbandonato.

-Granger ma cosa…?- ma venne interrotto dalla smaterializzazione congiunta che lei aveva fatto partire.

Si trovarono in un altro vicolo buio, col suono della città leggermente ovattato.

-Granger si può sapere…- questa volta venne interrotto dalle labbra di lei, pretenziose, sicure e non più caute come qualche minuto prima. Lo aveva fatto appoggiare al muro, per aderire completamente a lui. Sentiva tutto il suo essere donna attaccato a lui, partendo dal seno a scendere, stretta a lui quasi come a volersi fondere. Non resistette alle labbra seduttrici di lei ed alle sue mani curiose che avevano ripreso a giocare con i suoi capelli e, con entrambe le mani le afferrò i glutei per spingerla ancora di più verso di lui che pensò di potere anche morire in quel modo, a metà tra un muro lurido ma con lei di fronte, vogliosa e presa quanto lui.

La riccia a quel contatto si eccitò maggiormente, poi quando lui fece pressione sul suo sedere per avvicinarsela, lei sentì l’eccitazione di lui aderire, sempre attraverso la stoffa, al suo monte di Venere, e non riuscì a non farsi scappare un gemito di piacere. Sorrise sulle labbra di lui, orgogliosa di essere lei la causa di tutto quel suo desiderio, sentendosi potente, e sia grazie al vino che a questa sensazione trovò l’ulteriore coraggio di strusciarsi a lui, facendo dei piccoli movimenti su e giù, sentendo la sua pelle quasi bruciare dal desiderio.

Quando lui sentì quello sfregamento non ci vide più e, con una mossa agile, capovolse la situazione, e fu Hermione a trovarsi tra il muro e Malfoy, che continuava a stringerle i glutei rubandole profondi sospiri.

-Non qui.- disse lei in un attimo di lucidità, quando si ricordò di esser in un lurido vicolo della Londra babbana e, nuovamente, gli afferrò la mano e lo obbligò a seguirla.

-Mi farai impazzire.- disse lui con la voce resa roca dal desiderio, facendole ribollire il sangue nelle vene. La Grifona li aveva fatti smaterializzare a pochi passi dalla macchina di lui.

-Dove vuoi andare?- domandò una volta che entrambi si trovavano dentro l’auto. Lei guardò fuori dall’auto, era notte fonda ormai e tutte le auto che prima si trovavano nel parcheggio erano scomparse.

-Da nessuna parte.- disse con una luce maliziosa negli occhi. Prese la bacchetta e fece un incantesimo di disillusione sull’auto; nessuno li avrebbe mai potuti vedere -Non ce la faccio ad aspettare Malfoy.- disse rispondendo al suo sguardo interrogativo. Gettò tutto sul cruscotto e, con un salto di agilità, si mise a cavalcioni su di lui.

-Viva il romanticismo Grifona.- scherzò lui prima che lei riprendesse a baciarlo in modo tremendamente sensuale. Oh sì, quella ragazza lo avrebbe fatto impazzire.

-Stai zitto.- disse per poi continuare a baciarlo lentamente. Scese poi a baciargli la porzione di collo non coperta dalla camicia.

-Granger.- la chiamò lui sospirando per quelle attenzioni, posandole nuovamente le mani sui glutei -Granger.- non ottenne nuovamente nessuna risposta, perciò l’afferrò per le spalle così da allontanarla da lui.

-Malfoy se non ti piacevo bastava dirlo.- disse lei delusa facendo per scendere, ma venne ben presto bloccata da lui.

-Non fare l’idiota Granger. Lo sai che mi piaci e penso che si noti.- commentò acido riferendosi alla sua erezione che svettava nonostante i pantaloni -Volevo solo essere sicuro che tu fossi convinta, abbiamo bevuto stasera, non vorrei ti pentissi.- ammise onesto, facendola quasi commuovere per la galanteria e la gentilezza che le stava dimostrando.

-Non sono mai stata così sicura.- disse dolce, fiondandosi nuovamente sulle labbra di lui, che adesso, preso dalla sicurezza della sua conferma, era più rilassato. Portò le mani sulla zip della sua gonna, che adesso vista la posizione era quasi completamente raccolta all’altezza delle cosce. La fece calare mentre la riccia si stava nuovamente dedicando al suo collo, aprendo i bottoni della sua camicia. Fu felice di scoprire che la zip aprisse tutte la gonna, così da poterla rimuovere senza problemi e lanciarla sul sedile accanto. Si beò del tatto delle sue mani con la pelle morbida dei glutei di lei, facendo scendere e salire le mani e adorando i gemiti di lei. La riccia nel frattempo gli aveva tolto giacca e camicia, constatando che tutto quello che traspariva quando era vestito non era meglio di quello che effettivamente si trovava davanti; sembrava un Dio Greco, col fisico longilineo e muscoloso, non troppo grosso, ed era tutto lì per lei.

Il biondo iniziò a toglierle il top, avendo completa visuale di lei in quel completino intimo tanto sensuale quando semplice.

Vennero interrotti da una luce celestina.

-Draco vieni subito al Magic Ritz di Diagon Alley, ti aspetto lì.- la voce proveniente dal patronus di Harry terminò così come era iniziata, facendo dissolvere il cervo in una nuvola.

Non ebbero neanche il tempo di prendere coscienza di quello che era appena successo che arrivò un altro patronus, questa volta con le sembianze di un gatto.

-Herm vieni subito al Magic Ritz di Diagon Alley, è lavoro ed è urgente.- disse la voce di Pansy.

Entrambi si guardarono negli occhi ansimanti e, presa coscienza di ciò che stavano per fare, si rivestirono… senza il bisogno di parlare, si erano già capiti.

 

Angolo autrice:

Ciao a tuttiiiiii, capitolo in ritardo (come sempre ormai) e più lungo dei precedenti. Finalmente siamo arrivati al fatidico primo appuntamento ma, se vi ho fatto aspettare un po’ per il primo bacio, potevo servirvi su un piatto d’argento la prima volta? Ovviamente non sono Draco ed Hermione senza qualche interruzione/complicazione. Ho voluto dedicare un poco di tempo anche ai due separati con i loro amici, vedi il momento Herm/pansy e Draco/Harry, anche perché adesso a quanto pare avranno del lavoro da fare tutti insieme. Che sarà successo? Nuovi omicidi? E perché hanno chiamato a servizio anche le Auror francesi? Nei prossimi capitoli spiegherò tutto!

Parliamo dell’appuntamento… che ne pensate? Finalmente siamo riusciti a farli stare insieme come una coppia quasi normale! Il ristorante esiste veramente, ed è uno dei ristoranti di cucina italiana migliore a Londra… come avete visto mi piace inserire elementi (come anche quelli musicali) appartenenti al mondo reale, li rende quasi quasi più vicini a noi!

Beh spero vi sia piaciuto il capitolo, fatemi sapere che ne pensate e che aspettative avete per il futuro di questa storia. Ho in mente un’idea per un’altra storia, con trama diversa da questa, ma sicuramente Dramione, dite di iniziarla o aspettare ancora? Fatemi sapere!

Ringrazio come sempre tutti voi che seguite, ricordate, preferite e recensite la mia storia, siete fantastici! <3 Fatemi sapere che ne pensate del capitolo, come sempre, tengo molto alla vostra opinione. Baciiiiii <3

PS: risponderò questa sera alle recensioni degli scorsi capitoli! <3

 

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Capitolo 12
*** Il caso ***


Lasciare la macchina in quel parcheggio e smaterializzarsi era stata l’alternativa più veloce e, vista l’urgenza che traspariva dalla voce dei loro amici/colleghi, anche la più sensata. Fu così che si trovarono di fronte al Magic Ritz; i maghi e la loro nuova ossessione per il mondo babbano avevano dato vita a tanti remake di elementi della loro cultura nel mondo magico, esempio lampante la catena di Hotel a cinque stelle, ispirata all’omonima babbana, che vantava una sede in ogni grande città magica. Sciolsero le loro mani, legate per la smaterializzazione congiunta, e salirono i cinque scalini che li portavano all’entrata. Trovarono la grande Hall vuota, eccezion fatta per Pansy e Dean Thomas che probabilmente avevano svuotato l’aria al pubblico.

-Thomas, Pansy, si può sapere che è successo?- domandò Draco Malfoy che aveva ormai assunto il suo cipiglio serio e professionale che usava nelle ore di lavoro, quasi dimentico della situazione dove si trovava qualche minuto prima.

-Draco sali sopra, Harry ti aspetta.- disse dandogli una pacca sul braccio -Sesto piano, camera 312- così il biondo avanzò verso l’ascensore e, prima che si chiudessero le porte, lanciò uno sguardo ad Hermione.

-A te spieghiamo tutto noi.- prese parola Pansy, riferendosi alla riccia.

-Cosa è successo?- chiese, dando ai due colleghi tutte le sue attenzioni.

-Ti va se ci sediamo?- disse Dean indicandole delle poltrone della hall.

Con quella domanda Hermione capì che c’era qualcosa che non quadrava. Che senso aveva aspettare? Annuì e si andò subito a sedere.

-Allora… da dove iniziare… ci hanno telefonato mezz’ora fa, era una cameriera che stava riempendo il suo carrellino per il giro di domani mattina- iniziò Dean Thomas con un tono cauto, quasi come pesasse le parole -Stava per scendere negli spogliatoi quando ha notato una camera aperta, cosa strana ad un certo orario della notte.- in quel momento Hermione lanciò uno sguardo all’orologio posizionato sopra il bancone della reception: erano l’una di notte passate.

-Ha trovato un corpo, per fortuna qui fanno seguire un corso di addestramento al personale, perciò ha verificato se fosse vivo con un incantesimo e non ha contaminato il corpo e gran parte della scena del crimine.- continuò Pansy con la voce leggermente incrinata: ennesimo campanello d’allarme.

-Ok.- incalzò Hermione -per ora non c’è nulla di diverso da quello che abbiamo visto spesso a Parigi. Perché siamo qui?- domandò con i sensi allertati. Aveva capito che qualcosa fosse fuoriposto e che c’entrasse qualche cittadino francese, altrimenti non l’avrebbero mai chiamata.

-E’ Antoine.- sputò Pansy. Hermione sentì come un secchio di acqua gelata sul corpo.

-Il corpo- riprese Dean -è di Antoine Bernard, vostro ex collega.-

-Ma come… non è possibile.- lo sguardo che balzava dall’amica al compagno di casa -fino a due ore fa stava bene.-

-Sapevi fosse qui?- domandò Pansy.

-Sì, l’ho incontrato al San Carlo Cicchetti, mi ha detto che era in Inghilterra per uno scambio di manufatti magici e che si sarebbe incontrato lì con un elemento del Ministero Inglese.- spiegò brevemente, stringendo le mani sulle ginocchia.

-Hai visto chi era questo esponente?- domandò Dean.

-No, poi mi sono concentrata sulla mia cena e l’ho perso di vista- ammise amareggiata -il locale era pieno… non ho fatto caso a lui nemmeno quando sono uscita.-

-Non potevi immaginare.- disse Pansy mettendo le mani sulle sue.

-Hermione- iniziò Dean -non vi ho fatte salire prima perché Harry controllando i registri ha visto che è stato vostro collega per più di 2 anni, quindi potrebbe esservi un legame affettivo, perciò prima di salire dovete confermarmi di non avere nessun tipo di legame emotivo con la vittima. Il signor Bernard era cittadino francese, non verrà richiesto l’aiuto del Portogallo perché il suo contratto sarebbe stato confermato ufficialmente dopo la prova ad Ottobre.- guardò negli occhi prima Pansy, poi Hermione -Siete dentro o fuori?- domandò.

-Siamo dentro.- disse Hermione per entrambe ma cercando comunque conferma negli occhi di Pansy -Però mi andrebbe di specificare una cosa, non vorrei ci fossero problemi in futuro per questa scemenza.- non le andava di sbandierare la sua vita sessuale ai quattro venti, ma era pur sempre Hermione Granger: la professionalità scorreva nelle sue vene.

-Dimmi tutto.-

-Io ed Antoine abbiamo avuto un rapporto particolare durante il periodo in cui eravamo colleghi. Non vi era nessun interesse sentimentale, era un legame prettamente sessuale. Il tutto era finito ormai da tempo, ma so come vanno le cose durante le indagini, meglio mettere tutte le carte in tavola fin dal principio.- affermò convinta.

-Non ci sono problemi per queste situazioni, non penso che Harry e Draco avranno dubbi sull’accettarti in missione.- disse convinto accennando un sorriso, mentre la riccia pensava al fatto che quel “problema” dovesse essere esposto al biondo.

 

 

Appena arrivato al sesto piano Draco non si stupì di trovare gli elementi migliori della loro squadra a lavoro: dopotutto se avevano chiamato anche Pansy e la Granger, per motivi a lui ancora sconosciuti, doveva esserci sotto qualcosa di grosso che richiedeva il meglio.

Seguì il rumore degli scatti e dei flash della macchina fotografica magica che usavano durante le indagini e fu così che si trovo alla porta della stanza 312.

-Draco.- Harry lo stava chiamando da dentro, con un fascicolo tra le mani.

-Potter che succede?- domandò con un tono leggermente piccato, solo per far notare al collega di avere interrotto qualcosa.

-Mi dispiace avere interrotto il tuo appuntamento galante, ma qui la situazione è grave.- disse incamminandosi verso un’altra stanza.

La camera della vittima era una sorta di mini-appartamentino, si entrava in un salotto ben arredato ed accogliente, poi vi erano due porte: una per il bagno e l’altra per la camera da letto.

-La vittima è un maschio, di 25 anni.- iniziò a spiegare il moro mentre entrava nella camera da letto.

-Il suo nome era…- ma venne subito interrotto dal biondo

-Antoine.- disse Malfoy, riconoscendo subito il ragazzo che aveva incontrato poche ore fa.

-Come fai a conoscerlo?- domandò Harry.

-L’ho incontrato al ristorante stasera, sembrava mangiarsi la Granger con gli occhi.- disse studiando il volto del corpo, unica parte scoperta da un telo bianco punterellato qua e là da qualche macchia di sangue.

-Capito.- disse sovrappensiero l’altro -allora Hermione racconterà tutto a Dean per l’idoneità a partecipare alla ricerca.-  Malfoy annuì.

-C’è stato un bel trambusto qui.- constatò guardandosi intorno -si è difeso.- affermò.

-Sì, vi sono diversi segni di colluttazione e la porta è stata forzata.- descrisse il grifondoro.

-Dinamiche diverse dall’omicidio di Flint, che collegamento abbiamo?- domandò curioso.

-Hannah, puoi mostrare il corpo a Malfoy per favore?- chiese Harry alla bionda che stava ordinando dei campioni nella sua valigietta. La Tassorosso annuì ed alzò il telo che copriva il corpo del francese.

-La vittima è stata uccisa alla babbana.- iniziò a spiegare Hannah -ha ricevuto diverse pugnalate al collo.- disse indicando le ferite profonde -ma il collegamento è questo.- mostrò alzando ulteriormente il lenzuolo.

Davanti agli occhi dei tre svettava il petto della vittima, inciso per scrivere la parola “vengeance”.

-Vendetta in francese.- disse il biondo accovacciandosi accanto alla Medimaga, per vedere le diverse ferite da vicino -questa scritta però è stata incisa con un pugnale magico.- constatò dopo pochi istanti. Pochi avevano la capacità di riconoscere segni magici ad occhio nudo come lui.

-Lo penso anche io. Comunque ho preso dei campioni da analizzare, in mattinata avrò le risposte a tutto.- affermò professionale lei, alzandosi.

-Perfetto, poi fammi sapere quando avrai terminato l’autopsia.- disse -Ah… Hannah.- la chiamò.

-Dimmi tutto.-

-Probabilmente avremo gli Auror francesi con noi in questo caso, quindi se vuoi puoi lavorare con la Granger.-

-Oh wow, certamente la contatterò.- disse sincera, facendo un cenno col capo a mo’ di saluto.

Si avvicinò al suo capo che stava parlottando con alcuni componenti della squadra. Squadrò la camera e studiò nuovamente il disordine che c’era in giro.

-Beh sicuramente si è difeso.- constatò notando alcuni segni lasciati da incantesimi sulla tappezzeria e sui vari mobili -abbiamo residui di traccia da questi segni da incantesimo?- domandò.

-La squadra sta raccogliendo tutto, foto, tracce, informazioni dallo staff dell’hotel e da vicini di stanza, oggetti personali della vittima… tutto.- elencò il Grifondoro guardandosi intorno -termineranno all’alba e, quando avremo tutto, potremo iniziare le indagini vere e proprie.-

In quel momento entrarono Dean, Pansy ed Hermione nella stanza, le due ragazze iniziarono ad analizzare l’ambiente.

-Harry, Draco serve il vostro assenso per aggiungere Hermione e Pansy nell’indagine.- disse attirando la loro attenzione.

-Cosa non quadra?- chiese Harry, perché se Dean si era rivolto a loro era perché vi erano motivazioni che potevano creare conflitti di interesse o cose simili.

-Meglio lasciare i colleghi lavorare in pace.- fece notare Draco professionale come sempre – Andiamo nel piccolo salottino del piano.-

Hermione ingoiò a vuoto; aveva giustamente capito ci volesse il consenso del capo per una situazione come la sua, anche loro avevano quel protocollo… pensava che il quesito venisse posto solo ad Harry, invece avrebbe dovuto passare la valutazione anche del biondo e sperò che non dimostrasse la poca pazienza che aveva avuto al ristorante.

 

 

 

-Allora- prese parola Dean appena tutti e cinque presero posto su una delle comode poltroncine molto simili a quelle della hall -Per me non ci sono problemi ad integrarle nell’indagine- iniziò leggendo il file che aveva compilato mentre aveva posto loro delle domande -anche perché il signor Delacour ha consigliato loro e, su richiesta del protocollo, ci servono due elementi appartenenti alla nazione della vittima.- spiegò nonostante sapeva che i suoi interlocutori fossero a conoscenza di tutti quei cavilli che andavano seguiti -unico neo della situazione è che Hermione ha intrattenuto per qualche mese una relazione, prettamente a sfondo sessuale e non amoroso, con la vittima.- la ragazza in questione avrebbe voluto sotterrarsi, sia per lo sguardo sbalordito di Harry, che sì le aveva sempre lasciato vivere la sua vita ma non si aspettava che potesse tenere una relazione senza interesse amoroso, e Malfoy che continuava a guardare Dean con la stessa aria professionale di qualche istante prima -Tutto ciò è terminato da ormai mesi e sappiamo tutti come Hermione sia professionale nel suo lavoro, ma volevo avere prima il vostro via.- terminò lui.

-Per me può essere integrata senza problemi.- disse il biondo sicuro. Pansy lanciò un’occhiata della serie “sei nei guai” alla riccia, che sicuramente non capiva le reazioni di Malfoy come Pansy che lo conosceva da una vita.

-Per me va bene pure.- disse Harry leggermente più esitante.

-Daphne?- domandò Pansy per virare il discorso e smorzare l’aria.

-Daphne e Blaise sono in viaggio di nozze da 24 ore, per ora non abbiamo una situazione che richieda più mani e occhi di quanto non abbiamo già, perciò se servirà più avanti li faremo tornare.- disse Harry.

-E per l’appartamento? Noi domani dovremmo lasciarlo e, senza richiesta di prolungamento, non penso ci consentano di restare.- chiese Hermione che aveva trovato la parola.

-Ho già pensato a questo.- disse il capo Auror -verrete entrambe a Grimmould Place, c’è una camera doppia vuota oltre alla mia, quindi starete lì.-

Entrambe annuirono, Hermione tranquilla e Pansy illuminata già dalle diverse chance che avrebbe potuto usare col grifone.

-Perfetto, lascialo lavorare la squadra, facciamoci tutti un bel sonno ristoratore e ci vediamo al Ministero alle 8 scoccate.- si alzò e prima di congedarsi disse -Draco dai tu le ultime linee guida alla squadra, io farò ambientare Hermione e Pansy a casa. Ti va bene?- domandò.

-Si va benissimo, a domani mattina.- disse riferendosi a tutti e tre.

-Vai anche tu da Hannah domani? Tanto lei non mi tratta mai come tratta te… sarà perché la vizi con le colazioni.- scherzò Harry, non pensando di scatenare una qualche reazione all’interno della sua amica di sempre che, quando sentì quelle frasi, puntò lo sguardo sul biondo, che non la degnò di uno sguardo.

-A differenza tua, io sono un gentiluomo Potter ghignò - comunque sì, andrò domani prima di venire in ufficio. Dopotutto senza autopsia che indagine vogliamo fare?- disse e, dirigendosi di nuovo nel luogo del delitto, fece un cenno di saluto.

 

Grimmould Place non era più quel posto che scuro e polveroso che era stato ai tempi della guerra, era stato un posto molto barocco ed eccentrico a causa della presenza tossica di Ginny ed ora, dopo il rinnovo che Harry aveva tenuto nell’ultimo periodo, era una dimora semplice, essenziale ed arredata con discreto gusto.

-Bel posto.- constatò sincera Pansy dopo aver posato le valigie a terra che Harry fece levitare al piano di sopra.

-Grazie.- disse sorridendo imbarazzato alla Serpeverde, iniziando ad avanzare -Hermione già conosce il posto, ma per te che sei nuova questa è la cucina.- disse aprendo la spessa porta in legno e mostrando alle ragazza la grande camera.

Harry aveva deciso dare a tutte le camere un aspetto confortevole, perciò per la cucina aveva deciso di tinteggiare le pareti di un color crema, con i mobili i mobili di un legno rossastro. Aveva deciso di inserire un lungo tavolo, per ricordare quello che aveva ospitato diverse riunioni dell’Ordine della Fenice, circondato però non da scomode panche, ma da comode sedie con seduta e schienale ben imbottiti.

Sicuramente aveva gestito meglio lo spazio, perché vicino al caminetto tirato a nuovo, era riuscito ad inserire una piccola zona salotto che ricordava la Sala Comune di Grifondoro, con due poltrone e ed un divano rosso pieni di cuscini dai toni caldi, con un tavolino pieno di riviste. Unica nota diversa era il televisore. I muri erano pieni di foto, dai tempi di Hogwarts, fino alla squadra Auror.

-Hai gusto in fatto di arredamenti.- disse la mora.

-Grazie, ma i dettagli sono stati tutti curati da Hermione.- ammise grattandosi il capo -comunque lì c’è la dispensa e lì un bagno.- disse indicando due porte.

La struttura, nonostante fosse appartenuta ad una famiglia purosangue, non aveva niente a che vedere con i soliti Manor che si vedevano in giro, perché quest’ultimi erano ben divisi e con una gestione dello spazio calibrata e ben studiata, mentre invece Grimmould Place aveva spazi gestiti male, ed era per questo che Harry aveva buttato giù vecchi muri per gestire meglio la casa.

Gli unici piani rimasti invariati a livello di spazi erano il piano terra ed il primo piano. Quest’ultimo aveva appunto un corridoio con tre stanze: la camera da letto dove avevano dormito Hermione e Ginny prima della guerra, un salotto ed un bagno. Il salotto era diventato uno studio minimale, pieno di documenti e dossier, con appesi al muro diversi riconoscimenti. Il bagno era stato completamente modernizzato sui colori dell’azzurro.

-Questa è la camera dove dormirete voi.- disse aprendo la porta e mostrando alle ragazze un’elegante ed ampia camera da letto, divisa in due zone, ognuna col suo letto, il suo armadio, la sua scrivania e tutto l’essenziale. I muri erano arancioni e vi erano appesi un paio di quadri con qualche paesaggio verde.

Per quanto riguarda i piani superiori il ragazzo aveva dedicato il secondo piano alla camera patronale e ad un grande bagno.

Il terzo invece era diventato un open Space che rivestiva il ruolo di zona svago, perché oltre ad esservi una zona televisione simile al piano terra ma con più posti ed una televisione più grande, vi era un piano bar con diversi tipi di bottiglie e bicchieri ed un biliardo.

-Qui venite a guardare le partite con gli altri vero? Se non sbaglio Blaise e Draco ce ne avevano parlato.- disse Pansy guardando sorridendo i diversi poster delle squadre appesi al muro.

Il quarto ed ultimo piano era una palestra e, a considerare il quantitativo di attrezzi, oltre alla sala tv anche quella veniva usata dai componenti della squadra.

-Beh, è meglio andare.- disse guardando l’orologio -abbiamo appuntamento con gli altri alle 8, perciò riposate queste poche ore che abbiamo. Buonanotte.- e se ne andò chiudendo la porta dietro di sé.

-Allora?- disse subito Pansy voltandosi verso di lei curiosa.

-Cosa?- domandò lei mentre con un colpo di bacchetta si mise il pigiama e si lavò, non aveva né la forza né l’umore di andare a struccarsi e lavarsi i denti, la magia ogni tanto aiutava.

-Com’è andata?-

-Fin troppo bene.- sospirò. Ed iniziò a raccontare tutto, il viaggio in auto, la cameriera, l’incontro con Antoine, la passeggiata, il bacio, la situazione prima che li interrompessero.

-Cazzo, Draco avrà voluto ucciderci.- ridacchiò.

-Beh, poi quando è arrivato anche il tuo Patronus ci siamo iniziati a preoccupare veramente.- ammise mordendosi le labbra.

-Cos’hai? Mi sembra che sia andato tutto bene.-

-Sì, ma non lo so.- continuò torturandosi il labbro inferiore.

-Cosa non sai?- domandò Pansy che aveva capito che fosse strana fin da quando avevano lasciato l’hotel.

-Cos’è questa confidenza con la Abbott?- sputò il rospo, nonostante non avesse alcuna posizione per contestare i rapporti del biondo Hermione non riusciva a farsi andare giù quello scambio di battute tra lui ed Harry.

-Ah ecco perché ti sei mutata di colpo.- disse la sua amica -Sinceramente non so che rapporto abbiano, però Draco si fa volere bene subito e visto che lavorano insieme avranno preso confidenza. Dopotutto se avessero avuto qualche tipo di rapporto speciale lo avremmo notato anche quando avete curato Blaise, invece non c’è stato nulla di strano.- constatò sincera.

Dopo questa frase la riccia iniziò a scandagliare tutti i ricordi dei giorni all’ospedale, cercando qualche particolare, una frase detta in modo diverso, un sorriso in più, ma niente le venne in mente. Poi ricordò di averli visti chiacchierare e ridere al matrimonio, e se non sbaglio avevano anche ballato.

-Ora non possiamo sapere niente di loro, in questi giorni se ci sarà qualcosa lo noteremo.- disse Pansy carezzandole i capelli -Poi magari avrò potuto perdere qualche virgola io, ma niente sfugge a Daphne, se la sentiremo in questi giorni le domanderemo se ha notato qualcosa.-

Hermione annuì e si mise a letto, con i pensieri rivolti a lui e alla Tassorosso.

 

 

La mattina arrivo presto e, come una mazzata nel cervello, arrivò la sveglia che Pansy aveva impostato qualche ora prima. Era una sveglia particolare che aveva fin dai tempi della scuola, l’aveva comprata dai tiri vispi Weasley: sembrava quasi una puffola pigmea grigia, però al momento della sveglia emetteva un rumore stridulo che ad Hermione ricordava quasi l’uovo d’oro del torneo Tre Maghi.

-Spegni quel dannato affare.- sbiascicò la riccia premendosi il cuscino sulle orecchie. Dopo qualche secondo sentì il suono ovattato della fattura che Pansy aveva lanciato nel dormiveglia all’oggetto che prontamente si spegneva e tornava al suo posto.

Quando scesero al piano di sotto dopo essersi preparate trovarono Harry seduto al tavolo mentre sorseggiava un po’ di succo di zucca mentre leggeva la Gazzetta del Profeta.

-Buongiorno.- disse sorridendo alle due ragazze -fate colazione.- ed indicò le brioche, i biscotti, il latte, il caffè e i succhi di frutta che aveva messo lì a loro disposizione.

-Dormito bene?- domandò quando le ragazze si erano ormai sedute.

-Benissimo.- disse Pansy afferrando un biscotto al cacao mentre Hermione annuiva e sfilava il giornale dalle mani dell’amico.

-E’ già in prima pagina.- constatò leggendo l’articolo riguardante l’omicidio della notte stessa che però conteneva solo supposizioni ed ipotesi; avevano deciso di non rivelare ancora dettagli alla stampa.

-HERMIONE!- esclamò tutto d’un tratto Pansy, indicando un punto poco sopra la spalla della riccia.

Si girò e vide un calendario appeso al muro.

-Cosa?- domandò confusa.

-Oggi è 18 Settembre.- disse con un tono a metà tra il disperato e lo stupito.

-Quindi? Non ti seguo.-

-Domani è il tuo compleanno Herm.- rispose Harry per la Serpeverde.

-Oh.- disse semplicemente Hermione. Aveva dimenticato il suo compleanno, dopotutto tra l’incidente di Blaise, il matrimonio, Draco Malfoy e gli omicidi di sicuro non si era soffermata sul suo compleanno. Non aveva mai amato quel giorno, non perché non le piacesse stare con i suoi amici, semplicemente perché odiava avere tutte quelle attenzioni concentrate su di lei, infatti ogni anno cercava di fare cose in piccolo o festicciole in cui le attenzioni sono tutte rivolte sugli alcolici.

-Che facciamo? Mezzanotte o domani sera?- chiese Pansy ed Hermione poteva sentire i meccanismi del suo cervello iniziare a correre.

-Con questa nuova indagine non mi va di fare una festa.- affermò semplicemente.

-Ogni anno trovi una scusa.-

-Questa è l’unica sensata però, concedimelo.- e Pansy non riuscì a darle torto, indagini del genere potevano veramente stancare.

-Facciamo così- prese parola il proprietario di casa -stasera quando torno da lavoro prenderò una torta e qualche alcolico per noi tre, così festeggerai senza niente di pretenzioso, non lo saprà nessuno. Poi se domani sera hai voglia di fare qualcosa provvederemo: che dici?- ed Hermione si rese conto di quanto le fosse mancato.

-Va bene.- annuì convinta lei.

-Ok ora andiamo.- disse il ragazzo guardando l’orologio. Harry indicò ad entrambe il cofanetto dove teneva la metropolvere e così tutti e tre si diressero al ministero.

 

Hermione era già stata nell’area del ministero dedicata agli Auror, però aveva potuto studiare solo l’ingresso e lo studio di Harry, tutto il resto era ancora inesplorato. La stanza delle riunioni era un’ampia camera con le pareti grigie una della quali era piena di attestati, foto della squadra e targhe all’onore, una era totalmente occupata da un’ampia finestra che dava una luce confortevole all’ambiente e le altre due erano spoglie eccezion fatta per un televisore. Al centro della stanza regnava un grande tavolo circondato da sedie da ufficio, con sopra un vaso pieno di rose rosse che Hermione intuì subito non fosse tocco di Harry; probabilmente Heidi, la segretaria, aveva deciso di dare un tocco di colore all’ambiente.

Non era ancora arrivato nessuno e, dando uno sguardo all’orologio sul polso, Hermione constatò che fossero in anticipo, perciò presero tutti e tre posto attendendo gli altri. Pian piano arrivarono Dean Thomas, una certa Alexis che era lì per sostituire Blaise, aveva accento tedesco, probabilmente aveva frequentato Durmstang perché lei non ricordava affatto quel viso.

-Alexis ha frequentato Durmstang e, per fortuna, ha preferito tenere il corso di Auror qui… è un grande elemento.- disse Harry mettendo a tacere i suoi dubbi mentre le presentava.

-Chi manca?- domandò Pansy, cercando di distrarsi a tutte quelle moine che il ragazzo faceva verso Alexis.

-Draco.- rispose Harry -Doveva andare a prendere il referto dell’autopsia da Hannah e porterà anche lui gli altri documenti sul caso, sarà qui a momenti.- terminò poggiando la schiena alla sedia.

Passò qualche secondo e la porta della camera si aprì lasciando entrare il biondo Serpeverde.

-Buongiorno.- disse lui tranquillo.

Hermione maledì il suo cervello che sembrava essersi resettato per non pensare più a cosa nascondesse il suo rapporto con la tassorosso, ma per concentrarsi solamente su quanto fosse maledettamente perfetto. Indossava un semplice golfino blu scuro, con un paio di jeans e delle scarpe da ginnastica, cosa che non avrebbe mai detto avrebbe visto su di lui, mentre la mano libera dai fascicoli teneva un trench beige e, quando lo poggiò sulla sedia, Hermione notò la stoffa interna tipica di Burberry, la famosa marca inglese… si trattava bene la serpe!

Prese posto tra Dean ed Alexis che avevano lasciato una sedia vuota a dividerli.

-Allora cosa abbiamo?- domandò la tedesca professionale posando i palmi delle mani sul tavolo.

-A te gli onori di casa Serpe.- scherzò Harry, lasciando presentare il caso al suo collega.

Il biondo così si rialzò e, con un colpo di bacchetta, fece arrivare ad ogni persona un fascicolo.

-Allora… abbiamo tre vittime divise in due scende del crimine:- iniziò a descrivere il caso -Marcus Flint e sua moglie Amelie Durand.- e le foto dei due andarono ad appoggiarsi sulla parete vuota -ed Antoine Fleu.- disse fissando gli occhi in quelli di Hermione, quasi a chiederle “è tutto ok?” ma lei distolse lo sguardo. Lui cercò di capire per un secondo cosa succedesse, per poi continuare a descrivere il caso, e la riccia dovette ammettere che fosse davvero bravo e professionale.

Quello che avevano di nuovo era che l’arma del delitto era un pugnale magico, impregnato di magia oscura, che doveva avere più o meno le dimensioni di un pugnale da guerra babbano. Dovevano iniziare a cercare l’esponente che Antoine avrebbe dovuto incontrare quella sera, che era probabilmente l’ultima persona ad averlo visto in vita oltre all’omicida e, per vedere che fine avessero fatto i manufatti magici che avevano scambiato. Un’altra traccia erano degli strani residui di erbe che avevano trovato in giro per la camera e per questo avrebbero chiesto un consulto a Neville.

-Bene, grazie Draco.- disse Harry congedandolo ed il biondo colse la palla al balzo per prendere nuovamente posto.

-Allora, Dean ed Hermione, voglio che troviate questo uomo misterioso, contattate il ministero Portoghese, cercate anche per gli uffici dei manufatti magici qui se si è veramente effettuato questo scambio.- disse mentre i due annuivano.

-Alexis e Pansy, voi prendete la lista dei contatti di Flint e vedete se possiamo collegare qualcuno al signore Fleu. Draco tu occupati del pugnale e vai da Neville, io vado a parlare col Primo Ministro e ti raggiungo ok?-

-Va benissimo.- disse alzandosi.

Hermione era già uscita dalla stanza con Dean, parlottavano cercando di capire bene come muoversi.

-Thomas posso rubarti la Granger per un attimo?- domandò il biondo interrompendo il loro discorso.

-Certo, il mio ufficio è l’ultimo a sinistra, ti aspetto lì per vedere come muoverci.- disse alla riccia andandosene.

-Dimmi.- disse seria la riccia riferendosi al biondo.

-Si può sapere cosa ti succede?- domandò serio abbassando la voce e facendola rientrare nella sala riunioni ormai vuota.

-Niente Malfoy, cosa dovrebbe succedermi?-

-Ieri sembrava tutto a posto, ora perché sei così strana?!- chiese spazientito.

-Non succede niente Malfoy.- disse lei incrociando le braccia sotto al seno. Dopotutto come poteva dirle che era arrabbiata perché gelosa di una possibile relazione con una collega che si era creata nella sua mente solo per uno scambio di battute di Harry?

-Allora perché sei così fredda, quando ieri sembravi essere totalmente l’opposto?- iniziava a perdere la pazienza.

-Non so a cosa ti riferisci, io sono normale.- rispose lei alzando leggermente il capo con il suo solito fare da SoTuttoIo.

-Va bene Granger, sappi che ho provato a fare il ragazzo normale, ho provato a chiederti cosa ti turba, ma ora sinceramente mi sono stufato.- disse mettendosi il trench -fatti sentire quando avrai fatto pace con te stessa o quando avrai le palle di dirmi cosa ti fa sembrare un’acida bibliotecaria, buon lavoro.- disse congedandosi ed uscendo dalla camera.

Lei rimase immobile, mentre entrava Heidi per dare una sistemata alla scrivania, togliere le cartacce e riordinare le rose.

-E’ così passionale in tutto ciò che fa.- disse guardando anche lei la porta aperta come stava facendo Hermione -e quando dico tutto, intendo proprio tutto.- ridacchiò maliziosa facendole l’occhiolino, inconsapevole ovviamente di avere fatto una confidenza alla persona sbagliata.

-Siete stati insieme?- domandò Hermione dandole ciò che voleva, fingendosi pettegola ed interessata al gossip.

-Sì una volta, il miglior sesso della mia vita.- ammise sognante lei, ed Hermione per un attimo la invidiò -Lui aveva messo in chiaro di non volere niente di serio, ma penso di avere una chance.- ammise orgogliosa di se stessa prima di uscire.

 

 

 

Angolo autrice:

Ciao a tuttiiii, sono tornata con un bel po’ di ritardo! Spero vi piaccia questo capitolo, finalmente iniziamo ad avere un poco di azione anche dal punto di vista lavorativo! Cosa ne pensate di questo caso comune tra le due squadre Auror? Ne uscirà qualcosa di buono?!  E questo omicida cosa mai vorrà??

Per quanto riguarda Hermione so che in questo capitolo possa sembrare un poco isterica, ma non potevano mica avere un rapporto tutto fiducia, rose e fiori o  no?

Il prossimo capitolo sarà quello del compleanno di Hermione… cosa succederà?

Per quanto riguarda la nuova storia penso di iniziarla, però tra qualche settimana, prima voglio portarmi avanti con questa per non trascurarla. Sarà sempre una Dramione, ambientata sempre dopo la seconda Guerra magica, però vedo i nostri due protagonisti con altri mestieri e in situazioni diverse… vedremo!

Come va? State bene? Questa situazione sanitaria sta creando un mondo di casini ma spero voi stiate bene e che con la mia storia vi possiate un poco distrarre! Fatemi sapere come state <3

Per quanto riguarda la storia ringrazio nuovamente tutti voi che seguite, preferite, ricordate e recensite la mia storia, siete fantastici! Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo, un bacio!

 

 

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Capitolo 13
*** Indagini e festeggiamenti ***


A fine giornata si ritrovarono nuovamente nella sala riunioni.

-Possibile che dobbiate sempre aspettare Draco? Il principe si fa attendere, certe cose non cambiano mai.- domandò sorridendo Pansy quando si trovarono nuovamente tutti ad attenderlo.

-Tu lo conosci meglio di noi.- rispose Harry che in quel momento era vicino alla finestra.

In quel momento il soggetto della discussione entrò nella stanza con dietro Hannah Abbott.

-Buonasera.- disse timida la ragazza sorridendo a tutti.

-Hannah che piacere averti tra noi.- disse il Grifondoro che si avvicino alla bionda per farla accomodare sulla sedia.

-La odio.- sussurrò Pansy all’orecchio di Hermione.

-A chi lo dici.- le diede man forte la riccia che non aveva staccato gli occhi di dosso da Draco, il quale non l’aveva degnata neanche di uno sguardo: era incazzato.

-Sai che mi piace sempre aiutare la squadra.- disse sorridendo per ringraziarlo della galanteria -Poi ho incontrato Draco vicino a Diagon Alley e l’ho aiutato con le ricerche.- terminò guardando il biondo.

-Bene bene, iniziamo.- disse Harry prendendo posto accanto ad Hermione -Pansy ed Alexis iniziate voi.- disse incoraggiandole con le mani.

Pansy guardò la collega per avere la conferma di potere iniziare a descrivere il loro lavoro e la tedesca con un cenno del capo ed un sorriso la invitò ad iniziare.

-Allora – disse Pansy alzandosi e stirandosi le pieghe della gonna a tubino grigia che indossava con le mani -Abbiamo guardato e studiato la lista che ci avete portato, da quanto ho capito sono nomi che vi ha dato Marcus vero?- domandò a Draco ed Harry, i quali annuirono -Bene, abbiamo letto i verbali degli interrogatori e guardato anche qualche ricordo di questi.- disse lei prendendo un fascicolo davanti a lei e facendovi scorrere gli occhi in cerca di qualcosa -Le conoscenze dei genitori di Marcus sono nomi essenzialmente di uomini dell’Elitè magica Purosangue, qualche tuttofare o altri mestieri per la manutenzione dei vari possedimenti di famiglia, quasi tutti inglesi di mezz’età, quindi difficile collegarli ad un 25enne francese che ha messo piede in Inghilterra solo una volta e questa gli è stata fatale.- continuò professionale la mora facendo scorrere lo sguardo sui suoi interlocutori -Un cognome però mi è saltato all’occhio ed è questo.- con un colpo di bacchetta formò la parola “Stuart” -Peter Stuart è in quella lista di circa 100 nomi e fa parte degli uomini che non avete interrogato, perché giustamente vi siete concentrati sui contatti più vicini o sospettabili.-

-E come mai ha attirato proprio la tua attenzione?- domandò Draco, parlando per tutti gli altri in quella camera che si stavano ponendo tutti la stessa domanda.

-Perché io ed Hermione conosciamo quest’uomo, anche se solo di vista.- disse ponendo lo sguardo in quello dell’amica -Gabrielle, la nostra collega, porta il cognome della madre “Martin”. La madre l’ha avuta a soli 16 anni ed appartiene ad una potente famiglia di maghi francesi.-

-Strano non l’abbiamo esiliata.- constatò freddo Draco.

-Vero, l’ho pensato anche io. Fatto sta che i nonni materni non avrebbero accettato l’unione con un mago francese appartenente ad una famiglia di ceto basso, nonostante la linea di sangue pura e, visto che l’aborto nel mondo magico è illegale, hanno deciso di tenere la bambina a condizione che il padre non avesse niente a che fare nella sua crescita. Gabrielle a deciso di incontrarlo quando era ormai maggiorenne, ma non ha mai avuto un buon rapporto col padre, che negli anni ha creato una fortuna e si è introdotto bene nella vita mondana magica. Noi lo abbiamo incontrato al Galà di Natale del Consolato inglese lo scorso anno.- disse Pansy tutto d’un fiato, sentendosi colpevole di avere dovuto spiattellare la vita privata della sua collega lì.

-E’ un possibile collegamento con la Francia, dopotutto l’anno scorso al Galà c’era anche Antoine.- disse Hermione guardando un punto indefinito della scrivania con fare pensieroso.

-Abbiamo controllato tutto ciò che era possibile dagli archivi di informazioni del Ministero.- disse Alexis alzandosi e prendendo parola – e nell’ultimo anno è stato diverse volta in Portogallo per Gala, aste di beneficienza ed altri eventi ai quali ci risulta ci fosse anche Antoine. Non è molto, però sono troppe coincidenze.- ammise guardando prima Harry poi Draco.

-E’ una pista plausibile, domani andrete a parlare con la figlia, però voglio che la interroghi solo Alexis, Pansy non deve farsi vedere. Poi cercherete anche il padre e vedete cosa possiamo ricavarne.- le due annuirono e si sedettero.

-Draco e Hannah?- domandò Harry.

-Vai tu.- disse il biondo alla ragazza sorridendo.

-Allora quando ho incontrato Draco stava andando da Neville per far studiare quei residui di foglie che avete trovato. Neville ci ha chiesto un giorno di tempo perché ci ha assicurato che qualunque tipo di pianta sia non fosse caratteristica delle nostre zone altrimente le avrebbe subito riconosciute.- e, dopo che Harry annuì, proseguì -per quanto riguarda il pugnale abbiamo deciso di andare da Magie Sinister per consultare alcuni libri lì, ma le poche prove che abbiamo dall’autopsia non ci hanno portato da nessuna parte.- ammise sconsolata.

-Scusa se ti interrompo Hannah.- disse Hermione prima che la ragazza potesse dire altro -ma penso che abbiamo maggiori informazioni sul pugnale.- e in quell’attimo ebbe l’attenzione di tutti, compreso di Draco che la guardò per la prima volta da quando era entrato.

-Dicci.- la incoraggiò Harry.

-Allora, abbiamo contattato il Portogallo e ci hanno detto che sì, anche loro sapevano che Antoine dovesse effettuare uno scambio per volere dei due Ministeri, però quando ci hanno mandato il fascicolo dello scambio si sono resi conto che erano presenti informazioni solo dal loro lato, quindi riguardanti Antoine e il loro oggetto, ma tutto ciò che riguardava l’altra parte della comunicazione, quindi il nostro uomo misterioso, è stato cancellato con magia oscura.- descrisse mentre faceva fluttuare la copia del file davanti a loro.

-Sembra un’evoluzione oscura dell’incendio, ho letto qualcosa in uno dei miei libri nel Manor anni fa.- disse sovrappensiero Draco mentre passava le dita sulle bruciature della pergamena.

-Comunque ci hanno mandato anche un’immagine del loro oggetto.- continuò Hermione e presentò loro la foto che i portoghesi le avevano mandato. Un’immagine di un pugnale medievale gli si presentò davanti, sembrava un’arma potente e molto costosa, perché grandi pietre erano incastonate nel manico. -E’ un pugnale che prende il nome di “Morte brillante”, forgiato dai folletti intorno al 1370, capace di lasciare ferite con residui brillanti sul corpo, residui che velocizzano il dissanguamento e quindi la morte. Ci hanno detto che in tutto il mondo solo tre volumi parlano di questo tipo di pugnale, uno si trova attualmente in Cina, uno in India e l’altro qui in Inghilterra.-

-Magnifico, sapete dove?- domandò Alexis euforica.

-Malfoy Manor nel Wiltshire.- disse Hermione fissando gli occhi in quelli di Draco.

-Bene, domani andremo a cercare lì. Per te non è un problema vero Draco?- domandò Harry.

-Nessun problema.- disse tranquillo.

-Per quanto riguarda il nostro Ministero.- incalzò Dean alzandosi -abbiamo messo sottosopra tutti i fascicoli di tutti i tipi di scambi di materiale tra noi ed il portogallo, ma niente è venuto fuori.-

-Bene, bravissimi.- disse complimentandosi con tutti -Io sono stato tutti il giorno con Kingsley, abbiamo deciso di non rivelare niente alla stampa per ora, ed anche il fatto che Hermione e Pansy ci stiano aiutando è per ora un segreto, non lo sanno neanche i vostri colleghi in Francia, solo Francois Delacour ne è a conoscenza. Per quanto riguarda le indagini abbiamo ogni risorsa a nostra disposizione, basta chiedere e agire nel modo meno visibile possibile.- spiegò -Per oggi abbiamo fatto passi avanti, ora andate a casa, potete riposare.- terminò raccogliendo con la magia tutti i fascicoli che i colleghi avevano raccolto.

-Non vieni a casa?- domandò Hermione a Pansy che non la stava seguendo per tornare a casa.

-Ci vediamo lì, ho detto a Potter che avrei preso io la torta in quella pasticceria che mi piace tanto. A dopo.- disse scoccandole un bacio sulla guancia per congedarla.

-Ok a dopo.- la salutò la riccia sorridendo e vedendo che Draco si stava dirigendo nel suo ufficio con la Abbott.

-Draco posso parlare un attimo con te in privato?- domandò Pansy all’amico dopo che Hermione fosse andata via.

-Certo. Hannah mi aspetti nel mio ufficio?- domandò entrando nella sala riunioni. Pansy si chiuse la porta alle spalle.

-Dimmi tutto.- disse il biondo poggiandosi al tavolo.

-Domani è il compleanno di Hermione, fa solo una scemenza a mezzanotte con me e Potter, perché visto che siamo qui in “incognito”- disse facendo le virgolette con le dita -una festa metterebbe solo voci in giro e farebbe domandare alla gente perché siamo ancora in Inghilterra. Volevo dirtelo solo per essere sicura che lo sapessi, poi decidi tu come comportarti.- disse sorridendogli.

-Grazie.- disse il biondo elaborando l’informazione mentre si studiava le scarpe -Si può sapere cos’ha la Granger oggi?- domandò – mi farà impazzire, ieri sembrava andasse tutto bene, fin troppo bene.- disse ricordando la situazione in cui si erano lasciati -oggi invece mi ignorava come se fossimo tornati ad Hogwarts.-

-Cosa c’è tra te e la Abbott?- domandò Pansy diretta.

-Cosa c’entra Hannah ora?- chiede lui stralunato, poi una scintilla di consapevolezza attraversò i suoi occhi color ghiaccio -Pensa che me la faccia con lei vero? Dannata Mezzosangue.- disse con una risata a metà tra il divertito e l’isterico -lo sanno anche i muri che lei stravede per Dean, le do semplicemente dei consigli.-

-Oh.- disse Pansy con un sospiro di sollievo, allora anche Harry doveva essere come Draco per lei -Beh cerca di chiarirle sta situazione, sei un po’ nervoso e lei è l’unico modo per scioglierti i nervi come si deve.- scherzò lei ricevendo da lui uno sguardo fulminante.

-Ho provato stamattina, ho provato a fare la persona civile ed il ragazzo interessato.- disse con foga indicandosi con entrambe le mani -Io, Draco Malfoy, hai presente?!-

-E lei?- domandò la ragazza cercando di rimanere seria, sapeva che se avesse anche solo accennato ad una risata lui l’avrebbe mandata a quel paese.

-Lei ha fatto la solita orgogliosa Grifondoro, ha negato! Iniziavo a pensare si fosse pentita di come siamo stati ieri… di quello che stavamo per fare… -prese una pausa -invece no! Miss SoTuttoIo fa la ragazzina gelosa senza neanche provare a chiarire.-

-Capirà da sola di essere stata una scema e verrà direttamente lei da te, fidati.- disse seria -Io ora devo andare, ci vediamo domani?- domandò abbracciandolo.

-Sì, a domani.- disse lui stringendola per poi uscire.

 

 

Hermione era appena uscita dalla doccia. Pansy l’aveva convinta a non mettere il pigiama ma a farla vestire un po’ più in tiro per quella sera. Aveva deciso di mettere un pantalone nero a vita alta con fondo ampio, sorrise guardandosi allo specchio perché Daphne le aveva sempre detto che quei pantaloni babbani sembravano quasi stregati visto quanto le valorizzassero il sedere. Aveva messo una camicetta bianca leggermente scollata dentro il pantalone, però aveva tenuto ai piedi le pantofole, anche perché non sarebbero usciti. Il trucco consisteva in un filo di mascara ed un rossetto rosso.

Harry aveva preparato la cena e Pansy stava finendo di apparecchiare quando arrivò in cucina.

-Non dovevate, davvero.- disse lei timida ma felice di avere degli amici così affettuosi ed attenti.

-Taci scema.- disse semplicemente la Serpe prendendo posto.

La cena proseguì divinamente, dopo aver parlato un poco del caso e dopo qualche calice del vino che aveva comprato Harry per l’occasione tutti e tre potevano definirsi quasi brilli. Peccato che con la torta oltre alle candeline il Grifondoro avesse comprato anche un ottimo prosecco e, per finire, una serie di liquori “digestivi” come amava definirli lui; adesso erano tutti e tre DIGNITOSAMENTE brilli.

-Arrivo subito.- disse Hermione mentre accendevano la tv per prendere in giro qualche stupido programma. Doveva fare pipì, le scappava sempre ogni volta che alzava troppo il gomito.

Pensava di essere messa peggio, non le girava la testa e non aveva alcun tipo di nausea. Finito in bagno scese pronta a vantarsi su quanto sapesse reggere più di loro ma, appena scostò la porta rimase immobile. Harry e Pansy si stavano baciando sul divano, quasi divorando ad essere sinceri e, se conosceva Pansy come la conosceva, sapeva che presto avrebbe fatto il passo. Fece un passo indietro e accostò la porta dietro di sé, per poi salire in camera.

Si tuffò sul letto, ancora brilla e leggermente invidiosa dell’amica, sentiva la tensione accumulata lungo tutto il corpo ed anche lei avrebbe voluto sfogarla proprio come stava per fare Pansy. Voleva prendersi a schiaffi per non aver parlato con Draco, per avergli negato una conversazione civile basata solo su delle sue supposizioni, ed ora si trovava stesa sul letto sola la notte del suo compleanno. Chiuse gli occhi con l’intenzione di calmarsi, ma la sua mente sadica le proiettò le immagini della notte precedente, le labbra del biondo sulle sue e la sue mani che vagavano tra i suoi capelli ed il suo corpo… e si maledisse.

 

Ammise a se stessa di essere ubriaca quando si trovò a camminare con passi leggeri verso il portone di casa di Harry, quasi fosse una ladra. Dopo aver passato un quarto d’ora in stato di trance sul letto per qualche strana forza si era alzata, aveva messo ai piedi un paio di adidas bianche leggermente rovinate ed indossato un chiodo in pelle, pronta per andare a dirne quattro a quella testa platinata. Conosceva l’indirizzo del biondo perché il giorno stesso il Signore Delacour aveva voluto i nominativi e gli indirizzi di tutti gli elementi della squadra inglese e la sua mente malata non aveva fatto a meno di memorizzare proprio l’indirizzo di Draco Malfoy.

Camminava sulle punte cercando di far scricchiolare il meno possibile le travi che la separavano dal portone, non voleva che Harry e Pansy si ridestassero così da farle perdere quell’attimo di coraggio che l’alcol le aveva donato. Quando arrivò al portone sentì un gemito acuto di Pansy accompagnato da grugniti di Harry che prospettavano una grande performance e tra sé sorrise maliziosa; il giorno dopo avrebbe interrogato la mora. Si chiuse la porta alle spalle e dopo aver trovato un vicolo anonimo e desolato, si smaterializzò.

Draco Malfoy stava in una zona molto ricca al confine tra la Londra magica e babbana, anche per questo Hermione non aveva faticato a ricordare l’indirizzo, dopotutto la “Via di Merlino” aveva ospitato gran parte dei maghi facoltosi di Inghilterra. Camminò lungo marciapiede e studiò tutti i numeri civici fin quando trovò quello corrispondente al foglio di quelle mattina. Si trovò davanti un elegante condominio, titubò un attimo, guardando la piccola e raffinata scalinata in marmo grigio che portava ad una porta in vetro girevole.

Dopo aver buttato fuori l’aria con un sospiro, salì a passo di marcia gli scalini ed entrò. Si trovo davanti una sorta reception, con qualche divanetto in pelle scura e un bancone in elegante legno scuro che ospitava la portineria. Il suo subconscio le ricordò di quanto fosse ubriaca quando, dirigendosi verso la portineria, inciampò sui suoi stessi piedi per poi riprendersi senza rovinare sul pavimento lucido.

-Buonasera. Vorrei incontrare Draco Malfoy, può dirmi il piano?- domandò cercando di sembrare il più sobria possibile. Il portinaio era un uomo di mezz’età, calvo e con un baffo brizzolato a coprire le labbra, sembrava buffo ma trasudava professionalità da tutti i pori.

-Mi dispiace ma il Signor Malfoy non è in casa al momento, ma se vuole può attenderlo qui.- disse indicando i divani e le poltrone.

-Non è vero, dove dovrebbe essere alle…- e si girò intorno alla ricerca di un orologio che trovò proprio dietro di sé -all’una di notte?! Le ha detto di non farmi salire vero?- domandò posando i palmi sul bancone.

-No signorina, non è veramente in casa e dove si trova non fa parte dei miei obblighi lavorativi.- disse mantenendo la cortesia.

-Non le credo, lo troverò da sola l’appartamento, anche perché conoscendo la vanità del soggetto sono sicura abbia il loft.- e andò in direzione dell’ascensore. Si stupì di non essere fermata dall’uomo, ma nella sua bolla alcolica non poteva concepire che lui si fosse reso conto delle sue condizioni e della sua testa dura, perciò era meglio che andasse a verificare per poi tornare al piano di sotto come una bimba senza caramelle.

Pigiò il tasto sul 7, l’ultimo piano e si trovò in un pianerottolo molto elegante e con un’unica porta. Sorrise trionfante quando lesse il nome sopra il campanello “Malfoy”.

Suonò, mettendosi dritta davanti alla porta e sistemandosi leggermente la scollatura della camicetta. Con questa mossa notò il suo reggiseno a balconcino bianco che faceva parte di un completo molto sensuale che le aveva regalato Daphne qualche Natale fa e sorrise maliziosa e felice di non aver messo uno dei suoi completi spaiati in cotone scolorito. Dopo un attimo si morse il labbro pentita, non poteva pensare solo al sesso, prima doveva chiarire la situazione Hannah Abbott.

Alla quinta volta che il campanello suonò senza avere alcuna risposta, decise che probabilmente il portinaio fosse serio e decise di scendere. Dopo aver preso posto su un divano lanciò uno sguardo all’uomo che la stava guardando con un’espressione che diceva “io te l’avevo detto cara”, sbuffò e prese una rivista dal tavolino in vetro di fronte a lei… avrebbe aspettato.

 

Erano le due passate quando Draco Malfoy entrò nella piccola hall del condominio dove abitava. Theodore lo aveva contattato intorno alle 11 per prendere qualcosa da bere e lui non era riuscito a rinunciare a qualche ora con l’amico.

-Buonanotte Carlo.- salutò cortesemente come sempre, con una leggera fretta di tornare a casa per riposarsi.

-Signor Malfoy mi scusi, ma c’è qualcosa per lei.- disse quando il biondo era a pochi passi dall’ascensore.

-Qualche missiva?- domandò voltandosi il biondo.

-Non proprio.- rispose il signore indicando col capo in direzione dei divani.

Se non avesse avuto un occhio più attendi ai dettagli non avrebbe mai notato una ciocca riccia e castana poggiata sul bracciolo di un divano che gli dava le spalle. Guardò interrogativo Carlo mentre si avvicinava al divano.

Hermione Granger stava dormendo, rannicchiata in posizione fetale, con un rivista di attualità stretta nella mano destra. Accennò un sorriso nel vedere quella scena.

-Voleva vederla.- disse Carlo attirando l’attenzione del biondo -Le ho detto che non eravate in casa ma sembra essere una tipa molto testarda, è voluta salire per verificare che non mi avesse ordinato di non farla entrare.- spiegò cercando di nascondere l’ilarità di quella buffa ragazza.

-Sì è molto testarda, spero non ti abbia disturbato troppo.- sorrise il biondo chinandosi per prenderla in braccio e dirigendosi nuovamente verso l’ascensore.

-Signor Malfoy, un’ultima cosa.- riprese l’uomo -sembrava essere abbastanza brilla.-  e come risposta ottenne un semplice cenno affermativo del capo, quasi a dire “non ti preoccupare ci penso io ora” e le porte dell’ascensore si chiusero.

Malfoy studiò il volto rilassato di Hermione a qualche centimetro dal suo. Si era accoccolata al suo petto, quasi come se nel sonno ne potesse sentire il calore. Constatò quanto i suoi lineamenti fossero rilassati rispetto a quando era sveglia, completamente senza alcun tipo di barriera innalzata.

Un odore acre misto di vino, prosecco e qualche liquore gli arrivò alle narici a confermare le informazioni che Carlo gli aveva appena dato. Si divertì pensando ad una Granger ubriaca che bussava convinta alla sua porta per poi dovere scendere con espressione colpevole ad affrontare Carlo e la sua professionalità. Chissà cosa l’aveva portata lì, ricordava che Pansy gli aveva detto che avrebbero festeggiato loro due e lo Sfregiato, quindi non capiva come si trovasse lì.

Evitò di aprire la porta con la chiave, perché con la ragazza in braccio non solo rischiava di svegliarla ma era abbastanza impacciato, perciò con un cenno del capo il portone si aprì e lo richiuse con un colpo di tacco e quel rumore sembrò ridestare la riccia, che però continuò a dormire.

Arrivò in camera sua e, premendo sul suo essere uomo per non svegliarla con un lungo bacio, la adagiò sul suo letto, le tolse piano le scarpe e la coprì con le coperte. Pensò di averla svegliata, invece lei nel sonno si sistemò ancora più comoda.

La guardò; gli faceva strano avere Hermione Granger nel suo letto, anche perché era la prima donna che dormiva in camera sua e specialmente senza aver consumato alcun tipo di effusione fisica prima. Dovette ammettere a se stesso che quella sensazione era di uno strano positivo, che gli faceva venire voglia di sorridere.

Andò in bagno per darsi una lavata ed indossare dei pantaloni di pigiama grigi ed una maglietta bianca. Tornò in camera notando che la riccia si fosse scoperta completamente e scosse la testa… quella ragazza era impossibile anche da addormentata.

-Draco.- sbiascisò lei quando lui si era chinato per ricoprirla. Aveva gli occhi aperti ma era palese fosse in uno stato di dormiveglia.

-Granger.- disse semplicemente lui facendosi forse per non toccare i ricci tutti sparsi sul cuscino.

-Penso di essere ubriaca.- disse a bassa voce.

-Lo penso anche io.- ridacchiò lui abbassando a sua volta il tono, come se potessero svegliare qualcuno.

-Non te la fai con la Abbott, vero?- domandò Hermione afferrandogli la maglietta per evitargli di alzarsi ed avvicinarlo a se.

-No.- rispose lui trattenendosi dal ridere.

-Perché ridi? Te la scopi vero?- chiese lei con un tono piagnucolante.

-No Granger sono serio, sei tu che mi fai ridere. Dovresti ubriacarti più spesso.- disse cercando di convincerla.

-Non te la scopi?-

-No, siamo solo amici.- e dopo questa ulteriore conferma Hermione si avvicinò per baciarlo.

Era un bacio passionale e chi era Draco Malfoy per opporsi a quel piccolo pezzo di paradiso. Le labbra della Granger sapevano di alcol.

-Senti Malfoy.- sbiascicò lei interrompendo il bacio -Non sai quante cose vorrei farti ora.- disse facendo eccitare il biondo davanti a lei -ho sentito Harry e Pansy darci dentro e so che loro avranno goduto molto meno di quanto potremmo godere noi. Ma sono troppo ubriaca per farlo e anche così ubriaca di dirti queste cose.- concluse singhiozzando mentre il biondo sentiva la sua eccitazione crescere; maledetta Granger.

-Vorrei ricordare la nostra prima volta.- continuò lei alzandosi a sedere -vorrei ricordare te dentro di me.- sbiascicò terribilmente ubriaca, perché entrambi sapevano che da sobria non avrebbe mai esternato così tanto i suo pensieri -però permettimi di rimediare a quello che ho appena fatto.- disse maliziosa puntando gli occhi sull’eccitazione del biondo che era terribilmente in risalto nei pantaloni grigi.

Il biondo si sentì un po’ egoista, ma non riuscì ad opporsi al nuovo bacio di lei che lo faceva stendere mentre gli slacciava i lacci della tuta. Si sentì egoista ma anche l’uomo più fortunato della terra quando sentì la bocca di Hermione circondare la sua erezione e salire e scendere per percorrerlo tutto. Aprì gli occhi e vedere la scena così vera, così vicina a lui lo fece arrivare al culmine, ma la riccia dovette rendersene conto, perciò si staccò e sorrise maliziosa in sua direzione.

-Non così Malfoy.- disse sedendosi a cavalcioni su di lui.

-Cosa sei Granger.- disse lui annaspando, sentendo il suo pene ancora eretto in contatto col corpo di lei fin troppo coperto e decise di muoversi per prendere il comando.

-No Malfoy, non stanotte.- singhiozzò lei ubriaca ma ormai cosciente -ma voglio che mi vedi così sopra di te.- disse iniziando a strofinarsi alla sua erezione salendo -immaginati dentro di me.- continuò lei il movimento e accarezzandolo con la mano. Venne, avendo un orgasmo così intenso per essere dovuto ad una masturbazione e pensò a quanto potesse essere bella la sensazione di venire dentro di lei, di soddisfarla mentre si soddisfava anche lui… quella ragazza lo avrebbe fatto impazzire.

-Ti è piaciuto?- soffiò come una gattina mentre riprendeva a baciarlo e a rimettergli la tuta.

-Fin troppo Granger.- disse mentre le labbra di lei correvano lungo il suo collo -Ma fammi rendere il favore.- disse invertendo le posizione facendole fare un gridolino.

Iniziò a baciarla mentre con le mani sbottonava la camicetta. Arrivò al seno subito, alzandole il reggiseno, mordicchiando il capezzolo sinistro, mentre il destro veniva pizzicato. Gli si gonfiò il petto quando la sentì sospirare ed andargli incontro col bacino.

Si staccò da quei frutti proibiti per far volare via i pantaloni ed il perizoma bianco. Concentrò la sua bocca sulla sua intimità, penetrandola con la lingua e stimolandole il clitoride, mentre con le mani le teneva ferme le cosce che fremevano. Si sentì potente quando sentì la mano di lei tra i suoi capelli e, quando iniziò a sentire i muscoli contrarsi si staccò, facendola protesta con degli sbuffi tesi.

-Voglio che anche tu mi vedi sopra di te.- disse mettendosi come se dovesse penetrarla, ricominciando a stuzzicarle i capezzoli ormai turgidi -Voglio che mi immagini dentro di te.- disse infilando due dita nella sua intimità, facendola squittire dal piacere. -Voglio che immagini i miei movimenti mentre ti penetro disse masturbandola aumentando il ritmo e tornando con la bocca a torturare i capezzoli.

Venne con un urlo, annaspando anche lei.

-Ti è piaciuto?- domandò il biondo dopo averla dato un lungo bacio, sapendo già la risposta.

-Sai già la risposta.- disse lei col petto che saliva e scendeva veloce.

-Ora dormi Granger.- disse coprendola.

-Buonanotte Malfoy.- rispose lei con le gambe ancora tremanti.

-Buon compleanno Granger.-

 

 

 

 

Angolo autrice:

Ciao a tuttiiii! Capitolo col finale LEGGERMENTE piccante, questi due avevano bisogno di sfogarsi un po’! ahahahhahahahahahahaa

Spero vi sia piaciuto il capitolo e che, oltre al finale, vi stia intrigando come si stanno svolgendo le ricerche all’assassino. Dite che Gabrielle sarà parte di un piano? O è semplicemente imparentata con un criminale? Fatemi sapere cosa ne pensate.

Ringrazio come sempre tutti voi che leggete, seguite, preferite, ricordate e recensite la storia! Anche se ho notato che lo scorso capitolo è stato letto metà volte rispetto agli scorsi capitoli, spero non sia perché la storia sia brutta/noiosa.

Un abbraccio a tutti, risponderò stasera alle recensioni dello scorso capitolo! Un bacio <3

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Capitolo 14
*** Mattina e sera ***


Aveva fin da piccola avuto la fissazione di dover dormire completamente al buio la notte e per questo ogni sera, prima di andare a dormire, si prodigava a chiudere le persiane e le tende in modo tale che neanche un minimo fascio di luce potesse attraversare la stanza e disturbare il suo sonno. Aveva sempre voluto evitare il disturbo di un risveglio dovuto non ad un suono squillante della sveglia, bensì alla luce che attraversa le palpebre non lasciandoti alcuna via di scampo. Quando aprì gli occhi maledisse le tende e la leggera apertura lasciata poi, dopo aver realizzato che la stoffa grigio cenere non era la stessa color crema di casa si Harry, maledisse se stessa serrando nuovamente gli occhi e ricordando purtroppo ogni singolo istante della notte appena trascorsa. Rimase immobile anche se il suo volere era quello di prendersi a schiaffi: possibile che la sua “relazione” con Malfoy dovesse essere scandita da suoi momenti brilli che finivano con lo scoprire la sua vena più erotica e molesta? Non che volesse fare la figura della santarellina, dopotutto non lo era, ma non voleva nemmeno sembrare così disperata da buttarglisi addosso ogni qualvolta un po’ di alcol le scorresse nelle vene! Scacciò momentaneamente quei pensieri per concentrarsi sull’ambiente che a circondava; non aveva ancora riaperto gli occhi, ma il suo udito percepiva un lieve respiro vicino a lei, lento e regolare. Aprì gli occhi e, dopo essersi voltata trovò davanti a se un Draco Malfoy che dormiva beato sul lato, con un braccio a reggere la testa e l’altro che cadeva sul letto in sua direzione. Si prese un po’ di tempo per studiarlo e per rendersi nuovamente conto di quanto fosse affascinante. Sentì le guance imporporarsi al ricordo della notte appena trascorsa e sorrise pensando che sì, forse poteva sembrare un’assatanata ma niente di quello che era successo la notte prima non era stato voluto… le era servita solo una spinta in più.

-Ti godi la vista Granger?- la voce impastata del biondo la ridestò, facendola sobbalzare ed in un attimo si ritrovò a guardare dritto nel grigio dei suoi occhi.

-Scusa, non pensavo fossi sveglio.- disse lei non sapendo bene come comportarsi.

-Buongiorno Granger.-

-Buongiorno.- titubò un attimo per poi continuare -Senti… scusa per ieri, non dovevo piombare qui senza invito e ubriaca fradicia per farti domande personali. Dopotutto non siamo niente, non ci siamo dati l’esclusiva e non devo pretendere niente da te.- disse con una velocità che non aveva programmato prima di mettersi a sedere. Si sarebbe alzata se lui non l’avesse strattonata per farla ristendere, questa volta bloccata dalle sue braccia in modo tale che la sua schiena combaciasse col petto di lui.

-Granger smettila di far lavorare quel tuo cervello. Sono – fece una pausa per controllare l’orario della sveglia del comodino -le 6 e mezzo del mattino e non ha senso fare questi discorsi inutili. Non me la faccio con la Abbott alle tue spalle e non ci penso lontanamente, hai il diritto di venire qui perché anche se non lo abbiamo detto per me abbiamo l’esclusiva, quindi smettila di farti complessi inutili per cercare di boicottare la tua stessa felicità e dormi. Fine della discussione.- soffiò nei capelli di lei inspirando il profumo del suo shampoo.

Hermione non rispose e si fece cullare dal respiro di lui e dalla sicurezza delle parole appena sentite.

 

 

Quando la piccola sveglia digitale squillò il biondo la fece smettere con un semplice movimento di mano. Hermione nel sonno si era girata verso di lui e si era raggomitolata come una bimba.

-Granger dobbiamo alzarci se non vuoi fare tardi.- disse con un filo di voce scuotendola leggermente per una spalla.

L’unica risposta della riccia fu un grugnito di protesta, per poi allungare il braccio e posare la mano sulla schiena di lui. Il biondo quasi rabbrividì a sentire il contrasto della piccola mano calda contro la sua schiena fredda.

-Non mi va.- borbottò lei stringendosi a lui.

-Dov’è finita la stakanovista di cui tutti parlano?- domandò lui con tono scherzoso, dopotutto quella ragazza non smetteva di stupirlo.

-Sh.- lo zittì lei aprendo finalmente gli occhi e puntarli su di lui.

-Lo sai anche tu che dobbiamo andare.- ma Hermione la sua filippica poggiando le labbra sulle sue.

-Ti ho convinto?- soffiò sulle sua labbra.

-Dovevano smistarti a Serpeverde.- disse afferrandola per i fianchi per portarla su di se e riprendere a baciarla.

-Sono troppo Grifona per essere una Serpe.- disse tra un bacio e l’altro, cercando di non pensare all’erezione mattutina del biondo a contatto col suo corpo. Mentre la grandi mani del biondo le accarezzavano i fianchi.

Si fece sfuggire un sospiro quando la maglia del biondo salì sul suo seno.

Proprio quando l’atmosfera si stava per scaldare, suonò il campanello.

-Ignoralo.- disse il biondo sentendo come lei si era subito irrigidita.

-Draco apri questa maledetta porta.- squillò la voce di Pansy.

Dopo aver assestato un pugno pieno di nervosismo al materasso, il biondo si alzò ed andò ad aprire.

-Si può sapere cosa vuoi?- Hermione sentì la voce leggermente ovattata dalla camera da letto.

-Sempre buongiorno a te caro.- disse la mora entrando e facendo sbattere i tacchi contro il marmo del pavimento.

-Sei tu quella che stava per abbattere la porta di casa mia.- constatò lui ironico.

-Sono qui per Potter, mi ha buttato dal letto perché stamattina Hermione non era in casa.- iniziò a spiegare lei sedendosi su uno dei divani -E io sono sicura che sia qui.- disse maliziosa.

-Potter ti ha buttato dal letto? Il SUO letto?- domandò ancora più malizioso lui, facendo tornare seria l’amica.

-Ma come? Io vi avevo lasciato sul divano.- disse Hermione facendo la sua entrata in scena.

-Ci siamo spostati lì per il terzo round.- rispose lei sospirando completamente soddisfatta ed appoggiandosi allo schienale.

-Terzo?- trillò la riccia mezza scioccata.

-Il bimbo che è sopravvissuto ci sa fare.- gongolò la Serpeverde.

-Beh penso sia arrivato il momento di dileguarmi, vado a fare una doccia.- disse dirigendosi verso il bagno.

-Spegni i bollenti spiriti?- chiese Pansy ironica.

-Se solo tu non avessi rotto le palle.- si congedò lui acido.

-Ho interrotto qualcosa?- domandò un po’ colpevole.

-Beh…- fu l’unica risposta di Hermione che alzò le spalle.

-Scusa, ma Harry era impanicatissimo.- disse triste per poi continuare -Vabbe ci avrete dato dentro stanotte no?- chiese con un ghigno che ad Hermione somigliò molto a quello di Draco.

Nessuna risposta.

-Hermione?- insistette.

-No, ero troppo ubriaca e l’ho fermato.- ammise.

-Perché? Pensavo ti piacesse.- ora Pansy era veramente confusa.

-Ed è così, ma voglio che la nostra prima volta sia diversa da come sarebbe stata stanotte. Però questa notte abbiamo fatto dei preliminari.- disse chiudendo un attimo gli occhi per ricordare quello che era successo -e se il sesso è solo un po’ più intenso di quello che c’è stato nessuna delle mie precedenti esperienze potrebbe reggere il confronto.- constatò alzando le sopracciglia.

-Il mio Draco non delude mai.- gongolò Pansy.

Le bloccò il biondo che tornò in scena vestito di tutto punto, guadagnandosi lo sguardo di entrambe le ragazze che si mutarono.

-Potevate almeno fare finta di non stare parlando di me.- ammise a metà tra il divertito e l’infastidito mentre avviava la macchina del caffè.

-Caffè?- domandò poi girandosi verso le due che annuirono ancora leggermente a disagio per essere state trovate con le mani nel sacco.

Fece arrivare le tazze direttamente in mano alle ragazze, facendole levitare con la magia.

-Beh penso sia ora di andare a casa a prepararmi.- disse la riccia alzandosi dopo aver bevuto il caffè.

-Granger guarda che puoi benissimo prepararti qui, per me non è un problema ovviamente.- furono le parole tranquille di Draco.

-Ma…- Hermione, che si era già alzata, rimase scioccata dalla proposta e dalla tranquillità con cui il biondo l’aveva avanzata, con una normalità che aveva stupito anche un po’ Pansy, che si era voltata verso l’amico con un sorriso raggiante -non ho il cambio e non vorrei disturbarti.- concluse la riccia balbettando un po’.

-Penso che ormai sia risaputo che non mi disturbi affatto.- rispose lui alzando le spalle.

-Ed il cambio te l’ho portato io, avevo immaginato ti servisse e che magari saremmo stati in ritardo.- si intromise Pansy porgendole la busta che aveva in mano fin da quando era entrata.

-Bene.- disse Hermione afferrandola e dirigendosi nel bagno titubante.

-Sotto il lavandino c’è uno spazzolino nuovo e gli asciugamano puliti.- ed Hermione si dileguò.

-Me la fai morire d’infarto così.- disse Pansy ancora guardando il punto in cui la riccia era scomparsa.

-E’ divertente no?- domandò Draco alzando mentre continuava a sorseggiare il suo caffè.

-Troppo.- risero entrambi.

 

Alexis e Pansy usarono la metropolvere per arrivare nell’ufficio di Delacour; dopotutto la loro indagine era tutta di tipo confidenziale, quindi arrivare nella hall del Ministero francese avrebbe destato sospetti.

-Buongiorno ragazze.- le salutò professionale come sempre l’uomo -E’ bello riavere almeno uno dei miei migliori elementi qui, anche se solo per una mattinata.- disse indirizzando un sorriso a Pansy che ricambiò la sua stretta di mano.

-Capo è bello anche per me tornare.- ammise sincera -Questa è Alexis, un grande elemento della squadra inglese.-

-Non ne dubito affatto.- disse lui guardando la ragazza -un piacere averla con noi.-

-Piacere mio.- rispose lei accettando la sua mano.

-Bene, Potter mi aveva accennato della vostra visita ma non del motivo.- disse Francois prendendo posto sulla sua poltrona di pelle marrone -come posso aiutarvi?-

-Dovremmo interrogare Gabrielle capo.- disse schietta Pansy, dopotutto non avrebbe avuto senso allungare il brodo.

-Prima che parli signore.- incalzò Alexis interrompendo qualsiasi domanda dell’uomo -Non possiamo ancora divulgare nessuna informazione, ma sarò io ad interrogarla perché lei non deve sapere che Pansy sta collaborando col Ministero Inglese.-

-Avete già pensato a tutto.- constatò tranquillo -Potter è sempre un passo avanti a me.- scherzò -Beh Parkinson, sai come arrivare alla sala nascosta per visionare l’interrogatorio. Io porterò la signorina nella sala interrogatori.-

Entrambe annuirono.

 

 

Quando alla riunione di quella mattina avevano diviso i compiti e lei si era proposta alla ricerca del testo riguardante il pugnale aveva visto una scintilla sadica attraversare gli occhi di Harry.

-Bene allora tu andrai al Manor.- aveva detto il Grifondoro tranquillo.

-Sola?- aveva domandato Pansy scioccata. Non che Malfoy Manor fosse pericolosa e non che Hermione avesse bisogno di una mano, ma era comunque una lunga ricerca da fare in una delle biblioteche più grandi del Regno Unito e non sarebbe stato male avere compagnia. Poi sì, Hermione aveva fatto pace con i suoi demoni all’interno di quel maniero, però era un posto che conteneva brutti ricordi a discapito dei pochi nuovi belli.

-Sì, siamo già tutti impegnati e Draco può abbassare gli incantesimi di protezione solo per lei, così sarà comunque al sicuro. Vero?- aveva chiesto poi guardando tranquillo il padrone di casa.

-Certo, ma- la frase venne interrotte da Harry prima che potesse concluderla.

-Bene allora siamo organizzati, ci vediamo questa sera qui alle 7 e mezzo. Buon lavoro.- disse congedando tutti.

-Scusa mamma se non ti ho avvisato che dormivo fuori.- aveva sussurrato Hermione quando gli era passata accanto senza aspettare risposta.

-Dra…Malfoy.- lo aveva chiamato appena fuori dalla sala riunioni il ragazzo che stava parlando con Dean dei loro compiti.

-Dimmi.- aveva risposto cortese avvicinandosi a lei.

-Come devo fare con gli incantesimi difensivi?-

-Non preoccuparti, li avevo lasciati abbassati dal matrimonio per gli altri e per te.- aveva detto semplicemente, senza pensare alla festa scatenata all’interno della ragazza di fronte a lui.

-Oh, va bene, allora vado.-

-Se riusciamo a sbrigarci passo, la biblioteca può essere alquanto disorientante.-

-Me la saprò cavare.-

-Non l’ho mai messo in dubbio.- avevano sorriso entrambi.

-Ok allora ti aspetto, ci conto.-

-Certo.- e mentre lei stava per smaterializzarsi la fermò -Granger.-

-Sì?- aveva chiesto lei.

-Puoi chiamarmi Draco, lo adoro detto da te.- aveva ammesso per poi tornare da Dean ed incamminarsi.

Ed ora eccola lì, di fronte al Manor che incombeva in tutta la sua bellezza di fronte a lei.

 

 

Quando Alexis entrò in una delle stante per interrogatorio del Ministero trovò già Gabrielle seduta in sua attesa.

-Buongiorno.- disse semplicemente chiudendo la porta alle sue spalle ed avvicinandosi.

-Buongiorno.- rispose in inglese sei però con un accento francese ovviamente molto marcato.

-Sono Alexis, un Auror inglese.- si presentò.

-Io sono Gabrielle, un Auror francese, ma se siamo qui questo dovrebbe già saperlo.- scherzò lei, torturandosi le mani in un gesto che Pansy, dall’altro lato di un vetro oscurato, notò come modo per sfogare l’ansia. Essere per la prima volta dal lato sbagliato doveva essere emotivamente stancante.

-Allora arriverò diretta al punto con lei.- disse Alexis marcando inconsciamente l’accento tedesco -Cosa mi può dire riguardo suo padre?-

Tutto quella mattina in sala riunioni avevano deciso che sarebbe stato inutile trattare la ragazza come un qualsiasi indiziato, dopotutto anche Gabrielle teneva interrogatori, sapeva come funzionava, perciò non aveva senso usare su di lei trucchetti che lei stessa metteva in atto.

-Mio padre?- domandò lei inarcando le sopracciglia -Cos’ha fatto?-

-Io le ho fatto una domanda alla quale deve rispondere.- constatò la tedesca autoritaria.

-Penso di sapere quello che già sapete voi. Mio padre è un povero arricchito e sinceramente non so come si sia arricchito.- una pausa prima di notare che la ragazza di fronte a lei non era in procinto di parlare -Non abbiamo mai avuto un buon rapporto, fino a qualche anno fa non lo avevamo proprio veramente. Non ha mai fatto niente per farsi volere bene.- ammise alzando le spalle per alleggerire la pesantezza delle sue affermazioni.

-Sa se frequenta qualche donna? Amicizie forti?-

-Nessuna donna che io sappia. Per quando riguarda le amicizie è molto richiesto ai vari Gala e tutti questi eventi mondani, ma penso venga invitato più che altro per qualche donazione che fa più che per la sua persona.-

-Sa dove abita?-

-Qui ha un appartamento nella parte babbana della città, vicino i quartieri latini, però non so quale sia il suo domicilio effettivo in Inghilterra.- disse mentre scriveva su un foglio l’indirizzo dell’appartamento.

-L’ultima volta che lo ha sentito?-

-Mi aveva chiamato il 15 sera per prenderci un caffè a Londra visto che sapeva fossi lì per il matrimonio di Daphne Greengrass, mi è sembrato strano questo suo slancio di affetto e normalità ad essere sincera.- disse riflettendoci su -Comunque dovevamo vederci il giorno dopo del matrimonio ma non si è presentato ed io sono tornata qui.- terminò leggera.

-Quindi il 17?- domandò quasi indifferente Alexis, ma Pansy sapeva cosa le passasse per la testa. Il 17 era il giorno in cui avevano trovato il corpo di Antoine in quell’Hotel.

-Sì, il matrimonio è stato il 16, quindi sì.- annuì la francese.

-Non ha la più pallida idea del perché non si è presentato?-

-No, non l’ho richiamato.- ammise tranquilla -Però il giorno dopo mi ha mandato una messaggio via gufo per scusarsi.- e con un colpo di bacchetta materializzò il biglietto di fronte ad Alexis che lo afferrò.

-“Scusa per ieri, ho avuto un inconveniente. Peter”- lesse -Non si è firmato neanche “Papà”?-

- Come ho già detto non abbiamo quel tipo di rapporto padre/figlia.- disse facendo spallucce.

-Ok, questo lo tengo.- disse sventolando leggermente il biglietto -Qui abbiamo finito, ma rimanga reperibile nel caso ci servissero altre informazioni.-

-Certamente, buona giornata.- salutò Gabrielle uscendo. Appena la porta si chiuse Alexis guardò il vetro dietro il quale stava Pansy, il fatto che avesse saltato un appuntamento con la figlia proprio il giorno dell’omicidio non era una cosa positiva.

 

 

Malfoy aveva detto che la biblioteca poteva essere disorientante, ma per lei lo era tutto il Manor. Dopo qualche minuto era entrata e si era trovata nell’enorme ingresso che poteva essere grande quanto un solo piano di Grimmould Place. Non sapeva se prendere le scale per il piano superiore o se imboccare uno dei corridoi, dopotutto non ricordava quel posto per le letture rilassanti!

Sobbalzò quando sentì un “puff” e comparve davanti a lei un elfo domestico vestito con un buffo vestito da maggiordomo bianco e nero.

-Buongiorno signorina Granger.- squittì l’esserino sbattendo le palpebre.

-Ciao.- disse in difficoltà Hermione -tu sei..?- non ricordava di aver visto elfi domestici al matrimonio.

-Blinky signorina, oggi Blinky è qui per servirla. Padron Draco mi ha detto che sarebbe arrivata.-

-Ah.- fu l’unico suonò che uscì dalla bocca della riccia.

-Cosa può fare Blinky per lei?- domandò con la sua vocetta.

-Mi servirebbe la biblioteca Blinky per favore.-

-Signorina Granger segue Blinky. Blinky porta la signorina in biblioteca.- disse quasi canticchiando salendo la rampa di scale in marmo che troneggiava all’ingresso.

 

Appena entrata nella biblioteca si era sentita come Belle de “La bella e la Bestia”. Quella biblioteca era una cosa spettacolare, elegante e fornitissima allo stesso tempo. Non sapeva quantificare quanti libri potevano esserci, ma la stanza oltre ed essere lunghissima si diramava in una decina di corridoi, tutti pieni di scaffali colmi di tomi più o meno antichi.

-Ora Blinky lascia sola la signorina, per qualsiasi cosa basta chiamare Blinky.- disse smaterializzandosi e deconcentrando Hermione dalla sua analisi della camera.

Iniziò ad avanzare per la stanza, studiando le scritte all’inizio degli scaffali che distinguevano i generi dei vari libri che contenevano.

Quando trovò uno corridoio con la targa che diceva “Armi antiche” svoltò ed iniziò la sua ricerca.

Dopo quasi mezz’ora era tornata ad uno dei lunghi tavoli in legno che si trovavano vicino l’entrata della biblioteca con in mano sei tomi dall’aspetto molto antico e prezioso ed altre due pile di libri che levitavano al suo fianco seguendola.

Si immerse così tanto nella lettura che non si rese conto nemmeno di quando il grande orologio sopra il camino in pietra scoccò a mezzogiorno, così presa dalle informazioni che stava leggendo.

-Blinky ha portato il pranzo alla signorina Granger.- per la seconda volta l’elfo fece perdere alla riccia dieci anni di vita. Non era abituata agli elfi domestici perciò sobbalzava sempre, perché la sua mente non era preparata a quei servigi, anche quando avevano avuto a che fare con Dobby e Kreacher le era capitato.

-Blinky grazie, non dovevi disturbarti.- disse Hermione guardando con gli occhi a cuoricino il vassoio stracolmo di roba che le aveva servito l’elfo.

-Dovere di Blinky signorina. Padron Draco ha ordinato di portare il pranzo alla signorina all’una e di cucinare le cose che il padrone aveva ordinato.- spiegò veloce ed impacciato l’elfo.

-Ok grazie Blinky, puoi andare.- lo congedò Hermione, sorridendo; Malfoy aveva ordinato a Blinky di cucinarle i piatti che più le erano piaciuti la sera del loro appuntamento al San Carlo Cicchetti, compresa una fetta di tiramisù.

Mangiò tutto velocemente e si rimise a lavoro. Durante la mattinata aveva sfogliato molti tomi ma nessuno parlava nello specifico del loro pugnale.

 

Come deciso si trovarono alle sette e mezzo nella sala riunioni del Quartiere Generale Auror.

-Dov’è Hermione?- domandò Harry dopo che tutti ebbero preso posto e la sedia della riccia risultò essere vuota.

-Blinky mi ha detto che è ancora sui libri.- disse Draco -Quando ho ospiti in casa voglio che si sentano a casa Potter, perciò ho detto a Blinky di tenerla d’occhio e di fare qualsiasi cosa le servisse.- spiegò dopo aver visto lo sguardo ammiccante del suo capo.

-Okok non innervosirti.- disse ridacchiando -Bene, allora lasciamola lavorare, al massimo ci raggiungerà più tardi.-

-Allora cosa abbiamo?- domandò il biondo cercando di distogliere l’attenzione della discussione su qualsiasi cosa non fosse lui.

-Noi siamo andate a Parigi.- disse Alexis venendo in aiuto al biondo -Charlotte non vede da molto il padre, ci ha dato un indirizzo di un appartamento di proprietà a Parigi che però non dovrebbe essere la sua casa principale e ci ha detto che si sarebbero dovuti vedere nel tardi pomeriggio del 17.-

-La sera dell’omicidio.- aggiunse Pansy seria.

-Però lui non si è presentato e le ha mandato il giorno dopo questo biglietto di scuse.- continuò la tedesca facendo svolazzare il bigliettino di fronte agli altri.

-Come vi è sembrata?-

-Ad entrambe puramente onesta.- affermò Alexis per entrambe, accompagnata da Pansy che annuì sicura.

-Bene, allora Dean, domani ti occuperai di prendere delle possibili impronte dal biglietto e vedi se magari si trova qualche residuo strano.-

-Perfetto Harry.- rispose il Grifondoro imbustando la prova.

 

Da dopo pranzo si era così immersa nello studio di quei tomi da non notare nemmeno il sole calare e le torce della biblioteca accendersi per compensare all’oscurità della sera. Stava iniziando a perdere la pazienza, aveva sfogliato almeno una cinquantina di tomi, alcuni con le pagine così sottili da sfogliarli con la magia per paura di non sapere calibrare la forza con le mani, altri così impolverati da farle colare il naso. Quando ormai aveva perso la pazienza aveva aggiunto l’ultimo libro letto alla pila di tutti i tomi scartati, ormai ne rimanevano solo 3 da leggere.

Afferrò con gli occhi ormai asciutti e sfiniti “Folletti e forgiatura bellica” e iniziò a studiarne le pagine. Era un libro che ad occhio e croce doveva essere stato rilegato almeno cinque secoli prima di quel moment, con spesse pagine ingiallite e copertina in cuoio consumato.

Si aggiustò una ciocca sfuggita alla crocchia improvvisata con una matita che aveva fatto e le venne da piangere e ridere allo stesso momento quando vide un’illustrazione che rappresentava il loro pugnale e che la pagina dove troneggiava il titolo “La morte brillante” fosse la 394! Chiuse gli occhi e sospirò, sembrava quasi che Piton li accompagnasse anche ora dopo anni dalla sua morte.

 Si ridestò dal flusso di coscienza che aveva come protagonista il loro ex professore e prese un foglio sul quale appuntare tutte le informazioni che potevano tornare utili all’indagine. Il pugnale ricopriva 3 pagine di quel libro, non era molto ma potevano partire da qualcosa almeno.

Appena finì di scrivere sentì un “puff” dietro di sé.

-Blinky ho finito, poso questi e vado alla riunione con gli altri.- disse mentre metteva in ordine le pile di libri che aveva accatastato.

-Peccato che siano le nove e la riunione sia già terminata.- disse sensuale la voce di Draco Malfoy vicino la sua nuca per poi posarvi un bacio, mentre poggiava i due palmi delle mani sui braccioli della sedia che aveva ospitato la ragazza per tutta la giornata.

-Come le nove?- disse Hermione dopo aver placato i brividi che quella piacevole quanto inaspettata visita le aveva recato.

-Non ti sei neanche resa conto di che ora fosse? Abbiamo deciso di farti continuare senza disturbare, ma non pensavo fossi uscita completamente dalla dimensione temporale.- ridacchiò lui con la bocca ancora vicinissima alla sua nuca.

-Non me ne sono proprio resa conto.- rispose lei sovrappensiero.

-Hai trovato qualcosa?- domandò il biondo posando le mani sulle spalle della ragazza per iniziare a massaggiarle, poteva sentire quanto la ragazza fosse tesa dopo un’intera giornata china sui libri. Un sospiro di Hermione confermo la sua tesi.

-Sì, su questo.- disse Hermione tamburellando l’indice sul libro che aveva appena chiuso -Ho trovato un bel po’ di informazioni, pensavo di parlarvene alla riunione.- riprese imbronciata.

-Non preoccuparti, domani potrai pavoneggiarti con tutti.- scherzò lui continuando a massaggiarle le spalle.

-Grazie, era da un po’ che non passavo così tanto tempo seduta a leggere… ed il mio collo ne risente.- sospirò Hermione -Vuoi che ti legga cosa ho trovato?- squittì come una bimba orgogliosa del suo lavoro.

-Prima ceniamo però Granger- disse prendendole una mano per farla alzare.

-Ma devo posare questi.- si oppose lei indicando le pile di libri.

-Se ne occuperà Blinky.- e, prima che Hermione potesse protestare, la tirò a se per baciarla -Non lamentarti Granger, è un elfo libero come avrai notato dalla sua divisa, si diverte a tenere cura del Manor, non vorrai farlo stare male togliendogli lavoro?- soffiò a pochi millimetri dalla sua bocca per poi ribaciarla.

-Sei perfido.- disse lei mordicchiandogli il labbro -andiamo a mangiare allora-

 

Se qualcuno le avesse detto che Draco Malfoy fosse un buon cuoco si sarebbe messa a ridere a crepapelle, dopotutto perché il bimbo viziato che conosceva doveva abbassarsi a queste mansioni da servitù? Invece il biondo le aveva cucinato una pasta alla carbonara fenomenale.

-Dove hai imparato a cucinare?- domandò mentre toglieva dal tavolo i piatti sporchi e posarli nel lavandino che li lavava da sé. Stavano cenando nella cucina “è più accogliente delle sale da pranzo” aveva detto il biondo e lei non aveva potuto che confermare.

-Mi è sempre piaciuto, fin da bambino mi incuriosiva.- disse lui mentre stava tagliando delle fragole per abbozzare una piccola macedonia -Mia madre se la cavava, ma la pasticceria era il suo vero campo, invece a me è sempre piaciuto cucinare portate e Blinky mi ha insegnato le basi. Poi ho seguito anche un corso in America e sono andato diverse estati da Blaise in Italia e la madre è una maestra fenomenale.- terminò portandole una piccola coppa con dentro le fragole.

-Chi lo avrebbe mai detto, Draco Malfoy a cucinare come un qualsiasi proletario.- scherzò lei.

-Ti sto facendo ricredere su molte cose in quest’ultimo periodo.- disse lui sicuro di sé.

-Hai ragione.- e subito sentì l’atmosfera nella stanza farsi più intensa, più afrodisiaca -Allora mi racconti della riunione?- cercò di virare quelle sensazioni, il suo stakanovismo la obbligava ad informarsi.

-Io, Potter e Thomas siamo stati impegnatissimi a cercare informazioni su questo benedetto Stuart, ma nessuno sembra conoscere il suo indirizzo di residenza e sembra non avere nessun lavoro col Ministero.- quasi sorrise quando vide la concentrazione della riccia tutta su quelle informazioni che le stava descrivendo -Per quanto riguarda lo scambio niente di niente, il nostro Ministero non aveva dato il lasciapassare per niente di ciò, perciò abbiamo un buon contraffattore.- disse con nota acida -l’incantesimo che avevo visto su quell’accordo di scambio è un Obscurum Incendio, parlandone ieri con Theo mi ha ricordato che lo avevamo anche studiato quando ci volevano addestrare per la Grande Guerra, perciò un qualsiasi Purosangue potrebbe averlo fatto.- terminò riflessivo.

-E per quanto riguarda Stuart?- domandò lei posando anche le coppe vuote nel lavandino e poggiandosi al bancone.

-Abbiamo un indirizzo di una seconda casa a Parigi ed un biglietto che Thomas deve studiare per trovare tracce ed impronte. Alexis ha interrogato la vostra collega ma sembra sinceramente non legata col padre, fai conto che dovevano incontrarsi il 17, il padre le ha dato buca e lei non si è minimamente preoccupata.- disse facendo spallucce.

-Potresti chiamarla per nome dopo che te la sei portata a letto.- disse acida Hermione squadrandolo.

-Davvero di tutto quello che ho detto ti stai concentrando su quello?- domandò lui stralunato -Sei impossibile Granger.- disse ridacchiando ed alzandosi.

-Non sono impossibile.- rispose lei acuta mentre lui le si avvicinava.

-Hai ragione, non sei impossibile.- disse posando le mani sul bancone bloccandole il passaggio e portando i loro volti alla stessa altezza -Sei semplicemente gelosa.- sputò orgoglioso.

-Non sono gelosa Malfoy.- disse lei spintonando per farlo spostare senza alcun risultato.

-Siamo tornati al Malfoy?- domandò lui alzando il sopracciglio destro -Come mai?- scherzò.

-Perché sei uno stronzo.- borbottò lei incrociando le braccia al petto.

-E’ vero.- disse lui avvicinandosi ulteriormente -Come è vero che tu sei gelosa.- e, prima che lei potesse contestare, si fiondò sulle labbra di lei.

Le aveva cucinato un bel piatto di pasta, avevano chiacchierato e parlato di lavoro, per lui era arrivato il momento di dedicarsi a loro adesso… ed anche per lei.

-Non lo sono.- sospirò continuando a baciarlo e portandogli le mani tra i capelli per avvicinarlo ulteriormente a lei.

-Lo sei.- disse lui tra un bacio e l’altro -come lo sono io dopotutto.- ammise afferrandole i fianchi per farla salire a sedere sul bancone della cucina. Ad Hermione quella sua affermazione dovette andarle bene, perché non si oppose e non disse niente, anzi iniziò ad esplorare la sua schiena con una mano.

Mordicchiò il labbro inferiore del biondo e lui non riuscì a non farsi sfuggire un gemito.

-Granger se vuoi fermarti dimmelo ora.- disse lui deglutendo, per paura di un rifiuto, ma pure sempre rispettoso nei suoi confronti.

-Taci.- disse lei semplicemente riprendendo a baciarlo come conferma che anche lei voleva quello che stava per succedere. Nell’ultimo di lucidità il biondo li fece smaterializzare in una camera da letto che la riccia era troppo distratta da altro per studiare. Dovette sostenerla afferrandole i fianchi per non farla cadere, non aveva previsto una smaterializzazione, quindi l’aveva trovata impreparata. Sfruttò l’occasione per premerla su di sé, per far aderire i loro corpi e la ragazza sobbalzò a sentire l’eccitazione di lui premere su di lei già pronta. Si sentì potente ed amata.

-Senti che mi fai Granger?- domandò lui col fiatone dovuto all’eccitazione -Solo con te.- e quella frase basto alla ragazza per riprendere a baciarlo ed iniziare a sbottonargli la camicia che indossava.

Il biondo le mise una mano tra i capelli e la avvicinò ulteriormente a sé, mentre con l’altra mano le accarezzava leggermente il collo, causandole brividi. Staccò le mani da lei solo per fare cadere a terra la camicia e, mentre ciò avveniva, Hermione lo guardava negli occhi con uno sguardo che avrebbe ricordato per tutta la sua vita, pieno di sensualità, eccitazione ma anche sentimento ed emozione, mentre faceva uscire il bottone dei suoi pantaloni a palazzo che, appena aperti, calarono giù soli, senza alcun tipo di aiuto. La ragazza scalciò le scarpe ed i pantaloni in un solo colpo, con foga, per poi riprendere il baco da dove lo avevano lasciato.

Quello fu il turno del biondo di sbottonarle la camicia, mentre le sue mani piccole e curiose esploravano il suo petto con le unghie, facendo guizzare i muscoli sotto il loro tocco. Quando anche quell’indumento andò a fare compagnia agli altri ai loro piedi si prese un attimo per guardare la ragazza che aveva di fronte. Hermione lo guardava con addosso un completo verde smeraldo che accentuava le sue forme e si maledisse per non avere notare prima che creatura fantastica fosse.

-Sei bellissima.- disse in un sussurrò afferrandola nuovamente per i fianchi e lei, in un gesto puramente passionale, saltò per allacciargli le gambe alla vita.

-Sciogliamo questi.- disse lui tirando la matita dalla crocchia e così i suoi capelli potevano ricaderle sulla schiena in un modo che la rendeva ancora più selvaggia ed affascinante.

Il biondo fece un paio di passi per stenderla poi sulle lenzuola in seta verde del letto, gustandosi anche l’abbinamento fenomenale con l’intimo ed il contrasto con la pelle di porcellana di Hermione. Dopo questo attimo si fiondò nuovamente ad unire le loro labbra, mentre la ragazza in un gesto pieno di urgenza gli slacciava la cintura e sbottonava i pantaloni.

-Hai fretta Granger?- ridacchiò lui mentre con le labbra scendeva a torturarle il collo.

-Sei… oh- bloccò tutte le repliche della riccia facendo scivolare una mano sotto una coppa del reggiseno per stuzzicarle il capezzolo che reattivo si rizzò al tocco. Hermione dovette trovare il reggiseno un indumento ormai superfluo e, consapevole che il biondo voleva farla impazzire, decise di sbottonarlo da sola e farlo volare nella penombra della camera. Draco dopo aver notato il gesto rise sulla pelle del suo collo, per poi scendere a raggiungere l’altro capezzolo che saliva e scendeva a ritmo col respiro affannato di lei che stropicciava le lenzuola con le mani per provare a domare l’eccitazione.

In un attimo di lucidità il biondo pensò che avrebbe potuto vivere tutta la vita sentendo la musica che i sospiri e i gemiti della ragazza componevano.

Si lasciò scappare anche lui un gemito, più forte di quanto avrebbe voluto, quando Hermione infilò una delle sue piccole e delicate mani dentro i suoi boxer ed iniziò a masturbarlo per poi strattonargli leggermente i capelli con la mano libera per riprendere a baciarlo a con passione.

Voleva fare le cose piano, farla arrivare al culmine in modo lento e passionale, ma ora anche lui sentiva l’urgenza che aveva visto nei gesti della riccia che lo stava portando quasi al limite. Fu così che le prese entrambe le mani per portargliele sulla testa. Si alzò un attimo giusto per sfilarsi i pantaloni ed i boxer, lasciando libero il suo pene svettante e notando lo sguardo di Hermione accendersi a quella vista. Ricordò in un attimo di maturità di sussurrare l’incantesimo anticoncezionale.

Ritornò su di lei che alzò il bacino per invitarlo a toglierle le mutandine, invito colto subito. Ritornò a baciarla mentre sfregava le loro intimità nude e crude con lei che si inarcava in protesta a quella dolce tortura.

-Draco ti prego.- sospirando quando anche una mano del biondo era scesa a lasciare carezze lascive in prossimità della sua femminilità. Sentendo quelle parole, quel richiamo pieno di passione entrò in lei con una spinta decisa, trovandola già pronta ad accoglierlo.

La bocca di Hermione andò a formare una O mentre lui aveva ripreso a torturarle i seni con le mani e la bocca. Si sentì uomo quando, dopo l’ennesima spinta dolorosamente appagante quanto lenta, lei conficcò le unghie sulla sua schiena, come ad invitarlo ad aumentare il ritmo, a volere di più.

Anche questo invito venne colto subito e senza remore e, sostenendosi con una mano piantata nel materasso, aumentò il ritmo, godendosi le mille sfumature che il volto della ragazza assumeva, orgoglioso di esserne lui la causa.

Una mano di Hermione scese a stringergli una natica e, come se fosse possibile, a spingerlo ad entrare ancora di più in lei, mentre con l’altra continuava a sostenersi alla sua schiena.

Ogni spinta era un gemito di lui e di lei con Hermione che aveva riallacciato le gambe al suo bacino per avvicinarlo a se.

-Così. Sì.- disse lei con voce acuta, vicina al suo limite, mentre Draco aumentava il ritmo trattenendosi per assicurarsi che anche lei avesse raggiungesse il suo apice prima che si lasciasse andare.

Quando sentì Hermione contrarsi intorno a lui e rilasciare un urletto acuto e trattenuto, forse per non dargli la soddisfazione di fargli sapere che le aveva causato l’orgasmo più intenso della sua vita, anche lui venne, per poi crollarle addosso, cercando di non pesarle.

Dopo aver ripreso un ritmo di respiro regolare Hermione iniziò ad accarezzargli i capelli e lui uscì da lei per stendersi accanto.

-Wow.- dissero entrambi guardando il soffitto. Poi si guardarono e risero.

-Vieni qui.- disse aprendo leggermente le braccia. Lei non se lo fece ripetere due volte si intrufolò in quell’abbraccio, posando una mano sul petto di lui.

Dopo qualche secondo entrambi caddero in un sonno profondo ed appagato.

 

 

Angolo autrice:

MI SCUSO TERRIBILMENTE PER IL RITARDO. Scusatemi davvero, ma questo mese è stato un mese brutto sia a livello universitario che di salute. Ho avuto paurissima di aver contratto il COVID-19 ma per fortuna non è stato così ma è stata solo una brutta influenza. Gli esami sono stati pesantissimi e, ad uno dalla laurea, sono stata bocciata ahahahahahahh ora ci rido su ma è stato un colpo pesante, perciò non sono stata così ispirata da poter scrivere un capitolo e non ne ho avuto neanche il tempo… spero possiate perdonarmi!

Allora, tornando al capitolo: dopo uno strano risveglio le indagini vanno avanti. Ho due possibili vie per quanto riguarda il colpevole, ma devo ancora scegliere quale seguire! Pansy è rimasta appagatissima dalla notte di passione con Harry e, finalmente, anche i nostri protagonisti sono riusciti (da sobri e senza nessuna interruzione) ad amarsi a 360 gradi! Ditemi che ne pensate, mi aspetto recensioni ed opinioni su questo capitolo tanto atteso!

Ringrazio tutti voi che mi supportate e sopportate i miei ritardi! Ora sto bene e dovrei riuscire a pubblicare un capitolo a settimana! Ma mai dire mai ahahahahhhahahah

Ringrazio anche voi che seguite, ricordate, preferite e recensite la mia storia, spero che stia continuando a piacervi ed appassionarvi!

Attendo il vostro feedback su questo capitolo… un abbraccio!

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Capitolo 15
*** Sorprese ***


Draco Malfoy si svegliò solleticato da qualcosa. Spalancò gli occhi ma fu come non aprirli affatto, la camera in cui si trovava era avvolta dall’oscurità. Toccò il suo braccio sinistro, dove aveva sentito il prurito, e le sue dita incontrarono una ciocca di capelli. Con un incantesimo non verbale fece accendere una lampada ad olio che era sulla scrivania, in modo tale da non svegliare la ragazza che era con lui. Quando il piccolo lumino illuminò parzialmente la stanza, lasciandola comunque in una profonda penombra, gli occhi del biondo trovarono subito la figura di Hermione alla sua sinistra, che dormiva vicino a lui ma non abbastanza da toccarlo, con una mano sotto al volto e l’altra sull’addome di Draco che, ormai completamente sveglio, iniziò a sentire il peso leggero braccio della ragazza su di sè al di sotto del lenzuolo e dal piumino che aveva usato per coprirli appena si erano accoccolati per dormire.

Girò il volto verso il comodino alla sua destra e la sveglia segnava le 7 meno cinque. Potter aveva detto di vedersi alle 8 e mezzo, quindi avevano ancora un po’ di tempo e, mettendosi di lato verso la Granger, gli sembrò un peccato svegliarla. Sembrava quasi una bimba, così rilassata e calma. Sorrise pensando alla notte passata, alla fiamma che era stata lei, a come era stata timida e pretenziosa allo stesso tempo. Si ritenne fortunato ad averla incontrata di nuovo, con un altro punto di vista avendola così capita a pieno ed apprezzata al massimo. Chi lo avrebbe mai detto che un giorno si sarebbe trovato non solo a fare questi pensieri su una donna e che quella donna sarebbe stata Hermione Granger?

Non era mai stato cinico come mostrava agli altri e questo Blaise lo sapeva bene, ma con la Granger veniva quasi difficile fingere. Era eccitante, non per il suo corpo e per la sua arte amatoria che la notte precedente aveva visto essere fenomenale, ma lo era in quanto l’unica capace di incuriosirlo e farlo innervosire di interesse invece che scaturirgli una sorta di apatia.

Hermione bofonchiò qualcosa nel sonno e lui non resistette a giocare con l’ennesima ciocca ribelle dei suoi capelli ghignando. Quel piccolo contatto dovette comunque darle fastidio perché si mosse ed iniziò a borbottare in protesta.

-Buongiorno Granger.- sussurrò per testare che lo fosse effettivamente, per accarezzarle leggermente la clavicola.

-Lasciami dormire.- fu la risposta impastata di lei che si girò a pancia in giù col volto in direzione opposta alla sua.

Il ragazzino egocentrico e viziato che era in lui si risvegliò e non riuscì ad accettare questa indifferenza. Iniziò a baciarle la nuca, ottenendo altri versi di protesta, per poi continuare a scendere. All’altezza delle fossette di Venere le proteste cessarono, quasi come se fosse in attesa della prossima mossa. Probabilmente Hermione era convinta, abituata a tutti gli amanti mediocri avuti fino a quel momento, che Draco si sarebbe rassegnato a non avere la sua attenzione, invece lui scese ulteriormente, facendo volare via il lenzuolo in un colpo e mordicchiandole le natiche.

Risalì il percorso appena effettuato in modo così sensuale che Hermione si rese conto della mano di lui sul suo corpo solo quando questa iniziò a stuzzicare la sua intimità, facendole aprire le gambe in riflesso.

I gemiti di lei ora erano di eccitazione e non di protesta, sentiva il suo bacino venire incontro alla sua mano quasi a suggerire un ritmo. Suggerimento che lui colse.

-Fermati.- disse Hermione con una voce così forte e seria che si fermò impaurito. E se quell’intimità le avesse dato fastidio? Ma la sera precedente non era stata così restia… e se si fosse pentita.

-Granger scusami, non volevo infastidirti.- iniziò a dire mentre la ragazza si girava verso di lui.

In un attimo per Hermione fu sopra di lui invece, a testimoniare che tutti i dubbi che aveva fossero infondati.

-Sssh.- disse lei facendo quasi le fusa come una gattina, mentre si posizionava meglio su di lui che decisamente non avrebbe fiatato. Sentiva l’erezione mattutina del ragazzo a contatto col suo sedere, mentre lei si abbassava su di lui per baciarlo ed aderire a lui facendo aderire il suo seno al petto di lui facendolo ulteriormente eccitare. Chinandosi su di lui in quel modo inevitabilmente faceva sfregare il suo sedere al suo pene e il ragazzo le mise le mani sui fianchi per cercare fermare quella dolce tortura.

Hermione, in un momento di maggiore sicurezza, gli afferrò i polsi per piantarli sul materasso, quasi come ordine a non toccarla, a farla comandare. Fece pressione per alzarsi e fare in modo che l’eccitazione del biondo potesse riempirla calandovisi. Sospirò nel sentire nuovamente quella sensazione di pienezza e, dopo un attimo in cui cercò di placare tutti i brividi, iniziò a muoversi su e giù lentamente.

Sapeva che quel ritmo lo stava facendo impazzire almeno 100 volte in più di quanto stava facendo con lei, che voleva sicuramente un ritmo più selvaggio, ma voleva rendergli per un po’ quello che aveva fatto la notte prima. Sorrise in modo sadico e vittorioso quando senti il ragazzo alzare i fianchi per venirle incontro e dirle che non era abbastanza e, dopo aver deciso che fosse abbastanza per entrambi quell’agonia, lasciò libere le mani del biondo ed aumentò il ritmo iniziando ad affannare.

I gemiti veri vennero quando il biondo le afferrò il braccio per aiutarla ad affondare maggiormente. Stavano mantenendo quel ritmo quando Draco portò una mano a torturarle il capezzolo destro e lì lei gemette in modo rumoroso e selvaggio, non riuscendo a trattenersi e, con un altro paio di spinte entrambi raggiunsero l’apice in contemporanea e lei si accasciò su di lui.

-Buongiorno Malfoy.- disse lei finalmente.

-Se non è buongiorno questo.- ironizzò lui facendola ridere.

 

Aveva lasciato Malfoy Manor smaterializzandosi di fronte a Grimmould Place. Draco le aveva detto di aspettarlo così da poterla accompagnare, ma lei aveva insistito che avrebbero fatto tardi così, dopo una veloce colazione eccola lì.

Entrò con la copia delle chiavi che le aveva lasciato Harry, senza nemmeno tentare di fare poco rumore, dopotutto sicuramente erano già svegli, ed infatti li trovò oltre l’uscio della porta spalancata della cucina intenti a fare colazione.

-Buongiorno.- la saluto raggiante Pansy che era intenta a spalmare della marmellata su una fetta di pane tostato.

-Buongiorno.- disse tranquilla lei poggiandosi allo stipite della porta, notando come la sua stessa voce fosse rilassata e calma… soddisfatta.

-Qualcuno è di buonumore stamattina.- scherzò Harry versandosi del caffè.

-Draco non delude mai.- gli diede corda Pansy.

-Le ha disteso i nervi.- continuò il suo amico di sempre.

-Dopotutto non potete essere gli unici a “distendere i nervi”- disse mimando le virgolette con le mani -oppure dovrei dire “scopare”?- terminò ghignando, sapendo che il modo migliore di rivoltare il discorso era l’attacco.

-Hermione!- esclamò Harry iniziando ad arrossire, mostrando quel suo lato ingenuo e candido che non era mai andato via veramente.

-Vado a prepararmi.- disse facendo per salire.

-Rimani qui stanotte?- domandò Pansy prima che prendesse la sua strada verso la camera.

-Non lo so mamma, in caso voglio rimanere fuori chiederò prima a te e papà- scherzò indicando Harry col mento -Non preoccuparti.- e salì.

Arrivò in camera poggiando la borsa a terra e notando che il letto della sua compagna di stanza fosse intatto con uno sguardo malizioso; dopotutto la sua assenza non doveva essere pesata troppo!

Quando voltò lo sguardo sul suo letto rimane confusa, poiché un pacco regalo era adagiato sulle coperte. Era una scatola di medio/grandi dimensioni blu scuro lasciata chiusa da un nastro che terminava in un grande fiocco argentato.

-Te lo ha mandato Draco ieri nella tarda mattinata.- disse Pansy che l’aveva raggiunta per prendere la sua borsa -Penso non avesse valutato che avreste passato la notte insieme- continuò maliziosa -Ti aspettiamo di sotto.- terminò uscendo dalla stanza.

Hermione avanzò verso il letto e, senza pensarsi un attimo sciolse il fiocco ed aprì la scatola. Qualsiasi cosa ci fosse all’interno era avvolto da strati di carta velina grigia, però di sopra vi era adagiato un bigliettino.

“Non posso avvalermi del diritto di dire di conoscerti come le mie tasche, ma se ricordo ancora qualcosa di te da quel che ho potuto osservare ad Hogwarts penso che una parte del regalo ti piacerà sicuramente, la seconda è un azzardo per farti capire che una Serpe non ha paura di osare.

Buon Compleanno

-Draco”

Sorrise sola come una scema, consapevole che chiunque l’avesse vista così, con un bigliettino premuto al petto ed un sorriso ebete stampato in viso, avrebbe sicuramente pensato che avesse preso un forte colpo in testa o che avesse fatto uso di qualche sostanza stupefacente. Con un colpo di bacchetta fece andare il biglietto in una tasca del suo portafogli, pensava che non se ne sarebbe separata facilmente.

Iniziò a scartare la carta velina come una bimba la mattina di Natale e quando vide la prima parte di regalo si portò la mano destra a coprire la bocca stupita, mentre con la sinistra afferrava il dono per accettarsi che quello che aveva immaginato fosse rispecchiasse effettivamente la realtà.

Prima che le cedesse il polso usò anche l’altra mano, ed ora si trovava con entrambe le mani a reggere una prima edizione originale di “Storia di Hogwarts” in condizioni così buone da sembrare una stampa dei loro anni, mentre invece anche sul dorso in cuoio veniva specificato che fosse stato stampato secoli prima.

Come faceva a sapere quanto tenesse a quel libro? Che ricordasse le varie volte in cui lo avesse citato magari anche irritandolo? Che avesse letto nei vari articoli sulla Guerra Magica che se lo fosse portata dietro anche durante la ricerca degli Horcrux perché si sarebbe sentita persa senza? Lo avrebbe riempito di domande al momento opportuno.

Scavò nella scatola alla ricerca del secondo regalo e trovò un cofanetto in velluto verde scuro. Aprì e rimase scioccata nel vedere una collana in oro bianco elegante che terminava in una ramificazione che conteneva un grande diamante a goccia. Lo sfiorò con l’indice e sentì subito il potere della forgiatura dei folletti. Quasi rise pensando a come Draco Malfoy non potesse fare un regalo “semplice” come una prima copia di un tomo da centinaia di sterline, aggiungendo un regalo altrettanto caro in pieno stile Malfoy.

Si sentì leggermente in difetto con quei regali così costosi, nonostante fosse fatti col cuore, perciò si ripromise di farsi valere a Natale e/o al compleanno del biondo che ricordava essere a giugno. Si sentì scema, erano stati insieme per la prima notte e già garantiva che durassero non solo fino a Natale, ma anche fino a giugno dell’anno seguente!

Guardò l’orologio, doveva sbrigarsi, perciò posò i regali sulla scrivania ed andò in bagno per farsi una doccia con quel sorriso ebete ancora stampato in volto.

 

Lei, Harry e Pansy arrivarono al Quartiere Generale alle 8.30 spaccate, infatti trovarono già tutti nella sala riunioni seduti ad attenderli.

-Buongiorno.- disse subito Harry, mentre Pansy ed Hermione prendevano posto tra Dean ed Alexis dove erano rimaste due sedie libere. Appena seduta alzò lo sguardo e incontrò subito quello di Draco che le fece l’occhiolino.

-Cominciamo la nostra riunione.- continuò Harry -Hermione cosa hai trovato riguardo il pugnale?- domandò lui curioso.

-Allora- disse alzandosi e prendendo i fogli che aveva scritto il giorno precedente -dopo aver fatto tanti buchi nell’acqua finalmente ho trovato qualche informazione in un tomo chiamato “Folletti e forgiatura bellica”- spiegò guardando la sua “platea” – oltre a descriverlo e a darne le informazioni che già conoscevamo c’era un’illustrazione decisamente più accurata dello schizzo che avevamo- disse proiettando con la bacchetta l’immagine del libro -Poi in più sappiamo che questo pugnale è unico, non esistono altre copie, fu forgiato dai folletti per un Re Medievale che, ossessionato dal fatto che qualcuno volesse ucciderlo, aveva deciso di difendersi in tutti i modi possibili… compreso il pugnale. Questo pugnale ha la particolarità di funzionare solo se riconosce in chi lo utilizza il proprio padrone, altrimenti è inutile e non apporta alcun tipo di ferita. Il proprietario viene riconosciuto attraverso il dono, quindi il proprietario principale ha donato il pezzo a qualcuno e così via fino ai giorni nostri.- continuò.

-Perciò chiunque abbia ucciso Antoine è il proprietario effettivo del pugnale?- domandò Pansy confusa.

-Proprio così.- confermò Hermione.

-Esiste un modo per capire il percorso che ha fatto nei secoli?- domando Alexis incuriosita come tutti gli altri da questa peculiarità.

-Non propriamente, però il libro teneva traccia degli scambi nell’albero genealogico del Re, per un bel po’ di secoli il pugnale è rimasto alla sua famiglia fino al 1700 dove un suo discendente che prende il nome di “Jeremia Watson” senza alcun tipo di progenie lo ha lasciato alla moglie che si chiamava “Martine Burke”- disse Hermione leggendo i nomi dai suoi appunti.

-Burke come Herbert Burke?- domandò Pansy a Draco.

-Chi è?- domandò Harry facendo scorrere lo sguardo tra i due.

-E’ morto anni e anni prima che noi nascessimo, però è la sua famiglia era proprietaria di Burgin&Burke.- rispose il biondo

-Il negozio di Nocturn Alley?- domandò Harry ricordando quando andò a finire proprio in quel posto al secondo anno per colpa della metropolvere.

-Esatto, è la moglie era Belvina Black… una lontana parente di mia madre.- disse atono.

-Quindi per provare a capire chi sia l’attuale proprietario dobbiamo studiare gli alberi genealogici della famiglia Herbert.- concluse Dean.

-Esatto.- rispose Hermione.

-Dove possiamo trovare l’albero genealogico dei Burke?- chiese Alexis, dando voce ai dubbi di tutti.

-Chi è l’ultimo elemento della famiglia che voi conoscete?- domandò Harry ai due Purosangue al tavolo.

-Quando noi eravamo ad Hogwarts c’era il figlio Herbert Burke Jr a gestire il negozio, ma dovrebbe essere morto ai tempi della Guerra.- disse Pansy.

-Però tutti gli oggetti nel negozio dovrebbe averli il Ministero in qualche archivio.- constatò il biondo -Ricordo che mio padre diceva sempre che Herbert essendo solo praticamente viveva nel negozio, quindi può essere che il suo Libro di Famiglia fosse lì.-

-Libro di Famiglia?- chiese Hermione.

-E’ il libro che contiene tutte le informazioni sulla stirpe, compreso l’albero genealogico.- spiegò Draco -Quindi se questa Martine ha qualche legame di parentela con Herbert dovremmo trovarla.-

-Bene.- disse Harry -Allora Alexis e Dean setacciate gli archivi di confisca del Ministero e vedete se riuscite a trovare qualcosa.- e i due annuirono -Ora cambiamo argomento. Neville ieri sera mi ha fatto arrivare a casa le analisi sulle foglie misteriose ed è uscito che appartengono ad un fiore particolare, molto simile alla lavanda, che si trova anch’esso in Francia, però in Normandia, Bretagna e valle della Loira.-

-Nord della Francia quindi.- completò Hermione.

-Idee di come un fiore francese si trovi in una scena del crimine con un soggetto che abita da mesi in Portogallo e che soggiorna in Inghilterra?- domandò con amara ironia il rampollo di casa Malfoy a tutte le persone nella stanza.

-O la persona che ha incontrato è francese- incalzò Alexis.

-Oppure la persona è stata in Francia poche ora prima del delitto.- proseguì Dean.

-Beh combacerebbe con la teoria che il signor Stuart sia nel nostro quadro.- disse Pansy alzando le spalle.

-Sì, ma non è abbastanza per chiedere alcun tipo di mandato, né di perquisizione né di arresto. Dopotutto un botto di gente oltrepassa la Manica ogni giorno e non possiamo basarci solo su coincidenze.- constatò dispiaciuto Harry.

-Quindi noi altri che facciamo?- domandò Pansy sfregandosi le mani con tanta voglia di fare.

-Tu ed Hermione avete una passaporta per il Portogallo tra un quarto d’ora, troverete già il primo Ministro ad aspettarvi ed indirizzarvi. Voglio che proviate a vedere se c’è sfuggito qualcosa, se qualche suo amico o collega sapesse qualcosa di più di questa faccenda.- rispose serio per poi continuare dopo avere avuto un cenno di conferma da entrambe le ragazze. -Io e Draco invece ci divideremo tra le conferenze stampa dei vari giornali e vedere se possiamo trovare un modo per incontrare questo Stuart, dopotutto la vita mondana del mondo magico non si è fermata.- constatò alzando le sopracciglia.

 

 

Le conferenze stampa non gli erano mai piaciute, perché non solo quasi sempre trattassero attacchi, scomparse e morti, ma anche perché alcuni giornalisti tendevano a sviare per fare domande personali a chiunque tenesse la conferenza e, sapendolo, Harry faceva fare quasi sempre a lui il lavoro sporco, mentre lui stava un paio di passi indietro in silenzio e con le mani conserte… vigliacco!

-Avete un nome di qualche possibile sospettato?- domandò una ragazza minuta che, da come le tremava la mano che reggeva il microfono, doveva essere al primo ingaggio serio oppure doveva avere una cotta per lui… possibili entrambe.

-Non ci è consentito rivelare questo tipo di informazioni, ma stiamo cercando di fare qualsiasi cosa per garantirvi di vivere in un mondo meno sicuro e con meno malviventi in giro.- rispose conciso e sicuro di sé. Altro motivo per cui Potter lo metteva sempre su quel pulpito era anche perché lui, sarà per la sicurezza in se stesso o per la sua educazione Purosangue, sapeva gestire la platea, convincerla e non farsi scalfire da nessuna domanda, neanche di quelle di tipo personale. Ogni volta che gli si chiedeva dell’ennesima tresca lui rispondeva sicuro di sé, non come il moro che all’ultima conferenza divenne rosso come un pomodoro quando gli fu chiesto della separazione con Ginny.

-Si dice che sia possibile che i colpevoli siano ex Mangiamorte in cerca di riscatto e vendetta… è vero?- domandò un signore paffuto che aveva già visto in diverse conferenze.

-Teniamo aperta ogni possibile strada d’indagine, non vogliamo dare niente per scontato ma non vogliamo neanche farci annebbiare dall’ipotesi più facile.- disse, ottenendo come risposta dal suo pubblico un vociferare di assenso e vari cenni col capo.

-Bene se non ci sono altre domande dichiaro finita questa conferenza. Appena avremo informazioni utili e se avremo bisogno dell’aiuto della popolazione ci faremo sentire subito. Buona giornata.- sorrise in modo garbato e scese dal pulpito.

-Complimenti.- gli disse Harry dandogli una pacca sulle spalle mentre uscivano dalla Sala.

-Sempre pronto a salvarti il culo Potter.- ghignò lui.

In pochi minuti furono nell’ufficio di Harry e, non erano seduti neanche da un paio di minuti discutendo i dettagli del caso, che sentirono bussare. Dopo la conferma ad entrare di Harry entrò con l’eco dei tacchi sul pavimento la segretaria, con due caffè fumanti in mano.

-Pensavo vi servisse un po’ di ricarica.- disse consegnando i caffè ai rispettivi ragazzi ed il biondo rimase stupito dal vedere un espresso nel suo bicchiere.

-Grazie Heidi.- cercò di congedarla Harry ed iniziandò a bere il suo caffè.

-Signor Malfoy- disse la ragazza cercando le attenzioni del biondo -Volevo dirle solo che nel caso si senta troppo carico e volesse scaricarsi io sarò in pausa per i prossimo quindici minuti.- continuò con voce sensuale mentre Harry si strozzava con il caffè.

-Sto bene così, grazie.- disse il biondo liquidandola con sguardo freddo e la ragazza non poteva fare altro che uscire.

-Che palla al piede.- disse il biondo alzando lo sguardo al cielo -è tanto che non mi mette un filtro d’amore nel caffè.- e, prendendo coscienza con l’idea, annusò il liquido scuro per accertarsi l’assenza di qualsiasi sostanza estranea.

-Sai cosa potresti fare per liberarti di tutte queste situazioni?- gli chiese Harry.

-Sentiamo Potter.- disse lui poggiandosi allo schienale della poltrona.

-Uscire allo scoperto con Hermione.-

-Da quanto qualcuno si ferma davanti ad un uomo impegnato?- domandò ironico lui.

-Da quando il tuo impegno si chiama Hermione Jane Granger. Chi si metterebbe mai contro l’eroina del Mondo Magico?- scherzò Harry, consapevole del fondo di verità che vi fosse dietro le sue parole scherzose.

-Non posso darti torto in questo- disse Draco soppesando l’ipotesi -comunque sta anche alla tua amica eh.-

-Certo, se sapesse che le ragazze ti propongono sesso anche davanti al loro capo sicuramente non ci penserebbe un attimo scherzò.- e dopo una sana risata entrambi si misero a lavoro.

Avevano una pila di elenchi da studiare. Harry si era fatto mandare dall’ufficio ricevimenti e festa l’elenco di tutte le feste, aste ed eventi simili da quel giorno a 14 giorni a venire. Avrebbero studiato le liste di invitati e avrebbero fatto in modo di farsi inserire. Dopotutto l’uomo non poteva sapere che stessero indagando su di lui, anche perché Gabrielle nel momento in cui era uscita dalla sala interrogatori stava sotto un incantesimo che rivelava se avesse mai parlato a riguardo con qualcuno, perciò potevano avvicinarlo e cercare di carpire informazioni con il presupposto di una chiacchierata ad una festa.

Erano passate ore, compreso un pasto d’asporto consumato alla scrivania mentre erano circondati da nomi di eventi più o meno prestigiosi.

-Trovato!- esclamò Harry -Peter Stuart invitato ad una festa del consolato francese qui a Londra, una raccolta fondi per i Maghi con problemi psichici dopo la Grande Guerra.- disse leggendo il nome dell’evento.

-Perfetto, quand’è?- domandò il biondo curioso.

-Stasera alle 21.- disse Harry.

-Beh non dovrebbe essere un problema ricevere gli inviti, sempre se non ce li hanno già spediti.- constatò il biondo, dopotutto tutti i componenti della task-force di questo caso ricevevano ogni settimana inviti del genere, erano molto richiesti.

-Effettivamente tu sei invitato.- notò Harry raggiante di non dovere pregare nessuno per avere degli inviti ad una festa -Puoi portare una persona con te.- constatò leggendo le direttive dell’elenco.

-Bene, allora rispondo all’invito dicendo che ci sei anche tu.-

-No, non io. Verrà Hermione con te.- e, prima che potesse essere interrotto, continuò -A Peter piace la vita mondana, quindi è probabile che gli piacciano anche le belle donne e sicuramente si intratterrebbe di più a parlare con Hermione che con te… poi così vi do l’occasione per uscire allo scoperto.- ghignò malefico -e lo scoop potrebbe anche evitare che qualcuno pensi che lei sia compresa nelle indagini e spiegherebbe come mai non sia ancora in Francia.- terminò.

-Sai che potrebbe ucciderti lei sì?- gli chiese Draco ormai divertito da tutta la situazione.

-Sì, ma non è detto che debba sapere questo secondo motivo.-

 

La mattinata in Portogallo era volata. Erano state accolte dal Primo Ministro, una donna sulla 40ina dai tratti mediterranei che aveva risposto alle loro domande e le aveva indirizzate anche al luogo dove avrebbero interrogato nuovamente i contatti di Antoine. Non avevano scoperto niente di nuovo, i soggetti si erano pure sottoposti al Veritaserum di loro spontanea volontà sperando di essere utili per il caso.

-Chiunque abbia ucciso Antoine non è tra queste persone.- disse Pansy sgranchendosi le ossa appena finito con l’ultimo individuo della lista.

-Lo penso anche io.- constatò Hermione guardando gli appunti che aveva preso, anche se non contenevano niente che già non sapessero.

-Beh, potremmo chiedere alla signora Santos di farci visionare i fascicoli di e su Antoine.- propose Pansy -Anche perché abbiamo finito prima con gli interrogatori, perciò abbiamo del tempo.-

-Sì hai ragione.- acconsentì Hermione -Però che ne dici se prima pranzassimo? Sto morendo di fame.- disse guardando l’orologio e constatando che fosse orario di pranzo.

-Sì, se ricordo qualcosa dell’ultima volta che sono stata qui a Lisbona dovrebbe esserci una via simil-Diagon Alley qui, penso troveremo qualche posto carino lì.-

 

 Pansy ricordava bene, avevano trovato un bel bistrot dove pranzare e, sazie, si erano dirette nuovamente verso il Ministero. Quando entrarono nell’ufficio la signora Santos le accolse con un sorriso.

-Ragazze mi ha contattato il signore Potter e mi ha detto che per le quattro dovrete tornare in Inghilterra.- disse mentre sorseggiava un liquido ambrato da un bicchiere.

-Le ha detto per caso il motivo?- domandò Hermione dopo essersi scambiata uno sguardo dubbioso e confuso con l’amica.

-No, penso riguardi le vostre indagini.- rispose lei alzando le spalle.

-Va bene, ma visto che abbiamo ancora un’ora e mezzo potremmo per caso visionare tutto ciò che avete su Antoine?- chiese Pansy dopo aver lanciato uno sguardo al grande orologio da parete che la donna aveva in ufficio.

-Certo, prego.- disse dopo che, con uno schiocco di dita, fece comparire sulla scrivania qualche paio di fascicoli.

Si misero subito a studiarli, facendo all’occorrenza qualche domanda alla donna che fu molto cooperativa ed a pochi minuti dalle quattro si diressero verso il Quartier generale Auror con la metropolvere.
 

Appena arrivate ebbero giusto il tempo di togliersi qualche residuo di polvere che subito comparve Harry.

-Siete arrivate.- disse raggiante guardandole -Ci vediamo nel mio ufficio.- e, dopo aver stampato un bacio sulla guancia a Pansy, scomparì dietro la porta.

-Un bacio sulla guancia?- domandò quasi schifata lei -Com’è schifosamente Grifondoro.- disse esasperata accompagnata da una risata di Hermione.

Appena entrate nell’ufficio di Harry trovarono Draco poggiato alla vetrata che guardava in loro direzione.

-Ciao Granger.- disse lui ghignando andandole in contro per baciarla non in modo inopportuno per un ambiente lavorativo ma pur sempre con un quella passione che Hermione ormai aveva intuito fosse nella natura del biondo e di nessun altro che avesse mai baciato.

-Vedi, lui è un Serpeverde.- le bisbigliò Pansy quando presero posto nelle poltrone e Draco tornò alla sua posizione iniziale.

-Smettila.- disse Hermione cercando di non ridere -Allora perché siamo qui in anticipo?- domandò ricomponendosi mentre Harry prendeva posto dietro la scrivania.

-Allora, per prima cosa Alexis e Dean ne avranno ancora per un po’ quindi il prossimo meeting sarà domani pomeriggio.- spiegò – e poi abbiamo trovato un ricevimento a cui parteciperà Peter Stuart, ed è stasera.- iniziò Harry.

-Fantastico!- esclamò Pansy che appena sentiva odore di festa diventava tutta euforica -Dov’è? A Che ora? Che tipo di ricevimento?- domandò a mitraglietta.

-Allora- sorrise -E’ una raccolta fondi all’ambasciata francese. Si terrà stasera alle 21.-

-Perfetto, so già che mettere.- disse trillando.

-Pa mi dispiace ma stasera non andrai a nessuna festa.- disse sorridendo Draco, intenerito dall’atteggiamento dell’amica che negli anni non era cambiato di una virgola.

-Ha ragione Draco.- disse Harry fermandola prima che potesse far partire un battibecco -Draco ha già ricevuto un invito e la sua compagna sarà Hermione.-

-Come?- domandò la riccia presa in causa -e come giustificheremmo che siamo IO- si indicò -e LUI- ed indicò il biondo -insieme ad un ricevimento? E’ stata una tua idea?- domandò infine al biondo.

-No.- disse lui un poco più freddo per la reazione di lei.

-E’ stata una mia idea.- ammise Harry -Il signor Stuart è amante della vita mondana e delle belle donne, quindi se dovesse avvicinarsi lei con Draco magari sarebbe più confidente rispetto ad avere me e Draco. Anche tu sei una bella donna Pansy.- anticipò prima che lei potesse commentare -Ma la presenza di Hermione con Draco e fare uscire allo scoperto la loro relazione giustificherebbe come mai lei è ancora qui e non in Francia.-

-Va bene, facciamolo.- disse Hermione -devi aiutarmi a prepararmi- disse all’amica -tu sai sicuramente meglio di me come è meglio presentarmi ad una raccolta fondi in un’ambasciata.-

-Sì non preoccuparti.- rispose Pansy accarezzandole il braccio.

-Granger se hai vergogna possiamo cambiare, non sentirti obbligata a farlo.- disse Draco serio.

-Draco Malfoy.- disse alzandosi -Non ho vergogna e soprattutto non di te e di ciò che stiamo costruendo.- continuò alzando il tono di voce -semplicemente è inaspettato.- concluse facendo rilassare il profilo del biondo che annuì.

-Quindi ci stai?- domandò Harry.

-Certo.-

 

 

Angolo Autrice:

Eccoci con un altro capitolo, per la prima volta dopo TANTO puntuale!! Ahahahhahahahahahaha

La nostra coppia preferita inizia ad ingranare ed ormai la scintilla sta diventando fuoco! Ci terrei ad avere delle vostre opinioni sulle scene più spinte, sapere se per voi sono consone ed ok oppure troppo per un rating arancione, perché ovviamente non vorrei deludervi!

Per quanto riguarda le indagini invece, che ne pensate? Potrebbe sembrare un po’ confuso il tutto ma tra poco i tasselli inizieranno a combaciare!

La coppia uscirà quindi allo scoperto, come reagirà il mondo magico?

Ringrazio sempre tutti voi che seguite, preferite, ricordate e recensite la mia storia, sono felice che nonostante i miei ritardi la storia vi stia piacendo e sono curiosa di sentire le vostre opinioni! Un abbraccio <3

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Capitolo 16
*** Il ricevimento ***


Harry le aveva congedate in anticipo così che Hermione potesse prepararsi. Pansy era già partita elencando abbinamenti ed acconciature mentre invece la riccia stava preparando qualcosa per la sua cena. La festa consisteva in un dopocena, perciò era meglio mettesse qualcosa nello stomaco se non avesse voluto fare la figura della cafona che si infilza di tartine e stuzzichini.

-Allora che ne pensi?- le domandò Pansy non appena aveva preso posto di fronte a lei con un piatto per entrambe.

-Di cosa?- chiese sinceramente presa in contropiede.

-Herm!- esclamò lei alzando gli occhi al cielo -Ti dicevo- riprese col tono che si usa per spiegare una banalità ad un bambino -Che potresti mettere l’abito in raso che ti abbiamo regalato l’anno scorso… sarebbe perfetto.- propose ghignando.

L’abito di cui parlava era un dono di Pansy e Daphne che le avevano regalato quando avevano provato a convincerla ad andare all’ennesima festa in Inghilterra alla quale lei si era rifiutata a partecipare prima di quella ad Hogwarts. Ovviamente avendo rifiutato di andare a quel ricevimento non aveva mai avuto occasione di indossarlo, perché era un abito sobrio, semplice ma anche elegante fino al midollo! Era un abito di uno dei suoi stilisti italiani preferiti: Giorgio Armani. Altro motivo per cui non aveva mai voluto indossarlo? Era verde Serpeverde e lei non ci si vedeva proprio.

-Non so.- cercò di giustificarsi per l’ennesima volta per non volere indossarlo.

-Hermione Jane Granger, è l’abito perfetto e lo sai anche tu! Perciò caso chiuso, hai chiesto il mio aiuto e lo accetterai.- disse autoritaria l’amica -ed ora mangia, che tra meno di due ore Draco passa a prenderti.- terminò tagliando la fettina di pollo nel suo piatto.

 

-Daph sarebbe orgogliosa di te.- sbuffò la riccia mentre Pansy cercava di acconciarle i capelli in uno chignon morbido sulla nuca.

-Certo che lo sarebbe!- esclamò lei semplicemente orgogliosa della sua missione compiuta con il vestito e con il bel lavoro che aveva fatto con la chioma di Hermione; adorava i suoi ricci ma a volte era difficile domarli.

-Sei irritante nel tuo essere così Serpeverde.-

-Parla quella che sta per ufficializzare la sua relazione con Draco Malfoy.- la prese in giro lei -Ora voltati verso di me, devo truccarti.- la fermò prima che potesse parlare.

Dopo un quarto d’ora abbondante Pansy poteva ritenersi soddisfatta del suo lavoro trucco e parrucco.

I capelli erano acconciati perfettamente, eccezione fatta per due ciocche lasciate libere ai lati del viso, mentre per quanto riguardava il make-up aveva optato per una linea decisa ma elegante di eyeliner ed un bel po' di mascara, mentre per le labbra aveva usato un bel rosso, non troppo acceso, tendente al mattone.

-Bene, ora metti questi.- disse indicando il completo intimo verde che le aveva lasciato sul letto -questi.- indicando i sandali argento abbinati ad una pochette -e, dulcis in fundo – prendendo un abito dall’armadio e appendendolo su un’anta -questo. Ti aspetto sotto e ricorda il ciondolo.- disse prima di chiudere la porta dietro di sé.

Hermione sospirò e, dopo avere indossato il completo, molto simile a quello della notte precedente, però con reggiseno a balconcino, indossò il vestito e, guardandosi allo specchio, si irritò a dover dare ragione all’amica.

L’abito era un semplice ma elegantissimo abito in raso verde scuro, con scollo squadrato e spalline spesse che, dopo l’aderenza sul busto, scendeva liscio accompagnando le forme della ragazza e terminava in un leggero e breve strascico, mentre sulla schiena non era molto scollato ma abbastanza aderente sul lato B. Calzò i sandali, testandone la “comodità” facendo qualche passo avanti e indietro sempre studiando la sua figura allo specchio. Dopo aver fatto un semplice incantesimo antidolorifico ai piedi indossò il ciondolo che le aveva regalato Draco, notando che sembrava essere fatto a posta per quella scollatura e quel vestito. Ritrovò nell’armadio la stola argentata che aveva preso per il matrimonio di Daphne, dopotutto era settembre inoltrato e l’Inghilterra di certo non era famosa per le lunghe estati.

Stava nuovamente studiando la sua immagine allo specchio quando sentì la porta aprirsi dietro di sé.

-Sì Pansy arrivo, ma non sono in ritardo sappilo.- disse non distogliendosi dallo studiare la sua figura.

-Dammi un buon motivo per il quale non dovrei spogliarti e stare con te su quel letto tutta la sera.- era stato Draco a parlare e lei subito si voltò.

-Ciao.- disse semplicemente studiando la figura che si trovava davanti. Era impeccabile nel suo smoking grigio scuro, con la camicia bianchissima ed un papillon di un grigio leggermente più chiaro -allora che te ne pare di questa conversione Serpeverde ideata quasi totalmente d Pansy?- scherzò cercando di non notare lo sguardo magnetico con cui la stava guardando… quasi volesse mangiarla.

-Ricordami di ringraziarla allora.- disse facendo qualche passo verso di lei -perché questa sera sei ancora più spettacolare del solito.- per poi baciarla tirandola a sé per i fianchi, ed Hermione ringraziò Pansy per averle fatto un incantesimo al rossetto per renderlo quasi indistruttibile. I suoi pensieri tornarono alla realtà quando sentì una mano del biondo stringerle un seno per inevitabilmente farla gemere.

-Sei stupenda.- disse sospirando sul suo collo per poi baciarlo.

-Draco dobbiamo andare.- e si rese conto che con quel tono non avrebbe convinto nemmeno se stessa.

-Abbiamo tempo.- disse facendola indietreggiare fino a toccare col sedere la scrivania.

-Sai che Pansy ti ucciderebbe se rovinassi anche solo un filo di trucco o una ciocca di acconciatura?- replicò lei ridacchiando ma cercando di dissuaderlo dal fare qualcosa che lei forse voleva più di lui.

-Non mi ha mai fatto paura Pansy.- ghignò lui.

-C’è sempre una prima volta.- disse la voce della Serpeverde che li osservava a braccia incrociate dalla porta -Avete una missione, non fate gli adolescenti annebbiati dagli ormoni per favore.- cercando di mantenere un tono serio.

Il ragazzo alzò le mani come se l’amica gli avesse puntato la bacchetta contro e fece due passi indietro.

-Allora scendiamo.- disse Hermione cercando di darsi un tono e sistemandosi il vestito.

-Al ritorno continuiamo il discorso.- le sussurrò sensuale il biondo mentre raggiungevano il piano inferiore. La riccia sentì la pelle d’oca crearsi lungo tutta la schiena e fece finta di niente continuando a scendere gli scalini.

Harry li aspettava in cucina per gli ultimi aggiornamenti sulla serata.

-Allora, Hermione conosce di vista il signor Stuart, quindi non dovreste avere problemi ad identificarlo.- spiegò col tono autoritario che assumeva ogni volta che si parlava di lavoro -Ricordate che voi ufficialmente non siete lì per nessuna indagine, è una semplice uscita di coppia. Quindi ballate, bevete ma non troppo e divertitevi- disse serio come se gli stesse ordinando una cosa impossibile -perciò agite ma cercate di convincere la gente di quest’unione che non avrebbe previsto nemmeno Silente.- scherzò prima di tornare serio -e, Malfoy, fammi sapere l’apporto della donazione che farai, ti renderemo tutto.- terminò.

-Donerò i miei soldi Potter, non preoccuparti.- disse serio il biondo.

-E’ molto attaccato alla causa.- spiegò Pansy stringendo il braccio dell’amico.

-Beh, non c’è altro. Domani faremo la riunione nel primo pomeriggio e ci direte tutto.- li congedò.

-Buona serata!- esclamò Pansy mentre uscivano dalla cucina.

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-Come mai in auto?- domandò Hermione mentre saliva per la seconda volta sulla vettura dopo essere usciti da Grimmould Place.

-Sai la fissazione che il mondo Magico ha per quello babbano ora- disse mettendo in moto -perciò la festa è a tema Babbano.- sorrise mentre le metteva la mano libera dal volante sulla coscia.

-Come mai quel sorriso?- domandò lei cercando di ignorare il formicolio della sua pelle sulla quale lui teneva la mano.

-Per babbano intendo TUTTO babbano.- disse enfatizzando la frase con dei cenni del capo.

-Continuo a non capire.-

-Granger non dovevi essere la Strega Migliore della tua età?- domandò lui punzecchiandola e ottenendo come risposta un leggero ceffone sulla nuca -Maledetta.- disse lui.

-Troppa ironia Malfoy.- scherzò lei.

-Ci sarà un red carpet con tanto di fotografi della stampa.- spiegò poi lui.

-Non sei serio.- disse lei con la voce tremante.

-Lo sono eccome.- disse fermandosi ad un semaforo.

-N-no.- balbettò lei -non posso farlo.-

-Come non puoi farlo?- domandò lui lanciandone uno sguardo fugace prima di riconcentrarsi sulla strada.

-Non sono fatta per i fotografi, per la stampa.- cercò di spiegare lei terrorizzata -Sono quasi peggio di Harry in queste cose.- ammise insicura ed in quel momento, con quel tono di voce, a Draco fece una tenerezza immensa.

-Granger sei fantastica.- disse lui -Perché sei così insicura di sfilare davanti un paio di giornalisti?-

-Sono impacciata, brutta, goffa.- iniziò ad elencare prima che la interrompesse il ragazzo.

-Come?- domandò lui sconcertato per quell’affermazione.

-Hai sentito bene.- disse lei con voce piccola ed insicura.

Attraversando un lungo viale lui vide un segnale che indicava che tra qualche centinaia di metri ci sarebbe stato un parcheggio al coperto. Lanciò uno sguardo all’orologio dell’auto, ringraziò entrambi per essere degli amanti della puntualità, perché sarebbero arrivati in tempo anche facendo quello che aveva in mente… e poi si sa che non si arriva mai puntualissimi ad un ricevimento!

-Cosa stai facendo?- domandò Hermione dopo che lui ebbe inserito la freccia.

-Vedrai.- rispose lui immettendosi nel parcheggio e, constatando che il piano terra avesse molte macchine, salì al piano superiore. Essendo un parcheggio di un centro commerciale che a quell’ora era chiuso il piano superiore era praticamente vuoto. Spense la macchina dopo essere arrivato quasi alla fine del piano, lasciandoli nella penombra che le luci al neon attaccate ai soffitti gli concedevano.

-Quindi?- domandò lei confusa ed ingenua prima che lui potesse calarsi sulle sue labbra zittendola.

-Non posso sentirti dire quelle cose.- disse staccandosi un attimo dalle sue labbra per concentrarsi poi sul suo collo -Tu goffa?- soffiò roco -impacciata?- mordicchiò la pelle sensibile del collo facendola tremare -brutta?- baciò la pelle scoperta dalla scollatura seguendo la collana.

-Dammi la possibilità di farti rimangiare l’eresia che hai detto.- disse lui ritraendosi per tirare la levetta sotto al suo sedile per farlo andare indietro.

Hermione lo guardò col petto che saliva e scendeva frenetico, eccitato ma anche commosso per quello che aveva appena sentito. Non ci pensò un attimo, si fregò del rossetto e dei capelli, si tolse le mutandine e salì su di lui, accettando il suo invito.

-Fammi sentire bella solo come tu sai fare.- gli disse prima di fiondarsi sulle sue labbra, invitandolo con le mani a sfilarsi la giacca. Sì lasciò calare le spalline del vestito e lui non aspettò un attimo ad aiutarla ad abbassare la stoffa per lasciare esposto quasi tutto il busto racchiuso nel reggiseno senza spalline.

Lui non aspettò un attimo a toglierle quell’inutile pezzo di stoffa e lanciarlo sul sedile del passeggero. Le poggiò una mano sulla schiena per avvicinarsela e catturò un capezzolo con la bocca facendola sospirare e chiudere gli occhi, sentendo lui che faceva l’incantesimo anticoncezionale.

Lo leccò e mordicchiò, sentendolo inturgidirsi sempre più sotto il suo tocco, mentre lei scaricava la tensione stringendogli la camicia e, tra un gemito e l’altro, iniziandola a sbottonare.

Mentre continuava a stuzzicarla con la bocca posò le mani sui suoi glutei nudi, pressandola ulteriormente contro di sé, facendole sentire l’effetto che gli faceva. Lei sussultò a sentirlo già così duro per lei.

-Senti che mi fai Granger.- soffiò sul capezzolo di lei -Senti quanto sei fantastica?- domandò prima di riprendere la lenta tortura. La ragazza per istinto gli afferrò la testa con entrambe le mani, per avvicinarselo ancora di più, mentre iniziava a dondolare i fianchi strusciandosi su di lui e facendolo gemere.

Dopo che una delle mani scivolò dal gluteo fino alla sua intimità per accarezzarla senza mai arrivare al suo centro, non ci vide più ed in un attimo sbottonò i pantaloni di lui e spostò i boxer. Lui non disse niente, ancora preso dal torturarla.

Lei con un colpo di fianchi si alzò e lasciò che lui la riempisse proprio come quella mattina, facendolo gemere sul suo seno.

Entrambi diedero subito un ritmo veloce, animalesco, entrambi vogliosi ed eccitati anche dal posto in cui si trovavano. Hermione dondolava su di lui con le mani sulle sue spalle per reggersi e lasciando che gemiti ed urletti descrivessero le sue emozioni senza contenersi.

-Draco.- ululò quando il ritmo aumentò ulteriormente.

Vennero entrambi nello stesso istante, accasciandosi e rimanendo uniti in un abbraccio.

-Non provare mai più a screditarti in quel modo Granger.- disse lui dandole un bacio su una tempia.

 

 

Immaginandosi le urla isteriche che avrebbe fatto Pansy se l’avesse vista in quel momento, abbassò lo specchiò lato passeggero e, con un colpo di bacchetta, le sbavature del rossetto ed i ciuffi arruffati, sfuggiti all’acconciatura nonostante Draco si fosse sforzato di non toccarli, scomparirono come se non fosse successo niente, come se non fosse reduce ad uno degli amplessi migliori della sua vita. Aveva ancora le gambe che tremavano e si chiese se anche il biondo si sentisse così lanciandogli uno sguardo mentre guidava e notando quanto paresse rilassato ed impassibile. Solo la camicia sgualcita ed il papillon allentato avrebbero suggerito qualcosa di strano e con un colpo di bacchetta li fece scomparire.

-Grazie.- disse lui sorridendo e, dopo essersi aggiustato meglio il colletto, posando la mano libera sulla sua coscia.

Nonostante il raso del suo vestito non si fosse sgualcito in modo inappropriato decise di eliminare anche quel piccolo difetto e dopo aver constatato che fosse ordinata come l’amica l’aveva lasciata, il biondo azionò la freccia e svoltò.

-Che è tutta questa euforia?- domandò Draco dopo aver visto lo scatto che aveva fatto la testa di lei appena si era immesso nel viale che li avrebbe portati all’ambasciata, per poi vedere la sua espressione da carica afflosciarsi quasi delusa -volevi un’altra sveltina Granger?- ghignò e, anche senza guardarla, sapeva che stava arrossendo -Sei insaziabile.-

-Smettila idiota.- disse lei dandogli uno schiaffo sul braccio, colpevole di avere avuto per la mente, anche se solo per un istante, quella speranza.

-Eccoci.- disse il biondo indicandole con un cenno del capo quella che doveva essere l’ambasciata francese.

La riccia non era un’esperta di architettura urbana, ma quel palazzo doveva essere stato costruito in età Rinascimentale. La struttura si innalzava nella sua eleganza formata da linee semplici e dolci, con un giardino a dare l’accoglienza giusta ed il sentore di natura in una metropoli come Londra.

Draco fermò l’auto all’inizio di una sorta di portico che avrebbe portato alla porta principale del locale. Ad aspettarli vi era un ragazzo dello staff vestito elegantemente.

-Trattamela bene amico.- gli disse il biondo affidandogli le chiavi dell’auto e affondando nella tasca della giacca cento Galeoni -Questi sono perché so che i miei amici a questa festa, nonostante l’apparenza, sono degli spilorci.- scherzò dando una pacca sul braccio del ragazzo.

-Grazie signore.- rispose lui con sguardo brillante -Per qualsiasi cosa sono qui.- gli disse con la riverenza che solo chi ha ricevuto una grossa mancia immeritata può avere.

-Mi concede l’onore Signorina Granger?- domandò lui elegante porgendole il braccio.

Inutile dirlo che lei lo afferrò subito per poi incamminarsi insieme.

-Senti Granger.- disse lui catturando la sua attenzione dallo studio della struttura che si imponeva su di loro -Subito dopo la porta dovrebbe esserci il red carpet.- disse lui quando ormai erano a pochi metri dalla loro meta -Rilassati, ricorda quello che è successo poco fa e fai vedere a tutti chi è Hermione Jane Granger.- disse lui appena iniziò a sentirla irrigidirsi.

-Quindi quando sei sotto pressione pensi all’ultimo orgasmo che hai avuto?- domandò lei ridendo forzatamente troppo presa dall’ansia.

-Suona pervertito detto così.- sembrò rifletterci lui –ma può essere.- ghignò fermandosi prima del loro ingresso effettivo alla festa -Pronta?- domandò tornando serio e posandole il braccio intorno alla vita.

-Sì.- disse lei… ed entrarono.

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Appena superarono la porta per entrare nel vero e proprio ricevimento Draco sentì Hermione rilassarsi notevolmente.

-Rilassati è andata benissimo.- le disse all’orecchio -sei stata perfetta quasi quanto me.- scherzò facendola rilassare ulteriormente.

-Ma hai visto facce?- domandò lei ridendo ormai totalmente a suo agio -Sembrava avessero visto Kingsley in abiti Hawaiani.- rise del suo stesso pensiero influenzando il biondo che, mentre la dirigeva tra le persone, si concesse un sorriso divertito -E quando mi hai baciato lì davanti a tutti? Oh lì sei stato proprio il tipico Draco Malfoy.- constatò alzando le sopracciglia mentre notava gli sguardi stupiti, anche se non negativamente, di vederli insieme.

-Certamente, tutti devono sapere che la Strega migliore dei nostri tempi stravede per me.- disse lui mettendosi dietro di lei non appena ebbero raggiunto il bar della festa, tenendola per i fianchi.

-Signori posso aiutarvi?- chiese un barista cordiale.

-Per me uno scotch doppio liscio per favore.- disse lui guardando poi Hermione.

-Io un’acquaviola cortesemente.- ordinò cortese lei.

-Ci teniamo leggere.- la prese in giro lui.

-Tu reggi sicuramente meglio di me.- disse giocando con il ciondolo.

-Ti sono piaciuti i regali quindi?- domandò Draco notando il movimento della sua mano delicata.

-Troppo, anzi che maleducata!- esclamò lei mortificata -non ti ho nemmeno ringraziato. Scusami tanto.- disse mentre il barman consegnava loro le ordinazioni.

-Facciamo che mi ringrazierai appena puoi.- disse lui con una nota maliziosa chinandosi per darle un bacio semplice ma pur sempre sensualissimo.

-Ci sto.- disse lei con la voce accesa prendendo il bicchiere e facendo cin cin -Come facevi a sapere di Storia di Hogwarts?- domandò sorseggiando dal suo bicchiere e cercando di sembrare il più distaccata possibile.

-Sono sempre stato un ottimo osservatore Granger.- disse lui facendo la tipica espressione da chi ne sa più degli altri -Poi devo ricordarti che ogni giorno avremmo litigato tipo quattro volte in quella scuola? Ti vedevo più spesso di Daphne e Pansy forse.- scherzò posando il bicchiere vuoto sul bancone.

-Signori, donazione?- vennero interrotti da un uomo di mezza età dal cipiglio serio ed aristocratico, vestito come un perfetto maggiordomo babbano. Hermione fece per aprire la borsetta ma la sua mano venne bloccata dal biondo che con quella libera infilò una bustina bianca all’interno del cilindro che l’uomo teneva in mano.

-Grazie, buona serata.- si congedò l’uomo.

-Dovevi lasciarmi inserire la mia parte.- disse lei incrociando le braccia al petto indignata.

-Scusi?- disse alzando il tono di voce per farsi sentire dal maggiordomo, che si voltò subito. Con le mani la invitò a proseguire e così la ragazza inserì la sua busta con un cipiglio a metà tra il soddisfatto e l’irritato.

-Come fai ad essere così odioso?- gli domandò seria dopo che l’uomo li ebbe lasciati nuovamente.

-Come faccio ad essere così fantastico intendi?- chiese di rimando stringendola a sé -Prendo un altro giro, ti va?- domandò e, dopo aver ricevuto il suo assenso, le diede un bacio sulla tempia ed andò al bancone.

-Hermione Granger.- la voce di Adrian Pucey la fece voltare, presa alla sprovvista.

-Adrian!- esclamò lei abbracciandolo come si fa con un vecchio amico, perché è così che ormai si sentiva con lui.

-Ti sei persa Grifona.- le disse indicandola con l’indice in modo fintamente autoritario.

-Colpa mia.- ammise lei alzando le mani in segno di resa e ridacchiando -Ma devo farti arrivare a casa una bottiglia del migliore Champagne del mondo appena posso.- disse indicando col capo il punto in cui si trovava Draco che in quel momento gli dava le spalle.

-Non posso crederci.- disse ridacchiando -Te lo avevo detto Granger.- disse sinceramente contento posando una mano sul braccio di lei -Allora come va?- domandò seriamente interessato.

-E’ una cosa nuova, però sembra andare bene.- ammise veramente convinta e felice.

-Te lo avevo detto che sarebbe successo.- disse nuovamente lui -Ma dimmi- disse abbassando il tono di voce e guardandosi intorno per assicurarsi che nessuno li sentisse -A letto è migliore di me?- domandò schietto.

-Adrian.- disse lei assestandogli un buffetto sul braccio -Ma che domande sono.- rispose mentre sentiva le guance avvampare.

-Dai dici, che ti costa. Siamo amici.- osservò sincero.

-Va bene, hai vinto.- disse dopo l’ennesimo cenno di lui per spingerla a rispondere -Mi dispiace, ma penso di avere avuto il migliore orgasmo della mia vita con lui.- terminò sfoderando la schiettezza e la trasparenza che solo con una persona con la quale si condivide qualcosa di importate, come il proprio corpo, si possono usare.

-Pucey anche tu qui.- fu la voce terribilmente seria di Draco, tornato con entrambi i bicchieri in mano, ad interromperli. Pucey lascio la presa dal braccio della riccia, mentre quest’ultima afferrò il suo bicchiere e sorseggiò subito una grande quantità di liquido. Non aveva calcolato una possibile gelosia del biondo, però le battute quando Blaise era in ospedale le vennero alla mente come un flash e non seppe se essere preoccupata o contenta per quel sentimento di lui.

-Malfoy, un piacere rivederti.- disse porgendogli la mano che, anche se freddamente, il biondo ricambiò -Come vanno le indagini? Ho letto che tu e Potter state indagando su qualcosa di grosso.- propose un argomento neutrale per sciogliere il gelo dell’espressione del biondo che scolò il suo bicchiere di colpo e lo posò sul vassoio vuoto di un cameriere che passava di lì.

-Non posso comunicare niente sulle indagini mi dispiace.- rispose mantenendo la sua linea dura.

-Balliamo?- gli domandò Hermione posando anche il suo bicchiere e stringendogli il braccio con fare affettuoso.

-Va bene.- le rispose freddo senza nemmeno guardarla -Buona serata Pucey.- disse facendo un cenno al ragazzo e prendendo la mano della ragazza. Hermione salutò il ragazzo con la faccia di chi ha fatto un casino, ma lui le mimò un “non preoccuparti” sorridente, consapevole che andando a letto con la Granger avrebbe dovuto avere in cambio la freddezza disarmante del biondo per un bel po’.

Molta gente stava danzando sotto le note di un lento molto romantico. Si fecero strada e, quando raggiunsero un posto che a quanto pare andava bene al biondo, iniziarono a danzare. Erano stretti stretti e nonostante la vicinanza fisica Hermione sentiva il distacco del biondo che, ormai a metà canzone, era rimasto zitto tutto il tempo.

-Continueremo col gioco del silenzio a lungo?- chiese la riccia arrivata allo stremo di quello stupido gioco da bimbi orgogliosi. Aveva ceduto anche perché sapeva di essere dalla parte del “torto”, sapeva che mentre il biondo cercava di fare pace con le sue intenzioni ed i suoi sentimenti lei si rotolava a letto con Pucey, ma non avevano avuto nessun tipo di accenno di relazione fino alla notte prima del matrimonio, fatta eccezione per qualche giochetto e gelosia stupidi. Poi nessuno le assicurava che lui non fosse andato a letto mentre pensava a lei!

Il biondo continuava a tacere e a guardare altrove.

-Dai! Seriamente?- domandò scioccata lei per la completa indifferenza di lui -Ok mettiamo alla gogna Hermione per essere stata a letto con un ragazzo prima ancora che noi ci scambiassimo anche solo un bacio…- il suo discorso venne interrotto dalle labbra di lui che la coinvolsero in un bacio pieno di urgenza, di ansie e paure, di gelosia.

-Lo sai che non è perché volevo che fossi pura alla nostra prima volta.- le disse in difficolta quando si staccò da lei e le concesse il suo sguardo -Ma la sola idea delle sue mani su di te- disse facendo ulteriore pressione con i palmi delle mani sul suo corpo -Delle sue labbra sul tuo collo- poggiò per un attimo le labbra sul punto descritto -Dei suoi sospiri nelle tue orecchie.- le sussurrò all’orecchio sinistro facendole venire i brividi sulla schiena -mi fa impazzire e se non fossi un signore e non avessi un po’ di consapevolezza del periodo moderno in cui viviamo non ci avrei pensato due volte ad assestargli un pugno in pieno volto.- ammise.

Hermione era eccitata da quella sorta di contorta dichiarazione che aveva appena sentito e, se non fosse che si trovavano in un luogo gremito di gente ed in missione, si sarebbe concessa anche lì o in un ufficio di quel palazzo sconosciuto.

-Capisco i tuoi motivi, ma lui era solo un modo per sfogarmi e venire incontro ai miei bisogni. Chi meglio di te può capirmi?- domandò sconcertata per il viso ancora serio del biondo. Così decise di giocarsi la sua carta, nonostante sarebbe stato come sotterrarsi, perché lui meritava che l’onestà che le stava dando venisse ricambiata, perciò sospirando gli chiese -Sai cosa succedeva prima di gran parte dei miei incontri con Adrian?-

-No.- disse lui ancora serio ma leggermente incuriosito.

-Capitava- iniziò lei chiudendo gli occhi per un attimo -Che sognassi noi e dei nostri possibili incontri piccanti, in diversi luoghi e perciò dovevo alzarmi per andare da lui e sfogare quello che la sola idea di te mi dava.- ammise.

Continuavano a danzare mentre il biondo la studiava con occhi profondi e seri. Hermione stava iniziando a diventare nervosa, dopotutto gli aveva appena confessato che aveva fatto diversi sogni erotici su di lui, e lui continuava a tacere.

-Se non fossimo in missione ora e non dovessimo salvare l’Inghilterra ti prenderei ora in tutti i modi che hai sognato.- le disse con lo sguardo tornato limpido come se la tempesta fosse passata. La riccia cercò di contenere le fitte di eccitazione che le tramortivano il basso ventre e sorrise.

-Avremmo tempo per rimediare.- sghignazzò lei rilassandosi -Che poi come se tu non fossi stato con nessuna!- sbottò fintamente arrabbiata -Perché sei stato con altre nei giorni prima della nostra prima volta vero?- domandò.

-Beh sì.- ammise colpevole.

-Che ipocrita.- disse lei fingendosi indignata -Chi è la fortunata?- domandò cercando di celare la scintilla di gelosia che era scoppiata dentro di lei.

-Le fortunate.- ammise malizioso -e meglio che non le sappia.- disse vittorioso per lo sguardo geloso di lei.

-Tu sai di Adrian, devo saperlo.- gli disse molto insicura che conoscere quelle informazioni fosse buono per lei.

-Dopo stasera te lo dirò, ora concentriamoci sulla missione.- ghignò lui mentre la canzone finiva.

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Dopo uno sguardo assassino di Hermione al biondo ed un ghigno di lui si misero alla ricerca di Peter Stuart.

-Eccolo.- disse Hermione in modo che la potesse sentire solo lui.

-Dove?- chiese lui non riuscendo ad individuare bene la direzione dello sguardo della riccia; quella festa era piena di gente. La ragazza lo fece voltare per abbracciarlo.

-Alla tua destra, circa a 10 metri da noi, con abito vinaccia, occhiali e baffi bianchi.- gli sussurrò all’orecchio prima di allontanarsi da lui. Il biondo lo individuò subito

-Come iniziamo un discorso?- domandò la Grifona. Il biondo non rispose, semplicemente le afferrò la mano e la trascinò dietro di sé con la foga di chi vuole avere la propria privacy.

-Oh scusi.- disse Draco al signor Stuart dopo averlo urtato intenzionalmente -Volevamo uscire per prendere un po’ di aria.- continuò lui facendo intendere all’uomo che “prendere aria” non era il loro vero obiettivo. Hermione si annotò di premiarlo per quella idea tanto semplice quanto geniale.

-Non si preoccupi caro ragazzo.- disse sorridendo ad entrambi il signore -Tutti noi abbiamo avuto dei momenti in cui voler prendere aria.- scherzò ridacchiando e tendendo la mano prima a Draco poi ad Hermione -Piacere, Peter Stuart.- si presentò

-Draco Malfoy- replicò -e la mia compagna è Hermione Granger.- disse circondando la sua vita con un braccio. Nessuno dei due lo avrebbe ammesso, ma quei gesti da coppia normale facevano sentire entrambi più vivi.

-Granger.- disse Peter assottigliando gli occhi per afferrare un ricordo -Ah! Lei è la collega di mia figlia!- esclamò soddisfatto.

-Sì sono collega di Gabrielle.- disse sorridendogli di rimando -Ora che la guardo da vicino devo ammettere che le somiglia un bel po’.- ammise sinceramente.

-Oh, io sono solo un signore in crisi di mezza età mentre lei è una donzella favolosa.- disse umile ma comunque gongolante per quella somiglianza.

-Non l’ho vista molto dopo l’incontro a quella festa del Ministro.- fece Hermione con sguardo dubbioso -Vive qui? Non in Francia?- domandò con tono fintamente ingenuo.

 -Oh sì signorina, vivo in una casetta in Magic Street- le spiegò -Bel ciondolo.- disse catturato dal manufatto appeso al collo della Grifondoro.

-E’ un mio dono per il compleanno.- disse Draco sapendo che l’oggetto aveva raccolto tutte le sue attenzioni

-Opera dei folletti?- domandò lui sinceramente curioso.

-Sì, ha un buon occhio signore.- ammise il biondo.

-Oh, chi di noi non ha mai studiato la gioielleria per vezzeggiare una dama.- sghignazzò.

-Cerchiamo sempre di fare colpo su di loro.- incalzò Draco -Pensi che al nostro primo appuntamento l’ho portata al San Carlo Cicchetti, il migliore ristorante italiano delle due Londre! Che giorno era cara?- le domandò. Hermione colse subito la tattica usata dal biondo.

-Il 17.- disse appoggiandosi maggiormente a lui.

-Il 17.- disse Peter mentre il suo volto diventava inespressivo ed i suoi occhi persi in un punto del pavimento.

-Signor Stuart, si sente bene?- domandò Hermione preoccupata per il cambio repentino di lui.

-Non credo signorina.- disse guardandola -Il 17, il 17…- continuava a ripetere ed entrambi videro come gli occhi di lui stessero si guardando Hermione ma non la stessero vedendo affatto -Cosa è successo il 17?- domandò ai due.

-Deve dircelo lei signore.- fu Draco a parlare questa volta.

-Non so, ricordo che qualcuno ha suonato alla porta di casa mia.- disse confuso -ma non avevo ospiti da attendere.-

I giovani si guardarono, si erano aspettati qualsiasi reazione, indifferenza, panico, ma questa confusione, quello sguardo perso erano proprio una reazione inaspettata. Sembrava in trance, stregato quasi come se non ricordasse nulla di quel giorno, quasi come se… Entrambi spalancarono gli occhi! Quella sorta di amnesia piena di panico, di disorientamento così vero e puro erano pieno segno della Maledizione Imperius.

Ebbero appena il tempo di formulare quel pensiero che, da uno dei balconcini della sala gremiti di invitati saettò una striscia magica verde che finì direttamente nella schiena del signor Stuart, ed entrambi videro il suo sguardo confuso svuotarsi completamente di vita mentre il corpo inerme cadeva, venendo afferrato da loro prontamente.

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Ciaoooooo a tuttiiiiii. Eccoci qui con un nuovo capitolo con un colpo di scena finale!

Iniziamo con la preparazione di Hermione, ormai avrete capito che adoro descrivere le cose nei minimi dettagli, perciò neanche questo capitolo poteva sfuggire a questo mio disturbo ahahaahahahaha.

Hermione è insicura e Draco la rassicura nel miglior modo possibile… Ehm ehm… questa scena mi è venuta tutta in un attimo, perciò non potevo non scriverla per voi!

Finalmente è tornato, anche se per una breve scena, il nostro fantastico Adrian Pucey e tutto ciò non può non implicare un po’ di gelosia di Draco.

Beh, abbiamo capito che la figura di Peter Stuart è veramente chiave nell’indagine e che quest’ultimo probabilmente è stato sottoposto alla maledizione Imperius, avendo così dei vuoti di memoria. Qualcuno lo ha eliminato perché pericoloso… ma chi? Le indagini andranno avanti!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Per le conseguenze dell’uscita in pubblico della coppia dovrete aspettare i prossimi capitoli, non ho descritto la scena sul tappeto rosso solo perché più avanti se ne parlerà e colmerò il vuoto 😊

Come sempre vi chiedo di farmi sapere che ne pensate, tutto ciò che vi passa per la mente, le vostre curiosità ed i vostri dubbi. Vi ringrazio come sempre per aver preferito, seguito, ricordato e recensito la storia! Un bacio e ci sentiamo settimana prossima :*

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Capitolo 17
*** Work Hard ***


Era successo tutto velocemente ed ora Hermione si trovava seduta su un tavolino ancora apparecchiato con una manciata di cubetti di ghiaccio avvolti in un tovagliolo e premuto poco sopra l’orecchio destro.

La sala era ormai semivuota. I rinforzi erano arrivati quasi subito, ma non abbastanza da avere in mano il sospettato,  ed in quel momento Draco, Harry e gli altri stavano facendo le domande ai vari invitati e tutte le persone che si trovavano alla festa per un qualche motivo. Perciò eccola lì, mentre degli inservienti pulivano il casino che si era creato nel grande salone tra bicchieri rotti, tartine lasciate cadere e tanto altro. Ogni tanto passava qualche invitato per uscire e tornare a casa dopo che qualcuno dei suoi colleghi ritenesse opportuno congedarlo.

Quando notò che il tavolino sul quale si trovava era l’unico a non essere ancora stato ripulito si alzò di scatto.

-Scusate, non avevo notato di esservi d’intralcio. Ero sovrappensiero.- si scusò reggendosi al tavolo cercando di fermare il capogiro che il movimento brusco le aveva causato.

-Non si preoccupi signora Granger.- le disse una signora delle pulizie paffuta ed affettuosa -Ecco.- fece levitare una poltrona vintage in pelle rosso scuro da un qualche ufficio nella struttura -Si segga qui.- la voce della donna era uscita dolce ed autoritaria allo stesso tempo come quella di una madre mentre riprese a svolgere i suoi compiti.

La riccia poggiò la testa allo schienale sospirando e sentendo lo chignon premere sulla nuca. Chiuse gli occhi e lasciò sul bracciolo il ghiaccio ormai completamente sciolto e di poca utilità.

Cercò di fare mente locale nella sua mentre e di respirare in modo regolare mentre sentiva in sottofondo lo scricchiolio dei cocci di vetro venire spazzati via da una scopa ed in lontananza qualche auto partire.

La testa le pulsava. Le veniva difficile concentrarsi, ma doveva ricordate per forza! Aveva ripreso coscienza quando ormai i rinforzi erano arrivati, si era già deciso che ogni tentativo di recuperare il sospettato fosse inutile poiché era sicuramente fuggito ed il corpo del signor Stuart era stato coperto con un telo dalla Abbott che, appena si rese conto che si fosse svegliata, la visitò.

“Hermione vai con calma. Torna indietro” disse a sé stessa con ancora gli occhi chiusi.

Ricordò Peter ricevere l’anatema che uccide alle spalle e che, non appena il corpo senza vita dell’uomo cadde tra le loro braccia, sia lei che Draco avevano alzato lo sguardo vedendo una figura ricoperta da un mantello fuggire facendosi spazio tra la gente. Avevano inviato l’incantesimo di rinforzi alla squadra ed avevano provato a farsi largo nella folla per seguirlo, ma sempre dall’alto avevano iniziato ad arrivare numerosi incantesimi sulla folla, troppi incantesimi, probabilmente non vi era un solo sospettato. Come un’epifania ricordò di aver visto un incantesimo in procinto di raggiungere una signora anziana e, per farle scudo, non aveva notato un altro anatema raggiungerla e colpirla così da farle perdere i sensi.

Strinse i pugni, certo, era stato un colpo alle spalle mentre cercava di difendere un civile, ma faceva comunque rabbia. Aveva lasciato Draco solo a dover gestire una situazione immensa ma, a quanto pareva, non aveva avuto difficoltà.

-Hermione.- spalancò gli occhi e vide Pansy ad una decina di metri da lei. In un attimo la mora fu da lei, iniziando a tastarle la pelle nuda delle braccia -Stai bene? Come ti senti? Hai dolore alla testa?- domandò senza prendere fiato.

-Mi gira un po’ la testa ma sto bene.- le disse accennando un sorriso. Non voleva farla preoccupare e soprattutto voleva tornare utile e lavorare -Hai finito con gli interrogatori?- le chiese alzandosi lentamente.

-Sì, non ho ricavato niente, sono stati presi tutti alla sprovvista.- rispose storcendo il muso in una smorfia insoddisfatta.

-Raccontami che è successo.- la frase le uscì con tono autoritario, quasi come fosse un ordine. Non voleva che solo per un incidente la escludessero dalle indagini.

-Solo se ti siedi.- la riprese Pansy indicandole la poltrona e avvicinandosi una sedia del catering che giaceva poco distante da loro -Allora siamo arrivati poco dopo del vostro messaggio. Abbiamo trovato la sala nel caos più totale e Draco che stava quasi per prenderli, ma sono riusciti a raggiungere il limite per smaterializzarsi e sono scappati- spiegò sinteticamente -Non ti dico com’era incazzato Draco, ma ha fatto di tutto per raggiungerli e comunque erano 4 contro 1.-

-4 contro 1?!- domandò stralunata Hermione tormentandosi le mani. Quattro individui? A malapena avevano un mezzo sospettato ed in quel momento avevano sul tavolo 4 soggetti ignoti.

-Alexis e Dean hanno raccolto prove prima che pulissero- continuò Pansy -appena anche Draco ed Harry finiranno con l’interrogare i testimoni ci sarà sicuramente una riunione per fare il punto della situazione.- terminò Pansy guardandosi intorno studiando la sala.

-Herm sei sveglia!- Harry Potter si palesò alle ragazze provenendo da uno dei corridoi che portava al punto dove erano sedute le due ragazze -Come ti senti?- le domandò non appena si trovò vicino a lei, per accarezzarle una mano poggiata al bracciolo della poltrona.

-Un po’ di mal di testa, ma con un buon analgesico magico scomparirà tutto.- disse sicura di sé, mentre Harry si avvicinava a Pansy per stringerle una mano.

-Non vuoi andare a riposare?- chiese il moro e, dalla stretta di Pansy, capì di aver fatto un grande errore.

-Harry Potter, vuoi provare a tagliarmi dalle indagini?!- esclamò Hermione alzando il tono della voce sentendo il pulsare della sua testa intensificarsi -Non provarci nemmeno.-

-Okok va bene.- disse lui sapendo che non le avrebbe fatto cambiare idea in nessun modo -Allora facciamo così.- guardò l’orologio al suo polso -sono le 4 passate ormai, la riunione speciale inizierà alle 6, perciò andate a casa, mettiti qualcosa di comodo e mangiate qualcosa.- propose -Noi finiamo qui e ci troviamo tutti al Quartier Generale- terminò con sguardo rassicurante.

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Harry aveva avuto ragione. Appena arrivata a Grimmoul Place si era infilata sotto il flusso caldo della doccia che le aveva subito sciolto i nervi, aveva indossato qualcosa di più comodo e, dopo aver fatto colazione, Pansy le aveva porto una pozione analgesica che aveva fatto effetto quasi subito. Si sentiva un’altra.

-Ci sei?- le chiese Pansy dopo aver messo a lavare nel lavandino i piatti sporchi.

-Sì.- rispose Hermione alzandosi ed infilandosi il trench che aveva lasciato sull’appendipanni della cucina qualche giorno prima -Che ne dici se passiamo a prendere qualcosa per Harry e Draco da mettere sotto i denti? Saranno stanchissimi.- disse pensierosa pensando al biondo.

-Certo, Draco- disse Pansy marcando il nome dell’amico -Sarà veramente felice di vedere che ti preoccupi per lui.- scherzò infilandosi il chiodo di pelle -Dove vuoi andare?- le chiese sapendo già che avesse in mente qualche posto particolare. Hermione era una tipa abitudinaria e che si affezionava molto ai luoghi, perciò specialmente a Londra aveva un sacco di posti “preferiti” per le varie occasioni.

-Ricordi la caffetteria vicino al San Mungo di cui ti avevo parlato?- chiese.

-Certo.- disse Pansy sorridendo pensando che i suoi pensieri erano pienamente fondati.

-Ok allora andiamo lì.- disse porgendole il braccio per smaterializzarsi ed arrossire un po’. Per il suo bene decise di omettere all’amica che aveva scelto quel posto perché era già stata lì con Draco e sapeva che al biondo fosse piaciuto quasi quanto piacesse a lei.

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Trovarono Harry nella Sala riunioni intento a studiare dei fascicoli con Alexis e Dean.

-Ehi.- le salutò la tedesca sorridendo -Hermione come stai?- domandò sinceramente preoccupata.

-Bene, ho preso una pozione ed ora sto meglio.- sorrise posando sul tavolo le brioche ed il caffè che avevano comprato anche per loro -Questi sono per voi.- disse soddisfatta.

-Herm sei magica.- disse Dean addentando un cornetto alla marmellata e rilassandosi subito dopo.

-Grazie mille.- Alexis si catapultò su una brioche al burro, rilassandosi a sua volta: dopotutto loro era dal giorno precedente che stavano lavorando senza sosta.

-Siete degli angeli.- disse Harry sorseggiando il suo caffè e carezzando la mano di Pansy che si era posta dietro di lui.

-Draco?- domandò la riccia all’amico di sempre.

-Nel suo ufficio, siamo arrivati da poco e sarà andato a rilassarsi un attimo.- disse lui.

Non ci pensò un attimo, afferrò una brioche ed una tazza di caffè e si diresse sul corridoio. Studiò le targhe di tutti gli uffici e, dopo aver attraversato quello di Harry, sulla sinistra lesse “Draco Lucius Malfoy” inciso su una targhetta di acciaio con un font tanto semplice quanto elegante.

Bussò ma non ottenne alcuna risposta perciò, dopo essersi guardata intorno per confermare che il corridoio fosse vuoto, entrò. L’ufficio era leggermente più piccolo di quello di Harry, ma molto simile anche negli arredamenti sicuramente forniti dal Ministero.

Dopo aver studiato l’ambiente sorrise nel trovare Draco steso su un divano addormentato ma sempre compostissimo steso sul fianco sinistro. L’unico dettaglio che poteva suggerire scompostezza era il papillon sciolto e le maniche della camicia arrotolate fino ai polsi, mentre la giacca giaceva abbandonata sulla poltrona dietro la scrivania. Dopo averlo guardato per un altro attimo posò la sua colazione sul tavolino adiacente al divano e si calò su di lui.

-Draco.- sussurrò nella maniera più delicata possibile facendo una lieve pressione sul braccio di lui. -Draco svegliati.- continuò sedendosi su un piccolo spazio del divano lasciato vuoto.

-Granger.- disse il biondo senza aprire gli occhi.

-Sì sono io. Devi svegliarti.- disse passando la mano sulla guancia del ragazzo -Tra qualche minuto iniziamo la riunione.-

-Non sto sognando quindi.- disse lui con tono deluso ma senza ancora aprire gli occhi -Non sei qui per esaudire qualche tuo sogno erotico ma solo per portarmi nuovamente nella merda di un caso di omicidio.- constatò.

-Proprio così.- disse Hermione avvampando e sentendo delle fitte di eccitazione nel basso ventre. -Su svegliati.- cercò di mantenere una certa dignità non pensando al suo effettivo sogno erotico in un ufficio.

Il biondo aprì gli occhi e la riccia riuscì a constatare che, nonostante fosse impeccabile, gli occhi erano veramente stanchi.

-Buongiorno Granger.- disse lui

-Buongiorno Malfoy.- rispose lei abbassandosi per dargli un bacio a fior di labbra -Tieni.- disse allontanandosi prima che fosse troppo tardi per porgergli la colazione.

-Sei fantastica.- la ringraziò lui mettendosi a sedere e sorseggiando subito la bevanda scura -Come stai?- le chiese quando sentì che la caffeina iniziava a fare il suo lavoro.

-Bene, Pansy mi ha dato una pozione e sono come nuova.- disse porgendogli anche la brioche -Metti qualcosa sotto i denti, ti farà bene.-

-Che pozione?- disse lui mordendo il dolce.

-Non ti saprei dire, era in un’ampollina senza etichetta… ma è una delle migliori medicine magiche che abbia mai preso, inodore ed insapore!- constatò soddisfatta -Devo chiederle dove l’ha presa.-

-Sì, dovresti proprio.- disse lui ghignando.

-Perché quel ghigno?- domandò confusa.

-Niente.- rispose lui.

-Non ho pensato a portarti qualcosa di più comodo.- disse mortificata Hermione constatando che sicuramente quelle scarpe, la camicia ed i pantaloni non fossero il massimo della comodità.

-Non preoccuparti, davvero.- disse lui finendo la sua colazione -Ora andiamo, ci staranno aspettando.- si alzò e le porse la mano per aiutarla.

Hermione ovviamente non aveva valutato il doppiogioco dietro a quel gesto e, in un attimo, si trovò tra le braccia di lui a pochi millimetri dal suo viso.

-Grazie per stanotte, Pansy mi ha detto che ti sei dovuto gestire tutto da solo e che hai fatto di tutto per farmi avere i soccorsi il prima possibile.- ammise cercando di distrarsi dal profumo di lui e dal suo sguardo -Io non ricordo niente di quello che è successo.

-Mi hai fatto prendere un colpo Granger.- disse lui -Non farlo più.- stringendola ancora di più a sei.

-Va bene.- sorrise lei alzandosi sulle punte per raggiungere la bocca di lui.

In quell’attimo Hermione pensò che si sarebbe sempre chiesta come fosse possibile quella strana chimica che li faceva attrare ancora di più in ogni singolo istante e non fece niente per opporsi al biondo che le stava sbottonando il trench lentamente mentre le mani di lei vagavano nei suoi capelli.

-Signor Malf… oh scusi!- fu l’esclamazione di Heidi, la segretaria dell’ufficio, a farli staccare di malavoglia.

-Non si bussa?!- domandò con tono irritato il biondo.

-Scusi Signor Malfoy- disse la bionda -Pensavo fosse sola, non con… lei.- disse evitando lo sguardo di Hermione che aveva già sentito che qualcosa non quadrava nell’indignazione della ragazza.

-Quindi perché sei qui?- domandò ancora più scocciato Draco.

-Il signor Potter mi ha detto di avvisarla che la riunione inizierà tra cinque minuti.- disse andandosene senza essere congedata e chiudendosi la porta alle spalle.

-Malfoy.- disse Hermione attirando lo sguardo del biondo che si stava aggiustando meglio la camicia.

-Dimmi.- rispose lui tranquillo iniziando a dirigersi verso la porta per aprirla in modo che lei passasse per prima. Galanteria.

-Ti sei portato anche lei a letto?- domandò tesa facendo cenno col capo in direzione del corridoio, riferendosi appunto alla segretaria.

-Non fare domande delle quali non vuoi sapere la risposta.- disse lui ghignando divertito.

-Sei vergognoso.- disse prendendo l’uscita e sentendo le sue risatine dietro di lei.

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-Allora veniamo a noi.- incalzò Harry appena la coppia entrò nella sala riunioni -Non abbiamo alcun tipo di prova che ci possa avvicinare alla possibile identità dei 4 individui che hanno fatto irruzione alla festa stanotte. Gli identikit non portano a molto- disse leggendo alcuni dei fascicoli che regnavano sul grande tavolo -Sappiamo che indossassero tutti dei mantelli eri con il cappuccio a nascondere il viso e, secondo gli invitati, stiamo parlando di tre uomini ed una donna.-

-Come fanno a dire che fosse una donna?- domandò Hermione che era l’unica a non avere partecipato a nessuno interrogatorio della notte appena trascorsa.

-Dicono avesse un’andatura più armoniosa e, nonostante il mantello, c’è chi dice di aver notato una struttura corporea femminile.- spiegò Alexis anticipando Harry che le sorrise per ringraziarla.

-Ovviamente prendiamo tutto con le pinze.- spiegò Harry facendo volare sulla parete gli schizzi delle descrizioni dei testimoni che potevano raffigurare benissimo qualsiasi persona sul pianeta -Nessuno ha visto capelli e colore degli occhi.- disse indicando appunto come le figure fossero rappresentate come calve e gli occhi tutti di colore nero.

-Nessuna traccia di DNA?- chiese Pansy.

-Abbiamo trovato troppe tracce diverse, ovviamente non possiamo sapere quali appartengano ai soggetti ignoti e quali agli invitati perché non abbiamo lo screening di tutti.- rispose con rammarico il ragazzo che è sopravvissuto.

-Quindi per quanto riguarda l’identificazione siamo in alto mare.- sintetizzò Dean poggiandosi allo schienale della sedia sbuffando.

-Per quanto riguarda il signor Stuart.- cambiò argomento Harry – Dall’autopsia di Hannah abbiamo conferme sulla vostra ipotesi.- disse guardando prima Draco poi Hermione -Il suo corpo è stato sottoposto per lunga durata alla maledizione Imperio, quindi se ha ucciso lui tutte quelle persone, non lo ha fatto per sua volontà.- constatò rammaricato.

-Ci sono tracce della provenienza magica?- domandò Malfoy.

-Purtroppo sono stati molto attenti a non lasciare tracce, sappiamo solo che la maledizione era abbastanza potente.- ammise Harry.

-Quindi è stata lanciata da qualcuno senza rimorso o rammarico per la figura del Signor Stuart e da qualcuno che voleva veramente ciò che stava facendo.- concluse il biondo per lui. Harry annuì.

-Purtroppo anche questa pista per ora è un vicolo cieco. Per fortuna siamo riusciti a trovare la casa della quale vi ha parlato.- 

-Benissimo.- disse Draco alzandosi -allora andiamo?-

-Mi dispiace Malfoy ma tra un quarto d’ora inizia la conferenza stampa e tutti vorranno sentire te.- rispose Harry alzando le spalle.

-Non puoi mettermi sempre a fare questo lavoro da ufficio!- disse il biondo irritato -Solo perché voi Grifondoro avete paura di parlare ai microfoni non vuol dire che ci debba andare di mezzo il mio lavoro.-

-Senti Malfoy- iniziò Harry cercando di calmarlo -E’ vero che io cerco sempre di delegare queste cose, ma sicuramente tutti vorranno sapere di ieri, delle dinamiche e tutto- fece una pausa serio -e vorranno sentire tutto ciò da chi era lì in prima persona.- terminò.

-Lo farò.- sputò Draco -Ma non credere sia per questo tuo discorsetto.- Hermione nascose un sorriso con un colpo di tosse -Tu non ridere Granger, il tuo amichetto ha dimenticato di accennare che sicuramente metà delle domande sarà su noi due.- e la ragazza divenne seria di colpo.

-Come… ma…- titubante -e tu cosa dirai?-

-Dipende da ciò che mi chiederanno.- ammiccò lui malizioso.

-Tieni Draco.- disse Harry dandogli un piccolo fascicolo -Qui ci sono tutte le informazioni che dovrai comunicare. Pansy tu rimarrai qui con lui.- concluse con la voce di chi non vuole sentire obiezioni.

-Quindi per quanto riguarda la casa?- domandò Sean per dirottare la conversazione, mentre la Serpeverde arrossiva dal fastidio.

-Andremo noi a dare un’occhiata.- annuì Harry -Alexis, vuoi illustrare le informazioni che avete trovato questa notte negli archivi del Ministero?- domandò.

-Certo.- rispose la ragazza alzandosi -Allora, per fortuna abbiamo trovato l’albero genealogico della famiglia Burke. Da quanto sapevano Jeremia Watson e Martine Burke non avevano avuto figli…- iniziò a raccontare con tono serio ma anche eccitato -…ed era vero! Però la signora Burke essendo rimasta vedova molto giovane avrà trovato compagnia in un altro uomo. Da questa unione nasce un figlio che, probabilmente perché ripudiato dal vero padre, prende il cognome di Martine.- fece una pausa constatando che tutti pendessero dalle sue labbra, poi continuò -Da quel momento in poi ogni famiglia dell’albero ha avuto solo un figlio maschio, per poi arrivare a Herbert Burke, il padre di Herbert Burke jr cioè l’ultimo proprietario effettivo del negozio a Nocturn Alley.- prese un respiro -Beh, dall’albero genealogico sappiamo che Herbert senior aveva anche una sorella, Martine Burke jr. Dall’albero genealogico sappiamo che i rapporti tra i genitori ed Herbert erano andati a degradarsi, perché il ramo che li connette è stato eliminato con la magia.- spiegò

-Come Sirius con i suoi genitori.- disse Hermione guardando Harry che annuì per darle conferma.

-Beh, quindi questo ci fa dedurre che probabilmente il pugnale sarà stato consegnato a Martine, che non ha mai avuto marito, però nell’albero genealogico risulta che abbia avuto un figlio maschio, probabilmente l’unione non piaceva ai genitori e quindi il piccolo non è stato inserito completamente nell’albero.- ipotizzò la ragazza.

-No, se l’albero è stregato il figlio è stato inserito solo perché la magia ha riconosciuto la presenza di una continuazione dell’albero.- spiegò Draco serio -Quindi anche se avessero voluto, non avrebbero mai potuto tagliare l’inserimento di qualcuno che conteneva in parte il sangue di famiglia… mentre per quanto riguarda il padre sì, hanno scelto di non inserirlo di proposito.- terminò sicuro.

-Bene.- disse annuendo Alexis -Quindi dobbiamo trovare qualcuno che ci possa dire chi sia nato da quest’unione, così da provare a seguire la traccia del pugnale.-

-Qualche idea?- domandò Harry scorrendo lo sguardo lungo il tavolo.

-Isolde.- dissero in contemporanea Draco e Pansy.

-E’ la madre di Blaise.- spiegò Pansy -Nonostante viva in Italia sa tutto di tutti qui in Inghilterra. Quindi se ci sarà qualche figlio illegittimo lo saprà sicuramente.-

-Bene, allora parlate con lei.- disse ai due Serpeverde.

-Sì, le scrivo una lettera dopo la conferenza, così da concordare un incontro al prima possibile.- spiegò il biondo.

-Come se ce ne fosse bisogno.- sbuffò Pansy -Sei un secondo figlio per Isolde.- constatò divertita -Ah dimenticavo che sei un Malfoy.- scherzò scimmiottandolo per la sua formalità.

Draco le fece un cenno con la mano per farla tornare seria ed Hermione si perse nella semplicità di quel gesto così semplice quando elegante ed autoritario.

-Bene, quindi per ora è tutto organizzato, ci vediamo qui a fine giornata per il resoconto.- disse Harry ponendo fine alla riunione.

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La sala conferenze era come sempre gremita di giornalisti più o meno preparati, una parte concentrata sull’effettivo argomento della conferenza, la maggior parte interessata al gossip; dopotutto gli Auror, soprattutto Potter e Malfoy, erano oggetto di interesse di maghi e streghe.

Appena videro Draco prendere posto sul pulpito e Pansy qualche passo dietro di lui, la sala calò in un silenzio accompagnato solamente dallo scrosciare dei fogli e dal tintinnare delle penne magiche.

-Buongiorno.- iniziò Draco -Siamo qui, come sapete, per parlare degli avvenimenti riguardanti la notte appena trascorsa…- e fu così che iniziò la conferenza vera e propria, quella fatta di botta e risposta -…quindi sono qui, in qualità di ViceCapo Auror e testimone dei fatti, per rispondere alle vostre domande nel limite possibile.- disse con tono scherzoso scaturendo risatine e chiacchiericcio dal pubblico.

Pansy guardò orgogliosa l’amico, sapeva fosse bravo con la gente nonostante tutti avessero pregiudizi per lui ma ogni volta vederlo all’opera le ricordava i tempi di Hogwarts, quando con solo qualche parola imbambolava tutta la Sala Comune verdeargento ed anche molti componenti di altre Case.

-Chi è la persona rimasta uccisa nell’evento?- quella domanda fatta da un giornalista paffuto e calvo la ridestò dai suoi pensieri, portandola di nuovo sulla terra e facendola rendere conto che già l’amico aveva risposto ad un bel po’ di domande.

-Il signore è Peter Stuart, un imprenditore inglese e grande elemento della vita mondana Londinese.- rispose sicuro di sé Draco con tutte le informazioni che Harry gli aveva lasciato in quel mucchietto di fogli.

-Come mai la signora Parkinson è qui con noi oggi?- chiese un giornalista molto giovane che, Draco aveva notato dalla sua posizione, non aveva tolto lo sguardo da Pansy neanche un attimo.

-Perché il Signor Stuart ha cittadinanza Anglo-Francese, perciò giustamente vi deve essere un contributo dal governo Francese. Abbiamo avuto, come sapete, un’altra vittima francese ma pensando fosse un caso isolato abbiamo evitato il coinvolgimento di più elementi. Ora però è giusto che anche la Francia faccia la sua parte, perciò la signorina Parkinson e la signorina Granger contribuiranno alle indagini.- concluse la sua spiegazione descrivendo nuovamente tutto quello che Harry gli aveva chiesto di divulgare.

-Signor Malfoy.- la voce stridula di Rita Skeeter risuonò nell’ambiente circostante in modo fastidioso. La signora, nel suo tailleur verde acido, continuò solamente dopo essere stata sicura di aere le attenzioni di tutti su di sé -Per quanto riguarda la Granger, cosa ci dice della vostra uscita allo scoperto di ieri?- domandò con sguardo malizioso.

Dopo quella domanda Draco e Pansy capirono che il momento delle domande inerenti al caso fosse finito.

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Magic Street era una via della Londra Magica che faceva da traversa a Diagon Alley. Era occupata nella quasi totalità da condomini e case eleganti, eccezion fatta per qualche studio professionistico. La squadra Auror arrivò all’appartamento che era appartenuto a Peter Stuart e, dopo aver appeso il mandato di perquisizione alla porta ed un incantesimo Alohomora, entrarono.

Il posto era arredato in uno stile barocco che fece storcere il naso ad Hermione. Era uno stile che non le era mai piaciuto, le ricordava la casa delle bambole di sua cugina Amelia che, non capendo la sua natura, la prendeva in giro incostantemente. Avanzarono a perlustrare le varie camere, tutto sembrava nella norma ed immacolato. Harry spalancò la porta dell’ultima stanza rimasta e tutti rimasero impietriti. Davanti a loro si presentava una camera grande forse quanto tutte le camere appena ispezionate messe insieme. Nessuno della squadra avrebbe saputo dire di che colore fossero i muri, perché questi erano coperti completamente da scaffali e scaffali completamente occupati da libri e un particolare tipo di piante che, dall’aspetto, doveva essere il fiore della Francia del Nord che Neville gli aveva illustrato.

Una sola parete era libera per essere invece occupata da una grande finestra che recava forti segni di scassinamento ed era stata la sciata spalancata. L’unico pezzo di mobilio nella camera oltre agli scaffali era una scrivania di medie dimensioni posizionata proprio al centro, completamente vuota eccezion fatta per qualche piuma e una boccetta di inchiostro rovesciata.

-Chiunque è stato qui ha rubato tutte le prove che potevamo avere.- disse Dean frustrato battendo il piede al pavimento.

-Non toccate niente, dobbiamo prendere il kit di raccolta prove prima, meglio non perdere altri pezzi.- sputò irritato Harry.

Hermione studiava i libri negli scaffali ed i fiori.

-I tomi sono tutti riguardanti i folletti e le loro opere.- disse più a sé stessa che agli altri -Ieri sera sembrava quasi incantato dalla mia collana!-

-Studieremo bene tutto, probabilmente il carnefice ha fatto in modo che il Signor Stuart fosse a conoscenza delle opere dei folletti e che, in casi come lo scambio con Antoine, non venisse fregato.- ipotizzò Harry mentre studiava a sua volta tutto l’ambiente -Ma cos’è quella?- domandò indicando una piccola fiala viola che si trovava nascosta tra le foglie di una pianta.

-Ci sarà da divertirci.- disse ironica Alexis mentre afferrava uno dei kit di raccolta prove richiamati direttamente dal ministero.

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 La giornata lavorativa era passata tra perquisizioni e conferenze stampa.

-Granger vieni a casa mia stasera? Ordiniamo qualcosa per cena, pizza, sushi… decidi tu.- propose non appena la riunione fosse finita e tutti iniziarono ad andare frettolosamente a casa, stanchi per la giornata stancante; dopotutto si poteva dire che nessuno di loro avesse dormito nelle ultime 30 ore.

-Va bene.- sorrise Hermione sentendo lo stomaco brontolare… avevano pranzato con un semplice tramezzino, troppo indaffarati dalle questioni lavorative -Vada per la pizza.- annuì convinta della sua scelta -passo da Grimmould Place per prendere il cambio e darmi una rinfrescata e ti raggiungo ok?- domandò stampandogli un bacio sulle labbra.

-Va benissimo, ti aspetto a casa allora.- disse afferrando la sua giacca abbandonata lì da quella mattina e smaterializzandosi.

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Hermione, come stabilito, si presentò a casa del biondo dopo essersi fatta una doccia e aver preparato una borsa col cambio per il giorno seguente. Bussò.

-Ehi.- Draco la accolse con un sorriso, in tuta e con i capelli ancora bagnati dall’acqua della doccia.

-Ciao.- disse lei avvicinandosi per dargli un bacio.

Entrarono e, Hermione si stupì di vedere due cartoni di pizza sul tavolo della cucina.

-Sei così presuntuoso da pensare di conoscere i miei gusti in fatto di cibo?- gli domandò impertinente.

-Non sono presuntuoso, sono semplicemente fantastico.- disse lui dandole le spalle per prendere due bicchieri di vetro colorato dalla credenza.

-Allora sentiamo- Hermione prese posto con aria di sfida -Che gusto di pizza preferisco?- domandò alzando il naso con fare snob.

-Ovviamente per una Grifondoro orgogliosa come te non possiamo non avere la capricciosa.- rispose lui aprendo il frigo per prendere una bottiglia di vino e stapparla con la magia.

-Ma come?- Hermione rimase stupita dal fatto che effettivamente il biondo avesse ragione.

-Sono pur sempre Draco Malfoy.- constatò lui prendendo posto di fronte a lei ed aprendo il cartone della sua pizza 4 stagioni -So sempre tutto di tutti.-

-Sempre modesto.- sbuffò lei sorseggiando il vino che le aveva appena versato e che le sciolse i nervi tesi dalla stanchezza.

Iniziarono a mangiare parlando del più e del meno quando vennero interrotti da un picchiettare insistenze alla vetrata dell’appartamento. Un gufo li guardava con gli occhi stanchi di chi ha fatto un lungo viaggio.

-Di chi è?- domandò Hermione quando il biondo fece entrate l’animaletto che, subito, andò a posarsi sul trespolo che era lì proprio per i gufi di passaggio. L’animale aveva un piumaggio folto e sano, quindi doveva appartenere a qualcuno che se ne prendesse veramente cura.

-Non ti so dire.- disse sincero il biondo staccando dalla zampetta quella che entrambi con orrore riconobbero essere una strillettera. Quest’ultima volo via dalle mani del Serpeverde per iniziare a parlare:

-Draco Lucius Malfoy ed Hermione Jean Granger.- la voce di Blaise li fece tanto sorridere quanto inorridire allo stesso momento; avevano dimenticato di avvisare i loro amici della loro relazione!

-Sono scioccato ed incazzato nero- continuò la strillettera che, con la voce di Blaise, era ancora più buffa del solito -Vi sembra il caso che debba sapere queste informazioni da un articolo di una rivista scandalistica invece che da voi in prima persona?!- esclamò furioso il pezzo di carta -Sappiate che non appena tornerò subirete il peggiore pressing mentale della vostra vita. Anche Daphne è incazzata anche se non mi supporta in questa cosa.- risero entrambi pensando ad una Daphne a braccia conserte mentre Blaise si accingeva a creare la strillettera -Beh, che dirvi, mi avete deluso e io lo avevo detto! Scopate con le protezioni. Vi odio ma vi voglio anche bene ciao.- e così la lettera si disintegrò in tanti coriandolini che, ancor prima di toccare il pavimento, si dissolsero.

-L’abbiamo fatta grossa.- constatò Hermione seria.

-Vero, ma gli passerà.- disse lui facendo spallucce e sedendosi sul divano.

La riccia lo raggiunse in un attimo e, a contatto col morbido sentore della pelle, si rilassò ulteriormente. In un attimo, nessuno dei due sapeva come, si trovarono appiccicati a baciarsi anche se lentamente e svogliatamente.

-Draco.- interruppe lei il contatto per guardarlo negli occhi -Siamo entrambi stanchi morti, che dici di andare a dormire?- propose titubante.

-Granger non potevi farmi proposta più allettante per oggi.- ammise lui soddisfatto, facendola rilassare.

Si alzarono per andare in camera da letto e, finalmente, riscattare il loro meritato riposo.

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

VI CHIEDO UMILMENTE SCUSA. Non ho scusanti per avervi abbandonato e chiedo perdono! Avrei voluto pubblicare il capitolo prima di Natale ma, per forze di causa maggiore, non sono riuscita. Spero comunque che abbiate passato un sereno Natale e che stiate passando delle belle vacanze (nonostante tutto).

Il capitolo è un “Intermezzo”, le indagini sono di nuovo di fronte un punto interrogativo quando tutti pensavano di essere arrivati ad una tappa importante! Per quanto riguarda l’uscita allo scoperto della nostra coppia quella di Blaise sarà solo la prima di tante reazioni che vedremo!

Fatemi sapere che ne pensate del capitolo e come sempre ringrazio tutti voi che seguite, preferite, ricordate e recensite la storia (nonostante i miei ritardi imperdonabili!). Vi mando un abbraccio e vi auguro un buon anno, sperando sia migliore del 2020! Alla prossima!

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Capitolo 18
*** Ricerche ***


La tensione era nell’aria quella mattina nel Quartier Generale. La riunione mattutina era in corso e, purtroppo, non c’erano stati grandi passi avanti. Le prove che avevano raccolto il giorno precedente avevano solamente confermato ciò che pensavano. Neville aveva affermato che la foglia che avevano raccolto sulla scena del crimine dell’assassinio di Antoine corrispondesse con quelle dell’appartamento, poiché entrambe davano segni di debolezza per essere state esposte ad un ambiente diverso dal loro habitat naturale. Le restanti prove del luogo erano un buco nell’acqua, le impronte in giro erano tutte del signor Stuart e, a parte i segni di effrazione, chiunque fosse entrato non aveva lasciato nessuna traccia dietro di sé. I tomi erano rimasti da analizzare ed Hermione, Pansy ed Alexis si presero quel compito, mentre ovviamente a Draco venne affidato il compito di capire cosa contenesse e a cosa servisse quella piccola fiala che avevano trovato.

-Io dovrò andare al Manor, il mio laboratorio dell’appartamento è ancora meno fornito di quello che avevo lì.- informo Harry che annuì.

-Verranno anche le ragazze con te se non è un problema, la biblioteca del Manor è un buon posto dove lavorare.- affermò il Grifondoro attendendo un cenno di conferma che arrivò subito. Harry fece finta di non notare le gote della sua migliore amica diventare rosse in un attimo e, dal ghigno di Malfoy, capì che quella biblioteca non avesse visto solo libri ed appunti nell’ultimo periodo.

Hermione non riusciva a tranquillizzarsi, appena l’amico aveva nominato la biblioteca le era caduto uno sguardo su Draco che, come avesse dei sensori, fece scontrare i loro sguardi e ammiccò in modo impercettibile per gli altri.

-Bene.- ci pensò Harry a distrarla -Invece io e Dean andiamo a dare un’altra occhiata all’appartamento e faremo qualche domanda ai vicini, non si sa mai.- disse terminando la riunione.

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Arrivarono al Manor tramite metropolvere. Uscirono fuori dal camino di un salone immenso e bellissimo. Quei muri, quelle vetrate e quel lampadario immenso avevano sicuramente assistito a grandi feste negli anni passati.

-E’ bellissimo questa sala Malfoy.- disse Alexis studiando l’ambiente, mentre Hermione era ancora col naso all’insù catturata dal lampadario e Pansy invece si muoveva tranquilla e completamente a suo agio in un ambiente che nella sua vita aveva dovuto aver visto un centinaio di volte.

-Grazie Alexis.- la ringraziò lui tranquillo -Vi accompagno in biblioteca perché devo prendere un paio di tomi che potrebbero tornarmi utili.- disse raggiungendo la porta -Granger sei ancora tra noi o vuoi portarti il lampadario dietro?- scherzò lui girandosi per guardarla; era così buffa, sembrava una bimba in quel momento.

-Nono… arrivo.- disse lei riprendendosi e seguendoli.

Chiacchierarono tutti e quattro durante il tragitto fino alla biblioteca, avevano scoperto che anche Alexis aveva vissuto in un Manor con i genitori e che era appassionata di architettura ed arte, infatti continuava a fare domande al padrone di casa che le rispondeva, con lo stupore di Hermione, in modo interessato e pieno di sentimento… a quanto pare aveva imparato che anche lui fosse interessato ad arte ed architettura, lo si vedeva da come muoveva le mani per descrivere un dipinto su una parete o come ascoltava serio e concentrato Alexis.

Hermione riconobbe il corridoio che portava alla biblioteca qualche passo dopo averlo imboccato e, tra uno sbuffo annoiato di Pansy e l’altro, arrivarono alla loro destinazione.

Mentre loro si accomodavano intorno ad uno dei lunghi tavoli ed Hermione tirava fuori dalla sua borsa con incantesimo restringente i vari libri che avrebbero dovuto studiare, Draco si perse tra gli scaffali e ne tornò dopo qualche minuto, con sottobraccio due tomi dall’aspetto logoro e vecchio.

-Blinky!- esclamò alzando un po’ il tono di voce. L’elfo si smaterializzò in un attimo.

-Padron Malfoy.- disse lui sorpreso con gli occhi lucidi -Blinky non sapeva che il padron Malfoy sarebbe venuto oggi.-

-Non preoccuparti, siamo qui per lavoro.- spiegò tranquillizzando l’esserino che si era subito teso -Io sarò sotto nel laboratorio, se alle ragazze serve qualsiasi cosa sai cosa fare.- disse mentre prendeva l’uscita e faceva un cenno di saluto alle ragazze.

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Alzò lo sguardo dai calderoni dopo tempo indefinito, guardò l’orologio appeso al muro alla sua destra, strizzando gli occhi per mettere a fuoco dopo aver tenuto per tutto il tempo lo sguardo su vecchi manuali ingialliti e vari liquidi. La stanza era pregna di una leggera nebbiolina causata dai vapori dei calderoni dove stava sperimentando e studiando quella strana pozione. Le lancette segnavano l’una e mezzo e, se conosceva Blinky come credeva, tra qualche istante sarebbe comparso e gli avrebbe detto che il pranzo fosse pronto.

 Si pulì le mani con uno strofinaccio lasciato sul piano da lavoro per poi passarsele sul viso sospirando; scoprire la funzione di una pozione e capirne la ricetta e gli ingredienti era il processo più intricato e lungo che un pozionista potesse affrontare. Aveva fatto questo lavoro altre volte, anche se poche, e ogni volta gli era sembrata più pesante della precedente, ma quella volta lo era per davvero: la pozione era qualcosa di strano, complicato e sconosciuto alla sua memoria da pozionista che ne aveva viste di tante, perciò aveva iniziato con un campione il processo di scomposizione, cercando di capire almeno una parte degli ingredienti, mentre con un altro campione stava testando le reazioni con diversi elementi e, per quanto avesse potuto notare, quella pozione non era mortale ma aveva una natura malvagia. Aveva avvertito Potter che il processo avrebbe potuto impiegare giorni se non settimane ma lui, dopo Piton, era il migliore nel suo campo e a confermarlo non era solo Harry ma vari studiosi e varie riviste di settore per il mondo. Sarebbe stato un processo lungo, ma sarebbe arrivato a capo di tutto, anche se probabilmente avrebbe dovuto consultarsi con Paciock e qualche libro per vedere se si conoscesse qualcosa sugli usi della pianta: poi avrebbe dato un’occhiata nella biblioteca.

Finì di formulare quei pensieri e senti un “puff” dietro le sue spalle.

-Padron Malfoy è ora di pranzo.- squittì l’esserino facendo sorridere il biondo.

-Hai ragione Blinky, salgo subito.- disse togliendosi il camice -Apparecchia nella sala delle rose.- chiese tranquillo mentre appendeva l’indumento ad un appendipanni in ferro battuto.

-Va benissimo Padron Malfoy.- rispose inchinandosi -Vado a chiamare le signorine Parkinson, Granger e Muller.-  terminò facendo scuotere il capo a Draco, aveva avuto anche la faccia di chiedere il cognome ad Alexis.

-Non preoccuparti, vado io.- disse aprendo l’antica porca in legno.

-Il pranzo sarà pronto tra quindici minuti Signor Malfoy.- si congedò l’elfo prima di smaterializzarsi.

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Le ragazze erano immerse nella lettura, avevano studiato la metà dei libri trovati in quella camera, constatando che la gran parte fossero libri in commercio, perciò reperibili in diverse biblioteche magiche, mentre altri, che ancora non avevano esaminato, avevano l’aspetto più prezioso ed elitario. Bene o male tutti parlavano degli stessi argomenti: folletti, loro opere e loro tradizioni.

Quando il padrone di casa entrò le trovò tutte e tre concentrare sul loro lavoro: Pansy entrambe le mani a sorreggerle il capo, Alexis faceva scorrere il capo dal libro ad un blocknotes sul quale stava appuntando qualcosa ed Hermione aveva raccolto i capelli in una crocchia con una matita e reggeva il capo con la mano destra, mentre la sinistra era impiegata a sorreggere una penna che lei stava deliziosamente mordicchiando sovrappensiero.

-Se vi vedesse Potter vi darebbe un aumento.- disse palesando la sua presenza. Tutte e tre alzarono lo sguardo per puntarlo su di loro.

-Ce l’hai fatta, pensavo non venissi più.- sbuffò Pansy poggiandosi allo schienale della sedia -Stiamo morendo di fame!-

-Si mangia tra quindici minuti.- disse lui sorridendo e facendo qualche passo verso di loro, fino ad arrivare dietro di Hermione ed afferrarle le spalle a mo’ di saluto -Continuate pure, io devo vedere se ci sono altri tomi che dovrebbero servirmi.- e si scomparse nuovamente tra gli scaffali.

-Hermione scusa.- Alexis parlò cauta attirando l’attenzione delle altre due -So che non siamo molto in confidenza, ma che aspetti?- domandò maliziosa facendo cenno col capo in direzione del punto dove era scomparso Draco.

-Ben detto collega!- disse Pansy alzando il palmo della mano per battere il cinque alla bionda che, felice per non essere stata troppo impertinente, ricambiò.

-Siete delle vipere.- rispose a metà tra lo scherzoso e l’offeso Hermione mentre si alzava.

-Sisi Hermione, siamo così orrende da concederti una sveltina.- sputò Pansy ironica e leggermente invidiosa.

La riccia scomparse tra gli scaffali velocemente, non facendo vedere alle sue amiche il volto arrossato.

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-“Sezione erbologia”- Hermione citò la targhetta in oro all’iniziò della fila di scaffali dove trovò il biondo, indicando dietro di sé, ormai lontana dall’iniziò del corridoio di libri. La parte maliziosa di lei constatò che fossero quasi dalla parte opposta rispetto al punto dove aveva lasciato Alexis e Pansy.

-Granger.- la salutò lui guardandola, appoggiato agli scaffali e trascurando il libro che aveva in mano in quel momento.

Hermione si prese un attimo per ammirarlo: il ragazzo aveva i capelli arruffati dalle diverse passate con le mani che aveva dovuto fare sovrappensiero, le maniche della camicia raccolte fino ai gomiti ed i primi due bottoni del colletto sbottonati. Era semplicemente perfetto.

-Com’è andata stamattina?- domandò con una scintilla negli occhi, cacciandogli il libro dalle mani e poggiandolo in uno spazio vuoto proprio vicino a loro. Lui la lasciò fare alzando un lato delle labbra in un sorrisetto malizioso.

-E’ un procedimento lungo, ci vorrà un po’ per avere dei risultati, ma ce la farò.- si pavoneggiò lui, divaricando le labbra per farla avvicinare ancora di più. Invito che lei accetto subito, mettendo le sue piccole e delicate mani sulle sue spalle tese dalle ore passate a stare chino, mentre le mani di lui le afferrarono i fianchi prontamente. -Tu? Com’è andata?- domandò abbassando leggermente il tono della voce, risultando ancora più sensuale alle orecchie della ragazza.

Quella mattina si erano entrambi svegliati tardi, perciò avevano dovuto prepararsi in fretta e furia, senza terminare il discorso lasciato sospeso la notte precedente e, quel momento, sembrava quello più adatto per colmare quella lacuna e a sfogare quella tensione sessuale che aleggiava tra loro. Hermione sentì il basso ventre contrarsi a ciò che sarebbe potuto succedere di lì a pochi attimi.

-Bene.- disse inghiottendo la saliva -Ma anche noi niente di che per ora, abbiamo lasciato le cose più succulente per il pomeriggio.- trattenne un brivido quando un dito del ragazzo sgusciò sotto il suo golfino, iniziando a tratteggiare dei piccoli ghirigori.

Si fiondò sulle labbra di lui, cercando di spalmarsi il più possibile sulla sua figura, facendo risalire una delle mani ai suoi capelli tirandoli un po’. Ormai entrambe le mani di Draco vagavano su e giù per la sua schiena, accarezzandola in modo così delicato quanto sicuro da farla impazzire, stuzzicando leggermente l’elastico del reggiseno.

Quel bacio sapeva di passione e, quando Draco le mordicchiò leggermente il labbro inferiore, non riuscì a trattenere un piccolo gemito.

-Ssshhh Granger.- soffiò il biondo sulle sue labbra -Devo ricordarti che sei in una biblioteca?- domandò malizioso mentre faceva scivolare la mano sotto una coppa del reggiseno, iniziando a stuzzicarla mentre lei cercava di trattenere i gemiti il più possibile.

-Sai.- disse lei continuando a trattenersi mentre lui la stuzzicava guardandola con occhi languidi -Questo è uno.-

-Cosa?- domandò lui alzando un sopracciglio confuso.

-Uno dei miei sogni.- disse lei mordicchiandosi il labbro a disagio -Uno dei miei sogni su di noi.- spiegò. Vide gli occhi del ragazzo passare dal confuso, al chiaro e poi li vide accendersi di passione ed in un attimo fu lei a trovarsi con le spalle poggiate allo scaffale, mentre lui continuava a stuzzicarla riprendendo a baciarla.

Con uno schiocco di dita lui fece arrivare accanto a loro uno di quei tavolini che si trovavano tra gli scaffali per concedere agli ospiti di poggiare lì i libri durante le loro ricerche di altri tomi a cui attingere. Facendo pressione sulle sue cosce la alzò in un istante posizionandola sopra il mobile e lei iniziò a togliere via la sua camicia dai pantaloni e a far scattare la fibbia della cintura.

-Menomale che hai indossato una gonna stamattina Granger.- ridacchiò lui mentre faceva vagare le mani sotto la stoffa a contatto con la pelle morbida della sua coscia. Sfilarle le mutandine fu un gesto così automatico per entrambi tanto che Hermione alzò i fianchi per aiutarlo ancora prima che le sue mani raggiungessero l’indumento.

Erano già pronti, non avevano bisogno di aspettare ulteriormente, perciò fu un attimo e lui si ritrovò dentro di lei e posò le mani sulle mensole all’altezza della testa di Hermione per reggersi. Entrambi diedero da subito un ritmo rude e selvaggio che faceva trasparire l’urgenza di quel contatto. Un gemito uscì dalla bocca di Hermione che aveva cercato di trattenersi per tutto quel tempo ed il biondo, quasi lo avesse previsto, le posò delicatamente una mano sulla bocca soffocando il suono.

-Sei proprio una sfacciata Granger.- disse lui eccitato non riuscendo a far uscire un tono scherzoso in quella situazione -Vuoi che ti sentano mentre ti faccio mia?- domandò intensificando le spinte mentre lei si aggrappava a lui. Lei scosse la testa e tirò con urgenza una delle maniche della camicia del ragazzo per portarla sul suo seno.

Lui sorrise ed accettò l’invito, felice che fossero in un livello di confidenza in cui lei non aveva vergogna a chiedergli ciò che voleva, e così le alzò il golf e, spostando la coppa del reggiseno con la mano libera, si fiondò con le labbra sul suo capezzolo.

Quel gesto fece raggiungere il culmine alla riccia e subito dopo anche al biondo. Rimasero in quella posizione per un po’, con i respiri che si rincorrevano veloci.

Si separarono ed iniziarono a darsi una sistemata guardandosi e ridacchiando come degli scemi.

-Questo dovrebbe servirti- disse Hermione afferrando il libro che gli aveva sfilato dalle mani poco prima.

-Spero di sì, se non funziona questo mi toccherà andare nell’unica biblioteca al pari livello di questa.- rispose sbuffando annoiato mentre si abbottonava i pantaloni.

-Hogwarts?- domandò lei raggiante con gli occhi pieni di gioia.

-Sì e sì- la interruppe prima che potesse proporre qualcosa -In caso verrai con me a fare il topo da biblioteca.- scherzò. Lei gli rifilò un colpo sul capo col libro ridendo.

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Appena erano tornati da Alexis e Pansy la comparsa di Blinky li aveva salvati da ogni tipo di battuta ma non dai loro sguardi maliziosissimi ed ammiccanti. Il pranzo era andato bene, gli elfi avevano cucinato per molto più di quattro persone, ma era tutto buonissimo.

Erano tornati subito a lavoro e il tempo era passato così velocemente che si era ormai fatta sera. Avevano concordato con gli altri che si sarebbero incontrati lì, perché Draco avrebbe dovuto tenere sotto occhio la pozione.

Hermione stava sfogliando l’ennesimo libro con ormai la voglia di fare pari a 0, non avevano trovato nulla che già non sapessero o che non potessero reperire da un qualunque libro presente a Diagon Alley.

-Ragazze ma questo non è lo stemma della vostra scuola?- domandò Alexis con la voce roca di chi non ha detto una parola in un lungo arco di tempo.

-Fai vedere.- disse Pansy alzandosi, sfruttando quell’occasione per sgranchirsi un po’ le gambe -Sì è lo stemma di Hogwarts, qualcuno ha cercato di eliminarlo.- constatò turbata.

Hermione le raggiunse confusa, constatando che quello davanti a lei, storpiato da diversi incantesimi, era effettivamente lo stemma della scuola.

-Concedono di portare fuori dai confini i libri?- domandò Alexis scettica.

-No, li hanno portati via senza che qualcuno se ne accorgesse.- disse Hermioen sicura, sapeva quanto Madama Pince, la bibliotecaria, ci tenesse ai vari tomi e non avrebbe mai permesso che qualcuno li portasse via sotto il suo occhio.

-Come hanno fatto?- domandò Pansy scioccata, anche lei consapevole di come la bibliotecaria fosse rigida a riguardo.

-Meglio controllare se questi che ci mancano siano marcati a loro volta.- disse Alexis indicando la ventina di libri che erano rimasti.

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Draco stava fissando uno dei suoi esperimenti da almeno un quarto d’ora bollire e sbuffare all’interno del calderone. Il liquido era di un blu petrolio, cattivo segno, perché con il procedimento che stava effettuando quel colore voleva dire che la pozione fosse troppo avanzata e complicata per usare quel metodo reversivo. Non aveva mai sperato che il metodo più semplice funzionasse, ma aveva avuto un barlume di speranza, invece doveva andare avanti con i mezzi forti. A mali estremi, estremi rimedi.

Con un colpo di bacchetta ripulì il tegame e cominciò con uno dei procedimenti più avanzati. Appena finito con un puff comparve sul tavolo da lavoro una copia della Gazzetta del Profeta e di altri giornali e riviste magiche; aveva chiesto a Blinky di portarglieli lì per ammazzare i lunghi tempi di attesa senza disturbare le ragazze in biblioteca.

La mente gli andò un attimo a quello che era successo con Hermione in biblioteca. Inspirò forte e chiuse gli occhi, cercando di non fare crescere l’eccitazione che solo quei pensieri gli recavano.

Afferrò la Gazzetta e si trovò parato davanti un articolo con titolo “Malfoy e Granger, la coppia che ha sconvolto il mondo magico” con una foto del ricevimento all’ambasciata, di lui e lei che sfilavano avvolti dai flash delle varie fotocamere mentre Hermione teneva il suo braccio cercando di mascherare la tensione con dei sorrisi e dei cenni di saluto, cosa che, doveva ammettere, le riusciva anche abbastanza bene mentre la seconda foto rappresentava solo lui la mattina precedente alla conferenza stampa. Prima di leggere il contenuto dell’articolo scese in fondo alla pagina per leggere il nome dell’autore e fu così che lesse, con un font completamente diverso dall’articolo, ma più intricato e pesante, “Rita Skeeter”. Alzò gli occhi al cielo, pensando ai mille giri di ipotesi e di parole che la donna avesse potuto tirare su e iniziò a leggere.

Come immaginava l’articolo era tanto frivolo e pieno di frecciatine che avrebbe fatto vomitare chiunque, chissà come faceva la donna ad avere ancora un posto di rilievo in quel giornale. Anche le accuse e le offese non andavano sul leggero, ma niente che potesse scalfirlo, come se non fosse mai stato chiamato “Mangiamorte” o “pentito” e come se non si aspettasse che qualcuno pensasse che Hermione non potesse provare interesse per lui perciò per forza lui avrebbe creato qualche “filtro d’amore da pozionista esperto” e l’avrebbe drogata. Gli venne quasi da ridere per quanto quelle accuse gli scivolassero addosso. Anche con Hermione non era andata leggera perché l’articolo metteva avanti che, se lui si fosse comportato bene, sarebbe stata lei quella a sedurlo per il suo denaro ed il nome che bene o male ancora aveva potere nel loro mondo.

Controllò l’orologio: avrebbe dovuto aspettare ancora un bel po’, perciò poso il giornale per dedicarsi agli altri rimanenti. Come sempre bene o male seguivano tutti le idee della Gazzetta, alcuni proponendo dei sondaggi riguardo la durata della relazione, altri raccogliendo le testimonianze di alcune che erano state con lui e che reclamavano attenzioni come sempre ed altri ancora proponendo scommesse su quando sarebbero usciti nuovamente allo scoperto e come fosse la loro relazione sessuale (anche per questo le testimonianze delle sue ex avevano avuto un ottimo scopo). Dopo averli letti quasi tutti con un colpo di bacchetta li fece smaterializzare nella sua vecchia camera; purtroppo con quegli esperimenti in atto doveva cercare di essere il più vicino possibile anche quando questi avevano bisogno di riposare.

Continuò a seguire il procedimento e si perse nuovamente in quell’arte che gli faceva dimenticare l’avanzare dei minuti.

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Harry e Dean alle 8 di sera si presentarono ai cancelli di Malfoy Manor che, come previsto, li lasciarono passare senza intralci.

Trovarono il portone del maniero aperto, con il piccolo elfo ad aspettarli.

-Buonasera Signori Potter e Thomas.- disse allegramente l’esserino facendosi di lato per farli passare -Il signor Malfoy stava aspettando i signori.- continuò parlando più con se stesso che con gli ospiti che lo seguirono a ruota.

L’elfo li portò in un salottino dall’aspetto caldo ed ospitale, con divani imbottiti color crema ed i muri pieni di quadri rappresentanti paesaggi di mare. Il padrone di casa era ad una delle finestre intento a leggere un pezzo di carta.

-Buonasera Draco.- salutò Harry attirando l’attenzione del biondo che alzò lo sguardo in loro direzione.

-Benvenuti. Posso offrirvi qualcosa da bere?- domandò indicando con un cenno del capo un piano bar in un angolo della sala.

-Per me scotch con ghiaccio.- disse Dean sedendosi su una poltrona, testandone la comodezza. Avevano passato tutto il giorno ad interrogare gente e mettere sottosopra l’appartamento del signor Stuart, perciò erano entrambi distrutti.

-Per me lo stesso.- disse Harry prendendo anche lui posto.

Il biondo poggiò il foglio sul piano per dedicarsi ai loro bicchieri.

-Uno scotch con ghiaccio per voi.- disse facendo volare su di loro i bicchieri sul tavolino centrale ai due divani e alle due poltrone della sala -ed uno liscio per me.- concluse versandosi il liquido ambrato per poi raggiungere i colleghi e posizionarsi sull’altra poltrona rimasta libera.

-Cos’era quel pezzo di carta?- domandò Harry dopo aver alzato il bicchiere a mo’ di brindisi.

-Viva la privacy Potter.- scherzò lui, facendo arrossare leggermente le gote del capo -Scherzavo, comunque è una lettera della mamma di Blaise che mi ha detto di andare quando siamo comodi e che ha già disposto un camino collegato con quello di camera mia qui al Manor. Lo usavo sempre quando passavo le vacanze estive con Blaise.- spiegò.

-Bene, allora che ne dici di domani? Vengo pure io, non ne posso più di perlustrazioni e di vicini spocchiosi.- disse.

-Va bene per me, le rispondo che andremo lì domani per l’aperitivo prima di pranzo. In Italia sono fissati e sinceramente lo apprezzo molto.- scherzò alzandosi per rispondere alla missiva.

-Ok quindi rimaniamo domani per le 11.30 qui.-

-Perfetto.-

-Dove sono le ragazze?- chiese Dean dopo aver finito il suo bicchiere che Draco riempì con uno schiocco di dita ottenendo un sorriso di ringraziamento dal Grifondoro.

-Dovrebbero essere qui a momenti, ho mandato a dire tramite Blinky che sareste arrivati qui intorno alle otto.- rispose guardando l’orologio appeso dietro il piano bar -Perciò dovrebbero arrivare a momenti.-.

Appena finita quella frase sentirono i passi delle tre ragazze riecheggiare per il corridoio adiacente al salone farsi sempre più vicini.

-Buonasera.- fu Pansy ad entrare per prima e dare il benvenuto ai nuovi arrivati con tono sì cordiale ma non caloroso come ci si sarebbe aspettati. Hermion e Draco si scambiarono uno sguardo confuso, cercando di capire se uno dei due sapesse cosa fosse successo alla coppia.

-Ciao ragazzi.- disse Alexis sorridendo e sedendosi sul divano di fronte quello di Harry. L’altro posto venne subito occupato da Pansy, che si era capito non avesse intenzione di stare vicino al ragazzo sopravvissuto. Cercando di evitare discussioni Hermione prese posto nel posto accanto all’amico velocemente, a metà tra lui e Draco che era seduto su una poltrona e le dedicò un sorriso furtivo.

-Bene, iniziamo.- incalzò Harry strofinandosi le mani in un gesto che Hermione ricordò essere uno dei suoi modi di sfogare il nervosismo -Draco abbiamo novità sulla pozione?- domandò aprendo un fascicolo con il riassunto del caso fino a quel punto.

-Ancora niente, ho provato il procedimento standard di reversione ma non funziona con pozioni più intricate e complesse, perciò ho iniziato due procedure più avanzate, ma per avere risultati ci vorrà qualche giorno.- spiegò facendo vagare lo sguardo a tutti i componenti della squadra -Per quanto riguarda l’uso di quella pianta nelle pozioni nella biblioteca non ho trovato nulla che potesse aiutarmi. Domani vedrò di contattare Paciock, sicuramente ne saprà più di me.- disse alzando le spalle leggermente sconfortato.

-Va bene, prenditi tutto il tempo che ti serve.- annuì -Sean, vuoi spiegare a tutti come sono andate le nostre ricerche?- chiese cercando di evitare lo sguardo della Serpeverde.

-Abbiamo parlato con i vicini, controllato le persone che incontrava abitualmente, ma nessuno ha saputo dirci niente, alcuni avevano notato che fosse più freddo negli ultimi 14 giorni, che fosse più schivo nel fare discorso, ma niente di che.-

-14 giorni corrisponde con poco prima degli inizi degli omicidi, dopotutto il primo corpo è stato circa 10 giorni fa.- constatò Alexis facendo annuire tutti gli altri nella sala.

-Sì, abbiamo richiesto un mandato per controllare il suo fondo alla Gringott e, dopo aver dato un’altra occhiata nell’appartamento abbiamo trovato questa.- disse sfilando dalla tasca interna della giacca una piccola agenda in cuoio.

-Controlleremo gli incontri negli ultimo 15 giorni e inizieremo a fare delle ricerche da domani.- terminò Harry per lui -Ragazze voi? Quei libri vi hanno portato da qualche parte?-

-I primi tomi non erano niente di che, cose che si potevano trovare in una qualsiasi libreria o biblioteca.- iniziò Hermione guardando le colleghe.

-A parte per cinque tomi che hanno lo stemma di Hogwarts stampato sopra.- continuò Alexis.

-Lo stemma di Hogwarts?!- domandarono i tre ragazzi all’unisono.

-E’ impossibile.- disse Harry.

-Come hanno fatto a fregare Madama Pince?- chiese confuso Sean con la faccia irritata di chi non era riuscito in quella missione.

-Non sappiamo come ci siano riusciti ma dobbiamo parlare con la McGrannitt- continuò Hermione notando come i tre fossero ancora traumatizzati da quella notizia.

-Sì certo, domani le scriverò per lasciarci il permesso di entrare ad Hogwarts.- annuì convinto Harry -Per domani mattina io e Malfoy andremo in Italia per parlare con la madre di Zabini, voi inizierete a spulciare l’agenda per vedere se riusciamo a venire a capo in questa cosa. Ok?- domandò a tutti che annuirono. Così la riunione poteva ritenersi finita.

-Vi va di cenare qui?- domandò Draco -Io devo restare qui per controllare la pozione, gli elfi saranno felici di avere compagnia.- tutti confermarono la loro presenza e, quando il biondo si alzò per scendere nelle cucine Hermione lo raggiunse.

-Ehi.- gli disse allegra.

-Granger.- la salutò lui fermandosi agli inizi della scalinata.

-Quindi rimani qui stanotte?- chiese carezzandogli leggermente il petto.

-Sì, devo controllare la pozione spesso, non vale la pena allontanarsi.- spiegò scocciato, avrebbe preferito tornare al suo appartamento.

-Se vuoi rimango qui con te.- propose un po’ spaventata di ricevere una porta chiusa. L’unica risposta di lui fu un bacio lento e pieno di passione

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Gli altri erano andati via e loro erano appena entrati in una camera da letto.

-Ehi, ma questa è- domandò Hermione appena entrata guardandosi intorno -la camera dove…?- lasciò in sospeso la domanda ricordando la loro prima volta.

-Sì, la stanza dove.- la prese in giro lui avvicinandosi.

-Ma è la tua camera di sempre?- domandò lei sgusciando via da lui e notando delle foto appese alle pareti. Foto che ritraevano un Draco più giovane, ad Hogwarts, sulla scopa, con Pansy, Blaise, Daphne e Theo.

-Sì è la mia stanza di sempre.- disse lasciandola esplorare ed andando in bagno per farsi una doccia.

Hermione continuò a studiare l’ambiente. La stanza era abbastanza grande, con un matrimonale a due piazze, una robusta scrivania con ancora sopra dei vecchi libri di Hogwarts ed un grande armadio in legno scuro. In un angolo c’erano il baule e diversi gadget di Serpeverde. C’era una portafinestra che dava su un piccolo terrazzino ed una parete era occupata interamente da una libreria ed un angolo lettura formato da un tavolino ed una poltrona in pelle. Tutto era rigorosamente sui toni del verde. Storse il naso e si avvicinò alla libreria per vedere quali fossero le letture del giovane Principe dei Serpeverde, ma notò che sul tavolino vi fossero dei giornali ed alcune riviste; riconobbe la Gazzetta del Profeta ed iniziò a leggere quello che era il titolo della prima pagina. Inutile dire che tutta la sua attenzione venne catturata da ciò che stava leggendo, infatti non sentì né lo scrosciare dell’acqua della doccia, né il rumore finire e nemmeno Draco uscire poco dopo.

-Cosa leggi?- domandò lui che, uscito con addosso solo i pantaloni del pigiama, frizionava i capelli ancora gocciolanti con un asciugamano.

-Mi hanno dato dell’arrampicatrice sociale?- domandò oltraggiata -Secondo loro sto con te per i soldi e ti ho rifilato un filtro d’amore? Ma queste sono idiozie!- esclamò irritata. Il biondo la guardò alzando le sopracciglia: sicuramente non si era aspettato una reazione così accesa.

-Beh, vedi il lato positivo, a me hanno dato del Mangiamorte che vuole rifarsi con te al fianco.- tentò di alleggerire l’aria scherzando.

-Vabbe ma quello è diverso. Queste sono falsità!- esclamò lei, subito pentendosi di quello che aveva detto e che, soprattutto, non pensava.

-Come scusa?- domandò lui lasciando cadere l’asciugamano per terra.

-Draco non volevo dire quello che pensi.- disse Hermione cauta, consapevole di avere sbagliato.

-Invece sì Granger.- rispose lui facendo un passo indietro dopo aver notato che lei si stesse avvicinando. Hermione notando ciò si fermò.

-No, mi sono espressa male. Non penso quello che credi ovviamente.- continuò lei cercando di spiegarsi.

-Invece ti sei espressa benissimo.- disse lui indossando la felpa che aveva lasciato sul letto poco prima di lavarsi -Sai che c’è Granger? Sei come tutte le altre.- sputò con freddezza -Vado a controllare la pozione, tu dormi pure io troverò un’altra camera.- disse uscendo via senza darle modo di spiegarsi e sbattendo la porta così forte da farla sobbalzare.

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Dopo qualche minuto in cui aveva preso coscienza di quanto fosse stata scema e di quanto lo avesse deluso decise di andarlo a cercare. Per quanto ne sapeva il laboratorio doveva essere nei sotterranei, perciò iniziò a scendere al piano inferiore.

Dopo diversi piani e diverse porte aperte inutilmente trovò una rampa di scale più antica, formata da grosse pietre grigie. In basso Hermione poteva vedere che vi fosse una sorgente di luce che illuminava la fine della scalinata, perciò scese. Dopo un piccolo pianerottolo vi era una spessa porta in legno, lasciata aperta e attraverso la quale vide il ragazzo lavorare. Si prese qualche attimo per guardarlo. I suoi movimenti erano decisi e calibrati come sempre, ma vi era un ritmo nervoso in tutto quello che faceva. Dopo che il biondo lasciò cadere nelle pozioni degli ingredienti a lei sconosciuti, poggiò i palmi delle mani sul bancone da lavoro e chiuse gli occhi. Era tesissimo e si vedeva. La riccia prese coraggio ed entrò e, subito, lo abbracciò da dietro, posando la guancia sulla schiena ampia di lui.

Lo sentì irrigidirsi per un attimo e subito rilassarsi, ma rimanendo sempre cauto, senza lasciarsi andare completamente.

-Scusa.- disse in un soffio, sentendolo rilassarsi completamente alla sua stretta.

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Ciao a tutti! Mi faccio schifo da sola per il ritardo, ma la prima stesura del capitolo non era soddisfacente perciò ho deciso di ricominciare il capitolo completamente da capo per consegnarvi qualcosa che valesse la pena leggere… sperò vi piacerà! L’ho appena finito, è l’una di notte ed io sono qui a scrivere da un bel po’ perché mi ero prefissata di finirlo e pubblicarlo prima di lunedì! Ahahahhahahahahaha

Spero vi piaccia! Cosa ne pensate delle indagini, chissà dove e soprattutto a chi ci porteranno! Per quanto riguarda i giornali, vi avevo detto che ovviamente ci sarebbero stati dei movimenti nel mondo magico dopo l’uscita in pubblico della coppia…. E questo è solo l’inizio! Per la lite finale, so che il chiarimento può sembrare troppo “semplice”, ma alla fine entrambi avevano capito nel loro di avere esagerato, perciò non valeva la pena fare una lite grossa e pesante.

Aspetto vostri riscontri e vi ringrazio come sempre per seguire, ricordare, preferire e recensire la storia! Un bacio <3

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