Ibrido

di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 45: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


L’uomo si guardò all’enorme specchio che si trovava in quella che era diventata la sua camera da quasi un anno. Il suo volto era rigato dalle lacrime che ancora stavano scendendo dai suoi occhi.
Erano lacrime di dolore, rabbia e soprattutto tristezza per quello che aveva scoperto.
Si sentiva tradito dalla persona della quale si fidava di più.
Ed era anche in una situazione di merda. Aveva accettato quella situazione solo perché pensava di poter avere accanto quella persona ma quello che aveva scoperto poco tempo fa lo aveva completamente distrutto. E aveva anche distrutto l’ultimo suo briciolo di fiducia nelle persone.
Sentì bussare alla porta della sua camera e si asciugò le lacrime che stavano solcando le sue guance prima di fare un respiro profondo e dirigersi ad aprire alla persona che aveva appena rovinato la sua vita.
-ehi- disse l’uomo facendo per baciarlo ma il rosso scostò la faccia e gli mise una mano davanti alla bocca bloccandolo -cosa c’è? Aspetta perché stai piangendo?- chiese il moro entrando in quella camera e cercando di toccare il rosso che si allontanò ancora di più da lui.
-mi fai schifo- gli disse con tutto l’odio che aveva nel cuore.
-cos’è successo? Perché stai piangendo?- chiese ancora il moro non capendo cosa stesse succedendo.
-e lo stronzo mi chiede anche perché! Come se non lo sapessi sporco maiale!- gridò il rosso iniziando a camminare avanti e indietro per la camera.
-è la gravidanza che ti fa questo effetto?- chiese il moro che vedeva in quel motivo l’unica risposta del comportamento strano della persona che amava.
Il rosso scoppiò a ridere per non piangere. Si certo ora il problema era la sua gravidanza. Gravidanza indesiderata visto che lui nemmeno poteva avere figli, ma quando era stato quasi ucciso il suo “ragazzo” aveva deciso di aiutarlo facendolo curare da un medico che gli aveva sostituito gli organi mancanti con quelli di un altro ragazzo che però non ce l’aveva fatta facendo quindi in modo che anche lui potesse avere figli. Cosa che ovviamente il medico non aveva spiegato facendo la sorpresa ai due ragazzi.
-se fosse quello il mio unico problema non sarei così incazzato con te- disse il rosso incrociando le braccia al petto e facendo risaltare ancora di più la sua pancia.
-e allora cosa c’è? Se non me lo dici e mi attacchi io come posso capirti?- chiese il moro cercando di avvicinarsi ma il rosso fece altri passi indietro.
-c’è che sei uno stronzo approfittatore. Tua moglie sa della mia esistenza?- chiese il ragazzo scoppiando definitivamente.
-come fai a sapere…- il moro era sconvolto. Non voleva far scoprire così a quel ragazzo che era sposato. Che poi era stato pure un matrimonio combinato che lui non voleva minimamente. Se avesse incontrato il suo bel rosso molto tempo prima non avrebbe esitato nemmeno un secondo a chiedere la sua mano.
-il medico non sa stare zitto, ma lo devo ringraziare visto che mi ha aperto gli occhi su che razza di persona tu sia. E credo anche che tu l’abbia fatto a posta- e dicendo l’ultima frase si indicò la pancia.
-non ne sapevo niente proprio come te. E poi il dottore pensava che tu fossi della nostra specie ecco perché lo ha fatto- si difese il moro sbuffando. Ormai il danno era fatto e non poteva tornare indietro. -posso almeno spiegarti come stanno le cose con mia moglie?- chiese.
-certo che no. Sei uno stronzo, soprattutto visto che anche lei è incinta del tuo secondo figlio! Ma io non te la farò passare liscia. Appena nascerà questo coso te lo terrai tu e io scomparirò per sempre dalla tua vita- il rosso era infuriato a morte e sfortunatamente pensava veramente quelle cose.
-ma è anche tuo figlio- protestò il moro. No, non poteva lasciarli da soli.
-non sarò l’amante segreto di nessuno e questo figlio io non l’ho mai voluto quindi ti prendi le tue responsabilità e ora sparisci- così dicendo gli voltò le spalle.
Il moro voleva dirgli qualcosa, combattere per potergli spiegare la verità ma non lo fece. Non sarebbe servito a niente. Quindi prese e uscì dalla stanza sbattendo la porta alle spalle e scomparendo per sempre dalla vita del rosso.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Riwan si era andato a rintanare nel giardino del grande palazzo nel quale abitava per poter leggere in santa pace. I suoi fratelli, o meglio fratellastri, non lo lasciavano mai in pace quando vedevano che iniziava a leggere, soprattutto quando notavano che i libri che leggeva non riguardavano nozioni importanti come tecniche di combattimento o di diplomazia. Quelle cose a Riwan non interessavano minimamente. Il moro infatti adorava leggere libri fantastici che parlavano di magia o comunque di capacità innate che solo alcuni possedevano.
Budogan e Lucine, i suoi due fratellastri, lo prendevano ovviamente in giro perché gli dicevano che era un credulone e soprattutto che nessuno poteva avere poteri magici.
Riwan ribatteva sempre che se nel loro regno erano presenti gli Iswa allora anche la magia era reale. Budogan ogni volta schioccava la lingua e lo mandava a quel paese lasciandolo in pace mentre Lucine iniziava a fargli mille domande per fargli notare che le sue idee erano infondate e che anche se nel loro regno i maschi potevano rimanere incita proprio come le donne (i famosi Iswa) non significava che tutte le altre fesserie che leggeva nei suoi stupidi libri erano vere.
Era per quello che il moro si andava a rintanare nei posti dove di sicuro i due ragazzi non l’avrebbero trovato. Budogan infatti passava più tempo nella sala d’addestramento che nella sua stessa camera mentre Lucine adorava andare in giro per il palazzo a scovare luoghi segreti, come amava dire lei. Riwan era più che sicuro che la ragazza non si sarebbe avvicinata alle serre perché era allergica ai pollini e quindi poteva tranquillamente stare in pace nel suo mondo.
-speravo di trovarti qui- disse la voce del padre che fece alzare gli occhi verdi di Riwan.
-salve padre- disse il ragazzo alzandosi da terra per rendersi presentabile al cospetto del re.
-ancora a leggere?- chiese l’uomo prendendo il libro del figlio e iniziando a sfogliarlo attentamente.
-ovviamente- rispose il ragazzo guardandosi intorno, ma in quel momento c’erano solo loro due.
-devo darti una brutta notizia- disse Yuri chiudendo il libro e passandolo al figlio che lo guardò confuso. -non sarai tu a salire sul trono…-
-questo era ovvio padre. Sono un bastardo e Lucine è più grande di me- lo fermò il ragazzo che fin da bambino aveva sempre saputo che non avrebbe regnato.
-sei più grande di Budogan- gli fece notare Yuri.
-di una settimana, ma comunque lui è figlio legittimo, io no- disse ancora Riwan.
-ti ho riconosciuto come mio figlio quindi anche tu sei legittimo. Comunque non è solo questo il problema- disse il re facendosi ancora più serio mentre un groppo li saliva in gola. Quello che stava per dire al figlio non gli sarebbe piaciuto per niente.
-cosa?- chiese Riwan che iniziava a preoccuparsi. Sperava solo che Elise non avesse organizzato il suo assassinio. Sapeva che la matrigna non lo sopportava, ma aveva sempre fatto in modo di farle capire che lui non era un problema per i suoi due figli.
-Elise ti ha combinato il matrimonio-
-okay- disse Riwan che non capiva come mai il padre fosse così tanto preoccupato. Era solo un normalissimo matrimonio combinato.
-non è okay Riwan! Ti ha praticamente mandato in un altro regno- cercò di farlo ragionare il padre.
-si sono sempre fatte alleanze in questo modo. Non ci vedo niente di male-
-con un principe-
Le parole morirono nella bocca del principe. Ecco perché il padre era preoccupato, anzi poteva dire con certezza che fosse terrorizzato.
Con tutti gli uomini nel suo regno anche Riwan era un Iswa, ma il vero problema era il fatto che era di costituzione debole e che quindi una gravidanza lo avrebbe ucciso subito dopo il parto. Era per quello che aveva accettato di dover sposare una donna anche se preferiva di gran lunga gli uomini.
-sempre meglio di assumere un assassino- disse Riwan cercando di sorridere sforzatamente.
-se solo avessi saputo cosa voleva fare glielo avrei impedito, mi dispiace Riwan- disse Yuri che si stava sentendo davvero in colpa per quello che avrebbe passato il figlio.
-non ti preoccupare. Io non dovevo nascere quindi è anche giusto così- disse Riwan anche se quelle parole gli facevano davvero male.
-no, non è vero tesoro. Sei l’unica cosa bella che io abbia mai avuto. Elise sta solo cercando di farmi un dispetto perché non ha mai accettato che io l’avessi tradita- l’uomo accarezzò il volto del figlio e si perse negli occhi verdi del ragazzo che erano identici a quelli del suo grande amore.
-alcune volte penso che sarebbe stato meglio se mi avessi lasciato per strada sai?- disse Riwan. Quante volete aveva pensato come sarebbe stata diversa la sua vita se il padre non l’avesse portato con se al palazzo. La sua vita non sarebbe stata lussuosa ma sempre meglio di vivere sapendo perfettamente di essere un errore.
-sarei rimasto con il rimorso per il resto della mia vita e non l’avrei sopportato- disse Yuri scuotendo la testa. Non gli piaceva quando Riwan parlava in quel modo. Gli faceva male.
-quando ci sarà il matrimonio?- chiese Riwan cercando di cambiare discorso.
-partirai tra tre ore. E nessuno di noi potrà essere presente al matrimonio visto che non vogliono svelare i loro riti- disse l’uomo mentre Riwan si irrigidiva.
Elise non gli aveva nemmeno dato il tempo di prepararsi psicologicamente alla notizia, un’altra sua magnifica trovata per farlo soffrire ovviamente.
 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Riwan aveva sempre saputo che Elise non lo sopportava minimamente ma almeno pensava che non l’avrebbe mandato tanto lontano da casa per rafforzare i rapporti con i regni vicini. E invece ne.
La donna per quanto pareva lo voleva il più lontano possibile da lei e ci era riuscita visto che lo aveva mandato ad Aleppo che era il regno più lontano da Mussasur.
Aleppo non solo era molto lontano, tanto che ci volevano ben tre giorni di viaggio in carrozza per arrivarci, quindi alla fine Riwan aveva anche il tempo di assimilare il fatto che stava per sposarsi e stava andando anche incontro a una sua morte prematura, ma era anche uno dei pochi regni dei quali non si sapeva quasi niente.
Riwan nei pochi libri che aveva letto sugli altri regni aveva trovato poco e niente di Aleppo. Sapeva che erano molto restii a fare alleanze, cosa abbastanza strana visto che non avevano esitato un secondo ad accettare la proposta di Elise, e che si interessavano poco e niente a quello che succedeva nei regni intorno.
Non stringevano alleanze da secoli e Riwan trovò ironico il fatto che lui era quello che avrebbe messo fine alla loro lunga tradizione.
Che poi il moro si era anche chiesto se sapessero che fosse un Iswa. Per quanto ne sapeva solo a Mussasur era possibile trovare degli Iswa ed era anche una cosa che suo padre non amava molto dire in giro. Questo fece pensare al ragazzo che Elise avesse spiattellato in giro la cosa. Altrimenti era impossibile che un principe accettasse di sposarne un altro, soprattutto se doveva mantenere la discendenza.
Okay, Riwan non sapeva se quello che stava andando a sposare era l’erede al trono o se fosse figlio unico, ma gli sembrava comunque alquanto improbabile che un principe ne sposasse un altro che non poteva dargli una discendenza.
-siete molto pensieroso- disse Hecarim che era la guardia che lo stava accompagnando in quel lungo viaggio e che era li con lui sono per accertarsi che Riwan non facesse cazzate: tipo uscire dalla carrozza e scappare venendo meno al matrimonio.
-pensavo al mio futuro marito- disse tranquillamente Riwan che sapeva di non poter venir meno ai suoi doveri. Lui sapeva che in quanto principe non poteva sottrarsi a un matrimonio combinato. A differenza di Lucine che aveva già rifiutato ben tre matrimoni. Ed Elise aveva acconsentito ai capricci della figlia mentre con lui non aveva avuto la minima pietà. Doveva sposarsi con quella persona punto e basta.
Per un momento gli era venuta la malsana idea di discutere con Elise per far si che anche Lucine come lui accettasse di doversi sposare con il primo che gli chiedeva la mano. Ma alla fine si era stato zitto.
Protestare non sarebbe servito a niente.
Ad Elise non aveva detto niente prima di partire per quel viaggio senza riorno, l’aveva salutata solo con un leggero inchino del capo. La stessa cosa aveva fatto con i suoi fratellastri mentre aveva abbracciato stretto il padre, ovviamente prima che arrivassero gli altri tre componenti della sua famiglia.
Il padre aveva cercato di rassicurarlo, ma Riwan aveva capito che nemmeno lui era tanto tranquillo come voleva dimostrare.
-fra tre giorni le vostre ipotesi verranno completamente smontate. Perché non provate a pensare ad altro?- chiese Hecarim mentre Riwan annuiva. Sapeva che la guardia aveva ragione, niente di quello che si immaginava era poi realmente in quel modo. Ma la sua testa continuava lo stesso a pensare a come potesse essere il suo futuro marito. Era alto? O più basso di lui? (anche se era abbastanza impossibile essere più basso di lui). Era muscoloso, magro, grosso? Era molto più vecchio di lui o era più o meno della sua stessa età? Sperava vivamente che Elise non lo avesse consegnato nelle mani di un vecchio decrepite. Non l’avrebbe sopportato ma sapeva che la donna ne era capacissima.
E soprattutto com’era il suo carattere? Sarebbero andati d’accordo o avrebbero sempre litigato? Il suo futuro marito lo avrebbe preso in considerazione per le decisioni o avrebbe fatto di tutto per trattarlo solo come un essere sforna bambini? Alla fine era quello che Elise voleva che diventasse Riwan altrimenti perché lo avrebbe fatto sposare? Lui sarebbe morto subito dopo il parto quindi il segno del tradimento di Yuri se ne sarebbe andato per sempre.
Riwan già si immaginava la donna che, una volta arrivata la notizia della sua morte, si sarebbe seduta comodamente sul suo trono con un calice di vino in mano e felice della sua vittoria.
Riwan scosse la testa. Non doveva immaginare quelle cose. Almeno non in quel momento visto che nel peggiore dei casi aveva ancora nove mesi di vita. Sperava vivamente che il marito non lo ingravidasse subito anche se c’erano davvero pochissime possibilità che il ciò accadesse. Poteva provare ad evitare il più possibile di consumare il matrimonio ma non avrebbe potuto farlo per sempre.
-sai se mi sposerò subito dopo il mio arrivo? O dovrò aspettare?- chiese Riwan accorgendosi che non sapeva quando sarebbe stato il matrimonio, o meglio si era dimenticato di chiederlo al padre.
-no principino. I regnanti di Aleppo non ci hanno voluto dire niente- rispose Hecarim mentre Riwan annuiva.
Ovviamente se non volevano far sapere nemmeno le loro usanze era palese che non dicessero il giorno, avrebbero rischiato di avere degli infiltrati alla festa. erano davvero più previdenti di quanto il moro si era immaginato.
E poi si chiese, come se le altre domande che gli ronzavano in testa non fossero già abbastanza, sarebbe stato all’altezza di suo marito? Oppure avrebbe fato la figura dello scemo stupido ed ignorante? Non si era mai interessato alla politica o alla guerra perché aveva sempre saputo di non essere tra coloro che sarebbero saliti al potere, ma ora se ne pentiva. Quelle nozioni potevano essere di vitale importanza ad Aleppo e lui non le conosceva.
Fantastico! Era ufficialmente uno stupido e suo marito se ne sarebbe subito accorto.
 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


-cazzo- sussurrò Riwan osservando il paesaggio che gli si parava davanti con gli occhi sgranati.
Si, non era propriamente corretto nel suo caso usare quel termine ma la sua mente in quel momento non riusciva minimamente a trovare un termine più corretto.
Cosa lo aveva sconvolto?
Le grandi mura che erano apparse all’orizzonte. Quando le aveva viste aveva pensato di essere quasi arrivato, ma mai idea era stata più errate. Le mura erano enormi. E ci avevano messo quattro ore intere prima di riuscire ad arrivare all’ingresso. Riwan si stava sentendo in trappola. Quelle mura non solo servavano a non far entrare nessuno, ma erano anche un modo per non fa uscire nessuno. E lui era una di quelle persone che non sarebbero mai andate via da Aleppo.
-si, quelle mura fanno sentire davvero piccoli- disse Hecarim osservando il suo principe e notando tranquillamente tutta la tensione che il ragazzo cercava malamente di nascondere.
Riwan annuì senza aggiungere altro. Non aveva parole per descrivere quello che in quel momento stava provando ed era anche grato del fatto che Hecarim non avesse detto niente riguardo alla parola che gli era scappata dalla bocca.
La carrozza si bloccò di colpo e Riwan si sporse un po’ di più dalla finestra per capire cosa fosse successo e notò che si trovavano ancora al di fuori delle grandi mura. Due soldati stavano parlando con il cocchiere e poi uno di loro si avvicinò alla finestra della carrozza e guardò al suo interno.
-la lettera prego. Senza quella non potete entrare- disse la guardia senza mostrare un bricio di rispetto per quello che comunque era un principe. Anche se non di quel regno.
Riwan sospirò capendo che non era minimamente ben accetto come invece aveva voluto far intendere Elise.
Prese quindi la lettera che aveva tenuto piegata nella tasca interna della giacca che indossava e la porse alla guardia. Quella lettera gliela aveva data Elise, o meglio quasi lanciata, pregandolo di non perderla altrimenti non lo avrebbe riammesso in città.
Il soldato aprì la lettera e iniziò a leggerla prima di richiuderla e porgerla nuovamente a Riwan.
-dovete scendere-
-come?- chiese Riwan non capendo il perché di quella richiesta.
-dovete scendere. L’uomo che è con voi non può entrare e nemmeno questa carrozza. Voi scenderete e a breve arriverà un'altra carrozza che vi condurrà a palazzo. Ah e se vi siete portato qualcosa a presso dovete lasciarlo ovviamente qui. Non ammettiamo oggetti non identificati nel nostro territorio- e così dicendo si allontanò dalla finestra facendo capire a Riwan che quell’antipatico non l’avrebbe minimamente aiutato.
Guardò Hecarim spaventato. E si mostrò volontariamente così perché aveva paura. Non voleva rimanere da solo, non davanti alle porte di un regno che non conosceva.
-tranquillo, sei un principe e non possono toccarti-
-possono inventarsi mille motivi per farmi fuori io…-
-no, perché io farò in modo di far chiedere a tuo padre una lettera scritta di tuo pungo. Non potranno ucciderti- cercò di tranquillizzarlo Hecarim. Riwan sospirò.
-augurami buona fortuna- disse Riwan stringendo forte la maniglia della carrozza.
-buona fortuna vostra altezza e non fatevi mettere i piedi in testa da nessuno- disse Hecarim mentre Riwan annuiva e apriva finalmente la portiera della sua carrozza per poi scendere.
Guardò un’ultima volta negli occhi della sua guardia prima di chiudere definitivamente la portiera e camminarsi abbastanza lentamente verso i due soldati che si erano messe a chiacchierare continuando comunque a bloccare la strada alla carrozza.
-finalmente volevate rimanere li per sempre?- chiese la stessa guardia di prima con un ghigno sulle labbra.
-posso prendermi tutto il tempo che voglio per salutare una persona che non rivedrò mai più, soprattutto se poi deve ancora arrivare la carrozza che mi porterà a palazzo- disse Riwan mostrando un coraggio che in realtà non possedeva.
-si ma fai aspettare noi- disse la guardia passando subito al tu cosa che Riwan non gradì ma preferì non dire niente per non inimicarsi subito le persone li presenti.
La carrozza nel mentre della loro conversazione se ne era andata lasciando quindi completamente da solo in quel territorio che non conosceva minimamente.
-allora mi fate entrare o devo aspettare qui fuori?- chiese Riwan lanciando una veloce occhiata al muro altissimo per poi distogliere velocemente gli occhi visto che gli stavano venendo le vertigini anche se si trovava saldamente ancorato a terra.
-pretendi pure di entrare?- chiese l’altra guardia guardandolo come se avesse detto qualcosa di assurdo e impossibile.
-di certo per sposare il vostro principe devo entrare nel vostro regno no?- chiese Riwan incrociando le braccia al petto. Davvero volevano farlo rimanere li fuori fino a quando non sarebbe arrivata una carrozza? Stava anche iniziando a far freddo per via del fatto che il sole stava tramontando iniziando a lasciare lo spazio alla notte.
Riwan era anche stanco visto che era in viaggio da giorni su quella scomodissima carrozza.
-che poi non è che sia tanto buono che un uomo sposi il nostro principe ma noi non siamo nessuno per poter criticare i nostri re- disse l’altra guardia dimostrando come molto probabilmente nessuno dei cittadini di Aleppo accettava quel matrimonio.
-a questo punto era meglio una principessa no?- Riwan sgranò gli occhi. Quindi non sapevano fosse un Iswa, o un’altra possibilità era che solo i regnanti sapessero della sua natura.
-non so se la cosa vi possa rassicurare ma nemmeno a me va tanto a genio di sposarmi con una persona sconosciuta- disse Riwan che si sentiva leggermente accusato di quella situazione, come se fosse stato lui a decidere di sposarsi con il principe di Aleppo.
-ci avete ricattati certo che ti va a genio la cosa-
Riwan stava per ribattere perché non aveva minimamente immaginato che Elise avesse ricattato i sovrani di Aleppo per quel matrimonio ma le sue parole furono bloccate dall’arrivo di una carrozza.
-ehi gente potevate avvisare subito- disse un ragazzo rosso scendendo quasi saltando dalla carrozza e raggiungendo subito le due guardie non lanciando nemmeno uno sguardo a Riwan.
-Charlez perché sei venuto tu?- chiese la guardia che aveva parlato di più con Riwan.
-perché così ha voluto Garen. Vostra altezza venite con me, non è buono rimanere fuori da Aleppo per troppo tempo- disse Charlez rivolgendosi finalmente a Riwan.
 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Riwan spostava lo sguardo ovunque all’interno di quella carrozza per non osservare il ragazzo che aveva difronte. Era entrato subito nella carrozza non volendo minimamente stare secondi in più con quelle due guardie antipatiche.
La carrozza era anche abbastanza comoda ma la cosa che non andava minimamente a genio al principe di Mussasur erano le tendine nere che coprivano le finestre della carrozza per impedire alle persone al suo interno di guardare quello che stava succedendo fuori.
-posso farvi una domanda?- Riwan si girò di scatto osservando il ragazzo che gli aveva appena posto quella domanda.
-certo- disse Riwan che non aveva motivo per non rispondere visto che per il momento il rosso era stato l’unico a mostrarsi rispettoso nei suoi confronti.
-come mai tutto questo interessamento da parte vostra per il nostro principe? È una cosa che non ci è mai capitata- il rosso si spostò una ciocca di capelli da davanti agli occhi.
-credo di non aver compreso la domanda- disse Riwan parecchio confuso da quelle parole.
-avete insistito molto per sposarvi con il nostro principe tanto da ricattarci. Volevo conoscere il perché- spiegò Charlez facendo sgranate gli occhi.
-cosa?- chiese il moro che in quel momento aveva solamente voglia di urlare. -io non volevo questo matrimonio- sussurrò Riwan tramando.
-nella lettera che ci è arrivata c’era scritto che voi volevate assolutamente sposarvi con il nostro principe altrimenti avreste marciato insieme agli altri regni per sconfiggerci- spiegò ancora Charlez che iniziava ad essere parecchio confuso. Quel ragazzo sembrava completamente spaventato.
-io ho scoperto che mi sarei sposato il giorno stesso in cui sono partito. Ha fatto tutto la regina- disse Riwan mordendosi con forza il labbro inferiore per il nervosismo. Sapeva che era troppo strano che Aleppo avesse accettato qual matrimonio senza proteste.
-no ne sapevate niente quindi. Come mai vostra madre dovrebbe aver architettato il tutto senza dirvi niente?- chiese Charlez che era felice di aver fatto quella domanda al principe che aveva difronte. Almeno in quel modo poteva giustificare il comportamento che la famiglia reale e quello stronzo di Fanchou.
-non è mia madre. È la mia matrigna e mi odia, non mi avrebbe detto niente nemmeno sotto tortura- Riwan fece un sospiro profondo. Gli stava andando di male in peggio ed era sicuro che le cose non sarebbero state delle più rosee nei prossimi giorni.
-oh, capisco. Ti avviso solo che i sovrani e il tuo futuro marito non sono tanto contenti della tua presenza qui per quello che ti ho appena detto- gli disse il rosso mentre Riwan annuiva.
-immaginavo- sussurrò il ragazzo e solo in quel momento si accorse che la carrozza si era appena fermata. In realtà non sapeva quando si fosse fermata di preciso avendo avuto la testa piena di pensieri non tanto belli -l’unica cosa che posso provare a fare è cercare di fare tutto quello che mi dicono e anche stare da parte se è la cosa migliore per il vostro regno-
-parlane con i sovrani e con il tuo futuro marito dicendo le stesse cose che hai detto a me. Ups scusate ho usato il tu senza accorgermene- disse Charlez che si era davvero accorto in quel momento di quello che aveva detto.
-non vi preoccupate- disse Riwan stringendosi di più le braccia intorno al corpo.
-comunque siamo arrivati- il rosso si alzò dal sedile e aprì la portiera della carrozza scendendo e sgranchendosi le gambe prima di girarsi verso il moro che non si era mosso di un millimetro. Riwan fece un profondo respiro, non aveva tenuto il conto di quanti ne aveva fatti da quando era partito da Mussasur, e scese dalla carrozza.
Appena alzò lo sguardo sull’imponente figura del palazzo che aveva difronte gli si mozzò il fiato in gola. Era molto più grande del suo a Mussasur e soprattutto era molto più imponente e sembrava più alto di quello che era realmente solo per la presenza di elementi architettonici che si sviluppavano in verticale, ma di questo Riwan se ne accorse molto più tardi visto che l’unica cosa che era riuscito ad identificare era che quel palazzo sembrava alto quanto le mura all’ingresso di Aleppo.
-forza, meglio non farli attendere troppo- Riwan annuì e seguì Charlez anche se si era completamente dimenticato di chiedere al rosso chi fosse in realtà. Il ragazzo non aveva armatura e quindi aveva immaginato non potesse essere una guardia. Ma allora chi era in realtà?
Riwan non fece domande e seguì il rosso che con passo svelto e anche sicuro camminava per i lunghi e stretti corridoi del palazzo verso quella che Riwan immaginava fosse la sala del trono. Non trovava altra stanza dove i sovrani potessero riceverlo. Riwan guardò fuori dalle vetrate che occupavano il lato destro del corridoio e vide come la luce era sprigionata solo dalle illuminazioni della case che si trovavano sotto il castello, le grandi mura impedivano al sole che stava tramontando di espandere la sua luce rossastra all’interno di Aleppo e il cielo era già completamente scuro.
-Charlez eccoti qui!- Riwan guardò con curiosità il ragazzo biondo che stava andando verso il rosso con passo svelto e sembrava davvero arrabbiato. Riwan si chiese nuovamente chi fosse ma stette immobile e in silenzio. Non voleva peggiorare la sua situazione li visto che solo di nomea era già odiato da tutti.
-Fanchou cosa c’è?- chiese esasperato il rosso.
-non mi hai portato il mio succo. Lo sai che mi serve nella mia condizione- il biondo incrociò le braccia al petto e guardò malissimo Charlez senza accorgersi minimamente di Riwan.
-ho avuto cose più importanti da fare che portarti il tuo stupido succo Fanchou!-
-ma sei tu il guaritore è ovvio che me lo debba portare tu e poi cosa dovevi fare di così importante?- il biondo sbuffò e nel farlo spostò il suo sguardo verso Riwan e sgranò gli occhi. -a dovevi prendere lo stronzo! Non potevi farlo camminare fino a qui- Charlez stava per rispondergli ma Fanchou si avvicinò al moro girandogli intorno. -sei davvero uno stronzo sai? Non avrai vita facile con me visto che il tuo ricatto mi ha impedito di sposare il mio ragazzo-

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Riwan rimase completamente immobile non capendo minimamente di cosa stesse parlando il biondo. Lui non aveva fatto proprio niente.
-non capisco di cosa stiate parlando- disse Riwan riprendendosi dalla sua trance e cercando di capire cosa stesse succedendo.
-non capisci che ridere- disse il biondo scoppiandogli a ridere in faccia mentre Riwan si mordeva le labbra per non gridargli contro che doveva portargli rispetto. -quello che stai per sposare principino da quattro soldi era il mio ragazzo e ci saremmo sposati se il tuo ricatto non ce lo avesse impedito- Fanchou lo guardò malissimo e Riwan si sentì morire.
-per quanto può importare io non ho ricattato nessuno, ha fatto tutto la mia matrigna- sussurrò il moro. Non voleva sentirsi male per qualcosa che non aveva scelto lui.
-non inventarti scuse lo so che ci sei tu dietro- disse Fanchou guardandolo davvero malissimo.
-Fanchou basta, non abbiamo tempo da perdere- disse Charlez andando verso Riwan e mettendosi tra lui e il biondo che sbuffò.
Fanchou non disse più niente e se ne andò lasciando i due ragazzi da soli nel corridoio. Charlez guardò in direzione del moro e vide come la sua faccia si era completamente trasformato. Sembrava come se ci fosse una maschera che faceva sembrare il suo volto di marmo.
-Fanchou è sempre così. Non ti preoccupare- cercò di rassicurarlo il rosso ma sembrava non aver avuto il successo sperato.
-non pensavo di starmi per sposare con qualcuno già fidanzato- disse con tono atono Riwan. Non aveva davvero voglia di essere il secondo per qualcuno. Aveva passato la vita a vivere da schifo e sperava li di trovare, dopo un po’, qualcuno che gli volesse veramente bene dopo tutto quello che aveva passato.
Ma visto come stava andando la cosa, e quello che aveva scoperto da poco in modo nemmeno tanto bello, tutte le sue speranze erano morte. In quel momento l’unica cosa che poteva fare era eliminarsi completamente come persona e fare tutto quello che la sua nuova famiglia voleva.
-i regnanti sono stati costretti ad accettare questo matrimonio e hanno un solo figlio. Non potevano fare altrimenti ti ho spiegato quello che era successo- disse Charlez iniziando a sentirsi male per il principe che aveva difronte.
-ormai è fatta e non si può tornare indietro- disse Riwan -andiamo? Stiamo perdendo tempo-
Charlez sapeva che il ragazzo aveva ragione ma voleva accertassi che stesse bene. Alla fine decise di continuare a camminare per arrivare alla sala del trono.
Una volta davanti disse alle due guardie che si trovavano li davanti che era con il principe di Mussasur e che voleva chiedere un’udienza al re.
Le due guardie annuirono e un di loro entrò all’interno della sala mentre l’altra guardava con fare scontroso Riwan che in quel momento sembrava la persona più indifferente del mondo.
-potete entrare- disse la guardia ritornando alla sua postazione e aprendo la porta insieme all’altra per far entrare i due ragazzi.
Riwan si guardò intorno osservando l’architettura della sala del trono che era la stanza più grande all’interno del palazzo. Era pur sempre una stanza con un soffitto altissimo cosa che aiutava moltissimo a far avere la sensazione di essere in uno spazio sconfinato.
-ben arrivati- disse il re anche se non era quello il benvenuto che voleva dare al principe di Mussasur. Era meglio però tentare di non mostrarsi subito ostili -il principe Garen è stato avvisato del vostro arrivo e sarà qui a momenti così potrete conoscervi prima del matrimonio che si svolgerà domani- continuò l’uomo dai capelli biondi tendenti al platino cercando di scrutare il volto del moro che aveva difronte.
-grazie per la vostra ospitalità- disse Riwan facendo un inchino. Quelli che aveva difronte erano dei sovrani a tutti gli effetti e lui era solamente un principe bastardo quindi doveva portare il dovuto rispetto. Non come quei trogloditi che aveva trovato nel suo cammino e che lo avevano trattato malissimo.
-com’è andato il viaggio?- chiese la regina, non le piaceva il silenzio che si stava formando e voleva riempirlo mentre quel cretino del figlio si fosse deciso ad arrivare.
-tutto bene, grazie per averlo chiesto- disse Riwan mentendo. Altro che bene! Aveva scoperto che le sue mille pippe mentali erano migliori di quello che aveva trovato per il momento in quel luogo ma di certo non si sarebbe lamentato con i sovrani.
-meglio così allora, è stato parecchio lungo come viaggio. Una volta fatte le presentazioni con Garen potrete andare a riposarvi in vista di domani- disse la donna che aveva capito che il ragazzo non aveva detto la verità. Il marito invece sembrava non essersi accorto di nulla.
-vi ringrazio ancora-
-oh quindi un po’ di educazione la hai anche- quelle parole fecero girare di scatto Riwan che incontrò gli occhi color tempesta del biondo che era appena entrato nella sala. Il suo portamento e soprattutto la corona che portava sul capo fecero capire a Riwan che quello che stava osservando non era altri che il suo futuro marito. -dalla lettera che hai inviato sembrava fossi il padrone del mondo intero anche se sembri più qualcuno che si può schiacciare come una formica- continuò il biondo girando intorno a Riwan che accusò il colpo in silenzio mentre malediceva Elise.
-la lettera che vi è arrivata non l’ho scritta io ma la regina Elise. Ho scoperto del matrimonio solo poche ore prima della partenza vostra altezza- Rispose ala fine Riwan. Almeno voleva mettere in chiaro la questione. Non gli piaceva essere accusato di qualcosa che non aveva minimamente fatto.
-oh quindi mi stai dicendo che non centri niente in tutto questo? Per favore non scherziamo- disse ancora Garen mentre Charlez lo stava guardando con gli occhi socchiusi perché lo sguardo che aveva il suo principe era quello che Garen metteva su quando vedeva qualcuno che gli piaceva e non poco. Praticamente se lo stava mangiando con gli occhi.
-Garen- tentò di dire la regina ma il ragazzo schioccò la lingua sul palato.
-vieni ti porto nelle tue stanze- disse alla fine il principe uscendo dalla sala del trono e Riwan lo seguì non prima di aver fatto un ultimo inchino ai due sovrani.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Riwan camminava a passo svelto per poter seguire il principe Garen senza perderlo di vista. Il suo futuro marito camminava troppo velocemente per lui che era anche abbastanza basso e quindi non riusciva a fare le stesse falcare del biondo.
Charlez non li aveva seguiti cosa che aveva leggermente preoccupato il ragazzo ma alla fine si era detto che non avrebbe cambiato le cose la sua presenza li visto che era un guaritore e sembrava non avere molta voce in capitolo.
Riwan si stava preoccupando anche di un’altra cosa: come avrebbe trovato la strada giusta nei giorni a venire? Non riusciva a memorizzare la strada per quanto veloce stavano andando.
Garen si bloccò nel mezzo di un corridoio nel quale c’era una vetrata enorme proprio difronte a loro e poi tre porte ai lati. Sembrava essere un posto molto isolato rispetto al resto del castello.
-in quest’ala abiterai solo tu. Non voglio che tu vada in giro a dare fastidio alla mia gente. E se te lo stai chiedendo io non dormirò con te, ho un ragazzo e starò con lui ovviamente. Domani sera consumeremo il matrimonio e poi non ti voglio più vedere hai capito?- disse Garen con tono ancora più acido di quello che aveva usato nella sala del trono.
-si vostra altezza- disse Riwan che sperava vivamente di non rimanere incinta per quell’unica volta che avrebbero scopato. Sarebbe stato troppo brutto e ingiusto nei suoi confronti. E poi il vivere isolato dal resto del castello gli andava anche bene, soprattutto se non incontrava la gente che lo voleva morto o quel Fanchou che già non sopportava anche se gli dispiaceva per lui. -potrò andare in biblioteca a leggere qualcosa oppure sarò relegato qui?- chiese Riwan prendendo un po’ di coraggio. Sperava vivamente che il principe accettasse quella proposta. Con la lettura il tempo sarebbe passato velocemente.
-cosa non capisci del non voglio vederti in giro?- chiese Garen assottigliando gli occhi grigi in due fessure.
-scusate. Me ne starò buono in camera a non fare niente- disse Riwan leggermente deluso dalla cosa. Garen non lo poteva minimamente vedere.
Garen osservò il moro che aveva davanti maledicendolo. Perché doveva essere così bello e soprattutto perché doveva avere tutte le caratteristiche che gli piacevano in un ragazzo (a partire dai lunghissimi capelli)? Aveva provato a convincere Fanchou a farseli crescere ma il ragazzo non aveva voluto sentire ragioni e adesso si trovava quello li difronte. Perché non poteva essere brutto? Che poi con quella lettera se lo era aspettato molto più arrogante invece sembrava un cucciolo smarrito.
E il suo sguardo vuoto in quel momento lo stava facendo sentire male. Infondo poteva consentirgli di leggere qualcosa no? Non avrebbe fatto del male a nessuno.
-se proprio vuoi leggere ti manderò un nostro servitore che ti porterà qui i libri dalla biblioteca- dopo aver detto quella frase vide gli occhi verdi del principe che aveva difronte brillare. E ne fu stranamente felice.
-grazie mille-
-ti va bene non uscire?- non riuscì a non chiedere Garen. Gli sembrava molto strana come cosa.
-certo visto che sono solo un impiccio per tutti voi. L’importate è poter leggere qualcosa- rispose sinceramente Riwan. Non capiva perché il biondo avesse cambiato idea, ma ne era davvero felice.
-almeno lo sai di essere solo un fastidio. Che poi dico io cosa ci guadagniamo noi? Questo matrimonio non porterà eredi quindi è anche inutile. Diversamente dal mio ragazzo- si lasciò sfuggire Garen.
-se posso chiedere di cosa stavate parlando? Se non sbaglio anche il vostro ragazzo è un uomo- provò a chiedere Riwan. Aveva molte più possibilità lui di dare un erede a Garen visto che era un Iswa.
-il mio ragazzo è incinta, porta in grembo il mio erede- spiegò Garen mentre Riwan si chiedeva come fosse possibile.
-sono davvero solo un peso allora. Mi dispiace- disse il moro abbassando il capo. Sperava veramente di non rimanere incinta perché non voleva che altri bambini provassero quello che aveva provato lui. Era orribile vivere in quel modo e sapeva di certo che sarebbe stato suo figlio quello che si sarebbe trovato in quella situazione.
-sono davvero sorpreso. Non pensavo che un mostro del genere potesse essere anche comprensivo-
-ripeto non sono stato io a scrivere quella lettera e credetemi non mi sarei mai messo in mezzo ad una coppia solo per un mio capriccio- Riwan voleva davvero che Garen gli credesse. Non voleva che il suo futuro marito lo credesse responsabile di qualcosa che non aveva fatto.
-potresti essere stato benissimo tu e ti stai dichiarando innocente solo per essere lasciato in pace. Quindi non mi fido di te ma posso concederti i libri. A domani- e così dicendo Garen lo lasciò da solo in quel corridoio senza nemmeno avergli indicato la sua camera. Il ragazzo allora provò ad aprire le varie porte ma erano tutte chiuse a chiave a parte una nella quale entrò buttandosi a peso morto sul letto troppo stanco anche solo per chiudere la porta alle sue spalle.
-allora?- chiese Fanchou quando vide uscire Garen dal corridoio che aveva difronte.
-allora cosa? Starà chiuso la tutto il tempo- disse il biondo avvicinandosi al suo ragazzo e lasciandogli un bacio sulle labbra.
-ha i capelli lunghi come piacciono a te- sussurrò Fanchou sulle sue labbra.
-ma io ho te- gli disse Garen con un sorriso sulle labbra -anzi, voi- aggiunse portando una mano sulla pancia del biondo ancora troppo piccola.
-spero che quel mostro non ci dia fastidio e soprattutto che tu non ti conceda troppo a lui-
-solo domani, una volta finito correrò subito da voi-
-bene- e Fanchou lo baciò nuovamente felice di quella risposta.
 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Riwan era così stanco che era riuscito a dormire ininterrottamente fino alla mattina successiva. E avrebbe continuato tranquillamente a dormire se solo qualcuno non l’avesse svegliato perché dovevano prepararlo per il suo matrimonio.
Si era fatto quindi un bel bagno caldo, aveva cacciato tutti quelli che volevano lavarlo, e poi una volta in vestaglia aveva permesso alla servitù di entrare e di portargli i vestiti che si sarebbe messo quel giorno che consistevano in un pantalone di lino largo nero e una camicia bianca con la giacca dello stesso identico colore della camicia con l’aggiunta di decori color oro. Ai piedi gli aveva dato un comodo paio di stivali neri stranamente della misura giusta. I servitori avevano completamente fatto sparire i suoi vestiti e avevano riempito l’armadio con altri che a detta loro erano molto più consoni per Aleppo. Riwan non aveva protestato, ma si chiedeva il perché di quella scelta visto che non sarebbe uscito da quell’ala del castello se non per i pasti (cosa che non aveva capito la sera prima e che gli avevano spiegato i servitori quella mattina stessa).
-sedetevi così vi sistemo i capelli- disse una delle ancelle che erano nella sua camera e Riwan si sedette controvoglia alla sedia che si trovava difronte alla toelette. Non gli piaceva quando gli altri gli toccavano i capelli, ma in quel momento non aveva scelta e quindi seguì abbastanza attentamente i movimenti della ragazza attraverso lo specchio.
La ragazza stava maneggiando delicatamente i suoi lunghissimi capelli e li stava intrecciando sapientemente e anche molto velocemente infilando anche forcine per tenerli ben ancorati alla testa.
Il risultato finale non era male e i suoi capelli non erano stati tirati più di tanto. La ragazza aveva intrecciato solamente quelli che gli andavano davanti e li aveva legati in una crocchia dietro la testa che aveva fermato con un grande fermaglio dai colori oro e bianco proprio come la giacca che indossava.
-grazie- disse Riwan quando la ragazza si allontanò. Lei fece un piccolo inchino, cosa che fece sorridere Riwan, e poi uscì dalla stanza lasciando il ragazzo da solo.
Ragazzo che si osservò attentamente allo specchio spaventato da quello che sarebbe stato il resto della giornata. Non sapeva niente della cerimonia matrimoniale di Aleppo e non sapeva se poteva trovarsi davanti a qualche rito strano che prevedeva un pugnale e del sangue. Quell’idea non gli piaceva minimamente.
Riwan cercò di scacciare via quell’immagine dalla sua mente. Era inutile fasciarsi la testa prima di rompersela. Doveva fare un respiro profondo e aspettare di essere portato fuori da quella che era e sarebbe stata per il resto dei suoi giorni la sua camera.
Infondo lui non poteva uscire da quella camera come gli aveva imposto il suo futuro marito.
Si sedette sul grande letto matrimoniale e fu tentato di andare all’indietro con la schiena ma si bloccò appena in tempo prima di finire per rovinare l’acconciatura che la ragazza gli aveva fatto poco prima e si morse le labbra.
L’ansia lo stava distruggendo dentro e fu felice quando sentì bussare alla porta. Andò ad aprire velocemente la porta e fu felice di vedere la faccia sorridente di Charlez.
-una cosa veloce c’è un pugnale e del sangue- non riuscì a non chiedere il moro completamente spaventato cosa che lasciò perplesso Charlez per qualche momento.
-certo che no! Non ti preoccupare nessuno è mai morto per un matrimonio qui- disse il guaritore sorridendo rassicurante verso il moro che vedeva chiaramente sotto pressione.
-okay- disse Riwan facendo un respiro profondo. Almeno poteva stare tranquillo per un po’.
-tranquillo e respira. Nessuno si aspetta niente da te- disse Charlez mentre Riwan usciva dalla sua camera rigido come un pezzo di tronco.
Riwan annuì a quelle parole e iniziò a seguire Charlez fino alla fine del lungo corridoio dove trovò cinque guardie che li circondarono non prima di avergli riservato un’occhiataccia. Charlez la faceva facile nel dire che nessuno si aspettava niente da lui. La gente lo odiava! Lo avrebbero guardato con disprezzo per tutto il tempo!
-calmati- gli sussurrò Charlez vedendo le mani del moro iniziare a tremare cosa della quale si accorse anche il principe di Mussasur e fece in modo di intrecciare le mani tra di loro per non farle tremare più di tanto.
Camminarono abbastanza lentamente per i corridoi dell’alto palazzo tra le varie meraviglie di quel palazzo che il moro non ebbe modo di vedere visto che la troppa ansia lo stava divorando all’interno e l’unica cosa che riusciva a vedere era la spalla possente della guardia che stava camminando davanti a lui.
Quando si fermarono per poco il ragazzo non andò a sbattere la testa proprio su quella guardia ma fu prontamente afferrato da Charlez.
-stai tranquillo, io vado dentro- gli disse il guaritore facendo sgranare gli occhi al moro quando metabolizzò le parole del ragazzo. Ma era già troppo tardi visto che era già sparito tra le porte che si paravano tra lui e la sala nella quale Riwan immaginava si sarebbe celebrato il matrimonio.
-sei fortunato ragazzo-
-cosa?- chiese Riwan non avendo capito le parole che una delle guardi gli aveva rivolto, ovviamente sorvolando il fatto che non gli portassero minimamente rispetto.
-che sei fortunato. Se fossi stato io il re avrei distrutto immediatamente il tuo regno. Non sei di qui e non dovresti sposare il nostro principe. Nessuno ti vuole qui- disse la guardia guardandolo malissimo mentre Riwan abbassava la testa.
-no, state sbagliando…-
-oh per favore, ho ragione- lo bloccò la guardia ma Riwan non disse niente, anzi continuò a parlare.
-…nessuno mi vuole e basta- il moro si morse le labbra per non far uscire qualche lacrima. Non era il caso arrivare in quella sala con gli occhi lucidi. Non sarebbe stato nel suo personaggio arrogante che tutti si erano immaginati. Anzi avrebbe fatto incazzare ancora di più la gente li presente.
-si certo, il risultato non cambia- disse sempre la stessa guardia che però lo stava guardando attentamente chiedendosi perché quel ragazzo sembrasse davvero spaesato.
 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Le porte della grande sala circolare si aprirono e le cinque guardie scortarono Riwan attraverso uno dei cinque corridoi verso il centro della sala dove si trovava Garen. Tutto intorno alla sala, divisi ovviamente dai corridoi, c’erano le persone sedute e che non appena era entrato aveva iniziato a bisbigliare tra loro guardandolo come fosse un mostro.
Riwan cercò di non curarsene troppo e guardò fisso davanti a se cercando lo sguardo di Garen, ma il principe di Aleppo stava guardando da tutt’altra parte.
Le guardie lasciarono Riwan affianco al loro principe e il ragazzo si accorse di come si trovassero perfettamente al centro di un pentagono che era disegnato con linee dorate sul pavimento perfettamente bianco. Le cinque punte del pentagono corrispondevano perfettamente con i cinque corridoi e vicino ad ogni punta, racchiusi in un cerchio sempre dorato, erano presenti dei disegni che Riwan non riusciva bene ad indentificare nonostante si trovasse perfettamente al centro di quella composizione.
Un uomo che Riwan non aveva mai visto prima, come praticamente il resto delle persone che si trovavano li, si incamminò verso i due ragazzi e si fermò osservandoli attentamente. Riwan osservò a sua volta l’uomo quasi curioso di capire cosa sarebbe successo dopo e si accorse che l’uomo non lo stava guardando male. Il suo sguardo era inespressivo. Li stava scrutando entrambi senza dare un minimo giudizio cosa che a Riwan non dispiacque visto che non ne poteva più di quegli sguardi pieni di odio e rancore.
-prendetevi le mani- disse l’uomo ai due e Riwan girò lo sguardo verso Garen porgendo le sue mani tremanti al biondo che aveva difronte. Biondo che lo guardò sbuffando ma che comunque gli prese le mani. Le mani di Garen erano caldissime diversamente da quelle di Riwan che sembravano dei ghiaccioli.
L’uomo prese da una delle tasche della sua lunghissima tunica un nastro dorato e lo avvolse intorno alle mani dei due ragazzi per poi creare un no alla fine.
L’uomo poi iniziò a mormorare delle parole che Riwan non riuscì a percepire essendo troppo basso il tono di voce dell’uomo. Riwan però giurò di aver visto i disegni dorati della camera brillare intensamente anche se era una cosa troppo strana per essere vera. Quindi il moro attribuì quella improvvisa luminosità alla luce del sole che entrava attraverso le grandi finestre di quella sala.
L’uomo una volta finito di pronunciare le parole sciolse il nastro dorato che avvolgeva le loro mani e poi pose un anello a cinque fili intrecciati di colore rosso, marrone, celeste, grigio e nero a Garen che lo prese sciogliendo le mani da quelle di Riwan. Il principe di Aleppo prese con forza la mano sinistra del moro che aveva difronte e mise l’anello al suo anulare velocemente.
Poi l’uomo pose un anello identico a Riwan che lo prese con le mani tremanti prima di infilare anche lui l’anello all’anulare sinistro di quello che era diventato suo marito.
-baciatevi per suggellare il matrimonio- disse poi l’uomo a gran voce.
-devo proprio?- chiese a bassissima voce Garen che come risposta ricevette un’occhiataccia dall’uomo segno che si, doveva farlo.
Garen alzò gli occhi al cielo lanciano poi un veloce sguardo a Fanchou che lo stava guardando come a dirgli di non tradirlo. Il biondo allora si piegò leggermente verso suo marito e gli diede un veloce bacio a stampo sulle labbra. E si maledisse di averlo fatto visto che in quel poco tempo che le sue labbra erano state su quelle del moro aveva avvertito la loro morbidezza e non si sarebbe voluto staccare. Ma aveva Fanchou e non poteva fare altrimenti.
L’uomo accennò un sorriso e mise le mani sulle spalle di entrami i ragazzi.
-ecco a voi la coppia reale- disse l’uomo e tutti applaudirono ma non felici. Riwan si accorse perfettamente che era una farsa quell’applauso. Era stato fatto solo per rito visto e il moro pensò che sarebbe stato mille volte meglio se fossero stati fermi immobili.
Per un attimo Riwan incrociò lo sguardo di Fanchou e vide perfettamente lo sguardo assassino del biondo. Non gli era per niente andato a genio il bacio e Riwan non voleva minimamente immaginare la sua faccia quella sera.
Riwan rimase immobile al centro della sala non sapendo minimamente cosa fare e cercò di non guardare negli occhi le persone li presenti. Sentì una leggera pressione dietro la schiena e si girò notando che l’uomo che aveva celebrato il loro matrimonio lo stava spingendo verso la porta dalla quale era entrato in precedenza. La stessa cosa sembrava aver fatto con Garen che aveva preso il polso del moro per trascinarlo fuori da li.
Riwan si lasciò condurre da suo marito cercando comunque di camminare al suo fianco. Non sapeva dove stessero andando, sperava non subito in camera da letto. Era ancora giorno e lui aveva una certa fame non avendo fatto colazione e non aveva minimamente voglia di avvicinare troppo presto quel momento, anzi sperava non arrivasse mai.
Per sua fortuna però entrarono in un’altra enorme sala sempre circolare, Riwan aveva notato che oltre ai stretti e lunghi corridoi la cosa che ricorreva di più erano proprio le sale circolari. Quelle era la terza dopo la sala del trono e quella nella quale era stato celebrato il loro matrimonio.
Quella sala era completamente piena di tavoli semicircolari pieni di cibo, cibo che fece brontolare la pancia di Riwan. La sua fame si era appena risvegliata e non vedeva l’ora di mettere le mani su tutto quel cibo ma si trattenne non sapendo cosa fare.
-che abbia inizio la festa sperando che questa coppia abbia vita lunga e prosperità- disse l’uomo che aveva celebrato il matrimonio con calma ma a gran voce. Tutti i presenti applaudirono nuovamente senza entusiasmo. E dopo tutti si fiondarono sul cibo, letteralmente. Riwan non aveva mai visto quel comportamento da parte di nobili e ne rimase davvero sorpreso.
Garen si allontanò da lui avvicinandosi a Fanchou e al cibo lasciandolo completamente da solo al centro della sala.
Il moro sospirò prima di avviarsi anche lui perso il cibo ovviamente nella parte più isolata.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Il resto del giorno passò abbastanza tranquillamente, infatti Riwan se ne stette in disparte per tutto il tempo mangiucchiando qualcosa e cercando soprattutto di confondersi con le pareti circolari della sala.
Garen era stato tutto il tempo appiccicato a Fanchou e di certo Riwan non poteva fargliene una colpa. Suo marito aveva anche parlato con altra gente ma sempre al fianco del biondo. La gente però non ci aveva fatto molto caso e sembrava proprio come se Riwan non esistesse.
-non vi da fastidio che vostro marito stia palesemente flertando con un’altra persona il giorno stesso del vostro matrimonio?- Riwan si voltò di scatto a quelle parole riconoscendo l’uomo che aveva celbrato la cerimonia e del quale non conosceva il nome.
-no, e non dovrebbe nemmeno darmi fastidio visto come stanno le cose- rispose Riwan sorseggiando la bevanda che si trovava nel bicchiere che aveva in mano. Non sapeva cosa fosse ma era davvero buona.
-quindi siete a conoscenza della relazione di vostro marito-
-si e non sono nella posizione di criticare-
-siete il marito legittimo e non è giusto nei vostri confronti che il principe Garen stia con quello che è diventato il suo amante- continuò l’uomo osservando attentamente il moro.
-è giusto invece visto che io mi sono inserito dove non dovevo anche se non è stata una mia decisione-
-non vi immaginavo così sapete? Ma riuscite benissimo ad inquadrare la situazione che vi trovare davanti e vi ammiro. Se aveste iniziato a protestare per quello che stava succedendo sarebbe finita molto male- l’uomo gli sorrise sinceramente e Riwan ricambiò il sorriso.
-non ho nessun potere quindi so di non essere nella posizione di fare qualcosa. Ho deciso di accettare tutto quello che mi accadrà-
-vi ammiro. Io al vostro posto non sarei riuscito a sopportare tutto questo. Vi auguro di poter avere un po’ di felicità vostra altezza. Ve lo meritate- disse l’uomo e senza dare tempo a Riwan di rispondere se ne andò lasciandolo nuovamente da solo.
-tutto bene?- Riwan sorrise a Charlez che lo aveva appena raggiunto e annuì.
-posso chiederti chi è che ha celebrato la cerimonia?- chiese RIwan vedendo che il rosso si era appoggiato al muro al suo fianco, facendogli capire che non se ne sarebbe andato per il momento.
-Connor, ti ho visto parlare con lui prima e anche per questo mi sono avvicinato-
-è stato schietto, ma più gentile delle persone di qui. Ovviamente escluso te- disse sinceramente Riwan.
-si, Connor è così ma è una bravissima persona forse ciò deriva dal fatto che preferisce vivere da solo che circondato da gente. Si fa vedere solo quando bisogna celebrare matrimoni.- spiegò Charlez al moro che guardò sorpreso Connor che era vicino a Garen in quel momento e gli stava dicendo qualcosa che Riwan non riusciva a sentire. Sperava solo che non stesse riferendo la loro conversazione.
-come ti senti?- chiese Charlez intuendo i pensieri di Riwan e cercando di spostare l’attenzione del ragazzo da tutt’altra parte.
-strano e spaventato-
-cosa ti spaventa?- chiese Charlez che voleva rassicurare il ragazzo in qualche modo.
-non ho mai…ecco…- iniziò a dire Riwan mentre le sue orecchie iniziavano a tingersi di rosso per l’imbarazzo.
-non hai mai fatto sesso e sei spaventato- concluse Charlez capendo cosa preoccupasse il ragazzo. -rilassati, farà male ma più sei teso e peggio è- gli spiegò il rosso mentre Riwan annuiva. Aveva letto qualcosa nei libri che prendeva nella sua biblioteca a Mussasur ma fare era molto diverso dal leggere solamente.
-ci proverò- sussurrò il moro.
Proprio in quel momento Connor diede una pacca sulla spalla di Garen, cosa del quale il moro si sorprese visto che non credeva che il principe permettesse a qualcuno di farlo, e se ne uscì dalla grande sala come stava anche iniziando a fare un po’ di gente.
-se ne stanno andando tutti- sussurrò Riwan dando voce ai suoi pensieri e cercando con lo sguardo un orologio per capire che ore fossero senza però trovarne nemmeno uno.
-la festa è finita. Fuori è già buio- gli fece notare Charlez.
-è già buio perché quelle stupide mura sono altissime- borbottò Riwan constatando però che il rosso al suo fianco aveva ragione.
-imparerai con il tempo a riconoscere che ore sono anche con le mura credimi- disse Charlez ridendo facendogli capire che lo aveva sentito perfettamente.
-muoviamoci- Garen si era appena palesato davanti i due ragazzi e stava guardando con aria annoiata Riwan.
-cosa dobbiamo fare?- chiese curioso Riwan.
-consumare il matrimonio ovviamente. Muoviti così poi posso tornare da Fanchou- e senza aspettare il consenso del moro gli voltò le spalle e iniziò a camminare per raggiungere la porta della sala.
Riwan lanciò un veloce sguardo spaventato a Charlez prima di camminare a passo svelto per seguire suo marito visto che non conosceva per niente quel castello e si sarebbe perso di sicuro.
Una volta fuori dalla sala Riwan fu costretto per alcuni tratti addirittura a correre facendo ondeggiare i lunghissimi capelli neri per poter raggiungere il biondo che aveva avanti che sembrava avere veramente la fretta in culo.
A Riwan non piaceva minimamente l’atteggiamento del marito ma preferì non dire niente per non farlo arrabbiare. Non gli conveniva in quel momento. Se si fosse trovato in un’altra situazione forse avrebbe parlato.
Arrivarono in pochissimo tempo nella camera di Riwan e una volta entrati Garen iniziò a togliersi giacca e camicia per poi lanciare un veloce sguardo al moro.
-spogliati, di certo non lo farò io- gli disse continuando il suo lavoro e Riwan obbedì togliendosi anche le forcine dai capelli non volendo farsi male con quegli affari.
-l’hai mai fatto?- chiese Garen mentre osservava suo marito completamente nudo che sembrava davvero a disagio.
-no- disse sinceramente Riwan cercando di non incrociare i suoi occhi versi con quelli grigi dell’altro.
-voltati e sdraiati, dovrebbe farti meno male- Riwan chiuse gli occhi prendendo un respiro profondo prima di fare proprio come gli aveva consigliato il marito.
 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Riwan non era riuscito a dormire per niente quella sera. In qualunque posizione si mettesse un doloro atroce al fondoschiena gli impediva di chiudere gli occhi per più di due minuti mandandolo completamente in tilt. Garen non era stato per niente delicato la sera prima nonostante per un attimo Riwan aveva creduto potesse esserlo.
Per non parlare del fatto che subito dopo aver finito se ne era andato dalla camera senza dare il tempo a Riwan di riprendersi e metabolizzare quello che era successo.
Era uscito così lasciandolo completamente da solo. Okay che doveva tornare da Fanchou ma almeno poteva restare un po’ con lui, o almeno accertarsi che stesse bene.
Non aveva fatto niente di tutto ciò e Riwan era felice del fatto che non avrebbe visto quel biondino per la maggior parte delle giornate a venire. Doveva solamente farsi venire in mente un qualche modo per non vedere nessuno nemmeno durante i pasti. Poteva andare prestissimo e mangiare velocemente, oppure aspettare un bel po’ per essere sicuro di non incontrare nessuno.
Doveva anche capire chi era la guardia che gli era stata assegnata per scortarlo in giro e anche come fare per farsi portare dei libri dalla biblioteca.
Il moro si tirò la coperta sopra la faccia per via del solo che aveva iniziato ad illuminare la camera nella quale si trovava. Cosa che significava che era già parecchio tardi ma il ragazzo non aveva chiuso occhio la sera prima ed era troppo stanco e dolorante per alzarsi. In quel momento voleva nascondersi ancora di più sotto le coperte e rimanere per il resto dei suoi giorni rintanato li, lontano da tutto e da tutti.
Il ragazzo sperava anche di non essere rimasto incinta. La vita non poteva essere così crudele con lui visto che avevano fatto sesso solo una volta. Ma per sapere se era stato fortunato oppure no doveva aspettare minimo due mesi.
Riwan sbadigliò chiudendo gli occhi e cercando di dormire ed ignorare la leggera fame che gli stava salendo quando sentì bussare alla porta. Il moro si maledisse per non essere riuscito a dormire un altro po’ e si alzò con calma dal letto mettendosi anche una vestaglia addosso che aveva poggiato sulla sedia della toelette la sera prima per sicurezza. Il ragazzo aprì la porta della sua camera e osservò la guardia che aveva difronte. Era la stessa che gli aveva parlato il giorno prima scortandolo nella sala per il suo matrimonio.
-si?- chiese Riwan vedendo che non stava dicendo.
-è ora di pranzo, ti devo portare io quindi muoviti a vestirti- disse il soldato incrociando le braccia al petto.
-non ho fame adesso, non posso mangiare dopo?- mentì il moro, non aveva minimamente voglia di vedere gente.
-no. Gli orari sono quelli. Avete già saltato la colazione non potete saltare anche il pranzo- insistette il soldato.
-mi vesto- sospirò Riwan chiudendo la porta e sbuffando sonoramente. Non perse tempo però e si vesti abbastanza velocemente con un pantalone nero e una camicia celeste, erano le prime cose che aveva trovato nell’armadio. I vestiti della sera prima erano ancora poggiati a terra e Riwan non aveva minimamente voglia di sistemarli.
I capelli li legò in una morbida coda bassa perché non sapeva in quale stato fossero, probabilmente pietoso visto che la sera prima non si era minimamente sciolto le trecce laterali. In quel momento non aveva tempo di fare altro e quindi aprì velocemente la porta trovando il soldato ancora li che lo stava aspettando.
-una giacca no? Stai andando al cospetto dei sovrani- disse la guardia guardandolo male e facendo alzare gli occhi al cielo a Riwan.
-va bene- disse il moro prendendo la prima giacca presente nell’armadio. Blu elettrico che non stava bene con il resto del suo abbigliamento ma non se ne fregava più di tanto visto che sarebbe stato odiato a prescindere.
-andiamo che siamo in ritardo- disse il soldato camminando velocemente e Riwan si chiese come mai tutti in quel castello amavano correre come dei pazzi per i corridoi. Non si sarebbe mai abituato.
Ci misero comunque parecchio tempo ad arrivare e quando lo fecero Riwan notò che c’erano praticamente tutti a quel tavolo. E per tutti intendeva suo marito, i due sovrani e anche Fanchou. Riwan non si era minimamente aspettato la presenza del ragazzo, credeva non potesse mangiare li visto che non faceva parte della famiglia reale ma a quanto pareva si sbagliava.
-buongiorno- disse Riwan abbassando il capo per fare un leggero inchino.
-buongiorno anche a te caro, siediti- disse la regina indicandogli il posto libero al suo fianco. Riwan si accorse che la donna aveva anche lanciato un’occhiataccia al figlio e Riwan sapeva anche il perché: di solito la moglie del principe si sedeva sempre alla sua destra quindi anche a lui sarebbe toccato quel posto al fianco di Garen ma era occupato da Fanchou.
Riwan seguì le parole della regina e si sedette al fianco dell’unica donna presente in quella tavola e solo dopo si accorse di essere precisamente difronte a Fanchou.
Riwan quindi fece di tutto per non incrociare mai il suo sguardo con quello del biondo che aveva difronte.
-so che non hai fatto colazione quindi ti consiglio di mangiare un bel po’- gli consigliò la donna mentre un servitore metteva davanti a Riwan un piatto fumante di pasta che era già presente davanti a tutti gli altri.
-va bene, grazie- disse Riwan facendo un piccolo sorriso in direzione della donna. Non era uno di quelli che faceva prima di arrivare in quel posto e che erano autentici. Il suo era solo un sorriso tirato di cortesia, giusto per far capire alla donna che aveva apprezzato le sue parole.
Dopo di ciò nella tavola cadde il silenzio più assoluto, l’unico rumore presente era quello delle posate che tutti loro stavano utilizzando e la cosa metteva Riwan ancora più in soggezione del normale.
 


 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


-ehi tu!- Riwan si girò a quelle parole sapendo perfettamente fossero rivolte a lui. Stava ritornando nella sua camera dopo aver finito di pranzare seguendo il soldato che lo aveva accompagnato quando aveva sentito la voce di Fanchou. Fanchou che in quel momento era proprio davanti a lui con le braccia incrociate.
-si?- chiese Riwan che voleva solamente sdraiarsi visto che avvertiva dolori per tutto il corpo.
-ricordati di stare al tuo posto! Potrai anche aver avuto il mio ragazzo per una sera ma non ti permetterò mai di portarmelo via. Non provare a fare niente altrimenti ti uccido- il biondo era furente segno che quello che era successo quella notte non gli era per niente andato a genio.
-non ho intenzione di fare proprio niente stai tranquillo- disse Riwan incrociando anche lui le braccia al petto. Garen gli piaceva di aspetto ma odiava il suo carattere e anche il suo modo di comportarsi quindi più lontano gli stava meglio era.
-si, dici così ma poi ti ritroverò a fare la gatta morta con lui. Garen è mio e nessuno me lo porterà via-
-senti- disse Riwan massaggiandosi le tempie doloranti -non ho nessuna intenzione di correre dietro mio marito. Sarà come se io non esistessi quindi puoi stare tranquillo- concluse il moro per poi dare le spalle al biondo e camminare spedito superando anche il soldato che lo stava scortando in camera. Riwan non aveva assolutamente voglia di continuare a parlare con quel ragazzo. Il soldato guardò prima il principe che camminava a passo spedito e poi il biondo che aveva un’espressione scioccata in volto. Il soldato alzò le spalle per dire che non poteva farci niente e ritornò dal principe che si era bloccato in mezzo a un bivio non sapendo in che direzione andare.
Fanchou rimase per qualche minuto fermo in quel corridoio non concependo che quel ragazzino gli avesse mancato di rispetto in modo così plateale. Okay che solo Shen aveva assistito alla scena ma era comunque troppo. Non solo quel moretto aveva preteso di mettersi in mezzo ai suoi piani di diventare il nuovo re di Aleppo pretendendo di sposare Garen. Ci aveva messo gli anni per riuscire ad ingraziarsi quello stupido principe e anche parecchi mesi per ideare un perfetto piano per far credere a quel demente e ai suoi genitori che lui fosse realmente incinta. Non avrebbe rinunciato mai alla possibilità di sedere finalmente su quel trono. Era stato anche costretto a farsi crescere i capelli biondi fino alle spalle per fare un po’ contento Garen.
Poi era arrivato quel moretto da quattro soldi che aveva tutto quello che piaceva a Garen a partire dai lunghissimi capelli. E la cosa che lo mandava più in bestia era che quello stupido principe stava facendo tutto il carino e l’obbediente di sicuro per entrare nelle grazie di Garen. Fanchou sapeva che quel ragazzo era un mostro e non si sarebbe mai fatto soppiantare da lui a costo di ucciderlo se fosse risultato troppo pericoloso.
Al momento però non poteva fare assolutamente niente visto che sarebbe stato troppo problematico spiegare la cosa a Garen. Avrebbe aspettato, il tempo materiale di convincere Garen che quello stronzo voleva solo distruggere Aleppo e poi avrebbe avuto la bellissima possibilità di ucciderlo.
Si, avrebbe atteso pazientemente qualche altro mese. E molto probabilmente con il bambino avrebbe portato ancora più verso di se il principe Garen. Si doveva solamente aspettare altri sette mesi, trovare un bambino abbastanza piccolo e poi avrebbe avuto tutto il potere di Aleppo nelle sue mani. Era troppo semplice prendere in giro Garen. Doveva solamente stare attento a Charlez.
Fanchou aveva notato che il guaritore non sembrava essere molto sicuro delle sue parole e che molto probabilmente quel rosso non credeva minimamente che lui fosse riuscito a trovare un incantesimo che permetteva anche agli uomini di rimanere incinta. Be’ aveva dubbi perché non esisteva ovviamente una cosa del genere. Era anche per quel motivo che Fanchou faceva fare dal rosso solo delle bevande energizzanti e non si faceva minimamente toccare. Quello avrebbe subito capito che non c’era nessun bambino e avrebbe mandato all’aria tutti i suoi piani.
-tesoro tutto bene?- Fanchou non si era minimamente accorto che Garen lo aveva raggiunto e gli aveva appena messo una mano intorno alla vita sorridendogli.
-si, non ti avevo detto di aspettarmi?- chiese il biondo appoggiandosi ancora di più al principe ed entrando nella sua recita da ragazzo puccioso e coccoloso.
-lo so ma non stavi arrivando e mi stavo preoccupando- disse sinceramente il principe baciando il ragazzo sulle labbra.
-andiamo in camera?- chiese Fanchou una volta finito quel bacio che era stato troppo casto per i suoi gusti.
-certo- disse Garen prendendogli la mano e trascinandolo dolcemente per i corridoi.
-ho voglia di te. E’ da tanto che non lo facciamo- Fanchou non capiva perché Garen non lo avesse minimamente toccato in quei giorni. Okay il matrimonio il giorno prima e il fatto che quella sera non avesse voluto fare sesso con lui anche per una sorta di rispetto nei confronti del marito che aveva lasciato da solo la prima notte di nozze ma non spiegava il perché non lo avevano fatto per settimane.
-amore non voglio farvi male- rivelò il principe lasciando un bacio sui capelli biondi dell’altro e facendo di conseguenza sgranare gli occhi al biondo.
Ciò significava solo una cosa: Fanchou non aveva minimamente pensato al fatto che Garen potesse aver paura di far male a lui e alla presunta vita che aveva dentro di se.
-non ti preoccupare posso controllare ogni istante come sta- cercò di fargli cambiare idea Fanchou che non sarebbe resistito per mesi senza fare sesso con Garen, okay aveva fatto di tutto per poter diventare il re di Aleppo ma questo non significava che non gli piacesse fare sesso con quel pezzo di manzo.
-va bene, ma se sai che qualcosa sta andando male bloccami subito- e Fanchou sorrise sapendo che finalmente l’aveva avuta vinta.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Garen stava sbadigliando mentre all’interno della grande biblioteca sfogliava stancamente il quinto libro di quel giorno. Non amava molto stare li dentro, i libri non erano la sua passione, ma lo faceva solamente quando aveva bisogno di studiare per qualche incontro diplomatico o per qualche guerra, erano rare per fortuna ma questo non significava che non ci fossero. Studiava tutto il possibile da quei grandi volumi per capire come muoversi con le persone che aveva difronte.
Il fatto che il loro regno fosse isolato dagli altri permetteva si di essere protetti, ma li metteva nella condizione di non conoscere praticamente niente degli altri regni se non tramite dei loro guerrieri che giravano in incognito nei vari regni e prendevano tutto il sapere possibile per poi trascriverlo in libri.
Garen in quel momento non doveva partecipare a nessun incontro e ne tantomeno doveva preparare una guerra, almeno non per il momento. Era in biblioteca a sfogliare libri da ore per capire di più sul regno di quello che era diventato suo marito.
Per sua sfortuna i testi erano pochi e molto vaghi e non c’era davvero niente di interessante. Nessuno era riuscito a raccogliere molto su quel regno che sembrava un regno normalissimo senza caratteristiche particolari. L’unica cosa che spiccava era che nella famiglia reale c’erano stati parecchi matrimoni tra due uomini e Garen aveva capito come mai per quello che era diventato suo marito non era stato un problema sposarsi con lui. L’unica cosa che il biondo non capiva era come facessero poi ad avere una discendenza.
-vostra altezza- Garen alzò lo sguardo dal libro, inutile visto che ripeteva pari pari le stesse cose degli altri, e guardò Shen che era appena entrato nella sala dove si trovava.
-dimmi- disse il biondo chiedendosi perché quello che aveva designato come guardia del corpo del marito si trovasse da lui. Sperava solo che il bel moretto non avesse fatto qualche cazzata. Non aveva voglia di vederlo perché sapeva che difficilmente sarebbe riuscito a resistere dal saltargli addosso e non poteva farlo visto che aveva Fanchou, anche se quello che si voleva fare non era altro che suo marito.
-vostro marito vuole sapere quando potrà avere i libri- spiegò Shen sospirando.
-vero- sussurrò Garen ricordando che aveva permesso al moro di leggere nella sua camera. -chiedigli che genere vuole e faglieli avere- disse poi il biondo posando nuovamente lo sguardo sui suoi libri.
-ecco, per quanto riguarda ciò a lui piacciono quelli pieni di magie e robe varie ma gli unici che abbiamo sono quelli che parlano della nostra magia- fece notare Shen, era pericoloso dare quei libri nelle mani di quel ragazzo.
-faglieli leggere comunque. Non sa cosa siamo e di sicuro non potrà capirlo da qui libri- disse Garen che non era minimamente preoccupato a differenza della guardia.
-come volete. Glieli porto già adesso?- chiese Shen che sapeva non poteva protestare più di tanto.
-certo, così non stressa troppo- disse Garen sospirando.
-va bene vostra altezza, buona giornata- e così dicendo Shen si incamminò verso la sezione a destra della biblioteca e prese tre libri a caso sull’origine della magia per poi uscire dalla biblioteca ed incamminarsi verso la camera del moro per portargli finalmente qui libri mentre Garen ancora teneva la testa bassa sul libro che chiuse subito dopo con ira visto che era inutile continuare a leggere.
-così rovinerai i libri- disse Riven sorridendo al figlio e sedendosi al suo fianco.
-questi libri sono inutili mamma. Non c’è niente di utile dentro- rispose Garen sospirando. -cosa c’è? So che non sei venuta qui solo per dirmi di non maltrattare i libri-
-tuo marito non ha fatto niente per ricevere tutto questo astio da parte tua. Si si è intromesso tra di voi ma non per sua volontà come pensavamo inizialmente. Anche lui si è trovato catapultato in questa situazione e credimi è molto più difficile stare dalla parte di chi si trova in un regno non suo con gente che lo odia e non nel proprio regno impossibilitati a sposare la persona che si ama- cercò di farlo ragionare la donna.
-sta di fatto che Fanchou è incita e ci hanno ricattati per accettare questo matrimonio. Io non lo posso perdonare-
-tuo marito non c’entra niente in tutto questo lo vuoi capire? Quel poveretto sta sopportando in silenzio tutto quello che gli accade. Anche al vostro matrimonio non ha detto niente nonostante tu sia stato tutto il tempo con quel biondino. Sembrava come se ti fossi sposato con lui!- Riven non aveva mai sopportato Fanchou ma aveva accettato la relazione del figlio solo perché lo aveva visto molto preso. Ma in quel momento non gli andava minimamente a genio il comportamento del figlio e nemmeno quello di Fanchou visto che aveva chiaramente visto come trattava il povero moro.
-dovevo stare con Fanchou e rassicurarlo visto che sarei andato a letto con un altro uomo quella stessa sera!- spiegò Garen.
-e immagino anche che subito dopo aver finito tu te ne sia tornato dal tuo fidanzato biondo. Non so nemmeno come tuo marito non ti abbia gridato contro. Non piace a nessuno rimanere da soli dopo aver fatto sesso- la donna si alzò dalla sedia conscia che il figlio non le avrebbe dato retta, lo aveva capito dal suo sguardo.
-lo sapeva che non sarei rimasto-
-è comunque poco giusto nei suoi confronti- disse Riven mettendosi una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio.
-Fanchou porta dentro di se mio figlio, colui che diventerà l’erede di questo regno quindi voglio passare più tempo possibile insieme a lui- Garen non avrebbe mai ceduto su quell’argomento.
-fa come vuoi, ma almeno porta un po’ di rispetto a quel povero ragazzo- così dicendo Riven uscì dalla biblioteca lasciando da solo il figlio e sperando che Garen si risvegliasse sa quella specie di trance in cui era finito per colpa di Fanchou.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


-perché non esiste in incantesimo decente?- Fanchou per poco non aveva urlato mentre sfogliava con frenesia un incantesimo di illusioni in cerca di un modo per far sembrare gonfia la sua pancia in modo abbastanza reale da non far insospettire Garen, ma a quanto pareva era semplice ingannare la gente con i vestiti ma impossibile farlo senza.
-tutto bene?- gli chiese Shen lasciandogli una tisana rilassante sul tavolo che era andato a prendere da Charlez non appena Fanchou glielo aveva chiesto.
-no! Non posso scopare lo capisci?- disse il biondo bevendo tutto d’un sorso quella tisana bruttissima ma doveva farlo altrimenti Charlez si sarebbe insospettito troppo.
-sei tu che ti sei voluto cacciare in questa situazione assurda- disse Shen che non ce la faceva più a sopportate quel biondino e ogni giorno che passava si pentiva sempre di più di aver accettato di tenere il suo segreto.
-devo dargli un figlio per governare lo capisci si o no? Pensavo di poter scopare e invece non posso perché nessuna magia sarebbe credibile! A che cazzo serve tutta questa magia se poi non posso utilizzarla per fare quello che voglio- continuò il biondo che sapeva di poter urlare come un pazzo visto che aveva cacciato tutti da li una volta entrato per non farsi disturbare.
-la magia serve per altro e non per ingannare la gente- gli fece notare Shen.
-senti devo scopare con Garen uno perché scopa da dio e due perché con sta storia- e il biondo si indicò la finta pancia che si era creato con l’illusione e che ogni giorno faceva crescere di qualche millimetro di più -ho paura che il mio Garen vada a scopare con quello stronzo del marito-
Erano passati due mesi dalle nozze tra Garen e Riwan e quest’ultimo lo vedeva solamente durante i posti Fanchou aveva ancora paura che Garen potesse mandare a monte tutti i suoi piani per il bel marito che aveva, nonostante Garen vedesse il marito con la stessa frequenza con la quale lo vedeva Fanchou.
-non lo farà. Io sono sempre la mattina in quell’ala e credimi il moro sta sempre da solo- disse Shen cercando di tranquillizzare Fanchou.
-e che ne sai se si teletrasporta nel corridoio per non farsi vedere?- chiese Fanchou chiudendo bruscamente il povero libro che stava leggendo.
-è il futuro re di questo fottuto regno secondo vuole fare le cose di nascosto? Che poi di nascosto a chi? È sempre Garen che ha ragione qui dentro-
-io non mi fido e poi voglio scopare!- Shen sospirò a quelle parole e uscì dalla biblioteca, non voleva ascoltare un momento di più quello stronzo con manie di controllo su tutto.
 
-voglio scopare- sospirò per la ventesima volta Garen mentre giocherellava con delle provette all’interno del laboratorio di Charlez.
-smettila di infettarmi tutto. Vai da Fanchou se proprio vuoi scopare- disse il rosso togliendo le provette dalle mani dell’amico e sistemandole al loro posto non prima di averle sterilizzate con la magia.
Garen sbuffò.
-non posso, farei male al bambino e anche lui ha detto che adesso è complicata la situazione- spiegò il biondo giocando con la prima cosa che si era trovato davanti: un foglio di pergamena. Foglio che nuovamente Charlez gli tolse dalle mani di scatto.
-ti ricordo che hai anche un marito- disse il rosso. Garen sbuffò, nuovamente.
-non posso tradire Fanchou-
-ma a tuo marito puoi mettere tranquillamente le corna tutti i giorni e trattarlo come fosse della merda no?- disse Charlez incazzato con il ragazzo. -so che non ti piace ma è una persona come tutti noi devi mostrargli un po’ di rispetto maledizione- scatto il rosso. Non vedeva il moro da due mesi buoni perché il ragazzo non poteva uscire dalla sua ala se non durante i pasti, e Charlez non mangiava con la famiglia reale, e anche perché nessuno poteva avvicinarsi all’ala dove era rinchiuso Riwan.
-Fanchou…-
-Fanchou dice, Fanchou fa ma ti rendi conto che tutte le azioni che fai sono dettate da quello che dice quello stronzo biondo? E si a me Fanchou non piace e lo chiamo stronzo! Fatti una sana scopata con tuo marito, nessuno lo verrà mai a sapere- disse il rosso mentre vedeva il suo migliore amico che teneva basso lo sguardo, segno che stava pensando a quello che aveva appena detto.
Rimasero in silenzio per tanto tempo fino a quando Garen non si alzò dalla sedia sulla quale era seduto poco prima.
-questa conversazione rimane tra noi- disse il principe prima di fare un sorriso al rosso e uscire dal suo studio a passo svelto. Charlez aveva ragione nessuno sarebbe venuto a sapere di quello che sarebbe successo di li e Charlez non avrebbe mai e poi mai parlato con Fanchou della cosa visto che non lo sopportava. E poi in fin dei conti quel bel moro era anche suo marito.
Garen si guardò l’anello che aveva all’anulare sinistro e sorrise inconsciamente mentre a passo svento percorreva tutto il castello per arrivare fino all’ala nella quale risiedeva il marito.
Si stranì non vedendo nessuno sorvegliare quel corridoio ma non ci badò molto e arrivò precisamente davanti alla porta di quella che era la camera di suo marito.
Ci rimase davanti per un bel po’ chiedendosi se fosse il caso di bussare. Poi si disse che era una cosa davvero stupida e aprì la porta velocemente per poi richiudersela alle sue spalle. Con un veloce movimento di polso la chiuse anche a chiave usando la magia senza farsi vedere dall’altro ragazzo in camera che lo stava guardando preoccupato.
Riwan sembrava più pallido del solito ma Garen diede la colpa alla forte luce che entrava dalla grande vetrata che si trovava in quella camera. Il moro era mezzo sdraiato sul divano presente della sua camera con un libro in mano segno che prima dell’intrusione di Garen stava leggendo.
Il librò volò lontano non appena Garen raggiunse il ragazzo egli saltò praticamente addosso baciandolo famelico.
 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Riwan si era spaventato a morte quando aveva sentito la porta aprirsi di scatto. E la sua paura si era ampliata quando aveva visto che quello che era entrato senza bussare non era altri che suo marito e che aveva uno strano luccichio negli occhi che non prometteva nulla di buono.
Nella testa di Riwan si erano andati a creare i peggiori scenari possibili ed immaginabili nonostante sapesse di non aver fatto niente. In quei due mesi aveva fatto tutto quello che gli avevano detto di fare: rimanere nella sua camera senza dare fastidio.
Aveva letto tantissimo e sinceramente parlando non si era minimamente aspettato tutta quella vastità di libri di fantasia all’interno della biblioteca di Aleppo ma ne era stato davvero felice. Gli avevano fatto passare quei due tremendi mesi in pochissimo tempo. Sarebbero anche stati tranquilli se solo non avesse scoperto una cosa che gli aveva fatto crollare completamente il mondo addosso, o meglio la restante parte del suo mondo: era incinta del principe Garen.
Era strano come la sua vita facesse di tutto per rovinargli l’esistenza. Aveva fato sesso con il principe una sola volta ed era rimasto subito incinta. L’unica cosa buona, più o meno, di tutta quella storia era che mancavano solo sette mesi e poi sarebbe finito finalmente tutto insieme alla sua vita. Aveva solamente paura di lasciare la vita che aveva in grembi vivere la sua stessa vita. Ma per quello aveva tempo di fare qualcosa.
Quando Garen era entrato in camera non si sentiva nemmeno tanto bene e aveva solamente voglia di rimanere sdraiato sul divano e lasciar fare il suo corso a quello strano senso di nausea che provava. Aveva avuto davvero paura che il marito potesse iniziare a pretendere qualcosa da lui così a caso ma non era stato quello il caso.
L’unico problema era che Riwan non capiva se quello che stava succedendo era meglio oppure no.
Infatti aveva le labbra del marito sulle sue e soprattutto la mani di Garen erano ovunque sul suo corpo mentre lo spogliava con una velocità impensabile.
La mente di Riwan aveva smesso di funzionare mentre il marito gli faceva tutto quello che voleva. Riwan non pensò nemmeno al fatto che dalla prima volta che aveva fatto sesso erano passati ben due mesi e che avrebbe fatto male.
Fu anche per questo che il moro lasciò uscire un gemito di dolore quando il marito lo penetrò senza averlo preparato prima. Garen coprì subito il suo gemito con un altro bacio e continuava a muoversi dentro il moro che dopo un bel po’ si era lasciato andare completamente iniziando a provare anche piacere per quell’amplesso.
Però così velocemente com’era iniziato finì e la mente di Riwan ricominciò a ragionare e anche per quello il ragazzo tenne i suoi occhi verdi rigorosamente chiusi. Non voleva vedere il marito anche perché sapeva se ne sarebbe andato di li a pochi secondi. Non era rimasto il giorno del loro matrimonio figurarsi se sarebbe rimasto in quel momento.
Garen aveva ancora il respiro affannato e si stava chiedendo quanto disperato poteva essere stato per aver tradito in quel modo Fanchou. E la cosa che faceva più male al biondo era che non gli era minimamente dispiaciuto fare sesso con Riwan, anzi gli era addirittura piaciuto più del previsto.
Il biondo lanciò un’occhiata al marito e vide che aveva ancora gli occhi chiusi anche se stava respirando affannosamente anche lui. Osservandolo meglio notò anche che il suo pallore non derivava dalla troppa luce ma sembrava essere un pallore naturale che preoccupò un po’ Garen. Cos’aveva?
-quello che è appena successo rimarrà tra noi. Non farne parola con nessuno- disse Garen osservando il moro aspettando che aprisse quei bellissimi pozzi verdi. Cosa che il moro non fece.
-non vi preoccupate sarò muto come una tomba- sussurrò Riwan. Doveva dare una risposta al marito.
-bene- Garen disse quelle parole solo perché non aveva la minima idea di come sarebbe stato giusto rispondere a quella frase. Il biondo si alzò e vedendo che Riwan aveva ancora gli occhi chiusi si rivestì velocemente utilizzando la magia. Sapeva che era molto rischioso anche perché era stato lui stesso ad insistere che nonostante il moro fosse diventato suo marito non doveva essere minimamente a conoscenza della magia di Alepp, ma era davvero molto più veloce vestirsi utilizzando la magia che non farlo normalmente.
Garen lanciò un ultimo sguardo al marito: la camicia bianca era l’unico indumento che ancora aveva addosso ed era abbastanza lunga da coprirgli una parte delle cosce, i capelli neri erano sparsi per tutto il divano per quanto erano lunghi e Garen sperò di non averglieli tirati troppo. Il biondo voleva vedere quei bellissimi occhi verdi che quel giorno aveva visto per la prima volta brillare, ma il ragazzo sembrava non intenzionato ad aprirli e quindi si disse che non poteva stare ancora li per molto tempo.
-ci vediamo a cena- e con queste parole Garen uscì dalla porta e per sicurezza si teletrasportò in un’ala poco trafficata del castello. Nessuno avrebbe detto a Fanchou quello che era successo e soprattutto Garen non l’avrebbe più fatto al costo di restare rinchiuso ad allenarsi fino a quando suo figlio non fosse nato. Non l’avrebbe rifatto perché in quel momento sentiva una strana e irrefrenabile voglia di saltare nuovamente addosso al marito e non poteva, non se voleva rimanere fedele a Fanchou.
Riwan invece rimase qualche altro minuto steso sul divano cercando di metabolizzare quello che era appena successo. E sarebbe rimasto anche molto tempo in più se solo la nausea non si fosse imposta prepotentemente costringendolo ad alzarsi e correre, per quanto le poche forze che aveva in corpo gli permettevano, in bagno a vomitare tutto quello che aveva mangiato quella mattina.
E in quel momento maledisse Fanchou, Fanchou che nonostante fosse incinta proprio come lui non sembrava avere nausee e nemmeno un improvviso schifo per tutto quello che c’era nel suo piatto. Perché anche lui non poteva avere una gravidanza semplice? No, doveva subirsi tutto altrimenti la vita con lui non era minimamente contenta.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Nel suo terzo mese di gravidanza Riwan era andato saltuariamente a mangiare con il resto della famiglia reale soprattutto per via delle sue costanti nausee. Non voleva assolutamente vomitare davanti a loro.
All’inizio Shen e le altre guardie lo avevano pressato ma lui si era imposto dicendo che non si sentiva bene ed era riuscito ad averla vinta, dopo tanto protestare, anche perché la sua faccia cadaverica e piena di occhiaie parlavano da sole.
Solo che in quel momento la cosa si stava facendo ancora più complicata visto che era entrato nel quarto mese e la sua pancia si era fatta ancora più evidente di prima. In precedenza poteva camuffarla grazie alla camicie abbastanza larghe ma ormai erano diventate strette anche quelle.
Aveva deciso che non avrebbe detto niente della gravidanza. Non voleva che Garen e soprattutto Fanchou venissero a conoscenza della cosa. Voleva per suo figlio una vita migliore della sua, aveva provato sulla sua pelle cosa significava essere il figlio non desiderato in una coppia reale. Non sapeva ancora come avrebbe fatto a far nascere il figlio e a farlo uscire di li mentre lottava per restare in vita ma in qualche modo ci sarebbe riuscito.
In quel momento doveva inventarsi una scusa per non andare a mangiare per i restanti cinque mesi. Ma cosa dire? Riwan stava camminando avanti e indietro nella sua camera, approfittando del fatto che la nausea lo aveva lasciato in pace, per cercare di farsi venire qualche idea. Dove pensare a qualcosa che impedisse a tutti di controllarlo e che gli permettesse di mettere comunque qualcosa sotto i denti, di certo non voleva morire di fame.
Si fermò un attimo a guardare attraverso la grande finestre le possenti mura che avevano appena coperto completamente il sole e un piccolo sorriso gli apparve sulle labbra. L’unico modo per non far entrare nessuno nella sua camera era dire di avere una qualche malattia pericolosa. E a sostegno delle sue parole aveva il fatto che poteva tranquillamente prendere le sue nausee come sintomi di quella malattia. Sapeva che non era una cosa tanto bella da fare ma non voleva assolutamente farsi vedere dagli altri e quella era la sua unica possibilità.
Riprese a camminare avanti e indietro ma non fece in temo a fare nemmeno due passi che sentì bussare alla porta. Non aveva tempo per pensare ad altro.
-si?- chiese non aprendo la porta. Se doveva portare avanti la sua tesi della malattia non poteva aprire quella dannata porta.
-sono Shen, è ora di cena- disse la guardia -apri-
-non posso- disse Riwan iniziando ad attuare il suo piano.
-in che senso? Non fare scherzi e apri- continuò la guardia che dal tono di voce non sembrava per niente felice della cosa.
-mi sono appena accorto che i miei malesseri sono dovuti ad una malattia del mio regno. Non posso uscire da qui altrimenti potrei contagiarvi tutti- Riwan si era avvicinato alla porta per farsi sentire meglio dalla guardia che era proprio dietro di essa.
-ne siete sicuro? Non è solo una scusa per non mangiare con la famiglia reale?- chiese Shen parecchio dubbioso delle parole appena dette dal moro.
-si, me ne sono accorto solo adesso e non voglio assolutamente contagiare nessuno. È meglio rimanere qui fino a quando non mi passerà. Potrebbero volerci anche mesi- il ragazzo ormai parlava a ruota libera inventandosi robe e sperando di ricordarsele quando qualcun altro sarebbe andato a fargli delle domande, ma sperava che nessuno si presentasse.
-e se nel caso avete già contagiato qualcuno?- chiese Shen.
-se non hanno febbre e nausee non dovrebbero essere stati contagiati. Per favore non voglio che nessuno si ammali e soprattutto Fanchou visto che è incinta- disse il ragazzo. Puntare sulla gravidanza di Fanchou poteva aiutarlo a rimanere rinchiuso la dentro.
Shen rimase in silenzio per un po’ soppesando le parole del ragazzo.
-vado a parlare con la famiglia reale- disse poi la guardia facendo rilasciare un sospiro di sollievo a Riwan.
Shen si incamminò a passo svelto verso la sala da pranzo e bussò prima di entrare.
-Shen dov’è Riwan?- chiese Riven notando che il moro non era con il soldato.
-il principe Riwan ha detto di essersi accorto che i suoi malori non erano altro che una malattia del suo regno che ha contratto. Vuole rimanere isolato per non contagiarvi- disse Shen con tranquillità e riassumendo quello che il moro aveva detto.
-ma potrebbe averlo già fatto!- gridò Fanchou completamente impazzito. Se era stato contagiato Charlez avrebbe insistito per curarlo e si sarebbe accorto dell’inganno.
-ha detto che se non avete nausea o febbre ci sono pochissime possibilità che un contagio sia avvenuto.- rispose Shen riportando ancora una volta le parole del moro.
-va bene ma è meglio se Charlez si faccia un’idea di che malattia possa essere e poi controllarci tutti- disse Yasuo, re di Aleppo, mentre la moglie annuiva felice di quella proposta del marito.
Garen invece se ne stava con il volto dentro al piatto senza proferire parola.
Si era preoccupato tantissimo in quei giorni vedendo il marito sempre più stanco, cosa che era dall’ultima volta che avevano fatto sesso cioè due mesi prima, e si era sempre chiesto come mai non avesse richiesto l’aiuto di Charlez. Era sollevato che la proposta di far controllare Riwan da Charlez fosso partita da suo padre. Se l’avesse proposto lui molto probabilmente Fanchou sarebbe andato in escandescenza. Garen era sicuro che il ragazzo non avesse ancora scoperto quello che aveva fatto due mesi prima ma non voleva comunque far pensare al suo ragazzo che preferisse il marito a lui.
-vado ad avvisarlo subito allora, con permesso- disse Shen facendo un inchino ed uscendo a passo svelto per andare ad avvisare Charlez di quello che era successo e sarebbe passato anche dalle cucine per avvisare che qualcuno doveva portare da mangiare al moro, altrimenti sarebbe morto di fame.
La sua prima tappa furono proprio le cucine dove avvisò uno dei camerieri che annuì alle sue parole anche se non sembrava per niente contento della cosa.
Una volta finito Shen si incamminò in direzione dello studio di Charlez.
 

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Charlez stava mangiando nel suo studio quando sentì bussare alla porta. Il rosso alzò lo sguardo verso la porta cercando di capire chi potesse essere nonostante la porta fosse ancora ben chiusa. Di sicuro non era Garen, lui era solito bussare una volta per avvisarlo e poi entrare senza il suo permesso. Non era nemmeno Fanchou visto che lui entrava direttamente senza nemmeno avvisare. Quindi chi poteva essere?
-avanti- disse visto che la persona che si trovava davanti alla porta non accennava a voler entrare.
Dopo quelle parole la porta si aprì e rivelò finalmente chi era che lo stava cercando. Shen entrò in quello studio chiudendosi la porta alle spalle.
-mi dispiace disturbarti- disse la guardia notando che il rosso stava parlando.
-cosa succede?- chiese Charlez con tono leggermente più acido di quello che in realtà voleva usare.
-Riwan ha contratto una malattia e rimarrà in isolamento fino a quando non si sentirà meglio ma il re vuole comunque che tu controlli come sia la situazione- disse il biondo evitando lo sguardo di Charlez che lo stava scrutando attentamente.
-va bene, vado subito- disse Charlez alzandosi dallo sgabello sul quale era seduto.
-puoi anche finire di mangiare e…-
-prima controllo cosa ha Riwan e prima posso capire come curarlo- disse Charlez senza far finire la frase all’altro e uscendo dallo studio.
I due camminarono fianco a fianco per tutto il tragitto che li avrebbe portati nell’ala riservata a Riwan. Poi solamente Charlez si avvicinò alla porta della camera del moro e bussò aspettando.
-chi è?- chiese Riwan confuso dall’altra parte. Il cameriere gli aveva appena lasciato il cibo fuori dalla porta e lui l’aveva subito portato in camera quindi chi poteva essere a quell’ora?
-sono Charlez, mi fai entrare?- chiese il rosso lanciando una veloce occhiata a Shen ma il biondo gli stava dando le spalle e controllava il corridoio molto probabilmente aspettando il cambio con un’altra guardia.
-no, rischierei di contagiare anche te- disse Riwan entrando in panico. Perché si era dimenticato di Charlez?
-non ti preoccupare so il fatto mio- disse il rosso che durante il percorso aveva recitato una formula per rivestirsi di uno strato protettivo per impedire a qualunque malattia di contagiarlo. Essere un guaritore e aver studiato tutte le magie del campo serviva a qualcosa.
-Charlez non ci sono problemi davvero, passerà da sola- disse sempre più agitato Riwan, nessuno doveva scoprire della sua gravidanza. Nemmeno il rosso.
Charlez sospirò spazientito, perché quel moro era così testardo? Scosse la testa e senza preavviso aprì la porta della camera che sapeva essere aperta ed entrò dentro senza aspettare il consenso da parte di Riwan.
-ehi!- gridò infatti il moro rannicchiandosi il più possibile sul divano per nascondere la pancia. Perché era entrato in quel modo.
-non sembri star tanto male- disse Charlez osservandolo attentamente e cercando di capire cosa ci fosse di strano in quel ragazzo perché avvertiva qualcosa di diverso che non sapeva ben identificare.
-sto bene devo solo riprendermi- disse Riwan evitando lo sguardo del rosso.
-quindi puoi tranquillamente tornare a mangiare con gli altri. Sai che non c’è bisogno di mentire se non vuoi mangiare con loro? Potevi dire semplicemente che te ne volevi stare da solo senza far preoccupare tutti- disse Charlez raggiungendo il ragazzo e sedendosi al suo fianco.
-no!- quasi gridò Riwan mentre si mordeva il labbro per non scoppiare a piangere. -giurami che non ne farai parola con nessuno- sussurrò poi arrendendosi al fatto che Charlez doveva venire a conoscenza della cosa se voleva continuare a mentire agli altri.
-cos’hai?- chiese Charlez non capendo minimamente il comportamento dell’altro.
-ti prego giurami che quello che sto per dirti rimarrà tra noi- continuò il moro che sperava di avere l’appoggio del rosso che alla fine sospirò.
-ti giuro che non ne parlerò con nessuno, ora puoi dirmi cosa succede?- Riwan lasciò andare la gambe che fino a quel momento avevano tenuto nascosto il leggero rigonfiamento della sua pancia.
-sono un Iswa, come tutti gli uomini del mio regno. Gli Iswa possono avere dei bambini e io sono incinta- rivelò il moro mentre gli occhi del rosso si sgranavano per quanto era scioccato dalla rivelazione.
-perché non vuoi che si sappia? E quando è successo?- chiese Charlez riprendendosi e capendo finalmente il perché delle nausee del ragazzo.
-quando dovrebbe essere successo se non il giorno delle nozze?- disse Riwan, ciò era la verità ma il ragazzo non sapeva che Charlez era l’unico a conoscenza della sua seconda volta con Garen.
-si, giusto- disse Charlez pensando che quella pancia era troppo accentuata per essere solo al secondo mese.
-Fanchou è incinta e io non voglio che mio figlio si metta in mezzo a lui e Garen. Ho già creato troppi problemi e non voglio crearne degli altri- rispose Riwan alla prima domanda di Charlez -e poi sono di costituzione debole quindi i medici di Mussasur mi hanno assicurato che sarei sicuramente morto in caso di parto. Io non voglio che questo bambino vivi la mia stessa vita- Riwan fece un respiro profondo.
-non so chi sia mia madre so solo che mio padre mi ha riconosciuto come suo erede nonostante non fossi il figlio di sua moglie. Questo ha fatto si che Elise mi abbia odiato dal primo momento e mi ha reso la vita un inferno. In questo caso mio figlio sarebbe legittimo ma non ho la certezza che vivrà felice. Per questo ho deciso di non dire niente e soprattutto di portare via questo bambino da questo palazzo. Voglio darlo a una famiglia che so lo amerà come fosse suo- le lacrime solcavano le guance di Riwan mentre pensava a quanto la sua vita sarebbe stata diversa se solo suo padre avesse deciso di darlo a un’altra famiglia e non tenerlo con se. Voleva per suo figlio una vita migliore di quella che aveva vissuto lui.
Charlez guardava in ragazzo non sapendo cosa dire. Dalle sue parole aveva capito quanto fosse stato difficile per lui tutta quella storia e sapeva perfettamente che aveva delle buone ragioni.
-manterrò il tuo segreto e ti aiuterò a trovargli una famiglia-
 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


-è meglio per tutti che il principe Riwan resti isolato fino a quando i sintomi non scompariranno del tutto- disse Charlez rivolgendosi a Yasuo e anche a Garen che erano presenti nella sala del trono.
Charlez era stato con Riwan per un’oretta buona cercando di capire di più sugli Iswa per poter aiutare meglio il ragazzo con la gravidanza.
Appena era uscito dalla camera del ragazzo Shen gli aveva detto che il re voleva un resoconto di quello che aveva Riwan e di come comportarsi di conseguenza.
-va bene, sai individuare la malattia nel caso?- chiese Yasuo curioso.
-si, e nessuno di voi l’ha contratta quindi potete stare tranquilli. Per fortuna Riwan se ne è accorto subito ed ha evitato di contagiare tutti. Lo controllerò ogni giorno per accertarmi che la malattia non peggiori, l’incantesimo che ho usato poco fa mi ha protetto e continuerà a farlo- concluse il rosso mentre il re annuiva.
-grazie mille- disse Yasuo congedandolo. Charlez piegò il capo e uscì da quella sala per andare finalmente a finire la sua cena e per preparare una tisana rilassante a Riwan.
Non ebbe nemmeno il tempo di sedersi per prendere la forchetta che qualcuno bussò alla porta per poi entrare. Era Garen ovviamente.
-come sta?- chiese il biondo preoccupato.
-sta bene, stanco e indolenzito ma bene per il momento- disse il rosso senza mentire. Riwan era veramente stanco.
-quanto è pericolosa questa malattia?- chiese ancora Garen sedendosi perfettamente difronte all’amico mentre quest’ultimo mangiava.
-parecchio se peggiora. Riwan mi ha detto che può portare anche alla morte se degenera- Charlez si stava inventando tutto di sana pianta ma dopo quello che Riwan gli aveva detto sapeva per certo che il moro sarebbe morto tra cinque mesi e nemmeno voleva crederci. Quanto doveva essere crudele quella donna per aver mandato a morire Riwan? Tutti nel palazzo di Mussasur sapevano quanto fosse debole e di sicuro quella pazza di Elise era felice di aver trovato un modo per sbarazzarsi definitivamente di lui.
-morte?- chiese quasi spaventato Garen. -in che senso morte?-
-stai tranquillo è ancora allo stadio minimo e come ho detto anche a tuo padre Riwan è stato bravo nell’accorgersene subito e non ha contagiato nessuno.- disse Charlez facendo schioccare la lingua sul palato.
-io sono preoccupato per mio marito- rivelò Garen -credo in te e se mi dici che per noi non ci sono problemi mi fido-
-non so come evolverà questa malattia okay? So solo che ne sono immune grazie agli incantesimi e che Riwan è l’unico in pericolo- Charlez era davvero sorpreso della vera preoccupazione nello sguardo di Garen -ti piace- disse poi il rosso arrivando da solo a decifrare quello sguardo negli occhi grigi dell’amico. Non aveva mai visto quello sguardo, nemmeno quando aveva presentato a tutti Fanchou.
-non lo so come sia possibile ma…- tentò di dire Garen non trovando le parole -…io non credo che il mio amore per Fanchou sia svanito ma è come se Riwan fosse diverso. Non capisco-
-Fanchou ti piace- disse Charlez -con Riwan ti stai innamorando veramente-
-ma se nemmeno ci siamo mai parlati-
-ti piace perché sai che è diverso da Fanchou e poi voglia parare anche del fatto che devi evitare di camminare dalle parti della camera di Riwan altrimenti non riusciresti a fermarti?- chiese Charlez ridendo alla faccia incazzata dell’amico.
-ti avevo detto di tenere la bocca chiusa- sibilò il principe.
-e lo faccio non ti preoccupare ma non puoi negare l’evidenza. Ti stai innamorando di Riwan dal primo momento che lo hai visto e stai mandando tutto a puttane solo perché credi che Fanchou ti piaccia. Ti sei messo con quello li solo perché era l’unico che sembrava volere te e non il tuo potere. Ma non ne sono più così sicuro sai? È diventato troppo appiccicoso e io non sono ancora riuscito a trovare quello stramaledetto incantesimo che dice di aver usato per rimanere incinta- oh eccome se ci aveva sbattuto la testa per trovare quell’incantesimo ma senza successo. Era come se non esistesse e il fatto che Fanchou non volesse dirgli dove lo aveva trovato lo faceva imbestialire e salire il dubbio che tutta quella fosse solo una farsa.
-è veramente incinta Charlez. Nessuno mentirebbe su una cosa del genere- disse Garen sbuffando.
-per il potere si. Comunque vedremo quando nascerà il bambino-
-avrai solo la conferma che ti eri tremendamente sbagliato all’inizio- Garen incrociò le braccia al petto. Il bambino che Fanchou aveva in grembo sarebbe stato il suo unico erede.
-lo spero altrimenti mi incazzo- disse Charlez sbadigliando. Era tremendamente stanco e la sua giornata ancora non era finita.
-non ce ne sarà bisogno. Ti lascio riposare- e così dicendo lasciò lo studio.
Charlez ne approfittò per finire di mangiare e poi fare subito la tisana per Riwan. Una volta finita si teletrasportò davanti la porta del ragazzo non volendo farsi vedere dalle guardie a quell’ora della notte. Aprì la porta e se la richiuse alle spalle prima di raggiungere il letto matrimoniale nel quale era steso Riwan che stava leggendo tranquillamente.
-ti ho portato la tisana- disse Charlez mentre Riwan chiudeva il libro.
-grazie- disse il moro prendendo tra le mani la tisana e iniziando a sorseggiare il liquido rossastro al suo interno che faceva capire che era ai frutti di bosco.
-ho avvisato che non uscirai di qui per molto tempo quindi non ti devi preoccupare nessuno scoprirà niente- lo rassicurò Charlez mentre Riwan annuiva.
-hai pensato ad un nome?- chiese Charlez vedendo che Riwan non sembrava molto propenso a parlare.
-perché dovrei?- chiese il moro.
-perché è tuo figlio e sarebbe bello se potesse avere il nome scelto dal padre non credi?-
-ma vivrà con un’altra famiglia, non è meglio farlo scegliere a loro?- chiese Riwan che in cuor suo si stavano già formando diversi nomi per la creatura che teneva in grembo.
-secondo me dovresti darglielo tu-

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Riwan aveva avuto dolori per tutta la notte precedente. Era ormai all’inizio dell’ottavo mese e il suo corpo era troppo stanco tanto che si alzava dal letto solamente per andare in bagno e il più delle volte Charlez doveva aiutarlo.
Per sua fortuna, e soprattutto grazie alle fantastiche tisane del rosso, la nausea non lo aveva più infastidito ed era anche riuscito a mangiare tutto con gusto.
Charlez non lo aveva tradito e aveva mantenuto il suo segreto per tutti quei mesi e Riwan non sapeva davvero come ringraziarlo per tutto quello che aveva fatto per lui. Era il migliore amico del principe Garen eppure gli aveva nascosto che stava per avere un secondo figlio senza nemmeno pensarci due volte.
Riwan aveva pensato a lungo in quei mesi ad un nome per il figlio e se fosse giusto essere lui a sceglierlo e alla fine, anche assillato da Charlez, era arrivato alla conclusione che si, era giusto essere lui a dare il nome a suo figlio: Yone se fosse stato maschio e Rell se femmina.
Riwan in quel momento stava leggendo l’ennesimo dei libri che in tutti quei mesi gli avevano fatto compagnia. Il moro ancora si chiedeva come fosse possibile che nella biblioteca di Aleppo ci fossero tanti libri su magia e storie fantasiose se era tutto così poco reale. Non era triste della cosa, anzi ne era felice visto che era riuscito a leggersi tante cose diverse e anche molto interessanti.
Una fitta alla pancia colse il ragazzo alla sprovvista facendogli uscire dalle labbra un gemito di dolore. Aveva avuto altre fitte forti ma nessuna di loro era stata forte quanto quella.
-SHEN!- gridò il ragazzo mentre le fitte aumentavano e con loro anche il dolore. Aveva capito perfettamente quello che stava succedendo e pensò che doveva aspettarselo visto com’era orribile la sua vita.
-tutto bene?- chiese la guardia rimanendo comunque fuori dalla porta anche se molto preoccupato visto che quell’urlo l’aveva spaventato.
-chiama Charlez per favore- disse il moro mentre un altro gemito di dolore usciva dalle sue labbra.
-state bene?- chiese Shen. Non ricevendo risposta dal ragazzo e avendo sentito chiaramente il tono dolente del ragazzo si diede dello stupido e corse verso lo studio dove sperava di trovare Charlez maledicendo il fatto che solo la famiglia reale sapeva l’incantesimo per teletrasportarsi. In quel momento sarebbe stato molto utile.
Una volta arrivato allo studio aprì la porta senza nemmeno bussare.
-Fanchou cosa cazzo vuo…Shen?- Charlez aveva gridato credendo che fosse stato il biondino stronzo ad aprire la porta ma si era trovato davanti Shen.
-mi dispiace essere entrato in questo modo ma Riwan ha urlato di venirti a chiamare immediatamente. Credo stia male- disse il biondo con il fiatone mentre gli occhi di Charlez si sgranavano per lo spavento.
-muoviamoci- disse il rosso uscendo corredo per raggiungere velocemente la camera di Riwan visto che non poteva teletrasportarsi visto che solo Garen sapeva che poteva farlo essendo stato il principe stesso ad insegnarli l’incantesimo.
Shen seguiva il rosso sempre correndo essendo anche lui preoccupato per il moro. Anche se all’inizio non l’aveva visto di buon occhio lo riteneva mille volte migliore di Fanchou.
-aspetta qui e non ti muovere- disse Charlez a Shen prima di aprire la porta ed entrare nella camera raggiungendo subito Riwan.
-ehi, sono qui- disse il rosso cercando di tranquillizzare il moro che gli sorrise tra le lacrime di dolore.
-sapevo che doveva succedere altro per rovinarmi definitivamente la vita- sussurrò il moro mentre Charlez faceva apparire tutto il necessario per farlo partorire di nascosto degli occhi verdi del ragazzo che era troppo stanco per accorgersi di qualcosa.
-non dire così. Cercherò di impedire che tu muoia- disse Charlez e credeva veramente a quelle parole.
Shen nel mentre camminava avanti e indietro davanti alla porta della stanza di Riwan preoccupata. Qualche giorno prima Fanchou gli aveva detto che voleva sbarazzarsi del moro prima di inscenare la nascita del bambino chiedendo il suo aiuto ovviamente. Shen si era rifiutato perché non capiva cosa Fanchou ci trovasse di pericoloso in quel ragazzo che non l’aveva mai messo in difficoltà e anche perché Riwan stava già male di suo.
Fanchou ovviamente si era infuriato facendogli presente che avevano un patto e che doveva rispettarlo se non voleva che la verità venisse a galla mettendolo in guai seri. Ma Shen era rimasto della sua idea, non voleva far del male a Riwan, non dopo tutto quello che il principe di Mussasur stava passando.
Fanchou l’aveva guardato male e aveva detto che ci avrebbe pensato lui a farlo fuori avvelenandogli il cibo. Shen aveva pensato che il ragazzo stesse ovviamente scherzando ma in quel momento un dubbio gli si formò in mente facendolo agire proprio con Charlez gli aveva detto di non fare.
Shen aprì la porta della camera entrando dentro tutto preoccupato.
-forse so cosa possa e..-
-SHEN TI AVEVO DETTO DI RIMANERE FUORI!- gridò Charlez guardando malissimo il biondo che si bloccò di colpo notando la vistosa pancia di Riwan. Quella si che era una pancia da gravidanza.
-cos…-
-chiudi quella dannata porta e stai zitto!- gridò ancora il rosso fuori di sé -e visto che ci sei aiutami- Shen fece come gli era stato detto anche se ancora non capiva come fosse possibile che Riwan fosse incinta quando nemmeno Fanchou lo era veramente.
-tieni- Charlez gli mise in mano un asciugamano bagnato. -perché cazzo sei entrato?- chiese il rosso mentre dava da bere a Riwan una tisana per rilassare i muscoli e prepararlo al parto.
-perché mi sono ricordato che Fanchou aveva detto che voleva avvelenare Riwan e pensavo l’avesse fatto veramente- rispose il biondo sospirando.
-e come dovevi farlo a sapere tu?- chiese Charlez alzando gli occhi al cielo e pensando che quella fosse solo una scusa.
-perché Fanchou mi crede dalla sua parte e lo ero- Shen guardò Riwan negli occhi e poi riprese -lo ero prima di scoprire la verità- sussurrò poi sentendosi un vero pezzo di merda ad aver mentito a tutti per aiutare Fanchou solo per avere qualcosa che da solo sapeva di non potersi conquistare.
 

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


-sapevo che quello stronzo stava mentendo- disse Charlez incazzato come non mai mentre si lavava le mani dal sangue e lanciava parecchie occhiate in direzione di Riwan che era ancora vigile, nonostante molto stanco, con la sua bambina appena nata in braccio.
-come stai?- chiese il rosso avvicinandosi al moro che stava sorridendo alla bellissima bambina che aveva tra le braccia.
-stanco- disse Riwan. -dov’è Shen?- chiese il moro che tanto era intontito dal dolore e poi dalla tisana che aveva capito poco e niente di tutto quello che era successo in quella stanza.
-è andato a dire la verità su Fanchou a Garen- disse Charlez -vuoi ancora che porti Rell via da qui?- chiese poi il rosso guardando la bambina che cercava di prendere con le sue piccole manine le ciocche dei capelli di Riwan.
-si- sussurrò Riwan. -se io muoio si-
-sono più che sicuro che Fanchou verrà cacciato via, vuoi davvero togliere a Garen la sua vera figlia-
-si, ne sono sicuro. Lui voleva un figlio da Fanchou non da me. Voglio solo il meglio per la mia princi…- Riwan non riuscì a finire la frase che la sua testa cadde all’indietro sul cuscino facendo spaventare a morte Charlez.
-Riwan ti prego non fare scherzi- disse il rosso poggiando una mano sulla gola del moro cercando i battiti ma senza trovarli. -no, ti prego no- sussurrò nella disperazione totale il rosso -ho cercato di fare tutto bene perché non ha funzionato?- si chiese cercando di capire dove cazzo avesse sbagliato.
 
Shen stava camminando da quasi un quarto d’ora nei corridoi stretti e alti del palazzo di Aleppo senza però aver ancora trovato traccia del principe Garen. Ma che razza di fine aveva fatto? Era assurdo come in quel momento che aveva bisogno di parlargli urgentemente non riusciva a trovarlo e invece nei giorni precedenti lo aveva trovato a camminare sempre.
-vostra altezza- gridò Shen quando si accorse della chioma bionda del principe Garen. Non poteva farsi sfuggire l’occasione anche se sbiancò completamente quando vide che al suo fianco c’era proprio Fanchou con la sua fottuta pancia finta che lo stava guardando come se volesse ammazzarlo da un momento all’altro.
-Shen dimmi. Non dovevi essere di turno davanti alla porta di mio marito?- chiese Garen abbastanza curioso di sapere cosa volesse la guardia da lui.
-vi devo delle scuse- disse Shen mentre sentiva su di se lo sguardo di fuoco di Fanchou che molto probabilmente aveva perfettamente capito cosa stava cercando di fare.
-in che senso?-
-vi ho mentito, o meglio ho mantenuto segreto il fatto che qualcuno stesse mentendo e me ne sto pentendo ogni momento di più-
-chi mi sta mentendo? Parla- disse Garen arrabbiato non con Shen che sembrava davvero pentito della cosa ma con chiunque gli avesse mentito perché aveva capito che si trattava di qualcuno vicino a lui e del quale si fidava ciecamente altrimenti Shen non avrebbe avuto quella faccia.
-Fanchou- e dicendo quel nome guardò negli occhi il biondo che aveva nominato per niente impaurito dalle conseguenze. Ormai avrebbe accettato tutto -non è veramente incinta, non esiste nessuno incantesimo. Io dovevo aiutarlo a trovare un bambino per farvi credere fosse vostro- rivelò il biondo.
-stronzo bastardo ma cosa ti inventi- disse Fanchou infuriato a morte. Come si permetteva di fargli saltare in aria tutti i piani.
-e lo sta facendo perché vuole solamente il vostro regno-
-tu sei solo…-
-Fanchou- a quel tono di voce di Garen il biondo si fermo guardando Garen in faccia.
-ti giuro che sta mentendo lui io sono veramente incinta-
Garen schioccò le dita e la pancia finta di Fanchou scomparve completamente mentre il biondo in questione sgranava gli occhi.
-dovevo fidarmi di Charlez e mia madre. Avevano ragione su di te- disse Garen cercando di trattenere tutta la sua rabbia. -sai, se mi avessi mentito solo perché non volevi perdermi per via del matrimonio combinato avrei anche capito ma non se vuoi il mio regno. Sei proprio come tutti gli altri-
-Garen nessuno che cerchi di stare con te non pensa al potere. E poi tu mi ami-
-no, non ti amo. Credo di non averlo mai fatto. Sparisci dalla mia vista-
-cosa? Stai scherzando vero?- chiese Fanchou non credendo alle sue orecchie -non ho fatto niente-
-non ancora. Sparisci da qui o ti uccido- Garen era serissimo e Fanchou si arrese maledicendo mentalmente Shen per avergli fatto saltare tutti i piani.
-te ne pentirai- disse infatti il biondo a Shen lasciando i corridoi a passo svelto.
-cazzo!- disse Garen dando un pungo alla parete per la rabbia.
-accetterò qualunque cosa. Vi ho mentito e non era giusto.
-ti ha minacciato?- chiese Garen con tono quasi tranquillo.
-si e mi ha anche promesso qualcosa e io ho accettato. Non ho scusanti vostra altezza- Shen era sincero e Garen gli sorrise.
-ma mi seri rimasto fedele nonostante tutto. Non so cosa ti abbia fatto cambiare idea ma grazie-
-non potete ringraziarmi e basta. Dovete punirvi io…-
-lo farò ma non sarà niente di troppo severo visto che alla fine sei rimasto dalla mia parte- Shen annuì anche se non era tanto convinto che non punirlo severamente era la giusta cosa. Aveva tenuto una cosa così importante nascosta, una cosa che se detta prima poteva far si che Riwan e Garen vivessero una vita diversa.
-ahi- disse Garen facendo alzare lo sguardo a Shen mentre in principe si massaggiava la mano sinistra con un’espressione dolorante in volto.
-state bene?- chiese Shen preoccupato.
-cazzo. È successo qualcosa a Riwan?- chiese invece il principe continuando a massaggiarsi la mano.
-ehm può darsi- rispose Shen che si ricordava ancora come Charlez lo aveva minacciato di non dire niente a Garen di quello che stava succedendo. -perché lo chiedete?-
-l’anello- disse soltanto Garen facendo vedere la fede a Shen che era improvvisamente diventata più brillante e sembrava stesse uscendo del fumo da essa. -quando uno dei due coniugi sta male l’altro lo avverte attraverso questa. Portami da mio marito-
 

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


-aspettate- disse Shen fermando Garen che stava per entrare nella camera del marito.
-perché dovrei?-
-Charlez era entrato prima e non è ancora uscito. Credo sia meglio aspettare- disse la guardia che non voleva che il principe scoprisse in quel modo quello che realmente era successo in quei mesi.
-io mi fido dell’anello e ho la netta sensazione che stia succedendo qualcosa di brutto. Io entro li dentro anche se dovessi ammalarmi- e così dicendo il principe aprì la porta di quella camera lentamente ma con decisione.
Era ancora arrabbiato per quello che era successo con Fanchou, in realtà più che arrabbiato era distrutto, ma voleva assolutamente scoprire cosa fosse successo a Riwan. La camera era quasi completamente in penombra e l’unica luce che entrava all’interno era quella del sole che stava scomparendo poco alla volta dietro le mura. Lo sguardo di Garen fu immediatamente catturato dalla figura del marito che era stesa nel letto e subito gli si avvicinò senza guardare in direzione di Charlez che sentendo i passi si era voltato verso la direzione del suono.
Garen si sedette sul grande letto matrimoniale e studiò attentamente il volto di Riwan che sembrava sereno. Sporse una mano per accarezzargli una guancia ma appena toccò il ragazzo ritrasse la sua mano. Era freddissimo.
-ma cosa?- chiese più a se stesso che a Charlez provando a sentire il battito del ragazzo che era assente.
-non è più in questo mondo- sussurrò Charlez palesando finalmente la sua presenza.
-com’è possibile? La malattia?- chiese Garen che il quel momento voleva solamente urlare più forte che poteva. Aveva perso tutto in un solo giorno.
-non proprio- disse Charlez sospirando.
-in che senso non proprio? Spiegati!- disse Garen quasi ringhiando. Non voleva farlo visto che quello che aveva difronte era il suo migliore amico ma voleva capire perché suo marito era morto.
-gli ho promesso che non avrei detto una parola e mi sarei portato il segreto nella tomba ma adesso che so che Fanchou stava mentendo non posso più- il rosso sospirò -e non perché sei il mio principe ma perché sei il mio migliore amico-
-e allora parla Charlez, ti prego- disse Garen mentre stringeva una mano gelida del moro. Non voleva lasciarlo andare.
-la malattia era solamente una scusa per far in modo di non farsi vedere da nessuno e nemmeno io dovevo saperlo, ma poi l’ho scoperto lo stesso.- il rosso ridacchiò nervosamente -è strano come io sappia molte più cose di te su tuo marito-
Garen guardava il rosso cercando di capire perché sembrasse così preoccupato mentre gli parlava.
-sta di fatto che tuo marito, diversamente di quella merda di Fanchou, poteva veramente rimanere incinta per via delle sue origini. Però rimanere incinta significava per lui morire durante il parto-
-mi stai dicendo che sono padre e Riwan non voleva che io lo sapessi?- chiese Garen che stava iniziando a capire quello che era successo in quei mesi.
-si, perché non voleva che suo figlio vivesse quello che aveva vissuto lui visto che credeva come tutti che la merda vivente fosse incinta-
-e dov’è adesso? Mio figlio intendo-
-tua figlia- lo corresse Charlez. -prima però mi devi promettere che…-
-nessuno toccherà la mia principessa- disse risoluto il biondo con così tanta convinzione che fece scaldare il cuore a Charlez. Quel ragazzo amava la figlia senza nemmeno averla vista.
Il rosso allora si incamminò verso il piccolo bagno dove aveva lasciato la principessina avvolta in fasce mentre una leggera ninnananna le volteggiava intorno grazie alla magia del guaritore. La bambina infatti era scoppiata a piangere non appena il padre era morto e quella era stata l’unica cosa che era venuta in mente a Charlez per calmarla.
Con un gesto della mano destra interruppe la melodia e prese la bambina in braccio portandola dal padre. Garen appena vide entrare Charlez con un fagottino rosa in braccio si alzò dal letto e lo raggiunse subito osservando la creatura con un leggero sorriso che andava ad allargarsi sul volto. Si era tremendamente deluso da se stesso per non aver provato minimamente a capire e parlare con suo marito ma non avrebbe permesso a nessuno di allontanarlo dalla figlia.
-posso?- chiese e Charlez gli mise la figlia in braccio che durante il tragitto si era anche svegliata. -ciao principessina mia- sussurrò il biondo notando con un leggero dispiacere che quegli occhi non erano verde smeraldo come quelli di Riwan ma erano grigi proprio come i suoi. Non avrebbe più rivisto quei magnifici occhi verdi.
-Riwan l’ha chiamata Rell- disse Charlez mentre osservava l’amico stringere con forza il fagottino.
Garen si incamminò con la bambina verso la grande vetrata presente nella stanza e si sedesse sul davanzale che fungeva da divano con una miriade di cuscini colorati.
-Rell vedi Aleppo?- chiese il biondo osservando la città mentre la figlia sembrava molto più interessata a giocare con uno dei bottoni dorati della giacca del padre. -un giorno sarà tua e so che sarai una regina fantastica. Te lo giuro- Garen guardò Aleppo pensando a quando suo padre gli aveva fatto quel discorso, ovviamente quando lui aveva undici anni e non pochi minuti di vita ma il biondo aveva sentito di dover fare quel discorso in quel preciso momento. Glielo avrebbe sicuramente rifatto più avanti forse proprio da quella camera e avrebbe parlato alla bambina anche dell’altro suo padre per quel poco che conosceva ovviamente.
-hai provato tutto per salvarlo?- chiese Garen rivolgendosi a Charlez e distogliendo lo sguardo da Aleppo per posarlo su Riwan.
-qualunque tipo di incantesimo io conoscessi ma ormai è troppo tardi, non possiamo riportare i morti in vita-
-sono uno stronzo-
-questo è più che ovvio Garen ma bada bene- e il rosso puntò un dito contro il principe che lo guardò corrucciando la fronte -ho promesso a Riwan che sua figlia sarebbe stata portata in una famiglia con tutto l’amore che si meritava quindi fai del male a quella bambina e te ne pentirai-
-non ti preoccupare, il mio cuore è completamente suo- disse Garen guardando la sua principessina mentre una lacrima solitaria scendeva dal suo occhio sinistro.
 







BUON ANNO a tutti

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Riwan si svegliò di scatto con il cuore che gli batteva a mille nel petto e il sudore freddo addosso. Non si ricordava cosa avesse sognato ma sapeva che era stato orribile visto quanto di era spaventato tanto da svegliarsi nel cuore della notte.
Si guardò intorno mentre cercava di capire che ore fossero ma non ci riuscì nel completo buio della sua camera, nemmeno la luce della luna che entrava dalla finestra riusciva ad aiutarlo.
Il cuore continuava a battere a mille e il so respiro era ancora molto affannato. Il ragazzo si mise istintivamente una mano sulla pancia e sbiancò quando non la sentì. Abbassò lo sguardo e notò con orrore che la pancia era completamente smarrita. Era stato tutto un sogno? Eppure la sensazione di essere incinta era sembrata così reale e anche il fatto stesso di quel gesto automatico che aveva fatto poco prima gli confermava che non era stato un sogno.
Ma allora che fine aveva fatto sua figlia? E perché era ancora vivo? Era praticamente impossibile tutto quello che stava succedendo.
Il moro si alzò dal letto e per poco non cadde a terra visto che le sue gambe non lo reggevano in piedi. Per sua fortuna però riuscì prontamente ad aggrapparsi alle colonne del baldacchino del suo letto e a sorreggersi. Rimase quasi un minuto buono aggrappato alla colonna prima di muovere con lentezza il primo passo.
Passo dopo passo e ovviamente camminando vicino al muro riuscì ad arrivare alla porta del suo bagno privato e ad aprirla. Dopo di ciò accese la candela che era posta sul piano di marmo dove era situato anche il lavandino e guardò il suo riflesso allo specchio. Sembrava un morto vivente per via della carnagione pallida e le scurissime occhiaie sotto gli occhi.
Riwan si portò tutti i capelli dietro la schiena e si sciacquò la faccia con l’acqua fredda per riprendersi un po’. Poi con calma si sbottonò la camicia che indossava e osservò accuratamente la sua pancia prima di sorridere di slancio. La cicatrice sulla parte destra in basso del suo ventre era presente una cicatrice segno che la gravidanza era stata più che vera e che aveva partorito.
Riwan non sapeva cosa fare. Aveva paura che Charlez gli avesse portato via la bambina proprio come aveva chiesto lui di fare. Ma lo aveva chiesto solo in caso della sua morte e in quel momento il moro era vivo e vegeto. Poi un’idea gli passo per la mente e prendendo la candela che aveva acceso uscì dal bagno e guardò la sua stanza in cerca di una culla. Charlez doveva per forza aver lasciato la bambina nella sua camera visto che Garen non ne sapeva niente e di certo Charlez non poteva occuparsi di una bambina piccola da solo essendo l’unico guaritore dell’intero castello.
Purtroppo però nella camera non c’era nemmeno l’ombra di una culla e Riwan iniziò a preoccuparsi: dov’era finita la sua bambina?
Aveva una voglia matta di uscire dalla camera per chiedere spiegazioni a Charlez ma anche volendo non poteva visto che non sapeva muoversi nel palazzo nel quale si trovava essendo stato solo nella sua camera per tutto quel tempo.
Stava entrando nel panico più totale quando sentì la porta della sua camera aprirsi e quindi si girò di scatto per capire chi stesse entrando a quell’ora della notte.
Charlez per poco non gridò di spavento quando si trovò Riwan al centro della stanza con una candela in mano.
Il rosso era andato dal moro solamente perché l’incantesimo che aveva lanciato il giorno prima sul ragazzo aveva funzionato e non sapeva nemmeno lui il perché. Aveva visto Riwan morirgli davanti agli occhi e se aveva deciso di aspettare per fare il funerale al ragazzo era stato solo perché non voleva perderlo in quel modo, non quando Garen sembrava aver finalmente aperto gli occhi. Così aveva lanciato un incantesimo sul ragazzo che lo avrebbe avvisato nel caso il suo cuore avesse ripreso a battere e così era stato.
Charlez guardava il moro e si chiedeva come cazzo fosse possibile una cosa del genere ma dentro di se era davvero felice della cosa.
-sei vivo- disse il rosso sorridendo e chiudendosi la porta alle spalle per poi raggiungere il moro e osservarlo attentamente alla flebile luce della candela.
-si, perché?- chiese Riwan e si accorse solo in quel momento di avere la voce roca e soprattutto la gola secca.
-perché eri morto davanti ai miei occhi. Ringrazio di aver insistito per non farti il funerale subito- disse Charlez abbracciando di slancio il moro e facendolo barcollare con il rischio anche di far cadere la candela a terra, cosa che non successe per loro fortuna.
In realtà l’abbraccio era più una scusa per controllare i parametri vitali del principe con la magia senza farsi vedere da Riwan, infondo il ragazzo ancora non era a conoscenza della cosa.
-in che senso morto?- chiese Riwan staccandosi leggermente dall’abbraccio. Non se lo era minimamente aspettato, non da Charlez anche se era stato l’unico a stargli accanto.
-nel senso che il tuo cuore non batteva più, ma adesso sei sano e soprattutto vivo- disse Charlez e non scherzava visto che i suo parametri vitali erano anche migliorati. Cosa cazzo era successo.
-e quanto tempo è passato dal parto? Perché immagino non me lo sia sognato-
-hai partorito due giorni fa quindi sei stato morto per due giorni più o meno- disse il rosso che ancora stentava a credere ai propri occhi.
-e Rell?- chiese allora il moro preoccupato. Dov’era la sua bambina?
-non ti preoccupare per lei. È con Garen-
-in che senso con Garen?- Riwan era confuso. Garen non sapeva della sua gravidanza.
-ha scoperto tutto ed ha insistito per tenere la sua principessina. Non l’ha trattata male tranquillo-
-voglio vedere mia figlia-
-domani. Ora è meglio che riposi un altro po’- disse Charlez accompagnando il ragazzo verso il letto matrimoniale e Riwan non protestò.
 

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Garen aprì gli occhi già stanco, e la mattina non era ancora iniziata. Il principe posò lo sguardo al centro del letto e sorrise istintivamente nel vedere la sua bellissima principessa che riposava tranquillamente, come se poche ore prima non avesse pianto come una dannata per poter avere un po’ di latte.
Il biondo aveva creato con una magia una piccola gabbia invisibile per far in modo di far dormire la sua principessina, alla quale in quei due giorni i pochi capelli erano diventati sempre più scuri, vicino a lui e allo stesso tempo di non aver paura che la bambina cadesse dal letto.
-buongiorno principessa- sussurrò il ragazzo anche se la bambina era ancora addormentata e di sicuro non l’avrebbe sentito.
Garen sciolse l’incantesimo che proteggeva Rell e si portò la bambina vicino per poterla osservare meglio, come se non avesse fatto altro in quei due giorni. Ancora non riusciva a credere che Riwan fosse morto lasciandolo da solo ad occuparsi della sua principessa. Ovviamente non ne faceva una colpa al moro visto che Charlez gli aveva spiegato che Riwan sapeva che sarebbe morto in caso di gravidanza per via della sua costituzione debole. Era comunque spaventato dal fatto che avrebbe dovuto crescere una bambina da solo senza sapere realmente come fare. Si, avrebbe avuto l’aiuto della madre, ma comunque non era per niente la stessa cosa.
E poi come avrebbe spiegato tutto quello che era successo a Rell una volta cresciuta? Non lo sapeva e sperava vivamente che quel momento non arrivasse mai. Ma sapeva che prima o poi la sua principessa sarebbe cresciuta e che avrebbe anche governato Aleppo. Si, perché in quel momento Garen non aveva minimamente intenzione di trovarsi un’altra moglie e avere quindi un altro erede. Lui in quel momento voleva solo Rell e poi non sarebbe stato nemmeno giusto nei confronti di Riwan che ne aveva passate di tutti i colori solo perché lui da bravo stupido aveva voluto credere a Fanchou con tutto il suo cuore. E questo soltanto perché voleva assolutamente dimostrare a tutti che non era vero che la gente gli si avvicinava soltanto perché era il principe di Aleppo.
Ma in quel modo non aveva fatto altro che confermare quello che gli dicevano tutti.
Iniziò ad accarezzare delicatamente la guancia paffuta di sua figlia quando quest’ultima aprì gli occhi grigi identici ai suoi. Ecco, quella era l’unica cosa che rimpiangeva. Avrebbe mille volte preferito i bellissimi occhi verdi di Riwan ma andava lo stesso bene così, anche perché quello era un ottimo modo per confermare che Rell fosse veramente sua figlia. Perché sapeva perfettamente che qualcuno avrebbe fatto di tutto per far credere al suo popolo che quella bambina non era sua figlia. Ma evidenza migliore degli occhi grigi (che tutta la famiglia reale, e solo la famiglia reale, aveva) non c’era.
La bambina lo scrutò come se lo vedesse per la prima volta, in realtà Rell faceva così ogni qual volta apriva gli occhi oppure quando Garen era fuori dalla sua visuale per molto tempo. Il biondo immaginava che sua figlia non si era ancora abituata a riconoscerlo come suo padre e quindi ci mettesse un bel po’ di tempo a farlo.
“Molto probabilmente con Riwan non sarebbe successa la stessa cosa” si disse Garen, infondo suo marito aveva portato quella bambina nel suo grembo per parecchio tempo e Rell di sicuro lo avrebbe riconosciuto anche solo per l’odore.
-vostra altezza- Garen alzò di scatto gli occhi dalla figlia sentendo quelle parole. Era stato troppo intento a guardare la bambina che non si era accorto che qualcuno aveva bussato alla porta e che lo aveva fatto anche in modo abbastanza insistente.
Il principe di Aleppo si alzò rimettendo l’incantesimo protettivo intono alla figlia per andare ad aprire la porta della sua camera e controllare cosa volessero di prima mattina. Aveva detto a tutti di non disturbarlo almeno per una settimana ma sembrava che a nessuno importasse molto di quello che aveva chiesto.
Davanti a lui c’era Shen e Garen si sorprese di non aver subito riconosciuto la voce del biondo che aveva difronte.
-cosa succede?- chiese al soldato non celando il fatto che fosse davvero molto irritato dalla cosa.
-Charlez vi vuole il prima possibile nella camera di Riwan. Non so il perché- disse Shen mentre Garen sospirava conscio del fatto che Charlez non si sarebbe accontentato fino a quando non fosse andato a controllare.
-digli che arrivo- disse allora Garen chiudendo la porta e andando verso Rell per prenderla in braccio ed incamminarsi verso l’ex camera di Riwan per capire cosa volesse il suo migliore amico. Davvero non capiva cosa ci poteva essere di importante in quel momento e soprattutto perché proprio nella camera del marito. era uno di quei posti che voleva evitare a tutti i costi, almeno in quel momento.
Si sentiva già in colpa per non aver minimamente considerato il marito e tornare in quella camera gli faceva solo pensare a quanto stronzo fosse stato e a fargli venire voglia di tornare indietro nel tempo (cosa che non si poteva fare nonostante tutta la magia conosciuta) e risolvere le cose in tempo.
Il principe di Aleppo poteva tranquillamente teletrasportarsi insieme alla bambina ma decise di non farlo per ritardare il più possibile il rientrare in quella camera e anche perché aveva voglia di camminare per i corridoi insieme alla sua principessa.
Però il tempo che ci mise per arrivare a destinazione fu troppo breve e, prima di aprire la porta che aveva davanti, fece un profondo respiro preparandosi a non guardare per nulla al mondo in direzione del letto dove era sicuro sarebbe stato il corpo inerme di Riwan.
Entrò nella camera e la prima cosa che vide fu Charlez che gli sorrideva, poi spostò lo sguardo alla destra del rosso e per poco non si pietrificò. Seduto sul divanetto sul quale avevano fatto sesso mesi prima c’era Riwan che lo stava guardando con i suoi bellissimi e profondissimi pozzi verdi.
 

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Un sorriso si andò ad allargare sulle labbra di Riwan quando vide sua figlia in braccio al principe Garen. Quando Charlez aveva detto a Shen, senza che quest’ultimo vedesse Riwan vivo e vegeto, il moro si era chiesto come mai non avesse specificato che il principe dovesse raggiungerlo con la figlia. Ma in quel momento aveva capito il perché non l’aveva fatto e si diede dello stupido da solo. Era più che ovvio che il principe si portasse appresso la bambina. Eppure Charlez glielo aveva chiaramente detto che in quei due giorni Garen non si era minimamente staccato da Rell.
-sei vivo- ruppe il silenzio Garen guardando incredulo Riwan. Era troppo bello per essere vero e troppo strano allo stesso tempo. Non esisteva nessun incantesimo che permettesse a un morto di ritornare in vita.
-posso avere Rell?- chiese invece Riwan che non vedeva l’ora di poter abbracciare la sua bambina. Garen rimase un momento spaesato ma comunque si avvicinò al moro e gli porse la bambina che il ragazzo iniziò subito a cullare sorridendole. Garen rimase completamente incantato da quella scena.
-quando ti sei ripreso?- chiese Garen dopo un po’ ma Riwan sembrava completamente preso da Rell anche se sotto sotto il principe di Aleppo iniziò a pensare che lo stesse facendo a posta a non rispondergli.
-questa notte- gli rispose Charlez capendo che il moro non aveva la voglia di parlare con il marito, Riwan voleva soltanto Rell.
-e te ne sei accorto subito?- chiese a bassa voce il principe allontanandosi dal marito e dalla figlia.
-si, avevo lanciato un incantesimo in caso succedesse qualcosa e così è stato- spiegò a bassissima voce Charez sospirando -dovreste parlarvi- disse poi ad alta voce per fare in modo di far sentire anche a Riwan che stava cercando di togliere una ciocca dei suoi lunghi capelli neri dalle grinfie di Rell che nonostante avesse nemmeno tre giorni di vita già aveva una presa abbastanza forte.
Garen sospirò ma comunque annuì conscio che doveva essere proprio lui a fare la prima mossa porgendo le sue scuse al principe di Mussasur.
-vi lascio da soli- disse Charlez facendo un sorriso a Riwan, che venne prontamente ricambiato dal moro, e uscì dalla camera.
Non ci volle molto per far cadere il gelo in quella camera. La tensione era palpabile e si poteva tagliare con un non niente.
-ti devo le mie scuse- iniziò Garen facendo il giro del divano sul quale era seduto Riwan e sedendosi sulla poltrona che c’era alla sua sinistra accavallando le gambe e guardando il moro cullare la bambina.
Riwan fisso con sguardo serio Garen senza dire una parola. Era arrabbiato con il principe e delle semplici scuse non sarebbero servite a niente. Quel biondino poteva tornarsene dal suo fidanzato.
Vedendo che Riwan era ancora chiuso nel suo mutismo Garen provò a parlare nuovamente: -so che non sono stato uno dei migliori mariti del mondo ma ero troppo preso da Fanchou non accorgendomi chi avevo affianco-
-e dove lo avete lasciato il vostro fidanzato?- chiese acido Riwan. Non sapeva il perché ma in quel momento sentiva di potersi finalmente sfogarsi per tutto quello che aveva passato.
-Fanchou mi stava soltanto sfruttando e non me ne ero minimamente accorto. Adesso che so chi era veramente l’ho cacciato dal castello-
-e il bambino?- chiese Riwan senza staccare gli occhi da quelli gridi della figlia che lo stavano guardando mentre la bambina continuava a muovere freneticamente la gambe e le braccia in cerca di costanti attenzioni.
-non c’era nessuno bambino, mi ha mentito- spiegò il biondo.
-e come di grazia? Si vede dalla pancia se uno è incinta oppure no- disse Riwan alzando finalmente lo sguardo dalla figlia a guardando confuso il marito.
-ci è riuscito e mi sento un mostro ad avergli creduto e non essere stato al tuo fianco quando eri palesemente tu quello che aveva più bisogno di me-
-non ho avuto bisogno del vostro aiuto- disse Riwan distogliendo lo sguardo perché si sentiva troppo esposto a quegli occhi grigi come la tempesta. Almeno quelli di sua figlia lo guardavano gioiosi e non in quel modo strano che usava il principe di Aleppo e chi Riwan non era ancora riuscito a decifrare.
-lo so, ma mi sono comunque preso uno spavento credendo di averti perso senza nemmeno aver avuto la possibilità di parlarti e conoscerti- Garen sospirò guardando fuori dalla grande vetrata della camera. -e smettila di darmi del voi-
-come vuoi. Adesso però voglio restare da solo con mia figlia- disse Riwan mentre Rell gli aveva preso un dito nella sua piccola e paffuta manina.
-va bene, poi ti trasferisci da me- disse Garen alzandosi dalla poltrona e spolverandosi i pantaloni di lino anche se non ce ne era bisogno.
-no, io e Rell rimaniamo qui- disse convinto Riwan senza guardare negli occhi il principe.
-in che senso scusa?- chiese preoccupato Garen sperando di aver capito male.
-nel senso che io rimango qui e che Rell rimarrà con me-
-allora mi trasferisco qui- disse Garen. Non poteva credere che Riwan non lo volesse vicino alla sua bambina.
-no, voglio rimanere da solo con Rell e non ti voglio tra i piedi- precisò Riwan. Non aveva minimamente voglia di vedere la faccia di Garen tutto il giorno, gli bastavano i pasti.
-e quando dovrei stare con mia figlia e te allora?- chiese Garen confuso e leggermente deluso della cosa.
-duranti i pasti-
-così poco? È mia figlia quanto tua! Ho il diritto di passare del tempo con lei- protestò Garen. No, Riwan non poteva impedirgli di vedere Rell.
-oh per favore non ti sei minimamente interessato a me in tutti questo tempo e adesso pretendi di stare tutto il tempo con mia figlia? Vattene via non ho viglia di discutere adesso-
Garen era molto tentato di imporre a Riwan, in quanto principe di Aleppo, di andare a vivere con lui ma sapeva perfettamente che se voleva anche un minimo ricominciare daccapo tutto non poteva. Doveva avere pazienza ed aspettare.
 

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


-sono stufo di questa situazione- Garen stava facendo avanti e indietro all’interno della palestra nella quale si allenava con la spada mentre Charlez lo guardava. Di solito il rosso non guardava il suo migliore amico allenarsi, ma quel giorno era li per controllare la spalla destra di Garen.
Il principe di Aleppo infatti sentiva dolore alla spalla destra ogni qual volta brandiva una spada e Charlez non era riuscito ad individuare niente di strano solo osservando la spalla quindi aveva chiesto all’amico di allenarsi per capire cosa ci fosse di sbagliato.
-se continui ad allenarti riuscirò a capire il problema quindi non ti lamentare- disse Charlez porgendo una spada più pesante al principe.
-non stavo parlando della spalla- sussurrò il biondo sospirando e prendendo la spada iniziando a fare qualche mossa e subito una smorfia di dolore gli si disegnò sul volto.
-e allora cosa?- chiese Charlez avvicinandosi al ragazzo e mettendo una mano sulla spalla iniziando a controllare quello che stava succedendo.
-del fatto che vedo mia figlia solo a pranzo e a cena e non riesco a tenerla in braccio nemmeno un secondo-
Era così ormai da una settimana. Garen aveva deciso di dare un po’ di spazio a Riwan per poter poi ricominciare tutto d’accapo con il moro, ma le cose sembravano essere ancora più complicate dell’inizio. -voglio crescere anch’io mia figlia-
-perché non provi a parlare con Riwan? Lo so che gli stai dando i suoi spazi ma prima o poi dovresti parlargli- disse Charlez sospirando. Aveva notato subito come Riwan cercasse in qualunque modo di non stare troppo tempo insieme a Garen e la cosa non gli piaceva. Sapeva perfettamente che entrambi i principi erano attratti l’uno dall’altro e facendo in quel modo stavano solamente perdendo tempo.
-e io vorrei farlo ma ogni volta che voglio andare nella sua camera a parlare lui non mi apre mai la porta e quelle volte che ho provato ad entrare mi ha cacciato via subito. Non riuscirò mai a parlargli…Ahi- nel mentre che Garen parlava Charlez si era completamente concentrato sulla spalla del suo principe e con un semplice incantesimo era riuscito a risolvere il problema, almeno lo sperava.
-grazie- sussurrò Garen muovendo la spalla senza avvertire il minimo dolore.
-stai comunque attento non so se sono riuscito a risolverti il problema e vai a parlare con Riwan. Ovviamente dopo una doccia- Garen annuì alle parole del rosso.
-ci proverò ma non ti assicuro di riuscirci- e così dicendo il principe si incamminò verso la sua stanza per farsi una doccia veloce e poi provare a parlare con Riwan e sperare di poter finalmente prendere nuovamente in braccio la sua piccola Rell.
Con questo pensiero in testa riuscì a farsi una doccia velocissima e in meno di sette minuti era già davanti la porta della camera di Riwan a sospirare mentre bussava.
Ovviamente come si era aspettato non gli rispose nessuno, ma in quel momento era davvero stufo e decise di aprire la porta e dirne quattro a suo marito. Avrebbe mandato all’aria tutto quello che aveva fatto in quella settimana per far si che il ragazzo si fidasse di lui, ma ormai non aveva più importanza.
Appena aperta la porta si guardò intorno aspettando che Riwan gli gridasse contro come suo solito ma non successe.
Garen si richiuse la porta alle spalle e rimase davvero confuso nel vedere la stanza completamente vuota. Dov’era finito Riwan?
Il principe di Aleppo camminò per la stanza fino a fermarsi davanti la culla di Rell e sorridere istintivamente vedendo che la sua principessa stava dormendo tranquillamente con il pollice in bocca. Il biondo si piegò sulla culla per prendere in braccio la figlia prestando attenzione a non svegliarla. La bambina continuò a dormire tranquillamente tra le braccia del padre e Garen si tranquillizzò sentendo anche un grosso peso alleggerire il suo petto. Non aver potuto tenere in braccio Rell per quella settimana gli aveva messo tantissima ansia addosso e nemmeno se ne era accorto.
L’ansia era anche giustificata visto che la sua bambina era per metà come lui e quindi avrebbe sviluppato presto i poteri. Riwan non sapeva niente di tutto ciò e c’era l’ampio rischio che Rell potesse usare i suoi poteri involontariamente ferendo il moro.
Garen si guardò nuovamente intorno ma sembrava proprio che Riwan non fosse in quella camera. Allora il biondo si incamminò verso il davanzale della grande finestra e togliendosi gli stivali si sedette su di esso per puntare subito dopo lo sguardo su Aleppo mentre dolcemente cullava la principessa tra le sue braccia.
-che ci fai tu qui?- Garen girò la faccia non appena sentì la voce di Riwan e rimase un attimo incantato a guardarlo.
Il moro era appena uscito dal bagno e a coprirlo c’era solamente un asciugamano stretto in vita. I capelli lunghissimi erano ancora bagnati e le goccioline d’acqua ricoprivano quasi completamente il corpo di Riwan che inizia a sentirsi a disagio sotto lo sguardo grigio dell’altro.
-volevo stare un po’ con mia figlia- rispose alla sua domanda Garen -e con te- aggiunse dopo mentre Riwan incrociava le braccia al petto osservando il biondo e cercando di capire se stesse mentendo.
-e non potevi bussare prima di entrare nella mia camera in questo modo-
-l’ho fatto ma non ho ricevuto risposta quindi sono entrato-
-come sempre ovviamente- Riwan diede le spalle al biondo e andò verso la sua cabina armadio cercando qualcosa da mettere solamente perché si sentiva troppo in soggezione a stare con solo un asciugamano in vita difronte al ragazzo. Okay che Garen l’aveva già visto nudo due volte ed era suo marito, ma quello non significava che lui non si imbarazzasse della cosa.
-è una settimana che non sto un po’ con mia figlia e scusami se voglio vederla e prenderla in braccio- si difese Garen -e poi tu non mi vuoi tra i piedi nonostante io stia cercando di risolvere la cosa tra noi- scoppiò il principe di Aleppo stando attendo a non alzare troppo il tono di voce per non svegliare la figlia.
-va bene, vuoi risolvere la cosa? Vieni qui stasera e trova un modo per farmi credere in te-
 

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


-cosa dovresti fare con quello?- chiese Charlez vedendo Garen che usciva dalle cucine con una bottiglia di vino in una mano e due bicchieri nell’altra.
-mio marito ha detto che stasera gli devo far credere in me in qualche modo e ho pensato che questo potrebbe aiutate- rispose sinceramente Garen anche se non gli andava tanto a genio il fatto che qualcuno lo avesse beccato uscire dalle cucine. Quello che voleva fare voleva restasse segreto.
-vuoi farlo ubriacare? Credo che tu stia andando nella direzione sbagliata sai- disse il rosso scuotendo la testa e immaginando già il piano di Garen fallire.
-certo che no! Non è questo il mio intento e di certo non ti svelerò quello che voglio fare prima di sapere se possa funzionare-
-ho la netta sensazione che non funzionerà, ma buona fortuna vostra altezza- disse Charlez continuando a scuotere la testa ma comunque lasciando il principe da solo.
Garen sospirò e convinto che la sua idea era geniale e che avrebbe di sicuro funzionato si incamminò verso la stanza del marito. Riwan gli aveva detto di andare quella sera ma non aveva specificato l’orario e Garen voleva vedere la sua bambina il prima possibile per questo si era mosso subito dopo cena per prendere vino e bicchieri.
Bussò alla porta che aveva difronte facendo ovviamente attenzione ai bicchieri di vetro che aveva in mano e fu sorpreso quando RIwan gli aprì subito la porta.
-wow, stiamo facendo progressi- disse Garen entrando nella camera mentre Riwan alzava gli occhi al cielo. Garen posò i bicchieri e la bottiglia sul basso tavolino che era quasi completamente ricoperto da libri.
Dopo aver lasciato il tutto il biondo si diresse verso la culla della figlia e le sorrise prima di lasciarle un bacio sulla testolina mora. Aveva voglia di prenderla in braccio ma non lo fece uno perché non voleva svegliarla e due perché doveva assolutamente chiarire con Riwan.
-allora cosa ti sei inventato? Farmi ubriacare non risolverà le cose- disse Riwan mentre si sdraiava sul divanetto e osservava il marito sorride alla figlia. Gli faceva davvero strano vederlo in quel modo.
-non voglio farti ubriacare- disse serio Garen accomodandosi sulla poltroncina in modo da essere quasi perfettamente difronte al marito.
-ti ascolto-
-è una sorta di gioco. A turno ci facciamo una domanda e dobbiamo rispondere sinceramente. Se uno non vuole dire la verità beve un bicchiere- spiegò Garen aprendo una bottiglia e versando il contenuto nei due bicchieri stando ovviamente attento a non versare il liquido rossastro sui libri.
-e perché dovremmo fare ciò?-
-per conoscerci. Nessuno dei due sa niente dell’altro, o sa troppo poco- rispose sinceramente Garen. -quanti anni hai?-
-e se non volessi fare tutto ciò?- ignorò la domanda Riwan.
Garen lo guardò e vedendo lo sguardo serio di Riwan pensò di aver sbagliato a proporgli quella sorta di gioco. Era stata l’unica cosa che gli era venuta in mente e aveva sperato potesse avvicinarli, ma a quanto pareva non era così.
Il biondo si alzò dalla poltroncina e si avviò verso la porta sotto lo sguardo attento di Riwan. Riwan che si morse il labbro prima di sospirare. Okay essere stronzo per ripagare il principe GAren con la stessa moneta ma quello era davvero troppo.
-diciassette- disse mentre Garen aveva quasi abbasto la maniglia facendo girare di scatto il biondo.
-come?-
-ho diciassette anni- ripeté Riwan mentre un sorriso si apriva sulle labbra di Garen che si andò velocemente a risedere sulla poltroncina. -e tu?- chiese allora il moro.
-ventidue. Perché tua madre ha insistito per farti sposare con me? Sapeva dei rischi che correvi rimanendo incinta-
-non è mia madre- disse Riwan sospirando -e mi vuole morto da quando sono nato. A cosa servono quelle mura?-
Garenlo guardò per un lunghissimo istante chiedendosi se fosse il caso di rivelare il segreto a Riwan. Poi però prese il bicchiere e bevve tutto d’un sorso. -non giudicarmi. Sono segreti che non posso rivelarti. Non adesso almeno- gli spiegò riempiendosi il vino.
-fantastico- borbottò Riwan che si era immaginato una risposta del genere.
-di chi sei figlio se la regina di Mussasur non è tua madre?- Garen era davvero curioso di scoprire chi fossero i genitori di suo marito. poteva anche non essere un principe allora.
-mio padre è il re, e prima che tu me lo chieda mi ha riconosciuto come suo figlio legittimo quindi puoi immagine quanto mi odi Elise visto che suo figlio è più piccolo di me solo di qualche mese- Garen sgranò gli occhi a quella rivelazione. -non so chi sia mia madre e sinceramente non so nemmeno se fosse una donna od un uomo. Mio padre non mi ha mai voluto dire niente-
-immagino che la tua vita non sia stata delle migliori- disse Garen.
-immagini bene. Cosa ci vedevi in Fanchou?-
-sembrava l’unico che non mi voleva perché ero il futuro re di Aleppo, ma mi sbagliavo ovviamente. È più difficile di quanto sembri essere l’unico erede del proprio regno- Garen sorrise amaramente e senza accorgersene iniziò a sorseggiare il vino che aveva dentro al bicchiere. -ti sei mai innamorato?-
Riwan guardò Garen per un po’ indeciso su cosa rispondere. In realtà non lo sapeva nemmeno lui ma quello che sentiva per Garen si avvicina molto all’amore. Quindi il moro prese il bicchiere e bevve tutto d’un sorso il suo contenuto.
-credo che possiamo anche smetterla con questo gioco- disse allora Riwan posando il bicchiere sul tavolino, quel poco vino che aveva bevuto gli aveva dato veramente alla testa.
-ti sei arrabbiato per quella domanda?- chiese curioso Garen e anche leggermente spaventato di aver mandato tutto a rotoli.
-no, ma è inutile fare questo gioco. Ci facciamo le domande e rispondiamo senza bere il vino- il moro si massaggiò le tempie stanco.
-sei già partito- rise Garen posando anche lui il bicchiere.
-non ridere. Non sono abituato a bere-
-so come stenderti allora- continuò a ridere Garen però alzandosi. -continuiamo a parlare domani, buonanotte- disse il biondo lasciando un bacio sui capelli di Riwan che rimase immobile non aspettandosi un gesto del genere e poi andando a salutare anche Rell prima di uscire da quella camera.
 

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


-aiutami- disse Riwan non dando a Charlez nemmeno il tempo di entrare nella sua camera.
-cosa succede? Stai male tu o la bambina?- chiese il rosso preoccupato. Shen era corso da lui preoccupato dicendogli che Riwan aveva assolutamente bisogno di lui. Inutile dire che si era precipitato li.
-nessuno dei due- rispose il moro iniziando a camminare avanti e indietro -devi aiutarmi con Garen-
-cosa?- chiese Charlez felice che non si trattasse di problemi di salute. -e io cosa posso fare? Sono solo un guaritore-
-si ma sei il suo migliore amico! Non so come comportarmi con li. Prima volevo solamente fargli capire come mi ero sentito quando mi aveva trattato male ma adesso è diverso-
-di cosa hai paura? Parlate normalmente maledizione!- Charlez alzò gli occhi al cielo esasperato dal comportamento dei due. Perché non parlavano normalmente invece di farsi tutti quei problemi?
-è strano okay? L’unica persona che ha mai fatto qualcosa per me è stato mio padre e adesso mi sembra strano che Garen si interessi a me-
-gli sei piaciuto dal primo momento che ti ha visto quindi non ti fare strane idee. Fanchou era super geloso del fatto che Garen avesse occhi solo per te da quando sei arrivato-
-quindi che dovrei fare?- chiese Riwan che stava entrando nel panico più totale.
-essere te stesso e provare a parlare sinceramente con Gare, è vero non avete iniziato nei migliori dei modi ma potete comunque ricominciare. Ora avete Rell- Charlez sorrise e Riwan lo fece di rimando -ora se non ti spiace torno ad occuparmi dei miei doveri da guaritore- e così dicendo il rosso lasciò nuovamente da solo Riwan che sospirò.
-siamo rimasti nuovamente io e te Rell- disse il moro stendendosi sul letto mentre cullava la sua principessa. -che cosa devo fare con tuo padre?- chiese ancora Riwam mentre sua figlia sorrideva mentre faceva versi strani senza dare una risposta a suo padre.
Riwan guardò ancora la bambina e quasi istintivamente iniziò a canticchiare una melodia che nemmeno sapeva di conoscere. La bambina poco alla volta iniziò ad abbassare le palpebre e cadde in un sonno profondo cullata dalla dolce melodia del padre.
-buonanotte tesoro mio- le disse Riwan baciandole la testolina e continuando a cullarla e finendo per addormentarsi anche lui con la figlia.
 
-come sta andando con Riwan? Ho notato che oggi non ti ha guardato male come al solito- Riven camminava per il grande giardino con il figlio al fianco. Figlio che non aveva minimamente voglia di parlare con la madre visto che sapeva come farlo innervosire, ma non aveva avuto scelta visto che la donna appena lo aveva visto lo aveva trascinato con se.
-ieri abbiamo parlato un bel po’ e conto di farlo anche oggi se mi lasci andare- disse Garen cercando un modo gentile di dire alla madre che non aveva voglia di stare con lei in quel momento.
-e gli hai detto della magia?- chiese la donna fermandosi vicino alle rose e raccogliendone una per poi porgerla al figlio.
-non ancora, voglio aspettare un po’ prima di rivelargli tutto. Voglio essere sicuro che non ci tradirà- Garen prese la rosa dalle mani della madre e iniziò ad osservale. Sapeva che la madre voleva che donasse quella rosa a Riwan ma Garen non era ancora sicuro che Riwan lo volesse tra i piedi.
La sera prima si era sbilanciato al momento dei saluti e il moro non sembrava averla presa tanto bene quindi Garen temeva che sarebbe successa la stessa cosa con quella rosa.
-vostre maestà- sia Riven che Garen guardarono verso Shen che era appena arrivato davanti a loro e che aveva il fiatone. La guardia si dovette piegare sulle ginocchia per riprendere fiato. Poi si alzò e iniziò a parlare:
-scusate se vi disturbo ma il principe Riwan ha chiesto del principe Garen e sembrava davvero molto spaventato-
-arrivo subito. Scusate madre- e così dicendo Garen si teletrasportò davanti alla porta di Riwan e iniziò a bussare. Gli dava davvero fastidio il non poter entrare direttamente in quella camera ma doveva resistere se voleva far andare per il meglio le cose tra lui e Riwan.
La porta si aprì subito e davanti agli occhi grigi del principe di Aleppo apparve la figura sconvolta di Riwan. Il moro sembrava davvero essere nel panico più totale e sembrò rilassarsi solo un po’ nel vederlo li. Il principe si spostò di lato facendo entrare il marito nella sua camera a poi richiuse la porta alle spalle.
-cosa succede?-
-come hai fatto ad arrivare prima di Charlez?- dissero contemporaneamente i due ragazzi.
-ero qui vicino, cosa succede?- mentì Garen e guardandosi intorno per cercare di capire quale fosse il problema ma sembrava tutto molto tranquillo e anche Rell sembrava star dormento pacificamente nel grande letto a baldacchino.
-Rell non si sveglia. Oggi le ho cantato una ninnananna per farla addormentare e non si è più svegliata. Ho provato di tutto, anche perché avevo paura che poi stesse sveglia tutta stanotte ma non si sveglia- disse nel panico più totale Riwan.
Garen guardò accigliato il ragazzo per poi riposare lo sguardo sulla figlia. Lasciò la rosa, che aveva ancora in mano, tra le mani del moro che la guardò stupito e si avvicinò alla bambina osservandola attentamente.
-tesoro, sveglia c’è papà- disse il principe di Aleppo muovendo la figlia ma proprio come aveva detto Riwan la bambina sembrava non aver minimamente voglia di svegliarsi o peggio non poterlo fare. -hai chiamato Charlez?- chiese allora Garen. Riwan annuì senza staccare gli occhi dalla rosa che aveva in mano. Qual era il suo significato?
-cosa succede?- come se fosse stato chiamato dalla parole di Garen Charlez fece il suo ingresso nella camera. Inizialmente aveva pensato che Riwan avesse bisogno nuovamente di un suo consiglio ma da come era sembrato spavento Shen aveva deciso di muoversi velocemente.
-Rell non si sveglia- spiegò Garen risparmiando al marito di andare nel panico.
-fammi vedere- disse Charlez avvicinandosi alla bambina -Riwan puoi uscire per favore?-
Riwan rimase sorpreso da quelle parole ma comunque lasciò la stanza stringendo forte la rosa e ferendosi involontariamente con le spine del suo stelo.

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Riwan camminava avanti e indietro per il lungo corridoio nell’ansia più totale. In una mano teneva ancora la rosa che Garen gli aveva dato mentre l’altra l’aveva portata alla bocca e stava succhiando via il sangue che gli era uscito per colpa delle spine di quella bellissima rosa.
Il moro non capiva come mai Charlez non lo volesse in camera mentre controllava Rell. Lo aveva fatto perché gli stavano nascondendo qualcosa? O perché Rell era in serio pericolo?
L’ansia in quel modo non faceva altro che crescere e Riwan si ritrovava a sperare che sua figlia stesse bene. Rell era l’unico modo che aveva per poter cercare di creare un rapporto con suo marito. Senza di lei sarebbe stato molto più difficile e soprattutto la morte della bambina avrebbe lasciato un enorme vuoto tra loro. No! Non poteva assolutamente perdere la sua bambina.
-non farlo- Riwan si voltò di scatto nel sentire quella voce e incrociò i suoi occhi smeraldo con quelli grigi del marito.
-cosa?-
-torturati in questo modo. Rell starà bene non ti preoccupare- lo tranquillizzò Garen avvicinandosi e aprendo leggermente le braccia. Riwan non ci pensò due volte e si fiondò tra le braccia del marito scoppiando a piangere. Aveva paura, tanta paura nonostante quelle parole.
-si risolverà tutto. Charlez sa il fatto suo- gli sussurrò Garen iniziandolo ad accarezzare sulla schiena per tranquillizzarlo. Era proprio per quel motivo che aveva deciso di uscire e cercare il marito. aveva visto il suo sguardo terrorizzato e voleva essergli accanto.
-ho paura- disse tra i singhiozzi Riwan -credevo che non sarei mai riuscito a sopravvivere ad un parto e non so se riuscirò mai ad avere altri figli. E poi è la nostra Rell…-
-Rell si salverà non ti preoccupare. Fidati di me-
-mi fido- sussurrò Riwan ed era la ferità. In quel momento di fidava ciecamente di suo marito. Garen sorrise e continuò ad abbracciare il moro sperando che Charlez si sbrigasse.
Non ci volle molto che entrambi sentirono chiaramente un pianto e si fiondarono nella camera proprio mentre Charlez stava per aprire la porta.
-Rell- disse Riwan correndo dalla figlia e iniziando a cullarla per farla calmare ma evitando di cantare nuovamente la ninnananna del pomeriggio.
-Garen- Charlez sussurrò il nome del biondo bloccandolo dall’andare verso il marito e la figlia -Rell era sotto un incantesimo del sonno. Non so come possa essere successo ma sembrava davvero molto potente. Potrebbe essere che Rell se lo sia lanciata da sola quindi ti chiedo di stare molto attento- Garen guardò il rosso con occhi sgranati e annuì.
Charlez lasciò la stanza e Garen raggiunse la sua nuova famiglia sedendosi anche lui sul letto.
-che ti ha detto?- chiese Riwan che non era riuscito ad ascoltare la conversazione tra i due.
-non posso parlartene anche se vorrei farlo- disse Garen mordendosi il labbro. Non era quello il momento adatto per dire a Riwan della magia. Ma poi c’era veramente un momento adatto per dirlo?
-riguarda il perché ci sono le mura?- chiese allora Riwan non spostando lo sguardo dalla sua principessa, aveva paura che facendolo la bambina si addormentasse nuovamente.
-si- rispose sinceramente Garen mettendo un braccio intorno alle spalle di Riwan che non si ritrasse da quel contatto, anzi si appoggiò di più contro il biondo.
-rimani qui stanotte?- la proposta del moro fu un sussurro molto leggero, e quelle parole erano state dettata della pura ansia che ancora scorreva nelle sue vene.
-certo- rispose Garen che era davvero felice di poter passare un bel po’ di tempo con la figlia.
-perché la rosa?- chiese dopo un po’ Riwan tanto che Garen aveva pensato che il moro si fosse addormentato. Molto probabilmente non riusciva a farlo per paura che Rell si addormentasse nuovamente.
-idea di mia madre anche se non era proprio questo il contesto con la quale volevo dartela-
-e qual era?- disse tra le risate Riwan incrociando il suo sguardo con quello di Garen che rimase incantato per un po’. Forse era un bene che sua figlia non avesse preso gli stessi occhi di Riwan, non avrebbe saputo dire di no.
-non ci avevo ancora pensato ma di certo tu non dovevi essere in preda all’ansia- Garen sorrise e poi i suoi occhi caddero sul basso tavolino della camera che come la sera prima era ricoperto completamente da libri. -cosa stai leggendo? Sempre libri sulla magia?-
-come sai che leggo libri sulla magia? Mi spii?-
-i primi mesi il bibliotecario mi faceva una lista completa dei libri che prendevi quindi si so cosa leggevi- rivelò Garen. In realtà non aveva mai letto quella lista con interesse.
-oh quindi mi spiavi-
-non ti spiavo! Era solo una fissa di Fanchou che ti odiava e voleva controllarti. Non ho mai letto quelle liste se non di sfuggita-
-okay- si arrese Riwan sospirando. Non voleva parlare di Fanchou. -comunque sto leggendo libri su come gestire uno stato e cose del genere. A Mussasur non mi sono mai interessato di politica perché sapevo che non sarei stato io ad ereditare il regno ma qui sono pur sempre il marito del futuro re e vorrei essere capace di darti una mano- rivelò Riwan per poi mordersi la lingua e guardare spaventato Garen -ovviamente se non ti da fastidio. Io…io l’ho fatto senza pensarci-
-non ti spaventare- disse Garen tra le risate. -anzi mi fa piacere che tu voglia darmi una mano visto che pensavo mi odiassi-
-sto cercando di capire chi sei veramente-
-posso dire lo stesso. So che non abbiamo iniziato nel migliore dei modi e vorrei chiederti di ricominciare tutto d’accapo oggi- vedendo lo sguardo tra il confuso e il dubbioso di Riwan Garen aggiunse -ovviamente non dimenticando il passato ma provando ad andare avanti senza odiarci-
-si, si può fare- e il volto di Riwan si aprì in un sorriso che Garen seppe definire solo dolcissimo.
 

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


L’uomo camminava con tranquillità per le piccole e strette vie di Aleppo. Era in ritardo, tremendo ritardo, ma in quel momento voleva solamente godersi l’aria fresca di Aleppo. Mancava da quel posto da troppo tempo e voleva godersela il più possibile prima di partire nuovamente.
Ad Aleppo si avvertiva chiaramente la magia nell’aria e l’uomo si sentì come rinato, era sempre bello sentirsi avvolgere da tutta quella magia e le sensazioni aumentavano più tempo passava lontano dalla sua casa.
-Elar- l’uomo si girò sentendosi chiamare e sospirò sconsolato vedendo che lo aveva appena chiamato una guardia reale.
-non posso mettere piede ad Aleppo che subito mi individuate- borbottò l’uomo che con un gesto naturale della mano spostò il ciuffo rosso di capelli che gli stava davanti al volto rivelando i suoi occhi verdi come gli smeraldi.
-è impossibile non avvertire la vostra presenza qui. La vostra magia si sente per quanto è potente- rispose il soldato facendo incrociare le braccia al petto a Elar e in questo modo anche il ciuffo rosso che l’uomo si era spostato ricadde sul suo volto nascondendo una parte della cicatrice che Eler aveva sulla guancia sinistra. Quella cicatrice poi proseguiva giù per il collo e scompariva dietro la camicia nera che stava indossando in quel momento. La cicatrice era anche un segno che permetteva alla gente che non lo conosceva di individuarlo subito come Elar.
-vi devo portare al castello. Ordini del re- continuò la guardia.
-si lo so- sussurrò Elar che si era aspettato una cosa del genere da Yasuo. Si arrabbiava sempre con lui quando non andava subito a fare rapporto e soprattutto quando non si faceva sentire per molto tempo. E in quel caso era nei guai visto che mancava da Aleppo da quasi un anno. Aveva avuto bisogno per un po’ di non pensare a niente e quindi aveva deciso di partire senza dire niente a nessuno e Yasuo si sarebbe di sicuro infuriato.
Elar allora decise di seguire la guardia che lo stava scortando verso il palazzo utilizzando ovviamente la via principale e così tutti gli occhi si puntarono sul rosso. Elar poteva tranquillamente teletrasportarsi nella sala del trono visto che Yasuo gli aveva svelato il segreto per farlo anni prima, quando ancora entrambi erano due ragazzini senza responsabilità sulle spalle, ma non sarebbe stato molto giusto nei confronti del povero soldato che lo stava scortando.
-da qui posso anche andare da solo, non scappo- disse Elar una volta arrivati difronte al palazzo. Il soldato fece per dire qualcosa, molto probabilmente protestare, ma non fece in tempo visto che Elar era già sparito all’interno del palazzo. Infondo il rosso conosceva ormai a memoria quei corridoi e non aveva bisogno dell’aiuto di nessuno per poter arrivare alla sala del trono.
Ma la sala del trono non la raggiunse visto che il rosso ghignò a metà di un corridoio vedendo Garen che camminava verso di lui con la testa rivolta al libro che in quel momento stava leggendo impedendo quindi al principe di accorgersi della presenza del suo maestro.
Si, perché Yasuo aveva insistito con il rosso per far in modo che diventasse il maestro del figlio sia per l’utilizzo delle armi che per quello della magia visto che Elar era sempre stato il migliore di tutta Aleppo.
-vostra altezza quante volte vi ho detto di non distrarvi?- chiese allora a gran voce il rosso facendo alzare di scatto lo sguardo grigio del biondo dal libro.
-ELAR- gridò quasi Garen sorpreso. Non immaginava che avrebbe rivisto il suo maestro quel giorno anche se in realtà Elar andava e veniva a suo piacimento.
-cosa c’è di così importante in quel libro? Posso aiutarti?- chiese allora Elar avvicinandosi al biondo e prendendogli il libro dalle mani cercando di capire cosa fosso. Non gli servirono più di tre secondi per capire che era un libro su Mussasur.
-stavo facendo ricerche. Dove sei stato?- chiese Garen incrociando le braccia al petto. Elar invece chiuse di scatto il libro.
-in giro a raccogliere informazioni come sempre. Perché sei interessato a Mussasur?-
-mi sono sposato- rivelò Garen. Elar era partito qualche giorno prima che la lettera della regina Elise arrivasse ad Aleppo e quindi l’uomo non sapeva niente del suo matrimonio e soprattutto che era diventato padre.
-con quello stronzo di Fanchou? Congratulazioni- disse Elar alzando gli occhi al cielo. Come tutti non aveva mai sopportato Fanchou.
-no, con il principe di Mussasur. E io e Fanchou ci siamo lasciati, è una storia lunga- sospirò il principe ridacchiando per come il suo maestro aveva chiamato Fanchou perché il rosso aveva terribilmente ragione.
-con il principe di Mussasur? E quando? Come?- Elar era sconvolto. Aleppo non aveva mai accettato delle alleanze e gli sembrava davvero tutto troppo strano.
-è una storia lunga- disse nuovamente Garen -se avessi aspettato solo qualche giorno prima di partire di nuovo per chissà dove sapresti tutto-
-quando ti sei sposato?-
-poco dopo la tua partenza- rivelò Garen mentre Elar annuiva.
-e la discendenza? Hai detto che è un principe, come farai?- chiese ancora Elar cercando di dimostrarsi davvero preoccupato per la cosa visto che lui sapeva che tutti i ragazzi di Mussasur erano degli Iswa.
-non ti preoccupare per quello, mio marito può avere figli-
-ah quindi sai degli Iswa- si lasciò fuggire l’uomo per poi maledirsi da solo mentre Garen lo guardava curioso.
-tu lo sapevi?- chiese il principe sconvolto -ho letto tutti i maledettissimi libri che abbiamo su Mussasur e nessuno accennava alla cosa!-
-si l’ho scoperto qualche anno fa- disse il rosso grattandosi dietro la testa a disagio.
-e perché non hai detto niente?- chiese ancora Garen -era un’informazione importantissima!-
-perché mi è passata di mente!- mentì Elar, aveva giurato anni addietro di non farne parola con nessuno degli Iswa e avrebbe mantenuto la sua promessa.
-non può passarti di mente una cosa così importante e poi quando è stata l’ultima volta che sei stato a Mussasur?-
-quasi diciott’anni fa- sussurrò il rosso mentre il suo sguardo smeraldo si andava ad incupire.
 

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


-non so se essere arrabbiato con te o essere felice- disse Yasuo mentre girava intorno a Elar che cercava di non ridere sotto i baffi.
-e non ridere- continuò il re di Aleppo rivolto al suo migliore amico che gli sorrise.
-avevo bisogno di una pausa- spiegò Elar.
-avvisarci no? Non dico tutti ma almeno me o Riven- continuò il biondo sedendosi finalmente sul suo trono.
-sai perfettamente che quando mi metto in testa qualcosa la faccio senza pensare al resto-
-motivo per il quale hai rischiato di morire venti volte-
-in realtà solo una…- Yasuo guardò male Elar e il rosso sospirò. -okay forse due volte, non di più- concesse l’uomo.
-hai tante di quelle cicatrici che mi raccontano il contrario- sospirò Yasuo mettendosi una mano sulla testa quasi sconsolato.
-non tutte le cicatrici me le sono procurate da ferite mortali- disse il rosso che con un gesto involontario aveva portato la mano sul basso ventre dove c’era una piccola cicatrice.
-l’importate e che tu stia bene- disse alla fine Yasuo sorridendo all’amico che ricambiò.
-ho sentito che Garen si è sposato con un principe di Mussasur. Come mai?- chiese allora il rosso ghignando.
-la regina di Mussasur ci ha minacciati e abbiamo accettato le nozze. Non poteva permettere che tutto quel regno venisse a conoscenza della magia-
-meglio una singola persona che non molte- concluse Elar annuendo. -conoscerò questo principe di Mussasur?-
-se oggi pranzerai con noi certo. E a proposito di pranzo è ora ormai- Elar annuì a quelle parole ed insieme al re di Aleppo si incamminò verso la sala da pranzo. -visto qualcosa di particolare? Qualche altro segreto scoperto?-
-niente di interessante. Sono andato in posti già noti quindi non ho niente da riportare-
-ma guarda un po’ chi ci fa il piacere di mangiare con noi oggi- disse Riven non appena vide entrare i due uomini nella sala da pranzo ancora deserta se non fosse stato per la regina e i primi servitori che erano indaffarati a fare avanti e indietro per aggiungere un posto in più a tavola.
-Riven è sempre un piacere rivederti- le disse Elar abbracciandola di slancio, normalmente nessuno avrebbe fatto una cosa del genere ma Elar lo aveva sempre fatto e avrebbe continuato. Era uno di famigli da sempre.
-vieni siediti al mio fianco- la donna dopo aver detto quelle parole si sedette al suo solito posto e Elar la seguì sedendosi alla sua sinistra mentre Yasuo prendeva posto a capotavola come suo solito.
-come mai sembra che siamo sempre in ritardo?- chiese Garen entrando nella sala da pranzo e trovandosi tutti già ai propri posti. Riwan era poco dietro di lui e rimase abbastanza sorpreso quando vide il posto che era ormai abituato a prendere occupato da un’altra persona che non riusciva a vedere bene visto che gli porgeva le spalle.
-perché lo sei- disse Yasuo facendo cenno al figlio di sedersi. Garen alzò gli occhi al cielo prima di scostare la sedia al fianco destro della sua per permettere a Riwan di sedersi prima di fare lo stesso anche lui.
Riwan gli sorrise riconoscente anche se gli sembrava davvero strano essere seduto li e soprattutto sentiva una certa ansia nel non aver Rell al suo fianco. Dopo quello che era successo due giorni prima aveva davvero paura di distogliere lo sguardo dalla figlia.
Charlez gli aveva detto di rilassarsi perché non c’erano più pericoli e si era proposto di tenere sotto controllo la bambina per il pranzo. Riwan non ne era stato tanto felice ma Garen lo aveva trascinato subito nella sala da pranzo e non aveva avuto modo di discutere della questione.
Riwan osservò attentamente l’uomo che aveva difronte. Non lo aveva mai visto prima e soprattutto non riusciva ad immaginare chi potesse essere visto che era seduto al loro stesso tavolo. Anche l’uomo lo stava osservando attentamente con i suoi occhi verdi che stavano mettendo leggermente in soggezione Riwan.
-quindi voi siete il principe di Mussasur- parlò Elar osservando attentamente il moro che aveva difronte cercando di capire qualcosa di più su di lui anche se sembrava abbastanza improbabile.
-si sono io- rispose Riwan dopo un po’.
-Riwan lui è Elar il mio maestro d’armi- lo presentò Garen evitando di nominare che era anche colui che gli aveva insegnato la magia cosa che non passò inosservata al rosso. Quindi Garen non aveva ancora parlato della magia con il marito.
-piacere di conoscervi- disse allora il moro che finalmente capiva chi fosse quell’uomo che comunque continuava ad osservarlo quasi con sospetto.
-mi auguro che non siate figlio unico e ci sia qualcuno a Mussasur per governare- Elar voleva scoprire di più sul quel ragazzo, molto di più.
-ehm, si ci sono il principe Budogan e la principessa Lucine- rispose Riwan sorpreso da quella domanda.
-ampia scelta per governare, ottimo direi. Ma cosa ne ricava Aleppo da questa alleanza? Perché è questo quello che si è creato- continuò Elar prendendo il calice pieno di vino e iniziando a sorseggiare il liquido rossastro.
-ecco…non conosco i termini dell’accordo. È stato fatto tutto alle mie spalle- rispose sinceramente Riwan accorgendosi che non ci aveva mia pensato realmente e soprattutto pensando al fatto che non sentiva il padre ormai da quando se ne era andato da Mussasur visto che nessuno gli aveva mai dato la possibilità di scrivergli.
-la regina ci ha minacciati, diciamo che abbiamo ottenuto una non invasione per il momento- spiegò Garen per il marito.
-tanto quella stronza non controlla l’esercito- borbottò Riwan facendo si che lo sentisse solo Garen che trattenne a stento una risata per l’affermazione.
-si le persone di Mussasur pretendono sempre di avere tutto e subito- sospirò Elar non accorgendosi nemmeno di aver parlato ad alta voce. -non l’ho solo pensato vero?- chiese accorgendosi dello strano sguardo che gli aveva lanciato il marito di Garen.
-no- confermò Garen.
-in mia difesa posso dire che ho fatto quell’affermazione solo perché tutta la gente che ho conosciuto li era così- spiegò il rosso ma Riwan non disse niente. Infondo aveva pienamente ragione.
 

 

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


Shen bussò alla porta che aveva difronte aspettando il permesso per poter entrare. Non dovette aspettare molto e una volta dentro la stanza chiuse la porta alle sue spalle e cercò di evitare lo sguardo di Charlez che si trovava in quella stanza.
-hai bisogno di qualcosa?- chiese Shen dopo che i due erano stati in silenzio per molto tempo.
-cosa ti ha promesso Fanchou?- chiese invece il rosso alzando lo sguardo dal libro che stava leggendo e puntando i suoi occhi sulla figura del soldato che sembrava interessato a tutto quello che c’era in quella stanza.
-non ha importanza adesso- disse Shen che non aveva voglia di dire la verità proprio a Charlez.
-gloria? Ricchezze? Cosa ti ha promesso Fanchou di così importante da farti essere dalla sua parte per tantissimo tempo?- insistette Charlez.
-qualcosa che non potevo avere diversamente, ma ormai è passato non c’è bisogno di chiedere- disse Shen cercando di mantenere la calma.
-devo saperlo perché potresti tranquillamente tradirci un’altra volta e non voglio rischiare- continuò Charlez segno che non voleva minimamente lasciar perdere la questione.
-non vi tradirò più. Fanchou mi aveva prima minacciato perché sapeva qualcosa che non doveva ma adesso non ho ragioni per tradirvi. Fidati di me-
-mi fidavo di te Shen, prima che scoprissi la tua alleanza con Fanchou. Devo sapere cosa ti aveva promesso o andrò a chiederlo direttamente a Fanchou- a quelle parole Shen sgranò gli occhi spaventato. Non voleva assolutamente che Charlez scoprisse il vero motivo per il quale aveva accettato le condizioni Fanchou.
-non puoi fidarti di me?-
-mi sono già fidato di te una volta e non è andata proprio come doveva- Charlez incrociò le braccia al petto e guardò male Shen. Shen dal canto suo abbassò lo sguardo sospirando.
-mi ha promesso un posto come nobile- rivelò il biondo. Voleva riguadagnare la fiducia di Charlez e quello era l’unico modo.
-alla faccia!- disse quasi ridendo Charlez -e io che ti credevo uno che non pensa alla ricchezza ma mi sbagliavo-
-io non volevo la ricchezza!-
-ma è quello che ti ha promesso Fanchou-
-solo perché era l’unico modo per avere una possibilità per quello che davvero mi interessava- gridò Shen che non voleva che Charlez lo credesse qualcosa che non era in realtà.
-e che cosa volevi?-
-ora non ha più importanza visto che non avrò mai una possibilità quindi non dovete preoccuparvi di me. Non vi tradirò più- Shen sospirò, ormai lo faceva da quando era entrato li dentro. -c’è altro che volevi?-
-perché dici di non avere possibilità?- chiese invece Charlez che aveva capito che Shen non ne voleva parlare a la sua curiosità lo stava spingendo a scoprire cosa il biondo volesse nascondere.
-perché è la verità! Ora posso andare? Devo fare il mio lavoro- Shen fece schioccare la lingua spazientito.
-voglio che tu mi dica la verità- sussurrò Charlez cercando di addolcire il tono di voce, di solito funzionava ma quella volta sembrava aver innervosito ancora di più Shen.
-ho già detto quello che dovevo. Adesso stai davvero esagerando nel voler sapere le mie ragioni. Non vi tradirò più-
-va bene- si arrese apparentemente Charlez. -puoi andare se vuoi- e Shen non aspettò un secondo di più prima di uscire da quella stanza sbattendo anche la porta.
Charlez rimase a guardare la porta per qualche secondo prima di chiudere il libro che aveva lasciato sul tavolo e aprire una mappa di Aleppo.
-trova- sussurrò il ragazzo mettendo una mano sulla mappa e pensando intensamente a Fanchou.
Sulla mappa apparve un puntino luminoso nella periferia della città, precisamente vicino le stalle. Un sorrisetto strafottente apparve sulle labbra di Charlez prima di teletrasportarsi li vicino. Voleva la verità e l’avrebbe scoperta anche senza l’aiuto di Shen.
Ovviamente non era apparso proprio difronte stalla altrimenti l’avrebbero scoperto subito, ma gli ci volle davvero poco per individuare Fanchou che con poca convinzione spalava il letame.
-Fanchou- disse Charlez attirando l’attenzione del biondo che lo guardò malissimo.
-cosa vuoi?-
-voglio sapere cosa hai promesso a Shen per farlo stare dalla tua parte- disse senza aspettare troppo Charlez. Doveva tornare al castello e non voleva perdere tempo.
-l’avrei fatto diventare un nobile-
-si questo lo ha detto, ma ha detto anche che c’era un motivo per il quale lo voleva fare-
-allora se lo sai perché me lo chiedi?- rispose acido Fanchou guardandolo male. Era finito in quella situazione per colpa di Shen che non aveva tenuto la bocca chiusa come doveva e non voleva parlare di quello li.
-perché voglio sapere il motivo visto che non lo dice-
-ah, quindi non ti ha detto niente- un ghigno si allargò sulle labbra di Fanchou sentendo quelle parole.
-mi ha detto che lo avevi ricattato e che c’era altro riguardo alla sua scelta ma non cosa fosse- rispose sinceramente Charlez, voleva delle risposte e le voleva subito.
-sai fare sesso nel tuo studio senza chiudere la porta a chiave non è una buona idea-
-cosa..- sussurrò incredulo Charlez. Si aveva scopato con Shen nel suo studio perché era il posto dove entrambi si trovavano in quel momento e non ci aveva pensato due volte, non pensava mai quando faceva sesso con qualcuno. Ma tutto quello era successo addirittura un mese prima dell’arrivo di Riwan quindi non capiva come potesse centrare la cosa e soprattutto lo avevano fatto una sola volta.
-vi ho visti sai e ho minacciato Shen di rivelare la cosa a tutti se non fosse stato dalla mia parte. Quello stupido voleva solo proteggerti come se tutti non sapessero che te la fai con chiunque sia di tuo gradimento-
-questi non sono affari tuoi. Sai anche cosa voleva?- chiese Charlez curioso.
-te-
-me?-
-Charlez tu a stento vai con gente che non abbia un certo patrimonio se quel povero cristo di Shen voleva avere qualche possibilità di certo non l’avrebbe avuta rimanendo un semplice soldato. Hai rifiutato cinque proposte dai più importanti nobili di Aleppo- e con quelle parole Charlez capì finalmente perché Shen non l’aveva più cercato dopo quella volta che avevano fatto sesso e soprattutto perché la guardia non volesse rivelargli la verità.
 

 

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


-tutto bene?- chiese Garen a Riwan notando che il marito era più silenzioso del solito quel giorno. Dopo il pranzo entrambi erano andati nella camera di Riwan visto che Garen voleva stare un po’ con Rell e Riwan non aveva detto una parola.
-si- rispose il moro continuando a sfogliare il libro che stava leggendo comodamente disteso sul divanetto della camera.
Garen, che era sul davanzale della finestra con Rell rigorosamente in braccio, lo osservò poco convinto della risposta che gli aveva dato. Era da quando era arrivato Elar che Riwan sembrava strano, o meglio intimorito da Elar stesso. Ogni qual volta mangiavano, e Elar era sempre con loro, Riwan era più rigido del solito (anche di più di quando c’era Fanchou).
-è per Elar che stai così? Guarda che con me ne puoi parlare tranquillamente- cercò di insistere Garen. Sapeva che forse non era la scelta giusta ma voleva che suo marito si fidasse di lui.
Riwan sospirò e chiudendo il librò si girò per poter guardare il principe di Aleppo negli occhi.
-sento come se mi stesse analizzando e mi fa strano- rivelò il moro guardando i due che aveva difronte facendo anche un lieve sorriso istintivo del quale non si accorse.
-si lo sta facendo, ma credo che voglia solamente capire come sei fatto realmente- cercò di rassicurarlo Garen.
-e se non gli piaccio che succede?- chiese Riwan curioso e allo stesso tempo spaventato. Per quel poco tempo che era passato da quando Elar era arrivato ad Aleppo aveva capito che era una di quelle persone della quale il re e soprattutto Garen si fidavano di più. E non ne aveva trovate molte oltre a Charlez.
-niente. Probabile che non ti parla ma niente di tanto esagerato. Odiava a morte Fanchou ma non gli ha mai fatto niente perché era il mio fidanzato quindi non devi avere paura di lui- Riwan annuì poggiando le braccia sullo schienale del divano per poi poggiarci sopra la testa.
-e che mi dici del fatto che sembra sapere molte cose riguardo Mussasu?-
-ti svelo un segreto- disse Garen pensando che almeno quello lo doveva a suo marito. -noi mandiamo degli esploratori negli altri regni che raccolgono informazioni importanti e le mettono per iscritto in alcuni libri che si trovano nella nostra biblioteca. Elar è anche uno di loro ed è stato un bel po’ di volte a Mussasur- Riwan aveva gli occhi sgranati per lo stupore. Non avrebbe mai immaginato una cosa del genere.
-quindi tu sapevi tutto su di me- realizzò in quel momento il ragazzo sgranando ancora di più gli occhi verdi.
-un po’ di cose si, ma che potevi avere dei figli no. Era l’unica cosa che nessuno aveva mai scoperto nel vostro regno- lo tranquillizzò Garen.
-ma adesso lo sapete-
-be’ dovevate metterlo in conto visto che sei diventato mio marito- gli fece notare Garen sorridendo mentre si sistemava meglio la figlia tra le braccia.
-quanti altri segreti avete? E io li scoprirò o mi terrete sempre all’oscuro?- chiese Riwan poggiando il mento sugli avambracci e sperando che il marito fosse sincero con lui.
-non molti e un giorno ti dirò tutto-
-un giorno quando? Quando nostra figlia sarà grande?-
-quando saprò che è il momento giusto- Garen sapeva che Riwan non lo avrebbe mai tradito, anche se lo aveva scoperto da poco tempo, ma voleva ancora aspettare prima di rivelare tutti i suoi segreti. Certo doveva stare attento a Rell visto che poteva sprigionare i suoi poteri da un momento all’altro ma per il momento era meglio mantenere il segreto. Se fosse diventato troppo difficile allora avrebbe detto tutto al marito.
-almeno Rell saprà tutto?- chiese Riwan che era preoccupato per la figlia. Se lei da grande non avesse saputo tutto non avrebbe potuto governare come si deve.
-non ti preoccupare lei saprà tutto. È la mia erede- lo rassicurò Garen con un sorriso. Poi il biondo si alzò, anche se lo fece controvoglia, e con la bambina in braccio raggiunse il marito lasciando poi Rell a quest’ultimo.
-te ne stai già andando?- chiese Riwan non nascondendo il suo tono deluso. Gli piaceva davvero tanto quando Garen rimaneva insieme a lui e Rell. Okay che all’inizio era stato proprio lui a non volere il biondo al suo fianco ma lo aveva fatto solo perché voleva ripagare il biondo con la stessa moneta.
-no, mi assento per poco. Ritorno subito- lo rassicurò Garen e lasciò un bacio sulle labbra di Riwan prima di uscire dalla camera. Quello era il terzo bacio che si scambiavano da quando Riwan era arrivato e il moro non se lo era minimamente aspettato tanto che istintivamente aveva nascosto il volto tra i suoi lunghissimi capelli neri.
-che devo fare?- chiese Riwan alla figlia che lo guardava con i suoi occhioni grigi. -tuo padre mi sta facendo perdere la testa in tutti i sensi- continuò a sussurrare il moro conscio che la figlia non capiva quello che gli stava dicendo e che soprattutto non poteva dargli una risposta per quello che gli stava succedendo.
La curiosità stava divorando il moro. Dov’era andato Garen? Si sentiva strano nel non sapere cosa stesse facendo il marito e la cosa era strana visto che non era mai stato così curioso.
Aleppo lo stava cambiando e soprattutto le attenzioni costanti che Garen gli stava dando da quando si era risvegliato dopo il parto. Era come se l’arrivo di Rell avesse fatto in modo di avvicinarli ancora di più.
Solo dopo mezz’oretta, nella quale Riwan si era fatto mille congetture differenti, Garen tornò nella camera del moro. Ormai si era abituato ad entrare senza nemmeno bussare e Riwan si accorgeva subito dell’ingresso del biondo visto che era l’unico che poteva entrare senza bussare.
-ehi- disse Riwan osservando attentamente il marito che gli stava sorridendo con una bottiglia di vino in mano. -cosa vuoi fare con quella? Guarda che possiamo anche non farlo quel gioco-
-è per la cena, fra un po’ arriva. Ho pensato di restare in camera solo noi due, pardon noi tre, e parlare un po’- spiegò Garen proprio quando bussarono alla porta. Il biondo aprì ed entrò un servitore portando un carrello con sopra tantissimo cibo.
 

 

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***


Riwan stava mangiando l’ennesima tartina mentre lanciava sguardi preoccupata alla culla nella quale stava riposando Rell.
-è al sicuro, non ti preoccupare- disse Garen bevendo un bicchiere di vino. Vino che Riwan aveva solamente assaggiato visto che era troppo forte per lui e gli aveva fatto girare la testa più del dovuto.
-dopo quello che è successo ho tanta paura perché non so se potrò avere altri figli- rivelò Riwan mettendosi una mano sulla pancia e maledicendosi per avere una costituzione così debole.
-non le succederà niente fidati di me- Garen sorrise al marito per poi alzarsi dalla poltrona sulla quale si trovava per mettersi sul divano affianco a Riwan.
-vorrei avere tutta la tua fiducia- sussurrò Riwan poggiando per istinto la testa sulla spalla sinistra di Garen che se lo strinse più a se prendendo una tartina e mangiandosela tutta in un boccone. Almeno li poteva non seguire tutte le regole di galateo che da un principe si pretendevano. Erano solo loro due e poteva mangiare come voleva.
-sei ancora spaventato perché non riesci a capire come sia possibile che Rell non riuscisse a svegliarsi. L’unica cosa che devi fare è fidarti di me-
-tutta la mia vita in questo momento si basa sul fidarmi di te e sinceramente ho un po’ di paura- rivelò Riwan. Era davvero stressante dipendere completamente da Garen quando ancora non sapeva se fidarsi di lui visto che non gli stava ancora dicendo tutta la verità. Sapeva che il biondo lo stava facendo per difendere il suo popolo ma anche lui faceva parte di Aleppo oramai.
-lo so che può essere odiosa una cosa del genere ma devi avere solo pazienza-
Riwan non rispose al marito ma chiuse gli occhi appoggiandosi meglio sulla spalla del marito. Era meglio non discutere per il momento, voleva solamente riposarsi.
-ti prometto che saprai tutto- sussurrò Garen capendo perfettamente che suo marito si sentiva escluso da tutto quello che stava intorno a lui, ma era meglio aspettare visto che non voleva assolutamente ripetere l’errore fatto con Fanchou. Aveva quasi rivelato il segreto per poter teletrasportarsi e sarebbe stato davvero troppo grave. Ma per fortuna tutti quanti lo aveva persuaso a non farlo ed era stata la scelta migliore.
Garen mangiò un’altra tartina per poi iniziare a giocare con i capelli del marito felice di poterlo finalmente fare. Fanchou aveva sempre tenuto i capelli troppo corti per poterci giocare decentemente, ma con Riwan era tutta un’altra storia.
-ti piacciono i miei capelli?- chiese ridendo Riwan rimanendo comunque con gli occhi chiusi.
-i capelli lunghi mi sono sempre piaciuti-
-e come mai li hai così corti?- chiese Riwan aprendo finalmente gli occhi e osservando il marito.
-perché mi piacciono sugli altri e non su di me. Credimi li ho portati per un po’ e non mi stanno bene- rispose Garen continuando a giocare con i capelli del marito, infondo non gli aveva detto di smettere.
Rimasero in silenzio per un bel po’, entrambi timorosi di dire qualcosa e quindi rompere quella quiete e quell’equilibrio che si era formato tra loro.
-Riwan- sussurrò dopo un po’ Garen attirando l’attenzione del marito che nel mentre aveva bevuto un altro sorso del vino.
-dimmi- sussurrò a sua volta il moro poggiando il bicchiere sul tavolo che era ancora pieno di cibo nonostante entrambi avessero mangiato più del solito.
-fermami quando vuoi- e Riwan non ebbe il tempo di chiedergli di cosa stesse parlando che si ritrovò con le labbra del biondo sulle sue.
Il bacio all’inizio fu a stampo poi Garen, vedendo che il marito sembrava non intenzionato a spingerlo via, lo approfondì. Riwan non protestò perché uno era stato preso di sorpresa e due perché gli piaceva quello che stava succedendo.
Riwan mise le braccia intono al collo di Garen e gli si mise a cavalcioni sul biondo per far in modo che entrambi stessero più comodi. Garen sorrise sulle labbra di Riwan e portò le sue mai sulla vita del moro spingendoselo sempre più addosso.
-davvero se non vuoi fermami- sussurrò ancora Garen riprendendo fiato dal bacio che si erano appena scambiati.
-ti sembro uno che voglia fermarsi?- chiese Riwan e fu lui a ribaciare il marito perndendo il suo volto tra le mani. Garen si aprì nuovamente in un sorriso e con un colpo di reni riuscì a ribaltare la posizione in modo che Riwan fosse schiacciato tra lui e il divano.
-possiamo andare sul letto? Qui è scomodo- disse Riwan staccandosi leggermente dalle labbra del biono.
-agli ordini- e senza aspettare altro Garen prese in braccio il moro che gli si aggrappò addosso come un Koala per paura di cadere e il biondo si accorse di quanto in realtà Riwan pesasse poco.
Arrivati vicino al letto Garen buttò di peso il moro su quest’ultimo per poi salirgli sopra e ricominciare a baciarlo. Riwan dal canto suo mise subito le mani intorno al collo del principe di Aleppo per poi tirarlo di più verso di se.
-ti cado addosso se continui così- rise Garen per poi scendere a baciare il collo del moro ovviamente togliendo tutti i lunghi capelli dell’altro. Non voleva fargli male tirandoglieli.
Si spogliarono entrambi velocemente e Garen si fermò un attimo a guardare il bellissimo ragazzo che aveva difronte. Quando si era sposato aveva pensato che Riwan sarebbe stata la sua disgrazia, ma in quel momento sapeva che non era così. Riwan gli era piaciuto dal primo momento e ringraziava il cielo che il moro avesse accettato di far pace con lui e ricominciare tutto dall’inizio.
Erano sposati ma quella sarebbe stata la prima vera loro volta.
-ho un po’ d’ansia- disse Garen tornando a baciare il collo del moro che si mise ad accarezzargli i corti capelli.
-dovrei averla io non tu-
-non voglio farti male- Garen posò i suoi occhi grigi in quelli dell’altro che gli sorrise facendolo andare completamente in tilt. Amava quegli occhi verdi.
-se mi fai male ti graffio- disse Riwan ribaltando e posizioni e baciando con trasporto sul marito. La preoccupazione per Rell era momentaneamente sparita.
 

 

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 ***


Garen e Riwan erano entrambi nudi sotto le coperte e Garen stava massaggiando la schiena del mono mentre osservava il solo che poco alla volta spuntava fuori dalle alte mura.
-come sta Rell?- chiese Riwan con ancora gli occhi chiusi. Entrambi i principi erano svegli da un bel po’ ma nessuno dei due aveva avuto la forza per alzarsi dal letto. E le calde coperte non aiutavano visto che invogliavano ancora di più a rimanerci.
-sta bene, non ti preoccupare- e Garen aveva ragione visto che prima che si svegliasse Riwan aveva controllato la bambina con un incantesimo. Rell stava bene e sembrava non avesse avuto altri sfoghi di magia.
-che ore sono?- chiese ancora Riwan nascondendo sempre di più la faccia nell’incavo del collo di Garen.
-non lo so, ma il solo sta uscendo dalle mura quindi credo che sia abbastanza tardi- gli rispose Garen continuando a fare disegni astratti sulla schiena del marito. Marito che aprì finalmente gli occhi osservando attentamente Garen.
-siamo mancati sia a cena che a colazione. Si saranno preoccupati?- Riwan si alzò sui gomiti solo per poter osservare meglio il marito anche se continuava ancora a stare sotto le calde coperte.
-nah- disse Garen sorridendo. -non ti preoccupare e se vuoi pranzare anche qui possiamo farlo tranquillamente visto tutto il cibo che è avanzato-
-si, vorrei stare un po’ con te. Ovviamente se non hai altri impegni più importanti- Riwan voleva passare il più tempo possibile con Garen ora che aveva capito che tra loro le cose potevano funzionare.
-è mio padre il re, io non lo sono ancora quindi posso prendermi tutto il tempo che vuoi- sussurrò Garen alzandosi anche lui sui gomiti per poter baciare sulle labbra il moro. -se qualcuno mi avesse detto che quello stronzo che aveva minacciato Aleppo sarebbe diventato una delle persone più care gli avrei riso in faccia- sussurrò ancora il biondo facendo sgranare gli occhi a Riwan. Era come se gli avesse detto “ti amo”.
-non fare quella faccia non sto mentendo-
-non me lo aspettavo tutto qui- disse Riwan in completo imbarazzo mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio abbassando lo sguardo.
-be’ di sicuro non sei la persona più importante visto che lo è la mia principessina- disse scherzando Garen guardando in direzione della culla con il sorriso sulle labbra.
-se proprio vogliamo metterla su questo piano anche tu non sei la prima persona importante- disse di rimando Riwan uscendo dalle coperte mettendosi poi addosso una unga vestaglia bianca e andando verso la culla dove sorrise a Rell che stava ancora dormendo tranquillamente. Riwan la prese in braccio e la bambina si svegliò ma non si mise a piangere per loro fortuna, ma guardò il padre con i suoi occhioni grigi prima di fare uno dei suoi soliti versetti di quando era contenta per qualcosa.
Riwan allora ritornò verso il grande letto e si mise nuovamente dentro le coperte sempre con Rell in braccio mentre Garen osservava entrambi. Non gli sembrava ancora vero che quella fosse realmente la sua famiglia.
-Riwan- sussurrò Garen senza nemmeno pensare a quello che voleva realmente dire. Riwan rispose con un mugugno troppo intento a giocare con la figlia. -credo di essermi follemente innamorato di te- e furono quelle parole a far girare di scatto lo sguardo smeraldo di Riwan in quello dell’altro che gli stava sorridendo sentendosi leggermente più leggero dopo quelle parole perché infondo erano la verità.
Riwan rimase immobile per parecchio tempo non sapendo cosa fare e soprattutto cosa dire. Poi chiuse gli occhi cercando di calmare in cuore che gli andava a mille prima di rispondere quello che il moro aveva capito solo in quel momento.
-anch’io ti amo- e le sue labbra finirono immediatamente su quelle di Garen che approfondì di più il bacio dimenticando completamente che tra loro c’era ancora Rell. E fu Rell stessa a far staccare i due pretendendo le sue attenzioni.
I due ragazzi scoppiarono a ridere prima di scambiarsi un altro bacio a stampo e tornare, finalmente, a dare attenzioni alla loro bambina.
O meglio, Riwan giocava con la loro principessa mentre Garen li osservava chiedendosi se quello che stava per fare fosse la cosa giusta. Era passato davvero pochissimo tempo ma sentiva di potersi fidar di suo marito. infondo Riwan non aveva altri posti dove poter andare oltre Aleppo. Avrebbe mantenuto il loro segreto sicuramente.
-le mura ci proteggono e celano quello che noi siamo riusciti a conservare- disse tutto ad un tratto Garen. Sentiva che quello era realmente il momento giusto.
-cos…cosa stai dicendo?- chiese invece Riwan non capendo dove volesse andare a parare il marito.
-noi siamo riusciti a mantenere la magia Riwan e la usiamo da sempre. Le mura impediscono agli altri regni di scoprirlo e soprattutto di attaccarci e prendere ciò che è nostro. Tutti quei libri che hai letto in questi mesi non erano solamente delle favole inventate ma la nostra storia- continuò il biondo mentre Riwan non riusciva a credere a ciò che stava ascoltando. Come poteva esistere la magia?
-so che non mi credi ma è la verità e anche Rell avrà i poteri, non so ovviamente come si svilupperanno visto che è un ibrido ma li avrà. Quando si è addormentata e non riusciva a svegliarsi era perché molto probabilmente aveva usato i suoi poteri inconsciamente cosa che succede spesso quando si è piccoli-
Riwan rimaneva nel silenzio più assoluto mentre ascoltava il marito parlare. -Charlez è un guaritore proprio perché si è specializzato sugli incantesimi curativi e se ne è subito accorto-
-è una cosa assurda- sussurrò Riwan non credendoci, era troppo assurda come cosa.
Garen sorrise e, sotto lo sguardo attento del marito- agitò le mani creando dal nulla un fermaglio fatto di legno con la punta che creava un drago. Drago che era decorato con motivo d’oro e di smeraldo.
-per te- disse Garen porgendo il fermaglio al marito che lo prese completamente scioccato. Garen aveva creato una cosa dal nulla davanti a lui.
-wow- fu in grado di dire solo quello Riwan prima di sorridere al marito con e lacrime agli occhi. E e lacrime erano di gioia perché finalmente Garen si era fidato di lui.

 

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Capitolo 35
*** Capitolo 34 ***


-devi darmi una mano- disse Charlez al principe di Aleppo mentre lo accompagnava verso la palestra nella quale Garen stava andando ad allenarsi.
-non so niente di incantesimi curativi quindi sarei inutile- gli fece notare Garen sbadigliando. La notte prima non aveva dormito per niente, sia per i pianti di Rell sia perché aveva fatto sesso con Riwan. Ormai erano entrati così tanto in sintonia che sembrava stessero insieme da anni e la cosa era fantastica.
-non è quello il problema, riguarda Shen- disse il rosso abbassando il tono di voce e guardandosi intorno alla ricerca del biondo in questione anche se Shen non era li con loro.
-cosa succede? L’abbiamo degradato già per quello che ha fatto- chiese curioso Garen sbadigliando nuovamente. Sbadiglio che contagiò anche Charlez.
-gli ho chiesto il motivo per il quale si era unito a Fanchou dicendo che era per evitare ovviamente che si ripetesse la cosa solo che non ha voluto dirmelo-
-Shen è dalla nostra parte non c’è nessun motivo per il quale fargli quella domanda-
-lo so ma ero comunque curioso. Visto che non mi voleva rispondere sono andato da Fanchou e…-
-tu hai fatto cosa?- chiese quasi urlando Garen sconvolto.
-si, so che non avrei dovuto farlo- Charlez alzando gli occhi al cielo -ma era l’unica cosa che mi è passata per la mente e poi è stato divertente vederlo spalare la neve. Comunque ho scoperto il motivo di Shen e adesso mi devi dare una mano- il rosso era davvero serio e Garen non poté far altro che annuire sospirando. Perché Charlez si doveva cacciare sempre in situazioni assurde?
-grazie-
-dimmi cosa ti preoccupa-
-okay, devo partire dall’inizio altrimenti non capiresti- Charlez fece un respiro profondo mentre entrambi si fermarono al centro del corridoio non potendo arrivare in palestra e continuare a parlare. -lo sai che mi piace scopare e che non mi nego a dei bei ragazzi o begli uomini, soprattutto se hanno soldi. Diciamo che io e Shen abbiamo scopato e che Fanchou se ne sia accorto visto che era solito entrare nel mio studio senza bussare. Ha minacciato Shen di dire quello che era successo in giro e poi gli ha promesso di farlo diventare un nobile per potermi chiedere di essere il suo ragazzo-
-non capisco cosa centri diventare un nobile- disse Garen incrociando le braccia al petto.
-Fanchou ha convinto Shen del fatto che non avrei mai accettato una sua proposta visto che aveva rifiutato tutti i nobili che me lo avevano chiesto-
-e Fanchou ha ragione?-
-ovviamente no! Shen mi attira e di certo non gli avrei detto di no. Okay sarebbe potuta andare molto male ma almeno ci avrei provato. Ho rifiutato tutti quei nobili perché erano troppo vecchi per me e non mi piaceva il loro fottuto carattere- sbraitò Charlez incrociando anche lui le braccia al petto.
-allora vallo a dire a Shen- disse Garen ricominciando a camminare. Secondo il principe quella era ovviamente la cosa migliore da fare.
-cos...NO!- disse invece Charlez seguendo l’amico. -così gli farei capire che so tutto e non credo che a Shen faccia piacere- gli fece notare poi il rosso.
-ormai il danno lo hai fatto non ha senso non parlargli- gli disse Garen aprendo le possenti porte della palestra e sorridendo ad Elar che si stava già allenando al suo interno.
Il suo istruttore lanciò una veloce occhiata verso la porta e si bloccò sorridendo di rimando al biondo.
-sei in ritardo- gli fece notare.
-lo so ma mia figlia mi ha tenuto sveglio tutta la notte- si difese Garen mentre Charlez sospirava campendo che l’amico non avrebbe ripreso l’argomento Shen visto che aveva già detto la sua.
-stai usando tua figlia solo come una scusa- disse Elar che quando aveva scoperto della bambina per poco non si era strozzato. Si era felice per il principino ma non si aspettava minimamente che il ragazzo di Mussasur potesse già aver partorito. Non dopo tutto quello che era successo all’inizio.
-ma non è vero. I bambini hanno bisogno di cure e attenzioni quando sono appena nati e lo sapresti anche tu se solo avessi dei figli- lo sguardo di Elar si velò leggermente ma decise di non continuare a discutere con Garen e poi non voleva rivelare che in realtà lui un figlio lo aveva anche se non aveva mai voluto sapere niente di lui in tutti quegli anni.
-lasciamo perdere queste questioni e concentriamoci sull’allenamento prima che tuo marito ti venga a cercare-
-non ti preoccupare di Riwan-
-io mi preoccupo visto che non sa niente della magia-
-in realtà lo sa- disse Garen grattandosi dietro la testa e temendo il peggio quando vide Elar guardarlo come se volesse ucciderlo.
-in che senso lo sa già?- chiese in un sibilo il rosso.
-nel senso che gli ho rivelato tutto. Mi fido di Riwan e non potevo mentirgli ancora soprattutto non con Rell che potrebbe rivelare i suoi poteri da un momento all’altro- spiegò Garen mentre Elar continuava a guardarlo male.
-comunque dovevi prima parlarne con noi. La magia è una cosa importantissima che abbiamo e non possiamo rischiare di perderla. Spero davvero che la tua fiducia sia ben fondata. Ti ricordo che sono stato a Mussasur per tanto tempo e ho conosciuto parecchia gente e non è delle migliori-
-mi fido di Riwan- disse nuovamente Garen ancora più sicuro di aver fatto bene a rivelare tutto a suo marito.

 

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Capitolo 36
*** Capitolo 35 ***


-non si fidano di me- disse Riwan sospirando mentre con Garen e Rell erano nel giardino del castello mentre camminavano per passare il tempo e soprattutto per togliere Riwan dai libri.
-lo faranno, fino alla fine- gli disse Garen sorridendo la figlia che teneva tra le braccia. La bambina sembrava osservare curiosa tutto quello che aveva intorno.
-la cosa che mi da più fastidio è che sanno perfettamente che non posso andare da nessun altra parte e quindi non potrei tradirvi nemmeno se lo volessi- sospirò Riwan guardandosi intorno e cercando di memorizzare il più possibile quello che vedeva. Ormai erano giorni che camminava per il castello con Garen cercando di imparare tutti i segreti dello stesso, ma era comunque troppa roba in poco tempo e ancora non era riuscito a memorizzare tutto.
-potrebbe succedere di tutto e sono preoccupati. Ma io mi fido di te- Riwan sorrise alle parole di Garen e baciò il marito sulle labbra per ringraziarlo.
-ma guardatevi- li interruppe Charlez che aveva sentito i due arrivare mentre raccoglieva delle erbe che gli sarebbero servite per creare degli infusi in caso di bisogno. La sua scorta si era completamente esaurita durante la gravidanza di Riwan e doveva rifarsela.
-cosa c’è?- chiese Garen guardando male il rosso.
-che sembrate una coppia che si conosce da tanto tempo e sapere tutto quello che era successo all’inizio fa sembrare la cosa ancora più strana- spiegò il rosso aprendosi in un sorriso per poi riconcentrarsi sulle piante che aveva difronte.
-è strano anche per me- rivelò Riwan incrociando le braccia al petto.
-ci farai l’abitudine- Garen sorrise al marito per poi rivolgersi all’amico -hai fatto quello che dovevi fare?-
-non so di cosa stai parlando- disse Charlez mentre Riwan osservava i due cercando di capire di cosa stessero parlando.
-lo sai invece e non lo hai fatto. Quando capirai che è l’unica cosa che puoi fare in questo momento?- insistette Garen sospirando.
-no, non è vero. E poi non accetto consigli da te- Charlez si alzò da terra con il sacchetto di erbe ben stretto in mano e si spolverò i pantaloni.
-strano visto che eri tu questa mattina a volere un mio parere sulla cosa- Garen sorrise vedendo che Charlez stava avendo difficoltà a ribattere.
-che è successo? Se posso saperlo ovviamente- chiese RIwan che voleva aiutare Charlez proprio come lo aveva aiutato il rosso quando ne aveva avuto bisogno.
-è complicato da spiegare in poco tempo ma comunque io sono dell’idea che Charlez debba parlare con Shen e lui non lo vuole fare-
-ho dei motivi per i quali non lo voglio fare- protestò Chearlez non volendo che anche Riwan si mettesse a dirgli di parlare con Shen, perché lo sapeva che lo avrebbe fatto. E lo sapeva perché anche lui era consapevole del fatto che se voleva avere una possibilità con Shen doveva essere lui il primo a parlargli e soprattutto doveva dirgli anche che sapeva ciò che era successo.
-tu piaci a Shen e si vede tantissimo-
-davvero?- chiese Charlez insieme a Garen. Nessuno dei due si era accorto della cosa.
-certo! Si vede da come ti parla. Non ho capito cosa sia successo e mi farò spiegare meglio da Garen dopo ma se si tratta di farsi avanti con lui non dovresti esitare- disse tranquillamente Riwan con un’alzata di spalle.
-visto, siamo in due- furono le parole di Garen felice del fatto che il marito stesse dalla sua stessa parte.
-no. Non lo farò, ora scusatemi ma devo assolutamente fare il mio lavoro- disse Charlez lasciando i due da soli.
Sinceramente Charlez non si era mai accorto degli sguardi che gli lanciava Shen e se la cosa era stata notata quasi subito da Riwan segno che doveva essere molto evidente. Quando si erano ritrovati a fare sesso per Charlez l’aveva interpretato solo come una serata di svago senza altri fini da parte di entrami. E la sua interpretazione era stata dettata anche dal fatto che erano entrambi belli che ubriachi perché avevano partecipato a una festa avvenuta nel palazzo. Si, in realtà entrambi non avrebbero dovuto bere quel giorno, ma lo avevano fatto perché nessuno prestava loro attenzione.
Adesso Charlez non sapeva davvero cosa fare. Voleva provarci realmente con Shen visto che era davvero un bellissimo ragazzo e aveva un carattere che a lui non dispiaceva, nonostante fosse stato per un po’ dalla parte di Fanchou.
Ora però era davvero tormentato. Non poteva chiedere a Shen di mettersi insieme a lui, non così dal nulla e senza rivelargli quello che era successo con Fanchou.
Bussarono alla porte e Charlez alzò lo sguardo confuso chiedendosi come mai qualcuno lo stesse cercando ma comunque diede il permesso di entrare.
La sua confusione aumentò ancora di più quando vide entrare Shen con una faccia che non prometteva nulla di buono.
-dimmi- disse Charlez riportando lo sguardo sulle erbe che stava accuratamente mettendo in ordine negli appositi contenitori di ceramica.
-era necessario?- chiese Shen con tono che non prometteva nulla di buono.
-cosa?-
-andare da Fanchou a chiedere? Ora sarai contento di aver avuto la risposta ai tuoi dubbi- disse il biondo che era davvero infuriato con il rosso. Non immaginava che il ragazzi si sarebbe spinto a tanto.
-cosa? Come lo sai?- chiese Charlez sgranando gli occhi. Chi aveva detto a Shen quello che aveva fatto?
Il biondo non rispose ma tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un bigliettino che mise sul tavolo e Charlez riconobbe immediatamente la scrittura di Fanchou.
-se una persona insiste per non voler dire una cosa devi imparare a rispettare la sua volontà. Hai letteralmente chiuso con me- e così dicendo e senza dare a Charlez il tempo di ribattere Shen uscì da quello studio sbattendo violentemente la porta.
 

 

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Capitolo 37
*** Capitolo 36 ***


-si vede chiaramente che non sopporti le persone che vengono da Mussasur. Visto che non credo tu odi alla follia quel ragazzo- disse Yasuo osservando Elar mentre si allenava nella palestra che se non fosse stato per loro sarebbe stata completamente vuota.
-si non li sopporto e non sto cercando di nascondere la cosa- rispose Elar con il fiatone. Orami erano ore che si trovava in quella palestra e non aveva preso nemmeno un secondo di pausa.
-ma perché? Sembra come se qualcuno ti abbia fatto un torto e tu li odi tutti quanti per questo- continuò il re di Aleppo scrutando il suo amico in attesa di una sua qualunque reazione.
-infatti è così-
-e cos’è successo-
-niente di importante Yasuo. Credevo di aver trovato una persona della quale fidarmi ma non era così- spiegò Elar fermandosi a riprendere fiato.
-non mi dirai quello che è successo vero?- chiese il re sapendo perfettamente che il rosso non gli avrebbe detto di più.
-non ho voglia di parlarne. Nonostante siano passati anni la ferita è ancora aperta- sospirò Elar. Yuri lo aveva illuso nel peggior modo possibile e la cosa più odiosa era stato il fatto che gli si era affidato completamente. Non credeva sarebbe mai riuscito a perdonare l’uomo che lo aveva fatto innamorare. A volte, ma solo quando il senso di malinconia lo assaliva, avvertiva i sensi di colpa per aver lasciato suo figlio da solo. Quella povera creatura non aveva fatto niente di male e lui si era comportato da vero stronzo. La paura di quello che poteva essere successo al figlio ma non aveva mai avuto il coraggio di tornare a Mussasur per vedere cosa fosse successo.
Aveva paura di incrociare nuovamente Yuri e perdersi nei suoi bellissimi occhi e quindi perdere completamente la testa visto che era ancora innamorato di quello stronzo.
-mi fa male vederti con quello sguardo- gli disse Yasuo sospirando.
-quale sguardo?- chiese Elar riprendendosi dai suoi pensieri.
-quello che ogni tanto hai, sembra come se ti stessi distruggendo da solo- spiegò il re di Aleppo sorridendo triste all’amico che sospirò.
-sono successe cose che nemmeno puoi immaginare e che sono il motivo per il quale mi vedi così in alcuni momenti. Dov’è tuo figlio?- chiese poi Elar che stava aspettando da un po’ il principe anche se Garen non si era presentato.
-in giro con il marito ovviamente. Garen è preso davvero molto da Riwan e devo ammettere che la cosa non mi dispiace, mi piace vederli così vicini-
-si è un bene che siano molto vicini, ma comunque mi è sembrata una decisione troppo affrettata quella di rivelare a Riwan della magia. Capisco l’esigenza di avvisarlo nel caso la bambina mostrasse i suoi poteri ma non credevo potesse farlo così presto-
-ha sorpreso anche me la cosa e devo dirti che ero del tuo stesso avviso ma se Garen si fida di lui noi non possiamo fare altro che assecondarlo e fidarci di lui- disse Yasuo sospirando. -spero solo che Rell abbia dei poteri-
-è un ibrido. Li avrà per forza, forse minori, ma comunque li avrà- disse Elar mordendosi il labbro. Era sicuro della cosa perché sapeva perfettamente che anche suo figlio aveva i poteri. E per impedire che uscissero allo scoperto aveva fatto un incantesimo per bloccare i suoi poteri. Incantesimo che non poteva essere spezzato se non con la morte del ragazzo che era sotto incantesimo quindi non ci sarebbero stati problemi.
-oh siete ancora qui- disse Garen entrando nella palestra e attirando su di se l’attenzione dei due uomini presenti.
-potevi avvisare che non saresti venuto al solito orario-
-mi dispiace Elar, è solo che non ci avevo pensato- si scusò il biondo che davvero non aveva pensato veramente al fatto che doveva allenarsi, si era fermato un attimo a guardare gli occhi di Riwan e non aveva resistito a baciarlo e ovviamente farci sesso anche quella mattina. Ormai era diventato una droga vera e propria quel ragazzo.
-almeno quando c’era Fanchou veniva qui con te e non ti distraeva- borbottò il rosso ritornando al centro della palestra segno che era arrivato il momento di allenarsi nonostante ELar non si fosse riposato per niente.
-quindi in caso posso far venire qui Riwan? Non l’ho fatto solo perché non sapevo se a te andasse bene- spiegò Garen che sperava davvero di poter portare il marito in palestra. Voleva fargli vedere cosa poteva fare con la magia e non solo le piccole cose che orami faceva tranquillamente come chiudere la porta oppure farsi potare il cibo senza troppi problemi.
-se proprio vuoi si, ma deve stare molto attendo e soprattutto ben distante da noi non essendo dotato di magia e quindi non potendo proteggersi da solo- Elar sospirò -lo sai meglio di me che ogni tanto partono colpi che vanno in giro per la palestra-
-non ti preoccupare, nel caso gli farò un incantesimo di protezione io stesso- rispose Garen felice di poter portare finalmente Riwan con lui anche li.
-ma se vedo che ti distrae troppo, perché so perfettamente come ragiona la tua testa in questo momento, lo caccio immediatamente da qui- lo minacciò Elar e la minaccia funzionò visto che l’unica cosa che fece il principe di Aleppo fu annuire e mettersi perfettamente difronte al suo maestro pronto a combattere con lui anche se la sua testa ovviamente stava pensando a Riwan come stava succedendo da quando gli aveva rivelato di amarlo. La cosa non aiutava tanto a concentrarsi, ma ormai Garen poteva dire di conoscere perfettamente tutte le mosse di Elar da non essere in serio pericolo in caso di un attacco non sarebbe stato preso alla sprovvista.
 

 

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Capitolo 38
*** Capitolo 37 ***


-mi faccio schifo da solo- stava dicendo Charlez mentre controllava Rell nel suo studio. La bambina aveva iniziato a tossire quella mattina stessa e ovviamente Riwan era corso subito dal guaritore, ora sapeva dove si trovava il suo studio, per capire cosa avesse di strano.
-che è successo?- chiese Riwan riferendosi a quello che aveva detto il rosso e non alla figlia che Charlez stava ancora controllando.
-e solo raffreddata non ti preoccupare. Tienila al caldo e bagnale ogni tanto la fronte con un panno imbevuto in acqua fredda- rispose Charlez sorridendo alla principessa che per risposta gli tossì in faccia per poi mettersi a piangere spaventata dalla sua stessa tosse.
Riwan la prese subito in braccio cullandola per cercare di tranquillizzarla e la cosa sembrò funzionare visto che la bambina si addormentò subito sbavando sulla spalla del padre.
-non mi hai ancora risposta. Cosa hai fatto?-
-Garen ti ha raccontato tutto vero?- chiese in risposta Charlez incrociando le braccia al petto.
-ovviamente-
-Shen ha scoperto che ho chiesto informazioni a Fanchou ed è venuto qui tutto incazzato dicendomi che non aveva più intenzione di parlare con me. Ho perso tutte e possibilità che avevo- sospirò il rosso sedendosi sul bancone.
-non hai provato a spiegarli perché lo hai fatto?- chiese Riwan che voleva veramente aiutare Charlez visto che vedeva chiaramente quanto il rosso tenesse a Shen.
-come potevo. Mi ha praticamente impedito di parlare e quando ci ho provato in questi giorni era come se non esistessi, ho perso tutte le possibilità che avevo-
-dovevi ascoltare Garen fin dall’inizio, sarebbe andata diversamente- gli disse Riwan sistemandosi meglio Rell in braccio. La bambina stava diventando leggermente più pesante e tenerla su un solo braccio non non lo aiutava.
-non sarebbe cambiata in meglio la situazione. Avrebbe reagito nello stesso identico modo. Comunque per qualunque problema vieni qui o avvisa qualcuno e io arrivo il prima possibile- concluse il rosse segno che non aveva più voglia di parlare di Shen e di quello che era successo tra loro.
-va bene. Ci vediamo- disse Riwan sorridendo a Charlez ed uscendo dalla stanza con ancora la bambina addormentata sulla sua spalla. Era davvero dispiaciuto per quello che era successo a Charlez anche perché sapeva benissimo dei sentimenti che provavano entrambi l’uno per l’altro.
-come sta la bambina?- chiese Shen vedendolo arrivare. Il biondo era sempre di guardia a quella che ormai era diventata la camera sua e di Garen. Riwan sorrise al biondo.
-solo un po’ di febbre. Niente che non si possa curare alla vecchia maniera- rispose il moro con un sorriso sulle labbra.
-ti ha detto qualcosa?- chiese Shen facendosi improvvisamente serio.
-di cosa stai parlano?- chiese invece Riwan che molto probabilmente aveva capito di cosa stesse parlando la guardia ma voleva esserne sicuro.
-del perché non ci parliamo- Shen lo guardò in cerca di qualche segno nel suo sguardo che gli facesse capire di avere ragione.
-so il perché non vi parlate o meglio perché tu non gli parli ma so anche che se lo ascoltassi capiresti tantissime cose. E no, non sto dicendo che quello che ha fatto Charlez sia giusto nei tuoi confronti ma prova a parlarci- disse Riwan e credeva veramente in quelle parole. Voleva sistemare le cose tra i due.
-sai praticamente tutto- Shen rise nervosamente, com’era possibile che si era venuto a sapere così velocemente la cosa?
-lo so perché Charlez ne ha parlato con Garen e da un po’ di tempo a questa parte Garen non mi tiene niente nascosto. E poi io avevo notato i tuoi sguardi molto prima di sapere tutto questo- spiegò il moro.
-non sono mai stato bravo a nascondere i miei sentimenti-
-nascondere i sentimenti non è mai una cosa buona, credimi-
-va bene, proverò a parlare con Charlez ma se non mi convince non gli parlo più- si arrese Shen.
-la decisione è solo tua ovviamente ma è meglio parlare che rimanere con il dubbio- Riwan si sistemò meglio Rell in braccio -ora vado a posarla e mi raccomando voglio sapere come va-
-certo. Buona giornata- disse Shen salutando il ragazzo e sospirando. Gli toccava parlare con Charlez e aveva una paura tremenda.
Una volta in camera Riwan posò Rell in culla, ormai non aveva più paura di lasciarla da sola, e si andò a cambiare prima di ritornare nella camera e buttarsi a peso morto sul letto con un libro di economia in mano. Doveva studiare qualcosa anche se non ne aveva tanta voglia.
Lesse solo qualche pagina prima di chiudere di scatto il libro. Era troppo stanco per fare qualcosa e leggere pagine che non si sarebbe mai ricordato non serviva a niente.
Fu allora che sgranò gli occhi. Al suo fianco c’era Rell che lo stava guardando con i suoi occhioni grigi.
-che ci fai tu qui?- chiese il ragazzo alla figlia spaventato dalla cosa. Sapeva che la bambina non poteva rispondergli ma la cosa era troppo strana per essere vera.
La bambina in risposta tossì e i suoi occhi diventarono lucidi ma non pianse visto che Riwan l’aveva già presa in braccio.
-su piccolina, non piangere. È solo la tua tosse- sussurrò il ragazzo e riposò sul letto la bambina una volta appurato che non sarebbe scoppiata a piangere. Rell lo guardò per un po’ e poi protese le sue manine verso il padre come se volesse essere presa nuovamente in braccio. E Riwan stava per farlo veramente quando dalle manine della bimba uscì una palla di luce e Riwan agì d’istinto coprendosi il volto con le braccia. Era troppo vicino per poter schivare quel colpo. Colpo che non avvertì arrivare. Riwan abbassò le braccia con calma e vide la bambina che rideva felice.
-come hai fatto?- Riwan si voltò verso Garen che era rimasto immobile davanti alla porta come se fosse rimasto pietrificato per qualcosa che aveva visto.
-a fare cosa?- chiese Riwan mentre il marito gli si avvicinava.
-Rell ha lanciato un incantesimo verso di te involontariamente e quando hai alzato le braccia ti si è formata una barriera intorno- spiegò Garen mentre osservava il marito ancora preoccupato.
-una barriera?- chiese Riwan non capendo.
-si, e sembrava proprio che l’avessi creata tu-
 

 

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Capitolo 39
*** Capitolo 38 ***


Riwan mise un asciugamano sulla testolina di Rell e sorrise alla figlia prima di sedersi sul divano al fianco del marito. Di fronte ai due, sulla poltroncina, era seduto Charlez che li stava guardando con un sopracciglio alzato e le mani congiunte.
-ripetiamo. Tu hai parato un colpo di tua figlia creando una barriera intorno a te- disse Charelz guardando negli occhi Riwan che annuì. -è letteralmente impossibile- disse ancora il rosso che non riusciva a credere a quello che gli avevano appena raccontato i due ragazzi.
-credici perché l’ho visto con i miei stessi occhi creare quella barriera- disse Garen mettendo un braccio sulle spalle di Riwan tirandoselo il più vicino possibile.
-ma sarebbe impossibile come cosa visto che non è di Aleppo-
-ma lo ha fatto. Non puoi controllare?- chiese Garen che voleva veramente capire cosa fosse successo.
-va bene- si arrese Charelz e fece cenno a Riwan di alzarsi. Il moro fece come gli era stato detto e subito dopo cercò di controllare il ragazzo per avvertire qualunque forma di anomalia.
-non c’è niente di strano Garen- disse Charlez facendo risedere sul divano Riwan e risedendosi a sua volta sulla poltrona.
-so perfettamente quello che ho visto e mi sembra strano che non ci sia niente-
-Garen che vuoi da me se non avverto niente di strano?- chiese esasperato Charlez. -però se ne sei davvero convinto prova a insegnargli qualche semplice trucco. Se riesce a padroneggiare la magia allora significa che la ha veramente- e dicendo quelle parole si passò una mano sulla faccia. Era troppo stanco in quel momento e anche il fatto che Shen non gli volesse parlare lo rendeva meno invogliato a fare qualsiasi cosa.
-ci provo subito non ti preoccupare- disse Garen lasciando un bacio sulla tempia di Riwan che gli sorrise.
-bene poi ditemi come va. Comunque io vado- disse il rosso alzandosi dalla poltrona.
-ehi poi avete parlato tu e Shen?- chiese Riwan mentre il rosso camminava verso la porta.
-ovviamente no- rispose Charlez -te l’ho detto che non mi vuole più parlare. Ci vediamo- e così dicendo lasciò i de da soli.
-davvero vuoi provare ad insegnarmi la magia?- chiese Riwan una volta che furono rimasti soli.
-certo che si! So quello che ho visto e credimi sono più che sicuro che tu abbia la magia anche se non sei originario di Aleppo- lo tranquillizzò Garen baciandogli nuovamente a fronte. -vuoi provare?-
-adesso?- chiese sgranando gli occhi Riwan e sedendosi in modo tale da incrociare le gambe e mettersi con la schiena rivolta al bracciolo del divano.
-certo che si. Prima facciamo e prima possiamo capire cosa sta succedendo-
-va bene. Dimmi cosa devo fare- si arrese Riwan pronto a seguire tutto quello che il marito gli avesse detto.
-dammi le mani- Riwan pose le mani al marito che le prese tra le sue per poi voltarle in modo tale da tenere il palmo verso l’alto. -ora concentrati sull’energia che scorre nel tuo corpo e immagina di creare una palla di energia nei tuoi palmi- Riwan annuì a quelle parole e cercò di fare quello che gli era stato detto ma non ebbe nessun risultato.
-non ho la magia- disse poi il moro cercando di togliere le mani ma Garen lo tenne stretto.
-no, proviamo ancora e questa volta chiudi gli occhi e concentrati solamente sulla tua energia- Riwan annuì e chiuse gli occhi concentrandosi.
Fecero diversi tentativi ma nessuno di essi andò a buon fine. Riwan si era veramente forzato di fare quello che gli aveva detto il marito ma non era riuscito e negli ultimi tentativi era anche diventato più sfogliato tanto da non riuscire nemmeno a concentrarsi decentemente.
-basta così- sussurrò Riwan togliendo le mani da quelle di Garen. -sono troppo stanco e non ci sto riuscendo, cosa che tra parentesi abbassa la mia autostima- e così dicendo si buttò a peso morto sopra Garen che sorrise.
-ci riproviamo di sicuro domani- disse il biondo prendendo il marito in braccio e portandolo fino al grande letto a baldacchino della camera. -controllo come sta Rell e arrivo-
Garen andò verso la figlia e sorrise mentre le controllava la fronte. L’asciugamano era ormai diventato caldo e non serviva più a niente. Nonostante ciò la temperatura della bambina sembrava essere diminuita. Garen tolse l’asciugamano e baciò la fronte della piccola prima di buttare l’asciugamano sul divano, se ne sarebbe occupato il giorno dopo, e spogliandosi si diresse verso il letto buttandocisi sopra.
-come va?-
-la febbre sembra scesa, sono solo preoccupato dal fatto che abbia dormito tutto oggi-
-hai paura che si svegli stanotte?- chiese ridendo Riwan che sapeva benissimo che il marito odiava quando Rell piangeva di notte, lo faceva sempre spaventare troppo.
-ovvio che si. Elar mi ammazza se arrivo un’altra volta in ritardo! Ah e domani puoi venire anche tu e credo che dovremmo parlargli di quello che è successo oggi. Lui è stato molte volta a Mussasu quindi dovrebbe sapere qualcosa di più e quindi aiutarci- propose Garen guardando il marito che nel mentre si era messo la camicia da notte e si era infilato nel letto per ricevere tutto il calore possibile dalle coperte.
-credi che voglia farlo? Non gli sto molto simpatico- disse Riwan sospirando e girandosi in direzione del marito che si era messo anche lui sotto le coperte.
-sono il principe mi aiuterà di sicuro, e poi non è che non gli stai simpatico non sopporta solamente la gente di Mussasur- spiegò Garen cercando di tranquillizzare il marito.
-non credo che ci sia differenza in questo caso- Riwan baciò il marito sulle labbra -ora dormiamo- sussurrò a pochi millimetri dalle sue labbra.
-si dormiamo- disse Garen ghignando e baciando il marito mettendosi sopra di lui con un colpo di reni.
 

 

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Capitolo 40
*** Capitolo 39 ***


Elar alzò gli occhi al cielo quando vide entrare in palestra Garen, con la figlia in braccio, e a seguire Riwan (che era il motivo per il quale l’uomo aveva alzato gli occhi al cielo).
-buongiorno- disse Garen tutto felice e contente.
-buongiorno. Era necessario portare anche la bambina?- chiese Elar che aveva davvero paura che potessero volare un po’ troppi incantesimi contro la principessina.
-ha la febbre, non potevamo lasciarla da sola- rispose il biondo guardando la bambina che stava dormendo. Li aveva svegliati entrami nel cuore della notte ed era rimasta sveglia fino a pochi minuti prima facendo dormire poco e niente entrambi i genitori.
-buongiorno- disse invece Riwan salutando Elar. Elar che gli fece solo un cenno con il capo.
-ah c’è un’altra cosa- disse poi Garen ricordandosene -Riwan ha i poteri-
-cosa?- chiese sgranando gli occhi Elar e puntando lo sguardo sul moro che si sentì molto a disagio per quello sguardo.
-si, è successo ieri quando Rell ha tirato involontariamente un incantesimo. Riwan ha creato una barriera intorno a se. Charlez non ha trovato niente di strano e ieri sera non siamo riusciti a far uscire nuovamente il suo potere. Tu sei stato molti anni a Mussasur quindi potresti dirci qualcosa- disse tutto d’un fiato Garen sperando in una risposta affermativa da parte di Elar.
-sono stato due anni a Mussasur non di più. E soprattutto non ho mai sentito che alcuni di loro avessero dei poteri. La loro unica caratteristica è quella che ci sono anche gli Iswa. Ti sarai sbagliato- cercò di chiudere il discorso Elar.
-ma io sono sicurissimo di quello che ho visto ieri. Ti prego-
-hai detto che sei il principe no?- chiese Elar sbuffando.
-si- disse Riwan cercando di capire dove volesse andare a parare l’uomo.
-nella famiglia reale c’è qualche caratteristica particolare?-
-no, gli uomini sono tutti Iswa come il resto della popolazione. Niente di particolare- rispose il moro incrociando le braccia al petto.
-allora è praticamente impossibile che tu abbia la magia- “a meno che…” pensò l’uomo anche se era parecchio impossibile che quello che aveva difronte fosse proprio suo figlio. Yuri non era il re di Mussasur, era solo un nobile quindi non poteva essere lui. E poi aveva fatto in modo che la magia non potesse manifestarsi se non dopo la morte del figlio.
-ma non può essere impossibile. Ci sarà un modo- pretese Garen. Non voleva arrendersi in quel modo.
-sei veramente figlio del re? Oppure hai mentito?- poteva fare una prova, infondo non gli costava niente.
-certo che si! Non mentirei mai su una cosa del genere- rispose Riwan confuso da quella domanda.
-sicuro?-
-si! Non sono figlio della regina ma comunque mio padre mi ha riconosciuto quindi sono uno degli eredi di Mussasur-
-aspetta in che senso non sei figlio della regina? Il re di Mussasur ha tradito la regina?- chiese Elar e per poco non rise, davvero in quel regno tutti tradivano i propri coniugi?
-nel senso che la regina Elise non è mia madre e per questo sono qui visto che mi voleva fare fuori, per la cronaca sono anche di costituzione debole e sarei dovuto morire dopo il parto. Ma non è successo e quindi ho per metà mandato alla rovina il piano di Elise- disse Riwan. Voleva far capire a Elar che non aveva intenzione di mentire e soprattutto che non c’era altro che stava nascondendo.
Elar invece rimase completamente immobile. Rimase immobile perché una delle controindicazioni che aveva l’incantesimo che aveva fatto al figlio era proprio la costituzione debole. E Riwan in quel momento gli sembrava tutt’altro che debole. Aveva poche informazioni per essere sicuro che Riwan fosse veramente suo figlio. L’unica cosa che poteva fare era parlare con Yuri e capire se l’uomo gli avesse nascosto un’altra cosa importantissima oltre al fatto di essere sposato.
-non so davvero ragazzi. L’unica cosa che si può fare in questo momento è chiedere al re di Mussasur- disse Elar per togliersi da quella situazione.
-e come facciamo? Io non sento mio padre da quasi un anno ormai- disse Riwan ricordandosi che non aveva mai scritto al padre diversamente da quanto gli aveva detto Hecarim quando l’aveva accompagnato ad Aleppo.
-posso farlo io. Voi è meglio che rimaniate qui non avrò problemi a muovermi a Mussasur- “e poi voglio assolutamente parlare con Yuri nel caso fosse veramente lui il re”.
-va bene e grazie Elar- disse Garen porgendo poi la figlia al marito.
-mi ringrazierai dopo aver finito e soprattutto dopo aver scoperto la verità- rispose Elar mettendosi in posizione mentre Riwan si sedeva su una delle tante panche e osservava attentamente quello che i due uomini stavano facendo. Sperava che il padre dicesse la verità a Elar perché voleva capire cosa fosse in realtà. Era felice che Elar avesse accettato di aiutarli sinceramente parlando non se lo sarebbe mai aspettato. Il moro non sapeva cosa fosse successo ad Elar a Mussasur ma per fargli odiare così tanto la gente doveva essere stato qualcosa di veramente orribile.
-metti una barriera Garen- disse Elar alzando gli occhi al cielo e Garen si diede dello stupido per essersene scordato, ovviamente troppo preso da scoprire come mai suo marito avesse i poteri e come aiutarlo a farli palesare. Il biondo baciò Riwan sulle labbra prima di creare una barriera intorno a lui e a Rell.
-forza Garen non abbiamo tempo da perdere- lo rimbeccò Elar. Se veramente doveva andare a Mussasur significava perdere altri giorni di allenamento. Okay che era stata colpa sua che non si erano allenati per molti mesi ma Garen poteva anche continuare da solo invece di oziare.
 

 

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Capitolo 41
*** Capitolo 40 ***


-chi me lo ha fatto fare- disse sospirando Elar mentre camminava per le strade Mussasur. Non pensava che ritornare li dopo tutto quel tempo gli avrebbe fatto quell’effetto. Si, sapeva che non sarebbe stato bello tornarci ma non immaginava di sentirsi così male.
Era riuscito ad entrare nella città tranquillamente solo perché essendo stato li per molto tempo sapeva come si muoveva e comportava la gente e sapeva anche come si vestiva. In quel momento infatti sembrava un perfetto cittadino di Mussasur e nessuna delle guardie che giravano per a città non lo avevano calcolato di striscio.
Il suo unico problema in quel momento era riuscire ad avvicinarsi al palazzo di Mussasur e soprattutto entrare dentro e ricevere un’udienza con il re. Re che poteva benissimo non essere il suo Yuri.
Elar si bloccò e scoppiò a ridere in mezzo alla città. Aveva veramente definito Yuri “suo”? Era davvero fuso. Yuri non era mai stato veramente suo e il fatto che la sua mente gli giocasse qui brutti scherzi non andava per niente bene.
La gente lo stava guardando davvero male e allora l’uomo decise di bloccare le sue risate e di continuare a camminare verso il palazzo di Mussasur. Palazzo che dominava rispetto a tutto il resto della città e che poteva anche incutere terrore, ma non ad Elar che era cresciuto con le grandi mura e l’altissimo palazzo di Aleppo. Il palazzo di Mussasur sembrava piccolissimo in confronto.
Non ci mise molto ad arrivare vicino e sbuffò vedendo tutte le guardie che c’erano intorno. La sicurezza era elevatissima e non sarebbe mai riuscito ad entrare di nascosto, soprattutto perché lo avrebbero di sicuro preso se solo fosse entrato nel castello senza un’autorizzazione.
Elar si nascose in un vicolo e con un gesto veloce della mano si cambiò i vestiti per entrare nei panni di un cittadino di Aleppo. L’unico vero modo per entrare era quello di dire che era andato li per conto di Aleppo. Cosa che in realtà era vera.
Non appena uscì dal suo nascondiglio si accorse di avere tutti gli occhi dei passanti addosso e anche quelli delle guardie quando si avviò verso il palazzo.
-cosa volete? E come siete entrato qui?- chiese una delle guardie puntando una lancia vicinissimo al collo di Elar e facendo si di fermare la sua avanzata, se il rosso avesse continuato a camminare si sarebbe trovato una lancia conficcata in gola.
-sono un rappresentante di Aleppo e sono qui perché devo parlare con il re- disse il rosso alzando le mani in segno di resa. Doveva sembrare il più innocuo possibile.
-come siete entrato? Non facciamo entrare estranei- disse ancora la guardia non convinta di quello che aveva difronte.
-da una delle porte della città- disse Elar alzando gli occhi al cielo -e si mi hanno fatto passare. Devo assolutamente parlare con il vostro re-
-non se ne parla. Un estraneo non può entrare qui- continuò convinta la guardia.
-bè siete stati voi a decidere che i nostri due regni dovevano allearsi, cosa che avete fatto decidendo di far sposare il vostro principe con il nostro, quindi ho tutto il diritto di entrare e parlare con il vostro re- Elar non voleva usare la magia contro quelle guardie ma si trovò costretto a farlo. Nelle parole che aveva appena detto aveva fatto si che la guardia che aveva difronte obbedisse ad ogni suo ordine. Cosa molto meschina da fare ma era l’unica che poteva fare al momento.
-va bene- disse la guardia sotto lo sguardo confuso dell’altra. Elar sorrise e seguì immediatamente la guardia sulla quale aveva usato la magia attraverso il grande piazzale.
-Helias sei sicuro?- chiese l’altra guardia raggiugendoli e guardando male Elar come se fosse lui la causa di tutti (cosa vera).
-certo- disse quasi meccanicamente Helias continuando a camminare.
-sicuro?-
-si-
Elar sapeva perfettamente che l’altra guardia che stava andando con loro lo stava osservando pronto ad ucciderlo in qualunque momento. Non si fidava di lui, ma ad Elar non importava. Doveva assolutamente parlare con il sovrano di Mussasur e niente lo avrebbe fermato.
-eccoci- disse Helias indicando la porta di quella che Elar immaginò essere la sala del trono. Essa era fatta quasi completamente d’oro, o almeno lo sembrava, e sopra erano incisi rampicanti con spine che si collegavano al centro in una spirale.
-grazie- sorride Elar prima di aprire la grande porta ed entrare sotto lo sguardo scioccato di entrambe le guardie visto che Helias si era finalmente ripreso dalla magia. Le due guardie fecero per bloccarlo dall’entrare ma l’uomo fu più veloce e chiuse con la magia la porta alle sue spalle impedendo ad entrambi di entrare.
-chi siete e cosa volete? Non potete entrare qui in questo modo- la donna che aveva parlato lo aveva fatto dal suo trono e stava guardando Elar come se fosse qualcosa da schiacciare. I lunghi capelli neri le incorniciavano il viso pallido e pesantemente truccato e che sembrava più vecchio proprio per colpa del troppo trucco che la donna aveva addosso. Il vestito era riccamente decorato di gingilli dorati che erano dello stesso identico colore del vestito e si notavano solamente con un occhio attento. L’uomo non ci mise molto a capire che quella che aveva difronte era la regina Elise tanto odiata da Riwan. Elar si guardò intorno ma il trono al fianco della regina era vuoto e nel resto della sala non sembrava esserci il re.
-devo parlare con il re-
-sono la regina- disse prontamente la donna assottigliando lo sguardo -non puoi non rispondere alle mie domande-
-sono qui per conto di Aleppo e devo parlare urgentemente con il re- la donna alzò un sopracciglio nel sentire Aleppo ma per il resto rimase completamente impassibile.
-puoi dire a me. Sono la regina-
-preferisco parlarne con il re in persona- continuò Elar convinto delle sue parole. Quella donna stava veramente iniziando a darle fastidio.
-senti io e mio marito ci diciamo tutto quindi puoi tranquillamente parlarne con me- continuò a dire la donna accavallando le bambe spazientita.
-sono felice della cosa ma preferisco davvero parlarne anche con il re e gradirei essere io a farlo e non qualcun altro che potrebbe distorcere le mie parole-
-state insinuando per caso che io…-
-Elise- la donna si bloccò di colpo incrociando le braccia al petto e guardando male l’uomo che era appena entrato nella sala del trono.
Elar non ebbe bisogno di guardare l’uomo in faccia perché avrebbe riconosciuto quella voce ovunque. Yuri era appena entrato nella sala e la corona che aveva in testa era la prova evidente di quello che il moro era in realtà e confermava definitivamente chi fosse in realtà Riwan.

 

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Capitolo 42
*** Capitolo 41 ***


Yuri non credeva ai suoi occhi. Era andato di corsa verso la sala del trono perché aveva saputo dalle guardi che era entrato un uomo di Aleppo che voleva parlargli e sapeva che Elise avrebbe combinato un disastro se lasciata da sola. Aveva immaginato tutto tranne che trovarsi difronte Elar.
Aveva pensato si potesse trattare di notizie da parte di Riwan, del quale non sapeva niente da quasi un anno per sua sfortuna, ma sembrava non fosse così in realtà. Cosa voleva Elar.
-mi cercavate?- chiese Yuri cercando di non far trasparire tutta la sua sorpresa dalla voce.
-certo vostra maestà- e Yuri colse facilmente il tono adirato nelle ultime parole di Elar. Era incazzato perché gli aveva mentito anche su quello e Yuri non poteva farci niente in quel momento.
-cosa succede? Siete di Aleppo no?- continuò Yuri davvero curioso della cosa.
-sono venuto qui per informarvi che vostro figlio è morto un mesetto fa, sono partito il prima possibile per avvisarvi. Era incinta, cosa che ci ha resi davvero sconvolti visto che non credevamo possibile una cosa del genere. Il parto lo ha ovviamente ucciso e ha ucciso anche la creatura che teneva in grembo- Elar sapeva di star sbagliando a dire quelle cose ma era incazzato con quell’uomo e voleva farlo soffrire. E il rosso la vide chiaramente la sofferenza negli occhi di Yuri come vide la felicità in quelli di Elise. -ma ovviamente non sono qui solo per questo. Essendo morto il principe Riwan e anche il suo erede ci tiriamo fuori da questa assurda alleanza che ci avete imposto con la forza. E se solo proverete ad attaccarci noi, cosa che non dovreste fare ma non si sa mai, noi reagiremo distruggendo il vostro regno- nella sala cadde il silenzio e Elar sorrise.
-con permesso- disse poi voltandosi ed uscendo dalla sala senza salutare e senza voltarsi indietro.
Camminò per i corridoi sotto lo sguardo attento di tutti fino a quando non lasciò il castello.
-era un rischio che conoscevamo- disse Elise sorridendo.
-no, era tutto un tuo fottuto piano perché non lo hai mai sopportato- ringhiò Yuri. Suo figlio era morto e lui non era riuscito a fare niente.
-ma cosa dici?-
-la verità! Li hai praticamente ricattati per sbarazzarti di Riwan! Complimenti hai tolto davanti l’unica persona che ti impediva di avere il controllo su tutto. Ora scusami ma ho bisogno di pace- e così dicendo Yuri uscì dalla sala del trono lasciando completamente sola Elise che scoppiò a ridere, felice di quello che aveva fatto.
Yuri camminò per il giardino che Riwan tanto amava cercando di rivivere quei momento insieme al figlio. La cosa che gli faceva più male dopo la morte stessa del figlio era stato il fatto che Elar mentre parlava della morte di Riwan non sembrava minimamente scosso dalla cosa. Yuri era più che sicuro che Elar avesse capito chi era in realtà Riwan. Perché allora era sembrato come se non gli importasse minimamente della cosa.
Doveva parlare assolutamente con Elar anche perché quella era davvero la sua unica possibilità per poter nuovamente parlare con l’uomo che amava. Non ci pensò oltre e andò a riprendere i vestiti che aveva da tempo nascosto e con i quali riusciva a confondersi con la gente di Mussasur. Prima di uscire si tolse ovviamente la corona.
Conosceva solo un posto nel quale Elar poteva essere andato, sempre se non era già partito per Aleppo. Il re cercò di tenere la testa bassa mentre camminava, anche se era senza i suoi soliti vestiti e senza la corona qualcuno poteva anche riconoscerlo.
Non ci mise molto ad arrivare al lago poco fuori dalle mura nord della città e sorrise quando si accorse che il suo bel rosso era proprio li.
-Elar- lo chiamò e l’uomo si girò a guardarlo quasi indifferente per poi riposare lo sguardo in direzione del lago. Erano solo loro due li in quel momento soprattutto perché era davvero poca la gente che si avventurava in quella direzione.
Yuri si avvicinò ancora di più al rosso e si sedette al suo fianco mentre Elar continuava a tenere lo sguardo fisso sul lago.
-sai chi era Riwan in realtà?- chiese Yuri torturandosi le mani che teneva in grembo. Era davvero strano parlare con Elar dopo tanto tempo.
-lo so da quanto ho visto che uno stronzo bastardo non ha fatto altro che mentirmi per tutto il tempo- rispose Elar.
-non potevo dirti di essere il re.
-certo che potevi!- gridò Elar -avrei capito molto di più alcune tue scelte strane- Elar si era finalmente voltato verso di lui e lo stava incenerendo con i suoi due smeraldi.
-tu non ti saresti più avvicinando a me! E poi quando ho cercato di spiegarti perché ero sposato tu non mi hai dato la possibilità di dire una parola. Credimi se ti avessi conosciuto prima non mi sarei mai sposato quella stronza!-
-e la discendenza? Sai che quell’incidente non sarebbe mai avvenuto se tu mi avessi detto di essere il re?-
-avrei partorito io- disse sicuro Yuri sostenendo lo sguardo dell’altro.
Elar sospirò chiudendo gli occhi cercando un po’ di coraggio per parlare con l’uomo cha amava ancora.
-lo sai che ti amo ancora vero?- sussurrò Elar mentre Yuri si apriva in su sorriso triste.
-anch’io ti amo Elar, sei stato il mio unico vero amore- rispose Yuri che non sapeva se poteva toccare il rosso. -come stava Riwan? Si trovava bene li?- chiese poi.
-è vivo- disse Elar -nella sala del trono ti ho mentito, Riwan è ancora vivo-
-cosa? Perché hai fatto una cosa del genere?- chiese Yuri completamente sconvolto dalla cosa e anche arrabbiato con il rosso.
-perché quella stronza di Elise era li e di certo non volevo spiattellare quello che era successo. E poi era anche un modo per impedirle di continuare a tenerci sotto scacco- rivelò Elar sospirando. -e poi credo che Ruwan ad un certo punto sia realmente morto- il figlio di sicuro era morto per via del parto ma il fatto che lui gli avesse bloccato i poteri aveva contributo a farlo rinascere. I suoi poteri si erano sprigionati subito dopo e avevano riattivato il suo cuore. Senza volerlo aveva salvato suo figlio con quell’incantesimo.
-cosa mi stai nascondendo?- chiese Yuri assottigliando gli occhi.
-basta che tu sappia che nostro figlio è ancora vivo. Il resto non conta- e così dicendo il rosso baciò il re di Mussasur sulle labbra.
 

 

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Capitolo 43
*** Capitolo 42 ***


-cosa vuoi?- chiese acido Charlez vedendo entrare nel suo studio Shen. Il biondo lo stava evitando da settimane e il guaritore si era sentito in diritto di potergli parlare in quel modo.
-parlare-
-ah! Adesso vuoi parlare- sospirò Charlez alzando gli occhi al cielo.
-eri tu quello che ha cercato di parlarmi per tutto il tempo e ora che ne hai la possibilità ti lamenti anche?- chiese Shen che stava per scoppiare a ridere visto l’assurdità della cosa.
-sembra come se mi stessi facendo solo un favore sai?- continuò il rosso guardando male Shen.
-come vuoi tu- disse invece Shen voltandosi e facendo per andarsene ma fu bloccato da Charlez.
-okay basta fare così- disse il rosso sospirando -parliamo- e detto ciò si sedette sul suo bancone per poter essere più in alto rispetto al biondo che si appoggiò alla porta chiusa alle sue spalle.
-mi sono arrabbiato con te perché erano cose private che non volevo tu sapessi- iniziò il biondo per far capire a Charlez che era davvero serio.
-lo so che ho sbagliato Shen ma per come avevi reagito quando ti ho chiesto cosa fosse successo mi ha fatto diventare sempre più curioso-
-dovevi fidarti di me, lo so che era difficile come cosa ma mi conosci, non farei niente per nuocere alla gente di Aleppo-
-è difficile fidarsi di una persona che fino a poco prima tramava alle spalle del principe. E credimi prima di sapere che stavi dalla parete di Fanchou avevi la mia completa fiducia. Secondo te perché ho insistito a far si che fossi tu a stare vicino a Riwan? perché sapevo di potermi fidare- Charlez abbassò lo sguardo -comunque non era questo quello che volevo dirti-
-ti ascolto- sussurrò Shen conscio che non gli sarebbe piaciuto nemmeno il seguito.
-perché non mi hai mai detto che volevi chiedermi la mano?- chiese Charlez diretto. Voleva una risposta dal ragazzo che aveva difronte.
-perché mi avresti respinto sicuramente. Charlez andiamo! Sono una fottuta guardia e tu hai rifiutato tante proposte da nobili. Non ho possibilità con te-
-ti sei mai chiesto perché ho rifiutato quei nobili? Be’ non di certo perché avevano pochi soldi. Una storia di una notte ci stava tranquillamente ma di certo non volevo passarci il resto della mia vita. Se tu me lo avessi anche accennato io non ti avrei detto di no. Avrei detto un proviamoci, vediamo come va e poi decidiamo-
-cosa?- Shen aveva gli occhi sgranati e guardava Charlez davvero confuso.
-tu mi piaci davvero Shen. Poteva non funzionare come cosa questo è vero, ma non ti avrei mai detto un no come risposta- Charlez osservava Shen in cerca di una sua reazione, ma dopo la confusione iniziale il biondo aveva abbassato lo sguardo in completo silenzio.
-fa male- disse dopo un bel po’ Shen alzando lo sguardo -fa male sapere che per un mio errore non avrò mai una possibilità con te. Forse era meglio non parlare- Shen si spostò dalla porta che era diventata il suo sostegno e per la seconda volta in poco tempo stava nuovamente per uscire.
-e chi ti ha detto che non hai più possibilità?- fu quella domanda che fece girare, nuovamente, di scatto il biondo guardando con sguardo sconvolto.
-non scherzare-
-non lo sto facendo Shen, non scherzerei mai su una cosa del genere- e Charlez disse ciò guardando dritto negli occhi il biondo che si era fermato completamente.
-quindi sei io facessi questo non ti scosteresti?- e facendo quella domanda il biondo si era avvicinato al rosso e in quel momento si trovava perfettamente tra le gambe di quest’ultimo e con le mani poggiate sul bancone precisamente ai lati di Charlez. Vedendo che il rosso non si stava scostando Shen accennò un sorriso prima di fiondarsi finalmente su quelle labbra che non aveva fatto altro che sognare.
Charlez portò prontamente le mani tra i capelli di Shen. Il biondo a quel gesto pensò che il ragazzo stesse per scostarlo, ma il rosso spinse la testa di Shen ancora più vicina alla sua e approfondì il bacio facendo capire alla guardia che le sue parole era vere e soprattutto che quel bacio era più che gradito.
Shen mise una mano sulla vita di Charlez mentre con l’altra spostava con un colpo secco tutto quello che si trovava sul tavolo per poi far stendere il rosso e salirgli sopra a cavalcioni.
-dejavu- sussurrò Charlez staccandosi dalle labbra del biondo mentre quest’ultimo si toglieva la camicia. Non indossava l’armatura solamente perché era stato degradato e la cosa non era mai stata più comoda.
-ti da fastidio?- chiese Shen mentre Charlez fissava quasi adorante gli addominali che il biondo gli aveva appena messo davanti. Il rosso si era completamente scordato che sotto quei vestiti Shen aveva il suo fantastico corpo da combattente. La maggior parte delle guardie si allenava solamente con la magia ed erano davvero pochi quelli che avevano un fisico del genere e Charlez ringraziava colui che aveva messo sulla sua strada Shen e quegli stupendi addominali.
-che c’è?- chiese Shen notando lo sguardo perso del guaritore.
-ti sposerei solo per gli addominali sappilo- rispose Charlez ridendo e baciando il biondo che era rimasto completamente scioccato dalla cosa.

 

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Capitolo 44
*** Capitolo 43 ***


-lo sapevo- Garen sorrideva mentre Riwan completamente spaventato guardava la piccola sfera di energia tra le sue mani.
Il marito in quei giorni aveva pressato tanto il moro che alla fine Riwan era riuscito a creare la magia.
-Garen come lo blocco?- chiese Riwan che non si era mosso di un millimetro mentre il marito era andato a prendere Rell dalla sua culla e aveva iniziato a giocare con la bambina felice di quello che era successo.
-non stare così teso o perderai il controllo- disse Garen ottenendo ovviamente l’effetto opposto facendo quindi irrigidire ancora di più il marito.
-Garen per favore- disse quasi supplicando Riwan mentre la scintilla nelle sue mani continuava a crescere. Garen sospirò posando la bambina sul letto e avvicinandosi al marito.
-fai un respiro profondo e rilassati. Agitarti peggiorerà sole le cose- Riwan annuì e aiutato anche dal fatto che aveva il marito li vicino riuscì a calmarsi abbastanza velocemente. -ora pensa di far sparire la sfera, proprio come hai fatto per farlo comparire- continuò il biondo mentre Riwan chiudeva gli occhi e cercava di fare quello che la voce del marito gli stava dicendo.
-vedi che ci riesci?- a quella frase Riwan aprì gli occhi e sorrise notando che la sfera di magia nelle sue mani era scomparsa e il suo corpo di rilassò ancora di più. Non aveva niente di pericoloso in mano in quel momento e ne era felice.
-non farmi più fare queste prove in camera o quando c’è Rell nelle vicinanze- disse il moro agitando l’indice in modo minaccioso davanti alla faccia del marito che annuì.
-va bene niente prove con Rell nelle vicinanze ma possiamo comunque fare delle prove in palestra quando ritorna Elar- disse Garen riprendendo la figlia in braccio che nel mentre aveva iniziato a strisciare verso il bordo del letto per scendere dallo stesso.
-sempre se ritorna. Sono giorni che è via e aveva detto che sarebbe tornato in un giorno usando il teletraporto- Riwan non riusciva più ad aspettare. Voleva sapere come stava suo padre e finalmente, dopo anni, scoprire chi fosse sua madre. A quel punto era abbastanza chiaro che sua madre non fosse di Mussasur visto che era riuscito tranquillamente ad usare i poteri ma come i suoi genitori si erano conosciuti gli era ancora oscuro.
-avrà avuto qualche problema che lo ha tenuto bloccato li, anche se abbiamo la magia non possiamo sempre risolvere tutto con essa- disse Garen sorridendogli.
-lo so, l’ho letto nei vostri libri- Riwan alzò gli occhi al cielo per poi buttarsi all’indietro sul grande letto matrimoniale ricordandosi di togliersi il fermaglio dai capelli altrimenti si sarebbe fatto davvero male. Da quando Garen gli aveva regalato quel fermaglio dopo avergli rivelato della magia Riwan non se ne era più separato e lo usava sempre. Amava quel fermaglio proprio perché era la prova che Garen si fidasse di lui.
-tranquillo sono più che certo che Elar saprà tutto e ti spiegherà come stanno realmente le cose. Comunque ti sei accorto anche tu che Shen aveva la testa tra le nuvole oggi?-
-avrà seguito il mio consiglio visto che quella faccia può significare solo una cosa- disse Riwan quasi ghignando anche perché oltre alla testa tra le nuvole e la faccia sognante Shen aveva anche dei segni viola sul collo.
-quale consiglio? Mi devo preoccupare?- chiese Garen che non si era minimamente accorto di quello che aveva fatto il marito.
-gli ho detto di parlare con Charlez- rispose Riwan ridacchiando. Era felice che Shen avesse seguito il suo consiglio e non vedeva l’ora di incontrare Charlez per parlarci e sapere cosa fosse successo.
-come cazzo hai fatto?- Garen guardava il marito stupito. Nonostante Charlez gli avesse detto di non dargli fastidio il biondo aveva continuato a tormentarlo per farlo parlare con Shen ma il rosso non lo aveva minimamente ascoltato.
-ho solo fatto notare che le cose si sarebbero risolte, almeno in parte. Sei invidioso?- chiese Riwan osservando il marito preoccupato di averlo fatto innervosire.
-certo che si! Vorrei riuscire io a fare quello che fai tu, ma sono davvero fortunato ad averti al mio fianco-
-cosa?-
-le questioni importanti me le risolverai tu adesso. Hai dimostrato di essere molto più bravo di me- spiegò Garen buttandosi a sua volta all’indietro sul letto tenendo ancora in braccio Rell che in quel momento era bellamente spalmata sul petto del padre.
-mi stai lasciando tutto il lavoro pesante?- Riwan assottigliò gli occhi mentre vedeva il marito confermare la sua frase -bastardo scansafatiche- mormorò poi ricevendo come risposta un’infantile linguaccia da parte del marito.
Riwan stava per rispondergli a tono ma fu bloccato da qualcuno, probabilmente Shen, che stava bussando alla porta.
-avanti- disse Garen mettendosi leggermente composto.
-scusate se vi disturbo ma è arrivato Elar- disse Shen aprendo leggermente la porta far fare solamente capolino alla sua testa.
-arriviamo subito- disse Garen alzandosi di colpo, stando attento alla figlia ovviamente, mentre Riwan sospirava. E il suo sospiro era perché voleva riposarsi ma non poteva visto che doveva assolutamente sapere quello che Elar aveva scoperto. -stai bene?- chiese Garen mentre i due stavano camminando per i corridoi seguendo Shen e Riwan si stava sistemando nuovamente i capelli con il fermaglio.
-ho solo ansia- rispose il moro stringendosi le braccia al petto.
-non ti preoccupare, per qualunque evenienza ci sono io al tuo fianco. E anche Rell- Garen mise un braccio intorno alle spalle di Riwan tirandoselo più a se mentre con l’altro reggeva Rell che nel mentre si era addormentata iniziando anche a sbavare sulla camicia del padre.
-ragazzi- i due alzarono lo sguardo quando sentirono la voce di Elar che era comodamente appoggiato a una delle pareti presenti in una stanza che Riwan non aveva mai visto. Okay che non aveva visto nemmeno un terzo di tutto il castello ma comunque restava una parte non conosciuta.
-io vado- disse Shen uscendo immediatamente dalla stanza e lasciando Elar con i due coniugi.
-scusate per il ritardo, ho dovuto risolvere alcune questioni- iniziò Elar che stava sudando freddo. Come doveva dire al figlio tutta la verità?
 

 

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Capitolo 45
*** Epilogo ***


-prima che inizi devo avvisarti che oggi Riwan ha creato una sfera di magia nella sua mano quindi ha la magia- disse Garen sorridendo al suo istruttore che annuì.
-si, Riwan ha la magia- confermò Elar.
-te lo ha rivelato mio padre? E come sta?- chiese Riwan davvero preoccupato.
-sta bene, ma ne parleremo dopo. Comunque hai la magia perché sei per metà di Aleppo- rivelò Elar cercando nel mentre le parole giuste per avvisare il figlio.
-mia madre è di Aleppo? Ma allora perché i miei poteri si sono rivelati solo adesso? Rell nonostante non sia completamente di Aleppo ha mostrato i suoi poteri in pochi mesi- chiese il moro che era ansioso di sapere di più, era assurdo come stava conoscendo la verità solamente dopo essere stato costretto ad un matrimonio combinato.
-con calma, sono parecchie domande- disse Elar sospirando. -la verità è molto più complessa di quanto tu possa credere. I tuoi poteri non si sono presentati subito solo perché ti era stato fatto un incantesimo che impediva ai tuoi poteri di uscire. Aspetta- disse Elar notando che Riwan stava per fargli un’altra domanda -l’incantesimo si sarebbe spezzato soltanto alla tua morte. Riwan tu sei veramente morto dopo il parto ma l’incantesimo ti ha salvato permettendo al tuo potere di farti ritornare in vita. È una cosa assurda ma ha funzionato altrimenti non saresti qui in questo momento-
-come sai tutte queste cose? Non credo che mio padre sapesse della magia altrimenti mi avrebbe avvisato- sospirò Riwan mentre Garen osservava il marito preoccupato e leggermente felice di quello che aveva appena sentito. Se Riwan non fosse stato un ibrido sarebbe morto ancora prima di potersi conoscere e tutto quello che erano riusciti a formare in quei mei non sarebbe mai esistito.
-no, tuo padre non sa della magia- “anche se dovrei dirglielo prima o poi” pensò Elar.
-e quindi come lo sai? Conosci mia madre?- chiese Riwan che era sempre più curioso.
-so che può sembrare assurdi, molto assurdo- disse Elar sospirando, non poteva rimandare ancora -ma sono io tuo padre. Si, so che non sono un Iswa ma quel coglione di tuo padre mi ha salvato la vita e il medico pensava fossi di Mussasur quindi quando mi ha trapiantato gli organi mi ha fatto diventare un iswa e…-
-aspetta un attimo? COSA?- gridò quasi Riwan che non riusciva a credere alle sue orecchie -perché non lo hai detto prima?- quasi sussurrò il principe che iniziava a sentirsi a disagio difronte a quell’uomo.
-perché tuo padre mi aveva detto di essere un nobile e non il re altrimenti me ne sarei accorto subito- rivelò Elar lanciando un’occhiata veloce a Garen che era rimasto in silenzio mentre si mordeva il labbro.
-non riesco a crederci- sussurrò Riwan mentre si appoggiava al marito non riuscendo a reggersi in piedi per la sorpresa.
-lo so che è assurdo e ti giuro che mi sono sempre pentito di averti lasciato li. Ma credevo che tuo padre mi avesse usato solamente come distrazione dalla moglie, che tra l’altro non mi aveva detto di avere-
-e quindi ti è sembrata la cosa giusta lasciarmi in un posto dove mi avrebbero di sicuro odiato?-
-volevo fare un dispetto a Yuri non a te. Me ne sono pentito subito dopo ma comunque non potevo tornare indietro a prenderti-
-mi sembra ancora tutto assurdo- sussurrò Riwan chiudendo gli occhi. -ho bisogno di tempo-
-lo so e so anche che non mi perdonerai mai ma spero di poterti insegnare a controllare i tuoi poteri- disse Elar. Aveva saputo dal primo momento in cui aveva capito che Riwan era suo figlio che il ragazzo non lo avrebbe mai considerato come un padre.
-ho solo detto che ho bisogno di tempo non che non ti perdonerò- disse Riwan che aveva visto la sincerità nello sguardo del padre.
-grazie. Il al tuo posto mi sarei già mandato a fanculo- sussurrò Elar. -vi lascio soli allora- disse poi uscendo dalla stanza senza aspettare risposta.
-non ci credo ancora-
-io non ho capito come sia possibile che Elar sia tuo padre visto che lo hai bloccato ma okay, credo- disse Garen iniziando a cullare Rell che si era svegliata all’urlo del marito.
-io non posso ancora credere che Elar sia mio padre. È una cosa così assurda che è palesemente vera proprio perché assurda- sussurrò Riwan chiudendo gli occhi. Doveva assolutamente riprendersi da quelle scoperta.
-vostre altezze- Riwan e Garen si voltarono verso la porta dalla quale era appena entrata una guardia che Riwan non aveva mai visto.
-cosa c’è?- chiese invece Garen che sembrava essere abbastanza tranquillo.
-all’ingresso del palazzo c’è un uomo che dice di voler parlare con il principe Riwan- spiegò la guardia e i due coniugi si guardarono confusi per poi seguire entrambi la guardia sempre più confusi.
Ma la confusione si trasformò in sorpresa sul volto di Riwan non appena riconobbe la figura del padre nella sala all’ingresso del palazzo. L’uomo non si accorse della sua presenza solamente perché stava litigando con delle guardie che non volevano farlo avanzare oltre.
-papà?- chiese Riwan attirando completamente l’attenzione del moro che si girò verso di lui e gli sorrise. Riwan non ci pensò due volte e si fiondò tra le sue braccia ancora incredulo ma felice di poterlo riabbracciare dopo quasi un anno.
-che ci fai qui?- chiese poi il ragazzo felice della cosa.
-diciamo che ho abdicato e Budogan è divento re- spiegò l’uomo.
-ma perché?- chiese Riwan non volendoci credere. Era fantastico avere il padre li.
-per quanto anche Lucine e Budogan siano miei figli tengo molto di più a te, e poi so che qui c’è anche l’uomo che amo quindi perché no? Infondo non ho mai voluto essere il re- spiegò l’uomo mentre le lacrime scendevano dagli occhi di Riwan.
-vieni- disse poi il moro trascinando il padre verso il marito -ti devo presentare delle persone-
 
 
 

 

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