The queen's revenge

di Spirit734
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** È solo un sogno ***
Capitolo 2: *** Il Torneo Tremaghi ***
Capitolo 3: *** Nuovi studenti ***
Capitolo 4: *** Iniziano le indagini ***
Capitolo 5: *** Legami da ricucire ***
Capitolo 6: *** Campioni ***
Capitolo 7: *** Delusioni ***
Capitolo 8: *** Non è roba donne?! ***
Capitolo 9: *** Un passato da dimenticare ***
Capitolo 10: *** Tempo di punizioni [parte1] ***
Capitolo 11: *** Tempo di punizioni [parte2] ***
Capitolo 12: *** Il peso dell'abbandono ***
Capitolo 13: *** Armonia ritrovata ***
Capitolo 14: *** Acqua, acqua...Fuoco! ***
Capitolo 15: *** Di incantesimi, draghi e salvataggi in extremis ***
Capitolo 16: *** Amicizia proibita ***
Capitolo 17: *** Una lettera per le zie ***
Capitolo 18: *** Burrobirra e Gossip ***
Capitolo 19: *** La Dama e la Ribelle ***
Capitolo 20: *** Una Biblioteca poco silenziosa ***
Capitolo 21: *** Riunione segreta ***
Capitolo 22: *** Con chi vai al ballo? ***
Capitolo 23: *** Pensa fuori dalla scatola ***
Capitolo 24: *** Il piano di Hiccup ***
Capitolo 25: *** Lontano dagli occhi, lontano dal cuore ***
Capitolo 26: *** Il Ballo del Ceppo ***
Capitolo 27: *** No significa NO ***
Capitolo 28: *** Scambio di coppia ***
Capitolo 29: *** Confessioni al chiaro di luna ***
Capitolo 30: *** La verità di Elsa ***
Capitolo 31: *** Ghiaccio e Sangue ***
Capitolo 32: *** Un canto miracoloso ***
Capitolo 33: *** E' tra noi ***
Capitolo 34: *** A tu per tu col preside ***
Capitolo 35: *** Luce ***
Capitolo 36: *** Testimone a sorpresa ***
Capitolo 37: *** Qualcosa di bello ***
Capitolo 38: *** Prego! ***
Capitolo 39: *** Mamma, che cos'hai fatto? ***
Capitolo 40: *** Una partita per ricalibrare ***
Capitolo 41: *** A mali estremi... ***
Capitolo 42: *** La scelta giusta da fare ***
Capitolo 43: *** Lasciate ogni speranza o voi che entrate ***
Capitolo 44: *** Non sempre tre teste sono meglio di una ***
Capitolo 45: *** Non è colpa mia ***
Capitolo 46: *** Il guardiano del labirinto ***
Capitolo 47: *** La vera forza di un mago ***
Capitolo 48: *** Gettare la maschera ***
Capitolo 49: *** Una voce nell'oscurità ***
Capitolo 50: *** Inseguitori e inseguiti ***
Capitolo 51: *** La caduta di un narcisista ***
Capitolo 52: *** Lacrime di un figlio ***
Capitolo 53: *** Addii ***
Capitolo 54: *** Un buon...Amico ***
Capitolo 55: *** La natura di un mostro ***
Capitolo 56: *** Verità che possono uccidere ***
Capitolo 57: *** Non c'è di che! ***
Capitolo 58: *** Il profeta fuggitivo ***
Capitolo 59: *** Non si nomina Bruno! ***
Capitolo 60: *** Il fratello di troppo ***
Capitolo 61: *** Voglia di riscatto ***
Capitolo 62: *** Non si può scegliere la famiglia ***
Capitolo 63: *** Sentirsi finalmente viva ***
Capitolo 64: *** Solo un clown ***
Capitolo 65: *** Crollo ***
Capitolo 66: *** Tutti colpevoli, nessun colpevole ***
Capitolo 67: *** Orgoglio e Pregiudizio ***
Capitolo 68: *** Pulsioni ***
Capitolo 69: *** Due pinte e un succo ***
Capitolo 70: *** Libera ***
Capitolo 71: *** Nessuno resiste ad una tazza di caffé ***



Capitolo 1
*** È solo un sogno ***


Cap 1: E' solo un sogno

 

Me when I wake up in the morning. | Disney princess frozen, Disney princess  funny, Frozen disney movie

 

...
....
.....

Anna si svegliò improvvisamente dal torpore in cui era caduta, sudata e terribilmente frastornata.
Era un mese che faceva sempre quello stesso incubo, risvegliandosi nel cuore della notte con la mente completamente confusa.
Al suo risveglio quelle immagini perdevano ogni forma, ricordandosi solamente di una terribile sensazione al petto, come se le venisse strappato via ogni briciola di calore.
Gelido.
Questa era l'unica cosa che ricordava in tutto quel sogno, e per quanto si sforzasse non riusciva a trovare nessun collegamento. 
"E' solo un sogno.." si continuava a ripetere mentre prendeva dei lunghi respiri per cercare di calmarsi "Solo-un-sogno"
Non era la prima volta che le capitava di rivivere un sogno più volte, ma quelle sensazioni, quella paura, non le davano pace.
"Mh...Anna? Tutto bene?" domandò piano una ragazza, la sua voce sembrava ancora impastata dal sonno.
"S_Si!" rispose frettolosamente "Sto bene, è tutto sotto controllo."
Quelle parole sembrarono dette più per sé stessa che per l'amica.
L'altra si limitò a borbottare qualcosa, probabilmente troppo assonnata per poter conversare. Anna nel frattempo si era risistemata per bene sotto alle coperte, prendendo nuovamente un lungo respiro per calmarsi ancora "E' solo un sogno...Solo un sogno..."
Ripeté quelle frasi diverse volte finché non si riaddormentò, sperando con tutto il cuore che questa volta sarebbe andato tutto bene.


 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~



Il giorno seguente la lezione di Storia della Magia non era andata nel migliore dei modi. Avendo dormito poco e niente, Anna rischiò di crollare nel bel mezzo della spiegazione, beccandosi una sonora ramanzina da parte dell'insegnante, il professor Bunnymund. Noto a chiunque per la sua poca attitudine alla tolleranza.
Sebbene non fosse il più severo tra gli insegnanti, era comunque una persona molto diligente e destava una certa soggezione tra gli studenti più giovani, era piuttosto alto, dai capelli corti e scuri con delle folte basette ai lati del viso. Occhi azzurri come il ghiaccio e un accenno di barba sul viso. Era il vicepreside della scuola, molto amico del preside e registrato come Animagus, nonostante nessuno lo aveva mai visto eseguire l'incantesimo 
. Ormai era diventata una sorta di leggenda metropolvere, molti fantasticavano su quale tipo di animale si sarebbe potuto trasformare, spaziando dal cinghiale al giaguaro. 
Negli ultimi tempi la teoria preferita tra tutti era un canguro, diffusa da uno studente Serpeverde, ma ancora adesso la sua scelta risultava un mistero.
Una volta terminato il lungo discorso, Anna si scusò più volte con l'insegnante, correndo impacciatamente verso l'uscita dell'aula dove la stava aspettando la sua amica, anch'essa Grifondoro. 
"Com'è andata?" chiese Merida, cercò di sforzare un sorriso ma vedendo la sua l'espressione si limitò ad affiancarla lungo il corridoio.
"Oh non poteva andarmi peggio di cosi!" sospirò lei, iniziando ad elencare le sue preoccupazioni "Già l'anno scorso ho avuto problemi con Storia della Magia, devo ancora finire i compiti delle vacanze e Babbanologia non mi entra in testa. Poi oggi devo vedermi con Moana in Biblioteca ed ora il professor Bunnymund mi ha assegnato dei compiti extra, e siamo arrivati solo l'altro ieri! E..."
"E dovresti calmarti un poi!" la fermò Merida, prendendola sottobraccio. 
Anna seguì il consiglio e prese un lungo respiro.
Merida la guardò divertita "Ad ogni modo, se proprio vuoi farti un riposino, evita le lezioni di Bunnymund" ridacchiò "Ricordi quando mi ha messa in punizione per essere solo arrivata in ritardo?"
Anna inarcò un sopracciglio "Tu arrivi sempre in ritardo." 
"Non sempre" sbuffò, spostandosi una ciocca di capelli dagli occhi.
"Hai ragione" esclamò sorridente "A volte ti dimentichi proprio di venire a lezione."
Merida si imbronciò e le fece una linguaccia "Una madre mi basta ed avanza, grazie" ma quando sentì la sua risata giocosa, la sua smorfia si addolcì "Ad comunque, dovresti davvero fare qualcosa per i tuoi incubi."
Il sorriso della giovane Grifondoro si spense un po'.
"E' da quando siamo ad Hogwarts che quasi ogni sera ti svegli" continuò Merida.
"A dire il vero..." disse timidamente lei "E' da questa estate che ho quest'incubi."
"Non è normale, Anna" lo sguardo dell'amica si fece più serio "Forse dovremo provare con qualche incantesimo? O magari un distillato soporifero."
L'amica sorrise intenerita "Non ho problemi a dormire, è semplicemente il sogno" si fermò qualche istante, liberandosi dalla presa del suo braccio "E' cosi...Strano, capisci? Lo so che è solo un sogno, ma sembra così reale."
Merida aggrottò la fronte "Potrebbe non essere un semplice sogno. Forse dovresti chiedere alla professoressa Odie. E' un po' fuori di testa, ma di sicuro capirebbe qualcosa"
"Tu credi?" domandò, speranzosa "In effetti non ci avevo pensato. Mi darebbe una mano anche se non frequento il corso?"
L'altra alzò le spalle "Perché no, qualcuno che conosciamo seguirà Divinazione."
Anna annuì convinta, ma prima che potesse riprendere il discorso, la voce di una loro amica attirò immediatamente la sua attenzione.
"Ragazze, sapete dov'è Judy?" esclamò preoccupata Belle.
Le due si scambiarono un'occhiata, finché Anna prese parola "Che succede?"
"C'è un guaio al cortile, serve subito un prefetto prima che la situazione peggiori!" fece la Corvonero mentre aveva ripreso la corsa.

 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~



Le due Grifondoro accelerarono il passo, arrivando alla Torre dell'Orologio dove videro diversi ragazzi riuniti fino a formare un piccolo cerchio, alcuni sembravano incitare alla rissa, altri fissavano la scena rimanendo semplicemente da spettatori. Merida ed Anna si sporsero appena per vedere i protagonisti di quel battibecco.
Gaston White di Serpeverde, un ragazzo del settimo anno come loro, muscoloso e di bell'aspetto, guardava minaccioso un altro ragazzo della stessa età appartenente ad un'altra casa , Hiccup Haddock, capelli castani e gli occhi verdi, il viso chiaro contornato di lentiggini, era amico di entrambe le Grifondoro dal secondo anno.
"Ammettilo Haddock. Hai fatto un incantesimo per farmi fallire la prova di pozione!" sbottò Gaston, avanzando minacciosamente verso il povero malcapitato.
"Io non ti ho fatto nulla" si difese Hiccup, seppur in parte intimorito dalla grandezza di quel ragazzo, era rimasto fermo al suo posto, cercando comunque di calmare la situazione. L'ultima cosa che avrebbe voluto era finire dal preside per colpa di uno come Gaston.
"Eri vicino a me" sibilò a denti stretti "E già questo non mi piace."
"Prenditela col professore"  avrebbe voluto dirgli, ma si era limitato a pensarlo. Gli mancava solo irritarlo più del dovuto.
"E guarda caso il pentolone esplode nel bel mezzo dell'incantesimo!"
Anna istintivamente aveva tenuto un braccio a Merida, conoscendone il temperamento e la sua forte amicizia con Hiccup, immaginava si sarebbe immischiata nella rissa.
Purtroppo l'amica non solo si gettò nella discussione, ma la trascinò con sé.
"Ehi Gaston!" urlò a pieni polmoni, mettendosi al fianco di Hiccup "Non ti è mai passato per la mente che forse sei tu ad essere negato in pozione?!"
Il ragazzone rivolse ad entrambe un'occhiataccia, mettendosi poi a sghignazzare tra sé "Oh ma guarda, ora ti fai difendere anche dalle femmine, Haddock?"
Merida fece per ribattere ma un'altra voce di intromise. 
"Secondo me sei troppo suscettibile. Arrabbiarsi in questo modo rovinerà il tuo bel faccino" era Jim Hawkins ad aver preso parola, mentre si affiancava ad Hiccup. Un Serpeverde anche lui dell'ultimo anno, leggermente più alto rispetto agli altri, i capelli lunghi erano legati in una piccola coda e lo sguardo beffardo in risposta all'espressione scocciata di Gaston.
Quelle parole lo fecero infuriare ancora di più. Hiccup nel frattempo stava tenendo ferma per un braccio Merida, che sembrava sul punto di tirar fuori la bacchetta per colpirlo.
"Forse la situazione ci sta sfuggendo di mano" disse a bassa voce.
"Credo che quello che Hiccup intende dire..." iniziò Anna, mettendosi in mezzo per provare a calmare l'atmosfera "E' stato uno spiacevole malinteso."
Silenzio.
Anna cercò di forzare un sorrisetto mentre si posizionava tra Merida e Gaston, quest'ultimo a quella strana affermazione puntò i suoi occhi azzurri su di lei, riducendoli a due fessure "Stai...Stai cercando di confondermi inventando delle parole?"
"Aspetta cosa?" domandò stranita "Certo che no!"
Jim dovette trattenere una risata, mentre Gaston fece per avanzare di qualche passo verso Anna, quando un ragazzo Corvonero lo afferrò per una spalla e lo costrinse a fermarsi "Avanti Gaston, smettiamola. Non è il caso di scaldarsi tanto, vuoi iniziare l'anno in punizione?" sussurrò Hans Westergaard.
Lui indicò Hiccup "Mi ha fatto fare la figura dell'idiota!"
Jim schiuse le labbra per poter parlare, ma sia Merida che Hiccup lo zittirono con un'occhiataccia.
"D'accordo" sussurrò divertito, mettendo le mani dentro le tasche "Per questa volta mi trattengo."
Passarono diversi secondi di silenzio, sarà stato lo sguardo di Hans o la sua fermezza, ma inaspettatamente Gaston rilassò le spalle e si calmò.
Gli fece cenno di andare con gli altri e mentre il Serpeverde si allontanò, Anna si fece coraggio "Ehi ehm...G_grazie!"
Hans la guardò, mostrandole un lieve sorriso "Di nulla" chinò di poco il capo e rivolse successivamente un'occhiata anche agli altri "Meglio evitare scontri tra case che non siano nel campo di Quidditch, non vi pare?"
I richiami degli altri Serpeverde tuttavia attirarono nuovamente la sua attenzione, così rivolse un ultimo sorriso ad Anna e si riunì al gruppo.
La giovane Grifondoro continuò a salutarlo con la mano, continuando a sorridere anche dopo che lasciò il cortile. Quello stato non passò di certo inosservato a Merida, che si chinò accanto a lei "Sul serio?" disse, portando le mani ai fianchi.
"C_cosa?"
"...Westergaard?" pronunciò quella frase con una lieve nota di irritazione. 
Anna non poté fare a meno di arrossire, il solo pensare a quel ragazzo la agitava incredibilmente. Si mise a giocherellare nervosamente con una manica della tunica, senza trattenere un sospiro "Beh, che c'è di male? Ci ha aiutati ed è così carino" il suo sguardo si fece più dolce, ripensando al sorriso che gli rivolse poco fa "Ed intelligente...E così.."
"...Viscido" concluse l'altra, lanciando un ultima occhiata nella zona dov'era scomparso con il suo gruppo "Non ti sembra strano che si sia trasferito in questa scuola così tardi?"
L'amica alzò le spalle "Perché? La gente si sposta" Le scappò una risatina che dovette trattenere per non irritare ulteriormente la sua amica "Non è mica il solo, anche un'altra ragazza è stata trasferita l'anno scorso. Sei troppo sospettosa."
"Confermo" annuì Hiccup mentre raccoglieva la sua roba.
Merida in risposta incrociò le braccia, scambiandosi uno sguardo con entrambi "E voi troppo ingenui. Non mi fido di lui, ha qualcosa di strano. Gira sempre con Gaston ed altri Serpeverde..."
"E allora?"
Anna accennò col capo il Corvonero accanto a loro "Anche Hiccup esce spesso con noi ed è di un'altra casa."
"Hiccup non é come Gaston e gli altri" sospirò Merida.
"Ehm..." l'interessato inarcò un sopracciglio "E' un complimento, vero?"
Il broncio dell'amica si trasformò subito in un sorriso, fece per continuare il discorso, ma la voce di Anna la precedette "Lo sappiamo tutti che non hai grande simpatia per Serpeverde, ma non puoi giudicare Hans dalle sue amicizie."
Conosceva bene la rivalità tra le due case, in particolare dovute alle partite di Quidditch e sapeva che Merida era una di quelle con cui spesso si scontrava. Le voleva bene, ma per quanto si sforzava era impossibile comprendere tutto quell'astio.
A lei non era mai importato della provenienza della casa di uno studente, avrebbe stretto amicizia con Merida anche se non fosse stata Grifondoro.
Era fatta così, riusciva sempre a trovare il lato migliore di ogni persona, ed era sicura che un tipo come Hans non meritava tutto quel pregiudizio, sembrava un ragazzo così buono e gentile.
A seguito di quel breve discorso, Jim si avvicinò alle due e si indicò, i suoi occhi azzurri si concentrarono in particolar modo su Merida "Sai, potrei anche sentirmi un pochino offeso."
L'interessata alzò gli occhi al cielo, mostrandogli un lieve sorrisetto "Oh, tu non conti Hawkins, sei il nostro Serpeverde speciale." enfatizzò le ultime parole facendo le virgolette con le dita, e Jim in tutta risposta le diede una leggera spintonata al braccio.
"Gentile come sempre, testa rossa"
"Ora non cominciate voi due" Hiccup si mise in mezzo per allontanarli "E' appena iniziato l'anno, ragazzi. Non causiamo altri problemi."
"D'accordo, mammina" lo prese in giro Jim, Merida trattenne una risata ed Hiccup sospirò, rivolgendo al gruppo un sorriso "Comunque, vi ringrazio."
"Dovere" esclamò l'amica, appoggiandosi alla sua spalla "Per rimediare...Potresti prestarmi i tuoi appunti di Storia della Magia?"
Vide lanciarle un'occhiataccia, immaginandosi la solita ramanzina.
"Merida..."
"Mi sono distratta!" esclamò, allargando le braccia.
"Di qualcosa che non sappiamo" rise Jim.
La Grifondoro lo fulminò con lo sguardo, poi tornò a fissare Hiccup con un' espressione imbronciata "Ti preeego, non puoi pretendere che sia già con la mente sui libri!" si giustificò, indicando poi l'amica "Lo avrei chiesto ad Anna, ma si è addormentata e..."
"Anna, che si addormenta?" ripeté stupito "Me lo sarei aspettato da te, non da lei."
"Ultimamente non sono molto in me" sospirò la Grifondoro, cercando di forzare un sorriso per non far preoccupare i suoi amici "Ma non agitatevi, sto bene! Insomma, a parte quel piccolo problema, va tutto alla perfezione!" Successivamente si guardò attorno, notando che gran parte degli studenti si erano già allontanati dal cortile "Direi che dovremo andare. Cosa abbiamo adesso?"
Merida ci pensò su, ma questo volta fu Jim a rispondere "Non avete lezione col professor Black?"
Le due Grifondoro si scambiarono uno sguardo.
"Per Merlino!" sbottò la rossa, afferrando per un braccio Anna e trascinandola via "Se arriviamo in ritardo ci crucia, questa volta me lo sento!"
"A dopo ragazzi!" urlò Anna, mentre si affrettava a mantenere gli stessi passi dell'amica. Jim ed Hiccup le osservarono in silenzio, finché non si scambiarono un'occhiata "A dire il vero, dovevamo andare in Sala Grande. Il preside doveva farci un annuncio" ridacchiò il Corvonero "Non finirai bene."
Jim alzò le spalle, affiancandolo nella camminata verso il corridoio "Che ci posso fare? Sono un Serpeverde cattivo."

 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~


Judy Hopps camminava fiera per i corridoi della scuola, salutando ogni tanto qualche suo compagno di casa o semplicemente dando una veloce occhiata per controllare la situazione. Tre anni fa era stata eletta prefetto, una carica che ambiva fin dall'inizio del primo anno, era sempre stata dedita alle regole e le piaceva avere questa responsabilità, occupandosi degli studenti e controllando che tutto andasse liscio.
Nonostante l'aspetto angelico era una delle ragazze più rispettare di tutta Hogwarts, merito della sua tenacia e del suo forte carattere, sapeva tener testa anche agli studenti più difficili.
Judy aveva una statura piuttosto minuta per una diciassettenne, spesso gli studenti più giovani la scambiavano per una loro coetanea. Due occhioni dalle sfumature viola, il colore naturale dei suoi capelli era castano, ma negli ultimi anni aveva provato a sperimentare vari tipi di colori, innamorandosi dell'argento. Li aveva lisci, lunghi fino alla schiena e le piaceva tenerli ordinati il più delle volte in due code basse.
Avrebbe dovuto raggiungere gli altri in Sala Grande ed accertarsi che tutti, compresi soprattutto quelli del primo anno, fossero presenti all'annuncio del preside, ma dopo un veloce giro nell'ala ovest, la sua attenzione venne attirata da due studentesse del terzo anno di Tassorosso in compagnia di un Serpeverde dell' ultimo anno. Normalmente non ci sarebbe stato nulla di male, ma purtroppo Judy conosceva fin troppo bene quel ragazzo da poter già presagire che avrebbe combinato qualche guaio. 
Così si era nascosta, cercando di prestare la massima attenzione al discorso.
"Sei sicuro che con questo potrò uscire con Erik Prince?" domandò speranzosa la brunetta.
"Assolutamente. E' garantito" confermò il ragazzo, mostrando fieramente la boccetta.
"Sei sicura? si intromise l'altra "Non è bello ficcarsi in queste faccende."
"La tua amica ha ragione" disse il Serpeverde "Ma pensa all'occasione di poter uscire con uno dei Tassorosso più ambiti dell'ultimo anno."
La ragazzina un po' titubante, fece per afferrare la boccetta, ma lui la allontanò, mostrandole la mano per indicare il compenso.
A quel punto Judy non resistette oltre e si affrettò ad interrompere quello scambio "Non dovreste essere in Sala Grande?"
Le due ragazzine sobbalzarono e dopo aver biascicato qualche frase sconnessa, chiesero scusa e si allontanarono dai due. Il Serpeverde alzò gli occhi al cielo, preparandosi psicologicamente ad un'ennesima discussione.
Con gli anni aveva imparato a conoscerlo fin troppo bene.
Judy incrociò le braccia e batté il piede, quasi come se si aspettasse una scusa.
"Nick.."
Lui le sorrise "Carotina."
La Grifondoro non poté fare a meno di sospirare: odiava quel soprannome, come odiava ogni volta dover interrompere le sue trattative per fregar soldi a qualche povero studente ingenuo. Lei e Nick si conoscevano ormai da parecchi anni ed era purtroppo uno di quegli studenti con cui doveva sempre scontrarsi almeno una volta a settimana.
Era più alto di lei, anche se per superarla non ci voleva molto, ma restava comunque bassino rispetto ai suoi altri compagni di casa. Aveva i capelli rossi, corti, qualche accenno di lentiggini sul volto, due occhi verdi ed un ghigno stampato sulle labbra ogni volta che si presentava l'occasione di fregare qualcuno.
"L'anno è appena iniziato e già ti vuoi mettere nei guai?"
Lui alzò le spalle, portando le mani in tasca "Che ci posso fare."
"Dovrei toglierti dei punti, lo sai" lo fissava, il suo sguardo, così come il suo tono di voce non sembrava arrabbiato, ma bensì deluso.
Sapeva delle potenzialità di Nick, spesso avevano fatto lezione in comune e nonostante dicesse a tutti che non gli importava, lo vedeva piuttosto abile in diverse materie.
"Non capisco perché continui a comportarti cosi, sei intelligente e te la caveresti molto bene se..."
"Credimi Judy, non mi serve la predica di prima mattina" esclamò con una punta di ironia. Si portò poi una mano al petto e le sorrise "Lo faccio per mantenere saldo il nostro rapporto. Io che combino guai e tu che mi soccorri. Così possiamo continuare ad essere amiconi fino alla fine dell'anno!"
Judy inarcò un sopracciglio, sorridendo appena "Tu ed io siamo... Amici?"
"Pensala come vuoi" si affrettò a dire "Ma tecnicamente tu non mi hai visto consegnare il filtro d'amore, mi hai interrotto prima."
"Però lo stavi per fare. Ti ho sentito." 
"Chi può dirlo!" il Serpeverde le diede una leggera scompigliata ai capelli "Andiamo, sii buona carotina. Come hai detto tu, è appena iniziato l'anno."
Judy si scostò immediatamente da lui e fece per parlare, ma improvvisamente venne interrotta da un'esplosione non molto distante da loro, seguito dalle urla di un ragazzo del secondo anno "Chi ha sostituito la mia bacchetta con una trabocchetto?!"
Si voltò di scatto e una volta constatato che il ragazzino non si sia fatto male, tornò a puntare i suoi occhietti viola verso Nick Wilde, ma una volta girata non lo vide più.
"Dovevo aspettarmelo" disse tra sé, immaginandosi anche il complice di quella spiacevole faccenda. Si sarebbe anche messa alle calcagna di quei due, se solo non avesse udito Belle chiamarla lungo il corridoio.
Più distante, ormai lontano dagli sguardi accusatori della giovane Grifondoro, Nick rivolse un'occhiata complice al suo amico "Grazie per avermi coperto, Frost."
"Di nulla" ridacchiò lui, affiancandolo lungo il corridoio "Mi tenevo quella bacchetta trabocchetto dalla scorsa estate, prima o poi avrei dovuto usarla."
"A proposito..." disse Nick "Sei sparito da questa mattina, già con la mente sul Quidditch?
Quella frase fece sbuffare non poco il Serperverde "Non credo quest'anno ci sarà. Peccato, avrei voluto soffiare la coppa a Grifondoro questa volta."
"La squadra di Waialiki vi ha dato del filo da torcere l'anno scorso" ammise Nick.
Lui non era mai stato un gran appassionato di Quidditch, trovava molto più stimolante le scommesse che si tenevano ad ogni partita. Jack in passato aveva tentato di spronarlo ad unirsi alla squadra; al contrario suo, lui amava quello sport più di ogni altra cosa e giocava come portiere, mettendocela sempre tutta per far vincere la sua casa.
"Oh lo so" sospirò l'altro, portandosi una mano sui capelli scuri "Merida ed altri Grifondoro ce l'hanno ancora con me per aver colorato i loro capelli durante la consegna della coppa."
Nick lo fissò stupito "Allora sei stato tu."
"E chi altri?"  rise Jack, sorpreso che lui non ne fosse a conoscenza "Un piccolo scherzetto tra due case rivali è normale."
L'amico inarcò le sopracciglia "Mi stupisce che tu sia riuscito a sopravvivere."
"Corro molto veloce" ammise divertito "E la stanza delle necessità ha aiutato."
L'anno scorso aveva perso per un soffio la coppa, accontentatosi comunque del secondo posto, ma questo lo aveva spronato a fare qualche scherzetto in più alla casa vincitrice, attirando su di sé la furia di molti giocatori.
Non scorreva mai buon sangue tra Serpeverde e Grifondoro, e di sicuro Jack non si impegnava ad attenuarla. 
"Sai..." iniziò lui "Ho ascoltato una conversazione poco fa tra gli insegnanti, per pure caso."
"Immagino" Nick non riuscì a trattenere una risatina, chiunque conosceva un minimo Jack capiva subito che per lui ascoltare, era sinonimo di origliare.
Era una vera calamita per i guai, ed era stato proprio questo a farli diventare amici al primo anno. Quando entrambi erano finiti in punizione per uno scherzo ad un professore.
"E posso essere informato o mi terrai sulle spine?" domandò. Non era particolarmente curioso, ma tutto sommato non aveva nulla di importante da fare.
A parte l'imminente riunione.
Sul volto dell'amico si formò un sorrisetto "Non voglio rovinarti la sorpresa, tra poco lo scoprirai" aumentò dunque il passo verso il corridoio "Ho idea che quest'anno ci si divertirà parecchio!"

 

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ANGOLO AUTRICE:
Erano secoli che non sbucavo nel fandom di Frozen, avevo questa idea in mente da parecchio, e mentre settimana scorsa ascoltavo gli audiolibri di Harry Potter alla fine ho pensato "Ma si dai, ci provo".
Inizialmente volevo scrivere una serie di One shot su Anna e altre storie nel mondo di HP, ma alla fine ho optato per unirli in una long con una trama più lunga.
Scrivere di Anna sarà una sfida, ho scritto pochissimo di lei e mi piace come personaggio, comunque non sarà la sola importante, le storie si intrecceranno.
I primi capitoli saranno comunque un'introduzione ai vari personaggi, all'atmosfera e spero di non farla troppo lunga ma spero davvero che vi piaccia.
Sarei curiosa di sapere le vostre opinioni, e se per ora vi sono sembrati abbastanza IC.

Metto una piccola lista per chi magari non è afferrato con la moltitudine di personaggi:

Bunnymund ("Calmoniglio" in italiano) e Jack Frost sono due personaggi del film "Le Cinque Leggende". Ovviamente qua Bunny è umanizzato, stessa cosa per Nick e Judy.
Nick e Judy sono i protagonisti del film "Zootropolis" . Spero di non essere l'unica nel vedere Jack e Nick come buoni amici, entrambi a combinare guai e darsi una mano.
Moana è la protagonista di Oceania. So che in italiano è Vaiana, ma trovo il nome originale più bello e non riesco proprio a chiamarla in nessun altro modo.
Gaston e Belle fanno parte del film "La Bella e la Bestia".
Jim Hawkins è il protagonista del film "Il pianeta del tesoro". Penso che la casa Serpeverde gli si addica abbastanza, anche se a dire il vero lo immagino anche per Grifondoro.
Hiccup Haddock è il protagonista di "Dragon Trainer".
Merida è la protagonista del film "Brave".
Per i personaggi di Frozen beh...Ho messo la fic in questo fandom perché Anna, almeno all'inizio, sarà quella principale, anche se alla fine saranno molti personaggi importanti ai fini della storia.
Vi avverto che ci saranno molti collegamenti con altri film, i personaggi non mancheranno e spero di renderli tutti IC, cerco anche di collegarmi al canon dei loro rispettivi film, ovviamente adattandoli al mondo di HP. Ovviamente non metterò tutti i personaggi subito, alcuni hanno necessità di sbucare dopo, c'è chi sarà più importante e chi farà solo qualche comparsata.
Per le coppie le rivelerò col tempo, anche perché per alcune sono ancora indecisa u.u
Avrò scritto questo capitolo un sacco di volte, temo sempre che non possa interessare ma purtroppo prima di avvicinarsi al vivo della storia ci vorranno ancora diversi capitoli.



NB: Jack Frost in questa fic ha i capelli scuri com'erano in origine nel film, prima che diventasse Guardiano. 


~Un abbraccio~

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Capitolo 2
*** Il Torneo Tremaghi ***


PS: purtroppo questo capitolo è uscito più lungo.
Dal prossimo saranno decisamente più corti, ve lo prometto. Scusate ancora!
 
 

Cap 2: Il Torneo Tremaghi 

 

  

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"Merida aspettami!" Aveva urlato Anna mentre tentava di afferrare il braccio della sua amica, ma l'altra aveva accelerato così velocemente da abbandonarla lungo il corridoio. Merida a quel punto girò l'angolo e si avviò verso l'aula di Difesa contro le Arti Oscure, sperando con tutta se stessa di non ricevere un ulteriore ramanzina da parte del professor Pitch. 
Purtroppo Anna non era mai stata una tipa atletica, anzi, non amava particolarmente nessuno sport, tranne il Quidditch, ma questo solo per sostenere le sue amiche. Così dovette fermarsi qualche istante per riprendere fiato o arrivare in ritardo sarebbe stato l'ultimo dei suoi problemi.
"Io...Non...S...sono fatta...Per q...queste cose..."disse tra un sospiro e l'altro. Appena rialzò lo sguardo vide di fronte a sé Orazio e Gaspare, i due custodi della scuola.
Gaspare, il più alto tra i due, la squadrò dal capo ai piedi, evidentemente seccato il solo vedere degli studenti in circolazione a quell'ora. Orazio, più basso e tozzo, si limitava a fissarla incuriosito tenendo tra le mani un mezzo panino.
"E tu che ci fai ancora qui?" domandò seccato Gaspare.
"Ecco..." la giovane drizzò la schiena e forzò un sorrisetto "Stavamo andando a lezione giusto adesso!"
Non gli lasciò il tempo di rispondere che iniziò una delle sue lunghe spiegazioni "Sì lo so, siamo in ritardo e non dovevamo, il professor Black è così severo, forse il più severo di tutti. Oh, ma non glielo dica, si arrabbierebbe ancora di più! Già mi assegnerà dei compiti extra per non essere arrivata in tempo, e magari anche per essermi fermata qui a parlare con lei. E poi.."
"Ehi ehi" la fermò l'uomo "Ragazzina, non ti ho chiesto la storia della tua vita!"
Anna serrò di scatto le labbra, sorridendo imbarazzata.
"Non si corre in questo modo, così farai dei danni e poi IO dovrò pulire!" borbottò ancora Gaspare "E poi non dovresti essere da...ehm..." si fermò per pensare effettivamente al luogo dell'incontro, dato che nemmeno lui se ne ricordava.
"Alla Sala Grande. Il preside parlava di una riunione urgente" continuò Orazio, ricevendo un'occhiataccia da parte del collega.
"Ed è quello che stavo per dire!" 
Passarono diversi secondi in silenzio, poi finalmente Anna si ricordò di quella fantomatica riunione e si batté un colpetto in testa "Giusto! Che sciocca!"
"CHE FORTUNA!" gridò una voce oltre il corridoio. Anna e i custodi si sporsero quanto bastava per vedere Merida sbucare dall'aula con un raggiante sorriso "Oggi siamo in anticipo! Non è nemmeno entrato il professore!"
Gaspare diede un'occhiataccia ad Anna, facendole cenno col capo di andarsene "Ora fila"
"Sissignori!" lei non se lo fece ripetere due volte e raggiunse la sua amica, sussurrandole la notizia mentre la trascinava via dal quell'aula.
Inutile dire che l'altra non la prese bene.
"Io Jim lo uccido!" 
Sorpassarono i due custodi e si affrettarono a raggiungere la Sala Grande, sperando che la riunione non fosse già iniziata.
"Secondo me sei troppo severo con loro..." mormorò Orazio.
In risposta Gaspare gli diede un colpo alla testa e gli rubò il panino dalle mani "E tu sei troppo rammollito!"




 

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La Sala Grande era grandiosa come al solito, addobbata con i colori delle quattro case e piena di luci e candele. Quando tutti si erano riuniti ai loro posti, il Preside Nicolas Nord si alzò e finalmente prese parola. Era un omone alto, robusto e con una lunga barba bianca. Molti lo associavano alla figura di Babbo Natale, una credenza famosa tra i babbani, ed anche se ad un primo impatto poteva risultare un po' minaccioso per via della grande stazza, era una delle persone più buone e gentili di tutta Hogwarts.
"Grazie a tutti per essere qui" iniziò col suo strano accento "Mi spiace aver interrotto lezione, ma sono certo che notizia potrà risollevare morale di tutti."
Una serie di mormorii si diffuse nella sala, mentre Hiccup cercò con la coda dell'occhio Anna e Merida al loro tavolo, senza vederle. Si scambiò un veloce sguardo con Moana Waialiki, molto amica di entrambe, lei si guardò attorno e scosse il capo, immaginando che probabilmente si fossero distratte come a loro solito. Conoscendole, potevano addirittura essersi dimenticate della riunione.
Ma prima che Nord riprendesse il discorso, un tremendo cigolio attirò l'attenzione di quasi tutti i presenti, Hiccup voltò lo sguardo e vide le porte della Sala Grande spalancarsi, la testa di Anna sbucare timidamente e dopo un breve silenzio imbarazzante, forzare un sorriso a trentadue denti, mormorando una serie di scuse talmente a bassa voce che a stento le sentiva Merida, accanto a lei.
Alcuni insegnanti, Bunnymund compreso, sospirarono pesantemente, mentre Nord non poté fare a meno di trattenere una risata.
"Scusate, scusateci! S_scusateci tanto! Eheh...Ops! S_scusate!" Anna continuò la cantilena fino a quando raggiunse il suo posto di fianco a Moana, seguita da una Merida altrettanto imbarazzata, ma che cercava comunque di nascondere il suo umore mostrando un sorrisetto forzato e setacciando il tavolo Serpeverde alla ricerca di Jim. Lo vide proprio accanto a Jackson Frost, un altro studente che conosceva bene in seguito alle diverse partite di Quidditch e ai pessimi scherzi che si facevano ogni tanto.
Una volta seduta, Anna prese un lungo respiro, notando anche gli occhi di Hans puntati su di lei e cercò di nascondere l'evidente rossore delle sue guance. Merida nel frattempo rimase ancora in piedi, socchiuse gli occhi e fece cenno a Jim che l'avrebbe pagata.
Purtroppo non fece in tempo a vedere una risposta dato che Judy la tirò subito giù per un braccio, consigliandole di smetterla: le mancava solo un'altra discussione nel bel mezzo di un discorso del preside.
Una volta passato quel momento imbarazzante, Nord riprese a parlare "Dunque. Ora che ci siamo tutti..." lanciò una breve occhiata alle due Grifondoro "Possiamo continuare discorso..." si fermò "Purtroppo questo anno niente coppa di Quidditch."
Un brusio si fece largo tra la folla e alcuni studenti, per lo più giocatori o grandi appassionati dello sport, iniziarono a lamentarsi sempre più rumorosamente, dal momento che molti speravano in una bella rivincita contro la sconfitta subita da Grifondoro l'anno scorso.
Moana guardò con la coda dell'occhio i suoi compagni di squadra e sospirò rassegnata, lei amava moltissimo il Quidditch: era grazie a quello sport che aveva potuto stringere così tanto i rapporti con Merida e gli altri Grifondoro. Al tempo fu anche parecchio sorpresa di essere stata scelta come capitano della squadra, soffiando il posto ad Ercole, il battitore migliore del loro team.
Fortunatamente Nord riprese a parlare prima che qualche indignato iniziasse ad alzare la voce "Ma non preoccupatevi. Questo anno sarà particolare" si fermò un attimo, attirando nuovamente gli sguardi incuriositi di tutti gli studenti "Hogwarts è stata scelta per ospitare grande competizione internazionale, famoso Torneo Tremaghi!"
Ed ecco che i bisbigli si fecero nuovamente risentire, ma questa volta erano carichi di entusiasmo, in particolare tra gli studenti dell'ultimo anno.
Al tavolo Serpeverde, Nick rivolse a Jack un'occhiatina "La grande sorpresa, eh?"
Lui non aveva mai sentito parlare di questo famoso Torneo, ma a giudicare dall'espressione di alcuni compagni sembrava una cosa molto importante.
Sorrise. Forse avrebbe potuto trarne un vantaggio.
"Per chi non fosse a conoscenza. Torneo Tremaghi è gara tra scuole di magia nata molti secoli fa" passò lo sguardo ai vari tavoli di ogni casa "Obbiettivo è rafforzare amicizia tra scuole. So che alcuni di voi scioccati, perché gara era stata abolita molti anni fa dopo ennesimo decesso" a seguito di quell'ultima frase, uno strano silenzio si era propagato nella sala "Per cui pensate bene ad iscrivervi, Torneo non sarà per nulla facile. Non bisogna prendere alla leggera" disse, dopo un ennesimo e breve silenzio, riprese il discorso "Questa settimana dovremo accogliere studenti e professori di altre due scuole: Beauxbatons e Durmstrang! Nostri ospiti rimarranno per tutto anno. Mi auguro dimostrate vostra ospitalità, trattandoli al meglio."
Moana notò l'espressione di Anna cambiare improvvisamente, quasi come se la notizia di quelle scuole l'avesse sconvolta.
"Ultima cosa: per vostra sicurezza, Ministero ha indetto che potranno partecipare solo studenti di ultimo anno."
Nick scosse il capo "Tzè, neanche morto ci provo!" ma Jack, seguito da Jim ed altri Serperverde, non sembravano della stessa opinione. In particolare quel montato di Gaston.
"Questo è tutto" concluse sorridente Nord, allargando le braccia per far cenno agli studenti di alzarsi "Potete andare ora, lezioni vi attendono."
Successivamente la sala si riempì di chiacchierii e una serie di frastuoni provocati dalle sedie. Anna era rimasta seduta più del dovuto senza seguire gli altri compagni Grifondoro alla prossima lezione, aveva continuato a stare nella stessa posizione, guardando un punto impreciso del tavolo.
Moana si chinò verso di lei e la scosse leggermente sulla spalla "Ehi, tutto bene?"
Quel tocco sembrò risvegliarla da tutti quei pensieri. Rivolse uno sguardo all'amica e successivamente a Merida, che le raggiunse, dopo di ché forzò un debole sorriso e si allontanò, dicendo a loro che aveva delle cose da sbrigare.
Moana la seguì con lo sguardo e dopo averla persa di vista nella fila di studenti per l'uscita, prese a parlare "E' successo qualcosa? Che le prende?"
Merida sospirò "E' complicato. Anna ha una gemella che frequenta la scuola di Beauxbatons e.."
"Un momento!" la fermò, la sua espressione si fece dubbiosa "Sorella? Da quando?"
"Da sempre. Solo che Anna non ne parla, o almeno..." le si avvicinò, quasi come per sussurrarle il segreto "Non si vedono da anni, lei sta sempre a scuola, anche durante le vacanze."
Moana sembrò non capire "Perché?"
Merida rispose alzando le spalle e spostando lo sguardo verso altri studenti "E chi lo sa..."
In effetti, Anna non le aveva mai rivelato il motivo di quell'allontanamento.
Le aveva raccontato semplicemente che sua sorella Elsa smise di parlarle fin da bambine e non aveva mai saputo il motivo. Merida ricordava di averla vista solo in vecchie foto e all'apparenza le era sempre sembrata una ragazza normale, non riusciva proprio a comprendere questo astio verso una persona buona come Anna, motivo per cui aveva sempre preferito evitare il discorso. Anche perché conoscendosi, non si sarebbe fatta sfuggire un commento poco felice, vedendo come Elsa la faceva soffrire.
"Non so se è un bene che sua sorella venga ad Hogwarts" sbuffò.
A lei non andava giù l'idea di vedere nuovamente la sua migliore amica di pessimo umore e sapeva che con la presenza di Elsa, Anna avrebbe cercato in ogni modo di attirare la sua attenzione, fallendo ancor prima di iniziare.
Moana non parve della stessa opinione "Una persona non smette improvvisamente di parlarti senza un vero motivo, non ti pare?"
A differenza delle altre, lei era figlia unica, quindi non poteva comprendere appieno i sentimenti di Anna, ma voleva essere positiva e forse questo Torneo sarebbe stata una buona occasione per poter far riappacificarsi.
Merida sbuffò nuovamente, soffiandosi via qualche ciuffo dalla fronte, evidentemente non la pensava al suo stesso modo "Come ti ho detto, non so molto" ma non fece in tempo a voltarsi per prendere la sua roba che la voce di Jack immobilizzò entrambe.
"Peccato che non ci sia il Quidditch! Avrei voluto ancora vedere le vostre bellissime chiome arcobaleno!" disse con una lieve risata, spettinando amichevolmente i loro capelli. 
"Simpatico come sempre, Frost" si lamentò Moana.
"Scommetto che ti brucia ancora la sconfitta!" Merida gli lanciò un'occhiatina trionfante, portando le mani ai fianchi. Jack, in tutta risposta, finse una stretta al cuore con la mano destra, mentre con l'altra sembrò tener qualcosa dietro la sua schiena "Così mi ferisci rossa. Pensavo fossimo amici!"
"Gli amici non si umiliano di fronte a tutta la scuola."
"Dai, non fare la permalosa. Secondo me il blu ti donava!" successivamente puntò gli occhi chiari su Moana, tirando fuori un sorrisetto dispiaciuto "Non posso dire lo stesso di te col verde, mi spiace."
"Quanta gentilezza, Jack..." si limitò a dire l'altra.
"Coraggio, lo sapete che mi piace stuzzicarvi, ma in realtà vi voglio bene."
"Noi no" rispose schietta Merida, anche se dall'espressione degli altri due non parve così convincente. Jack amava fare gli scherzi, lo aveva conosciuto proprio durante la preparazione di uno di quelli al primo anno. Erano diventati buoni amici, ma con gli anni nuove amicizie ed attività li avevano separati. Ad aggravare il loro rapporto era stato anche il Quidditch: entrambi si erano appassionati così tanto che la competizione aveva sempre avuto la meglio, incentivando anche la moltitudine di scherzi tra le due case.
Un po' le dispiaceva non essere più amica sua come prima, ma quando quei pensieri prendevano il sopravvento, Jack subito rimediava con uno dei suoi stupidi scherzi e di colpo ogni senso di colpa svaniva.
"Quindi... Possiamo sotterrare la bacchetta di guerra e magari in onore della nostra amicizia, potresti prestarmi gli appunti di Aritmanzia?" detto ciò, finalmente fece mostrare da dietro la schiena la sacca di Merida con all'interno i libri per la prossima lezione. La rossa si stupì per non essersene accorta e immediatamente si gettò verso di lui, strappandogli la borsa dalle le mani "Non ci provare! E poi perché chiedi a me gli appunti?!"
Jack la guardò beffardo, portandosi poi le mani in tasca "Hai ragione. In effetti sei anche peggio di me in quella materia."
A quel punto lei tirò fuori la bacchetta dalla tasca della tunica e fissò il ragazzo con uno strano luccichio negli occhi "Conto fino a tre Jack, poi ti rovino... Uno... Due..."
"Okay okay me ne vado!" esclamò, scattando verso il suo gruppetto di amici.
Merida lo vide scappare e una piccola idea le balzò nella mente. Si guardò prima attorno, sperando non ci fossero altri insegnanti, ma per fortuna c'era solo il professor Tuck: l'insegnante di Erbologia. Era un uomo dall'aria sempre solare, calvo, ben robusto e direttore della Casa Tassorosso. Lo vedeva parlare con alcuni ragazzini del secondo anno e comunque era troppo distante per poter accorgersene in tempo.
Si strinse le spalle ed agitò nuovamente la bacchetta per lanciare l'incantesimo, ma in quel momento sentì appoggiare una mano sulla sua spalla. Appena si voltò vide Moana fissarla seria "Non farlo."
Merida forzò un sorriso innocente, ricordando all'amica l'atteggiamento di Jack poco prima "Dai, sarebbe solo uno scherzo..." 
"Non fare come lui" disse schietta.
"Ma..."
"Sii più matura" Moana sembrava nettamente più calma rispetto a lei. Non che trovasse gli atteggiamenti di Frost divertenti, ma quello scherzo sarebbe stato preso come una sfida e in breve tempo sarebbe potuta scoppiare una vera e propria faida. L'ultima cosa che voleva era abbassare ulteriormente i punti della sua casa per colpa dell'impulsività della sua amica. Le teneva fermo il braccio e dopo diversi secondi, finalmente la vide rilassare le spalle e annuire debolmente.
"D'accordo. Sarò più matura" disse piano, senza nascondere il broncio.
Moana poté tirare un sospiro di sollievo. Per fortuna lei era una delle poche, assieme ad Hiccup, a riuscire a frenarla. Anche Judy dettava un certo potere di persuasione, ma solo perché sapeva essere ancora più cocciuta e testarda di lei.
Non avrebbe mai voluto assistere ad un litigio tra loro due.
Lanciò una breve occhiataccia a Jack che inaspettatamente sembrava essersi tranquillizzato, lo vedeva chiacchierare amichevolmente con due suoi compagni di casa, Nick e Eugene. 
Ma stranamente lo sguardo furbetto del ragazzo attirò nuovamente la sua attenzione. Jack parlava con Eugene, posando successivamente i loro sguardi su Merida. La vicenda la insospettì parecchio.
"Io ora vado, devo passare a restituire un libro in biblioteca" Moana la vide aprire la sua sacca per cercare l'oggetto in questione ed improvvisamente collegò i puntini, purtroppo non fece in tempo ad avvertirla che dell'acqua gelida le esplose in faccia, bagnandola completamente dal capo ai piedi.
Si propagò uno netto silenzio.
Sia lei che Merida erano in uno stato pietoso. Rimasero ferme nella loro posizione, con gli occhi sgranati, braccia aperte, capelli e tunica completamente infradiciati e un'espressione sconvolta in viso. Per fortuna c'erano ben pochi studenti nella sala, ma da quell'esplosione era ben sicure che presto ne sarebbero arrivati altri, incuriositi.
E loro sarebbero finiti nei guai.
"Che sta succedendo qui?!" urlò Il professor Tuck, dando un'occhiata al macello combinato.
Moana si scambiò uno sguardo con Merida e successivamente spostò la sua attenzione su Jack. Non lo vedeva divertito come a suo solito, forse perfino lui aveva capito l'enorme guaio in cui si era appena cacciato.
Non l'avrebbe passata liscia, non questa volta.
Puntò nuovamente l'attenzione sulla compagna, ma non si disse nulla, bastò quel semplice sguardo per capire cosa fare.
Al diavolo i punti della casa.
"Vai" sussurrò, mentre riduceva gli occhi a due fessure.
Merida annuì ed alzò la bacchetta, voltandosi minacciosamente verso il gruppetto "Non riderai più Frost quando dovrai vomitare lumache!"
"Ehi ascolta, non pensavo fosse così forte!" disse Jack, cercando di soffocare le risate nel vedere entrambe le Grifondoro ridotte in quello stato. 
Era davvero dispiaciuto, ma le loro espressioni non gli permettevano di scusarsi come si doveva.
Ma più Merida si avvicinava a lui, più il suo sorrisetto si faceva meno spavaldo. Tentò di boccheggiare qualcosa, ma l'altra sembrò non ascoltarlo minimamente. Anche Moana tirò fuori la bacchetta, avvicinandosi a loro, probabilmente con l'intenzione di bloccarlo per impedirgli di scappare e far lanciare all'amica quella fattura.
"Morirai" sussurrò Eugene, allontanandosi di qualche passo da lui per sicurezza.
"Non credo che questa volta ti aiuterà la stanza delle necessità" aggiunse Nick.
Era dispiaciuto per il suo amico, ma in effetti se l'era cercata.
Aveva stuzzicato le Grifondoro sbagliate. Dopo Judy, erano quelle che lui temeva maggiormente di scontrarsi.
Jack si sentì davvero in trappola: questa volta sarebbe morto sul serio.
Poi, come se Merlino avesse ascoltato le sue suppliche, le urla del professor Tuck distrassero le due ragazze abbastanza a lungo da potergli permettere di scappare.
"Signorina Waialiki, signorina Dumbroch! Dove pensate di andare?"
"Addio!" urlò Jack, fuggendo così veloce che perfino Nick si stupì della sua agilità.
"Oh no tu non scappi!" Merida con uno scatto rimase alle sue calcagna, lasciando Moana da sola con l'insegnante. Tra le due, lei era decisamente quella più diplomatica, mentre Merida aveva sempre preferito un approccio diretto. La ramanzina l'avrebbe ricevuta volentieri più tardi: doveva fermare Jack e fargliela pagare prima che si rintanasse ai sotterranei. Questa volta aveva superato ogni limite.
Quando ormai i due si furono allontanati, Nick si rivolse nuovamente a Eugene "Dieci galeoni che questa volta la Dumbroch lo manda in infermeria."
"Ma non siete amici?" domandò l'altro, tirando fuori i soldi.
L'altro si strinse le spalle "E quindi? Siamo amici, ma sono realista."




 

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Finite le lezioni, Hiccup aveva varcato l'entrata della Sala comune di Corvonero, dove vide diversi gruppetti di studenti intenti a parlare ancora di quella notizia. Era sicuro che fino all'arrivo delle due scuole se ne sarebbe discusso ancora per molto.
Vide Belle leggere un libro accanto al focolare, e forse per evitare di dover ancora parlare di quella gara decise di farle compagnia. Almeno avrebbe conversato su qualcosa che non fosse il Torneo Tremaghi.
"Ehi" salutò e le si sedette accanto, ma non fece in tempo a parlare che subito Belle iniziò la discussione:
"Allora, che ne pensi del Torneo?"
Lui inarcò un sopracciglio "Anche tu? Sul serio?"
La Corvonero alzò le spalle e chiuse leggermente il libro "E' parecchio interessante, e poi mi piace l'idea di vedere nuovi studenti. Se fossi rimasta in Francia con mio padre sarei andata a Beauxbatons, per questo sono così curiosa."
Hiccup le sorrise: ormai conosceva Belle da diversi anni dato che fu una delle prime della sua casa con cui fece amicizia "Allora sei giustificata."
"Vivevi in Norvegia prima di trasferirti qui, giusto? Avrai frequentato il primo anno a Durmstrang, quindi."
"Si. Dopo..." ma in quell'istante si fermò, indeciso o meno se continuare a parlarne "...Dopo la vicenda di mia madre, gli affari per mio padre non andarono bene. Avevamo bisogno di ricominciare una nuova vita da un'altra parte. La Scozia sembrava perfetta."
Belle gli posò una mano sulla spalla e gli mostrò un sorriso rassicurante. Lei era una delle poche a conoscenza di quello che la sua famiglia dovette passare. Anche se non sapeva completamente la storia, aveva sempre preferito cercare di evitare di parlarne dato che questo sembrava farlo soffrire ogni volta. 
Oltre a lei solo Merida ed Anna ne erano al corrente.
"Scusa, non avrei dovuto tirar fuori l'argomento."
"Ehi non preoccuparti, posso parlarne" le sorrise Hiccup, ma l'altra non sembrò comunque convinta e fece per cambiare discorso quando un altro compagno si unì a loro.
"Eccomi Belle, scusa il ritardo!" si affrettò a dire il ragazzo, sedendosi accanto ai due e solo allora accorgersi della presenza di Hiccup "Oh, ciao amico!"
"Ciao Guy" lui forzò un debole sorriso che tuttavia non riuscì a nascondere l'umore di poco fa, tanto che perfino l'altro se ne rese conto e rivolse poi uno sguardo alla ragazza "E' successo qualcosa?"
"Niente di importante" disse frettolosamente la giovane "Tu piuttosto, dov'eri finito? Dovevamo vederci per studiare Erbologia."
Guy arrossì appena, cercando di sviare il suo sguardo "Lo so, ma vedi...Mi sono visto con Hip per una cosa e..."
"Ah...Capisco" Belle si portò una mano sulla bocca per trattenere una risatina, cosa che fece ulteriormente imbarazzare l'amico "Quando le chiederai una volta per tutte di essere la tua ragazza? Alla riunione dei trent'anni?"
"Spiritosa..." la stuzzicò lui "Ci vuole tempo!"
Lei guardò Hiccup, per poi tornare a fissare Guy "D'accordo. Ma non metterci una vita come un'altra persona di mia conoscenza. Le persone non aspettano in eterno."
I due rimasero in silenzio, scambiandosi una fugace occhiata.
"Cosa intendi?" chiese ingenuamente Hiccup.
"Nulla, testone" si limitò a dire Belle.
Il suo amico era un ragazzo molto intelligente, ma non poteva dire lo stesso per le faccende d'amore.
Le scappò una risata nel vedere le espressioni dubbiose dei suoi due amici, così per uscire da quella situazione tentò di cambiare discorso. Si guardò attorno, dando un'occhiata a tutti gli studenti in Sala Comune "Non siete nemmeno un po' curiosi per questo Torneo?"
Hiccup annuì, seguito a ruota da Guy "Certo che lo sono. Ma non capisco perché parlarne in continuazione! Tanto inizierà verso Ottobre!" 
Belle sbuffò divertita, aprendo nuovamente il libro per riprendere la lettura "Che noioso che sei, Hiccup."
"Ah si?" la guardò "Questo noioso probabilmente parteciperà!"
La notizia attirò nuovamente l'attenzione dei due ragazzi e Belle non poté fare a meno di posare il suo libro e alzare di scatto il capo verso di lui.
"Dici sul serio?" domandò stupito Guy.
Hiccup si limitò a fare le spallucce "Mio nonno vinse un'edizione quando era giovane, quindi mio padre vorrebbe che partecipassi e..."
"E tu devi sempre fare quello che ti dice tuo padre?" dallo sguardo la ragazza non sembrava per nulla favorevole.
"E' una situazione difficile..." si limitò a dire "Mio padre vuole che mi faccia...Valere. Vuole che dia fiducia."
"Lo so. Ma non devi rischiare tu per questo" esclamò Belle.
"Ha ragione" la soccorse Guy "Se vieni scelto non ti potrai di certo cambiare idea!"
Lui li fissò incerto "E' complicato."
"E' pericoloso" disse schietta la ragazza "Davvero Hiccup, pensaci bene. Non sarà facile."
Lui si passò una mano sulla nuca e sospirò "Avrò tutto il tempo per pensarci. Ma sinceramente, se non fosse per la mia famiglia, non so se lo farei."
"E allora non farlo" concluse poi Belle "Ti puoi far del male sul serio. E ti prego..." si chinò leggermente verso di lui "Frena Merida: le ho già visto brillare gli occhi alla notizia del Torneo" detto ciò riprese in mano il libro ed iniziò a sfogliare velocemente le pagine "Quella ragazza è così impulsiva..."
A quelle parole Hiccup dovette trattenere una risata. Aveva notato anche lui il sorriso di Merida non appena il preside aveva annunciato la gara ed era assolutamente convinto che avrebbe partecipato, probabilmente con l'intenzione di dimostrare il suo valore.
Amava le sfide e di sicuro per un Torneo simile non si sarebbe limitata ad essere solo una spettatrice. E questo fatto, tuttavia, fece spegnere pian piano il suo sorriso e a farlo preoccupare sul serio.



 


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"Quell'idiota..." aveva borbottato Moana mentre camminava a passo svelto lungo il corridoio, si era passata una mano tra i capelli fradici sotto gli sguardi divertiti di alcuni studenti. Probabilmente Eugene aveva diffuso la notizia di quella specie di bomba d'acqua nella Sala Grande e inoltre il suo pessimo stato di sicuro non incentivava il silenzio.
Il professor Tuck si era limitato a farle un bel discorsetto e dopo avergli spiegato che la colpa non era sua e di Merida, ma di quel tonto di Jack Frost, l'insegnante le disse che se ne sarebbe occupato lui stesso.
Ma Moana sapeva che Tuck non era un tipo così severo. Fosse stato per il professor Bunnymund, Jack probabilmente avrebbe aiutato Ralph, il custode delle chiavi di Hogwarts, per tutto l'anno, con ovviamente l'obbligo di fare i lavoretti più rognosi.
Non scorreva buon sangue tra lui e Bunnymund, merito soprattutto del giovane Serpeverde che sembrava voler concentrare la maggior parte degli scherzi in sua presenza, quasi come se lo facesse di proposito. Forse era proprio per questo che non si sarebbe mai aspettata uno scherzo simile in presenza del professor Tuck.
Sperava davvero che Merida gli lanciasse quella fattura: per una volta sarebbero state loro a fargliela pagare per i suoi stupidi scherzi infantili.
Nel frattempo, un paio di ragazze del quinto anno la osservavano senza smettere di ridacchiare. Moana le fulminò con lo sguardo quanto bastò per farle allontanare il più in fretta possibile.
Oggi non era decisamente giornata.
"Nuovo look?"
Si voltò talmente veloce che con i capelli colpì in faccia il povero Jim. Vedendolo poi arretrare e starnutire però, non riuscì a trattenere una risata "Scusa, non l'ho fatto apposta!" 
"Sei una pessima bugiarda" mormorò il ragazzo, asciugandosi la faccia.
"Ti serva da lezione: non si sbuca alle spalle delle persone."
"Sei tu che ti sei spaventata, coraggiosa Grifondoro" la punzecchiò lui, dopodiché la squadrò, cercando poi di soffocare una risata "Dimmi, come..."
"Frost..." sospirò secca.
"Immaginavo" Jim si passò una mano sul viso, sviando lo sguardo per non dover ridere ulteriormente "Tu e la Dumbroch siete le sue vittime preferite, dovreste fare qualcosa."
"Ho liberato la bestia rossa" disse seria, incrociando le braccia "Mi auguro gli stia lanciando qualche fattura per farlo smettere."
"Crudele... Mi piace!" disse divertito, appoggiandosi con la schiena contro il muro "Allora... A parte questo spiacevole, ma divertente incidente..." cercò di ignorare l'occhiataccia della ragazza e continuò "Tu parteciperai?"
Quella domanda la prese di sorpresa. Lo stupido scherzo di Jack le aveva fatto dimenticare completamente il Torneo Tremaghi. In effetti, dopo che il preside lo annunciò, tra l'incidente con l'acqua e la storia di Anna, non ci aveva minimamente pensato.
Tornò poi a fissarlo, forse in parte sospettosa "E tu?" chiese, avvicinandosi.
Jim rispose al suo sguardo "Te l'ho chiesto prima io."
"E io te lo chiedo adesso." 
Lui si strinse le spalle "Certo che partecipo."
"Non hai paura dei rischi?" 
"Ancora meglio, non credi? E poi..." per un breve istante sembrò davvero pensarci su, come se ci fosse dell'altro "...Potrebbe servire."
L'espressione della ragazza si fece più curiosa "Cosa intendi?"
Ma Jim sembrò ignorarla questa volta "Ora tocca a te."
Moana era tentata di incalzare, ma con gli anni aveva imparato a conoscerlo abbastanza bene da capire che non sarebbe servito a molto.
Nonostante il pessimo rapporto con molti Serpeverde, si trovava sempre bene con lui, avendo anche parecchi interessi in comune tra cui il Quidditch. Stranamente era stato proprio Jim a consigliarle di partecipare alle selezioni, notando un giorno come era riuscita a schivare un bolide gettato al di fuori del campo.
"Coraggio!" continuò allora ad insistere.
Moana fece per rispondere, quando la sua attenzione venne attirata da una ragazza dai lunghi capelli biondi intenta a parlare col preside. Vista la distanza non poté sentire la discussione, tuttavia la sua espressione sembrava tutt'altro che tranquilla. Nord le aveva posato le mani sulle spalle, dicendole qualcosa, forse per farla calmare.
Si era concentrata così involontariamente in quella scena che aveva attirato pure l'attenzione dell'amico, che si era voltato anche lui per osservare i due discutere.
"La conosci?"
La Grifondoro scosse debolmente il capo "Non credo di averla mai vista, a dire il vero."
A quel punto l'espressione di Jim cambiò, ricordandosi probabilmente di chi fosse "Deve essere la Tassorosso nuova. Beh...Più o meno. Quella arrivata l'anno scorso da chissà dove."
Moana lo guardò stupita "Vedo che sei informato!" 
Lui alzò fieramente il capo "So parecchie cose. Ma a dire il vero sono voci di corridoio: Alcuni dicono che sia stata adottata dal preside, altri dicono che sia stata espulsa da diverse scuole ed è per questo che non si sa molto sul suo conto. Altri che sia una spia sotto copertura mandata dal Ministero della Magia!"
Quell'ultima frase fece ridere ulteriormente la Grifondoro "Una spia?"
Anche Jim non fu da meno "Alcuni hanno parecchia immaginazione!" dopo di ché, con uno scatto drizzò la schiena e superò a passo lento la ragazza "Allora... Non me lo vuoi proprio dire?"
Probabilmente riferendosi alla discussione di prima sul Torneo.
Moana tornò a fissarlo "Perché sei così insistente?"
"Sono solo curioso" si giustificò, iniziandole a girarle attorno "Sei il capitano della squadra di Quidditch, te la cavi bene con gli incantesimi, sei atletica... Voglio sapere se ho una chance in più per essere scelto dal Calice."
Lei finse uno sguardo amorevole "Oh, come sei gentile. Quindi mi temi."
"Ora non esagerare. Sei tu che dovresti temere me."
L'altra si limitò a scuotere il capo, mentre lo osservava allontanarsi.
"Se partecipi fammelo sapere."
"Ti recapiterò un gufo!" rispose lei con ironia. 
Jim rise e si limitò a farle cenno con la mano per poi tornare a lezione. Moana gli diede un ultima occhiata, ma si vide passare davanti proprio la strana ragazza di poco prima. La sua espressione non sembrava per nulla cambiata, anzi, pareva ancora più pensierosa. Forse le parole del preside non erano servite a molto.
Le dispiacque comunque vederla in quello stato, pur non conoscendola.
Chissà cosa la faceva preoccupare così tanto. 

 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~



Questa volta forse Jack se l'era cercata davvero. Sarebbe dovuto andare dritto a lezione di Aritmanzia senza fiatare ed invece aveva preferito stuzzicare le sue amiche per il puro gusto di creare un bel battibecco. Forse non era pienamente sicuro di piacere a Moana, ma una parte di lui era convinta di essere ancora in buoni rapporti con Merida. In effetti gli mancava la loro amicizia di un tempo e sperava che forse quest'anno sarebbero potuti tornare in buoni rapporti, non avendo il Quidditch di mezzo. Ma lui aveva rovinato tutto, ed ora si ritrovava in una fuga contro la morte. Se non fosse intervenuto l'insegnante a quest'ora sarebbe a vomitare lumache in infermeria.
Cercò di scavalcare la fila di studenti lungo il corridoio, ma per via dell'agitazione, sbagliò strada ed invece che dirigersi verso i sotterranei dove sarebbe stato al sicuro nella sua Sala Comune, aveva continuato il percorso fino ad arrivare al cortile della Torre dell'Orologio. Per fortuna non vide nessuno se non uno strano ragazzo con un gufo seduto su un muretto.
Per qualche istante pensò di averla seminata, ma le urla di Merida lo paralizzarono nuovamente. Si voltò giusto per notare in lontananza la chioma rossa della ragazza avvicinarsi il più in fretta possibile.
"Sono morto. Sono morto. Sono morto" pensò.
Lo avvertiva.
Stava sentendo l'odore della sua paura. 
Come nel regno delle creature magiche, solo che in quel momento lui era la pecora e Merida l'Ungaro Spinato.
Non vedendo altre vie di fuga, si gettò dietro un cespuglio proprio accanto a quel ragazzo Tassorosso, facendolo sobbalzare, ma non abbastanza da farlo andar via.
"Ehm..." il giovane si chinò leggermente verso di lui "Ti chiederei se hai perso qualcosa, ma non mi sembri alla ricerca di un oggetto."
Jack si alzò quanto basta per fargli un lieve cenno col capo "Se passa di qua una Grifondoro, capelli rossi, sguardo omicida....Io-non-ci-sono."
L'altro lo guardò confuso, ma i suoi dubbi svanirono non appena vide la figura della giovane ragazza ancora zuppa e con uno sguardo decisamente furibondo, il viso rosso quasi come i suoi capelli. La vide correre a per di fiato oltre il cortile, fino a dirigersi nuovamente all'interno delle mura della scuola.
Quel solo sguardo fece paralizzare anche l'innocente Tassorosso, capendo ora lo stato d'animo di quel ragazzo: probabilmente se lo avesse trovato non ne sarebbe uscito vivo.
"Se n'è andata" bisbigliò.
"Sul serio?" non che non si fidasse delle sue parole, ma Jack preferì comunque attendere qualche minuto in più per sicurezza.
"Ma che le hai fatto?" chiese sconvolto il biondino, ridendo nel vedere il Serpeverde uscire da quello scomodo cespuglio completamente ricoperto di foglie "Quello sguardo metteva i brividi! Mai fare arrabbiare una ragazza cosi!"
"Ora lo so" ridacchiò Jack, togliendosi con una manata alcune foglie dai suoi capelli "Ma passerà. Siamo amici."
L'altro inarcò le sopracciglia "Sicuro? Se tratti così i tuoi amici, come ti comporti con i nemici?"
"E va bene..." sospirò, alzando le mani in segno di resa "Ammetto che questa volta ho un tantino esagerato." 
"Non è con me che ti devi scusare!" 
"Ci tengo alla mia vita, grazie" gli sorrise, porgendogli la mano in segno di saluto. "Comunque Io sono Jackson, ma gli amici mi chiamano Jack."
"Kristoff" rispose l'altro, stringendogli la mano "Jack vale anche per i salvatori? Direi che me lo sono meritato."
"Te lo concedo" disse lui "Ma che ci fai qui? Non dovresti essere a lezione?"
"Anche tu se per questo..." ribatté il biondino. 
Jack si lasciò sfuggire una risatina. Quel tipo iniziò fin da subito a stargli particolarmente simpatico "Io stavo fuggendo per salvarmi la vita. La tua scusa?"
"Il mio amico Sven si comportava in modo strano e volevo accertarmi stesse bene."
L'altro inarcò un sopracciglio "Sven?"
"Il mio gufo" fece Kristoff, alzando lievemente il braccio per mostrare il piccolo animale.
A quel punto il Serpeverde ebbe come un'illuminazione "Ohhh ma certo! Tu sei il tipo strano che parla con i gufi."
Non era la prima volta che lo vedeva, ma non aveva mai avuto occasione di parlargli: sembrava sempre un ragazzo così solitario e da quello che si diceva in giro, passava parecchio tempo alla Guferia.
Piuttosto strano anche per gli standard di Hogwarts.
"E tu sei il tipo che ha fatto togliere tanti punti alla propria casa l'anno scorso" esclamò divertito Kristoff, pungendolo nell'orgoglio.
Questa volta Jack non poté fare a meno di alzare le spalle e sospirare "Touché!"
Strano o meno, gli sembrava simpatico.
Fece nuovamente per ribattere quando sentì dei passi avvicinarsi al cortile, inizialmente pensò al ritorno di Merida, ma poi si rese conto di un arrivo ben peggiore: il diabolico Professor Black, seguito a ruota da quel brontolone di Bunnymund.
"Oh no!" pensò preoccupato Jack.
Probabilmente lo stavano cercando per metterlo in punizione e se già quei due erano molto severi presi singolarmente, assieme sarebbero stati devastanti. Lo avrebbero punito peggio di quando aveva congelato la cucina durante le feste di natale al terzo anno.
Provò a spostarsi di nuovo nei cespugli, ma nella foga fece cadere anche Kristoff e il piccolo Sven dietro al muretto.
"Che stai facend..."
Jack gli tappò la bocca, facendogli cenno di stare zitto. Kristoff si calmò solo quando sentì le parole dei professori in sottofondo.
"Bunnymund vedi di calmarti" sospirò Pitch, facendo fermare l'insegnante a pochi metri dai ragazzi.
"Credi davvero che sia stata una buona idea ammettere quel Torneo?" chiese l'uomo.
"Credo che Nord sappia quello che fa" rispose freddamente Pitch.
Kristoff e Jack si scambiarono uno sguardo, finché una vocina alle loro spalle li fece sobbalzare.
"Cosa state combinando vuoi due?" 
Immediatamente si voltarono e videro Judy osservarli di sottecchi. Jack istintivamente la prese per un braccio e la attirò vicino a loro, facendole cenno di zittirsi e anche Kristoff glielo imitò, attirato anche lui da quel discorso. Judy avrebbe voluto ribattere, ma i seguenti dialoghi degli insegnanti presero la sua completa attenzione.
"Sai bene che sta cercando di tenere tutti al sicuro, più di questo non possiamo fare" continuò Pitch.
L'altro si portò una mano sul capo, sospirando "Lo so. Potrebbe non avverarsi... Potrebbe non tornare..."
Pitch diede un veloce sguardo alla scuola, tornando poi a fissare il collega "Lo farà..."
Bunnymund non sembrava convinto "Se la profezia si avverasse..." 
"Possiamo sempre tentare di cambiarla" disse serio Pitch.
"E come?! Non sappiamo nemmeno chi..."
Sfortunatamente il discorso venne interrotto dal volo di Sven. Kristoff e Jack si sporsero troppo e il povero gufetto dovette allontanarsi per non rischiare di rimanere schiacciato tra i due. Ma seppur trattandosi solo di un gufo, questo attirò stranamente l'attenzione di Pitch, che iniziò ad avanzare verso il loro nascondiglio. Judy prontamente tirò fuori la bacchetta e con un veloce gesto pronunciò l'incantesimo di disillusione, rendendoli invisibili.
Questo bastò per sviare quella fugace occhiata dell'insegnante, finché non venne nuovamente richiamato da Bunnymund "Torna a lezione adesso e...Hai ragione, più di questo non possiamo fare. Dobbiamo avere fiducia in Nicholas."
Pitch annuì, allontanandosi dal gruppo "Lo vorrei davvero." 
Una volta accertati che la zona fosse libera, Judy sciolse l'incantesimo, facendo tirare un lungo sospiro di sollievo ai presenti.
"Grazie mille" esclamò Kristoff.
"Ottimo tempismo, Judy!" disse Jack, dandole una pacca sulla spalla.
La Grifondoro sorrise trionfante, ma ripensare al discorso di prima le spense l'entusiasmo "Voi cosa ne pensate?"
I due si scambiarono un'occhiata in silenzio.
"Non avete proprio niente da dire?" incalzò.
Kristoff si grattò nervosamente il capo, tirando un ennesimo sospiro "Non saprei, non abbiamo sentito poi molto."
"Credete che stessero parlando delle prove del Torneo?" domandò curioso Jack "Dopotutto ci sono stati dei decessi e forse sono preoccupati che si possa ripetere."
Judy si portò una mano sul mento e scosse debolmente il capo "Non credo. Non si riferivano a qualcosa come delle prove, ma a qualcuno."
A quel punto alzò il capo, puntando gli occhi da uno all'altro "Credete che possa aver a che fare con.."
Come se avesse intuito, Jack la bloccò ancor prima di finire "Ma figurati!"
"Perché no?" domandò lei "Potrebbe tornare..." ripeté quelle frasi dette da Bunnymund.
Ma in risposta ricevette un ennesimo silenzio da parte di entrambi.
"L'ultima volta c'è stata una guerra magica, lo sapete" continuò lei.
Ma Jack dovette trattenere una risata "Andiamo. Non è che tutto deve ricondursi a quella stupida guerra magica."
"Stupida?" esclamò sconvolta, avvicinandosi pericolosamente verso il ragazzo e fissandolo furente "Hai idea di quanto sia stata pericolosa? Quanti maghi e streghe sono morti nel tentativo di salvare non solo il mondo magico, ma anche il mondo dei babbani?!" sembrava davvero alterarsi per questo.
In apparenza Judy era davvero piccolina di statura, arrivava giusto al petto di Jack, eppure riusciva a tirare fuori una grinta così potente da far dimenticare la sua altezza.
L'altro si limitò a rispondere al suo sguardo, attirando la preoccupazione del povero Kristoff che si gettò subito tra i due per separarli "Non credo che volesse davvero offendere."
Sarà stato il suo tono, ma Judy sembrò calmarsi un pochino, forse perché vedeva in Kristoff una persona con cui poter davvero discutere senza litigare.
Dopotutto era un Tassorosso.
"Comunque sia, non abbiamo sentito abbastanza per poter dare un giudizio" continuò lui.
Judy annuì e lo stesso fece Jack.
"Eccoti qua!" urlò Merida, avvicinandosi minacciosamente verso il gruppo e agitando la bacchetta contro il Serpeverde "Ora vedrai..."
"Merida fermati!" le ordinò l'altra, posizionandosi inaspettatamente di fronte al ragazzo. Quel gesto sorprese entrambi.
"Judy!" si lamentò Merida, indicandosi con un veloce gesto della mano i capelli zuppi "Come puoi difenderlo?!"
Jack mostrò un sorrisetto beffardo "Spiacente rossa, non puoi attaccare un prefetto!"
Quell'affermazione la fece infuriare ancora di più e prendendola come una sfida personale, agitò la bacchetta per poter pronunciare la fattura, ma Judy le urlò nuovamente di fermarsi.
"Non adesso!" esclamò severa, lanciando un'occhiataccia ad entrambi, e quello sguardo li fece stranamente zittire. 
Merida rilassò le spalle e si avvicinò lentamente verso di loro, mentre nel frattempo Judy si voltò verso i due ragazzi "Qualunque cosa sia, tenete gli occhi aperti. Se vedete o sentite qualcosa di strano, avvertitemi."
"Cosa, esattamente?" disse confuso Jack "Siamo in una scuola di magia, qui tutto è strano."
"Quel discorso non mi è piaciuto" Judy aggrottò le sopracciglia ed abbassò leggermente lo sguardo, assumendo una posizione pensierosa "Non so cosa stia succedendo, forse ha davvero a che fare col Torneo o magari no. Ma qualunque cosa sia, se fa preoccupare in questo modo due insegnanti come loro, tanto innocuo non è!"
"Ha ragione" ammise Kristoff, guardando poi Jack e dopo diversi secondi anche lui annuì.
"D'accordo, forse non hai tutti i torti, carotina."
Judy tentò di ignorare quello spiacevole nomignolo.
Jack e Nick erano davvero fatti della stessa pasta.
"Non parlatene con nessuno" dopodiché puntò nuovamente gli occhi sul Serpeverde "E soprattutto tu: non parlarne col tuo amico Nick, né con nessun altro, ci siamo intesi?"
Lui fece per ribattere ma la ragazza gli si avvicinò, alzandosi leggermente in punta di piedi "Sul serio."
"D'accordo. Te lo prometto" si limitò a dire, mostrando un lieve sorrisetto.
Iniziava a pensare che le ragazze Grifondoro fossero troppo intimidatorie per i suoi gusti.
Merida si era limitata ad osservare il terzetto scambiarsi quei dialoghi.
"Ora torniamo alle lezioni, tutti quanti" detto questo Judy si voltò verso la rossa e le fece cenno di andare. Merida invece si avvicinò a lei e Jack, domandando cosa fosse accaduto di così grave e l'amica le promise che più tardi, in Sala Comune, le avrebbe raccontato tutto.
"Ma zitta, mi raccomando" disse piano, come se avesse ancora paura che Pitch o Bunnymund potessero tornare da un momento all'altro "Non dirlo a nessuno, né ad Hiccup, e soprattutto ad Anna. Meno persone sanno di questa faccenda, meglio è."
"D'accordo..." sbuffò l'altra. 
Non le piaceva tenere i segreti, in particolare con i suoi amici più cari, ma vedendo l'espressione di Judy e gli strani sguardi che si scambiarono Jack e quel ragazzo Tassorosso, per una volta poteva fare un'eccezione.


 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~



"E' permesso?" domandò Anna, mentre a passo lento aveva varcato la soglia dell'aula. La stanza si trovava in cima alla Torre Nord del castello, dove si accedeva tramite una botola con una scala a pioli, sembrava piuttosto in disordine, con alcune tazze sparse tra i tavoli, diversi libri lasciati svogliatamente per terra e sedie spostate via. Se non fosse sicura che si trattasse dell'aula di Divinazione, l'avrebbe presa per la camera di uno studente disordinato.
Incuriosita aveva iniziato a guardarsi attorno, sperando di trovare qualche traccia della folle insegnante di quell'aula e poi la vide. 
Per un breve istante pensò al peggio: la trovò completamente immobile, distesa sopra una grossa poltrona rossa con la bocca aperta. Per fortuna poi notò il petto alzarsi ed abbassarsi, segno che almeno respirava. 
Odie, chiamata da tutti gli studenti Mama Odie, era una vecchietta molto eccentrica e nonostante fosse cieca come una talpa, si ostinava ancora ad insegnare. Il preside Nord aveva tentato più volte di consigliarle la pensione, dato che ormai i suoi metodi erano alquanto vecchi e la sua memoria con gli anni iniziava seriamente a vacillare, ma nonostante tutto non aveva mai voluto rinunciare ad Hogwarts. Ormai per tutti era diventata una sorta di mascotte. 
Sarebbe stato strano non averla attorno, perfino per lei che non frequentava le sue lezioni.
Osservandola dormire in quello stato, Anna le si avvicinò un po' riluttante, schiarendosi la voce per cercare di attirare la sua attenzione, ma nulla: il tutto sembrava inutile dato il forte russare della vecchietta. Allora tentò nuovamente di richiamarla e questa volta con un tono di voce più alto "Mi scusi, professoressa Odie!"
"Ah! Cosa? Chi va la?!" urlò, facendo arretrare di qualche passo la giovane Grifondoro.
"S_sono Anna Arendelle!" esclamò "Faccio il settimo anno di Grifondoro e..."
"Oooh! Finalmente!" a quel punto la donna sembrò come se si fosse ricordata di qualcosa e prontamente rivolse un sorrisetto alla ragazza "A dire il vero aspettavo un'altra persona, ma forse non è ancora giunto il momento" afferrò prontamente un bastone accanto alla poltrona e a piccoli passi fece per allontanarsi dalla sua postazione, sotto lo sguardo stupito della ragazza.
"Chi...Chi stava aspettando?" chiese, incredula.
"Ogni cosa a suo tempo ragazza" la liquidò con un veloce gesto della mano "Coraggio, dimmi cosa ti turba. Non frequenti il mio corso, ma di sicuro hai qualche domanda da farmi."
Lo sguardo di Anna si fece ancora più confuso "A dire il vero sarei qui per un consiglio. Vede, ultimamente faccio dei sogni assurdi e..."
"Sogni? Sii più specifica cara. E ti prego reggi questi!" Anna riuscì ad afferrare appena in tempo una serie di libri che la vecchietta le gettò addosso e mentre cercava di non farli cadere, Odie ne prese uno tra la pila e glielo consegnò.
"Sfoglia questo, nel frattempo prendo una tazza."
Purtroppo per lei, Anna non aveva mai avuto molta forza nelle braccia e sfortunatamente la pila di libri cedette nek giro di pochi secondi. Dopo essersi scusata, Anna aprì il libro che le diede l'insegnante ed iniziò a sfogliare alcune pagine, vedendo che all'interno erano indicati vari significati dei simboli del tè.
"Allora, di cosa parla questo tuo sogno?" domandò Odie mentre la faceva accomodare su una sedia.
"Oh beh...Vede non so di preciso cosa sia."
Ma nel frattempo la donna le porse la tazzina di porcellana con dentro del tè "Coraggio, bevi."
"Ma io..."
"Vuoi conoscere il tuo futuro? Bevi!" le urlò.
Anna non se lo fece ripetere una terza volta e diede qualche sorso alla tazza.
Era contenta di non aver scelto Divinazione come materia facoltativa: quella professoressa non sembrava avere tutte le rotelle al proprio posto. 
Qualche istante dopo Odie le tolse la tazza di mano, anche in maniera piuttosto brusca e sembrò analizzarla. Anna si domandò cosa effettivamente stesse cercando dal momento che non aveva nemmeno una buona vista.
"Il sogno è sempre lo stesso?" chiese, senza staccare lo sguardo dal fondo di quella tazzina.
La Grifondoro annuì timidamente, abbassando di poco il capo "E' lo stesso da settimane... O significa qualcosa, o sto seriamente impazzendo."
"I sogni possono nascondere delle verità!" disse Odie, girando la tazza in senso orario e capovolgendola in un piattino.
"Sul serio?"
L'altra le rivolse un piccolo sorrisetto "O quello o stai davvero impazzendo! Ahahah!"
Anna le lanciò un'occhiataccia, ben tentata da alzarsi ed andarsene, tuttavia la successiva espressione dell'insegnante la lasciò parecchio interessata "Che le prende?"
"Mmh...Non bene..." mormorò, posando la tazzina di fronte alla ragazza, la giovane la prese delicatamente tra le mani ed iniziò ad osservarla con più attenzione, sperando di trovare qualche indizio che la aiutasse con quei sogni.
Osservando con calma quelle foglie, riuscì a scorgere finalmente una figura.
"Sembrerebbe una...Falce?" cercò poi di riprendere in mano il libro di prima per controllare la simbologia "E' una cosa negativa, vero?"
"Significa un buon raccolto."
"Oh..." non seppe effettivamente che altro dire, non le sembrò una visione così tremenda dopotutto.
"O... Pericolo di morte."
Ecco.
Questo non avrebbe voluto saperlo.
"M_Morte?" ripeté agitata, alzandosi di scatto dalla sedia "Si...Significa che sto per morire? Per Merlino...Ed ora che faccio?! E come? Quando?! Il mio sogno indicava questo?!" Iniziò a girare ripetutamente attorno all'insegnante, boccheggiando frasi sconnesse e diventando quasi della stessa tonalità del suo colore di capelli.
Non le piaceva. Non le piaceva per nulla.
Alla fine Odie le posizionò il bastone davanti per impedirle di camminare oltre "Calmati ora! Le foglie del tè non sono mai precise."
Il volto della Grifondoro sembrò rilassarsi un pochino "Quindi potrebbe anche non avverarsi?"
"Oh no si avvererà eccome!" esclamò l'insegnante "I miei metodi sono della vecchia scuola, ma funzionano sempre!"
"Ma..."
"E' il destino cara, qualunque cosa tu faccia, non puoi cambiarlo. Ma puoi decidere come affrontarlo."
Purtroppo questo nom agevolò l'umore di Anna.
Ma un barlume di speranza si fece largo tra i suoi pensieri "Potrebbe...Potrebbe essere collegato? Crede che il mio sogno voglia avvertirmi del pericolo?"
"E' una possibilità" annuì Odie. Ma la breve gioia di Anna venne nuovamente distrutta dalle parole successive "O il tuo sogno potrebbe rappresentare il pericolo." 
L'altra alzò nuovamente il capo verso di lei "Non potrei saperne di più? Io..."
"Le previsioni sono sempre vaghe" disse Odie "In tutti i miei anni mi è sempre stato difficile capirle con esattezza, soprattutto ora che dovrei solo andare in pensione, ma se lo possono scordare! Da qui non mi muovo neanche morta!"
A quel punto la giovane restò in silenzio, cercando di riflettere attentamente su cosa fare.
Purtroppo le successive frasi di Odie la preoccuparono maggiormente.
"Il lato positivo è che potrebbe non essere rivolto a te. Potrebbe essere qualcuno a te vicino."
Quelle parole la fecero sobbalzare e in quel momento Anna ebbe davvero paura.
Era preoccupata per la sua incolumità, ma sarebbe stata peggio se quella visione si fosse rivelata fatale per qualcuno a lei caro.
Non sapeva cosa fare o a chi rivolgersi e Odie non le disse altro, limitandosi a raccomandarle di fare attenzione e di chiederle consiglio ogni qual volta ne avesse bisogno. Ma lei non si sentiva al sicuro, non con quei terribili pensieri nella mente.
Se fosse capitato qualcosa ai suoi amici, non se lo sarebbe mai perdonata.


 

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ANGOLO AUTRICE:
Eccoci col secondo capitolo! 
Allora, mi spiace non aver dato più parti ad Anna, ma purtroppo ho dovuto dare spazio ad alcune faccende e soprattutto presentare un pochino di più Jim ma soprattutto Moana, dato che nel primo capitolo era stata solo nominata, cosi ne ho approfittato e li ho fatti conversare.
E' apparso anche Kristoff finalmente, in tempo per creare un gruppetto con Judy e Jack.
Almeno finalmente abbiamo il primo Tassorosso nella long.
Inutile dire che seppur mi diverta a scrivere le scene di Merida e Jack che discutono, in questa fic saranno più propensi ad essere solo amici.
Iniziano pian piano i piccoli misteri, sia tra gli insegnanti che tra i personaggi, anche se comunque siamo ancora agli inizi.
Il professor Tuck è ovviamente Fra Tuck nel film "Robin Hood", umanizzato come gli altri. Ho pensato fosse una buona idea dal momento che nel cartone è un tasso, così l'ho immaginato come insegnante di Erbologia e direttore della casa Tassorosso. Per Orazio e Gaspare è stato un caso, ho visto il film giorni fa ed ho immaginato questo piccolo intervallo con loro come custodi, ho fatto fare anche una piccola comparsata a Guy (dei Croods), dato che tra poco esce il due, l'ho sempre immaginato Corvonero.
Scusate per il papiro, mi sono resa conto troppo tardi che era davvero lungo e avrei dovuto dividerlo in due parti. I prossimi saranno più corti lo prometto xD
Unica nota che mi scoccia è aver reso Elsa ed Anna gemelle, purtroppo mi servivano entrambe al settimo anno, ho dovuto fare questo piccolo cambiamento, anche se alla fine non pesa più di tanto.
Al prossimo capitolo vedremo finalmente i nuovi studenti.
Ringrazio comunque chi spenderà del tempo per leggerla!


 

" Buone Feste! "

 
~A presto!~  

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Capitolo 3
*** Nuovi studenti ***


Cap 3: Nuovi studenti

 

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"Ehi, tu sai chi è quello?" domandò incuriosita Judy a Moana e col dito indicò la figura di un uomo piuttosto basso, con la barbetta e un accenno di calvizia, intento a chiacchierare amichevolmente con alcuni insegnanti. Accanto a lui c'era un oggetto particolare, dalle sembianze di una scatola ma con degli ornamenti dorati.
L'amica scosse debolmente il capo, ma Ercole rispose al suo posto "E' Filottete! Lavora per l'ufficio Giochi e Sport Magici"
Le due lo fissarono stupite.
"E tu come lo sai.."
"E' un amico di mio padre." disse lui, bevendo un sorso di succo "E' un tipo apposto, anche se un po' burbero."
"La sua presenza non mi stupisce" esclamò Moana ai due "Dopotutto questo Torneo è una specie di gioco, giusto?"
"Mortale, ma sì" rise Ercole, riprendendo poi a parlare col suo amico Aladdin di fronte a lui.
Judy tornò con lo sguardo fisso sugli insegnanti, probabilmente ripensando ancora al discorso che aveva sentito al cortile con gli altri. Pochi minuti più tardi, il preside Nord si alzò, rivolgendo a tutti un enorme sorriso.
"Diamo Benvenuto ai nostri studenti di Durmstrang!"
Le porte si erano spalancate e un numeroso gruppo di giovani maghi e streghe avevano fatto il loro ingresso nella Sala Grande, seguiti da quello che con tutta probabilità sembrava essere il preside della scuola, nonostante potesse far pensare tutt'altro. 
Dal suo aspetto non sembrava dimostrare più di quarant'anni anni, capelli castani, barbetta sbarazzina e in apparenza piuttosto atletico a giudicare dalla corporatura.
"Sinbad!" Nord allargò le braccia e fece per avvicinarsi a lui, ma l'uomo prontamente lo schivò dietro gli sguardi divertiti degli studenti.
"Non ci provare vecchio amico, i tuoi abbracci mi distruggono ogni volta!"
L'uomo non si lasciò sfuggire una risata e si limitò a dare un'amichevole, seppur forte, pacca alla sua spalla "Sempre solito. Diventare preside così giovane deve averti montato testa"
L'altro rispose cercando di darne una anche lui altrettanto forte, ma purtroppo inefficace con uno della sua stazza "Credimi Nord, nessuno è rimasto più sbalordito di me. Sono terrorizzato."
"Sciocchezze, te la caverai."
Ben presto diversi mormorii si fecero sentire tra i vari tavoli. Soprattutto tra le ragazze:
"Quello è il preside di Durmstrang?" 
"E' così giovane!"
"Ho sbagliato scuola, lo sapevo!"

"Sono tutti matti..." Jack sembrava quasi meravigliato alla vista di tutte quelle studentesse con gli occhi a cuoricino "Ma che hanno? Non capisco cos'abbia di così speciale."
Tiana accanto a lui, lo guardò divertita "Beh ha un buon lavoro ed è di bell'aspetto."
"Ha il suo fascino" concluse schietto Nick, osservando gongolante Jack "Fidati, non c'è paragone."
Nel frattempo Nord salutò anche i ragazzi di Durmstrang, tutti erano vestiti con delle uniformi dal colore rosso e dei lunghi mantelli, molti di loro sembravano simpatici e alla mano.
"Prego, sedetevi dove volete. Scuola Beauxbatons arriverà a breve."
"Uberta è sempre in ritardo..." sospirò divertito Sinbad, facendo poi un lieve cenno ai suoi studenti di disperdersi tra i tavoli.
Nonostante i commenti poco felici del suo amico, Jim volle comunque tentare di conoscere qualche nuovo studente di quella scuola e appena ebbe occasione, fece cenno ad alcuni di sedersi vicino a loro. Aveva adocchiato un ragazzo asiatico, seguito da un gruppetto piuttosto vario di etnia ed un ragazzino decisamente più piccolo rispetto a loro.
Jack gli lanciò un'occhiataccia, ma lui lo ignorò e fece cenno a Nick, di fronte a lui, di spostarsi per far spazio al gruppetto di Durmstrang. 
L'amico accettò senza troppe esitazioni, ma purtroppo lo spazio bastava solo per quattro di loro e altri due dovettero sedersi un po' più distanti.
"Grazie per il posto" disse uno dei ragazzi, accanto al piccoletto "Io mi chiamo Tadashi, questo è mio fratello Hiro" Dopo di ché
 indicò con un lieve cenno della mano gli altri due "Loro invece sono Wasabi e Go Go."
Jim incrociò lo sguardo coi presenti e sorrise, al ché
Tadashi sembrò aver capito e si affrettò a correggersi "Ci piace dare dei soprannomi."
Tadashi sembrava piuttosto amichevole. Aveva i capelli corti e scuri, nonostante si trovavassero al chiuso, teneva in testa un cappellino da Quidditch nero con una lettera D. Jim intuì si trattasse dell'iniziale della loro scuola: Durmstrang.
Il ragazzino accanto gli assomigliava molto, anche lui aveva occhi e capelli scuri, questi ultimi leggermente scompigliato, quasi sparati. Ed era sicuramente più giovane rispetto a loro, probabilmente doveva fare il terzo o quarto anno.
Wasabi era un ragazzo afro-americano, parecchio alto, muscoloso, con dei dreads coperti da una fascia gialla sulla fronte. Sembrava leggermente spossato, probabilmente per via del viaggio ma forzò comunque un sorriso ai presenti. La ragazza invece, dai tratti anche lei asiatici, era rimasta impassibile, continuando a masticare il chewin gum e si era limitata ad alzare il capo. Rispetto al compagno era piuttosto bassina e aveva i capelli corti e scuri caratterizzati da alcune striature viola.
Tuttavia il loro atteggiamento non aveva scoraggiato il giovane Serpeverde.
"Io sono Jim, quello accanto a voi è Nick, lei è Tiana e il brontolone qui vicino è Jack" l'amico lo guardò nuovamente male, per poi sciogliere il broncio e sorridere ai nuovi arrivati.
"Non state ad ascoltare questo zuccone."
"E' un piacere conoscervi" sorrise Hiro, alzando lo sguardo per osservare meravigliato la Sala Grande "Questa scuola sembra immensa!"
"Non credo sia molto diversa dalla vostra" commentò Nick, mentre con la forchetta giocherellava con la carne nel suo piatto.
A quel punto Tiana prese un piatto di patate e lo porse agli studenti "Vi conviene prendere qualcosa prima che la gente spazzoli tutto."
"Anche se non sembra, pure noi Serpeverde siamo di buona forchetta" ridacchiò Jack.
Hiro non se lo fece ripetere due volte e iniziò a riempirsi il piatto con tutto il cibo disponibile, stupendo non poco i tre Serpeverde.
"Famina eh?" domandò sarcastico Nick.
"Abbastanza" disse, prendendo una caraffa d'acqua "Viaggiare mi mette un sacco di appetito."
"A me invece lo distrugge..." esclamò spossato Wasabi, portandosi una mano allo stomaco "Il viaggio in mare è tremendo, non vedevo l'ora di scendere!"
"Esagerato!" lo punzecchiò Go Go, togliendosi il chewin gum dalla bocca e facendo cenno al piccoletto di passargli la caraffa.
"Più cibo per noi" ridacchiò Hiro.
"Non esagerare eh!" Tadashi gli scompigliò giocosamente i capelli, dando poi una veloce occhiata tra i tavoli. Come se gli avesse letto nel pensiero, il fratellino alzò il capo "Hanno trovato posto?"
"Direi di si" mormorò l'altro "Credo che Fred e Honey siano dispersi più in fondo."
Indicò
 col capo alcuni studenti della sua scuola non molto distanti tra loro: un ragazzo molto alto e magro che si sbracciava a salutarli, i suoi capelli erano lunghi e di colore biondi, anche lui portava un cappello, seppur bizzarro rispetto a Tadashi, era verde ed erano stati ricamati sopra due occhi e una bocca come se fosse una specie di creatura magica. 
La ragazza invece rivolse un saluto leggermente più
contenuto rispetto al compagno, anche lei alta e molto snella, dai lunghi capelli biondo cenere e portava un paio di occhiali rosa piuttosto grandi.
"Sono contenta di non avere Fred vicino, ci ruberebbe tutto il cibo" disse Go Go, masticando un boccone di carne, poi spostò il piatto verso Wasabi, facendogli cenno di prendere qualcosa, ma il ragazzo scosse il capo disgustato, voltandosi dall' altra parte "Ti prego! Voglio solo andare nella mia stanza e dormire."
Go Go non si lasciò sfuggire una risatina, seguita dai due fratelli, mentre nel frattempo gli altri Serpeverde seguirono il breve discorso in silenzio.
"Siete diversi da come mi aspettavo" commentò Jack guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Jim, ma Tadashi e gli altri non sembrarono prenderla sul personale "Non fraintendetemi, intendevo che vi facevo più...Rigidi. Insomma da quello che ho sentito nella vostra scuola sono molto severi e insegnano le arti osc..." il discorso venne improvvisamente interrotto da una gomitata da parte di Tiana, suscitando una risatina tra il nuovo gruppetto di studenti.
"Diciamo che le cose sono cambiate da quando è entrato in carica il nuovo preside" commentò Tadashi.
"C'è più tolleranza, non si sta affatto male" aggiunse Wasabi.
Jim finì le patate sul piatto e si rivolse nuovamente a Tadashi e gli altri "E' vero che non sono ammessi i non purosangue?"
Il gruppetto si scambiò uno sguardo, ma stranamente fu Hiro a parlare "Sì. Ma non c'è alcun problema per noi." 
"A dire il vero..." iniziò il fratello, indicando con un lieve cenno gli altri due amici in lontananza "Noi siamo un gruppo particolare rispetto agli altri. Tutti noi ci siamo dovuti trasferire in Europa per seguire i nostri famigliari, è così che ci siamo trovati."
"Un bel colpo di fortuna" concluse Go Go "In effetti, se comparati allo studente medio di Durmstrang, noi siamo quelli strani" E con la forchetta indicò alcuni gruppetti al tavolo Corvonero. Jack e gli altri seguirono l'indicazione e non poterono darle torto: sembravano davvero diversi siano rispetto a loro non solo per l'aspetto, ma decisamente per il loro modo di fare. Due di loro si stavano litigando il posto mentre un altro si stava riempiendo il piatto con così tanto cibo che tra non molto sarebbe scivolato per terra.
"Ma sono simpatici, quando vogliono" disse Hiro guadagnandosi un'amichevole spallata da parte del fratello. A quel punto nemmeno Nick riuscì a trattenere oltre la sua curiosità e si sporse leggermente per poter parlare al ragazzino.
"E tu piccoletto che ci fai qui? Non sei troppo giovane per partecipare al Torneo?"
Hiro lo fulminò con lo sguardo, evidentemente non era la prima volta che riceveva un commento simile. Nick se ne accorse e, spronato anche dalle occhiatacce di Tiana, decise di rimediare offrendogli una delle gelatine tutti i gusti+1 che teneva per le emergenze.
Non amava condividere il suo cibo, ma l'espressione di quel ragazzino lo ammorbidì un po', decidendo di fare un gesto altruista, per una volta.
Perfino Jack se ne stupì e fece per prenderne una, ma Nick lo schiaffeggiò ad una mano "Tu hai le tue, non ci provare."
"Bell'amico..." brontolò, tornando a mangiare la carne nel suo piatto.
Nel frattempo Hiro fece per parlare, ma Tadashi lo precedette "Il piccoletto qui si è guadagnato il diritto di partecipare allo scambio. E' il genietto della scuola, assieme a noi ovviamente" disse con una lieve nota di orgoglio.
Hiro nel frattempo abbassò leggermente lo sguardo, cercando di nascondere il rossore delle sue guance: non gli piaceva quando suo fratello lo metteva in imbarazzo, nonostante fosse un elogio.
"Quindi voi parteciperete al Torneo, giusto?" chiese Tiana.
Go Go si limitò ad alzare le spalle, mentre l'espressione di Wasabi non sembrò per nulla favorevole "Vuoi scherzare? Io me ne starò buono e tranquillo, senza pericolo di morte. Mi è già bastata la lezione sui Kneazle."
"Esagerato" sospirò divertita la compagna "Erano solo dei gattini."
"Gattini estremamente ostili!" esclamò Wasabi "Se tu non..."  la ragazza in risposta gli propose nuovamente il piatto pieno di cibo davanti al viso, zittendolo e obbligandolo a voltarsi  per non rischiare di far fuori.
"Sei tremenda, lo sai?" Tadashi cercò di essere serio ma non riuscì a soffocare una risata. L'altra sbuffò e rimise il piatto a posto, scambiandosi però un sorrisetto complice con Hiro.
Quei piccoli battibecchi divertirono parecchio i Serperverde, si vedeva che erano molto amici.
"Io comunque partecipo" disse Tadashi. 
"Idem" disse la ragazza "Credo anche Fred, ma non so se sia un bene."
L'altro si limitò a scuotere debolmente il capo "Non voglio scoprirlo."



 

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"Hiccup?"
Il giovane Corvonero alzò il capo e vide davanti a lui una ragazza dai lunghi capelli biondi, tenuti in una treccia laterale e occhi azzurri, fissarlo con un'espressione piuttosto perplessa. Forse nemmeno lei si aspettava sul serio di ritrovarlo dopo così tanto tempo "E' strano rivederti."
"Ehm..."Dopo un breve (ed imbarazzante) silenzio Hiccup posò il cucchiaio, prese un bel respiro e cercò di sembrare il più calmo e disinvolto possibile "Strano si, ma dovevo aspettarmelo."
"Mi riconosci, quindi?" domandò incredula.
Lui annuì. Nonostante in passato si fossero parlati davvero poche volte la riconobbe perfettamente: la prima cotta della tua vita era difficile da scordare.
"Astrid, giusto?"
Come se non conoscesse il suo nome. Provò a fare il vago, ma dall'espressione di Belle accanto dedusse di non averla data a bere a nessuno.
Spostò poi lo sguardo sul ragazzone accanto a lei e anche li ebbe un leggero sussulto "Gambadipesce!"
"Si esatto. Quel soprannome me lo porto dal primo anno" sospirò il biondino "Comunque è bello rivederti, Hiccup!"
Sul volto del Corvonero comparve un sincero sorriso. A scuola Christopher, detto ormai Gambadipesce, era l'unico a trattarlo bene ed a comportarsi come un amico, seppur i suoi modi fossero un po' bruschi a volte. Era sempre stato un tipo piuttosto massiccio: ricordò di una volta che per sbaglio gli arrivò addosso con la scopa, buttandolo a terra come un sacco di patate. 
Quel giorno temette sul serio di essersi spaccato qualche osso.
"E' libero?" chiese successivamente Gambadipesce, indicando i posti di fronte ai due Corvonero. Hiccup annuì e fece subito cenno ai due di sedersi, sotto lo sguardo divertito di Belle.
"Quindi...Vi conoscete?"
L'amico borbottò qualcosa, passandosi nervosamente una mano sui capelli e quel gesto fece capire a Belle che fosse tremendamente in imbarazzo. Ormai si conoscevano da anni e aveva imparato a capire quando qualcosa lo innervosiva.
"Non proprio...Insomma..."
"Abbiamo frequentato il primo anno a Durmstrang, prima che Hiccup e suo padre si trasferissero'" rispose la bionda, forse capendo anche lei l'imbarazzo del Corvonero.
"Ma non mi aspettavo di trovarti qui" si affrettò a dire Hiccup, smettendo definitivamente di mangiare la sua zuppa.
L'altra alzò le spalle e col capo indicò alcuni ragazzi qualche sedia più in la intendi a litigarsi un coscia di pollo. Hiccup li riconobbe immediatamente e il suo lieve sorriso si trasformò presto in una smorfia "Oh...Ci sono anche i gemelli..."
Quelli avrebbe preferito non vederli, ricordava con rammarico le loro stupide prese in giro. 
Anche ad Hogwarts aveva subito qualche scherzo da parte di Jack, ma da parte sua non vi fu mai nulla di ostile, alcune volte li trovava pure divertenti.
"Perfino Moccicoso" aggiunse poi Astrid, inarcando un sopracciglio "Ma non credo che quest'ultimo ti faccia particolarmente piacere."
Hiccup si limitò a sospirare soprattutto quando vide la figura dell'interessato farsi largo tra i posti e fermarsi proprio vicino a loro "Ecco dov'eravate! Mi hanno appena buttato via dal tavolo di quei montati di Serpeverde!"
"Chissà il perché..." disse ironica la bionda, scambiandosi uno sguardo con Hiccup. Moccicoso sembrò non badarci e fece per sedersi, quando un altro ragazzo gli rubò il posto.
Sembrava più alto di lui, ma con lo stesso sguardo arrogante del compagno.
"Spiacente, questo è mio."
"Andiamo, ho fame e voglio sedermi!"
"Vai dai gemelli" brontolò lui, facendogli un lieve cenno con la mano per allontanarlo.
Moccicoso sbuffò, dando una veloce occhiata alla zona dei suoi compagni "Non ci penso nemmeno Eret. Quelli mangerebbero anche il mio cappello."
"Eret?" ripeté incredulo Hiccup, attirando finalmente l'attenzione di entrambi.
"E chi sarebbe questo qui?" domandò irritato Moccicoso.
Eret si scambiò un fugace sguardo con la bionda e successivamente assottigliò gli occhi, cercando di scorgere i tratti di quel tipo così bizzarro di fronte a loro. 
"Davvero non lo riconoscete?" Astrid indicò col dito il giovane Corvonero, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio "E' Hiccup Haddock, figlio di quell'uomo... Stoick Haddock."
"Ha fatto con noi il primo anno" aggiunse Gambadipesce sentendosi messo da parte nella conversazione.
Quel nome fece improvvisamente sgranare gli occhi ai presenti, in particolare ad Eret. Si ricordava di un ragazzino di nome Hiccup a scuola: mingherlino, molto timido ed impacciato.
La perfetta vittima per i bulli come Moccicoso ed altri del suo gruppo. Non che lui fosse completamente innocente: spesso stava in disparte senza intervenire e questo di sicuro non aveva aiutato.
"Ma tu guarda..." mormorò lui, ancora stupito "Com'è piccolo il mondo, ed io che credevo ti fossi trasferito."
"Ed è così" disse Hiccup, indicando con gli occhi la scuola attorno a loro "Vivo in Scozia da cinque anni."
Moccicoso lo guardò con sufficienza ed accennò un lieve sorrisetto sulle labbra "Credevamo che fossi, sai...Rinchiuso da qualche parte. Con il Ministero ad interrogare te e tuo padre, per la questione di quella pazza di tua madre bloccata ad Azk..." per fortuna Astrid gli diede un colpo al petto così forte da farlo zittire e lo fulminò con lo sguardo.
"Ora piantala!"
"Perché?!" sbottò lui, indicando l'interessato di fronte a loro "Che ho detto?!E' la verità!"
"Chiudi quella bocca!" 
Questa volta Astrid sembrò sul punto di esplodere ed Hiccup non poté darle torto, già solo la presenza di Moccicoso per quei minuti lo irritò notevolmente, non immaginava come sarebbe stato averlo come compagno di scuola per tutti quegli anni.
Il ragazzo sbuffò qualcosa che però fu troppo debole da comprendere, incrociò le braccia e fece il finto offeso, pensando ovviamente di aver ragione.
Su questo non era cambiato di una virgola.
Tuttavia Eret tentò di proseguire il discorso "Comunque sei cresciuto, ti ricordavo alto quanto uno snaso."
"Abbastanza, tu invece ti sei fatto più...Atletico" rispose il Corvonero.
Non ricordava Eret particolarmente muscoloso, ma in fondo all'epoca erano solo dei bambini.
Lui ghignò beffardo "Beh devo pur essere in forma se voglio vincere la Coppa del Torneo."
"Quindi parteciperai?"
"Parteciperemo tutti!" si affrettò a dire Moccicoso, sporgendosi di poco verso il tavolo e posando una mano su Astrid che prontamente lo cacciò via.
"Siamo venuti apposta, anche tu parteciperai?"
Il giovane Corvonero indugiò, spostando il suo sguardo da lei a Belle e nuovamente al gruppo di Durmstrang, vide i quattro fissarlo incuriositi, ma il suo esitare scatenò in breve una sonora risata da parte di Moccicoso.
"Come mi aspettavo, sempre il solito fifone!" 
Eret soffocò una risata, anche se con molta fatica e si sedette comodo sul posto, appoggiando il capo sulla mano "Forse fai bene, tanto non avresti possibilità."
"Siete sempre così socievoli voi due..." esclamò Astrid cercando di sdrammatizzare "Perché non andate a parlare di quanto siete sensazionali con gli altri?"
"E a te chi ti ha prosciugato l'umorismo? Un dissennatore?" commentò Eret, ma le successive occhiatacce di Astrid lo convinsero ad allontanarsi e con lui pure Moccicoso.
"Tzé, guastafeste!"
Hiccup osservò con la coda dell'occhio i due dirigersi verso la zona con i gemelli, quasi gli dispiacque per i poveri Corvonero seduti vicino a loro.
Belle si rivolse dunque ad Astrid mentre con una mano le porse una ciotola con del pane "Ma come fai a sopportarli?" 
Lei si strinse le spalle, come se non fosse la prima volta che riceveva una domanda simile "Ci si abitua, col tempo."
"Persone così sono in ogni scuola" aggiunse Hiccup, accennando col capo il tavolo dei Serpeverde dove Gaston si stava pavoneggiando di fronte a delle studentesse di Durmstrang.
"Ma sembra che tu riesca a tenerli a bada" continuò, porgendo nel frattempo a Gambadipesce una caraffa con del succo di zucca.
Astrid gli sorrise "Se non lo faccio io, non lo fa nessuno."
Belle rimase ad osservare i due mentre chiacchierarono del più e del meno, ogni tanto intervenne per fare qualche domanda e lo stesso fece pure Gambadipesce ad una certa.
Tutto sommato non si trovò male e poté giurare che perfino Hiccup, dapprima un po' titubante, sembrò addirittura contento di rivedere delle facce amiche.



 

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Il tempo sembrava scorrere tranquillamente durante il banchetto e gli studenti di Hogwarts si dimostravano tutti molto ospitali e felici di accogliere quelli di Drumstrang tra i loro tavoli.
Dopo una buona mezz'ora Orazio entrò nella Sala per sussurrare a Nord qualcosa. Immediatamente il preside scattò dal posto, cercando però di non attirare troppo l'attenzione tra i vari studenti e fece cenno a Bunnymund di seguirlo. Sparirono per una decina di minuti, ma gran parte degli studenti sembrò non farci nemmeno caso, fin troppo impegnati a mangiare e chiacchierare tra di loro.
Alla fine le porte della Sala Grande si spalancarono nuovamente, facendo intravedere non solo Nord e Bunnymund ma pure i nuovi arrivati della scuola di Beauxbatons.
"Questo è inammissibile! Un pessimo scherzo che poteva trasformarsi in una catastrofe!" urlò una donna al centro, seguita da un gruppo di studenti vestiti tutti con una divisa azzurro chiaro.
La preside camminò a fianco a Nord con passo svelto, testa alta, naso all'insù e una folta chioma grigia tenuta in alto da una tiara. Il suo portamento sembrava piuttosto elegante e contenuto, nonostante la furia nei suoi occhi.
"Forse cavalli impazziti" disse Nord, cercando di calmare la donna.
Ma l'altra si girò di scatto verso di lui, accigliata "I miei pegasi sono delle creature meravigliose! No Nicholas, la colpa è di qualche vostro studente che voleva fare il furbetto! Ah ma se lo prendo..."
Vedendo la donna così alterata, Sinbad si affrettò a soccorrere il suo amico e si fece largo tra i due "Ben arrivata, Uberta! Mi mancavano le tue dolci urla" le posò una mano sulla spalla e la scosse leggermente, cercando di essere il più amichevole possibile.
La preside sembrò non apprezzare particolarmente quel gesto.
"Oh per carità, Sinbad!" brontolò la donna, sistemandosi la tiara "Un po' di educazione, sono pur sempre una signora!"
L'altro sospirò, scambiandosi poi un'occhiatina con Nord.
"Ammetto che sono rimasta stupita alla vostra nomina di preside così giovane."
"Oh, non quanto me" ridacchiò l'uomo, passandosi una mano dietro la nuca "Ma ti prego, dammi del tu, siamo tutti sulla stessa nave dopotutto!"
Uberta tirò fuori un debole sorriso "D'accordo. Sono sicura che farai un ottimo lavoro come preside" poco dopo la sua espressione si fece più severa e puntò la bacchetta verso di lui, dandogli un leggero colpetto sulla spalla "Ma dobbiamo lavorare sulla tua presentazione: Sei troppo sciatto. Dritto con la schiena, i capelli sono troppo lunghi e quella barba....Mica sei un pirata..."
Merida non poté fare a meno di soffocare una risata e si sporse verso Anna "Credo di aver trovato una peggio di mia madre, non credi?" 
Ma non ricevette alcuna risposta e con la cosa dell'occhio vide lo sguardo dell'amica completamente fisso su di una ragazza dall'altra parte della stanza.
Il volto della Grifondoro si illuminò, finalmente vide la famosa Elsa.
Mentre Uberta continuava ad impartire consigli al povero Sinbad, Nord avvisò gli studenti di Beauxbatons di prendere posto ed iniziare anche loro il banchetto. Se avessero aspettato gli ordini della preside probabilmente quei poveri ragazzi non avrebbero toccato cibo. 
I giovani studenti avanzarono piano tra i posti liberi di ogni Casa.
Anna scattò subito in piedi ed alzando tutte due le braccia cercò di attirare l'attenzione di sua sorella. 
Una volta che Elsa alzò lo sguardo verso la sua direzione e la vide, per un breve istante gli occhi quasi le brillarono di gioia, ma poco dopo il suo volto tornò ad essere cupo, come se volesse solo andarsene.
"ELSA! SONO QUI!" Anna continuò a chiamarla e vedendola così speranzosa alla fine anche Merida fece cenno alla ragazza di avvicinarsi. Seppur molto titubante, Elsa pian piano avanzò verso di loro, cercando di mantenere la testa alta e un lieve sorriso sulle labbra. 
Anna sembrò al settimo cielo non appena la vide sedersi proprio di fronte a lei, accompagnata da un paio di ragazzi della sua stessa scuola. Questi ultimi a differenza di Elsa sembrarono molto più amichevoli ed eccentrici.
"Come sono contenta di vederti!" la Grifondoro quasi non riuscì a contenere la sua felicità, avrebbe tanto voluto alzarsi e stringerla in un grande abbraccio, ma il tavolo e soprattutto l'atteggiamento così freddo di sua sorella la frenarono.
Tuttavia sul volto di Elsa poco dopo comparve un sincero sorriso e sembrò rilassarsi un pochino "Anche io, Anna."
La sorella restò a fissarla per qualche istante, forse ancora incredula di poter finalmente avere la possibilità di parlarle, ma poi sentì Merida schiarirsi la voce e allora subito si sporse verso di lei, posandole una mano sulla spalla "Questa è Merida."
"E' un piacere conoscerti, finalmente!" esclamò sorridente la rossa mentre con una mano fece per stringere quella di Elsa, ma la ragazza la ritirò immediatamente, limitandosi a sorriderle "E' un piacere, Merida."
Quel piccolo gesto non le passò inosservato, normalmente avrebbe detto qualcosa, ma l'espressione di Anna sembrò così felice che ci passò volentieri sopra, immaginando che Elsa fosse davvero timida e le imbarazzassero le presentazioni.
Anna indicò con un dito altri Grifondoro tra i tavoli "Loro invece sono Moana, Judy, Ercole, Aladdin..." iniziò ad elencare ogni studente della loro casa e in quel momento Merida ed Elsa si scambiarono uno sguardo, cercando entrambe di trattenere una risata.
"Non occorre che tu le faccia l'elenco adesso" esclamò Merida, facendo arrossire l'amica per l'imbarazzo.
"Forse hai ragione!" tornò poi a guardare sua sorella "Te li presenterò tutti più tardi, uno per uno!"
Merida in risposta si batté una mano sul viso. Ma Anna sembrava troppo su di giri per accorgersene "Oh sarà bellissimo averti qui tutto l'anno! Sarebbe la prima volta dopo...beh...Dopo tanto tempo!" esclamò con euforia "Ti troverai bene qui, spero di fare un sacco di lezioni in comune con te! Che materie ti piacciono? Quali attività svolgete alla vostra scuola? Noi abbiamo il Quidditch, il club dei duellanti, di gobbiglie..." e come prima iniziò a parlare ininterrottamente senza dare il tempo alla sorella di replicare, ma Elsa non parve molto incline al dialogo. Nonostante il sorriso sincero, continuò a guardarla con un'espressione quasi colpevole in volto e questo non passò di certo inosservato a Merida.
"Forse dovresti lasciarle dire qualcosa, non ti pare?" domandò all'amica, sentendo la lieve risata di Elsa in sottofondo.
"Oh...G_Giusto" Anna arrossì imbarazzata, stropicciando nervosamente la tovaglia "Forse ho esagerato."
"Nessun problema" disse pacatamente la sorella, rivolgendo un dolce sguardo ad entrambe "Non sono mai stata molto chiacchierona. E' Anna quella che ama parlare."
Quelle frasi vennero dette in modo così effettuoso che Amna quasi trattenne le lacrime dalla gioia. Era così felice di vederla dopo tanto tempo e nonostante l'atteggiamento un po' titubante all'inizio, le sembrava che Elsa si stesse rilassando e tutti quei sorrisi, seppur lievi, le scaldarono il cuore. Anche Merida se ne accorse e si sentì davvero felice per lei.



 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~




Quella sera Judy aveva continuato a lanciare occhiate sospettose al tavolo degli insegnanti, concentrandosi in particolar modo su Bunnymund e Pitch, ma l'unica cosa che era riuscita ad attirare nuovamente la sua attenzione furono i discorsi di alcuni Beauxbatons vicino a lei:
"Credete che sia stato davvero uno scherzo di qualcuno?"
"Non lo so, ma mi sono preso un bello spavento!"
"Temevo ci andassimo a schiantare!"

La Grifondoro era rimasta ferma ad ascoltare quegli scambi di battute, ma ben presto gli studenti smisero di parlarne, forse per non allarmare ulteriormente altri compagni.
"Tutto bene?" domandò il suo compagno di fianco a lei e solo in quel momento Judy si rese conto di star tenendo ferma la forchetta in aria da almeno cinque minuti buoni. La carne era ormai caduta nel piatto e appena alzò lo sguardo vide Ercole fissarla stranito.
"Si.'" 
Gli sorrise e riprese a raccogliere la carne "Non badarci. Sono solo un po' distratt..."
"Judy!" 
Un'altra voce attirò nuovamente il suo sguardo e appena si voltò vide davanti a lei Kristoff. 
Non fece nemmeno in tempo a salutarlo che subito il Tassorosso la zittì "Devo parlarti" le disse mentre puntava gli occhi tra i vari tavoli "Hai detto: Se vedete o sentite qualcosa di strano, avvertitemi. Beh...Ho qualcosa di strano."
La ragazza saltò subito sull'attenti e senza farselo ripetere un'altra volta si allontanò dal tavolo per seguirlo fuori dalla Sala.
"Forse dovevamo avvertire anche Jack e Merida?" chiese, mentre l'altra cercava di stare al suo passo. 
"Meglio di no, avremmo attirato più attenzione" poi alzò nuovamente il capo verso di lui "Dove mi stai portando?"
"Lo vedrai!"







 

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ANGOLO AUTRICE:
Eccomi! Mi spiace per questo ritardo, ho ripreso a lavorare e devo tornare alla routine, da oggi vedrò di aggiornare una volta a settimana.
Finalmente sono arrivati gli studenti nuovi! Ho fatto un po' dei cambi all'ultimo, per esempio Astrid inizialmente doveva essere di Hogwarts, ma poi mi sembrava più interessante metterla in Durmstrang. Eret è un personaggio di Dragon Trainer 2 e spero di aver reso bene tutta la banda!
Sinceramente non vedevo l'ora di far entrare in scena Tadashi, Hiro e gli altri! 
Ero piuttosto in crisi per il preside di Durmstrang, ma alla fine ho optato per Sinbad del film Dreamworks.
Non so quanti riconoscano invece Uberta: è la mamma di Derek nel film L'Incantesimo del Lago. La amo, mi è sempre stata super simpatica.
Spero vi piaccia il capitolo!


 

~Ciao ciao~

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Capitolo 4
*** Iniziano le indagini ***


Cap 4: Iniziano le indagini 

 
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Kristoff condusse Judy al di fuori di Hogwarts, osservando di tanto in tanto che la zona fosse sicura, ma per tutto il tragitto non disse una parola. La Grifondoro si limitò a seguirlo senza fare alcuna domanda, lo vide affrettare il passo mano a mano si avvicinarono all'obbiettivo e, nonostante le gambe più corte, Judy affrettò la camminata per stare al suo fianco.
Si allontanarono sempre di più dalle mura sicure della scuola, arrivando all'entrata principale dove videro diverse carrozze con dei grandi cavalli alati. Judy pensò che probabilmente fossero i mezzi della scuola Beauxbatons, dal momento che aveva sentito la preside raccontare del viaggio in volo.
Era la prima volta che vedeva dei pegasi così da vicino ed istintivamente tese una mano per accarezzarli, ma Kristoff la fermò "Non fare movimenti bruschi. Questi animali sono facilmente suscettibili, soprattutto con gli estranei."
La Grifondoro passò lo sguardo dai pegasi al ragazzo "E tu come fai a saperlo?"
Sul volto dell'amico si formò un sorrisetto fiero "Me la cavo con le Creature Magiche" disse "Ogni tanto aiuto Ralph a prendermi cura di qualche bestiolina." 
Era sempre stato appassionato di quella materia fin dal suo primo anno ad Hogwarts, tant'è che gran parte dei suoi compagni pensavano le preferisse addirittura alle persone.
E forse un po' avevano ragione.
Kristoff amava stare per conto suo. La maggior parte dei suoi compagni di Casa amava il Quidditch, le partite a Gobbiglie o gli scacchi magici, ma lui non era mai stato particolarmente interessato a quelle attività e col tempo aveva iniziato ad isolarsi, preferendo in quel caso la compagnia del suo Gufo, Sven, che ormai considerava un ottimo amico.
Però doveva ammettere che la presenza di Judy, Jack e perfino Merida non lo infastidivano più di tanto, complice anche il fatto di questo strano mistero alle porte. 
Qualunque cosa stessero nascondendo i professori, ormai anche lui sembrava totalmente preso dallo scoprire la verità e l'aiuto di Judy non poteva che incentivare maggiormente la sua curiosità.
"Capisco" disse la Grifondoro con un lieve sorriso "Ma non credo tu mi abbia portata qui per vantarti delle tue abilità da Magizoologo."
A quel punto il biondo si grattò nervosamente il capo ed iniziò a raccontare "Come ti ho detto: spesso aiuto Ralph con le creature, faccio anche per lui dei lavoretti ed ero presente all'arrivo della scuola Beauxbatons poco fa" man mano che andava avanti il suo sguardo si faceva più preoccupato "Poco prima di atterrare, ho visto i pegasi dimenarsi e una carrozza ha quasi sbandato contro le altre."
Si fermò solo qualche secondo per permettere alla Grifondoro di metabolizzare.
"Non so se può essere collegato a quello che abbiamo sentito la volta scorsa, ma potrebbe non essere stato un semplice incidente, non credi?"
Judy annuì e tornò immediatamente a fissare le carrozze di fronte a sé "Ormai siamo qui. Coraggio, diamo un'occhiata."
Si separarono e Kristoff si diresse verso i pegasi per controllare non avessero nulla di particolare qualche incantesimo avrebbe potuto anche aver preso il loro controllo, ma purtroppo quando accadde lui era talmente distante da non aver notato ogni dettaglio di quel breve momento.
Judy controllò ogni carrozza utilizzando l'incantesimo di rivelazione, dando una veloce occhiata anche all'interno e cercando qualche indizio che potesse darle una risposta. Forse Jack e Merida avrebbero semplicemente accusato Kristoff di essere troppo paranoico, ma voleva vederci chiaro.
Sentiva anche lei che c'era qualcosa di strano in tutto questo.
"Ma cos..." la voce rotta di Kristoff attirò inevitabilmente la sua attenzione. La stupì vederlo così vicino ad un pegaso e in un primo istante le venne l'istinto di trascinarlo via, ma poi lo osservò meglio e lo vide calmare l'animale con una naturalezza tale da lasciarla senza parole.
Durante gli anni spesso lo aveva intravisto nei corridoi o alle lezioni, ma sempre in disparte o comunque a parlare con pochi ragazzi. Era la prima volta che lo vedeva così a suo agio: si vedeva che amava moltissimo le creature magiche.
Dopo aver calmato l'animale con qualche carezza rassicurante, le labbra di Kristoff si incurvarono in un'espressione più seria, che fece subito allarmare la Grifondoro  "Judy..."
La ragazza si avvicinò a lui di qualche passo, lasciandogli il tempo di spiegarsi. Kristoff col capo indicò le ali del pegaso e dopo essersi presa qualche secondo buono per osservarle, si rese conto anche lei del problema.
"E'..."
"Rotta" finì Kristoff, dando un'altra carezza sul muso del pegaso "Questo spiega perché è impazzito e ha rischiato di ferire gli altri."
"Molto strano che usino un pegaso con un' ala rotta per trascinare una carrozza, non trovi?" disse pensierosa la Grifondoro, sporgendosi per poter osservare meglio l'animale, diede poi una veloce occhiata anche al pegaso accanto "Lui?"
Kristoff la imitò e controllò con attenzione anche le ali dell'altro compagno "Anche questo. Sono entrambe spezzate. Presi così alla sprovvista è davvero una fortuna che Ralph si trovasse nei paraggi per aiutare. Sarebbe potuto essere un brutto incidente" sospirò, spostandosi col capo per osservare gli altri pegasi "Gli altri li ho già controllati. Sembra che solo questi abbiano le ali rotte."
Judy incrociò le braccia, senza smettere di fissare quelle creature "Quindi solo due pegasi si rompono improvvisamente le ali, rischiando di far precipitare una carrozza piena di studenti." 
"Potrebbero essersele rotte durante la colluttazione" disse il Tassorosso sovrappensiero. 
Judy inarcò un sopracciglio e alzò poi lo sguardo su di lui "Andiamo, non ci credi nemmeno tu!" 
Dopo di ché fece poi molta attenzione a non far agitare ulteriormente il pegaso ferito mentre gli passava attorno, agitò nuovamente la bacchetta per pronunciare l'incantesimo e finalmente la sua attenzione venne attirata da un piccolo marchio posto sulle briglie.
Il Tassorosso si sporse accanto a lei per osservare il marchio e subito sorrise entusiasta "Allora è vero quello che dicono di te, sei la migliore in incantesimi!" 
Sul volto di Judy si formò un lieve sorrisetto "Beh...Non direi la migliore ma...me la cavo bene."
Era sempre andata bene in quella materia, complice anche la sua ambizione nel voler diventare un Auror e anche se non amava vantarsi, doveva ammettere che le piaceva essersi guadagnata quella fama a scuola.
"Io in Incantesimi non do proprio il meglio di me" borbottò il ragazzo. Dopodiché ridusse gli occhi a due fessure per vedere meglio quello strano simbolo "Tu l'hai mai visto?"
Aveva una forma strana: sembrava quello di un'ala diviso da una barra.
Judy istintivamente pensò a qualche fattura complessa. Ripassò nella mente gli argomenti delle sue lezioni di Incantesimi ma purtroppo non riuscì a ricordare di un marchio simile.
"Potrebbe essere una maledizione?" disse sotto voce la Grifondoro mentre si passava una mano tra i capelli argentei "Quello che mi fa pensare è il fatto che quel marchio sembra essere presente solo in questa carrozza"
Kristoff batté le palpebre "Sicura? forse non hai controllato ben.."
Ma l'altra lo fulminò con lo sguardo, portando le mani ai fianchi "Potrebbe essere, ma ho controllato ogni carrozza e per ora ne ho trovato solo uno" puntò poi lo sguardo verso la scuola "Hai visto chi è sceso da questa?"
Il biondo si portò nuovamente una mano sulla nuca "Per me sono tutte uguali, non ci ho prestato molta attenzione e quando sono atterrate sono subito corso da ad avvertirti" disse "Potrebbe essere quella della preside?"
"Può darsi" mormorò l'altra, avvertendo poi delle voci in lontananza, fece cenno a Kristoff di tornare immediatamente al castello e subito cercarono di sviare il percorso per non incontrare gli insegnanti.
"Credi che dovremo fare una riunione?" domandò il Tassorosso con un lieve sorriso.
Judy lo fissò incuriosita "Riunione?"
"Siamo una squadra" continuò "Giusto?"
Ma la ragazza non pareva molto convinta, abbassò nuovamente lo sguardo e sospirò "Non saprei, Merida è un conto ma Jack...Non mi sembra molto incline al lavoro di squadra" disse pensierosa.
Il Tassorosso si strinse le spalle ed alzò il capo verso l'entrata della scuola "Non giudicare, magari è in gamba. Io voto a favore."
A quel punto lei si arrese ed annuì, forse anche troppo stanca per discutere: tutta questa situazione la iniziava a spossare parecchio.
Eppure era l'ultimo anno: si sarebbe dovuta concentrare solo sui bei voti e sul suo ruolo da prefetto, magari diventare anche capo scuola e una volta uscita da Hogwarts intraprendere la carriera di Auror... Ma ora riusciva solo a pensare a quello strano simbolo, al discorso di Pitch e Bunnymund al cortile e non poteva fare a meno di preoccuparsi, forse più del dovuto.
Anche se fosse stata una cosa da niente avrebbe scavato fino a scoprire la verità: se Hogwarts fosse stata davvero in pericolo, avrebbe fatto di tutto pur di salvaguardare la scuola e i suoi amici.





 
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Verso metà serata, Nord si schiarì la voce, attirando poco dopo l'attenzione dei presenti "Scusate interruzione. Voglio solo avvisare voi che da questa sera, qualunque studente di diciassette anni potrà mettere suo nome in Calice."
Con un lieve gesto della bacchetta, toccò la punta di quello strano contenitore dorato, lentamente l'oggetto si sciolse, rivelando al suo interno il Calice.
A prima vista Jim era rimasto un po' deluso: sentendo così tanto parlare di quel Calice si era immaginato un oggetto piuttosto grande, magari placcato in argento o addirittura in oro, osservandolo bene invece, sembrava pure rozzamente intagliato.
Poi una grande fiamma bluastra si era creata all'interno.
A quel punto Filottete prese a parlare "Chiunque vorrà proporsi per il Torneo, dovrà gettare tra le fiamme un pezzo di pergamena con scritto il suo nome entro Venerdì sera."
Ben presto diversi studenti avevano iniziato a mormorare entusiasti.
"Non fate scelte avventare ragazzi, una volta che si viene scelti non si può tornare indietro. Dovrete partecipare, che lo vogliate o meno."
Solo dopo quelle parole si era propagato un lieve silenzio tra i tavoli.
"Pensateci bene" disse Nord "Ma ora potete pure continuare cena."
Moana non staccò gli occhi di dosso da quel Calice, finché non sentì lo schiocco delle dita di Merida al suo orecchio.
"Ti eri incantata. Tutto a posto?"
L'altra si passò una mano tra i capelli, prendendo un bicchiere di succo di zucca "Si. Stavo solo pensando..."
Merida le sorrise, passando poi lo sguardo tra i vari tavoli delle altre Case, vide con la coda dell'occhio Jim e Jack raccontare qualche storiella a degli studenti di Durmstrang.
Un po' era sorpresa di non scorgere Kristoff tra i tavoli dei Tassorosso, ma da quel che aveva potuto comprendere di lui, non sembrava molto incline a stare in mezzo a così tante persone.
Tuttavia, un piccolo dettaglio aveva attirato nuovamente la sua attenzione sul tavolo dei Corvonero. Fece per salutare Hiccup con un cenno della mano, ma il ragazzo sembrava troppo preso a conversare con alcuni studenti di Durmstrang, in particolare con una biondina seduta proprio di fronte a lui.
Non che fosse particolarmente infastidita, in fondo stavano solo parlando, ma dal suo atteggiamento e da come si sorridevano sembrarono conoscersi piuttosto bene. 
Hiccup le aveva rivelato di non aver avuto grandi legami al suo primo anno a Durmstrang e forse era proprio questo quello che l'aveva stupita. Dagli sguardi che si stava scambiando con quella ragazza non sembravano affatto due persone appena che si erano appena conosciute, ma piuttosto degli amici che si rivedevano dopo tanto tempo.
Non pretendeva di avere l'esclusiva nella sua lista di amicizie e a dire il vero non sapeva con esattezza cosa le stava dando particolarmente fastidio, ma qualunque cosa fosse iniziava a turbarla.
"Merida?" le domandò Moana, seguendo poi il suo sguardo al tavolo Corvonero "Questa volta sei tu ad esserti incantata. E' successo qualcosa con Hiccup?"
A quell'affermazione la Grifondoro scattò improvvisamente, battendo le mani sul tavolo così forte da attirare l'attenzione degli altri studenti vicino "C_osa? NO!" 
"Calmati" Anna le portò una mano sulla spalla, facendo un gesto ai presenti di riprendere a mangiare "Mi sembri un po' turbata..."
"Sto bene!" la rassicurò, arrossendo lievemente.
Una studentessa bionda accanto ad Elsa scosse debolmente il capo mentre con una forchetta infilzò un pomodoro "Io non credo, è così ovvio dalla tua faccia.."
Merida la fissò confusa "E cioè?"
"Sei in pena d'amore!" Esultò lei, prendendo le mani della rossa "Ohh suvvia sfogati! Vedrai che ti sentirai meglio!" Con uno scatto la attirò più vicino, facendole quasi rischiare di rovesciare la caraffa d'acqua "Avanti, confidati! Chi è questo Hiccup? E' carino eh? Posso vederlo? Coraggioooo indicami chi è!"
Merida boccheggiò qualcosa ma per fortuna un altro ragazzo sembrò correrle in suo soccorso "Avanti Charlotte, non vedi che la imbarazzi?"
"Sono solo curiosa!" si giustificò lei "Sono venuta qua apposta per conoscere nuovi ragazzi!"
Sia Anna che Elsa si scambiarono un'occhiata e dovettero trattenere una risata, soprattutto nel vedere l'espressione sconvolta di Merida. Nel frattempo era riuscita a togliersi dalla presa di quella strana ragazza, osservandola accigliata "Sei venuta qua per conoscere...Dei ragazzi?"
"E io delle ragazze" esclamò l'altro, facendole l'occhiolino "Mi chiamo Naveen, principe ereditario di Maldonia, per tua informazione."
Merida e Moana si guardarono, accennando un sorrisetto imbarazzato.
"Quindi nessuno di voi parteciperà realmente al Torneo?" domandò curiosa Moana.
Charlotte finse una risata mentre Naveen scosse debolmente il capo.
"Tanto è inutile" disse lui, indicando col capo il tavolo dei Tassorosso, le altre (Elsa compresa) si sporsero per vedere la persona indicata e videro un ragazzo dai capelli castani parlare con altri studenti della sua scuola, a giudicare dall'atteggiamento che gli rivolgevano i presenti, sembrava decisamente molto popolare tra il gruppo.
"Derek è il figlio della preside. Il Calice sceglierà lui" concluse Naveen "Ma poco male, a me non va di rischiare la morte per una stupida gara."
"Assolutamente! Ho sentito di una ragazza che si è ustionata tutta la faccia! E' terribile!" Disse sconvolta Charlotte, agitando la forchetta così forte che i pomodori caddero per terra "Non potrei mai rovinarmi così: sono nel fiore dei miei anni e poi non sono mai uscita con un inglese! Oh ragazze dovete raccontarmi tutto, potremo diventare ottime amiche!" e senza dare nemmeno il tempo di una risposta, si sporse nuovamente verso di loro "Ah proposito...Qualcuna di voi mi può presentare quel bel ragazzone li vicino?" sussurrò mentre indicava con lo sguardo Ercole, seduto a pochi metri da loro che chiacchierava col compagno accanto.
Moana forzò un sorrisetto imbarazzato, scambiandosi un' altra occhiata con Merida.
Anna approfittò di quell'attimo di distrazione per poter nuovamente parlare con Elsa "Quindi, immagino che nemmeno tu parteciperai al Torneo."
L'altra scosse debolmente il capo, sorridendole "Non sono fatta per queste cose" passò poi i suoi occhi da Anna a Merida "E voi?"
A quella domanda la sorella soffocò una risata, facendo cenno di no con la mano "Assolutamente no, nemmeno noi siamo il tipo."
Merida si voltò improvvisamente verso di lei, alzando le sopracciglia "Di che parli? Io partecipo!"
"No che non lo fai" continuò a ridere Anna, dandole una leggera pacca sulla spalla per sdrammatizzare.
"Si che lo faccio!" esclamò Merida facendole il verso, e a quel punto il sorriso della fulva si incupì.
"Dici davvero?" la fissò, diventando improvvisamente seria "Sai che è pericoloso."
"Lo so, e quindi?"
"E quindi? Ti potrebbe succedere qualcosa!" continuò preoccupata.
Non voleva assolutamente che lei o qualcun altro dei suoi amici rischiasse la vita per una sciocca gara tra scuole. 
Inoltre questo le aveva riportato alla mente il discorso con la professoressa Odie. Fino ad ora non ne aveva parlato ancora con nessuno e se davvero quella visione significava un pericolo mortale per qualcuno a lei caro, Merida sarebbe potuta essere una delle vittime... magari proprio durante una delle prove del Torneo.
"Non farlo!"
Ma la rossa si limitò ad alzare le spalle, indicando col capo anche Moana ed Ercole "Anche loro partecipano."
"Io non ho ancora deciso!" si affrettò a dire la riccia, tornando poi nuovamente a parlare con Charlotte.
Lo sguardo di Anna si fece più preoccupato "Ti prego, pensaci bene" passò poi lo sguardo su Moana li vicino "Pensateci bene, tutte e due, vi prego."
Anche l'espressione della rossa era diventata più seria "L'ho fatto." 
"A me non sembra."
"Non sei tu a decidere per me!"
"Lo dico solo per il tuo bene."
"Beh allora smettila!" esclamò irritata "Non puoi dirmi cosa posso o non posso fare!"
"Merida, rifletti una buona volta!"
Quello scambio di battute e quella tensione iniziavano ad agitare perfino Elsa "Forse è meglio se vi lascio discutere da sole e..."
"No aspetta!" la fermò Anna "Non andartene, dobbiamo ancora raccontarci un sacco di cose."
L'altra la fissò in silenzio e vedendola così indecisa, Merida le porse un piatto con della zuppa ed una caraffa "Anna ha ragione. Non hai nemmeno toccato del cibo."
La giovane le sorrise e le fece cenno di no con le mani "Grazie ma...Non me la sento."
"Non sarà come da voi ma non è male" a quel punto Merida notò che la ragazza portava ancora i guanti "Forse ti conviene toglierli, se non vuoi rovinarteli."
Elsa guardò di sfuggita le sue mani, forzando un ennesimo sorriso "Preferisco tenerli."
"Sicura? Non hai caldo?"
"Sicura."
Vide l'espressione della giovane rabbuiarsi un po' e temendo di averla offesa in qualche modo, tentò di sdrammatizzare con una battuta "Beh se hai freddo, conosco un'incantesimo per riscaldare un po' la Sala, potrei provare e..."
"Merida smettila!" esclamò Anna "Ci faresti finire nei guai!"
"A dire il vero..." iniziò piano Elsa "...Sono molto stanca, vorrei solo andare alla mia stanza e riposare."
"Appena il banchetto sarà finito, Judy e gli altri prefetti vi accompagneranno alle vostre stanze" Anna cercò di sfiorarle un braccio per confortarla, ma a quel gesto Elsa scattò improvvisamente, facendo rovesciare per sbaglio la zuppa addosso a Charlotte.
"Elsa! Fai più attenzione! Il mio vestito!"
"S_Scusa" la giovane ragazza si alzò di scatto dalla sedia, passò velocemente lo sguardo da lei a sua sorella e si limitò a sussurrare un "Devo andare" Anna non fece in tempo a fermarla che Elsa affrettò il passo verso l'uscita, sotto lo sguardo seccato della compagna di scuola.
"Ma perché si comporta sempre cosi?!" disse infastidita, cercando di togliersi la macchia dal vestito con il tovagliolo.
"E' strana" mormorò Naveen "Mi stupisce sia uscita dalla sua stanza, di solito non la si vede mai oltre le lezioni."
"La preside Uberta l'ha praticamente costretta, e poi è una delle più brave del nostro corso" piagnucolò Charlotte "Prima rischio di cadere dalla carrozza ed ora...Questo!"
"Hai rischiato di cadere?" domandò perplessa Moana "In che senso?"
"...Ah i cavalli erano impazziti ma ora è tutto sistemato" liquidò in fretta il discorso, guardandosi ancora una volta l'abito.
"Che pasticcio..." sospirò un'ennesima volta ma poi, vedendo lo sguardo dispiaciuto di Anna si ammorbidì "Oh mi spiace..."
Si sedette poi sulla sedia, stropicciando nervosamente il tovagliolo usato "Forse ho sbagliato ad urlarle in quel modo, in fondo non l'ha fatto apposta."
"Non è colpa tua" disse Merida, guardando la zona dove Elsa si allontanò "Non credo fosse a suo agio."
"Di certo tu non hai aiutato" disse a bassa voce Anna, ma essendo vicino a lei quelle parole non passarono di certo inosservato.
"Cosa vorresti dire?"
"L'abbiamo messa a disagio, e tu sei stata così insistente" rispose seccata.
Merida la guardò accigliata "Volevo solo essere gentile, non è colpa mia se tua sorella è asociale."
"E' semplicemente timida" esclamò arrabbiata la Grifondoro. 
"La difendi sempre." 
"E' mia sorella!"
"E quindi?" domandò infastidita "Anche io ho tre fratelli, ma non mi faccio mettere i piedi in testa da loro."
"I tuoi fratelli hanno sei anni, Merida" Anna la guardò esasperata "Volevo semplicemente parlare con mia sorella che non vedo da anni."
La rossa assottigliò gli occhi e la fissò "Anna smettila di insistere con lei, era palese non avesse voglia di stare qui."
Quelle parole le fecero male, se ne accorse anche Merida che serrò immediatamente le labbra, come se si fosse accorta dell'errore appena commesso.
Anna abbassò il capo e con una mano si asciugò gli occhi diventati lucidi.
Forse aveva ragione. Forse davvero Elsa non aveva voglia di stare in sua compagnia.
Cosa le aveva fatto per farla comportare in questo modo?
Quella domanda non le stava dando pace.
"Anna?" 
Sarà stato per quei pensieri, o per la discussione con Merida, ma in quel momento voleva solo starsene per conto proprio.
Non aveva voglia di piangere di fronte a tutti.
Si alzò dal posto e affrettò il passo per tornare al suo Dormitorio, Merida cercò di fermarla per un braccio ma Moana le fece cenno di lasciarla andare.
Aveva bisogno anche lei di rimanere sola.


 

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Facendo attenzione a non incappare in qualche studente troppo curioso, Judy e Kristoff erano entrati nella scuola e stavano percorrendo il lungo corridoio per andare alla Sala, cercando di essere il più naturali possibile per non destare sospetti, per fortuna la cena sembrava ancora in atto a giudicare dalla totale assenza dei ragazzi al di fuori del banchetto. Judy poté tirare un sospiro di sollievo non appena girato l'angolo, avvicinandosi sempre di più ai rumori della Sala.
Ma purtroppo non riuscì a cantar vittoria troppo presto: sia lei che Kristoff si scontrarono con una persona che la Grifondoro avrebbe decisamente voluto evitare.
"Ehi ehi, quanta fretta!" disse Nick mentre si sistemava la cravatta stropicciata. I due amici si scambiarono uno sguardo ed il Serpeverde non poté fare a meno di osservarli incuriosito "Fuga romantica? Ho interrotto qualcosa?"
"C_che?" Judy lo fissò furente mentre Kristoff si limitò a soffocare una risata.
"Non ci hai preso, amico."
"Non credo di essere tuo amico" rispose freddamente, il suo tono sembrava addirittura sospettoso "Ci conosciamo?"
L'altro fece per rispondere ma Judy lo fermò con un braccio, cercando di tirar fuori il migliore dei (più falsi) sorrisi "Non sono affari tuoi." 
"Hai ragione" ghignò lui "Ma non è bello uscire e farsi le passeggiate mentre in Sala ci sono nuovi studenti. Ricordi? Obbiettivo è rafforzare amicizia tra scuole" disse, cercando di imitare il tono di voce e il potente accento del preside.
Kristoff si limitò ad alzare gli occhi al cielo, ma l'espressione non era affatto infastidita anzi, sembrava trovarlo piuttosto divertente, soprattutto nel vedere la faccia in risposta della piccola Judy.
La ragazza nel frattempo aveva preso un elastico dalla sua tasca e si era legata i capelli in una coda bassa "Lo ricordo Nick" sospirò "Ma anche tu se per questo dovresti essere in Sala Grande, non ti pare?"
In quel momento Judy poteva giurare di averlo visto irrigidirsi, come se stesse nascondendo qualcosa e questo la fece insospettire ulteriormente "Che ti prende?"
"Nulla!" rispose schietto, cercando di mantenere lo sguardo fermo su di lei "Io stavo andando in bagno, la vostra scusa?"
La ragazza si alzò leggermente in punta di piedi, sfidandolo con lo sguardo "Il bagno non è da questa parte. Sicuro di star dicendo la verità?"
"Se non eravate in una fuga romantica, allora come mai siete in giro?" continuò lui.
"Lo sai che è sospettoso rispondere ad una domanda con un'altra domanda?"
"Ah davvero?" 
Kristoff osservava i due in silenzio, forse l'unico che sembrava divertirsi da quell'incontro.
Ma alla fine dei passi attirarono nuovamente l'attenzione dei tre, Anna sbucò dietro l'angolo in tempo per sbattere nuovamente contro il povero Tassorosso "Tutto bene?"
"Oh! S_scusami tanto!"
"Dovremo mettere un cartello: ci sono più incidenti qui che in un duello tra maghi" commentò sarcasticamente il Serpeverde.
Anna tentò di forzare un sorriso e solo in quel momento si rese conto di stare ancora attaccata tra le braccia di Kristoff, si staccò improvvisamente da lui, rivolgendogli un sorrisetto imbarazzato e toccandosi agitata una delle due trecce "Ehm..Scusami ancora, di solito sai...Non mi butto così.. Tra le braccia di qualcuno...Io.."
"Anna" Judy fece un passo verso di lei, accorgendosi solo adesso che la ragazza sembrava sul punto di piangere "Che cos'è successo?"
"N_Niente! Stavo...Stavo solo andando in camera" rispose frettolosamente, passò poi lo sguardo da Kristoff a Nick, affrettando poi il passo per allontanarsi "Scusate ancora!"
I tre la guardarono per qualche secondo, finché il Serpeverde alzò le spalle "Beh...Io vi lascio soli." 
Fece per tornare alla Sala Grande ma le parole di Judy lo immobilizzarono.
"Non dovevi andare in bagno, Nick?"
In risposta il ragazzo girò immediatamente l'angolo, cambiando direzione e sbuffando appena sorpassata la Grifondoro "Saresti un perfetto poliziotto guastafeste."
La ragazza alzò fieramente il capo, tuttavia lo guardò andar via un po' preoccupata.
Era abituata a quegli scambi di battute con Nick, ma la sua reazione a quelle domande fu strana, quasi turbato. Purtroppo non avrebbe potuto indagare oltre, lui non glielo avrebbe mai rivelato. Non di sua spontanea volontà.




 
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NOTE AUTRICE:
Eccomi! Avrei voluto pubblicare prima ma purtroppo a causa del lavoro potrò aggiornare solamente i weekend.
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo! 
So che c'è una bella quantità di personaggi, i principali li avete ormai intuiti chi siano o comunque con l'andare nei capitoli vengono evidenziati sempre di più. Gli altri sono un po' di contorno perché mi piace proprio l'idea di mettere tanti personaggi in questa scuola. Spero piaccia anche a voi!
Non potevo non inserire Charlotte e Naveen comunque, avendo inserito nei capitoli precedenti Tiana e Mama Odie. Li immaginavo troppo come studenti stranieri.
Spero di aver reso bene anche Nick e le sue interazioni con Judy, non vedevo proprio l'ora di scrivere di loro. Chissà cosa nasconde il Serpeverde xD
E finalmente Anna e Kristoff si sono conosciuti...Più o meno.
Qualcuno ha tentato di far del male alla scuola di Beauxbatons e Judy e Kristoff  hanno iniziato ad indagare (un po' di Sherlock e Watson della situazione in questo caso).
So che magari vi sembrerà lento il loro conoscersi, ma lavorando su tanti personaggi e varie vicende devo lasciar passare comunque un po' di tempo. Poi Anna è turbata per la sorella e le cose non stanno andando proprio benissimo.
Al prossimo capitolo! 



 
~Baci~
 

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Capitolo 5
*** Legami da ricucire ***


Cap 5: Legami da ricucire

 
Merida - Disney Pixar Brave Photo (39870217) - Fanpop
 


   
Da quando avevano avuto quella discussione durante il banchetto tra le scuole, Anna e Merida non si erano rivolte più di due frasi in croce, limitandosi a brevi saluti e qualche occhiata silenziosa. 
Non era la prima volta che litigavano e da quello che Hiccup riusciva a ricordare, era sempre stata Anna a fare il primo passo, ma questa volta no, lei non si sarebbe scusata così facilmente e Merida era troppo orgogliosa per poter iniziare.
Forse era proprio quello il motivo per cui gli aveva chiesto di passare del tempo con lei... Forse sperava che sarebbe riuscito a sbloccare il suo orgoglio e convincerla a far pace con la sua migliore amica.
Come ogni giovedì, poco prima della lezione di Trasfigurazione, Merida ed Hiccup si erano ritrovati in Sala Grande, questa volta pronti a cimentarsi in una partita a scacchi magici. Era piuttosto stupito quando gli aveva chiesto di giocare. In realtà Merida era scarsa a scacchi, ma lui non glielo avrebbe mai detto. 
"Tocca a te." 
Merida giocherellava svogliatamente con una ciocca dei suoi lunghi capelli, segno evidente che stava pensando a tutt'altro e Hiccup ormai la conosceva abbastanza a lungo da aver memorizzato ogni segnale che la turbava.
"Okay, parla."
"Non dovrei parlare, ma pensare" rispose lei senza staccare gli occhi dalla scacchiera "Ci vuole tempo, Hicc."
"Tanto perderai" sospirò lui. Sentì gli occhi della ragazza fulminarlo brutalmente "Sei arrabbiata ed è per la vicenda di Anna."
"Come fai a..."
"Odi gli scacchi magici. Ti piace solo perché le pedine si distruggono a vicenda e ci giochi solo quando sei arrabbiata con qualcuno."
La Grifondoro spalancò i suoi occhi azzurri, stupendosi ancora una volta di quanto l'amico la conoscesse bene "Mi stai dando della sadica?" cercò di ironizzare lei, e l'altro scoppiò a ridere.
"Dai, sai cosa intendo." 
Merida gli fece una linguaccia come risposta "Lo so, ma mi diverte prenderti in giro."
Il Corvonero si strinse le spalle "Almeno sei di buon umore adesso. Ultimamente sei strana..." 
La vide irrigidirsi e dunque pensò che non fosse solo per la questione di Anna: aveva iniziato a comportarsi in modo insolito dall'annuncio del Torneo.
Hiccup non poteva sapere che quel giorno lei e gli altri erano venuti a conoscenza di quello strano discorso tra i professori.
"Anche tu lo sei" esclamò la rossa, tornado a guardare la scacchiera.
"Ma non è vero!" rise l'altro "E non sviare il discorso..."
Merida sembrò non volerlo ascoltare "Questa estate lo eri: non mi hai scritto quasi mai! Che ti è successo?" Hiccup alzò dunque il capo verso di lei, sostenendo quello sguardo sospettoso.
Calò uno strano silenzio tra i due.. un silenzio a dir poco imbarazzante.
Hiccup si schiarì la voce, grattandosi nervosamente una guancia "Ehm...Te lo racconterò un'altra volta..."
Ma l'amica si sporse verso di lui, ormai incuriosita da tutta quell'aria di mistero che si era creata "Dai, dimmelo!"
"Non adesso" la liquidò, poi incrociò nuovamente i suoi occhi "Davvero tu e Anna non vi siete ancora parlate?"
E in quel momento la ragazza tornò a chiudersi a riccio. Sul suo volto si formò una piccola smorfia e tirò un sospiro così forte da spostare diverse ciocche di capelli dal viso. Quel gesto fece inaspettatamente sorridere l'amico, che la trovava particolarmente carina quando faceva così. 
Insomma... più del solito.
"Ci ho provato."
Hiccup la fissò serio e Merida non poté fare a meno di battere un piede, guardandolo seccata "E' vero!"
Immaginò come le avesse parlato: probabilmente brontolando una parola simile a scusa per poi allontanarsi subito dopo. 
"Vorrei parlarle, ma ogni volta che la vedo deve correre da Elsa."
Dal suo comportamento era facile intuire la gelosia verso la giovane Beauxbatons. Dopotutto, lei ed Anna si conoscevano da sette anni e passavano insieme gran parte del tempo, addirittura le intere vacanze. Avendo perso entrambi i genitori da piccola, per Anna l'unico legame di sangue era la gemella, ma da quando si era trasferita all'estero non tornava a trovarla nemmeno per le vacanze estive. Le lettere che si scrivevano non potevano compensare quella mancanza di affetto e se non fosse stato per la famiglia Dumbroch, probabilmente avrebbe passato gran parte della sua infanzia da sola con le sue tutrici.
Poteva immaginare quindi i sentimenti di Merida: erano sempre state lei ed Anna, mentre ora doveva condividerla con Elsa. Doveva mettere da parte la sua gelosia se non voleva perdere la sua più cara amica.
Il problema era farglielo capire e nemmeno lui era sicuro di farcela.
"E' normale, è sua sorella" alzò poi le ginocchia, appoggiandoci sopra i gomiti ed incrociando le braccia tra di loro "Non puoi fargliene una colpa, non si vedono da anni."
"Non per suo volere" sbuffò "E poi oltre alla questione di Elsa, Anna non vuole che io e Moana partecipiamo al Torneo Tremaghi! Probabilmente nemmeno tu...O Jim! Fosse per lei nessuno dovrebbe partecipare."
"E' apprensiva, lo sai" si passò poi una mano tra i capelli, scompigliandoseli un pochino "E ammetto che non le do tutti i torti. E' pericoloso, hai sentito cos'ha detto il preside."
A quel punto Merida drizzò la schiena e strinse forte i pugni "Credi davvero che non sia in grado di affrontare quelle prove? Me la cavo ai duelli! Avete così poca fiducia in me?"
"Non è questo" disse Hiccup con tono pacato. 
Non aveva voglia di discutere, specialmente con lei, e sapeva che anche solo una minima parola di troppo, per lo stato in cui era, sarebbe stata fatale.
"Tu parteciperai?" chiese l'altra a bruciapelo.
Lui deglutì a fatica e quasi ebbe paura a rispondere.
"Probabilmente. Ma sai la mia situazione..." sussurrò a malapena.
Merida ridusse gli occhi a due fessure, sporgendosi lentamente verso di lui e questo fece presagire ad Hiccup che forse sarebbe dovuto scappare "Quindi tu puoi partecipare, ma io no?" 
"No... E' che.."
"E' perché sono una ragazza?!"
"Cosa?!" la fissò sconvolto "Certo che no! Per chi mi hai preso?!"
"Dimmelo tu!"
"M_mi preoccupo per t...! Cioè n_noi ci preoccupiamo per te! " balbettò "Vogliamo solo che ci ragioni prima di prendere sul serio questa decisione e..."
Inaspettatamente il volto di Merida sembrò rilassarsi, scoppiando successivamente in una fragorosa risata.
"La smetti di farmi prendere questi spaventi?" Hiccup la guardò di sottecchi, non accorgendosi che probabilmente era arrossito per quella vicinanza di poco fa.
Ma per fortuna lei sembrò non accorgersene "Sai che mi piace spaventarti!"
"Sei pessima."
I due si sorrisero e solo in quel momento Merida alzò il capo, vedendo alcuni ragazzi di Durmstrang chiacchierare con dei Serpeverde. Hiccup la imitò e nel gruppo notò la presenza di Astrid. I due si scambiarono un saluto e la rossa non poté fare a meno di guardarlo, sospettosa "Non mi avevi detto di avere degli amici a Durmstrang."
L'amico arrossì leggermente e si grattò il capo "Astrid non era proprio mia amica... non ci parlavano molto. Ero il tipico ragazzino timido ed impacciato..."
"Eri?" lo stuzzicò.
L'altro appallottolò un pezzo di pergamena e gliela lanciò addosso per zittirla "Ah-ah. Te l'ho mai detto che sei antipatica?" 
Ripresero a scherzare e fortunatamente la tensione di prima sembrava essersi placata, ma poi Merida incontrò lo sguardo di Kristoff, fermo sulla soglia dell'entrata, che le fece cenno di raggiungerlo. 
Pensò che probabilmente doveva trattarsi di quel famoso incontro con Judy e, anche se l'idea di quel segreto continuava a non piacerle, raccolse subito la sua roba, decisa a raggiungere il Tassorosso "Devo andare, ricordati che dobbiamo mettere il nome nel Calice."
Lo sguardo di Hiccup si fece più confuso "Aspetta, noi..."
Ma l'altra lo congedò con un veloce cenno della mano, promettendogli che si sarebbero visti più avanti, dopodiché affrettò il passo per raggiungere Kristoff.
"...Avevamo lezione in comune adesso" disse flebile, seguendo con lo sguardo l'amica allontanarsi in compagnia del Tassorosso.


 
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Nick quella mattinata sembrava più assente del solito. Era seduto sul bordo della fontana, mentre accanto a lui Jack e Eugene erano per terra a gambe incrociate, completamente concentrati su una partita a gobbiglie.
"Questa volta Frost, mi dovrai ben più di 15 galeoni."
Jack rise, poi con attenzione lanciò la biglia nel mucchio "Ma se sto vincendo!"
"Sei proprio un bugiardo!"
Nick avrebbe voluto seguire quella piccola partita, magari mettendo anche lui in palio qualche galeone o ironizzando su quanto Jack in realtà fosse pessimo in quel gioco, ma per quanto cercava di sforzarsi non faceva altro che pensare a quello che aveva sentito qualche sera prima, poco dopo l'arrivo degli studenti di Beauxbatons.



 
"Dove stai andando adesso?" domandò Jim, vedendo l'amico alzarsi dal posto.
"La natura chiama. Ci vediamo più tardi" fece un lieve cenno col capo ai presenti e con molta calma uscì dalla Sala Grande. Non che avesse una gran fretta di correre al bagno (lo stimolo in effetti c'era), ma sentiva anche il bisogno di staccare da tutta quella gente.
I ragazzi di Durmstrang erano simpatici, ma Nick non era mai stato un animale da festa: gli piaceva stare tranquillo, per conto suo o con poche persone e anche per questo non aveva mai amato particolarmente mangiare in Sala Grande.
Una volta girato l'angolo, tuttavia, un brivido di freddo lo fece sobbalzare e istintivamente si guardò attorno, strofinandosi le mani per riscaldarsele.
Sapeva che stava arrivando l'inverno, ma era la prima volta che avvertiva una gelata così improvvisa, e solo in quella zona per giunta.
Fu quasi sul punto di girarsi e andarsene via, quando udì una voce familiare.
"Elsa!"
Si fermò.
Probabilmente si sarebbe cacciato nei guai e una parte di lui sentiva di starsi immischiando in affari che non lo riguardavano, ma in casi come questo, la curiosità aveva sempre avuto la meglio sul suo buon senso.
Lentamente si avvicinò all'angolo, diventando tutt'uno con il muro e sperando che nessuno si accorgesse di lui.
"Elsa, aspetta!" Nick poté riconoscere quella persona come Hans, il Corvonero dell'ultimo anno sempre in compagnia di Gaston ed altri Serpeverde.
Non gli era mai piaciuto particolarmente quel tipo.
"Cosa vuoi?" rispose flebile una voce femminile che Nick dedusse essere Elsa.
Cercò velocemente di ripassare il volto di ogni studentessa che conosceva di Hogwarts, ma per quanto si sforzasse, il nome Elsa gli risuonava così nuovo... con tutta probabilità sarebbe potuta essere una studentessa di Durmstrang o Beauxbatons.
"Voglio solo parlarti" esclamò Hans "Dopotutto andavamo alla stessa scuola, siamo amici e..."
"Noi non siamo amici" rispose freddamente la ragazza.
"Io voglio sol..."
"Non... Avvicinarti!" la sua voce sembrava quasi sul punto di supplicarlo "Ti prego, io non..."
"Lo so" la fermò "Hai paura e...Ti capisco."
Elsa esitò per un breve istante "...A cosa ti riferisci?"
Ci fu un breve silenzio e Nick si sporse leggermente per poter udire meglio, avendo paura si fossero addirittura allontanati.
Ad un tratto il freddo sembrò aumentare, e il Serpeverde iniziò pian piano a strofinarsi le mani per riscaldarle ulteriormente.
Che quei due stessero facendo un incantesimo?
Avrebbe voluto sporgersi di più per vedere meglio, ma doveva limitarsi al solo ascolto per non essere scoperto.
"Non giriamoci troppo intorno, Elsa. Sai che ti ho vista." rispose serio "So cos'hai fatto a quel ragazzo."
Ed ecco che altri, interminabili secondi, seguirono alle parole di Hans.
Nick poté giurare di aver sentito la ragazza sussultare in quel folle silenzio.
"Non ti sto giudicando" continuò Hans con calma, probabilmente cercando di calmarla.
"Vattene" si limitò a dire l'altra.
"Elsa tu..."
"Vattene, sul serio" questa volta il suo tono era talmente deciso che il ragazzo si era convinto a ritirarsi.
Purtroppo Nick non era mai stato un patito dell'inverno, il freddo sembrava aumentare ogni secondo e ad un certo punto non era riuscito a trattenere uno starnuto.
"Etciù!"
Si bloccò, sperando con tutto se stesso che non l'avessero sentito.
Ma nuovi attimi di silenzio gli fecero venire parecchi dubbi a riguardo e così dovette immediatamente allontanarsi da quella zona prima di essere scoperto.
Una volta prese le dovute distanze, tirò mentalmente un sospiro di sollievo, ma solo dopo qualche minuto buono si rese conto che, dal pacchetto di gelatine nella tasca si erano rovesciate alcune caramelle, probabilmente durante quel breve scatto per sfuggire da Hans.
Stupido Nick.
Probabilmente anche Jack glielo avrebbe detto.
Ma ormai il danno era fatto. Comunque non le avrebbero mai ricollegato a lui: tutti amavano quelle caramelle. 
Successivamente riprese la camminata per tornare indietro e, troppo preso da quei pensieri, non si rese conto che stava andando a sbattere contro Judy e un Tassorosso.
 
 



"Nick? Niiiiick? NICK?" Improvvisamente una biglia gli venne lanciata addosso, suscitando finalmente una sua reazione.
Lui la rilanciò subito a Jack "Ma che ti prende?!" 
"Che prende a te!" Rispose lui, seguito poco dopo da Eugene.
"Sei strano amico, che ti sta succedendo?"
"Nulla di importante" Nick si portò le mani in tasca, rimuginando qualche minuto buono prima di riprendere a parlare.
"Conoscete...Ehm...Una certa... Elsa?"
A quel punto i due Serpeverde smisero di giocare, voltandosi stupefatti verso di lui. Il ché mise una certa soggezione all'interessato. 
"Insomma...Conoscete più ragazze di me, magari..."
"Ma tu guarda, Nicky ha una cotta..." disse Eugene, sghignazzando.
Nemmeno Jack riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere "Le studentesse nuove hanno fatto scalpore!"
Sentendo quei discorsi, l'altro non poté fare a meno di sospirare rassegnato, passandosi una mano tra i capelli fulvi "Idioti." 
Doveva immaginarselo che si sarebbero comportati così: a volte si dimenticava di quanto quei due potevano essere così infantili in questi casi.
Vedendolo reagire in quel modo, Jack si sporse verso di lui e gli diede una breve pacca sul ginocchio per attirare la sua attenzione "Dai Nick, stavamo scherzando!" tornò poi a fissare Eugene e questa volta il tono si fece più serio "Tu la conosci?"
L'altro si passò una mano sul pizzetto e fece per pensarci su: probabilmente stava ripassando con la mente le studentesse nuove che aveva adocchiato la scorsa sera, ma le voci di altri due ragazzi risposero al posto suo.
"Noi sappiamo chi è" esclamò un Grifondoro dietro di loro. I capelli biondi gli arrivavano alle spalle, aveva gli occhi verdi e un lieve accenno di barba sul viso "E' una ragazza di Beauxbatons." 
Gli altri inclinarono i capi verso di lui incuriositi. Il ragazzo era affiancato ad un altro, leggermente più alto di lui. Occhi chiari tendenti all'azzurro, capelli lunghi e scuri legati da una coda e anche per lui poca barba sul viso. Dalla divisa apparteneva ad una casa diversa: al contrario dell'amico lui era un Corvonero.
"Alta, molto posata, occhi azzurri, capelli chiari..." disse. 
A quell'ultima affermazione Eugene arricciò il naso "Ecco perché non l'ho notata. Preferisco le brune."
"Meglio per noi" continuò il Corvonero "E' piuttosto carina!"
"Molto, molto, molto carina!" enfatizzò l'altro, chinandosi poi verso Jack e Eugene "Detto tra noi, il vostro amico non ha la minima possibilità."
A quel punto Nick si voltò seccato verso i due, purtroppo non riuscì a fare a meno di arrossire per l'imbarazzo. Odiava terribilmente essere preso in giro in quel modo.
Jack lo sapeva, eppure sembrava prendersi gioco di lui allo stesso livello degli altri. A volte si comportava proprio come un bambino.
"Chi vi ha chiesto niente?! Volevo solo sapere chi fosse." sbottó.
"Qui qualcuno è permaloosooo..." canticchiò Eugene al gruppetto, riprendendo poi a giocare. Jack invece esitò, vedendo lo sguardo palesemente irritato dell'amico. Forse aveva finalmente compreso di doverla smettere con le prese in giro... almeno per il momento.
"Dai Nick. Tullio e Miguel scherzano. Non te la prendere" piegò la testa da un lato "Sei fin troppo strano. Non è da te arrabbiarti così per una battuta."
Non era la prima volta che scherzavano su qualche ragazza, specie tra lui e Eugene. Nick normalmente si limitava a lanciare qualche frecciatina, rispondendo il più delle volte con una sottile nota di sarcasmo. 
Giurava di non averlo mai visto così turbato e iniziava a pensare che le cose fossero due:
O quella ragazza gli piaceva davvero molto.
O probabilmente c'era qualcos'altro sotto e non glielo voleva dire.
Prima che potesse aggiungere altro, vide Nick alzarsi dalla fontana e mettersi le mani in tasca "Beh, non sono in vena di scherzare adesso" lo guardò appena e poi riprese a camminare. L'amico provò a chiamarlo un ultima volta, ma il Serpeverde lo ignorò.
Quella vicenda dell'altro giorno lo aveva turbato parecchio.
Chi era il ragazzo a cui si riferiva Hans? E cosa gli avrebbe fatto questa Elsa?
Troppe domande lo assillavano.
Forse avrebbe dovuto parlarne con qualcuno che non fossero i suoi amici, visto il bel risultato ottenuto poco prima.
Era troppo impegnato a rimuginare su quella faccenda che si accorse a stento dell'arrivo di Judy. Istintivamente la seguì con lo sguardo, vedendola raggiungere la zona dove aveva lasciato i suoi amici a giocare e la osservò parlare con Jack.
A quel punto dovette fermarsi per poterli guardare meglio.
Strano.
Da quel che sapeva, Jack non aveva mai avuto un gran rapporto di amicizia con lei, non come con Merida o Moana, per lo meno.
La stessa cosa valeva anche per quel Tassorosso di ieri sera: ricordava di averlo visto ogni tanto in giro per la scuola, ma l'altro giorno era la prima volta che lo vedeva in compagnia di Judy.
Forse stavano sperimentando un nuovo gruppo di studio.
La vicenda lo insospettì ulteriormente non appena vide l'amico abbandonare Eugene per allontanarsi con la Grifondoro.
Nick rimase a fissarli stupito: Jack che abbandonava una partita di gobbiglie? Durante una scommessa?
Che diamine stava succedendo?


 
~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~



Anna sapeva che sua sorella era molto dedita allo studio. Infatti, dal giorno Elsa in cui mise piede ad Hogwarts, la vedeva sempre con un libro in mano e durante le lezioni stava sempre concentrata, scegliendo comunque i posti sempre più distanti, come se non volesse essere disturbata.
Non riusciva proprio a capire il perché di quello strano comportamento. In cuor suo continuava a dare la colpa alla timidezza, ma anche quando qualcuno tentava di parlarle, lei prontamente inventava una scusa per andarsene.
Era davvero difficile avvicinarsi a lei.
Finita la lezione di Aritmanzia, Anna provò nuovamente a parlarle, sperando di avere più fortuna dell'ultima volta. Vide Elsa raccogliere velocemente le sue cose, ma prima che potesse allontanarsi le si piazzò davanti, Elsa si fermò poco prima di andare a sbattere contro di lei ed iniziò a fissarla.
"Non volevo spaventarti!" disse la fulva, poi si allontanò di un passo, riprendendo il discorso "Mi stavo chiedendo...Ti andrebbe di studiare assieme? So che sei molto brava in Aritmanzia."
Poté notare Elsa arrossire lievemente per l'imbarazzo, per poi accennare un sorrisetto "Non credo di essere così eccezionale."
"Ho saputo che sei una delle migliori in questo corso" esclamò orgogliosa "Mi potresti dare una mano! Ed io ti potrei aiutare a...Ehm.." Con la mente ripassò per bene le materie in cui andava forte, confrontandole però con la media di sua sorella ben presto non seppe effettivamente cosa dire "Ecco...Insomma..."
Quel piccolo momento fece inaspettatamente sorridere Elsa, quasi le venne l'istinto di posarle una mano sulla spalla per rassicurarla, ma poco prima di farlo la ritirò, limitandosi a sorriderle divertita.
Per fortuna che sua sorella sembrò non accorgersene.
"Insomma..." balbettó ancora Anna, mentre con una mano giocherellava con una delle sue trecce "Scegli tu, qualunque materia mi andrà bene."
Elsa fece per rispondere, ma lei non le lasciò il tempo "Vorrei solo passare del tempo con te, come quando eravamo piccole." 
Lo sguardo della gemella si addolcì nuovamente. Quanto avrebbe voluto stare davvero in sua compagnia come prima.
"Mi piacerebbe..." rispose, vedendo gli occhi di Anna brillare di speranza.
Ma appena Elsa alzò il capo, vide raggiungerle l'ultima delle persone che avrebbe voluto incontrare. Il suo sguardo si fece più serio, limitandosi a fissarlo a testa alta.
"Buongiorno ragazze!" fece Hans, attirando subito l'attenzione della Grifondoro, che non poté fare a meno di arrossire. Quel gesto non passò inosservato alla sorella, facendola preoccupare ulteriormente.
"H_hans! Cosa ci fai qui?" balbettò Anna "N_non che non sia felice di vederti. Insomma... Noi..."
Il Corvonero rispose con un dolce sorriso, passando poi i suoi occhi da lei ad Elsa "Volevo parlare con la professoressa per il compito di settimana prossima. Mi piace la materia, ma devo ammettere che non me la cavo benissimo.
"Sul serio?" domandò stupefatta la Grifondoro, indicando con un dito la gemella "N_nemmeno io sono molto brava. Al contrario di Elsa."
"Siete tanto unite" disse dolcemente "In effetti vi assomigliate molto."
Anna sorrise raggiante "Frequentiamo scuole diverse, ma siamo sorelle. Anzi, ad essere precisi: siamo gemelle. 
Hans le fissò con un leggero stupore "Sul serio? Anche io ho frequentato Beauxbatons prima di passare ad Hogwarts." "Oh non lo sapevo" fece Anna, spostando poi lo sguardo verso la sorella "Quindi vi conoscete, immagino."
Elsa fece per rispondere, ma Hans la precedette "Non proprio." 
"Bugiardo" pensò l'altra.
Immaginava stesse fingendo spudoratamente: per quanto cercasse di fare il finto tonto, non era la prima volta che lo incontrava per puro caso, nemmeno a Beauxbatons. Che fosse alla fine di una lezione o in corridoio, era come se la stesse pedinando e questa cosa non le piaceva per nulla.
Conosceva il suo segreto, ma questo non lo autorizzava a tenerla d'occhio ogni momento della sua vita.
Avrebbe dovuto fare qualcosa, parlargli, probabilmente, ma la sola idea di stare da sola con lui la turbava. 
Quanto avrebbe voluto raccontarlo a sua sorella, che nel frattempo aveva iniziato un discorso a senso unico "Sarà strano rivedere i tuoi vecchi compagni di scuola. Un po' come per me rivedere mia sorella dopo anni, ma sono così felice che finalmente possiamo stare un po' assieme e..."
"Anna" la riprese Elsa, senza smettere di fissare sospettosa il ragazzo.
"Scusa, forse ti imbarazza" rise lei, tornando a fissare gli occhi magnetici del Corvonero "Parlo tanto quando sono agitata. Oh ma non in senso negativo, parlo tanto anche quando mi piace qualcun..." ma rendendosi conto del danno, cercò di correggersi immediatamente, sperando di non arrossire più del dovuto "N_non sto dicendo che mi piaci. Ma neanche che non mi piaci. Aspetta..."
Elsa la vide andare quasi in iperventilazione, sarebbe potuta anche essere una scena divertente da riderne in seguito, magari davanti ad una cioccolata calda, ma l'idea che a sua sorella potesse piacere un tipo come Hans non le andava giù.
Così fece quello che avrebbe dovuto fare già da prima, sorpassò i due e fece cenno ad Anna di seguirla "E' meglio andare, ti accompagno alla prossima lezione."
L'altra rimase qualche secondo buono a fissarla, per la prima volta senza parole.
Elsa le sorrise debolmente, avvicinandosi alla porta dell'aula ed Anna in quel momento sembrò risvegliarsi, prese la sua roba e salutò impacciatamente il ragazzo, che nel frattempo incrociò il suo sguardo con quello di Elsa.
"Ci vediamo" disse la Grifondoro.
Hans tornò a fissarla e le sorrise "Spero il prima possibile."
Quella frase fece nuovamente sciogliere il cuore alla giovane, che dovette portarsi il libro vicino al viso per cercare di coprire almeno in parte il rossore e si limitò ad annuire, mentre varcava la soglia del corridoio con sua sorella.
Nonostante si stesse allontanando, tuttavia, Elsa ebbe la sensazione di sentire ancora gli occhi di Hans puntati su di lei.



 
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NOTE AUTRICE:
Ciao a tutti! Ora più o meno la situazione sembra essersi calmata un pochino rispetto a prima.
Presto andranno a mettere i nomi al Calice, ma ora volevo concentrarmi un pochino sempre sui fatti della sera precedente e su quello che aveva visto Nick. Ho adorato scrivere le parti di lui con Jack, Eugene e volevo troppo inserire Tullio e Miguel, i due protagonisti del film "La strada per El Dorado"
Se non lo avete visto...Guardatelo! E' stupendo e animato benissimo, ogni volta mi incanto. (Ho una grande adorazione per Miguel xD)
Si scopre anche qualcosa di più su Elsa e anche su Hans. Ma ogni cosa ha il suo tempo.
Spero di avervi sempre incuriositi.
Al prossimo capitolo comparirà un altro personaggio che adoro. Non vedo l'ora di aggiornare.
Grazie comunque chi ci da una letta, se posso anche solo distrare da questo lockdown con questa storiella sono ben felice.

 
~Baci~

 

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Capitolo 6
*** Campioni ***


Cap 6: Campioni

 
 
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Il corso di Trasfigurazione stranamente era iniziato con qualche settimana di ritardo: si vociferava che la professoressa Martha Wentworth, denominata Magò dagli studenti più anziani, si fosse ritirata all'ultimo per via di una brutta influenza. Purtroppo nessuno era mai stato in stretti rapporti con quell'insegnante e se la professoressa Odie era considerata particolare, la Magò invece era ritenuta completamente pazza, tanto che alcuni studenti trovavano difficile sopravvivere alle sue strambe lezioni.
Quella mattina, Grifondoro e Corvonero presero posto, accompagnati da diversi alunni di Durmstrang e Beauxbatons. Moana notò subito il posto vuoto accanto a lei, così come anche quello vicino ad Hiccup. In un primo istante pensò di controllare in prima fila vicino ad Anna, ma poi si ricordò di quel brutto litigio tra lei e Merida e scacciò via quel pensiero: probabilmente quelle due dovevano ancora far pace. 
Decise poi di sporgersi verso Hiccup, che nel frattempo stava tirando fuori dalla sacca un libro "L'hai vista?" chiese, indicando con un cenno il posto vuoto. Hiccup si strinse nelle le spalle, limitandosi a scuotere debolmente il capo.
"E' libero?" disse una voce ai due. Moana non la riconobbe ma dallo sguardo che si scambiò con Hiccup, dedusse fossero amici.
"Certo" si voltò poi verso di lei, presentandola "Moana, lei è Astrid, di Durmstrang"
"Ciao" si sorrisero, stringendosi poi la mano. Successivamente la Grifondoro spostò l'attenzione verso i primi posti, notando anche l'assenza di Judy.
"Molto strano" pensò.
Che Merida arrivasse in ritardo era quasi normale, ma Judy che tardava ad una lezione le risultava così surreale.
"Doveva fare qualcosa..." disse poi sovrappensiero il Corvonero, probabilmente tornando al discorso di Merida.
Lei tornò a guardarlo "Beh, qualsiasi cosa dovesse fare, è fortunata che quella pazza della Professoressa Magò non sia ancora arrivat..."
Ma proprio mentre stava per finire la frase, una grossa aquila volò sopra le loro teste, raggiungendo il centro dell'aula. Fece un paio di giri, suscitando scalpore tra i vari studenti e pochi secondi dopo atterrò, trasformandosi in un uomo piuttosto giovane, di carnagione scura, un po' massiccio e con dei lunghi capelli neri e ricci. Dalla camicia che portava si potevano scorgere diversi tatuaggi arrivare fino ai suoi polsi e al collo.
Tutti i presenti lo osservarono in silenzio, finché l'uomo fece un lieve inchino.
"Okay okay..." disse, portandosi una mano tra i capelli e mettendosi in posa "Se volete, posso autografarvi il libro a fine lezione."
In seguito a quella frase, Moana iniziò a sentire diversi mormorii tra i vari studenti e si scambiò uno sguardo con Hiccup, felice almeno di non essere l'unica perplessa nell'aula. Astrid invece parve stupefatta come la maggior parte degli alunni.
"E' incredibile..." disse sottovoce, suscitando l'attenzione del Corvonero.
"E' incredibile...Cosa?"
Lei sembrò addirittura più stupita di quella domanda che della presenza di quell'uomo "Non sai chi sia? Sul serio?"
Ma Hiccup la fissò ancora più confuso di prima e quell'espressione fece quasi sorridere la ragazza. Per fortuna che quel tipo pensò bene di presentarsi.
"Per quei pochi che non mi conoscono, sono..."
"Non-ci-credo. Maui Johnson è nella nostra aula!" urlò una voce all'entrata della stanza.
Tutti si voltarono notando Judy saltellare come una bambina, affiancata da una Merida confusa tanto quanto Hiccup e Moana.
L'uomo mostrò un sorrisetto fiero, facendo cenno alle due ragazze di prendere posto. Merida fece per avvicinarsi ad Hiccup, ma appena vide occupata la sedia accanto a lui, scambiò un'occhiata con la biondina, spostandosi poi accanto a Moana. Judy sembrava letteralmente su di giri, non staccava un solo istante gli occhi da quello strano tipo, mettendosi al suo solito posto in prima fila, accanto a Belle.
Lo strano comportamento dell'amica non passò di certo inosservato a Moana "Ma che le prende?" 
"Non lo so" rispose seccata la rossa, senza smettere di fissare l'amica di Hiccup. Nel frattempo Maui si era chinato verso la giovane Grifondoro.
"Come la carissima...Ehm.."
"Judy!" esclamò sorridente "Judy Hopps! Futura Auror!" l'uomo fece per continuare ma venne nuovamente interrotto dalla sua voce squillante "Spero di diventare un Auror in gamba come lei! E' il mio sogno, lei è il mio idolo! E' davvero una leggenda, è..."
"Si si va bene!" con una mano le scompigliò giocosamente i capelli "Ora però lasciami parlare, d'accordo?" detto ciò, fece un passo in avanti, puntando mano a mano gli occhi ad ogni studente nell'aula "Come ha detto la signorina Susy.."
"Judy" brontolò sottovoce l'interessata, mentre si sistemava i capelli in due code per riordinarseli.
"Sono Maui Johnson! Probabilmente la figura più importante che vedrete tra le mura di Hogwarts. Sono meraviglioso, lo so" si appoggiò poi con una mano su un banco, rivolgendo un'occhiata al gruppo di studenti "Qualcuno sa perché?"
"Io lo so!" Gambadipesce alzò un braccio e non appena l'insegnante gli diede il via libera, iniziò a parlare "Ha sconfitto da solo un gruppo di maghi oscuri, ha salvato il ministro della Magia da una catastrofe..."
Diversi studenti iniziarono a bisbigliare stupefatti, sotto lo sguardo divertito dell'uomo. Moana sarebbe anche stata interessata, se non fosse stato per l'atteggiamento presuntuoso dell'Auror. Volgendosi poi verso Merida, non poté fare a meno di notare il suo sguardo farsi improvvisamente cupo.
"Che ti succede?"
"Maui Johnson, ha lavorato per un po' con mio padre..." iniziò sottovoce "...non l'ho mai visto, ma spesso mi parlava di lui. E' bravo tanto quanto è grande il suo ego."
La ragazza si era limitata a rimanere in silenzio, sapendo perfettamente quanto fosse sensibile la sua amica su quell'argomento, e comunque non poteva fare a meno che concordare con la sua ultima affermazione: quel tipo non aveva fatto altro che auto-elogiarsi dall'inizio della lezione.
"...Ed è stata la persona più giovane a diventare Auror..."
Nel frattempo Maui si era avvicinato a Gambadipesce, dandogli una forte pacca alla spalla "Ottimo lavoro! 10 punti a...Qualunque casa sia la tua."
"Non sono di Hogwarts..." rispose il biondino, ma lui semplicemente lo ignorò, tornando poi vicino alla cattedra.
"Lo so cosa state pensando..." disse beffardo "Perché una persona importante come me è stata scelta come insegnante di Trasfigurazione? Beh..."
"La Gazzetta ha detto che è stato sospeso dal servizio!" esclamò sempre Gambadipesce.
Maui lo fissò storto "15 punti in meno."
"Ma le ho detto che non sono di Hogwarts!"
"E' lo stesso" sospirò, tornando poi ad osservare i presenti, questa volta più serio "La vostra insegnante di Trasfigurazione si è presa...ehm...Un anno sabbatico. Così il preside mi ha pregato di prendere il suo posto."
La maggior parte degli studenti in aula sembrava a favore e Moana non poteva dar loro del tutto torto: le lezioni con la professoressa Magò erano sempre infernali. Forse quell'insegnante, seppur egocentrico, sarebbe potuto essere un buon rimpiazzo.
"Allora..." Maui si guardò attorno, chiaramente non sapendo che pesci pigliare. In vita sua non aveva mai insegnato. Non sapeva nemmeno da dove cominciare!
"Questa è una lezione di Trasfigurazione, quindi...Trasfiguriamo!" con un balzo si sedette sopra la cattedra, mettendosi comodo "Coraggio...Mostratemi...Ehm...Un Incantesimo evanescente."
Ma in risposta ricevette solo un silenzio generale tra gli studenti e alla fine Moana, un po' per pietà e un po' perché in fondo a lei Trasfigurazione era sempre piaciuta come materia, alzò una mano per parlare.
"Si? Parla, riccia!"
Cercò di ignorare il tono menefreghista con cui lo disse "Quell'argomento è del quinto anno."
Gli occhi dell'uomo si spalancarono "E quindi? Voi non avete quindici anni?"
"Veramente siamo al settimo..."
"Ah davvero?" Maui sembrava totalmente perso. Si grattò nervosamente il capo, recuperando poi dalla cattedra un libro e fece finta si sfogliarlo. 
Vedendolo nuovamente in difficoltà, Belle propose un'idea "Potremmo fare un ripasso, per questa volta..."
"Ha ragione" la sostenne Moana, anche Anna, seduta tra le prime file, annuì favorevole.
Maui passò lo sguardo da loro ai fogli, gettandoli successivamente via "Per me va bene!" ma quando scese dalla cattedra, il suo viso si illuminò "Oppure...Avete detto settimo anno?" 
Si rivolse nuovamente a tutta la classe, avanzando di qualche passo per posizionarsi al centro "Quindi alcuni di voi parteciperanno al Torneo Tremaghi?"
Moana si limitò a sospirare. Quello come insegnante era un incapace.
"Avanti!" incalzò energico Maui "Chi di voi ha messo il proprio nome nel Calice?"
In breve iniziò una piccola discussione inerente al Torneo, tutti pian piano dissero la loro opinione: c'era chi ammetteva di voler partecipare, ma aveva troppa paura, chi invece non era favorevole e chi aveva già inserito il proprio nome.
Anche Merida si era unita al discorso, Judy all'inizio non sembrava favorevole, ma poi Maui si mise a raccontare di quando entrò negli Auror e venne subito rapita dalla storia. Questo scoraggiò notevolmente Moana, che si scambiò un'occhiata di conforto con Belle ed Anna, le uniche che oltre a lei sembrarono non voler partecipare a quel piccolo show.
"Ragazzi, non dovremo fare lezione?" domandò Belle, ma ben pochi la ascoltarono sul serio.
Alla fine Moana scoppiò.
"Ha ragione. Questa non è un aula di dibattito!"
Finalmente Maui si voltò verso di loro, concentrandosi in particolar modo sulla Grifondoro "Oh ma bene, vedo che qui abbiamo la simpaticona!"
Lei inarcò un sopracciglio "Moana. Il mio nome è Moana." 
L'insegnante le si avvicinò, guardandola beffardo "Dimmi ragazzina, se parli così, immagino che tu non parteciperai al Torneo."
"Non ho ancora deciso" rispose, cercando di non apparire troppo infastidita.
Lui sembrò ignorarla "E' molto difficile per una quindicenne."
"Ne ho diciassette!"
"La gente può morire Mina."
"Mi chiamo Moana."
Ma lui continuò a non prestarle attenzione "Io partecipai e...Indovina? Anzi no, te lo dico io: ho vinto la coppa!" ghignò "E' così che iniziai il mio percorso fino a diventare uno dei migliori Auror in circolazione!"
"Ed ora sei finito qui" pensò seccata la Grifondoro.
"Il Calice sceglie solo i più meritevoli" continuò l'uomo, posando poi una mano sulla spalla della giovane "E non è per tutti, tranquilla."
L'altra fece per rispondere ma questa volta Belle la precedette "Si vede che non conosce Moana, è davvero in gamba!"
"Giusto!" asserì Merida "E' il capitano della nostra squadra di Quidditch!"
"Ed è molto brava a scuola!" continuò Anna, rivolgendo poi un sincero sorriso all'amica.
Anche Hiccup annuì e pure Judy con altri studenti li vicino.
Moana spostò gli occhi verso tutti i suoi amici, frenandosi nel correre verso di loro per abbracciarli uno ad uno. 
Nel frattempo Maui rimase un po' spiazzato e si schiarì la voce "Beh...Sembra che abbiano molta fiducia in te..." disse con un lieve imbarazzo.
La Grifondoro sorrise dolcemente al gruppo "La cosa è reciproca."


 
~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~



Quella mattina Jim aveva deciso di saltare la lezione di Pozioni per allenarsi sulla scopa. Sapeva che il Campionato di Quidditch era stato sospeso per via del Torneo, ma questo non gli impediva di andarsi a svagare di tanto in tanto. Adorava la velocità e le sensazioni che provava quando spiccava il volo erano impagabili.
Mentre si destreggiava in qualche acrobazia, aveva visto Anna girovagare avanti ed indietro nel territorio vicino al Castello. Stava borbottando irritata e spinto in parte dalla curiosità la raggiunse per chiederle cosa le stava passando per la mente.
Non lo avesse mai fatto.
Lei aveva iniziato così a raccontargli per filo e per segno il litigio che aveva avuto con Merida qualche sera prima e i problemi con sua sorella Elsa. Ad un certo punto Jim aveva persino rinunciato a parlare poiché l'amica continuava il discorso senza nemmeno fermarsi.
Se lui era veloce a volare, Anna di sicuro lo era nel parlare. Si domandava come faceva a non avere ancora la gola in fiamme con tutti quei discorsi infiniti. 
"E poi ha detto che mia sorella è asociale! Capisci? Come avrei dovuto reagire secondo te?"
L'altro aprì la bocca per dire qualcosa, ma la Grifondoro lo frenò immediatamente "Ormai non ci parliamo da giorni! Elsa non le piace, l'ho capito, ma è pur sempre mia sorella!" disse mentre gesticolava con le mani "Insomma, non posso smettere di parlarle perché a lei da fastidio!"
"Beh..."
"E poi c'è la questione del Torneo!"
Jim si lasciò sfuggire un lamento mentre si passava una mano sul viso.
"Oggi andavano a mettere i loro nomi e questo mi fa solo agitare! Merida vuole partecipare, Hiccup vuole partecipare, Moana adesso vuole partecipare! Perché tutti i miei amici sono così desiderosi di farsi del male?!"
"Ci sarei anche io" disse Jim con un lieve sorrisetto "O non sono più nella tua cerchia di amici?"
"Tu?" finalmente Anna si voltò verso di lui "Non pensavo che..."
"Pensavi male." 
"Ma perché?" domandò quasi esasperata.
Lo vide esitare, mormorando un "Lascia perdere" ma la sua espressione lo tradiva. 
Anna sentiva che voleva parlare, nonostante i tentativi di sviare il discorso.
"Andiamo, Jim. Non sarò una grande ascoltatrice come Moana o Hiccup, ma se hai qualche problema..."
Passarono diversi secondi prima che uno dei due riprendesse a parlare "Manterrò il segreto, lo prometto."
A quel punto il Serpeverde tirò un lungo sospiro "...Ti sei...Ti sei mai sentita senza nessuna prospettiva?" 
La Grifondoro si limitò a restare in silenzio.
Jim si passò una mano tra i capelli "Sono al settimo anno, eppure non ho la benché minima idea di cosa fare del mio futuro" disse mentre con lo sguardo osservava il campo in lontananza.
"Ma cosa dici?" chiese Anna incredula "Sei bravo nel Quidditch! Sei un ottimo Cacciatore." 
L'altro forzò un sorriso "Sono talmente bravo che per colpa mia abbiamo perso la finale l'anno scorso."
"Non si può sempre vincere!" la Grifondoro gli posò una mano sulla spalla "Hai altre qualità Jim. Tu sei l'unico che non le vede" disse con un mezzo sorriso. Le dispiaceva davvero sentirgli dire quelle parole. Tutti loro avevano una grande considerazione di lui, non capiva davvero perché avesse questa poca fiducia in sé stesso. D'altra parte, nonostante si conoscessero da diversi anni, Jim non amava parlare del suo passato. Sapeva solo che era nato da una famiglia babbana, per il resto cercava sempre di evitare il discorso.
"Scommetto che saresti bravo anche in Pozioni, se solo la smettessi di saltare le lezioni."
Jim rise "Non sono così in gamba. Ricordi che avevo superato per un pelo i G.U.F.O?" avanzò di qualche passo, fermandosi qualche istante prima di riprendere a parlare "Non ho molte certezze sul mio futuro. Ma una cosa la so'...Voglio fare qualcosa di grande" disse "Voglio poter dimostrare quanto valgo! Che ci sono anch'io."
Anna sembrava non cogliere tutta quella meraviglia "E lo fai partecipando ad un Torneo?"
"IL Torneo!" esclamò Jim con gli occhi che brillavano di entusiasmo "Tutti quelli che hanno partecipato sono diventati qualcuno! Prendi Maui Johnson?!"
"L'insegnante di Trasfigurazione?" chiese perplessa.
"E' uno dei più grandi Auror che ci siano!" disse entusiasta.
L'altra continuava a fissarlo dubbiosa "Sul serio Jim...Non penso che..."
Ma il ragazzo non le lasciò il tempo di finire che subito camminò verso di lei "Per una volta, Anna, voglio dimostrare che posso farcela. Che anche io valgo qualcosa" si fermò, sviando poi lo sguardo "Ti sembra stupido, lo so... Ma..."
"Assolutamente no" asserì mentre incrociava nuovamente i suoi occhi "Se verrai scelto, prometto che... Farò il tifo per te."
"Sicura? Non mi terrai il muso?" scherzò lui.
L'altra gli diede una leggera spinta al braccio e gli sorrise "Sono ancora arrabbiata con Merida, posso litigare solo con un amico per volta." 
"Allora abbiamo un accordo" disse il Serpeverde mentre si metteva sulla scopa "Devo raggiungere gli altri per mettere il nome nel Calice. Vuoi venire?" si fermò "A qualcuno potrebbe far piacere!" disse, probabilmente rivolgendosi a Merida.
Anna rifletté qualche istante prima di rispondere "Non lo so."
L'amico fece le spallucce, spiccando il volo a pochi metri di distanza "Se cambi idea, ci troverai là."
"Grazie" ma prima che il ragazzo potesse allontanarsi del tutto, la voce di Anna lo fermò ancora "Ah, Jim." 
Lui si voltò.
"Campione o no, questo non cambia l'opinione che abbiamo di te" disse Anna con un grande sorriso.
Jim si passò una mano sulla nuca, sorridendo imbarazzato e ringraziò, spiccando nuovamente il volo verso la Sala del Calice.



 
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Una volta varcata la soglia della sala, Jim vide un gran numero di studenti disposti attorno al Calice, posizionato all'interno di un cerchio magico che consentiva l'accesso solo a coloro di età idonea. L'enorme fiamma bluastra che ardeva nel Calice era diventata improvvisamente di un colore rosso vivo non appena un ragazzo di Durmstrang aveva gettato un pezzo di pergamena al suo interno.
In seguito una serie di studenti avevano iniziato ad applaudire senza sosta e alcuni erano addirittura corsi verso di lui per tempestarlo di elogi.
"Eret è uno dei favoriti" gli disse una voce a fianco "Ora tocca a noi comuni mortali."
Jim la riconobbe subito, avendoci parlato parecchio durante il banchetto delle tre scuole "Ciao Tadashi."
Lui gli posò una mano sulla spalla in segno di saluto e con calma si avvicinò al Calice, seguito subito dopo da Go Go e Fred.
A differenza degli altri due, quest'ultimo sembrava completamente su di giri. Una volta gettato il foglietto tra le fiamme alzò le braccia in alto per festeggiare, incentivando una catena di applausi.
Go Go si era limitata e lanciare il biglietto e lo stesso pure Tadashi, mentre l'altro continuava a dare una serie di cinque ad un paio di ragazzi di Hogwarts.
"Fred, non sei ad un concerto, hai solo gettato un foglio!" disse esasperata Go Go.
"Lasciamolo divertire" rise Tadashi accanto.
Nel frattempo anche Jack aveva gettato il foglio tra le fiamme, sotto lo sguardo divertito di Eugene.
"Tu e Jim siete impazziti."
"Sei sempre in tempo ad unirti a noi!" ghignò l'amico.
L'altro scosse il capo ed indietreggiò "Mi limiterò a farti visita in infermeria."
"Sempre così gentile."
Finalmente anche Jim si fece coraggio, oltrepassata la linea d'età subito sentì gli occhi degli studenti puntati addosso, così si sbrigò a gettare il biglietto tra le fiamme senza perdere tempo. 
"Ormai è fatta" si ripeteva mentre osservava il foglio sgretolarsi rapidamente nel fuoco.
Una volta allontanatosi per lasciar spazio ad altri, vide Moana di fronte a lui.
"E tu? Non dovevi recapitarmi un gufo?"
Lei si strinse le spalle, tirando fuori dalla tasca il bigliettino "Perdonami. Ho deciso adesso."
Jim inarcò un sopracciglio "Sicura? Niente ripensamenti?"  
L'altra alzò il capo con aria fiera "Sicura e niente ripensamenti!" 
Allora il Serpeverde si spostò di lato, facendole cenno di passare con un breve inchino. Pochi secondi più tardi vide arrivare Merida a testa alta che sventolava il bigliettino tra le mani.
"Mancavi solo tu!" le diede il cinque e la vide sorpassare la linea di età, per poi gettare il foglietto nel fuoco.
Nel frattempo Moana lo raggiunse, dalla sua espressione sembrava ancora leggermente intontita.
"Niente ripensamenti" disse ancora sottovoce, ma Jim le fu abbastanza vicino da sentirla e non poté fare a meno di soffocare una risata.
"Giusto!" Merida si unì al terzetto, portando le mani sulle spalle di entrambi "E sapete che il Campione sarà esonerato dagli esami?"
In quel momento anche Jack si unì allo strano abbraccio di gruppo "Secondo te perché ho partecipato?"
"Il solito..." sospirò la rossa.
"Posso unirmi anche io?" domandò Eugene, visibilmente divertito dall'atteggiamento che Merida assunse poco dopo.
"Okay forse stiamo esagerando!" si scostò da loro, facendo ulteriormente ridere i due Serpeverde.
A quel punto Jack notò l'arrivo di Hiccup "E tu Haddock? Pronto a gettare il tuo nome?"
L'altro si mise le mani in tasca, sorridendo appena "L'ho già fatto." 
Merida batté le palpebre "Cosa? Quando?"
Il Corvonero si passò una mano tra i capelli "Quando non c'erano così tanti studenti, sai che non mi piace stare al centro dell'attenzione."
"Esagerato..." sospirò lei inclinando la testa di un lato "Potevi dirmelo!"
"Guarda che te lo avrei detto in Sala Grande, ma tu sei sparita" disse.
Quell'affermazione fece zittire del tutto la ragazza. Tuttavia non ebbero il tempo di indagare oltre poiché videro Anna raggiungerli, trascinando con sé anche un netto silenzio tra il gruppo.
"Ciao" disse timidamente.
"Ti sei convinta" rise Jim.
"Non sono qui per farvi la predica, se è questo quello che state pensando..."
Vedendola così titubante, Hiccup forzò una risata "Certo che no, è solo che sai...Non pensavamo di trovarti qui."
"Dato che non partecipi" concluse freddamente Merida mentre guardava altrove. Il Corvonero la fulminò con lo sguardo, tornando poi ad osservare la ragazza.
"Sentite..." Anna iniziò a giocherellare impacciatamente con le dita "Mi dispiace se sembro apprensiva. E' solo perché ci tengo a voi e...N_non voglio che vi facciate del male."
"Oohh... Molto dolce!" disse ironicamente Eugene, ma Jack lo guardò beffardo.
"Non credo si riferisse a noi, zuccone."
Jim e Moana si avvicinarono al lei e quest'ultima le posò una mano sulla spalla per confortarla "Lo sappiamo Anna. E non ce l'abbiamo con te."
"Noi non siamo rancorosi come QUALCUN ALTRO" sghignazzò Jim, in direzione della rossa.
Merida arrossì per l'imbarazzo, ma sentendosi poi gli occhi puntati addosso decise finalmente di voltarsi verso Anna.
"Sono solo preoccupata per voi!" disse con un debole sorriso "Lo sapete che...Che siete come una famiglia."
"Oh lo sappiamo. Sei la nostra dolce sorellina apprensiva" ghignò Jim "Hiccup è la nostra mamma, ovviamente."
A quel commento Anna aveva soffocato una risata mentre il Corvonero era arrossito imbarazzato.
"E' un periodo un po' agitato per me..." sospirò mentre puntava lo sguardo su ognuno di loro, fermandosi poi su Merida "M_Ma voglio supportarvi, anche se mi farete preoccupare non posso impedirvi di partecipare."
Fece per fare qualche passo verso Merida che nel frattempo venne costretta anche lei ad avanzare in seguito ad una spintonata da parte di Jack.
Una volta entrambe una di fronte all'altra, restarono in silenzio per qualche secondo buono. Merida teneva lo sguardo fisso altrove, ma una volta incrociato quello di Hiccup si convinse finalmente a parlare. 
"E va bene. Mi spiace!" sospirò, quasi come se si fosse liberata di un peso "Non dovevo risponderti in quel modo."
Ma Anna si affrettò a parlare "Dispiace anche a me! Non dovevo dirti di non partecipare. E' una tua scelta, hai ragione."
"E' vero" disse dispiaciuta "Ma io non sono stata da meno. Potevo risparmiarmi quel commento infelice su tua sorella."
L'altra sorrise debolmente "Lo so che non lo hai detto con cattiveria. Ti conosco."
"Ma forse ho esagerato con Elsa e..."
Anna non la lasciò finire in tempo e le si gettò subito addosso per abbracciarla forte "E' tutto passato. Non preoccuparti di questo."
Merida dapprima un po' titubante, alla fine rispose all'abbraccio, contenta e sollevata di riavere indietro la sua migliore amica.
Jack e Eugene, rimasti leggermente in disparte, osservarono la scena in silenzio così come gli altri, finché quest'ultimo si rivolse all'amico a fianco "Quanto sono sollevato di non essere una ragazza."

 
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Quella sera il preside Nord aveva raccomandato a tutti di non fare ritardi per la cena.
Tutti avevano iniziato il banchetto, gustandosi i piatti di tradizione e con sorpresa anche alcuni provenienti da Durmstrang e Beauxbatons.
Jack e gli altri stavano chiacchierando amichevolmente con i ragazzi di Durmstrang, divenuti ormai parte del gruppetto e anche Nick sembrava essere tornato di buon umore.
Di solito Elsa tardava spesso a cena, sperando che al suo arrivo gran parte degli studenti se ne fosse già andata ai loro dormitori, ma quella sera sarebbe dovuta essere puntuale, così aveva preso il solito posto della volta scorsa, di fronte ad Anna e, seppur all'inizio non sembrasse particolarmente propensa a chiacchierare, col passare del tempo si era lasciata andare un pochino, riuscendo a fare un po' di conversazione con sua sorella e addirittura con Merida. 
Quando la cena sembrava giungere al termine, Nord, seguito dagli altri due presidi si alzarono, suscitando l'attenzione dei presenti.
"Bene. E' giunto il momento di mostrare Campioni!"
Di colpo i bisbigli tra i vari studenti cessarono, tutti puntarono lo sguardo verso il preside che lentamente si avvicinò al Calice, questa volta posizionato al centro della sala.
Le fiamme blu da li a poco divamparono in un rosso acceso e dall'interno fuoriuscì un pezzo di carta che venne subito afferrato dall'uomo.
Nord lo lesse attentamente, alzando poi lo sguardo verso alcuni studenti "Il Campione di Durmstrang è...Tadashi Hamada!"
Il ragazzo venne subito accolto da una serie di applausi e pacche sulla spalla dai suoi amici, in particolare dal fratellino Hiro e anche i Serpeverde si congratularono con lui.
Tuttavia non tutti gli studenti di Durmstrang sembravano particolarmente entusiasti. Eret in particolare continuava a fissarlo con astio, sbuffando ripetutamente.
Seduta al tavolo dei Corvonero, Astrid invece pareva piuttosto contenta della scelta, ma si era limitata ad un breve applauso. Non amava troppo quelle esternazioni in pubblico e probabilmente si sarebbe congratulata col compagno più avanti.
"Non credevo che Tadashi partecipasse" ammise stupita mentre si scambiava un'occhiata con gli altri ragazzi.
"Quello è solo uno sbruffone!" brontolò Moccicoso a fianco a lei.
"Uno degli sbruffoni più bravi della scuola però" lo contestò Gambadipesce, guadagnandosi un ulteriore occhiataccia da parte dell'amico.
Hiccup spostò poi la sua attenzione sulla bionda "Ti dispiace non essere stata scelta?"
Lei si strinse le spalle "Certo. Ma sono contenta per Tadashi, è in gamba." 
"Meglio di me è impossibile!" esclamò irritato Moccicoso mentre prendeva l'ultima fetta di torta rimasta "Ma se ne pentiranno quando perderemo il Torneo per colpa sua" fece per addentarla quando Astrid gliela rubò dalle mani.
"Ehi!"
"Sei già fin troppo un pallone gonfiato" detto ciò si scambiò un'occhiata sia con Gambadipesce che con Hiccup, suscitando la risate di quest'ultimo.
Dopo essersi liberato da tutta quella folla di applausi, Tadashi venne accolto dal preside Sinbad con un raggiante sorriso, dandogli una serie di pacche amichevoli sulla spalla. Poco dopo gli fece cenno di raggiungere un'altra stanza, in attesa dei successivi Campioni. Tadashi annuì e dopo aver dato un ultimo saluto ai compagni si allontanò.
Gli applausi iniziarono a cessare del tutto non appena le fiamme ripresero la tonalità rossastra, rivelando il secondo biglietto.
Nord lo lesse e questa volta, la sua espressione sembrò parecchio perplessa.
Il perché si seppe subito dopo.
"Campionessa di Beauxbatons è...Elsa Arendelle!"
...
....
Silenzio totale.
Pochi secondi più tardi partirono i primi applausi incerti tra gli studenti, in particolare tra quelli di Hogwarts e Durmstrang.
La maggior parte di quelli di Beauxbatons rimase sconvolta, così come la Campionessa.
La ragazza restava ferma, completamente paralizzata e come lei pure sua sorella Anna.
"Elsa...?" biascicò, voltandosi lentamente verso di lei "...Avevi detto che non partecipavi"
"Io..."
"Elsa Arendelle!" esclamò ancora una volta Nord, cercandola con lo sguardo.
Accanto a lei Charlotte le fece cenno di alzarsi, dopotutto il preside la stava chiamando. In un primo momento Elsa ebbe il forte istinto di andarsene, ma tutti quegli occhi puntati su di lei le bloccarono completamente le gambe.
Alla fine la preside Uberta le si avvicinò e questo le diede la spinta necessaria per alzarsi.
"Cara, non mi aspettavo avessi messo il tuo nome" la donna sembrò perplessa quanto lei, ma tentò comunque di mostrarle un sorriso rassicurante "E' stata una sorpresa."
"Non lo dica a me!" avrebbe voluto dire, ma in quel momento si sentì la gola talmente secca da non poter pronunciare nemmeno una sillaba.
E cosa avrebbe potuto dire poi? Che non era stata lei a mettere il suo nome? Le avrebbero creduto?
E anche se fosse. Cosa avrebbe potuto fare? La regola era: una volta in gara si partecipa.
Questo non faceva altro che agitarla ulteriormente.
Nel frattempo anche Nick non smise un solo istante di fissarla stupefatto, inconsciamente portò poi l'attenzione su Hans, ma non vide nulla nel suo sguardo da destare qualche sospetto. La sua espressione sembrava addirittura sorpresa quanto la sua. Ma c'era qualcosa in lui che non gliela raccontava giusta.
"Quella è la ragazza di cui parlavi? Elsa?" domandò incuriosito Jack mentre finiva di mangiucchiare un biscotto "Non è un po' troppo alta per te?"
Nick ignorò bellatamene il suo commento, continuando a puntare gli occhi da lei ad Hans, nella speranza di scorgere qualcosa.
Intanto Elsa si fece scortare verso l'uscita, sentendo il peso di tutti quegli sguardi puntati su di lei e istintivamente si guardò le mani. Questa volta nemmeno i guanti sarebbero potuti servire a molto.
Non avrebbe retto a tutta quella pressione.
Sarebbe stata la fine.
Anna non l'aveva persa un solo istante, aveva continuato a fissarla anche una volta lasciata la sala.
Non ci stava capendo più niente. Perché Elsa le aveva mentito? Perché dirle che non avrebbe partecipato?
Tuttavia i suoi pensieri vennero successivamente interrotti dalla voce di Nord.
"Bene.." disse, cercando di attirare su di sé l'attenzione degli studenti "Ora non ci resta che ultimo Campione...O Campionessa."
Anna osservò con rassegnazione le fiamme di quel Calice colorarsi nuovamente di rosso e sperò con tutta sé stessa che non ci fosse il nome di qualche suo amico.
Una volta che il biglietto venne gettato, Nord lo lesse ed alzò fieramente lo sguardo verso il tavolo dei Serpeverde "Campione di Hogwarts è... James Hawkins!"
Gli studenti attorno a lui scoppiarono tra elogi ed applausi, circondando l'amico e riempiendolo di complimenti. Anche Jack sembrava parecchio contento, nonostante ci tenesse a partecipare era comunque felice per il suo amico.
Anna si voltò subito verso Merida, temendo non la prendesse bene, ma invece la vide unirsi agli applausi, stessa cosa anche Moana, Ercole e molti altri studenti. In quel momento si stava sentendo quasi fuori luogo: era contenta per Jim, ma restava comunque preoccupata, stessa cosa per sua sorella.
La sua mente la riportava al discorso con la professoressa Odie, a quel pericolo di morte e sperava davvero non c'entrasse nulla con loro.
Non se lo sarebbe mai perdonato.
Ma poi, quando pensava che la situazione non potesse andare peggio, una volta che Jim si era allontanato dalla sala, le fiamme del Calice ripresero inaspettatamente il colore rossastro, rivelando un quarto foglietto.
Studenti ed insegnanti rimasero immobili mentre osservarono quel pezzettino di pergamena fluttuare tra le mani di Nord.
L'uomo lesse lentamente il nome, e dopo un tempo che parve interminabile, alzò lo sguardo verso gli studenti.
"...Moana Waialiki."



 
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NOTE AUTRICE:
Questo capitolo è più lunghino rispetto ai precedenti mi spiace, ma volevo farlo finire col plot twist del Calice.
L'idea dei quattro Campioni, come al libro, mi è sempre piaciuta e ogni cosa ha il suo perché, non preoccupatevi. Premetto di dire che non sarà uguale al libro eh, prenderò l'ispirazione solo per alcuni fatti. Niente di più.
Spero che le scelte vi piacciano. Sono curiosa di sapere le vostre opinioni e soprattutto, chi puntate sulla vittoria xD
In questo capitolo ho voluto esplorare un po' di più anche i motivi che spingevano Jim  a gareggiare, è anche un fatto di sicurezza. Ho pensato la stessa cosa pure per Moana. Nel film vuole aiutare il suo popolo, ma ha comunque le sue insicurezze, la paura di non essere la persona giusta. Di Hiccup qualcosa sapevamo e Merida ha una gran voglia di mostrare le proprie qualità, ma Moana era ancora indecisa e di Jim si sapeva poco perché comunque l'ho sempre visto come un personaggio un po' sulle sue per quanto riguarda i sentimenti e in questo caso il suo background. E mi piaceva l'idea di far vedere una bella amicizia tra lui ed Anna.
Qui la povera Elsa è alle strette: qualcuno ha messo il suo nome nel Calice a sua insaputa. Ho voluto mischiare un po' le cose con HP se ci fate caso.
E finalmente ho fatto comparire Maui! Non vedevo l'ora di inserirlo. Ho voluto rendere omaggio anche al suo "doppiatore" originale e mettergli il suo stesso cognome. Qui è uno degli Auror più famosi, in modo da collegarlo bene anche al film. 
Per la Maga Magò ho usato il nome e cognome della doppiatrice originale.
Spero che comunque vi sia piaciuto! Ci si vede al prossimo capitolo. 
 
~Un abbraccio~

 

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Capitolo 7
*** Delusioni ***


Cap 7: Delusioni

 
 
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Un ennesimo silenzio era piombato nella Sala Grande.
Tutti gli occhi vennero puntati immediatamente al tavolo Grifondoro, seguiti da numerosi bisbigli, ma la persona rimasta più sconvolta di tutti era proprio Moana, che si limitava a fissare sconvolta il preside davanti a lei, sperando fosse tutto uno scherzo.
Il Campione era stato scelto: Era Jim.
Perché due? Perché proprio lei?
"Che sta succedendo?" le sussurrò Merida.
"Io...Io non lo so..." boccheggiò l'amica, mentre sentì il peso di tutti quegli sguardi contro di lei, e la maggior parte per nulla amichevoli.
"Beh...Non puoi stare qua ferma" continuò Judy, dandole una leggera spinta per farla avanzare.
"Devi andare, coraggio!" aggiunse sottovoce Ercole.
Finalmente Moana iniziò a camminare, raggiungendo il centro della Sala dove il preside la fissava. Fortunatamente il suo sguardo non sembrava arrabbiato e questo almeno la sollevava un pochino.
L'ultima cosa che voleva era far pensare a tutti che avesse in qualche modo barato per partecipare.
Aprì la bocca per parlare, ma Nord le posò delicatamente le mani sulle spalle "Raggiungi altri Campioni, parliamo dopo" le sorrise, cercando di far trasparire dal suo tono tutta la calma possibile.
Lei si limitò ad annuire e prima di incamminarsi, vide con la coda dell'occhio Maui, seduto assieme agli altri insegnanti, fissarla quasi compiaciuto.
Un piccolo pensiero le balzò nella mente: Che sia stato lui a fare un incantesimo al Calice?
Ma scacciò subito quell'idea.
Non avrebbe potuto farlo, era un megalomane, ma che senso avrebbe avuto?
Camminò poi a passo lento verso la Sala dove Jim e gli altri erano spariti poco prima, senza mai girarsi, dato che alle sue spalle aveva iniziato a sentire commenti infelici sul suo conto, in particolare dai Serpeverde.
"Ma come ha fatto? Ha barato!"
"Figuriamoci se un Grifondoro non voleva mettersi in mostra!"
"Dava proprio fastidio alla signorina essere rappresentata da un Serpeverde?"

Questo la fece irritare parecchio.
Grifondoro o meno, lei non aveva barato. Non lo avrebbe mai fatto.
Ma come poteva provarlo?
E soprattutto, cosa sarebbe successo con due Campioni di Hogwarts?
Una volta scese le scale e varcata la soglia della Sala, attirò subito l'attenzione dei tre ragazzi.
Jim e Tadashi la fissarono perplessi, Elsa poco dopo era tornata a guardare un punto impreciso della stanza, allontanandosi dal resto del gruppo.
Anna le aveva accennato al fatto che sua sorella non voleva partecipare, eppure eccola li di fronte a loro, ma non sembrava per nulla contenta della situazione. Forse anche a lei avevano giocato un brutto tiro.
Tadashi fu il primo a parlare ed avanzò incuriosito verso di lei "Che sta succedendo?"
Moana provò a dire qualcosa ma le sue parole vennero interrotte dall'arrivo dei tre presidi, seguiti da Filottete.
Sinbad e Uberta non sembravano per nulla felici di questo cambiamento, in particolare quest'ultima. E come biasimarli, probabilmente si sentivano presi in giro.
"E' inammissibile!" urlò la donna, affiancando la sua Campionessa "Prima lo scherzo della carrozza, ora questo! Altro che pace tra scuole Nord, sembra che stiate cercando di distruggere questa unione!" dopo di ché si voltò verso Moana, indicandola "E tu ragazza, hai idea del danno che stai causando?!"
"I_io non ho fatto nulla!" si difese la Grifondoro a testa alta "Sul serio, io...io.."
"No aspetta!" la fermò Jim portandosi una mano sulla fronte "Fammi capire, il Calice ha scelto ANCHE te?"
Moana avrebbe dovuto ribattere ma tutto quello che riusciva a pensare in quel momento era all'espressione che le stava rivolgendo.
Non l'aveva mai visto così arrabbiato. 
Questo l'aveva lasciata parecchio spiazzata, dal primo momento in cui era entrata in quella sala si sarebbe aspettata gli sguardi accusatori dagli insegnanti e perfino tra i concorrenti rivali, ma da Jim no. Era sempre stato dalla sua parte, una delle persone più vicine a lei. Ed ora la stava guardando come se tutti quegli anni in cui si conoscevano non fossero mai esistiti.
Provò a dire di dire qualcosa, ma venne frenata dall'intervento di Filottete.
"Devi essere davvero in gamba per riuscire ad ingannare il Calice!" commentò, quasi meravigliato "Serve un incantesimo Confundus estremamente potente."
"Non ho ingannato nessuno!"
"Bugiarda!"
Moana fissò furente la preside di Beauxbatons "Sto dicendo la verità. Ci deve essere stato un errore!"
"Due errori" esclamò Elsa, avanzando nuovamente verso il gruppo "Io...Non avevo messo il mio nome nel Calice, qualcuno deve avermi iscritto senza dirmelo."
I presenti la fissarono in silenzio.
"Io non dovrei partecipare."
"Ma devi" le disse Uberta, cercando di rassicurarla.
"Ma io..."
"Sei stata scelta, conta questo adesso" continuò.
Elsa si limitò ad abbassare tristemente lo sguardo "Non volevo essere scelta..." sussurrò lieve.
Vedendola così affranta, la preside non resistette oltre e si scambiò uno sguardo con Filottete "Crede che sia possibile fare qualcosa al riguardo?"
Era seriamente dispiaciuta per la sua studentessa, l'ultima cosa che voleva era farla partecipare ad una gara simile senza il suo consenso.
In parte si sentiva anche in colpa, era stata lei a costringerla a partecipare a questo scambio, se non lo avesse fatto nessuno avrebbe giocato quel brutto tiro alla sua pupilla.
L'uomo scosse debolmente il capo, passandosi una mano sulla barbetta fulva "Mettendo il tuo nome, stipuli un contratto magico vincolante" guardò entrambe serio "Mi spiace, non si può fare altrimenti."
Elsa dovette usare tutta la sua buona forza di volontà per non lasciarsi cadere a terra: quelle parole la distrussero.
Nemmeno la preside era a conoscenza del suo segreto, se mai si fosse venuto a sapere, per tutti sarebbe stata solo un mostro da cui scappare. La sua condizione era strana anche per il mondo magico. Ed era terrorizzata all'idea di poter ancora ferire qualcuno.
Nel frattempo Filottete prese a guardare dubbioso la Grifondoro "Non mi dirai che nemmeno tu avevi messo il tuo nome?"
"Certo che l'ho messo!" disse seria Moana, alzando poi il capo verso i presenti "Ma non ho fatto altro. Evidentemente qualcuno si sta divertendo a scegliere i suoi Campioni."
Uberta si limitò a sbuffare, mentre Sinbad si scambiò un'occhiata con Tadashi a fianco, passandosi una mano dietro la nuca "La vedo difficile che una studentessa di diciassette anni possa ingannare il Calice di Fuoco così facilmente."
"Io no" brontolò la donna, incrociando le braccia.
"Ascoltate" iniziò Nord.
In tutto quel lasso di tempo non aveva ancora spiccicato parola, limitandosi ad ascoltare.
"Continuare a discutere non cambierà sorti di ragazzi. Il Torneo si farà."
Moana inarcò le sopracciglia "Ma io..."
"Avremo due Campioni di Hogwarts a questo punto."
"E' assurdo!" protestò Uberta, avanzando pericolosamente verso il preside "Ed è scorretto!"
Ma Nord non si fece intimorire "Una volta stato scelto Campione è obbligato a partecipare, lo sai Uberta."
"Ma..."
"Ha ragione!" incalzò Filottete, senza smettere di fissare con sospetto la Grifondoro.
Anche Sinbad sembrò rassegnato "Nemmeno a me piace, ma la ragazza non può ritirarsi."
La preside si zittì, mentre lui diede una leggera pacca sulla spalla di Tadashi "Vorrà dire che dovrai darti da fare per batterne tre, invece che due."
Il ragazzo forzò un sorriso, che però si spense appena vide l'espressione sconvolta di Moana, evidentemente per nulla favorevole a quella sceneggiata.
"Dobbiamo discutere di Torneo" Nord posò le mani sulle spalle dei due alunni di Hogwarts, forzando un sorriso rassicurante "Sarà meglio per voi se tornate a vostri dormitori. Ma non dite nulla a nessuno di questa storia di Calice. Mi fido di voi."
La Grifondoro aveva cercato di ricambiare, seppur debolmente, mentre lo sguardo di Jim era completamente furibondo. Senza dire più una parola si scostò seccato dalla presa di Nord e si allontanò, gli altri lo seguirono subito dopo. Fecero tutto il percorso in silenzio fino al ritorno in Sala Grande. Una volta arrivati la videro ormai deserta, probabilmente Nord aveva mandato via tutti gli studenti prima di raggiungerli.
Tadashi si era limitato a tirare un lungo sospiro, spossato anche lui per tutte quelle emozioni. Elsa invece continuava a starsene in silenzio, visibilmente ancora incredula per la vicenda.
"Non doveva andare cosi" mormorò, circondandosi debolmente le braccia "Che sta succedendo? Perché ci hanno fatto questo?"
"Vorrei saperlo anche io" sospirò Moana, passandosi entrambe le mani tra i capelli.
"Già. Anche io" disse seccato Jim.
Quel tono la fece subito scattare sull'attenti "Cosa stai insinuando?"
Il ragazzo voltò svogliatamente il capo verso di lei, accennando la porta ormai chiusa "Avanti. Ora puoi dirlo, come hai fatto?" 
Moana lo guardò accigliata "Stai...Stai davvero pensando che io abbia barato?"
"Perché? Non lo hai fatto?" domandò irritato
Era il colmo.
Senza pensarci due volte affrettò il passo verso di lui "Io non-ho-barato!" Iniziava ormai a stancarsi di ripeterlo. Ma dalle occhiate che gli lanciava il Serpeverde capiva che non le avrebbe creduto nemmeno questa volta.
Lui inarcò un sopracciglio "Beh...Qualcuno l'ha fatto."
"Beh, non io" rispose freddamente la Grifondoro, incrociando le braccia.
"Quindi qualcuno ti ha fatto un favore? Non mi avevi detto di avere degli ammiratori" sbuffò lui mentre si passava una mano tra i capelli.
"Credi che mi diverta?" Jim sembrò ignorarla e a quel punto con uno scatto gli sbarrò la strada, costringendolo a guardarla "Ehi, aspetta un attimo!"
"Che c'è?"
"Come: che c'è?! Mi spieghi che ti prende?!" si indicò "Adesso hai questa considerazione di me?"
"Non fare la vittima adesso!" sbottò lui "Eccelli nel Quidditch, alle lezioni, eccelli in tutto quello che fai. Non ti andava giù l'idea di non essere al centro dell'attenzione per una volta?"
L'altra batté
 le palpebre "Scusami tanto! Non credevo che la mia presenza ti desse così fastidio!"
Per una manciata di secondi Jim esitò "Non intendevo questo."
"Ma che ti è preso?" esclamò lei, continuando a fissarlo.
Lui distolse lo sguardo, ma le successive parole della Grifondoro lo attirarono nuovamente.
"E tutto solo per uno stupido Torneo!"
"Se era così stupido perché hai messo il tuo nome?"
Lei lo fissò delusa "Ora come ora non avrei voluto. Visto il bel risultato" disse "E pensare che sei stato anche tu a consigliarmi di partecipare!"
Ma il ragazzo la sfidò con lo sguardo "A partecipare, non a barare!"
Moana non ce la faceva
 più. Era davvero tentata di strozzarlo con le sue stesse mani, ma per fortuna la voce di Tadashi era riuscita a fermarla per tempo.
"Ragazzi, calmatevi! Avete sentito cos'ha detto il preside? Ormai è fatta" rivolse poi un'occhiata ad Elsa "Non si può tornare indietro. Siamo costretti tutti quanti a partecipare."
L'altra abbassò nuovamente il capo, ormai arresa alla situazione e lo stesso pure Moana.
Jim sbuffò, portandosi poi le mani in tasca "Hai ragione, ormai è fatta" Guardò per un ultima volta la Grifondoro, dopodiché fu il primo ad allontanarsi dal gruppo.
Poco dopo anche Elsa se ne andò, mormorando un saluto e affrettando il passo ai dormitori.
"Non ho barato" disse piano Moana, iniziando poi a camminare lungo il corridoio "Ho partecipato come tutti, ma...Non ho fatto nulla a quello stupido Calice. Sul serio."
"Lo so" sospirò Tadashi, affiancandola.
Lei dunque si voltò verso di lui "Come mai tu mi credi? Non ci conosciamo nemmeno."
"Come ha detto il preside: ci vuole una grande conoscenza della magia per poter ingannare il Calice. O sei un prodigio o qualcuno ti ha giocato un brutto scherzo" poi il suo sguardo si fece sospettoso "O più di uno. Se Elsa ha detto il vero."
"Ma perché? Perché io?" sospirò "Ero seriamente contenta per Jim quando è stato scelto."
Tadashi si strinse le spalle "E chi lo sa? Ma ora dobbiamo cercare di concentrarci sul Torneo" la guardò "Non permettere a questo di distrarti."
La giovane inarcò un sopracciglio "Sei stranamente gentile per essere un rivale."
"E' un mio difetto" ironizzò "Ma non abituartici, durante la sfida non ci saranno favoritismi."
L'altra gli sorrise, sentendosi inaspettatamente meglio di umore "Me lo ricorderò. Grazie."
"Di nulla." 
Pochi minuti dopo dovettero separarsi. Era davvero grata a Tadashi per quella breve chiacchierata, si sentiva sollevata che almeno lui non la considerava una bugiarda.
Mentre era rimasta delusa dal comportamento di Jim: in tutti quegli anni che si conoscevano raramente avevano litigato e mai così. Una parte di lei avrebbe voluto raggiungerlo e tentare di riallacciare subito i rapporti, ma si sentiva ancora offesa per come l'aveva trattata.
Se perfino uno dei suoi più cari amici la considerava una bugiarda, di sicuro altri nella scuola non la pensavano diversamente.
Chiunque avesse ideato quello stupido scherzo ne avrebbe pagato le conseguenze.
Ma ora c'era ben poco da fare, se non quello di tornare al proprio dormitorio e tentare di riposare almeno qualche ora.





 
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Come previsto, la maggior parte degli studenti, in particolare i Serpeverde, avevano dato man forte a Jim ritenendo Moana una bugiarda megalomane.
Era diventato tutto così snervante che Moana aveva persino rinunciato a giustificarsi e a ribadire che non era stata lei a barare. Tanto era inutile, nessuno le credeva. 
Nel frattempo lei e Jim non si erano rivolti più la parola, limitandosi a guardarsi di sfuggita durante i brevi incontri tra i corridoi della scuola. Lui sembrava non volerne più sapere di discutere e Moana aveva deciso di lasciarlo in pace.
L'ultima cosa che voleva era aggravare ancora di più il loro rapporto.

"Buona fortuna! Facciamo il tifo per te!" aveva urlato un Serpeverde a Jim in Sala Grande.
Al contrario dell'amica, lui era costantemente braccato da studenti desiderosi di fargli i complimenti per il Torneo. Normalmente la situazione non gli dispiaceva, ma quando il discorso si spostava su Moana la cosa lo infastidiva parecchio.
I Serpeverde in particolare non si risparmiavano in commenti poco carini.
"Mi raccomando, straccia quella bugiarda di Grifondoro!" continuò il ragazzo.
"Già
! Se siamo fortunati non supera nemmeno la prima prova" ridacchiò il suo amico a fianco "Ho sentito che ha fatto questa sceneggiata perché un professore le aveva detto che non poteva farcela."
"Davvero patetica!" disse una terza Serpeverde mentre finiva un piatto di zuppa "Figuriamoci se una Grifondoro sta al suo posto per una volta."
Jim alzò gli occhi al cielo, palesemente infastidito da tutti quei commenti e, senza farsi vedere, con la bacchetta fece un incantesimo al cibo della ragazza facendolo esplodere addosso a lei e ai suoi due amichetti.
Dopo aver ritirato la bacchetta, vide Jack e Nick accanto a lui guardarlo divertiti.
"Che c'è?" domandò arrossendo leggermente. Anche se dalla loro espressione, poteva intuire facilmente il motivo.
Nick incrociò le braccia, senza nascondere il suo sorrisetto beffardo "Tu le credi." 
"Non so di cosa tu stia parlando" disse con disinvoltura.
Il fulvo trattenne una risata e riprese a mangiare il suo roast beef. 
"Andiamo, quest'aria da duro non ti si addice. Non fare finta che non ti importi" continuò Jack al suo fianco. Al contrario di Nick era troppo preso dalla conversazione per riprendere il suo pranzo.
Jim lo fulminò con lo sguardo, ma l'altro non demorse e continuò ad insistere.
"L'hai appena difesa!" 
"Non mi piace che parlino male di lei, tutto qui" sbuffò il Serpeverde.
"Quindi ti importa" sospirò Jack "Moana non barerebbe mai."
Nick annuì in sostegno "E' terribilmente leale. Lo so perfino io che non sono suo amico."
Per un breve istante lo sguardo seccato di Jim sembrò affievolirsi, ma le continue domande di Jack lo portarono nuovamente a chiudersi a riccio.
"Avanti...Lo sai anche tu. Perché allora sei così arrabbiato?"
A quel punto Jim voltò il capo verso di lui, inarcando un sopracciglio "Perché non ti fai gli affari tuoi?"
"Sono un gran ficcanaso!" disse "Devo pur compensare la mia simpatia con qualche difetto..."
"Hai dimenticato egocentrico e petulante" rise Jim.
"Piano con i complimenti o diventerai il mio nuovo migliore amico" esclamò l'altro mentre indicava col capo Nick. 
Quest'ultimo fece le spallucce e ingoiò un boccone di carne "Se mi molli per così poco, non mi meritavi."
A quel punto Jim si alzò da posto ed afferrò la scopa che si era portato dietro "Vi lascio discutere sui vostri problemi di coppia. Ho promesso ad Hiro che gli avrei mostrato qualche mossa al Campo!"
Sentendo quelle parole, Jack scattò subito sull'attenti "A_Aspetta! Vengo anche io!"
"Non mi vuoi proprio mollare oggi eh?" ghignò l'altro.
"Se si parla di Quidditch, sono sempre disponibile" rispose fieramente Jack "Poi sono il portiere. E' giusto che il piccoletto veda anche le mie mosse!" 
L'amico si strinse nelle le spalle e prima di incamminarsi verso l'uscita, si sporse verso Nick, ancora seduto al suo posto che finiva di mangiare "E tu?"
Nick fece un gesto svogliato con la mano per indicare di proseguire "Vi raggiungo più tardi. Devo prima fare una cosa" aspettò dunque che i suoi amici si fossero allontanati quel tanto bastava per potersi alzare dal tavolo dei Serpeverde ed unirsi al tavolo dei Grifondoro, dove si trovava una ragazza di Beauxbatons che Nick aveva visto diverse sere accanto ad Elsa. Era sicuro che con Jack nei paraggi, fare determinate domande sarebbe stato molto più difficile, doveva aspettare di avere un momento buono per poter interagire con lei senza nessun guastafeste.
"Ehi!" disse con nonchalance una volta seduto a fianco della biondina.
Charlotte lo fissò stranita, ma prima che il Serpeverde iniziasse a parlare, subito la ragazza ebbe come un'illuminazione "Oh ma io ti conosco!!" esclamò euforica "Sei l'amico di quel bel Campione di Hogwarts!"
Nick scosse il capo con aria divertita. Da quando Jim era stato nominato Campione parecchie ragazze avevano iniziato ad adocchiarlo, si sarebbe dovuto immaginare una reazione simile.
"Dimmi, esce con qualcuno?!" continuò Charlotte, sporgendosi di più verso di lui.
Quell'eccessiva esuberanza tuttavia lo aveva preso di sorpresa. Fece per parlare ma lei lo interruppe ancora.
"Oh perfetto! Devi assolutamente farmelo conoscere! Qui ci sono un sacco di bei ragazzi, ma uscire col Campione sarebbe la cosa migliore che mi possa capitare!" urlò con entusiasmo. Poi afferrò con entrambe le mani le spalle del Serpeverde e lo scosse un paio di volte "Allora, allora? Dimmi, gli piacciono le bionde?! O preferisce le more? AVANTI PARLA!"
A quel punto Nick tentò di calmarla, afferrandola per un braccio ed interrompendo così quell'imbarazzante teatrino.
"Potrei mettere una buona parola per te" disse mentre si risistemava la cravatta. Charlotte fece per emettere un altro urlo di gioia quando la mano alzata di Nick la bloccò "Ad un prezzo: mi serve un'informazione."
La ragazza tuttavia non sembrava scoraggiata "Cosa vuoi sapere?"
Nick si schiarì la voce, sperando che la domanda non giocasse un brutto tiro come con Eugene o Jack. 
"Sei molto amica di Elsa Arendelle?" 
"Elsa?" ripeté
 stupita "A dire il vero no. Non parla molto con me o con altri, ecco perché mi ha sorpresa la sua iscrizione al Torneo!"
Nel frattempo Nick si era messo più comodo, appoggiandosi col gomito sopra il tavolo "Non te lo aspettavi?"
"Non per come si è dimostrata in tutti questi anni. E' molto solitaria, esce dalla sua stanza solo per le lezioni" rispose Charlotte "Ma perché ti interessa?"
Anche questa volta, lui schiuse le labbra per parlare ma l'altra lo interruppe nuovamente.
"Ooooh aspetta! Ci sono, ora ho capito!"  disse senza nascondere nemmeno questa volta la sua euforia "Devo mettere una buona parola per te?!"
"P_preferisco fare da solo, se non ti dispiace" la fermò subito Nick "Quindi, Elsa non ha particolari legami ad Hogwarts o a Beauxbatons?"
La biondina ci pensò su qualche istante "Qui almeno ha sua sorella, mentre a Beauxbatons...Oh..." improvvisamente il suo volto si fece più triste.
Questa cosa incuriosì parecchio il Serpeverde.
"Che succede?"
Vide Charlotte trattenere gli occhi leggermente lucidi "Scusa è solo che mi sono appena ricordata che...Oh...Mi fa ancora così strano che non ci sia più!"
"Chi?"
"Milo Thatch è...Era... Un nostro compagno di scuola..." rispose, mentre dalla tasca dell'abito tirava fuori un fazzoletto di seta per asciugarsi con attenzione il trucco "E' morto questa estate, la notizia ha scosso tutti quanti noi. Era un così bravo ragazzo."
"Oh...E' terribile" disse Nick, abbassando lo sguardo.
Vedendo come stava reagendo Charlotte, forse avrebbe dovuto finirla li e smetterla di fare quelle domande, ma una parte di lui sentiva che doveva chiedere ancora una cosa.
Aveva comunque un brutto presentimento.
"...Se posso chiedere, com'è successo?"
Prima di parlare, Charlotte finì di asciugarsi bene il volto "La preside ha voluto coinvolgere meno persone possibili. Sappiamo solo che... E' stato trovato... Senza vita in Biblioteca" sospirò tristemente "Il suo corpo era completamente congelato."
Quella notizia aveva confermato i suoi dubbi.
"Dicono che possa essere stato un incantesimo finito male. Vorrei crederci perché non riesco a pensare che qualcuno possa aver fatto una cosa tanto orribile!" continuava nel frattempo Charlotte "Lui ed Elsa erano amici, o almeno è quello che si diceva in giro. Ed ora quella povera ragazza ha perso il suo unico amico!"
Concluse con un ennesimo sospiro mentre riponeva il fazzoletto dentro la tasca.
Improvvisamente Nick ricordò quell'inquietante scambio di battute tra Elsa e Hans, quella sera.


 
"Non giriamoci troppo intorno, Elsa. Sai che ti ho vista." 

"So cos'hai fatto a quel ragazzo."


Che sia stata davvero lei?
Se Hans aveva ragione, Elsa era un'assassina. Ed ora partecipava al Torneo Tremaghi.



 
~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~



Nel tardo pomeriggio, Moana voleva solo rilassarsi cinque minuti senza l'eco di "bugiarda" nelle orecchie, ma sembrava impossibile: ad ogni angolo di Hogwarts vedeva sbucare qualcuno pronto a giudicarla.
Sapeva che il Lago Nero, il posto dove amava per lo più rilassarsi da sola, era pieno di gente per via della giornata parecchio soleggiata. Con le notizie che giravano sul suo conto, l'ultima cosa che voleva era altre occhiatacce da parte dei suoi compagni di scuola.
Alla fine aveva optato per la capanna di Ralph, il custode delle chiavi di Hogwarts: un omone molto grande, perfino più di Nord e, seppur dall'aspetto poteva sembrare minaccioso, si era dimostrato fin dal suo primo anno una persona molto buona e gentile.
Spesso lei e i suoi compagni lo andavano a trovare il pomeriggio. Per colpa della sua stazza Ralph non aveva molti amici quindi era sempre felice di ricevere ospiti.
Perciò aveva pensato fosse il luogo perfetto dove rilassarsi.
O deprimersi.
In entrambi i casi almeno sarebbe stata lontana da quegli sguardi accusatori.
Quel giorno Ralph aveva ricevuto la visita anche di Vanellope Von Schweetz, una Serpeverde del primo anno con la quale aveva instaurato una forte amicizia. Era piuttosto bassina per la sua età, un peperino dai lunghi capelli neri, spesso tenuti da una coda alta. Aveva un carattere piuttosto energico e nonostante l'altezza non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. Per fortuna non era della stessa opinione di tutta la scuola anzi, per lei sembrava addirittura forte che Moana avesse "ingannato" il Calice per poter partecipare al Torneo.
Mentre la piccoletta continuava a parlare, la Grifondoro si limitava a stare in silenzio, seduta con la testa china sul tavolo.
"Che anno del cavolo. pensò.
"Non capisco perché te la prendi tanto!" disse la bambina, appoggiandosi con entrambi i gomiti sul tavolino e sporgendosi verso di lei "Per me sei stata eccezionale! Vedrai, li stenderai tutti. Anche quel tonto di Jim!"
Quella frase le aveva fatto ricordare che i due non andavano particolarmente d'accordo, nonostante fossero della stessa casa.
Alzò di poco la testa dal tavolo e la fissò "Dimmi, perché non sopporti Jim?" 
L'altra sbuffò seccata "Mi ha detto che sono troppo piccola per fare le prove di Quidditch!"
"Ma tu sei piccola!" rispose divertito Ralph, portando alle due un vassoio di biscotti.
Vanellope lo fulminò con lo sguardo "Sono piccola è vero, MA sono la migliore!"
"Non vogliamo farti arrabbiare" la rassicurò Ralph, scambiandosi poi un'occhiata divertita con Moana "Mostrerai il tuo valore tra qualche anno, non preoccuparti."
Vanellope prese un biscotto dal vassoio e gli diede un morso "Questo è sicuro. E sarà l'anno in cui Serpeverde vincerà il primo post..." ma subito la sua espressione si trasformòin una smorfia all'assaggio del biscotto "Ma non c'è il cioccolato!" esclamò delusa.
"Detesto il cioccolato" sbuffó Ralph spazientito.
Vanellope si sporse con più enfasi, tenendo il biscotto in alto come per attirare l'attenzione "Ma chi ti ha insegnato a cucinare? I biscotti DEVONO essere al cioccolato, sono la parte più buona!"
L'uomo alzò gli occhi al cielo e fece per spostare via il vassoio "Se non ti piacciono, puoi anche non mangiarli e..."
"Wuoooo frena maciste! Non ho mai detto che non li avrei mangiati!" commentó Vanellope, afferrando il vassoio per portarlo vicino a lei e mostrando a Ralph un radioso sorrisetto di scuse.
Nel frattempo Moana si limitava ad osservarli silenziosamente, sentendosi poco a poco molto meglio.
Aveva bisogno di staccare da tutta quella pressione e concentrarsi su altro. Le faceva bene passare del tempo con loro.
Ma la magia finì non appena sentì bussare la porta.
"Ralph?" fece piano Belle "Dimmi che Moana è qui. E' sparita da questa mattina."
Lei fece per ribattere, ma Ralph la precedette "E' qui, entrate!"
Avvertì il lento cigolio della porta, seguito dai passi di più persone, evidentemente aveva portato dei rinforzi.
Belle osservò l'amica ancora giù di morale, appoggiandole delicatamente una mano sulla spalla "Su coraggio, non abbatterti così" cercò di forzare un sorriso, scambiandosi uno sguardo con Judy a fianco.
"Giusto. Ormai...Non stanno nemmeno più parlando di te. Sei storia vecchia" la incoraggió Judy.
"Strano, questa mattina le prese in giro di quei Serpeverde non mi sono sembrate storia vecchia" sussurrò Moana.
Belle si morse un labbro, facendo cenno all'altra di dire qualcos'altro.
"Coraggio. Lascia perdere quegli stupidi!" sospirò la prefetta "Appena supererai la prima prova si scorderanno la faccenda del Calice, lo sai!"
"Ha ragione!" continuò Ralph "Alla fine per loro conta la vittoria!"
Moana a quel punto forzò un sorriso "Potrei anche non vincere, ragazzi."
"Vuoi scherzare?! Tu vincerai, è stra-sicuro!" sbottò Vanellope, stringendo forte i pugni.
"Non è necessario" disse Belle, attirandosi un'occhiataccia da parte della Serpeverde.
"Si, invece!"
La Corvonero rivolse alla piccola un dolce sguardo "Noi tutte vorremmo che vincesse, ma non serve metterla sotto pressione. Vero?"
A quelle parole l'espressione di Vanellope si rilassò un po' "Giusto..." si voltò poi verso Moana "Scusa, forse ho esagerato" mormorò dispiaciuta.
L'amica le sorrise e drizzò poi la schiena per sedersi meglio "Non preoccuparti. Mi piacerebbe vincere, ma in questo momento non so nemmeno quale sarà la prova da fare."
"Di sicuro sarà qualcosa di super pericoloso! Potresti rischiare addirittura la morte!" esclamò Vanellope tutta gasata. Ralph le lanciò un'occhiataccia, facendola finalmente rendere conto delle sue parole.
"Ops...N_non intendevo che vorrei che tu..."
"Tranquilla. L'ho capito."
"Molto maturo ragazzi, sul serio!" urlò qualcuno fuori dalla capanna.
Judy riconobbe la voce immediatamente e corse subito fuori. Anche Vanellope la seguì, incuriosita.
"Kristoff?" fece la ragazza, notando il Tassorosso pochi metri più distante da lei.
Lo vedeva tenere in mano una strana cesta, e a giudicare dalle dimensioni e dal modo in cui la teneva sembrava anche parecchio pesante.
"Che stai combinando?"
Lui cercò nel frattempo di non far cadere la cesta per terra "Aiuto un amico."
"Gli ho chiesto di portarmi del cibo per quei Purvincoli" si intromise Ralph, facendo un cenno con la mano al ragazzo "Grazie Kristoff!"
La prefetta si limitò a sorridergli, portando le mani ai fianchi "Non dovrei stupirmi, aspirante magizoologo."
"Sono così prevedibile?" sorrise Kristoff "Ma tu che ci fai qui?"
La ragazza fece per rispondere quando Vanellope scattò subito per raccogliere un foglio scivolato tra le mani del Tassorosso.
"N_no aspetta! E' una stupidaggine!" le urló.
Come c'era da aspettarselo, la piccoletta lo ignorò, decisamente troppo curiosa di leggerne il contenuto. Tuttavia, una volta scoperto la breve gioia sul suo viso scomparve in un lampo, lasciando spazio ad un'espressione totalmente furente "Che razza di idioti!!!"
"Vanellope!" la riprese Ralph "Ti fa male frequentare Merida!" 
"Ma hai letto?!" sbottò, mentre passava il volantino a Judy. 
Lanciò poi un'occhiataccia al Tassorosso, non conoscendolo, aveva immaginato fosse l'artefice di quel brutto scherzo.
"Io non c'entro!" si difese lui, indicando col capo un gruppetto di ragazzini in lontananza "Li stanno distribuendo in tutta la scuola."
Appena Judy lesse quel foglio, sbiancò "Non ci credo!"
Anche Ralph a quel punto si sporse per leggere e subito la sua espressione mutò "Che razza di idioti!"
"E' quello che ho detto!" lo incoraggiò Vanellope.
"Me ne occuperò io" disse in fretta Judy "Nel frattempo tenetelo nascosto a Moana."
"Cosa dovete nascondere?" 
Sia l'interpellata che Belle erano uscite dalla capanna e stavano osservando incuriosite il gruppetto. Judy appallottolò subito il foglio, nascondendolo dietro la schiena e cercò di forzare un sorrisetto innocente "Nulla!"
Belle sembrava aver intuito qualcosa e aveva deciso di rimanere in silenzio, mentre Moana si era limitata a scambiarsi uno sguardo con Ralph.
"Sul serio!" insistette ancora Judy "Non c'è niente. Assolutamente null.."
"Guarda cos'hanno scritto di te!" Vanellope le strappò il volantino tra le mani, consegnandolo poi all'interessata. Mentre Moana lo stava leggendo, la ragazzina si era voltata verso Judy "Scusa, ma prima o poi lo avrebbe saputo!"
Avrebbe tanto voluto ribattere, ma la bambina aveva ragione.
Se quello che aveva detto Kristoff era vero, tutta Hogwarts sarebbe stata coperta da quegli stupidi volantini ed era meglio che Moana lo venisse a sapere in compagnia di qualche amico.
Forse sarebbe stata meno pesante da reggere.
Mentre leggeva il contenuto, Judy e Belle notavano l'espressione della Grifondoro stupirsi sempre di più.
"Alla prima prova, fate tutti il tifo per il vero campione: Il solo ed unico Jim Hawkins!"
Poi le lettere iniziarono a mischiarsi, rivelando un secondo contenuto.
"E già che ci siete, ricordatevi i fischi per la Grifondoro imbrogliona e sbruffona: la sola e unica Moana Waialiki!"
Con annessa foto della sua faccia, ovviamente modificata per rendere il tutto più divertente.
Moana a quel punto strinse forte il foglio talmente forte da strapparlo.
D'accordo, basta.
Questo era decisamente troppo.
 
 
 
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NOTE AUTRICE:
Ehilà!
Io lo so ...Lo so che qualcuno mi odierà per aver fatto fare quella fine al povero Milo (protagonista di Atlantis: Il Regno perduto) 
Dispiace anche a me perché lo adoro. Sigh. 
In questo capitolo mi sono concentrata per la maggior parte su Moana , mi spiace non aver dato più spazio ad altri ma serviva inserirla un po' di più nel contesto.
Ovviamente Vanellope e Ralph sono i due protagonisti del bellissimo film "Ralph Spaccatutto". Ralph ha molto che potrebbe richiamate un Hagrid e ho pensato fosse un'idea carina inserirlo nella storia,  Vanellope è un personaggio che adoro e se c'era Ralph, dovevo per forza inserirla così ho trovato l'idea.
Qui è resa un po' come una fangirl di Moana, mi è sempre parsa più portata per il girl power questa ragazzetta.
Spero di non essere andata OOC, sopratutto con Jim, ma secondo me la sua rabbia può essere plausibile se si conoscono bene il personaggio e i suoi timori. 
Spero come sempre di aver reso bene i personaggi e che la storia continui ad interessarvi.
Al prossimo aggiornamento! ♥
 
~Un abbraccio~

 

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Capitolo 8
*** Non è roba donne?! ***


Cap 8: Non è roba da donne?! 

 
 



 

Dopo aver girato per un po' dentro e fuori dal Castello, le ragazze raggiunsero il Campo da Quidditch dove videro Jim in compagnia di Jack, Nick ed un ragazzino di Durmstrang. Dovevano avergli fatto vedere qualche manovra della loro squadra, dal momento che Jack sembrava parecchio preso nel discorso.
"Grazie per avermi mostrato qualche mossa, ragazzi!" disse Hiro "Mi saranno utili, il prossimo anno parteciperò alle selezioni!"
"Di nulla. Se voli come ci hai mostrato poco fa, verrai scelto di sicuro" esclamò Jack.
Hiro inarcò un sopracciglio "Davvero?" 
L'altro alzò fieramente il capo, mostrando un sorriso compiaciuto "Ehi, se te lo dice il miglior portiere in circolazione."
Jim lo prese di spalle, scompigliandogli i capelli "Non esagerare!" si rivolse poi al ragazzino "Se Jack passasse meno tempo a vantarsi, forse gli altri non avrebbero segnato cosi tanti punti l'anno scorso."
L'altro lo guardò storto, mentre Nick sembrava totalmente perso nel suo mondo.
"Tutto bene?" gli domandò Hiro a fianco.
Il Serpeverde quasi sobbalzò "S_Si...Io..."
"Qualcuno è con la testa tra le nuvole!" Jack sorpassò Hiro e diede un'amichevole pacca sulla spalla al rosso "Starà pensando ad una ragazza."
"Come riesci a leggermi nel pensiero, Frost?" sospirò l'altro. Effettivamente stava pensando ad Elsa, solo non nel modo in cui intendeva lui. Era combattuto tra l'idea di immischiarsi ancora di più in questa strana situazione o lasciar correre e far finta di nulla.
Forse Elsa non lo aveva fatto di proposito a ferire quel ragazzo. Forse era stato tutto un incidente. Non sarebbe la prima volta che qualcuno moriva per colpa di un incantesimo andato male. 
Gli altri, vedendolo tornare nuovamente pensieroso, fecero per chiedergli qualcosa, ma la voce prorompente di una ragazzina attirò la loro attenzione.
"Bel colpo basso, Hawkins! Mi fai vergognare di essere una Serpeverde!" urlò furente Vanellope.
Jim non fece caso alle altre che la seguivano e si concentrò sulla bambina "Ehi, piccoletta!"
"Non chiamarmi piccoletta!" lo minacciò.
L'altro si scambiò un'occhiata col gruppo, finché Moana fece un passo in avanti, stampandogli in faccia il volantino "Lo trovi divertente?!"
Mentre il ragazzo si prendeva qualche secondo buono per leggere, anche gli altri si sporsero incuriositi.
"Un pochino..." ridacchiò Jack a bassa voce, guadagnandosi l'ennesima occhiataccia da parte delle ragazze.
"Non lo trovo divertente" disse freddamente Jim, alzando poi lo sguardo su Moana e consegnandole il volantino "Ma non c'entro nulla. Prenditela con chi non è a favore della tua partecipazione."
"E noi ti dovremo credere?!" domandò irritata Vanellope.
Il Serpeverde a quel punto sembrò prendersela sul serio "Pensate davvero che possa fare uno scherzo simile?"
"Non lo so, James" rispose sarcasticamente Moana, incrociando le braccia "Tu pensi che io abbia barato. Ora sai come ci si sente."
Jim sospirò. Detestava il suo nome per intero e lei lo sapeva bene.
Entrambi si sfidarono con lo sguardo, poi sia Judy che Hiro avanzarono verso di loro per fermarli "Ora smettetela!" dissero all'unisono.
I due si scambiarono un'occhiata in silenzio.
"Comunque io sono Hiro, piacere."
"Io sono Judy." 
Vanellope li fissò perplessa "Vi sembra il momento?!" Belle annuì in sostegno.
"Io non ho fatto nulla!" sbottò Jim, voltandosi poi verso Jack e Nick, che nel frattempo si erano limitati ad osservare la scena come se fossero ad un cinema. Quest'ultimo aveva spostato lo sguardo verso l'amico a fianco, immaginandosi fosse lui l'artefice di quel danno.
"Eh no no no!" affermò l'altro con un sorrisetto "Non guardatemi così. Questa volta non c'entro nemmeno io!"
Moana assottigliò gli occhi, guardandolo severa.
"Dico la verità!"
"L'ho fatto io!" disse una voce alle loro spalle.
Appena tutti si voltarono, videro Gaston in compagnia di altri compagni Serpeverde come: Steven Macintosh, un ragazzo atletico e piuttosto magro, dai folti capelli neri con lunghi riccioli, giocava come battitore per la squadra di Quidditch.
Gideon Grey invece era piuttosto basso, occhi verdi e capelli fulvi divisi da una riga al centro. Si era scontrato spesso con Judy in passato, alcuni litigi avevano sfiorato addirittura le lotte.
Jesse Dubois era talmente basso da essere al pari di Judy, se non di più, era anche piuttosto cicciottello, occhi scuri e i capelli neri caratterizzati da un ciuffo. Tuttavia nessuno lo chiamava mai col suo vero nome, fin dal primo anno Gaston gli aveva affibbiato il "simpatico" nomignolo LeTont e invece che odiarlo, Jesse ne sembrava pure felice. Seguiva sempre Gaston come un cagnolino, si mormorava avesse addirittura chiesto al cappello parlante di smistarlo in Serpeverde solo per stare nel suo stesso gruppo.
"Dovevo immaginarlo" sospirò Belle, scambiandosi uno sguardo con Judy.
"Molto maturo da parte tua. Credevo ce l'avessi anche con Jim, dopotutto non sei stato scelto!" sospirò Moana. 
"Ehi ragazzina, bada a come ti rivolgi a Gaston!" la intimò LeTont.
"Ci penso io qui" sbuffò il ragazzone, avvicinandosi alla giovane Grifondoro "Lascia che ti spieghi: Il Calice può aver anche fatto l'errore di scegliere il meno valido...Ma ha scelto comunque un Serpeverde!" 
Jim alzò gli occhi al cielo "Gaston piano coi complimenti, mi farai arrossire..." 
Lui in risposta gli diede un sonoro colpo al petto, scuotendolo appena "Sarà la sua occasione per dimostrare di essere un vero uomo!"
"Ammiro le tue buone intenzioni" tossì il ragazzo cercando di scrollarselo di dosso "Ma posso farne a meno, credimi."
L'altro sembrò ignorarlo, dando poi la sua completa attenzione alla Grifondoro "TU sei l'intrusa. Se dobbiamo avere una sola possibilità di vincere, io punto su Jim."
Le ragazze rimasero a fissarlo in silenzio, aspettando che desse il peggio di sé. Gli ci vollero giusto pochi secondi.
"Dopotutto è un ragazzo..."
A quell'affermazione perfino Jack alzò le sopracciglia, scambiandosi un'occhiatina divertita con Hiro e Nick "Ouch. Lo ha detto davvero." 
"Oh, fammi il per piacere..." commentò amaramente Belle.
"Le donne non sono fatte per queste sfide, è la natura!" continuò energico Gaston, sostenuto nel frattempo dai suoi compagni.
Hiro non sembrava per nulla favorevole a quello stupido discorso e fece per avvicinarsi al gruppo di ragazze, affiancando Moana "Anche Beauxbatons ha la sua Campionessa." 
L'altro in risposta gli rivolse un sorrisetto beffardo "E sarà la prima a perdere: non ha la resistenza adatta per sopportare quelle prove. Così come la nostra piccola Grifondoro."
"Questo lo dici tu" rispose Hiro.
Moana e le altre lo guardarono compiaciute. Era la prima volta che lo vedevano e già si stava battendo per aiutarle.
Il Serpeverde gli lanciò un'occhiataccia, spostandolo svogliatamente di lato "Sei ancora troppo piccolo. Vai a giocare a Gobbiglie e lascia parlare i veri uomini!"
"Ehi!"
"Gaston, piantala!" lo fermò Judy "Questa storia è assurda, smettila!"
"Smettila tu di intrometterti!" la spintonò Gideon.
A quel punto anche Nick sembrò irritarsi "Ehi, ora basta!" fece per separare i due, ma Judy gli rivolse un'occhiataccia.
"Non ce n'è bisogno. Me la cavo da sola."
"Volevo solo aiutarti!"
"Sentite, smettetela!" urlò Jim.
Ma Gaston si limitò a posargli una mano sulla spalla "Non ringraziarmi..."
"Non lo farò!" rispose seccato lui, scambiandosi poi uno sguardo con Moana e le altre.
Vedendole così furiose, Gaston cercò di avvicinarsi nuovamente a loro e mostrarsi nel modo più gentile (e spocchioso) possibile "Non me ne vogliate ragazze, sono certo che sarete ottime per altre attività da femmine. Ma questo è uno sport da uomini forti! Non è roba da donne."
"Le donne sanno combattere bene tanto quanto gli uomini!" affermò Judy, sotto lo sguardo divertito del Serpeverde.
"E' impossibile."
Belle fece un passo in avanti, puntando gli occhi ad ogni persona del gruppo "Uomo o donna, non ha nessuna importanza. Gaston, tutto questo è irrispettoso."
"Ha ragione!" urlò Vanellope. La Corvonero la guardò orgogliosa, finché le successive parole della ragazzina le spensero l'entusiasmo "E comunque Moana vincerà la prima prova, anzi, le vincerà tutte! Alla faccia di voi maschi!"
Gaston scoppiò in una fragorosa risata, accompagnato dai suoi amici "Come no, non durerebbe neanche in un duello" ridacchiò Gideon, accanto a LeTont e Macintosh.
Moana ridusse gli occhi a due fessure "Ah si? Guardate che me la cavo."
"Contro di me?" rise ancora Gaston, chinandosi verso di lei "Ti potrei battere ad occhi chiusi. E credimi, non ci andrei leggero solo perché sei una ragazza."
"Non ho chiesto questo." 
Belle poi si affrettò a fermarla, posandole una mano sulla spalla.
"Ora calmati" le sussurrò "Sei la Campionessa, ricordi? Se ti ferisci potresti avere dei problemi al Torneo."
Quelle parole sembrarono farla tornare alla ragione; così si calmò, scambiandosi un sorriso con la Corvonero e ringraziandola con lo sguardo.
Cosa diamine le era passato per la testa? La prima sfida era alle porta, qualunque cosa fosse, non poteva lasciarsi condizionare così da quel bullo.
Gaston e gli altri erano rimasti fermi a fissarle, sghignazzando tra loro e probabilmente gongolando al pensiero del ritiro. 
"Giusto, Belle" affermò la Grifondoro, fissandolo seria "Non posso permettermi adesso di duellare."
L'altro mostrò un sorrisetto compiaciuto, alzando fiero il petto "Come immaginavo. E' perché sai che potresti perdere." 
La ragazza schiuse la bocca per rispondere, ma l'arrivo di Hiccup attirò l'attenzione del gruppetto "Finalmente vi ho trovato!" senza prendere nemmeno il fiato rivolse subito lo sguardo a lei e Jim "Vi devo parlare, adesso."
Sarà stato il tono con cui lo disse, ma quell'atteggiamento per Jim voleva significare una sola cosa: Predica.
E lui non aveva voglia, specialmente in compagnia di Moana. Così scosse il capo e fece per andarsene "Io passo."
"No!" Hiccup lo afferrò deciso per un braccio "Tu mi segui!" si voltò poi verso Moana "E pure tu, vi voglio entrambi."
Vedendolo così irremovibile, i due alla fine accettarono e si allontanarono dal gruppo, Belle provò a domandare qualcosa ma il Corvonero si limitò ad una fugace occhiata.
Gaston, come il più delle volte, non aveva capito nulla e si era limitato a pensare che la ragazza se ne stesse andando per paura di doverlo affrontare, non poteva fare a meno di gongolare trionfante con i suoi amici che non si risparmiarono gli sciocchi commenti infelici.
"Una Grifondoro codarda!"
"Le femmine sono troppo delicate, avr
à paura di spezzarsi un'unghia."
"Perderà alla prima sfida, non reggerà!"
"Le ragazze sono sempre quelle più deboli."

Judy non riuscì a resistere oltre e fece per parlare quando la voce di Merida la fermò.
"Lei non può combattere ora, ma io si!" detto questo sorpassò le ragazze e puntò la bacchetta contro il petto di Gaston, facendolo arretrare appena.
I presenti la guardarono in silenzio. Solo Belle sembrava voler cercare un compromesso, stufa di tutte quelle lotte "Davvero, non è il caso."
"Oh invece sì..." disse piano la rossa, con una notevole nota di sarcasmo "Mi sembra equo. Gaston combatte per il Campione Serpeverde, mentre io combatto per la Campionessa Grifondoro."
"Ehi ehi ehi! Gaston combatte per Gaston!" esclamò irritato il ragazzone, battendosi una mano sul petto "A tuo rischio e pericolo."
Belle a quel punto alzò gli occhi al cielo con aria rassegnata.
Nemmeno Judy sembrava pienamente convinta "Merida..."
"Allora?" incalzò la rossa "Hai paura adesso?"
"Paura?" ridacchiò il Serpeverde, poi fece un passo verso di lei con aria minacciosa "Te ne pentirai, Dumbroch!"
La ragazza non si lasciò sopraffare e si limitò a guardarlo a testa alta "Tra mezz'ora vicino al Castello."
"Merida, no!" la fermò ancora Judy "Ti caccerai nei guai!"
"E non ne vale la pena" continuò Belle.
La rossa si voltò di scatto verso di loro, facendole cadere i riccioli fino a coprirle in parte gli occhi "Non preoccupatevi. Gli darò una bella lezione."
Mentre il gruppo iniziava pian piano a disfarsi, Nick sembrava essersi miracolosamente ripreso, l'idea di guadagnare qualcosa gli aveva fatto mettere da parte per un momento le riflessioni di poco fa. Si era messo dunque a parlare con diversi studenti li attorno per intraprendere delle piccole scommesse, approfittando di questo battibecco forse avrebbe potuto guadagnarci qualcosa anche lui dopotutto. 
"Punto 20 galeoni sulla rossa" disse Jack, guardando con la coda dell'occhio l'amica allontanarsi con le ragazze.
Nick lo guardò stupefatto "Sei parecchio fiducioso!"
"Odio ammetterlo, ma è molto brava nei duelli..." sospirò Jack.
"So che ha una buona mira."
"Ottima. Perché credi avessi così paura di lei? Gaston è spacciato!" ridacchiò "E io non voglio perdermelo!"
"E' un'idea stupida" disse Hiro.
Jack lo guardò divertito "Vero, ma non ti piacerebbe vedere Gaston volare a mezz'aria e spiaccicarsi per terra?"
"Su questo ti do ragione" ammise il ragazzino, scambiandosi un pugnetto col Serpeverde "Punto anche io su Merida."
"E bravo il piccoletto!" sorrise Nick, sentendo già il tintinnio di tutti quei galeoni guadagnati.




 
~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~




La vicenda del Calice aveva sconvolto le vite non solo di Moana, ma anche di Elsa.
Ora si trovava ad essere la Campionessa di Beauxbatons contro la sua volontà.
Ma dando una semplice occhiata al comportamento degli studenti della sua scuola, nemmeno loro sembravano favorevoli a quella scelta. 
Elsa amava studiare, stare da sola, non aveva mai mostrato interesse per i duelli, era sempre stata molto schiva e nel corso degli anni non aveva stretto grandi rapporti con altri studenti se non con uno.
Ma di lui non voleva pensarci. Non adesso.
Seppur molti pensavano che sarebbe stato meglio avere un altro Campione, l'impossibilità di poter cambiare tuttavia l'aveva resa parecchio popolare. 
Per la prima volta tutti le rivolgevano un saluto non appena la intravedevano lungo il corridoio, le si avvicinavano per chiederle come stava, le consigliavano qualche mossa vincente per un qualsiasi tipo di prova. 
"D'accordo, ora andate a lezione!" disse una voce alle spalle di Elsa.
In breve tempo tutti gli studenti se n'erano andati, permettendo così ad Elsa di riprendere a respirare con calma. Avevano iniziato ad accerchiarla facendole una miriade di domande riguardante il Torneo e la prima prova, un comportamento che di sicuro avrebbe fatto piacere ad un altro Campione come Jim o Tadashi, ma non a lei. Quegli atteggiamenti non le piacevano: non desiderava stare al centro dell'attenzione, voleva semplicemente essere lasciata in pace.
Perché tutti quegli occhi puntati su di lei non facevano altro che agitarla.
Agitarsi le avrebbe fatto perdere il controllo. E se avesse perso il controllo, avrebbe perso ogni cosa.
Quando si voltò, vide il preside Nicholas rivolgerle un sorriso rassicurante. Ad un primo impatto le venne quasi da indietreggiare, fino ad ora lo aveva visto solo di sfuggita o durante il banchetto, nemmeno alla scelta del Calice aveva avuto modo di parlargli apertamente. 
"Vedo che hai parecchi ammiratori adesso" continuò.
La giovane sorrise appena e si sedette sul muretto del corridoio "Già. Sperano che possa far vincere la scuola" poi di colpo il suo sorriso svanì "Ma potrei fallire."
Nord le si sedette vicino, chinandosi per poterle parlare "Fallirai se non provi."
"Non voglio deludere nessuno" disse "Credono che mi sia proposta, è una bugia! Dovevamo dire la verità e.."
"E scatenerebbe solo preoccupazione" la fermò "Ultima cosa che devi fare è preoccuparti ancora." 
Sentendo quelle parole istintivamente alzò il capo verso di lui e lo fissò.
Quel preside si stava dimostrando davvero gentile, nonostante fosse la Campionessa di un'altra scuola e quindi una potenziale rivale per la Coppa Tremaghi. Non era abituata a sedersi e parlare in quel modo con qualcuno: lui era disposto ad ascoltarla e sembrava capire almeno in parte la sua agitazione.
"Cosa pensa tua sorella?" chiese incuriosito "Hai gemella ad Hogwarts, giusto?"
"Con lei..." fece per parlare ma di colpo serrò le labbra.
Portò lo sguardo altrove, tornando improvvisamente seria "...Non ci parliamo da giorni..." si fermò, stringendo i pugni più forte "A volte credo sia meglio per lei non avere niente a che fare con me..."
Sentì la lieve risata del preside accanto a lei "Io sono figlio unico, ma avrei sempre voluto fratello!" disse "Ci sono stati momenti in mia vita che penso... Li avrei affrontati meglio se avessi avuto con me fratello o sorella" portò le mani sulle ginocchia e abbassò lo sguardo verso di lei "Una sorella che ti vuole bene è tesoro insostituibile. Perché non vi date possibilità?" 
L'altra provò a parlare ma poi vide gli occhi azzurri di Nord puntare oltre. Una volta voltata anche lei vide la figura di Anna farle un lieve cenno con la mano. Si trovava lungo il corridoio e sembrava la stesse aspettando.
"Non potrai sempre farcela da sola" disse il preside sottovoce, poi si alzò e salutò con la mano entrambe le ragazze, avviandosi probabilmente al suo studio.
Solo a quel punto Anna si avvicinò "Ciao..." 
"Ciao Anna." 
Si alzò e le fece cenno di camminare, così entrambe si avviarono lungo il corridoio fino a raggiungere la Torre dell'Orologio. Erano rimaste in silenzio per tutto il tragitto, forse nella speranza che una di loro iniziasse il discorso.
Inaspettatamente, questa volta fu Elsa a prendere l'iniziativa "Mi spiace..."
"Per cosa?"
"Per averti evitata in questi giorni" disse, fermandosi.
Anna avrebbe voluto dirle che non importava, ma in quel momento aveva altre domande per la testa.
"Perché mi hai mentito? Hai detto che non avresti partecipato."
L'altra la fissò qualche secondo prima di risponderle, si morse nervosamente il labbro inferiore, spostando lo sguardo da lei ad un punto impreciso del pavimento. Nord le aveva espressamente chiesto di non dire nulla, avrebbe solo peggiorato la situazione e incentivato la rabbia degli studenti. 
Ma le disse anche di fidarsi di sua sorella, e con lei aveva già cosi tanti segreti.
Non sopportava l'idea di doverle mentire ancora, anche perché, forse quella persona che aveva messo il suo nome, lo aveva fatto anche con Moana.
"...Elsa? Tutto bene?" domandò preoccupata la gemella "Ti prego, dimmi che sta succedendo."
Le si avvicinò e senza pensarci le pose una mano sulla spalla, a quel tocco Elsa quasi sobbalzò, ma per la prima volta decise di non ritirarsi.
"Non tenermi all'oscuro di tutto, non ancora" la supplicò "Di me di puoi fidare."
Si guardarono e finalmente l'altra si fece forza "...Credimi, io...Non volevo partecipare."
Quell'affermazione fece scivolare via la mano sulla sua spalla "Cosa?"
"Qualcuno ha messo il mio nome" disse sottovoce, guardandosi attorno per paura qualcuno potesse sentirle "Credimi, Anna."
"Ma...Ma perché?"
La gemella sospirò "Non lo so. Io... Sono sempre stata per conto mio" alzò poi lo sguardo verso di lei "Forse è solo uno stupido scherzo, ma ora sono costretta a partecipare!"
La Grifondoro scosse debolmente il capo, cercando poi di sfiorarle un braccio ma questa volta Elsa si ritirò "Ci deve essere un modo, non sei stata tu a mettere il tuo nome, non possono costringerti." 
"E' un contratto magico vincolante...Sono costretta" la fissò seria "Ho provato a chiedere, ma sia Uberta che Nord sono stati chiari."
A quel punto anche la gemella iniziò a guardarsi attorno con aria sospetta "Hai idea di chi possa essere stato?" 
Elsa si limitò a scuotere la testa, portando poi la sua attenzione su diversi gruppetti di studenti "Potrebbe essere chiunque, ma è una magia molto potente."
Anche Anna fece lo stesso, sentendo il peso di tutta quella pressione schiacciarla come un macigno.
"Bisogna fare qualcosa..."
La gemella alzò dunque il capo verso di lei "L'unica cosa che posso fare è superare le prove, nient'altro."
"Ti aiuterò!" esclamò con determinazione.
"Tu non puoi partecipare" disse a bassa voce "Sono sola."
A quel punto Anna la guardò seria e le sorrise "Ti posso sostenere, è questo che fa una sorella!"
In quell'istante, Elsa avrebbe davvero voluto abbracciarla, ma purtroppo dovette limitarsi a ricambiare il sorriso.
Una parte di lei si ripeteva che tutto questo era sbagliato, come le avevano detto i suoi genitori, sarebbe dovuta starle lontana, per proteggerla. Ma in queste circostante si sentiva davvero grata della sua presenza, perché il solo pensiero di affrontare tutte quelle persone da sola la stava spaccando in due.
"Anna!" la voce rotta di Hans si fece largo tra un gruppo di studenti, entrambe le ragazze si voltarono, vedendolo poi camminare verso la loro direzione.
"Hans?" lei gli camminò incontro, non gli diede nemmeno il tempo di fermarsi, visto il suo stato "Che ti succede?"
A vederlo sembrava abbastanza preoccupato, Anna si domandava come mai la stesse cercando con così tanta foga. Dietro di lei l'espressione di Elsa invece faceva trasparire tutto il suo malcontento.
Questa volta Hans sembrava non badarci, non la guardò minimamente, concentrandosi solo sulla presenza della sorella "Gaston e la Dumbroch si stanno per sfidare a duello."
Non lasciò nemmeno il tempo alla Grifondoro di metabolizzare tutte quelle informazioni che riprese subito a parlare "So per sentito dire che la tua amica è brava a duellare, e Gaston lo conosco bene, non si farà sconfiggere da una ragazza così. Cercherà di barare" le si avvicinò "Lui e i suoi amici potrebbero farle davvero del male."
Anna lo fissò sconvolta, scambiandosi poi un'occhiata preoccupata con Elsa.
"La tua amica combatterà da sola" disse frettolosamente "Gaston tenterà ogni mezzo per poterla umiliare."
"Dove sono adesso?"
"Il duello è fuori dal castello, vicino al Campo di Quidditch."
Anna annuì con decisione, guardandolo poi seria "Ancora devo capire come fai ad essere amico di un tipo del genere."
Il Corvonero tirò un leggero sospiro, passandosi una mano tra i capelli fulvi "E' complicato, siamo amici di famiglia" poi delicatamente le prese una mano, continuandola a guardare negli occhi "Ma sono venuto ad avvertirti perché non approvo il suo metodo."
La Grifondoro gli sorrise, cercando di contenere l'euforia di poter finalmente sfiorargli la mano.
Elsa nel frattempo avrebbe davvero voluto essere altrove a vomitare, vedere Hans provarci in quel modo con sua sorella glielo faceva sopportare sempre meno. 
"Vengo anche io" disse flebile, guardando rassicurante sua sorella, nel frattempo avvertiva nuovamente lo sguardo pungente del Corvonero addosso. Ma cercava di ignorarlo.
"D'accordo" rispose grata la gemella, facendo poi cenno al ragazzo di cominciare ad avviarsi.
Elsa la seguì, un po' titubante ma comunque decisa a proteggerla, sentiva di non doversi fidare completamente di Hans, ma se davvero Gaston avrebbe barato ed Anna fosse intervenuta per salvare la sua amica, lei voleva esserci.
Non avrebbe permesso a nessun altro di farle del male.




 

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Hiccup aveva condotto i suoi amici all'interno della Foresta Proibita, per tutto il tragitto si era limitato a dar loro le spalle. Poteva percepire la tensione tra i due anche a quei pochi metri di distanza, motivo per cui aveva deciso di non parlare. 
Per tutti quegli anni che li conosceva, non aveva mai visto realmente Moana arrabbiarsi e soprattutto litigare in quel modo con un amico. Nonostante il temperamento più ribelle di Jim, non faceva a meno di pensare che forse c'era qualcosa di più sotto che una semplice ostilità verso la sua amica.
Ma indagare ora sarebbe stato inutile, se si fosse fermato a chiedere spiegazioni era sicuro sarebbe scoppiata un'altra discussione. 
Normalmente non si poteva entrare nella Foresta Proibita, ma in fondo le regole di Hogwarts non erano mai un limite per certi studenti. Hiccup si era limitato ad assicurare ai suoi amici che avrebbe loro spiegato tutto non appena  arrivati e i due avevano acconsentito senza troppe domande, forse in parte incuriositi per la "sorpresa".
Dopo circa una decina di minuti, se non di più, Moana però aveva iniziato seriamente a provare qualche dubbio e affrettò il passo per affiancarsi ad Hiccup "Ehi...Sicuro di non esserti perso? Stiamo vagando da un po' e..."
"Sicuro" rispose lui, senza staccare lo sguardo davanti a sé.
La Grifondoro fece per parlare, ma un forte rumore di passi attirò il suo sguardo, trovandosi pochi metri più avanti la figura di Ralph. L'omone sembrava tenere in mano una cesta piena zeppa di cibo, dall'odore probabilmente pesce, fece cenno a loro di raggiungerli ed una volta vicini, rivolse la sua attenzione al Corvonero "Dobbiamo sbrigarci, non so quanto tempo abbiamo a disposizione."
Il ragazzo annuì e con un lieve cenno del capo fece capire agli altri di riprendere il cammino. Questa volta i due si scambiarono un'occhiata poco prima di seguirlo e con loro si unì anche Ralph, affiancando Hiccup come una sorta di guida.
Dopo pochi minuti però, anche la pazienza di Jim iniziava ad esaurirsi "Ragazzi, volete spiegarci cosa sta succedendo? Perché siamo qui?"
Hiccup non si voltò nemmeno, a giudicarlo da come affrettava il passo, forse il posto era vicino.
"Hiccup!" urlò il Serpeverde, questa volta facendo voltare irritata la ragazza.
"Vuoi che qualcun altro ci senta?! Già non dovremo essere qui!" disse sottovoce.
"Oh certo..." sbuffò "Questo intaccherebbe la tua condotta perfetta."
Moana si fermò, portando le mani ai fianchi e rivolgendogli un'espressione di sufficienza "Sai... Non ti facevo così bambino."
"Potrei dire lo stesso di te" rispose dandole un'occhiataccia "Perché cerchi sempre di litigare?"
"Io?! Sei tu che vuoi litigare!"
Lui inarcò un sopracciglio "Guarda che sei tu ad aver iniziato, adesso!"
"Perché ti comporti cosi?! Ti stai rendendo solo ridicolo."
"Mi permetti di essere arrabbiato o non posso?!"
"BASTA!" urlò la voce di Hiccup, interrompendo finalmente quel battibecco, i due si voltarono, vedendolo per la prima volta furioso.
"Sono giorni che non fate altro che discutere! Voi e tutti quegli studenti che prendono le vostre parti!" con passo svelto si avvicinò ai due, puntando lo sguardo da uno all'altra "Siete amici da un sacco di tempo! Se basta uno stupido Torneo per dividervi allora smettete seduta stante di parlarvi, perché non ho intenzione di sentirvi litigare ancora!"
Le parole di Hiccup colpirono nel segno, facendo rimanere in silenzio perfino una testa calda come Jim, che si limitò a portare le mani dentro le tasche, lasciandosi solo scappare un leggero sospiro, forse arreso finalmente dall'idea di finire quell'inutile guerra.
Hiccup era sempre stata una persona piuttosto mite, non amava gli scontri, anche per quanto riguardava i duelli e soprattutto odiava vedere due suoi cari amici in quello stato. Moana era sicura che nemmeno Merida e Belle lo avevano mai visto realmente arrabbiato, non come in quel momento per lo meno. Era riuscito a zittire il gruppo in modo così netto da udire pochi minuti più tardi uno strano rumore in lontananza.
Quel suono (sempre più simile ad un verso) si faceva più frequente e Moana non fece in tempo a chiedere cosa fosse che vide Hiccup e Ralph affrettare nuovamente il passo verso una boscaglia più fitta. Jim li seguì senza obbiettare e lei fece lo stesso poco più distante.
Nonostante Hiccup avesse placato la furia tra i due, la ragazza preferì comunque mantenere una certa distanza dal Serpeverde: le bruciava ancora l'idea che la considerasse una bugiarda, così come a Jim infastidiva ancora la storia del Calice. Una semplice sfuriata di mezzo secondo non poteva del tutto cancellare le loro opinioni.
Una volta raggiunto il luogo di quei rumori, Moana e Jim poterono rendersi conto che quei versi provenivano da delle bestie, racchiuse in delle enormi gabbie.
I due Campioni fissarono sconvolti quei grossi animali per diversi minuti, controllando ogni dettaglio del loro aspetto, dai denti aguzzi e sporgenti, alle code lunghe, corpi pieni di scaglie e occhi gialli, minacciosi, da veri predatori.
In altre parole..
"Draghi..." disse sottovoce Moana.


 
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NOTE AUTRICE:
Ehilà!
So che ad un primo impatto vi può sembrare che segua esattamente gli eventi del Calice di fuoco, ma il fatto è che questa prova volevo davvero inserirla perché:
1) I Draghi sono bellissimi.
2) Mi è sempre piaciuta come sfida. Purtroppo nel libro mi aveva lasciata parecchio delusa per come si era svolta.
3) I Draghi sono sempre bellissimi.
4) E' parte della storia, poi vedrete.
5) L'ho già detto che i draghi sono bellissimi?
Le altre prove saranno diverse, vi avverto già, ma questa volevo proprio metterla.

Aaaaaltre piccole note: 
I tre ragazzi Serpeverde che accompagnano Gaston:

_ Steven Macintosh: è uno dei tre "pretendenti" di Merida nel film "The Brave". Per l'esattezza è il primo, quello con i capelli scuri con la sfilza di ragazze che gli muoiono dietro.
_ Gideon Grey: Lui è un po' difficile perché è la volpe del film di Zootropolis ma umanizzato come gli altri. Avete presente la volpe che litiga con Judy all'inizio del film quando sono cuccioli? Ecco.
Infatti ho voluto anche specificare che non va d'accordo con lei. Diciamo che qua, essendo sempre un ragazzetto, è rimasto ancora alla fase da bulletto odioso.
_ Jesse Dubois: E' LeTont de "La Bella e la Bestia", il compare di Gaston. Inizialmente non era previsto ma si poteva mettere Gaston senza di lui? Almeno una comparsata volevo fargliela fare. Quei due li adoro.

Questo capitolo è stato incentrato sul maschilismo, con un personaggio come Gaston non potevo non inserire una cosa simile, me lo immagino credere che una persona come Moana (o anche Elsa in quel caso), non possa avere alcuna possibilità di vincere la sfida solo perché è una donna. E credetemi, non sarà la sua ultima uscita.
Dopotutto per lui "le donne non dovrebbero nemmeno leggere, poi vengono strane idee come...Pensare"
Okay basta citazioni.
Hiro mi sa comunque di un ragazzino che non sta fermo di fronte  queste accuse e mi piaceva proprio l'idea di Merida che sbucava e offriva come volontaria per difendere l'onore della sua amica, mentre Gaston beh...Combatte per Gaston xD
Il rapporto tra Jim e Moana è sempre ai ferri corti, chissà se la sfuriata di Hiccup farà il suo effetto.


Se certi nomi o cognomi vi sembrano strani, è perché in alcuni casi, non trovandoli nel canon, uso quelli dei doppiatori originali.
Spero vi sia piaciuto!

PS: Probabilmente settimana prossima non riuscirò ad aggiornare (devo vedere). Il capitolo è già pronto, ma voglio portarmi avanti a scrivere per non rimanere bloccata e rischiare di metterci troppo. Dal momento che queste settimane sono state un inferno, non sono riuscita a concentrarmi bene nella scrittura e ci tengo davvero a rendere questa storia al meglio, senza fare troppi ritardi.
Quindi, scusate per questo problemino. 


 
~Un abbraccio~

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Capitolo 9
*** Un passato da dimenticare ***


Cap 9: Un passato da dimenticare 



 

 
 

"Draghi..." disse sottovoce Moana.
Hiccup annuì, e dopo aver controllato assieme a Ralph che la strada fosse libera, fece cenno a loro di spostarsi e seguirlo.
Jim nel frattempo era ancora fermo a fissare imbambolato le creature, realizzando solo pochi istanti doo il perché della loro presenza "Non mi dirai che quei cosi... Noi dobbiamo..." si voltò verso il gruppo, ormai lontano da lui "Ma è pazzesco!"
"Muoviti!" gli urlò Moana, guadagnandosi un ennesima occhiataccia da parte sua. Ma questa volta lo ignorò, decisamene troppo presa dalla situazione dei draghi come prima prova.
Si domandava cosa avessero seriamente in testa i professori: Avrebbero affrontato dei grossi, minacciosi e sanguinolenti draghi.
Sarebbero morti, poco ma sicuro.
Ralph era rimasto fermo in un punto più distante da loro, spiegando ai ragazzi che al minimo avvertimento sarebbero dovuti scappare immediatamente.
Era proibito non solo recarsi nella foresta, ma scoprire addirittura la prova prima del Torneo. Se li avessero beccati, lui sarebbe finito sicuramente nei guai, rischiando anche di perdere il lavoro.
Hiccup intanto li aveva condotti ad una gabbia leggermente più piccola, ma il drago nascosto all'interno aveva un'espressione altrettanto minacciosa quanto gli altri.
"Grandioso..." iniziò Jim, passandosi le mani tra i capelli per calmarsi "La prima prova saranno dei draghi. Non oso immaginare la seconda!"
"Non siamo preparati ad affrontarli" ammise sconsolata Moana, e per la prima volta dopo quella brutta litigata i due si scambiarono uno sguardo quasi comprensivo.
"Vi ho portati qui apposta" disse Hiccup, interrompendo quel contatto "Vi presento un amico."
"...Amico?" domandò incredulo il Serpeverde. 
Vide poi Hiccup allungare una mano oltre le sbarre e in quel breve momento, i due Campioni si gettarono verso di lui per allontanarlo.
"Ma che fai?! Sei impazzito?" gli urlò Moana.
"Hai di nuovo sbattuto la testa in bagno?!" continuò Jim.
Lui si scostò da loro, alzando leggermente la mano come per dire di fare silenzio, dopodiché si riavvicinò ancora alla gabbia, inginocchiandosi ed allungando l'altra mano "Coraggio bello. Sono io... Hiccup."
Dall'oscurità della gabbia emerse la figura di un drago completamente nero dai grandi occhi verdi chiaro. Inizialmente il suo sguardo sembrò tutto fuorché amichevole, ma una volta avvicinatosi per annusare la mano del ragazzo, batté le palpebre più volte, assumendo un'espressione totalmente diversa, quasi dolce.
Sì, in effetti Moana e Jim pensavano fosse un bel drago: le sue movenze ricordavano incredibilmente un gatto e anche il ruggito che aveva emesso subito dopo era molto simile ad una dolce fusa.
Il drago nero strofinò delicatamente il muso sulla mano di Hiccup, lasciandosi così accarezzare dolcemente. Quel gesto del tutto inaspettato lasciò completamente a bocca aperta i due Campioni: mai si sarebbero aspettati di vedere una scena simile nella loro vita. Da quel che sapevano, i draghi non erano di certo tra le creature più docili e buone del mondo, anzi, c'erano stati diversi casi in cui molti magizoologhi avevano perso la vita nel tentativo di studiarli.
Ma il comportamento di quel drago e l'espressione sul volto di Hiccup, gli facevano pensare che forse non tutte quelle creature erano così pericolose.
O quello o il loro amico era completamente impazzito.
"Lui è Sdentato" disse sorridente il Corvonero, senza staccare gli occhi di dosso all'animale "E' una Furia Buia, uno dei draghi più rari in circolazione."
A sentire quelle parole, Jim dovette soffocare una risata "Sdentato? Sul serio?"
In risposta il Corvonero gli fece cenno di chinarsi, mentre con un gesto fece capire al drago di aprire la bocca "Guarda tu stesso. Ma fai attenzione."
Jim non se lo fece ripetere due volte e incuriosito si chinò accanto ad Hiccup per osservare meglio l'animale, in effetti dalla bocca semi aperta non vedeva alcuna traccia dei denti.
"E questo sarebbe un drago minaccioso?" domandò con una notevole nota di sarcasmo, Hiccup nel frattempo aveva tirato fuori dalla cesta di prima un pesce e lo fece vedere al drago. L'animale a quel punto aprì di più la sua bocca e una serie di denti aguzzi spuntarono di getto, facendo quasi capottare per terra il Serpeverde per lo spavento.
Moana rimase affascinata, ma ancor di più divertita dall'atteggiamento di Jim mentre osservava Sdentato fagocitare quel pesce davanti ai suoi occhi.
"Direi che Sdentato è un nome perfetto" disse sorridente, chinandosi appena per poter osservare meglio la Furia Buia "E' davvero un bell'esemplare, Hiccup."
"Amante anche degli scherzi!" esclamò ancora stupefatto Jim. Si alzò da terra e si diede una leggera passata alla tunica "Dovresti farlo conoscere a Jack..."
"Ci farò un pensierino" rispose divertito il Corvonero, tornando poi serio "Ma prima di tutto volevo farvelo incontrare, nel caso capitasse ad uno di voi al Torneo."
"Come hai saputo dei draghi?" domandò curiosa la Grifondoro.
Hiccup si avvicinò nuovamente alla gabbia e Sdentato, dopo aver spazzolato via quel pesce, tornò a cercare la sua mano, facendosi accarezzare dietro un orecchio.
"Mio padre lavora al Controllo delle Creature Magiche. Ovviamente non mi ha detto nulla, l'ho saputo solo tramite Ralph: è l'unico oltre a voi a conoscere di me e Sdentato."
I due ragazzi lo ascoltarono interessati senza fiatare.
"Nella nostra radura questa estate mi sono imbattuto in Sdentato e lo ferii per sbaglio pensando volesse attaccarmi..."
"Hai affrontato un drago da solo?" Jim quasi non sembrò crederci "Sei tosto, Haddock."
"Se per affrontarlo intendi lanciare un incantesimo e poi scappare nella direzione opposta allora sì, l'ho affrontato" smise per un secondo di accarezzare l'orecchio del drago che indispettito lo fissò, sbuffando.
"Ti rendi conto che è davvero difficile uccidere un drago?" chiese incredulo Jim.
"Non avrei potuto ucciderlo e non avrei voluto" rispose Hiccup "...Aveva l'aria spaventata quanto me. Io...Non potevo abbandonarlo" guardò nuovamente l'animale "...Ho guardato lui e...E ho visto me stesso." 

"Scusa se te lo dico, ma non potevi dirlo a tuo padre?" chiese Moana. 
"Immagino lo avrebbe consegnato al Controllo delle Creature Magiche" rispose amaramente Jim.
L'altro annuì "Lo andavo a trovare quasi tutti i giorni. Credevo se ne sarebbe andato una volta ripreso ma...Sembrava non volesse lasciarmi."
"Un drago come animale domestico..." disse pensieroso Jim "Sembra così assurd..." Moana gli diede una gomitata per farlo tacere e permettere al Corvonero di continuare a parlare.
"Una settimana mi ammalai e Sdentato, non vedendomi più tornare, seguì il mio odore per cercarmi" sospirò "Mio padre sospettava qualcosa ma di certo non si sarebbe mai immaginato che suo figlio facesse amicizia con un drago" man mano che raccontava la vicenda, il luccichio dei suoi occhi sembrava spegnersi "Prima che potesse scappare sono riusciti a catturarlo. Non credevo lo avrebbero usato per il Torneo! E' solo colpa mia se si trova in questa situazione, non sono riuscito a proteggerlo."
"Ma sei riuscito a domarlo!" esclamò stupefatto Jim "Hai idea di quanto possa valere?"
"Ha ragione" Moana gli mise una mano sulla spalla "Potresti diventare un ottimo dragologo."
"E diventare come mia madre?" rivolse ai due un sorriso amaro "Lei ha... Fatto delle scelte sbagliate in passato e per colpa sua e dei suoi draghi sono morte delle persone..."
"Tu non faresti così, Hiccup" disse Jim.
"Mio padre non lo sopporterebbe. E' solo una sensazione ma...Credo che quando mi abbia visto con Sdentato... Abbia pensato potessi diventare come lei, quel giorno che ci lasciò" tornò poi a fissare la Furia Buia "Vi ho portati qui per farvelo conoscere, nel caso uno di voi dovesse affrontarlo. Tutto il mio tempo passato con lui mi ha permesso di imparare qualche trucco su di loro. Non vi lascerò impreparati, ma...Andateci piano."
Moana inclinò leggermente la testa di lato mentre osservava con attenzione l'animale "Cosa ne sarà dei draghi una volta finito il Torneo?"
"Non lo so. Mio padre non vuole dirmi nulla. Ho mandato un gufo a Skaracchio Belch che tiene una riserva in Romania per sapere se vorrà occuparsene" disse "Ultimamente i controlli sui draghi sono aumentati: ho sentito mio padre lamentarsene con qualche collega. Diversi draghi hanno attaccato delle città babbane nelle ultime settimane, ma di solito si sono sempre tenuti alla larga da quelle zone. E' parecchio strano" si fermò, puntando poi gli occhi sui ragazzi "Ma ora siamo qui e... Vi aiuterò come posso. Penseremo ad una strategia insieme."
Jim si grattò il capo "Non sentirti obbligato." 
"Non mi sento obbligato: sto aiutando due miei amici." 
Sdentato sbuffò, attirando l'attenzione del Corvonero "Intendevo tre. Tranquillo bello, poi penseremo anche a te una volta terminata la sfida."
La Furia Buia ruggì dolcemente in risposta, sotto lo sguardo divertito dei due Campioni. Si sentivano davvero grati per tutto l'aiuto che gli stava offrendo Hiccup. Con il suo sostegno e quella breve conoscenza del drago, la tensione per il Torneo sembrava essere in parte diminuita.

 


~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~



Mezz'ora più tardi diversi ragazzi avevano preso posto per assistere al duello, raggruppandosi fino a formare un cerchio. Nick era passato da ogni studente per poter stabilire la scommessa, mentre Jack si era sistemato da un lato, appoggiando la schiena contro il muro del castello, limitandosi a scrutare incuriosito i due protagonisti.
Judy, Belle e Vanellope facevano gruppo poco più vicino lui e mentre la piccola Serpeverde sembrava non veder l'ora di assistere allo scontro, le altre due si limitavano ad osservare la scena poco convinte.
"Non porterà a nulla di buono..." sospirò Belle, rivolgendosi poi a Judy "Non potresti fare qualcosa?"
L'altra si strinse le spalle "Non preoccuparti, se la situazione peggiorerà, fermerò tutto."
"Ma guarda guarda..." ghignò Nick, affiancandola "La prefetta Grifondoro che assiste ad un duello clandestino? Stai cercando di sembrarmi più simpatica?"
"Mi hai scoperta, Nick" rispose ironicamente lei.
"Lo sapete, vero, che Gaston barerà?" continuò Belle sospettosa.
"Lo spero!" rise Nick "Hanno scommesso anche su questo!"
"Non piace neanche a me" disse Judy, fissando con astio il Serpeverde avversario "Ma Gaston ha davvero esagerato e Merida sa cavarsela in queste cose, è una dei migliori al club dei duellanti."
I due ragazzi si trovavano una di fronte all'altro, entrambi con le bacchette in mano e separati solo dalla figura di Hiro al centro. Essendo proveniente da un'altra scuola, trovavano più giusto far fare a lui da "giudice". Sebbene il Serpeverde non sembrava particolarmente entusiasta dall'idea di farsi comandare da un ragazzetto, alla fine aveva accettato solo per il puro gusto di umiliare una volta per tutte quella Grifondoro impertinente.
"Coraggio Merida! Stendilo!" urlò euforica Vanellope, mentre Belle osservava l'amica, mordendosi un labbro innervosita.
"Mi raccomando ragazzi!" esclamò Hiro, senza nascondere un'aria sospettosa verso Gaston "Resta un duello amichevole, non fate scherzi."
"Tu pensa a dare il via, moccioso" rispose l'altro a denti stretti, senza distogliere lo sguardo beffardo dalla rossa. Hiro sperò sul serio che Jack avesse ragione e che quella ragazza gli avrebbe dato una bella lezione: conosceva Gaston da neanche un'ora e già lo detestava.
Appena diede il via, il duello ebbe finalmente inizio, con gli sfidanti che si voltarono ed iniziarono, pian piano, a percorrere una linea immaginaria, contando i passi e preparandosi mentalmente l'incantesimo da lanciare.
Anna, Hans ed Elsa arrivarono giusto in tempo per vedere Gaston fermarsi di colpo e lanciare immediatamente un incantesimo, cercando così di prendere alla sprovvista la povera Merida.
"Flipendo!"
Anna fece per avvertire l'amica ma inaspettatamente Merida si spostò ancor prima, schivando per tempo la fattura.
"Rictusempra!" urlò e l'incantesimo lanciando colpì in pieno petto Gaston, facendolo indietreggiare di parecchi metri. Quella prontezza lasciò tutti incredibilmente sorpresi, compreso il suo avversario.
La rossa non si risparmiò e fece addirittura un leggero inchino, beccandosi qualche applauso dalla folla.
Hiro la osservò stupefatto, voltandosi poi verso Jack che gli rivolse un sorrisetto compiaciuto "Te lo dicevo, lo stende." 
Merida non era nuova in queste cose: era membro del club dei duellanti dal primo anno e ogni tanto lui e Hiccup l'avevano vista vincere qualche duello. Aveva una mira incredibile e non si sarebbe stupito se una volta finita la scuola si fosse dedicata alla carriera di Auror come la sua amica Judy.
Motivo per cui aveva scommesso tutto su di lei. E poi non avrebbe mai perso l'occasione di vedere la faccia umiliata di Gaston di fronte a tutti quegli studenti.
Nel frattempo, lo sguardo di Anna sembrava più rasserenato. Per qualche secondo aveva temuto davvero il peggio: sapeva della bravura di Merida nei duelli, ma la paura che Gaston potesse giocarle un brutto tiro l'aveva messa in soggezione. Rivolse poi uno sguardo entusiasta all'amica, facendole cenno con la mano per salutarla, Merida ricambiò, distraendosi quel tanto da permettere a Gaston di contrattaccare.
"Questa me la pagherai!" urlò a pieni polmoni, avanzando verso di lei "Incendio!" dalla bacchetta uscì una fiammata verso la Grifondoro, ma lei evocò l'incantesimo Protego per creare una barriera.
Questo la fece infuriare decisamente di più.
"Ehi! Vacci piano! Non avevamo detto incontro amichevole?"
"E da quando siamo amici, Dumbroch?" sghignazzò l'altro, facendo poi un cenno ad un suo compagno di avanzare in suo soccorso "Si combatte per vincere, i perdenti non piacciono a nessuno."
La ragazza non fece nemmeno in tempo a rispondere che un altro studente le scagliò contro una roccia dal terreno, a quel punto lei utilizzò l'incantesimo Reducto per liberarsi dell'ostacolo, facendo aumentare ancora di più gli applausi e i sospiri, ma questo fece infuriare maggiormente Gaston che ripeté anche lui lo stesso procedimento del suo compagno per cercare di colpirla alle spalle.
Senza pensarci due volte Anna si gettò immediatamente in suo soccorso, imitando il gesto dell'amica e salvandola.
"Ti ringrazio!" esclamò entusiasta la rossa, prendendo poi un lungo respiro "So che detesti i duelli."
"Mi ringrazierai dopo. Questa volta è stato un caso, di solito non ho una mira così buona" affermò. Merida si sarebbe anche messa a ridere se non si fosse resa conto di essere circondata da altri Serpeverde, capitanati da Gaston.
"Questo non vale!"
"Questo non vale!" la imitò un LeTont, puntandole la bacchetta contro "Gaston, le sistemiamo?"
L'altro sorrise compiaciuto "E' ora di finirla!"
"Ora basta!" Judy corse subito in mezzo al campo di battaglia e con un veloce gesto delle mani ordinò agli studenti di fermarsi "Finitela adesso! Sapevo che non dovevo lasciarvelo fare!"
Ma Gaston e gli altri risero divertiti ed avanzarono minacciosi verso la sua direzione.
"Non ti credere importante solo perché sei una prefetta" ghignò Gideon.
"Ha ragione" si intromise Hans "Basta con questa storia ragazzi, smettetela."
Gaston e gli altri lo osservavano perplessi, tra tutti non si sarebbero mai aspettati che un loro compagno prendesse le difese del nemico.
"Ma che ti prende?! Da quando te la fai coi Grifondoro?!"
"Da quando stai esagerando" asserì il ragazzo, scambiandosi un'occhiata d'intesa con Anna.
Dopo un attimo di esitazione, l'altro scosse debolmente il capo e fece cenno ai suoi compagni di puntare la bacchetta contro di lui "Ti credevo più intelligente per essere un Corvonero. O sei con me, o contro di me." 
Fortunatamente, Jack ed Hiro lo anticiparono e con un Immobilus fecero cadere al suolo due dei suoi compagni.
"Datevi una calmata" ridacchiò Jack "Non era un gioco amichevole?"
Gaston lo fissò "Gioco per vincere!" fece poi cenno ai rimanenti di attaccare "Ve ne pentirete per esservi messi contro di me!"
"Che paura White!" sghignazzò Hiro, scambiandosi un pugno con Jack per solidarietà.
Da quel momento la battaglia si fece più accesa: Gaston richiamò addirittura altri ragazzi per contrastare gli attacchi non solo di Jack ed Hiro, ma anche di Merida, con Judy ed Anna al seguito. 
Quest'ultima non era mai stata molto entusiasta dei duelli, ma il pensiero di veder ferire la sua amica le aveva dato il coraggio di provare. Cercava di seguire le sue dritte e quando l'amica le urlava di schivare o spostarsi, lei lo esegui.
Forse avrebbero addirittura vinto.
Elsa si era trovata in bilico tra rimanere al suo posto e sperare che non accadesse a nulla a nessuno, o tentare di aiutarli, rischiando però di poter inavvertitamente ferire qualcuno.
Prima che qualcuno potesse disarmare Gaston, quest'ultimo lanciò un'incantesimo offensivo verso uno dei merli del castello. Il colpo fu così forte da farlo staccare dal muro e crollare in direzione di Anna. A quel punto Elsa non resistette oltre, si gettò in suo soccorso e con un veloce gesto della bacchetta, pronunciò un'incantesimo per disintegrare quel masso ormai a pochi metri di distanza dalla sorella, che venne distrutto in mille pezzi. Pezzi stranamente coperti di ghiaccio.
Ben presto attorno a loro aveva iniziato a scendere una buona quantità di neve, stupendo tutti i presenti, Elsa ritirò immediatamente la bacchetta e senza pensarci oltre corse verso Anna per accertarsi stesse bene.
"Anna! Anna rispondimi!" 
Era inciampata, ma per fortuna non sembrava aver sbattuto la testa. La sorella tirò un lungo sospiro di sollievo, ringraziando mentalmente il fatto di aver avuto per una volta un minimo di autocontrollo, fiocchi di neve a parte, non vide altro che potesse far insospettire le persone.
Tuttavia la neve sembrava non voler smettere di scendere e in pochi minuti il terreno venne quasi completamente ricoperto, tanto che i presenti stavano iniziando a preoccuparsi.
Primo tra tutti Nick, che non la smetteva di fissarla perplesso.
Gaston indietreggiò, voltandosi stupefatto verso i suoi compagni "Che diamine sta succedendo qui?"
Hans si avvicinò alla ragazza, cercando di non farsi sentire dagli altri "Elsa, cerca di controllarti."
Nonostante il suo atteggiamento non le piacque per nulla, doveva ammettere che aveva ragione, ma purtroppo la paura e l'ansia di tutta questa situazione non facevano che peggiorare il suo stato d'animo: non riusciva a togliersi dalla mente il pensiero che altri potessero scoprire del suo segreto.
"Adesso basta!" tuonò la voce del Professor Pitch, attirando a sé l'attenzione di tutti.
"Oh no! Via di qua!" urlò un Serpeverde al gruppo. Gaston non se lo fece ripetere due volte e fu il primo a scappare lontano, seguito da alcuni suoi compagni. 
Judy se ne accorse e senza pensare si gettò subito al suo inseguimento, decisa come non mai a fargliela pagare per tutto quello che aveva combinato "Questa volta non la passi liscia!"
Prefetta o meno, Gaston e i suoi amici meritavano una lezione. Avevano quasi rischiato di far del male alla sua amica, di proposito. Per una volta avrebbe chiuso un occhio sulle regole e fatto di testa sua.
Nel frattempo Pitch aveva estratto velocemente la bacchetta, scagliando contro i rimanenti un Locomotor Mortis per bloccare le loro gambe al terreno. Rallentò poi il passo, fermandosi giusto di fronte alle due sorelle Arendelle.
Prima di poter dire altro, guardò attorno a lui la neve continuare a scendere e con un rapido giro di bacchetta fermò il tutto, sotto lo sguardo stupefatto della giovane Beauxbatons.
Alzò di scatto il capo, urlando un nome a lui fin troppo famigliare in queste circostanze "FROST!"
Il giovane Serpeverde, rimasto anche lui colpito dall'incantesimo, alzò le braccia in alto in segno di arresa "Ehi aspetti! Questa volta non c'entro nulla!" urlò, facendo sghignazzare Nick, fermo a pochi metri da lui "O almeno...Non la neve."
Gli occhi gialli di Pitch si sgranarono di poco, rivolgendogli un'espressione priva di qualsiasi emozione "Deve essere la forza dell'abitudine..." poi passò freddamente lo sguardo all'amico "E dove c'è Frost, troviamo sempre anche il suo amichetto" sospirò "Deduco quindi che nemmeno lei c'entri, Wilde..." 
L'altro si limitò a stringersi le spalle, nascondendo dietro la schiena il sacchetto con i galeoni appena guadagnati "Sono solo un umile spettatore questa volta."
Pitch restò qualche secondo buono a fissarli, quasi come se stesse studiando ogni lineamento dei loro visi in cerca del più piccolo segno di nervosismo in grado di smascherare la loro storia, poi sembrò abbassare lo sguardo e puntarlo inevitabilmente su un'altra persona a lui purtroppo conosciuta.
"Dumbroch..." sospirò, mentre la ragazza continuava a guardarlo freddamente.
Se Jack non poteva sopportarlo, Merida d'altra parte lo odiava. E quell'atteggiamento sembrava essere ricambiato anche dal professore.
"Perché ogni volta mi vedo combinare i guai sempre dalle stesse, sciocche persone?"
"Non c'ero solo io!" rispose subito la rossa, indicando col braccio un punto in lontananza dal campo "Anche quell'idiota di Gaston e i suoi amici hanno duellato ma sono fuggiti... E hanno quasi ferito Anna!"
"D'accordo, basta!" ringhiò mentre si portava una mano sulla fronte "Voi ragazzini mi fate sempre venire un gran mal di testa."
"Ma..."
Pitch alzò di poco la mano per farle cenno di tacere e inaspettatamente funzionò.
Elsa non aveva ancora avuto modo di conoscere quell'insegnante, ma dall'atteggiamento e dal modo in cui tutti quegli studenti erano fuggiti, le metteva i brividi anche il solo incrociare il suo sguardo.
Nel frattempo Belle e Vanellope si erano unite al gruppo, cercando di poter dare una mano.
"Aspetti professore!" urlò la Corvonero, posizionandosi accanto all'amica dai lunghi capelli rossi "Merida ha ragione."
"E' stato quell'idiota di Gaston ad iniziare!" sbottò Vanellope.
Pitch inarcò un sopracciglio "Qui c'è lo zampino di Dumbroch..." Disse con un lieve sorrisetto "Che linguaggio per una bimba così piccola."
"Non sono piccola!" borbottò la Serpeverde, facendo un passo in avanti "E poi lei non..." fortunatamente Belle le portò una mano sulla bocca, bloccandole ogni possibilità di schernire il professore.
Pitch non si sarebbe fatto scrupoli nel punire una bambina, anche se del primo anno.
"Ho partecipato anche io al duello" si intromise Hans, rivolgendo uno sguardo alle gemelle "E' giusto che paghi."
A quelle parole Anna sembrò sciogliersi come la neve al sole e questo non poté fare a meno di attirare l'attenzione di Elsa. Sua sorella rischiava davvero di innamorarsi di quel ragazzo.
"Ammirevole Westergaard, fare breccia nel cuore delle ragazze sacrificando la propria condotta scolastica" esclamò Pitch con una notevole nota di sarcasmo "Non mi sono mai piaciuti i paladini" si fermò qualche istante per poter osservare meglio i presenti, in silenzio.
"Adesso penso io a voi. Non crediate di scamparla." 
Mosse poi lentamente il capo verso le due sorelle ed Hans, con un flebile gesto della bacchetta li liberò "Qualche altro insegnante si limiterebbe a togliervi dei punti, ma poiché quest'anno la Coppa delle Case non sarà presente vi darò personalmente delle punizioni." 
"Oh no..." sospirarono alcuni di loro.
"Oh si!" lo sguardo di Pitch parve piuttosto fiero, quasi compiaciuto dalle espressioni di sconforto degli studenti.
Sciolse poi l'incantesimo anche su Merida, concentrando poi la sua attenzione sul piccolo Hiro. Ma la Grifondoro gli si parò davanti "Aspetti! Lui non c'entra nulla, e nemmeno Jack!" passò lo sguardo da uno all'altro "Sono intervenuti per difendermi ma... Mi permetta almeno di prendermi la responsabilità per loro!"
"Merida, non è il caso" disse Hiro, ma la ragazza sembrava irremovibile.
Pitch la fissò lievemente stupito "Vedo che Westergaard non è l'unico paladino quest'oggi" inarcò un sopracciglio "Intanto penso a voi: Dumbroch, Westergaard e le due Arendelle, seguitemi" fece per voltarsi ma la voce sprezzante di Anna lo fermò, dando comunque le spalle ai ragazzi.
"A_Aspetti! Elsa non può essere punita! E' una Campionessa. Presto avrà la prima prova e..."
"Oh, capisco..." disse Pitch e mentre faceva finta di pensarci, si voltò proprio verso l'interpellata "Secondo la sua sorellina non dovrei punirla perché è speciale. E' d'accordo con lei?"
Per un breve istante lo sguardo di Elsa si incrociò con quello di Pitch, ma subito si ritrasse, abbassando lievemente il capo. Non disse nulla, tentò di rispondere ma c'era qualcosa nell'atteggiamento di quell'uomo che la inquietava terribilmente. Con lo sguardo abbassato non poteva vedere che invece Pitch, ancora osservandola, incurvò le labbra in un leggero sorriso. 
"Vedo che ci siamo capiti" rispose e finalmente portò di nuovo il suo sguardo altrove, permettendo così ad Elsa di riprendere fiato.
"Ora seguitemi, immediatamente!" si girò giusto quel poco per poter intravederli "Voi due tornate ai vostri dormitori, prima che cambi idea."
Belle si scambiò uno sguardo preoccupato con Vanellope, mentre gli altri si limitarono a seguire il professore in silenzio.
"Ehi prof! Qui qualcuno è ancora bloccato!" urlò nel frattempo Jack, sbracciandosi e cercando di attirare l'attenzione dell'insegnante, ma Pitch sembrò ignorarlo completamente.
Forse non lo aveva sentito sul serio, ma il ragazzo pensò lo avesse fatto apposta.
Come lui trovava ogni momento buono per fare uno scherzo, Pitch faceva lo stesso nel recargli una punizione: l'antipatia tra i due era reciproca. 
Nick spesso li prendeva in giro dicendo che sembravano una vecchia coppia divorziata.
Raramente gli studenti avevano visto l'insegnante così arrabbiato: spesso la sua fermezza e compostezza predominavano e anche nella sua calma riusciva ad essere al tempo stesso minaccioso ed inquietante.
Pitch non amava parlare di sé, nemmeno tra i suoi colleghi, per cui non aveva mai rivelato nemmeno la sua età. Voci di corridoio giuravano sui trent'anni, o forse meno, ma non avendo mai sentito nemmeno nominare il suo compleanno, era rimasto uno dei tanti piccoli misteri di Hogwarts. A dire il vero, Pitch in sé restava un mistero: il suo comportamento così calmo e calcolatore non dava possibilità a nessuno di capire realmente le sue intenzioni, motivo per cui non lo si vedeva quasi mai interagire con qualcun altro a meno che non fosse una questione puramente in ambito scolastico.
E ancora adesso molti al castello (insegnanti compresi) si domandavano il perché continuasse a lavorare in quella scuola, dal momento che non sembrava amare particolarmente i suoi alunni, nemmeno la Casa per cui era stato nominato direttore, Serpeverde.
Il più delle volte, per colpa soprattutto di persone come Jack Frost, Nick Wilde e addirittura Jim Hawkins, Pitch aveva dovuto togliere diversi punti alla sua casa, arrivando addirittura a farla perdere proprio a pochi giorni prima della Coppa. Almeno su questo fatto si era sempre dimostrato coerente e privo di preferenze.
Pitch odiava tutti in eguale maniera.
Forse Jack un tantino di più, ma questa era un'altra storia.
 

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Durante il viaggio di ritorno, Hiccup, Jim e Moana avevano passato tutto il tempo in silenzio, forse per metabolizzare con calma quanto fosse accaduto fino ad ora. Ormai erano quasi giunti alla fine, potevano vedere davanti a loro gli alberi terminare per lasciar spazio alla pianura del campo.
Hiccup si sentiva terribilmente spossato e una parte di lui non vedeva l'ora di tornare al dormitorio per stendersi sul letto per riposarsi, magari questo gli avrebbe permesso anche di non pensare per un po' alla sorte del suo amico a quattro zampe e dei suoi compagni. 
Non voleva che nessuno dei suoi amici si ferisse, Sdentato compreso, perché ormai quel drago gli era entrato nel cuore. Durante quell'estate passata assieme aveva trovato in lui un amico.
Non avrebbe permesso a nessun altro di fargli del male, nemmeno a suo padre.
Le parole di Jim però lo fecero tornare immediatamente sui suoi passi "Dovremo dirlo anche agli altri....Dei draghi, intendo" affermò pensieroso.
Moama accanto a lui annuì in sostegno "Meritano anche loro di saperlo, bisogna essere preparati."
Hiccup era rimasto poco più avanti rispetto a loro, dandogli le spalle "Lo penso anche io. Questa prova è seriamente pericolosa, poco importa della gara."
"Allora è deciso. Domani lo diremo" concluse Jim.
"Ma solo ai Campioni" questa volta Hiccup si voltò verso i due, fermandosi di fronte a loro "E non dite a nessuno di come lo avete saputo."
Jim si strinse le spalle "Ehi per chi ci hai preso?" disse, cercando di sdrammatizzare "Lo sappiamo che Ralph finirebbe nei guai."
"E anche io!" aggiunse l'altro più serio "Davvero ragazzi. Non tutti capirebbero.,."
"Quindi..." l'espressione di Moana si fece dubbiosa "Immagino che Merida non lo sappia."
Videro Hiccup irrigidirsi, sviando poi lo sguardo verso l'uscita della foresta "Certo che no. Sai come la penserebbe" cercò di forzare un sorrisetto, ma la situazione non lo incettivava.
La Grifondoro gli mostrò un sorriso sincero ""Sdentato è tuo amico. Se le parlassi di lui come hai fatto con noi, sono certa che..."

"Credimi. Non funzionerà" disse schietto "Forse un giorno...Ma non adesso" dopodiché riprese a camminare, lasciando ai due qualche secondo da soli prima di seguirlo. Da quel momento Hiccup non parlò più e Jim, troppo incuriosito, si avvicinò alla Grifondoro, lanciando una fugace occhiatina all'amico.
"Posso sapere che succede tra quei due?" chiese sottovoce.
Moana lo guardò incredula "Sul serio non sai cosa sta succedendo?"
L'espressione che ne seguì fece presupporre già la risposta "Intendo...So cosa sta succedendo..." disse, arrossendo appena.
"Ah lo sai?" continuò ironica.
"Non sei la sola sveglia, qui" sbuffò, portandosi una mano sulla nuca "Perché Hiccup non vuole dirlo a Merida?"
Poco dopo il sorrisetto della Grifondoro iniziò a spegnersi, diventando stranamente seria "Suo...Suo padre... E' stato ucciso anni fa."
Vide Jim rallentare immediatamente il passo, guardandola con gli occhi sgranati "Non lo sapevo. Insomma..."
"Non ama parlarne."
"Ucciso? E...Com'è finita?" chiese, riprendendo poi a camminarle a fianco.
Moana tirò un lungo sospiro, passandosi una mano sul braccio "Lei era l'unica testimone, ma non ricorda niente o meglio...Una cosa la ricorda" si prese qualche istante prima di continuare, guardandolo negli occhi "E' stato ucciso da un drago."



 
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NOTE AUTRICE:
Ehilà!
Rieccomi con la pubblicazione, quanto mi mancava aggiornare raga **
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ho voluto esplorare un po' di più il passato di Hiccup e anche quello di Merida. Si scoprono cose.
Per molti versi voglio mantenermi al canon, ma con qualche modifica necessaria ai fini della trama, non me ne vogliate, voglio comunque mantenere i personaggi IC il più possibile.
Spero vi sia piaciuto il duello. E finalmente ho avuto modo di presentare meglio il professor Pitch, non vedevo proprio l'ora di introdurlo.
Una particolarità che ho voluto fare è rendere Merida brava ai duelli, non è un caso se ho scelto lei. Come ha specificato Jack: ha un'ottima mira. Così ho pensato di collegarlo al canon. Nel film lei è eccezionale al tiro con l'arco, nel mondo magico della Rowling ho trasformato questa abilità rendendola utile nei duelli.
Invece che lanciare frecce, lancia incantesimi xD
Mi era sembrata un'idea carina, ditemi voi.
Per il resto, grazie ancora per leggere e seguire questa fic! Torno ad aggiornare una volta a settimana.
Chiedo scusa se sono lenta a rispondere, leggo sempre i vostri messaggi e sono davvero contenta. Appena posso risponderò a tutti, scusate, ma in questo periodo ho difficoltà a ritagliarmi il tempo libero tra leggere, scrivere e recensire.
Vi ringrazio tantissimo ❤


PS: Non so se qualcuno lo aveva notato, avendolo scritto poche volte, ma Jack in questa fic ha i capelli scuri, com'erano originariamente. Chiedo perdono se qualcuno non ci avesse fatto caso. Shame on me
Ma era anche un po' un casino evidenziare costantemente il fatto che avesse i capelli castani.

 
~Un abbraccio~

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Capitolo 10
*** Tempo di punizioni [parte1] ***


Cap 10: Tempo di punizioni 

parte 1

 
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Dal primo istante in cui Pitch li aveva condotti nell'aula di Pozioni, Anna e Merida avevano intuito il tipo di punizione.
"La signorina di Beauxbatons si occuperà di ripulire tutta l'aula" disse l'insegnante, fermandosi sulla soglia della porta ancora chiusa.
Quelle parole risollevarono almeno in parte l'umore di Anna, che rivolse un sorriso rassicurante alla sorella "Beh dai, non ti è andata così male. Sarà una passeggiata."
"Oh non ci siamo capiti. Ovviamente non dovrà usare la magia" si intromise Pitch, aveva le labbra incurvate in un leggero sorriso "Pulirà alla maniera dei babbani. Che punizione sarebbe altrimenti?"
Tuttavia le speranze per la sorella non cedettero "Beh, cosa vuoi che sia. Non sarà ridotta poi così..."
Ma quando Pitch aprì lentamente la porta, lo spettacolo davanti a loro fermò il suo entusiasmo, lasciandola con la bocca semi-aperta, incapace di parlare.
L'aula di pozione era sempre stata una sorta di zona per gli esperimenti, in particolare per gli studenti che amavano cimentarsi nelle lezioni extra o per chi frequentava il club e questo sia Merida che Anna lo sapevano bene, avendo contribuito anche loro per sbaglio a quei disastri, ma questa volta sembrava fossero letteralmente scoppiati dei Fuochi Forsennati all'interno dell'aula: pareti, angoli, tavoli, tutto era ricoperto di una strana sostanza melmosa. Qualche sedia a terra, una completamente carbonizzata e diverse fiale sparse per tutto il pavimento.
Insomma, un vero disastro. Senza l'uso della magia Elsa ci avrebbe impiegato delle ore.
"...Devo farlo tutto da sola?" domandò, sconsolata, osservando con orrore lo spettacolo davanti a sé.
"Ma che razza di studenti ci sono ad Hogwarts?"  pensò sconvolta.
In tutti i suoi anni a Beauxbatons non ricordava mai una situazione simile. Certo, gli incidenti in pozione erano capitati, ma non così tremendi. 
Di sicuro la sua scuola sembrava decisamente più contenuta, anche per quanto riguardava le relazioni tra studenti: a Beauxbatons non si sarebbe mai disputato un duello come tra Merida e Gaston.
Pitch si strinse le spalle "Ovviamente." 
"Ma..."
"Forse non sono stato chiaro" si chinò leggermente verso di lei "Se pensa di ricevere un trattamento speciale perché è stata scelta da quel Calice, ha sbagliato professore."
"E non è quello che voglio" rispose freddamente.
Lui annuì "Bene, almeno su questo siamo d'accordo, no?"
La ragazza tornò a fissare l'aula, lanciando ogni tanto qualche occhiataccia all'insegnante, ma lui sembrò ignorarle.
"Potrà anche essere la pupilla di Uberta, ma io non ho preferiti" ghignò, accennando col capo Merida "Lo chieda a Dumbroch."
In risposta la Grifondoro alzò seccata gli occhi al cielo, mordendosi la lingua per non insultarlo più del previsto.
"Che cos'è successo?" chiese Hans, come per spezzare quell'imbarazzante tensione.
"Un brutto incidente del sesto anno. I peggiori" sospirò l'insegnante, fulminandoli poi con lo sguardo "Dopo voi del settimo."
Merida cercò di ignorare anche quella frecciatina e si sporse verso Anna "Le ci vorrà una vita..." sussurrò a bassa voce.
Pitch sembrò averla sentita "Allora le conviene iniziare adesso" dopo di ché guardò Elsa con più attenzione "E le conviene togliersi i guanti, o si rovineranno."
A quell'affermazione le mani della giovane tremarono ma cercò comunque di mantenere una certa calma per non destare altri sospetti. Lo sguardo pungente di quell'insegnante le aveva messo fin troppa soggezione.
"Ma non è giusto!" si intromise Anna, alzando il capo verso Pitch "Permetta a uno di noi di aiutarla!"
Pitch alzò gli occhi al cielo "Non la ricordavo così fastidiosa, Arendelle."
Per evitare un altro litigio, Hans si sporse e posò una mano sulla spalla della ragazza per farla calmare.
Ovviamente funzionò.
"Decido io cos'è giusto, ma se finirete in tempo i vostri compiti, potrete darle una mano. Se ci tenete proprio" continuò irritato l'insegnante, spostando poi lo sguardo sugli altri "Westergaard, lei si occuperà di recuperare dei pixie [1] fuggiti nell'aula di Babbanologia. Le altre due mi seguano."
Hans lo guardò confuso "Come ci sono arrivati dei pixie laggiù?"
"Non lo chieda."
Prima di andare, Anna rivolse un dolce sorriso alla sorella. L'altra ricambiò, ma poi le fece subito cenno di andare.
Pitch si era già avviato lungo il corridoio, da quello che aveva visto non sembrava molto incline alla pazienza e non sarebbe servito farlo arrabbiare ulteriormente.
Una volta lasciata sola, la giovane si guardò attorno, in silenzio, pensando che forse effettivamente non le era andata poi così male. In fondo le bastava semplicemente lavorare con calma, facendo attenzione a non congelare ogni pentolone che toccava, ma senza la presenza di nessuno, forse ce l'avrebbe fatta.
Certo, ci avrebbe messo parecchio tempo, ma era pur sempre meglio che cercare di catturare dei Pixie, tanto per cominciare: quelle creature le aveva già affrontate in una lezione passata e le ricordava parecchio dispettose.
Quasi le dispiaceva per Hans. Quasi.

 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~

Dopo aver lasciato Hans in aula di Babbanologia, Anna e Merida vennero condotte al di fuori del Castello, verso il cortile, dove intravidero la capanna del custode. Merida iniziava a sentirsi ben sollevata, aspettandosi probabilmente un lavoretto tra i campi o magari a sistemare qualche buco nel tetto, dopotutto non era la prima volta che aiutavano Ralph.
Ma una volta giunti alla casetta non videro nessuna traccia del guardiano. L'insegnante si sporse leggermente per controllare l'interno da una finestra polverosa, ma ci pensò poi un ragazzo a far chiarezza sulla situazione "Se cercate Ralph, ora non c'è."
I tre si voltarono e videro Kristoff completamente spettinato e con la tunica in parte infangata. Merida dovette soffocare una risata, mentre Pitch rimase in silenzio a fissarlo con sufficienza "Tu devi essere il Tassorosso che lo aiuta."
"Ogni tanto sì" rispose lui, cercando impacciatamente di sistemarsi almeno i capelli.
"Perché Ralph non è in casa?"
"Doveva fare una commissione, arriverà questa sera."
Sentirono Pitch sospirare appena, rivolgendo poi un'occhiata sospettosa al ragazzo "Immagino tu sia qui per aiutarlo."
Kristoff si passò una mano dietro la nuca "Ci provo...I purvincoli non sono facili da acchiappare, così..."
"Era quello che volevo sapere" si voltò poi verso le due Grifondoro, mostrando inaspettatamente un lieve sorrisetto "Arendelle, lei aiuterà questo ragazzo coi purvincoli. Mentre Dumbroch..." 
Si fermò qualche istante per riflettere, spostando poi il capo verso il giovane Tassorosso "Ralph tiene ancora quella coppia di ippogrifi?"
"A dire il vero sono stati spostati questa mattina" disse Kristoff "Bisogna ancora sistemare la tana, hanno lasciato un macello e..."
"Come speravo: Dumbroch sistemerà la zona degli ippogrifi" si fermò, guardandola con un sorrisetto compiaciuto sul volto "E il discorso è lo stesso di poco fa: niente-magia" le si avvicinò lentamente, riducendo gli occhi a due fessure "Non mi guardi così, oggi sono stato anche particolarmente gentile."
"Gentile..." ripeté a voce bassa la ragazza, brontolando altre parole poco udibili perfino da Anna li vicino.
"Lo scoprirò se ha barato, quindi veda di fare come ho detto" continuò lui.
Merida sentì Kristoff soffocare una risata e la cosa non le piacque per nulla, tuttavia non poteva fare altrimenti visto il pessimo umore dell'insegnante: se si fosse opposta magari avrebbe ricevuto una punizione ben peggiore. Così fece buon viso a cattivo gioco e insieme ad Anna seguirono il ragazzo verso il luogo degli ippogrifi.

 

 

Lungo il tragitto raccontarono a Kristoff in breve cos'era accaduto, lui ascoltò con attenzione, commentando con qualche battutina di tanto in tanto per sdrammatizzare.
"Tra tutti gli insegnanti, proprio da quel rovina-feste di Pitch dovevate farti riprendere?"
"Sembra si diverta a spaventarci e ci obbliga sempre a queste sciocche punizioni!" borbottò Merida "Non mi stupisce sia il molliccio  [2] di gran parte degli studenti!"
"Potrebbero metterlo come prova al Torneo" ridacchiò Kristoff "Secondo me c'è chi scapperebbe più veloce di un billywig! [3] "
"Almeno ha fermato il duello in tempo. E' severo, ma senza di lui probabilmente Gaston e gli altri avrebbero continuato" disse Anna.
"Dovrebbe essere in punizione anche lui, non solo noi!" sbuffò l'altra, dando un calcio ad un sassolino per il nervoso "Se lo prendo..."
Anna la fermò per un braccio "Direi che ne abbiamo avute abbastanza di punizioni."
L'amica la guardò e poco dopo il suo sguardo sembrò rilassarsi.
Aveva ragione e di sicuro in futuro avrebbe dovuto ascoltarla di più: sapeva essere molto più ragionevole e paziente di lei e molte persone faticavano a credere che fossero tanto amiche, avendo due caratteri praticamente opposti. 
Ma era proprio questo il bello: Anna era una dei pochi che riusciva a frenarla e se alcune volte non le avesse dato retta sarebbe finita in guai davvero seri. Era grata della sua amicizia e soprattutto della sua straordinaria pazienza.
"Comunque..." iniziò la fulva, rivolgendo poi uno sguardo al Tassorosso "Tu e Merida quindi...Vi conoscevate già?"
"Abbastanza" rispose in fretta Kristoff, seguito dalla rossa.
"Una specie."
A quelle risposte così brevi, Anna continuò a passare lo sguardo da una all'altro "E...Siete amici da molto?"
"Una specie" disse il ragazzo, seguito ancora da Merida.
"Abbastanza."
Quell'atteggiamento così vago la insospettì un po', ma cercò di non farci troppo caso e decise dunque di presentarsi almeno lei "Non abbiamo mai parlato molto, sono Anna" gli strinse la mano e il Tassorosso le sorrise.
"Kristoff. Ma a dire il vero non è la prima volta che parliamo in questi giorni."
A quelle parole la ragazza ebbe come un'illuminazione, ripensando alla sera a cui per sbaglio si scontrò con lui lungo il corridoio, subito dopo la fuga di sua sorella. 
Ritrasse immediatamente la mano ed arrossì leggermente per l'imbarazzo "Che sciocca...Eri tu."
"Almeno questa volta non ci siamo scontrati" ridacchiò, forse anche lui un po' in imbarazzo.
Anna gli sorrise, spostandosi goffamente una treccia dietro la schiena, mentre Merida nel frattempo li osservava confusa.
"Quindi siete amici?"
"Non proprio" rispose subito l'amica "Gli sono caduta addosso una sera e..."
"Aspetta" la fermò l'altra, trattenendo una risata "Gli sei... Caduta addosso?"
Rendendosi conto della pessima scelta di parole, Anna dovette correggersi in fretta prima che la sua amica capisse tutt'altro "N_non intendevo in quel senso. Sono inciampata e sono caduta per sbaglio addosso a Kristoff. M_ma non l'ho fatto di proposito!"
"Lo credo bene" rise Merida, facendo arrossire maggiormente la sua amica "Perché mi sono persa questa scena?"
"Merida!" la riprese, dandogli una leggera spintonata, ma questo fece ancora ridere maggiormente l'amica.
Nel frattempo giunsero finalmente a destinazione "Eccoci arrivati!" esclamò Kristoff, allargando le braccia e cercando inutilmente di non ridere, soprattutto nel vedere subito dopo l'espressione sconvolta della rossa. 
Gli ippogrifi erano stati portati via, ma nella loro tana i ragazzi potevano vedere (e soprattutto sentire) uno sgradevole odore di feci.
"Ma quanto hanno espulso?!" urlò la ragazza.
Kristoff soffocò un'ennesima risata, sperando di non risultare antipatico per la reazione "Purtroppo entrambi avevano molti problemi di stomaco, è per questo che sono stati spostati. Ne arriverà un altro, ma bisogna pulire tutto prima di domani."
"DOMANI?!" esclamò sconvolta "Tra poco farà buio!"
"Allora conviene sbrigarti" sospirò lui, facendo poi cenno ad Anna di seguirlo. L'amica mimò con le labbra un "buona fortuna" a Merida, camminando poi a fianco del ragazzo verso la zona dei purvincoli.

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~


Mentre gli altri erano impegnati con le loro punizioni, Gaston e i suoi compagni erano riusciti a svignarsela in tempo, corsero lungo i sotterranei e raggiunsero velocemente la sala comune Serpeverde in modo da non essere trovati dagli altri. 
Tutti e quattro stavano ormai gongolando al pensiero dei loro compagni alle prese col professor Pitch e non si erano accorti che durante il loro ingresso alla Sala un coniglietto era entrato assieme a loro. Con pochi saltelli si era posizionato dietro ad una poltrona, facendo molta attenzione di non essere addocciato.
"Li abbiamo seminati Gaston!" esclamò sorridente LeTont mentre osservava il ragazzo sedersi nella poltrona più grande di tutta la sala, proprio accanto al camino.
Gli altri si erano seduti in un divano poco più distante.
"Quegli idioti!" rise il leader mentre portava le gambe sopra al braccio della poltrona "Ora saranno loro a vedersela con Pitch!"
"Già!" ridacchiò Gideon, accompagnato da Steven "Vorrei proprio vedere le loro facce!"
"Credo che anche loro vorrebbero vedere le vostre!" con un balzo Judy sbucò dietro la poltrona, tenendo ben salda la bacchetta tra le mani "Visto quello che sto per farvi!"
"Tu?!" Gaston quasi cadde dalla poltrona "Come hai fatto ad entrare?! E' proibito! Sei una Grifondoro!"
Come se lui non avesse mai violato il regolamento.
Gli altri non fecero in tempo ad alzarsi che la ragazza gettò un incantesimo Calvorio su tutti loro, facendoli perdere i capelli nel giro di pochi istanti. Tra tutti Gaston era quello più traumatizzato: per lui perdere i capelli era pari ad essere colpito da un Avada Kedavra.
"I...I miei..." era talmente sconvolto da non riuscire nemmeno a finire la frase.
LeTont fece per prendere la bacchetta ma Judy lo immobilizzò lanciandogli un Pietrificus Totalus, poi fece lo stesso contro gli altri e quando vide Gaston cadere a terra, gli rivolse uno sguardo sprezzante "Se farai di nuovo del male ai miei amici, la prossima volta non ci andrò così leggera."
Non era da lei perdere il controllo in quel modo, ma se non fosse stata per la prontezza di Elsa, la sua amica Anna avrebbe addirittura rischiato di morire per quella stupida battaglia. Si era sentita in colpa perché da prefetto avrebbe dovuto vietare quel genere di sfida fin dall'inizio.
Ma Gaston aveva superato il limite e non sembrava nemmeno dispiaciuto: non poteva stare ancora in disparte mentre la passava liscia anche questa volta.
Per fortuna la Sala Comune era ancora deserta e non sembravano esserci altri Serpeverde in quel momento, così senza dare troppo nell'occhio camminò a passo svelto verso l'uscita e con assoluta nonchalance fece per andarsene via.
"Ma guarda guarda..." 
Judy si bloccò, sentendo dietro di lei la voce dell'insegnante di Trasfigurazione: Maui Johnson la stava osservando con le braccia incrociate e un sorrisetto compiaciuto sul volto.
"Gli anni passano, ma i battibecchi tra case restano sempre gli stessi."
La ragazza portò subito le mani dietro la schiena per nascondere la bacchetta "Stavo solo passando e..."
"E non fingere con me" disse Maui, inarcando un sopracciglio "Guarda che ti ho vista entrare di soppiatto."
Judy sgranò gli occhi "C_Come?!"
Se l'aveva vista entrare, questo poteva significare una sola cosa.
Maui le fece un cenno col capo "Avanti, fammi vedere." 
L'altra batté le palpebre "Qui? ...A_Adesso?!"
"Non c'è nessuno" diede una veloce occhiata attorno "Prima ti trasformi, prima ti toglierai ogni rischio." 
Era tentata di ribattere ma lo sguardo dell'insegnante si fece più severo "O andrò a raccontare tutto al preside e..."
"NO!" lo fermò e dopo aver preso un lungo respiro, si trasformò, mutando il suo corpo in un adorabile coniglietto grigio. 
L'altro era rimasto a fissarla lievemente stupito "Allora avevo immaginato bene..." ma la vista di quell'animaletto lo fece scoppiare in una fragorosa risata "Non ci credo. Davvero tu...Tu sei un coniglietto?!"
Una volta che Judy ritornò alla sua forma, si risistemò in fretta i codini bassi leggermente spettinati, guardandolo di sbieco "Sì. E con questo?"
Si stava sentendo parecchio irritata per tutta quella poca considerazione. Cosa che saltò nell'occhio a Maui 
"Ehi che ti aspettavi? Non è di certo il primo animale che mi viene in mente..." ammise una volta finito di ridere "Insomma...Un coniglio è così piccolo e innocente... Non può volare e non è nemmeno forte" con un gesto si trasformò in un'aquila e fece un paio di voli sopra il capo della Grifondoro.
La ragazza incrociò le braccia al petto e lo osservò con sufficienza finché, una volta ritrasformato, fece un passo verso di lui.
"So che non può sembrare eccezionale come un aquila, ma mi permette di accedere facilmente in certe zone del Castello. Oltretutto i conigli sono parecchio veloci e scattanti."
"E anche deliziosi!" asserì Maui con un sorriso. Ma lo sguardo pungente di Judy gli fece subito ritirare la battuta "Oh, non intendevo che...Insomma...N_non ti mangerei!" 
"Me lo auguro!" ma subito dopo abbassò lo sguardo, mentre con una mano si spostava il ciuffo dietro l'orecchio "...Immagino che lo dirà al preside adesso."
Lo sguardo di Maui si fece confuso "E perché mai?"
"Perché è contro le regole!" disse "Dovrei essere registrata al Ministero! Anche lei è un animagus, sa dei problemi che si possono avere!"
"Sì" incrociò le braccia al petto, alzando il capo "E tu non sai che io sono un animagus da ben prima di essere registrato al Ministero?"
Judy lo fissò stupita "D_Davvero?"
Lui annuì, gonfiando il petto con fierezza "Sono sempre stato portato per queste cose, ero addirittura più giovane di te!"
Questo inaspettatamente le risollevò l'umore, sapeva da ben prima di allenarsi che stava trasgredendo alle regole, ma voleva a tutti i costi dimostrare di avere le qualità adatte per diventare un'abile Auror.
Doveva ritenersi fortunata ad aver trovato Maui, sicuramente l'esito sarebbe stato diverso con un professore più fermo come Bunnymund.
"Quindi...Non dirà nulla?" 
L'altro si strinse le spalle "Non vedo perché dovrei" la salutò con un gesto d'intesa e si allontanò, sotto lo sguardo meravigliato della Grifondoro "Sei piuttosto brava Susy." 
Dopo averlo osservato allontanarsi per qualche istante però, un enorme sorriso si formò sul volto di Judy. Era talmente felice da non riuscire a trattenere un saltello.
"Maui Johson ha detto che sono brava!"


 
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NOTE AUTRICE:
Ehilà!
Questo capitolo è stato più soft rispetto agli altri, purtroppo ho dovuto dividerlo in due parti o diventava troppo confusionario perché è un susseguirsi di cambi di scenari. Perdonatemi, ma almeno così spezzava bene il ritmo e non vi giravano gli occhi.
Ci saranno ancora un paio di momenti prima della grande prova, dove comunque si scopriranno dei dettagli in pi
ù sui personaggi o si svilupperanno meglio dei rapporti.
Spero vi sia piaciuta l'idea di Judy! So che è un personaggio vigile alle regole, ma nel film non sempre si comporta in modo corretto, l'ho sempre vista molto decisa sui suoi obbiettivi, è ambiziosa e ce la vedrei esercitarsi per conto suo e diventare un animagus in segreto solo per migliorare ancora di più le sue abilità.
Per quanto riguarda gli altri, beh...Anna e Kristoff avranno il loro bel da fare,
così come anche Elsa.
Ma forse la sorte di Merida
è la peggiore XD
Ci vediamo al prossimo aggiornamento, dove potrebbe arrivare un nuovo personaggio, non spoilero altro. **



Informazioni sulle Creature Magiche:

[1] PixieSono creature blu elettrico molto piccole e dispettose. Sono sprovvisti di ali ma sono in grado di volare. 
[2] Molliccio: Sono dei mutaforma che assumono la forma e i poteri di ciò che spaventa di più chi li osserva. Non si conosce l'aspetto di un molliccio quando è inosservato, ma si sa che è facile trovarli in spazi ridotti e bui, come i vecchi armadi. E' però possibile sconfiggerli con l'incantesimo "Riddikulus"  che fa assumere al molliccio una forma divertente che consenta a chi combatte la creatura di scoppiare a ridere. 
[3] Billywig : Sono piccoli insetti di colore blu zaffiro e volano moooolto velocemente, risultando difficili da acchiappare (o individuare) per maghi e babbani.


 
~Un abbraccio~

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Capitolo 11
*** Tempo di punizioni [parte2] ***


Cap 11: Tempo di punizioni 

parte 2

 
 
 
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Era incredibile si fosse cacciata in un guaio simile: in tutti gli anni a scuola era sempre stata attenta a non attirare troppo l'attenzione su di sé, mentre da quando aveva messo piede ad Hogwarts ogni suo gesto sembrava volesse portarla inevitabilmente allo scoperto. Ma se non fosse intervenuta nel duello sua sorella si sarebbe potuta ferire seriamente.
Per quanto riguardava il Torneo, iniziava a sospettare che qualcuno ce l'avesse con lei.
Perché? Anche se quella persona conosceva il suo segreto, perché rischiare di mettere in pericolo altre persone?
Ma poi avvertì nuovamente la sensazione di gelo tra le dita ed una volta abbassato lo sguardo, vide il ghiaccio espandersi mano a mano sul tavolo, coprendo quasi del tutto anche il panno con cui lo aveva pulito poco prima.
Di getto lasciò andare il tessuto e ritrasse le mani.
"No, non adesso" si ripeté.
Era andata così bene fino ad ora, per tutto quel tempo era riuscita a controllarsi, ma ogni volta che ripensava a quegli eventi l'ansia la portava inevitabilmente alla perdita di controllo. Sapeva che non doveva pensare a quella stupida sfida, ma era un pensiero fisso e per quanto cercasse di scacciarlo dalla sua mente, la paura di poter farsi scoprire o peggio, rischiare di ferire qualcuno, non le dava pace.
"Brutto momento?" la voce di Hans la fece voltare di scatto, d'istinto si nascose le mani dietro la schiena e quel gesto fece sorridere appena il Corvonero.
"Guarda che non serve. Ti avevo detto che lo sapevo."
"Cosa ci fai qui?" 
Seppur quel tono non preannunciasse nulla di buono, Hans la ignorò e fece per avvicinarsi a lei "Ho finito con i Pixie, pensavo ti servisse un aiuto."
Vedendolo fare qualche passo in avanti, Elsa indietreggiò, finendo per scontrarsi con la schiena contro il tavolo di prima "Non mi serve il tuo aiuto." 
"Ascolta..." il ragazzo si fermò, alzando leggermente le mani come per calmarla "Capisco che hai difficoltà a confidarti dopo l'incidente con Tatch.."
Sentendo quelle parole, Elsa non poté fare a meno di abbassare debolmente il capo.
Si guardò le mani e prese un profondo respiro.
Erano passati mesi dalla morte di Milo, eppure ogni volta che chiudeva gli occhi, riviveva quel terribile momento. Gli mancava e il senso di colpa continuava a divorarla. 
Aveva cercato di aiutarla, di proteggerla e lei in cambio lo aveva ucciso.
Aveva ucciso il suo unico amico.
In tutto quel tempo non si era resa conto che Hans si era avvicinato pericolosamente a lei. Elsa sollevò dunque il capo, incontrando il suo sguardo "Sono convinto che non lo hai fatto apposta" il suo tono di voce sembrava così gentile "So che ti è difficile, dopo Milo, fidarti delle persone ma..."
"Io non mi fido di te" subito si scostò da lui, obbligandolo ad allontanarsi di più ed interrompere così quel palese tentativo di approccio.
Tornò a fissarlo furente e mai come allora le era sembrato tanto meschino.
Se pensava di sedurla aveva sbagliato gemella.
"Credi che non sappia nulla della tua famiglia? Ho fatto delle ricerche."
Avanzò poi un passo verso di lui, continuando a guardarlo con sospetto "Potrai anche ingannare mia sorella, ma io so chi sei veramente e non le permetterò di..."
"Tu non mi conosci davvero" la zittì, la sua espressione, da prima comprensiva, d'un tratto si fece più seria "Solo perché la mia famiglia ha servito le persone sbagliate, non significa che io sia come loro." 
Rimasero in silenzio, forse aspettando che uno dei due cedesse.
"Dovresti capire come ci si sente ad essere giudicati" concluse infine Hans, inarcando un sopracciglio "E comunque, prego, per avervi aiutati nel duello."
Quelle parole ricordarono ad Elsa l'episodio di poche ore prima, quando Hans aveva preso le loro difese contro quello che doveva essere suo amico.
Stranamente, ripensando a quel gesto, il suo sguardo si ammorbidì un pochino. Era vero che non lo conosceva, e forse non avrebbe dovuto giudicarlo in quel modo solo per le sue origini. Ma non capiva perché un tipo come Hans ci tenesse ad interagire così tanto con una come lei.
"Che sta succedendo qui?" domandò severamente Pitch, all'entrata dell'aula.
I due si voltarono ed Elsa tornò inevitabilmente sulla difensiva, nascondendosi di nuovo le mani dietro la schiena e sperando che l'insegnante non avesse sentito più del dovuto.
Ma Pitch rivolse principalmente la sua attenzione al Corvonero "Westergaard, si è occupato in fretta di quei Pixie."
"E' cosi, e ha detto che una volta finito avremmo potuto aiutare" disse Hans, scambiandosi poi un'occhiata con la ragazza "Ma dato che Elsa non vuole il mio aiuto, direi che posso anche tornare al dormitorio."
Nonostante quel tono deluso, la ragazza mantenne un'atteggiamento fermo mentre lo vedeva allontanarsi dall'aula.
"Curioso..." disse l'insegnante mentre osservava Hans uscire a passo svelto dall'aula. Una volta allontanato voltò subito il capo verso Elsa "Ma mai quanto lei." 
La ragazza lo guardò dubbiosa, e Pitch nel frattempo le si avvicinò lentamente. La stava osservando in silenzio, e nonostante non stesse dicendo altro, Elsa avvertì ancora quella terribile sensazione di disagio. Di paura.
"Elsa Arendelle: educata, buoni voti..." le camminò attorno, forse per metterla in soggezione, ma lo sguardo della giovane non lo perse un solo istante "...Non ha legami particolari se non sua sorella, poca attitudine sociale... Eppure ha voluto partecipare al Torneo."
"E' un interrogatorio?" domandò, inarcando un sopracciglio "Perché tanto interesse?"
Ad un tratto Pitch si fermò, notando il guanto lasciato sopra il tavolo ed il panno per pulire coperto di una piccola quantità di ghiaccio, Elsa si affrettò subito a prenderlo, abbassando per la prima volta lo sguardo da quando iniziarono a parlare.
"Stavo solo conversando. L'ho detto, mi incuriosisce."
Elsa alzò di nuovo il capo verso di lui, guardandolo con un mezzo sorriso "Devo essere davvero speciale come dice. Non mi sembra così loquace da conversare con altri studenti."
E per la prima volta lo sguardo di Pitch sembrò quasi ammorbidirsi. Si lasciò sfuggire una lieve risata mentre continuava ad osservarla "Allora sa tirare fuori la grinta quando vuole. Prima mi sembrava un pulcino smarrito."
"Se occorre, rispondo." 
Entrambi mantennero lo sguardo fisso, finché Pitch questa volta non cedette per primo. Le sorrise e fece per allontanarsi dall'aula "Le lascio finire il lavoro, così potrà rimettersi i suoi guanti."
Una volta uscito, la ragazza poté riprendere a respirare senza agitazione, per tutto il tempo aveva tentato di mantenere un atteggiamento più autoritario, senza paura, ma in realtà quell'uomo la turbava. I suoi movimenti, quello sguardo... Era come se volesse dire di più.
Inoltre quello strano discorso non le lasciava presagire nulla di buono.
Forse anche lui si era reso conto dei suoi poteri. Perché interessarsi così tanto a lei altrimenti? Ma una cosa era certa, ripromise a se stessa che mai più sarebbe dovuta rimanere da sola con lui.


 
~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~





"Quindi sono riuscito a recuperare solo alcuni di loro, forse in due riusciamo ad avere più fortuna" concluse Kristoff.
Una volta che entrambi giunsero al campo, Anna intravide un purvincolo sbucare dietro una roccia. Non era un animaletto molto grande, il suo aspetto ricordava un roditore rosa e aveva un'appendice sul dorso simile ad un anemone di mare. Ricordava di averli studiati a lezione e non le parevano così pericolosi. 
"Beh, a guardarlo non mi sembra così cattivo."
Kristoff la guardò e rise "Oh... Vedrai" prese poi da una cesta un crostaceo e fece per attirare l'attenzione dell'animale. Appena in purvincolo si voltò verso di loro, mostrò i suoi piccoli ma affilati denti per spaventarli. Il ragazzo alzò il crostaceo per mostrarglielo ed inaspettatamente la creatura parve calmarsi un pochino.
"Ora mentre lo distraggo, tu usa l'Immobilus su di lui."
Anna annuì, anche se non molto convinta e camminò a pochi metri di distanza dall'animale, estraendo nel frattempo la bacchetta per prendere la mira.
"Cerca solo di non farti mordere, adorano le dita dei piedi" disse sottovoce Kristoff.
Quella battuta fece ridere un pochino la Grifondoro, ma quando capì che non era una burla, il sorriso le si spense "Aspetta-che?!" ma prima che potesse colpirlo, si vide correre contro un altro purvincolo, probabilmente in difesa del suo compagno.
"Kristoff!"
Il Tassorosso si voltò di scatto e con un incantesimo lo colpì, bloccandolo come una statua poco prima che la aggredisse.
I due tirarono un grosso sospiro di sollievo, ma Anna non fece in tempo a ringraziarlo che il purvincolo di prima si era gettato contro il povero Kristoff per aggredirlo. I due intrapresero una lotta per cercare di avere la meglio e il ragazzo dovette fare molta attenzione per non essere morso. Da quel momento Anna capì che le sue parole erano del tutto vere: quell'animaletto, seppur piccolo, dimostrava un'aggressività ed un'energia notevoli. 
Provò comunque a prendere la mira per colpirlo, ma la prospettiva non sembrava dei migliori.
"Potreste stare un po' di più fermi?!"
"C_credimi, ci sto provando!" rispose il biondino a denti stretti, cercando di frenare le artigliate dell'animale.
Anna non seppe effettivamente cosa fare, dal momento che con l'incantesimo avrebbe rischiato di colpire anche Kristoff e così, senza pensarci troppo, prese un bastone per terra e fece per colpirlo. Il colpo andò a segno, tuttavia venne preso in faccia anche il povero Tassorosso. Sia lui che l'animale caddero al suolo sotto lo sguardo sconvolto della ragazza.
Quest'ultima lasciò subito cadere il bastone e si portò entrambe le mani alla bocca per contenersi "Oh no! S_scusami tanto Kristoff!"  
Per fortuna il colpo non fu grave e lo vide rialzarsi pochi secondi più tardi tenendosi il capo dolorante con una mano "Per Merlino... Che botta!" la guardò "Mai pensato alla carriera di battitore?"
Quella frase fece sorridere un po' la ragazza, che però non smetteva di fissarlo preoccupata "Sicuro di stare bene?" 
"Ho la testa dura. Posso reggere un..."
Anna nel frattempo si era chinata accanto a lui, toccandogli la fronte per controllare il suo stato e a quel breve contatto, lui sobbalzò dolorante.
"Aih! D_d'accordo...Forse non ho la testa così dura come pensavo."
L'altra rise e gli scostò nuovamente un ciuffo di capelli dalla fronte "Per fortuna non sanguini. Mi dispiace davvero Kristoff."
Lui le sorrise, un po' impacciato per quella strana vicinanza "Non preoccuparti. Sono i rischi del mestiere." 
Quel breve momento venne interrotto dal purvincolo che, ormai svegliatori da quella botta, fece per gettarsi verso i due. Anna prontamente agitò la bacchetta e questa volta lo colpì in pieno, facendolo cadere a terra immobile.
"Preso!" disse soddisfatta, accorgendosi solo in quel momento che per lanciare la fattura si era sporta un po' troppo, finendo nuovamente tra le braccia del Tassorosso. I due si guardarono in silenzio, ma non sapendo effettivamente cosa dire, Anna si ritrasse di colpo, mettendosi in ginocchio accanto a lui.
"Ehm.." si schiarì la voce, completamente imbarazzata e poté giurare di essere arrossita ancora di più "...So che sembra strano ma..Ehm..Io non...Non salto sempre addosso ai ragazzi. Oh, n_neanche alle ragazze! A n_nessuno! Nel senso che..."
Quel suo comportamento così impacciato fece solo ridere ulteriormente Kristoff, che cercava anche lui di nascondere il lieve rossore delle sue guance "Ehi nessun problema" poi si alzò e guardò il purvincolo a terra "Ottima mira comunque."
Vide Anna sorridergli, dopo di ché
la aiutò a rialzarsi tenendole una mano.
"Grazie."
Dopo aver incrociato nuovamente lo sguardo, entrambi ritrassero subito le mani per l'imbarazzo.
"Ora ce ne restano solo altri sette" sospirò Kristoff, cercando i purvincoli mancanti.
Quell'ultima frase fece sobbalzare la povera ragazza "Aspetta-cosa?" 




 
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Era passata quasi un'ora da quando Merida si era messa al lavoro per pulire la zona degli ippogrifi, maledicendo quelle creature, il loro stupido problema intestinale, Gaston e soprattutto Pitch.
"Mi chiedo come faccia a capire se ho usato la magia!" sbuffò a voce alta, scrollando la pala dalle feci rimaste "Lo avrà detto solo per mettermi paura."
E ci era riuscito.
Quell'insegnante aveva l'incredibile capacità di inquietare chiunque.
"Per fortuna che ho quasi finito" sospirò, prendendosi qualche momento di pausa.
Quella giornata non sarebbe potuta finire peggio, sperava davvero di non risultare troppo puzzolente una volta rientrata al Castello.
Tuttavia, poco prima di riprendere il lavoro, un fruscio di foglie aveva attirato inevitabilmente la sua attenzione, ormai stava giungendo la sera ed era riuscita ad intravedere solo una sagoma al di là di quel folto cespuglio.
"C'è qualcuno?" ma non ottenne alcuna risposta, o meglio, non una risposta umana. Il fruscio si era ripetuto, seguito poco dopo da uno strano verso simile ad uno strillo, parecchio acuto. Quel piccolo particolare l'aveva fatta incuriosite ulteriormente, così aveva deciso di abbandonare momentaneamente il lavoro per poter vedere chi o cosa avesse fatto quel rumore.
Sapeva che essendo vicina alla Foresta sarebbe potuto anche essere una creatura, o nel migliore dei casi qualcuno che passava da quelle parti e aveva pensato bene di poterle fare uno scherzetto.
"Jack, se sei tu, ti ammazzo sul serio questa volta" aveva borbottato mentre si avvicinava a passo lento nella zona di quel rumore, ma una volta giunta non vide nulla.
Osservò la zona per diversi minuti, sperando di scorgere qualcosa ma il risultato fu sempre lo stesso. 
"Forse quella creatura è scappata" pensò, un po' sconsolata.
Fece per rimettersi al lavoro, ma sentì nuovamente quel fruscio, questa volta pochi metri più lontano, e a quel punto per principio voleva dare almeno un'occhiata.
E poi la prospettiva di ritornare a spalare la cacca degli ippogrifi non la allettava molto.
Aveva camminato con attenzione tra i cespugli e pochi minuti più tardi finalmente si era trovata davanti alla fonte di tutta quella curiosità. Davanti a lei, vicina ad un laghetto, vide una creatura dall'aspetto particolare, per non dire terrificante: la sua corporatura era relativamente ossuta, col manto di color nero scuro, occhi bianchi e lucidi e due grosse ali da pipistrello. Ad un primo impatto sarebbe potuto assomigliare ad un grosso cavallo, tuttavia il muso sembrava quello di un rettile. Non era la prima volta che ne vedeva uno simile in giro, ma non si era mai ritrovata ad osservarlo così da vicino.
Afferrò subito la bacchetta, ma osservandola con più attenzione, la creatura non sembrava per nulla ostile anzi, rimaneva ferma a fissarla, quasi come volesse studiarla.
Pensò che forse non sarebbe servito attaccarla, dopotutto se ne stava tranquilla nella foresta, era stata lei ad essersi intromessa.
"Fermati!" urlò una voce femminile alle sue spalle. Merida non fece in tempo di voltarsi che una ragazza si parò davanti tra lei e la creatura, alzando le braccia come a farle da scudo "Non attaccarlo, so che può sembrare spaventoso, ma è buono!"
Solo in quel momento la rossa si era resa conto di star ancora impugnando la bacchetta tra le mani e la rimise subito in tasca, facendo rilassare i muscoli alla giovane davanti a lei.
"Ti ringrazio" sospirò, dando poi una lieve carezza al muso della creatura.
Merida continuava ad osservarla, cercando di capire dove effettivamente avesse visto quella strana ragazza prima di allora: dalla divisa era una Tassorosso, più o meno della sua età, forse addirittura lo stesso anno, i capelli erano biondi e molto lunghi, talmente tanto da toccare quasi per terra. Era la prima volta che vedeva una capigliatura più incasinata della sua.
Ma quel particolare le aveva ricordato finalmente chi fosse "Tu sei quella Tassorosso...Ehm..."
"Rapunzel" rispose sorridente "Sono quella nuova sì. Beh...Non proprio nuova, sono arrivata l'anno scorso. Prima studiavo ehm... Da casa, ecco."
"Da casa? E' possibile?"
Lei si strinse le spalle "Beh io l'ho fatto, più o meno."
"Io sono Merida" fece per stringerle la mano e la biondina la afferrò di getto, completamente entusiasta "Oh ma io ti conosco! Sei la cacciatrice di Grifondoro. L'anno scorso ho seguito tutte le partite, sei stata incredibile, una vera scheggia! Quando avete segnato quel punteggio finale contro Corvonero è stato formidabile!" 
Iniziò inevitabilmente a parlare, parecchio, senza fermarsi un solo istante.
Quel suo comportamenti le ricordava incredibilmente Anna quando si innervosiva e le venne quasi da ridere al pensiero di un ipotetico incontro tra loro due.
"Quindi sei un'appassionata di Quidditch" disse ed inaspettatamente fece un saltello per la gioia "Assolutamente! ADORO il Quidditch! Potrei parlarne per ore ed ore..."
"Ti prego no" pensò. 
Non ce l'aveva con lei, ma si stava già facendo buio e non poteva permettersi di stare troppo fuori, aveva ancora quel lavoro da finire dopotutto.
Poi la sua attenzione venne riportata su quello strano cavallo alato "Quindi li conosci?"
Gli occhi verdi della ragazza puntarono dalla creatura a lei "Certo!" le fece cenno di avvicinarsi "So che l'aspetto non è dei migliori."
"Beh sembra terrificant..." le venne quasi da ridere ma lo sguardo fulmineo di Rapunzel le fece subito cambiare idea "...Terrificantemente bello."
A quel punto nemmeno l'altra era riuscita a resistere ed era scoppiata a ridere, mentre il cavallo aveva emesso un sonoro sbuffo, battendo nervosamente uno zoccolo al suolo.
"Oh, lasciala perdere Maximus" Rapunzel gli rivolse un dolce sorriso e gli accarezzò delicatamente il muso "Per me sei adorabile."
"Maximus?"
L'altra annuì, senza smettere di accarezzarlo "Mi piace dare un nome alle creature" poi le si avvicinò "Sai, lui è il mio preferito, ma gli altri Thestral non devono saperlo. Sono creature piuttosto permalose!"
"Thestral?" domandò incuriosita "Si chiamano cosi?"
"Esatto!" le sorrise, facendole poi cenno col capo di provare ad accarezzarlo. Ad un primo momento Merida ebbe un po' di timore, sempre per via del suo aspetto così raccapricciante, ma lo sguardo solidale di Rapunzel la convinse. Portò una mano sul muso ed iniziò ad accarezzarlo delicatamente, l'animale sembrava apprezzare, tant'è che rimase fermo, muovendo solo la lunga coda.
"Gli piaci!" esultò la Tassorosso..
"Non è poi così male" disse Merida compiaciuta.
Rapunzel le sorrise "Mai basarsi sulle apparenze. Anche io ho avuto timore la prima volta, ma ora li vengo a trovare spesso, anche se Maximus ama girovagare e ogni tanto lo trovo nei dintorni della capanna di quel custode" si portò poi una mano sul mento "Forse è attratto dal cibo" continuò, pensierosa.
"Davvero? Ralph lo conosco e non ha mai accennato di questo animale."
"Non credo lo veda allora" notando poi lo sguardo ancora confuso di Merida, si affrettò a chiarire la situazione "I Thestral possono essere visti...Ehm..." si morse un labbro, abbassando di poco lo sguardo "..Solo da chi ha assistito alla morte di una persona." 
L'altra ascoltò e di colpo smise di accarezzare l'animale "Oh..."
Non si dissero nulla per un po', ma poi Merida decise di spezzare quel breve silenzio "...Mio padre... E' mancato anni fa. Avevo dodici anni."
Rapunzel la guardò.
"...Quel giorno mi aveva portata con sé, aveva organizzato una giornata padre e figlia. Al pomeriggio saremo dovuto andare al Ministero per fare una sorpresa a mia madre, ma ci fu un attacco e... Per salvarmi la vita... Perse la sua." 
Non sapeva il perché di quella confessione ad una ragazza che conosceva relativamente da pochi minuti, nemmeno alcuni dei suoi più cari amici sapevano la storia della sua famiglia.
Era strano, sarà stata la situazione o gli occhi di Rapunzel fissi su di lei, ma sentiva di potersi fidare. 
Dopotutto, se anche lei poteva vederli, forse aveva subito una vicenda simile.
"...Mia madre... Ehm..." Rapunzel cercò di biascicare qualcosa, ma si limitò poi a forzare un debole sorriso "...C'è stato un incidente, qualche tempo fa e beh... Hai capito."
L'altra annuì, tornando poi a fissare Maximus.
"Abbiamo una cosa in comune, seppur macabra" disse Merida, cercando di sdrammatizzare un po'.
Rapunzel puntò nuovamente gli occhi su di lei "Due. Dimentichi il Quidditch! Potremmo diventare amiche."
"Ma certo." 
L'altra non frenò la sua gioia questa volta e saltellò, prendendo una mano della ragazza "Oh che bello! Come sono contenta di avere un'amica!"
"Non ne hai mai avuta una?" domandò sconvolta la rossa, cercando di trattenere una risata per quello spettacolo.
La Tassorosso finalmente si rilassò, giocherellando un po' con una ciocca dei suoi lunghi capelli "Non proprio. Sai, è difficile crearsi delle amicizie quando sei l'ultima arrivata."
In effetti arrivando così tardi, molti gruppi si erano già formati da tempo e per una persona timida sarebbe stato ancor più complicato integrarsi, ma da quello che aveva potuto conoscere, le sembrava una ragazza molto gentile e piena di energie. Era sicura sarebbero potute diventare ottime amiche.
"Merida?! Merida dove sei?!"
"Anna?!"
Era la sua voce, non poteva sbagliarsi.
Merida scattò subito "Non ci voleva! Ho una punizione da finire entro..." guardò il sole ormai sparire tra gli alberi "...ADESSO!" 
Rapunzel non fece in tempo a dire qualcosa che vide Merida allontanarsi velocemente da loro "Devoscapparecivediamoascuola!"
Rimase qualche istante a fissarla, per poi voltare leggermente il capo verso Maximus "Simpatica, vero?"
A giudicare dal modo in cui nitrì la creatura non sembrava completamente favorevole, tuttavia Rapunzel la pensava diversamente: era contenta di aver trovato una nuova amica.
Forse quest'anno sarebbe potuto diventare più interessante.


 


 
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NOTE AUTRICE:
Eccomi con la seconda parte della punizione! Mi sono appena liberata di un mal di testa allucinante durato due giorni.
Spero vi sia piaciuto l'introduzione di Punzie! Ora fa ufficialmente parte della storia, sebbene non apparirà spessissimo come gli altri, ha comunque un ruolo importante e da oggi la si vedrà più spesso! La scena tra lei e Merida è una delle primissime che mi ero immaginata per questa storia.
Ho avuto una gran fortuna nel trovare una gif di Kristoff ed Anna che rispecchia perfettamente il momento in cui il poveretto viene colpito. Non l'ho fatto di proposito lo giuro xD
Diciamo che ora ho dato le basi per la ship, ora sarà tutto un crescendo.
Purtroppo manca ancora qualche capitolo prima della prima prova, ma saranno comunque interessanti! O almeno lo spero xD
Maximus è un chiaro riferimento allo splendido cavallo/guardia del film di "Rapunzel: l'intreccio della torre". Che però qui ho trasformato in una creatura magica.




PS: Dato che sono stata scema a non aver descritto bene le descrizioni di Judy, Nick e Bunnymund ho messo una breve descrizione del loro aspetto al primo capitolo e cerchero' di far risaltare comunque qualche caratteristica loro nei capitoli seguenti. 
In alternativa posto anche qui i brevissimi estratti delle descrizioni:

Judy: 
Nonostante l'aspetto angelico
era una delle ragazze più rispettare di tutta Hogwarts, merito della sua tenacia e del suo forte carattere, sapeva tener testa anche agli studenti più difficili. Aveva due occhioni dalle sfumature viola, il colore naturale dei suoi capelli era castano ma negli ultimi anni aveva provato a sperimentare vari tipi di colori, innamorandosi dell'argento. Li aveva lisci, lunghi fino alla schiena e le piaceva tenerli ordinati il più delle volte in due code basse. Aveva una statura piuttosto minuta per una diciassettenne, spesso gli studenti più giovani la scambiavano per una loro coetanea.

Nick: Era più altro di Judy, anche se per superarla non ci voleva molto, ma restava comunque bassino rispetto ai suoi altri compagni di casa. Aveva i capelli rossi, corti, qualche cenno di lentiggini sul volto, due occhi verdi ed un ghigno stampato sulle labbra ogni volta che si presentava l'occasione di fregare qualcuno.

Bunnymund: Sebbene non fosse il più severo tra gli insegnanti, era comunque una persona molto diligente e destava una certa soggezione tra gli studenti più giovani, era piuttosto alto, dai capelli corti e scuri con delle folte basette ai lati del viso. Occhi azzurri con qualche accenno di barba. Era uno degli amici più cari del preside ed era registrato come Animagus, nonostante nessuno lo aveva mai visto trasformato. Negli ultimi tempi la teoria preferita tra tutti era un canguro, diffusa da uno studente Serpeverde, ma ancora adesso la sua scelta risultava un mistero.

Giusto queste piccole cose, per il resto io con le descrizioni non ho mai dato il meglio di me.
Scusate per questo errore.



 
 
~Un abbraccio~

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Capitolo 12
*** Il peso dell'abbandono ***


Cap 12: Il peso dell'abbandono 

 

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Il giorno seguente Filottete aveva accompagnato i Campioni alla prima intervista pre-Torneo all'interno del Campanile. I quattro erano stati portati in una stanza, lontani dagli sguardi incuriositi degli studenti e purtroppo sia Jim che Moana non avevano fatto in tempo ad avvertire gli altri dei draghi che vennero subito pressati dalla signora Delia De Mon, una donna molto alta, dagli zigomi appuntiti e con una stramba capigliatura a caschetto in parte nera e bianca. Era la giornalista della Gazzetta del Profeta, con una spiccata parlantina e, purtroppo, sempre accompagnata dal maleodorante odore di sigarette. De Mon non aveva lasciato loro nemmeno il tempo di dire qualcosa che li aveva costretti a mettersi in posa per alcune foto con i loro presidi.
Tutti quei flash delle macchine fotografiche iniziarono ben presto ad infastidire i presenti. Tutti tranne Uberta, che invece sembrava piuttosto contenta di apparire nella Gazzetta del Profeta, al contrario di Sinbad invece, che non faceva che inveire sul povero fotografo.
Grazie all'arrivo di Verna Felton, proprietaria del negozio di bacchette di Diagon Alley, gli altri ripresero fortunatamente il contatto visivo dopo tutti quei flash. 
Verna era una signora anziana, dal viso paffuto e gentile e, al contrario di Delia, era una donna molto buona, educata, dai corti capelli bianchi e sempre col sorriso sulle labbra, vestiva principalmente con abiti tendenti all'azzurro chiaro ed era una vecchia amica di Nord fin dalla scuola.
L'unico difetto purtroppo era la memoria, Verna era parecchio sbadata, tratto che si portava dietro fin dalla tenera età a detta del preside. Spesso raccontava di aver perso il conto di quante volte aveva dimenticato la propria bacchetta in giro nelle aule, durante gli anni ad Hogwarts. 
Era facile perciò intuire che il suo immenso ritardo era dovuto principalmente alla sua sbadataggine.
"Scusate l'orario!" aveva urlato all'entrata della stanza "Purtroppo mi ero dimenticata di questo impegno, ma immagino che non sia una novità!" 
Nord soffocò una risata e fece cenno alla donna di entrare, presentandola agli altri presidi e naturalmente anche a Filottete e Delia.
Quest'ultima sembrava parecchio irritata, probabilmente per essere stata interrotta in quel modo durante il suo servizio fotografico, ma Nord non ci fece molto caso e si rivolse nuovamente all'amica "Ti avevo regalato ricordella per Natale! Pensavo funzionasse."
"Oh beh...Per funzionare, funziona. Il problema è
che non mi ricordo cosa dovevo ricordare! E ho finito per dimenticarmi anche dove l'ho messa."
A quel punto nemmeno Sinbad riuscì a trattenere una risata, mentre Uberta e Filottete si erano limitati a sospirare.
"Possiamo smetterla con queste smancerie? Ho un'intervista da fare!" gesticolò Delia, tempestando di fumo il povero Sinbad.
"Nessuno mi aveva detto che avrei rischiato di perdere la vista e l'olfatto." scherzò, sotto lo sguardo furibondo di Delia.
"Razza di idiota maleducat..."
Jim ringraziò mentalmente la boccaccia di Sinbad per aver fatto quell'intervento, così mentre era in corso una vivacissima discussione tra gli adulti, lui ne avrebbe approfittato per parlare al resto del gruppo.
"So che forse non è il momento adatto..." iniziò, dando una veloce occhiata a Filottete poco più distanti da loro "..Sappiamo quale sarà la prima prova."
Con la coda dell'occhio vide Tadashi ed Elsa pendere letteralmente dalle sue labbra "..Affronteremo dei draghi."
"Cosa?" domandò sorpreso il ragazzo, passando poi lo sguardo tra lui e Moana e quest'ultima confermò semplicemente annuendo, facendo sparire quel lieve sorriso sulla sua bocca "State...State scherzando?"
"Secondo te scherzeremo sui draghi?" ribatté
la Grifondoro.
Tadashi la fissò per qualche istante, spostando poi la sua attenzione verso Filottete "..Sono impazziti?"
"Dei draghi.." ripeté sottovoce Elsa, scambiandosi poi uno sguardo preoccupato col resto del gruppo "Come lo avete saputo?"
"Non possiamo dirlo" rispose Jim "Siete liberi di non crederci, ma è la verità."
"Ci sembrava giusto avvertirvi" continuò Moana, affiancandolo.
Vedendoli reagire in quel modo, Elsa si affrettò a correggersi "Io vi credo."
Non aveva motivo di dubitare di loro, da quel che aveva capito inoltre erano entrambi molto amici di sua sorella. Non ce li vedeva imbrogliare solo per avere la meglio ad una gara, non le sembravano quel tipo di persone.
Anche Tadashi annuì poco dopo, e sul suo volto comparve un sorriso sincero "Grazie per la dritta, ragazzi."
"Non c'è scritto da nessuna parte che non dobbiamo aiutarci a vicenda" disse fiera Moana, seguita poi da una piccola risata da parte di Tadashi.
"Veramente c'è qualcosa di simile nel regolamento" ridacchiò il ragazzo "Ma apprezzo comunque l'aiuto." 
Anche Elsa mostrò un sorriso rassicurante, sciogliendosi un pochino dalla tensione "L'importante è non dirlo agli insegnanti."
"Questo è poco ma sicuro" disse Jim, ma appena vide Filottete raggiungerli fece subito cenno a loro di zittirsi. L'uomo sembrò osservarli con aria leggermente sospettosa, passandosi poi una mano sulla sua barba.
"Che stavate confabulando voi quattro?"
"Niente" dissero all'unisono, attirando maggiormente i sospetti su di loro. Tadashi e Jim sviarono lo sguardo, cercando di guardare altrove, mentre Elsa e Moana rimasero con gli occhi fissi sul direttore, forzando un sorriso a trentadue denti.
Era stato troppo lontano per poterli sentir parlare della prova, ma non sarebbe stata la prima volta che qualche Campione giocava la carta dell'alleanza in una gara di quel genere.
"Ragazzi, voi.." ma prima che potesse aprir bocca, Verna li raggiunse con un sorriso raggiante, rivolgendo una rapida occhiata ad ognuno di loro.
"Oh ma bene! E' sempre bello rivedere le facce dei miei clienti!" disse mentre guardava con particolare attenzione Moana.
La ragazza la fissò stupita "Lei... Si ricorda di me?"
Verna rise e le si avvicinò "Ma certo cara. Sarò anche smemorata a volte, ma non posso dimenticarmi di quella tremenda pozzanghera proprio all'entrata del mio negozio."
Gli altri risero e subito dopo lo fece anche Moana, anche se con un po' di imbarazzo "Ero davvero tesa."
Ricordava ancora quel giorno a Diagon Alley: non aveva la più pallida idea di come comportarsi sulla scelta della bacchetta, ma quando Verna le fece provare quella giusta, avvertì come una scossa e dopo averla agitata creò un'enorme pozzanghera proprio all'entrata del negozio, facendoci sprofondare una bambina che poi si era rivelata Anna.
Non era stato un buon inizio di amicizia, ma poco dopo divennero molto unite, grazie soprattutto alla spiccata parlantina della fulva.
Ancora non riusciva a credere che erano già passati sette anni dal primo momento che aveva varcato la soglia di Hogwarts.
"Legno di cedro mi pare..." disse pensierosa la donna "Dodici pollici...O forse tredici."
"Controlli lei stessa!" esclamò sorridente Moana mentre le consegnava in mano la sua bacchetta. Verna la afferrò subito, controllandola minuziosamente per diversi secondi "Dodici pollici! Oh...Corda di cuore di Drago. Davvero ottima per gli incantesimi!"  poi gliela riconsegnò sempre con un enorme sorriso "E' perfetta cara. Non avrai problemi."
Si rivolse poi a Jim con fare più
sospettoso "Mmh...Tu mi ricordi qualcuno."
Il giovane si irrigidì, capendo perfettamente a cosa si stesse riferendo e fece il vago, limitandosi a consegnarle la sua bacchetta e sperando che anche questa volta la memoria della donna le giocasse un brutto scherzo.
Dopo aver dato un veloce sguardo alla bacchetta però, il volto di Verna si illuminò "Ora ricordo!" si voltò dunque verso il Serpeverde "Tu sei quel teppistello che mi ha fatto scoppiare il lampadario!"
Jim sbuffò, sotto lo sguardo divertito degli altri tre "Non l'ho fatto apposta, è stato un incidente!"
"Volevo ben dire!" esclamò la donna, ma dal suo volto non sembrava arrabbiata "Eppure non l'avrei mai detto da un bambino come te, eri alto quanto un fagiolino."
L'altro roteò gli occhi, arrossendo lievemente per l'imbarazzo.
"Non te la prendere..." gli disse Tadashi mentre consegnava a Verna la sua bacchetta per il controllo "Quando ho provato la bacchetta per la prima volta ho incendiato i capelli di mia zia."
"Sul serio?"
Tadashi annuì divertito "Ha voluto che accompagnassi Hiro alla scelta della bacchetta" rise, un po' malinconico "Non ci teneva a perdere di nuovo i capelli. Lei nel frattempo era andata a comprare un famiglio per fargli una sorpresa."
Anche Moana che aveva ascoltato il discorso si intromise "Dovete essere davvero molto legati a vostra zia." 
"Parecchio!" le sorrise Tadashi "Lei ci ha praticamente cresciuti dopo che i nostri genitori sono mancati. E' come una madre."
In quel momento il breve sorrisetto della Grifondoro sparì, dispiacendosi per essere stata così invadente. Ma per fortuna l'espressione di Tadashi non le sembrava offesa o rattristita e questo almeno l'aveva tranquillizzata.
Nel frattempo Verna si era chinata verso Elsa, guardandola incuriosita "Tu...Non sei stata una cliente del mio negozio?" domandò.
La giovane scosse debolmente il capo e le sorrise "Probabilmente si confonde con mia sorella Anna. Siamo gemelle e lei frequenta Hogwarts."
"Giusto, giusto" rise la donna.
Elsa estrasse dalla sua borsa la bacchetta e gliela porse, ma dopo una veloce occhiata lo sguardo di Verna sembrò cambiare di punto in bianco "Mmh... Davvero strano..." disse sottovoce mentre con gli occhi scrutava con attenzione ogni dettaglio della bacchetta "Legno di pioppo bianco...Tredici pollici...Piuma di Fenice...Davvero davvero strano..."
Elsa la guardò confusa
"Cosa c'è che non va?"
Sentendosi il peso dello sguardo della ragazza addosso, l'espressione di Verna si ammorbidì "Oh, nulla di grave cara. E' solo che...Sembra una bacchetta piuttosto particolare. Giurerei di averla già vista.." disse pensierosa "....Ma per quanto mi sforzi non riesco proprio a ricordarmelo."
Elsa continuò a fissarla con curiosità.
"Oh beh! Mi verrà in mente prima o poi!" sorrise e fece per consegnarle la bacchetta indietro "Direi che qua abbiamo finito!" disse entusiasta, voltandosi poi verso i presidi "I ragazzi non avranno problemi a..."
"Sì sì molto interessante!" la fermò Delia mentre camminava in tutta fretta verso il gruppetto "Ora possiamo fare questa intervista? Non ho tutto il giorno!" gli occhi scuri scrutarono attentamente i loro volti, studiandoli per una buona manciata di secondi "Vediamo vediamo... Chi tra questi presunti Campioni ha il coraggio di farsi intervistare per primo?"
I quattro si scambiarono un'occhiata in silenzio, facendo sparire quel sorriso forzato della giornalista "Muovetevi, non mi piace perdere tempo!"
Tra tutti, Jim boccheggiò qualcosa e Delia lo prese come un invito, lo trascinò via per un braccio, sotto lo sguardo stupito degli altri concorrenti e lo portò all'interno di un'altra stanza più piccola, prima di chiudere la porta però, rivolse un'ultima occhiata gelida ai presidi, intimandoli di andarsene per poter permettere così al suo assistente di fare altre foto solo ai Campioni. 

Una volta arrivati, la donna lo fece bruscamente sedere, iniziando a parlare come una scheggia "Vediamo un po'... Jim Hawkins, giusto?"
"Si e..."
Lei lo ignorò completamente "Serpeverde...Che nomi ridicoli che avete ad Hogwarts, quattro case poi! Gli inglesi sono strani. Io ho frequentato Beauxbatons e ne hanno solo tre, tutte tremendamente eleganti" disse "Ma se avessi frequentato Hogwarts, probabilmente sarei stata messa in Grifondoro! Il rosso è.. Decisamente un colore che mi dona!" esclamò, osteggiando la folta pelliccia bianca che circondava le sue spalle, cucita internamente con un tessuto rosso.
Jim si limitò ad osservarla, mentre con un gesto quasi plateale, Delia tirò fuori dalla sua borsa firmata una penna ed un taccuino, entrambi incantati. La pennetta iniziò immediatamente a scribacchiare qualcosa, mentre la donna aspirava lentamente la lunga sigaretta che teneva alla mano sinistra.
Prima di riprendere il discorso, rivolse un'occhiata svogliata al ragazzo "Ah, fa come se la penna non ci fosse."
"E' un po' difficile..." mormorò lui, continuando a guardare di sfuggita l'oggetto.
"Senti ragazzino, non posso scrivere e fumare contemporaneamente, per chi mi hai preso?"
"Non per una giornalista" pensò, lanciandole un'occhiataccia.
La donna inalò un'altra volta il fumo, soffiandolo via proprio addosso a lui.
"Allora... I tuoi genitori sono entrambi babbani, vero?"
Jim tossì in risposta, cercando inevitabilmente di non far lacrimare gli occhi per via di tutto quel fumo "E lei come..."
"Deve essere stato uno shock per la tua famiglia..." continuò con noncuranza "Tua madre non deve averla presa bene. Tzè ...I babbani e la loro sciocca mentalità..."  mentre Jim cercava di formulare una risposta, il fumo continuava ad accumularsi attorno a lui, impedendogli anche di concentrarsi, oltre che di respirare.
"Si spaventano per un niente!" continuò  "C'è chi li trova affascinanti. Personalmente per me sono meno importanti di un elfo domestico."
Nel frattempo la penna scriveva senza sosta, correggendo ogni tre righe per via di tutti i ripensamenti della giornalista.
"Ehi!" tossì Jim "Lasci fuori mia madre da questa storia!"
Sul volto della donna si formò un mezzo sorriso "Immagino che ora sarà molto fiera di te, visto che sei stato scelto come Campione" lo guardò incuriosita "Dimmi, è vero che il ristorante di tua madre rischia di chiudere? Hai partecipato al Torneo per il premio?"
Jim la fissò stupito "C_Come sa che..."
"Oppure hai messo il tuo nome per compensare un senso di inferiorità verso i purosangue?"
"Che cosa?"
"Ti senti ferito? Vuoi che il mondo sappia che anche tu sei importante?" nel frattempo con un cenno della mano fece capire alla penna di continuare a scrivere.
"...Io non ho mai detto questo!" sbottò, togliendosi con una manata l'alone di fumo dalla faccia. D'altra parte Delia sembrava non averlo minimamente ascoltato, e questo lo fece irritare ancora di più.
"Decisamente un pessimo carattere..." sussurrò e la penna riprese irrimediabilmente a scrivere. A quel punto Jim afferrò il taccuino per dare una veloce occhiata a quello che c'era scritto.
"Cos... Ma... Ma io non sto affatto piangendo pensando alla mia famiglia!" esclamò, gettando via il taccuino che però, a seguito della magia riprese velocemente il suo posto accanto alla giornalista.
"Gli occhi non mentono!" disse la donna, indicando il suo volto con la sigaretta.
Jim allontanò subito l'oggetto dalla sua faccia, guardandola furioso "E' per colpa di tutto questo fumo! E puzza un casino!"
A quello sprezzante commento finalmente ci fu un barlume di reazione da parte della donna "Ah! Pure maleducato!" brontolò, aspirando nuovamente il fumo "Non mi meraviglia che tuo padre ti abbia abbandonato."
Al suono di quelle parole, la voce di Jim stranamente si spezzò, permettendo a Delia di continuare a parlare senza ritegno "Credi che vincendo questo Torneo tu possa in qualche modo farlo tornare? Partecipi per una sorta di impresa personale? Credi che sia per questo che sei stato scelto?"
Tutte quelle parole entrarono ed uscirono dalle orecchie di Jim, la sentì parlare ma tutto quello che riuscì a percepire furono solo quelle ultime frasi dette poco prima. Raramente nominava suo padre, nemmeno i suoi amici più cari conoscevano la sua reale situazione famigliare e non perché non si fidasse di loro, ma semplicemente perché non voleva pensarci.
Perché ricordare dell'uomo che ti aveva abbandonato all'età di dieci anni?
Ormai Delia sembrava aver preso un discorso a senso unico: continuava a fare domande, senza ottenere però alcuna risposta, portando Jim all'esasperazione.
Voleva solo andarsene il prima possibile, poco gli importava se si trattava di un'intervista importante per la scuola: non voleva mai più rivedere il volto ossuto di quella megera.
Con decisione si alzò dalla sedia, allontanandosi dietro lo sguardo sconvolto della giornalista.
"Ehi moccioso, fermati!"
Ma lui la ignorò ed uscì da quella stanza. Era talmente arrabbiato da non rendersi conto che Nord e gli altri presidi si erano allontanati, lasciando i Campioni soli, in attesa che ognuno facesse la propria intervista.
Prima che potesse scappare però, sentì la mano ferma di Tadashi bloccarlo ad una spalla "Amico, che ti prende?"
Con la coda dell'occhio vide che anche Moana ed Elsa li avevano raggiunti.
"Niente" rispose schietto, facendoli insospettire ulteriormente.
"Jim..." Moana gli si avvicinò di più "Che ti ha detto?"
"Nulla di importante."
"Non staresti così se non lo fosse" continuò Tadashi.
A quel punto l'altro sbottò "Quella è tutta pazza! Non datele retta!"
"Hawkins!" urlò la donna mentre raggiungeva il gruppo, il suo sguardo era letteralmente furibondo "Torna subito al tuo posto! Dobbiamo ancora finire l'intervista!"
"Se la finisca da sola!" rispose lui "Tanto è brava a rigirarsi le parole, non avrà problemi ad inventare un finale!" detto ciò si scostò velocemente da Tadashi e si allontanò dal gruppo, senza nemmeno dare il tempo agli altri di aggiungere qualcosa.
De Mon d'altra parte iniziò ad assumere una tonalità di colore simile all'interno della sua pelliccia "Sciocco ingrato!" ringhiò "Ma d'altronde cosa potevo aspettarmi da un sanguemarcio!"
Quelle parole vennero dette con un tale disprezzo, da far voltare immediatamente gli altri giovani Campioni.
"Come?" domandò seccato Tadashi.
L'altra lo squadrò "Non fare l'ingenuo tu" passò i suoi occhi gelidi su ognuno di loro "Siete tutti purosangue qui! Avete mai visto un sanguemarcio vincere il Torneo? Sono solo realista, lo sanno tutti che sono meno dotati."
Lo sguardo di Moana si infuriò "Realista?! Crede di avere più valore di Jim solo perché è una purosangue?"
Ora capiva il perché del suo pessimo umore, il termine con cui De Mon aveva definito Jim era tremendamente spregevole.
La donna inspirò nuovamente il fumo della sigaretta, puntandogliela poi in faccia "Dico solo quello che penserebbe chiunque."
"Solo una mente limitata come la sua può pensare in quel modo!" disse.
"C_come osi mocciosa?!"
"Come osa lei! Chi si crede di essere?!"
"Potrà non piacerti, ma è sempre stato cosi!" continuò sprezzante De Mon "Andiamo... Pensate davvero sia stato scelto per merito? Ormai si è obbligati ad inserire una minoranza per una questione di etica."
L'altra lo fissò furente "Non deve azzardarsi a parlare in questo modo. Lei non lo conosce!"
"Non mi serve conoscerlo. Questo Torneo può essere vinto da una persona con discendenze  magiche, non da uno con famiglia babbana"  disse, accarezzandosi  l'indumento che portava addosso "E' come una pelliccia, nessuno comprerebbe mai quella di una creatura bastarda, vengono scelte solo quelle vere."
Moana era davvero tentata di colpirla con un incantesimo per farla zittire, ma non appena si sporse per estrarre la bacchetta, Tadashi le si parò davanti, intimandole con lo sguardo di calmarsi. Solo in quel momento sembrò aver ripreso un po' della sua lucidità e rilassò piano i muscoli, ringraziandolo mentalmente per averla fermata in tempo.
Rivolse un'ultima occhiata sprezzante alla donna e poi si allontanò senza nemmeno voltarsi.
Al diavolo l'intervista. L'unica cosa che le interessava in quel momento era trovare al più presto Jim per potergli parlare.
"E' assurdo" disse sottovoce Elsa, suscitando l'attenzione di Delia.
"E' assurdo che io debba perdere tempo con dei ridicoli idioti!" agitò nuovamente la sigaretta da una parte, alzando gli occhi al cielo "Devo smetterla di accettare questi lavori."
"No. E' assurdo che ancora oggi ci sia gente che la pensa in questo modo" i suoi occhi si fecero carichi di disprezzo "Mi dispiace per lei" e senza darle nemmeno il tempo di ribattere si allontanò, seguita da Tadashi.
"Ma... Voi non potet..."
"Possiamo eccome" disse il ragazzo "Se la può scordare l'intervista, se la faccia da sola!"
Concluse amaramente mentre chiudeva la porta d'entrata.
Nonostante si stessero allontanando, potevano sentire le urla della donna trapanargli ancora le orecchie, ma questo li aveva incentivati solo ad accelerare ancora di più il passo per poter andare via.


 
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Anna stava vagando per i corridoi con aria decisamente seccata. Non era da lei arrabbiarsi, ma ultimamente si sentiva molto provata per tutta quella situazione: per quegli incubi che continuavano a farsi strada nei suoi pensieri quasi ogni notte, per la vicenda del Calice, la preoccupazione per sua sorella e i suoi amici e l'idea di cosa comporterà questo con la sua predizione.
Stava camminando svogliatamente per dirigersi alla prossima lezione e appena voltato l'angolo per salire le scale, vide arrivarle incontro proprio Hans.
Immediatamente il suo pessimo umore svanì, concentrandosi solo ed esclusivamente sulla bellezza dei suoi occhi "C_Ciao Hans!"
Lui la guardò, si trovava più in alto di lei "Oh ciao." 
Le sorrise ma Anna poté giurare che non sembrava così felice come voleva mostrare. Diede un rapido sguardo al libro che teneva in mano "Lettura impegnativa?"
Hans inarcò un sopracciglio ed Anna subito indicò col dito il libro che stava tenendo fra le mani. 
"Ah si..." sospirò mentre incrociava nuovamente il suo sguardo "Progetti per Erbologia: dobbiamo studiare dei veleni."
Sembrava strano, come se avesse fretta di andarsene via.
Immediatamente Anna si domandò se avesse fatto qualcosa di sbagliato e quando lo vide avanzare un passo per scendere le scale gli si parò ancora davanti.
"Io...Io..." Prima di poter dire altro decise di prendere un bel respiro, intrecciandosi un ciuffo di capelli con le dita per il nervoso.
Quel ragazzo riusciva ad agitarla terribilmente.
"Sono felice di vederti. Sai...N_non ci siamo più visti dalla punizione e così..."
"Mi dispiace. Ultimamente sono impegnato con lo studio."
La guardava, ma sembrava stesse pensando ad altro. 
"L_lo capisco!" gli sorrise imbarazzata "Dovrei impegnarmi almeno la metà di quanto ti impegni tu. Sei sempre così studioso e..."
"Scusami Anna, ma devo proprio andare" non le lasciò nemmeno il tempo di finire di parlare che lo vide prendere subito le distanze.
Questo suo atteggiamento la spiazzò un pochino: di solito Hans si era sempre dimostrato così gentile e disponibile, doveva essere in una giornata davvero nera per poterla liquidarla cosi.
"Si...Certo..." rispose dispiaciuta.
"Ci vediamo un'altra volta."
Incrociò per un ultima volta i suoi occhi, dopo di ché lo vide allontanarsi a passo svelto via da quel corridoio, mischiandosi tra la folla di studenti.

 

 
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Nick si trovava vicino alla Serra di Erbologia e dopo aver salutato di sfuggita qualche compagno, si stava dirigendo con tutta calma al dormitorio per recuperare qualche libro, sapeva che in questo modo rischiava di arrivare tardi a pozioni, ma sfruttava quel lasso di tempo per staccare la spina dalle lezioni e sgranocchiare qualcosa di veloce in assoluta tranquillità.
"Nick Wilde, giusto?"
Alzò lo sguardo davanti a sé, trovandosi Hans che lo fissava con un mezzo sorriso stampato sul volto.
"Mi ricordo di te durante il duello, sei un amico di Merida."
Era la prima volta che gli rivolgeva la parola di sua spontanea volontà.
Sarà stato il suo pregiudizio dovuto al suo trascorso con Elsa, ma la cosa non gli stava piacendo per niente.
Smise di mangiare e si mise nella tasca il pacchetto di caramelle tutti gusti+1. 
"A dire il vero, sono più un amico dell'amico di Merida. Quella ragazza mi fa un po' paura."
Lo vide trattenere una risata ed avvicinarsi, con la coda dell'occhio controllò che non ci fosse traccia dei suoi compagni, ma a parte qualche studente del secondo e terzo anno a zonzo, non vide nessuno della sua banda.
"Sai, girano delle voci sul tuo conto."
Nick fece le spallucce "Posso immaginare. Non sono mai positive."
"Dipende dai punti di vista, in questo caso si dice che ti sei preso una bella cotta per Elsa Arendelle" si appoggiò con la spalla sulla parete della serra, senza smettere di fissarlo "Deduco che la inviterai al Ballo del Ceppo."
L'altro trattenne a stento una risata.
Era incredibile quanto fossero pettegoli i suoi compagni, ma era pronto a giurare che il merito di tutta quella pubblicità era dovuto a quella ragazza di Beauxbatons, Charlotte La Bouff. 
"Deduci male!" disse "Preferisco le ragazze più basse."
"Davvero? Eppure chiedi spesso di lei in giro" gli occhi di Hans puntarono su alcuni studenti del secondo anno che stavano entrando nella serra con indosso delle cuffie "Non sono stupido, ho notato quando la guardi. E non solo lei."
Quest'ultima frase mise in allarme il Serpeverde, ma cercò di non farlo notare.
"Guardo un sacco di gente, gli occhi servono a questo" si appoggiò con la schiena contro la parete, passandosi una mano tra i capelli rossi "Non capisco perché dovrebbe interessarti. Non punti all'altra Arendelle?"
"A chi punto io non ha importanza. Volevo solo rendermi conto di quanto sapessi."
Nick lo guardò.
"Non sei il solo che osserva e... Ho notato che mangi spesso quelle caramelle."
Istintivamente il ragazzo portò lo sguardo verso la tasca della sua giacca dove teneva nascosto il pacchetto di dolci ormai semi vuoto. Quel breve momento gli fece ricordare di quella sera che aveva sentito la prima volta Elsa ed Hans parlare, durante l'arrivo degli studenti stranieri. In effetti, nonostante avesse cercato di non dare nell'occhio, ultimamente si era visto lo sguardo di Hans puntato su di lui, ma pensava fosse solo una sua impressione.
Forse chiedere a Charlotte di Elsa aveva portato più danni del dovuto.
Il Corvonero guardò dal vetro della serra i giovani studenti sistemarsi per iniziare la lezione, anche Tuck stava indossando delle cuffie mentre mostrava ai ragazzini un vaso con all'interno una piccola mandragola appena nata. 
"Hai mai provato ad avvicinarti ad una Mandragola adulta, Nick?"
L'altro inarcò un sopracciglio "Certo che no. Morirei."
Sapeva che il pianto di quella pianta, negli esemplari adulti, poteva diventare addirittura letale.
"Esattamente" lo sguardo del Corvonero si fece più serio "Se sei a conoscenza di quello che so io... Ti consiglio di stare lontano da lei."
Anche se il modo in cui lo disse non sembrava intimidatorio, Nick diede comunque una veloce occhiata all'interno della serra dove vide il professore spiegare la lezione a quei ragazzini. Hans non aveva mai mostrato atteggiamenti aggressivi come i suoi compagni Serpeverde, tuttavia non si poteva mai essere troppo prudenti.
"E' una minaccia?"
Il volto del ragazzo parve rilassarsi un pochino "E' un consiglio. Non sei sprovveduto come certi tuoi amici impiccioni: sarebbe saggio per te stare alla larga da tutto questo." 
Fece per andarsene ma le parole di Nick lo fermarono.
"Ha fatto del male di proposito?"
L'altro esitò qualche istante, ma non si lasciò sopraffare.
"Ti ho sentito, quella sera in corridoio. Ha fatto volutamente del male ad un ragazzo?"
"Lo ha ucciso, sì." 
"Non mi hai risposto."
Hans tornò a fissarlo "Ha davvero importanza per te se lo voleva o meno?"
Il Serpeverde schiuse le labbra per dire altro, ma questa volta l'altro ragazzo sembrò anticiparlo.
"Se stai per chiedermi perché le sono stato attorno: Ho solo visto quello che è successo e come te stavo cercando di capire. Tutto qui." 
"E' assurdo" Nick diede un calcio ad un sassolino "Se è davvero così pericolosa, dovremo dirlo al preside e..."
"Credi che non lo sappia? Sveglia Wilde" lo fermò Hans, scostandosi dalla parete "Lo dico per il tuo bene e per quello dei tuoi amici" lo guardò un'ultima volta prima di andarsene "Stai al sicuro."
Mentre si allontanava, Nick rimase con lo sguardo perso nel vuoto a rimuginare sulle sue ultime parole. Il suo ragionamento non faceva una piega, aveva intuito della sua scoperta e aveva deciso dimetterlo in guardia... di logica si sarebbe dovuto fidare.
Sapeva che prima di dare un giudizio definitivo avrebbe dovuto sentire almeno la versione di Elsa, ma quella ragazza era così sfuggente e sebbene una parte di lui avrebbe voluto continuare ad indagare su quel mistero, le ultime parole di Hans continuavano a rimbombargli nella mente.
"Lo dico per il tuo bene e per quello dei tuoi amici." 
Quelle parole lo turbarono e per la prima volta avvertì un senso di paura.
Negli ultimi giorni stava pensando proprio di raccontare questa storia a Judy, proprio perché sapeva che di sicuro non si sarebbe fatta sopraffare da uno come Hans e avrebbe cercato ogni modo per scavare a fondo a questa storia.
Ma se davvero Elsa era incontrollabile e letale, Judy avrebbe potuto rischiare la vita.
La conosceva fin troppo bene da sapere che una volta svelata questa storia, non avrebbe mai rinunciato, testarda com'era.
Se ci teneva a lei e ai suoi amici, questa storia non doveva uscire. Se Nord era davvero a conoscenza di Elsa, forse non aveva motivo di preoccuparsene così tanto.
Insomma, l'avrebbe fermata se avesse cercato di uccidere qualcuno, no? Era il preside, nonché uno dei maghi più potenti e ammirati nel mondo magico.
Doveva avere fiducia in lui.






 
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NOTE AUTRICE:
Ciao a tutti!
Non vedevo l'ora di mettere anche questo capitolo! Come avete ormai capito mi piace tanto inserire nuovi personaggi all'interno di questo crossover e dal momento che toccava fare l'intervista, la prima persona che mi era venuta in mente era proprio Crudelia De Mon del film "La carica dei 101", che qua è chiamata amichevolmente Delia.
Verna invece è la fata smemorino di "Cenerentola", le ho lasciato il nome della doppiatrice originale e mi sembrava carino renderla amica d'infanzia di Nord ahah
In questo capitolo viene affrontato anche un pochino il tema sul razzismo: Crudelia è un personaggio molto superficiale, che dice tutto quello che pensa (parolacce comprese), si circonda sempre di pellicce rare e preziose, ho pensato di esternare questo suo tratto portandola anche a disprezzare i nati babbani perché non sono una razza "pura".
Non so, ce la vedevo bene in questo ruolo, ditemi voi.
Qua si scoprono comunque più cose su Jim, collegandolo al canon del padre che lo ha abbandonato da piccolo e ho voluto mettere anche un confronto tra Hans e Nick che spero vi piaccia. Non manca molto all'inizio della prima sfida!
Grazie a tutti per continuare a leggere questa storia! Scusate se rispondo sempre tardi, ma vi giuro che i vostri commenti li leggo sempre e mi fanno davvero piacere.


 
 
~Un abbraccio~

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Capitolo 13
*** Armonia ritrovata ***


Cap 13: Armonia ritrovata 

 

 
Moana - GIF - Moana Photo (40252553) - Fanpop
 



 

Moana aveva cercato Jim per quasi tutto il pomeriggio, ma non era ancora riuscita a trovarlo. Sapeva che di solito quando era furioso per qualcosa gli piaceva stare nei posti più isolati, come nella Torre di Astronomia o il grande ponte di legno che collega il Castello. Aveva persino controllare il Campo di Quidditch, nella speranza di vederlo allenarsi, ma nulla, sembrava sparito. 
Iniziava a pensare che forse aveva semplicemente deciso di tornare al dormitorio, dal momento che il giorno dopo ci sarebbe stata la prima prova da superare.
Ancora non riusciva a crederci che avrebbe partecipato a quel Torneo. Iniziava pian piano a sentire l'agitazione addosso, così le venne in mente un'idea e subito cambiò direzione, raggiungendo il Lago Nero.
Poteva stare un po' tranquilla, solo lei e l'acqua. Era arrivata giusto in tempo per vedere il cielo diventare di un bel rosso caldo, che creava un'atmosfera rassicurante. 
Adorava rilassarsi in quel luogo, forse il suo preferito tra tutte le zone di Hogwarts.
Subito si tolse le scarpe e si avvicinò alla riva, immergendo i piedi nell'acqua e chiudendo gli occhi. Il venticello le stava muovendo leggermente i capelli, mentre sentiva il movimento delle piccole onde che accarezzavano la riva del lago. 
Da bambina lei e la sua famiglia vivevano in un piccolo villaggio sulle sponde del mare, in un Paese lontano, ma purtroppo il lavoro di suo padre li aveva costretti a trasferirsi a Londra e lasciare così il villaggio che tanto amava. 
Era piccola, ma se chiudeva gli occhi poteva ancora ricordare ogni minimo dettaglio di quel luogo: l'odore salmastro, la sabbia fresca con qualche conchiglia bagnata dall'acqua, i colori del mare, la brezza accarezzare le grandi foglie delle palme. 
Ricordava ancora le serata passate al falò in spiaggia ad ascoltare i racconti di sua nonna, quando lanciava i sassi e sentiva i suoni che facevano quando affondavano.
Ecco perché le faceva bene stare nei pressi del Lago Nero: era il luogo più simile a quel mare che tanto le mancava. Ogni volta che aveva una brutta giornata amava restare in quel posto, solo lei e il lieve rumore del vento che muoveva le onde del lago.
Di colpo, ogni problema e ogni preoccupazione sembravano svanire.
"Fossi in te, uscirei dall'acqua" disse la voce di Jim alle sue spalle "Credo di aver appena visto un Grindylow[1]"
Moana riaprì immediatamente gli occhi, rendendosi conto di aver camminato fino ad arrivare con l'acqua alle ginocchia "C_come?!"
"Proprio li! Attenta!" 
Lo scatto fu talmente improvviso che rischiò quasi di scivolare in acqua. L'altro cercò di guardare altrove per non scoppiarle a ridere in faccia.
"Jim!" a quel punto affrettò i passi fino a raggiungere nuovamente la riva, sotto lo sguardo divertito del Serpeverde.
"Sei sempre il solito. Dovevi dirmelo subito!"
"Sembravi così a tuo agio" la punzecchiò.
Lei si strinse le spalle "Mi piace questo posto..." disse mentre dava un ultimo sguardo malinconico al lago.
L'altro annuì, attirando così l'attenzione della ragazza.
"Le sessioni di studio" continuò "Ricordi? Mi hai costretto a studiare qui tutto il tempo!"
Moana rise e gli puntò il dito contro il petto "Ti correggo: io ho studiato. Tu hai sfidato Ercole e ti sei messo a volare sopra il lago."
"Sei sempre così esagerata."
Lo fissò stupita "Io? Hai fatto finta di aver perso il controllo della scopa!"
Lui ridacchiò incredulo e si mise a fare il vago "Ma se non mi guardavi nemmeno..."
"Stavo morendo di paura, Jim!" disse Moana dandogli un rapido pugno sul braccio "Pensavo saresti finito in acqua!"
"Ehi, almeno ti ho fatto togliere l'attenzione dai libri. Ci hai pure raggiunto." 
Lei continuò a guardarlo, scettica "Hai davvero un modo strano per attirare l'attenzione, lo sai?"
Si guardarono e pochi secondi più tardi scoppiarono a ridere, sentendosi finalmente a loro agio dopo tanti giorni di silenzio.
Poi il volto di Jim divenne stranamente serio "Mi... Mi dispiace davvero" si fermò un po' titubante prima di riprendere a parlare "Hai ragione, sono stato un bambino... Non dovevo prendermela con te in quel modo."
Anche il sorriso di Moana sembrò svanire, il suo sguardo si fece più rude "Tutti mi considerano una sbruffona che ha truccato la sfida. E sai una cosa? A me non importa di quello che pensano, quella gente non è mia amica..." lo sguardo pungente che gli rivolse lo fece sentire ancora più in colpa "Ma tu sì. E quando mi hai accusat..."
Ma Jim le si avvicinò rapido "Non avrei dovuto." 
"E allora perché hai continuato?" tornò a guardarlo furiosa "Mi hanno puntata il dito contro solo perché sei uscito tu per primo!"
Jim tornò nuovamente a fissarla con dispiacere.
Aveva ragione, lui era stato scelto per primo e di conseguenza la maggior parte aveva pensato fosse stata lei a barare.
E quella stupida rivalità tra le loro Case aveva peggiorato la situazione.
"Io..."
"E prima di accusarmi, la mia risposta è: NO!" disse fermamente, incrociando le braccia "Se fosse capitato a te, non avrei mai pensato che tu avresti potuto barare. Io ti conosco."
Ed era vero. Moana era una delle persone a lui più vicine e lui in quei giorni aveva gettato via la loro amicizia senza darle nemmeno l'occasione di spiegarsi.
"Nemmeno io."
Lo sguardo scettico che gli rivolse lo fece vacillare "In realtà...Sapevo che non avevi barato. Non so perché ho detto quelle cose, ma io ti credevo."
"E nonostante tutto mi hai accusata."
"Mi dispiace."
L'altra distolse lo sguardo, seccata, portando la sua attenzione sulle onde del lago.
"Ero arrabbiato!" continuò Jim. Moana fece per ribattere ma lui la fermò subito, iniziando a camminare per l'agitazione "So che non è una scusa, ma io... Per una volta pensavo di essere l'unico scelto, capisci? Non ho fatto in tempo ad abituarmi all'idea di essere il solo Campione di Hogwarts che subito scopro che anche a te era toccata la stessa sorte!"
Continuava a darle le spalle, poi si fermò ancora, passandosi nervosamente le mani ai capelli "Il Calice ha sempre scelto solo una persona" continuò "Sai una... Una parte di me credeva di non essere abbastanza. Non quanto te...Per lo meno. Ho iniziato a pensare: e se fossi IO la scelta sbagliata?" la guardò, sorridendo appena "Tu sei una delle maghe più brave che io conosca, perché scegliere me? 
Moana abbassò leggermente il capo e prese a giocherellare titubante con il ciondolo che portava al collo "E' per quello che ti ha detto quella giornalista?" il tono sembrava notevolmente turbato mentre ripensava a quella donna.
Jim forzò un sorriso amaro "Al fatto che sia un sanguemarcio? Tzè...E' fin da quand'ero piccolo che lo sento..." sussurrò, dando svogliatamente un calcio ad un sassolino.
"E' orribile!" sbottò lei "Non pensare di valere meno per questo!"
L'altro si portò le mani in tasca, nonostante una piccola risata, il suo sorriso sembrava così spento "Per te è facile, i tuoi genitori sono entrambi dei maghi."
"E' la stessa cosa."
"No che non lo è" la fermò lui, serio "Credimi."
Moana allora si zittì, riprendendo a fissare il lago, e così fece anche Jim.
"Sai" sospirò, lo sguardo più malinconico "E' strano nascere in una famiglia non magica: di colpo sono passato a scegliere calderoni e bacchette da portare a lezione invece che astucci e compassi come tutti i bambini normali. Sono entrato improvvisamente in un mondo a cui nessuno mi aveva mai preparato e ho dovuto affrontarlo da solo, perché i miei genitori erano estranei a tutto questo. Mio padre non..." quelle ultime parole però gli morirono in gola, ma Moana riuscì comunque a capirlo.
Vedendolo così affranto, fece per sfiorargli un braccio e tentare di incontrare nuovamente il suo sguardo "Se n'è..."
"Era troppo per lui. Ero... Strano, diverso dagli altri bambini e... N_non poteva sopportarlo" si scostò, forse ancora troppo amareggiato "Ma in fondo non mi importa, davvero..."
Si sentiva in colpa per tutto quello che era capitato alla sua famiglia, per lo shock dei suoi genitori scoperta la sua natura magica, l'odio di suo padre verso un mondo che non gli apparteneva e la sua fuga, col conseguente abbandono di lui e sua madre.
Ancora adesso non sapeva che fine abbia fatto. E per quanto sentiva di doverlo detestare per tutta la rabbia che gli aveva causato, una parte di lui forse sperava ancora in un suo ritorno.
Moana nel frattempo lo fissava, incerta se farsi avanti o lasciarlo nei suoi pensieri.
"Jim."
Lui non rispose, così fece nuovamente dei passi in avanti, posizionandosi di fronte "Ascoltami bene Jim Hawkins" lo chiamò ancora e finalmente lo vide alzare il capo per guardarla "Io sono tua amica, giusto?"
L'espressione che le rivolse fu piuttosto confusa, vista la domanda "Giusto...?"
"Allora credimi: non pensare anche solo per un secondo che sia stata colpa tua. Babbani, maghi...Che importa? Pensi davvero che sia il sangue a stabilire chi sei davvero? Tu hai le capacità per raggiungere grandi obbiettivi, non devi lasciarti abbattere da persone del genere. Tuo padre, quella giornalista... Loro non ti conoscono, non ci hanno nemmeno provato. Non devi nulla a quella gente."
Si fermò solo qualche istante per prendere un profondo respiro "Sei più di tanti maghi che hanno varcato questo posto. Le scelte sono tue, non lasciarti condizionare..." gli rivolse poi un sorriso sincero "...E ti conosco abbastanza bene da sapere che farai grandi cose, qui e in futuro."
Jim era rimasto a fissarla tutto il tempo. Quelle frasi lo avevano preso così alla sprovvista da lasciarlo incapace di reagire.
Non si sarebbe mai aspettato un discorso simile da lei, non dopo tutto quello che era successo con il Calice. 
Vedendolo impalato in quel modo, Moana inarcò un sopracciglio "Oh no. Sono stata così terribile?"
"Vuoi scherzare?" le sorrise, un po' impacciato "Sei davvero perfetta." 
Lo disse con una tale naturalezza da stupirla non poco "Sul serio?"
Jim annuì, ma poi rendendosi conto di essersi sporto un po' troppo vicino a lei, fermò subito la testa "...Si...Ehm..."
Moana arrossì, mai avrebbe pensato ad una reazione simile da parte sua. 
Sapere che la considerava in quel modo la faceva sentire stranamente felice.
Nel frattempo l'altro aveva continuato a borbottare delle frasi senza capo ne coda, probabilmente nemmeno lui sapeva bene come salvarsi da quella situazione.
Alla fine, dopo un attimo di esitazione, si fece coraggio ed avanzò verso di lei "...I_itendevo che...che tu..."  si passò nervosamente una mano tra i capelli, puntando lo sguardo altrove per l'imbarazzo "...Insomma...Sei...In gamba" concluse infine, arrossendo.
Questa volta anche lei sorrise imbarazzata.
"Oh...Grazie. E..." fece un passo in avanti, incrociando nuovamente i suoi occhi "...Insomma... Sei...Sei in gamba anche tu."
Si sorrisero e decisero di restare in silenzio per un po', forse sperando che uno dei due interrompesse quell'attimo così imbarazzante con qualche battuta per sdrammatizzare.
"Allora..." fece Moana mentre sorrideva impacciata "Forse è meglio sbrigarci a tornare, sai...Il...Il copri-fuoco."
"G_giusto" Jim si strinse le spalle, guardando poi una zona del lago "E domani abbiamo la prova."
L'altra si lasciò sfuggire una risatina nervosa, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio "Già..." iniziò poi a camminare e dopo qualche istante di esitazione, alla fine anche Jim la affiancò.
Mentre tornavano al Castello, non spiccicarono parola per tutta la durata del tragitto, ogni tanto si lanciavano qualche occhiata ed un vago tentativo di dirsi qualcosa, ma puntualmente finivano col sorridersi e rimanere in totale silenzio.
Una parte di Moana si sentiva sollevata per essere riuscita a chiarire, mentre l'altra non faceva che pensare a quell'atteggiamento di poco fa.
Che diamine le stava passando per la testa? Quello era Jim Hawkins, uno dei suoi migliori amici ed erano così vicini che...
Scacciò immediatamente via quei pensieri dalla sua testa.
Non era il momento di pensarci. Non con lui. E non col Torneo di mezzo.
Sperava davvero che questo avrebbe cambiato nulla.


 
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La sera prima del Torneo, Anna quasi non era riuscita a chiudere occhio: sapeva che in parte era dovuto a quei terribili incubi che ormai la perseguitavano ogni giorno, ma il pensiero che questi potessero essere in qualche modo collegati ai suoi amici non la fece riposare un solo istante.
Ed è per questo che avrebbe usato qualsiasi mezzo pur di cambiare quel terribile destino, qualunque esso fosse. Si sarebbe addirittura intromessa nelle prove se questo avesse significato salvare i suoi amici e sua sorella.
Quella mattina si sentì così decisa ad arrivare in tempo che non si fece nemmeno degli scrupoli nel buttare quella pigrona della sua migliore amica giù dal letto, perfino Judy se ne stupì dato che normalmente era lei quella che dava la sveglia. Tuttavia Merida, dopo aver brontolato qualcosa simile ad un "Vi raggiungo più tardi" con fatica si era arrampicata nel comodo letto caldo, sotto lo sguardo sconvolto delle due ragazze.
Era loro amica da anni e dormire il Sabato mattina era sempre stata una delle sue attività preferite, erano sicure che nemmeno un evento importante come il Torneo Tremaghi l'avrebbe smossa da quel letto prima delle undici.
Dopo diversi tentativi alla fine decisero di fidarsi e con gli altri si avviarono al di fuori delle mura di Hogwarts per dirigersi al Campo da Quidditch.
Riuscirono ad arrivare per tempo, trovando anche posto vicino ad altri loro compagni. Jack era seduto comodo mentre mangiucchiava qualche dolce accanto a Hiro.
Con la coda dell'occhio Anna e Judy videro anche altri ragazzi appartenenti alla scuola di Durmstrang vicino a loro: tenevano in entrambe le mani delle bandierine con scritto il nome di Tadashi, il Campione della loro scuola. 
In quel momento Judy si rese effettivamente conto del gran numero di bandierine e striscioni che inneggiavano i nomi dei concorrenti e si sentì in parte un po' in colpa nel non aver preparato nulla.
Jack la guardò e come se le avesse letto nella mente le diede un colpetto alla spalla, indicando il suo compare Nick Wilde a pochi posti più in la. 
"Lui vi può dare una mano."
Judy osservò il Serpeverde vendere una manciata di bandierine con scritto il nome di Jim ad un paio di ragazzi Tassorosso.
Non poté fare a meno di arricciare il naso infastidita: quel furbone di Nick non si smentiva mai e sfruttava ogni occasione per poter racimolare qualche soldo. Tuttavia non sembrava volerlo fermare questa volta, dopotutto non stava violando alcuna regola.
Per ora.
Nick sembrò finalmente accorgersi della loro presenza e dopo aver concluso l'affare con i due Tassorosso li raggiunse, mostrando fieramente la scatola delle bandierine ormai semi-vuota.
"Adoro questo Torneo!" gongolò mentre iniziava mano a mano a contare i galeoni guadagnati. 
"Hai guadagnato così tanto per delle bandierine?" domandò stupefatto Hiro.
"Oh no" ridacchiò Nick, tirando fuori dalla tasca un sacchetto con una quantità minore di galeoni "Questi sono per le bandierine"
"Mentre quelli..." continuò Jack, indicando la somma più grande "Sono per le scommesse di questa mattina."
Quel discorso attirò inevitabilmente l'attenzione degli altri, in particolare di Judy "Scommesse? Di che parlate?"
Ecco.
Nick sapeva che l'amico aveva parlato troppo. Ora avrebbero avuto quella Grifondoro alle calcagna per tutto il tempo.
"Oh beh sapete... Qualche scommessa innocente qua e la" disse.
Hiro lo guardò divertito "Scommesse... Innocenti?" 
L'altro annuì e camminò verso Judy ed Anna, circondando con le braccia le loro spalle "Sapete, è per testare anche la fiducia della gente. Chi secondo voi vincerà: Il Campione... O... Il drago?"
Anna ebbe un nodo in gola e sebbene pochi minuti prima sembrava essersi tranquillizzata, ora avvertiva nuovamente il panico farsi largo nella sua mente. Judy se ne accorse e subito allontanò Nick da lei, fulminandolo con lo sguardo.
"Drago o meno, mio fratello sa il fatto suo sugli incantesimi. Sono sicuro che se la caverà" disse Hiro.
"A dire il vero, molti hanno puntato la sconfitta di Moana" lo sguardo di Anna si fece ancora più preoccupato.
"Non starlo ad ascoltare, se la caveranno TUTTI quanti!" la rassicurò Judy.
"La maggior parte non dice così!" disse Nick sovrappensiero, ma vedendo poi l'ennesima occhiataccia che gli rivolse la prefetta capì di dover tacere. Per il suo bene.
Deglutì a fatica, scambiandosi uno sguardo d'aiuto con Jack che invece sembrò ridersela sotto i baffi.
Tipico. Bell'amico.
"Certo che non ti smentisci mai..." sospirò Judy mentre cercava di consolare la ragazza "Scommetti sulla vita del tuo amico?"
Nick si strinse le spalle "Noi non scommettiamo nulla. Accettiamo semplicemente le scommesse."
"Noi?"
Col capo vide che il ragazzo indicò Jack e subito Judy alzò gli occhi al cielo.
"Dovevo immaginarlo."
"Voi due siete come il gatto e la volpe" rise Belle dietro di loro. Stava tenendo in mano un libro che Judy non aveva mai visto prima di allora. Solo Jack sembrò ridere a quella battuta.
Belle li guardò con aria divertita ed alzò leggermente il libro per mostrare la copertina "Il racconto si chiama Pinocchio. Lo abbiamo studiato tempo fa a Babbanologia: parla di un burattino di legno che deve imparare dai suoi errori, quando dice le bugie gli si allunga il naso e ad un certo punto si trasforma pure in un asino."
Le venne quasi da ridere vedendo gli sguardi perplessi dei presenti.
"Nella storia fa la conoscenza di un Gatto e una Volpe" continuò, lanciando un'occhiata ai Serpeverde "Due truffatori che lo ingannano per prendergli i soldi."
"Ehi, così mi colpisci nel profondo..." sospirò Nick, portandosi una mano sul petto "Mi stai dando del truffatore? Il mio è un lavoro onesto!"
Questa volta Judy si lasciò scappare una risata "Le scommesse non sono mai oneste, Nick." 
"Da piccolo amavo quel libro!" esclamò Jack entusiasta, mentre finiva il suo pacchetto di caramelle "E devo dire che il gatto e la volpe mi stavano particolarmente simpatici".
"Ci avrei giurato" ridacchiò Hiro rubandogli una caramella dalle mani "Non credevo che i babbani avessero delle storie tanto buffe."
"Oh, ne abbiamo di peggiori" commentò Jack "Come una zucca che si trasforma in carrozza, dei bambini che trovano una casa fatta interamente di dolci..."
"Una volta ne avevo letta una di una pianta di fagioli che crebbe fino ad arrivare sopra le nuvole" raccontò sognante Belle "Non sono affascinanti?"
Nick fece le spallucce, spostando lo sguardo verso i suoi amici "Tzè, andiamo...Scrivono queste storie e poi non credono nella magia?" 
Lei ignorò il suo commento e si sporse incuriosita verso Jack "Quindi in famiglia hai dei babbani?" 
"Sì, mia madre" disse un po' titubante, ma la ragazza gli sorrise comprensiva. 
Al contrario di Jack, lei aveva entrambi i genitori maghi, ma suo padre era sempre rimasto affascinato dalla cultura dei babbani, dall'arte e soprattutto da quella cosa che chiamavo scienza, diventando addirittura oggetto dei suoi studi. Anche lei si interessò a quel mondo, trovando particolarmente affascinanti i loro libri.
Purtroppo questo non venne mai visto di buon occhio al suo paese, ma a lei non importava: le piacevano e spesso trovava quelle storie perfino più interessanti di quelli dei maghi.
"E comunque io potrei essere la volpe" continuò Jack, riportando così l'attenzione al discorso di prima.
"Scordatelo" lo corresse Nick, gonfiando il petto "Tu sei il gatto, la volpe sono io. E' anche lo stemma della mia famiglia."
Judy tornò a fissarlo "Dimentico sempre che la tua famiglia è nobile." 
"E' solo un titolo" sbuffò l'altro "Fossi realmente ricco non cercherei di guadagnare i soldi."
"Oh...Leggo nei tuoi occhi la costrizione" rispose con leggero sarcasmo, suscitando le risate degli altri.
Anche Nick rise e sembrò stare al gioco "Tu mi capisci sempre"  prese poi due bandierina nel gruppetto rimasto e fece per consegnargliele "Un segno di pace, d'accordo?"
"Sono uno spasso, non trovi?" sussurrò Jack ad Hiro, senza smettere di sghignazzare.
Alla fine Judy cedette e prese le due bandierine, scambiandosi successivamente un sorriso.
In fondo era stato un gesto carino, semplice e generoso. Non sembrava nemmeno da lui.
"Sono sette galeoni, ma per te sono a metà prezzo."
Ecco.
Questo era decisamente più da Nick.
Al suono di quelle parole il breve sorriso svanì, senza dire altro si limitò a riconsegnargli le bandiere, sistemandosi seccata accanto a Belle. Nick inarcò le sopracciglia, seguendola con lo sguardo "Che le prende?" chiese, voltandosi verso Jack e Hiro.
"Imbranato..." sogghignò il compare, tornando poi a fissare l'arena nell'attesa che il Torneo iniziasse. Prima o poi se ne sarebbe reso conto. 




 
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Come da regolamento, ai quattro concorrenti fu svelata la sfida poco prima, in modo da improvvisare una strategia sul momento per testare le loro abilità.
Quando Filottete lo svelò ai Campioni, tutti e quattro ovviamente finsero stupore, se non addirittura paura.
Anche se effettivamente, il terrore nel dover affrontare un drago non era mai del tutto passato. Moana non era molto brava a fingere, ogni volta che lo faceva la voce le diventata stranamente più acuta, per fortuna solo pochi suoi amici conoscevano questa sua piccola particolarità e agli occhi di un estraneo poteva essere interpretato tranquillamente come una sorta di ansia pre-partita.
Cosa tutto sommato vera.
Non sapevano con esattezza se Filottete sospettasse qualcosa, tuttavia non sembrò voler indagare oltre, limitandosi a spiegare a loro in poche parole le regole della sfida: Ognuno di loro avrebbe dovuto recuperare un campanello all'interno dell'arena, affrontando ovviamente il drago. La sfida sarebbe finita una volta recuperato tale oggetto.
Moana avrebbe voluto evitare quell'ultima parte. Ma almeno era sollevata nel dover solo recuperare un oggetto, senza per forza di cose ferire il drago.
Filottete disse loro che il drago sarebbe stato casuale e che non avevano la possibilità di scegliere. La sua mente venne riportata alla sera in cui Hiccup condusse lei e Jim alla foresta per conoscere Sdentato e sperò non le capitasse per forza di cose la furia buia: non avrebbe mai voluto ferire l'amico di Hiccup. Anche se forse in quel caso, parlando di un drago, sarebbe stata lei quella a rischio di morire.
Dopo aver spiegato per filo e per segno le regole della gara, Filottete dovette allontanarsi per qualche minuto, probabilmente per controllare tra quanto sarebbe dovuto iniziare il Torneo.
Gli spalti erano ormai pieni zeppi di studenti, pochi di loro riuscivano a rimanere in totale silenzio mentre la maggior parte sembrava incapace di contenere l'entusiasmo. 
Nonostante la forte tensione in corpo, Moana si sporse leggermente al di fuori della tenda per poter dare una veloce sbirciatina, forse sperando addirittura di intravedere qualche amico tra gli spalti, ma la marea di persone urlanti ed agitate non le permisero di concentrarsi a dovere. Non si stupì più di tanto quando vide diversi striscioni con scritto il nome di Jim, in particolare da molti gruppi di ragazze.
"Tipico..." Sospirò, mentre con lo sguardo osservava con più attenzione altri striscioni, questa volta col suo nome, ma per nulla favorevoli.
"Tipico anche questo" borbottò sottovoce.
Era sicura che dietro quell'idea c'era lo zampino di Gaston o qualche suo amichetto Serpeverde. Purtroppo, nonostante le buone parole di Jim per fermare quel bullismo, parecchie persone continuavano ad esternare il loro disappunto per la scelta del Calice.
"Non va proprio giù l'idea che partecipi, eh?" commentò una voce alle sue spalle. Anche Tadashi si era esposto per osservare gli spalti e aveva notato anche lui quegli striscioni poco carini.
"Non vincerò il premio per la popolarità, soprattutto tra di loro" disse mentre col braccio indicava un punto in cui diversi Serpeverde erano raggruppati e mostravano uno striscione contro di lei.
Tadashi storse la bocca irritato "So che non dovrei farmi coinvolgere, ma credi che potrebbero togliermi dei punti se indirizzassi il drago verso di loro?" 
Moana soffocò una risata e scosse debolmente il capo "Non ne vale la pena. Pensa alla tua sfida."
L'altro la guardò interessato "Oh non preoccuparti. Impegnati per il secondo posto."
A quel punto l'altra voltò il capo verso di lui "Secondo?"
Tadashi rise e le fece l'occhiolino "Beh certo. Il primo è già occupato." 
Fece per rispondere ma lui rientrò nella tenda, quando si voltò del tutto lo vide parlare con Jim, mentre Elsa stava in disparte lontano da loro, sembrava letteralmente un pezzo di ghiaccio, fissava da troppo tempo un punto della stanza ed ogni tanto si toccava nervosamente le mani, coperte da lunghi guanti chiari.
Moana si rese conto solo in quel momento che fin dalla prima volta che l'aveva vista, Elsa sembrava indossare sempre dei guanti. Normalmente non ci avrebbe fatto particolarmente caso, ma in queste circostanze non poté fare a meno di domandarsi il perché.
Forse era allergica a qualcosa o semplicemente aveva una fobia per i germi. Anna non aveva mai accettato questo particolare, ma nemmeno lei conosceva tutto di sua sorella.
Vedendola così agitata le venne l'istinto di raggiungerla, ma non appena chiuse la tenda, la vide nuovamente riaprirsi con l'arrivo di Filottete "D'accordo Campioni, ascoltatemi!" esclamò e con un veloce schiocco di dita attirò l'attenzione di tutti i presenti. Una volta riuniti attorno a lui, l'uomo passò con lo sguardo ogni concorrente e subito dopo prese a parlare.
"Appena Nicolas finirà il discorso di apertura, tocca a voi entrare in gioco: Quando farò il vostro nome uscirete dalla tenda, gli altri restino qui."
Parlò in modo chiaro e veloce, senza però trasmettere alcuna pressione. Sapeva anche lui che la prova non era una passeggiata e alla minima distrazione avrebbero rischiato la vita.
"Buona fortuna ragazzi" disse infine, dando una pacca sulla schiena a Tadashi, vicino a lui. Dopo di ché fece cenno di sedersi ed attendere, la tenda era stata insonorizzata con un potente incantesimo, in modo da non sentire nulla al di fuori.
Non avrebbero potuto sentire le urla scoppiettanti della folla una volta iniziata la prova o le grida di gioia al termine di essa. 
Quell'attesa sembrava pressoché infinita.




 
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NOTE AUTRICE:

Ormai aggiornare questa fic una volta a settimana è diventata un appuntamento fisso!
Ringrazio davvero tutti quanti voi che leggete o recensite questa storia, sono lenta a rispondere e mi scuso ancora, ma arrivo pian piano e mi fa davvero felice sapere di far divertire qualcuno con questa storia! 

Ho voluto approfondire di più i rapporti tra i personaggi e dare qualche dettaglio sul loro background, mi sembrava una cosa carina e volevo collegarmi al canon, come la volpe per Nick o l'amore di Moana per l'oceano o ancora con Belle che legge un sacco di libri e viene vista strana dagli altri.
Adoro scrivere queste cose, se non si era ancora capito ahaha
Spero vi siano piaciute!
Per chi ha visto il "Pianeta del Tesoro", ho cercato un pochino ricalcare il dialogo tra Jim e Silver, anche se non è minimamente paragonabile (e non voglio farlo), però ho pensato che in questo caso a tirarlo su di morale poteva essere Moana, con cui alla fine ha sempre avuto un rapporto "speciale". E magari qualcosa di più, chi lo sa 👀
Non so, come idea mi sembrava carina.
Inoltre spero di non deludervi per la prova, sto in ansia raga, mi auguro di non aver scritto un pasticcio XD


Alla prossima e grazie mille per il vostro sostegno ♥ ♥




Informazioni sulle Creature Magiche:

[1] Grindylow: Gli avvicini (Grindylows) sono dei piccoli demoni cornuti di colore verde pallido che si trovano nei laghi delle isole britanniche e una colonia vive nel Lago Nero di Hogwarts. Hanno lunghe dita sottili prensili e forti. Sono aggressivi sia con i babbani che con i maghi.  

 

 
~Un abbraccio~

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Capitolo 14
*** Acqua, acqua...Fuoco! ***


Cap 14: Acqua, acqua...Fuoco! 

 

 
Graphics Riders of Berk | How to train dragon, How train your dragon, How  to train your dragon



 

"Merida non è ancora arrivata..." mormorò Anna mentre stava dando una veloce occhiata all'entrata del Campo "Dovevamo aspettarla, si sarà riaddormentata."
La lieve risata del Corvonero accanto a lei riuscì però a rilassarla un pochino "Ha diciassette anni. E' in grado di svegliarsi da sola, vedrai che..." ma l'occhiata dell'amica bloccò inevitabilmente le sue parole "...Che arriverà tardi" si corresse, ammettendo a se stesso che stavano parlando di Merida e non di uno studente qualsiasi. Quella sarebbe stata in grado di tardare anche in una gara a chi arrivava più in ritardo.
Forse non dovevano sul serio lasciarla ad Hogwarts.
"Vedo che il Torneo non è ancora iniziato!" squillò una voce alle loro spalle. Appena i due si voltarono videro davanti a loro Merida, con i capelli scompigliati che ansimava: a giudicare dal suo aspetto doveva aver corso come una matta fino al Campo.
"Credevo ti saresti persa la sfida!" disse Anna mentre si spostava poco più distante da Hiccup per permettere all'amica di sedersi in mezzo. la Grifondoro si gettò a peso morto sulla panchina e solo in quel momento i due videro che teneva tra le mani la sua scopa del Quidditch.
"L'hai usata per arrivare fin qui?" domandò Hiccup, la rossa si limitò a grugnire un sì, spostando poi lo sguardo verso di lui.
"Lo sapete che dormire il sabato per me è un rituale." 
"Ed è per questo che esiste una sveglia!" la punzecchiò il Corvonero.
Merida gli fece una linguaccia in risposta, puntando poi gli occhi verso il campo di battaglia "Moana e Jim si sono già presentati?"
"Non ancora, il preside deve iniziare il solito discorso."
La vide serrare le labbra poco prima di riprendere a parlare. Quasi come se temesse la risposta 
"E' vero quello che si dice sulle... Creature?" esitò ancora qualche istante "Sono... Dei draghi?"
Lui la fissò stupito.
"Come sai che..."
"Mentre atterravo ho sentito qualcuno parlarne..." 
Il suo sguardo era cambiato notevolmente, il lieve sorriso ormai era sparito quasi del tutto. Hiccup aveva immaginato una reazione simile: lei odiava fortemente quegli animali, gli avevano portato via suo padre anni fa e ancora non se ne dava pace. Era piccola e per via di quell'attacco si era paralizzata dalla paura. Fergus aveva semplicemente cercato di proteggerla, portandola in salvo da quelle fiamme, ma sfortunatamente non riuscì a farcela e venne aggredito da uno di loro durante la fuga.
Non si era mai data pace per quello che era successo.
"Non riesco a crederci! Davvero come prima prova vogliono farli affrontare quelle bestiacce?"
"Credimi, tutti noi siamo sconvolti" con la testa indicò Anna li accanto che non faceva altro che passarsi nervosamente la treccia tra le mani: di questo passo se la sarebbe distrutta.
"Ascoltami..." si chinò leggermente verso di lei, dando una breve occhiata attorno a loro per controllare se qualcuno li potesse sentire "So che per te è un problema, se non te la senti possiamo uscire di qua e..."
"Non preoccuparti" lo fermò, stupendo non poco l'amico.
"Sicura? Lo sai che..."
"Tranquillo Hiccup" l'espressione della ragazza si fece più dolce "Paura o meno, tutti noi siamo qui per sostenerli. Gli altri hanno bisogno di tutto l'appoggio possibile, non posso andarmene."
L'altro rimase piacevolmente stupito. Anche lui non era al settimo cielo per la sfida, ma sapeva quanto fosse difficile per lei assistere ad un incontro simile e sarebbe stato il primo a sostenerla per allontanarsi da li.
Ma nonostante la paura, Merida preferiva rimanere a fare il tifo per i suoi amici, anche in quel caso si stava dimostrando un'amica fantastica ed Hiccup non poté fare a meno di fissarla meravigliato. Lei sembrò accorgersene e distolse subito lo sguardo, arrossendo appena "E comunque, grazie" gli sorrise ed Hiccup ricambiò, portando anche lui l'attenzione altrove, visibilmente imbarazzato.
La Grifondoro puntò poi gli occhi su Anna che nel frattempo aveva preso a giocherellare nervosamente con l'altra treccia e le mise una mano sulla spalla per calmarla un pochino "Se continui a tirarti i capelli diventerai calva."
Quella battuta la fece sobbalzare appena "C_cosa?!"
Merida ed Hiccup risero, poi quest'ultima alzò lo sguardo verso Nick, che stava vendendo un paio di bandierine a due Grifondoro del secondo anno qualche spalto più in là "Credete che venda anche dei dolci? Non ho fatto colazione e sto morendo di fame!"
Anna non poté fare a meno di trattenere una risata, ringraziandola nella mente per la sua presenza. Si sentiva terribilmente agitata e scombussolata per il Torneo e, anche se quei sentimenti erano ancora nella sua testa, la presenza di Merida la aiutava in parte a stare meglio.
Finché ovviamente non la sentì chiamare un nome "Oh ciao Kristoff!"
La fulva spostò l'attenzione sul punto in cui l'amica aveva gridato e vide il Tassorosso diversi spalti più distanti da loro.
"Unisciti a noi!" gli disse Merida.
"Credimi, meglio se resto qua" rispose l'altro con un sorrisetto.
Solo allora Anna si rese conto che se ne stava in disparte, ben lontano anche dai suoi compagni. Merida le aveva accennato che fosse un tipo piuttosto solitario: amava passare il tempo con le creature magiche e non aveva molti amici.
Iniziava a dispiacerle il fatto di averlo conosciuto così tardi, seppur fossero dello stesso anno, si era trovata così bene con lui durante quella punizione e aveva saputo metterla a suo agio, nonostante le sue pessime figure nell'aiutarlo.
Con sorpresa vedeva che anche Judy e Jack sembravano conoscerlo. Non volendo sembrare maleducata, anche lei lo salutò timidamente, arrossendo un pochino non appena lo vide rispondere al cenno con un sorriso.
Immediatamente si girò  e si mise a fissare il terreno di gioco nella speranza che iniziasse la sfida. Si vergognava ancora per il loro ultimo incontro, quando per salvarlo dal morso di un purvincolo aveva lanciato un incantesimo contro la creatura, finendo però strettamente vicina a lui.
Ancora.
E non era la prima volta che capitava, si domandò perché ogni volta dovevano finire in una situazione tanto imbarazzante.
Probabilmente al contrario di lei, Kristoff non ci stava nemmeno più pensando a quel giorno. 
Almeno questo le permise di distrarsi un pochino alla vista del Torneo, anche solo per pochi minuti, finché la voce di Nord la attirò:


 
"Che prima prova di Torneo Tremaghi abbia inizio!"



~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~



 
Sebbene il preside avesse parlato solo per pochi minuti, all'interno della tenda dei Campioni sembrava fosse passata un'eternità: I ragazzi avevano ormai smesso di parlare e restavano in attesa, sperando che quella tortura finisse al più presto.
Moana stava per dire qualcosa quando sentì il fruscio delle tende aprirsi, rivelando Filottete. Con lo sguardo passò tra tutti i concorrenti fino a fermarsi al Serpeverde. 
"Ragazzo, tocca a te."
Lo vide alzarsi e scambiarsi un'occhiata con lui poco prima che uscisse dalla tenda. 
Ammirava il suo atteggiamento nell'affrontare quella sfida: sul suo volto non sembrava trasparire paura, o era molto coraggioso, o sapeva nascondere benissimo la sua fifa. In entrambi i casi sperava riuscisse a cavarsela, così come anche gli altri.
Non seppe effettivamente quanto tempo fosse passato da quando Jim era uscito.
Per combattere lo stress, aveva camminato tutto il tempo, fermandosi di tanto in tanto e finendo per dare un ulteriore occhiata alle fessure di quella tenda, nella speranza forse di sentir chiamare il suo nome e togliersi definitivamente il pensiero.
E come se le sue preghiere fossero state esaudite, mezz'ora dopo Filottete rientrò e, scrutando un ultima volta i tre rimasti, fece cenno a Tadashi di alzarsi.
Quest'ultimo rivolse un sorriso alle due ragazze, si diede una veloce sistemata al cappello ed avanzò verso l'uscita, seguito da Phil.
Restarono solo loro due e il netto silenzio che si creò risultava quasi imbarazzante.
Perfino Elsa ad un certo punto non ne poté più di tutta quella tensione e fece per parlare, o almeno ci provò, ma dalla sua bocca non uscì nulla. Forse nemmeno lei sapeva esattamente cosa dire in una situazione simile. Non aveva nemmeno una confidenza tale con Moana da raccontarle su quanto in realtà fosse agitata al solo pensiero di poter ferire qualcuno.
Si, perché in quel momento, l'unica cosa che riusciva a preoccuparla realmente era l'idea di far del male.
Nulla da togliere al drago, anche uno dei migliori Auror sarebbe stato preoccupato al posto loro, ma la sua mente era rivolta altrove.
"...Elsa?"
Temeva di rivivere di nuovo quella sensazione. Quelle immagini le continuavano a passare nella mente senza fermarsi e più provava paura, più quelle sensazioni aumentavano.
"Elsa?"
Sentiva che presto sarebbe tornata in quel baratro di terrore.
"Elsa!"
Quel richiamo fece finalmente tornare la ragazza sui suoi pensieri, scorse nello sguardo di Moana la preoccupazione e senza pensarci oltre si guardò subito le mani, temendo in quell'istante di non avere più i suoi guanti con sé. Fortunatamente li vide al loro posto e tirò un sospiro di sollievo. 
Per un attimo aveva seriamente creduto di aver perso il controllo del suo potere davanti ad un'altra persona. C'era già Hans a preoccuparla ed anche Anna sembrava starle spesso vicina, non voleva in alcun modo attirare ulteriormente l'attenzione. Non più del dovuto. Dopotutto era pur sempre la Campionessa.
Moana nel frattempo le si avvicinò un pochino, guardandole di sfuggita le mani "Stavi tremando e... Insomma..."
Le mani di Elsa si strinsero debolmente in pugni "Si. Io...Sono solo agitata per la prova."
L'altra le sorrise, e tornò a fissare l'entrata della tenda, iniziando a giocherellare con la sciarpa che portava al collo. 
Elsa la fissò, vedendo quanto fosse agitata anche lei, si sentì quasi più rassicurata. Ma al tempo stesso avrebbe voluto raccontarle come si stesse sentendo.
Si morse il labbro inferiore, guardando un ultima volta l'uscita "Hai mai..." ma si fermò prima di poter dire altro.
L'altra si sporse verso di lei "Hai mai... cosa?"
Elsa sorrise amaramente, puntando lo sguardo sulle sue mani "...Hai mai provato paura?"
Forse era semplicemente una tattica per sdrammatizzare, vista la situazione. Moana non poteva saperlo, ma nonostante tutto la domanda la fece quasi divertire "Intendi paura come...Affrontare da sola un drago spaventoso?"
"So che può sembrare stupido in un contesto del genere ma...Intendo la vera paura. Quella che blocca ogni tua capacità. Quella che ti fa perdere ogni speranza..." si fermò per qualche secondo, prendendo un lungo respiro "Perdere tutto quello che hai, le persone a te care. Io... Non voglio che succeda. Per me...È questa la vera paura."
La Grifondoro la guardò, notando come l'espressione di Elsa fosse così triste nonostante cercasse di forzare un sorriso.
"Una volta... Quand'ero piccola, ho rischiato di morire."
Elsa si voltò subito verso di lei con gli occhi sgranati.
"Mio padre amava andare in barca e spesso lo guardavo sulla riva mentre lui andava a pescare con mia madre facendo il giro di tutta l'isola. Continuava a promettermi che un giorno avrei navigato anche io con lui, ma ero ancora troppo piccola e dovevo aspettare..." mentre raccontava, il suo volto sembrava più rilassato, malinconico "... Alla fine riuscii a convincerlo e il giorno del mio sesto compleanno partimmo tutti e tre per una gita in barca. Lui inizialmente non era molto convinto, ma poco dopo si lasciò andare e passammo una  splendida giornata..." 
Poi improvvisamente la sua espressione si indurì 
"...Finché non arrivò una forte tempesta, una delle peggiori che abbia mai visto. I miei genitori tentarono di tornare indietro, ma le onde erano sempre più alte e la pioggia non faceva che aumentare..." si fermò, sembrava quasi titubante nel proseguire.
"...Non ho avuto pienamente paura finché non scivolai dalle braccia di mia madre e precipitai in acqua. Tentai di aggrapparmi al salvagente, urlai e nuotai con tutte le mie forze per raggiungere la barca, ma più provavo a muovermi, più sentivo le onde trascinarmi sempre più a fondo..." 
Ricordava ancora perfettamente ogni dettaglio di quel giorno: Il panico di non poter tornare a galla, il peso dell'acqua trascinarla via, le urla di sua madre farsi sempre più distanti. Fu una delle sensazioni più orribili di tutta la sua vita.
"Pensai davvero di morire, non avrei più rivisto i miei genitori, mia nonna, il mio villaggio...Avrei perso tutto..." alzò lo sguardo "Il giorno dopo venni ritrovata sulla riva, ero priva di sensi ma salva. Mia nonna disse che era stato un miracolo del mare" con una mano spostò la sciarpa, rivelando al di sotto una collana "Questa me l'ha regalata lei quel giorno. Disse che l'oceano mi aveva dato una seconda possibilità. Mi aveva scelta."
Solo allora l'attenzione di Elsa si concentrò su quell'oggetto, trovandolo molto particolare. Si trattava di un ciondolo dalla forma ovale, diviso in due parti. La metà inferiore era composta da una gemma azzurra come l'oceano. Quella superiore era pietra levigata, bianca come la spuma delle onde, e recava incisi alcuni segni tribali.
Moana passò con le dita sulla parte intagliata del monile e sul suo volto si formò un sorriso amaro "Non so davvero cosa accadde quel giorno, i miei ricordi non sono precisi ed ero molto piccola...Ma sì. Ho provato la vera paura."
"Mi dispiace..." mormorò Elsa, cercando di forzare un debole sorriso "Immagino che ora sarai terrorizzata dall'acqua."
L'altra fece le spaucce "All'inizio sì, ma poi è stato più forte di me. Alla fine ho pensato: perché rinunciare a qualcosa che amo? Il mare era tutta la mia vita" il suo sguardo si fece più deciso "Dovevo provarci, a discapito della mia paura." 
L'altra la fissò stupita. Quanto avrebbe voluto avere anche solo una parte di quel coraggio.
Trovava incredibile la forza d'animo di quella ragazza, di come fosse riuscita ad affrontare in quel modo le sue paure dopo un'esperienza simile. Rispecchiava perfettamente i tratti della sua Casa e il suo discorso non poteva che confermarle il valore della scelta del Calice.
Forse per lei non c'era stato un errore, forse erano stati scelti effettivamente due Campioni.
Si scambiarono un sorriso, accorgendosi poi dell'arrivo di Filottete, l'uomo fece un debole cenno col capo alle due, soffermandosi infine sulla giovane di Beauxbatons
"E' il tuo turno, ragazza."
Al suono di quelle parole ogni vago sorriso sul volto delle due svanì, Moana la vide bloccarsi come un pezzo di ghiaccio davanti ai suoi occhi.
Era letteralmente terrorizzata.
"Non posso... Non posso..." continuava a ripetere sottovoce.
Mille domande le stavano passando per la testa: E se non fosse riuscita a resistere? Se tutti avessero scoperto il suo segreto? Come avrebbe affrontato sua sorella? Come poteva, dopotutto quello che le aveva fatto?
L'avrebbe odiata.
Tutti lo avrebbero fatto.
Moana si domandò se fosse solo la tensione della gara. Anche lei e gli altri avevano timore, ma Elsa sembrava totalmente nel pallone.
"Ascolta..." la sua voce fu ferma e decisa, stupendosi anche lei di tutta quel sangue freddo "Vado prima io" le disse.
"C_cosa?"
"Sì. Andrò prima io" inizialmente anche lei sembrò titubante, come se si fosse resa conto delle sue parole troppo tardi, ma poi riprese a guardarla seriamente "Se per te va bene."
Elsa rimase a fissarla con la bocca socchiusa, cercando di dire qualcosa di più, ma l'altra nel frattempo si era già alzata e aveva raggiunto Phil "E' un problema?"
L'uomo passò lo sguardo da entrambe le concorrenti e fece le spallucce "Non direi ma..."
"Allora è deciso. Ad ogni modo, prima o poi sarebbe toccato a me." 
"A_aspetta!" la fermò Elsa, alzandosi finalmente in piedi "Io..."
"Non preoccuparti. Prenditi del tempo."
"Ma...Sei sicura...?"
"Sicurissima! Assolutamente sicur.." andò a sbattere proprio in quel momento contro un palo che sorreggeva la tenda e dopo aver rivolto un ulteriore sorriso per rassicurare la ragazza, fece per uscire, dietro lo sguardo stupito di Phil.
"Hai fatto un bel gesto."
La ragazza sorrise compiaciuta.
"Ma questa è una battaglia. Le regole dicono..."
"So bene cosa dicono le regole" il sorriso si spense "Ma Elsa era terrorizzata, dovevo aiutarla almeno un po'!"
Dopo un attimo di esitazione, Filottete riprese a parlare "Non hai ripassato a dovere. La regola 45 dice che dovresti sfruttare i vantaggi che si presentano..." Moana nel frattempo stava già alzando gli occhi al cielo, aspettandosi il peggio.
"...Ma la regola 8 dice di giocare sempre con correttezza."
Abbassò dunque lo sguardo su di lui ed abbozzò un sorrisetto "Direi che siamo pari."
"Prima analizza la situazione, non buttarti senza riflettere! So bene quanto sapete essere impulsivi voi Grifondoro. Ho avuto parecchie teste calde come voi quando allenavo la squadra di Quidditch!" 
L'altra sospirò nuovamente, ma una volta resa conto che mancava davvero poco all'entrata nell'arena, rallentò il passo e prese un lungo respiro "Qualche altro consiglio?"
Di colpo tutta l'audacia che aveva dimostrato poco prima sembrava essere svanita.
"Phil?"
Vedendola così bloccata, l'uomo le diede una spinta per farla andare oltre "Ti dirò quello che ho sempre detto ai miei allievi. Due parole: Usa la testa" disse, mentre pian piano si allontanava.
Moana ingenuamente contò le parole, rimanendo un pochino perplessa per quella strana battuta, poi però si fece coraggio ed avanzò nuovamente.
Una volta entrata nell'arena, udì le forti urla dei concorrenti che incitavano il suo nome. In quel momento Il cuore le balzò in petto, si sentì tornare un po' di coraggio.
Non appena vide la coda lunga e spinosa, estrasse immediatamente fuori la bacchetta, preparandosi alla battaglia. Davanti a lei vide un enorme drago dal manto rosso come il fuoco, il corpo e la testa lunghi come serpenti, ali grandi con due artigli ricurvi e tre lunghe corna sulla testa. Camminava a quattro zampe, reggendosi con gli artigli delle ali e le zampe posteriori. Quella destra fortunatamente la vide bloccata con delle catene, probabilmente per impedire all'animale di fuggire o di ferire qualcun altro durante la sfida.
Cercò di pensare velocemente a quale drago potesse essere. Una volta incrociato il suo sguardo ed aver prestato particolare attenzione su quel muso lungo ed appuntito, simile quasi ad un coccodrillo, capì.
Non c'erano dubbi, era: un Incubo Orrendo.
Pensò che quel nome gli si addiceva terribilmente.
Nei giorni precedenti Hiccup diede loro veloci consigli su come affrontare un drago, sebbene avesse avuto come sola esperienza la Furia Buia. 
Studiarono qualsiasi cosa avesse potuto aiutarli, pensando anche a delle possibili strategie.
Il drago si mise a fissarla con i suoi occhietti scuri e subito fece per aprire la sua enorme bocca, scoprendo una serie di lunghi e affilati denti. Moana vide il fuoco formarsi velocemente all'interno della sua bocca e subito scappò a ripararsi dietro una roccia. Si gettò così bruscamente che subito ringraziò il fatto di avere i paragoniti a proteggerla.
Un enorme getto di fuoco la sfiorò per poco, facendole maledire immediatamente la brillante idea di aver messo il suo nome in quello stupido Calice di legno.
Doveva pensare subito ad un piano e ripassò velocemente le caratteristiche dell'Incubo Orrendo, sperando con tutta se stessa di non confondersi con un altro tipo di drago. Studiando le sere precedenti con Hiccup, non si era mai resa conto della grande quantità di draghi ancora presenti.
Aveva una buona memoria ed era sicura di ricordarsi qualcosa, ma la situazione era diversa rispetto a sfogliare un libro nella Biblioteca. Qui rischiava di bruciare.
E lei aveva sempre odiato il caldo.






 
"D'accordo..." Iniziò Hiccup "Un'ultima volta: A cosa bisogna fare attenzione contro un Incubo Orrendo?"
Moana lasciò passare qualche breve secondo, si era legata i capelli in una coda alta e con una mano aveva iniziato a giocherellare con un ricciolo, intrecciandolo tra le dita "Ehm...Vediamo..." ma prima che potesse rispondere, Jim si affrettò a parlare al posto suo.
"Io lo so: la coda che..."
Ma Hiccup alzò una mano per poterlo frenare e chiuse il libro "Quello è l'Uncinato Mortale. L'Incubo Orrendo infiamma tutto il suo corpo. E' uno dei draghi più veloci e pericolosi sotto questo punto di vista." 
"Non era il Gronchio?" chiese ingenuamente la Grifondoro. 
"No. Quelli sono lenti, pigri e irritabili."
Un sorrisetto le comparve sul volto "Ah, come Jim!"
L'altro la fulminò con lo sguardo e con la piuma della penna iniziò a farle il solletico "Ma sentila!"
Hiccup osservò per qualche secondo buono la sua amica che, tra le lacrime per le risate, tentava invano di sfilare la piuma dalle grinfie di Jim. 
"Ragazzi!" esclamò con voce più alta, una volta che entrambi prestarono nuovamente attenzione, riprese a parlare "Allora, per rimanere in tema, ripetetemi le caratteristiche del Gronchio.
"
Moana si accasciò con la testa china sul tavolo, ormai esasperata da tutte quelle nozioni, il tonfo fu così forte da farle cadere un libro addosso, ma sembrò non importargliene.
Non era nuova a studiare fino a tardi, spesso le capitava di rimanere in Biblioteca più del dovuto per prepararsi a qualche esame, ma studiare con Hiccup era sempre stato difficile perfino per lei. Era estraneamente meticoloso, non ti faceva alzare finché non sapevi ripetere ogni cosa alla perfezione.
Non aveva molti compagni di studio, se non Belle o occasionalmente lei o Anna. Jim e Merida ci provarono qualche volta, ma per non rischiare di rovinare la loro amicizia optarono per studiare separatamente.
"Non è uno scherzo. Concentratevi!"
La ragazza sbucò da sotto il libro e si appoggiò con le braccia sopra al tavolo "Hic, sono ore che stiamo qua a studiare. Perfino io credo che ci serva una pausa" sospirò "Credi che non la prendiamo seriamente?"
"Di te mi fido." 
Jim lo guardò si sbieco ed iniziò a dondolarsi svogliatamente con la sedia "Ah ti ringrazio. Ma scommetto che la tua preferita non ha ancora una strategia." 
Hiccup lo fissò curioso "Perché, tu ce l'hai?"
Lui si passò una mano sul mento e fece finta di pensarci qualche secondo, poi i suoi occhi brillarono entusiasti "Ovvio! Me la cavo bene nel volo!"
"Non puoi portare con te un oggetto all'interno dell'arena!" lo rimproverò la riccia. 
Jim rise ed appoggiò i piedi sopra il tavolo, facendo cadere un libro per terra "Possiamo sempre crearli... O attirarli."
Moana lo guardò confusa, ma lui si affrettò a continuare il discorso "Un po' di strategia. Usa la testolina Waialiki, so che ce la puoi fare!" disse mentre con un dito picchiettò la fronte della ragazza.
Lei lo scostò con una mano, facendo finalmente scivolare il libro da sopra la sua testa "Quindi sarebbe questo il tuo piano?"
L'altro rise e la fissò "Può darsi. E tu cosa farai?"
Quella domanda la lasciò spiazzata. "Io..." boccheggiò qualcosa ma per fortuna Hiccup arrivò in suo soccorso.
"Quali sono i tuoi punti di forza?"
"Sono brava in Trasfigurazione!" rispose subito e, improvvisamente fu come se una lampadina le si fosse accesa in testa. 
Sapeva cosa fare.
Si alzò dalla sedia talmente veloce che rischiò quasi di scivolare, dopo averli salutati raccolse immediatamente le sue cose e se ne andò. Lasciando da soli i due ragazzi con più domande che risposte.






Quando le fiamme si esaurirono, Moana capì che era giunto il momento di spostarsi. Nella sua lettura serale aveva imparato che il fuoco dell' Incubo Orrendo era uno tra i più letali, ma per incanalare tutta quella energia gli serviva comunque qualche secondo buono di tempo.
Sarebbe stato il suo vantaggio.
Non poteva restare a lungo dietro la stessa roccia o il drago l'avrebbe intrappolata.
Prese un bel respiro e corse subito in un'altra zona dell'arena e sentì il fuoco divampare sfiorandole nuovamente i capelli, ma riuscì anche questa volta a pararsi in tempo. Era fortunata ad essere così atletica.
Appena le fiamme si dileguarono, sciolse dal suo collo la sciarpa che teneva addosso e la gettò al di la della roccia. Tenendo con la mano destra la bacchetta pronunciò l'incantesimo "Lapifors" sull'oggetto e nel giro di pochi secondi assunse la forma di un adorabile coniglietto.
Le pupille del drago si allargarono ed improvvisamente sembrò che tutta la sua attenzione fosse rivolta a quel piccolo animale.
In quel momento Moana ne approfittò per cercare con lo sguardo la campana e finalmente dopo pochi secondi la vide: era appesa ad una roccia piuttosto alta. Sebbene non fosse bassa di statura, non ce l'avrebbe mai fatta a raggiungere l'oggetto con un solo balzo. Si sarebbe dovuta arrampicare.
Cosi iniziò pian piano a passare attorno all'arena, tenendosi ben distante dall'enorme drago che nel frattempo sembrava completamente rapito dal coniglio. Ci aveva rimesso una sciarpa, ma almeno si era assicurata un utile diversivo per quel grosso animale. Avrebbe recuperato quella campanella nel giro di pochi minuti.
Tra gli spalti Hiccup non poté fare a meno di sorridere compiaciuto. Il cibo preferito degli Incubi Orrendi erano i conigli, Moana se l'era ricordato e lo stava usando per distrarlo.
Dopotutto, come aveva detto Jim: Bisognava semplicemente giocare di astuzia.
Il coniglio d'altra parte non sembrava molto incline a farsi divorare e con le sue lunghe zampette saltò da una zona all'altra per cercare di sfuggire dalle fauci dell'animale. Nel frattempo Moana si arrampicò sulla roccia, allungando il braccio come meglio poteva per poter afferrare quella campana.
Sfortunatamente l'incantesimo di Trasfigurazione sulla sciarpa sembrò svanire proprio nel momento cruciale. Ma non c'era tempo per rimuginare: non appena vide il coniglio tornare ad essere una normale sciarpa, l'Incubo si voltò subito per cercare la ragazza e non appena la individuò, ridusse i suoi grandi occhi a due fessure. Dopo aver emanato un ruggito talmente forte da bloccare ogni sua azione, Moana si vide arrivare incontro il drago con una velocità tale che dovette immediatamente reagire.
Senza pensarci oltre si gettò subito via da quella roccia e anche questa volta dovette benedire il suo tempismo, perché riuscì a spostarsi appena in tempo. Il drago colpì con la testa l'enorme roccia, spaccandone metà.
Tra gli spalti si levarono diversi sussulti.
"Uh... Quello farà molto male domani" commentò Hiro, mentre Jack e Nick si sporgevano di più per poter osservare la scena.
Nonostante la forte botta, il drago dimostrò di avere anche un testone particolarmente resistente. Nella colluttazione sprigionò delle piccole fiammate attorno al suo corpo, creando così del fumo che si propagò attorno all'arena.
Moana ne approfittò per allontanarsi e non appena vide la testa del drago sbucare sopra il fumo, si rese conto di un particolare ancora più problematico.
"Grandioso..." sospirò mentre osservava la campana, rimasta appesa tramite il suo anello a una delle corna del drago, precisamente quella alla destra.
Ora si che era nei guai.





 
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NOTE AUTRICE:
Spero abbiate passato una Buona Pasqua! ❤❤❤
Mi spiace non aver aggiornato settimana scorsa, ma sono stata impegnata in quei giorni e mi turbava un sacco pubblicare durante la settimana xD
Ho le mie fisse u.u
Ad ogni modo....Non volevo farvi attendere oltre e finalmente è iniziata la sfida!
Come avete notato qui la protagonista resta Moana.
Ho pensato di strutturare ogni prova dal punto di vista di un personaggio diverso, in questo caso per la prima abbiamo lei, non ho voluto switchare oltre per non creare troppa confusione.
L'ho fatto per non ripetermi, dopotutto qui, rispetto a HP i protagonisti sono parecchi e ben tre principali gareggiano nella sfida.
Per il resto, ci tengo a precisare che mi prendo comunque alcune libertà nel mondo di HP.
Questa è solo una prima parte della sfida, spero di averla resa interessante! Sto cercando di buttarla un po' di più sull'astuzia per Moana, visto che Jim avrebbe puntato tutto sul volo come Harry, non volevo ripetermi.
Ed Elsa beh...Di lei se ne parlerà dopo.
Ah i draghi usati per questo Torneo sono quelli di Dragon Trainer.
Anche per l'Incubo Orrendo mi sono presa alcune libertà come la stazza leggermente più grande e la preferenza per i conigli.
Per i più afferrati, con Filottete mi sono data alla pazza gioia con i riferimenti e le citazioni al film Hercules. Tanti cioccolatini per chi li indovina <3

Per il resto, grazie ancora a tutti e spero vi sia piaciuta almeno un po' 


 

~Un abbraccio~

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Capitolo 15
*** Di incantesimi, draghi e salvataggi in extremis ***


Cap 15: Di incantesimi, draghi e salvataggi in extremis

 

 
Living, Loving, and Life in any way • HTTYD meme: 1 Dragon ↳ The Monstrous  Nightmare | How train your dragon, Httyd, How to train your dragon





 
"E' assurdo!" sbraitò Merida, fuori di sé dalla rabbia "Questo non vale! Non possono fare qualcosa?"
"Non si può interferire durante la prova" disse Hiccup.
"I_io non guardo!" urlò Anna quasi sull'orlo delle lacrime. Si era coperta gli occhi con le mani e avrebbe tanto voluto tapparsi anche le orecchie, perché i ruggiti di quel drago, seguiti dalle descrizioni che facevano i suoi compagni sulla battaglia, non aiutavano a tenere a freno la sua ansia.
Pensava sarebbe andato tutto bene. Jim se l'era cavata e perfino Tadashi. Immaginava quindi che anche Moana ce l'avrebbe fatta.
Ma ora la sua amica sembrava così in difficoltà e lei non poteva fare nulla.
"Se la caverà!" disse Vanellope accanto a loro. Stava sventolando con forza la bandiera con scritto il nome Moana e non aveva smesso un solo istante a fare il tifo per lei "Lei se la cava sempre! CORAGGIO MOANA! PRENDI A CALCI QUEL LUCERTOLONE!"
Anna avrebbe tanto voluto avere il suo stesso ottimismo, per riuscire a dare man forte ai suoi amici, ma proprio non ci riusciva.
La stessa cosa sembrava percepirla Merida.
"Se quella bestiaccia le fa davvero del male io..."
"Tu-Niente" la fermò il Corvonero "Deve farcela da sola. E poi non preoccuparti, è in gamba."
L'altra lo guardò seria "E' un drago, Hiccup. Quelle bestie pensano solo ad uccidere, lo sai!"
Lui avrebbe tanto voluto dirle che si sbagliava, che i draghi non erano delle macchine sanguinarie, non completamente. Alcuni di loro erano buoni e ci si poteva fidare.
Avrebbe davvero voluto rivelarglielo, farle conoscere Sdentato e magari farle anche cambiare opinione. Ma in quel momento l'unica cosa a cui doveva prestare attenzione era la sua amica e quindi tornò subito con gli occhi puntati verso l'arena, tenendo le dita incrociate e sperando davvero che le sue abilità potessero avere la meglio sulla creatura.
Nel frattempo l'Incubo aveva abbassato il capo verso la ragazza e con le fauci spalancate le si gettò contro per poterla divorare. Moana schivò appena in tempo, benedicendo il fatto di essersi allenata così tanto in quegli anni per il Quidditch. 
Riuscì ad atterrare al suolo con una capriola, accorgendosi una volta girata che la bocca del drago stava iniziando pian piano ad infiammarsi. Presa alla sprovvista, fece il primo incantesimo che le venne in mente, pronunciò forte le parole "Aqua Eructo" e un violento getto d'acqua si propagò dall'estremità della bacchetta, colpendo in pieno il muso dell'animale.
Il drago indietreggiò di qualche passo e con un rapido battito d'ali, scagliò via l'acqua per tutto il campo. Avanzò poi minacciosamente verso di lei ed altre fiamme invasero pian piano il muso dell'animale. Non avendo il tempo materiale per potersi rifugiare dietro una roccia, le serviva un'altra distrazione: prima di poter anche solo pensare di recuperare quel dannato oggetto, doveva prima di tutto pensare alla sua vita.
Agitò la bacchetta e proprio quando l'animale sembrò sul punto di attaccarla, improvvisamente si ritrasse, completamente paralizzato dalla paura.
Tutti gli studenti guardarono perplessi la scena, perché alla loro vista sembrava semplicemente che l'animale fosse impazzito tutto d'un tratto. La verità era che nessuno di loro poteva vedere l'illusione che Moana aveva creato pochi secondi prima con la bacchetta, utilizzando l'incantesimo "Illuficìum"
Sapeva che quel tipo di drago odiava particolarmente il mare, così aveva usato l'incantesimo per fargli credere di star poco sopra una bella distesa d'acqua.
Non sarebbe durato allungo, ma questo le permise di prendere un respiro di sollievo.
Mentre approfittava di quella distrazione, con la bacchetta pronunciò la formula "Accio-campana" per cercare di attirare l'oggetto a sé. Ma come c'era da aspettarselo, non si mosse di un millimetro.
Probabilmente gli era stato fatto un incantesimo per evitare di vincere facilmente. 
Ma almeno si era tolta il dubbio.
Ora non le restava che pensare velocemente ad un'altra strategia prima che il drago si allontanasse troppo dall'area di illusione. Fece per pronunciare un altro incantesimo, ma questa volta l'animale sembrò anticiparla, colpendola con la sua lunga coda spinosa.
Moana venne scaraventata via, rotolando a terra per diversi metri.
Per fortuna non sembrò portare ferite gravi e, seppur con fatica, riuscì a sollevarsi e sedersi.
Guardandosi attorno vide la bacchetta lasciata diversi metri più in la e approfittando ancora della distrazione del drago, si rialzò subito in piedi per gettarsi nuovamente a recuperarla.
Senza quella non avrebbe avuto la minima possibilità contro la bestia.
Ma come c'era da aspettarselo, l'incantesimo svanì e una volta reso conto dell'illusione, l'animale alzò nuovamente il muso verso la ragazza, mentre delle piccole fiamme iniziarono a formarsi pian piano all'interno della sua bocca. 
Stava per sputare il fuoco e Moana era il bersaglio.
Lei se ne accorse, e sebbene fosse sentata di girarsi e nascondersi da qualche parte, se la sua bacchetta fosse stata distrutta non ce l'avrebbe mai fatta a superare il Torneo. 
Così le venne un'idea, seppur folle. 
Folle perché l'incantesimo era piuttosto complesso e probabilmente sarebbe finita nei guai più avanti, ma non aveva molta scelta: o quello o... la morte.
Si diede un'ultima spinta per cercare di aumentare la velocità e finalmente afferrò la bacchetta, pronunciando l'incantesimo di Smaterializzazione per tempo.
Le fiamme incendiarono completamente la zona dove pochi secondi prima si trovava.
Delle grida di terrore si levarono tra la folla. Per pochi secondi la maggior parte, se non tutti, pensarono al peggio, finché non videro Moana riapparire proprio sopra al collo del drago, atterrando burrascosamente contro la sua testa.
La ragazza afferrò immediatamente la campa legata al corno, alzandola in alto per mostrarla a tutti.
Dopo un attimo di esitazione, le urla e il tifo furono così alti e rumorosi da non poter quasi più sentire il ruggito dell'animale. Tutti rimasero completamente rapiti dalla prova.
Perfino gli insegnanti mormorarono dei consensi stupefatti, in particolare Maui, che era rimasto in silenzio per tutta la durata del Torneo. Forse questo era dovuto al fatto che la prova lo annoiava un po': per lui non sembrava così speciale dover affrontare un drago, gli era già capitato in passato di scontrarsi con uno di loro, quindi non riusciva ad essere particolarmente rapito dall'incontro.
Inoltre aveva già partecipato in passato al Torneo e una parte di lui non poteva fare a meno di confrontarsi con i partecipanti, considerandosi comunque sempre tra i migliori mai visti.
Ma quella ragazza, doveva ammetterlo, lo aveva colpito.
Era incredibilmente brava. 





Anche Moana si sentì molto compiaciuta, per qualche secondo buono dimenticò perfino di essere in groppa ad un drago.
...
...
...
Poi se ne ricordò.
L'animale si alzò furiosamente su due zampe, cercando di gettarla via e lei dovette usare tutte le forze rimaste per restargli aggrappata. Con una mano cercò di tenersi ad una delle tre corna mentre con l'altra tenne ben salda la bacchetta, pronunciando la formula "Incarceramus:" delle corde apparvero dal nulla ed avvolsero la bocca del drago appena in tempo, bloccandogli ogni possibilità di sputare fuoco.
Avrebbe dovuto ergere una statua ad Hiccup: senza di lui non si sarebbe mai ricordata che serrandogli la bocca, l'Incubo Orrendo non solo non avrebbe più potuto sputare fuoco, ma questo lo avrebbe portato anche a "surriscaldarsi", dato che aveva bisogno continuamente di emettere fiamme per disperdere il calore che accumula dentro di sé.
In breve tempo finalmente l'animale sembrò calmarsi, permettendo cosi alla ragazza di allontanarsi con un balzo. Non atterrò come si sarebbe aspettata: infatti si ferì ad una gamba, ma fortunatamente nulla di così grave da impedirle di allontanarsi.
Un forte suono si propagò all'interno dell'arena, come una sorta di allarme, decretando la fine della prova.
Poi alcuni maghi si materializzarono nella zona e con un incantesimo non verbale intrappolarono il corpo del drago, impedendogli di scatenarsi contro la folla.
Moana diede a loro solo una breve occhiata perché venne inondata improvvisamente da una lieve fitta di dolore al braccio destro.
Si controllò immediatamente il punto bruciante e vide un taglio piuttosto evidente vicino al gomito. Nulla di grave da un punto di vista estetico, si era fatta ferite peggiori cadendo dalla scopa agli allenamenti di Quidditch.
Probabilmente se l'era procurato quando il drago l'aveva colpita con la coda, poco prima di smaterializzarsi.
Eppure il bruciore continuava ad aumentare e non capiva se avrebbe dovuto prendere la cosa sul serio o no. Ripensando all'Incubo Orrendo non ricordava nulla che citasse di un veleno, quindi non si sarebbe dovuta preoccupare.
Probabilmente era normale un po' di bruciore. Sarebbe andata con calma in infermeria una volta uscita.
Venne poi distratta dalla marea di gente che urlava senza sosta il suo nome.
Con la coda dell'occhio vide anche gli altri Campioni a pochi metri da lei, vicino all'entrata dell'arena: Tadashi sembrava piuttosto colpito e non la smetteva di applaudire, Jim cercava di contenersi (forse per non sembrare troppo di parte), ma si vedeva dalla sua espressione che era entusiasta.
Sarebbe stato bello vedere anche Elsa, nonostante la stanchezza per la battaglia, non voleva rinunciare a vedere la sua sfida. Rivale o meno, quella ragazza le era sempre sembrata molto sola, di sicuro le avrebbe fatto piacere qualcuno che facesse realmente il tifo per lei.
Sentì poi Filottete darle un'amichevole pacca sulla spalla, l'aveva raggiunta subito non appena l'aveva vista fermarsi, forse per controllare se stesse bene.
"Niente male, ragazza! Vedo che hai usato la testa!" disse lievemente stupito "Non era proprio quello che avevo in mente ma... Niente male!"
Filottete non era solito a fare i complimenti, glielo aveva confessato il suo amico Ercole una volta a pranzo, quindi fu piuttosto sorpresa quando sentì quelle parole.
Avrebbe voluto rispondere, ma si sentiva cosi scoppiata che a stento si reggeva in piedi. 
"Vedrai, una bella dormita e domani sarai di nuovo in forma!" continuò l'uomo mentre la superò, Moana cercò di stare alla sua velocità e normalmente ce l'avrebbe fatta, considerando la piccola stazza di Filottete, ma ogni passo che faceva si sentiva terribilmente spossata.
"Che...Sta...S_succedendo...?"
"E' solo la tensione!" urlò Phil, ormai da una netta distanza "Vado a chiamare l'ultima Campionessa. Prenditi il tuo momento, ma poi allontanati immediatamente dall'arena."
Pensò avesse ragione e decise di seguire il suo consiglio, prendendosi qualche minuto per poter non solo riprendere fiato, ma anche per godersi quel momento di gioia.
Riuscì perfino ad intravedere alcuni dei suoi amici, incrociando lo sguardo proprio con Hiccup e mimando un grazie con le labbra.
Sapeva che senza il suo aiuto non ce l'avrebbe mai fatta, quella vittoria era anche per lui e voleva che lo sapesse.
 



~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~

 



Hiccup, d'altro canto, sembrava al settimo cielo, orgoglioso come non mai per la sua amica, così come anche tutti gli altri e con sorpresa perfino Anna si era finalmente tolta ogni paura e stava urlando a squarcia gola il nome di Moana.
Inaspettatamente, invece, Merida non sembrava così particolarmente felice, non come ci si sarebbe dovuto aspettare. Sorrideva, ma la sua postura era ferma, per non dire bloccata. Forse ancora provata per la tensione di prima nel pensare alla sua amica bruciata da quelle fiamme.
Solo in quel momento il Corvonero si rese conto che gli si era avvicinata di più, stringendogli la mano, come se stesse cercando un appoggio. Normalmente per un'azione del genere sarebbe arrossito, ma più la guardava, più il suo imbarazzo svaniva, lasciando spazio alla preoccupazione.
Guardando i suoi occhi, capì il perchè di quel gesto. 
Merida sembrava terrorizzata.
"Tutto bene?" le domandò con dolcezza, sapendo perfettamente come la situazione la provasse.
L'amica sembrò finalmente sciogliersi un pochino e gli sorrise "S_si."
Si accorse finalmente di star tenendo stretta la sua mano da troppo tempo e, presa in parte dall'imbarazzo, la separò immediatamente dalla sua, sperando di non prendere in viso il colore dei suoi capelli.
Non le sembrava il momento di fare queste scenate, con Hiccup poi...
Il suo migliore amico.
"Meno male che è finita..." sospirò, come per cercare di portare nuovamente l'attenzione su altro.
Hiccup non poté fare a meno di trovarla un'ottima idea, dopotutto questo era il momento di Moana. Dovevano concentrarsi su di lei.
E poi si sentiva terribilmente imbarazzato.
"Già..."
Si scambiarono poi una lunga occhiata che sembrò durare persino più del dovuto. Hiccup avrebbe voluto dirle di non preoccuparsi, che l'avrebbe sempre sostenuta e che per qualsiasi cosa ci sarebbe sempre stato per lei, ma poi pensò che non fosse necessario: dallo sguardo che si erano scambiati, probabilmente Merida lo sapeva.




In quel frangente di tempo, il lieve sorriso della Campionessa svanì poco a poco. Un'altra fitta dolorante le invase velocemente tutto il corpo, il mondo attorno a lei sembrava offuscarsi e le gambe tremavano, sentiva che da li a poco avrebbe potuto perdere i sensi.
Con la coda dell'occhio vide Elsa in lontananza. Schiuse le labbra, ma il bruciore sembrò aver invaso anche la gola. 
Non poteva parlare. Riusciva a stento a muoversi.
Fu così che lasciò cadere la campana dalle mani e, ormai priva di qualsiasi forza, crollò anche lei al suolo. Purtroppo tra l'euforia negli spalti, gran parte degli studenti sembravano non averla ancora notata.
Ma Elsa e Phil la videro e subito cercarono di raggiungerla il più in fretta possibile. L'uomo alzò le braccia, soffiando al fischietto che portava al collo per chiamare gli insegnanti, Elsa invece affrettò ancora di più il passo, ma prima che potesse raggiungerla, un'esplosione scoppiò a pochi metri da loro. 
Una serie di sagome si fecero larghe in cielo, catturando l'attenzione di tutti i presenti.
Erano draghi.
Erano riusciti a liberarsi.
Le grida euforiche tra gli spalti finalmente cessarono, sostituite però da urla di terrore.
Elsa cercò di farsi largo nel fumo causato dall'esplosione, accorgendosi troppo tardi del pericolo che stava incombendo.
Sentì la voce del professor Pitch chiamarla e di colpo il fumo svanì, probabilmente in seguito ad un incantesimo per liberarle il respiro.
I loro sguardi si incrociarono, ma non le diede nemmeno il tempo di reagire che subito si chinò verso di lei "Raggiungi gli altri, ci penso io qui!"
Fece per rispondere ma poi voltò il capo verso Moana, ancora a svenuta a terra. Vide la Furia Buia che stava avanzando minacciosamente e sembrava puntare i suoi occhi verdi proprio davanti a loro. 
Per la prima volta il suo unico pensiero non fu quello di nascondersi.
Sarebbe dovuta scappare, trovare una via di fuga, ma non poteva lasciare quella ragazza da sola. Non si sarebbe tirata indietro, non questa volta.
Abbandonò Pitch e si gettò immediatamente verso la sua amica. La bocca della Furia Buia si aprì e gettò una palla al plasma contro di loro, ma Elsa estrasse velocemente la bacchetta ed esclamò un:"Protego Maxima!" creando un potente scudo attorno a loro appena in tempo per disintegrare il colpo del drago.
Purtroppo sapeva bene che l'incantesimo non sarebbe durato in eterno.
L'animale non si perse d'animo e con un ennesimo scatto si scagliò nuovamente contro di loro. A quel punto Elsa dovette pensare velocemente a cosa fare ma fortunatamente l'arrivo del professore pose fine alla battaglia. Pitch si materializzò vicino alla ragazza e con un incantesimo non verbale scagliò violentemente lontano il drago.
"Un ordine" le rivolse poi uno sguardo contrariato "Ti avevo dato un ordine. Perché voi studenti dovete sempre fare di testa vostra?!" 
"Dovevo fare qualcosa!" si chinò accanto alla sua amica e senza pensarci la scosse per un braccio tentando di svegliarla.
"Moana? Che ti succede?!" 
Le labbra della ragazza si schiusero un pochino, ma l'unica parola che ne uscì fu semplicemente un "F_freddo..."
In quel momento la ragazza si rese conto che al contatto col suo tocco probabilmente la stava congelando e ritrasse immediatamente la mano per non recare un danno peggiore. 
"Dobbiamo portarla subito via di qui!"
Poté giurare che dallo sguardo che le rivolse Pitch, sembrò addirittura pensarci. Come se avesse realmente valutato l'idea di abbandonarla.
Per fortuna arrivarono in suo soccorso anche Jim e Tadashi, che raccolsero entrambi la Grifondoro in spalla per portarla via dall'arena. Per un breve istante, Elsa esitò ed alzò lo sguardo verso l'insegnante.
"Vada via. Si metta al sicuro" disse, tornando nuovamente a parlarle in maniera del tutto formale. 
"Ma io..."
"Ho detto: Vada-via!" Pitch stava di spalle e davanti a lui il drago nero sembrava ancora in procinto di attaccare "Mi dia retta una buona volta!"
Alla fine Elsa seguì l'ordine e si allontanò, sperando di aver fatto la scelta giusta.





Non appena intravide la Furia Buia nell'arena, Hiccup si gettò immediatamente contro la folla di studenti in preda dal panico.
"Sdentato! Sdentato!" urlò, cercando di attirare l'attenzione del drago "Ma che stai facendo?!"
Non ci stava capendo più nulla. Sembrava così surreale.
Quello non era lo Sdentato che conosceva.
L'aspetto era il suo, anche il corpo, ma quegli occhi...
C'era qualcosa che non andava nel suo amico. Non avrebbe mai attacco in quel modo così aggressivo.
Urlò ancora il suo nome e solo per un breve istante, il drago sembrò quasi riconoscerlo.
Ma poi Pitch lo colpì ancora e con lui si unirono altri insegnanti, Sdentato dovette fuggire via per non rischiare di essere catturato di nuovo.
Anche gli altri draghi tentarono di scappare, ma la Furia Buia era l'unico talmente veloce da poter sfuggire anche agli auror più esperti. Prima di fuggire però, Maui riuscì a colpirgli una parte della coda, lacerandone parte della membrana che fungeva da timone.
Hiccup lo seguì con lo sguardo, vedendo che si stava dirigendo verso la Foresta Proibita. Era consapevole che presto gli avrebbero dato la caccia. Doveva fare qualcosa.
Merida nel frattempo lo aveva raggiunto e in quel momento il Corvonero venne attirato dalla sua scopa.
"Che stai facendo ancora qui?!" urlò lei, appoggiandogli una mano sulla spalla per trascinarlo via "Andiamocene subito! Hai visto i draghi?!"
"Devi prestarmi la tua scopa!"
La ragazza inarcò un sopracciglio "Ti sembra il momento?!"
"Si!" rispose frettolosamente.
Non aveva tempo di discutere, finché tutti erano impegnati a rinchiudere i draghi rimasti, lui avrebbe avuto più possibilità per poter cercare Sdentato. 
Senza darle il tempo di rispondere, alla fine gliela strappò di mano e, qualche secondo prima di poter spiccare il volo, la guardò un ultima volta "Te lo giuro, ti racconterò tutto appena torno. Promesso!"
"Sei impazzito?! Perché devi..."
"E' importante! Fidati di me!"
Merida non disse nulla. Rimase ferma, probabilmente con lo sguardo più perplesso che potesse avere.
Non sapeva cosa avesse in mente, ma si era sempre fidata di lui, anche quando aveva delle idee del tutto strampalate. 
Alla fine lo lasciò andare. Lo seguì con lo sguardo e da li il suo cuore ebbe un sussulto non appena lo vide allontanarsi nella stessa direzione dove scomparve quel drago: alla Foresta Proibita.
"Hiccup" sospirò "Che diamine stai combinando?"
 



 
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NOTE AUTRICE:
Salve gente ❤❤❤
Spero che questa seconda parte vi piaccia, sono curiosa di sapere cosa ne pensate! Diciamo che la sfida ora è stata sospesa, la situazione si sta incasinando per bene, Sdentato ha combinato un bel pasticcio e la sua reazione ha suscitato l'incredulità di Hiccup.
Moana è messa male ed Elsa ve lo avevo già anticipato nel capitolo precedente che avrebbe avuto il suo momento. 
So che non sono grandissima nelle descrizioni, ma spero di avervi fatti divertire e di aver creato un po' di suspense con l'attacco dei draghi ^^
Vi lascio questa aesthetic che ho creato oggi 💕

Al prossimo aggiornamento, grazie ancora a tutti 

 


~Un abbraccio~


 
 
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Capitolo 16
*** Amicizia proibita ***


Cap 16: Amicizia proibita



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La fuga dei draghi aveva scatenato subito il panico generale tra gli spalti e diversi insegnanti si erano divisi per scortare più studenti possibili al di fuori dell'arena, mentre altri erano impegnati a non far fuggire i draghi appena liberati.
Fino ad ora solo la Furia Buia era riuscita a scappare, Hiccup l'aveva seguito immediatamente, lasciando tra la folla la sua amica Merida con più domande che risposte. Quando le aveva chiesto la scopa, la rossa aveva immaginato ci fosse qualcosa sotto, ma non avrebbe mai pensato che si sarebbe fiondato all'inseguimento di un drago.
Da solo.
Nella Foresta Proibita.
Da quando Hiccup era così impulsivo? 
Non sapeva cosa passasse per la testa a quel ragazzo, ma affrontare da solo un drago di quel genere, senza alcuna preparazione, era un'azione completamente folle. 
Di sicuro non sarebbe stata ferma ad attendere il suo arrivo per farsi spiegare.
Se mai fosse tornato.
"Merida! Merida dobbiamo andare!" le aveva urlato Belle a pochi metri di distanza.
Lei provò a dire qualcosa ma la voce di Anna la precedette "Avete visto anche voi quel drago? Stava attaccando Elsa! E...E Moana era a terra!" 
Aveva gli occhi lucidi, probabilmente sull'orlo di una crisi di nervi per tutta quella tensione: il solo pensiero che potesse succedere qualcosa di terribile la stava mandando completamente nel panico. Ma subito dopo la sua espressione di fece inaspettatamente più seria "Io...Io non posso tornare ad Hogwarts così! Vado a cercarli!"
Merida la fissò. Forse ad un occhio superficiale Anna poteva apparire molto fragile, ma lei sapeva dell"incredibile coraggio che aveva.
Avrebbe affrontato le peggiori disgrazie per le persone che amavana.
E di sicuro lei non l'avrebbe lasciata da sola.
"Vengo anche io!"
Ma Anna non sembrò convinta "S_sei sicura? Sai che..."
"Credi che ti lasci andare in mezzo a tutto questo casino da sola?" il suo tono sembrava quasi stupito "Io ci sono, Anna."
Moana era ferita, Hiccup si era avventurato nella Foresta Proibita, non avrebbe perso anche lei.
La ragazza la guardò con gli occhi ancora lucidi e questa volta Merida non capì se fosse dovuto per la commozione o per la crisi di panico. Ma poco importava in quel momento.
"Tutti gli studenti dell'ultimo anno, seguitemi!" urlò la voce di Tockins, professore di Babbanologia. Belle diede un'ultima occhiata alla folla di studenti che si stavano radunando verso l'uscita e poi tornò a fissare le due ragazze  "D'accordo andate, vi copro io." 
"Grazie Belle" disse Anna.
"Credo di aver visto Jim e gli altri raggiungere quelle tende laggiù!" col braccio indicò un paio di tende al di fuori dell'arena "Fate attenzione, vi prego." 
Anna annuì, trascinando via Merida per un braccio, mentre Belle si diresse subito dal gruppo del professore, sperando davvero di aver fatto la scelta giusta nel lasciarle andare in balia di tutto quel macello.
Le due Grifondoro dovettero farsi largo nell'arena, correndo in direzione contraria alla folla di persone che invece fremeva nell'abbandonare quel posto il prima possibile.
Mentre si avvicinavano alla tenda, un grosso drago si posizionò proprio davanti a loro, bloccando il passaggio. Quella creatura era l'Uncinato Mortale: il cui aspetto era molto somigliante ad un volatile. Il corpo era di colore blu, che sfumava in beige sulla pancia, ali colorate di diverse tonalità e un lungo corno posto fra i due occhi.
Merida era paralizzata dalla paura, ma grazie al sostegno di Anna era riuscita per lo meno a far riprendere forza alle sue gambe e spostarsi appena in tempo per evitare una codata da parte dell'animale.
Anna intanto aveva estratto la bacchetta per lanciare un incantesimo, ma proprio in quel momento giunse da loro Kristoff "Spostatevi!" aveva urlato mentre teneva in braccio qualcosa.
Le due non persero tempo ad indagare oltre ed eseguirono l'ordine, videro il Tassorosso balzare davanti a loro e con la mano tesa agitare un'anguilla proprio di fronte al muso del drago.
Le Grifondoro lo fissarono perplesse e probabilmente, se non fosse stata per la situazione, Merida addirittura sarebbe scoppiata a ridergli in faccia.
Tuttavia quel palese tentativo di salvataggio, inaspettatamente, sembrò funzionare: il drago iniziò ad agitarsi in preda dal terrore e pochi secondi più tardi spiccò il volo, fuggendo sotto lo sguardo stupefatto delle due studentesse. Solo allora Kristoff tirò un gran sospiro di sollievo, mentre con la mano libera si asciugava la fronte ormai sudata.
"C'è mancato poco..." sospirò. Una volta voltatosi, vide le ragazze ancora con un'espressione sconvolta in volto.
Pensò immediatamente di dare una spiegazione.
"Ehm..." arrossì un pochino "Questi draghi detestano le anguille, credo che sia per il loro aspetto. E' per questo che..."
"No no, frena" lo fermò Merida "Posso capire questa cosa... E forse non sono affari miei ma... Mi spieghi perché diamine giravi con un'anguilla?"
Nel frattempo Kristoff stava sistemando l'animale all'interno di una sacca, presumibilmente incantata "Ecco, Ralph mi aveva accennato della sfida, non so il perché, ma temevo una svolta simile" disse con un leggero imbarazzo "Non so molto sui draghi, ma so per certo che detestano questi animali" esclamò mentre col braccio alzava il corpo dell'anguilla di fronte alle ragazze.
Merida passò lo sguardo stupito da lui alla sacca "Non c'è che dire, sei davvero un ragazzo pieno di risorse." 
Questo spiegava perché era così strano tra gli spalti e nessuno gli si era avvicinato. Un odore del genere avrebbe fatto scappare via anche i più resistenti.
"Ad ogni modo, sei stato davvero coraggioso" disse Anna, avvicinandosi a lui "Grazie Kristoff."
Quel complimento, unito al sorriso che gli rivolse la Grifondoro, fecero nuovamente arrossire il ragazzo "D_di Nulla."
"D'accooordo..." Merida passò lo sguardo da uno all'altra e proprio in quel momento vide volare in lontananza un altro drago. Subito drizzò la schiena e fece per spingere via sia Anna che Kristoff. 
"Potete continuare lontani da qui?!" disse "Ne ho abbastanza di draghi!"



~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~

 



Moana era stata portata nella tenda dell'infermeria con l'aiuto dei due Campioni, Jim e Tadashi, che una volta entrati la aiutarono a stendersi nel lettino mentre Elsa non faceva altro che camminare avanti ed indietro per l'esasperazione, continuando a controllare incessantemente l'entrata. 
Con loro c'era solo l'infermiera Toothiana, una giovane donna dai corti capelli tinti di un verde brillante. Un tratto distintivo erano un paio di orecchini dal piumaggio arcobaleno che sfoggiava sempre durante il lavoro. Era molto amata dagli studenti, in particolare quelli più piccoli, dato il suo carattere dolce e premuroso: aveva un atteggiamento talmente materno che risultava difficile non trovarla simpatica.
"Fra qualche minuto sarò da voi" disse mentre finiva di controllare la ferita di un ragazzino di Beauxbatons "Posatela pure su quel lettino. State tranquilli."
Nonostante il suo tono rassicurante, la preoccupazione dei tre Campioni non faceva che aumentare dato che la ragazza sembrava peggiorare ogni minuto che passava, il respiro affannato non faceva che trascinare tutti nell'ansia.
Quando le due Grifondoro, seguite da Kristoff, li raggiunsero, in quel breve momento sentirono gli occhi di tutti puntati su di loro.
"Cosa ci fate qui?" domandò Jim, ma non diede nemmeno il tempo di spiegarsi che subito continuò "Siete state ferite o..."
"Eravamo solo preoccupate" disse Anna, rivolgendo un'occhiata all'amica ancora distesa sul lettino che respirava a fatica "E' molto grave?"
"Non sembra aver subito delle ferite..." mormorò preoccupato Tadashi "Ma non riesce nemmeno a parlare." 
Gli occhi chiari di Elsa puntarono da lui alla ragazza  "C'è qualcosa di strano. Credo che sia..."
"Veleno" rispose seria Toothiana.
Non si erano accorti che nel frattempo la giovane infermiera aveva dato un'occhiata alla ragazza. Con le mani le sollevò il braccio, facendo intravedere ai presenti un taglio piuttosto profondo "Deve essere partito da qui."
"Ma è impossibile!" esclamò Jim "L'Incubo Orrendo non è velenoso, sono più che sicuro!"
"Non ci voleva..." mormorò l'infermiera mentre controllava in uno scomparto alcune scorte "E' stata a contatto con qualcos'altro? Forse una pianta o..." 
Questa volta fu Elsa a parlare "No, è caduta a terra subito dopo la sfida."
Ma la discussione venne interrotta dall'arrivo di un'altra persona con indosso un lungo camice da medico, il dottor Joshua Dolce, per l'appunto. Un uomo molto alto, di origine afroamericana, perennemente allegro ed ottimista anche nelle situazioni più terribili, come in quel caso.
"C'è davvero un bel via vai li fuori, Toothiana! Ma credo che la situazione si sia risolt... Oh!" si fermò non appena vide tutti i ragazzi fissarlo "...Vedo che mi stavate aspettando!"
"Dottore! Che sorpresa vederla qui!" la voce dell'infermiera questa volta sovrastò le parlate tra gli studenti "E' un'emergenza, questa ragazza è stata avvelenata!"
"Avvelenata eh?" subito l'uomo si fece largo tra i ragazzi e posò sopra un tavolo a fianco la sua valigetta, iniziando velocemente a controllare al suo interno.
"Non dobbiamo perdere tempo allora!" dopo aver tirato fuori per sbaglio una scopa, la gettò per terra, riprendendo velocemente a cercare, alla fine estrasse un piccolo cofanetto. I ragazzi si sporsero per capire cosa fosse e non appena l'uomo aprì l'oggetto per mostrare cosa contenesse, gli occhi di Tadashi si illuminarono "E' una benzoar, giusto?"
L'uomo gli rivolse un gran sorriso mentre spezzava la pietra per poter rendere più facile da ingerirla "Indovinato!" 
Dopo la passò all'infermiera per permetterle di somministrarla alla paziente.
"Il bezoar è un antidoto per quasi tutti i veleni" disse mentre osservava con la coda dell'occhio la giovane Grifondoro "Speriamo di essere arrivati in tempo."
Ma quella battuta fece sobbalzare ulteriolmente i presenti e subito Joshua si corresse "Tranquilli, stavo solo scherzando!" rivolse poi un sorriso alla ragazza "Giusto? Come ti senti?"
Moana biascicò qualcosa ma non sembrava ancora completamente in forze per poter parlare, ma in compenso il suo colorito iniziava mano a mano riprendere il suo tono naturale ed il respiro sembrava notevolmente migliorato.
Gli altri tirarono un lungo sospiro di sollievo. 
"E' stata davvero una fortuna il suo arrivo, Dottor Dolce!" disse Toothiana "Le scorte di Bezoar erano esaurite, senza di lei questa ragazza avrebbe rischiato..."
"Dovere" rispose l'uomo, dando una veloce occhiata agli studenti "Ed è una fortuna che porto sempre con me la mia valigetta di lavoro. Mai uscire senza!"
"Voi state bene ragazzi?" chiese poi l'infermiera.
Non fecero in tempo ad annuire che subito Joshua si rivolse ai due Campioni "Lasci, ci penso io a loro." 
Jim fece per rispondere ma il dottore gli fece aprire la bocca con un bastoncino per controllare la gola "Ci vorrà solo qualche minuto."
"Che sta facendo?" domandò perplesso Tadashi.
"Un normale controllo di routine" rispose il medico "Tu prendi questo" ed infilò al ragazzo un termometro in bocca per controllare la temperatura "Per queste cose mi piace applicare i metodi dei babbani. Li trovo così affascinanti!"
Sentendo quelle parole Merida ebbe come un'illuminazione e finalmente riconobbe il medico "Lei lavora al San Mungo, mi ricordo di lei. E' lo strano guaritore fissato con la medicina babbana."
"Sì una specie, ho studiato per anni in mezzo a loro. Ho una doppia laurea, una per la nostra medicina mentre l'altra quella babbana" Appena incrociò la figura della Grifondoro, anche lui sembrò riconoscerla "Oh ma certo. Sei la figlia di Fergus!"
"Esatto" Merida sorrise amaramente, ripensando per un breve momento a quel terribile evento di sei anni fa, quando lei e suo padre vennero attaccati da un drago. Purtroppo Fergus morì nel tentativo di salvarla, portando un gran vuoto nella sua famiglia. Ancora adesso dopo anni si sentiva in partr responsabile per quell'attacco: se non ci fosse stata lei da proteggere, suo padre non si sarebbe mai distratto e forse si sarebbe potuto salvare.
Fortunatamente sembrò tornare sui suoi passi non appena si sentì la mano di Anna sulla spalla. 
"Ehi, tutto a posto?"
Merida le sorrise ed annuì per tranquillizzarla, poi rivolse nuovamente il capo verso il medico, che nel frattempo stava finendo di visitare i due ragazzi "Quindi ora lavorerà ad Hogwarts?"
"Oh no, oggi ero qui solo come spettatore!" rise. 
Gli altri lo fissarono in silenzio.
"Non ho mai visto dei draghi da vicino, così ho convinto Phil ad invitarmi. Era in debito con me, non è molto bravo a poker" con passo svelto riprese a controllare dentro la sua valigetta "E' un gioco molto diffuso tra i babbani. Phil è negato e così ... Eccomi qua! E ho fatto anche bene a giudicare dalla vostra amica" dopo di chè tirò fuori due contenitori trasparenti piuttosto grandi e puntò lo sguardo sempre verso i due ragazzi "Tenete. Questi me li dovete riempire!"
"C_con cosa?!" chiesero sconvolti.
Mentre venivano visitati dal medico, Elsa pareva persa nel suo mondo. Ogni tanto lanciava un'occhiata a Moana ancora priva di forze su quel lettino di ospedale, facendosi mille domande sulle sue condizioni.
L'Incubo Orrendo era stato l'unico drago con cui la ragazza aveva avuto un contatto, se quell'animale non era velenoso, come aveva fatto a ferirsi in quel modo?
Se non fosse stata per quel medico sarebbe addirittura morta.
"Elsa, tutto bene?" chiese dolcemente una voce alle sue spalle.
Si era voltata giusto per vedere chi fosse. Anna la guardava comprensiva, probabilmente agitata anche lei per tutta quella brutta situazione.
Mormorò un "si", ma non abbastanza deciso da convincere la sorella.
"Sicura?"
"Si io..." esitò, tornando a fissare in basso "Sono solo preoccupata per Moana."
La gemella sospirò "Anche io. Non sai quanto." 
Aveva seriamente temuto il peggio per l'amica e questo non faceva altro che allarmarla ancora di più su quel sogno.
"E' stata davvero una fortuna che quel medico fosse presente al Torneo" disse Kristoff, rivolgendo un'occhiata ad entrambe.
Anna lo fissò preoccupata "Credi che sia stato il drago ad avvelenarla?"
"Può darsi...O potrebbe essere qualcosa con cui è stata a contatto prima."
Mentre i due si scambiavano le opinioni, Elsa era rimasta a riflettere in silenzio.
Jim aveva detto che quel drago non era velenoso, così iniziò a pensare che qualcuno doveva aver lasciato del veleno negli artigli del drago per infettare il Campione.
Era strano, ma ancora più restava il fatto di Moana. Perché lei?
A meno che fosse la Campionessa sbagliata.
"...Io non me ne intendo molto di veleni" continuò la gemella "Dovrei chiedere ad Hans, di sicuro ne sa più di me..."
Appena sentito quel nome, l'altra puntò immediatamente gli occhi azzurri sulla sorella "Cosa intendi dire?"
La Grifondoro si spostò indietro una ciocca di capelli che le era scivolata sul viso "Oh sai, ieri l'ho incontrato e..." poi la sua espressione si fece leggermente più triste "...Mi è sembrato un po' strano."
"Come sempre..." pensò seccata, vedendo come sua sorella sembrava totalmente rapita da lui.
"Ma so che stava studiando i veleni per un esame di Erbologia! Potrei provare a..."
"Un momento!" la fermò "Studiava i veleni?"
Anna inarcò le sopracciglia "Si. C'è qualche problema?"
Vide l'espressione di Elsa cambiare radicalmente "Non ci credo" si spostò di qualche metro dando a loro le spalle e stringendo forte i pugni "Che sciocca. Era ovvio!"
"Ovvio?" chiese ancora Anna.
Ad un tratto la gemella si voltò verso di lei e si avvicinò, dando una veloce occhiata per essere sicura che nessun altro sentisse "E' lui. E' Hans, non capisci?" 
L'altra la guardò confusa "E' Hans...Cosa?"
Elsa rimase a fissarla perplessa, ma prima che potesse aggiungere altro il volto di Anna si rabbuiò. Finalmente sembrava aver capito cosa intendesse dire.
Le labbra si incurvarono in un sorriso amaro "Oh no no no no no, anche tu?"  si portò le mani sulla fronte e sospirò "Perché sono circondata da persone che mi dicono di stargli alla larga?"
"Perché è un bugiardo!"
Anna provò a ribattere ma Kristoff la anticipò "Ragazze, forse non è il momento adess.."
"Ha mentito su di me. Sapeva chi ero, ci conoscevamo a Beauxbatons" continuò seria Elsa.
Quelle parole riuscirono solo a confondere maggiormente la sorella "E perché non me l'hai detto? Perché tenermelo nascosto?" 
La strana esitazione di Elsa sembrò portare ad un'unica conclusione per lei.
"Hai...Hai un interesse per lui?"
Di colpo l'espressione della gemella cambiò radicalmente "C_cosa? Certo che no!" disse accigliata.
Non poteva pensare ad un motivo peggiore.
Anna allora si strinse le spalle, puntando poi lo sguardo da lei a Kristoff "Allora non capisco perché tutti questi misteri."
"E' pericoloso. Non capisci?" continuò la sorella mentre si avvicinava a lei "Rifletti: Lo scopri studiare i veleni, le scorte di Bezoar si sono stranamente esaurite e Moana viene avvelenata. E' stato fatto di proposito!"
Vedendo l'altra così sconvolta, Kristoff si affrettò a posarle una mano sulla spalla per rassicurarla. Rivolgendosi subito dopo ad Elsa "Sei sicura di quello che dici? E' un'accusa grave."
"Sono convinta sia lui." 
"M_ma perché?" balbettò Anna "Perché Hans vorrebbe far del male a Moana?"
Solo dopo quella risposta le certezze della sorella sembravano vacillare "Io...Credo volesse colpire me invece. Moana si era offerta al posto mio...Avrei dovuto affrontare io quel drago al posto suo."
"Quindi, Hans ce l'avrebbe con te."
"Potrebbe essere."
A quel punto Anna si scostò da Kristoff e le si avvicinò "Ha detto qualcosa? Si è comportato male? Ti ha fatto capire che ti voleva ferire?" mentre faceva l'elenco di tutte quelle domande Elsa si sentiva con le spalle al muro.
Non aveva prove, né una confessione, nulla che potesse provare che Hans centrasse qualcosa.
Come poteva spiegare che si trattava solo di una sensazione?
C'erano fin troppe coincidenze per poter pensare ad un caso. Doveva essere collegato a lui.
"Come puoi accusarlo in questo modo senza prove?" continuò la fulva  "Le parole hanno un peso Elsa, hai idea delle conseguenze?" 
Il suo tono iniziava notevolmente a salire, tant'è che perfino Tadashi ed altri si erano accorti della loro piccola disputa.
"Anna ti prego" la fermò Elsa "I Westergaard stavano dalla sua parte. Servivano lei: Malefica." 
Quella sola frase fece raggelare il sangue ai due. Nonostante fosse stata sconfitta in passato, per molti non era opportuno nemmeno dire il suo nome. Malefica era riuscita a creare un clima di odio verso i babbani così profondo da portare parecchie famiglie dalla sua parte. Ovviamente le ragazze erano troppo giovani per poter ricordare, essendo terminata poco prima della loro nascita. Fece perdere le sue tracce dopo la guerra magica, non era chiaro se fosse stata uccisa o meno da Merlino, si diceva che entrambi erano periti durante la battaglia.
Al contrario di quello del mago, il suo corpo non era stato trovato, ma erano già passati molti anni e nessuno aveva più sentito nominarla.
Si vociferava che avesse un carisma ed una potenza tale da riuscire a sottomettere ai suoi voleri anche i maghi più pericolosi. Seppur la maggior parte era sollevata dalla sua sconfitta, qualcuno poteva pensarla diversamente. I seguaci c'erano ancora, non tutti erano stati catturati in quella battaglia e non tutti si erano rivelati.
L'influenza di Malefica vagava ancora tra i maghi.
"Lei non c'è più!" Anna puntò velocemente gli occhi da Kristoff a sua sorella "E' stata sconfitta tanto tempo fa, è morta! E tante famiglie l'hanno tradita durante la guerra."
"Ci sarà sempre qualcuno che spera nel suo ritorno" disse Elsa.
"Non puoi giudicarlo solo per la sua famiglia! Dovrei considerarlo un mostro solo perché i suoi genitori hanno fatto le scelte sbagliate?"
L'altra esitò prima di rispondere. Era la prima volta che vedeva sua sorella così arrabbiata.
E tutto per una cotta.
Cercò dunque di addolcire di più il suo tono, sperando di calmarla "Voglio solo proteggerti."
"E da chi? Da un ragazzo gentile che potrebbe piacermi?" 
A quelle parole anche lo sguardo del Tassorosso si abbassò leggermente.
"Sicura non sia per qualcos'altro?"
Era chiaro a cosa alludeva. 
Elsa guardò per un attimo Kristoff che nel frattempo era rimasto in disparte, sembrava perplesso anche lui per il discorso, ma forse in particolare per la reazione di Anna a quelle accuse. Boccheggiò qualcosa di simile ad una negazione ma dall'espressione che le rivolse, era chiaro che non la stava credendo nemmeno questa volta. 
"Ottimo lavoro Elsa" si disse.
Forse avrebbe dovuto scegliere un altro momento per fare quel tipo di conversazione con lei, ma non aveva potuto resistere. Doveva cercare di svegliarla prima che fosse troppo tardi, ma era riuscita solo a peggiorare la situazione.
Ora Anna pensava addirittura che lei aveva una cotta per Hans.
Di bene in meglio.
In quel preciso istante una voce squillante attirò inevitabilmente l'attenzione di tutti i presenti. L'entrata della tenda venne aperta scoprendo la figura del professor Bunnymund. Dalla faccia sembrava completamente furibondo e subito dopo tutti capirono il perché: stava trascinando per un braccio Judy Hopps, obbligandola poi a fermarsi una volta al centro dell'infermeria.
"Avrei potuto aiutarvi!" urlò la ragazza. Aveva i capelli quasi completamente spettinati nonostante li tenesse legati in due code basse, il viso e anche una parte della tunica sembravano sporchi di fuliggine. Conoscendone il temperamento e la sua intraprendenza, era facile intuire cosa fosse successo.
"L'unico modo per aiutarci è stare al suo posto, Hopps!" rispose con voce ferma il professore "Solo perché è un prefetto pensa di poter fare come vuole?! E' sotto la mia responsabilità, come gli altri!"
Judy però non sembrava demordere e manteneva lo sguardo in alto verso Bunnymund "Non potevo stare ferma senza fare qualcosa! Non ho paura di quei draghi io..."
L'insegnante fece un passo verso di lei, chiudendo gli occhi a due fessure "Non è questione di avere o meno paura. E' questione di giudizio!" 
"Ma..."
"Rimanga al suo posto!" Prima di tornare fuori rivolse una breve occhiata ai presenti "I draghi sono stati rimessi nelle loro gabbie. Tra pochi minuti chi non è ferito verrà immediatamente scortato ad Hogwarts. Siamo intesi? Il Torneo sarà sospeso per oggi."
Era chiaro che il commento sembrava rivolto soprattutto a Judy. Quest'ultima abbassò leggermente il capo, delusa ed imbarazzata per la pessima figura fatta di fronte a tutti. 
Bunnymund non aveva capito le sue intenzioni, non era entrata in battaglia per dimostrare la propria bravura, lo aveva fatto per aiutare. Non poteva tornare al castello col pensiero di qualche suo compagno o insegnante in pericolo di vita. 
Forse una parte di lei voleva far vedere che sarebbe stata un ottimo Auror, ma solo una piccola parte. Se solo le avessero dato una possibilita'.
Voltò poi il capo verso il lettino dove si trovava sdraiata Moana e le si avvicinò, scrutando con attenzione il suo stato: la respirazione era normale e il volto sembrava decisamente più rilassato rispetto a prima. 
"Cosa le è successo? Credevo avesse vinto la battaglia..." poi la sua mente tornò su quella Furia Buia entrata in campo e girò subito il capo verso i suoi compagni "Non è grave vero!?"
"E' stata avvelenata" rispose Tadashi "Deve essere successo prima, ma ora sta bene, l'hanno curata."
Judy tirò mentalmente un sospiro di sollievo, prima di quell'attacco aveva visto la sua amica cadere a terra, ma ingenuamente aveva pensato fosse per via della stanchezza, non avrebbe mai pensato ad un avvelenamento. Per un breve attimo, vedendola in quelle condizioni su quel letto aveva temuto il peggio.
In quell'istante altri studenti vennero fatti entrare nella tenda, alcuni avevano delle ferite dovute all'attacco dei draghi, ma per per fortuna non gravi. Toothiana e Dolce aveva iniziato subito a visitarli velocemente e, mentre si spostava per lasciar più spazio ai nuovi arrivati, la sua attenzione venne attirata da un breve discorso tra due suoi amici: Jim e Merida erano più distanti, quasi all'estremità della tenda, stavano discutendo a bassa voce, quest'ultima aveva recuperato una scopa e sembrava terribilmente preoccupata. 
"Sarò di ritorno a breve, lo prometto." 
L'altro inarcò un sopracciglio "Ti sembra il momento di esercitarti nel Quidditch?" 
"Devo andare a recuperare Hiccup!" rispose velocemente, ma sentendo il peso dello sguardo del giovane Serpeverde, alla fine cedette "Quel pazzo è andato alla Foresta Proibita alla ricerca di uno stupido drago!"
Il volto di Jim sbiancò di colpo. 
"Un...D_drago?" ripeté "E...Che tipo di drago era?"
L'altra lo guardò confusa "Ha importanza?" 
"Tu dimmelo."
Merida continuava a fissarlo indispettita "Nero." 
Le labbra del Serpeverde si serrarono, come se si fosse frenato nel dire qualcosa. Questo la fece insospettire ulteriormente.
"Jim...Che succede?"
Dopo una breve esitazione l'altro incrociò nuovamente il suo sguardo "Lo hai detto a qualcuno? A qualche professore?"
"Non ancora, io..."
"Perfetto. Bocca chiusa" con uno scatto strappò dalle mani della ragazza la scopa "Vado io. Dopotutto ne ho già affrontato uno."
"N_no aspett.." Merida provò a seguirlo ma lui spiccò subito il volo non appena uscito dalla tenda. Lasciando dietro di sé la ragazza palesemente sconvolta.
"JIM!" urlò, battendo un piede per la rabbia "Tu e le tue manie di protagonismo!"
Era la seconda volta nel giro di poche ore che si faceva fregare via la scopa tra le mani.
Non sopportava l'idea di abbandonare i suoi amici nel momento del bisogno, anche se dentro di lei moriva dalla paura nell'affrontare una di quelle bestie. 
Hiccup poteva rischiare grosso e lei cosa aveva fatto? Nulla.
Ma Jim ovviamente pensava che non ne fosse in grado, vista la velocità con cui l'aveva liquidata.
"Andiamo" disse una voce alle sue spalle. Una volta girata vide davanti a sé Judy con in mano una scopa.
"E tu dove.."
"L'ho presa in prestito dal dottore, coraggio" le fece cenno di salire "Sbrighiamoci prima che qualche insegnante si accorga della nostra assenza."


 
 
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Jim volò a gran velocità fino alla Foresta Proibita e si mise a cercare con lo sguardo qualche sagoma che potesse somigliare alla Furia Buia o ad Hiccup. La Foresta era molto grande e ben presto sarebbe calata anche la notte, doveva sbrigarsi a trovare il suo amico prima che qualche altra creatura trovasse lui.
Ripercorse il giro diverse volte, poi finalmente lo sentì: un ruggito simile a quello che aveva sentito quella sera con Hiccup e Moana. In quella stessa zona vide diverse piante muoversi, poi una figura scura balzare da una zona all'altra con un'elevata velocità, fino a fermarsi vicino ad un lago.
A quell'altezza non riusciva bene a capire cosa fosse, ma era piuttosto sicuro si trattasse di Sdentato.
Con uno scatto scese velocemente fino a raggiungere il terreno e si diresse con attenzione verso l'animale, che nel frattempo se ne stava chino con il muso sulla riva del lago per dissetarsi.
Ma appena Jim gli si avvicinò di più, il drago avvertì i suoi passi e si voltò. I grandi occhi verdi erano sgranati e le orecchie appiattite, la bocca leggermente aperta per mostrare una lunga fila di denti (questa volta presenti). 
Sembrava non riconoscerlo.
In un primo momento il ragazzo esitò, poi si fece coraggio ed avanzò di un altro passo. Facendo molta attenzione per non agitarlo "Calmino. Non ti ricordi di me? Sono Jim!" 
Come risposta Sdentato gli ringhiò.
Il giovane inarcò un sopracciglio "No eh?"
Si fermò e lasciò che il drago si avvicinasse con calma per scrutarlo meglio. 
"Ho davvero una faccia così anonima?"
Sdentato lo scrutò ancora, girandogli attorno sempre con sospetto e appiattendo nuovamente le orecchie non appena vide sporgere in una tasca la bacchetta, allora Jim la fece cadere a terra, allontanandola con un piede "Visto? Non voglio farti del male. Puoi fidarti."
Il drago lo fissò ancora, questa volta la sua espressione sembrò ammorbidirsi un pochino, dopo aver dato qualche sbuffo, gli si avvicinò per annusarlo e successivamente starnutì, spettinandogli tutti i capelli.
"Che schifo!" disse mentre si puliva le mani sul vestito.
Sdentato rilassò i muscoli e questa volta la sua espressione sembrava meno ostile.
"Vuoi una tregua?" gli domandò.
L'animale inclinò la testa di un lato e batté le palpebre. 
Jim lo fissò "Ecco Bravo. Non ti chiedo se hai visto Hiccup perché immagino non ti abbia ancora trovato.." si fermò, passandosi una mano sulla nuca "Sto davvero parlando con un drago?!"
Sdentato inclinò la testa dall'altro lato, continuando ad osservarlo incuriosito. 
"Ascolta!" iniziò "Non so se mi capisci, ma devi andartene via! Potrebbero arrivare gli insegnanti, devi volare! Devi vol..." al momento in cui aveva abbassato lo sguardo tuttavia si accorse delle condizioni della sua coda: una parte della pinna caudale era stata distrutta, probabilmente da qualche insegnante durante l'attacco al Torneo.
Anche il drago la fissò e come se avesse capito la domanda, si voltò verso di lui ruggendo debolmente. Stava tenendo le ali semi aperte e le mosse solo un attimo, facendo capire al ragazzo un'amara verità.
"Non riesci a volare..."
Sdentato lo guardò tristemente, abbassando le ali ed inclinando il muso verso il basso.
"Questo è un bel guaio" il drago si avvicinò a lui "Dobbiamo trovare Hiccup e pensare a qualcos.."
"Jim spostati!" urlò una voce femminile.
Una volta alzato lo sguardo, vide sbucare tra la vegetazione Judy e Merida, entrambe stavano puntando le loro bacchette contro la Furia Buia, ma lui si posizionò subito di fronte a loro per impedire lo attaccassero.
"Fermatevi!" esclamò "Che cosa ci fate qui?! Vi avevo detto che me ne sarei occupato io!"
"E' così che te ne occupi?!" disse Judy "Allontanati subito, quel drago è pericoloso!"
Ma Jim non si scompose "Lui non è pericoloso!"
Merida sembrava quella più sconvolta "Sicuro che il veleno non ti sia entrato nel cervello?! E' un DRAGO!" gli urlò "Dobbiamo subito fermarlo prima che ferisca qualcun altro! E dov'è Hiccup?!"
"Non vi farà del male!" disse Jim, ma l'espressione di Sdentato tuttavia fece presagire il contrario.
Il drago ringhiò minacciosamente verso le due Grifondoro, ma prima che potesse attaccare, Merida lo anticipò pronunciando un'incantesimo per colpirlo. Pochi secondi prima di terminare un fascio di luce rossa apparve contro di lei, prendendole in pieno la mano e facendole scivolare via la bacchetta.
Le ragazze non ebbero nemmeno il tempo di metabolizzare cosa fosse successo che videro Hiccup raggiungerli. Sdentato balzò subito verso di lui per salutarlo, allarmando ancora di più le ragazze.
"Sei impazzito?!" sbottò Merida in preda dalla rabbia "Che cosa ti è preso?! Perché mi hai disarmata?!"
"Mi dispiace, ma stavi per colpire il mio amico" disse Hiccup, dopo aver dato una leggera carezza al muso del drago, puntò lo sguardo verso di loro "Jim ha ragione, Sdentato non vi farà nulla se non lo attaccate."
Le altre lo fissarono stupite.
"Sdentato?" chiese Judy "Mi spieghi che sta succedendo?"
"Ecco..." Hiccup esitò, passando lo sguardo dal drago a Jim "Ho stretto amicizia con questo drago questa estate ed ora vorrei solo aiutarlo a tornare a casa" accarezzò nuovamente l'orecchio dell'animale per calmarlo "Se si trova in questa situazione è per colpa mia."
Le due Grifondoro rimasero in silenzio per un po', poi Judy fece un passo in avanti "E' assurdo! Potevi ferirti!"
"Potevo, ma come vedi sto bene." 
"Hai dimenticato cosa ha fatto al Torneo?! Stava per uccidere Elsa e Moana!" esclamò Merida disgustata "Non puoi sapere quando attaccherà! E' pericol..."
"Non so cosa sia successo effettivamente a quel Torneo" la fermò il Corvonero "Ma quello non era Sdentato! Non si sarebbe mai comportato in questo modo così aggressivo. Ho imparato a conoscerlo e so che non lo avrebbe mai fatto di sua spontanea volontà! Qualcuno lo ha controllato."
"Sono delle bestie, Hiccup!" urlò ancora la rossa "Non hanno bisogno che qualcuno ordini loro ti attaccare. Uccidono tutto quello che incontrano!"
Judy annuì, puntando nuovamente la bacchetta contro l'animale "Merida ha ragione. Dobbiamo fermarlo prima che ferisca qualcun altro!"
Hiccup si voltò dunque verso Sdentato, intimandogli con le mani di andarsene "Coraggio bello, vola!" gli urlò "Salvati e vola via!"
"Non può volare" disse subito Jim, facendogli cenno col capo di guardargli la coda "Lo hanno ferito durante l'attacco..."
A quel punto il Corvonero si accorse della ferita e dopo aver dato un ennesimo sguardo alla Furia Buia, si sporse nuovamente verso di lui, appoggiando la fronte sul suo muso "Non preoccuparti, troveremo una soluzione."
"C_cosa?!" esclamò Merida mentre faceva un passo in avanti "Allontanati subito!"
L'altro la guardò serio "No."  
Calò uno strano silenzio tra di loro, interrotto poi dalla voce della rossa.
"Quindi è per questo che eri sparito questa estate? Per un drago" il tono della voce non mascherava la sua delusione.
Hiccup avanzò di qualche passoi "E' mio amico! E sapevo che tu non lo avresti sopportato."
"Perché è il male! Quanti sono stati usati da Malefica per distruggere le città?! E tua madre?!"
"Lui non è come gli altri."
Merida non sembrava demordere "Sono tutti uguali!"
"Non è vero!"
"Hanno ucciso mio padre!" urlò con la voce spezzata. 
"Non Sdentato" il Corvonero esitò, indicando poi la creatura accanto "Non puoi odiare tutta la specie solo per questo! Lui non ha colpa!"
A quell'affermazione Merida dovette trattenere gli occhi lucidi. Come poteva il suo migliore amico dire quelle cose? Difendere un mostro simile?
Come se la morte di suo padre non fosse abbastanza.
"Solo?" disse amaramente "Stai parlando di mio padre, Hiccup." 
L'altro la guardò "Lo so e credimi, mi dispiace!" gli si avvicinò di poco "Vorrei poter fare qualcosa per riportartelo indietro...Ma non posso."
La Grifondoro non disse nulla, cercò di portare l'attenzione nuovamente sul drago ma le parole dell'amico la attirarono nuovamente a lui "So cosa si prova a perdere un genitore, ma non puoi dare la colpa a Sdentato per l'errore di qualcun altro. Se lo troveranno, potrebbero anche ordinare di ucciderlo" incrociò il suo sguardo, rivolgendole un debole sorriso "Non posso permetterlo, capisci? Lui ha solo me."
Merida puntò gli occhi da lui al drago, notando poi Judy abbassare debolmente la bacchetta.
"...Judy?" 
La prefetta si soffermò per un po' sulla Furia Buia, rendendosi conto che forse non sembrava poi così pericoloso come aveva pensato. Ormai aveva smesso di ringhiare e la sua postura era decisamente meno aggressiva, stessa cosa per lo sguardo.
Non potevano.
Merida boccheggiò qualcosa, ma era decisamente troppo sconvolta per poter pensare ad una qualche frase che non includesse un insulto.
"Non posso crederci..." sospirò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli "Siete tutti fuori di testa!"
"Questo l'ho sempre saputo" ridacchiò Jim, ma l'espressione della rossa faceva capire che non era decisamente in vena di scherzare. Non adesso.
"Mi dispiace..." anche Hiccup cercò di forzare un sorriso e fece per avvicinarsi all'amica che però si ritrasse, guardandolo quasi infastidita.
"Merida?"
Lei evitò il suo sguardo, ma prima che il ragazzo potesse ancora tentare di avvicinarsi, sentirono una voce famigliare in lontananza.
"Oh no..." disse allarmato, voltandosi di scatto verso Jim e Sdentato "Presto vai via!"
Inizialmente il drago non sembrò volersene andare, ma in seguito ai continui richiami dei due ragazzi alla fine cedette e con un balzo si addentrò nuovamente all'interno della boscaglia. Appena in tempo prima che giungessero davanti a loro Bunnymund e Ralph.
Hiccup si scambiò un'occhiata con gli altri, in silenzio. Sperando con tutto se stesso che non si fossero accorti di nulla.
In quel lasso di tempo l'insegnante si era messo ad osservarli uno per uno "Per fortuna vi abbiamo trovati!" si soffermò poi sul Serpeverde "Affrontare un drago oggi non le è bastato, Hawkins?"
L'altro alzò le mani in segno di arresa, iniziando ad avanzare verso di lui "Mi ha beccato! Vado subito a scontare la mia punizione!"
Per la prima volta da quella giornata Bunnymund mostrò un lieve sorrisetto "Oh non solo lei, tutti e quattro" li fissò "Evitate le scuse."
Jim brontolò qualcosa a bassa voce e lo stesso pure Judy. Tuttavia poco prima che quest'ultima superasse il gruppo, venne nuovamente richiamata "Signorina Hopps. A seguito di questa ennesima disobbedienza le verrà rievocato il distintivo da prefetto."
Quelle parole la bloccarono seduta stante "Cosa?! Ma..."
"Non sarà definitivo, ma non mi ha dato scelta."
"Cercavo solo di aiutare!"
"Lei più di tutti doveva essere responsabile."
"Non può!" si intromise Merida affiancando l'amica.
"Si, Judy non c'entra nulla!" continuò Jim "E' colpa mia, ricorda? Lei voleva solo fermarmi!"
Anche Hiccup non rimase in silenzio ed avanzò verso il gruppo "La colpa è anche mia! Mi hanno seguito solo perché erano preoccupati per me." 
Bunnymund osservò i quattro ragazzi continuare a difendersi a vicenda e dopo essersi scambiato un'occhiata veloce con Ralph, decise di farla finita "Ormai è deciso" si voltò verso la giovane e questa volta il suo tono di voce sembrò più morbido "Mi spiace, ma deve imparare a pensare prima di agire, questa non è la prima volta. So che voleva fare del bene, ma potevate ferirvi seriamente, se non peggio. Quel drago può essere ancora nei paraggi.
Judy provò ad obbiettare ma l'insegnante le fece cenno di consegnare il distintivo. A quel punto aveva capito che non c'era più nulla da fare e, dopo qualche istante di esitazione, alla fine se lo tolse e lo consegnò a malincuore. 
Inaspettatamente l'espressione di Bunnymund tradiva le sue parole, non sembrava contento nemmeno lui della decisione.
Ma non c'era scelta. Seppur delusa, Judy sapeva di aver esagerato ed era fortunata se la punizione peggiore fosse questa.
Alla fine Ralph disse agli altri di tornare al castello, presto avrebbe fatto buio e c'era pur sempre un drago a piede libero nella foresta, si sarebbero svolte le ricerche il giorno dopo.
Prima di andare Hiccup rivolse un ultima volta l'attenzione dietro di lui, nel punto dove Sdentato era scappato, sperando con tutto il cuore che il suo amico se la cavasse in quella Foresta. Prima di avviarsi vide la bacchetta di Merida ancora a terra, senza pensarci troppo la raccolse e fece per consegnargliela. Ma lo sguardo che gli rivolse lo fece sprofondare "Mi dispiace."
Non sapeva effettivamente cos'altro dire. 
La ragazza gli strappò la bacchetta dalle mani, guardandolo accigliata "Ah, adesso ti dispiace?" poco prima di riprendere a camminare lo fissò "E io che mi ero preoccupata per te."
Hiccup non disse niente, si limitò ad osservarla andarsene via, così come anche Judy e Jim. 
Era sollevato di aver aiutato Sdentato a scappare, avrebbe solo voluto che Merida capisse. 
Moana aveva ragione: sarebbe stato meglio raccontare la verità fin dall'inizio.
Se avesse agito diversamente, forse Merida lo avrebbe odiato un po' meno.






 
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NOTE AUTRICE:
Salve gente ❤❤❤
Scusate se questo capitolo è più lungo rispetto ad altri, ma dovevo concluderla in questo modo. Nel prossimo ci sarà per forza uno stacco temporale.
Qui succedono tante cose, spero vi siano piaciuti gli inserimenti dell'infermiera e del dottore.
Per chi non lo sapesse:
Toothiana è la Fata del Dentino del film "Le Cinque Leggende".  Per il carattere che ha mi sembrava perfetta come infermiera.
Il Dottor Dolce è il medico di "Atlantis: L'impero perduto". Per chi è afferrato con il film, avrà notato le citazioni o i dialoghi ri-elaborati nel contesto HP.
Mi sono proprio divertita in questo capitolo, specialmente la parte iniziale con Kristoff. Spero che sia lo stesso anche per voi.
E finalmente sono uscite anche più informazioni su un particolare personaggio, qualcuno se lo aspettava? Questo capitolo è pieno di disgrazie.
Mi piaceva anche l'idea di far litigare Judy con Bunnymund, visto che lei ha un carattere molto intraprendente, ho immaginato che si possa scontrare facilmente con un tipo come lui (e poi entrambi sono dei conigli nei film, mi sembrava doveroso farli interagire!)
Che altro dire, spero vi sia piaciuto.

Al prossimo aggiornamento, grazie ancora a tutti 

 


~Un abbraccio~


 
 

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Capitolo 17
*** Una lettera per le zie ***


Cap 17: Una lettera per le zie



Rapunzel - Princess Rapunzel (from Tangled) Photo (37882626) - Fanpop




 
"Te lo giuro! Miss Toothiana ha fatto miracoli! Non ho nemmeno la cicatrice!"
"Nemmeno io! E pensare che la ferita era piuttosto profonda!"
"A me avevano detto che sarei dovuto rimanere per tre giorni, invece oggi mi sento in forma come non mai!"




Quelle diverse voci avevano attirato inavvertitamente l'attenzione di Moana, svegliandola dal suo sonno. Aprì debolmente gli occhi e fece per alzarsi quando si trovò vicino il volto sconosciuto di una ragazza.
"AAAAH!" subito scattò all'indietro e lo stesso fece pure l'altra.
"C_che succede?!" continuò la biondina, portandosi una mano al petto per calmarsi "C_cosa c'è?!"
"Tu chi sei?! E perché..." mentre parlava si stava rendendo conto di non trovarsi più nel suo dormitorio, ma nell'infermeria della scuola " ....S_sei in camer...?" 
Nonostante le facesse un male terribile la testa, cercò velocemente di ricordare più dettagli possibili: il Torneo, il drago, i grandi applausi della folla. Probabilmente doveva essere svenuta per lo sforzo. Forse quell'incantesimo di smaterializzazione era stato troppo difficile perfino per una come lei.
La bionda nel frattempo le aveva rivolto un sorriso incoraggiante "Come vedi sei in infermeria! Miss Toothiana ha dovuto assentarsi un momento e...Insomma...Continuavi a muoverti nel sonno, mi sono preoccupata."
"Oh...Scusami" a quel punto anche lei le sorrise timidamente "Comunque, sono Moana."
"Rapunzel!" rispose energicamente l'altra.
"Anche tu non stai bene?"
Lei sorrise, portandosi i capelli da un lato "Oh no! Ogni tanto do una mano a Miss Toothiana. Mi piace aiutare quando posso."
Moana allontanò il lenzuolo e si mise a gambe incrociate nel letto, fissandola.
Rapunzel...
Il volto le era famigliare, e non appena notò la lunga chioma bionda arrivarle quasi alle ginocchia, comprese si trattava della Tassorosso nuova. Lei sembrò notarla e la vide passarsi nervosamente una mano tra i capelli "S_scusa non intendevo fissart..."
"Va tutto bene" le disse "Non sei la prima."
Moana le sorrise impacciatamente, cercando poi di spostare il discorso da un'altra parte "Ehm...Allora...Da quanto tempo sono qui?" 
"Da un paio di giorni" rispose Nicholas Nord, unendosi alla conversazione.
La Grifondoro lo fissò stupita "Preside! Cosa ci fa in infermeria?"
"Sono qui per sapere come stai tu. Hai fatto prendere bello spavento a tutti quanti!" dalla tasca della giacca tirò fuori la bacchetta per poter richiamare una sedia, ma Rapunzel, capendo il gesto lo anticipò recuperandone una libera poco più in la e portandola accanto a lui.
"Ecco qua!"
"Ti ringrazio."
Osservandoli attentamente, pensò che forse quelle voci di corridoio erano vere e che il preside aveva realmente adottato quella ragazza come figliastra. Rapunzel era parecchio sfuggente ed essendo arrivata l'anno scorso non era riuscita ad integrarsi pienamente tra i gruppi, ma spesso la vedeva parlare col preside e il modo in cui le si rivolgeva le ricordava molto il rapporto che aveva con suo padre.
"Quindi, dopo che sono svenuta sono stata portata qui?"
Rapunzel e il preside si scambiarono un'occhiata, finché quest'ultimo parlò "E' stata giornata molto movimentata. Prima tu sei svenuta, poi c'è stato attacco di draghi..."
Quella parole la fecero subito scattare "...A_attacco?! Di che sta parlando?!"
Non ricordava nulla di quell'evento. Era davvero preoccupata fosse successo qualcosa di terribile.
"I Draghi sono scappati?! D_ove sono tutti?! Ci sono feriti?" continuò, sporgendosi di più ad ogni domanda.
"Non preoccuparti" la rassicurò Rapunzel "Quasi tutti sono stati riportati nelle gabbie e non sembrano esserci feriti gravi, o almeno... Non più!" disse con una sottile nota di orgoglio. Anche Nord non poté fare a meno di sorriderle, ma poi vedendo l'espressione perplessa della Grifondoro, cambiò subito il discorso.
"Come senti te ora?"
Anche per quella domanda, la ragazza sembrava non capire.
"Sei stata avvelenata" continuò "Ora dovresti stare meglio."
"Avvelenata..." disse sottovoce. 
Eppure era convinta che l'Incubo Orrendo non fosse velenoso. Come aveva potuto dimenticarsi di un dettaglio tanto importante?
Aveva quasi rischiato di morire per colpa di una sua distrazione.
"Per fortuna guaritore di San Mungo ti ha dato antidoto in tempo."
"Devo essermi persa parecchie cose..."
"Se vuoi posso raccontarti tutto!" disse prontamente Rapunzel.
Moana le sorrise e le fece cenno di sedersi con una mano. 
"Allora io lascio voi tranquille" fece Nord mentre si alzava dalla sedia "Cerca di non stancarti troppo."
"Lo farò" annuì la Grifondoro "Mi spiace avervi fatto preoccupare. Avrei dovuto fare più attenzione."
Il preside la guardò "Tu non potevi niente" disse "Importante è che tu stia bene."
Sapeva che stava solo cercando di rassicurarla, ma quel tono la lasciò un po' confusa. Cercò comunque di non farci molto caso, probabilmente era ancora stanca per tutta quella situazione.
Una volta che il preside si allontanò, fece cenno a Rapunzel si raccontarle tutto quello che era capitato al Torneo. Inizialmente l'altra sembrò un po' titubante, ma alla fine si sedette vicino a lei ed iniziò a raccontare quello che era accaduto il giorno prima: dalla fuga dei draghi ad alcuni studenti trovati nella Foresta Proibita per cercare di catturarne uno da soli.
Sentendo la descrizione di quel drago nero, Moana aveva pensato immediatamente a Sdentato, immaginandosi che gli studenti fossero Jim ed Hiccup. Sarebbe dovuta essere li con loro, forse in tre sarebbero riusciti a calmare il drago e portarlo al sicuro da qualche parte. Purtroppo la storia si era svolta diversamente, ma questo Rapunzel non poteva saperlo. Dopo aver parlato un po', decise di raccogliere le sue cose ed uscire dall'infermeria. Non se la sentiva di rimanere ancora in quel posto e aveva un gran bisogno di vedere qualcuno dei suoi amici per distrarsi un po' da tutti quegli avvenimenti.



 
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Quel pomeriggio Merida aveva convinto Anna a scrivere una lettera alle sue zie riguardante il problema degli incubi. Anche se non erano parenti di sangue, per lei era come se lo fossero visto che dopo la morte dei suoi genitori erano state nominate tutrici. Elsa invece, sembrava non aver mai accettato completamente la perdita e Anna pensava avesse deciso di trasferirsi a Beauxbatons proprio per poter allontanarsi da tutto quel dolore.
Tuttavia continuava a non rimanere pienamente convinta della decisione di avvertirle: conosceva fin troppo bene quelle donne da immaginare si sarebbero allarmate così tanto da farle desiderare di non aver voluto raccontare nulla.
Dopo quello che era successo al Torneo Tremaghi, sentiva davvero il bisogno di dirlo a qualcuno, così alla fine rivelò del presagio a Merida, specificando che non aveva ancora la più pallida idea del suo significato. Una volta raccontato tutto, l'amica aveva subito insistito di contattare le zie per chiedere qualche informazione.
Probabilmente sarà stata la stanchezza dovuta a tutti quegli incubi, ma in quel momento Anna non era riuscita nemmeno ad avere la forza di opporsi. Era già difficile contestare Merida quando era nel pieno delle sue forze, ora che stava letteralmente strisciando per la stanchezza, non aveva la minima voglia di discutere.
Erano a metà strada quando alla fine, lo sfiancamento di Anna era arrivato quasi al limite: troppo assonnata per poter rendersene conto, batté il piede contro un sasso, perdendo l'equilibrio e scivolando addosso l'amica. Per fortuna l'altra riuscì a sorreggerla con la schiena, impedendo ad entrambe di cadere a terra "Ehi M_a che ti prende ora?"
"S_scusami!" Anna cercò immediatamente di tornare in sé, battendo più volte le palpebre per darsi una svegliata "Non avevo visto il sasso" mormorò.
Con una veloce occhiata Merida poté constatare che la pietra citata era piuttosto grandicella, difficilmente qualcuno non l'avrebbe vista. A meno che quel qualcuno non fosse una ragazza con seri problemi di insonnia.
"Dopo la lettera fila subito a dormire."
"N_no!" disse Anna mentre tratteneva a stento uno sbadiglio "Sto bene, sul serio...Sono solo un po'...Stanca."
L'altra inarcò un sopracciglio "Parecchio stanca."
"Non preoccuparti. Lo sai che mi capita."
"Non trattarlo come se fosse normale!" esclamò la rossa "E' per questo che dobbiamo spedire la lettera alle tue tutrici. Forse sapranno qualcosa di questi incubi, o del presagio. Non puoi tenerti tutti questi segreti, esploderai."
L'amica provò a dire qualcosa ma subito Merida riprese a parlare "Anna rifletti, anche Mama Odie ha detto che può essere pericoloso. E qualunque cosa sia, accadrà prima o poi."
"Avrei voluto fosse più dettagliata..." disse l'altra, portandosi una mano sul mento  "E se si riferisse a quello che è capitato a Moana? Ora sta bene...Forse è passato."
Ma per quanto cercasse di trovare una scusa, nemmeno il suo tono di voce sembrava convinto. Quel sogno era così particolare, poteva ancora sentire quella fredda sensazione sulla sua pelle.
"Hai continuato a farli?" chiese Merida.
"Beh sì, ma..."
"Allora rimango della mia idea e spero che le tue zie ci capiscano qualcosa" Merida riprese poi a camminare ed Anna affrettò subito il passo per starle dietro.
"Le faremmo solo preoccupare."
L'altra alzò gli occhi al cielo.
"Sai come sono fatte!" continuò Anna "Zia Fauna è così apprensiva, per non parlare di Flora..." mentre ne parlava, pian piano aveva nuovamente rallentato i passi fino a fermarsi "Si preoccupa così tanto per me. Potrebbe precipitarsi ad Hogwarts per portarmi a casa!"
Quel commento riuscì a strappare una risata alla rossa "Io non credo..."
Anna la guardò speranzosa.
"Quel comportamento è tipico di tua zia Serenella."
Il lieve sorriso della ragazza si spense "Merida!"
L'amica riprese a ridere mentre con un braccio le aveva circondato le spalle "Non preoccuparti. Non accadrà nulla di tutto questo."
D'accordo, forse non era del tutto convinta. Conosceva fin troppo bene le tutrici di Anna da non poter escludere un comportamento del genere, tuttavia non le sembrava il caso di allarmare ulteriormente la sua amica.
Non dopo tutto lo stress che stava accumulando in quel periodo.
Anna si lasciò trascinare per qualche metro ed il suo volto tornò ad essere più sereno "Hai ragione, non accadrà nulla."
Merida fece per annuire, quando di colpo vide l'amica voltarsi e tornare indietro al Castello "Perché non invieremo nessun gufo!"
"Anna ti prego!" la fermò per un braccio, obbligandola a guardarla negli occhi "Non sei nemmeno un po' curiosa?"
Si fissarono per qualche secondo, finché lo sguardo dell'amica tornò a farsi deciso.
"Hai ragione" disse "Andiamo..." fece qualche passo in avanti ma poi si fermò "No aspetta..."
Merida si portò entrambe le mani sul capo. Iniziava a pensare che forse sarebbe stato meglio portare Anna a peso morto mentre stava dormendo.
"Sono stanca e non riesco a prendere delle decisioni! E se mi si ritorcesse contro? E poi..." lo sguardo della fulva si fece ancora più allarmato "lo sai che non ho un bel rapporto con i gufi! Ricordi quando sono stata aggredita da quei barbagianni?"
La rossa la fissò.
Oh eccome se lo ricordava.
Durante il primo anno era stata sfidata da Tullio e Miguel: doveva nascondere un topolino nella borsa di Anna, all'epoca ancora non si conoscevano bene.
Quello stesso giorno la bambina era andata in Guferia per consegnare una lettera a sua sorella in Francia, il topolino fu visto dai gufi che si precipitarono in picchiata contro di lei, provocando un caos tale da dover chiudere la Guferia per tutta la giornata. Merida si era sentita così in colpa da voler cercare di rimediare.
Quei pensieri però la fecero inaspettatamente sorridere, dopo quell'avvenimento, lei ed Anna avevano iniziato a passare molto più tempo assieme, diventando in poco tempo migliori amiche.
"Avevo immaginato avresti tirato fuori questa storia" portò le mani ai fianchi "Così ho chiesto a Kristoff di aspettarci alla Guferia. Lui praticamente vive in quel posto!"
Sentendo quel nome il volto della ragazza si illuminò "Kristoff?"
L'altra annuì "Farà in modo che nessun barbagianni faccia un nido sulla tua bella testolina, promesso!"
"Non era necessario Merida. E' sempre così impegnato e..."
"Guarda che si è offerto lui di aiutarci." 
Anna batté le palpebre "Ah si?" le sue labbra si incurvarono in un timido sorriso, mentre aveva spostato lo sguardo verso la Guferia.
Quel ragazzo continuava a stupirla ogni volta, non immaginava fosse così altruista.
Per non parlare anche del coraggio, il modo in cui aveva affrontato quel drago a discapito del pericolo l'aveva colpita non poco.
Merida nel frattempo la stava guardando con la coda dell'occhio, mostrando un sorrisetto "Carino, non trovi?"
"..Si..." rispose di getto. Pochi istanti dopo sembrò riprendere il controllo dei suoi pensieri e cercò subito di correggersi "C_cioè certo! E' davvero...D_davvero un ottimo amico."
La rossa scosse il capo con aria divertita e la spinse via, spronandola ad accelerare il passo verso la Guferia. 



 
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Aveva appena finito la lezione di Erbologia e mentre tutti gli studenti si erano alzati per raggiungere il luogo della prossima lezione, Elsa era rimasta ancora al suo posto, anche se con la mente si sentiva da tutt'altra parte.
Stava ripensando costantemente ai fatti avvenuti pochi giorni prima, durante il Torneo Tremaghi: quando quel drago aveva attaccato lei e Moana, il professor Pitch che l'aveva aiutata, il suo litigio con Anna, ma soprattutto stava ripensando alla sua prova.



Come drago da affrontare le era capitato l'Uncinato Mortale: non era grosso quanto un Incubo Orrendo, ma sapeva essere altrettanto feroce e soprattutto veloce. Non aveva avuto nemmeno il tempo di lanciare un incantesimo che subito si era scaraventato contro di lei per poterla attaccare. 
Alla fine Elsa era riuscita a ripararsi dietro una roccia per poter riprendere fiato e pensare velocemente ad una strategia, ma proprio mentre iniziava a formulare un piano, il drago la sorprese con un balzo e le si parò davanti, agitando subito la coda per poter scagliarle contro le spine. 
Non avendo il tempo di pensare, Elsa istintivamente tese una mano verso il drago e chiuse gli occhi, avvertì l'urlo della bestia pervaderle le orecchie e solo quando riaprì gli occhi si rese conto di aver creato attorno a sé una barriera di ghiaccio di enormi dimensioni.
Aveva usato inconsciamente i suoi poteri, così da crearsi uno scudo per proteggersi, intrappolando anche la coda del drago. L'animale stava tentando di staccarla dalla lastra di ghiaccio che si era formata, ma inutilmente.
Elsa rimase immobile, stupefatta di quello che era appena accaduto.
Lo sapeva, sapeva che sarebbe successo.
Aveva appena rivelato il suo segreto.
Eppure, sentendo l'eco degli applausi tra gli spalti, seguiti da alcuni che urlavano il suo nome, aveva capito di averla scampata.
Si era esposta, ma in quel contesto poteva sembrare un semplice incantesimo di auto-difesa. Nulla di più.




Quella volta ce l'aveva fatta a passare inosservata, ma per quanto ancora sarebbe durato?
Mentre ci rifletteva, si era allontanata dalla serra per poter raggiungere l'aula di Storia della Magia, ma la sua distrazione la fece andare a sbattere proprio contro una delle ultime persone con cui avrebbe voluto restare da sola.
"Attenta" la squadrò Pitch. Il suo tono sembrava leggermente infastidito.
Più del solito.
Lei si limitò a lanciargli un'occhiata, mantenendo comunque la testa alta "Mi scusi."
Quell'insegnante riusciva ancora a metterla a disagio, complice anche la sua altezza, ma una parte di lei cercava comunque di farsi coraggio e di non mostrarsi troppo intimorita dalla sua presenza.
"Come si sente?"
La domanda fu talmente inaspettata da chiedersi se avesse effettivamente sentito giusto.
Vedendole uno sguardo così confuso, Pitch scosse il capo con aria abbattuta "E io che pensavo di avere una pessima memoria" mormorò con un debole sorriso "Da quel che ricordo ha rischiato di morire giorni fa per salvare la sua avversaria."
"Oh...Giusto..." disse Elsa "Sto bene."
Pitch era un insegnante così solitario e non amava parlare nemmeno con gli altri professori. Eppure non era la prima volta che le rivolgeva quelle particolari attenzioni. Prima Hans, poi lui...Iniziava a pensare di essere una calamita per le persone inquietanti.
Tuttavia, se non l'avesse aiutata durante il Torneo, sarebbe potuta morire. Doveva almeno farglielo sapere.
"..La ringrazio."
Lo sguardo di Pitch mutò, sembrando addirittura sorpreso.
"Se non fosse stato per lei... Io sarei.." 
"Morta? Probabile" continuò, assumendo un'espressione più severa "E sebbene la stessi aiutando, ha voluto fare di testa sua. Ho rischiato la mia vita per proteggerla."
"Poteva non seguirmi."
Lui scosse debolmente il capo "E far sì che Nicholas se la prendesse con me? Detesto dirlo ma: devo prendermi cura di voi ragazzini. E' il mio fardello" ridusse gli occhi a due fessure, chinandosi leggermente verso di lei "Quindi la prossima volta che ordino una cosa, la deve eseguire."
Elsa lo guardò storto.
Forse gli aveva dato troppa fiducia, non era così gentile con lei dopotutto.
Ma non rimpiangeva la sua scelta, se non avesse aiutato Moana avrebbe potuto rischiare di essere ferita, se non peggio.
Fece per andarsene ma la voce dell'insegnante la fermò ancora.
"Ad ogni modo..." iniziò "Non credevo fosse così brava da lanciare un incantesimo elementale così potente" un lieve sorrisetto formarsi sul suo volto "Ghiaccio eh? Scelta inusuale."
Elsa avvertì un brivido. E non per il freddo.
C'era qualcosa di strano.
"Non sono migliore di altri" distolse subito lo sguardo da lui, fissando da tutt'altra parte.
L'espressione di Pitch sembrò ammorbidirsi "La sua bassa autostima compensa la sua bravura" continuò "Immagino che nemmeno la sua preside sa delle sue incredibili...Capacità."
"Non ho nessuna capacità" affermò, questa volta guardandolo severamente negli occhi.
L'altro inarcò un sopracciglio "D'accordo. Mi piacciono i giochi, ma qui rischiamo di andare avanti tutto il giorno."
Si guardarono.
"Io devo andare."
Mosse un piede per allontanarsi, ma ancora una volta quella voce riuscì a bloccarla "Ha una buona tecnica, ma deve imparare a controllare le emozioni. Sono quelle il vero problema."
Elsa non disse nulla, si sentiva combattuta se dire qualcosa o semplicemente allontanarsi e sperare di non incrociare più il suo sguardo durante l'anno.
"Se non si libera delle emozioni, non ce la farà mai a..."
"A fare cosa?" 
"A vivere come dovrebbe" concluse "Io posso aiutarla."
La ragazza indietreggiò abbastanza da poterlo guardare nuovamente negli occhi "Perché mai vorrebbe aiutarmi? Non frequento nemmeno questa scuola."
Davvero non comprendeva il motivo di tutto quell'interesse nei suoi confronti.
Era pericolosa, le persone sarebbero dovute stare lontane da lei, perché si ostinavano a non capire?
L'insegnante si strinse nelle spalle, guardando svogliatamente alcuni studenti passare lungo il corridoio "Il mio interesse va al di la della scuola" disse "Di rado ho visto uno studente così promettente. Se posso avere l'occasione di formarlo, non mi faccio di certo frenare da queste cose."
"F_formarmi?"
L'altro annuì "Insegno Difesa contro le Arti Oscure, so quel che faccio" avanzò di qualche passo verso di lei "Posso essere la persona di cui ha bisogno. Non può contare sull'aiuto di sua sorella e non potrà mai farcela da sola."
Vedendolo avvicinarsi in quel modo questa volta non indietreggiò, alzò il capo verso di lui e lo guardò decisa "Invece posso."
A quel punto lo superò davvero.
"Elsa..." sospirò Pitch.
L'altra esitò e solo dopo aver rallentato il passo, decise di voltare lievemente il capo, facendo incontrare ancora i loro sguardi.
"Ci pensi, prima che accada l'irreparabile."
Lei lo guardò un'ultima volta, poi se ne andò e decise che non si sarebbe fermata nemmeno se l'avesse chiamata il preside in persona.
Un sorriso amaro si dipinse sul volto di Pich mentre la osservava allontanarsi "A meno che non sia già successo."




 
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NOTE AUTRICE:
Salve gente ❤❤❤
Scusate l'enorme ritardo, questa settimana è stata super incasinata, inoltre ho fatto altre modifiche alla storia e ho dovuto risistemare il capitolo.
Un impegno così non lo mettevo manco all'università.
Rapunzel è tornata! Ve l'avevo detto che ogni tanto sbucherà, poi verrà approfondita meglio più avanti.
Le tutrici di Anna ed Elsa sono le tre fate protagoniste del film "La Bella addormentata nel bosco": Flora, Fauna e Serenella.
Ho cambiato un po' le carte in tavola qui, dopo la morte dei loro genitori le ragazze sono passate alla loro custodia, ma spesso le tutrici sono in viaggio per lavoro.
Anche in questo caso comunque, verranno approfondite più avanti non preoccupatevi.
Ho voluto mettere anche un breve spezzone della sfida di Elsa che si è tenuta il giorno dopo e insomma, questa volta è stata moooolto fortunata a non attirare troppo l'attenzione, anche se...Qualcuno ha notato qualcosa.
Secondo me Elsa sotto sotto non fa che ripetersi: "Dovevo stare a Beauxbatons, mannaggia a Uberta."

Spero vi sia piaciuto!
Al prossimo aggiornamento, grazie ancora a tutti e scusate se rispondo tardi alle recensioni, prima o poi arrivo, ma sappiate che leggo vi leggo sempre ❤



 
~Un abbraccio~

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Capitolo 18
*** Burrobirra e Gossip ***


Cap 18: Burrobirra e Gossip

 
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Moana sapeva che, come ogni domenica, i suoi amici amavano radunarsi ai Tre Manici di Scopa, così aveva deciso di fare una capatina ad Hogsmeade con la speranza di trovare qualche suo compagno. In quel periodo era stata talmente presa dal Torneo e dalla preparazione della prima prova da rendersi conto che non ci tornava da parecchio tempo. Spesso si radunava al pub con i suoi compagni di Quidditch, discutendo di qualche strategia per la prossima partita e un po' le mancavano quelle cose: in fondo era il suo ultimo anno e le dispiaceva non poter disputare un'ultima sfida amichevole.
Quel pomeriggio faceva particolarmente freddo, era iniziato Dicembre e le strade ormai erano coperte in gran parte dalla neve.
Un po' sovrappensiero, una voce in lontananza la prese alla sprovvista, facendola sobbalzare di punto in bianco.
"Ma guarda chi è tornata tra noi!"
Dopo una veloce occhiata attorno, alla fine alzò lo sguardo, trovandosi in alto Jim a cavallo sulla scopa.
Il suo volto si illuminò "Ciao Ji..."
"SIGNOR HAWKINS!" Urlò il professor Tokins, insegnante di Babbanologia: in apparenza un po' grassoccio, con capelli castani, occhi scuri e due lunghi baffi quasi a punta. Era molto ligio e preciso, per non dire ossessionato dal far rispettare ogni regola ad Hogwarts. 
Inutile dire che spesso si scontrava con gli studenti più ribelli, e Jim era uno tra quelli.
"E' assolutamente vietato volare al di fuori di Hogwarts!"
Il giovane Serpeverde sbuffò sonoramente, facendo spostare così un ciuffo dei suoi capelli.
"Mi stia a sentire, scenda immediatamente!"
"Arrivo ad Hogsmeade e poi scend.."
"Hawkins!" continuò l'uomo, portandosi le mani sui fianchi "Le regole devono essere rispettate da tutti, anche dai Campioni."
Moana nel frattempo aveva rallentato il passo, spostando l'attenzione tra i due con fare divertito.
Nemmeno Jim era estraneo alle punizioni, solo che a differenza di Jack che amava combinare gli scherzi, a lui semplicemente piaceva agire di testa sua. Considerava alcune regole troppo rigide e spesso le sue opinioni contrastavano quelle degli insegnanti.
Come in quel caso.
Il Serpeverde alzò gli occhi al cielo e dopo un'ennesima ripresa dall'insegnante, iniziò con malavoglia a scendere, fino a restare poco sopra il livello del terreno.
"Direi che ora non posso nuocere a nessuno."
Ma Tockins continuava a fissarlo di sbieco con aria severa.
Moana nel frattempo li aveva raggiunti, incrociò le braccia al petto e rivolse un sorrisetto all'amico "Jim..."
Alla fine il ragazzo cedette e finalmente scese da quella scopa.
"Va bene ora?!"
"Molto meglio!" la Grifondoro fece un passo in avanti, posizionandosi tra lui e l'insegnante. 
Lo sguardo di Tockins sembrò ammorbidirsi un po' di più alla sua presenza "Ancora non capisco perché una ragazza brava come lei debba frequentare un delinquente del genere."
Jim lo fulminò con lo sguardo "Solo perché a volte non seguo le sue regole non le da il diritto di chiamarm..."
"O_ora però dobbiamo andare!" disse frettolosamente Moana mentre cercava di spintonarlo prima che venisse nuovamente punito "A_arrivederci professore!"
Anche se con un po' di difficoltà, alla fine ebbe la meglio e riuscì a trascinarlo via sotto lo sguardo indispettito dell'insegnante, che però sembrava essersi calmato, grazie soprattutto al tempismo della ragazza nel frenare la linguaccia del suo amico.
"Quel Tockins!" borbottò Jim una volta distante "Ce l'ha sempre con me."
Moana aveva trattenuto una risata "Perché tu lo provochi!"
"Andiamo...Ho affrontato un drago! Come se non sapessi stare sulle scopa poi... Era solo un volo innocente." 
L'altra alzò gli occhi al cielo "E' un insegnante, che ti piaccia o meno devi dargli retta. Non posso sempre tirarti fuori dai guai."
A quel punto Jim si girò completamente col corpo, continuando a camminare in avanti "Non dovresti nemmeno parlarmi" disse, portando una mano in tasca "Hai sentito il professore? Potrei trascinarti sulla cattiva strada!"
La Grifondoro alzò  il capo e con un veloce scatto spostò i capelli dietro il collo "Troppo tardi: Miss Toothiana mi aveva espressamente detto di tornare al dormitorio e riposarmi, invece...Eccomi qui!"
Jim finse uno sguardo sconvolto mentre si passava una mano sul viso "Che ribelle! Sicura di non essere Merida sotto polisucco?" 
Prima che lei potesse rispondere, venne attirato da un gruppetto di persone che non faceva altro che fissarli, bisbigliando di tanto in tanto qualcosa, questo accadde per tutta la durata del tragitto fino ad arrivare ad Hogsmeade. La cosa non era passata inosservato nemmeno a Jim che però, a differenza sua, cercava di non farci troppo caso.
"Perché ci stanno fissando?" domandò la ragazza.
L'altro si strinse le spalle "Ricordi che siamo i Campioni, vero?"
Lei lo fissò dubbiosa. Immaginava di essere al centro dell'attenzione, soprattutto dopo la prima prova, ma le occhiate che le lanciavano quelle ragazze erano diverse, avrebbe voluto sentire cosa si stessero bisbigliando di così importante. 
Appena entrati Jim intravide i suoi compagni Serpeverde: Jack, Eugene e Nick, seduti ad un tavolo. Li indicò col capo mentre posava lo sguardo sull'amica "Ti unisci a noi?" 
Lei stava per annuire quando vide in un altro tavolo le figure di Belle e Judy, quest'ultima in particolare sembrava parecchio abbattuta. 
"Magari più tardi..." disse, con gli occhi ancora puntati sulla ormai ex prefetta. Jim annuì e dopo aver fatto un lieve cenno col capo alle altre due, fermò una cameriera per ordinare una burrobirra.
L'atteggiamento così abbattuto di Judy tuttavia, aveva attirato anche le attenzioni di Nick.
"Che le prende a carotina?" domandò in generale ai due compagni.
Jack voltò lo sguardo "Le hanno sospeso il ruolo di prefetto." 
"E tu come lo sai?"
"Me lo ha detto lei." 
L'altro lo fissò lievemente stupito.
Sapeva che avevano iniziato a diventare amici, ma non credeva fossero così affiatati da farsi quel genere di confidenza. Si chiese perché Judy non glielo avesse detto, forse per paura potesse prenderla in giro?
Impossibile.
Era consapevole di quanto amasse essere prefetto, aveva lavorato duramente per poter ottenere quel distintivo e nonostante si divertisse nel punzecchiarla, non avrebbe mai riso di questo.
Una volta presa la sua burrobirra, Jim si avvicinò ai tre, aspettandosi una ramanzina visto il ritardo, invece il terzetto sembrava guardarlo quasi con stupore.
"Sei davvero uscito?" Jack nascose un risolino mentre Eugene con rammarico aveva tirato fuori dalla tasca della tunica dei galeoni per consegnarli a Nick. 
"Diamine Jimbo, mi hai fatto perdere i soldi."
"Vi ringrazio!" rispose trionfante il Nick, lanciando comunque qualche occhiatina a Judy ogni tanto. 
Jim li fissava ancora più confuso "Avevate scommesso che non sarei uscito?"
A quel punto anche Eugene rise "Oh...Ecco perché. Tu non lo sai."
"Non so...Cosa?" chiese "Avanti ragazzi, ditemelo!"
In risposta gli vene sbattuto in faccia il giornale della Gazzetta del Profeta.
"Questo ti farà capire" Hiro afferrò una sedia in un altro tavolo per sistemarsi in un angolo tra Nick e Jim, mentre quest'ultimo era preso dalla lettura, l'altro non poté fare a meno di osservarlo sorpreso.
"E tu piccoletto che ci fai qui?"
"Sto con i miei amici di Hogwarts a prendere una burrobirra."
Fece per afferrare il bicchiere di Nick ma lui lo allontanò "Ehi ehi, prima di tutto, questa è roba mia."
"Non sei troppo piccolo per essere qui ad Hogsmeade?" si intromise Eugene, guadagnandosi un'occhiataccia da parte del ragazzino.
"Ho tredici anni!"
"Sul serio? Avrei giurato fossi del secondo anno."
Hiro avrebbe voluto ribattere, ma venne interrotto dalla voce di Jim.
"Non posso crederci!" il suo sguardo si rabbuiò "Jim Hawkins, uno dei due Campioni di Hogwarts, a dispetto delle sue origini babbane ci racconta le sue incertezze per la partecipazione al Torneo, probabilmente dovute alla nostalgia del mondo babbano..." man mano che andava avanti a leggere la sua voce si faceva sempre più lieve, fino ad arrivare quasi ad un sussurro.
"Ma...Ma io non ho detto questo!" con un gesto batté il giornale sul tavolo "Quella donna! Mi ha descritto come un insicuro che ha disputato una prova penosa!"
Non poteva crederci, quella giornalista non solo aveva raccontato al mondo i suoi problemi famigliari, ma aveva addirittura inventato un sacco di cose solo per metterlo in cattiva luce.
Jack si sporse leggermente e diede uno sguardo veloce al testo "Non ha detto penosa...Ha scritto mediocre, vedi?"
Gli altri gli lanciarono una lunga occhiata silenziosa.
"Che c'è?"
Nick si strinse le spalle "Non te la prendere Jim. Mia zia Marian ha lavorato con quella in passato, lei e il suo collega Rudy in ufficio la chiamano amabilmente Crudelia De Mon!" con una mano tirò a sé il boccale di burrobirra e ne bevve un sorso prima di riprendere "Adorabile, eh?"
"All'intervista mi ha chiamato sanguemarcio!" sospirò l'amico mentre si passava una mano tra i capelli "In fondo dovevo immaginarmelo. Non sopporta quelli come me."
"Lei non sopporta chiunque" continuò l'altro, riprendendo a bere.
Con una mano Jack trascinò il giornale di più verso il centro, in modo che anche Eugene potesse leggere.
"C'è andata pesante anche con Tadashi!" sbuffò Hiro "Non ha risparmiato nessuno."
Dopo aver dato una veloce occhiata, Eugene inarcò un sopracciglio "Elsa sì però."
"All'intervista mi ha detto che ha frequentato Beauxbatons da ragazza" disse Jim.
A Hiro scappò una risata "Un secolo fa!" e si diede un pugno con Jack.
"Forse è per questo che non c'è andata così pesante con lei, forse conosce la preside" continuò l'altro, sedendosi finalmente sulla sedia. Non si era reso conto di essere stato in piedi tutto il tempo. 
Quell'articolo lo aveva fatto andare completamente nel pallone.
"Almeno spiega perché tutti stavano fissando me e Moana la fuori" con la coda dell'occhio vedeva che anche la Grifondoro stava parlando con le altre tenendo tra le mani la Gazzetta del Profeta. 
In quel breve momento si era reso conto che gli sguardi dei quattro erano notevolmente cambiati, sembravano addirittura divertiti.
"Che vi prende ora?"
"Gira la pagina" suggerì Jack.
Jim lo fece e non appena vide la foto sottostante si bloccò nuovamente.
"Ma che..."
Era uno scatto ritratte lui e Moana in riva al lago. Scattato durante quel loro piccolo momento di intimità. E rigorosamente di nascosto.
Provò a dire qualcosa, ma venne zittito da Jack che si sporse per poter leggere a voce più alta, in modo che anche gli altri due sentissero "Ehm-Ehm...Sembrerebbe che poco prima della prova, i due Campioni di Hogwarts siano stati visti scambiarsi effusioni lungo le sponde del Lago Nero. Che sia una manovra di alleanza in vista della gara o un semplice flirt tra due adolescenti?"
Sia Nick che Eugene scoppiarono a ridere, mentre Hiro cercò di contenersi vista la palese espressione sconvolta di Jim.
"Noi non..."
Eugene gli fece l'occhiolino "Non giustificarti con noi, Jimbo."
"Al lago eh?" lo sbeffeggiò Jack, rivolgendo poi uno sguardo ai compagni "Ma che romanticone!"
"Questo giornale dice il falso!" disse Jim.
Jack inarcò un sopracciglio "Ah si? Dunque questi due così vicini non siete voi?"
Jim allora arrossì "Non...Non intendevo questo."
"Non infierire Jack" scherzo Eugene "Fai in modo che Jim riesca a scagionarsi. Anche se non capisco cosa ci sia di così male."
"Intendevo dire che la giornalista ha distorto il contesto!" col dito Jim indicò il paragrafo sottostante con annessa foto di Moana e Tadashi assieme "Stavano solo parlando. Questo articolo la sta dipingendo come un'arrampicatrice. Vi sembra normale?""
"E' assurdo!" mormorò sconvolto Eugene.
L'altro sembrò rilassare le spalle, ma poi l'amico continuò "Non puoi farti soffiare la donna da quel damerino di Durmstrang!" disse con sarcasmo, dando un cinque a Jack accanto a lui.
Hiro lo guardò "Non preoccuparti. Mio fratello è intelligente, ma piuttosto imbranato con le ragazze."
"Non c'è niente tra di noi!" esclamò Jim esasperato. Aveva iniziato ad alzare la voce e questo aveva attirato alcuni sguardi tra i vari tavoli. Arrossì appena e si sporse verso i suoi amici per parlare con una voce più sottile "Questa foto è stata scattata con l'inganno. Non stava succedendo niente!"
"Come no!" ridacchiò Jack "Eppure qui non sembra un niente" con una mano afferrò il giornale e lo passò a Eugene.
"Oh si! Vedi..." indicò la foto "Ha pure quello sguardo."
L'interessato batté le palpebre "Quale sguardo?
"Lo sai..." la sua espressione si addolcì e unì le mani per enfatizzare il discorso "Lo sguardo da cucciolo innamorato!"
Jim sospirò, portandosi una mano sulla fronte ed abbassando il capo, forse anche per nascondere l'imbarazzo.
"Ce l'ha sempre quando è con lei" sussurrò Jack.
L'amico lo guardò accigliato "M_ma non è vero!"
"Invece si!" 
"Voglio vedere!" Hiro si sporse, rischiando quasi di far cadere il bicchiere ormai vuoto di burrobirra, ma dopo aver osservato bene, inclinò la testa di un lato "A me sembra normale."
Eugene alzò gli occhi al cielo "E' perché sei troppo giovane, alla tua età pensavo solo a collezionare le figurine delle cioccorane!"
"Lo fai ancora adesso!" Jack gli diede un'amichevole spintonata "E non atteggiarti come se avessi trent'anni!"
Nonostante quel clima così sereno, l'umore di Jim si ostinava a peggiorare. 
Nick nel frattempo aveva finito l'ultimo sorso di burrobirra "Ammetto che è facilmente fraintendibile, c'è molta intesa."
L'altro alzò gli occhi al cielo "Certo che c'è intesa! Noi..."
Ma i ragazzi si limitarono a fissarlo, facendolo imbarazzare ancora di più.
"N_non siamo una coppia!"
Sul volto di Eugene si formò un sorrisetto "Ma ti piacerebb..."
Non lo lasciò nemmeno concludere la frase che lo colpì in testa col giornale
"Siamo solo amici!" continuò, cercando di nascondere il lieve rossore sul suo viso "Il nostro rapporto è come quello tra Nick e Jack."
Il fulvo diede un ultimo sguardo alla foto e scosse debolmente il capo "Oh credimi...Se Jack iniziasse a guardarmi in quel modo, gli farei un bel discorsetto."
"Ehi! Io sono un ottimo partito!"
"Violetta potrebbe dissentire."
Jack lo fissò sorpreso, si mise a ridacchiare mentre con la coda dell'occhio si guardava attorno, come per controllare se non ci fosse nessuna presenza indesiderata "Non ti stancherai mai di rinfacciarmi quella storia?"
"Mai, Frost" sorrise Nick "E' troppo divertente."
L'altro finse un colpo al petto "Sei crudele!"
Mentre quei due iniziavano a punzecchiarsi, Jim passò lo sguardo dal giornale al tavolo dove si trovava Moana, notando che anche lei sembrava piuttosto presa dalla questione della Gazzetta. Probabilmente era imbarazzata quanto lui.




"Non è possibile!" ribatté la riccia mentre lanciava un'occhiata al tavolo di Jim e gli altri. Si portò una mano sulla fronte e sospirò "Non riesco a crederci che quella donna abbia scritto un articolo del genere!"
Belle, seduta davanti a lei, si sporse per posarle una mano sulla spalla, ormai aveva abbandonato completamente la lettura del libro, trovando più opportuno dedicarsi alle sue amiche. Inoltre il morale di Judy non sembrava migliorare "Beh...Guarda il lato positivo..."
L'altra inarcò un sopracciglio, cercando di nascondere il rossore delle sue guance.
"Ora sembra che si siano scordati la questione del Calice" le sorrise.
Lei ricambiò "Hai ragione" poi la sua espressione si fece improvvisamente più seria mentre con una mano aveva alzato il giornale, mostrandole le foto animate "Ora pensano esca con i Campioni per avere un vantaggio!"
"E che Campioni!" strillò una voce alle sue spalle. 
Le altre voltarono lo sguardo giusto in tempo per vedere Charlotte sedersi vicino a loro. Belle e Moana si scambiarono un'occhiata, vedendo che altre due ragazze si erano unite al loro tavolo: Cielo Perez, una Corvonero del sesto anno, capelli e occhi scuri, di origine sudamericana, spesso la si vedeva in compagnia di Miguel e Tullio, voci di corridoio raccontavano di una probabile tresca con quest'ultimo.
L'altra era Ariel Atlantica, una Grifondoro del sesto anno, dai lunghi capelli rossi, occhi azzurri come il mare e la più giovane di ben sei sorelle. Suo padre era a capo del Ministero della Magia.
Judy aveva preferito prestare l'attenzione sulle bollicine della burrobirra, tracciando con le dita dei disegni immaginari sul boccale.
"Credimi, ti capirei benissimo. E' così difficile scegliere!" disse Charlotte.
Belle provò a parlare, ma Ariel la anticipò "Immagino tu sia ancora indecisa su chi invitare al Ballo del Ceppo!"
L'altra la guardò, battendo le palpebre "Il...Ballo del Ceppo?"
"Ma come, sei la Campionessa e non lo sai?" domandò stupita Cielo "Si terrà sotto Natale."
"Tutti noi siamo invitati e dobbiamo scegliere un cavaliere! Iiiiiiiiih è così elettrizzante!!" continuò euforica la biondina.
Le sue urla furono così stridule che riuscirono ad attirare l'attenzione perfino di Judy.
"Quando ne hanno parlato tu eri in infermeria" disse poi Belle alla Grifondoro.
L'espressione scontenta di Moana attirò l'attenzione di Cielo che la fermò con una mano "E prima che tu possa dire di no: sappi che non puoi ritirarti. Tutti i Campioni devono aprire le danze."
L'altra si lasciò andare in un sonoro sbuffo.
"Devi trovarti qualcuno!" urlò Charlotte entusiasta.
"E' così romantico" sospirò Ariel mentre giocherellava con una ciocca dei suoi capelli "Mi piacerebbe invitare Erik... Ma non so se mi ha notata."
"Oh credimi, ti ha notata eccome!" disse Cielo con un sorrisetto "Cerca sempre di incrociarti a fine lezioni. Anche Tullio faceva cosi, i ragazzi sono prevedibili."
Ariel inclinò la testa di un lato "Quindi andrete assieme?"
L'amica accennò un altro sorriso "Può darsi."
Nel frattempo Charlotte si sporse di più verso Moana "Allora? Modashi o Mojim?"
La Grifondoro la fissò "I...C_cosa?!
"E' la fusione dei vostri nomi! Siete famosi ora! Cioè...Più del solito" esclamò tutta euforica "Quindi chi sarà il tuo ragazzo? Dato che siamo amiche ti lascio scegliere per prima, io consolo il secondo!"
Moana rimase a boccheggiare per qualche secondo buono. Tralasciando l'esuberanza sempre esagerata di Charlotte e i pessimi nomi scelti, la notizia del ballo del Ceppo l'aveva presa del tutto alla sprovvista. Senza farsi notare spostò brevemente la sua attenzione su Jim, ancora alle prese in chissà quale discussione con i suoi compagni e si sentì terribilmente agitata all'idea di potergli chiedere di andare al ballo con lei.
Ne sarebbe stata felice. Decisamente molto più felice di quello che ci si potrebbe aspettare verso un semplice amico.
Voltò poi il capo verso Belle, come se stesse cercando un conforto "Devo proprio?"
Lei ricambiò lo sguardo "Devi, sì. A lezione hanno detto che è una tradizione, giusto Judy?" 
Ma l'altra sembrava ancora con la testa fra le nuvole  "...Judy?"
La Grifondoro alzò lievemente il capo ".... Si? C_cosa?"
"Forse era meglio se non venivamo qui" Belle la guardò sconsolata "Non sei in te oggi..."
"N_no è che io...Stavo...S_stavo solo pensando..." mormorò, abbassando nuovamente il capo. Cercò di forzare un sorriso, seppur debole, ma questo convinse ancora di più le altre del suo malumore. 
Per lei essere prefetta era sempre stato un traguardo importante da raggiungere, era un simbolo di orgoglio e si sentiva fiera dei risultati che ottenuti. Sapeva di aver fatto un grave errore a disubbidire agli ordini degli insegnanti, agendo di testa propria. Lo aveva fatto a fin di bene, ma questo Bunnymund non poteva (e non doveva) saperlo.
Non ce l'aveva nemmeno così tanto con Hiccup, non come Merida per lo meno. Aveva agito per il benessere del suo amico e non poteva fargliene una colpa. Il problema era il fatto che fosse un drago.
"Mi dispiace per la storia del distintivo..." Moana allungò una mano per appoggiarla sul suo polso "Il professore tornerà sui suoi passi."
"Non lo so ragazze..." sospirò "Ho comunque disubbidito e..."
"E quante volte ti sei adoperata per aiutare gli altri? Hai rispettato le regole e sei una delle migliori studentesse di Incantesimi che Hogwarts possa sognare!" disse la Grifondoro.
"Ha ragione. Senza te come prefetta la scuola non sarebbe la stessa" sorrise Belle "Sai com'è fatto Bunnymund: non ha un carattere facile, ma è di buon cuore. Aspetta qualche giorno, poi prova a parlargli, sono sicura che riuscirete a trovare un punto d'incontro." 
Anche Charlotte si unì al discorso "Vedrai tesoro, non so cosa sia successo, ma mi fido delle altre. Andrà tutto per il meglio!"
Le altre annuirono in sostegno.
A quelle parole il debole sorriso della ragazza si allargò un po' di più "Grazie ragazze."
Si sentiva davvero grata della loro presenza in quel momento, probabilmente da sola si sarebbe depressa ancora di più. Era felice di poter contare sempre su di loro.
"Se vuoi posso rimanere qui ancora un po' " disse poi Belle, ma Judy scosse il capo, facendole un veloce gesto con la mano.
"Non preoccuparti. Ora devo andare in Biblioteca."
"D'accordo" la Corvonero si strinse le spalle e dopo aver sistemato il libro dentro la sua sacca, si alzò da posto e fece un veloce cenno le due amiche "A più tardi ragazze."
"Vai già a studiare?" chiese Moana.
Belle scosse il capo, mostrando un timido sorriso "Non proprio, mi vedo con un amico. Tutto qui" dopo di ché si avviò verso l'uscita, salutando con un cenno della mano anche tra il tavolo di Jim e gli altri.
A quel punto si voltò stupita verso Judy "E' da un po' di tempo che sento nominare questo amico. Credi che ce lo presenterà al ballo?"
"Preoccupati del tuo di ballo" rise l'altra mentre si alzava anche lei da posto. Sembrava essere tornata un pochino di buon umore "Voglio proprio vederti danzare di fronte a tutti."
Salutò lei e le altre per poi allontanarsi in tutta fretta via dal locale.
Le sue amiche avevano ragione, non doveva farsi abbattere in quel modo. Doveva dimostrare a Bunnymund che era affidabile e teneva al bene della scuola. 
Quel momento le fece tornare alla mente la vicenda dei cavalli, il simbolo, le ipotesi che qualcuno poteva avercela con Beauxbatons.
Doveva riprendere le ricerche dove le aveva lasciate, Hogwarts poteva essere in pericolo e lei si era presa la responsabilità di trovare una soluzione al problema, qualunque esso sia.





Nel frattempo Jim era rimasto a fissare il gruppetto attorno a Moana ormai da un po', rimanendo imbambolato con il bicchiere di burrobirra ormai semivuoto tra le mani.
Nick lo imitò e si sporse leggermente "Quindi...Non la inviterai?"
Lo fulminò con lo sguardo.
"Immagino di no. Allora...Mi faresti il favore di invitare lei?" e col dito indicò Charlotte.
"Da quando fai cupido?" chiese Jack.
L'amico si strinse le spalle "Da quando devo un favore."
In quel momento la biondina si era resa conto della loro presenza e si mise ad agitare freneticamente la mano per salutarli. Nick rispose con un sorrisetto ed indicò Jim accanto a lui, mimando un "okay".
Ma l'interessato non sembrava molto favorevole.
"Posso cavarmela da solo."
Hiro si sporse, mantenendo lo sguardo fisso sulla Grifondoro "Fossi in te, mi darei una mossa a chiederle di uscire. E' la Campionessa, ora avrà parecchi ragazzi che le faranno il filo" disse con un sorrisetto "Sai...So che va molto d'accordo con mio fratello."
Quell'affermazione fece tentennare il ragazzo, che spostò lo sguardo su di lei, domandandosi se ci avesse solo minimamente pensato ad una remota possibilità di uscire con lui. 
Riflettendoci attentamente: stava bene con Moana, avevano parecchie cose in comune e amavano passare il tempo assieme. Inoltre non era la prima volta che qualcuno li scambiava per una coppia.
E cercava di non darci troppo peso, ma l'idea che potesse uscire con qualcun altro lo stava mandando in confusione. 
Eugene nel frattempo non la smetteva di fissarlo "Però, deve piacerti un sacco per non aver nemmeno il coraggio d.."
"La volete finire?!" sbottò, questa volta alzando di più la voce "Siete pesanti! Questo articolo vi ha dato alla testa. Non la inviterò al ballo! Non c'è niente tra me e Moana!"
Gli altri si limitarono a guardarlo con un misto di imbarazzo, inizialmente Jim non ne capì il motivo, ma appena voltò lo sguardo si rese conto che in quel piccolo scatto d'ira era riuscito ad attirare l'attenzione di alcuni studenti tra i vari tavoli vicini, tra cui quello di della diretta interessata. 
Per un breve istante i suoi occhi si incrociarono con quelli della Grifondoro.
Avrebbe voluto sprofondare.
"Uomini..." Cielo portò le mani ai fianchi "Bella mossa, Hawkins."
Charlotte si sporse lentamente verso l'amica, sussurrando un: "Se vuoi lo prendo io."
Tutti quegli sguardi puntati su di lui erano decisamente troppi da sopportare in quel momento, complici anche le occhiatine che gli mostravano i suoi compagni di casa. Così si alzò dalla sedia e fece per uscire dal locale.
Difficilmente si era sentito più in imbarazzo così.
L'ultima cosa che voleva era rovinare la loro amicizia, ma più ci pensava, più dentro di sé temeva che forse le parole di Eugene nascondevano qualcosa di vero. Forse aveva sempre avuto quello sguardo quando stava con lei e solo adesso se ne stava rendendo conto. 





 
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NOTE AUTRICE:
Salve gente ❤❤❤
Scusate il ritardo, ma ultimamente ho davvero pochissimo tempo, è una fortuna che diversi capitoli li avevo già scritti in precedenza.
Spero che il capitolo non vi abbia annoiato, ogni tanto penso che ci possano star bene dei momenti più rilassanti, tra lo stress del Torneo e tutto quello che sta succedendo, voglio cercare di equilibrare un po' tutto, sperando di non risultare troppo pesante.  Questo capitolo come da titolo, è più sull'insegna del gossip e qualche comparsata qui e la.
Crudelia ha voluto lasciare la sua impronta, vendicandosi a modo suo. 
In questo universo, Nick è imparentato con Robin Hood e Lady Marian (giustamente, entrambi volpi), in questo caso sarebbero i suoi zii e Marian lavora per la Gazzetta del Profeta. Rudy è il padrone di Pongo del film "La carica dei 101", mi sembrava giusto citarlo anche qui, dato che alla fine mi pare sia proprio lui a darle il soprannome di Crudelia De Mon nel film.

Per gli altri personaggi:

Ariel è la protagonista del bellissimo film "La sirenetta."
Cielo è invece la co-protagonista del film "La strada per El Dorado", di cui consiglio sempre la visione.
Tockins è un personaggio del film "La bella e la Bestia", precisamente l'orologio. Non so'...Tra tutti mi sembrava quello più adatto per Babbanologia.
Violetta è una dei protagonisti del film "Gli incredibili."

Teoricamente ci sarebbe dovuta essere un'altra parte, che però la riservo per la prossima settimana perché anche quella è un po' lunghina, alla fine usciva meglio se le separavo.
Grazie di cuore per chi la legge e segue, anche silenziosamente <3


 
~Un abbraccio~

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Capitolo 19
*** La Dama e la Ribelle ***


Cap 19: La Dama e la Ribelle 



 
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Spedire quella lettera era stato più facile di quello che Anna aveva pensato e, grazie a Kristoff, il timore di essere attaccata da un gufo non la tormentava più: l'inizio era stato un po' burrascoso, appena intravisto un gufo Anna aveva rischiaro di scivolare giù per le scale; scena a cui nemmeno Kristoff era riuscito a rimaner serio, ma dopo averci scherzato su, alla fine presentò Sven alle ragazze. Fece addirittura una vocina buffa per far sembrare che il pennuto rispondesse alle sue domande e questo finalmente smorzò un po' la tensione.
Finito il lavoro, tutti tornarono indietro verso il Castello, mettendosi a chiacchierare del più e del meno. Perfino Merida aveva notato l'intesa che si stava creando tra Anna e Kristoff: quei due insieme andavano sempre più d'accordo e doveva ammetterlo, le piaceva vedere la sua amica conversare in quel modo con lui... Di sicuro lo preferiva ad Hans.
Quel ragazzo non le andava giù, non riusciva a spiegarsi il motivo, era sempre gentile, educato e andava bene a scuola, Anna spesso le ripeteva che doveva conoscerlo, ma era più forte di lei.
Hans era praticamente perfetto e forse era proprio questo a darle sui nervi.
"Sven è adorabile. Di solito i gufi all'emporio non sono mai così amichevoli" aveva detto nel frattempo Anna mentre continuava a fissare il gufetto reale sulle spalle di Kristoff.
"Ma Sven non l'ho preso a Diagon Alley, è sempre stato con me da quel che ricordo."
"Sul serio?"
Lui annuì, passando lo sguardo da lei a Merida "In orfanotrofio non ci permettevano di tenere gli animali, Sven era libero di volare ovunque, ma ogni volta tornava sempre da me. Alla fine sono pure riuscito a convincere la nostra direttrice a tenerlo in camera qualche volta."
Quelle parole, dette con così tanta naturalezza, spiazzarono entrambe le Grifondoro. 
"Or...Orfanotrofio?" balbettò Anna, portandosi una mano sulla bocca "Kristoff io...Scusa.."
Lui inarcò un sopracciglio "E di cosa?"
"Della tua situazione...Non pensavo che tu... fossi..."
"Orfano? Non preoccuparti, insomma..." farfugliò "Non sono l'unico orfano al mondo, e poi mi piace stare per conto mio..."
Le altre lo fissarono in silenzio, Kristoff e Sven si scambiarono un'occhiata "Davvero ragazze, non fate così. Quello sguardo non aiuta" prima che potessero rispondere, continuò "Ho superato questa cosa già da tempo."
"Devi esserti sentito solo..." disse sottovoce Merida.
Il Tassorosso riprese a camminare e si strinse le spalle, rivolgendo poi la sua attenzione sul gufo "Qualche volta, ma come ho detto, avevo Sven. Ci siamo guardati le spalle a vicenda" gli diede una piccola carezza sotto il becco "Lui ha solo me. Siamo una famiglia dopotutto."
Anna li osservò con un dolce sorriso, mentre Merida rallentò il passo, fino a fermarsi. Al ché gli altri due si voltarono verso di lei.
"Che succede?" domandò il biondino.
"Anche Hiccup ha detto così...Per quel drago" disse tristemente.
Non si era dimenticata del suo litigio, solo che avrebbe voluto evitare di pensarci, almeno per il momento.
Anna si voltò verso di lei, immaginando dove volesse andare a parare.
"Merida...Forse..."
"No" la fermò subito "Ci ha mentito."
"Per difendere un amico!"
"Un drago non è un amico!" continuò furente.
Anna sapeva perfettamente i sentimenti della sua amica per quelle creature e sebbene non fosse al settimo cielo alla consapevolezza che quel drago fosse ancora in piena libertà, si fidava di Hiccup e se lui affermava che Sdentato non era davvero pericoloso, in cuor suo sentiva di doversi fidare. Voleva provarci.
"Ha avuto tutta l'estate per dirmi la verità" continuò irritata Merida "Direi che poteva pensarci prima di rovinare tutto!"
Anna sospirò e fece per sorpassarla "Evidentemente non era facile per lui! Mettiti anche nei suoi panni, non è semplice dire queste cose, non stiamo parlando di un gattino, ma di un drago. E poi la ragazza che gli piace li..."
"...Aspetta.." disse piano la rossa "...Che...Che cos'hai detto?"
L'altra si bloccò, ripensando velocemente alle parole che aveva appena pronunciato e maledicendosi per essere stata così maldestra.
Guardò Kristoff e, non ricevendo alcun aiuto, si limitò ad un sorriso impacciato. 
"...Eh?"
Merida le si avvicinò "Hai detto: La ragazza che gli piace" arrossì appena mentre lo diceva. 
L'altra cercò di fare la vaga "Pff...E Q_QUANDO?!"
"Proprio adesso."
"...N_non è vero!"
"Ti ho appena sentita."
"Avrai sentito male!"
"Non credo."
"Problemi alle orecchie..."
"Il mio udito funziona benissimo!"
Kristoff nel frattempo le osservava leggermente confuso, ma al tempo stesso incuriosito, soprattutto per gli atteggiamenti schivi di Anna.
"Oh ehm..." a quel punto l'altra non seppe davvero che altro dire e fece il primo gesto che le venne in mente "G_Guarda!" allungò un braccio e si mise ad indicare dietro la sua amica, cercando di distrarla.
Merida si limitò a fissarla con un sopracciglio alzato "Sul serio? Hai diciassette anni e credi di fregarmi cos..."
Non fece in tempo a finire che venne subito assalita da una creatura di media taglia, col pelo bianco e dal volto simile ad un furetto. L'animale le saltò addosso abbracciandola affettuosamente "Padroncina Dumbroch! Padroncina Dumbroch! Come sono felice di vederla!"
"G_Gurghi?!" esclamò stupefatta la rossa.
Finalmente l'animaletto tornò a terra, senza smettere però di saltellarle attorno con entusiasmo "Si si si! Esatto! Allora la padroncina non si è dimenticata di Gurghi!"
"Non ci vediamo da questa estate!" rispose lei, sistemandosi la chioma spettinata. 
L'animale le prese un braccio e riprese a saltare un paio di volte "Si, ma Gurghi è così felice di rivedere la sua adorata padroncina! Oh, è davvero felice, si si!" 
Merida venne trascinata in quella stramba danza per qualche istante, sotto lo sguardo ancora meravigliato di Anna. 
Gurghi lavorava per la sua famiglia da sempre ed erano praticamente cresciuti insieme. Seppur pasticcione e fin troppo esuberante, era sempre stato fedele alla sua famiglia, in particolare a suo padre. Fu lui a salvarlo durante una spedizione e dopo la sua morte, Gurghi non aveva voluto rinunciare al suo impiego, giurando che sarebbe stato al fianco della famiglia per il resto dei suoi giorni.
"Ciao Gurghi!"
Sentendosi chiamare, l'animaletto lasciò subito la presa su Merida, voltandosi entusiasta verso l'altra ragazza "Padroncina Anna! Gurghi è molto felice di vedere anche lei!"
"Fa piacere anche a me rivederti!"
In quel frangente Merida si chinò per arrivare in parte all'altezza della creatura "M_Ma...Che ci fai qui?" domandò "Non dovresti essere a casa con..."
Ed improvvisamente quel lieve sorriso sul suo volto si incupì non appena si rese conto della situazione: Gurghi era al servizio di sua madre adesso, se lui era ad Hogwarts questo significava una sola cosa.
"Oh no..." disse a bassa voce "Oh no oh no oh no oh no oh no!"
Gurghi questa volta si limitò ad osservarla, trovandola quasi divertente per quella strana reazione. Merida invece sembrava tutt'altro che felice. Il solo pensiero di rivedere sua madre li, ad Hogwarts, sarebbe stato peggio di qualsiasi punizione del professor Pitch.
Col capo ancora rivolto alla creatura, si alzò di scatto e solo in quel momento sentì la squillante voce di Anna urlare le parole peggiori della giornata: "Signora Dumbroch!"
Quando Merida alzò lo sguardo vide arrivarle in contro una donna dai lunghi capelli castani ed un elegante vestito verde. 
Elinor Dumbroch lavorava per il Ministero della Magia ed era anche membro dei Consiglieri di Hogwarts. Il suo carattere spesso severo e autoritario si scontrava facilmente con quello testardo e libertino della figlia e Merida non si risparmiava nell'elencare ogni problema che aveva con lei. 
Anna e gli altri notavano infatti che il suo umore rischiava nettamente di peggiorare ad ogni rientro per le vacanze di Natale, mentre sembrava tutt'altra persona una volta tornata ad Hogwarts. Chiunque conoscesse un minimo la sua situazione avrebbe potuto tranquillamente unire i puntini.
Merida adorava stare ad Hogwarts, sebbene non amasse particolarmente seguire le regole e non fosse una delle più brave a scuola, ma per lei era un rifugio. Non era solo una scuola, si sentiva libera di pensare a modo suo, si sentiva davvero a casa.
Ed ora, nonostante la figura di sua madre davanti a lei ad invadere la sua casa, continuava a non farsene completamente una ragione. Era rimasta a fissarla con la bocca semi aperta, sperando in cuor suo che stesse ancora sognando e che tutto questo fosse frutto del polpettone mangiato ieri sera.
"Oh suvvia Merida, è da maleducati rimanere con la bocca spalancata in quel modo" disse Elinor, spostando poi lo sguardo sul ragazzo vicino "E tu saresti...?"
"Kristoff!" rispose subito, mostrando un impacciato sorrisetto.
"E' un piacere conoscerti, Kristoff" la donna mostrò poi un dolce sorriso alla ragazza accanto a lui "Ed è sempre bello rivederti, cara Anna."
"Lo stesso vale per me!" disse sorridente la fulva. Non riuscì inoltre a trattenere un risolino divertito nel vedere Merida alzare gli occhi al cielo.
Purtroppo Anna non poteva farci nulla, a differenza della sua migliore amica, adorava quella donna: Elinor l'aveva accolta come una di famiglia fin da subito e lo stesso pure i suoi tre fratellini. Da quando lei e Merida si conoscevano, aveva passato quasi ogni festività in loro compagnia. Purtroppo non aveva avuto molte occasioni di conoscere il padre, morì durante il secondo anno di Hogwarts e per la famiglia fu un duro colpo. Fergus era un uomo molto dolce e premuroso e ricordava ancora con affetto i suoi racconti di quando era un Auror.
Spesso Merida affermava che sarebbe stata la figlia perfetta per Elinor e nonostante dicesse quelle cose per ironizzare su sua madre, ad Anna faceva piacere: si sentiva parte di quella famiglia e voleva bene ad Elinor come una seconda madre...O quarta zia, se considerava le sue tutrici.
Nel frattempo Merida alzò il capo verso la donna "Cosa ci fai qui?"
Elinor tornò a fissarla "Non dovrei dirlo adesso ma... Sono stata mandata dal Ministero in seguito a recenti... Avvenimenti, come ben sai" vide sua figlia sgranare gli occhi e si affrettò a continuare "Resterò qui per un po'."
"Cosa?! NO!" urlò la ragazza mentre batteva un piede per la rabbia.
"Merida!" la riprese Anna, seguita da una lieve risata di Elinor.
"Non preoccuparti. Conosco abbastanza mia figlia da non stupirmi dei suoi atteggiamenti..." disse, osservandola poi con uno sguardo più severo "...Seppur infantili."
"Ma perché?!" continuò l'altra "Perché proprio t.."
"Prometto che non ti metterò in imbarazzo" disse la donna, ma subito dopo le si avvicinò per sistemargli dei ciuffi ribelli dagli occhi "...Però dovresti indossare qualche fermaglio, questi capelli coprono troppo il tuo viso."
"M_Mamma!" arrossì Merida mentre si scostava imbarazzata.
"Dovrei avere un pettine dentro la bors..."
"No!" la fermò, indicando poi con lo sguardo i suoi amici "S_smettila ti prego" disse a denti stretti.
Dopo aver esitato qualche istante, Elinor sospirò "D'accordo, come vuoi."
La ragazza sbuffò un lieve grazie, ma l'espressione della madre si fece più seria "Posso subito passare ai rimproveri, allora."
La Grifondoro alzò gli occhi al cielo.
"Come ti è saltato in mente di inseguire una di quelle bestie nella Foresta Proibita?!"
"Non ero da sola..." disse con una punta di irritazione "Ed era la sfida del Torneo, i miei amici li hanno affrontati."
"Questo non ti giustifica! Il Torneo era sorvegliato, nella Foresta sarebbe stato un suicidio!" si portò poi una mano sulla fronte, sospirando pesantemente "Vuoi farmi morire di paura?! Devi sempre farmi preoccupare...! "
"Le assicuro che Merida lo ha fatto a fin di bene!" fece Anna mentre appoggiava una mano sulla spalla della ragazza "Era solo preoccupata per un amico, voleva aiutarlo."
L'altra inarcò un sopracciglio "Chi può essere tanto sciocco da voler affrontare un drago da solo?!"
"Io..." disse una voce alle spalle delle due Grifondoro.
Hiccup si trovava dietro di loro con un'espressione colpevole sul volto, unita anche all'imbarazzo per via della presenza della donna.
Elinor lo fissò cupa "Hiccup." 
"Signora Dumbroch."
Cercava di mantenere gli occhi su di lei, nonostante lo sguardo di sufficienza che gli stava rivolgendo. Aveva già avuto occasione di incontrarla in passato, e poteva contare sulla punta delle dita i momenti in cui gli aveva rivolto un sorriso.
Merida spesso diceva che esagerava, ma lui ne era sicuro: Quella donna lo odiava.
Il comportamento di sua madre aveva gettato la loro famiglia nell'odio, costringendoli a trasferirsi in un altro Paese per fuggire da tutti quegli sguardi accusatori. Purtroppo lavorando al Ministero, Elinor aveva accesso a più informazioni, l'incidente del marito inoltre aveva solo peggiorato il giudizio nei suoi confronti. Non era mai stata favorevole alla sua amicizia con la figlia, ma quei rimproveri di certo non erano riusciti a fermare Merida, che invece aveva sempre voluto fare di testa sua. Probabilmente, vietandole di parlargli, l'aveva inconsapevolmente spronata a conoscerlo meglio e col tempo questo le permise di diventare la sua migliore amica.
Anche Kristoff riuscì a percepire il clima così pesante e si sporse leggermente verso Anna
"...Sono io, o c'è più tensione di un Tuono Alato ed un Serpercorno?" sussurrò.
"E' sempre stata una situazione complicata" disse sottovoce la ragazza.
Elinor le frattempo fissò Hiccup con sufficienza "Posso dire di non essere del tutto stupita, visto i precedenti della tua famiglia... Ma dovevi proprio mettere in mezzo mia figlia?!"
Merida arrossì "M_mamma!"
"Non le avrei mai chiesto di seguirmi. E' stato un malinteso e..."
Ma Elinor fece un passo verso di lui "Sai bene anche tu quello che è capitato a mio marito. L'ultima cosa che voglio è che Merida si avvicini a un drago!" 
"Signora Dumbroch, lo ascolti!" disse Anna.
"Mamma smettila di criticarlo sempre!" urlò la figlia, posizionandosi di fronte ad Hiccup  "Ho deciso IO di seguirlo!"
Dapprima un po' sorpreso per il fatto che lo stava difendendo, si rivolse nuovamente alla donna "Mi creda non...Non era previsto e... Non avrei mai permesso che le accadesse qualcosa. Mi dispiace..." si scambiò uno sguardo con Merida "...Mi dispiace davvero."
La Grifondoro non disse nulla, limitandosi a forzare un debole sorriso che cacciò via immediatamente non appena Elinor riprese a parlare "Lo so. Speravo solo fossi più giudizioso di tua madre, Hiccup" disse severa.
Anna fece per parlare ma poi vide Gurghi tirare debolmente il vestito della donna "Padrona-madre!" disse un po' titubante "Arriverà in ritardo per riunione con preside!"
La donna sospirò "Giusto. Meglio avviarci" con un veloce cenno del capo salutò tutti e tre e si avviò tranquillamente verso Hogwarts. Gli altri rimasero per qualche istante ad osservarla in silenzio finché non fu abbastanza lontana, poi Hiccup si rivolse nuovamente alle due Grifondoro.
"Grazie per avermi difeso" disse, passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
Vedendo l'amica fare scena muta, Anna iniziò a parlare "E non devi neanche dirlo! Tra amici ci si aiuta...Giusto Merida?"
Sentendosi gli occhi di tutti puntati addosso, alla fine la rossa cedette e sospirò "Dobbiamo andare."
L'amica provò a ribattere, ma il suo sguardo sembrava irremovibile. Con passo deciso alla fine li superò, affrettandosi verso l'entrata della scuola. Kristoff la seguì con lo sguardo, ma esitò, vedendo Anna ed Hiccup ancora fermi.
"Vai da lei. Vi raggiungo tra poco" sorrise Anna. 
Lui annuì e dopo aver fatto un cenno di saluto al Corvonero, affrettò il passo verso Merida.
"Non preoccuparti Hic" disse Anna mentre gli si avvicinava "Le passerà, lo sai com'è fatta."
"E' proprio perché so com'è fatta che temo non mi perdonerà." 
Quell'espressione fece quasi scappare una risata all'amica.
Sapeva che Merida era ancora furiosa con lui, ma non poteva crederci ad una rottura definitiva tra i due. La sola idea di pensarli separati le sembrava così surreale.
"...Dalle tempo. Avere sua madre attorno non le migliora di certo l'umore. Non è un buon momento ora."
Il Corvonero passò lo sguardo da lei a Merida con Kristoff, ormai distanti "Non lo è da parecchio. Hai notato quanto sia strana ultimamente? La vedo sempre in giro con quel Tassorosso e con Jack."
L'amica si strinse le spalle "Beh non ci vedo nulla di male. Kristoff è un po' burbero all'inizio, ma è simpatico, dovresti conoscerlo meglio" Il suo tono di voce si fece più dolce mentre parlava "...E Jack... Beh... Sai che erano molto amici prima. Trovo carino che si stiano rifrequentando."
"Carino. Sembrano molto uniti" disse un po' imbronciato. 
Anna poté scorgere una punta di astio nelle sue parole.
"Sei..." quasi le venne da ridere il solo pensarci "...Geloso?"
Le gote del ragazzo iniziarono ad arrossire e per tentare di sviare l'attenzione cercò di ricamarci sopra con una risata, passandosi nervosamente una mano tra i capelli "Io? Di Jack? P_perché mai?!" Non incrociò il suo sguardo per non rischiare di agitarsi ulteriormente "Dovresti conoscermi. Sai quanto sono mamma chioccia" disse, riferendosi al tono scherzoso con cui lo definiva Jim ogni volta.
Anna lo fissò poco convinta e questo lo fece agitare maggiormente "Lui si caccia spesso nei guai e Merida si lascia trascinare..."
L'espressione dell'amica si addolcì "Hiccup..."
"E' l'ultimo anno e sai..."
"Hiccup!" lo fermò, costringendolo a guardarla "Posso assicurarti che non c'è nulla tra quelle due teste calde."
"E tu come lo sai?"
"Sono sua amica. Certe cose le so ormai" gli sorrise, portando le mani ai fianchi "Come so che dovresti invitarla al Ballo del Ceppo! Quale miglior occasione per far pace?"
Quella proposta detta così di getto, lo fece solo che imbarazzare di più "...S_Sei impazzita?!" disse, ancora rosso in viso "Non accetterebbe mai!"
L'altra si imbronciò "Come puoi dirlo senza nemmeno provarci?" 
"Perché è Merida!" rispose schietto "Lei ad un ballo? Sei seria?"
"Sai che lo farà, con sua madre a controllarla."
"Ma non mi rivolge nemmeno la parola, come potrebbe dirmi di si?"
Anche se non ne avevano mai parlato esplicitamente, intuiva che Anna fosse a conoscenza della sua cotta per lei.
A dire il vero lo sapeva chiunque ad Hogwarts tranne che l'interessata e di sicuro, ora come ora, la sola idea di poterla invitare a quel ballo gli sembrava del tutto fuori luogo.
"Mi ucciderà."
"Sei troppo pessimista!" rise la Grifondoro.
Hiccup alzò le sopracciglia "Sono realista."
"Non è difficile: Preparati un discorso, dei fiori... Oh e...E dovresti chiederglielo di fronte ad un bel tramonto...Con una splendida vista su tutta Hogwarts e...Ohhh sarebbe così romantico! Un momento perfetto..." Anna si abbandonò completamente al discorso, tanto da dimenticarsi della presenza di Hiccup che continuava a fissarla con le sopracciglia inarcate.
"Non avercela con me, ma voi due avete dei gusti un tantino diversi."
Ed era vero.
La conosceva da così tanto tempo da essere sicuro che nel migliore dei casi, con una proposta del genere sarebbe scoppiata a ridergli in faccia. 
Non restava del tutto indifferente al romanticismo, ma una dichiarazione di quel tipo sarebbe potuta piacere solo ad una come Anna, talmente innamorata dell'idea dell'amore da sognare il principe azzurro fin da bambina.
"Qualunque ragazza si scioglierebbe di fronte ad una dichiarazione simile."
"Ho i miei dubbi..."
Lei lo guardò contrariata e prima di poter dire altro sentì la voce di Merida chiamarla in lontananza.
"Anna! Coraggio, dobbiamo andare o faremo tardi!"
"A_Arrivo!" prima di incamminarsi posò una mano sulla spalla di Hiccup, rivolgendogli uno sguardo pieno di incoraggiamento "Tu fatti avanti! Secondo me accetta!"
L'altro arrossì lievemente, portandosi una mano sulla nuca "Io..."
"ANNA!"
"ARRIVO!" urlò un po' indispettita, e mentre affrettava il passo verso l'amica, si voltò un ultima volta verso il Corvonero, mimandogli due pollici in su "Buona fortuna Hic!"
L'altro forzò un sorriso, era felice di sapere che almeno Anna non ce l'aveva con lui, ma il breve sorriso si spense non appena ripensò alla sua proposta.
Doveva ammetterlo, gli sarebbe piaciuto invitare Merida, forse doveva solamente provarci, dopotutto se non tentava non avrebbe potuto saperlo. Ma in quel momento aveva la testa completamente altrove, pensava ancora a Sdentato, a quanto si stava sentendo solo in quella Foresta e sopratutto ad Elinor. La sua presenza in questo caso poteva significare solo una cosa: guai.
Non si sarebbe lasciata sfuggire la possibilità di fermare un drago.





 
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NOTE AUTRICE:
Salve gente ❤❤❤
Un capitolo un po' cortino ma come avevo detto ho dovuto per forza dividerlo, altrimenti diventata un papiro xD
Spero vi sia piaciuto, potevo inserire Merida e tralasciare Elinor? E' un po' come mettere Tullio senza Miguel, o Anna senza Elsa, prima o poi avrebbe fatto la sua apparizione ed eccola qui! Anche se Merida non ne sembra entusiasta..(e non solo lei xD) 
Ho mantenuto il loro rapporto come nel canon all'inizio del film, o almeno spero dai.
Gurghi invece è uno dei personaggi del film "Taron e la Pentola Magica".
Non sono per niente una fan del film, ma in questa storia vado al di la delle preferenze mie, metto i personaggi che più mi ispirano. Mi piaceva l'idea di mettere una creatura simile all'elfo domestico e istintivamente ho pensato proprio a lui. La famiglia di Merida è parecchio ricca, non come quella dei Malfoy, ma ha la sua importanza, di sicuro un elfo domestico dovevano averlo.
Mi spiace non aver aggiornato la settimana scorsa ma me n'ero completamente dimenticata, così ho spostato tutto ad oggi. E' da qualche tempo che sono un po' bloccata, sarà lo stress, ma cercherò di andare avanti il più possibile per non rimanere ferma.
Grazie di cuore a tutti voi che siete passati <3

 
~Un abbraccio~

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Capitolo 20
*** Una Biblioteca poco silenziosa ***


Cap 20: Una Biblioteca poco silenziosa

 
 
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Dopo l'incidente al Torneo, Elsa avrebbe passato volentieri tutto l'anno scolastico chiusa in quelle quattro mura della sua stanza. Uberta le aveva concesso qualche giorno di esonero dalle lezioni per riprendersi dalla prova, che si era dimostrata più dura del previsto e ne avrebbe anche approfittato volentieri se non fosse stato per il pensiero di sua sorella.
Anna non le credeva sul fatto di Hans, ne era troppo infatuata per poter pensare fosse solo un viscido bugiardo. 
Non aveva prove della sua colpevolezza, ma se davvero era stato lui a mettere quel veleno negli artigli del drago, doveva fare seriamente attenzione.
Sentiva di non essere al sicuro, e inoltre c'era la questione della sfida: l'unico indizio che aveva era una campana recuperata durante la prova. Nel corso della giornata aveva cercato di osservarla attentamente, cercando di scorgere qualche dettaglio, magari un'incisione particolare...Ma niente di importante. Sembrava un oggetto come tanti altri.
Aveva pensato che forse in Biblioteca avrebbe potuto trovare qualche indizio più utile, e anche se la voglia di uscire non era delle migliori, doveva andare contro il suo malumore: di sicuro la prossima sfida sarebbe stata perfino peggio della prima.
Mentre percorreva le scale, quel breve pensiero l'aveva fatta rabbrividire, cosa ci poteva essere di peggio nell'affrontare un drago?
Una volta entrata in Biblioteca, si prese qualche istante per poterla osservare meglio dato che in tutto quel tempo ad Hogwarts non aveva ancora avuto occasione di entrarvici con calma e c'era passata solo di sfuggita tra una lezione e l'altra.
Aveva sempre avuto un debole per quei luoghi: erano silenziosi, tranquilli e con pochi studenti, anche nelle giornate che sarebbero dovute essere più affollate. Quella di Hogwarts era piuttosto grande, ma mai come quella a Beauxbatons. 
Spesso Elsa ci passava le serate, quando gran parte degli studenti era ai dormitori, leggendo tutti i libri più interessanti che riusciva a trovare. 
La Biblioteca della sua scuola era molto antica e nascondeva dirittura dei passaggi segreti magici che cambiavano locazione ogni giorno. Elsa li aveva scoperti per puro caso  e li usava quando voleva allontanarsi senza essere obbligata a rimanere nella sua stanza.
Le mancava profondamente quella Biblioteca.
Mentre si lasciava trasportare da quei ricordi malinconici, aveva iniziato a controllare ogni scaffale nella speranza di scorgere qualche libro utile, e nella foga della ricerca però si imbatté nuovamente nella figura di Hans.
Elsa gli rivolse subito la sua espressione di disappunto. Ormai era stufa di trovarlo sempre attorno a lei, non le dava pace. 
D'altra parte, l'espressione di Hans sembrava tutt'altro che infastidita.
"Giornata in Biblioteca? Scommetto che stai cercando qualche indizio per la seconda prova."
La ragazza pensò che probabilmente un atteggiamento del genere avrebbe conquistato gran parte delle studentesse, sua sorella compresa. Indubbiamente Hans era un bel ragazzo, con un gran carisma ed ottimi voti: il candidato perfetto per il principe azzurro. 
Forse anche lei ci sarebbe cascata se non avesse questa costante sensazione di disagio.
Inarcò un sopracciglio "Vedo che sei sempre informato su quello che faccio."
"Sei sulla bocca di tutti. Ancora non ti ho fatto le congratulazioni per la sfida" le sorrise leggermente, avvicinandosi di un passo "Sei stata molto coraggiosa a salvare quella Grifondoro, un po' imprudente... Ma vedo che sei stata aiutata."
A quelle parole Elsa alzò subito la testa, riducendo gli occhi a due fessure "Che cosa vuoi?" scandì bene le parole, ormai era stufa di questo giochetto tra di loro.
Il breve sorriso del Corvonero sembrò sparire "Cosa intendi?"
"Lo sai. Che cosa vuoi, allora?" disse schietta "Smettila di fingere di non sapere nulla e stai lontano da mia sorella!" aveva alzato leggermente la voce questa volta, attirando in parte l'attenzione di qualche studente ancora in circolazione.
Hans si guardò attorno e le si avvicinò ancora di più, mimando con le mani di abbassare la voce "E tu smettila di attirare l'attenzione in questo modo" mentre lo diceva, fece per appoggiare una mano sulla sua spalla, forse per calmarla, ma come vide quel gesto Elsa si scostò subito.
Quell'atteggiamento lo fece sorridere leggermente "Oh Elsa, Elsa, Elsa..." disse sottovoce, guardandola negli occhi "Ti ho solo offerto la mia amicizia. A Milo l'hai concessa" si fermò, scrutando per qualche istante la sua espressione perplessa.
"Milo era diverso."
"Ed è morto."
Quella frase fu un'ennesimo colpo al cuore, l'espressione della ragazza si fece più dolorante e probabilmente se non fosse stata per la presenza fastidiosa di Hans, avrebbe pianto.
"Forse dovremo parlarne in privato." 
"O forse non dovremo parlarne affatto."
L'espressione di Hans si fece più curiosa "Tu pensi che io sia malvagio... Perché?"
"Sei stato tu a far del male a Moana. Io...Non so quali siano i tuoi piani, ma non mi avvicinerò a te!" non gli diede nemmeno il tempo di rispondere che subito riprese a parlare "Questo tuo interesse verso di me... Nasconde qualcosa. E io non voglio averci niente a che fare. Sono già pericolosa in queste condizioni..."
"Lo so" la sua espressione sembrò irrigidirsi "Per quanto ancora andrai avanti cosi? L'incidente di Milo potrebbe ricapitare..."
"Se solo fossi lasciata in pace io..."
"Credi davvero che sia questo il problema?"
"La tua presenza non mi aiuta!" soffiò "Ti diverte vedermi in questa situazione? E' negli interessi della tua famiglia?"
Hans sorrise amaramente "Non è tutto nero o bianco, Elsa." 
Lei lo fissò, incapace di controbattere. Così si limitò semplicemente a sorpassarlo, ma come faceva un passo in una direzione, anche Hans sembrava farlo nell'esatto momento, rimanendo così bloccati in questo bizzarro loop. Sarebbe stato anche un momento simpatico, magari da riderci su con un amico, se mai fossero stati effettivamente amici.
"Smettila!" gli intimò.
Il Corvonero la fissò con un sopracciglio inarcato "Guarda che sei tu che ti stai mettendo in mezzo." 
Le labbra di Elsa si incurvarono in un sorriso amaro "Oh certo. Vuoi farmi credere che non mi stavi seguendo nemmeno questa volta?"
Lui rise e si chinò leggermente verso di lei. A quel contatto così ravvicinato la ragazza indietreggiò appena, limitandosi per il momento a lanciargli un'occhiataccia.
"So che può sembrarti strano, ma avrei anche io da studiare" disse sottovoce.
Si scambiarono uno sguardo, in silenzio. Elsa avrebbe voluto dire qualcosa ma lui la precedette "Se non vuoi credermi, è un problema tuo." 
Dopo quell'imbarazzante silenzio tra i due, alla fine Hans decise di prendere l'iniziativa e si sporse di lato per permetterle così di andarsene.
"Con permesso" le sussurrò una volta abbastanza vicino.
Elsa gli lanciò un'occhiataccia che tuttavia non lo smosse di una virgola. Non sapeva a che gioco stesse giocando, ma se aveva pensato anche solo per un momento che con lei i suoi modi da gentiluomo potessero funzionare come con Anna, si sbagliava di grosso.




 
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Per Nick la Biblioteca non era mai stata una delle sue mete fisse. La trovava tremendamente noiosa, puzzava di vecchio e c'erano troppi libri. Odiava posti del genere. 
Le uniche volte che si era divertito in quel luogo furono quando lui, Jack, Tullio e Miguel organizzarono dei piccoli scherzetti da fare alla Bibliotecaria Yzma o alcuni studenti del primo anno.
Ma quel giorno si sentiva peggio che ad Azkaban: Doveva fare una ricerca con Tiana sul Bubotubero, per Erbologia. Normalmente a lui sarebbe andato bene anche un voto sulla media, senza troppe pretese... Non era mai stato un grande appassionato di quella materia dopotutto. Ma stare in coppia con Tiana significava solo una cosa: lavoro.
Dovevano prendere un bel voto, ma non uno qualsiasi: il migliore. 
Perché Tiana era fatta cosi: voleva dare sempre il massimo in qualsiasi disciplina. Nick quasi si stupì quando gli disse che non aveva messo il suo nome nel Calice, considerando la sua mania di primeggiare in qualunque cosa; ma lei disse che era troppo impegnata con gli esami M.A.G.O. per potersi permettere altre distrazioni
Certo, perché per una come lei il Torneo Tremaghi era una distrazione, non una gabbia mortale.
"Ti prego Tia..."sbadigliò ancora assonnato "E' mattino."
"E' quasi ora di pranzo!" sbottò lei mentre sfogliava un libro. Lei e Nick avevano trovato un angolo della Biblioteca dove poter leggere in tutta tranquillità, ma questo lo aveva reso ancora più sonnolento. Non era abituato ad alzarsi presto e soprattutto a studiare così tanto in una mattinata.
"Avanti Nick. Datti una mossa!" Tiana gli schioccò le dita davanti agli occhi per svegliarlo e questa volta sembrò smuoverlo almeno un pochino. Sbadigliò un'ennesima volta e si stropicciò un occhio per tentare di rimanere sveglio. 
Poi li vide: Elsa ed Hans di nuovo insieme a parlare.
Di colpo ogni traccia di sonno sparì, Nick si sentì improvvisamente sveglio e cercò di prestare più attenzione possibile al labiale tra i due, cercando di carpire almeno qualcosina.
"Lo sai che sei inquietante?" esclamò una voce alle sue spalle.
Quando si voltò vide Jack sedersi accanto a lui, facendo un cenno a Tiana con la mano per salutarla, ma lei sembrava troppo impegnata con la ricerca per poter ricambiare.
"Lavoro lavoro lavoro..." ridacchiò "Non ti invidio. Io sono in coppia con Eugene."
La ragazza alzò di poco la testa per guardarlo "E dove sarebbe ora?" 
"Credo con Aladdin in cortile, non ama stare qui, lo sapete..."
Il sorrisetto della ragazza si allargò, mentre Nick aveva dato una veloce occhiata nei dintorni per controllare la presenza della Bibliotecaria. 
Eugene e Jack non erano mai andati particolarmente d'accordo con lei fin dal primo anno, ma mentre Jack sembrava non importargliene più di tanto, Eugene preferiva evitare quel posto. Quella donna lo inquietava, sarà stato il suo aspetto: alta, terribilmente magra, con una ragnatela di rughe, a detta sua, prova evidente che i dinosauri abitavano la Terra. 
Priva di empatia verso qualsiasi persona che non fosse se stessa. A Eugene metteva i brividi ogni volta che la incrociava. 
Nick sbuffò divertito, per poi tornare ad osservare con attenzione i due ragazzi. Vide Hans allontanarsi ed Elsa dirigersi verso un tavolo libero per rimettersi a studiare.
Jack lo imitò, appoggiando entrambi i gomiti sul tavolo.
"E' proprio carina, mmh?" disse a bassa voce con un sorrisetto.
Allora Nick distolse subito lo sguardo, fissando per la prima volta in quella mattinata il libro per la ricerca "Non capisco di chi tu stia parlando."
"Di Elsa Arendelle. La fissi in continuazione!" Jack gli batté una mano sulla schiena, senza smettere di sogghignare "Sai che è la gemella di Anna?"
"Ma sul serio?" il fulvo cercò di fingere l'espressione più stupita possibile "Credo di averlo intuito dalla somiglianza..."
Si domandò se Anna sapesse qualcosa, ma il suo interesse venne frainteso un'altra volta.
Jack ghignò e si mise a dondolare sulla sedia come un bambino "Allora senti questa: ho chiesto un po' in giro e so che è molto solitaria, sta sempre sulle sue."
"Se sapessero la verità..." si disse tra sé il fulvo.
"Ti sei scelto una ragazza complicata: non parla mai con nessuno ed è decisamente troppo alta per te."
A quell'ennesima battutina il breve sorriso di Nick si spense "Tu non capisci proprio nulla, Frost..." sospirò.
Voleva bene a quello zuccone, ma quando ci si metteva sapeva essere tremendamente irritante perfino con lui.
"Forse hai ragione..." non appena vide l'amico rilassare le spalle, sul volto si formò un sorrisetto beffardo "Ero convinto ti piacesse Hopps."
A quelle parole Nick si irrigidì di punto in bianco "E_eri... Cosa?" quasi si strozzò con la sua stessa saliva "La smetti di impicciarti dei miei affari?!"
Chiuse di botto il libro appena sfogliato e si sistemò nervosamente la cravatta al collo. Quel gesto lo ripeteva spesso quando era nervoso, anche i suoi amici ormai lo avevano capito.
Perfino Tiana, dapprima concentrata sulla ricerca, dovette soffocare una risata per la battuta. Jack le diede man forte unendosi alla risata e questo lo fece arrossire ancora di più.
"Dai, lo sai che mi piace stuzzicare anche te. Di rado ti piace qualcuno, ne voglio approfittare!" sussurrò mentre gli dava una leggera gomitata al braccio "Con Judy non lo posso fare, mi trasformerebbe in un furetto."
"E farebbe bene!" rispose schietto "Siete diventati amici voi due."
L'altro alzò svogliatamente il capo, guardando qualche scaffale poco più distante da loro "Geloso?"
Avvertì lo sguardo pungente di Nick "Sai Jack, se non hai niente di intelligente da dire... Stai zitto" disse con un mezzo sorrisetto.
L'amico fece finta di nulla e si chinò leggermente all'indietro per rivolgersi a Tiana "Intanto è arrossito, guardalo!"
"Smettila!" urlò. Venendo poi zittito dalla Bibliotecaria, si accorse che l'urlo aveva attirato anche l'attenzione di Elsa, in fondo al tavolo e questo lo fece innervosire ancora di più. Jack si limitò a farle un cenno amichevole con la mano, comportandosi come se nulla fosse, mentre Nick avrebbe solo voluto sprofondare.
Dannazione a lui. Certe volte si domandava se avesse fatto bene a diventare suo amico.




 
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"Sei tu Elsa Arendelle?"
L'interessata alzò di poco il capo, ponendo fine alla sua lettura. Davanti a lei vide una ragazzina dai capelli biondo cenere, piuttosto piccola, sarà stata del primo o secondo anno al massimo e dalla divisa che indossava la riconosceva come una Tassorosso. Una parte di lei in parte era curiosa pensare a quale casa sarebbe potuta finire se avesse frequentato Hogwarts invece che Beauxbatons. Magari sarebbe finita in Grifondoro come la sorella.
La ragazzina non fece cenno di muoversi, si era limitata a fissarla con i suoi grandi occhi azzurri. Iniziando quasi a sembrarle inquietante.
"E...Tu sei..?"
"Ryley" rispose piano "Sei Elsa Arendelle, giusto?"
Forse stava diventando troppo paranoica, ma l'atteggiamento di quella strana ragazzina sembrava bizzarro, diverso da tutti gli altri bambini che aveva visto in giro per il castello. "Questo è per te!" le consegnò sul tavolo una busta di carta, sorridendole timidamente "Te lo manda tua sorella Anna, un segno di pace per il vostro litigio."
Elsa batté le palpebre stupita. Quella breve tensione di poco fa sembrò placarsi non appena sentì il nome di sua sorella. 
"Un segno di pace?" ripeté confusa.
La bambina si strinse nelle spalle, indicando col capo la busta "E' un regalo per risistemare le cose. Dice che puoi indossarlo al Ballo del Ceppo se vuoi."
"Oh..."
Si lasciò sfuggire un lieve sospiro.  Aveva completamente rimosso l'inconveniente del ballo.
Lo avrebbe volentieri evitato se non fosse obbligata a partecipare, essendo uno dei Campioni in gara.
"...Ti ringrazio."
"Ora devo andare" la ragazzina la fissò per un'altra manciata di secondi, dopo di ché le sorrise ancora e si allontanò, facendole un piccolo cenno con la mano. Elsa la seguì con lo sguardo finché non la vide lasciare del tutto la Biblioteca, fece poi per guardare con più attenzione la busta di carta, era sigillata con un pezzo di scotch, non le fu difficile aprirla e, tenendo sempre i suoi guanti per non dover rischiare di congelarla, tirò fuori una stupenda collana, costituita da un rubino rosso fuoco incastonato in un supporto d'argento sagomato a forma di fiamma. Anche la catenina che permetteva di mettere al collo il gioiello era in argento e composta da decine di anelli piccolissimi.
Quasi le dispiacque l'idea di poterla indossare e rischiare di rovinarla. Non era mai stata appassionata di gioielli, non avendo mai avuto occasioni particolari per poterli indossare, ma di sicuro questo l'avrebbe conservato. Anna aveva avuto davvero un bel gesto nei suoi confronti, perfino troppo buono, considerando che per anni non si erano potute vedere e di certo non per volere suo.
Con un dito sfiorò la gemma incastonata al centro della collana, pensando probabilmente a quanto sarebbe potuto costare un oggetto del genere. 
La afferrò con entrambe la mani e fece per mettersela al collo, tuttavia poco prima di farlo esitò. Un velo di tristezza pervase nel suo sguardo, pensando di non meritarsi così tanto affetto da parte sua, non dopo tutto quello che stava succedendo. Senza contare il fatto di averla evitata per così tanti anni. 
Le voleva un bene immenso, ma sentiva di non meritarsi una sorella del genere.
"Elsa!" sentendosi chiamare ancora voltò nuovamente il capo, accorgendosi dell'arrivo furente di tre ragazze dai lunghi capelli biondi, in apparenza molto simili tra di loro, si diversificavano solo per il colore dei fermagli. Le riconobbe immediatamente: erano tre gemelle che frequentavano il settimo anno nella sua stessa scuola. 
I genitori avevano avuto la divertente idea di chiamarle perfino con dei nomi molto simili tra loro, precisamente: Claudette, che aveva un fermaglio di colore rosso, Laurette col fermaglio giallo mentre Paulette di colore verde. 
Non provava una particolare simpatia per loro, erano delle ragazze molto superficiali ed altezzose, da quello che ricordava non si erano quasi mai rivolte la parola.
Subito cacciò la collana dentro la busta per evitare si potesse rovinare, avvertendosi addosso lo sguardo pungente delle tre ragazze.
"Spero che tu sia soddisfatta di te stessa!" disse seccata Paulette con le braccia incrociate. A breve anche le altre fecero lo stesso e ad Elsa venne quasi da ridere per come quelle tre sembrassero così sincronizzate anche nei gesti.
Fortunatamente lei e sua sorella non agivano mai in quel modo, o sarebbe impazzita.
Laurette che stava al centro si sporse di più verso di lei e batté con la mano sul tavolo "Non ci provare nemmeno!"
Lei le guardò confusa "A fare cosa?"
"Ad invitare Derek al ballo!" rispose Claudette "Solo perché sei la Campionessa non credere di avere il via libera sul figlio della preside!"
Elsa rimase qualche istante in silenzio, metabolizzando tra sé le teorie che si erano immaginate quelle tre pazze. 
Perché avrebbe dovuto invitare Derek al ballo? Nemmeno lo conosceva così bene.
Era uno dei ragazzi più popolari nella sua scuola, ma anche nel suo caso, poteva contare sulle dita della mano i momenti in cui si erano scambiati due parole.
"Io non voglio invitarlo, se è questo che vi preoccupa."
Gli sguardi furenti delle tre ragazze non cessarono un solo istante.
"Bugiarda!" soffiò indispettita Paulette "Sappiamo tutte come funziona, lo inviterai per far bella figura con tutti!"
"Non riesci proprio a non stare al centro dell'attenzione eh?" commentò aspramente Laurette "Tu e la tua stupida mania di protagonismo!" 
Claudette annuì in sostegno "Noi non siamo come gli altri, non ci incanti con la tua prova. Sappiamo che hai truccato il Calice."
A quel punto Elsa si limitò a sospirare e se non fosse stata così presa da ben altro, probabilmente avrebbe anche avuto il piacere di ribattere.
Ma non le sembrava il momento di discutere per un ragazzo.
Cercò di raccogliere più velocemente possibile i suoi libri, nella speranza di sviarsela da quella spiacevole situazione "Sentite, non mi sembra il momento adesso." 
Ma Paulette le si parò davanti con fare minaccioso "Avrai ingannato anche tu il Calice come quella Grifondoro!"
Le altre due la affiancarono, annuendo di rimando.
"Non ho ingannato nessuno" si limitò a dire Elsa.
"Certo che lo hai fatto!" insistette Paulette "Altrimenti perché avrebbe scelto te e non uno come Derek? Non sei poi così in gamba, lui è il migliore della scuola."
"Ed è così bello!" continuò sognante Claudette "Proprio come quel Gaston! Perché non è stato scelto lui invece che quella ragazza?!"
In tutta risposta Elsa si era limitata ad alzare seccata gli occhi al cielo, ma le parole successive la fecero alterare.
"Probabilmente eri stanca di non essere notata e..."
"Non ho mai voluto che qualcuno mi notasse!" sbottò "Specie da persone come voi!"
Quella risposta fu eccessiva quel tanto basta da lasciare le tre ragazze senza parole. Probabilmente non si aspettavano un simile reazione da parte sua.
"Avrei voluto scegliesse lui, ma non l'ha fatto" poco prima di andarsene, si voltò seccata verso di loro, guardandole così freddamente da farle indietreggiare "Se vi foste guardate di più attorno, avreste notato che Derek ha già in mente chi invitare al ballo, e non sono io" accennò poi un lieve sorrisetto "O voi" infine si allontanò.
Sapeva di averle provocate con quel commento, ma non era riuscita a resistere.
Derek non lo conosceva granché, ma frequentavano molti corsi assieme e non aveva potuto fare a meno di notare quanto complice fosse con una ragazza della sua stessa scuola, Odette Swan. Di sicuro se doveva invitare qualcuno, era piuttosto sicura che la scelta sarebbe ricaduta su di lei.
Non si voltò nemmeno per salutarle, si limitò ad affrettare il passo a testa alta, lasciando le tre ragazze da sole a boccheggiare qualche commento poco carino nei suoi confronti.
"Che antipatica!" disse Laurette accigliata. 
"Bugiarda e antipatica!" sibilò Paulette.
"Davvero!" annuì l'altra gemella a fianco. Una volta abbassato lo sguardo notò la busta sul tavolo. Elsa doveva essersela dimenticata per via della discussione. 
Afferrò con noncuranza la busta e ne controllò l'interno, illuminandosi non appena vide la collana.
"Ma... Ma è un gioiello bellissimo!"
Le altre due sorelle fecero per prendere la busta ma Claudette si scostò da loro. 
"Dai, fammelo vedere!" disse Paulette, battendo un piede. 
"No fallo provare a me!" urlò Laurette "Con questa collana Derek mi noterà di sicuro!"
"L'ho trovato prima io e tocca a me provarlo!" esclamò Claudette mentre tirava fuori la collana dalla busta.




In quello stesso momento Elsa si stava rendendo conto di essersi dimenticata del regalo di Anna sul tavolo. Subito affrettò nuovamente il passo per tornare indietro, nella speranza che quelle tre vipere non lo avessero rubato. 
Mai si sarebbe aspettata un risvolto simile. Proprio quando mise di nuovo piede nella Biblioteca, sentì un urlo agghiacciante perforarle i timpani e non fece nemmeno in tempo rendersi conto di cosa stesse succedendo che davanti a lei, a pochi metri di distanza, vide una delle tre gemelle completamente avvolta dalle fiamme.





 
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NOTE AUTRICE:
Salve gente ❤❤❤
Come sempre, ringrazio tantissimo voi lettori e lettrici che continuate a leggere questa storia infinita. Appena posso risponderò alle recensioni che mi sono lasciata indietro, scusate se ogni tanto vi arrivano risposte in ritardo e a manetta, ma vi leggo comunque sempre con grande piacere e sono felice che vi continui ad interessare. A voi che recensite o anche a chi legge silenziosamente, vedere che comunque questa storia riesce ad intrattenervi non può che darmi soddisfazione!
Ma partiamo ora su questo capitolo, qui la maggior parte della partecipazione va ad Elsa, e finalmente ricompare anche Hans, per la gioia di molti XD

Spero che il resto vi sia piaciuto, ci tenevo proprio a farlo finire con questo piccola sorpresina.
Ci leggiamo al prossimo aggiornamento!


 
Personaggi elencati: 
  • _Riley è la ragazzina del film "Inside Out", uno dei miei Pixar preferiti.
  • _Claudette, Paulette e Laurette sarebbero le ragazze che sbavano dietro a Gaston nel film "La Bella e la Bestia": qui ho voluto un po' modificare e fare che invece corrono dietro a Derek, visto che le ho messe come studentesse di Beauxbatons, ho pensato che il figlio della preside fosse il più papabile per loro. Anche se comunque Gaston mica è passato inosservato. Nel film appaiono pochissimo e si riesce solo ad intuire quanto siano solo superficiali, così ho voluto ricalcare un po' questo tratto, dando però un pizzico di personalità in più (e rendendole odiose in questo caso) con Elsa.
  • _Odette è la protagonista femminile del film "L'incantesimo del Lago".
  • Yzma è la villain del film "Le Follie dell'Imperatore". Purtroppo viene solo citata, però alla fine volevo tanto inserire lei o Kronk nella storia, e sebbene ce la vedrei anche come insegnante di pozioni, qui ho preferito lasciarla Bibliotecaria.




~Un abbraccio~

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Capitolo 21
*** Riunione segreta ***


Cap 21: Riunione segreta

 
 
    LE 5 LEGGENDE | le 5 leggende, leggende, jack frost






Quel giorno Judy aveva appuntamento col gruppo nella stanza delle necessità, al settimo piano, sicura che almeno lì avrebbero potuto discutere con maggior tranquillità senza la preoccupazione di poter essere interrotti. Merida l'aveva scoperta al quarto anno, all'inizio veniva utilizzata solo da lei, Anna e Moana, ma con l'inserimento di Jim vennero coinvolti altri come Jack, Tullio e Miguel. Veniva utilizzata spesso nelle situazioni più estreme, o quando si voleva fuggire da qualche guaio. 
Ogni volta la stanza appariva in una forma diversa a seconda del gusto dell'ospite, per quell'occasione il luogo era piccolo, ma estremamente confortevole. Alla parete opposta alla porta si trovava un caminetto acceso, che irradiava un piacevole calore. Di fronte ad esso si trovava un piccolo tavolino di legno di mogano, le cui gambe erano intagliate a sembianza di zampe di leone. Intorno al tavolo, si trovavano quattro poltrone, all'apparenza estremamente comode, foderate con tessuto color vinaccia e ricamate in argento.
Judy era stata la prima ad arrivare, seguita cinque minuti dopo da Merida e Kristoff. Quest'ultimo non conoscendo il posto, si era limitato a guardarsi attorno per diversi minuti, stupito come i bambini all'emporio di Zonko per la prima volta. Jack come sempre si era dimostrato inaffidabile, tardando di quasi mezz'ora. Al suo arrivo si era visto gli occhi puntati addosso da tutti i presenti ed in particolare da lei.
"Ma dov'eri finito?" sbuffò seccata Merida mentre si passava una mano tra i capelli "Anna mi ucciderà. Rischio di arrivare in ritardo!"
"Non sarebbe una novità!" ghignò lui. In risposta lei appallottolò un pezzo di carta e glielo lanciò addosso, prendendolo proprio sul naso.
"Ehi!"
"La volete finire voi due?" li rimproverò Judy e questo fortunatamente fece cessare quella breve faida tra di loro.
"Grazie per esserti unito a noi..." continuò in tono sarcastico verso Jack, rivolgendo poi un'occhiataccia a Kristoff "Te lo dicevo, non ci si può fidare."
"Guarda che ti sento" esclamò Jack mentre chiudeva la porta.
"Lo so..." Judy finse un sorrisetto, prendendo poi un enorme libro polveroso dalla sacca e, senza dare agli altri nessuna spiegazione, lo posò di getto sul tavolino, invitandolo ad unirsi alla combriccola.
"Ora che finalmente ci siamo tutti..." mormorò dando una veloce occhiata ai presenti "Posso dirvi che le supposizioni mie e di Kristoff erano vere e adesso che siamo tutti qui vi chiedo di prendere sul serio questa situazione, dobbiamo tenere gli occhi aperti. Hogwarts è in pericolo."
"Cosa?" nemmeno Kristoff sembrò seguire il discorso. Judy semplicemente lo ignorò, aprendo il libro davanti a loro ed incominciando a sfogliarlo velocemente.
"Guardate" indicò poi la pagina interessata. 
Merida incuriosita prese il libro tra le mani per darci una maggiore occhiata: si trattava di un articolo piuttosto vecchio riguardante un incidente con dei cavalli alati "Marchi maledetti..." disse a voce alta, puntando poi gli occhi verso l'amica "Sei andata a cercare questi articoli nel reparto proibito?"
"Più di una volta, si! Questa maledizione venne scagliata durante un attentato al Ministero dieci anni fa, è un marchio potente, chi l'ha fatto deve essere molto bravo."
"E' pericoloso..." continuò sottovoce la rossa "Potevi dircelo. Ti avremo aiutata."
La ragazza si strinse le spalle "Ho dovuto chiedere un permesso con la scusa dello studio. In tanti avremmo insospettito." 
Merida si limitò a scambiarsi un'occhiata silenziosa con gli altri. 
Judy era una cara amica, ma spesso si lasciava prendere troppo dalla situazione e pur di dimostrare il proprio valore, rischiava di lasciar indietro tutto il resto.
Non lo faceva con cattiveria, ma in questa faccenda c'erano dentro anche loro e sebbene non si fidasse di Jack, non aveva motivi per non accettare l'aiuto suo e di Kristoff.
"Quel marchio è una fattura molto potente, difficile che sia stato un semplice studente a farla. O almeno, non uno studente dei primi anni."
"Qualcuno ce l'avrebbe sul serio con la scuola di Beauxbatons?" domandò Kristoff.
"Forse non tutta la scuola, ma una persona..." rispose Jack, attirando gli sguardi su di sé.
Merida inarcò un sopracciglio "Cosa te lo fa pensare?"
"E' per questo che sono in ritardo" fece qualche passo in avanti, posizionandosi al centro del gruppo "Poco fa una ragazza, Paulette Bimbettes, ha preso fuoco davanti ai miei occhi. Letteralmente."
Quella frase spense immediatamente i lievi sorrisi dei presenti, creando un netto silenzio per un po'. Finché Judy fece un passo in avanti "In...In che senso?"
Jack abbassò di poco lo sguardo, cercando di trovare le parole adatte per poter spiegare al meglio cosa aveva visto "Ero con Nick e Tiana in Biblioteca: quella ragazza e le sue sorelle stavano discutendo con Elsa Arendell.."
"Elsa Arendelle?" ripeté stupefatto Kristoff "La Campionessa?"
"Sembravano discutere, non ci ho fatto molto caso. So solo che dopo... Quella prende fuoco!" li guardò serio, passando con lo sguardo tra tutti gli amici "Ora è in infermeria. Non avrei mai pensato di dirlo ma... Sono felice che ci fosse il professor Black nei paraggi: è riuscito a fermare le fiamme prima che... Insomma..." ripensando a ciò che era appena successo, gli veniva quasi difficile continuare a parlarne.
"Come ha fatto qualcuno a lanciare un incantesimo senza essere visto?" chiese Kristoff, passando poi lo sguardo a Merida e Judy.
"E' stata la collana" rispose Jack "Le sorelle hanno detto che stava tenendo in mano una collana prima del fatto. Potrebbe essere stato quello a scatenare la fattura."
"Una collana?" ripeté ancora il biondino "Ora dov'è?"
L'altro si strinse le spalle, passandosi poi una mano sulla nuca "L'ha ritirata Pitch... Mi spiace." 
Un ennesimo silenzio ripiombò nella sala.
"Ma non capisco..." sospirò Kristoff, grattandosi il capo "Perché prendere di mira quella ragazza?"
"La collana era di Elsa, non penso proprio che Paulette fosse l'obbiettivo."
"Elsa ora dove si trova?"
Il ragazzo abbassò leggermente lo sguardo "Era parecchio scossa, non ho fatto in tempo a fermarla che è subito corsa via, credo che sia nella sua stanza ora."
"Ha senso..." disse a voce alta Judy, alzando nuovamente lo sguardo verso i suoi amici "Riflettete: E' di Beauxbatons ed è stata scelta dal Calice..." si voltò poi verso il Serpeverde "Qualcuno deve avercela con lei."
L'altro si lasciò cadere nella poltrona libera, quasi esausto per tutte quelle emozioni "Potrebbe essere, anche se non ne capisco il motivo." 
"Sul serio, Jack? E' una Campionessa!" sospirò la ex prefetta "Non hai idea di quanti fanatici del Torneo ci siano in giro. Potrebbe essere qualcuno di Durmstrang o di Hogwarts che vuole far vincere il suo Campione" si fermò, fissandolo seria "Black che ha detto?"
L'altro si alzò velocemente e di colpo cambiò la sua espressione, tentando di assumere un tono più cupo e aggressivo "Tornate subito ai vostri dormitori! Non c'è niente di cui preoccuparsi!" disse, per poi gettarsi sulla poltroncina con un lieve sorrisetto sulle labbra "Tzè ...Come no... Una ragazza prende fuoco in Biblioteca e non dovremmo allarmarci?"
"Se è coinvolto uno degli ospiti del Torneo, spiegherebbe la riservatezza" mormorò pensierosa Judy.
"E' Pitch! Essere riservato è nella sua natura!" disse il Serpeverde "Quello.... Ed essere inquietante."
"Che sia uno di Beauxbatons? In giro si dice che molti non sono proprio entusiasti della scelta" continuò Merida, voltandosi verso l'amico "L'hai visto anche tu Jack, Elsa non sembra decisamente una che metterebbe il suo nome nel Calice per partecipare ad un Torneo."
Il ragazzo si strinse le spalle "Forse ha semplicemente voluto fare una pazzia. A me capita spesso."
La rossa si morse la lingua per non tirar fuori un commento poco carino, ma Jack sembrò riderci su e riprese a parlare "Intendo...Dopotutto non la conosciamo nemmeno, magari voleva davvero tutte quelle attenzioni." 
"Non vuole nemmeno quelle di sua sorella!" sospirò seccata Merida "Non mi sembra proprio il tipo."
"La tua opinione non vale. A te lei non piace, si vede!"
Judy prese un elastico dalla tasca del vestito e iniziò a legarsi i capelli in una coda bassa "Forse qualcuno le ha giocato un brutto scherzo. So che molti si aspettavano Derek Bernard come scelta di Beauxbatons."
"Il figlio di quella pazza della preside?" ridacchiò Jack, per poi essere zittito da una gomitata da parte di Merida li vicino.
"Assurdo, farebbe del male a qualcuno solo perché non è stato scelto?" commentò aspramente Merida..
"Lo trovo un tantino estremo!" ghignò jack "L'ho visto in giro... Sembravano più interessati alla sua partecipazione i compagni rispetto a lui stesso."
Judy sospirò, incrociando le braccia "Potrebbe essere chiunque."
"...Hans."
La voce di Kristoff interruppe quel discorso, attirando inevitabilmente la loro attenzione.
"Elsa è convinta che Hans ce l'abbia con lei."
"Hans Westergaard? Quel Corvonero?" Jack lo fissò stupito "Non è il tipo che esce con sua sorella?"
"Si..." dissero all'unisono Merida e Kristoff. Dalle loro espressioni si poteva facilmente intuire che non ne sembravano poi così entusiasti.
Judy non ci badò, troppo impegnata ad andare a fondo su questa faccenda.
"E sentiamo... Perché mai dovrebbe avercela con lei? Non li ho nemmeno visti parlare così spesso."
"Forse è solo protettiva con Anna" Jack si voltò verso Merida "Perde facilmente la testa per i ragazzi, lo sanno tutti! Ricordi quel John Smith di Grifondoro?"
L'espressione di Merida che ne seguì gli fece capire che si, ricordava perfettamente quel periodo: Anna faceva il terzo anno mentre John era del sesto, si era presa una cotta così potente da non lasciarle un attimo di tregua. Ogni discorso doveva portare a lui, ogni momento libero speso a parlare di quanto fosse bello e interessante.
Era totalmente rapita da quel ragazzo, ma lui d'altra parte, mostrava solo una semplice e normale amicizia. 
Anzi, probabilmente la considerava poco più di una conoscente, visto che si scambiavano a stento due parole: Anna era così timida ed impacciata che non riusciva nemmeno a concludere un discorso senza impappinarsi. Merida e gli altri avevano cercato in tutti i modi di farle aprire gli occhi e comprendere che John non aveva quel tipo di interesse nei suoi confronti, ma non era servito a nulla e non appena aveva scoperto che si era impegnato con la Tassorosso Pocahontas Kuhn, ricordava perfettamente le settimane passate al dormitorio accanto a lei cercando di consolarla in tutti i modi possibili.
Purtroppo Anna era fatta così: aveva una visione molto idealizzata dell'amore, troppo per Merida. Si lasciava trasportare facilmente dalle relazioni, reali o meno, non riuscendo più a comprendere cosa fosse giusto o sbagliato.
Non aveva nulla contro John, di per sé era un bravo ragazzo, solo non interessato alla sua amica, mentre con Hans era diverso. Sembrava preso da Anna e di logica avrebbe dovuto esserne felice, ma c'era qualcosa in lui che proprio non le piaceva. Forse anche Elsa aveva avuto le stesse sensazioni e voleva solo proteggerla.
"La famiglia di Hans ha servito Malefica in passato..." ammise di colpo Kristoff.
Improvvisamente il lieve sorriso di Jack si spense.
"Sul serio? Malefica?" Sei sicuro?" Judy rabbrividì.
"Elsa e Anna hanno litigato per questo qualche tempo fa, io ero li e... Ho sentito."
Dopo un altro estenuante silenzio, la ex prefetta puntò lo sguardo dal libro di prima ai suoi amici "Forse è davvero il caso di tenerlo d'occhio, non è mai un buon segno se sei immischiato con quella maga." 
Kristoff annuì, mentre l'espressione di Jack non parve granché convinta..
"Che c'è?" domandò Judy un po' indispettita.
Lui si strinse le spalle "Lo dovremo condannare solo per questo? Ragazzi... Forse state davvero esagerand..."
"Solo? Stiamo parlando di Malefica. Ha quasi distrutto il mondo magico."
"Non sto mettendo in dubbio questo. Tanti erano dalla sua parte, ma altrettanti l'hanno tradita durante la guerra e sono passati dalla parte di Merlino, magari anche quella di Hans ha fatto lo stesso."
"O magari no."
"E questo cosa potrebbe significare? Sono solo ipotesi, non abbiamo niente di concreto."
"Abbiamo un doppio attentato alla vita di una studentessa, ti pare poco?"
Jack esitò "C'è qualcosa, ma non ne siamo sicuri e non possiamo collegare sempre ogni problema a Malefica come se fosse ancora tra noi! E' morta per quel che ne sappiamo, e se diciamo queste cose in giro alimenteremo la paura, la gente ne è ancora terrorizzata."
Merida inaspettatamente annuì in suo sostegno "Stiamo solo facendo delle ipotesi, ma come abbiamo detto prima... Potrebbe davvero essere solo qualche fanatico del Torneo che ce l'ha a morte con le Campionesse."
Gli altri la guardarono "...Le?"
"L'incidente del veleno con Moana" rispose la rossa "Potrebbe non essere una coincidenza."
"In effetti sono troppe coincidenze..." continuò sospettoso Kristoff "Tutti attentati e tutto sembra ruotare attorno a questo Torneo. Ma Elsa era convinta che il veleno fosse diretto a lei."
Jack si alzò dalla poltrona e fece qualche passo attorno al tavolino "So che sembra strano detto da me, ma non traiamo conclusioni affrettate. Non mi va di pedinare un ragazzo solo perché la sua famiglia ha fatto un'altra scelta."
"La scelta sbagliata, vorrai dire" il tono di Judy stava iniziando ad alterarsi, ma questo incentivò ancora di più la convinzione del ragazzo.
"E' per colpa di questi pregiudizi che tanti hanno dovuto cambiare posto o addirittura il cognome. Non è facile portare questo peso."
"Il peso di essere un traditore?"
"Tra i nostri amici potrebbero esserci delle persone nella stessa situazione di Hans! Non so te, ma a me non va di giudicarli per un errore commesso in passato e soprattutto, non da loro stessi" disse Jack, ormai alterato anche lui da quel discorso.
"D'accordo, basta!" Merida si alzò dalla poltrona e si mise in mezzo tra i due, passando lo sguardo da uno all'altra "Hans non piace neanche a me, ma Jack ha ragione... A scuola ci sono figli di persone che nel bene o nel male hanno creduto in Malefica, se dobbiamo controllare lui, dovremo farlo con tutti" si fermò, guardando poi Judy "Non è passato molto dalla guerra, la gente sta ancora cercando di dimenticare."
"Non lo dovrebbero fare!" esclamò l'atra, abbassando poi lo sguardo "Ma capisco cosa vuoi dire..."
Sembrò calmarsi e questo fece tirare un lungo sospiro di sollievo alla rossa. Non era abituata a fermare una disputa, specie con Judy di mezzo: normalmente erano lei e Jack quelli a discutere più spesso. Ma sapeva quanto quell'argomento fosse scottante per l'amica.

I suoi genitori non avevano partecipato alla guerra, troppo terrorizzati dal fallimento di Merlino, erano fuggiti con i figli quando le cose si erano messe male. Non ce l'aveva con i suoi genitori, in quel momento avevano pensato alla sicurezza della loro famiglia, ma di sicuro lei non era come loro, non sarebbe scappata al primo allarme.
Una volta accertata che il clima si fosse stabilizzato, Merida si affrettò a recuperare da terra la sua sacca "Sentite, ora dovremo proprio andare. Siamo già in ritardo per Incantesimi."
Judy annuì, seguita a ruota dai due ragazzi.
Decisero di uscire uno per volta, alternandosi per diversi minuti in modo da non attirare maggiormente l'attenzione su di loro. La prima ad uscire fu Merida, seguita poi da Kristoff. 
Judy fu l'ultima della fila, si era scordata il libro sul tavolino ed era tornata indietro per recuperarlo, mentre lo sistemava all'interno della sacca, vide Jack arrivarle nuovamente incontro.
Non volendo rischiare un'altra litigata, fece per ignorarlo, ma le si parò davanti.
"Cosa c'è adesso?" chiese, con tono seccato.
"Senti, lo so di non starti molto a genio. Ma... Voglio davvero aiutare." 
Judy lo fissò incredula, imbarazzandolo ancora di più "Su una cosa siamo d'accordo: sta succedendo qualcosa di grosso, se posso dare una mano... Conta su di me."
La sua espressione era seria, decisa. Cosa che la stupì non poco.
"Grazie." 
"Sappi che non sto dalla parte di Malefica, se è quello che stai pensando."
"Non l'ho mai pensato, Frost." 
"Era solo per avvertirti" sorrise, anche se per poco "Possiamo scegliere da chi parte stare, ma non la famiglia, dico solo questo."
Quelle parole la misero nuovamente in allerta. L'interesse di Jack non sembrava una vera e propria coincidenza, c'era qualcosa sotto.
E forse qualcosa aveva intuito.
"Anche tu sei...Nella situazione di Hans? O..."
"Mi spiace, non mi è permesso. Bocca cucita" ammise, facendo il segno di chiudere le labbra come se fosse una zip.
Il sorriso della ragazza si ammorbidì "Sei un bravo ragazzo Jack, quando vuoi."
Lui fece un breve inchino, tornando con la sua solita espressione beffarda sul volto "Grazie!" 
"Sai, credevo non ti importasse di questa storia."
"Beh, ho anche io le mie colpe. Non l'avevo presa sul serio all'inizio, insomma...Black e Bunnymund sono sempre stati un po' strani. Ma le carrozze e il fatto di oggi...Mi hanno fatto cambiare idea. Dobbiamo tenere gli occhi aperti per il prossimo disastro, ora più che mai con questo stupido Torneo di mezzo" le sorrise, alzando la mano di fronte a lei "Team?"
Dopo un breve attimo di esitazione, alla fine Judy accettò e gli diede il cinque "Team." 
Poteva fidarsi di lui, anzi, poteva fidarsi di tutto il suo gruppo. Dovevano restare uniti, poco importava della Casa di provenienza o delle simpatie: dovevano darsi forza e collaborare per il bene dei loro compagni e di Hogwarts stessa.
Mentre vide Jack aprire la porta, non riuscì comunque a trattenere la sua curiosità "A proposito, cosa ci facevi in Biblioteca? Un altro dei tuoi soliti scherzi ad Yzma?" 
Il ragazzo si lasciò sfuggire una risata "Questa volta ero solo passato a salutare. Nick ha una cotta per Elsa e così l'ho seguito per punzecchiarlo un po'..."
"C_Cosa? N_nick...Ha una cotta per...Elsa?" esclamò sconvolta Judy.
Jack la guardò divertito, sporgendosi poi verso l'uscita "Credimi, ha stupito anche me!" poi usci, chiudendo di scatto la porta della stanza. La Grifondoro rimase qualche minuto buono ferma a rimuginare sul discorso di poco fa, ancora incredula che a Nick potesse piacere Elsa. O meglio, forse era stupita del fatto che gli potesse piacere qualcos'altro oltre al denaro.





Qualche minuto più tardi, uscì finalmente dalla stanza, guardandosi con circospezione nella speranza di non trovare nessuno nei paraggi. Fortunatamente la zona sembrò sicura e, come se niente fosse, si avviò lungo il corridoio per raggiungere la prossima aula.
"Com'è andata la riunione?" chiese improvvisamente la voce cristallina di Nick alle sue spalle.
La ragazza si immobilizzò, prendendo poi un lungo respiro prima di girarsi e mostrare un sorrisetto innocente "Niiick! Come stai?"
"Non fare questo giochetto con me, carotina" sul volto del fulvo si formò un lieve sorriso "Sai che non funzionerebbe."
Essendo stata comunque colta sul fatto, il sorrisetto sul volto della ragazza scomparve immediatamente mentre lo osservava girarle attorno con sospetto.
"Strano" pensò lei "Normalmente i ruoli sono invertiti."
"So che non dovrei chiedertelo, non sono affari miei..." 
"Allora non farlo" rispose, ma lui la ignorò.
"Jack è mio amico, ma ogni volta che lo domando svia sempre il discorso, perciò lo chiedo a te..." alla fine si fermò, posizionandosi proprio di fronte a lei. 
La sua espressione si fece stranamente più seria, tant'è che Judy iniziò realmente a pensare che li avesse scoperti.
"Uscite insieme?"
Lo fissò, cercando di capire se avesse sentito bene. Quella breve esitazione non fece altro che confermare i dubbi di Nick.  
Non sembrò averla presa particolarmente bene e solo allora lei fece mente locale sulla situazione, capendo che forse l'aveva vista uscire con Jack dalla stanza delle necessità, immaginandosi una specie di relazione segreta.
Questa cosa la fece divertire, parecchio.
"Aspetta..T_tu pensi che io...E Frost...Ahahahah!" scoppiò in una fragorosa risata, talmente forte che si dovette tenere la pancia mentre lo sguardo sconvolto di Nick sembrava essere stato sostituito da uno decisamente più confuso.
"Cosa ci trovi di divertente?"
"Prima di tutto: non sono affari tuoi!" esclamò Judy, asciugandosi una guancia per via delle troppe lacrime "Da quando in qua ti interessa la mia situazione sentimentale?"
Lo poté vedere quasi arrossire mentre cercava impacciatamente di sembrare disinteressato "Non è per te! Ma per Jack..."
"Oh..." la Grifondoro si portò le mani sul petto, facendo finta di commuoversi "Hai paura lo porti sulla buona strada?"
"Quindi è cosi?" si affrettò a dire Nick "Vi ho visto uscire da... Quella era la famosa stanza delle necessità? Sul serio?!" si schiarì un po' la voce "Eh-ehm...Insomma...Ultimamente vi vedo spesso parlare."
La ragazza lo guardò con aria quasi divertita "Parlo anche con te se per questo, ma non usciamo insieme."
In tutta risposta l'altro brontolò qualcosa, mettendosi poi le mani dentro le tasche. Vedendolo nuovamente così sicuro di sé, Judy pensò bene di punzecchiarlo ancora un po'.
Anche perché voleva vederci chiaro pure lei.
"Sei in imbarazzo, Nick?" chiese, sporgendosi leggermente per osservarlo meglio.
Il ragazzo si scostò da lei, cercando di mostrarsi disinteressato.
"Sei fuori strada, carotina. Ero solo curioso."
"Beh, tieniti la tua curiosità e pensa alla tua vita sentimentale" sorrise Judy "So per sentito dire che tu punti di più...Alle... Campionesse." 
Ancora una volta lo vide nuovamente arrossire "Jack mi ha parlato di Elsa. E..." ma di colpo il suo sorrisetto si spense "...Di quello che è successo in Biblioteca..."
"Già...Le voci circolano più veloci di una Nimbus..." disse Nick, guardando nuovamente altrove "..Scioccante, non è vero?"
"Che stupida..." sospirò lei, sentendosi improvvisamente meschina per averlo punzecchiato in quel modo "Una ragazza ha rischiato di morire ed io sono qua a scherzarci..."
Riprese a camminare e lo superò, iniziando a riflettere ad alta voce "Bisogna fare subito qualcosa..."
"Non potevi fare nulla, è stato uno stupido scherzo" rispose Nick, alzando le spalle.
"Non direi. Era una maledizione pericolosa, qualcuno qui è pericoloso."
Lui esitò nuovamente, sentendo la terribile sensazione di doversi allentare ancora la cravatta.
"Bisogna stare in guardia, Nick."
"E c_che cosa vorresti fare?" chiese.
Judy si voltò nuovamente verso di lui "Non lo so ancora. Ma..." si fermò un istante, mordendosi il labbro inferiore "Tutto questo è molto strano, non trovi? I professori si comportano come se non stesse succedendo niente...Ma non è così. Questo attentato...Potrebbe nascondere qualcosa di grosso..."
Sentendo il silenzio di Nick, continuò ad incalzare "Tu eri presente. Forse hai visto qualcosa che a Jack è sfuggito" gli si avvicinò ancora "Anche il più piccolo dettaglio potrebbe essere utile."
Per un breve istante i loro occhi si incrociarono, ma poi Nick riabbassò il capo, quasi con aria colpevole. 
Judy lo interpretò come se fosse ancora scosso per la vicenda e gli si avvicinò di più "Tutto a posto?" domandò, questa volta con una dolcezza tale che stupì non poco il ragazzo. Gli posò una mano sulla spalla, mostrandogli un sorriso rassicurante.
A quel punto Nick incrociò nuovamente il suo sguardo e si sporse leggermente "Judy..."
"Mmh?" lei lo guardò, sentendosi improvvisamente strana per quella vicinanza.
"Devo dirti una cosa..." iniziò titubante "Si tratta di Elsa..."
L'espressione di della ragazza sembrava tutt'altro che positiva "...Okay...?" 
Immaginava cosa volesse dirle, probabilmente che aveva una cotta per lei.
"...E di Hans."
"...Eh?" 
Ora il suo sguardo pareva per lo più confuso mentre attendeva che Nick riprendesse il discorso.
"Insomma... Potrei avere delle informazioni utili..." continuò, grattandosi nervosamente i capelli "Ma non so se sia il cas..."
Judy lo attirò immediatamente a sé, costringendolo a guardarla nuovamente negli occhi "Dimmi tutto quello che sai Nick! Ne va del futuro di Hogwarts!"
Il Serpeverde arrossì leggermente per quella vicinanza davvero troppo confidenziale, ma cercò comunque di non sembrarne imbarazzato "Sei stata esaustiva" le sorrise e le fece cenno di mollare la presa, solo allora Judy si rese conto di quel gesto e lo lasciò andare, cercando anche lei di non arrossire più del dovuto.
Dopo aver dato un paio di colpi di tosse, Nick si sistemò nuovamente il nodo della cravatta e si rivolse a lei, questa volta con l'espressione più seria "Ti dirò tutto, ma..." si fermò, riluttante "Non fare gesti avventati."
Conosceva abbastanza bene quella ragazza da sapere che la sua impulsività poteva causarle dei seri problemi, visto il precedente episodio alla Foresta Proibita.
Elsa poteva essere davvero pericolosa e una parte di lui sentiva che doveva solo tacere, ma l'altra era preoccupata: per Judy, per Jack, Jim e tutti i suoi amici. 
Sapeva di potersi fidare di lei e probabilmente insieme avrebbero trovato più risposte.




 
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NOTE AUTRICE:
Ciaoo ❤❤
Scusate per questo enorme ritardo, ingenuamente credevo di avere molto più tempo libero ora, tzè ...Illusa xD
Ma settimana prossima dovrei aggiornare senza problemi, e credetemi non vedo l'ora...C'è un pezzettino che ho adorato scrivere.
Per chi adora Nick e Judy, finalmente ecco un piccolo momento tra di loro, da adesso in poi saranno sempre più evidenti u.u
Questo capitolo alla fine è tutta una riunione della Scooby gang (Sven potrebbe essere Scooby in questo caso ahah), mi serviva questo breve momento tra di loro per fare mente locale della situazione, anche se ora hanno ben poco. In un certo senso, siamo ancora in un momento molto soft, ma non temete, più avanti non mancheranno i colpi di scena.
Forse sembrerà un po' cortina, ma nel prossimo c'è un piccolo balzo temporale.
Spero vi sia piaciuto! Grazie di cuore che continuate a seguirmi e scusate per questo ritardo imperdonabile ❤ 

A settimana prossima!


 


~Un abbraccio~

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Capitolo 22
*** Con chi vai al ballo? ***


Cap 22: Con chi vai al ballo?



 
Gaston spiegel espejo GIF on GIFER - by Grokus



 
 
Elsa si stava dirigendo alla lezione di Erbologia, lungo il sentiero verso la serra incontrò Moana che le rivolse subito un sorriso raggiante.
"Ciao!" la salutò.
L'altra abbozzò un sorriso ed alzò leggermente la mano per rispondere al saluto. Era sinceramente contenta di vedere che stava bene: purtroppo non avevano avuto più occasione di parlare dopo la fine della Prima Prova.
"Come stai?" chiese la Grifondoro.
"Come stai tu?" disse Elsa, avvicinandosi "Per la faccenda del Torneo..."
Lei si strinse le spalle "Meglio. Non ti avevo ancora ringraziata per il tuo aiuto" disse "Sai, io... Ho sentito che mi chiamavi... Non ce l'avrei mai fatta da sola."
"Nemmeno io" le sorrise Elsa "Parlare con te mi ha aiutato ad affrontare meglio la sfida."
"Mi spiace non averla potuta vedere."
"E' stata meno movimentata rispetto la tua."
"Lo dici come se fosse un male!" rise la Grifondoro "Non sai che avrei dato per una sfida normale."
Elsa si portò una mano sulla bocca per trattenere una risata "Hai ragione, scusami."
Quel gesto non passò inosservato agli occhi di Moana, vedere ancora gli stessi guanti che stava indossando durante il Torneo suscitò nuovamente la sua curiosità.
"Li indossi spesso?" chiese ingenuamente.
Il breve sorriso della ragazza svanì "...Ogni tanto." 
"Li indossavi anche al Torneo. Soffri molto il freddo o..."
"Soffro il freddo."
Quella risposta così netta decretò la fine di ogni altra domanda. L'atteggiamento di Elsa nei suoi confronti sembrava notevolmente cambiato rispetto a prima, era come se si fosse offesa per quella piccola constatazione.
"...Scusami ma ora devo proprio andare" disse "Sono contenta che stai bene."
Fece per riprendere il sentiero quando la voce di Moana la fermò ancor prima di fare un passo 
"N_non volevo offenderti!"
Elsa la guardò e poco dopo sul suo volto si formò un debole sorriso, rassicurando almeno in parte la ragazza.
"Non mi hai offesa, solo... Devo andare, ho lezione tra poco."
Prima che potesse allontanarsi, Moana la fermò ancora "Non so se Anna te l'ha detto, ma più tardi ci incontriamo ai Tre Manici di Scopa per una burrobirra."
L'altra si fermò, voltando nuovamente il capo verso di lei "...Ecco...."
"Se ti fa piacere."
Era a conoscenza del fatto che Elsa non avesse grandi legami a scuola: dopo la sfida aveva iniziato a farci più caso quando la vedeva passare tra i corridoi e a parte qualche breve saluto ad alcuni studenti di Beauxbatons, non l'aveva mai vista discutere realmente con qualcuno e anche il suo rapporto con Anna negli ultimi tempi non sembrava dei migliori. Le dispiaceva per lei, nonostante la vedesse sorridere, gli occhi le sembravano così tristi e non poteva fare a meno di domandarsi se fosse dovuto alla solitudine che provava.
Non capiva il perché del suo isolamento: forse era semplicemente timida o magari non aveva incontrato le persone giuste, ma voleva provare ad esserle amica.
Nessuno meritava di rimanere solo.
Elsa le sorrideva, ma la sua espressione sembrava quasi malinconica "Sei gentile, però non penso sia una buona idea."
Passarono altri secondi di silenzio, Moana si mise a giocherellare con alcuni ciuffi della sua nuova sciarpa "E' per il fatto che siamo entrambe in gara? Guarda che non c'è niente di male..."
"Non è per quello. Io... Non mi sento a mio agio in mezzo a tante persone"
Dopo l'evento della collana era ancora più preoccupata a stare in un luogo pubblico, qualcuno sembrava avercela seriamente con lei e l'ultima cosa che voleva fare era causare altri incidenti come quella sua compagna di Beauxbatons. Il professor Pitch le aveva intimato di tornare al suo dormitorio e non raccontare questa faccenda in giro, ma ormai la voce si era sparsa e gran parte degli studenti non potevano evitare di chiedersi chi fosse il mandante di quell'orribile scherzo.
Se avessero saputo che c'entrava lei, sarebbe stato anche peggio.
"Sul serio? E come farai al ballo?" domandò poi Moana, inclinando di poco la testa.
L'altra tirò un lungo sospiro, mentre con lo sguardo osservava alcuni studenti raggiungere la serra "Vorrei evitarlo" disse sottovoce "E preferirei di gran lunga andarci da sola..."
"E' il guaio delle tradizioni..." sbuffò l'altra divertita.
In quel breve istante alcuni ragazzi che passavano per li sembravano averle sentite e si misero subito a bisbigliare tra di loro. Moana ed Elsa erano troppo impegnate a parlare per potersene rendere conto, finché uno di loro non picchiettò la spalla della Grifondoro per attirare la sua attenzione. Una volta girata, si vide davanti Naveen, uno studente della scuola di Beauxbatons, che le stava rivolgendo un sorriso smagliante.
"Posso fare qualcosa?" chiese, pentendosi di quella frase due secondi dopo averla detta.
Il ragazzo non la smetteva di sorriderle e le si avvicinò "Assolutamente. Non ho potuto fare a meno di sentire il tuo discorso, potrei risparmiarti la fatica di cercare e invitarti al ballo, che ne dici?"
Lei rimase qualche secondo buono a fissarlo, puntando poi lo sguardo da lui ad Elsa, sbigottita quanto lei per la proposta.
"Ecco..."
Nel frattempo Miguel, un ragazzo Grifondoro, si era avvicinato invece ad Elsa "Sai, anche io vado da solo al ballo...Potremo andarci da soli... Insieme."
L'altra in risposta tirò fuori un debole sorriso ed indietreggiò appena "Mi dispiace, io..."
Anche Moana fece lo stesso "...N_non credo sia il caso."
Oltre a quei ragazzi se ne unirono altri tre, tutti intenzionati a chiedere alle due di andare al Ballo e in breve le Campionesse vennero completamente circondate, trovandosi quasi con le spalle al muro. Gli studenti avevano iniziato anche a discutere tra di loro nella speranza di poter avere la meglio sul discorso e questo fortunatamente permise alle due di poter sgusciare via dalla mischia e, dopo essersi scambiate un' occhiata più complice, presero le direzioni opposte, fuggendo dalla marmaglia e sperando di non dover più affrontare un simile fastidio.

 



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Nonostante la notizia fresca del Ballo del Ceppo, i timori potesse accadere un altro fatto come nella prima prova continuavano ad alleggiare tra diversi studenti, per non parlare dell'evento alla povera ragazza di Beauxbatons, portata con urgenza al San Mungo.
Gran parte di loro era ancora troppo scioccata per poter discutere su chi portare al Ballo.
Non tutti però si sentivano agitati, Gaston White era un esempio lampante. 
Per lui contava solo l'apparenza e non essendosi ferito durante la fuga di quei draghi, poco gli importava di come stessero i suoi compagni in infermeria.
In quel momento contavano solo due cose:
_ Il suo aspetto.
_ La ragazza da invitare al ballo.

Non gli sfiorava minimamente la possibilità di ricevere un rifiuto, era sicuro di una risposta più che positiva. In fondo per lui era normale: nessuna si era mai tirata indietro.
Si trovava nella scalinata principale, con la schiena appoggiata sul muro non faceva altro che controllarsi maniacalmente allo specchio ormai da quasi dieci minuti, tenendo in particolar modo l'attenzione sui suoi capelli, ricresciuti da poco tramite una pozione.
"Quella stupida Grifondoro..." borbottò "Spero che nessuno noti la differenza."
Ancora doveva capire come aveva fatto ad intrufolarsi nella sua Sala Comune, essendo di una casa diversa e non avendola vista in giro, ma pensare troppe cose gli portava solo ad un forte mal di testa e non voleva assolutamente rovinarsi ancor di più il suo bel viso. 
LeTont non lo perdeva di vista un attimo, sempre pronto ad elogiarlo per il più piccolo capriccio "Io li trovo perfetti!"
Dopo un attimo di esitazione, il viso di Gaston si illuminò "Hai ragione. Sono perfetto!" E con un gesto plateale gettò in aria lo specchio, il compagno lo afferrò appena in tempo, ma il Serpeverde sembrava completamente perso nel suo egocentrismo per rendersene conto.
"Nessuna ragazza ti potrà resistere Gaston!" esclamò estasiato LeTont.
"Di sicuro non Elsa Arendelle" l'altro aveva iniziato a camminare con passo deciso verso il corridoio degli arazzi: sapeva che la ragazza doveva tenere Storia della Magia più tardi, con una buona fortuna sarebbe riuscito ad incrociarla.
LeTont lo fissava quasi meravigliato "L_La...La studentessa francese?"
Con le gambe così corte gli era davvero difficile stare in pari al suo passo. Gaston non sembrava preoccuparsene e alzò con aria fiera il capo "Esatto. Sarà lei la fortunata che porterò al ballo!"
"Ma...M_Ma lei è ..."
"E' la Campionessa di Beauxbatons" lo interruppe.
"M_ma non parla molto..."
"Una qualità rara in una donna! Ed è una delle ragazze più belle di questa scuola, quindi è la migliore" si fermò, con una mano lo prese per la cravatta, obbligandolo ad alzarsi in punta di piedi per poterlo guardare negli occhi "E non mi merito il meglio, io?"
"M_Ma certo G_Gaston!" balbettò lui, palesemente intimorito "S_solo che..."
Ma l'altro aveva mollato la presa, riprendendo a camminare ed ignorando il suo amico ormai accasciato a terra. "Vedrai, non mi resisterà." 
Quella ragazza sarebbe stata la sua accompagnatrice, ne era certo.



 
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Terminata la lezione di Incantesimi, Merida ed Anna si stavano dirigendo verso il primo piano dove avrebbero dovuto tenere una lezione di Storia di Magia col professor Bunnymund. Entrambe non erano esattamente al settimo cielo: Merida da sempre non aveva mai mostrato particolare attenzione a quella materia e spesso preferiva saltare la lezione piuttosto che sorbirsi un'altra predica dell'insegnante, mentre Anna sapeva che avrebbe fatto lezione in comune con sua sorella Elsa e non si sentiva particolarmente in vena di chiacchierare con lei. Era da un po' di tempo che non si parlavano: fino ad ora era sempre stata lei a fare il primo passo per cercare un punto di incontro con la gemella, ma da quando Elsa aveva accusato Hans in quel modo, qualcosa dentro di lei l'aveva fermata, si sentiva ferita e delusa per come si era comportata nei suoi confronti e verso quelli di Hans. 
Non riusciva proprio a capire perché sua sorella provasse un astio tale verso quel povero ragazzo, la cui unica colpa era essere gentile con lei. 
Elsa le aveva detto che non provava nulla per lui, ma per quanto volesse crederle, una parte di lei pensava stesse mentendo e che forse cercava solo di indurla ad allontanarsi da lui. Era l'unica spiegazione plausibile che poteva cercare, perché fino ad ora Hans si era sempre comportato bene con lei e non c'era davvero motivo di dubitare della sua fiducia.
Avevano camminato in silenzio lungo il corridoio del secondo piano, l'umore di entrambe non era dei migliori e solo quando furono quasi alla fine Merida prese a parlare.
O meglio, a sbuffare.
"Oggi tre ragazzi mi hanno chiesto di andare al ballo."
Quelle parole attirarono subito l'attenzione dell'amica "Oh ma è magnifi..."
"...Tutti scelti da mia madre" Finì l'altra con un ennesimo sospiro.
"...Co" disse sottovoce Anna, riducendo il suo sorrisone in uno più lieve "Ma forse non erano così male."
Merida la guardò infastidita "Li ha scelti lei, certo che sono il male! Forse è stato un bene non essere la Campionessa, già non sopporto i balli..."
L'altra si lasciò andare in un lungo sospiro con aria sognante "Moana è così fortunata...Potrà dare inizio alle danze con il suo cavaliere..."
Proprio in quel momento entrambe videro la loro amica sorpassarle velocemente, Anna non ci fece troppo caso ed ingenuamente accelerò anche lei il passo per raggiungerla.
"Che ti prende? Come mai tutta questa fretta?"
"Scappi da qualcuno?" la prese in giro Merida.
L'amica si girò talmente di scatto verso di loro da farsi cadere i capelli addosso e con un enorme sorriso forzato indicò un paio di ragazzi in fondo che sembravano star per raggiungerle "Si! Da loro!"
Anna e Merida non fecero in tempo a dire altro che la videro subito riprendere la camminata verso l'uscita del corridoio. Ogni tanto si lanciava un'occhiata attorno con aria furtiva, come se temesse di essere nuovamente interpellata da qualche altro ragazzo, addirittura sobbalzò quando Ercole le si avvicinò per salutarla, temendo fosse un altro aspirante pretendente per il ballo.
Anna era rimasta parecchio sbalordita, mentre Merida non sapeva se rimanere sconvolta o mettersi a ridere.
"Non era mai stata così richiesta" disse sottovoce Anna.
L'altra si strinse le spalle "E' così assurdo: Prima la evitavano, ma ora che si avvicina il ballo tutti vogliono uscire con lei per poter essere notati. Non la invidio per niente..."
Poco dopo entrambe rivolsero un'occhiata a Belle, a pochi metri da loro. Anna fece per salutarla allegramente con la mano, ma non appena la Corvonero incrociò i suoi occhi, il suo sorriso scomparve ed aumentò il passo per la direzione opposta.
Le due Grifondoro rimasero ad osservarla perplesse.
"Ma... Ho detto qualcosa di sbagliato?" chiese Anna.
"Ultimamente non sembra abbia molta voglia di parlare, non è la prima volta che la vedo cambiare strada" rispose Merida.
"Sarà successo qualcosa?"
"Dopo quello che è accaduto a quella ragazza di Beauxbatons c'è da stare attenti, forse è solo preoccupata."
Anna annuì lentamente mentre osservava la figura di Belle mischiarsi tra la folla del corridoio.
"So che si vede con qualcuno, ma non è ancora ufficiale" continuò la rossa, forse nella speranza di cambiare discorso per alleggerire un po' la situazione.
L'amica si voltò verso di lei "E tu come lo sai?"
"La ragazza di Beauxbatons, Charlotte. Si è incollata a me per tutta la mattinata, raccontandomi ogni pettegolezzo della scuola!" sospirò.
Appena scesero le scale del primo piano, lungo il corridoio degli arazzi che conduceva all'aula di Storia della Magia, entrambe si videro arrivare incontro Hiccup.
"Forse dovresti andare al ballo con un amico che conosci da più tempo" suggerì Anna.
Merida la guardò pigramente "E chi?"
Nel frattempo Hiccup si stava ormai avvicinando alle due. La rossa istintivamente aveva alzato una mano per salutarlo, riabbassandola successivamente qualche istante dopo. Anna invece gli rivolse un sorriso più rassicurante, facendogli cenno di unirsi a loro.
"Ehi!" cercò di sorridere anche lui, ma l'altra sembrava volerlo ignorare per forza. Nel frattempo Anna si sporse leggermente col capo come per intimargli di continuare a provarci.
Alla fine ritentò un ennesimo approccio "Senti Merida, ormai non so davvero cos'altro dire. Mi dispiace per quello che è successo, lo sai...Mi dispiace per Judy, per la storia di Sdentato..."
A sentire quel nome l'altra d'istinto alzò gli occhi al cielo. 
Hiccup la guardò infastidito "So che non ti piace, ma resta un mio amico."
"Io non voglio che un'altra persona rischi la vita per colpa di un drago" fece lei, incrociando per la prima volta il suo sguardo "Ho già perso mio padre."
"Merida..." la fermò Anna "Lascialo parlare questa volta."
Hiccup avanzò di un passo verso di lei "Adesso Sdentato non c'entra, si tratta di noi e...E non voglio che smettiamo di parlarci per questo."
"Non dobbiamo."
Quella frase fece sperare in un riappacificamento per il Corvonero, finché le parole successive non spezzarono quell'idea.
"Non avremo mai smesso...Solo...Smetti di seguire quel drago, d'accordo?"
"C_come?"
"Tanto ci penserà il Ministero, credi che mia madre se lo lasci sfuggire? Ha aggredito degli studenti!"
Anche Anna si irrigidì, ed iniziò a sudare freddo, immaginandosi un'ennesima discussione.
"Non l'ha fatto di proposito! L'ho già spiegato è ..."
"Si si è stato un incantesimo" sospirò Merida "Ma senza prove abbiamo solo i fatti. Quel drago ha provocato un disastro e quasi ucciso delle persone!" incrociò le braccia e fece per abbassare lo sguardo "Io non posso stare in pensiero in questo modo." 
"E non devi!"
"Diamine Hic!" Merida si morse un labbro, portandosi le mani tra i capelli "Perché non vuoi mai ascoltarmi?!"
Anna rimase li in mezzo a fissarli, posando gli occhi da uno all'altra con la speranza finisse quel litigio. 
"Ma se ti ascolto sempre! Vedi? E' proprio per questo che non ti volevo dire nulla!" esclamò accigliato.
"Perché sai che ho ragione!"
"D_dovreste andare al ballo assieme!" disse a voce alta Anna, facendo smettere seduta stante entrambi. Merida ed Hiccup la guardarono, palesemente confusi.
Lei li fissò "Che c'è? N_non voglio vedervi litigare!" disse "E....E se proprio volete farlo almeno fatelo al ballo!" aggiunse sottovoce.
Merida provò a replicare, ma lei la zittì "Sei praticamente costretta ad andarci, conosco tua madre" si voltò poi verso Hiccup "E tu sai che vorresti invita..."
"Ho capito!" la fermò lui, arrossendo lievemente.
Anna serrò le labbra, capendo che forse si stava esponendo un po' troppo. Lasciò passare qualche secondo in silenzio, prima che uno dei due riprendesse il discorso. E le parole che ne susseguirono stupirono anche lei.
"...Forse ha ragione" mormorò Merida.
Anche Hiccup la guardò perplesso.
"Mia madre potrà costringermi a partecipare a quello stupido ballo, ma non può scegliermi il cavaliere" accennò un mezzo sorriso, passando lo sguardo da lui ad Anna "Quando scoprirà che Hiccup sarà il mio accompagnatore, le prenderà un colpo!"
L'amica si lasciò andare in un risolino imbarazzato "Magari tralasciamo questo motivo e..."
"No aspetta..." disse Hiccup, rivolgendosi completamente alla rossa "Verresti al ballo con me solo perché farei infuriare tua madre?"
Merida esitò per un istante, arrossendo lievemente, ma quando distolse lo sguardo lui la prese come una conferma.
Il suo volto si incupì "No. Io... Detesto quando fai così."
"Così come?"
"Non puoi sempre dirmi cosa devo o non devo fare."
L'altra gli si avvicinò di un paio di passi "Io lo dico per il tuo bene, Hiccup!"
"Il mio bene? Forse il tuo!"
Era stufo, prima suo padre, ora lei.
Sembrava che le persone a lui più care non volessero minimamente ascoltare.
"Tu pensi solo a te stesso! Fammi capire, dovrei stare dalla tua parte a prescindere? Dovrei essere contenta se vuoi farti ammazzare da un drago?!"
Hiccup la guardò serio "Lo vedi cosa fai?! Non ti importa di quello che penso...O di cosa è giusto!"
"Sarebbe giusto solo perché sei TU a pensarla cosi?!"
"Ma sentiti! A volte ti comporti proprio come tua madre!"
Quell'ultima frase gelò non solo Merida, ma addirittura Anna, che distolse immediatamente lo sguardo, iniziando a pregare per l'incolumità del suo amico.
"Se ti do così fastidio perché mi hai chiesto di venire al ballo con te?!"
"Non te l'ho chiesto!"
"Giusto" si percepiva del risentimento in quella parola, ma il Corvonero era troppo arrabbiato per poter accorgersene "Probabilmente lo vorrai chiedere a quella biondina di Durmstrang, visto che siete così amici!"
Lui inarcò un sopracciglio "Ti da fastidio?"
"Assolutamente no! Esci con lei, sposala, chiama il tuo stupido drago e portala via con te!" esclamò, ormai il viso con la tonalità dei suoi capelli "Ne ho abbastanza. Sapevo che non dovevo parlarti!" disse infine, scostandosi via da lui.
"M_merida! Aspetta!" Anna provò a chiamarla ma venne completamente ignorata.
Forse era talmente arrabbiata che nemmeno l'aveva sentita.
Hiccup rimase qualche secondo a fissarla, poi non appena vide Hans raggiungerli, disse ad Anna che doveva andare via e si allontanò, senza dare nemmeno darle il tempo di dire qualcosa.
"Ciao Anna!" 
Il volto della ragazza si illuminò "Hans! Speravo di trovarti e..."
"Mi dispiace se in questo periodo ti sono sembrato strano. Ho avuto molto da studiare e poi quella faccenda di Claudette..."
Gli occhi della Grifondoro si sgranarono "Co...Conoscevi quella ragazza?"
"Ero a Beauxbatons... Frequentavamo la stessa classe" mormorò "Ho saputo che è stata trasferita a San Mungo. E' davvero terribile quello che le è successo, poteva morire."
Vedendolo cosi angosciato, non poté fare a meno di posare una mano sul suo braccio, guardandolo intenerita "Non devi scusarti di nulla."
Hans sorrise debolmente, fissandola poi incredibilmente serio "Io...Vorrei dirti una cosa."
"Prima io" lo fermò la ragazza, spostandosi timidamente una ciocca di capelli dal viso "Perché non mi hai detto che conoscevi bene mia sorella?"
Stranamente il volto di Hans non mutò.
"Hai fatto finta di niente la prima volta..."
Alla fine il ragazzo forzò un sorrisetto, cercando di avvicinarsi "Davvero? Beh io..." 
Anna in risposta indietreggiò e vedendolo così decisa, l'espressione di lui si spense "E va bene...La verità è.... che..." prese un profondo respiro, passandosi una mano tra i capelli fulvi "Non ti piacerà quello che sto per dirti, ma se serve per tranquillizzarti... Credo che tua sorella abbia un' infatuazione per me. Fin da quando stavo a Beauxbatons, a quanto pare non le è ancora passata."
L'altra lo fissò in silenzio, in cuor suo temeva una risposta del genere, ma ci aveva sperato fino alla fine che non fosse così.
"E...E tu.."
"Non sono interessato" si grattò impacciatamente il capo "E' carina ma...non voglio spezzarle il cuore. Dovrei parlarne faccia a faccia lo so... Ma non ci riesco. Così cerco di non incrociarla spesso, sperando perda interesse" prese un ulteriore respiro, avvicinandosi di più "Non è lei la ragazza per cui provo qualcosa."
Anna arrossì "Sul serio?"
Hans la fissò "Avrei dovuto dirtelo, ma non volevo creare astio tra te e tua sorella. Anna tu...Tu sei una ragazza meravigliosa" unì le mani alla sua mentre si avvicinava di più "E... Probabilmente una come te avrà già un cavaliere per il ball.."
"NO!" lo fermò, arrossendo vistosamente una volta resa conto della sua reazione così esagerata "Cioè...Io...Ehm...N_non ancora."
Lui le sorrise, guardandola intensamente negli occhi "Oh...Beh... Se è così allora...Mi faresti l'onore di venire al ballo con me?"
....
...
Rimase per diversi secondi incantata, da lui, dai suoi occhi, da quella proposta che desiderava ormai da tempo. 
Ma stando ferma in quel modo fece solo confondere il Corvonero.
"...E' un si?"
Annuì ripetutamente, finché non scosse il capo e questa volta annuì con decisione, senza smettere un istante di sorridere "S_SI! SI! ASSOLUTAMENTE SI!"
Non le importava di aver urlato in quel modo questa volta, finalmente aveva un vero appuntamento con il ragazzo dei suoi sogni, al ballo più importante della scuola.
Di colpo aveva dimenticato ogni preoccupazione che l'aveva afflitta in tutte quelle settimane, si sentiva di nuovo come una normale studentessa alle prese col suo primo amore.
Era così felice da non essersi nemmeno accorta della presenza di sua sorella, diversi metri poco più distanti da lei, intenta a fissarli con rammarico.
Fece per andarsene quando Gaston sbucò davanti a lei per bloccarle la strada.
"Elsa!" si appoggiò con una mano sul muro, mostrando uno dei suoi sorrisi migliori "Che coincidenza trovarti qui, che sia forse un segno del destino?"
La ragazza lo squadrò "....Gaston, giusto?"
"Vedo che mi hai già notato."
"Sei quello che ha quasi ferito a morte mia sorella" rispose freddamente.
"Ah si..." si grattò una guancia, portando lo sguardo altrove "Oh beh...Quello è stato un... ehm... Mal...Malint....Com'è quella parola così strana?"
"Malinteso."
"Salute!"
Elsa lo guardò storto.
Ci stava conversando da soli due minuti e già non poteva sopportarlo.
Gaston invece sembrava completamente a suo agio e fece un passo verso di lei "Ma credo potrei facilmente rimediare... Con un'uscita."
"Uscita?" domandò incredula.
Per nulla al mondo sarebbe uscita con qualcuno e soprattutto non con lui, non era il momento adatto per pensare all'amore.
"Tu sei una Campionessa, mia cara Elsa. Insieme potremmo essere la coppia più bella di tutta la serata, non credi?"
L'altra provò ad allontanarsi, ma ogni volta che si spostava, Gaston riusciva sempre a bloccarle la strada "Sappiamo tutti che non otterrai il punteggio più alto, ma almeno potrai vantarti di essere andata al ballo con il ragazzo più affascinante della scuola." 
Quella frase la fece quasi ridere "E saresti tu?"
"E chi altri."
"Grazie, ma non mi interessa" disse, cercando nuovamente di allontanarsi, ma il Serpeverde la fermò per una spalla, costringendola a voltarsi.
"Dovrai pur andare al ballo con qualcuno, è la regola. E chi meglio di me?"
Elsa lo guardò, sentendo l'irrefrenabile istinto di dirgliene quattro, ma a malincuore dovette trattenersi. Non poteva lasciarsi troppo andare o avrebbe rischiato di esagerare, come quando aveva provato a proteggere Anna.
D'altra parte, non voleva andare al Ballo con uno come Gaston, doveva trovare una soluzione e toglierselo velocemente di torno, ma ancora non sapeva come.
Aveva affrontato un drago e stava combattendo da tutta la vita con quel potere. Eppure sentiva che non sarebbe stato facile togliersi di torno Gaston White. Forse avrebbe preferito addirittura un'altra punizione a questo.




 
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NOTE AUTRICE:
Ma ciao ❤❤
L'emicrania non mi da tregua, ma nemmeno quella poteva farmi tardare ancora di più la pubblicazione di questo capitolo!
Okay dopo qualche accenno di mistero al capitolo precedente, siamo tornati al momento della festa, chi invitare...Chi NON invitare. Insomma, un po' di drammi adolescenziali ogni tanto ci stanno, anche perché poi verrà difficile concentrarsi su questo, quindi ne approfitto con il Ballo del Ceppo. Spero vi abbia strappato un sorriso, ho amato scrivere i momenti di Gaston, soprattutto lui con Elsa.
Grazie di cuore a tutti voi che siete passati e scusate se rispondo sempre tardi alle recensioni, sto cercando di recuperare il più in fretta possibile, ma vi ringrazio tantissimo per il supporto e sappiate che vi leggo sempre <3


 
~Un abbraccio grande~



   

 

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Capitolo 23
*** Pensa fuori dalla scatola ***


Cap 23: "Pensa fuori dalla scatola"

 

You can do anything. Be anything.



Judy si trovava nello stesso corridoio delle sue compagne e stava aspettando, ormai spazientita, Moana. Tra non molto avrebbe dovuto raggiungere l'aula per la lezione di Storia della Magia, non che fremesse dalla voglia di studiare, ma già stava ai ferri corti col professor Bunnymund e non voleva dargli ulteriori motivi per dubitare della sua condotta.
Era tutto il giorno che la vedeva scappare avanti e indietro, circondata da gente che cercavano di attirare la sua attenzione per farsi invitare al ballo. Non avrebbe avuto vita facile, non finché non decideva chi portare.
Dopo averla aspettata per altri cinque minuti, alla fine decise di iniziare ad incamminarsi da sola, ma lungo la strada incrociò Kristoff, dall'espressione per nulla gioiosa.
"Che succede? Sei stato pizzicato da un Fiammagranchio?"
"Peggio. Il professor Tuck ci ha dato lezioni di ballo." 
Vide l'espressione di Judy mutare in una leggera smorfia, forse immaginandosi il professore alle prese con un ballo in coppia proprio con lui.
"Detesto ballare, sono goffo, sudo e non ricordo mai i passi!" si lamentò "Starò nella guferia tutta la sera e.."
Ma lei alzò la mano per fermarlo "Oh no! Tu andrai a quel ballo. Ci andrete tutti!" disse con tono più severo "Elsa sarà una degli ospiti principali, e se qualcuno vorrà colpirla proprio quella sera? Non possiamo rischiare."
Non aveva ancora rivelato a loro i dettagli che le aveva raccontato Nick pochi giorni fa: prima voleva accertarsi di una cosa e per farlo aveva l'assoluto sostegno di Kristoff e di tutti gli altri.
Lui la guardò "Cosa suggerisci di fare?"
In quel preciso istante gli occhi violetti della Grifondoro puntarono istintivamente verso Elsa, a qualche metro di distanza da loro, la vide in compagnia di Gaston e dalla sua espressione non sembrava per nulla entusiasta.
E come darle torto.
Probabilmente le stava chiedendo di andare al ballo assieme e conoscendolo sarebbe stato difficile per lei rifiutare.
A meno che...
Improvvisamente le venne un'idea, spostò subito lo sguardo da loro a Kristoff che ancora la fissava impaziente, senza dirgli altro lo prese per un braccio e lo trascinò verso la Campionessa, sussurrandogli solo che aveva trovato un piano.
Intanto Gaston continuava ad insistere, senza lasciar spazio alla giovane di poter dire la sua.
"Devo essere davvero molto fortunata..." aveva risposto Elsa con un'evidente nota di sarcasmo.
"Puoi ben dirlo!" Gaston non sembrò farci per niente caso, anzi, le si avvicinò ancora di più 
"Saremo una coppia perfetta, tu ed io avremo tutti gli occhi puntati su di noi." 
Elsa si scostò da lui, guardandolo questa volta con aria più spazientita "A dire il vero..."
"Hai davanti a te il miglior mago in circolazione, prendilo come un regalo."
"Io non..."
"Una ragazza così bella non può che stare in compagnia del piú bello."
"Ehm..." Elsa si fermó qualche secondo, visibilmente imbarazzata e anche a disagio, sia per la continua insistenza da parte di Gaston, che per la vicinanza che stava pian piano aumentando.
"Ho altri progetti per il ballo."
Lo sguardo del Serpeverde sembrò farsi più intimidatorio "Non accetto un no come risposta." 
"Dovrai farlo invece!" disse Judy alle sue spalle, teneva per un braccio Kristoff mentre con l'altra mano lo indicò "Perché anche un altro vuole chiedere ad Elsa di accompagnarla."
Il Tassorosso e la ragazza si guardarono, confusi.
"E chi?" domandò ingenuamente il biondino.
Judy lo guardò di sbieco "Tu, sciocco."
"Io?"
Elsa lo fissò "Lui?"
"Questo qui? Tzè ... Non farmi ridere!" ghignò Gaston "Non puoi davvero sperare che una ragazza del genere possa uscire con uno come lui!"
Vedendo il modo in cui si era rivolto a quel povero ragazzo, Elsa avrebbe tanto voluto dargli il ben servito, ma pensò che in questi casi, l'umiliazione sarebbe stata un'arma migliore.
"E invece si!"
Sia Gaston che Kristoff si voltarono verso di lei con stupore.
"Non sarei mai uscita con te a prescindere, Gaston" disse severa, rivolgendo poi il capo sul Tassorosso "Verrò volentieri al ballo con te...Ehm..."
"Kristoff" rispose.
"Kristoff" Elsa gli sorrise "Perfetto, è deciso."
Il Serpeverde si sporse verso di lei "Ma... Tu non puoi rifiutarmi!"
"Posso invece" lo zittì, tornando improvvisamente seria "A mai più" e con passo fermo si allontanò dai due, rivolgendo un lieve sorriso a Kristoff e Judy, forse per ringraziarli dell'aiuto.
Gaston rimase per qualche istante immobile nella sua posizione, senza parole e con lo sguardo fermo sulla figura di Elsa che nel frattempo si stava dirigendo all'aula di Bunnymund. Si voltò dunque verso Kristoff e con sguardo pieno d'odio gli puntò il dito contro il petto "Questa... Ragazzo-gufo, me la pagherai cara prima o poi!" puntò poi i suoi occhi chiari verso il basso, mirando alla Grifondoro "E anche tu, non credere che mi sia dimenticato di te!"
Judy in risposta ridusse gli occhi a due fessure, rivolgendogli uno sguardo pieno di astio.
Prima di andarsene, il Serpeverde li osservò ancora con aria minacciosa, alzando poi teatralmente un braccio mentre si allontanava "Non si scherza con Gaston!"
In quel frangente Kristoff abbassò il capo verso l'amica "Perché l'hai fatto?!"
"Rifletti: Se Elsa è il bersaglio, non sarebbe più logico che qualcuno di noi la controllasse?"
"O che ci andasse di mezzo! Scordatelo!"
"Non fare il fifone!"
"Perché io?!" 
Judy lo guardò: sembrava davvero sconvolto, forse per il fatto di non saper ballare che lo metteva così in agitazione. 
"Jack è così infantile per queste cose e Merida ultimamente non è in sé..." disse un po' titubante. Da quando l'amica aveva discusso con Hiccup sembrava avere la testa tra le nuvole, se n'era accorta pure lei e la cosa non poteva che farla preoccupare "Andiamo Kristoff, ti sei sempre dimostrato affidabile" lo vide schiudere le labbra, ma subito riprese a parlare "E' un ottimo piano: Tu andrai al ballo con Elsa, Jack e Merida saranno nei dintorni. Nel caso ci fossero dei problemi, mi avviserete."
Kristoff la fissò "E tu cosa farai?"
La Grifondoro sorrise fiera "Per me c'è un altro piano: Mi intrufolerò nell'ufficio di Pitch per cercare la collana."
"Perché?"
"Ho i miei piani."
"Ma...Da sola?" domandò incerto "Hai la vaga idea del guaio che potresti cacciarti se Black ti scoprisse?"
"Ma non sarò sola. Ho la persona giusta per questo compito" disse sottovoce.
I suoi pensieri si spostarono subito su Nick: dopo la loro conversazione avvenuta vicino alla stanza delle necessità, entrambi avevano concordato di indagare assieme, seppur il Serpeverde era un po' restio sul da farsi, alla fine Judy era riuscita a convincerlo.
Non aveva ancora rivelato agli altri le scoperte di Nick, prima di tutto voleva capire chi fosse il mittente di quella collana, e controllando in Biblioteca era riuscita a trovare un incantesimo adatto per quel problema.
Gli serviva solo qualcuno che le guardasse le spalle, e quel qualcuno era proprio Nick.
"Fammi capire, cosa speri di trovare?"
"Un indizio che ci porti al proprietario della collana. Non posso di certo chiederlo a Pitch" disse Judy, dandogli un'amichevole colpetto al braccio "Non preoccuparti di questo. Tu pensa ad Elsa, stalle vicino e mi raccomando, comportati da bravo cavaliere!"
Kristoff sospirò, arrossendo lievemente per l'imbarazzo, finché una voce non attirò l'attenzione di entrambi.
"Ho sentito bene?" domandò incuriosita Anna "Andrai al ballo con mia sorella?"
L'altro in quel momento sarebbe voluto sprofondare. Tra tutte le persone che potevano sentire quella battuta, proprio Anna? L'universo ce l'aveva con lui.
Iniziò a farfugliare qualcosa di impreciso, ma poi la gomitata di Judy gli riuscì a tirare finalmente fuori di bocca le parole "Si esatto!"
La ragazza esitò un po' prima di rispondere, sembrava essere rimasta piuttosto sorpresa e nonostante il sorriso sulle labbra, non mostrava la sua solita energia allegra "Non lo immaginavo! Insomma... Che tu... A_avessi una cotta per lei."
Kristoff sorrise di rimando, passando poi lo sguardo lungo il corridoio.
"Almeno non dovrai preoccuparti che Elsa resti da sola" fece Hans sorridendo dolcemente alla sua accompagnatrice.
Anna annuì e dopo che il Corvonero alzò il braccio per permetterle di appoggiarvisi, rivolse un'occhiata ai due ragazzi "Ci vediamo al ballo, allora."
Kristoff annuì, con un sorriso parecchio forzato "Già."
Non era solito da lui giudicare in quel modo, ma sentiva che c'era qualcosa di strano in quel tipo. Non sapeva se fosse dato per la sua persona o era proprio il fatto che Anna uscisse con qualcuno che lo turbava.
Judy non aveva detto una parola per tutto il tempo, si era limitata ad osservare in silenzio quel gioco di sguardi tra di loro. Una volta che Anna e Hans erano ben lontani da quel corridoio, rivolse nuovamente il suo sguardo su Kristoff.
"Forse ti ho fatto scegliere la gemella sbagliata..." disse con un leggero sorrisetto mentre portava le mani ai fianchi.
Kristoff la guardò immediatamente, arrossendo questa volta con più vigore "C_cosa-che? Oh no...Io e Anna non..." si allontanò, tenendo la testa bassa per l'imbarazzo "H_hai davvero un pessimo intuito Judy!"
"Strano..." disse lei mentre lo osservava "Il mio intuito non sbaglia mai."



 
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Quel giorno la lezione di Pozioni era stata parecchio turbolenta, fatto dovuto soprattutto all'irascibilità dell'insegnante: il professor Anton Ego. Dapprima professore di Beaxubatons, si era trasferito in Inghilterra qualche anno fa, prendendo ad Hogwarts la cattedra di Insegnante di Pozioni.
Era un uomo alto, dai capelli scuri e difficilmente riusciva a tirar fuori più di un sorriso, perfino il professor Pitch per certi versi sembrava addirittura più amichevole.
Anton portava rispetto solo a pochi eletti veramente portati in pozioni, era severo, estremamente cinico, tutto il contrario della precedente insegnante: la professoressa Ursula Carroll. Una donna piuttosto eccentrica nel suo modo di fare, ma che purtroppo aveva dovuto abbandonare la cattedra per ragioni sconosciute: voci di corridoio raccontavano di traffico di pozioni illegali.
Tuttavia, gran parte degli studenti non avevano preso molto bene la notizia: malgrado la sua condotta, era eccezionale nella sua materia. Anton invece non sbagliava nulla e pretendeva sempre il meglio da ogni studente.
Dopo che il professore si era ritirato qualche minuto per controllare le scorte, Nick e gli altri lo avevano visto fare ritorno completamente infuriato, accusandoli di furto.
Alla fine si accanì contro Jack, perché non era nuovo in questo genere di scherzi e lo trattenne dopo lezioni probabilmente per estorcergli la confessione.
Nick e Jim erano usciti dall'aula quasi meravigliati: era incredibile di come il loro amico fosse adorato dagli studenti e al tempo stesso detestato da gran parte degli insegnanti. 
Dopo dieci minuti vide arrivargli incontro la figura di uno sconsolato Jack, il capo chino e l'espressione imbronciata.
"Perché ogni volta che succede un guaio sono il primo ad essere incolpato?"
Gli altri si limitarono a fissarlo, inarcando un sopracciglio in risposta.
"Non ho rubato niente! Perché mai dovrei rubare della Radice di acolla?! Perché io e non Jim?"
L'altro lo guardò torvo "Oh ti ringrazio."
"Sai cosa intendo. Vengo sempre incolpato per primo!"
"Anche questo è talento" disse Nick "E per essere preciso. E' aconito, testa di Troll."
"Aconito, acolla...E' uguale. Sai che non presto mai attenzione a Pozioni."
"Oh lo so bene..." mormorò Nick, scambiandosi un'occhiata con Jim "Ti sento russare ogni volta."
"Riposo solo gli occhi!" lo schernì "E ripeto che non ho rubato nulla, però mi sono comunque preso una punizione!"
"Ti punisce senza prove?" chiese stupito Jim.
A quel punto l'espressione imbronciata di Jack si ammorbidì "Beh no. Mi ha punito perché ho trasformato la sua sedia in una tartaruga."
Anche Nick rise e scosse debolmente il capo "Sei incredibile Frost."
"Lo so!" Jack alzò fieramente il capo e fece per fare un inchino, quando vide Moana passargli accanto, rifiutando nel mentre l'invito di un ragazzo di Beauxbatons. 
Le sorrise con aria divertita, slittando lo sguardo sui suoi amici "Però... Hiro non scherzava. Sei parecchio richiesta."
"Come tutti i Campioni del resto" disse Nick passando poi lo sguardo su Jim, accanto a lui. Aveva appena scambiato un saluto con due Serpeverde del sesto anno.
Moana d'altra parte, fece un lungo, esasperante sospiro, per poi tirarsi indietro i capelli "Non dirlo come se fosse una cosa positiva. Non fanno che stressarmi! Nemmeno quel drago era così insistente!"
Jack si strinse le spalle con aria svogliata "La situazione si risolverebbe in fretta se vi decideste di andare a quel ballo assieme, sapete?" come lo disse rallentò il passo, ed obbligò anche il suo amico Nick a seguirlo, permettendo così a Moana e Jim di camminare l'uno a fianco a l'altra. Ma nessuno dei due rispose e il percorso divenne inesorabilmente lungo e silenzioso, talmente tanto da indurre Nick frenare lo sghignazzo di Jack con una gomitata.
"Che c'è?! Ho dato un consiglio."
"Ne facciamo volentieri a meno" sussurrò imbarazzato Jim.
Moana sembrava dello stesso pensiero e si limitò ad annuire appena.
Dopo altri secondi di silenzio, il Serpeverde alzò nuovamente il capo verso di lei, anche se con lo sguardo continuava a fissarsi i piedi.
"S_sarebbe strano, no?"
"...Oh si!" Moana si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, la voce acuta per il disagio "M_molto strano. Si."
"Parecchio strano."
"Questa conversazione è strana..." bofonchiò Nick, rallentando sempre di più il passo "E a tratti imbarazzante..."
Jack lo seguì subito dopo, mentre con la coda dell'occhio vide poi gli altri due scambiarsi un lieve cenno di saluto e prendere anche loro strade completamente opposte.
Forse aveva esagerato ad esporli in quel modo, forzandoli a far chiarezza sulle loro intenzioni, ma sinceramente non capiva il problema di tutta quella agitazione. Lui non aveva mai avuto quel tipo di problema con le ragazze, era sempre stato molto diretto, ma probabilmente era dovuto anche al fatto che fino ad ora nessuna di loro lo aveva realmente preso così tanto da comportarsi come un perfetto idiota.
E forse quel giorno non sarebbe arrivato tanto presto: a Jack non interessavano quei generi di impegni, tutto quel stare assieme, quelle attenzioni, non era roba per lui, preferiva di gran lunga stare con gli amici e divertirsi.
Motivo per cui per lui la notizia del ballo del ceppo non aveva portato il benché minimo interesse.
Raggiunse poi Nick, tenendo ancora lo sguardo puntato su Jim e Moana in lontananza "Ti rendi conto? Hanno affrontato un drago...Un drago ENORME e PERICOLOSO! Ma non riescono a parlarsi su questo?!"
"Sono adolescenti, è tutto nella norma" disse Nick.
Jack lo fissò di sottecchi, dandogli una leggera spallata amichevole "Ha parlato il quarant'enne dall'alto della sua esperienza."
L'amico alzò gli occhi al cielo, sorridendo appena "Ah ah. Almeno io riesco a non farmi beccare dai professori, non mi metto in mostra come te per uno stupido scherzo" riprese poi a camminare, Jack lo affiancò, portandosi entrambe le mani in tasca. 
"Mi piace stare al centro dell'attenzione, e allora?" 
Nick si limitò a sogghignare mentre con un cenno aveva salutato un paio di Tassorosso in fondo al corridoio. Jack li sentì discutere sul Ballo del Ceppo e subito si sentì in dovere di dire la sua.
"Ma solo io trovo più interessante il Torneo a quel ballo? E' così noioso."
"Immagino che da questa frase dovrei dedurre che non ci andrai."
"Nah. Bisogna vestirsi da damerini e fare degli stupidi passi per stare al tempo di musica. Sembra di essere tornati indietro di 50 anni!"
L'altro si strinse le spalle, tirando fuori da una tasca un pacchetto di Piume di zucchero, delle caramelle a forma di penne d’aquila "Nemmeno a me fanno impazzire, ma sembra un evento piuttosto importante. Saranno presenti tutti."
"...Tutti?" ripeté Jack, fregandogli una caramella dal pacchetto "Intendi dire anche gli insegnanti?"
"Certo, credi che ci lascino il via libera? Tockins terrà gli occhi puntati su ogni studente per evitare che si scambino effusioni" ridacchiò il fulvo.
"Una gioia per le coppie!" disse Jack. Nick annuì "E' una tradizione della scuola. Roba grossa."
A quel punto le labbra dell'amico si allargarono in un sorriso che, per chi lo conosceva, significava che stava macchinando qualcosa "Forse non sarà così male dopotutto."
L'altro lo guardò storto "Cosa ti frulla in quella testolina?"
"Il solito...Ma più in grande" disse, dandogli un altro colpetto "E tu mi farai da spalla."
Dopo aver masticato l'ultima caramella, Nick scosse il capo "Questa volta passo." 
Jack ridacchiò incredulo, rallentando inconsapevolmente il passo "Come come? E mi lasci così?"
"Ho da fare quella sera."
"Cosa avresti di così importante da fare?" Di colpo accelerò la camminata fino a superarlo e fermarsi davanti "Vai al ballo con qualcuno?"
"Non proprio..." ammise mentre accartocciava il pacchetto ormai vuoto "Ma non uscirà nient'altro dalla mia bocca" dopo di ché lo sorpassò, lasciandolo ancora più incredulo.
"Perché?"
Nick roteò gli occhi e gli sorrise "Perché no!" 
Si stava ormai allontanando da lui e a quel punto Jack si portò le mani sulle labbra per poter farsi sentire meglio "E io come faccio senza di te?"
"Trovati un'altra spalla! Non ti sarà difficile."
Jack continuò a fissarlo per qualche minuto, ancora inevitabilmente incredulo per avergli dato buca, ma soprattutto incuriosito. Nick era sempre stato un po' sulle sue, non amava particolarmente parlare di sé, ma era la prima volta che lo vedeva così schivo nei suoi confronti e non riusciva davvero a capire del motivo.
Pensò alla questione di Elsa e che magari doveva essersela presa per averlo punzecchiato in quel modo durante tutto quel periodo. Forse le voleva chiedere di uscire e non osava raccontarglielo per non essere preso in giro.
Si scervellò per qualche secondo buono, finché il suo sguardo non venne attirato da una chioma rossa a lui famigliare, vicino ai gradini che li collegavano al secondo piano.
Improvvisamente si dimenticò della faccenda di Nick ed Elsa e una piccola idea si formò nella sua testa mentre osservava Merida, appoggiata con la schiena contro il muro e con un libro in mano, fingendo di leggerlo quando si vedeva palesemente che aveva lo sguardo altrove.
Così la raggiunse, sedendosi qualche scalino più in su e diede due colpi di tosse per poter attirare la sua attenzione. Lei gli lanciò una veloce occhiata per poi tornare a fissare di fronte a sé.
"Allora, come ti va?" chiese Jack, ma non ottenne alcuna risposta.
"Oh va alla grande Jack! E' una vera gioia vederti! La tua sola presenza per tutti noi è come una flebile luce in mezzo a questa oscurità!" si rispose, tentando di imitare la voce di Merida con uno strano acuto, ma la ragazza rimase nella sua posizione senza proferire parola.
Seguendo poi con lo sguardo la direzione che puntava la Grifondoro, vide così il motivo del suo malumore: Hiccup stava parlando con una ragazza bionda e sembravano andare molto d'accordo.
"Mmh...Capisco..." 
La divisa era tipica di quelli di Durmstrang e non era la prima volta che li beccava chiacchierare al di fuori delle lezioni.
Vedendo le occhiate di fuoco che lanciava Merida, non aveva dubbi: era gelosa marcia. Quasi gli venne da ridere, ma dovette trattenersi, un po' perché sembrava già fin troppo arrabbiata per poter infierire ancora, un po' perché avrebbe temuto la sua reazione.
Così optò per farle subito la proposta.
"Ti va di venire al ballo con me?" chiese a bruciapelo.
Quella domanda distolse immediatamente l'attenzione della rossa sulla coppia "C_Cosa? Perché io?!" domandò, visibilmente imbarazzata.
Altri ragazzi che le avevano chiesto di uscire non li conosceva ed erano stati selezionali da sua madre, di certo non si sarebbe aspettata che proprio Jack le proponesse di andare al ballo con lei. 
D'altra parte lui sembrava quasi divertito dal suo atteggiamento "Perché no? Senti questa: Tu, io, un ballo noioso che si trasformerà in uno spettacolo!"
Ora Merida lo fissava più confusa "Cos'hai in mente Frost?"
"Ho un piano."
"E mi vuoi con te...Perché...?"
Lui sbuffò, scendendo un paio di gradini fino ad arrivare al suo stesso scalino "Devo pur gongolarmi con qualcuno! Nick è fuori dai giochi, a quanto pare ha di meglio da fare."
L'altra inarcò un sopracciglio "Quindi sarei la tua seconda scelta?" vide Jack sporgersi per parlare, ma lei con un braccio gli fece cenno di tacere, fingendo un'espressione delusa "Così mi ferisci!"
"A dire il vero, la terza" disse "Ho scartato Eugene perché non ama queste feste." 
L'espressione di Merida si indurì "Mi credi così disperata da accettare il tuo invito?"
"Ti credo abbastanza divertente da organizzare questo scherzo con me. Come ai vecchi tempi!" con una mano le circondò una spalla, scuotendola amichevolmente "Dai rossa, ti conosco, odi anche tu queste cose. Ci divertiremo!" 
L'espressione di Merida però sembrava tutt'altro che rallegrata.
A quel punto le labbra del ragazzo si incurvarono in un sorrisetto beffardo "A meno che Hiccup non ti abbia già invitata..."
"Va con Astr..." si fermò di colpo, probabilmente col rischio di diventare più rossa dei suoi capelli "M_ma cosa c'entra Hiccup adesso?!" 
"Dimmelo tu."
Merida lo guardò storto, quanto basta da fargli prendere le dovute distanze. 
"Dai, accetta!" continuò il Serpeverde "Prometto che mi comporterò bene di fronte a tua madre."
L'altra batté le palpebre "Come sai di.."
"Io so tutto!" esclamò fiero "...E me l'ha detto Moana." 
La Grifondoro si lasciò andare in un lungo sospiro di rassegnazione.
"D'accordo..." poté vedere il volto del suo amico rallegrarsi "Ad una condizione..."
Il ragazzo incrociò le gambe per sedersi più comodo "Spara."
"Sii te stesso. Voglio che mia madre conosca assolutamente il vero te."
E lo voleva davvero, un ragazzo così esuberante come Jack di certo non avrebbe fatto piacere ad una come Elinor, questo lo sapeva benissimo. 
Almeno si sarebbe divertita nel vedere la sua reazione.
"Che cosa carina..." mormorò lui, guardandola con sospetto "...Troppo."
Merida alzò gli occhi al cielo "Accetti o no?"
"Dipende" Jack alzò una mano "Mi aiuterai?"
"Qualsiasi cosa pur di distrarmi da quello stupido ballo" sospirò l'altra, dando un'ultima volta un'occhiata ad Hiccup ed Astrid.
"Facciamo un voto infrangibile?" scherzò Jack.
Merida scosse il capo divertita e gli strinse la mano "Direi che una semplice stretta possa bastare. Mi fido."
"Vedrai rossa. Non te ne pentirai."



 
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Dopo la chiacchierata con Astrid, Hiccup sapeva che si sarebbe dovuto sbrigare a raggiungere il Cortile per la prossima lezione. Tuttavia la sua mente non faceva che riportarlo al discorso con Merida poco prima: era la prima volta da quando si conoscevano che litigavano in quel modo. Comprendeva la sua preoccupazione, e per quanto si sentisse ancora arrabbiato, non sopportava il modo in cui si erano lasciati. 
Era talmente preso da quel turbamento da non accorgersi di aver preso tutt'altra strada, dirigendosi verso il Cortile del Viadotto.
"Poco male..." pensò, un po' sconsolato. Gli scocciava arrivare in ritardo, ma per questa volta avrebbe lasciato correre. Aveva già fin troppe preoccupazioni per dedicarsi ad una macchietta sulla sua condotta scolastica.
Fece per tornare indietro quando si accorse della presenza di Jim, appoggiato con la schiena sul muro e completamente preso ad osservare l'oggetto che aveva recuperato al Torneo.
Probabilmente doveva lasciarlo concentrato, ma sapeva anche che quella lezione era in comune proprio con Serpeverde. Non era nuovo per il suo amico saltarle ogni tanto e probabilmente lo avrebbe preso in giro perché troppo protettivo, ma anche questa volta avrebbe lasciato correre.
"Lo sai vero che essere un Campione non ti esonera dalle lezioni?" domandò con sarcasmo.
Lui non gli rispose. Anzi, lo ignorò palesemente.
"Jim?"
"Stavo pensando..." disse sottovoce. 
"Oh...Attenzione!" Hiccup rise e gli fece cenno di consegnargli l'oggetto "Non sembra avere niente di strano" fece per suonarla ma non accadde nulla di particolare.
Con uno scatto Jim drizzò la schiena e si allontanò dal muro "Deve aver qualcosa che non va, o non servirebbe da tramite per la seconda prova."
"Forse attiva un meccanismo da qualche parte nel Castello..." disse, continuando ad osservare con curiosità l'oggetto.
Jim si lasciò cadere nuovamente contro la parete e sbuffò "Andiamo Hiccup, non posso girare per tutta Hogwarts suonando una campana!" 
"Io l'ho fatto!" disse una voce alle spalle di Hiccup e non appena entrambi alzarono lo sguardo, videro Tadashi fermo accanto a loro, con un piccolo sorrisetto stampato sul volto, come se stesse trattenendo una risata. Con una mano si stava abbassando la visiera del cappello, mentre l'altra era nascosta nella tasca della giacca "Non credevo fosse la soluzione ma...Tanto valeva provarci: ho fatto un bel percorso in corridoio prima di capire come fare."
"Mi hai risparmiato l'umiliazione" sorrise Jim "Quindi alla fine lo hai risolto."
L'altro annuì debolmente "E dal momento che mi hai aiutato nella prima sfida, posso..."
Ma subito il Serpeverde alzò una mano per bloccarlo "Ah no! Non ci sto, non mi sentirei a mio agio sapendo che mi hai svelato l'enigma. Dove starebbe la sfida?"
Tadashi gli rivolse un sorrisetto beffardo mentre incrociava le braccia al petto " Per chi mi hai preso? Non ti avrei rivelato tutto. Posso darti un piccolo indizio se vuoi, lo stesso che ho dato a Moana e che... avrei detto anche ad Elsa..." disse "Se fossi riuiscito ad incontrarla. E' un po' sfuggente quella ragazza."
Aspettò qualche istante prima di riprendere a parlare, solo per accertarsi che Jim volesse davvero quel suo piccolo aiuto. Si sporse leggermente verso di lui, indicando con un dito la sua fronte "Pensa fuori dalla scatola."
Dopo la perplessità iniziale dovuta a quella frase, Jim puntò gli occhi azzurri da lui ad Hiccup, quasi come se sperasse in una delucidazione. 
Hiccup si strinse le spalle ed abbassò leggermente lo sguardo sulla campana "E' un modo di dire babbano, è un po' come dire: pensare fuori dagli schemi."
Tadashi sorrise con aria soddisfatta "Esatto. Rifletti: abbiamo recuperato una campana, ma siamo sicuri che ci serva tutta quanta?"
Jim inarcò un sopracciglio "Questo sarebbe il tuo aiuto?"
"Sei intelligente, vedrai che ci arriverai" guardò poi Hiccup "O lo farà il tuo amico qui."
Aveva già ripreso a camminare in direzione dell'entrata quando decise di fermarsi ancora una volta, i due continuavano a guardarlo con una certa curiosità, come se avesse intenzione di riferire altro su quella campana.
"Un'ultima cosa..." non sembrava molto convinto, l'espressione che portava era piuttosto indecisa "Sapete se Moana ha già invitato qualcuno?"
In quel momento fu come se il bel clima che si era creato tra di loro si fosse appena raffreddato, Jim iniziò a guardarlo con un'espressione quasi sospettosa, mentre Hiccup si limitò a puntare la sua attenzione tra lui e Tadashi, non capendo effettivamente il perché di quella atmosfera così tesa.
"Non credo" mormorò.
"La inviterai tu?"
Ed ecco che la tensione si appesantì ancora di più, non era difficile capire che il problema era dovuto a quell'articolo della Gazzetta del Profeta, sapeva che erano pettegolezzi creati apposta per attirare il pubblico, ma l'espressione di Jim in quel momento, la sua tensione e il modo in cui cercava di celare il lieve rossore delle sue guance gli fece intuire che tutto sommato, forse un fondo di verità doveva esserci.
Avendo mormorato a bassa voce una risposta poco udibile perfino da Hiccup li accanto, Tadashi continuò ad incalzare.
"Sai, per la storia della Gazzetta..."
"Quella pazza ha creato del dramma per vendere il suo stupido articolo!" si difese Jim "La gente va matta per i pettegolezzi."
Tadashi si scambiò uno sguardo silenzioso con Hiccup, sorrise, ma si leggeva palesemente l'imbarazzo nella sua espressione "Okay. Quindi voi due..."
"Siamo amici."
"...Sicuro?"
"E così difficile da capire? Può andare con chi vuole!" sbottò, tornando poi a fissare un punto in basso del pavimento "Ed io farò lo stesso."
Passarono altri secondi di assoluto silenzio, ma che per loro sembrarono quasi interminabili talmente avvertivano il disagio. Tadashi si passò nuovamente una mano sul cappello per sistemarselo meglio e rivolse ad entrambi un sorriso, quasi come se si sentisse in colpa per averlo fatto alterare in quel modo "Ehi amico, ti credo" gli diede poi un'amichevole pacca sulla spalla, salutandoli poi con l'altra mano mentre si allontanava "Allora se non è un problema, la inviterò io."
Purtroppo Jim fece mente locale di quelle parole quando ormai l'altro si stava già allontanando in tutta tranquillità, boccheggiò qualcosa, ma anche in quel caso, quello che ne uscì fu nulla di preciso. Tutto quello che riusciva a pensare in quel momento era che aveva appena dato involontariamente il via libera ad uno dei ragazzi più popolari della scuola di uscire con la sua migliore amica.
Perché Moana era sempre stata quello, un'amica.
Ma più continuava a scervellarsi su quella storia, più si sentiva terribilmente a disagio.
Quando riprese il controllo della situazione, l'espressione incuriosita di Hiccup lo fece nuovamente tornare di pessimo umore.
"Che c'è?!"
Il Corvonero gli riconsegnò l'oggetto e lui se lo passò svogliatamente da una mano all'altra "Sicuro che ti vada bene?"
A quell'ennesima discussione Jim alzò di scatto il capo "Perché siete tutti fissati con questa storia? Io non ti sto pressando per invitare Merida o mi sbaglio?" 
L'altro inarcò le sopracciglia, cercando di non far trapelare un sorrisetto divertito "Era solo una domanda. Non ti facevo così suscettibile."
"E' imbarazzante, Hiccup, non ci parliamo quasi più dopo aver scoperto dell'articolo."
Gli occhi di Hiccup si spalancarono, anche se il tono sembrava palesemente ironico "Addirittura? Non è da voi!"
Jim per fortuna non ci fece molto caso, tirò solo un ennesimo sospiro "Non è più come prima. Quella giornalista ha rovinato tutto, ogni volta non so cosa dirle, e le occhiate di tutti i compagni non aiutano per niente, mi sento continuamente osservato!" si fermò, alzando il capo verso l'alto e appoggiandolo lievemente al muro "Per Merlino...E' tutto così assurdo. Io...N_non voglio sentirmi così, d'accordo? Non con lei."
Era a disagio e questo bastò per far tacere il discorso. In quel preciso istante gli occhi di Hiccup puntarono altrove, notando Elinor Dumbroch discutere col preside Nord ed il professor Pitch.
Anche Jim la adocchiò "Quella è la madre di Merida?"
L'altro annuì, facendo sparire ogni traccia del sorriso dal suo volto "Si. Credo sia qui per Sdentato."
Nel frattempo Jim non staccava gli occhi dall'oggetto, iniziando a controllarne l'interno "Non l'hanno ancora trovato?" 
"No, ma è solo questione di tempo, spero solo si sia allontanato dalla Foresta. Vorrei poter fare qualcosa ma ora controllano ogni angolo, è impossibile uscire senza essere notati" sospirò, voltando il capo per guardarlo  "Sdentato non è cattivo, ma non mi ascolteranno mai."
"Hai pensato a qualcosa?"
"Lo sto facendo da giorni."
Jim gli sorrise "Pensa anche tu fuori dalla scatola" notò poi come il pallino all'interno della campana fosse stranamente allentato e dopo un paio di tentativi riuscì a staccarlo.
"Fosse facile..." disse sconsolato il Corvonero "Elinor detesta i draghi."
"Credi che il suo giudizio possa far condannare Sdentato?"
"Non lo credo, ne sono sicuro."
"Forse se le parliamo..."
"Hai idea di quanto sia testarda Merida? Non ha di certo preso da suo padre" Hiccup si portó una mano sul mento "Non cambierebbe mai idea su un drago. Non sarebbe lei se..." in quel preciso istante si fermò "...Un momento..."
Mentre lui se ne stava fermo a riflettere, Jim si era messo ad osservare con più attenzione la sfera, grande meno di un boccino, ma passandoci una mano si ingrandì di colpo, diventando delle dimensioni di una palla da tennis.
"Non è come sembra..."  
Ad entrambi i ragazzi si illuminarono gli occhi, seppur per motivi diversi.
"CI SONO!" Urlarono.
A quel punto si voltarono verso l'un l'altro.
"A cosa ti riferisci?" domandò stranito il Corvonero.
"A cosa ti riferisci tu" Jim gli mostrò la strana sfera che aveva tra le mani, facendo dimenticare per un breve momento la nuova idea di Hiccup.
"Interessante..." mormorò il Corvonero "Quei simboli... sono rune."
Jim annuì, iniziando ad esaminare per bene i disegni raffigurati.
"Deve essere un messaggio." continuò l'amico mentre si passava una mano tra i capelli "Sembra complesso..."
Jim si strinse le spalle, fingendo modestia "Nulla di troppo complicato. Ho superato il primo passo, e poi me la cavo bene in rune antiche. Una volta decifrato il messaggio saprò qualcosa della seconda prova, è poco ma sicuro" staccò definitivamente la schiena dal muro, passando la sfera all'altra mano "Ti va di festeggiare? Così mi racconti della tua idea."
Hiccup provò a parlare, ma lui continuò "Possiamo andare a prendere qualche dolce da Mielanda. Tullio e Miguel mi hanno mostrato un passaggio segreto qui vicino."
"Non dovremmo andare a Cura delle Creature Magiche?" chiese contrariato il Corvonero.
L'altro sospirò annoiato, ma l'espressione ferma dell'amico riuscì in qualche modo ad avere la meglio "D'accordo... Guastafeste."
"Cosa devo fare con te..." disse Hiccup sottovoce mentre incamminava con l'amico fuori dall'edificio per andare a lezione.




 
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NOTE AUTRICE:
Wei ❤❤
Scusate come sempre questi aggiornamenti un po' altalenanti, mi ero promessa di aggiornare una volta a settimana, ma tra casini vari mi duole spostarla a due settimane, ovviamente non è ancora deciso e magari col tempo tornerò a una settimana. Mi spiace perché questa fic è lunghetta e ci tengo tantissimo, grazie anche al vostro supporto, non vedo l'ora di potermici dedicare bene come prima.
Intanto beccatevi questo capitolo ancora incentrato sugli inviti.
Sì, mi piace creare il dramma in questi casi e le coppie qui sono un po' incasinate, ma è tutto nella norma, vedrete al ballo cosa accadrà.
Judy e Nick avranno un compito speciale invece quella sera, ah se l'incantesimo che ne uscirà fuori non lo conoscete non preoccupatevi, l'ho inventato di sana pianta. Ho cercato di informarmi, ma per alcune cose devo inventarmele io purtroppo, mi spiace per chi magari è super pignolo con queste cose, lo capisco, anche io sono così.
Qui ho voluto mostrare un po' di passetti anche verso la prova, e mettere più a confronto Jim questa volta. Perché insomma...Va bene il ballo, ma bisogna pensare anche al Torneo dopotutto.
Poi non so, sarà che mi piacciono tanto come personaggi, ma l'idea che Jack vada con Merida al ballo mi piaceva troppo.
Sapete, la prima volta che ho visto Frozen, ho seriamente pensato (anche se per brevissimo tempo), che Kristoff diventasse l'interesse amoroso di Elsa, vista la sua passione/ossessione per il ghiaccio. Però in questo caso mi sembrava carino, e poi almeno ha dato il ben servito a Gaston (e forse fatto ingelosire Anna).





informazioni:

Anton Ego : è il critico del film "Ratatouille".

Ursula Carroll: è la strega del mare del film de "La Sirenetta". Come nel canon volevo riprendere questa sua bravura in pozioni.

Okay sto scrivendo troppo, mi dileguo.
Grazie ancora a chiunque leggerà questo capitolo, grazie grazie grazie ❤
 

 
~Un abbraccio grande~




 

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Capitolo 24
*** Il piano di Hiccup ***


Cap 24: Il piano di Hiccup
 


Disney — ♫ Little town, it's a quiet village… ♫

 


Per quanto gli sarebbe piaciuto che il suo drago riuscisse a fuggire, Hiccup sapeva che era solo questione di tempo prima che lo catturassero: nelle condizioni in cui si trovava non poteva di certo scappare volando via. La Foresta sarebbe stata un luogo di protezione momentanea, ma anche in quel caso, per quanto? 
Non era comunque in grado di volare, inoltre avrebbe rischiato di essere attaccato da qualche altra creatura. Ed era solo.
Aveva anche tentato di parlarne con il preside, ma il professor Bunnymund si era intromesso, sostentendo pienamente le opinioni di Elinor al riguardo.
Sapeva che doveva valutare tutte le opzioni: se mai lo avessero ritrovato, Elinor non sarebbe di certo stata clemente con lui. Dopotutto aveva tentato di uccidere ben due studentesse.
Il discorso con Jim gli aveva fatto pensare ad un'idea, non era particolarmente convinto, ma per il momento era l'unica cosa più vicina ad una soluzione.
Sapeva che per attuare il suo piano gli serviva l'aiuto di qualcuno competente in pozioni, così una volta finite le lezioni, cercò in tutta la scuola l'unica persona che sapeva essere la migliore in quel corso. Dopo aver chiesto a diversi studenti, alla fine riuscì a trovare Belle in uno dei bagni all'ultimo piano. Quella zona era considerata da tutti gli studenti maledetta: voci di corridoio raccontavano che Malefica, quand'era ancora una studentessa, spesso si rifugiasse in quel luogo per allenarsi sulle arti oscure.
Che fossero dicerie o meno, quel bagno gli metteva i brividi, essendo così poco frequentato era anche parecchio trascurato e il fatto che non ci fosse mai nessuno nei paraggi, nemmeno fantasmi, riusciva a trasmettere sempre una sensazione sinistra. Non capiva davvero perché, tra tutti i luoghi di Hogwarts, Belle volesse stare proprio li...
Quando entrò nel bagno, con la coda dell'occhio vide la sua compagna di Casa seduta a gambe incrociate che versava un liquido dentro un piccolo calderone fumante.
In un primo momento si limitò ad osservarla incuriosito, ma poi Belle si rese conto della sua presenza e con un veloce gesto fece per nascondere qualche boccetta dietro la schiena.
"H_Hiccup! Cosa ci fai qui?" chiese sorpresa "E' il bagno delle ragazze."
L'altro la fissò, spostando poi la sua attenzione su quel piccolo calderone "Ti ho cercato dappertutto! Tullio mi ha detto che eri qui. A proposito... Mi ha chiesto gli appunti di Aritmanzia."
"Il solito..." sospirò divertita Belle.
"Che cosa stai facendo?"
"Una pozione" disse velocemente "Qui mi concentro meglio, ho chiesto al professore di darmi degli esercizi extra, visto che tra non molto avremo un esame..."
Il ragionamento non faceva una piega, Belle era sempre stata molto attenta ai voti e non era la prima volta che si assegnava dei compiti in più per potersi preparare al meglio.
"Tanto lo sai che prenderai il massimo. Sei una delle migliori."
"Non si è mai troppo prudenti" sorrise la Corvonero.
"Che pozione stai preparando?"
"Una complicata, come al solito..." Il suo sorriso sembrò sparire appena mentre spostava lo sguardo spazientito su di lui "Scusami Hic ma... Ho bisogno di concentrazione, non ho portato molti ingredienti e non posso sbagliare."
"Oh certo" le si avvicinò, abbassando di poco il capo "Ti volevo solo chiedere una cosa..."
Belle inarcò un sopracciglio "Se stai per invitarmi al ballo, puoi immaginare già la mia risposta" mentre parlava con una mano gettò dentro la pentola della radice di Aconito "Non sono io la ragazza che dovresti invitare."
"A dire il vero dovrei andarci con Astrid..." mormorò "Beh...Non proprio con lei, è...Un'uscita di gruppo, ecco."
Belle si voltò completamente verso di lui "A_Astrid? E....Perché?"
L'altro si portò una mano tra i capelli e sospirò "Beh perché... Siamo amici, andiamo d'accordo, è... Simpatica, bella... e..."
"E non è Merida."
"Certo che non lo è!" rispose infastidito, subito dopo il suo sguardo si fece più incerto "E... Forse è un bene... No?"
Belle sospirò ancora "Hiccup..."
"Ascolta!" la fermò "Mettiamo un attimo da parte questa storia. Ho bisogno che tu mi aiuti a preparare una pozione, non voglio fare errori e devo fare in fretta. Mi sentirei più a mio agio col tuo aiuto." 
La ragazza inclinò la testa di un lato "Che tipo di pozione?"
"La polisucco" vide Belle tentare di dire qualcosa ma lui riprese subito a parlare "Fidati. Ti basta sapere questo, non voglio farti mettere nei guai."
"Se dici così, immagino ti serva per fare qualcosa che andrà contro le regole."
Lui annuì, cercando di fare il vago "Potrebbe." 
Belle si coprì la bocca per cercare di non ridere "Hiccup Haddock III, mi sconvolgi" lo guardò "Ad ogni modo, ti aiuterò."
L'amico le sorrise "Grazie" fece poi per andarsene, ma le parole della ragazza lo fermarono.
"Sai mica con chi andranno al ballo le altre?"
Hiccup si voltò "Chi? Merida, Anna e..."
"Si, loro."
Si strinse le spalle, spostando lo sguardo verso un punto impreciso del bagno "Non lo so..."
Belle poteva sentire un leggero fastidio nella sua voce, probabilmente stava riflettendo su Merida.  
"Credo che Anna vada con Hans. Li ho visto spesso insieme."
A quella frase lo sguardo della Corvonero si incupì, Hiccup la vide fissare leggermente irritata la pentola li vicino. 
"Anche tu? Non ci credo...Ti stai comportando come Merida."
"Non ho detto nulla" disse senza distogliere lo sguardo dalla pentola.
Il ragazzo la fissò incredulo "Sicura di star bene? E' successo qualcosa?"
Ma lei non rispose, al ché l'altro continuò ad incalzare "Belle, se hai qualche problema, sai che puoi..."
"Sto bene" non sembrava arrabbiata, ma c'era decisamente qualcosa che non andava dal suo tono di voce. Alla fine anche lei parve accorgersi della sua reazione e si portò una mano sulla fronte, abbassando di poco il capo verso la pentola "Scusami Hiccup. Con l'avvicinarsi dei primi esami mi sento sottopressione e..." si fermò, puntando successivamente gli occhi su di lui "Ti dispiace se ne parliamo un'altra volta? Devo finire questa pozione e la preparazione richiedere molto tempo."
L'altro la guardò, accennando un lieve sorriso "Non preoccuparti. A dopo, Belle."
Anche lei gli sorrise, questa volta sembrava più rilassata "A dopo Hiccup."
Una volta uscito da quel bagno, il ragazzo rimuginò un po' sul suo strano comportamento.
Era davvero strano il modo in cui si era rivolta a lui in quel modo, gli esami dovevano preoccuparla parecchio se rischiava di perdere la pazienza così facilmente.
E per quanto quella scusa gli sembrasse plausibile, dentro di sé sentiva che non gli aveva detto tutta la verità: probabilmente c'era dell'altro, qualcosa di cui non voleva parlare, o almeno non con lui. Sperava solo che prima o poi si sarebbe chiarita.

 

 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~




Gli ingredienti per la polisucco erano parecchi e piuttosto difficili da trovare, ma Hiccup sapeva che le scorte di Ego erano sempre ben fornite anche per quei generi di pozioni e con l'aiuto di Belle era sicuro di non correre rischi. Restava solo un ingrediente veramente difficile da ottenere: un capello della persona in cui ci si sarebbe trasformato. E dal momento che quella persona era Elinor Dumbroch, la prova sarebbe stata più difficile del previsto.
Nei panni di Elinor, avrebbe potuto riunire il comitato e tentare di far assolvere il povero Sdentato, magari permettendogli il trasferimento alla riserva di Skaracchio in Romania.
Probabilmente la parte peggiore sarebbe arrivata dopo, una volta scoperto il misfatto. Ma in quel momento Hiccup non aveva molte altre opzioni, Elinor non lo voleva ascoltare ed era lei ad avere in pugno il destino del suo amico.
Avvicinarsi a lei sarebbe stato impossibile visto l'astio che provava nei suoi confronti, di certo strapparle un capello davanti agli occhi non avrebbe giovato al loro rapporto. Chiedere aiuto a Merida era fuori discussione, non si parlavano da qualche tempo e anche in quel caso, proporle di ingannare sua madre per liberare un drago non sarebbe di certo stato il massimo per la loro amicizia.
Restava solo Anna a cui chiedere aiuto: dato il profondo legame che aveva con Elinor sarebbe stato facile per lei prenderle quel capello senza troppi problemi. 
Si, lei poteva farcela.
Se solo non fosse stata tremendamente insicura.
"Ti supplico Hiccup... Perché proprio io? Sai che non mi piace mentire..."
Il Corvonero le aveva dato appuntamento in mattinata vicino all'ufficio dove Elinor era solita a fermarsi tra una riunione e l'altra. Aveva appena finito di discutere con Ralph, riguardo proprio il ritrovamento di Sdentato e a giudicare dall'espressione che il guardiacaccia si era portato all'uscita: non era decisamente nulla di buono.
Anche Ralph, così come Hiccup, amava le creature magiche, draghi compresi, era uno dei responsabili delle loro gabbie e probabilmente Elinor lo aveva convocato per chiedergli sostegno nella cattura della furia buia. Volente o nolente, avrebbe dovuto aiutarla per non rischiare di perdere il lavoro.
Quando poi Hiccup finì di spiegare il piano ad Anna, questa si morse le labbra nervosamente e rimase con lo sguardo abbassato per diversi secondi. 
Sapeva che la cosa la stava mettendo a disagio, ma non glielo avrebbe chiesto se non avesse avuto altra scelta.
"Anna è facile, devi solo prenderle una ciocca di capelli. Ti avvicini a lei con una scusa, chiacchieri un po' e..."
"Come pensi che possa farcela?! Sai che non so mentire bene, mi agito e...e poi...n_non so improvvisare!" si chinò un pochino per osservare la donna nell'ufficio, era di schiena e sembrava molto impegnata a leggere dei documenti. Di Gurghi non c'era traccia, probabilmente lo aveva lasciato nella sua stanza.
"Hai mai visto la signora Dumbroch arrabbiata?" chiese con un filo di voce.
Hiccup sorrise debolmente "Oh si.."
"Intendo: davvero... DAVVERO arrabbiata" lo sguardo di Anna di incupì "Non la solita rabbia giornaliera, quella vera" si fermò, tirandosi un lembo della maglietta per il nervoso "Merida dice che è più terrificante di un Basilisco. I_io non voglio farla arrabbiare in quel modo!"
"E non succederà. Merida esagera sempre."
"Non puoi farlo tu?"
Il silenzio tombale che le riservò l'amico le fece capire di aver detto una cavolata.
"Si... E' stupido" disse, passandosi entrambe le mani tra i capelli "Ci proverò, ma sappi che non sono affatto d'accordo!"
"Ne prendo atto" Hiccup le sorrise e le fece cenno di andare, anche se riluttante alla fine Anna entrò nell'ufficio e chiamò debolmente Elinor per attirare la sua attenzione, cercando nel frattempo di fare il migliore sorriso possibile.
A sentirla arrivare la donna abbandonò stranamente quel documento e si alzò dalla sedia per venirle incontro "Anna! Sono contenta di vederti, avevo giusto bisogno di te."
Quella strana affermazione la stupì non poco "S_Sul serio? Mi... Mi cercava? E... Perché?"
Elinor le sorrise e le fece cenno di avvicinarsi, dopo aver dato un'occhiata veloce dietro di lei, Anna la seguì, iniziando a temere che forse aveva ascoltato il discorso di lei e Hiccup poco fa, ma quei brutti pensieri svanirono in fretta non appena la vide tirare fuori la bacchetta dal suo abito ed aprire con un incantesimo la valigia che teneva sulla scrivania. Con entrambe le mani affondò all'interno dell'oggetto e tirò fuori un abito lungo di colore azzurro, dal collo alto, con le maniche lunghe, pieno di fiocchi, merletti e un lungo nastro attorno alla vita. Nonostante la particolarità, era comunque un bell'abito.
Elinor nel frattempo stava cercando di decifrare la sua reazione "Allora? Cosa ne pensi? E' per il ballo del Ceppo."
A quel punto la ragazza fece un enorme sorriso in risposta "Ma signora Dumbroch, lo trovo perfetto per lei, quindi parteciperà alla fest..."
La lieve risata della donna però fermò il suo entusiasmo "Oh no, non è per me. E' per Merida, ovviamente."
"Ah."
Il raggiante sorrisone si spense di colpo, cercando successivamente di riproporne uno più piccolo.
"Allora?"
"E' solo che... Ehm... C_credevo che Merida avesse già scelto il vestito...ecco..." iniziò a giocare con le dita mentre con lo sguardo cercava di non dare troppa attenzione a quell'abito. 
"Si, ma era troppo semplice. Dopotutto è un ballo importante!" disse Elinor "Ero convinta sarebbe impazzita per questo."
Anna si morse la lingua. Ormai conosceva perfettamente i gusti della sua migliore amica, e quell'abito l'avrebbe l'avrebbe fatta decisamente impazzire, ma non nel modo che intendeva sua madre, poco ma sicuro.
Tutto quell'imbarazzante silenzio, unito anche dagli sguardi che la giovane cercava di sviare il più possibile, fecero recepire alla donna il messaggio.
"Non le piacerà, vero?"
"Cos... Nooooo! Ceeeerto che le p_piacera'!" Anna forzò una grossa risata nella speranza di riuscire almeno in parte a rimediare a quell'equivoco,  si avvicinò poi all'abito per osservarlo meglio e dopo una lunga occhiata, alzò il capo tutta sorridente, unendo le mani "E' che ehm... Forse è un po' troppo..." si fermò "Classico."
Elinor la fissò dubbiosa "Cosa ci sarebbe di male?"
"N_Nulla! Assolutamente nulla!" 
"E' un ballo tradizionale, mi aspetto che Merida si comporti in maniera adeguata."
"E lo farà, ma... Ehm... Lei ha gusti un pochino diversi."
"Posso immaginare i suoi gusti..." sospirò amaramente l'altra.
Anna rise ancora nervosamente, indicando poi una manica del vestito "Magari con qualche ritocco... Per esempio senza quei nastri... E se abbassassimo un po' di più il collo... Merida detesta i merletti. Oh, poi ha sempre detto che non ama le gonne troppo lunghe..."
Tutte quelle correzioni fecero capire ad Elinor di aver completamente toppato con i gusti. Forse avrebbe dovuto chiedere consiglio ad Anna fin dall'inizio, ma era così convinta che a sua figlia sarebbe piaciuto, di non aver pensato minimamente a nessun'altra possibilità.
"Beh... A parte questo, sono sicura che lo apprezzerà!"
"Sei molto dolce Anna, ma sappiamo tutte e due come finirà" dopo averle rivolto un debole sorriso, Elinor si allontanò per riporre il vestito all'interno della borsa "Ormai la sento così distante... Dopo la morte di Fergus, non riesco più a comunicare con lei."
Negli ultimi tempi si parlavano davvero poco, il lavoro al Ministero l'aveva completamente sommersa di impegni e quei pochi momenti libera li usavano per discutere sulle minime cose.
"E' così testarda e... Impulsiva! Mi domando da chi abbia preso."
Il sorriso di Anna si sciolse in uno molto più dolce, pensando che probabilmente, in quello lei e Merida erano più simili di quanto potevano immaginare. 
"Lei sta facendo del suo meglio, lo sa che le vuole bene."
"Oh eccome se lo sa. Ed è per questo che cerca in tutti i modi di farmi preoccupare!" sbuffò "So per certo che ha messo il suo nome nel Calice, io non avrei mai approvato una simile decisione. E' una disciplina così pericolosa e... Barbara."
"Sa com'è fatta, Merida ama mettersi in gioco."
"Merida dovrebbe imparare a mettersi in gioco con lo studio, invece che queste sciocchezze! Il solo pensiero di lei in quell'arena con quei draghi..." le tremò la voce "N_non voglio neanche pensarci!"  
Anna la fissò in silenzio. Capiva perfettamente come si stava sentendo. 
Aveva cercato anche lei di metterla in guardia, ma tutto quello che era riuscita ad ottenere fu solo una lunga litigata con la sua migliore amica. Alla fine aveva capito che non doveva lasciarsi condizionare dalla paura in quel modo e non poteva costringerla a fare quello che voleva. Continuando a tarpare le ali a Merida si rischiava di allontanarla sempre di più dalla propria vita, lei e sua madre dovevano trovare un punto d'incontro, in modo da sostenersi ma al tempo stesso lasciare che ognuna possa prendere le proprie decisioni.
E non era facile, entrambe erano due caratteri molto forti e determinati. Nessuna delle due avrebbe mai fatto il primo passo indietro.
"So che hai cercato di fermarla, te ne sono grata" Elinor le sorrise "Sono felice che siete cosí amiche Anna, sei come una sorella per lei" le accarezzò dolcemente i capelli "E come una seconda figlia per me, lo sai." 
Anna avrebbe tanto voluto dire che per lei era lo stesso, ma subito dopo vide Elinor allontanarsi nuovamente verso la borsa e tirare fuori un secondo vestito, anche questo piuttosto classico: era lungo, sfarzoso con diverse tonalità di verde foresta ed una lunga mantella alle spalle. Anche in quel caso vide i merletti, ma a differenza dell'amica, a lei piacquero parecchio.
"Ma... è..." quasi non riuscì a parlare talmente si sentiva emozionata "Signora Dumbroch non doveva."
"Quante volte ti ho chiesto di darmi del tu?" disse sorridente la donna "Potremo fare un ritocco anche su questo se non ti piace, so che hai dei gusti diversi, potremmo togliere qualche nastro."
Anna quasi non riusciva a parlare per la commozione "Forse...Forse un paio" disse con un gran sorriso.
"E sia" annuì "Quindi ti piace?"
"Se mi piace? Lo adoro!" era così entusiasta che non si risparmiò qualche saltello dalla gioia "Ho il vestito perfetto con il ragazzo perfetto! Non potrei desiderare altro!



 
Nel frattempo Hiccup si trovava più distante, con la testa fece capolino per vedere come mai Anna ci stesse mettendo così tanto, ma non appena si sporse un po' troppo, la paura che Elinor potesse notarlo lo fece subito indietreggiare, borbottando tra sé che forse avrebbe fatto realmente prima se ci fosse andato lui a strapparle quel capello e scappare via.
"Sai che è da maleducati spiare le persone?" chiese una vocina accanto a lui, non appena il ragazzo abbassò il capo, vide gli occhioni grandi di Vanellope von Schweetz osservarlo con un luccichio, quel tipo di luccichio per cui Hiccup sapeva bene che quella bambina aveva in mente qualcosa. 
Non aveva avuto molte occasioni di parlarle, essendo del primo anno, ma conosceva bene Merida, entrambe sembravano andare piuttosto d'accordo. La piccoletta era molto simile a lei quando frequentava il primo anno, ribelle, giocosa e molto competitiva.
L'ultima cosa che voleva ora era avere a che fare con una Merida in miniatura.
"Non sto spiando! Sto....Controllando" fece con un veloce gesto della mano "Ora vai, torna a lezione."
Vanellope assottigliò gli occhi e tirò fuori dalla tasca un paio di caramelle "A me sembra proprio che tu stia spiando! E' moooolto inquietante" iniziò a mangiucchiarle, senza smettere di squadrarlo con sospetto.
Il Corvonero provò ad ignorarla ancora, ma lei aveva iniziato a girargli attorno senza smetterla di fissarlo con sospetto, poi si appoggiò con le spalle al muro "E va bene, vorrà dire che resterò qui e magari..."
"D'accordo, sto spiando, contenta?" Hiccup tirò un lungo sospiro, dando una veloce occhiata ad Anna ed Elinor ancora impegnate a parlare "Ora per favore lasciami pensare..."
Doveva inventarsi qualcos'altro, Anna era negata e senza quel capello la pozione non avrebbe mai fatto effetto.
Vanellope si portò una mano sul cuore mentre con l'altra si coprì il viso, fingendo una smorfia devastata "Mentire a una bambina? Vergognati Hiccup Haddock..." si sporse anche lei per osservare le due nell'ufficio e dopo aver dato un ultimo sguardo al ragazzo, gli rivolse un sorrisetto "...A giudicare dalla tua faccia, immagino che il tuo piano non stia funzionando."
Hiccup la fissò stupito "E tu come..."
"Non dovresti raccontare tutto a Ralph, non sa mantenere un segreto con me. Sono adorabile!" puntò nuovamente gli occhi su Anna, che sembrava stesse discutendo più animatamente ora con Elinor, ma erano troppo distanti per poter sentire per bene il discorso "Wow...E' proprio una schiappa."
"Già. Dovrò pensare a qualcos'altro" sospirò, massaggiandosi la fronte "Forse dovrei davvero entrare, strapparle un capello e nascondermi nella stanza delle necessità."
"Non puoi chiedere a Merida? E' sua madre."
"Non mi aiuterebbe mai, non se questo salverebbe un drago."
"Oh beh... Se è così, sei proprio nei guai" Vanellope scosse il capo e dopo avergli dato un'ultima occhiata, si allontanò, all'inizio Hiccup non ci fece molto caso, troppo preso a pensare ad un altra alternativa per avvicinarsi nuovamente ad Elinor.
"Ho la soluzione per te..." disse ancora la vocina della Serpeverde.
"Cosa... Ma..." in quel momento il ragazzo si rese conto della presenza di un secondo bambino accanto a lui. Era un ragazzino della stessa casa di Vanellope, aveva i capelli biondi, il volto pieno di lentiggini e due piccoli occhi azzurri.
"Wooh... E tu da dove sbuchi?"
Forse era troppo preso dai suoi pensieri, ma non lo aveva proprio sentito arrivare.
Vanellope lo indicò con un sorrisetto beffardo sul volto "Lui è Flash! Flash...Hiccup! Hiccup...Flash!"
"Ehm..." Il Corvonero lo fissò "Ciao."
Il biondino alzò un sopracciglio "Quindi sei tu il ragazzo super forte che comanda i draghi? A vederti non sembra."
Dopo un attimo di smarrimento, Hiccup lanciò un'occhiataccia a Vanellope "A quante persone lo hai detto?!"
Flash fece per parlare, ma la ragazzina lo zittì tappandogli la bocca "Solo lui! Mi serviva il suo aiuto per rubare i pixie."
"Rubare i..."
Vanellope non lo lasciò finire e si avvicinò all'amico "Allora...Le hai prese, vero?"
Il giovane Serperverde mostrò fieramente un barattolo coperto da un piccolo strato di stoffa e una volta scoperto, fece intravedere tre piccole pixie dai vari colori che si dimenavano vivacemente per poter uscire "Dubitavi? E mi fa strano dirlo ma...Facciamo attenzione. L'ultima volta abbiamo quasi rischiato di essere scoperti."
"Un momento..." Hiccup li fermò  "Siete stati voi ad aver liberato quei pixie nell'aula di babbanologia?"
Ricordava perfettamente il casino che era scoppiato in quell'aula durante la lezione, il professor Tockins era stato inseguito da un gruppetto di creature per tutto il corridoio, si mormorava fossero stati degli studenti ad averli liberati li di proposito, ma non si sarebbe mai aspettato due bambini del primo anno.
Dopo essersi scambiati uno sguardo in silenzio, Vanellope prese il barattolo, senza prestarci molta attenzione sussurrò alle fatine di andare semplicemente da Elinor, volarle un po' attorno e strapparle un capello, poi le liberò. Hiccup provò a fermarla ma ormai le creaturine stavano già volando nella stanza per avvicinarsi alla donna.
"Perché lo avete fatto? Non vi ho chiesto aiuto."
Flash fece un piccolo gesto con la mano come per scacciare qualcosa "Era sottointeso. Non preoccuparti, ci ripagherai."
"Ralph mi ha assicurato che quelle tre pixie sono ben addestrate, soprattutto Trilli. Finirà prima che tu possa dire Quidditch" disse Vanellope.
Hiccup sembrò rilassarsi un pochino dopo quelle parole, anche perché ormai le avevano liberate ed entrare in scena durante l'arrivo di quei pixie non avrebbe di certo giovato alla situazione con Elinor. 
"Un momento..." la ragazzina ora sembrava osservare con più attenzione le creature, soffermandosi di più su quella che doveva essere Trilli, ma che vedendola con più attenzione e notando il suo comportamento, pareva tutt'altra pixie.
"Flash..." disse Vanellope "Sicuro di aver preso le pixie giuste?"
L'altro la guardò confuso "Perché? C'erano delle pixie sbagliate?"
Le espressioni di Elinor e Anna confermarono i loro timori, quelle tre pixie non erano per niente addestrate anzi, sembravano altamente dispettose e malvagie. Tiravano la donna per i lunghi capelli castani e le maniche e lo stesso facevano con le povere trecce di Anna, dallo sguardo dei due piccoli Serpeverde, sembrava che anche a loro la cosa era del tutto inaspettata.
"No no nooo! Come ho fatto a non accorgermene! Quelle sono le pixie sbagliate! Vedi?!" Vanellope indicò a Flash la fatina più in alto che sembrava incitare le altre due "Quella è Vidia! Lei è tremenda, non ascolta nessuno!" urlò "Trilli! Ti avevo chiesto Trilli!"
A quel punto lo sguardo dell'amico si congelò "Spiegami tu come distinguerle! Sembrano tutte uguali!"
"Questo non è per niente carino, Flash!" lo spintonò "Sei proprio un Serpescemo!"
Lui fece altrettanto "Tu sei una Serpescema!"
"No tu!"
"Tu!"
"Ragazzi!" finalmente Hiccup riuscì a dividerli prima che la disputa finisse in una rissa "Non è il momento!" senza pensarci troppo tirò fuori la bacchetta ed entrò nell'ufficio per bloccare almeno uno dei pixie in volo. Elinor fece lo stesso e ne fermò un secondo ed Anna riuscì a fermare il terzo.
Tutti e tre le creature rimasero congelate in aria sotto lo sguardo palesemente infastidito della donna, che non si risparmiò a lanciare un'ennesima occhiataccia al Corvonero 
"Tu."
Flash nel frattempo scattò per rimettere due delle tre pixie dentro il barattolo
"Non c'entro nulla questa volta!" disse Hiccup, indicando il ragazzino "Volevo solo fermare queste piccole pesti..." si fermò "I bambini... Non le pixie."
Elinor continuò a fissarlo sempre più sospettosa, poi il suo sguardo puntò lentamente sul biondino, squadrandolo dal capo ai piedi.
Flash si sentì così sotto pressione da tirare fuori uno dei suoi migliori sorrisi e tentare di rimediare al danno "Ehehe...Ehm..P_Progetto di studio! Sa come sono i pixie...Non ti obbediscono mai!"
"Non sei un po' troppo giovane per studiare queste creature?" 
"Sono precoce."
Elinor fece per controbattere, ma in quell'istante si sentì tirare un capello, quando si voltò vide la piccola Vanellope sopra la scrivania con in mano l'ultima pixie rimasta, le rivolse un gran sorriso e nascose subito la creatura dietro la schiena "Le stava in testa... e... Ehm... M_Mi scusi signora mamma di Merida."
La donna inarcò un sopracciglio "Tu conosci mia..."
Ma la ragazzina non le diede nemmeno il tempo di finire la frase che scese subito con un balzo, afferrò Flash per un braccio e lo trascinò via il più velocemente possibile "Dobbiamo andare! I compiti ci aspettano!"
"Oh si! Tanto studio, una vagonata di libri!"
Hiccup li seguì con lo sguardo, sentendosi poi pressato da quello pungente di Elinor, non disse nulla, cosa che stupì non poco i due ragazzi, ma si limitò a fissarlo per un lungo, pesante momento "E' amica di mia figlia, questo spiega molte cose..." disse, probabilmente riferendosi ancora alla piccola Vanellope "Ma ora non ho tempo per queste sciocchezze" mormorò mentre si massaggiava la fronte "Un problema alla volta, prima pensiamo a quel drago" si avvicinò alla scrivania per rimettere a posto quelle poche cose che erano state messe in disordine.
Hiccup e Anna si scambiarono uno sguardo complice, quest'ultima gli fece cenno di andarsene per non peggiorare ulteriolmente la situazione, ma sentendo quelle parole, l'amico non poté fare a meno di intromettersi e con passo deciso si rivolse nuovamente alla donna "Signora Dumbroch..." 
Lei lo ignorò bellatamene, ma questo non lo fermò "Cosa intende fare con Sdent..." si fermò di colpo, serrando improvvisamente le labbra "Con quel drago?"
Elinor a quel punto alzò nuovamente il capo, rivolgendogli la sua solita espressione autoritaria "Quello che necessita fare in questi casi: L'esecuzione."
Lo sguardo allarmato del Corvonero non le passò di certo inosservato "Lei non..."
"Posso" lo interruppe mentre raccoglieva la sua borsa "E' mia intenzione convincere il comitato di soppressione per le creature pericolose, una volta catturato e mostrato quanto sia pericoloso..."
"Potrebbe cambiare opinione."
"Non intendo farlo."
"E' una furia buia!" disse Hiccup "E' un drago estremamente raro! La commissione non accetterà."
"Mi impegnerò perché ciò avvenga.
"
"Mi creda...Lui è buono! Merita di stare al sicuro in una riserva... E'..."
"E' una bestia!" lo interruppe. Il tono di voce talmente alto che fece mancare il respiro perfino ad Anna. Non aveva mai visto la signora Dumbroch veramente arrabbiata, ma era piuttosto sicura che se Hiccup continuava ad insistere l'avrebbe vista.
D'altra parte il ragazzo mantenne lo sguardo fermo su di lei, questa volta non si ritrasse, ne tanto meno cercò di scusarsi. Anna iniziava a sentire il sudore scenderle dalla fronte, non voleva assolutamente assistere ad un ennesimo litigio e soprattutto non voleva schierarsi dalla parte di nessuno. In quel momento avrebbe solo voluto scappare il più lontano possibile, forse perfino alla Foresta Proibita con Sdentato.
Alla fine la prima a cedere fu Elinor, forse per esasperazione, visto che si portò nuovamente una mano sulla fronte "Ormai è deciso, e ti pregherei di non insistere ancora, o mi arrabbierò sul serio" si allontanò per recuperare le sue cose, permettendo così ad Anna di avvicinarsi al ragazzo. 
"Lo sapevo..." aveva sussurrato nel frattempo, mentre Anna gli stava rivolgendo un sorriso pieno di supporto.
"Non temere" disse "Hai visto quanto è grande quella Foresta? Ci vorranno mesi prima di trovarlo."
Hiccup non riuscì nemmeno a rispondere, che Elinor si intromise, poco prima di andarsene rivolse ai due un'ultima occhiata "Non ci vorrà tutto quel tempo, non con Bludvist qui ad Hogwarts."
Anna alzò prontamente il capo, scrutandola co un'espressione confusa "Chi?"
"Drago Bludvist" sospirò rassegnato Hiccup, come se si stesse realmente aspettando una notizia simile "Uno dei più grandi cacciatori di draghi dell'Inghilterra."
"Esattamente!" disse quasi trionfante la donna, ma prima di potersene andare, l'espressione truce del Corvonero la fece vacillare nuovamente, per un breve momento il suo sguardo sembrò ammorbidirsi, perfino il tono che rivolse "So che è difficile da accettare, ma non sempre le decisioni più giuste ci sembrano buone ai nostri occhi. Quell'animale è pericoloso, e se posso impedirlo, non permetterò che nessun altro muoia per mano loro."
Se ne andò, lasciando i due ragazzi soli a riflettere su quanto è accaduto. Hiccup uscì subito dopo per raggiungere Vanellope e Flash, deciso più che mai a tentare di salvare il suo amico. Anna lo seguì per un po', esternando la sua disapprovazione, perché sicura che avrebbe portato a dei guai ben più gravi di una semplice punizione, ma ad Hiccup non sembrava importargliene, avrebbe rischiato l'espulsione, lo sapeva. Ma se questo avrebbe impedito la morte del suo amico, nessuno, nemmeno la scuola, avrebbe potuto fermarlo.



 
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NOTE AUTRICE:
Ciao ❤❤❤
Eccomi qui e non mi sono risparmiata, chiedo scusa per questo capitolo ancora lunghino. La scena con i pixie teoricamente non doveva essere così lunga...Ma dopo aver tirato fuori Vanellope e Flash, dovevo per forza dare a loro più spazio. Non so perché...Ma necessito assolutamente di scrivere ancora di qualche loro casino XD
La situazione di Sdentato fa un po' da parallelismo a quella di Fierobecco, anche se qua Hiccup non ha a disposizione la giratempo, ma qualche amico disposto ad aiutarlo con qualche altro stratagemma. 
Spero vi sia piaciuto! So che ci sto mettendo tanto per questo maledetto ballo, ma gestendo così tanti personaggi voglio dare a tutti il giusto spazio ed è bene raccontare anche questi eventi.
Vi ringrazio davvero di cuore per continuare a leggere questo delirio infinito.



Informazioni sui personaggi:

Flash: è uno dei figli della famiglia Parr del film "Gli Incredibili", dove lui ovviamente come dal nome, è velocissimo. Ero molto indecisa sulla Casa, ma secondo me per il caratterino che ha, sarebbe un perfetto Serpeverde. 
Drago Bludvist: E' il villain del film "Dragon Trainer 2"
Pixie: Per loro ho usato i nomi delle fatine dei film di "Trilli". Vidia è infatti come da canon, la più ribelle e cattivella, mentre Trilli beh...Qui è tipo la leader delle Pixie.


 
 
~Un abbraccio grande~

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Capitolo 25
*** Lontano dagli occhi, lontano dal cuore ***


Cap 25: Lontano dagli occhi, lontano dal cuore



 
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A differenza di quello che aveva potuto trasmettere ai Tre Manici di Scopa, Moana adorava ballare: le piaceva, la rilassava, forse non quanto il mare, ma era comunque un'attività piacevole. Tuttavia il Ballo del Ceppo le stava facendo davvero perdere ogni possibilità di apprezzarla.
Ancora non si capacitava con quanta facilità gli studenti avevano iniziato a cambiare idea sul suo conto: prima sembrava odiata da chiunque, ma dopo la prima sfida e quella stupida intervista, molti si erano già scordati del suo piccolo problema col Calice. Purtroppo non riusciva a scampare alle avances nemmeno durante le lezioni, visto che molti prediligevano inviarle bigliettini incantati, rischiando anche di farle prendere una bella ramanzina dall'insegnante.
Alla fine ne aveva abbastanza e dopo aver superato il ponte di legno, si era diretta verso il cerchio di pietre nella speranza almeno li di trovare un po' di pace.  
Da quel che sapeva, era una delle zone più antiche del parco, le pietre disposte formavano una meridiana, utilizzato per regolare il tempo sul quadrante della torre dell'orologio. Il posto non le dispiaceva e pochi studenti ci passeggiavano, in particolare durante l'inverno. Era stato proprio li che aveva conosciuto Merida per la prima volta, e la rossa le aveva raccontato un'interessante leggenda sui fuochi fatui.
Era sicura che in quella zona sarebbe stata lontana anni luce da tutti. 
Charlotte le aveva continuato a ripetere quanto fosse fortunata, ma a lei non interessava uscire con delle persone con la quale non aveva mai scambiato una parola. Inoltre lo sapeva fin troppo bene che quei ragazzi miravano e lei in quanto Campionessa, non c'era un vero interesse. 
Aveva pensato di chiedere a qualche suo amico, così sarebbe andata sul sicuro, ma tutti avevano già scelto chi accompagnare. Aladdin le disse che avrebbe invitato una ragazza di Beauxbatons di nome Jasmine, e anche Ercole, a detta sua, sembrava interessato ad una di Durmstrang, una certa Megara da quel che ricordava.
Hiccup era fuori discussione, sapeva della sua tremenda cotta per Merida e non voleva di certo intromettersi tra di loro. Aveva pensato addirittura di chiederlo a Jack, ragionando poi sul fatto che si trattava di Jack Frost, alle volte talmente immaturo che non si sarebbe stupita di un pessimo scherzo proprio durante il ballo di inizio.
Dopo aver ripassato con la mente tutti i suoi amici, la sua ultima opzione sembrava essere Jim e li subito si fermò, sentendosi stranamente agitata all'idea di potergli chiedere di andare al ballo proprio con lei. Quello stupido articolo aveva nuovamente incasinato il rapporto con lui.
Inoltre spesso le capitava di ripensare a quel giorno al Lago Nero, di quanto erano vicini, di come si stava sentendo... Ma poi cacciava subito via quel pensiero dalla mente. Ancora.
Doveva smetterla di pensarci.
"Ehi." 
In quel momento alzò lo sguardo, notando Tadashi a pochi metri da lei, stava seduto su una roccia e la fissava incuriosito. Gli sorrise, sperando con tutta se stessa che non tirasse fuori la storia della Gazzetta del Profeta.
"Stai anche tu scappando dalle richieste dei tuoi fans, o ami semplicemente stare da sola?"
"La prima..." disse, senza nascondere un sospiro "E pensare che fino a poche settimane fa ero completamente ignorata" sentì Tadashi ridere e lo vide alzare le spalle.
"E' il prezzo da pagare per essere stati scelti!" scese dalla roccia e le si avvicinò "Anche io sono pressato dagli inviti. Non ero così osservato nemmeno quando sono stato scelto dal Calice."
"Di colpo affrontare un drago non mi sembra un'impresa tanto complicata."
L'altro rise ancora, sistemandosi leggermente il cappello "Non capisco poi tutta questa pressione, è solo un ballo in fondo."
"A cui siamo obbligati a portare qualcuno" sbuffò, mentre con lo sguardo controllava che non ci fosse nessun altro nei paraggi "Potrei fermarmi da Ralph per un po'."
Tadashi le sorrise "Oppure possiamo aiutarci a vicenda."
Quella frase attirò inevitabilmente l'attenzione della riccia "Intendi..."
"Andiamo al ballo assieme?" domandò, portandosi poi una mano sulla nuca "Niente pressioni, solo un'uscita tra amici, se vuoi. Ovviamente se hai già qualcun altro, nessun problema."
L'altra annuì debolmente, per poi bloccarsi di colpo "C_cioè no!"
Aveva pensato inavvertitamente a Jim, ricordandosi poi di quella scenata ai Tre Manici di Scopa. Probabilmente aveva già in mente un'altra persona e non gli interessava uscire con lei. 
"Sul serio?" Tadashi sembrò quasi sorpreso "Sai, non vorrei creare dei problemi tra te e Jim..."
Moana iniziò a gesticolare agitata, cercando di forzare una risatina, seppur nervosa "Io e....N_no ti...Pff..Ti sbagli! Siamo solo amici, semplici amici! Tutto qui!"
Dopo un'ennesima risata si schiarì la voce, cercando di mantenere quel poco di contegno che le rimaneva "...Amici" concluse.
Non sapeva davvero cosa le stava succedendo, non era da lei agitarsi così.
"Comunque...Ehm...Sarà permesso? Voglio dire, siamo entrambi Campioni."
"Ho chiesto al preside e non ci dovrebbero essere problemi. Sarà un po strano forse, ma non più del normale" le sorrise "Allora accetti?"
La ragazza incrociò le braccia al petto "Devo fidarmi? Potrebbe essere un trucco per farmi abbassare la guardia."
"Non ne hai bisogno, hai già ottenuto il punteggio più alto alla sfida."
"Avevo" sospirò "La smaterializzazione non è valida se prima non si frequenta un corso. Mi hanno dovuto togliere dei punti."
"Che fregatura."
L'altra inarcò le sopracciglia, dandogli un leggero pugnetto al braccio "Non fingere. So che in fondo un po' sei contento."
"Mi hai beccato" la guardò, tornando poi serio "Quindi, lo prendo per un si?"
Moana esitò un breve istante, il fatto di andare così d'accordo con lui poteva essere un buon segno, probabilmente si sarebbe trovata bene al ballo in sua compagnia, e accettando entrambi potevano porre fine a tutti quei fastidiosi inviti.
Rivolse dunque un sorriso al ragazzo, annuendo "D'accordo."



 
~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~




"La Licnomanzia di per sé è molto semplice, ci sono due modi per studiarla..." iniziò Mama Odie al gruppo di studenti, mentre col bastone indicava la lavagna. Diede un veloce colpetto e delle parole iniziarono a formarsi all'interno, rotearono tra di loro per alcuni secondi fino a creare due titoli:

"DIVINAZIONE CON LA FIAMMA DELLA CANDELA"

"DIVINAZIONE CON LA CERA DELLA CANDELA"


"Prima ci dedicheremo al metodo più semplice: Come predire il futuro osservando le fiamme delle candele..." si fermò, puntando poi il bastone verso le ultime file "Date un fazzoletto a quella ragazza!"
Gli altri non fecero in tempo a domandarsi il perché di quella strana richiesta, quando sentirono un sonoro "Etciù!" provenire proprio dalla zona indicata poco prima.
Odie riprese poi il discorso come se niente fosse.
"Come stavo dicendo... Personalmente ho sempre preferito il metodo del tè o dei chicchi di caffè, ma quel brontolone di Nicholas vuole che seguiate tutto il programma."
Alcuni ragazzi ridacchiarono divertiti, non era la prima volta che sentivano Odie parlare in quel modo del preside, si mormorava non andassero particolarmente d'accordo.
"Avete acceso le vostre candele?" 
Tutti gli studenti annuirono, alcuni avevano addirittura già iniziato ad esercitarsi.
Mama Odie sorrise "Ora non vi resta che fare una domanda, che sia semplice mi raccomando. Passerò tra di voi per aiutarvi."
Jack era seduto verso le ultime file, vicino al suo compagno di casa Eugene. Non era mai stato particolarmente portato per Divinazione, ma visti i voti non propriamente eccelsi negli ultimi anni voleva tentare di fare qualcosa di buono con questo corso, sperando di passarlo facilmente grazie alla pessima vista dell'insegnante. Tuttavia, non aveva ragionato sul fatto che si, Mama Odie poteva non vederci benissimo, ma la quasi cecità veniva ampiamente compensata dalla divinazione, nonché dagli altri sensi perfettamente sviluppati, in particolare l'udito. Difatti nelle sue lezioni spesso lanciava delle occhiatacce sia a lui che al suo amico, colpendoli addirittura col suo bastone per zittirli.
Ma quel giorno, Jack voleva provare sul serio ad impegnarsi, così per scaramanzia chiuse gli occhi e pensò fortemente alla domanda: chiese come si sarebbe svolto il ballo. Per quella serata aveva in mente di organizzare un grande scherzo e di colpire quante più persone possibili. 
Sapeva che si sarebbe cacciato nei guai, ma quando avrebbe avuto l'occasione di poter fare una bravata simile di fronte a ben tre scuole?
Sarebbe stata una serata grandiosa, o almeno per lui. 
Ma quando li riaprì, la fiamma era spenta.
Subito si voltò verso Eugene che apparentemente sembrava piuttosto concentrato sul pensare alla domanda da fare, ma Jack sapeva che stava fingendo e che gli aveva spento lui la fiamma per fargli un dispetto. Così fece quello che una persona matura avrebbe fatto, soffiò sulla sua candela e gliela spense.
"Ah, molto maturo da parte tua, Frost." 
"Hai iniziato tu."
"Inventane un'altra. Non ho fatto nulla." Lui indico con la mano la candela spenta "E chi mi ha spento la fiamma? Il vento?" Eugene rise, fingendo uno sguardo preoccupato "Forse è segno di un brutto presagio." "O forse è segno che qualcuno si è intromesso." L'amico alzò le spalle, estrasse poi la bacchetta e con un veloce gesto fece comparire un'altra piccola fiamma sulla candela.
Ma poi Jack soffiò ancora, guadagnandosi l'ennesima occhiataccia da parte sua.
"La vuoi piantare?!"
"Non ci penso nemmeno" ridacchiò.
Sentendo quel piccolo battibecco, Odie si avvicinò a loro, portando le mani sui fianchi "Più concentrazione e meno farfugli."
"Ma a me piace farfugliare..." disse sottovoce Jack, e come in consuetudine venne colpito in testa col bastone, Eugene non si trattenne e scoppiò a ridere, questo gli fece ricevere subito dopo la stessa punizione.
"Ehi!" brontolò mentre si toccava il capo dolorante "Che modi!"
Mama Odie sembrò ignorarlo e rivolse lo sguardo verso tutti gli studenti "Per far sì che il metodo funzioni, dovete svuotare la mente dai pensieri..." si chinò poi verso i due Serpeverde con un lieve sorrisetto sulle labbra "Per voi signorini non sarà così difficile!" sghignazzò. 
I due la guardarono andare via verso un altro studente.
"Che battutona!" sbuffò Eugene "E' davvero un tesoro di nonnina, non trovi?"
Jack gli sorrise complice "Assolutamente."


Elsa nel frattempo stava osservando con attenzione la fiamma, anche lei si trovava nelle ultime file, ma più isolata rispetto al gruppo.
Divinazione l'aveva sempre messa in soggezione, ma al tempo stesso era decisa a scoprire qualche dettaglio in più sul suo futuro. Forse se avesse saputo fin dall'inizio cosa sarebbe potuto accadere a Milo, non si sarebbe mai avvicinata a lui e avrebbe impedito la sua morte.
Dopo il brutto incidente di Claudette, preferiva parlare il meno possibile con le persone per paura potesse accadere un altro disastro. Il professor Pitch le aveva espressamente detto che si sarebbe occupato lui della collana, era stata una fortuna per lei che si trovasse nei paraggi durante quell'attacco.
A pensarci bene, non era nemmeno la prima volta che lo trovava per caso dalle sue parti.
Iniziava a sospettare che anche lui la pedinasse, ma non sapeva dire se si trattasse solo una semplice paranoia, dopotutto fino ad ora si era dimostrato sempre professionale, caratteraccio a parte.
Per non allarmare ulteriormente gli studenti, avrebbero dovuto tenere quel dettaglio della collana per sé e la cosa non faceva che metterla in soggezione.
Ormai non faceva che accumulare sempre più segreti.
Si chinò leggermente verso la candela, in un primo istinto alzò una mano quasi per toccare la fiamma, ma poi la ritrasse. Non era la prima volta che si avvicinava in quel modo al fuoco, non avvertiva il calore come le altre persone, niente che potesse farle provare un minimo di dolore. 
Una volta da piccola aveva tentato di bruciarsi per vedere se il fuoco potesse in qualche modo placare il suo potere, ma il ghiaccio congelò la candela pochi istanti dopo e in quel breve lasso di tempo in cui la sua mano era rimasta a contatto con la fiamma non aveva avvertito nulla.
"Ti prego, dimmi che andrà tutto bene e... Che non succederanno altri incidenti."
Sapeva che più che una domanda, quella sembrava una richiesta di aiuto. 
Vide la piccola fiamma dimenarsi un pochino, ma nulla di particolarmente interessante.
"Credo che dovresti fare una domanda..." disse una voce li vicino.
Elsa voltò il capo, trovandosi accanto a lei una Tassorosso dai lunghi capelli biondi che la osservava sorridente.
"G_Giusto." 
L'altra inclinò la testa da un lato, puntando gli occhi verdi sulla candela "Ma potrebbe anche funzionare... Forse a te darà ascolto." 
Elsa abbassò leggermente il capo "Non sono mai stata brava in questa materia, l'idea di conoscere il mio futuro un po' mi spaventa."
"Io lo trovo così affascinante!" esclamò la biondina "E potrebbe essere utile: Se sai quello che ti aspetta puoi sempre rimediare nel presente."
Elsa la guardò e sorrise debolmente "E se... Nonostante i tuoi sforzi tutto rimane invariato?" si fermò, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio "Potrebbe non servire a nulla."
L'altra rimase qualche istante a fissarla, battendo le palpebre un paio di volte prima di rispondere "O potrebbe servire invece" disse "Non sei una persona molto speranzosa?"
Elsa le sorrise ancora "Non esattamente." 
"Dovresti!" rispose subito Rapunzel "La speranza mi ha sempre aiutato nei momenti di solitudine. Credo che faccia bene. Sempre meglio che non farlo, no?"
La strega la fissò per un lungo momento, poi annuì, leggermente più' convinta "Hai ragione."
Forse non aveva tutti i torti. Ma prima che potesse dire altro, vide lo sguardo di Rapunzel mutare in un'espressione più sorpresa. Elsa si voltò subito nella direzione, vedendo la fiamma della sua candela aumentare improvvisamente di intensità.
Non sapeva se questo poteva essere un presagio o meno, ma la sua compagna non riuscì a trattenere un urletto entusiasta "Sembra funzionare!"
L'altra fece per parlare ma Rapunzel aveva già iniziato a cercare con lo sguardo la professoressa ed una volta individuata, si mise a chiamarla, sbracciandosi il più possibile per attirare la sua attenzione. 
Come se potesse vederla.
"Mama Odie!" urlò "La candela si sta alzando ed abbassando!"
Sentendo quelle parole, la donna accelerò il passo verso di loro "Si alza e si abbassa?!"
La giovane Tassorosso la guardò un po' titubante e con la testa annuì debolmente "S_si esatto" indicò la candela di Elsa "E' stato così improvviso e..."
Ma di colpo, la fiamma si spense, sotto lo sguardo meravigliato delle due studentesse.
"Ora si è spenta" sospirò delusa Rapunzel.
Elsa aveva immaginato non fosse un buon presagio, a giudicare dall'espressione sul volto dell'insegnante.
"A_allora?" domandò invece la Tassorosso.
Mama Odie rifletté qualche secondo, per poi battere un paio di colpetti su un tavolino vicino col bastone per attirare l'attenzione di tutti gli studenti. 
"LA LEZIONE E' FINITA!" sbraitò, generando un silenzio nell'aula.
La biondina alzò timidamente una mano "M_Ma...Veramente manca ancora mezz..."
"Oh ragazzi miei, alla vostra età avrei esultato nel finire una lezione prima del previsto!" disse con un sorrisetto "Coraggio sció!"
Jack e Eugene non se lo fecero ripetere due volte e si allontanarono immediatamente. Anche gli altri studenti fecero per andarsene, Rapunzel ed Elsa comprese, ma quest'ultima venne bloccata ai piedi col bastone  "Un momento" disse Mama Odie alla ragazza di Beauxbatons "Tu rimani qui ancora un po'."
Rapunzel la osservò perplessa, ma l'insegnante le fece cenno di allontanarsi e alla fine eseguì l'ordine.
Una volta sentito il rumore della botola d'entrata chiudersi, la donna si rivolse nuovamente alla giovane strega "Sei la Campionessa, giusto?" con una mano indicò la sedia "Prego, cara."
Elsa annuì e si sedette, senza smettere di fissarla con agitazione.
"E sei anche la gemella di quella vivacissima Grifondoro."
Quella frase la sorprese "C_conosce mia sorella?"
Anna le aveva detto che non frequentava Divinazione.
L'insegnante sorrise "Ho avuto modo di parlare con lei qualche tempo fa" disse, mentre ritirava alcune candele spente e le sistemava in uno scaffale "Era preoccupata per dei sogni, qualcosa di pericoloso... Credo sia molto portata per divinazione, è un peccato non abbia frequentato le mie lezioni."
Quelle frasi misero nuovamente in agitazione la ragazza "Pericoloso? Le succederà qualcosa di brutto?"
Odie si strinse le spalle "Le foglie del tè non sono mai chiare, giocano questo brutto scherzo anche con me. Avevo predetto un incontro con lei, ma non quando."
L'altra rimase in silenzio.
"Insegno divinazione, credi che non sappia cosa si potrebbe celare nel tuo futuro?" col bastone indicò la candela ormai spenta "Lo hanno dimostrato..." 
Quel gesto fece capire alla ragazza che non vi era nulla di buono in quel presagio "Non era..."
"Non sarà facile..." sospirò Odie "Malaugurio, solitudine, pericolo imminente...Sono certa che tutte queste cose non ti sono nuove, signorina."
Elsa distolse lo sguardo, puntandolo sulle sue mani.
"Ascolta Mama Odie. Dovrai prendere delle decisioni, non puoi sempre lasciarti trascinare dagli eventi." 
A quell'affermazione la strega si alzò di scatto dalla sedia "Come faccio a sapere se sarà la scelta giusta? Vorrei una certezza" riprese poi a fissare preoccupata la candela.
Odie la guadava quasi impassibile, era sempre stata molto rilassata e più incline a qualche battuta per smorzare la tensione, ma questa volta si stava dimostrando molto più seria del solito.
"Non puoi saperlo. Questo metodo ti può aiutare solo in parte" la professoressa le si avvicinò e, sentendola tremare, portò una mano sopra alla sua per confortarla. A quel breve tocco l'altra arretrò immediatamente per paura di ferirla, ma a Odie non sembrò importare.
"Hai un grande potere Elsa, ma devi imparare a controllarlo." 
"E c_come? Io...Io ci sto provando da anni! Ma... Più cresco e più diventa così difficile!" mentre lo diceva aveva inavvertitamente appoggiato una mano sul tavolo ed un piccolo strato di ghiaccio aveva iniziato a formarsi oltre i suoi guanti. Appena se ne accorse la ritrasse subito, spaventata, fissò prima Odie, poi la botola di uscita.
Temeva lo andasse a raccontare a qualcuno, il Ministero della Magia l'avrebbe di sicuro imprigionata da qualche parte, o peggio. Ma più passavano i secondi, più si rendeva conto che Odie non sarebbe mai andata da nessuna parte, la vide trafficare con qualche candela rimasta, come se niente fosse. 
"Lei non..."
"Mmh?" la fissò nuovamente, portando poi l'attenzione di nuovo sul tavolino ormai ghiacciato "Oh insomma! Non sei più strana di altra gente che ho incontrato!" bofonchiò.
"Ma lei...Lei potrebbe denunciarmi e..."
"Non servirebbe a nulla
. Ciò che succede, accadrà, che lo si voglia o meno."
"Ormai nemmeno i guanti sembrano più funzionare... Vorrei solo che tutto questo si fermasse"  Elsa alzò debolmente il capo verso la donna "Lei può fare qualcosa?"
Odie si passò una mano sul mento "Ragazza mia, questo è un problema troppo grande perfino per me."
"Le mie tutrici stanno cercando una cura. Hanno detto che..."
"Da quanti anni sei così
?" la interruppe subito l'insegnante. Dopo un attimo di esitazione, l'altra rispose.
"Credo da tutta la vita. Ma ho... Ho iniziato a manifestare questi poteri prima di iniziare la scuola...E col tempo sono sempre aumentati" disse "Prima era più facile...Mi piaceva non avere mai freddo in inverno, ma ora..."
L'espressione dell'insegnante si ammorbidì "Se presa in tempo forse un potere del genere si sarebbe potuto alleviare, ma non puoi fermarla. Mi spiace." 
"Lo immaginavo" disse Elsa "Ma le mie zie non si daranno pace finché non troveranno una cura, lo hanno promesso a mia madre ed io... Ho promesso a loro che non avrei più ferito nessuno" con l'altra mano recuperò la sua borsa e fece per andarsene "Questo Torneo ha complicato le cose. Io... Non sarei mai dovuta venire qui. E' stato un errore."
Prima che potesse aprire la botola però, la voce di Odie la fermò ancora "L'errore più grosso che puoi fare ora è avere continuamente paura di commetterne uno."
Elsa la guardò un'ultima volta.
"Devi fare attenzione, la paura sarà tua nemica."


 
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Quella sera Anna era uscita dalla sua stanza, facendo molta attenzione a non svegliare le sue compagne, e scese le scale in punta di piedi per raggiungere la Sala Comune. Il giorno prima aveva ricevuto un gufo dalle sue tutrici, chiedendole di farsi trovare nella sua Sala Comune verso mezzanotte e mezza senza spiegarle altro.
La stanza era circolare, ampia e accogliente, arredata con comode poltrone, pouf e un paio di tavolini bassi. Gran parte della sala era occupata da un immenso camino fatto di marmo. Il pavimento ricoperto da uno stupendo tappeto rosso vermiglio e oro, mentre le pareti erano tappezzate di magnifici arazzi dei colori della Casa e qualche quadro, con sopra raffigurati alcuni tra i più importanti rappresentanti di Grifondoro.
Una volta accertatasi che non ci fosse nessun altro nei paraggi, iniziò con attenzione a controllare ogni zona della stanza: sotto ai tavoli, dentro qualche vaso, perfino all'interno del camino, chiamando costantemente il nome delle sue tutrici, ma senza alcun risultato.
In quel momento si sentì così sciocca che fu davvero tentata di tornare in camera, finché un lieve bisbiglio attirò la sua attenzione. Si fermò, cercando di capire da dove provenisse, poi un'altra voce questa volta la chiamò.
"Anna!"
La giovane strega si voltò completamente, constatando che la voce proveniva all'interno di uno dei quadri vicino al camino, si trattava di un dipinto raffigurante alcuni dei membri più antichi di Grifondoro intenti a fare un picnic su un prato. Anna ridusse gli occhi a due fessure e mentre osservava attentamente quel quadro, vide che tre figure si stavano muovendo verso la sua direzione. 
Se non le avessero inviato una lettera il giorno prima avrebbe pensato si trattasse un altro dei suoi bizzarri sogni, quelle erano le sue tutrici: Flora, Fauna e Serenella.
Le conosceva fin dalla nascita, ma dopo la morte dei loro genitori si presero cura di lei e sua sorella, anche se molte volte viaggiavano per lavoro. Ancora non le era chiaro che tipo di mestiere facessero, ma qualsiasi cosa fosse le obbligava a girare parecchio. Ne avrebbe sofferto di più la lontananza se non ci fossero stati Hogwarts e i suoi amici a tenerle compagnia in tutti quegli anni.
Flora era la più grande ed era sempre stata lei a prendere la maggior parte delle decisioni in famiglia. Da piccolina lei e Elsa si confondevano spesso nel riconoscerle, così Flora le abituò a farsi vedere vestita con delle tonalità rosse. Ed ora, nonostante fossero passati anni, ormai sembrava che quel colore fosse diventato d'obbligo nel suo vestiario.
Fauna era la sorella di mezzo, probabilmente la più dolce e gentile del gruppetto e spesso faceva da tramite tra le due sorelle che invece battibeccavano il più delle volte. Amava molto cucinare anche se non era decisamente il suo forte e come Flora, anche a lei piaceva vestirsi con una tonalità dominante: il verde.
Serena era la più giovane e l'unica delle tre ad avere ancora i capelli di un bel nero vivido. Anna amava chiamarla Serenella fin da piccola ed alla fine le era rimasto il soprannome anche una volta cresciuta. A differenza delle altre sorelle aveva un carattere molto più impulsivo e brontolone, spesso in contrasto con quello riflessivo di Flora. Spesso Anna si domandava se Serenella lo facesse apposta a fare tutto il contrario dell'altra per ripicca, come anche la scelta del colore: lei prediligeva il blu e odiava profondamente il rosso o il rosa della sorella.
Tuttavia, nonostante i problemi e i litigi tra di loro, Anna voleva un gran bene alle sue tutrici ed era sicura che anche Elsa provasse lo stesso, seppur spesso sembrava non volesse avere niente a che fare nemmeno con loro.
"Su su, lasciateci un po' di privacy!" disse Flora mentre faceva cenno ai personaggi del quadro di allontanarsi. Alla fine riuscirono a convincerli e mentre se ne andavano, Serenella ne approfittò per prendere un paio di biscotti dal picnic.
Flora la guardò vagamente irritata.
"Che c'è?" sbottò la sorella con la bocca piena "La materializzazione mi mette appetito!"
L'altra sospirò e Fauna ne approfittò per avvicinarsi un po' di più ad Anna.
"Oh non sai che gioia essere qui tesoro!" disse, guardandosi attorno con leggero imbarazzo "Beh... più o meno" la guardò meglio, notando come la carenza di sonno stava rendendo sempre più stanco il suo viso "Sembri così pallida. E quelle occhiaie..."
Serenella si sedette nel prato finto e fece per inzuppare un biscotto dentro una tazza col te "Ve lo dicevo questa estate che aveva qualcosa di strano! Non è normale fare quel genere di sogni. Non dovevamo permetterle di tornare a scuola!"
"Che sciocchezze stai dicendo?" la riprese Fauna "E' all'ultimo anno! Non si impedisce l'istruzione e Hogwarts è il posto più sicuro che esista per un mago!"
Vedendo lo sguardo fulminante di Serenella, Anna si affrettò a parlare "Z_zie io sto bene!" disse, attirando l'attenzione su di sé "Perché mi avete contattata in questo modo?"
"Eravamo così preoccupate. Sappiamo quanto odi inviare le lettere con i gufi" disse Fauna 
"Oh beh..." la giovane sorrise timidamente "Credo di aver superat..."
"Ti hanno morsa?"
"C_Cosa? No io..."
Serenella mangiucchiò un altro biscotto "Mi auguro di no o lo userò per fare uno stufato!"
"Zie io..."
"Suvvia ragazze, lasciamola respirare" Flora posò una mano sulle spalle di entrambe le sorelle e fece cenno poi ad Anna di parlare "Continua cara, dicevi?"
Anna sorrise "Sul serio, non serviva. Quel sogno non è nemmeno chiaro e..."
"I sogni premonitori non sono mai una cosa da poco, dovresti saperlo Anna." 
"Dovevi dircelo fin dall'inizio!" continuò preoccupata Serenella.
La giovane abbassò lo sguardo, incerta su cosa dire.
"Anche tua madre era portata in divinazione!" disse dolcemente Fauna "Vero ragazze? E' una dote di famiglia!"
"Si... O una disgrazia."
Fauna abbassò lo sguardo su di lei "Serenella!"
Anna nel frattempo si stava toccando nervosamente una treccia e non distoglieva gli occhi dal camino "Mama Odie ha detto che il sogno potrebbe anche significare un pericolo per qualcun altro..." voltò poi il capo sul quadro "Io... Ho degli amici che partecipano al Torneo e anche Elsa! Non..."
Quelle parole sembrarono allarmare le tutrici "Un momento... E_Elsa?!" chiese Flora, mentre passava lo sguardo sulle sue sorelle "Elsa partecipa al Torneo? E'...E' li ad Hogwarts?!"
Fauna sospirò dispiaciuta "Non ci ha detto niente..."
"Come se non fosse la prima volta!" Serenella incrociò le braccia, guardando si sbieco la sorella "Non scrive mai quella ragazza."
"M_ma non può! Non può partecipare!" 
"Lo so!" esclamò la Grifondoro mentre per l'agitazione iniziava a camminare avanti ed indietro di fronte al quadro.
"E' così pericoloso!" continuò Flora.
"Lo so!" 
"Ferirebbe qualcuno!" concluse Serenella.
"Lo s... Aspetta-che?" Anna si fermò di colpo e solo allora notò lo strano silenzio che si era creato attorno a loro "Cosa... Cosa intendeva dire Serenella?"
Dopo un veloce scambio di sguardi, Flora tentò di forzare un sorriso rassicuramene "Oh ma nulla cara! Sai quanto parla a vanvera!"
L'altra la squadrò "Ehi!"
Ma la ragazza continuava a fissarle con poca convinzione, al ché Fauna sembrò cedere.
"Dovremo dirglielo..." disse sottovoce "Se dovesse capitare qualcosa è bene che lo sapp..."
"Non ci pensare nemmeno!" la fermò Flora, abbassando la voce "Lo abbiamo promesso ed Elsa non ce lo perdonerebbe mai!"
Nonostante non staccasse gli occhi da loro, la giovane strega iniziava a sentirsi messa da parte "Ehm zie? Io sono qui."
"E se quei sogni fossero semplicemente dei ricordi?" suggerì Serenella mentre si alzava da terra "Avrebbe un senso."
Flora la liquidò con un veloce cenno del capo "Lo trovo improbabile. L'Oblivion non lascia alcun ricordo."
Fauna si sporse verso di loro, come se avesse paura di farsi sentire troppo dalla nipote "Forse non è stato fatto correttamente. Eravamo anche molto agitate quella sera e..."
"Ascoltate!" ordinò la Grifondoro, questa volta il tono di voce fu decisamente più alto.
Non si sarebbe stupita se avesse involontariamente svegliato qualcuno al piano di sopra, ma doveva farsi ascoltare o non ne sarebbe mai uscita.
"Di cosa state parlando? Mi... Mi tenete dei segreti con Elsa? Perché vengo tenuta in disparte?!"
Le tutrici abbassarono debolmente il capo.
"Tesoro, non te la prendere. Lo abbiamo fatto per il tuo bene" disse Fauna.
Anna fece per parlare ma lei la fermò per prima "Non possiamo dirlo qui, in queste circostanze. E dovrebbe esserci anche Elsa."
"Elsa..." ripeté confusa la ragazza "Che cos'ha fatto?"
Quella domanda fece nuovamente zittire le tutrici, suscitando ancora di più la sua curiosità.
"Che cos'ha combinato mia sorella?" continuò, passando gli occhi da una all'altra "E' per questo che è sempre stata così distante? Che cos'ha di così grave da volermi allontanare dalla sua vita?!"
Ma ancora nessuna risposta.
"Zie dovete dirmelo! Mi avete cancellato un ricordo, perché?!"
Alla fine Flora cedette "Perché altrimenti avresti sofferto più di quanto immagini..."
Quelle frasi la preoccuparono maggiormente. Cosa mai poteva esserci di così grave da tenerlo segreto in quel modo?
"So che ti chiediamo tanto ma... Non è un buon momento per dirlo qui, senza tua sorella."
L'espressione di Anna divenne ancora più angosciante "Cos...? D_dove siete adesso?"
E anche questa volta, le tutrici esitarono.
A quel punto l'altra non ce la fece più "ZIE!"
"E'_E' complicato!" rispose in fretta Flora "L'importante è che tu non dia nell'occhio, ti spiegheremo tutto una volta riunite. Resta al sicuro, a scuola."
"Lo affronteremo tutte insieme" Le sorrise Fauna.
"Cerca solo di stare lontana da tua sorella per il momento" la allarmò ancora Serenella.
Anna scosse il capo, ormai esasperata  "Ma... Perché?!"
"Per il tuo bene e per il suo, stalle lontano. Sarà già fin troppo agitata con la storia del Torneo" Il suo sguardo preoccupato poi si rivolse alle sue sorelle "Come ha fatto a cacciarsi in un guaio simile?!"
"Devono averla spinta. Elsa non avrebbe mai partecipato" mormorò Flora.
Anna avrebbe voluto fare altre domande, ma poi vide Fauna voltarsi allarmata verso le altre due "Sorelle, dobbiamo andare!"
"D'accordo" Flora tornò a fissare nuovamente la nipote, cercando di forzare un sorriso più rassicurante "Ci terremo in contatto Anna, non preoccuparti."
"Ma..."
"Si risolverà tutto!"
Anche Fauna annuì in sostegno, mentre lo sguardo di Serenella celava solo dubbi.
Poi, così come si erano materializzate, sparirono di colpo, lasciando il quadro completamente vuoto. Anna rimase per qualche istante a fissare il dipinto dove nel frattempo iniziavano a tornare i residenti, sbuffando per il casino che avevano combinato quelle tre donne e per i pochi biscotti rimasti.
Ma la ragazza non ci fece nemmeno caso, nella sua mente continuavano a formarsi una serie di domande e non si capacitava del perché sua sorella tenesse un segreto con le sue tutrici, un segreto di cui probabilmente ne faceva parte, visto che avevano dovuto cancellarle la memoria.
Mentre con passo lento saliva le scale per tornare alla sua stanza, non faceva che ripensare alle parole di sua zia Serenella: doveva stare lontana da Elsa.
Da quando avevano avuto quella discussione al Torneo non si erano parlate molto e sperava di poter riallacciare il rapporto proprio durante il Ballo.
Ma ora doveva starle distante e per quanto una parte di lei desiderasse scavare in fondo a quella storia, voleva fidarsi ancora delle sue tutrici. Avrebbe seguito il loro consiglio e non si sarebbe avvicinata a lei.
Sperava solo di stare facendo la scelta giusta.



 
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NOTE AUTRICE:
Ciao ❤❤❤
So che qualcuno mi odierà perché questo ballo non è ancora arrivato, ma posso confermare che dal prossimo, inizia! *coro aleluja*
Vi avverto, essendoci parecchi personaggi, ne accadranno di cose, mi sono divertita un sacco a scrivere tutte le sequenze, quindi spero che vi piacciano.
Nel frattempo...Eh...Qua la tensione aumenta sempre di più. Volevo appunto partire con una scena tranquilla di Moana, per poi arrivare ad Elsa e concludere con una Anna ancora piú confusa e intimorita di prima. Spero di aver reso bene anche le ziette, e dato che non volevo farle apparire nel camino come con Sirius ed Harry, qua ho voluto inventarmi questa cosa dei quadri, mi sembrava una scenetta simpatica.
Per la Licnomanzia, mi sono seplicemente informata un po' su internet, per vedere come funzionasse in generale, Mama Odie appare di nuovo! Ma a dire il vero appaiono diversi personaggi, spero di avervi strappato qualche risata ogni tanto.
Vi ringrazio davvero di cuore per continuare a leggere questo delirio infinito.


Informazioni sui personaggi:

Megara: Personaggio del film "Hercules"
Jasmine: Personaggio del film "Aladdin"


 
 
~Un abbraccio grande~

 

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Capitolo 26
*** Il Ballo del Ceppo ***


Cap 26: Il Ballo del Ceppo



 
 
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La sera del ballo era ormai arrivata e si poteva già udire il via vai degli studenti scendere le scalinate per raggiungere la Sala Grande. 
Merida ed Anna percorsero la strada in tutta calma, cosa dovuta soprattutto su insistenza di quest'ultima: non lo avrebbe mai ammesso per non rischiare la battutina, ma le scarpe che aveva scelto per quella serata non erano decisamente le più comode che avesse mai avuto.
"Ci metteremo una vita!" Merida si girò verso di lei, puntando gli occhi verso i suoi piedi "Te lo avevo detto che ti stavano strette! Dovresti tornare in camera a prendertene un paio più comode."
"Non se ne parla!" disse Anna mentre cercava di aumentare il passo per non demordere. Al posto delle solite trecce questa volta aveva preferito provare un tipo di capigliatura diversa, raccogliendo i capelli con un nastro verde chiaro "Danno un po' fastidio, ma è normale... Sono nuove!" 
Merida roteò gli occhi infastidita "Come vuoi."
Quando ci si metteva, anche lei sapeva essere una gran testarda, soprattutto se l'argomento poteva ricadere su Hans. Era talmente presa da quel ragazzo che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di attirare la sua attenzione, anche sopportare un paio di scarpe doloranti per tutta la serata. Per rendere quest'occasione perfetta, doveva esserlo anche l'abito e con esso ogni accessorio.
All'inizio Merida non aveva preso molto bene il cambio di stile del suo vestito, ma alla fine lei e sua madre erano riuscite a trovare un compromesso che accontentasse entrambe: eliminarono i merletti, nastri vari, e la gonna venne resa più corta, in compenso si lasciò convincere a legare finalmente i suoi capelli in una coda alta, rimanendo però con un ciuffo di lato. Bloccarli tutti era impossibile e probabilmente era solo una questione di tempo prima che iniziassero a ribellarsi da quella scomoda prigione.
Giunsero finalmente alla scalinata principale, che le conduceva all'entrata della Sala e con la coda dell'occhio videro sorpassarle diversi compagni Grifondoro, tutti agghindati per l'occasione. Mentre Merida stava salutando Aladdin e la sua accompagnatrice di Beauxbatons, si sentì improvvisamente strattonare un braccio.
"Eccolo eccolo eccolo!" squittì Anna, indicando con la mano Hans sostare all'entrata della Sala, stava parlando con alcuni ragazzi di Beauxbastons e Serpeverde. Era vestito con un elegante abito blu a tinta unita con sopra una giacca bianca decorata ed una cravatta magenta. Dal modo in cui la sua amica lo stava guardando, era sicura che sarebbe inciampata da qualche parte per l'agitazione.
"Non è bello? Anzi no, più che bello, bellissimo!" 
Merida fece la vaga, ma l'ennesimo strattone quasi le fece perde l'equilibrio "Ma cosa dico, non è bellissimo... E' assolutamente perfetto!"
"Addio al mio braccio..." mugugnò. 
Per fortuna a distrarre Anna da Hans fu l'arrivo di Belle. Le altre per un attimo rimasero a bocca aperta, portava un abito lungo a dir poco spettacolare, dal colore dorato, senza spalline, guanti lunghi dello stesso colore e al petto una spilla dalla forma di una rosa. Non teneva il solito nastro blu tra i capelli: una parte era legata da una coda alta mentre il resto ricadevano sciolti sulle spalle.
"Stai benissimo Belle!" disse Merida, facendo arrossire appena l'amica.
"Grazie, anche voi" abbassò poi il capo e puntò lo sguardo sui piedi di Anna "Mi piacciono le tue scarpe nuove."
La rossa soffocò una risata, guadagnandosi un'ennesima occhiataccia da parte dell'interessata. 
Prima che potessero dire altro, Belle riprese a parlare "Io... Vi chiedo scusa se vi sono sembrata schiva ultimamente" disse con un debole sorriso sul volto "Non ce l'avevo con voi, è stato... Un periodo un po'..."
Anna la interruppe, posandole delicatamente una mano sulla spalla "Belle non preoccuparti. Non devi scusarti di nulla."
Anche Merida annuì subito dopo "Siamo tutti con la testa fra le nuvole... Colpa del ballo" mentre parlava stava dando un'occhiata attorno e appena vide la figura di Kristoff iniziare a scendere le scale, il suo volto si illuminò "A proposito, guarda guarda chi è appena arrivato."
Anche Anna e Belle si voltarono per osservare meglio il ragazzo. Kristoff era vestito con un abito blu scuro e aveva cercato perfino di darsi una pettinata ai capelli per renderli più ordinati. Era strano per loro vederlo vestito in quel modo, considerando che la maggior parte dei loro incontri lo avevano sempre visto con abiti piuttosto malandati per via delle creature magiche di cui si occupava.
"Dov'è tua sorella? Non doveva essere Kristoff il suo accompagnatore?" chiese Belle, tornando poi a fissare Anna. 
Il breve sorriso della ragazza si spense un pochino "Probabilmente sarà in ritardo. Noi... E' da un po' che non parliamo."
Non aveva dimenticato la conversazione avuto con le sue zie qualche sera prima, tutte e tre le avevano raccomandato di stare lontana da Elsa e così si era promessa di fare, aveva cercato perfino di non incrociarla nei corridoi della scuola, o durante le cene, non era sicura quanto effettivamente sarebbe durato questo silenzio tra di loro, perché più ci rifletteva, più dentro di sé moriva dalla voglia di conoscere la verità. Quello che sua sorella e le sue zie le stavano nascondendo tra troppo tempo.
Notando però che Belle e Merida la stavano osservando con insistenza, racchiuse immediatamente quei pensieri, mollò la presa dal braccio dell'amica e iniziò a scendere gli ultimi gradini per raggiungere Hans "A_ad ogni modo, il mio principe mi aspetta. Ci vediamo dopo!"

Dopo essersi accertata che la sua amica avesse sceso le scale senza inciampare neanche una volta, Merida tirò un sospiro di sollievo e fece cenno a Belle di raggiungere anche loro la Sala da Ballo. Di regola avrebbe dovuto aspettare il suo accompagnatore, ma confidava sul fatto di trovare Jack al buffet, era l'unico posto dove era sicura di non poterlo mai perdere di vista.
Avevano appena finito di scendere gli ultimi scalini quando la voce di Belle la fermò ancora "Merida, guarda!"
Notarono Guy e Eep, ormai diventati ufficialmente una coppia da qualche settimana, e con loro anche Hiccup, Astrid, Gambadipesce, più qualche altro studente di Durmstrang.
Hiccup era vestito con un abito verde scuro, in tinta con i suoi occhi, mentre Astrid indossava un abito bordeaux chiaro e aveva i capelli lunghi raccolti in una treccia che le ricadeva sulla spalla.
La Grifondoro li fissò, notando come Hiccup sembrasse particolarmente a suo agio con quei ragazzi, non sapeva se ciò era dovuto alla presenza di Guy, suo amico da diverso tempo, oppure proprio da Astrid. 
Se in quel momento Belle non l'avesse tenuta ferma per il polso, probabilmente se ne sarebbe tornata in camera per il nervoso.
"Coraggio, almeno salutatevi."
"Non ci penso nemmeno."
L'altra la guardò storto, sciogliendo un pochino il broncio dell'amica.
"Non vorrei disturbarlo" si giustificò "Sembra piuttosto impegnato..."
In quell'istante Guy la notò e fece cenno al compagno di voltarsi, lei e Hiccup si fissarono un momento, permettendo anche a Belle di allontanarsi nella speranza che potessero parlare, ma quella sembrava un'impresa più difficile del previsto. 
Il Corvonero si prese qualche secondo buono ad osservarla, poi sussurrò qualcosa al gruppetto e con un po' di titubanza fece per avvicinarsi a lei. Era nervoso, lo avrebbe capito chiunque gli fosse passato vicino.
"Merida..." si passò timidamente una mano tra i capelli, arrossendo appena "Stai...Stai benissimo."
Anche lei arrossì e presa da un improvviso coraggio fece per avvicinarsi di più, sorrise, ma appena aprì la bocca per rispondergli, si sentì prendere nuovamente sottobraccio.
"Eccoti qua, mia damigella!" disse Jack. Il suo arrivo così improvviso la fece sobbalzare, ma lui sembrò non farci caso e dopo aver fatto un veloce saluto con la mano ad Hiccup, la trascinò via verso la Sala, lasciando il ragazzo palesemente stupito ad osservarli.
Senza perdere di vista la scena, Belle si affrettò a raggiungere Hiccup, scuotendolo leggermente alla spalla per farlo riprendere.
"...Con... Jack?" disse a bassa voce "E' andata al ballo...Con JACK?!"
Anche Jim nel frattempo li aveva raggiunti, ma a differenza di Belle pareva leggermente divertito alla vista della sua espressione. 
"Quei due assieme non raccontano nulla di buono. Ma credo che a fine serata ne sopravvivrà solo uno" ghignò.
"...Con Jack..." 
Hiccup sembrava totalmente sconnesso e questo fece ridere non poco l'amico.
"Ha stupito anche me quando me l'ha detto."
Quel breve commento lo fece stranamente rinsavire da quello stato. Si voltò verso di lui, lanciando ogni tanto una fugace occhiata nella zona dove erano spariti Merida e Jack.
"Tu lo sapevi?!"
"Me ne ha parlato una settimana fa, quando eravamo da Madama McClan a scegliere il vestito" disse mentre si indicava l'abito, era molto simile a quello che indossava Jack in effetti, chiaro tendente all'azzurro. I capelli castani però erano sempre legati in un codino, sapeva che non erano molto eleganti per la serata, ma Jim non era mai stato un ragazzo che teneva alle apparenze e probabilmente non li avrebbe tagliati nemmeno sotto un incantesimo Imperius.
Prima che l'amico potesse pronunciarsi, lui lo fermò ancora, sorridendogli questa volta con fare più comprensivo "E' solo un ballo Hic, non si sono mica sposati! Datti una calmata."
"Pensa alla tua accompagnatrice" Belle lanciò un'occhiata ad Astrid che nel frattempo stava scambiando qualche parola con Hip "E' una brava ragazza, merita di passare una bella serata."
Quelle frasi sembrarono far tornare il Corvonero sui suoi passi ed annuì.
In effetti si stava sentendo davvero sciocco per aver reagito in quel modo. Belle aveva ragione, era venuto al ballo con Astrid e avrebbe passato la maggior parte della serata in sua compagnia. Merida aveva tutto il diritto di fare la stessa cosa con Jack, volente o nolente, si erano messi entrambi in questa situazione.
"Coraggio, dopo voglio vederti fare almeno un ballo. Non posso mettermi in ridicolo solo io" voltando lo sguardo, vide l'arrivo anche di Tadashi e i suoi amici. Lui indossava un abito scuro e sembrava aver abbandonato almeno per la serata il suo cappello portafortuna. Ma non appena spostò lo sguardo accanto alla ragazza che lo accompagnava quasi gli mancò il respiro, Moana indossava un lungo abito rosso, i capelli ricci erano raccolti di lato, tenuti da un fermaglio a fiore, al collo teneva la collana che portava ogni giorno. 
Anche Hiccup se ne accorse "Quindi alla fine è uscita davvero con quel ragazzo di Durmstrang."
"Ci ho parlato qualche volta, è molto simpatico" Belle si sporse leggermente verso di lui, portandosi una mano sulla bocca per sussurrargli qualcosa "Mi ha chiesto spesso di Moana, credo abbia un debole per lei."
Hiccup poté giurare di sentire Jim, accanto a loro, borbottare qualcosa di poco carino in merito a quel piccolo commento. La sua espressione si fece più scontrosa e nonostante il capo fosse rivolto dalla parte opposta, ogni tanto guardava di sfuggita la zona dove si trovavano Moana e Tadashi. Cercava di non darlo a vedere, ma sembrava infastidito dalla loro presenza e questo non gli passò inosservato, conosceva fin troppo bene quello sguardo, visto che ultimamente era stampato identico sul suo volto ogni volta che vedeva Merida stare in compagnia di Jack.
Per fortuna quel breve silenzio terminò non appena Moana e Tadashi li raggiunsero.
"Ciao ragazzi."
Gli altri ricambiarono, Jim addirittura abbozzò un sorriso, suscitando poi l'attenzione dei due.
"Hai risolto il problema della campana?" chiese Tadashi.
"In parte. Ci sto lavorando."
In effetti erano già parecchi giorni che stava tentando in tutti i modi di far funzionare quella sfera.
"Non mi stupirebbe se l'ultima sfida fosse un duello all'ultimo sangue" disse Moana.
"Spero per voi che non sia così" rise Tadashi "Sono bravo a duellare."
Lei lo fissò stupita "Ah si? Non avevi detto che eri un cervellone?"
"Un cervellone bravo ai duelli."
L'altra lo guardò beffarda "Vedremo."
Jim li osservò in silenzio. Sapeva che erano buoni amici, ma quel modo di stuzzicarsi gli diede comunque fastidio, per fortuna che gli altri non sembrarono farci caso.
Poi Tadashi si guardò attorno con aria curiosa "Jim, dov'è la tua accompagnatrice?"
In quell'istante il Serpeverde si bloccò.
"Ehm... Lei..."
"Scusatemi ero andata a sistemarmi il trucco!" urlò Charlotte mentre gli afferrò il braccio "E' davvero una fortuna che condurrai tu perché sono così elettrizzata che potrei dimenticarmi i passi! Aaaaah sarà una serata sensazionale!"
La sua entrata in scena lasciò di stucco tutto il gruppo, in particolare Moana. Complice anche il suo vestito molto appariscente, dal colore rosa confetto, i capelli biondi raccolti in uno chignon con la coda alta, tenuti da un diadema argenteo.
"Quindi... Alla fine sei uscito con...Lottie?"
Lui provò a dire qualcosa, ma la biondina gli parlò sopra, stritolando ancora più forte la presa sul suo braccio "Non riesco ancora a crederci che apriremo le danze con i ragazzi più carini della scuola!!" si voltò poi verso Hiccup e sorrise imbarazzata "Oh, senza offesa tesoro!"
"Non preoccuparti" senza smettere di fissarla chinò leggermente il capo verso Belle "E lei chi sarebbe?"
La voce del professor Bunnymund attirò subito l'attenzione tutti, intimando i presenti di raggiungere la Sala Grande mentre i Campioni si sarebbero dovuti riunire separatamente.
I tre con Charlotte si allontanarono e poco prima che Hiccup potesse riunirsi con Astrid e il suo gruppo, sentì Belle trattenerlo per un braccio "Un momento. Non ti ho trovato oggi in Sala Comune e ho chiesto a Guy di lasciarti la pozione in camera tua" disse "Cerca di non perderla, è l'unica che sono riuscita a fare."
Hiccup le rivolse immediatamente uno dei suoi migliori sorrisi "Credimi Belle, non so davvero come ringraziarti."
"Un modo ci sarebbe: fai pace con Merida" gli sorrise anche lei "Siete due testardi, ma vi volete bene e credo dovreste smetterla di nasconderlo" detto ciò prese a camminare verso la sala, lasciando che Hiccup raggiungesse la sua amica.



 
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Mentre gli altri Campioni attendevano che Bunnymund desse il via per iniziare il primo ballo della serata, Kristoff continuava a guardare oltre la scalinata nella speranza di scorgere Elsa.
Iniziava a temere che non si sarebbe mai fatta viva.
"Lo sapevo" si disse "Lo sapevo che non sarebbe finita bene! Sarei dovuto rimanere alla guferia e..."
Poi finalmente la vide.
Per un attimo la fissò quasi stupefatto. Era stupenda nel suo abito lungo di colore blu scuro, i capelli chiari erano raccolti in una treccia che ricadeva in un lato. Alle spalle teneva un copri spalle della stessa tonalità del vestito, con i bordi foderati in una pelliccia bianca. Doveva ammetterlo, stava davvero bene.
Le camminò incontro e nonostante il sorriso, si capiva benissimo che si sentiva a disagio "Che succede? È capitato qualcosa?" le chiese.
Elsa scosse il capo, mordendosi il labbro inferiore "Ti chiedo scusa per il ritardo" si guardò attorno "Mia...Mia sorella è già entrata?"
"Si, da un po'."
La poté sentire tirare un sospiro di sollievo e allora capì il motivo di quel ritardo. Non voleva incrociare la gemella, probabilmente ancora per la litigata avvenuta durante il Torneo. Kristoff annuì comprensivo e le fece cenno di raggiungere gli altri.
L'umore della ragazza non sembrava dei migliori, se n'era accorta anche Moana poco più distante da loro, fece per salutarla, ma poi sentì il professor Bunnymund intimare a tutti i Campioni di posizionarsi in fila per entrare nella Sala Grande.
I primi ad entrare furono lei e Tadashi, poi Jim e Charlotte ed infine Elsa e Kristoff per chiudere la fila. La giovane di Beauxbatons avvertì nuovamente gli occhi di tutti i presenti puntati su di lei e gli altri, portandola al ricordo di quando venne scelta dal Calice.
Per non lasciarsi condizionare troppo da tutta quella pressione, si concentrò sulle decorazioni e quasi le mancò il fiato non appena alzò lo sguardo verso il soffitto: non aveva mai visto la Sala Grande addobbata in quel modo. Le pareti sembravano ricoperte di cristalli, potevano vedere alcune stalattiti pendere sulle loro teste e della brina fluttuare sul soffitto per l'effetto di un' Hogwarts sotto la neve. Ai lati si trovavano diversi tavoli con buffet, alternati da alcune statue fatte di ghiaccio che rappresentavano gli stemmi delle case. Un enorme albero di Natale era posto in fondo alla sala, accanto all'orchestra capitanata da Sebastian, l'insegnante del corso di incantedimi nonché direttore del coro della scuola.
Nella parte opposta c'era una grande tavolata con tutti gli insegnanti di Hogwarts e i loro ospiti, tra cui Filottete ed Elinor Dumbroch.
Una volta che tutti i Campioni si accomodarono ai loro posti, gli applausi finalmente cessarono e Nicholas Nord, dopo un breve ringraziamento agli ospiti, diede il via al banchetto.



 
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La cena passò velocemente e una volta finito di mangiare, Sebastian fece spostare i tavoli in fondo alla sala, facendo apparire una pedana per la pista da ballo, poi si posizionò di fronte all'orchestra e fece cenno ai Campioni di aprire le danze con un pezzo lento.
Charlotte fu la prima ad alzarsi, troppo entusiasta per poter finalmente ballare e stare al centro dell'attenzione, trascinò Jim per un braccio e gli intimò di guidarla bene.
Ci teneva ad essere al ballo con il Campione, ma non voleva comunque fare una brutta figura di fronte a tutte a quelle persone, in particolare ai ragazzi. 
Jim non era molto portato per le danze, e in effetti non sapeva se essere più agitato per tutta quella pressione sul ballo o per lo sguardo che gli aveva lanciato Charlotte non appena aveva rischiato di farla cadere con una piroetta. Ma cercò comunque di fare del suo meglio.



Elsa avrebbe voluto che quella canzone finisse al più presto, per la prima volta non aveva paura a far del male a qualcuno, ma temeva per l'incolumità dei suoi piedi, visto che Kristoff non faceva altro che pestarli ad ogni passo. Mentre era impegnata in quella sottospecie di danza, con lo sguardo passò tra tutte le persone, incrociando infine quello di sua sorella. Hans era accanto a lei e sembrava averle sussurrato qualcosa, forse un complimento, visto che poco dopo vide il suo volto arrossire vistosamente.
Fortuna volle che in quel momento dovette fare una piroetta e cambiare lato, ma seppur sollevata di non vedere ancora quei due assieme, senza rendersene conto portò la sua attenzione proprio su Pitch, in fondo alla sala. Lui era affiancato da altri insegnanti che nel frattempo stavano parlando, ma non sembrava minimamente interessato ai loro discorsi.
Poi i loro sguardi si incrociarono e questo mise la ragazza ancora più in soggezione.
Quel breve momento cessò in fretta, non per sua volontà, ma per colpa di Kristoff che le pestò nuovamente un piede, ponendo fine a quello scambio silenzioso di sguardi.
"S_Scusami!" 
Elsa sospirò, ma sorrise.
Capiva dal suo sguardo che era agitato quanto lei, se non di più, e in quel momento un po' le dispiacque averlo costretto a fare qualcosa che evidentemente non amava. 
Alla fine si fermò, avvicinandosi un pochino per potergli sussurrare "Ti dispiace se conduco io?"
L'espressione del ragazzo sembrò decisamente più sollevata "Sei capace?"
Lei sorrise ancora "Ci posso provare. Mal che vada sarò io a pestarti i piedi."
"Non me lo lascio ripetere due volte."
Provarono a riprendere le danze ed inaspettatamente Elsa guidò meglio, aiutando Kristoff a seguire i passi senza troppi problemi.



Moana e Tadashi erano la coppia che funzionava meglio, tutti giri e piroette, fino ad ora sembravano quelli più a loro agio sulla pista da ballo.
"Te la cavi bene."
"Non è solo merito mio" disse Tadashi mentre col braccio le faceva fare un giro "La mia amica Honey ha fatto fare a me e ai miei amici delle lezioni extra, non voleva che sfigurassi di fronte alla Campionessa" le si avvicinò, indicando con un cenno del capo il gruppetto seduto al tavolo "Dovresti vedere Wasabi, credo che lui abbia un dono, ma non vuole ammetterlo."
Moana soffocò una risata, tornando poi a fissarlo "C'è qualcosa in cui non sei bravo?"
Lui la allontanò "Fammi pensare..." una volta tornati vicini, la guardò "No."
"Impossibile. Avanti, non farti pregare" disse "Manterrò il tuo oscuro segreto, lo prometto!"
Dopo qualche altro giro, alla fine l'altro cedette "D'accordo" si avvicinò a lei "Non sono bravo a fischiare."
La Grifondoro stava per rispondere, ma Tadashi la fermò poco prima che iniziasse a ridere "Dico sul serio. Non prendermi in giro."
Moana fece una giravolta "Nemmeno una battuta piccola piccola?"
"Te ne concedo una." le sorrise Tadashi "Solo perché sei davvero carina."
Moana arrossì e decise che per questa volta avrebbe trattenuto la battuta, limitandosi a sorridergli in silenzio.




 
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Dopo quel primo ballo ce ne furono un altro paio di simili, poi il professor Sebastian e la sua orchestra si fecero da parte, lasciando il posto ad una band dal sound ben più energico e apprezzato dai giovani. Noti come The Stray Cats, questo gruppo di giovani musicisti suonava con uno stile fusion tra jazz e rock ed era capitanato da un ragazzo di colore piuttosto robusto di nome Scatman Armstrong. Attirati dalla novità ben presto anche altri studenti si unirono alle danze, ma vi era ancora chi preferiva chiacchierare o chi preferiva concentrarsi ancora sul cibo, come Jack Frost in quel caso.
"Ricordati che dobbiamo controllare anche Elsa" gli sussurrò Merida, indicando la ragazza in un angolo della sala con Kristoff.
Jack la fissò, con la bocca ancora piena di cibo "Nessun problema, non vedi?" indicò con la mano libera l'interessata, seduta diversi metri più lontana da loro che parlava con Kristoff "Sta benone!"
"Dovevi proprio scegliere un vestito così chiaro?" lo guardò con un sorrisetto stampato sul volto "Te lo sporcherai nel giro di metà serata."
"Questo colore mi dona!" disse semplicemente Jack, indicandosi sempre con la mano libera il completo bianco "E lasciami mangiare in pace, devo fare la scorta per quello che succederà dopo."
"Dopo?"
A quel punto girò il capo verso di lei "Ehm...Scherzo? Partner? Siamo qui anche per questo, no?"
Vide Merida alzare gli occhi al cielo, sorridendo beffarda "Giusto, come dimenticare."
"Hai imparato l'incantesimo che ti ho detto?"
"Certo che si, per chi mi hai presa?" disse, lanciando una veloce occhiata al posto dove Hiccup era con Astrid "Posso scegliere le sedie da incantare?"
Jack le si avvicinò, appoggiandosi alla sua spalla "Che sia una cosa equa rossa, ma fossi in te, non farei arrabbiare troppo quella ragazza di Durmstrang, è la battitrice più tosta della loro squadra."
Merida arricciò il naso, borbottando qualcosa di incomprensibile perfino per lui. Jack ingoiò in fretta l'ultima tartina e con una mano tirò fuori dalla tasca interna della giacca una boccetta "Verso metà serata metteremo qualche goccia di questa pozione nei dolci, nel giro di pochi secondi li vedrai volare per tutta la Sala come pipistrelli.
Il sorriso della rossa si allargò "Diabolico, Frost."
"E non è finita qui!" Hiro sbucò accanto a lei, tenendo tra le mani un paio di bocchette "Queste ti fanno uscire del fumo colorato dalle orecchie e dal naso."
"Coloreremo un po' questo ballo, è troppo bianco per i miei gusti!" commentò l'altro.
"E sempre sotto la guida di Jack abbiamo creato una pozione che se bevuta ti fa crescere delle orecchie da asino!"
Merida lo fissò incuriosita "Asino?"
"Il racconto di Pinocchio ci ha ispirato."
Nonostante la giovane età, Hiro aveva dimostrato una conoscenza davvero elevata in pozioni. Le voci che si dicevano sul suo conto erano vere: quel ragazzino era un vero portento. 
"Te la cavi proprio bene" si complimentò Merida.
Lui sorrise e le passò le fiaschette, facendo attenzione a non farsi vedere da qualche insegnante "Divertitevi ragazzi."
"Aspetta!" lo fermò Merida "Non partecipi anche tu?"
Hiro si voltò verso di lei, continuando nel frattempo a camminare "Ho promesso a mio fratello che sarei stato fuori da guai in questo scambio studentesco. Vi ho dato un piccolo aiuto."
"La mia pessima media in pozioni te n'è grata!" disse Jack "Ora vai dalla tua ragazza, il lavoro sporco lo faremo noi."
Quella battuta costrinse il giovane a fermarsi di colpo, il suo viso era arrossito lievemente per l'imbarazzo "Alice n_non è la mia ragazza! E' un'amica, tutto qui."
Jack annuì un paio di volte e chinò leggermente il capo verso Merida "Un'amica a cui si fa dare ripetizioni di aritmanzia quando non ne ha bisogno."
"Guarda che ti sento!"
"Lo so!"
Dopo essersi assicurato che l'amico la smettesse di prenderlo in giro, alla fine Hiro si era completamente voltato e aveva raggiunto un gruppetto di studenti, Merida riconobbe tra di loro la ragazzina a cui probabilmente si stava riferendo Jack poco prima. Di un anno più grande, probabilmente sui quattordici anni, occhi azzurri e lunghi capelli biondi tenuti da un cerchietto nero, di casa Corvonero e nell'ultimo periodo l'aveva vista chiacchierare spesso con Hiro. A giudicare da come aveva reagito per la battutina, doveva essersi preso una bella cotta.
"Sei tremendo Jack!" lo sbeffeggiò la Grifondoro "Il giorno in cui perderai tu la testa per una ragazza nessuno starà zitto."
Jack le sorrise, dando un'ultima occhiatina alla pozione che teneva nascosto "Sogna. Nel frattempo, io continuo a divertirmi."
Più tardi avrebbero decisamente movimentato la serata.
 

 
 
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NOTE AUTRICE:
Ciao ❤❤❤
Finalmente il ballo è iniziatoooo! E siamo ancora agli inizi della serata, le cose si movimenteranno più avanti. Avrei tanto voluto mettere il pezzo di Judy e Nick, ma purtroppo per loro bisogna attendere il prossimo capitolo o usciva davvero lungo. 
Sarò noiosa e ripetitiva, ma vi ringrazio davvero tanto per seguire questa storia, e soprattutto chiedo scusa a chi devo ancora rispondere a delle recensioni. Questo periodo sto davvero in palla e scrivere è una delle poche cose che mi fa davvero stare tranquilla, ma devo trovare il tempo, e anche per rispondere perché ci tengo tanto.

Grazie ancora!

 


Informazioni sui personaggi:

The Stray Cats: Sono i "gatti randagi" degli aristogatti. Sapete, quelli che cantano la canzoncina "Tutti quanti voglion fare jazz". Scatman si rifà a Scat Cat, il capo banda.

Alice: E'  la protagonista del bellissimo film "Alice nel paese delle Meraviglie" (Quello di animazione, non di Tim Burton!)
Sebastian: è la versione umanizzata del granchio de "La Sirenetta". Qui lo vediamo come insegnante di incantesimi e da come si è capito, gestisce il coro della scuola.

 
 
 
~Un abbraccio grande~

 

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Capitolo 27
*** No significa NO ***


Cap 27: No significa NO



 
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Judy come dal piano, aveva deciso di rinunciare a gran parte del ballo per potersi dedicare alle indagini sulla collana. Lei e Nick si erano accordati per vedersi subito dopo cena per non destare sospetti: mentre tutti erano impegnati nelle danze, loro si sarebbero intrufolati nell'ufficio di Pitch per trovare la collana e scoprire il mittente.
Diversi giorni prima, Merida le aveva cercato nel reparto proibito un contro-incantesimo utile da poter usare su quella collana maledetta: era una formula piuttosto complessa, ma fattibile per una come Judy che era sempre stata in gamba con quella materia. Anche Merida era brava, ma la sua assenza durante la festa avrebbe destato sicuramente l'attenzione di sua madre. 
"Quindi fammi capire: mentre tutti si stanno divertendo come matti a quello stupido ballo... Io e te giochiamo a fare i detective nell'ufficio di Mister Simpatia?"
"Non eri obbligato a seguirmi Nick."
Nick le stava camminando a fianco, permettendo a Judy di dare una maggior occhiata al suo vestiario: aveva un vestito verde chiaro, con una cravatta blu scura dalle strisce dorate, i capelli fulvi erano cresciuti un pochino negli ultimi mesi e forse per la pigrizia di farseli tagliare, aveva preferito tenerli raccolti in una coda. 
Al contrario di lui, questa volta Judy aveva preferito tenersi i capelli sciolti che le ricadevano sulle spalle, il ciuffo tenuto da un fermaglio bianco dalla forma soffice. L'abito che indossava era rosa chiaro, molto semplice come piaceva a lei. Non aveva mai amato gli abiti troppo sfarzosi e di sicuro non si sarebbe sentita a suo agio.
Solo in quel momento notò che Nick stava tenendo in mano un piatto con alcuni dolcetti presi dalla festa "Lo so che mi vuoi sempre attorno. Ma ti avverto, non lavoro gratis, ti costerà."
"Pensavo lo facessi per il bene della scuola."
"E nessuno pensa al mio di bene? Anche io sono important..." si sentì poi tirare il vestito, Judy lo aveva fermato appena in tempo, costringendolo a sgusciare vicino a lei dietro l'angolo. Il motivo era la presenza dei due custodi: Gaspare e Orazio. Sostavano proprio di fronte all'entrata dell'ufficio di Pitch e non sembravano minimamente intenzionati a spostarsi.
"Non ci voleva!"
Nick fece le spallucce e provò ad andarsene "Oh beh... Nessuno può dire che non ci abbiamo provato."
Ma la ragazza lo trattenne per la cravatta, rischiando quasi di strozzarlo "Non ci pensare nemmeno! Questo dimostra che c'è davvero qualcosa di grosso, o non ci sarebbero Gaspare e Orazio a fare da guardia!"
Dopo aver dato due brevi colpi di tosse, Nick la fulminò con lo sguardo "Tzè. Proprio perché uno come Pitch ha messo loro di guardia la cosa mi sembra assolutamente inutile."
L'altra si sporse ancora di più verso di lui "O... Lo avrà fatto perché pensa che così facendo nessuno immaginerebbe mai che si tratta di qualcosa di importante!"
Sembrò così convinta del suo ragionamento che non si accorse dell'espressione impassibile del ragazzo.
"Tu devi uscire più spesso."
L'ennesima occhiataccia da parte sua tuttavia riuscì ad ammorbidirlo "D'accordo, come vuoi..." si liberò dalla stretta della cravatta e dopo essersela sistemata velocemente, le fece cenno di non muoversi "Mi devi più galeoni."
Judy lo osservò dirigersi verso i due custodi tenendo ben in evidenza il piatto pieno di dolcetti, odiava improvvisare, preferiva sedersi e pensare ad un piano più sicuro ma per questa volta decise di farsi da parte e provare a lasciar fare a Nick. Dopotutto lui se l'era sempre cavata bene in queste cose.
Non appena lo adocchiò, Gaspare puntò immediatamente il capo nella sua direzione, fissandolo di sottecchi "Ehi ehi tu! Che ci fai qui?!"
Nick come da copione, fece finta di guardarsi attorno ed ingenuamente rivolse un sorriso ai due custodi "Dici a me? Niente di importante."
"Non fare il finto tonto!" brontolò l'uomo "C'è una festa in corso e tu te ne vai a zonzo per il castello? Non mi freghi ragazzino!"
"Lascialo perdere!" disse il compagno mentre indicava il Serpeverde "Forse stava semplicemente tornando al dormitorio."
Nick sentì Gaspare brontolare qualcosa, c'era troppa distanza per poter capire le parole esatte, ma poteva immaginare la risposta dalla sua espressione.
"E va bene, mi avete beccato!" sollevò leggermente il piatto per far vedere meglio il contenuto ai due "In effetti stavo portando questi dolci ad un mio amico, purtroppo non si è sentito molto bene questa sera e non vedeva l'ora di provare uno dei manicaretti di Auguste Gusteau."
"H_Hai detto Gusteau?!" quel nome sembrò aver risvegliato completamente la mente di Orazio, i suoi occhi brillarono di stupore e non diede nemmeno il tempo all'altro di dire qualcosa che si gettò subito verso Nick per poter osservare meglio il piatto "QUEL Gusteau?! H_hanno chiesto a LUI di cucinare questa sera?!"
"E chi sarebbe?" commentò sprezzante Gaspare.
"E' uno dei più grandi chef nel mondo dei maghi! I suoi desserts sono la fine del mondo!"
Nick sorrise beffardo, sporgendo ancora di più il piatto per far sentire l'odore dei dolcetti "La preside Uberta è una sua vecchia amica e così..."
Gaspare d'altra parte, non parve molto convinto "Bah. A me non sembrano un granché."
"Provare per credere" disse con aria sprezzante "Ma in fondo è per palati piuttosto raffinati."
L'uomo storse la bocca infastidito "Non so cosa tu voglia dire, ma non mi piace il tono con cui l'hai detto!" con un gesto gli sfilò subito il piatto dalle mani. 
"Ehi! Cosa porto al mio amico?"
"Puoi sempre tornare indietro e sgraffignarne un paio, questi li prendiamo noi" disse Gaspare trionfante.
Orazio si alzò in punta di piedi e fece per prendere un dolcetto "Coraggio, danne uno anche a me!"
Nick li guardò esitante "Beh... Non posso di certo mettere in discussione il vostro volere."
"Ecco bravo!" commentò Gaspare, facendogli cenno di andarsene "Ora fila via!"
Il Serpeverde non se lo fece ripetere due volte e accelerò il passo per poter tornare tutto gongolante da Judy.
"Aspetta e vedrai."
La ragazza lo fissò ancora un momento, ma quando sentì le urla improvvise dei due custodi, capì il piano dell'amico. Vide i volti di Gaspare ed Orazio assumere una tonalità di colore rosso, seguito da del fumo uscire fuori dalle loro bocche.
"HO SEMPRE DETESTATO LA CUCINA FRANCESE!"
Avevano iniziato a correre come dei pazzi avanti ed indietro, scontrandosi anche un paio di volte prima di prendere entrambi la stessa direzione ed allontanarsi il più in fretta possibile alla ricerca di qualcosa per dissetarsi. Nel frattempo Nick mostrò a Judy una boccetta semi vuota contenente un liquido bluastro.
"L'ho presa dalle scorte di Jack, sa inventarsi degli scherzi niente male" ghignò "Non c'è di ché."
Judy rimase piacevolmente ammirata, tant'è che per la prima volta non ebbe la solita risposta pronta, ma si limitò a sorridergli compiaciuta.
Con la strada libera dai due custodi i due ragazzi si avvicinarono alla porta e poco prima che Nick potesse dire qualcosa, lei lo anticipò "Lo so..." nella sua borsa a tracolla estrasse la bacchetta ed esercitò una formula a bassa voce. La maniglia della porta si illuminò di un colore blu chiaro e vi poggiò la mano delicatamente, sperando che l'incantesimo avesse funzionato. Appena sentì il cigolio della porta aprirsi, tirò un sospiro di sollievo, seguito da un radioso sorriso "Funziona!"
Nick la fissò "Come facevi a sapere che.."
"So che ti viene ancora difficile crederlo, ma Jack è anche amico mio adesso" disse Judy con sorrisetto appena accennato "E' sempre meglio essere prudenti in questi casi..."
"Jack scova sempre il modo per cavarsela" continuò Nick "Se solo impiegasse tutto quell'impegno nello studio."
La ragazza si portò le mani ai fianchi, guardandolo di sbieco "Ma senti senti il grande Nick Wilde che fa la paternale. Ti sto forse contagiando?"
L'altro le scompigliò giocosamente i capelli mentre con un passo fece per entrare nello studio "Può darsi, carotina."


 
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"Ma guarda un po' chi abbiamo qui."
Nonostante si trovasse di spalle, Elsa riconobbe immediatamente a chi apparteneva quella voce e non poté fare a meno di sospirare, preparandosi mentalmente al peggio.
"Lo ammetto, potrei esserci rimasto un po' male sul fatto che hai preferito uscire col ragazzo-gufo."
Lei sospirò ancora, ma questa volta si girò, mostrando un'espressione completamente impassibile. Gaston le stava rivolgendo uno dei suoi migliori sorrisi, dietro di lui, più distanti, si trovavano alcuni dei suoi compagni di casa, tra cui LeTont e un paio di ragazze del sesto anno, che lo stavano fissando con uno strano luccichio negli occhi, parlottando di tanto in tanto ad ogni suo minimo gesto.
Elsa li guardò accigliata, ancora incredula nel vedere quante persone pendevano dalle labbra di quel buzzurro.
Gaston sembrava ignorarli, era talmente sicuro di sé e concentrato a parlare con lei da aver completamente dimenticato il suo gruppo di amici. Rivolse un altro sorriso beffardo alla ragazza, indicando con un cenno Kristoff in lontananza ad un tavolo del buffet, intento a scegliere le bibite e forse qualcosa da mangiare.
"Ma ora che hai visto cosa ti sei portata dietro, sono sicuro che avrai cambiato idea" disse con aria sprezzante e le si avvicinò pericolosamente, costringendola così ad indietreggiare di qualche passo "Che ne dici di mollare quel Tassorosso fallito e passare la serata con me? Posso riprenderti, se vuoi." 
Lei non rispose, probabilmente era talmente sconcertata dal suo atteggiamento che si sentì senza parole. Ma il ragazzo come sempre, era talmente preso da se stesso da non accorgersene minimamente "E possiamo andare da qualche altra parte, che ne dici?"
Elsa batté le palpebre, ancora incredula.
"Magari in un posto più intimo?"
Le si avvicinò ancora e a quel punto lei si irrigidì "Assolutamente no!" disse "Chi ti credi di essere?! Non passerei un solo minuto con te."
Gaston la fissò per un lungo momento, boccheggiando qualcosa che sembrava un'imprecazione. Poi finalmente diede una veloce occhiata alla sua schiera di amici non molto lontani da lui e dopo aver fatto un lieve cenno col capo, riprese poi a concentrarsi su di lei e questa volta il sorriso che fece parve più forzato.
Elsa fece per allontanarsi, ma si sentì afferrare un braccio.
"Ti avverto, sto perdendo la pazienza..." disse a denti stretti, la presa si fece più salda. L'espressione di Gaston era cambiata, sorrideva, ma lo sguardo era decisamente più aggressivo, come a volerla sfidare. Ad lei non piacque per niente.
Cercò di scostarsi, ma Gaston non si mosse anzi, rafforzò ancora di più la presa, gli occhi azzurri la scrutavano "Credi davvero che ti permetterò di trattarmi cosi?" 
A quel punto Elsa avvertì una sensazione che mai aveva provato con nessun altra persona: sentiva il forte impulso di colpirlo.
Il modo in cui si stava comportando non solo nei suoi confronti, ma anche in quelli di Kristoff e di tutti gli altri ragazzi, la stavano facendo irritare come mai in vita sua. Con la mano libera aveva stretto forte il pugno, avvertendo un fitta ghiacciata invaderle il braccio. 
"Coraggio, andiamo via di qui" mormorò lui, cercando di tirarla via.
"NO!"
Con un gesto più forte si liberò dalla presa e fece per controbattere, quando un'altra voce la interruppe "Un po' brusco invitare una ragazza a ballare in questo modo, signor White."
Pitch era intervenuto appena in tempo, riuscendo a bloccare anche un secondo tentativo di Gaston di riafferrarle il braccio "Non penso che la signorina Arendelle sia in vena di cambiare accompagnatore."
"No infatti" continuò lei, seria.
Il tono di Pitch era calmo, con una lieve nota di sarcasmo, ma Elsa era convinta che uno come Gaston non sarebbe riuscito a notarlo minimamente. Lui difatti si limitò a passare furiosamente lo sguardo da lei all'insegnante. Ad Elsa sembrò quasi si scorgere del lieve timore quando lo vide fissare Pitch, ma pochi attimi più tardi riprese il suo solito ghigno beffardo e bofonchiando qualcosa di simile ad un "Peggio per te!", si allontanò dai due.
Elsa lo seguì con lo sguardo e lo vide raggiungere il gruppo di compagni, ma una volta arrivato li sorpassò, ignorandoli quasi del tutto: probabilmente si sentiva punto nell'orgoglio per essere stato ancora rifiutato. LeTont gli camminava a fianco, cercando di rassicurarlo e riempiendolo come sempre di complimenti, ma lui lo cacciò via con una manata e prese a camminare più velocemente verso l'angolo opposto della Sala Grande. 
La ragazza lo fissò ancora per un breve momento, sperando di non vederlo tornare nuovamente per un altro tentativo, ma per fortuna non sembrava per nulla intenzionato a ripresentarsi.
Con sollievo si guardò il braccio e fece un lungo respiro per calmarsi, sentendo tutto il nervoso di prima scemare pian piano.
Anche Pitch non aveva smesso un solo istante di fissare il Serpeverde "Quel ragazzo..." disse a voce bassa, ma lei era abbastanza vicino da sentirlo "E' un tale idiota."
L'altra inarcò le sopracciglia e in quel momento lo sguardo di Pitch incrociò il suo "Non mi guardi così. Lo penserebbe chiunque avesse un cervello, perfino un Troll."
Nonostante il commento poco felice, l'espressione e il tono di Pitch questa volta ebbero un'effetto positivo e per la prima volta dopo tanto tempo, Elsa soffocò una risata.
Quel gesto sorprese perfino lui, che la osservò quasi con stupore. Non nascose però un lieve sorriso compiaciuto.
"Non sembra si stia divertendo."
Elsa non rispose subito, passò silenziosamente lo sguardo su di lui, ma questa volta non si sentì intimorita, forse grazie alla presenza di tutta quella gente.
Doveva ammettere che era strano vederlo senza il suo solito abito, anche se quello che stava indossando era molto simile, sempre scuro, ma con una tonalità più vicina al blu.
"Non credo di essere portata per le feste."
Pitch stava tenendo in mano un calice con del succo e ne bevve un lungo sorso prima di rispondere "Mi faccia indovinare, non sopporta stare al centro dell'attenzione?"
Lo disse con una tale naturalezza che la fece sorridere appena ed inaspettatamente, anche le sue labbra incurvarono in un debole sorriso.
"Eppure... Non fa che attirarla..." continuò lui "Sempre."
"Una delle mie tante fortune..." commentò Elsa con un sospiro "Nemmeno a lei sembrano piacere questi eventi."
Sul volto dell'uomo si formò una leggera smorfia, mentre con lo sguardo sembrava studiare ogni persona che passava nelle vicinanze "Le detesto. Ma qualcuno deve pur controllare che tutto vada per il verso giusto."
"E' il suo fardello."
Pitch la guardò quasi stupito "Esattamente."
Si scambiarono un ultimo sguardo per poi riprendere a stare in silenzio, non che ad Elsa dispiacesse, preferiva quello a minuti interi di conversazioni imbarazzanti e per quello che aveva potuto capire, anche lui non era un tipo di molte parole.
Era passato del tempo da quando le aveva proposto di aiutarla dopo quella breve discussione non avevano più avuto modo di parlare se non tra una lezione e l'altra. Era strano quell'uomo: il suo atteggiamento così freddo e distaccato metteva tutti in soggezione, lei compresa e il loro primo incontro non era iniziato nel migliore dei modi, ma più passava il tempo, più si rendeva conto che il comportamento nei suoi confronti sembrava migliorare, almeno in parte. L'aveva perfino aiutata durante l'incidente di Claudette, rassicurandola che ci avrebbe pensato lui alla collana.
In effetti, ripensandoci attentamente, Pitch l'aveva aiutata già diverse volte. 
Lo vide poi alzare il capo verso un gruppo in lontananza, dove sbucava la figura di Kristoff con in mano due bicchieri di succo "L'assistente di Ralph, sul serio?"
"E' un problema?"
Prima di poter dire nuovamente qualcosa, Pitch fece per andarsene, esitando un istante per poterla osservare un'ultima volta "Sta molto bene questa sera." 
Non aspettò che lei rispose, se ne andò subito senza lasciarle quasi il tempo di reagire. Elsa rimase immobile per diversi secondi a fissare la sua figura mentre si mischiava tra la folla della sala da ballo. Kristoff in quel momento la raggiunse, porgendole subito il bicchiere "Scusa il ritardo, c'è un bel via vai al buffet."
"Non preoccuparti."
Girando con lo sguardo tra la folla notò le figure di Anna e Hans vicine ad un tavolo, dai capelli scompigliati di lei sembrava che avessero appena finito di fare un ballo, e di colpo il suo sorriso si spense, ma cercò di non darlo troppo a vedere e concentrò nuovamente la sua attenzione sul bicchiere, rimanendo ferma per un po'.


 
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Hiccup non era decisamente l'anima della festa quella sera. A differenza dei suoi amici Guy e Eep, che invece sembravano divertirsi parecchio a ballare, lui aveva preferito restare in disparte li vicino, chiacchierare con Astrid, qualche compagno di casa e ogni tanto, senza farsi vedere, lanciare qualche fugace occhiata alla ricerca di Merida e Jack.
Sapeva che non doveva lasciarsi trascinare dalla gelosia: in fin dei conti lui non aveva voluto invitarla al ballo dopo quella litigata e, forse ancora preso dalla rabbia, si era fatto coraggio e aveva chiesto ad Astrid di accompagnarlo.
Anche lei si era un po' stupita per quella strana proposta, da quando si erano ritrovati ad Hogwarts si erano incontrati spesso, per Hiccup era così strano pensare che ora si trovava ad essere amico di Astrid Hofferson, la ragazza che al primo anno nemmeno gli rivolgeva la parola e che ora si trovava al ballo con lui, anche se entrambi non sembravano averla presa come un'uscita coppia, visto che si erano uniti altri compagni di Durmstrang in compagnia, come GambadiPesce, nonché Guy ed Eep.
Durante la serata aveva anche avuto modo di conoscere meglio Tadashi Hamada: il Campione di Durmstrang si era fermato qualche minuto a parlare mentre Moana chiacchierava con Belle.
Astrid glielo aveva presentato, fermandosi poi a discutere del Quidditch e di quanto le mancasse disputare le partite. Hiccup cercò di collegarsi con qualche battuta o termine tecnico, ma Astrid e Tadashi avevano iniziato una vera e propria discussione, alla quale si erano uniti altri ragazzi e di colpo il piccolo gruppetto si era ingigantito, anche dopo l'allontanamento del Campione. Hiccup nel frattempo si limitava a sorridere, aveva l'aria un po' impacciata, e sperava con tutto il cuore che la conversazione scemasse a lungo andare.
Non che non gli piacesse il Quidditch, aveva assistito a tutte le partite della sua squadra e anche a quelle dei suoi amici, ma la sua conoscenza era piuttosto limitata, non era mai stato un fan accanito, non quanto Astrid per lo meno, che sembrava avere una vera e propria passione, così come Merida, o Jack...
Quel pensiero lo fece rabbuiare ancora, immaginandosi che forse in compagnia di Jack, Merida aveva molti più interessi in comune rispetto che con lui.
Ma non si era nemmeno reso conto degli sguardi torvi che gli stava lanciando quest'ultima, alternandoli con sbuffi e occhi al cielo ogni qual volta lo vedeva sorridere ad Astrid.
Jack, accanto a lei, aveva appena finito di parlare con un paio di ragazze Serpeverde del quinto anno e non appena si rese conto che l'espressione della compagna era ancora la stessa corrucciata di quando avevano messo piede in sala, decise di prendere in mano la situazione. Diede una veloce occhiata al gruppo in cui si trovavano Hiccup e Astrid, in quel momento molto vicini alla pista da ballo e, dopo aver tirato fuori un sorrisetto che poteva solo presagire guai, spintonò lievemente Merida per attirare la sua attenzione "Con quel broncio non lo conquisterai mai."
Lei brontolò qualcosa di simile ad un "Lasciami in pace", ma Jack ovviamente fece finta di nulla.
"Lo facciamo ingelosire? Dai, ti porto a ballare!"
Solo a quell'ultima parola gli occhi di Merida sembrarono accendersi, scosse immediatamente il capo "E il tuo scherzo?!"
"Il mio scherzo non va da nessuna parte, è tutto pronto, devi solo aspettare il mio via. E poi è solo un balletto. Sono un ottimo ballerino, sai?"
Lei si forzò di non ridere "Ah si?"
"Assolutamente!" annuì lui, poi senza muoversi indicò con gli occhi la figura di un Hiccup che non faceva che lanciare certe occhiate verso la loro direzione. Merida capì a quel punto dove voleva andare a parare, si passò una mano tra i capelli, mentre Jack la guardava con aria divertita e le porgeva una mano per accompagnarla alla pista da ballo.
"Non sono dell'umore, Jack."
Lui si imbronciò e fece un sonoro sbuffo "Coraggio rossa, nemmeno uno?" aveva quasi messo un piede nella pista da ballo "Io ormai ci sono, se non balli con me dovrò ballare con qualcun'altra."
"Per me va bene."
"Oh oh balla con me allora!" squittì la voce di Charlotte, mentre si scostava da un paio di ragazzi di Beauxbatons, sia Jack che Merida rimasero un po' spiazzati da quella proposta, lui addirittura si guardò attorno pensando si fosse riferita a qualcun altro.
"Non sei con Jim?" chiese la Grifondoro.
"Cosa?" Charlotte passò distrattamente lo sguardo tra gli studenti e sorrise "Ci ho provato, ma non sembra avere molta voglia di ballare, io voglio scatenarmi invece!"
Merida ridacchiò e Jack a quel punto si strinse le spalle e le porse la mano "Essia!" 
La ragazza non se lo fece ripetere due volte e lo trascinò nella pista da ballo, dietro lo sguardo ancora incredulo della ragazza, ma che non riuscì a trattenersi dal ridere più forte. La lunga schiera di persone però iniziava a prendere sempre più spazio e si sentì costretta a spostarsi da un'altra parte  per non rischiare di rimanere schiacciata. Mentre si allontanava, un ragazzo per sbaglio la spintonò e le fece perdere l'equilibrio, fortunatamente qualcuno la afferrò per le spalle appena in tempo, Merida si voltò immediatamente per ringraziarlo, ma non appena si rese conto di aver davanti Hiccup, il sorriso si spense.
"Ehi."
"Ehi."
Un'altra persona passando vicino a loro, aveva spintonato Hiccup questa volta, ma Merida riuscì a soccorrerlo prima che scivolasse.
"A quanto pare tutti non vedono l'ora di ballare..." disse il Corvonero, arrossendo appena alla vicinanza con l'amica. Con un gesto del capo, indicò Jack alla pista da ballo con la ragazza di Beauxbatons "Sembra che quella Charlotte ti abbia preso l'accompagnatore."
Merida inarcò un sopracciglio e rispose con lo stesso tono, indicando però con un cenno Astrid, ancora a parlare con i ragazzi.
"Sembra che la tua amica di Durmstrang sia molto presa da quelle conversazioni."
Hiccup incassò la frecciatina, ridendo quasi nervosamente per l'imbarazzo "Oh beh lei... Ehm... E' una grande appassionata di Quidditch. E non ama molto queste feste."
Merida si strinse le spalle "Come te del resto."
Lui la fissò dubbioso, non capendo esattamente se quella battuta fosse fatta per rimprovero o meno.
"Mi dipingi davvero come un guastafeste?"
A quel punto vide le labbra della ragazza incurvarsi in un piccolo sorrisetto, e questo gli fece accelerare il battito. Quanto gli era mancato il suo sorriso.


 
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"Sei pensierosa."
Quella frase la prese del tutto alla sprovvista e le fece quasi scivolare il bicchiere tra le mani "Non ti piace proprio lui, eh?" chiese ancora Kristoff, alternando le occhiate tra lei ed Hans.
Elsa lo fissò sorpresa, ma poi abbassò in fretta il capo.
Ai suoi occhi poteva sembrare un semplice atteggiamento geloso nei confronti della gemella, quando in realtà era solo preoccupata. Ma come poteva raccontargli tutto, in fondo lo stava iniziando a conoscere davvero solo quella sera.
"Non penso sia la persona giusta per mia sorella." 
Kristoff abbassò distrattamente lo sguardo sui suoi piedi "Nemmeno a me fa impazzire, ma se ad Anna piace..."
"Anna è confusa. Lei ed Hans sono così diversi e..." 
Ad un tratto, vide proprio Hans girovagare da solo in mezzo agli invitati, sembrava dirigersi fuori dalla sala, probabilmente in corridoio. Con la coda dell'occhio notò Anna da sola, vicina ad un tavolo poco più distante.
Sapeva che non si sarebbe dovuta intromettere, ma la conversazione che aveva fatto con la professoressa di Divinazione non le dava pace. 
Si voltò dunque verso Kristoff, accennando col capo la sorella "Mi assento solo per qualche minuto."
"Che succede?"
"Devo andare al bagno" mentì, abbozzando un sorriso.
Lui non sembrò del tutto convinto, al che l'espressione di Elsa si fece più sospettosa "Sei davvero gentile, ma sei il mio accompagnatore, non la mia guardia del corpo."
Il ragazzo avrebbe tanto voluto dire che si sbagliava, ma si morse la lingua questa volta.
"Faccio veloce" continuò lei, puntando poi lo sguardo verso la gemella "Mi fai un favore?" non gli lasciò nemmeno il tempo di rispondere che aveva già fatto un passo in avanti verso la direzione di Hans.
"Puoi stare un po' con Anna? Di certo avrà piacere a parlare più con te che con me."
"C_Cosa?" Kristoff passò velocemente lo sguardo tra lei e la sorella in fondo alla sala "N_non posso andare da lei così! E se poi torna quel tipo... Ed io..." ma una volta che era tornato a fissare Elsa, vide che si stava già allontanando via "...Eeeeee sto parlando da solo... Perfetto."


 
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Nel frattempo la conversazione tra Hiccup e Merida sembrava stranamente procedere nella via di un rappacificamento. Non avevano più nominato la questione del drago, ne del litigio, sembravano voler evitare a tutti i costi di ricadere su quegli argomenti e provavano, anche se con forte imbarazzo, a tentare di intavolare un discorso.
"Devi ammetterlo Hiccup" continuò lei "Non sei mai stato l'anima della festa. In quella del quinto anno ti sei ritirato prima nel dormitorio per studiare!"
"Chi può organizzare una festa poco prima dei G.U.F.O.?" 
Merida alzò gli occhi al cielo e sorrise "Era una festa-pre G.U.F.O! Per smorzare la tensione. Se fossi rimasto, mi avresti addirittura visto ballare, un evento più raro di un unicorno."
Hiccup rise e si schiarì la voce "Potrei vederti adesso."
"Davvero?" arrossì lei.
"Davvero?" si ripeté dentro di sé il Corvonero, guardando nervosamente dalla parte opposta.
In che guaio si era cacciato.
"Si ehm..." si passò ancora una mano tra i capelli e, dopo aver indugiato un po', fece un profondo respiro e chiese l'ultima cosa che avrebbe mai pensato di dire.
"Insomma, già che siamo qui... So che odi queste cose, però..."
Ma gli occhi della Grifondoro in quel momento si erano puntati proprio su Elsa e, vedendola allontanarsi da Kristoff con parecchia urgenza, non aveva potuto fare a meno di lanciare poi uno sguardo allarmato a Jack, facendogli cenno col capo di raggiungerla.
Lui non se lo fece ripetere due volte, salutò Charlotte e tornò da lei.
"Hai visto anche tu? E sono io quello che ha meno fiducia eh? Judy dovrà rimangiarsi tutto" sbuffò indispettito.
Merida ignorò il commento "Raggiungiamola."
Nel frattempo Hiccup continuava a farfugliare un vago tentativo di invitarla a ballare, aveva lo sguardo altrove ed era talmente concentrato da non essersi reso conto di quel cambio di dialogo.
"Quindi... Insomma... A_accetti?" ma appena si accorse che Merida non sembrava aver sentito nulla del suo discorso, rimase a fissarla deluso "Non mi hai ascoltato?"
"Ehm..." lei passò velocemente lo sguardo da lui ad Elsa "Possiamo parlare dopo? E' urgente."
Fu talmente preso alla sprovvista da non riuscire nemmeno a reagire come si deve "Oh... Okay..." prima che si allontanasse del tutto, si sporse ancora per dire un ultima cosa "Quindi più tardi ballerai?"
Ma la risposta di Merida venne interrotta da una sonora risata di Jack "Oh credimi Hicc, più tardi nessuno penserà a ballare!"
Quell'ultima frase gettò un senso di sconforto all'espressione del Corvonero, lo sguardo di Jack poteva far presagire solo una cosa e a giudicare da come si rivolgeva a Merida, anche lei sembrava in combutta.




 
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NOTE AUTRICE:
Ciao ❤❤❤
Si
è atteso troppo, ora che quest ballo è finalmente cominciato. Ho pure trovato una gif Mericcup che si adatta abbastanza bene al mood di questo capitolo.
Anche Judy e Nick hanno fatto la loro comparsa, e pure Gaspare e Orazio! Anche se qui non se la passano proprio bene.
Qua a dire il vero vengono presentati più momenti, voglio cercare di creare un bell'ambiente per la serata e spero di aver dato un buon ritmo al capitolo. Ci sarebbe dovuto  stare un capitolo con Moana, Jim, Belle, ma purtroppo rischiava di uscire troppo lungo così l'ho spostato al prossimo.
Non riesco ancora a credere di essere solo al capitolo 27, manca poco e si raggiunge il 30! ❤
Spero come sempre che vi sia piaciuto, grazie per continuare a leggere questa storia ^^


 

Auguste Gusteau: E' lo chef del film "Ratatouille", il padre di Linguini, l'umano protagonista. Non so se effettivamente ci siano degli chef particolari nel mondo dei maghi, ma posso immaginare di si e lui mi sembrava perfetto.



 
~Un abbraccio grande~

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Capitolo 28
*** Scambio di coppia ***


Cap 28: Scambio di coppia

 
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Se Judy fosse stata presente in quel momento gli avrebbe detto di tutto, se lo sentiva. E sebbene la preoccupazione per quanto fosse successo negli ultimi tempi, in fondo Elsa aveva ragione, non poteva di certo starle incollato ogni istante della serata come un ossesso, sarebbe stato strano perfino per uno come lui. Così decise di seguire il suo consiglio e fece per raggiungere Anna, che nel frattempo si stava riempiendo un piatto di dolci al tavolo del buffet.
Una volta girata, aveva rischiato nuovamente di scontrarsi proprio con lui, ma per fortuna entrambi tennero ben saldo il piatto tra le mani, facendo cadere giusto un paio di quei dolcetti per terra. 
"A_Attenta!"
"Kristoff! C_Ciao!" gli sorrise "Questa volta ci siamo andati vicino."
"Ormai sembra diventata una regola scontrarci così."
Dopo aver incrociato nuovamente i suoi occhi, si accorse di aver unito le mani alle sue nel tentativo di bloccare il piatto e le tolse subito, imbarazzato per quella situazione.
"Allora...Ehm..."
Anche Anna sembrava agitata, iniziò perfino a stropicciarsi nervosamente un lembo del vestito.
"Sì...Uhm..."
"Ti stai divertendo?" dissero all'unisono "Oh aspetta, prima tu!"
Entrambi scoppiarono a ridere, riuscendo a smorzare un po' quella tensione. La Grifondoro poi lo guardò e gli rivolse un timido sorriso "Si, mi sto divertendo. Da quando lo hanno annunciato non ho fatto altro che attendere questa serata!"
Kristoff contraccambiò e dopo un ennesimo silenzio, sentì nuovamente la voce della ragazza "E tu? Hai perso di vista mia sorella?"
"Ecco..." si passò lentamente una mano sulla nuca, lanciando un'occhiatina verso la direzione dove Elsa si era allontanata "E' andata al bagno. Sai... Aveva da fare... C_cose da ragazze immagino e..." ma lo sguardo incuriosito che gli rivolse Anna lo fece impappinare ancora di più "Per Merlino..." sospirò, quasi rassegnato.
Si sentiva una tale frana in quel momento.
Eppure non era la prima volta che si rivolgevano la parola, ma ultimamente si sentiva sempre più in difficoltà a starle vicino. Le piaceva stare in sua compagnia, molto, ma forse era proprio questo il problema. Si agitava, iniziava ad balbettare e non poteva permetterselo, non con Anna.
Era già interessata ad un altro ragazzo, avrebbe solo peggiorato le cose.
"Ehm... Il t_tuo amico che fine ha fatto?"
"Hans beh... Doveva sbrigare una faccenda..." Anna forzò un sorrisetto mentre si passò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio "Ha detto che tornerà presto così... Eccomi qui! Ad aspettarlo... Da sola..." il sorriso non si spense, tuttavia si poteva percepire facilmente il suo disagio.
La serata fino ad ora le sembrava stesse procedendo bene, poi Hans le aveva detto che doveva allontanarsi qualche minuto, promettendole che sarebbe tornato presto.
Sapeva che non era quel tipo di ragazzo da abbandonarla nel bel mezzo di una festa, ma una parte di lei non faceva che temere le avesse dato buca.
No, non doveva pensarci.
Hans non lo avrebbe mai fatto.
Per l'agitazione iniziò a mangiucchiare velocemente tutte le tartine del suo piatto, purtroppo sembrava l'unica cosa capace di farla calmare almeno un pochino. Vedendola in quello stato, lo sguardo di Kristoff si intenerì e senza pensarci tenne una mano verso di lei "Ti... A_andrebbe di ballare?"
"C_Cofa?" chiese con la bocca ancora piena di dolci. Mentre si dava dei colpetti sul petto per non rischiare di strozzarsi, Kristoff tossicchiò imbarazzato, rivolgendo una rapida occhiata alla sala da ballo.
"Intendo... Sai... Se... Se non scoccia al tuo ragazzo e... N_non ti importa di qualche piede pestato, potremmo..."
Anna lo fissò sorpresa "Non ti facevo amante dei balli."
"Non ne vado matto. Ma se a te piacciono, io..." la guardò ma non riuscì a dire altro.
Questo la intenerì ancora di più.
"Mi piacerebbe, ma..." 
"Ehi ehi" la fermò lui "Era solo un'idea."
"N_No io... Io lo vorrei!" lo disse con una tale convinzione che fece stupire perfino lui.
Anna iniziò ad arrossire "Vedi, ehm… Ho… Ho un problema..." prima che l'altro potesse dire qualcosa, si sporse verso di lui e con una mano si tirò leggermente su il vestito, mostrando ai piedi delle scarpe color verde smeraldo "Iniziano a farmi male, non penso di riuscire a ballare ancora."
Aveva lo sguardo deluso, in effetti desiderava poter danzare tutta la sera, ma con quelle scarpe addosso sentiva ogni passo sempre più doloso, non avrebbe retto un altro ballo in quelle condizioni.
Kristoff la guardò esitante e, dopo averci pensato su, gli venne in mente un'idea. Con un rapido gesto si levò le scarpe, sotto lo sguardo stupefatto della ragazza e di altri studenti che passavano li attorno.
"Che stai facendo?"
"Non ti servono le scarpe per ballare."
"Ehm... sì invece. Si chiamano scarpe perché stanno ai piedi" commentò con un sopracciglio inarcato. Kristoff le sorrise.
"Piedi, hai detto bene" tornò a fissarla e le offrì il braccio "Ti faccio compagnia, coraggio. Togliti quelle scarpe e andiamo" con un lieve cenno del capo indicò la pista. 
Non sapeva cosa effettivamente l'avesse spinta a dire di sì, ma in quel momento sentiva solo che aveva una gran voglia di ballare e Kristoff si stava comportando davvero in maniera dolce e comprensiva con lei. Esitò, ma solo per qualche attimo, poi accettò di buon grado l'offerta e dopo essersi levata quelle tanto belle quanto odiose scarpe col tacco, afferrò il braccio dell'amico ed insieme si diressero verso la pista da ballo per poter finalmente danzare.



 
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Una volta che gran parte degli studenti avevano iniziato a ballare, Jim era finalmente riuscito a riprendere fiato e staccarsi momentaneamente dalle grinfie di Charlotte che, a differenza sua, sembrava voler ballare tutto il tempo. Fortunatamente per lei, essendosi presentata alla festa accompagnata dal Campione, diversi ragazzi si erano fatti avanti per invitarla a ballare.
In un certo senso si era sentito sollevato per quei brevi momenti di tranquillità: gli piaceva Charlotte, era simpatica e di buon cuore, ma era un "tantino" esuberante per lui. Quando Nick gli aveva suggerito di invitarla la immaginava molto più contenuta, ma forse era lui che non riusciva a divertirsi sul serio a quella festa, dato che continuava a pensare a tutt'altro, torturandosi su quel dannato rompicapo che non era ancora stato in grado di decifrare, mentre Tadashi sembrava averlo già risolto da un pezzo. 
Aveva preso dal tavolo un bicchiere di succo di zucca e mentre ne beveva un sorso, i suoi occhi puntarono su Moana che stava ballando con Tadashi. La seguì con lo sguardo per un po', finché non vide lui sussurrarle qualcosa e poi allontanarsi verso il suo gruppo di amici di Durmstrang, Moana a quel punto si voltò e finalmente i loro sguardi si incrociarono, lei gli fece un timido cenno con la mano, Jim rispose con un sorriso abbozzato, sentendo tutte le preoccupazioni svanire in un lampo.
"Hai di nuovo quello sguardo..." gli sussurrò una voce alle sue spalle.
Lui alzò gli occhi al cielo e arrossì "Non avevi detto che non volevi partecipare al ballo?"
"Infatti non sto ballando" Eugene sfregò un piatto da un tavolo li vicino e si mise ad assaggiare un pezzo di torta "A dire il vero non dovevo esserci, ma poi ho cambiato idea, non potrei perdermi lo spettacolo per tutti i galeoni della Gringott" continuò con la bocca ancora piena.
"Spettacolo?" l'altro lo fissò incuriosito, suscitando un risolino dell'amico.
"Lo vedrai!" puntò successivamente gli occhi su Moana "E' molto bella questa sera."
"Nah, lei..." Jim la guardò esitante, sentendo il cuore accelerare ad ogni suo sorriso "...Lo è sempre."
Eugene fece finta di essere sorpreso, guardandolo maliziosamente "Mmh sì. Hai proprio ragione, è SOLO un'amica" sorrise "Vai e diglielo!" con un'occhiata sottile vide Tadashi ancora distante e diede qualche spinta all'amico per poterlo costringere a muoversi.
"Ehi Eugene vacci piano! Smettila! Cosa dovrei dirle?!" quando si voltò, vide che si era già tolto dai piedi, andando a chiacchierare amichevolmente con Aladdin in un tavolo vicino. In quel momento Jim avrebbe tanto voluto andare a dirgliene quattro, se solo Moana non si fosse avvicinata a lui.
"Ciao!" 
Si scambiarono un timido sorriso, non sapendo di cosa parlare, intrappolati in quell'imbarazzante silenzio coperto solo dalla musica della band e da alcuni chiacchierii dei ragazzi più vicini.
Perfino Belle, che stava assistendo alla scena in lontananza, si passò una mano sulla fronte: anche lei a disagio quanto loro.
Era fortemente tentata di raggiungerli per liberarli da quel limbo, poi vide Moana schiudere finalmente le labbra per far uscire fuori una frase di senso compiuto.
"Ecco...Io..."
"Dov'eri finito?!" squittì Charlotte, afferrando per le spalle il Serpeverde "La pista da ballo è così vuota, dobbiamo assolutamente scatenarci!" sembrava non essersi nemmeno accorta della sua presenza, fino a quando non portò gli occhi azzurri davanti a sé "Oh ciao Moana! Unitevi anche voi!"
Jim provò a dire qualcosa per fermarla, ma la furia di Charlotte non gli diede nemmeno il tempo di formulare la frase che lo aveva già trascinato verso la pista da ballo. L'altra restò li ferma un attimo, poi sentì i passi di Tadashi farsi vicini.
"Wow, quella ragazza ha proprio un sacco di energie!" disse sorpreso, teneva in mano due bicchieri di succo e gliene offrì uno "Spero di non averci messo troppo. Non ho fatto in tempo a salutare che subito è partita una discussione su chi sia la squadra migliore tra Ballycastle Bats e i Chudley Cannons."
Lei fece scivolare lo sguardo dai due ballerini al suo accompagnatore "Mi auguro tu abbia detto i Chudley Cannons."
"Mi hai preso per uno sprovveduto?"
Moana rise e fece per ribattere, ma poi sentì una voce chiamarla in lontananza, Ariel Atlanta si stava dirigendo verso di loro con passo spedito, evitando agilmente gli studenti che le bloccavano la strada, dietro di lei Cielo cercava di tenere il suo passo, ma con molta fatica. L’amica sembrava così entusiasta di vederla da non essersi accorta di aver accelerato per arrivare più in fretta da loro due. Non appena li raggiunse, Moana tentò di dire qualcosa, ma venne subito interrotta.
“Lo sapevo, lo sapevo! Cielo continuava a tifare Mojim, ma io invece ero così convinta della Modashi!”
Tadashi non si risparmiò un’occhiata interrogativa all’accompagnatrice, la quale riuscì solo ad arrossire vistosamente per l’imbarazzo. 
Per fortuna ci pensò Cielo a salvare la situazione, spostando Ariel da un lato e fulminandola con lo sguardo per zittirla “Tesoro, così la metti a disagio!" 
A quelle parole la ragazza sembrò accorgersi del danno causato e, dopo aver spostato silenziosamente lo sguardo da uno all’altra, anche le sue guance presero una tonalità rosea.
Cielo puntò dunque la sua attenzione su Moana “Perdonala, è più euforica del solito” le si avvicinò, facendole un debole cenno col capo “quell’addormentato di Erik si è finalmente deciso ad invitarla.”
Anche Ariel, sentendo il nome del suo accompagnatore, allargò il sorriso e fece un cenno con la mano indicando dietro di lei. Moana e Tadashi si sporsero, notando infatti Erik, Tassorosso dell’ultimo anno, in compagnia di Tullio, sembravano raccontarsi qualcosa, ma ogni tanto vedevano che lanciava qualche occhiata furtiva nella loro direzione, come se sperasse il ritorno di Ariel al più presto.
“Siete stati i più bravi prima, eravate perfetti!” continuò poi, attirando nuovamente l’attenzione dei due.
Questa volta anche Tadashi arrossì, grattandosi il capo e distogliendo lo sguardo, impacciatamente. Anche Moana fece lo stesso, sentendo in sottofondo il sospiro pesante di Cielo.
“Come non detto!” si portò una mano sul viso, avvertendo lo sguardo fulmineo di Ariel che a quanto pare non capiva il perché di tutto quell’imbarazzo. Lei la ignorò, cercando di smorzare la tensione con un altro argomento "Vado a controllare che il mio ragazzo non ne combini una delle sue, lui e Miguel parlano di una sorpresa e temo ci sia di mezzo quel tipo...Frost” a giudicare dal tono con cui aveva detto quel nome, Moana intuì che non lo trovasse particolarmente simpatico. Essendo della sua stessa casa, probabilmente aveva potuto sperimentare molti scherzi di Jack in Sala Comune.
“Jackson Frost non è così male, io lo trovo divertente” asserì Ariel.
“Anche io, quando non ci fa perdere punti. L’anno scorso si sarebbe meritato qualche fattura in più.”
A differenza sua Tullio e Miguel sembravano andare parecchio d’accordo con Jack e nemmeno lei all’inizio era tanto contraria ai suoi scherzi, finché non ne venne coinvolta al terzo anno. La tazza che di solito usava Bunnymund per prendere il tè era stata trasfigurata in un uovo salterino proprio durante il suo esame G.U.F.O. 
“Forse avrai capito male” continuò speranzosa Ariel.
“O forse ho capito fin troppo” scherzò lei, dandole una leggera spinta col bacino per farla muovere “Coraggio, torna dal tuo principe adesso. Si starà struggendo dal dolore in questo momento.”
“Ah-ah divertente!” rise l’amica, voltandosi un’ultima volta verso Tadashi e Moana “A dopo ragazzi! Siete davvero una coppia adorabile!”
Cielo in tutta risposta la spinse ancora più velocemente, limitandosi a fare un piccolo saluto con la mano. Una volta allontanate del tutto, i due rimasero qualche secondo buono ancora a fissarle, poi, preso forse da un briciolo di coraggio in più, Tadashi parlò.
“Allora…” iniziò, arrossendo leggermente “ …Moda…che?”
Anche Moana arrossì e in quel momento si ricordò delle parole di troppo che aveva detto Ariel poco fa “Ah-Ehm…N_niente!” si schiarì la voce, abbassando timidamente lo sguardo “Non ne ho proprio idea.”
Ma dopo aver passato diversi secondi buoni a guardarsi le scarpe e notando il silenzio imbarazzante che si era creato, alzò il capo ed incontrò nuovamente gli occhi scuri del ragazzo. Tadashi la fissava con un sorrisetto stampato sul volto, segno che probabilmente si stava prendendo gioco di lei e che, di sicuro, già conosceva il significato delle parole di Ariel.
“Lo sapevi?” 
Lui rise “Io conosco la versione Hamaliki. Ha un nonsoché di esotico.”
Moana annuì, spostando lo sguardo attorno alla folla “Non ci avevo pensato che venendo al ballo assieme avremo incentivato queste voci.” 
Tadashi la imitò, ma al contrario sembrava piuttosto nervoso ed impacciato, tanto da spostare continuamente lo sguardo da una zona all’altra della sala “Di sicuro. Ma è divertente e poi…” le si avvicinò e le sfiorò la mano per tentare di prenderla, Moana arrossì ancora, rimanendo spiazzata da quel gesto così inaspettato. Anche lui sembrava sorpreso quanto lei per quello sbalzo di coraggio “A me non dispiace.”
Lei boccheggiò qualcosa, ma prima che lei potesse rispondere sentì un tonfo molto forte provenire a pochi metri da loro, ai piedi della sala da ballo: Charlotte si trovava a terra, intenta a cercare di sistemarsi al meglio il vestito. Tiana, che era stata urtata nella foga del momento, aveva abbandonato il suo accompagnatore Naveen e si era precipitata subito a soccorrerla. Jim si trovava imbambolato li vicino, lo sguardo che si alternava tra lei e la folla, precisamente verso la direzione tra Tadashi e Moana e solo allora quest’ultima si rese conto di star ancora tenendo la mano del ragazzo. Si staccò, distolse immediatamente lo sguardo su entrambi e prese a toccarsi la collana che portava al collo.
Jim, come se si fosse risvegliato dal sonno, si precipitò subito verso Charlotte e si scusò per averla fatta inciampare per sbaglio. Più volte gli era stato fatto notare che non stava mostrando grandi attenzioni ai passi di danza, ma Charlotte ingenuamente credeva fosse dovuto alla sua poca voglia di ballare, non poteva immaginare che in realtà appena ne aveva occasione, lanciava fugaci occhiate a Tadashi e Moana. Era geloso, ormai se ne stava rendendo conto e sapeva che se continuava a stare nella stessa sala con loro due, prima o poi sarebbe scoppiato.
Nel frattempo i due campioni si erano uniti a Belle che si era spostata in un angolo vicino al buffet. Era strano trovarla in disparte, di solito era sempre così amichevole da riuscire a stringere amicizia in fretta con chiunque, ma il suo sorriso sembrava spento, come se in realtà avrebbe voluto trovarsi altrove.
Moana le si avvicinò e dopo averle rivolto un sorriso confortante, fece per intavolare un discorso "Hai per caso visto Judy?"
Dopo una breve esitazione, la Corvonero rispose "Mi sembrava di averla vista, ma ora non ne sono tanto sicura" mormorò "Non credo nemmeno volesse partecipare."
L'amica non parve così convinta "Strano. A lei piacciono le feste."
"La conosci, avrà trovato qualcosa di più interessante..." si affrettó a dire.
"O qualcuno" aggiunse divertito Tadashi.
A quelle parole la Grifondoro battè le palpebre. Perfino Belle che sembrava così sovrappensiero, rise nel vedere la sua espressione.
"Andiamo Moana, stiamo parlando di Judy. Qualunque cosa abbia in mente, di sicuro non c'entra un ragazzo."
In effetti aveva ragione, Judy era sempre stata interessata a ben altro che all'amore, ma stava anche il fatto che perfino lei sembrava comportarsi in modo strano negli ultimi tempi.
Tutte e tre erano sempre state molto unite, ma ultimamente aveva notato un distacco tra loro. Belle sembrava presa da altro, così come Judy e con la faccenda del Torneo, anche lei aveva completamente la testa altrove.
Magari era solo una sua impressione, ma sperava fosse un momento di passaggio.
L'ultima volta che si erano incontrate tutte e tre assieme era stato ad Hogsmeade e anche in quel caso l'atmosfera non era propriamente dei migliori, a causa di quello stupido giornale e della sospensione di Judy.
Il suo sorriso si spense un po' a quel pensiero.  Le mancavano le loro chiacchierate, ma almeno dopo quel breve discorso, l'umore di Belle sembrava già migliorato. Vedendola più propensa a parlare, Moana rilassò le spalle "E per quanto riguarda te?"
Lei la guardò.
"Di Judy non posso dire nulla, ma su di te...Dove ci nascondi quel famoso ragazzo con cui studi?" sorrise.
Provò a dare un'occhiata rapida attorno a loro, pur non sapendo effettivamente quale fosse il ragazzo in questione.
Belle non era mai stata molto riservata in amore, non aveva mai avuto problemi a parlare dei ragazzi che le piacevano e anni fa quando si vedeva con Erik Prince di Tassorosso lo aveva tranquillamente raccontato sia a lei che alle altre, senza troppi giri di parole.
Vedendola rinunciare spesso a delle uscite con loro per poter stare con questo ragazzo speciale si aspettava come minimo di vederli assieme quella sera.
Belle tirò fuori un debole sorriso, passando lo sguardo da lei a Tadashi "Lui..."
"Scordatelo!"
Purtroppo il discorso venne interrotto sul nascere, la voce di Belle fu sovrastata da alcuni amici di Tadashi, raggruppati qualche metro vicino a loro. Non sembravano essersi ancora accorti della loro presenza. Il più alto tra tutti, Wasabi, lanciava delle occhiatacce alle due ragazze mentre una di loro cercava di trascinarlo per un braccio, probabilmente per chiedergli di andare a ballare.
"Avanti Wasabi, solo un balletto!" piagnucolò Honey mentre si tirava su gli occhiali che le erano scivolati sul naso. Wasabi non sembrava volersi muovere, rimaneva fermo con le braccia incrociate, sperando che l'amica la smettesse di insistere.
Go Go accanto a lei, alzò lievemente il capo per guardarlo.
"Accontentala."
"Ah-ah no! Conosco il trucco!" disse Wasabi con aria scocciata.
La bionda sospirò esausta "Non c’è nessun trucco. Tra tutti noi sei quello più bravo!"
"Ed è una scusa per burlarsi di me!"
"Ma non è vero!"
Lui fece un piccolo cenno col capo verso Go Go "Lei lo fa!" 
"Woo frena. Non ti ho preso in giro perché balli...Ma per COME" ridacchiò lei, sotto lo sguardo infastidito dell'amico "Sei snervante."
"Voler ballare bene è snervante?"
"Sei un maniaco del controllo." 
Wasabi soffocò un lungo sospiro "Per l'ultima volta: piede destro, passetti e piede sinistro! Non è difficile! Il Quidditch è molto più complicato!"
"E divertente..."
Per fortuna ad interrompere quella piccola discussione ci pensò l'arrivo di Fred, che prese subito per un braccio Honey, allontanandola dai due litiganti "Il vostro Fred risolve ancora la situazione! Ci penso io qui a far ballare la signorina."
La ragazza non fece in tempo ad opporsi che venne subito trascinata via, dietro lo sguardo divertito di tutti i presenti, compresi anche Moana, Belle e Tadashi.
Quest'ultimo si scambiò un breve saluto con Go Go, per poi tornare a parlare alle due ragazze "Venite, vi faccio conoscere meglio i miei amici."
Le due accettarono, ma mentre Moana lo seguì, Belle vide con la coda dell'occhio una ragazza fissare trucemente al di là della pista da ballo, era affiancata da un'altra molto simile a lei, si diversificavano solo dal colore dell'abito.
"Ci sto provando, ma non riesco a divertirmi col pensiero di nostra sorella ridotta in quello stato!" commentò aspramente Paulette.
L'altra le portò una mano sulla spalla per cercare di calmarla "Non preoccuparti, al San Mungo si prenderanno cura di lei."
"Mi sento in colpa!" la gemella sembrava sul punto di piangere "Avrei dovuto fermarla, avrei..."
"Non ti avrebbe mai dato ascolto. La conosci, gli accessori rossi sono i suoi preferiti."
Paulette sospirò pesantemente, poi i suoi occhi puntarono sulla folla e subito il suo sguardo tornò furente "E' tutta colpa di Elsa! Quella collana era sua! Sarebbe dovuta finire lei al suo posto, non Claudette! Quanto vorrei andare da lei e..."
Laurette le fece cenno di fare silenzio, puntando gli occhi verso gli insegnanti in fondo alla sala da ballo "Smettila adesso! Non dovremo avvicinarci a quella ragazza, porta solo guai."
"Certo! Così l’avrà vinta, solo perché è la Campionessa!" la gemella batté un piede, furibonda e con un gesto plateale si diresse verso l'uscita della sala "A nessuno importa di nostra sorella! Solo di Elsa!"
L'altra la seguì subito dopo e cercò di trattenerla per un braccio, ma inutilmente, Paulette sembrava fuori di sé dalla rabbia e trascinò sua sorella via da quella festa.
Belle le seguì con lo sguardo e non appena le vide andarsene via, posò subito il bicchiere che aveva tra le mani, assumendo un'espressione pensierosa.
Moana abbandonò subito la conversazione che stava avendo con Tadashi e fece per posarle una mano sul braccio, ma l'amica si scostò da lei e, dopo aver abbozzato un sorriso per rassicurarla, si allontanò "Scusa, torno più tardi."
"Tutto bene?" chiese preoccupata "Se vuoi posso..."
"No tu...Divertiti" le sorrise e indicò col capo Tadashi "Poi mi racconterai tutto, non ci metto molto."
Salutò lei e Tadashi per poi mischiarsi tra la marea di studenti. Moana cercò di non perderla di vista, ma poi Tadashi la chiamò, portandola così ad interrompere quel contatto. Non sapeva se era dovuto ad una sua impressione o semplicemente era solo preoccupata, ma dalle occhiate che aveva lanciato poco prima di spostarsi sembrava stesse cercando qualcuno. Sperava solo non si trattasse nulla di così grave da farle perdere tutto il ballo, sapendo quanto ci tenesse a partecipare.

 


 
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NOTE AUTRICE:
Ciao ❤❤❤
Riemergo dopo un bel po'! Scusate per la lentezza, ero finalmente tornata in Italia per le vacanze e così mi sono un po' messa in pausa. Cercherò comunque di recuperare prossimamente, qui ne abbiamo ancora un po' col ballo del ceppo, non temete!

Anyway, spero come sempre che il capitolo sia piaciuto. 
Per chi ama la Kristanna, qui sarà sicuramente felice, un momento buono per la ship!
Mentre la povera Moana è sommersa non solo dai problemi di cuore, ma dalle shippers. Ariel una di noi! Ce la vedo troppo fangirlare con le amiche.
Siamo ancora ad un momento più tranquillo, ma spero di avervi sempre incuriositi. Vi ringrazio davvero tanto per il vostro supporto, sul serio. E passerò a rispondervi come si deve, scusate per questi ritardi mostruosi.

 

 
~Un abbraccio grande~
 

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Capitolo 29
*** Confessioni al chiaro di luna ***


Cap 29: Confessioni al chiaro di luna

 
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Nel frattempo, Elsa aveva notato Hans parlare con Gaston in fondo alla sala. Un po' le infastidiva dover rischiare ancora di imbattersi in Gaston, ma probabilmente sarebbe stato l'unico momento della serata dove lo avrebbe potuto trovare libero da sua sorella. Non aveva un piano preciso su cosa dirgli e non era da lei improvvisare in quel modo, ma in quel momento non aveva altre idee.
Si scostò da un paio di ragazzi che le avevano bloccato la strada e non appena se ne liberò, le si piantarono davanti Merida e Jack, con un enorme sorriso a trentadue denti stampato sul volto.
"ELSA!" esclamò la rossa con le braccia allargate a simulare un tentativo di abbraccio "Come sono contenta di vederti!"
"Ehm..."
La giovane la fissò con un sopracciglio inarcato, rimanendo completamente senza parole per quel bizzarro tentativo di conversazione.
Non credeva nemmeno di stare particolarmente simpatica a quella ragazza e a pensarci bene, non credeva nemmeno di averla mai vista così sorridente in generale.
Era inquietante.
"Ciao Merida."
Con una rapida occhiata portò l'attenzione anche sul ragazzo che stava accanto a lei, riconoscendolo come quel tipo combina guai che il professor Pitch sembrava odiare particolarmente.
"E... Ehm... Jhonny."
Vedendo la sua titubanza nel ricordarsi il nome, sul volto del Sepeverde si formò un broncio "Jack! Jack Frost! Andiamo... Facciamo anche il corso di divinazione insieme!"
Elsa sussultò, ricordando amaramente la sua ultima lezione "Oh, è vero."
Lo aveva notato in effetti, ma il suo discorso con Mama Odie le aveva completamente fatto dimenticare il resto.
Poi si ricordò anche di averlo già visto in altre circostanze, e riprese a fissarlo quasi con sospetto "Un momento. Eri tu che continuavi a fissarmi in Biblioteca?"
Preso alla sprovvista, non poté fare a meno di arrossire leggermente "Beh... Fissare lo trovo esagerato. Ma credo che tu ti stia confondendo col mio amico Nick" ridacchiò, ma la battutina venne zittita in fretta da una gomitata da parte di Merida. 
"Lascialo perdere...E' strano, ma innocuo."
Lui alzò gli occhi al cielo, rispondendo alla sua gomitata con un'altra "Senti chi parla."
In quella breve discussione tra i due, Elsa sviò la sua attenzione sulla figura di Hans, che sembrava stesse tornando indietro. Quando fece un passo per spostarsi, avvertì nuovamente gli occhi di Jack e Merida puntare su di lei.
"Hey non dirmi che vuoi già allontanarti dalla festa! So che può sembrare una noia mortale, ma tra un po' le cose potrebbero cambiare!" disse il ragazzo. Vedendola poi così poco incline, le bloccò nuovamente il passaggio "Ti va di ballare?" chiese a bruciapelo, non sapendo come farla restare.
Elsa lo fissò perplessa, spostando successivamente lo sguardo su Merida ed indicandola "Me lo chiedi...Davanti...Alla ragazza che hai invitato?"
Jack non seppe che rispondere, si sentiva con le spalle al muro e lo sguardo di Merida d'altro canto non lo aiutò per niente.
"Lei non è molto brava" si giustificò, così su due piedi.
"Ehi!" l'amica lo squadrò offesa, dandogli un'ulteriore spallata per farlo zittire.
Jack la guardò "Vuoi ballare tu con lei? Guarda che non mi offendo."
"Nessuno vuole ballare con nessuno!" lo fermò. Notando poi come Elsa li fissava, tornò a sorridere a denti stretti, rivolgendosi nel frattempo a Jack "Bella mossa, testone."
Jack la imitò "Almeno io cerco di fare qualcosa, il tuo contributo?"
Elsa li osservò ancora per una manciata di secondi, ma poi fece nuovamente per spostarsi da quella situazione che stava diventando sempre più imbarazzante e strana.
Purtroppo anche questa volta, la voce di Merida la fermò ancora "A proposito, che fine ha fatto Kristoff?"
"Credo sia con mia sorella." 
"Che ne dici se li raggiungiamo tutti insieme e..."
"Ehm...Io dovrei andare al bagno. Vi raggiungo più tardi" abbozzò un sorriso e con uno scatto iniziò ad allontanarsi dai due. La Grifondoro fece per correrle dietro, quando la voce di sua madre la fermò, costringendo lei e Jack a voltarsi immediatamente.
"Mamma!"
"Hai visto Gurghi?" chiese guardandosi attorno.
La figlia si strinse le spalle "Se lo conosco bene sarà in cuciiiiii..." si fermò, con lo sguardo severo della madre che stava per fulminarla "...Gli ho chiesto di... A_andarmi a prendere un fermaglio! Per i capelli!"
Elinor la guardò, incurvando poi le labbra in un dolce sorriso "Mi sorprendi, di solito non badi a queste cose."
"Di solito, ma questa serata è particolare."
"Lo vedo" Elinor passò lo sguardo sul Serpeverde "E chi sarebbe questo giovanotto? Non è uno dei ragazzi che ti avevo presentato." 
La sua espressione non sembrava poi così stupita, forse sotto sotto immaginava che sua figlia non avrebbe scelto nessuno di quei pretendenti.
"No infatti!" esclamò Merida, forzando il sorriso più falso che riuscì a fare "Lui è Jack Frost!"
"Jack?" 
"Jackson, signora. Ma detesto quel nome, è troppo serioso. Jack è molto meglio!" l'altra non fece in tempo a parlare che si sentì subito afferrare la mano in una forte stretta "Lei deve essere la madre di Merida!" passò lo sguardo da una all'altra sogghignando "Wow, non vi assomigliate per niente!"
Elinor rimase un po' interdetta, mentre Merida cercava di soffocare una risatina dovuta alla battuta.
"Credo di ricordarmi di te...Non eri tu ad aver scatenato quei frisby zannuti al Ghirigoro?"
Merida si passò una mano sulla fronte, sorridendo incredula "Me n'ero completamente dimenticata."
"Il proprietario mi ha bandito per tutto l'anno, ho dovuto chiedere a Nick di comprare i libri al posto mio!" ridacchiò Jack, sospirando "Aaah... Bei tempi."
L'espressione di Elinor tuttavia, non cambiò di una virgola "Non pensavo fossi amico di mia figlia."
"Ci siamo un po' persi di vista. Sa com'è tra Quidditch, scherzi vari..."
"Scherzi?"
"Oh si, tonnellate di scherzi!" rise Jack, indicandosi fiero "Lo chieda a chiunque, io qui sono il re!"
Merida stava rimanendo tutto il tempo in silenzio, contemplando l'espressione perplessa di sua madre di fronte ad un tipo come Jack.
"Notevole..." disse con una lieve nota di sarcasmo "E quali sarebbero le tue intenzioni con mia figlia?"
Merida la fissò sbalordita "M_mamma!"
Jack finse di pensarci qualche secondo "Mi limiterò a non pestarle troppo i piedi mentre danziamo."
Elinor inarcò un sopracciglio, restando in totale silenzio.
"Scherzo! In realtà sono bravo, mia madre è una babbana ed è un'insegnante di ballo" disse, avvicinandosi un pochino "Sarà Merida a pestarmi i piedi."
L'altra lo fulminò con lo sguardo "Ehi!"
"Che c'è? Hai detto tu che devo essere me stesso!" con la coda dell'occhio vide Eugene e Aladdin salutarlo, fece dunque un mezzo inchino alle due e con passo svelto si allontanò da loro, facendo rimanere Elinor in totale silenzio.
Merida la guardò di sottecchi "Sei rimasta senza parole?"
"Beh... Sono stupita, credevo saresti uscita con Haddock..."  quelle frasi fecero già presagire alla ragazza l'ennesima discussione sulla scelta delle sue amicizie.
Sapeva che non avrebbe mai apprezzato un tipo come Jack, probabilmente lo avrebbe considerato addirittura peggio di Hiccup.
"Ma ammetto che mi piace."
....
"Aspetta-che?!"
Questo decisamente non lo aveva previsto.
Elinor le rivolse un dolce sorriso "E' un po' strano... Però...Per certi versi, mi ha ricordato tuo padre" lo disse con una tale dolcezza nella voce da impedire alla figlia di rispondere come a suo solito. Fergus le mancava ogni giorno, così come anche a sua madre, avevano sofferto così tanto per la sua perdita che per loro risultava ancora difficile parlarne.
L'atteggiamento di Jack aveva fatto ricordare ad Elinor alcuni atteggiamenti che il marito aveva ai tempi della scuola, il periodo in cui si erano conosciuti, e non aveva potuto fare a meno di addolcirsi un pochino a quei ricordi. Il suo volto si fece così sereno che per una volta Merida pensò di lasciarla fare e non reagì.
"Anche lui era un tale giocherellone, come ben ricordi..." continuò la donna.
Merida annuì "Lo ricordo bene." 
"Chi lo sa, potrebbe essere quello giusto."
La figlia ebbe come un altro blackout.
L'espressione cambiò di colpo e la guardò sconvolta.
"C_Cos..."
Il quadretto di lei sposata con Jack le avrebbe invaso gli incubi per giorni. Non che non fosse un bel ragazzo anzi, era parecchio corteggiato a scuola e si divertiva in sua compagnia.
Ma era Jack.
Pensare ad una relazione con lui era inimmaginabile.
Era come una sorta di fratello rompiscatole a cui voleva bene sì, ma i suoi sentimenti erano ben diversi dall'amore.
Mentre con la mente era ancora bloccata a quei pensieri, Elinor le diede una veloce carezza al volto, spostandole alcuni ciuffi dietro le orecchie "Ora torno dagli altri insegnanti, non voglio disturbarvi ancora." 
Nel momento in cui si allontanò, Jack era tornato da lei con un altro piatto pieno di cibo, ma l'espressione di Merida non era migliorato di una virgola.
"Allora... Brutta impressione vero?"
"Al contrario!" lei batté le palpebre, ancora scombussolata "Sembra che tu abbia fatto colpo su mia madre!"
Jack quasi si strozzò con un boccone e dopo essersi dato un paio di pacche sullo stomaco, prese un lungo sospiro "Crudele ironia. Ma in fondo dovevo aspettarmelo, piaccio a tutti."
L'altra alzò gli occhi al cielo e gli rubò dal piatto un dolce. Mentre finiva di mangiare, il suo sguardo era passato involontariamente verso Hiccup ed Astrid, seduti ad un tavolo in compagnia di altri studenti ed inavvertitamente ripensò alle parole di sua madre. A Jack aveva dato la possibilità di conoscerlo, mentre con Hiccup era sempre stata diffidente per via della sua famiglia. Odiava questo pregiudizio e odiava questa situazione che aveva con lui. 
"Coraggio!" Jack le diede una piccola spinta con il gomito "Tra un po' arriverà il momento! Via quel muso lungo!"


 
~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~


Finalmente Elsa riuscì a raggiungere Hans poco prima che tornasse da Anna. Il giovane stava rientrando nella Sala Grande e si guardava con circospezione attorno, come se temesse di essere notato. 
Quando la vide arrivargli incontro, finse un'espressione sorpresa "Elsa. Cerchi qualcuno?"
"Si. Te" rispose. 
Hans le sorrise ed inclinò lievemente la testa di un lato "Se vuoi invitarmi al ballo, direi che è troppo tardi. Sono qui con tua sorella se te ne fossi dimenticata."
"E' proprio questo il punto" il suo sguardo si fece più severo.
"Perdonami, ma non sono affari tuoi."
"Lo sono invece. E sono abbastanza sicura che stai con lei per arrivare a me."
Il ragazzo la fissò con un sopracciglio inarcato "Quanta modestia."
Lo sguardo di Elsa si fece più furente, quel suo atteggiamento iniziava seriamente a darle sui nervi.
"Credi non ti abbia collegato a quello che è capitato con la collana?"
"Collana?" ripeté con una strana espressione sul viso.
Ma questo fece solo alterare ulteriollmente la ragazza "Smettila di fingere con me. Sei l'unico a conoscere il mio segreto!" Prima di continuare diede una rapida occhiata attorno a sé, sperando di non aver attirato troppo l'attenzione con il suo tono di voce "Hai incantato quella bambina per farmi avere una collana maledetta! E sono sicura che sei stato tu a mettere il mio nome nel Calice!" 
Hans rimase a fissarla in silenzio, quasi impassibile.
"Pratichi le arti oscure, ma non capisco perché ce l'hai con me! Cosa ti ho fatto?!" chiese, ormai sull'orlo dell'esasperazione, fece per abbassare di poco il capo, iniziando a torturarsi i guanti che teneva sulla mani "E' per quello che è successo a Milo?! Io... Io non avrei mai voluto..."
"Lo so."
Elsa incrociò nuovamente i suoi occhi, titubante "Quindi sei tu a..."
"Lascia che ti dica una cosa..." Hans prese un profondo respiro, fissandola con sguardo più deciso "Al di la di tutto questo...Tu sei un pericolo, ne sei consapevole?"
Lei abbassò nuovamente il capo, temendo sulla risposta da dare.
Aveva ragione. Era un pericolo, da sempre.
Ma cosa poteva fare? La sua era una maledizione a cui non aveva mai trovato una cura, se mei fosse stato possibile. Le sue zie ci stavano provando da anni, ma ancora non avevano trovato una soluzione, dentro di sé sentiva che non sarebbe mai potuta vivere normalmente.
Era troppo strana e pericolosa sia per i babbani che per i maghi. Non avrebbe mai avuto una vita normale.
"Io... Ci sto provando."
"Sai bene quanto sarà difficile..." Hans le si avvicinò, assumendo un tono più calmo.
"No..." indietreggiò, seppur di un passo. Ma l'altro la raggiunse ancora.
"Pensa ad Anna. Vuoi che finisca come Milo?"
"No! Io..."
"Ascolta" le si avvicinò ulteriormente e le posò delicatamente una mano sulla spalla, costringendola a guardarlo "Perché non accetti il mio aiuto?"
"Perché...Milo...."
"Potrei aiutarti sul serio. Io ci tengo. Anche io....Come te, so cosa significa sentirsi soli."
"Non credo che..."
Sul volto del ragazzo si formò un sorriso amaro "Non siamo poi così diversi Elsa, per i miei genitori è sempre stato come se non esistessi. Io...Per loro non sono nulla, non sono mai stato abbastanza, nonostante il mio impegno."
Elsa d'altra parte rimase immobile, esitante.
"A differenza di Milo, so a chi vado incontro. Se non fosse per il Torneo ti avrei già proposto di allontanarci dal castello, insieme " le sussurrò.
Lei continuò a fissarlo incredula.
"Qui è pericoloso, credi davvero che nessuno si sia accorto realmente di te?" e con un lieve cenno del capo fece per indicare il professor Pitch, lontano da loro che stava parlando con l'insegnante di Aritmanzia.
"Ho visto che prima parlavate" continuò "Non vuoi ascoltare me, ma dai fiducia ad un professore in passato attratto dalle Arti Oscure?"
Lei non seppe cosa dire, il ché diede al ragazzo la scusa per continuare "Ti potrei aiutare a liberarti di tutto questo, se solo mi dessi l'occasione" le sorrise "Stare in questo posto, così pieno di persone...Non è da te e lo sai. Potresti rischiare di agitarti e chissà cosa causeresti senza volerlo. Andiamocene via da qui. Lontano da tutti."
Non sapeva cosa diamine le stesse passando per la testa.
Lo aveva fermato per intimarlo di non avvicinarsi a sua sorella ed ora Hans si stava comportando come un buon amico, cercando di calmarla per non rischiare di ferire qualcun altro.
Eppure, in quel breve momento in cui i loro sguardi si incrociarono, Elsa non ebbe una sensazione di disagio, gli occhi di Hans sembravano sinceri, per una volta.
Che si fosse sbagliata fin dall'inizio?
Iniziò a sentire una forte stretta allo stomaco, si guardò le mani e le vide tremare. Quelle parole l'avevano confusa, agitata, sentiva che se non si fosse riuscita a calmare, questa volta avrebbe davvero rischiato di svelare a tutti i suoi poteri.
"Elsa?" Hans le si avvicinò ancora e questa volta cercò di sfiorarle la mano tremante, senza smettere di guardarla. 
In quel momento si stava sentendo davvero vulnerabile, una parte di lei avrebbe voluto fidarsi di quel suo modo così rassicurante, ma poi si ricordò della collana, del Torneo...E sebbene Hans non avesse confessato di essere lui l'autore, doveva comunque restare in guardia. 
Ma se non stesse realmente mentendo e volesse solo aiutarla, anche in quel caso sarebbe stato troppo pericoloso stargli vicino.
Si spostò, recuperando un po' della sua determinazione. Per qualche secondo buono lo sguardo del Corvonero parve  amareggiato, ma poi tornò a fissarla deciso come se niente fosse.
"Io... Devo andare."
Elsa lo guardò un ultima volta prima di voltarsi, ma non appena girò il capo, vide Anna a pochi metri davanti a loro, Kristoff era poco più distante. Poteva leggere benissimo la delusione nello sguardo di sua sorella, probabilmente doveva aver frainteso quell'avvicinamento tra lei ed Hans.
"Perché mi stai facendo questo?"
Elsa boccheggiò qualcosa ma la gemella non le diede il tempo di spiegarsi che si allontanò a passo svelto via da lei, mischiandosi tra gli studenti. Lei puntò per un breve istante gli occhi su Kristoff, poi tornò a cercare Anna più velocemente che poteva. Anche Hans fece per seguirla ma questa volta l'altro lo fermò, intimandogli di lasciare del tempo alle due sorelle per potersi chiarire.


 

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Verso metà serata, Jim aveva deciso di allontanarsi qualche minuto da tutto quel gran baccano. Aveva raggiunto la torre di Astronomia e, per non rischiare di incappare in qualche altro studente, si era recato fino all'ultimo piano: voleva stare un po' per conto proprio a scervellarsi per far funzionare quel rompicapo e poter finalmente mettersi in pari col resto del gruppo.
Charlotte l'aveva lasciata in buone mani: per tutta la serata era stata puntata da diversi ragazzi per il semplice fatto di essere la sua accompagnatrice, ma quel piccolo dettaglio non sembrava importargliene molto, le piaceva avere tutte quelle attenzioni e anzi, era stata proprio lei a consigliargli di prendersi una boccata d'aria. 
Doveva ammetterlo, quella ragazza lo aveva sorpreso: a primo impatto poteva sembrare molto superficiale e altezzosa, in realtà, esuberanza a parte, si era dimostrata una persona gentile, empatica e anche divertente. Aveva compreso che c'era qualcosa che non andava ed era stata comprensiva nel lasciargli un po' di spazio tutto per sé. 
In quel momento non riusciva a pensare ad altro se non alla prova, ormai sembrava essere diventata un'ossessione per lui.
Finalmente l'ultima combinazione sembrò portare a qualcosa e di colpo le rune così formatesi iniziarono a illuminarsi per diversi secondi, rivelando quindi la probabile soluzione dell'enigma, l'indizio per la seconda prova:

 
"La bestia cornuta implacabile avanza
e ad ogni suo passo si perde speranza.
Non provare a combatterla tentando la sorte
o il tuo destino sarà un'orribile morte.
Corri veloce, non ti voltare:
quel che importa è la giusta via trovare.
Lungo la via diffida da fate e folletti
il cui unico scopo è giocarti dispetti.
E per render più ardua tua tua missione
dovrai capire cosa è realtà e cosa illusione."


Oh no.
Bestia cornuta, orribile morte...
Non gli piaceva, non gli piaceva per niente.


"Belle! Sei qui?"
Jim scattò subito e istintivamente rimpicciolì la sfera e fece per portarla dentro la tasca. Nel frattempo la voce di Moana si fece più insistente e solo dopo qualche secondo buono decise di farsi avanti.
La Grifondoro si voltò giusto in tempo per vederlo scendere.
"Fammi indovinare, cercavi Belle?"
L'altra abbozzò un sorriso ironico "Perspicace. Si è allontanata dal ballo ed ero preoccupata. So che le piace molto passare del tempo qui a leggere."
"Oh sì, in effetti con questo buio è il luogo perfetto per leggere qualcosa..." Jim voltò lo sguardo sul panorama, appoggiando i gomiti sulla ringhiera dell'edificio "Però la posso capire. Ha la vista più bella di tutta Hogwarts."
Spesso anche lui, come quella sera, aveva bisogno di allontanarsi da tutte le preoccupazioni e la torre di Astronomia era sempre stato uno dei suoi luoghi preferiti dove rilassarsi, assieme al Campo da Quidditch.
Moana annuì, appoggiando anche lei le mani sulla ringhiera "E' vero. Questa notte non fa nemmeno così freddo" alzò poi lo sguardo verso l'alto, facendo cenno a Jim di imitarla "Guarda: c'è anche la luna piena!"
L'amico annuì, voltandosi nuovamente verso di lei "Romantico, no?" 
L'espressione stupita della ragazza gli fece capire di aver un tantino esagerato, balbettò qualcosa di incomprensibile e alla fine decise di optare per il silenzio. 
Con la coda dell'occhio vide che anche Moana sembrava piuttosto imbarazzata, lo capiva dal modo in cui stava stringendo la sua collana. Lo faceva quando era nervosa, era un suo atteggiamento tipico durante il periodo degli esami. 
Rimasero in quel pesante silenzio per un po', iniziando a sentirti impacciati come non mai.
Di solito sarebbe scappata qualche battuta o avrebbero scherzato su qualcosa di buffo accaduto durante la serata, ma ultimamente si sentivano diversi.
Avrebbe tanto voluto tornare a com'erano prima, ma purtroppo sapeva che ormai non era più possibile, non ora che si stava rendendo conto dei suoi sentimenti. Non era sicuro se anche lei provasse lo stesso e sapeva che non doveva lasciarsi trascinare dalla gelosia verso Tadashi, ma per tutta la sera non aveva fatto altro che vederli così complici e la cosa lo stava mandando letteralmente in paranoia.
Si sentiva uno stupido a non averla invitata fin dall'inizio.
"Allora..." iniziò titubante Moana, abbozzando un sorrisetto impacciato "C_cosa ci fai qui così isolato?" 
"Sai com'è... Tutto quel ballare, girare...Non credo di essere così portato. Troppo movimento."
L'altra si portò una mano sulla bocca per non rischiare di scoppiare a ridere "Troppo movimento? Ma se giochi a Quidditch!"
"Il Quidditch è diverso! E'..."
"Niente scuse, Jim. Di semplicemente che non sei bravo a ballare."
"Su questo devo darti torto, cosa credi? Guarda che me la so cavare!" disse, facendola ridere ancora "Hai risolto l'enigma?"
"Sí. Proprio ieri."
Si guardarono e senza dirsi nulla, sorrisero complici, capendo di essere effettivamente nei guai.
"E' troppo sperare che non vogliano davvero ucciderci?" 
"Credi siano peggio dei draghi?"
"Di sicuro! Mi ci gioco tutti i modellini che ho della Firebolt che i draghi saranno il male minore d'ora in poi" ” esclamò Jim.
"Tu e Tadashi la pensate allo stesso modo" rise lei.
Il Serpeverde sorrise beffardo "Beh... Anche tu e lui se per questo: Modashi."
Quella battutina la fece arrossire lievemente "Te l'ha detto Lottie?"
Jim si strinse le spalle e si appoggiò nuovamente sulla ringhiera, cercando di assumere l'espressione più disinteressata possibile "Lei...Le ragazze...La scuola." 
"Siamo amici" tagliò corto lei.
"Amici..." ripeté sottovoce, inarcando un sopracciglio "Mmh...Certo..."
L'espressione della ragazza si fece più severa "Sí. Amici” lo sentì ancora sbuffare qualcosa e a quel punto si incupì “E' un problema?"
Lui riportò nuovamente lo sguardo altrove, brontolando qualcosa poco prima di rispondere "E perché mai? Potevi andare con chi volevi."
"Abbiamo deciso di andare assieme per aiutarci, eravamo pressati dagli inviti, a te non è capitato?”
Non sapeva nemmeno perché si stesse giustificando in quel modo, ma quelle sue occhiatacce perennemente scocciate iniziavano fortemente ad irritarla.
"Quale sacrificio..."
"E' solo un ballo, Jim. Non capisco cosa ci sia di sbagliato."
"Non è ironico? Pensavo che la Gazzetta avesse costruito questa specie di triangolo scemo per far notizia, e invece ha creato senza volerlo la coppia perfetta."
Moana lo fissò un'ultima volta, poi senza dire niente si girò e fece per andarsene via. Per la foga il fermaglio che portava tra i capelli era scivolato a terra, Jim lo raccolse con un rapido gesto, scattando poi verso di lei "Ma dove vai?"
"Torno indietro! Devo ancora trovare Belle e Tadashi mi starà cercando" rispose con tono secco "E non ho più voglia di parlare con te."
Non voleva discutere ancora. Ultimamente il loro rapporto era sempre più altalenante, quando pensava che fosse tutto risolto, ecco che uno dei due diceva qualcosa che non doveva, facendo nuovamente traballare la loro amicizia.
Sapeva della forte pressione per il Torneo, lo stava provando anche lei, ma questo non gli dava alcun diritto criticare la sua uscita con Tadashi. Inoltre anche lui c'era andato con un'altra e lo aveva specificato fin dall'inizio che non l'avrebbe invitata.
Non fece in tempo a rientrare che Jim con uno scatto le bloccò la strada
"Che ti è preso adesso?" chiese.
Moana incrociò le braccia al petto "Lo sai che sei strano? Questa è la nostra prima VERA conversazione da giorni. Questa sera non hai fatto altro che evitarmi."
"Non darmi tutta la colpa, tu hai fatto lo stesso!"
Lei esitò un attimo "Io n_non ti stavo evitando!"
“Eri sempre con Tadashi!”
“E tu con Lottie! Te ne ho forse fatto una colpa?!”
Jim non disse più nulla, ma lo sguardo che le rivolse la fece vacillare ancora.
Avrebbe voluto strozzarlo in quel momento "Tu... Sai essere così… A volte…Grr!” si bloccò, sentendosi grata di non essersi portata dietro la bacchetta o per il nervoso gli avrebbe lanciato una fattura “L_la smetti?!"
Lui la fissò perplesso "Di fare cosa?" 
"Di fare sempre così!" gli puntò le braccia contro, confondendolo ancora di più "E' tutta la sera che hai quell'espressione, come se ce l'avessi con me per qualcosa!"
"Non è ver..."
"Si invece!" lo canzonò, mettendolo con le spalle al muro "Da quando ti danno fastidio le mie amicizie?!"
"N_non mi danno fastidio!"
"Oh cresci Jim! Non dovresti perdere tempo qui, dovresti tornare di sotto, stare in compagnia di Charlotte, la ragazza che hai voluto invitare."
Lui alzò gli occhi al cielo di rimando "E tu con Tadashi! Ma perché sei uscita con lui?!"
"E a chi avrei dovuto chiederlo?!"
"A me! Potevi chiederlo a me!"
In quel breve litigio non si erano resi conto di essersi avvicinati ulteriormente. Jim aveva indietreggiato subito, mentre Moana era rimasta ancora spiazzata per la frase di poco fa "Aspetta tu... Volevi che ti invitassi?"
L'amico arrossì e sviò immediatamente lo sguardo altrove, trovando particolarmente interessante il panorama.
"Volevi che ti...Invitassi sul serio...?" aveva continuato a ripetere, confusa.
Jim teneva sempre gli occhi puntati da un'altra parte ed iniziò a grattarsi nervosamente il capo, giochicchiando poi con il codino tra i capelli "Era...Era solo un'idea..."
"Perché allora hai detto quelle cose al pub?"
Ma questa volta lui non rispose, e questo non fece che infastidirla ancora "Quindi non hai una cotta per Charlotte?" continuò.
Lui si irrigidì subito e finalmente incrociò di nuovo il suo sguardo "N_no! Insomma... E' carina, ma... No! L'hai vista? E' un tornado di energia, non starei al suo passo neanche volendo" disse, sentendo le gote arrossire appena "L'ho invitata...Perché...Non lo so" si fermò, titubante "Non era lei che avrei voluto fin dall'inizio..."  
Non poté vederlo, ma sul volto di Moana si era formato un lieve sorriso, quasi come se si sentisse sollevata. 
"Non è... Sai..." mormorò ancora Jim grattandosi debolmente il capo "Non è il mio tipo è...Non credo di essere il suo" concluse.
Smisero di guardarsi negli occhi, avvertendo entrambi un tremendo nodo allo stomaco. 
Poi Moana si fece coraggio e, sebbene una parte di lei oscillava tra la curiosità e il disagio, sentiva che se non agiva in quel momento, chissà quando ci sarebbe stata un'altra occasione.
"Quindi..." si morse il labbro inferiore, iniziando a pentirsi di quello che stava per pronunciare.
Si trovava parecchio in difficoltà in quei generi di discorsi, l'amore era sempre stato messo in disparte per lei, troppo impegnata con il Quidditch, studio, amicizie. Ma per quanto cercasse di non pensarci, ultimamente non faceva che chiedersi come sarebbe ora la situazione tra di loro se lo avesse effettivamente invitato a quella festa.
"Sai ....Come deve essere?" chiese.
Jim la fissò.
"Il tuo tipo" continuó lei. La voce decisamente più acuta del solito.
Vedendola arrossire in quel modo, Jim poté giurare di non averla mai vista tanto imbarazzata quanto bella come in quella sera.
Questo fece vacillare anche di più Moana, che decise di ritrarsi, prima di poter incespicare ancora "L_lascia perdere, è... Ehm.... Fa freddino ora vero? Meglio rientrare." 
Si sentiva morire dalla vergogna, cosa diamine le era passato per la testa? Con che faccia lo avrebbe guardato nei giorni successivi?
Jim la seguì per un istante con lo sguardo, poi fece un passo in avanti "A_Aspetta!" 
Moana si fermò.
"Il mio tipo? Beh...Sai... Potresti facilmente saperlo..."
"Ah si?"
"Qui a scuola c'è...Una ragazza..." poi di nuovo il silenzio fino a quando Jim prese nuovamente coraggio ed iniziò a camminarle incontro con fare più deciso "E' davvero difficile parlarle ultimamente... E il mio atteggiamento non ha contribuito. Vorrei solo avere il coraggio di dire quello che provo senza morire di imbarazzo." 
Moana si passò una mano tra i capelli e sospirò "Ascolta Jim, non devi se non..."
Lui non le diede nemmeno il tempo di finire di parlare, fece per muoversi ed era come se le gambe stessero andando per conto proprio.
"Vorrei avere il coraggio di dirle che...La trovo estremamente intelligente..."
Lei nel frattempo continuava a fissarlo, senza dire più nulla.
Jim si portò una mano sul mento, fingendo di pensarci "E bravissima nello sport... Mmh... Sì. Direi portata per il Quidditch."
"Davvero?"
"È un ottimo capitano."
A quelle parole, il volto di Moana si illuminò.
"Poi è...Divertente, altruista, coraggiosa..."
Jim le passò attorno, avvicinandosi sempre di più.
"...E bella."
Moama alzò il capo e lo guardò con un cipiglio divertito "...Solo?" ormai si trovavano molto vicini. 
"Di più" continuò Jim, sorridente "E' fantastica. Sai... E' in gamba."
Quel piccolo gioco di parole aveva fatto capire ad entrambi le loro intenzioni, li aveva resi consapevoli che qualcosa tra loro era cambiato, forse già da tempo.
Moana si sentì più agitata che mai, l'ultima volta che erano stati così vicini aveva dovuto far leva su tutta la sua buona volontà per non sporgersi ulteriormente. Malgrado i loro alti e bassi non poteva negarlo, ogni volta che la guardava in quel modo avvertiva uno strano nodo allo stomaco e, senza rendersene conto si trovava a sorridergli, comportandosi come se le avessero dato la notizia più bella di tutta la giornata.
"Se è così fantastica, perché non sei andato con lei al ballo?" lo provocó.
Questa volta Jim esitò un po' prima di rispondere "Perché sono un idiota?"
Moana lo fissò con un sopracciglio inarcato, per poi sciogliere tutta quella tensione mettendosi a ridere "Forse anche lei doveva farsi coraggio e invitarti, dopotutto."
Jim le sorrise ancora e, dandosi tutto il coraggio necessario, si sporse verso di lei per rimetterle tra i capelli il fermaglio di prima, lei sussultò a quel tocco, ma non si spostò. Poi le posò due dita sotto al mento per sollevarglielo ed avvicinarsi al suo viso.
Ma sfortunatamente l'attenzione di entrambi venne attirata da un verso.
"Hai sentito anche tu?" Moana si ritrasse subito e si diresse verso la ringhiera più vicina per poter controllare meglio, assottigliò gli occhi per riuscire a vedere meglio quella strana figura, ma nulla, era troppo buio per poter avere un'idea chiara della situazione.
"C'era qualcuno..." rispose sottovoce.
Anche Jim si chinò per osservare in quella direzione, ma poco dopo rivolse la sua attenzione sulla ragazza "Non sembrava affatto amichevole."
L'amica fece per rispondere, ma quello strano verso venne nuovamente udito, questa volta più lontano, si poteva sentire appena, ma la direzione, per quanto avessero potuto capire, poteva essere il cortile della scuola.
"Non mi piace" mormorò, senza smettere di fissare quel punto.
In quel preciso istante lo sguardo di Jim mutò "Nemmeno a me."



 
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NOTE AUTRICE:
Ciao ❤❤❤
Sono riuscita ad aggiornare! Miracolo!
Iniziano ad accadere pian piano nuove cosette e i drammi non mancano tra i personaggi.
Moana e Jim hanno avuto un bel chiarimento, anche se ora sembrano essersi distratti da altro. Elinor alla fine è un po' fangirl, ma per la coppia sbagliata. Vabbeh xD
Mi sta piacendo un sacco scrivere i confronti tra Anna ed Elsa, non lo avrei mai pensato, ma sono alcuni dei momenti che mi piacciono di più da raccontare. 
Non sto a tediarvi troppo in queste note, che avrò già scritto troppo in questo capitolo. Vi ringrazio tantissimo come sempre e auguro Buon Halloween a tutti!

 

 
~Un abbraccio grande~




 

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Capitolo 30
*** La verità di Elsa ***


Cap 30: La verità di Elsa

 
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Non era passato molto da quando si erano intrufolati nell'ufficio e non era solito lasciarsi prendere dal panico, ma per Nick quei minuti sembrarono interminabili. Cercò tra i vari scaffali, mobili, addirittura dentro il cestino, lanciando ogni tanto qualche breve occhiata furtiva alla porta d'entrata, ormai socchiusa.
Era piuttosto sicuro che Gaspare e Orazio sarebbero stati fuori dai giochi per un bel po', quello che temeva maggiormente era l'arrivo del professor Pitch: se li avesse scoperti sarebbe stata la fine. Normalmente quando il professore lo riprendeva era solito trovarsi in compagnia di Jack, per il quale Pitch sembrava provare un particolare interesse nell'escogitare punizioni fastidiose.
Questa volta non ci sarebbe stato il suo amico a fargli da scudo, ma Judy.
E lei aveva una linguaccia potente, sarebbe potuto finire in un guaio ben peggiore.
"Finalmente!" aveva urlato la Grifondoro, attirando così l'attenzione di Nick.
Era riuscita a trovare la collana all'interno di un cassetto della scrivania di Pitch: era avvolta in un panno, ma si poteva intravedere il brillante gioiello rosso. La ragazza fu così entusiasta che senza pensarci tese una mano per afferrarla, ma Nick si sporse immediatamente verso di lei e con un rapido gesto la fermò, afferrandole la mano appena in tempo "Attenta!"
Solo allora la Grifondoro sembrò capire il motivo e si scusò, un po' imbarazzata "Grazie."
Si era sentita una tale sciocca, per un momento si stava dimenticando della maledizione e se non fosse stato per Nick quel gesto l'avrebbe portata dritta al San Mungo a far compagnia alla ragazza di Beauxbatons, se non peggio.
L'altro le sorrise, non capendo il perché fosse arrossita in quel modo, finché Judy non puntò nuovamente gli occhi sulla loro stretta "Dovresti lasciarmi la mano."
"G_giusto!" lasciò immediatamente la presa e tossicchiò un paio di volte, allentandosi di poco la cravatta mentre attendeva che la ragazza tirasse nuovamente fuori la bacchetta per fare l'incantesimo.
"Sarà parecchio complesso..." mormorò "Con una buona fortuna, riusciremo a capire il proprietario della collana."
"Non ti passa per la testa che magari ci avra' gia' pensato Pitch?"
Judy alzò le spalle "Può darsi. Ma qualcosa sta accadendo, non voglio essere lasciata indietro. Se qualcuno di noi è in pericolo, è nostro dovere saperlo."

"Lo hai già fatto prima, vero?"
"Certo!" 
Lo sguardo di Nick sembrò rilassarsi. 
"Più o meno..." concluse poi lei sottovoce.
Questo lo fece scattare.
"Cos... Judy!" provò a toglierle la bacchetta dalle mani ma lei allontanò il braccio, guardandolo di sottecchi.
"Non sono venuta qui per niente!"
"Ma non sei qui nemmeno per andare in infermeria!"
"Infatti ti ho portato con me per aiutarmi" disse "Ho bisogno di concentrazione, alla minima distrazione potrei perdere il contatto. Se vedi che sta iniziando a diventare troppo pesante, fermami."
Nick sembrò esitante, ma osservando il suo sguardo così determinato alla fine si lasciò convincere ed annuì, allontanandosi di un passo per permetterle di concentrarsi al meglio, senza alcuna pressione.
"Testarda..." sospirò.
Dopo aver preso un lungo respiro, ripeté l'incantesimo sottovoce ed una luce brillante avvolse la bacchetta, poi con estrema delicatezza appoggiò la punta sulla collana e di colpo avvertì una scossa forte in tutto il corpo: Era una sensazione strana: il suo corpo era immobile, mentre la sua mente sembrava fosse stata trasportata in un tunnel pieno di luci sfolgoranti e si stesse muovendo più veloce di una Firebolt.
Capì che l'incantesimo aveva funzionato solo quando oltre alle luci sfolgoranti iniziò a percepire anche una voce. Inizialmente non riuscì a comprenderla appieno, sembrava poco chiara.
Poi finalmente lo sentì.
"Non è stato facile procurarmi questa collana."
 
Era la voce di un ragazzo, ma per quanto si sforzasse, non riusciva ancora a stabilire chi fosse.
 
"Un po' mi dispiace, è una ragazza così bella..." 
 
Era piuttosto sicura di averla già sentita, sembrava così famigliare.
Poi finalmente la riconobbe.
Era Gaston. Quella era la sua voce, era lui il proprietario della collana.
Avevano ragione fin dal principio: Elsa era il bersaglio, quella ragazza di Beauxbatons era stato solo uno sfortunato incidente. Voleva farle del male e non era il solo.
Nel suo ultimo ricordo stava parlando con qualcuno.

 
"Assicurati solo di parlare bene di me..."
 
Cercò di rimanere più a lungo su quell'incantesimo nella speranza di scorgere un indizio sull'altra persona, ma più passava il suo tempo in quel limbo, più sentiva le forze cedere.
Alla fine non resistette oltre e si sentì nuovamente trascinata nel suo corpo, Nick le aveva messo una mano sulla spalla per scuoterla e questo aveva interrotto l'incantesimo.
Avrebbe voluto dirgli che non doveva intromettersi, ma nell'istate che riprese pieno possesso del suo corpo si sentì talmente stanca da non riuscire a dire una parola.
"Judy? Judy? Va tutto bene?!"
Continua a chiamarla, ma lei sembrava sempre più confusa, come se non avesse ancora metabolizzato l'incantesimo. Le sue gambe iniziarono a cedere e fece per appoggiarsi alla scrivania, Nick la fermò in tempo e le portò il braccio sulla sua spalla per sorreggerla meglio.
"Lo sapevo che era troppo difficile, anche per una testarda come te."
Judy alzò debolmente il capo e lo guardò "G_Gaston..." sussurrò piano.
L'espressione di Nick si indurì "Ho il permesso di sentirmi offeso?"
"N_No...Gaston... è lui che..." ma non fece in tempo a dire altro purtroppo. Improvvisamente entrambi sentirono delle voci farsi sempre più vicine, seguite da dei passi.
Facendo attenzione a non farsi notare Nick si sporse leggermente e guardò dall'uscio della porta semi chiusa, vide un paio di studenti del quarto anno di Serpeverde attraversare il corridoio, borbottavano qualcosa a proposito di dolci impazziti, ma a lui bastò guardare i loro abiti e capelli completamente sporchi di cibo per capire cosa fosse accaduto.
"Si direbbe che lo scherzo di Jack si sia attivato" disse con un lieve sorrisetto sul volto. Judy lo guardò confusa ma non disse nulla.
Dopo aver risistemato il cassetto con la collana al suo posto, Nick la aiutò nuovamente  a rialzarsi e la accompagnò fuori dall'ufficio, facendo attenzione a non scontrarsi con altri studenti in fuga da quel macello.



 
~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~




Finalmente lo scherzo si era attivato: facendo molta attenzione a non farsi scoprire, Jack e Merida avevano contaminato i dolci e le bibite della festa con le pozioni, creando in pochi minuti un gran frastuono tra tutti gli invitati.
Alcune sedie incantate passavano da una zona della Sala all'altra con alcuni studenti ancora seduti. Altri si erano visti crescere delle lunghe orecchie di asino, perfino il professor Bunnymund era stato colpito, suscitando però l'ilarità da parte di alcuni ospiti, tra cui Sinbad che, al contrario di Uberta, sembrava parecchio divertito dalla situazione.
Hiccup diede una veloce occhiata ad Astrid, che nel frattempo stava aiutando una sua compagna di scuola scivolata a terra per sbaglio. Ricordava bene il forte temperamento della ragazza ai tempi del primo anno e, seppur ora sembrasse essersi calmata, era ben sicuro che per una trovata del genere lei ed altri non si sarebbero risparmiati nel farla pagare agli artefici dello scherzo.
Poi ecco una scena che aveva dell'incredibile: Jack e Merida si trovavano ai due lati del portone d'ingresso, erano entrambi accucciati e sembravano tenere con fatica una scatola che non faceva che dimenarsi come un'ossessa. Tullio e Miguel, al centro della sala, fecero a loro un segno di via libera, Jack aprì di conseguenza la scatola e ordinò a Merida si fare lo stesso, dal loro interno fuoriuscirono due creature fatte interamente di brina, dall'aspetto molto simile a due dragoni. Le creature si mossero leggiadre attorno agli studenti che ne rimasero del tutto incantati mentre altri, invece, parvero intimoriti e si accucciarono per non rischiare un ennesimo scherzo, ma appena le creature gli si avvicinavano, potevano accorgersi che non li degnavano di uno sguardo. Si limitavano solo a vagare attorno alla sala, stupendo i presenti. Perfino il preside ne rimase colpito, altri insegnanti come Sebastian e Bunnymund invece, provarono ad intervenire, ma non appena fecero un passo, i due draghi si innalzarono improvvisamente, arrivando più vicino al soffitto di quanto fosse possibile.
Poi esplosero, sgretolandosi in una brina che velocemente ricoprì il suolo, trasformando in breve tempo l'intera sala in una sorta di paesaggio invernale.
Tutti ne rimasero incantati, perfino gli insegnanti si fermarono alcuni istanti per guardarsi attorno. Anche Jack li imitò, sembrava addirittura stupito pure lui di quella scena.
"Wow... Non mi aspettavo questo effetto!"
Anche se non lo avesse visto aprire quella scatola poco fa, Hiccup avrebbe immediatamente collegato Jack a quegli scherzi, proprio perché ormai conosceva il suo modo di fare. In verità tutti ne erano a conoscenza. Probabilmente anche Bunnymund avrebbe sospettato di lui, ma Jack era fin troppo convinto che in qualche modo se la sarebbe cavata.
Il più delle volte agiva da solo, tuttavia i suoi scherzi divertivano gran parte degli studenti, in particolare quelli dei primi anni. Era sicuro che persone come Tullio, Miguel, Eugene o Nick avrebbero testimoniato che non centrava nulla, e diamine, pure lui lo aveva fatto l'anno precedente, quando per sbaglio Jack aveva fatto imbestialire i Gargoyles che stavano di guardia all'ufficio del preside.
Il preside d'altra parte, era una persona molto buona, con lui poi sembrava addirittura colpito da certe sue azioni, trovandolo ingegnoso e con una grande potenzialità. Se il ragazzo non era ancora stato espulso gran parte del merito lo doveva interamente a Nord.
Dopo aver fatto un cenno a Tullio, Jack uscì velocemente fino alla Sala d'ingresso, seguito a ruota da una Merida ancora meravigliata per lo spettacolo di poco fa. A quel punto Hiccup decise di seguirli, se non altro, voleva almeno far presente del guaio in cui si stavano cacciando.
E sì, forse si sentiva pure arrabbiato. Soprattutto quando li vide parlottare allegramente come se nulla fosse, a discapito del disagio che avevano potuto provocare a qualcuno la dentro.
"Bella mossa Jack! Non riesci a trattenerti nemmeno una sera?!"
L'altro cercò di soffocare un'ulteriore risata e con nonchalance appoggiò la schiena contro il muro "Che ci posso fare... Sono fatto cosi!"
Merida non la stava smettendo di ridere e a quel punto gli occhi verdi del Corvonero puntarono su di lei "Sul serio lo trovi divertente? Avete superato il limite questa volta. Siete all'ultimo anno, ma sembra che non vi importi!"
"Dai Hicc, l'hai visto tu stesso. E' stato un bello spettacolo!" il Serpeverde tirò fuori dalla tasca una scatola identica a quella che aveva scatenato quel drago, solo molto più piccola "Ti piace? Mi ha ispirato la lezione sui Patronus. Ogni scatola farà uscire un animale, in maniera del tutto casuale e dopo un breve spettacolino... Pooof!" rise "Certo... Devo ancora lavorarci su, non mi aspettavo tutta quella neve alla fine... Ma ha fatto il suo effetto!"
Non sembrava minimamente preoccupato delle conseguenze, tant'è che perfino Merida lo osservò con una punta di sorpresa nello sguardo.
"Quindi era un prototipo?" chiese. Jack annuì.
"Funzionano meglio se sperimentati sul campo. Niente urla Buon Natale più della neve e delle sorprese!" ma l'espressione scocciata di Hiccup non sembrava essere scemata di una virgola, Jack così si sporse verso di lui, dandogli un breve colpetto sulla spalla per motivarlo "Non fare il brontolone, non ti si addice per niente!"
"Lo sai vero che se fosse per Bunnymund saresti già espulso dal quarto anno?"
"Ma sta di fatto che non è il preside!"
Lui alzò gli occhi al cielo "Oh certo, quindi approfittiamo della bontà di Nord per fare quello che vogliamo!"
"Quanto sei pesante Hiccup!" sbuffò Merida, dandosi il cinque col compagno "Era solo uno scherzo!"
"Ma ti senti? Sembri Jack!"
Il Serpeverde inarcò un sopracciglio con aria divertita "E' un complimento."
Ma la battuta venne completamente ignorata dai due che ormai sembravano averlo escluso dal discorso.
Merida portò le mani ai fianchi "Abbiamo solo voluto movimentare un po' questa serata noiosa."
"Quanta generosità" Hiccup passò lo sguardo da lui alla ragazza "Da quando hai ricominciato a farti coinvolgere così da lui?"
Sapeva che Jack riusciva a trascinare nella sua euforia anche le persone più miti, ma pensava che Merida avesse un minimo di sale in zucca da evitare un comportamento del genere. 
Lei però non sembrò della sua stessa opinione, anzi, durante il suo breve discorso aveva alzato gli occhi al cielo.
"Ti da fastidio che sia mio amico?"
Questa volta Hiccup non esitò un solo istante e tirò fuori tutto quello che pensava in quei giorni.
"Può darsi."
"C_come?"
Il Serpeverde sorrise compiaciuto, passando lo sguardo da uno all'altra "Oh, questa non me la perdo."
Hiccup continuò ad ignorarlo, rivolgendo tutta la sua attenzione sulla ragazza "So com'è fatto Jack, ma credevo che almeno tu avessi più sale in zucca. Da quando vi frequentate sei strana, non ci parliamo più come prima."
"I cattivi ragazzi piacciono di più Hicc, lo sai!"
Il Corvonero alzò un sopracciglio "Direi più... Dispettoso."
Jack lo inarcò un sopracciglio con aria indispettita "Dispettoso? Cosa sono... Un folletto?"
Merida a quel punto si contrappose tra i due, fissando seccata Hiccup "Un momento... Noi non ci parliamo più come prima? Davvero?" portò le mani ai fianchi "E di chi è la colpa secondo te?!"
"Succedeva da prima di Sdentato!" disse quasi esasperato, si era portato una mano sulla nuca mentre con l'altra aveva iniziato a gesticolare per il nervoso "Non lo so io... Sento che  mi stai tenendo nascosto qualcosa, prima ci raccontavamo tutto. Credi che non me ne accorga quando parli di nascosto con gli altri? Che sta succedendo? Non ci siamo mai tenuti dei segreti!"
"Hai iniziato tu questa estate! Non sono obbligata a dirti tutto sulla mia vita!" soffiò Merida "Adesso che passo il mio tempo con altre persone ti importa di me?"
"Mi è sempre importato di te!"
"Allora perché non mi hai invitata?!" quella domanda fu così inaspettata che per un momento lui la fissò stranito. 
"M_ma ti senti?! Mi volevi invitare al ballo solo perché tua madre mi detesta!" 
"Ti volevo al ballo con me e basta!" disse la rossa, battendo un piede per la rabbia "Ho sbagliato approccio, okay? Ma era chiaro che volevo andarci con te!"
Hiccup la guardò in silenzio.
L'altra si scambiò nervosamente un'occhiata con Jack, per poi tornare a fissare un punto in in fondo alla stanza, era arrossita ma cercava di nasconderlo tra la folta chioma di riccioli.
"Era chiaro?....Stai...Scherzando spero, perché a me il tuo atteggiamento in queste settimane è sembrato tutto tranne che chiaro" disse a bassa voce "Era...Era mica un messaggio in codice di voi ragazze?"

Lei fece per parlare ma lui non le diede il tempo, stava iniziando ad alterarsi e aveva preso a camminare avanti e indietro "Ma perché non me l'hai detto subito?! Non potevi essere più sincera? Ti vergognavi a chiedermi di uscire?!"
"Oh oh...E' partito" disse flebile Jack.
"Ti feriva l'orgoglio ammettere che volevi stare con me?! A volte sembra che... D_davvero non mi conosci! Perché è sempre tutto così complicato con te?! Perché non può essere più facile?! Con Astrid non avrei..." si fermò di colpo, accorgendosi di essere andato oltre.
Oh no.
Non doveva dirlo.
Jack portò immediatamente lo sguardo altrove e poi d'istinto chiuse gli occhi, immaginando la furia prorompente della ragazza.
Ma inaspettatamente ciò non avvenne.
Merida stava li ferma a fissare Hiccup con un'espressione indecifrabile che fece raggelare il povero Corvonero, provò subito ad avvicinarsi, ma lei si allontanò, camminando a passo svelto verso l'uscita del castello.
Aveva bisogno di prendere un po' d'aria, di sfogarsi e soprattutto sentiva il bisogno di stare da sola, lontana da lui. 
Entrambi la osservarono per qualche istante, poi Jack portò nuovamente la sua attenzione su Hiccup, la sua espressione era cambiata, non era più la solita beffarda e giocherellona di prima: sembrava essere davvero serio questa volta.
"Pessima, pessima mossa."
Si allontanò anche lui dal Corvonero e con passo svelto fece per raggiungere Merida fuori, sperando non si fosse allontanata troppo. L'altro rimase ancora fermo, indeciso se raggiungere anche lui la ragazza o meno, ma ripensando all'espressione così dura che gli aveva rivolto poco prima di lasciarlo, si fermò e rimase semplicemente li al suo posto.
Si sentiva ancora arrabbiato per la scenata, ma le parole di Merida lo avevano preso alla sprovvista e per l'agitazione si era espresso male. Però su una cosa non si pentiva.
Era troppo complicato, forse entrambi non erano pronti, forse sarebbe stato meglio non uscire dalla zona amicizia. 



 
~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~



In breve tempo la festa si era trasformata, ma al contrario degli insegnanti, molti studenti sembravano divertirsi, addirittura alcuni avevano iniziato a bere di loro spontanea volontà le bibite per avere le orecchie da asino e riderci su, compreso Sinbad e Ralph.
Forse anche Anna avrebbe trovato buffi gli scherzi, se in quel momento non fosse stata furiosa per il comportamento di sua sorella. Per qualche istante era rimasta anche lei incantata dallo spettacolo di quei draghi, ma poi la sua mente era tornata ad Elsa e Hans, il modo in cui la stava guardando, la loro vicinanza, e la frustrazione aveva iniziato a prenderle il controllo. 
Si sentiva arrabbiata, tanto da non sapere nemmeno dove stesse andando, sapeva solo che voleva allontanarsi da quella festa il più in fretta possibile. Senza prestarci troppa attenzione cercava di evitare i dolci impazziti e qualche studente che le stava venendo in contro, sentiva dietro di lei Elsa che continuava a chiamarla, implorandola di fermarsi, ma cercava di ignorarla e di passare avanti.
Era quasi arrivata al corridoio del Piano Terra quando Ego, inseguito da dei tortini incantati, si scontrò contro di lei facendola cadere a terra come un sacco di patate. 
Quel breve momento permise ad Elsa di raggiungerla e tentare di soccorrerla.
"Ti aiuto io" istintivamente le offrì la mano per tirarla su, ma l'altra con un rapido gesto fece per alzarsi da sola, ignorandola volutamente.
"Ce la faccio da sola."
La freddezza con cui lo disse fece quasi tremare la gemella "Anna io..."
"No! Questa volta TU ascolta me! Sono stufa di questo comportamento! Mi dici che non ti piace Hans, eppure è tutta la sera che non fai altro che guardarlo!"
"Io non..."
"Credi che non me ne sia accorta?! Perché non sei sincera con me?! Mi tieni sempre tutto nascosto!" disse esasperata. Si sentiva stanca di tutto, era esausta. 
Ed era stufa di essere trattata come una stupida, perché era esattamente in questo modo che la faceva sentire sua sorella.
"Non mi piace Hans! Non.."
"Che segreto tieni con le zie?" la fermò "Perché mi è stato cancellato un ricordo?!"
L'espressione di Elsa improvvisamente cambiò, se prima era preoccupata, ora sembrava terrorizzata come mai in vita sua.
"Loro ti hanno detto..." mormorò talmente piano che quasi non riuscì a sentirla con tutto quel caos attorno a loro. Ma questa volta Anna non sarebbe stata zitta.
Voleva delle risposte, e le voleva adesso.
Basta tergiversare.
La guardò seria "Rispondi, ti prego."
Elsa boccheggiò qualcosa, finendo per allontanarsi di qualche passo, l'altra la seguì immediatamente e tentò addirittura di superarla per bloccarle la strada "Io non ne posso più! Mi eviti da anni per qualcosa di cui non ricordo nemmeno l'esistenza! Cosa ti ho fatto di male per meritarmelo?!"
L'altra si fermò, abbassando il capo titubante, ma le urla della sorella si fecero sempre più forti e strazianti.
"Elsa rispondi!"
A quel punto la gemella alzò di scatto il capo "N_non posso!" 
"Perché'?!" sussurrò debolmente Anna "Mi odi fino a questo punto?"
Elsa si morse un labbro e fece per allontanarsi ancora "Sei tu che odierai me!"
"Cos...? Io..." In quel preciso istante, lo sguardo della Grifondoro sembrò calmarsi "N_non potrei farlo. Non per davvero." 
Dentro di sé sentiva ancora tanta rabbia, ma vedendo l'espressione di Elsa non riuscì a fare a meno di tirare fuori un debole sorriso. 
Un sorriso che spezzò ancora di più il cuore alla gemella.
"Sei mia sorella."
Elsa la fissò e solo per un breve momento il suo sguardo parve addolcirsi, ma poi avvertì di nuovo quella sensazione, quel ricordo lontano che non faceva altro che tormentarla, e la voce iniziò a tremare "Lo farai... Lo farai di nuovo."
Teneva le mani sulla testa, come per scacciare via tutti quei brutti pensieri "Mi odierai e sarà solo colpa mia. Lo è sempre stato."
Anna la fissò in silenzio. Il modo in cui si stava comportando la spaventò ancora di più, era letteralmente sconvolta e non poté fare altro che chiedersi cosa fosse successo di così traumatico nella sua vita da portarla a non fidarsi nemmeno della sua stessa sorella.
"Ho fatto... D_delle cose molto brutte..."
"In... Che senso?" vedendola tremare così, cercò di posarle una mano sul braccio per calmarla ma l'altra si allontanò ancora una volta.
Poi avvertì un brivido, rendendosi conto che la temperatura sembrava essere notevolmente scesa tutta in una volta.
"Elsa..."
"E' iniziato con loro e... Io non...Oh Anna, io non avrei mai voluto!" aveva le lacrime agli occhi e non faceva altro che indietreggiare, come se avesse paura di starle vicino "Ero arrabbiata...Non capivano!"
"Chi?" domandò piano la sorella, ma Elsa non rispose così cercò di avvicinarsi con ancora più decisione.
Aveva un brutto presentimento.
"Elsa... Cos'hai fatto?"
Ma lei non rispose.
"Loro chi erano?!"
Ancora silenzio.
"DIMMELO!"
"I nostri genitori!" disse tutto d'un fiato.
Anna si immobilizzò "...Che cosa..." la vide serrare subito le labbra e portarsi le mani sul viso, forse per non farle vedere le lacrime che iniziavano a rifarle il volto.
Ma questa volta la sorella sembrò non accorgersene minimamente, si limitò a ripetere quelle parole.
I suoi genitori.
Elsa aveva fatto del male ai suoi genitori, e lei non ne aveva mai saputo nulla.
Senza pensarci indietreggiò di un passo e si portò le mani al petto, sentì gli occhi umidirsi e in pochi istanti anche lei si trovò a versare inevitabilmente delle lacrime.
"I nostri genitori..." sussurrò.
Non riusciva a crederci. 
Era per questo che non si ricordava nulla? Le avevano cancellato la memoria per togliere quel ricordo così doloroso? Ma perché?
No no c'era uno sbaglio.
Per quanto sentisse un forte dolore pervaderle il petto, era sicura che sua sorella non le aveva raccontato tutto. C'era dell'altro. Doveva esserci.
Elsa era buona, non avrebbe mai ferito nessuno.
Dei passi si avvicinarono e solo quando sentì la sua voce rassicurante alle sue spalle si rese conto dell'arrivo di Kristoff. 
"Anna, che ti succede?"
Voltò il capo verso di lui solo per pochi secondi, ma una volta tornata a fissare sua sorella, si accorse che si stava allontanando. Prima di inseguirla però la sua attenzione venne inesorabilmente attirata verso il basso dove prima stava Elsa, quasi sbiancò alla vista di tutto quel ghiaccio che stava coprendo gran parte del pavimento, facendo scivolare qualche studente che stava correndo per quella zona.
Non poteva far parte dello spettacolo di poco fa, quando era esploso aveva distribuito solo della neve, ma il pavimento non si era ghiacciato. Inoltre si erano già allontanati da un pezzo dalla sala.
"G_ghiaccio?" 
Non ci stava capendo più niente, che stava succedendo?
Quella era davvero sua sorella?



 
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NOTE AUTRICE:
CAPITOLO TRENTAAAAA! Che bellooooo ❤
Come vedete, andando avanti questa festicciola diventa sempre più movimentata, e non è ancora finita qui, il bello arriva tra pochissimo.
Per l'incantesimo che usa Judy con la collana, ovviamente me lo sono inventato. Perdonatemi ma certe cose ho dovuto fare un po' di testa mia. E' comunque un incantesimo complesso e pensavo che una persona come Judy ce l'avrebbe fatta a controllarlo, almeno per un pochino.
E che dire poi tra Elsa e Anna, ho cercato di riprendere un pochino il film, approfittando del ballo del Ceppo, anche se qui la situazione è più intricata e dark, visto quello che è successo ai genitori. Spero che l'idea vi sia piaciuta! 
Non vedevo l'ora di scrivere questo pezzo!
Grazie a tutti ❤❤

 
 
~Un abbraccio~
 

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Capitolo 31
*** Ghiaccio e Sangue ***


Cap 31: Ghiaccio e sangue  
 

   Princess Anna gif - Frozen Photo (37205971) - Fanpop



 

Jack aveva seguito Merida al di fuori di Hogwarts, ma non era completamente sicuro di trovarla ancora nei dintorni vista la velocità con cui era sparita. Temeva fosse tornata ai dormitori e li purtroppo non avrebbe potuto aiutarla, essendo di una casa diversa. Fortunatamente riuscì a individuarla nel piccolo giardinetto vicino all'entrata della Sala d'ingresso.
Le si avvicinò, mantenendo comunque una certa distanza di sicurezza. Merida non era abituata a lasciarsi trasportare in quel modo dai sentimenti e per quanto si vedesse che stava soffrendo, si sentiva comunque un grande imbranato, non era solito a confortare un amico per questioni d'amore.
Stava seduta con la schiena appoggiata contro il muro, le ginocchia al petto e la testa abbassata, probabilmente per non far vedere che stava piangendo per la faccenda di Hiccup. Quel pensiero lo fece allarmare un po' di più: da quel che ricordava, poteva contare sulle dita della mano i momenti in cui l'aveva vista piangere in quel modo. Una volta un bolide l'aveva scaraventata brutalmente durante una partita, rompendole il naso e perfino in quella condizione era riuscita a trattenere le lacrime.
Anche perché ricordava molto bene che era stata Anna a compensare per tutte e due, trattandola come una moribonda.
Ma Jack era piuttosto sicuro di non averla mai vista così vulnerabile come in quel momento, men che mai per una questione di cuore.
A pensarci bene, forse Hiccup era effettivamente il primo ragazzo per cui Merida aveva una cotta, dato che in tutti quegli anni che si conoscevano non l'aveva mai vista tanto attaccata ad una persona come con lui.
Tossì un paio di volte per attirare la sua attenzione e quando vide il suo capo alzarsi leggermente per guardarlo, le rivolse un sorrisetto per cercare di sollevarle il morale "Sai... Mentre ti cercavo ho visto il professor Ego fuggire da uno stormo di tortini incantati!" si appoggiò poi con la schiena sul muro, guardando altrove "Credo di poter classificare questo scherzo tra i primi cinque, che ne dici?"
Merida non rispose, si limitò a tornare con la testa bassa e tirare un lungo, snervante sospiro. Al ché Jack si grattò debolmente la testa e fece per abbassarsi, piegandosi sulle ginocchia per arrivare al suo livello "Ascoltami, lascia perdere questa storia. Domani tornerete amiconi come prima!"
"Amici. E' proprio questo il problema!" borbottò, con la faccia ancora nascosta "Sono così patetica..."
Lo sguardo del Serpeverde si fece più duro "Hey hey. Voglio bene ad Hiccup, ma poteva risparmiarsela quella frase. E' normale che ti senta giù."
"No che non è normale! Io... N_non dovrei sentirmi cosi!" finalmente aveva alzato lo sguardo e solo in quel momento ebbe la conferma che stava davvero piangendo sul serio.
"Eh, l'amore fa questo effetto" sospirò "...O almeno credo."
"L'amore fa schifo" soffiò Merida.
Jack rise e le fece cenno si alzarsi, inizialmente la Grifondoro parve titubante ma dopo un po' decise di seguire il suo consiglio e con fatica si rialzò, dandosi una leggera passata al vestito ormai sporco di terra.
"So di non essere la prima persona che ti viene in mente quando si tratta di problemi di cuore, ma alla fine sono tuo amico, no? E gli amici si aiutano."
La rossa lo fissò dubbiosa "Jack..."
Lui la fermò, appoggiando le mani sulle sue spalle "Sarò la tua Anna per questa sera!" disse "Ma non puoi farmi le trecce, ho una dignità anche io."
Sul volto della ragazza finalmente comparve un leggero sorriso e con la manica si asciugò  gli occhi ancora umidi "N_non sei obbligato."
"Potrai sempre avere una spalla su cui piangere con me" le fece cenno di avvicinarsi e si diede un colpetto rapido alla spalla, facendole l'occhiolino "Di solito non lascio usare la spalla destra a chiunque. Ma non dirlo a Nick, potrebbe ingelosirsi."
L'altra rise e finalmente si convinse, lentamente gli si avvicinò ed appoggiò il capo, sentendo inavvertitamente altre lacrime scendere sul suo volto. Jack rimase fermo e la abbracciò.
Era strano fare la parte della persona seria per una volta, ma si sentì bene. Forse un po' rigido, probabilmente perché non era mai stato abituato a comportarsi in quel modo.
Ma Merida era sua amica e in quel momento aveva bisogno di conforto, poco importava il resto.
"Aspetta!"
La voce di Anna fece eco tra le mura, costringendo i due a voltarsi per capire cosa stesse succedendo. Videro Elsa correre verso la loro direzione, anche lei sembrava devastata e sull'orlo delle lacrime, dietro di lei Anna stava provando a raggiungerla.
"Che hai fatto ai nostri genitori?! Che cos'è successo?!"
Ma lei non rispose ancora.
"Elsa non ti lascerò andare via! Non questa volta!" con uno scatto le afferrò il braccio per fermarla ed un improvvisa gelata le attraversò tutto il corpo. Nell'atto di mollare la presa di scatto, portò via anche un guanto.
"Ridammelo!" disse in fretta la gemella. 
Anna portò lo sguardo da lei al guanto, sentendo ancora quei brividi lungo tutta la schiena "Sei... ghiacciata..." 
Elsa si limitò ad abbassare il volto, mentre lei tentava di avvicinarsi ancora.
"I guanti servono a qualcosa? Che... Che ti sta succedendo?! Perché non mi parli?!"
Non avendo alcun riscontro da parte sua, provò nuovamente a toccarle un braccio a discapito del gelo.
"Non allontanarmi ancora..."
Elsa indietreggiò e il suo sguardo si fece improvvisamente più serio. 
Anna si fermò, sentendosi a disagio. L'occhiata che ricevette dalla sorella la fece gelare più del freddo.
"Smettila."
"Come?"
"Smettila di insistere" continuò, sempre più autoritaria "Non è il momento... Io..."
Ma a quel punto Anna scoppiò sul serio, e tutta quella confusione che le stava invadendo i pensieri venne spazzata via dalla sola rabbia. Una rabbia che aveva celato per troppo tempo ormai.
"Non è il momento? NON E' IL MOMENTO?!"
Quello scatto così istintivo e furente, non dalla solita Anna, sorprese anche la sorella.
"E quando sarebbe il momento? Sono anni che mi tieni all'oscuro di tutto!"
"Credi che mi sia divertita?! Credi che mi sia piaciuto tenere questo segreto da tutta la vita?!"
"Non te l'ho mai chiesto io di mentirmi!"
"L'ho fatto per farti avere una vita normale!" in quelle parole, Elsa dovette nuovamente trattenere le lacrime "Almeno tu dovevi averla." 
Ma questa volta Anna non si scompose, anzi, avanzò ancora di un passò, esternando tutta la frustrazione che teneva nascosta "Come posso avere una vita normale se mia sorella, la mia unica sorella, mi ha sempre voluta escludere?!"
"Non avresti capito! Mi avresti odiato!" 
"Adesso smettila tu!" La fermò, i suoi occhi si fecero più lucidi "Non parlare a nome mio, Elsa...Questo dimostra che non mi conosci davvero! Non hai mai voluto conoscermi!"
A quel punto Jack si sentì in dovere di intervenire, fece cenno a Merida di seguirlo e con uno scatto si frappose subito tra le due, sperando in parte di fermare questo litigio.
"Ehi insomma... E' la serata della disperazione? Stanno uscendo delle parole un po' troppo forti."
Le due sorelle non smisero un solo istante di fissarsi irate, ignorando completamente l'intervento del Serpeverde.
"...Mmh? Ragazze?"
In quel momento avvertì dei passi in lontananza, Kristoff li aveva appena raggiunti, aveva il fiatone e si era dovuto prendere qualche secondo per riprendere fiato.
"Vi ho c_cercate dappertutto!" disse "Con tutto quello che sta succedendo la dentro vi avevo totalmente perse di vista."
Quelle parole suscitarono immediatamente l'interesse di Jack.
"Allora, come ti è sembrato?" chiese, indicando con un cenno il castello.
"E' stata opera tua?"
Lui gonfiò il petto con aria compiaciuta "Beh, si. Mi sono fatto aiutare, ma l'idea è stata mia."
Merida in risposta alzò gli occhi al cielo, ma non disse altro. Si era limitata ad avvicinarsi ad Anna e provare a tirarle una manica dell'abito per ricevere la sua attenzione, ma l'altra le fece cenno di fermarsi, non era decisamente nell'umore di ritornare alla festa, né tanto meno di lasciar andare sua sorella.
Anche Kristoff ci fece caso, ma immaginò si trattasse per il problema di Hans e per tanto decise che sarebbe intervenuto solo se necessario. 
In fondo era una semplice discussione per un ragazzo, sarebbe passata in fretta. Così decise di concentrarsi su Jack, anche perché da come lo guardava, sembrava desideroso di vantarsi ancora un po' dello scherzo.
"Non male. Ma la prossima volta controlla meglio i tuoi giochini, ho rischiato di rompermi il collo con quel pavimento congelato, poco fa."
L'entusiasmo del giovane si spense di colpo.
"Pavimento?"
"La neve che hanno portato quelle creature."
"Hai detto bene: neve, non ghiaccio" lo corresse Jack "Non dovrebbero ghiacciare le cose, non sono così sprovveduto."
Kristoff lo guardò confuso "Ma allora come..."
"E' stata lei" rispose debolmente Anna.
Immediatamente tutti quanti si voltarono verso le due, concentrandosi in particolar modo su Elsa.
"Sei stata tu, non so come o perché... Ma sei stata tu."
L'altra non si scompose, non indietreggiò, rimase ferma a fissare la gemella, cercando di ignorare gli sguardi meravigliati degli altri. Calò uno strano silenzio che venne spezzato dalla risatina nervosa di Jack.
"Davvero? Wow!" si avvicinò così ad Elsa "Felice di averti ispirato, ma se vuoi collaborare con me, prima regola: i miei scherzi non feriscono nessuno. Devono solo divertire" le mise una mano sulla spalla per cercare di scuoterla amichevolmente, ma non appena la sfiorò, avvertì un brivido gelido attraversargli tutto il corpo. Elsa fino a quel momento non se n'era accorta e si scostò immediatamente, con il passo che fece creò uno strato ghiacciato attorno a lei, lasciando i presenti a bocca aperta.
"Per le mutande di Merlino..." sussurrò Kristoff. Fece per sfiorare il braccio di Anna, cercando di avvicinarla a lui.
"Come ci sei riuscita?" chiese ancora stupefatta Merida.
Elsa avvertì nuovamente tutti quegli sguardi pungerle il petto.
"Qualunque corso sia a scuola, lo voglio fare anche io!" disse Jack, completamente meravigliato da quell'incantesimo.
Anna si staccò dalla presa di Kristoff e fece un passo in avanti, avvicinandosi a lui ed Elsa.
"No. Non l'ha imparato a scuola."
Elsa indietreggiò ancora, guardando prima Jack e poi gli altri "Lo hai visto? Allontanatevi vi prego. Nessuno di voi può difendersi." "Difendersi?" rise Jack, guardandola di sbieco. "Dico sul serio. Non siate così sciocchi da mettervi in pericolo!"
Ma quelle frasi vennero percepite dal ragazzo in maniera del tutto differente e non poté fare a meno di ridere ancora "Ora non stiamo esagerando un po'? Okay sei brava, ma è solo ghiaccio, che pericolo ci può essere?" fece per avvicinarsi, ma Elsa indietreggiò.
"Non farlo, credimi. Potrei...Farvi del male senza volerlo."
"E io che pensavo che Hiccup fosse quello più drammatico della scuola" sorrise ai compagni, poi tornò su Elsa "Dai mi spieghi come fai. Voglio imparare anche io!"
Vedendo l'espressione della ragazza, Merida avvertì una sensazione spiacevole invaderle il petto. C'era qualcosa che non andava, il suo sguardo non le piaceva per nulla.
"Jack, fai come dice."
I due interessati non la ascoltarono, Jack addirittura li fissò credendo fosse tutto uno scherzo.
"Ha ragione" la sostenne Kristoff, avvertendo anche lui quella sensazione "Anna, non..."
"Che diamine  vi prende ora?" quando il Serpeverde tornò a fissare la ragazza però, il sorrisetto di prima sparì di colpo.
Ora quella sensazione la avvertiva pure lui.
"Io non me ne vado finché non mi spiegherai tutto" disse Anna, non curandosi dello sguardo che stava ricevendo dalla gemella. Perfino Jack cercò di fermarla, ma lei lo ignorò.
Elsa era sul punto di esplodere, fece per indietreggiare, ma vide la sorella fare un ulteriore passo per raggiungerla.
"Hai capito cosa ti può succedere?!"
"Non farò come dici, non più!"
Ma lei non voleva sentire ragioni, e l'insistenza non faceva che esasperare Elsa ancora, e ancora. Si portò le mani alle orecchie, e si voltò, come se volesse scacciare via la sua voce.
"Per quanto mi allontanerai..."
"Anna..."
Il ghiaccio sotto ai suoi piedi si espanse ancora.
"...Ti raggiungerò sempre!"
"Finiscila!"
"Ti prego. Ho diritto di sapere!"
Con uno scatto, Anna fece per raggiungerla, in quel preciso istante Elsa la fissò e per un breve momento il suo sguardo sembrò mutare.
"BASTA!" con un gesto della mano fece per allontanarla via ed involontariamente delle schegge di ghiaccio si sparsero attorno a loro, la terra ai suoi piedi venne coperta da uno spesso strato ghiacciato, separando inevitabilmente le due sorelle.
Kristoff aveva provato a raggiungere i due, ma dovette indietreggiare non appena vide una stalagmite sbucare da sotto il terreno e sfiorarlo di striscio. Anche Merida fece lo stesso, coprendosi con un braccio per non rischiare di ferirsi gli occhi, quando li riaprì, vide che il ghiaccio si era sparso per tutta la zona, coprendo anche le piante e i muri.
Agli occhi di una persona esterna poteva sembrare addirittura uno spettacolo mozzafiato, e per qualche secondo buono, Merida si trovò quasi a dimenticare il come fosse successo, ma una volta che i suoi occhi, ancora meravigliati da ciò che la circondava, si scontrarono con quelli di Kristoff, riportò immediatamente l'attenzione su Elsa.
Era in piedi, con il braccio ancora allungato davanti a lei e lo sguardo pieno di rabbia. Ma la sua espressione si sciolse immediatamente non appena si rese conto di cosa aveva fatto.
"Oh no..."
Quelle semplici parole, dette a voce così bassa, vennero ugualmente sentite da Anna, che aprì immediatamente gli occhi, accorgendosi che Jack si era esposto per allontanarla prima che una stalagmite la colpisse. Ma quello che Anna non sapeva era che, spostandosi in quella traiettoria, una scheggia di ghiaccio lo aveva inavvertitamente colpito al petto.
Una scheggia che era destinata a lei.



 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~






Una volta che Moana e Jim scesero gli ultimi scalini per raggiungere il piano terra, non poterono fare a meno di sentire le grida in lontananza di alcuni studenti lungo i corridoi. Un po' confusi, decisero di passare oltre, ma durante il tragitto Jim si vide piombargli contro la figura di Gaston, il colpo fu talmente forte da farlo quasi scivolare per terra, per fortuna che Moana li vicino tese le mani per aiutarlo a sorreggersi.
"Guarda dove metti i piedi, idiota!" ringhiò Gaston senza degnarsi nemmeno di guardarlo, marciava a passo svelto, quasi correndo.
Jim era fortemente tentato di dargli una lezione, ma come fece per scattare avvertì la presa della ragazza al suo braccio farsi più serrata.
"Lascialo perdere." 
Furono poi attirati dall'arrivo di Nick e Judy, quest'ultima ancora frastornata per via dell'incantesimo, continuava sorreggersi sull'amico.
I quattro si scambiarono un'occhiata in silenzio, poi il fulvo sorrise e con una mano gli fece cenno di calmarsi "Ehm... Non è come sembra."
"J_Judy?!" Moana lo ignorò completamente e si gettò verso l'amica che nel frattempo era stata fatta sedere a terra, con la schiena contro il muro "Judy che ti succede?"
Jim lanciò un'occhiata torva a Nick che subito si mise sulla difensiva "Non allarmatevi, è solo un po' stanca. Si è scatenata troppo in pista. Yuhuu!" ma la battuta suscitò maggior sospetto all'amico.
"Davvero? Strano, avrei giurato foste spariti subito dopo la cena" disse "Che stavate combinando realmente?"
"Che stavate combinando voi" lo punzecchiò Nick. Vedendo l'espressione di Jim che ne susseguì, comprese di aver centrato il punto debole "Siete l'anima della festa e ve ne stavate in disparte?"
Nel frattempo Moana aveva posato una mano sulla fronte della ragazza per sentire se avesse la febbre "Judy, mi senti? Devo chiamare Miss Toothiana?"
Dopo un lungo momento, finalmente l'altra aprì debolmente gli occhi "No io... Sono solo stanca, non preoccuparti. Devo solo riprendermi."
In quel momento gli occhi verdi di Nick puntarono verso il basso, accorgendosi di uno strano oggetto al terreno, vicino ai piedi di Jim "E quello?"
L'altro lo imitò e dopo essersi dato una veloce passata tra le tasche si rese conto che quell'oggetto non era altro che la sfera con cui aveva risolto l'indovinello per la prossima sfida, lo raccolse immediatamente, passandosela tra le mani per controllare non si fosse rotta.
"Deve essermi caduta dopo lo scontro con Gaston..." sospirò "Quel cretino..."
"Gaston?" improvvisamente gli occhi di Judy si sgranarono "Era qui?"
"Si, è passato prima."
Fu come se le forze le tornarono tutte d'un colpo.
"E' lui!" disse, sporgendosi verso Nick "E' Gaston il proprietario della collana! L'ho vist... Beh... Sentito." 
Lo disse con così tanta enfasi da attirare l'attenzione anche degli altri due. L'amico però non sembrava molto convinto.
"Quel tontolone di Gaston, sicura?"
"Certo che sono sicura!"
"Ma di che state parlando?" chiese Moana ai due.
"Di quell'incidente in biblioteca..." rispose Nick.
"Non è stato un incidente!" lo corresse Judy "E' stato Gaston, è lui ad avercela con Elsa. Dobbiamo prenderlo!"
"Non credo possa scappar..."
"Nick!"
"Va bene, va bene" si portò le mani in tasca e sbuffò "Sei insistente carotina."
Judy sorrise compiaciuta e si rivolse poi a Moana "Se ci indicate dov'è andato possiamo cercarlo..." fece per rialzarsi, ma purtroppo le mancavano ancora le forze e scivolò nuovamente a terra, Moana si chinò subito per soccorrerla.
"Andiamo noi. Tu rimani qua."
"Ma io..."
"Non ci sono ma" la fermò la ragazza "Non so cos'hai combinato, ma lascia fare a noi, tu riprenditi, noi andiamo a fare due chiacchiere con Gaston."
Judy non sembrava molto favorevole della decisione, ma alla fine accettò, anche perché sentiva che non sarebbe riuscita a reggersi sulle sue gambe per ancora parecchi minuti e l'ultima cosa che voleva fare era rallentare tutti col suo passo.
Sussurrò qualcosa a Moana, poi lei e Jim scattarono immediatamente all'inseguimento di Gaston, mentre Nick li fissò un po' titubante, passando continuamente lo sguardo da loro alla ragazza.
"Vai anche tu. Non sono in punto di morte!" gli disse "Prendilo anche per me."
Esitò ancora qualche istante ma alla fine cedette e si allontanò anche lui. Dopo una lunga corsa lungo il corridoio, finalmente riuscì a scorgere la figura di Moana ed inizio pian piano a rallentare fino a fermarsi per poter riprendere fiato. Non era mai stato un tipo atletico, anzi, odiava tutto quello che implicava ogni possibile attività fisica. 
Anche Moana non sembrava particolarmente in forma, ma per lei era un discorso diverso. Normalmente era molto veloce, ma con quel vestito le risultava difficile muoversi come al solito. 
Alzò lo sguardo e vide che Jim era sparito, davanti a loro il corridoio si divideva in due passaggi, uno tra questi li portava fuori dal castello e non vedendo alcuna traccia di Gaston capì che lo avevano perso di vista.
"Dov'è finito Jim?"
"Gli ho detto di non badare a me, lui è più veloce" Moana abbassò lo sguardo, guardandosi sconsolata l'abito "Credevo di tenergli testa ma... Tutta colpa di questo vestito!"
Erano ben lontani dai sotterranei per il dormitorio, ma Hogwarts era anche piena di passaggi segreti, non potevano sapere se Gaston ne aveva usato qualcuno per velocizzare il tragitto.
"Quindi..." iniziò titubante Nick "...Destra o sinistra?"
Poi lo sentirono.
Un urlo straziante aveva iniziato a diffondersi tra i corridoi, le grida provenivano all'esterno, nel Cortile del Viadotto.
"Hai sentito?" chiese Moana.
Nick rabbrividì per quell'urlo e normalmente avrebbe evitato di immischiarsi in una situazione del genere, ma poi gli balenò un'idea orribile.
"...In che direzione è andato Jim?"
Non era sicuro che fosse la sua voce, ma l'espressione della ragazza gli fece capire di doversi preoccupare. Senza pensarci due volte si precipitarono subito verso quella direzione.
Man mano che si avvicinavano le grida diventavano sempre più forti ed inquietanti e la tensione aumentava ogni secondo che passava.
Ormai era notte fonda e nonostante qualche lanterna accesa per far luce lungo i corridoi, una volta giunti all'esterno le possibilità di avere una visuale chiara e nitida erano molto basse.
A quel punto Nick recitò la formula Lumos per creare un piccolo bagliore all'estremità della bacchetta e dopo aver dato una rapida occhiata attorno a loro alla fine lo videro: un corpo era riversato a terra al centro del cortile.
Corsero immediatamente verso di lui e dopo una prima occhiata raggelante, capirono che si trattava di Gaston. 
"Che gli è successo?" disse Nick con un filo di voce.
Era lui, ne erano sicuri.
O almeno lo credevano, purtroppo il suo volto era quasi irriconoscibile, coperto di sangue e parecchi graffi profondi, se mai si fosse risvegliato, di certo avrebbe portato quei segni in modo permanente. Il sangue delle sue ferite si mescolava col suo vestito rosso cremisi, era gran parte lacerato, come se fosse stato strappato da una forza inaudita.
Sicuramente era frutto di un bruttissimo incontro con una creatura, ma la domanda che si ponevano era...Quale?
E come aveva fatto ad entrare ad Hogwarts?
Moana pensò inevitabilmente ad un drago, forse oltre a Sdentato si erano lasciati sfuggire un altro e si era scontrato con Gaston mentre raggiungeva il Castello, ma il suo corpo era privo di bruciature e per quel che ricordava, tutti i draghi che avevano scelto per il Torneo sputavano fuoco. Inoltre un drago  non lo avrebbe lasciato così integro, lo avrebbe divorato nel giro di pochi minuti.
"Dobbiamo subito chiamare qualcuno."
Nick annuì, ma quando alzò il capo si pietrificò. A pochi metri da loro stava un'enorme bestia dalla folta pelliccia scura, denti lunghi e affilati quanto i suoi artigli e occhi iniettati di sangue.
Non c'erano dubbi: si trattava di un lupo mannaro.


 

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NOTE AUTRICE:

TA TA DAAAAAAN! 
Non vedevo l'ora di postare questo capitolo! Spero vi siano piaciute queste "sorprese". Insomma,  a Jack e Gaston un po' meno, ma non si può accontentare tutti.
Il prossimo sarà con tutta probabilità l'ultimo capitolo dedicato al ballo del ceppo. Accadranno un po' di cose come avete già da visto qui. E le sorprese non sono ancora finite.
Volevo far scontrare per bene Anna ed Elsa in questo capitolo, e so che magari l'interazione può sembrare molto drammatica rispetto al film, ma era proprio mia intenzione. Ora parlo per gusto mio, in Frozen avrei tanto voluto uno scontro più aggressivo tra Anna ed Elsa, un vero e proprio impatto emotivo. Insomma, avrei voluto piu drama 🤣
Nel film credo che sia dovuto al fatto di aver riscritto il personaggio di Elsa e averla resa buona. 
Così ho pensato di concentrare tutto il drama che volevo in questo capitolo!
C'è un bel casino anche col lupo mannaro (ci mancava un altro problema!), Hogwarts sta diventando più sicura che mai eh!
Purtroppo sono sempre estremamente lenta a rispondere ai commenti, ma vi leggo sempre e vi ringrazio tantissimo. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto 




 

~Un abbraccio~

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Capitolo 32
*** Un canto miracoloso ***


Cap 32: Un canto miracoloso 

 

 Jack's 'Birth' - Jack Frost - Rise of the Guardians Fan Art (38664282) -  Fanpop

    


 

Non parlò.
Anna vide le sue gambe cedere e senza pensarci si gettò verso di lui per sorreggerlo. Al contatto col suo corpo rabbrividì. Stranamente non c'era alcuna traccia di sangue, ma sembrava che si stesse congelando ogni secondo in più che passava. Era talmente infreddolito da non riuscire nemmeno a parlare.
L'aveva aiutata, ed ora era in quello stato per colpa sua.
"JACK!" cercò immediatamente la scheggia per provare a toglierla ma con sorpresa la vide sciogliersi del tutto, iniziando ad espandersi in tutto il corpo del ragazzo ad una velocità disarmante. 
"No no no no! Che ti sta succedendo?!"
Anche Kristoff si gettò immediatamente accanto a loro, a discapito degli spuntoni, e la aiutò ad appoggiare il corpo del ragazzo sul pavimento. Merida invece era rimasta nel punto di prima, ed osservava pietrificata la scena senza dire una parola.
Si sentì mancare il respiro. Stava succedendo ancora.
Un'altra persona a lei cara stava letteralmente morendo davanti ai suoi occhi, e lei non poteva fare nulla per aiutarlo.
"Che cosa gli prende?!" chiese allarmato il Tassorosso, Anna era nuovamente sull'orlo delle lacrime, talmente agitata da riuscire a malapena a dire una parola.
"Io... N_non lo so! Si è e_esposto per salvarmi e... E ora è... Così!" si passò velocemente una mano sugli occhi per cercare di scacciare via le lacrime "E' gelido e non la smette di tremare!"
Era nel panico, non aveva la minima idea di come comportarsi in una situazione del genere non aveva la bacchetta, non c'era nessun insegnante nei paraggi e si sentiva completamente disorientata.
Kristoff d'altra parte cercò di calmarla come meglio poteva, intimandole di portarlo subito in infermeria, ma non appena toccò nuovamente Jack, il ghiaccio sembrò aumentare velocemente, iniziando a diffondersi anche sulle sue mani. Le ritirò subito senza pensarci, notando poi come il ghiaccio stava assorbendo quasi tutto il corpo dell'amico, perfino i suoi capelli da castano scuro stavano diventando sempre più chiari.
"Non possiamo toccarlo." disse sottovoce Kristoff " Questa... E' una maledizione!" 
Anna era terrorizzata "Non conosco nessun incantesimo per fermarlo!" 
Nel frattempo Elsa si stava avvicinando a piccoli passi, senza smettere di staccare gli occhi da quel povero ragazzo steso a terra.
"No... Non di nuovo..." mormorò, coprendosi la bocca con le mani "Mi dispiace io... Io non volevo!"
Stava succedendo ancora.
Prima i suoi genitori.
Poi Milo.
Ora quel ragazzo, Jack.
Era troppo, non poteva più sopportarlo.
Sentendola arrivare, la gemella alzò nuovamente il capo verso di lei e la guardò sconvolta "Come si ferma?!"
Elsa passò lo sguardo terrorizzato da lei a Jack, finché le urla di Merida non la fecero sobbalzare.
"Ti ha chiesto come si ferma!" indicò il corpo dell'amico, guardandola furente.
"Io..."
"PARLA!" 
"Non si può!"
Poi il silenzio.
Merida fece per scattare verso di lei, ma a quel punto la ragazza la allontanò con un gesto delle braccia.
"F_Ferma!" le ordinò, facendole poi cenno di abbassare lo sguardo. La rossa vide il ghiaccio espandersi velocemente attorno a lei e d'istinto indietreggiò.
"Non posso... Non posso stare ancora qui!" sussurrò, passandosi le mani tra i capelli "Io devo... Calmarmi."
Anna la fissò "Els..."
"Se non mi calmo colpirò anche voi! Proprio come ho fatto con lui!" urlò, indicando Jack. Le lacrime iniziarono a rigarle nuovamente sul viso e dopo aver dato un ultimo sguardo a sua sorella, fece un passo indietro "Mi dispiace... Anna..."
Poi corse via da loro, portando con sé tutto il gelo della maledizione. Anna fece per seguirla, ma si sentì afferrare per un braccio da Kristoff. Lo guardò per un lungo istante prima di rispondere con un debole cenno del capo.
"Non ci pensare nemmeno! Non andrai da sola!"
"Ma..."
"Prima pensiamo a Jack..." Indicò col capo Merida che sembrava completamente presa dal panico "Non possiamo spostarlo, ma posso chiamare qualcuno! Mi serve che voi restiate qui!"
"Il ghiaccio sta continuando ad espandersi. E se non farai in tempo?!"
"Che scelta abbiamo?!"
Con le mani Merida tentò di sfiorare i capelli ormai bianchi di Jack, ma come vide il gelo aumentare si sentì costretta a ritirarle "E' stata colpa mia... Se non fossi uscita, non mi avrebbe seguita, non sarebbe successo null..."
"Merida smettila!" la fermò l'amica, rivolse poi il capo verso Kristoff e gli fece cenno di sbrigarsi, ma non appena il Tassorosso fece un passo per muoversi, una voce flebile li fermò, costringendoli a voltarsi.
"Posso aiutarvi?"
Solo Merida e Kristoff sembravano riconoscere la ragazza bionda di fronte a loro.
"Rapunzel?" 
"Non abbiamo tempo" disse in fretta Kristoff "Non so che razza di contro-incantesimo serva per..."
"Fatemi provare" ripeté con convinzione la biondina "Posso tentare."
Senza lasciar loro il tempo di rispondere si chinò accanto al corpo gelato di Jack, rivolgendogli un sorriso rassicurante. Il ragazzo tremava talmente forte da non riuscire quasi a tenere gli occhi aperti. "Vedrai, andrà tutto bene."
"Rapunzel non puoi, credimi. Serve un insegnante!" sbottò ancora Kristoff, ma Anna lo sfiorò con una mano, facendogli cenno di calmarsi.
Non sapeva cosa stava per succedere, ma era come se sentisse di potersi fidare. E forse, a giudicare dal silenzio di Merida, anche lei stava avendo la stessa sensazione.
Rapunzel prese una ciocca dei suoi lunghi capelli biondi e la appoggiò sul petto di Jack, proprio nella zona dove il ghiaccio aveva iniziato a diffondersi e dopo aver preso un lungo respiro, fece una cosa che lasciò spiazzati tutti quanti. Si mise a cantare:

 

"Fiore dammi ascolto
Se risplenderai
Con i tuoi poteri
Tu mi proteggerai

Con la tua magia
Tu mi aiuterai
E non dirmi che
Per me è tardi ormai
È tardi ormai"



I tre non smisero un solo istante di fissare quello strano spettacolo davanti ai loro occhi.
Nel momento in cui aveva iniziato a cantare quella melodia, i suoi capelli avevano iniziato ad emanare una luce quasi accecante, avvolgendo completamente il corpo di Jack ancora privo di sensi.
Seppur vivessero  circondati dalla magia, perfino una situazione come questa risultava bizzarra ai loro occhi. Ma inaspettatamente sembrò funzionare.
La carnagione di Jack sembrò tornare al suo colore naturale, aveva smesso di tremare e perfino il suo volto pareva più sereno. Aveva addirittura aperto gli occhi, seppur solo per un breve istante.
Non capivano come, ma i capelli di Rapunzel stavano letteralmente guarendo il loro amico.



 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~




Dopo essere fuggita fuori dalle mura di Hogwarts, Elsa aveva corso a per di fiato senza mai voltarsi indietro, fino a dirigersi all'entrata della Foresta Proibita, ogni volta che faceva un passo, del ghiaccio si espandeva lungo le impronte lasciate e la seguiva, fino a creare una strana scia ghiacciata lungo tutto il sentiero. Una volta all'interno aveva continuato a camminare fino a raggiungere un ampio lago, senza pensarci fece per mettere un piede in acqua e subito vide ripetersi lo stesso procedimento. Il piede non affondò, ma rimase ben saldo sull'acqua ormai congelata. Anche se un po' titubante, non voleva assolutamente smettere di scappare e dopo essersi fatta coraggio, avanzò di un passo, poi un altro e così via fino ad attraversare l'intero lago.
Non sapeva dove sarebbe potuta andare, ma una cosa era certa. Doveva restare da sola.
Aveva deciso di scappare il più lontano possibile, il suo potere si stava espandendo e se non si fosse allontanata, era sicura che anche sua sorella sarebbe stata vittima di quell'attacco.
Aveva provato, aveva tentato per anni di non cadere ancora in quella trappola, di ragionare e non lasciarsi trasportare dai suoi sentimenti, ma ogni volta che sentiva di fare un passo in avanti, puntualmente accadeva qualcosa che la riportava al punto di partenza.
I suoi genitori, Milo ed ora quel ragazzo, Jack.
Con che coraggio sarebbe potuta tornare indietro? 
Era sola.
Questa volta era completamente da sola. 
Non avrebbe mai dimenticato il modo in cui Anna l'aveva guardata, quello sguardo...
Lo stesso che aveva quel giorno, quando colpì i suoi genitori proprio di fronte ai suoi occhi.
Sua sorella aveva paura di lei. Ancora.
Si sentiva a pezzi per tutto quello che era capitato, per quella vita così giovane che aveva appena distrutto, per aver privato Anna dell'amore dei suoi genitori.
Era un mostro.
Poi avvertì come una vocina nella sua testa e quei brevi pensieri le fecero affiorare uno strano ricordo che credeva ormai sepolto.

 

"Tu non sei un mostro, Elsa."


Glielo aveva detto, e per quanto cercasse di reprimere quei ricordi così dolorosi, era come se in quei momenti Milo volesse aiutarla.

"Elsa!"
....
Sentì una voce chiamarla, questa volta per davvero.
"Elsa!"
Attorno a lei si era formata una tormenta di neve, ma nonostante tutto era riuscita a scorgere la figura del professor Pitch.
"...Lei?"
Fece un passo in avanti e la ragazza in risposta ne fece due indietro, alzò una mano per fargli cenno di fermarsi "C_Come ha fatto a trovarmi!? Io... Non voglio che si avvicini!"
Pitch esitò.
"La prego... D_devo andare via da qui!" fece per voltarsi, ma la voce dell'uomo la immobilizzò.
"Dove pensa di scappare?! Lo sa anche lei che non si fermerà mai!"
Quelle parole le fecero terribilmente male.
Gli occhi tornarono a inumidirsi, mentre cercava debolmente di fare un altro passo.
"Non la lascerò fuggire!"
"DEVO ANDARMENE!" quell'urlo detto con così tanta rabbia fece aumentare ancora di più quella tormenta attorno a loro, ma Pitch non sembrò badarci e questa volta avanzò pericolosamente verso di lei, cercando di coprirsi il viso come meglio poteva.
"Scappare non la aiuterà! Se il Ministero lo venisse a scoprire, lei..." lesse nell'espressione di Elsa il terrore, la consapevolezza che forse, farsi consegnare a quelle persone avrebbe seriamente risolto ogni problema, anche se significava rischiare una condanna ben peggiore.
Per la prima volta le rivolse uno sguardo seriamente preoccupato "Non lo faccia, non si arrenda."
"Mi odia... Mia sorella mi odia! L'ho visto nel suo sguardo..." tremò, portandosi poi le mani sul capo "...Che cosa faccio...Ora sono davvero sola..."
Pitch ormai l'aveva raggiunta, la osservò e, dopo un lungo silenzio, le appoggiò delicatamente la mano sulla spalla. Lei sobbalzò appena, ma stranamente non si scostò.
"Non lo sarà."
Elsa provó a dire qualcosa, ma le parole le tremarono in bocca. Tutto quello che riuscì a fare fu scuotere debolmente il capo.
"No. Io..."
"Si fidi di me, per una volta" Pitch la guardò quasi implorante "Per tutta la vita è sempre dovuta fuggire... Non è stanca?"
Poi la tempesta si fermò, e dopo un lungo e straziante silenzio.
Senza dire nulla, Elsa appoggiò la fronte sul petto del professore, le lacrime iniziarono a rigarle il viso e da dei lievi singhiozzii, ben presto iniziò un pianto forte e disperato. 
Era strano sfogarsi in quel modo con una persona praticamente sconosciuta, ma in quel momento non importava.
Aveva ragione, era stanca.
Per anni aveva dovuto reprimere ogni sua emozione, ma quella sera non ce l'aveva fatta.
Voleva solo piangere.
Per i suoi genitori.
Per Milo.
Per Jack.
Per Anna.
Pitch rimase fermo ad aspettare che si calmasse, facendo attenzione, provò ad appoggiare le mani sulle sue spalle, anche se con qualche timore iniziale.
Quando sentì i singhiozzii farsi più lievi, abbozzò un debole sorriso mentre tornava a fissarla.
"Torniamo a scuola."



 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~





Il lupo si era gettato famelico verso di loro. Non avendo tempo di pensare ad un incantesimo od avvertire l'amica, Nick fece quello che l'istinto gli suggerì in quel momento: la spintonò via con tutta la forza che aveva, lui poi si gettò dalla parte opposta. Quella mossa permise loro di evitare gli artigli della creatura per un pelo. 
Il lupo balzò in mezzo a loro, nella foga di quel gesto però la bacchetta che Nick teneva in mano svicolò via, lasciandolo completamente disarmato. Il lupo non sembrò prendere particolarmente bene l'idea di aver mancato entrambi i ragazzi, così si gettò subito verso la prima persona che i suoi grandi occhi gialli individuarono: Nick.
Per fortuna un lampo colpì la creatura, schiantandolo pochi istanti prima che balzasse verso di lui. Jim li aveva appena raggiunti, lanciando un Expulso non appena ne ebbe occasione.
Nick si trovava ancora scosso per quello che stava succedendo, l'idea di confrontarsi faccia a faccia con un lupo mannaro non era di certo il suo piano per la serata, ma cercò di rimanere lucido: vide la bacchetta a terra, pochi metri lontana da lui e senza pensarci due volte si gettò per afferrarla.
Mentre Jim li stava raggiungendo, Moana scagliò un incantesimo Confundo contro il lupo mannaro, lo prese in pieno, ma la sua espressione non sembrava molto convinta.
"Non durerà molto! La bacchetta non è mia!"
Nick la guardò e improvvisamente si rese conto della dimensioni della bacchetta: era di Judy. Era di un colore simile all'arancio ed era sempre stata un po' più piccola rispetto alle altre, un po' come la proprietaria, ma a discapito delle dimensioni, era in grado di scagliare incantesimi molto potenti.
Anche Moana era altrettanto brava, ma non essendo la proprietaria, qualunque incantesimo non sarebbe stato efficace come al solito.
Ma ora che quel lupo sembrava disorientato dalla fattura, anche il più piccolo attimo poteva risultare vitale per loro.
"Allontaniamoci subito da qui!" Nick fece per scattare indietro, ma la voce di Jim lo fermò.
"E se poi entra nella scuola?!" disse "E quel ragazzo a terra?! E' ferito!"
"E' Gaston."
Jim lo guardò truce e per la prima volta Nick sentì di dover stare zitto.
"Ragazzi!" fu il richiamo di Moana a farli riprendere il controllo della situazione, accorgendosi che il lupo mannaro si stava velocemente riprendendo dall'incantesimo.
A quel punto, Jim guardò in avanti, serio.
"Attacchiamo!"
Il corpo di Nick si irrigidì "Cos... Ma sei impazzito?!"
"Abbiamo le nostre bacchette, Moana andrà a chiamare qualcuno."
L'espressione della ragazza gli fece capire che non era d'accordo, ma lui sembrava irremovibile "Vai! Noi lo teniamo a bada."
"Io non ho detto niente!" disse Nick allarmato "Non sono un duellante, Jim!"
"Questa sera sì, o vuoi lasciarmi da solo?"
Ancora una volta Nick serrò le labbra "Cosa non si fa per gli amici..."
Moana era ancora li ferma, indecisa se muoversi o meno, ma questa volta anche Nick si voltò verso di lei con fare deciso 
"Prima vai, prima torni con qualcuno!"
"Non posso lasciarvi qui da soli!" fece per alzare la bacchetta quando sentì la mano si Jim afferrarle il polso. 
"Vai" la sua voce era calma, ma decisa, e alla fine fu proprio quella a convincerla e, seppur a malincuore, accettò quel folle piano. Sussurrò ai due di fare attenzione, diede un'ultima occhiata al corpo di Gaston ancora a terra e poi iniziò a correre. Mentre il lupo stava riprendendo coscienza, Nick e Jim si trovavano davanti a lui, cercando di attirare la sua attenzione per poter permettere alla ragazza di scappare.
"Lo sapevo, lo sapevo che dovevo andare a quello stupido ballo!" mormorò Nick a denti stretti quando vide che la creatura riprese a fissarli "Dobbiamo unire i nostri incantesimi, i lupi mannari non sono di certo dei vermicoli!"
"Usiamo un incantesimo difensivo" disse Jim, indicando il corpo del suo altro compagno steso a terra "Così...Proteggiamo anche lui."
"Ti prego non ricordarmelo."
Nemmeno Jim si sentiva al settimo cielo all'idea di rischiare la vita per Gaston, ma doveva mettere da parte l'odio almeno per quella sera, e concentrarsi tutta su quel lupo mannaro. Jim sorrise appena "Pensa che sia un nostro amico, Nick" ma l'espressione del ragazzo non sembrava convincerlo "Il migliore" precisó.
"Sarei rimasto volentieri senza amici" sbuffò l'altro.
Il lupo si gettò nuovamente verso di loro e in quell'istante i due scagliarono un potente Protego Totalum, creando una barriera che impedì all'animale anche solo sfiorarli. Tentò di distruggerla con i suoi artigli, ma per fortuna non ci riuscì e venne nuovamente allontanato via, permettendo così ai due Serpeverde di riprendere fiato.
La creatura iniziò a girargli attorno, e una volta che l'incantesimo finì, Nick ebbe la prontezza di lanciare un Excelsiosempra poco prima che la bestia balzasse su di loro. Venne scagliata in aria con un colpo secco e buttata poi a terra violentemente.
Il colpo fu talmente inaspettato da lasciare impietrito anche lui stesso.
Subito dopo, Jim gli sussurrò qualcosa e Nick annuì, avanzarono entrambi di un passo e scagliarono l'incantesimo Bombarda Maxima, colpendo la creatura in pieno sul petto.
Poi ecco sopraggiungere dalle loro teste un'aquila che con gli artigli graffiò il muso del lupo per distrarlo. Il lupo barcollò all'indietro mentre l'aquila voló nuovamente contro di lui, trasformandosi poi in umano, Maui gli lanciò un incantesimo a mezz'aria per colpirlo, tornando subito dopo in aquila per sfuggire agli artigli del lupo. Così fece per altre due volte.  
Approfittando di questa sua distrazione, Nick e Jim lanciarono  un altro incantesimo per scaraventarlo ancora più distante, l'aquila infierì nuovamente, ferendolo ancora di più alla spalla. Il lupo si rialzò a fatica e solo in quel momento entrambi si resero conto delle tracce di sangue che si stava portando dietro. 
Dopo aver lanciato una lunga occhiata verso di loro, con un balzo il lupo si allontanò zoppicante dalla zona, permettendo così al gruppo di riprendere fiato.
Quasi non riuscivano a crederci, erano scampati sul serio all' attacco di un lupo mannaro.
Dopo quell'assurda battaglia, rimasero fermi per diversi secondi, forse ancora non del tutto coscienti di essere sopravvissuti ad una creatura tanto pericolosa.
Moana li raggiunse subito dopo, il suo vestito era strappato e i capelli erano ormai scompigliati per via della corsa, ma il suo sguardo si rasserenò non appena si rese conto che entrambi i suoi amici stavano bene.
"Per fortuna..." si passò una mano al petto, prendendo un lungo sospiro di sollievo "Come state?"
"Non credo di riuscire a dare una risposta sensata adesso" mormorò Nick, ancora scosso. Era talmente agitato che quasi gli venne da far fuori, ma inaspettatamente, si sentiva carico di adrenalina.
Era una sensazione che non aveva mai provato: fino ad ora aveva sempre evitato i duelli, li considerava una perdita di tempo e non credeva di averne le capacità, non come i suoi amici per lo meno. Ma questa volta, trovandosi faccia a faccia con una creatura così pericolosa e dovendo cercare di combattere non solo per la sua vita, ma anche per quella del suo amico, si sentiva davvero appagato.
Avrebbe potuto scappare, avrebbe potuto raggiungere Moana e cercare anche lui un insegnante e sperare che Jim se la cavasse, ma era rimasto per proteggerlo. E mai avrebbe pensato di saper lanciare quegli incantesimi con così tanta precisione.
Forse non se la cavava così male, dopotutto.
Anche Jim da come lo stava fissando sembrava pensare la stessa cosa "Te la sei cavata bene! Mai pensato di entrare al club dei duellanti?"
Nick gli sorrise, un po' gongolante doveva ammetterlo.
"Nah. E poi non sono il solo ad aver contribuito" disse "Questa però me la paghi, Jimmy."
Con un ultimo battito d'ali l'aquila si trasformò in Maui, che guardò i due con un'espressione contrariata "E io? Nessuno che ringrazia l'insegnante?" ignorò poi lo sguardo che gli rivolse Moana e si concentrò sul corpo di Gaston a diversi metri da loro.
Nel frattempo Jim aveva notato un cespuglio muoversi poco più lontano da loro, la zona era in ombra e per quando cercasse di sforzarsi, non capiva esattamente cosa ci fosse.
Poi ecco che lo vide, una piccolo animale grigio che riconobbe essere la creatura della famiglia Dumbroch, Gurghi. Il suo volto era devastato, Jim pensò immediatamente avesse appena assistito al combattimento contro lupo mannaro, ma gli occhietti della creatura non stavano puntando su di loro. Miravano in un'altra zona, più in ombra e vicina ad un piccolo cespuglio.
Era talmente buio ora che anche se Jim ci fosse passato, non se ne sarebbe nemmeno accorto. 
"Vado a controllare la zona" disse e senza aspettare una risposta dagli altri, si avviò nel punto dove stava guardando Gurghi. La creatura appena si accorse del suo arrivo, scappò subito via, terrorizzato.
"Ehi ehi non metterti a gironzolar... Aaah, adolescenti!" brontolò Maui.
Intanto Nick si era avvicinato alla ragazza, osservando con attenzione la bacchetta che teneva tra le mani "Perché hai quella di Judy?"
"La mia era rimasta al dormitorio, con questo vestito era d'intralcio."
"Beh di certo non credevi ti saresti scontrata con un lupo mannaro."
"Judy ha detto che potevo usarla per fermare Gaston..."
"E invece hai impedito che un lupo mi divorasse."
Moana gli sorrise "In parte allora è servita.
L'altro si strinse le spalle "Quella ragazza ha un intuito che mette i brividi."
I due poi tornarono a fissare il corpo di Gaston che giaceva ancora a terra, Maui era chinato accanto a lui, mormorava qualcosa e dal breve bagliore che ne uscì sembrava un incantesimo per guarirlo in parte da quelle ferite.
"E' ancora vivo" disse, notando il petto alzarsi ed abbassarsi, seppur piano. Gli altri tirarono mentalmente un sospiro di sollievo, una fine del genere non l'avrebbero augurata nemmeno ad uno come lui.
L'insegnante aveva utilizzato quella formula per guarirlo, ma serviva subito un aiuto maggiore "Il sangue spaventa ma... Se la caverà" si alzò dunque da terra, puntando poi lo sguardo su Nick "Tu, rossino."
"Nick."
"Nick" ripeté nuovamente Maui "Vai a chiamare subito qualcuno" prima di andarsene rivolse un'ultima occhiata a Moana "Tu rimani qui e tieni d'occhio il tuo ragazzo laggiù, io vado a vedere se riesco a scovare quel lupo mannaro..." 
Moana fece per ribattere, ma lui si trasformò subito dopo e con un battito d'ali volò via. Rispetto alle altre volte sembrava piuttosto serioso, probabilmente per via della situazione. Un lupo mannaro era già pericoloso di per sé, figuriamoci all'interno di una scuola.
Nick lo osservò andare via, scambiandosi un ultimo sguardo con l'amica "Tra tutti gli insegnanti dovevi chiamare proprio lui?"
Lei si strinse le spalle "E' il primo che ho incontrato, preferivi il professor Black?" lo sentì mugugnare un "Va benissimo", per poi correre in direzione della scuola.
Rimasti da soli, Moana fece per voltarsi verso Jim, ma inaspettatamente non lo vide più al suo fianco. Era lontano, verso un angolo più distante del cortile, come se fosse stato attratto da qualcos'altro.
"Jim!" con un braccio cercò di attirare la sua attenzione, le dava la schiena e non sembrava voler minimamente spostarsi. Lo chiamò ancora, ma più insisteva, più lui non dava segni di risposta.
"Ehi, che stai facendo laggiù?"
La ignorò nuovamente e a quel punto fece per raggiungerlo, nel momento in cui stava per avvicinarsi, si girò di scatto verso di lei e la fermò, bloccandola per le spalle "N_No! Non... Non andare là."
Lo guardò, stupendosi di vedere i suoi occhi lucidi, come se lo avesse interrotto mentre stava piangendo.
"Tu... Piangi?"
Lui non rispose, ma cercò di farla indietreggiare per allontanarla il più possibile da quella zona. Questo la allarmò maggiormente.
Aveva una terribile sensazione alla bocca dello stomaco.
"Che ti prende?" 
Provava a spostarsi, ma lui continuava a bloccarle la strada, finché non la costrinse a guardarlo nuovamente negli occhi "Dammi retta, non farlo" le si avvicinò "N_non è bello."
"Cosa intendi dire?"
Jim esitò, tenendo poi lo sguardo verso il basso.
Moana lo fissò ancora, insistente, poi i suoi occhi scivolarono sul suo abito, accorgendosi di alcune macchie di sangue. Era sicura che non fossero sue, né di Nick, li aveva controllati prima, stavano bene e sapeva che non si era avvicinato a Gaston. 
A quel punto capì.
Un'altra vittima.
Quel lupo mannaro aveva attaccato un altro studente.
Sentì l'adrenalina aumentare e nonostante non sapesse ancora chi ci fosse in quella zona, gli occhi iniziarono ad inumidirsi.
"Chi è?" chiese con la voce rotta "Jim... Chi c'è laggiù?"
Si fissarono per un lungo, estenuamene momento, lui provò a dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola, così come anche la speranza che si trattasse di qualcuno che non conosceva.
Senza dargli altro tempo lo superò con una spintonata, ma quando raggiunse il punto e la vide, non riuscì a trattenere un urlo raggelante.
Non la guardò nemmeno in faccia, le bastò semplicemente intravedere il colore del vestito.
Quel bellissimo abito dorato.  
Ora imbrattato di sangue.
Le venne da vomitare e istintivamente portò una mano alla bocca mentre con lo sguardo ormai invaso dalle lacrime cercava di intravedere il volto della sua amica, priva di vita.
"No... NO!" 
Scattò verso di lei ma Jim fu più veloce e la superò, stringendola in un un abbraccio.
"NO! BELLE! L_lasciami! Ti prego non...! Non può essere! Lei...Non è...Non è davvero..."
"L_lo è " le sussurrò.
Quelle sole due parole furono l'ennesimo colpo di grazia per lei.
Sentì improvvisamente le gambe cederle, ma Jim la sorresse e la strinse ancora più forte.
"No..."
Pianse tutto il tempo stretta a lui fino al ritorno di Nick coi soccorsi. La sua mente era come annebbiata, non riusciva nemmeno a stare in piedi senza rischiare di barcollare. 
In quel momento l'unica cosa che riusciva a pensare era Belle.
Anche dopo aver portato via il corpo senza vita, rimase ferma in quel punto, come se una parte di lei non volesse accettare la cruda realtà.
La sua migliore amica era appena morta, non l'avrebbe mai più rivista.



 

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NOTE AUTRICE:

Che dire gente...Buon Natale!
L'avevo accennato che andando avanti la storia prenderà una piega più dark, non tutta ovviamente, ma qualche morto potrebbe scappare, come appunto è successo in questo capitolo. Mi fa male al cuore averle fatto fare quella fine, come con Milo, sono personaggi che adoro.
Ve l'aspettavate? O immaginavate un altro personaggio?
Questo ballo del ceppo si è finalmente concluso e di certo verrà ricordato nella storia.
Avevo anche accennato al fatto che la presenza di Rapunzel sarebbe stata importante dopo, ed ecco il momento! *^*
Non so se nel corso di queste settimane riuscirò ad aggiornare, più che altro perché vorrei portarmi prima avanti un po' con i capitoli in modo da non tardare troppo, quindi vedo un attimo come riesco ad organizzarmi.
In ogni caso, grazie a chiunque spenderà del tempo per leggere, è già da un anno che sto portando avanti questa storia e spero di riuscire sempre ad intrattenervi un minimo. Spero di sentire i vostri pareri, come sta andando o cosa vi aspettavate, sono curiosa.
Un abbraccio grande e nel caso non aggiornassi per questo dicembre, Buon Natale! 

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Capitolo 33
*** E' tra noi ***


Cap 33: E' tra noi



 
Tulio | Wiki | The Road to El Dorado Amino





Al rientro dalle vacanze il preside Nord aveva chiesto ad ogni studente di presentarsi in Sala Grande, le voci sulla sera precedente ormai si erano diffuse, trascinando la Sala in un tremendo silenzio. Quasi surreale.
Nonostante la folla di ragazzi radunati per la perdita della loro compagna, Jim poteva giurare di non aver mai visto Hogwarts così vuota e spenta. Un enorme gruppo di candele erano state innalzate con un incantesimo e davanti a loro, al centro, stava una foto di Belle, sorridente che cercava di coprirsi il viso perché non voleva essere fotografata. La foto era circondata da numerosi fiori che gli studenti avevano portato per commemorarla. Alcuni professori in particolare erano terribilmente scossi per la vicenda, come Sebastian Wright, insegnante di incantesimi nonché direttore di Corvonero, gestiva da anni il coro delle rane dove Belle ne faceva parte dal terzo anno.
Anche il volto dell'insegnante di Astronomia, Delbert Doppler, era pieno di dolore, continuava a passarsi un fazzoletto negli occhi umidi, cercando di trattenere nuovamente le lacrime. Moana gli aveva raccontato che spesso Belle e Doppler si consigliavano i libri da leggere, avendo scoperto di avere parecchie letture babbane in comune. 
Non si capacitava ancora di quanto era appena successo. Per tutta la sera non aveva fatto altro che rigirarsi nel letto, ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva quell'orribile immagine davanti, così chiara, reale.
Gli sembrava ogni volta di rivivere quell'incubo. Era devastato.
E pensare che durante la serata aveva chiacchierato un po' con lei, partecipando anche a qualche commento buffo con Hiccup e Astrid su tutte le studentesse che volevano invitare a ballare il preside Sinbad. Mai avrebbe potuto immaginare che, poche ore dopo quelle risate si sarebbero trasformate in pianti.
Quando portarono via il corpo di Belle, aveva cercato di trascinare via Moana, ma inutilmente, lei tornava sempre nel punto dove avevano trovato la loro amica. In questo momento si sentiva così debole e inerme, non aveva potuto fare niente per aiutarla e se non fosse stato per la prontezza del professor Maui, forse anche loro avrebbero rischiato di fare la stessa fine.
Sapeva che non poteva farsene una colpa, ma una parte di lui non faceva che chiedersi: e se fossero arrivati prima? Se non avessero perso tempo alla torre di Astronomia?
E sapeva che anche Moana pensava lo stesso, lo leggeva nei suoi occhi ogni volta che incrociava il suo sguardo: si sentiva in colpa quanto lui, se non peggio.
Avrebbe voluto rassicurarla, ma ogni volta che provava a dirle qualcosa le parole gli morivano in gola e lei puntualmente cercava in tutti i modi di evitare il suo sguardo.
Forse per paura di poter crollare ancora.
Con la coda dell'occhio la vide verso le prime file, accanto a Judy ed Ercole, quest'ultimo stava cercando di confortarla anche se inutilmente: lei aveva lo sguardo completamente assente, così come anche Judy, il viso ormai era rigato dalle lacrime, non aveva smesso di piangere da tutta la mattinata. Lei e gran parte degli studenti.
Belle era molto amata da tutti.
Dopo l'ultimo mazzo di fiori posato accanto la foto, con un lieve gesto della mano il preside Nord fece cenno a tutti i presenti di prestare attenzione.
Ora anche i più lievi mormorii si erano dileguati.
"Oggi ho voluto convocare tutti per annunciare terribile notizia, molti di voi già sapranno: Ieri sera una creatura..." esitò, anche se per poco "...Un lupo mannaro, ha eluso sicurezza di Hogwarts e attaccato studenti." 
Con la coda dell'occhio, Jim portò lo sguardo su Bunnymund, anche lui provato per la situazione, cercava di mantenere una certa calma, ma poteva leggere nel suo sguardo la preoccupazione per le parole del preside.
"Gaston White ora è in buone mani a San Mungo, i dottori si prenderanno cura di lui e presto avremo notizie di sue condizioni" continuò Nord "Purtroppo, questo attacco ha portato tragico evento per una studentessa di ultimo anno, Isabelle Legrand."
Fece una lunga pausa "Non c'è stata possibilità di salvarla."
E in quel momento, Jim poté sentire i pianti di Anna farsi più forti, così come anche quelli di altri studenti.
"So bene che sua perdita ha spezzato cuori di tanti voi."
La vista iniziava ad annebbiarsi e sentì qualche lacrima iniziare a scendere sul suo viso.
Non ce la poteva fare.
Ercole stava tenendo le spalle di Moana e Merida, mentre Nick aveva fatto lo stesso con Judy, quest'ultima aveva poi appoggiato la testa sulla sua spalla, passandosi una mano sugli occhi per poter fermare le lacrime. 
"Ci sono momenti nella vita di ognuno di noi, quando trovare le parole per salutare una grande amica, diventa difficile."
Anche Hiccup, vicino a lui, non sembrava nemmeno ascoltarlo, stava guardando davanti a sé, ma l'espressione era così vuota. Jim sapeva quanto tenesse a Belle, erano da sempre molto amici, se non una delle migliori per lui. Non poteva neanche immaginare quanto stesse soffrendo.
"Oggi è uno di quei momenti, perché non ci saranno mai parole giuste o sufficienti per persona straordinaria come Belle" disse Nord "Anche se non c'è più, vivrà in nostri ricordi. Ricordate sua gentilezza, tenacia, lealtà e soprattutto, ricordate sua amicizia."
E lo avrebbero fatto. Non si sarebbero mai dimenticati di lei, viveva nei loro cuori, nei ricordi, ma sapeva che questo non avrebbe placato il dolore. 
Belle era stata assassinata e il colpevole era ancora a piede libero.


 
 
I suoi pensieri vennero interrotti da un forte cigolio della porta, la voce di Maui che ordinava di non passare oltre, ma che venne surclassata da quella di un altra persona. Tutti, insegnanti compresi, spostarono la loro attenzione all'entrata: un ragazzo aveva appena interrotto l'elogio funebre e ad un primo impatto Jim nemmeno era riuscito a riconoscerlo.
Indossava la divisa Tassorosso, i lunghi capelli biondo cenere erano scompigliati, probabilmente dovuto alla corsa per arrivare in Sala Grande. Quello che lo colpì maggiormente fu la sua espressione. Sembrava completamente devastato.
Alla fine lo riconobbe: era Adam Benson, del sesto anno.
Maui lo raggiunse subito e cercò di trascinarlo via dalla sala mentre con la mano libera faceva un gesto alla folla in generale, come per rassicurarli.
"Il ragazzo è solo scosso, ora lo porto in infermeria..." lo afferrò per le spalle, ma Adam sgusciò via e avanzò ancora di più al centro della sala, rivolgendo la sua completa attenzione al preside.
"Sono... S_sono stato...io..."
Alcuni ragazzi presero a sussurrare qualcosa che non riuscì a capire, ma in quel momento non ci fece troppo caso, Jim continuava a puntare gli occhi da Nord a quel tipo, aspettandosi una qualche reazione.
Il ragazzo non faceva che ripetere quelle frasi, finché non si lasciò scappare quella più terribile.
"SONO IO IL LUPO MANNARO!"
Silenzio.
Quei pochi studenti che stavano sussurrando tra loro smisero immediatamente di parlare, alcuni sussultarono, altri indietreggiarono per paura. 
"B_belle... Io..." si gettò a terra, tremante, lo sguardo era rivolto ora verso il basso e dalla voce sembrava stesse cercando di non piangere "M_mi dispiace..."
Maui scattò nuovamente per raggiungere il ragazzo, mentre insegnanti e presidi cercarono di calmare gli studenti, ormai in preda al panico.



All'arrivo di alcune guardie dell’Unità di Cattura dei Lupi Mannari il ragazzo venne portato via per essere interrogato al Ministero. Per colpa di tutta quella tensione gran parte degli studenti si erano sparpagliati, la maggioranza non faceva che fissare preoccupata lo studente Grifondoro, alcuni lo guardavano completamente terrorizzati mentre altri sembravano solo scossi per la notizia. Forse nemmeno loro riuscivano a crederci.
Jim osservò quel ragazzo mentre veniva scortato via da quegli uomini, non aveva opposto alcuna resistenza, il suo volto era segnato dal dolore. 
"Quello non è Benson?" aveva chiesto Miguel al suo amico Tullio. Anche lui, come gli altri, non riusciva a credere ai suoi occhi.
Tullio non rispose, sembrava disconnesso dalla realtà, non staccava gli occhi di dosso a quel ragazzo, ma al tempo stesso era come se la sua mente stesse pensando ad altro.
Miguel se ne accorse subito, e anche Jim, poco distante da loro ci fece inaspettatamente caso.
"Ehi tutto bene?" per risvegliarlo Miguel provò a schioccare le dita di fronte a lui.
Tullio quasi non ci badò e fece per scacciarlo via con una mano "Non riesco a crederci! Era lui" si passò una mano tra i capelli, gettando la testa più verso il basso "Per tutto questo tempo ho lasciato che Belle..."
Quella semplice frase attirò inevitabilmente l'attenzione di Jim che lo raggiunse con pochi passi "Cosa intendi?" chiese, intromettendosi tra lui e Miguel.
Tullio alzò debolmente il capo e gli lanciò un'occhiataccia "Non è carino origliare."
"Ma se voi due lo fate sempre!" 
"Però, oggi Jimmy ha la lingua tagliente" disse Miguel.
L'altro alzò gli occhi al cielo, puntando nuovamente lo sguardo verso il Corvonero "Cosa stavi per dire?"
Ma più Tullio rimaneva in silenzio, più Jim sentiva di voler insistere.
"Sapevi di Belle e Adam? Erano amici?" 
"Ascolta..." iniziò, poco convinto "Non credo che..."
"Si che lo erano..." annuì Miguel, guadagnandosi un'occhiataccia da parte del Corvonero, che lui prontamente ignorò.
"Perché ti racconto sempre tutto?"
Inaspettatamente il volto del Grifondoro si fece più serio "Credi che Adam non lo dirà una volta che si sarà calmato? Ben presto lo saprà tutta la scuola."
Alla fine l'altro sembrò cedere "D'accordo. Erano amici" disse, aggiungendo poco dopo un ulteriore frase "...Forse di più."
Jim lo fissò sorpreso "Cosa?"
"Non ho chiesto i dettagli. Li ho solo beccati una volta e sembravano molto in sintonia" continuò Tullio, continuava a guardarsi attorno ed era in evidente disagio "Ma era un segreto."
"E tu come lo sai?"
"Mi ha fatto promettere di non dirlo a nessuno. Belle non ama i pettegolezzi."
"Adam non era stato bocciato per aver saltato un anno di scuola?" chiese Miguel pensieroso.
"
Quel tipo è sempre stato strano. Ora capisco il perché..."
Jim continuó incuriosito "Quindi non sapevi del...?"
A quel punto l'espressione di Tullio si irrigidì "Certo che no! Per me era solo il tipo silenzioso dell'ala ovest! Non erano affari miei con chi voleva frequentarsi o meno Belle!" 
Lo scatto fu talmente improvviso che perfino Miguel si sorprese, lo frenò appoggiandogli una mano sulla spalla per scuoterlo leggermente.
"Ehi, calmati. Jim non ti ha mica accusato."
Quel gesto riuscì stranamente a calmarlo "Hai ragione, mi spiace..." 
Jim avrebbe voluto dirgli che non c'era motivo di scusarsi, che era naturale essere così scosso, dopotutto lui e Belle erano nella stessa casa e si conoscevano ormai da sette anni, ma Tullio riprese subito a parlare.
"Credimi, mi sento già abbastanza in colpa per quello che è successo" prese un profondo respiro, passandosi nervosamente una mano tra i capelli "Era anche amica mia."
Era distrutto, Jim poteva leggerglielo negli occhi e di sicuro questa cosa lo avrebbe accompagnato per sempre.
Anche Miguel sembrava dello stesso umore, a stento riusciva a guardare lui e Jim "Ehi amico, non potevamo saperlo" disse "Nessuno lo sapeva."
A quel punto Tullio si irrigidì nuovamente, comportandosi  come se avesse un groppo in gola e dopo un lungo minuto, tirò fuori anche gli ultimi dubbi "...Forse Belle si."
Jim e Miguel scattarono immediatamente, facendo innervosire ancora di più il Corvonero.
"Lasciate stare, non mi va di parlarne ora."
"Tullio..."
"Potrei essermi sbagliato..."
Ma dopo avergli lanciato un ultima occhiata, si convinse.
Tullio si grattò leggermente il capo e, dopo essersi guardato attorno con circospezione, si chinò verso di loro "Una sera dovevo farmi consegnare da Belle degli appunti e senza volerlo l'ho vista... Che... Prendeva della tintura di aconito dalla scorta di Ego."
L'amico lo fissò incredulo.
"Belle che..."
"Ascolta!" lo fermò  "Fa strano anche a me, credimi. Mi disse che Ego le aveva dato il permesso, ma è stata molto vaga e non ci ho prestato molta attenzione al momento. Ego spesso le assegnava dei compiti extra, ma ora con tutta questa faccenda... Non posso fare a meno di pensarci..."
"A cosa?" chiese ancora Jim.
Anche Miguel non sembrò capire. Tullio si portò una mano al capo e sospirò "Non avrei mai creduto di dirlo ma... voi due dovete seriamente studiare pozioni!" disse, dando un colpetto al capo ad entrambi "Sveglia, la tintura di aconito è uno degli ingredienti per la pozione anti lupo! Forse voleva aiutarlo, no?"
Miguel annuì con aria pensierosa "Potresti aver ragione."
"Belle è sempre stata brava in pozioni, è una delle migliori..." ma come lo disse, il lieve sorriso sul volto si spense nuovamente "Era..."
Passarono una manciata di secondi nel silenzio, finché la voce di Miguel si fece risentire.
"Ma non è proibita? Non riesco a pensare ad una come Belle che traffica su queste cose di nascosto."
"Ma ti viene facile pensare ad una Belle che si prodiga per aiutare un amico" disse Tullio "E tu dovresti saperlo bene."
Miguel a quel punto si fermò, ripensando a quella volta che Belle lo aiutò a studiare per l'esame G.U.F.O di pozioni. Dopo che Tullio aveva confessato a Belle durante una lezione che rischiava la bocciatura in pozioni, lei si era offerta subito di aiutarlo. Miguel ne rimase piacevolmente stupito, lui la conosceva principalmente come compagna di classe di Tullio e si erano scambiati davvero poche parole nel corso degli anni, eppure questo non aveva frenato la ragazza a tendergli una mano e con tutta la pazienza del mondo gli aveva fatto da tutor nelle settimane seguenti, riuscendo a fargli ricordare anche le formule che mai avrebbe pensato di memorizzare.
Quel breve pensiero fece sorridere Miguel, era davvero una brava ragazza e come Tullio, anche lui si sentiva responsabile per non aver detto nulla di lei e Adam.
Se solo lo avesse saputo prima...
"Beh certo" disse "Ma se fosse così, significa che..."
"Sapeva a cosa andava incontro..." concluse Tullio, guardando silenziosamente Jim.
Vennero poi interrotti dal richiamo di Cielo, ormai quasi all'entrata della sala, con un braccio fece cenno ai due di raggiungerla, a quel punto Tullio e Miguel si guardarono, quest'ultimo appoggiò nuovamente una mano sulla spalla di Jim per salutarlo e si allontanarono prima che la ragazza potesse nuovamente richiamarli. 
In mezzo alla folla avevano urtato per sbaglio il professor Bunnymund, ma lui non ci fece troppo caso, sembrava concentrato a cercare qualcuno e, una volta adocchiate le figure di Anna e Merida, accelerò i passi per raggiungerle più velocemente.
"Mi spiace disturbarvi adesso, ma il preside vuole parlarvi, in privato" sottolineò, facendo cenno poi alle ragazze di seguirlo. Le Grifondoro si scambiarono una veloce occhiata, ma decisero di non dire altro, forse ancora provate per quella terribile giornata, si limitarono a lanciare un ultimo sguardo alla foto di Belle, circondata dai fiori e si avviarono dietro al professore per raggiungere l'ufficio del preside.



 
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Normalmente il preside Nord avrebbe tenuto un breve saluto, augurando un felice Natale, tutti sapevano della passione del suo amore per quella festività, ma in seguito ai recenti avvenimenti, unito anche l'arresto di Adam, si era deciso di annullare tutto, intimando semplicemente gli studenti a raggiungere i loro dormitori. 
Di solito Elsa non passava mai il Natale in famiglia, era sempre rimasta a Beauxbatons anche durante le festività. Aveva le sue abitudini, posti tranquilli dove isolarsi più facilmente, magari per leggere in tranquillità e soprattutto aveva la sua stanza. Grazie anche al sostegno delle sue zie era riuscita ad avere una camera solo per lei, evitando così di doverla dividere con qualche ragazza per non rischiare di essere scoperta o peggio, ferirla inconsapevolmente. Tutte quelle piccole cose le davano sicurezza, dei posti dove poteva sentirsi a suo agio.
Era strano, negli ultimi tempi a Beauxbatons si era seriamente convinta di poterci convivere e questo le aveva permesso anche di accettare l'invito insistente di Uberta nel partecipare allo scambio, ottenendo una camera solo per lei. 
Anche se per poco, in quei brevi momenti si era sentita serena per la prima volta.
Ma poi quell'attimo cessò, così come la vita di Milo.
E di colpo quel velo di sicurezza che si era creato venne strappato via. Il potere si fece nuovamente più forte e l'ansia di poter causare altro dolore non faceva che isolarla ancora di più dai compagni.
"E' permesso?" chiese, una volta entrata nell'Aula di Difesa contro le Arti Oscure. La porta era semi-aperta, quindi aveva immaginato ci fosse qualcuno all'interno. La stanza si trovava al primo piano della scuola, lo spazio era abbastanza grande dove spiccava lo scheletro di un drago appeso al soffitto, le pareti erano adornate da grandi finestre, sull'estremità della classe vi era un proiettore che l'insegnante attivava con la magia durante le lezioni.
"Professore?" diede una veloce occhiata, ma di Pitch non sembrava esserci neanche l'ombra. 
Istintivamente pensò che forse lui, a differenza di altri insegnanti, avrebbe passato il Natale fuori.
Stava quasi per andarsene quando una voce alle sue spalle la bloccò.
"Elsa" Pitch si trovava sulla soglia della porta e la guardava quasi sorpreso. 
Lei provò a parlare, ma non sapeva effettivamente come intavolare il discorso.
Prima non era propriamente sicura che Pitch conoscesse il suo reale potere, le sue erano solo supposizioni, ma l'evento di ieri aveva messo ormai in chiaro ogni dubbio. Ora sapeva del suo segreto e la paura che potesse raccontarlo al Ministero della Magia non faceva che tormentarla.
Si domandò anche se il preside lo sapesse a quel punto, se mai glielo avesse detto.
Pitch nel frattempo aveva chiuso la porta e si era avvicinato alla scrivania per appoggiare un libro "Vedo che sta molto meglio, ma non è un bene girovagare per il castello in questo momento."
Elsa pensò fosse stranamente premuroso, troppo. Esitò qualche istante, indecisa se rivelare o meno i suoi timori, ma lui sembrò leggerla nel pensiero
"Se sta per chiedermi se ho informato il preside riguardo l'accaduto, la risposta è si" disse "Potrei mai tenere qualcosa nascosto al grande Nicholas Nord?"
"...Potrebbe?"
"Potrei..." la sua non era una provocazione, ma stranamente questo lo fece sorridere ancora di più "Preferiva che non glielo dicessi? Sospettavamo già di lei, Arendelle."
Elsa strabuzzò gli occhi "Cosa?"
"Il preside non ha intenzione di avvertire il Ministero e nemmeno io. Può bastare?"
Le dava le spalle e stava osservando con aria svogliata dei libri impolverati sugli scaffali "Perché crede che le sia sempre stato attorno? Perché provo simpatia per lei?"
Elsa lo fissò pesantemente, al punto che l'insegnante questa volta sembrò cedere. 
"Glielo avevo già
ripetuto, non ho preferenze."
"Quindi mi spiava."
Lo sentì sogghignare ancora, ma questa volta riprese il contatto visivo "Suvvia... spiare la fa sembrare così sbagliato. La stavo tenendo d'occhio, dovevo proteggerla."
"Da chi?"
"Da qualcuno che non è felice della sua esistenza. Serve solo sapere questo, per il momento."
Lo sguardo della giovane si fece ancora più severo, tanto che Pitch ne rimase incuriosito "Che c'è?"
"Se le da così fastidio proteggermi, perché lo fa?" chiese "E chi sarebbe questa persona?"
L'uomo non rispose, si voltò ancora e prese a sistemare in modo quasi maniacale qualche vecchia pergamena lasciata in disparte. Ma Elsa non si arrese e fece un passo in avanti.
"E' più di una? E' uno studente? E' qualcuno al di fuor..."
Prima che potesse finire, Pitch si girò di scatto verso di lei, guardandola con severità "Lei-fa-troppe-domande" il suo sguardo poi si fece inaspettatamente più tranquillo, a tratti divertito. Ma questo atteggiamento fece solo irritare maggiormente la ragazza.
"Sa cosa si dice dei curiosi?"
"Come spera che possa fidarmi di lei se non mi racconta tutto?"
"Tempo al tempo, Arendelle" disse "Devo anche io fidarmi di lei, dopotutto."
Elsa girò il capo verso la porta d'entrata, ancora arrabbiata "Ritiro tutto, non è affatto premuroso..."
"Sopravvivrò" prima che Elsa potesse fare un passo verso l'uscita, la sua voce la fermò ancora "Ma intanto, sono l'unico che l'ha aiutata davvero."
"Perché?"
"Perché è diversa."
"Diversa..." si circondò le braccia e sul suo volto si formò un sorriso amaro "...Non ho mai chiesto di esserlo."
Ogni giorno sperava di svegliarsi e non sentire più quel potere dentro di lei.
Ogni giorno avrebbe voluto essere semplicemente normale.
"Ma lo è, e per quanto possa fingere il contrario... Ciò che la distingue non svanirà come per magia" le si avvicinò "Ve l'avevo detto che sarebbe scoppiato un danno irreparabile." 
In risposta, Elsa indietreggiò ancora di un passo.
Quell'uomo la metteva terribilmente in soggezione. Ma lui sembrò ignorarla e le si avvicinò ancora.
"Jackson Frost è sopravvissuto" disse la ragazza.
Lui inarcò un sopracciglio "Quel ragazzino è stato solo fortunato." 
"Avevo detto che non volevo essere portata indietro! Se lei non mi avesse costretta io..."
"Lei cosa? Sarebbe fuggita ancora? Deve partecipare al Torneo o se l'è dimenticato?" senza darle il tempo di rispondere le afferrò il polso, alzandole la mano fino al viso "Non può scappare per sempre, questo fa parte di lei! Deve imparare a conviverci."
Quel gesto così impulsivo fece scattare qualcosa in Elsa. Nemmeno Hans si era avvicinato così tanto da prenderle addirittura il polso.
Sarebbe dovuta rimanere in silenzio, ma c'era qualcosa nello sguardo di Pitch, nel suo modo di porsi, che in quel momento le aveva suscitato una rabbia tale da reagire. Si liberò dalla presa con una forza tale da lasciarlo sorpreso "E' quello che cerco di fare!" esclamò "Ma più freno questo potere, più sento che vuole uscire e io... Non riesco a fermarlo!"
Batté un piede e uno strato di ghiaccio si formò sotto, arrivando fino a colpire la gamba di un tavolo. 
"...Vorrei... Lo vorrei davvero."
Pitch la osservò in silenzio, poi dalla sua tasca tirò fuori un fazzoletto e glielo porse. Un po' riluttante, alla fine l'altra accettò e si asciugò leggermente gli occhi.
"Ha solo bisogno di allenamento. Se mi desse la possibilità, potrei aiutarla a controllarlo."
"Ci ho già provato."
"Non con me."
Prima di rispondere Elsa rimase qualche secondo ad osservare il fazzoletto scuro.
"Non sono uno sprovveduto, so a cosa vado in contro."
La ragazza alzò poi lo sguardo su di lui e alla fine annuì "D'accordo..." vide l'espressione dell'insegnante rilassarsi, come se fosse sollevato. Riuscì perfino a tirar fuori un debole sorriso.
Lei invece rimase impassibile, forse perché ormai aveva letteralmente perso ogni speranza.
"Ma la avverto, ho provato a fermarlo per anni ed è stato inutile."
E per la prima volta, lo sentì ridere.
Lo guardò nuovamente, ora più confusa che mai.
"Oh Elsa... E' proprio questo il problema. Non deve reprimere i suoi poteri: deve accettarli."
"A_accettarli?" ripeté accigliata "Mi chiede di accettare una simile maledizione?"
Lui le si avvicinò ancora "Lo sa, c'è un vecchio detto tra i babbani: Tieni vicino gli amici, e ancora più stretti i nemici" disse, diventando più serio "Ha sempre considerato questo potere un nemico e ha sempre cercato di allontanarlo, guardi dove l'ha portata."
Elsa abbassò lo sguardo.
Come poteva accettare un potere che l'aveva costretta per anni alla solitudine, a separarla dai suoi genitori, da Milo, da sua sorella.
Ma d'altra parte, forse poteva essere davvero l'unica possibilità. Aveva sempre cercato di reprimerlo, magari l'idea di Pitch poteva realmente funzionare.
Doveva fare qualcosa, o la prossima personahe avrebbe colpito non sarebbe stata così fortunata come Jack.
Incrociò nuovamente gli occhi scuri dell'insegnante ed annuì. Dopotutto, ormai non aveva nient'altro da perdere. 



 

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NOTE AUTRICE:

Buone Feste a tutt*! Alla fine sono riuscita ad aggiornare, e anche questo capitolo sprizza gioia da tutti i pori ahah
Non potevo permettermi di saltare il momento della veglia di Belle e poi alla fine è servita per un plot twist. Vi aspettavate lui come lupo mannaro? Mi piaceva un sacco l'idea!
La storia sembra finita, ma credetemi non lo è, ci saranno ancora altre scoperte andando avanti.
Spero di incuriosirvi sempre e di non fare troppi pasticci, la mia paura è sempre quella di creare troppa confusione o di non dare il giusto spazio ai personaggi ❤
Diciamo che abbiamo superato il primo atto (che alla fine sarà il più lungo per via dell'introduzione dei personaggi), non avrei mai pensato di dedicarmi così tanto a questa long, senza rendermene conto siamo arrivati al capitolo 33!
Grazie ancora per continuare a leggerla e auguro a tutt* Buon Anno! 


_ Delbert Doppler: E' uno dei personaggi del film "Il pianeta del tesoro", un cane antropomorfo, amico fidato della famiglia Hawkins. Visto che nel canon é un astrofisico ho pensato potesse starci come insegnante di Astronomia.

_ Adam: E' il principe de "La Bella e la Bestia". Qui ho rielaborato un po' il suo background, cercando di mantenere la parte della bestia fattibile nel contesto di HP.


 
~Un abbraccio~

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Capitolo 34
*** A tu per tu col preside ***


Cap 34: A tu per tu col preside


EVENT+ - Guardians of Winter | Hallyu+






L'ufficio del preside si trovava nella torre più alta del Castello e Anna e Merida vennero fatte accomodare dal professor Bunnymund all'interno della stanza. Era molto grande ed accogliente, dalla forma circolare dove alle pareti vi erano molti ritratti raffiguranti i tutti i presidi di Hogwarts, tra cui Nicholas stesso.
Mentre Anna si guardava attorno, mossa dalla curiosità di trovarsi per la prima volta in quell'ufficio, Merida invece non sembrava particolarmente presa dalla situazione: non era nuova nel posto. Al primo anno lei e Jack erano stati richiamati diverse volte, per fortuna negli ultimi tempi grazie al Quidditch la situazione si era calmata e le visite erano diminuite sempre di più.
Bunnymund diede una veloce occhiata all'ufficio "Nicholas arriverà a breve. State sedute e non..." vide poi Anna toccare una piccola statua accanto alla scrivania e la fermò "Non combinate disastri. Ci siamo capiti?"
La fulva annuì silenziosamente, ammorbidendo un po' di più l'espressione del professore.
"Bene. Torno subito."
Anna poté nuovamente riprendere fiato non appena lo vide allontanarsi dall'ufficio. Passò dunque lo sguardo dalla statua a Merida, che nel frattempo si stava avvicinando alla poltrona "Credi ci abbiano convocati per quello che è successo ieri sera?"
"E per cos'altro se no?" la rossa appoggiò una mano sul bracciolo e dopo un attimo di esitazione, si sedette comoda "Forse vuole solo sapere com'è andata."
"Merida!" la riprese Anna, ma lei si limitò ad alzare un sopracciglio. A quel punto l'altra tiro un lungo sospiro, passandosi una mano sulla fronte "Io ne ho abbastanza di segreti. Racconteremo tutto!"
Restarono in silenzio per un lungo momento, Merida puntò lo sguardo altrove, fissando con poco interesse un quadro alla parete che ritraeva quello che probabilmente era Nicholas da giovane, visto la barba e i capelli più scuri. Accanto a lui un ragazzo piuttosto mingherlino, biondo, che sembrava gli stesse donando un regalo, probabilmente era stata scattata sotto Natale a giudicare dalle decorazioni che si potevano intravedere dietro di loro.
Anna non ci badò molto e dopo essersi passata una mano sulle trecce le rivolse uno sguardo pieno di dubbi "Credi... Davvero che quel ragazzo... Adam..." 
"Non lo so" disse sottovoce Merida "Sembrava così sconvolto. Forse..."
Ma non ci fu tempo di continuare, sentirono le voci di Nord e Bunnymund farsi sempre più vicine, Merida scattò subito in piedi, allontanandosi come una saetta dalla poltrona mentre Anna per l'agitazione colpì con una gomitata la statua. Questa iniziò a barcollare, ma lei riuscì a prenderla in tempo. Il tutto di fronte al preside e il professore appena arrivati.
"Eheh... Scusate..." mormorò con un lieve sorrisetto, mentre Bunnymund sospirava pesantemente.
"Ragazzini..."
Solo in quel momento le due si resero conto che oltre a loro c'era anche Kristoff ad accompagnarli. Nord li fece accomodare tutti e tre davanti alla sua scrivania, dove materializzò alcune sedie e, dopo essersi seduto sulla poltrona, si prese qualche istante per poterli osservare in silenzio.
Di colpo la sua espressione si fece più malinconica "Mi spiace convocare voi dopo evento così tragico. Belle era vostra amica..."
Merida ed Anna abbassarono lo sguardo dispiaciute, e lo stesso fece anche Kristoff.
"Purtroppo ieri sera sono accaduti fatti molto gravi. Ho giustificato condizioni di Jack con incantesimo uscito male. Il perché, potete immaginare..."
Istintivamente Anna passò lo sguardo da Merida a Kristoff, finendo poi su Nord "Quindi, voi sapete di mia sorella?"
"Si."
Quella semplice risposta fece scattare in piedi Merida "Che cosa?! E' assurdo!"
"Si contenga, Dumbroch!" la riprese Bunnymund, ma questa volta la ragazza mantenne la testa alta e la sua espressione si indurì ancora di più.
"No che non mi contengo! Vi rendete conto di quello che è successo?! Elsa ha quasi ucciso Jack! E Belle è ..."
"Elsa non c'entra nulla con quella storia!" si affrettò a dire Anna.
"Potrebbe!"
"Ora è anche in combutta con il lupo mannaro?!"
Merida a quel punto la fissò irata "Sul serio la stai difendendo? Dopo quello che ha fatto a Jack e che ha cercato di fare a TE!"
Erano talmente impegnate a discutere che nemmeno i richiami di Bunnymund facevano effetto, lo stavano ignorando completamente. Anche Kristoff tentò di fermarle, ma non sembravano voler ascoltare nemmeno lui.
"Era spaventata!" continuò Anna.
"Spaventata e pericolosa!" sibilò l'altra "Jack è quasi morto per salvarti."
"Lo so! Pensi che non mi importi?!" si alzò anche lei dalla sedia "Sto solo cercando di capire! Potevo fermarla, le avrei impedito di scappare!"
"Fermarla?" la fissò incredula "Ha fatto bene ad andarsene!"
Quelle parole ferirono incredibilmente la giovane "Come puoi dire cosi?" 
Per un breve istante Merida sembrò dispiacersi, ma poi tornò subito seria "Posso, se ferisce i miei amici."
"BASTA!" 
La voce di Nord questa volta fermò ogni discussione, si era addirittura alzato dalla poltrona, sovrastando con il solo sguardo le due ragazze. Merida e Anna rimasero in silenzio, per la prima volta senza parole.
Era raro sentire il preside così alterato: in tutti quegli anni di scuola non lo avevano mai visto urlare, nemmeno nelle situazioni più estreme. Perfino Bunnymund lo fissava sconvolto.
"Non mi piace alzare voce, ma sono stato costretto" disse serio "Ora... Giù!"
Le Grifondoro si sedettero senza batter ciglio, Nord le imitò subito dopo, recuperando poi di lato un cofanetto con all'interno qualche dolcetto e lo porse ai ragazzi "Biscotto calma sempre rabbia" il suo tono ora sembrava essere tornato più calmo.
Merida non se lo fece ripetere due volte e prese subito un biscotto e lo stesso anche Kristoff. Anche Anna lo fece, ma solo dopo aver lanciato un ultima occhiata alla rossa.
Non aveva proprio fame, ma non voleva far irritare ulteriormente quell'uomo.
"Prima di tutto voglio assicurarvi che Elsa è tornata in Castello. Professor Black l'ha riportata ieri sera. E' al sicuro."
Il volto di Anna si illuminò per un breve istante, mentre quello della compagna sembrava contrariato.
"Chi terrà al sicuro noi?" chiese sospettosa Merida
"Sarà controllata con più attenzione questa volta" disse "Professor Black sa come comportarsi, arti oscure sono suo mestiere."
"Arti oscure?" Ripeté sconvolta Anna.
"Aspetti, intende dire che lo sapeva fin dall'inizio?" domandò Kristoff.
Nord annuì "Non ero certo, sospettavo qualche cosa con nome in Calice... Ma solo dopo sfida al Torneo ho capito cosa fosse capace" disse "E' stata molto brava, ha tenuto a freno poteri per molti anni..."
"Questo spiega perché mantenesse quelle distanze..." il biondo vide Anna abbassare tristemente lo sguardo.
Merida aveva incrociato le braccia al petto, fissandolo torva "Quindi, cosa intende fare? Restiamo qui a comportarci come se non fosse successo nulla?"
"Vostra amica ha enorme potere" continuò Nord "Un potere... Magnifico e potente, ma senza controllo può distruggere tutto quello che trova. Non è prima volta che succedono questi... Incidenti" incrociò gli occhi con quelli di Anna.
Lei tentennò un pochino prima di rispondere "I miei... I miei genitori" disse con un filo di voce "Elsa ha detto che li ha feriti. L_le mie tutrici lo sapevano."
"Tue zie dove si trovato ora?" chiese.
"Viaggiano molto e... L'ultima volta che le ho sentite, hanno detto che mi avrebbero raggiunta" ammise "Ma... Ma loro sono buone!"
Merida scosse il capo, dispiaciuta "Anna..."
"No io... Io non voglio accusarle, non senza aver sentito la loro motivazione!"
"Non sto accusando, non preoccuparti" sorrise Nord.
"Stiamo solo cercando di capire quanta gente è coinvolta" si intromise Bunnymund "Non dobbiamo far trapelare la faccenda, devono saperlo meno persone possibili e soprattutto, non ne deve esserne a conoscenza il Ministero della Magia. Ultimamente non è affidabile di come ci si aspetti."
"Sarete d'accordo anche voi che potere di vostra compagna è inusuale. Sarebbe guaio se si scoprisse, anche in mondo magico. Inoltre è costretta a partecipare a Torneo, non sarà possibile per lei lasciare Hogwarts fino a ultima prova" continuò serio il preside "So che la cosa vi spaventa, ma state pur certi che fatto come ieri sera non accadrà più."
"Vi proteggeremo" concluse Bunnymund.
Rimasero in silenzio qualche secondo, poi Kristoff, seppur un po' titubante, fece per parlare "E chi... Proteggerà Elsa?"
Gli altri lo fissarono, solo Merida sembrò capire a cosa si stesse riferendo.
"Kristoff!" lo intimò.
"Dobbiamo dirlo."
Anna li guardò confusa "Dire cosa?"
La rossa fece nuovamente cenno al Tassorosso di tacere, ma lui la ignorò, concentrando la sua attenzione sull'altra "Sappiamo che qualcuno sta cercando di farle del male, la carrozza, il gioiello... Sono tutti collegati a lei. Forse qualcun altro ha scoperto il suo segreto" disse.
Bunnymund e Nord si scambiarono un'occhiata dubbiosa, mentre l'espressione di Anna si fece più torva.
Kristoff li guardò "Lo sapevate?"
"Lo sospettavamo" rispose l'insegnante di Trasfigurazione "E voi non dovevate ficcare il naso! Lasciate queste cose agli adulti."
Anna puntò nuovamente gli occhi sui due compagni "Quindi... Quando vi vedevo parlare per conto vostro... Era per questo?"
"Ne siete a conoscenza solo voi?" chiese ancora Bunnymund.
"Noi, Jack e Judy."
L'altro si lasciò sfuggire un ulteriore sospiro "Hopps... Chissà perché la cosa non mi sorprende."
"Non ci credo che non me l'abbiate detto!" sentenziò Anna.
Merida sospirò "Non ne eravamo ancora sicuri. Si tratta pur sempre di tua sorella."
"Infatti! MIA SORELLA" sottolineò "Avrei dovuto saperlo!"
"Ci dispiace Anna" disse sottovoce Kristoff.
Lei lo guardò e inaspettatamente sembrò calmarsi, questo permise al Tassorosso di riprendere poi il discorso.
"Si sa cosa possono volere da lei? Perché la stanno minacciando?"
I due uomini erano rimasti in silenzio, scambiandosi solo una fugace occhiata, questo riuscì solo ad infastidirlo di più "Oh andiamo, non volete proprio dircelo?"
"Persone molto pericolose. Persone che... Non sono felici dei poteri di Elsa" disse piano Nord "Cercheranno di fare a lei del male, ma finché starete ad Hogwarts, non si avvicineranno."
Merida borbottò qualcosa con aria seccata, ma per fortuna nessuno la notò.
"Non vogliamo coinvolgervi più del dovuto!" esclamò Bunnymund "Siete ancora dei ragazzini. Ringraziate il preside, perché se fosse per me avrei già usato l'oblivion molto tempo fa!"
Merida mantenne lo sguardo fisso su di lui "Quindi...Dobbiamo continuare a comportarci normalmente? Elsa potrebbe impazzire da un momento all'altro e noi non dovremo fare nulla?"
"Imparerà a controllare potere."
Ma la ragazza non sembrava convinta "E se non ci riuscisse? Non c'è un modo per fermarla?"
"Nulla che non implichi farle del male."  
Anna per la preoccupazione sembrava quasi sull'orlo delle lacrime.
Il solo pensiero che qualcuno avrebbe voluto uccidere sua sorella la stava devastando.
Nord le rivolse uno sguardo pieno di conforto e le strinse una mano "Noi questo non vogliamo." 
Quelle parole tranquillizzarono almeno in parte il suo umore, riuscendo a calmarla. Gli sorrise e lui ricambiò, cercando di rassicurarla come meglio poteva  solo con un semplice sguardo.
In quel momento altri passi si fecero sentire all'entrata dell'ufficio ed una porta si spalancò pian piano, Rapunzel fece il suo ingresso, suscitando l'attenzione di tutti i presenti.
"Scusa il ritardo Nicholas io..." quando si voltò tuttavia smise improvvisamente il discorso, limitandosi ad abbozzare un sorrisetto impacciato "Oh... C_ciao!" li salutò.
In quel preciso istante il volto di Kristoff si illuminò "Ma certo! Rapunzel ce l'ha fatta!"
Le altre due ragazze puntarono nuovamente gli occhi sulla biondina che nel frattempo non si era ancora mossa dalla porta, la stava tenendo ancora semi aperta e guardava incerta il preside. Nord le sorrise dolcemente e le fece cenno di avvicinarsi a loro.
"E' per questo che ho chiamato lei. Rapunzel ha grande dono, l'avete potuto vedere voi stessi" la ragazza si mise di lato, vicina a lui e Merida "Quando canta, suoi capelli possono curare ferita."
"E' così che ha fatto con Jack" disse stupita Anna.
"Gli ha salvato la vita, ha fermato l'incantesimo!" mormorò Merida. Rapunzel arrossì e si toccò impacciatamente i capelli per l'imbarazzo.
Lo sguardo di Nord tornò ad essere più serio "Quello che ha lanciato Elsa è molto più di semplice incantesimo. E' maledizione... Si diffonde come malattia, non conosce freni." 
Anna si gelò, mentre Merida si portò una mano sul mento con fare pensieroso "Se i capelli di Rapunzel possono curare in questo modo, non basta prenderne un po' e..."
"Oh no!" la fermò la biondina, stringendo forte i capelli "Non potete tagliarmeli! Perderei tutto!
Gli altri la osservarono con aria confusa, allora Rapunzel si sporse un pochino e con un rapido gesto, si spostò una parte di capelli rivelando dietro l'orecchio un piccolo ciuffetto di colore castano chiaro "In passato avevano tentato di portarmeli via, ma se vengono tagliati perdono il loro potere. Non li posso assolutamente tagliare."
Al termine di quelle ultime frasi, Kristoff non riuscì a trattenere un risolino "Un momento, ci stai dicendo che non ti sei mai tagliata i capelli?"
Rapunzel scosse il capo. 
"Mai...Mai?" chiese ancora.
All'ennesima risposta negativa, Kristoff rise nuovamente "M_Ma non è possibile! Se non li tagli dalla nascita non dovrebbero essere più...Lunghi?"
Anche le altre due ragazze sembravano d'accordo col ragionamento, a quel punto la Tassorosso si scambiò un'occhiata con i due insegnanti e, dopo esserci accertata della loro approvazione, si tolse un piccolo fermaglio giallo a forma di fiore che portava tra i capelli, di colpo la chioma iniziò a crescere a dismisura, circondando anche i tre studenti.
"Ha risposto alla tua domanda?" ammiccò Merida. 
Kristoff annuì, ancora scosso per quella visione "Credo proprio di sì."
Rapunzel rise e decise di rimettersi subito il fermaglio, al tocco con i suoi capelli tornarono improvvisamente alla lunghezza di prima, come se non fosse mai successo nulla.
"E' un regalo di Nicholas. Mi permettono di camminare senza inciampare, e passo inosservata" sorrise "Beh...Più o meno."
"Magia di Rapunzel è potente, ma non abbastanza da fermare del tutto quella di Elsa."
Anna stava giochicchiando con il biscotto ancora tra le mani e aveva puntato nuovamente la sua attenzione da Nord a Rapunzel "Ma... Jack l'ha salvato."
"Perché è arrivata in tempo!" si affrettò a dire Bunnymund "E' stato fin troppo fortunato. Se Rapunzel non fosse stata nei paraggi, saremo arrivati troppo tardi e a quest'ora il vostro amico sarebbe una statua di ghiaccio."
Presto si rese conto di essere stato troppo rude quando vide il volto di Anna sbiancare nuovamente, così schiarì la voce e cercò di assumere un tono più controllato "La magia di Rapunzel è forte, ma nemmeno noi pensavamo che potesse arrivare a tanto."
Merida li guardò "Quindi quella sera..."
"Ho voluto tentare, ve l'ho detto. Non era sicura che i miei capelli potessero aiutare Jack, ma dovevo provarci. Solo che..." Rapunzel tirò un lungo sospiro, passandosi un paio di ciocche tra le dita "Non è una formula semplice, ho bisogno di molta concentrazione. Da piccola non riuscivo a concentrarmi a sufficienza così mia madr..." ma prima di continuare, si scambiò un'occhiata con Nord e Bunnymund, come se aspettasse il loro consenso.
Alla fine entrambi annuirono e quando Nord le fece cenno di proseguire, riprese a parlare "Mia madre ha creato questa canzone per farmi concentrare" cercò di mascherare il disagio, ma il tono con cui lo disse non passò inosservato.
"Tua madre?" ripeté Merida, ricordando il loro primo incontro, quando Rapunzel le aveva accennato di aver assistito alla sua morte.
Lei rispose con una inaspettata freddezza "Sì. Non era proprio mia madre, mi ha fatto credere di esserlo. La verità è che lei...Mi aveva rapita quand'ero molto piccola" prima di proseguire si toccò debolmente i capelli, lisciandoseli con le dita "Credevo mi volesse bene, in realtà a lei importavano solo di questi."
"Ma... Perché?" chiese Anna.
Lei fece per parlare, ma questa volta fu Nord a rispondere "Capelli di Rapunzel possono essere usati per ringiovanire."
Calò nuovamente un silenzio tombale. Perfino i quadri avevano smesso di parlottare tra di loro ormai. Anna e Merida si scambiarono uno sguardo confuso, mentre Rapunzel non faceva che toccarsi nervosamente i capelli  e posare la sua attenzione sui vari oggetti dello studio.
Kristoff era rimasto completamente immobile, ma dopo essersi preso qualche secondo buono per immagazzinare tutte quelle informazioni, fu il primo a reagire.
"Ringiovanire? Ma che..." quasi non riusciva a parlare e incespicò un paio di volte "E' un potere assurdo!" 
"Ma non è permanente" si giustificò la bionda "Posso far ringiovanire è vero, ma l'effetto prima o poi finisce e riprendi gli anni che avevi. E più qualcuno lo usa, più la durata dell'effetto rischia di diminuire."
"Questo è strano anche per noi maghi" mormorò ancora lui con sospetto "E'... E' davvero possibile nascere con un potere così grande? Insomma... Non ricordo nessun mago al mondo che fosse mai arrivato a tanto."
"Un mago c'era" disse Nord "Un mago estremamente potente, probabilmente il più grande mago che abbiamo mai avuto!" l'espressione piena di curiosità dei tre giovani lo fece nuovamente sorridere "Sapete di chi parlo..."
Ancora silenzio, ma questa volta venne spezzato dalla voce rotta di Merida "Vuoi...Vuoi dire che..." scattò in piedi e si sporse con così tanta forza da far quasi ribaltare il cofanetto con dentro i biscotti "MERLINO?! QUEL MERLINO?!"
"Vuoi fare silenzio?!" La ammonì subito Bunnymund, infastidito "Lo sapevo che non dovevamo dirglielo, Nord!"
Lei neanche ci fece caso, era talmente entusiasta della notizia che non le importava di essere sgridata in quel modo "Ma questo è incredibile! Hai un legame con il più grande mago di tutti i tempi! Non so... Non so nemmeno cosa dire! E'... è qualcosa di eccezional..." ma prima che potesse finire la frase sentì come un blocco in gola e di colpo le labbra di chiusero, impedendole di dire altro. Si accorse solo allora che Bunnymund aveva usato un incantesimo per bloccarle la parlantina, Merida a quel punto avrebbe tanto voluto dirgliene quattro, ma la mano di Anna la frenò da ogni tentativo, riportandola al suo posto e sussurrandole di darsi una calmata.
Dopo essersi accertati che la fibrillazione di Merida era ormai scemata, Nord chiese a Bunnymund di togliere l'incantesimo e, anche se quest'ultimo non sembrava completamente favorevole, alla fine accettò e finalmente la ragazza poté di nuovo aprir bocca.
"Ma ti avverto..." la ammonì ancora l'insegnante "Se urli ancora, ti blocco del tutto."
Merida brontolò qualcosa mentre si massaggiava una guancia, ma fortunatamente la voce era talmente bassa da non poter essere udita. 
Nord sorrise dolcemente e come se avesse letto loro la mente, riprese lui il discorso.
"Non metto dubbio che potere di Rapunzel sia straordinario" la sua espressione divenne più seria "Ma credete a me, è facile cadere in dipendenza. Possibilità di vivere più a lungo può portare persone a pazzia, tanto da compiere gesti inimmaginabili, come strappare bimba dall'amore dei suoi genitori..."
Anna aggrottò la fronte "Loro..." ma non disse altro, le bastò vedere l'espressione di Rapunzel per capire. 
Quella donna l'aveva rapita e conosceva fin troppo bene quello sguardo da comprendere che anche i suoi genitori avevano avuto una fine orribile. 
"Ho deciso di mettervi al corrente perché mi fido di voi ragazzi..." disse poi Nord, rivolgendo un'occhiata a tutti e tre "Ma voi dovete fidarvi di me."
Gli altri lo fissarono in silenzio.
"Dovete capire che è molto importante mantenere segreti, soprattutto per incolumità di Rapunzel" si indicò "Suo segreto deve restare tale."
Rapunzel aveva sorriso debolmente, forse ancora provata per tutto quello che aveva raccontato, mentre gli altri si erano limitati a scambiarsi un'occhiata, finché le parole di Nord non li attirarono nuovamente.
"So che situazione può spaventare, ma credete me, Hogwarts è posto più sicuro al momento."


 
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Terminata la riunione nell'ufficio del preside, Kristoff, Anna e Merida fecero una deviazione per andare a controllare come stesse Jack.
Sapevano che il pericolo più grave lo aveva passato grazie all'aiuto di Rapunzel, ma nonostante tutto ancora non riuscivano a tranquillizzarsi, volevano essere sicuri che stesse bene. Purtroppo le loro intenzioni vennero frenate dall'infermiera Toothiana che li rassicurò, consigliando di passare più tardi.
Alla fine, dopo molte insistenze, sia Anna che Kristoff si convinsero e in un primo momento anche Merida sembrava favorevole, ma poi i suoi pensieri ritornarono a quella notte e sentiva che non si sarebbe data un attimo di pace finché non avesse visto Jack con i suoi occhi.
Anna stava ormai crollando dal sonno, colpa di quegli incubi che non le davano pace e alla fine Kristoff fu l'unico a convincerla a tornare al dormitorio per poter dormire qualche ora. Merida le promise che l'avrebbe contattata non appena Jack si fosse svegliato e dopo averli salutati, si lasciò cadere pesantemente a terra, tirando un lungo sospiro esasperato: la sua testa era talmente piena di pensieri da non rendersi nemmeno conto dell'arrivo di Rapunzel alle sue spalle.
"Merida?"
Lei non rispose.
"Merida tu... tutto bene?" si chinò leggermente, inclinando la testa di un lato "Sapevo di trovarti qui, ma forse dovresti andare a riposarti, non hai una bella cera."
Quella fu la molla che la fece scattare "Come potrei?" incrociò il suo sguardo, alzandosi immediatamente "Come posso riposare quando... Non appena chiudo gli occhi rivivo ancora quella scena! Jack poteva morire, si è gettato per salvare Anna e..." si fermò qualche istante, sentendo gli occhi diventare lucidi "E' anche colpa mia, io l'ho portato la fuori, se non lo avessi trascinato nel mio stupido dramma non sarebbe mai successo!"
Era così arrabbiata con se stessa e non si sarebbe nemmeno stupita che Jack non le avesse più rivolto la parola.
"Oh Merida..." Rapunzel provò ad avvicinarsi, ma vedendola così turbata, esitò "Tu non potevi..."
"Prevederlo, lo so!" disse. Iniziò poi a camminare avanti e indietro per un paio di volte "Non è colpa tua, non vorrebbe vederti in questo stato, non potevi farci nulla..." si voltò poi verso di lei "Conosco il copione. Per tutta la vita mi sono sentita dire queste frasi per via di mio padre."
La Tassorosso restò a fissarla in silenzio, non sapendo cos'altro dire per farla stare meglio. Ma Merida sembrò non badarci.
"Ieri sera è stato come riviverlo. Il modo in cui mi guardava Jack..." abbassò il capo, passandosi nuovamente le mani sul viso "Prima mio padre, poi Belle... Non posso perdere un'altra persona. Non posso!"
Tentava di cacciare via le lacrime, ma tutto quello stress, la rabbia e il dolore che stava accumulando la stavano facendo impazzire.
Rapunzel la fissò ancora per un po', finché non si fece nuovamente coraggio e questa volta si gettò per abbracciarla forte. Il gesto fu talmente inaspettato da paralizzare addirittura Merida.
"...Che cosa stai..."
"Ti abbraccio" rispose subito la ragazza "E' per farti stare meglio."
L'altra schiuse la bocca per parlare, ma sul momento non seppe effettivamente cosa dire. Sentendola così rigida allora Rapunzel si separò immediatamente, guardandola preoccupata "Oh, sempre che tu non voglia! Allora devi scusarmi, sai questa... Questa situazione dell'amicizia per me è nuova e non so davvero come comportarmi a volte e..." si bloccò ancora. Vedendo come l'altra la stesse osservando in quello strano silenzio "...Oh no...Tu...Tu non vuoi più essermi amica?" istintivamente si tocco una ciocca della sua chioma "E' per i capelli, vero?" allora Merida fece per dire qualcosa ma Rapunzel si voltò "Lo sapevo!"
"Cos...Ma..."
Rapunzel aveva iniziato a parlare a sproposito, ignorando completamente i suoi tentativi di inserirsi nel discorso "Io... Io sapevo che sarebbe stato un problema, anche Bunnymund lo pensava e..." 
A quel punto la Grifondoro pensò bene di tapparle la bocca, permettendole in quel modo di concentrarsi anche su di lei "Vuoi calmarti? Stai facendo tutto da sola! Non smetterò di esserti amica."
Rapunzel la fissò stupita e, anche se con difficoltà, provò a parlare con la bocca coperta dalla sua mano.
"u-erio? (sul serio)"
L'altra alzò gli occhi al cielo, senza smettere di sorriderle comprensiva "Se Jack è vivo è solo per merito tuo. Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai fatto."
Vedendola poi calmarsi, le liberò finalmente la bocca. Rapunzel la guardava così piena di commozione che Merida iniziò a temere un altro chiacchierio senza freni, ma prima che potesse riprendere la parlantina, adocchiò Hiccup nel corridoio in compagnia di un paio di ragazzi di Corvonero, tra cui Guy.
Era troppo lontana per capire cosa si stessero dicendo, ma l'espressione di Hiccup la distrasse immediatamente da quei pensieri: era distrutto, teneva la testa bassa e non si muoveva da quel corridoio. Anche Rapunzel se ne accorse e, vedendo come l'amica sembrava guardarlo così preoccupata, capì dovesse trattarsi di qualcosa di importante.
Le si avvicinò "Dovresti parlargli."
Merida continuò a tenere lo sguardo fisso sul Corvonero, torturandosi nervosamente la manica destra della camicia. Alla fine fece qualche passo per avviarsi, voltandosi un'ultima volta verso Rapunzel "Ti dispiace se..."
Lei le sorrise "Non preoccuparti. Ti aspetto qui, voglio sapere anche io come sta Jack."
Merida annuì, raggiungendo poi Hiccup che nel frattempo non si era minimamente mosso da quel punto. Era seduto su una panchina e continuava a fissare quell'oggetto che teneva tra le mani con aria assente. Non si accorse nemmeno del suo arrivo.
"Hiccup..." iniziò a punzecchiarlo ad una spalla per attirare la sua attenzione.
Lui sobbalzò, alzando finalmente lo sguardo su di lei "Ah s_sei tu!" disse "Scusa stavo... Stavo pensando..."
"...A Belle?" chiese tristemente la rossa.
Tornò nuovamente il silenzio, riempito solo dai passi degli studenti che camminavano lungo il corridoio e qualche chiacchiera di troppo.
Merida non sopportava tutto quel silenzio, specialmente tra di loro.
Inaspettatamente però, fu Hiccup a riprendere il discorso "...Belle è stata la mia prima amica qui..." abbozzò un sorriso amaro "La prima settimana ad Hogwarts fu terribile: mi ero perso tre volte, Black mi aveva dato il benservito a lezione e avevo fallito la prova di volo andandomi a schiantare contro Gaston" 
Merida gli si sedette accanto, ascoltandolo in silenzio.
"...Lui mi inseguì e mi sono dovuto nascondere nella Biblioteca per tutto il pomeriggio."
"Un ottimo nascondiglio" sorrise la ragazza "Gaston non sa nemmeno che aspetto abbia una Biblioteca."
"E' li che ho avuto modo di conoscere meglio Belle. Stava leggendo un libro babbano, piuttosto strano. E la prima cosa che mi disse fu: Sai che assomigli al protagonista di questo romanzo?" si voltò verso di lei, scettico "Credevo mi stesse prendendo in giro, non potrei mai assomigliare al protagonista di un libro. Loro sono sempre intelligenti, atletici, divertenti..."
"Beh..." Merida lo fissò con un sorrisetto divertito "Due su tre non è male."
L'altro la fissò, suscitando un risolino da parte dell'amica.
"Ammettilo, non sei mai stato molto atletico."
Hiccup non era un fanatico dello sport: gli piaceva, ma non abbastanza da volerlo praticare, tuttavia con gli anni aveva cercato di tenersi in forma, cosa che non passava inosservata, specialmente per chi non lo vedeva da parecchio tempo.
Puntò poi gli occhi sulla boccetta e inaspettatamente un piccolo sorriso si formò sul suo volto. Merida se ne accorse e si sporse leggermente per vedere di cosa si trattasse.
"Che cos'è?"
"Belle mi ha preparato questa pozione, poco prima del ballo" disse quasi sottovoce "Sai cosa mi ha chiesto in cambio? Voleva che facessimo pace. Non le piaceva vederci litigare..."
A quelle parole, lo sguardo di Merida si addolcì.
Era proprio da Belle fare una richiesta simile, non aveva mai amato le discussioni e cercava sempre di mantenere un animo pacifico.
"Non riesco ancora a crederci che..." non riuscì a finire la frase, forse per il troppo dolore. Strinse forte quella pozione ed abbassò il capo. Merida lo guardò per un lungo momento, vedendo alcune gocce scendere dal suo viso, si sporse verso di lui e lo abbracciò. Lo strinse forte, stupendosi anche lei di quel gesto.
Non si erano più chiariti dopo quella discussione del ballo, ma poco importava: la perdita della loro amica aveva completamente fatto passare in secondo piano quel litigio.
Non che non si fossero mai abbracciati lei ed Hiccup, avevano sempre avuto un legame molto profondo, ma su questo non aveva mai voluto indagare, perché avrebbe portato ad un cambiamento nel loro rapporto, e se tale cambiamento avesse avuto un esito negativo, avrebbe perso una delle persone più importanti della sua vita.
Hiccup c'era sempre stato per lei, in ogni situazione, ogni problema, si erano sempre aiutati. 
Forse in cuor suo sapeva che nessun altra persona sarebbe stata così significativa per lei.
"C_che cosa fai?" chiese poi a bassa voce il ragazzo. Quella domanda detta in quel modo la fece ridere.
Ma non si staccò.
"Cosa ti sembra? Ti abbraccio, sciocco" disse "E' per farti stare meglio."
Alla fine anche Hiccup ricambiò, la strinse forte.
"Credevo ce l'avessi con me."
"Anche io. Ma non voglio perdere un'altra persona importante per una sciocca lite."
"Non mi perderai mai!" avrebbe voluto dirle, ma per questa volta si limitò a rimanere stretto a lei ancora per un po'. Restarono in quella posizione fino a quando Hiccup non vide con la coda dell'occhio Rapunzel parlare con Toothiana e finalmente entrare in infermeria.
"Come sta Jack? Si è ripreso?"
Merida si scostò, guardandolo con un'espressione confusa, al che il Corvonero incalzò.
"Ho sentito che era svenuto per un brutto incantesimo. Immagino che uno dei suoi scherzi gli sia ritorto contro."
A quel punto il volto della ragazza si illuminò, ricordandosi improvvisamente della discussione avvenuta con Nord al suo ufficio.
"Tu... Non eri con lui?" continuò perplesso l'altro.
"G_Giusto! L'incantesimo... L'incantesimo che Jack ha fallito..." mormorò, sviando i suo sguardo "Quell'incantesimo..."
Hiccup la fissò in silenzio.
"Sicura di star bene?"
L'altra continuò a portare il suo sguardo da lui all'infermeria, rimuginando qualche parola a bassa voce. 
"Merida... Che succede?" 
Lei fece per parlare, ma si bloccò.
Non doveva raccontare di quella notte, non doveva dire a nessuno di Elsa, di Jack e soprattutto di Rapunzel.
Però più ci pensava, più la paura che Hiccup potesse cacciarsi in qualche guaio la tormentava, tenere i segreti aveva solo peggiorato la situazione e rischiato di rovinare il loro rapporto.
Inoltre Elsa era tornata al castello e questo in parte la preoccupava da morire.
Se avesse fatto anche del male a lui per sbaglio? Con Jack era stato un incidente, avrebbe potuto capitare anche ad Hiccup.
Anna era d'accordo con il preside di mantenere il segreto, ma lei non era convinta: Elsa era pericolosa e che l'avesse voluto fare di proposito o meno, rischiava di ferire qualcuno.
Lo sguardo fisso di Hiccup su di lei inoltre non la aiutava a nascondere quelle preoccupazioni.
Provò ad alzarsi ma lui le prese una mano, guardandola con decisione "Ehi, se ti preoccupa qualcosa, puoi dirmelo, lo sai" disse "Puoi fidarti di me."
A quel punto lei non resistette oltre.
Doveva dirglielo.
Lo guardò seria, prese un bel respiro e iniziò a raccontargli quello che sapeva. Era stufa anche lei di tutti quei segreti.



 

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NOTE AUTRICE:

Eccomi con un capitolo ricco di spiegoni e segreti da mantenere...Che poi Merida non segue ma va beh, lo si poteva immaginare alla fine xD
Anche Rapunzel ha avuto il suo bel colpo di scena, oltre ai capelli. Sono riuscita a trovare un escamotage anche per la loro lunghezza dai, altrimenti sai che casino per lei camminare con quella chioma.
Non so chi ci ha fatto caso, ma il quadro in cui Nord è affiancato ad un ragazzo biondo che gli consegna un regalo, è un riferimento al bellissimo film Klaus, lo potete trovare su Netflix ed è stupendo, garantito.
Mi sono lasciata prendere un po' la mano qui, gestire il dialogo tra il preside, Bunny e gli studenti è stato un bordello, temevo di non dare il giusto spazio a tutti o di rendere i dialoghi noiosi, spero vi sia piaciuto ❤

 
~Un abbraccio~

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Capitolo 35
*** Luce ***


Cap 35: Luce

 

 

  Mika in Arendelle — Okay can we talk about how freaking awesome the...



 

"Mamma, perchè non mi lasci mai uscire?" 
"Il mondo la fuori è così pericoloso per un fiorellino delicato come te. Le persone sono malvage, vorranno prenderti i capelli, venderli, ruberanno quello che ti rende speciale, figlia mia. Ed io non posso permetterlo, ti voglio così bene..." 
"Io di più mamma." 
"E io più del tuo più." 


 


Rapunzel si svegliò di soprassalto e, dopo essersi data una rapida occhiata attorno, si rese conto di aver semplicemente sognato. Si portò una mano al petto, il battito era accelerato fortissimo e si sentiva terribilmente spaventata.  
Stava sognando quella donna. Ancora. 
Le capitava di ripensare al suo passato, a tutto quello che aveva vissuto con Gothel. 
Costretta a vivere per anni isolata dal mondo, senza poter mai uscire di casa. Sua madre le aveva sempre detto che fuori era pericoloso e che le persone le avrebbero fatto del male. Perché lei era speciale, e le persone speciali non potevano avere una vita come gli altri. 
Le sembrava così surreale, ma si era fidata delle sue parole. Era sua madre, le voleva bene, credeva in lei. 
Ed erano solo delle bugie. 
 
 
 
"Rapunzel! Cosa ci fai qui fuori?!" aveva urlato Gothel sulla soglia della porta d'entrata. Era una donna alta, molto bella e dai lunghi capelli ricci scuri. Stava fissando con preoccupazione una bambina di circa otto anni che si trovava fuori casa, a pochi metri da lei, gli occhi spalancati ad osservare il terreno attorno a sé, stava muovendo le dita dei piedi e sorrideva, meravigliandosi di sentire per la prima volta in vita sua il contatto con l'erba. 
Era una sensazione strana, ma magnifica. 
Avvertiva un miscuglio di emozioni, ma prima che potesse anche solo spiccicare una parola, Gothel la prese per un braccio e cercò subito di trascinarla via per riportarla dentro casa. 
"Quante volte te l'ho detto?! Non puoi uscire, è pericoloso!" 
"Mamma ma io... Io non so come ho fatto! È stato tutto così veloce! Prima ero in camera e poi... Poof! Sono fuori!" si fermò, guardandola con i suoi grandi occhi verdi "È stato come per magia!" 
A quel punto Gothel si fermò, fissandola con sorpresa. 
"Oh no..." si portò una mano sul capo e sospirò "Che sciocca, dovevo prevederlo. Stai iniziando..." 
"A fare cosa?" 
"Nulla di importante." si chinò verso di lei, arrivando così alla sua altezza "Vorrà dire che ora dovrò fare più attenzione, proteggerò la casa in modo che nemmeno con la magia tu possa uscire."  
"Magia? Intendi..." 
"Non uscirai mai più, Rapunzel" disse seria. Vedendola rattristarsi, ammorbidì un po’ la sua espressione, le diede una debole carezza sui capelli e glieli baciò "Credimi, è per il tuo bene." 
 

 
 

Menzogne. 
Per lei era solo un oggetto, l'aveva strappata via dalla sua famiglia e per anni si era comportata come se le volesse bene. 
Ma in realtà a quella donna non importava altro se non il potere dei suoi capelli. 
Se solo lo avesse capito prima, forse sarebbe potuta fuggire molti anni fa. 
 
 


Una sera Rapunzel venne svegliata da alcuni rumori proveniente dall'altra stanza, era notte fonda e, facendo molta attenzione a non inciampare per via di tutto quel buio, camminò in punta di piedi fino alla soglia della porta. 
Non era molto preoccupata, la casa dove vivevano era fatta in legno, perci
ò era normale avveritre qualche spiffero o rumore di tanto in tanto, ngenuamente pensò subito che si dovesse trattare di sua madre, ma poco prima di aprire quella porta, una voce estranea paralizzò ogni suo movimento. 
"Ma guarda, il tempo è stato generoso con te, Gothel" disse una voce maschile. 
Se c'era una cosa che le aveva insegnato sua madre, oltre alla famosa regola di non uscire mai di casa, era sicuramente quella di non farsi vedere da nessuno. 
Sapeva che le persone avrebbero fatto di tutto per ottenere il potere dei suoi capelli, era pericoloso anche solo mostrarsi a qualcuno. 
Inoltre, la voce di quell'uomo le metteva i brividi, non riusciva a spiegare il motivo, ma in quel momento fu come se l'istinto le sussurrasse di fermarsi. 
Non doveva aprire assolutamente quella porta, o sentiva che se ne sarebbe pentita. 
Sapeva che sua madre era molto brava con gli incantesimi illusori, l'aveva vista praticarli diverse volte sulla casa per renderla invisibile agli occhi di chiunque. Inoltre la sua stanza era a sua volta protetta da un'ulteriore incantesimo di protezione, finché si trovava al suo interno, nessuno avrebbe potuto né vederla, né sentirla. 
"Non ti ricordavo così giovane" continuò la strada voce. 
Rapunzel non voleva esporsi, ma in parte la curiosità prese la meglio, così si ricordò di una fessura poco più in basso vicino alla porta e si accovacciò, nella speranza di intravedere qualcosa di comprensibile, ma tutto quello che riuscì a notare fu parte della schiena di Gothel. Probabilmente l'uomo con cui stava parlando si trovava più distante e solo da quella fessura non era in grado di vederlo. 
"Risparmia queste moine. Non ti dirò dove si trova" mormorò questa volta Gothel. 
"Tanto lo sai che la scoverò. Nessun incantesimo illusorio potrà tenerla lontana questa volta" disse l'uomo "Se vuoi mantenere questo aspetto, dovrai usarla comunque. E ora dimmi... Dov'è la ragazza?" 
"Lei appartiene a me! Non me la porterai via!" 
Rapunzel sentì la risata dell'uomo "Ma guarda... Non avrei mai detto che proprio tu avessi questo inaspettato istinto materno!" sibilò sottovoce "Avevi un compito Gothel. Uno solo."  
"E l'ho eseguito, ma ho preferito tenermi il premio..." 
"Sapevo che eri troppo avara. Ogni erede di Merlino va eliminato. Lei lo aveva detto." 
"Lei è morta!" soffiò la donna "Non tornerà e non farò la sua stessa fine."
"Dobbiamo avere fede."
"Grazie a quei capelli posso vivere in eterno! Credi davvero possa importarmi del resto?" con rapidità fece per estrarre la bacchetta e puntarla contro di lui per attaccarlo, ma l'uomo fu più veloce e, dopo aver urlato un incantesimo che non conosceva, la colpì.  
"Ultima possibilità!" disse l'uomo, sempre con una voce calma ed impostata "Dimmelo ora e forse potrei risparmiare la tua misera vita." 
Passarono dei secondi che per Rapunzel furono interminabili. Iniziò seriamente a temere rivelasse l'incantesimo. 

Gothel alzò il capo, sussurrando le parole quasi con aria di sfida "Se non l'avrò io, non l'avrà nessuno!" 
Venne attivato poi un incantesimo che colpì quell'uomo ad un fianco, la casa, seppur all'apparenza vecchiotta, era piena di trappole, proprio per prevenire attacchi del genere. 
Gothel riuscì a recuperare la bacchetta e cercò di colpirlo con ogni incantesimo offensivo possibile, usando anche formule che Rapunzel non aveva mai sentito nominare. 
Da quella fessura non vide bene il combattimento, capiva solo che gli incantesimi usati avevano una strana luce verde molto forte, quasi accecante. Ad un certo punto dovette coprirsi gli occhi perchè era diventato insopportabile. 
Poi avvertì un urlo, quello di sua madre. E non appena si voltò, vide un ennesimo raggio verde avvolgerla completamente. Il suo corpo cadde a terra in un tonfo, poi il silenzio. 
Non riuscì nemmeno a metabolizzare cos'era appena successo, nè a muoversi come avrebbe voluto, sentiva le gambe completamente paralizzate dalla paura. 
Lo sguardo era ancora fisso su quel corpo immobile. 
Vide i piedi di quell'uomo avvicinarsi a Gothel e scostarle leggermente la chioma di capelli ormai diventata improvvisamente grigia "...Un vero peccato." 
Prima che potesse anche solo pensare ad una via di fuga, sentì altre voci, Rapunzel si allontanò di scatto dalla porta e si racchiuse in un angolo della stanza, sperando che l'incantesimo di illusione facesse ancora effetto. 
Era spaventata, aveva appena visto cadere a terra sua madre, quell'uomo l'aveva colpita e non si stava più rialzando. 
Era morta. 
Si portò una mano alla bocca per non fiatare, cercando di cancellare dalla mente quel momento o temeva le sarebbe venuto un forte attacco di panico. Chiuse gli occhi e fece per tapparsi le orecchie, cercando di trattenere le lacrime mentre sentiva nell'altra stanza altre voci, urla, incantesimi... 
Aveva paura, per la prima volta in vita sua, era seriamente terrorizzata dall'idea di morire. 
Sua madre glielo aveva sempre ripetuto: il mondo era pericoloso, le persone volevano solo i suoi capelli. Le avrebbero fatto del male. 
E aveva ragione. 
Gothel era appena morta di fronte ai suoi occhi e forse lei sarebbe stata la prossima. 
Dopo un tempo che sembrò infinito, tutto cessò. 
Rapunzel sentì solo qualcuno parlare a bassa voce, con più calma, aprì un occhio per vedere cosa stesse succedendo e un ennesimo lampo di luce, questa volta di un colore più tenue, avvolse l'intera stanza. 
"È qui!" disse una nuova voce. 
Rapunzel si raggomitolò ancora di più nell'angolino, poi la porta si spalancò e vide arrivare davanti a sè un uomo. Dalla voce non sembrava lo stesso che aveva fatto del male a sua madre e anche la sua espressione sembrava buona. 
Era piuttosto robusto, con i capelli lunghi ricci e la carnagione scura, dalla camicia poteva intravedere qualche tatuaggio. 
"Ehi bimba, Maui Johnson è qui per salvarti!" fece lui, porgendole una mano, ma Rapunzel non rispose, aveva ancora le lacrime agli occhi e la testa così confusa. 
Maui sembrò non farci molto caso "D'accordo, ora vediamo di..." ma non appena lasciò scivolare lo sguardo verso il basso, rendendosi conto della lunghezza spropositata dei suoi capelli, si paralizzò "...Wooooooow....."  
Decise di rialzarsi, senza smettere di fissare quella chioma così lunga "Questo è parecchio strano, dovete vederlo!" 
Altre due persone fecero il loro ingresso, uno sembrava piuttosto alto, ma mai quanto il secondo. Rapunzel alzo lo sguardo e lo fissò con timore: era un omone gigante, dalla lunga barba bianca, sembrava avere anche lui dei tatuaggi in entrambe le braccia. Inclinò  la testa per leggere meglio le scritte che si intravedevano: Promosso e Bocciato. 
Non capiva cosa stesse succedendo, chi erano quelle persone e cosa le avrebbero fatto. Si sentiva sola, spaventata e non ebbe nemmeno la forza di sporgersi per controllare se il corpo di sua madre fosse ancora steso nella stessa posizione di prima. 
Era talmente spaventata da poter solo osservare quei tre tizi davanti a lei senza dire una parola. 
Il terzo uomo accanto a quello dalla lunga barba, aveva i capelli scuri e portava delle grandi e buffe basette. Sorpassò gli altri due e diede una lunga occhiata ai suoi capelli con un' espressione quasi meravigliata "Non ci credo... Quindi è davvero lei..." 
"Credo proprio di si. Ed è molto spaventata" disse l'altro, chinandosi alla sua altezza e mostrandole un dolce sorriso "Non preoccuparti piccola, sei al sicuro ora." 
 


 
Da quel giorno Nicholas Nord la prese sotto la sua ala, rivelandole chi fosse realmente: 
la vita che aveva vissuto negli ultimi quattordici anni era soltanto una bugia, una ragnatela di menzogne che Gothel aveva costruito attorno a lei, facendole credere di essere sua figlia e obbligandola a vivere in solitudine, costantemente terrorizzata dal mondo esterno. 
Il suo vero nome era Luce Corona, nipote di Merlino, uno dei maghi più famosi e potenti al mondo. L'avevano chiamata così perché la sua nascita era stata vista come una luce di speranza in quella guerra magica che stava per inghiottire tutti loro. 
Come Merlino era nata con un grande dono, capace di poter curare qualsiasi ferita, sicuro che lo avrebbe usato a fin di bene nel caso non fosse riuscito a tornare vivo. Forse in fondo sentiva che quella sarebbe stata la sua ultima battaglia. 
Visto il clima di pericolo che serpeggiava attorno a lui e i suoi alleati, Merlino fece allontanare la famiglia in un luogo sicuro, suo figlio e sua moglie sarebbero rimasti con la bambina in quel posto finché la guerra magica non si fosse conclusa. Pochi erano a conoscenza di quel piano e soprattutto della nascita di sua nipote, ma sfortunatamente uno dei suoi amici aveva rotto il patto, condannando così quella famiglia a sole poche ore dalla partenza. 
Quella notte Gothel, una maga oscura al servizio di Malefica, entrò nella dimora della famiglia Corona, per rapire la bambina dalla culla. I genitori tentarono invano di salvarla, ma vennero freddati nel giro di pochi minuti. Il suo compito era chiaro: non lasciare in vita nessun erede di Merlino, la dinastia doveva finire quella notte, con la morte di quella bambina. 
Ma Gothel si rifiutò, troppo accecata da quel potere, dalla possibilità di poter vivere a lungo, tornare ad essere giovane e bella come un tempo. Credeva in Malefica, ma credeva anche nella potenza di Merlino e sapeva che se mai fosse stata sconfitta, per lei non ci sarebbe stata più possibilità di scampo. 
Stava dalla sua parte, ma non fino al punto di sacrificare la sua vita, benchè meno in quel momento, quando teneva tra le braccia il suo biglietto per poter scappare e vivere quano più a lungo potesse mai immaginare. 
Era una tentazione troppo forte per poter anche solo pensare di ignorarla. 
Fu così che prese quella bambina con sè, fuggendo via e nascondendosi per quattordici anni. Le diede una nuova identità, un nuovo nome, una nuova vita. 
Una vita fatta di bugie. 
Nonostante le scoperte, sia Rapunzel che Nord decisero di mantenere quel nome. 

Luce ormai era una parte troppo distante del suo passato, non avrebbe mai potuto riconoscercisi. Inoltre, con il pericolo di poter essere rintracciata, entrambi constatarono che era meglio mantenere un nome sconosciuto.  
 

Rapunzel andò così a vivere a casa di Nord e lui le insegnò tutto quello che c'era da sapere non solo sugli incantesimi, ma sul mondo esterno. 
Quell'anno per lei fu estremamente felice: finalmente poteva uscire, parlare con persone nuove, esplorare posti sconosciuti, imparare. 
Certo, c'erano pur sempre delle regole da rispettare e Nord spesso le intimava di tenere gli occhi aperti. Nessuno doveva essere a conoscenza del suo potere, qualcuno come Gothel avrebbe potuto tentare nuovamente di rapirla, ma sapeva anche che non poteva bloccarla in una stanza per sempre. Quella non era vita. 
Nord si era sempre comportato bene con lei, trattandola come se fosse una figlia e Rapunzel gli era davvero grata per tutto il suo aiuto.  
"Sono passati molti mesi da tuo arrivo qui. Vedo che hai fatto grandi progressi in magia." 
Rapunzel aveva appena finito di preparare un distillato soporifero e si voltò entusiasta verso di lui "Grazie anche al tuo aiuto, sto imparando un sacco di cose interessanti!" 
Nord la guardò divertito "Credo proprio che tu sia pronta per passo successivo." 
La biondina inclinò la testa di un lato, confusa. Al che Nord si mise a ridere. 
"Ti sei messa in pari con studio, ora puoi frequentare mia scuola per ultimi anni" disse "Cosa ne pensi?" 
Rapunzel sussultò, portandosi le mani sulla bocca. In un primo istante non disse nulla, non sapeva nemmeno cosa dire senza scoppiare ad urlare per la felicità. Fu così contenta che alla fine non resistette oltre e si gettò verso di lui, abbracciandolo forte. 
"Andrò a scuola! In una VERA scuola di magia con dei ragazzi della mia età!" disse entusiasta "Grazie Nicholas!" 

 
 

 
Non fu facile iniziare l'anno così tardi, ma tutto sommato si era trovata bene, i compagni erano simpatici e seppur ci fossero delle regole da rispettare, aveva la piena libertà di poter uscire, amava stare all'aria aperta, anche quando il tempo non era dei migliori.  
Purtroppo, nonostante i suoi tentativi, non era ancora riuscita ad integrarsi in un gruppo come aveva da sempre sperato: era difficile instaurare un'amicizia profonda quando la maggior parte degli studenti aveva già il loro gruppo affiatato. 
Vedere come Merida era legata così tanto ai suoi amici le aveva fatto sperare in futuro di avere anche lei un legame del genere. Lei ed Hiccup erano rimasti assieme a lei per tutto il giorno, nella speranza che Jack si risvegliasse da quello stato e Merida non voleva dar cenno di muoversi, nonostante la stanchezza dovuta probabilmente alla notte insonne. 
Alla fine, dopo un ennesimo sbadiglio, Hiccup l'aveva finalmente convinta a tornare al dormitorio, offrendosi addirittura di accompagnarla. Rapunzel l'aveva rassicurata che sarebbe stata con Jack ancora per un po’. 
Toothiana si era dovuta assentare ancora e fortunatamente non c'erano altri ragazzi lasciati in infermeria per la notte. 
Tornò dunque ad osservare il volto di Jack ancora addormentato, notando con rammarico che i suoi bei capelli scuri non erano potuti tornare al colore naturale: erano completamente sbiaditi, assumendo una tonalità bianco neve. Inoltre, nonostante il colore della pelle sembrava essere tornato quanto meno simile a prima, pareva sempre così pallido. 
Si sentì triste a pensarci, forse avrebbe potuto fare di più quella notte e anche il suo stato di incoscienza iniziava a preoccuparla, aveva cercato per tutto il tempo di non farlo trasparire a Merida per non allarmarla ulteriormente, ma sembrava non dar cenno a risvegliarsi. 
"Coraggio Jack... Devi svegliarti, stai facendo preoccupare tutti" sussurrò sottovoce. 
Con una mano gli accarezzò una ciocca di capelli. Quando lo aveva visto a terra, privo di sensi, la prima cosa che aveva pensato era che doveva assolutamente aiutarlo. Non sapeva nemmeno se i suoi capelli avessero mai potuto contrastare una maledizione simile, ma non aveva altra scelta che provarci o per lui sarebbe stata la fine. 
Doveva provarci. 
... 
... 
... 
E come se l'avesse ascoltata, lo vide aprire pian piano gli occhi.  
Si portò una mano sulla bocca per trattenere un urlo di gioia, era così felice. Jack si stava riprendendo, stava bene. 
Pensò subito di andare a chiamare Merida, ma poi si ricordò com'era ridotta poco prima e decise di aspettare, voleva che almeno si riposasse un po’. Mentre ci pensava su, non si accorse che Jack la stava fissando con un'espressione quasi meravigliata. 
"...Wow...." 
Rapuzel tornò a fissarlo incuriosita. 
"...Sei... Decisamente il sogno più bello che abbia mai fatto." 
Quella frase la lasciò un po’ spiazzata, immaginando che probabilmente stesse delirando per via della febbre "Oh no! Non mi dire che stai male?!" istintivamente gli sfiorò la fronte, spostandogli leggermente i capelli. Jack arrossì leggermente, ma lei non ci fece caso "Sei ancora così freddo. Spero non sia un effetto collaterale, non me lo perdonerei mai..." 
"Hey biondina, rilassati! Sto alla grande, vedi?" si tirò leggermente su con la schiena, ma senza nemmeno farlo apposta, subito dopo sentì una fitta al petto che lo irrigidì "Beh... Più o meno." 
Rapunzel lo osservò preoccupata, concentrandosi maggiormente sui suoi capelli "Mi dispiace per quello che ti è successo. Non avrei dovuto indugiare così tanto e agire subito..." 
"Ti dispiace per cosa?" accanto al tavolo si trovava uno specchietto, Rapunzel glielo porse e fece cenno di guardarsi il viso. Non appena Jack si vide sbiancò ancora di più, rimanendo fermo a fissarsi per diversi secondi. 
"Uooooooh! Okay... QUESTA cosa sicuramente non me l'aspettavo!" 
iniziò subito a toccarsi i capelli, quasi come se non ci credesse ancora. Non gli sfuggì nemmeno il dettaglio sui suoi occhi, erano sempre stati chiari, ma questa volta parevano di un blu più limpido.
"Non ricordi proprio niente di ieri?"  
Lui si strinse le spalle, continuando ad accarezzare le punte dei capelli "Ricordo solo un gran baccano e... Merida era arrabbiata con qualcuno..." si fermò, riflettendo per diversi secondi "...Probabilmente ero io. E forse questo aspetto ne è la prova." 
La risatina di Rapunzel attirò nuovamente la sua attenzione "La tua voce..." si voltò verso di lei "Ha qualcosa di famigliare, come se l'avessi già sentita." 
Lei gli sorrise "Direi proprio di si. Ma è complicato da spiegare... Ci vorrà un po’." 
Il Serpeverde si mise comodo sul letto "Ho tutto il tempo che ti serve." 
"Non dovresti riposarti?" 
"E farti andare via? Non ci penso nemmeno!" si sporse ancora un po’ di più verso di lei "Come ho fatto a non incontrarti prima?" 
Rapunzel arrossì, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio "Sono qui da pochi anni e... Non conosco molte persone." 
"Ora conosci me. Sono Jack" disse mentre le porgeva la mano. Prima che Rapunzel potesse stringerla a sua volta, si corresse "In realtà è Jackson Overland Frost, ma vorrei che tu mi chiamassi Jack." 
"D'accordo, Jack. Giochi a Quidditch vero? Ti ho visto alle partite." 
Quelle parole sembrarono farlo subito sentire meglio di una medicina, il suo volto si illuminò di colpo "Ti piace anche il Quidditch? Ora hai la mia completa attenzione!" 
Lei rise ancora "Io sono Rapunzel." 
"Rapunzel..." il sorriso di Jack si allargò "Mi piace." 



 

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ANGOLO AUTRICE:
Eccomi anche con questo capitolo! Volevo aggiungere un altro pezzo, ma alla fine ho preferito lasciare lo spazio interamente dedicato alla "storia di Rapunzel".
Ho voluto raccontare dei piccoli passaggi della sua vita e soprattutto il momento in cui incontra Nord. Ho cercato di mantenere più fedele possibile al canon, ma con qualche modifica ovviamente.
Mi piaceva un sacco l'idea del nome e della sua parentela con Merlino! Spero anche a voi.
Eh si, Jack potrebbe essersi preso una bella sbandata, ma chissà. Visto che si rimarcava molto il fatto che non si fosse mai effettivamente innamorato, ho voluto metterlo anche lui alla prova con i sentimenti.
So che nel canon prima di diventare spirito aveva gli occhi castani, mentre qu l'ho reso subito con gli occhi chiari, ma diciamo che non volevo rendere il suo cambiamento "troppo evidente" per gli altri esterni alle vicende.
Gli occhi mi sono limitata a renderli più chiari e i capelli...Visto come Judy ha cambiato sempre il suo look negli anni, alla fine non attirerà poi una grande attenzione tra i compagni.
Aaaah non vedo l'ora di aggiornate perché sbucherà un nuovo personaggio che adoro nel suo essere...Beh...Non propriamente positivo. Ma non posso dire altro o rischio troppo lo spoiler.
Grazie ancora per continuare a leggere e seguire questa storia infinita, mi fa davvero piacere 


~Un abbraccio~

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Capitolo 36
*** Testimone a sorpresa ***


Cap 36: Testimone a sorpresa!


Gurgi GIFs | Tenor



 

La situazione di Jack era ormai sotto controllo e non rischiava più alcun pericolo, il potere di Rapunzel sembrava aver totalmente fermato l'incantesimo di Elsa e a parte lo sbiancamento dei capelli, per il resto  non mostrava alcun sintomo. Tuttavia, nonostante i tentativi per convincere Miss Toothiana a rilasciarlo dall'infermeria, gli era stato chiesto di rimanere a letto per i giorni successivi, nel caso si presentasse una ricaduta e questo gli aveva provocato un ulteriore sconforto. Di per sé non amava particolarmente stare fermo e riposarsi, aveva sempre qualcosa da fare, scherzi da programmare, allenamenti di Quidditch, partite da gobbiglie o gli piaceva anche solo andare a trovare qualche amico e chiacchierare un po’, intervallando tutto con qualche dolcetto divertente come le Api Frizzole o le Piperille. 
Per lui stare tutto il tempo sdraiato nel letto equivaleva ad una sola cosa: noia. 
Noia mortale. 
E lui odiava annoiarsi. 
Per fortuna durante le giornate, gli amici lo andavano a trovare. Perfino Elinor Dumbroch gli aveva fatto visita, lasciandosi scappare qualche commento su di lui e Merida. Ormai sembrava seriamente convinta che lei e Jack fossero una coppia. 
Per tirargli su il morale, Nick gli portava ogni giorno un sacco di dolci, facendo sempre molta attenzione a non farsi vedere dall'infermiera. Lei non era un'amante degli zuccheri, diceva sempre che i dolci di Mielanda causavano troppe carie, ma la golosità di Nick riusciva a superare qualsiasi ostacolo. 
Merida ed Hiccup non mancavano mai di fargli visita, raccontandogli del più e del meno e tenendolo aggiornato su qualsiasi cosa. 
In un certo senso Jack si sentiva sollevato per il fatto che ad Hiccup fosse stato raccontato tutto, era stufo di quei segreti, quel parlottare a bassa voce facendo attenzione a non farsi sentire da nessun altro compagno, le riunioni nella Stanza delle Necessità. 
Sinceramente, era del parere di raccontarlo a tutti i suoi amici per metterli in guardia, ma sapeva bene che questo avrebbe causato ancora più agitazione e nonostante i continui avvertimenti di Merida su quanto fosse pericolosa e incontrollabile Elsa, Jack non se la sentiva di condannarla, non pienamente. 
Non aveva un gran ricordo di quella notte, ma un momento in particolare lo ricordava. 
Poco prima di cadere a terra, il suo sguardo aveva incontrato quello di Elsa. 
Quegli occhi non erano di un'assassina, non di una consapevole per lo meno. 
Anche Kristoff e Anna erano subito passati a trovarlo non appena avevano saputo del suo risveglio, quest'ultima non fece che chiedergli ogni due minuti se stesse davvero bene, probabilmente ancora scossa per tutto quello che era successo e forse in parte si sentiva in colpa, visto che era stata lei ad aver peggiorato la tensione di Elsa quella sera. Inaspettatamente però, fu Rapunzel quella a tenergli più compagnia. 
Lei aveva un ottimo rapporto con Toothiana e adorava darle una mano quando aveva del tempo libero dallo studio, così in quella settimana aveva deciso di approfittarne e vedere Jack spesso. Anche se lo aveva visto guarire di fronte ai suoi occhi, non era ancora del tutto convinta della sua salute, temeva che i suoi capelli non fossero abbastanza forti da fermare una magia come quella di Elsa.  
Dal canto suo Jack sembrava davvero contento della sua presenza, lo aveva notato addirittura Toothiana di come il suo umore cambiava notevolmente una volta che notava Rapunzel varcare la soglie dell'infermeria e come cercava di attirare sempre la sua attenzione. 
Chiunque se ne sarebbe accorto: Jack si era preso un'enorme cotta per quella ragazza.
Quando finalmente arrivò l'ultimo giorno di prigionia, Jack si sentì tremendamente bene, poteva già pregustare la libertà, l'idea di scorrazzare nuovamente libero tra i corridoi, le cucine, perfino le lezioni di Bunnymund iniziavano a mancargli. Balzò fuori dal letto con una agilità tale da stupire perfino Merida ed Hiccup, passati pochi minuti prima per salutarlo. Quest'ultimo inaspettatamente sembrava di ottimo umore, perché Skaracchio, l'uomo che gestiva la famosa riserva di draghi in Romania, gli aveva spedito una lettera per avvertirlo che tanti suoi amici si erano esposti a favore per la libertà della furia buia, una sorta di comitato per la salvaguardia delle specie rare. Sperava che leggere di così tante persone contro la condanna di Sdentato avrebbe potuto smuovere qualcosa, e magari avrebbe evitato così quell'assurdo piano con la polisucco. 
Jack non aveva ancora avuto occasione di conoscere personalmente quel drago, ma a giudicare di come ne parlava Hiccup, sembrava una sorta di gatto troppo cresciuto. Tanto assurdo quanto incredibile. 
Ma quando si sentiva ormai sicuro che avrebbe ricominciato la sua normale routine scolastica, l'arrivo improvviso di Vanellope Von Switz e Flash Parr rovinò i suoi piani. I ragazzini lo ignorarono bellatamene, concentrandosi in particolar modo su Hiccup, vicino a lui. Vanellope aveva il fiatone e ci mise un po’ prima di parlare; lo stava cercando da parecchio, e a giudicare dalla sua espressione anche di fretta.  
"Finalmente!" disse a voce piuttosto alta, mentre prendeva un altro lungo respiro "Ti...Ti abbiamo cercato dappertutto E... E..." 
"Faccio io..." la interruppe Flash, portandosi in avanti. Al contrario dell'amica, lui non sembrava per nulla stanco della corsa "Quel cacciatore, Bludvist. È riuscito a catturare il tuo drago!" 
"C_Cosa?!" Hiccup si alzò di scatto talmente in fretta da far urtare per terra la sedia, ma nessuno in quel momento ci fece minimamente caso.  
"D_dove?! Lo hanno..." 
"Bludvist si è rifiutato, ha detto che è estremamente raro" al suono di quelle parole Hiccup tirò un veloce sospiro di sollievo. Almeno Sdentato era ancora vivo. 
"Ma quell'arpia del Ministero non demorde" dopo aver parlato si rese subito conto di aver appena insultato la madre di Merida e gettò un'occhiata veloce alla ragazza per vedere se si fosse offesa. Lei stranamente non aveva ancora proferito parola, continuava a portare lo sguardo tra loro ed Hiccup, quasi come se volesse attendere la sua reazione. 
Ma nemmeno lui sapeva bene come reagire o forse era ancora scioccato per il fatto che Sdentato era stato davvero catturato. In cuor suo aveva sempre sperato che fosse riuscito a scappare da quella foresta, almeno finché le acque non si fossero calmate.  
"Devi fare qualcosa!" sbottò Vanellope, che finalmente aveva recuperato le sue forze. 
"Dobbiamo liberarlo!" continuò Flash. 
"Voi non farete nulla!" disse Hiccup severamente "Ho un piano, ma prima di tutto voglio tentare un'ultima volta di parlare con Elinor. Se anche uno come Bludvist ha visto il valore di Sdentato, forse c'è ancora una possibilità, magari con l'appoggio di Nord." 
"Di quel tipo non mi fido, ne parlava come un oggetto da collezione" borbottò Flash. 
Vanellope accanto a lui, fece le spallucce "Almeno non lo ha giustiziato." 
"E voi come sapete tutte queste cose?" chiese sospettosa Merida. I due bambini si scambiarono un'occhiata preoccupata, mormorando a bassa voce scuse banali o troppo assurde per crederci. Jack era dietro di lei e sogghignò, non era in confidenza con loro, ma sapeva che erano due gran ficcanaso, capaci di cacciarsi nei guai con molta facilità. Peccato per la differenza di età, era sicuro che con qualche anno in più dalla loro parte, sarebbero potuti andare parecchio d'accordo con lui e Nick. 
La sceneggiata tuttavia finì in fretta, Hiccup scattò immediatamente verso l'uscita dell'infermeria, senza dare il tempo agli altri di reagire, Jack vide Merida un po’ titubante e sebbene tentasse di fare la vaga, si vedeva che moriva dalla voglia di andare anche lei a controllare la situazione. 
Forse non era ancora convinta sul drago, ma Jack sapeva bene quanto teneva ad Hiccup e sinceramente quella storia gli aveva messo addosso una gran curiosità. Così le fece cenno di seguirlo ed insieme raggiunsero in fretta l'amico, che nel frattempo stava chiedendo ad un professore dove fosse il preside Nord. Per fortuna lo trovarono in fretta, proprio all'ingresso della Torre dell' Orologio. 
Sfortunatamente al loro arrivo lo videro occupato a parlare con Elinor Dumbroch, accompagnata alcune figure che i ragazzi non avevano mai visto tra le mura di Hogwarts, ma a giudicare dalle loro espressioni severe e dal modo in cui scrutavano Nord, di sicuro non erano passati per dei semplici saluti. 
Tra tutti spiccava un terzo uomo, dall'aria più imponente e seriosa, era alto dai corti capelli grigi, uno sguardo glaciale che non lasciava spazio ad alcuna minima emozione. indossava una veste scura con una 'W' d'argento impressa. 
Nonostante il tentativo di rimanere impassibile, si poteva scorgere nell'espressione di Nord della preoccupazione, stessa cosa anche per Elinor.
Nel mentre i tre ragazzi si accorsero di Bunnymund a pochi metri da loro. Così Hiccup gli si avvicinò "Devo parlare col preside, ne va del..." 
"Il preside ora non potrebbe aiutarti, Haddock" lo fermò l'insegnante, dal volto sembrava anche lui preoccupato per quello che stava succedendo e in quel momento Hiccup ebbe davvero un brutto presentimento. 
Nel frattempo sentirono i passi rumorosi di Filottete farsi più vicini. 
"Claude Frollo. Immaginavo di trovarla qui" aveva mormorato a denti stretti, guardandolo di sottecchi. 
L'uomo chinò leggermente il capo, rivolgendo uno sguardo pieno di altezzosità al preside di Durmstrang, ignorando volutamente Uberta e Filottete. 
"Sinbad" disse "Allora è vero quello che mi è stato riferito: Durmstrang è caduta così in basso da nominarla addirittura preside." 
L'altro alzò gli occhi al cielo in risposta "Amorevole come sempre. Non sei cambiato di una virgola, Claude." 
Lui ridusse gli occhi a due fessure "Nemmeno lei a quanto vedo. Il suo aspetto scialbo rispecchia pienamente il livello di Durmstrang in questo momento" non gli lasciò nemmeno il tempo di replicare che gli si avvicinò pericolosamente contro "I cambiamenti che sta apportando la stanno distruggendo, cos'altro farà ancora? Permetterà ai nati babbani di essere ammessi?" 
Invece che lasciarsi intimorire però, Sinbad lo sfidò con lo sguardo e sorrise "Dammi tempo, ci sto lavorando." 
Il tono beffardo con cui lo disse lasciò Frollo talmente sconvolto da non trovare nemmeno le parole per replicare. Poté solo lanciargli un'occhiata piena di risentimento in risposta, ma Sinbad sembrava talmente abituato a quel suo modo di fare da non lasciarsi minimamente condizionare. 
Così Uberta decise di intervenire, permettendo così ad entrambi di separarsi "Mi permetta. Si può sapere il motivo della sua presenza? Nicholas ha subito un richiamo?" dal suo tono di voce anche lei sembrava particolarmente seccata per l'arrivo di Claude, forse dovuto anche al fatto che quell'uomo pareva ignorarla completamente. Come se non fosse abbastanza importante da meritare anche solo una risposta. 
E fu così, Claude la ignorò e, dopo aver lanciato un ultimo sguardo sprezzante a Sinbad, concentrò la sua attenzione solo su Nord, facendo infuriare ancora di più Uberta. 
"Come funzionario del Ministero volevo verificare personalmente lo stato attuale di questo posto." 
In quell'istante Elinor si puntò in avanti, carica di disappunto "E ripeto che non ce n'era bisogno. Ero già stata incaricata io di..." 
"Lei è stata cieca tanto quanto questa massa di incompetenti!" la zittì subito Frollo "Ringrazi che Atlanta sia ancora capo del Ministero o a quest'ora avrei già fatto ritirare la sua roba dall'ufficio." 
Quello scatto prese in contropiede chiunque, perfino Elinor stessa che, per la prima volta, decise di rimanere in silenzio. Forse in fondo sentiva che non aveva completamente torto, non questa volta. 
Che fosse stata colpa sua o meno, un terribile incidente aveva portato la morte di una ragazza.  
Vedendola stranamente silenziosa, Claude poi si voltò verso tutti i presenti, fermandosi di nuovo sul preside "Il San Mungo ha ben due studenti vittime di atroci incidenti ed ora si è scoperto che addirittura uno studente è un lupo mannaro. Mi auguro sia stato allontanato a dovere." 
"Maui Johson se n'è occupato" rispose prontamente Nord. 
Frollo inarcò un sopracciglio "Johnson?" 
"È bravo insegnante." 
"È un incapace" sibilò lui "Ma non serve che glielo dica, i fatti parlano chiaro." 
"Ha salvato studenti da attacco di lupo mannaro." 
"Quel lupo mannaro che si è rivelato essere a sua volta uno studente" lo schernì "Fossi io al comando, ripulirei come si deve questo posto, da cima a fondo." 
"Ma sta di fatto che non è il preside!" si intromise Phil. 
Claude finalmente gli rivolse un minimo di attenzione, squadrandolo attentamente e in silenzio. 
"Vero" lo disse talmente a bassa voce che a stento venne capito. 
Dopodiché tornò ad incrociare lo sguardo del preside "Questo è solo un ammonimento, fosse per me l'avrei già sospesa, ma è fortunato di godere ancora una certa fiducia al Ministero." 
"Sto prendendo provvedimenti" disse ancora Nord. 
"Non abbastanza. Gli studenti di questa..." si fermò e nel frattempo passò velocemente uno sguardo vagamente disgustato attorno a sè "...Scuola, sono troppo indisciplinati, deludenti e impreparati. Servirebbe una mano... Decisamente più ferma, e degli insegnanti più efficienti." 
"Insegnanti qui sono competenti." 
"Lei è troppo morbido Nicholas, l'ho sempre detto. Forse i miei metodi erano rigidi quando insegnavo a Durmstrang, ma in tutti quegli anni nessun mio studente è mai stato irrispettoso." 
"Questo perché tu incutevi timore." 
Frollo lo fissò con sufficienza "Non vedo quale sia il problema" voltò poi il capo verso Elinor "Ad ogni modo, mi auguro seriamente non ci siano più sviluppi di alcun tipo. Ci vuole disciplina, ordine! A cominciare da quel drago che ha aggredito gli studenti."  
"Ho chiesto espressamente di occuparmi del problema" affermò la donna "Abbiamo ricevuto delle lettere di protesta, e ..." 
"E pensa che dovremo fermarci perché degli sciocchi animalisti pretendono la libertà di quella bestia?" 
"Certo che no" rispose prontamente Elinor "Ma si è deciso di convocare l'intero comitato per la valutazione finale." 
L'espressione di Frollo faceva trapelare tutto il suo malcontento, tuttavia lei continuava a mantenere inaspettatamente una postura seria e calma. 
"È solo una formalità. Posso affermare che la maggior parte del comitato sarà a favore della condanna." 
Hiccup, che era rimasto fermo ad ascoltare, fece un passo in avanti "M_Ma questo non è un processo! È un'esecuzione!"  
A quell'affermazione, Claude gli lanciò uno sguardo sprezzante "E tu chi saresti?" 
"Mi chiamo Hiccup Haddock." 
"Haddock..." lo sguardo dell'uomo parve accendersi per un breve istante e un lieve sorrisetto si formò sul suo pallido volto "Curioso... Vedo che la passione per quelle bestiacce è un vizio di famiglia." 
Quella battuta, unita alla rabbia che provava per la sorte del suo amico a quattro zampe, fece subito scattare Hiccup verso di lui, ma prima che potesse rispondere, Elinor gli si piazzò davanti, come a volerlo fermare. 
"Ora basta, Hiccup." 
Le sembrò di scorgere un velo di tristezza nella sua voce, ma forse era solo una sua impressione.
"Ma... Non date nemmeno la possibilità a Sdentato di difendersi!" 
Frollo, che nel frattempo lo aveva già superato per allontanarsi con gli altri, lo fissò un'ultima volta con sufficienza "E come potrebbe? È un bestia, e come tale va eliminata."
Provò a replicare, ma capì che nessuna di quelle persone lo avrebbe ascoltato, Nord venne subito tempestato di domande, Uberta, Sinbad e Phil cercavano di sostenerli, ma a loro volta quelle esatte domande venivano rimbalzate contro di loro, accusandoli di mancata professionalità per i danni subiti. 
Frollo decise poi di continuare il discorso nell'ufficio di Nord e una volta rimasti soli, Hiccup rimase in silenzio per diversi secondi, rimuginando su quanto fosse appena successo. 
Jack gli si avvicinò, dandogli un'amichevole pacca sulla spalla per confortarlo "Dovevi aspettartelo. Elinor avrà fatto i salti mortali per convincere tutte quelle vecchie scope." 
Senza pensarci troppo, Hiccup estrasse dalla tasca dell'abito la boccetta con la pozione che gli aveva preparato Belle, si prese qualche secondo per osservarla, in silenzio. Poi sospirò "A mali estremi..." 
L'amico gli sorrise complice "Haddock combina guai. Questa non me la voglio perdere" alzò poi il capo verso Merida, che per tutto quel tempo era rimasta ancora in silenzio. Cosa strana da lei. 
Tuttavia sembrava aver capito dallo sguardo di Jack e subito scosse il capo "Assolutamente no! È un'idiozia!" 
"Mmh... Non eri dello stesso parere al ballo del ceppo..." sogghignò il Serpeverde. 
"Era diverso! Qui stiamo parlando di un drago e se ci scoprono, rischiamo seriamente di..." si fermò giusto in tempo per soffermarsi sul viso di Hiccup "...Lo sai come la penso..." 
"Lo so. Non ti sto chiedendo di aiutarmi, ma farò di tutto per liberarlo." 
Anche Merida annuì, abbozzando un lieve sorriso "...Lo so. E non ti fermerò." 
"Per me può bastare." 
Hiccup fece lo stesso e solo in quel momento sentirono le mani di Jack su entrambe le loro spalle. 
"Beh... A questo punto sono curioso di vedere colui che si è messo in mezzo a questa adorabile coppietta." 
Quelle parole fecero diventare entrambi più paonazzi del normale, in particolar modo Merida, che prese quasi il colore dei suoi capelli per l'imbarazzo "Jack!" 



 
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Dopo gli eventi del ballo del ceppo Moana non aveva quasi spiccicato parola con nessuno. Concentrarsi per il Torneo le risultava difficile: non faceva altro che pensare a quella notte, al corpo di Belle senza vita e a come solo poche ore prima stesse chiacchierando amichevolmente con lei. L'aveva vista stranamente preoccupata quel giorno e quando si era allontanata aveva deciso di cercarla per chiederle se andava tutto bene, ma poi alla Torre di Astronomia si era distratta con Jim.
Non riusciva a perdonarselo, nemmeno ora che sembravano aver trovato il colpevole riusciva a darsi pace. 
Le lezioni per lei si erano fatte inesistenti, non riusciva ad ascoltare le parole degli insegnanti, non ce la faceva a prendere appunti, niente. Perfino quando, nel bel mezzo di una lezione, il professor Sebastian le aveva chiesto di ripetere la formula dell'incantesimo appena eseguito, Moana si era limitata a mormorare un "mi dispiace", seguita da una richiesta di andare al bagno, probabilmente per sciacquarsi la faccia e cercare di riprendere un po' di lucidità. 
Al termine della lezione ci sarebbe dovuta essere la pausa pranzo, ma con lo stomaco così in subbuglio non se la sentiva nemmeno di entrare nella sala grande, quindi decise di rimanere ancora un po' da sola, in quell'aula quasi vuota. Sebastian le passò accanto un'ultima volta prima di allontanarsi anche lui, suggerendole di mangiare e, per qualsiasi cosa, di cercare un insegnante.
Lei incurvò le labbra in un sorriso, ma non appena lo vide uscire dalla stanza, si spense nuovamente, tornando a fissare il vuoto.
Sapeva che doveva uscirne, o sarebbe impazzita, ma ogni volta che riusciva a distrarsi anche solo per un attimo, ecco che tornava il pensiero di Belle e quella sensazione di colpevolezza che non faceva che tormentarla.
Solo allora alzò lo sguardo e vide Nick e Judy discutere, a pochi passi dall'entrata dell'aula. Istintivamente si avvicinò a loro, forse nella speranza di potersi distrarre anche solo qualche minuto, ma le loro espressioni sembravano tutt'altro che rassicuranti. 
Era quasi tentata di tornare nell'aula quando una flebile voce la chiamò, picchiettandole la spalla. Jim era accanto a lei e la scrutava con uno sguardo indecifrabile.
"Hey... Ehm..." si grattò debolmente il capo e dopo aver preso un respiro più profondo, la guardò serio "...Come ti senti?"
Moana lo fissò in silenzio quel tanto che bastò da fargli capire di aver fatto la domanda più stupida che potesse fare in quel momento. Al che lui si morse la lingua, rendendosi conto troppo tardi della gaffe.
Come diamine doveva sentirsi dopo aver perso una delle sue migliori amiche?
Per fortuna in suo soccorso ci pensarono i discorsi di Judy e Nick lì vicino.
"Credi che sia davvero il lupo mannaro che vi ha aggrediti?" chiese la Grifondoro.
Nick inarcò un sopracciglio, aveva le mani in tasca e si era appoggiato con la schiena sul muro "Come faccio a saperlo? Quando ci ha attaccato non aveva nessuna targhetta con il nome."
"Non capisco... Che ci faceva Belle la fuori da sola?" non riuscì a dire altro, forse perché nemmeno sicura di cosa potesse giustificare un simile comportamento.
"Era strana" disse poi la voce di Moana.
Entrambi si voltarono verso di lei.
"Prima che si allontanasse dal ballo sembrava preoccupata per qualcosa..." continuò.
"Sai il perché?" insistette Judy.
"Non me l'ha voluto dire."
"Non te l'ha voluto dire?" ripeté, dal tono quasi incredulo "E tu non hai chiesto altro?"
"Ho pensato non volesse parlarne. Che fors...."
"Avresti dovuto insistere di più."
Lei esitò, vide Judy serrare le labbra come se si fosse pentita per quella brutta uscita.
Rimasero in silenzio per diversi secondi, Nick si irrigidì, percependo una tensione sempre più pressante. Per fortuna quel breve momento venne interrotto dalla voce di Kristoff, che fece un veloce cenno a Judy di raggiungerlo e, dopo aver scambiato un ultimo sguardo con i due, si limitò a dire semplicemente "Ne parleremo dopo" mentre si allontanava a passo svelto verso la direzione del Tassorosso.
Solo quando se ne andò Nick riuscì a tirare un lungo sospiro, mentre lo sguardo di Moana pareva sempre più abbattuto.
"Ha ragione" disse "Sentivo che c'era qualcosa che non andava, era così strana e io... Ho provato a cercarla..."
Jim portò lo sguardo altrove, sentendosi nuovamente in colpa per quanto successo. Nick lo guardò brevemente, tornando poi a rivolgersi alla ragazza "Non badare a quello che dice Judy adesso. E' ancora sconvolta, ha appena perso una delle sue migliori amiche."
Moana tirò fuori un debole sorriso "Era anche la mia migliore amica."
Nick si maledí per aver usato quelle parole, ma cercò di rimediare "Non potevi saperlo." 
"Ma lo avevo intuito! Forse si era allontanata per qualcosa, un problema o..."
"O per vedere qualcuno" disse Jim, la voce era bassa e un po' incerta, ma venne udita da entrambi i suoi amici. Quando si rese conto dei loro sguardi, si sentì un po' agitato, come se temesse di peggiorare ulteriormente la situazione.
Ma ormai aveva parlato, non restava altro che raccontare tutto.
"Belle sapeva della maledizione di Adam" si era portato le mani in tasca, puntando gli occhi su Moana "Ti cercavo proprio per...." sospirò, passandosi una mano sul viso "...Non so se faccio bene a parlartene. Non adesso che sei..."
Lo sguardo dell'amica si fece più serio, gli prese la mano e gliela abbassò, costringendolo a guardarla negli occhi "Che cosa, Jim?"
Alla fine, dopo un attimo di esitazione, parlò "Belle stava cercando di imparare la pozione Antilupo, o almeno è quello che pensa Tullio."
"La pozione Antilupo?" ripeté confusa la ragazza "Ma... Ma è illegale!"
Nick la guardò storto "Ah, è questo a preoccuparti?"
"Stiamo parlando di Belle! La conosco bene, non ha mai trasgredito le regole in vita sua, non rischierebbe così tant..." a quel punto si fermò, scambiandosi inevitabilmente un'occhiata con Jim. Quest'ultimo annuì.
"Era lui" disse con un lieve sospiro "Era lui il ragazzo con cui si vedeva in segreto."
"Le persone fanno cose pazze quando sono innamorate..." mormorò il fulvo "Quel tipo, Adam, era un cacciatore di Quidditch piuttosto bravo mi pare. Se non sbaglio ha la nostra età."
Jim annuì "Ha perso un anno da quel che ricordo, troppe assenze."
"Assenze eh? Mi chiedo come mai..." continuò ancora Nick "Isolato, non vuole parlare con nessuno... Tzè... Un manuale standard per chi nasconde un segreto, ormai ci sarei dovuto arrivare" lo disse di getto, pensando anche alla situazione di Elsa, ma si rese conto troppo tardi di aver detto forse più del dovuto. Jim e Moana lo stavano fissando con attenzione e questo lo fece subito fermare di colpo 
"Cosa intendi?" chiese lei, leggermente sospettosa.
Ma Nick era bravo a rigirarsi le parole e non perse altro tempo "Mi domando se Belle e Adam dovevano incontrarsi poco dopo il ballo, quella sera..."
Portando l'attenzione sulla ragazza, sciolse immediatamente gli sguardi incuriositi dei suoi amici. Jim però non sembrava particolarmente convinto del suo cambio di discorso, ma si limitò a lanciargli qualche occhiata indagatoria.
Nel frattempo Moana si era seduta su una panca di pietra li vicino, aveva il capo abbassato e si stava massaggiando piano la fronte per il nervoso.
"Hai detto che sembrava preoccupata, forse ha sentito o visto qualcosa" continuò ancora.
Jim lo fissò silenziosamente, come se stesse aspettando il continuo di quel discorso che l'amico cercava assolutamente di evitare, ma poi vedendo Moana così abbattuta sembrò distrarsene.
"Credete che Adam fosse consapevole di..." si fermò, lanciando un'occhiata ad entrambi.
"Certo che no" rispose seriamente Nick "E se Belle lo sapeva, non si sarebbe dovuta avvicinare a lui per nessun motivo."
"Se lo sapeva, non sarebbe stata così imprudente" disse Moana, tenendo sempre lo sguardo rivolto verso il basso "C'è qualcosa che ci sfugge..."
Era davvero stanca, lo si capiva anche dal suo tono di voce, probabilmente non era nemmeno riuscita a chiudere occhio. Vedendola in quello stato, il primo istinto di Nick fu quello di tirar fuori un paio di bacchette magiche alla liquirizia "Tieni, scommetto che non tocchi cibo da ieri."
Lei scosse debolmente il capo "E come potrei?"
"Digiunare non ti farà stare meglio" posò le liquirizia accanto a lei e fece per cercare qualcosa in un'altra tasca "Ho giusto delle piume di zucchero che..." ma una volta voltato lo sguardo, vide una zampetta pelosa sporgersi per afferrare i dolcetti.
"No no no!" gli diede un leggero schiaffetto sulla mano per fermarlo "Non ci provare nemmeno, non è roba tua!"
Gurghi lo guardò male e non appena lo vide abbassare leggermente la guardia, con rapidità prese la liquirizia e la addentò, sotto lo sguardo stupito del Serpeverde.
"Ridammela subito! Piccolo ladro!"
Fece per acchiapparlo, ma Gurghi fu più veloce e dopo averlo schivato, scattò via, rifugiandosi dietro le gambe di Jim "Gurghi non è un ladro!"
"Ma se ti ho appena visto!"
"Gurghi è solo debole! Non gli piace rubare, ma non riesce a resistere a dolcetti! Se tu li lasci in giro Gurghi non trattiene sua golosità!"
"Non cercare di truffare un truffatore!"
A quel punto il volto di Jim si illuminò, ricordandosi improvvisamente di un dettaglio che aveva completamente dimenticato. Gurghi era presente quel giorno che erano stati attaccati da Adam, anzi era stata proprio la sua presenza ad averlo condotto verso il corpo senza vita di Belle. Voleva darsi una manata in testa per essere stato così sciocco da scordarselo, ma con tutto quello che era capitato in quei giorni la sua mente l'aveva completamente rimosso.
"Gurghi! Certo!"
Sia l'interessato che Nick lo fissarono torvi. Jim non ci badò e chinò subito il capo verso il piccolo animale "Io ti ho visto quel giorno, ricordi?"
L'espressione della creatura cambiò di colpo, fece un passo all'indietro per cercare di sgattaiolare via, ma Nick gli bloccò il passaggio con un piede.
"Gurghi n_non sa nulla di quella n_notte! No no, non ha visto niente!"
"Allora come sai che mi stavo riferendo ad una notte?" chiese Jim mentre gli posava una mano sulla spalla "Hai visto per primo il corpo di Belle, lo so. Hai notato qualcos'altro di sospetto?"
All'inizio non era molto sicuro che la sua testimonianza sarebbe potuta tornare utile, ma vedendolo reagire in quel modo, si convinse presto che forse aveva realmente visto qualcosa. 
"Gurghi non sa."
Jim lo fissò scettico.
"Gurghi non ricorda..." istintivamente puntò i suoi occhietti verso un alcuni insegnanti più in fondo al corridoio. Capendo il suo disagio, Jim gli rivolse un sorrisetto "Non diremo nulla a quella cattivona della signora Dumbroch. Promesso."
Ma l'altro non sembrava per nulla convinto, a quel punto Nick si chinò, mostrando in una mano un paio di piume di zucchero "Forse questi ti faranno cambiare idea."
Dopo averci dato una lunga occhiata, Gurghi fece per afferrarne un paio, ma quando ci provò l'altro ritrasse subito la mano "Ah ah... Prima, parla."
"Ti puoi fidare di noi, piccoletto" disse Jim.
La creatura sembrava ancora incerta, non faceva che spostare lo sguardo da uno studente all'altro, rimuginando se parlare o meno.
A quel punto, una voce dietro di loro si fece avanti "Belle era amica mia e di Merida, la tua padrona" disse Moana. Si era chinata anche lei per arrivare al pari all'altezza della creatura, aveva gli occhi lucidi e senza pensarci due volte prese le zampe della creatura tra le mani "Se sai qualcosa di importante, devi dircelo... Ti prego."
Gurghi la guardò per un lungo momento e dopo un'ultima fugace occhiata al corridoio, si voltò verso il gruppetto, portandosi una zampa dietro la nuca "D'accordo, dirò quello che ho visto, ma non raccontate a padrona-madre! Lei sempre così preoccupata e... E agitata. Lei non deve finire in guai, vecchio uomo del Ministero è molto cattivo con lei."
Nick si stava mangiucchiando una merendina nell'attesa "Claude Frollo? Ma dai, sembra un gran bravo ragazzo." 
"Lui cattivissimo con la mia padrona! Con tutti!" si agitò la creatura "Ooooh se scopre che Gurghi era in giro per castello senza che lei volere..."
"Quella sera quindi eri in giro da solo?" chiese Jim.
Dopo aver tirato un lungo sospiro, l'animale annui flebilmente "Giorno del ballo Gurghi doveva rimanere in stanza per non combinare pasticci, ma aveva tanta fame e sapeva che nella festa c'erano tante cose buone da mangiucchiare e sgranocchiare, così è andato alle cucine..."
"Qui la storia si fa lunga..." commentò aspramente Nick.
"...Castello è taaanto grande, più grande di casa Dumbroch! E Gurghi non è abituato a girare da solo in posti nuovi, così si è perso" disse timidamente "Non sapeva dove andare, ma non voleva farsi vedere da qualcuno per paura che padrona-madre scoprisse che era uscito di nascosto, così Gurghi è andato fuori!" Allargò le braccia per enfatizzare il racconto, portandole poi nuovamente a terra "Ma si è perso ancora."
Anche Jim alzò gli occhi al cielo, ma per questa volta frenò ogni battutina per non allungare ancora di più quel racconto.
"Gurghi era nel panico, ma poi... Ha sentito rumori! Rumori forti e... E facevano paura!" tremò "Grande animale stava attaccando un ragazzo alto, persona urlato qualcosa e scappata via, ragazza era a terra! Oh... Gurghi era così spaventato!"
Gli occhi di Moana si spalancarono "Un momento... G_grande animale? In che senso? Di cosa stai parlando?"
"Di animale che ha aggredito persone!" rispose. 
"Frena frena un attimo!" lo interruppe Jim "Intendi il lupo mannaro."
L'espressione di Gurghi parve quasi indispettita "Tu ascoltare mio discorso? Ho detto grande animale, non lupo!"
Quella frase mandò ancora più in tilt le menti dei tre giovani studenti.
"Un momento..." Jim non fece in tempo a continuare che Nick sputò fuori tutto quello che anche lui pensava.
"Quindi quella sera oltre ad un lupo mannaro c'era addirittura un'altra creatura più grossa?! Ma certo! Ora tutto ha un senso!" lo indicò "Ci sta prendendo in giro!"
Jim e Moana si scambiarono uno sguardo, perplessi, ma questo fece irritare ancora di più l'amico.
"Vi rendete conto di quanto sia assurdo?"
"Che genere di animale?" chiese poi la ragazza, ignorandolo. 
Nick non riusciva a credere a quello che stava assistendo: i suoi amici stavano sul serio dando credito a quel piccolo bugiardo?
Gurghi stava giocherellando nervosamente con la dita delle mani, teneva continuamente lo sguardo verso il basso "Era grande... Molto grande" allargò le braccia "Più grande di così!"
"Non è molto, allora" mormorò Jim stranito.
"Due ali e muso cattivo! Oh si, era davvero cattivo. A Gurghi non piace ricordare" concluse, rabbrividendo "Lupo poi arrivato e hanno iniziato a combattere, ma poi grande animale è volato via!
"...Ali?" ripeté Moana.
Nick sospirò  "Adesso sbucano le ali...Davvero lo state ancora a sentire?"
L'animaletto alzò il capo per guardarlo e batté un piede innervosito "Gurghi non sta mentendo! Non questa volta! Gurghi sta dicendo la verità!"
Lui si chinò, guardandolo di sbieco "Vorrei crederti, ma mi risulta difficile."
"Gurghi non mente! C'era davvero grande animale quella notte e ha fatto male a bella ragazza! Gurghi avrebbe voluto aiutare, ma era troppo tardi!" alla vista di quegli occhioni diventare lucidi il breve sorrisetto di Nick si spense di colpo, iniziando a temere stesse dicendo realmente la verità.
Nel frattempo Moana spostò lo sguardo verso Jim "Credi che... Qualcuno abbia liberato una creatura dentro Hogwarts?"
Jim sospirò "Una creatura così spaventosa e nessuno se ne sarebbe accorto? Non esiste un mantello dell'invisibilità tanto grande." 
"Un modo ci deve essere, oppure..."
Ma poi l'espressione dell'amico mutò "E se fosse un animagus?" entrambi i ragazzi lo fissarono.
"Un animagus di quelle  dimensioni?" disse Moana, un po' incerta.
"Potrebbe essere. O quello o è una creatura magica"
Gurghi alzò le spalle, scuotendo debolmente il capo in risposta.
"Fantastico, ne sappiamo quanto prima" disse Nick.
"Non direi, sappiamo che c'era anche un'altra persona quella sera" gli occhi della Grifondoro puntarono nuovamente sul piccolo Gurghi, che però in risposta aveva abbassato il capo.
"Mi spiace, Gurghi non può riconoscere, era così buio." 
Ma la voce della ragazza parve comunque più sollevata "Almeno sappiamo che non è stato Adam ad attaccare Belle."
"Si, ma ha attaccato NOI!" commentò aspramente il fulvo "Perdonami se non mi sta particolarmente simpatico."
Gurghi iniziò poi a giocherellare con le piccole dita delle mani, puntando gli occhietti da uno all'altro "Gurghi si sente in colpa, avrebbe voluto fare qualcosa per aiutare..." piagnucolò, portandosi successivamente la mani sul muso "Ma era così paralizzato dalla paura!" 
Moana sorrise debolmente e si chinò, posandogli una mano sulla spalla per confortarlo.
"Credete che dovremo avvertire gli insegnanti?" chiese poi Jim.
Ma ecco che lo sguardo pentito della creatura cambiò radicalmente, iniziò a saltellare e tirare per la manica Jim come un forsennato "Oh no no no! Voi avete promesso! Se parlate Gurghi finisce nei guai!" Si era aggrappato talmente stretto a lui da impedirgli quasi di muoversi, Jim provò a cacciarlo via, ma l'altro era ben più veloce e ogni volta che provava ad allontanarlo, lui riusciva a schivarlo, arrampicandosi addirittura sulla sua schiena.
"Hai detto che volevi aiutare no?" provò di nuovo ad afferrarlo per un braccio, ma l'animale riuscì a schivarlo ancora.
"Si ma non così!"
Moana intanto si era rialzata "Adam crede di aver fatto del male a Belle, dobbiamo dire qualcosa!"
Nick tossicchiò per attirare l'attenzione di tutti "Ehm... Ripeto: Adam ha tentato di fare a NOI del male. Ricordate? Forse farlo allontanare dalla scuola non è una brutta idea."
A quel punto gli altri due si scambiarono uno sguardo in silenzio.
"Dovremo parlarne col preside" disse lei.
"Con quel tipo inquietante tra i piedi? Non mi piace" bofonchiò Nick "Ora come ora sembra averlo alle calcagna peggio di un elfo domestico" guardò poi Gurghi, che nel frattempo aveva smesso di strattonare il povero Jim, si era fermato sulla sua schiena "Senza offesa."
Gurghi gli fece una linguaccia in segno di risposta, ma gli altri non ci fecero troppo caso.
"Bunnymund lo direbbe subito alla signora Dumbroch, poco ma sicuro" sospirò Moana. 
Jim si guardò attorno e un lieve sorriso gli si era formato sul volto "Dimenticate che qui abbiamo uno dei più grandi auror della storia?" 
A differenza di lui, gli altri non sembrarono molto convinti, nemmeno Gurghi. 
"Perché no?" li osservò dubbioso "E' bravo."
"Lui non piacere a Gurghi, faceva sempre arrabbiare padrone Fergus!"
"Ma è un ottimo auror." 
"E' stato un ottimo auror" puntualizzò Moana, ma Jim non demorse.
"E' il migliore."
"E' impulsivo."
Lui la guardò indispettito, mentre Gurghi si era limitato ad annuire sulla sua spalla, in sostegno della ragazza. 
"Ho saputo che quel tipo, Claude Frollo, non si è espresso molto bene nei confronti di Jonhson" disse Nick, cercando di calmare la situazione.
I due lo fissarono in silenzio.
"Dici che potrebbero licenziarlo?" chiese confuso Jim "La decisione non spetta al preside?" 
L'altro alzò le spalle "E chi può dirlo, tanto chi ha il potere fa sempre come vuole, a discapito di cosa sia giusto o sbagliato."
Jim scosse il capo, convinto "Nord non lo permetterebbe mai."
"Sarà, ma intanto suggerisco di parlargli. Un tipo come Johnson è più incline a mantenere il silenzio, se è questo che vogliamo fare" guardò poi Moana che aveva alzato gli occhi al cielo "Lo sappiamo che non ti piace, ci parlerà il suo fanboy Jimmy qui presente."
Jim borbottò qualcosa a bassa voce, imbarazzato, spostando poi lo sguardo alle sue spalle "Allora è deciso, andiamo da Johnson e..." in quel preciso istante però, si rese conto della totale assenza di Gurghi. Non si trovava più dietro la sua schiena, probabilmente era sceso nel momento in cui si era messo a discutere con Moana. 
Forse temeva il coinvolgimento della signora Dumbroch in tutto questo.
Quell'animaletto era talmente leggero da non essersene nemmeno accorto.
Tutti e tre iniziarono a cercarlo li attorno, nella speranza di trovarlo ancora nella sala grande, ma nulla, era fuggito via.
"Addio testimone" sussurrò Nick.
Jim fece per ribattere, ma poi vide per terra dei rimasugli della liquirizia che aveva addentato Gurghi e subito gli venne in mente dove poteva essersi diretto. Tutti e tre ormai erano troppo coinvolti per non fare qualcosa, avrebbero trovato Gurghi il prima possibile e avrebbero messo al corrente chi di dovere. Se c'era ancora solo la possibilità che il vero colpevole della morte di Belle fosse ancora libero, avrebbero fatto di tutto affinché venisse catturato.



 

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NOTE AUTRICE:

Buonsalve! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Scusate se è un po' lunghino rispetto al precedente, prossima volta mi trattengo.
L'avevo detto che la situazione di Belle non si era ancora conclusa, si pensava fosse stato il lupo mannaro e inveceeeee...
Okay il fatto del grande animale è una chicca di uno specifico film d'animazione, non so quanti lo riconosceranno.
Qui appare anche il giudice Claude Frollo (anche se qui non è giudice ma va beh xD)
Ci tenevo tantissimo a metterlo, spero di averlo reso bene nella sua stronz***ine, credo che tra lui e la Umbridge non so chi possa essere peggio. Diciamo che questa è una sua prima apparizione, come vi è sembrato?
Vi ringrazio ancora tantissimo per continuare a leggere la storia! Passo pian piano a rispondervi 
Avverto solo che per qualche settimana dovrei stopparla un pochino, sono immersa completamente nel lavoro, ho poco tempo libero e ho un'altra storia (decisamente più corta ed easy) che vorrei almeno iniziare. Altrimenti so già che rimarrà nei meandri del mio pc.
Quindi, ci vediamo tra un paio di settimane ❤


 
Un abbraccio
 
 
 
 

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Capitolo 37
*** Qualcosa di bello ***


Cap 37: Qualcosa di bello

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Alla fine Elsa aveva accettato di farsi aiutare da Pitch, dopotutto, chi meglio dell'insegnante di Difesa contro le Arti Oscure era in grado di intervenire in caso di un altro incidente? 
L'unica ragione per cui non era riuscito ad arrivare in tempo alla sera del ballo, era perché in quel momento Uberta aveva chiesto proprio a lui di danzare e quel piccolo attimo di distrazione era avvenuto proprio nell'istante in cui lei si era allontanata dalla festa, causando pochi minuti più tardi la quasi morte di Jackson Frost. 
Per fortuna che se la cavò, forse non era riuscita a colpire una parte vitale. Oppure non aveva scagliato il potere con abbastanza forza.  
Non voleva torturarsi ulteriormente, anche perché ogni volta che ci pensava, l'agitazione non faceva che aumentare, rischiando addirittura che il gelo superasse il tessuto dei guanti. Fino ad ora erano state le uniche cose in grado di fermare il suo potere, ma ogni anno che passava li sentiva sempre più freddi, come se stessero mano a mano diventando anche loro di ghiaccio.  
Forse avrebbe dovuto prenderne altri, ma non ci riusciva, era l'unica cosa che le restava dei suoi genitori. Sua madre le aveva regalato i guanti dicendole che sarebbero serviti a controllarle i poteri, non sapeva se per via di qualche incantesimo di difesa. 
Non lo aveva mai chiesto, perché quel giorno aveva altro per la testa.  
Quel giorno era arrabbiata, molto. 
E i suoi genitori purtroppo ne avevano pagato le conseguenze. 
"Non ti stai concentrando..." la fredda voce di Pitch la fece tornare immediatamente con la mente sull'esercizio. Aveva deciso di incontrarlo dopo le lezioni per permettergli di aiutarla ad avere un maggior controllo sui suoi poteri. Si erano allontanati nei sotterranei, in un'aula che sembrava non venisse usata da parecchio. Prima di entrarvici, Pitch pronunciò un incantesimo talmente a bassa voce che quasi Elsa non lo udì, ma capì probabilmente che si trattava di una stanza sconosciuta agli studenti. L'interno era molto simile all'aula di Difesa contro le Arti Oscure, anche i tavoli e le sedie, ma senza quadri o scheletri ad addobbare la stanza. In compenso vi erano diverse statue di un paio di creature magiche ai lati della sala. 
Sapeva che non sarebbe stato facile, Pitch fino ad ora non era sembrato esattamente un insegnante paziente e alla mano. Non si faceva scrupoli nel criticare aspramente chi commetteva degli errori o mettere uno studente in punizione al minimo accenno di disattenzione. Una volta aveva sentito di sfuggita un paio di ragazze raccontare di quanti punti aveva sottratto alla casa Serpeverde l'anno prima per colpa degli scherzi di alcuni elementi, causandone anche la sconfitta alla Coppa delle Case. 
"Ti ho chiesto di concentrarti." 
Ormai non si davano più del lei, visto il tempo che avrebbero dovuto passare assieme, Pitch sosteneva che era stupido continuare ad usare simili formalità. 
Elsa si lasciò sfuggire un piccolo sospiro, lui si limitò a lanciarle una lunga occhiata di sfida, prendendo poi dal tavolo un bicchiere d’acqua, era il quinto di una lunga fila, l'unico ancora non completamente ghiacciato, visto che i precedenti erano stati tutti congelati durante l'esercizio. 
In questa lezione Pitch sembrava voler osservare per lo più il potere di Elsa e in un secondo momento, trovare un metodo adatto per aiutarla. A lei non piaceva per niente, continuava a camminarle attorno ed osservarla come se stesse guardando una creatura magica in una riserva. 
Un po’ riluttante, si tolse nuovamente il guanto della mano sinistra e provò a prendere l'oggetto, fece un lungo respiro e chiuse gli occhi, ripetendosi di non agitarsi in alcun modo. 
Poteva farcela. Doveva. 
Ma non appena gli riaprì ed osservò il bicchiere, sentì inavvertitamente una scia ghiacciata scorrere dal palmo della sua mano, questo bastò a farla sussultare, attirando anche l'attenzione di Pitch. 
"Non mi stai ascoltando." 
Piccole forme ghiacciate presero a circondare lievemente il bordo del bicchiere. 
"Forse dovrei prendere la bacchetta e..." 
"Finché sei agitata la bacchetta non ti servirà a nulla." 
"Dicevo sol..." 
"Non è stata la bacchetta a perdere il controllo, ma tu." 
Elsa sussultò ancora. Sentiva il freddo pungente avvolgere sempre di più l'oggetto. 
"Non funziona!" 
"A cosa stai pensando?" 
Lei sembró tentennare sempre di più a quelle domande, Pitch se ne poteva accorgere dall'acqua che iniziava piano piano a ghiacciarsi. 
"Come immaginavo...Elsa..." 
L'ennesimo sospirò di disapprovazione causò quello che temeva. 
L’acqua nel bicchiere si ghiacciò in un istante, continuando ad espandersi fino a farlo esplodere in piccoli pezzi, l'impatto fu talmente improvviso e veloce da prendere anche Elsa alla sprovvista, lo scatto le provocò anche un taglio sulla mano dovuto ad una scheggia.  
Così lasciò cadere a terra quel che rimaneva del bicchiere e prese ad indietreggiare verso il fondo della sala, ancora scossa. 
"N_non funziona! Non ha controllo!" 
A differenza sua, Pitch non si scompose, anzi sembrò quasi infastidito "Perchè ti convinci a non averne!" 
"Avevo detto che... Che ..." ma non appena con la mano sfiorò una statua vicino alla parete, il ghiaccio si espanse tutt'intorno ad una velocità tale da farla scattare nuovamente all'indietro. Senza vedere dove stesse andando, questa volta batté proprio contro il petto di Pitch. 
Lui la fissò con aria accusatoria "Guardati. Sembri un cucciolo smarrito." 
Elsa lo guardò accigliata, teneva ancora la mano stretta per fermare il sangue che gocciolava. 
"Pensi che non lo sappia? È tutta la vita che sono così! Ogni giorno io..." 
"Basta-vittimismo" la interruppe. 
"Vittimismo?!" 
"È quello che ho detto" sorrise e lei lo fissò ancora più basita. 
"Lo trovi divertente?" 
"Un pochino." 
La ragazza lo fissò irata, avrebbe tanto voluto fargli sparire quel sorrisetto dal volto, ma per timore di causare un altro attacco, prese un lungo respiro e lo sorpassò, andando a raccogliere il guanto che prima aveva lasciato cadere a terra per lo spavento. 
Quel semplice gesto fece intuire subito a Pitch le sue intenzioni  
"Oh no, scordatelo. Non abbiamo ancora finito." 
"Si invece!" rispose secca "Ho da studiare e non potrei stare fuori oltre l'orario di lezione." 
Ma non appena si rialzò, vide Pitch più vicino. Lui la scrutò in silenzio ed alzò una mano come se volesse sfiorarla. Elsa non fece nemmeno in tempo a reagire che si vide sfilare tra la mani il guanto appena raccolto "Ehi!" 
"Riprova" disse l'altro con una notevole nota autoritaria, mentre si allontanava da lei "Ancora." 
"Il guanto mi serve! H_ho detto che non me la sento di..." 
Pitch osservò con noncuranza il guanto, accorgendosi di piccoli strati ghiacciati che si erano formati sul tessuto "Non ti servirà ancora per molto..." prese poi a guardarla "E io ti ho detto di continuare. Ti comporti come una bambina viziata. Non farai alcun progresso se continui solo a lamentarti!" 
Elsa rimase in silenzio, passò lo sguardo dall'oggetto frantumato al professore, per poi tornare sulla statua ormai del tutto congelata. Quelle parole la ferirono. 
Bambina viziata? Lei? 
Chi si credeva di essere, non la conosceva nemmeno. Cosa ne poteva sapere di tutto il male che aveva sofferto? Della solitudine che aveva patito? 
"Chi è l'insegnante qui? Dovresti darmi ascolto." 
Ma lei non si mosse. 
"Anche tu ti stai comportando da bambino viziato se per questo." 
Quella battutina lo prese alla sprovvista "Ma cos... Basta! Non mi farò mancare di rispetto da una ragazzina, anche a costo di usare metodi... Che Nicholas non approverebbe." 
La ragazza lo sfidò con lo sguardo e solo allora lui posò l'attenzione su dei piccoli frammenti di ghiaccio che si stavano creando sul pavimento.  
"Non ti lascerò uscire." 
"L'ho già ripetuto. Son..." 
Non riuscì a finire nemmeno la frase poichè vide Pitch estrarre la bacchetta dall'interno del suo abito, una malsana idea le balenò per la mente. 
"Non oserà..." 
"L'ho detto" le puntò la bacchetta contro "Non mi faccio mancare di rispetto" e senza darle nemmeno il tempo di rispondere, lanciò lo schiantesimo verso di lei.  
Elsa, presa completamente alla sprovvista, e senza bacchetta a portata di mano, fece la prima mossa che le venne in mente di fare, gettò istintivamente le braccia in avanti e chiuse gli occhi, aspettandosi di essere colpita in pieno viso.  
Ma dal suolo si innalzò un muro di ghiaccio alto poco più di lei e l'incantesimo gli si schiantò contro provocando un'esplosione che la fece scivolare. Alcuni frammenti di ghiaccio si staccarono dalla colonna e vennero scaraventati a terra, ma la maggior parte restò quasi del tutto intatta. Quando Elsa riaprì gli occhi, si rese conto di quello che aveva appena causato e, a giudicare dallo sguardo che le stava rivolgendo Pitch, era proprio quello che sperava. 
"Oh beh... Non mi aspettavo di certo l'esplosione..." la guardò e sorrise appena "Non prenderla troppo come un fatto personale, stavo cercando di capire" ma prima lei che potesse formulare una frase di senso compiuto, lo vide avvicinarsi "Coraggio, se avessi voluto farti davvero del male, te ne saresti accorta" senza che glielo chiedesse, tese una mano per aiutarla a rialzarsi. 
Elsa lo fissò rude, socchiudendo gli occhi a due fessure "Non lo farei se fossi in te. Potrei congelarti." 
A quel punto lui ritrasse la mano e sorrise quasi compiaciuto "Per una volta che provo ad essere gentile." 
"Gentile?" ripeté accigliata "Colpirmi in quel modo per te è essere gentile?" 
"Dovevo fermarti..." rispose con noncuranza "Non so se hai avuto modo di sentire qualche storia sul mio conto: sono eccellente nel mio lavoro, ma non posso dire altrettanto con le relazioni." 
"Oh si. Decisamente!" la rabbia iniziò a farsi largo nella sua testa e gli scattò contro, facendolo lievemente indietreggiare "Attaccare una studentessa... Sono sicura che il preside non avrebbe approvato." 
Pitch alzò le spalle "È quello che ho detto" non sembrava curarsene molto, e questo suo atteggiamento così menefreghista fece degenerare ancora di più l'atmosfera. 
"Perché lo hai fatto?! Poteva succedere molto peggio che..." Elsa gli puntò così il dito contro, ma non fece in tempo a terminare la frase che lui le bloccò il gesto, afferrandole il polso e facendo molta attenzione a non sfiorarle la mano. Si irrigidì, ma Pitch sembrò non farci minimamente caso, troppo impegnato a scrutarla in un silenzio a dir poco snervante. 
"Cosa c'è?" chiese, ma lui si limitò a fissare un'ultima volta la sua mano, per poi voltarsi verso quel muro ghiacciato che aveva creato poco prima. 
"La paura di fallire ti fa vacillare, ma al tempo stesso è in grado di proteggerti." 
La sua espressione sembrava l'opposta di quello normalmente avrebbe immaginato Elsa. Quasi come se ne fosse ammaliato.  
"La paura ti ha smossa...." disse, mollando finalmente la presa sul polso della ragazza "Lavoreremo su questo. Devi imparare ad abbracciare la tua paura, e liberarti di ogni emozione." 
"Lo dice come se fosse facile. Non vedo molti progressi fino ad ora..." 
"Tempo al tempo, come ho sempre detto..." si voltò, indicando la parete di ghiaccio "...Guarda cosa sei in grado di fare! È...è.." 
"Orribile..." 
"Magnifico!" 
Quella frase la prese notevolmente alla sprovvista, sentendosi per la prima volta senza parole. 
Non avrebbe mai pensato di poter associare il suo potere a qualcosa di bello. Si era sempre abituata ad autodefinirsi un pericolo da non essersi mai soffermata su questo. 
Solo una volta, molto tempo fa. Quando Milo le disse che avrebbe potuto sfruttare il suo potere per fare del bene. A quel tempo, quasi ci credette, anche se per poco. 
Senza rendersene incurvò le labbra in un sorriso. 
Pitch se ne accorse, ma non disse nulla, come se non volesse spegnere quel piccolo barlume di fiducia che si era creato. 
"Magnifico... Forse." 
"Non forse" le si avvicinò nuovamente "Niente sfumature, niente incertezze. Hai delle capacità incredibili e per quanto tu sia terribilmente testarda e lagnosa..." vide Elsa storcere il naso per quelle parole "Hai del potenziale. Un'enorme potenziale" concluse. 
Sembrava sincero, non poteva saperlo con certezza, ma sentiva che stava dicendo la verità. Fece per abbassare lo sguardo, ma il tono con cui le parlò ancora la attirò nuovamente  
"Fidati Elsa, col mio aiuto farai grandi cose."  
Pitch riprese a guardarla, iniziando a farla sentire stranamente agitata.  
Doveva assolutamente interrompere quel contatto, così rivolse il capo verso la lastra di ghiaccio formata poco fa.  
Sapeva che, al di la del suo atteggiamento, era uno dei maghi più stimati, una volta aveva sentito dire da Uberta che, come Maui Johson, Pitch era sempre stato un mago molto abile fin da giovane e questo gli aveva permesso di aprirsi molte porte. 
"Pausa finita" disse Pitch, interrompendo quello strano silenzio "Riprendiamo da dove ti sei interrotta." 
"Non posso. Devo andare adesso." 
Il suo lieve sorrisetto si spense subito, ma lei non si scompose.  
"Ho davvero da studiare. E inoltre... La seconda prova si avvicina." 
Non stava mentendo, era stanca, aveva un mal di testa tremendo e doveva ancora ripassare aritmanzia per l'esame che ci sarebbe stato a breve. 
"Forse, se ti eserciterai abbastanza, potrai essere in grado di controllarlo meglio per la prova Tremaghi. Potrebbe essere una valida alternativa alla bacchetta, dopotutto" disse lui. 
"Non sarebbe come barare?" 
"Barare. Che paroloni" la schernì "Sfrutti semplicemente le capacità con cui sei nata, come hai fatto con l'Uncinato Mortale." 
"Quella volta non l'ho fatto di proposito" sospirò "Non mi sembra giusto verso gli altri concorrent..." 
Sentì Pitch borbottare qualcosa, così decise di porre fine al discorso una volta per tutte, spostando lo sguardo altrove. Lui la fissò per qualche secondo, in silenzio, alla fine le porse il guanto che aveva tenuto ancora saldamente in mano "Va bene, per oggi può bastare." 
Elsa fece per prendere il guanto, ma poco prima che lo sfiorasse, lo ritirò "Spero tu non ce l'abbia con me per averti attaccata, prima." 
La ragazza lo guardò con le sopracciglia inarcate e questo fece ridere appena Pitch. 
Prese il guanto, rabbrividendo appena al contatto con la sua mano, e dopo un lieve cenno col capo, si allontanò in fretta da quella sala, lasciandolo solo.  


 
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Dopo lo spiacevole incontro con Claude Frollo, Hiccup e gli altri erano usciti subito dal castello per dirigersi verso la capanna di Ralph, e lo videro fuori dal giardino, come se fosse li solo per aspettarli. 
Dall'espressione che fece non sembrava approvare la presenza degli altri ragazzi, ma alla fine cedette per non fare altre storie e soprattutto, non avevano molto tempo a disposizione. Nessuno aveva il permesso di avvicinarsi a Sdentato, solo lui per nutrirlo e assicurarsi che fosse sempre bloccato da ogni via di fuga. 
"Ricordatevi che non possiamo stare molto, Elinor Dumbroch è stata chiara e non vuole che ci si allontani dal castello senza supervisione" disse, Non faceva che guardarsi indietro nel timore che qualcuno si accorgesse di loro. 
"Beh, in teoria siamo sotto la tua supervisione" sussurrò Hiccup, dietro lo sguardo divertito di Jack. 
"Non daremo alcun disturbo!" 
Il guardiacaccia non si lasciò sfuggire un'occhiataccia verso di lui "Oh puoi giurarci, ti tengo d'occhio, caro Jack Frost." 
Al suono di quelle parole, Flash gli saltellò a fianco "Aspetta... Tu sei Jack Frost? Quel Jack Frost?
Lui sollevò leggermente il capo con aria fiera "Esatto." 
Vedendo l'espressione del bambino aveva pensato lo conoscesse per la sua fama di ragazzo più simpatico della scuola, ma le parole che ne uscirono gli spensero immediatamente il sorriso "Mia sorella Violetta ti detesta ancora, lo sai? L'hai fatta infuriare peggio di un Troll di Montagna!" 
Jack arrossì lievemente, iniziandosi a grattare nervosamente il capo "Oh... Beh..."  
"Non mi stupisce" si intromise Merida, sorpassandolo "Jack non ci sa fare con le ragazze, è un dato di fatto." 
"Gentile come un Platano Picchiatore, rossa." 
Lei gli rivolse una linguaccia, facendo ridere Vanellope lì accanto. 
"Finalmente vedremo un drago!" esultò, iniziando a correre attorno al suo amico Ralph. 
"Un vero drago da vicino!" Flash la raggiunse con un balzo "E saremo gli unici del nostro anno!" 
L'amica annuì "Ci puoi scommettere! Ah! Antonio sarà così verde di invidia che..." ma non fece in tempo a finire la frase che vide gli sguardi di Ralph ed Hiccup fulminarla tempo zero "Che... Ooooovviamente non saprà nulla!" finì con una risatina nervosa, appoggiata da Flash. 
"Niente di niente!" 
Ma il guardiacaccia non pareva molto convinto "Vanellope..." 
"Lo giuro, lo giuro! Bacchetta sul cuore!" diede poi una gomitata al compagno per darle corda. 
"Sì va bene..." 
I cinque, accompagnati da Ralph, continuarono ad incamminarsi verso la Torre Oscura. Si trattava di una torre alta e stretta nei pressi del Cortile di Trasfigurazione e da parecchi anni ormai era praticamente inutilizzabile. 
Quando Hogwarts non era ancora una scuola, venne usata come una sorta di prigione e, almeno esteticamente, aveva mantenuto la stessa atmosfera. 
Ai lati della torre vi erano quattro gargoyles che facevano da guardia, erano tutti alti, grossi e dall'aspetto inquietante. Ralph fece cenno ai ragazzi di stare più indietro e recitò la parola d'ordine per poter avere il permesso di passare, uno dei gargoyles annuì in risposta e si spostò per permettere loro di entrare nella torre. 
E quando pensavano di aver superato la parte peggiore, sentirono il lamento di Jack alla vista di tutte le scale che avrebbe dovuto percorrere per arrivare in cima. 
"Sette piani... Sul serio?!" 
Sdentato si trovava all'interno dell'ultimo piano, visto che non era in grado di volare, Elinor aveva pensato di trasferirlo nel punto più alto possibile, inoltre per impedirgli di sputare fuori gli era stato bloccato il muso con una catena incantata e lo stesso trattamento era stato fatto alle sue zampe, in modo da non farlo muovere più di due passi.  
Il drago teneva lo sguardo verso il basso e cercava goffamente di spostarsi avanti e indietro, ma tutto quello che riusciva a fare era creare un debole venticello con le sue ali, anch'esse bloccate con una corda.   
Anche quando i draghi erano stati portati per la prova si erano prese le dovute precauzioni, ma questa volta sembrava proprio che Elinor non volesse in alcun modo fare errori. Con quell'intervento da parte del Ministero era più decisa che mai a proteggere l'incolumità degli studenti. 
Appena il drago sentì il cigolio della porta aprirsi, appiatti le orecchie e, nonostante la catena, cercò di mostrare più denti possibili, Merida sussurrò ad Hiccup di fare attenzione e rimanere distante, ma lui non le diede ascolto e si avvicinò a grandi passi verso l'animale, senza alcun timore. Non appena Sdentato si rese conto della sua presenza, gli occhi dapprima minacciosi, si fecero grandi e rotondi, molto più amichevoli, le orecchie si alzarono e abbassarono per l'agitazione e, sebbene con estrema difficoltà, cercò di spingersi per raggiungere più in fretta il suo amico e salutarlo.  
"Ehi bello, sono felice anche io di vederti!" 
C'era uno strano silenzio, spezzato solo dal ruggito in sottofondo che faceva il drago, un suono molto simile a delle fusa. Segno con tutta probabilità che in quel momento si sentiva davvero felice. 
Gli altri rimasero a fissarli per un po’, in parte senza parole per la scena che si trovavano davanti. Non solo Hiccup era riuscito a domare un drago, ma sembrava adirittura che tutto quel tempo di lontananza non avesse intaccato minimamente il loro rapporto. 
Per la prima volta in vita sua, Merida non seppe cosa dire. 
"Wow..." Vanellope aveva cercato nel frattempo di avvicinarsi, vista l'intraprendenza di Hiccup poco prima "A vederlo così non sembra così minaccioso!" 
"Fai attenzione!" la intimò Ralph, sporgendosi leggermente, come se si stesse preparando per trascinarla via. 
"Sei davvero un domatore di draghi!" esultò Flash con un mezzo saltello. 
"Come possono volerlo morto?" chiese Vanellope. 
"È quello che cerco continuamente di spiegare, ma sembra che nessuno voglia ascoltarmi." 
Hiccup avvertì gli occhi di Merida puntati su di lui, probabilmente sentendosi presa in causa. Avrebbe voluto dirle che quella frecciatina non era rivolta a lei, ma Flash non gli diede tempo di spiegarsi. 
"Il preside lo avrebbe fatto. Anzi, lo avrebbe di sicuro liberato!" 
"Non è così facile. Ha comunque attaccato delle persone. Studenti" specificò Ralph. Sentì lo sguardo di Hiccup addosso e lo fissò "Che sia successo volontariamente o meno, bisogna prendere atto di questo, lo sai." 
"Lo so" annuì il ragazzo "Hai idea di quando..." 
"Cercherò di scoprirlo. Temo che sarà dopo la seconda prova" rispose. 
Flash sospirò "Quindi non manca poi molto..."  
Calò uno strano silenzio e in quell'istante gli occhi di Sdentato si incrociarono con quelli di Merida, ma lei, forse per timore, distolse subito l'attenzione altrove, concentrandosi da tutt'altra parte. 
"Beh... dovrai contare solo su di noi" affermò ancora il piccolo Flash. Anche Jack e Vanellope annuirono in sostegno e lo stesso fece pure Ralph, ma l'altro li fermò con una mano. 
"Grazie, ma davvero... Non è necessario." 
"Ma perché..." 
"Perché potrei davvero rischiare l'espulsione! E l'ultima cosa che voglio è coinvolgere qualcun altro in questa storia" esclamò, voltandosi poi verso il guardiacaccia "Hai già rischiato fin troppo portandoci qui, perderesti il lavoro per colpa mia." 
Ralph boccheggiò qualcosa, ma Hiccup continuò, questa volta spostando l'attenzione sui due bambini "E voi due siete..." 
"Non dire piccoli!" Vanellope lo guardò di sottecchi. 
"Oh d'accordo" annuì Hiccup "Dirò che siete al primo anno, può bastare?" 
Lei sbuffò, mentre Flash lo fissò imbronciato. Hiccup non diede loro il tempo di rispondere, poiché si voltò infine verso Jack, che guardava la scena con un sorrisetto stampato sul volto. 
"E tu. L'hanno scorso non sei stato espulso per miracolo." 
Lui trattenne a stento una risatina "Mi rinfacci ancora l'incidente coi gargoyles?" 
"Dico sul serio..." 
"Anche io per una volta" disse "Hai detto bene, non sono stato espulso, e vedrai... Non accadrà neppure a te." 
"Con mia madre nei paraggi non ne sarei tanto sicura" si intromise Merida, suscitando un sospiro da parte del Serpeverde. 
"Tua madre mi adora, potrei parlarle e..." 
"È ben diverso questo." 
"Tu sottovaluti il mio fascino." 
Merida lo fissò incredula "Fascino? Sei serio?" 
Nel bel mezzo di quella discussione, Vanellope notò la coda di Sdentato dimenarsi un pochino e solo allora si ricordò del suo stato, purtroppo gli mancava un pezzo della pinna, il lato portava ancora dei segni di ustione. Durante la camminata Hiccup gli aveva accennato qualcosa riguardo una ferita, ma poi Flash si era intromesso facendo domande sciocche su quale sia il dolce preferito di un drago.  
"La sua coda..." disse, attirando l'attenzione dei presenti "Cosa..." 
Ma non fece in tempo a toccarla che il drago, preso dall'agitazione, si scostò immediatamente, ruggendo questa volta in maniera più minacciosa. Quel gesto così improvviso spaventò sia lei che gli altri, Jack e Ralph si precipitarono subito in suo soccorso, mentre Merida sfoderò dalla tasca la bacchetta. L'azione fu talmente immediatamente che probabilmente era stata con la bacchetta pronta fin dall'inizio. 
"Fermo li! Non osare farle del male!" 
La puntò contro Sdentato, che non appena vide quell'oggetto di fronte ai suoi occhi, si allontanò con un goffo balzo, dovuto alle catene, ma non la smise un solo istante di guardarla furioso. 
"Ora BASTA!" tuonò la voce di Hiccup, mettendosi tra lei e il drago "Tutti e due, fermatevi!" 
Sia Sdentato che la ragazza lo guardarono. Nessuno dei due sembrava voler mollare, ma dopo l'ennesimo avvertimento alla fine cedettero, seppur riluttanti. 
Anche Vanellope si era parecchio spaventata, stava aggrappata a Ralph mentre con lo sguardo si alternava tra la Furia Buia ed Hiccup "Mi... Mi dispiace, forse l'ho spaventato. Non volevo!" 
"Non è colpa tua" le sussurrò l'amico. 
"Devi fare attenzione!" il tono di Merida al contrario suo invece, era decisamente più aggressivo "I draghi sono imprevedibili e questo non è da meno!" lo indicò e Sdentato in tutta risposta, sbuffò del fumo dalle narici, colpendola in viso. 
Hiccup alzò gli occhi al cielo con aria seccata "Testardi!" 
Ralph fece un passo in avanti, dando comunque sempre un'occhiata che la Furia Buia non scappasse "D'accordo, ora finiamola qui! Vi riporto al castello." 
La notizia creò subito del dispiacere sul volto di Hiccup e Sdentato, accanto a lui, sembrò aver capito, perché gli si avvicinò, battendo col muso sul suo gomito come se volesse rassicurarlo lui questa volta. 
Lui sorrise e gli accarezzò la testa "Ti tirerò fuori da qui bello, e tornerai a volare, te lo prometto. Non ti lascerò solo di nuovo." 
E Hiccup non poté notare che in quel momento, Merida stava continuando ad osservarli in silenzio, rimanendo ancora una volta senza parole di fronte a quella complicità che pareva così autentica da sembrare surreale.  
Leggendo lo sguardo così determinato di quel ragazzo, era sicura che avrebbe trovato il modo per liberare quel drago. Lo conosceva fin troppo bene da sapere che mai e poi mai si sarebbe arreso, avrebbe tentato il tutto per aiutare il suo amico. 
Lo sapeva. Su quello non aveva alcun dubbio. 
Ma una cosa la tormentava. 
Forse non era così sicura che lo avrebbe lasciato da solo anche questa volta. 



 

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NOTE AUTRICE:

Sono tornataaaa! Che bellezza riprendere a scrivere questa storia. ho cercato di postare il prima possibile, queste settimane sono state davvero tremendi, ma spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Come vedete, pian piano stanno arrivando dei cambiamenti, sia in Merida per quanto riguarda il suo odio per i draghi, sia per Elsa e il suo percorso. Ho amato scrivere le parti con Pitch, spero siano uscite bene. 
Se a qualcuno si sono attivate le antennine al nome di "Antonio", ebbene...E' il bimbetto di Encanto, quello col potere di parlare con gli animali. In questa storia appariranno più avanti anche i personaggi di Encanto, ho trovato spazio anche per loro *-*
Non sto ad allungare ancora di più questo capitolo, vi ringrazio tantissimo come sempre. E ci leggiamo al prossimo 


 
Un abbraccio

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Capitolo 38
*** Prego! ***


Cap 38: Prego!

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Dopo la sparizione di Gurghi, Moana e gli altri avevano deciso di dividersi per setacciare piu velocemente il castello. Erano sicuri che per quanto piccolo e veloce, non sarebbe stato in grado di fuggire in eterno. Jim inoltre sembrava piuttosto convinto su dove andarlo a cercare e alla fine tutti loro si erano accordati su due posti dove avrebbero potuto trovare Gurghi: la stanza che la signora Dumbroch usava come ufficio il più delle volte che si trovava ad Hogwarts e le cucine. 
Jim e Nick si erano diretti proprio in quel posto, mentre Moana aveva preso la strada verso l'ufficio della Signora Dumbroch, sperando di scorgere la piccola figura di Gurghi lungo il percorso.
Purtroppo ciò non avvenne.
Entrare in quella stanza fu semplice tanto quanto uscire, a Moana bastarono pochi sguardi per capire che di Gurghi non vi era alcuna traccia. Non sapeva il perché, ma temeva un risvolto simile e sperava solo che Jim e Nick avessero più fortuna di lei.
Una volta accertatasi che non ci fosse nessun altro nei paraggi, chiuse la porta alle sue spalle e prese a camminare lungo il corridoio; ma pochi metri più avanti venne subito attirata dalla voce di Maui, al di là di una stanza. In un primo momento pensò di aver capito male, ma poi si ricordò di trovarsi nella parte del castello dove stavano alcuni degli alloggi dei professori, tra cui proprio Jonhson. Era naturale sentirlo quindi: quella stanza doveva essere la sua.
Ma la cosa che la attirò fu il tono della sua voce, che sembrava piuttosto alterato, tanto da sentirlo addirittura al di fuori della stanza e nemmeno con troppa fatica: non doveva nemmeno sporgersi per sentire. Immaginò che si trovasse a pochi metri dall'ingresso.
Sapeva che non era carino origliare, non avrebbe mai e poi mai dovuto farlo.
Ma la tentazione era troppo forte. 
Non aveva mai sentito Maui così furioso, si chiedeva chi lo avesse fatto arrabbiare in quel modo. Inoltre dal modo in cui stava parlando, sembrava che non fosse solo, ma che stesse addirittura discutendo con qualcuno.
"Quello stupido ingessato!" aveva continuato a voce sempre più alta "Un incapace... Io?! Tzè, ho lavorato anni per loro e questo è il ringraziamento?!"
A quel punto Moana si sporse leggermente verso la porta per tentare di sentire l'altra persona, ma tutto quello che ricevette fu un sonoro silenzio. Seguito poi dalla voce di Maui.
"Non incominciare anche tu. Ho fatto solo un errore! UNO!"
Di nuovo una piccola pausa di qualche secondo.
"Rimane comunque il fatto che mi sono sempre esposto per aiutare chiunque! perché la gente si concentra solo sulle cose negative?! Ho salvato il Ministero da quell'attentato, ho sconfitto quei maghi oscuri!" aveva iniziato ad elencare tutta una fila di azioni che aveva compiuto in passato, alcune delle quali Moana le avrà sentite ripetere almeno una decina di volte.
Ormai poteva cantargliele a memoria.
"Insomma, guardami! Sono un prodigio! Claude Frollo sbaglia a trattarmi in quel modo, si atteggia così solo perché è un pezzo grosso del Ministero... Tzè..." 
"Quindi è arrabbiato col Ministero..." pensò.
In effetti ci sarebbe dovuta arrivare: Frollo aveva apertamente dimostrato quanto non lo apprezzasse ed era sicura non fosse la prima volta che glielo faceva presente, a giudicare dal tono con cui rispondeva.
"Sai cosa? Ora mi sentirà! Non starò zitto, non questa volt..."
In quel momento Moana si vide aprire la porta di scatto e purtroppo non fece in tempo ad allontanarsi che si ritrovò la figura del professor Maui di fronte a lei, che la osservava con uno sguardo piuttosto confuso. 
"E tu che ci fai qui?" chiese, inarcando un sopracciglio "Mi stavi spiando?"
Lei farfugliò qualcosa di incomprensibile e, presa dall'agitazione, in un primo momento si limitò a scuotere velocemente il capo.
Maui non sembrò badarci "Quindi... Stavi passando di qui per puro caso, di fronte alla mia porta d'entrata..."
"A dire il vero io... Sono passata per parlarle!" disse in fretta.
In effetti sarebbe dovuta passare con Nick e Jim appena catturato Gurghi, anche se non fremeva dalla gioia all'idea di passare più tempo del previsto in sua compagnia, in quel momento era l'unica soluzione plausibile. 
"Parlarmi?" 
Moana annuì, questa volta con più convinzione e fece per sporgersi verso la sua stanza "S_Sì! Io... Ehm... Volevo parlarle di una cos..." dopo essersi data una rapida occhiata attorno, si accorse di un particolare piuttosto strano: in quella stanza non c'era nessun altro.
"Ma allora, con chi stava parlando poco fa?" si chiese.
Eppure non se lo era sognato, aveva davvero sentito il professore discutere animatamente con qualcuno.
"Ehi... Ehi no!" Maui la fermò subito, impedendole di girare ulteriormente attorno alla stanza "No no no, non ti ho dato il permesso di entrare!"
"Ma lei..." lo fissò, sorpresa "Lei non stava parlando con qualcuno?"
A quel punto l'uomo si fermò, fissandola di sbieco "Allora mi stavi davvero spiando."
"E_è successo per caso!" si difese, ma la risata di Maui la interruppe.
"Si certo" spostò poi lo sguardo alla sua sinistra, verso un piccolo quadro appeso al muro. All'interno vi era raffigurato quello che sembrava lo stesso Maui Jonhson. Era animato da un incantesimo, come molti quadri presenti ad Hogwarts, ma questo stranamente sembrava non riuscisse a parlare, si era limitato ad indicarla, rivolgendo poi al suo omonimo un'espressione confusa.
Maui scosse il capo, sorridendo appena "Ah non preoccuparti, la signorina qui se ne stava per andare" la guardò "Giusto?"
Questa volta però sul volto di Moana si formò un debole sorriso, cosa che lo incuriosì "Cosa succede?"
"In un certo senso, stava davvero parlando da solo" disse indicando prima lui e poi il quadro.
Il Maui più piccolo sembrò ridacchiare mentre quello originale si limitò a sorridere appena "Ah-ah davvero esilarante. Ma in questo momento non sono in vena di battute" le fece nuovamente cenno di uscire, però lei lo fermò ancora.
"Un momento!" disse.
L'ennesimo sospiro del professore le fece capire che non sarebbe stata facile la conversazione. In un primo momento le sembrò che Maui volesse dire qualcosa, poi, tutto d'un tratto lo vide bloccarsi "Oh ma certo! Ci sarei dovuto arrivare!" si diede un leggero colpetto alla testa "Non preoccuparti, ti darò una mano io per questa volta" si schiarì la gola poco prima di finire la frase "Quello che stai cercando di dirmi è...Grazie."
Moana lo fissò per qualche secondo, temendo di aver capito male.
"Grazie?" ripeté, incerta.
"Prego!"
Moana non capì "Cosa? N_No io..." fece per parlare, ma lui la fermò posandole una mano sulla spalla.
"Lo so lo so... Non trovi le parole per esprimere le tua gratitudine, è comprensibile, credimi."
"Io..."
In quel momento si vide arrivare addosso il libro, d'istinto lo prese al volo, rendendo Maui ancora più compiaciuto "E sappi che non è una cosa che faccio per tutti" le fece cenno di aprire la prima pagina e non appena eseguì, notò subito una grande dedica con tanto di disegnino animato raffigurante un Maui in posa da combattimento.
Non capiva se l'imbarazzo che sentiva era per se stessa o per lui.
Maui nel frattempo le si era avvicinato e prese a strofinarle la testa come se stesse accarezzando un cagnolino "Ohhh ti senti o no la ragazza più fortunata in questo momento?"
Fece poi per allontanarsi, lei ne approfittò per risistemarsi i capelli tutti disordinati e posare il libro su un tavolino alla sua destra. 
"Non sono passata qui per questo!" 
"Hai comunque un autografo."
Moana passò lo sguardo seccato da lui al libro "Non è nemmeno mio! Questo libro parla del Quidditch!""
Lui a quel punto si fermò di colpo "...Quindi non mi stavi ringraziando?"
Questa volta lo ignorò, passando subito al dunque "Vede, abbiamo saputo che..." si morse il labbro inferiore, ricordandosi appena in tempo di non dover fare il nome di Gurghi. Non ancora per lo meno "...che Adam Benson non è il vero colpevole di quella notte. Non del tutto."
Poté sentire Maui trattenere una risatina "Vuoi farmi credere che c'erano due lupi mannari?"
"No! è stata un'altra creatura ad aggredire Belle... E Gaston. Noi abbiamo pensato di chiedere il suo aiuto e..."
"Avete pensato...Mmmh.." si passò una mano sul mento e la osservò con attenzione "Quando dici avete pensato, ti riferisci a più te stesse o..."
"Mi riferisco a me e i miei amici!" rispose accigliata.
"Certo..." Maui non sembrò per nulla convinto, continuava a guardarla con un'espressione divertita "E quale sarebbe questa fantomatica creatura?"
"Ecco..." a quel punto la ragazza si zittì per qualche secondo, sorridendo imbarazzata "Non l'ha spiegato con esattezza." 
Gurghi non era mai stato molto chiaro sull'aspetto dell'animale, sapeva solo che era grande e con delle ali. Poteva essere scambiato perfino per un Ippogrifo molto feroce per quanto riguardava.
Maui intanto continuava a fissarla, le sue labbra erano incurvate in un sorrisetto quasi divertito da quel suo goffo modo di esporsi.
"Ah certo... Ora ho finalmente capito!" 
Questo la stupì, non capiva come avesse fatto a comprendere, dal momento che non aveva ancora specificato nulla.
"Hai un brutto caso di egocentrismo!" disse mentre si scambiava uno sguardo complice con il quadro.
Moana lo fissò ancora più perplessa. Egocentrica? Lei?
"A dire il ver..."
"Fidati, ne so qualcosa... Quando avevo la tua età ho rischiato anche io di cadere in queste tentazioni."
"Ha rischiato?" il tono era completamente ironico, ma lui sembrava non averci fatto caso.
"Prima il Torneo... Gli occhi puntati su di te, poi lo scontro con quel lupo mannaro..." iniziò a girarle attorno "Hai avuto un assaggio della fama da eroe ed ora non ne puoi fare più a meno. Ti capisco..." finito il giro, con la bacchetta attirò una sedia, sedendosi al contrario con i gomiti appoggiati sullo schienale "...Ma arrivare addirittura a inventarti una misteriosa creatura... Pff... Insomma, mi pare un tantino esagerato, non trovi?" 
Anche il personaggio del quadro sembrava reggere la versione del suo omonimo, e questo fece innervosire ancora di più la ragazza.
"Non me lo sono inventato! Appena gli altri torneranno con Gurghi..."
"Gurghi?" di colpo il sorrisetto di Maui svanì "La bestiolina che Fergus salvò nel Galles?! Dovevi dirmelo subito!" si alzò talmente di scatto dalla sedia da farla quasi cadere a terra. Ora il suo umore sembrava essere tornato all'inizio della conversazione, più nervoso e irritato.
"Ti ha fregata."
"E' sincero, mi creda."
A quel punto Maui si scambiò un'ulteriore sguardo col quadro, per poi tornare fisso su di lei "Fammi indovinare... Voleva qualcosa da mangiare in cambio di risposte?" 
Moana esitò, mordendosi una guancia. Non ci fu bisogno di aggiungere altro, la sua espressione aveva confermato tutto quello che voleva sapere.
"Ah-ah! Lo immaginavo! Non è altro che un opportunista. Quel piccolo mostriciattolo procura solo guai, meglio non averci niente a che fare!" intanto si mise a raccogliere un paio di libri che erano scivolati dallo scaffale poco prima, quando per la fretta aveva firmato l'autografo. Ormai non sembrava quasi più interessato a quella conversazione.
Ma Moana non si arrese.
"Lei deve ascoltarlo!"
"Non lo farò, mi ha già fregato una volta." 
"Ma..."
"Ascolta..." l'espressione dell'uomo si fece stranamente più seria "...Mi piacerebbe stare qui a chiacchierare tutto il giorno, credimi. Ma oggi non è proprio giornata. Ho una questione in sospeso con un vecchio amico del Ministero e tu devi tornare alle tue faccende da adolescente..."
La ragazza in tutta risposta lo fissò ancora più arrabbiata, ma questa volta Maui sostenne il suo sguardo.
"Dieci pagine sulla commutazione per domani mattina sulla mia scrivania, intesi?"
"C_Cosa?!" Moana non credette alle sue orecchie. Sul serio si stava mettendo a fare adesso l'insegnante, solo per togliersela tra i piedi?
"Lei non può..."
Non fece in tempo a finire la frase che venne scaraventata fuori dalla stanza ad una velocità tale da rendersene conto solo una volta uscita, con la porta sbattuta davanti.
Rimase in silenzio qualche istante, ancora scossa per il modo in cui era terminato quel discorso.
D'altra parte il professore, invece, non sembrava affatto pentito. Anche se l'omino del quadro non pareva della stessa opinione: lo stava fissando con le braccia incrociate ed uno sguardo talmente accusatorio da non passare inosservato al mago.
"Che c'è? Non mi dirai che le credi?"
Lui non rispose, ma Maui riuscì stranamente a capire che il motivo del suo umore non era tanto per la storia di Gurghi, quanto per come Moana era stata trattata. Maui sbuffò, facendo le spallucce "Non se l'è presa, che vuoi che sia!"
Fece per voltarsi quando improvvisamente la porta si spalancò ancora, Moana era nuovamente entrata nella stanza e stava tenendo in mano la bacchetta, aveva un'aria più decisa e sicuramente arrabbiata.
Maui la fissò storto "Venti pagine. E... E dieci punti in meno alla tua Casa!"
"Non c'è la Coppa delle Case!"
Sentì l'uomo imprecare qualcosa a bassa voce, ma non ci fece caso. Poi ad un tratto, un guizzo divertito apparve nel suo sguardo, facendo presagire a Moana un altro guaio.
"Lo sai vero, che se volessi potrei allontanarmi immediatamente e lasciarti bloccata qui?"
"E' contro le regole bloccare con la forza uno studente disarmato."
"Ma tu non sei disarmata" Maui indicò la bacchetta che teneva in mano, sorridendo "Ed io non sono fatto per le regole" senza darle il tempo di reagire, con un cenno cella mano spostò nuovamente la ragazza di lato, facendola sedere con forza su una sedia, dopo di ché prese ad uscire dalla stanza, facendo un cenno amichevole prima al quadro, poi a lei "Salutami la creatura immaginaria!"
Come fece per mettere un piede al di fuori della stanza, si vide sbattere la porta in faccia, colpendolo in pieno viso e facendolo indietreggiare, quando alzò lo sguardo vide Moana che si era sciolta dall'incantesimo, con la bacchetta tesa verso di lui.
Non si risparmiò l'occhiata fulminea alla ragazza mentre la squadrava dall'alto in basso  "Hai usato un incantesimo" sorrideva, ma si vedeva che si stava fortemente arrabbiando "Hai davvero usato un incantesimo contro un tuo insegnante?!"
Moana in quel momento non ci badò e mantenne la bacchetta salda in mano, come per fargli intendere che non avrebbe esitato a fermarlo ancora.
"E' stato lei ad iniziare."
"Io posso! Sono il professore!"
Senza darle il tempo di ribattere, lanciò un incantesimo per bloccarla nuovamente a terra, ma lei riuscì abilmente ad allontanarlo con la magia. 
"Mi vuoi sfidare?" la attaccò nuovamente, questa volta rischiando seriamente di colpirla, ma Moana riuscì a schivare per tempo e dopo essersi gettata nuovamente a terra, lanciò velocemente un Explelliarmus per allontanare la bacchetta da lui. Anche questa volta, Maui rimase piuttosto sorpreso.
"Non male, bimba. Non male davvero" disse "Con te devo fare leggermente più attenzione."
Avvertendo quel tono così sincero da parte sua, una piccola parte di Moana ne rimase compiaciuta, doveva ammetterlo. Sfortunatamente la bella sensazione svanì non appena si vide arrivare contro un librone dalla copertina piena di pelo. Maui lo aveva afferrato dallo scaffale di prima, sussurrandole di fare attenzione a non farsi mordere.
Inizialmente Moana non capì, ma non appena ebbe quel libro tra le mani, lo sentì dimenarsi come un piccolo goblin, le pagine aprirsi e chiudersi in quelle che sembravano delle piccole zanne ai bordi. Senza pensarci troppo lo gettò immediatamente lontano da lei, colpendo di striscio il quadro raffigurante Mini Maui.
L'altro approfittò di quell'attimo di distrazione per riprendere la sua bacchetta e colpirla nuovamente "Sei brava..."  questa volta beccandola in pieno e fermando i piedi, le fece cadere la bacchetta a terra e la allontanò, guardandola beffardo "Ma io sono più bravo! Dopotutto...Sono Maui Johnson" quando aprì la porta tuttavia, non fece in tempo ad allontanarsi che si vide arrivargli contro il piccolo Gurghi, seguito da Jim e Nick.
L'animaletto gli saltò involontariamente addosso, permettendo poi agli altri due ragazzi di entrare nella stanza e chiuderla ancora.
Gurghi sembrò riconoscerlo e sorrise euforico. Anche se Maui, a differenza sua, pareva tutt'altro che contento.
"Non me ne andrò mai di qui..." mormorò rassegnato, poi spostò via Gurghi e rivolse agli altri due un'occhiataccia "Ed ora che volete?"
In quel momento i due videro Moana a terra, Nick corse per vedere come stava, mentre Jim si voltò sconvolto verso l'insegnante "Che le è successo?!"
"Ah fidati, la tua amichetta sta benone" borbottò lui, dandosi una veloce passata al vestito sporco di polvere "Ora, da bravi. Andate a giocare da un'altra parte."
Ma il ragazzo gli si parò davanti "Non finché non ascolterà le parole di Gurghi."
La creaturina tuttavia non sembrava favorevole, teneva lo sguardo verso il basso e continuava a fissare la porta, quasi nella speranza di poter sgattaiolare nuovamente via da li.
Nick fischiò per attirare la sua attenzione e gli fece vedere dalla tasca del suo abito una delle sue scorte di dolci "Te l'ho detto amico, avrai tutto i dolci che vuoi, ma parla."
"Gurghi ha già detto tutto quello che sapeva! Grande animale ha attaccato ragazza e Gurghi si è spaventato!" piagnucolò.
Maui lo fissò con un sopracciglio inarcato "Grande animale eh?"
"Deve lavorare sul suo vocabolario" disse a bassa voce Jim "Aveva delle ali, a detta sua." 
Gurghi annuì ripetutamente e saltellò "Si si! E Orecchie grandi, muso lungo e tanto cattivo!"
Inaspettatamente, l'espressione di Maui cambiò di colpo.
"Cosa? Aspetta..." con la bacchetta aprì di scatto un cassetto e attirò a sè un libro piuttosto grande, dalla copertina ruvida e scura, lo sfogliò velocemente e appena riconobbe la pagina giusta lo mostrò a Gurghi "Intendi un animale come questo?"
La creaturina si prese qualche secondo per osservare, poi alzò il capo e sorrise entusiasta "Ohh siii! E' esattamente lui!!"
Maui non sembrò per nulla contento anzi, per la prima volta, sembrò leggere sul volto della preoccupazione. Senza dare il tempo a Gurghi di dire altro, si sporse maggiormente verso di lui "Sei assolutamente sicuro? Giuralo sui tuoi padroni!"
Quel comportamento lasciò spiazzati anche i tre ragazzi.
"G_gurghi è sicuro."
Maui continuò a fissarlo, come se stesse cercando di scrutare il più piccolo dettaglio che potesse portare ad una bugia.
"Gurghi dice la verità! Non mente! Padroncina Merida non vuole mai che Gurghi menta!!" indicò la figura nella pagina e guardò con decisione l'uomo davanti a sé "Era lui! Creatura brutta era molto simile, ma più grande!"
Sporgendosi leggermente, Jim poté notare che sul libro era raffigurato un pipistrello. Pensò fosse strano pensare ad un pipistrello talmente forte e grande da far del male a delle persone, ma poi vide l'espressione cupa di Maui e allora capì che probabilmente, si trattava di un qualcosa di molto potente, talmente tanto da riuscire ad innervosirlo.
"Quindi... Sembra sapere qualcosa di più su questo grande animale."
L'uomo esitò.
"Non dovreste intromettervi."
"Sul serio ce lo dice?" sbottò Moana, che finalmente si era liberata dall'incantesimo "Dopo tutto quello che abbiamo passato?"
"Se qualcuno sta tentando di entrare ad Hogwarts, qualcuno di pericoloso, è nostro diritto saperlo" continuò Jim.
Maui si passò una mano tra i capelli e ripose il libro nella valigia "Ora come ora, la scuola è in stretta sorveglianza. Perfino per uno come lui sarà difficile entrare."
"Quindi lo conosce" chiese poi Nick.
"Oh, non ne hai idea!" disse lui "Ero convinto di averlo ucciso."


 
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Era ormai sera e il coprifuoco sarebbe scattato in meno di un'ora. Il quartetto aveva deciso di fare una nuova riunione dopo cena sempre alla Stanza delle Necessità, con l'aggiunta di altre due nuovi membri. Ormai aveva raccontato tutto a Nick già da tempo, le sue informazioni si erano rivelate utili e anche il suo aiuto al Ballo del Ceppo.
Hiccup invece era stato messo al corrente da Merida per paura di quello che avrebbe potuto fare Elsa in futuro.
Dopo l'incidente di Jack, era diventata ancora più severa nei suoi confronti e per quanto Judy voleva fidarsi delle parole di Nord, non se la sentiva di darle tutti i torti. Anche lei era arrabbiata, ferita, frustrata. Voleva delle risposte, voleva fare qualcosa di utile che stare semplicemente a guardare. E soprattutto non voleva che nessun altro perdesse la vita.
Kristoff le si era seduto accanto e non la smetteva di guardare storto i due nuovi arrivati. Dopo un breve silenzio in cui nessuno sembrò voler iniziare il discorso, voltò il capo verso Jack, guardandolo con un certo rimprovero.
"Non eravamo stati chiari di non raccontarlo a nessuno?" 
Jack parve sorpreso, ma non appena fece per parlare, Merida intervenne al suo posto. 
"A dire il vero sono stata io a dirglielo" indicò Hiccup accanto a sè.
"Diamo sempre la colpa a Jack, l'infortunato!" sospirò l'altro con un velo di drammaticità.
Nick lo fissò storto "Stai benissimo adesso, smettila di fare la scenata" dopo di ché portò la sua attenzione al resto del gruppo "Io sapevo qualcosa per conto mio... Poi ho parlato con Judy e..."
Ma Kristoff lo interruppe immediatamente, fissando sconvolto la Grifondoro accanto a lui "J_Judy?! Proprio tu?!"
"Lo avrebbe detto una volta finito quello stupido ballo. Voleva che la aiutassi per la collana" sbuffò lui "Rilassati biondino."
Il suo atteggiamento sembrò farlo indispettire ancora di più.
"Rilassarmi? Con tutto quello che sta succedendo?!"
Anna, vicino a lui, si sporse un po' per tenergli il braccio. Quel semplice gesto riuscì inaspettatamente a farlo calmare, per il momento.
Judy non sembrava averli nemmeno notati, stava fissando davanti a sé con un'espressione concentrata. Forse stava pensando a tutt'altro, a qualche punto che le era sfuggito o semplicemente si sentiva ancora male per la storia di Belle.
Non stava nemmeno più portando i capelli legati come al solito, negli ultimi tempi non ci stava mettendo più quella cura di un tempo, preferiva tenerli sciolti alle spalle.
"Dobbiamo avere fiducia nel preside. Fino ad ora non ci sono stati altri incidenti."
A quelle parole, gli occhi di Merida si alzarono verso il soffitto e non passarono inosservato all'amica.
"Nord e Bunnymund vogliono proteggerci, vogliono tenerci fuori dai guai e... Forse dovremo ascoltarli."
A quel punto la rossa si sporse verso di lei, tenendo le braccia incrociate "Non dirmi che non ti infastidisce neanche un po'."
"Certo che mi infastidisce! Ma cosa possiamo fare?" disse Anna "Non siamo tutti bravi in incantesimi come te!"
Lo sguardo di Merida sembrò ammorbidirsi "Guarda che anche tu te la cavi."
Sebbene il suo fosse un complimento, questo la fece solo innervosire "Ma ti senti? Non stiamo parlando di un duello a scuola" tolse la mano dal braccio di Kristoff, puntandola verso Jack "Dimentichi che ha rischiato la vita per salvarmi? E anche se avessi avuto la bacchetta con me, non so nemmeno se sarei stata in grado di fermare Elsa!"
Jack tossì nervosamente, avvertendo un brivido lungo la schiena. Il ricordo di quella notte riusciva sempre a farlo innervosire più del dovuto.
Un silenzio estenuante si era creato nella stanza, solo la voce rotta di Anna spezzò tutto.
"Nessuno deve più farsi del male! Nè per colpa mia, né per colpa di qualcun altro!"
In un primo istante Merida sembrò voler dire qualcosa, ma all'ultimo tacque. E forse, vedendo quel semplice gesto, Hiccup si intromise per cercare di farla ragionare.
"Siamo dei semplici studenti, Merida. Inoltre, se accadesse un altro fatto come con Belle... Non so cosa ne sarebbe di Hogwarts. è un miracolo non sia stata chiusa" disse "Non sto dicendo di ignorare tutto, dico solo di andarci cauti. Pitch Black non sarà la persona più socievole del mondo, ma è un ottimo mago, se non uno dei migliori che ci sia. Se Nord ha fiducia in lui, perché non dovremmo farlo noi?"
"Per quanto odi ammetterlo... Black è davvero in gamba, è diventato insegnante a soli vent'anni. Di solito non assegnano la cattedra a gente così giovane" disse Jack.
Nick lo fissò sorpreso "Sei piuttosto informato per uno che non lo sopporta."
"Bisogna sempre studiare il proprio nemico."
Le parole di Merida fecero tornare tutti nuovamente attenti "Concordo su Black, ma sta di fatto che non si fidano di noi. Siamo studenti è vero, ma siamo bravi!" indicò poi Nick con enfasi "Guardate Nick, ha addirittura affrontato un lupo mannaro!"
"E sono quasi morto. Grazie per avermelo ricordato!" commentò aspramente. 
Anna non sembrava ancora convinta "Nord ha detto..."
"Vuoi davvero fidarti completamente di Nord?" chiese ancora Merida.
"Se lo dice uno dei maghi più potenti al mondo, si."
"Nord ERA uno dei maghi più potenti al mondo."
L'amica rispose allo sguardo di sfida, finché non avvertirono Nick tossire per attirare l'attenzione "Non ha tutti i torti, l'ultima guerra non ha di certo giovato per lui e non stiamo di certo parlando di un diciottenne." 
"Volete davvero farmi credere che se arrivasse un altro attacco vi rintanereste nei vostri dormitori?" fece ancora Merida, sconvolta.
"No. Ma non possiamo neanche buttarci alla sperduta" rispose Nick "Vi ho messo a conoscenza di quello che ho scoperto con Jim e Moana, no?"
"Jim e Moana..." disse piano Anna "Loro... Loro non lo sanno ancora. Non tutto..."
Si creò nuovamente uno strano silenzio, e solo allora Kristoff si introdusse nuovamente nel discorso.
"Non dovrebbero saperlo, come teoricamente non dovrebbero saperlo nemmeno nemmeno loro" indicò i due nuovi aggiunti, suscitando particolare fastidio nello sguardo di Nick.
"Tu fai sempre tutto quello che ti dicono i grandi, eh?"
"Sono d'accordo con Anna e sento che dovremo fidarci delle parole del preside."
Lui ghignò "Chissà il perché non avevo dubbi."
"Ammetto che questa storia ha dell'assurdo, ma sono felice che Merida me l'abbia detto" disse Hiccup, intromettendosi in quel breve battibecco. L'amica accanto a lui gli sorrise complice, ma lui capendo già dal suo sguardo dove voleva andare a parare, la fermò.
"Oh no, so cosa stai per dire. Non disobbediremo mettendo tutta la scuola nel panico. Il Ministero della Magia ne verrebbe subito a conoscenza."
"Nord non sembra fidarsi del Ministero..." disse Kristoff.
Lo sguardo del Corvonero si fece più cupo "Ora che ho potuto conoscere Frollo, potrebbe non avere tutti i torti. Non mi piace quel tipo."
Gli altri sembrarono essere d'accordo, almeno su questo.
"Ma non credi che dovremo dirlo almeno a Jim e Moana?" chiese poi Merida.
"E il fratello di Hiro? Va bene che si trova nella squadra avversaria, ma non gli voglio così male..." disse Jack mentre si dondolava sulla sedia.
In quel breve istante, Nick aveva voltato lo sguardo verso Judy che ancora non aveva spiccicato parola per tutta la riunione. Non era da lei non dire la sua, specie in qualcosa di così grande.
"Judy, tutto bene?"
Lei sospirò, si era esposta in avanti, con i gomiti sulle ginocchia e dopo essersi passata le mani sulla testa, alzò finalmente il capo verso il gruppo.
"Sono d'accordo."
Tutti si voltarono verso di lei.
"Dobbiamo dirlo" disse "Dobbiamo dirlo ai Campioni."
Merida e Jack annuirono in sostegno, mentre Kristoff le si avvicinò, preoccupato.
"Sicura di stare bene?" chiese.
Anche Nick sembrò interessato "Mi trovo stranamente d'accordo con lui. Non è da te trasgredire in questo modo agli ordini dei grandi capi."
Quelle parole dette con così tanta leggerezza, fecero drizzare subito la schiena a Judy che si alzò dalla poltroncina talmente veloce da sorprendere i due.
"Nick fai la persona seria per una volta!" urlò, indicando con un gesto gli altri del gruppo "Belle è morta e Jack ha rischiato di raggiungerla!"
Nick sussultò, ma mantenne lo sguardo fisso su di lei, in silenzio.
"Meritano di essere avvertiti, se dovesse succedere qualcosa non..." gli occhi di Judy iniziarono ad inumidirsi. Non voleva mettersi a piangere di fronte a tutti, ma il pensiero che qualcun altro potesse morire la stava logorando "Non potrei perdonarmelo."
Vedendola sul punto di crollare, Nick istintivamente si alzò e fece per raggiungerla, ma Anna fu più veloce e la abbracciò senza mezzi termini.
Judy rispose poco dopo, asciugandosi velocemente le poche lacrime scese nella speranza che nessuno le vedesse.
"Hai ancora quegli incubi?" le sussurrò, avvolta ancora in quell'abbraccio.
A quel punto Anna si staccò, voltandosi subito verso Merida. Lei sembrò capire cosa stesse pensando ed annuì, temendo forse in una reazione negativa da parte dell'amica. Anna quasi sorrise debolmente, abbassando poi lo sguardo su Judy "Non spesso, però..."
"Che incubi?" le interruppe Kristoff, più che incuriosito sembrava quasi preoccupato.
"Te lo spiegheranno loro..." Judy avanzò verso l'entrata della stanza "Io vado ad avvertire i Campioni" ma prima che potesse anche solo sfiorare il pomello, la mano di Nick la fermò per un braccio.
"Ragiona. Manca una settimana alla Seconda Prova. Vuoi davvero dare più preoccupazioni di quante ne abbiano già? Jim non si è praticamente allenato dopo il ballo...E Moana? L'hai vista in che stato è?! Se dovessero avere anche questo pensiero..."
Judy si scostò da lui, alzandosi in punta di piedi per tentare di raggiungere la sua altezza "Pensi davvero al punteggio dopo tutto quello che sta succedendo?!"
L'altro batté le palpebre, sconvolto "Punteggio? Penso al loro bene. In questo Torneo rischi la vita! Te lo sei dimenticato?!"
Judy si morse il labbro, abbassando leggermente lo sguardo "Nord interverrà in quel caso."
"Se fosse così facile non ci sarebbero stati dei decessi in passato."
Lei non disse più nulla, ma la presa sul pomello si fece meno forte, arrivando poi a mollarlo.
"Potrebbe avere ragione" disse la voce di Kristoff alle loro spalle.
Anche Merida si era alzata dalla sedia e aveva portato le mani ai fianchi, guardandoli severa "Beh io sono d'accordo con Judy, invece."
"Anche io..." annuì Hiccup, raggiungendo la ex prefetta e Nick vicino alla porta "Ma capisco il punto di vista di Nick."
L'interessato lo guardò confuso.
"Sono convinto che dovremo dirlo..." Judy fece per rispondere, ma lui la fermò "DOPO la prova. Quando le acque si saranno calmate e la terza sfida sarà ancora lontana."
"Potremmo creare un incantesimo per impedire che divulghino la notizia" propose Kristoff.
"Moana e Jim manterranno il segreto, non preoccuparti."
"Si, ma quel ragazzo di Durmstrang? Non lo conoscete così bene da avere la sua parola, o sbaglio?"
Judy strinse nuovamente i pugni "Nord e Bunnymund vogliono proteggerci, temono che il nostro coinvolgimento possa peggiorare la situazione. Siamo studenti, e allora? Maui Johnson era poco più grande di noi quando ha iniziato il suo percorso di Auror!"
Nick sbuffò "Mi sembrava strano non lo avessi ancora nominato."
Lei avrebbe voluto risponderli, ma si limitò a lanciargli un'occhiataccia.
Kristoff nel frattempo si era avvicinato "State parlando come se dovessimo realmente entrare in guerra da un momento all'altro" non appena vide le espressioni dei compagni così seri, il piccolo sorrisetto che aveva sul volto svanì "Non... Non credete davvero che, chiunque ci sia la fuori tornerà...? Non dopo questo."
Gli altri si scambiarono degli sguardi silenziosi, suscitando ancora più preoccupazione nella sua voce.
"Johnson sembra conoscerlo. Non dovrebbe occuparsene lui?"
"Non lo so..." disse appena Judy, abbassando nuovamente il capo "Solo... Non voglio che qualcun altro si faccia del male. Non voglio che ci sia un'altra Belle" passò poi lo sguardo verso ognuno di loro.
"Possiamo parlare con Black e chiedere delle lezioni extra" propose Hiccup.
Lei annuì "Ottima idea. Non so voi...Ma io non voglio stare con le mani in mano."
Nick inarcò le sopracciglia "Pitch? Ottimisti."
Kristoff aveva sospirato rassegnato, buttandosi nuovamente sulla poltrona di prima e passandosi goffamente una mano sul capo "Una cosa è certa, se solo non ci fosse questo Torneo di mezzo la situazione sarebbe decisamente più gestibile..."
"Certo che capita proprio a fagiolo, eh?" li interruppe la voce di Jack. stava ancora seduto con la sedia, dondolandosi di tanto in tanto. Gli altri puntarono subito l'attenzione su di lui, in particolare Hiccup che parve annuire, complice.
Jack sorrise, per nulla stupito "Ci sei arrivato pure tu."
"Non trattarmi sempre come se fossi un cervellone."
"Ma lo sei."
Hiccup arrossì, un po' imbarazzato "Temevo fosse troppo folle, ma potrebbe avere senso."
Nel frattempo gli altri li stavano osservando sempre più incuriositi.
"Volete rendere partecipi anche noi del vostro segreto?" chiese Merida.
Jack smise di dondolarsi e si sporse in avanti "Pensateci: Se Elsa non fosse stata scelta dal Calice, a quest'ora l'avrebbero potuta allontanare in un posto più isolato, per tenere al sicuro lei e noi. Invece è costretta a restare, perché è stata scelta."
"Lei aveva detto di non aver messo il suo nome..." disse Anna "Credeva fosse uno scherzo. Stai insinuando che..."
L'altro annuì "Qualcuno potrebbe averlo fatto di proposito, per tenerla qui e poterla colpire" li guardò, serio "Uno fuori da Hogwarts, o più probabile dentro."
"Potrebbe essere collegato con quanto è successo al ballo? Forse lui o lei ha fatto entrare l'animale che ha visto Gurghi" propose Merida.
Hiccup annuì "Potrebbe essere."
Un breve silenzio, seguito da il flebile sussurro di Merida verso Anna "Ehi, a proposito... Che fine ha fatto il tuo ragazzo?" chiese.
Anna aveva continuato a mantenere lo sguardo verso il basso, sistemandosi con imbarazzo una ciocca dei capelli dietro l'orecchio "Lui... Non sembra essere tornato a scuola."
Anche se non la guardava, poteva immaginare l'occhiata che le stava rivolgendo Merida in quel momento e forse, ancora per giustificare quel sentimento che provava ancora per quel ragazzo, si affrettò a difenderlo "Come altri studenti, Hans non è il solo a non essere tornato. E' morta una persona. I genitori temono per i loro figli."
Sentendo comunque quel tono pungente in risposta, Merida non disse più nulla, si limitò a mormorare un "Okay" poco convinto e riportare lo sguardo sugli altri compagni. Non voleva peggiorare ulteriormente il clima e soprattutto il suo rapporto con Anna.
"Beh, sappiamo che Gaston puntava a farle del male. Ma non mi pare una mente tanto astuta da architettare un piano del genere" disse Jack.
Nick si fece avanti, rivolgendo una breve occhiata a tutti prima di parlare "Gurghi è sicuro ci fosse qualcun altro. Ma potrebbe anche non essere collegato ad Elsa, visto che in quel momento si trovava da tutt'altra parte."
"Il Torneo potrebbe essere solo una scusa per averla sotto tiro: non potendo allontanarsi è un bersaglio più facile. Se nemmeno un mago come Nord può spezzare il contratto del Calice, poteva davvero far parte del piano" disse Jack "Riflettete, sarebbe tutto più semplice con lei ad Hogwarts. E' pieno di studenti, di fan accaniti della loro scuola."
"Quegli incidenti potrebbero far pensare a qualche fanatico del Torneo" chiese sorpresa Merida. 
"Se questo è vero, significa che erano a conoscenza del suo segreto" mormorò piano Anna. Nel momento in cui si accorse di avere poi gli sguardi di tutti puntati su di lei, si sentì mancare il fiato per l'agitazione "So cosa state pensando, ma... Lei... Lei ha promesso che non avrebbe più fatto del male a nessuno" disse, cercando forse di convincere più se stessa che loro "Io... Devo fidarmi. E' mia sorella."
Sentì poi la mano di Kristoff posarsi sulla sua spalla e rivolgerle uno sguardo pieno di supporto, ma poteva leggere nei sui occhi la preoccupazione, come in Merida, in Hiccup...
Lo poteva leggere in ognuno di loro e forse anche nel suo cuore.



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NOTE AUTRICE:

Non allungo ulteriormente il papiro, che già ho scritto tanto.
Spero sia stato interessante, non dovrebbe mancare molto alla seconda prova. E anche quella sarà bella tosta, vi avverto.
Mi piaceva l'idea di replicare il Mini Maui come nel canon, anche se qui in versione dipinto *-*
Grazie come sempre per il supporto ❤❤


 
Un abbraccio

 

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Capitolo 39
*** Mamma, che cos'hai fatto? ***


Cap 39: Mamma, che cos'hai fatto?


Kronk GIF on GIFER - by Agalar




"Nel programma di quest'anno non c'è quasi traccia di contro maledizioni!" aveva chiarito Judy mentre seguiva a passo svelto il professor Black lungo il corridoio del secondo piano. Era terminata da poco la loro lezione di Difesa contro le Arti Oscure, ma si era decisa di fermarlo e tentare di convincerlo a rivedere il programma di studio, visto tutto quello che stava succedendo ultimamente. Temeva che quelle poche lezioni non sarebbero bastate.
"Lo so bene, il programma è mio" disse Pitch, continuando a camminare, quasi come a sperare che la ragazza ad una certa si stancasse di seguirlo.
"Non crede che dovremmo imparare qualcosa di più utile?"
"Vi sto preparando per gli esami scolastici, non per una guerra."
"Strana scelta di parole, considerando gli ultimi eventi." 
A quel punto sentì i passi del professore fermarsi di colpo. Tanto da farla quasi sbattere contro di lui.
"Vedo che Nord vi ha messo a conoscenza" disse, lanciandole una fugace occhiata "Quindi saprà che non sta a lei preoccuparsene, la situazione è sotto controllo." 
"Come al Ballo del Ceppo?"
"La signorina Arendelle può essere colpevole di tante cose...Ma non della morte della sua amica."
Le labbra di Judy si serrarono e dovette abbassare lo sguardo per qualche secondo.
Aveva ragione, Elsa si trovava da tutt'altra parte quella sera, chi era stato ad aggredire Belle non era né lei, né Adam.
Dopo averlo saputo da Johnson, Nick glielo aveva subito confessato pensando di farle del bene, ma questo le aveva provocato solo più angoscia e rabbia.
Voleva trovare il colpevole, voleva fargliela pagare. E per quanto si sforzasse di credere che Elsa non c'entrasse nulla con la morte di Belle, una parte di lei temeva un qualche collegamento.
Stavano succedendo troppe cose tutte assieme, troppi fatti che in apparenza sembravano così diversi, ma sotto sotto sentiva che c'era di più, c'era un collegamento.
"Lo so... Ma..."
"La smetta di impicciarsi in questa storia" la interruppe, inarcando un sopracciglio "O entrare nel mio ufficio senza permesso."
Judy si bloccò ancora. Facendo incurvare leggermente le labbra del professore in un vago sorriso.
"Davvero pensava che non me ne sarei accorto?"
"No. Lo immaginavo."
"E l'ha fatto comunque. Ha avuto un bel coraggio..." la scrutò quel tanto che bastava per accorgersi di un piccolo particolare che mancava nel suo vestiario "E a quanto vedo è ben lontano il suo rientro da prefetto. Per una volta Bunnymund ha fatto la scelta giusta."
Quella frecciatina la colpì in pieno, ma Judy tentò di ignorarla con tutta se stessa "Qualcuno vuole farle del male, lei lo sa meglio di me!" disse "Il segreto di Elsa non è così tanto segreto, dopotutto."
"Parla come se potesse fare realmente qualcosa. Siete dei ragazzini... Dovete comportarvi come tali e lasciare queste cose a maghi più... Competenti" la fissò "Per essere gentile."
"Ma noi potremmo..."
Pitch si chinò, guardandola fisso negli occhi "Stia-fuori-dai-guai, Hopps. Ho già perso fin troppo tempo" dopo di ché si allontanò, aumentando il passo lungo il corridoio, forse per timore che la ragazza potesse nuovamente seguirlo. Ma così non fece.
Judy strinse forte i pugni, tanto da farle quasi male e rimase ferma ad osservare con rabbia la figura del professore, a cui non sembrava minimamente importargliene del suo disagio.
Lo sapeva.
Ci aveva provato, ma temeva un risultato simile.
Lo temevano tutti.
Fece per girare l'angolo e tornare indispettita al suo dormitorio, dove di sicuro avrebbe trovato Merida a chiederle com'era andata, finendo poi per imprecare qualcosa contro Black.
Non se la sentiva di darle torto, in quel momento lo avrebbe fatto pure lei, se non fosse stata attirata dalla voce di Jim in un'aula li vicina. Stava urlando degli incantesimi e la cosa le fece immediatamente ricordare che probabilmente si stava esercitando per il Torneo, visto che nel giro di una settimana si sarebbe svolto.
Con tutta probabilità Nord doveva aver convinto gli altri ad anticipare la seconda prova, forse per tentare di scrollarsi di dosso quel problema il più in fretta possibile, senza però risultare sospettoso. Judy lo capiva, ma dentro di sé sentiva come un groppo in gola ogni volta che ci pensava.
Avrebbe voluto dire la verità a Jim e Moana, ma aveva promesso di aspettare e forse, vedendo il modo in cui Jim goffamente tentava di lanciare un ennesimo incantesimo, finendo col fallire e colpire invece un tavolo invece che il manichino, capì di dover aspettare, per il momento.
Fece per andarsene, ma in quel preciso istante Jim fece un'altra mossa azzardata e finì col schiantarsi contro il muro. Lei si precipitò subito a dargli una mano e provare a sorreggerlo.
"Tutto bene?"
"Si, grazie."
Dopo averlo aiutato a rialzarsi, diede una veloce occhiata attorno a quell'aula, notando quanto casino avesse combinato. Jim sembrò capire e sorrise, un po' impacciato.
"Mi stavo esercitando per la prova: è stata anticipata per settimana prossima. Non voglio arrivare impreparato, o almeno ci sto provando..."
"E per farlo hai quasi distrutto la stanza" sorrise Judy.
"Stavo provando un incantesimo che annulla il suono, visto che avremo a che fare con una specie di labirinto a quanto pare." 
Gli occhi della ragazza si sgranarono "Ah si?"
Jim annuì, stiracchiandosi "Moana non te l'ha detto?" 
A quel punto l'espressione di Judy si fece più triste, ma tentò comunque di sorridere "No. Non ci parliamo molto da quando Belle... Sai..."
Era difficile per lei affrontare ancora quel discorso. Moana e Belle erano sempre state le sue migliori amiche per quel che ricordava, ma dalla scomparsa di quest'ultima si era come creato un buco nella loro amicizia. Non c'era più quella complicità di prima, non per volere loro, ma entrambe sentivano che non sarebbe stato lo stesso. Non senza Belle.
Dovendo inoltre tenere quel segreto, ogni volta che vedeva Moana si sentiva terribilmente in colpa: sapeva benissimo quanto temesse di essere in qualche modo colpevole della morte di Belle. Cosa non vera, ma il tono con cui tempo fa le si era rivolta, in preda dalla rabbia e frustrazione, non agevolò per niente.
Prima o poi avrebbe voluto chiarire con lei, ma in questo momento non se la sentiva, non con quel segreto da non rivelare.
"Tutta questa situazione mi aveva fatto completamente dimenticare del Torneo. E a dire il vero, sembra una sciocchezza ora."
Judy abbassò leggermente il capo, sconsolata "Con quel tipo in circolazione, non riesco proprio a non pensarci."
Jim la fissò sorpreso "Lo sai perché ..."
"Nick."
Al suono di quelle parole, vide le labbra del ragazzo incurvarsi in un piccolo sorriso. Cosa che la fece confondere ancora di più.
"Che c'è?"
"No è che... Non credevo che te lo avrebbe detto" disse "Forse dovevo immaginarlo."
"Già" ma l'espressione che continuava a rivolgerle non cessava "Che c'è ancora?"
Jim sorrise appena, passandosi una mano tra i capelli "Tu e Nick siete... Molto vicini, ultimamente."
Sapeva dove stava andando a parare, lo si leggeva nel suo volto. Judy cercò di nascondere il rossore delle sue guance spostandosi di lato per non farsi vedere troppo in viso.
"Potrei dire lo stesso di te e una certa Grifondoro, no?"
Sapeva di aver colto nel segno, il sorriso di Jim si spense seduta stante.
"I pettegolezzi girano in fretta e la Gazzetta del Profeta ha aiutato."
Lo sentì borbottare qualcosa a bassa voce, forse per cercare di sviare il discorso verso tutt'altra parte e questo le risollevò un po' l'umore. 
"Jim..."
"Udite udite: il professor Wright ti stava cercando, carotina!" la voce di Nick la fermò giusto in tempo. Alle sue spalle lo vide posarle una mano sulla testa come per attirare la sua attenzione. Un gesto che doveva ammetterlo, le diede un po' fastidio.
"Mi sta cercando?" chiese, scostandosi dalla sua presa "Sai perché?"
Lui alzò le spalle con noncuranza "E chi lo sa? Forse vorrà rimproverarti per aver scritto solo quattro pergamene invece che le solite cinque?"
L'occhiataccia che gli rivolse Judy però gli fece capire che non si fidava.
"Non vorrai farlo attendere."
"Se non è urgente."
"Lo è" disse, facendo un lieve cenno col capo verso l'amica, tenuto in disparte dalla discussione "Com'è urgente che Jim si alleni per la prova. Non vedo perché servano altre distrazioni."
"Queste distrazioni potrebbero servire, per stare in guardia ai..." si morse la guancia, cercando di trovare le parole più adatte "...Problemi della prova."
"O potrebbero solo peggiorare."
"Uhm... Vi lascio soli?" chiese poi Jim, confuso.
Judy fece per parlare, ma Nick la circondò con un braccio, prendendo l'iniziativa "Non è una cattiva idea. Ti lasciamo esercitare" fece poi voltare Judy, cercando di allontanarla quasi con forza da Jim. Lei non sembrava molto incline all'inizio, tant'è che ad una certa, poco prima di uscire dall'aula, mosse un piede per fermarsi e di colpo si voltò nuovamente verso il Campione.
"Ehi Jim!"
Nick era visibilmente agitato, ma l'altro sembrava troppo preso da altro per accorgersene. 
"Si?"
"Una volta avevo letto di un incantesimo: Appare Vestigium. Dacci un'occhiata, forse ti sarà utile."
Sia Jim che Nick rimasero un po' di sasso, quest'ultimo in particolare, tirò mentalmente un sospiro di sollievo. Aveva iniziato a temere per un brevissimo istante che avrebbe spifferato tutto.
Jim le sorrise, riprendendo poi ad esercitarsi "Ti ringrazio."
Judy contraccambiò, uscendo poi dall'aula e socchiudendo la porta per non infastidirlo ancora. Una volta allontana, non si risparmiò l'ennesima occhiataccia a Nick, ancora imbambolato per il timore di poco fa.
"Non guardarmi così" le disse.
"E come dovrei guardarti? Immagino che la storia di Wright fosse una scusa."
"Mi conosci troppo bene!" le sorrise, iniziando a camminarle attorno "Ascolta, ricordi quando ti avevo detto di non fare gesti avventati?"
L'espressione indispettita di Judy non cessò. Lui si schiarì la voce, indicando poi furioso la porta dell'aula dove Jim si stava esercitando.
"Tipo... Questo?! Non mi sembra vero di essere quello più ragionevole tra i due."
Lei batté un piede, ancora arrabbiata "Ci ho pensato, va bene? Vuoi sentirmi ammettere questo?"
"Si, grazie."
Judy sospirò, passandosi le mani tra i capelli ancora sciolti "Elsa potrebbe di nuovo perdere il controllo."
"O potrebbe non accadere, guarda la prima sfida."
Lei lo guardò scettica "Oh si, davvero un ottimo esempio. Draghi impazziti!"
"Non c'entrava su quello."
Si fermò, portando le mani ai fianchi per tentare di calmarsi. Al che Nick pensò di cambiare discorso per farla stare più tranquilla.
"Hai parlato con Black?"
"Puoi immaginare la sua risposta" disse "Dovremo pensare a qualcos'altro."
"D'accordo" annuì e, dopo un attimo di silenzio, aggiunse serio "...Mi fido di te, Judy."
Lei arrossì appena e solo a quel punto il broncio parve sparire "Però mi pedini."
Anche le guance di Nick si tinsero leggermente di rosso, ma cercò di non farsi troppo vedere, spostando la sua attenzione all'aula alla loro destra "A dire il vero... E' stato un puro caso. Volevo vedere come stava..."
"Lui... E' davvero agitato."
"Puoi biasimarlo?"
No che non poteva. Non poteva capire pienamente cosa stesse passando Jim, ma poteva immaginarlo. Il suo stesso sguardo lo vedeva in quello di Moana ogni volta che la incrociava. Dopo l'attacco al Ballo del Ceppo, i suoi voti erano notevolmente calati, fallendo addirittura una prova di incantesimi che normalmente avrebbe superato con facilità.
Non era facile sgombrare la mente quando erano successe tutte quelle cose, e la prova Tremaghi era solo un ennesimo ostacolo.
"Spero vada tutto bene."
Nick la guardò, portando poi le mani in tasca "Noi saremo li, per qualunque cosa."


 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~




"Ahi!"
Senza rendersene conto Anna si era ritrovata ad abbioccarsi  anche durante il giorno, fortunatamente non si trattava di una lezione ma di una semplice pausa poco prima di iniziare il corso di Babbanologia. Negli ultimi giorni si sentiva ancora più stanca del solito, vista anche l'apprensione per il Torneo.
Aveva provato a prendere qualcosa da mangiare in Sala Grande per tentare di rimanere sveglia, ma ad un certo punto non ce l'aveva più fatta a resistere e i suoi occhi avevano iniziato a chiudersi, facendola crollare con la faccia contro il tavolo. Il colpo le procurò non solo un bel bernoccolo sul lato destro della fronte, ma l'insalata che stava mangiando poco prima era scivolato via dal piatto, spargendosi un po' per terra e il restante sulla sua gonna.
Qualche altro studente in Sala Grande non si era lasciato sfuggire delle risatine, cosa che la fece arrossire non poco. Cercò di non farci troppo caso e tirare su uno dei suoi migliori sorrisi, anche se dentro stava sprofondando dall'imbarazzo.
"Quante storie, non avete di meglio da fare?" sbottò la voce di Kristoff, rivolto ad un gruppetto di Serpeverde. 
Le ragazze in risposta gli lanciarono qualche frecciatina, ma lui non ci badò più di tanto e fece per sedersi accanto ad Anna. Nel frattempo lei stava tentando goffamente di levarsi l'insalata e il condimento via dal vestito.
"Forse faresti prima con un incantesimo, che ne dici?" propose lui.
Lei si diede un piccolo colpetto nella parte della fronte ancora in salute e tirò subito fuori la bacchetta dalla borsa "Hai ragione, che sciocca!" pronunciò immediatamente la formula per pulirsi il vestito e spazzare via il resto dell'insalata ormai per terra "Come nuovo!"
Kristoff le sorrise e solo in quel momento si accorse che stava indossando una collana diversa da solito. Era un pendolo molto simile ad un cristallo, di colore azzurro chiaro, quasi trasparente. Anna non era tipa da indossare collane così vistose, ecco perché gli era saltato all'occhio quel dettaglio.
"Non te l'avevo mai vista."
Lei la sollevò leggermente per farla vedere meglio "E' un regalo di Merida, ha insistito così tanto che..." non fece in tempo a finire la frase che subito dovette trattenere un ulteriore sbadiglio. 
Non ci fece caso, ma lo sguardo di Kristoff sembrava essersi addolcito.
"S_scusami, io... Sono solo un po' stanca, tutto qui" 
"Sempre quel sogno?" chiese "Cos'è di preciso?"
"E' sempre così confuso, sento del freddo...Un freddo pungente e poi...Ogni volta mi sembra sempre di scorgere qualcosa e quando penso di aver fatto un passo in avanti... Ecco che mi sveglio" guardò Kristoff e vedendolo così preso dal discorso si affrettò subito a correggersi "M_Ma non preoccuparti. Poi passa."
"Anna..."
"Sto bene."
Il volto di Kristoff si incupì "Quel freddo...Sai che..."
"Lo so" prese un pofondo respiro "... Non è certo ma...P_potrebbe essere a causa sua."
"Ti prego Anna, fai attenzione. Non avvicinarti a lei per il momento. Non da sola.
Anna girò il capo per guardarlo, cercava di nascondere il dolore che stava provando, ma quella frase detta così di getto la lasciò spiazzata.
Era orribile che qualcuno le potesse dire di stare lontano da sua sorella, ma nonostante tutto non riusciva a dargli contro.
Aveva ragione.
Kristoff non insistette oltre per fortuna e questo un po' la rancuorò, permettendole di cambiare velocemente il discorso "... Anche tu sei in pausa?"
"Tra poco ho Cura delle Creature Magiche. Ti ho vista qui e... beh... Volevo sapere come stavi."
Lei sorrise "Come vedi, sto bene."
L'altro fece per parlare, ma appena si sporse vide un piccolo pezzettino di lattuga in una delle trecce che aveva, senza pensarci troppo la scacciò via, sfiorandole leggermente la guancia.
Solo dopo si rese conto di essersi forse esposto un tantino troppo, tanto che Anna era immediatamente arrossita e sembrava essere diventata un pezzo di ghiaccio.
"Ehm... Avevi... Avevi ancora qualcosa..." si giustificò, indicando il pezzo di lattuga ormai sul pavimento.
"Ti r_ringrazio."
Si sorrisero nuovamente, rimanendo bloccati in un silenzio imbarazzante e intervallato solo da qualche occhiata fugace. 
Anna non capiva il perché si stava sentendo in quel modo, avrebbe voluto parlare, ma era come se le parole si bloccassero poco prima di uscire. Iniziò a toccarsi una delle trecce con fare quasi compulsivo, tant'è che perfino Kristoff sembrò agitarsi maggiormente.
Con la coda dell'occhio vide vicino a lei quella che sembrava una lettera, leggermente impiastricciata dal condimento dell'insalata e decise così di far scivolare l'argomento su quello, per smorzare un po' la tensione creatasi.
"Hai ricevuto posta interessante?"
Anna diede una veloce occhiata alla lettera sul tavolo e di colpo fu come se si fosse ricordata di una cosa estremamente importante.
"Oh no! Spero non si sia rovinata!" levò via qualche pomodoro finito sopra, controllando che non si fosse bagnata troppo. Quel gesto fece ridere un po' Kristoff.
"Per tutti i gufi, non credevo tenessi così tanto alle lettere delle tue zie."
"E' di Hans."
Ed ecco che il sorriso del ragazzo si spense di colpo, fu un'azione automatica e talmente rapida che perfino Anna, presa in quel momento da quella lettera, se ne accorse comunque.
"Stai... Stai bene?" chiese.
"Vi sentite per via gufo adesso?"
Il suo tono non era decisamente più allegro come prima, ma lei immaginò fosse perché forse era preoccupato.
"Mi ha spedito solo questa lettera per il momento. Dice che ha problemi a tornare a scuola per quello che è successo al ballo."
"E tu gli credi?"
Anna voltò immediatamente il capo verso di lui "Come?"
Sapeva che si stava andando a cacciare in un guaio tirando fuori l'argomento di Hans, ma in quel momento Kristoff non ci badò "Sa di Elsa e non ti ha detto nulla. Insomma..."
"Vorrei ricordare che nemmeno tu e Merida siete stati del tutto sinceri con me" disse, stringendo la lettera tra le mani.
Kristoff si fermò, mordendosi la lingua.
"Credi che me lo sia scordato?" continuò ancora imperterrita "Perché non mi avete detto niente?" 
"Stavamo cercando anche noi di capirci qualcosa, abbiamo stabilito nella riunione di aspettare, non ne eravamo sicuri" vide Anna fissarlo confusa "Non la riunione dell'altro giorno ma, un'altra" disse "Prima."
"Prima?" ripeté "Avete parlato di me?"
Kristoff annuì e si passò nervosamente una mano sulla nuca, l'espressione di Anna si fece notevolmente irritata, tanto che temette il rischio di una scenata nel bel mezzo della Sala Grande.
"Cosa avrei dovuto dirti?"
Prima che l'altra potesse rispondere, si sporse vicino a lei e, facendo comunque attenzione che qualcun altro non passasse in quel momento, prese a sussurrarle "Ciao Anna. Credo che qualcuno voglia uccidere tua sorella, ma non ne sono ancora sicuro. Intanto continua a preoccuparti!" poi la guardò "Non mi avresti dato retta. Ti saresti agitata, avresti insistito per sapere di più come al ba..." ma si fermò, interrompendo anche quel contatto.
"Bravo Kristoff" si disse tra se "Ottimo modo per consolare una ragazza."
Era arrivato con tutte le buone intenzioni e invece si stava accanendo contro di lei.
"...Non intendevo..."
Ma lei scosse il capo "No hai ragione. Avrei dato di matto" poi incrociò nuovamente i suoi occhi "Mi conosci più di quanto potessi pensare" gli sorrise e anche Kristoff fece lo stesso, sciogliendo un po' quella tensione di poco fa. 
In quel momento l'attenzione di Anna venne attirata da qualcos'altro, più avanti due ragazzi Serpeverde stavano chiacchierando del più e del meno e uno di loro teneva tra le mani un giornale che sembrò aver destato subito il suo interesse.
Si alzò di colpo, tanto da stupire anche Kristoff, ma non ci fece troppo caso e corse immediatamente al tavolo di quei due ragazzi, sporgendosi in modo alquanto maldestro per afferrare il giornale tra le mani dello studente.
"Ehi! Lo stavo leggendo!"
"Scusa, te lo ripagherò!" 
Il ragazzo tentò di riafferrarlo, ma Anna si allontanò subito e fece solo qualche altro passo in avanti prima di leggere scrupolosamente ogni riga di quella pagina.
Di colpo il suo volto sbiancò.
"Oh no, oh no, oh no, oh no, oh no, oh no no no non può essere!" continuava a ripetere quelle parole in maniera talmente meccanica che Kristoff iniziò a temere si fosse incantata.
"Che succede?"
"No no no no! Non adesso! Perché?!" guardò Kristoff, il volto era nel panico "Hai detto che avevi Creature Magiche adesso?"
"S_si..." Lui si portò una mano sul mento "A dire il vero credo di essere in ritard..."
Prima che potesse finire la frase, vide Anna schizzare via peggio di un bolide, con ancora il giornale tra le mani e la borsa lasciata sfortunatamente li a terra. 
Kristoff non capiva il perché di quel cambio così repentino di carattere, ma conoscendola, doveva aver visto qualcosa di davvero importante per averla sconvolta in quel modo. 
Si alzò dunque dalla sedia, prese la sua borsa e cercò immediatamente di raggiungerla; immaginava dove si sarebbe diretta vista la domanda strana di poco fa. 


Le lezioni di Cura delle Creature Magiche si svolgevano prevalentemente all'aperto e a quelli dell'ultimo anno era dedicata una riserva vicino alla capanna del guardiacaccia dove potevano studiare tutte le creature più particolari che Ralph riusciva a trovare, sempre sotto la supervisione dell'insegnante Kronk Warburton, un uomo alto, dai capelli scuri e un mento piuttosto pronunciato. 
Era muscoloso, gli occhi gentili e sempre pronto ad aiutare qualcuno in difficoltà. Nonostante avesse superato i trent'anni, sembrava molto più giovane sia di aspetto che di mentalità, si era guadagnato la simpatia di chiunque a scuola. Perfino la glaciale Bibliotecaria Izma sembrava apprezzarlo.
Si mormorava tra gli studenti che probabilmente era dovuto alle sue doti culinarie, era estremamente bravo non solo nel suo lavoro, ma anche a cucinare piatti speciali per i suoi colleghi e creature. Era impossibile trovare qualcuno che non andasse pazzo per i suoi sformatini di spinaci.
Quel giorno aveva portato i suoi studenti proprio in quella riserva per farli osservare da vicino un Porlock: una creatura molto piccola, che per alcuni spetti sembrava ricordare un cavallino bipede in miniatura, ma con braccia e mani al posto delle zampe anteriori. Kronk gli stava a fianco mentre gli studenti erano stati fatti allontanare un po' di più, proprio per dare il tempo alla creatura di abituarsi.
"I Porlock vengono chiamati anche Guardiani dei Cavalli. Sono schivi e non si fidano degli umani, ma con un po' di pazienza è possibile anche instaurare un dialogo con loro."
"Un dialogo?" la voce di Gamba di Pesce fece largo tra il gruppo "Vuole dire che lei parla con i... Porlock?"
I ragazzi di Hogwarts sorrisero in risposta, visto che non erano nuovi ai comportamenti del loro insegnante.
"Certo!" rispose prontamente Kronk, sotto lo sguardo scettico degli studenti stranieri "Ma non è difficile. Parlo anche con gli snasi, i Keiko, un po' di goblinese e qualche volta, se ho fortuna, so parlare agli Ippogrifi"
Uno studente di Beaxbatons scoppiò a ridere, guadagnandosi una gomitata da parte del compagno a fianco. Anche il gruppo di Durmstrang tuttavia sembrava piuttosto perplesso dalla strana uscita di quel professore, in particolare quando lo videro iniziare seriamente un discorso con la creatura, quasi come se stesse chiacchierando amichevolmente con un essere umano. Biascicava in un modo strano e tutti immaginarono fosse una sottospecie di lingua che si parlavano i Porlock, visto che l'animale sembrava in qualche modo comprenderlo.
Era una scena abbastanza surreale, anche per chi stava ad Hogwarts. Una volta finito il discorso, Kronk si rivolse nuovamente agli studenti.
"Vedete? Sta tutto nei gesti e il sorriso, non dimenticate mai di sorridere!" disse, mentre dava alla creatura una leggera carezza sul capo "Bisogna rassicurare queste piccole bestiole, perciò niente gesti avventati e parlate a bassa voc.."
"HICCUP!"
Ma ecco che la voce di Anna fece capolino nel gruppo. Il tono era alto, tanto da far scattare subito l'animale che in men che non si dica zampettò verso il cespuglio più vicino per andarsi a nascondere.
"Oh no! Torna qui, aspetta!" Kronk tentò di inseguirlo e nel frattempo cercare di riportarlo indietro continuando a parlare nella sua lingua, ma visto la velocità in cui la creatura si allontanava, non era difficile immaginare l'esito di quella lezione.
Anna intanto si era dovuta fermare per forza, non le restava più ossigeno per parlare, figuriamoci per respirare come si deve.
"HIC... UP..." si piegò in avanti, cercando velocemente di riprendere fiato "Io... Ho....Tu... Questo..."
Aveva ancora il capo verso il basso, ma quando sentì dei passi farsi vicini, capì subito chi fosse.
"Che ti prende? Siamo nel bel mezzo di una lezione!" chiese Hiccup, alquanto spazientito.
La ragazza non fece altro se non sbattergli in faccia il giornale. Lui lesse in fretta, anche se non del tutto convinto. Perfino Astrid e Moccicoso, attirati da tutto quel caos, si avvicinarono a lui per dare un'occhiata al giornale.
"Ha fatto tutta questa corsa per... Farti leggere il giornale?" chiese Astrid, scettica.
Hiccup lesse con attenzione qualche riga più avanti, non capendo effettivamente cosa ci fosse di così esaltante.
"Wow... Il Ghirigoro cambia gestione, Il vecchio Epstein si è finalmente deciso ad andare in pensione!" disse, con una mezza nota di sarcasmo "Ora potrò dormire la notte."
"Cosa?! Non quello!" Anna a quel punto si alzò e quasi con forse girò le pagine successive fino ad arrivare a quella realmente importante.
"QUESTO!"
Era visibilmente agitata e solo dopo aver leggo il titolo, Hiccup capì il perché.
Di colpo il lieve sorrisetto che aveva sul viso si spense, gli sembrò che la sua vista si fosse annebbiata, tanto da non riuscire a concentrarsi nemmeno sulla foto in movimento: quella di una donna dai capelli lunghi che fissava davanti a sé con un'espressione seria, quasi abbattuta.
Gli stava mancando il respiro, sentiva che Anna lo stava scrollando, ma era come se non gliene importasse, non in quel momento.
Non poteva essere vero. 
Non desso.
"Oh però! Quella pazza di tua madre c'è riuscita!" urlò Moccicoso vicino a lui. Astrid lo colpì ad un braccio per zittirlo, ma anche in quel caso Hiccup non reagì.
Era ancora troppo sconvolto per poter pensare ad altro.
"Ci mancava solo questa, quest'anno è impazzito" aveva borbottato Eret, focalizzando in men che non si dica l'attenzione di tutti i presenti proprio su quel giornale.
"C_credete che verrà qui?" chiese Gamba di Pesce, iniziando a guardarsi attorno allarmato.
Astrid sospirò, portando le braccia al petto "Con le misure di sicurezza del Ministero la vedo difficile. Non credo sia così sciocca da avvicinarsi" disse, rivolgendo poi un'occhiata all'amico li accanto "Giusto Hiccup?"
Ancora, lui non rispose. Si trovava a fissare il vuoto, ignorando i continui richiami di Anna o i commenti che rivolgevano gli altri compagni.
Nella sua testa continuavano a vagare le frasi di quell'articolo che raccontava della fuga di sua madre da Azkaban, del caso che aveva coinvolto tutta la sua famiglia, costringendo suo padre a cambiare perfino il Paese pur di trovare un po' di stabilità.
Pensava di essersi lasciato tutto alle spalle, ne era sicuro. Ma ora sua madre era tornata, era libera.
Fu come se si fossero liberate sensazioni che aveva cercato per anni di accantonare, pensieri o ipotesi che sia lui che suo padre avevano sempre deciso di mettere da parte. Adesso che era libera però, per quanto cercasse di non pensarci, per quanto volesse evitare quelle parole, gli martellarono nella mente tutto il tempo, quasi allo stremo: Rivedrà mai sua madre?
Astrid aveva ragione, dopotutto questo sarebbe stato uno dei primi posti che il Ministero avrebbe cercato, ma era anche vero che Valka non aveva la minima idea del trasferimento e se si fosse messa in qualche modo in contatto con suo padre, di sicuro sarebbe stata scoperta.
Avrebbe dovuto tirare un sospiro di sollievo, forse c'era davvero questa possibilità che sua madre non lo cercasse qui ad Hogwarts. Era la cosa giusta da fare.
Ma allora perché una parte di lui sperava tanto il contrario?




 
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ANGOLO AUTRICE:
Eccomi! Che bello tornare a scrivere questa storia, che alla fine si sta rivelando un libro, ma sono troppo contenta e piena di idee, la finirò sicuramente!

Finalmente ho potuto inserire anche il professor Kronk (le Follie dell'Imperatore). Uno come lui mi sembrava perfetto come insegnante di Cura delle Creature Magiche. Ce lo vedo troppo parlare con le creature come con gli scoiattoli!
Ed alla fine ho concluso questo capitolo con un colpo di scena che però secondo me, gira che ti rigira, era abbastanza palese che capitasse no? Che la mettevo a fare la madre ad Azkaban se non per farla evadere? 
Una piccola chicca: non so se qualcuno di voi ci ha fatto caso, ma la collana che sta indossando Anna è un riferimento a quella di Atlantis! Mi piaceva un sacco l'idea.
Tra pochissimi capitoli vedremo finalmente la seconda prova e anche li, ne capiteranno di cose. Altro che draghi, quelli erano fuffa!
Grazie ancora per continuare la lettura, prima o poi passerò per bene a rispondere, scusate come sempre i ritardi mostruosi.

 
Un abbraccione

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Capitolo 40
*** Una partita per ricalibrare ***


Cap 40: Una partita per ricalibrare

and sinbad | Explore Tumblr Posts and Blogs | Tumgir



Un detto tra i babbani diceva: il tempo guarisce ogni cosa.
Ma più passava il tempo, più Moana non faceva che sentirsi sempre peggio. Il discorso con Maui non l'aveva per nulla confortata e il Ministero non aveva fatto sapere nulla sulla situazione di Adam, nemmeno gli articoli di De Mon erano riusciti a far trapelare la notizia.
Come se non bastasse, la Seconda Prova si sarebbe svolta a breve.
Ma da quella sera di Natale non si sentiva più la stessa: ogni volta che scendeva a pranzare, per andare in Biblioteca o vedeva anche solo un Corvonero passare in corridoio, non faceva che pensare a Belle, a come l'aveva vista quella notte.
Sentiva che non si sarebbe data pace finché il vero assassino fosse rimasto ancora in libertà. In quel momento, non le importava altro, tanto meno del Torneo.
"Ciao."
Moana sobbalzò, si trovava al balcone del quarto piano, vicino alla Torre Grifondoro ed era talmente sovrappensiero da non essersi resa conto che Tadashi le aveva picchiettato un paio di volte la spalla, senza ottenere alcun risultato.
Lui le rivolse un debole sorriso e si appoggiò con entrambi i gomiti sul balcone "Ti ho spaventata?"
"N_no è che io stavo..." trattenne un sospiro e si passò le mani tra i capelli "Stavo pensando, e basta."
"Lo immaginavo" gli occhi scuri di Tadashi scivolarono poi verso il basso, sulla rivista che Moana stava tenendo tra le mani "Non ti facevo una persona da cruciverba."
Lei sorrise un pochino, rivolgendo lo sguardo malinconico verso quelle pagine "Non sono mai stata molto portata, era Belle quella più brava. Ogni settimana aspettava questa rivista per completare il cruciverba di un tale Il fu Shang. Un sacco di definizioni hanno come soluzioni termini o elementi relativi all'alchimia... Belle era intrigata da questo." 
"...Eravate molto amiche."
Moana annuì debolmente "È una delle mie migliori amiche, ma quest'anno con la faccenda del Torneo... Ci siamo un po' allontanate."
Le dispiaceva davvero, più ci rifletteva, più le venivano in mente altre opportunità che sentiva di aver sprecato. Lei, Belle e Judy erano sempre state molto unite fin dal terzo anno, si erano sempre raccontate tutto e avevano addirittura passato le vacanze assieme nell'estate degli esami G.U.F.O. 
Da quando era iniziato il Torneo aveva trovato sempre più difficoltà a stare in loro compagnia, Belle ad un certo punto sembrava completamente distante, forse per il fatto di Adam. 
Tadashi nel frattempo le rivolse un sorriso per confortarla "Forse è solo una tua impressione."
"Belle mi ha sempre raccontato ogni cosa" continuò lei "Per non parlare di Judy, sembra sempre così misteriosa. E..." si fermò "...Credo sia arrabbiata... Con me... Per ciò che è successo a Belle."
Il ragazzo scosse il capo con decisione "Questo è assurdo. Nessuno poteva prevederlo."
"Lo so, ma non faccio che pensarci. C'era qualcosa che la turbava quella sera, ero andata a cercarla alla Torre di Astronomia e..." si fermò, arrossendo appena "Mi sono distratta."
Tadashi inarcò un sopracciglio, probabilmente chiedendosi cosa ci fosse di così strano, ma in quel momento Moana non voleva imbarcarsi in quel discorso. . 
Non adesso. 
Tadashi nel frattempo la stava fissando con decisione "Qualunque cosa fosse, non è stata colpa tua. So che... Viene naturale pensare che sarebbe potuto andare diversamente. Non sai quante volte ci sono passato anche io, ma ci sono cose che non puoi cambiare." poi si tolse il cappello e lo guardò diversi secondi prima di riprendere a parlare "Così ti fai solo del male, e questo sono sicuro che Belle non lo vorrebbe."
Quel discorso le fece ricordare il controllo delle bacchette durante la Prima Prova: i suoi genitori erano entrambi morti e lui e suo fratello erano stati cresciuti dalla loro zia. Vista la situazione così delicata, Moana aveva sempre cercato di evitare di fargli parlare di quella storia, proprio per non recargli uno spiacevole ricordo.
La perdita di Belle era stata devastante, Tadashi aveva addirittura perso entrambi i genitori, doveva aver passato un momento davvero terribile, anzi, probabilmente lo viveva dentro di sé ogni giorno.
Istintivamente si sporse e appoggiò una mano sul suo braccio. Quel gesto prese un po' alla sprovvista Tadashi che però non si mosse, si limitò a sorriderle e dopo un lungo silenzio, si rimise il cappello in testa e le fece cenno col capo di seguirlo.
"Coraggio, andiamo."
Lei lo guardò "Dove?"
"Hai bisogno di distrarti e io so il posto perfetto in questi casi."
Seguì Tadashi in silenzio per tutta la discesa delle scale, quando lo vide indicare da una finestra il campo di Quidditch in lontananza, capì immediatamente dove volesse andare a parare.
In quel momento il suo sorriso si illuminò come non mai in quei giorni.



L'idea di una partita di Quidditch la stuzzicava parecchio, con la presenza del Torneo erano state annullate tutte le partite e da allora non si era potuta quasi mai allenare.
"Lo sai che teoricamente non dovremmo stare qui senza la supervisione di un insegnante?"
"Ed è per questo che ci sono io!" disse la voce di Sinbad "Sennò a cosa serve essere il preside?" 
Appena Moana alzò lo sguardo, vide non solo l'uomo a cavallo su una scopa, ma anche tutti gli amici di Tadashi che aveva conosciuto al ballo, compreso il fratellino Hiro.
Non fece in tempo a dire altro che si vide lanciata contro la mazza che usava come battitrice.
"So per sentito dire che sei un ottimo battitore, nonché capitano della squadra di Grifondoro!" affermó Sinbad con entusiasmo.
Lei annuì, lanciando un'occhiatina fugace a Tadashi.
"Vediamo come te la cavi in una partita amichevole" continuò energico l'uomo.
"Con... lei?" chiese Moana.
La sua espressione lo fece sogghignare un pochino.
"Certo che no!" allargò le braccia per indicare tutti gli altri ragazzi attorno "Con me e tutti loro!"
"Per un periodo ha giocato per i Karasjok Kites, una delle squadre più famose di tutta la Norvegia!" le sussurrò Tadashi.
"Davvero?"
Sinbad nel frattempo stava volando attorno a loro, lo sguardo fin troppo compiaciuto "Assolutamente! Ed ero uno dei migliori."
"Come mai ha smesso?"
A quel punto lui si fermò, grattandosi nervosamente la barba "Mi piaceva fare di testa mia. Ero una vera canaglia da ragazzo. Ma prima di diventare preside allenavo la squadra di Quidditch!" disse "Ogni tanto faccio l'arbitro alle partite, purtroppo non riesco a stare lontano dal campo troppo a lungo."
"Quindi siete tutti giocatori?" chiese Moana al gruppo.
Tadashi fece le spallucce, mentre recuperava le attrezzature di protezione da un baule "Ho giocato come Cercatore per un po’, ma poi ho lasciato gli allenamenti per dedicarmi completamente allo studio."
"Secchione!" cantilenò Hiro, dietro di lui.
"Io sono troppo impegnata con il coro e il club degli scacchi, ma ammetto che è davvero divertente!" disse Honey entusiasta "Ogni tanto organizziamo delle amichevoli poco prima di un esame importante, per sciogliere la tensione!"
Tadashi vicino a lei annuì "A volte funziona, ed è un bel modo per ritrovarsi tutti insieme" con la mano libera dalla scopa indicò prima Moana e poi Go Go li vicino "Miglior giocatrice di Grifondoro, miglior giocatrice di Durmstrang."
L'altra fece scoppiare il chewingum in risposta "Coraggioso dirlo senza Astrid nei dintorni. Ti farebbe sparire quel sorrisetto." 
"Io sono il portiere!" si intromise Wasabi, mettendosi tra Go Go e Tadashi "Anche se per un periodo ho fatto il Battitore."
"Prima che Eret venisse a reclamare il suo trono!" disse l'amica.
Moana schiuse le labbra per parlare, ma in quel momento si sentì afferrare per le spalle, costringendola a girarsi verso un Fred alquanto esaltato "Ed io gioco un ruolo di vitale importanza per la squadra..." 
Rimase in silenzio per diversi secondi, quasi a voler creare suspense. O almeno era quello che immaginava.
"Ehm..."
"E' una mascotte" si intromise Go Go, spezzando quel momento.
"No no no! Sono LA mascotte."
"E che mascotte!" scherzò Sinbad, dando una pacca sulla spalla al ragazzo per motivarlo. Fred rispose dandogli il cinque e successivamente si avvicinò a lei, gonfiando il petto con orgoglio "Tiro su il morale nei momenti cruciali. Credimi, ho salvato un sacco di partite!"
Il fischio del preside poi interruppe quel discorso, e in men che non si dica tutti si trovarono in cerchio a decidere i ruoli, come se fossero effettivamente ad una vera partita.
Il sorriso di Moana si allargò ancora di più quando durante il volo poté realmente colpire un bolide per spararlo in un'altra traiettoria, sentendo le urla entusiaste di Hiro, Go Go e Honey alle sue spalle.
Quanto le era mancato.



A metà partita, Moana si sentì incredibilmente più leggera, i pensieri e le paure rivolte a Belle e al Torneo erano ancora presenti, ma si era potuta ritagliare qualche momento di spensieratezza e distrarsi come non lo faceva ormai da tempo.
Era grata a Tadashi per averla coinvolta in questa partita ed era anche entusiasta di aver potuto confrontarsi con un ex giocatore di una delle squadre più famose della Norvegia.
"Non scherzavano, sei davvero brava!" si complimentò il preside, portandosi successivamente una mano al petto per prendere fiato "Non sono più agile come un tempo. Ho faticato a starti dietro."
"Ma se la sua squadra sta vincendo"
"Ho faticato" specificò, sorridente "Non ho detto che non ce l'ho fatta."
"SINBAD!"
Fu come un fulmine a ciel sereno, la voce squillante di Uberta si fece sentire nonostante si trovassero ancora in groppa alle loro scope e quasi all'altezza dei cerchi.
Il preside fece segno ai ragazzi di tacere e di voltarsi "Shhh. Forse se chiudiamo gli occhi scomparirà."
"Smettila di fingere che non sia qui!" continuò a sbraitare. Vicino c'era anche Filottete, dall'aria seccata tanto quanto lei.
Al che Sinbad non poté a fare a meno di scendere pian piano, seguito con poca voglia dagli altri studenti.
"Immaginavo te lo saresti dimenticato. Dovevamo discutere le ultime cose per la Seconda Prova."
Sinbad fece per sistemarsi più comodo sulla scopa "Possiamo fare domani."
"Domani C'È la seconda prova!" rispose a denti stretti la preside di Beauxbatons.
L'espressione dell'altro fece presupporre che se n'era completamente dimenticato e questo purtroppo fece scocciare ancora di più i due.
"Sei il preside per l'amor del cielo! " continuò furente Uberta, la tiara sulla testa le era perfino scivolata un po', facendole assumere un aspetto che fece solo sogghignare Sinbad "Vuoi fare la persona seria, per una volta?!" 
"Rilassati Uberta. Stavo solo proponendo un allenamento a questi ragazzi, sono sotto la mia supervisione. Giusto un po' di svago poco prima della grande sfida!"
La donna si sporse leggermente per poter osservare meglio gli studenti, ormai atterrati e scesi dalle loro scope.
Tadashi e Moana in particolare vennero fissati più a lungo, sia da lei che da Filottete.
"Li stai allenando? Questo va contro le regole!" disse quest'ultimo.
"Cos... No! Era solo un gioco, per smorzare la tensione!" fece cenno ad uno del gruppo di lanciarci la palla "Una partita veloce?"
I due lo guardarono storto.
"Stavo scherzando! Nicholas avrebbe apprezzato il mio umorismo."
"Nicholas ora ha ben altro a cui pensare" rispose Filottete.
In quella discussione non troppo piacevole, i restanti studenti si erano trovati a fissare quei tre sentendosi in parte in colpa. Da preside Sinbad cercava di far rispettare le regole, ma spesso era perfino lui ad infrangerle senza rendersene conto. Non ragionava come un preside qualunque: gli piaceva essere parte di un gruppo, trattare alla pari ogni studente, ma purtroppo con i suoi metodi, per quanto facessero piacere a gran parte di loro, spesso rischiava di scontrarsi con le opinioni di alcuni insegnanti.
"Direi che la partita è sospesa..." sospirò Hiro, avvertendo le urla di Uberta farsi ancora più forti "Quella è proprio arrabbiata."
"Sinbad parla sempre bene del vostro preside, forse è l'unico con cui si trova davvero in sintonia" disse Go Go a Moana.
Lo videro poi voltare il capo verso di loro e far cenno di andarsene, cercava di sorridere ma dalla sua espressione si capiva benissimo che non era al settimo cielo.
"Voi tutti ragazzi, sistemate le vostre scope e tornate subito a scuola, manderò qui la professoressa Thompson per controllare" disse Filottete al gruppo.
Gli altri annuirono ed iniziarono a sistemare tutte le attrezzature nei rispettivi bauli. Una volta chiuso l'ultimo, Tadashi vide Moana arrivargli incontro.
"Ti ringrazio. È stato divertente."
"Ci siamo distratti e ci ha fatto bene. Anche se non so quanto possa esserlo stato per il preside."
Lei rise e si spostò i capelli da un lato "Già. Ma è servito e mi ha fatto ricordare quanto fosse bello il Quidditch."
"Mai pensato di giocare da professionista una volta finita la scuola?"
Lei alzò le spalle "A dire il vero, non ho mai pensato ad un dopo. Mi piacerebbe ma...Non saprei" disse, un po' imbarazzata "Tu?"
Tadashi la fissò un po' sorpreso, come se non si aspettasse di doverne parlare. Tuttavia, dopo una breve esitazione, incominciò "Io...Beh...Vorrei diventare un guaritore" si mise le mani in tasca ed iniziò a passeggiare, lanciando una fugace occhiata ad Hiro "I miei genitori morirono per mano di un esperimento che stavano facendo in laboratorio, l'esplosione coinvolse tante persone e quando li portarono in ospedale non c'erano abbastanza guaritori per aiutarli" disse "Non so se si sarebbero salvati se qualcuno fosse arrivato in tempo, ma vorrei non voler far passare a nessuno quello che è capitato alla mia famiglia. Vorrei poter aiutare più persone, dare a loro una possibilità."
Moana gli sorrise "Lo trovo un bel progetto. Sicuramente meglio del mio."
"Non lo so. Credo che il bello di non avere ancora un obbiettivo... E' proprio scoprirlo" la guardò, ma poi la sua attenzione venne attirata oltre, Fred, Honey e Go Go in lontananza sembravano volerlo spronare a farsi avanti e di colpo il sorriso sparì, facendo meccanicamente scuotere la testa in negazione come risposta.
Lo fissò perplessa, ma quando si voltò vide il gruppo finire di sistemare i bauli.
"Tutto bene?"
"Noi? Si certo" Fred fece le spallucce, cercando di mostrare più nonchalance possibile.
Lei rimase qualche istante a fissarli, leggermente sospettosa, ma poi immaginò di aver capito male e dopo aver salutato Tadashi, si allontanò dal campo con un'espressione decisamente più serena. 
Tadashi rimase a fissarla qualche istante, prima di voltarsi verso il gruppo di amici e lanciargli un'occhiataccia. In risposta Fred gli diede una pacca sulla spalla "Per tutte le burrobirre! Amico mio, quanto sei imbranato con le ragazze!" disse, indicando Moana che ormai era un puntino in lontananza "Potevi chiederle di uscire proprio adesso! Perché non ti sei mosso?!"
"Forse se evitaste di intromettervi..." borbottò Wasabi, liberando Tadashi dalla presa dell'amico.
"Ma volevamo solo spronarlo, sai quanto è timido" disse Honey, il suo tono era dolce più del suo stesso nomignolo, quasi come se stesse parlando di un cucciolo "Non ci sembrava giusto rimanere in disparte."
"Lo avete messo in imbarazzo. Per forza non le ha detto nulla!"
"Quante storie..." disse Fred, tornando alla carica "Ascoltami bene, il vecchio Fred ti insegnerà qualche mossa per conquistare la tua bella."
"Non farlo, rimarresti single a vita!" lo punzecchiò Go Go.
Adesso erano loro ad aver iniziato una discussione, Tadashi si ritrovò a passare lo sguardo da un compagno all'altro senza aver il tempo nemmeno di reagire. Alla fine non ce la fece più e sbottò.
"Smettetela, d'accordo? Apprezzo il vostro aiuto..." vide i volti di Honey e Fred illuminarsi "...Ma Wasabi ha ragione, devo agire con i miei tempi."
Quest'ultimo sorrise compiaciuto, come se avesse appena vinto un dibattito importante.
"Non mi sembra il caso di chiederle di uscire in questo momento e se l'ho portata qui non era di certo per fare qualche mossa."
Fred, come se fosse stato chiamato in causa, sbuffò un po' infastidito.
"È amica mia, volevo aiutarla" disse infine.
Tra il silenzio generale, preferì congedarli con un lieve cenno con la mano e allontanarsi. Si imbarazzava a parlare di queste cose e in quel momento non se la sentiva.
Gli altri sembrarono capirlo e ripresero a parlare per conto proprio, solo Hiro fece per raggiungerlo.
"Un momento. Ti piace Moana?"
Ma lui non rispose.
"Ti piace...Piace?" chiese ancora, incredulo "Sul serio?!"
"Non incominciare anche tu" borbottòTadashi, infastidito.
"Credevo fosse una diceria della Gazzetta."
"Quella parte è vera..." ammise, rallentando il passo "Siamo andati al ballo come amici, solo che...Alla fine ho capito che potrebbe piacermi davvero."
"È un bel problema però..." sospiró Hiro. Dalla sola occhiata che si scambiarono, capirono entrambi a cosa stessero pensando. 
"Quindi, te ne sei accorto?"
"Era un po' difficile non farci caso, ultimamente" disse Tadashi.
Quella sera al ballo aveva cercato di non darci troppo peso, pensando che forse si trattava solo della sua immaginazione, ma gli atteggiamenti di Jim erano strani, il modo in cui si guardava con Moana, quanto lei fosse nervosa non appena lo vedeva avvicinarsi. Non si erano parlati molto, ma per Tadashi quegli sguardi valevano più di mille parole.
C'era del sentimento che andava al di la della semplice amicizia. Ne era abbastanza sicuro.
Non sperava che Moana cambiasse per forza idea, ma era anche vero che, finché la situazione non fosse stata chiara, si sarebbe comportato come al solito e avrebbe lasciato gli eventi al loro corso. 
In fondo, non si poteva mai sapere.



 

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ANGOLO AUTRICE:

Non vedo l'ora di postarlo! Sta riuscendo questo triangolo? Devo ammettere che mi sta piacendo un sacco scrivere su loro tre, anche se Jim non è presente fisicamente. Ma ecco, la sua situazione con Moana non è proprio passata inosservata a Tadashi.
Sinbad è bello, simpatico, piace agli studenti, è sportivo ed è pure stato un giocatore di Quidditch. E' o non è l'uomo ideale? xD
Per il carattere che ha lo immaginavo molto in sintonia con i ragazzi, forse si lascia un po' troppo trascinare, ma gli si vuole bene anche per questo u.u
Dato che nel canon Tadashi realizza Baymax per curare le persone, mi sembrava carino farlo entrare in un ambito simile e ho pensato subito alla medicina, collegandola così al passato dei suoi genitori e l'esperienza che ha subito.
Spero davvero vi sia piaciuto.



 
Un abbraccione

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Capitolo 41
*** A mali estremi... ***


 Cap 41: A mali estremi...

 
 Jack frost GIF on GIFER - by Starbreaker




Quella mattina Jim si era svegliato di soprassalto. Immaginando di non riuscire a chiudere occhio per la troppa agitazione, aveva passato tutta la notte a rimuginare in Sala Comune su quello che avrebbe affrontato nella prova, a quello che aveva scoperto col professor Maui, a Belle... Finendo poi per addormentarsi come un sasso nella poltroncina.
La testa gli stava scoppiando, ma non appena si rese conto dell'orario, dovette per forza darsi una svegliata, perché era in ritardo.
Incredibilmente in ritardo.
Non ricordava se ci fosse una regola su questo, forse gli avrebbero tolto dei punti, o forse si sarebbe beccato solo una ramanzina da Filottete. Corse a perdifiato lungo le scale, non aveva tempo per chiamare i suoi compagni, né di fare colazione e, preso dalla velocità, non si rese conto di andarsi a scontrare proprio con Jack.
La botta fu bella tosta, tanto da farlo indietreggiare e quasi scivolare a terra. Istintivamente controllò che la bacchetta non si fosse rotta: gli mancava solo questo intoppo per farsi sbattere definitivamente fuori dalla gara, ma per fortuna non sembrava essersi fatta nulla.
"Iniziamo male la mattinata, dove sei stato tutta la notte?"
Lui si passò una mano tra i capelli, nascondendo con l'altra uno sbadiglio "Ero in Sala Comune e... Credo di essermi addormentato, non mi hai visto?"
Jack incurvò le labbra in un sorrisetto "Non ci ho fatto caso. Come vedi, sono anche io di fretta" si passò una mano tra i capelli bianchi, guardandolo con un sopracciglio inarcato "Non hai per niente una bella cera."
"Tu credi?" disse, in un tono sarcastico "Sono giorni che non ho fatto che allenarmi fino a tardi, per fortuna che ho trovato un incantesimo in grado di..."
Ma Jack lo fermò posandogli le mani sulle spalle e spostandolo di lato "Vorrei stare qui a chiacchierare Jim, ma ho una certa urgenza."
"Che urgenza vuoi avere così presto? Io ho i miei buoni motivi" chiese. Jack però si limitò a salutarlo con un cenno della mano e si dileguò tempo zero. 


 
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Tra poche ore si sarebbe svolta la Seconda Prova del Torneo Tremaghi, che avrebbe segnato il raggiungimento della metà della gara.
Ancora non riusciva a concepire il fatto di aver passato la Prima Prova, per giunta ottenendo uno dei voti più alti. Era ironico pensare che se avesse fatto un buon lavoro anche su questa sfida, sarebbe stata ad un passo addirittura alla vittoria della coppa. Un traguardo che avrebbe fatto gongolare per anni la preside Uberta, per non parlare di ogni studente della sua scuola.
All'inizio non le piacevano granché tutte quelle attenzioni che le riservavano, ma a lungo andare doveva ammettere che forse era meglio così per lei. Era sempre meglio avere attorno sguardi pieni di sostegno, che l'esatto opposto.
Inoltre aveva molta più privacy per il semplice fatto che "doveva concentrarsi per il Torneo",  e così nessuno avrebbe mai voluto disturbarla.
Un po' doveva ammetterlo che le sarebbe piaciuta l'idea di arrivare prima, una piccola vittoria che avrebbe anche dimostrato quanto potesse essere in grado di vivere in mezzo alla gente nonostante i suoi poteri. Ma sapeva che la strada da compiere era ancora lunga e purtroppo questo poteva essere solo un sogno ad occhi aperti, per il momento.
Decisa a riservarsi qualche istante di pace poco prima della prova, Elsa aveva preso un lungo corridoio fino a giungere in una delle torri del castello, dov'era sicura che avrebbe potuto prendere una boccata d'aria in tutta tranquillità, senza la voce di Uberta che le martellava nelle orecchie.
Con gli anni si era affezionata a quella donna, ma a volte risultava fin troppo pedante e sapeva bene quanto la sua sete di competizione poteva farla risultare ancora più pressante del solito. 
In quella giornata stranamente soleggiata, Elsa prese un profondo respiro e chiuse gli occhi, concentrandosi solo sul leggero fischio del vento. 
Quella brezza leggera la fece sentire bene, calma. Per un istante dimenticò la sfida e senza rendersene conto, il gelo che prima stava concentrato nei palmi delle sue mani stava diminuendo poco a poco. 
Sorrise ed aprì gli occhi, con un gesto istintivo provò a togliersi i guanti e appoggiò delicatamente alcune dita sul parapetto e finalmente successe.
Non l'aveva congelata, aveva potuto toccare la pietra senza che questa si trasformasse in un blocco di ghiaccio. 
Si fece allora più coraggio e appoggiò anche le dita rimanenti, con leggermente più forza questa volta, osservando con attenzione se il ghiaccio si stesse formando anche solo in minima parte.
Ma non successe.
Avrebbe voluto urlare di gioia, ma era ben cosciente che ciò avrebbe non solo attirato l'attenzione su di sé, ma avrebbe rischiato di rovinare tutto. Se avesse lasciato le sue emozioni prendere troppo il sopravvento, avrebbe congelato quel balcone seduta stante.
Sarebbe stato un passo graduale, come le stava insegnando Pitch dopotutto.
"Cosa ci fai ancora qui?"
Fu un solo istante. 
Dalle sue dita fuoriuscì uno strato di ghiaccio che andò ad avvolgere quasi tutta la ringhiera di pietra e ad interrompere quel momento magico fu la voce del professor Pitch, che era emerso dall'ombra dell'entrata, scrutandola con una certa curiosità.
"Preoccupata? Ma non mi dire..."
Le guance di Elsa si tinsero di un lieve rossore mentre cercava di riprendere il controllo del proprio respiro "Devi proprio arrivare così di soppiatto?!"
"Buongiorno anche a te." 
Lui non sembrava particolarmente interessato al suo malumore o al fatto di averle inavvertitamente rovinato quel breve momento di pace. 
Le passò accanto, concentrando poi la sua attenzione su quel piccolo danno appena causato. 
"Siamo un tantino suscettibili questa mattina."
"Ce la stavo facendo" si giustificò Elsa, mentre si risistemava il guanto "Stavo controllando il freddo, prima che tu sbucassi così di punto in bianco."
Lo disse di getto, cosa che inaspettatamente fece sogghignare Pitch "Ti faccio agitare? Perché posso capirlo, sono il molliccio di tanti studenti."
Non capiva se fosse una battuta o meno, ma in quel frangente le labbra di Elsa si incurvarono in un sorriso nell'immaginarsi effettivamente quanto terrore potesse incutere uno come Pitch ai ragazzini. 
Ma dopo quel breve attimo tornò seria, con la testa alta lo squadrava decisa.
"Te l'ho già detto, non ho paura di te" disse "Perché mai dovrei, poi?"
Pitch fece un passo in avanti, le labbra tirate di lato "Allora potresti smetterla di saltare come un coniglietto ogni volta che provo a parlarti?" chiese sarcastico, pensando di zittirla. 
Ma Elsa mantenne lo sguardo fisso su di lui e fece anche un passo in avanti, ricambiando la sua espressione "E tu potresti smetterla di sbucare come se mi stessi spiando... Di nuovo?" concluse con il suo stesso tono provocatorio. Mantennero entrambi gli sguardi fissi per una manciata di secondi, finché non sentì la risata roca di Pitch.
"Ma senti senti... Questa frecciatina non ti si addice, Arendelle."
Si allontanò ed Elsa poté finalmente riprendere fiato. Per quanto lo trovasse strano doveva ammetterlo, ogni volta che Pitch le si avvicinava in quel modo, avvertiva sempre una strana sensazione nel corpo. 
C'era qualcosa in lui che riusciva ogni volta ad incantarla. Una frase, un semplice sguardo.
Elsa immaginava fosse per il fatto che passassero molto tempo assieme: non era mai stata così tanto a contatto con qualcuno per un periodo così prolungato. Quando era a Beauxbatons si vedeva con Milo sì, ma non così frequentemente, sopratutto i primi tempi per timore di venire scoperta.
Ma Pitch invece sapeva del suo potere e stava cercando di aiutarla, seppur non si facesse scrupoli a dire quello che pensava e nonostante i litigi che ne seguivano per colpa dei loro caratteri così diversi, alla fine si ritrovavano sempre.
Non si chiedevano scusa, non c'erano parole gentili, semplicemente tornavano a riprendere le lezioni come se nulla fosse. Avevano trovato un equilibrio alquanto strano, ma che funzionava, per il momento.
Pitch si era messo a fissare fuori da quel balcone piccole figure di studenti che stavano passeggiando al di fuori della scuola. Si voltò poi verso Elsa e quest'ultima, dal suo semplice sguardo, capì di raggiungerlo.
Gli si avvicinò e come lui si mise a fissare alcuni studenti che nel frattempo si stavano già allontanando.
"Non è facile controllare le proprie emozioni, molte persone impiegano anni. Tu hai avuto pochi mesi."
Lei sorrise e si mise a toccarsi la punta di uno dei guanti che indossava "Vorrei avere la stessa fiducia che hai tu per me."
Lo sentì ridere e istintivamente alzò il capo per guardarlo, incrociando nuovamente i suoi occhi.
"Mi renderesti la vita molto più facile. Ma non ci sarebbe il gusto della sfida, dopotutto."
Questa volta fu lei a ridere, inarcando un sopracciglio "Sono anche una sfida adesso?"
A quel punto l'espressione di Pitch divenne più seria, cosa che spense inavvertitamente il sorrisetto Elsa.
"Non hai idea di quanto il tuo atteggiamento possa influire sul tuo vero potere. Te ne accorgerai, col tempo." 
"Per anni ho dovuto celare tutto questo... Ed ora che... Posso avere una possibilità. Una vera occasione per tornare a vivere..." abbassò lo sguardo verso i suoi pugni, avvertendo piccole scaglie di ghiaccio formarsi attorno "Credo di essere solo impaziente, tutto qui."
Si stava iniziando ad agitare, lo sentiva.
"Elsa..." la chiamò Pitch, distraendola.
Lei dunque alzò nuovamente il volto e lo vide fare un passo in avanti, senza smettere di fissarla "Il primo passo è sempre il più difficile, ma una volta superato... Tutto sarà più facile" lo disse quasi in un sussurro. Ma Elsa era abbastanza vicina da sentirlo, come anche quella agitazione che le scombussolava ultimamente il cervello.
Senza rendersene conto aveva mosso anche lei un piede in avanti, avvertendo il folle impulso di osare ancora, ma all'ultimo si fermò.
No, che diamine le stava passando per la testa?
Non capiva ancora bene cosa stesse succedendo, se quello che stava provando era solo un momento passeggero, ma sentiva che doveva terminarlo il prima possibile.  
Indietreggiò con uno scatto talmente rapido da farla quasi imbarazzare. Solo in quel momento si era resa finalmente conto che attorno a lei il freddo sembrava essere celato di colpo.
Pitch continuava a fissarla, lo sguardo imperscrutabile ed un sorriso appena accennato sulle labbra. 
Era sicura di essere arrossita, ma sperò seriamente non fosse così. 
Si schiari poi la voce, e con ancora un po' di imbarazzo sviò lo sguardo altrove, verso l'entrata del balcone dove fortunatamente stava iniziando ad udire le voci di alcuni ragazzi camminare lungo il corridoio. 
Come se fosse uno strano scherzo del destino, in mezzo a quei ragazzi Grifondoro si trovava anche sua sorella Anna e come lei alzò lo sguardo, inavvertitamente si incrociò al suo.
Si fissarono per un lungo momento di totale silenzio: era da tanto se non si vedevano, se non qualche lezione fugace, ma anche in quel caso avevano sempre cercato di non incrociarsi e tanto meno parlare.
Elsa era sicura che sua sorella avrebbe finito per odiarla, se non lo stava già facendo d'altronde. 
Era comunque la causa della scomparsa dei suoi genitori.
Vide Anna aprire la bocca, forse per dire qualcosa, magari un saluto. A lei sarebbe bastato anche solo quello per ricominciare.
Ma purtroppo ciò non avvenne perché una ragazzina aveva chiamato Anna in quell'esatto momento, i Grifondoro che la accompagnavano sembravano tutti su di giri per il Torneo, forse stavano già andando a scegliere i posti, trascinando Anna con loro, inconsapevoli di aver appena interrotto quel contatto visivo che ad Elsa era mancato tanto.
Istintivamente si sporse in avanti, come a volerla raggiungere, ma non lo fece, perché era ben consapevole che tanto non avrebbe funzionato.
Poi la voce fredda di Pitch la fece nuovamente rabbrividire.
"Pensa alla sfida. Ora è quella la cosa più importante."
Lei annuì e dopo essersi scambiati un ultimo sguardo, si separarono, andando ognuno per la sua strada. Ed Elsa poté nuovamente riprendere quel poco controllo che aveva delle sue emozioni.


 
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Mentre Jack stava correndo come un matto, aveva pensato di controllare ancora una volta l'entrata dei Corvonero, sperando che qualcuno della Casa gli potesse suggerire dove diamine si fosse cacciato quel ragazzo, così percorse nuovamente la torre nel lato ovest e una volta girato l'angolo, dovette frenarsi per tempo per non finire nuovamente in contro a qualcuno, questa volta Merida.
Entrambi si fissarono, in parte stupiti nel ritrovarsi a zonzo per il castello in un orario decisamente al di fuori dei loro standard.
"Che ci fai qui?!" chiese subito Jack, indicando la zona che portava alla torre Corvonero.
"TU che ci fai qui?" rispose di rimando l'altra.
"Stavo cercando di aiutare un amico... La tua scusa?"
Merida portò le mani ai fianchi "Sto cercando Hiccup."
"Ma tu guarda che coincidenza!" la punzecchiò, notando l'avvicinarsi del piccolo Gurghi nella loro direzione.
"Padroncina Dumbroch, ha per caso visto Padrona-madre? Gurghi la sta cercando per tutto il castello ma non riesce a trovarla."
"Non siamo i soli a cercare qualcuno..." ironizzò il ragazzo. Gurghi non ci diede peso e continuò a fissare speranzoso la padrona.
"Gurghi è stato mandato da preside, consiglio per drago sarà qui prima di Torneo e..."
A quelle parole Merida fece per rispondere, ma Jack la fermò, bloccandole la bocca "Merida stava giusto andando a chiamarla!" le fece un lieve cenno col capo e d'istinto l'altra annuì.
"Ma Gurghi può andare da solo."
"Non preoccuparti, ci vado io" disse Merida, incentivata dallo sguardo di Jack.
Gurghi in completa gratitudine si gettò tra le sue braccia, come se le avesse fatto un dono di Natale "Padroncina Dumbroch è sempre così gentile con Gurghi! Gurghi allora vuole fare qualcosa per aiutarla."
Merida cercava goffamente di farlo calmare, ma in fin dei conti lo conosceva da così tanto tempo che non era nuova a quegli scatti di affetto da parte sua. E alla fine non le dispiacevano più di tanto. Passò lo sguardo poi su Jack che gli fece nuovamente cenno col capo di sbrigarsi, al che' le venne un'idea. 
Fece scendere Gurghi a terra e si accovacciò per guardarlo meglio negli occhi "Potresti cercarmi Hiccup Haddock? E' di Corvonero, con i capelli castani, occhi verdi e alto..." si alzò, indicando con la mano un'altezza indefinita "Più o meno così."
Gurghi si portò una mano sul mento, sfiorandosi i baffetti "Oh... Ma certo!" drizzò poi la schiena di scatto, iniziando a saltellare come un matto "A Signora Dumbroch non piace,  ma lui piacere tanto a padroncina!"
Merida arrossì, fulminando Jack con lo sguardo ancor prima che potesse dire qualcosa.
"Si va bene. Lo vai a cercare per me? Digli che il consiglio è stato convocato oggi."
"Gurghi esegue!" si mise sull'attenti e fece un saluto in stile militare portando una mano sulla fronte, dopodiché corse via come un fulmine.
"Figuriamoci se quelle vecchie scope non ne approfittavano." mormorò Jack nel frattempo  "Decapitazione e spettacolo gratis, un vero spasso!"
Ma Merida si voltò immediatamente verso di lui, puntandogli il dito contro il petto "Dimmi subito che hai combinato, Jack."
Senza farselo ripetere un'altra volta, la condusse stranamente nell'ufficio di sua madre, Elinor, e solo quando chiuse la porta alle sue spalle si rese conto della presenza anche di Rapunzel. La stava salutando goffamente con una mano mentre con l'altra sembrava stesse tenendo un piatto con dei dolcetti.
Merida ebbe subito un bruttissimo presentimento.
"Mi ha dato una mano con la formula" disse Jack vicino a lei, come se le avesse letto nel pensiero.
Rapunzel arrossì "Beh sì. Non me la cavo male con i dolci."
"Sono fantastici" sussurrò Jack all'amica dai capelli rossi. Quelle frasi senza un nesso però la fecero solo confondere ulteriormente.
"Ma di cosa state parlando?"
"Volevo aiutare Hiccup e così abbiamo pensato di stregare questi dolci per fare addormentare la signora Dumbroch un paio d'ore" rispose ancora Rapunzel.
"Avete pensato a COSA?!"
"Non fare quella faccia!" la rimproverò Jack "Credi che Hiccup si sarebbe trasformato in tua madre con la vera Dumbroch a zonzo per il castello?"
"Ti prego non ricordarmelo! Davvero vuole..." fece una smorfia disgustata ed iniziò ad agitarsi, rabbrividendo al solo pensiero di questa strana fusione "N_non voglio neanche immaginarlo. E' una c_cosa orripilante!"
"Il problema..." iniziò Rapunzel, un po' incerta "E' che... ehm... Credo... Credo di aver sbagliato qualche dose durante la preparazione e..." prese un profondo respiro e con tutto il coraggio che aveva in corpo, aprì l'armadio della stanza, mostrando la signora Dumbroch completamente immobile, lo sguardo accigliato, come se fosse in procinto di sgridare qualcuno.
"Per le mutande di Merlino!" urlò Merida, gettandosi subito verso la donna "CHE DIAMINE AVETE COMBINATO A MIA MADRE?!"
La Tassorosso iniziò inevitabilmente a sudare freddo per l'agitazione "N_non è così terribile."
"Non respira!"
"Ma è viva! E' solo un tantino rigida" disse Jack "Più del solito intendo."
"Oh ti ringrazio per questa delucidazione!" lo sguardo di Merida si posò poi sui dolcetti ancora intatti nel piatto "Come l'avete convinta a mangiare quella roba?"
"Ho il mio charme, te l'ho detto!" sorrise Jack, posando una mano sulla spalla di Rapunzel per calmarla "Lo sai che per tua madre sono il ragazzo perfetto."
"Dopo questa bravata credo che potrebbe addirittura rivalutare Hiccup!" borbottò l'altra mentre osservava con maggiore attenzione sua madre. In quel momento si accorse di un piccolo segno rosso sulla fronte, come se avesse preso una botta di recente "Ha battuto la testa?"
Rapunzel e Jack si scambiarono un'occhiata silenziosa prima di rispondere.
"Per paura che qualcuno la vedesse l'abbiamo nascosta qui dentro, ma non voleva saperne di entrare e..." si fermò, sentendo improvvisamente lo sguardo di Merida farsi più sospettoso.
"Ci è scivolata" disse di getto Jack. L'altra lo fissò sconvolta "Ma va tutto bene! Sentirà solo un po' di dolore una volta sveglia."
"Un po' di dolore?!" boccheggiò Merida, voltandosi poi verso Rapunzel "Non riesco a crederci che tra tutti proprio tu ti sia fatta condizionare da Jack."
"E' stata colpa mia!" si intromise lui "Quando mi dettava gli ingredienti, credo di aver messo troppa polvere di bicorno."
"L'effetto dovrebbe svanire tra un paio d'ore, forse tre..." continuò la biondina, abbassando lievemente il capo "Volevamo aiutare, ci dispiace."
L'espressione di Merida si fece meno dura, vedendo quando quei due sembravano realmente dispiaciuti, perfino Jack smise di avere il suo solito sorrisetto beffardo.
"Hiccup non voleva che nessuno lo aiutasse" continuò lei severa 
"Allora perché lo stavi cercando?" chiese Jack, quasi con tono di sfida.
La ragazza serrò le labbra immediatamente, cosa che lo fece sogghignare non poco.
"Ammettilo che vuoi aiutarlo anche tu."
"N_no io..." si fermò, portando la sua attenzione dall'armadio a loro "Resta comunque impossibile, il consiglio sarà ormai arrivato..."
Jack sospirò e tirò fuori dalla tasca la fiala di polisucco "E per giunta Hiccup non si trova."
"Che ci fai tu con quella pozione?" domandò Merida, avvicinandosi.
"Hanno fatto un controllo nella stanza di Hiccup giorni fa, dopo la notizia della fuga di sua madre" disse "L'ho tenuta io, se la trovavano era un bel disastro."
Quelle parole crearono un brutto silenzio tra di loro, che però furono interrotte dal bussare al di fuori della porta e da una voce a loro pur troppo famigliare.
"Signora Dumbroch? E' qui?"
Nessuno dei tre mosse un muscolo, sebbene il professor Bunnymund non potesse vederli, il pensiero di venire scoperti li aveva del tutto paralizzati dalla paura.
"Signora Dumbroch?" chiese ancora, questa volta il suo tono di voce parve leggermente spazientito. Jack allora diede una veloce gomitata a Merida per spronarla a dire qualcosa e, dopo una breve esitazione, all'ennesimo bussare ripetutamente quella porta la ragazza emise un suono simile ad un "Si. Sono occupata" cercò di mascherarla il meglio che poteva, ma dopotutto era pur sempre sua figlia e, per quanto odiasse ammetterlo, i loro toni di voce erano molto simili.
Sperava che almeno, constatando che Elinor fosse occupata nel suo ufficio, il professor Bunnymund rinunciasse ad entrare.
"I membri del consiglio sono arrivati, la aspettano all'entrata."
Di nuovo il silenzio e poi sentirono il suono dei passi del professore farsi più distanti dalla porta. Una volta che si accertarono dell'allontanamento, la voce di Rapunzel sovrastò quella degli altri due, dando sfogo a tutte le loro paure.
"Ed ora come facciamo?! Bunnymund lo avrà scoperto?! Se ha sospettato qualcosa verremo di sicuro messi in punizione o peggio... Espulsi! Siamo all'ultimo anno, come faremo con gli esami finali?! Per non parlare di Sdentato tutto solo in quella torre, verrà ucciso se non facciamo qualcos..." 
"Calma biondina, caaaalma" Jack la prese per le spalle e si chinò leggermente per guardarla negli occhi, tentando di frenare tutta quella sua agitazione "Non è ancora finita, d'accordo?"
Lei continuava a fissarlo ancora terrorizzata da tutti quei pensieri, tuttavia il respiro sembrava via via tornare alla normalità.
"In... In che senso?" chiese "Hai in mente qualcosa Jack?"
"Qualcosina..." a quel punto l'altro spostò lo sguardo su Merida, sorrise e a quel punto la rossa ebbe un bruttissimo presentimento. Quel sorrisetto non portava a nulla di buono, ormai lo sapeva bene.
Quando i suoi occhi slittarono sulla fiala che Jack le stava porgendo allora capì.
E come c'era da aspettarselo, l'idea non le piacque per nulla.
"Che?! Scordatelo!"
"Perché no? E' tua madre!"
"Appunto! E' strano!" gli riconsegnò la fialetta di polisucco con una velocità tale come se si fosse presa una scossa "N_Non posso farlo. Non posso spacciarmi per lei, mi scopriranno subito e... E poi... Cosa potrei fare?!"
"Vuoi aiutare Hiccup?"
"Io..." serrò immediatamente le labbra, arrossendo appena "Si, ma..."
"Allora fallo" insistette, consegnandole la pozione "Adesso." 
"Non se ne parla!"
Jack la guardò e dopo un lungo sospiro, le strappò la fialetta tra le mani "D'accordo, allora lo farò io."
"C_Cosa?!"
"O lo fai tu, o lo faccio io. Semplice."
"Potrei farlo io!" si intromise Rapunzel, ma lo sguardo poco convinto degli altri due la bloccò subito dopo.
"Allora?" chiese ancora Jack, un po' spazientito "Vuoi che mi trasformi IO in tua madre? Vuoi avere questa immagine di me ogni volta che ci parlerai? Eh?"
Merida tentennò ancora qualche istante, ma alla fine cedette e allungò una mano verso di lui "Dammi quella stupida pozione prima che cambi idea."


 
~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~


Quella mattina Hiccup, un po' per l'apprensione per i suoi amici in vista del Torneo e un po' per la notizia ancora fresca della fuga di sua madre, non se la sentiva molto di stare in compagnia e aveva preferito starsene tranquillo in Biblioteca. Sapeva che non era solita a riempirsi a quell'ora e probabilmente lì avrebbe trovato un po' di pace.
Guy aveva cercato di spronarlo ad unirsi a lui per la colazione con Hip e altri Corvonero, giusto per distrarsi poco prima della Seconda Prova, ma all'ennesimo rifiuto di Hiccup alla fine si era convinto a lasciarlo in pace.
Un po' gli dispiaceva, non voleva che Guy pensasse che ce l'avesse con lui, ma in quel momento sentiva che nulla lo avrebbe tirato su di morale e avrebbe solo rischiato di rimanere silenzioso per tutto il tempo, rovinando la colazione a tutti.
Dopo aver dato una veloce occhiata all'orologio presente nella Biblioteca, decise di uscire per dirigersi al bagno poco prima di raggiungere il luogo della Seconda Prova. Quando la vocina squillante di Gurghi lo distrasse da tutti quei pensieri.
"Sei tu! Sei tu!" non fece in tempo a voltarsi che si vide una palla di pelo saltargli in contro, impedendogli addirittura di parlare "Tu sei amico di padroncina Dumbroch! Lei ha mandato Gurghi per cercarti. E' importante! 
A quel punto il ragazzo tenne saldi i piedi a terra per impedire alla creatura di sballottarlo ancora e tentò di scrollarselo di dosso.
"C_Come dici?" al terzo tentativo riuscì finalmente a staccarlo e lo sollevò in aria, guardandolo poi dritto negli occhi "M_mi sta cercando? Cosa intendi?"
Non capiva il perché Merida avesse chiesto al suo elfo domestico di venirlo a cercare, Gurghi di regola doveva obbedire ad Elinor Dumbroch, e di certo l'ultima cosa che voleva era avere un qualche tipo di contatto con lui.
"Padroncina Dumbroch vuole far sapere a Hiccup Haddock che consiglio è stato spostato ad oggi!"
Fu così che l'espressione di Hiccup mutò di colpo.
"Ha detto proprio questo?!"
L'altro annuì energicamente in risposta, facendo presagire ad Hiccup l'inevitabile.
Ora capiva perché Merida lo stava cercando.
In men che non si dica lo lasciò andare, iniziando a tastare le tasche della giacca con fare quasi maniacale "Non ci voleva! La pozione! Dove..." poi si fermò, ricordandosi improvvisamente un piccolo dettaglio "E' vero... Jack! Devo assolutamente trovarlo."
"Gurghi sa dov'è. E' con padroncina Dumbroch!" afferrò la mano di Hiccup "Seguire Gurghi! Presto! Saranno da consiglio adesso."
Fu così che si lasciò trascinare fuori dal castello nella speranza di trovare per primi Jack e Merida, ma una volta arrivati videro un gruppo di uomini e donne all'entrata di Hogwarts in attesa. Avevano appena finito di parlare col professor Bunnymund quando apparve davanti a loro la figura di Elinor Dumbroch.
"Oh sembra che padroncina Dumbroch abbia trovato padrona-madre!" disse Gurghi indicandola.
Hiccup si guardò attorno, ma non vide nessuna traccia dei suoi amici.
"Non ci voleva."
Fece per avanzare quando si sentì tirare per una manica e non appena voltò il capo, il suo sguardo si incrociò con quello di Jack. Rapunzel era accanto a lui e gli sorrideva, cercando di mascherare almeno un po' la sua preoccupazione.
"Questa mattina sembra che tutti vogliano starsene in disparte. Hai idea di quanto ti abbiamo cercato? Dov'eri?!"
"In biblioteca" rispose diretto, dando una veloce occhiata a Rapunzel.
Non capiva se effettivamente anche lei aveva saputo qualcosa, ma in quel momento poco importava.
Il consiglio stava per decretare la colpevolezza di Sdentato e lui non avrebbe potuto fare nulla per impedirlo. Quelle lettere non erano servite a nulla e l'ultima cosa che gli restava era quella pozione polisucco che non aveva potuto usare.
Era fregato.
"Ora è troppo tardi..." strinse forte i pugni, guardando con apprensione Elinor che raggiungeva il gruppo "Dannazione, devo pensare a qualcos'altro e in frett..."
"Rilassati Hicc. Ci abbiamo pensato noi" lo interruppe Jack.
Lui li guardò, accorgendosi solo in quel preciso istante della mancanza di una persona in particolare.
"Gurghi aveva detto che Merida era con te."
"Esatto. Era con noi, prima." 
"E dove si trova ora?"
Jack e Rapunzel si scambiarono uno sguardo complice, facendo cenno al Covonero di voltarsi nuovamente verso Elinor. Solo all'ora Hiccup si rese conto della postura della donna: la sua non sembrava la solita camminata altezzosa e composta di sempre, ma era più... Goffa. Come se avesse una sorta di difficoltà a camminare con dei tacchi troppo alti.
Osservandola con più attenzione, la vide arricciarsi un ciuffo di capelli attorno al dito e in quel momento capì.
"Non-ci-credo."



 
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ANGOLO AUTRICE:

Chiedo perdono per questo capitolo davvero lungo, i prossimi saranno decisamente più corti!
Jack e Rapunzel hanno combinato un bel guaio, ed ora è Merida ad avere in mano la situazione! Nel prossimo capitolo appariranno i membri del consiglio e spero vi piaceranno le scelte, sono un po'...Particolari.
Nel frattempo Elsa sembra stia un po' migliorando con i suoi poteri...E anche il suo "rapporto" con Pitch. Spero di non essere andata OOC per lei, ma visto che non l'abbiamo mai vista nei film in una situazione di questo tipo, io la immagino molto scettica, forse dovuta anche dalla timidezza e paura di poter distruggere i passi in avanti che ha fatto.
Mi spiace ancora averlo allungato così tanto ^^'
Ma spero vi sia comunque piaciuto.
Un abbraccione

 

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Capitolo 42
*** La scelta giusta da fare ***


 Cap 42: La scelta giusta da fare

 
 Queen Elinor - Brave Photo (36764240) - Fanpop



Merida stava tentando di sembrare più simile possibile a sua madre, nonostante il vestito le stesse stringendo i fianchi perché Rapunzel con la magia non era riuscita a renderlo pienamente largo e le scarpe le stavano già scavando la pelle per quanto fossero scomode.
Sapeva che sua madre indossava dei tacchi abbastanza alti, ma non avrebbe mai immaginato così tanto.
Ccercava di tenere lo sguardo fisso davanti a sé e sorridere per non destare sospetti, ma non appena inciampò contro un sassolino, temette seriamente di non farcela.
Stupide scarpe.
Stupida pozione.
Stupido Jack che l'aveva convinta a provarci.
Stupido Hiccup che non si trovava.
Stupida lei che si era voluta mettere in mezzo, quando lo aveva ribadito più volte che non si sarebbe lasciata trascinare da quella situazione.
Una volta raggiunto il gruppo, cercò con noncuranza di mostrare uno sguardo fiero e altezzoso nonostante l'infelice caduta di poco prima. Fortunatamente alcuni volti per lei non erano poi così ignoti: come Agenore Darling, un uomo di mezza età dai capelli scuri e due grandi baffi, un po’ brontolone, ma in fondo molto gentile. Merida lo aveva incontrato anni fa in seguito ad una cena in famiglia, approfondendo la conoscenza con suoi i figli, tra cui Wendy Darling, la maggiore dei tre. 
Era tanto che non la sentiva, aveva finito la scuola già da qualche anno e ricordava che era molto portata per la scrittura, le piaceva inventare qualsiasi tipo di racconto, facendo appassionare anche i bambini più pigri alla lettura.
Vicino a lui si trovava Filippa Madrigal, dai lunghi capelli ricci ramati, con indosso un vestito che potrebbe far presagire un carattere solare ed energico. In realtà era una donna estremamente emotiva e ansiosa. 
Anche in quel caso Merida lo aveva potuto sperimentare durante una delle sue visite al Ministero della Magia da bambina, quando l'aveva vista inveire contro un dipendente per via di una "perdita magica nel suo ufficio", che causava solo pioggia e temporali.
Suo padre cercò perfino di sdrammatizzare, proponendosi di aiutarla, ma questo la fece solo infuriare ancora di più, per fortuna l'intervento di Elinor riuscì a calmarla e stabilizzare almeno per un po’ la situazione. Lei ci sapeva fare con le persone così, era un dato di fatto. La sua voce ferma e decisa riusciva a trasmetterti sicurezza e fiducia. Merida sperava solo di non dover affrontare in quell'ora una sua scenata, dato che al contrario della madre non era sicura di essere in grado di calmarla.
In mezzo ai due c'era un signore che Merida conosceva solo di vista: George Hautecourt.
E credeva che ormai fosse morto da tempo, vista l'età che aveva.
Non aveva avuto modo di parlarci, ma sua madre lo aveva accennato in uno dei suoi discorsi e, da come lo descriveva, sembrava anche simpatico e divertente. Tutto il contrario di quel che si diceva dei membri del Ministero.
Vicino a Filippa c'era un'altra donna, già dall'apparenza più particolare rispetto agli altri. Sembrava piuttosto giovane, meno di quarant'anni e i suoi capelli neri avevano delle striature blu come l'oceano. La guardava con un sorriso a trentadue denti e non la smetteva di agitare la mano in segno di saluto.
Non sembrava formale, né tanto meno seriosa come si addiceva ad uno del Ministero.
"Ben arrivata Elinor!" disse la suddetta donna in tono energico e allegro.
"Chiedo scusa. Sono... Ehm... Sono... Sono stata trattenuta da mia figlia Merida, lei fa l'ultimo anno e..."
"Dumbroch non dica altro, conosco fin troppo bene le dispute con i figli" la fermò Agenore, sospirando "La mia Wendy esce ancora con quel perdi-giorno."
"Peter? Stanno ancora assieme?" chiese Merida.
Lo ricordava bene quel ragazzo Serpeverde. Un giocherellone, più intenzionato a combinare guai e saltare le lezioni che studiare, ma negli ultimi anni grazie all'avvicinamento con Wendy si era dato una svegliata con lo studio quel tanto che bastava per superare a pelo gli esami.
Lo aveva sempre trovato simpatico, a modo suo, forse a volte un po’ troppo pesante con gli scherzi… Perfino più di Jack. Ricordava inoltre che, nonostante quattro anni di differenza, quei due si sono sempre trovati molto d'accordo.
Probabilmente era stata anche la sua influenza a renderlo un combina guai.
"Ma certo. Ho il timore le chieda di sposarlo, ah la mia povera bambina…" piagnucolò "Quel ragazzo è così infantile. Non pensa al suo futuro, ma solo a divertirsi!"
Merida avrebbe voluto controbattere, ma inaspettatamente era intervenuta la strana donna di prima.
"Che male c'è ad essere un giocherellone? Anche io lo sono e il figlio di Marlyn mi adora!" disse con una risata genuina, fermandosi poi di colpo. Lo sguardo confuso e sospettoso "O almeno credo..."
Agenore tirò un lungo sospiro, quasi esasperato "Dorothea per cortesia, mi aspetto un po’ di serietà, vista la sua nuova carica al Ministero."
"Ma io so essere seria nel momento giusto" si difese lei, sorpassandolo "E l'ho già detto di non chiamarmi Dorothea, ma Dory" si fermò poi, ancora confusa "Lo avevo detto, vero?"
L'ennesimo sospiro di Agenore confermò la risposta. Venne poi colpito leggermente alla caviglia dal bastone da passeggio di George, come per attirare la sua attenzione.
"Ammettilo Agenore. La verità è che il ragazzo è un nato babbano e a te non va giù!"
Agenore arrossì un poco, ma cercò di mantenere goffamente un contegno mentre avanzava al suo fianco con aria pomposa "Il sangue non è mai stato un problema per me e Mary!"
"Infatti ho detto a te, non ho nominato Mary!" sogghignò l'altro, facendolo irritare ancora di più "La vostra è una delle famiglie più antiche. Aaah come sei antiquato!"
"Io voglio solo la felicità per mia figlia."
L'altro allora agitò il suo bastone in aria con tono plateale, rischiando quasi di sfiorarlo.
"Allora poche storie e accetta quel ragazzo come genero, che ti piaccia o no!"
L'uomo si zittì, punto nell'orgoglio e incapace di giustificare altri motivi per dargli contro. George sogghignò soddisfatto e riprese la camminata canticchiando allegramente.
"Il sangue non c'entra. Io ho sposato un babbano e tutti i miei tre figli sono dei maghi" si intromise Filippa, col naso all'insù "Antonio ha iniziato questo settembre. E forse non poteva esserci anno peggiore... Con tutto quello che sta capitando qui ero seriamente tentata di ritirarli."
"Oh ma non devi preoccuparti" le sorrise Dorothea "Non c'è posto più sicuro di Hogwarts!"
"Ah si? E quel lupo mannaro allora?!" il tono di voce di Filippa stava iniziando ad aumentare. Merida sentiva che da li a poco sarebbe scoppiata "I miei figli e le mie nipoti erano a quel ballo, se fosse capitato a loro quel che..."
"Su su su, Pepa" Dorothea le mise una mano sulla spalla, mimando la respirazione "Pensieri felici, ripeti con me: pensieri felici."
Ma la donna sembrava nuovamente sull'orlo di una crisi isterica, al che Merida tentò, seppur
goffamente, di aiutare.
"Dorothea ha ragione, il colpevole di quel gesto è già stato portato via. Ben presto tornerà tutto alla normalità."
Inaspettatamente Filippa sembrò stabilizzarsi, sarà stato il suo tono o forse il fatto che provasse un senso di fiducia nei confronti di sua madre. Non lo capì con esattezza, ma almeno la situazione si calmò.
Non appena giunsero alla torre, Merida vide il custode Ralph e Drago Blutvist che li stavano aspettando.
Quest'ultimo teneva un'ascia molto grossa tra le mani, il che fece rabbrividire non poco Merida. Non aveva mai pensato in effetti come si sarebbe risolta l'esecuzione, ma sperava quanto meno che venisse eseguita per mano di un incantesimo.
Poi si ricordò che i draghi erano resistenti alla magia e dal momento che la maledizione senza perdono era proibita per legge, l'ascia, seppur così barbarica, poteva essere una delle poche soluzioni in questi casi.
L'espressione di Ralph invece non tradiva l'umore che stava provando. Sapeva bene quanto fosse contrario alla sorte di Sdentato, vista anche l'amicizia che lo legava ad Hiccup.
Senza pensarci gli rivolse un normale sorriso, dimenticandosi per un secondo di essere nelle vesti di Elinor Dumbroch "Ciao Ral..." per fortuna si bloccò in tempo, anche se non abbastanza da suscitare qualche nuova occhiata perplessa. Subito si schiarì la voce, alzando il capo con aria fiera e in maniera del tutto formale salutò l'uomo, per poi sorpassarlo ed entrare nella torre.
Davanti a loro c'erano tante scale, troppe per poterle fare con quei tacchi così fastidiosi, ma soprattutto per la presenza di George.
"Non mi ha più fatto sapere nulla riguardo al drago, così non lo abbiamo spostato" si difese Ralph.
Filippa nel frattempo sembrava stesse valutando seriamente l'idea di andarsene.
"Dovremo fare sul serio tutti quei gradini? Nessuno me l'aveva detto! Le mie scarpe non sono adatt..."
"Suvvia, un po’ di brio. Dov'è finita la vostra gioventù?" aveva bofonchiato George mentre la
sorpassava, canticchiando come se fosse a fare una normale scampagnata "Tararabumbihè!
Tararabumbihè!" mentre cantava non si era reso conto di aver appoggiato male un piede, rischiando proprio di scivolare giù per quei pochi gradini che aveva fatto. Per fortuna che Ralph lo sorresse in tempo.
"Tutto bene nonnetto?"
"Chi hai chiamato nonnetto?!" ridacchiò l'uomo. Tentò poi di rimettersi in piedi aiutandosi con le ginocchia, seppur tremolanti "Non sono più agile come quando avevo ottant'anni, ma ho ancora energia!"
"Lo vedo..." sospirò Ralph.
"Sarà meglio usare la magia per arrivare subito in cima" disse poi Agenore.
George in risposta drizzò il bastone da passeggio contro la sua faccia, accanto a lui c'era sempre Ralph che lo sosteneva per evitare che si sbilanciasse troppo e cadesse.
"Sciocchezze, sciocchezze! Questi mezzucci sono solo per i vecchi!" riprese dunque a salire i gradini, traballante e con parecchia difficoltà.
"Meglio che gli dia una mano" disse Ralph, aiutandolo nuovamente a non scivolare ancora.
George ridacchiò felice "Non hai anche un piede in più per caso, ragazzone?"
Doveva forse essere una battuta perché subito dopo si mise a ridere a crepapelle, Ralph sforzò una risata per poi fissare gli altri con uno sguardo di palese imbarazzo.
Agenore senza farsi troppo notare aveva tirato fuori dalla tasca della giacca la bacchetta e l'aveva puntata verso i due, ormai ben al settimo gradino.
"Farò un incantesimo che lo solleverà dalle scale. L'ultima volta non se n'è accorto" disse a bassa voce.
Merida annuì in sostegno, ed insieme poco più tardi raggiunsero in fretta la cima della torre.
Sdentato si trovava ancora incatenato, incapace di fare anche solo un breve movimento. Alla loro vista tentò di mostrare i denti per intimidirli, Blutvist in risposta lo fermò, bloccandolo con il piede.
"Fai silenzio" sibilò.
Quel gesto così duro e spietato spaventò un po’ il drago che si zittì di colpo.
"È questa la famosa Furia Buia?" chiese George piegando la schiena in avanti verso l'animale. Mentre lui sembrava tutto fuorché preoccupato, accanto Filippa invece pareva un fascio di nervi. Per diversi secondi buoni non aveva fatto altro che portare lo sguardo dalla creatura alla porta dov'erano entrati, come se si aspettasse da un momento all'altro un qualche attacco a sorpresa.
"È sicuro vero? Non fuggirà?" chiese a Bludvist che nel frattempo aveva tolto il piede dal muso dell'animale.
"Finché ci sono io... E finché sarà legato a dovere..."
L'espressione della donna sembrò rasserenarsi un pochino. Dorothea invece pareva anche lei
palesemente incuriosita dall'animale.
"È molto raro, non è vero?" disse con un velato entusiasmo "Oh sembra così
adorabil..."
"Non avvicinatevi troppo" la fermò Bludvist con l'ascia, facendola dunque indietreggiare "Questa bestia può essere tanto bella quanto pericolosa."
"Pericolosa. Esattamente quello che non vogliamo" intervenne Agenore, volgendo il capo verso Merida
"Dico bene, Elinor?"
L'interessata sembrò incapace di spiccicare una parola, istintivamente passò lo sguardo verso la Furia Buia e per un lungo istante i loro occhi si incrociarono, ebbe la sensazione come se stesse cercando di comunicarle qualcosa e forse il suo timore venne percepito anche dagli altri.
"Siamo sicuri che... Giustiziarlo sia la scelta più saggia?" chiese Dorothea.
Ralph schiuse le labbra per parlare, ma Agenore lo anticipò "Elinor ha espresso chiaramente le sue opinioni riguardo la pericolosità di questo drago. Avete letto anche voi quel che è successo durante il Torneo. Per quanto possa essere un dispiacere per il mondo magico, mi trovo d'accordo con le sue parole."
Filippa fece un passo in avanti, anche se non molto convinta annuì "Ogni azione ha le sue conseguenze. Dobbiamo pensare al bene dei nostri ragazzi."
Si creò un silenzio tombale, smosso solo dalla coda del drago che non faceva che agitarsi, seppur debolmente, i grandi occhi verdi che slittavano da una figura all'altra. Forse conscio della sorte che gli stava accadendo.
George sollevò la scricchiolante schiena e fece un lungo sospiro di rassegnazione "Beh...Allora direi che abbiamo deciso" disse "Povera bestia..."
Dorothea al contrario pareva ancora convinta delle sue idee, ma l'intervento di Filippa precedette ogni sua azione.
"Non dobbiamo per forza assistere, vero?"
Merida a quel punto fissò nuovamente il drago, accorgendosi che Bludvist stava già sollevando nuovamente l'ascia.
"Ci penserò io."
Ma prima che potesse alzarla di più, la voce di Merida lo bloccò di colpo.
"A_Aspetta!" disse, muovendo un passo verso di lui "Non... Non sono d'accordo."
Sprofondò nuovamente il silenzio, fino all'intervento di Agenore.
"Non sei d'accordo... Per un'inchiesta che TU hai fatto partire?"
"Ci vuoi spiegare?" aggiunse Filippa.
Tutti sembravano visibilmente perplessi, perfino Bludvist. Merida fece un profondo respiro e poi, sollevando il capo verso i suoi colleghi, si rivolse a loro con una postura più composta, cercando di rimanere a suo modo ferma e controllata, com'era solito fare sua madre quando doveva far valere la sua opinione.
"Craig Ferguson ha scritto numerose lettere dichiarando di poter prendersi cura di..." si fermò, mordendosi una guancia. Stava per chiamarlo Sdentato senza rendersene conto.
"...Di quel drago. È proprietario della più grande riserva in Romania, forse questa proposta potrebbe una soluzione migliore."
George per primo espresse quello che probabilmente era la domanda che tutti i presenti si stavano facendo in quel momento.
"Ti senti bene? Oggi sei un po’ strana, figliola" aveva perfino tirato fuori dei grossi e spessi occhiali dalla tasca della sua giacca, quasi come se non riuscisse a credere ai suoi occhi.
"Beh..."
"Hai voluto convocare il consiglio per fare giustizia ed ora ritiri tutte le tue accuse?" chiese Filippa "Vuoi dire che siamo venuti qui per niente?"
"È questo il punto, non stiamo facendo giustizia" indicò poi Sdentato "Guardatelo, tutti voi. Vi sembra lo sguardo di una creatura malvagia?"
"Beh ma... Ha attaccato degli studenti, no?"
"Come ogni drago fuggito, dovremmo giustiziarli tutti?"
Tutti la fissarono sempre più sconvolti, tranne Dorothea che sembrava aver preso la notizia fin troppo bene.
"A me piace, voto per la riserva."
"Ma cosa ti prende?" domandò ancora Agenore, visibilmente perplesso "Sei sempre stata molto chiara su questo argomento ed ora tutto d'un tratto hai cambiato idea...Perché?"
"Non li sto giustificando, non mi permetterei mai, non io..." incrociò nuovamente lo sguardo di Sdentato, ancora spaventato e forse in parte confuso da quello che si stanno dicendo "Non posso prendermela con ogni drago per quello che è successo a mio marito, lui non ha colpa."
Vide gli sguardi dei presenti ammorbidirsi un po’.
"È una creatura che ha cercato una via di fuga, dopo che è stato sottratto dal suo territorio, così come gli altri draghi. Come ha detto Nord, è stato un tragico incidente, che per fortuna non ha portato via nessuno."
"Non sono del tutto convinta Elinor" disse poi Filippa, titubante "Che esempio diamo ai nostri figli?"
"Che esempio diamo? Rispettiamo una vita" disse Merida, decisa. Voltò poi il capo verso la Furia Buia, concentrandosi in particolar modo sulla pinna della sua coda ormai distrutta "Gli è già stata portata via la libertà. Se il consiglio è d'accordo, vorrei procedere con il trasferimento di questo drago alla riserva il prima possibile."
Alla fine, dopo un ennesimo cenno, quelle parole sembrarono aver convinto tutti, anche i più indecisi.
"Ottima decisione Elinor, non serve spargere inutilmente del sangue" disse Dorothea. La sua frase venne seguita da una grossa risata da parte di George.
"Elinor Dumbroch che difende un drago! Ora credo di aver visto proprio tutto!"
Merida volse poi il capo verso Ralph, anche lui palesemente confuso per tutto quello che era appena accaduto. Ma lei cercò di non darci peso.
"Può mandare un gufo a Ferguson per avvertirlo del drago? Immediatamente."
L'uomo boccheggiò un sì e dopo avergli sorriso, Merida fece per seguire gli altri e andarsene. Poco prima di chiudere la porta alle sue spalle, si scambiò un'ultima occhiata con la Furia Buia e questa volta il suo sguardo parve più rasserenato.
Non sapeva se effettivamente avesse compreso o meno quello che era successo. Ma era come se una parte di lei volesse credere che avesse capito e la stava ringraziando, a modo suo, con quel semplice sguardo.




Una volta usciti dalla torre, Merida trovò il preside Nicholas, accompagnato da Bunnymund a pochi metri da loro, si irrigidì di colpo, ma al tempo stesso cercò di non sembrare per nulla agitata. Poteva farcela a farsi spacciare per sua madre con un paio di tizi del Ministero, ma di fronte a Nicholas Nord e soprattutto a Bunnymund, sentiva che ogni minimo passo falso sarebbe risultato fatale.
Sarebbe stata espulsa, come minimo.
Non sapeva effettivamente in che rapporti era sua madre col preside, non ne aveva mai sentito parlare in maniera negativa, quindi immaginò velocemente che alla fine potesse risultarle a posto ai suoi occhi.
Forse non poteva dire lo stesso per Bunnymund, ma probabilmente perché anche lui aveva di per sé un carattere piuttosto difficile.
"Vi stavo per far chiamare, Seconda Prova sta per incominciare" disse Nord, allargando le braccia "Spero abbiate preso decisione migliore."
Come lo disse, il suo sguardo indagatore sembrò slittare subito verso Merida, che al contrario, stava osservando da tutt'altra parte nella speranza non le facesse altre domande. Per fortuna ci pensò Dorothea a rispondere per lei.
Merida la ringraziò mentalmente.
"C'è stato un cambio di programma all'ultimo minuto. Il drago verrà trasferito ad una riserva in Romania."
L'espressione di Nord si fece stupita, ma non nascose il suo buon umore. Probabilmente anche lui era sempre stato a favore di quella scelta, dopotutto.
"Un cambio di programma?" ripeté Bunnymund, inarcando un sopracciglio. 
Dorothea annuì felice, facendo cenno agli altri di sostenerla.
"Assolutamente! Sono certo che nessun esito del Torneo mi lascerà più stupito di quanto non lo sia stato oggi" ridacchiò George, avanzando barcollante col suo bastone da passeggio "Ditemi che ci saranno dei dolcetti nell'attesa, sono proprio affamato!"
"Sempre, vecchio amico!" sorrise Nord.
George lo punzecchiò col bastone in risposta "A chi hai dato del vecchio? Guarda che mentalmente sono molto più giovane di te!" lo sbeffeggiò. 
Nord rise e rivolse poi il capo verso Merida "Sono felice che non ti sei fatta accecare da rabbia."
Lei deglutì a fatica, ricomponendosi subito dopo "Non sarebbe servito, non lo avrebbe riportato indietro."
Lo vide sorriderle comprensivo mentre le faceva cenno di riprendere il cammino. Una volta alzato lo sguardo davanti a sé, non poté fare a meno di notare una lunga chioma bionda in lontananza, seguita da altre due figure fin troppo famigliari, fece per parlare quando il piccolo  Gurghi le balzò davanti.
"Padrona-madre! Finalmente Gurghi l'ha trovata!" disse preoccupato "La prego di perdonare
Gurghi. È così dispiaciuto per non averla avvisata in tempo!"
Vedendolo così disperato, Merida gli sorrise rassicurante, inclinandosi un pochino con la schiena "Non preoccuparti. Come vedi la situazione si è risolt..." si fermò, accorgendosi di comportarsi di nuovo come se stessa e non come sua madre. Tant'è che perfino Gurghi parve piuttosto sorpreso per questo inaspettato tono così amorevole.
"Insomma... Ehm..." pensò velocemente alle parole da dire e subito si ricompose, assumendo
un'espressione decisamente più severa "Sono stata avvertita da mia figlia. Ma la prossima volta presta più attenzione alle lettere che arrivano."
Gurghi annuì ripetutamente, anche se dallo sguardo sembrava ancora un po’ confuso. Tuttavia non disse nulla, probabilmente perché voleva evitare di farla arrabbiare ancora. Era pur sempre la sua padrona.
"Cosa ci fanno quei tre da queste parti?" aveva domandato Bunnymund con aria sospetta. Stava fissando Rapunzel, Jack ed Hiccup in lontananza. Al ché Merida lo sorpassò "Vado a riprenderli io. Inoltre ho bisogno di vedere mia figlia, è urgente."
Gurghi alzò la zampina in alto per attirare l'attenzione "Posso cercarla!"
"No!" lo fermò subito Merida. Si rese conto troppo tardi di aver reagito bruscamente "Voglio dire... Per oggi hai finito Gurghi. Ti do il permesso di..." si fermò, poi i suoi occhi si illuminarono "Di andare alle cucine. Chiedi qualcosa da mangiare."
Quelle parole furono magiche per le orecchie della creatura e senza farselo ripetere due volte, sfrecciò via saltellando euforico verso il castello.
Merida si schiarì infine la voce, guardando poi Bunnymund "È una situazione... Privata. Tra me e Merida. Vedrò di raggiungervi il prima possibile, se non è un problema."
"Assolutamente" disse poi Nord, facendo un cenno col capo a Bunnymund di raggiungere gli altri del Ministero "Prenditi tempo necessario."
Merida ringraziò e poi con tutta calma si diresse verso il gruppo di ragazzi, cercando di non inciampare nuovamente per colpa di quei terribili tacchi. Una volta riuniti non poté fare a meno di lanciare un'occhiataccia ad Hiccup, un po’ per il fatto si trovava in questa situazione per colpa sua, un po’ per la sua espressione talmente meravigliata quanto sconvolta.
"Ancora non ci credo!" disse.
Merida arrossì, il suo continuo fissarla la stava seriamente mettendo in imbarazzo. Specie se in questo caso si trovava ancora nei panni di sua madre.
Era tutto troppo strano e sbagliato.
"Non... Non..."
"Hai finito?!" sussurrò esasperata. Senza farsi vedere poi lanciò un veloce sguardo dietro di lei dove vide in lontananza il Preside e i membri del Ministero farsi sempre più distanti "Ci credo che mia madre è sempre arrabbiata, camminare con queste scarpe è un vero inferno!"
Rapunzel e Jack risero, mentre Hiccup stava cercando ancora di formulare una frase che andasse oltre la semplice incredulità.
"Perché, trasformarti in tua madre no?" la provocò Jack, dandole una leggera gomitata.
Lei lo fulminò con lo sguardo, zittendolo tempo zero. A quel punto finalmente Hiccup riprese coscienza delle sue capacità oratorie.
"Allora? Che... Che è successo là dentro?"
Merida li guardò in silenzio, agitandoli ulteriormente.
"No. Non dirmi che..."
"L'hai davvero fatto?" chiese sconvolta Rapunzel.
"Non nego di averlo pensato. Ma... No, non l'ho fatto. Non ho voluto" Merida sospirò,  prendendosi un istante prima di riprendere a parlare. Nemmeno lei sapeva bene come esprimere quello che provava in quel momento.
"Era... Così... Spaventato, indifeso. Per la prima volta l'ho guardato, ci siamo guardati." abbassò lo sguardo, aggrottando le sopracciglia "Ho visto i suoi occhi e... Non so bene come spiegarlo, ma non potevo farlo, non potevo lasciare che lo uccidessero" disse con un lieve sorriso "È stato come vedere me stessa in quegli occhi. Strano, no?"
"Affatto" disse Hiccup. Merida alzò il capo verso di lui e sorrise.
Anche lui ricambiò, arrossendo appena "Sapevo che lo avresti capito, prima o poi."
"Lo sapevano tutti" sussurrò Jack a Rapunzel "E' una testa calda, ma buona."
Merida alzò gli occhi al cielo, concentrandosi poi su Hiccup "Se sei convinto che qualcuno lo abbia stregato al Torneo, io ti credo."
Il Corvonero annuì, felice per aver nuovamente guadagnato la sua fiducia e soprattutto grato per la salvezza del suo amico.



 
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ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutt*!
E finalmente viene concluso questo arco del drago, almeno per il momento.
So che magari il comportamento di Merida poteva risultare antipatico, ma ci tenevo a farla crescere. Per quello che si era visto nel film, sembrava una ragazza molto testarda e ferma sulle sue idee, come Elinor alla fine. Quindi ho voluto farle avere questa consapevolezza dei draghi in maniera più lenta, e alla fine mi sembrava giusto far permettere a lei di decidere la sorte di Sdentato.
Spero vi sia piaciuta, così come i personaggi del Ministero della Magia. Lo so che teoricamente dovrebbero essere più "seri", ma qui ho voluto fare un bel miscuglio, mettendo comunque personaggi positivi.
Indico qui sotto i nomi per chi non li conoscesse:

Agenore Darling: E' il papà di Wendy, Gianni e Michele del film disney "Peter Pan". mi serviva nel gruppo qualcun di più serioso e brontolone, ma tutto sommato buono. 
Filippa Madrigal: la zia Pepa di "Encanto". Più avanti appariranno anche altri membri della famiglia, ma volevo iniziare proprio con Pepa. Fa stranissimo immaginarla al Ministero, ma al tempo stesso ce la vedo un sacco, probabilmente spronata dalla madre ad intraprendere quella carriera. Inoltre per il carattere che ha ce la vedrei anche buona amica di Elinor.

George Hautecourt: è l'avvocato vecchietto del film "Gli Aristogatti". Lui DOVEVO inserirlo prima o poi, come ho scritto della torre con tutte quelle scale mi si era stampata l'immagine di lui che le percorreva canticchiando, con Ralph dietro a controllare che non cadesse xD
Dorothea: E' la versione umanizzata di Dory di "Alla ricerca di Nemo". Mi serviva un personaggio un po' particolare alla fine, che si scontrasse un po' con le idee di Agenore, lei e' completamente il suo opposto quindi la immaginavo ben inserita.


Il prossimo capitolo inizierà finalmente la seconda sfida *-*
Un abbraccio

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Capitolo 43
*** Lasciate ogni speranza o voi che entrate ***


   Cap 43:Lasciate ogni speranza o voi che entrate
 

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Era ormai giunto il momento della seconda prova. Jim aveva finalmente raggiunto gli altri vicino alla Foresta Proibita, dove si trovava un'area che ultimamente veniva usata da quelli dell'ultimo anno per Cura delle Creature Magiche. Si erano raggruppati tutti all'interno di una tenda incantata per l'occasione. Jim si aspettava di  qualche compagno di scuola arrivato per assistere alla prova, non vide l'ombra di uno studente, se non quelli partecipanti al Torneo.
Al suo arrivo non gli sembrava di aver visto nulla se non una flebile nebbia che avvolgeva tutt'intorno, si domandava se probabilmente non l'avessero incantata.
Il luogo non era nemmeno così tanto grande. Forse era una sorta di passaggio segreto.
Dentro la tenda i suoi rivali stavano raggruppati attorno a Filottete che, non appena lo vide, gli lanciò uno sguardo torvo.
"Grazie per esserti unito a noi."
Lui sbuffò e con le mani in tasca avanzò verso di loro, cercando di non guardarlo negli occhi. Si sentiva già abbastanza in colpa per essersi svegliato così tardi, gli mancava solo la ramanzina.
"Ascoltate, so che non è stato un periodo per niente facile…" lo sguardo di Jim non poté fare a meno di scivolare su Moana, che teneva la testa inclinata verso il basso "Ma cercate di mantenere la concentrazione. La sfida che state per affrontare metterà a dura prova il vostro sangue freddo. Potreste addirittura rimpiangere i draghi!"
I lievi sorrisi che erano rimasti sul volto di alcuni si spensero di netto.
"Dovrebbe essere di aiuto?" chiese Jim, zittito poi dall'ennesima occhiataccia dell'uomo.
"Una volta che farò il vostro nome, come per la sfida scorsa, uscirete dalla tenda, davanti a voi vedrete una nebbiolina, attraversatela senza timore e verrete trasportati nel labirinto dove si terrà la sfida. Il primo che uscirà... Otterrà il punteggio più alto. Partirà chi è arrivato per primo alla scorsa sfida, ovvero ... " si mise poi a leggere velocemente la scheda che stava tenendo in mano "Tadashi Hamada."
Jim lo fissò stupito.
"Ma... Credevo che Moana..."
Filottete indicò velocemente la ragazza accanto a lui "Regole del Torneo: la signorina ha usato la smaterializzazione senza aver preso la licenza."
La ragazza alzò le spalle e sorrise. Evidentemente se lo stava già aspettando.
"Cinque minuti dopo Tadashi, partirà Moana, poi Elsa e per finire James."
"Jim…" lo corresse "Preferisco essere chiamato Jim."
Sentì sbuffare qualcosa sulla loro generazione, ma in quel momento la sua mente era rivolta altrove. Sapeva di non essere stato il migliore nella prova, ma addirittura l'ultimo. Non se l'era proprio aspettato.
Questa seconda prova non poteva iniziare nella maniera peggiore.
E forse vedendolo così sovrappensiero, Filottete gli si avvicinò, dandogli un leggero colpetto al braccio con quel documento "Il punteggio si stacca di poco, ti distanzi solo di 7 punti con Tadashi. Se fai un buon lavoro su questa, potresti addirittura superarli, Jim."
L'altro non sembrava ancora pienamente convinto, ma gli era comunque grato per aver cercato di spronarlo un po’.
Filottete consegnò poi a tutti e quattro un petardo dragone.
"Usateli solo se necessario, o se non ve la sentite più di continuare il percorso. Tenete presente che se lo attiverete, vi verranno tolti dei punti."
Jim ghignò, giocherellando un po’ con l'oggetto tra le mani "E allora che senso ha? Se non otteniamo i punti ne va di svantaggio per il Torneo."
Filottete lo guardò e sorrise "Non mentirò ragazzo, vincere può essere meraviglioso…" il sorriso si spense, diventando più serio "Ma vale la vostra vita? Coraggiosi sì. Sciocchi no."
L'altro non rispose, ma aveva capito il punto e si limitò solo ad annuire in silenzio.
"Allora, mettetevi comodi e aspettate che dia il via. Non manca molto."
Si allontanò poi fuori della tenda, forse per andare a parlare con qualche insegnante riguardo l'inizio della sfida.
Per Jim fu come riprendere finalmente fiato dopo un lungo momento di apnea: si sentiva agitatissimo, forse ancora di più rispetto alla Prima Prova. Con la coda dell'occhio vide Elsa allontanarsi dal gruppo, sembrava che stesse ripetendo a bassa voce qualcosa, forse una formula in particolare o magari stava semplicemente cercando di rassicurarsi. Non indagò oltre, anche perché poteva immaginare l'ansia che stava accumulando in quel momento.
Poi ad un tratto la sua attenzione venne attirata da un fruscio: vide la borsa di Moana cadere dalla sedia e spargere qualche libro che vi era all'interno, borraccia dell'acqua compresa. Lei si era chinata velocemente a raccogliere tutto e lo stesso aveva fatto anche Tadashi per darle una mano.
Non appena quest'ultimo afferrò la rivista li a terra, sorrise "Ancora questi enigmi? La porti proprio ovunque."
"Devo pur distrarmi e non pensare al fatto che potrei essere divorata da qualche creatura. Giocare a Quidditch nell'attesa è fuori discussione."
"Peccato, avrei potuto batterti di nuovo."
Nel frattempo Moana aveva ormai sistemato la sua roba all'interno della borsa e lo guardò, visibilmente sorpresa, ma ben consapevole che stesse solo cercando di provocarla, in modo scherzoso.
"Battermi? Sei serio?"
"È quello che stavo facendo ieri."
"Ah si?" inarcò un sopracciglio "Se non ci avessero interrotti sarebbe andata diversamente."
Essendo così vicino a loro, Jim non aveva potuto fare a meno di ascoltare quel breve discorso e, sebbene da lì a poco si sarebbe svolto il Torneo, la sua curiosità ebbe la meglio sulla ragione.
"Di cosa state parlando?"
Al contrario di quel che avrebbero potuto pensare Jack o Nick, non vi era alcuna gelosia nel suo tono. Era semplicemente curioso.
I due lo guardarono per qualche istante, ma la prima a rispondere fu proprio Moana "Ieri abbiamo fatto un'amichevole di Quidditch."
"Un'amichevole?" ripeté, un po’ sorpreso "Voi... Due?"
"Noi due" rispose Tadashi "...Il preside Sinbad, i miei amici e mio fratello."
Lui e Jim si fissarono per un lungo silenzio, come se ognuno stesse aspettando una reazione dell'altro. E la cosa non piacque per niente a Moana.
"I_il Il preside Sinbad ha giocato per i Karasjok Kites!" disse, il tono di voce più squillante del normale.
Quasi come se dovesse per forza attirare l'attenzione su qualcos'altro.
Per fortuna quelle parole avevano attratto Jim come l'ape col miele. Il Quidditch era sempre stata una grandissima passione in comune e sapeva bene quanto gli interessasse l'argomento "Davvero?!"
"Si! Ci credi?"
I suoi occhi strabuzzarono, ma poi la gioia venne spazzata via dall'immediato commento di Tadashi.
"Ed è ancora un giocatore in gamba, grazie a lui stavamo stracciando la sua squadra" indicò col capo la ragazza, sorridente.
A quel punto l'altro, tornato impassibile come prima, li scrutò "Un momento... Credevo che le partite di Quidditch fossero sospese."
Inavvertitamente fece scivolare il suo sguardo su Moana, che nel frattempo lo stava fissando con un'espressione indecifrabile.
"Non era niente di ufficiale" continuò Tadashi, appoggiando una mano sulla spalla della ragazza "Una piccola sfida tra Campioni...In modo da distrarsi un po’ visto tutto quello che è successo ultimamente."
Jim lo guardò. Non sapeva se fosse solo una sua impressione, ma l'occhiata che gli lanciò Tadashi non gli piacque granché. Era come se stesse cercando di provocarlo, o comunque vedere fino a che punto si sarebbe infastidito.
Perché in quel momento sì, la situazione lo stava irritando.
Forse un filo di gelosia nel pensare a lui e Moana insieme tutto il pomeriggio c'era.
E gli dispiaceva, perché di solito era sempre stato lui uno dei primi a tirarla su di morale, a starle accanto e a distrarla anche nei periodi in cui era sommersa dall'ansia per gli esami.
Continuava a pensare che, se avessero chiarito prima la questione tra di loro, forse a chiacchierare con lei quel pomeriggio sarebbe stato lui e non Tadashi.
Sapeva che il loro rapporto stava cambiando, sperava solo non in peggio.
Moana si irrigidì terribilmente, sentendosi come tra due fuochi.
"Davvero gentile" Jim portò le mani in tasca e dopo aver lanciato un ultimo sguardo a quella mano che ancora stava sulle spalle di Moana, fissò Tadashi "Gioco anche io a Quidditch, sai?"
"Ah si? Che ruolo?"
"Cacciatore" rispose subito, guardandolo con sospetto "Credevo che Hiro te ne avesse parlato, gli ho fatto qualche lezione poco tempo fa."
Tadashi fece per pensarci, poi si passò una mano sulla nuca e sorrise appena "Devo essermene dimenticato."
"È molto bravo!" si intromise l'altra, facendo arrossire di poco Jim.
Tadashi cercò di non prestarci troppa attenzione, si mise una mano in tasca, rivolgendo al ragazzo uno sguardo apparentemente incuriosito.
"Un vero peccato allora. A saperlo, ti avrei invitato."
L'altro lo fissò con un sopracciglio inarcato.
Chissà il perché, ma sentiva che stava mentendo.
"Hai ragione, un vero peccato. Visto che si trattava di una piccola sfida tra Campioni, mi sarei potuto distrarre anche io" ma prima che l'altro potesse rispondere, continuò "A meno che non ti interessasse uscire solo con una Campionessa in particolare."
Moana arrossì e fece uno scatto verso di lui "Jim!"
Il breve sorriso di Tadashi cessò di colpo "E quindi? Il mio non è un segreto" anche il suo tono era decisamente cambiato, era più provocatorio "Siamo stati insieme al ballo, ricordi?"
Il ragazzo lo imitò "Giusto, il ballo... Lo ricordo bene" poi i suoi occhi slittarono su Moana, ancora ferma ad osservarli in silenzio. Le guance lievemente arrossate per l'imbarazzo.
In quel momento Jim si sentì maledettamente male, capì di non dover andare oltre con le provocazioni e si ritirò, appoggiandosi con la schiena sulla parete "Si beh...Finiamola qui, dai..."
"Ti da fastidio?" chiese a bruciapelo Tadashi, stupendo anche lui.
"C_Cosa?"
"Da come parli sembra che non possiamo frequentarci." 
Anche Moana sgranò gli occhi e lo guardò.
"...F_frequentarvi?" ripeté l'altro, il tono tra l'incredulo e il divertito "Non ti sembra di esagerare?"
"Quindi per te è un problema" continuò ad incalzarlo Tadashi
"Dico solo che parli un po troppo a nome tuo. Non mi sembra che tu abbia interpellato l'altra persona"
"Almeno io sono stato sincerto fin dall'inizio. Tu puoi dire lo stesso?"
A quel punto Jim fece un passo in avanti, fissandolo di sbieco " Sul serio vuoi metterti a discuterne adesso?!"
L'altro non si scompose e mantenne lo sguardo su di lui "Guarda che sei stato tu, con le tue frecciatine, ad aver iniziato."
"Ma tu stai continuando."
"Solo perché mi infastidisce il tuo atteggiamento."
"BASTA!"
Aveva urlato Moana, interrompendo immediatamente quell'assurda discussione. Li vide entrambi volgere lo sguardo verso di lei, lo sguardo incredulo ed incapaci di dire qualsiasi cosa per difendersi. Perfino Elsa, più distante da loro, si era allarmata per il tono di voce così acceso.
Moana li squadrò in modo severo, all'inizio sembrò schiudere le labbra per dire qualcosa, ma poi si fermò di colpo, portandosi le mani sulle tempie e prendendo un lungo respiro "No, no, sapete cosa? Non è il momento!"
Non diede nemmeno il tempo a loro di giustificarsi che subito girò i tacchi, mimando con la mano di non seguirla.
Jim la fissò per un pochino, ma quando le vide dargli la schiena, senza la minima intenzione di voltarsi, capì che l'avevano seriamente fatta arrabbiare.
E forse non aveva tutti i torti, non era decisamente il momento di fare una scenata di gelosia a pochi minuti dalla seconda prova. 
Passò poi la sua attenzione su Tadashi, che nel frattempo sembrava più concentrato su di lui.
"Allora?" chiese, infastidito.
"Allora cosa?"
"Andiamo Jim..." lo guardò serio "Pensavo fossimo amici. Ho notato come mi rispondi ultimamente. Credi che non me ne sia accorto del tuo atteggiamento al ballo? È perché sono uscito con lei? O vuoi negare ancora?" incrociò poi le braccia, aspettando una risposta.
Jim sollevò un lato della bocca in un mezzo sorriso e si passò una mano tra i capelli "Perché dovrei farlo, ormai?"
"Forse perché avevi detto che non ti importava se la invitavo?"
"Ehi ehi, mi hai accennato che l'avresti invitata DOPO. Non mi hai dato nemmeno il tempo di rispondere!" lo fermò, arrossendo leggermente. Lo sguardo passò velocemente su Moana per vedere se aveva sentito, ma così non sembrava.
Tadashi si toccò nervosamente la visiera del cappello per sistemarsela "Fammi capire, quindi se non la invitavo io, ti andava bene se usciva con un altro?"
"N_no ma..."
"Quindi ti piace?"
"Io..." Jim esitò, portando poi l'attenzione su di lui "Certo che mi piace! Volevi sentirmi dire questo?" sussurrò.
Ma anche in quel momento sentì di non essere stato del tutto sincero. Passò velocemente lo sguardo su Moana, ancora di spalle e si agitò subito. La sua mente aveva incominciato a vagare, facendosi la domanda che più temeva: Le piaceva? Sì.
Lo sentiva, non era la solita cotta adolescenziale.
Più ci pensava, più sentiva quanto fosse coinvolto, quanto i suoi sentimenti crescevano di giorno in giorno.
Restava solo da scoprire se anche per lei era lo stesso, se il coinvolgimento di Tadashi non avesse cambiato qualcosa.
Quest'ultimo nel frattempo si schiarì la voce per attirare la sua attenzione "Volevo solo avere la conferma. E per la cronaca...Piace anche a me."
"Ma dai?"
Rimasero in silenzio per qualche secondo, ma Tadashi al contrario suo sembrava essere tornato piuttosto tranquillo.
"Beh..." fece poi un passo indietro per allontanarsi "Che vinca il migliore allora."
Leggendo l'incredulità nello sguardo di Jim, rise e si fermò "Mi riferisco al Torneo" poi lo salutò con un lieve cenno della mano e lo lasciò solo.
Jim rimase a fissarlo ancora per qualche minuto buono, stranito per il discorso appena fatto.
Non capiva se con quell'ultima battuta Tadashi avesse solo voluto sviare il discorso e in realtà si stava riferendo a Moana. Tuttavia non gli venne dato il tempo di pensarci, perché Filottete tornò da loro proprio in quel momento annunciando l'inizio della seconda prova.
Il cuore di Jim balzò dal petto non appena vide Tadashi uscire dalla tenda. Quando fu il turno di Elsa, si rese conto solo più tardi che il suo atteggiamento sembrava leggermente più sicuro rispetto alla prima volta.
Lui d'altra parte era più bianco di un cencio, ricordava molto bene quella profezia che aveva letto nell'indizio e non aveva fatto altro che ripassare ogni creatura che sarebbe potuta apparire in quel diamine di labirinto.
Era talmente concentrato a non perdere il controllo che nemmeno sentì la voce di Filottete chiamarlo per farlo uscire, tanto che quest'ultimo dovette spintonarlo via con una manata, sussurrandogli qualcosa a proposito di usare la testa. Ma la mente di Jim era ancora troppo annebbiata per essersene reso conto.
Era già l'ultimo ad essere partito, doveva sbrigarsi per non rimanere troppo indietro e così, dopo essersi dato un paio di schiaffetti al viso per riprendersi, fece uno scatto verso quella che sembrava l'entrata del labirinto, avvolta in una strana nebbiolina rosea. Chiuse gli occhi e ci balzò dentro, entrando finalmente in gara anche lui.
Quando aprì gli occhi si diede una veloce occhiata attorno per squadrare per bene l'area alla ricerca di un qualche indizio che lo potesse condurre verso una strada più sicura. Il labirinto era scuro: nonostante fosse mattina, attorno sembrava essere precipitata la sera  di colpo. Alcune pareti erano pieni di rovi e si poteva percepire nell'aria una strana atmosfera, quasi dei sussurri. Di chi non lo poteva sapere, ma sperò con tutto il cuore che non si trattasse dei fantasmi.
Non era decisamente un loro fan, seppur Hogwarts ne avesse diversi a gironzolare per il castello.
In alto vi era la stessa nebbiolina che aveva visto prima all'entrata del labirinto, probabilmente doveva esserci una qualche sorta di incantesimo per impedirgli di superare gli ostacoli con il semplice sollevarsi da terra. Inoltre era anche parecchio curioso di capire dove effettivamente fosse questo labirinto.
Immaginava una zona della Foresta Proibita, vista la stessa cupa atmosfera che ne avvertiva lì attorno.
Quand'era volato verso la foresta per cercare Sdentato ricordava che vicino al lago c'erano delle foglie affusolate, piuttosto particolari che ricordavano incredibilmente alcune che vedeva sbucare tra le siepi.
Iniziò a girare la zona un paio di volte, cercando di prestare molta attenzione all'ambiente, ma per ora ogni lato a cui si rivolgeva sembrava identico a quello precedente.
Non c'era che dire, avevano fatto davvero un buon lavoro. Chiunque si sarebbe potuto perdere senza un aiuto.
E in quel momento gli occhi di Jim si illuminarono di colpo.
L'incantesimo che gli aveva consigliato Judy: Appare Vestigium.
Tirò subito fuori la bacchetta e la agitò, pronunciando con attenzione la formula verso il terreno, nel giro di pochi istanti vide pian piano comparire delle impronte di scarpe.
Bene.
Era stato facile, forse troppo. Ma in quel momento poco importava, grazie all'aiuto di quell'incantesimo poteva capire quale strada avevano preso i suoi compagni e recuperare i minuti che aveva perso per colpa dell'ultimo posto. Fece subito per seguire le impronte e la cosa sembrò inizialmente funzionare, finché, all'ennesima curva, si vide crescere improvvisamente una parete piena di rovi proprio davanti ai suoi occhi. A Jim quasi mancò il fiato: solo un passo in più e quelle piante lo avrebbero preso in viso.
Doveva fare decisamente più attenzione.
Non immaginava che il labirinto fosse stregato anche sotto quel punto di vista, con un po’ di rammarico pensò che in quelle circostanze l'incantesimo di Judy non sarebbe servito come previsto, visto il continuo cambio di scenari. Pensò di utilizzare anche un incantesimo per avvertire i suoni, ma il costante fruscio e sussurri che avvertiva non facevano che distrarlo.
Così decise di continuare alla vecchia maniera, dando comunque ogni tanto un'occhiata a terra per vedere se anche i suoi compagni erano passati per quella zona, non poteva riconoscere i proprietari di quelle impronte, ma una di quelle sembrava essere andata nella sua stessa direzione.
Jim avanzò, facendo sempre molta attenzione che non gli venisse bloccata la strada di punto in bianco e ad una certa si fermò. Davanti a sé vide che alcune siepi sembravano mangiucchiate, o per meglio dire, distrutte.
Anche in quel caso, non poteva saperlo, ma quando vide sul terreno formarsi nuove impronte, ricollegò tutto all'enigma della campana: 

 
"La bestia cornuta implacabile avanza
e ad ogni suo passo si perde speranza."

Quelle tracce erano strane, non avevano la forma di un piede umano. Erano più grandi, triangolari, come se fossero zoccoli di un qualche cavallo.
I suoi occhi poi slittarono di lato, accorgendosi di un'enorme statua ormai completamente distrutta dalla parte superiore, impedendogli così di capire quale tipo di creatura raffigurasse.
Ma era chiaro che, qualsiasi cosa lo avesse conciato in quel modo, gli avrebbe fatto fare stessa fine. 
Quasi gli venne da ridere a ripensare la prima volta che aveva visto i draghi con Hiccup, Ralph e Moana. In quel momento aveva immaginato che non ci sarebbe stata prova più difficile da affrontare.
Ed ora eccolo li, in un labirinto oscuro con all'interno una bestia ancora più pericolosa a fargli da cacciatore. E chissà con quante altre brutte sorprese dovrà scontrarsi prima di uscire.
Gli organizzatori del Torneo dovevano essere dei gran sadici.




 
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ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutt*!
La sfida è iniziata e come vedete è un miscuglio con la terza di Harry Potter. Il labirinto è presente, per la terza ho voluto sceglierne un'altra.
Vi avverto che prenderà un po' di capitoli (che ho quasi finito yey!), e da come si è potuto intuire qui il protagonista è Jim!
Per ora è ancora tutto molto easy, a parte quella piccola discussione tra lui e Tadashi, ma alla fine considero questo capitolo come un'introduzione, quindi...Ci leggiamo presto e spero di avervi incuriosito.


 
Un abbraccio

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Capitolo 44
*** Non sempre tre teste sono meglio di una ***


   Cap 44: Non sempre tre teste sono meglio di una
 

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Jim non sapeva ancora quale genere di creatura ci fosse all'interno del labirinto, ma era piuttosto sicuro che presto lo avrebbe scoperto.
Sperava solo il più tardi possibile.
Inoltre era piuttosto sicuro che quella cosa non sarebbe stata l'unico ostacolo da superare.
Senza pensarci le gambe avevano già iniziato a muoversi verso quella che sembrava una strana entrata verso un cortile più ampio, sempre utilizzando l'incantesimo vide alcune impronte di piedi, più grandi, forse di Tadashi a questo punto.  Tuttavia, mano a mano che si addentrava in quel cortiletto, la poca luce del giorno che illuminava il labirinto iniziava a scemare, fino a diventare sempre più scuro. Sembrò quasi si fosse fatta notte tutto d'un tratto.
Jim iniziò a perdere di vista le impronte e a guardarsi attorno con fare circospetto. Senza rendersene conto però, all'ennesimo passo in avanti sentì un suono simile ad un "crack". Col piede aveva inavvertitamente pestato qualcosa di viscido e molle, gli venne quasi da pensare di non abbassare il capo per controllare cosa fosse, ma alla fine cedette alla curiosità e guardò il terreno: La robaccia che gli era attaccata al piede aveva uno strano colorito bluastro e sporgendosi un po' poteva vedere attaccati alcuni residui di quello che sembrava il guscio di un uovo.
Ebbe un brivido lungo tutto il corpo e senza pensarci oltre pronunciò l'incantesimo Visibula Noctambulus per vedere meglio. Attorno a lui vi erano alcune uova, senza volerlo era entrato in una sottospecie di nido.
Sperò con tutto il cuore che non fosse lo stesso animale che aveva ridotto a brandelli quella statua.
Anche in quel caso, la soluzione migliore era quella di voltare le spalle e allontanarsi il più in fretta possibile da quella zona, ma non appena lo fece, avvertì un suono molto strano, simile ad un fruscio, come se qualcosa stesse strisciando vicino a lui...
Non fece nemmeno in tempo a guardarsi attorno che l'alta figura della creatura si era piazzata di fronte a lui. Jim imprecò mentalmente, riconoscendo subito l'animale: un runespoor.
Si trattava di un enorme serpente tricefalo dal corpo arancione striato di nero. Le tre teste puntavano tutte contro Jim, dalle bocce colava copiosa la saliva, indice che trovavano il ragazzo adatto a diventare la loro prossima cena.
Il runespoor si gettò subito contro di lui con le fauci spalancate, Jim lo evitò per un pelo e provò a colpirlo con un incantesimo incandescente alla coda.
Fortuna volle che aveva continuato a frequentare il corso di Creature Magiche, spronato in parte dal suo amico Hiccup e dalla presenza del professor Kronk, uno dei pochi insegnanti con cui era riuscito ad instaurare un buon rapporto. Quindi si sentiva piuttosto preparato al riguardo, soprattutto dopo la Prima Prova, aveva cercato di studiare quanto più possibile su ogni tipo di creatura magica, perché era sicuro che ne avrebbero utilizzate altre durante il corso del Torneo.
Solo non immaginava proprio un runespoor, quelle creature erano anche molto rare.
Non aveva trovato molte informazioni su quel serpente, ma qualcosa lo aveva scoperto: erano estremamente velenosi. Se fosse stato morso, non ci sarebbe stato Dottor Dolce a salvarlo questa volta, quindi doveva prestare la massima attenzione a non farsi colpire.
Sembrava anche piuttosto resistente agli attacchi, così aveva cercato più volte di distrarlo con qualche incantesimo per poi fuggire, ma ogni volta il serpente riusciva a slittare via e bloccargli la strada per tentare di catturarlo in una presa con la sua coda.
Jim era agile di suo, ma non aveva energie infinite e sentiva che tra pochi minuti sarebbe potuto seriamente crollare. Con un incantesimo creò attorno l'illusione di una nebbia per distrarlo, andandosi poi a rifugiarsi dietro un cespuglio per pensare velocemente al da farsi.
Non poteva continuare a scappare in quel modo, ogni volta che provava a fuggire il serpente era talmente veloce da riuscire a raggiungerlo in tempo zero. Ma non poteva nemmeno affrontarlo, non senza un piano per ben preciso.
Chiuse gli occhi e mentalmente iniziò a percorrere tutto quel poco che aveva potuto leggere riguardo quella creatura.
Poi la sua mente si illuminò:

_La testa di sinistra è quella che decide. Stabilisce dove il runespoor deve andare e cosa fare. 
_La testa di centro è la sognatrice.
_La testa di destra è la critica e giudica gli sforzi delle altre due.

Bingo.
In effetti gli era sembrato di notare uno schema abbastanza fisso in quel serpente. Una testa pareva quella che dettava ordini, non azzardava mai ad avanzare, quello era compito delle altre due.
Pensò velocemente ad un piano. Niente di troppo complicato, ma doveva liberarsi in fretta di quella creatura per poter superare gli altri. L'effetto della nebbia era quasi del tutto svanito e Jim stava ormai avanzando di sua spontanea volontà verso il runespoor. Quest'ultimo si accorse immediatamente della sua presenza, avendo un udito estremamente sensibile. 
Jim si accorse che, come da copione, la testa di sinistra sibilò qualcosa alle altre due e quella destra, seppur non molto convinta, spalancò le fauci contro Jim per morderlo.
Così usò un incantesimo protettivo per bloccarla e poi, con un Confundus, fece in modo che la testa di sinistra andasse a mordere parte di quella centrale.
La testa di mezzo iniziò a sibilare ferocemente contro il suo aggressore, suscitando l'irritazione della destra, che dal canto suo cercò di sgridare entrambe sibilando ancora più forte.
Jim pensò di aver centrato il punto.
Dopo l'ennesimo sibilo della destra, fu il turno di quella centrale ad attaccare Jim, seppur con poca voglia, visto che sembrava per lo più costretta dalle altre due.
Jim fece un ulteriore incantesimo illusorio per confondere la mente della creatura e nel momento in cui provò a morderlo, al suo posto si rese conto di aver preso una delle sue uova. Questo portò ad un'ulteriore esplosione di rabbia da parte della testa di destra, che stava sibilando così rumorosamente da far venire l'emicrania perfino a lui.
Era totalmente furiosa, la testa centrale invece sembrava più irritata dal suo atteggiamento e quella di sinistra ben presto iniziò a prendersela con entrambe.
Ma la destra cercò di innalzarsi più delle altre due, spalancò la bocca per mostrare tutta la sua aggressività, quasi come se le stesse giudicando pesantemente per il loro comportamento.
Jim si stava già preparando un altro incantesimo per fregarle, ma capì ben presto che non ce ne sarebbe stato più bisogno: le teste stavano già iniziando a discutere tra di loro, cercando di azzannarsi e ferirsi per far tacere almeno una delle tre. Ormai erano talmente prese a lottare da non prestare attenzione nemmeno alle altre uova rimaste, Jim poi era passato totalmente in secondo piano, se non di più, così ne approfittò per sgusciare via, lasciando il serpente a lottare contro se stesso in un groviglio di teste e sibili.
Una volta presa la strada e allontanatosi abbastanza, si fermò qualche istante per riprendere fiato. Le mani gli stavano ancora tremando per l'agitazione, ma almeno era al sicuro. 
Pensò di essersela cavata bene, ma di essere stato anche fortunato, visto che il runespoor era una creatura di cui si sapeva relativamente poco. 
Era sicuro di aver letto che di rado arrivava all'età adulta con tutte e tre le teste, di solito veniva divorata almeno una, più comunemente la destra, visto il sibilo così irritante.
E dopo averlo visto in azione, non poteva dare torto alle altre se alla fine volevano liberarsene.
Ancora non si capacitava di come fossero riusciti a metterne uno nella prova: sapeva che il professor Kronk aveva diversi contatti tra i magizoologhi, ma non immaginava conoscesse qualcuno in grado di procurarsi una creatura così rara.
Poi avvertì uno strano rumore che si stava facendo mano a mano sempre più vicino. Sembravano dei passi molto pesanti ed un verso simile ad un lamento, doveva esserci anche qualcosa di metallico, perché se si concentrava abbastanza poteva sentire anche il lieve suono di quelle che sembravano delle catene. Anche se non ne era completamente sicuro.
Ma una cosa era certa: si stava avvicinando. Qualunque cosa fosse lo stava raggiungendo, quindi fece per allontanarsi dalla parte opposta, sperando di evitarlo.
Durante la corsa aveva notato che le piante del labirinto ogni tanto si muovevano in modo totalmente casuale, ma era talmente preso dal cercare di allontanarsi dal suo inseguitore da non prestarci troppa attenzione.
Purtroppo questo gli costò una brutta caduta poco prima di prendere una curva, finendo a ruzzoloni per terra e graffiandosi il ginocchio destro. Jim si controllò subito la ferita e per fortuna non sembrava niente di grave, ma per sicurezza doveva subito curarsela con un incantesimo per non rischiare di inciampare di nuovo. Fece per muovere la bacchetta quando si rece contro che gli era scivolata via durante la caduta. 
Controllò subito li attorno per vedere dove fosse, quando se la vide fluttuare proprio davanti ai suoi occhi.
Strabuzzò gli occhi, pensando di aver sbattuto la testa più forte di quel che immaginava, ma non appena fece per afferrarla, la bacchetta schivò la sua mano di proposito e di colpo, accanto a lei comparve la figura di una piccola pixie che la sorreggeva, sogghignando divertita per la sua espressione perplessa.
Jim alzò gli occhi al cielo.
Pixie... Doveva immaginarlo.
Non c'erano creature più irritanti e ricordava ancora bene quando, durante la primissima lezione, uno di loro si era divertito a rubargli una scarpa e nasconderla nel bagno delle ragazze per dispetto. Venne poi perseguitato dal fantasma di Madam Medusa, che di solito vagava per quei corridoi.
Motivo per cui non li aveva mai sopportati.
La piccola pixie iniziò a volteggiare attorno alla testa di Jim con fare giocherellone, ad ogni sua scia della polvere dorata veniva al che lui cercò di restare al gioco, quanto meno per permettergli di abbassare la guardia.
"Ah-ah sì, devo proprio dirlo: me l'hai fatta!" il suo tono così sarcastico non venne percepito dalla creatura, che nel frattempo non la smetteva di gironzolare vicino a lui sollevando in aria la bacchetta ed un'espressione vittoriosa sul volto. Ogni qual volta che Jim provava ad acchiapparla, lei riusciva sempre a schivarlo in tempo, non aiutava inoltre la scia dorata che lasciava ad ogni passaggio. Poteva sembrare molto bella visivamente, ma Jim la trovò ben presto fastidiosa, specialmente quando lo colpiva in faccia facendolo starnutire.
Quasi come se lo facesse di proposito.
"Ora...E...Etciù! Basta così!"
La pixie in risposta gli fece una linguaccia. Al che Jim fece uno scatto improvviso per afferrare la bacchetta, ma ancora una volta, la piccola creatura fu più veloce e lo evitò. Poi un'altra volta ancora e così via per diversi tentativi, finché perse la pazienza.
"Senti, non ho il tempo di giocare. C'è in ballo la mia vita qui!"
La pixie non prese molto bene quell'atteggiamento, lo squadro' e si mise a volteggiare nuovamente sopra la sua testa con molta piu' foga di prima, producendo un suono simile ad un campanellino. Pochi istanti dopo si materializzarono altre piccole pixie, tutti dalla vocina petulante e dai colori vivaci. Alcune di loro presero a giocare con i capelli di Jim, soprattutto con la sua coda, mentre altri si passavano la bacchetta tra di loro, sbeffeggiando il poveretto perché non riusciva a catturarli.
"Vi sembra il momento?!"
Dopo averne mandati alcuni via dal suo viso con una manata, provò ancora ad afferrare la bacchetta, ma la pixie di prima fu ancora più veloce e fece cenno alla sua squadra di volare via.
"Oh no! Non ve ne andrete!"
Era fregato: senza la sua bacchetta avrebbe dovuto rinunciare alla sfida e sarebbe arrivato ancora ultimo.
Cercò dunque di non perderli di vista e, nonostante il dolore al ginocchio, riuscì ad accelerare il passo per seguirli. Non sapeva dove stessero andando, ma immaginava che prima o poi si sarebbero stancati di volare e si sarebbero fermati in un posto.
Sperava solo non in compagnia di qualche altra creatura.
Seguendoli era arrivato in una zona nuova del labirinto, c'era un grande albero al centro dove vedeva sbucare diversi pixie che volteggiavano li attorno. Pensò che si trattasse di una specie di tana. Li vide gettare la bacchetta dentro un buco all'interno, per poi continuare a volare attorno.
A quel punto si allontanò un attimo e fece per pensare ad un piano per riprendersi la bacchetta. Sapeva che non gliel'avrebbero mai data di loro spontanea volontà, i pixie adoravano fare scherzi, lo avrebbero ingannato come prima.
Erano molto difficili da addestrare, ricordava bene quanto il professor Kronk se ne fosse lamentato ai tempi...
Poi la sua mente iniziò a vagare ricordandosi di un particolare interessante:


Mesi fa si trovava in cortile alla torre dell'orologio a parlare con Hiccup sui biglietti per il Campionato di Quidditch che si sarebbe tenuto il prossimo anno. Durante la discussione non aveva potuto fare a meno di notare un piccolo gruppetto che si stava formando li attorno, capitanati da Vanellope e Flash, due Sepeverde del primo anno.
"Sapete... E' stato facile come bere la polisucco!" disse Vanellope alzando fieramente il capo. 
Flash sogghignò "A dire il vero so che la polisucco è disgustos..." ma non fece in tempo a finire la frase che l'amica gli diede una gomitata per zittirlo.
"Aih! Che antipatica che sei!"
Jim li osservò, ridendo sotto i baffi "Toh, hai sentito? I due eredi di Jack."
Anche Hiccup sorrise ed alzò gli occhi al cielo "Non dirglielo, conoscendolo si monterebbe troppo la testa."
Nel frattempo una del terzo anno aveva chiamato in raccolta altre amiche, facendo diventare ancora più grande il gruppetto.
"Dovete essere due maghi davvero super potenti! Ohhh avrei tanto voluto esserci per vedere la faccia del professore!" aveva urlato una ragazzina dai lunghi capelli scuri, della casa Corvonero. Sembrava quella più su di giri del gruppo e non la smetteva di scuotere Vanellope chiedendo più dettagli.
"I pixie non sono facili da addestrare! Quale trucco avete usato? " aveva detto un ragazzino dalla pelle scura e i capelli ricci. Al contrario delle ragazze, lui sembrava più piccolo, sicuramente del primo anno.
Vanellope e Flash si scambiarono un'occhiata, fingendo delle espressioni deluse 
"Trucco? Noi?" la bambina si portò una mano al petto "Antonio, così ci offendi!"
"La nostra è tutta bravura!" continuò Flash con aria vittoriosa.
Tutti i bambini presero a guardarli con ancora più ammirazione, le ragazzine più grandi non sembravano credere appieno alle loro parole, ma alla fine vennero trascinate dall'entusiasmo della loro amica Corvonero che ancora non la smetteva di scuotere con entusiasmo il braccio della piccola Vanellope, chiedendole di insegnarle qualche incantesimo per incantare uno stormo di pixie.
"Abby così le stacchi il braccio!" le disse Meilin, una Grifondoro del terzo anno dai capelli scuri a caschetto e dei grandi occhiali.
"Non fa n_niente..." mormorò Vanellope mentre con una mano cercava di staccarsi dalla presa "Capisco l'entusiasmo e credetemi, risponderemo a tutte le domande che ci vorrete fare. Noi siamo dei GRANDI esperti di creature, draghi, vampiri..."
"Vampiri?" ripeté una Tassorosso, chiudendo di scatto un libro che stava leggendo "Ora avete la mia attenzione."
Non sembrava entusiasta come gli altri anzi, l'espressione che teneva era completamente impassibile, ma per chi conosceva Priya Mangal, sapeva benissimo che quello era il suo modo di fare. E non c'era niente che la attirava di più dei vampiri ultimamente.
Flash accanto alla sua compagna annuì felice, con un'espressione di chi si aspettava una marea di richieste. Purtroppo i bambini iniziarono a parlare tutti insieme, creando solo una gran confusione.
Jim avrebbe potuto suggerire ad Hiccup di allontanarsi, ma in parte era curioso di scoprire come avevano fatto dei semplici primini a convincere un intero gruppo di pixie a seguirli. Così avanzò pure lui verso i due Serpeverde e si chinò leggermente per parlare.
"A dire il vero, sono curioso anche io."
Il suo arrivo suscitò l'attenzione di tutti i presenti, in particolare delle quattro tredicenni che, senza nemmeno dargli il tempo di reagire, si erano già catapultate tempestandolo di complimenti, sguardi pieni di ammirazione (O almeno, tutte tranne Prya, che sembrava portare sempre la stessa espressione), e facendogli le domande più assurde come: se preferiva il tramonto o l'alba, qual era il suo gusto+1 preferito.
Fortuna vuole che era tempo di tornare alle lezioni e le ragazzine, seppur a malincuore, salutarono Jim. 
Questo breve intervallo non fu preso molto in simpatia da Vanellope e Flash.
"Grazie tante per averci tolto tutte le attenzioni!"
"Si, grazie tante!"
Vanellope fece cenno all'amico di allontanarsi, ma Jim dal canto suo non se li lasciò scappare e bloccò a loro la strada, cercando di sembrare il più amichevole possibile. Hiccup nel frattempo stava osservando la scena in silenzio.
"Ehi andiamo, non l'ho mica fatto apposta. Ero curioso anche io come i vostri fan."
"Erano nostri fan finché 
non sei arrivato tu!" Flash lo guardò torvo, voltandosi poi verso Vanellope "Andiamo, tra poco abbiamo lezione di volo. Non vedo l'ora di poter fare qualche acrobazia!"
"Per quelle credo vi ci vorranno ancora un paio d'anni." disse Jim "Ma... Se volete, potrei insegnarvi qualche mossa."
Quelle parole furono musica per le orecchie del piccolo Flash "Davvero?!"
L'altro si strinse le spalle, cercando di fare un po' il vago "Perché no? Sono un cacciatore, potrei insegnarvi qualcosa."
Hiccup alzò gli occhi al cielo con aria divertita. Flash invece sembrava ormai completamente preso dalla proposta "Sarebbe bellissim..." ma non riuscì a dire altro che Vanellope lo bloccò con una mano, mentre osservava con un'espressione sospettosa il volto di Jim.
"Un momento... Qual è la fregatura?"
A lei Jim non piaceva, ormai era assodato. Sia per come si era comportato con Moana all'inizio del Torneo, sia per il fatto che era stato uno dei primi a dirle che non sarebbe potuta entrare nella squadra di Quidditch (per il momento), perché ancora troppo giovane e inesperta. E la cosa non le era mai andata giù.
Lui lo sapeva, ma sperava di poter sotterrare la bacchetta di guerra almeno per il momento. Se davvero quei due conoscevano un modo per fermare i pixie, gli sarebbe potuto essere utile se fossero capitati in una prova.
Non doveva lasciar nulla al caso.
"Voi mi dite come avete fatto a radunare tutti quei pixie. Ed io prometto che vi insegnerò qualche mossa per poter giocare a Quidditch" guardò specialmente Vanellope che forse stava iniziando ad interessarsene.
Quest'ultima ci pensò qualche secondo buono, mentre Flash accanto a lei fremeva dalla voglia di imparare qualche trucchetto sulla scopa per poter entrare in squadra. Alla fine anche lei sembrò accettare e diede il via libera all'amico di parlare. Quest'ultimo dopo aver controllato che non ascoltasse nessun altro nei dintorni, fece  cenno a Jim di chinarsi.
"E' facile corrompere qualcuno, quando sai cosa gli piace" Jim non sembrava aver capito granché, e allora Flash continuò "Questi pixie adorano gli oggetti brillanti. Più luccicano, più avrai la loro attenzione!"
"E' così che li abbiamo convinti!" Vanellope fece un saltello "E poi quelli furbi sarebbero i Corvonero, eh?"
Lei e Flash si batterono il pugno, mimando il gesto di un'esplosione, mentre Jim non la smetteva di fissarli, colpito dalla loro astuzia.



"Adorano gli oggetti brillanti."
Sapeva che Vanellope e Flash avrebbero anche potuto mentirgli quel giorno solo per ottenere quello che volevano, ma d'altra parte in quella situazione non aveva molte altre scelte. Il problema era trovare qualcosa di luccicante per attirare la loro attenzione.
Mentre rifletteva si toccò involontariamente l'orecchino e ci giocherellò un po' fino a pensare che forse avrebbe potuto usare quello per distrarli, anche se rischiava di non essere visto granché da tutti quei Pixie.
Poi ad un tratto, ecco che ebbe nuovamente un'illuminazione. Fece per controllarsi le tasche e tirò fuori la sfera da cui aveva cifrato il messaggio la sera del ballo, osservandola per bene aveva visto che era di un colore dorato, probabilmente finto, ma che fosse vero o meno poco importava, bastava illuderli anche solo per qualche minuto. Pulì la sfera per togliere della polvere e dopo essersi assicurato che fosse bella luccicante, la sventolò di fronte al gruppo dei pixie per attirare la loro attenzione.
"Ehi piccole pesti! Ho sentito dire che vi piacciono le cose luccicanti!" una dei pixie, probabilmente il capo, venne subito catturata dalla sfera e fece segno alle altre di seguirla immediatamente. Fu così che Jim, nel giro di pochi secondi venne sommerso dal gruppetto di pixie, che si era avventati su di lui lasciando completamente incustodito l'albero.
"E va bene, avete vinto!"
Uno di loro iniziò perfino a fargli il solletico per fargli mollare la presa della sfera, ma fortunatamente resistette e, con un ultimo slancio la lanciò via, non troppo lontana sia chiaro, ma abbastanza da permettergli di raggiungere l'albero in fretta.
"La volete?! E' tutta vostra!"
Il capo delle pixie borbottò qualcosa e volò verso la sfera, seguita a ruota dalle altre. Jim così scattò verso l'albero dove si trovava la sua bacchetta. Il ginocchio gli faceva ancora male, ma fortuna volle che era sempre stato bravo ad arrampicarsi, così nel giro di pochi istanti si trovò già in cima, con una mano ficcata all'interno di quel buco e lo sguardo in allerta per via del ritorno dei pixie.
Alcuni di loro, notando la presenza di Jim sul loro albero, fecero per accelerare il più possibile. Nonostante la loro piccola statura, era sicuro che al loro ritorno non si sarebbero limitati al solletico per infastidirlo.
Doveva sbrigarsi a trovare quella bacchetta.
Finalmente la trovò e anche prima di tirarla fuori dall'albero, pronunciò uno schiantesimo per colpire i pixie davanti a lui e lanciarli via. Il colpo andò a segno e dopo aver colpito i restanti, poté finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Tuttavia la pace durò poco, perché non appena abbassò il capo verso la bacchetta, si rese conto che quella non era sua. La bacchetta di Jim era scura con delle striature dorate (immaginò che forse era per questo che gliel'avevano rubata), quella che si trovava tra le mani era più sottile, di un grigio metallico e leggermente curva verso la punta. 
"Ma questa... E' la bacchetta di Tadashi!"



 
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ANGOLO AUTRICE:

Eccomi qua!
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Come si è visto, qui Jim ha avuto a che fare con un animale mica semplice da affrontare. Il runespoor è una di quelle creature che nel mondo di HP mi ha sempre affascinata e ci tenevo a fargli fare una comparsata.
Una caratteristica che ho sempre visto in Jim è l'ingegno e la prontezza, volevo perciò evidenziare questo suo lato durante la sfida.
Non so se si era già potuta intuire o meno, ma la pixie che si sta prendendo gioco di lui è proprio Trilli. In questo universo ho immaginato lei e il suo gruppetto di fate (o anche in generale le fatine di fantasia) come i "pixie". So che di aspetto sono molto diversi, ma sono stati quelli che più si sono avvicinati, mi piaceva l'idea di dare anche a loro un volto più "cartoonoso" per unirli meglio alla storia, come ho fatto alla fine con Gurghi, che alla fine è il corrispettivo dell'elfo domestico.
Il fatto che adorino gli oggetti luccicanti è una mia pura invenzione.

Lo avevo detto che Flash e Vanellope sarebbero tornati ogni tanto, sono diventati una Brotp che adoro scrivere ormai.
Ho voluto far fare una piccola apparizione anche ad Antonio di "Encanto", un Tassorosso del primo anno e, se qualcuno ha visto recentemente il film "Turning Red" della Pixar, le ragazzine sono proprio loro!
Qui l'ho fatta molto semplice e le ho smistate tutte e quattro in case diverse, per i colori che portano mi sembravano fatte apposta e non ho resistito. Ovviamente non manca il loro lato fangirl, che qui è riservato per lo più a Jim.
Medusa invece è l'antagonista del film "Bianca e Bernie". In questo mio headcanon Jim non apprezza particolarmente i fantasmi e in parte è dovuto proprio a Madame Medusa che infesta il bagno delle ragazze. Per chi la conosce nel film saprà di certo che non è un agnellino anzi...Un po' Jim lo capisco, mette i brividi pure a me quella donna.
Per il resto, grazie ancora per essere arrivati fin qui. lo apprezzo davvero tanto, anche solo per continuare a leggerla.

 
Un abbraccio

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Capitolo 45
*** Non è colpa mia ***


Cap 45: Non è colpa mia 
 

TREASURE PLANET (2002) - Tumbex

 



Ne era certo. Era la bacchetta di Tadashi.
Aveva avuto modo di osservarla meglio durante il controllo delle bacchette alla prima sfida del Torneo, ma l'aveva già notata durante le lezioni, il colore che aveva era particolare, decisamente diversa dalle bacchette comuni.
Cercò subito all'interno di quel buco e trovò anche la sua bacchetta. Questo significava che a Moana ed Elsa non erano ancora state rubate.
Poi un brivido gli percorse tutta la schiena.
Lui senza bacchetta aveva dovuto affrontare solo un gruppo di Pixie, ma Tadashi?
Non c'era stato alcun segnale, quindi si trovava ancora in gioco. 
Era bravo, ma senza la bacchetta un mago non poteva cavarsela in una sfida del genere. Doveva aiutarlo.
Così scese dall'albero e creò ancora l'incantesimo in grado di distinguere le tracce, pensava di essere riuscito a distinguere quelle di Tadashi, avendo i piedi più grandi tra tutti. Forse con un po' di fortuna lo avrebbe trovato in fretta.
Sperava solo di non incontrare altro, nel frattempo.
Mentre percorreva il labirinto, si accorse che ogni quattro/cinque minuti, le pareti iniziavano a mutare il percorso, creando sempre più confusione. Era del tutto casuale, perciò se gli interessava una zona in particolare da visitare, gli bastava attendere qualche minuto e sperare che si liberasse il passaggio, e cosi fece.
La strategia sembrò funzionare: i rovi si mossero e Jim si gettò con uno slancio in avanti prima che questi potessero di nuovo sbarrargli la via, questa volta stringendo per bene le bacchette per non rischiare di farle cadere.
Una volta alzatosi da terra, gli sembrò di scorgere qualcuno in fondo al labirinto. La figura sembrava rannicchiata a terra e più si avvicinava, più le sembianze prendevano quelle di Tadashi.
Il cuore gli balzò in petto, finalmente lo aveva ritrovato. Ed era vivo.
"Tadashi!" lo raggiunse, ma al suo arrivo si accorse di quanto non stesse bene. Era a terra, come se fosse in procinto di alzarsi, ma restava fermo, immobile, con il volto solcato da quelle che sembravano lacrime.
"No... Cos'ho fatto... Cos'ho fatto..." continuava a ripeterlo, ma Jim non capiva il perché si stesse comportando in quel modo.
"Tadashi? Ehi Tadashi! Sono io, Jim!" cercò di scuoterlo per attirare la sua attenzione e solo in quel momento si accorse di com'era conciato. Sembrava essere caduto anche lui durante il percorso, il volto aveva qualche graffio e spiccava era un rivolo di sangue dal braccio sinistro.
Doveva essere stato il morso di un animale o poteva essersi ferito per colpa di quei rovi, fatto sta che doveva fargli un male terribile. Ma quello che più scioccava era il fatto che sembrava non importargliene. Pareva sotto shock dovuto a qualcosa che aveva visto, o che stava tutt'ora vedendo.
Jim si trovava di spalle, perciò non se ne rese conto subito. E quando lo fece, fu troppo tardi.
"Jim..."
Si fermò. Riconoscendo immediatamente quella voce.
Nonostante non la sentisse da oltre sei anni.
Fu più forte di lui e si voltò, maledicendosi solo più tardi quel gesto così avventato. 
Davanti si trovava un uomo molto più grande di lui, doveva avere più di quarant'anni, capelli castani, un lieve accenno di barba e due occhi chiari.
Il ritratto sputato di Jim, solo più grande.
Non c'era alcun dubbio, quello davanti a lui era suo padre.
"Cosa... Cosa ci fai... Qui..."
Non poteva essere vero. No. Doveva per forza esserci qualche trucco.
Suo padre era un babbano, non lo vedeva da anni, non poteva essere realmente lui.
Mentre ci pensava, aveva fatto un passo all'indietro e urtato per sbaglio il piede di Tadashi, ricordandosi del suo stato poi, tutto divenne più chiaro.
Era un molliccio.
Ma certo, logico. Poteva arrivarci anche prima.
Li aveva studiati a lezione, ma non ne aveva mai affrontato uno o almeno, una volta ci aveva provato, ma fallendo miseramente. 
Invece che dimostrare il proprio valore, quel giorno venne sopraffatto dalla paura e l'immagine di suo padre che lo sbeffeggiava in quel modo non gli diede pace per mesi, diventando oggetto di scherno tra Gaston e la sua banda.
Adesso era più grande, ma la paura a quanto pare era sempre la stessa. E questo lo terrorizzò ancora di più, perché temeva che nemmeno questa volta ce l'avrebbe fatta ad affrontarlo.
L'uomo tirò la bocca di lato "Non guardarmi così. E' solo colpa tua se me ne sono andato."
Jim indietreggiò ancora "N_non è vero!"
"Potevamo avere una vita normale, una vita come tutti gli altri, ma tu hai rovinato tutto. La tua nascita ha fatto dividere questa famiglia."
"Smettila."
"Ti rendi conto che tua madre è sola e infelice. Ed è solo colpa tua!"
"Basta!" provò a pronunciare la formula, ma le parole gli morirono in gola. Sentiva di non riuscirci, come l'ultima volta.
Questo fece gongolare ancora di più l'uomo, come se si aspettasse un suo fallimento.
"Guardati Jim, pensi davvero di riuscire a combinare qualcosa? Credi che quelli ti considereranno uno di loro? Sai bene che è tutto inutile. Non sei un vero mago, per loro non sarai mai alla loro altezza."
Jim non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi "Non...Non è vero..."
"E non credere di poter essere come noi..." l'uomo alzò leggermente il viso, con una smorfia disgustata "Non sarai mai come noi...Sei solo...Uno scherzo della natura."
"FINISCILA!" le lacrime iniziarono a rigargli il volto, sentiva che presto o tardi sarebbe scoppiato, ma non poteva farci nulla. Tutte quelle cose che gli stava dicendo per Jim erano tristemente dei pensieri costanti.
Era qualcosa che andava al di la del molliccio, un senso di colpa che non gli dava tregua, la costante sensazione di non essere mai abbastanza, né per un mago, né per le persone comuni. Temeva di essere la causa del fallimento del matrimonio dei suoi genitori, dell'infelicità di sua madre, di non venire mai accettato completamente perché figlio di due babbani. 
Anche se negli ultimi anni si erano presentati meno episodi del genere, ricordava ancora bene quando il primo anno era stato etichettato come sanguemarcio da un suo compagno di classe. Se falliva un incantesimo, la colpa era per le sue origini, perché secondo quelle persone era meno portato nella magia avendo entrambi i genitori di sangue babbano. Quell'atteggiamento così ostile lo aveva allontanato da tutti, facendolo isolare.
Poi col tempo riuscì a trovare degli amici, amici purosangue che non lo giudicavano per le sue origini, ma ogni tanto sbucava qualcuno con battuta o una frase che gli ricordavano sempre quanto fosse diverso.
Diverso come lo era sempre stato per suo padre, che lo considerava sbagliato.
"Hai rovinato tutto."
"NO!"
Si portò le mani al capo e cercò di non pensarci. 
Cercò di ripetersi che era tutta una finzione
Era solo un molliccio.
Un'illusione.
Nulla di tutto quello che vedeva o sentiva era vero.
Ma allora perché faceva così male?




 

Pensò al giorno in cui suo padre li lasciò poco prima di partire per Hogwarts. Non era mai stato molto presente nella sua vita, ma con la scoperta del mondo magico questo suo distacco ebbe una piega definitiva. Magia, incantesimi, era troppo per una persona così razionale.
Se ne andò il mattino presto, dopo una serata passata a litigare con sua madre perché non accettava il fatto che suo figlio fosse diverso. Uno scherzo della natura.
Jim tentò di raggiungerlo, lo chiamò, ma lui non si voltò nemmeno, prese la macchina con tutta la sua roba e se ne andò. Da allora né lui né sua madre ebbero più sue notizie.
Poteva anche essersi risposato ed aver avuto altri figli per quel che ne sapeva.
Jim si sentì terribilmente in colpa, specialmente nei riguardi di sua madre, e in quel periodo gli veniva difficile anche solo guardarla negli occhi per timore di scoppiare a piangere.
Poi la sera prima di Hogwarts non resistette e tirò fuori tutta l'ansia e le frustrazioni che covava da settimane, sprofondando in un pianto incontrollato.
Sarah lo sentì da camera sua e si precipitò subito a consolarlo, all'inizio Jim non voleva, ma dopo si convinse e venne avvolto in un abbraccio caloroso.
"Ehi ehi...Guardami" gli alzò il mento con due dita per permettergli di guardarlo negli occhi e gli sorrise "Non pensare nemmeno per un solo istante che sia colpa tua. D'accordo?"
Ma lui si scostò e fece per buttarsi nel letto, tenendo il cuscino sopra la testa, come se si vergognasse di farsi vedere che piangeva "Ma tu...T_tu saresti più felice... Senza...Di m_me."
Sarah gli spostò il cuscino, iniziando ad accarezzarli dolcemente i capelli dal viso "Non dirlo neanche per scherzo Jim. Non dubitare per un solo istante che non ti voglia bene" disse, ma i singhiozzi del bambino non la smettevano di cessare "Io e tuo padre... Non siamo sempre andati d'accordo. Avrei voluto che le cose fossero andate diversamente, per te, per noi. Ma non sempre succede...""
Jim smise di singhiozzare, il volto ancora coperto dalle braccia, ma sembrava essersi calmato un pochino.
"Credimi, non hai nessuna colpa."
"Ma io..." si alzò di scatto e batté forte i pugni sul letto "Io sono un mago! Sono diverso da te! Da ..." si fermò, trattenendo ancora un singhiozzo.
Non se la sentiva nemmeno più di pronunciare quel nome.
Sarah gli sorrise con dolcezza "E allora sarai il primo della famiglia. Sempre se è quello che vorrai."
Jim si stropicciò un occhio per asciugare le lacrime e tirò su col naso. Per quanto detestasse quella situazione, quando il preside gli parlò di Hogwarts e del mondo magico, per lui fu come un'illuminazione, una nuova consapevolezza delle sue capacità, una spiegazione del perché si era sempre sentito così diverso da tutti gli altri suoi compagni.
Voleva provarci, voleva fare le magie, voleva conoscere altri bambini come lui.
Così alzò il capo verso sua madre ed annuì con forza. 
"Si."
"Allora sarà così. Sarò sempre orgogliosa di te Jim, qualunque strada prenderai."
Lui inarcò un sopracciglio, la voce ancora un po' titubante "Anche se... Sarò un mago?"
Sarah fece finta di pensarci su e poi lo abbracciò stretto, facendogli anche il solletico per farlo ridere "Anche. E sono sicura che diventerai il mago più bravo che esista!"
Jim si lasciò coccolare, riuscendo poi ad addormentarsi a cuore più leggero dopo tanto tempo.




Aveva pensato per così tanto tempo al fatto di essere un peso, da essersi scordato di quelle parole. Così come quelle di Moana quando parlarono al Lago Nero.
Anche Hiccup, Anna, Merida, Nick, Jack, Eugene. 
Aveva tanta gente che gli voleva bene e che credevano in lui, ma si era sempre ostinato a trovarsi in difetto, finendo per sminuirsi su ogni cosa e temere di fallire ancora prima di iniziare.
Ma ora basta.
Era stato scelto dal Calice, i suoi amici e sua madre credevano nelle sue capacità.
Doveva farlo anche lui stesso.
Alzò così la bacchetta contro quello che raffigurava suo padre "Non posso farmene una colpa per sempre, è stata una tua decisione quella di lasciarci" inarcò un sopracciglio "E sai una cosa? Non sono affatto male come mago. Ma tu non lo saprai mai."
Il molliccio non fece in tempo a reagire che venne fermato dalla luce proveniente dalla bacchetta di Jim al suono di Riddikulus e in men che non si da la creatura venne trasformata in un qualcosa di completamente inaspettato.
C'erano molte cose che facevano ridere a Jim, dei programmi in tv quando tornava a casa da sua madre, quelle brutte freddure che ogni tanto tirava fuori Hiccup, o anche il modo in cui il professor Tockins si arricciava sempre i baffi quando veniva infastidito. Ma in quel momento gli venne in mente un solo pensiero, quando aveva origliato assieme a Nick una discussione tra Gaspare e Orazio, in cui quest'ultimo si vantava che ai tempi della scuola era un gran ballerino di disco.
Non poteva lasciarsi sfuggire un'immagine del genere.
Fu così che il molliccio prese forma di quel tontolone di Orazio vestito con un completo bianco con pantaloni a zampa di elefante che si metteva a danzare goffamente a ritmo di una musica inesistente.
"Ma che..." perfino Tadashi venne attirato da quella bizzarra visione, e stranamente questo riuscì a smuoverlo un po', dandogli la grinta necessaria per rialzarsi da terra. 
Jim sogghignò e diede a Tadashi la bacchetta che aveva perso, indicando con un cenno del capo Orazio "Non credi abbia del talento?" 
La risata di Tadashi mise ancora più in difficoltà il molliccio, ma una volta recuperata la concentrazione, il ragazzo avanzò contro di lui, preparandosi alla sua trasformazione.
Era deciso a colpirlo questa volta.
Il molliccio Orazio tramutò in quella che sembrava la sua più grande paura. 
Hiro, il suo fratellino che si trovava in fin di vita davanti ai suoi occhi, Jim poté sentire dei lievi sussurri provenire da quel corpo, qualcosa come: "Guarda cosa mi è successo. Sono morto anche io, per colpa tua..." Tadashi deglutì a fatica, ma poi con uno slancio citò la formula Riddikulus per trasformarlo in uno strano pupazzone bianco, sembrava fatto di gomma e il suo aspetto sembrava stranamente buffo.
Tadashi poi lo attaccò con uno schiantesimo, gettandolo all'interno di una siepe che fortunatamente fece crescere i rovi appena in tempo da impedire alla creatura di ritornare.
Una volta al sicuro, tirò un lungo sospiro e raccolse il cappello che si trovava ancora a terra "Mollicci... Dovevo immaginarlo" si voltò poi verso Jim, negli occhi si leggeva ancora quanto fosse scosso per la visione di Hiro poco fa.
"Quello era..."
"Sì. Sapevo che non era reale, ma... Senza bacchetta... Non ha fatto altro che perseguitarmi. Era impossibile allontanarlo...Dopo un po' ho iniziato a pensare che fosse vero" tirò su le labbra in un sorriso amaro ed abbassò il capo " Non avrei mai creduto di rischiare così tanto per colpa di uno stupido Pixie."
Jim sorrise e indicò la sua bacchetta "Non sei il solo a cui è stata fregata. A questo punto immagino facesse parte della sfida."
"Ma tu sei riuscito a riprendertela. E hai recuperato anche la mia" rispose, il suo tono sembrava quasi incredulo "Avresti potuto lasciarla li e usarla come vantaggio."
Jim inarcò un sopracciglio "Mi credi così meschino da lasciare un mago senza la sua bacchetta? Così mi offendi."
Tadashi si morse la lingua, rendendo conto di aver nuovamente esagerato "No. Ma sai... Dopo questa mattina..." si passò nervosamente una mano sulla nuca, sorridendogli "Lascia stare. Scusami."
Anche Jim ricambiò, avrebbe voluto scusarsi anche lui per come si era comportato ultimamente, in seguito alla brutta gelosia nei suoi confronti. Ma sapeva che non era il momento di discuterne, non con una sfida aperta e con ancora tanta strada da fare prima di raggiungere l'uscita.
Quel labirinto si stava preannunciando sempre più difficile da superare, e forse un aiuto in più non gli avrebbe fatto male. Dopotutto erano sulla stessa barca.



 

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ANGOLO AUTRICE:


Aaaah quanto mi dispiace per il povero Jim!  Mi fa una tenerezza in quella gif 😭❤
Ad ogni modo ci tenevo tantissimo a questo pezzo, che rappresenta un po' una sua evoluzione, serviva un momento in cui Jim si rendesse effettivamente conto delle sue reali capacità, le persone lo appoggiavano, ma si era sempre voluto chiudere a riccio e sminuirsi, assumendosi colpe di cui non ne poteva niente.
Doveva solo rendersene conto, ma ci tenevo a far si che questa cosa avvenisse senza l'aiuto di terzi. Spero abbiate apprezzato questo momento.
Visto che Baymax ha fatto una mini apparizione? 
Ancora qualche capitolo e anche questa prova finirà, ne capiteranno altre per i nostri poveri concorrenti, ma almeno adesso due di loro sono assieme. Chissà per quanto 👀

~A presto!~



   

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Capitolo 46
*** Il guardiano del labirinto ***


Cap 46: Il guardiano del labirinto
 

Frozen Photo: Elsa | Disney frozen elsa art, Elsa, Frozen photos




"Secondo te, che fine hanno fatto le altre?" chiese Jim "Le hai incontrate o..."
Tadashi nel frattempo si stava guarendo il braccio con un incantesimo "Tu sei il primo. Forse... Credo di aver visto Elsa poco prima, ma non ne sono sicuro. Il molliccio è arrivato subito dopo e come hai potuto notare... Il labirinto cambia in continuazione." 
"Già trovavo fastidiose le scale, figuriamoci i labirinti..." borbottò Jim.
Tadashi rise "Ringrazia di avere solo le scale, noi a Durmstrang abbiamo le aulee."
"Aulee?" chiese Jim sorpreso.
"Se arrivi in ritardo e apri la porta, ti catapulterà direttamente vicino all'ufficio del Preside. Veniva usato dal vecchio Preside per evitare troppi ritardatari, ma ora Sinbad lo vuole togliere, ha sempre il suo ufficio pieno di studenti."
Jim sapeva che Durmstrang era sempre stata una scuola più severa rispetto ad Hogwarts, ma non immaginava un controllo di questo genere. Dovevano tenere tantissimo alla condotta degli studenti.
Tadashi sembrava essere tornato più amichevole rispetto a prima e questo lo rincuorò un pochino. Se dovevano collaborare non ci potevano essere altre tensioni.
"So che non dovremmo aiutarci, ma..."
Ma l'altro divenne improvvisamente serio "Hai sentito?"
Anche l'altro si fermò, cercando di ascoltare in silenzio qualsiasi suono possibile e in effetti qualcosa lo stava sentendo anche lui. Sembravano dei passi.
Qualcuno stava venendo verso di loro. Jim e Tadashi si posizionarono con le bacchette ben salde e l'incantesimo pronto nel caso ci fosse stato bisogno, ma non appena videro la figura correre nella loro direzione, abbassarono subito ogni difesa.
Era Moana e stava andando verso di loro sventolando una mano come per salutarli, ma la sua espressione sembrava preoccupata. Sfortunatamente, per colpa della distanza, questo dettaglio non fu notato subito dai due, che si limitarono solo a tirare un sospiro di sollievo nel vederla sana e salva.
Poi lo videro. A pochi metri dietro di lei comparvero due grossa corna, seguite a ruota dall'enorme figura di quello che sembrava un minotauro di metallo, agli zoccoli aveva delle catene i cui anelli erano grossi quanto le loro mani, a fissarli due occhi rossi vividi ed un'espressione furiosa.
Jim scattò subito e istintivamente tese una mano per raggiungerla, anche lei lo fece, ma pochi istanti prima che si unissero ecco che il labirinto aveva ripreso a cambiare, creando una parete tra di loro per separarli.
"NO!" cercò di distruggere le parete, prima buttandosi contro, poi tentò con un incantesimo, ma sembrava incantato.
"Non funzionano queste cose. Ci ho già provato prima!" Tadashi lo fermò "Ci deve essere un incantesimo di protezione, dobbiamo prendere un'altra strada!"
L'altro annuì anche se sembrava non prestare la dovuta attenzione, continuava a fissare quella parete quasi a sperare di farla sparire con lo sguardo. Tadashi lo tranquillizzò posandogli una mano sulla spalla e intimandogli di seguirlo, cercando ascoltare il suono delle catene per non perderli troppo di vista. Ma tra l'agitazione e i rumori del labirinto, stavano iniziando a perdere sempre di più le tracce. Non potevano nemmeno urlare il nome di Moana per paura di attirare altre creature, stessa cosa per altri incantesimi.
Tadashi avvertì qualcosa provenire alla loro destra, ma non appena fermò il passo, una liana lo afferrò per una gamba ed un muro gli comparve davanti, frapponendosi tra lui e Jim.
"Tadashi! Tutto bene?!"
Sentì il colpo di un incantesimo e pochi secondi più tardi la voce del compagno "Sto bene, ho avuto solo un...Intoppo. A questo punto continuiamo separati, perdiamo solo tempo a ritrovarci."
Jim annuì e continuò il percorso, facendo questa volta anche molta attenzione per terra per non rischiare di scivolare come prima e finalmente, dopo l'ennesima curva incerta, giunse inaspettatamente in un posto nuovo.
Più andava avanti, più le piante mano a mano cessavano, e alla fine si ritrovò di fronte ad un ampio cortile. Il clima iniziava a farsi incredibilmente freddo, tanto che gli venne addirittura da battere i denti ed una strana nebbiolina permeava l'aria. Era quasi tentato di accendersi un fuoco per recuperare un po' di calore.
Ma non ci fu il tempo di pensare ad altro perché, non appena voltò lo sguardo, vide un'enorme acromantula stesa li a terra, Jim scattò all'indietro e brandì la bacchetta per attaccarla nel caso si rialzasse, accorgendosi solo in un secondo momento che le zampe erano rinchiuse in una morsa di ghiaccio.
Era viva, ma da quanto poco si muoveva sembrava davvero messa male. Sicuro non si sarebbe alzata nelle prossime ore in quello stato. 
La sorpassò, concentrando la sua attenzione li attorno dove si trovavano molte macerie, sembrava una sottospecie di tempio in rovina. Dai massi che si trovavano sparsi a terra aveva pensato ad una battaglia avvenuta poco prima, quindi per lui era meglio non abbassare la guardia per nulla al mondo.
Certo, poteva essere un suo compagno del Torneo, ma anche quel minotauro o un'altra creatura altrettanto spaventosa. Il ghiaccio poteva essere stata una sorta di trappola per quel che poteva sapere.
Ma poi avvertì un singhiozzo provenire da alcune macerie li vicino. Attorno c'era una strana conca di ghiaccio e inizialmente pensò di esserselo sognato, ma più si avvicinava, più i singhiozzi aumentavano e capì allora che si trattava di qualcuno di loro. Abbassò dunque la testa per poter sporgersi all'interno di quella conca e vide Elsa, raggomitolata con le ginocchia al petto e il volto rigato dalle lacrime.
"Elsa? Allora sei stata tu!" provò a chiamarla, ma non sembrava dar cenno di muoversi. Un po' come Tadashi prima, solo che attorno a loro non vi era alcun molliccio questa volta.
Pensò che forse aveva creato un incantesimo troppo potente, perdendo il controllo e magari aver compromesso la prova.
Guardò l'acromantula che non dava cenno di volersi rialzare, le zampe pelose ancora bloccate dal ghiaccio. Abbassò nuovamente lo sguardo stupito verso di lei "Wow... L'hai... Battuta da sola?"
Elsa annuì, ma non lo guardò. Continuava a fissare davanti a se, in uno stato di completo terrore, come se avesse paura anche solo di muovere un muscolo.
"Ascolta, non dovresti stare qua ferma, c'è un minotauro enorme non lontano da qui. Sta inseguendo Moana..." spostò lo sguardo attorno per assicurarsi che non ci fossero spiacevoli sorprese "Dobbiamo trovare lei e Tadashi e uscire subito da qui. Tutti quanti."
Non era corretto, lo sapeva. Ma non poteva lasciare i suoi amici in difficoltà, ne andava della loro vita. Dopo un lungo momento, Elsa alzò lievemente il braccio ed indicò un punto non lontano da loro due: dove si trovava il tempio semi distrutto c'era una porta, avvolta in una nebbiolina rosea molto simile a quella che Jim e gli altri avevano attraversato per entrare nel labirinto.
"Ma quella è..."
"L'uscita, sì..." disse, la voce era impassibile.
Allora tornò a fissarla "Perché non l'hai attraversata dopo la battaglia?"
"Guarda bene."
Jim riprese a fissare quella zona. La porta era bloccata da delle macerie che dovevano essere crollate durante il combattimento, non erano nemmeno così grandi, un incantesimo bombarda sarebbe bastato per disfarsene.
Quasi gli venne da sorridere pensando a come Elsa se la sia cavata così bene contro un'acromantula, ma si trovasse in difficoltà con dei semplici massi "E allora? Non..." ma il lieve sorrisetto si spense quando la vide sollevare da terra la sua bacchetta spezzata a metà.
"E' distrutta..." disse lei flebilmente "Senza la mia bacchetta...Non ho alcuna s_speranza. Ci ho provato ma... N_non ci sono riuscita" indicò nuovamente la zona del tempio e solo allora Jim notò che alcuni massi erano coperti in parte dal ghiaccio.
Gli occhi di Elsa divennero lucidi mentre si portava la bacchetta stretta al petto "Credevo di..." chinò ancora di più il capo, trattenendo altre lacrime "...Combino sempre un disastro. Sono solo una stupida. N_non....Non sono pronta... Non sono pronta per tutto questo..."
L'altro rimase a fissarla in silenzio, non capendo bene a cosa si stesse riferendo. Cercò comunque di riprendere in mano la situazione e provò ancora a smuoverla "Ascolta, prima pensiamo ad uscire, poi penserai alla bacchetta."
"E' spezzata."
"Non sarà l'unica cosa spezzata se non ce ne andremo" disse e finalmente, per la prima volta da quella conversazione, incrociò il suo sguardo "Libero io il passaggio, intesi?"
Lei annuì e fece per rialzarsi, nel frattempo Jim si era già diretto verso le macerie e pronunciò la formula bombarda per liberare la porta.
"Magari fosse stata tutta così la prova."
L'altra fece per rispondere quando avvertì un suono che le fece gelare il sangue. Entrambi voltarono lo sguardo e si videro correre in contro il minotauro in tutta la sua aggressività. Moana non era nei dintorni e la cosa paralizzò ancora di più Jim, temendo il peggio.
La creatura si catapultò contro il tempio con una forza tale da far crollare altre pietre che bloccarono nuovamente il passaggio, alcuni dei sassi finirono addirittura addosso alla povera acromantula.
Non potendo fuggire da lì (e non volendo nemmeno farlo), Jim non aveva altra scelta se non quella di tentare di sconfiggerlo, ma gli incantesimi che gli sferrava non sembravano fargli un grande effetto. 
Senza la sua bacchetta Elsa inoltre non poteva di certo aiutarlo.
"Pensa Jim... Pensa..."
Visto che gli incantesimi fisici non gli facevano molto effetto, forse doveva provare a distrarlo.
Si voltò dunque verso la compagna "Tappati le orecchie!" urlò.
Elsa annuì ed eseguì in fretta l'ordine, allontanandosi anche dalla zona per permettere a Jim di contrattaccare, lanciò dunque l'incantesimo sonorus e creò un suono talmente forte e fastidioso da far indietreggiare il minotauro, riuscendo anche a stordirlo.
Approfittò dunque di quel breve vantaggio per riutilizzare bombarda contro i massi, liberando nuovamente il passaggio e facendo cenno ad Elsa di entrarvici.
In quel momento il minotauro con un braccio aveva colpito Jim, facendogli scivolare via la bacchetta di mano.
Preso dalla furia per quel suono che ancora lo martellava nelle orecchie, corse a perdifiato contro una colonna e gli portò tutto il suo peso addosso, facendola crollare proprio addosso a Jim, ma per fortuna Elsa scattò in suo soccorso e senza pensarci agì d'istinto, creando attorno a lui una cupola di ghiaccio per proteggerlo.
Purtroppo non c'era tempo per chiedersi cosa fosse successo, non appena Jim riaprì gli occhi, provò a muovere le gambe per allontanarsi, ma gli venne impossibile. Il gelo si era sparso anche attorno a lui e lo imprigionò.
Solo allora Elsa lo raggiunse. 
"T_utto bene Jim?!"
"Sono un tantino bloccato, ma sto bene..." a vederlo non sembrava complicato, doveva solo rischiare di non bruciarsi i vestiti con un incantesimo per liberarsi e sebbene in quel momento la sola cosa che doveva pensare era salvare la pelle, non poteva fare a meno di chiedersi come diamine aveva fatto Elsa a creare un incantesimo simile con la bacchetta fuori uso.
"Cerca la mia bacchetta, non riesco a liberar..."
Ma non fece in tempo a metabolizzare tutto che il suo urlo lo bloccò. Attraverso il ghiaccio della cupola riuscì ad intravedere il minotauro afferrarla con le sue grosse zampe, iniziando a stringerla sempre più forte. Mentre con la mano libera aveva iniziato a colpire furiosamente la cupola che lo proteggeva, cercando di spaccarla in mille pezzi.
Panico. Doveva fare qualcosa e alla svelta.
Alla fine Jim riuscì a liberarsi, sfilandosi la scarpa per poter fuggire qualche secondo prima che la cupola venisse distrutta, ma il colpo fu talmente forte da farlo sbattere nuovamente per terra. Un altro masso cadde li vicino ma per fortuna lo sfiorò solo di poco.
Elsa nel frattempo stava tentando invano di liberarsi da quella stretta sempre più soffocante, il minotauro sembrò accorgersene e preso dalla rabbia fece per lanciarla via, ma il suo gesto venne prontamente fermato da un ramo che Jim era riuscito ad incantare in tempo subito dopo aver recuperato la bacchetta. Sfortunatamente quel gesto, seppur utile per salvare Elsa, si rivelò controproducente per lui.
Con la forza del suo braccio il minotauro strappò via il ramo incantato con un solo gesto, il colpo sollevò anche un gran polverone, facendo perdere la concentrazione a Jim solo per un attimo. 
Abbassò il capo e caricò immediatamente per colpirlo con le sue corna, ma poco prima che lo facesse, accadde qualcosa di strano.
Si fermò. Come se si fosse accorto di qualcosa.
Jim non poté capire subito cosa stesse succedendo, ma solo in quel momento di Elsa, ancora nelle grinfie del minotauro, ma con la mano appoggiata su di lui. Aveva gli occhi chiusi, ma non sembrava svenuta. L'animale si mosse lievemente, tremante e facendo qualche passo incerto verso di lui, finché non alzò di scatto la schiena e si guardò il corpo con gli occhi pieni di terrore. In quel momento delle piccole forme ghiacciate si fecero largo nel suo corpo, iniziando ad avvolgerlo sempre di più, fino a raggiungere la testa.
Poi una serie di spuntoni gli fuoriuscirono in uno scatto talmente improvviso da far persino indietreggiare Jim.  
Ancora non poteva crederci.
Rimase li fermo, con la bocca spalancata in una perfetta O ad osservare il Minotauro distruggersi in mille pezzi di fronte ai suoi occhi.

 

 

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ANGOLO AUTRICE:


Rieccomi finalmente! 
So che è un capitolo un po' cortino, ma dovevo assolutamente dividerlo o veniva davvero troppo lungo. E poi mi sembrava carino stopparlo proprio sul più bello 👀
Ah ora arriva proprio il bello! E pensare che erano così vicini all'uscita, ma non potevo mica lasciarla troppo facile. 
Elsa sembra aver tirato fuori qualche sua abilità proprio all'ultimo momento.
Spero sia piaciuta la scena in se. Come si può vedere alla fine, anche se la prova viene fatta per lo più dal punto di vista di Jim, vengono coinvolti anche gli altri.
Che dite, potrebbe essere la volta buona che anche Jim scopra il segreto? 
Forse si era già potuto intuire che si trattava di un minotauro, visto che si parlava di labirinto. Mi piaceva questa idea di ficcare un grosso guardiano che insegue i protagonisti. Insomma sì, oltre a tutte le altre bestie, tanto per assicurarsi di non rendere sicura nessuna zona xD
Ci stiamo avvicinando pian piano al capitolo 50! Wow, non credevo possibile di arrivare così tanto. Sappiate solo che ringrazio moltissimo chiunque spenda un po' del suo tempo per leggere questa storia, davvero. Mi diverto molto a scriverla, ideare la trama e nell'arco di quest'anno mi ha aiutato a distrarmi nei momenti in cui mi sento giù di morale.
Spero di continuare a rendere tutto interessante <3
Nel frattempo, cercherò di aggiornare il prossimo il più velocemente possibile.

 

~A presto!~


 

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Capitolo 47
*** La vera forza di un mago ***


Cap 47: La vera forza di un mago
 

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Mentre il corpo del Minotauro si stava ormai sgretolando di fronte ai loro occhi, Jim era lì, immobile nella stessa posizione già da parecchi secondi, ancora incredulo a ciò che aveva appena visto.
Non sapeva come, ma quella ragazza era riuscita a creare un incantesimo con la sola forza del pensiero.
Neanche aveva prestato attenzione al fatto che Elsa era scivolata a terra, ma fortunatamente non si era fatta nulla di troppo grave, se non qualche graffio. Senza alcuna esitazione la ragazza si alzò, dandosi una leggera scrollata al vestito ormai logoro e prese subito la ricerca di quello che alla fine si rivelò come uno dei suoi guanti. 
Lo risistemò, era tutto rovinato, addirittura si intravedeva un buco nella parte superiore dell'indice, ma in quel momento non le importava. 
Continuava a fissare quel guanto, le sue mani, i resti del minotauro, senza riuscire a smettere di sorridere e sentendosi finalmente sicura come non lo era mai stata prima di allora.
"Ce l'ho fatta..." disse, gli occhi iniziavano ad inumidirsi, ma era talmente emozionata da non farci nemmeno caso "Ce l'ho fatta davvero!"
C'era riuscita. Aveva concentrato tutte le paure nella sua mente, ogni emozione che provava, ogni timore, aveva cercato di bloccarle per focalizzarsi solo su un semplice obbiettivo: fermare il Minotauro.
Aveva ripensato ad uno dei primi allenamenti con il professor Pitch, quando voleva studiarla e il disastro che aveva combinato con quei bicchieri di vetro, il modo in cui era riuscita a concentrare (anche se inavvertitamente) il suo potere all'interno dell'involucro, per poi rilasciarlo in un colpo mortale.
Per la prima volta il suo potere aveva fatto qualcosa che lei desiderava. E la sensazione che provava in quel momento era impagabile
Andava al di la di tutto quello che aveva potuto immaginare, per un breve momento aveva assaporato l'assoluto controllo.
E non si era mai sentita così bene come adesso.
"Mi spieghi come diamine hai fatto quella cosa?!" la voce di Jim però la fece tornare alla realtà. Come alzò il capo se lo vide davanti, ancora con l'espressione palesemente sconvolta, gli occhi strabuzzanti da lei al Minotauro. O almeno quel che ne restava.
Elsa aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse subito, lasciandolo ancora più spaesato.
Poteva aver visto tutto? Probabile, ma non ne era sicura. Già troppe persone conoscevano del suo potere.
Forse poteva giocarsela in un altro modo.
Si strinse le spalle e finse il sorriso più ingenuo possibile "Siamo maghi, o l'hai dimenticato?"
"Oh no, non ci provare!" la frenò lui, sospettoso "La tua bacchetta è spezzata, lo ricordo bene."
Elsa deglutì, ma decise di non mollare.
"M_Ma io l'ho usata."
L'espressione che le rivolse Jim le fece capire di non averci creduto per niente, tuttavia, forse presa anche dalla disperazione di levarsi velocemente da quel discorso, continuò la farsa "L'incantesimo... Era molto potente, può aver funzionato anche con la bacchetta spezzata. U_una volta ho letto che può... Succedere." 
Sperava davvero che Jim non indagasse oltre, perché stava iniziando a vacillare.
"Mi credi stupido?"
Lei arrossì e si mise subito sulla difensiva "N_no!"
"E allora perché stai mentendo? Io non ho visto alcuna bacchetta, hai usato quell'incantesimo... Solo con l'uso delle mani" spostò poi lo sguardo sul ghiaccio presente nella zona dell'acromantula "Anche quello è opera tua no? Hai usato lo stesso metodo prima?"
La ragazza a quel punto si rinchiuse nuovamente a riccio. Fece per allontanarsi quando i suoi occhi vennero attratti nuovamente dall'uscita, ora priva di ostacoli.
"Guarda, l'uscita!" la indicò. Sperando che Jim ci cascasse.
Se non poteva convincerlo del contrario, tanto valeva sviare il discorso, almeno per il momento. Usare quella abilità l'aveva messa a dura prova, si stava sentendo di colpo incredibilmente spossata e tutta l'adrenalina che aveva accumulato le stava facendo venire un mal di testa allucinante.
Prima che potesse avvicinarsi oltre, però, le venne bloccata ancora la strada. 
"Che ti prende? Fai così... Perché?" chiese Jim.
La sua espressione non sembrava arrabbiata, solo confusa. Come se volesse aiutarla.
Era strano, ma per un breve momento le aveva ricordato incredibilmente Milo.
E forse fu proprio quello a convincerla, ma il suono della sua voce venne interrotto da uno molto più forte e aggressivo. Entrambi voltarono lo sguardo e videro delle figure in lontananza muoversi velocemente verso di loro.
Non riuscirono a credere ai loro occhi: erano Moana e Tadashi. E dietro di loro correva un esemplare di Nundu impazzito. Jim era sicuro di aver visto quella creatura solo poche volte nei libri, era un leopardo gigante, dal pelo quasi spinoso.
Senza pensarci oltre, scattò subito verso la loro direzione, non diede nemmeno il tempo ad Elsa di reagire. L'animale li aveva quasi raggiunti e mentre correva verso di loro pensò velocemente a qualcosa per bloccarlo.
Fischiò, per attirare la sua attenzione e non appena ebbe il suo sguardo puntato addosso, lanciò l'incantesimo elementale contro il terreno.
Fu istintivo, ispirato dal potere che era riuscito a tirar fuori Elsa poco prima. Ricordava vagamente quell'incantesimo, ma preso dall'agitazione non era riuscito a pensare ad altro.
Il Nundo scivolò, andando a sbattere contro una roccia li vicino, il colpo fu secco e bello forte, tant'è che tutti immaginarono fosse svenuto. Ma purtroppo così non fu.
La creatura spaccò di netto la roccia rimasta e caricò con velocità verso Jim per vendicarsi, ignorando terreno ghiacciato sotto le sue zampe.
Quel gesto fu talmente veloce, che sentiva di non poter in alcun modo aver tempo di reagire. Quando avvertì la voce di Moana.
"JIM! ABBASSATI!"
Lo fece e permise così alla fiamma di colpirlo, ma inaspettatamente quello che lo avvolse fu più simile ad un soffio di aria fredda. Quel fuoco non lo aveva bruciato di una virgola.
Quando si voltò capì che Moana aveva scagliato un incantesimo Freddafiamma per proteggerlo, dopodiché lo raggiunse e senza dargli il tempo di dire altro, creò una bolla d'aria attorno alla sua testa, uguale a quella che avevano lei e Tadashi. Appena in tempo perché la creatura aveva iniziato a sputare un gas velenoso vicino a loro.
Lo trascinò via per un braccio ed insieme raggiunsero gli altri due.
La creatura balzò ancora verso di loro nella speranza di agguantarli, ma scivolò nuovamente per colpa del terreno che Jim aveva ghiacciato prima, andandosi a schiantare contro il tempio.
La porta d'uscita si trovava proprio all'entrata, se fosse crollata non avrebbero avuto la minima idea su come uscirne. Sarebbero rimasti in trappola con un Nundo fuori di sé dalla rabbia.
Elsa fece cenno al resto del gruppo di correre subito verso la loro direzione. Gli altri non se lo fecero ripetere due volte e la seguirono, gettandosi verso quel portale pochi istanti prima che l'edificio crollasse del tutto.
Quando Jim riaprì gli occhi, si accorse che l'incantesimo attorno alla sua testa era ormai sparito, le sagome attorno a lui iniziarono a prendere una forma sempre più consistente e pian piano si rese conto di avere attorno una folla di studenti ed insegnanti, con tanto di striscioni motivazionali e delle espressioni entusiaste stampate sul volto.
Dopo essersi accertati che anche lui non fosse ferito, la folla iniziò ad applaudire selvaggiamente, in lontananza si liberò la musica del coro diretto da Sebastian e altri ragazzi avevano già iniziato a cantare dei motivetti in rima sui loro Campioni preferiti.
Jim tossì un paio di volte e si drizzò su con la schiena, sentendo poi una fitta terribile al ginocchio, lo stesso che si era ferito prima nel labirinto. Evidentemente la ferita doveva nuovamente essersi riaperta, ma non fece in tempo ad osservarla con più cura che sentì la mano di Tadashi posarsi sulla sua spalla.
Lo guardò e lo vide sorridergli "Stai diventando ripetitivo a salvarmi la vita, finirà che Hiro vorrà te come fratello maggiore."
Lui ricambiò "E' un grazie?"
Tadashi rise e si diede una spolverata veloce al cappello ormai logoro "Altroché'" poi si fermò, lo sguardo era titubante "E... Ascolta... Mi spiace se prima con Moana ho avuto quell'atteggiamento..."
"E' anche colpa mia in fondo mi sono comportato come se mi stessi provocando."
Tadashi rise ancora, inarcando un sopracciglio "Ma io ti stavo provocando." 
Lo congedò poi con un saluto veloce, sentendo in lontananza chiamarlo il preside Sinbad. Jim passò poi lo sguardo verso la folla per cercare di intravedere i suoi amici, in quel momento però i suoi occhi si incrociarono con quelli di Moana. Anche lei era malmessa, i capelli erano scompigliati, una manica della spalla era stata strappata e abbassando lo sguardo, vide che le mancava addirittura una scarpa.
Non poteva immaginare cosa le fosse successo prima in quel labirinto, ma in quel momento poco importava, era viva e stava bene. Il suo cuore si sentì leggero come non mai.
Si sorrisero ed entrambi fecero uno scatto per avvolgersi in un lungo e stretto abbraccio.
"Ce l'abbiamo fatta" le sussurrò.
Moana rise e si staccò di poco per guardarlo negli occhi "Ce l'hai fatta. Ci hai salvato la vita, prima!"
Jim le spostò un ciuffo di capelli che le copriva il viso, facendola arrossire "E tu hai ripagato il debito in fretta! Se non mi sono abbrustolito è grazie a te. Quella bolla d'aria è stata una bella trovata!"
"E' un'idea di Tadashi, ringrazia lui per questo."
Lui non la smetteva di fissarla, avrebbe voluto annullare quella distanza tra di loro seduta stante, ma sapeva che non era il momento adatto, né per tutti quegli studenti che li avrebbero potuti vedere, né per la questione di Tadashi.
Anche Moana sembrò dello stesso avviso ed entrambi decisero di staccare lo sguardo l'uno dall'altra, facendo perfino un passo indietro per aumentare un po' di più la distanza. 
Jim si schiarì la voce, cercando di osservare altrove per togliere l'imbarazzo che si era creato "Allora... Come... Come hai fatto a fuggire dal Minotauro?"
La ragazza aveva iniziato a giocherellare con una ciocca del suoi capelli, imbarazzata quanto lui "Ecco... Ho usato un incantesimo illusorio. Fuggendo ho scoperto un passaggio nascosto che credevo mi avrebbe portata verso l'uscita... E invece mi ha condotta verso la tana di quella lince troppo cresciuta. Mentre cercavo di affrontarla si è aperto un passaggio e mi sono imbattuta in Tadashi. Il resto beh... Lo sai. Non è stato facile, quel Nundo ci aveva preso di mira" poi alzò nuovamente il capo verso di lui, gli occhi brillavano di curiosità "Ora tocca a te."
L'altro la fissò con un sopracciglio inarcato.
"Non fare il finto tonto, ho visto i resti del Minotauro! Come hai fatto? Hai usato lo stesso incantesimo elementale di prima?"
A quel punto Jim capì, si stava riferendo alla zona coperta di ghiaccio e dal momento che aveva utilizzato un incantesimo molto simile per fermare il Nundo, Moana aveva pensato fosse stata tutta opera sua.
Li si sentì combattuto, dal modo in cui Elsa aveva cercato di evitare il discorso, era palese che lo volesse tenere nascosto. Non avrebbe dovuto dirlo, nemmeno a lei.
Ma d'altra parte era al tempo stesso curioso di come aveva fatto.
"Beh..." iniziò a grattarsi nervosamente i capelli, cercando di sviare il suo sguardo "Non... Esattamente."
Moana non capì, ma prima che potesse aggiungere altro, vennero fermati entrambi dall'arrivo dei loro amici e altri fan del Torneo. Jim fu circondato da un gruppo di ragazzine con addosso delle maglie con la sua faccia stampata e chiedevano costantemente il suo autografo. 
Judy e altri Grifondoro si erano uniti a salutare prima la loro compagna di squadra, dal momento che l'altro sembrava parecchio occupato dalle fan che lo assalivano. 
Dopo aver firmato la seconda maglia però, Jim fece troppo peso sul ginocchio malandato che riprese a fargli male. Miriam, una Serpeverde del terzo anno, corse subito ad avvertire Miss Toothiana che lo prese in disparte per fargli una visita veloce.
A quanto pare il ginocchio si era fratturato durante la caduta, per fortuna l'infermiera aveva tra i preparati una pozione in grado di farlo guarire in tempo per l'annuncio finale, in cui tutti avrebbero saputo chi fosse in testa per la Coppa Tremaghi.
"Quindi posso andare?" chiese ancora, mentre si rialzava dal lettino.
Toothiana gli sorrise ed annuì "Puoi reggere tranquillamente, ma dopo vai subito a riposarti. Per oggi hai corso a sufficienza."
"Non credo ci vorrà molto."
"Sarai emozionato. Tra poco saprai i risultati!"
Jim sorrise debolmente, mettendosi le mani in tasca "Sono uscito per ultimo nel passaggio, ed ero ultimo anche prima. Credo di avere un'idea di come sia andata."
"Mai dire mai, Jim" Toothiana gli sorrise e gli fece cenno di uscire. Lui eseguì e la salutò, avviandosi un po' zoppicante verso il centro del terreno dove si trovavano tutti gli altri Campioni. Nord era li vicino e stava finendo di discutere con gli altri presidi, accanto a loro si trovava il professor Kronk che sembrava aver intrapreso una vivace discussione con alcuni Pixie. Osservandoli con più attenzione, Jim li riconobbe come gli stessi che gli avevano fregato la bacchetta nel labirinto.
Filottete poi lo chiamò, chiedendogli di sistemarsi di fianco a Tadashi per l'esito della sfida. Attorno a loro si erano raggruppati un sacco di studenti, separati dai colori delle loro case, alcuni tenevano degli striscioni con scritti i nomi dei partecipanti per cui tifavano, altri indossavano delle spille, alcuni si erano addirittura dipinti sul viso il colore della scuola.
Dopo aver discusso un altro minuto con i presidi, Filottete avanzò verso i quattro Campioni, rivolgendo un gran sorriso di incoraggiamento, poi, con un gesto della bacchetta, fece un incantesimo per annullare ogni suono o bisbiglio che si era era creato tra la folla, in modo che solo la sua voce si potesse udire.
Il silenzio, unita all'attesa di sapere l'esito della sfida stava logorando tutti i presenti.
"La Seconda Prova è giunta al termine e di certo non ci aspettavamo tutti e quattro i Campioni uscire a così pochi attimi di differenza..." li indicò "Ma l'importante è che siate sani e salvi, e che abbiate dimostrato abilità, tenacia, ottima conoscenza di incantesimi e creature. Le sfide non erano per niente semplici, lo so bene, alcune avrebbero messo in seria difficoltà anche i maghi più forti."
Jim guardò i suoi compagni, poi il preside e in quel momento capì che anche se non avesse ottenuto un gran punteggio gli sarebbe andato bene comunque.
Avrebbe potuto approfittarne tante volte in quel labirinto, poteva lasciare la bacchetta di Tadashi in mano ai pixie, non soccorrere Elsa quando si trovava in difficoltà, poteva lasciare che il Nundu continuasse ad inseguire i suoi compagni.
Avrebbe potuto seriamente arrivare primo questa volta. Ma a quale prezzo?
No, anche se avesse avuto una giratempo per tornare indietro, avrebbe rifatto le stesse cose.
Se per vincere doveva abbandonare al loro destino i suoi compagni, allora non avrebbe mai voluto ricevere quel premio.
"... A maggior ragione, sebbene sia una sfida tra concorrenti, a volte l'altruismo può rivelarsi l'arma migliore" continuò Filottete con un sorriso sincero "Come disse una volta il mio buon vecchio amico Zeus: Un mago non si misura solo dalla forza dei suoi incantesimi, ma dalla forza del suo cuore" detto ciò, il suo sguardo si spostò proprio su Jim "Avendo tagliato il traguardo per ultimo, anche se per poco, James Hawkins ha totalizzato 10 punti alla seconda prova..."
L'altro sospirò, quasi come se se lo aspettasse.
Ma le parole che uscirono poco dopo lo presero alla sprovvista.
"Avrebbe potuto arrivare primo fin dall'inizio, ma questo ragazzo ha preferito rinunciare al titolo per aiutare i suoi compagni di squadra. E questo... Più volte."
Jim non capì, poi vide Kronk fargli il cenno di vittoria con il pixie al suo fianco. E allora tutto fu più chiaro, quei cosetti erano incaricati anche di osservarli.
Ecco come avevano fatto a sapere tutto.
"Siamo giunti all'accordo di assegnarli altri 25 punti, raggiungendo così 75 punti in totale!"
A lui quasi mancò il respiro, non poteva crederci. Gli studenti di Hogwarts iniziarono ad applaudire energicamente, intonando il nome di Jim.
Tadashi accanto a lui, gli diede una spallata amichevole "Quel che giusto è giusto."
"Ma...Così..."
"Una bella rimonta, no?"
Filottete invece gli diede un colpo più secco alla spalla, per smuoverlo un po' "Che ti dicevo questa mattina ragazzo? Più fiducia!"
"Ci giocheremo tutto all'ultima prova" continuò Tadashi. Moana accanto a lui si sporse un po' e sorrise a Jim per congratularsi.
Dopo quel breve attimo di applausi però, Filottete riguadagnò l'attenzione dei presenti. 
"Quindi, ricapitolando..." prese a toccarsi la barbetta mentre leggeva un foglio "Elsa Arendelle è in testa con 77 punti."
A quelle parole Elsa strabuzzò gli occhi, incredula più di chiunque altro. Con tutto quello che era successo e la rimonta improvvisa di Jim, non avrebbe mai pensato di arrivare al primo posto.
"...A seguire James Hawkins e Moana Waialiki con ben 75 punti."
Jim e Moana si scambiarono uno sguardo complice.
"...E subito dopo Tadashi Hamada con 73" al termine della lettura, il sorriso dell'uomo si allargò "Questa è nuova. I punteggi sono così vicini che potrei aspettarmi di tutto all'ultima prova."
Ed era così, la situazione di Jim aveva ribaltato completamente l'esito della sfida. Sarebbe potuto succedere con chiunque e tutti si distanziavano relativamente di poco.
L'ultima prova sarebbe stata quella decisiva.

 

 

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ANGOLO AUTRICE:


Awww non sapete che gioia ridedicarmi a questa long, sono state settimane di fuoco ma ora ho decisamente più tempo e più concentrazione per continuare la storia.
Siamo giunti alla fine della seconda prova, vi aspettavate una svolta del genere?
Capita anche in HP una vicenda simile infatti ci ho trovato una similitudine perfetta con Jim e il suo essere così altruista, non che non lo fossero gli altri, alla fine si aiutano a vicenda tutti, però ci tenevo a mostrare questo carattere di Jim e di come  abbia avuto più possibilità di arrivare primo, ma che alla fine scelga sempre di aiutare gli altri, rischiando anche di arrivare ultimo.
La frase che dice Filottete non è un caso ma è presa proprio dal film Hercules e lo dice proprio Zeus, solo che al posto dell'eroe questa volta c'è un mago. Ma il concetto è lo stesso.
Mi è sempre rimasta impressa e volevo citarla anche in questo caso.
Elsa sta imparando a controllare i poteri, bene! O forse no? xD Lascio questo dubbio per il futuro. Ma almeno è arrivata prima.
Alla faccia di Gaston che diceva peste e corna sulle ragazze, sono quelle più in testa u.u
Per il resto, spero vi sia piaciuto <3

 
~A presto!~

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Capitolo 48
*** Gettare la maschera ***


Cap 48: Gettare la maschera
 

Just do the next right thing | Anna disney, Frozen pictures, Anna frozen


 

La Seconda Prova era ormai conclusa e non lontani dalla folla, anche i membri del Ministero si stavano godendo con curiosità la scena.
Dorothea non la smetteva di applaudire con enfasi, stessa cosa anche George.
"Lo trovo giustissimo! L'altruismo va sempre ricompensato!" disse lei.
Anche Filippa annuì in sostegno "Sono d'accordo. Ma l'altruismo poteva costargli la vita in questa sfida."
Agenore, tra i quattro, sembrava quello più scontento: teneva le braccia incrociate e borbottava qualcosa a bassa voce "Pensavo che avremmo assistito alla sfida per intero. Perché Nord ha voluto impedirci la visuale?"
"Forse per lasciare un po' di privacy ai concorrenti!" rispose vivacemente Dorothea.
L'uomo strabuzzò gli occhi "Privacy? Il Torneo Tremaghi deve anche intrattenere gli spettatori! Non si è ..."
"Ohhh insomma. Basta bofonchiare!" si intromise George, indispettito "Nord è stato gentile ad invitarci, vedi di portare rispetto."
Quello scatto lasciò sorpresi tutti i presenti, riuscendo perfino a zittire Agenore che si ritrovò ad annuire in risposta. Era difficile infastidire uno come George Hautecourt, un uomo di per sé per lo più allegro e positivo, ma non tutti sapevano della sua lunga amicizia con Nicholas Nord e del grande rispetto che teneva per lui.
Lo avrebbe difeso sempre, in ogni occasione.
"Qualcuno ha visto Elinor?" chiese poi Filippa, guardandosi attorno.
Non si era più fatta viva dopo che si era allontanata con quei ragazzi, si chiedeva se le fosse capitato un imprevisto proprio con la figlia, dal momento che le sembrava di non aver visto nemmeno lei tra i Grifondoro.



I Campioni nel frattempo si stavano godendo tutti gli elogi meritati da parte dei loro compagni ed Elsa in particolare sembrava leggermente più sicura di sé. Certo, non si lanciava in manifestazioni di affetto come magari avrebbe fatto sua sorella, ma era evidente a chiunque del suo cambio di atteggiamento. Normalmente avrebbe evitato ogni sguardo, cercando di allontanarsi il più possibile, mostrava sempre quella timidezza tipica del suo carattere, tuttavia sembrava più propensa a rispondere ai compagni ed interagire quando le facevano una domanda.
Molti avrebbero potuto pensare si trattasse solo di semplice euforia dovuta alla vittoria, nessuno avrebbe potuto anche solo immaginare che in realtà, in quel labirinto Elsa aveva sfoderato un potere inimmaginabile, e ce l'aveva fatta.
A Pitch questo dettaglio non sfuggì e sorrise al pensiero che finalmente le cose sembravano muoversi per la strada giusta.
Uberta si fece largo tra gli studenti, teneva tra le mani un ventaglio che non smetteva di sventolare talmente era emozionata per la prova.
"Lo sapevo! Lo sapevo!" si sporse poi verso Sinbad che ancora stava parlando con Tadashi "Visto Sinbad?! Sapevo che la mia pupilla ti avrebbe dato del filo da torcere!" 
Si era messa ad urlare nel bel mezzo della folla, facendo scoppiare a ridere chi era vicino a lei, anche Elsa fece per trattenere una risata.
Sinbad la indicò, rispondendo nello stesso tono provocatorio della donna "Il boccino è ancora in gioco, Uberta. Il ragazzo qui la straccerà!" 
Tadashi si sentì preso alla sprovvista e forzò un sorrisetto impacciato, mentre suo fratello Hiro non faceva che tempestarlo di domande.
La preside fece per rispondere, ma la voce di Nord la interruppe "Uberta, non ti facevo così competitiva."
La donna si ricompose immediatamente, tornando col naso all'insù ed un'espressione totalmente impassibile "E' pura e semplice sportività, Nicholas!" poi si allontanò, facendo un breve cenno ad Elsa di seguirla.
Prima di andare però, sentì nuovamente la voce rassicurante del preside "Come stai davvero? Mi auguro che tu non abbia avuto troppi... Problemi."
Lei rispose con un sincero sorriso "No. O almeno... Non alla fine."
"Quindi allenamenti funzionano?"
"Si. Stanno funzionando. Non pensavo di poterlo dire ma..." abbassò nuovamente il capo per guardarsi le mani "Posso farcela. Posso controllarlo..." 
"Lieto di sentirtelo dir..."
"E fargli fare quello che voglio."
In quel momento, il sorriso dell'uomo si spense. 
Elsa si accorse di averlo interrotto ed alzò subito il capo verso di lui "M_mi scusi... Stava dicendo?"
Non poteva nascondere di aver avuto una strana sensazione al riguardo. Forse il tono usato in quel momento o quel piccolo luccichio nei suoi occhi, ma fu solo un istante, perché Elsa era tornata a guardarlo con un'espressione dispiaciuta sul volto, temendo di averlo infastidito.
Nord la guardò e riprese a sorridere, come se non fosse successo nulla.
"Niente di importante." si chinò, lanciando una veloce occhiata nella zona dove si erano raggruppati dei ragazzi di Beauxbatons "Uberta vuole sfoggiarti ancora un po'."
Lei rise, ma poco prima di salutarlo, vide sua sorella Anna a pochi metri e questa volta, non si ritirò. Iniziò a fare dei passi verso di lei, lungo la strada vide passarle vicino il professor Pitch, che si limitò a rivolgerle un debole sorriso. Sapeva che sarebbe stato strano per gli altri vederlo a congratularsi con la Campionessa di un'altra scuola, lui che non aveva nemmeno mai fatto il tifo per i suoi alunni. 
Pitch aveva raggiunto Nord subito dopo, facendo col capo un lieve cenno ad Elsa.
"Sta andando bene."
Nord annuì, sembrava aver apparentemente trovato la sicurezza di prima "Ero preoccupato, lo ammetto. Ma... Dice di aver controllato potere. Sembra felice."
Gli occhi di Pitch passarono da lui ad Elsa. Nonostante il tono, avvertiva un leggero timore nella sua voce "Sta assaporando il controllo per la prima volta. Come può non esserlo?"
Al contrario, il suo atteggiamento sembrava molto più tranquillo e questo fece rilassare notevolmente Nord, che riprese a fissare la giovane con più convinzione. 
"Spero di star facendo cosa giusta."
Pitch sorrise "Lo è."



"Ciao Anna."
Elsa era finalmente riuscita a raggiungerla, si trovava di fronte a lei, combattuta se avvicinarsi ancora un po', ma l'espressione della sorella le fece capire di non andare oltre.
Non era arrabbiata, era semplicemente vuota, come se ormai si sentisse stanca perfino di essere in collera.
Ma questa volta, lei non demorse e si diede quella piccola spinta di coraggio in più.
"Volevo solo... Ecco..."
"Congratulazioni. Per il primo posto" la interruppe.
Quelle parole la bloccarono. Anna aveva sorriso, anche se non era uno dei soliti che le rivolgeva, la fece sentire un po' meglio.
Poi la vide muovere un piede per andarsene e a quel punto si sporse ancora, arrivò quasi a prenderla per un braccio, ma all'ultimo lo ritirò.
Anna la guardava in silenzio.
Sentì di nuovo quella sensazione pesarle come un macigno sullo stomaco, ma sapeva che doveva parlarne, e sentiva che se avesse continuato a tergiversare, quel poco coraggio che le rimaneva sarebbe ben presto scemato.
"Io... Non avrei voluto arrivare a tanto." disse, fissandola negli occhi "Mi credi su questo... Vero?"
Il silenzio che ne scaturì sembrò durare ore. 
Vide poi Anna annuire e tirare fuori un debole sorriso.
"Si."
Non disse altro, ma per Elsa fu sufficiente per farla tornare a sperare.
"Vorrei solo che fossi stata sincera con me fin dall'inizio."
"Hai ragione." disse "Ma il mio pensiero è sempre stato il tuo bene."
"Non ti ho mai chiesto di farlo."
"Non ce n'è stato bisogno. Sono tua sorella. Devo proteggerti."
"E chi protegge te?"
Elsa esitò.
Non si aspettava una risposta del genere e di certo non sapeva come affrontarla.
Ma ad Anna non sembrava importare molto di quella risposta, voleva semplicemente capire.
"Ti andrebbe di parlare più tardi?" domandò speranzosa. Si stava torturando le mani, mentre Anna di fronte a lei stava facendo la stessa cosa ma con una sua treccia.
"...Ti prego."
Alla fine la vide annuire in risposta e questo la fece immensamente felice.
"Possiamo vederci dopo pranzo, al cerchio di pietre?"
Lei annuì ancora ed entrambe questa volta si sorrisero.
"DOV'E' LA MIA CAMPIONESSA?" sbraitò Uberta non lontana da loro "Servono le foto per il prossimo numero della Gazzetta!"
Elsa alzò gli occhi al cielo e, dopo aver congedato Anna con un saluto, raggiunse la preside ed altri compagni di Beauxbatons, con la mente ormai al pensiero di poter finalmente parlare con sua sorella in privato. Senza essere disturbate.
Mentre la guardava allontanarsi da lei, il sorriso di Anna scomparve, lasciando spazio a quella vocina in testa che le ricordava le parole di Kristoff.
"Non avvicinarti a lei per il momento. Non da sola."
Aveva ragione, ma in parte sentiva di voler conoscere di più, voleva capire da cos'era nato tutto questo. Si ricordava che Elsa era sempre stata portata con la magia, ma mai avrebbe immaginato un potere del genere.
Il pensiero che l'abbia tenuto nascosto tutti quegli anni, facendole cancellare pure la memoria a discapito di quello che era successo, coinvolgendo le sue tutrici a quella bugia...
Era preoccupata sì, ma dentro sentiva anche tanta rabbia.
Ogni volta che ci pensava, sentiva come una fitta allo stomaco e il ricordo di quella sera al ballo prendeva piede nella sua mente.

 

"DIMMELO!"

"I nostri genitori!"


Quell'attimo restava impresso nei suoi ricordi: la rabbia e la frustrazione nei suoi occhi, la vista di Jack inerme di fronte a lei.
Era arrabbiata, ma non riusciva ad odiarla, non completamente. 
Nonostante tutto, restava pur sempre sua sorella. Ma quei fatti, uniti all'orrendo sogno che faceva quasi ogni notte, ora avevano preso una consapevolezza ben diversa.
Sua sorella farebbe potuto farle davvero male? 
Poi ecco che sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla e trascinarla più indietro, in un primo momento immaginò che fosse Kristoff vista la presa, ma poi si ricordò che lui ed altri studenti si erano offerti di aiutare il rientro delle Creature Magiche dal labirinto subito dopo il termine della sfida.
E quando si voltò, vide davanti a lei un ragazzo con cui aveva scambiato si e no poche parole durante gli anni. Si chiamava: Ian Lightfoot.
"Ehm...Ciao" lo disse un po' titubante "Vuoi... Parlare con me?"
Non capiva perché l'aveva messa da parte in quel modo, come se avessero molta più confidenza del normale. Forse si era confuso con qualcun'altra. Ma poi, osservandolo meglio, notò alcune ciocche dei suoi capelli scuri farsi mano a mano di una tonalità sempre più vicina all'arancio.
"Anna, sono io" quando i suoi occhi si incrociarono con quelli verdi dei suoi, istintivamente capì.
"...Hans?"
Lui annuì e le fece cenno di allontanarsi ancora un po'.
"MA COS..."
"Shhh!" la fermò, avvicinandola a sé e solo allora  notò di come il suo sguardo continuasse a vagare da lei agli insegnanti ben più distanti, come se temesse di essere riconosciuto.
Anna d'altra parte, doveva ancora metabolizzare il perché si trovasse li, non immaginava un suo ritorno ad Hogwarts, non le aveva raccontato nulla nelle lettere anzi,  era sembrato piuttosto vago al riguardo.
"Cosa ci fai qui? E perché ti sei conciato in questo modo?" fu tutto quello che riuscì a dire, Hans la prese per le spalle e la condusse di qualche passo ancora più distante prima di rispondere.
"Dopo l'evento del ballo non sarei dovuto tornare..." si fermò, passandosi una mano sul viso, come per cercare di contenere la rabbia "La situazione mi è sfuggita di mano ed ora probabilmente il preside sa..."
Anna continuava a fissarlo senza dire una parola. In tutto quel tempo che aveva imparato a conoscerlo, era sicura di non averlo mai visto così agitato.
"Di... Di cosa stai parlando?"
Hans scattò "Svegliati Anna. Di me, di Elsa, chi altri!" ma subito dopo si fermò e, con un'inaspettata calma, assunse un tono di voce più tenue e controllato "Scusa, scusa. Sono solo agitato, non dovrei prendermela con te" si passò nuovamente una mano sul viso, che ormai sembrava star tornando alle sue fattezze normali.
"Se hai paura di farti scoprire, allora perché sei qui con QUESTO aspetto e... Un momento..." si fermò, ripensando per bene a quello che aveva appena detto "Perché non vuoi che Nord sappia che sei tornato?"
Hans non rispose o almeno, non fece in tempo, perché lei lo fece al suo posto "Per la faccenda di Elsa. Tu sapevi del suo potere fin dall'inizio e l'hai tenuto nascosto."
"Anche Nord lo sta facendo, o vuoi forse dirmi che tutti quegli studenti sono così tranquilli attorno ad una persona tanto pericolosa?" la schernì.
Fece un passo verso di lei ma questa volta la vide indietreggiare in risposta.
L'espressione di Hans si ammorbidì "Ascolta... Non te l'ho detto solo per proteggerti. Ho provato a mettere in guardia i tuoi amici, ma non mi hanno voluto ascoltare."
"Come pretendi che qualcuno ti possa credere se non racconti la verità?" disse, abbassando lo sguardo "Che ti sta succedendo? Tu...Tu non sei così."
Se non avesse avuto la conferma che fosse lui, non avrebbe mai immaginato che quello fosse Hans. C'era qualcosa di strano nel suo modo di comportarsi, qualcosa di ambiguo, intimidatorio...
Per la prima volta sentiva una terribile sensazione sulla bocca dello stomaco, una vocina nella sua testa che le diceva di stare in guardia.
E la cosa non le piacque per niente.
Come poteva aver fiducia in qualcuno che non voleva dirle la verità?
Si morse le labbra e, dopo un lungo momento, sputò fuori tutto i suoi dubbi "...Volevi fare del male ad Elsa?"
Hans smise di agitarsi e fece per posarle una mano sulla spalla, ma lei si scostò immediatamente.
Sorrise appena "Anna..."
"Dimmi la verità. Ti prego."
A quel punto tornò a fissarla, rispondendo al suo sguardo "Vieni con me e ti spiegherò tutto."
Anna strabuzzò gli occhi "Cosa? No io..." ma non appena Hans le fece cenno di abbassare il capo, vide la bacchetta puntarle il petto. 
"La mia non era una richiesta" le sussurrò.
La ragazza boccheggiò qualcosa ma furono parole al vento, perché in quell'istante capì che l'opinione di Merida era sempre stata corretta. Hans la stava minacciando, nel suo sguardo non c'era alcuna esitazione, il sorrisetto era sempre presente, quasi a volerla rassicurare che se fosse stata buona, non le avrebbe fatto veramente del male.
Ma in quel momento, di fronte alla verità dei fatti, Anna non sarebbe riuscita a credergli comunque. Si sentiva così stupida ed ingenua per essere caduta nelle sue grinfie.
E forse, questo venne letto un po' nel suo sguardo da Hans che le si avvicinò, accarezzandole delicatamente una guancia "Cara dolce Anna... Non guardarmi in questo modo. Non sono io il vero cattivo qui."



 

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ANGOLO AUTRICE:


Eccoci arrivati ad un momento importante! Stanno uscendo pian piano gli altarini, vi avverto che nei capitoli seguenti ci saranno un po' di sorprese, a cominciare da Hans.
Visto quello che succede nel canon, mi sembrava doverono dargli un ruolo del genere e mi piaceva mantenere l'effetto inganno per Anna.
So che alla fine non resta proprio una "sorpresa" per lui, visto che ha sempre tenuto questo atteggiamento molto ambiguo, e in effetti all'inizio avevo altri piani, ma renderlo totalmente buono mi sembrava assurdo.
Hans ha un bel potenziale secondo me, bisogna solo sfruttarlo a dovere.
Verrà approfondito maggiormente più avanti, il perché, il suo scopo. Insomma, spero di creare un bel personaggio.
Anche se inizialmente nel canon non mi era piaciuto (ma proprio per niente🤣) il suo capovolgimento "da interesse amoroso" a "cattivo", riflettendoci poi, col giusto spazio e migliorando le sue scene, credo che avrebbe potuto rendere tanto, ecco perché ho deciso di inserirlo in questa storia e dargli questo ruolo.
Accadranno cose nei capitoli seguenti.

Ian Lightfoot è uno dei protagonisti del film Pixar "Onward".

 
~A presto!~

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Capitolo 49
*** Una voce nell'oscurità ***


Cap 49: Una voce nell'oscurità
 

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Al ritorno in Sala Grande, tutti si prepararono per mettersi a tavola e in breve comparve un grandioso banchetto tra i tavoli. Oltre alle candele che fluttuavano in alto sul soffitto dalle sembianze di un cielo azzurro, stendardi si libravano vicino alle pareti, ognuno con il simbolo di una delle case del Torneo. 
L'umore in quella sala era piacevolmente diverso rispetto a mesi fa. Gli studenti chiacchieravano e mangiavano, gli insegnanti conversavano amabilmente alla loro tavola con gli ospiti del Ministero.
Jack aveva raggiunto assieme a Rapunzel il suo solito posto accanto ai suoi compagni. Notò che questa volta Eugene sedeva al posto che di solito prendeva Tiana. Alzando lo sguardo qualche tavolo più in la la vide vicino ad alcuni studenti di Beauxbatons, tra cui il ragazzo con cui era andata al Ballo del Ceppo, da quel che si diceva in giro, si mormorava che fosse addirittura un principe.
"E brava Tiana" pensò, preparandosi mentalmente qualche battutina da sfoggiare più avanti per prenderla un po' in giro.
Anche Tadashi e i suoi compagni non erano al loro solito posto, ma più distanti, in un tavolo Corvonero, dove poteva vedere anche Astrid, la ragazza con cui Hiccup era andato al ballo, insieme a loro e alcuni dei suoi vecchi amici di Durmstrang.
Pensò che forse per questa volta avevano preferito ritrovarsi tutti insieme in una tavolata per raccontarsi della sfida.
"Che fine avevi fatto? Sei sparito da questa mattina!" chiese Eugene, squadrandolo con sospetto. La sua attenzione venne poi attirata dalla Tassorosso li vicino. Rapunzel si stava limitando a salutare lui e gli altri con la mano. Un po' in imbarazzo nel ritrovarsi improvvisamente gli occhi di tutti quei ragazzi puntati su di lei.
"Ecco dove correvi questa mattina..." ghignò Jim.
Jack alzò gli occhi al cielo, sentendo le risatine dei suoi amici in sottofondo. Rapunzel non ci badò molto e si sporse per dare la mano ai presenti.
"Mi chiamo Rapunzel, sono un'amica di Jack. Faccio l'ultimo anno come voi." 
Eugene inclinò la testa di un lato "Si, credo di averti già vista da qualche parte, biondina" le strinse la mano e dopo averle lanciato un'ultima occhiata, il suo volto si illuminò "Un'altra superstite di Divinazione! Ora ricordo."
Rapunzel annuì sorridente "Andiamo, Mama Odie non è così male."
"Ti darò ragione solo perché temo ci possa sentire..." la fece avvicinare ancora un po' e si guardò attorno con aria furtiva "Sono convinto che quella donna sia un vampiro, altrimenti non mi spiego come faccia ad essere ancora viva."
"Pensi la stessa cosa anche di Izma o sbaglio?" chiese Jim.
Eugene storse le labbra in una smorfia "Lei è la nonna brutta di Dracula, su questo non ci sono dubbi."
Inizialmente anche Jack aveva trovato carina la battuta e si era unito alle risate del gruppetto, ma poi qualcosa lo frenò di punto in bianco. Pensava non ci sarebbe stato nulla di male nel far conoscere Rapunzel ai suoi amici, ma il modo in cui lei e Eugene avevano iniziato a conversare lo stava mettendo stranamente a disagio.
"D'accordo..." prese la ragazza per le spalle e la spostò leggermente per allontanarla dalla presa di Eugene "Forse è meglio iniziare a pranzare? Non tocco cibo da questa mattina."
Sia Rapunzel che gli altri lo fissarono un po' perplessi.
"Sei sicuro di star bene?" chiese ancora Eugene mentre si versava del succo in un bicchiere.
"C_certo!" rispose subito Jack, grattandosi nervosamente la nuca "Perché non dovrei?"
"Sei strano..." Nick alzò un sopracciglio.
L'altro annuì "Ha ragione. E... Ultimamente sembri pallido o è solo una mia impressione?"
A quelle parole anche il volto di Rapunzel parve sbiancare di colpo "D_Davvero?" gli si avvicinò tanto da farlo arrossire "Ha ragione! Jack... Credi che..."
"Ehi ehi!" la fermò per le mani e sorrise "Sto bene, niente ricaduta" le fece poi un veloce cenno al tavolo dei Tassorosso dove vide che si era liberato un posticino "Raggiungi i tuoi compagni, ci vediamo dopo."
"Ma..."
"Niente ma!" le diede una leggera spinta e poi finalmente si sedette al suo posto in mezzo a Eugene e Jim, che ancora lo fissavano con un'espressione parecchio sospettosa.
Nick dal canto suo sapeva perfettamente a cosa si stava riferendo Rapunzel prima, quindi cercò di non prestarci più attenzione del dovuto e si mise a giocherellare con le patate arrosto nel suo piatto. Ma sfortunatamente a Eugene non mancò l'opportunità di stuzzicare un po' l'amico e si mise subito a dargli delle leggere spinte con la spalla, impedendogli così di addentare una fetta di torta di carote.
"Allora? E' per lei che sei sparito oggi? Eh?" Jack fece per rispondere, ma Eugene fu più veloce e prese a scompigliargli giocosamente i capelli "Quindi ti sei fatto questo strano look per far colpo? Mi chiedevo il perché di questi capelli così assurdi!"
Jack lo cacciò con una mano e per dispetto gli rubò anche la sua fetta di torta nel piatto "Sei tu che non apprezzi la moda. Sono molto più attraente con questo aspetto!" guardò poi Nick in cerca di sostegno "Giusto?"
"Ah no, non mettermi in mezzo."
Eugene però sembrava prestare tutta la sua attenzione alla mano con cui prima aveva accarezzato i suoi capelli, la sentiva fredda, come se l'avesse appena affondata in uno strato di neve. Alzò poi lo sguardo su Jack che nel frattempo aveva preso a smangiucchiare la sua fetta di torta.
"Che ti ...ende o...a?" chiese con la bocca ancora piena.
Lui si scrollò la mano e con un ennesimo sospiro prese a bere il succo "Non voglio sapere che hai combinato."



Jim nel frattempo era arrivato al quinto o sesto sbadiglio e ormai sembrava aver perso completamente l'attenzione dal suo piatto e anzi, sembrava per lo più concentrato su Elsa, che si trovava in un tavolo vicino ai Tassorosso assieme ad altri studenti di Beauxbatons. Un atteggiamento talmente familiare che non passò di certo inosservato a Nick, che poteva riconoscere quello sguardo sospettoso tra mille, visto che poco tempo fa aveva tenuto lo stesso comportamento.
"Jim..." chiese a bassa voce, cercando di non attirare l'attenzione degli altri "E'... Successo qualcosa prima?" indicò con un cenno la direzione dove si trovava Elsa "...Nel labirinto?"
L'espressione che gli rivolse fece capire di essere stato un tantino vago.
"Per chi mi hai preso? N_No! Sei matto?!" fece per tornare a fissare il suo piatto, liquidando la conversazione con un semplice "Lascia stare."
Nick a quel punto tirò mentalmente un sospiro di sollievo, per lo meno non doveva sentirsi costretto a raccontargli di Elsa proprio quel giorno.
Ma poi lo vide tornare a fissarla e successivamente schiudere le labbra in un sussurro "...Forse... Qualcosa è successo..."
Ecco, doveva immaginarlo.
Nick alzò gli occhi al cielo, mentre Jim sembrava titubante nel parlare "...Non so bene cos'ho visto e... Forse non ne dovrei nemmeno parlare. Elsa è ...Molto brava a scuola, no? Anna lo aveva accennato che studia molto..."
"... Ma?" chiese a bruciapelo, invitandolo a continuare. 
Jim sbuffò "Sembra assurdo detto da me che sono un mago. Però... Credo di... Averla vista fare una magia... Diversa. Intendo... Una magia molto potente."
"L'hai vista fare qualcosa di... Bizzarro?"
Il sorrisetto si spense in fretta e tornò con lo sguardo sul suo pudding ancora intatto "...Sinceramente? Non so nemmeno io cos'ho visto davvero."
A quel punto Nick era più che sicuro che il suo amico sapeva. 
"Quella creatura che inseguiva Moana e Tadashi... Hanno detto che è scivolato su una pista di ghiaccio..." si fermò in deciso, ma l'improvvisa attenzione che gli rivolse Jim lo spinse a continuare "...Lo hai...Visto creare da Elsa o..."
Restarono in silenzio per alcuni secondi, scrutandosi con lo sguardo per il timore di dire troppo senza avere la sicurezza che l'altro sappia effettivamente qualcosa.
Alla fine Jim cedette, capendo che forse anche Nick sapeva.
"C_Come lo sai?"
"Oh credimi... Non è poi tutto questo gran segreto."
Con Judy si erano messi d'accordo nel raccontare tutto a lui e Moana dopo il Torneo, sperava solo di lasciargli godere almeno quella giornata, senza nuove preoccupazioni.
Ma ormai Jim sembrava averlo scoperto, c'era ben poco da fare.
Fece per parlare quando si sentì improvvisamente tirare per una manica, anche a Jim successe la stessa cosa e quando alzò il braccio, si rese conto di aver attaccato il piccolo Gurghi.
"E' lui! E' lui! Gurghi lo sa! Dovete venire adesso!"
Non capivano il perché fosse così spaventato, e soprattutto perché tra tutti gli studenti sembrava aver preso di mira proprio loro.
"Che stai dicendo?!" chiese irritato Jim.
Gurghi continuava a tirarlo per la manica, tentando di farlo alzare da posto, ma cercando nel frattempo di non attirare troppo l'attenzione verso gli insegnanti. Ogni tanto lanciava qualche occhiata furtiva li attorno per paura di beccare nuovamente Elinor, incurate che si trovasse ancora dentro l'armadio del suo ufficio.
"Sbrigatevi!"
Tirò Jim ancora una volta, ma Nick lo fermò prendendolo di spalle "Uo uo calmati un po'! Se volevi del cibo, bastava chiedere."
Certo, lui non gliel'avrebbe dato, ma questo era un altro discorso.
Gurghi lo fissò storto, come se si fosse offeso per quella frase poco felice e in risposta diede una zampata al suo piatto, facendo cadere a terra parte del cibo.
"Le mie frittelle!" disse Nick, ma Gurghi gli balzò addosso e lo costrinse a guardarlo negli occhi.
"Non c'è tempo per frittelle! Gurghi lo ha sentito!"
"Chi?!"
"Persona nell'oscurità! La notte di attacco del grande animale, Gurghi ha riconosciuto studente!"
Improvvisamente l'interesse per il cibo si annullò, stessa cosa per Jim, che si sporse verso il piccoletto "Avevi detto che non eri riuscito a vederlo per il buio o sbaglio?"
"Ma l'ho sentito! Ne sono sicuro, era la sua voce!" e con un gesto si toccò le orecchie per cercare di renderle più grandi "Non volevate scoprirlo anche voi?"
"Beh si..."
"E allora sbrigatevi! Gurghi vi porta da lui!"
I due Serpeverde non se lo fecero ripetere e, dopo aver congedato velocemente i loro amici, si misero a seguire la creatura oltre la Sala Grande, curiosi di scoprire chi si celava quella notte.

 

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ANGOLO AUTRICE:


So che è un capitolo cortino, ma dovevo per forza separarlo in vista di ben altro. 
E Rapunzel e Eugene hanno finalmente avuto modo di conoscerci! Anche se Jack non ne sembra così entusiasta.
Gurghi si è ripresentato giusto in tempo direi, proprio ora che Jim e Nick hanno messo le carte in tavola.
Che altro dire, ringrazio ancora tantissimo voi lettori, cercherò di aggiornare il prossimo capitolo settimana prossima.


 
~A presto!~

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Capitolo 50
*** Inseguitori e inseguiti ***


 Cap 50: Inseguitori e inseguiti
 

  ORW my 12-year-old nephew mentioned at his birthday party that his favorite  cartoon characters are Prince Hans of the Southern Isles and Pepe le Pew. -  Album on Imgur

 

Al tavolo dei Grifondoro invece, Merida, che si era unita da poco al gruppo, aveva cercato di evitare a tutti i costi domande sulla sua scomparsa per l'intera mattinata. Un buon stratagemma era iniziare a riempirsi il piatto di tutto il cibo che riusciva ad accumulare: impegnando la bocca per mangiare, non poteva in alcun modo avere il tempo di rispondere.
Anche se alla fine fu proprio lei ad iniziare una conversazione, accorgendosi della mancanza di una persona in particolare.
"Qualcuno ha visto Anna?" chiese con la bocca ancora piena di stufato. Sia Moana che Judy scossero il capo e lo stesso fecero pure gli altri. Ercole vicino a lei però, venne attirato da uno strano dettaglio.
Fece per afferrare una ciocca dei suoi capelli, mostrando quanto fosse scurita rispetto alle altre "E questo? Vuoi abbandonare il gruppo dei capelli rossi anche tu?"
Quella frecciatina era ovviamente rivolta a Judy che non ci mise molto a rispondere "Li ho tenuti solo un mese e sai bene perché ho deciso di cambiarli."
A quel punto si unì anche Aladdin al dibattito "Certo che lo sappiamo, carotina."
"Ah-ah."
Sorrise e fece affondare la forchetta in una patata al forno. 
Non amava particolarmente quel soprannome, datole amorevolmente da Nick per via della sua bacchetta. 
Fin dal primo anno aveva sempre voluto sperimentare vari colori per i capelli: era un buon modo per esercitarsi con la magia e, anche se non amava ammetterlo, le piaceva attirare un po' l'attenzione. Ultimamente si era legata al colore argento, ma una volta aveva sperimentato l'arancione, che purtroppo, oltre a non donarle particolarmente addosso, aveva incentivato ancora di più le battutine di Nick, che coinvolsero ben presto anche altri studenti. Motivo per cui abbandonò quel colore nel giro di un mese, minacciando i suoi amici di non farne più parola. 
Merida nel frattempo aveva cercato di nascondere per bene quelle poche ciocche scure rimaste dietro al suo orecchio, coprendole con quelle più arancioni.
"E' una stupidaggine..." disse, tornando a concentrarsi sullo stufato ormai quasi finito "Uno scherzo... D_di Frost. Sai com'è..."
Sapeva che tirando in ballo Jack gli altri non avrebbero indagato più di quel tanto, sapevano delle loto litigate, inoltre Ercole non lo vedeva particolarmente di buon occhio, visto gli scherzi passati che aveva fatto alla sua squadra per ripicca.
Anche Judy sembrava aver perso interesse per quella conversazione, troppo concentrata sulla figura di Elsa a pochi metri da lei nel tavolo con tutti quei Beauxbatons. Ogni tanto le dava un'occhiata, in attesa di qualsiasi cosa: un atteggiamento troppo strano o la presenza di ghiaccio nel pavimento.
Nord era presente e sicuramente sia lui che gli altri insegnanti sarebbero intervenuti in caso di pericolo, ma nonostante tutto continuava a tenere gli occhi ben aperti e non appena la vide alzarsi da tavola, immediatamente scattò in piedi, abbandonando il pranzo ancora in corso.
Aveva visto Elsa parlare con Uberta e Nord, vista la distanza aveva solo potuto immaginare che avesse chiesto di tornare alla sua stanza e in effetti, in un primo momento, seguendola, sembrava stesse prendendo quella direzione. Ma poi ad un tratto la vide girare l'angolo del corridoio e scendere le scale, raggiungendo ben presto l'uscita del castello.
Judy non capì il perché di quella decisione, ma incuriosita continuò a seguirla, era talmente concentrata nel rimanere nascosta, da non accorgersi di essere lei stessa seguita da qualcuno pochi metri più distante.

 

~~~~~~~~ ~~~~ ~~~~



Judy camminò per un po', ben lontana dalla figura di Elsa. Quando vide che stava raggiungendo il cerchio di pietre, le idee si fecero ancora più confuse.
Dal momento che non vi era nessuno nei paraggi oltre a lei, aveva immaginato che si fosse allontanata semplicemente per staccare un po' da tutta quella gente e prendere una boccata d'aria.
Ma non capiva proprio il perché di quel posto.
Hogwarts era piena di luoghi in cui poter stare da soli, il cerchio di pietre era piuttosto distante, doveva esserci un motivo per cui aveva voluto allontanarsi così tanto dalla scuola.
Più si scervellava, più i dubbi continuavano ad aumentare, soprattutto quando vide due figure a lei molto famigliari stare dietro ad una roccia in maniera fin troppo sospetta.
Immediatamente li raggiunse, squadrandoli con circospezione e chinandosi, per non farsi vedere da Elsa "E voi... Cosa state facendo?"
Nick e Jim si scambiarono uno sguardo e, anche se inizialmente erano un po' sorpresi nel ritrovarla qui, mantennero comunque un atteggiamento più controllato. 
"Il solito: pedinare le persone, indagare..." sorrise Nick, guardandola con un cipiglio "Ormai sembra essere diventata la routine della mia vita, grazie a te."
Judy rispose al sorrisetto imitandolo, poi indicò Jim "E lui?"
L'altro fece per parlare, ma Nick lo precedette "Non volevi rivelare tutto? Hai la tua occasione. Anche perché Jimmy ha visto."
"Visto cosa?" chiese la voce di Moana alle loro spalle, spostava lo sguardo da uno all'altro con sincera curiosità "Allora?" chiese ancora.
Jim la trascinò subito giù, costringendola a chinarsi come loro dietro quel masso "E tu da dove sbuchi?"
"Ho seguito Judy."
Quest'ultima strabuzzò gli occhi per lo stupore.
"Mi hai pedinata?"
Moana la squadrò, l'espressione critica sul volto "Tu stai facendo altrettanto!" 
"Touché!" ridacchiò Nick, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Judy.
"Mi spiegate che state combinando? Perché siamo qui chinati a spiare Elsa?"
"A dire il vero... Noi non la stavamo seguendo" si difese Jim "Gurghi ha riconosciuto la voce di quella persona al ballo. Poi è sparito e quando abbiamo visto Elsa avvicinarci ci siamo nascosti."
Nick alzò gli occhi al cielo con aria infastidita "Lo sapevo che non dovevamo fidarci di quell'elf..." come se lo avesse letto nel pensiero, Gurghi si precipitò proprio addosso a lui, tremante e con il volto segnato dal panico.
"L'ho trovato! Sta arrivando, sta arrivando! E' lui!" non riuscì a dire altro perché Jim lo aveva bloccato, impedendogli di parlare ancora per non attirare troppo l'attenzione.
Erano ben distanti da Elsa, ma con le urla di Gurghi avrebbero potuto farsi scoprire nel giro di pochi secondi. Per fortuna la ragazza parve non accorgersene, anche perché la sua attenzione sembrava essere attirata da qualcun altro.
"Hans?" dissero in coro gli altri, vedendo il giovane Corvonero giungere di fronte alla ragazza in quel cerchio di pietre.
"Ma non si era ritirato?" chiese Jim dubbioso.
"Quindi è lui..." lo sguardo di Judy si fece più cupo. Sentiva una fitta di rabbia incontrollabile e istintivamente strinse tra le mani la bacchetta, facendosi forza a non scattare verso di lui per lanciargli un incantesimo.
"Dobbiamo avvicinarci di più."
Fece per muoversi, ma Nick la fermò con una mano, voltandosi poi verso Jim "Ti ricordi quando tu e Eugene siete stati beccati ad origliare le Madrigal?"
Jim arrossì e fece per mollare la presa sul piccolo Gurghi, fulminato dagli sguardi accusatori di Judy e Moana.
"Ti ringrazio per avermelo ricordato, Nick" alzò gli occhi al cielo e, dopo essersi ripassato nella mente la formula, la eseguì ed una scia quasi trasparente iniziò a crearsi nella sua bacchetta fino a raggiungere un'altra pietra che stava ai piedi di Elsa.
"Ci arriva per un pelo, non dovremo avere problemi ad ascoltare."
L'occhiataccia che gli stava riservando ancora Moana tuttavia sembrava non voler cessare, facendolo sentire ancora più in colpa "Nick esagera. N_Non le stavamo spiando" ma lei non parve convinta "Sul serio!"
"Ragazzi..." Judy fece cenno agli altri di tacere e concentrarsi su Hans, che ora sembrava aver fatto un passo in avanti verso la ragazza.
Elsa d'altro canto, ne fece uno indietro. Continuava inoltre a guardarsi attorno nella speranza di poter scorgere sua sorella, ma ciò non avveniva.
"Tu... Sei..."
"Tornato, sì. Ho già ripetuto questo discorso" fece Hans con un mezzo sorriso.
"Dov'è Anna?" chiese a bruciapelo Elsa "Se le hai fatto qualcosa giuro che..." senza rendersene conto, questa volta dai suoi piedi stava iniziando a formarsi delle piccole scaglie di ghiaccio e in breve tempo l'aria attorno ai due sembrava diventare sempre più fredda.
Hans se ne accorse, ma rimase sempre nella sua posizione, senza staccare per un solo istante gli occhi da lei "Sta bene" disse, lo sguardo sicuro e la testa alta. Era serio, un atteggiamento talmente calmo e composto che ad Elsa mise i brividi.
"Tieni molto a tua sorella, no? Allora non fare mosse avventate."
Quelle parole congelarono Elsa più del ghiaccio stesso e, così come si erano formate, le scaglie di ghiaccio ripresero via via a diminuire. Hans osservò quel gesto, sorridendo compiaciuto "Brava. Ora liberati anche della bacchetta e potremo parlare."
Lei lo guardò furente, avrebbe tanto voluto strappargli quel sorrisetto dalla faccia a suon di incantesimi "Non ho voglia di parlare."
"Allora lo farò io. Ma lascerai quella bacchetta. O per tua sorella si metterà male."
Elsa sussultò, mentre l'altro sembrò guardarla compiaciuto "A te la scelta."
Seppur ancora combattuta, alla fine cedette ed estrasse entrambe le parti della sua bacchetta per mostrargliele.
"...Questo non me l'aspettavo..." mormorò Hans sorpreso.
"Non potrei usarla nemmeno se volessi."
"Fa lo stesso, gettala."
Le fece cadere e Hans le cacciò via con un colpo del piede, gettandole più lontane in modo da impedirle di raggiungerla piegandosi semplicemente verso terra. 
"Non per sfiducia, ma sai... Preferisco stare sicuro questa volta."
Fece un passo in avanti, alternando lo sguardo da lei al terreno, per controllare che non giocasse brutti scherzi.
"Hai davvero creato un bel scompiglio al ballo del ceppo. Hai quasi ucciso quel Serpeverde, Jackson. E Belle..."
"E' stato il lupo mannaro!" si difese subito lei. L'indifferenza di Hans in quel suo intervento la infastidì ancora di più "Con Jackson è stato un incidente, ma con Belle e Gaston... Io non... N_non so cosa sia successo. Se ce l'hai con me per questo, io non c'entro nulla con quella storia!"
"C'entri eccome" gli occhi di Hans puntarono nuovamente su di lei. L'espressione era seria, senza un minimo di emozione "Purtroppo, saresti dovuta essere tu al suo posto." 
Quelle parole furono come un ulteriore colpo al petto per lei. Ma ad Hans sembrava non bastare e continuò "E' stato uno spiacevole incidente, ma se mi avessi seguito quella sera non ci sarebbe un'altra morte sulla tua coscienza."
Avvertì quella orribile frecciatina, ma cercò di ignorarla "...Perché?"
Ma Hans non rispose.
"Almeno degnati di rispondermi!" soffiò lei "Perché volevi farmi del male?! Se non è per Milo allora... Perché?!"
E in quel momento scattò "Perché non mi hai dato altra scelta! Sei così testarda, Elsa!" Quell'atteggiamento così improvviso e innaturale la lasciò spiazzata. Hans era sempre stato un ragazzo controllato, anche quando si erano trovati da soli, non aveva mai mostrato un comportamento del genere.
Si rese conto anche lui di aver esagerato, forse era dovuto allo stress del momento o a tutti quei pensieri che gli stavano scombussolando la testa, ma cercò di riprendere il controllo immediatamente. Tuttavia gli venne da sorridere nel vedere lo sguardo di Elsa così stupito e, forse preso ancora dal momento, fece per avvicinarsi.
"Tu ed io... Siamo così simili. Se solo mi avessi dato l'occasione di starti vicino, ti avrei potuta proteggere" disse, ma lei indietreggiò di un passo. Lo sguardo di Hans sembrò farsi più malinconico, quasi come se in fondo gli dispiacesse "Il tuo potere... E' qualcosa di unico. Avresti potuto condividerlo con me..." poi incredibilmente la sua espressione cambiò ancora. Le lanciò un ultimo sguardo pieno di sufficienza "Ma tu non hai mai voluto. Hai preferito dare la tua fiducia a quello sciocco di Milo..."
"Lui non si fidava di te!" ribatté Elsa, stizzita "E a giudicare da quello che sto vedendo... Ha fatto bene."
"Può darsi, ma chi ha la bacchetta adesso?" disse ancora Hans "Potevi farcela, potevi davvero avere una possibilità di sopravvivere con me. Ti avrei aiutata a scappare, sarei stato parte di questo progetto assieme a te..."
"Tu sei malat..." prima che Elsa potesse dire altro, il ragazzo tirò fuori dalla giaccia la bacchetta e gliela puntò contro.
Sorrise appena "Un vero peccato."
Fece poi per pronunciare un incantesimo diverso dai soliti che insegnavano a scuola, c'era qualcosa di maligno in quel nome, dalla luce della bacchetta affiorò una strana luce verde che si faceva mano a mano sempre più forte. Purtroppo se ne rese conto troppo tardi, Hans le stava lanciando una delle maledizioni senza perdono.

Fortunatamente, poco prima di terminare la formula, il polso del ragazzo venne colpito da un altro incantesimo, che gli provocò un bruciore fortissimo alla mano. Vide la bacchetta scivolargli via e senza pensarci, fece per afferrarla, ma un ennesimo colpo lo prese in pieno alle spalle, facendolo ruzzolare per terra. 
Gli incantesimi vennero sferrati da Jim che fu il primo ad agire, seguito da Moana, Nick e Judy.
Quest'ultima guardò la bacchetta di Hans ancora a terra "Era una maledizione senza perdono! Ne sono sicura!"
"Se questo era il tuo modo di corteggiarla, lascia che te lo dica...Sei messo proprio male" esordì Jim "Ma si può sapere che problemi hai?!"
Hans non rispose, ma come fece per alzarsi si ritrovò la bacchetta di Moana a pochi centimetri dal volto.
"Tu non ti muovi di qui!"
Era fuori di se dalla rabbia. Se Hans era davvero la causa della morte di Belle, avrebbe potuto regolare i conti seduta stante e sapeva bene che anche Judy stava pensando la stessa cosa.
Desiderava talmente tanto poter vendicare la sua amica, che per un breve momento concentrò tutta la sua frustrazione al pensiero di quelle parole pronunciate da Hans poco prima.
Sarebbe bastato solo un istante e avrebbe potuto vendicare Belle.
"L'hai uccisa?!"
Hans sembrò non capire e questo la fece infuriare ancora di più.
"Hai fatto del male a Belle?!
"Io non..."
"RISPONDI!" urlò, la bacchetta ancora puntata sul suo volto, a pochi centimetri dagli occhi. 
Il ragazzo si trovava chinato, inerme senza possibilità di difendersi o scappare e tutto quello che riuscì a dire, dopo un silenzio infinito, fu un sonoro "No."
Continuava a fissarla in maniera impassibile, sul suo volto non celava alcun tipo di rimorso e la cosa la fece solo innervosire di più.
Moana dovette usare tutta la sua forza di volontà per non cedere alla tentazione di vendicare la sua amica, ma alla fine la ragione ebbe la meglio e ritirò la bacchetta, seppur di poco. Prese poi un lungo respiro e fece per voltarsi, quando vide Judy balzare al suo fianco e puntare la bacchetta con così tanta ferocia da far indietreggiare Hans per non rischiare di essere infilzato al petto.
"STAI MENTENDO!" urlò. Aveva le lacrime agli occhi e l'espressione di una che non si sarebbe mai e poi mai tirata indietro.
"Judy."
Moana tentò di chiamarla, ma sembrava completamente accecata dalla rabbia.
"Judy!" urlò ancora.
Alla fine si voltò e dallo sguardo che le rivolse, un brivido le iniziò a percorrere lungo la schiena. 
"E' un bugiardo! Continua a mentire!"
Hans fece per interromperla "Non è ver..." ma venne preso zittito dalla voce di Judy che lo sovrastò "ZITTO!"
"JUDY!" 
Ma lei non si mosse.
"Guardami!"
Dopo un lungo momento, Judy si voltò di nuovo, le lacrime avevano iniziato a rigarle il viso, così come quello di Moana.
"Non farlo" disse flebile, facendo un passo in avanti "Non la riporterà indietro."
Riuscì con la mano a raggiungere la sua bacchetta e, dopo un attimo di esitazione, Judy la lasciò fare e insieme la abbassarono, permettendo ad Hans di riprendere fiato.
Moana la guardò e si sporse per abbracciarla, ma proprio in quel momento un'altra voce alle loro spalle le interruppe.
"Allontanatevi."
Non appena si voltarono, videro una donna che non avevano mai visto prima, era alta, la carnagione scura e spiccavano il ciuffo di capelli corti, rasati da un lato. Aveva lo sguardo fisso verso di loro, seria, impassibile. Stava tenendo Nick come se fosse una sorta di ostaggio, la bacchetta dietro la sua schiena.
Ma la cosa che saltò subito all'occhio fu l'altra persona accanto, Moana in particolare aveva avuto modo di scambiare qualche breve parola con lei poco prima di iniziare il pranzo post-torneo. 
Dorothea prese a contare i presenti, indicandoli uno ad uno col dito "Uno, due, tre... Quattro contro uno! Non mi sembra molto corretto ragazzi" disse con un mezzo sorriso.
"Lei lavora per il Ministero."
A quel punto la sua espressione, dapprima seria, parve diventare loquace "Ah, giusto" come lo disse, il suo volto si tramutò in quello di una bella donna dai lunghi capelli neri e gli occhi di un verde smeraldo.
La sua compagna, dopo aver tirato un sospiro, le passò Nick come se fosse un sacco, intimandole di tenerlo d'occhio.
"Perché hai mostrato il tuo volto?"
"Hai idea di quanto sia pesante mantenere un altro aspetto?" la rimproverò, ignorando per un secondo gli altri "E poi se scoprono te, e lo faranno. Scopriranno anche me."
L'altra alzò gli occhi al cielo, ma non disse altro.
La donna che teneva Nick li fissò e sorrise, assumendo un tono più rassicurante "Non preoccupatevi, non vi faremo del male. Però dovete collaborare e abbassare quelle bacchette." 
Come c'era da aspettarselo i ragazzi non seguirono il comando e questa volta il tono della donna parve più autoritario, nonostante il sorriso "Sul serio."
Non stavano scherzando e anzi, mentre lei pareva più propensa a trovare un accordo, l'altra donna al suo fianco sembrava in procinto di scattare verso di loro. 
Incapaci di contrattaccare e lontani dal castello, ora come ora, nessuno di loro avrebbe saputo l'esito di quell'incontro.


 

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ANGOLO AUTRICE:


Raga capitolo 50 yeeee!
Non so davvero quanto durerà, ma spero possa sempre intrattenervi come fa con me quando mi metto a scriverla.
Diciamo che la pace era durata anche fin troppo, ecco un altro bel casino ad Hogwarts e vi avverto, le sorprese non sono ancora finite!
Forse per Hans c'era da aspettarselo, ecco perché ho voluto terminare il capitolo poco più avanti, con l'entrata in scena di due nuovi personaggi.
Avete capito chi sono? Le descrizioni hanno aiutato, ma i nomi verranno svelati nel capitolo successivo.
In questo capitolo viene anche messo in evidenza le reazioni di Moana e Judy, che alla fine erano le persone più vicine a Belle e vedere davanti a loro il probabile assassino (o complice) della sua morte beh...Fa girare parecchio le scatole e c'è voluta tanta forza d'animo per non cedere alla tentazione di dargli un bel colpo di grazia. 
Spero sia piaciuto il capitolo! non vedevo l'ora di arrivare a questa parte e spero di descriverla bene come me la sono immaginata nella mia testa. Accadranno un sacco di cosette.
 
Un abbraccio

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Capitolo 51
*** La caduta di un narcisista ***


 Cap 51: La caduta di un narcisista
 

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Jim e Moana si scambiarono uno sguardo tra di loro e alla fine acconsentirono di abbandonare le loro bacchette, ma una volta a terra, la donna mimò con la testa di calciarle via con un piede, per allontanarle ancora di più da loro e così fecero, seppur con malavoglia.
Ma Judy non aveva ancora fatto nulla e, dopo un'ennesima occhiata, anche la pazienza di quella donna sembrava stesse per esaurirsi "Anche tu" premette di più la bacchetta sulla schiena di Nick, facendolo sobbalzare "O non ci tieni al tuo amico?"
Judy sembrò in procinto di cedere, ma le parole di Nick la fermarono.
"N_non farlo Judy!"
"Non credo che tu sia nelle condizioni di esprimere un'opinione."
"Neanche una piccola piccola?" chiese, maledicendosi la linguaccia visto che la stretta della donna si fece più pressante.
"Sei simpatico, te lo concedo. Non vogliamo farvi del male."
"Lasciate che ve lo dica, non state trasmettendo molta fiducia" commentò aspramente Jim.
Lei sorrise appena in risposta "Non temete, non siamo qui per voi."
"Siamo qui solo per LEI!" ringhiò l'altra, avanzando prepotentemente di un passo verso Elsa, la sua espressione furente si scontrò con quella ancora sconvolta di Hans "Tu lo sapevi! Sapevi che era lei fin dall'inizio e non hai detto nulla?!"
"Stavo per..."
"Non cercare scuse!" lo fermò.
Nel silenzio che si era creato, la voce della seconda donna li riportò alla realtà.
"Namaari, coraggio. Portiamola via."
L'altra si voltò furiosa verso Elsa "No! La finiremo qui, adesso!"
"Non erano questi i piani! Avevamo detto niente vittime."
"Erano i tuoi piani Esme, non i miei."
Esmeralda si morse un labbro e sembrò prendersi un lungo respiro prima di rispondere "Portiamo via lei e Hans, subito!"
"Ferme!" Judy fece un passo in avanti, posizionandosi vicino ad Hans "Non potete farlo, ha ucciso una nostra amica! Lui..."
"Non ho ucciso Belle!" urlò, l'espressione frustrata che balzava da lei a Esmeralda.
"La morte di quella ragazza...Credevo fosse un lupo mannaro."
"Non proprio..." mormorò Nick, sentendo nuovamente la pressione della punta della bacchetta dietro la sua schiena.
"Ehi vacci piano, sto solo rispondendo ai tuoi dubbi."
"Non è stato un lupo mannaro. E' stato qualcos'altro, non lo so..." Judy si voltò nuovamente verso Hans "... Ma lui è coinvolto!"
Esmeralda rivolse un'espressione carica di delusione verso il ragazzo "Hans... Che cos'hai fatto?"
"Io non ho fatto niente!"
"Bugiardo!" urlò Moana, anche lei stufa di tutto quel teatrino.
"E' la verità!"
"Non importa adesso!" sbottò Namaari, puntando la bacchetta contro Judy "Se Hans c'entra con la morte della vostra compagna, ne pagherà le conseguenze, puoi giurarci" portò poi la sua attenzione su di lui "Deve spiegarci molte cose..."
Non gli diede nemmeno il tempo di reagire poiché si era già diretta verso Elsa con una furia tale da farla indietreggiare "Ed ora tu..." le puntò la bacchetta contro e fece per pronunciare lo stesso incantesimo che Hans aveva tentato poco prima. Ma la ragazza fu più veloce a reagire e, con un gesto istintivo della mano, innalzò una catena di lame ghiacciate dal terreno che costrinsero Namaari a sobbalzare indietro per evitare di essere colpita.
Tentò poi nuovamente di attaccarla con un incantesimo, ma Elsa riuscì a creare una barriera attorno a sé per proteggersi appena in tempo, sfortunatamente per colpa dell'agitazione il ghiaccio iniziò ad espandersi, arrivando quasi ai piedi di Esmeralda.
"Namaari!"
Moana approfittò di quel breve attimo di esitazione e si buttò verso la bacchetta che aveva gettato a terra. Colpì Esmeralda per permettere a Nick di sfuggire dalle sue grinfie. 
Namaari se ne accorse, ma non fece in tempo a contrattaccare che dovette difendersi da un attacco di Jim.
A quel punto anche Judy aveva ripreso un po' di autocontrollo e si gettò in soccorso di Nick per proteggerlo da un contrattacco di Esmeralda, ma poco prima che potessero bloccarla, videro sbucare un'altra scia di un incantesimo che deviò il loro attacco in tempo per soccorrerla. 
La figura di una terza donna apparve subito dopo, la testa coperta da un cappuccio, ma dalla voce che ne seguì, si poteva intuire fosse più grande rispetto alle altre due.
"Che ci fai qui?! Dovevi rimanere al rifugio!" sbottò Esmeralda al suo fianco.
"Immaginavo che tu e Namaari non avreste trovato un accordo." disse, continuando a tenere la bacchetta puntata contro il gruppo di ragazzini. Poi il suo sguardo scivolò su Elsa, che cercava di contrastare i continui attacchi furiosi di Namaari "E' ancora viva..." 
Elsa si sentiva spaesata, terrorizzata, le veniva difficile controllare il suo potere e al tempo stesso difendersi e cercare di non sprigionare tutta la sua forza per non ferire i compagni. Sentiva che presto o tardi le cose sarebbero peggiorate.
Poi lo vide, Hans stava approfittando di quella confusione per scappare via e la cosa la mandò letteralmente in bestia.
Aveva fatto qualcosa a sua sorella, forse l'aveva addirittura ferita, non poteva saperlo. Ma non gli avrebbe mai permesso di lasciarlo andare.
Strinse forte i pugni, talmente tanto che le fecero male ed una forte tempesta si materializzò attorno a lei, diventando in pochi istanti sempre più forte e pericolosa, tanto da rischiare di trascinare Namaari e gli altri in quel vortice di gelo.
Sollevò poi un braccio in direzione di Hans e di colpo dalla terra si formò una catena fatta di ghiaccio che lo bloccò per i piedi. In breve tempo vennero avvolti tutti attorno ad una tempesta gelata. 
"Lo ha fatto di nuovo!" urlò Jim mentre cercava di proteggersi il viso con un braccio, nonostante la poca visuale, aveva cercato di raggiungere Moana e Judy. In tempo per sentir urlare quest'ultima di abbassarsi.
Jim lo fece immediatamente e si sentì sfiorare la testa da qualcosa di pesante, forse un sasso, ma che era stato spazzato via da quella tempesta. Non fece in tempo a guardarsi attorno che vide due spuntoni formarsi ai piedi vicino a dove si trovava Judy, con uno scatto la trascinò via, proteggendola successivamente da un ennesimo incantesimo lanciato da qualcuno, ma questo lo fece distrarre ed un altro sasso questa volta lo colpì ad un fianco, facendolo ruzzolare a terra non lontano da loro.
Judy si gettò subito a soccorrerlo e di primo istinto le venne da creare una barriera di protezione per proteggerli dalla tempesta, ma quando provò a ripetersi l'incantesimo mentalmente, ecco che vide la stessa barriera creata attorno a loro.
"Come sta il ragazzo?"
Non appena alzò lo sguardo si vide vicino Esmeralda, intenta a tenere la barriera di protezione ben salda attorno a loro.
Quasi non riusciva a credere ai suoi occhi, quella donna che fino a pochi istanti fa aveva minacciato lei e i suoi amici, ora li stava difendendo?
Nel frattempo Moana si stava dirigendo verso Elsa, cercando di fermare Namaari e l'altra donna incappucciata.
Elsa invece le stava ignorando completamente, con un ennesimo gesto della mano strinse ancora di più il pugno e il ghiaccio attorno ad Hans iniziò a crescere, avvolgendolo su tutto il corpo.
"Non mi interessa se... Q_queste persone ce l'hanno con me..." una volta che gli si fermò davanti, il ghiaccio lo aveva ormai coperto fino alle spalle "...Ma tu adesso mi dirai dove si trova Anna!"
Gli occhi di Elsa erano completamente accecati dall'ira, era una fiume in piena guidata dalla collera e non si sarebbe mai e poi mai fermata fino a che non avesse ottenuto quello che voleva. 
Questa volta Hans lo sentiva, per la prima volta avvertiva davvero la paura che gli avrebbe fatto del male. Perché il modo in cui lo stava guardando, non lasciava spazio ad altre possibilità.
Era certo, lo avrebbe ucciso.
Fu così che mise da parte tutto il suo orgoglio e provò a parlare, ma il ghiaccio lo stava stringendo talmente forte da affaticargli il respiro.
"Non... N_non riesco... A..."
Ma Elsa non lo ascoltò e fece stringere ancora di più la morsa attorno a lui, il ghiaccio crebbe fino ad arrivare fin da sopra il collo.
Gli si avvicinò quel tanto che bastava per sussurrargli tutto quello che provava "Se non parli adesso... Giuro... Su quanto mi è più caro che io..."
"ELSA! SMETTILA!" urlò la voce di Moana. Con fatica era riuscita a farsi largo in quella tempesta e raggiungerli. Dopo una prima esitazione, l'altra continuò nel suo intento, ormai sarebbe mancato davvero poco prima che ad Hans gli fosse impedito di respirare.
"Pagherai per quello che le hai fatto!"
Sollevò ancora il braccio, ma in quell'istante, un incantesimo le bloccò il polso con forza, facendola addirittura scivolare a terra. Quando si voltò incrociò lo sguardo con quello di Moana e di colpo, fu come risvegliarsi da un incubo.
Guardò Hans e lo vide allo stremo, coperto quasi del tutto da quel cumulo di ghiaccio, ancora pochi centimetri e gli avrebbe impedito totalmente l'ossigeno.
"N_No!" con la mano libera tentò di sciogliere un po' il ghiaccio che lo avvolgeva, permettendogli per lo meno di riprendere un lungo respiro.
Elsa lo guardò tremante mentre osservava il gelo sciogliersi ai suoi piedi. La sua voce era bassa, difficilmente qualcuno l'avrebbe sentita anche solo li vicino e lo sguardo era tornato quello timoroso di prima. La rabbia e la frustrazione avevano lasciato spazio nuovamente alla paura.
Continuava a ripetersi di aver esagerato, che non voleva veramente ucciderlo. Ma la verità era un'altra: in quel momento aveva desiderato veramente la sua morte. 
Era talmente soggiogata dall'ira da non aver tenuto in considerazione che, eliminandolo, non avrebbe mai potuto ritrovare sua sorella.
Era la prima volta che si lasciava trasportare così prepotentemente dalle sue emozioni. Si era sentita invincibile, carica di adrenalina e di rabbia, con il solo istinto di sfogarsi e far sentire per una volta, quello che aveva sempre provato lei per anni: la sensazione di non avere vie di fuga.
Ma ora fortunatamente sembrava essere tornata alla normalità e forse fu proprio per questo che la tempesta si fece meno aggressiva e proprio in quell'istante il grido di un'aquila venne udito in cielo.
"Oh no..." Namaari riuscì a liberarsi, così come anche la sua compagna, ma prima che potesse anche solo pensare ad un incantesimo, Maui si materializzò proprio di fronte a lei, seguito non molto distante da Black e Bunnymund.
"Namaari!" sorrise l'uomo, facendo perfino un breve inchino.
La donna lo guardò truce "Maui."
"Quanto tempo. Nuovo taglio?"
Lei lo attaccò in risposta, ma per fortuna che Maui, un po' come se se lo aspettasse, riuscì a schivare per tempo il colpo.
"Di poche parole come sempre."
Nel frattempo Bunnymund si era gettato contro Esmeralda, mentre Pitch si stava dedicando alla maga incappucciata.
Vedendo i professori in difficoltà, Judy fece cenno a Nick di raggiungerla "Puoi occuparti di Jim? Non deve perdere conoscenza."
L'altro non fece in tempo a chiederle cosa avesse in mente poiché la vide scattare verso Bunnymund, deviando un colpo lanciato da Esmeralda che altrimenti lo avrebbe colpito.
"Ben fatto, Hopps!" 
Quel complimento detto in maniera così naturale, fu molto strano per lei, ma al tempo stesso la rese piacevolmente sorpresa. 
Purtroppo il bel momento terminò in fretta, perché l'espressione del professore si tramutò in una più severa "Ora però si allontani subito prima che..."
Un incantesimo colpì il terreno li vicino, creando un'esplosione talmente forte da scaraventare entrambi lontani. Quando Judy riaprì gli occhi, vide il povero Bunnymund contro un albero, ferito e privo di sensi, poi notò l'arrivo di un quarto mago, dall'aspetto sembrava attorno ai quarant'anni, il viso lungo e appuntito, capelli corti scuri e dei grossi baffi.
"Scusate il ritardo, la passaporta ha fatto i capricci" disse, mostrando con noncuranza un piccolo vaso di ceramica con piantati alcuni tulipani.
"Vinny!" Esmeralda lo raggiunse, indicando con aria furiosa la povera Judy che faceva ancora fatica a rialzarsi.
"Che c'è?! Mi piace questo incantesimo!" ma dopo l'ennesima occhiataccia da parte della donna si convinse "Non lo userò contro i bambini. Va bene?" disse "Però se dovessero reagire..."
"Ora basta! Non doveva finire così!" lo interruppe Esmeralda. Avvertì poi le voci di altre persone proveniente dal castello che stavano correndo dalla loro parte "Andiamocene."
"Ma la ragazz..."
"Ho detto: andiamo!"
L'uomo alzò le mani in segno di arresa "D'accordo, d'accordo. Se l'avessi saputo sarei rimasto al rifugio."
Esmeralda rispose limitandosi ad alzare gli occhi al cielo. Poi si voltò verso Namaari e l'altra donna, si passò le dita alle labbra per emettere un lungo fischio. Mentre la donna incappucciata colse il messaggio e si allontanò, Namaari non pareva molto convinta, e fece per attaccare nuovamente Elsa.
"Non ci provare!" urlò la voce decisa di Maui, puntandole la bacchetta contro "Non farai in tempo, sai che ti colpirò."
Gli occhi di Namaari si ridussero a due fessure "Oh lo so bene, ma almeno questa volta non mi pugnalerai alle spalle."
Maui esitò, sentendosi punto sul vivo. Nonostante tutto cercò di mantenere lo sguardo fisso su di lei  "Giù quella bacchetta."
"Non lo farò."
"Dovrò colpirti."
"E allora fallo! Coraggio!" lo sfidò "Distruggimi. E' quello che ti riesce meglio!" mosse poi le labbra in un incantesimo, ma Maui reagì anche se non completamente.
La colpì, ma non abbastanza da ferirla.
Vedendolo così titubante Pitch si avventò su Namaari, procurandole con un incantesimo una ferita al braccio tanto potente da farle cadere la bacchetta di mano.
Esmeralda in risposta creò una nube di fumo per andare in soccorso della ragazza e la trascinò via da quella battaglia usando la passaporta che Vinny teneva in mano. 
Poi, il silenzio.
"No! Non doveva andare così!" urlò Maui con tutta la frustrazione in corpo.
Anche Pitch sembrava arrabbiato, non faceva che guardarsi attorno con aria guardinga, come se si aspettasse un altro attacco a sorpresa.
"Ottimo lavoro, ha rischiato di far morire uno studente!" disse, avvicinandosi a lui "Poteva colpirla, doveva."
Sarà stata l'agitazione del momento, ma Maui sembrò non prendere bene quel commento così aspro "Non è il momento di infierire, lo so bene! Sono stato un'idiota" sibilò.
Pitch non si scompose e si limitò a fissarlo con uno sguardo pieno di sufficienza, ma l'altro non ci badò e si allontanò subito dalla zona.
Quell'atteggiamento stupì perfino Moana, questa volta Maui sembrava perfino più sconvolto rispetto a quando li aveva soccorsi dall'attacco di quel lupo mannaro. Era strano vederlo agire in quel modo.
"Idiota, ha detto bene per una volta" sibilò Pitch, una volta che l'uomo fu ben distante.
Poi la voce di Elsa lo distrasse.
"Dov'è?!" il tono sembrava più acceso. Si poteva scorgere una nota disperata nella sua voce. Continuava a guardarsi attorno con sempre più enfasi, ignorando i continui richiami di Moana che questa volta, parevano non riuscire a distrarla.
Pitch alzò il capo, notando che la tempesta attorno a loro stava diventando nuovamente più fitta, a seguito delle forti emozioni della ragazza "Dov'è Hans?! Bisogna cercarlo!" Lui... Lui ha..."
Come la vide scattare, lui fu più veloce e la colpì alle spalle con un incantesimo. Elsa fece qualche passetto in avanti, barcollando come se fosse in preda ad una serata alcolica, ma all'ennesimo passo incerto finalmente le sue gambe cedettero e Pitch la afferrò con entrambe le braccia per impedirle di farsi del male.
"Professor Black!" lo chiamò poi Nick, chino a sorreggere Jim ancora incosciente, con un braccio stava indicando Judy e Bunnymund "Abbiamo un problema qui."
Pitch alzò svogliatamente gli occhi al cielo e sospirò "Ci mancava solo questa..."
Mentre altri insegnanti li stavano ormai raggiungendo, Moana venne tirata per una manica da Gurghi che le fece cenno di stare zitta, indicò poi col braccino una zona più in profondità tra gli alberi, che portava ad un piccolo boschetto.
Pensò che evidentemente era li che Hans era scappato, e di sicuro per il bene di Anna, non se lo sarebbe lasciato sfuggire.


 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~
 

Non se lo aspettava.
Questa volta lo avevano fregato per davvero.
Ancora avvertiva i brividi, per il gelo, per lo sguardo di Elsa, quello dei suoi compagni. Era stato messo con le spalle al muro e la cosa lo stava facendo ribollire di rabbia.
Era furioso perché mancava così poco, pochi secondi ed Elsa sarebbe stata uccisa e lui sarebbe diventato l'eroe. Colui che aveva salvato il mondo.
Avrebbe ottenuto tutto il riconoscimento che meritava, non sarebbe più stato considerato un fallito, un emarginato.
Mancava poco, così poco.
E più ci pensava più si logorava e se ne dava la colpa, perché la sua avidità aveva preso il sopravvento sul piano originale.
Elsa sarebbe dovuta morire, lo sapeva fin dall'inizio, eppure...
Anche se per poco, aveva pensato di poter fare diversamente, di poter ribaltare la situazione a proprio vantaggio.
Perché eliminare un nemico, quando puoi farlo passare dalla tua parte?
Aveva osservato Elsa ogni giorno, l'aveva sempre vista così sola, restia alle persone, alla sua stessa famiglia, un'emarginata come lui che vorrebbe solo integrarsi ed essere qualcuno.
Era questo quello che aveva visto in lei e più ci si focalizzava, più il suo interesse ne diventata quasi un'ossessione.
I suoi continui rifiuti però erano riusciti a farlo cedere e tornare con la mente sul suo scopo originale: avvertire i suoi compagni ed ucciderla.
Ma questo lo avrebbe reso semplicemente uno dei tanti.
No, lui voleva di più. Meritava di ottenere qualcosa da tutto questo.
L'avrebbe attirata a sé e uccisa lui stesso, diventando l'eroe predestinato ed ottenendo tutto il rispetto che voleva.
Non si sentiva in colpa per Elsa, specie dopo essere scampato per un soffio alla morte per causa sua. Le aveva offerto il suo aiuto più di una volta, ma lei aveva rifiutato ed allora non restava altra scelta.
Appena ne ebbe occasione, sgusciò via mentre tutti erano impegnati nella battaglia. Sapeva che così facendo aveva rischiato di peggiorare ancora di più il suo rapporto con Namaari, ma in quel momento doveva pensare solo a se stesso.
Namaari avrebbe potuto prendersela con lui anche in un momento successivo, dopotutto da quanto sembrava arrabbiata di certo non poteva sperare di essere assolto tanto facilmente.
Ormai la sua copertura era stata smascherata e l'unico modo per tornare alla ribalta era quello di fermare Elsa prima del gruppo di Namaari, in questa maniera avrebbe potuto riottenere la fiducia che aveva guadagnato con fatica. 
Elsa non si sarebbe mai più avvicinata a lui, ma gli restava ancora un asso nella manica: sua sorella.
Era la sua unica ancora di salvezza, l'avrebbe trattenuta con sé per salvaguardare la sua vita. Ma di certo non potevano rimanere ancora in quel posto, si sarebbe dovuto spostare e raggiungere da solo il rifugio di Namaari, chiedere perdono e convincerli che aveva capito il suo errore e che questa volta avrebbe fatto come dicevano.
Finché Anna sarebbe stata sotto il suo controllo, forse poteva avere ancora una possibilità.
Scese al di la di un piccolo sentiero dentro il bosco, cercando di fare attenzione per quanto possibile per non inciampare, ma era talmente concentrato a sbrigarsi da non darci importanza, tanto meno ai rami di alcuni alberi che gli graffiarono il viso.
Una volta sceso del tutto, raggiunse un grosso albero ai margini di quel sentiero dove un tempo era popolato da un grosso e burbero orco. Non si sapeva che fine avesse fatto, ma molti evitavano anche solo di passare per quel bosco per timore di incontrarlo.
Hans aveva potuto constatare che quell'orco era sparito dalla circolazione da parecchio, forse era addirittura morto, chi poteva saperlo. Ciononostante gli sembrava il luogo migliore dove poter nascondere Anna, lontana da occhi indiscreti e soprattutto da quelli di sua sorella.
La ritrovò così come l'aveva lasciata, addormentata come se fosse immersa in un sonno profondo, l'incantesimo sarebbe durato ancora per un po', ma per sicurezza le aveva legato i polsi nel caso si fosse svegliata prima del previsto.
"Coraggio Anna, è il momento di fare un bel viaggetto."
"Quindi diceva il vero..."
Si voltò di scatto, vedendo la donna incappucciata di prima camminargli contro.
"Hai rapito sua sorella?"
Hans a quel punto si irrigidì, aveva dovuto rimettere a posto la bacchetta per sollevare Anna ed ora non sapeva in altro modo come difendersi. Così la avvicinò a sé con aria di sfida "Era l'unico modo per tenerla in pugno. Farebbe di tutto per lei."
"Come uccidere" ma non gli lasciò il tempo di parlare "Ed è vero anche per la ragazza di Beauxbatons? Cosa ti è saltato in mente?"
Hans non si scompose, nonostante la difficoltà, mantenne un atteggiamento sicuro e anche minaccioso "Tu chi saresti per farmi il terzo grado? Non ti ho mai vista nel gruppo di Namaari."
Il cappuccio fece intravedere la linea sottile delle labbra incurvarsi in un sorrisetto "Sono uno di membri più anziani, da ben prima che ti unissi a noi... Hans Westerdaard. Un cognome importante."
Sapeva di aver toccato un tasto dolente, perché lo vide irrigidirsi e la sua espressione cedere in una più nervosa "E proprio per questo che sono qui! E' per questo che ho cercato di fermare da sol..."
"Tu hai cercato di appropriarti di quel potere!"
Per un breve istante Hans parve disorientato "Come sai che..."
"Il tuo amico al San Mungo è un gran chiacchierone" disse lei, indicando nella sua cintura una fiala da un colore indaco "Con un piccolo aiuto."
La bocca di Hans si aprì in un'imprecazione ai danni di Gaston. Ma dopo quel breve attimo cercò di riprendere in mano la situazione, indietreggiò di un passo con Anna sempre attaccata a sé.
"Che cosa importa in fondo? Stavo per farlo e..."
Lei avanzò di qualche passo "Facile scegliere questa opzione dopo che lei ti ha rifiutato. Forse sei ancora nuovo, ma sappi che persone come Namaari... Portano rancore."
"Ma ora ho sua sorella! Possiamo controllarla e far si che cada nella nostra trappola."
"Non c'è più un noi..." lo fermò "Hai voluto fare di testa tua e hai messo in pericolo altre persone."
"Non era quello che volevo. Ma sicuramente saprai bene anche tu che non sempre possiamo proteggere tutti."
La donna sembrò passarsi una mano sulla fronte, esausta "Questo è diverso. A te... A te non importa, lo vedo. Tu non credi davvero nella nostra causa" gli si avvicinò ancora e dal mantello tirò fuori una bacchetta scura "Dammi la ragazza, Hans."
Lui parve titubante, guardò Anna e la strinse ancora di più per non lasciarla andare. I suoi occhi slittarono oltre verso il bosco, pensando velocemente ad una vita di fuga.
"Non lo ripeterò ancora" era seria, la sua voce non lasciava trasparire alcun timore "Non sono uscita da Azkaban per vedere il nostro mondo distrutto dal narcisismo di un ragazzino."

 
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NOTE AUTRICE:
Ciao ❤
Questo capitolo è bello incasinato, lo so. Spero di essere stata abbastanza chiara nel descrivere i combattimenti, è stato un bordello visto che di punto in bianco sono sbucati un sacco di personaggi da far interagire e non volevo lasciare indietro nessuno.
Hans ha fatto un bel casino e direi che se l'è vista brutta fino alla fine. Elsa beh...Per la prima volta ha perso letteralmente il controllo sulle sue emozioni, mai toccarle la sorella xD
Per la donna incappucciata, direi che ho lasciato chiari indizi sulla sua identità, che comunque verrà svelata tra non molto. 
Per quanto riguarda gli altri personaggi:

Namaari: E' l'antagonista del film "Raya: L'ultimo drago".
Ora...Non apprezzo granché il film, ma in questa storia vado oltre il gusto mio, se trovo dei personaggi con del potenziale li sfrutto e Namaari alla fine posso considerarla come il solo personaggio che ha ottenuto la mia attenzione durante tutto il film xD
Qui ha un ruolo diverso rispetto alla sua controparte del canon, ha un passato più particolare che verrà naturalmente spiegato avanti nella storia. Intanto si è visto che ha un qualche tipo di connessione con Maui 👀

Esmeralda: co-protagonista del film "Il Gobbo di Notre-Dame".
Nonostante ami follemente questo personaggio, sono stata indecisa fino all'ultimo se inserirla o meno nella storia, così come Jim. Mi piace talmente tanto che temevo di non renderla bene (e lo temo tutt'ora). Ho cercato di mantenerla più IC possibile, anche se qui, così come per Namaari, ci sono vicende che verranno spiegate in seguito e che spiegheranno il perché del loro comportamento.

Vinny: E' uno dei personaggi di "Atlantis: L'impero perduto". Sento che prima o poi li metterò tutti. Lui lo adoro, meritava un'entrata in scena del genere. Anche se mi dispiace per la fine di Bunny.

Per il resto, grazie ancora voi lettori, chiunque perda un po' di tempo a leggere questo libro.
Spero davvero che la storia vi prenda, ora stiamo entrando piu' nel vivo e ho tante idee in mente che spero possano piacervi.

 
~Un abbraccio~

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Capitolo 52
*** Lacrime di un figlio ***


 Cap 52: Lacrime di un figlio

 
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L'assenza di Anna aveva continuato ad alimentare la preoccupazione di Merida per tutta la durata del pranzo, inoltre anche la sparizione di Judy e Moana non aiutava. Sentiva che stava succedendo qualcosa, forse erano coinvolte tutte e tre o forse era tutto frutto della sua immaginazione e Moana e Judy avevano solo fatto una capatina un po' troppo lunga al bagno, ma voleva vederci chiaro.
Così aveva chiamato Hiccup e provato ad attivare l'incantesimo della collana che aveva in comune con Anna per scoprire dove si fosse cacciata. Nel tempo che si erano allontanati dal castello, la collana aveva preso ad illuminarsi maggiormente, spingendo i due verso la boscaglia vicino al cerchio di pietre.
"Non mi piace. Hai sentito anche tu quei rumori prima?" Hiccup non aveva smesso un solo istante di guardarsi attorno con sospetto, teneva la bacchetta ben salda mentre con l'altra mano ogni tanto cercava di frenare i passi di Merida non appena avvertiva un rumore poco sicuro "Erano delle voci!"
Merida alzò semplicemente gli occhi al cielo, suscitando ancora di più l'irritazione dell'amico.
"Oh certo, ignoriamo pure il problema."
"Vuoi forse abbandonare Anna in questa foresta?"
"Certo che no. Ti chiedo solo un minimo di attenzione in più. Non posso sempre tirarti fuori dai guai."
Merida sollevò stupefatta le sopracciglia "Tu? Che mi tiri fuori dai guai?"
"Secondo anno: eri stata accusata dal professor Tockins di avergli incendiato i baffi, io ti ho difesa, dicendo che ti eri confusa con l'incantesimo. Due mesi dopo per saltare una lezione ti sei chiusa involontariamente nello sgabuzzino e chi ti ha coperto per tutto quel tempo? Per non parlare di quando stavi per alterare la voce di Eric a lezione ed io ho scambiato le pozioni in tempo per evitarti una punizione. E tutte quelle volte che ti ho aiutata con i compiti e..."
"D'accordo d'accordo, ho capito!" lo frenò. Il volto era leggermente arrossito per l'imbarazzo e questo fece sogghignare un pochino Hiccup. Tuttavia per evitarle ulteriore imbarazzo, decise di cambiare discorso.
"Come hai fatto a convincere Anna a farsi mettere una segnale addosso?"
Merida sembrò rilassarsi e lo ringraziò mentalmente per non aver inferito di più con quella storia. Sapeva di avere un carattere difficile molte volte, eppure Hiccup non glielo aveva mai fatto pesare.
Ripresero così il sentiero fianco a fianco.
"Anna non sa nulla, pensa sia un regalo qualsiasi. Non me l'avrebbe mai permesso, ma temo commetta qualche sciocchezza."
"Come parlare a sua sorella da sola?"
Lei annuì "Preferisco essere sicura" si fermò e fece per guardarlo "Credi che sia troppo apprensiva? A volte sembra di comportarmi peggio di mia madre."
Hiccup fece le spallucce e sorrise "In una situazione del genere sarebbe strano se non lo fossi. Ma ti avverto, non ti perdonerà tanto facilmente dopo questa bravata."
"Me ne farò una ragione..." in quel preciso momento la collana si illuminò ancora di più, irradiando attorno a loro una forte luce azzurra. I due si scambiarono velocemente un'occhiata ed insieme accelerarono i passi verso la zona dove sembrava condurli verso la loro amica.
Non appena superarono l'ultimo cespuglio, videro davanti a loro Anna tra le braccia di Hans, sembrava fosse svenuta visti gli occhi chiusi, il ragazzo stava cercando di reggerla il più possibile, mentre davanti a loro ci stava una figura sconosciuta, con la bacchetta puntata proprio sul volto di Hans.
"Anna!"
Il richiamo di Merida fece voltare gli altri verso la loro direzione, ma non appena lo sguardo della donna si incrociò con i loro, sembrò perdere completamente interesse per quello che stava facendo.
Senza nemmeno dare il tempo a loro di rispondere, si abbassò subito il cappuccio, facendo intravedere per la prima volta il suo viso, una donna dai lunghi capelli castano chiaro e due grandi occhi verdi, incredibilmente somiglianti a quelli di Hiccup.
Merida non capiva, ma dagli sguardi che si stavano scambiando immaginò che si conoscessero entrambi. Hiccup sembrava paralizzato, provava a dire qualcosa ma ogni suo tentativo si distrusse nell'attimo in cui quella donna mosse un passo verso di lui.
"H_Hiccup? Cosa ci fai qui?"
Quella frase sembrò dargli finalmente la spinta necessaria per reagire "Io?! Cosa ci fai TU qui!"
Nel frattempo gli occhi di Merida slittarono verso Hans con ancora Anna tra le braccia e di colpo riprese tirò fuori tutta la sua rabbia "Lasciala subito!"
Puntò immediatamente la bacchetta contro di lui e lo stesso fece pure Hiccup, spostandola anche verso quella donna per impedirle di avvicinarsi ancora.
La donna sorrise appena, non sembrava particolarmente preoccupata nonostante tutto.
"Non vorrai davvero colpire tua madre."
In risposta alzò ancor di più la bacchetta verso di lei con aria intimidatoria "Non un solo passo."
Quella rivelazione scioccò anche Merida, ma nonostante tutto non si mosse di una virgola e tenne sempre lo sguardo fermo verso Hans.
Tuttavia la donna fece per agitare la bacchetta contro Merida, ma prima che Hiccup potesse fare qualcosa, un incantesimo la colpì alla schiena, facendola ruzzolare ai loro piedi.
Moana apparve subito dopo con il volto carico di agitazione.
Hans ne approfittò per fuggire ma venne bloccato da un incantesimo incatenante ai piedi scagliato proprio da Hiccup, Merida invece scattò per afferrare in tempo Anna un istante prima che cadesse a terra. 
Poco prima di svenire per la botta, Hans vide la rossa osservarlo con un'espressione piuttosto trionfante, come se stesse aspettando un momento simile da molto tempo.
"Oh... Non te ne andrai proprio adesso."

 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~

 

"Anna?! Anna! Svegliati!"
Dopo l'ennesimo richiamo e una leggera strattonata, la ragazza aprì lentamente gli occhi e l'immagine dapprima sfocata, finalmente prese forma rivelando una Merida che piano piano sembrava riprendere compostezza non appena la vide risvegliarsi.
"Per fortuna stai bene."
Anna prese qualche momento prima di rispondere, sentiva la bocca impastata, la testa che le girava e il corpo ancora un po' intorpidito, come se avesse dormito per giorni interi.
Poi si rialzò con fatica, aiutata dall'amica che non si era allontanata un solo istante.
"Cosa... E' successo?" cercò di tornare con la mente al ricordo più recente che riuscita a metabolizzare.
Era appena finita la prova del Torneo e aveva parlato con sua sorella... Ma più si sforzava di ricordare, più le veniva difficile mettere assieme i pezzi nella sua testa. Finché non udì altre voci dei suoi compagni e non appena alzò lo sguardo verso di loro, notando Hans li a terra, di colpo sentì il corpo tremare e quella terribile angoscia prese nuovamente il sopravvento.
"O_ora ricordo! Hans! Lui... Lui voleva rapirmi e..." fece per rialzarsi, ma sentì le gambe cedere ancora "Come ho fatto a liberarmi?!" chiese, mentre Merida la aiutava a sollevarsi.
"Con un po' di aiuto."
Indicò col capo Hiccup e Moana che nel frattempo sembravano essersi occupati per bene dei due prigionieri. Si erano impadroniti delle loro bacchette, assicurati che fossero ancora svenuti e soprattutto ben legati, in modo da non giocare brutti scherzi.
"Hai legato bene?" chiese Hiccup.
"Questo incantesimo con i nodi me l'ha insegnato mio padre, funziona eccome. E senza le loro bacchette non potranno scappare da nessuna parte" disse Moana, rivolgendo a lui e poi alle altre un'espressione più titubante "Dovremmo avvertire il preside. Hans non può passarla liscia dopo quello che ha cercato di fare e questa donna..."
La indicò e a quel gesto vide il corpo di Hiccup irrigidirsi.
"Non lo so" rispose.
Moana lo guardò sorpresa, cercò in Merida un aiuto, ma anche la sua espressione pareva dubbiosa. Eppure mentre li legavano aveva accennato a loro due quanto era successo e di come siano scampati da quel pericolo per pura fortuna.
Gli insegnanti si sarebbero accorti della loro scomparsa e l'ultima cosa che voleva fare era lasciar andare una persona che pochi istanti prima voleva uccidere i suoi compagni.
"Se avvertiamo gli insegnanti la riporteranno ad Azkaban."
L'espressione di Moana si fece più dura "Allora è meglio farlo subito!" fece per andare, ma la mano di Hiccup la bloccò per un braccio.
"Aspetta."
"Che succede?" vedeva che c'era qualcosa di strano nel suo sguardo, anche in quello di Merida. 
Sapeva per sentito dire di quanto fosse orribile la prigione di Azkaban, di come ti distruggeva, e sebbene non si sentiva al settimo cielo nel consegnare qualcuno a quell'inferno, il pensiero che fino a poco fa i suoi amici avessero rischiato la vita le fece cacciare in breve ogni forma di compassione.
Incrociò nuovamente gli occhi di Hiccup e quando gli permise di mollare la presa, lo vide accucciarsi vicino a quella donna.
"So che non dovrebbe importarmene, non dopo tutto quello che ha fatto passare alla mia famiglia. Ma... Se questa fosse la mia ultima possibilità? E' pur sempre mia madre."
Quelle parole furono come una secchiata d'acqua gelida per Anna e Moana, in particolare per quest'ultima, che finalmente capiva il perché di tutta quella titubanza nel suo sguardo.
Merida allora fece un passo verso di lui, tirando fuori un tono stranamente dolce e comprensivo.
"Ascoltami, è pericolosa. Potrebbe ingannarti e ne soffriresti ancora."
"E' vero. Ma se la consegniamo adesso, puoi immaginare cosa le faranno. Potrebbero addirittura..." non riuscì però a finire la frase, le parole gli si bloccarono perché il solo pensiero di essere in qualche modo coinvolto nella morte di sua madre gli annullava ogni tipo di reazione.
Merida era preoccupata per lui, glielo leggeva nel suo sguardo. L'azione giusta sarebbe stata seguire il suo consiglio, ma allora perché sentiva di dover fare il contrario? 
Se questa fosse davvero stata la sua ultima occasione per parlare davvero con sua madre, non poteva sprecarla così.
"Hiccup..."
"Se avessi la possibilità, se avessi una sola occasione per vedere un ultima volta tuo padre, non lo faresti?"
A quel punto lei tacque. Lo fece perché in cuor suo, sentiva che forse anche lei avrebbe reagito nello stesso modo. Criminale o meno, era pur sempre sua madre. Sapeva bene quanto facesse male quel dolore.
"Ha ragione" disse la voce di Anna "E' quello che farei anche io, se al suo posto ci fossero i miei genitori."
Merida non disse altro, si limitò ad annuire comprensiva, al che Hiccup, dopo aver rivolto ad entrambe un leggero sorriso, rivolse tutta la sua attenzione sulla donna ancora addormentata. Dopo averla scossa un paio di volte, finalmente incrociò il suo sguardo, sentendosi terribilmente nervoso.
Dopo un momento di esitazione, la donna cercò subito con lo sguardo la sua bacchetta, vedendola puntualmente agitata tra le mani di Moana li vicino "Se cerchi questa, ce ne siamo già occupati."
"Dovevo aspettarmelo" il suo sorriso pareva quasi rassegnato mentre voltava lo sguardo verso ognuno di loro "Immagino avrete già chiamato qualcuno, allora."
Nessuno rispose e solo allora Valka si concentrò finalmente su Hiccup "Ma guardati... Ti sei fatto così grande e bello. Mi ricordi molto tuo padre." 
Lui cercò di rimanere impassibile. Sapeva che gli avrebbe fatto male parlarle, ma non credeva così.
Valka non gli staccava gli occhi di dosso, la sua espressione sembrava quasi rasserenata "Non avrei mai pensato di trovarti ad Hogwarts."
"Noi... Ci siamo dovuti trasferire dopo che..." deglutì, interrompendo per un attimo il contatto con lei "Che sei stata portata via."
A quel punto il sorriso di Valka si spense un po' "...Mi dispiace."
Si levò uno strano silenzio, un silenzio che sembrava non aver mai fine e che Hiccup sentiva di dover interrompere a qualsiasi costo.
Così lo fece.
"Perché l'hai fatto? Perché hai... Hai aggredito tutte quelle persone? Perché hai scelto di lasciarci? Perché hai scelto lei?"
Capendo a chi si stesse riferendo, Valka sembrò fissarlo severamente "E' questo quello che pensate tu e tuo padre? Che abbia scelto di stare dalla parte di quelle persone?" lo sentì farfugliare qualcosa, ma la sua voce lo sovrastò "Non credere a quello che hanno scritto su di me, Hiccup."
"C'erano dei testimoni! Tu eri li, con i draghi! Babbani e maghi hanno perso la vita!" 
Questa volta il tono si fece più acceso, talmente tanto da stupire perfino le altre.
"Non è così semplice" Valka al contrario suo sembrava mantenere una certa calma, forse troppa, mentre Hiccup sembrava ora sul punto di scoppiare. Si era alzato e si era allontanato qualche attimo per prendere di nuovo coscienza delle sue emozioni.
Si sentiva frustrato e stupido: stavano parlando, ma era come se ci fosse un enorme muro tra di loro e sentiva che Valka non lo stava ascoltando, non per davvero.
Forse non le interessava quello che aveva da dire. Forse non le importava più di lui, né di suo padre. Forse stava solo prendendo tempo in attesa di qualcuno che la venisse a soccorrere.
Alzò lo sguardo e vide che il cielo stava iniziando a diventare di un bel rosa, segno che il sole stava iniziando ormai a calare. 
Anche lei lo imitò, e forse fu proprio la vista di quel cielo a spezzare un po' quella rigidità che teneva "Sai... Una volta qualcuno mi disse che la verità, come la luce, acceca. La menzogna invece è un bel crepuscolo."
Hiccup allora tornò di nuovo a fissarla "Cosa significa quindi? Che mi stai mentendo, ancora?" ma prima che rispondesse, continuò severo "Non mentire, non sei nelle condizioni di farlo."
Valka scosse debolmente il capo, la voce ancora una volta di una calma quasi innaturale "Non ti sto mentendo." 
"Hai organizzato quell'attentato! Eri li!"
"Stavo cercando di fermarlo."
"Ma... Ma come..." lui si fermò di colpo "Se... Se volevi davvero fermarlo, perché quelle morti..."
Allora la madre lo fissò con uno guardo pieno di dolore "Sarebbe bello poter salvare tutti, ma non è sempre possibile."
Il ragazzo si scambiò un'occhiata con Moana li a fianco, poi con Merida ed Anna.
"Non ti credo."
"Non avrei motivo di mentirti."
"Ah no? Beh a giudicare da questa situazione, me ne vengono in mente un paio" si stava di nuovo scaldando, lo sentiva, così cercò di riprendere lucidità passandosi una mano sul viso e tirando un ungo sospiro.
"Ho cercato di fare del mio meglio, credimi. Ma il mago che stavo cercando sarebbe fuggito, non potevamo permettercelo..."
"Permettercelo" ripeté Hiccup, massaggiandosi la fronte "Quindi, tu e...?"
Ma Valka non rispose.
"Avevi... Una doppia vita e io e mio padre non ne sapevamo nulla?"
"Non volevo coinvolgervi."
"Non riesco a crederci..." si passo' nuovamente una mano sulla fronte, spostandosi alcuni ciuffi di capelli dal viso "Quanto puoi essere egoista..."
Quella frase sembrò finalmente smuovere le emozioni della donna che scattò, lasciandolo stupefatto "Egoista?! Se mi fosse capitato qualcosa almeno avresti avuto tuo padre!"
Ma Hiccup la tenne testa, rispondendo a quello sguardo sprezzzante "Pensi di farmi sentire meglio cosí?! Quel giorno ti ho persa! Ti hanno portata via da me e non ho potuto nemmeno vederti un'ultima volta!" era avanzato verso di lei e per la prima volta, vide sua madre incapace di reagire "Ne valeva davvero la pena perdere la tua famiglia? La tua libertà?"
Dopo un lungo momento, alla fine Valka rispose, riprendendo la calma di prima "So che non sarai d'accordo, ma l'ho fatto per far avere a te e a chiunque altro una vita migliore. La guerra magica ha distrutto migliaia di vite, non potevamo permetterne un'altra."
"Ora c'è di mezzo anche la guerra magica!"
Temendo potesse esplodere ancora, Moana decise di prendere in mano la situazione, avanzando verso di lei "Quando parli al plurale, ti riferisci ai tuoi compagni di prima? Quelli che ci hanno attaccati poco fa?"
"Vi abbiamo attaccati perché voi vi siete intromessi. Ma non vi avremo fatto nulla, non eravate voi il problema, ma lei."
Visto a quanto aveva assistito poco fa, capiva perfettamente a chi si stesse riferendo "Lei..."
"La ragazza di ghiaccio. E' il motivo del nostro arrivo."
Vide Anna irrigidirsi di colpo e così anche Merida ed Hiccup. Quest'ultimo si chinò nuovamente verso la donna, con fare titubante "P_Perche'? Vi fa così paura il suo potere?"
"Non è solo quel potere, ma il significato che si cela all'interno" dopo un attimo di esitazione, parlò "Quella ragazza è portatrice di male, la sua sola presenza costituisce un appoggio verso tutti quelli che attendono ancora il suo ritorno. L'arrivo della vostra amica, porterà il ritorno del regno di Malefica."
Ancora una volta, il gelo. Tutti rimasero in silenzio, ripetendo quelle parole nella loro mente a ripetizione, come se non ci volessero credere sul serio.
"Ma lei è morta!" disse Merida.
"E' scomparsa" la corresse Valka "Il corpo di Merlino fu trovato, il suo no. Per quanto ne sappiamo potrebbe essere ancora viva, in attesa di tornare ancora più forte."
Lei fece per parlare, ma la voce di Anna la superò.
"E quale sarebbe il collegamento di Elsa con quella donna?! Perché lei?!"
"Perché è così che dice la profezia."
Lei la guardò, disgustata "State scherzando? Voi avete rischiato di uccidere mia sorella solo per una premonizione?" ma come lo disse si ricordò della sua visione, di quelle notti insonne passati a rimuginare sul significato di quel sogno tanto brutto e preoccupante.
Ed ora, per quanto odiasse pensarla in quel modo, sentiva che forse poteva dare un senso a quegli incubi.
Ma in cuor suo avrebbe tanto voluto il contrario.
Valka la guardava duramente, sul suo volto non c'era la minima traccia di alcun dubbio "Se l'ha fatta il migliore dei veggenti, si. Tu eri troppo giovane per ricordarlo. Non diresti così se avessi provato anche tu l'orrore di quella guerra. Maghi, babbani... In quel momento non aveva alcuna importanza, se non fosse stato per l'intervento di Merlino, a quest'ora ci sarebbe solo cenere ..." disse, spostando poi lo sguardo sugli altri ragazzi "... Dopo la sua scomparsa, molti sono rimasti nell'ombra. Voi non avete idea di quanta gente speri ancora nel ritorno di Malefica. Pensano che riporterebbe il giusto equilibrio" un sorriso amaro si formò sul suo volto pallido "L'equilibrio... Di cosa? Malefica diceva di voler combattere per la sua gente, ma a quale prezzo?"
"Voi non state facendo diversamente" disse Hiccup con fare accusatorio.
"Abbiamo cercato di avvertire il Ministero, ma non ci hanno voluto ascoltare. Quel posto... E' sempre più corrotto, marcio... Non c'è da fidarsi di quella gente" disse, spostando lo sguardo su ognuno di loro "Ditemi, se poteste scegliere di salvare la vita di tanti innocenti, sacrificandone una sola. Voi cosa fareste?"
Un silenzio si creò, il volto di Anna era ormai rigato dalle lacrime, ma prima che potesse rispondere, Moana si fece avanti, decisa "Non vorrei mai essere messa ad una scelta simile."
Valka rispose con un sorriso amaro "E io non vorrei mai che voi ragazzi foste messi di fronte ad un impegno del genere. E' per questo che ci prendiamo noi questa responsabilità" il suo sguardo si incrociò nuovamente con quello del figlio "Non so come, ma se quella ragazza rappresenta anche solo una vaga speranza del suo ritorno, purtroppo va eliminata. Non possiamo rischiare, non senza Merlino."
Hiccup era titubante, si sentiva confuso, agitato, per quanto le parole di sua madre sembrassero vere, l'idea di poter fermare questa pazzia uccidendo una sola persona gli sembrava assurdo.
Assurdo e sbagliato.
"Ecco dov'eravate finiti!" mormorò poi una voce alle loro spalle. Nessuno si era accorto dell'arrivo di Judy, nemmeno Valka, il bosco era comunque fitto, si sarebbero sentiti i rumori dei passi e delle foglie, ma stranamente non avevano avvertito nulla.
Vedendo le espressioni perplesse dei suoi amici, Judy si mise subito sulla difensiva "Moana era sparita e..." ma quando i suoi occhi slittarono su Valka ed Hans, si fermò "Siete... Riusciti a catturarli?"
Hiccup annuì "Si, ma..."
"Dobbiamo portarli subito indietro!"
Fece per avvicinarsi ancora ma Moana la fermò per un braccio, facendo cenno di aspettare "E' sua madre..." sussurrò, indicando col capo Valka ed Hiccup.
"Hiccup..." la voce di Anna attirò l'attenzione di tutti "Non possiamo lasciarla scappare. Hai sentito quello che vuole fare."
"Consegnatemi allora, riportatemi ad Azkaban..." disse Valka "Questo progetto non si fermerà, tua sorella..."
"Smettila!" la fermò Anna, furente.
"Credimi, non vorrei farlo, ma non abbiamo altra scelta!"
"C'è sempre una scelta!"
"Non questa volta, non nella vita reale."
La tensione si stava nuovamente scaldando, facendo ben presto andare nel panico l'intero gruppo.
"Cosa facciamo?" chiese Merida ad Hiccup.
Anche Moana lo stava fissando con insistenza, cercando un suo appoggio e forse proprio perché sentiva tutti quegli occhi puntati su di lui che iniziò a vacillare.
"Ci sto pensando..."
"Pensate in fretta, ragazzi. Se scoprono che l'avete tenuta per tutto questo tempo finiremo ancora più nei guai di quanto già non siamo." si intromise Judy.
"Non è facile ragionare con voi che mi parlate sopra!"
Quella breve frecciatina però, non le passò inosservata "Se ti calmassi un minuto..."
Hiccup a quel punto si diresse verso di lei "Calmarmi?! Come pretendi che mi calmi in una situazione del genere?!"
Sembrava andare sempre peggio: Merida stava cercando di calmare Anna, ormai sul punto di esplodere, Judy ed Hiccup avevano iniziato a discutere sempre più animatamente, mentre Moana tentava di farli ragionare, seppur anche lei in maniera poco lucida.
In quel momento Valka decise che era il momento.
Approfittando di non avere gli occhi puntati addosso, con un colpo di bacino colpì le gambe di Judy e la fece scivolare a terra, Moana cercò si soccorrerla ma venne nuovamente colpita da Valka che la sovrastò, prendendole di mano la bacchetta e finalmente liberandosi da dall'incantesimo che la rendeva legata.
Sfortunatamente sia Anna che Merida avevano lasciato da parte le loro bacchette, trovandosi vulnerabili e la donna ne aveva approfittato per tenerle entrambe sotto tiro.
"Potrei portarti con me" disse ad Anna, anche se sembrava stesse per lo più facendo un discorso a voce alta "Quello sciocco di Hans forse ci aveva visto bene, tieni molto a tua sorella. Potremo attirarla a noi."
Anna non sapeva cosa dire, ma Merida si fece avanti, facendole da scudo "Non ci provare nemmeno."
Nel frattempo, anche Moana aveva fatto un passo verso di lei, sfidandola con lo sguardo "Se stai combattendo per il nostro futuro, vuoi davvero far arrabbiare una persona del genere in una scuola piena di studenti? Hai visto cos'ha fatto ad Hans poco fa, e solo perché pensava che sua sorella fosse in pericolo. Pensa se ne fosse davvero sicura."
Valka non rispose, ma dal suo sguardo sembrava aver colto nel segno.
"Metteresti in pericolo tutti noi... E me" Hiccup la fissò , aveva gli occhi lucidi, ma il tono non nascondeva e tutto il suo rancore "Vuoi farmi anche questo?"
"Voi tutti dovreste allontanarvi da lei, non capite quanto sia pericolosa?" mormorò Valka a denti stretti, stringendo forte la bacchetta tra le mani.
Hiccup sorrise appena, arrivando a fianco di Moana "Detto da chi sta puntando la bacchetta contro le mie amiche è un po' ipocrita."
La donna esitò ancora e in quel momento avvertì l'urlo di un incantesimo lanciato proprio da Judy, riuscì a proteggersi in tempo, ma in quel frangente sia Anna che Merida erano riuscite ad allontanarsi e raggiungere i compagni.
Valka rimase sola e decise dunque di fuggire, dopo aver deviato un altro colpo, fermato in parte anche da Hiccup che tentava di frenare la sua amica, gli rivolse un ultimo sguardo, per poi fuggire definitamente dalla scena.

 

 
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NOTE AUTRICE:
Ebbene, ecco che si scoprono cose. 
Elsa potrebbe far parte di una profezia collegata a Malefica e forse questo spiegherebbe anche i sogni di Anna.
Insomma, tutti vogliono fare del male alla poveretta, come nel canon, non sta in pace nemmeno qui.
Ma ora veniamo al personaggio di Valka, dove voglio spendere giusto qualche parola.
Sono ben consapevole di essere andata un po' nell'OOC con lei.
So che non è proprio la "Valka del film", non pienamente, ma proprio perché ho visto così tanto potenziale nella versione scartata (maledetti!) che ho voluto renderla in questo modo.
Valka in generale non mi piace granché. Già in primis un* che abbandona la famiglia per andare a fare la martire non mi fa impazzire, ma in generale trovo che sia stata trattata maluccio nel film, trasformandola in una eroina e perdonando il suo gesto fin troppo velocemente.
Per chi non lo sapesse, all'inizio avevano in mente di renderla una vera e propria antagonista nel 2, per poi farla redimere al terzo film. Ma l'idea è stata scartata perché ricordava troppo Star Wars... 🙄
Secondo il mio parere avrebbe funzionato di più questa versione, una persona che credeva fortemente nelle sue idee, un personaggio grigio ed estremista, con uno sviluppo che l'avrebbe portata a cambiare il suo pensiero e a combattere a fianco del figlio.
Diciamo che ho tentato di fare un miscuglio di entrambe le versioni.
Qui Valka non è propriamente cattiva, fa parte di un'organizzazione che tenta di fermare qualunque atto che possa far tornare la guerra magica e, come ha già detto, per far ciò bisogna fare dei sacrifici e purtroppo, non è possibile salvare tutti.
Insomma, spero di averla resa un minimo interessante. Ovviamente non sarà la sua ultima apparizione.
Per il resto, non dimentichiamoci che c'è ancora Hans con loro 👀
Non mi dilungo oltre, che vi ho già tediato troppo. Grazie ancora per essere arrivat* fin qui ❤

 
 
~Spirit~

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Capitolo 53
*** Addii ***


Cap 53: Addii

 
  i am good at emotion — merida-straighthair: In which Queen Elinor...

 


Sebbene Nord e gli altri insegnanti si fossero assicurati di non far trapelare troppe notizie all'interno della Sala Grande, la voce iniziò facilmente ad espandersi, specie dopo l'arrivo di Jim, Elsa e Bunnymund.
Le sue condizioni in particolare erano ben più gravi di quello che si pensava e senza indugi Nord lo aveva fatto trasferire al San Mungo.
L'agitazione ormai era presente tra tutti, studenti, insegnanti, perfino il consiglio.
Questi ultimi si trovavano ancora nella scuola quando tutto era successo, mai avrebbero potuto immaginare un disastro del genere, non dopo le precauzioni che furono state prese durante l'attacco di quei draghi. 
Filippa e Agenore, avendo i loro figli ancora studenti, non riuscivano a tenere a freno la loro agitazione. Filippa in particolare sembrava sul punto di un crollo emotivo.
Era subito partita alla loro ricerca, com'era riuscita a scovare il piccolo Antonio tra la folla lo aveva afferrato e stretto in una morsa talmente forte da impedirgli quasi il respiro.
"M_mamma!" aveva piagnucolato mentre con lo sguardo vagava nel tavolo dove si trovavano i suoi compagni di casa, grato almeno di poter nascondere il rossore del suo imbarazzo da quell'abbraccio dato con tanta enfasi.
"Come sarebbe a dire che quella donna era una metamorfomagus?!" aveva esclamato nel frattempo Agenore al preside, con il volto paonazzo per la rabbia. 
Nonostante il tono di voce imperturbabile, l'esitazione nell'affrontare alcune domande del consiglio lo tradirono.
"Dov'è finita Dorothea, Nicholas?!" insistette ancora l'uomo.
"Ed Elinor?!" mugugnò Filippa con ancora il figlio più piccolo tra le braccia "E' sparita da prima della prova, se le fosse successo qualcosa?! E se fosse la fuori con quei...." si trattenne e cercò di allontanare quell'orribile pensiero dalla sua mente. 
Antonio lo percepì e, nonostante l'imbarazzo nel farsi vedere davanti ai suoi compagni di scuola, tornò ad abbracciare sua madre per rassicurarla. Lei lo lasciò fare e questo gesto sembrò calmarla almeno un po'.
"Sono sicuro che Signora Dumbroch sta bene" disse Nord.
Uberta lo aveva appena raggiunto dopo aver cercato di calmare alcune delle sue studentesse.
"Ma questa è una maledizione! Prima i draghi, poi quel lupo mannaro... Ed ora questo! Sono tutti impazziti!"
"Cerca di non farlo anche tu" la rimproverò Sinbad. Nord, seppur grato, sperò che quel commento non desse il via ad un'ennesima discussione.
Non ne sentiva proprio il bisogno, non adesso.
Uberta gli rivolse uno sguardo truce, la tiara sulla testa era in parte scivolata e per poco non le stava coprendo l'occhio sinistro, sarebbe stata anche una scena che avrebbe fatto sorridere Sinbad se fosse avvenuta in circostante diverse.
"E non pensiamo ai nostri studenti?! I miei ragazzi sono terrorizzati, non posso lasciarli in un luogo così pericoloso!"
Nord vide l'uomo mordersi la lingua prima di rispondere "In questo momento cerchiamo di non trasmettere altro panico. Lo hai detto tu Uberta, non diamo un altro motivo per allarmarsi ancora."
"Sinbad ha ragione" disse infine Nord, cercando di attirare l'attenzione sia loro che quelli del consiglio "Capisco vostri timori, ma insegnanti stanno controllando ogni area di castello e ..."
"E questo non è abbastanza, Nord. Non più!" tuonò la voce di Claude Frollo, seguito da un paio dei suoi funzionari. Si fece largo a passo svelto, degnando solo per un breve istante i membri del consiglio con un lieve cenno del capo, ma poi concentrò tutta la sua attenzione sul preside di Hogwarts. Ignorando volutamente gli altri due al suo fianco.
"Ma guarda, sbuchi sempre nei momenti meno opportuni" borbottò Sinbad. 
Claude lo fulminò con lo sguardo per un breve istante.
"Claude Frollo" George sollevò tremante il bastone nella sua direzione "Le voci circolano troppo in fretta. Immaginavo non perdesse tempo."
"Non provo certo soddisfazione per il mio intervento in un momento del genere" si giustificò, portandosi una mano al petto.
George si limitò a lanciare un'occhiataccia poco convinta agli altri membri del consiglio.
"Ma come temevo, è evidente che a dispetto di quello che continua a dire, Nord non ha il minimo controllo di questa scuola" continuò con lo sguardo fisso verso il preside "Con gli anni la sua autorità è andata sempre più a diminuire. Lo trovo inconcepibile."
Nord fece un passo in avanti per rispondere, ma la voce tagliente di Frollo lo fermò ancora "Nicholas Nord, in questo momento la dichiaro ufficialmente sospeso dalla carica di preside di Hogwarts. Troppi errori sono stati fatti sotto la sua sorveglianza." 
Lo shock per tale affermazione sconvolse tutti i presenti, tranne Sinbad. Probabilmente sospettava fin dall'inizio questa uscita.
Non era nascosto a nessuno la poca simpatia di Frollo nei confronti di Nord, benché meno delle sue regole. Aveva sempre espresso il suo totale disaccordo nei suoi modi di fare, in netto contrasto con i suoi. 
Tuttavia Nord aveva sempre goduto di grande stima tra i maghi, in particolare di Atlanta, capo del Ministero della Magia. Anche se ultimamente trovava sempre più difficile mettersi in contatto con lui, Frollo non avrebbe mai agito senza il suo consenso.
"Lei non può..." Nord era avanzato verso di lui e, forse dovuto dalla differenza di stazza, sembrava ergersi più minacciosamente. Ma Frollo non si scompose anzi, gli tenne notevolmente testa.
"Posso, e lo farò" disse "Dal momento che Aster Bunnymund non può occuparsene, mi assumerò io la piena responsabilità nel dirigere questa scuola. Ovviamente fino al ritorno del vicepreside."
In quel preciso momento si aggiunsero anche Pitch Black e Maui Jonhson, ma questo non impedì a Frollo di continuare il discorso.
"Applicherò dei cambiamenti seri che renderanno Hogwarts un posto sicuro per le nuove generazioni. E questa volta per davvero" fece un passo verso i membri del consiglio, come per cercare il loro supporto "Non ci saranno più presunti scherzi che coinvolgeranno gli studenti, né creature impazzite, verrà ristabilito l'ordine e la disciplina. Nel frattempo il Ministero si assicurerà che vengano ritrovati e catturati i responsabili di quegli attacchi." 
A quelle ultime parole Maui esitò un momento. Prese un lungo respiro prima di parlare, forse per cercare di trattenere il nervoso dovuto al comportamento di Frollo.
"Una di loro la conosco molto bene, so che potrei..."
"Zhijie..." lo interruppe Claude, stupendolo.
"Lo sapeva?"
"Naturalmente. Namaari Zhijie e altri suoi compagni stanno da tempo dando...Problemi. Ironico pensare che fino a pochi anni fa questa donna lavorava sotto il nostro comando. Ma questo non credo ci sia bisogno di ricordarglielo" disse, senza nascondere un cipiglio divertito "Quale coincidenza fortuita, una ribelle del Ministero ed ex collega del qui presente Maui Johnson."
"Cosa vuole insinuare? Che l'ho fatta entrare di nascosto?!" lo provocò.
Maui sembrava sul punto di esplodere, al contrario di Claude che pareva fermo ed impassibile, mantenendo lo sguardo fisso su di lui.
"Sta facendo tutto da solo. Ma per sua fortuna, non la ritengo così idiota da voler sfidare ancora una volta il volere del Ministero, rischiando addirittura il carcere."
Maui strinse i pugni con così tanta forza che Nord si sentì obbligato ad intervenire al suo posto, prima che la situazione peggiorasse.
"Non dubito di fiducia di Johson. Si è sempre dimostrato molto leale."
"Leale? E allora, sentiamo... Dove sarebbe la traditrice?" sorrise Frollo, sprezzante. Poi lo indicò poi con un gesto plateale con il braccio "Quest'uomo le avrà permesso di fuggire."
"Impossibile" disse Nord autoritario, posando poi lo sguardo su Pitch in cerca di sostegno, ma l'uomo, dopo un breve istante di silenzio, scosse debolmente il capo.
"L'ha fatto, ci sono i testimoni" confermò.
L'espressione di Nord si fece glaciale, ma questo non fece scomporre Pitch.
"Mi spiace Nicholas, ma non posso mentire sull'inefficienza di un collega."
Maui borbottò qualcosa, sembrava essere diventato ancora più nervoso. 
"Inefficienza. Non avrei saputo trovare termine migliore" sorrise soddisfatto Frollo, avanzando poi verso Maui "I suoi sentimenti potrebbero offuscare...Se non intralciare, le ricerche. Non sono così sprovveduto da permettere ad un auror senza licenza di inseguire una fuorilegge!" si mosse e fece cenno ai suoi compagni di seguirlo "Mi impegnerò affinché vengano condannati senza possibilità di appello."
Lo sguardo di Maui si rabbuiò "Intende..."
"Una volta catturati, verranno condotti ad Azkaban. Fermeremo una volta per tutti quei ribelli, a cominciare da Zhijie. Sono certo che alla sua esecuzione tutti gli altri diventeranno più...Mansueti, e collaboreranno."
"N_No! Il bacio del Dissennatore era stato abolito anni fa!"
"Verrà reintrodotto."
Maui a quel punto non ci vide più e, con un gesto talmente inaspettato da stupire perfino Pitch, si avventò su Claude, sollevandolo per il vestito "E' una cosa spregevole!" urlò, ormai in preda dalla rabbia.
I due colleghi che accompagnavano Frollo si mossero per intervenire, ma l'uomo li fermò con un gesto della mano. Al contrario degli altri, lui non si lasciò intimidire e sollevò leggermente un lato della bocca in un sorriso lieve.
Maui non sembrava ragionare, ma per fortuna la voce di Nord parve risanarlo, almeno per quei pochi istanti, permettendo quindi di allentare finalmente la presa.
"Per un bene superiore" con fermezza Claude si liberò. Avanzò poi qualche passo li vicino, per poi fermarsi di punto in bianco "E...Prima che me ne dimentichi. Signor Johnson, come potrà intuire è sollevato anche lei dal suo incarico. Ripulisca la sua scrivania e si prepari ad uscire, la voglio fuori entro un'ora."
"Ora stai esagerando! Non hai alcun diritto di prendere queste decisioni senza l'intervento di Atlanta!" sbottò Sinbad.
"Mi è stata conferita la piena libertà sul destino di questa scuola, vogliamo forse mettere in discussioni il volere del Ministero? Pensate ai vostri figli..." spiegò, voltandosi successivamente verso Filippa e Agenore "Se questi ribelli tornassero è mio dovere assicurarmi la completa fedeltà di ogni funzionario di Hogwarts, non c'è spazio per i ripensamenti. Non se sono a discapito dei giovani. Non credete?"
I due si scambiarono un lungo sguardo, finendo poi per annuire, anche se con riluttanza. 
Per quanto i metodi di Claude Frollo fossero ben lontani da quelli di Nord, non potevano ignorare gli ultimi avvenimenti e le azioni di Maui dovevano essere riconosciute.
Anche George, seppur controvoglia, dovette accettare questi provvedimenti, per il bene dei ragazzi, anche se questo significava la sospensione di Nord per il momento.
Frollo non brillava di simpatia, questo era certo, ma su una cosa tutti erano sicuri: avrebbe reso Hogwarts una fortezza da cui era impossibile scalfirla. Nel bene o nel male.
"Molto bene" salutò dunque con un cenno col capo e si preparò ad uscire dalla stanza con passo svelto, ma una volta uscito, si vide arrivare in contro la figura di Rapunzel. Purtroppo lei non riuscì a frenare il passo e lo colpì, facendolo quasi vacillare all'indietro.
Era stato solo un incidente, una piccola sbadataggine dovuta alla fretta, ma a Frollo questo non importava.
"Perché non guardi dove metti i piedi?! Stupida ragazzina!" le urlò, facendola sussultare per lo spavento.
"I_Io non..."
"Cosa ci fai qui? Torna subito al tuo dormitorio o mi vedrò costretto a metterti in punizione!"
Avrebbe avrebbe dovuto dire qualcosa, scusarsi o semplicemente allontanarsi da quella spiacevole situazione, ma era come se qualcosa le avesse impedito di muovere anche un solo muscolo.
Si sentì come colpita da una scossa lungo tutta la schiena.
L'agitazione iniziò ad aumentare, il battito accelerare. Alzò lo sguardo ed incrociò i piccoli occhi scuri di quell'uomo, sentendo come se le mancasse la terra sotto di piedi. 
Quella voce...
Aveva una sensazione orribile.
Quella voce la riconosceva...
"Hai sentito ragazzina? Vai via" uno degli uomini che avevano accompagnato Frollo le diede una leggera spinta per farla spostare di lato.
Mentre la sorpassava, Frollo le lanciò un'ultima occhiata ripugnante ed infine si allontanò, lasciando Rapunzel in quell'angolo della sala, ancora paralizzata dalla paura.
E fu in quel momento che quel ricordo tornò a fissarsi nella sua mente.
Non poteva sbagliarsi: quella era la voce dell'uomo che aveva ucciso Gothel.

 

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"Avremo fatto bene a lasciarlo li?" aveva chiesto Anna, riferendosi ovviamente ad Hans.
"Non mi dirai che ti preoccupi ancora per lui?" sentenziò Merida accigliata. Anna rispose con una smorfia.
"Certo che no! Temo solo possa scappare come con la madre di Hiccup" avvertì poi il sospiro dell'amico accanto a lei.
"Non ricordarmelo..." 
"E' in una stanza sigillata da un incantesimo, legato e anche se riuscisse a liberarsi non potrà fare molto senza questa" Moana alzò la bacchetta rossa che apparteneva ad Hans, sotto lo sguardo furibondo di Merida.
"Sono seriamente tentata di spezzargliela."
"Penseremo a cosa fare di lui domani, d'accordo?" la fermò Judy, vedendo già come si stava scaldando.
Dal momento che il sole stava ormai calando e visto il caos che era successo solo poche ore prima, tutti loro avevano deciso di tornare al castello e tenere segreto il fatto di Hans, in modo da interrogarlo e scoprire quanti più dettagli possibili su quel gruppo che voleva uccidere Elsa.
Una scelta un po' sofferta da Merida, che dal canto suo voleva dargli una sonora lezione per tutto il male che aveva causato ai suoi amici, ma alla fine, dovette accettare il voto della maggioranza, seppur controvoglia.
Neanche Anna era al settimo cielo, avrebbe voluto interrogare Hans seduta stante e sputargli in faccia tutto il dolore che sentiva, ma si era già fatto tardi, gli insegnanti avevano radunato gli studenti in sala grande per assicurarsi che stessero tutti bene. Non potevano destare altri sospetti.
Purtroppo erano ancora ignari di quello che era successo tra le mura della scuola nel tempo in si erano allontanati.
Mentre uscivano dal boschetto dove fino ad un'ora prima Merida ed Hiccup si erano avventurati per cercare Anna, si era formato uno strano silenzio in comune. Nessuno sapeva più cosa dire, forse perché avevano tanti pensieri per la testa e faticavano a tenere in balla un discorso.
Hiccup decise di spezzare quell'attimo di smarrimento, rivolgendo a Judy un'occhiata "Come sapevi che la Stramberga Strillante era libera?"
La ragazza sobbalzò, probabilmente interrotta in uno dei suoi ragionamenti. 
"Già, pensavo fosse invasa dai fantasmi" mormorò Merida, sovrappensiero.
"Solo solo dicerie, non c'è niente di tutto questo" disse infine Judy, alzando le spalle.
"Fammi indovinare, sei andata ad indagare tu stessa per accertartene?" chiese Moana con un mezzo sorriso, che si spense nel momento esatto in cui vide il corpo dell'amica irrigidirsi "Che ti prende?"
Lei tergiversò qualche istante, rischiando quasi di inciampare per colpa di un ramo troppo esposto ai piedi del terreno, ma le continue insistenze di Moana alla fine la convinsero a parlare.
"Uhm...Diciamo che negli ultimi anni mi sono...E_eercitata con la magia in privato..."
"In...Privato?" chiese ancora Mona "Sei andata li più volte?"
Judy non rispose.
"Ma perché? Non potevi esercitarti ad Hogwarts?" vedendola ancora esitare, le scosse un brivido "Non...Non parli mica di...Arti Oscure?"
L'altra sollevò le sopracciglia in un'espressione sconvolta "Sei matta?! Pensi davvero che potrei studiare quella roba?!"
In quella breve occhiata che le fece Judy, Moana capì di aver detto una grossa cavolata e di aver esagerato. Sapeva di aver toccato un tasto dolente, ma per quanto cercasse di frenare quei pensieri, se non erano arti oscure, cosa aveva spinto la sua amica ad esercitarsi lontana dalle mura della scuola?
L'ultima cosa che voleva Judy era spifferare il fatto di essere un animagus a così tante persone, ma dagli sguardi che le stavano lanciando tutti gli altri, alla fine si convinse a sputare fuori il rospo per non rischiare anche lei un'interrogatorio.
"Non è niente di tutto questo, in verità..." si fermò, lasciando che gli altri la sorpassassero e, dopo aver giocherellato pochi secondi con le maniche della sua maglia, parlò "Sono...Unanimagusnonregistrato."
Lo disse talmente veloce che spero' ardentemente che nessuno l'avesse capita, ma una volta incrociati i loro sguardi (concentrandosi in particolar modo su quello di Moana) purtroppo comprese che erano riusciti a capirla. 
Moana fu la prima a reagire e le si avvicinò, sconvolta "M_Ma...Ma come..."
Lei alzò gli occhi al cielo e questa volta fece per sorpassarla e tornare alla pari degli altri "Non farmelo ripetere ancora." 
La discussione aveva preso talmente piede che non si resero nemmeno conto di essere arrivati praticamente all'entrata del cortile, ma questo non pose fine al discorso. 
"Sei impazzita Judy?! Tu più di tutti dovresti sapere che è illegale, passeresti dei grossi guai" continuò Moana.
"Johnson lo sa e mi ha promesso che non lo avrebbe detto" rispose eloquente l'amica, facendo strabuzzare ancora di più gli occhi ai presenti.
"Johnson sa COSA?!" 
A quel punto Judy la raggiunse con uno scatto e le tappo' la bocca "Vuoi che mi scoprano davvero?! Era per questo che non volevo dirtelo! Ne avresti fatto una tragedia."
"Una tragedia? ripeté Moana mentre cercava di liberarsi dalla presa "Sei tu quella che non ha mai infranto le regole. Chi è la prefetta tra le due?!"
Judy la fissò rigida "Come vedi non lo sono più, ormai."
"Ehi voi. Cosa ci fate qua fuori?" disse una voce sconosciuta, dalla veste sembrava un funzionario del Ministero "Non è sicuro uscire adesso, studenti e insegnanti devono restare tra le mura di Hogwarts."
Judy sorpassò dunque gli altri per entrare per prima nel castello, Moana rimase qualche istante a guardarla e, seppur ancora perplessa, alla fine si unì a loro.
A scuola c'era un gran via vai, tra studenti che bisbigliavano preoccupati ad insegnanti che parlottavano per cercare di organizzare il tutto, qualche funzionario del Ministero attraversava il corridoio agitando la bacchetta per lanciare qualche incantesimo o chissà, forse individuare qualcosa, per evitare altre spiacevoli sorprese.
Si respirava un'aria pesante e sebbene il tutto si era svolto nel giro di poche ore, gli altri ebbero come la sensazione che si fossero allontanati per anni.
Si guardarono tra loro e mentre sembravano sul punto di separarsi, approfittando che la guardia stava parlando con un suo collega, un'altra voce attirò nuovamente la loro attenzione.
Elinor Dumbroch stava inveendo contro il professor Pitch Black, fuori di sé dalla rabbia. Vicino a loro Filippa, Agenore e George osservavano in silenzio, dall'aria alquanto dubbiosa.
"Oh-oh..." Merida sperò con tutto il cuore che non avessero parlato troppo, ma dalle loro espressioni sembravano confusi quanto bastava da farle capire che sì, probabilmente avevano parlato riguardo la sua scomparsa di tutto il giorno.
Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontare quel problema, ma con tutto quello che era capitato se n'era completamente dimenticata.
Fortunatamente Elinor sembrava troppo impegnata a prendersela con Pitch per notarli.
"Come sarebbe a dire che non le trovate?!"
"Mi spiace non aver fatto da baby-sitter, ma come ben sa nelle ultime ore ho dovuto cacciare dei maghi ribelli per difendere i tanto amati studenti" commentò aspramente lui.
"Ma ora è qui. Dov'è Nicholas?! Che sta succedendo?!"
Pitch alzò gli occhi al cielo, infastidito.
Fu George questa volta ad intervenire "Ahimè, mi duole dirlo, ma Nord è stato sospeso" lo disse con un tale dispiacere da far pena. Elinor elaborò la notizia quel tanto che bastava da permettere a Pitch di riprendere in mano il discorso.
"Colui che lo sostituisce è in riunione, al momento."
"Bunnymund?" chiese lei, piuttosto sorpresa "Ma sono stata informata poco fa che lui è..."
"Al San Mungo. Claude Frollo lo sostituirà."
A sentire quel nome Elinor ebbe come un sussulto. Il professore non se ne curò molto, ma non appena vide in lontananza i ragazzi le fece cenno di voltarsi. 
Come vide Merida la donna si precipitò subito ad abbracciarla, avvolgendo anche Anna con un braccio un istante dopo.
Pitch li raggiunse con più calma, rivolgendo poi la sua attenzione alla guardia che nel frattempo aveva smesso di parlare col collega.
"Li ho trovati fuori a passeggiare come se niente fosse."
"La ringrazio!" disse Elinor, ancora scossa e la voce impastata.
Pitch fece un lieve cenno col capo, abbassando poi lo sguardo severo verso gli altri ragazzi rimasti "Non pensiate che sia finita qui. Avremo modo di parlarne."
"Come sta Jim?" chiese infine Moana, preoccupata.
L'uomo inarcò lentamente un sopracciglio "Come pensa che stia? E' in infermeria. E anche la signorina Arendelle."
Anche Judy si allarmò "E Nick..."
"E' al dormitorio, ma credetemi, riceverà anche lui la giusta punizione per aver trasgredito alle regole, come voi altri" disse con un lieve sorriso "Le cose a quanto pare stanno cambiando."
Elinor non disse nulla, ma Merida avvertì la sua stretta farsi leggermente più forte.
Pitch infine li congedò, allontanandosi definitivamente dalla loro vista e permettendo così alla donna di riprendere fiato e, come se si fosse ricordata di qualcosa, di colpo la sua espressione dolce e apprensiva si fece decisamente più severa "Ora... Che cos'è successo?"
Nessuno seppe cosa dire, si limitarono a scambiarsi uno sguardo in silenzio. Merida ed Hiccup in particolare dovevano ancora concepire il fatto che Elinor fosse li tra loro, erano convinti che quell'incantesimo sarebbe durato di più. Prima o poi avrebbe dovuto affrontare quel problema, ma con tutto quello che era capitato se l'erano completamente scordati.
Elinor li scrutò attentamente uno ad uno, concentrandosi infine su sua figlia "Mi sono risvegliata al buio, dentro un armadio, con un terribile male alla testa e l'unica cosa che riesco a ricordare è quel tuo ragazzo...Jackson...Che mi offriva  qualcosa..."
"N_non è il mio ragazzo!" si giustificò subito Merida, leggermente rossa in viso "D_devi esserti sbagliata! Lui non..."
"Non mi sono sbagliata, è ovvio che si tratta di un incantesimo" sentenziò, bloccando ogni tentativo di discolparsi "Ed è buffo, perché non ricordo assolutamente di aver acconsentito per trasferire quel drago in una riserva! Tu ne sai qualcosa?"
A quel punto Merida si era zittita del tutto, sebbene negli ultimi anni era facile cadere in disputa con sua madre, dallo sguardo che le lanciava capiva benissimo di non aver possibilità di salvezza. Non questa volta.
Ma questo fece infuriare ancora di più Elinor.
"Mi vuoi rispondere?!" puntò poi gli occhi su Anna e gli altri "Se anche voi c'entrate qualcosa, dovete..."
Anna fece per parlare, ma Merida la fermò con un braccio "Non c'entrano nulla! Sono stata io. L'ho fatto per impedirti di giustiziare Sdentato."
Vide l'espressione perplessa di sua madre e si corresse "Il drago. E' quello il suo nome. Mi sono spacciata per te e..."
"Ti sei spacciata per me?!" fece Elinor sconvolta "Merida! Come hai potuto?!"
"Tu non mi avresti ascoltata!"
"Ti sembra una giustificazione?!" non la lasciò nemmeno finire. Si era alzata di colpo, guardandola affranta "Se volevi deludermi, ci sei riuscita."
Dopo un attimo di esitazione, anche Merida le rivolse la stessa, deludente espressione "Se per questo anche tu."
Elinor restò con lo sguardo fisso su di lei per un lungo secondo, la mente era pervasa da mille pensieri e sensazioni, ma su una cosa si sentì sicura.
E purtroppo sapeva bene che questo l'avrebbe fatta odiare ancora di più agli occhi di sua figlia.
"Basta. Ne riparleremo a casa" ma prima che Merida potesse dire qualcosa, precisò "E non intendo aspettare quest'estate, partiremo adesso."
Quella decisione detta così di getto, prese in contropiede chiunque nel gruppo. 
"Cosa?! Scordatelo!"
Merida batté i piedi come per indicare che da li non si sarebbe spostata e in tutta risposta Elinor la afferrò per un braccio, iniziandola a trascinare via.
Si odiava per quello che stava facendo, ma era la cosa giusta.
Prima o poi lo avrebbe capito.
Gli altri la raggiunsero, cercando di fermarla, di farla ragionare, ma la sua decisione sembrava irremovibile.
"Non la può portare via!"
"Signora Dumbroch aspetti!"
"Non lo faccia! Come farà con gli esami?"
"Studierà da casa. Come faranno anche i suoi fratelli, se Hogwarts continuerà di questo passo" rispose, continuando a mantenere lo sguardo dritto di fronte a se.
A quel punto però venne frenata dalla voce di Anna.
"Aspetta Elinor! Non lo fare!"
Lei si voltò e la guardò con un misto di compassione "Credimi Anna, fosse per me ti porterei via con noi, ma non sono la tua tutrice." 
"Non capisci!"
Hiccup allora si posizionò di fronte alla donna, costringendola così a fermarsi "Merida ha mentito, se ha salvato quel drago è solo per aiutare me. Era MIO quel piano, IO lo volevo in quella riserva e sempre IO avevo la pozione polisucco" disse "La prego, faccia punire me, non mi importa e...E prometto che starò alla larga da sua figlia! Non la ritiri da scuola per un mio errore."
Elinor sentì la voce di Merida farsi più lieve "No Hiccup."
"Farò tutto quello che è necessario."
La donna mostrò un sorriso amaro, quasi rassegnato "lo so che lo faresti. E so che mia figlia tenterebbe di tutto pur di fare il contrario." 
Hiccup allora la guardò confuso "Allora, cosa vuole?"
"Voglio solo il bene per la mia famiglia."
"Non è vero!" Merida si liberò dalla sua presa e si avvicinò al ragazzo. Le lacrime iniziavano a rigarle il viso, ma non le importava nulla. Stava per perdere tutti i suoi amici, la famiglia che si era creata ad Hogwarts. 
Non c'era sensazione più brutta in quel momento "Non ti importa nulla di quello che penso io. Vuoi solo avere il controllo, vuoi il TUO di bene, è questa la verit..."
Ma poi si bloccò.
Quelle parole le tornarono in mente come se fosse accaduto pochi giorni fa.

"Non puoi sempre dirmi cosa devo o non devo fare."
"Io lo dico per il tuo bene, Hiccup!"
"Il mio bene? Forse il tuo!"


Spostò lo sguardo per incontrare quello di Hiccup.
Era lo stesso.
E aveva ragione, si era comportata esattamente come sua madre.
Elinor allora si chinò verso di lei, tenendola ferma per le spalle ed interrompendo così quel contatto "Al di la di tutto quello che pensi, resto pur sempre tua madre! E non posso permetterti di frequentare un luogo così pericoloso! Va al di la della tua stupida avventura con la polisucco."
"Ma non mi sono fatta del male! Sto bene!"
"Per ora! Santo cielo Merida, non puoi davvero pensare di essere invincibile, sei ancora una ragazzina! Quanti studenti devono morire prima che tu apra gli occhi?! Hogwarts non è più sicuro per voi!" anche le lacrime iniziarono a scenderle sul viso "Cerca, sforzati di capire, di comprendermi. Non posso perdere anche te!" si alzò, senza lasciare spazio ad altri ripensamenti e, dopo essersi passata leggermente un dito sulla guancia per levare via la lacrima, tornò con l'espressione severa e autoritaria di prima "Gurghi preparerà le tue cose. Ormai ho deciso. Saluta i tuoi amici."
Merida la lasciò allontanarsi, rimanendo li ferma con lo sguardo perso nel vuoto, sconcertata e delusa come non lo era mai stata prima d'ora.
Rimase in silenzio a scambiarsi quelle ultime occhiate silenziose con loro, più consapevole che mai di non aver scampo. Non ci sarebbe stata nessuna polisucco, né un incantesimo ad aiutarla questa volta.
Purtroppo era ben consapevole che questa sarebbe stata la fine del suo anno.

 

 
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NOTE AUTRICE:

Se il capitolo precedente era incentrato sul rapporto tra Hiccup e Valka, qui invece è su Merida ed Elinor. Ammetto che non era voluto, ma mi piace questo parallelismo che è uscito tra di loro.
Da adesso non vedremo Merida per un po'...E mentre una parte di me le dispiace perché la adora come personaggio, la me scrittrice tira un sospiro di sollievo perché almeno è un punto di vista che lascerò un pochino riposare.
Anche Frollo ci sta mettendo il suo. Ed ora ci sarà lui a gestire la scuola.
Sentite queste vibes alla Umbridge? Io sì.
Si sono scoperti anche altri dettagli interessanti sul suo conto, che Rapunzel si sia confusa? 👀
Spero vi sia piaciuto, nel prossimo potrebbe esserci un po' di ship, vi avverto.
 
~Spirit~

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Capitolo 54
*** Un buon...Amico ***


 

Cap 54: Un buon...Amico 

 
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La voce si sparse in fretta e sebbene l'ansia di quegli attacchi fosse ancora presente, molti studenti andarono a salutare Merida al cortile poco prima della partenza.
Dai giocatori di Quidditch al club dei duellanti, finché alla fine non rimasero quelli a cui la ragazza era più legata.
"Non te la prendere, avremo ancora un anno da spendere assieme!" affermò Miguel con un sorriso.
Merida inarcò un sopracciglio "Mi stai seriamente augurando la bocciatura?"
Lui rise, grattandosi nervosamente i capelli "Ehi, stavo cercando di tirarti su il morale! Di sicuro con me non ti annoi."
Tullio, vicino a lui, trattenne un sospiro "Su questo non ci piove."
Merida sorrise e dopo averli abbracciati, si diresse verso gli ultimi rimasti da salutare, e probabilmente i più difficili. Jack le fece un lieve cenno col capo.
"Per quel che vale, sei stata un'ottima fidanzata immaginaria, ma non credo di piacere più a tua madre."
Lei sorrise, sentendosi almeno sollevata su quella questione "Ce ne faremo una ragione. Ad ogni modo, grazie" poi gli si avvicinò maggiormente, indicando con un piccolo cenno del capo Hiccup, a pochi metri da loro "Raccontagli qualche barzelletta, per farlo stare su."
"Me ne serviranno parecchie..." ridacchiò, dandole poi il pugno "A presto, rossa."
Merida ricambiò, avvicinandosi poi a Rapunzel.
Era strana, non capiva bene in cosa, ma il suo atteggiamento sembrava diverso, la vedeva più guardinga, continuava a guardarsi attorno e si stava torturando talmente tanto una ciocca di capelli che Merida iniziò ad essere nervosa per lei.
La vedeva che stava trattenendo le lacrime, ma non riusciva a capire se fosse dovuto ad altro.
"Ehi... Tutto bene?" chiese, un po' preoccupata.
A quel punto Rapunzel fu come scossa nuovamente da un brivido e tentò di cacciare via qualunque pensiero la stesse affliggendo.
"S_Si. Insomma... N_non proprio, visto che... Beh... Te ne vai."
Merida inclinò la testa leggermente di lato, ancora sospettosa "Sicura che..."
"Mi mancherai. Davvero!" la interruppe, così su due piedi "Sei stata la mia prima vera amica qui e... Mi sento responsabile per quello che èsuccesso.."
"Non potevamo di certo tenere bloccata mia madre in quell'armadio per sempre" disse Merida.
"...Sei sicura?" il tono speranzoso con cui lo disse la fece ridere. Senza darle il tempo di dire altro, questa volta fu Merida a prendere l'iniziativa e la abbracciò.
"Mi dispiace..." sussurrò, sentendo le lacrime scivolarle sul viso.
"Si risolverà. E comunque..." Merida si staccò e questa volta la fissò negli occhi con decisione "Ora... Hai un sacco di nuovi amici. Non sei sola."
Rapunzel annuì, questa volta con più convinzione e, dopo averla abbracciata una seconda, la fece andare via verso le ultime persone del gruppo.
"Non vi libererete di me."
Anna in risposa la avvolse in un forte abbraccio, senza nemmeno darle il tempo di respirare.
"Ti prego dimmi che hai qualche piano in mente" le sussurrò mentre la liberava dalla presa.
L'espressione di Merida fortunatamente si fece più seria "Mi farò viva, non preoccuparti. Ma ora hai altro a cui pensare" disse, riferendosi ovviamente ad Hans. Guardò poi Hiccup, passandosi una mano tra i riccioli.
"Merida... Io..." iniziò, ma non seppe più come andare avanti "Non... Non so cosa dire. Ormai ti sarai stufata delle mie scuse."
"Di che ne valeva la pena" quella frase detta così di getto lo sorprese non poco.
"Sul serio?"
Lei annuì, arrossendo appena "E di che... Non ti butterai giù. Almeno questa volta so che risponderai alle mie lettere, no?"
Anche Hiccup arrossì, sentendosi ancora più nervoso di prima "Sempre che tua madre non blocchi i gufi."
"Ne sarebbe capace."
Mossero entrambi i piedi per tentare un abbraccio, ma forse per l'imbarazzo e per la presenza di Anna e gli altri, alla fine rimasero fermi a sorridersi goffamente per pochi secondi.
Secondi che sembrarono infiniti.
Una volta allontanatasi con la madre e Gurghi, iniziò perfino a piovigginare, seppur lieve, ma che rispecchiava perfettamente l'umore dei ragazzi in quel momento. Non era solo il fatto di Merida, ma tutto quello che stava succedendo.
Prima di tornare dentro l'edificio, Anna strinse le spalle e sospirò con aria abbattuta "Beh... Ormai non potrà andare peggio di così."
Come se il destino volesse prendersi gioco di lui, Dolores Madrigal, una Tassorosso dell'ultimo anno, si sporse nella loro direzione, senza ovviamente uscire e bagnarsi i capelli "Ragazzi ho appena sentito una notizia terribile! Il preside Nord è stato licenziato e..." si fermò poi di colpo, rendendosi conto di tutto quel gruppetto in mezzo alla pioggia "Perché siete tutti qui fuori?"
In risposta Hiccup innalzò le sopracciglia e voltò ;a testa verso Anna "Dicevi?"

 

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Con Nord sospeso, Bunnymund al San Mungo e il licenziamento di Maui Johnson, Hogwarts ogni minuto che passava era sempre più distante dallo splendore di un tempo. Quello che prima era un luogo sicuro, una casa in cui apprendere i segreti della magia, ora sembrava una mina pronta ad esplodere da un momento all'altro.
Quei continui attacchi finalmente sembravano aver preso forma in un'organizzazione che mirava a far del male ad Elsa Arendelle. Ma a quale prezzo?
Studenti erano rimasti feriti, alcuni addirittura uccisi. 
Anche Jim aveva rischiato, ma per fortuna il colpo non fu così grave da portarlo al San Mungo. Miss Toothiana lo tenne in stretta sorveglianza nelle ore successive, impedendo ulteriori visite per non rischiare di svegliarlo.
Più tardi però, i continui incubi di Jim su quel terribile pomeriggio lo fecero svegliare di colpo, e si rese finalmente conto di essere in infermeria. 
Era notte, ma alcune luci erano accese, probabilmente Miss Toothiana si era allontanata per sistemare qualcosa e aveva lasciato le luci per gli ultimi visitatori.
Si girò, senza fare troppo rumore, e vide Elsa distesa in un lettino poco più in la nella stanza. Pitch Black era seduto vicino a lei e sembrava star scrivendo qualcosa nel frattempo, nonostante la concentrazione ogni tanto lanciava qualche occhiata alla ragazza, come per accertarsene che fosse ancora addormentata.
In un primo momento Jim pensò fosse strana questa premura nei confronti di una che non era nemmeno una sua studentessa, ma poi ripensò agli eventi del labirinto, al modo in cui Elsa aveva imprigionato Hans e come aveva rischiato di ferirlo gravemente, quella tempesta talmente insistente da fargli ancora gelare il sangue al solo pensiero.
Pitch aveva visto tutto, forse sapeva anche più di quel che immaginava.
Ripensandoci, non era la prima volta che li vedeva parlare assieme, ma aveva sempre immaginato fosse per lo studio. 
Colpito un po' dalla curiosità, si chiese cosa stesse scrivendo di così importante in quel piccolo taccuino, ma poi i suoi pensieri vennero interrotti dal risveglio improvviso di Elsa.
Si era alzata di colpo, come mossa da un incubo, e per fortuna questo attirò l'attenzione totale di Pitch su di lei, ignorando così il fatto che Jim fosse anche lui ormai sveglio.
"Che... Che cos'è successo?" chiese, senza nemmeno dare il tempo al professore di rispondere "Non ricordo... Io non..." 
"Sei al sicuro, in infermeria" rispose l'uomo pacato.
Elsa sembrò ignorarlo, si era portata una mano sulla fronte ancora dolorante, poi d'un tratto fu come essersi risvegliata una seconda volta. I suoi occhi si spalancarono e alzò il capo "M_Mia sorella è in pericolo! Hans l'aveva con sé! Non so dove sia..."
"Hans ti ha manipolata. Tua sorella si trova ad Hogwarts ora e sta bene" rispose Pitch, il tono freddo e a tratti sembrava quasi tenere le distanze.
Elsa non capiva se si comportava così perché era arrabbiato con lei.
Forse se l'era presa per il modo in cui aveva affrontato Hans, per come fosse riuscito ad ingannarla così facilmente. Ma cosa poteva fare altrimenti?
Anna aveva rischiato la vita.
"Ho dovuto farlo..." disse a bassa voce, stringendo con forza la coperta "Lui aveva detto che... Che Anna..."
"Non sto giustificando Westergaard, credimi. Ma ritengo che tu sia nettamente più intelligente di come hai agito" disse Pitch, tirando un lieve sospiro "Non posso continuare a proteggerti sempre in ogni situazione, devi imparare a cavartela anche da sola o non crescerai mai. Avresti dovuto accertarti delle parole di Hans prima che..."
"Ho capito!" lo frenò, il tono era fortemente irritato, seppur stesse cercando di contenersi. Pitch stava ormai imparando a conoscere ogni suo piccolo gesto.
Elsa spostò nuovamente lo sguardo altrove, rimuginando un po' prima di parlare "...Non volevo ucciderlo..."
"Si che volevi."
"Io non..." ma si fermò, mordendosi il labbro inferiore per il nervoso "E' stato solo un attimo, lo giuro!"
Avvertì il suono del taccuino chiudersi di colpo e Pitch rivolgerle uno sguardo impassibile "Come ho già detto, non giustifico Westergaard, e nemmeno te."
Elsa lo guardò "Ma lo hai aiutato dopo che mi hai colpita. Mi hai portata tu qui" Il tono sembrava essersi alzato, la voce era ancora nervosa e arrabbiata.
"Chi altri doveva portarti? E..." si sporse leggermente, indirizzando con lo sguardo proprio il letto dove teoricamente stava riposando Jim. Lui in tutta risposta aveva abbassato lo sguardo fingendo di dormire, nella speranza di non essere notato.
"Non si alza la voce in infermeria" aveva sorriso leggermente, quel sorrisetto che in quel momento Elsa si sentì in dovere di spegnere.
Non era il momento di giocare.
"Inoltre ricordi male, non sono stato io ad aiutarlo."
Elsa rifletté qualche secondo, chiuse gli occhi per visualizzare al meglio quelle scene ancora così confusionarie e dopo aver messo assieme qualche pezzo, si ricordò dell'intervento di Moana per bloccare il suo attacco.
Era stata lei a liberare Hans, ad impedirle di fargli del male.
"Dovresti riposarti" sentenziò Pitch, vedendola così pensierosa. Si mise il taccuino in tasca e si sporse per prendere la giacca che aveva appoggiato sulla sedia.
"Ma... Ma Hans..."
"E' fuggito, probabilmente in compagnia dei suoi amichetti. Non devi preoccupartene."
Nonostante il tono leggermente più addolcito, questo non le frenò la rabbia "Loro mi vogliono morta e dici che non dovrei preoccuparmene?!"
Pitch la fissò "Elsa..."
Ma lei sembrava non ascoltarlo.
In quel momento avvertiva solo una grande rabbia.
"Perché?! Perché non mi lasciano in pace?!"
"Smettila adesso!" questa volta la voce di Pitch fu più autoritaria.
Ma ancora, lei lo ignorò.
"No! Loro...
H_hanno cercato di uccidermi! E... E solo perché esisto!" si guardò poi le mani, avvolte ancora nei guanti, sentendo dentro di sé un miscuglio di emozioni: rabbia, dolore, delusione.
Stava provando tutto quello che non avrebbe voluto, non quando iniziava a stare finalmente bene dopo tanto tempo. 
"...E tutto per questi poteri."
Ma come strinse le mani, avvertendo attorno a sé l'aria farsi più fredda, vide la mano di Pitch premere sulle sue. Elsa sobbalzò, chiedendosi cosa diamine gli stesse passando per la testa.
Avrebbe potuto congelarlo, fargli del male.
...
Però non lo fece.
Quasi si stupì di se stessa.
"Sfrutta questa rabbia per migliorarti, non per distruggerti. Loro non sanno contro chi si stanno mettendo. Tu sei molto più forte, credimi...Puoi sconfiggerli tutti" le disse quasi in un sussurro.
Era vicino a lei, forse troppo vicino, ma per la prima volta Elsa non si mosse per allontanarsi.
Rimase semplicemente ferma ad osservarlo, incapace di dire qualsiasi cosa.
Pitch tirò la bocca di un lato, sorridendole appena, e questo le fece accelerare il battito in una maniera che mai avrebbe potuto immaginare.
"Sono questi poteri a renderti ciò che sei davvero."
Elsa abbassó di nuovo il capo "Un mostro..."
"No" la fermò Pitch, incrociando nuovamente i suoi occhi "Una strega i cui poteri vanno al di la del mondo magico che conosciamo. Una strega...Potente e coraggiosa che ha sacrificato tutta la sua vita per paura di cosa avrebbe pensato la gente. Sono sicuro che oggi, questa strega non si chiuderà nella sua stanza ad aspettare, ma lotterà...Per avere la libertà che merita."
Non disse altro, Elsa riuscì solo a muovere leggermente la testa per mimare un sì.
Cercava di non interrogarsi sul perché di tutta quella accondiscendenza, ma su una cosa era sicura: Pitch aveva ragione.
Aveva sempre cercato di ignorare i suoi poteri, di reprimerli per non dover far soffrire gli altri, ma questo aveva solo causato dolore.
Si era rovinata la vita con le sue stesse mani per tutti quegli anni e solo adesso stava finalmente riscoprendo se stessa.
Non poteva essere un male.
Non doveva esserlo.
Sorrise e questa volta annuì con più energia, come si fosse realmente convinta delle sue capacità. Pitch dal canto suo, non le tolse gli occhi di dosso un solo istante.
In tutto questo Jim, che purtroppo aveva ascoltato tutto, si sentì tremendamente a disagio per il modo in cui aveva visto il professor Black rivolgersi ad Elsa, una studentessa. 
E non solo, praticamente la stava incoraggiando a sfoderare i suoi poteri, non a calmarli.
Tutto questo era così sbagliato che per un attimo aveva sperato si trattasse di un incubo dovuto alla botta.
Ma purtroppo non era così.


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Quel pomeriggio Jack si stava dirigendo verso le cucine per andare a sgraffignare qualche dolce avanzato dal giorno precedente, con la mente sempre occupata da tutto quello che Hogwarts stava affrontando, aveva decisamente diminuito la sua dose giornaliera di schifezze e questo non andava bene.
Mentre camminava lungo il corridoio, tuttavia, un pianto a lui purtroppo familiare attirò inevitabilmente la sua attenzione, facendogli dimenticare completamente il cibo.
Si sporse verso una gradinata in fondo e vide che Rapunzel era rannicchiata all'inizio della scala, tentava di trattenersi ma finiva solo per singhiozzare ancora più forte.
Una sua compagna Tassorosso le stava accanto, Jack la riconobbe come Dolores Madrigal. Una ragazza molto carina di origine colombiana, dai lunghi capelli ricci, spesso tenuti in alto da una fascia. Non la conosceva molto, ma aveva avuto modo di stringere amicizia con uno dei suoi fratelli, Camilio, di due anni più piccolo.
"Vedrai che andrà tutto bene" le aveva sussurrato Dolores passandole una mano sulla spalla "Vuoi che chieda in cucina se possono farti qualcosa di caldo? Una tisana o..."
Ma i singhiozzi di Rapunzel non la smettevano di cessare, rendendo il compito di calmarla ancora più arduo.
Dolores a quel punto si alzò da terra, colta come da un'idea improvvisa "Aspetta, ci sono! Rimani qui, non ti muovere. In camera mia ho alcune paste che ha fatto mia zia, sono magiche! Ti faranno subito stare meglio!" senza nemmeno darle il tempo di rispondere, sfrecciò via in direzione dei dormitori, ignorando addirittura la presenza di Jack che nel frattempo si stava avvicinando.
Jack osservò Rapunzel con una stretta al cuore, vederla in quello stato gli fece dimenticare tutti i dolci che sperava di trovare nelle cucine. L'unica cosa che desiderava in quel momento era farle sparire tutta quella tristezza.
E da come si cruciava, poteva immaginare del perché fosse in quello stato.
"Sei preoccupata per quello che è successo, non è vero? Il professor Bunnymund è un osso duro, starà meglio."
"N_non è per quello... Insomma... S_sono preoccupata anche per il signor Bunnymund, ma..." trattenne questa volta un singhiozzo e Jack, un po' impacciatamente, le si sedette accanto.
"Non so se Merida te lo ha accennato, ma sono molto bravo ad ascoltare."
Rapunzel in risposta alzò finalmente lo sguardo verso di lui e nell'istante in cui i loro occhi si incontrarono, Jack ebbe il folle impulso di avvicinarsi ancora.
Maledizione, si disse.
Quella ragazza stava piangendo e tutto quello che riusciva a pensare era a quanto fosse carina anche così.
"Ti ringrazio Jack..." si passò una mano sul viso per asciugarsi le guance "Ora che Nicholas non c'è più, mi sento così sola e..."
"Ehi ehi principessa non ti abbattere, ci sono qui io..." le disse, pentendosi amaramente pochi istanti dopo "...E... Hiccup... E Anna... E..." si corresse.
Lei sorrise timidamente, non sembrava essersi accorta della frase e, sebbene Jack si sentì sollevato, d'altra parte gli dispiacque.
Non era da lui essere così impacciato, non aveva mai avuto problemi a parlare con le altre ragazze.
Ma forse era proprio questo il punto, Rapunzel non era come loro.
Si schiarì la voce e interruppe lo sguardo su di lei per concentrarsi sul corridoio vuoto, come se fosse la cosa più interessante del mondo "Vedrai, presto sentiremo il gran vocione di Nord in Sala Grande che ci offre i biscotti per compensare la sua assenza. Biscotti calmare sempre cattivo umore!"
Finalmente le labbra di Rapunzel incurvarono in un sorriso, anzi, il modo in cui Jack aveva imitato Nord la fece addirittura ridere di gusto.
Per lui quel sorriso valeva più di qualsiasi altro dolce in quel momento.
"Quel tipo, Frollo, verrà mandato via presto."
Come lo disse però, vide l'espressione della ragazza cambiare di colpo.
"...Non credo."
Jack la guardò e capì di aver toccato un tasto dolente. Voleva solo farla stare meglio, ma forse il suo umore non sarebbe migliorato senza il ritorno di Nord.
Frollo non sembrava di certo un angioletto, era ad Hogwarts solo da qualche giorno e non lo aveva visto sorridere un solo istante.
Magari doveva fare qualcosa...
Fu così che si alzò con così tanta foga da far scattare anche Rapunzel.
"Darò un piccolo aiuto allora. In fondo, non gli abbiamo ancora dato il benvenuto alla Jack Frost" le disse, tirando fuori un sorrisetto che sembrava voler presagire solo guai "Ho in mente qualcosina con i frisbee zannuti..." ma non fece in tempo a finire la frase che si sentì afferrare per un braccio proprio dalla ragazza.
"Oh no ti prego. Non farlo arrabbiare!"
Jack inarcò le sopracciglia.
"Chi? Il vecchio?"
"Frollo, sì! Non farlo! N_non... Non infastidirlo."
Lui in risposta inclinò la testa di un lato "Ma è proprio questo il bello."
"Ti prego Jack, stai lontano da lui! E' pericoloso!" continuò iperterrima, stringendo ancora di più la presa "Hai appena sfiorato la morte, non rischiare ancora!"
"Ora mi pare un po' esagerato. Perché ti preoccupa tanto? Il massimo che può darmi è una punizione" quando abbassò il capo verso di lei, si accorse dell'espressione completamente terrorizzata nel suo sguardo "Sei... Così spaventata da lui?"
Lei non disse nulla, serrò le labbra, ma continuava a stringergli il braccio come se volesse a spronarlo di stare li fermo.
"Mmh? Ehi? Principessa?" sentendosi ancora ignorato però, decise di optare per un'altra strategia. Si liberò dalla presa e con molta calma fece per voltarsi "A me quel tipo non spaventa, perciò..." si portò dunque una mano sul mento, facendo finta di guardarsi attorno "Dove avevo messo quei frisbee zannuti?"
"Te l'ho detto, non provocarlo!" sbottò Rapunzel, spostandosi davanti a lui per bloccargli la strada.
"Perché'?"
"E' lui ad aver ucciso mia madre!"
Si zittirono entrambi. Jack per la notizia appena ricevuta, Rapunzel perché per la prima volta, lo aveva detto a voce alta, consapevole di quello che avrebbe portato.
Il ragazzo la guardò titubante "Tua..." boccheggiò e lei, intuendo a chi si riferisse, annuì.
"Gothel..." sussurrò, abbassando lo sguardo "Per quanto la detesti, in quegli anni è comunque stata mia madre, mi ha cresciuta."
"E' stato lui... Ne sei sicura?"
Rapunzel si passò una mano tra i capelli "Qualche giorno fa io l'ho... Sentito. Mi ha urlato contro perché lo avevo urtato per sbaglio, la sua voce era così arrabbiata, cattiva e... Mi è sembrato di rivivere quel giorno, quando ho sentito quell'uomo pronunciare la maledizione senza perdono..." disse, passandosi le mani sulle spalle "Era così simile che mi ha fatto venire i brividi Jack, io... Non posso dirlo con certezza, ma se è davvero quella persona... Non possiamo fidarci. Lui mi cercava, Gothel era stata incaricata di liberarsi di me, ma non l'ha fatto. F_forse voleva trovarmi per finire il lavoro..."
Jack la fissò durante tutto il discorso e, una volta finito, fece nuovamente per allontanarsi. Sul volto non c'era più traccia di alcun sorriso, era serio, deciso.
Rapunzel lo seguì, cercando di frenarlo ancora "Dove vai?!"
"A mandare un gufo a Nord, deve sapere che abbiamo un pazzo dentro la scuola!"
"Potrebbero rintracciarlo!" disse e finalmente Jack si fermò. Si batté una mano sulla testa, sussurrando di quanto fosse stupido.
Era partito in quarta senza nemmeno riflettere sulle conseguenze.
E purtroppo, pensando per bene alla situazione, gli venne in mente solo un'altra opzione, anche se non proprio piacevole.
"C'è sempre Black."
Rapunzel distolse nuovamente lo sguardo e questo non aiutò.
"Nemmeno a me fa impazzire l'idea, ma Nord sembra fidarsi."
"Pitch non sa di me" disse a bassa voce.
Jack alzò le sopracciglia sorpreso.
"Insomma...Pensa che sia un parente di Nord...Niente di più."
"Perché no? Credevo si fidasse di lui tanto quanto Bunnymund" chiese Jack, perplesso.
Lei parve molto titubante, ma di fronte allo sguardo insistente finalmente cedette "...In passato si interessava alle arti oscure..." 
L'altro finse un'espressione sconvolta "Pitch Black? Dici? Naaaah!"
"Non è molto loquace, lo so."
Jack si grattò il capo con fare pensieroso "Diciamo che non lo inviterei ad una festa. Ma credevo avesse la piena fiducia di Nord. Cosa gli è saltato in mente di assumerlo?"
"E'... Un mago eccezionale."
"Un mago eccezionale CHE ha studiato le arti oscure" specificò lui.
Rapunzel abbassò di poco il capo "Era solo un ragazzo, Jack. Ha ripreso in mano la sua vita dopo che Nicholas lo ha aiutato, lo ha visto crescere" disse un po' titubante "Pitch più di tutti sa come aiutare Elsa."
Jack la fissó curioso "Cosa intendi?"  
Lei iniziò a giocherellare con una lunga ciocca dei suoi capelli "E' quello che mi ha sempre detto Nord. Io non so altro ma...Se si fida di lui allora lo farò anche io."
"Ma non vuoi dirgli chi sei realmente" fece Jack, incrociando le braccia "Perché?"
La vide abbassare lo sguardo sulla ciocca che sta tenendo tra le dita "Il potere dell'immortalità può far gola a chiunque, non è da prendere alla leggera. Black è già caduto in tentazione una volta, non avvinciamolo più del dovuto."
Sentì l'altro sospirare pesantemente, come per porre fine a quella disputa "Vorrà dire che lo chiederemo a Johnson, sa di te, no? Con lui come guardia del corpo non dovrai temere nulla."
Ma Rapunzel si morse le labbra titubante "Maui è stato licenziato, non lo sapevi?"
L'espressione di Jack gli fece capire già la risposta. Vedendolo già partire in quarta con le ipotesi, si sporse nuovamente per bloccargli ancora la strada.
"Manterrò un profilo basso e cercherò di non incrociarlo. Siamo fortunati, non sa del mio aspetto o del mio vero nome..."
Come c'era da aspettarselo, la curiosità questa volta ebbe la meglio.
"Il tuo... Aspetta aspetta..." Jack fece un passo indietro, come colpito da una folle notizia "Mi vuoi dire che Rapunzel non è il tuo vero nome?"
Sarà stato per il tono o quella mossa così palesemente teatrale, ma questo la fece un po' sorridere "Ovviamente no, ma non importa. Ora questo è il mio nome."
"Ora, e prima?" chiese, ancora più curioso.
Rapunzel fece un risolino e con nonchalance si girò per tornare alle scalinate di poco fa "Non serve che te lo dica."
Ma quell'atteggiamento istigò ancora di più Jack nella sua ricerca. Iniziò a camminarle accanto con fare sempre più insistente "Oh andiamo! Non puoi comportarti così! Un indizio? Anche solo una lettera? Fammi indovinare!" e nonostante i continui no mimati con un cenno del capo, non demorse, anzi, venne spronato ancora di più "Giselle!" si fermò, ma dopo qualche secondo fece una smorfia di dissenso "No no...Terribile. Hai più la faccia da... Aurora!"
Anche Rapunzel si era fermata a guardarlo, sempre più divertita da quel suo atteggiamento.
"Aspetta...Mmh..."
"Jack..."
Ma lui alzò la mano come per fermarla "Non ho finito. E' forse... Cassandra?" dopo averle guardato nuovamente il viso, scosse ancora il capo "Nah, è un nome da mora."
Lei rise ancora e gli si avvicinò, gli prese la mano che teneva alzata per abbassargliela e lo guardò, facendolo arrossire per la vicinanza improvvisa.
"Grazie Jack" disse con affetto. Erano vicini, lui rispose al sorriso, e nonostante l'imbarazzo che lo assaliva, mantenne lo sguardo fisso su di lei, maledicendosi di non essere abbastanza coraggioso in quel momento per fare solo un passo in più.
"Ehi lo sai, io sono qui" disse.
"Lo so" gli sorrise "Sei un vero amico."
Poi si allontanò per tornare a sedersi sulla scalinata ed aspettare il ritorno di Dolores, fortunatamente senza notare il sorriso forzato di Jack a quell'ultima frase.
"Già..."

 

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NOTE AUTRICE:

Ciao a tutti!
Come vedete, ora pian piano appariranno anche alcuni personaggi di Encanto, sebbene il film sia uscito dopo la long, sono riuscita a tagliare un ruolo a molti di loro, come si era visto per Pepa. Ora è il turno dei ragazzi!
Mi piaceva spezzare un po' la scena di Merida e gli altri e portarla in questo capitolo, in modo da lasciar prendere un po' di respiro visto che nel precedente era successo di tutto tra lei ed Elinor. Ma non temete, tornerà prima o poi. E non solo lei.
Sul passato di Pitch c'è stata giusto un'infarinatura, ma verrà esplorato più avanti nella storia. Spero che non dia fastidio questo fatto che non conosca la storia di Rapunzel, a differenza del canon, qui Nord ha molta stima di Pitch, lo considera un mago eccezionale e dalle grandi capacità. Ma la storia ha dimostrato come in passato maghi così potenti siano diventati vittime delle loro ambizioni.
Sebbene il potere di Rapunzel sia estremamente utile, d'altra parte può facilmente soggiogare le menti più vulnerabili, com'è successo con Gothel. Nord semplicemente non vuole rischiare che Pitch si esponga così tanto a quel tipo di potere e ha pensato bene di tenerlo all'oscuro in modo da non doverlo per forza allontanare dalla scuola. Anche perché sa che è l'unico in grado di aiutare davvero Elsa, e difatti Pitch lo sta dimostrando.
Non voglio esprimermi troppo su Nord e in generale perché potrei dare troppi indizi sul percorso di questa long. Ma spero vi piaccia comunque.
Ad ogni modo, nel discorso tra Pitch ed Elsa non potevo non immaginarmi la faccia di Jim nell'ascoltarli xD  Molto terzo incomodo.
E che dire di Jack? Si è beccato una friendzone per il momento. Chissà come si evolverà più avanti u.u

 
 
~Spirit~   

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Capitolo 55
*** La natura di un mostro ***


Cap 55: La natura di un mostro 

 
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Jim venne trattenuto ancora per una notte in più: le sue condizioni non erano gravi, ma il colpo alla testa era stato abbastanza forte da far preoccupare l'infermiera e inoltre si riaprì la ferita al ginocchio che si era fatto durante il Torneo. 
Toothiana era sempre stata molto apprensiva con i giovani e aveva insistito per tenerlo al riposo ancora per un po', per sicurezza. 
Elsa invece, constatando che non aveva nulla di troppo grave, alla fine venne dimessa il giorno seguente, permettendole anche di riprendere le lezioni.
Era una scelta che aveva personalmente insistito, voleva tentare di prendere in mano la sua vita, a piccoli passi. Questa volta non si sarebbe rinchiusa in una stanza.
Ma anche se provava a concentrarsi, la mente continuava a vagare al giorno prima, quando chiudeva gli occhi vedeva i volti di quelle persone, di Namaari che le puntava la bacchetta contro, del ghigno di Hans che le diceva di avere sua sorella in pugno. Quelle urla di incantesimi, il caos e tutto solo perché stavano cercando lei.
Tutti le volevano fare del male e in fondo, doveva aspettarselo. 
Non aveva mai fatto nulla di buono con i suoi poteri, aveva causato solo tanto dolore.
Eppure...
Eppure in quella sfida aveva salvato la vita al suo compagno di scuola, era riuscita ad intrufolarsi nel corpo di quel Minotauro e distruggerlo dall'interno.
Aveva usato i suoi poteri per ferire, sì, ma per una giusta causa. Per fare del bene.
Le era piaciuto, tanto.
La sensazione di avere finalmente il controllo, di poter decidere quello che voleva e poter salvare una persona.
Sentiva che in fondo non era così sbagliato. Perché precludere tutto questo? Se era nata in questo modo c'era un motivo.
Poteva usare questo dono per fare del bene, dopotutto.
Ma c'era sempre quel tarlo nella sua testa a non darle pace: anche se fosse riuscita a controllare i suoi poteri, gli altri avrebbero potuto capirlo? L'avrebbero mai accettata?
"E' un mostro!" quell'affermazione la fece risvegliare da quei pensieri. Rendendosi conto di aver perso gran parte della lezione. Si voltò e vide un suo compagno di Beaxbatons con sguardo sprezzante verso Pitch Black.
Lui non sembrava particolarmente colpito, ma anzi, la sua espressione parve quasi perplessa "Tutto qui? E' questo il suo vocabolario per definire un Obscurus?"
"Come dovremo definirlo? E' una cosa che uccide chiunque gli stia attorno."
"Mio cugino ne ha visto uno anni fa!" si intromise Miguel, attirando l'attenzione di tutti "C'era un incendio e ha visto questa nube nera dalla finestra di una casa..."
"Sicuro non fosse semplicemente il fumo delle fiamme?" chiese Pitch scettico.
Miguel fece finta di pensarci qualche minuto, poi scosse il capo con noncuranza "Nah era fin troppo sicuro."
Gli piaceva avere gli sguardi puntati su di sé e con quel breve commento si era guadagnato le occhiate di tutti i presenti, anche di Elsa.
Pitch alzò gli occhi al cielo "Ah beh, non metterei mai in dubbio le profonde conoscenze di suo cugino" quel commento provocò il risolino di alcuni studenti, ma Miguel sembrò troppo preso di sé da rendersene conto.
"Dato che mi sembra così informato signor Alvarez, sa dirmi altro sugli Obscurus, oltre che diffondere fumo nero?"
Miguel ci pensò su qualche istante e poi alzò le spalle "Poco e niente. Non si sa molto, tranne che non riescono a raggiungere l'età adulta."
Gli altri annuirono come per affermare la sua teoria, poi una voce li sovrastò.
"Ma alcuni ci riescono, no?" tutti si voltarono verso Tiana "Da quel che si dice, Morgana era un Obscurus, è per questo che voleva proteggerli."
Si poterono sentire dei bisbigli di preoccupazione, alcuni sembrarono dar ragione a Tiana mentre altri parvero troppo scettici al riguardo.
"Alla gente piace spettegolare" disse Pitch con sufficienza "Non era mai stato confermato."
"Ma tutti ne sono piuttosto sicuri" si intromise Judy seria "Altrimenti perché Merlino la temeva così tanto?"
"Forse perché era una strega molto potente?" rispose l'altro con sarcasmo "Le ragioni vanno al di la dell'essere o non essere un Obscurus. Non ci è dato conoscerne l'assoluta verità, purtroppo."
"Ma se Morgana era veramente un Obscurus, allora significa che si possono controllare?" chiese un'altra ragazza di Beaxbatons.
"Malefica, non Morgana!" fece Judy con astio.
"Quel soprannome glielo ha dato chi era contro di lei."
"Perché? Non lo siamo tutti?"
Vide la ragazza rabbuiarsi e mordersi il labbro inferiore per non dire nulla.
"Non tutte le sue idee erano da buttare. Qualche anno fa c'è stata un'esplosione nella mia città natale, i babbani rischiano di coinvolgerci nelle loro stupide guerre e..."
"Ora basta" la fermò Pitch dando un colpo alla scrivania con la bacchetta per attirare la loro attenzione "E' una lezione sugli Obscurus, le vostre idee politiche lasciatele al di fuori di quest'aula."
"Ma l'Obscurus... Non è come un... Parassita? Insomma... Una volta dentro il corpo, non c'è modo di toglierlo" commentò Charlotte con una smorfia disgustata.
Questo provocò altri commenti a bassa voce, ma Pitch con un gesto della mano li fece cessare.
"I bambini vittime in questo caso, non riescono a trattenere i propri poteri troppo a lungo, potrebbero finire per autodistruggersi, sì."
"E far del male agli altri" disse la voce sprezzante di un altro studente "Concordo quando dicono di occuparsene il prima possibile."
"Sono pur sempre bambini..." il commento di Moana fu lieve, ma abbastanza da essere sentito da chi le stava vicino.
"Non è più un bambino in quel caso" disse Moccicoso, lo studente di Durmstrang "Sono come... quei cosi babbani che esplodono..."
"Bombe ad orologeria?" disse un ragazzo magro, dai lunghi capelli biondi e il viso aguzzo. Si chiamava T.J. Thorston, ma alla sua scuola si era guadagnato il soprannome di Testaditufo, reduce da una pessima gita scolastica dove lo avevano ritrovato con la testa incastrata in una roccia lavica.
Non brillava di intelligenza, così come molti della sua banda di amici, ed era per questo che quella risposta aveva suscitato la completa attenzione di tutti.
"E tu come lo sai?" chiese la gemella li a fianco. Decisamente la più stupita, se non addirittura sconvolta.
Lui alzò fieramente il capo "Chi è quello intelligente della famiglia ora?"
"Di sicuro non il più bello" rispose l'altra con un ghigno.
"Ehi!" le diede una spintonata in risposta e nel giro di pochi istanti presero a battibeccare come due bambini. Ma i loro compagni, probabilmente abituati da tempo a questo loro comportamento, li lasciarono fare, specialmente Moccicoso che tornò a discutere dell'argomento.
"Quei cosi vanno eliminati" sentì il sussulto dei compagni "Okay forse sono stato troppo brutale."
"Forse?" ripeté Astrid con tono ironico.
"Oh oh d'accordo! Tutti contro Moccicoso il cattivo! Ma sapete tutti che ho ragione!" fece con una sorta di cantilena nel suo tono di voce "Dico solo che possono fare del male alle persone. Se fermassimo un Obscurus, salveremo altri innocenti. Ditemi se sbaglio."
Astrid serrò le labbra e si scambiò uno sguardo silenzioso con il resto dei suoi compagni, tra cui Tadashi. 
Moana scosse il capo, pensierosa "Non lo so... E'... E' un argomento delicato" mentre lo disse, inavvertitamente posò lo sguardo proprio su Elsa. Capendo perfettamente che si stesse sentendo a disagio.
Moccicoso non ci fece molto caso e si sporse verso di lei "Ma loro sono pericolosi. Se ci fossi dentro, non faresti la scelta migliore?"
Lei non disse nulla, ci provò, ma dalla sua bocca non uscì neanche una parola.
"Anche i purosangue dicevano lo stesso sui nati babbani o i magonò. Sono diversi, vanno eliminati" si intromise Eugene, aveva lo sguardo abbassato, era stranamente serio rispetto al solito. Da quando era iniziata la lezione non aveva sorriso un solo istante.
"Non puoi metterli sullo stesso piano, amico!" obbiettò Eret "I maghi possono scegliere come usare il loro potere, gli Obscurus non hanno controllo."
Eugene non sembrò dargli torto, ma c'era qualcosa che continuava a turbarlo "Se fosse un tuo amico, tuo fratello...Avresti davvero il coraggio di fermarlo?"
"Non potrei comunque aiutarlo, ma salverei tante altre persone. Non è giusto vivere nella paura che qualcuno possa improvvisamente perdere il controllo. Questa non è vita" rispose Eret convinto.
Si levarono diversi commenti a favore di quella risposta, molti sembravano sostenere quella decisione, mentre il resto aveva preferito restare in silenzio.
Eugene si scambiò un'occhiata con i suoi compagni di classe e tirò fuori per la prima volta un sorriso amaro  "Già..." non disse altro, riprese a fissare un altro punto della stanza nella speranza di far cessare così il discorso.
Si era creata una strana tensione in classe, seguita da mormorii e commenti anche un po' sprezzanti sull'argomento.
Charlotte si era scambiata uno sguardo preoccupato con la sua compagna di banco Odette ed alzò la mano per richiamare l'attenzione dell'insegnante.
"Ehm... Possiamo cambiare argomento e discutere di qualcosa un po' meno... Spaventoso?"
Il professore mugugnò qualcosa in dissenso prima di rispondere "A Difesa contro le Arti Oscure? Certo, potremmo parlare di altro, dei vostri sogni magari."
Charlotte lo prese come un invito a nozze "A dire il vero, proprio ieri ho fatto un sogno pazzesco. Ero a Parigi in una boutique davvero graziosa e ad un tratt..." ma dopo essersi resa conto dello sguardo di Pitch, si fermò subito "...Stava... Scherzando."
"Userà questa sua perspicacia per fare un tema proprio sugli Obscurus. E lo voglio per domani."
"M_Ma... Ma domani è sabato..."
La lezione finì poco dopo e mentre tutti stavano raccogliendo le loro cose, Elsa continuava a pensare a ciò che era appena successo. Camminava, ma senza una vera meta.
Gli argomenti che avevano tirato fuori i suoi compagni erano freddi, ma razionali. Aveva visto le loro espressioni alla descrizione di cosa faceva un Obscurus, la paura di poterne incontrare uno, di non riuscire a fuggire in tempo.
Quegli sguardi le fecero male.
Non poteva non provare empatia per loro, sentiva di avere un'affinità. La perdita di controllo, il timore di poter ferire qualcuno e il terrore nello sguardo delle persone una volta scoperta la sua vera natura.
Erano tutti elementi con cui ci conviveva da anni e vedere come molti sostenevano il discorso di quei ragazzi di Durmstrang le fece provare un moto di rabbia e delusione. 
Alzò lo sguardo e alcuni dei suoi compagni, incrociandola, si erano voltati per salutarla.
Si chiese se le avessero sorriso in quel modo se fossero stati a conoscenza del suo segreto, se l'avessero accettata come tutti gli altri.
Quei pensieri la riportarono a quella donna, Namaari, ad Hans e a tutte quelle persone che volevano farle del male.
Non era giusto. Lei ci stava provando, ce la stava mettendo tutta per mantenere il controllo, per fare del bene. Perché nessuno voleva capirlo?
"Ciao" la salutò Anna.
Elsa sussultò, alzò poi lo sguardo e non appena si rese conto di avere davanti sua sorella, tutte le preoccupazioni svanirono. Anna stava di fronte a lei e cercava di sorriderle.
"Sono contenta che stai bene. M_mi ero preoccupata, Hans..." ma non disse altro, le bastò l'espressione di rimando che le fece Elsa. Abbassò dunque lo sguardo, quasi colpevole "Avevi ragione su di lui."
"Forse non ci crederai, ma avrei tanto voluto sbagliarmi."
Lei sorrise appena, passandosi una mano su una delle trecce "Per fortuna è uscito dalle nostre vite..."
"Lo spero davvero. Se si dovesse ripresentare..." si fermò qualche istante, costringendo Anna a guardarla preoccupata "Sarò pronta, questa volta."
Accorgendosi di averla turbata però, si corresse immediatamente, le sorrise e, senza farsi vedere, creò dalle sue mani un piccolo cristallo di ghiaccio "Sto riuscendo a controllare i poteri. Visto?"
In un primo momento l'espressione della sorella parve quasi meravigliata, ma nonostante tutto Elsa sentiva qualcosa di strano nel suo atteggiamento. Come se non fosse pienamente convinta di tutto ciò.
"Non ci credi, vero?" chiese a bruciapelo.
"N_No! Perché lo chiedi?" ma quel leggero tremolio nella sua voce venne notato e istintivamente, il cristallo di ghiaccio che aveva formato, parve ingrandirsi un poco.
"Ti speravo più sollevata. Invece sembri... Preoccupata." 
Capì di aver colto nel segno e fece un passo in avanti "Anna, lo sto facendo anche per te. Se imparo a sfruttare i miei poteri potrò aiutare gli altri."
"Vuoi... Usarli?" chiese sorpresa.
"Era quello che volevamo tutti, no?" lo chiese, ma parve più un'affermazione.
Anna continuava ad avvertire qualcosa di strano nel suo modo di fare. Era felice che si stesse finalmente controllando e in effetti era quello che Nord e gli altri si erano prefissati di fare.
Ma pensava li avesse semplicemente tenuti a bada, senza doverli per forza usare. Non in questo momento per lo meno.
Stava succedendo tutto troppo in fretta.
"...Cosa dice il professor Black?"
Venne colta alla sprovvista, per fortuna non sembrò accorgersi del leggero rossore nelle sue guance "Grazie al suo aiuto li sto controllando. Vedrai, dammi ancora un po' di tempo e..." ma lo sguardo della sorella le spense il sorriso "Capisci... Dovrò pur difendermi da quelle persone. Sono un bersaglio. Non...Non approvano quello che sono."
"Non credo sia solo per questo..." 
Alzò subito lo sguardo interessato su di lei.
Anna si stava toccando la manica della maglia, titubante "C'è un sogno...Per quanto cerchi di non pensarci, credo sia collegato a te. Ed è..." si fermò, mordendosi il labbro inferiore "...E'...Pericoloso. Sento che c'è qualcosa che non va, che potrebbe accadere qualcosa di grave."
Elsa alzò le spalle "E' solo un incubo. Potrebbe essere una sorta di... Rappresentazione della tua paura verso di me."
Lei scosse il capo più volte, come per scacciare quel pensiero "No, non è così. Era prima che tu uscissi allo scoperto, questo sogno non fa che tormentarmi, potrebbe essere premonitore."
"Ma potrebbe essere solo un normale sogno."
Anna la scrutò "Non credo sia così, e sono sicura che anche tu lo pensi, perché sai... Che se perdi il controllo puoi ferire qualcuno" vide la sorella distogliere appena lo sguardo, solo per qualche secondo "Non voglio che tu debba portare ancora questo peso."
"Mi sto esercitando proprio per impedire che ciò accada!"
"Lo so. E so che vuoi aiutare, ma forse... Dovresti semplicemente tenerlo a freno, per il momento."
Vide Elsa alzare il capo verso di lei, incredula e scioccata.
Anna capiva l'enorme sacrificio che le stava chiedendo, ma doveva anche pensare al bene di tutti. E in questo momento sua sorella poteva seriamente essere una bomba ad orologeria.
"Voglio solo che tu faccia attenzione, non voglio che ti faccia del male o che... Che lo faccia a qualcun altro" la vide fare dei passi indietro "P_pensa ai nostri genitori!"
"E' stato un incidente!" soffiò.  Con un gesto della mano però fece spaccare il cristallo in tanti piccoli pezzetti, provocando uno schioppo che fece entrambe sobbalzare. Anna indietreggiò, mentre Elsa si chiuse gli occhi, si portò le mani alla testa e prese un lungo respiro, ripetendo piano piano alcune parole per calmarsi.
"Calma e... Concentrazione... Calma e concentrazione..." un altro respiro e l'atmosfera parve tornare come prima. 
Aprì dunque gli occhi e fissò quelli della sorella, ancora preoccupati.
"Elsa..." capendo dove voleva andare a parare, sollevò la mano in alto come per fermarla.
"Non voglio giustificarmi, ma quella sera li ho persi anche io" disse con voce tremante. Iniziò a camminare avanti e indietro, prendendo come sempre dei lunghi respiri di concentrazione "Loro... Volevano separarci, volevano che reprimessi i miei poteri... Dicevano che ero pericolosa, che avrei potuto farti del male!" si voltò verso Anna, guardandola intensamente "E avevano ragione, ma in quel momento ero troppo arrabbiata per ascoltarli e non... N_non lo volevo. Ma non avevo i guanti e così... E' successo... Mi dispiace" si fermò ancora, titubante "Tu... Eri talmente scioccata che... N_non potevo lasciarti così. Lasciarti quel ricordo. Volevi dimenticare e le zie te lo hanno concesso."
Anna non seppe cosa dire, rimase in silenzio, ancora troppo scioccata per poter reagire.
"Però..." iniziò flebile Elsa. Mosse le mani e nuovamente ricreò lo stesso cristallo di prima "Ora inizio a pensare che forse potrei utilizzare questo potere per qualcosa di... Buono" con un ennesimo gesto fece sparire il cristallo e questa volta, senza provocare alcun danno, alzò poi lo sguardo verso la sorella "Non posso rinnegare ciò che sono."
Era sicura di quello che diceva, più convinta delle sue capacità. Ma nonostante tutto riusciva a vedere che per sua sorella non era lo stesso.
"Tu non sei convinta."
Anna si passò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e fece un passo indietro "So che ce la stai mettendo tutta e vedo che ci stai riuscendo, ma vedo che è anche altrettanto facile che tu perda di nuovo il controllo."
L'espressione di Elsa si fece glaciale, cosa che la fece tremare un po'.
"Stavi per uccidere Hans."
Lei inarcò un sopracciglio "E lui stava per uccidere me."
"Tu sei migliore di così!"
"Dovevo lasciarlo andare? Stare ferma mentre lui e la sua banda volevano farmi del male? Come puoi dire questo?!"
"E' diverso, potevi fermarlo e basta. Se non ti avesse fermata Moana tu..." abbassò lo sguardo "...Non... Non sei così. Non avresti mai reagito in quel modo se non fosse per..." si fermò, ma Elsa capì perfettamente.
"Per cosa, Anna? Questi?!" aprì le mani e le alzò verso di lei. Anna scattò subito all'indietro, come se temesse un qualche attacco da parte sua. 
E fu proprio quello a sconvolgere ancora di più la mente di Elsa.
Stava seriamente credendo che l'avrebbe attaccata. Lei, sua sorella.
La persona alla quale era più legata al mondo.
Non le avrebbe mai fatto del male volontariamente. Mai.
Si era sempre trattenuta per non farle alcun danno, aveva sempre cercato di frenare quei poteri per non creare terrore tra le persone. Pensava che imparando a controllarli avrebbe seriamente potuto vivere in mezzo a loro, con lei.
Avere una vita normale.
Ma alla fine della fiera, doveva fare i conti con la dura realtà dei fatti: anche imparando a controllare quel potere, agli occhi degli altri sarebbe sempre stata pericolosa.
Rivolse dunque alla sorella un'espressione austera, decisa "Questa sono io, Anna."
"Che succede?" chiese Moana alle sue spalle.
Elsa si voltò, notando che stava con una mano vicina alla bacchetta, probabilmente sul punto di tirarla fuori nel caso ce ne fosse stato bisogno.
Sorrise amaramente ed alzò lo sguardo su di lei "Nulla."
Si fissarono per un lungo silenzio, e nonostante fosse un po' titubante, alla fine Moana fece un passo in avanti per raggiungere Anna.
"Voglio bene a mia sorella, non le farei mai del male" detto ciò fece per allontanarsi, lasciando la sua rabbia pervadere nuovamente i suoi pensieri.

 

 

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NOTE AUTRICE:

Ciao a tutti!
Non aggiornavo da un po', ma non temete, pian piano si arriva!
Mi spiace aver tardato, sono settimane un po' (tanto) piene e questa poi tra emicranie, nausea e raffreddore non sono stata un attimo tranquilla.
Questo capitolo è particolarmente intenso, ma ora vi avviso che arriveranno momenti particolarmente importanti, preparatevi.
Volevo esplorare un po' di più il cambiamento interiore di Elsa, il conflitto del suo sentirsi un mostro. 
Sta cercando di fare del bene, di essere positiva sulle sue capacità, ma sta arrivando ad un punto di credere che, nonostante tutto, alla gente apparirà sempre troppo diversa e pericolosa.
Dopotutto, ha ucciso, seppur involontariamente.
Al tempo stesso si scoprono anche delle cosine in più sul passato di Malefica e di come, alla fine, si possa percepire che sì, molti sono contro i suoi principi, ma non tutti.
La guerra che c'è stata e l'impatto che ha avuto è ancora fresco nonostante gli anni, viene trattato ancora come un tabù che molti che tremano al solo ricordo di quel periodo. Meno se ne parla, meglio è.
Ma non parlandone, la gente rischia anche di dimenticare o di confondersi, e secondo me non c'è cosa peggiore.
Ho comunque cercato di dare spazio a più personaggi. Credetemi che adoro un sacco scrivere contesti del genere.
Se ho sbagliato qualcosa sugli Obscurus, chiedo perdono. Per certe cose vado un po' a libera interpretazione.
Questo progetto sta diventando sempre più grande, so che prima o poi arriverà ad una fine, ma nel frattempo ringrazio tantissimo tutti voi lettori, chi recensisce e chi legge silenziosamente. Grazie
 
~Spirit~   

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Capitolo 56
*** Verità che possono uccidere ***


Cap 56: Verità che possono uccidere 

 
  
Hans - Frozen Photo (38641408) - Fanpop
 


Judy aveva raccontato di un passaggio segreto dietro un vecchio quadro nei bagni delle ragazze al secondo piano. Se lo si percorreva, si poteva uscire in un edificio abbandonato vicino alla Stramberga Strillante, dove Hans in quel momento si trovava imprigionato.
La cosa lasciò tutti piuttosto spiazzati: è vero che Hogwarts era sempre stata piena di passaggi segreti, ma mai si sarebbero aspettati che Judy Hopps, la prefetta Grifondoro, lo avesse sfruttato durante questi anni per esercitarsi di nascosto con la magia.
Alla fine si allontanarono solo alcuni del gruppo, in modo da non insospettire Frollo o qualche insegnante per le assenze, mentre Jack fungeva da palo assieme a Rapunzel.
Moana non li avrebbe raggiunti perché doveva incontrarsi con Filottete e gli altri Campioni, anche se Jim sfortunatamente si trovava ancora in infermeria.
Hiccup aveva insistito per andare con loro, ma venne a fargli visita suo padre proprio quel giorno e così, per non creare ulteriori sospetti, cedette il posto a Kristoff.
Lui, Anna, Nick e Judy si erano incontrati al primo momento di buca, chi aveva finto un mal di pancia fortissimo, chi aveva detto che sarebbe stato tutto il pomeriggio in biblioteca.
Sarebbero tornati indietro in tempo per la riunione prima di cena, in caso contrario, Jack li avrebbe sicuramente contattati.
La Stramberga Strillante era una casa abbandonata ormai da anni. Vecchia e malandata, aveva due piani ed Hans si trovava all'ultimo, legato ai polsi e alle gambe per impedirgli di muoversi. Inoltre Moana e Judy avevano scagliato un incantesimo che li avrebbe avvertiti nel caso fosse riuscito in qualche modo a liberarsi.
Era in trappola, ed ora, e se voleva salva la vita avrebbe dovuto raccontare tutto quello che volevano sapere. 
Sorrise appena quando avvertì la porta aprirsi con uno scricchiolio quasi fastidioso. Sentì i passi leggeri di Anna farsi sempre più vicino e fu in quel momento che sollevò il capo, mostrandole quel sorrisetto che la fece solo ribollire ancora di più il sangue.
"Ah bene, iniziavo a pensare che vi foste dimenticati di m..." non riuscì a finire la frase, perché gli si era gettata addosso e con tutta la forza che aveva in corpo gli aveva sferrato un pugno dritto in faccia. Il colpo fu talmente forte ed inaspettato da farlo scivolare con la schiena contro la parete del muro.
"Mi sono tolta un peso."
Anna si ritirò immediatamente, guardandosi la mano dolorante, ma con un'espressione pienamente soddisfatta sul volto. 
Era stato qualcosa di completamente istintivo, non si sarebbe mai aspettata di scattare in quel modo. 
Ma era stato più forte di lei.
Non appena lo aveva guardato in faccia aveva avvertito solo una rabbia incontrollabile e l'impulso irrefrenabile di fargli sparire quel sorrisetto ad ogni costo. 
Perfino gli altri si stupirono di fronte a quel gesto tanto fuori posto da parte sua, ma dopotutto come biasimarla.
"Ricordami di non farti mai arrabbiare" le sussurrò Kristoff, facendola sorridere.
Hans a quel punto si era risollevato da terra, anche se con una certa fatica vista la sua condizione, il colpo era stato talmente aggressivo da avergli fatto uscire un po' di sangue dal naso, poi rialzò nuovamente lo sguardo su di lei.
"Però... Niente male. Mai pensato alla carriera di battitore?" (***)
Anna sussultò e tese nuovamente il braccio per sferrargli un secondo pugno, ma questa volta venne fermata da Judy.
"Ora basta."
Hans li osservò e solo allora notò l'assenza di una persona in particolare.
"Mmh... Come mai non è presente Dumbroch? E' successo qualcosa?" chiese fingendosi incuriosito.
"Nulla che dovrebbe interessarti. Ora risponderai alle nostre domande" rispose Kristoff, facendo un passo in avanti.
Il Corvonero lo fissò per qualche istante, gli occhi semi-socchiusi, come se stesse cercando di visualizzare qualcosa nella sua mente. 
"Scusa, e tu chi saresti? Passi totalmente inosservato" ghignò.
Kristoff si sporse immediatamente, ma venne fermato questa volta da Anna.
"Ti sta solo provocando."
"E funziona!" aggiunse Hans, alzando il capo con aria soddisfatta "Se sperate di tirarmi fuori qualcosa, vi conviene parlare di cose interessanti. E siate gentili, mi raccomando."
Judy avanzò verso di lui, arrivandogli talmente vicino da avvertire il suo respiro "Forse non ci siamo capiti, non ti stiamo dando altre opzioni."
Hans fece finta di guardarsi ancora attorno "Dov'è la tua amichetta a tenerti al guinzaglio? O questa volta ti ha lasciata sciolta?"
La ragazza dovette inspirare profondamente per non cadere in quel vortice e non cedere al folle impulso di dargli una lezione.
Il Corvonero nel frattempo aveva abbassato il capo sulla bacchetta che stava tenendo in mano.
"Sentiamo... Cosa farai? Userai una maledizione per costringermi a parlare?" ghignò "Coraggio Hopps, lo sappiamo tutti che sei una studentessa modello."
Judy assottigliò gli occhi "Tu lo faresti."
Lui fece le spallucce "Io sono un pessimo soggetto. Non abbassatevi al mio livello" concluse imitandola a sua volta.
Sapeva che non si sarebbe mai spinta così oltre come voleva far credere, allora indietreggiò, abbassando di poco la bacchetta e facendo strada a Nick che, invece, aveva tirato fuori dal nulla una boccetta dal contenuto oro brillante. Ad Hans gli ci vollero solo pochi secondi, ma quando capì di cosa si trattava, il sorriso gli si spense, al contrario di quello del ragazzo.
"Vedo che hai già capito."
"No..."
"Che sarebbe?" chiese Kristoff.
"Una Veritaserum: ti costringe a dire la verità su qualsiasi cosa" rispose Anna un po' perplessa "Come... Come l'hai ottenuta? E' vietato l'utilizzo."
"Ho i miei trucchetti" disse fieramente Nick, agitando la boccetta di fronte allo sguardo pietrificato di Hans.
Anna si sarebbe aspettata che Judy si sarebbe intromessa per impedirne l'utilizzo, invece la vide affiancare Nick "Non ti faremo del male, è vero... Ma abbiamo altri metodi" disse alzando fieramente il capo "Ora dirai tutto quello che vogliamo sapere, e intendo tutto quanto. A cominciare dal luogo di ritrovo. Siete organizzati, avrete di sicuro un posto dove incontrarvi."
Ma Hans non le prestava ascolto, continuava a fissare quella boccetta e poi Nick.
"Non farlo."
L'altro finse un sospiro "Oh beh, se me lo chiedi in questo modo..." la stappò, in un primo momento l'altro parve ancora preoccupato, poi il suo sguardo si fece più sicuro.
"Se parlo, mi avrete sulla coscienza!"
Judy e Nick si scambiarono uno sguardo, stessa cosa Anna con Kristoff.
"Melodrammatico" fece quest'ultimo. 
Hans rise appena "Sopravvivrete al pensiero di avermi ucciso? Perché è quello che succederà se mi fate bere quella pozione!"
Ancora silenzio, Nick era rimasto con la boccetta ormai aperta in mano "In... Che senso?"
"Immagino siate a conoscenza del voto infrangibile. Beh, è quello che ho fatto per non rivelare la loro posizione. Se li tradisco... Non so cosa potrebbe capitarmi."
Judy lo fissò furente, mentre Kristoff si sporse per parlare "Hai fatto un voto infrangibile per proteggere i tuoi compagni?"
"Ho fatto un voto infrangibile perché Namaari non si fidava!"
"Beh non aveva tutti i torti, non hai dimostrato fino ad ora di essere un soggetto di cui fidarsi" fece Nick con una smorfia.
"Quindi è Namaari il vostro capo" disse Anna.
Hans alzò le spalle "Non ci piace dare dei titoli ma... Mettiamola così."
"Volevano fermare Elsa, perché?"
Lui non rispose, ma lo sguardo costante di Anna alla fine lo fece cedere almeno un pochino.
O forse si stava semplicemente stufando di tenere tutto dentro.
"Secondo te? Sono talmente ossessionati che possano tornare i Giorni Bui da voler eliminarne ogni minaccia possibile."
"I... Giorni Bui?" ripeté Kristoff confuso "Questo nome non mi è nuovo..."
"E' così che chiamano il periodo in cui Morgana e Merlino erano in conflitto" rispose Anna cupa "Era da quand'ero piccola che non lo sentivo."
"I miei erano talmente terrorizzati da aver vietato anche solo nominarli" aggiunse seria Judy.
"E puoi biasimarli? Troppa gente è morta in quel periodo" sputò Hans "Tutti ad acclamare Merlino il grande, dimenticandosi che anche lui aveva voluto quella guerra."
"Non aveva scelta! Malefica avrebbe sferrato un colpo di stato! Si era già rivelata a non so quanti babbani, il nostro segreto stava per essere scoperto!" ribatté Judy.
Si fissarono per un lungo momento, come se stessero aspettando che uno di loro cedesse lo sguardo. Alla fine Hans sorrise, sollevando leggermente il capo "Dico solo... Che nessuno è un santo."
"Sempre meglio di Malefica..." mormorò Nick.
Hans si strinse le spalle "In una guerra non c'è mai giusto o sbagliato, lascia solo la perdita."
Judy non rispose, ma non staccò lo sguardo su di lui nemmeno quando fu Nick a parlare.
"Non gira la voce che Morgana fosse... Un Obscurus?"
"Credi che sia per questo che vogliamo fermare Elsa?" chiese Kristoff.
Anna sussultò "M_Ma il il suo potere è completamente diverso!"
"È instabile, una incontrollabile forza oscura che erompe e attacca" disse Hans, spostando lo sguardo su di lei "Non ti sembra famigliare?"
La ragazza abbassò il capo, mordendosi forte il labbro inferiore. Tremava e si sentiva frustrata, perché in fondo c'era un briciolo di verità in quelle parole.
Solo che non voleva ammetterlo.
"Il suo potere può fare dei grossi danni, anche uccidere..."
Nick alzò un sopracciglio "Come Milo Tatch?" 
Hans sobbalzò appena, come se si fosse ricordato di qualcosa sepolto ormai da tempo nella memoria, ma si ricompose in fretta "Milo... Si era semplicemente trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, ha rischiato e ne ha pagato care le conseguenze."
"Eravate amici?"
"Amici? Con quello?" Hans trattenne a stento una risata "Era troppo strano. Forse era per questo che piaceva ad Elsa. Se la intendevano" lasciò cadere la testa in avanti e tirò un lungo sospiro "Pensavo sarebbe stato più... Facile. Era sempre stata così sola..." mormorò, lasciando intravedere un velo di tristezza "Proprio come me..."
Kristoff vide tremare Anna e istintivamente le posò una mano sulla spalla, sperando di farla stare meglio, ma lo sguardo di lei era talmente assente da non essersi nemmeno accorta del gesto.
"Elsa era così bisognosa di qualcuno che la guidasse, che le facesse capire che con quei poteri avrebbe potuto ottenere molto di più. Nessuno si opporrebbe mai ad una forza simile. Ho cercato di essere io quella persona..." si fermò, alzando poi leggermente il capo verso l'intero gruppo "Non potrei dirvi altro nemmeno se volessi, ci tengo alla mia vita e vi conosco abbastanza per capire che non arriverete a tanto pur di strapparmi qualche informazione."
Nick si scambiò uno sguardo con gli altri, ma poco prima di dire qualcosa, Judy gli strappò la boccetta di mano e fece per avanzare nuovamente verso Hans.
"Judy, aspetta!" cercò di fermarla, ma non sembrava voler sentire ragioni "Se stesse dicendo la verità?"
"E se stesse mentendo?"
"Vuoi seriamente fargli bere quella roba?" chiese Nick incredulo.
Judy inarcò appena le sopracciglia "Che ti prende ora?"
"Che prende a te" rispose serio.
"Ora non dirmi che ti stai tirando indietro. E' stata una tua idea quella della pozione!"
"Ma non sapevo di questo voto infrangibile! Noi..." guardò poi Anna e Kristoff che, seppur titubanti, sembravano concordare con lui "Non possiamo prevedere le conseguenze con la veritaserum, potremmo davvero rischiare di..."
A quel punto lei scattò verso di lui e con la mano libera indicò Hans, urlando tutta la sua frustrazione "Quale sarebbe il tuo piano allora? Tenerlo qui rinchiuso, dargli da mangiare e da bere? Non stiamo allevando un Puffskein!"
Nick passò lo sguardo da lui alla ragazza, scuotendo debolmente il capo "E' omicidio."
Ma Judy si passò una mano sul viso per fermare le lacrime "Lui non si è fatto nessuno scrupolo ad uccidere Belle!"
"Su questo, posso parlare" si intromise Hans, alzando di poco il capo "Possiamo fare un baratto. Non mi fai bere quella pozione e io ti racconterò l'intera storia. Scopriresti che... Ne sono solo parzialmente in colpa."
"E questo dovrebbe farci stare meglio?!" ringhiò lei, Nick la trattenne per una spalla e poi si rivolse ad Hans con sguardo severo.
"Allora parla."
Il Corvonero prese un lungo sospiro, come vide che Judy aveva ritirato la boccetta si calmò  "La morte di Belle è stato un errore. Quella sera sarebbe dovuta morire Elsa, non lei. Ho cercato di convincerla ad uscire... Ci ha provato persino quell'idiota di Gaston" i suoi occhi poi incontrarono quelli di Anna "Tua sorella è sempre stata così schiva, ma quella sera ci stavo quasi riuscendo... Se tu non ti fossi intromessa."
Fu in quel momento che Anna ripensò agli eventi del Ballo del Ceppo, a quando dopo aver ballato con Kristoff si era allontanata per cercare Hans, trovandolo poi estremamente vicino ad Elsa e immaginando tutt'altro.
Aveva sempre accusato sua sorella di provare qualcosa per lui, quando in realtà stava solo cercando di proteggerla. Fin dall'inizio.
Hans poi tornò a fissare il resto del gruppo con noncuranza "Avvicinarmi ad Anna era un modo per avvicinarmi ad Elsa e... A mali estremi, sarebbe stata un ottimo ostaggio per intrappolarla. Pensavo di non arrivare a tanto, ma Elsa non si è mai fidata di me."
Anna tremò, sentendo alcune lacrime uscire con forza e con un gesto istintivo si passò una mano per asciugarsi le guance.
Stupida, si sentiva solo una stupida.
Elsa, Merida, Kristoff, avevano sempre sospettato qualcosa, ma lei gli aveva sempre dato il beneficio del dubbio.
Si fidava, ne era innamorata, e lui aveva calpestato i suoi sentimenti in quel modo.
Avrebbe tanto voluto allontanarsi da quel posto, piangere fino a non avere più la forza di farlo, ma non aveva coraggio nemmeno di muoversi. Poi avvertì la presa di Kristoff farsi più forte, come per rassicurarla. Lei gli sorrise, grata di averlo accanto.
"E pensare che me l'avevano detto di non fidarmi..." rammentò con tristezza.
Hans poi voltò il capo verso di lei "Fammi indovinare, perché la mia famiglia ha servito Malefica?" ridacchiò "Un po' superficiali."
"La mela non cade tanto lontana dall'albero" sibilò Judy.
A quell'affermazione Nick la guardò con una certa attenzione, tanto che perfino Hans parve accorgersene.
"Mi spiace rovinarti la deduzione, ma credo di aver dimostrato di non servire gli ideali di quella donna" azzardò, senza distogliere lo sguardo da Nick.
Judy non se ne curò "Hai comunque fatto delle azioni orribili" disse, riducendo gli occhi a due fessure "Proprio come i tuoi genitori, proprio come lei."
Lui non rispose, continuava a mantenere quel ghigno dall'aria soddisfatta, come se in fin dei conti si stesse divertendo all'idea di dar loro fastidio. Alla fine ignorò semplicemente la frase di Judy e, dopo una veloce occhiata a Nick, tornò su Anna, ancora sull'orlo delle lacrime.
Ancora sconvolta.
"Eri tu...Il veleno a Moana..." mormorò " I draghi al Torneo...".
Hans alzò le spalle "Si beh... Ho cercato di controllare la Furia Buia, ma l'incantesimo non ha funzionato come dovrebbe."
"La carrozza la sera dell'incontro con le scuole..." continuó Judy.
Il ragazzo soffocó una risata "Era solo per spaventarla, andiamo! Ve l'ho detto, fosse stato per me, avrei risparmiato ad Elsa tutto questo e l'avrei portata via."
"Non...Non riesco ancora a crederci..." sussurrò Anna. Stava cercando di non far trapelare alcuna lacrima anche se con difficoltà.
Hans sembrò capirlo e per un breve secondo, il suo sorriso parve sincerto "Sei molto carina, ma... Come puoi vedere, non sono la persona giusta per te."
Anna distolse lo sguardo, sentendo la rabbia ribollire "Ora lo so. Avrei solo voluto capirlo prima."
"Si arriva sempre tardi..." sospirò Hans, lasciando cadere la testa all'indietro "Se Elsa fosse anche solo la metà di te, sarebbe stato tutto nettamente più facile. Ma non si può sempre sperare nella stupidità delle persone."
Anna sobbalzò, mentre Kristoff preso da un moto di rabbia, lo prese da terra e lo scaraventò contro la parete, ma poco prima che sferrasse un pugno, venne fermato da Nick e Anna. 
"Calmati Romeo." 
Nick si stupì della forza di quel ragazzo, sarebbe stato un giocatore di Quidditch formidabile. Aiutò poi Hans a rialzarsi, anche se con malavoglia.
"Forse questa volta me la sono cercata" tossicchiò lui.
"La prossima volta non lo fermerò, stanne certo" gli disse serio "Ora taglia corto e continua."
Lui annuì appena "Belle non era l'unica a conoscenza della natura di Adam, ma a differenza sua, ho pensato di sfruttare questa sua condizione a mio vantaggio. Avrebbe attaccato Elsa quella notte" disse, abbozzando un sorrisetto quasi malinconico  "Mi piaceva quel ragazzo, ci ha messo un po' a fidarsi ma... Posso dire che sono riuscito a diventare il suo unico amico, oltre a Belle, naturalmente" si poteva scorgere una nota di orgoglio in quelle ultime frasi "Mi aveva confidato che Belle stava cercando di replicare la pozione antilupo per aiutarlo. E' estremamente difficile da preparare, ma non impossibile. Belle è in gamba..." per un istante posò lo sguardo su Judy e sorrise "Con le mie conoscenze ho potuto fargli avere la pozione che desiderava. Il mio piano era quello di conquistarmi la totale fiducia di Adam, in questo modo non avrebbe sospettato che la seconda pozione fosse leggermente diversa, tanto da non impedire la trasformazione."
Kristoff sollevò le sopracciglia sconvolto "Vuoi forse dire che..."
"L'ho ingannato, sì. La sera del ballo ci sarebbe stata la luna piena, Adam doveva solo presentarsi fuori ed io avrei fatto in modo che attaccasse Elsa. Sarebbe stato difficile per lei sopravvivere ad un lupo mannaro e la gente avrebbe pensato ad uno sfortunato incidente, nessuno si sarebbe insospettito. Io sarei stato solo un superstite tra i tanti."
"Al ballo ci sarebbe stata tutta quella gente...Avresti potuto ferirli..."
"Avrei. Ecco perché cercavo di portarla lontano" precisò Hans, tirando fuori un sorriso amaro "Ma nel caso, se è vero quel che dice Namaari, Elsa causerà molte più vittime rispetto a un paio di studenti. Sarebbe stato un piccolo prezzo da pagare per tutte le vite che avremmo salvato in futuro. "
"Piccolo?!" Anna scattò di colpo, posizionandosi di fronte ad Hans "Stai dicendo che non ti sfiora minimamente il pensiero di quello che hai fatto?!"
"Mia dolce Anna... Ormai dovresti star imparando a conoscermi sul serio" assunse un'espressione  quasi assente "Se Elsa mi avesse dato retta, magari tutto questo non sarebbe mai successo. Ci pensi? Lei aveva bisogno di me" prima che qualcuno potesse rispondere, continuò "E come hai potuto vedere, Adam quella sera non ha ferito nessuno" concluse, sorridendo.
"Ma ci ha provato" disse a bassa voce Nick, ricordando quell'orribile notte con Moana e Jim. 
Anna non disse più nulla, troppo scioccata dal modo in cui stava scoprendo la natura di quel ragazzo.
"Belle era riuscita a convincerlo a non partecipare al ballo. Secondo lei Adam...Uhm...Non stava bene..." mormorò, cantilenando le ultime frasi "Anche lei aveva capito che c'era qualcosa che non andava e quando ha sentito quelle sciocche parlare della collana... Ha iniziato a insospettirsi ancora di più." 
Nonostante la situazione infelice, Judy riuscì a provare un moto di orgoglio al pensiero della sua amica e di come aveva cercato di fermare la situazione.
"Sapeva di quella collana, Adam me l'aveva vista in mano, ma pensava fosse un normalissimo oggetto per far colpo su una ragazza, niente di più. Belle invece...Mi ha fermato, ha iniziato a farmi un'infinità di domande sulla natura di quel gioiello, sullo stato di Adam e del perché continuassi a stare con Anna quando era palese il mio interesse per Elsa. Nemmeno lei convincevo..." il suo sorriso poi si spense un pochino "So che non ci crederete ma... Non volevo la sua morte. Era una in gamb..."
"Allora perché è successo?" tagliò corto Judy, stufa di tutti quei giri di parole.
"Rothbart" rispose freddamente Hans "E' un mago incredibilmente bravo, è stato lui a preparare la pozione Antilupo e da quel momento ha iniziato ad insospettirsi. Alla fine ho dovuto raccontargli la verità e dal momento che Adam non ci sarebbe stato al ballo avevo trovato... Un'alternativa altrettanto valida. Se non più letale" continuò con uno strano sorriso "Rothbart...E' stato uno dei primi a voltare le spalle a Malefica. Sarebbe stato il nostro momento di rivalsa..." il breve sorrisetto si affievolì a breve "...Ma quando mi ha visto discutere con Belle ha creduto che..." si fermò.
"...Ha creduto che Belle fosse Elsa" continuò tremante Judy.
Hans rimase in silenzio qualche istante "E' successo tutto talmente in fretta. Non c'è stato nemmeno il tempo di reagire" si giustificò.
"Rothbart è un animagus... E' lui quello che ha visto Gurghi..." mormorò Nick al gruppo.
"E' un mago eccezionale, tanto da aver fuso parti di animali per diventare una sola creatura" sospirò Hans, quasi come se si fosse tolto un peso "Credetemi... Non vorreste averlo come nemico."
Avvertì poi la bacchetta di Judy alzargli il mento per costringerlo a guardarla "Dove si trova ora?"
Ma lui non si scompose "Dove pensi che sia? Con gli altri. E abbassa quella bacchetta, non so dirti altro."
Judy tornò a fissare i suoi amici "Cosa facciamo? Quelle persone continueranno ad attaccarci."
"Ad attaccare Elsa" precisò Nick, facendo sussultare Anna li vicino "E a tal proposito... Credete che verranno qui per riprenderselo dopo il danno che ha fatto? Non mi sembravano esattamente al settimo cielo."
"Ha rovinato la loro missione e li ha fatti quasi catturare, fossi in loro, lo cercherei e gli darei una bella lezione" disse amaramente Kristoff.
Hans rise appena "Ma prego, continuate ad infierire. Tanto io sono qui."
"E non te ne andrai!" Judy lo fissò nuovamente e, dopo un lungo momento, riprese in mano la boccetta di Veritaserum.
Da quel gesto Anna capì immediatamente cosa volesse fare, ma prima che potesse rispondere, vide Nick agire per primo. Si avvicinò alla ragazza e le posò una mano sulla boccetta.
"Assolutamente no."
Lei lo fissò duramente "Smettila, Nick."
"Smettila tu! Non permetterò che qualcun altro muoia" sentenziò, lanciando un'occhiata ripugnata al Corvonero "Anche se si tratta di Hans."
"Non lo farai tu, o Anna o Kristoff... Ma io" Judy cercò di liberarsi dalla sua presa ma l'altro continuava ad impedirglielo.
"Non posso permettertelo."
"Ascolta il tuo ragazzo" si intromise Hans con calma "Avevamo un patto, no?"
Judy si voltò di scatto verso di lui, aveva gli occhi colmi di rabbia "Credi che mi importi del nostro patto?! Belle è morta!" 
"Non l'ho uccisa io."
"Ne sei comunque responsabile!" dopo di ché estrasse dalla borsa la bacchetta e la puntò inaspettatamente verso Nick.
"Che stai..."
"Molla la presa" disse minacciosamente "ORA!"
Nick era scioccato, così come anche Anna e Kristoff. Quella non sembrava affatto la Judy che conoscevano. 
La morte di Belle l'aveva sconvolta, ma mai si sarebbero aspettati una svolta del genere. Judy che si metteva addirittura contro i suoi stessi amici.
Anche Hans parve inevitabilmente colpito da quella scena, il suo sorrisetto sembrava ormai sparito e anzi, se gli altri non fossero stati talmente presi dall'atteggiamento di Judy, avrebbero notato una certa preoccupazione nel suo sguardo.
Tuttavia Nick non si mosse, ma per lo shock iniziale aveva lasciato andare la mano di Judy che lentamente si stava avvicinando ad Hans.
"Carotina, capisco il dolore, ma..."
"N_no che non lo capisci! Se ci fosse stato Jack al posto di Belle mi avresti appoggiata!"
I suoi occhi passarono per un attimo verso Hans, per poi tornare su di lei. Esitò un istante prima di parlare "Sono tante cose Judy, ma non sono un assassino. E non lo sei neanche tu." 
Judy lo fissò, poi si voltò verso Hans "Sarebbe solo un piccolo prezzo da pagare per tutte le vite che salveremo, no?"
Hans sussultò, stava iniziando a sudare freddo. Aveva usato le sue stesse frasi per darsi ragione.
Avrebbe seriamente usato quella pozione a discapito del suo voto infrangibile.
Judy allora gli afferrò il viso per alzarglielo e stappò col pollice la boccetta "Su una cosa avevi ragione. Non ci sarà la mia amica a tenermi al guinzaglio, questa volta" fece per versargliela, ma Hans scostò il capo con forza.
"N_non farlo!"
"Se non trovi un modo per dirmi dove si trova Rothbart, non ho scelta!"
"VA BENE!" urlò, interrompendo quella folle battaglia. Judy si fermò, Nick era scattato verso di lei e così anche Anna e Kristoff, ma al richiamo di Hans si bloccarono tutti.
Il Corvonero aveva il cuore che batteva a mille, stava sudando e prima di parlare prese un lungo respiro per riprendere fiato "Forse... C'è un modo..."
Gli occhi di Judy si fecero più sottili "Parla."
"Il voto infrangibile è potente, ma a seconda di come giochi le tue carte, si possono provare delle manovre per uscirne illesi. Ho promesso loro che non avrei parlato. Ma non ho detto nulla sul mostrare."
Gli altri lo fissarono perplessi.
"Ridatemi la bacchetta, estrarrò una parte dei miei ricordi e avrete tutte le informazioni necessarie."
"Potrebbe funzionare?" disse Anna, cercando conferma soprattutto verso Judy, che ancora sembrava molto provata dalla situazione.
"E' rischioso, ma se devo scegliere, preferisco questa opzione al pensiero di friggere mentre canto come una fenice" continuò Hans con fare scocciato.
Nick guardò Judy, sperando optasse anche lei per quella proposta, e con sollievo la vide abbastanza interessata.
"Potrebbe funzionare" disse, cercando di incentivare quell'opzione.
L'amica non ci mise molto però ad avere dei dubbi "Ci stiamo dimenticando di un particolare. Come li vediamo? Non ho mai studiato come fare e ci metterei troppo tempo per..."
"L'ufficio di Bunnymund ha una sorta di... Pensatoio o come vuoi chiamarlo. E dal momento che si trova al San Mungo adesso, non dovremmo avere problemi. Lo tiene vicino ad uno scaffale con uno strano uovo colorato." concluse Nick, sentendosi gli sguardi pungenti dei suoi compagni "Che c'è?"
"Come..."
Lui alzò le spalle e sospirò "Jack, ovvio. Credi che non si sia mai intrufolato li dentro?"
Judy batté le palpebre e mosse la bocca per dire qualcosa, ma poi si esitò un attimo "Quel ragazzo a volte mi preoccupa sul serio."
La sua mania di andarsi a ficcare nei posti più impensabili prima o poi lo avrebbe ucciso. Nick la guardò con un mezzo sorriso, facendo nuovamente spallucce. Segno che ormai ci aveva rinunciato da un pezzo a ragionare col suo amico.
I due si scambiarono poi un veloce cenno con Anna e Kristoff, dopo di che, anche se non completamente sicuri, accettarono l'offerta e consegnarono ad Hans la bacchetta, ovviamente gli altri restavano con le loro ben alzate e in bella vista al minimo movimento sospetto, ma questa volta Hans sembrò dire la verità, posizionò la punta della bacchetta vicino alla sua testa e nel giro di pochi istanti fuoriuscì una piccola scia bluastra.
Judy aveva tirato fuori un altra boccetta dalla sua borsa e gliela porse per permettergli di inserirne i ricordi all'interno.
"Non fare scherzi."
Hans sorrise appena "Rilassati una buona volta, Hopps."
Dopo di ché con la bacchetta condusse la scia all'interno della boccetta e la rinchiuse. Quando la riconsegnò alla ragazza, Kristoff si era già catapultato per strappargli la bacchetta di mano e rimetterlo al suo posto.
"Niente scherzi, come promesso" mormorò mentre lo legava.
"Vedremo..." disse il Tassorosso, stringendo più forte il nodo, tanto da fargli fare una smorfia di dolore, fece poi cenno agli altri di allontanarsi, in modo che Hans non potesse ascoltarli. Uscirono dalla stanza tenendo la porta leggermente aperta.
"Va bene ho capito, è tempo di raccontarvi i segreti" urlò Hans, spostando lo sguardo altrove "Parlate piano o rischio di ascoltare."
"E taci!" sbottò Kristoff esasperato, arrossì poi imbarazzato alla vista dei suoi compagni. Aveva stupito parecchio tutti con quello scatto di nervosismo.
"E' davvero fastidioso" si giustificò.
Nick tirò fuori un mezzo sorriso "Non posso che darti ragione, questa volta."
Judy alzò leggermente la boccetta che teneva in mano "Due di noi potrebbero stare qui con Hans... Non mi fiderei a lasciarlo da solo..."
"Posso starci io" propose Nick con un'alzata di spalle "Qui almeno posso zittirlo, non mi va di farmi un viaggio nella sua testa da psicopatico."
L'espressione di Judy parve sorpresa "Sicuro?"
"Assolutamente."
"Potrei stare anche io assieme a lui" si propose Kristoff.
Nick alzò gli occhi al cielo, mugugnando qualcosa che per fortuna non venne sentito dall'altro. Era fin troppo palese che non provasse una grande simpatia nei suoi confronti, anche se in quel caso stava cercando di controllarsi.
"O forse potresti fare da palo mentre le nostre amiche indagano. Io me la caverò."
Anna tuttavia non sembrava molto convinta della scelta.
"Forse dovrei rimanere io invece e..."
"Non mi sembri nella posizione ideale per stare ancora nella stessa stanza con lui" la interruppe Kristoff.
"Oh certo, meglio farla stare nei ricordi dell'ex-ragazzo. Scelta migliore" fece Nick con sarcasmo.
L'altro lo guardò torvo, ma poi vide la ragazza annuire appena.
Spostò poi leggermente lo sguardo su Hans che le dava le spalle. Sentì un terribile nodo allo stomaco e la rabbia farsi largo nella sua mente "Non e' un'idea tanto malvagia, ma Judy... Ecco..."
L'amica la guardò "Cosa?"
"Non credo sia una buona idea per te, visto come hai reagito poco fa." 
Anche Kristoff sembrava essere d'accordo, mentre Nick era rimasto impassibile. Si scambiò una veloce occhiata complice con Judy, poi la videro estrarre la Veritaserum.
"E' finta."
"Come?"
Lei alzò le spalle "Non è una vera pozione, è un succo. Se vuoi puoi berlo dopo" vide l'espressione del ragazzo ancora sconvolta e sorrise "Tranquillo, non inizierai a raccontare i tuoi segreti."
"Credo sappia di lampone" si intromise Nick, mettendosi al suo fianco. 
Anna e Kristoff li guardarono per qualche istante, perplessi quanto prima se non di più.
"Un momento..." iniziò lui "Voi due..."
"Era tutta una recita?" concluse Anna.
Nick annuì quasi con orgoglio, mentre le guance di Judy erano arrossite un po' ripensando a come si era comportata poco fa.
"Piuttosto convincente eh? Poliziotto buono e poliziotto cattivo, un classico."
Judy si appoggiò ad una sua spalle e sorrise "Quando vuoi sai essere un bravo ragazzo." 
"E tu quando vuoi sai essere astuta."
Mentre si guardavano, Kristoff ed Anna erano ancora in silenzio a metabolizzare tutto.
"Ma... Perché non..."
"Non ci aspettavamo il voto infrangibile ed abbiamo...Improvvisato" continuò Judy. Diede poi la pozione a Nick "Tienila come una sorta di precauzione, nel caso Hans dovesse dare problemi."
"Mi divertirò a minacciarlo" ghignò lui.
L'amica lo guardò torva "Nick..."
"Scherzavo, scherzavo..."
Lei puntò nuovamente lo sguardo su Kristoff ed Anna, il breve sorrisetto era ormai sparito "Ci... Ci dispiace avervi ingannati. Dovevamo essere convincenti e le vostre espressioni hanno aiutato."
"Oh eccome!" annuì l'altro, ma vedendo il modo in cui lo fulminava Judy, fece sparire anche lui il sorrisetto "Insomma... Ehm... Senza rancore."
Dopo un breve silenzio, Anna avanzò di un passo verso i due e sorrise "Credevo di arrabbiarmi, ma... A dire il vero la cosa mi fa sentire più sollevata. Ero seriamente preoccupata per te, Judy."
L'amica arrossì imbarazzata "Ultimamente sono un po' cambiata... Ma non... Non l'avrei mai usata, nemmeno se fosse stata quella vera" disse a bassa voce "Puoi credermi."
"Ti credo."
"D'accordo" tossì Nick, per attirare l'attenzione "Possiamo tornare a concentrarci?"
Judy inarcò un sopracciglio e gli si avvicinò "Ma guarda... Nicolas Wilde così ligio al dovere."
Anche lui fece lo stesso, quasi a sfidarla "Mi hai fatto recitare la parte del buono, sei una pessima influenza, carotina."
"Sei petulante e fastidioso, ma non sei una cattiva persona. Smettila di atteggiarti come tale." 
Erano talmente presi da quel piccolo battibecco da aver completamente estraniato gli altri e per Kristoff, fu come uno strano déjà-vu.
Incrociò le braccia al petto e fece un cenno col capo ad Anna accanto a lui "Ora glielo dico."
L'altra gli diede una piccola spintarella al braccio "Oh no non ci provare!"
Per fortuna quella breve conversazione venne avvertita anche dagli altri due che si ricomposero in fretta, cercando di far finta di nulla.
"Allora..." Judy si passò una mano tra i capelli "Non ci metteremo molto."
"Me lo auguro, la mente di Hans non sembra un luogo molto divertente" commento' Nick.
"Prima di andare..." li fermò Kristoff, titubante "...Cosa ne facciamo di lui, una volta che sapremo come raggiungere Namaari?"
"Lei lo starà cercando, no? Potremo portarlo come una sorta di scambio" fece Judy sul momento "O offerta."
Quel semplice commento non passò inosservato a Nick, che la fissò un po' perplesso, ma lei non lo notò anzi, gli rivolse un sorriso in risposta al suo sguardo.
"Ah Nick..." lo chiamò subito dopo. Lui la osservò nuovamente, notando il breve sorriso spezzarsi in una smorfia mentre con lo sguardo puntava la direzione di Hans.
"Se cerca di scappare... Fermalo."
Ed ecco che il ragazzo ebbe nuovamente una spiacevole sensazione al suono di quelle parole. Capiva bene quanto questo fosse duro per lei, volente o nolente Hans era stato in parte responsabile della morte della sua migliore amica, era difficile mantenere una certa lucidità di fronte a tutto quello che aveva confessato.
Ma nonostante tutto, il tono con cui lo disse, il modo in cui lo guardava, iniziavano a fargli venire un brutto presentimento. Anche il modo in cui si era comportata prima per convincere Hans a parlare, era sembrato così reale che se non fosse stato sicuro della recita concordata, probabilmente ci sarebbe cascato con tutte le scarpe.
D'altra parte però, anche questa volta cercò di scacciare via ogni pensiero negativo sul suo conto.
"D'accordo?" chiese nuovamente Judy, risvegliandolo da quei dubbi.
Lui alzò le spalle con noncuranza "No, stavo pensando di farlo diventare il mio nuovo migliore amico."
Vide il suo broncio trasformarsi nuovamente in un sorriso e, poco prima di raggiungere Anna, alzò un ultima volta lo sguardo su di lui.
"Sono contenta che sei con noi."
Erano vicini e Nick poté vedere come fosse arrossita un pochino e questo a sua volta, fece arrossire lui, vuoi per l'imbarazzo, vuoi per quella frase detta così spontaneamente.
Iniziava a sentire caldo e la cravatta più stretta del solito.
Avrebbe dovuto comprarne una nuova.
Dopo aver dato un ultimo sguardo a lui e Kristoff, Anna iniziò a scendere le scale del piano di sotto e Judy la seguì subito dopo, lasciando gli altri tornare nella stanza con Hans. 

 

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NOTE AUTRICE:
Wow, credo che questo capitolo sia uscito bello lunghetto, ma giuro che non vedevo l'ora di arrivare a questo punto. Perché qui mi sono data alla pazza gioia con la personalità di Hans.
Visto che nel film si è visto ben poco, ho preso più libertà questa volta, creando questo bast*ardello arrogante e manipolatorio. Insomma, finalmente lo si vede per quel che è, questa è la personalità che mi sono immaginata fin dall'inizio di questa storia.
Spero che piaccia!
Ci sono inoltre un paio di chicche in questo capitolo, come qualche citazione presa dal film, inoltre lo scherzone di Judy e Nick è un chiaro riferimento all'inganno che fanno a Bellwether verso la fine. Ho voluto un po' ricalcare quella fase, anche per far vedere quanto si sta forzando la complicità tra i due.

(***) Questa battuta viene detta anche nel capitolo 11 proprio da Kristoff, sempre riferendosi ad Anna durante la cattura dei purvincoli. Voleva essere un parallelismo tra i due interessi amorosi.

E sì ...Non so se effettivamente nel canon un voto infrangibile si possa raggirare in questo modo...Ma va beh, qui è possibile.

 

E le sorprese non sono ancora finite, vedrete nel prossimo che succede.

Intanto, vi mando un abbraccio e pian piano andrò a rispondere a tutt*. Mi spiace essere così lenta.
E' un periodo un po' di alti e bassi per me, questa long è una delle poche cose che mi sta dando sicurezza almeno.
 
~Spirit~   

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Capitolo 57
*** Non c'è di che! ***


Cap 57: Non c'è di che!  

 
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La riunione fu inaspettatamente veloce, un normale controllo per delineare il periodo in cui si sarebbe svolta la prova definitiva. 
Dal momento che Claude Frollo aveva preso il controllo della scuola, doveva presenziare al posto di Nord, sebbene fosse evidente il suo disinteresse. Moana per tutto il tempo lo aveva visto rispondere solo se necessario, il suo sguardo era assente, ma poteva notare come ogni tanto lanciava qualche occhiata alla zona dove lei, Tadashi ed Elsa stavano seduti, come se li stesse in qualche modo scrutando, uno per uno.
O forse era solo una sua spiacevole sensazione.
Una volta terminata la seduta, Claude fu come risvegliatosi e prese subito parola per congedare gli studenti e poter conversare privatamente con gli altri presidi.
Elsa uscì a passo svelto dalla stanza, senza neanche scambiare uno sguardo con nessuno, e Moana immaginava fosse ancora provata per il discorso con sua sorella. 
Lei e Tadashi allora fecero un pezzo di strada assieme, per la maggior parte in silenzio.
Tadashi era stato pensieroso tutto il tempo e, per quanto aveva potuto conoscere di lui, avvertiva una certa preoccupazione nel suo sguardo.
"Non mi piace per niente..."
Moana a quel punto sollevò il capo per guardarlo.
"Frollo al comando..." continuò lui.
"Insegnava a Durmstrang prima, giusto?"
Tadashi allora tirò un lungo sospiro, portando le mani in tasca "Si, era il preside, ma se n'è andato anni fa" disse, ancora pensieroso "Ero al mio secondo anno... A quanto pare i suoi metodi si erano spinti troppo oltre e uno studente era finito in ospedale."
"Cosa?"
Inconsciamente Moana rallentò il passo fino a quasi fermarsi, un brivido le stava percorrendo la spina dorsale.
"Come ha fatto a trovare lavoro al Ministero uno così?"
Lui alzò le spalle "Conoscenze, credo... E' odioso, ma ha una buona cerchia di sostenitori della vecchia scuola" mimò le ultime parole facendo le virgolette con le dita "Se così vogliamo definire i tradizionalisti. Forse era un bene che Jim non ci fosse... Un Campione nato babbano? Se avesse avuto il potere di fermare il Calice, lo avrebbe squalificato subito."
Moana arricciò il naso, infastidita "Non credo possa esercitare quel tipo di potere. Intendo... Hogwarts è piena di nati babbani e mezzosangue, sono uguali a tutti gli altri."
"Non per Claude Frollo..." sospirò Tadashi, lanciando una veloce occhiata alle pareti del corridoio "Sinbad pensa voglia rivoluzionare questa scuola a modo suo. Adora avere il controllo."
"Le regole di Nord vanno bene, non c'è bisogno di modificarle."
"Lo penso anche io, ma Hogwarts ha subito troppi danni. Questo non può passare inosservato ai piani alti e se le manovre di Frollo funzioneranno beh... Non so quanto potrà fare Nord per impedirlo in futuro."
Moana lo vide passarsi una mano tra i capelli, era la prima volta, oltre al ballo del ceppo, che lo vedeva in giro senza il suo abituale cappello porta fortuna.
"Ti innervosisce proprio, vero?" chiese, avvicinandosi.
Tadashi sorrise appena, ma poi sviò subito lo sguardo, puntando altrove "Eravamo costantemente controllati, non potevi uscire se non con un permesso firmato da lui, c'erano regole sui saluti, regole su quali corsi seguire, materie come Divinazione o Babbanologia erano vietate. Non c'era Difesa contro le Arti Oscure, ma esercitazioni alle Arti Oscure. Diceva che per imparare ad affrontare un nemico bisognava conoscerne le tecniche, anche se pericolose" si passò nuovamente una mano sulla nuca "Ricordi perché il Torneo Tremaghi era stato sospeso l'ultima volta?"
"Perché era... Morto un ragazzo" rispose Moana, un po' titubante.
Tadashi annuì "Morto in seguito ad una maledizione senza perdono lanciata dal Campione di Durmstrang."
La ragazza rabbrividì ancora, non sapeva cosa dire. Lo vide abbassare il capo e sospirare, rassegnato "Scusa, pessimo discorso. So che farei meglio a non pensarci, ma..."
Lei gli appoggiò una mano sul braccio "Meglio sapere con chi abbiamo a che fare, no? E poi si capiva già dal suo broncio che non sarebbe stato così simpatico."
"Oh su questo non posso che darti ragione!" Tadashi rise ed entrambi ripresero a camminare, arrivando finalmente vicini alla meta di Moana: l'aula di Divinazione. 
Era da un po' che ci pensava, forse parlando con Mama Odie della profezia che aveva accennato Valka, avrebbe potuto scoprire qualcosa per aiutare i suoi amici.
Non le piaceva stare con le mani in mano e la situazione di Elsa e quel gruppo di maghi ormai aveva coinvolto tutti. Se c'era un modo per fermarli, dovevano scoprirlo.
Quando però era ormai chiara la direzione, Tadashi la fermò ancora.
"Dove stai andando? Credevo non avessi lezione adesso" disse, iniziando a sembrare un po' nervoso "Tra poco è ora di pranzo e... Potremmo mangiare qualcosa insieme."
Moana si bloccò "M_mi piacerebbe, ma volevo approfittare di quest'ora per parlare con l'insegnante... Di una cosa."
Sapeva di essere stata molto vaga, ma in quel momento non se la sentiva di dirlo a Tadashi.
La profezia poteva rivelarsi un buco nell'acqua e, da quello che le aveva detto Judy, il potere di Elsa sarebbe dovuto rimanere segreto.
Anche se alla fine non lo era poi tanto.
Tadashi tuttavia non sembrava completamente convinto della sua performance.
"Tutto bene?"
"Si!" disse con una voce leggermente più squillante. 
Lui le si avvicinò, squadrandola e facendola probabilmente agitare ancora di più "Puoi dirmelo se qualcosa non va."
Moana arrossì leggermente, iniziando a toccarsi una ciocca di capelli "E' solo per una ricerca. Sto... Iniziando ad interessarmi a Divinazione e, so che è troppo tardi, ma volevo solo fare qualche domanda all'insegnante."
Tadashi la fissò ancora per qualche istante, ma prima che potesse rispondere, si sentì afferrare per un braccio.
"Svelto bello, andiamo in infermeria!" esclamò gioioso Fred.
L'amico inarcò un sopracciglio, un po' perplesso "Che ti succede? Hai di nuovo bevuto una pozione che non dovevi bere?"
Fred si voltò di scatto, come punto nell'orgoglio "Non la stavo bevendo, la stavo testando! E non è colpa mia se odorava di patatine fritte. Non puoi mettere Fred vicino alle patatine fritte e non aspettarti delle conseguenze!"
Tadashi avrebbe voluto ribattere, ma venne interrotto dall'arrivo di Hiro che gli saltò sulla schiena, facendolo vacillare "Coraggio, non perdiamo tempo! Questa mattina ho saputo che Moccicoso ha fatto arrabbiare una ragazza durante Erbologia ed ora al posto dei capelli ha un cactus!"
"Da non perdere!" esultò Fred.
Tadashi alzò gli occhi al cielo, ma la sua espressione parve decisamente più rilassata e giocosa e questo fece star meglio anche Moana, che lo salutò con un cenno della mano, dirigendosi poi verso l'aula dove diversi studenti stavano ormai uscendo.
Per fortuna il corso di Divinazione non era frequentato da molti, così dovette aspettare solo pochi minuti per permettere agli altri di scendere le scale. 
"Capitano."
Si voltò e dietro di lei vi era una delle ultime persone che avrebbe voluto incontrare in quel momento: Isabela Madrigal.
Cercò di sorridere, o almeno di provarci "Caposcuola."
Isabela era una Tassorosso dell'ultimo anno, capelli scuri lisci e setosi, uno sguardo in grado di far breccia nel cuore di molte persone e leggermente più bassa di lei.
Una delle poche cose che poteva dire di apprezzare in sua presenza.
A compensare la bassa statura tuttavia c'era la bellezza, probabilmente una delle più corteggiate nella loro scuola, inoltre era intelligente, arguta, con ottimi voti e una reputazione impeccabile, tanto da essere sempre un passo in avanti rispetto a lei e soprattutto a Judy, di cui aveva soffiato il posto di caposcuola.
Non era una cattiva persona, ma aveva qualcosa che continuava a non piacerle, ed era piuttosto sicura che il sentimento fosse reciproco.
Dal modo in cui le parlava, come la squadrava, si sentiva sempre giudicata dall'alto verso il basso, ma purtroppo ogni volta che lo faceva notare veniva prontamente smentita dai suoi compagni, soggiogati da chissà quale maleficio per non vedere la realtà dei fatti.
In sostanza, meno si parlavano, meglio era per entrambe. 
Anche perché odiavano forzare quel sorriso ogni volta che si incontravano.
"Ora non si saluta più? Ero convinta ti piacesse stare al centro dell'attenzione, con tutti quegli inviti al ballo" concluse con un sorrisetto che Moana avrebbe volentieri cancellato con un incantesimo.
Era normale tra loro farsi queste frecciatine, specie nel modo in cui Isabela si era comportata in passato. 
Sapeva che non doveva darle corda, ma era più forte di lei.
Incrociò le braccia al petto e la imitò nello stesso sorriso per nulla sincero "Mi spiace averti rubato la scena in quel periodo. Spero tu non ce l'abbia con me per questo."
Isabela si passò una mano tra i lunghi capelli, passando uno sguardo di sfuggita ad alcuni studenti più in fondo "Assolutamente no. Per una volta ho potuto avere un attimo di respiro" disse con un risolino "So che non sei abituata ad essere corteggiata. Ma almeno adesso esci con Tadashi, giusto? Mi spiace che sia arrivato ultimo, so che ti ha dato una mano con la sfida..."
Gli occhi della ragazza si ridussero a due fessure.
Stava davvero insinuando che aveva soggiogato Tadashi per vincere la prova?
Questo era troppo.
"Non dovresti essere alla riunione?" chiese poi Isabela, forse non si era nemmeno resa conto della sua espressione. Sorrideva, ma il tono con cui l'aveva detto sembrava quasi una provocazione.
Moana allora sospirò mentalmente per fermare qualche brutta risposta.
Per Merlino quanto non la sopportava.
"E' finita poco fa" tagliò corto e fece per girarsi, quando di colpo si fermò "Come facevi a sapere della riunione?"
Isabela passò nuovamente le dita tra i capelli con un gesto anche fin troppo plateale.
"Sono la caposcuola, no? Inoltre... Me l'ha detto Jim quando sono andata a trovarlo" specificò. Un paio delle sue compagne Tassorosso l'avevano ormai raggiunta "Sono contenta che si sia ripreso. Eravamo tutti preoccupati."
"Alcune più di altri!" commentò una delle ragazze, facendo sghignazzare l'altra li a fianco.
Quella piccola battuta non passò inosservata a Moana, ma cercò di non farlo trapelare troppo dalla sua espressione. 
Non era il momento per queste cose.
Isabela parve infastidirsi un po' per quel commento della compagna, ma si limitò ad alzare le spalle e salutare Moana con con un cenno della mano "Ci si vede in giro, Capitano."
Lei forzò il sorrisetto fino a che non la vide voltarsi, allora diede spazio al broncio e si avviò lungo le scale per raggiungere l'aula di Divinazione, raccomandandosi più avanti di fare una bella chiacchierata con Jim al riguardo.
Non le aveva mai detto di essere tornato in buoni rapporti con lei e doveva ammetterlo, le aveva dato fastidio, anche il solo pensarli vicini come prima.
Tuttavia non appena salì le scale, si fece scivolare via quei pensieri senza troppa difficoltà, avvertì il rumore di alcuni tavoli che venivano spostati e non appena fece sbucare la testa, vide Mama Odie indaffarata a sistemare gli oggetti della lezione al loro posto sugli scaffali.
Decise di attendere pazientemente nella speranza finisse in fretta. Si osservò un po' attorno e subito un lieve moto di nostalgia le affiorarono i ricordi: aveva tentato in passato a frequentare qualche lezione di Divinazione, pensando di essere portata, ma con gli esami che si facevano sempre più pressanti e la mole da studiare, aveva deciso di sacrificare quel corso per non rimanere troppo indietro.
E forse era stato anche un bene, non ricordava di essere mai stata particolarmente portata per quella materia.
I suoi occhi passarono poi su una pila di libri su uno scaffale, tenuti in maniera un po' disordinata, inclinò la testa di un lato per leggerne i titoli e sembravano per lo più argomenti sui tarocchi e altre forme per predire il futuro.
"Stai cercando qualcosa?"
La voce di Mama Odie fu talmente vicina e inaspettata da non impedirle di sobbalzare per lo spavento, inavvertitamente scostò lo scaffale e alcuni libri scivolarono via, Moana cerco di raccoglierli, ma un paio finirono per cadere contro uno strano vaso di terracotta, spaccandolo di netto.
"M_mi dispiace!" urlò subito, rossa in viso "Non volevo! Lo raccolgo subito!" si chinò e goffamente fece per raccogliere i pezzi che si erano staccati dal vaso facendo una sacca con la sua gonna per prenderli tutti più facilmente, tossendo ogni tanto per colpa della polvere accumulata.
Mama Odie la osservò divertita "Non preoccuparti, dentro c'erano solo le ceneri del mio defunto marito..."
Al suono di quelle parole Moana si irrigidì e la sua espressione fece sogghignare la donna "Scherzo! Non sono mai stata sposata!" la punzecchiò col suo bastone e le fece cenno di seguirla. Moana raccolse tutti i pezzi e dopo averli posati su un tavolino, la raggiunse.
"Finalmente possiamo parlare io e te. Ho visto che te la stai cavando bene al Torneo!"
Non avevano mai avuto grandi conversazioni, se non zero totali negli ultimi anni, si stupì del fatto che era riuscita a riconoscerla, visto che aveva frequentato il suo corso solo al terzo anno.
"Immagino che tu non sia qui per una semplice chiacchierata."
"A dire il vero..." Moana abbassò di poco lo sguardo, giocherellando con le mani "...I miei amici stanno cercando di occuparsi di una cosa molto importante, ma io voglio aiutarli e dal momento che lei è la veggente migliore che ci sia..."
Mama Odie rise divertita, si era seduta a pochi metri da lei, posando il suo bastone sul tavolo "Così mi lusinghi! Ma sono sicura di essere anche la sola veggente che conosci."
Su questo non poteva darle torto, tuttavia Moana era ben a conoscenza di quanto Odie fosse stata un'ottima veggente in passato. Di sicuro era tra le persone con più esperienza in assoluto.
"Ho pensato che potrebbe aiutarmi..." fece poi un lungo respiro per prepararsi "E' possibile recuperare una profezia già detta da qualcun altro? E poi... Qual è esattamente il metodo più corretto per interpretarla? Come si fa a sapere quale sia giusta? Come..."
Venne poi fermata con un colpo di bastone alla testa, come per zittirla "Oh frena ragazza mia! Così tante domande in così poco tempo!"
Moana avrebbe dovuto ribattere, ma sapeva che per il momento doveva stringere i denti e tentare ancora così prese anche lei una sedia li vicino e si mise comoda "Mi spiace, ma vede... Sono... Sono preoccupata per i miei amici. Se potesse in qualche modo replicare una profezia allora..."
"Si vede che non hai frequentato il mio corso!" replicò la donna con un ghigno.
"L'ho fatto" rispose prontamente, sperando di riottenere la sua attenzione "Ma non è questo il punto..."
Ma Odie la fermò ancora e questa volta, agitò il bastone verso l'alto, rischiando quasi di colpire una lampada "Oh è vero, ora ricordo! E ricordo anche che non eri particolarmente portata. Sei una brava ragazza ma... Ti destreggi più nel Quidditch!" ridacchiò, dando un colpetto amichevole alle spalle "Non si possono replicare le profezie dette da qualcun altro. Siamo maghi, non divinità!"
A quel punto il breve sorriso di Moana svanì, sentendo di aver fatto un buco nell'acqua.
"Inoltre le profezie sono molto personali, potrebbero avere anche un doppio significato e trarti in inganno."
"Fantastico..." si voltò, decisa "I miei amici non volevano nemmeno coinvolgermi, se non fosse stata per una stupida coincidenza, non avrei potuto scoprire nulla..."
"Nella vita ho imparato a definire le coincidenze come un destino un po' burlone" disse Odie, fissandola incuriosita "Qualcosa quindi ti turba..."
Moana si morse nervosamente il labbro inferiore "Mi fa rabbia che non me l'abbiano detto e ho paura di quello che potrebbe succedere, senza Nord..." si fermò, abbassando di poco lo sguardo "Se... Se fossi a conoscenza di qualcosa che potrebbe risultare... Pericoloso, secondo lei dovrei..." 
"Stai parlando della Arendelle di Bauxbatons?" la interruppe la donna.
Moana strabuzzò gli occhi "Lei quindi sa che..."
"Sono mezza cieca, ma certe cose non riescono ancora a sfuggirmi. Ho avuto modo di parlare con lei, tempo fa..." ridacchiò. La ragazza invece non faceva che fissarla con stupore.
"E... E non l'ha detto a nessuno?"
Odie scosse il capo lentamente, sconvolgendola ancora di più. 
Si sporse verso di lei.
"Ma... Ma perché?!"
"Avrei dovuto scatenare ancora di più la paura? Ne abbiamo già avuto abbastanza nei Giorni Bui. Se c'è una cosa che so, è che le profezie non si possono cambiare, qualunque scelta tu faccia, porterà inevitabilmente a come doveva essere."
Moana a quel puntosi ritirò, rimuginando sui fatti di quella battaglia e su quello che aveva detto Valka.
"Elsa... Fa parte di una profezia."
Odie annuì "Così la gente crede" vedendo il luccichio negli occhi della giovane, sembrò dedurre le sue intenzioni "So cosa stai pensando e no, non sono stata io a fare quella premonizione" disse, aggiungendo un mezzo sorrisetto alla fine "Ma so chi l'ha fatta."
A quel punto Moana stava morendo nuovamente di curiosità e si sporse maggiormente "Chi?!"
Odie ridacchiò e le si avvicinò come a volerle raccontare un segreto, nonostante fossero solo loro due in quell'aula.
"La stessa persona che mi ha detto di metterti alla prova nel Calice" sussurrò.
Le ci vollero diverse secondi affinché Moana capisse quella frase.
Brevi istanti in cui la sua espressione si fermò, bloccando ogni muscolo del suo cervello.
"Intende che..." con le poche forze che aveva, alzò il dito e lo puntò verso l'insegnante, che nel frattempo si era messa più comoda sulla sedia.
"Non c'è di che!"

 

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NOTE AUTRICE:
Brrrrrr si gela qui! 🥶
Il precedente era troppo lungo, questo invece è cortino, ma volevo terminato con l'effetto sorpresa!"
Ve lo aspettative? Era difficile pensare a lei lo ammetto, anche perché la questione su chi abbia truccato o meno il Calice col tempo è stata accantonata perché c'era ben altro a cui pensare, MA le risposte come vedete, arrivano.
Lo avevo detto che questi capitoli sono ricchi di informazioni e questa sarà una svolta anche per il personaggio di Moana, che fino ad ora era stata un po' in disparte da tutto il resto, se non per il Torneo.

Isabela Madrigal: La bella ragazza della famiglia Madrigal qui è la Caposcuola Tassorosso e come potete vedere, tra lei e Moana non scorre buon sangue. Oh beh, nemmeno con Judy se per questo, poi vedrete. Il suo personaggio è capitato a fagiolo, quando iniziai a scrivere questa long il film non era ancora uscito, ed ero fortemente indecisa su chi mettere come Caposcuola. Alla fine mi sembra adattissima per il ruolo.
Una ragazza che deve sempre puntare alla perfezione, intelligente, amata e brava in tutto quello che fa. La si rivedrà presto, e non solo lei.👀


Volendo potrei aggiornare anche la settimana dopo Natale, nel frattempo vi auguro qua Buone Feste! ❤🎄


 
~Spirit~   

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Capitolo 58
*** Il profeta fuggitivo ***


Cap 58: Il profeta fuggitivo 

  
  Dosage of Disney — Obscure Disney Character Week: Mama Odie and Juju
 

"NON POSSO CREDERCI!" Moana si alzò talmente di scatto da sbalzare la sedia per terra e, presa dal panico, iniziò a borbottare frasi sconnesse tra loro, gesticolare e camminare avanti e indietro come una forsennata. Odie invece non sembrava per nulla scossa, anzi, in risposta si alzò per afferrare una delle tazze sul tavolo vicino e fece per porgerne una anche a lei.
"Su su non agitarti. Tieni" Prese poi il contenitore dello zucchero "Una o due zollette?"
La ragazza si trovava immobile, con lo sguardo perso chissà dove, ancora in stato di shock. Non aveva smesso un solo istante di farfugliare, ma alla donna sembrò non importare.
"Lo prendi amaro, bene. Lo preferisco anche io" si risedette ed iniziò a sorseggiare il suo caffè per diversi secondi, finché non sentì il rumore della tazzina che aveva dato a Moana scivolare a terra.
"Lei... Lei ha... Ha messo il nome nel Calice. Il MIO NOME!" finalmente sembrava essersi sbloccata e tutto il turbamento che aveva si stava tramutando in rabbia.
Dopo un altro sorso, Odie la fissò "Ti senti bene, cara?" domandò con una certa ingenuità.
"No che non mi sento bene!" le urlò, battendo un piede per il nervoso "Ha idea del guaio in cui mi ha cacciata?! Di quello che ho dovuto passare?! E per cosa? Io... Non riesco ancora a crederci!" per tutto il tempo aveva continuato a camminarle attorno. Poi, tutto d'un tratto si fermò, fissandola con decisione "Perché?!"
"L'ho detto: ho fatto quello che mi è stato chiesto." 
Moana rise amaramente "Oh tutto qui? Bene, ottimo! Se le avessero detto di cruciare uno studente durante la lezione, lo avrebbe fatto?!" la provocò. 
Quell'atteggiamento finalmente venne notato da Odie che, dopo una lunga occhiata, fece per alzarsi dalla sedia scricchiolante, raccogliere la tazzina che la ragazza aveva fatto cadere ed allontanarsi.
"Oh? D_dove sta andando?" chiese Moana.
"Possiamo anche finirla qui. In questo momento sei solo arrabbiata, non mi ascolteresti" le fece il gesto di andarsene, ma questa volta fu Moana ad ignorarla. 
Non se ne sarebbe mai andata in un momento del genere, non quando aveva ancora così tante domande da fare. 
Ma se una cosa l'aveva imparata in quell'unico anno che aveva frequentato Divinazione, era quanto fosse terribilmente testarda Mama Odie.
Nonostante la rabbia che le infiammava l'animo, doveva stare al suo gioco e cercare di farsi dire tutto quello che serviva.
E così fece.
Le si avvicinò e dopo aver preso un lungo e ponderato respiro, finalmente sembrò tranquillizzarsi un po'.
"D'accordo. Sono calma..." disse a bassa voce "Davvero" confermò, notando lo sguardo scettico dell'insegnante.
Alla fine Odie parve convincersi.
"Quindi qualcuno le ha detto di mettere il mio nome nel Calice? Chi?" chiese.
"La sola persona di cui so il peso delle sue parole: Bruno Madrigal."
"Madrigal. Ho già sentito quel cognome..." rifletté a voce alta, passandosi i cognomi di alcuni studenti che conosceva e non poteva che venirle in mente Luisa Madrigal, bravissima battitrice di Tassorosso del sesto anno.
Conosceva pure Dolores, anche se non ci aveva scambiato molte parole ed era piuttosto sicura avesse un fratello più piccolo.
Ma poi si ricordò anche di un'altra Madrigal, anche se avrebbe preferito non pensarci.
"Isabela Madrigal..." fece a bassa voce, aumentando ancora di più il suo già pessimo umore.
Mama Odie non sembrò capirne il motivo "Oh sì. Ragazza deliziosa, vero?" la sentì brontolare qualcosa, ma non ci fece troppo caso "Speravo che uno di loro intraprendesse le orme dello zio, ma purtroppo non è stato così..." sospirò, un po' amareggiata "Veggenti come Bruno sono assai rari..."




Iniziò così a raccontare di come, la sera prima dell'estrazione dei nomi, venne contattata dal suo ex allievo in maniera del tutto inusuale, anche per un mago.
Bruno era sparito da anni, gli unici contatti che aveva con lui erano tramite lettera. Ma quella sera aveva deciso di farlo diversamente: come abitudine ormai, Odie amava sedersi sulla sua solita poltrona e leggere vecchi romanzi. Dato che la sua vista non era delle migliori, per quell'occasione indossava degli occhialini che le permettevano di leggere più facilmente, concedendole qualche ora di lettura prima di andare a dormire.
Non appena girò la pagine per proseguire un capitolo particolarmente interessante, tuttavia, le parole iniziarono a muoversi: prima qualche lettera, poi tutte insieme, volteggiarono all'interno di quelle pagine per diversi secondi, unendosi fino a formare il volto di una persona che Odie avrebbe riconosciuto tra mille: Bruno Madrigal.
"Bruno? Ma..."
"Non c'è tempo, non posso tenere questo incantesimo per molto. Temo che mi possano trovare e...N_non sono mai stato molto bravo in queste cose" ammise con un po' di vergogna "Il Torneo Tremaghi non è ancora iniziato, vero?"
Odie schiuse le labbra, ma venne interrotta ancora "Ti prego, dimmi che sono ancora in tempo!"
"Inizierà domani. Ma si può sapere come mai questo interesse? E come fai a sapere del Torneo?" chiese un po' spazientita "Sei sparito per anni, non hai più fatto avere tue notizie. Che ti è successo, ragazzo mio?"
Ma non ricevette risposta.
Se Bruno fosse stato fisicamente di fronte a lei, gli avrebbe appoggiato una mano sulla spalla per cercare di rassicurarlo, ma in quell'occasione purtroppo doveva tentare di farlo solo con suono della sua voce "Parla con Mama Odie. Sai che con me puoi farlo" disse con dolcezza.
Dopo un altro silenzio, avvertì nuovamente la sua voce, un po' tremante "Lo so, h_hai sempre avuto fiducia in me, eri la sola. E' per questo che ti sto chiedendo aiuto, non lo farei se sapessi che ci fosse un'altra possibilità."
"Che sta succedendo?"
"Ho avuto finalmente una visione! Una visione che spazzerà via quella precedente!" disse con energia, come se si fosse tolto un peso di dosso. Alcune lettere fuoriuscirono perfino alle pagine, ma la donna non ci fece caso.
"Di cosa stai parlando?" chiese ancora, confusa.
"Di quella che feci vent'anni fa e di cui... N_non faccio che pentirmene! Ma questa... Questa risolverà tutto, ne sono sicuro. Basta fare quello che va fatto..." prese ancora qualche altro secondo, fermandosi con un'espressione indecisa "La ragazza scelta dall'Oceano deve partecipare al Torneo Tremaghi, ad ogni costo" si fermò, notando lo sguardo titubante della donna "Tu... Una volta mi parlasti di una bambina..."
A quell'affermazione,  Odie batté nuovamente le palpebre "Ma come..."
"La profezia parla di lei, ne sono sicuro. Devi iscriverla a quel Torneo e... Fare qualcosa" disse con voce più bassa "So che puoi farlo. N_non possiamo permettere che il Calice scelga qualcun altro. No no, è troppo rischioso!"
Odie era sempre più interdetta, e questo fece solo peggiorare l'atteggiamento di Bruno, diventando ancora più ansioso "Ascolta... S_so...So che sembra assurdo quello che ti sto chiedendo ma... Tu sei una strega incredibile. Sono sicuro che... Puoi trovare una soluzione. So che le mie visioni hanno sempre portato solo guai, ma questa può rimediare. Sì... Può sistemare tutto quanto!" si voltò dunque verso di lei, deciso "Devi fidarti di me, Odie."
"Mi stai chiedendo qualcosa di davvero grande, ragazzo."
Odie sospirò ancora, lasciando che il silenzio turbasse l'umore del giovane. Si passò una mano sulla fronte, togliendosi dunque gli occhialini. Poi lo guardò di nuovo, il volto di Bruno era ancora li su quelle pagine, in attesa di una sua risposta. 
"Incantare un Calice non è roba da poco, se davvero questa profezia si riferisce a lei, sai meglio di me che cambiare le sorti non porterà a nulla che non sia già scelto."
"Lo so! Ma..." Bruno si fermò ancora, preoccupato "Se diamo anche solo una piccola spinta per far s
ì che si avveri, potrà finalmente finire tutto, Tutto! Capisci?!" alcune lettere si sollevarono per formare un lieve sorriso. Un sorriso speranzoso che non passò inosservato alla donna "L'hai detto tu: E' già stato stabilito, e io ti chiedo di incantare quel Calice e fare in modo che quella ragazza partecipi al Torneo. Ti prego!"
Odie lo guardò ancora per un altro momento. Bruno era immobile, ma ogni lettera che lo componeva stava debolmente tremando per l'agitazione. 
"D'accordo..." disse infine, tirando un ulteriore sospiro. Sentì Bruno sussultare appena, forse nemmeno lui pensava che avrebbe realmente accettato.
"Lo farai?" chiese ancora con aria speranzosa.
Lei riposizionò gli occhialini sul naso e con la mano libera afferrò il bastone che teneva li vicino, rivolgendo al libro uno sguardo severo "Lo farò, ma ora dimmi per bene i dettagli di questa visione."
Bruno si toccò i capelli arruffati, iniziando a guardare altrove con fare ossessivo "Mmh no no, pessima idea. Sarebbe pericoloso. Troppo." alzò poi lo sguardo su di lei "Ora devo andare, ciao" le lettere attorno formarono quella che poteva sembrare una piccola mano, lasciando Odie ancora più sconvolta.
"Cosa? No no non ci provare!" si infervorò talmente tanto da fare uno scatto sulla poltrona, il bastone venne agitato come se dovesse colpire qualcosa e sebbene Bruno non si trovasse li fisicamente, questo bastò a fermare ogni suo tentativo di fuga.
"Non puoi tornare qui, chiedermi di barare al Torneo Tremaghi rischiando il posto e poi sparire di nuovo come se niente fosse! Così mi farai prendere un infarto! Vuoi avermi sulla coscienza, eh?! Guarda che se tiro le cuoia ti vengo a trovare come fantasma!"
"D'accordo d'accordo!" fece Bruno ancora intimorito, si era persino coperto i capelli per paura che potesse realmente colpirlo in testa "Te lo dirò, domani, alla stessa ora."
Odie lo fissò storta "Bruno..."
"Dico sul serio! Sono stato già fin troppo, potrebbero trovarmi. Potrebbero già averlo fatto! Non sono al sicuro. No... E nemmeno tu se per questo" iniziò nuovamente ad agitarsi, la testa fece avanti ed indietro da entrambe le pagine sempre più nervosamente "Ti prego, fa quello che ti ho detto."
Poi, come lo disse, sparì, lasciando Mama Odie nuovamente sola.





Moana era rimasta per tutto il tempo in silenzio ad ascoltare, incapace di poter dire qualcosa anche al termine del racconto.
Tutto le sembrava ancora così assurdo e irreale. 
Perché mai quell'uomo aveva avuto una visione su di lei? A che pro volerla mettere nel Torneo Tremaghi?
Poi, ecco che ripensò a quel discorso, al motivo del perché lei.
"Scelta dall'Oceano... Quando ho rischiato di affogare" a quelle parole sfiorò istintivamente la collana che le aveva regalato sua nonna anni fa, poco prima di morire "...Ma come faceva a..."
"Tala ed io eravamo molto amiche, non te l'aveva mai detto?" il volto di Odie si fece inaspettatamente malinconico, gli occhi erano coperti da dei piccoli occhialini scuri, ma dalla sua voce Moana capì che si stava commuovendo.
Ripensò così a sua nonna e alle storie che le raccontava, le persone che aveva conosciuto durante i suoi viaggi da giovane e le venne in mente di quando le aveva accennato della sua amica a Divinazione, consigliandole di dare una possibilità alla materia.
E forse era stato proprio per quello il reale motivo che le aveva fatto smettere il corso. Quello fu anche l'anno le consegnò il ciondolo poco prima di morire.
Sua nonna era sempre stata la sua roccia, le aveva fatto amare il mare, i viaggi con le sue meravigliose storie, ma dalla sua morte aveva preso per un lungo periodo le distanze. Arrivando anche a non passare per il Lago Nero per tutto l'anno.
E forse evitare Divinazione era anche un modo per fuggire da quel dolore ancora così impresso nella sua pelle.
"Si... Me l'aveva detto..." disse, cercando di cacciare indietro le lacrime. Un lieve sorriso però le si formò sul volto "Quindi la vera scelta del Calice è sempre stata Jim."
Era ancora sconvolta per la notizia, ma da una parte non poteva che provare un moto di orgoglio per lui. Aveva sempre temuto che il Calice avesse fatto un errore e chissà, per quel che potevano sapere, Jim poteva essere stata la scelta forzata.
Invece era lei.
Era sempre stata lei fin dall'inizio.
"M_ma... Ma come ha fatto?! Filottete ha detto che ci vuole una grande conoscenza magica per ingannare il Calic...!"
Odie per ripicca la colpì nuovamente al braccio col bastone, senza farle male, ma solo per interromperla. Moana la guardò torva, proteggendosi nuovamente il braccio nel caso di un altro attacco.
"Ora mi offendi! Fino a poco fa non ero la veggente migliore che ci fosse? Ragazza mia ho combattuto anche io la guerra, so di cosa sono capace. Ai miei tempi non ero da meno a Nicholas Nord!"
Mona la fissò stupefatta, anche se un po' scettica. Cosa che suscitò il risolino di Odie.
"Sono passati tanti anni, ma qualche trucchetto lo conosco ancora, e lo sapeva bene anche Bruno, è per questo che ha voluto contattare me" poi si sedette su una poltrona poco più distante, quasi come se fosse priva di forze "Beh.. .Anche perché non conosce nessun altro."
La ragazza le si avvicinò "Ha voluto mettere a rischio la sua carriera solo per una profezia... significa che ha tanta fiducia in quell'uomo."
Il sorriso della donna a quel punto si affievolì un pochino "Io non ho mai avuto figli, ma Bruno... E' stato come se lo fosse."
"E si fida delle sue premonizioni" rifletté Moana a voce alta "Quindi lo ritiene bravo."
"Bravo?" Odie trattenne una risata "Quel ragazzo aveva un talento incredibile, un vero prodigio! Sai, quand'ero giovane capitava che non sempre le mie visioni fossero corrette, ma Bruno... Oh... Lui era l'eccezione e non passò molto tempo prima che se ne rendessero conto tutti" si poteva percepire una nota di orgoglio in quelle parole, cosa che stupì maggiormente Moana.
Anche se ad un primo impatto non lo sembrava, in realtà Odie era molto pretenziosa sulla sua materia. Di rado faceva dei complimenti e questo più o meno lo sapevano tutti a scuola. Perciò sentendola elogiare Bruno in quel modo, Moana non poté fare a meno di incuriorsi.
"All'inizio erano semplice richieste: quanto vivrà il mio pesce? Mi sposerò con la mia ragazza?" continuò a raccontare Odie "Per lui era come un gioco, gli veniva tutto così facile e le visioni non sbagliavano un colpo" la sua espressione poi si fece sempre più triste ed abbassò il capo "Ma col tempo... Molti iniziarono ad accorgersi di un particolare che accomunava ogni previsione..."
Moana la fissò in silenzio.
"La negatività" continuò Odie "I risultati spesso e volentieri non erano mai come uno si aspettava e Bruno, da veggente talentuoso quale era, venne additato come iettatore."
La ragazza storse la bocca con aria dubbiosa "Una visione non deve essere per forza positiva, no?"
"Alla fine le persone vogliono solo sentirsi dire quello che vogliono davvero" fece Odie tirando un lungo sospiro "E dal momento che le visioni di Bruno rompevano i loro schemi, preferivano dargliene la colpa invece che prendersi le loro responsabilità. Noi possiamo solo avere un piccolo quadro della situazione, ma sono le azioni che compiamo a tessere i fili di quello che sarà il nostro destino" si fermò, guardandola "Non tutti capirono appieno il talento di Bruno, solo pochi come me e..." prese un respiro prima di continuare "Morgana." 
"M_Morgana?" Moana sobbalzò "Intende..."
Odie inarcò un sopracciglio "Malefica, per essere chiari. Quando prese Bruno sotto la sua ala fui quasi sollevata, a quei tempi era una strega davvero brillante e talentuosa."
"Non le importava delle visioni negative?"
"Morgana non era una sciocca e per quanto fossero drastiche, quelle visioni si erano sempre rivelate corrette" a quelle affermazioni però, avvertì lo sguardo pungente della Grifondoro.
Odie rise "Da come ne sto parlando sembra che stia dalla sua parte, vero?" la vide arrossire imbarazzata, come se fosse stata colta sul fatto. Questo la fece solo divertire di più "La verità è che Morgana aveva un fascino incredibile, la sua forza non era solo nella magia, ti sapeva incantare con le parole. L'avresti ascoltata per ore, acconsentendo a qualunque proposta. Se al suo ultimo anno mi avessero detto che avrebbe scalato le vette dei più alti maghi, arrivando in pari a Merlino... Beh...Non avrei faticato ad crederci!" disse. "So che all'inizio combatteva per la libertà di noi maghi."
Odie sospirò "Morgana...Ha fatto quel che ha fatto. Nessuno avrebbe potuto immaginare che avrebbe tentato un colpo di stato, svelando la sua identità a quei babbani."
"Tutte quelle morti..." disse Moana con un filo di voce "Come poteva essere convinta di fare la cosa giusta..."
"La rabbia, il rancore...Sono sentimenti che possono spingerti a fare azioni che mai avresti pensato di fare" ammise Odie, mentre sistemava una tazzina scivolata sul tavolo. "La vendetta...Era quello che cercava..."
Moana continuava ad ascoltarla in silenzio. Era la prima volta che sentiva qualcuno parlare in quel modo di Malefica, normalmente era un argomento di cui nessuno voleva mai discutere, nemmeno i suoi genitori si erano espressi più di quel tanto.
Sapeva che aveva fatto del male a molta gente, ma era anche a conoscenza che all'inizio era considerata un'icona nella magia.
Si chiese se Bruno avesse mai saputo del male che avrebbe causato in futuro. Forse si sentiva in colpa per non essere arrivato in tempo a capirne la pericolosità e fermarla.
Le venne in mente la visione che Valka aveva accennato, il perché aveva deciso di chiedere aiuto a Mama Odie.
Forse era tutto collegato.
"Bruno ha parlato di una visione che sistemerà la precedente. A cosa era riferito?"
Odie la guardò, il sorriso ormai era scomparso del tutto "Poco prima della guerra, Bruno ebbe una visione terribile: il presagio della morte di Morgana."
Moana sobbalzò, ma decise di non dire altro.
"Proprio così."
"Ma non capisco... Perché terribile? Ha predetto la fine della guerra, la salvezza!"
"La fine di quella guerra, sì. Ma l'inizio di qualcos'altro..." Odie si fermò, abbassando debolmente lo sguardo "Qualcosa di ancora più grande e pericoloso."
L'espressione della Grifondoro bastò ad incitarla a continuare "Vedi... Malefica era molto potente, ma c'era qualcosa che non avrebbe mai potuto sconfiggere, nemmeno con tutta la magia del mondo: la morte. L'unico ad essersi mai avvicinato era stato Merlino, ma nemmeno lui era immune alle ferite e i Giorni Bui, purtroppo, furono la sua ultima battaglia" disse "Sapendo di quella visione e conoscendone la veridicità, si vocifera che Malefica potrebbe aver velocizzato, se non addirittura trovato qualcosa che l'avrebbe condotta all'immortalità."
"Ma... Non è possibile. Lei è morta!" disse Moana con convinzione, finendo poi per mordersi il labbro, indecisa.
"Il suo corpo non fu mai trovato. Alcuni pensano sia morta, altri invece pensano sia ancora viva, magari debole, in attesa di una nuova opportunità per riemergere. E senza Merlino a fermarla, non avrebbe ostacoli" detto ciò Odie si rialzò da quella poltrona e con fatica, fece qualche passo per andare a prendersi nuovamente una tazza di caffè "Quella visione segnò inevitabilmente la vita di Bruno, si sentiva così in colpa per quello che aveva causato da allontanarsi da tutte le persone che amava, addirittura la sua stessa famiglia."
Moana abbassò di poco lo sguardo "Si... E' auto isolato per tutto questo tempo?"
Odie annuì "Mi ci vollero anni per ricontattarlo, non credevo nemmeno fosse ancora vivo. Cercai ogni volta di farlo ragionare, ma più insistevo, più notavo che passava del tempo prima che mi ricontattasse, così smisi per non rischiare di perderlo. E per un po' funzionò..."
Moana fece un passo in avanti, torturandosi nel frattempo una manica del vestito "Sa dove abita, quindi?" 
"No, non sono mai riuscita a scoprirlo" sospirò, passandosi una mano sulla fronte "Dovevo immaginarlo che non si sarebbe più fatto vivo..."
"Ma perché io? Cosa si aspetta che faccia e..." si fermò, colta da un'improvvisa consapevolezza. Il blocco fu talmente veloce da attirare anche l'attenzione di Odie.
"Che ti prende?"
"Elsa..." mimò il nome ma dalle sue labbra non uscì alcun suono. Tuttavia Odie lo capì e non lo nascose.
"Credo che quella ragazza, volente o nolente, dovrà compiere delle scelte davvero difficili."
Vide poi Moana iniziare a girare attorno alla poltrona, formulando una serie di ipotesi e la cosa la fece un po' sorridere, ricordandole per certi versi una delle manie di Bruno. 
"Ha parlato come se... Dovessi fermare qualcosa. Che si riferisse a lei? Bruno sa del suo potere?"
"Vorrei poterglielo chiedere."
"E' assurdo! Aiuterà davvero a far tornare Malefica?! C_Come faccio a fermarla?! Farà del male a qualcuno? L'ultima volta è stato un caso ma...N_non mi darebbe mai ascolto. Perché io? Perché non Anna?!" sentiva di star perdendo nuovamente il controllo, così si fermò per tirare un lungo sospiro mentre si passava le mani tra i capelli "No... Ci deve essere un'errore. Nord se ne sta occupando!"
"Nord... Troppo buono per questo mondo. Uomini come lui sono sempre più rari" lo sguardo della donna si addolcì "Se Elsa riuscisse a contenere i suoi poteri, la profezia non si avvererebbe e nessuno perderebbe nessuno."
Aveva un tono strano che alla ragazza non passò inosservato.
"Lei non ci crede?"
Odie sospirò, l'espressione vaga verso un punto impreciso della stanza "Voglio crederci. Quella ragazza... Ha tanta paura, ma non è malvagia."
"Ma come spera che IO possa fare qualcosa?" chiese, la voce ancora leggermente impanicata "Insomma...N_non sparo ghiaccio dalle mani!"
"Forse è proprio qui che sta la differenza tra voi due" sorrise Odie. 
Moana le diede le spalle "Me e il resto del mondo..." mormorò sconsolata "Non sa dove sia Bruno ma... Possibile che la sua famiglia non sappia nulla?" di fronte alla negazione della donna, riprese nuovamente a camminare avanti e indietro, sempre più esasperata "Se sapessero qualcosa, qualsiasi cosa. Forse, se lo trovassimo... Potrebbe aiutarci a capire meglio la profezia. Ci deve essere un modo per fermarla..." 
Odie scosse il capo lentamente "Una profezia non si può fermare." recitò.
"A_Allora farla nel modo giusto."
"Non c'è un libretto di istruzioni."
"Qualcosa devo pur fare!" urlò Moana. Quello scatto tanto improvviso stupì perfino l'insegnante, d'istinto la ragazza si ritrasse immediatamente, portandosi entrambe le mani sulla bocca, come se avesse paura di far uscire altro.
Non era da lei perdere il controllo in quel modo. Doveva darsi una calmata, ma in quell'ultima ora aveva ricevuto così tante informazioni che le risultava troppo difficile mantenere lucidità.
Odie sorrise, un po' addolcita dai suoi tentativi di trovare una soluzione migliore, le fece cenno di avvicinarsi e con la mano le sollevò il mento per guardarla meglio "Ammiro il tuo buon cuore ragazza, ma non credo che la famiglia mantenga ancora i rapporti con lui."
A quell'affermazione Moana abbassò di poco il capo, rimanendo in silenzio.
"Ma puoi sempre tentare" la spronò.
"Posso provare..." disse Moana a bassa voce, convincendosi mano a mano che se le ripeteva "Si, lo farò! E... E non me ne andrò finché non mi daranno delle risposte" con uno scatto si allontanò, rischiando perfino di inciampare su un libro lasciato a terra "U_userò perfino la Veritaserum, se necessario!"
Senza dare il tempo alla donna di risponderle, aveva già aperto la botola per poter scendere velocemente giù dalle scale. Sembrava essersene andata finché Odie non la sentì risalire con altrettanta foga "No, non è vero: non la userò! Anche perché sarebbe illegale" disse un po' impancata "Ma saprò essere convincente, mi creda!"
E sparì, questa volta per davvero. 
Odie fissò il vuoto dov'era scomparsa, per poi sorridere appena, mentre si avviava a sistemare le ultime tazzine della credenza, aprì un cassetto, rivelando una vecchia foto di molti anni fa, quand'era ancora una giovane strega in compagnia di un'altra donna "E' un po' matta però... Sì. Hai cresciuto proprio una brava ragazza, Tala, te lo concedo."


 

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NOTE AUTRICE:

E anche questa parte è andata! Ci sono un bel po' di spiegazioni, anche se, credetemi, non è ancora finito.
Moana ha ottenuto delle risposte in un certo senso, anche se non proprio come voleva ed ora si è messa in testa di contattare Bruno, magari andando a chiedere a qualche sua nipote.
Bruno è un personaggio chiave di questa storia, è lui che è stato l'inizio di tutto ed è sempre lui che sta cercando di rimediare. La ragazza scelta dall'Oceano è sicuramente Moana, ma non si sanno le parole della profezia, Odie non ha fatto in tempo a scoprirlo dopotutto.
E che dire di Elsa, anche quando non è presente resta comunque al centro della scena e la sua presenza può essere strettamente collegata al ritorno di Malefica.
Sta imparando a controllare i suoi poteri è vero, ma potrebbe non bastare.
Spero che l'idea continui ad interessarvi, c'è ancora molto altro da scoprire!
Un saluto a tutt* <3
 
~Spirit~   

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Capitolo 59
*** Non si nomina Bruno! ***


Cap 59: Non mi nomina Bruno! 

  
about as stable as the dwd movie premiere — DOLORES MADRIGAL in Encanto  (2021)  

 

Al contrario della cugina, Moana si era sempre trovata d'accordo con Dolores. Certo, non avevano scambiato molte parole durante gli anni, dato che di solito stava sempre in compagnia dei suoi compagni di casa o le sue cugine.
Qualche volta le era capitata come compagna di laboratorio in alcune lezioni, ma anche in quel caso si erano sempre limitate a fare il loro lavoro, senza approfondire ulteriormente le conoscenze.
In effetti, sapeva relativamente poco di lei, conosceva di più sua cugina Luisa, del sesto anno e grandissima battitrice di Tassorosso. Si erano confrontate parecchie volte nel campo da Quidditch, rischiando di finire anche da Miss Toothiana ben più di una volta. 
Ricordava ancora di come aveva fatto scontrare quel bolide contro Merida, spaccandole di brutto il naso.
A ripensarci le venivano un po' i brividi per la naturalezza con cui colpiva quei bolidi, capace di spezzarti in due senza rendersene conto.
Era stata una delle giocatrici più giovani di Hogwarts, aveva un talento incredibile e non si sarebbe stupita di vederla in qualche squadra di professionisti finita la scuola.
Forse avrebbe dovuto discutere la faccenda di Bruno con lei, ma Rune Antiche era più vicina e Dolores pareva decisamente la più mansueta della famiglia.
Non avrebbe avuto problemi.
Ad Isabela non avrebbe tirato fuori un bel nulla e il fratello di Dolores lo aveva visto solo di sfuggita qualche volta.
Rune Antiche era finita da un po', lo capiva dalla mole di studenti che se ne stavano allontanando, ma decise comunque di fare un tentativo, alla fine riuscì ad individuarla e la seguì per un breve tratto, raggiungendo quasi la Biblioteca.
"DOLORES!" la chiamò, poco prima che voltasse l'angolo. La vide sobbalzare bruscamente e guardarsi attorno un paio di volte prima di sentirsi notata.
Moana forzò un grande sorriso, cercando di essere più amichevole possibile e anche se dentro di sé moriva dalla voglia di chiederle subito di suo zio, sapeva bene che non poteva iniziare il discorso così alla leggera, soprattutto dal fatto che si conoscono poco.
La vide leggermente sorpresa, forse addirittura confusa.
"Sono Moana!" disse con forse un po' troppa enfasi "Noi abbiamo... Ehm... Qualche lezione in comune. Ogni tanto" precisò, un po' titubante, ma cercando di rimanere sempre positiva e socievole.
Trovò un po' strano che Dolores facesse scena muta, visto che la vedeva spesso parlottare con i suoi compagni Tassorosso. Ma d'altra parte, non avendo mai scambiato molte parole, poteva anche capirne il mutismo iniziale.
La buttò sul ridere, cercando di sciogliersi un po' "Si beh, certo che mi conosci, come io conosco te. Sette anni eh? Wow... Tra poco ci diplomeremo! Allora... Ehm... Qualche progetto per l'estate?"
Dolores fece le spallucce con poco entusiasmo.
Beh, almeno le aveva risposto, era un inizio.
"Sai, non... Non abbiamo mai avuto l'opportunità di fare quattro chiacchiere. Hai un nuovo taglio di capelli? Ti sta benissimo!"
La vide toccarsi i capelli, tenuti da una fascia rossa e sorriderle, come per ringraziarla.
Bene, era sulla pista giusta.
Moana prese poi un profondo respiro, cercando di trovare le parole giuste per iniziare.
"Insomma... La verità è che..."
"CAMILIO!" urlò una voce alle sue spalle.
Entrambe si voltarono, trovandosi a correre contro di loro un'altra Dolores, anche se dallo sguardo che li rivolgeva sembrava decisamente più aggressiva e furiosa.
Moana non riusciva a credere ai suoi occhi, ci vedeva doppio?
Eppure voltandosi vedeva Dolores. Che diamine stava succedendo?
"La vuoi finire di prendere il mio aspetto?!" continuò la Dolores arrabbiata, rossa in volto per l'imbarazzo. Li aveva ormai quasi raggiunti e a quel punto l'altra Dolores vicino a Moana iniziò a cambiare forma del viso in una maniera che alla ragazza ricordò inevitabilmente la tecnica che aveva usato quella Esmeralda, quando si era spacciata per una del Ministero.
Ora, leggermente più basso, c'era un ragazzino dai lunghi capelli ricci che Moana riconobbe come il fratellino di Dolores, Camilio Madrigal.
Lui aveva iniziato a ridere a crepapelle, appoggiandosi addirittura con una mano sulla sua spalla, come per invogliarla ad unirsi a lui alla presa in giro.
Non ci stava capendo più nulla.
"Finita la pausa bagno?" chiese Camilio, guardando con un'aria di sfida Dolores.
"Non è divertente!" esclamò lei, portandosi le mani ai fianchi.
"Invece sì!"
Moana si trovava in mezzo a due fuochi, da una parte aveva questo ragazzino che sembrava voler solo provocare la sorella, dall'altra aveva la vera Dolores, furiosa, con i capelli che quasi le scivolavano sul viso per via della corsa di poco fa e con l'aria di una che non era la prima volta che subiva un'angheria simile dal fratellino.
"Non hai una vita tua? Smettila di prendere le mie sembianze!"
"Così impari a dire alla mamma di quel voto in Aritmanzia!"
Dolores fece per acchiapparlo ma lui la schivò e poi, come se niente fosse, spostò tutta la sua attenzione su Moana, porgendole addirittura la mano.
"Non ci siamo mai parlati, è un vero peccato, sai... Ti ho sempre tifata nel Torneo. Quando quel drago ti ha quasi presa e ti sei smaterializzata sopra la sua testa è stato... Wow!" mimò un'esplosione, con tanto di suono con la bocca "Ad ogni modo, se non lo sapessi, mi chiamo Camilio, e sono un metamorfomagus, ma credo tu l'abbia capito."
Moana batté le palpebre, ancora incapace di reagire, ma lui lo fece al posto suo e le afferrò una mano per stringerla energicamente, come se niente fosse successo.
Dolores si intromise subito dopo per allontanarli, con grande disapprovazione del fratello.
"Mi dispiace se ti ha importunata."
Camilio la spintonò via, tornando a rivolgersi alla Grifondoro con uno strano luccichio negli occhi "Non darle retta. Ehi, un mio compagno di classe ha un'enorme cotta per te! Ho il permesso di prendere le tue sembianze per prenderlo un po' in giro?"
"C_come?" 
"Lascialo perdere" brontolò Dolores, facendogli sciò con la mano "Dovresti essere a lezione adesso. Vai, prima che lo racconti a mamma e papà."
Camilio borbottò qualcosa, alzando gli occhi al cielo "Non ti conviene..." fece un saltello per allontanarsi e, dopo aver fatto una piroetta, il suo volto si ritrasformò in quello della sorella "Se fai ancora la spia, mi vedrò costretto a fare un'imbarazzante balletto nel cortile della torre dell'orologio. E sai che lo faccio."
Fece un sorrisetto ed un paio di passi di danza che, alla fine, un po' riuscirono a far ridere anche Moana, che prontamente cercò di trattenersi per non far innervosire ancora di più Dolores. Camilio sembrò essersene accorto e fece un breve inchino, grato.
"A presto."
Tornò col suo aspetto e se ne andò, permettendo finalmente a Dolores di riprendere il controllo e sistemarsi meglio la fascia tra i capelli.
"Sai... I fratelli minori..." concluse con una risatina nervosa, dirigendosi poi nella direzione della Biblioteca. Moana farfugliò qualcosa, come se si stesse preparando nuovamente il discorso da dire e poi la seguì, camminandole a fianco.
"Ti chiedo scusa se ti ha importunata" continuò Dolores, una volta che la raggiunse "Gli piace mettersi in mostra e... Credo fosse il suo tentativo di parlare con te senza sembrare beh... Troppo fan."
Moana arrossì appena "Non serviva, davvero" dopo un breve silenzio ancora più imbarazzante, cercò di tirar fuori qualcosa "Allora... Ehm..."
"Oh prima che me ne dimentichi!" Dolores si fermò di colpo e dalla sua borsa estrasse una penna e un piccolo libricino, la copertina era gialla con l'immagine di un leopardo al centro.
"Potresti farmi un autografo? E' per il mio fratellino più piccolo, Antonio. E' al primo anno e anche lui è un tuo fan o meglio..." si fermò, prendendo un respiro e ridacchiando per il nervoso "E' un fan dell'intero Torneo Tremaghi, non fa che parlare solo di questo! Ma è timido e non ha il coraggio di chiedertelo di persona, così..." glielo porse, un po' impacciata. Moana non ci pensò due volte e prese subito il libretto per scriverci il suo nome, tra le pagine svogliate, notava che c'erano già le firme di Jim ed Elsa.
Dolores sembrò talmente contenta da dover trattenere un saltello di gioia "Ti ringrazio! Ora manca solo quello di Tadashi" lo disse a bassa voce, un po' titubante, come se sperasse di non essere sentita.
"Se vuoi posso dirglielo io."
L'altra scattò come se punta da un insetto "Oh no no no! Non potrei chiedertelo!"
"Non ci sarebbe alcun problema" le sorrise.
Il viso di Dolores si tinse di un lieve rossore e fece per passarsi il libricino da una mano all'altra "Beh insomma... D'altra parte siete andati al ballo assieme, è probabile che tu e lui siate... Uhm..." non riuscì a terminare la frase ma l'altra capì perfettamente e scosse subito il capo più volte, arrossendo pure.
Ma prima che potesse rispondere, Dolores si schiarì la gola e le fece cenno di seguirla "Comunque... Che volevi sapere della mia famiglia?" chiese, mentre rimetteva il libricino in borsa.
Moana la fissò sorpresa "Ma come..."
"Hai farfugliato qualcosa prima e..." si fermò, tirando fuori un risolino "H_ho un udito molto sensibile."
"Oh."
"Colpa di un incidente a pozioni...Il primo anno" continuò arrossendo un po' per l'imbarazzo "Qualche volta è utile."
A quel punto Moana sentì di non dover indugiare ancora. Era l'occasione perfetta per parlare.
"E' una cosa estremamente importante" concluse, guadagnandosi la completa attenzione della ragazza.
"Dovrei preoccuparmi?" scherzò, vedendola così inaspettatamente seriosa "Non abbiamo mai parlato molto, non saprei come possa aiut..."
"Il fatto è che sto cercando tuo zio Bruno."
Il sorriso di Dolores si spense improvvisamente e di colpo smise anche di camminare, arrivando quasi all'entrata della Biblioteca.
"So che è sparito da tanto tempo, ma ho davvero bisogno di contattarlo. Forse puoi sapere qualcosa di..."
Dolores scattò talmente veloce da non lasciarle nemmeno il tempo di finire il discorso, sembrava come se qualcosa l'avesse spaventata al punto di fuggire.
Di certo Moana si aspettava un po' di diffidenza, ma sicuramente non una fuga in piena regola.
Le aveva solo chiesto di suo zio, possibile fosse un argomento così tabù?
Avrebbe ricevuto lo stesso trattamento anche dagli altri Madrigal?
Una cosa era certa, non se la sarebbe lasciata sfuggire così facilmente. Con uno scatto la raggiunse in poco tempo, parandosi davanti a lei come se stesse intercettando una pluffa.
Dolores a quel punto mosse un piede per slittare a destra, ma l'altra la imitò e così fece per altri tre goffi tentativi, impedendole di scappare.
"Un momento. Ti chiedo solo di farmici parlare, se in qualche modo è rimasto in contatto con voi."
"No!" Dolores si fermò, battendo un piede per l'esasperazione e guardandola tristemente "Mi dispiace, ma... N_non posso!" disse a denti stretti.
"Non puoi, cosa?" chiese Moana, non capendo più nulla.
"Parlare di Bruno!" le mimò col dito di fare silenzio, come se avesse paura che qualcun altro le potesse sentire "Non c'è permesso in famiglia."
Moana spostò gli occhi ai lati del corridoio "Ma non c'è la tua famiglia qui, ora."
"Abuela è stata categorica!" la interruppe bruscamente "Non hai idea del disastro che ha portato alla nostra famiglia!"
Riuscì finalmente a superarla, ma Moana le camminò subito dietro per tentare di convincerla.
"E' per le sue visioni? Lo sto cercando proprio per questo!"
"Non teniamo alcun tipo di contatto con lui, e poi...Io....Io e mia cugina eravamo troppo piccole per ricordarlo."
Questa volta Moana accelerò ancora di più il passo, arrivando a superarla e camminandole davanti "E' impossibile che non abbiate avuto sue notizie per così tanti anni. E' pur sempre tuo zio."
Dolores questa volta le schioccò un'occhiataccia "Te l'ho detto: non si nomina Bruno!" si fermò, portandosi le mani tra i capelli "Se dovessero scoprirlo in famiglia... No no no sarebbe un disastro! Porta sfortuna anche solo dire il suo nome!" squittì, impanicata.
Moana fece per ribattere, ma in quel momento finì con la schiena contro qualcuno. Camminando all'indietro non aveva tenuto conto la possibilità di colpire uno studente, lo scontro fu bello forte, tanto da farla scivolare, ma per fortuna venne afferrata in tempo da qualcuno.
"Fai attenzione, non ti avevo vista" disse Luisa, tirandola per la manica. Appena si rese conto che si trattava di Moana, il suo sorriso si allargò "Ehi, da quando sei così distratta?"
Nonostante fosse più piccola, Luisa era sempre stata molto più alta e robusta della maggior parte degli studenti.
Ed era forte. Una volta era riuscita a vincere a braccio di ferro contro Ercole, considerato uno dei più forti della scuola.
Amava stare in forma e dedicarsi ad ogni attività sportiva, tentando sempre di fare il massimo. 
Era stata un'aggiunta essenziale per i Tassorosso, con lei la sua squadra non avevano vinto per un pelo. 
Nonostante la stazza e la sua smania di vincere però, sapeva essere sportiva fino alla fine, inoltre era estremamente gentile e disponibile con chiunque. 
Moana le sorrise in risposta, cercando di ricomporsi un minimo "Ciao Luisa. Ma pensa, cercavo giusto anche te."
La ragazza inarcò un sopracciglio, fissando lei e poi sua cugina che nel frattempo l'aveva raggiunta. Dolores le fece cenno di chinarsi e dopo averle sussurrato qualcosa, lo sguardo di Luisa cambiò di punto in bianco.
Da sorridente e ben disponibile, ora la fissava con un'espressione corrucciata e sospettosa.
Ma Moana non si diede per vinta e fece un ulteriore passo per raggiungere Dolores "Solo qualche domanda, vi preg..."
La ragazza sembrava irremovibile, stessa cosa per Luisa che afferrò Moana per le spalle e, come se fosse una bambolina, la alzò e la spostò di lato senza il minimo sforzo.
La Grifondoro ebbe come un brivido, pensando a quanto cavolo doveva essere forte quella ragazza per averla sollevata come una seggiola.
Luisa la fissò nuovamente, era seria e probabilmente anche un po' preoccupata "Ascolta, non so chi e cosa ti abbiano raccontato sulla nostra famiglia, ma non troverai risposte da lui. Le sue visioni erano pericolose, danno solo guai." 
"Ma..."
"Non si nomina Bruno!" fecero in coro lei e Dolores, per poi allontanarsi in tutta fretta. Lungo la strada vennero riprese dal professor Tockins così dovettero ridurre la corsa ad una semplice camminata veloce. Moana rimase li ferma per un po', rimuginando su tutta quell'indifferenza che provavano per un loro parente.
Era loro zio e non lo sentivano da anni. Luisa, Camilio e il piccolo Antonio nemmeno lo avevano mai incontrato, ma non sembrava importare.
No, non doveva lasciar finire tutto così.
Bruno era ancora vivo e se si era messo in contatto con la sua insegnante, forse aveva fatto lo stesso anche con qualcuno di loro.
Erano pur sempre la sua unica famiglia.
Accelerò il passo, anche se pure lei in quel caso si limitò ad una camminata veloce per non farsi riprendere da Tockins, ma una volta fuori dalla sua traiettoria, prese a correre con più enfasi, riuscendo ad intercettare le due Tassorosso proprio al di fuori della struttura.
Con sorpresa vide che Isabela e Camilio erano vicino alla serra di Erbologia, sembravano discutere.
"Non dovresti essere ad Aritmanzia?" lo punzecchiò Isabela.
Camilio aveva alzato gli occhi al cielo e sbuffato sonoramente "Ci vado, ci vado, ma prima dimmi... Sei stata tu a trasformare i capelli di quel tipo in un cactus? A scuola non si parla d'altro."
La ragazza tirò fuori un sorrisetto malizioso, ma subito dopo fece come per scacciare via qualcosa "Non potrei mai, sono la Caposcuola."
Camilio ridacchiò "Era fastidioso, vero?"
"Oh, puoi giurarci. Non la smetteva di importunare me e le mie amiche."
Luisa e Dolores le avevano raggiunte e senza dare agli altri il tempo di dire qualcosa, circondarono per farne una barriera.
"Che vi prende?" chiese Camilio confuso.
Dolores bisbigliò qualcosa e di colpo sia lui che Isabela smisero di sorridere. Tutti quattro si guardarono attorno, ma di Moana non sembrava esserci l'ombra.
"Se n'è andata, per fortuna" fece Dolores preoccupata.
"Ma perché voleva sapere di nostro zio?" fece Isabela con sospetto.
Luisa alzò le spalle "Non lo so, ma se lo chiederà anche a voi, sapete cosa dire."
Isabela e Camilio annuirono, ma l'espressione di Dolores parve mutare di colpo "Oh no!"
Gli altri non fecero in tempo a capirlo che si videro sbucare Moana di punto in bianco proprio davanti a loro.
"Hai davvero un udito sensibile!" disse la Grifondoro, mettendo a posto la bacchetta nella sua sacca. Cercò di buttarla sul ridere, ma le espressioni che le stavano rivolgendo in quel momento erano tutto fuorché scherzose.
"Ascoltate, io non mi arrendo."
Isabela si sporse per parlare, ma Moana la fermò alzando una mano "Lo so, lo so: Non si nomina Bruno!" ripeté, ormai sapeva a memoria quella cantilena vista la frenesia con cui gliel'avevano sempre ripetuta le altre due.
"Non sono qui per farvi un dispetto. Ma non riguarda solo me, riguarda tutti noi. Bruno potrebbe sapere qualcosa di davvero importante, qualcosa che potrebbe cambiare le sorti del nostro mondo magico per quanto ne sappiamo."
Lasciò a loro qualche secondo buono per pensarci, poi finalmente, Dolores fece un passo in avanti, a discapito da come la stesse fulminando Isabela.
"Noi non sappiamo dove si trovi."
Luisa le appoggiò una mano sulla spalla e la fece indietreggiare "Le sue visioni non sono mai state molto positive... Perciò..."
Camilio sbucò da dietro le spalle di Moana, facendole prendere uno spavento "Si diceva in giro che lo avessero fatto impazzire, portavano sempre a dei presagi orribili! E poi beh... Era il braccio destro di Morgana, mica una cosa da poco!"
Isabela le si avvicinò, alzando il capo con severità "Se sai di lui, sai anche che ha portato un sacco di problemi. La nostra abuela pensa che non sia un bene nemmeno nominarlo."
Moana sfoggiò un cipiglio "E questo vi sembra un motivo per ignorarlo? Non sapete nemmeno se sia vivo o no. Davvero non vi importa?" 
Luisa si bloccò, abbassando lo sguardo verso sua sorella e i suoi cugini, mentre Dolores si torturò la tracolla che teneva addosso, stava iniziando a cedere.
"Quanti anni saranno? Diciotto? Possibile che nessuno della vostra famiglia abbia tentato di contattarlo?"
Di nuovo silenzio, ma per una frazione di secondo l'espressione di Isabela parve cedere. Moana lo avvertì, ma poteva essere anche solo una sua impressione.
Isabela alzò lo sguardo verso di lei, sollevando le sopracciglia "No, nessuno."
"Nessuno?" chiese ancora la Grifondoro, come per sfidarla.
Ma l'altra non cedette e mantenne fermo il suo sguardo "Nessuno."
Dolores schiuse le labbra per dire qualcosa, ma quando Isabela le posò una mano sul braccio, cessò ogni suo tentativo di esporsi e finì con l'unirsi agli altri e lasciare Moana li da sola.
"Ho bisogno di capire una profezia che ha fatto vostro zio. Non capite? Potremo essere tutti nei guai!"
"Mi spiace, non sappiamo nulla."
Luisa sembrava sincera, seppur dispiaciuta, ma per quanto cercasse di non pensarci, era sempre più sicura che per un attimo, le era sembrato di scorgere qualcosa nell'espressione di Isabela.
Chissà se era solo un presentimento o se davvero era a conoscenza di dove si trovasse ora Bruno, se fosse stato ancora vivo.
Purtroppo ora come ora, sentì di aver fatto un buco nell'acqua.


 

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NOTE AUTRICE:

Eccomi! Scusate un sacco per il ritardo, spero di poter tornare a pubblicare più velocemente, ma questo periodo è un po' così, poca ispirazione.
Non sto dicendo comunque che abbandono la storia sia chiaro, ormai voglio arrivare fino alla fine, è solo un periodo un po' giù con la scrittura, ma spero di aggiornare già per settimana prossima, ci sono delle parti che non vedo l'ora di mostrare!
Nei prossimi capitoli si tornerà un po' con altri personaggi, vi anticipo che tra non molto si scorgeranno più elementi del passato di Hans. Spero vi possa interessare.
Questo capitolo forse sarà un po' cortino, ma volevo dare esclusivamente lo spazio alla faccenda di Moana e i Madrigal, presentarli a dovere. Anche perché mi sono immaginata che in una situazione del genere, Moana non avrebbe aspettato più di tanto e si sarebbe fiondata subito a parlare con uno di loro.
Spero di averli caratterizzati tutti bene.
Come si vede qui Moana ha praticamente preso il posto di Mirabel. 
Eh si, lei non c'è ad Hogwarts, chi conosce il film potrebbe aver intuito il perché.
Vi ringrazio tanto per seguire ancora questa storia <3

 
~Spirit~   

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Capitolo 60
*** Il fratello di troppo ***


Cap 60: Il fratello di troppo 

  
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Fortunatamente Frollo era lontano da Hogwarts quel giorno e non sarebbe tornato prima di cena. Senza farsi notare, Hiccup aveva deciso di saltare la sua ultima lezione della giornata per raggiungere Skaracchio, il proprietario della riserva in Romania dove Sdentato sarebbe dovuto essere trasferito.
Da quando gli aveva scritto la prima volta, Skaracchio era riuscito ad ottenere numerose firme per la petizione a favore della Furia Buia, anche se purtroppo ciò era servito a ben poco vista la pressione di Elinor al consiglio.
Raccontò ad Hiccup che quando venne contattato per prelevare Sdentato quasi non ci credette, visto che l'ultima volta che si erano sentiti la situazione non era per nulla migliorata.
Ralph era con loro e stava aiutando i colleghi di Skaracchio a sistemare il mezzo magico che avrebbe trasportato Sdentato per il trasferimento, senza essere visti dai babbani naturalmente.
Una sorta di gabbia che si sarebbe poi rimpicciolita con all'interno il drago. A quanto pare serviva molta magia per poterla attivare, onde evitare che il drago si potesse ribellare e rischiare di spezzarla. 
Una volta finito, Ralph si prese qualche secondo per riprendere fiato, notando come Hiccup fosse rimasto sempre nello stesso posto di prima, l'espressione gelata in un punto imprecisato per terra.
Gli diede un'amichevole pacca sulla spalla, anche se vista la sua forza lo fece solo scivolare in avanti, rischiando di farlo cadere.
"Coraggio! Su con la vita, dovresti essere sollevato che il tuo drago sarà al sicuro!"
Hiccup si massaggiò la spalla colpita e forzò un sorriso più convincente.
"Lo so, sembro un ingrato. E' che ancora non riesco a credere che sia finita" disse "Almeno questa storia."
C'era altro in ballo, ben più grave di quello che era capitato con Sdentato e forse le sue preoccupazioni erano dovute anche a questo.
Non essendone a conoscenza, per Ralph quelle preoccupazioni vennero interpretate diversamente.
"Merida si rifarà viva, vedrai."
"Hai saputo qualcosa?" chiese di colpo Hiccup, tornando improvvisamente attivo.
Ralph si grattò il capo, spettinandosi un po' i capelli "No ma... Sappiamo com'è fatta. Quella ragazza è un terremoto!" concluse con una risata "Te l'ho mai detto come ci siamo conosciuti? Tu eri ancora a Durmstrang il primo anno..." l'espressione di Hiccup lo incentivò a continuare "Gli studenti più grandi avevano questa divertente idea di terrorizzare i nuovi arrivati raccontando che il guardiacaccia in realtà era un gigante che mangiava i bambini."
Hiccup strabuzzò gli occhi, sconvolto, cosa che fece sogghignare Ralph "Ti giuro che è la verità. Devi ammettere che ad una prima impressione posso fare paura."
Il ragazzo non disse nulla, anche se avrebbe voluto concordare. Ralph era molto più alto e grosso del normale e forse agli occhi di un bambino sarebbe potuto risultare spaventoso.
Perfino lui ne era rimasto impressionato la prima volta che lo aveva incontrato, era persino più grande di suo padre, da sempre di stazza molto grossa.
"La prima volta che Merida mi vide, scappò talmente veloce che non mi diede il tempo di fare nulla. Pensava che volessi mangiarle la testa!" ghignazzò Ralph "Evitò di incrociarmi per un bel po', poi un giorno sentì bussare alla porta della mia capanna e quando la aprii, vidi quello scricciolo con i capelli rossi puntarmi la bacchetta contro e minacciarmi che se avessi provato ancora a mangiarla mi avrebbe trasformato in un riccio blu."
Anche Hiccup non si trattenne e rise al pensiero di una piccola Merida che cercava di dimostrare il suo coraggio in quel modo.
"Perché un riccio poi? E perché blu?! Non esistono ricci blu da quel che so" continuò Ralph, suscitando un'altra risata da parte di Hiccup.
"E...Sai com'è, di fronte ad una minaccia del genere non me la sono sentita di attaccarla. Aveva dimostrato il suo valore" ironizzò ancora "Ho la sensazione che ci rimase anche un po' male quando le raccontai che erano solo degli stupidi scherzi e che non cucinavo nessun bambino."
"Non me l'aveva mai raccontato..." disse Hiccup malinconico. Ralph gli diede un'altra pacca sulla spalla, questa volta più contenuta.
"Questo perché avrebbe dovuto specificare il primo incontro con lei che scappa terrorizzata urlando: NON MANGIARMI! NON MANGIARMI!" l'imitazione che fece di Merida fece nuovamente ridere il ragazzo, che ora si sentiva anche un po' meglio di umore.
"Grazie Ralph."
"E di che?" 
Notando poi l'arrivo di Skaracchio, si allontanò, permettendo ad Hiccup di scambiare qualche parola. 
Anche lui era piuttosto alto, sebbene non quanto Ralph, ma di certo non passava inosservato, non solo per i suoi baffoni legati come se fossero due trecce, ma soprattutto per via della mancanza della gamba destra, persa durante un combattimento con un drago e che aveva sostituito con una in legno. La mano destra invece l'aveva perduta di recente durante la guerra magica, alla quale aveva partecipato dalla parte di Merlino.
Quest'ultima spesso veniva sostituita con vari congegni in base alle esigenze nella riserva per contrastare i draghi più capricciosi, al momento teneva una sorta di martello.
Una volta fermo, si mise a guardare Sdentato all'interno della gabbia "Non si vede tutti i giorni una Furia Buia. Li facevo più grandi, sai?" sorrise ad Hiccup "Come sta il tuo vecchio? Lo hai sentito dopo che..." non andò oltre, ma Hiccup capì perfettamente a chi si stava riferendo.
"Ho ricevuto solo qualche lettera. Speravo che sai... tu sapessi qualcosa in più."
Skaracchio tirò un lungo sospiro, esasperato "Lo vorrei tanto ragazzo, ma purtroppo io e tuo padre non siamo più così vicini come un tempo. Quando ho deciso di aprire la riserva in Romania... Stoik non l'ha mai presa bene..."
Hiccup abbassò il capo, sconsolato. Ma immaginava una risposta del genere, visto tutto quello che era capitato con sua madre.
L'uomo però cercò di spezzare un po' quell'atmosfera così tesa, cercando di farlo tornare di buon umore "Ma ora pensiamo a portare al sicuro questo drago. Credimi, un po' di riposo e quel manto tornerà lucente come prima!" il suo sguardo poi scivolò inevitabilmente sulla pinna della coda, ormai distrutta. E di colpo il gran sorriso svanì "Se solo ci fosse un modo per aiutare quella pinna."
"A questo proposito..." Hiccup tirò fuori dalla sua borsa uno strano marchingegno di metallo, simile ad una pinna prostetica, tuttavia, se per lui era una buona alternativa, l'espressione di Skaracchio confermò il contrario.
"E questa che roba è? Mai vista una ferraglia simile..." si chinò e con la mano buona fece per toccarla, anche se la ritirò subito indietro, quasi come se temesse che lo avrebbe morso.
Hiccup non si scoraggiò e anzi, pareva piuttosto soddisfatto del risultato "L'ho costruita io. E' solo un prototipo, ma potrebbe aiutare Sdentato a riprendere il controllo nel volo" la consegnò a Skaracchio che, nonostante la presa, continuava a fissare quell'oggetto con sospetto. Poi Hiccup prese sempre dalla sacca una piantina un po' stropicciata e la fece vedere all'amico "Vedi? Se lo attacchiamo alla sua coda fungerà da protesi, potrebbe riuscire a planare e se siamo fortunati, potrebbe addirittura tornare a volare come prima."
L'uomo inarcò le sopracciglia stupefatto "Ma non mi dire... Lo hai creato tutto da solo?"
"Ci ho provato" disse l'altro, un po' in imbarazzo "A Babbanologia abbiamo studiato i primi aerei nel mondo e come funzionano, così..."
"Chi l'avrebbe mai detto..." disse ancora sconvolto Skaracchio mentre rialzata la schiena "Ah, questi babbani e le loro assurde invenzioni!"
"Dici che potrebbe funzionare? So che non è esattamente una cosa sicura, ma..." si voltò poi a guardare la Furia Buia "Se questo può aiutarlo a tornare a volare..."
Skaracchio in risposta gli posò una mano sulla spalla "Dico che vale la pena tentare. Mi lasceresti questi appunti?"
Gli occhi di Hiccup brillarono di entusiasmo "Ne ho una copia, puoi tenerli. E nel caso dovessi avere dei problemi, puoi sempre mandarmi un gufo."
L'uomo annuì e fece per richiamare i suoi due collaboratori per mostrargli l'invenzione di Hiccup, nel frattempo quest'ultimo si era avvicinato alla gabbia di Sdentato.
Lui non sembrava particolarmente felice, sebbene fosse consapevole che sarebbe andato in luogo sicuro, sapeva comunque che questo lo avrebbe allontanato dal suo amico umano.
Hiccup percepì tutto questo come se glielo avesse detto a parole e gli accarezzo il muso "Coraggio bello. Non sarà così male, almeno sarai libero di correre dove ti pare. Non dovrai più temere che qualcuno ti possa catturare. Ehi, magari troverai qualche altra Furia Buia con cui giocare" gli sorrise, tornando nuovamente malinconico "Avrei voluto che Merida fosse qui. Alla fine è grazie a lei che sei vivo."
Sdentato lo capì ed abbassò il capo in risposta. L'aria si stava facendo decisamente troppo pesante e non sarebbe dovuto succedere.
Doveva essere un momento positivo per lui.
Così Hiccup cercò di forzare un altro sorriso, cercando di buttarla sul ridere per risollevare il morale "Ed ora cos'è quel muso lungo? Ti verrò a trovare, sai?"
Come lo disse gli occhi di Sdentato si ingrandirono per la gioia, la coda malandata iniziò a muoversi e in breve prese a saltellare felice come non mai. Si buttò subito addosso al ragazzo, non importava se erano separati da quelle sbarre, voleva dimostrargli comunque tutto il suo affetto.
"D'accordo, va bene, ora basta!" dopo essersi ripulito il viso, Hiccup e Sdentato si scambiarono nuovamente un lungo sguardo silenzioso.
"Te la caverai."
Il drago non disse nulla, ma fece un piccolo cenno col capo, che stesse annuendo o ringraziando per tutto, non era dato saperlo.
Ma ad Hiccup bastò.


Dopo averlo portato via, i due si allontanarono per tornare al castello. La giornata era passata e stava calando il buio.
"Tutti i nostri amici se ne stanno andando..." sospirò Hiccup, alzando gli occhi al cielo.
"Credo che il tuo drago si troverà bene. Sicuramente meglio di dove si trova Merida" aggiunse Ralph, grattandosi nervosamente dietro la nuca "Odio ammetterlo, ma sua madre mette i brividi."
"Non dirlo a me." 
"Ma bene bene... Cos'è questa simpatica riunione?" fece una voce alle loro spalle.
I due sapevano perfettamente chi fosse, ma cercarono di mantenere la calma.
Ralph fu il primo a tentare, seppur goffamente di giustificare la loro presenza qui, nonostante il coprifuoco imponga che tutti gli studenti stiano all'interno della scuola.
Claude Frollo tuttavia, non gli lasciò nemmeno il tempo di agire "Risparmi altre sciocche scuse. Come guardiacaccia ha il compito di fare le faccende per la scuola, non di accompagnare gli studenti oltre il coprifuoco."
Hiccup non si perse d'animo e tentò di opporsi "Sono stato io a chiedere a Ralph di..."
"Silenzio!" sentenziò' Claude, severo. Notò poi che dalla sua borsa fuoriusciva una strana pergamena e, senza esitazione, gliela strappò via per osservarla.
Inutile dire che non appena si rese conto di cosa contenesse, la sua espressione gelò nel disgusto più totale "Orrore... Nient'altro che orrore" lo fissò con sdegno "Sei un purosangue, discendente di un Campione Tremaghi... E nonostante tutto perdi tempo con queste cianfrusaglie babbane?! Che totale spreco di energie."
Con la mano fece segno a loro di muoversi, poi gettò il foglio a terra e con la bacchetta lo bruciò, sotto lo sguardo sconvolto di Hiccup e Ralph.
"Ehi no! Stammi bene a sentire nonnetto" Ralph gli si avvicinò con fare minaccioso "Questa volta hai esagerato!" 
Ralph era buono come il pane, ma per chi non lo conosceva, vederlo sovrastare in quel modo qualcuno faceva presagire il peggio. Tuttavia quell'atteggiamento non smosse Frollo di una virgola anzi, sollevò un lato della bocca in un sorriso sottile e compiaciuto.
"Non mi minacci, o mi assicurerò personalmente che non metterà anche solo un piede ad Hogwarts."
Ralph avrebbe voluto ribattere, ma Hiccup lo fermò per un braccio, sussurrandogli di calmarsi. L'ultima cosa che voleva era far perdere il posto al suo amico per colpa sua.
Frollo lo fissò con la solita espressione di sufficienza "Ho saputo che anche tua madre aveva questa disgustosa passione per il mondo babbano, un altro buon motivo per sbatterla in cella."
Questa volta però, fu Hiccup a non trattenersi oltre e fece per afferrare la bacchetta, ma Frollo, come se se lo fosse aspettato, lo bloccò puntandogli la sua davanti agli occhi.
"Insubordinazione, un altro tratto caratteristico di quella donna..." disse, sorridendo malignamente "Mi occuperò della tua punizione, Haddock. E' una promessa."

 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~



Anna, Judy e Kristoff nel frattempo erano riusciti ad arrivare senza troppi problemi nella stanza del professor Bunnymund, facendo molta attenzione a non farsi notare, fortunatamente il loro ritorno combaciava con il momento della cena, perciò non trovarono particolarmente difficile il tragitto.
Kristoff venne messo a guardia per evitare brutte sorprese nel caso qualcuno dovesse passare per quella zona, mentre Anna e Judy avanzavano all'interno.
Non appena entrarono, si presero qualche istante per osservare la stanza, notando quanto fosse pulita minuziosamente, Judy passò addirittura un dito in un tavolo per vedere se ci fosse anche solo una piccola ombra di polvere, ma niente, era uno specchio.
Spesso Moana la prendeva in giro per la sua mania di pulizie, ma perfino lei pensava che questo fosse esagerato.
Aveva perfino una libreria piena di libri sulla storia e un piccolo terrario con accanto una piantina di quello che sembrava un bonsai.
Ma quello che risaltava in particolare erano alcuni quadri astratti che sembravano raffigurare delle uova, senza pensarci le seguì, raggiungendo Anna nella stanza successiva. Quest'ultima indicò un uovo molto più grande del normale e dai colori sgargianti, che variavano dal blu all'oro.
Judy inarcò un sopracciglio, fin troppo perplessa da tutto questo "...Ha una bella ossessione per le uova."
"Questo non è un uovo qualunque, è un uovo fabergé!" fece Anna come se stesse spiegando una lezione.
Quando capì che nemmeno con quel nome Judy aveva compreso, riprese "E' una sorta di uovo fatto con materiali pregiati come oro, pietre o metalli. Non lo devi mangiare."
Nel mentre aveva visto l'amica allungare una mano verso l'uovo e scattò subito, schiaffeggiandole la mano "E non lo devi toccare! Hai idea di quanto siano costosi?!"
"Come sai queste cose?" chiese stupefatta Judy.
Anna arrossì un po' imbarazzata "Il mondo dei Babbani mi ha sempre affascinata, da piccola ho vissuto in mezzo a loro per un po', ho scoperto tante cose."
"Oh."
Non immaginava che la sua amica avesse una tale passione per quella materia, lei non era mai stata particolarmente interessata alla vita dei babbani, ma era sinceramente colpita. 
"Ad ogni modo, non vedo nessun pensatoio. Nick ha detto che si trovava dietro l'uovo, ma qui vedo solo un muro" disse Anna, osservando con una certa perplessità l'uovo.
Judy sembrò concordare con lei, finché non ebbe un'illuminazione e si sporse nuovamente sull'oggetto.
"Ti ho detto di non toccarl..."
Ma questa volta non le diede retta e non appena avvertì un piccolo tasto dietro la piattaforma che teneva l'uovo, notò come il muro li accanto iniziava a spostarsi, rivelando una piccola stanza simile ad un ripostiglio dove si trovava un lavabo di pietra con incise delle strane rune.
"Lo abbiamo trovato!" esultò Judy, dietro lo sguardo stupefatto di Anna "Sai come funziona, no?"
L'amica annuì e fece un passo in avanti "Quello delle mie zie era un po' diverso, l'ho usato soltanto una volta prima che zia Serenella lo rompesse durante le pulizie. Dobbiamo versare i ricordi qui dentro e immergere il viso."
"Immergerlo?" ripeté Judy mentre tirava fuori la boccetta "Sicura?"
"Fidati di me."
Nonostante lo scetticismo, acconsentì e fece versare ad Anna il contenuto della boccetta all'interno del lavabo. Al via detto da lei, entrambe abbassarono il viso e lo immersero all'interno, entrando finalmente nei ricordi di Hans.



 

La sensazione che provarono in quel momento fu davvero strana, come se una forza invisibile le avesse trascinate via dal loro corpo.
Una volta riaperti gli occhi si trovarono in un'altra stanza, molto più grande e sfarzosa rispetto a quella di Bunnymund. Sembrava quasi una dimora degna di un principe.
"Che ci facciamo qui?" chiese Judy guardandosi freneticamente attorno per tentare di capirci qualcosa. Si guardò le mani ed istintivamente si toccò il viso, quasi come se ancora non ci credesse. Era ben consapevole che il suo reale corpo era ancora fermo ad Hogwarts. Eppure mentre si sfiorava i capelli, un po' spettinati, riusciva a percepire le sensazioni del tatto.
Era tutto così reale da sembrare vero.
Anna invece era più tranquilla, forse perché non era la prima volta che usava un pensatoio, sapeva la sensazione che dava, come se venissi strappata via dal tuo corpo e il disorientamento iniziale.
Quando voltò il capo, vide formarsi di fronte a lei alcune figure che via via presero una forma sempre più nitida.
"Guarda!" le indicò così che anche Judy potesse vederle.
Era una famiglia, o almeno era questo a darle l'impressione per via della somiglianza dei ragazzini con i genitori.
La donna, probabilmente la madre, era una signora molto bella, dai lunghi capelli biondi e due occhi verdi, era seduta su una sedia, vicino al camino ancora acceso, sembrava vestita di tutto punto, probabilmente doveva fare un'uscita importante.
Poco distante, quello che sembrava il padre, un uomo alto con barba e capelli rossi un po' brizzolati, fissava con sufficienza quattro ragazzini, mentre di tanto in tanto si voltava per lanciare uno sguardo di sdegno all'unico bambino lasciato in disparte.
"E tu smettila di piangere."
Quest'ultimo cercava di trattenere le lacrime anche se con molta fatica, a vederlo sembrava il bambino più piccolo del gruppo, aveva un braccio ingessato, e dei graffi sul viso.
Qualunque cosa gli fosse successo, si era fatto molto male.
Mossa da un senso di compassione fece per avvicinarsi a quel bambino, visto che né la madre né il padre sembravano volerlo fare, ma non appena gli arrivò vicino, venne bloccata nuovamente dalla voce del padre, questa volta con più minaccia.
"Hans, ti ho detto di smetterla di piangere!" 
Il bambino fermò a forza le lacrime, terrorizzato. Forse il terrore delle conseguenze era ben più grande del dolore che stava provando al braccio.
Anna abbassò dunque lo sguardo su di lui, mormorando nuovamente quel nome. Anche Judy le si avvicinò, seppur mantenendo sempre una certa distanza.
"E' il suo passato, quindi."
"Direi di sì."
Sia lei che Judy volevano capire il motivo di questo ricordo, ma vedendo lo stato di quella scena, l'unica cosa che Anna riusciva a pensare era a cosa fosse successo.
Era ben consapevole di star vedendo Hans, la persona che aveva cercato di uccidere sua sorella e che l'aveva ingannata, ma in quel momento si trovava di fronte ad un bambino.
Per fortuna, quella che sembrava la madre, fece la domanda che voleva.
"Perché lo avete fatto?" sembrava però particolarmente autoritaria dalla voce e questo fece scaturire alla ragazza un moto di rabbia.
Come poteva essere così impassibile di fronte a suo figlio ridotto in quello stato?
"Volevamo soltanto aiutarlo" fece uno dei quattro ragazzini, forse il più giovane.
"Bugiardi! Mi avete teso una trappola!" urlò Hans.
"E' colpa tua che non sei un mago" bofonchiò il fratello. 
L'altro accanto a lui annuì, gongolante "Già, sei come i babbani, sei inutile."
Anna vide Hans forzarsi nuovamente di non piangere e i genitori ancora impassibili.
Il padre si mosse leggermente verso i quattro colpevoli "Lo avete spinto da quel tetto per costringerlo ad usare i suoi poteri? Un gesto un po' estremo, non trovate?"
"Ci ha inseguiti lui lassù, vuole sempre starci attorno!" 
"E' irritante papà!"
"Non lo vogliamo. Lui non è come noi!"
Quelle parole furono come un ulteriore schiaffo a quel bambino, che si vide costretto a stare in silenzio mentre i suoi fratelli continuavano a criticarlo e i genitori che non facevano nulla per difenderlo. Né uno sguardo di compassione, né un abbraccio.
"E' pur sempre vostro... Fratello" fece il padre con una piccola smorfia "Tutti noi stiamo passando un momento difficile per questo motivo, non serviva il vostro intervento" si fermò poi sul più grande dei fratelli  "Tu non hai un esame da superare? Fila a studiare."
Lui provò a ribattere, ma lo sguardo sprezzante che gli rivolse il padre lo fece zittire di punto in bianco e con lui anche gli altri fratelli. Si allontanarono dalla stanza a passo svelto, lasciando che Hans se la vedesse con i genitori.
Il bambino provò a cercare con lo sguardo la madre, ma la sola cosa che gli disse fu un lieve: "Vai in camera tua."
Hans eseguì senza dire più una parola, rassegnato si allontanò, ma invece di chiudere la porta, la lasciò socchiusa per poter sentire i suoi genitori parlare.
Il padre si era avvicinato ad un piccolo scaffale e si era versato del vino per calmarsi "Mancano pochi mesi... E ancora nessun segno. Niente."
La donna, seppur con fatica, fece per alzarsi dalla sedia "Vedrai che lo chiameranno..."
"Hai idea del disonore che può portare un magonò nella nostra famiglia?!" per la rabbia aveva appoggiato il bicchiere con uno scatto talmente forte da far traboccare del vino sul pavimento, ma nessuno dei due ci badò.
"lo so bene, ma questa è solo colpa tua" disse la donna, avvicinandosi a lui e passandogli delicatamente una mano sul viso "Se non mi avessi tradito con quella sgualdrina, ora non ci troveremo un bastardo in questa casa."
L'uomo la guardò, serio "... Ti ho detto che mi dispiace."
"Lo so. Ho acconsentito a tenerlo qui, ma non a volergli bene" disse con un sospiro "Chi lo sa. Magari ci darà delle soddisfazioni, in futuro."
Il padre sembrava scettico al riguardo, ma in quell'istante annuì, forse per non far preoccupare ulteriormente la moglie.
Judy ed Anna avevano assistito a tutta la conversazione, rimanendo scioccate.
"Un momento... Hans non è un magonò, vero? Un magonò  non potrebbe frequentare una scuola di magia."
Anna scosse il capo con convinzione "Una volta mi ha accennato che ha avuto difficoltà il primo anno" disse pensierosa "Forse i poteri si sono formati più tardi. Deve essersi fatto in quattro per recuperare."
Judy sollevò le sopracciglia, sconvolta "Lo stai... Compatendo?" prima che l'amica potesse rispondere, continuò " Ti ricordo quello che ha fatto."
Anna la fissò duramente "Lo so e credimi, non lo dimenticherò. Ma se ci ha voluto mostrare questi ricordi ci sarà un motivo."
Judy lasciò scivolare lo sguardo dai genitori alla porta dove Hans era sparito, assottigliando gli occhi con rabbia "Se pensa di farci pena, non funzionerà."


 

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NOTE AUTRICE:
Mi spiace averci messo così tanto, in questo periodo mi sono fissata con Hogwarts Legacy e devo dire che si sta dimostrando utilissimo per questa storia, al punto tale che ho voluto cambiare alcune cose (non quelle principali).
Ho notato che sono diventata più lenta a pubblicare e mi dispiace molto, sto ri-correggendo capitoli che devono ancora essere pubblicati (e che adesso più che mai non vedo l'ora di postare.)
Questo progetto continuerà ad andare avanti!
Come potete vedere, per Sdentato sembra andar meglio, al contrario invece del povero Hiccup. Vi dico solo che il modo di fare di Frollo sarà un po' plateale.
Ma per il momento ci si concentrerà sulle avventure di Judy e Anna. 
Già si è visto un piccolo assaggio sulla vita di Hans e da come si può intuire, non non si limiterà a dire il luogo dove si trovano i suoi ormai ex-compagni.
Ho deciso di cambiare un po' le cose, Hans non ha così tanto fratelli come nel canon e soprattutto qui sono fratellastri.
Eh sì, il padre ha avuto una tresca con una babbana, che alla fine ha deciso di smollargli il figlio. Così diciamo che già da questo accenno si può intuire che la famiglia non si comporta esattamente benissimo con Hans.
Volevo fare in modo che mostrasse un po' la sua di prospettiva, in base al suo vissuto, che purtroppo nel film è stato solo accennato.
Judy di certo non si lascia incantare. in fondo, Hans ha sempre dato dimostrazione di essere un bravo manipolatore.
Spero vi possa piacere l'idea.
Al prossimo capitolo!

 
~Spirit~   

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Capitolo 61
*** Voglia di riscatto ***


Cap 61: Voglia di riscatto 

  
The Nice Guy — If you'd just stop the winter… A Tumblr header!...  

 

Lo scenario cambiò, questa volta era presente solo Hans, il luogo sembrava una sorta di ufficio, molto ordinato. Il padre si trovava seduto sulla sedia, in silenzio e con lo sguardo rivolto verso alcune lettere.
Il bambino restava in piedi di fronte a lui, a separarli solo quella scrivania. Ogni tanto lasciava sviare lo sguardo da quei fogli al padre, con un'espressione quasi speranzosa.
Era nervoso, non faceva che torturarsi un lembo del vestito.
E forse fu proprio quell'atteggiamento ad attirare un poco l'attenzione dell'uomo.
Gli rivolse una breve occhiata, per poi tornare a leggere "Finiscila, o ti rovinerai l'abito."
Hans non rispose, ma smise di fare quel gesto, aveva abbassato leggermente lo sguardo questa volta, come se temesse un altro spiacevole commento.
"Ho...Ho superato gli esami" disse infine, con un filo di voce.
Friederick non disse nulla.
"Padre, ho...Ho superato gli esami" rimarcò ancora Hans, questa volta con un briciolo di coraggio in più "I professori dicono che potrei raggiungere i miei compagni, se non addirittura superarli."
In quell'ultima frase Friederick sollevò leggermente le sopracciglia. Hans non capì come prendere quella reazione, ma prima che potesse dire altro, lo vide posare le lettere dentro una cartella.
"Ci vorrà più di qualche compito per metterti in pari con i tuoi coetanei. La tua tenacia può sembrare un vanto verso chi è all'oscuro della verità..." disse, puntando finalmente gli occhi su di lui "...Ma resti comunque un mezzosangue, non sarai mai pari ai tuoi fratelli...O compagni..." concluse, tirando fuori da una tasca un orologio.
Ora la sua attenzione sembrava completamente verso quel piccolo oggetto. A nulla era servito lo sguardo vuoto del figlio di fronte ad un ennesimo rifiuto.
A Judy ed Anna colse un brivido, quell'uomo non provava alcun affetto verso Hans. 
Chissà se la provava anche per uno solo dei suoi figli.
La discussione sembrava essere finita, Friederick non dava alcun cenno di voler continuare a parlare, ci mancava poco che gli sbattesse la porta in faccia.
Il bambino tuttavia, lo fissò, questa volta con più rammarico "Non ho chiesto io di nascere."
"Nemmeno io" rispose freddamente il padre.



Prima che le ragazze potessero dire qualcosa, lo scenario mutò nuovamente. Al contrario dei primi due, ora sembravano essere passati diversi anni, Hans era già più riconoscibile a quello di adesso, avrà avuto quattordici anni. Si trovava ad un funerale, dalle foto esposte sembrava quello della madre, anche questa volta in disparte rispetto ai fratelli.
Poco dopo uno dei quattro fece per avvicinarsi a lui.
"Che ci fai qui?" dal tono evidente infastidito, non gli diede nemmeno il tempo di rispondere "Tu non fai parte della famiglia."
Da come reagì Hans, sembrò che fosse ormai abituato a quel genere di commenti sprezzanti. Questa volta non pianse, si limitò a fissarlo con altrettanto astio in corpo.
"Smettila."
"Altrimenti? Cosa speri di farmi?" lo spintonò e Hans di rigetto, rispose anche lui con una spinta, iniziando in breve una lotta corpo a corpo di fronte a tutti gli invitati.
Il padre si gettò subito verso di loro per separarli "Finitela tutti e due! Abbiate il contegno di piangere vostra madre!" si voltò questa volta solo verso Hans "Fate i conti con le vostre colpe, in silenzio."
Che Hans si aspettasse un'uscita del genere non c'era dato saperlo, ma dalla sua espressione per nulla sorpresa, diede la sensazione alle due Grifondoro che forse se lo aspettava.
Judy in particolare sembrò colpita da tutto quell'odio che riservavano nei suoi confronti, finendo poi per ricordarsi di che persona fosse Hans e allora ogni suo tentativo di compatirlo cessò "Perché vuole che vediamo tutto questo? Non ci sta spiegando come trovarli" disse, cercando di non guardare più quella scena "Lo sapevo che mentiva."
Anna non disse nulla, ma anche a lei iniziava a bruciare il modo in cui si stavano comportando quelle persone. E tutto solo perché Hans era un figlio illegittimo?
Perché tenere un bambino se non vuoi dargli l'amore di cui necessita?


Lo scenario si spostò ancora, Hans si trovava alla soglia della porta di un ufficio, intento ad origliare una conversazione privata di suo padre.
"Un vero peccato per tua moglie" fece la voce di un secondo uomo all'interno della stanza.
"Sono sicuro che avrebbe voluto continuare la ricerca, credeva in Lei come tutti" rispose impassibile Friederick
"Ti sei occupato delle Sentinelle?"
"Si fanno chiamare così adesso?" commentò "Ma poco importa...Il nostro amico ha finalmente rivelato dove si radunano, se hanno loro la Pentola Magica, presto lo scopriremo."
Hans rimase per tutto il tempo ad ascoltare quella strana conversazione e lo stesso anche le altre due ragazze.
"...Pentola Magica?" ripeté Judy inarcando un sopracciglio. Anche dall'espressione che aveva Hans sembrava non capirne il significato.
Anna si limitò a scuotere il capo e rimanere in silenzio, osservando con attenzione lo scenario cambiare nuovamente di fronte ai suoi occhi.


Non capivano se si trattava della stessa sera o qualche tempo più avanti, ma dall'orario dell'orologio a pendolo lungo il corridoio, almeno erano sicuri che fosse notte fonda.
Hans aveva sentito dei rumori, sempre all'interno dell'ufficio di suo padre e questa volta, preso da una strana intraprendenza, si fece coraggio ed entrò, facendo attenzione a non farsi sentire. Namaari ed Esmeralda stavano frugando in alcuni cassetti in maniera piuttosto turbolenta.
"Sei sicura che lo sappiano?" chiese Namaari un po' spazientita.
Esmeralda si riguardò nel trattenersi dal lanciarle un'occhiataccia "Le fonti di Walter dicono di sì."
"Proprio perché lo dice Walter che ho dei dubbi."
Questa volta la donna sorrise appena "Te l'ho mai detto che sei troppo diffidente?" la provocò.
Anche Namaari fece lo stesso, seppur contenuta "Senti chi parla."
"Hai ragione" annuì lei, alzando le spalle "Ma il capofamiglia era una delle persone più fedeli a Morgana, saprà di sicuro qualcosa sulla Pentola Magic..."
Sfortunatamente un piede di Hans si mosse verso un mobile all'entrata dell'ufficio, facendosi scoprire.
Ci fu un breve istante in cui tutti e tre si guardarono senza muovere un muscolo, poi ognuno afferrò la propria bacchetta che teneva con se e la puntò per colpire l'avversario e disarmarlo a sua volta. Hans era riuscito a colpire Namaari, ma trovandosi da solo contro due, ben presto venne fermato da un altro attacco da parte di Esmeralda.
Namaari successivamente lo immobilizzò a terra con un incantesimo per impedirgli di muoversi, nel frattempo Esmeralda aveva chiuso la porta per evitare altre spiacevoli visite.
"E questo chi è?" Namaari gli si avvicinò, spostandosi il viso di lato con la sua bacchetta, come a volerlo osservare con più attenzione.
"Deve essere uno dei cinque figli" rispose velocemente Esmeralda.
S_sei" la corresse Hans, era difficile parlare sotto l'effetto dell'incantesimo, ma cercò di sforzarsi il più possibile "N_non amano parlare di me, ma purtroppo per loro...Esisto anch'io."
Namaari socchiuse gli occhi a due fessure, rivolgendosi poi con la bacchetta ad Esmeralda "Usa l'Oblivion."
La compagna annuì, ma quando fece per pronunciare l'incantesimo, venne fermata dalla voce di Hans.
"A_Aspetta! State cercando informazioni sulla Pentola Magica."
"Che perspicace" rise lei, riprendendo da dove aveva iniziato. In quel momento lo sguardo del ragazzo si posò involontariamente sul braccio di Namaari dove aveva disegnato uno strano tatuaggio simile ad una grossa zanna di animale.
E allora capì.
"Fate parte delle Sentinelle, vero?"
Questa volta Esmeralda si fermò, incuriosita. Stessa cosa lo fece anche Namaari.
"Tu come..."
"Ho sentito mio padre parlare di voi e...Ho fatto qualche ricerca. Ha detto che...Che c'è una spia, sanno del vostro nascondiglio, dovete andarvene da li." 
Le due donne si scambiarono un ulteriore sguardo, confuse.
"Pensano che abbiate voi la Pentola Magica" confessò ancora.
A quel punto Namaari gli puntò nuovamente la bacchetta sul viso, dall'espressione si stava cominciando ad irritare "Perché ci stai dicendo questo?! Sei figlio di quella serpe di Friederick, tu non..."
"Sono suo figlio, nient'altro" la zittì, diventando improvvisamente serio "Ascoltate...Mio padre mi ha sempre tenuto all'oscuro di tutto. Forse anche perché...Rispetto ai miei fratelli...Non ho mai approvato i suoi metodi."
Namaari non era così convinta delle sue parole, tuttavia Esmeralda la fermò posandole una mano sul braccio ed invitandola ad ascoltare.
"Vai avanti."
"Nessuno fa caso a me in questo posto, non sanno che io osservo e...Ascolto. La mia famiglia è sempre stata una sostenitrice di Malefica...Hanno combattuto per lei. Qualunque cosa stiano architettando, temo che possa sfociare in un'altra guerra" poi alzò il volto verso di loro "Permettetemi di aiutarvi."
Ancora una volta silenzio.
L'espressione di Namaari lasciava trasparire ancora dei dubbi e lo stesso valeva per Esmeralda, ma non fecero in tempo a dare una risposta che dei rumori esterni le fecero nuovamente allarmare.
"Andiamocene, tanto qui non troveremo nulla" disse Esmeralda, facendo cenno alla ragazza di muoversi.
Namaari annuì, ma non appena mosse un piede, si sentì afferrare da Hans che, ancora legato a terra per colpa dell'incantesimo era impossibilitato di alzarsi.
"A_Aspettate!"
La donna avrebbe voluto cacciarlo subito di torno, tuttavia venne nuovamente frenata da Esmeralda che si abbassò un po' per arrivare all'altezza del viso di Hans.
"Non è questo il modo di trattare una donna. Come hai detto che ti chiami?"
"Hans. Il mio nome è Hans."
Lei si passò una mano sul mento, fissandolo con aria divertita "Bene Hans. Se è vero quello che ci hai raccontato...Ci rincontreremo" dopodiché si alzò, facendo spazio a Namaari che al contrario di lei, pareva più minacciosa.
"Altrimenti... Torneremo lo stesso, ma non per una visita piacevole."
Esmeralda alzò gli occhi al cielo, come se non fosse la prima volta che la vedeva fare un'uscita del genere. Hans non riuscì a rispondere poiché entrambe svanirono in uno schiocco di dita, merito in un'incantesimo lanciato da Esmeralda. 
Quando uno dei fratelli lo trovò a terra nell'ufficio di Friederick, Hans si inventò che era entrato volutamente per curiosare, visto che nessuno in famiglia voleva renderlo partecipe.
Dopo essersi beccato degli insulti, seguiti da scuse come il fatto che non fosse abbastanza in gamba per poter far parte dei progetti di famiglia, venne allontanato nella sua stanza.
Judy e Anna avevano assistito ad ogni scena, rimanendo sempre in rigoroso silenzio e solo quando videro Hans dirigersi verso la sua camera mentre a bassa voce malediceva suo fratello per come lo aveva trattato, Anna finalmente parlò.
"Credo che sia l'odio per la sua famiglia ad averlo portato da Namaari."
"Beh...Non è di certo una famiglia modello" ammise Judy turbata.


La scena successiva, presentò Hans ricevere una lettera non dal solito gufo, ma bensì da un piccione, tra le zampe portava un messaggio in cui gli veniva dato appuntamento in un locale nella città vicina.
Non fu tanto difficile per lui uscire dalla villa, probabilmente nemmeno se ne accorsero i suoi fratelli.
Raggiunse senza troppi problemi il pub descritto, non era molto frequentato, ma non capiva se fosse dovuto all'orario della sera. Molti tavoli erano vuoti, fatta eccezione per uno in fondo dove riconobbe la figura di una delle ragazze che si erano intrufolate nell'ufficio di suo padre, qualche giorno fa.
Namaari era silenziosa e indossava una maglia con un cappuccio che le copriva in parte il viso, accanto a lei Esmeralda stava bevendo un sidro e non appena lo vide, gli fece un lieve cenno col capo come per invitarlo a raggiungerle.
Hans non se lo fece ripetere due volte e prese posto di fronte a loro.
"Vedo che hai ricevuto il piccione" sorrise Esmeralda, posando il boccale sul tavolo.
"Strano metodo per comunicare" disse lui, un po' perplesso.
Lei alzò le spalle "Al nostro amico piace così. Vuole essere prudente" vedendo Hans così guardingo, rise ancora, questa volta più sciolta "Non temere, non corriamo rischi. E' frequentato soprattutto da babbani di passaggio."
Il ragazzo la fissò sorpreso, guardando con ancora più attenzione le poche altre persone nel locale.
"Scommetto che alla tua famiglia non piace un posto del genere" ironizzò lei con fare un po' provocatorio.
Hans rispose con un mezzo sorriso "Vedo che conoscete bene la mia famiglia."
"Conosci sempre il tuo nemico."
"D'accordo, passiamo alle cose importanti" fece Namaari un po' spazientita, Esmeralda alzò gli occhi al cielo e le diede una leggera spallata per scherzare, strappandole un lieve sorriso che purtroppo finì in fretta, non appena si voltò verso Hans "Avevi ragione sulla talpa, ce ne siamo occupati ed ora siamo in un luogo sicuro."
Anche se alla fine se lo aspettava, l'espressione di Hans parve comunque sollevata "Se mi avete contattato, significa che...Vi fidate di me, no? Potrei aiutarvi ancora e..."
La risata cristallina di Esmeralda lo interruppe "Credo che tu sia un po' troppo giovane per combattere, ma...Potresti tornarci utile" dopo aver preso un altro sorso di sidro, si appoggiò con i gomiti sul tavolo, sporgendosi leggermente verso di lui "Ma prima, dicci… Perché questa brama di metterti contro di loro? Non so come funziona dalle vostre parti, ma se ti scoprissero..."
"La pagherei cara. Forse è la volta buona che mio fratello Oris mi uccida sul serio" concluse Hans con un risolino. Poi la sua espressione si fece notevolmente più seria "Per tutta la vita sono sempre stato emarginato, da loro, da chiunque facesse parte di quella famiglia. Mi credono troppo...Stupido o debole per fare qualsiasi cosa. Nonostante mi sia impegnato con tutto me stesso, per questa gente non è mai stato abbastanza. Resterò sempre e solo il...Bastardo di casa." 
Passò del silenzio, Esmeralda finì la bevanda e si scambiò un'occhiata con Namaari.
Quest'ultima poi fissò nuovamente Hans, aveva tenuto per tutto il tempo le braccia incrociate, sfidandolo con lo sguardo.
"Il nostro non è un gioco, ragazzino. Persone che conosciamo sono morte e ne moriranno altre se non battiamo loro prima del tempo."
Hans a quel punto si sporse per battere le mani sul tavolo con più enfasi, poco importava se avesse attirato l'attenzione di qualche babbano "Rendetemi parte di tutto questo. Io vi aiuterò come posso. Voglio fermare qualunque cosa possa portare ad una nuova guerra."
Namaari sollevò un sopracciglio "E' questo quello che pensi che facciamo?"
"E' questo che la mia famiglia vuole da sempre. Sono troppo codardi per esporsi, ma attendono in silenzio una traccia del ritorno di Morgana e sono sicuro che prima o poi arriverà" rispose disgustato "Che sia lei o qualcun altro in sue veci...C'è bisogno di persone che li fermino una volta per tutte."
Si formò nuovamente altro silenzio, coperto dalle risate di alcuni babbani in un tavolo li vicino. Le due donne si scambiarono un'ennesimo sguardo, complici.
"Potresti esserci utile. Una spia, per quel che ci riguarda" propose Esmeralda.
Hans la guardò confusa "Chi devo..."
Ma Namaari si sporse, facendogli cenno di zittirsi "Non qui. Seguici" dopodiché lei ed Esmeralda si alzarono, facendo un lieve cenno a quello che sembrava il proprietario del locale al bancone.
Hans le seguì oltre una porta dietro il bar, era un po' titubante, ma altrettanto curioso di sapere cosa stessero tramando. Alla fine entrarono in una stanza un po' buia che veniva sicuramente usata come magazzino, a giudicare dalla grandezza, doveva essere l'effetto di qualche incantesimo.
Quando furono al centro però, Namaari si voltò, obbligando anche Hans a fermarsi "Sei bravo con le parole, ma con gli anni ho imparato a non fidarmi di un bel faccino."
Gli si avvicinò e solo quando gli porse la mano, come se volesse stringergliela, Hans avvertì una brutta sensazione. 
"...Vuoi..."
Lei annuì "Ci sei arrivato. Senza il voto, le tue sono parole vuote. Tutti hanno dei momenti di debolezza, per quel che mi riguarda potresti ripensarci, tornare a casa e rivelare tutto a tuo padre per trarci in inganno."
"Non lo farò!"
La donna assottigliò lo sguardo, porgendo nuovamente la mano "Giuralo!" 
Hans cercò sostegno da Esmeralda, che però sembrò appoggiare la proposta della compagna, anche se non con la stessa forte diffidenza.
"Niente di personale" commentò, alzando le spalle.
"Puoi sempre ritirarti" lo provocò Namaari.
Sebbene l'idea di fare un voto infrangibile non lo entusiasmasse per niente, in quel momento non aveva altra scelta. Alla fine non se la sentiva nemmeno di condannarle del tutto, era normale una diffidenza del genere in queste circostante.
Acconsentì e strinse con decisione la mano di Namaari che rispose alla stretta con una atrettanto forte.
Accanto a lei, Esmeralda sollevò la bacchetta portandola vicina alle loro mani e recitò le seguenti parole per stipulare l'incantesimo "Io sar
ò la testimone di questo accordo. Hans Westergaard, accetti di non parlare ad anima viva dei segreti delle Sentinelle, anche se questo significherà tradire gli ideali della tua famiglia?"
"Accetto."
Una volta che l'incantesimo venne sigillato, Hans si prese qualche secondo per guardarsi la mano, sentendo ancora quella terribile sensazione avvolgergli il braccio.
"C'è una profezia di mezzo..." disse Namaari "La stessa che ha messo in guardia Malefica, a quanto pare nascondeva dell'altro."
L'espressione del ragazzo si fece scettica, ma non ci badarono.
"Stiamo anche cercando la fonte, ma sembra essere sparita nel nulla dopo la guerra magica. Ora come ora è introvabile" continuò Esmeralda.
"Vi preoccupate così tanto solo per una profezia?" chiese Hans.
"Quella profezia ha predetto la caduta di Malefica. Quindi sì, ci fidiamo. Non possiamo permettere che..." non andò oltre, Namaari le si era avvicinata e le aveva appoggiato una mano sulla spalla per non farla proseguire, si guardarono un breve istante, sorridendosi appena, poi Esmeralda riprese a camminare, mentre l'altra si rivolse ad Hans.
"Ci rifaremo vive."



Un altro cambio scenario, si erano incontrati vicino ad una ferrovia.
L'atmosfera sembrava più tesa, anche Hans parve accorgersene. E forse, proprio per testare la sua intuizione, fece la domanda più scomoda che poteva.
"Ancora niente riguardo...La Pentol..."
"Pensi che saremo qui se avessimo saputo qualcosa?!" sbottò Namaari.
Dopo aver dato un calcio ad un sassolino, si allontanò per un po', lasciando gli altri da soli in silenzio. Sebbene ormai era abituato all'umore altalenante di Namaari, quello scatto lo fece comunque rimanere di sasso.
Esmeralda invece non sembrava neppure stupita.
"Non ci badare, queste cose la mettono di pessimo umore" disse, facendo spallucce "Più del solito" poi guardò Hans, intuendo la sua preoccupazione "E ora che c'è?"
Lui scattò di colpo, accorgendosi che forse si era lasciato troppo andare ai suoi pensieri.
"Nulla."
Ma Esmeralda non parve credergli "E' per la faccenda del trasferimento?" 
Passò ancora un po' di silenzio, finché Hans decise di risponderle. Anche perché era fin troppo sicuro che continuando a minimizzare, Esmeralda avrebbe insistito ancora.
"Se non dovessimo trovare la Pentola Magica...Tutti i nostri sforzi saranno vani."
"No se fermiamo la profezia, eliminando il problema" si intromise Namaari, tornando vicino ai due "Forse possiamo sfruttare il tuo trasferimento ad Hogwarts, colui o colei che stiamo cercando, potrebbe trovarsi li." 
L'espressione di Hans però sembrò tutt'altro che tranquilla, perfino Namaari se ne preoccupò.
"E ora che succede?" chiese, alzando un sopracciglio "Devi dirci qualcosa?"
"Pensavo solo che..." a quel punto si fermò, fissando le due con molta determinazione "Voi occupatevi di trovare la Pentola. Io...Io troverò questa persona e la fermerò."
Era sicuro che con un commento del genere si sarebbe guadagnato la completa ammirazione, in fondo lui non aveva paura, non temeva il pericolo e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di mostrare a loro e al resto del mondo il suo coraggio.
Tuttavia, la reazione di Namaari lo stupì.
"Tu non eliminerai un bel niente" gli disse, avvicinandosi.
"M_Ma io..."
Lei gli fece cenno di zittirsi "Ascoltami, bisogna prendere questa cosa sul serio."
"Lo sto facendo!" sbottò "Credete che non sia in grado di aiutarvi? Di combattere?! Voglio sentirmi utile, so cavarmela ai duelli, possono occuparmene io!"
"Un solo passo falso e ti ritroverai gli scagnozzi di Malefica alle calcagna. Credi che siamo gli unici a sapere di quella profezia?" reagì Namaari, severa.
Ma Hans non si scompose ed avanzò nuovamente verso di lei, guardandola con aria di sfida.
"Non ho paura!"
"Dovresti, invece!"
Esmeralda si sentì nuovamente l'unica ad avere un minimo di controllo e si avvicinò ad entrambi per tentare di calmare le acque.
"Hans... Tutti noi abbiamo un ruolo, non importa quanto grande o piccolo che sia, l'importante è l'obbiettivo" raccontò, seria.
"Ma..."
"Siamo una squadra. Non te lo dimenticare."
"Una squadra dove io resto sempre in fondo" rispose, con amarezza.
Esmeralda trattenne un commento, passandosi una mano tra i capelli "Se noti qualcosa, chiamaci e insieme decideremo cosa fare, ma non agire da solo. MAI" lo ammonì "Non è prudente."
Seppur controvoglia, alla fine l'altro sembrò calmarsi.
"D'accordo e...Scusate."
"Meglio andare" tagliò corto Namaari, facendo cenno alla compagna di muoversi "Ci terremo in contatto."
"A_aspettate" le fermò ancora Hans "Non possiamo continuare così, voi che mi contattate ogni volta che volete...Ed io? Come posso raggiungervi nel caso..."
"Nel caso?" lo incitò a continuare Esmeralda.
"Per qualsiasi evenienza" rispose "Ho stipulato un voto infrangibile per voi. Non so bene come funziona, ma se dovessi infrangerlo, rischierei di perdere la vita" disse, facendo un passo in avanti verso di loro "Direi che ormai sono sulla buona strada per avere la vostra fiducia."
Esmeralda sembrò la prima a cedere, facendo un cenno di consenso a Namaari. Gli si avvicinò, tirando fuori dalla tasca uno strano amuleto fatto con due ramoscelli intrecciati che formavano un cerchio, all'interno vi erano degli strani disegni ricamati.
Hans non fece in tempo a chiedere di cosa si trattasse che glielo porse al collo.
"Se questo amuleto porterai, la città in mano tu avrai" recitò, con una certa enfasi. Poi sorrise ad Hans e gli fece l'occhiolino "Semplice, no?"
Anna e Judy osservarono con attenzione quell'amuleto, in silenzio, memorizzandone ogni dettaglio possibile.
"Credi che..."
....
....

Improvvisamente si sentirono trascinare via, ritrovandosi di colpo nella stanza di Bunnymund e capendo di essere tornate indietro.
Kristoff era di fronte a loro, visibilmente preoccupato. 
"Sono cinque minuti che vi sto chiamando!" senza aggiungere altro, prese Anna per un braccio e la trascinò con sé, intimando Judy di seguirlo "Andiamo, andiamo!"
"Dobbiamo finire il ricordo!" contestò lei, serrando con forza le mani tra la vasca.
"Non c'è tempo ora!" Kristoff cercò di afferrarla, ma Judy fece uno scatto all'indietro, urtando col gomito il famoso uovo di fabergé e facendolo cadere a terra.
Tutti e tre si immobilizzarono per un breve istante. Con la mano libera Anna si portò una mano sulla bocca per trattenere un urletto, mentre Judy estraeva velocemente la bacchetta, con l'intenzione di usare reparo, la voce di Kristoff la interruppe ancora. 
"Via, adesso!"
Mentre stavano uscendo, con un incantesimo Kristoff nascose tutti e tre dalla vista del professor Tuck che nel frattempo si stava avvicinando all'ufficio. 
Una volta allontanati abbastanza, rallentarono il passo per riprendere fiato. 
"C'è mancato poco..." sospirò Judy.
"DAVVERO poco!" precisò Kristoff, facendoli tornare visibili.
"M_ma...Ma l'uovo..." mormorò Anna preoccupata.
"Non è perso per sempre" la rassicurò lui. 
Judy inarcò un sopracciglio "Credo intendesse che, non appena il professor Tuck lo vedrà a terra, capirà che qualcuno si è intrufolato nella stanza di Bunnymund" sospirò, tirandosi i due codini per il nervoso "Non ci posso credere! Mancava così poco!"
"Mi spiace" si scusò Kristoff "Allora, non avete scoperto niente?" 
Le due ragazze si scambiarono uno sguardo "Qualcosa sì."
"Riguarda una specie di collana" annunciò Anna, rivolgendosi poi a Judy "Credi che sia una sorta di passaporta?"
L'altra ci pensò su un istante "Non credo, avrebbe potuto usarla in qualsiasi momento" disse, scuotendo il capo.
"Forse non ce l'aveva con sé."
"Credo che dovremo fare un'altra chiacchierata con lui, così ci toglieremo ogni dubbio" concluse Judy.
Kristoff allora si strinse le spalle, sul volto si era formata una smorfia "Di bene in meglio, speravo di evitarlo per i prossimi mesi."
"Prima o poi dovremo decidere cosa fare di lui" mormorò Anna, l'espressione era un po' abbattuta. Dopo tutto quello che aveva scoperto sul passato di Hans doveva ammetterlo, una piccola parte di lei le dispiaceva.
Judy parve averlo intuito e subito cercò di mettere le cose in chiaro "Per ora non uscirà da li, anche se...Potremo sfruttare la cosa con Namaari, nel caso."
"Cosa intendi dire?" domandò Anna.
Judy allora scosse il capo come per scacciare una pessima idea "Niente di importante, stavo solo pensando a voce alta. "Ad ogni modo...Non serve pensarci adesso."
Anna annuì e lo stesso fece Kristoff. Entrambi si resero conto solo in quel momento di essere rimasti mano nella mano.
Si staccarono, arrossendo vistosamente, con accanto una Judy troppo impegnata a pensare ad altro per accorgersene.
"Ehm..." Kristoff si schiarì la gola e fece per cambiare discorso "Se vi può consolare, ho cercato di prendere tempo con Tuck poco fa e mi sono offerto di aiutarlo a raccogliere delle erbe per una pozione sulla calvizie."
Sia Judy che Anna sorrisero riconoscenti, specialmente quest'ultima.
"Grazie Kristoff." 
Il bel momento tuttavia venne frenato dall'arrivo di Claude Frollo che, non appena li vide, si fermò, rivolgendo la sua attenzione maggiormente verso Judy.
"Hopps, vero?"
"S_signor Frollo."
"Preside, attualmente" la corresse, alzando un sopracciglio "Vorrei giusto scambiare due parole con lei, adesso" spostò poi lo sguardo agli altri due studenti "Non chiederó per questa volta cosa ci fate in giro a quest'ora nei corridoi, naturalmente mi aspetto che vi dirigiate ai vostri dormitori. Il coprifuoco sta per attivarsi ed esigo che tutti lo rispettino."
Sia Kristoff che Anna annuirono, un po' incerti, ma Judy fece cenno a loro di andare, rassicurandoli con lo sguardo per non far insospettire il preside.
Frollo le fece dunque cenno di seguirlo. 
Camminarono solo per un breve istante lungo quel corridoio, in silenzio.
"Ho saputo che il vicepreside l'ha sospesa dal suo ruolo di prefetto" affermò improvvisamente.
Judy abbassò di poco il capo. Si vergognava ancora per quanto era successo quel giorno "Esatto."
Non ci teneva a riportare a galla quella vecchia ferita, ma con tutto quello che stava capitando se n'era quasi dimenticata.
"Potrei...Pensare di ristabilirlo, se si dimostrerà adeguata alle nuove regole." 
Come lo disse, Judy rallentò il passo per un attimo, ma non appena lo vide lanciarle un'occhiata, scattò subito per riprendere a camminare al suo fianco. 
"D_Davvero?" 
Frollo parve ignorare la sua incredulità, fermò il passo proprio di fronte ad una finestra dove si poteva scorgere il panorama.
"Deduco che accetta."
Judy aggrottò la fronte, ancora spaesata, ma soprattutto sospettosa.
Da quello che aveva sentito dire, quell'uomo non disperdeva certo favori a chiunque, si stava domandando perché mai le aveva fatto quella proposta, soprattutto perché alla fine le regole le aveva trasgredite sul serio.
Uno come lui, così ligio a far rispettare il dovere e la disciplina, non avrebbe mai acconsentito. Non senza un motivo ben preciso.
Judy fece per aprir bocca, ma la voce di Frollo la sovrastò "Da quello che ho letto è sempre stata una studentessa modello, ha ottimi voti in tutte le materie. Ed è una purosangue" enfatizzò specialmente quelle ultime parole, cosa che non le passò inosservato.
Poi abbassò lo sguardo imponente su di lei, suscitandole una sensazione terribilmente spiacevole.
"Non sarebbe giusto non darle una seconda possibilità, ma se lo deve meritare, ovviamente" concluse. 
"...La ringrazio."
Non sapeva effettivamente cosa rispondere.
A dire il vero, non aveva la minima idea di cosa provare, avrebbe dovuto essere contenta, tuttavia c'era qualcosa che continuava a suonarle così sbagliato.
Frollo sorrise, i suoi occhi poi notarono un paio di formiche che percorrevano il piccolo balcone di roccia.
"Vede..." iniziò "Per anni ho mantenuto alta l'efficienza di Durmstrang e intendo fare altrettanto qui ad Hogwarts. I ribelli non si trovano solo all'esterno..." con le dita iniziò a schiacciare una ad una le poche formiche, senza alcuno scrupolo "Queste generazioni non portano il giusto rispetto alle tradizioni."
"Se mi hanno tolto questo ruolo è proprio perché ho trasgredito alle regole" ammise Judy, aggrottando la fronte "Pensa davvero sia adatta?"
Sapeva di correre un rischio, Frollo avrebbe potuto anche trovare il suo comportamento ingrato e spazientirsi.
"So per certo che tiene alla sicurezza della scuola. Ma ora risponda alla mia domanda: Come possiamo sperare di proteggere queste persone la fuori, se all'interno c'è il caos? Uno solo di loro è in grado di contagiarne centinaia..." con uno scatto sollevò una pietra, mostrando tante piccole formiche che scorrazzavano al di sotto.
Le schiacciò con la pietra, assicurandosi per bene che gran parte di loro siano state uccise.
"Ripuliremo questa scuola dalle mele marce. Prepareremo gli studenti ad un nuovo inizio."
Judy non disse nulla, si limitò ad osservare con attenzione quel gesto fatto con così tanta schiettezza.
Si chiedeva a chi stesse pensando nel mentre.
Chi erano per lui quelle formiche.
"So perfettamente che i miei metodi sono ben lontani da quelli di Nicholas Nord, ma se Hogwarts fosse stata sotto la mia direzione, nessun drago avrebbe terrorizzato l'istituto, gli studenti non avrebbero corso rischi e...Persone come come Isabelle Legrand sarebbero ancora tra noi."
Il corpo di Judy ebbe un fremito. Provò a dire qualcosa, ma sentì un groppo in gola che le impediva di muovere anche solo le labbra.
Frollo sembrò notarlo, sapeva di aver toccato un tasto dolente.
E ne parve quasi compiaciuto.
"Ci saranno dei cambiamenti. E mi aspetto che tutti voi facciate la vostra parte in questo schema" concluse, congedando Judy con un lieve cenno del capo "Non mi deluda, Hopps."

 

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NOTE AUTRICE:

Come potete vedere la vita di Hans non è stata semplice, odiato dalla sua famiglia praticamente fin dalla nascita, e alla fine è stato proprio quello a portarlo ad allearsi con le Sentinelle. Tuttavia, per lui non era abbastanza, si sentiva ancora quello di serie B, quello a cui la gente non credeva.
Ecco perché non aveva detto loro di Elsa all'inizio, voleva occuparsene lui stesso ed essere riconosciuto come un eroe, anche se poi è finita diversamente.
So che il capitolo è bello lungo, ma non potevo separarlo questa volta, nemmeno la parte finale con l'arrivo di Frollo.
Oh a proposito, la scena con Judy fa da riferimento ad una scena del film, dove lui e Febo parlano per la prima volta, mi era sempre rimasta impressa quella sequenza dove schiaccia tutte quelle formiche in quel modo, così ho voluto reinterpretarla qui, ma invece che Febo questa volta c'è Judy!

 
~Spirit~   

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Capitolo 62
*** Non si può scegliere la famiglia ***


Cap 62: Non si può scegliere la famiglia

 
     Frollo GIFs | Tenor



Nick era rimasto con Hans per tutto il tempo, in attesa del ritorno dei suoi amici.
Sapeva che ci voleva del tempo, ma iniziava a pensare che fosse successo qualcosa, magari senza volerlo erano stati beccati da qualche professore.
Hans non sembrava aver detto una bugia riguardo al patto che aveva fatto con Namaari, era seriamente preoccupato quando lui e Judy avevano mostrato quella fiala di finta Veritaserum.
Doveva ammetterlo però, non faceva i salti di gioia nel stare in sua compagnia, ma alla fine si sentiva l'unico in grado di reggere quel gradasso.
Judy fremeva dalla voglia di scoprire qualcosa, Anna era troppo toccata emotivamente e Kristoff...
Era fin troppo sicuro che se fosse rimasto da solo con Hans, non si sarebbe limitato a lanciargli delle semplici occhiatacce.
C'era silenzio in quella stanza, si poteva sentire solo il suono di un leggero venticello battere su una finestra un po' spaccata. Nick era a qualche metro lontano da lui, giocherellava con un sassolino trovato prima per terra e se lo passava da una mano all'altra.
Alla fine non sarebbe stata così male quell'attesa, se solo Hans non si fosse messo in testa di conversare.
"Quindi fatemi capire, qual'è esattamente il vostro piano con me?"
Lui smise di passarsi il sasso tra le mani "Non ti uccideremo, noi non siamo te."
Lo sentì ridere appena e lo vide sollevare il capo, appoggiandolo sul muro "Brutta frecciatina, e prevedibile" disse "Non per sfiducia, ma credo che Dumbroch abbia dei piani diversi con me... Non le sono mai piaciuto. Aveva sempre il presentimento che stessi ingannando Anna."
"Ora mi verrai a dire che ti rimangi tutto quello che hai raccontato?" chiese Nick con una punta di ironia.
Hans alzò le spalle, come se non gliene importasse nulla "Perché dovrei? Anna è carina, ma... Non è mai stata il centro del mio interesse" le sue labbra poi si incurvarono in un leggero sorriso "Ma sua sorella... Era tutta un'altra storia."
A quel punto Nick smise di lanciare in aria il sasso "Per Merlino, non iniziare..." sospirò, facendo ridere ancora il Corvonero "Davvero volete ragionare con Namaari?" chiese d'improvviso, cambiando discorso "Non vi ascolterà mai."
"Ci proveremo."
"Non la fermerete, lei vuole sconfiggere la piaga prima che si diffonda. Ormai è diventata un'ossessione. Se vi mettete sulla sua strada, rischiate di non uscirne vivi."
Nick perse la concentrazione ed il sassolino gli scivolò dalle mani, andando a finire in un angolo più distante.
"Se pensi che sia così pericolosa, allora perché l'hai tradita?"
Il ghigno di Hans si spense un po' "Mi hanno accolto come uno di loro e... Mi sarebbe dovuto bastare. Eppure..." si fermò, tirando un sospiro "Namaari voleva tutta la gloria per sé, altro che lavorare in squadra... Quando mi ero reso conto di essere un passo davanti a loro ho pensato: Perché no? Perché non essere IO quello importante, per una volta?" alzò poi lo sguardo su di lui "Ma quella ragazza... Il suo potere... Perché voler distruggere una cosa del genere?"
"E' pericoloso" rispose Nick, serio.
"Ma controllabile."
"Milo dissentirebbe."
Hans storse la bocca, infastidito "Elsa... E' qualcosa di superiore al semplice potere magico, poter controllare un elemento così potente... Va al di la perfino dei poteri di Malefica!" continuò.
"Ma ti senti?" commentò aspramente Nick "Ha fatto del male anche ai suoi genitori, non è in grado di gestirli, tantomeno vicino ad uno come te!"
"I suoi genitori?" esclamò Hans, trattenendo una risata "Quelli che volevano soffocarle i poteri con l'isolamento forzato?"
"Questo non puoi dirlo."
"Se le avessero voluto bene, l'avrebbero aiutata!" sbottò "Ma non credevano in lei, QUESTA è la verità. E sono sicuro che Elsa lo sappia, in fin dei conti" concluse, tentando di calmarsi.
Nick a quel punto lo fissò duramente. 
Si era creato uno strano silenzio dopo quel discorso.
"In fondo... Non si può scegliere la famiglia, giusto?" continuò Hans, spostando lo sguardo sulla sua direzione. Un lieve sorriso gli si era formato sul volto, facendogli capire di saper qualcosa.
Qualcosa che Nick non aveva mai rivelato a nessuno, se non a Jack.
"I tuoi amici non lo sanno?" ghignò.
Nick non rispose, ma abbassò lo sguardo, sentendo la risatina di Hans in sottofondo.
"Lo immaginavo. Sarebbe piuttosto interessante farne parola con Hopps. Fa tanto la paladina dei maghi... Ma hai visto anche tu che non è molto...Tollerante, sotto questo punto di vista" lo provocò.
"Non oserai" lo minacciò Nick, assottigliando lo sguardo.
"Altrimenti? Userai la veritaserum?" domandò lui, divertito "Chi mi impedirà di tenere a freno la bocca sulla tua identità una volta bevuta?"
Nick non disse nulla, per la prima volta non sapeva come controbattere e la cosa fece compiacere Hans ancora di più.
"Coraggio Wilde, in fondo tu ed io siamo più simili di quanto tu non creda. Anche io non sono mai importato alla mia famigli..."
Capì di aver toccato un tasto dolente perché lo vide stringere i pugni. 
Nick scattò d'in piedi e lo raggiunse, nervoso "Non metterci sullo stesso piano!"
Hans lo fissò, per nulla intimorito. 
"Perché no? Entrambi proveniamo da due famiglie che hanno commesso degli errori e stiamo cercando di porvi rimedio, a modo nostro. Nessuno di noi due vorrebbe una seconda guerra magica, dopotutto."
Nick inarcò un sopracciglio, cercando di mantenere il sangue freddo "Ma dimentichi che io non sono un assassino."
Hans sussultò, facendo sparire quel sorrisetto beffardo di poco fa "Speravo di creare un'utopia con Elsa. Avrei cambiato la profezia, portandola al mio fianco..."
"Cosa mi tocca sentire..." sospirò Nick, alzando gli occhi al cielo.
"Quando ti innamorerai, capirai cosa voglia dire" ammise Hans, guardando il punto dov'era scivolato via il sasso.
L'altro trattenne un risolino, sentendo il folle impulso di mollarlo li e andarsene. Si allontanò, iniziando a camminare attorno alla stanza per calmarsi "Quello non lo chiamerei amore, ma ossessione."
"Chiamalo come vuoi."
"Non-è-amore!" si fermò, portando le mani in tasca e sospirando "Se fosse così, hai dato proprio una bella dimostrazione tentando di ucciderla."
"Non mi ha dato altra scelta, sarebbe morta per mano di Namaari. Io l'avrei portata al sicuro, l'avrei aiutata a controllare i suoi poteri, a sfruttarli come avrebbe dovuto!" Nick fece una smorfia di dissenso, ma lui non ci badò "Ora che Namaari sa della sua identità è solo una questione di tempo prima che irrompa nel castello e..."
"Non accadrà."
Hans a quel punto lo fissò, l'espressione sembrava quasi divertita "Oh, si vede che non la conosci. La ucciderà..." il breve sorrisetto però si spense subito "Proprio come farà con me, appena mi consegnerete a lei." 
Nick non disse nulla, non sapeva cosa rispondergli se non provare a sdrammatizzare. Ma non era il caso e, in tutta sincerità, non se la sentiva di controbattere il pensiero di Hans.
Non conosceva Namaari, aveva ragione, ma per come si era esposta ad uccidere Elsa in quel modo, senza un minimo di rimorso, non avrebbe faticato nel pensare che avrebbe riservato a lui lo stesso trattamento.
Era stato complice non solo di tradimento nel suoi confronti, ma della loro causa. Se Namaari era così convinta delle sue idee, se davvero pensava che la sola esistenza di Elsa poteva portare ad un ritorno di Malefica, allora il gesto di Hans aveva seriamente messo a rischio tutto quanto.
E dal suo viso impallidito, era convinto che anche lui stava pensando alle medesime cose.
Dopo altri innumerevoli minuti, lo vide alzare nuovamente il capo per guardarlo.
Il volto era ancora pallido e per un breve istanti Nick temette che stesse male.
"Avete nominato un certo Frollo, prima..."  mormorò Hans talmente a bassa voce che l'altro faticò a sentirlo "Claude Frollo?"
Nick sollevò un sopracciglio "Come fai a saperlo?"
"Non fidatevi di lui."
Allora l'altro gli si avvicinò, portando le mani ai fianchi "Detto da te è divertente."
Ma l'espressione del ragazzo era tutto tranne che sorridente "Sono serio. Credo di averlo visto una volta. Se è amico di Friederick, puoi stare certo che non è qualcuno di cui fidarsi."
Nick sollevò un sopracciglio "Friederick...?"
"Mio padre" tagliò corto Hans "Se fa parte della sua cerchia, potrebbe..."
"Essere un seguace di Malefica?" concluse l'altro.
Hans annuì "Mio padre spera ancora nel suo ritorno, così anche i miei fratelli... Sono sicuro che non siano i soli, in attesa" spostò poi lo sguardo sulla finestra che ancora sbatteva per via del vento "Sono tra noi Wilde, dormienti... Ma vigili" sussurrò "Guardati le spalle."
"Perché me lo stai dicendo?" domandò, scettico.
Lui alzò le spalle "Tu tienilo a mente."
"Vedrò."
Hans sorrise, sentendosi quasi più rilassato "...Diamine... Elsa... Mi detesta, sono sopravvissuto per miracolo" lo disse quasi con fastidio "Alla mia famiglia non importa nulla... Se scoprono tutto questo... Beh... Mi uccideranno" tirò poi un lungo sospiro, chiudendo gli occhi "Forse... consegnarmi a Namaari è il male minore, mi riserverebbe una morte immediata."
Nick lo fissò per qualche secondo, in silenzio, quando poi la stanza venne irradiata da una forte luce azzurra che aveva le sembianze di un grosso animale simile ad una renna.
Non gli ci volle molto ad entrambi nel capire che si trattava di un Patronus.
La domanda era: di chi?
Avrebbe voluto dire qualcosa, ma dal Patronus uscì una voce che Nick riconobbe immediatamente, era di Kristoff.
"Abbiamo una traccia del covo di Namaari, porteremo con noi Hans, Judy pensa che così Namaari ci presterà ascolto. Ma Nick, in questo momento non possiamo raggiungerti, Frollo ha voluto che tornassimo ai dormitori e sta facendo controllare i corridoi per il coprifuoco. Appena possibile ti raggiungeremo."
Mentre veniva esposto il messaggio, Hans approfittò di quell'attimo di distrazione e diede una spinta a Nick, facendolo scivolare a terra. Gli rubò poi la bacchetta, recitando l'incantesimo per liberarsi, ma prima di poter fare altro, Nick lo afferrò e lo fece cadere a sua volta. 
Ruzzolarono entrambi per terra, arrivando quasi vicino alle scale, poi Hans lo spintonò via con un calcio  e scattò giù nella speranza di seminarlo.
Nick cercò in fretta e furia la sua bacchetta e si mise ad inseguirlo fino all'uscita della casa. Il vento iniziava a farsi più forte e il sole era ormai sorto da un pezzo. Tuttavia riuscì ad individuarlo e senza pensarsi lo colpì ad una gamba, costringendolo a fermarsi.
Poi Hans si rialzò e con calma si voltò verso Nick, teneva le mani alzate, un vago gesto per far capire che non avrebbe attaccato.
E come poi, non avendo nemmeno la bacchetta.
"Non biasimarmi per averci provato" commentò serio "Se mi consegnerete a Namaari, morirò!"
"Non era il male minore?" lo canzonò Nick mentre riprendeva fiato per la corsa.
"Vero, ma neanche la sola soluzione."
Nick lo vide fare un passo indietro e allora puntò nuovamente la bacchetta contro di lui "Fermo!"
Lo sguardo di Hans cambiò, non c'era più quel ghigno beffardo di prima, ma un'espressione arrendevole.
"Lo hai detto tu stesso prima: non sei un assassino. Allora, lasciami andare."
"Scherzi, vero?" fece l'altro, scettico.
"Non ho più niente!" urlò, affranto. Fece poi abbassare una mano e passarla all'interno della giacca, facendo allarmare il Serpeverde che rimase per tutto il tempo sull'attenti.
Ma quando la tirò fuori, vide che aveva afferrato una stana collana dall'aspetto un po' tribale e gliela lanciò ai piedi.
"Se Judy e Anna hanno visto i miei ricordi, sapranno di questa collana e quanto serva per trovare Namaari. Di più non posso dire, o la pagherò cara!"
Nick però non si abbassò a raccoglierla, continuava a rimanere vigile, in attesa di un passo falso.
"Ti aspetti che ti possa credere adesso, dopo tutto quello che hai fatto?!"
"Non ho motivo di mentire ora! Nick..." si fermò, disperato "Voglio solo sparire, ti prego."
"Fammi andare!" la voce di Hans tremava "Io non... Non voglio morire."
Se stesse facendo solo una recita, non poteva saperlo. Nick aveva sempre ascoltato il suo istinto per qualsiasi cosa, dalle risposte ai compiti in classe su argomenti che non aveva studiato, alle amicizie.
E in quel momento il suo istinto gli diceva che Hans era sincero, era seriamente preoccupato.
Guardandolo, per un breve istante gli vennero in mente i discorsi di poco fa e una frase a suo modo lo colpì.
"Non si può scegliere la famiglia."
Aveva ragione anche su questo, non si poteva scegliere, ma eravamo noi padroni del nostro destino.
Hans aveva scelto la via sbagliata e doveva pagarne le conseguenze. Ma ora, stava a lui scegliere.
E per quanto ci provasse a darsi una giustificazione, non voleva essere complice della sua morte per mano di Namaari, ne di nessun altro.
Lui non era così.



Nonostante quello che era stato detto dal Patronus, fortunatamente Anna e Kristoff riuscirono a raggiungere il passaggio segreto per la Stramberga, grazie soprattutto all'intervento di Jack, che aveva distratto il povero Orazio.
"Spero che Nick abbia ricevuto il messaggio, quell'incantesimo non mi era sempre andato bene..." commentò Kristoff dubbioso.
Anna gli sorrise incoraggiante "Sono sicura che abbia funzionato. E' stata una fortuna che quella zona fosse sorvegliata da Orazio!" tuttavia il breve sorriso svanì "Anche se un po' mi spiace, spero non finisca troppo nei guai con Frollo."
"Ho idea che a prescindere ci finirà lo stesso, Gaspare compreso. Non sono mai stati dei bravi custodi e con le misure che vuole mettere Frollo, quei due potrebbero stonare."
Anna abbassò lo sguardo, un po' dispiaciuta, ma non appena salirono le scale per la stanza dove avevano lasciato Nick e Hans la sua preoccupazione fu rivolta esclusivamente a loro.
Quando entrarono lei e Kristoff tuttavia, non videro nessuno.
Si guardarono attorno ed Anna notò una sedia a terra, che prima non lo era "Credi che..." ma non riuscì a finire, la voce le tremava troppo al solo pensiero.
"Sta bene" la consolò Kristoff, sporgendosi sulla finestra semi aperta per controllare che non fossero nei paraggi "Hans non ha nemmeno la bacchetta, ricordi?"
A quella frase Anna sembrò rassicurarsi, ma non appena avvertì dei passi salire le scale, ecco che il cuore riprese a battere velocemente.
Davanti a loro videro Nick, un po' spettinato per colpa del vento, ma soprattutto da solo.
Hans era sparito nel cuore della notte.

 

~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~




Quella stessa sera, Frollo convocò tutti per una riunione nella Sala Grande. 
Era piuttosto chiaro che il fulcro del discorso sarebbe stato sul fatto di aver preso il posto di Nord e in fin dei conti, molti ancora non sembravano aver ancora un'idea chiara di quell'uomo.
Fino a quel momento era stato in disparte, nelle retrovie ad osservare ogni più piccolo spostamento, ogni cosa fuori luogo, ogni errore.
Suscitava una certa autorità e a tratti anche inquietudine, sia per il modo in cui sembrava squadrare ognuno di loro dall'alto verso il basso, presidi e insegnanti compresi. Motivo per cui, quando si alzò dalla sedia che prima apparteneva a Nord, in poco tempo tutti i bisbigli e le chiacchiere cessarono.
Qualcuno avrebbe potuto dire che si trattasse di un incantesimo per ottenere la loro attenzione, ma la verità era che quell'uomo riusciva a turbare le menti dei ragazzi, anche restando in silenzio.
"Disciplina, ordine, rispetto" fece, sollevando di poco il capo "Requisiti che mirano al perfetto equilibrio di un istituto. Nella mia breve permanenza qui ho potuto amaramente constatare che il lavoro svolto fino ad ora è stato... Pressoché insufficiente, nel preservare il futuro di Hogwarts" fece una lunga pausa, iniziando a fare qualche passo in avanti verso le prime file degli studenti. 
Qualcuno aveva bisbigliato qualcosa nelle file più indietro, ma venne prontamente zittito dallo sguardo fulmineo dell'uomo.
Nick aveva scrutato alcuni posti più avanti, trovando Judy tra le file. Per un brevissimo istante i loro occhi si incrociarono, ma lo sguardo che gli rivolse provocò in lui una terribile sensazione allo stomaco.
Si era fatto scappare Hans e lei lo sapeva. Non glielo avrebbe perdonato così facilmente.
Nel frattempo Claude Frollo aveva ripreso a parlare, attirando nuovamente la sua attenzione "Mi sono preso la piena responsabilità nel gestire questa scuola con ogni mezzo possibile, garantendo ad ogni studente la dovuta protezione, ma ciò implicherà dei cambiamenti..." fece una breve pausa "Cambiamenti assolutamente necessari per il benessere dell'istituto"
Nick e Jack si scambiarono un'occhiata poco convinta, non dissero nulla, ma capirono bene che stessero pensando alla stessa cosa.
Quel tipo non la raccontava giusta.
"Come alto funzionario del Ministero ho a cuore il futuro dei giovani maghi, pertanto... Da questo momento in poi sarà vietata ogni attività che possa distrarre dallo studio, verranno controllate adeguatamente le stanze di ogni studente, onde evitare l'utilizzo di oggetti magici che non facciano parte del regolamento. Al termine degli orari sarà seriamente vietato gironzolare nel castello, verrà stabilito un coprifuoco per tutti, insegnanti compresi, ed ogni bacchetta verrà adeguatamente controllata."
Tutte quelle regole elencante in maniera così tranquilla, fecero spegnere quei pochi sorrisetti che si erano formati nei volti di alcuni studenti più scettici.
Questa volta si alzarono dei mormorii di dissenso, ma Frollo parve mantenere una calma fin troppo controllata "Comprendo pienamente che tutte queste regole possano... Confondere, ma confido nella vostra capacità di giudizio. Abbiate fiducia nel sistema e tutto funzionerà come deve" tornò indietro per riposizionarsi al centro della sala, lanciando una fugace occhiata alle prime file "I vostri famigliari sono stati avvertiti di dovere e naturalmente hanno acconsentito."
"Non che avessero molta scelta..." bisbigliò Jack a Nick.
Frollo a quel punto sollevò il capo per osservare meglio gli studenti e, non appena individuò Hiccup, fece cenno con la mano di raggiungerlo. 
Il ragazzo eseguì l'ordine, anche se dall'espressione non sembrava per nulla favorevole. Al suo arrivo i mormorii tra gli studenti parvero aumentare, tutti in parte incuriositi da quell'intervento inaspettato.
Hiccup si posizionò proprio a fianco del preside, con uno sguardo talmente serio che fece preoccupare non poco gli altri. 
"Nord è sempre stato accecato dalla compassione per gli studenti che non rispettavano le regole. Ma con me, chi non le rispetterà, verrà giustamente punito" posò poi una mano sopra la spalla del ragazzo ed un mezzo sorriso gli si formò sul volto "Coraggio, fai capire ai tuoi compagni come non ci si deve comportare" lo incentivò.
Hiccup, che fino ad ora era rimasto muto, finalmente aprì bocca.
"Ho..."
"Nome" fece Frollo austero. Hiccup avvertì la presa sulla sua spalla farsi più serrata. 
Avrebbe tanto voluto dirgliene quattro, ma avrebbe solo peggiorato la sua situazione e magari questo avrebbe portato anche nei guai il povero Ralph.
Doveva incassare il colpo senza fiatare e togliersi il pensiero.
"Mi chiamo Hiccup Haddock, settimo anno, Corvonero."
Frollo annuì compiaciuto, allentando di poco la presa "Molto bene" fece poi poi cenno al ragazzo si continuare, sollevando l'altra mano libera verso il pubblico.
"Ho violato il coprifuoco e sono uscito fuori dal castello, rischiando... La mia incolumità e anche quella del guardiacaccia."
Aveva tenuto lo sguardo fisso di fronte a sé per non vacillare alla vista dei suoi compagni, ma per quanto cercasse di non pensarci, non riusciva a non trovare tutto questo estremamente imbarazzante.
"Confido che non si ripeterà più" chiese Frollo, cercando conferma.
"No" rispose frettolosamente Hiccup, sentendo lo sguardo pungente dell'uomo sopra di lui.
Sapeva che non lo avrebbe lasciato concludere così.
Prese un lungo respiro, stringendo forte i pugni per contenere la rabbia "No... Signore."
Al suono di quelle parole il volto di Frollo parve talmente fiero e soddisfatto, tanto da rivolgere uno sorriso agli studenti "Dal momento che al signor Haddock piace così tanto rimanere sveglio durante l'orario notturno, sono sicuro che non gli dispiacerà farlo ancora..." sollevò appena il vestito, mostrando la bacchetta tenuta in una tasca interna e, dopo aver pronunciato un incantesimo, davanti a lui si materializzò una piccola sfera.
L'oggetto iniziò a ruotare attorno alla testa di Hiccup, suscitando la perplessità sua e di tutti quelli che stavano assistendo alla scena
"Per i prossimi tre giorni verrà sorvegliato costantemente da questa sfera che le impedirà anche solo di chiudere le palpebre per più di un battito di ciglia. Naturalmente dovrà continuare a frequentare le lezioni, per ogni lezione saltata le si aggiungeranno altre ore."
Hiccup osservò quella strana sfera roteargli vivacemente attorno e si chiese come  avrebbe fatto a mantenerlo sveglio per tre giorni interi.
Una parte di lui era quasi curiosa di saperlo, ma l'altra, considerando il modo di fare di quell'uomo e la fama che si portava dietro da Durmstrang, poteva benissimo essere qualcosa che gli avrebbe fatto del male.
Frollo aveva continuato a mantenere lo sguardo fisso davanti a sé, ora pienamente conscio di aver ottenuto la dovuta attenzione da tutti e soprattutto il rispetto.
Nessuno stava più fiatando.
"Chi viola le regole, verrà punito. Semplice" disse con un leggero sorriso sulle labbra  "E' tutto, potete andare." 
Anche se un po' titubanti all'inizio, non appena videro Frollo voltarsi per raggiungere gli insegnanti, tutti iniziarono ad andarsene. Anche Hiccup raggiunse in fretta i suoi compagni Corvonero, con sempre la sfera che gli gironzolava attorno.
Prima che si allontanasse, Hiccup fece scivolare lo sguardo un'ultima volta su Frollo, che si prestava a parlare con un certo interesse a Tockins, l'insegnante di Babbanologia.
Avvertì una spiacevole sensazione, ma sperò tanto di sbagliarsi.
 

 

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NOTE AUTRICE:

So che sono un po' in ritardo dalla pubblicazione, questi capitoli li avevo già pronti, ma è proprio un periodo che ho poca ispirazione nel continuare a scrivere.
Sto trovando difficoltoso scrivere una determinata parte, devo rivalutare bene alcune cose, ma sono convinta che una volta superata tornerò a pubblicare con più regolarità.
Nel frattempo, beccatevi questo capitolo dove possiamo sperimentare un po' il mood che avrà Hogwarts d'ora in poi. Frollo di sicuro non si frena nel dare punizioni ed Hiccup è stata la prima vittima.

NB: Non si può sapere il nome del padre di Hans, così come la madre o i fratelli. Friederick proviene dalle dalle bellissime storie di Cida. A proposito, consiglio di fare una visitina al suo profilo se amate la Jelsa! 
Mi piaceva così tanto questo nome per il padre di Hans che ho voluto riproporlo anche qui.


 
~Spirit~   
 

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Capitolo 63
*** Sentirsi finalmente viva ***


Cap 63: Sentirsi finalmente viva

 
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Frollo non ci mise molto a prendere il controllo effettivo della scuola. Fece una riunione il giorno seguente, stabilendo una serie di regole e infliggendo punizioni severe a chi osava infrangerle. Aveva messo un coprifuoco e l'impossibilità di poter uscire il fine settimana per andare ad Hogsmeade, o qualsiasi altro paese nei dintorni, non senza un permesso effettivo riservato solo ad una stretta cerchia di studenti.
Il resto sarebbe rimasto tra le mura di Hogwarts, nemmeno al di fuori nel Lago Nero, poiché era vietato uscire per timore di un nuovo attacco.
Chi non seguiva le regole veniva messo in punizione, ma le conseguenze erano ben peggiori di una semplice sgridata o qualche ora in più in Biblioteca. Si vociferava che le punizioni dettate da Frollo fossero serie, in grado di ferire gli studenti.
Erano stati quelli di Durmstrang a mettere in guardia tutti quanti: visto che un tempo era stato un loro insegnante, conoscevano molto bene i suoi metodi di controllo, anche i più crudeli.
Frollo metteva paura, il suo modo di parlare, quell'arroganza e severità con cui si rivolgeva ad ogni persona, studente o insegnante che fosse. 
Era ben lontano dal modo di fare gentile e amichevole di Nicholas Nord e infatti molti studenti più giovani iniziarono seriamente a temerlo.
Aveva perfino fatto ergere una statua dalle sue sembianze, che osservava ogni studente mentre passava l' entrata del castello.

"Non posso crederci..." sussurrò Moana, mentre osservava quell'orribile statua.
Tadashi le aveva accennato che Frollo fosse molto autoritario, ma questo andava al di la di ogni cosa.
Non sapeva se la statua fosse incantata o se fosse semplicemente la soggezione che incuteva, come se quei piccoli occhi giudicassero chiunque passasse per di li, controllandone il movimento. Era diversa dalle altre statue dentro il castello, poteva vedere come i sorrisi rischiavano di svanire ogni volta che qualcuno ci passava vicino. 
Perfino gli abitanti dei quadri avevano deciso di allontanarsi, come se la sola presenza di quella statua mettesse anche loro a disagio.
"Carina, vero?" fece una voce alle sue spalle. 
Nick le si era avvicinato, teneva il capo alto verso la statua "Incredibilmente realistica, da museo!"
Moana incurvò le labbra, dovendo trattenere una risata "Puoi dirlo" disse, tornando anche lei a guardare in alto "Ha il suo stesso sorriso."
Nick rispose con uno sguardo altrettanto complice.
Moana era vigile alle regole, ma quando voleva sapeva tirar fuori il suo sarcasmo e questo gli piaceva. Forse potevano essere sulla buona strada per un'amicizia.
Tuttavia il breve sorriso si spense quasi subito.
Si sentiva in colpa per com'era andata con Judy, da quel giorno della fuga di Hans non aveva più avuto occasione di parlare con lei. Era fin troppo sicuro che Anna o Kristoff glielo avessero detto, visto che per quel poco che si sono incrociati, non gli aveva rivolto nemmeno un sorriso.
Questa cosa non faceva che turbarlo, si chiedeva se prima o poi le sarebbe passata, se sarebbero tornati a punzecchiarsi come prima.
Moana sembrò accorgersi di quell'atteggiamento.
"Tutto bene?" chiese. Nick si tirò subito su con la schiena e, dopo aver dato due colpi di tosse, cercò di scacciare via quelle brutte sensazioni.
"Hai visto Jud..."
Nel momento in cui lo disse, vide apparire la ragazza proprio lungo quel corridoio, stava parlando con un paio di studenti del quinto anno. Per un istante Nick ebbe un tuffo al cuore, si stava addentrando in una strada senza vie di uscita, ne era ben consapevole.
Moana passò lo sguardo da uno all'altra, silenziosamente, sorridendo appena. Lui non ci fece caso.
E forse fu meglio così, gli avrebbe spento ogni tentativo di volerle andare a parlare.
Ma come disse una volta la madre di Jack: via il dente, via il dolore.
Doveva parlare con Judy e chiarire una volta per tutte quel fatto, o non si sarebbe dato pace. 
Forse stava diventando troppo sentimentale.
Fece qualche passo in avanti, avvicinandosi quel tanto che bastava per farsi notare, Judy abbozzò un sorriso a quei ragazzi che si allontanarono e alla fine, stupendo anche un po' Nick, fu lei ad avvicinarsi.
La sua espressione però non tralasciava nulla di positivo.
"Credevo mi avresti evitato per sempre" commentò lui, sollevando le sopracciglia.
"Per sempre, no."
Nick notò che al petto brillava nuovamente la sua spilla da prefetta, chiaro segno che aveva accettato la proposta di Claude Frollo.
"Sei tornata a fare il capo, a quanto vedo."
"E' una prova" tagliò corto Judy.
"E tu ti fidi delle sue parole?" continuò Nick, sospettoso.
Judy alzò gli occhi al cielo e e batté velocemente il piede, un po' innervosita "Certo che no. Ma non mi sembra il momento adatto per parlare di fiducia, ti pare? E poi...Se Frollo si fida di me, va a nostro vantaggio."
Nick non se la sentì di controbattere, in un certo senso aveva ragione.
"Ora mi spieghi come ha fatto a scappare?" non sembrava arrabbiata, non più di quel tanto.
Forse stava solo cercando di capire.
Incapace di inventare una scusa, Nick si morse una guancia e sviò lo sguardo. Cosa che non passò inosservato a Judy.
"Potrebbe averci mentito anche questa volta."
"Non l'ha fatto, credimi."
Judy inarcò un sopracciglio in risposta.
"Come fai ad esserne così sicuro?"
Ma Nick non disse altro.
"Ci sarebbe stato utile contro Namaari."
Sul volto si Nick si formò un sorrisetto incredulo "Eri anche tu presente quando quella gran simpaticona ha esplicitamente detto che se ne sarebbe occupata? Non credo intendesse dargli uno scappellotto" sbuffò Nick "Non dopo tutto quello che ha combinato. Contro chi si è andato ad alleare."
Lei distolse lo sguardo "Non possiamo saperlo."
"Si è già scavato la fossa da solo, non può contare sull'aiuto di nessuno, tanto meno della sua famiglia, non ha la sua bacchetta con sé..." infine la guardò, alzando le spalle "...Judy... Avremmo solo condannato inutilmente Hans."
Quelle parole furono un duro colpo per la ragazza. La vide abbassare lo sguardo, come se temesse di scoppiare a piangere da un momento all'altro.
E anche se non lo disse, Nick capì perfettamente a chi stesse pensando.
"Non ha ucciso lui Belle..."
Istintivamente fece per avvicinarsi, forse per confortarla e per un primo momento Judy lo lasciò fare. Forse sentiva anche lei il bisogno di un abbraccio in quel caso.
Ma poi, le parole di Nick le rimbombarono in testa, dandole una brutta sensazione.
Si scostò da lui e lo fissò, assottigliando lo sguardo "E' scappato... O l'hai lasciato andare?" 
Nick si irrigidì e questo purtroppo, diede la conferma dei suoi dubbi.
"Non ci credo..." Allora Judy si allontanò, sentendosi tradita e delusa da quello che pensava fosse uno dei suoi più cari amici.


Moana non aveva assistito alla scena, vedendo lo sguardo mortificato di Nick poteva solo immaginare il discorso che avrebbe fatto con Judy. 
Sapeva quanto la sua amica fosse particolarmente sensibile su quell'argomento, dopotutto Hans era uno dei complici, seppur involontari (a detta sua) della morte della loro migliore amica. C'era rimasta male anche lei per la sua fuga, ma non era arrabbiata con Nick, o almeno, non più di tanto. Forse anche perché non ne aveva il tempo.
L'ultima cosa che voleva fare era sprecare energie a favore della rabbia verso i suoi compagni. 
E sperava, dal canto suo, che anche Judy lo avrebbe capito. Prima o poi. 
Complice di tutti quei pensieri, prese la strada verso il cortile all'entrata del castello, senza far caso ad una siepe incantata di un serpente che stava per farle lo sgambetto. Per fortuna lo evitò, anche se questo portò un altro studente a scivolare al suo posto.
Subito prima di intervenire, vide un altra studentessa correre in soccorso dell'amica.
"Giulia tutto bene?!"
La ragazzina dai capelli rossi e ricci si massaggiò velocemente la caviglia, dando poi un'occhiata fulminea alla siepe (ormai tornata fissa, come a voler far finta di nulla).
"Non te la caverai così facilmente!" fece per estrarre la bacchetta e puntargliela contro, quando l'amica la fermò per un braccio.
"Dai smettila adesso, torniamo al Castello."
Giulia inarcò le sopracciglia, perplessa "Che ti prende, Alice? E' da quando siamo uscite che sei cos'..."
"Non è per me. Ma per Oreste!" con una discreta attenzione sollevò leggermente la borsa e un piccolo musetto rossiccio sbucò dall'interno. 
Giulia quasi sobbalzò e d'istinto le fece gesto di abbassare "Perché te lo sei portata dietro? Sai bene quanto il professor Doppler li detesti!"
Alice si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio mentre con l'altra mano fece delle carezze sulla testolina del gattino per tranquillizzarlo "Lo so, ma Oreste non ama stare solo troppo a lungo. E poi ultimamente è così turbato per via di quella grossa aquila vicina al Castello."
"Che aquila? Non ne ho mai viste qui."
"E' vicino alla serra di Erbologia. Deve aver fatto un nido li vicino."
Giulia non sembrò averla presa seriamente come l'amica. Si portò una mano sul mento per riflettere un po' "Credi voglia mangiare il tuo gatto?" pensò ad alta voce.
A quelle parole Alice si gelò, anche Oreste sembrò aver capito e difatti affondò tutto il muso all'interno della borsa, miagolando un piccolo lamento.
"Non dirlo neanche per scherzo!"
Moana, che aveva assistito inavvertitamente a quella scenetta, le si drizzarono le antenne alla parola aquila.
Sapeva che l'unica aquila che aveva realmente visto in questi anni era solo una, e non era propriamente un animale.
Poteva anche sbagliarsi, ma controllare non le avrebbe fatto alcun male. 


 
~~~~ ~~~~ ~~~~ ~~~~


Elsa si trovava nella stanza degli allenamenti dove negli ultimi mesi si era esercitata a mantenere il controllo dei suoi poteri. Non aveva lezioni oggi, ma voleva stare in disparte per un po', senza sentire il chiasso dei compagni lungo il corridoio e le chiacchiere riguardo il Torneo.
In quel momento non faceva che pensare a come si era lasciata con Anna, lo sguardo che le aveva rivolto...

"...Non... Non sei così. Non avresti mai reagito in quel modo se non fosse per..." si fermò, ma Elsa capì perfettamente.
"Per cosa, Anna? Questi?!" aprì le mani e le alzò verso di lei. Anna scattò subito all'indietro, come se temesse un qualche attacco da parte sua. 


...Era così incredibilmente simile a quella sera di sette anni fa.

"Che cos'hai fatto?! Che cos'hai fatto a mamma e papà?!" urlò Anna, con la voce rotta dal pianto.
In quella stanza buia, Elsa aveva dato prova della forza dei suoi poteri, seppur involontariamente. Aveva colpito entrambi i suoi genitori trasformandoli in due statue di ghiaccio.
"Io non lo so!" le mancava il respiro, non aveva nemmeno il coraggio di guardare in faccia sua madre, che si era esposta per afferrarle il braccio.
Ora era una statua di ghiaccio di fronte a lei, accanto a suo padre nelle stesse condizioni, con Anna che cercava di smuoverlo senza capire che ormai non c'era più nulla da fare.
Dopo un tempo che parve infinito, alla fine Elsa si prese coraggio e si sporse verso di lei, sentendo i suoi pianti farsi più disperati "Anna io... Non volev..."
Ma come si avvicinò, la sorella fece uno scatto talmente veloce da perdere quasi l'equilibrio.
"N_no! Via! N_non toccarmi!"
Elsa si fermò, terrorizzata dal modo in cui la stava guardando.
Come se fosse un mostro.
"Non... Dici sul ser..."
"Non avvicinarti!" urlò, con la voce rotta dalle lacrime. Si era spostata dietro il corpo del padre, l'espressione completamente terrorizzata "Riportali indietro, Elsa! R_riportali indietro!"


Non avrebbe mai dimenticato i suoi occhi, la paura, come non si sarebbe mai scordata di quella notte. Per Anna era meglio dimenticare, stare al sicuro, mentre per lei era diverso.
Doveva ricordare, per non fare gli stessi errori una seconda volta.
Per tentare di migliorare le cose ed essere normale.
Si guardò poi le mani, la ferita che si era fatta tempo fa al palmo con il vetro si era ormai cicatrizzata e si vedeva appena.
Sorrise, se si potessero riparare i sentimenti semplicemente aspettando, sarebbe stato decisamente più facile.
Ma purtroppo non lo era mai stato, qualcosa finiva per non andare mai bene.
Che fosse stata in disparte o meno, c'era sempre un problema, qualcuno che non sarebbe stato felice delle sue scelte.
Aveva sempre pensato agli altri, aveva sempre cercato di non causare problemi e quando, per una volta, provava a pensare solo un po' a se stessa, sua sorella doveva ricordarle di quanto fosse pericolosa, di quanto dovesse frenarsi per non causare altro dolore.
Ma al suo di dolore nessuno ci aveva mai pensato, e questo senso di vittimismo iniziava seriamente a farle perdere la pazienza.
Con un gesto rapido cercò come di cacciare via tutte quelle sensazioni dalla testa e, senza rendersene conto, dalle sue mani uscì un getto potente che andò a colpire una statua, spaccandole di netto il braccio.
Lei non se ne rese nemmeno conto, poi la voce del professor Black la fece tornare nella realtà. 
Quando si voltò, si accorse del piccolo danno che aveva causato e soprattutto di aver quasi rischiato di colpirlo, visto che la statua si trovava vicino alla porta d'entrata.
"S_scusa non... Non volevo romperla." 
Subito affrettò il passo per raggiungere la statua e chinarsi a raccogliere i pezzi.
Si sentiva così stupida ad aver ceduto ancora, aveva fatto così tanti progressi, ma ogni volta che faceva un passo avanti, sentiva che presto ne avrebbe fatti altri indietro.
Pitch la osservò qualche istante in silenzio, non sembrava importargli nulla della statua, visto il poco interesse che mostrava.
"Qualcuno oggi è turbato."
"Non solo oggi" mormorò lei, fermandosi "Pensavo soltanto..."
Lo sentì allontanarsi, forse per sfilarsi la giacca, perché subito dopo la raggiunse "Tu pensi sempre."
Elsa abbozzò un mezzo sorriso, riprendendo la raccolta "Ne parli come se fosse un male."
"Non nego che non sia utile, io penso molto" si chinò accanto a lei, aiutandola a prendere una pietra dal mucchio e se le girò tra le mani "Ma qualche volta, potresti anche... Agire. Seguire il tuo istinto."
Si guardarono, ma poi Elsa scosse lievemente il capo, lasciando cadere i pochi pezzi accumulati "No. Non posso..."
"Hai un maggior controllo ora."
"Ma se..."
Sentì le mani di Pitch premerle sulle spalle "Osa, tuffati nelle tue paure, sfidale a dare il peggio di sé e infliggi loro il colpo di grazia. Altrimenti continueranno a perseguitarti, e prima che te ne renderai conto si moltiplicheranno, arrivando a soffocare ogni tua azione" le sussurrò, a pochi centimetri dal volto "Devi sfruttarle, farle tue."
Fu solo un attimo di esitazione, ma poi Elsa voltò il capo per guardarlo. 
Erano talmente vicini che poteva sentire il suo respiro.
"...Temo di fare del male."
"Ci sono solo io qui."
Allora lo sguardo cambiò "Temo di farti del male" disse con decisione.
Pitch sollevò le sopracciglia in risposta "Pensi che non sappia difendermi? E' utile sfogarsi... Di tanto in tanto. Specie quando si ha tutta questa rabbia dentro" si alzò, dandosi una leggera scrollata alle mani per togliersi via la polvere rimasta e fece per sistemarsi il nodo della cravatta  "Puoi fare così o...  Seguire il consiglio di tua sorella... E continuare a reprimerti. A te la scelta" concluse.
La lasciò lì, mentre con calma prendeva le distanze da lei. 
Elsa non sapeva quanto tempo stette ferma in quel punto, ma ad un tratto avvertì come una scossa.
Si alzò, mollando definitivamente i cocci e sollevò un braccio contro la statua, creando del ghiaccio che mano a mano andava a ricoprirla sempre di più.
Immaginò di avere tra le mani quelle persone che volevano farle del male.
Pensò ad Hans, a come aveva soggiogato sua sorella per tutto il tempo.
Diede sfogo a tutta la frustrazione che aveva provato e che continuava a sentire. Alla solitudine forzata che si era imposta per anni, alla rabbia nel non poter aver vissuto quello che voleva.
Alla perdita dei suoi genitori, di Milo.
Senza rendersene conto aveva distrutto l'intera statua, attorno a lei si era creata un vento gelido, forte, ma in totale armonia con il suo stato d'animo. Un'altra statua aveva subito la stessa sorte, ed un'altra ancora.
Pitch dal canto suo si limitò a proteggersi con una barriera incantata, osservandola.
Dopo l'ennesimo colpo che trapassò il petto, spezzandolo in mille parti, Elsa prese un lungo respiro e, con un semplice gesto delle braccia, fece svanire il vento attorno a se.
C'era ancora freddo, ma tollerabile, la stanza era un disastro, fogli e libri erano sparsi per tutto il pavimento, alcuni anche mezzi congelati e probabilmente avrebbe dovuto ripagare la scuola per la distruzione di quelle sciocche statue di arredamento.
Ma poco importava, si sentiva meglio.
Molto meglio.
Come avrebbe voluto sentirsi così ogni giorno.
Era una sensazione diversa da quella che aveva provato contro il Minotauro, ma simile.
Dietro di lei, Pitch aveva iniziato a ridere, entusiasta di quello che aveva appena fatto.
"Visto? Lo hai sentito?!" le chiese.
Elsa prese a camminare con enfasi, il suo volto era sereno, felice. Come una bambina appena tornata dalla sua festa di compleanno.
"Assolutamente!"
Era la prima volta che Pitch la vedeva splendere in quel modo e non poteva esserne più che soddisfatto. 
"E' stato liberatorio?" la incitò lui, andandole in contro.
"Di più!" rispose. Non aveva smesso un solo istante di sorridere. 
E la complicità di Pitch le dava una carica di energia che non credeva di possedere.
Lui alzò il capo con aria trionfante "Cosa ti dicevo?" 
Questa volta Elsa non se la prese, era troppo di buon umore per tornare ad arrabbiarsi.
"D'accordo..." ammise, arrossendo un po'.
"Come?" la provocò ancora.
"Avevi ragione, questa volta" precisò lei.
Pitch fece un passo in avanti, riducendo ancora una volta la distanza tra loro "Sbagliato. Io ho ragione sempre."
"E sei sempre modesto."
"Anche quello."
Elsa rise, avvertendo l'imbarazzo di prima scivolarle via e sentendosi sempre più a suo agio. Ma sebbene si sentisse meglio, una parte di lei non smetteva di pensare al discorso di sua sorella, a quella lezione sugli Obscurus, e ciò le fece tornare in mente una notizia di qualche giorno fa.
"So che non dovrei, ma... Continuo a pensare..." 
Pitch sollevò di poco lo sguardo verso l'entrata della stanza, soprappensiero "Come sai uccidere l'entusiasmo."
"Pitch..."
Da quel sospiro capì che il breve momento di libertà stava giungendo al termine. Non gli avrebbe dato pace se non l'avesse ascoltata.
"Riguarda gli Obscurus..." riprese Elsa, abbassando lo sguardo sulle sue mani e stringendole "Credi... Che abbia un collegamento con loro? I miei poteri sono così simili."
"I tuoi poteri sono migliori" rispose Pitch.
Lei arrossì "Tu mi stai insegnando molto, forse... servirebbe anche a quei ragazzi. Un Obscurus non deve per forza essere un pericolo, se sono riuscita a controllarmi... Potrebbero farlo anche loro?"
A quel punto l'uomo la scrutò con vago interesse. 
Elsa questa volta non si scompose, sembrava piuttosto determinata sulla questione.
"So che... Chiunque fosse a conoscenza di un Obscurus, è obbligato per legge ad avvertire il Ministero..." continuò "Malefica aveva schierato molti di loro nella sua cerchia... E' vero? E' per questo che è stata emanata questa legge?"
Lui non disse nulla, ma il suo sguardo le fece capire la risposta.
"I maghi pensano di essere invulnerabili alla paura, la verità è che su questo non sono poi tanto diversi dai babbani" sussurrò Pitch "Prendiamo te ad esempio: per la paura di poter ferire qualcuno non hai mai voluto accettare il tuo potere e sempre per la paura di vederti perdere il controllo, tua sorella non si fida di te."
Quella frase, tanto infelice quanto vera, colse Elsa alla sprovvista "Mia sorella non..." ma alla fine decise di incassare il colpo, distogliendo lo sguardo "Hai...Hai ragione. Lei vorrebbe che fermassi questo potere. E sono sicura che non sia la sola."
Ripensando anche a come l'aveva guardata Moana, durante quella discussione. Agli sguardi di odio e disprezzo dei suoi compagni al pensiero di dover fronteggiare un Obscurus, avvertì come un dolore al petto sempre più forte.
"Anche i maghi hanno paura di ciò che non conoscono."
"O che non comprendono" aggiunse Pitch.
Elsa sollevò le sopracciglia, stupita. Mentre Pitch in silenzio si allontanava da lei per recuperare in un cassetto quello che sembrava un piccolo libricino.
Lei si risistemò velocemente i guanti, per poi prendere il quaderno "Un libro... Su cosa?" chiese, le sopracciglia inarcate in un' espressione dubbiosa. Provò a sfogliare velocemente qualche pagina, ma si accorse ben presto che erano tutte bianche.
"E' un diario" si affrettò a dire Pitch "Ho pensato che potresti usarlo come valvola di sfogo, so che non sarà liberatorio quanto spaccare qualcosa, ma ti sarà utile."
La ragazza batté le palpebre, incuriosita, ma al tempo stesso un po' perplessa per quello strano gesto.
Lo sguardo dell'uomo parve quasi divertito "Non si dice: grazie?"
Allora lei sollevò il capo, incrociando i suoi occhi.
"Grazie" sorrise, senza rendersene conto "Mi sembra che tu sappia come mi senta davvero, come se ci fossi passato anche tu" ma poi, d'un tratto quel sorriso così sereno si spense "Sarebbe stato più facile, se ti avessi conosciuto prima." 
A quella frase, Pitch abbozzò un sorriso e sollevò una mano per sfiorarle il mento, costringendola a guardarlo. 
"La vita non è mai semplice..." le sussurrò, iniziando ad accarezzarle la guancia "A volte abbiamo solo bisogno di qualcuno che ci indichi la strada migliore."
Un sorriso amaro le si dipinse sul volto "Dirlo sembra così facile."
Poté giurare di averlo sentito irrigidirsi a quella frase.
"Non lo è. Ma se non sei la prima a credere nel cambiamento, a cosa serve?" le sussurrò, spostandole delicatamente i capelli dietro l'orecchio.
Erano di nuovo vicini.
Il cuore di Elsa le balzò nel petto, ma questa volta, invece che indietreggiare, pensò di godersi un po' quel momento, permettendogli di avvicinarsi ancora, fino a sfiorarle il collo con dei piccoli baci, a sentire il suo profumo.
Elsa chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare da quella bella sensazione e permettendogli di avvicinarsi sempre di più alle sue labbra, fino a sentirne il respiro.
Avrebbe tanto voluto stare in quel modo ancora un po', ma sapeva che non era possibile.
Restava pur sempre il suo insegnante.
Doveva frenare il suo istinto e se lui non poteva, almeno lei doveva farlo.
Senza sembrare troppo brusca, interruppe quel contatto così piacevole, abbassando la mano a Pitch come per invogliarlo a smetterla. Lui non si oppose, anzi, forse se lo aspettava, dopotutto.
"Non dimenticare di sigillare la porta con l'incantesimo, quando te ne andrai."
Si allontanò, prendendo la sua giacca che aveva appoggiato prima e spolverandola un po' dalla brina del vento.
Elsa era nuovamente rimasta al suo posto, senza girarsi, continuando a ripetersi se aveva fatto la scelta giusta.
Sì, doveva.
Era per il suo bene, ne andava del suo lavoro, della sua reputazione. 
Una relazione con la sua studentessa lo avrebbe rovinato, tutt'al più se si trattava di lei.
Aveva fatto bene.
...
...
Si voltò quel tanto che bastava per vedere la schiena di Pitch, vicino all'uscita. Ed improvvisamente avvertì l'istinto di non lasciarlo andare.
"Qualche volta, potresti anche... Agire. Seguire il tuo istinto."
Doveva farlo? Doveva seguire realmente ciò che le diceva il cuore in quel momento?
Non era eticamente corretto. Era troppo grande per lei, ed era in una situazione fragile.
Ma d'altra parte, Pitch era stato l'unico a capire veramente come si sentiva, ad aiutarla a sfruttare il suo potere e non tenerlo rinchiuso in una campana di vetro. Le era sempre stato accanto in tutto quel tempo, senza mai aver timore di ferirsi.
Le aveva sempre tenuto testa e non le aveva mai messo fretta, come in quel caso.
Avrebbe aspettato ancora per quanto?
E soprattutto, lei cosa stava aspettando?
Quei poteri non sarebbero svaniti di certo. Doveva imparare a conviverci.
E grazie a lui, ci stava riuscendo. 
Il corpo agì prima del cervello, accelerò il passo per superarlo poco prima di uscire dalla stanza, con una mano aveva bloccato la porta, chiudendola poi con uno scatto.
Lo guardò, decisa come non lo era mai stata prima di allora e, senza dargli il tempo di reagire, lo afferrò per la cravatta e lo trascinò verso di lei, annullando la distanza tra loro in un lungo bacio.
Pitch sembrava un po' sorpreso, ma a lei non importava. Si era sollevata in punta di piedi per raggiungerlo meglio e aveva appoggiato l'altra mano sui suoi capelli, aspettando una risposta da quel bacio che non tardò ad arrivare.
Non sapeva quanto tempo fosse passato, aveva chiuso gli occhi e si era lasciata trascinare dal momento, senza pensarci. 
Nonostante la frenesia iniziale, quel bacio era sorprendentemente delicato, forse un po' goffo da parte sua essendo la prima volta, ma perfetto.
Quando si staccarono, Elsa questa volta non ebbe alcun ripensamento, nessuna vocina nella testa che le sussurrava di aver sbagliato, di tornare sui suoi passi e fare come se non fosse successo nulla. 
Continuava a fissarlo con un leggero sorriso soddisfatto sulle labbra.
Pitch rispose al suo sguardo con uno altrettanto complice, con due dita le sollevò nuovamente il mento, sfiorando il naso col suo "Quanta audacia" sussurrò a fior di labbra.
Rimasero a fissarsi ancora, finché Elsa decise che era il momento di annullare nuovamente le loro distanze, sentendosi viva come non mai.


 
 
~*~~*~~*~~*~~*~~*~~*~~*~~*~~*~~*~~*~~*~~*~~*~~



NOTE AUTRICE:

Oddio, è successo...Dopo 63 capitoli la prima ship della long! 
Alla fine era solo questione di tempo, non vedevo l'ora di inserirli! La scena mi è uscita un po' lunghetta, ma spero possiate apprezzarla comunque.
Le ship finalmente sbarcano! Anche se per un che va bene, un'altra sembra andar male.
E chissà se la teoria di Moana è vera e quell'aquila non è come sembra?



Personaggi menzionati:

Giulia: E' la co-protagonista del film Pixar "Luca."

Alice: Ovviamente del film "Alice nel Paese delle Meraviglie". Era già stata menzionata al ballo del ceppo, ma qui almeno fa una piccola comparsata col suo gattino.


 
~Spirit~   

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Capitolo 64
*** Solo un clown ***


Cap 64: Solo un clown

 
Jack frost GIF on GIFER - by Darkshade
 
     
"Guardate? Non è lui?" chiese una ragazzina al compagno, che annuì con entusiasmo.
"Sì sì è proprio lui!"
Jack era appoggiato con la schiena contro il muro, distante, ma abbastanza vicino da sentirli mormorare quei complimenti. Dopo tutto quello che era capitato non immaginava che qualcuno stesse ancora pensando al suo spettacolo al ballo del ceppo.
E la cosa lo faceva gongolare incredibilmente.
"Mi hanno detto che quello spettacolo al ballo è stato davvero bellissimo! Quanto avrei voluto vederlo" sospirò la ragazzina, sognante.
L'altro annuì "Deve essere bravissimo con gli incantesimi."
"Beh ora non esageriamo, ha solo fatto un giochetto con la neve, è un po' diverso dal combattere un vero duello..." un altro ragazzino si intromise nella discussone, ridacchiando "E' il clown della scuola quello, più che far ridere non sa fare altro" concluse, sprezzante.
Il ghigno di Jack si spense di colpo.
Una parte di lui avrebbe tanto voluto controbattere e fargli vedere che si sbagliava. 
Se la cavava a combattere, era stato quasi preso al club dei duellanti una volta.
D'accordo, non si era mai impegnato seriamente, ma non credeva fosse così importante, dopotutto.
"I suoi scherzi sono fantastici, proprio come quelli di Peter!" commentò l'altro ragazzino, cercando di difenderlo.
Jack avvertì un moto di orgoglio. Ricordava bene il suo amico Peter, quanto lo avesse istruito ai tempi della scuola.
"Beh, non so se è un bene..." 
Vicino ai tre si trovava un altro della loro età, era stato per tutto il tempo seduto per terra a leggere un libro.
"Che intendi, John?" chiese la compagna "Pensavo ti piacesse Peter."
John sollevò il capo verso di loro, tirando su gli occhiali che erano scivolati per via della lettura intensa "Scherzi? Lo adoro, e pure Micheal. E' solo che..." la sua espressione si incupì "Con mia sorella sta diventando un problema, non vuole crescere e... Wendy non ne può più" disse, abbassando lo sguardo "Ha trovato lavoro al San Mungo e vorrebbe prendere casa, ma Peter pensa solo beh... Ad essere Peter. L'ultima volta che l'ho vista stava piangendo tanto."
"Un clown anche lui, insomma" commentò aspramente il ragazzino, poco prima di andarsene "Dovrebbero imparare a crescere entrambi, prima o poi la scuola finisce per tutti."
Dopodiché ognuno di loro si allontanò, lasciando Jack da solo a rimuginare.
Per quanto avesse voluto far finta di nulla, quelle parole lo scombussolarono parecchio.
Era sempre stato fiero del suo lato fanciullesco e ribelle, capace di tirar fuori un sorriso a tutti quelli che incontrava. Ma ora una parte di lui non poteva fare a meno di domandarsi se questo sarebbe stato abbastanza.
Si era sempre concentrato sul presente, senza pensare ad un dopo la scuola.
Diamine, forse nemmeno aveva la più pallida idea di cosa fare nella vita. Non si era mai impegnato veramente in qualcosa che non fosse il semplice svago. I suoi genitori non gliel'avevano mai fatto pesare e a lui era sempre andato bene così. Ma ora?
Notava come, durante le riunioni con gli altri, nessuno si rivolgeva direttamente a lui se non per aspettarsi una qualche battuta. Nessuno lo prendeva seriamente, perché fino ad ora non aveva mai concesso l'occasione di farlo.
Notava più spesso questi dettagli e in cuor suo iniziavano ad infastidirlo.
Forse era semplicemente stufo di essere il clown del gruppo.
Avrebbe dovuto fare qualcosa di utile, qualcosa per cui la gente si sarebbe ricordata. Far ridere era bello, ma ora sentiva di dover fare un passo in più. Come...
"Il club dei duellanti..." disse, fermandosi proprio davanti alle scale che di solito conducevano verso la stanza dove si tenevano i combattimenti.
In effetti sarebbe stato utile riaprire il club, magari con qualche modifica in più, come il fatto di non tenerlo così esclusivo, visto che negli ultimi anni era sempre più difficile entrarvici.
Sarebbe servito anche ai più piccoli e si sarebbero potuti apprendere incantesimi utili per proteggersi, nel caso che le Sentinelle o qualche altra sorpresa si fossero fatte avanti.
Sì, era una buona idea.
Doveva solo evitare di farlo sapere a Frollo e convincere i suoi amici. Semplice e veloce.
O almeno così gli sembrava.


 
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In Sala Grande, Moana ed Anna stavano finendo la loro colazione in tranquillità. Quest'ultima, tra un boccone e l'altro, dava un'occhiata all'ultima lettera che le aveva spedito Merida. Ogni tanto lanciava uno sguardo verso l'alto, nella speranza di scorgere un gufo che le avrebbe consegnato una nuova lettera.
Si torturava su mille eventualità, accentuate dalla mancanza di Hiccup in quel momento, normalmente erano lui e Merida a frenare i suoi timori.
E pensando proprio ad Hiccup, si sentiva terribilmente dispiaciuta per quanto era successo giorni fa con Frollo. Quel maledetto incantesimo non aveva fatto altro che perseguitarlo per tre giorni interi.
Tre giorni senza poter chiudere occhio. 
Già verso la fine del primo giorno aveva potuto sperimentare cosa succedeva se chiudevi per troppo tempo le palpebre. Tullio raccontò che quella sera, nella loro sala comune, Hiccup si era messo ad urlare improvvisamente, scoprendo che, se teneva le palpebre chiuse anche solo per pochi secondi in più, una scossa bruciante attraversava il suo corpo, provocandogli un dolore tremendo.
Le urla erano così forti e improvvise, che Tullio e altri compagni passarono la notte in bianco.
La situazione era diventata talmente insostenibile che perfino il professor Doppler aveva chiesto di sospendere la punizione, venendo totalmente ignorato.
Dopo quel terzo ed ultimo giorno, finalmente la punizione finì. Hiccup era talmente sollevato nel non trovarsi più quella sfera girargli attorno, da ignorare qualsiasi commento dei suoi compagni.
Lo sguardo di Anna non poté fare a meno di cadere su di lui, al tavolo di Corvonero. 
Era talmente stanco e disorientato da non accorgersi nemmeno che lo aveva salutato.
"Povero Hiccup..." mormorò.
Anche Moana lo stava fissando, le sopracciglia aggrottate in un'espressione preoccupata.
"Già..."
Nemmeno a lei andava giù quella terribile punizione. Vedere il suo amico ridotto in quello stato le provocava un senso di malessere.
"Credi che sia meglio andare da lui?" propose Anna.
In quel momento Hiccup, che aveva la testa goffamente appoggiata sulla mano, invece che finire la colazione come tutti gli altri, aveva chiuso le palpebre ed era sprofondato in fretta in un sonno profondo. La testa scivolò e cadde proprio sul pudding, ma nonostante questo non si svegliò.
Alcuni compagni li vicino non riuscirono a trattenere le risatine, mentre altri, come Guy, si sporsero subito per aiutarlo.
Ad Anna e Moana quella visione non piacque per niente.
"Credo che abbia bisogno di un cuscino" rispose amaramente Moana "Se continua così non reggerà la giornata."
"I professori capiranno" disse Anna, spostando poi lo sguardo verso l'alto, nella speranza di scorgere l'arrivo dei gufi per la posta.
Ma fino a quel momento, di loro nemmeno l'ombra.
"Merida ha smesso di rispondermi..." 
Moana le sorrise, cercando di rassicurarla.
"Vedrai che si farà viva."
"E se le fosse successo qualcosa? No, che dico... Probabilmente è sua madre che non vuole che scriva altre lettere" mormorò, passando lo sguardo sull'entrata della Sala Grande e concentrandosi su un paio di ragazzini Corvonero che erano appena usciti.
"Forse è in punizione. Forse ha tentato di scappare ed Elinor l'avrà chiusa in camera sua! Così lei si sarà arrabbiata, avrà chiesto ai suoi fratelli di farla uscire, sarà scappata via, lontana da tutti, in mezzo ai pericoli..." sentiva che stava già andando in iperventilazione, così fece quello che probabilmente Merida le avrebbe consigliato.
Si diede un paio di pacche sulle guance per calmarsi e prese un lungo respiro "No no! Calmati Anna, caaaalmati. Se Merida fosse qui, direbbe che sto viaggiando troppo con la fantasia."
Si sentì decisamente più leggera e questo le permise anche di notare quanto poco attiva era Moana di fronte a lei. Non aveva quasi toccato le uova che aveva sul piatto, vicino teneva una rivista, ma lo sguardo era rivolto da tutt'altra parte.
Era come se stesse pensando ad altro.
"E non sono l'unica a quanto vedo..." così si sporse nella sua direzione e le fece cenno con la mano per risvegliarla "Moana? Ehi!"
Dopo un paio di tentativi alla fine riuscì ad attirare la sua attenzione, facendola perfino sobbalzare.
"Eh? cosa?"
Anna inclinò la testa di un lato, facendo cenno col capo alla rivista "E' così difficile? Sei rimasta incantata tutto il tempo."
Moana a quel punto mormorò qualcosa, che venne poi coperta da una risatina nervosa "N_no è che... Lascia perdere."
"Stai bene?"
Non le sembrava in forma come al solito e in parte non poteva biasimarla, visto quello che aveva scoperto negli ultimi tempi. 
Moana annuì ripetutamente e con più convinzione, ma Anna continuava a sentire che qualcosa non andava, era come se stesse nascondendo qualcosa.
E l'ultima cosa che voleva erano altri segreti.
Fece poi un lungo respiro, diventando improvvisamente seria "Quel... Quel sogno che faccio sempre... E' cambiato" ammise.
Moana batté le palpebre, stupita. Ma non disse altro e la lasciò continuare.
Anna sembrava un po' titubante, ma Merida non c'era e sentiva che se non ne avesse parlato con qualcuno prima o poi sarebbe scoppiata.
"Beh, non proprio cambiato, diciamo che poco alla volta cerco di farlo durare di più, per poter capire."
"Di cosa si tratta?"
"La sensazione non cambia, ma questa volta riesco a sentire anche delle voci, sono tutte assieme, assordanti, ma se mi concentro abbastanza una riesco a sentirla e... Poi la vedo" disse, la voce era un po' tremante "E' Elsa, sta chiamando il mio nome e sembra... A_arrabbiata."
Strinse i pugni e si scambiò un veloce sguardo con Moana, per poi riabbassarlo subito e concentrarsi su quella lettera sul tavolo.
L'amica deglutì, sporgendosi "E poi?" chiese, come se si aspettasse il peggio.
Anna a quel punto si morse il labbro inferiore e tornò a fissarla "E' come se il tempo si fermasse, improvvisamente avverto come se qualcosa strappasse via tutto. Sento delle urla..." si fermò, chiudendo gli occhi come per cercare di ricordare "La sensazione è... Spaventosa."
"Spaventosa?"
"Mi manca il respiro! Moana io...H_ho davvero paura. Credo di essermi arresa, in quel sogno" precisò, teneva ancora gli occhi chiusi e si stava torturando le mani "C'è un silenzio che mette i brividi..." disse, non accorgendosi di quanto l'altra fosse impallidita. 
"M_Ma perche' non riesco a metterlo a fuoco?!" si lamentò.
Poi aprì poi gli occhi, tornando a fissarla intensamente "Credi che abbia a che fare con il Torneo? Potrebbe dire che Elsa... Farà qualcosa di brutto a qualcuno?"
"O qualcuno lo farà a lei..." disse Moana a bassa voce.
Non capì se Anna l'avesse sentita o meno, ma dopo quella confessione, sentiva che forse avrebbe dovuto raccontarle di Mama Odie e della profezia.
Anche se questo avrebbe forse confermato i suoi timori.
"Anna..."
"Nulla si crea e nulla si distrugge" recitò una voce alle sue spalle. Non appena Moana si voltò, vide Jim vicino a lei, tanto da quasi sentire il suo respiro. Lui non ci stava facendo molto caso, sembrava per lo più concentrato sugli enigmi del libretto che aveva sul tavolo.
Le sorrise e le fece cenno di osservare le forme "Vedi?" sussurrò.
Un po' rossa in viso, Moana abbassò lo sguardo sulla rivista, confermando in un secondo momento la risposta detta da Jim.
"Oh... E' vero" disse un po' incredula.
Lui rise, sedendosi accanto a lei, spostò l'attenzione verso Anna e le fece un veloce cenno con la mano, per poi tornare a fissarla "Ogni tanto ho comprato qualche numero, sai?" 
La ragazza roteò gli occhi verso il cielo, continuando però a sorridere "Allora c'è un po' di Corvonero in te" disse, un po' provocatoria. 
Quella battuta suscitò un piccolo broncio a Jim e questo fece ridere entrambe le Grifondoro.
"A dire il vero, il cappello era indeciso se mettermi in Corvonero."
Moana sollevò le sopracciglia, stupita "Non me l'avevi mai detto di essere testurbante!"
Lui sollevò le spalle con disinvoltura "Sono pieno di sorprese!" alzò poi il capo con aria di sfida "E la dimostrazione che non solo i Corvonero sono quelli intelligenti."
La ragazza disse qualcosa a bassa voce, probabilmente un'altra battutina sulle case, ma che questa volta non venne sentita da Jim.
In compenso lui si sporse ancora, arrivandole nuovamente vicino per indicare un altro enigma con la mano.
Lei sobbalzò appena, non capiva se la stesse provocando avvicinandosi in quel modo o semplicemente non ci stesse facendo caso.
"Sono i cinque stati di mutamento" recitò svogliatamente, capendo di averci ancora azzeccato.
La ragazza diede una veloce occhiata alla pagina, portandosela anche più vicino per valutare la risposta e, com'era prevedibile, anche questa volta era corretta.
Vide Jim gonfiare il petto, se fosse stato un pavone avrebbe fatto la ruota per evidenziare la sua bravura.
Quando voleva, l'autostima non gli mancava di certo.
"D'accordo, sei bravo" concluse, chiudendo la rivista e facendogli un piccolo applauso "Vuoi vantarti ancora un po'?"
"Lasciami ancora due minuti" tornò poi al suo posto, mettendosi più comodo con la schiena "Da quand'è che ti piacciono i rebus?" chiese, cercando di cambiare discorso.
Moana iniziò a punzecchiare le uova (ormai fredde) con la forchetta "Belle li adorava."
A quel punto il sorriso di Jim sparì di colpo, creando un silenzio imbarazzante tra loro. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma non appena aprì la bocca, venne attirato dalla presenza di Isabela Madrigal che, con sua cugina Dolores si stava andando a sedere nel tavolo dei Tassorosso.
La salutò con un cenno del capo e anche lei fece lo stesso, rivolgendo poi un'occhiataccia a Moana li vicino. Quando Jim guardò l'amica, vide che il saluto era reciproco.
Quasi gli venne da ridere al solo pensiero. Quella faida tra loro durava da anni.
"Non posso crederci, va ancora avanti questa guerra tra voi due?" chiese, punzecchiandola.
Moana lo imitò, mollando definitivamente il suo piatto "Va ancora avanti questa amicizia tra voi due?"
Capì di aver colto nel segno quando lo vide irrigidirsi.
E questa volta, anche Anna si sentì in dovere di intervenire.
"Oh Jim..."
Leggendole l'espressione da cane bastonato in quello sguardo, lui portò subito le mani avanti, onde evitare l'ennesima incomprensione.
"No no no! Mi è solo venuta a trovare in infermeria, tutto qui."
Anna in risposta tirò un lungo sospiro sollevato, mentre l'espressione di Moana parve ancora più offesa.
"Tutto qui?" disse, stizzita "Ha un bel coraggio, dopo quello che ti ha fatto."
Jim si sporse per parlare, ma Anna lo precedette "Non credo che quelle voci siano vere, comunque."  
Moana indicò con un rapido gesto Isabela, ora seduta al tavolo e circondata (come al solito) da diversi ragazzi, Durmstrang e Beauxbaons compresi.
"Guardala, pensa solo ad apparire!"
Anche Anna la fissò, ma non duramente come lei "Non credo..."
Lei assottigliò lo sguardo "Le interessano solo i purosangue. Lo sanno tutti!"
Quando vide l'espressione esasperata di Jim però, si morse la lingua.
Non era da lei essere così acida nei suoi confronti, ma ricordava bene quanto tempo le fosse morto dietro e quanto stette male per quel rifiuto.
Senza alcun motivo valido Isabela aveva troncato la loro storia ancor prima di poterla iniziare.
Aveva sempre detestato quel periodo in cui si piacevano.
E forse adesso iniziava a capirne il perché. Il solo pensiero di loro due di nuovo insieme la faceva stare male.
"Ma lei non l'ha mai detto" la corresse poi Anna "Sai meglio di tutti noi come funzionano le voci di corridoio, Modashi" concluse, prendendola amichevolmente in giro.
Ora anche l'espressione di Moana parve turbata, soprattutto con Jim accanto.
"Dovresti allentare la presa" disse poi lui, cercando di abbozzare un sorriso.
"E' sempre così gentile con tutti!" continuò Anna.
"Anche con te!" aggiunse Jim, dando a Moana una colpetto alla fronte per prenderla in giro.
Lei non disse nulla, ma non sembrava ancora convinta.
Se solo avessero saputo quanto Isabela fosse poco incline alla gentilezza, visto il modo in cui aveva liquidato la sua richiesta di aiuto per trovare Bruno.
Anna in tutta risposta, inarcò un sopracciglio, perplessa "Non siete mai andate d'accordo è vero, ma non ti sembra di esagerare?"
Moana si sentì punta sul petto e farfugliò qualcosa a bassa voce, costringendo l'amica a sporgersi per sentire meglio "Avete litigato?"
Ancora silenzio.
"Già..." le labbra di Jim incurvarono in un sorrisetto. Intuendo forse il perché di tutto quel dramma "E' successo qualcosa?"
L'altra arrossì, questa volta più evidente, ma ancora non disse nulla. 
Di certo non poteva raccontare la vicenda di Bruno, ad Anna soprattutto. Ma non le piaceva il modo in cui la stavano interrogando, specialmente l'espressione semi-divertita di Jim.
Purtroppo tutto quel silenzio non fece che aumentare l'insistenza di Anna.
"Perché sei così dura con lei?"
"Io... N_No!" si fermò, distogliendo lo sguardo da loro "Guarda che non è vero!"
Era strano per Anna vederla reagire in quel modo, sapeva che tra lei e Isabela c'era sempre stata una bassa soglia di sopportazione, ma ultimamente aveva come la sensazione che quei comportamenti fossero peggiorati. E non riusciva proprio a spiegarsi il perché.
Moana non era mai stata tipa da faide, il litigio più lungo che aveva fatto in vita sua era stato con Jim sulla storia del Calice.
"Non capisco, da un po' di tempo non fai che tenere il muso quando c'è lei in giro..." in quel momento però l'attenzione venne interrotta dall'arrivo di alcuni gufi, uno dei quali le atterrò proprio vicino, mostrando tra il becco quello che sembrava una lettera.
Come se avesse appena trovato il gioiello più bello del mondo, Anna agguantò il povero gufo e gli strappò la lettera dal becco, ma non appena fece per leggerne il contenuto, la sua espressione di gioia svanì di colpo.
"Oh..." disse con un filo di voce "Pubblicità. ANCORA!" esclamò esasperata, crollando col viso sul tavolo. Piena di sconforto. 
Sperava per lo meno in una lettera dalle sue zie, visto che anche loro sembravano sparite nel nulla, proprio come Merida.
Moana provò ad avvicinarsi per confortarla, ma l'intervento di Jim la distrasse ancora.
"Ti da fastidio" le sussurrò "Guarda che non c'è niente di male ad ammettere di essere un po' gelosa."
Lei si fermò, sentendo le guance infiammarsi "Ma cosa dici!" sbottò, dando un colpetto al tavolo "Perché mai dovrei esser..."
"Perché ti piaccio, no?" la interruppe, avvicinandosi.
Moana rimase in silenzio. 
"E tu piaci a me" continuò, con un mezzo sorriso "Davvero dobbiamo girarci ancora intorno?"
Se lei avesse avuto tra le mani un mantello dell'invisibilità, lo avrebbe usato seduta stante.
"Io..." balbettò "Beh... T_tu..."
Era ormai certa di essere completamente arrossita. Lo sguardo vagava attorno alla sala, cercando disperatamente di appigliarsi a qualsiasi altra cosa che non richiedeva guardare Jim dritto negli occhi.
Lui le si era avvicinato ulteriormente, sfiorandole la mano e poi stringendola. Come se volesse assicurarsi di avere la sua completa attenzione.
"Cooooos...?"
Anna a quel punto si era ripresa e aveva alzato la testa da terra per concentrarsi su quella strana conversazione. Li fissò, assottigliando lo sguardo. 
Di colpo si fermò. 
Nella sua mente iniziarono a mettersi assieme i puzzle e d'un tratto si rese conto di tutti quegli sguardi che Moana e Jim si lanciavano ultimamente, del modo in cui scherzavano, si provocavano, quell'articolo della Gazzetta del Profeta, di come Jim sembrava nervoso alla vista di lei e Tadashi al ballo.
"PER LA BARBA DI MERLINO!"
Quell'urlo non passò inosservato nei dintorni, in particolare ai due interessati.
Anna si alzò di scatto e li guardò, sollevando un dito per indicarli "Voi...?" dopo aver unito le dita per indicare la relazione, le espressioni dei due le diedero la conferma.
Oh no, ci aveva azzeccato.
Ora capiva il perché di quella gelosia verso Isabela. 
E lei aveva fatto perfino la battuta sulla Modashi.
Altri pensieri le stavano passando per la testa: Da quanto andava avanti questa storia? 
Moana stava uscendo anche con Tadashi? C'era una specie di triangolo? 
Troppe domande e senza la presenza di Merida a supportarla si sentiva la testa scoppiare.
Senza pensarci oltre, raccolse immediatamente le sue cose dal tavolo.
"Non vi rubo altro tempo! S_Scusate non volevo insinuare che... Che beh... Con T_tadashi... Io pensavo che..." si fermò, balbettando ancora "Insomma, d_devo andare! Così potete parlare!" si morse nuovamente la lingua, sorridendo nervosamente prima di allontanarsi.
Che figuraccia.
"Ma bravo!" mormorò Moana, alzando gli occhi al cielo.
"Non l'ho fatto apposta!" si difese Jim.
L'altra si portò una mano sul fianco "Oh sì, sicuramente."
Vedendo gli sguardo interrogativi che gli rivolsero i compagni, Jim si rimise al suo posto, tossendo per attirare l'attenzione.
"Ascolta... Io volevo... Parlarti."
Era serio, e Moana intuì il perché.
"D'accordo."
"Non faccio che pensarci. Quando stavo ancora in infermieria, c'era anche Black..."
Non se ne accorse, ma lei aveva tirato mentalmente un sospiro di sollievo.
Avrebbe sicuramente chiarito le cose con Jim, ma sentiva che adesso avrebbe dovuto mettere da parte quelle emozioni, almeno finché non avesse scoperto altro sulla profezia a suo nome.
"L'ho sentito parlare con Elsa" continuò lui "Non credo se ne siano accorti. E..." 
"E...?" fece eco lei, invitandolo a continuare.
"Sembravano molto... vicini" concluse lui, un po' turbato.
Silenzio.
"Cosa intendi dire?" chiese Moana, inclinando leggermente la testa.
Jim inarcò un sopracciglio "Devo farti un disegno?"
A seguito di quella reazione, finalmente la ragazza capì e un brivido le percorse la schiena.
"Intendi che... M_ma che dici!" si accorse di aver alzato la voce e allora cercò di abbassarla, per non farsi notare. Si avvicinò a Jim, incurvando le labbra in una smorfia di dissenso "Black è un professore, hai idea di cosa lo stai accusando?!"
"Ascolta..." la fermò lui "Non penso che sia il primo al mondo ad avere una relazione con una studentessa..."
"RELAZIONE?!" urlò ancora Moana, questa volta alzandosi in piedi.
Jim la trascinò giù per un braccio, ma lei non ci fece nemmeno caso "Li hai visti che si stavano..."
"N_no!" la interruppe ancora, grattandosi il capo "A dire il vero... E' solo una mia sensazione."
Moana lo fissò in silenzio. In quel momento non sapeva davvero cosa dire.
"E_era tutto così fuori posto! Black la stava rassicurando..."
Lei aggrottò la fronte "E questo sarebbe un... Male?"
"La incoraggiava a lasciar andare i suoi poteri. Era come se la stesse spronando, ma non credo nel modo in cui avrebbe voluto Nord" sussurrò Jim.
A quel punto Moana si morse un labbro, preoccupata "Pensi che... Black la stia plagiando?"
"C'era qualcosa di ambiguo nelle sue parole."
"Eppure non mi sono mai sembrati molto uniti."
La risatina di Jim sembrò nervosa, come del resto l'intera atmosfera "Oh credimi... Lo erano fin troppo."
"Però è strano, Nord si è sempre fidato di Black. Forse è solo una tua impressione." 
Jim borbottò qualcosa di poco conto.
"Credi che faccia parte del gruppo della mamma di Hiccup?" continuò lei.
"Non credo, avrebbe avuto mille occasioni per farle del male" mormorò l'altro, alzando le spalle "Black non è mai stato nella mia cerchia di simpatie, ma va al di la di questo."
Tuttavia il discorso cessò non appena videro l'ombra del preside avvicinarsi in Sala Grande. 
Senza proferire parola, Frollo fece un'occhiata gelida a tutti loro.
La sala improvvisamente divenne silenziosa come una tomba, sorrisi spenti, sguardi preoccupati. Fu come se avesse lanciato un incantesimo.
Lo sguardo dell'uomo si spostò lentamente su tutti, adagiandosi poi verso un gruppetto di Tassorosso.
I tre ragazzini stavano ancora ridendo per una battuta e non si erano subito accorti della sua presenza, ma non appena si voltarono, ogni loro azione si fermò. 
"Posso sapere cosa ci sia di così divertente dal tenervi ancora qui in Sala Grande? Se non sbaglio le lezioni dovrebbero cominciare a breve" disse Frollo.
Un sorriso gentile, ma falso, era stampato sul volto pallido.
I ragazzini si guardarono per un po', finché uno non fece un passo in avanti. Anche perché costretto dagli altri.
"Ha ragione. C_ci scusi, signore."
I tre si alzarono da posto e fecero per andarsene, ma Frollo ne fermò uno, appoggiandogli la mano sulla spalla.
"Che cos'è...Quello?"
Il ragazzino abbassò lo sguardo verso l'oggetto che teneva in mano. Purtroppo non aveva fatto in tempo a nasconderlo e Frollo lo aveva adocchiato peggio di un falco.
"E'... Una papera di gomma."
Frollo sollevò un sopracciglio, stringendo lievemente la presa sul ragazzo.
"Una... Papera...Di gomma?" lo disse come se avesse appena assaggiato qualcosa di disgustoso.
"L'avevo esposta per una lezione di Babbanologia e... Dal momento che il corso è stato sospeso, ho recuperato le mie cose."
"E ha pensato bene di condividerle con i suoi compagni" concluse severo al posto suo.
Il ragazzino annuì, tenendo sempre lo sguardo verso il basso per paura.
A quel punto Frollo afferrò la papera, gli occhi assottigliati con fare sospetto.
"Sa bene che questo viola il regolamento. Un oggetto babbano non è un giocattolo, potrebbe essere pericoloso."
"Ma non lo è!'" si difese il Tassorosso.
Sul volto dell'uomo trasparì un sorriso amaro "Dovrebbe preservare la sua parte magica, invece che sprecare tempo con questi inutili oggetti."
"Ma..."
"Si ricorda, frequenta Hogwarts, non una scuola babbana. Deve essere fiero come mago."
Il ragazzino rimase in silenzio, terrorizzato.
"Ne riparleremo più tardi, quando sconterà la punizione per aver trasgredito il regolamento. Ora vada a lezione."
L'altro non se lo fece ripetere due volte, e, sempre con lo sguardo abbassato, fece uno scatto per raggiungere i suoi compagni, ormai alla soglia dell'entrata.
Moana e Jim osservarono quella scena con i brividi. 
Come Frollo sollevò il capo per osservarsi attorno, tutti ripresero le loro attività, chi aveva finito di fare colazione si stava già allontanando dalla sala per non attirare ancora l'attenzione. Guy nel frattempo era riuscito a svegliare Hiccup e a trascinarlo via prima che fosse visto in quello stato da Frollo.
Jim e Moana erano rimasti in silenzio, scambiandosi uno sguardo complice.
Decisero di non parlare più, almeno non in quel momento, inconsapevoli però che qualcun altro era riuscito a scorgere la loro conversazione, allontanandosi e disperdendosi tra gli studenti appena ne ebbe l'occasione.

 
 
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NOTE AUTRICE:
 
Eccomi qua! <3
So che ultimamente sono stra-lenta ad aggiornare, ma cerco di fare il possibile per mantenere il ritmo e non tardare troppo.
Come vedete, pian piano si stanno smuovendo le coppie. La presenza di Frollo sta ancora causando guai, e al prossimo capitolo ne succederanno, vedrete!
Chi sara' la persona che ha origliare Jim e Moana?
Jack dara' veramene vita ad un nuovo club dei duellanti?
Purtroppo come c'era da aspettarselo, non tutti approvano i suoi metodi scherzosi, e forse questo potrebbe dargli una piccola svolta.
Ringrazio tantissimo chi continua ancora a leggerla, e sappiate che anche se non rispondo subito, vi leggo sempre.
Sono solo estremamente lenta a rispondere, perdonatemi!
Ad ogni modo, spero di aggiornare tra un paio di settimane. Nel frattempo, vi mando un grande abbraccio.

 
~Spirit~   

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Capitolo 65
*** Crollo ***


Cap 65: Crollo

 
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Quel pomeriggio Judy venne convocata dal preside, era strano per lei varcare la soglia di quell'ufficio, in tutti gli anni in cui aveva frequentato Hogwarts, poteva contare sulla punta delle dita le poche volte che era stata chiamata, e non erano di certo per qualche trasgressione.
Non capiva proprio il perché l'avesse chiamata. 
Aveva sempre avuto una condotta impeccabile, sempre. Ed era sicura che anche questa volta non poteva essere altrimenti. Frollo non poteva sospettare quello che avevano fatto lei e gli altri nella stanza di Bunnymund, tanto meno ad Hans.
Nessuno dei suoi compagni avrebbe fatto la spia, inoltre per quel che sapeva, era stata convocata solo lei. 
Magari si trattava della sua riassegnazione da prefetto.
Non riusciva a non interrogarsi su tutte quelle cose mentre percorreva quel corridoio, una volta entrata tuttavia, ogni domanda venne completamente cancellata non appena vide davanti a sé il preside Frollo, si trovava seduto sulla poltrona che un tempo apparteneva a Nord, così come tutto il suo ufficio. Frollo la fissava con il suo solito atteggiamento austero, a tratti piacevolmente entusiasta.
"Hopps, puntuale come mi sarei aspettato" esclamò.
Ma gli occhi della ragazza in quel momento puntarono su altro: in quell'ufficio poco illuminato, spoglio e privo di tutti quei quadri allegri che lo caratterizzavano un tempo, Camilio Madrigal era seduto al centro. 
Conosceva ben poco di lui, sapeva solo che era un vulcano di energia, si cacciava nei guai come molti della sua età, ma niente di così grave o indisciplinato da rischiare di farsi chiamare dal preside.
Judy non sapeva come reagire, balzarono altre mille domande silenziose che purtroppo, a giudicare dall'espressione del preside, sentiva che presto avrebbe ricevuto risposte.
Solo che, non era così sicura di volerlo sapere.
"Non..." si fermò un istante, distratta nuovamente dall'espressione impassibile di Frollo "Forse...Non è un buon moment..."
"Sciocchezze" lui sollevò con eleganza la mano, facendole cenno di tacere e, con tutta la calma del mondo si alzò da quella poltrona, passando lentamente vicino al ragazzo.
"Si chiederà perché l'ho convocata qui."
"Si" rispose secca, senza smettere di fissare Camilio. La sua espressione era carica di rabbia, come se fosse sul punto di esplodere, ma restava immobile su quella sedia.
Forse era tenuto sotto l'effetto di qualche incantesimo.
Non capiva cosa stesse succedendo, ma una volta concentrata meglio sui suoi vestiti, le mancò il fiato.
Notò che aveva la manica strappata e il braccio era ferito da quello che poteva sembrare un incantesimo offensivo. Istintivamente mosse un passo verso di lui, ma Frollo le si posizionò davanti, mettendo in chiaro con una semplice occhiata di non andare oltre.
Allora Judy tornò al suo posto, sentendo improvvisamente l'aria farsi più pesante.
"Cosa gli è successo?" chiese.
Sentì Camilio sobbalzare e allora si sporse, nella speranza di ricevere una risposta "Cos'è successo?" incalzò ancora.
Come se fosse scosso da un brivido, finalmente Camilio fece per parlare, ma la voce di Frollo gli passò sopra, mostrando tutta la sua totale freddezza e autorità.
"Come quanto ho accennato alla riunione, sto semplicemente punendo chi non rispetta le regole. Chi manca di rispetto alle autorità" disse, fissandola con un mezzo sorriso "E per far questo mi servono persone come lei, Hopps."
"Non ascoltarlo" mormorò Camilio, cupo. Ma lo sguardo di Frollo lo raggelò "Era solo uno scherzo..." si giustificò subito dopo.
"Assumere le sembianze del tuo preside, sbeffeggiandole la credibilità...Le sembra solo uno scherzo?" sbottò Frollo.
Camilio abbassò lo sguardo, incapace di dire altro.
L'uomo riprese poi a camminargli attorno, tenendo lo sguardo fisso davanti a se "E' proprio a causa di questa flessibilità nelle punizioni che Nicholas Nord ha lasciato questa scuola nel caos. Non c'è più rispetto, gli studenti pensano di poter fare quello che vogliono a discapito delle conseguenze" si fermò "O della parentela" suggerì, freddo.
Judy non sapeva cosa dire, poi vide Frollo passarle accanto e posarle le mani sulle spalle, come se stesse cercando di incoraggiarla "Isabela Madrigal non ha le qualità adatte per adempiere al suo ruolo di capo-scuola. Sono sicuro che con lei sarà diverso" indicò Camilio "Punendo l'insolenza di questo ragazzo manderemo un messaggio a tutti gli studenti. Questa scuola deve rimanere un santuario dello studio, non del gioco."
"No!" Camilio provò ad opporsi, ma Frollo le lanciò uno sguardo che la immobilizzò ancora per la paura. 
Cosa doveva aver detto per farsi temere in quel modo?
"Avrà di sicuro studiato la Maledizione Cruciatus" continuò rivolgendosi nuovamente a Judy.
Lei incrociò lo sguardo di Camilio. Era sconcertata "Si, ma..."
"Allora la esegua."
"Ma è illegale!"
"Non sotto la tutela di un funzionario del Ministero" sorrise appena Frollo "Come crede che abbia portato rispetto a Durmstrang in tutti queli anni?"
Il cuore perse un battito.
"Ha il mio permesso" continuò l'altro, con noncuranza.
Lei non poteva credere alle sue orecchie.
Colpire uno studente... Per dare l'esempio.
Senza alcuna esitazione, si scostò da quella presa, posizionandosi di fronte a Camilio e guardando Frollo con decisione "No."
L'uomo parve altrettanto sorpreso, ma fece finta di non aver capito e, quasi con tono di sfida, fece un passo verso di lei "Come?"
"Non eseguirò nessuna Maledizione" ripeté con fermezza "Non ferirò mai una persona in quel modo, mai."
L'espressione accigliata di Frollo sembrò stranamente calmarsi di punto in bianco. Rivolse alla ragazza un'occhiata con sufficienza, come se improvvisamente provasse quasi ribrezzo.
"Credevo che una come lei capisse l'importanza del rispetto."
"Rispetto. Non paura."
A quel punto Camilio sollevò di poco il volto, sorridendo appena "Pessima scelta. Lei non ci sta." 
"Gli altri professori sanno di queste punizioni?!" chiese Judy, sconvolta.
Frollo non rispose, semplicemente si allontanò di qualche passo, recuperando la bacchetta che teneva sulla scrivania. Nel mentre Judy tentava di liberare dall'incantesimo il ragazzo. 
Poi la voce roca del preside li allarmò.
"Insubordinazione....Un vero peccato..." disse, osservando svogliatamente la bacchetta mentre la innalzava contro di loro "Non mi lascia altra scelta."


 
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"Avete sentito cos'è successo a quei ragazzi?"
"Si, ancora non riesco a crederci..."
"Lo avevo detto a Camilio di non fare lo scemo."


"Cosa?" senza pensarci Moana si voltò, ma quei ragazzi che stavano parlando avevano già preso le scale per raggiungere il dormitorio. Ormai era quasi l'orario del coprifuoco e pochi studenti si trovavano ancora nei paraggi.
Quando vide in fondo al corridoio Camilio in compagnia di Judy, la curiosità ebbe la meglio. 
Astrid ed Anna erano vicino a loro e perfino Tadashi li raggiunse, accompagnato da Go Go e Wasabi.
Non capiva perché si stavano radunando tutti li attorno, ma quando i suoi occhi si concentrarono sulle espressioni di Judy, come scossa da un brivido fece per accelerare il passo.
"Judy...Cosa..." si mutò improvvisamente non appena abbassò lo sguardo sul braccio dell'amica. Quei segni che le erano stati inflitti, il modo in cui Judy cercò goffamente di nasconderlo alla sua vista, lo sguardo che le rivolse Camilio un istante dopo, le fecero immediatamente ricollegare a quanto avevano mormorato quei ragazzini poco prima.
Vedendola paralizzarsi in quel modo, Judy le rivolse un sorriso piuttosto tirato, per cercare di tranquillizzarla "Va tutto bene."
"No che non va bene! Questo trattamento non può essere legale!" sbottò Anna, posando una mano sulla sua spalla.
"Spostatevi!" urlò Isabela, facendosi spazio tra loro, per la foga aveva spintonato forte Moana, ma Tadashi fortunatamente la aiutò a sorreggersi. 
Per quanto non si sopportassero, non era da lei essere così aggressiva, ma in quel momento vide il volto di Isabela talmente agitato che probabilmente nemmeno se n'era accorta.
Si buttò subito ad abbracciare Camilio, nonostante quest'ultimo cercasse di spintonarla via "Isa! Smettila!"
"Si può sapere cosa ti è saltato in mente?!" senza dargli nemmeno il tempo di rispondergli, gli prese il viso tra le mani iniziando a controllare se le ferite e i graffi che aveva non fossero troppo gravi. Ma questo atteggiamento imbarazzò il cugino ancora di più, specie di fronte ai suoi compagni.
"Vuoi piantarla?!" la allontanò, le guance ormai di un rosso vivido "Detesto quando fai così, sembri mia madre!"
Punta un po' nell'orgoglio, Isabela cercò di ricomporsi un minimo, ma non appena posò nuovamente lo sguardo su quelle ferite, la preoccupazione invase nuovamente il suo stato d'animo.
"Mi dispiace..." disse con una voce tale da far presagire le lacrime "Se solo fossi stata li..."
"No" la fermò Camilio "Avrebbe punito anche te."
"Ma..."
Lui si sporse, anche se un po' dolorante e le sorrise per cercare di tranquillizzarla "Preferisco così. La perfetta Isabela Madrigal non può permettersi il visino rovinato."
La cugina rise appena, asciugandosi in tempo un occhio per evitare di piangere, allentando un po' quella tensione iniziale tra loro. 
"La vecchia scuola è tornata..." mormorò aspra Go Go al resto del gruppo.
Wasabi aggrottò' la fronte, preoccupato "Non pensavo si sarebbe esposto a tanto."
"Il sano metodo di insegnamento Durmstrang. Non sono stati di certo dei bei ricordi" disse amaramente Astrid "Quel tipo è pazzo."
"Concordo" annuì Go Go.
"Non può punire in questo modo gli studenti" disse Anna "Nord non lo avrebbe mai permesso..."
"Nord ora non è qui e Frollo ne sta approfittando" mormorò Judy, fece per incrociare le braccia senza pensarci, ma la spalla le faceva ancora male e si fermò di colpo "Avrei dovuto fare di più'."
Astrid alzò gli occhi al cielo "E' assurdo! I professori dovrebbero fare qualcosa. Se glielo diciamo forse..."
"Hai sentito di come ha licenziato Johnson senza esitazione?" domandò Tadashi, fermandola per una spalla "Potrebbe fare lo stesso anche con gli altri. Bisogna trovare un altro modo."
La ragazza si staccò da lui, un po' indispettita "Vorrà dire che parleremo col preside Sinbad."
"Sai molto bene che non ha alcuna autorità ad Hogwarts. Qua siamo solo degli ospiti, Astrid."
Lei a quel punto assottigliò lo sguardo "Allora ti va bene così? Dovremo lasciare che terrorizzi questa scuola come aveva fatto con la nostra?"
Tadashi sospirò infastidito "Non sto dicendo questo!"
In quel momento però, l'attenzione d entrambi venne attirata dai passi svelti di Moana che si allontanavano da loro. Non aveva detto una parola per tutto il tempo, nemmeno quando Judy provò a chiamarla nella speranza di fermarla, Moana aveva tirato dritto verso una sola direzione: l'ingresso della scuola.
Il suo sguardo era deciso e sebbene impassibile, dentro di lei stava ribollendo così tanta rabbia in corpo che dovette stringere forte i pugni mentre, con passo sempre più svelto, si accingeva a raggiungere l'entrata.
Non avrebbe potuto fare del male personalmente al preside, ma avrebbe consegnato il messaggio in un altro modo.
Quella orribile statua si trovava li, imponente di fronte a lei, che la giudicava sprezzante, esattamente come il suo proprietario. Ma questa volta, invece che cercare di ignorarla, Moana tirò fuori dalla sacca la sua bacchetta e, senza alcuna esitazione, lanciò un incantesimo Bombarda contro, spaccandola in mille pezzi. 

Alcuni studenti che passavano li vicino gridarono per la paura, mentre altri si erano andati istintivamente a nascondere temendo un altro attacco.
Nessun professore si trovava nei paraggi al momento, ma a Moana sembrava non importargliene. 
Non fece caso nemmeno a Judy e gli altri che l'avevano raggiunta, attirati dal rumore dell'esplosione.
Astrid tuttavia, a differenza loro, sembrò piacevolmente sorpresa "Lei mi piace."
Wasabi invece stava scuotendo il capo talmente tanto da farsi male al collo "Oh no, no no, si mette male!"
Anna fece un passo in avanti per raggiungerla "Ma che cos'hai fatto?!"
Lei abbassò di poco la bacchetta, mentre con sguardo assente osservava la statua ridotta in macerie. 
"Sei impazzita?"
Moana spostò lo sguardo da lei agli altri, fermandosi infine su Judy.
Non disse nulla, sembrava ancora disorientata.
"Non lo so."
Anna non seppe davvero cosa rispondere, ma si affrettò ad abbassarle la bacchetta per tentare di nascondergliela di nuovo nella sacca. La prese poi per mano e fece per raggiungere gli altri.
"Svelta! Andiamo via, prima che..."
"Cosa sta succedendo?!"
Tuonò la voce di Frollo.
Per un attimo, aveva fatto cedere quel piedistallo che lo ergeva al di sopra di tutti e si era potuto leggere nel suo sguardo un senso di preoccupazione. Cosa che poi, alla vista di quel piccolo gruppetto, si trasformò in pura rabbia.
Diede ancora una veloce occhiata alle macerie, stringendo i denti.
"Chi ha osato fare questo?" 
Nessuno rispose. 
Allora Frollo si concentrò in particolar modo su Judy, raggiungendola con passo svelto.
"Piccola stupida ribelle. Sei stata tu?" sibilò "O qualche altro tuo complice?!"
Nessuno rispose.
Judy e gli altri si erano limitati a rispondere al suo stesso sguardo sprezzante. 
A quel punto Frollo sollevò una mano, cercando la bacchetta che teneva all'interno del vestito "Se nessuno di voi si decide a parlare..."
"Chi le ha dato il diritto di ferire gli studenti?" 
La voce di Moana lo interruppe poco prima, costringendolo a voltarsi nella sua direzione. 
"Che cosa?" chiese Frollo, il tono sembrava vagamente scioccato.
"Come può guardarsi allo specchio e non vergognarsi di quello che ha fatto a dei poveri ragazzi?!"
Moana aveva stretto i pugni con cosi tanta forza da farle male.
"Come osi rivolgerti a me in questo modo tanto maleducato!"
Sentendosi punto nell'orgoglio, Frollo accelerò il passo verso di lei, rischiando perfino di scontrarsi con la povera Anna. Poi alzò di poco il capo, come se stesse cercando di sfidarla "Non permetto ad una insolente mocciosa di contestare la mia autorità."
"Autorità?!" sputò la ragazza, sconvolta "Lei è un tiranno!"
Quella frase fece fermare di punto in bianco ogni bisbiglio tra la piccola folla che si era creata li attorno, perfino i quadri si erano zittiti.
Frollo stranamente non aveva ancora battuto ciglio. Forse anche perché Moana non gli aveva nemmeno lasciato il tempo di reagire.
Con un braccio indicò alcuni suoi compagni , tra cui Judy "Dei maghi ci hanno attaccato e lei, come preside, dovrebbe PROTEGGERE gli studenti! Ha la vaga idea di quello che sta succedendo la fuori?! Di come i miei compagni abbiano rischiato la vita?!"
"Basta così!" la fermò Frollo, ormai al colmo della rabbia "Osi parlarmi in questo modo, al tuo preside?!"
Anche Moana era fuori di sé, ma quello che la faceva innervosire di più era il menefreghismo di quell'uomo verso le sue parole. 
Non aveva un briciolo di coscienza.
Gli importava solo del suo ego, della sua autorità calpestata in quel momento.
Alzò dunque il capo a sua volta, facendo un passo in avanti "...Nicholas Nord è il vero preside di Hogwarts." 
Frollo era rimasto impassibile, ma Moana sapeva di aver centrato nel punto giusto ed averlo ferito nell'orgoglio con quell'affermazione. Probabilmente non si sarebbe risparmiato nel darle una punizione ben peggiore di quella che aveva riservato a Judy e Camilio, ma non le importava.
Voleva ferirlo, così come lui aveva ferito i suoi amici. 
Hogwarts era sempre stato un luogo sicuro, una seconda casa che li aveva sempre protetti, ed ora si stava sgretolando tutto davanti ai suoi occhi.
Ma poi, degli schioppi attirarono l'attenzione di lei e tutti i presenti. Qualcuno aveva fatto scoppiare dei petardi magici proprio in mezzo a loro, creando un polverone di fumo colorato talmente fitto da impedirle di vedervi attraverso. Moana si portò una mano vicino al viso per spazzare via quell'orribile fumo azzurro, ma nell'istante in cui lo fece si sentì afferrare per il braccio libero da qualcuno e trascinata via.
All'inizio non capì chi fosse, oltre a quei fastidiosi petardi, il tutto era coperto dagli insulti di Frollo e qualche studente li attorno, non appena uscì dalla zona però, riconobbe la schiena di Jim.
Non disse nulla, lui si voltò solo per mimarle di stare zitta e questa volta non si sentì di obbiettare.
Jim la condusse giù per le scale, fino ad aprire la porta dello sgabuzzino dei custodi e spingerla all'interno. Le fece ancora cenno di non parlare ed insieme stettero in silenzio per un po', sentendo dall'altra parte del corridoio lo scalpitio degli insegnanti per raggiungere il luogo del misfatto.
Fu Jim il primo a parlare, trascinandosi in un lungo sospiro "Credo di aver preso un po' di tempo. Anche se prima o poi dovremo uscire." 
Moana notò che era leggermente arrossito, e solo allora si rese conto di essere molto vicini, forse più di quanto non lo siano mai stati.
Istintivamente fece un passo indietro, rischiando di far cadere un secchio con il piede.
Jim aveva distolto lo sguardo, tornando nuovamente a fissare il pomello della porta "Allora..." lasciò passare un'altra manciata di secondi, allentando un po' quell'imbarazzo iniziale "Bel discorso... Ma..." inarcò un sopracciglio, fissandola con un mezzo sorrisetto "Esattamente... Cos'era quella roba?"
Moana era rimasta ancora ferma nella stessa posizione, spostando lo sguardo dalla porta a Jim. Capiva perfettamente a cosa stesse alludendo.
Non era da lei sbottare in quel modo, di fronte al preside poi.
Solo adesso che stava lasciando nuovamente fluire il sangue al cervello si stava rendendo conto che forse si era spinta un po' troppo oltre.
"Oh no..." mormorò, talmente a bassa voce che Jim la sentì appena.
Lui non sembrava così sconvolto, in un certo senso, pareva anche un po' divertito all'idea "Hai tirato fuori un bel caratterino."
Lei non lo stava nemmeno ascoltando, aveva abbassato lo sguardo su una pila di cianfrusaglie vicino ad uno scaffale impolverato.
Vedendola così turbata, Jim si schiarì la gola per tentare di riaccendere la sua attenzione "Ascolta, forse... Te la puoi cavare. Se dici che..."
"Ho detto anche troppo!" sbottò Moana, appoggiandosi pesantemente con la schiena contro il muro "Ma cosa mi è saltato in mente?!"
Vedendola così angosciata, il breve sorrisetto di Jim si spense "Ehi..." i loro sguardi si incrociarono "Quello che hai detto non era sbagliato. E... Detto tra noi..." fece finta di guardarsi attorno e si chinò verso di lei "Quella statua non mancherà a nessuno."
La vide incurvare le labbra in un debole sorriso, illuminandole il volto per la prima volta in quella brutta giornata. 
Jim sentì il cuore accelerare per l'emozione, ma non fece in tempo ad abituarsi che le vide il volto incupirsi ancora.
"...Vorrei tanto svegliarmi e scoprire che questo terribile anno in realtà non è mai iniziato. Tutto questo è..." abbassò nuovamente il capo, tornando a guardare da tutt'altra parte "E' troppo, io... N_non posso."
Quella frase così fuori luogo lo insospettì non poco.
Gli ricordò terribilmente quando trovò Elsa durante la seconda prova.
Era visibilmente devastata, in tutti gli anni che la conosceva non l'aveva mai vista tanto sconvolta. 
E ultimamente era sempre più evidente.
Lo aveva notato nei piccoli gesti preoccupati, gli sguardi vuoti durante le lezioni, l'essere diventata più silenziosa. L'aveva vista spegnersi di punto in bianco, arresa.
Il suo allontanamento doveva essere dovuto a qualcosa, forse centrava con Belle, forse erano i sensi di colpa, o forse c'era dell'altro. 
Le si avvicinò e con una mano le sfiorò la spalla "Non è da te esplodere in quel modo. Tu sei... Sei sempre..." si fermò.
"Perfetta?" concluse in fretta Moana.
Jim colse la frecciatina.
Si fissarono per un lungo istante, in silenzio. 
Poi Jim prese un lungo respiro, cercando di sorridere per metterla a suo agio "Quello che ha combinato quel pazzo è orribile, e forse penserai che sono paranoico, ma non credo che sia stato solo questo a farti reagire così..."
La vide sussultare appena. Era sicuro di averci azzeccato.
"Non vuoi parlarne con me?" chiese, ma non vedendo alcuna reazione, continuò "Moana ascolta, non devi sempre agire come se ti sentissi in dovere di proteggerci. Non sono cieco, lo vedo che c'è qualcosa che non va..." indicò con un veloce cenno del capo la porta " E tenerti tutto dentro, come vedi non da grandi risultati. La prossima volta potrebbe essere la testa di Frollo a esplodere invece che la statua."
Moana sollevò le sopracciglia sorpresa, in segno di risposta. Formando sul volto di Jim un leggero sorriso.
"Non che non approvi, ma mi dispiacerebbe venirti a trovare ad Azkaban per i prossimi anni."
Vedendo la ragazza più incline ad ascoltarlo, pensò di essere sulla strada giusta. Il sorriso sparì, lasciando spazio ad un'espressione più seria.
"Se riguarda Belle o... Qualsiasi altra cosa, io... Ci sono." concluse, portandosi una mano sulla nuca "...Non penso di essere il solo, però sai... Gli altri sono fuori, mentre io sono qui." sperò seriamente di non essere arrossito, specie dopo l'ultima uscita e aver visto il volto di Moana farsi più luminoso.
"Grazie, Jim" sussurrò grata.
Lui ricambiò il sorriso, felice di trovarla un po' meglio di umore.
"Allora?" insistette, inarcando un sopracciglio.
Moana ci pensò ancora un attimo.
Si era tenuta per se la scoperta del Calice, la storia della profezia di Bruno, sentendo il peso di quella responsabilità schiacciarla ogni giorno.
Parlare con i Madrigal non era servito a molto, era tornata perfino da Mama Odie per sapere se si fosse ricordata di qualcosa, ma nulla sembrava funzionare.
Sapeva solo che doveva partecipare al Torneo per fermare una vecchia profezia. Ma non come.
Non se l'era proprio sentita di parlarne con Anna. Con la scoperta di sua sorella, forse la profezia comprendeva anche lei e l'ultima cosa che voleva era causarle altro dolore.
Ma Jim...
Si era fatto avanti nel momento in cui aveva più bisogno, aveva capito che c'era qualcosa che non andava e stava cercando di starle vicino.
Forse poteva condividere quei problemi con lui.
Alzò dunque il capo per guardarlo, facendo le spallucce "Prometti di non dare di matto?"
Jim trattenne un risolino "Riuscirò a contenermi."
Moana tirò un lungo sospiro e finalmente raccontò tutto. La visita a Mama Odie, la storia di Bruno, la suddetta profezia... Ogni cosa.
E si sentì più leggera, come se quell'enorme macigno che da tempo continuava a sostenere, fosse diventato un po' più piccolo.
Inizialmente non era proprio convinta di spifferare tutto, ma una volta iniziato il racconto non ci fu verso di farla smettere. Era un fiume in piena di preoccupazioni, paure, sputò tutto quello che sentiva.
Jim la ascoltò senza battere ciglio.
"Dici che dovrei dirlo ad Anna? Non so nemmeno a cosa si riferisse quella profezia! Se non parlo con questo Bruno è tutto inutile e... E io... io non so come comportarmi! Mi sento... N_non lo so nemmeno!" si morse il labbro inferiore, tentando di calmarsi "Vedere come Frollo se la sia presa con i miei amici... M_mi ha fatto impazzire!" ad un tratto si fermò, portando tutta la sua attenzione sull'amico.
"Jim?" 
Lui continuava a fissare un punto della stanza, come se stesse cercando di metabolizzare in poco tempo tutto quel lasso di informazioni ricevute.
E ovviamente, cercando di mantenere un certo controllo per non dare di matto come aveva promesso. Anche se lo sguardo che aveva non la rassicurò molto.
"Jim?" chiese ancora, più titubante.
Finalmente lo vide schiudere le labbra, ma in quel momento la porta dello sgabuzzino si aprì di colpo, rivelando le sagome dei due custodi ai piedi dell'entrata.
"E voi due cosa stavate combinando qui dentro?" chiese il più alto.
Moana biascicò qualcosa simile ad una scusa, come cercare qualcosa.
Nel buio.
Con un ragazzo.
Nemmeno il più credulone del mondo avrebbe creduto ad una storia del genere e forse per la prima volta sia Gaspare che Orazio si sentirono al di sopra dell'intelligenza dì qualcuno.
"Pensi davvero di fregarmi, ragazzina?" chiese sempre Gaspare, sprezzante. Si sentì poi tirare per la manica da Orazio li accanto, mentre con una mano indicava proprio Moana.
"Oh aspetta un attimo. Non è lei quella che sta cercando il preside?"
Gaspare gli rivolse un'occhiataccia, seguita da un'alzata di spalle "E lo chiedi a me? Lo sai che questi marmocchi mi sembrano tutti uguali."
"Dovremo consegnarla a Frollo. Non sembrava molto contento prima."
L'altro non pareva ascoltarlo più di quel tanto, sembrava pensare a tutt'altro nella sua testa.
"Ha le gambe no? Può andarci da sola!" con una manata spinse via dallo sgabuzzino i due ragazzi per poter recuperare una scopa impolverata lasciata per terra "Quel tipo mi fa venire i brividi, ed ora dobbiamo pure pulire quel macello al piano di sotto! Chi pensa che siamo? I suoi servi?!"
Orazio fece per rispondere, ma l'altro gli parlò sopra senza nemmeno guardarlo "Ah, ma se becco il moccioso colpevole, gli farò ingoiare ogni pezzo di quella pomposa statua!" poi lanciò la scopa al suo compare e gli fece cenno di muoversi "Su! Mettiamoci al lavoro."
Orazio balbettò qualcosa riguardo al fatto che aveva recuperato il necessario per far lavorare solo lui, ma Gaspare non ci badò neanche questa volta. 
Moana e Jim ringraziarono la svogliatezza del custode in quel momento e pensarono, ingenuamente, di aver guadagnato ancora un po' di tempo prima di affrontare nuovamente la furia di Frollo.
Tuttavia non appena fecero per voltarsi, uno degli insegnanti della scuola li fermò, facendo presente a Moana di raggiungere subito l'ufficio del preside.


 
 
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NOTE AUTRICE:
 
Eccomi <3
Oddio, che periodaccio, dovevo aggiornare settimane fa, mi spiace essere cosi altalenante. Spero di tornare presto a pubblicare ameno due capitoli al mese, altrimenti questa storia rischia di concludersi tra cinque anni.
Anyway, vi aspettavate una risvolta del genere? Secondo me, sotto certi aspetti Frollo e la Umbridge si sarebbero pure trovati d'accordo xD
Judy non si è fatta abbindolare dalle parole di Frollo (e ci mancherebbe solo), ma mica poteva sapere lui della sua integrità morale. E anche Moana ha sbroccato.
Qui lei è arrivata proprio ad un punto di rottura, tutte le emozioni che sta provando alla fine sono scoppiate (o meglio, tecnicamente è scoppiata la testa della statua, ma tant'è). Purtroppo il capitolo mi è uscito più lungo del previsto, ho cercato di tagliarlo ma temevo spezzasse troppo l'atmosfera.
Volevo inoltre inserire un momento di complicità con Jim, che fa un po' da specchio al loro incontro nel lago nero. La dove Jim era in difficoltà e lei lo ha sostenuto, qui invece succede il contrario.
Che dire, spero di tornare prima possibile col prossimo aggiornamento. Nel frattempo, mando un abbraccio a chiunque sia arrivato fin qui.

 
~Spirit~   

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Capitolo 66
*** Tutti colpevoli, nessun colpevole ***


Cap 66: Tutti colpevoli, nessun colpevole

 
 Tadashi Hamada headcanons | Wiki | Big Hero 6 Amino Amino

 
     
Jim venne allontanato, seppur avesse tentato più volte di opporsi per non lasciar andare Moana.
Purtroppo era una faccenda che avrebbe dovuto affrontare da sola.
Una volta entrata nell'ufficio, ebbe una sensazione di malinconia nel vedere quanto fosse diverso rispetto a prima. C'era sempre una sorta di atmosfera leggera, soave, piena di colore e di storia. 
Nord era sempre stato come una figura paterna verso tutti gli studenti e insegnanti che varcavano la soglia della scuola.
Era impossibile per chiunque non pensare ad Hogwarts senzadi lui e mai come ora se ne stava rendendo conto.
Come spostò lo sguardo, vide davanti a sé la figura di Frollo "Un tentativo di fuga alquanto deludente. Pensavi davvero di potertela cavare senza conseguenze, dopo quello che hai detto?"
Rivederlo davanti ai suoi occhi con quell'espressione così furiosa, fece tornare in mente a Moana il perché di quella situazione, ripensando a quello che avevano subito i suoi amici per colpa sua ed immediatamente sentì una sensazione di rabbia invaderle il corpo, ma questa volta mantenne il sangue freddo.
Le reazioni di quell'uomo le facevano paura e avrebbe voluto sbattergli in faccia tutto quello che provava, ma doveva rimanere lucida. Almeno lei.
"No. Sarei comunque..."
"Silenzio!" sbottò, facendola sussultare.
E Frollo ne parve quasi compiaciuto "Un bel coraggio dire quelle cose davanti al tuo preside. Devo ammetterlo."
Moana ingoiò il rospo, non si pentiva di aver detto quelle parole, ma era ben consapevole che avrebbe avuto delle conseguenze.
Prima di dire altro però, ogni sua azione venne interrotta da voci esterne.
"Non è permesso disturbare nel bel mezzo di una convocazione" disse Frollo, visibilmente scocciato.
Il professore di Astronomia Delbert Doppler esitò qualche secondo prima di parlare "Lo sappiamo ma... A dire il vero, riguardo gli ultimi avvenimenti. Ecco... Ci sono stati degli sviluppi."
Solo allora Moana si rese conto anche della presenza di Jim. 
Lui fece un passo in avanti, appena l'insegnante ebbe finito.
"Mmh... Sì. Sono stato io a distruggere la statua" lo disse con un tono piuttosto menefreghista, come se fosse una cosa da niente. E nemmeno l'occhiataccia che gli rivolse Doppler servì a qualcosa.
"Jim!" fece l'insegnante, cercando di far trasparire un briciolo di autorità "Ti saresti spiegato a dovere, ma prima..."
"Cosa c'è da spiegare? E' stato un incidente" guardò poi Frollo "Se cerca il colpevole per quel gesto, sono io."
Moana scosse il capo, iniziando ad agitarsi "N_no! Lui non c'entra nulla!"
"Oh invece c'entro eccome!" fece Jim con un risolino. Doppler dietro di lui stava cercando di non sprofondare nell'imbarazzo.
Frollo al contrario non faceva trasparire alcuna emozione, si era spostato però verso di lui, scrutandolo con attenzione "Se pensa di potersi riscattare in qualche modo solo perché ha voluto confessare... Si sbaglia di grosso."
"Volevo solo fare la cosa giusta."
"Distruggere una proprietà privata? Minare la mia autorità?" lo incalzò.
Jim si morse la lingua per non dire altro, si limitò a scambiarsi un veloce sguardo con Moana. Cosa che venne notata anche da Frollo.
"Capisco" sollevò di poco le sopracciglia, sfoggiando un debole sorrisetto "La tua amica ha tenuto comunque un comportamento deplorevole."
Jim a quel punto tornò a fissarlo "Non sarebbe l'unica" rispose a tono.
Normalmente quel modo di fare avrebbe fatto innervosire chiunque , ma questa volta Frollo parve mantenere una calma tale che fece raggelare il sangue a Moana.
"Non verrebbe da stupirsi. L'indisciplina è uno dei tratti tipici dei..." si fermò, cercando di moderare le parole "Nati babbani..."
Quel modo non passò inosservato a Jim, che dovette mettere da parte tutta la sua buona volontà nel non rispondere in quel momento.
"Un fatto del genere non sarebbe mai successo a Durmstrang."
In quel momento anche il preside Sinbad entrò nell'ufficio, accompagnato da Tadashi. Frollo a quel punto era davvero scocciato da tutte quelle interruzioni.
"Mi domando come sia possibile fare una discussione senza essere interrotti?"
"Sono stato io a distruggere la statua!" si affrettò a dire Tadashi, senza nemmeno dare il tempo a Sinbad di parlare a nome suo.
Quell'affermazione lasciò spiazzati tutti.
In quel breve silenzio, Frollo sollevò un sopracciglio "Come?" chiese, lievemente sorpreso.
Moana non sapeva più chi guardare tra i due, erano diventati improvvisamente matti nel giro di pochi minuti.
Frollo a quel punto spostò lo sguardo su Sinbad, che sembrava ridersela sotto i baffi.
"Se si tratta di uno scherzo..."
"Ne sono completamente fuori" lo anticipò l'uomo, portando una mano sulla spalla di Tadashi "Ma il ragazzo è venuto da me subito dopo il misfatto. E sembra sincero."
"Lo sono" lui a quel punto si voltò verso Moana e sorrise appena. Cercando di rassicurarla.
"Anche io" disse Jim, riprendendo in mano il discorso "Siamo entrambi colpevoli, a quanto pare. Tutti e due."
"Tre!" aggiunse poi Moana, a testa alta.
Forse un gesto del genere sarebbe stato in parte apprezzato dal preside Nord, ma di fronte a Frollo era solo l'ennesimo atto di disobbedienza e indisciplina che tanto aveva cercato di reprimere in quella scuola.
"Pensate davvero di potervi prendere gioco di ME?" fece austero. Il tono lievemente minaccioso "Vediamo quando avrò sistemato ognuno di vo..."
"Su questo..." iniziò Doppler, affiancandolo "Mi vedo costretto ad intervenire."
"Ne abbiamo già avuto modo di discutere, il Ministero ha approvato la mia richiesta di interporre nuove regole disciplinari" lo liquidò velocemente il preside "Che ne siate favorevoli o meno..."
Doppler si scambiò un veloce sguardo con Sinbad, giocherellando con le mani per il nervoso "Stiamo parlando di TRE Campioni, non..."
"Tre Campioni che pensano di fare quello che vogliono" Frollo a quel punto si voltò per raggiungere la scrivania. Dopo una piccola esitazione, Doppler si fece nuovamente avanti, questa volta sfoderando tutta la sua determinazione.
"Se verrà fatto loro del male, mi assicurerò personalmente che il Ministero venga messo a conoscenza e di come questo intaccherà gli sviluppi del Torneo Tremaghi."
Quell'atto così improvviso stupì non poco anche Jim e Moana, conoscevano a lungo il professor Doppler e normalmente era sempre stato una persona molto mite, ben lontana dall'opporsi a qualcuno di una carica così alta. Sinbad al contrario loro, invece pareva piuttosto gongolante.
"Andiamo Claude..." gli si avvicinò, guardandolo con aria di sfida "Tu così ligio alla tradizione, vorresti davvero rischiare di fermare un Torneo tanto importante?" poi si allontanò e con una mano diede una pacca forte alle spalle di Tadashi e Jim "I ragazzi qui hanno capito l'errore e hanno confessato. Questa volta lascia gestire la giusta punizione ai loro insegnanti, o al preside di Durmstrang. Che da quel che mi pare di ricordare... Sarei io."
Si fissarono per un lungo silenzio, tanto da far iniziare a preoccupare i ragazzi. Sinbad non riusciva a tenere a bada il suo spirito giocherellone nemmeno in momento tanto cruciali, sembrava fosse più forte di lui, nonostante sapesse benissimo l'odio di Frollo per quel tipo di atteggiamento.
Ma d'altronde Sinbad non aveva mai nascosto la sua antipatia verso di lui e chiunque a Durmstrang. Frecciatine del genere erano all'ordine del giorno, e non sarebbe stata una carica diversa a far cambiare loro idea.
Alla fine, stupendo un po' perfino Doppler, Frollo sembrò accettare la proposta. Non disse molto, si limitò semplicemente a voltarsi per tornare di fronte alla sua scrivania "E sia."
"Davvero?" Doppler a stento riusciva a crederci.
"Una punizione troppo severa rischierebbe di non far disputare loro l'ultima prova..." prima di lasciarli andare però, si girò di scatto, indicando uno per uno i tre ragazzi "Ma che sia chiaro, che questo venga messo a verbale nel loro diploma" si fermò in particolar modo su Jim "Sempre... Se verrete promossi."
Jim si sentì in dovere di dire la sua questa volta, ma prima che potesse anche solo aprir bocca, la stretta sulla spalla di Sinbad si fece leggermente più forte.
"Ricevuto" fece lui, chiamando con un cenno i ragazzi "Coraggio, andiamo."
Mentre si allontanavano, Moana avvertì lo sguardo pungente di Frollo anche una volta uscita dall'ufficio.



Dopo aver percorso un breve tratto, Sinbad si lasciò andare in un'espressione più rasserenata, mollò la presa sui ragazzi e si concentrò su Doppler. Gli diede una pacca sulla spalla forse più forte di quanto avrebbe pensato, visto che rischiò di fargli cadere gli occhiali dal naso.
"Ottimo lavoro doc, ti sei fatto valere."
"Per l'ultima volta Sinbad, sono un Astronomo, non un dottore!" rispose esasperato "O meglio, sono un dottore, ma non quel tipo di dottore!" concluse gesticolando.
Sinbad alzò gli occhi al cielo, divertito nel vederlo irritarsi per una cosa tanto futile e alla fine questo fece sorridere anche i tre ragazzi, alleggerendo un po' quella tensione accumulata poco fa.
Ma il bel momento venne interrotto dalle successive parole di Doppler "Ad ogni modo...Non penso proprio che tutti voi vi siate messi d'accordo per compiere quel gesto tanto sconsiderato. Deduco che abbiate preferito prendervi la colpa per aiutarvi."
I tre si scambiarono un'occhiata in silenzio.
"Non so se ci sia davvero il colpevole tra voi. E non approvo il gesto, lo sapete..." continuò, togliendosi gli occhiali e iniziando a pulirli minuziosamente con un piccolo straccetto dalla tasca della sua giacca "Mi spiace vedere studenti tanto in gamba cedere all'ira in quel modo" concluse, rivolgendo una particolare occhiata a Jim.
"Frollo ha punito i nostri compagni!" intervenne Moana, incrociando le braccia.
L'uomo fermò la pulizia degli occhiali e la fissò. 
"Le sembra giusto?" continuò ad insistere lei.
"No, assolutamente." 
"Quindi?" chiese poi Jim, impaziente "Non farete niente per impedire a quel pazzo di comandare la scuola?"
Doppler sospirò, massaggiandosi il capo "E' complicato, Jim."
"Che cosa è complicato? Lui è uno solo, se tutti gli insegnanti si opporrann..."
"Non possiamo" lo fermò "Johnson lo ha fatto ed è stato licenziato, non possiamo perdere altri insegnanti, non adesso senza Nord e Bunnymund."
Jim fece per parlare, ma Sinbad lo precedette entrando nel discorso "Dovete capire che... Per quanto ci piacerebbe sbattere le chiappe di quel tipo fuori da quell'ufficio, al momento non è possibile e non possiamo permettere che altri insegnanti perdano il lavoro."
A quelle parole, Jim sbuffò infastidito "Non volete lasciare il posto, ho capito..." 
"Non vogliamo lasciare voi" lo corresse Doppler, serio.
Allora l'espressione di Jim cambiò, sentendosi improvvisamente meschino per quella battuta infelice. Con un po' di imbarazzo , provò a scusarsi, ma l'altro lo congedò.
"E comunque..." mormorò Sinbad, poco prima che si allontanassero "Detto in amicizia, quella statua era orribile."
La battuta suscitò inevitabilmente un risolino da parte dei tre ragazzi, mentre Doppler invece gli lanciò un'occhiata truce.
"Sinbad! Ma..."
"Oh d'accordo, d'accordo!" allora prese ad assumere uno sguardo più serioso, cercando di apparire più autoritario possibile "Ne riparleremo domani, ora filate nei vostri dormitori, tutti voi..." i suoi occhi slittarono poi sul Serpeverde "Tranne te, James."
Quest'ultimo cercò di tirar fuori le scuse più originali possibili, ma Doppler non si lasciò incantare, tanto che alla fine ebbe la meglio. Scortò via Jim e anche Sinbad sembrava in procinto di fare lo stesso con Tadashi, ma il ragazzo si offrì di accompagnare Moana almeno per un tratto.
Come c'era da aspettarselo, Sinbad si lasciò convincere in fretta e, dopo aver fatto l'occhiolino ad entrambi, raccomandò comunque a Tadashi di non metterci troppo tempo.
I due ragazzi si allontanarono in silenzio, passando per quel lungo corridoio ormai deserto.
"Deve averlo fatto arrabbiare" chiese Tadashi a Moana, indicando con un cenno del capo dietro di loro 
"Lo penso anche io..." ammise l'altra, pensierosa. 
"Credi che gli farà una bella lavata di capo?" 
"Forse, ma il professor Doppler ha molto a cuore Jim. Sa come prenderlo." 
Poteva giurare che tra tutti gli insegnanti, lui era quello che più aveva cercato di aiutare Jim in passato, quando aveva problemi a socializzare con chiunque.
Essendo un appassionato della cultura babbana, sapeva che ogni tanto Jim gli portava qualcosa che la sua famiglia usava tra la sua gente, come degli strani utensili per cucinare o delle carte da gioco.
"Forse tra lui e Sinbad, potremmo sperare in una punizione più fattibile" continuò lei "Grazie per il vostro aiuto, ma non dovevate mettervi nei guai per me."
"L'unione fa la forza!" le sorrise Tadashi "E poi non sarà così male, dai."
"Tu credi?"
"Se sono fortunato, forse passerò la mia punizione con te."
Moana si fermò, arrossendo appena. Tadashi era vicino a lei e la fissava con un lieve sorriso sulle labbra.
Non disse altro, anche perché ormai erano arrivati e si ricordava della premura del preside sul fatto di non fare troppo tardi. Moana d'altra parte provò a dire qualcosa, ma tutto quello che riuscì a fare fu rispondere al suo sorriso con uno timido e un po' impacciato.
"A domani" fece lui, accarezzandole una spalla mentre si allontanava.
Moana rimase ancora ferma, con il sorriso ormai bloccato in un'espressione fintamente allegra, quando dentro di lei avrebbe voluto sprofondare.
Temeva di piacere a Tadashi, dopo quel piccolo scontro tra lui e Jim alla seconda prova aveva ben pochi dubbi. Tuttavia, complice anche il fatto di sentirsi letteralmente incapace nell'ambito amoroso, e la paura di poter in qualche modo rovinare la loro bella amicizia si fecero presenti e le impedirono di agire.
Tadashi ormai si era esposto, forse non del tutto, ma presto o tardi lo avrebbe fatto. E la prossima volta avrebbe dovuto darci un taglio e cessare ogni suo tentativo in modo da non illuderlo ancora.
Una volta separati, fece per tornare al suo dormitorio, non aveva mai sentito il suo corpo reclamare così tanto un letto nemmeno dopo le due prove del Torneo. Era come se tutto lo stress accumulato le avesse esaurito le forze di punto in bianco.
La testa le faceva male, complice tutto quel groviglio di pensieri che non facevano che tormentarla, non avrebbe retto ancora per molto, se lo sentiva.
Quanto avrebbe voluto avere tra le mani una Giratempo e tornare a prima che tutto questo iniziasse: svegliarsi senza il pensiero di rimanere uccisa, Anna che dopo un breve momento di blackout appena sveglia, avrebbe riempito la stanza di domande, Merida le avrebbe tirato un cuscino in testa per zittirla, Judy invece sarebbe già stata alzata e vestita per andare a fare il suo solito giro per i corridoi. A colazione ci sarebbero stati Belle e Hiccup con cui scambiare quattro chiacchiere poco prima dell'inizio delle lezioni, con Jim perché odiava ogni tipo di socializzazione il mattino presto. 
Moana sorrise a quei pensieri.
Non aveva mai fatto caso quanto fosse bella tutta quella leggerezza, quella routine che ora le mancava più che mai. 
Ma ora era tutto diverso: l'anno stava per finire, Belle non c'era più, la scuola era cambiata.
Girò l'angolo e vide il ritratto che le avrebbe aperto il passaggio per entrare nel dormitorio, ma dell'uomo che stava all'interno non vi era alcuna traccia.
Sbuffò con aria esausta.
"Ci mancava solo questa."
Non era la prima volta che Alan-a-Dale (*) lasciava il suo quadro, probabilmente per andare a cantare qualche racconto durante gli anni in cui era ancora vivo. Lo faceva spesso, ma per fortuna era facile da individuare, bastava sentire le melodie della sua chitarra.
Appena mosse un piede per voltarsi, vide Judy arrivarle in contro. A quel punto lei scattò come se avesse appena visto un fantasma, complice anche l'illuminazione del corridoio.
"Merlino..." si portò una mano al petto e sospirò "Judy... Che stai combinando?"
L'altra inarcò le sopracciglia "Ti cercavo. Dopo oggi sei sparita, ho incrociato prima Tadashi e mi ha detto che stavi tornando al dormitorio" il suo sguardo poi sembrò ammorbidirsi "Tutto bene?"
Moana si portò una mano tra i capelli, spostandosi qualche ciocca "Si', sono solo... Stanca. Volevo andare a dormire, ma a quanto pare il cantastorie non c'è" avanzò poi di un paio di passi per superarla e darle le spalle "Meglio cercarlo, l'ultima volta una del terzo anno è rimasta fuori tutta la notte. Non vorrei fare la stessa fine."
"Siete stati mandati nell'ufficio di Frollo" continuò Judy, ignorando l'argomento del quadro.
Moana si strinse le spalle "Jim e Tadashi mi hanno dato una mano, e si sono presi la colpa al posto mio."
Judy sussultò, ma Moana, come se le avesse letto nel pensiero, si voltò per rassicurarla "Doppler e Sinbad si sono intromessi e ce la siamo cavata, non temere."
A quel punto l'altra si rilassò, grata che nessuno dei suoi amici avesse ricevuto quelle punizioni.
"Immagino che attaccare i Campioni sia alquanto sconveniente."
"E' quello che gli hanno fatto pensare."
Judy sorrise appena e portò le mani ai fianchi "Beh, essere scelti dal Calice ha i suoi vantaggi dopotutto."
Un sorriso forzato si formò sul volto di Moana "Già."
Spostò lo sguardo lungo il corridoio "Ci penso io a cercare Alan."
Judy sembrò annuire, anche se non pareva del tutto convinta.
Era stufa di tutto quel silenzio tra loro, prima erano migliori amiche, ma dal Ballo del Ceppo era andato tutto in discesa. Non c'era più quella confidenza di un tempo e tutto questo le mancava terribilmente, perché sentiva che in parte era colpa sua.
Sapeva di averla fatta sentire in colpa per la morte di Belle, non glielo aveva mai detto apertamente, ma era chiaro nel suo sguardo che si sentiva presa in causa e lei si odiava per questo. Non avrebbe mai voluto farla sentire così, non se lo meritava, non lei.
"Ehi... Ascolta..."
Moana la fissò perplessa.
Judy si era portata una mano tra i capelli ormai sciolti "Mi spiace davvero per come mi sono comportata in questi mesi. Se pensi che ti dia la colpa per quello che è successo a Belle... Devi sapere che non è vero. Se ti ho dato questa impressione ... M_me ne vergogno."
"Oh Judy..." Moana le si avvicinò, sorridendole per farla sentire almeno un po' meglio, ma lo sguardo dell'altra parve ancora più malinconico.
"Tu almeno la stavi cercando... Ed io cosa facevo nel frattempo?" Judy cercò di cacciare via le lacrime, ma stava diventando sempre più difficile "Forse, se fossi stata al ballo, non si sarebbe allontanata..."
"Nemmeno tu hai colpe" la rassicurò Moana.
Judy la guardò solo per qualche istante, poi abbassò nuovamente lo sguardo, trattenendo un singhiozzo "E' solo che... Mi manca..."
Di nuovo il silenzio, questa volta interrotto dalla voce bassa di Moana "Anche a me..." cacciò via una lacrima "Mi manca sentirla fantasticare su quel viaggio in Francia che avrebbe fatto dopo il diploma..." guardò Judy ma, non ricevendo alcuna reazione, continuò "Non faceva che parlarne, la alternava a quei rebus che faceva dopo pranzo."
Questa volta vide l'amica tirare leggermente un sorrisetto al lato della bocca, come se si fosse ricordata di un evento in particolare.
"Solo lei poteva rilassarsi con i rebus sull'alchimia" aggiunse Judy, cercando di buttarla un pochino sul ridere.
Era difficile per entrambe, ma sentivano che non parlandone, avrebbero potuto dimenticare le cose belle di lei, come quando le faceva sorridere, le loro giornate al Lago Nero, i pomeriggi di studio intensivo.
"Era sempre stata la sua materia preferita dopo Pozioni. Su quella non la batteva nessuno. Ricordo come brontolava quando qualcuno le chiedeva gli appunti ogni volta" continuò Moana.
Non volevano perdere quei ricordi e non voleva che Judy si crogiolasse in quel dolore per tutta la vita, dandosi una colpa inesistente.
Judy a quel punto tirò su col naso "Pensavano di facilitarsi il lavoro, ma Belle non era fatta così. Aiutare sì, copiare..."
"Assolutamente no!" recitò Moana e incrociando il suo sguardo. 
Per la prima volta da quando avevano iniziato a parlare, la vide sorridere un po'.
"Ricordi quei racconti babbani che leggeva sempre?" 
Il sorriso di Judy parve allargarsi "Assurdi! Come caspita fai a scambiare una mucca per dei fagioli?"
Risero entrambe, sentendosi stranamente un po' meglio.
"Adorava quella storia" sospirò Moana con un mezzo sorriso "Ma la migliore la sappiamo tutti qual è..."
Anche Judy sembrò della stessa opinione "Oh si. Com'è che lo descriveva? Posti esotici..."
"Intrepidi duelli, incantesimi..." continuò l'altra.
"Un principe misterioso!" conclusero in coro, finendo col mettersi a ridere.
L'atmosfera sembrava essersi alleggerita e per la prima volta per Moana e Judy sembrò come essere tornate amiche come un tempo.
"Era da tanto che non ci pensavo..." sospirò Judy, abbassando di poco lo sguardo.
Moana le posò una mano sulla spalla "So che è difficile, ma credo che... anche se male, dovremo far tesoro di questi ricordi" sorrise, ma la sua espressione si fece più malinconica.
"...Fa male" mormorò Judy a bassa voce..
La stretta dell'amica tremò "Lo so."
"Ma hai ragione. Smettere di parlare di Belle, sarebbe come smettere di ricordarla."
Si sorrisero, poi Moana la abbracciò "Siamo sempre migliori amiche, vero?"
Judy fece una presa ancora più forte.
"Sempre."
Entrambe erano così contente di aver finalmente chiarito che in quell'abbraccio sentirono un po' come se anche Belle fosse li con loro.
"Oh...Interrompo un bel momento?" fece la voce di Isabela alle loro spalle.
Moana avvertì il corpo di Judy irrigidirsi appena e sebbene fosse ancora avvolta in quell'abbraccio, poteva sicuramente immaginare la sua espressione in quel momento.
Se c'era una persona che non sopportava Isabela più di lei, era proprio Judy.
"E' tutto a posto" disse, sostenuta dallo sguardo dell'amica "Che succede?"
Isabela si stava lisciando i capelli con una mano, ma a quella domanda smise subito, irrigidendosi a sua volta.  
"A dire il vero...Vi stavo cercando" disse, distogliendo lo sguardo da entrambe "Tutte e due" aggiunse infine.
Prima che qualcuna di loro potesse dire qualcosa, Isabela fece un passo in avanti per rivolgersi principalmente a Judy "Volevo... Ringraziare innanzitutto te."
"Me?" fece lei un po' sorpresa.
"Camilio mi ha detto che hai provato ad opporti a quel pazzo. Poi... La situazione è andata com'è andata, ma almeno ci hai provato" arrossì appena "Ti era stata offerta la mia posizione di Capo-scuola e hai rifiutato."
Judy non sapeva bene come rispondere, era talmente abituata a lanciarsi solo delle frecciatine con lei da rimanerne quasi senza parole.
"Ti ho giudicata male, Hopps."
In tutti i sette anni che si conoscevano, probabilmente questo era stato uno dei pochi momenti, se non l'unico, in cui per la prima volta tra lei e Isabela sembrava essersi creata una sorta di tregua.
In quel momento non era la Isabela perfettina, sempre in competizione per la scuola. Forse lo avrebbe rimangiato il giorno dopo, ma in queste circostanze sembrava addirittura simpatica.
"Credo anche io" aggiunse, stupendo entrambe le ragazze "Come sta tuo cugino?" 
Isabela battè le palpebre un paio di volte, le faceva così strano fare una conversazione del genere con una che fino a poco tempo fa si era sempre scontrata.
"Meglio di prima, credo che smetterà con le imitazioni per un po'. Io e le altre cercheremo di non perderlo di vista" alzò poi lo sguardo verso Moana "E per quanto riguarda te... Hai avuto un bel coraggio prima. Una degna Grifondoro" sorrise.
Era seriamente compiaciuta, glielo si leggeva in faccia.
"Non so se definirlo coraggio, ma..."
"Hai espresso tutto quello che molti di noi pensano" disse Isabela, incrociando le braccia al petto.
Moana non disse altro, si limitò ad annuire e sorridere appena, tornando inevitabilmente col pensiero di quella terribile giornata. Isabela parve accorgersene e le si avvicinò "E' un problema se parliamo..." diede una veloce occhiata a Judy li vicino, per poi tornare a fissarla "In privato?"
Le due Grifondoro si scambiarono uno sguardo.
"E' per tu sai chi" la voce di Isabela si fece più bassa, come se avesse paura di essere ascoltata.
A quel punto l'altra capì a chi si stesse riferendo.
"Intendi..."
Isabela annuì.
"Ma non avevi detto che non sapevi nulla?"
La ragazza sospirò un po' spazientita e con una mano spinse Moana lontano da Judy in modo che non potesse sentire "Non te la prendere, torniamo subito!"
Judy non capì cosa diamine stava succedendo, ma da come la stava ignorando ora Isabela, iniziò a pentirsi di averla trovata simpatica poco fa.
Isabela cercò di ignorare il suo sguardo fulmineo e si concentrò sull'altra Grifondoro "Quello che hai detto oggi a Frollo mi... Mi ha spaventata..." abbassò leggermente lo sguardo, spostandosi dal viso una lunga ciocca dei capelli "Quando hai chiesto di nostro zio, parlavi di una... Profezia?"
Moana annuì "Si devo... Devo capire esattamente cosa fare."
"Ha fatto una profezia su di te?" chiese. Non sembrava scettica come la volta scorsa.
"Una specie..." rimuginò lei.
Ma la risposta sembrava non convincere del tutto Isabela.
"E' proprio questo il problema!" Si difese ancora Moana "E' sparito prima che potesse spiegare tutto. Io... Credo di dover fare qualcosa" si fermò, titubante "Qualcosa di importante..."
"Guarda che le profezie non sono manuali."
"Lo so bene. Ma se coinvolgono altra gente, voglio sapere più dettagli possibili."
Aveva una terribile sensazione e anche Isabela dal suo sguardo parve capire, almeno in parte, il suo stato di preoccupazione.
"Capisco."
Moana la guardò, decisa "Sai dove si trova, quindi?"
L'altra parve un po' riluttane nel rispondere, ma alla fine cedette "Non proprio, io non ho alcun contatto con lui. Sai come la pensiamo in famiglia..."
Purtroppo Moana non riuscì a trattenne un sospiro infastidito. Per quanto si sforzasse non riusciva ad appoggiare gli ideali della famiglia Madrigal, ma in quel momento poco importava.
Isabela aveva ancora lo sguardo abbassato, sembrava voler trovare le parole giuste per parlare "...M_mia sorella è riuscita a contattarlo tempo fa, si sono scambiati qualche lettera" vide l'espressione di Moana ancora perplessa e si affrettò a correggersi "Non Luisa, l'altra mia sorella."
"Altra?" Judy sbucò vicino a loro "Non hai mai parlato di un'altra sorella."
Isabela le lanciò un'occhiataccia in risposta "Quale parte di privato non hai capito?"
"Un po' difficile farlo in mezzo al corridoio" fece Judy sollevando le sopracciglia.
Isabela sbuffò "Se qualcuno non fosse così ficcanaso..."
A quel punto Judy assottigliò lo sguardo "Come scusa?"
"Ehi no!" le fermò Moana, mettendosi in mezzo "Per favore, non è il momento di mettersi a litigare!"
Le due si guardarono infastidite, ma decisero di comune accordo di fare una tregua. 
Moana fissò Isabela per poi indicare Judy col capo "Le avrei detto tutto comunque."
L'altra ci capì ancora meno e, sebbene Isabela non sembrasse particolarmente contenta di questo, alla fine accettò.
"Mia sorella... Mirabel" iniziò, dando una fugace occhiata a Judy "E' una magonò , ecco perché non ne sapevate nulla. E non vado di certo a raccontare della mia vita privata a chiunque!" tirò poi fuori dalla borsa una serie di lettere spiegazzate e gliele porse "Ecco, queste sono tutte quelle che si sono scambiate lei e mio zio."
"Quindi lo sapevi fin dall'inizio?" chiese Moana, mentre le leggeva.
Isabela sospirò, portandosi nuovamente le mani ai fianchi "Non andiamo molto d'accordo, ma... Sapevo che stava tenendo nascosto qualcosa. Può farmi arrabbiare quanto vuole, ma la conosco meglio di chiunque altro."
Lo sguardo delle altre due si addolcì un pochino, ma non dissero nulla per non interromperla.
"Comunicano per lettere da mesi ormai. Se Abuela lo sapesse... Mirabel sarebbe in grossi guai. E' per questo che le ho volute tenere io" si portò una mano sul viso, angosciata.
"Potrebbe sapere altro? Magari le ha detto qualcosa su dove si nasconde..."
"Non saprei, ma potrei provare a chiederglielo" vide guardarla in modo strano e allora si affrettò subito a rispondere "Abbiamo degli specchi comunicanti."
"Specchi comunicanti?" ripeté l'altra, dubbiosa.
Isabela si lasciò sfuggire uno sbuffo "Nostra madre ce li ha regalati lo scorso Natale, in modo da rafforzare il legame tra sorelle" finì le ultime frasi facendo le virgolette con le dita.
Moana le sorrise, grata di aver accettato di aiutarla "Grazie Isabela."
L'altra ricambiò, seppur un po' imbarazzata.
"Non ti ci abituare" scherzò, facendo l'occhiolino sia a lei che a Judy, per poi salutarle e allontanarsi verso il suo dormitorio.
Moana rimase a fissarla ancora per qualche secondo, in silenzio, finche' non avvertì lo sguardo curioso di Judy addosso "Ora dovrai spiegarmi MOLTE cose."



 
 
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NOTE AUTRICE:
 
Sono tornata!
Oddio questo capitolo, lo avrò riscritto dieci volte come minimo, ora stiamo arrivando ad un punto che mi ha sempre turbata a livello di storia. Nel senso che temo tantissimo che perda di qualità. Non so, paranoie mie probabilmente.
Ad ogni modo sono felicissima di continuare a scrivere, purtroppo il periodo è quel che è, poco tempo ma tanta voglia di andare avanti. Spero di tornare ad aggiornare con più frequenta verso ottobre.
In questo capitolo finalmente Moana e Judy si parlano e tornano ad essere amiche come prima. So che non era stata molto marcata questa cosa, ma alla fine non c'e' mai stato un vero e proprio litigio tra loro, semplicemente la morte di Belle le aveva allontanate perche' entrambe si attribuivano delle colpe, e non parlandone pensavano che una ce l'avesse con l'altra. 
Spero di aver reso tutto bene, mi sono divertita qui con le citazioni!


Alan-a-Dale (*): E' il cantagallo del film Robin Hood! Mi piaceva l'idea di un quadro che lasciava ogni tanto la sua postazione, così ecco Alan (nome del doppiatore originale) che si diverte a cantare le sue storie in giro per Hogwarts anche negli orari più insoliti.

Alla prossima!
 
~Spirit~   

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Capitolo 67
*** Orgoglio e Pregiudizio ***


Cap 67: Orgoglio e Pregiudizio

 
 Jack Frost Gif - Rise of the Guardians Photo (32401686) - Fanpop

 
     
Alla fine Moana raccontò a Judy tutto quello che aveva scoperto a partire dalla rivelazione di Mama Odie. Era un fiume pieno di parole, e ogni tanto Judy interveniva per dire la sua, ma lei le aveva lasciato il tempo di metabolizzare i fatti.
Quella stessa sera finalmente riuscì a sprofondare in un sonno pesante, forse anche in parte alleggerita nell'essersi esposta in quel modo.
Il giorno seguente Judy si diresse a Erbologia, e nonostante la testa ancora piena di tutte quelle novità della sera precedente, sapeva di doverle dimenticare almeno per quelle due ore, o non avrebbe superato un esame importante.
Era un test particolare quello che il prof Tuck aveva programmato da tempo e se da una parte non vedeva l'ora di mettere in pratica quello che aveva studiato, sapeva che la prova si sarebbe svolta a coppie di casa mista.
E tra tutti i Serpeverde che le potevano capitare, le era stato assegnato proprio Nick Wilde.
Un bel problema, visto che non si parlavano più e dal momento che né lei né Nick sembravano voler cedere, la prova purtroppo si trasformò in un vero e proprio disastro. Vennero addirittura colpiti dal veleno del fungo, decretandone la sospensione immediata.
Dopo aver bloccato la pianta con un incantesimo, Tuck li raggiunse in fretta per consegnare a loro un flaconcino contenente l'antidoto, intimando di assumerlo il prima possibile.
Nonostante quel tono apprensivo, la sua espressione parve più severa del solito, e sia Judy che Nick poterono benissimo immaginare il perché.
Non avevano fatto per niente una bella figura, si erano ignorati a vicenda, rischiando anche di sbattere tra loro durante una schivata dal veleno ed erano talmente concentrati sul "non volersi nemmeno guardare in faccia", da sbagliare addirittura le formule degli incantesimi.
Un vero macello.
Judy se ne vergognava incredibilmente, non era da lei sbagliare in quel modo una prova, se l'era sempre cavata, specialmente nella pratica. 
In più la delusione nello sguardo di Tuck la faceva sentire anche peggio.
"Wilde, Hopps" iniziò, massaggiandosi delicatamente la fronte "Vi ho messo in coppia per collaborare, non per farvi la guerra."
E finalmente i due si scambiarono uno sguardo, seppur breve.
"Mi dispiace" mormorò Judy.
"Volevi dire: CI dispiace" puntualizzò Nick, facendola un po' irritare.
Tuck sospirò nuovamente "Di questo passo sarò costretto a mettervi un'insufficienza."
A quell'affermazione gli occhi della ragazza si spalancarono "N_no! La prego io...P_posso farcela!"
"Forse intendevi dire: POSSIAMO farcela" la corresse ancora il compagno, guadagnandosi l'ennesima occhiataccia di Judy e questa volta, anche del professore.
"Wilde..."
"Mi faccia riprovare!" disse in fretta Judy, saltellando un pochino. Accorgendosi però di quello che aveva appena detto, si corresse in fretta per evitare l'ennesimo intervento del compagno "CI faccia riprovare!"
Vedendoli entrambi così dispiaciuti, alla fine l'espressione di Tuck si ammorbidì un po'. Non era mai stato un insegnante particolarmente severo e alla fine trovava giusto dare una seconda possibilità.
"Vi farò ripetere la prova" annunciò. 
Judy non riuscì a trattenere un saltello per l'emozione.
"Ma aspettate prima che l'antidoto faccia effetto, non ci vorrà molto" finì, cercando di assumere nuovamente un tono più severo.
I due annuirono, Nick non sembrava particolarmente convinto, tuttavia era contento di poter ripetere la sfida. Erbologia era una materia che gli era sempre andata a genio, sua zia Marian possedeva una serra e fin da piccolo era sempre stato circondato dalle piante.
Non erano carnivore o pericolose come quelle che insegnavano ad Hogwarts, ma poco importava.
Tuttavia restava sempre il problema della comunicazione, sia lui che Judy non sembravano voler fare un passo in avanti per fare pace e di questo passo, anche la seconda possibilità sarebbe stata sprecata.
Nonostante tutto, nessuno dei due sembrava capirlo. Jack invece, che aveva assistito a quella patetica sfida, non poté fare a meno di intromettersi e cercare, almeno lui, di fare quel passo in avanti per aiutarli a chiarire.
Sebbene la scelta più facile sarebbe stata quella di parlare prima con Nick, Jack aveva sperimentato fin troppo bene il suo orgoglio per sperare di persuaderlo. Inoltre era a conoscenza di alcuni dettagli che sicuramente non aveva detto a Judy.
E forse era giunto il momento di raccontare.
Così, dopo aver mormorato un "in bocca all'acromantula" a Tiana, si diresse da Judy, seduta in una zona della stanza, in completa solitudine. Un po' come Nick dalla parte opposta.
Le si sedette accanto e, dopo essersi soffermato un po' sui suoi compagni Serpeverde, rivolse la sua attenzione a Judy "Ancora non vi parlate?"
La vide sorridere appena.
"Tu che dici?"
"Andiamo..." Jack allora si lasciò cadere svogliatamente con la schiena contro la parete, assumendo una postura più svogliata "Terrete il muso ancora per molto? Siete noiosi."
"Ha fatto scappare Hans volontariamente. Lo sai questo?"
Lasciò passare qualche secondo, poi vide Jack annuire.
"E ti sta bene?" Judy si era esposta verso di lui, il tono più alto "Dovrebbe essere dalla nostra parte!"
"E lo è" ribatté l'altro.
La ragazza portò la mano all'interno della maglia e ne tirò fuori la collana che Esmeralda aveva consegnato ad Hans "Se questa collana non portasse a nulla? Hans potrebbe averci preso in giro con i suoi ricordi. Come faremo a trovare Namaari?"
"Non credo che Hans fosse nella posizione di mentire, che vantaggio ne avrebbe avuto?" Jack la osservò con una certa attenzione "E' praticamente un ricercato in entrambe le parti, quell'idiota pensava di essere tanto l'intelligente, ma si è scavato la fossa da solo. Credimi, se vuole salvare la pelle, non si farà vedere per un bel po'. Se siamo fortunati, mai più."
Judy portò lo sguardo da lui a Nick, dall'altra parte della stanza, anche lui di umore nero.
"Sei il suo migliore amico, lo difenderesti a prescindere."
Jack fece spallucce "Nah, se Nick fa una sciocchezza glielo dico" tornò poi a fissarla con uno strano sorrisetto sul volto "E anche tu sei sua amica, se per questo..."
Judy sbuffò, tornando ad avere il broncio di prima.
"Questa situazione non sta facendo bene al gruppo già fragile" sospirò Jack "Merida era il collante per Anna e Hiccup. Tu e Moana non vi parlate più..."
"Non è vero!" lo fermò "Noi ci... Siamo chiarite. Ieri." concluse in fretta.
Jack batté le palpebre "Ah, bene! Ad ogni modo..." tornò poi ad osservare la sfida di Tiana e una ragazza Grifondoro, che sembrava procedere anche piuttosto bene "Tenere il muso può servire a qualcosa?"
Ma Judy non rispose.
"Ti sei mai fermata a chiedergli il perché lo abbia fatto? Ci hai parlato?"
Ancora nessuna risposta, ma lo sguardo della ragazza parve titubante.
"Senti..." a quel punto Jack si sollevò in avanti per appoggiarsi con le braccia sulle ginocchia "Sei una secchiona, no? Fallo almeno per il voto. Se ripetete la performance di prima..." disse, indicando il professore "Oh... Questa volta Tuck non sarà così indulgente, quando vuole sa dare brutti voti. Ne so qualcosa."
L'espressione di Judy gli fece intendere che forse un po' era riuscita a convincerla e finalmente la vide alzarsi e raggiungere il posto vicino a Nick.
Stettero in silenzio per un po', osservando i prossimi partecipanti con la stessa espressione di chi era pronto per il patibolo.
Judy era ancora arrabbiata, ma per amore della sua pagella si era decisa a provare a collaborare e magari ascoltare quello che aveva da dirle.
Prese un lungo respiro, senza smettere di guardare di fronte a sé "Allora..."
"Ti fa ancora male?" la interruppe Nick, distaccato.
Istintivamente Judy si controllò le braccia. Poteva ancora sentire il bruciore di quelle ferite che le aveva causato Frollo.
"Ogni tanto" ammise, sollevando leggermente le spalle.
Nick mormorò qualcosa a denti stretti.
Judy avrebbe voluto dirgli di non preoccuparsi, che il peggio ormai era passato.
Ma ancora adesso se chiudeva gli occhi poteva ricordare perfettamente quei momenti.
"Ti ho visto parlare con Jack, prima" continuò poi Nick, forse cercando di distrarla "Fammi indovinare, ti ha chiesto di fare pace per il bene del gruppo?"
"Una specie."
Lui sospirò, rassegnato "Non riesce proprio a non intromettersi."
"Vorrebbe che tornassimo amici."
"Amici..." mormorò Nick, abbassando lo sguardo "Lo siamo mai stati sul serio?"
Judy parve leggermente sorpresa da quella affermazione "Ma certo!" vide l'altro sbuffare ancora e tornare a fissare svogliatamente l'incontro "Pensi che non lo siamo?"
"Penso che tu voglia far pace solo per non rovinare la pagella" disse Nick, lanciandole un'occhiata "O sbaglio?"
Le guance di Judy arrossirono un po'.
Ma stava iniziando ad infastidirsi "Vuoi davvero farmi la morale dopo quello che hai combinato?" infierì, ma non vedendo alcuna reazione continuò la predica "Se siamo in questa situazione è per colpa tua..."
"Lo so! Lo so! Va bene?!" sbottò Nick, la voce alta, ma per fortuna, complice l'ottimo lavoro che altri due studenti stavano facendo contro la pianta, nessuno sembrava essersene accorto.
Judy era rimasta ferma, non si immaginava una reazione del genere da parte sua e forse nemmeno Nick, che si lasciò subito cadere, esausto "Ho sbagliato. Lo so! Ho... Tentennato e Hans ne ha approfittato per scappare."
Vedendolo così frustrato, lo sguardo di Judy parve addolcirsi un po'.
"Cos'è successo?" 
Ma lui non rispose. Sembrò chiudersi ancora a riccio.
"Nick."
"Non posso dirtelo."
"Perché'?" chiese, confusa.
"Perché giudicheresti!" disse a bassa voce "E non saresti la sola."
Judy allora lo fissò duramente "Mi credi così superficiale?"
Nick avrebbe voluto rispondere, ma poi si bloccò e si voltò verso di lei "Ricordi il nostro primo incontro?"
A quel punto la ragazza si fermò per pensarci.
"Litigammo, mi pare."
"E perché litigammo?"
"Mi spieghi cosa c'entra?" chiese indispettita.
"Tu rispondi."
A quel punto rifletté ancora e finalmente se lo ricordò "Stavi distribuendo delle pozioni del Fuoco Incessante a degli studenti del primo anno."
Nick annuì, alzando le spalle "Lo ammetto, non è stata una grande idea farlo nel cortile. Ma ero ancora agli inizi."
"Era pericoloso" disse Judy "Stavi violando le regole della scuola."
"Sì sì quello che vuoi..." la fermò Nick, diventando improvvisamente serio "Per sbaglio uno dei ragazzini si ferì."
"E io chiamai l'insegnante" concluse Judy, confusa.
Continuava a fissarlo. 
"Non capisco dove vuoi arrivare."
Il ragazzo si era portato una mano sul mento, con aria pensierosa "Vediamo... Quel giorno dicesti una frase poco prima di andare via... Com'era... Oh aspetta!" si fermò, e il sorriso sparì di colpo.
"Dovevo aspettarmelo da un Serpeverde." 
la ragazza arrossì e fece per ribattere, ma lui le parlò ancora sopra "Vuoi fare la paladina di Hogwarts, ma hai sempre avuto un pregiudizio quando si trattava della casa delle mele marce. La casa di Morgana, no?"
La ragazza lo fissò duramente. Tuttavia, non se la sentiva di controbattere. Ripensando al suo comportamento in passato, poteva capire il perché di quell'attacco.
Seppur non le facesse piacere ammetterlo, forse Nick aveva in parte ragione. Non riteneva tutti i Serpeverde dei pessimi soggetti, ma aveva sempre tenuto una diffidenza iniziale verso di loro. 
Non voleva giudicare, eppure inconsciamente lo aveva fatto. E se ne vergognava.
"Ogni volta che c'è il minimo accenno a quella donna sembra che tu non veda altro!"
"Cerco solo di stare in guardia!"
"E Hans allora? Non lo avevi nemmeno preso in considerazione finché non avevi saputo dei suoi genitori" continuò Nick.
Judy fu come scossa da una scarica elettrica "Ma su di lui avevo ragione, no? Guarda cos'ha combinato!"
"La famiglia non stabilisce ciò che sei" si difese.
"Ma ci può far capire molte cose" ribatté l'altra.
"Allora anche io sono un pessimo soggetto?" sbottò, accusandola con fare severo.
Lei si bloccò.
"Perché sei Serpeverde?" chiese, scuotendo il capo "No Nick, tu non..."
"Non per quello."
Le ci vollero alcuni secondi prima di capire il significato di quelle parole, e in quel momento si ricordò di quel discorso che fece con Jack nella stanza delle necessità.
Ora tutto stava avendo un senso.
Cercò di riprendersi in fretta e vide Nick fissarla con intensità.
"Vuoi dire che..." ma si fermò, dando una veloce occhiata ai compagni, che per fortuna non li stavano prestando attenzione "I tuoi zii hanno avuto guai con la legge?" chiese, tornando a fissarlo.
Nick sospirò "Non i miei zii, ma i miei genitori."
Judy rimase ancora in silenzio. 
"Lo so... Immagina che spasso le riunioni di famiglia" reagì Nick.
La ragazza si sporse un po' di più e fece per appoggiare una mano sul suo braccio, ma lui si scostò.
"Lo avevi detto tu o sbaglio: la mela non cade tanto lontano dall'albero."
Lei serrò le labbra, mordendosele appena.
Lo aveva detto, ma era stato un impulso.
Una frase detta per ribattere su quell'odioso di Hans.
Non avrebbe mai pensato a Nick in quel modo, mai.
Ma come poteva farglielo capire, dopo un'affermazione del genere?
"Hans sapeva dei miei genitori" sospirò Nick, portandosi una mano ai capelli e arruffandoseli un po' "Non so... Forse... Forse in parte ho capito il suo voler essere diverso a tutti i costi dalla famiglia. O forse ho avuto solo paura che... Lo rivelasse, prima o poi." 
"Ascolta..." iniziò Judy, attirando nuovamente la sua attenzione "Questo non cambia niente."
Per un breve istante i loro occhi si incrociarono e vide Nick sorridere, ma durò poco e presto tornò a distogliere lo sguardo con diffidenza.
"Non cambia il fatto che resto il figlio di due criminali?" disse, con tono sprezzante.
"Non hai scelto la strada dei tuoi genitori."
"Ma potrei farlo."
"Non lo faresti mai" rispose Judy, avvicinandosi "Questo lo so."
Il ragazzo allora sorrise, amaramente e si passò una mano tra i capelli.
"Io... Non ho mai saputo cosa fossero capaci i miei genitori, forse ero ancora troppo piccolo. Quando avevo sei anni, vivevo in un piccolo quartiere pieno di maghi. Avevo un bel gruppetto di amici, ogni estate ci radunavamo per giocare in riva al lago, facendo dei finti combattimenti, imitando le creature magiche. Tra di loro c'era questo bambino poco più grande di me..." si fermò per un attimo, guardando Judy solo per qualche secondo "Era... un tipo a posto. Viveva vicino a casa mia, io conoscevo i suoi genitori e lui conosceva i miei. Suo padre faceva lo Spezzaincantesimi e un giorno subì un brutto incidente durante un viaggio...Una brutta maledizione lo colpì, uccidendolo poco dopo."
"Qualcuno ad Azkaban fece una soffiata, insinuando che quell'incidente era stato causato da un gruppo di maghi. Venne fuori anche il nome di Jonathan Evans... Mio padre" si affrettò a dire, intuendo la perplessità di Judy "Quando mi incontrai con quei bambini... Doveva essere una giornata normale. Ma una volta arrivato, loro non fecero che insultarmi" disse, cupo.
"Mi circondarono e...Mi picchiarono" continuò "Minacciarono di chiamare il Ministero per rinchiudermi ad Azkaban..."
"Nick..." tremò Judy "Eri solo un bambino..."
"Ma restavo il figlio di un assassino, e a loro importava solo questo!" esclamò, sicuro "E sai cosa disse mia madre? Tuo padre doveva farlo, Nicholas. Erano simpatizzanti dei babbani."
Fece una smorfia di disgusto, deluso e arrabbiato come non lo era da tempo.
"Nick?"
"Non volendo consegnarsi alle autorità, i miei genitori sparirono, mollandomi quel giorno stesso alla soglia della porta dei miei zii. Nemmeno sapevano di avere un nipote! Probabilmente fu l'unica azione giudiziosa che prese mia madre..." disse, con un vago sospiro "I miei zii fecero di tutto per allontanarmi da quel posto, cambiarono anche cognome e ci trasferimmo in un piccolo paese fuori Londra."
Judy ascoltò quel racconto provando un orrore incredibile. 
"Quel giorno promisi a me stesso di non mostrare più le mie fragilità. Essere smistato in Serpeverde mi ha fatto ricordare il legame con i miei genitori e a volte temo...Di poter diventare come loro" continuò serio "Forse sarebbe più facile: se già le persone si aspettano il peggio da te, non puoi deluderle."
Si sentì poi afferrare il braccio da Judy in una dolce stretta "Nick, tu sei molto più di questo." 
Si guardarono per un lungo momento, ignorando completamente i compagni che nel frattempo avevano quasi finito il giro.
Nick era arrossito, questa volta ne era sicuro, e purtroppo era talmente concentrato nel non farlo trasparire da non accorgersi che anche Judy era nella stessa situazione.
"Grazie per... Avermelo detto" gli sorrise e lui sentì nuovamente il cuore balzargli al petto.
Ma non disse nulla al riguardo.
"Non ti giudico. So bene chi sei e quanto vali. Mi dispiace averti detto quelle cose. Sappi che... Mi fiderò sempre di te."
Lui le sorrise appena. Imbarazzato sì, ma felice di quelle parole.
"Beh..." a quel punto si alzò, dandosi una leggera sistemata al codino "Credo sia arrivato il momento di smetterla con le moine e pensare a far cambiare idea a Tuck" lanciò un'occhiata a Judy con fare divertito "Non voglio di certo essere responsabile del tuo eccellente meno meno."
Lei sorrise di rimando e si prestò a seguirlo dal professore, con il cuore un po' più sollevato e probabilmente anche per Jack fu lo stesso, visto che aveva potuto osservare di tanto in tanto il loro riavvicinamento e ritenersi piuttosto soddisfatto nell'essere riuscito a spronare quei due testoni.
A piccoli passi si vedevano i risultati.



 
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NOTE AUTRICE:
 
So che è un po' cortino rispetto agli standard, ma qui ho voluto concentrarmi esclusivamente sul rapporto tra Nick e Judy, svelando anche alcuni altarini della famiglia Wilde. Era ora che si chiarissero anche loro.
Ve lo aspettavate? Ho voluto collegarmi un po' con la scena del film, anche se ho cambiato diverse cose, il passato di Nick qui è reso forse più pesante.
Ci saranno delle belle sorprese proprio su di lui e tutta la famiglia, i segreti non sono ancora stati svelati del tutto.
Grazie a chiunque passi a leggere la storia, so che efp ormai è morto e sepolto, ma sono sicura che ogni tanto qualcuno si palesa per dare un'occhiata a questa storia, inoltre ringrazio anche i lettori che lasciano ogni tanto le recensioni. Sono davvero troppo lenta a rispondere perché vorrei sempre scrivere tanto, vi ringrazio molto <3



Alla prossima!

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Capitolo 68
*** Pulsioni ***


Cap 68: Pulsioni

 
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"Allora ci tiene un po' a noi studenti" disse Moana sotto il ramo dov'era prima atterrata una grossa aquila scura.
Con una scusa blanda lei e Kristoff avevano convinto Ralph ad aiutarlo con delle commissioni e, dopo aver individuato il pennuto scorrazzare nei pressi della foresta,  aveva deciso di seguirlo.
Kristoff invece avrebbe tenuto Ralph ben distante.
"Allora?" chiese ancora, portando le braccia sui fianchi.
L'aquila non dava cenno di volerla ascoltare, continuava a beccarsi il piumaggio, spostando la testa in varie direzioni.
Se non lo avesse visto trasformarsi a lezione, probabilmente non lo avrebbe riconosciuto così facilmente, ma era convinta si trattasse di Maui Johnson.
In un primo momento si spazientì, pensando la stesse volutamente ignorando, ma poi pensò che forse non voleva semplicemente dare nell'occhio.
In effetti, se qualcuno l'avesse vista conversare con un'aquila avrebbe velocemente fatto due più due.
Così fece finta di cercare qualcosa tra i cespugli, ben attenta nel guardarsi attorno.
"Ascolti, se è davvero chi penso chi sia, devo parlarle. So che non può farsi vedere qui, ma ci possiamo incontrare alla Testa di Porco ad Hogsmeade, questa sera alle 23:00."
Non era un pub che amava visitare, ma sapeva che non era particolarmente apprezzato nemmeno dagli insegnanti e per tanto, utile per non farsi beccare.
Nonostante l'orario, era meglio restare prudenti fino alla fine.
L'aquila mosse la testa un paio di volte e, dopo aver battuto le ali, spiccò il volo, addentrandosi sempre più nella foresta.


 
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Al termine della lezione di Incantesimi, Elsa stava sistemando le sue cose senza prestare molta attenzione a ciò che le succedeva attorno.
Ad un tratto avvertì una strana presa sulla sua caviglia e prima che se ne rendesse conto, cadde a terra come un sacco di patate proprio di fronte ai suoi compagni di corso.
Una risatina si sparse tra quel piccolo pubblico, e sebbene non avesse ancora alzato lo sguardo, capì immediatamente chi fosse, visto che non era la prima volta che le veniva giocato uno scherzo del genere.
Laurette, una delle tre gemelle, stava bisbigliando qualcosa ai suoi compagni vicini. E dalle loro espressioni non era difficile intuire l'argomento.
"La Campionessa è un po' sbadatella" la canzonò, incentivando qualche studente ad unirsi alla presa in giro.
Elsa afferrò subito le poche cose che le erano scivolate dalla borsa e senza dire nulla si rialzò, sentendo un dolore pulsante alla caviglia e dopo averle dato una veloce occhiata la vide leggermente arrossata.
La caduta doveva essere stata più brutale del previsto.
Dato che i commenti sul suo conto non sembravano cessare, decise di esprimere la sua a Laurette, ancora intenta a sbeffeggiarla.
"Potevo farmi seriamente male, ti rendi conto?!"
La ragazza fece un'espressione palesemente sconcertata, voltando poi lo sguardo ai suoi compagni "Perché mi guardi così? Io non ho fatto niente!"
"Come no. Ogni volta che mi capita qualcosa ci sei sempre di mezzo tu o le tue sorelle!"
A quel punto il sorrisetto di lei si spense "Forse intendevi Paulette, visto che Claudie è ancora terrorizzata che tu possa farle del male." 
Calò un silenzio tombale tra i presenti.
Elsa avrebbe tanto voluto raccontare l'intera storia, che era stato Hans a darle quella collana e che Claudette era capitata per sbaglio. Ma non poteva esporsi così tanto, e purtroppo non reagendo dava solo la convinzione a quelle ragazze del contrario.
Inizialmente la situazione di Paulette venne fatta tacere, finché non uscì un articolo sulla Gazzetta dove "insinuava" che la Campionessa avesse gettato quella fattura su di lei. 
Da quel giorno Laurette non fece che incentivare quella diceria, arrivando a farle dei piccoli dispetti durante la giornata. Purtroppo ben studiati per farli sembrare incidenti, come l'acqua rovesciata addosso per sbaglio durante lezione di Incantesimi, lo scambio di pozione che la fece abbaiare come un cane ogni volta che apriva bocca, o in quell'ultimo caso, farla inciampare.
Il tutto sempre di fronte a qualcuno, come se le sorelle volessero umiliarla costantemente in pubblico.
"Non le ho fatto niente" disse, con un'autocontrollo che fece solo infervorire maggiormente Laurette.
"Mia sorella si è ustionata da sola, infatti."
"Non ho detto questo."
"Sai che non è ancora in grado di muovere bene il braccio? Non riesce nemmeno a guardarsi allo specchio, dice di non sentirsi più nostra gemella!" la indicò, piena di rabbia "Ed è solo-per-colpa-tua!" 
Il tono di voce era alto e aggressivo, nonostante cercasse di mantenere il controllo si vedeva che la cosa la stava emozionando a tal punto che alle ultime parole aveva tremato, rischiando quasi di piangere.
L'amore che provava per le sue sorelle era evidente, un elemento in comune che in un altro universo forse avrebbe reso lei ed Elsa amiche.
Per quanto la detestasse, comprendeva quella rabbia. Quando Hans aveva rapito Anna, era talmente infuriata col mondo che avrebbe fatto e detto qualsiasi cosa pur di tenerla al sicuro.
"Avrai ingannato la preside con la tua aria da brava ragazza, ma non la racconti giusta a noi" disse, alludendo probabilmente a quegli altri compagni rimasti dietro di lei "Le voci si spargono sai? Ora sappiamo come hai ingannato il Calice, visto che te la fai col professore."
A quell'affermazione Elsa si paralizzò "C_Come?!"
"Le voci circolano..." fece l'altra con una smorfia "Andresti a letto con chiunque pur di ottenere il tuo scopo."
"Ma di che stai parlando?!"
La risatina contenuta di Laurette le fece ribollire il sangue dalla rabbia.
"Ecco perché hai attaccato mia sorella, perché anche lei sa bene quanto tu sia ipocrita e opportunista!"
Le voci ora stavano iniziando ad aumentare, tra bisbigli e qualche mormorio di dissenso, sguardi che non lasciavano spazio al dubbio.
Le stavano credendo veramente.
"Ora smettila Laurette, non è carino!" dichiarò Charlotte mentre si faceva spazio tra i compagni.
La ragazza alzò lo sguardo verso di lei "Non è carino neanche quello che ha fatto a mia sorella, TUA amica. Stai davvero difendendo questa pazza..." si voltò poi verso Elsa, squadrandola "Per non dire altro."
Lei a quel punto avvertì una forte rabbia montarle in corpo.
Strinse forte una mano.
Quanto avrebbe voluto zittirla in quel momento.
Sarebbe bastato così poco. 
Solo una semplice mossa e...
"NON FARLO!"

 

Fallo...


Elsa si bloccò di colpo, spostando lo sguardo nella direzione dell'urlo.
Jack Frost sembrava visibilmente preoccupato, gli occhi sbarrati che slittavano da lei alla sua mano e solo allora Elsa si rese conto di averla sollevata  appena.
Anche tutti gli altri si erano voltati verso di lui, facendolo arrossire per l'imbarazzo. 
Laurette aprì la bocca per parlare quando l'intera vicenda venne interrotta da un'altra voce, questa volta femminile.
"Cosa sta succedendo qui?!"
Uberta si fece largo tra gli studenti, dando una leggera spintonata a Jack per sorpassarlo. 
"Non riesco a crederci che tra tutti proprio voi stavate per fare una rissa!" affermò sconvolta, lanciando una furente occhiataccia ai presenti, spettatori compresi "UNA RISSA! Se il preside Frollo lo venisse a sapere..."
"Preside Uberta, non stavamo facendo nulla del genere" concluse Laurette con una leggera smorfia "Non mi permetterei mai di mancarle di rispetto in quel modo."
Elsa le lanciò un'occhiata poco gentile, ma decise di restare in silenzio per non allarmare nuovamente la preside.
"Ah no?" Uberta batté
le palpebre. L'umore nero pareva essersi fermato di colpo "Allora perché quel ragazzo ha urlato?" la mano con cui teneva un piccolo ventaglio si spostò in direzione di Jack, suscitando sguardo perplesso e una notevole dose di imbarazzo da parte sua.
Lui farfugliò qualcosa a bassa voce.
Effettivamente non sapeva bene cosa dire. Per la prima volta non aveva la risposta pronta.
"A dire il vero lo stava dicendo a me" intervenne Charlotte ridacchiando "Vede, vorrei passare dal biondo grano al bianco neve per esaltare il colore dei miei occhi." prese poi Jack sottobraccio, dandogli delle piccole pacche sulla mano "Non prende bene le notizie, è MOLTO sensibile sull'argomento capelli!"
Uberta li osservò con uno strano cipiglio, le braccia sui fianchi ed uno sguardo sospettoso.
"Vero?" chiese Charlotte, stringendo di più la presa sul suo braccio per invogliarlo a parlare.
Alla fine Jack, dopo un attimo di smarrimento, prese ad annuire ripetutamente come per confermare "Assolutamente, poi potrebbe pentirsene. Insomma... Guardi me!" e si indicò la chioma bianca.
Uberta sembrò convincersene "In effetti..." borbottò, osservando con una strana espressione la capigliatura del ragazzo. Ma subito dopo fece cenno sia a lui che a Charlotte di disperdersi e con loro anche i restanti che erano rimasti ad osservare.
Elsa lanciò a Jack un'occhiata torva, quel tanto che bastava da fargli capire di non intromettersi più.
Non le era piaciuto quell'intervento, lei non stava facendo nulla, stava solo pensando di attaccare Laurette, ma non lo avrebbe mai fatto sul serio, di fronte a tutti.
...
Si era così.
Doveva esserlo per forza.
Uberta, dopo essersi assicurata che tutti i ragazzi si fossero allontanati, rivolse la sua completa attenzione alle due ragazze, ancora di fronte a lei che non smettevano di squadrarsi con astio.
"Mi auguro sia davvero come abbia detto la signorina La Bouff. Rimarrei molto delusa dal vostro comportamento se scoprissi che..."
"Laurette sta raccontando bugie sul mio conto" la interruppe Elsa, gelida.
Lo sguardo sconcertato della donna si spostò sull'altra ragazza "E' vero signorina Bimbettes?" non fece tempo a farla rispondere tuttavia che riprese la manfrina "Si tratta di quell'articolo? Lo sa molto bene come la penso su quelle accuse. Ciò che è successo a sua sorella è orribile, ma non vedo come la signorina Arendelle possa centrare con..."
"La collana era sua!" sbottò Laurette, rossa in volto per la rabbia "E' stata lei!"
"Non è vero!" ribatte' Elsa, altrettanto alterata. 
"Bugiarda!" gli occhi della bionda si ridussero a due fessure "Sei solo una..."
"Ora basta così!" esclamò la preside alzando le braccia con fare teatrale "Contegno ragazze. Contegno!"
Le due rimasero a fissarsi in cagnesco, tuttavia la sfuriata della donna fece scemare almeno un po' quella rabbia repressa.
Uberta si portò una mano sulla fronte per sistemarsi meglio la tiara, mentre con la coda dell'occhio osservava le due giovani scambiarsi sguardi fulminei "Vi pregherei di smetterla prima che la situazione peggiori" sospirò, alludendo sicuramente ai recenti atteggiamenti di Frollo "Non mi piace mettere punizioni, ma mi vedrò costretta se non la finirete con questa faida."
Laurette provò a dire qualcosa, ma venne prontamente zittita "Lei non ha alcuna prova al riguardo!"
"Ma..."
"La signorina Arendelle non ha fatto del male a nessuno" continuò lei fiera "Su questo ne sono assolutamente certa."
Elsa si irrigidì.
Era sollevata che Uberta non desse peso a quelle voci, tuttavia sentì in colpa.
Non aveva fatto del male alla sorella di proposito, ma aveva ferito Milo, i suoi genitori e Jack.
Laurette non poteva saperlo, ma lei sì.
"Per tanto la pregherei di non incentivare queste voci di corridoio, sono stata chiara?" 
In un primo momento Laurette non sembrò ascoltarla, ma alla fine dovette prendere atto della sua posizione e moderare il suo atteggiamento.
Si scusarono entrambe, accusando il colpo ed abbassando un po' la cresta per non farla alterare ulteriormente.
Vedendole finalmente accondiscendenti, Uberta parve sciogliersi un pochino "Bene, ora vorrei scambiare qualche parola con la signorina Arendelle, in privato."
Laurette, annuì senza battere ciglio, ma prima di allontanarsi definitivamente si avvicinò un'ultima volta ad Elsa "Continua pure a fare l'innocente di fronte alla preside, ma prima o poi, tutti si renderanno conto di chi sei veramente."
Elsa non disse nulla e purtroppo dovette fare buon viso a cattivo gioco. Ma guardando quella ragazza andare via ebbe la sgradevole sensazione che la sfuriata di Uberta non l'avrebbe fermata dalle sue accuse e dopotutto, ormai le voci si stavano già spargendo.
Ben presto tutta la scuola avrebbe spettegolato di lei e del professor Pitch.
"Ho preso appuntamento con Madame Felton per il fine settimana" disse la preside, distogliendola da quei pensieri.
La ragazza la guardò un po' disorientata.
"Per la bacchetta! Non creda che me la sia dimenticata, non può di certo continuare le lezioni in questo modo. Un mago non è un vero mago senza la sua bacchetta, ricordalo bene" recitò in maniera altezzosa.
Questa volta Elsa annuì, tenendo comunque lo sguardo rivolto verso il basso.
Le dispiaceva cambiare bacchetta, ingenuamente aveva pensato di tenerla nascosta per un po', nella speranza di poter trovare un rimedio, ma nelle ultime lezioni di Incantesimi aveva dovuto far fronte al problema e come c'era da aspettarselo, Uberta si era subito esposta per fargliene avere una nuova.
Non avrebbe di certo potuto fronteggiare l'ultima sfida senza la bacchetta, a detta sua.
La verità era che Elsa ultimamente stava ragionando sempre di più come manovrare il suo potere durante la sfida, ignorando l'utilizzo della bacchetta.
"Mi auguro che episodi del genere non si facciano più sentire tra gli studenti di Beauxbatons" disse infine Uberta e, dopo essersi accertata che Elsa abbia capito, la congedò, dirigendosi dalla parte opposta del corridoio.
Elsa camminò con lo sguardo ancora rivolto verso il basso e rimuginando su quanto si era detta prima con Laurette e, come se il destino non volesse lasciarla in pace. 
La vide parlottare con altre compagne di Beauxbatons, mentre si passava il rossetto.
Sentì nuovamente quel moto di rabbia invaderla.

 

Fallo...


Lontana da sguardi indiscreti, concentrò il suo interesse su quel rossetto che si stava mettendo sulle labbra. Facendo molta attenzione, mosse leggermente la mano tentando di spostare il suo potere su di esso.
Bastarono solo pochi secondi e le labbra di Laurette vennero attaccate al rossetto da un sottile strato di ghiaccio. La ragazza balzò all'indietro rischiando addirittura di scivolare contro uno studente che passava li vicino, mentre le altre due amiche la osservavano sconvolte.
"Che succede Laurie?!"
"Non si stacca! Non si stacca!" piagnucolò Laurette mentre cercava invano di togliere quel rossetto dal labbro inferiore, ma il dolore nel cercare di strapparlo la faceva mollare la presa pochi secondi dopo che ci provava "Aiutatemi! Non riesco a levarlo!"
Sembrava già sull'orlo di una crisi di nervi, e mentre l'altra sua amica tentava di tranquillizzarla, ironizzando sul fatto che qualcuno possa averle giocato uno stupido scherzo, l'altra si stava già allontanando per cercare l'infermiera.
"E' stata Elsa! Te lo dico io, è stata quella psicopatica!" urlò Laurette in preda alle lacrime.
"Ma cosa dici?" disse l'altra, tentando di aiutarla "Sarà quel cretino di Durmstrang che ci ha provato con te ieri, deve averlo incantato."
Mentre Laurette stava battendo i piedi per la rabbia, Elsa stava già allontanata per non destare altri sospetti.
Sapeva che la sua azione avrebbe creato ancora più astio con le gemelle Bimbettes, ma in quel momento non le importava e anzi, non poteva che sentirsi vagamente fiera per come aveva gestito i suoi poteri in quel modo.
Era riuscita ancora a controllarli e aveva usato il minimo della sua forza. E fu in quel preciso istante che si fermò di colpo.
Rifletté attentamente su quegli ultimi pensieri, il fatto di aver attaccato il rossetto alle labbra di Laurette ed improvvisamente una piccola e folle idea le balzò in testa.
Si allontanò da quel corridoio, ma invece che dirigersi a lezione di Erbologia corse verso la sua stanza del dormitorio, aprì il cassetto dove teneva la sua bacchetta spezzata e, tenendo ben salde le parti, concentrò come meglio poté la sua energia, cercando di sprigionarla attorno alla bacchetta.
Poco dopo avvicinò i due pezzi tra loro, alcune schegge di ghiaccio iniziarono a crescere e, quasi come se fossero attirate l'una dall'altra, una volta unita, il ghiaccio prese a circondare l'intera bacchetta.
Sorrise. 
Con estrema gioia vide che le due parti erano perfettamente attaccate l'una all'altra, il ghiaccio si era come solidificato attorno, creando una leggera ramificazione argentea fino alla punta della bacchetta
Elsa la guardò con gli occhi che brillavano di entusiasmo.
Ce l'aveva fatta ancora.



 
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NOTE AUTRICE:
 
Non vedevo l'ora di inserire questa parte! Elsa sta acquisendo sempre più sicurezza con i suoi poteri!
Le Bimbettes si fanno vive, o meglio...Questa volta solo una sorella, che ha preso di mira la povera Elsa.
Eh si, se vi ricordate diversi capitoli fa, quando Jim aveva raccontato a Moana di Elsa e Pitch, avevo accennato che qualcuno aveva origliato la conversazione...Ed ecco svelato finalmente il mistero!
Ora Elsa dovrà affrontare anche queste voci, ma per il momento sembra essersela cavata.
Resta solo a vedere se riuscira' a frenarsi col tempo.



Alla prossima!

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Capitolo 69
*** Due pinte e un succo ***


Cap 69: Due pinte e un succo

 
  Maui voiced by Dwayne Johnson MOANA (2016),...
 
 
     
La sera stessa Moana utilizzò ancora il passaggio segreto e, una volta uscita dalla Stramberga Strillante, si diresse verso il locale. Un po' titubante, ma al tempo stesso anche incuriosita, entrò per dare una veloce occhiata all'interno.
Sapeva che non era un posto adatto a dei ragazzini e ricordava bene le avvertenze del professor Tockins nel stargli fortemente alla larga.
Tuttavia era il luogo più indicato in quel caso per parlare privatamente, nessuno dei suoi insegnanti lo frequentava ed era più che certa che un tipo come Frollo ne sarebbe stato alla larga.
Appena entrò, notò subito che la luce del locale era lieve e l'interno poco illuminato, dato l'orario pensava fosse mezzo vuoto, invece con sorpresa vide più gente del previsto, ovviamente tutti adulti.
Si guardò un po' attorno, alla ricerca di qualsiasi segno di Maui e, dopo qualche sguardo un furtivo qua e la, iniziò a sentirsi tremendamente a disagio.
Non le piaceva quel posto. Per niente.
"Ehi, ragazzina!" fece quella che sembrava una cameriera al bancone, una donna anziana, capelli grigi e uno sguardo che ti faceva capire quanto poco amasse il suo lavoro "Non è posto per te qui, ti conviene tornare a casa." concluse gettando la cenere della sigaretta al di fuori di un piccolo vassoio.
Moana balbettò qualcosa di poco chiaro, finché non si sentì afferrare per una spalla e trascinare più indietro in modo da permettere a Maui di parlare.
"Bertha! Quanto tempo!"
"Ma se ti vedo più dei miei nipoti..." brontolò l'altra, alzando gli occhi al cielo. 
Maui rise e fece cenno a Moana di seguirlo in un tavolo libero.
"Lei è con me."
"I minori non sono ammessi qui."
"Oh, andiamo Bert!"
Ma lei non mosse ciglio.
"Berty, Berthimeravigliosa!" recitò ancora Maui, provocando un esasperato roteare degli occhi della donna.
"Tanto mi volevo licenziare." borbottò, gettando il resto della sigaretta per terra.
"Sempre ottimista!" esclamò lui facendole l'occhiolino.
Moana si sedette nel tavolino più distante, non capiva se Maui lo avesse scelto di proposito per poter parlare in privato o se semplicemente non ci aveva prestato attenzione. Tuttavia si sentiva sollevata in sua compagnia.
Vedendola così guardinga e sospettosa verso gli altri avventori del locale, Maui non poté fare a meno di sorridere divertito "A queste persone non piace che li si fissi in quel modo" mormorò mentre sorseggiava la bevanda che aveva ordinato prima di sedersi.
Moana arrossì fortemente e distolse subito lo sguardo, spostandolo verso la sua parte di tavolo vuota.
Passarono una manciata di secondi, poi Maui posò il bicchiere mezzo pieno, girandoselo un paio di volte "Devo ammetterlo, mi hai nuovamente sorpreso."
E per la prima volta da quell'incontro, gli occhi della ragazza slittarono su di lui, confusa.
"Hai questa aura da brava studentessa, eppure mi hai chiesto di incontrarci in un locale del genere di notte..."
"E' l'unico posto dove sono sicura che nessuno ci riconoscerà" si giustificò lei.
"Hai distrutto una proprietà della scuola..." continuò con noncuranza Maui.
Moana si bloccò "C_Come ha fatto a saper..."
"Alla guferia piace spettegolare..." iniziò a borbottare lui con fare pensieroso "Quel cosetto... Sten, Ben o qualcosa del genere, è stato un ottimo informatore."
Allora la ragazza capì che stesse parlando di Sven, il gufo di Kristoff.
"Non fare quella faccia, hai idea dei guai che combinavo alla tua età? Ricordo quando io e i miei compagni abbiamo creato il l'arena dei duelli" Maui sorrise a quel ricordo, lasciandosi trasportare dalla nostalgia "Ah...Bei tempi."
"Intende il club dei duellanti?"
"Arena dei duelli" specificò lui, indispettito "Al club ci poteva accedere chiunque sapesse tenere in mano una bacchetta, e gli incantesimi non erano nemmeno un granché. Credi che sia diventato così bravo con il solo aiuto della scuola? Ho fatto la maggior parte da me."
"Quindi si incontrava in segreto con i suoi amici per combattere?"
"Per combattere seriamente. Niente regole o insegnanti che ci fermavano appena le cose si facevano difficili. Era una vera sfida! Sono più che sicuro che nessuno abbia ancora scoperto quel posto" disse, tirando un lungo sospiro "Ad ogni modo, di cosa volevi parlarmi?"
Lei fece per rispondere quando la voce dell'uomo la sovrastò ancora "E non chiedermi di tornare, perché non è possibile finché Frollo è al comando. Il meglio che posso fare è rimanere qui vicino, senza farmi beccare ovviamente." lasciò qualche secondo prima di mettersi a ridere.
"Capito? BECCARE!" rise, battendo una mano sul tavolo "Perché mi trasformo in un'aquila! E..." vedendo però lo sguardo scettico di Moana, smise di ridere e preferì iniziare a bere "Guasta-feste."
Normalmente avrebbe voluto ribattere, ma era comunque contenta di quanto gli aveva rivelato, battuta a parte.
Era rimasto vigile per controllare lei e gli altri studenti, in fin dei conti si era affezionato a loro.
"Allora?" chiese ancora lui, vedendola così silenziosa.
E finalmente Moana decise di vuotare il sacco e raccontare quello successo nelle settimane precedenti, tutte le regole che Frollo aveva applicato a scuola, i timori di Rapunzel. Maui ascoltava in silenzio, completamente impassibile, tant'è che iniziò a temere si fosse incantato.
Poi, quando passò alla rivelazione di Mama Odie sul Calice, lui ebbe uno scatto talmente improvviso che fece quasi cadere il bicchiere di birra.
"Ah! Ma pensa la vecchia Mama!" disse, battendo più volte la mano sul tavolo per trattenere una risata "Devo le mie scuse a Nord, ho sempre pensato ci fosse lui dietro a tutto questo."
"Davvero?" chiese Moana incredula.
"Ora è un po' ammaccato, ma è stata una vera leggenda, credimi" disse "Lo credevo l'unico in grado di incantare quel Calice. Sai... Per quanto io sia sensazionale, non credo di esserne in grado. Me la cavo di più ai duelli!" concluse facendole l'occhiolino.
Moana avrebbe tanto voluto rispondere con una battuta, ma fortuna voleva che la barista si era intromessa, frenandole la lingua.
"Sai, ricordo ancora quando io e il mio gruppo ci incontravamo di nascosto per sperimentare gli incantesimi più pericolosi! Roba che non vi insegnano a scuola, questo è certo..."
"Mi chiedono dai bassifondi se devo portarti qualcos'altro, o non posso fare la mia pausa sigaretta" si intromise Bertha, interrompendo la conversazione.
Maui la fissò indispettito "Sai... Non dovresti fumare così tanto."
"E tu non dovresti farti gli affari miei" rispose lei, rimanendo con la stessa espressione impassibile. 
"Mi chiedono dai bassifondi se devo portarti qualcos'altro, o non posso fare la mia pausa sigaretta."
"Sai... Non dovresti fumare così tanto."
"E tu non dovresti farti gli affari miei" rispose la donna, rimanendo con la stessa espressione impassibile. 
Maui la guardò storto per un secondo, poi alzò leggermente la mano "Per me un'altra pinta!" ma come tornò a concentrarsi su Moana, venne ancora interrotto dalla voce gracchiante di Bertha.
"E per tua figlia, che porto?"
Lui quasi si strozzò con la saliva.
"Ti sembro così vecchio?!" sbottò.
Bertha gli diede una veloce occhiata, poi alzò le spalle "E io che ne so."
"Questa volta niente mancia per te!" fece Maui con un gesto offeso.
La donna portò le mani ai fianchi "Non dai mai la mancia, spilorcio."
Alla fine l'uomo borbottò qualcosa di poco conto, facendo cenno come se volesse scacciare via un moscerino fastidioso "Per lei un succo di frutta, è ancora una bambina."
Mentre Bertha si allontanava con passo lento e svogliato, Moana rivolse a Maui un'occhiata secca "Vedo che dimentica sempre che ho quasi 18 anni."
"Appunto. Una bambina!" disse con un sorrisetto.
Lei sospirò ancora, ma decise di non infierire più del dovuto, il tempo era poco e non voleva di certo buttarlo discutendo su quel genere di cose.
Anche Maui sembrò dello stesso pensiero "Ad ogni modo, sei sicura di voler indagare su quella profezia? Da quello che so io, quel tipo è sparito da anni, potrebbe addirittura essere morto ora" si fece stranamente serioso, ma non la insospettì più di tanto.
Lei sollevò le spalle "Perché non dovrei? Se c'è in gioco la vita mia e dei miei amici devo sapere tutto il possibile. Troveremo Bruno, costi quel che costi."
"E come farai con la faccenda del Calice?"
"Mi sono informata e non sta scritto da nessuna parte che non posso allontanarmi, basta essere presente alla sfida" concluse Moana alzando il capo "Credo."
Nel volto dell'uomo si formò un lieve sorriso, ma solo per poco "Beh, se vuoi sapere il mio parere. E' una perdita di tempo."
"M_Ma..."
"Numero uno" la fermò, sollevando un dito della mano "Quella ragazza... Elsa. E' seguita da Black. Io non piaccio a lui e lui non piace a me, ma so riconoscere che sa il fatto suo, è stato uno dei pupilli di Nord."
"E' così ben voluto da lui?" 
Maui allora fece le spallucce "Strano eh? Non sono in molti a vedere il buono in tutti. E' facile lasciarsi condizionare dal giudizio, Nord ha sempre aiutato noi poveri reietti della società."
Tornò finalmente Bertha con le due bibite, appoggiandole svogliatamente sul tavolo e allontanandosi con il suo solito passo lento e apatico.
"Reietti?" continuò nel frattempo Moana. Aveva preso quel succo di frutta dal colore alquanto discutibile e fece per annusarlo. Temendo potesse essere andato a male.
"Quando sono stato sospeso come auror, nessuno si fidava abbastanza da darmi un lavoro" disse Maui, trattenendo un rutto per via della troppa birra "Nessuno, tranne Nicholas. Lui crede nelle seconde occasioni, è così che ha fatto con me."
A quel punto Moana aveva deciso di abbandonare del tutto il tentativo di bere quella roba e si concentrò su di lui.
"E qual è la storia del professor Black?"
"La sua storia..." Maui prese ad osservare un puto del soffitto con fare pensieroso "So solo che era un bambino prodigio, un po' troppo interessato alle Arti Oscure."
Moana sobbalzò appena.
"Le praticava?"
"Come le può praticare un ragazzino" disse lui dubbioso "Ascolta, Pitch non ha mai spiattellato la sua storia a nessuno, quello che so è solo questo. Non pratica più quella roba, è pulito da quando la guerra è cessata. E' stato Nord a trovarlo ed è sempre stato lui ad aiutarlo quando nessun altro lo ha fatto."
"Nemmeno i suoi genitori?"
"Non aveva..." allora Maui si fermò, diventando stranamente cupo "I genitori." 
Moana rimase in silenzio, aspettandosi un continuo di quel dialogo, ma Maui parve cambiare totalmente argomento. 
Aveva cercato di sistemarsi più comodo, appoggiando un braccio sul tavolo ed uno sulla sedia.
"Perciò non devi preoccuparti. Elsa controllerà i suoi poteri e finché starà ad Hogwarts, Namaari e la sua cricca non potranno entrare."
"E cosa mi dice di Frollo?"
"Un problema alla volta. Rapunzel potrebbe anche essersi confusa."
Moana inarcò un sopracciglio "Lei crede?"
Calò ancora il silenzio e lo sguardo di Maui cedette.
"No. Chi prendo in giro, uno così non può che stare dalla parte opposta!" brontolò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli "Mi informerò, ma potrebbe anche non essere il solo. Malefica ha più  sostenitori di quanti tu ne possa credere!" il tono di voce parve più preoccupato "Voi cercate di non mettervi troppo nei guai. E tu lascia perdere tutte queste cose sulle profezie."
Moana fece per ribattere "Fossi in te, non mi immischierei in questa faccenda, quella roba porta solo guai. Condizionerebbero il tuo giudizio" continuò Maui "Fidati, ne so qualcosina anch'io." 
Era talmente palese che volesse continuare il discorso che alla fine anche Moana si convinse e gli diede il via libera di parlare.
Si prospettava una serata più lunga del previsto.
Lui non se lo fece ripetere due volte e, come un bambino che poteva finalmente raccontare del suo viaggio al parco giochi, riprese il discorso da dove lo aveva interrotto "Sai, per me non è stato sempre tutto in discesa. Da piccolo ho avuto problemi ad... Integrarmi."
"Non piaceva ai suoi compagni?" chiese Moana, con un mezzo sorriso "Lei? Davvero?"
"Lo so! I ragazzini sanno essere molto crudeli" rispose, non cogliendo l'ironia "Una volta, quand'ero ancora un Maui piccolo piccolo, fecero anche a me una previsione. La mia richiesta era semplice: quando sarei potuto brillare anche io?" sembrava come quando si era messo a raccontare alla classe delle sue imprese il primo giorno di lezione, Moana si chiese se alla fine fosse una di quelle.
"Venne predetto il mio successo, sarei diventato un vero eroe per la comunità! E questo mi diede la spinta per impegnarmi al massimo. Fu uno dei più giovani a diventare auror, ma... Non era abbastanza. Ero sempre in seconda linea..." disse "Ero in gamba..." aggiunse ancora.
Moana trattenne un sospiro.
"...Ma non il migliore. Non ancora. Per quanto mi sforzassi, non riuscivo distinguermi" le si avvicinò, picchiettandosi più  volte la testa "C'era sempre quella vocina che mi ripeteva: Quando ce l'avrei fatta? QUANDO?!" concluse con enfasi.
La ragazza si era allontanata un pochino, incuriosita, ma al tempo stesso un po' intimorita.
"E... Alla fine..." Maui strinse gli occhi a due fessure.
"...Alla fine?" chiese Moana, ormai completamente rapita dalla storia.
Lui scattò all'indietro, fermando con una mano il bicchiere che stava traballando "Ce la feci, che domanda! Fine della storia!" prese dunque a bere con nonchalance, dietro un silenzio tombale della ragazza.
"Non capisco... Cosa c'entra con quello che stava dicendo poco fa?" chiese Moana dubbiosa.
A quel punto vide Maui tossire fortemente per non rischiare di strozzarsi, colto alla sprovvista da quel commento.
"Giusto... Ehm..." il suo atteggiamento cambiò completamente ed ora sembrava non avesse minimamente voglia di parlarne. Cosa che fece insospettire ancora di più  la ragazza.
"Non mi ha raccontato tutta la storia..."
"La cosa non ti deve riguardare" tagliò corto lui.
Moana gli lanciò un'occhiata fulminea "Ma è stato lei ad iniziare!"
L'uomo tuttavia si era chiuso a riccio, evitando anche il suo sguardo. Allora la ragazza si rialzò da quel tavolo, recuperando velocemente la giacca che aveva appoggiato sulla sedia, ma come provò a sollevarla, la voce di Maui fermò ogni suo gesto.
"La verità è che... Ero talmente ossessionato dal voler rendere il mondo un posto sicuro..." trattenne le ultime parole, ma quando vide la ragazza sedersi al suo posto, parve più  sicuro "Da non prendermi cura dei miei compagni..."
Finalmente incrociarono lo sguardo e Maui questa volta non parve il solito altezzoso.
"Non sono portato per i lavori di squadra, devo ammetterlo, ma Raya mi piaceva. Sapeva sempre dire la frase al momento giusto" sorrise "Era un vero terremoto, e Namaari..."
"Namaari?!" chiese, si era inclinata di più verso di lui, con entrambe le braccia appoggiate sul tavolo "Q_quindi conosceva bene quella donna?!"
"Lavoravamo tutti e tre insieme. Sai, è stato strano rivederla... Ma ha conservato ancora tutto l'odio verso di me."
"Perché?"
"Beh sai, competizione, caratteri per niente compatibili. Lei era... Così pretenziosa e boriosa!"
Moana si morse la lingua, ma non poté fare a meno di sollevare un sopracciglio.
Stava descrivendo Namaari o se stesso?
"Quindi non andavate d'accordo."
"Per niente!" sorrise Maui "Raya era l'unica in grado di tenerci a bada. Ma dopo...." gli occhi si fecero tristi.
Moana rifletté attentamente e dall'occhiata che le riservò capì quanto l'argomento fosse ancora difficile da reggere.
"Eravamo tutti auror eccezionali, e questo non mi avrebbe permesso di emergere, dimostrare che valevo qualcosa. Dovevo sempre sottostare a tutte quelle regole e... Un giorno mi arrivò una soffiata su un gruppo di bracconiera che cercavano un nido di Bolcini nei pressi della foresta di Marunween."
Moana strabuzzò gli occhi "B_bolcini? E'... E' stato lei?"
Ricordava molto bene quell'articolo, sua madre era da sempre stata molto appassionata di creature magiche e la notizia del ritrovamento di Bolcini aveva fatto il giro di tutto il Regno Unito.
"Puoi scommetterci! Di per sé era già straordinario, ma a dire il vero, erano proprio quelle persone ad interessarmi. Tra di loro c'era una delle spie più viscide di Malefica: Bruce Rothbart."
Moana si gelò.
Quel nome.
Era lui ad aver ucciso la sua amica.
"Avrei dovuto avvertire la squadra, ma... volevo assicurarmi che non fosse un buco nell'acqua" continuò l'altro, serio.
La ragazza sollevò nuovamente un sopracciglio.
"E va bene! Volevo agire da solo per prendermi il merito! Hai idea del salto di carriera che avrei potuto fare?!" sbottò di colpo Maui, rosso in viso.
"Rothbart lavorava per Malefica?"
"Si, anche se da quel che si dice... Non amava prendere ordini. Fu il primo a voltarle le spalle poco prima della guerra, ma non essendosi mai consegnato, il suo nome è ancora tra i ricercati." 
Moana ascoltò con interesse, ma quando vide il volto del professore farsi più cupo, il sorriso le si spense.
"Purtroppo lo sottovalutai, così come anche i suoi compagni. Erano più di quanti avrei potuto affrontare. Ma proprio quando pensavo che sarebbe finita, Raya e Namaari mi trovarono e cercarono di aiutarmi..." a quel punto deglutì, come se trovasse faticoso andare avanti, gli occhi erano diventati lucidi. 
Passò un minuto buono di silenzio, sovrastato dalle voci di alcuni maghi che ancora chiacchieravano e bevevano al di la del locale e le urla di Bertha nel consegnare alcune bibite di cui aveva perso l'ordine.
Moana era rimasta ferma ad aspettare che Maui si riprendesse, non se la sentiva di intervenire, a giudicare da come si era chiuso in se stesso, non sembrava averne mai parlato con qualcuno prima d'ora.
Alla fine, anche un po' per fargli capire che lei c'era, passò una mano sul suo braccio.
Maui sobbalzò appena, ma non lo mosse via "Ero talmente preso dal voler eccellere che... Nemmeno mi resi conto del rischio che avrei corso. E che avrei fatto correre ai miei compagni" disse, aveva ormai distolto completamente lo sguardo da lei e stava fissando intensamente quel bicchiere di birra, ormai quasi vuoto "La maledizione fu fatale. Vidi Raya cadere di fronte ai miei occhi... E Namaari..." si fermò.
Dopo un'altra manciata di secondi, alla fine si riprese e allontanò la mano di Moana dal suo braccio "Namaari perse un'altra persona cara... Non mi perdonò mai." 
"Un'altra?"
Maui annuì lentamente "Era orfana di madre. Morì durante la guerra magica" la guardò "Perdere qualcuno che ami può cambiarti completamente. Tu non... Non puoi ragionare con lei in questo momento."
Lo sguardo di Moana si indurì "Lei vuole uccidere Elsa. Se noi le parlassimo..."
"Non funzionerà!"
"Deve pur esserci un modo! Non tutto deve per forza portare alla morte di qualcuno e non possiamo dirlo senza averci provato. Se esiste un modo per evitare spargimenti di sangue, lo troverò!"
Come finì la frase, si rese conto del modo in cui la stava guardando Maui, di quel sorrisetto appena accennato e l'aria più addolcita.
"Cosa?"
"Me la ricordi un po', Raya" disse, malinconico "La parte testarda intendo."
Moana scosse il capo, ma questa volta si sentì meno incline a contestare una sua battuta.
"Non lo finisci?" Maui indicò il succo di frutta ancora intatto e lei gli fece cenno di prenderlo pure. Nel mentre lo assaggiava, Moana avvertì il ticchettio dell'orologio segnare la mezzanotte passata, così raccolse subito le sue cose per andarsene.
Prima di allontanarsi tuttavia, il suo sguardo scivolò nuovamente su Maui, ora con un'espressione completamente disgustata per quella strana bibita.
Gli sorrise "Non avrei mai pensato di dirlo, ma quasi mi mancano le sue lezioni."
"Ah-ah, racconta meno bugie" la provocò Maui, alzando il capo "Chi c'è ora al mio posto?"
"Una certa Tremaine, nemmeno lei è un granché."
A dire il vero, a Moana le metteva i brividi. Era una donna molto austera nel suo modo di fare, non alzava particolarmente la voce, ma sapeva essere altrettanto minacciosa nello sguardo. Inoltre ad ogni lezione era accompagnata dal suo gatto, che spesso non faceva che interrompere gli studenti saltando per i loro banchi e mettendo in disordine le loro cose.
"Ti ringraz..." l'uomo sollevò le sopracciglia, scontento "Ehi!"
Moana rise e successivamente anche lui.
"Beh, in fondo non sono mai stato portato per queste cose. Sono più un uomo d'azione!" concluse con uno sbuffo.
La ragazza non se la sentì di controbattere, e per questa volta lo lasciò fare.
Non era il migliore degli insegnanti, ma aveva i suoi pregi.



 
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NOTE AUTRICE:
 
Siamo quasi giunti al capitolo 70! Ci sono ancora cose da fare prima dell'ultima prova, quindi abbiate pazienza, la strada è ancora lunga.
Nel frattempo, in questo capitolo viene approfondito un po' il passato di Maui e Namaari come auror. Mi piaceva l'idea di questa squadra tra loro due con Raya.
Così come nel film, il gesto di Maui ha portato ad una grave conseguenza: Il salto di carriera lo ha fatto, ma con la perdita di entrambe le sue compagne di squadra.
Volevo creare questo piccolo momento tra lui e Moana, nel film mi è piaciuta molto la loro chimica e volevo tentare di conservare qualche scenetta tra loro.
Per concludere, spero che siate riusciti a riconoscere Bertha. Era doveroso inserire anche lei prima o poi e mi sembrava perfetta come cameriera/barista alla testa di porco. 

Raya è la protagonista del film Raya e l'ultimo drago.

Bertha Packard è uno dei personaggi del film Atlantis: l'impero perduto.



Alla prossima!

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Capitolo 70
*** Libera ***


Cap 70: Libera

 
  Frozen Photo: Elsa Frozen | Disney princess frozen, Elsa frozen, Disney  princess pictures
 
 
     

Il click della macchina fotografica attivò una luce talmente forte da intontire i due poveri ragazzi.
"Ecco fatto. Ancora complimenti per la vittoria, vi farò avere una copia della foto se volete" con un ultimo cenno la fotografa si allontanò, lasciando Elsa e Milo ancora con lo sguardo un po' frastornato.
Il ragazzo si tolse subito gli spessi occhiali per passarsi una mano sulla faccia "Ho chiuso gli occhi, vero?" chiese, voltandosi verso Elsa. La sua espressione gli diede la conferma "Ho chiuso gli occhi, di nuovo!" esclamò, imbronciato "Fantastico, dovevo aspettarmelo."
"Se lo sapevi, perché lo hai fatto?" chiese Elsa incuriosita.
"E' più forte di me, forse è un riflesso" si giustificò "Non ho una sola foto da piccolo in cui non ho gli occhi chiusi. Per anni i colleghi di mio nonno avevano dubitato del colore dei miei occhi" come finì il discorso, sentì la lieve risata di Elsa al suo fianco e si immobilizzò, ancora con gli occhiali in mano e un leggero sorriso sulle labbra.
Elsa se ne accorse e si fermò "Cosa c'e'?"
"Dovresti sorridere più spesso." 
Lei era arrossita e aveva distolto lo sguardo, iniziando a toccarsi la punta di uno dei suoi guanti. 
"S_scusa!" balbettò Milo, rendendosi conto di aver esagerato "Non intendevo che...Che tu..."
"No, hai ragione" lo fermò, senza distogliere lo sguardo dalle mani "Non sorrido molto, in verità. Forse è anche per questo che non piaccio molto alle persone."
Non era arrabbiata, era ben consapevole di non sorridere spesso, d'altra parte era sempre per conto suo.
"A me piaci."
Voltò il capo verso di lui, le sopracciglia sollevate e un'espressione sorpresa.
"I_intendevo il tuo sorriso!" disse ancora Milo, iniziando a sudare freddo per l'agitazione.
"Ehi voi!" 
Quel momento di interruzione fu la salvezza, visto che riprese finalmente a respirare come doveva. 
"Devo rifarvi la foto" continuò la ragazza, dando un lieve cenno col capo a Milo "Credo che il signorino qui abbia chiuso gli occhi."
"Lo sapevo!" Milo si risistemò velocemente gli occhiali che nel frattempo gli erano leggermente scivolati sul naso e rivolse uno sguardo complice ad Elsa "Visto? Che ti dicevo!"
Lei non disse nulla, ma sorrise e così fece anche per l'intera durata della foto.



Elsa aveva appena finito di scrivere i suoi pensieri nel diario che le aveva regalato Pitch e, nel sistemare la libreria, la foto appesa su di uno scaffale era scivolata sulla scrivania.
Quella foto era rimasta tra le cose più preziose che aveva, e che spesso, come quella sera, le capitava di fissarla e tornare con la mente a quei dolci ricordi, talmente lontani da sembrarle surreali. 
All'inizio lei e Milo non si conoscevano molto. Elsa lo teneva a debita distanza, così come gli altri compagni, ma in seguito, grazie anche alla perseveranza del ragazzo, riuscirono ad interagire e...Inaspettatamente, si ritrovarono più simili di quel che immaginava.
Metterli in coppia nei compiti in classe era risultato vincente per alzare ancora di più la media dei loro voti, il loro progetto su Rune Antiche aveva addirittura vinto il riconoscimento della scuola.
Elsa si lasciò andare a quei ricordi, avvertendone però un terribile magone.
Quanto avrebbe voluto che le cose fossero andate diversamente.
Le mancava così tanto.

Il lieve picchiettio della porta la distolse da quei pensieri.
Elsa drizzò subito il capo, ascoltando il bussare farsi leggermente più insistente.
Si chiese chi mai potesse essere, dal momento che non udiva alcuna parola. In un primo momento immaginò fosse Uberta, ricordandosi subito dopo che il suo bussare era sempre stato più insistente e frenetico, insolito inoltre per lei rimanere in silenzio durante tutto il procedimento.
Pensò ad Anna, magari voleva parlarle dopo quella discussione avuta a lezione. Forse l'aveva raggiunta per scusarsi.
Senza dire niente, alla fine si diresse verso la porta, aprendola leggermente per poter intravedere chi fosse a disturbarla a quell'orario e non appena vide Pitch Black alla soglia, sbiancò.
"C_Cosa ci fai qu..."
Ma lui la scavalcò senza troppe pretese, entrando in camera sua.
"Chiudi la porta." 
Elsa non se lo fece ripetere un'altra volta, diede solo una veloce occhiata al di fuori per controllare che nessuno fosse nei paraggi e poi chiuse tutto talmente veloce che il venticello le scompigliò i capelli, ancora legati, facendone cadere alcuni sul viso.
Solo quando sollevò il capo verso Pitch si rese conto nel guaio in cui si erano andati a cacciare.
Un insegnante era appena entrato in camera sua, di notte.
Se anche solo una persona si fosse accorta di questo avrebbe dato ancora più credito alla storia di Laurette, lei sarebbe stata espulsa e Pitch avrebbe sicuramente perso il lavoro.
Era furiosa. Cosa diamine gli stava passando per la testa?
Lui al contrario, non ne sembrava minimamente preoccupato. Stava dando un'occhiata attorno alla stanza  "Aspettavi qualcun altro?"
Elsa indicò se stessa, fissandolo con un cipiglio irritato "Certo che no!"
A quel punto gli occhi dell'uomo si concentrarono finalmente su di lei, sollevando di poco il sopracciglio "Bel pigiamino, comunque" e si sedette vicino alla scrivania, senza badare allo stato d'animo della ragazza.
Elsa era arrossita, l'ultima cosa che avrebbe voluto in quel momento era discutere con addosso la camicia da notte. Pitch nel frattempo aveva adocchiato la foto di lei e Milo e se la stava passando tra le mani con una certa curiosità.
"Questo è il tuo amico?"
Ma lei gliela sfilò via, avvertendo l'aria attorno farsi un po' più fredda.
"Cosa ci fai qui? Potevo avere una coinquilina per quel che ne sapevi!"
Pitch trattenne una risata, anche se con fatica "Una...Coinquilina. Tu?" prese poi a guardarsi attorno, il sorrisetto che si ostinava a non celare. Come se in fondo si stesse divertendo.
"Devi piacere proprio tanto alla preside per meritarti una stanza tutta tua."
"Non è stato facile. Le mie zie sono riuscite a convincerla" tagliò corto "Ora dimmi perché sei qui."
"Non parli mai di loro" la interruppe "Sono tue parenti di sangue?"
Elsa strinse il pugno libero, sentendo di star seriamente perdendo la pazienza.
A quel punto finalmente l'altro sembrò rendersene conto. Si rialzò dalla sedia, cercando di smorzare un po' quella tensione "Voglio solo conoscerti meglio."
La ragazza si portò la mano libera sulla fronte e prese un lungo respiro per calmarsi "A quest'ora? In camera mia?" chiese, spazientita "Perché sei qui. Davvero?"
Pitch si strinse le spalle "Ho saputo di un certo problema ad una studentessa di Beauxbatons...E ho pensato ci fosse il tuo zampino."
Elsa si girò di spalle, titubante nel rispondere. 
Era preoccupata. Temeva di aver esagerato e che forse il suo scherzo era stato più violento del dovuto.
"N_non è grave?" chiese con una notevole nota di speranza.
Sentì l'uomo ridere. L'unico che sembrava divertirsi per davvero in tutto questo "Le hanno staccato il rossetto, sta bene."
Lei tirò un lungo sospiro, rasserenata, anche se al tempo stesso non si sentiva completamente in colpa. E purtroppo quella consapevolezza la fece stare peggio. Non voleva essere quel tipo di persona, ma era così arrabbiata per quello che le aveva detto Laurette che in fondo...Un po' se lo meritava.
"Ora è il mio turno a fare le domande" iniziò Pitch, passandole vicino.
"Devo farti vedere una cosa!" senza nemmeno dargli il tempo di rispondere, Elsa raccolse dalla scrivania uno strano scrigno di colore argenteo. Estrasse la bacchetta che si trovava all'interno e la consegnò a lui, facendogli cenno di osservarla per bene.
Lui la controllò, in un primo momento non capì cosa stesse alludendo, ma una volta capito che si trattava della stessa bacchetta spezzata durante la seconda prova, il suo volto cambiò di colpo. La prese tra le mani, osservandola con una certa curiosità e ammirazione.
Vedendolo reagire in un modo che non si sarebbe mai aspettata, Elsa si sentì ancora più compiaciuta per quello che aveva fatto.
"E' stupefacente" disse Pitch in un sussurro "E' così simile..." ma si fermò ancora prima di concludere, lanciando uno sguardo furtivo ad Elsa.
"Come farai a spiegarlo alla preside?"
Lei sollevò le spalle "Mi inventerò qualcosa."
"Non finisci mai di sorprendermi."
Sentì le guance infiammarsi nuovamente.
"Ho imparato dal maestro."
Si sorrisero.
"Sei brava. Ma non pensare di raggirarmi così."
Di colpo l'espressione di Elsa cambiò.
Pitch si rigirò la bacchetta tra le mani, lanciandole un fugace sguardo "Tornando al discorso di prima, come mai hai reagito in quel modo?"
Lei non rispose.
"Elsa..." pronunciò quel nome con una strana dolcezza che le fece venire i brividi lungo la schiena "Ti puoi fidare di me."
Nonostante tutto, Pitch le era sempre rimasto accanto e se c'era una cosa che aveva imparato in tutto quel tempo, era di non tenersi tutto dentro, ma condividere quei dubbi.
Lui riusciva a capirla davvero.
"Laurette ce l'ha con me per quello che è successo a sua sorella e sta...Sta spargendo delle voci..." a quel punto finalmente si voltò per guardarlo negli occhi "Su di noi." 
Non si era resa conto di quanto Pitch si fosse avvicinato a lei, ricordandole inevitabilmente il giorno in cui si erano baciati per la prima, ed unica volta.
Forse aveva sbagliato qualcosa, non poteva saperlo.
Pitch non si era più fatto avanti e lei aveva accettato quel silenzio fatto di sguardi e sorrisi, sperando in cuor suo di non aver fatto un errore.
"E' convinta che sia stato tu a raccomandarmi per il Torneo" continuò, cercando di rimanere concentrata.
Pitch trattenne un risolino, passandosi una mano sul viso "E questo perché..."
"Perché pensa che abbiamo una storia!" esordì lei, ormai stufa di girarci intorno "E...E non so nemmeno come ha fatto ad accorgersene! Non ci siamo mai...N_non di fronte a lei per lo meno!" si fermò, le guance iniziarono ad arrossire "Forse...Non sono stata abbastanza attenta. Forse si è capito."
Si sentì poi sollevare il mento, incrociando nuovamente lo sguardo di Pitch.
Lui sorrideva, ma lo sguardo fermo di Elsa lo fece desistere dal fare un'altra battuta. Capì che era davvero di pessimo umore.
"Lasciala perdere. Lo hai detto tu, è solo una voce."
Allora lei iniziò a sorpassarlo "Una voce che si diffonderà" esitò poi, avvertendo uno strano moto di rabbia "Non mi è piaciuto il modo in cui mi guardavano. La gente non fa che giudicare ogni mia azione" disse, esasperata.
Sentiva questa furia emergere sempre di più e le lacrime tentare di rigarle il volto "Ed io dovrò sempre vivere in questo modo, perché se nemmeno mia sorella mi accetta, che speranza ho con loro?!" 
Pitch non disse una parola, la lasciò sfogare, impassibile, studiando ogni suo movimento.
"Abbiamo cambiato ancora argomento, vero?"
Elsa si portò le braccia attorno alle spalle, sentendo tutto quel peso farsi sempre più angosciante.
"Mi chiedo se sia ancora giusto rimanere in disparte. Posso sfruttare i miei poteri per fare cose...Che i maghi comuni non potrebbero mai fare senza l'uso della bacchetta. Mi chiedo se serva davvero a qualcosa. Se nonostante i progressi, dovrò solo stare in silenzio ed aspettare che le mie zie trovino una cura o...Magari..." le altre parole le morirono in gola, ma ci pensò Pitch a dirle.
"Affrontarli."
"Affrontarli?" sorrise amaramente Elsa "E credi che mi accetteranno senza problemi? Oggi ho ferito una ragazza!"
"Che drammatica, potevi fare ben di peggio!"
"Questo non mi giustifica!"
"Le hai solo attaccato il rossetto sulle labbra!" rise Pitch.
"Ma l'ho fatto volutamente!"
A quel punto la risata dell'uomo si fermò e prese a guardarla in maniera stranamente seria.
"Ti dispiace?"
"Io non so..."
"Ti dispiace?" ripeté ancora.
Elsa aveva appoggiato la schiena contro il muro, sentiva tutta l'adrenalina in corpo "All'inizio. volevo solo darle una lezione, sentivo che dovevo farlo." 
Non si era resa conto di avere ancora tra le mani la foto di lei e Milo.
Poi la guardò.
Era strano.
Temeva che dicendolo ad alta voce, si sarebbe data della sciocca. Invece si sentì incredibilmente leggera. Giusta.
"Questo fa di me...Cattiva?"
Non capì se la domanda fosse rivolta o meno a Pitch. Tuttavia lui la raggiunse, allungando una mano verso la foto.
"So che vorresti un mondo perfetto, ma non sarò io ad illuderti dicendo che sarà così. Bisogna lottare per far avverare ciò che si vuole. Ignorare...Prolungherà solo il tuo malessere" abbassò dunque la foto, costringendola ad incrociare nuovamente i suoi occhi "La vera domanda non è se loro accetteranno, ma quando."
"Mi stai consigliando di espormi a tutti?"
"Nord ti ha affidata a me perché ti aiutassi a mantenere il controllo. Il passo successivo sarebbe stato questo" con una mano le accarezzò una guancia e le sorrise "Nessuno deve rimanere rinchiuso tra le mura per sempre (*)" le sussurrò a fior di labbra.
"E quando dovrei farlo?"
"Quando ti sentirai pronta, a te la scelta."
Dopo un lungo momento, fatto solo di sguardi silenziosi tra loro, Elsa sembrò riprendere un briciolo di lucidità, strinse ancora tra le mani la foto e questa volta, la appoggiò su di uno scaffale.
"Al termine del Torneo Tremaghi, dopo la mia vittoria."
Stranamente Pitch non fece alcuna battuta. Era rimasto a fissarla con un lieve sorriso.
Cosa che le fece battere notevolmente il cuore.
"Non pensi sia troppo sicura?" chiese lei.
Il sorriso di Pitch si allargò "Sono più sorpreso sulla tua opinione del Torneo. All'inizio ne eri terrorizzata."
"E' vero" ammise, guardandosi le mani coperte ancora dai guanti, ormai rovinati "Ma partecipare ha dato una svolta alla mia vita. Forse non scoprirò mai chi ha messo il mio nome, ma se prima odiavo questa persona, in fondo mi ha aiutata a capire chi sono davvero. Con questi poteri sono in grado di fare cose grandiose... Buone...Per me...Per tutti" si tolse un guanto e questa volta, senza alcuna titubanza, accarezzò  il volto di Pitch.
"Non basta sentirmi libera. Devo essere libera."
Si guardarono profondamente negli occhi.
Non c'era bisogno di dirsi altro, Pitch lo prese come un invito ad agire e si chinò, raggiungendo le sue labbra e sfiorandole appena prima di guardarla per cercare consenso.
Elsa non si fece desiderare oltre e rispose al bacio, delicatamente. Ricordandole il primo che si erano dati quella sera.
Sapeva che così facendo avrebbe solo rischiato di incentivare le stupide voci di Laurette...
Ma in quel momento non le importava, se non continuare a lasciarsi andare, a farsi carico di tutte quelle emozioni.
Le fece battere il cuore all'impazzata. Sapeva che presto o tardi quei soli baci non sarebbero stati abbastanza.
Quando Pitch le posò una mano tra i capelli Elsa si staccò e per un breve momento il suo sguardo parve spaesato. 
Da quanto ricordava, li aveva sempre voluti tenere legati, per lei era più facile mantenerli in ordine, al sicuro.
Ma forse era giunto il momento di liberare anche loro.
Così si sfilò il fermaglio, lasciandoseli cadere sulle spalle, mentre Pitch le lasciava una scia di baci vicino all'orecchio.
"Sai, mi piacciono di più così."
Poi scese a baciarle il collo, ponendo fine a qualsiasi forma di dialogo. Con l'altra mano prese ad accarezzarle la schiena, fino ad insinuarsi nella camicia. 
Elsa sussultò, cingendogli il collo per approfondire quei baci sempre più appassionati. 
Pitch sorrise dalle labbra e la strinse a sé, questa volta con un impeto tale da spingerla all’indietro fino ad addossarla al muro. 
Quelle carezze fecero venire ad Elsa i brividi lungo tutto il corpo, e così anche i baci sul collo. 
Provava una frenesia indescrivibile, da farle tremare piacevolmente le ginocchia. 
"Non te ne andare" mormorò lei ad un soffio dalle sue labbra.
"Mai" le sussurrò Pitch nell’orecchio, riprendendola poi a baciare con ardore.



 
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NOTE AUTRICE:
 
Volevo concludere il 70esimo capitolo con una ship che mai avrei pensato di portare avanti per così tanto. Mi sta piacendo parecchio però scrivere di loro e spero che alla fine possa piacere anche a voi.
Qui che dire, Elsa sta prendendo sempre più confidenza con i suoi poteri e soprattutto, sta iniziando a prendere consapevolezza di voler agire, mostrarsi finalmente per quel che è, che gli altri lo accettino o no.
Chissà se le parole di Pitch avranno fatto effetto o se un'intervento di Anna potrebbe farle cambiare idea.

(*) E' una frase del Gobbo di Notre Dame che mi è sempre rimasta nel cuore. Ci tenevo a citarla prima o poi.





Alla prossima!

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Capitolo 71
*** Nessuno resiste ad una tazza di caffé ***


Cap 71: Nessuno resiste ad una tazza di caffé

 
  
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Quella stessa sera alcuni degli studenti si erano dati appuntamento al terzo piano, in uno dei bagni più vecchi e scricchiolanti dell'intera scuola. 
Jack e Jim, essendo nella stessa casa, erano arrivati assieme, seguiti a ruota da Hiccup e poco dopo anche Moana e Rapunzel comparvero. 
"Qualcuno mi spiega perché abbiamo cambiato ritrovo?" si lamentò Jack, scontento nel dover constatare che quel posto non era decisamente il luogo più comodo e accogliente del mondo. Soprattutto rispetto alla Stanza delle Necessità.
"Non mi dirai che ti imbarazza stare qui dentro?" ridacchiò Hiccup, sedendosi su una vecchia seggiola impolverata.
Anche Jack lo imitò, ma sedendosi sopra un lavandino, senza curarsi se si rompesse "Credi non ci sia mai stato? Dico solo che la Stanza delle Necessità aveva quelle belle poltrone..." sbuffò mentre si guardava attorno.
"La Stanza delle Necessità è conosciuta." intervenne Moana, in piedi vicino ad Hiccup "Non possiamo rischiare che Frollo ci interrompa mentre stiamo sparlando di lui."
Negli ultimi tempi si erano aggiunti anche lei e Jim, allargando ancora di più la combriccola.
Jack alzò le spalle "Solo da noi."
"Vuoi forse dirmi che non lo hai mai spifferato ai tuoi amici?" chiese Hiccup scettico.
L'amico provò a rispondere, ma ci pensò Jim al posto suo. Anche lui in piedi, poco distante dal resto del gruppo.
"Oh sì che lo ha fatto."
"Spia..." sbuffò Jack.
Jim sorrise "Come credi l'abbia scoperto? Hai la lingua lunga tu."
"Beh... Secondo me qua va bene" intervenne Rapunzel, seduta vicino a Jack. Avvertì poi qualche rumore di sottofondo, probabilmente dovuto dagli spifferi del vento "M_ma è sicura? Ho sentito dire che è un luogo pieno di fantasmi qui."
Anche Jim parve irrigidirsi. Era con la schiena appoggiata contro il muro, ma alle parole della ragazza non aveva smesso un solo istante di guardarsi attorno.
"E' infestata solo da Medusa..." inclinò leggermente il capo verso Jim, ancora guardingo "Non avremo alcun problema, in questo periodo sarà un po' impegnata."
Vedendolo interessato alla faccenda, Hiccup si affrettò a rispondere "L'ho convinta che c'è un tesoro nascosto qui ad Hogwarts, tutti sanno quanto sia fissata con i diamanti."
"Ma se è un fantasma!" esclamò Rapunzel asciutta.
Lui si strinse le spalle con indifferenza "Non è mai stato un problema per lei."
"Ad ogni modo..." interruppe Moana, ottenendo l'attenzione di tutti "Su quello che vi ho detto, vi prego, non parlatene con Anna."
"So molto bene il guaio di nascondere un segreto." si intromise Hiccup, serio "Anna merita di saperlo..."
"E lo saprà, stanne certo." rispose secca, decretando un silenzio tombale.
"Dovremo riaprire il club dei duellanti!" disse di getto Jack, interrompendo il discorso. Tutti lo fissarono perplessi, facendolo sentire stranamente a disagio "Che c'è?"
"Dimmi che questa tua improvvisa voglia di combattere non c'entra con quello che hanno detto quei ragazzini." sospirò Hiccup, portandosi una mano tra i capelli.
Jack arrossì appena, ma mantenne lo sguardo saldo su di loro "... In parte."
Gli occhi al cielo dell'amico gli fecero già capire cosa ne pensasse, tuttavia lo ignorò, spostando la sua attenzione sugli altri "Non pensate che ci possa servire un posto dove allenarci? Se Namaari e i suoi attaccassero Hogwarts?"
"Ci sarebbero gli insegnanti." rispose Hiccup.
"E se non bastassero? E se... Se Frollo impazzisse?" continuò ancora, indicandosi "O se Elsa agisse di nuovo?"
"Ascolta" lo fermò Hiccup, con calma "So che sei ancora provato per la faccenda del ballo..."
"Vedi te, sono quasi morto!" rispose velenoso Jack.
"Avevamo detto di mantenere un profilo basso, per il momento." concluse Jim, lanciando un'occhiata agli altri come per avere il loro sostegno.
Jack alzò leggermente il capo, quasi con aria di sfida "Andiamo, saresti d'accordo con me se non dovessi fare bella figura con la tua ragazza!" concluse, alludendo con lo sguardo a Moana li vicino.
Jim arrossì e lo guardò truce.
"Dobbiamo preparare un piano di riserva." continuò l'altro, impavido. 
"Stai bluffando..." tagliò corto Hiccup, sollevando un sopracciglio.
Jack a quel punto assottigliò lo sguardo, quasi con fare provocatorio "Merida mi appoggerebbe." 
Il Corvonero lo imitò "Vuoi fare questo club segreto solo per compiacere il tuo ego."
"Ti sbagli!" rispose, ma lo sguardo che continuava a rivolgergli, lo fece scattare in piedi "Ho sperimentato sulla mia pelle cosa succede ad abbassare troppo la guardia. E' così difficile pensare che anche a me importi? O per voi devo restare l'eterno bambino che non capisce la gravità della situazione?!" esclamò, il tono di voce era più alto "Ammettetelo, non mi chiamereste mai per un problema vero!"
Tutto d'un tratto, avvertirono un suono di passi dirigersi verso di loro.
Rapunzel si alzò in piedi, posizionandosi dietro di lui "Lo sapevo! Stanno arrivando i fantasmi!"
Anche Jim scattò di colpo, tirando fuori la bacchetta dalla tasca interna dell'abito e puntandolo all'entrata.
"Rilassati. I fantasmi non camminano." sghignazzò Jack, questa volta il tono era più rilassato e giocoso, cosa che la fece calmare un pochino. 
"Oh... Vero."
Come c'era da aspettarselo, alla fine il rumore si scoprì essere quello dei passi pesanti di Kristoff che si stavano avvicinando. Una volta arrivato, fece un lieve cenno con la mano al gruppetto, rischiando quasi di inciampare nel rialzo.
In tutto questo Jim aveva sistemato al suo posto la bacchetta, sperando che nessuno si fosse accorto del suo scatto improvviso. Ma purtroppo avvertì lo sguardo di Jack, con un sorrisetto talmente irritante che glielo avrebbe volentieri spento a suon di incantesimi.
"Cosa c'è?" fece, ancora un po' rosso in viso per l'imbarazzo.
L'altro allargò le braccia con fare teatrale "Vuoi un abbraccio? Ti proteggo io dal cattivo fantasma di Kristoff!"
"La finisci di infierire?!"
Mentre quei due sembravano intenzionati a discutere, Hiccup e Moana avevano raggiunto Il Tassorosso.
"Come mai ci hai messo così tanto?" chiese Moana, un po' spazientita. 
"Ho dovuto fare una sosta per recuperare un po' di cose..." detto ciò, fece per estrarre dalla sua sacca dei contenitori. Ne consegnò uno ad ogni compagno, senza prestare alcuna attenzione alle loro espressioni.
"Kristoff..." fece Hiccup, dubbioso "Cosa sarebb..."
"Ma è caffè!" Jack aveva aperto il contenitore e aveva dato una rapida annusata per capire cosa ci fosse all'interno. Fece per dare un avido sorso, ma dovette subito serrare le labbra non appena si rese conto del sapore "Che schifo, è amaro!" concluse con una smorfia.
"Vacci piano! Guarda che ci serve" lo ammonì Kristoff.
Era stranamente serio, tanto da lasciarne il sospetto.
"E... Perché ci serve?" chiese ancora Hiccup.
Come se non avesse colto l'avvertimento, Jack fece per berne un altro sorso, ma lo sguardo glaciale che gli rivolse Moana frenò ogni suo istinto.
"E' il metodo più facile per chiamare una creatura. E ora andiamo, prima che si faccia troppo tardi." fece cenno dunque di seguirlo verso l'uscita. 
Sebbene sapessero quanto Kristoff fosse una persona molto riservata, non era il momento di essere così enigmatici, motivo per cui Moana e gli altri tentarono di saperne di più. 
"A_aspetta...Hai detto una creatura?" chiese lei, facendo probabilmente da voce per tutti.
Kristoff allora si fermò "Hai ancora le lettere di Isabela?"
"Sì..."
"Buono, questa sera vedremo se potranno essere utili" concluse con un sorriso più rassicurante. Moana non seppe cosa dire, ci pensò Jim ad intervenire 
"Quindi daremo la caccia ad una creatura...Che ama il caffè?" chiese, un po' perplesso.
Kristoff si grattò il capo "Una specie." 
Con molta attenzione, cercarono di non farsi scoprire lungo il tragitto, presero il passaggio che Judy aveva utilizzato negli anni per raggiungere Hogsmeade più in fretta e, una volta usciti, si diressero verso l'entrata della Foresta Proibita e, come nei migliori film horror, si divisero in tre gruppi per poter esplorare meglio la zona.
Hiccup e gli altri non erano tanto sicuri di quel piano, dividersi in quel modo sembrava il metodo migliore per finire divorati da qualche creatura, ma Kristoff li rassicurò di aver fatto molte volte quel tipo di percorso senza alcun problema.
Fu così che lui ed Hiccup presero la strada verso un vecchio ruscello, Rapunzel insistette con Jack per dirigersi nella zona di un cerchio di pietre dove aveva sentito che ogni tanto dei Mooncalf si radunavano al chiaro di luna per la loro danza rituale, Moana e Jim presero invece la strada opposta.
Prima di separarsi definitivamente Kristoff raccomandò tutti di agitare il più possibile i contenitori di caffè, in modo da far sentire l'odore ed attirare così la creatura.


 
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"E io che pensavo di essermi lasciato questa foresta alle spalle..." mormorò Hiccup guardandosi attorno con circospezione. 
Anche Kristoff fece lo stesso, ma sul volto non sembrava esserci alcun timore rispetto ad Hiccup.
"Non è così male, una volta che sai come muoverti."
Era già capitato di percorrere la Foresta per Kristoff e, a discapito di tutto quello che dicevano i suoi compagni, a lui aveva sempre affascinato quel posto. Ne riconosceva la pericolosità, specie in certi territori, ma nonostante tutto avvertiva una certa affinità.
Hiccup invece non sembrava per nulla entusiasta, specialmente dopo aver avvertito dei rumori poco raccomandabili tra i cespugli.
"Sicuro che il caffè lo fermerà?" chiese, con sospetto.
Kristoff inarcò un sopracciglio in risposta "Non ho mai detto che lo fermerà. Deve attirarlo." e subito dopo averlo detto, prese il contenitore dalla borsa, lo aprì ed iniziò a girare attorno cercando di disperdere l'odore di caffè per il territorio.
Hiccup dal canto suo continuava a fissarlo con un'espressione palesemente dubbiosa sul viso. Tant'è che l'altro ad una certa si vide costretto a fermarsi. 
Gli lanciò un'occhiata torva "Ehi, non sono più strano di te, ragazzo dei draghi."
Hiccup incassò il colpo, cercando di dargli il beneficio del dubbio. Tuttavia i continui rumori portati dal vento (o almeno era quello che sperava), continuavano a preoccuparlo.
Non aveva amato fin dall'inizio l'idea di dividersi, Rapunzel non era una gran duellante e a quanto ne sapeva, nemmeno Jack o Kristoff.
Nemmeno lui se per questo.
"Non credo che la creatura che stiamo cercando sarà il solo problema." fece per estrarre la bacchetta, ma Kristoff lo fermò, sorpassandolo.
"Nah. Questo ormai è il suo territorio. Ha fatto scappare gran parte della fauna, ragni compresi."
Hiccup aveva sollevato le sopracciglia in un'espressione un po' sorpresa. Gli sembrava così assurdo che Kristoff non provasse il benché minimo timore nel stare in un posto del genere.
"Esattamente, quante volte sei venuto qui, da solo?" specificò.
Lui ci pensò attentamente per qualche secondo buono, finendo poi col scuotere il capo con aria confusa "Non ho mai contato, ma se sai dove andare, trovi dei posti proprio rilassanti." indicò col braccio un grosso albero in fondo a ruscello "Vedi laggiù? Ci vivono dei Jubberknol. Una volta sono riuscito ad orientarmi con i loro canti. E' un richiamo per i cuccioli che si sono persi. Ogni famiglia ha il proprio albero di riferimento."
Hiccup fissò con curiosità l'albero indicato.
"Anna e Merida avevano detto che ti interessi molto di creature magiche."
Kristoff si strinse nelle spalle, sorridendo appena "Si beh... Mi sono sempre trovato meglio con gli animali che con le persone." 
"Eppure quest'anno sto passando sempre meno tempo con loro."
"E indovina chi devo ringraziare?"
Ad Hiccup venne da pensare che, nonostante la battuta finale, in realtà Kristoff non era così infastidito dalla loro presenza. Certo, continuava ad essere il più introverso del gruppo, ma ne era entrato a far parte, e tutto sommato, anche se lo conosceva poco, sentiva che ci avevano guadagnato.


 
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Rapunzel stava affrontando il percorso in una maniera del tutto inaspettata, considerando che fosse la prima volta nella Foresta Proibita. Stranamente Jack sembrava quello più guardingo, unito al fatto che non aveva capito con esattezza il tipo di creatura che dovevano attirare.
Inoltre aveva quasi finito il suo caffè.
"Sono il solo che non ha capito COSA stiamo cercando?" 
"Ehiiii! QUI PICCOLETTO! ABBIAMO DEL BUONISSIMO CAFFE' APPENA FATTO!"
Rapunzel aveva iniziato ad urlare più forte del previsto, tant'è che perfino uno come Jack, da sempre amante del caos, non ne fu contento.
"Piano principessa, o sveglierai tutta la foresta!"
A quella risposta Rapunzel serrò immediatamente le labbra, capendo di aver esagerato "Ops... Hai ragione." 
L'espressione di Jack si addolcì "Non fraintendermi, adoro il tuo entusiasmo. Anche se mi sembra un po' strano."
"E' che non sono mai stata nella Foresta Proibita!" esultò lei, gli occhi brillanti di emozione.
"Beh..." Jack allora si portò una mano al capo e si grattò "Si chiama proibita per un motivo."
Lo aveva detto per scherzare, come a suo solito. E Rapunzel all'inizio rise, col senno di poi però i pensieri dapprima entusiasti erano stati sostituiti da quelli più disperati.
"C_cosa intendi dire?"
"Lo sai, le acromantule, i lupi, i centauri... Per non parlare dei bracconieri e delle maledizioni che si aggirano in certe rovine..." raccontò Jack in maniera del tutto tranquilla, accorgendosi poi solo pochi secondi dopo che forse aveva dato spazio alla mente di Rapunzel di immaginare scenari apocalittici. Infatti come si voltò, si rese conto che l'amica si era completamente frizzata, l'espressione vuota, apatica.
"Oh..." fu solo un suono, ma Jack poté  intravederne il panico.
"Ascolta" le posò una mano sulla spalla. Un po' per rassicurarla e un po' per scuoterla e tentare di svegliarla "Ho esagerato. Forse..."
"E cosa ci facciamo qui allora?! Io... Io non so difendermi dai ragni o i centauri o..." Rapunzel a quel punto era sbroccata e aveva iniziato a muoversi avanti e indietro come un ossessa "Dobbiamo tornare indietro! Sì sì , assolutamente!"
Jack provò a farla ragionare, ma lei andava talmente veloce da non dargli nemmeno il tempo di parlare.
"No aspetta!" si fermò, tornando improvvisamente seria "Non possiamo, abbiamo promesso che saremo rimasti uniti" si era nuovamente avvicinata a Jack, ma subito dopo si era voltata, tornando con uno sguardo in panicato "Però se restiamo qui moriremo di sicuro!"
Il ragazzo a quel punto cercò di calmarla come meglio poté, maledicendo più volte la sua linguaccia.


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A differenza della maggior parte dei loro amici, Jim e Moana si sentivano più sicuri ad attraversare la Foresta, dato forse per via delle loro esperienze al Torneo.
Anche se alla vista di alcune ragnatele abbandonate Jim non poté fare a meno di sospirare disgustato.
"Ragni... Quanto li detesto." disse, mentre cercava di scacciarne una che si era impigliata sul suo piede.
Moana lo osservò divertita "Prima i fantasmi, ora i ragni... Non credevo avessi tutte queste paure."
"Ho forse detto che ne ho il terrore?" la provocò Jim.
"Mi sembrava sottointeso."
"Non li trovo solo belli." ci tenne a specificare, sollevando il capo in alto.
Moana rise ancora "Crudele." 
Jim la guardò con un cipiglio divertito "Almeno io lo ammetto. Tu vuoi solo mantenere l'immagine della Grifondoro coraggiosa."
"N_non è vero!" ribatté lei, risentita.
"E invece a te?" chiese Jim, sogghignando appena "C'è qualcosa che alla grande Waialiki da fastidio?"
"A parte la tua insistenza?" ironizzò, rispondendo alla provocazione. Si sorrisero, poi Moana lo sorpassò, diede una breve occhiata attorno come per timore di essere sentita.
Poi punto di nuovo gli occhi su Jim e sospirò.
"I granchi."
L'altro non disse nulla, si era messo a fissarla con un'espressione di chi non capiva se stesse scherzando oppure no. 
"Li detesto!" confessò, le guance completamente arrossate "...Da piccola uno mi ha pinzato il naso così forte che..."
Purtroppo, complice anche l'immagine che si era creato Jim nella mente, non poté fare a meno di scoppiare a ridere, interrompendo quel breve momento serio tra loro.
Moana assottigliò lo sguardo, fissandolo in maniera piuttosto irritata "Ti fa tanto ridere?"
"Scusa!" la fermò Jim. Si schiarì la gola e fece per tornare con un'espressione seria, tuttavia nonostante le buone intenzioni, il sorrisetto era ancora presente "E' che... Mi hai preso alla sprovvista. Non avrei mai immaginato che avessi paura dei granchi!"
Moana aveva scosso debolmente il capo.
Fece per parlare, ma la sua attenzione venne completamente attirata da una piccola creaturina bluastra al di la della schiena di Jim.
"Che c'è?" 
Moana gli fece cenno di girarsi per poterlo vedere, mimando con la bocca di fare piano.
"E' quello che penso io?" sussurrò poi, vicino alle sue spalle.
La creatura si trovava in piedi di fronte a loro, il pelo era di un colore blu scuro, due grandi orecchie dritte e in perenne movimento, come se stesse cercando di captare qualcosa, vicino vi erano anche due lunghe antennine e altre più piccole sulla schiena. Il naso grosso non faceva che annusare, probabilmente sentiva l'odore del caffè dalle loro borse.
Se non fossero state per le sei zampe, ad un veloce sguardo poteva sembrare quasi... Normale.
"Kristoff ha detto che ha il pelo blu e assomiglia ad un koala" rispose Jim sereno "Anche se a me ricorda più un brutto topo."
Non lo avesse mai detto.
La creatura si immobilizzò, mostrando una lunga fila di piccoli denti ed uno sguardo che sembrava voler dire: Ho capito quello che hai detto e non mi è piaciuto.
Come tentarono di afferrare le loro bacchette, l'animale si era già buttato addosso a Jim, iniziando a tirargli i capelli con rabbia. 
Ad un primo momento Moana aveva temuto gli facesse del male, ma subito dopo lo vide strappargli via la borsa di mano, svuotarla di tutto ciò che vi era all'interno e rubare il contenitore con dentro il caffè. Dopodiché li indicò, comunicando in una lingua piuttosto bizzarra e probabilmente capibile solo dalla sua razza.
Moana si era già gettata verso Jim per aiutarlo, ma lui senza perdere altro tempo aveva tentato di gettare un leviosa contro l'animale per bloccarlo.
La creatura riuscì a schivarlo e, forse risentito per quel gesto, prima gettò il contenitore ormai vuoto di caffè, poi, non contento sollevò un grosso masso da terra e lo lanciò proprio verso di loro.
Entrambi sferrarono un protego per poterlo evitare, la creatura rise sguaiatamente e si addentrò nuovamente nella foresta per seminarli.
Jim strabuzzò gli occhi per l'incredulità. 
Che diamine era quel coso? 



 
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NOTE AUTRICE:
 
Eccomi finalmente.
Questi mesi sono stati davvero stressanti (e continuano un po' ad esserlo), purtroppo ho dovuto stoppare la long per un po' di tempo, complice anche la pubblicazione di nuove storie che da un po' ci tenevo a scrivere. Ma adesso riprendo anche questa, dopotutto manca ancora la terza ed ultima prova e...Altre cosette che ho in mente.
Non so se ci sarà ancora qualcuno a continuarla, capisco anche l'attesa, mi impegnerò affinché possa aggiornare spesso, ogni 2 settimane per lo meno.
Nel prossimo capitolo accadranno cose sicuramente più interessanti, so che questo capitolo è più tranquillo e alla fine non succede molto, ma volevo comunque ritagliarmi dello spazio sempre per approfondire i personaggi e i loro legami. E poi ora è arrivato anche Stitch!
Verrà spiegata anche la sua storia, non temete.

A presto <3

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