First Love

di BabyLolita
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Addio Doloroso ***
Capitolo 2: *** Un Inizio Sotto La Pioggia ***
Capitolo 3: *** Nuova Aiutante ***
Capitolo 4: *** Coppie Miste ***
Capitolo 5: *** Conflitto Sentimentale ***
Capitolo 6: *** Sentimenti Uguali Ma Diversi ***
Capitolo 7: *** Incastrata ***
Capitolo 8: *** Chiarimento ***
Capitolo 9: *** Intrusione ***
Capitolo 10: *** Un Natale Diverso ***
Capitolo 11: *** Promessa Mantenuta ***
Capitolo 12: *** Non Mi Toccare ***
Capitolo 13: *** Rottura ***
Capitolo 14: *** Alla Luce Del Sole ***
Capitolo 15: *** Nel Modo Migliore ***
Capitolo 16: *** Dimmi Che Mi Ami E Farò Altrettanto ***
Capitolo 17: *** Un Passato Sepolto ***
Capitolo 18: *** Sogno Lucido ***



Capitolo 1
*** Un Addio Doloroso ***


-   Sophie! Sbrigati che facciamo tardi se no! –
-   Arrivo! Dammi un secondo e scendo!! –
Urlo dalla finestra di camera mia. Mi infilo di fretta la mia felpa azzurra e scendo le scale afferrando la tracolla ed uscendo salutando rapidamente i miei genitori. Scendo i pochi gradini del vialetto di casa e varco il cancello. Kentin è li che mi aspetta con un mazzo di violette in mano che mi porge guardandomi attraverso quei suoi occhiali rotondi che lo fanno sembrare un po’ uno sfigato, ma che a me piacciono comunque. Afferro il mazzo di fiori al volo e gli schiocco un bacio sulla guancia, afferrandolo per mano.
-   Forza andiamo! –
Dico facendogli uno dei miei più bei sorrisi. Già, perché solo quando sono con lui riesco ad essere tanto felice ed allegra. Kentin ha qualcosa che mi ha fatto sentire il bisogno di stargli accanto, infatti fin da piccoli sono sempre stata al suo fianco, prendendomene cura e difendendolo dai bulli. Quella sua aria indifesa e triste mi ha sempre fatta sentire protettiva nei suoi confronti e con il tempo mi sono accorta che i miei sentimenti per lui sono mutati. Fin da piccoli Kentin è sempre stato dolce e gentile con me, ancora adesso mi copre di attenzione ed ogni mattina mi viene a prendere davanti a casa per andare a scuola assieme. Frequentiamo la terza media e siamo ancora dei bambini ma una parte di me sente che, per quanto il mio corpo sia ancora piccolo e privo di ogni forma femminile,  culla dentro di se un nuovo ed intenso sentimento. La mia mano stringe forte la sua, mentre il suo sorrisino da bambino divertito gli illumina il volto. Il mio cuore batte forte ma non posso confessargli i miei sentimenti, non ora per lo meno. Ho deciso che l’ultimo giorno di scuola, prima dell’inizio delle vacanze, glielo dirò. Vuoterò il sacco, mettendomi totalmente a nudo davanti a questa persona che ormai conosco da anni. Arriviamo a scuola ed entriamo in classe. Nessuno dei nostri compagni fa più caso al fatto che arriviamo stringendoci la mano. Kentin è reputato uno sfigato da tutti da prima ancora che diventassimo amici e tutti pensano che io gli stia accanto solo per pietà, anche se sono la prima a smentire sempre la cosa. Ci sono stati periodi in cui ci prendevano in giro dicendoci che eravamo fidanzati, ma non facemmo troppo caso alla cosa e le prese in giro smisero poco dopo. Manca un mese alla fine della scuola, e più i giorni passano più dentro di me qualcosa si agita. Mi sembra ridicolo aver dato una data precisa al giorno della mia confessione. Peggio di avere una scadenza per la consegna di un lavoro. Ma so bene che se non faccio così non riuscirò mai a dirgli tutto. Adesso siamo qui, seduti in fondo alla classe, che ci scriviamo messaggi tramite un quaderno come facciamo sempre.
-   Ho un regalo per te Sophie! –
Lo guardo incuriosita e lui mi sorride facendomi avvampare il volto. Alla fine delle lezioni usciamo e Kentin mi porta sul retro della scuola dove teniamo i conigli. Mi fa sedere a terra e mi dice di chiudere gli occhi. Ubbidisco e sento che mi tocca i capelli. Li porto a media lunghezza, infatti arrivano giusti sulle spalle e sono neri come la notte. Quando smette di toccarmeli sento che me li ha raccolti. Subito dopo avverto il suono di una macchina fotografica ed apro gli occhi spaventata. Lo guardo con aria interrogativa e lui mi porge la macchina fotografica facendomi vedere ciò che ha appena fotografato. I miei occhi si sgranano e poi successivamente si addolciscono. La foto rappresenta il retro della mi testa dove Kentin ha raccolto i miei capelli in un bellissimo elastico verde glitterato. Lo guardo e gli salto al collo felicissima. Questo sarà il mio prezioso tesoro per tutta la vita. Lui asseconda l’abbraccio ma poi mi allontana di scatto. Si toglie gli occhiali e mi guarda cupamente, mentre sento che sta per darmi una brutta notizia:
-   Sophie tra un mese…me ne andrò –
-   C-cosa?! –
-   Già…mio padre mi ha iscritto alla scuola militare. Starò via per due anni –
-   Ma come?! Perché?! –
-   Beh perché mio padre dice che non ha senso che io mi faccia ancora difendere da una ragazza – dice grattandosi goffamente la nuca sforzandosi di sorridermi – quindi farò il militare per rafforzarmi e poi tornerò da te –
-   Mi lascerai da sola?! –
Scoppio a piangere. Il dolore è troppo forte per tenermelo dentro e le lacrime scendono pesanti sul mio viso. Perderò il mio migliore amico nonché mio primo amore così di punto in bianco? Perché?! Perché deve succedere proprio a me?! Kentin mi stringe a se ed io affondo nel suo gracile petto cercando di trovare un conforto che so non arriverà. Piago tra le sue braccia per parecchi minuti, che mi sembrano ore, giorni, mesi, addirittura anni. Già…anni che passerò separata da lui. Ed il mio legame con lui? Le nostre giornate passate assieme? Ed i miei sentimenti? Mi allontano dal suo petto e gli accarezzo le labbra. Ho paura di baciarlo, infondo sono solo una bambina. Ma sento che sto per perderlo, temo che si dimenticherà di me. Non so cosa prova lui per me. Se sono una semplice amica probabilmente si dimenticherà di me, ed io mi sentirò ancora più sola. Lo bacio sulla guancia e gli dico ciò che passa per la mia mente in quel momento:
-   Ti aspetterò, se mi prometterai di tornare da me – mi sorride ancora, ma questa volta serenamente.
-   Tornerò, te lo prometto –
-   Non dimenticarti di me! –
-   Non lo farò! Sei la mia migliore amica! –
Una crepa si forma nel mio cuore. Quindi sono solo questo? Non avrei dovuto illudermi, eppure non sono riuscita ed evitare di farmi castelli in aria pensando a noi. Quel noi che ho appena capito che non esisterà mai. Mi allontano da lui e mi alzo, allungandogli la mano. Torniamo ognuno a casa propria. Mi fiondo in camera mia affondando la testa nel cuscino mentre le mie lacrime riprendono a scendere. Oltre a perdere il mio primo amore, ho appena capito che per lui non sono altro che la sua migliore amica. Con che faccia gli confesserò i miei sentimenti a questo punto? Mi asciugo le lacrime e mi alzo dal letto scendendo al piano di sotto, dove so che mia madre mi sta aspettando. Io ho la madre migliore del mondo. È sempre disponibile a parlare ed ad ascoltarmi. Mi siedo vicino a lei sul divano che subito spegne la televisione e si gira nella mia direzione. Io inizio a parlare e nel farlo piango ancora. I miei occhi fanno male e mia madre mi stringe a lei in uno dei suoi abbracci consolatori che sono un toccasana nei momenti di dolore. Poi la vedo alzarsi facendomi l’occhiolino. Quando torna al mio fianco mi posa una scatola sulla ginocchia, io la guardo con aria interrogativa:
-   Avevo deciso di dartelo per natale, ma penso che sia più utile dartelo adesso –
Scarto il pacchetto in fretta e furia ed i miei occhi si illuminano non appena ne estraggo il contenuto. Un cellulare!! Abbraccio mia madre e prendo in mano il telefonino, ci infilo dentro sim e batteria poi corro da Kentin. Busso ripetutamente alla sua porta fino a quando non lo vedo comparire davanti a me. Gli agito davanti il cellulare esultando, proponendogli di sentirci tramite chiamate e messaggi negli anni in cui sarà lontano. Kentin mi salta in braccio facendomi cadere all’indietro ed io rido divertita. Entriamo in casa sua e ci scambiamo i numeri di cellulare, poi gli porgo il mignolo della mia mano per stringerci ufficialmente una promessa:
-   Io prometto di aspettare il tuo ritorno, e tu promettimi di non dimenticarti di me e di tornare soddisfatto di te stesso! –
Kentin mi fa il suo solito sorriso da quarantadue denti e stringe il suo mignolo con il mio. Sigilliamo la promessa così, in questo pomeriggio di Maggio, mentre Giugno si avvicina.
Purtroppo le mie preghiere di rallentare il tempo non hanno funzionato, perché il giorno della partenza di Kentin è arrivato ed io non posso fare a meno di sentirmi morire dentro. Abbiamo passato il mese scorso vivendo praticamente sotto lo stesso tetto. Avevo dormito quasi sempre da lui, e quando non potevo io era lui a dormire da me. Ed ora ci ritroviamo davanti a questo treno, Kentin difronte a me alcuni  minuti prima della partenza. Lui mi sorride e mi mostra il suo mignolo ricordandomi la nostra promessa ed io gli sorrido e lo abbraccio. Subito lui fa altrettanto e costringo le lacrime a non scendere. Voglio che l’ultimo ricordo che ha di me sia quello di una ragazza sorridente. Il treno sta per partire e Kentin si allontana da me, salendo sulla locomotiva ed accomodandosi al suo posto mentre i miei occhi non abbandonano mai la sua figura. Ed ora mi ritrovo davanti al finestrino di un treno dove dall’altra parte c’è lui. Kentin si alza in piedi ed apre il finestrino facendomi un ultimo saluto. Poi si siede ed io poggio la mano sul finestrino, mentre lui mette la sua sopra la mia. Le nostre mani hanno la stessa identica dimensione. Chissà tra due anni come saremo diventati. Il treno inizia a partire ed io mi allontano. Lo sguardo triste di Kentin fa scendere quelle lacrime che trattengo a forza ed inizio a correre nella direzione del treno. Non posso permettere che finisca così. Non posso lasciarlo partire senza avergli confessato i miei sentimenti! Me ne pentirò per tutta la vita se non sarò sincera con lui. Mentre corro gli urlo di aspettare perché ho qualcosa da dirgli. Kentin si sporge dal finestrino e mi dice di scriverglielo per messaggio perché non mi sente. Ma non posso. Non voglio confessargli in miei sentimenti tramite uno stupido messaggio. Raccolgo tutto il fiato che ho in corpo e gli urlo:
-   TU MI PIACI!! –
Mi inchiodo a terra per riprendere fiato mentre i miei occhi continuano a guardare i suoi, che sono sorpresi e sconcertati. In quel momento mi pento della mia dichiarazione. Infondo sono solo la sua migliore amica. Il treno sparisce poco dopo ed io mi siedo su una panca li vicino. Non trascorre molto tempo prima di sentire vibrare il cellulare nella mia tasca. So che è lui. Apro il messaggio subito, è inutile girarci intorno. Quello che leggo subito dopo mi rende la persona più felice della terra:
“mi piaci anche tu!”
 stringo forte al mio petto il cellulare, cercando di sentire il calore di quelle parole scaldarmi da dentro. Torno a casa e quella sera decidiamo di metterci assieme. Abbiamo appena iniziato una relazione a distanza. Chissà come andrà a finire…



Commento dell'autore: Ecco qui la mia nuova storia! Per una volta ho deciso di non farla usando Castiel da personaggio principale maschile, o sarei stata monotona xD Come pensate che si evolverà questa storia? Sophie resterà fedele a Kentin o si innamorerà di qualcun altro? E voi credete alle relazioni a distanza??

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Capitolo 2
*** Un Inizio Sotto La Pioggia ***


L’estate trascorre in un baleno. Passo tutte le giornate a messaggiare con Kentin o per meglio dire, con il mio ragazzo. I primi giorni siamo parecchio impacciati, dobbiamo abituarci al cambio di legame che ora ci unisce, ma con il tempo tutto è tornato normale e siamo tornati a comportarci come sempre. La sua lontananza mi fa soffrire, ma il fatto che so che anche lui prova i miei stessi sentimenti in parte mi rincuora. Domani inizierà la scuola. Il mio primo giorno come studentessa delle superiori. Chissà quali persone incontrerò, chissà se mi troverò bene senza Kentin al mio fianco. Mi addormento con mille domande nella testa ed un velo di paura nel cuore, ma non posso sfuggire allo scorrere del tempo. Cerco di farmi forza pensando che più i giorni passano, prima Kentin tornerà.
 La sveglia mi fa sussultare di colpo e subito la spengo. Scendo al piano di sotto a fare colazione e poi risalgo in camera mia a vestirmi. Jeans verdi, maglietta nera e all stars nere. Vado davanti allo specchio. I miei capelli sono leggermente più lunghi di quella volta che Kentin mi ha regalato l’elastico, e questo rende più semplice raccoglierli. Li tiro tutti d’un lato e poi faccio una coda bassa. Perfetto, adesso posso andare. Fortunatamente la scuola superiore è a circa un quarto d’ora a piedi da casa mia, quindi non ho bisogno di prendere l’autobus. Esco di casa e ricevo un’amara sorpresa. Sta piovendo. Oh splendido…questo si che è un ottimo inizio!
Mia madre mi propone di portarmi, ma io preferisco andare a piedi, ho bisogno di placare l’ansia e fare due passi mi servirà sicuramente! Inizio a camminare reggendo la tracolla da un lato e l’ombrello nella mano. Poco dopo arrivo a scuola ed entro dentro leggendo il nome del mio nuovo liceo: “Dolce Amoris”. Wow! Che nome romantico! Raggiungo la sala delle conferenze dove si devono radunare tutti gli alunni del primo anno e mi siedo nella fila in fondo dove non c’è nessuno. Poco dopo una signora bassa e paffuta avvolta in un completo rosa sale sul palco e da il benvenuto ai nuovi alunni. In quel momento mi arriva un messaggio. Sorrido estraendo il cellulare dalla tasca. So che è lui.
“Come sta andando il primo giorno?” mi chiede Kentin. Digito in fretta la risposta.
“Per ora bene, a parte il fatto che sono venuta a scuola sotto la pioggia T.T ora una signora che credo sia la dirigente ci sta dando il benvenuto!”
Invio. Infilo nuovamente il cellulare in tasca rimettendomi ad ascoltare quella buffa signora. Poco dopo vedo un ragazzo dai capelli rossi infilarsi di soppiatto nella sala e prendere posto nella mia stessa fila, solo qualche sedile più in la. Che figuraccia arrivare in ritardo il primo giorno. Poco dopo vedo il volto della presunta direttrice diventare rosso di rabbia e poi iniziare a sbraitare.
-   Castiel! Lei non è un alunno del primo anno! Cosa ci fa qui?! Vada immediatamente nella sua classe! –
Tutti ci giriamo nella direzione in cui la signora sta guardando, e rimango sorpresa vedendo che si tratta proprio di quel ragazzo. Castiel sbatte il piede al sedile difronte al suo e ribatte secco:
-   Se in questa scuola si facessero delle lezioni interessanti forse le persone le seguirebbero più volentieri –
che sbruffone che è questo…meglio starci alla larga! La signora scende di corsa dal palco e Castiel scatta in piedi uscendo dalla sala come se niente fosse. Tutti osserviamo la scena mentre un altro ragazzo è salito sul palco tentando di attirare la nostra attenzione. Quando mi volto nuovamente mi accorgo che quella persona che gesticola come un matto per farci voltare nella sua direzione non è niente di meno di uno dei ragazzi più belli che ho mai visto. Mi accorgo subito dello splendido colore ambrato dei suoi occhi e quello dorato dei suoi capelli:
-   Scusateci tanto per l’inconveniente. Dovete sapere che quel ragazzo crea parecchi problemi alla scuola, quindi meglio se lo evitate. In ogni caso lui fa il secondo anno quindi non dovete preoccuparvi non sarà in classe con voi! Ah mi presento, io sono Nathaniel, il delegato scolastico, ed anche io sono al secondo anno. È un piacere avervi qui! –
I miei occhi sono rapiti da quel ragazzo. È davvero bellissimo! Subito distolgo lo sguardo non appena sento la mia faccia avvampare. Insomma! Io ho già un ragazzo nel mio cuore non posso emozionarmi a tal punto per qualcun altro! Poco dopo ci accompagna in classe ed io mi fiondo subito al banco in fondo all’aula vicino alla finestra. Vedo parecchia gente diversa fra loro entrare. Poco dopo una flebile voce attira la mia attenzione:
-   Hemm…scusa, è libero questo posto? –
Quando mi volto, vedo una ragazza minuta dai capelli viola con in mano un enorme album da disegno guardarmi timidamente. Le sorrido dolcemente facendole di si con la testa. Mentre si accomoda accanto a me mi intenerisco nel guardare i suoi modi di fare. In parte assomiglia a Kentin. Subito entra in classe un professore che poco dopo si presenta come Faraize, nostro nuovo professore di italiano e storia. Iniziano le presentazioni così scopro che la mia nuova vicina di banco si chiama Violette.
La giornata passa in fretta e l’ultima campanella suona. Esco dall’aula e mi dirigo verso la sala dei delegati, ho ancora dei moduli da consegnare. Busso alla porta ed una voce familiare mi dice di entrare. Oltre la soglia scorgo Nathaniel che mi sorride chiedendomi come può essermi utile. Subito il mio cuore sussulta e mi morsico la lingua. Non devo agitarmi per qualcun altro! Mi avvicino a lui e gli porgo i fogli che devo ancora consegnare e sgattailo rapidamente fuori. Recupero l’ombrello ed esco dalla scuola. Ormai non c’è più nessuno e sono rimasta sola in cortile. La pioggia non ha ancora smesso di scendere ed io apro l’ombrello. Davanti a me si prostra un enorme numero di pozzanghere ed un sorriso divertito mi dipinge improvvisamente il volto. Controllo che non ci sia nessuno nei paraggi e comincio a saltare da una pozzanghera all’altra. Mi diverto con poco. Ma il mio gioco viene spezzato da una risata fragorosa. Quando mi volto i miei occhi si sbarrarono. Castiel è li davanti alle porte del liceo e ride come un matto. Deve aver visto tutto la scena. Lo osservo mentre apre l’ombrello e mi passa accanto guardandomi divertito. Si limita a dirmi “Ranocchia” e poi se ne va come se niente fosse. Non conosco affatto quel ragazzo, ma mi sta già facendo saltare i nervi! Torno a casa tenendo il muso. Che pessimo inizio di giornata! Prego che i prossimi due anni non siano tutti così! Oh Kentin ti prego torna presto!! Passo il pomeriggio sui libri, mi sono ripromessa di diventare bravissima a scuola, per aiutare Kentin al suo rientro. La sera alle dieci sono già a letto e mi addormento tra mille ricordi e speranze.
 
Drin drin…drin drin.
La sveglia mi riporta alla realtà e come un koala mezzo addormentato allungo la mano per spegnerla. Mi tiro su e mi siedo sul letto, lasciando ricadere i miei capelli lungo la schiena. Afferro il cellulare, un messaggio. Sorrido. “Buongiorno piccola”. “Buongiorno a te tesoro. Come vanno gli allenamenti?” invio. Mi alzo e mi avvicino allo specchio osservandomi. Due anni sono passati ed il ritorno di Kentin è imminente. Non ho stretto legami con i miei compagni di classe in questo tempo a parte con Violette, che è sempre rimasta mia vicina di banco e con Nathaniel, con il quale parlo spesso dato che sono la rappresentante di classe. Ho passato il tempo a studiare ed a pensare a Kentin e per fortuna potrò rivederlo a breve. I miei capelli si sono allungati ed ora arrivano a metà schiena, li lego in una coda bassa a lato della testa come sempre, mi vesto ed esco di casa. È il primo giorno del terzo anno e per fortuna questa volta non piove. Sono passati due anni e qualche mese dalla partenza di Kentin, e so che presto lo rivedrò. Varco il cancello della scuola e cerco la mia aula. Mi avvicino alla bacheca e leggo: Terza A, secondo piano. Perfetto. Salgo le scale e comincio ad attraversare il corridoio del secondo piano. Non appena raggiungo la classe entro. Alcune persone stanno già posando borse  e tracolle suoi vari banchi per occuparli. Cerco Violette con lo sguardo ma non la trovo. Pazienza, arriverà prima o poi. Mi avvio al solito posto. Infondo all’aula accanto alla finestra e mi metto a guardare fuori. Poco dopo sento qualcuno gettarsi a peso morto sulla sedia accanto a me. Mi giro di scatto sorprendendomi di come sia stata poco delicata Violette ma subito sbianco.
Castiel si è appena seduto accanto a me ed io non capisco perché.
-   Che diavolo ci fai tu qui?! – io e Castiel non ci siamo più parlati da quella volta due anni prima, quando mi aveva dato della “ranocchia”. Quindi non so come mai ho così tanta confidenza con lui di punto in bianco. Il suo sguardo gelido incrocia il mio ed un brivido mi percorre la schiena. Poi mi ride in faccia beffardo.
-   È la mia classe –
-   Cosa stai blaterando?! Tu sei al quarto anno ricordi? –
-   È qui che ti sbagli. L’anno scorso ho fatto troppe assenze e ho perso l’anno. Per cui eccomi qui, ranocchia –
Il mio viso diventa ancora più pallido. Come cavolo può succedere una cosa del genere proprio adesso?! Subito dopo focalizzo il mio pensiero su come mi ha chiamata. Divento rossa di rabbia e gli sbraito contro:
-   Ranocchia a chi?! E poi perché diavolo ti sei seduto vicino a me?! Io ho già una compagna di banco per cui volatilizzati! –
-   Penso che sarà divertente prenderti in giro tutto qui. E sappi che chiunque fosse la tua vecchia vicina di banco ora non ha più importanza, perché questo è il mio posto da ora in poi! –
In quel momento vedo Violette varcare la soglia della classe. La guardo con aria supplichevole ma so che è terrorizzata da Castiel e che non si metterà mai contro di lui. Infatti la vedo accomodarsi in uno dei banchi davanti difronte alla cattedra. Perfetto…davvero perfetto. Questo si che sarà un anno orribile. La lezione inizia e Castiel comincia a darmi fastidio. Mi pizzica, mi lancia pezzi di carta e continua a chiamarmi ranocchia. Poco dopo sbotto e scatto in piedi chiedendo al professore di uscire dall’aula per andare in bagno. Quando esco mi dirigo alla macchinetta delle bevande e mi prendo un caffè. È solo il primo giorno, e voglio già ammazzare di botte il mio nuovo vicino di banco. Bevo in fretta il caffè e torno verso la mia aula, quando incrocio Nathaniel in corridoio con un plico di fogli in mano. Non ho nemmeno il tempo di pensare a qualcos’altro che lo vedo scivolare a terra spargendo i fogli ovunque. Subito gli corro incontro e controllo che stia bene. In quegli anni io e lui abbiamo stretto una bella amicizia. Essendo, come ho già detto, la rappresentante di classe passo regolarmente in sala delegati a consegnare fogli o moduli vari e spesso resto li tutta l’ora per chiacchierare con lui. Nathaniel mi fa segno di stare bene e lo aiuto a raccogliere i fogli. Poi mi dirigo con lui verso la meta e lo aiuto a riordinare tutto. Quando finiamo si accascia su una sedia esausto.
-   Meno male che mi hai dato una mano o sarei stato nei pasticci! –
-   Oh figurati è stato un piacere – gli rispondo sorridendogli dolcemente.
-   Senti…ti andrebbe di diventare la mia aiutante? Vedi ho sempre un sacco di lavoro da svolgere e una mano mi servirebbe proprio! E poi sei spesso da queste parti di tuo quindi non cambierebbe molto la tua situazione –
-   Ecco vedi…il fatto è che non sono proprio bravissima in queste cose –
-   Ma cosa dici! Ho appena visto il contrario! E poi potresti saltare le lezioni tranquillamente se devi darmi una mano! –
-   Accetto! – rispondo d’impulso. Ho appena trovato una scappatoia da Castiel, non posso farmela sfuggire.
Nathaniel mi fa un bellissimo sorriso che mi fa arrossire di colpo. Oh accidenti! Mi sono appena tirata fuori da un casino cacciandomi in uno ancora più grosso! Starò a contatto con un ragazzo che non posso negare ha fatto, almeno in parte, breccia nel mio cuore in questi anni. Maledizione! Kentin ma quanto ci metti a tornare?!


Commento Dell'autore: Ecco il secondo capitolo xD Spero non sia male e che vi sia piaciuto, appuntamento alla continuazione tra qualche giorno!!

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Capitolo 3
*** Nuova Aiutante ***


Nathaniel mi accompagna in classe ed entrando avvisa il professore che se ogni tanto non mi presenterò alle lezioni è perché sarò con lui ad aiutarlo. Il professore fa cenno di si mentre torno al mio posto. Castiel mi guarda in modo furbo ed aggiunge:
-   Hai trovato il modo di saltare le lezioni vedo –
-   Sarebbe più corretto dire che ho trovato il modo di stare lontana da uno che non sopporto –
-   Oh oh e dimmi ranocchia…di chi si tratta? –
-   Devo propri risponderti o ti basta un’occhiataccia per capirlo? –
Sono furiosa. Appena rientrata in aula e sono già furiosa. Se l’omicidio fosse legale, di certo Castiel non avrebbe vita lunga accanto a me. Sento di odiarlo dal profondo e decido di provare a cambiarlo. Più che altro perché non voglio che mi rovini ogni santo giorno scolastico!
Il giorno dopo torno a scuola con mille buoni propositi, che Castiel mi distrugge subito non appena tento di applicarli. E’ un bullo ribelle, che non ascolta nessuno e che fa tutto di testa sua. E questo mi suggerisce una certa idea. Il Lunedì mattina come se niente fosse e mi siedo al mio posto accanto a Castiel che ascolta il suo Ipod. Ormai ho capito le sue abitudini e tra poco, quando si accorgerà della mia presenza, inizierà a farmi dannare come sempre. Recupero il mio ipod dalla tracolla e me lo infilo alle orecchie. Poco dopo sento qualcuno che mi sfila una cuffietta. Castiel si è accorto di me e dato che non lo considero ha cercato di attirare la mia attenzione. Si infila la cuffietta che mi ha appena rubato e vedo il suo volto sorprendersi. Ha l’abitudine di ascoltare la musica ad un livello così alto che anche io vicino a lui riesco a sentirla. Così ho scoperto che abbiamo gli stessi gusti musicali, e questo può essere un modo per farmelo amico. Se non posso cambiarlo, posso almeno fare in modo di non farmi odiare e di farlo smettere di darmi fastidio. Quando stoppo la musica vedo il suo viso imbronciarsi:
-   Perché hai spento?! –
-   Perché qualcuno mi ha rubato la cuffietta –
-   Si ma sull’assolo! –
-   Appunto. Se gentilmente me la riconsegni posso ascoltarmelo in santa pace – dico allungando la mano nella sua direzione.
Lui fa una smorfia e non mi da retta ricliccando play sul mio Ipod e facendo ripartire la canzone. Ce l’ho fatta! Non se l’è presa con me! È caduto nella mi trappola! Passiamo le ore successive a parlare dei gruppi musicali che ci piacciono, e per la prima volta vedo un Castiel diverso. Non più burbero come sono abituata a vederlo, ma un Castiel felice, a cui brillano gli occhi ogni volta che si parla di musica. In fondo anche lui ha un lato umano a quanto pare. Il giorno dopo torno a scuola con il sorriso sulle labbra. Finalmente sono tornata allegra e sorridente come sempre. Porto a Castiel il cd della mia band preferita e lui mi da quello della sua. Poco dopo Nathaniel viene a chiamarmi e sparisco in sala delegati con lui. Dopo tre mesi di scuola ho preso il ritmo. Non discuto più con Castiel e almeno tre volte a settimana salto un paio d’ore di lezione per aiutare Nathaniel. Poi un giorno, la pace viene spezzata. Sono in sala delegati con Nathaniel ed ho in mano un sacco di fogli. Mentre mi avvicino alla cattedra un cane mi corre tra i piedi facendomi inciampare. Rischio di cadere a terra ma Nathaniel mi afferra al volo lasciando però scivolare a terra i fogli. Il mio viso è a pochissimi centimetri dal suo, mentre d’istinto mi sono aggrappata a lui. Arrossisco violentemente e mi scanso, ringraziandolo per avermi presa. Mi aiuta a raccogliere i fogli spiegandomi che si tratta del cane della direttrice e quando finiamo, mi fa una proposta:
-   Senti…lo so che è strano però…ti andrebbe di uscire con me? –
Il mio volto diventa color pomodoro mentre il mio cuore tamburella velocemente nel mio petto. Quella breccia che ha fatto nel mio cuore anni prima si è insidiata sempre di più dentro di me diventando un sentimento inequivocabile. Mi piace tutto di lui, e non posso continuare a negarlo a me stessa. Ma questi sentimenti sono sbagliati. Totalmente sbagliati.
-   Scusami Nath ma…ecco vedi….io ho già un ragazzo –
-   Ah scusami non lo sapevo…e ti sembra sfrontato chiederti chi sia? –
-   Nono…beh è il mio amico di infanzia. Ma sono due anni e qualche mese che non ci vediamo perché lui sta facendo l’accademia militare –
-   Ahh…quindi la vostra è una relazione a distanza? –
-   Si… -
-   E vi siete già baciati? – il mio volto diventa viola tutto d’un colpo.
-   N-no….mi sono dichiarata il giorno che è partito per l’accademia militare. E per messaggio mi ha detto che anche lui provava gli stessi sentimenti per me. E allora ci siamo messi assieme –
-   Quindi non siete mai usciti assieme da “fidanzati”? –
-   Ecco a dire la verità no… -
Perché improvvisamente mi sta facendo tutte queste domande?! Se sono fidanzata, perché continua ad insistere?
-   Allora penso di avere ancora una chance –
-   Che cosa stai dicendo Nath?! –
-   Beh sono passati due anni. E magari i sentimenti che provi per lui si sono affievoliti – mi risponde avvicinandosi a me – quindi che ne dici di uscire comunque? – la sua mano mi accarezza la guancia per poi spostarsi sulle mie labbra. Scatto indietro e corro verso la porta.
-   Mi dispiace ma non posso! –
Così dicendo corro fuori dall’aula e mi dirigo in cortile. Il sole splende nel cielo e mi distendo all’ombra di un albero appoggiandomi al suo tronco. Cerco di calmarmi ed i miei occhi vengono attirati da una scena disgustosa. Ambra, la sorella di Nathaniel, sta flirtando con un ragazzo che non ho mai visto prima. Indossa dei pantaloni militari, una canottiera nera ed una camicia bianca. Porta i capelli corti ed ha due splendidi occhi color smeraldo. Su una spalla porta una tracolla nera. Davvero un gran bel ragazzo non posso negarlo. È Ambra quella che mi fa senso. È viscida e si struscia su di lui come una gatta morta, mentre lui cerca di allontanarla in tutti i modi. Sento la campanella del cambio d’ora suonare e mi alzo. Passo a lato di quelle due persone senza far caso a loro e salgo i gradini per entrare al liceo, quando il ragazzo si rivolge a me:
-   Ehy tu! Aspetta! – mi volto di scatto fulminandolo con lo sguardo. Non è proprio giornata ci manca solo un altro rompiscatole a rovinarmela ulteriormente. Lui si ferma alla base dei gradini e mi sorride dolcemente, mentre io lo fisso.
-   Che vuoi? –
-   Ehila…siamo diventate arroganti? –
-   È semplicemente una giornata no. E poi chi ti credi di essere per rivolgerti a me in questo modo?! Non ti ho mai visto da queste parti –
Lo vedo sorridere ancora di più mentre mi guarda dalla testa ai piedi soffermando il suo sguardo sull’elastico per capelli che indosso tutti i giorni. Sale di qualche gradino e si mette difronte a me. Sebbene in questi anni sia cresciuta e diventata un metro e settanta, lui mi supera di dieci centimetri abbondanti. Oltre all’altezza anche i suoi muscoli sono parecchio evidenti. Mi sento molto attratta da lui. I suoi occhi verdi fissano i miei del medesimo colore mentre la sua suadente voce mi parla:
-   Vedo che nemmeno la mia ragazza è in grado di riconoscermi. L’allenamento è servito a quanto pare –
-   K-kentin?! –
-   Sono tornato –
I miei occhi si riempiono di lacrime. Davvero è Kentin? Il mio Kentin?! Lo osservo meglio per averne la conferma, ma è lui a darmela limitandosi a dirmi:
-   Vedo che nonostante tutto, porti ancora l’elastico che ti ho regalato anni fa –
Mi bastano quelle parole per saltargli al collo. Lui è davvero Kentin. È davvero tornato da me. Mi stringe a lui con una forza nuova, e che mi fa sentire importante e protetta. Quando ci allontaniamo mi prende il viso tra le mani e si limita a dirmi:
-   Perdonami. Ma non posso più aspettare –
Poi posa le sue labbra sulle mie. Faccio scivolare le mie braccia attorno al suo collo mentre la mia lingua gioca con la sua. Il mio primo bacio lo sto dando al mio primo amore, che finalmente è tornato da me. Quando le nostre labbra si allontanano i miei occhi sono colmi di lacrime di gioia.
-   Mi sei mancato! –
-   Anche tu Sophie. Ma ora sono tornato e starò per sempre con te –
Gli afferro la mano e la stringo forte. Lui estrae dei fogli dalla tracolla e mi chiede di portarlo in sala delegati. So che li probabilmente ci sarà Nathaniel.
Entriamo e come previsto ci trovo il segretario delegato, che si sorprende vedendomi stringere la mano di quel ragazzo che non ha mai visto.
-   Ehi Sophie…chi è il tuo amico? – mi chiede cercando di nascondere l’ira.
-   Sono il suo ragazzo. E sono appena tornato. Devo consegnare a te i moduli per la mia iscrizione al liceo? –
gli risponde sorridente Kentin.Arrossisco abbassando lo sguardo ed avvicinandomi a lui. È bella la sensazione che le parole “il suo ragazzo” mi hanno fatto provare. Con Kentin nuovamente al mio fianco, sento chiaramente che i sentimenti che provo per lui sono di gran lunga più profondi di quelli che provo per Nathaniel.
-   Ahh si. Dalli pure a me. Benvenuto al Dolce Amoris. Io sono Nathaniel il segretario delegato – gli risponde Nathaniel con una freddezza che non è sua.
-   Piacere di conoscerti Nathaniel, io sono Kentin –
-   Piacere mio. Per il momento va pure a casa, ti farò sapere domani in che classe sei stato assegnato –
Usciamo dalla sala delegati mano nella mano e porto Kentin davanti alla mia classe. Durante il tragitto ripenso alla richiesta di Nathaniel, e poi alla sua reazione davanti a Kentin. Anche se lui è tornato e so di amarlo, c’è ancora una cosa che mi preoccupa.  Sebbene in minima parte, i sentimenti che provo per Nathaniel continuano a far parte del mio cuore. Lui è stato con me per tutti gli anni in cui Kentin è stato lontano. E questo ha creato scompiglio tra i miei sentimenti, legandomi inevitabilmente a lui. Prima di entrare in classe il mio ragazzo mi da un leggero bacio sulle labbra che mi fa sussultare e mi dice che mi aspetterà all’uscita. Entro in classe con la faccia rossissima e torno a sedermi vicino a Castiel che mi guarda incuriosito:
-   Hai per caso la febbre ranocchia? –
-   N-no… -
-   E allora che hai? –
-   È appena tornato il mio ragazzo dopo due anni e più che non lo vedevo e ci siamo appena salutati. È venuto ad iscriversi qui –
-   Non sapevo che la ranocchia avesse un ragazzo. È per caso un rospo? –
-   Simpatico come sempre. E comunque no. Si chiama Kentin e mi sta aspettando fuori da scuola –
-   Sono proprio curioso di vederlo –
-   E perché? –
-   Così –
Dice infilandosi le cuffie alle orecchie. Anche se ormai siamo amici, spesso non lo capisco. Ma ho smesso di farmi domande.
L’ultima campanella suona e mi fiondo fuori da scuola. Kentin è li, appoggiato al cancello della scuola che mi aspetta. Come mi vede si stacca dal cancello e mi sorride. Io gli corro incontro gettandomi su di lui, che non si sposta nemmeno di un millimetro sebbene mi sono buttata su di lui in corsa. È proprio diventato forte. Lo guardo negli occhi accarezzandogli la guancia:
-   Allora è proprio vero. Sei tornato da me! –
-   Te lo avevo promesso piccola –
Così dicendo mi sfila l’elastico dai capelli, che ricadono dolcemente alle mie spalle. Se lo infila al polso e mi passa una mano dietro la nuca accarezzandomi dolcemente. Poi mi percorre con la stessa mano tutta la schiena facendomi venire i brividi. Con l’altra mi stringe a lui mentre il suo respiro scalda le mie labbra. Sta per baciarmi ancora. E dio solo sa quanto desidero questo bacio. I sentimenti che provo per lui sono rimasti nel mio cuore per tutto questo tempo, ed ora finalmente possono esprimersi totalmente, dando vita ad un carnevale di emozioni. Mi alzo sulle punte dei piedi raggiungendo le sue labbra. Questo lo sorprende e subito dopo mi stringe forte forte a lui ricambiando il mio bacio. È Castiel ad attirare la nostra attenzione schiarendosi la voce. Mi allontano spaventata dalle labbra di Kentin e guardo alle mie spalle tranquillizzandomi subito vedendo il mio vicino di banco:
-   Castiel! Ma ti sembra il modo? –
-   Guardate che siete voi due che state pomiciando all’uscita della scuola –
Dice indicando con il pollice dietro di lui. Tutti gli studenti sono li che ci guardano incuriositi. Mi volto di scatto mentre la mia faccia cambia ancora una volta colore. Kentin si avvicina a Castiel e gli porge la mano:
-   Piacere di conoscerti Castiel, io sono Kentin il suo ragazzo –
-   Piacere. E così sei tu che l’hai ridotta ad una passata di pomodoro eh? –
-   CASTIEL!! – gli urlo voltandomi verso di lui.
-   E piantala di allarmarti ranocchia –
-   Come mai ti chiama così? – interviene Kentin curioso. Castiel sta per spifferare tutto ma con un balzo felino gli salto addosso tappandogli la bocca con la mano.
-   Niente tesoro è una storia lunga, davvero. Comunque lui è il mio vicino di banco. Ha un anno più di noi ma è in classe con me perché l’anno scorso ha saltato troppo spesso la scuola e allora è stato bocciato –
Castiel toglie la mia mano dalla sua bocca e mi ringhia contro, io di risposta gli faccio la linguaccia. Kentin ride nel vedere la scena e poi mi propone di andare a mangiare pranzo assieme. Esulto mentre Castiel si allontana facendoci un leggero cenno di saluto con la mano.
Kentin mi da una leggera pacca sulla testa e mi ripassa il codino. Mi lego nuovamente i capelli e poi afferro felice la sua mano tesa verso di me. Ci incamminiamo felici, senza accorgerci che a pochi metri da noi c’è Nathaniel ricolmo di gelosia che non aspetta altro che il momento buono per fare la sua mossa.



Commento dell'autore: Nathaniel si rivelerà parecchio astuto nel suo ruolo di rivale di Kentin. Cosa pensate che architetterà? Potrete scoprirlo nel prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** Coppie Miste ***


Il giorno dopo mi alzo di ottimo umore. So che non appena varcherò la soglia di casa Kentin sarà li ad aspettarmi. Non sarò mai più sola da oggi in poi, perché lui è tornato per me, mantenendo la sua promessa. Mangio i miei cereali mentre controllo che le lancette dell’orologio non viaggino troppo in fretta. Voglio recuperare tutto il tempo che ho perso con lui, quindi per favore tempo non correre troppo! Non appena finisco di mangiare lascio la tazza nel lavandino e salgo al piano di sopra alla ricerca del mio elastico preferito. Non appena lo trovo mi pettino i capelli e poi li lego come d’abitudine. Sorrido allo specchio vedendo la mia figura snella riflettersi perfettamente. Da oggi in poi ho intenzione di farmi sempre bella solo per lui. Il mio lui. Esco di casa e come previsto lo ritrovo li, bello come il sole, che mi aspetta osservando il cielo come se lo vedesse per la prima volta. Mi accorgo che non mi ha vista e mi avvicino di soppiatto sorprendendolo di punto in bianco con improvviso bacio sulla guancia. Lui scatta in dietro mettendosi in posizione difensiva e scoppio a ridere davanti a quella scena ricordandomi dei suoi racconti sulle lezioni extra di karate che ha ricevuto. Quando mi vede ridere rilassa il corpo e si avvicina a me tirandomi fra le sue braccia. Affondo nel suo profumo mentre il suo calore mi scalda. Sento che potrei rimanere in questa posizione per sempre. Quando mi allontana da lui gli faccio una smorfia di dispiacere, che lui subito cancella premendo delicatamente le sue labbra sulle mie. Il trasporto di quel sentimento che insieme condividiamo è così forte che non posso fare a meno di lasciarmici trascinare dentro. Ci baciamo appassionatamente li come se nessuno ci vedesse. Sentiamo di essere soli in questa piccola parte di mondo che stiamo condividendo. Quando ci allontaniamo ci sorridiamo a vicenda e ci prendiamo per mano, dirigendoci a scuola. Non appena arriviamo andiamo in sala delegati, sono agitata all’idea di vedere Nathaniel, dopotutto sento che non ha del tutto accettato il mio rifiuto di uscire con lui ne tanto meno l’idea che il mio ragazzo sia tornato. Varchiamo la soglia ma stranamente lui non c’è, e questo mi rasserena. Chiediamo alla segretaria in che classe è stato assegnato Kentin e mi si spezza il cuore scoprendo che è stato assegnato ad un'altra sezione, che si trova dalla parte opposta della scuola rispetto alla mia aula. In testa mi balena l’idea che sia tutta opera di Nathaniel, ma poi realizzo che non sarebbe in grado di fare una cosa così meschina (o forse si?). Kentin mi accompagna fino alla mia classe. La porta è aperta e tutti mi vedono arrivare con quel ragazzo bellissimo e rimangono senza fiato, ricordando probabilmente il nostro bacio del giorno precedente davanti a mezza scuola. Kentin mi solleva il mento baciandomi ancora, prima di farmi un cenno di saluto con la mano e sparire dietro l’angolo. Il mio volto è nuovamente di un rosso vivo mentre entro in classe tenendo lo sguardo basso sia per l’imbarazzo che per l’emozione. Mi dirigo in fondo alla classe sedendomi vicino a Castiel, che prontamente si sfila una cuffia e me la passa:
-   Tieni, un po’ di buona musica ti farà passare i bollenti spiriti ranocchia –
-   Lo prendo come un atto di gentilezza –
Dico abbozzando un sorriso ed afferrando la cuffietta. Ci immergiamo nella musica che condividiamo sorridendo come due ebeti mentre l’assolo della chitarra scandisce il ritornello di una delle nostre canzoni preferite. Il professore entra poco dopo, ma non mi va di seguire la lezione e sicuramente anche Castiel è del mio stesso avviso. Sta per ritirare l’ipod ma io lo fermo facendogli l’occhiolino. Prendo uno sdoppiatore di cuffiette che ho comprato alcuni giorni prima e lo infilo nel suo ipod, poi prendo le mie cuffie e le attacco all’estremità rivolta nella mia direzione, e Castiel fa lo stesso con le sue. Poi prendo la cuffietta e la infilo sotto la felpa facendola sbucare dal colletto ed infilandomela nell’orecchio sinistro, comprendo il tutto con i capelli lunghi. Vedo Castiel fare un sorriso divertito mentre anche lui fa altrettanto. Le prime due ore passano così, mentre il professore parla della rivoluzione russa ed io e Castiel siamo in fondo alla classe che ci guardiamo negli occhi muovendo le labbra fingendo di cantare le canzoni che non abbiamo ancora smesso di ascoltare. All’intervallo mi tolgo la cuffietta e sgattaiolo fuori dall’aula, ma non prima di ricevere un’occhiata di Castiel che interpreto come “vedi di non fare troppe porcellinate qui a scuola, sono ancora io il re per queste cose e non penso sia il caso per te di entrare in competizione con il sottoscritto!” gli sorrido divertita. Non credevo che uno come lui, che prima odiavo e detestavo a morte, si sarebbe rivelato un tale amico. Posso tranquillamente definirlo il mio migliore amico, ma per il momento meglio non dirglielo o si monterà la testa, anche se non so per cosa. Corro per i corridoi per raggiungere Kentin quando qualcuno mi riprende:
-   Ehi! Non si corre per i corridoi! Non è così che si da il buon esempio –
-   Ehy Nath andiamo…stavo semplicemente camminando rapidamente! –
-   Non direi proprio…stai andando da lui? –
-   Hemm…si –
-   Capisco…quindi mettervi in classi separate non è servito a molto –
-   Cosa intendi? – lo dico guardandolo con aria interrogativa, nascondendo la delusione e la rabbia per il suo gesto.
-   Sono stato io a far si che Kentin fosse inserito in una sezione diversa dalla tua –
-   E perché lo hai fatto?! –
-   Perché dici? Perché tu mi piaci ed ho fatto i miei interessi – il mio cuore ha un sussulto. Io gli piaccio? Vorrei non arrossire violentemente, ma sento che è già troppo tardi.
-   E…e come hai fatto?! Come hai convinto la dirigente a dividerci? –
-   Oh è stato semplice, è bastato dirle che state assieme e che non era proficuo per il vostro rendimento scolastico essere messi nella medesima classe. Tutto qui. –
-   E ti ha creduto?! –
-   Beh non mi pare di averle mentito –
Mi risponde guardandomi in modo truce. Deve bruciargli davvero parecchio la mia relazione con Kentin. Abbasso lo sguardo spaventata e mi allontano di qualche passo all’indietro mentre vedo che lui si avvicina pericolosamente a me. In quel momento il braccio di Kentin mi cinge le spalle ed io lo guardo prima sorpresa, e poi terribilmente felice di vederlo li.
-   Non ti vedevo arrivare e sono venuto a cercarti. C’è qualche problema con Sophie Nathaniel? – gli chiede Kentin, con uno sguardo tra l’inquisitore ed il minaccioso. Nathaniel scrolla le spalle.
-   Niente di che. L’ho solo ripresa perché correva per i corridoi. Visto che è la mia aiutante in sala delegati deve dare il buon esempio seguendo le regole. Vi auguro buona giornata –
Così dicendo si congeda e si allontana. Kentin lo guarda sparire lungo i corridoi mescolandosi con gli altri studenti, poi mi guarda e nota il mio disagio:
-   Qualcosa non va? –
-   No tranquillo… - non posso dirgli la verità. Temo che succederebbe un disastro.
-   Non sapevo aiutassi il segretario delegato –
-   Si è dall’inizio di quest’anno che lo aiuto ogni tanto su settimana con i vari moduli o altro –
-   Non me lo avevi detto – mi dice con un aria da finto arrabbiato, nascondendo un’evidente gelosia. Gli sorrido teneramente e mi alzo sulle punte sfiorandogli le labbra, facendo così addolcire il suo splendido viso.
-   Scusa non pensavo fosse importante. Che ne dici di andare a fare due passi? –
Kentin mi fa cenno di si e camminiamo per qualche minuto prima che la campanella sancisca la fine dell’intervallo. Io ed il mio ragazzo ci salutiamo e torniamo ognuno nella propria classe. Non appena entro Castiel mi guarda incuriosito come se cercasse in me una conferma di un’eventuale gesto sconcio, ma io ricambio lo sguardo sorridendogli, dimostrandogli che si sbaglia. Mi avvicino a lui e continuo a fissarlo. Sa cosa voglio. Ritira fuori l’ipod e continuiamo la giornata così.
La campanella dell’ultima ora suona ed io aspetto Kentin davanti alla mia classe. Poco dopo arriva e mi stringe la mano e ci incamminiamo verso casa. Non appena giungiamo sotto la mia Kentin mi dice di prepararmi che un’ora dopo sarebbe passato a prendermi per andare al luna park. Che splendida idea! Lo saluto emozionatissima ed entro in casa. Mangio alla velocità della luce e mi fiondo in camera mia cambiandomi d’abito. Infilo un paio di jeans rossi, gli stivaletti neri, una maglietta nera e lascio i capelli sciolti. Guardo la tele per qualche minuto e poco dopo sento suonare il campanello della porta. Mi fiondo fuori e Kentin è li più bello che mai. Afferro al volo la sua mano e saltello divertita. Ho sempre sognato di andare in un posto del genere con il mio ragazzo, e finalmente sto per coronare questa mia fantasia! Non appena arriviamo sembro una bambina di cinque anni appena entrata in un negozio di caramelle. Guardo affascinata tutto quello che ci circonda ed i miei occhi brillano non appena si fermano sulle montagne russe. Guardo Kentin con aria supplichevole e lo vedo abbastanza spaventato dalla cosa. Gli stringo forte la mano e la trascino con me nonostante tenti di opporre resistenza. Finito il giro scendiamo ed io salto entusiasta proponendo un altro giro, mentre il volto di Kentin è bianco come un lenzuolo e sembra sul punto di vomitare da un momento all’altro. Gli cingo la vita con il braccio portando il suo sopra le mie spalle e lo porto ad una panchina. Si siede biascicando un “grazie” mentre cerca di riprendersi dalla  nausea. Ci vogliono circa dieci minuti prima che il suo volto riprenda un colorito normale e poi mi guarda spaventato:
-   Ti prego non farmelo fare mai più! –
Cerco di trattenere una risata ma alla fine scoppio. Lui mi guarda imbronciato ed io lo tiro a me appoggiandolo al mio petto. Sento che si rilassa e si lascia stringere. Poco dopo ricominciamo a girare per tutto il luna park. Sono circa le sei e mezza quando decidiamo di andarcene. Stiamo per uscire quando una bancarella attira la mia attenzione. Mi ci avvicino osservando la merce esposta. Ci sono un sacco di cose diverse ma sono i braccialetti ad attirare la mia attenzione. Ce n’è uno splendido argentato, con un piccolo ciondolo a forma di rondine e vicino uno a forma di cuore. Lo prendo e chiedo quanto costa. Fortunatamente è un prezzo che posso permettermi. Sto per estrarre il portafoglio quando vedo Kentin dalle mie spalle porgere una banconota al ragazzo dietro la bancarella che lo afferra sorridendogli. Lo guardo allibita mentre mi prende il braccialetto dalla mano per poi afferrarmi il polso e legarci il braccialetto che mi ha appena regalato. Poi mi stringe di nuovo la mano e mi osserva sorridendomi:
-   Questo è per sostituire quell’elastico ormai sgualcito che ti ho regalato anni fa. E sappi che sarà solo il primo di tanti regali – arrossisco ma non distolgo lo sguardo, mentre il mio cuore è al galoppo.
-   Beh allora grazie! Sei un tesoro! –
Camminiamo lungo il porticato prima di raggiungere casa mia, dove lo saluto a malincuore. Lo vedo sparire oltre il cancello e già mi manca terribilmente. Mangio cena e poi mi fiondo in camera mia, addormentandomi sorridendo come una stupida continuando a guardare ed ad accarezzare primo regalo di Kentin in veste di fidanzato.
Il giorno dopo mi alzo di buon ora e mi metto davanti allo specchio. Provo diversi indumenti prima di decidere di indossare un vestito viola scuro attillato e dei leggins neri in pelle. Scendo al piano di sotto e faccio colazione per poi fiondarmi fuori di casa verso colui che aspetto con ansia di rivedere. Kentin afferra la mia mano e ci incamminiamo a scuola. Mi saluta come sempre davanti alla mia classe ed io raggiungo Castiel che mi accoglie con un saluto vittorioso annunciando che ha caricato il nuovo album del suo gruppo preferito sull’ipod e vuole farmelo sentire a tutti i costi. Il professore entra in classe ma non ci faccio molto caso e mi infilo la cuffietta. Castiel sta per premere play ma il prof annuncia che deve parlarci di una cosa seria ed attira la nostra attenzione. Si schiarisce la voce prima di annunciare che ci sarà una corsa campestre a coppie miste la settimana successiva. Io esulto felicissima. Se le coppie saranno miste, di sicuro mescoleranno gli alunni delle varie sezioni, e questo non può che rendermi felice! Purtroppo salto alle conclusioni troppo in fretta, conclusioni tra l’altro totalmente errate perché il professore aggiunge:
-   Con coppie miste non parliamo di sezioni, ma di anni. Gli alunni di prima verranno accoppiati con uno di seconda, quelli di terza con quelli di quarta e quelli di quinta essendo in gita non parteciperanno. Non siete contenti? Questa iniziativa è stata proposta dal segretario delegato per aiutare i vari alunni a conoscersi tra loro. Le coppie verranno sorteggiate questo pomeriggio e domani verranno esposte sul tabellone in bacheca! Spero che andrete d’accordo con il vostro compagno per la gara! –
Sprofondo nella sedia delusa ed anche un po’ spaventata. So che Nathaniel sta architettando qualcosa, e non posso negare che un terribile presentimento invade la mia mente. Castiel avverte il mio disagio e mi da una leggera pacca sulla testa ripassandomi la cuffietta. L’afferro e sorrido, sono felice che ha tentato di tirarmi su il morale a modo suo.
Quando suona l’intervallo vado dritta verso Kentin che subito mi parla della corsa:
-   Hai sentito? –
-   Già… -
-   Scommetto che finirai in coppia con Nathaniel –
-   E come fai a dirlo?! –
-   È semplice, sono un ragazzo e vedo come ti guarda. Questo è tutto un suo piano per strapparti da me – possibile che Kentin abbia ragione? penso timorosa – però per fortuna tu sei mia! –
dice sorridendomi. In quel momento mi sento morire ricordando quel misero sentimento che provo ancora per Nathaniel. Gli sorrido facendo finta di niente, mentre la fine dell’intervallo mi salva da ulteriori complicazioni. Corro in classe e mi siedo al mio posto, appoggiando la mia testa sulla spalla di Castiel. Lui non si muove e mi lascia fare. Sono davvero felice che sia lui il mio vicino di banco.
A fine scuola corro via senza aspettare Kentin. Mi sento terribilmente in colpa nei suoi confronti e non me la sento di affrontarlo. Mi limito a mandargli una scusa per messaggio e sparisco in meno di un nanosecondo. Passo il pomeriggio annegando il senso di colpa nel gelato e guardando anime alla televisione. Domani si scopriranno le coppie per la corsa campestre ed il mio cuore è già in preda al panico.
Quando mi sveglio non mangio colazione ed esco di casa. Corro fino da Kentin ed aspetto che esca. Lo vedo sorpreso di trovarmi li ma mi sorride come sempre e camminiamo assieme fino a scuola. Cerco di nascondere la mia tensione e per fortuna ce la faccio. Entriamo a scuola e ci dirigiamo in bacheca. C’è un sacco di gente in fila per leggere il proprio nome e ci vuole parecchio prima che riusciamo ad arrivare li davanti e quando ce la faccio, vorrei che questo giorno non esistesse. Mentre leggo le coppie una dose eccessiva di ansia mi paralizza totalmente.
Coppie di alunni di terza con quelli di quarta:
Sezione A:
Sophie - Nathaniel
Sezione B:
Kentin – Ambra


Commento dell'autore: Ciaoooooo xD allora? Che ve ne pare di questo Nathaniel manipolatore che cerca di raggingere a tutti i costi il suo scopo? Infondo è un lato che potrebbe appartenergli visto che da piccolo era come Castiel xD Cosa pensate che succederà durante la corsa? Spero che il capitolo vi sia piaciutooooo =D

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Capitolo 5
*** Conflitto Sentimentale ***


Mentre cerco di riprendermi dallo shock di quelle dannatissime coppie, vedo Kentin scuotere la testa furiosamente e cercare Nathaniel tra i vari studenti. Ad un certo punto lo vedo scattare a razzo e d’impulso lo seguo temendo il peggio. Quando ci fermiamo siamo davanti al delegato che ci osserva come se niente fosse.
-   Giuro solennemente che se le torcerai un solo capello te la vedrai con me – gli ringhia contro Kentin.
-   Per quale motivo dovrei farle qualcosa? –
-   Smettila di fingere, con me non funziona. Vedo come la guardi quindi finiscila. Io ti ho avvertito. Vedi di avere il buon senso di non farle niente o sarà peggio per te –
Così dicendo Kentin mi afferra la mano e mi tira via con lui, mentre con la coda dell’occhio vedo Nathaniel sorridermi. Usciamo in corridoio e andiamo verso il retro della scuola. Guardo la schiena del mio ragazzo chiedendomi cosa gli passa per la testa, ma non ho il tempo di darmi una risposta che si ferma bruscamente e mi tira a se abbracciandomi. Contraccambio quell’abbraccio sentendo la sua tensione sulla mia pelle. Mi allontano un po’ da lui dandogli un leggero bacio sulle labbra, riuscendo a calmarlo. Mi guarda negli occhi ed io gli sorrido, poi mi accarezza la guancia con la mano e mi bacia appassionatamente. Quando ci allontaniamo afferro la sua mano e lo riporto a scuola. Le lezioni stanno per cominciare e non possiamo saltarle. Mi accompagna fino alla mia classe e poi mi saluta. Aspetto di vederlo sparire prima di entrare. Come entro in classe il professore mi dice che è appena passato Nathaniel a chiamarmi perché ha bisogno di una mano. Perfetto, ho giusto bisogno di parlare a quattrocchi con lui. Mi dirigo in sala delegati con estrema tranquillità, che svanisce non appena varco la soglia e lo vedo che mi sorride. Il mio cuore ha un sussulto ma indurisco il mio sguardo ed inizio a parlargli:
-   Che hai in mente? –
-   Niente, mi serve una mano con questi moduli per la corsa –
-   Sai cosa intendo, smettila di girarci intorno – vedo che mi sorride divertito mentre mi passa un plico di fogli – so benissimo che hai creato tu le nostre coppie. Perché lo hai fatto? –
-   Perché mi piaci, ti sembra una cosa tanto stupida? –
-   Direi di si, dato che ho un ragazzo –
-   Beh ma io non sono un tipo geloso –
-   Che razza di risposta è?! – gli urlo contro mentre usciamo dalla sala.
-   Ne parliamo dopo, ora vai nelle varie classi a consegnare questi moduli, ci rivediamo qui non appena hai finito –
Così dicendo si allontana come se niente fosse. Nascondo il nervoso e giro nelle varie classi a consegnare i moduli e non appena finisco mi fiondo in sala delegati. Non ho intenzione di far finire il discorso così. Mi siedo su una sedia ed inizio a battere il piede a terra impazientemente. La situazione mette parecchio a disagio anche a me, ma cerco di vedere il lato positivo della cosa. Staremo via da scuola per una giornata intera. In quel momento Nathaniel varca la soglia. Gli sto dando le spalle ma riconosco la camminata. Gli faccio cenno di sedersi accanto a me e subito lo fa. Mi giro verso di lui furiosa mentre lui sfoggia uno dei suoi più splendidi sorrisi, facendomi avvampare il volto.
-   P-perché fai tutto questo?! Perché vuoi dividermi a tutti i costi da Ken?! –
-   Perché io potrei darti molto di più di quello che ti da lui –
-   E come fai a dirlo?! Non lo conosci nemmeno! –
-   Lo so e basta. Tu mi piaci molto di più di quanto possa piacere a lui –
-   Ma io sono innamorata di lui e non di te! E con questo come la mettiamo?! –
-   Ne sei sicura? – mi dice accarezzandomi la guancia facendomi sussultare – e allora come mai il tuo viso cambia colore ogni volta che ti tocco o ti sorrido? –
Merda…se n’era accorto. E adesso? Come mi tiro fuori da questo pasticcio? In quel momento entra la dirigente e scatto in piedi salvandomi all’ultimo. Saluto Nathaniel e la dirigente dicendo di aver finito il mio compito e torno in classe sedendomi di fretta al mio posto mentre Castiel mi osserva incuriosito:
-   Ho visto che sei in coppia con il delegato ranocchia –
-   Già…è un bel casino –
-   Perché ha una cotta per te? –
-   E tu come diavolo fai a saperlo?! –
-   Scema sono un ragazzo mi accorgo che ti spoglia con gli occhi ogni volta che ti vede. Probabilmente anche Ken se n’è reso conto –
-   Già…tu che faresti al mio posto? –
-   Gli dimostrerei che non me ne frega niente di quello che prova lui dato che sei innamorata di un altro – abbasso lo sguardo. Castiel ha ragione, ma purtroppo non sa che io provo qualcosa anche per Nathaniel, ed è proprio questo il problema più grande – ohhh…questo si che complica le cose –
aggiunge poi.Lo guardo incuriosita mentre si gratta la testa confuso.
-   Lui lo sa? –
-   Chi? –
-   Kentin –
-   Sapere cosa? –
-   Che hai una cotta per il delegato – il mio volto sbianca improvvisamente.
-   Ma cosa diavolo stai… -
-   Piantala di fingere con me. Ormai ti conosco abbastanza bene da riconoscere le tue reazioni. Sei innamorata di Kentin e questo non lo nego, ma provi anche qualcosa per il delegato non ho forse ragione ranocchia? –
-   Hai forse la chiave per accedere ai miei pensieri? –
-   No. Ma sono abbastanza bravo a riconoscere le reazioni delle persone. E la tua era piuttosto evidente. A questo punto devi fare una scelta –
-   Ma io non ho bisogno di scegliere! È Ken che voglio! –
-   E allora falla finita. Respingi definitivamente quel bamboccio del delegato e tutto si risolverà –
-   La fai facile tu! Io non sono brava in queste cose! –
-   Basta provarci! –
Lo guardo fingendomi arrabbiata, e lui capisce subito che in realtà non lo sono e mi passa una cuffietta dell’ipod come fa sempre. Me la infilo e mi immergo nella musica. Prendo un foglietto e ci scrivo sopra un “grazie” striminzito e lo passo a Castiel, lui ci scrive sopra un “di niente ranocchia” e me lo ripassa. Certe volte penso che non saprei come fare senza di lui.
La mattinata passa veloce ed esco di scuola con Castiel. Parliamo del più e del meno poi io mi fermo al cancello per aspettare Kentin. Saluto Castiel con la mano e mi appoggio al muro aspettando il mio ragazzo, che mi raggiunge poco dopo. Camminiamo mano nella mano fino a casa mia e poi ci salutiamo con un bacio. Lo vedo allontanare e mi avvio dentro casa. Devo trovare un modo per respingere Nathaniel in maniera definitiva, senza ricadere preda del suo fascino.
Per quanto le mie preghiere di far piovere il giorno della corsa campestre siano state forti, non sono servite a niente. Una settimana è passata ed ora ci troviamo qui, con la tuta addosso mentre aspettiamo che la dirigente faccia l’appello. Tutti gli alunni sono radunati in cortile mentre aspettano che il proprio nome venga chiamato. Batto nervosamente il piede mentre la dirigente sta facendo l’appello dei ragazzi di seconda. Kentin è vicino a me e cerca di nascondere la sua ira che io riesco a cogliere benissimo. Ad un certo punto sento qualcuno che mi da una pacca sulla testa e mi giro all’istante:
-   Calmati ranocchia o farai un buco nel pavimento –
-   Ciao a te Castiel, scusa se non mi va per niente di fare questa stupidissima corsa –
-   Guarda che non sei l’unica a cui scoccia essere qui in questo momento sai? –
-   Ora che ci penso non ti ho chiesto con chi sei in coppia -
-   Con Charlotte. Una delle amiche cretine di quell’oca della sorella del delegato che ha una cotta per me –
-   Ahahah questo si che mi diverte –
Dico scoppiandogli a ridere in faccia. Castiel mi da una botta in testa e mi sorride. Capisco subito che il suo intento è quello di calmarmi e ci è riuscito. Gli sorrido trasmettendogli un “grazie” che lui subito percepisce. Poco dopo la direttrice pronuncia il mio nome e salgo sul pullman. Sfortunatamente sono in un pullman diverso da quello di Kentin, quindi mi dirigo in fondo insieme a Castiel e ci sediamo vicini. Estraggo l’ipod e gli passo una cuffietta, ringrazio la musica della sua esistenza prima di sprofondare in un sonno profondo. La notte scorsa non ho dormito molto quindi ci ho messo praticamente un attimo ad addormentarmi.
Al mio risveglio mi rendo conto di essere appoggiata alla spalla di Castiel e lui è appoggiato a me che dorme. Controllo l’ora, sono le dieci e un quarto, arriveremo a breve. Picchetto la spalla di Castiel per farlo svegliare e ce la faccio quasi subito. Si tira su tutto assonnato e si stropiccia gli occhi. Sembra proprio un bambino e la cosa mi intenerisce. Spengo l’ipod e lo infilo nella tasca, mentre il pullman comincia a rallentare. Quando scendiamo un sole cocente ci accoglie felice e Kentin mi raggiunge subito facendomi un cenno di saluto ed afferrandomi la mano mentre io cerco ancora di svegliarmi totalmente.
-   Ti sei addormentata piccola? –
-   Si…a differenza di quello che pensavo Castiel è particolarmente comodo –
-   Ehi…mi hai preso per un cuscino? – mi riprende lui comparendomi alle spalle.
-   Direi di si –
-   Certo che siete proprio buoni amici voi due – ci interrompe Kentin sorridendomi
-   Ehy non esageriamo – aggiunge Castiel – amici è più che sufficiente –
-   Sei il solito antipatico! Che ti costa ammettere che se non ci fossi io in classe con te tu ti annoieresti a morte? –
-   Smettila di illuderti ranocchia. Io vengo a scuola solo perché non mi va di perdere un altro anno tutto qui. Vi saluto –
Così dicendo si allontana ed io lo guardo divertita.
-   Lo reputi il tuo migliore amico eh? – aggiunge Kentin
-   Sono così un libro aperto per te? –
-   Abbastanza. E comunque anche lui ti reputa una buona amica è solo troppo orgoglioso per ammetterlo –
-   Lo so. Ma mi va bene così –
Dico stringendogli la mano e facendo un giretto per di li. La direttrice ci chiama e ci dice di formare le varie coppie. Cerco Nathaniel e lo trovo in mezzo ad un gruppo che distribuisce cartine. Me ne passa alcune e lo aiuto a distribuirle. Non appena finiamo andiamo al punto di partenza ed attendiamo il via della direttrice. Aspettiamo poco prima che ci viene annunciato che la prima prova è raggiungere il professore Faraize, il quale ci indicherà il successivo obbiettivo da raggiungere. Partiamo tutti assieme ed io e Nathaniel cominciamo a correre. Ho intenzione di finire il prima possibile questa tortura. Siamo i primi a raggiungere il professore che ci timbra la mano e ci consegna un elenco di oggetti da trovare. Iniziamo la ricerca e li troviamo tutti subito. Inizio a correre per raggiungere nuovamente il professore quando Nathaniel mi afferra la mano fermandomi. Mi giro verso di lui che mi sorride dolcemente facendo sussultare il mio cuore.
-   Che fretta hai? Non ti piace questo splendido paesaggio? –
mi osservo meglio intorno e non posso negare che effettivamente il panorama attorno a noi è fantastico. Dai fitti rami degli alberi che ci circondano filtra il sole che si riflette su un ruscello che scorre a pochi passi da noi. Vedo Nathaniel che estrae due barrette di cereali dalla tasca della sua giacca e me ne passa una sorridendomi. Sembra tornato il Nathaniel di sempre, che strano. Ci sediamo appoggiandoci al tronco di un’enorme albero e mangiamo in silenzio. Non me la sento di parlare con lui o le cose potrebbero peggiorare. Non appena finiamo di mangiare la barretta Nathaniel si alza e mi porge la mano per aiutarmi. L’afferro e mi rialzo ma lui non lascia più la presa. Devo ribellarmi parecchie volte prima di sentire che le sue dita si rilassano facendomi sfilare la mano. Lui cammina davanti a me mentre mi tengo la mano sul cuore cercando di calmare le mie pulsazioni. Arriviamo dal professore Faraize che controlla i nostri oggetti e ci da una seconda mappa per proseguire. Non parliamo più fino ad arrivare al secondo check-point nel quale dobbiamo trovare dei cartellini con delle lettere appese per la foresta. Pariamo subito e li cerchiamo per circa mezzora prima di trovarli tutti e tornare al punto di partenza. Risolviamo il quesito ed in quel momento il gruppo di Castiel ci raggiunge:
-   Anche tu hai risolto il quesito ranocchia? –
-   Si. Vedo che anche tu sei a buon punto – soffoco una risata vedendo Charlotte che cerca di appiccicarsi a Castiel mentre lui continua a respingerla.
-   Già, e sarò io a vincere. Ci becchiamo al traguardo ranocchietta –
Così dicendo inizia a correre, mentre Charlotte arranca dietro di lui. Rido sotto i baffi mentre Nathaniel afferra la mia mano ed inizia a correre in una direzione che non conosco.
-   Che diavolo stai facendo?! – gli urlo contro.
-   Non ho intenzione di perdere contro quello li. Questa è una scorciatoia arriveremo in un baleno –
Non riesco a liberarmi dalla sua presa. È molto più forte di quella precedente e non posso fare a meno di seguirlo. Dopo un’ora che giriamo a vuote realizzo che ci siamo persi. Sono furiosa con Nathaniel.
-   Sei un emerito idiota! Ci siamo persi non è vero?! –
Nathaniel molla la mia mano e si gratta la testa nervosamente. Poi mi guarda con aria terribilmente dispiaciuta facendomi stringere il cuore.
-   Mi dispiace…non era mia intenzione metterti nei pasticci –
-   N-non ha importanza…tira fuori la mappa e vediamo di riuscire ad uscire di qui –
-   L’ho persa –
-   CHE COSA?! –
-   Deve essermi caduta mentre correvamo… –
-   Oh mio dio –
Dico accasciandomi a terra. Ora si che siamo nei pasticci. Intorno a noi sta lentamente calando la notte e comincio ad avere veramente freddo. Nathaniel mi fa cenno di seguirlo e lo faccio, ormai non ho niente da perdere. Ci rintaniamo in una specie di grotta e Nathaniel si appoggia al muro. Io mi siedo accanto a lui tremando. Il freddo mi ha avvolta completamente e non riesco più a resistere. Mi stringo le mani al petto cercando di scaldarmi ma non funziona. Sento Nathaniel che mi appoggia la sua maglia sopra il petto come coperta e mi guarda dolcemente:
-   È il minimo che posso fare dopo che ti ho messa in questo pasticcio –
Mi dice di punto in bianco, facendomi avvampare il volto. Mi dispiace vederlo così triste ed infreddolito. Mi avvicino ancora di più a lui tentando di scaldarlo. Lui capisce il mio gesto e mi propone una cosa. Vedo che apre le gambe e mi dice di sedermici in centro. Sento che non dovrei farlo ma lo faccio comunque. Mi siedo li e lui mi tira a se. Ora la mia schiena appoggia sul suo petto mentre con la sua felpa mi copro davanti e le sue braccia mi avvolgono completamente. Abbasso lo sguardo imbarazzata mentre sento che il mio cuore tamburella rapidamente. Percepisco il suo fiato sul collo e questo mi paralizza. Mi rendo conto che la notte è calata totalmente intorno a noi ed inizia a piovere. Ormai non ho più freddo perché il calore del corpo di Nathaniel mi ha scaldata completamente. Sono pervasa dall’imbarazzo e da una sensazione sgradevole. Non dovrei essere in questa posizione con lui, ma mi rendo conto che è l’unico modo per scaldaci. Cerco di rilassarmi quando le sue labbra si posano sul mio collo. Un brivido mi percorre la schiena mentre Nathaniel continua a baciarmi il collo risalendo fino al mio orecchio.
-   C-che diavolo sta facendo?! Finiscila! –
Gli urlo contro cercando di divincolarmi ma lui stringe la presa e continua la sua opera leccandomi l’orecchio e facendomi gemere di piacere.
-   T-ti prego…smettila… -
Lo imploro, mentre sento che il mio corpo reagisce totalmente diversamente rispetto alle mie parole. Sento di volerne ancora, non voglio che si fermi proprio adesso. La sua mano passa sotto la sua felpa arrivando alla cerniera della mia iniziando a tirarla. Vorrei fermarlo ma le parole non mi escono ed il mio corpo è totalmente in suo possesso. Mi slaccia la maglia e passa sotto la canottiera accarezzandomi il seno. Trattengo un gemito, non voglio fargli capire che mi piace quello che mi sta facendo. Poi con la mano mi alza il viso ed i nostri sguardi si incrociano.
-   Perché lo stai facendo? – gli chiedo
-   Perché ti amo –
Mi dice prima di baciarmi. All’inizio cerco di sottrarmi da quel bacio ma poi do retta al mio corpo lasciandomi travolgere da tutta quella passione. Con la mano passa sotto il reggiseno e mi preme il seno facendomi staccare improvvisamene dalle sue labbra per urlare di piacere. Lui non mi da tregua e preme nuovamente le sue labbra sulle mie. Non appena si rende conto che non lo sto più respingendo con la mano con la quale mi teneva il viso scende accarezzandomi l’interno coscia. Essendo appoggiata a lui sento la sua erezione premere sulla mia schiena mentre con la mano mi accarezza in mezzo alle gambe. Le chiudo all’improvviso ma lui riesce comunque a toccarmi facendomi sussultare ancora una volta. Poi piano piano risale slacciandomi i pantaloni e passandoci sotto, accarezzandomi sopra le mutande. So che sono eccitata e certamente se ne renderà conto e questo non farà altro che compiacerlo ulteriormente spingendolo a continuare. E sebbene mi rendo conto che tutto questo sia sbagliato, non riesco a resistergli e combatto con il mio stesso desiderio di farlo continuare. La sua mano torna su per poi accarezzarmi lungo la linea degli slip prima di passarci sotto e andare nell’intimo dove nessuno mi ha mai toccata. Gioca con me come se gli fosse permesso farlo e purtroppo lo sa fare maledettamente bene. Mi stacco dalle sue labbra ansimando e pregandolo di smetterla ma lui non mi lascia nemmeno finire di parlare che mi bacia ancora con una passione sempre maggiore. Sento un brivido risalirmi da dentro mentre con la mano si muove sempre più velocemente in mezzo alle mie gambe e l’altra mi preme il seno. Una sensazione totalmente nuova si insinua sempre più profondamente dentro di me prima di esplodere tutta d’un colpo, facendomi staccare a forza dalle sue labbra perché un urlo liberatorio di piacere mi esce dalle labbra. Lui si ferma improvvisamente ed io cerco di riprendere fiato, mentre il piacere lascia il posto ad un senso di colpa sempre più grande. Nathaniel toglie le sue mani da me appoggiandomele sulle spalle. Poi mi sdraia a terra mettendosi sopra. Mi sorride cattivo e avvicina le sue labbra al mio orecchio:
-   Come dirai ora al tuo ragazzo che sono stato io il primo a farti venire? Come gli spiegherai che non ti sei opposta? –
Mi dice toccandomi nuovamente il seno e baciandomi ancora una volta. Inizio a prendergli a pugni il petto nel tentativo di respingerlo ed in quel momento una torcia ci abbaglia.
-   Che diavolo le stai facendo?! –
Gli urla contro Kentin tirandolo a forza via da me. Scatto in piedi e gli corro incontro scoppiando a piangere. Lui mi stringe forte e Castiel si avventa su Nathaniel sferrandogli un pugno dritto dritto in faccia. Mi giro ad osservare la scena, poi si avvicina a me accarezzandomi la testa:
-   Tutto bene ranocchia? –
Faccio cenno di si con la testa prima di sprofondare ancora nel petto di Kentin. La direttrice arriva poco dopo e vedendomi sconvolta non mi fa domande e ci accompagna all’uscita del bosco. Risalgo sul pullman e questa volta mi permettono di stare nello stesso di Kentin. Mi appoggio a lui mentre mi abbraccia forte. Il mio cuore sta ancora battendo all’impazzata ma purtroppo lo sta facendo per Nathaniel. Quando torno a casa mia Kentin resta a dormire da me e quando siamo coricati assieme e sono fra le sue braccia mi fa l’unica domanda che pregavo non mi facesse:
-   Ti ha fatto qualcosa? – deglutisco a forza rendendomi conto che sto per raccontagli una bugia.
-   Mi ha baciata –
-   E poi? –
-   E basta –
-   Lo sapevo che non dovevo lasciarvi soli maledizione! –
Dice stringendomi forte. Poi le sue labbra si posano sulle mie mentre le mie braccia gli avvolgono il collo. In tempo zero lo ritrovo sopra di me. Sento le sue mani accarezzarmi tutto il corpo. Subito dopo sento che passa sotto la maglia accarezzandomi il seno sotto il reggiseno. Continuo a baciarlo rendendomi conto di quanto sia diverso e gentile il suo tocco rispetto a quello di Nathaniel e mi si infrange il cuore rendendomi conto che non mi piace allo stesso modo di come mi piaceva il tocco del delegato. I miei sentimenti sono totalmente in conflitto. Non capisco più chi amo di più e da chi voglio cosa. Mentre nella mia mente si forma una ragnatela di dubbi, Kentin fa scivolare la sua mano sotto i miei slip.


Commento dell'autore: Che ragazzo intraprendente questo Nathaniel eh? E questo non fa altro che confondere Sophie, ora è totalmente incerta dei suoi stessi sentimenti mentre si sta per addentrare in un area ancora più intima assieme al suo ragazzo. Glielo lascerà fare? Oppure no? E con Nathaniel come si risolveranno le cose??

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Capitolo 6
*** Sentimenti Uguali Ma Diversi ***


Il mio corpo freme mentre il mio ragazzo mi tocca. A differenza di Nathaniel mi rendo conto della totale inesperienza di Kentin e questo mi fa tenerezza. Mi dimostra che non mi ha tradita e che io sono la sua prima volta. Io però non riesco a non sentirmi male a causa di quello che è successo poco prima con il segretario delegato. Mi sento una traditrice perché non sono riuscita ad oppormi a quel maledettissimo tocco. I miei pensieri vengono meno quando un movimento rapido della mano di Kentin mi fa gemere di piacere. Cancello dalla mia mente quello che è successo poco prima godendomi l’intimità con lui. Gli slaccio i pantaloni aiutandolo a sfilarli ed iniziamo a svestirci a vicenda restando nudi uno sopra l’altro avvolti dall’oscurità. Kentin mi passa un dito sulle labbra ed io glielo bacio poi cerco il suo viso nel buio e non appena è tra le mie mani lo tiro nella mia direzione baciandolo ancora, come per dargli il permesso di continuare la sua opera. Sento la sua erezione crescere sempre di più fino a quando si prende la mia verginità in questa scura notte invernale.
Quando la mattina dopo la sveglia suona la spengo e mi giro verso Kentin che ancora dorme nudo accanto a me. Sento avvampare il mio volto mentre ricordo la notte appena passata. Lo abbiamo fatto. Ho avuto la mia prima volta con il mio primo amore. Poi, di punto in bianco, mi ricordo anche di Nathaniel e di come lui sia stato il primo a farmi godere. Il senso di colpa mi invade nuovamente mentre sento mia madre chiamarci per fare colazione. Mi alzo e vado in bagno. Osservo il mio corpo nudo allo specchio mettendo a nudo anche i miei sentimenti. Da una parte c’è Kentin il mio primo amore, quello puro e genuino. Dall’altra c’è Nathaniel, ragazzo per il quale provo dei sentimenti ed un’attrazione di una ragazza adolescente. Si tratta di un sentimento più maturo ma molto meno puro. Mi rendo evidentemente conto della differenza fra i due ragazzi. Della differenza abissale tra i due sentimenti che provo per entrambi. E sento che non sono in grado di fare una scelta. Non ora per il momento. Ho bisogno di sentirmi amata da chi amo da sempre ma necessito di essere soddisfatta da colui che mi ha fatto sentire donna per la prima volta facendomi provare quelle emozioni uniche. Mi trovo davanti ad un bivio dove amore e desiderio sessuale si contrappongono. So di poter trovare entrambe le cose in entrambi i ragazzi ma so anche che li vivrei in maniera differente a seconda della persona. Esco dal bagno e rientro in camera accorgendomi che Kentin ha spalancato la finestra e si è rimesso i boxer ed ora è seduto sul letto con aria assonnata. Come incrocio il suo sguardo mi accorgo subito di come il suo volto diventa rosso e mi sorride imbarazzato. Mi avvicino a lui e mi ci siedo accanto accarezzandogli la guancia e dandogli un leggero bacio sulle labbra:
-   Buongiorno –
-   Buongiorno a te –
Mi risponde afferrandomi la mano. Ci alziamo, ci vestiamo e poi scendiamo a fare colazione. Successivamente usciamo per andare a scuola. Kentin stringe la mia mano mentre varchiamo i cancelli attraversando il cortile scolastico. Di li a poco incontrerò Nathaniel, come lo affronterò? A testa alta perché io e Kentin abbiamo fatto l’amore o a testa bassa, perché mi manca il suo tocco esperto? La risposta arriva prima del previsto. Non appena varchiamo l’entrata scolastica Nathaniel è li davanti che distribuisce volantini e mi guarda con aria soddisfatta sfoggiando un sorriso che dice tutto e niente. Abbasso lo sguardo ma Kentin mi tira verso di lui cingendomi le spalle e sorridendo vittorioso. I due si lanciano una rapida occhiata e poi Kentin riprende a camminare trascinandomi con lui. Passiamo accanto a Nathaniel ma è Kentin che sfiora la sua spalla limitandosi a dire:
-   Dalla scorsa notte lei è diventata mia definitivamente. Rassegnati –
Non mi volto ma sento lo sguardo inquisitore di Nathaniel perquisirmi totalmente mentre mi rendo conto che sarà una lunga giornata scolastica. Kentin mi saluta con un bacio davanti alla mia classe e lo osservo allontanarsi. Mi avvicino al mio banco ma non ho il tempo di sedermi perché il professore mi avvisa che devo andare in sala delegati ad aiutare Nathaniel.
-   Eh già…sarà proprio una luuuunga giornata –
Sospiro avvicinandomi alla mia meta sentendo le fiamme dell’inferno scottare sempre di più. Quando varco la soglia Nathaniel mi da le spalle e, senza voltarsi, mi indica un plico di fogli su un banco poco distante. Mi avvicino e controllo i moduli. Inizio a riordinarli in ordine alfabetico e quando ho finito mi avvicino allo scaffale per posarli. Quando mi volto le labbra di Nathaniel sono praticamente sopra la mie mentre i suoi occhi aspettano di vedere la mia reazione. Lo scaravento lontano facendolo cadere a terra a lato di un armadio. Subito mi avvicino per controllare che stia bene, non era mia intenzione fargli del male.
-   Ehy tutto a posto? –
Dico aiutandolo a sedersi. Lui si appoggia al muro e subito mi accorgo che gli sanguina il labbro.
-   Aspettami qui vado a prendere qualcosa per medicarti –
Dico scattando in piedi ma lui mi afferra la mano tirandomi a se:
-   Non ne ho bisogno –
Dice premendo a forza le sue labbra sulle mie. I suoi occhi questa volta sono chiusi e sento il gusto del suo sangue entrare nella mia bocca. La cosa mi schifa e cerco di allontanarmi ma lui ha già preso il sopravvento su di me. Il mio corpo reagisce nuovamente in modo differente rispetto ai miei pensieri mentre con la lingua preme sulla mia e con le mani mi accarezza la schiena sotto la maglietta. In quel momento qualcuno bussa alla porta. Nathaniel mi tira a se facendomi girare su me stessa ed appoggiando la mia schiena al suo petto mentre con la mano mi tappa la bocca per non farmi parlare.
-   Lo so che sei li dentro. Sto per entrate –
Dice la voce dietro la porta e subito inorridisco riconoscendola. Kentin apre la porta ed osserva l’interno ma non vede nessuno. Fortunatamente siamo nascosti tra il muro e l’armadio quindi non può vederci. Sento Nathaniel sorridere mentre con la mano mi accarezza l’interno coscia. Cerco di non muovermi o Kentin ci scoprirà. Sento una sedia strisciare sul pavimento ed il mio ragazzo sederci sopra. Chiudo gli occhi d’istinto mentre Nathaniel mi sta toccando ancora come ha fatto l’ultima volta. Poi mi accorgo che, vista la posizione, Kentin capirà che Nathaniel mi sta forzando e potrei salvarmi. Faccio per tirare un calcio all’armadio per farmi sentire ma il delegato capisce la mia intenzione e aumenta il ritmo del suo tocco paralizzando ogni mio movimento. Mi giro con aria supplichevole verso di lui che ne approfitta per togliere la sua mano dalla mia bocca baciarmi ancora. In quel momento sento Kentin alzarsi dalla sedia ed allontanarsi uscendo dalla sala delegati. Nathaniel mi lascia andare ed io mi allontano:
-   Sei un mostro! –
Gli dico trattenendo le lacrime.
-   Non sopporto che lui ti abbia fatta sua prima di me. Non posso tollerarlo. Ora ribalterò la situazione e ti piacerà, eccome se ti piacerà –
Lo vedo avvicinarsi rapidamente a me ma scatto in piedi e corro fuori dalla sala delegati, salvandomi all’ultimo. Mentre corro per i corridoi sbatto a qualcuno cadendo a terra, faccio per rialzarmi e correre via nascondendo le lacrime quando una forza più grande della mia mi trattiene:
-   Ehy ranocchia tutto ok? –
Quando vedo Castiel davanti a me mi butto sul suo petto scoppiando a piangere. Lui è spaesato ma non mi respinge e mi lascia finire di piangere. Non appena mi riprendo mi afferra la mano e mi trascina su per le scale giungendo al terrazzo. Rimango estasiata dal panorama e questo mi fa tornare il sorriso. Castiel si siede a terra accendendo una sigaretta ed io mi siedo accanto a lui. Lo guardo fumare incuriosita.
-   Mi fai fare un tiro? – gli chiedo poi. Lui mi guarda in modo strano alzando il sopracciglio come è abituato a fare quando è perplesso.
-   Le sigarette non sono giochi per una bambina –
-   Io non sono più una bambina! –
-   Si che lo sei –
-   Ti dico di no! – lui fa spallucce e mi passa la sigaretta. Faccio un tiro ma subito mi va di traverso ed inizio a tossire.
-   Te l’avevo detto – dice riprendendosi la sigaretta.Cerco di riprendere fiato mentre il gusto di fumo non va via dalla mia bocca.
-   Che è successo? –
attacca lui.Mi appoggio al muro ed osservo il cielo prima di raccontagli tutto quanto. Lui ascolta in silenzio senza proferire parola, continuando a fumare quella sua dannatissima sigaretta. Quando finisco lui estrae l’accendino e comincia a giocarci come se stesse valutando la situazione:
-   Quindi tu ami Kentin, ma sei più attratta sessualmente da Nathaniel giusto? –
-   Detto così sembra brutto –
-   Beh lo è. Sembri finita in uno dei miei casini. Solo che io ci vado a letto con le donne non faccio entrare di mezzo i sentimenti. E quando loro iniziano a provarne scompaio –
-   Sei proprio un verme –
-   Se ci pensi bene no. Alla fine impedisco ai loro sentimenti di crescere –
-   Però gli spezzi il cuore –
-   Non è un mio problema. Io specifico sempre che è solo una questione di sesso –
-   Sei un dannato materialista –
-   No. Soddisfo semplicemente i miei desideri. Comunque, che hai intenzione di fare? –
-   Io…non lo so –
-   Se vuoi posso insegnare io a Kentin qualche trucchetto –
-   Ma sei impazzito?! E con che scusa glieli proponi? “Sai la tua ragazza mi ha detto che preferisce essere toccata dal delegato perché ha più esperienza quindi sono venuto qui per insegnarti le mie mosse segrete!”?! Ma ti pare?! Assolutamente no, piano bocciato –
-   E allora? Pensi di dirgli la verità? –
-   Ma sei scemo? –
-   Secondo me ti fai troppi problemi. Ami lui ma preferisci andare a letto con un altro! –
-   Ma non sono andata a letto con Nathaniel –
-   Ma ti piacerebbe farlo –
Abbasso la testa nervosa accorgendomi che dentro di me una vocina continua ad urlare “SI!” in risposa all’affermazione di Castiel.
-   Pfff….passamene un'altra –
Dico chiedendo a Castiel una sigaretta. Lui sbuffa ed estrae il pacchetto passandomene una. La metto fra le labbra e Castiel me l’accende. Questa volta inizio a fumare lentamente e sento che ci sto prendendo la mano perché non mi va più di traverso. La fumo lentamente gustandomi quel gusto che finalmente capisco perché il mio migliore amico lo apprezza tanto. Non appena ho finito getto il mozzicone a terra.
-   Sto proprio diventando una ragazzaccia –
-   E lo dici per una sigaretta? –
-   Bah…non solo per quello – rispondo guardando il cielo, lui fa altrettanto.
-   Già –
-   Grazie Castiel –
-   Non ringraziarmi, verrò a chiederti di sdebitarti quando ne avrò bisogno –
-   Non importa. Sei il mio migliore amico e per me è importante che ci sia tu qui adesso –
Lui mi guarda spaesato ed io porto le mani sopra le mie labbra. Quell’affermazione, seppur ormai la penso da parecchio, mi è uscita spontaneamente. Vedo il suo volto passare dal sorpreso al divertito mentre scoppia a ridere.
-   Bene, bene, bene. A questo punto possiamo anche andare a letto insieme visto il nostro legame reciproco. Magari così ti accorgi che io sono il migliore sotto quel punto di vista ed ogni dubbio ti passa –
Gli tiro un pugno amichevole sul braccio e lui si alza tornando alla porta e scendendo. Io resto li ancora un po’ osservando il cielo, realizzando che con le sue parole ha appena confermato che io sono la sua migliore amica.
Quando scocca l’intervallo scendo al piano di sotto cercando di non farmi vedere da nessuno. Mi avvio verso la classe di Kentin ma non lo vedo uscire. Quando infilo la testa dentro l’aula semi vuota vedo Ambra che si struscia sul mio ragazzo mentre lui la respinge:
-   Finiscila non ho alcun interesse nei tuoi confronti! Io sto con Sophie quindi gira a largo! –
Ambra finge di non sentire mentre lo provoca con mosse che farebbero crollare chiunque. Mi avvicino furiosa tirando Kentin nella mia direzione e strappandogli un bacio. Appena mi riconosce mi stringe a lui e contraccambia quel bacio mentre con la coda dell’occhio osservo Ambra che ci guarda furiosa. Quando ci separiamo le faccio la linguaccia ed esco dall’aula tenendo Kentin per mano. Prima di uscire incrocio Nathaniel che mi passa accanto ma non faccio caso a lui tirando dritto. Il delegato mi guarda allontanare mentre Ambra esce furibonda dalla classe cercando di corrermi dietro per dirmene quattro ma Nathaniel l’afferra per un braccio:
-   Che vuoi tu? Sai benissimo che a scuola non ci parlo con te! – inveisce lei.
-   Sta zitta ed ascoltami. Tu vuoi Kentin giusto? Bene, io voglio Sophie. Quindi per quanto mi scocci ammetterlo dobbiamo metterci in combutta –
-   Che cosa ci trovate in quella sgualdrinella vorrei proprio saperlo! –
-   Taci ti ho detto. Ci stai o no? –
-   E va bene – dice lei strattonando la mano del fratello che ancora le stringe il braccio.
-   Perfetto. Ho un piano –
Le risponde Nathaniel mentre entrambi ci osservano svanire dietro l’angolo.




Commento Dell'autore: Scusate per il ritardo ma non riuscivo ad avere idee su come continuare la storia!! Per fortuna qualcosa mi è uscito e spero vi sia piaciuto come sempre xD Bene vi saluto e come sempre spero di ricevere delle recensioni <3 ci vediamo al prossimo capitoloooooo ^-^

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Capitolo 7
*** Incastrata ***


Mentre mi allontano stringendo la mano di Kentin sono furiosa. Come si è permessa quell’insulsa vipera?! Lui è il MIO ragazzo! Nonostante provo dentro di me quest’incontenibile gelosia la sento ingiusta perché io sono la prima ad averlo tradito. Ma infondo non posso farne a meno. Lo amo da sempre ed ora che è tornato ho capito che non posso davvero fare a meno di lui. Finalmente ho capito. È Kentin che voglio, quindi basta dubbi e sotterfugi. Chiarirò la questione con Nathaniel e la smetterò di aiutarlo con il suo lavoro di segretario delegato. Tagliando i ponti con lui i miei problemi si risolveranno. Mentre penso a tutto questo non mi accorgo dell’espressione compiaciuta di Kentin. La mia scenata deve avergli fatto piacere. Non appena giriamo l’angolo inizio a salire le scale per portarlo sul terrazzo. Ho bisogno di prendere un po’ d’aria. Kentin rimane sorpreso nel scoprire l’esistenza di questo posto ed io respiro ai pieni polmoni per rilassarmi. Non appena mi calmo mi accorgo della presenza di Castiel nuovamente seduto con la schiena appoggiata al muro. Mi ci avvicino e mi ci siedo accanto allungando la mano nella sua direzione. Lui ride divertito chiudendo gli occhi ed abbassando la testa mentre con la mano sfila il pacchetto di sigarette dalla tasca passandomene una. Me la infilo fra le labbra e Castiel me l’accende ma subito Kentin si avvicina e me la ruba:
-   Ehy! Ti fa male fumare! Da quando lo fai? –
-   Mmm….da circa 20 minuti? –
-   Non dovresti farlo –
-   Lo so ma calma i nervi –
-   Mmm…. –
Lui mi guarda in modo perplesso, poi sospira chiudendo gli occhi e si infila la sigaretta fra le labbra facendo il primo tiro.
-   Meno male che mi hai appena detto che fa male! –
-   E continuo a pensarlo. Ma sono d’accordo con te quando dici che calma i nervi. In accademia l’unico modo che avevo per far defluire lo stress era proprio fumare. È li che ho iniziato –
Dice sedendosi accanto a me e ripassandomi la sigaretta. Stiamo li a chiacchierare tutti assieme poi Castiel si alza e mi manda un’ultima occhiata prima di sparire e lasciarci soli. Finisco la sigaretta e la butto a terra poi mi appoggio alla spalla di Kentin e lui mi lascia fare. La campanella che segna la fine dell’intervallo suona ma noi non ci muoviamo. Restiamo li fermi aspettando chissà cosa. Ad un certo punto Kentin si alza porgendomi la mano, io l’afferro e lui mi tira a lui. Mi guarda negli occhi ed io li chiudo alzandomi sulle punte aspettando che le sue labbra si impossessino gentilmente delle mie. Quando ci separiamo le labbra mi pulsano e me le accarezza con le dita. Non ci siamo mai baciati per così tanto ma sono felice che sia successo. La campanella del cambio d’ora suona e decidiamo di tornare in classe. Non appena varco la soglia il professore mi riempie di domande ma evito di ascoltarle dirigendomi al mio posto. Castiel mi passa la solita cuffietta ed io la infilo alle orecchie prendendo un bigliettino e scrivendoci sopra:
-   Ho chiarito le cose –
-   Con chi? –
-   Con me stessa. Preferisco stare con Kentin. Appena possibile chiarirò le cose con Nathaniel –
-   Peccato –
-   Che cosa? –
-   Che sia già finita. Questa storia stava cominciando a divertirmi parecchio –
-   Ti diverti delle disgrazie della tua migliore amica? –
-   E chi sarebbe? –
-   La sottoscritta? –
-   Non dire fandonie. Non ho mai detto niente del genere e mai lo farò –
Gli pizzico il braccio e lui fa finta di niente ma mi accorgo che ride sotto i baffi. Stupido orgoglioso che non sei altro,  penso ridacchiando. Il resto della giornata passa in fretta ed io finalmente sto bene con me stessa. Ho preso una decisione prima del previsto e questo mi fa vivere serenamente. Esco dall’aula incrociando Kentin che mi sta venendo incontro. Allungo la mia mano nella sua direzione e lui mi sorride stringendola. Non saprà mai di Nathaniel. Non voglio ferirlo. Meglio che non gli dica niente, tanto da ora in poi non ci saranno più problemi. Usciamo da scuola e mi dirigo a casa sua. Ho voglia di passare tutta la giornata con lui per solidificare definitivamente la mia scelta. Passiamo il pomeriggio studiando e parlando dei vecchi tempi fino a quando l’intimità ci unisce ancora. Decido di fermarmi per la notte, ho bisogno di sentire il suo calore sulla mia pelle. Ci metto poco ad addormentarmi, le sue forti braccia che mi stringono mi fanno sentire protetta ed al sicuro e questo mi basta per rilassarmi e rassicurarmi così tanto che non appena socchiudo gli occhi morfeo mi prende fra le sue braccia. La mattina dopo alle sette la sveglia suona. Quando mi giro mi accorgo che Kentin non c’è. Mi alzo e mezza assonnata mi vesto. Esco dalla stanza ed un profumo di pane tostato inebria il mio naso. Faccio qualche metro raggiungendo la cucina e lo vedo li, in pantaloni militari e a torso nudo. La mia faccia diventa un carnevale di pomodori quando, voltandosi nella mia direzione, mi mostra il suo fisico dannatamente scolpito. Mi sento mancare ma cerco di calmarmi per non fare la figura della stupida. Mi appoggio al muro e Kentin mi si avvicina preoccupato. Abbasso la testa e chiudo gli occhi. Non posso sopportare la sua vicinanza se è mezzo nudo. Sento il suo calore accanto a me e le sue braccia tirarmi a lui e stringermi. Apro gli occhi ed alzo la testa per guardarlo e vedo che sta sorridendo compiaciuto. Deve aver capito subito quello che ho provato poco prima. Arrossisco ancora di più e cerco di staccarmi ma lui mi tiene stretta e ne approfitta per baciarmi. Poi mi fa la linguaccia e torna in cucina dove recupera del burro e lo spalma sulle fette di pane calde. Mi siedo sul tavolo ancora emozionata mentre Kentin mi porta la colazione. Mangiamo in silenzio e noto che mi osserva di soppiatto. Sorrido fingendo di non accorgermene. Non appena abbiamo finito ci dirigiamo a scuola e come sempre Kentin mi saluta davanti alla mia classe. Entro e mi siedo al mio banco. Oggi ho intenzione di chiarire la faccenda con Nathaniel. Aspetto che mi venga a chiamare ma niente. Che strano. Eppure di solito il Venerdì mattina viene sempre a chiamarmi. Mi alzo chiedendo al professore di andare in sala delegati e lui mi da il permesso. Esco e giungo in sala bussando alla porta. Nessuna risposta. Varco la soglia e Nathaniel è li, seduto ad una scrivania che compila dei moduli. Alza lo sguardo e mi osserva:
-   Hai bisogno di qualcosa? – mi dice.
-   Hemm…no. E’ che di solito mi vieni sempre a chiamare il Venerdì mattina –
-   Hai ragione perdonami sono un po’ distratto in questo periodo – mi risponde facendomi uno dei suoi più bei sorrisi.
Improvvisamente mi sembra tornato il solito Nathaniel. Quel ragazzo gentile ed educato che si è sempre preso cura di me. Contraccambio il sorriso.
-   Beh allora io vado –
-   No, aspetta –
Dice mentre sto per uscire. Mi giro nella sua direzione e vedo che lui si gratta la testa imbarazzato prima di farmi cenno di avvicinarmi. Lo faccio un po’ esitante e quando sono di fronte a lui vedo subito che è abbastanza agitato:
-   È tutto ok? – gli chiedo.
-   A dire il vero no. Volevo chiederti scusa per…beh, per tutto. Mi sono comportato davvero male e mi dispiace tanto, non so cosa mi sia preso. È tutto il giorno che ci penso e questa mattina non ti ho chiamata perché non sapevo bene come scusarmi con te. Ma sei venuta tu e, beh, ho deciso di scusarmi lo stesso. Mi ero preparato tutto un discorso ma purtroppo l’ho dimenticato – dice forzando un sorriso. Io lo contraccambio rivedendo finalmente il Nathaniel che da sempre conosco. Poi abbassa lo sguardo e continua il discorso – nonostante tutto non posso negare che sono innamorato di te, e più passa il tempo più i miei sentimenti crescono. Quindi ti chiedo solo una cosa, ti va di restare comunque amici? Di certo i miei sentimenti non passeranno, ma se tu ami Kentin non posso farci nulla…ma ho comunque bisogno di averti nella mia vita per sentirmi bene. Quindi ti prego, perdona questo stupido ragazzo innamorato e permettimi di restarti ancora accanto –
Il suo sguardo è supplichevole ed accetto la sua proposta. Lui mi sorride e mi chiede di dargli una mano e io lo faccio volentieri. Non appena finisco di aiutarlo torno in classe sedendomi accanto a Castiel e facendogli segno di vittoria con le dita. Lui mi sorride e poi torna ad ascoltare la sua amata musica. Non appena suona l’intervallo corro allegramente verso la classe di Kentin e lui mi accoglie con un sorriso. Camminiamo mano nella mano per il liceo e quando incontriamo Nathaniel Kentin mi sposta per farmi passare lontano da lui ma io lo fermo facendogli cenno che è tutto a posto e che abbiamo chiarito. Lui è titubante ma poi mi fa cenno di si, facendomi comunque passare lontano da Nathaniel. Finita la scuola torno a casa da sola perché Kentin deve allenarsi. Mentre cammino sento qualcuno che mi chiama:
-   Ehy Sophie! – mi giro verso Nathaniel che mi corre incontro – come mai da sola? –
-   Kentin è ad allenarsi –
-   Ahh…ho capito. Senti per scusarmi volevo darti questi – dice porgendomi due biglietti – sono biglietti omaggio per il cinema. Scadono oggi. Visto che non ho nessuno con cui andarci ho pensato di darli a te –
Controllo i biglietti e vedo che sono per un film horror che sarebbe iniziato tra un’ora. Faccio un rapido calcolo e mi accorgo che non sarei riuscita ad andarci con Kentin visto che ha minimo tre ore di allenamento. Li ripasso a Nathaniel.
-   Ti ringrazio per il pensiero ma nemmeno io saprei con chi andarci. Kentin si allenerà ancora tra un’ora e quindi sarei sola anche io –
-   Ah. Che peccato. È uno spreco buttarli – la sua aria triste mi fa sciogliere il cuore.
-   Senti e se ci andassimo noi due? Abbiamo chiarito la situazione quindi non vedo perché non possiamo uscire io e te. Infondo è una semplice uscita tra amici – lui mi guarda un po’ sorpreso.
-   Sei sicura? Infondo Kentin ce l’ha ancora con me e ne ha tutte le ragioni –
-   Lo so. Ma Kentin non sa tutto quello che è successo davvero. Beh ecco…gli ho detto che mi hai solo baciata e le cose non cambieranno. In ogni caso è un capitolo chiuso quindi non parliamone più ok? Ti va o no di andare al cinema da amici? –
Lui mi fa un sorriso storto ed accetta. Ci incamminiamo verso il centro della citta e ci fermiamo ad un fast food a mangiare un panino prima di fermarci al cinema e prendere posto. La sala è praticamente vuota salvo qualche coppia ed un gruppo di ragazzi dietro di noi. Ci sediamo in centro al cinema e le luci iniziano a spegnersi. Solo in quel momento ricordo che si tratta di un film horror di quelli che mi fanno davvero paura. Inizia a venirmi la pelle d’oca ed il film inizia. La prima frase è l’unica che non vorrei mai vedere: “Tratto da una storia vera”. Perfetto. Non dormirò per due mesi come minimo!  Il film inizia ed alla prima scena a scatto salto sul sedile terrorizzata. Nathaniel mi guarda con aria curiosa ed io gli faccio cenno di non preoccuparsi mentre in realtà sono spaventata a morte. Quando c’è l’intervallo tiro un sospiro di sollievo. Finalmente la luce! Nathaniel si tira in avanti guardandomi negli occhi:
-   Scusa non pensavo ti facessero paura questi film –
-   N-non è che mi fanno paura… -
-   No? –
-   No…mi terrorizzano! – Dico mentre un brivido di paura mi percorre la schiena.
-   Scusami non era mia intenzione. Se vuoi possiamo andarcene –
-   Nono! Stai tranquillo posso resistere fino alla fine! –
Non appena finisco la frase le luci cominciano a spegnersi ed io rimpiango di non aver accettato la proposta di andarcene. Un altro paio di scene a scatto e sono in preda ad un attacco di panico. Quando l’ennesima sconvolgente scena mi si para davanti agli occhi scatto d’istinto gettandomi su Nathaniel attaccandomi al suo braccio ed appoggiandoci la testa per nascondermi. Quando mi accorgo di quello che ho fatto cerco di allontanarmi ma lui mi afferra la mano:
-   Se hai paura puoi nasconderti dietro di me non c’è nessun problema –
Dice sorridendomi. Sto per staccarmi ma un'altra scena paurosa mi fa stringere la sua mano aggrappandomi ancora di più a lui. Ad un certo punto alzo lo guardo nella sua direzione e lo osservo mentre è rapito dal film. Improvvisamente si gira nella mia direzione prendendomi di sorpresa e facendomi stringere la sua mano. Lui mi sorride ed io osservo le sue labbra poi vedo una luce abbagliate accecarmi. Mi nascondo nuovamente sul suo braccio e ci resto per il resto del tempo. Non ho alcuna intenzione di vedere la fine del film. Non appena le luci si riaccendono mi fiondo fuori dal cinema recuperando parte degli anni che ho perso a causa degli infarti dovuti a quel terribile film. Nathaniel mi raggiunge e poi mi fa un cenno di saluto prima di andarsene. Torno a casa e mi metto a studiare e vado a dormire presto. Il mattino dopo vado da Kentin e ci avviamo a piedi verso scuola come sempre. Entriamo e ci salutiamo e io vado in sala delegati. Come entro Nathaniel mi sorride gentilmente ed io gli chiedo se ha bisogno di una mano. Mi fa cenno di no e faccio per uscire quando accidentalmente sbatto su qualcuno. La persona davanti a me cade a terra ed allungo la mano per darle una mano solo dopo mi accorgo che si tratta di Ambra. Ritiro immediatamente la mano guardandola con astio quando il mio sguardo viene attirato da una foto sul pavimento. Sto per raccoglierla quando Ambra ci si fionda sopra coprendola. Non ci faccio caso e torno in classe cercando di metterla a fuoco. Ho visto qualcosa ma non sono riuscita ad identificare l’immagine. Eppure mi pare familiare. Ci penso e ci ripenso ma non mi viene in mente niente. Chiacchiero con Castiel che mi prende in giro per le occhiaie e gli racconto del film horror e di come, nonostante sono andata a letto prestissimo, non sono riuscita a dormire. Lui ride ed in quel momento realizzo l’immagine sulla foto. Siamo io e Nathaniel al cinema quando sono aggrappata a lui e sembra che stiamo per baciarci. MALEDIZIONE! Capisco subito tutto e non appena scatta la campanella dell’intervallo corro verso la classe di Kentin. Quando entro Ambra gli sta sventolando davanti la foto e lui la guarda sconvolto. Sussurro il suo nome e lui si volta verso di me guardandomi con disappunto e disprezzo. Merda…mi hanno incastrata. Penso prima di vedere Kentin venire furioso nella mia direzione.



Commento dell'autrice: Scusatemi tantissimo per l'abominevole ritardo T.T prometto di cercare di essere più presente con i nuovi capitoli! Cercherò di essere davvero più rapida ma gestire più storie contemporaneamente è più difficile del previsto >.< quando poi si somma a tutto questo lo studio ed il lavoro...vado K.O.! Spero possiate perdonarmi e che il capitolo sia di vostro gradimento! Lasciate una recensione grazie a tuttiiiiii =D

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Capitolo 8
*** Chiarimento ***


Sono terrorizzata. Più i passi del mio ragazzo si allungano azzerando la distanza fra noi, più i miei polmoni vanno in tilt impedendomi di respirare. Bastano pochi secondi, che mi sembrano mesi, per ritrovarmelo difronte. Cerco di mantenere il suo sguardo ma non ce la faccio abbassandolo sconfortata.
-   P-posso spiegare… -
Inizio cercando una specie di conforto. Kentin incrocia le braccia e sento che mi sta guardando male:
-   E sentiamo. Quale sarebbe la spiegazione? –
-   Ecco vedi…ieri mentre stavo tornando a casa Nath mi ha fermata regalandomi due biglietti per il cinema. Mi ha detto che non gli servivano e dato che scadevano il giorno stesso e lui non aveva nessuno con cui andarci li ha dati a me così potevo andarci con te…solo che tu ti stavi allenando e non potevi venire ma sarebbe stato uno spreco buttarli via allora gli ho chiesto di venirci con me e lui ha accettato –
-   Perché diavolo lo hai fatto?! Potevi benissimo chiamarmi! –
-   Non lo avrei mai fatto! So quanto tuo padre è fiero di te come sei ora. Non voglio assolutamente che questo cambi! Io voglio restarti accanto e supportarti, se ti tolgo gli allenamenti non me lo perdonerei mai! –
-   Ma perché siete così appiccicati?! Perché gli stai così addosso? Sai benissimo quello che prova per te! –
-   Abbiamo chiarito la situazione tesoro! Ha accettato di essere un mio semplice amico! –
-   Si ma allora perché?! Smettila di evitare la domanda! Perché sei appiccicata a lui?! –
-   Beh ecco… - dico morsicandomi il labbro – è colpa del film –
-   Che film era? Non uno romantico spero! –
-   No ecco…uno horror… -
Kentin mi guarda con aria tra l’infuriato ed il confuso mentre si gratta nervosamente la testa:
-   Stupida! Sai benissimo che non reggi i film horror! Quando li guardavamo da piccoli ti nascondevi sempre sotto le coperte pur di non vedere! –
-   Lo so! Però pensavo di essere cresciuta e di non aver più paura…ma mi sbagliavo. Dallo spavento mi sono attaccata al suo braccio afferrandolo anche per una mano. Non è successo altro te lo garantisco! L’unico motivo per il quale siamo messi così è perché stavo morendo di paura! Te lo giuro! –
Lo guardo con aria disperata. Voglio che mi creda. Voglio che capisca che sono sincera. Osservo ogni movimento del suo corpo cercando di estrapolare qualche informazione, qualche gesto che mi faccia capire che mi crede e che mi perdona. Kentin inizia a fissarsi i piedi mentre uno di essi sbatte nervosamente a terra. Sto per aggiungere altro quando lui mi anticipa.
-   Io…non lo so. Perché ci sei andata? –
-   Perché pensavo che sarebbe stato uno spreco…erano due biglietti gratuiti… -
-   Si ma con lui ci sei andata maledizione! Sai benissimo che non mi fido di lui –
-   Lo so ma --- -
-   Perdonala. È tutta colpa mia –
Non appena la voce di Nathaniel si fa largo sopra la mia mi giro perplessa nella sua direzione mentre a passo svelto si avvicina a Kentin mettendosi difronte a lui.
-   È colpa mia. Sono io che le ho dato i biglietti. Quindi non prendertela con lei. Posso garantirti che non è successo niente di diverso da quello che ti ha raccontato lei. Le ho dato quei biglietti perché volevo scusarmi con entrambi per il mio comportamento, solo che non conoscendoti bene, e temendo che mi avresti rotto il naso, ho preferito dare i biglietti a Sophie piuttosto che a te. Mi dispiace non volevo che si formasse questo casino. Ti prego di perdonarmi per questo mio tentativo fallito di riappacificazione. –
Mentre Nathaniel parla osservo il mio ragazzo che lo guarda con lo sguardo di una persona che è li per giudicare. Prego affinché la situazione si risolva. Trattengo il fiato mentre le labbra di Kentin iniziano a muoversi:
-   D’accordo, accetto le tue scuse. E credo a questa storia del film. Infondo è sempre stata una fifona. –
Così dicendo mi afferra per un braccio tirandomi a lui e facendomi affondare sul suo petto. D’impulso lo abbraccio e lui ricambia.
-   Ma non mi fido comunque di te –
Conclude mandando un’ultima occhiata fulminea a Nathaniel prima di trascinarmi fuori dall’aula.
La sua mano stringe forte la mia mentre saliamo le scale per raggiungere il terrazzo. Sono ancora agitata perché temo che le cose tra noi non si siano veramente risolte. Kentin apre la porta ed usciamo fuori mentre un cielo totalmente coperto dalle nubi ci accoglie. Faccio qualche passo ed osservo il mio ragazzo sedersi a terra appoggiandosi al muro alzando il volto al cielo e chiudendo gli occhi mentre una folata di vento lo travolge. Mi avvicino timidamente a lui sedendomici accanto ed aspettando l’apocalisse. La mia spalla poggia contro la sua mentre il suo volto è proiettato verso l’alto osservando quel cielo coperto sopra di noi.
-   Nevicherà –
-   Come scusa? –
-   Ho detto che nevicherà –
-   E come fai a dirlo? –
-   Lo sento dall’odore –
Lo guardo perplessa mentre le sue labbra dischiuse lasciano uscire un po’ di fiato che subito si trasforma in una piccola nube bianca.
-   La scuola militare deve averti dato alla testa tesoro –
-   No anzi, mi ha fatto scoprire tante cose. Vedi molte volte facevamo delle prove di mimetizzazione nella foresta e stavamo li anche due o tre giorni. Così abbiamo imparato anche come cambiava il tempo e a riconoscerlo dagli odori –
-   E la neve che odore ha? –
-   Mmmm…. –
Lo osserva mentre arriccia il naso e poi respira profondamente chiudendo gli occhi e sorridendo:
-   Profuma di gioia –
-   Cosa stai dicendo?! –
-   Beh vedi la neve in un certo senso trasmette calore. Quando  nevica tutto intorno tace, le persone si chiudono in casa davanti ad una finestra avvolti in una coperta e con una bella tazza di cioccolata calda e panna tra le mani mentre osservano entusiasti quei piccoli e candidi fiocchi bianchi che lentamente si poggiano al suolo. Le coppie invece girano per il parchi tenendosi per mano ed i bambini giocano allegri con i loro amici tirandosi palle di neve o costruendo immensi pupazzi. La neve trasmette armonia ed amore. Ognuno di noi quando vede un cielo del genere prega che nevichi. Questo perché la neve piace a tutti –
Il mio ragazzo riapre gli occhi osservando nuovamente quel cielo ai suoi occhi promettente mentre la sua mano si appoggia dolcemente sulla mia. La stringo ed alzo gli occhi al cielo:
-   Sai….spero proprio che nevichi –
Kentin sorride lasciando la mia mano e cingendomi le spalle tirandomi a lui:
-   Che fai per natale? –
-   Natale? Ma se manca più di un mese! –
-   Lo so piccola…ma voglio prenotarti in anticipo –
-   Beh…a questo punto direi che sono impegnata con il mio ragazzo! –
-   Che fortuna che ha….è un ragazzo proprio baciato dalla dea bendata! –
-   Ehy non esagerare! –
Kentin scoppia a ridere e mi stringe a lui mentre dolcemente mi lascio scivolare sul suo petto godendomi il calore del suo corpo. Subito mi accorgo dei battiti accelerati del suo cuore ed il mio risuona nel mio petto al medesimo ritmo. Mi godo quella melodia fino a quando la sua voce non la interrompe:
-   Sophie… -
-   Mmm? –
-   Ti amo –
Rimango pietrificata. Di certo non mi aspettavo questa dichiarazione. Mi alzo allontanandomi dal suo petto ed osservandolo negli occhi. Lui mi osserva e subito mi accorgo di come le sue guancia abbiano assunto un color porpora che mi intenerisce. Sono senza parole dalla gioia e gli sorrido dolcemente quando qualcosa di freddo si posa sul mio naso. Di scatto porto la mano sul mio volto ma non trovo nulla. Kentin alza lo sguardo al cielo sorridendo:
-   Hai visto? Sta nevicando –
Alzo gli occhi e vedo tanti piccoli cristalli bianchi avvicinarsi a noi. Uno di essi si posa nuovamente sul mio naso ma questa volta non scatto. Il mio ragazzo mi osserva divertito:
-   Piaci proprio alla neve! –
-   Così pare –
Dico sfregandomi il naso semi-congelato. Poi guardo nuovamente il ragazzo accanto a me che pare rapito dallo spettacolo che la natura ci sta presentano. Avvicino la mia mano a lui appoggiandogliela delicatamente sulla guancia. Lui si gira verso i me ed io ne approfitto per baciarlo. Lui mi stringe chiudendo gli occhi e ricambiando il bacio e non appena le nostre labbra ci allontanano sono i nostri occhi, ora nuovamente aperti, ad incontrarsi:
-   Ti amo anche io –
Rispondo baciandolo nuovamente. Lui mi spinge delicatamente verso il suolo mentre il suo corpo si appoggia sul mio ora sdraiato a terra. Ci baciamo ripetutamente prima che un mio starnuto interrompa il momento. Kentin mi sorride dandomi un piccolo colpo sul naso:
-   Meglio rientrare o ti prenderai un raffreddore –
Io sorrido facendo cenno di si mentre mi aiuta ad alzarmi. Rientriamo a scuola e ci dirigiamo verso le nostre classi consapevoli delle ramanzine che ci aspettano perché l’intervallo è finito da tempo. Per fortuna quando rientro nella mia Faraize non c’è e quindi riesco a passare inosservata. Castiel mi osserva divertito mentre mi siedo accanto a lui. Il professore rientra poco dopo mandandomi un’occhiataccia mentre io faccio una faccia da pentita. La lezione continua mentre il mio sguardo è rapito dal panorama fuori dalla finestra che, piano piano, sta diventando sempre più bianco. Quando finiscono le lezioni ormai fuori ogni cosa è coperta di bianco. Inizio a correre in cortile mentre i fiocchi ancora scendono dal cielo. La mia allegria è tanta, probabilmente troppa dato che corro così veloce che un piede messo malamente mi fa scivolare bruscamente. Fortunatamente delle forti braccia mi prendono al volo tirandomi nella loro direzione. Un petto forte e delle braccia muscolose mi avvolgono mentre il mio volto si alza:
-   Tutto bene? –
Mi chiede Nathaniel non appena il mio sguardo incrocia il suo. Subito scatto all’indietro allontanandomi da lui:
-   S-si…tutto bene grazie –
-   Meno male. Ora devo andare, ti saluto –
Dice sorridendomi ed allontanandosi da me. Lo osservo avvicinarsi al cancello d’uscita della scuola mentre i miei occhi lo seguono incessantemente. Kentin mi raggiunge poco dopo cingendomi le spalle e tirandomi a lui:
-   Ti va una cioccolata calda? –
-   Con panna? –
-   Ovviamente! –
-   E come potrei rifiutare amore? –
Lui mi sorride arrossendo lievemente mentre ci avviamo verso il bar. Passiamo il pomeriggio assieme mentre un momento romantico dopo l’altro mi rendono la persona più felice della terra. Quando ci salutiamo il mio cuore si sente quasi ferito, come se quello fosse un addio, ma so bene che non è così. Salgo in camera buttandomi sul letto ed iniziando a fantasticare sul nostro splendido natale insieme.
Il giorno dopo mi alzo di buon ora ed esco di casa un quarto d’ora prima del dovuto. Ho vogli di passeggiare nel parco vicino a scuola prima di iniziare la giornata scolastica. Mando un messaggio a Kentin mentre varco l’entrata di quello che mi sembra un bosco delle fate. Tutto tace intorno a me mentre i miei piedi affondano nella neve.
-   Sophie? –
Una voce mi fa voltare di scatto:
-   Nath? Che ci fai qui? – chiedo mentre lo vedo avvicinarsi a me.
-   Beh abito qui vicino e visto che adoro la neve ho pensato di uscire un po’ prima per godermela a pieno –
-   Siamo in due allora! –Gli dico sorridendogli una volta che mi ha raggiunto.
-   Ti va di fare un giro assieme? –
-   Mmm…beh ecco, non penso che a Kentin farebbe piacere –
-   Hai ragione. Scusami. –
-   Figurati. Beh ci vediamo a scuola! –
-   Si certo –
Dice sorridendomi ancora ed allontanandosi. Mi giro verso un laghetto poco lontano da li e poco prima di avviarmi in quella direzione la voce del delegato attira nuovamente la mia attenzione:
-   Sophie! –
-   Dimmi –
Dico voltandomi verso di lui ed osservando la sua figura girata verso di me. Lo guardo mentre abbassa lo sguardo e poi lo rialza sorridendo:
-   No, niente. Ci vediamo a scuola. –
Così dicendo si allontana. I miei occhi interrogativi lo guardano fino a quando non sparisce dalla mia visuale. Controllo l’ora e mi accorgo che è tardi. Passerò dopo a vedere il laghetto. Mi avvio verso scuola quando trovo Kentin all’uscita del parco. Mi avvicino a lui di soppiatto ma prima di entrare nella sua visuale vedo Ambra avvicinarsi a lui. I miei nervi saltano seduta stante e sto per piombare tra loro quando un sorriso di Kentin nei suoi confronti mi pietrifica. Li osservo mentre ridono e scherzano assieme avviandosi verso scuola. Che diavolo sta succedendo tra quei due? 




Commento dell'autore:  Salve a tutti xD L'aria del natale mi ha ispirata per questo capitolo e anche per il prossimo e cercherò di postarlo entro la fine di questo mese come regalo xD per il resto spero vi sia piaciuto! Lasciate una recensione per farmelo sapere! Grazie a tutti =D
 

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Capitolo 9
*** Intrusione ***


Mentre da semplice studentessa mi trasformo in una super spia versione 007 inizio a camminare rapidamente nascondendomi dietro un albero o ad un cespuglio di tanto in tanto per non farmi notare. I miei piedi sprofondano nella neve fresca mentre i miei occhi non la smettono di osservare quella che mi pare una scena raccapricciante. Da quando quei due sono così in confidenza?! Sono agitata. Molto, troppo. I conti non tornano. Non tornano affatto. Li osservo raggiungere il cancello e poi salutarsi con un cenno che non mi sembra per nulla forzato e la cosa mi altera ulteriormente. Osservo il mio ragazzo appoggiarsi al muro ed alzare lo sguardo al cielo, rapito ancora una volta dalla neve. Mi avvicino a lui senza farmi notare ed incrocio le braccia aspettando di attirare la sua attenzione. Non appena abbassa lo sguardo il suo sorriso si trasforma subito in un’espressione interrogativa non appena nota sul mio volto il mio totale disappunto:
-   Che c’è –
-   Non c’è niente che devi dirmi? –
-   Riguardo a? –
-   Ambra? –
-   Ci hai visti? –
-   Direi che era difficile non vedervi. Allora? –
-   Ieri sera dopo cena sono andato a correre e casualmente ci siamo incontrati. L’ho ignorata ma mi ha afferrato per un braccio fermandomi. Mi ha pregato di restare ad ascoltarla e così ho fatto –
-   Scommetto che ti ha chiesto di lasciarmi e metterti con lei! –
-   A contrario, si è dimostrata pentita del suo comportamento e mi ha proposto di ripartire da zero come amici. Ha detto di aver rinunciato a me come ragazzo perché ha visto che ci lega un sentimento vero e quindi getta la spugna. Ma che vuole comunque avermi nella sua vita come amico anche se non è stata in grado di garantirmi di riuscire a dimenticarmi –
Dannazione…perché queste parole mi sembrano così familiari?
-   Mmm…e tu hai accettato? –
-   Mi è sembrata davvero pentita perché non avrei dovuto? Infondo tu hai accettato Nathaniel come amico –
Ahh…già, ecco perché mi pareva di aver già sentito una frase del genere. È pressappoco la stessa che Nathaniel ha usato con me qualche giorno fa…che sia una pura coincidenza?
-   Hai ragione. Beh a questo punto non vedo per quale motivo dovrei essere gelosa. È stata onesta e questo mi basta, anche se non mi pare un comportamento “alla Ambra”. Ma non importa. Come mai vi siete incontrati stamani? –
-   Pura casualità. Stavo aspettando te quando è comparsa lei. Pare abiti qui vicino. Mi ha chiesto di fare un pezzo di strada assieme e ho accettato.
-   E non hai pensato a me? –
-   Certo che l’ho fatto, infatti ti ho aspettato davanti a scuola –
-   Mmm… sicuro di volerti fidare? –
-   E tu di Nathaniel? –
-   Pfff… e va bene. Lasciamo le cose come stanno e vediamo come va. Vogliamo andare? –
Osservo il mio ragazzo sorridermi dolcemente prima di rubarmi un bacio sulle labbra:
-   Va bene gelosona, andiamo –
-   Senti chi parla! –
Controbatto mettendo il broncio mentre le sue dita intrecciano le mie. Camminiamo lentamente prima di raggiungere i portoni della scuola. Ci godiamo quegli istanti di magica neve prima che l’ennesima giornata di scuola inizi. Mentre passeggiamo per i corridoi incrociamo Nathaniel che saluta entrambi con un cenno prima di sparire in sala delegati. Osservo l’espressione di Kentin rimanere calma ed impassibile e la cosa, in parte, mi dispiace. Da quando ho bisogno di vedere la sua gelosia? Da quando ho bisogno di sapere che esisto solo io per lui? Perché sento il bisogno di queste conferme? Perché….ho così paura di Ambra? Chiudo gli occhi con fermezza ritirando le lacrime che improvvisamente si impongono nei miei occhi richiamando la mia attenzione. Dopo qualche metro mi calmo ed il mio sguardo si riapre limpido davanti a me mentre l’immagine della mia aula si imbatte difronte a me. Kentin mi saluta con un altro bacio prima di dirigersi verso quella che è la sua classe, ma che temo sia appena diventato l’inferno dove Ambra andrà sempre più spesso a trovarlo. Entro in classe sprofondando sulla sedia mentre Castiel mi osserva curioso:
-   Che hai combinato sta volta ranocchia? –
-   Come diavolo fai a leggere le mie espressioni? –
-   Diciamo che ho imparato a conoscerti è tanto difficile da credere? –
-   Pfff…forse un po’ –
-   Allora? –
-   Beh vedi…Ambra ha chiesto a Kentin di essere amici e lui ha accettato –
-   E quindi? Anche tu hai accettato l’amicizia di Nathaniel –
-   È…diverso –
-   Beh è vero. Lui ti ha molestata se non ricordo male –
-   NON IN QUEL SENSO! –
-   E allora in quale? Pensi di essere tu nella ragione nel voler rifiutare la loro amicizia? –
-   Beh lo credevo…fino ad un attimo fa –
-   E ora cosa credi? –
-   Che succederà un casino –
-   Perché dovrebbe? –
-   Oh andiamo! Sei un ragazzo anche tu no?! Dovresti capirlo da solo che c’è qualcosa sotto! –
-   Le cose sono due: o hai ragione, o sei terribilmente paranoica –
-   Le cose sono due: o sei qui per aiutarmi, o puoi levarti dai piedi! –
Osservo l’espressione di Castiel irrigidirsi completamente prima di vederlo scattare ed uscire furioso dall’aula. Chiudo gli occhi e prendo una bella boccata d’aria prima di alzarmi e seguirlo. Questa volta ho esagerato, non si è meritato le mie parole. Infondo cercava solo di aiutarmi…come fa sempre. Salgo le scale raggiungendo l’ultimo piano ed uscendo sul terrazzo dove so che si è rifugiato. Mi metto a cercarlo ma non lo trovo da nessuna parte. Inizio ad allarmarmi quando da uno dei lati del terrazzo lo scorgo appollaiato in cortile sulla panchina. Raccolgo tutto il fiato che ho in corpo e urlo verso la sua direzione:
-   MI DISPIACEEEEEEEE!!! –
Lo osservo scattare su se stesso mentre il suo sguardo si rivolta verso di me. Lo vedo ridacchiare prima di farmi cenno di andare da lui. Corro giù per le scale raggiungendolo ed abbracciandolo non appena lo raggiungo:
-   Mi dispiace per prima. Non volevo essere scontrosa –
-   Lo hai già detto –
Dice mentre mi da delle gentili pacche sulla testa prima di intimarmi di allontanarmi da lui. Mi siedo composta e sorrido. Sono felice che, nonostante i miei bruschi comportamenti, lui resti comunque al mio fianco.
-   Pensi di parlargliene? –
-   Pensi capirebbe? –
-   Siete nella stessa condizione. Avete accettato di avere un’amicizia con una persona che prova qualcosa per voi. Solo che con te è successo di peggio, anche se lui non lo sa. Non pensi che anche lui provi le tue stesse paure? –
-   Perché dovrebbe? Stamattina quando Nath ci ha salutati lui non ha fatto una piega, mentre prima di solito si arrabbiava a morte –
-   E quindi? Ha dimostrato maturità. Rispetta le tue scelte anche se non le approva. Significa che ti ama –
Lui davvero…lo fa per me? Mostrarsi impassibile e sereno nonostante tutto? Lo fa…perché vuole dimostrarmi che accetta quello che penso e scelgo? Perché…mi ama davvero?
-   Ti stai fossilizzando su troppe cose ranocchia –
-   Ma allora perché ha accettato di essere amico di Ambra?! –
-   Beh…potrebbe essere per vendetta. Forse –
-   Vendetta?! Kentin?! Non ne sarebbe capace! –
-   Devi capire che il tempo è passato. Siete cresciuti distanti ed inevitabilmente siete cambiati entrambi. Magari lui è diventato vendicativo e tu scontrosa. Non so come eravate prima ma so come siete adesso. Tu sei scontrosa e possessiva e quando ti ci metti faresti arrabbiare anche il più santo dei santi. Ma tieni alle persone e dai loro il cuore anche se sei dannatamente indecisa. Kentin non lo conosco abbastanza come persona, ma posso capirlo come ragazzo. Anche io mi arrabbierei a morte se la ragazza che amo accettasse di mantenere un’amicizia che potrebbe nuocere al nostro rapporto. Solo che al posto suo ti avrei già scaricata, mentre lui si gioca il tutto per tutto per restarti accanto, anche se una piccola vendetta ha voluto prendersela, probabilmente –
-   Io…non ci avevo mai pensato. Mi riferisco ai cambiamenti. Il fatto che ci sentissimo tutti i giorni mentre eravamo lontani mi ha fatto credere che infondo siamo sempre rimasti gli stessi di un tempo. Ma probabilmente hai ragione. Io sono cresciuta, lui è cresciuto, e il fatto che sia successo mentre eravamo in posti diversi, con vite diverse deve aver influito più di quello che avrei mai creduto o immaginato. Penso che tu sia troppo saggio sai? Hai vogli di passarmi un po’ delle tue perle di saggezza? –
-   Eh no! Sono cose che devi imparare da sola con l’esperienza! –
-   Parli come se ne avessi viste di cotte e di crude! –
-   Chi lo sa. Magari un giorno te ne parlerò –
Conclude alzandosi ed accarezzandomi un’ultima volta la testa ricoperta di neve prima di allontanarsi da me rientrando a scuola. Mi appoggio allo schienale della panchina mentre rimango inebetita osservando il paesaggio davanti a me. Diversi. È questo che siamo. Ora siamo diversi da allora. Ma a questo punto…sono davvero sicura di conoscere la persona che ho accanto a me? Sono sicura di riuscire a capirlo abbastanza? Di riuscire a renderlo felice? Io lo amo…lo amo alla follia. E anche lui mi ama. Ama me e condivide i miei timori, probabilmente nascondendoli proprio come io faccio con lui. Da quando siamo diventati così insicuri? O forse…stiamo solo cercando di non far trasparire i nostri dilemmi per non mettere in crisi il nostro rapporto? Cosa stiamo facendo? Ci stiamo amando…nel modo corretto? Ed è davvero questo l’amore? Vorrei vederlo, toccarlo, stringerlo e farlo mio. Ancora ed ancora. Devo dirgli quello che provo, lasciar fuoriuscire le mie emozioni. Sono sicura che capirà e li condividerà con me trascinandoli via e confortandomi come so che solo lui sa fare. Allo scoccare della campanella rientro a scuola correndo verso la sua classe quando qualcuno mi ferma:
-   Ti stavo cercando! –
Mi dice il delegato afferrando la mia mano:
-   Scusa Nath, ma ora non posso, ho una cosa urgente da fare –
-   Temo che tu debba venire con me. Devo dirti una cosa –
-   Non puoi farlo più tardi? –
-   No. E’ importante –
La sua presa forte mi trascina nella direzione opposta alla mia. Nonostante i miei tentativi di oppormi non riesco a ribellarmi e finisco per seguirlo. Raggiungiamo la sala delegati e lo osservo mentre chiude la porta alla sue spalle. Incrocio nervosamente le braccia mentre lui si avvicina a me:
-   Ieri ho visto una cosa spiacevole. Volevo già parlartene stamattina ma non ne ho avuto la forza –
-   Forza. Sentiamo –
-   Ieri ho visto…Kentin e mie sorella assieme –
-   E allora? Kentin mi ha già raccontato tutto –
-   Ah si? E come mai si sono visti? –
-   È stato un caso. Lui faceva jogging e lei l’ha fermato proponendogli di essere amici e lui ha accettato –
-   Tutto qui? –
-   Tutto qui –
-   Ah…ecco, scusa. Mi dispiace, dico davvero. È solo che temevo…ti tradisse. So cosa prova mia sorella nei suoi confronti e so che lui non la sopporta per questo la loro strana vicinanza di ieri sera mi ha allarmato –
-   Tranquillo. Non c’è nulla di cui preoccuparsi. Ti ringrazio del pensiero, ma va tutto benissimo tra noi –
Gli faccio un cenno di saluto e giro i tacchi avvicinandomi alla porta prima di sentire nuovamente la sua mano afferrare la mia:
-   Sei davvero sicura che ti vada bene? –
-   Senti Nath…se sei qui per farmi dubitare di Kentin stai prendendo un granchio. Io mi fido di lui come lui si fida di me. Come lui ha accettato che restassi tua amica io accetto che lui stringa amicizia con tua sorella. E ora scusami, ma devo andare –
Concludo strattonando la mano ed uscendo dall’aula mettendomi a correre tentando di rimuovere dalla mia mano il suo calore che mi fa bruciare. Non appena raggiungo l’aula di Kentin mi paralizzo istantaneamente. Il mio ragazzo e Ambra sono li che parlano come se fossero amici di vecchia data. Perché non sei venuto da me? Perché stai con lei? Ricomincio a correre ripercorrendo a ritroso la strada che ho appena fatto ritornando in cortile e sedendomi sulla panchina. Appoggio i gomiti sulle mie ginocchia ed affondo il viso fra le mie mani tremanti. Non posso dirgli come mi sento…non posso parlargli delle mie paure. Non ora. Lui si fida di me non posso mostrarmi debole. Lo perderò se lo faccio. Io voglio essere forte proprio come lui. Voglio riuscire a sorridere e non sentirmi infelice se lo vedo parlare con lei ma ora…proprio non ce la faccio.  Le lacrime solcano il mio viso raggiungendo il terreno sciogliendo, poco a poco, la neve sotto di me. Quando mi riprendo mi rendo conto che l’intervallo ormai è finito e Kentin non è venuto a cercarmi. Già…probabilmente sarà rimasto a chiacchierare con lei… una fitta al cuore mi lacera il petto prima che i pensieri riprendano a fluire nella mia mente. Da quando la trovi così interessante? Possibile che ti sia bastato un giorno per preferirla a me? Per decidere che passare il tempo in sua compagnia sia tanto più piacevole che passarlo con me che sono la tua ragazza? Possibile che---
Una mano grande e calda mi tira facendomi affondare su un grande petto che conosco bene. Mi lascio stringere mentre le mie braccia avvolgono quella figura maschile che si trova davanti a me:
-   Ti ho cercata dappertutto – mi sussurra il mio ragazzo stringendomi a se.
-   Perdonami…ho dovuto fare delle cose in sala delegati –
-   E perché sei qui allora? –
-   Perché quando ho finito la campanella ormai era suonata…ma non mi andava di andare a lezione così sono venuta qui –
-   Stai diventando una ribelle lo sai? –
-   È colpa di Castiel. Mi sta condizionando! –
-   Vieni, rientriamo o ti prenderai un raffreddore! –
Mi dice baciandomi la fronte prima di afferrare la mia mano fredda ed umida riaccompagnandomi in classe mentre nella mia mente ancora vaga la scena in cui lui e Ambra parlano felicemente e di cui lui non ha proferito parola. Da quel giorno le cose si sono susseguite normalmente. Io ho le mie commissione come aiutante di Nathaniel e Kentin diventa sempre più amico di Ambra. Le cose sembrano uguali, ma inevitabilmente mi appaiono diverse. Come se un cambiamento lieve ed impercettibile si sta attuando piano piano. Ed ormai, manca una settimana al Natale.



Commento dell'autrice: Buonsalve a tutti xD Ho scritto questo capitolo di getto. L'ispirazione è venuta casualmente. La cosa divertente è che ho già scritto il pezzo seguente ma non riuscivo a mettere il collegamento adatto per raggiungere quello svolgimento nella storia (dilemmi assurdi che mi vengono xD) detto questo ammetto che il capitolo sia un po' monotono, più che altro voleva essere riflessivo. I colpi di scena arriveranno nel prox capitolo statene certi ma per ora mi sono limitata a fare quella profonda (ci sono riuscita? bah xD) spero che vi sia piacuto in ogni caso anche se non è successo nulla di particolare xD Grazie a tutti coloro che leggono ancora questa storia xD

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Capitolo 10
*** Un Natale Diverso ***


Manca meno di una settimana al Natale e tutto ciò che l’atmosfera festosa di questi giorni mi trasmette è solo uno smisurato senso di nervosismo. In questo ultimo periodo ogni santo giorno succede che Ambra “casualmente” incontra Kentin ovunque lui vada. Ho cercato di spiegare la situazione al mio ragazzo ma lui mi ha detto che stavo esagerando e che è solo una mia impressione. È un Mercoledì pomeriggio quando, alle 13:30, aspetto Kentin all’uscita da scuola. Una folata gelida mi fa tremare mentre frego velocemente le mie mani fra loro tentando di ottenere una sorta di calore che proprio non riesco a generare. Un braccio mi cinge le spalle ed il mio automatico sorriso accoglie quello che penso sia il mio ragazzo.
-   Castiel che ci fai qui?  - lo osservo incuriosita.
-   Nulla pensavo ti servisse una coperta –
-   Ma sei per caso impazzito? –
-   No, voglio solo darti fastidio. Aspetti Kentin? –
-   Come sempre direi –
-   L’ho visto con Ambra poco fa –
-   COME COME?! –
-   Ahahah ti prendo in giro ranocchia. Non so dove sia ma ammetto che, a parte gli scherzi, ultimamente è spesso e volentieri con quella sgualdrinella –
Abbasso lo sguardo demoralizzata prima di riprendere a parlare:
-   Non dirlo a me. Ho tentato di parlargliene ma sono finita per diventare quella “super-gelosa-paranoica-signora-film-mentali” –
-   Suona malissimo –
-   Già… -
Castiel mi accarezza la testa prima di allontanarsi sorridendomi come segno di conforto. Mi appoggio al cancello prima di controllare l’ora. Sono le due meno venticinque dove diamine si è cacciato?! Non riesco a darmi una risposta che la mano del mio ragazzo afferra la mia:
-   Scusa il ritardo non trovavo il portafogli! –
-   Non importa! Come mai te lo sei portato a scuola? –
-   Beh ho una commissione importante da fare per questo motivo non posso accompagnarti a casa –
-   Eh? Ma come!! –
-   Mi spiace piccola! Ma proprio non posso rimandare il mio impegno! Mi perdoni? –
-   A patto di avere un indizio sulla tua importantissima commissione! –
-   Non posso dirtelo per ora…è un segreto! –
-   Eh dai! Sono la tua ragazza non dovrebbero esserci segreti tra noi! –
-   È proprio perché sei la mia ragazza che non posso dirtelo! –
Conclude prima di farmi l’occhiolino e baciarmi velocemente le labbra cominciando a correre dall’altra parte rispetto alla strada per raggiungere casa mia. Lo guardo scomparire in lontananza mentre cerco di immaginare quale potrebbe essere questo misterioso compito che deve svolgere. Inizio a camminare verso casa e, non appena arrivo, mi fiondo sul letto distendendo i nervi quando un pensiero terribile mi attraversa la mente: e se avesse appuntamento con Ambra?! Sarebbe plausibile la sua segretezza! Se si fosse innamorato di lei?!....Sophie, calmati ti prego. Kentin ha ragione, sono davvero paranoica. Mi rialzo ed inizio a fare i compiti. Non ho altro da fare quindi passo il pomeriggio a distrarmi facendo altro. Il mattino seguente ricevo un messaggio da Kentin con il quale mi avvisa che ci saremo visti direttamente a scuola. Esco di casa ed inizio a camminare. È parecchio tempo che non faccio questa strada da sola…lo trovo un po’ triste. Mentre un senso di solitudine inizia ad insidiarsi dentro di me un inatteso incontro destabilizza la mia routine:
-   Nath? Che ci fai qui? –
-   Ciao Sophie…ti stavo aspettando –
-   Come fai a sapere che abito qui vicino? –
-   Il tuo indirizzo è segnato suoi moduli scolastici…ho dato una sbirciatina veloce –
-   A cosa devo l’onore della tua visita? –
-   Devo mostrarti una cosa –
-   Perché la cosa mi preoccupa?  -
-   Beh…forse perché hai un ottimo sesto senso –
-   Allora? Sto aspettando –
-   Non adesso. Te lo mostrerò a scuola. Ma ho un avvertimento da darti. Non fidarti del tuo ragazzo –
Conclude dandomi le spalle ed allontanandosi a passo svelto. Rimango impietrita al suolo mentre la macabra idea del giorno precedente mi ritorna alla mente. Mi pizzico la mano cercando di calmarmi e riprendendo a camminare. Di certo non è successo nulla di grave. Non appena arrivo a scuola vedo Castiel seduto sulla panchina che fuma sbattendo nervosamente il piede a terra. Mi avvicino a lui sedendomici accanto:
-   Che è successo? Sei parecchio nervoso –
-   Stamattina non so come mai ho trovato quella nevrotica di Ambra al bar dove di solito faccio colazione e non faceva altro che urlare come un’oca vantandosi dello splendido anello che ha ricevuto in dono ieri –
Un anello?
-   Mi chiedo chi sia il pazzo che le abbia fatto un regalo tanto impegnativo –
-   Ahh non lo so…sicuramente un allevatore di galline –
-   Ahahaha Castiel sei unico –
Dico tirandogli un pugno sulla spalla e sorridendo mentre l’ansia inizia a divorarmi da dentro. Non appena suona la campanella entriamo in aula e di Kentin non so ancora nulla. Mi siedo al banco e gli mando un messaggio veloce al quale risponde che sarebbe entrato dieci minuti in ritardo perché deve fare delle cose con suo padre. Le prime due ore passano dannatamente lentamente. Ho la testa intasata di pensieri negativi che mi divorano inesorabilmente. L’anello di Ambra, la frase di Nathaniel, la commissione di Kentin…perché tutto questo mi rende così irrequieta? Mancano dieci minuti all’intervallo quando decido di uscire prima per raggiungere il mio ragazzo davanti alla sua aula quando il bussare alla porta interrompe la mia azione. Osservo Nathaniel entrare e fare un cenno di saluto al professore prima di dirmi di seguirlo. Mando un’occhiata rapida a Castiel che contraccambia prima di seguire colui dal quale, forse, otterrò qualche risposta. Mentre camminiamo per i corridoi giace il silenzio più totale. Lo osservo aprire la porta della sala delegati e farmi cenno di entrare. Varco la soglia rigirandomi immediatamente nella sua direzione incrociando le braccia:
-   Direi che è il caso che mi spieghi la tua precedente affermazione –
-   Tempo al tempo. Le tue risposte le otterrai da sola quando vedrai quello che sto per mostrarti –
Lo guardo avvicinarsi alla sua scrivania dove, aprendo il primo cassetto sulla destra, estrae una fotografia che osserva titubante prima di passarmela. Non appena l’afferro il mio volto sbianca ed i miei occhi perdono tutta la loro brillantezza. Nell’immagine, nitida come non mai, vedo Kentin ed Ambra nella gioielleria del centro commerciale che si sorridono. In un lampo ricordo la frase di Castiel di qualche ora prima, ricordo il  motivo del suo nervosismo. Poi ricordo l’improvviso ed importante impegno di Kentin al quale non poteva assolutamente sottrarsi, alla frase “è proprio perché sei la mia ragazza che non posso dirtelo!”. Penso a tutti quei momenti in cui Kentin mi diceva “ci siamo incontrati per caso” e realizzo che il caso a cui penso io non è lo stesso al quale si riferisce lui. Capisco l’avvertimento di Nathaniel. Tutti i pezzi del puzzle piano piano si incastrano mostrandomi l’ormai evidente tradimento di quello che dovrebbe essere il mio ragazzo. I miei occhi si riempiono di lacrime ma le ricaccio indietro ed osservo Nathaniel avvicinarsi a me. Faccio un passo indietro e, non appena suona la campanella, scatto fuori dall’aula correndo verso quella di Kentin. Non faccio in tempo a raggiungerla che Kentin mi raggiunge prima:
-   Buongiorno teso- -
La sua frase si interrompe bruscamente a causa del mio improvviso schiaffo sul suo volto. Kentin mi guarda spaesato ed arrabbiato mentre gli porgo la foto:
-   Adesso spiegami che diavolo ci facevi tu con Ambra ieri in quel dannato negozio! Era questo il tuo impegno al quale non potevi mancare?! Un appuntamento con lei?! –
-   Ma sei impazzita?! Ci siamo incontrati per cas- -
-   ADESSO BASTA! Sono stufa marcia di sentire questa frase! Ogni volta che vi incontrate è per caso! Smettila di mentire! Questa mattina Castiel mi ha raccontato di averla sentita vantarsi dell’anello che qualcuno le aveva regalato! E guarda caso salta fuori questa foto dove tu, che dovresti essere il MIO ragazzo, sei in una gioielleria con un’altra ragazza, che il giorno dopo compare misteriosamente con un anello regalatole da chissà chi! Castiel aveva ragione quella volta in cui mi disse che in questi due anni eri cambiato…crescere in posti diversi ci ha fatto maturare mentalità diverse e credo di aver finalmente capito quale sia la tua. Ti senti un duro adesso non è vero? Un figo, uno che può permettersi tutte le ragazze del mondo. Già, perché non sei più il piccolo gnomo buffo che faceva ridere tutti poiché brutto e sfigato, no, ora sei bello e forte e tutte le ragazze ti vorrebbero con loro. Sei forse alla ricerca di un riscatto per il tuo passato?! È per questo che tieni il piede in due scarpe?! Beh lascia che ti dica una cosa, io ti ho amato sin da quando eri quel piccoletto di cui tutti si prendevano gioco, ma tu hai deciso di diventare qualcuno di diverso, qualcuno che preferisce avere più donne accanto a se. Non sono qui per dirti di scegliere fra me e lei, perché io non voglio essere ne’ la prima ne’ la seconda scelta. Io vorrei essere l’unica scelta per te ma a quello che vedo non è così. È finita Kentin, non voglio sentire altre scuse assurde o altre frasi che contengano la parola “ci siamo incontrati per caso”. Sappi che hai perso l’unica persona che ti ama da sempre –
Mi giro dandogli le spalle e cominciando ad allontanarmi quando sento la sua mano afferrare la mia. Le lacrime raggiugono istantaneamente i miei occhi e la sua voce mi ferisce ancora più di quello che il mio discorso ha appena fatto:
-   Sophie ascoltami io--- -
-   Kentin! –
Il riecheggiare nell’aria della voce di quell’oca mi irrigidisce ancora di più. Strattono violentemente la mano liberandomi dalla sua presa:
-   Va da lei, non ho  altro da aggiungere –
Concludo mettendomi a correre verso il terrazzo. Salgo alla velocità della luce i gradini che mi separano dal luogo dove so che il mio migliore amico si è rintanato. Spalanco la porta e me lo ritrovo davanti. Castiel mi osserva incredulo mentre con un balzo affondo sul suo petto scoppiando a piangere. Lui è spaesato e sorpreso ma non mi respinge anzi mi stringe in un abbraccio consolatore. Non appena le mie lacrime si fermano Castiel afferra la mia mano accompagnandomi un po’ più in la e facendomi cenno di sedermi accanto a lui. Non appena lo faccio vuoto il sacco raccontando tutto quello che è appena successo. Il mio migliore amico resta in silenzio lasciandomi sfogare e, non appena finisco il discorso, mi da delle gentili pacche sulla testa e mi passa una sigaretta.
-   Hai uno strano modo di consolare la gente lo sai? –
-   Beh diciamo che di solito non mi occupo di fare il “consolatore” –
-   Allora direi che apprezzo il gesto –
Affermo sforzando un sorriso mentre afferro la sigaretta e me la infilo tra le labbra. Castiel avvicina il suo accendino accendendo la mia sigaretta mentre, con un tiro deciso, ne consumo quasi metà:
-   Vacci piano ranocchia o finirai per star male –
-   Che importa ormai…ho appena perso l’unico ragazzo che amo da sempre –
-   Hai sempre il delegato se proprio vuoi –Mando un’occhiataccia a Castiel prima di riprendere a fumare:
-   Non è la stessa cosa –
-   Cos’è, la tua indecisione è finalmente sparita? –
-   No. E’ solo che boh…non è la stessa cosa. Non mi ero mai posta davvero il problema. Ho sempre creduto che tra me e Kentin sarebbe durata per sempre… - mi morsico il labbro sentendo l’ennesima ferita lacerarmi il cuore – ma ormai quello che mi resta di lui non è che il ricordo… -
-   In ogni caso è strano…con tutte le ragazze del liceo, proprio con Ambra doveva tradirti? –
-   Tu si che sei un gran consolatore. Potresti, gentilmente, provare a dirmi qualcosa di carino invece di rigirare il coltello nella piaga? –
-   Te l’ho detto, non mi destreggio bene come consolatore. Ma sono un gran playboy. Potrei insegnarti qualche trucchetto per rimorchiare un nuovo ragazzo! So cosa un uomo cerca in una donna! –
-   Questa frase è già più carina. Grazie ma no grazie…non mi va proprio al momento –
-   Ti ci va una bella sbronza ecco cosa –
-   Ahahah già…magari funzionerebbe –
Finisco la sigaretta e la getto a terra. Poi appoggio la mia testa sulla spalla di Castiel prima di riprendere nuovamente a piangere.
Finito l’intervallo Castiel afferra la mia mano accompagnandomi in classe. Per tutto il tempo in cui sono stata sul terrazzo ho sperato che Kentin comparisse implorandomi di perdonarlo o spiegandomi che è stato tutto un futile malinteso, ma così non è stato. Mi siedo sulla mia sedia e subito il mio migliore amico mi passa la cuffietta dell’ipod. Sorrido mentre mi perdo sulle note di una canzone rock che, purtroppo, mi sembra dannatamente triste. A fine lezione esco rapidamente dalla scuola e corro a casa. Non voglio vedere nessuno. I giorni seguenti sono uno strazio totale. Incrocio Kentin all’intervallo ed ogni volta che compare nel mio campo visivo gli giro le spalle e cambio direzione. Non sono in grado di affrontarlo, ma il fatto che lui non mi cerchi dimostra che è davvero finita. Passo molto tempo con Nathaniel, da quando io ed il mio ex abbiamo rotto lui mi chiama sempre più spesso in sala delegati e la cosa non mi dispiace più di quel tanto perché tutte le sue carinerie, in parte, riescono davvero a distrarmi. Manca un solo giorno a Natale e a scuola non restiamo che io ed il delegato che dobbiamo assolutamente completare un lavoro prima del 25. Siamo seduti uno di fronte all’altro che compiliamo scartoffie quando la sua voce interrompe il silenzio:
-   Senti…che fai domani? –
-   Nulla…andrò con i miei genitori in visita a dei parenti lontani per pranzo e poi rientreremo. Tu invece? –
-   Cena in famiglia. Senti…so che può sembrare azzardata come cosa ma…ti andrebbe di venire? –
-   …prego? –
-   Beh ecco, ultimamente sei sempre giù di morale. So benissimo il motivo ed ho cercato di non parlartene per non peggiorare la situazione ma ora basta. Non ce la faccio a vederti così e quindi ho pensato che fare qualcosa di diverso magari ti avrebbe fatta sorridere –Lo osservo grattarsi la testa imbarazzato mentre conclude la sua frase. La sua tenerezza mi strappa un sorriso:
-   Va bene allora…sempre che non sia di troppo –
-   Dici davvero?! Oddio…hemm…ecco vedi, non mi aspettavo davvero accettassi! Sono davvero felice! Avviso subito i miei genitori! –
Lo osservo scattare fuori dalla sala con il cellulare in mano e  ridacchio tra me e me. Ma si…infondo cosa potrebbe mai capitare? E poi ha ragione…qualcosa di diverso potrebbe davvero ridarmi il sorriso. Nathaniel rientra in aula confermando il mio invito ed insieme concludiamo il lavoro prima di salutarci e darci appuntamento all’indomani.
La mattinata con i miei parenti passa rapidamente e sono le sei di sera quando rientro a casa mia e, per mia sorpresa, scopro che sta nevicando e tutta la città è già totalmente bianca. Mi cambio e, non appena sono pronta, mi faccio portare dai miei genitori fino all’indirizzo della sua abitazione. Scendo e suono il campanello. Sono le sette in punto e mentre aspetto che qualcuno mi apra il cancello osservo estasiata la casa. Si tratta di un’abitazione davvero immensa. Una rampa di una decina di gradini porta ad una veranda con una sedia a dondolo circondata da una recinsione in muratura. La casa pare essere di due piani ed è di un colore bianco panna. Non riesco a soffermarmi su ulteriori dettagli che vedo il portone principale aprirsi ed il volto sorridente di Nathaniel comparire davanti a me. Con uno scatto raggiunge il cancello e mi apre facendomi entrare:
-   Buon natale e grazie per aver accettato l’invito! –
-   Buon natale anche a te e grazie per avermi invitata –
Camminiamo chiacchierando quando metto malamente un piede e scivolo sulla neve. Nathaniel mi afferra al volo tirandomi sul suo petto. Il mio volto cambia immediatamente colore mentre d’istinto mi allontano:
-   Scusa…ho un equilibrio molto precario –
-   Non importa, vieni, ti aiuto –
Conclude porgendomi la mano. La osservo un attimo imbarazzata prima di decidermi ad afferrarla. Il mio cuore tamburella nervoso mentre le sue dita intrecciano le mie:
-   Hai la mano fredda –
-   Mentre la tua è calda –
-   Beh è normale vengo da dentro casa –
-   Ed io vengo da fuori –
-   …da quando facciamo discorsi senza senso? –
-   Mmm…da adesso? –
-   Dev’essere l’aria del natale –
-   Che ci rende stupidi? –
-   Non proprio –
Lo osservo sorridere di soppiatto mentre raggiungiamo finalmente la veranda. Nathaniel apre la porta di casa e mi fa entrare. Faccio qualche passo all’interno quando davanti ai miei occhi compare una splendida donna dai capelli lunghi dorati con indosso uno splendido abito rosso con pizzi e merletti ed una deliziosa collana color dell’ambra. La osservo estasiata mentre mi sorride:
-   Tu devi essere Sophie –
-   Hemm…si. Piacere di conoscerla! –
Dico lasciando imbarazzata la mano di Nathaniel e porgendola verso quella che dovrebbe essere la madre del delegato:
-   Il piacere è tutto mio, mi chiamo Carly. Vieni, accomodati pure, a breve ci raggiungeranno anche Ambra ed il suo ragazzo –
Un brivido di gelo mi percorre la schiena. Mi sono totalmente dimenticata che Ambra è la sorella di Nathaniel ma quello che mi ha shockata totalmente di certo non è la sua presenza quello che mi sorprende, ma quella di un suo ipotetico fidanzato. Di colpo mi torna in mente Kentin ed il mio corpo diventa un blocco di cemento. Possibile che… non riesco a proseguire il mio cattivo presagio che la mano di Nathaniel afferra nuovamente la mia trascinandomi dentro casa sua. Mi accompagna in uno stanzino dove mi fa posare giacca e borsa e poi mi indica la sala da pranzo. Non appena entro mi salta subito all’occhio un enorme tavola imbandita e sul soffitto un lampadario di cristallo che brilla come se fosse il sole. Rimango rapida da tanta classe quando sento qualcuno scendere delle scale poco lontano da me. Mi volto di scatto vedendo comparire Ambra alle mie spalle. Lei mi sorride meschina mentre si avvicina a sua madre schioccandole un bacio sulla guancia:
-   E il tuo ragazzo? –
-   Arriva, è andato a lavarsi le mani –
Conclude guardandomi un ultima volta con soddisfazione. Il mio corpo si irrigidisce nuovamente quando sento una presenza alle mie spalle. Mille timori e dubbi mi avvelenano la mente mentre, con uno scatto, mi volto. I miei occhi si sbarrano quando davanti a me Kentin mi guarda sorpreso e spaesato. Restiamo qualche secondo in silenzio fino a quando Carly non interrompe quella silenziosa agonia:
-   Vi conoscete per caso? –
-   Si mamma – interviene Nathaniel – Sophie è--- -
-   Un’amica d’infanzia di Kentin –
Concludo io evitando il finale che il delegato vuole dare a quella frase.
-   Oh ma davvero?! Beh allora non sono necessarie presentazioni! Sono felice che il ragazzo di mia figlia e la ragazza di mio figlio si conoscano già! –
I miei occhi si spalancano improvvisamente esattamente come quelli di Kentin mentre nelle nostre menti balena lo stesso pensiero:
da quando sono la sua ragazza?!



Commento Dell'autrice: Salveeeeeeeee xD ho scritto questo capitolo con passione e ho voluto condividerlo subito con voi lettori! scrivere questa parte della storia mi sta prendendo dannatamente e quindi non ho resistito! Spero che la storia, a questo punto, vi stia intrigando tanto quanto intriga me! Detto questo lasciate una recensione e se arrivo in fretta a 3 posto anche subito il capitolo successivo =P

 

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Capitolo 11
*** Promessa Mantenuta ***


Mi giro di scatto verso la madre di Nathaniel e sto per aprire bocca quando il delegato afferra la mia mano. Mi volto verso di lui che mi fa cenno di no con la testa. Mi guardo intorno e mi rendo contro che la situazione sta inevitabilmente precipitando. Ero già a conoscenza del fatto che Kentin si sarebbe messo con Ambra, infondo sono stata io a lasciarlo e sapevo per certo che si sarebbe messo con lei. Ma Nathaniel…di sicuro non mi aspettavo che mi avrebbe spacciata per la sua ragazza! Mentre cerco di elaborare un modo per uscire da questo casino la comparsa del padre dei due fratelli interrompe il momento. Io e Kentin ci presentiamo e poi ci accomodiamo a tavola. La serata è snervante ma cerco di non farci caso parlando con tutte le persone a tavola. Io e Kentin cerchiamo di scambiare qualche parola tra di noi per non destare sospetti ma la ferita dovuta alla nostra rottura è ancora troppo profonda per permettermi di guardarlo in volto senza soffrire dannatamente. Finito il dolce mi congedo un attimo con la scusa del bagno e, non appena mi ci intrufolo, mando un messaggio a Castiel spiegandogli la situazione. Quando torno in sala la tavola è sparecchiata ed al posto delle stoviglie sono comparsi un sacco di giochi da tavola. Grazie al cielo non sono mai stata molto brava a questi giochi e, non appena perdo, con la scusa di aver bisogno di una boccata d’aria esco fuori in veranda. Mi avvicino al muretto e mi ci appoggio. La neve sta ancora cadendo dal cielo mentre nella mia testa una marea di domande cavalcano incontrastate. Sento gli occhi riempirsi di lacrime quando la porta alle mie spalle si apre. Mi sposto di qualche passo immaginando di veder comparire accanto a me il delegato ma non appena mi accorgo di chi ho a lato mi pietrifico totalmente:
-   Ti prenderai un raffreddore. Sei uscita senza il cappotto –
-   Non è più un tuo problema che io mi ammali o meno. Hai una nuova ragazza adesso, è a lei che devi prestare le tue attenzioni –
-   E allora? Anche tu hai un nuovo ragazzo. Perché non ne presta a te? –
-   Vuoi davvero parlarne? –
-   Si. Parliamo. Parliamo del fatto che mi hai scaricato senza nemmeno lasciarmi il tempo di spiegare. Parliamo del fatto che adesso non hai negato di essere la sua ragazza. Parliamo del fatto che probabilmente la tua idea di rompere con me era dovuta al fatto che tu volevi cambiare aria, tu volevi fare quella grandiosa e cambiare ragazzo. Quelle parole non me le sono affatto meritate e questo lo sai anche tu –
-   Sta zitto! Se sei venuto qui per litigare puoi anche andartene! Stai con lei ora no?! E allora per quale motivo sei venuto alla ricerca di una spiegazione?! Ti ho dato tutte le motivazioni quel giorno a scuola! Non c’è nessun altro motivo per il quale ti ho lasciato! Tu…è lei che volevi. È lei che vuoi. Bene, ora stai con lei! Sei felice?! –
-   E tu? Sei felice di stare con il delegato?! –
-   Io non--- -
Il suono in lontananza di una moto attira la mia attenzione. Mi giro verso l’ingresso e vedo qualcuno fermarsi proprio in prossimità del cancello. Osservo la sagoma sfilarsi il casco e, non appena vedo dei capelli color del fuoco sbucare da sotto, faccio un balzo verso il cancello. Castiel mi sorride mentre apro il cancello e mi avvicino a lui:
-   Che ci fai qui?! –
-   Rispondo alla tua richiesta di aiuto –
-   Non lo sai che è pericolosissimo andare in moto mentre nevica?! –
-   Beh…mi pare che tu sia in una situazione altrettanto pericolosa – afferma mandando un’occhiata verso di Kentin – che è successo? –
-   Io non lo so. Non sto capendo più nulla maledizione! Ambra e Kentin si sono messi assieme e Nathaniel mi ha presentato a tutti come la sua ragazza! Senza nemmeno interpellarmi! –
-   E per quale motivo non ti sei opposta? –
-   Ci ho provato ma mi ha bloccata prima che lo facessi e poi la tensione che avevo addosso a causa della presenza di Kentin mi ha tolto la parola –
-   Che cosa hai intenzione di fare? Se vuoi ti porto via –
-   Mi piacerebbe, non sai quanto, ma devo chiarire questa situazione con Nathaniel. Il resto…beh…dubito che io possa fare davvero qualcosa –
-   Ti riferisci ad Ambra e Kentin? –
-   Beh…se stanno assieme vuol dire che lo volevano entrambi –
-   E non pensi che potrebbe essere tutto un inganno proprio come quello che Nathaniel ha fatto con te? –
-   E come potrebbe? Kentin è una persona sveglia non si farebbe mai fregare in questo modo. E poi per quale altro motivo avrebbe dovuto venire a cena da loro se non per invito della sua ragazza? –
-   E tu? Per quale motivo ci sei venuta? –
-   Beh per--- -
Le parole mi muoiono in gola. Castiel ha ragione ancora una volta. Io…sono venuta qui perché volevo distrarmi e non pensare alla fine della mia relazione. E se per Kentin…fosse la stessa cosa? Osservo Castiel e lui mi sorride, come se avesse capito che ho realizzato il senso delle sue parole. Sorrido mentre lo osservo scendere dalla moto e venirmi incontro allargando le braccia:
-   Che stai facendo? –
-   Ti do il mio regalo di natale –
-   E…sarebbe? –
-   Non ti pare ovvio? Secondo te sto facendo ginnastica? Voglio abbracciarti –
-   Da quando sei così sentimentale? –
-   Da quando ho scoperto che veder soffrire la propria migliore amica è più frustrante di quanto pensassi –
I miei occhi increduli cercano di incrociare i suoi ma lui distoglie immediatamente lo sguardo:
-   Allora…lo vuoi questo abbraccio si o no? Altrimenti me ne vado –
Con un balzo mi avvicino a lui abbracciandolo. Lui osserva altrove mentre la neve rende tutto irreale. Le sue braccia si stringono intorno a me avvolgendomi completamente:
-   Ammettilo, tu conquisti le ragazze con la dolcezza non con l’arroganza –
-   Chi ti credi di essere per fare un’affermazione tanto azzardata? –
-   …la tua migliore amica? –
-   Ti stai montando la testa ranocchia! –
-   Sisi...ho capito – aggiungo ridendo -…Castiel –
-   Mmm? –
-   Grazie –
Lui non risponde ma vedo dal chiarore del lampione che mi sta sorridendo. Quando sciogliamo l’abbraccio mi fa un cenno di saluto prima di risalire sulla moto e ripartire. Lo osservo scomparire infondo alla strada prima di voltarmi e di tornare da dove sono venuta. Non appena mi volto mi accorgo subito che Kentin non c’è più. Un’espressione mista tra gioia e tristezza si dipinge sul mio volto mentre, a passo lento, raggiungo la veranda. I miei occhi fissano il pavimento dove ancora sono impresse le sue impronte. Mi avvicino e metto i miei piedi dove prima poggiavano i suoi. Chiudo gli occhi e lo immagino qui, come se ci fosse ancora, come se potessi abbracciarlo e stringerlo, come se fosse ancora mio. Riapro gli occhi ed osservo il mucchio di neve accumulato sul muretto difronte a me. Sento il mio corpo muoversi da solo mentre la mia mano si avvicina a quel soffice manto bianco scrivendo sopra l’unica frase che vorrei sentirmi dire da lui e che io, in cuor mio, so che contraccambierei. Rientro in casa e Nathaniel subito mi accoglie:
-   Mi stavo preoccupando, dov’eri finita? –
-   Dobbiamo parlare –
Lui fa cenno di si con la testa e mi accompagna al piano di sopra. Camminiamo per qualche metro prima che Nathaniel mi faccia entrare in quella che, molto probabilmente, è la sua stanza. Faccio timorosamente qualche passo all’interno. La stanza è grande e spaziosa: c’è un grosso televisore e alle pareti sono presenti quattro librerie ricolme di libri. Un letto ad una piazza e mezza è situato in fondo sulla destra ed accanto una pila di fogli è sistemata ordinatamente su una scrivania. Nathaniel mi passa accanto sedendosi sul letto e facendomi cenno di raggiungerlo. Mi avvicino a lui, ma resto in piedi:
-   Perché lo hai fatto? –
-   Fatto cosa? –
-   Invitarmi qui…hai detto che lo avresti fatto per aiutarmi a distrarmi, ma sapevi che il motivo del mio dolore sarebbe stato presente. E allora perché?! Perché lo hai fatto?! –
Nathaniel scatta in piedi raggiungendomi ed abbracciandomi. Cerco di divincolarmi dalla presa ma la sua forza è più della mia.
-   Io…volevo farti capire. Dimostrarti che ti ha sempre mentito, che ti ha tradita e che non ti merita. Tu non hai bisogno di lui. Lui non può renderti felice! Ma io…io si! Posso farlo! Posso farti sorridere ogni giorno! Con me dimenticherai che cosa sono le lacrime e la tristezza scomparirà per sempre! –
-   Non puoi chiedermi questo! E se ti stessi sbagliando? Se tua sorella avesse invitato qui Kentin con la stessa scusa che hai usato tu con me?! –
-   No…non è così –
-   Come puoi esserne così sicuro?! –
-   Vuoi davvero saperlo? –
-   Si! –
Gli occhi di Nathaniel scrutano intensamente i miei prima di abbassarsi arrendevoli:
-   E va bene, vieni con me –
Sento la sua presa diventare sempre più debole fino a sciogliersi del tutto. Mi fa cenno di seguirlo ed io lo faccio senza fiatare. Scendiamo al piano di sotto dirigendoci in un’area della casa che non conosco. Ci avviciniamo ad un enorme portone in legno e il delegato mi fa cenno di non far rumore mentre apre leggermente la porta giusto per avere uno spiraglio verso l’interno. I suoi occhi mi fissano intensamente mentre mi fa cenno di avvicinarmi e guardare. Mi avvicino titubante osservando da quel piccolo spiraglio che cela dietro di se la verità. Non appena intravedo quello che c’è dietro il mio cuore si ferma. Kentin ed Ambra sono seduti su un divano, davanti al focolare. Kentin cinge le spalle alla sorella del delegato mentre, sotto un rametto di vischio, i due si scambiano un bacio appassionato. D’istinto scatto indietro portandomi le mani alla bocca per non urlare. Le lacrime iniziano a scendere velocemente e Nathaniel richiude la porta prima di avvicinarsi a me e stringermi forte:
-   Ora hai capito? Loro non stanno fingendo. Mettiti con me, ti prego. Io ti amo molto di più di quanto abbia mai fatto lui. Io posso darti molto più di quello che ti ha dato lui. Io non ti farò mai soffrire –
-   …si… -
Le parole escono involontarie dalle mie labbra mentre il calore del corpo di Nathaniel mi avvolge totalmente. Sono le undici di sera quando il mio nuovo ragazzo mi accompagna alla porta. Declino numerose volte la sua proposta di accompagnarmi e alla fine riesco a partire verso casa mia da sola. So che mi ci vorrà più di mezz’ora prima di arrivare ma non mi importa. Ho bisogno di stare da sola con i miei pensieri. Mentre cammino la strada illuminata si presenta davanti a me come un sentiero in mezzo ad un paesaggio innevato. Tutto è chiaro e candido intorno a me. Continuo a camminare, immersa nei miei dilemmi, quando mi accorgo che qualcuno mi sta seguendo. Aumento il passo e sento che anche la persona dietro di me fa altrettanto. Comincio a correre terrorizzata. Forse avrei dovuto accettare di farmi accompagnare maledizione! Comincio a non avere più fiato quando accanto a me scorgo un piccolo boschetto. Mi ci infilo svelta tentando si seminare il mio probabile futuro aggressore. Mi nascondo dietro un albero e riprendo fiato. Il cuore mi batte ancora a mille mentre le gambe mi tremano. Dopo qualche minuto esco dal mio nascondiglio e mi avvicino all’uscita quando sento una mano posarsi sulla mia spalla:
-   Lasciami! –
Urlo voltandomi di scatto ma scivolando goffamente sulla neve trascinando con me il mio aggressore. Ho gli occhi chiusi ed un corpo più grande del mio mi stringe come intento a proteggermi:
-   Stai bene? –
La voce di Kentin mi fa spalancare immediatamente gli occhi sbattendomi in faccia la realtà. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio mentre le sue braccia mi avvolgono. Durante la caduta ha ribaltato la situazione attutendo lui il colpo al posto mio. Rimaniamo qualche secondo in silenzio prima che il mio sguardo ricada sulle sue labbra. Immediatamente ricordo il suo bacio con Ambra e di scatto mi tiro su allontanandomi da lui ed alzandomi in piedi:
-   Si sto bene. Ora scusa, devo andare a casa. Non è prudente che una ragazza giri da sola di notte –
Mi volto e riprendo a camminare quando la sua mano afferra la mia:
-   Hai ragione, non è prudente per te girare da sola. Vieni, ti accompagno –
-   Non hai nessun diritto di farlo –
-   E tu non hai il diritto di darmi degli ordini –
Conclude stringendo ancora più forte la mia mano e trascinandomi con lui. Sono alcuni minuti che camminiamo in silenzio. La sua mano stringe la mia anche se le nostre dita non sono intrecciate. I passi svelti di Kentin piano piano iniziano a rallentare fino a diventare quella che sembra una passeggiata romantica sotto la neve. Sento la sua mano allentare la presa prima di spostarla facendo scivolare le sue dita fra le mie. Il cuore mi sobbalza nel petto mentre mi avvicino a lui appoggiandomi al suo braccio. Continuiamo a camminare così, come se ancora fossimo l’uno il ragazzo dell’altra, senza che nessuno faccia domande irrilevanti. Non appena arriviamo a casa mia il mio cuore si ferma. Sento come se l’ultima parte di noi sia appena morta per sempre lasciando spazio ad un vuoto che nessuno colmerà mai. Kentin si mette difronte a me mentre le nostre mani non vogliono lasciarsi. Tengo lo sguardo basso, non ce la faccio a guardarlo. Il solo pensiero fa riemergere nei miei ricordi quel doloroso bacio. Kentin mi tira a se stringendomi. Chiudo gli occhi e mi immergo nel suo profumo che mi sembra quasi nostalgico. Assecondo quell’abbraccio pregando che non finisca mai.
-   Grazie –
-   Per cosa? –
-   Per avermi permesso di accompagnarti a casa –
-   Dubito che avrei avuto altra scelta. Infondo, come hai detto tu, non posso darti degli ordini –
-   Beh avresti potuto comunque opporti ma non l’hai fatto –
-   Sei più forte di me, anche volendo non potrei mai batterti tesoro –
Un brivido mi percorre la schiena mentre il suo abbraccio si fa più stretto. Involontariamente dalle mie labbra sono uscite parole che non dovevo pronunciare.
-   S-scusami…credo che da oggi in poi sia meglio che ti chiami solo Kentin… - il solo pronunciare del suo nome mi logora ancora di più.
-   Già…ed io dovrò chiamarti Sophie –
-   Sai forse…sarebbe meglio se evitassimo…-
-   Cosa? –
-   Di…chiamarci per nome. Sai io…non è da me. Dico…restare amici con il proprio ex. Dubito sia davvero possibile. Quindi preferirei farla finita qui – il problema non è che non credo all’amicizia tra ex…è che io ti amo ancora troppo per sopportare di averti accanto ma non come mio ragazzo. Se posso averti solo come amico…allora preferisco dirti addio per sempre.
-   Già…anche io credo di essere quel genere di persona –
Con queste sue parole mi allontano da lui, asciugandomi le lacrime appena uscite e guardandolo sorridente per un ultima volta:
-   Grazie per avermi accompagnata –
-   Grazie per aver mantenuto la promessa –
-   Che promessa? –
-   Di passare il natale insieme –
-   Ma io non lo avevo promesso –
-   Beh per me era una promessa e sono contento che, anche se non sono più io il tuo ragazzo, tu l’abbia mantenuta passandolo con me –
-   …grazie a te di avermela fatta fare quella promessa –
Dico correndo fino davanti alla porta di casa mia. Quando mi volto Kentin mi da le spalle e lo osservo sfregarsi li occhi. Piangi? Sento la mia forza venir meno mentre lui inizia ad allontanarsi:
-   Kentin! –
Lo osservo tornare con uno scatto sui suoi passi mentre i suoi occhi incatenano i miei:
-   Si? –
-   …addio –
Dico lasciando che una lacrima scivoli sul mio volto. Kentin abbassa lo sguardo facendo cenno di si con la testa. Poi lo osservo allontanare prima di rientrare in casa mia confusa, delusa ed amareggiata. Ora non ci sono più dubbi…è finita per sempre.



Commento Dell'Autore: Scusate ho pubblicato il capitolo sbagliato prima (sono un disastro lo so...chiedo perdono!) in ogni caso spero che abbiate trovato questo interessante! Il prossimo è già scritto quindi se ricevo subito parecchie recensioni lo pubblico subito xD Sappiate che ci saranno parecchi risvolti (ma i migliori saranno tra due capitoli! Per questo spero di pubblicare presto il prossimo così quello dopo vi travolgerà...spero xD) Detto questo spero di leggere presto delle recensioni con quello che ne pensate :D Grazie a tutti!!!

 

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Capitolo 12
*** Non Mi Toccare ***


È passato un mese da quando io e Nathaniel stiamo assieme ma il mio malumore non è ancora del tutto passato. Andare a scuola è diventata una sorta di pugnalata al cuore perché so che, ogni qualvolta varcherò la soglia di quel luogo, Ambra mi guarderà con superiorità sfoggiando l’anello che Kentin le ha regalato e vantandosi del suo fidanzato perfetto. Cammino sotto la pioggia dirigendomi nel luogo più odioso di questo mondo quando un ombrello mi ripara dall’acqua. Mi giro sulla destra mentre il rosso mi guarda preoccupato:
-   Un minimo di riguardo per te stessa? –
-   Ah…si, forse dovrei –
-   Possibile che tu sia ancora così tanto presa male per questa storia? Stai con Nathaniel no? Lui non ti soddisfa? –
-   Soddisfarmi? Ahh si…se intendi carinerie e cose varie e perfetto –
-   Sophie…lui non era un dio mentre faceva altre cose? –
-   Non lo so…non ho voglia di farle con lui queste cose –
-   Ma se una volta--- -
-   Hai detto bene Castiel. Una volta. Probabilmente provavo solo desideri perversi nei suoi confronti ma tutto questo è svanito. Il dolore che provo per la perdita di Kentin uccide tutto il resto. Solo ora ho capito che quello che provo per Nathaniel è solo una specie di “impulso del momento”. È vero, lui mi piace, ma i sentimenti che provo per Kentin…sono di gran lunga superiori ed ora che lui non c’è più…tutto quello che mi resta è una voragine nella quale sto ancora precipitando –
Castiel mi cinge le spalle tirandomi a se:
-   Sei proprio un caso disperato ranocchia. È da te capire le cose quando è troppo tardi –
-   Esattamente come è da te non essere in grado di consolare qualcuno –
-   Scusa scusa…se vuoi me ne vado –
-   No per favore – dico afferrando la manica della sua giacca sulla mia spalla – resta qui con me –
Proseguiamo la camminata in silenzio fino a che l’entrata della scuola non appare davanti ai nostri occhi. Entriamo in aula ed aspetto Castiel mentre ritira l’ombrello poi ci avviamo in aula. Ci sediamo ai nostri posti ed io appoggio la testa sul banco.
-   Senti ranocchia, hai detto che infondo lui ti piace no? perché non provo ad essere felice? –
-   …pensi che ne varrebbe la pena? –
-   Sicuramente starai meglio se almeno ci tenti. Anche perché peggio di così non potresti stare –
-   Ti odio quando hai ragione –
-   Allora dovresti odiarmi ogni santo giorno –
-   Saputello –
-   Imbranata. Ora che ci penso fuori piove. Di certo ci sono un sacco di pozzanghere. Ti va di farci due salti? Se non ricordo male…è la tua specialità –
Gli tiro un pugno sulla spalla ridendo. Meno male che almeno lui riesce a tirarmi su il morale. La lezione inizia e Nathaniel compare in classe chiedendomi di seguirlo. Non appena esco dall’aula e chiudo la porta alle mie spalle sento la mano del delegato afferrare la mia. Intreccio le mie dita alle sue mentre cammino a testa alta. Io sarò felice con Nathaniel. Entriamo in sala delegati e lo osservo sedersi sulla sedia voltandosi verso di me e facendomi segno di sedermi sulle sue gambe:
-   Ma non abbiamo del lavoro da svolgere? – gli chiedo.
-   Si, restare un po’ assieme –
-   Non credevo che fosse un lavoro passare il tuo tempo con me –
-   Non lo è, ma avevo voglia di averti tutta per me e non ce la facevo ad aspettare la fine delle lezioni –
Lo osservo sorridermi con dolcezza e contraccambio il gesto. Si, le sue attenzioni mi faranno dimenticare tutto il resto. Mi avvicino a lui sedendomi sulle sue gambe mentre con le sue forti braccia mi avvolge in un dolcissimo abbraccio. Mi appoggio sul suo petto mentre sento il suo cuore tamburellare rapidamente. In questo ultimo periodo, sebbene soffra ancora per la perdita di Kentin, mi sono resa conto che Nathaniel fa davvero di tutto per rendermi felice. La sua dolcezza è qualcosa che non credevo possibile ed invece ogni volta mi fa sentire come una principessa, coccolata ed amata. Si, perché lui mi ama davvero e me lo dimostra. Non ci sono segreti tra noi ed ogni secondo libero della sua giornata lo dedica a me. Alzo il viso nella sua direzione incrociando i suoi occhi. Chiudo i miei non appena vedo il suo volto avvicinarsi al mio. Le sue labbra premono sulle mie con delicatezza mentre un bacio al gusto di miele ci travolge entrambi. I suoi baci sono belli e lenti, sembra quasi che non vogliano avere mai fine. Ho frequentato spesso casa sua in questo periodo e è già successo parecchie volte che lui provasse ad andare oltre ma, per fortuna, ogni volta che mi rifiutavo lui si fermava. Mentre le nostre lingue giocano armoniose il suo abbraccio si fa più stretto, le sue mani iniziano a vagare sulla mia schiena fino a quando, una di esse, passa sotto la mia camicetta. In quel momento il mio corpo si paralizza, come se non me la sentissi di proseguire. Cerco di interrompere il bacio ma i suoi modi sono cambiati, passando da dolci ad irruenti. Sento la sua forza prendere il sopravvento su di me mentre di peso mi alza e mi sdraia sulla scrivania. Il suo corpo preme  pesantemente sul mio mentre la sua mano da dietro è scivolata sul davanti premendo il mio seno.
-   Nath…smettila… -
Riesco ad ansimare a stento.
-   No piccola…ora basta. Non ce la faccio più ad aspettare –
-   Ti prego…non voglio –
-   Lo so. Dici sempre che non vuoi e non capisco il perché. Stiamo assieme da un po’ ormai e già prima di stare con me sono successe determinate cose. Ma allora perché ancora ti opponi? –
-   Io…non me la sento…non voglio! –
-   Ma io si invece! –
Conclude estraendo la mano dalla mia camicia e portandole entrambe sul mio petto strappando tutti i bottoni della parte superiore della camicetta.
-   Fermati! –
-   Non ho intenzione di farlo e lo sai. Stamattina vederti arrivare con quell’idiota di Castiel mi ha fatto imbestialire! –
-   Ma sei stupido?! È il mio migliore amico! –
-   Ah si? E i migliori amici cingono così le spalle come se niente fosse?! Ho intenzione di vincolarti a me costi quel che costi! –
Sento la sua mano slacciarmi i pantaloni mentre con la labbra scende sul mio seno. Ogni mio tentativo di ribellarmi diventa vano quando, con una delle sue mani, blocca le mie sopra la mia testa:
-   Ti supplico Nath… -
-   Non chiamarmi così…chiamami amore –
-   F-fermati… -
-   No –
La sua mano scivola sotto i miei slip mentre mi dibatto come una matta:
-   Adesso basta! –
-   No! Smettila tu! Smettila di respingermi maledizione! Perché fai così?! Kentin e mia sorella se la spassano già da un po’ perché tu invece continui a fare la preziosa?! –
Mai nessuno era riuscito a distruggere il mio cuore in quel modo. Quella frase contenente quella scena che tanto mi sono immaginata da quando ho rotto con Kentin, lui l’ha appena pronunciata. So di mio che, di certo, quei due non hanno perso tempo ma, in cuor mio, ho sempre sperato fosse solo un mio brutto presagio, non un’immagine reale della mia vita che prima o poi avrei dovuto affrontare. Di punto in bianco mi sento malissimo. Alzo le gambe tirando un calcio al mio ragazzo e scaraventandolo lontano. Mi alzo riallacciandomi i pantaloni e correndo fuori dalla scuola. La pioggia cade ancora incessante ma non mi importa. Corro a più non posso mentre le gocce d’acqua si confondono con le lacrime sul mio viso. Giro l’angolo per uscire da scuola e sbatto addosso a qualcuno. Faccio qualche passo indietro prima di scusarmi. Riprendo a correre spostandomi di lato quando vengo strattonata dalla stessa persona alla quale ho sbattuto. Mi volto infuriata nella sua direzione:
-   Senta le ho già chiesto scu--- -
Non appena i miei occhi scorgono la figura di Kentin il mio corpo si pietrifica. In un sol lampo l’immagine di lui ed Ambra assieme mi balena alla mente come se stessi vedendo un film in alta definizione. Cerco di liberarmi dalla sua presa mentre il mio pianto diventa sempre più disperato.
-   Lasciami! –
-   Che ti è successo?! –
-   Kentin ti ho detto di lasciarmi! –
-   No! prima voglio sapere che diavolo ti ha fatto quello stronzo! Guardati! –
I miei occhi passano in rassegna i miei abiti. La camicia bianca è diventata totalmente trasparente mentre il mio seno, coperto ormai solo dal reggiseno, è in bella mostra a causa dello strappo. Il mio sguardo si riposa su Kentin che pare evidentemente scosso.
-   Non sono affari che ti riguardano! Ora lasciami! –
-   Certo che mi riguardano! –
-   No invece! Io sono solo la tua ex. Non ho più importanza per te! Quindi lasciami andare! –
-   Sophie smettila! Questo non è un comportamento maturo! –
-   Ah perché?! Trattenere una persona contro la sua volontà secondo te è un comportamento maturo?! –
-   Voglio solo aiutarti! –
-   E come?! Facendomi altro male?! Smettila! –
-   Io farei del male a te?! E tu allora?! Compari così di punto in bianco mezza svestita! Anche uno stolto capirebbe quello che è appena successo! –
-   Idiota sono fuggita invece! – mi porto la mano sulla bocca rendendomi conto di aver rivelato troppo – in ogni caso non sono affari che ti riguardano. Ora lasciami per favore. Voglio andare a casa a cambiarmi –
-   Ti accompagno –
-   Finiscila dannazione! Vattene! Non avevi detto che anche tu sei “quel genere di persona”?! E allora per quale motivo sei ancora qui a rivolgermi la parola?! –
-   Sophie io--- -
-   Lasciami ho detto!!! Lasciami…sola… -
Abbasso lo sguardo distrutta. Questo, di sicuro, è il peggior giorno della mia vita. Le lacrime scendono ancora impetuose ma grazie alla pioggia riesco a nasconderle, almeno in parte. Sento la presa sul braccio allentarsi senza però sparire, successivamente una mano si avvicina alla mia guancia accarezzandomi. D’istinto scatto all’indietro annientando ogni contatto:
-   Non mi toccare! –
Urlo in preda al panico. Ho il fiato corto e le gambe mi tremano, non so se per il freddo o per l’ansia della situazione. Mi porto le mani sugli occhi premendoli per cercare di fermare quel fiume in piena che scorre incessante. Mi accascio a terra appoggiandomi sulle mie ginocchia. Non ho più voglia di trattenermi. Inizio a piangere rumorosamente. Kentin resta fermo davanti a me prima di scendere al mio livello ed abbracciarmi. La mia testa poggia sul suo petto mentre una sensazione di calore mi scalda l’anima:
-   Ti ho detto di andartene –
-   Lo so –
-   Sei uno stupido… -
-   So anche questo –
-   E sai anche che è tutta colpa tua? –
-   Colpa mia? –
-   Si! Tutto questo…è tutta colpa tua! – il mio tono passa dal triste all’arrabbiato – tu davvero non capisci?! Come puoi essere così stolto?! Quello…quelle parole…erano per te capisci?! –
-   Parole? Ma cosa stai dicendo?! –
-   Si dannazione! Quella volta…a Natale…quello che ho scritto sulla neve…era per te! Per te e per nessun altro! –
-   Ma si può sapere di che diavolo stai parlando?! –
-   Del “ti amo” brutto idiota! –
Urlo un ultima volta prima di alzare il viso e poggiare le mie labbra sulle sue. In questo momento non mi importa quello che accadrà. Non mi importa se sono la sua ex o che lui sia il ragazzo di un'altra. Io non posso andare avanti così. Tutto questo è insopportabile per me. Kentin rimane fermo, sorpreso dal mio gesto improvviso. Non mi asseconda ne’ mi respinge. Rimane pietrificato. Quando mi allontano da lui non noto alcuna reazione ma non sto ferma ad aspettarla. Mi alzo in piedi e corro via. Non voglio sapere quello che pensa.



Commento Dell'Autore: Come promesso ecco il capitolo successivo!!! Il prossimo secondo me è uno dei migliori (visto che le richieste di molte lettrici saranno soddisfatte xD) detto questo spero che questo vi piaccia (anche se devo ammettere che boh....non mi convince molto T.T) Apetto di leggere cose ne pensate nelle recensioni :D Grazie a tuttiiiiii =D

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Capitolo 13
*** Rottura ***


Non appena arrivo a casa mi rinchiudo in bagno e getto i vestiti fradici a terra. Mi infilo sotto la doccia ed apro il getto dell’acqua calda. Chiudo gli occhi e cancello ogni emozione ed ogni pensiero annullando anche me stessa. Quando esco avvolgo il mio fragile corpo in un asciugamano color del mare e mi dirigo in camera mia. Afferro il cellulare e mando un messaggio a Castiel dicendogli di aspettarmi in cortile all’intervallo. Mi rivesto rapidamente indossando, per precauzione, una felpa pesante e senza cerniere. Esco di casa afferrando l’ombrello e tornando a scuola. Quando controllo l’ora mi rendo conto che manca più di mezz’ora all’intervallo. Rallento il passo concedendomi qualche minuto di amara solitudine. Osservo le case intorno a me ed il paesaggio circostante poi il mio sguardo si rivolge verso l’alto scrutando il grigiore delle nubi:
-   Grazie per aver nascosto le mie lacrime –
Dico rivolgendomi alla pioggia come se potesse davvero sentirmi. Arrivo a scuola e Castiel è già li, davanti all’ingresso con una sigaretta fra le labbra. Mi avvicino a lui chiudendo l’ombrello mentre la sua mano si avvicina a me passandomi la sigaretta. Me la infilo fra le labbra appoggiandomi accanto a lui e raccontandogli, per l’ennesima volta, ogni cosa. Mentre parlo lo osservo accendersi un'altra sigaretta mentre io finisco quella che mi ha passato. Non appena esaurisco le parole Castiel mi scompiglia i capelli passandomi pesantemente la mano sulla testa poi getta a terra la sua sigaretta afferrandomi per mano ed accompagnandomi dentro la scuola. Non ho idea di quello che voglia fare ma sono consapevole che, di certo, mi sta proteggendo. Camminiamo fino in fondo alla scuola dove ci sono le macchinette. Lo osservo infilare diverse monete ed aspettare la preparazione della bevanda. Non appena il bip-bip della conferma della preparazione suona Castiel afferra il bicchiere passandomelo. Lo afferro notando che al suo interno c’è una calda cioccolata. Sorrido mentre lui si prende un caffè e poi riafferra la mia mano trascinandomi al piano superiore. Camminiamo fino a raggiungere l’aula di scienze che è praticamente sempre deserta. Ci sediamo all’angolo, tra l’armadio ed il termosifone, mentre gustiamo le nostre bevande. Restiamo in silenzio e, non appena abbiamo finito di riscaldarci, Castiel posa il bicchiere e mi cinge le spalle. Ridacchio divertita e lui mi guarda sorpreso:
-   Nath si arrabbierebbe un sacco se ci vedesse in questa posizione. Fraintenderebbe tutto di nuovo –
-   Probabilmente…senti, sono stufo di vederti un questa situazione e personalmente penso che questa volta il delegato abbia esagerato. Non credi che dovresti darci un taglio? –
-   Non mi avevi detto di provare ad essere felice con lui? –
-   Me lo rimangio. Non è in grado di renderti felice una persona del genere. –
-   E su cosa basi le tue affermazioni? –
-   Su tante cose, ad esempio il fatto che sia geloso di me –
Osservo i suoi occhi illuminarsi improvvisamente come se un idea geniale gli fosse appena balenata nella mente. Sento la sua mano afferrare la mia mentre i suoi occhi mi scrutano intensamente:
-   Ho un’idea ma prima di tutto mi serve la tua risposta: vuoi ancora stare con lui oppure no? –
Abbasso lo sguardo riflettendo attentamente. Quella che ho con Nathaniel non si può definire davvero una relazione. So per certo di non essere in grado di andare oltre con lui, me ne sono accorta non appena le cose tra noi sono diventate ufficiali. Credevo che sarei riuscita cambiare, adeguandomi alla situazione ma così non è stato. Io…non voglio che lui mi faccia certe cose. Credevo che quello che provassi per lui fosse qualcosa che sarei stata in grado di sviluppare, di far crescere a poco a poco ed invece mi sono resa conto che non è così, che amo ed amerò sempre e solo Kentin sebbene a lui non importi più nulla di me. Non sono in condizione di proseguire qualcosa che in realtà non mi rende felice, qualcosa che non prenderà mai il posto di ciò che ho perso. Alzo lo sguardo incrociando nuovamente quello di Castiel, ancora in attesa della mia risposta:
-   No. Voglio farla finita. –
Sorrido sentendo una forza nuova dentro di me. Non mi importa cosa accadrà, l’importante è finirla una volta per tutte con questa storia. Castiel contraccambia il mio sorriso aiutandomi ad alzarmi. Il nostro passo è svelto mentre scendiamo le scale e ci dirigiamo verso la sala delegati. La mia mano stringe quella di Castiel mentre da lui ottengo quella forza di cui ho bisogno per mettere il capitolo fine a questa assurda relazione. Mi fermo davanti alla porta chiusa oltre la quale so che troverò il mio ragazzo. Prendo fiato un ultima volta incrociando ancora lo sguardo del mio migliore amico che mi fa cenno di si con la testa. Sorrido entrando, a testa alta, in sala delegati. Non appena apro la porta Nathaniel mi osserva dispiaciuto ma la sua aria depressa lascia il posto ad una infuriata non appena mi vede con Castiel:
-   Che ci fai con lui?! –
-   Ho bisogno di parlarti –
-   Non hai risposto alla mia domanda –
-   Non me ne frega niente. Facciamola finita Nath. Io non ti amo, non ti ho mai amato quindi basta. Quello che è successo prima…è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non voglio più stare con te quindi basta. Questo è un addio, ed è definitivo. Non tornerò sui miei passi quindi non tentare di cercarmi o di farmi cambiare idea –
Osservo il suo volto diventare sempre più rabbioso mentre le sue mani si chiudono a pugno:
-   Cosa significa?! Credi che facendo così Kentin tornerà da te?! Povera illusa! Non lo farà! Esattamente come io non ti permetto di lasciarmi! –
Il suono della campanella dell’intervallo spezza l’aria di tensione che c’è intorno a noi, ma sappiamo bene che la discussione non è chiusa:
-   Non mi importa che tu me lo permetta o meno. Io ho deciso così, e che ti vada a genio o meno io e te da ora siamo ex. So benissimo che Kentin non tornerà…ma non mi importa. Mi importa che lui sia felice, e se lo è con Ambra…beh non posso che augurargli ogni bene. E per quanto riguarda me…io non sono felice con te. Per quanto mi sia sforzata, per quando duramente ci abbia provato non ci sono mai riuscita, e questo è abbastanza. Non posso avere una relazione con te perché non ti amo, e non posso darti quello che vuoi. Non potrò mai farlo. Non vorrò mai farlo. Quindi basta. – mi accorgo che intorno a noi si è radunata una folla di gente quindi cerco di tagliare corto – non ho altro da aggiungere e non mi va di dare spettacolo quindi diamoci un taglio. Addio Nath. –
Mi giro dandogli le spalle e trascinando Castiel con me. Faccio qualche passo e sento la voce urlante del delegato riempire tutto il corridoio:
-   Lurida puttanella cosa credi di fare eh?! Lasciarmi così su due piedi ed andartene come se niente fosse?! Io non te lo permetto! –
Mi volto di scatto sentendolo correre nella mia direzione. Subito Castiel mi tira dietro di lui proteggendomi. Osservo l’ira di Nathaniel crescere ancora di più mentre si avventa furioso su di Castiel. Immediatamente il mio migliore amico scatta spostandomi con lui in modo da evitare il delegato e, subito dopo, sganciandogli un pugno dritto in faccia scaraventandolo a terra. Mi porto le mani sul viso incredula di tutto quello che sta accadendo. Nathaniel si rialza osservando Castiel con aria omicida:
-   Che cazzo centri tu in tutto questo si può sapere?! –
Castiel sorride, come se non aspettasse altro che una domanda del genere poi mi afferra tirandomi a lui e baciandomi sotto gli occhi increduli di tutti. Chiudo gli occhi assecondando la situazione pregando che Kentin non sia li ad assistere. Non appena le sue labbra si allontanano dalle mie il mio migliore amico si volta nuovamente verso il delegato, ormai senza parole:
-   Ti basta come risposta? –
Conclude ridendo e trascinandomi via con lui. Usciamo dalla scuola in fretta e furia lasciando gli ombrelli dentro, ormai ha smesso di piovere. Camminiamo per qualche metro prima di raggiungere la sua panchina dove si siede facendomi cenno di sedermi sulle sue gambe. Annuisco in attesa di una spiegazione. Lo osservo ancora sorpresa mentre con aria da sbruffone sbuffa:
-   Che vuoi? –
-   Una spiegazione sarebbe chiedere troppo? –
-   Si –
-   Va beh…la vorrei comunque –
-   Ti ho aiutata –
-   E aiuti tutte le tue amiche baciandole a tradimento davanti al proprio ex? –
-   No…solo le più imbranate –
-   Ohh…beh grazie allora. Di certo Nathaniel ora penserà che ho una storia con te e visto che metà scuola ha visto la scena, anche Kentin verrà a saperlo. Tutto questo come dovrebbe aiutarmi? –
-   Hai baciato il ragazzo più ambito della scuola tutte le ragazze ti invidieranno! –
-   Bene, quindi ora pure le ragazze mi odiano. E poi sei tu che hai baciato me! –
-   Si va beh. Almeno Nathaniel ha avuto un’ulteriore spiegazione del perché lo hai lasciato –
-   Si ma io non sono la tua ragazza in ogni caso –
-   Ti va di diventarlo? –
Lo osservo sorpresa e lui scoppia a ridere:
-   Sto scherzando. Volevo solo divertirmi un po’ con il delegato. Non hai visto che faccia ha fatto? È stato uno spasso! In ogni caso ora sei single. Che intendi fare con Kentin? –
-   Nulla…è vero io non sto più con Nath, ma lui sta ancora con Ambra –
-   E allora? Mettiti in mezzo –
-   Scusa ma…non sono quel genere di persona –
-   Pensi di aspettarlo per tutta la vita? –
-   Beh…infondo non è male come idea –
-   Dovresti rivedere le tue priorità sai? Il mare è pieno di pesci –
-   Già…ma a me non piacciono i pesci –
-   Non era quello il senso –
-   Non importa quale fosse. Io amo lui e questo non può cambiare. Quindi poco importa a questo punto. Le cose andranno come dovranno andare. Io per lo meno mi sono liberata di un peso –
-   Grazie a chi? –
-   Sisi grazie a te…anche se forse questa volta hai un po’ esagerato –
-   Scusa se ho voluto divertirmi un po’ anche io questa volta! –
-   Eh va bene sei scusato ma per favore…non farlo più. È stato inquietante –
Dico sfregandomi le labbra. Castiel mi da un pizzicotto sul braccio prima di farmi scendere dalle sue gambe. Lo osservo guardare il cortile del liceo e poi sorridere facendomi cenno di seguirlo. Ci avviciniamo ad una pozzanghera e lui mi osserva con aria da sbruffone:
-   Crack! –
Mi dice spingendomi dentro la pozzanghera. Lo guardo fingendomi imbronciata mentre con un balzo raggiungo un'altra pozzanghera:
-   Crack! –
Lui mi sorride beffardo mentre la campanella segna la fine dell’intervallo. Rientriamo in aula e tutti ci osservano increduli mentre in faccio cenno di no con la testa e Castiel si dirige direttamente al suo banco senza dire nulla. Il resto della giornata passa, fortunatamente, parecchio in fretta. L’ultima campanella suona e Castiel mi accompagna, sotto mia richiesta, fino a casa. Lo saluto ringraziandolo per l’aiuto, fin troppo abbondante, di stamattina e rientro in casa. Mangio rapidamente pranzo e poi mi fiondo in camera mia godendomi un buon libro. Verso le quattro mia madre mi manda a fare la spesa ed io ubbidisco. Mi infilo l’ipod alle orecchie e mi dirigo verso il supermercato più vicino. Mentre cammino decido di prendere una scorciatoia. Mi infilo in un vicolo nascosto ed inizio a camminare canticchiando. Sto per sbucare fuori raggiungendo la strada principale dove c’è il supermercato quando qualcuno mi afferra la mano sbattendomi al muro. Sto per urlare ma una mano si posa immediatamente sulla mia bocca. Non appena scorgo gli occhi di Nathaniel vado nel panico.
- E’ inutile urlare. Nessuno verrà a salvarti –
Mi dice impedendomi ogni via di fuga.


Commento Dell'Autrice: Salve a tutti xD Ho postato prima del previsto questo capitolo perchè scriverlo mi ha divertito un sacco e quindi mi andava di condividerlo presto con tutte voi =D Molte mi avevano chiesto un colpo di scena che includesse Castiel eh beh, in quanto amante in prima persona di Castiel, ho fatto subentrare anche lui nei giochi xD Spero con tutto il cuore che il colpo di scena sia riuscito anche se penso che la maggior parte di voi avesse intuito le sue intenzioni non appena nei suoi occhi era balenata un'idea xD detto questo grazie a tutti coloro che hanno letto e ancora di più a chi sarà così gentile da lasciare una recensione xD Ci vediamo al prossimo capitolooooo =D

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Capitolo 14
*** Alla Luce Del Sole ***


Il mio corpo si paralizza quando realizzo che ha dannatamente ragione. Sfortunatamente siamo in un luogo deserto e nascosto quindi dubito che qualcuno potrebbe venirmi a salvare. Lo guardo con occhi supplichevoli mentre il suo sguardo si indurisce sempre di più:
-   Ora sposterò la mano, lentamente, e tu dovrai rispondere ad ogni mia domanda. Fa solo una mossa falsa e non risponderò di me –
Faccio cenno di si con la testa mentre sento il terrore assalirmi. La mano del delegato si allontana dalle mie labbra mentre con gli occhi mi sforzo di non piangere dalla disperazione. Il mio corpo poggia sul muro mentre le mani del delegato premono a forza sulle mie spalle per non farmi muovere.
-   Brava bambina ed ora spiegami per quale dannata ragione Castiel ti ha baciata! Tu sei la MIA ragazza e che ti piaccia o meno è così che stanno le cose! –
Che devo fare? Mentire? Dire la verità? Ho davvero una via d’uscita da tutto questo? Cerco di elaborare quella che potrebbe, o per meglio dire, dovrebbe essere la frase che mi salverà da lui. Ma ho davvero una scelta? C’è davvero una frase giusta, o sono tutte quante sbagliate? Lo osservo tentando di scorgere in lui quella parte gentile che non trovo da alcuna parte. Cerco di guadagnare tempo in qualche modo ma la sua presa si fa più stretta:
-   Non ti sento Sophie! Non sento la tua risposta! –
-   Cosa ti aspetti eh Nath? Cos’è che vuoi davvero sentire? La verità, una menzogna o solo le parole che nella tua testa risuonano giuste? Tu guardi le cose solo dal tuo punto di vista! Tu…tu pensi solo a te stesso! A te importa solo dei tuoi sentimenti! Sei solo un’egoista! Non ti interessa quello che provo io, non ti importa se soffro o se sono felice. A te importa solo che io sia di tua proprietà! Io non solo un gioco Nath, non sono qualcuno che puoi manovrare a tuo piacimento! Non capisco nemmeno più per quale motivo io abbia accettato di diventare la tua ragazza…ti credevo una persona buona e gentile…ti vedevo come un punto di luce e si, sono stata attratta da te. Ma da quando è tornato Kentin…hai mostrato il vero lato di te. Non sei altro che un falso, un approfittatore, un mostro che se ne frega degli altri mettendo al primo posto solo ed esclusivamente i propri interessi. Ed io odio le persone come te ed odio me stessa per aver provato qualcosa per te visto quello che sei in realtà! Castiel mi ha solo aiutata a scappare da te…mi ha aiutata ad avere la forza di vederti davvero per quello che sei. Come ti ho già detto non tornerò sui miei passi Nath. Ti prego, non peggiorare la situazione. Pensi davvero che questo tuo comportamento potrebbe risolvere qualcosa? Stai solo volgendo le cose al peggio. Se pensi di essere l’acqua che può estinguere il fuoco dell’odio che brucia dentro di me ti stai sbagliando perché non sei altro che l’ossigeno che lo alimenta. Quindi ora finiscila e lasciami andare. –
Sputo tutto il veleno che ho in corpo cercando di distruggerlo. Sento di aver intrapreso la via sbagliata, ma per lo meno sono stata sincera. Temo di aver sbagliato, anzi, sono quasi certa di averlo fatto. Ora potrebbe accadere il peggio. Peggio che avrei potuto evitare fingendomi distrutta dalla sua perdita, mentendo dicendo che Castiel mi aveva costretta a fare quella scenetta perché geloso di lui. Ma non ci sono riuscita. Io…non sono una gran bugiarda…non so mentire fino a questo punto. Osservo il suo viso diventare ancora più cupo prima di vedere sul suo viso un sorriso soddisfatto:
-   Hai dimenticato un aggettivo a quelli che mi hai affidato…ovvero calcolatore. Tu non hai idea di quanto tempo e fatica ho impiegato per fare tutto questo! Pensi che sia stato un caso eh? Credi davvero che il fatto che Ambra fosse sempre li dove c’era Kentin era solo frutto del destino? No immagino. Sei sempre stata sveglia e schietta ed è questo che mi piace di te. So di certo che avevi intuito che era tutto un piano. Sai, il tuo amato ex è un tipo davvero abitudinario. Mi ha dato la nausea la semplicità con la quale è stato facile monitorare le sue mosse e fare in modo che quella stolta di mia sorella fosse sempre al posto giusto al momento giusto. Mi ha disgustato pensare che a te piacesse un tipo così dannatamente…banale. Mi è bastato qualche trucchetto per fare in modo che la colpa ricadesse su di lui, per fare in modo che Ambra gli fosse sempre intorno e per comportarmi come il protettore, colui che ti avrebbe salvato dal ragazzo infedele. E credi che ora, dopo che tutti i miei piani hanno sortito il loro effetto, ti lasci andare così facilmente? Tu non mi conosci affatto…ed è tempo di rimediare a questo piccolo dettaglio –
Ascolto stordita le parole che escono dalle sue labbra realizzando che quelle che un tempo erano le mie inquietudini in realtà erano la visione di quello che era il suo piano fin dall’inizio.
-   Sei solo uno stronzo! Perché mi hai trascinata in questo inferno?! Che cosa ti ho fatto di male?! –
-   Mi hai lasciato ecco cosa! Io ho combattuto per te fin dall’inizio ma visto che non mollavi la presa e ti ostinavi a stare con quello…ho fatto in modo che lo lasciassi usando i miei metodi. Io ottengo sempre quello che voglio. E tu non sei un’eccezione –
-   E Kentin allora?! E Ambra?! –
-   Chissene frega di loro. Kentin era solo un’intralcio ed Ambra…beh…l’esca che mi serviva. Lei è innamorata di lui, ho semplicemente fatto in modo che lui l’accettasse nella sua vita, infastidendo te e facendo innamorare lui di lei –
-   Quindi lui…è davvero innamorato di lei… -
una stretta al cuore mi fa portare le mani al petto facendo scendere le lacrime dai miei occhi stanchi. Nathaniel stringe ancora di più la presa ma non ci faccio caso. Non mi importa più nulla di quello che potrebbe accadermi. Mi sento già morta dentro ormai.
-   Smettila di parlare di loro – aggiunge poi – smettila di parlare di lui! Tu hai me e non avrai bisogno di nessun altro! È ora che la smetti di comportarti in questo modo! –
La sua mano destra si stacca dalla mia spalla. Potrei fuggire ma non ho voglia di farlo. Dove potrei andare? Chi potrebbe alleviare questo dolore? Chiudo gli occhi attendendo di essere colpita.
Il corpo arriva, secco e brutale, seguito dal rumore sordo di un corpo che cade a terra. Riapro gli occhi cercando di afferrare al volo quello che è appena successo. Nathaniel è a terra e Kentin è davanti a me che respira affannosamente. Osservo le vene sul suo collo pulsare mentre dalla sua fronte colano gocce di sudore. I suoi occhi sono furiosi mentre osservano il delegato. Non ho parole ma, anche se le avessi, di certo non saprei che dire. Nathaniel si rialza a fatica mentre comincia a sbraitare isterico:
-   Che cazzo ci fai tu qui eh?! Non avevi un appuntamento con mia sorella?! –
-   Cambio di programma! Ed ora sparisci prima che mi innervosisca davvero –
Kentin mi prende la mano tirandomi accanto a lui. Lo osservo incredula e poi guardo Nathaniel, evidentemente furibondo. Inizio a tremare e mi sposto dietro la schiena di Kentin nascondendomi. Lui mi lascia fare lasciando la presa ma continuando ad osservare il delegato. Lo sento sputare a terra prima di riprendere a parlare:
-   Dai Kentin, piantiamola di comportarci da gentil uomini. Vogliamo entrambi la stessa cosa no? Io ti odio, tu mi odi, chi ci impedisce di regolare i conti? –
Afferro in fretta il cellulare scrivendo a Castiel implorandolo di raggiungermi e spiegando rapidamente la situazione. Fortunatamente in poco tempo il mio migliore amico ci raggiunge comparendo accanto a Kentin:
-   Posso unirmi alla festa? –
Dice lanciandomi la giacca e facendo scrocchiare le dita:
-   Se non sbaglio…odi anche me giusto? Che ne dici se ne approfitto per divertirmi un po’ anche io? –
Osservo Nathaniel alzare i pugni ed aprendo le mani in segno di resa:
-   Anche se l’idea mi aggrada e non poco mi pare giochiate sporco voi due. Ma non crediate sia finita qui –
Il delegato si allontana sparendo dal nostro campo visivo. Tiro un sospiro di sollievo avvicinandomi a Castiel e ripassandogli la giacca:
-   Che ci fai tu qui? – gli chiede poi Kentin.
-   Secondo te? Qualcuno mi ha mandato un messaggio dicendo che aveva bisogno di una mano –
-   Ce l’avrei fatta benissimo da solo –
-   Non secondo lei – dice indicandomi. Mi volto verso di Kentin che mi guarda di storto.
-   Non è questo il punto…volevo solo evitare che qualcuno si facesse male –
-   Come hai fatto ad arrivare così in fretta? –
-   Abito qui dietro signor curioso –
-   Vedo che corri sempre ad aiutarla…deduco che allora sia vero che voi due--- -
-   Frena, frena, frena. Sentite, voi due mi avete rotto con i vostri problemi. Non nego di tenere a questa qui, ma non in quel senso. E se alludi al bacio, beh, era solo un diversivo. Tutto qui. E poi prima di me c’eri tu a salvarla, cosa parecchio strana visto che sei il ragazzo dell’oca. Ora me ne vado e vedete di chiarire le cose tra voi infondo…se sei qui è per una ragione no? –
Conclude Castiel guardando prima Kentin e poi me facendomi l’occhiolino ed infilandosi la giacca prima di sparire e lasciarmi sola con il mio ex. Sento il mio cuore agitarsi nervosamente mentre le mie gambe iniziano a tremare. Perché sei qui? Perché mi hai difesa? Hai forse sentito quello che ha detto Nath? Se qui per dirmi che anche se le cose stanno così sei davvero innamorato di Ambra e non la lascerai per tornare con me? O è solo un caso che tu sia comparso proprio quando avevo disperatamente bisogno di te? Avrei tante cose da chiedergli ma non ho la forza di farlo. Lui si avvicina a me ed io indietreggio di qualche passo restando bloccata contro il muro. Ancora una volta sono bloccata ma lui non mi impedisce la fuga. E, per quanto desideri ardentemente andarmene per evitare di affrontarlo, i miei piedi sono cementati a terra. Kentin si avvicina fino a che le punte dei suoi piedi sfiorano i miei. Tengo lo sguardo basso subito dopo aver realizzato che, al nostro ultimo incontro, l’ho baciato senza alcun preavviso. Lui non dice nulla e questo non fa che appesantire ancora di più la situazione. Avanti parla, ripeto insistentemente nella mia mente, dimmi quello che pensi e diamoci un taglio per l’ennesima volta.
-   Mi dispiace che tu ti sia spaventata. E mi dispiace che quello stronzo ti abbia trattata così…devi esserti presa parecchio male –
-   Come hai fatto a sapere che ero qui? –
-   Sono passato a casa tua e tua madre mi ha detto che eri andata al supermercato. Hai sempre usato questa strada per raggiungerlo e sapevo che l’avresti presa anche questa volta –
Il mio corpo trema sempre di più e Kentin se ne accorge:
-   Stai bene? –
-   …si, ma immagino tu non sia qui per questo no? Avanti Kentin, dimmi quello che hai da dirmi. Infondo è perché devi comunicami qualcosa che sei qui no? –
Kentin si zittisce e non dice nulla, come se nella sua mente passasse in rassegna le parole giuste da usare, quelle che mi faranno meno male. Lo sento sospirare e chiudo gli occhi rassegnata.
-   Io…non ho nulla da dirti, ma solo una cosa da restituire –
Sorpresa apro gli occhi ed alzo lo sguardo incontrando subito il suo volto attaccato al mio, con gli occhi chiusi e le labbra che serrano le mie. Resto immobile, troppo incredula per realizzare la cosa, troppo felice per farlo allontanare. E quel bacio dura l’equivalente di un battito di ciglia, troppo poco per essere davvero vissuto. Kentin mi guarda ed io non reagisco, restando immobile proprio come lui aveva fatto quando ero stata io a baciarlo improvvisamente. Lo osservo sorridere un’ultima volta prima di allontanarsi. Mi porto le mani sulle labbra dove ancora sento il suo sapore. Improvvisamente le forze mi tornano e gli corro dietro afferrandolo per la manica della camicia. Lui si volta e si sorprende vedendomi furibonda tra le lacrime:
-   Stupido! Non lo rivoglio indietro! –
Dico tirandolo verso di me e baciandolo a mia volta, ridandogli il bacio appena ricevuto. Questa volta le nostre labbra si separano più lentamente e quando il mio sguardo affronta nuovamente il suo anche lui pare arrabbiato e a forza mi sbatte al muro:
-   Ma io non posso accettarlo! –
Dice baciandomi ancora. Ma questa volta è diverso, le nostre labbra si dischiudono ed il bacio diventa intenso non appena le nostre lingue si incontrano. Che lui lo respinga o lo accetti non mi importa…se ad ogni bacio che gli do ne ricevo uno come respinta…allora spero che mi respinga per tutta la vita. Quando ci separiamo lo sguardo di Kentin è triste ed i suoi occhi sono lucidi. Gli avvolgo le braccia al collo:
-    Non mi importa… -
Sussurro e poi lo bacio ancora. Kentin mi stringe a se e questa volta, il bacio sembra durare in eterno.
Un eterno troppo corto però. Le nostre labbra si separano ancora una volta, ma lentamente, come nel tentativo di non perdersi. Ci allontaniamo continuando a fissarci, come se avessimo commesso un errore fatale ma che nessuno di noi rimpiange. A che punto siamo ora? Che cosa siamo io e te? Non ho la forza di pronunciare alcuna parola per paura di perdere il suo sapore non appena dischiudo le labbra.
-   Devo restituirtelo…io sto con Ambra ora… -
-   E restituiscimelo allora…ma sappi che non smetterò mai di fare in modo che tu debba restituirmelo –
Kentin mi osserva e si avvicina a me. Chiudo gli occhi ed aspetto ansiosa le sue labbra. Sento le sue dita intrecciarsi alle mie e le sue labbra avvolgere ancora una volta le mie, ma questa volta in un tiepido bacio a stampo. Quando si allontana lascia una delle mie mani sollevando l’altra. Osservo perplessa le sue mosse fino a quando con l’indice della mano libera inizia a disegnare qualcosa, come delle lettere, sul dorso della mia che sta ancora reggendo. Resto attenta seguendo i movimenti del suo dito che, non appena completa quello che deve scrivere, si allontana lasciandomi senza parole. Lo osservo un ultima volta e non dico nulla. Mi limito a sorridere ma Kentin abbassa lo sguardo, lasciando anche l’altra mano ed allontanandosi, lasciandomi sola a meditare con le sue ultime “parole”.



Commento Dell'Autrice: T.T ho pianto scrivendo questo capitolo! Mentre lo scrivevo ero talmente immersa che ho sentito come se qualcuno mi baciasse davvero (qualcuno mi aiuti sto impazzendo O.o) xD detto questo ho fatto un sacco di scuse mentali a Castiel (infondo il mio amato resta smp lui xD anche se....Kentin comincia a guadagnare punti xD) va beh basta con le cavolate, spero che questo capitolo vi abbia emozionato quanto ha emozionato me e si, come al solito faccio finire in sospeso...nn odiatemi lo faccio solo x mantenere alto il livello di curiosità xD Spero di leggere presto le vostre recensioni e grazie e tutti coloro che seguono ancora la mia storia =D

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Capitolo 15
*** Nel Modo Migliore ***


Resto avvolta nella solitudine ancora per qualche minuto. Ho bisogno di assaporare fino in fondo la sensazione del corpo di Kentin che avvolge il mio. Solo un altro po’, mi ripeto mentre chiudo gli occhi e mi avvolgo tra le mie braccia sentendo dentro di me la sua presenza. Quando mi decido a muovermi mi rendo conto che è passato un sacco di tempo e che sicuramente mia madre si starà preoccupando. Vado di fretta al supermercato, compro quello che mi serve e corro fino a casa, inventando una scusa banale per il mio ritardo. Vado in camera mia e mi avvicino al comodino. So quello che sto cercando. Mi siedo sul bordo del letto, allungando la mano verso il cassetto ed aprendolo. I miei occhi vengono subito catturati dalla loro presenza. Avvicino la mia mano afferrando prima l’elastico e poi il braccialetto che Kentin mi ha regalato tempo fa. Per quale stupida ragione ho smesso di indossarvi? Sgancio il braccialetto portandomelo sul polso ed avvolgendocelo intorno. Una volta riagganciato riprendo l’elastico e mi dirigo verso lo specchio. Mi spazzolo i capelli e poi li lego da un lato ritrovando, in poco più di un secondo, la vera me riflessa allo specchio. Sorrido divertita sapendo che, probabilmente, le cose ora si sistemeranno. Accarezzo la mia mano dove ancora è incisa la frase del mio amato Kentin. Prendo il cellulare e mando un messaggio a Castiel. “sono tornata!” è il testo che digito rapidamente prima di cliccare invio. La risposta arriva rapida ma, come al solito, è un messaggio privo di lunghe parole. Anzi, questa volta, si è limitato a fare un punto interrogativo. Mi avvicino allo specchio ed alzo il cellulare per farmi una foto. Metto la mano libera in avanti, mostrando il braccialetto ma evitando di nascondere l’elastico. Alzo l’indice ed il medio facendo il segno di vittoria e mi faccio la foto. La invio al mio migliore amico che, questa volta, risponde con un “bentornata”. I suoi messaggi sono sempre corti e coincisi, ma mi trasmettono tutto l’affetto che prova per me e che io provo per lui. Mi metto suoi libri ed inizio a studiare. Quando tornerò a scu0la, vedrò di affrontare ogni cosa.
La sveglia suona puntuale come ogni mattina ma, questa volta, sono io quella diversa. Allungo velocemente la mano per spegnerla. Sono già sveglia da più di mezz’ora poiché l’ansia di rivedere Kentin mi ha turbata tutta la notte. Mi alzo rapida vestendomi velocemente. Mi posiziono allo specchio legandomi i capelli. Mi osservo attentamente. Indosso gli stessi abiti del giorno in cui io e Kentin ci siamo rivisti. Sono sicura che, questo mio abbigliamento, gli farà capire quello che provo e che voglio più di tutte le parole di questo mondo. Esco di casa e, non vedendolo li ad aspettarmi, una parte di me si incupisce immediatamente. Scuoto la testa per mandare via i cattivi pensieri e mi avvio verso la scuola. Non appena arrivo in cortile vedo Castiel farmi un cenno di saluto mentre, seduto sulla sua panchina, fuma la sua sigaretta. Mi avvicino a lui e mi ci siedo accanto. Lo osservo fare un tiro e poi passarmi la sigaretta. Sorrido declinando la sua gentile proposta. Lui fa spallucce e se la rinfila tra le labbra.
-   Sbaglio o ti è tornato il buonumore? È successo qualcosa di speciale tra voi due? –
-   Ohoh ma come siamo perspicaci. Qualcosa è successo, ma speciale o no dipende dai punti di vista –
-   Mi pareva strano che TU non complicassi la situazione come al tuo solito –
-   Ma non l’ho complicata! –
-   Ah no? eppure le tue parole mi fanno credere il contrario. “speciale o no dipende dai punti di vista”. Ma andiamo!-
-   Senti, vuoi che ti racconti come sono andate le cose o hai intenzione di tirare ad indovinare e trarre le tue conclusioni? –
-   Sentiamo ranocchia. Ti ascolto, infondo sono venuto prima per questo –
Sorrido pensando a quanto, nonostante il suo carattere scostante, sia affettuoso nei miei confronti. Inizio a raccontargli la mia disavventura trasformatasi in colpo di fortuna e lui, come sempre, resta in silenzio ascoltandomi. Questa routine si ripete parecchio spesso…chissà se la cosa lo annoia. La campanella suona e Castiel si alza per andare in classe. Mi osserva incuriosito quando vede che non mi sono mossa. Lo guardo osservarsi intorno e poi sorridermi infilandosi le mani in tasca. Mi fa un cenno di saluto con la testa e poi si avvia verso l’entrata del liceo. So che ha capito cosa sto facendo. Il sole splende alto nel cielo mentre osservo con insistenza il cancello d’entrata del liceo. Voglio vederti. Voglio vederti. Voglio vederti. Ripeto incessantemente  nella mia testa, come se il mio fosse un richiamo, una richiesta d’aiuto. Sono arrivata a scuola prima del solito proprio perché volevo vederti arrivare e prenderti da parte per parlare, e starò qui ad aspettarti fino a quando non ti vedrò arrivare. Penso come per darmi forza. Il tempo passa e sento la campanella della prima ora suonare. Poco dopo suona anche quella dell’intervallo e sento la mia felicità svanire a poco a poco. Sospiro delusa mentre osservo gli altri studenti uscire per l’intervallo. Osservo ogni persona passeggiare tranquilla e camminare godendosi il sole. Mi aspetto di vedere arrivare Castiel, ma lui non arriva. La campanella suona ancora mentre gli studenti si recano nelle loro classi. Solo un ora. Aspetterò solo un'altra ora. Il tempo passa ed il cielo sopra di me comincia ad incupirsi, come per avvisarmi di rientrare perché tanto lui non arriverà. Il tempo trascorre e di ore ne sono passate ormai due e mezza. L’orario di scuola è finito ma, per qualche stupida ragione, io resto ferma seduta sulla panchina, sperando di vederlo arrivare. Qualcosa di bagnato cade sul mio naso. Alzo gli occhi al cielo accorgendomi che sta iniziando a piovere. Sopra di me, le nuvole nere e corpose nascondono quel sole caldo che, fino a poco prima, mi accarezzava dolcemente. Poco a poco la pioggia si fa sempre più fitta e pungente. Brividi di freddo mi ricoprono il corpo mentre la mia ostinazione mista a speranza non mi fanno muovere dalla mia posizione. Inizio a starnutire e mi abbraccio nel tentativo di scaldarmi. Tutto questo è ridicolo. Io sono ridicola. I miei sogni si infrangono uno dopo l’altro realizzando che solo io voglio che tutto torni come prima. Raccolgo le forze e mi alzo dirigendomi verso l’uscita del liceo. Non appena varco i cancelli sbatto addosso a qualcuno, e la scena mi sembra fin troppo familiare. Alzo lo sguardo felice ma quando mi accorgo che non si tratta di Kentin il mio sorriso svanisce trasformandosi  in un’espressione dispiaciuta. Mi scuso con la persona che ho urtato e mi sposto per farla passare. Resto ferma per qualche secondo mentre nella mia mente riaffiorano i ricordi di quel giorno. Chiudo gli occhi e cerco di ricordare ogni dettaglio, anche il più insignificante, mentre il mio corpo trema per il freddo. Ricordo le mie lacrime, la sua rabbia e preoccupazione, poi il mio scatto d’ira e quel bacio rubato. Ricordo ogni singola cosa temendo che non possa restare altro che un ricordo. Ed è in quel momento che il suo calore mi avvolge. Riconosco tutto praticamente subito: la sua corporatura, il suo profumo, il senso di protezione che solo lui riesce a trasmettermi. Ho ancora gli occhi chiusi ma so per certo che quell’abbraccio proviene da Kentin. Lo abbraccio a mia volta piangendo silenziosamente:
-   Volevo vederti… -
Sussurro tra i singhiozzi. Lui non dice niente ma mi accarezza dolcemente la testa.
-   Vieni o ti prederai un raffreddore –
Mi dice allontanandomi ed afferrando la mia mano. Lo osservo guardarmi con preoccupazione e la mia reazione è istantanea. Mi avvicino a lui alzandomi sulle punte dei piedi e poggiando le mie labbra sulle sue. Lui non è sorpreso e non si sposta, come se se lo aspettasse. Chiudiamo gli occhi all’unisono mentre le nostre lingue si sfiorano. Non appena ci allontaniamo la sua mano lascia la mia e lui si mette davanti a me, afferrandomi per le spalle. Non diciamo niente, ma sappiamo entrambi che deve “restituirmelo”. Chiudo gli occhi ed aspetto il suo bacio. Non appena arriva allungo le mie mani nella sua direzione tirandolo verso di me. Le sue mani scivolano sulla mia schiena avvolgendomi ed io faccio altrettanto. Quando ci separiamo riafferra la mia mano portandomi a casa sua. Varchiamo la soglia e mi accorgo che tutte le luci sono spente. Siamo soli. Il mio cuore inizia a battere all’impazzata. Tolgo le scarpe e mi dirigo in bagno, conosco perfettamente questa casa. Mi infilo sotto la doccia calda e quando ne esco avvolto il mio corpo con un asciugamano che copre solo quello che c’è da coprire. Tampono i capelli bagnati lasciandoli umidi ed esco dal bagno. Dalla cucina sento provenire un profumo allettante e subito lo seguo. Non appena arrivo vedo Kentin versare della cioccolata calda in due tazze. La mia presenza lo distrae e lo vedo arrossire improvvisamente. Mentre distoglie lo sguardo imbarazzato mi dice di salire in camera sua e mettermi qualcosa addosso. Faccio cenno di si e salgo le scale raggiungendo il primo piano. Entro in camera sua ed il suo profumo mi stordisce immediatamente. Mi accorgo di quanto le cose siano cambiate dall’ultima volta. Tutti i modellini ed i fumetti sono spariti lasciando spazio a libri militari e attrezzi per il fitness. Passo in rassegna ogni angolo temendo che Ambra abbia visto questo posto prima di me. Mi avvicino all’armadio ma una camicia abbandonata su una poltrona li accanto attira la mia attenzione. Mi avvicino e la afferro. La porto all’altezza del mio viso e non appena sento il suo profumo decido che è lei che voglio indossare. Lascio scivolare a terra l’asciugamano e mi infilo la camicia. Abbottono tutti i bottoni ed apro l’armadio per guardarmi allo specchio. La mia figura alta e snella è coperta appena da una camicia che mi va fin troppo larga, ma che mi fa sentire a casa. Mentre sorrido guardandomi vedo riflettersi l’immagine di Kentin alle mie spalle. Chiudo l’armadio e mi volto verso di lui che mi porge la tazza guardando altrove:
-   Dovresti metterti qualcos’altro addosso –
-   Perché? –
-   Beh perché fa freddo –
-   No grazie, sto bene così –
Dico afferrando la tazza ed avvicinandomi al letto sedendomici sul bordo. Faccio cenno a Kentin di sedersi accanto a me ma lui fa cenno di no. Metto il broncio e lui fa una smorfia di disappunto prima di avvicinarsi e sedersi accanto a me. Sorrido tra me e me mentre mi appoggio con la testa sulla sua spalla. Lui non si muove e, in silenzio, continuiamo a bere la nostra cioccolata. Non appena è finita la poggiamo a terra ma nessuno di noi proferisce ancora parola e so che, se non sarò io ad iniziare, nessuno lo farà mai:
-   Come mai sei arrivato così tardi? –
-   Veramente non sarei nemmeno dovuto venire… -
Mi allontano da lui e lo osservo. Lui sospira e prende il cellulare dalla tasca. Lo osservo armeggiare un attimo prima di farmi vedere il display. I miei occhi impallidiscono mentre vedo due messaggi da parte del mio migliore amico. Il primo, contiene la scritta “ti sta aspettando”. Il secondo, mostra l’immagine di me seduta sulla panchina sotto la pioggia.
-   Castiel ti ha --- -
-   Già. Deve tenerci proprio parecchio a te –
-   E tu? Ci tieni…a me? –
Domanda tagliente. Abbastanza affilata da ferirlo. Lo guardo mentre distoglie lo sguardo e ripone il cellulare in tasca. Resta in silenzio e capisco che non vuole rispondere alla mia domanda. Mi protraggo verso di lui afferrando il suo volto tra le mani e voltandolo nella mia direzione. I suoi occhi incrociano i miei e restiamo a fissarci per qualche secondo. Una ciocca umida mi ricade sul viso e Kentin delicatamente me la sposta. I nostri sguardi non si abbandonano nemmeno per un secondo mentre mi avvicino a lui baciandolo ancora, annullando così il contatto visivo mentre chiudo gli occhi. Il bacio è lento e caldo e, mentre ci abbracciamo, lo tiro su di me sdraiandoci sul letto. Il bacio continua insistente e ci allontaniamo giusto il tempo di riprendere fiato per poi riprendere. Io do, lui restituisce. Andiamo avanti così per qualche minuto fino a quando le mie mani finiscono inevitabilmente sotto i suoi vestiti. Lui improvvisamente si ferma ed io faccio altrettanto:
-   Non posso…io sto con Ambra –
Le sue parole mi feriscono a morte, ma non voglio perderlo.
-   Non importa…quello che non vuoi, me lo restituisci –
Dico tirandolo verso di me e baciandolo ancora. Osservo i suoi occhi chiudersi e faccio altrettanto con i miei. Inizio a togliergli i vestiti e lui, piano piano, sbottona la camicia che indosso. Le cose si fanno incandescenti al punto che finiamo per fare l’amore per due o tre volte, e non c’è più nessuno che da e nessuno che restituisce.
Quando riapro gli occhi mi accorgo di essermi addormentata fra le sue braccia. Il suo calore mi scalda e mi avvicino ancora di più a lui per godermelo al massimo. Poco tempo dopo anche lui si sveglia. Non dice nulla e si stropiccia gli occhi sbadigliando rumorosamente. Lo osservo indossare i boxer e scendere al piano di sotto per poi ricomparire portando i miei vestiti. Ci rivestiamo e scendiamo al piano di sotto. Lo saluto con un bacio che lui, prontamente, mi restituisce ed esco di casa dirigendomi verso la mia.
L’indomani torno a scuola e, non appena vedo Castiel, lo ringrazio di cuore. Lui finge di non sapere niente e si infila l’ipod alle orecchie estraniandosi dal mondo. Passano un paio di giorni e di Kentin non c’è più stata traccia. Il panico mi assale e temo che abbia cambiato scuola. Ma di certo non posso andare in sala delegati o troverò Nathaniel. In quel momento mi ricordo di lui e mi accorgo che anche lui non si è più visto. Scaccio dalla mente il suo pensiero ed esco prima di scuola di nascosto. Inizio a girare a vuoto per la città, sperando di rivedere Kentin. Giro per un paio d’ore ma non lo trovo da nessuna parte. Poi un’idea balena nella mia testa. Mi dirigo al vicolo dove mi ha salvata e, stranamente, lo trovo proprio li. È appoggiato al muro con il viso rivolto verso l’alto. Mi avvicino silenziosamente a lui e, non appena ci sono davanti, il suo volto si abbassa osservandomi. Restiamo in silenzio. Mi avvicino di qualche passo. Lui sospira ed io mi appoggio al suo petto alzandomi sulle punte e baciandolo. Lui non si muove ma non contesta il bacio. Non appena mi allontano chiudo gli occhi aspettando che “contraccambi” ma quello che fa mi spiazza. Le sue mani si poggiano sulle mie spalle allontanandomi. Riapro gli occhi e lo osservo andarsene. D’istinto corro nella sua direzione e lo abbraccio da dietro. Lui si ferma e appoggia le sue mani sulle mie tentando di allontanarmi. Il suo rifiuto mi uccide ed inizio a piangere. Le mie lacrime lo fermano e sento le sue mani allontanarsi dalle mie lasciandomi mantenere la mia posizione:
-   Mi manchi... – sussurro.
-   Lo so... -
-   E io? Non ti manco? - 
-   Ho davvero il diritto di dirlo? Infondo...io sto ancora con Ambra...-
-   La scuola militare deve averti messo davvero in riga...Kentin qui nessuno ti sta imponendo di fare ciò che è giusto o sbagliato. Anche baciarmi è contro una norma morale visto che stai con Ambra...eppure lo fai -
-   No io...ti restituisco solo ciò che non posso accettare -
-   Basta Kentin, ti prego...non lo faresti se non vorresti. Mi respingeresti direttamente... -
Kentin si volta nella mia direzione e mi stringe a se ed io affondo nel suo petto riappropriandomi di quel calore che mi è mancato da morire.
-   Mi manchi anche tu... -
-   Era ora che lo dicessi -
Rispondo stringendolo a me.
-   Però...non è giusto -
-   Che cosa? -
-   Tutto questo...tu, mi hai lasciato per il delegato...ed io non posso perdonarti... -Scatto all'indietro osservandolo con rabbia:
-   Io ti avrei lasciato per Nath?! Ti ho lasciato perché mi sono accorta dei sentimenti che provavi per Ambra! E l'anello che le hai regalato ne è stata la prova!!! -
-   Sentimenti? Anello? Ma di che diavolo stai parlando?! -
-   Ah ora fai il finto tonto? Io stessa sono venuta a sapere che quel giorno al centro commerciale eri con Ambra e sei passato in una gioielleria...ed il giorno dopo lei aveva un anello! Anche un tonto avrebbe capito che glielo avevi regalato tu! -
-   Non è assolutamente vero! Io ero andato lì si per comprare un anello, ma uno per te non per lei! -
Rimango ammutolita. Sono ancora fra le sue braccia ma siamo abbastanza lontani da guardarci negli occhi. Piano piano realizzo che non siamo stati altro che le pedine del gioco di Nathaniel ma ho bisogno di un ultima conferma prima di avere delle certezze:
-   Kentin ho bisogno che tu mi risponda sinceramente ora...e se la risposta è quella che mi aspetto...allora siamo stati ingannati entrambi... -
-   Che cosa stai dicendo? -
-   Kentin...hai mai provato qualcosa per Ambra? -
-   ...no -
-   ...sono felice di ciò...ricordi quel giorno che mi hai salvata da Nath? -
-   E come potrei dimenticarlo... -
-   Ecco, quel giorno lui mi ha confessato un sacco di cose... -
-   Cioè? -
Sciolgo l'abbraccio afferrando la sua mano. Gli faccio cenno di seguirmi e lui lo fa senza fiatare. Usciamo dal vicolo dirigendoci al parco. Non appena troviamo una panchina ci avviciniamo e ci sediamo. Il sole splende nel cielo e noi ci appartiamo all'ombra. Inizio a raccontargli ogni cosa. Di come Nathaniel lo ha prima osservato e poi tratto i suoi vantaggi e di come mi ha fatto credere che lui fosse davvero innamorato di Ambra. Kentin, dal canto suo, mi spiega che Ambra ha fatto con lui la stessa cosa, dicendogli che stavo facendo di tutto per fare in modo di lasciarlo ed andare dal delegato. Mi spiega che quel bacio che ho visto è successo perché lui, preso dalla frustrazione e dal dolore, si è lasciato andare nel tentativo di dimenticare. Inoltre mi racconta che non c’è stato altro tra lui e Ambra oltre quel bacio a cui ho assistito ed io aggiungo che anche io con il delegato non ho fatto nulla oltre al bacio ma gli confesso anche di come lui abbia abusato di me quella volta in gita ma del fatto che gliel’ho tenuto nascosto perché non volevo perderlo. Lui resta ammutolito ma mi sorride perdonandomi. Chiariamo anche la questione dell'anello: Kentin mi spiega che quell'anello se l'è comprata da sola quel giorno ma che nessuno è andato a dirgli che lei lo spacciava per un regalo fatto da parte sua. Tutti i pezzi del puzzle tornano al loro posto e finalmente abbiamo entrambi chiara la situazione. Kentin afferra il mio viso poggiando per primo le sue labbra sulle mie. Sorpresa, assecondo il suo bacio e me lo godo fino alla fine. Quando si allontana lo guardo osservare l’ora per poi alzarsi in piedi ed allungare la sua mano verso la mia. Sorrido felice e l’afferro mentre iniziamo a camminare svelti verso la scuola. Sono sicura che adesso tutto questo pasticcio si risolverà nel modo migliore!




Commento dell'autrice: salveeee xD come state? Ho appena finito di scrivere questo capitolo e ho pensato di postarlo subito xD mi sono sentita ispirata <3 xD spero vi sia piaciuto e che siate felici che le cose (sembra) stiano tornando al loro posto! Questo capitolo l'ho fatto finire un po' meno in sospeso del mio solito (sarà perché ho mangiato tnt cioccolato delle uova di pasqua allora mi sono addolcita xD) ok basta cavolate xD Ditemi cosa ne pensate sono semplre felicissima di vedere delle recensioni =D intanto auguro a tutti buona pasqua!!! =D =D =D =D

 

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Capitolo 16
*** Dimmi Che Mi Ami E Farò Altrettanto ***


Camminiamo svelti perché entrambi vogliamo sistemare definitivamente la questione per lasciarcela alle spalle. Il calore della mano di Kentin mi fa sentire protetta e al sicuro mentre la scuola si fa sempre più vicina. È quasi l’orario d’uscita quando arriviamo davanti al cancello della scuola ed il mio corpo si paralizza. Mi fermo improvvisamente e Kentin si volta nella mia direzione osservandomi. Lo guardo spaventata e poi abbasso lo sguardo stringendo la sua mano e sfregando i piedi per terra. Lui si avvicina a me e sento la sua mano accarezzare la mia guancia alzando il mio volto in modo tale da incrociare il suo sguardo. I suoi occhi magnetici mi attirano come una calamita mentre gli trasmetto emozioni contrastanti.
-   Non vuoi? – mi chiede, timoroso di ottenere una risposta negativa.
-   Io…ho solo paura –
-   Sophie…a questo punto non hai più niente da temere. Io so la verità, tu sai la verità. Anche se di punto in bianco ci raccontassero altre cose, so che non sarebbero altro che bugie –
-   È che…sei stato così distante per troppo tempo. Vederti con…lei mi ha spezzato il cuore ed ora ho paura che, tornando li, tu te ne infischi di quello che è successo e decidi di tornare comunque da lei. Sono successe così tante cose spiacevoli che ho il terrore che si ripresentino. Ho paura di perderti ancora, ho paura che questo sia solo un sogno che poi volge inevitabilmente in un incubo senza fine. Non voglio. Non voglio perderti ancora. Vorrei fuggire dove nessuno ci conosce portandoti con me. Vorrei andare su un’isola deserta così saresti…costretto a stare con me –
Inizio a piangere. Di punto in bianco, è come se sentissi tutta la positività che ho acquisito svanire in un attimo. Sento la sicurezza scivolare via come se sapessi che questo momento sia solo un abbaglio di felicità poiché, una volta rientrati a scuola, lui tornerà ad essere un estraneo per me lasciandomi sola ancora una volta. La mano di Kentin lascia la mia ma il suo corpo si avvicina abbastanza da avvolgermi ancora una volta, facendomi sperare che il tempo si fermi.
-   Sophie ora calmati. Non è necessario essere così pessimisti. Ti prometto che non ti lascerò mai più da sola. Ti prometto che se avrai dei dubbi su qualcosa ti darò retta. Ti prometto che sarò un uomo migliore, l’uomo che ho giurato di essere ma che non sono riuscito a diventare. Ho sempre voluto te. Te e solo te, ma sono stato troppo accecato dall’odio verso il delegato per dimostrartelo. Sono stato uno stupido e non potrò mai perdonarmelo. Ma ora sei qui, tra le mie braccia, e nessuno potrà mai più impedirmi di stringerti come sto facendo ora. Nessuno potrà mai più separarci perché io lotterò ogni giorno, ogni ora, ogni secondo della mia vita per tenerti stretta a me qualunque cosa accada. Io ti amo Sophie. Amo te da sempre. Non c’è mai stata nessun altra nel mio cuore e mai ci sarà. Quindi sta tranquilla. Non c’è bisogno di fuggire perché io non me ne andrò. Io non sceglierò nessun altra se non te. Perciò smettila di piangere. Odio vederti piangere. –
Calore, amore, sicurezza. Cos’altro potrebbero trasmettermi queste parole? Nemmeno in un vocabolario potrei trovare un termine che descriva la gioia immensa che sto provando in questo momento. Come ho fatto a dubitare di lui? Mi sento una stupida. Non credevo che amare qualcuno portasse con se un bagaglio così ricco di emozioni e sentimenti. Ma ora che lo so mi sento un po’ più grande ed adulta perché ho capito che amare Kentin per me è la cosa più importante di questo mondo. Lui è la cosa più importante. Ed io lo sono per lui. Ciò che provo, ciò che proviamo, non potrà più essere scalfito. Ci sono stati alti e bassi e certe cose avrei voluto non viverle, ma so che ora non saremo qui se tutte le cose accadute non fossero successe. Stringo Kentin fra le mie braccia ed il suo abbraccio si fa più serrato facendo scivolare via l’ultima traccia di insicurezza che ho in corpo. Noi resteremo insieme perché ci amiamo. Mi allontano da lui e lui mi asciuga l’ultima lacrima. So che questa sarà l’ultima volta che piango per via di sentimenti negativi poiché, dai oggi, la strada sarà tutta in discesa.
-   Grazie – dico sorridendogli.
Lui mi guarda intenerito e fa cenno di si con la testa mentre sfoggia uno dei suoi più bei sorrisi che mi riprometto di fargli sfoggiare ogni giorno da ora in poi. Le sue dita tornano ad incrociare le mie mentre ci giriamo verso l’entrata della scuola dove, mentre la campanella sancisce la fine delle lezioni, sappiamo che affronteremo la questione una volta per tutte.
Saliamo i gradini ed entriamo a scuola. Tutti gli alunni stanno uscendo dalla scuola mentre noi viaggiamo controcorrente alla ricerca di due persone, anche se una sola di esse è l’artefice di tutto quanto. Non appena raggiungiamo la classe di Kentin stringo forte la sua mano e lui mi lancia un’occhiata rassicurativa ed mi sento rinvigorita, ancora una volta, grazie a lui. Ci avviciniamo alla porta e vediamo Ambra fare l’oca con Lee e Charlotte e decisi ci avviciniamo a loro. Le prime a scorgerci sono le due viperette che impietrite osservano me e Kentin avvicinarsi. È un attimo ed Ambra si volta verso di noi, astiosa poiché qualcuno ha interrotto il suo momento di gloria mentre si vantava di chissà che cosa. I suoi occhi si sgranano non appena mi vedono e si infuriano quando notano la mia mano intrecciata a quella di Kentin. La sua voce stridula opprime l’aria della stanza:
-   Che diavolo stai facendo razza di schifosa?! Quello è il MIO ragazzo! –
Sto per dirgliene quattro quando Kentin mi fa cenno di lasciare la cosa a lui.
-   Sta zitta. Ora basta. Ne ho le scatole piene di te e delle tue amichette. Ambra, io non ho mai provato niente per te. Sei stata solo un ripiego poiché non avevo più Sophie. Io amo lei, ho sempre amato lei. Probabilmente se non avessimo scoperto quello che era il tu0 piano o, per meglio dire, il piano di tuo fratello ora starei ancora viaggiando in un limbo di sofferenze poiché non potevo avere Sophie. Ma ora le cose sono cambiate e la verità è uscita a galla. Tu e quello schifoso di tuo fratello non siete altro che la feccia dell’umanità con i vostri piani subdoli mirati esclusivamente per ottenere i vostri interessi. Mi fate schifo, mi avete sempre fatto schifo. Ma ora non ho più motivo di nascondere tutto questo ribrezzo e posso tirarlo fuori, liberandomi da uno dei pesi che da mesi mi opprimeva. Sparisci Ambra, sparisci per sempre dalla mia vista –
-   Tu non puoi farmi questo! – strilla incredula – i piani di Nath non sono mai falliti! Com’è possibile che questa volta sia andato tutto all’aria –
-   Sta zitta – intervengo io – STA ZITTA! – urlo – tu e quell’odioso di tuo fratello avete architettato tutto questo fregandovene di quello che io e Kentin provavamo! Siete dei mostri! La differenza tra questo e chissà quale altro piano ha architettato tuo fratello è che questo comprendeva me e Kentin e si, per un po’ ha funzionato, ma non puoi tenere lontane due calamite che si attraggono, non puoi tenere separate due persone destinate a stare assieme! Voi…siete stati solo un ostacolo sul nostro cammino, un ostacolo che ci ha permesso di capire quanto siamo indispensabili l’uno per l’altra. Forse, in un certo senso, bisognerebbe quasi ringraziarvi, ma fate talmente schifo che un ringraziamento non ve lo meriterete nemmeno tra mezzo milione di anni. –
Lascio la mano di Kentin ed osservo Ambra che mi guarda incredula e spaventata mentre mi avvicino a lei. La guardo indietreggiare di qualche passo fino a quando non sbatte al banco. Si volta spaventata per vedere cosa la blocca ma, quando si volta nuovamente nella mia direzione, i nostri volti sono faccia a faccia.
-   Un ultima cosa… -
Dico afferrandole la mano e togliendole l’anello a forza.
-   Per colpa di questo stupidissimo gioiello le mie paranoie hanno preso il sopravvento ed ora, sarà grazie a lui che tutto avrà fine! –
Getto l’anello fuori dalla finestra liberandomi da un fardello enorme. Ambra scivola a terra sconvolta mentre Kentin riafferra nuovamente la mia mano sorridendomi. Usciamo dall’aula a testa alta dirigendoci in sala delegati. C’è un ultimo aspetto di questa faccenda da sistemare.
Non appena arriviamo davanti a quella porta dannatamente familiare ci fermiamo entrambi guardandoci un ultima volta. Stiamo per entrare quando una voce interrompe il momento:
-   Credo proprio che qui ci sarà da divertirsi –
Mi volto verso Castiel non appena lo sento.
-   Che ci fai qui? – gli chiedo poi.
-   Vi ho visti passare spediti verso la classe di Kentin. Immagino che finalmente abbiate chiarito la situazione e sapevo che sareste venuti qui e che ci sarebbe stato da ridere. Di sicuro non voglio perdermi lo spettacolo –
-   Certo che tu stai sempre tra i piedi – risponde Kentin scherzosamente.
-   E  lo sarò fino a quando ci sarà anche questa qui – risponde indicandomi – ci si diverte troppo stando in sua compagnia –
Sorrido divertita prima di tornare alla serietà.
-   Vogliamo andare? – mi chiede Kentin sicuro della risposta.
-   Mi chiedo per quale motivo non siamo ancora entrati – replico sorridendo.
Mando un’occhiata a Castiel e lui mi fa cenno come per dire “dopo di voi”, mando un ultimo sorriso anche a lui e varco la soglia per affrontare l’ultimo ostacolo di questo percorso.
Entriamo svelti, uno dopo l’altro e richiudiamo la porta alle nostre spalle. Nathaniel ci da le spalle e mi sembra quasi non far caso a noi ma, quando si volta, mi sorprendo di non vederlo sorpreso. Il suo sguardo si accende di ira e disgusto, sa perché siamo li.
-   Posso aiutarvi? – ci chiede cercando di evitare il discorso.
-   Finiscila – risponde Kentin sul punto di scatenare la rissa del secolo.
-   Già, sapevo che sareste arrivati. E così siete riusciti a scoprire tutto, non che ne dubitassi visto che avevo vuotato il sacco. Ma sapete, sono fatto così, alla fine ho un cuore d’oro –
-   Valla a raccontare a qualcun altro – ringhio io – un cuore d’oro dici? Tu hai tutt’altro che quello puoi contarci! Non ti senti un rifiuto tu, che ti spacci per quello buono e gentile, mentre in realtà non sei altro che un meschino calcolatore?! –
-   Quanto la fai lunga Sophie – risponde gelandomi con lo sguardo – infondo, non te la sei sempre passata male con me no? –
Lo guardo mandare uno sguardo di superiorità e sfida a Kentin che, immediatamente, stringe la mia mano. Mi morsico il labbro cercando un modo per sedare la situazione.
-   Quel che è stato è stato – rispondo – e non si può dire che tu non sia stato gentile a volte ma non è questo il punto. Il punto è che tutto il resto, tutto ciò che stava dietro alla maschera di gentilezza ha portato a questo. Tu, in realtà, non hai mai fatto nulla di buono per nessun altro se non per te stesso. Quello che sei in realtà è una persona meschina che non ha alcun interesse al di fuori del proprio benessere e questo tuo modo di essere ha sempre funzionato fino ad adesso. Fino a quando non siamo subentrati noi. Noi che siamo stati tue pedine per un po’, ma non abbastanza. Noi che ti abbiamo scoperto e che abbiamo capito chi sei in realtà –
-   Sta zitta tu frigida che non sei altro. I tuoi modi mi hanno stufato. Tutta questa storia mi ha stufato. Voi ed i vostri complessi….siete patetici. Mi ero stufato. Ecco tutto. L’unico motivo per cui il mio piano ha fallito è perché io mi ero stufato di giocare. Mi ero stufato di te Sophie, che non sei altro che una bambina capricciosa che sogna l’amore vero che esiste solo nelle favole. Svegliati ragazzina, il mondo è fatto di persone come me, non di principi azzurri su cavalli bianchi. Il tuo mondo candido non esiste è solo una tua mera illusione. La verità è che il mondo è un posto sporco che cade a pezzi fatto di soldi, sesso e chi più ne ha più ne metta. Tutti gli esseri umani sono calcolatori che pensano solo al proprio bene. Tutti sono--- -
Il suo fiume di veleno viene interrotto da un pugno di Kentin che scatta non appena vede i miei occhi sbarrati difronte a quelle parole. Sento le mani di Castiel afferrarmi le spalle per tranquillizzarmi. Lo osservo per un secondo ed i suoi occhi mi calmano impedendomi di vedere la rissa in corso. Castiel mi volta nella sua direzione facendomi dare le spalle al trambusto dietro di me e, mentre mi passa a fianco per raggiungere Kentin, si limita a sussurrarmi un “non guardare”.
Una parte di me è tentata di voltarsi ma sono ancora scossa a quelle parole. Non voglio sapere quello che sta succedendo anche se i suoi sono fin troppo evidenti. Quando tutto si placa sento le braccia di Kentin avvolgermi. Osservo le sue mani. Le nocche delle sue dita sono rosse e a tratti coperte di tagli. Le porto sulle mie labbra baciandogliele.
-   Non era necessario arrivare a tanto – sussurro.
-   Probabilmente no. Ma dovevo vendicarti. Dovevo fare in modo che capisse che non dovrà più farti del male, ne a gesti ne a parole, e che si è messo contro la persona sbagliata –
-   Le persone sbagliate – interviene Castiel raggiungendoci.Osservo i suoi capelli scompigliati ed il suo viso soddisfatto. Mi avvicino a lui pizzicandogli la guancia proprio sotto un taglietto sotto l’occhio.
-   Stai sanguinando – gli dico poi.
-   Non sono quello messo peggio –
Risponde facendomi cenno di guardare Nathaniel. Mi volto nella sua direzione e lo vedo meno ridotto male di quello che pensavo. Ha un occhio nero e la camicia strappata ma, a parte qualche ammaccatura, sembra non avere nulla di che. Il delegato mi osserva mentre si rialza.
-   Pensavo che lo avevate ridotto peggio – rispondo forse un po’ delusa.
-   Come hai detto tu, non era necessario – interviene Kentin afferrandomi la mano.
-   Era sufficiente dargli una lezione, e direi che l’ha avuta –
-   Non finisce qui – ci interrompe Nathaniel.
-   Oh si invece – rispondo io.
-   È finita eccome – ripetono Kentin e Castiel.
Usciamo dall’aula a testa alta, consapevoli che ci beccheremo una sospensione, ma felici che tutto il resto è sistemato.
Mentre camminiamo per strada la gente fissa i ragazzi in modo strano. Sono tutti scompigliati e a tratti graffiati e, soprattutto Kentin, pare parecchio imbarazzato dalla cosa. Castiel ci invita a casa sua e, mentre loro due si sistemano le ferite in bagno, io esploro la camera del mio migliore amico scoprendo ogni sfacettature che ancora non conoscevo di lui. Mentre osservo le pareti nere della stanza noto i vestiti buttati a terra alla rinfusa e numerosi spartiti gettati a casaccio sul letto accanto ad una chitarra elettrica ancora attaccata ad un amplificatore acceso. Mi avvicino di soppiatto, come per paura che mi vedesse, consapevole del suo amore verso quella chitarra. Mi siedo sul letto ed osservo i fogli. Sono testi di canzoni che non ho mai sentito e, a giudicare dalle tracce di cancellatura sul foglio, deduco siano sue produzioni. Le osservo divertita fino a quando una presenza alle mie spalle mi fa venire i brividi:
-   Chi ti ha dato il permesso di entrare qui? –
-   …il signore? –
Rispondo voltandomi ed osservando Castiel con le braccia incrociate.
-    Si dia il caso che sia ateo, quindi qui il signore non da permessi proprio a nessuno! Fuori di qui ranocchia! –
Le sue braccia mi alzano di peso caricandomi sulle sue spalle:
-   Mettimi giù! –
Mugugno scherzosamente divertita dal suo gesto.
-   Questa è tua –
dice poi posandomi difronte a Kentin che mi guarda divertito. Faccio un balzo verso di lui abbracciandolo e lui ricambia subito.
-   Grazie – risponde guardando Castiel.
-   Dovresti tenerla al guinzaglio – dice lui.
-   Non credo sia più necessario. Dubito fortemente che se ne andrà da me –
-   Quanta sicurezza che stiamo ostentando signorino. È questo che ti hanno insegnato alla scuola militare –
Lo guardo indispettita mentre lui mi sorride e avvicina il suo orecchio al mio.
-   Oh, beh, ci sono tante cose che ho imparato alla scuola militare, tanti libri che ho letto nel tempo libero. Libri moooooolto interessanti. –
Mi allontano sbigottita e lui scoppia a ridere pizzicandomi il naso.
-   Sto scherzano. Allora? Qualcun altro oltre a me ha fame qui? –
Inizio a saltellare urlando “si” e Castiel fa cenno di si con la testa. Mentre usciamo da casa sua noto una foto che ritrae Castiel da bambino con altre due ragazzine. La cosa mi sorprende subito poiché lui non me ne ha mai parlato. Mentre mangiamo e i ragazzi parlano tra loro io lo osservo curiosa. C’è qualcosa che non mi ha detto. E voglio sapere cos’è!  Quando ci salutiamo mi riprometto di chiedergli informazioni a riguardo il giorno seguente ma, per il momento, il mio pensiero principale è un altro. Kentin mi invita a passare la serata con lui e di certo non posso rifiutare. Non appena siamo soli in camera sua, mi regala quel fantastico anello che avrebbe dovuto regalarmi a natale. Scoppio a piangere mentre osservo lo splendido smeraldo verde incastonato proprio al centro. Kentin mi avvolge nel suo abbraccio migliore ed io mi lascio coccolare:
-   Sei di nuovo il mio ragazzo adesso? –
-   Da adesso e per sempre –
-   Mi ami? –
-   E tu? –
-   Te l’ho chiesto prima io! –
-   Si ma i veri gentiluomini danno la precedenza alle dame –
-   Ah si? E da quando saresti un gentiluomo? –
-   Da quando ho deciso di farti sentire ogni giorno la mia principessa –
-   Mi piace! –
-   Non avevo dubbi –
-   …non mi hai ancora detto che mi ami –
-   Nemmeno tu –
-   Dimmi che mi ami e farò altrettanto –
-   Sicura che non lo dirai solo per farmi contento? –
-   Sicurissima –
-   Allora ti amo –
-   Mmm….non ti vedo convinto –
La sua mano scivola sotto il mio collo, accarezzandomi e portando il mio viso a livello del suo. I suoi occhi seri mi fissano incessantemente:
-   Ti amo –
-   Ti amo anche io –
rispondo, sorridendo e baciandolo appassionatamente lasciando che questa notte diventi la più magica di sempre.



Commento dell'autrice: lo so, ho un ritardo abissale, e nemmeno le migliori scuse di questo mondo servirebbero! Ma nonstante tutto chiedo umilmente perdono! Spero che il capitolo sia stato interessante, oggi avevo tutto il giorno libero e mi sono messa a scrivere di getto sapendo che molti di voi aspettavano trepidanti questo capitolo! Avevo quasi intenzione di fare finire la storia adesso, tuttavia mi è venuta un altra idea che potrei inserire nella storia e quindi (spero che ne siate felici) la storia proseguirà ancora! Non so per quanto, magari anche solo per un capitolo, ma mi auguro comunque che la cosa vi faccia piacere! Grazie a tutti coloro che ancora seguono questo racconto e scusate per il ritardo! Lasciate una recensione se vi va =D CIAO A TUTTI E ALLA PROSSIMA =D

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Capitolo 17
*** Un Passato Sepolto ***


Quando riapro gli occhi Kentin non è accanto a me. Subito con la mano accarezzo il lato del letto dove ricordavo di averlo visto l'ultima volta prima di addormentarmi sul suo petto. Sento che è ancora caldo e capisco che deve essersi alzato da poco, facendo attenzione a non svegliarmi. Scivolo dal suo lato del letto godendomi quel tiepido calore aspettando il suo ritorno. Passano pochi istanti e sento la porta alle mie spalle aprirsi. Chiudo gli occhi fingendo di dormire ed aspetto di vedere la sua mossa. Ascolto scrupolosamente i suoi passi avvicinarsi al letto mentre trattengo un sorriso compiaciuto. Ancora non mi sembra vero che sia tutto finito, tutto passato. Non riesco a credere di aver ricominciato da capo, di essermi lasciata alle spalle quei terribili momenti. Il letto cigola leggermente mentre Kentin ci si siede avvivinandosi a me. Sento il suo calore addosso, eppure non ci stiamo neppure toccando. Il mio cuore inizia a tamburellare nervosamente, mi sembra di essermi innamorata di lui ancora di più di quanto non fossi prima. La sua mano mi accarezza la testa dolcemente, probabilmente attenta a non farsi notare. Mi lascio coccolare per qualche istante fino a quando non sento le sue labbra avvicinarsi al mio orecchio:

-   Sveglia piccola, è mattina inoltrata -

-   … -

-   Lo so che mi senti -

-   Non ti hanno insegnato che le principesse si svegliano con un bacio? -

-   Oh e sentiamo...da quando saresti una principessa? -

-   Kentin...sta zitto e baciami -

Lo sento ridacchiare prima di sentirmi avvolgere dalle sue forti braccia. Non faccio alcun movimento, è lui stesso ad alzarmi e tirarmi verso di lui stringendomi e baciandomi come se fosse la prima volta, come se non volesse che l'ultima arrivasse mai.

-   Buongiorno – rispondo quando ci allontaniamo.

-   Buongiorno a te principessa. Dormito bene? -

-   Mai dormito meglio -

Concludo appoggiandomi al suo petto e lasciandomi stringere ancora per un po'. Quando scendiamo al piano di sotto sua madre mi accoglie con un sorriso. Abbasso la testa un po' imbarazzata prima di rispondere al suo saluto. Non so se sappia tutto quello che io e Kentin abbiamo passato e questo mi agita non poco. Sono sempre stata di casa, ho sempre passato tutto il mio tempo libero con lui. Di certo la mia assenza in questo posto si deve essere notata. Cosa gli avrà detto Kentin? Cosa saprà di quello che ci è successo? Kentin afferra la mia mano, probabilmente si è accorto della mia sensazione di disagio e con un sorriso mi accompagna a tavola. Mi siedo sulla sedia e davanti a me si presenta un banchetto delizioso: latte, nesquick, miele, brioches, croissant, nutella, pane, biscotti, fette biscottate e chi più ne ha più ne metta.

-   Sono già le dieci e mezza ma ho pensato che ti avrebbe comunque fatto piacere far colazione assieme – mi dice il mio ragazzo accarezzandomi la guancia.

-   E hai pensato anche di farmi diventare un piccolo maiale all'ingrasso immagino...c'è cibo per venti persone! -

-   Ohhh no cara...quella è stata una mia idea! - risponde la madre di Kentin prendendo parte al discorso – ho pensato che, visto che ti sei fermata da noi dopo tanto, il minimo che potessi fare era fornirti un ampia scelta di cibi per la colazione! Kentin mi ha spiegato che in questo periodo ti sei allontanata per alcuni problemi che non ha voluto approfondire ma immagino che essendo qui sia tutto risolto! Quindi...beh...potresti prenderlo come un piccolo banchetto di congratulazione per i problemi risolti? -

Sua madre mi sorride ma il mio sguardo va subito a cercare quello di Kentin che come lo incrocia mi fa l'occhiolino. Afferro il messaggio e torno a guardare sua madre.

-   Grazie mille per il pensiero e comunque si, finalmente è tutto risolto e sono felice di dire che si è concluso nel migliore dei modi! -

-   Che ne dici di iniziare a mangiare ora?? -

-   Va bene, va bene...buon appetito allora! -

-   Anche a te -

Iniziamo a mangiare e, tra una cosa e l'altra, è già l'ora di pranzo. Kentin mi accompagna a casa ma, prima di separarci, gli parlo di quello che ho visto a casa di Castiel.

-   E allora? Sarà una vecchia foto! -

-   Non dico che non lo sia...però sai che sono curiosa. Lui sa tutto di me, ha sopportato le mie crisi più di una volta ed ora che è tutto risolto mi rendo conto che di lui non so proprio niente... -

-   E questo ti infastidisce -

-   Beh...è il mio migliore amico... -

-   Allora perché non glielo chiedi direttamente? Non vedo perché non dovrebbe risponderti – mi dice con un sorriso.

-   Per te va bene se passo con lui il pomeriggio? -

-   Certo che si! Non ho nulla contro di lui, anzi -

-   Ora che ci penso...non provi nessun senso di gelosia nei suoi confronti? Proprio per niente? - in effetti...è una cosa che mi chiedevo da un po'.

-   Mmmm...no. Assolutamente. -

-   Davvero? -

-   Si, sta tranquilla piccola -

-   Come mai non hai ''paura'' di lui? È pur sempre un ragazzo, e per giunta quello che mi sta più accanto subito dopo di te! -

-   Si lo so. Ma lui non ti guarda con quegli occhi. Il modo in cui ti guarda lui...non è quello di uno che prova amore nei tuoi confronti. Sebbene sia amorevole e premuroso con te...il suo sguardo è un altro quando si posa su di te -

-   Ne avete mai parlato per caso? Perché mi pare che tu sappia qualcosa che io non so – dico incrociando le braccia sentendomi esclusa.

-   Assolutamente no – dice scompigliandomi i capelli – è solo che sono un uomo anche io ti ripeto. E capisco abbastanza bene gli sguardi altrui quando si posano sulla mia donna. E il suo non è quello di uno che ti vuole portare via da me -

Rimango ammutolita un attimo ripetendo nella mia mente “mia donna”. Arrossisco violentemente ed inizio ridacchiare mentre Kentin mi guarda interrogativamente. Gli faccio cenno di non preoccuparsi e lo saluto con un bacio mentre mi incammino verso la casa di Castiel. Non appena arrivo mi attacco al campanello e Castiel esce poco dopo con una faccia furibonda:

-   Ma si può sapere chi diavolo--- -

-   Ciao! Sono io! -

-   Ma ti sembra il modo?! - risponde stizzito.

-   Non ero sicura mi sentissi -

-   E quindi hai ipotizzato che uccidermi i timpani fosse l'idea migliore per farmi venire alla porta?! -

-   ...Forse -

-   Ci si vede ranocchia – Conclude iniziando a chiudere la porta.

-   Aspetta aspetta! - Dico intrufolandomi ed impedendogli di lasciarmi fuori – devo parlarti -

-   Eh che palle...è successo di nuovo qualcosa? -

-   Nono...voglio parlare con te...di te -

-   Eh? - Osservo la sua faccia sorpresa mentre cerca di capire le mie parole.

-   Levati e fammi entrare! -

Dico entrando a forza in casa sua. Castiel sbuffa mentre mi segue fino in salotto dove mi sono accomodata. Mentre si siede vicino a me tiene le braccia incrociate e mi guarda nervoso:

-   Beh? Che vuoi? -

-   Da quando sei così acido?! -

-   Da quando qualcuno mi ha sfondato i timpani -

-   Oh andiamo quante storie per un campanello! - il suo sguardo si incupisce in un istante e subito alzo le mani in senso di resa – Ok! Ok! Ti chiedo scusa!!! -

Castiel sbuffa esausto e poi torna a fissarmi.

-   Allora? Mi dici cosa sei venuta a fare qui senza preavviso? -

-   C'è una cosa che voglio chiederti -

-   E sarebbe? -

-   Beh...ecco...come dicevo a Kentin...io di te non so nulla...insomma di me sai tutto, hai ascoltato più di una volta i miei problemi invece io--- -

-   Senti arriva al punto – mi risponde iniziando a scompigliarsi i capelli.

Faccio cenno di si con la testa e mi alzo raggiungendo il mobile dov'è appoggiata la foto. Prima di prenderla l'osservo per bene. Al centro, tra le due ragazze, c'è un bambino che deduco sia Castiel. Mi sorprendo di come il suo volto sorridente lo faccia sembrare terribilmente candido. I suoi capelli, lunghi proprio come adesso, sono neri come la pece. Indossa una maglietta grigia con una chitarra elettrica stampata sopra e, sotto l'occhio sinistro, porta un cerotto rosa. Sogghigno silenziosamente notando quel dettaglio. Successivamente il mio sguardo si sposta sulla ragazza alla sua sinistra. I suoi capelli sono corti e castani. Anche lei, come Castiel, sorride in questa foto ma mi accorgo che le manca un dente. Ha gli occhi celesti sebbene uno dei due sia chiuso mentre fa l'occhiolino. Indossa una maglietta gialla con sopra Titti. Il mio sguardo va poi sull'altra ragazza. La prima cosa di cui mi rendo conto è che, a differenze della prima ragazza e di Castiel che sembrano coetanei, questa ragazza è più piccola, sembrerebbe molto più una bambina. Castiel qui avrà sui 12 anni, mentre la bambina circa 8. Più la guardo e più mi sembra di riconoscerla. Ha i capelli neri proprio come i miei e, curiosamente, li porta legati da un lato come sono solita fare io. L'unica cosa che cambia tra me e lei è il colore degli occhi. Mentre i miei sono verde smeraldo, i suoi sono neri. Non mi rendo conto di perdere fin troppo tempo a fissare quella foto ed è Castiel a raggiungermi sorprendendomi.

-   Mi sono rotto di aspettare. Si può sapere che stai guardando con tanto interesse? Non eri venuta a chiedermi qualcosa? - mi chiede un po' scocciato.

-   Si scusa...beh visto che sei qui...è di questa che volevo chiederti – gli dico indicandogli la foto – sono arcisicura che quel bambino al centro sei tu! Ma le altre due ragazze...chi sono? -

-   Perché, di punto in bianco, ti interessa una cosa tanto stupida? -

-   Non è stupida! E poi te l'ho già detto...voglio sapere più cose di te. Ti reputo il mio migliore amico e non mi va di non sapere nulla di te! - rispondo con tono deciso. Non ho nessuna intenzione di lasciarlo andare via senza ottenere una risposta.

Castiel sbuffa, sembra quasi non aver voglia di raccontarmi la storia di quelle persone, ma alla fine decide di farlo.

-   Prima di iniziare a raccontarti di me c'è una un fatto su cui voglio farti ragionare -

-   Mamma mia come parli sofisticato -

-   Ahh sta zitta. Vuoi sapere chi sono quelle ragazze o no? -

-   Mi scusi, prosegua grande capo -

-   Qual'è la mia reputazione a scuola? -

-   Ma che centra?! -

-   Taci e rispondi -

-   Mmmm...sei una persona dispotica ed arrogante. Non hai nessun amico e te ne stai sempre da solo. La gente ha paura di te per via dei tuoi modi di fare arroganti e bruschi ma questo ti rende immancabilmente un playboy e ti sei passato buona parte delle ragazze della scuola sebbene le hai sempre e solo usate -

-   Brava. Soffermati su quest'ultimo punto. Cosa faccio con le ragazze? -

-   Le usi e poi...le butti via. -

-   Quindi? -

-   Quindi...non hai mai stretto legami che andassero oltre la classica “botta e via”... - rifletto un momento sulle sue parole capendo dove vuole arrivare – tranne che con me. Con me non ci hai mai provato, non mi hai mai usata. Per te sono sempre e stata un amica...l'unica amica. Sei l'unica persona con cui passi del tempo! Ma...perché? Perché io? -

-   Perché...tu mi ricordi lei – mi risponde malinconicamente indicando la ragazza in cui poco prima mi identificavo.

-   Chi è? -

-   Mia sorella -

-   Hai una sorella?! Non me ne hai mai parlato!!! -

-   Perché avrei dovuto? Non sono cose di cui mi piace parlare -

-   Ma con me ne stai parlando! -

-   E' perché so che se non te ne parlo metti il muso e diventi noiosa -

-   Si va bene, capricci a parte, dov'è lei? Non l'ho mai vista -

-   E mai la vedrai -

-   Ehi, capisco di non essere la tua ragazza, ma in quanto migliore amica non mi dispiacerebbe conoscere la tua famig--- -

-   Sophie, è morta, per questo non la conoscerai mai -

Rimango senza parole. Mi rendo conto di aver intrapreso un discorso estremamente doloroso per Castiel e mi maledico per questo. Abbasso lo sguardo tristemente. Dannazione se solo non fossi così curiosa...stupida, stupida, stupida!!!

-   Ehy, non farne un dramma – riprende lui – Sono passati parecchi anni da allora, ormai ho metabolizzato la cosa -

-   Io...Mi dispiace...non avrei dovuto chiedertelo -

-   Non importa...va bene così. Sebbene lei non ci sia più tu gli somigli abbastanza da farmela ritrovare ogni giorno. Sai, la prima volta che ti ho vista saltare in quelle pozzanghere mi hai subito ricordato lei. Avete la stessa stupida mania. -

-   Anche lei la chiamavi ranocchia? -

-   No. Quella è una tua esclusiva – mi dice scompigliandomi i capelli – vedi, ho trovato curioso come qualcuno potesse avere la stessa strana idea. Da quel giorno ho continuato a fissarti e, ogni volta che ti vedevo, mi sorprendevo di quanto dannatamente le somigliassi. Di quante cose avevate in comune e non mi limito a parlare del colore dei capelli o del modo in cui li portate. Il carattere è dannatamente simile. Anche lei veniva sempre a piangere da me quando c'era qualcosa che non andava, anche lei faceva i capricci e metteva il muso se si faceva qualcosa che non le andava a genio. Tu...le somigli proprio tanto. Quando ho deciso di avvicinarmi a te ho temuto che sarebbe stato un grosso errore ma mi ha fatto capire che ho superato bene la cosa e che sono stato in grado di andare avanti. Vedi Jessica, questo era il suo nome, è morta di leucemia fulminante poco dopo che è stata scattata quella foto. Ho pochi ricordi di quel periodo poiché non avevo la forza di starle accanto e, quando ha chiuso gli occhi per sempre, io non ero li con lei. Mia madre mi ha detto che il suo ultimo desiderio era quello di vedermi prima di “passare oltre”, come diceva lei. Sebbene avesse solo otto anni aveva già capito che non ce l'avrebbe fatta. La mamma, piangendo, le aveva detto che il giorno dopo sarebbe tornata con me e che avremo giocato come sempre. Lei ha sorriso ma, quando ha chiuso gli occhi, è stata l'ultima volta. Il giorno dopo io sono andato in ospedale, ma lei ormai già non c'era più. Ho passato anni vivendo con la coscienza sporca, con il rimorso di non aver esaudito l'ultimo desiderio della mi amatissima sorella. Sono passato da uno psicologo all'altro e alla fine ho superato il trauma della perdita. Ho capito che il senso di colpa non aveva senso, che io non potevo farci niente. Tuttavia, sebbene avessi superato il tutto, una parte di me si sentiva ancora a pezzi per la cosa. Quando ti ho vista...ho pensato che fosse la mia seconda opportunità. Tu, che sei così maledettamente uguale a lei, potevi essere per me quella sorella che non sono stato in grado di proteggere. Ho pensato che lei vivesse in te, che il nostro incontro non fosse casuale. Vedi...questa non è la mia città natale. Mi sono trasferito qui il primo anno di superiori. Prima di iniziare la scuola ho cambiato colore di capelli e modo di vestire. Volevo ripartire da zero, pensavo che così facendo nessuno si sarebbe avvicinato a me, nessuno avrebbe chiesto la mia storia. Ma poi sei comparsa tu e mi è sembrato, in un primo momento, che il mio tentativo di fuga fosse stato vano, perché avevo ritrovato la mia Jessica anche qui. Poi, dopo un attimo, vedendoti così sorridente mentre affondavi nell'acqua, ho pensato che non era così male l'idea di vedere qualcuno come lei. Ho pensato che la tua sola esistenza potesse placare il vuoto che la sua mi ha lasciato. E così è stato. Tu non lo sai, ma il fatto che resti con me, e che mi reputo il tuo migliore amico, mi ha salvato più di una volta. Ci sono cose di cui non parlo, ma sappi che ci tengo molto a te per svariati motivi. Non solo perché sembri lei, ma perché sei tu e, insomma, mi sono affezionato -

Dice grattandosi la testa imbarazzato. Sento le lacrime salirmi agli occhi e d'istinto mi avvicino a lui abbracciandolo.

-   Ti voglio bene...ti voglio tanto bene Castiel... -

-   Lo so ranocchia...lo so fin troppo bene -

Dice rispondendo all'abbraccio.

-   Scusa per la mia poca delicatezza -

-   Non scusarti, parlarne infondo mi ha levato un peso dallo stomaco. Quindi grazie per avermi fatto parlare di me -

-   Grazie a te per esserti aperto con me. Sappi che ci sarò sempre per te -

-   Sono parole importanti queste lo sai? -

-   Certo che lo so! Per questo le ho dette a te! Perché sei importante -

-   Ehy...non diventarmi mielosa adesso -

-   Eh dai...lasciati coccolare almeno un po'! -

Rispondo ridacchiando e pizzicandogli la schiena. Castiel mi allontana e mi guarda male ed io ridacchio prima di guardare nuovamente la foto.

-   Lei invece chi è? - chiedo indicando l'altra ragazza.

-   Carmen -

-   Carmen? Un altra tua parente? -

-   Ah no lei era una cara amica dell'epoca -

-   Cara amica? -

-   Si...diciamo la mia prima cotta -

-   Oh ma dai! Il playboy Castiel si è preso davvero una sbandata per qualcuno? -

-   Ah ah divertente...ti ricordo che sono umano anche io! -

-   Beh? Che fine ha fatto lei? -

-   Non lo so. Quando mi sono trasferito ho tagliato i ponti con tutti -

-   Ma Castiel! E se contraccambiava i tuoi sentimenti?! -

-   Quel che è fatto è fatto. E poi non sono più quello di un tempo. Sicuramente se mi incrociasse per strada nemmeno mi riconoscerebbe -

-   Mmmm...non lo so. Secondo me ti riconoscerebbe invece -

-   Vaneggi ranocchia -

-   Pensala come vuoi! - dico prima di buttare un occhio all'orologio e rendendomi contro che è estremamente tardi – oddio devo andare! Scusa l'intrusione abusiva, e perdona la mia curiosità! In ogni caso...sono felice che tu mi abbia parlato di te. Ricorda che ci sono ok? -

-   Sisi ok...ci si rivede a scuola -

-   Sempre se non siamo stati sospesi -

-   Ah non lo sapevi? Pare che il delegato non abbia fatto la spia quindi nessuno sa davvero quello che è successo e nessuno ha osato parlare nonstante ci abbiamo visti uscire da li...il fatto che abbiano tutti paura di me ha sortito il suo effetto -

-   Beh meglio così allora...signor boss mafioso! Ci vediamo! -

Concludo salutandolo e correndo verso casa. Mentre respiro affannosamente nella mia mente risuona la storia della sua triste infanzia. Passo in rassegna ogni parola riuscendo a capire quanto io sia davvero importante per lui. Quando il mio pensiero giunge a Carmen so già cosa devo fare. Castiel...tu hai fatto così tanto per me...è ora che io ti renda il favore!





Commento dell'autrice: Lo so è quasi mezza notte e mezza ed è un po' tardi per postare un capitolo ma magari, come me, c'è qualche anima pia che passa la nottata su questo fantastico sito xD In ogni caso ho appena finito di scrivere il capitolo. Spero non ci siano errori abissali, perdonate questo piccolo animale notturno alle volte faccio errori madornali ma diciamo che non è nemmeno l'ora perfetta per scrivere...dovrei decidermi a farlo di giorno xD  In ogni caso spero che il capitolo vi piaccia, stavo quasi piangendo mentre scrivevo la storia di Jessica...che idea tremenda che mi è venuta T.T però purtroppo sono cose che succedono davvero, è forse è proprio il fatto che non mi sono distaccata così tanto dalla realtà che mi rattrista così tanto *tira su con il naso e si fa forza*. Lacrime a parte, spero che abbiamo trovato questo capitolo interessante! Fatemelo sapere nelle recensioni =D Temo che la storia a breve terminerà...non credo nel prossimo capitolo, ma penso che massimo 3/4 capitolo e arriverò all'ending (e questo mi rattrista davvero un sacco....eh dai, basta con le cose tristi!!!) AUGURO A TUTTI BUON NATALE E BUONE FESTE! QUESTO CAPITOLO E' IL MIO PERSONALE REGALO DI NATALE SPERO CHE SIA PIACIUTO A TUTTI! Ci si rivede nelle recensioni (e nel prossimo capitolo!) e grazie a tutti, come sempre =D

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Capitolo 18
*** Sogno Lucido ***


Un libro intero.
GRATIS in versione ebook.

Vi piacciono le mie storie? Beh, ho scritto un'intero libro che tratta di una storia d'amore <3

Lo potete trovare qui: https://www.amazon.it/Sogno-Lucido-Romanzo-rosa-damore-ebook/dp/B08QC81SW4/ref=tmm_kin_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1608293839&sr=8-1

C'è anche la versione cartacea, se preferite ^_^

Come già detto, l'ebook è GRATIS fino al 21!!

Se vi va di leggerlo e lasciarmi una recensione lo apprezzerei moltissimo <3

Grazie a tutti!!!!
Sì, scrivo usando uno pseudonimo ("Luna Jadeheart" non è il mio vero nome! Ma potete trovare quel nome su IG, se volete seguirmi anche sui social ^_^)

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