Missione Vacanziera

di Epic JP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Coincidenze Fortunate ***
Capitolo 2: *** Arrivo & Ambientazione ***
Capitolo 3: *** In Cerca Di Perle ***
Capitolo 4: *** Il Resto Della Vigilia ***
Capitolo 5: *** La Baia Della Tranquillità ***
Capitolo 6: *** Il Regalo Per Hinata ***
Capitolo 7: *** Verso La Fine Dell'Anno ***
Capitolo 8: *** Omega & Alfa ***
Capitolo 9: *** Imprevisto ***
Capitolo 10: *** Aggiornamento ***



Capitolo 1
*** Coincidenze Fortunate ***



Capitolo 1: Coincidenze Fortunate

 

Si avvicinavano gli ultimi giorni dell'anno e il Villaggio della Foglia aveva già iniziato a ricoprirsi di una soffice e lucida copertura bianca. Il freddo si faceva sentire, ma le faccende giornaliere degli adulti e l'entusiasmo dei bambini facevano sì che il tempo passasse fluido senza che nessuno si fermasse a considerare quanto freddo facesse o che indumento conveniva usare per uscire. Le mamme portavano a spasso la prole che si divertiva a creare pupazzi e sculture di neve che poi venivano distrutte dai loro stessi creatori per avere munizioni da usare in qualche simpatica guerra a palle di neve. I commercianti sfruttavano le ore di luce per vendere quanto più possibile a qualche eventuale turista per partire in vantaggio quando avrebbe avuto luogo l'asta simbolica di fine anno. Un evento in cui si comprava di tutto e di più facendo l'offerta migliore e che garantiva un pasto caldo a tutti i meno fortunati del Villaggio e di tutto il Paese del Fuoco. Tale evento faceva parte dei festeggiamenti per la fine dell'anno e l'inizio di quello successivo. Molte persone iniziavano a prepararsi economicamente e anche psicologicamente già mesi prima che le festività iniziassero e il flusso di turisti in arrivo dai villaggi minori del Paese non faceva altro che incoraggiare questa tendenza.

 

Per altri soggetti la situazione era diversa, molti cittadini di Konoha prendevano parte al tutto semplicemente perché era un'occasione di passare qualche ora in allegria e spensieratezza con amici e parenti. Si trattava principalmente dei ninja e dei semplici civili non impegnati in mansioni economiche. Tuttavia questo non faceva di certo diminuire il flusso di persone per la strada. I sopracitati ninja potevano permettersi di prendere delle scorciatoie saltellando di tetto in tetto, ma la maggior parte della popolazione non aveva tali capacità.

 

E poi anche un ninja poteva preferire fare quattro passi lontano dal centro per riflettere o schiarire le idee senza impegnare energie per saltare di qua e di là. Come nel caso di Naruto Uzumaki, l'Eroe del Villaggio e della Quarta Guerra Ninja.

 

Il biondo procedeva lentamente lasciando dietro di sé una pista di neve compattata dal suo peso mentre alcuni pensieri non esattamente allegri gli ronzavano in testa. Non è che fosse triste o si sentisse solo: ormai non viveva più nel vecchio appartamento che lo aveva visto crescere fino a pochi anni prima, adesso la sua residenza era una bella casa dotata di tutti i comfort e dello spazio che una famiglia potrebbe richiedere ed era felicemente sposato con la donna che aveva scoperto di amare da quasi due anni, Hinata Hyuuga.

 

Il motivo del suo malumore era dovuto al colloquio che aveva avuto pochi minuti prima col suo ex maestro ed ora Hokage, Kakashi. Sarebbe dovuto andare in missione nel Paese del Vento ma non al Villaggio della Sabbia. Un impegno improvviso del superiore aveva impedito di continuare a ricevere informazioni e lui sarebbe dovuto tornare qualche ora più tardi per finire quello che era stato iniziato. Non poter rivedere Gaara gli dispiaceva ma la cosa che lo buttavi giù più di tutto era il fatto di dover partire entro pochi giorni.

 

Si sarebbe sicuramente perso i festeggiamenti per la fine e l'inizio dell'anno ma, cosa ancora più grave, non avrebbe potuto festeggiare il compleanno di Hinata insieme a lei. Non aveva intenzione di rifiutare il lavoro che gli sarebbe stato affidato ma conciliare lavoro e vita sentimentale era diventato difficile. E non si trattava semplicemente di diventare più forte o di imparare una nuova tecnica per sconfiggere qualche nemico, qui erano in gioco forze di natura superiore.

 

Quando viveva da solo non si era mai posto tali problemi, non avere impegni con altre persone offre tanto tempo libero e andare in missione con dei compagni era la cosa migliore che un tipo col suo passato avrebbe potuto chiedere. Le cose si erano fatte un po' più complicate quando aveva iniziato ad uscire con la ragazza: a volte avrebbe davvero preferito vedere un paio di occhi perlacei piuttosto che pestare un branco di ladruncoli in un paesino di provincia ma il senso del dovere e l'abnegazione della fidanzata gli avevano sempre dato la spinta necessaria per eseguire il suo dovere di ninja e rappresentante del suo Villaggio.

 

Adesso che era sposato le cose si erano fatte ancora più difficili. Era vero che l'Hokage faceva del suo meglio per... disturbarlo il meno possibile, ma a volte la sua presenza era qualcosa di insostituibile. L'uomo era talmente assorto nei suoi pensieri che arrivò davanti alla soglia di casa prima ancora di accorgersene, i suoi piedi si erano quasi mossi in automatico e lo avevano portato a destinazione. Si era fermato ad un paio di passi dalla porta, ovviamente aveva le chiavi ma non era quello il problema, la vera domanda era come avrebbe fatto a dire alla moglie che presto sarebbe partito e non sarebbe tornato prima di... una settimana? Kakashi aveva detto una settimana o due?

 

Smettendo di tormentarsi inutilmente con questi pensieri, Naruto sospirò rilasciando una nuvola di vapore che si dissolse quasi con la stessa velocità con cui si era formata e diede un paio di colpi al legno della porta. Poteva sempre essere possibile che Hinata fosse uscita con le amiche per fare un po' di shopping, quando era uscito tre ore prima non si erano messi d'accordo su orari o luoghi. Le sue speranze si infransero quando sentì dei rumori provenire dall'interno. E tuttavia, la semplice presenza della sua dolce metà gli fece sparire il broncio che aveva in faccia.

 

La porta si aprì e la donna che lo aveva inseguito per buona parte della vita si presentò a lui con addosso un corto vestito con colori focosi terminante in una corta gonna, le spalle erano libere e non indossava altri indumenti come calze o sciarpe. Evidentemente il riscaldamento in casa non era stato staccato quel giorno. Lei aveva visto dallo spioncino chi fosse e reagì di conseguenza: dopo aver spalancato la porta gli si lanciò addosso pronunciando una frase che, per loro, era diventata quasi rituale: “Okaerinasai, Naruto-Kun!”

 

Anche se non era la prima volta che succedeva, la mossa colse di sorpresa il maschio che, col collo avvinghiato dalle braccia della donna, dovette fare qualche passo indietro prima di recuperare l'equilibrio. Ma questo non fece sparire il sorriso che gli era apparso, al contrario, ricambiò l'abbraccio appena ricevuto rispondendo per le rime: “Se non faccio attenzione ogni volta che rincaso vedrai che prima o poi finiremo a terra a causa di queste tue uscite.”

 

Lei ridacchiò socchiudendo un momento gli occhi: “Ma a te piace quando faccio così.”

 

“Questo è vero.”

 

“È andato tutto bene? C'è qualche novità?”

 

“Beh...” Lui usò una mano per grattarsi la nuca mentre lei rifocalizzava lo sguardo sul suo volto senza però lasciarlo: “...ci sarebbe una cosa di cui dovremmo parlare ma... può attendere.”

 

“Ne sei sicuro? Dal tono che hai usato, sembra si tratti di qualcosa di serio.”

 

Lui fece in fretta a riacquistare il sorriso e a cambiare tono: “Potrebbe esserlo, ma mia moglie ha la priorità su tutto per me.” Si scambiarono un sorriso ed un tenero bacetto sulle labbra prima di rientrare. Tirare fuori l'argomento si sarebbe rivelato più arduo del previsto per Naruto, da giorni i due stavano discutendo su come passare quegli ultimi giorni di Dicembre. Gli anni scorsi avevano festeggiato il compleanno di lei in mezzo agli amici e alle bancarelle fra scherzi e battute. Era conveniente e anche vantaggioso che la portatrice del Byakugan compisse gli anni durante i festeggiamenti del Villaggio, eliminava il grattacapo di trovare un modo per festeggiare in modo adeguato: cosa c'è di meglio degli amici, del buon cibo, di un caleidoscopio di stand e di una miriade di fuochi d'artificio per fare una festa?

 

Quest'anno però i due avevano deciso di fare le cose in modo diverso, la ragazza aveva suggerito di fare un viaggio. Solo loro due. Invece di passare gli ultimi giorni dell'anno insieme a tutti i loro amici e conoscenti, per una volta avrebbero fatto qualcosa di alternativo. L'idea era piaciuta anche a lui e avevano anche i soldi per permettersi di realizzarla. Inutile dire che, nell'immediato, Hinata aveva mostrato grande gioia per l'approvazione della sua idea da parte del marito e, nei giorni successivi, si era iniziato a dare un'occhiata a delle nuove organizzazioni chiamate Agenzie di Viaggi. In sostanza si trattava di gente che, in base alle richieste ricevute, trovavano un luogo adatto ai propri clienti per passare del tempo via da casa.

 

La lunga pace aveva portato alla nascita di tutta una serie di nuove occupazioni ed innovazioni in tutti i campi. Non solo in quello medico (come entrambi avevano avuto modo di constatare qualche anno prima) o in quello edilizio, ma anche in settori apparentemente estranei ai conflitti come quello alimentare. Da qualche anno erano apparsi piatti e pietanze di cui nessuno aveva mai sentito parlare come gli Hamburger. E anche i trasporti si erano evoluti, adesso spostarsi da un Villaggio all'altro o da un Paese all'altro richiedeva molto meno tempo grazie ad una sorta di lungo verme metallico chiamato treno.

 

In ogni caso, sia Hinata che Naruto si erano procurati una marea di brochure e dépliant che mostravano un'infinità di posti adatti a passare delle vacanze. E poi, usando dei criteri come filtro, avevano iniziato a smistare il mucchio e la quantità di carta era considerevolmente diminuita. In un caso costava troppo, in un altro ci voleva troppo per arrivare, una volta non c'erano più posti, in un altro caso non era disponibile una camera per due... sembrava quasi che una coppia di sposini non potesse godersi una vacanza senza avere qualche brutto pensiero.

 

Eppure la speranza era davvero l'ultima a morire.

 

I due si diressero verso il soggiorno e sul tavolo c'erano delle carte. Dopo essersi accomodati ed aver bevuto un bicchiere d'acqua, la principessa ne scelse una: “Credo di aver finalmente trovato il posto che fa per noi: non costa tanto, ha delle camere libere adatte a noi e non è neanche troppo distante da Konoha.”

 

Naruto mostrò dell'interesse per la presentazione: “E dove sarebbe questo posto?”

 

“Si tratta del Villaggio di Enotorc, una località balneare del Paese del Vento.”

 

“Balneare? In questa stagione? Siamo in inverno, che ci andiamo a fare al mare?”

 

“Me lo ha suggerito Ino. Dice che ci è andata in viaggio di nozze con Sai e che lì il clima è bello tutto l'anno. Magari è a causa dell'ambiente circostante.”

 

“Mh. E cosa ci sarebbe da fare?”

 

Hinata sorrise mostrando il dépliant al marito: “Sembra che il Villaggio sia nato apposta per i turisti, ci sono vari alberghi ed hotel, spiagge attrezzate per i bagnati, fondali mozzafiato, acque cristalline e anche un piccolo entroterra collinare con distese di prato e piccole foreste ideali per le escursioni.”

 

“Wow... è scritto tutto sul foglietto o stai riassumendo quello che ti ha detto Ino? Perché sembra che ci siano davvero un sacco di cose.”

 

La donna sorrise inclinando la testa di lato: “Un po' una e un po' l'altra cosa. Come ho detto, la proposta è arrivata da Ino ma mi sono comunque informata facendo qualche telefonata.”

 

“E...” Lui abbassò lo sguardo apparentemente intento a leggere qualcosa ma temendo quello che avrebbe dovuto dire fra poco: “...ci sono posti disponibili per noi? Ricordi l'ultimo posto che abbiamo visto, vero? Sembrava perfetto e poi abbiamo scoperto che in questo periodo non accolgono turisti.”

 

Lei ridacchiò innocentemente: “Ho già chiamato, ci sono vari alberghi che soddisfano i nostri bisogni e, curiosamente, in questa stagione sono più aperti che mai.”

 

Lei gli prese le mani fra le proprie e gli donò un nuovo sorriso solare: “Pensa a quanto sarà speciale, tutti i nostri amici staranno qui con la neve e il freddo mentre noi ci godremo il sole al mare! Non lo trovi fantastico?”

 

Internamente, Naruto si sentì male: -E adesso come faccio? Guardala, non vede l'ora di partire con me per quest'avventura mentre io dovrò stare via in missione... probabilmente le spezzerò il cuore ma devo dirle la verità ora. Altrimenti più tempo passerà e peggio sarà.-

 

Hinata vide il marito sfuggire al suo sguardo e sospirare un paio di volte, gli avrebbe chiesto cosa non andasse ma lui agì prima di lei. Senza guardarla in faccia e con ancora le mani giunte, lui parlò con tono sepolcrale: “Sarebbe fantastico, davvero. Ma... non credo che potremo farlo.”

 

Gli occhi della corvina si spalancarono ma lei decise di non fermarsi senza ricevere una spiegazione, era certa che lui ne avesse una: “P-perché dici questo?”

 

Il maschio trovò la forza di riportare i suoi occhi azzurri verso quelli perlacei di lei: “Il maestro Kakashi sta per mandarmi in missione. Non mi ha ancora dato tutti i dettagli ma... dovrò partire in pochi giorni e... non so neppure se riuscirò a tornare per il tuo compleanno.”

 

“...” Lei rimase in silenzio e lui lo interpretò come il sintomo di una rottura dentro di lei. Le strinse con una certa forza le mani mentre riprendeva la parola: “Ascolta, sappiamo entrambi che niente mi renderebbe più felice che passare il tempo con te. E... fare questa vacanza insieme mi aveva entusiasmato. Avrei davvero voluto farlo ma...”

 

“Naruto-Kun.”

 

Lui si bloccò tenendo le labbra dischiuse mentre lei nascondeva gli occhi sfruttando la pendenza della sua fronte e i capelli: “Non fa niente. Il Villaggio è più importante di un compleanno, potremo sempre rifarci l'anno prossimo, non è così grave.”

 

Lui vide le candide mani di lei scivolare via dalle sue come l'acqua di un fiume scivola sui ciottoli levigati del suo letto ma rimase comunque incapace di replicare. Le avrebbe proposto di rifiutare l'ordine dell'Hokage, Kakashi avrebbe capito che strappare via un uomo dalla sua vita coniugale in un periodo doppiamente festivo sarebbe stato ingiusto ma la conosceva bene abbastanza da sapere che lei avrebbe ribattuto a tale offerta mettendo sul piatto il dovere di uno shinobi e il bene del Villaggio. Più avvilito di quanto non lo fosse dieci minuti prima, si alzò ed iniziò a preparare la tavola mentre la moglie iniziava a preparare il pranzo.

 

- - -

 

Il pasto fu consumato in silenzio, Naruto non osò dire neanche una parola e Hinata... non dava dei veri e propri segnali, non sembrava affranta dalla notizia che il marito sarebbe andato via da Konoha perdendosi tutto quello che era in programma in quei giorni. L'impressione era che avesse semplicemente accettato i fatti, il marito doveva andare in missione per conto dell'Hokage? Bene, il marito sarebbe andato in missione. A differenza di tutte le altre volte, non ci furono scambi di battute o effusioni affettive fra i due mentre rimettevano tutto a posto. Non ci furono scambi di baci e bacetti o accidentali schiaffetti sui glutei. Niente di niente. Fu solo quando il biondo dovette uscire per tornare dall'Hokage che i due si scambiarono un saluto senza calore.

 

Dentro di lui, Naruto non sapeva cosa fare e con chi prendersela.

 

- - -

 

“Chiedo scusa per il disturbo di questa seconda chiamata, accomodati pure.” Naruto era tornato all'ufficio dell'Hokage e adesso non ci sarebbero state interferenze. Ma, anche se il corpo reagiva agli impulsi esterni, come l'invito a sedersi, che venne eseguito, la mente di Naruto era fissa sullo sguardo spezzato della moglie. Di conseguenza, anche se le parole di Kakashi venivano sentite senza nessun problema, l'attenzione del ninja era solo in parte focalizzata su di lui.

 

“Si tratta di una missione dalla doppia natura, dovrai proteggere una persona senza però farti scoprire. Potrebbe essere classificata come spionaggio ma non sarebbe spionaggio convenzionale.”

 

“...non devo essere assolutamente visto, quindi?”

 

“Non necessariamente. Se riesci a trovare una scusa credibile che non faccia nascere sospetti nel soggetto, non ci saranno problemi. Ovviamente quella sarebbe un piano B, se non verrai scoperto sarà ancora meglio.”

 

Il ninja annuì impassibile: “Chi sarebbe il soggetto?”

 

Kakashi mostrò la foto di un uomo sulla trentina: “Si tratta di un inviato del Daimyo. Passerà alcuni giorni in un Villaggio nel Paese del Vento per concludere alcuni affari economici e politici. Ha una sua scorta ovviamente, ma il Daimyo ha chiesto comunque un intervento da parte di Konoha. Per maggiore sicurezza.” La risposta fu un altro cenno di assenso: “E come mai serve tanta sicurezza? I nostri due Paesi non sono alleati e in pace?”

 

“Ufficialmente sì, ma in gruppo ci sono sempre degli elementi in disaccordo. Fra tutto quello che è successo prima e dopo la Guerra, non c'è stato il tempo materiale di cementare la nostra alleanza e il Daimyo teme che qualcuno potrebbe approfittare della situazione prendendo in ostaggio il suo uomo per creare tensione o per chiedere un riscatto.”

 

“Capisco.” Si decise a fare la domanda che gli sarebbe inferto la ferita più dolorosa: “E... quando dovrò partire e quanto tempo starò via?”

 

L'altro si raddrizzò sulla sedia incrociando le dita delle mani: “Fra due giorni dovrai partire per il Villaggio in questione, ti fornirò io il biglietto per il treno e una prenotazione in albergo.”

 

A queste parole, un sopracciglio di Naruto si alzò: “Perché devo andare in treno e stare in albergo? Non posso andare e trovare un alloggio per i fatti miei?”

 

“Perché sarà più veloce e comodo per te. Inoltre avere una camera nello stesso stabile del soggetto potrebbe aiutarti a tenerlo d'occhio senza destare troppi sospetti.”

 

Il biondo annuì di nuovo: “Ho capito. E... quanto tempo mi toccherà stare via?”

 

“Beh, sono stato informato che l'inviato si tratterrà fino ai primi giorni del nuovo anno perciò...”

 

La frase lasciata in sospeso venne comunque capita: “D'accordo. Ci sono altre cose che dovrei sapere? Non so... altri dettagli che mi sarebbero utili?”

 

“Mi servirà un rapporto sulle attività dell'uomo che sorveglierai. Ti fornirò di un computer portatile dotato di un sistema per mandare messaggi. L'ideale sarebbe di fornirmi un rapporto ogni due giorni al massimo. E cerca di non tralasciare nulla. Non che a me importi più di tanto ma il Daimyo desidera conoscere ogni particolare.”

 

Il tono e la scelta di parole fecero sfuggire una breve risatina al biondo: “Immagino che più scriverò e meglio sarà, giusto?”

 

Il ninja mascherato sospirò: “È di aiuto sapere che chi hai davanti ti capisce al volo.”

 

Pensando che l'ultima sentenza servisse a chiudere il discorso, Naruto si alzò in piedi ma evidentemente Kakashi non aveva ancora finito: “Aspetta, non ti ho ancora dato il nome del Villaggio dove devi andare.”

 

Il figlio di Minato sollevò di nuovo il sopracciglio, stavolta con costernazione: “Perché dovrei saperlo? Come potrebbe aiutarmi?”

 

“Dal momento che dovrai mimetizzarti e, parlando per esperienza personale, so che non sei il migliore in questo campo, conoscere le usanze del luogo potrebbe darti un aiuto in più. Se conosci il nome del Villaggio potrai sfruttare questi due giorni per fare qualche approfondimento.”

 

Il più giovane emise un altro sospiro grattandosi la fronte, non solo non poteva passare i prossimi giorni con sua moglie, gli sarebbe anche toccato studiare le usanze di un posto che non avrebbe mai più rivisto: “...Sentiamo questo fantomatico nome...”

 

“Il Villaggio di chiama Enotorc.” L'ultima parola fece accendere una lampadina nella testa del biondo, quello che aveva appena detto non era il nome del...

 

“Come... come ha detto che si chiama?”

 

“Enotorc. E-N-O-T-O-R-C.”

 

Chiunque si fosse trovato in quella stanza al posto di Kakashi si sarebbe sorpreso o addirittura scandalizzato vedendo la reazione di Naruto, ma il maestro conosceva bene il suo ex allievo e, quando il biondo iniziò a ridacchiare nervosamente, attese con calma la replica che arrivò dopo pochi secondi: “...È un Villaggio balneare, vero?”

 

“Sì.”

 

“E in questo periodo dell'anno fa caldo, vero?”

 

“Sì.”

 

“Ed è un posto che vive di turismo, vero?”

 

“Sì.”

 

“E...”

 

“Se permetti, avrei io una domanda. Conosci già il posto, giusto?”

 

L'altro prima annuì ancora con aria allibita e poi, senza neanche chiedersi perché stava parlando di quell'argomento con qualcuno al di fuori del suo nucleo familiare, raccontò all'Hokage tutto quello che era successo poco prima a casa con Hinata e tutti i progetti che avevano fatto e di quanto si fosse sentito male nel dover dare alla moglie la brutta notizia.

 

Eppure si stava ancora rivelando la testa quadra che conoscevano tutti: “Quindi conosci il posto e quello che si fa da quelle parti. Non ti viene in mente nient'altro?”

 

“Ehm... non saprei, dovrebbe?”

 

“Naruto, tu e tua moglie programmavate di passare una vacanza nello stesso posto dove tu devi recarti per una missione.”

 

“Sì.”

 

“E ti serve qualcosa per... giustificare la tua presenza se dovessi essere scoperto.”

 

“Sì.”

 

“E mi hai appena spiegato che ci siete entrambi rimasti male perché non potevate partire a causa della missione che avresti dovuto compiere.”

 

“Sì.”

 

Il maestro sospirò chiudendo gli occhi per qualche secondo: “E ora che abbiamo fatto il punto della situazione, non ti viene in mente nulla?”

 

Dapprima l'altro occupante della stanza si grattò il mento assorto in una qualche profonda riflessione filosofica e... dopo una trentina buona di secondi, gli occhi gli si spalancarono.

 

La reazione successiva fu più consona al suo temperamento: fece un salto gridando di gioia e sollevando i pugni in alto, Kakashi non si scompose minimamente. Invece attese con calma che il ninja si calmasse per fare una semplicissima e banalissima domanda: “Ti entusiasma tanto il nome o hai capito di poter unire l'utile al dilettevole?”

 

“Entrambe le cose! Solo che...” Si grattò di nuovo i capelli spinosi leggermente imbarazzato: “Lei ha detto che mi fornirà il biglietto e la camera ma... come facciamo se c'è anche Hinata?”

 

Il ninja dai capelli argentei scosse la testa ridacchiando. Potevano passare gli anni, potevano essere imparate nuove tecniche, si poteva aumentare la potenza o il controllo del proprio potere ma certa gente non cambiava mai. Rivolgendo di nuovo lo sguardo verso il suo vecchio allievo, Kakashi disse l'unica cosa che avrebbe avuto senso: “Vai a casa ad informare Hinata, Naruto. Tu e lei avrete la vostra vacanza.”

 

- - -

 

Arrivò davanti a casa in un baleno ma non bussò, la felicità e l'eccitazione erano tali che non ce la faceva proprio a stare fermo ad aspettare. Inserì la chiave nella serratura e la porta venne aperta e chiusa in due secondi, nel momento in cui Hinata sentiva il suono dell'uscio in movimento, il marito l'aveva già raggiunta. E lei ebbe giusto il tempo di voltarsi.

 

Lui la prese fra le braccia e, gridando e ridendo dalla gioia, fece girare i due come una trottola prima di fermarsi e donare alla sua dolce metà un lungo bacio sulle labbra. Lei, d'altro canto, aveva solo capito che il marito l'aveva presa. Poi tutto aveva iniziato a girare e adesso, ancora con la mente in disordine, Naruto la stava baciando. Si sorprese solo all'inizio, dopo chiuse gli occhi e si godette il bacio senza nemmeno sapere a cosa era dovuto, quando era uscito era chiaramente avvilito e lo era anche lei. E adesso l'aveva sollevata, centrifugata e baciata. Fu solo quando si separarono per riprendere fiato che riuscì a vedere il suo luminoso sorriso: “N-Naruto-Kun?Che... che co-cosa succede?”

 

Anche lui ansimava. Ma questo non bastava di certo a smorzare il suo entusiasmo: “Prepariamo i bagagli, Hinata. Fra due giorni partiremo per la nostra vacanza!”
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Note d'Autore: ciao a tutti, belli e brutti XD! Se chi sta leggendo ora è una persona che ha già letto altre mie opere, sono tornato! Se invece è una nuova lettrice o un nuovo lettore... ciao, spero che questo primo capitolo ti sia piaciuto =). Scherzi a parte, nel testo è nascosta una frase che collega questa storia ad un mio pezzo precedente. Chi lo trova e lo fa notare con un commento... riceverà un premio dal sottoscritto MA non intendo scrivere qui di cosa si tratta, non sono uno spoileratore BD! E dopo questa nota... attendo commenti e recensioni belli o criticoni e... ci vedremo al prossimo capitolo, ciao!

 

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Capitolo 2
*** Arrivo & Ambientazione ***



Capitolo 2: Arrivo & Ambientazione

 

Preciso come un ninja addestrato a colpire bersagli a grande distanza, il treno partì dalla stazione di Konoha in perfetto orario e, fra le decine di persone a bordo, si trovavano anche due giovani sposini dall'ottimo umore.

 

Il marito aveva spiegato tutto quello che era successo prima di tornare a casa e, dopo un iniziale attimo di smarrimento dovuto alla sorpresa, l'entusiasmo aveva contagiato anche la moglie. Poi si erano scambiate delle informazioni con l'Hokage, che ne aveva approfittato per consegnare il computer a Naruto dopo avergli spiegato come funzionasse, e il giorno della partenza la coppia aveva preso posto sul mezzo di trasporto. Il viaggio sarebbe durato alcune ore. L'uomo che Naruto avrebbe dovuto sorvegliare era partito con qualche ora di anticipo ma andava bene, non era necessario stargli dietro come una ruota.

 

I due ne avevano approfittato per schiacciare un pisolino ma poi, dopo essersi entrambi svegliati, ad Hinata venne in mente che lei non conosceva tutti i dettagli della missione. Se ne avesse saputo di più forse avrebbe anche potuto aiutare il marito in caso di bisogno e così avevano iniziato placidamente a parlare: “...e quindi dovresti assicurarti che tutto vada bene ma senza che l'uomo sappia che tu vegli su di lui.”

 

“Sì, sulla carta l'uomo non dovrebbe neppure sapere che io sono ad Enotorc, se poi dovessi venire scoperto...”

 

“Dovresti inventare una scusa credibile per giustificare la tua presenza.”

 

Lui fece un profondo sospiro stiracchiando le braccia: “Ufficialmente è così ma...” Le rivolse un sorriso a 32 denti: “...io sto semplicemente andando in vacanza con mia moglie in una località di mare, che ne posso sapere che lì si trova anche un funzionario del Fuoco?”

 

I due si scambiarono una risatina prima che Hinata andasse avanti: “E... come concilierai vacanza e lavoro? Non voglio che ignori i tuoi doveri per me.”

 

“Non ti preoccupare, ho già elaborato una mezza strategia.”

 

“Davvero? E quale sarebbe?”

 

Lui allargò le mani come se stesse per dire la cosa più ovvia del mondo: “Userò dei cloni. Potrò passare il mio tempo con te mentre tengo d'occhio il tipo. E se dovesse succedere qualcosa agirò di conseguenza, anche se il maestro Kakashi mi ha assicurato che non dovrebbero esserci imprevisti di sorta.”

 

La moglie sorrise prima di appoggiargli la testa sulla spalla: “Ricorda che io sarò lì con te. Se avrai bisogno di aiuto o di sostegno, potrai contare su di me.”

 

Lui la cinse col braccio prima di darle un bacetto sui capelli: “Lo so, Hinata. Tu ci sei sempre stata quando ho avuto bisogno di qualcosa in passato e so bene che continuerai a farlo. Però...”

 

Si interruppe abbastanza da far alzare Hinata per guardarlo in faccia con aria confusa: “Però?”

 

Il biondo inclinò la testa di lato sorridendo in modo infantile: “Invece di pensare alla missione, perché non pensiamo un po' alla nostra vacanza? Sappiamo quali sono le attrazioni del posto ma non ci siamo mai messi a discutere su cosa fare e quando farlo.”

 

Un'altra risata comune interruppe la discussione. La corvina era certa che, malgrado gli immancabili impegni del marito, avrebbero passato dei giorni piacevoli.

 

- - -

 

-...ENOTORC, STAZIONE DI ENOTORC, IL TRENO RESTERÀ IN ATTESA PER 10 MINUTI, CHI DEVE SCENDERE È INVITATO A FARLO. ENOTORC...-

 

Il treno aveva raggiunto la loro destinazione e i due ninja presero i propri bagagli per poi scendere dal mezzo. La prima reazione che ebbero appena misero un piede fuori fu di essere accecati. L'illuminazione della cabina in cui erano stati fino a pochi secondi prima poteva essere considerata penombra rispetto alla luce che c'era fuori. Ci vollero una decina di battiti di ciglia e qualche altro secondo prima che la coppia potesse ammirare l'ambiente intorno a sé.

 

La stazione era stata costruita in prossimità della costa e, come avevano letto sul dépliant, il sole era alto e splendente. C'erano delle piccole nuvole bianche che, come colpi di pennello fatti da un artista, abbellivano la volta celeste ma non impedivano alla luce dell'astro di raggiungere ogni luogo. E il risultato era qualcosa di assolutamente spettacolare: la sabbia della spiaggia dava l'impressione di essere fatta di frana d'oro mentre l'acqua dell'oceano luccicava creando infiniti giochi di luce diversi a causa del movimento continuo delle piccole e grandi onde che mantenevano in costante movimento la superficie. E, dalla spiaggia, sembrava che si alzasse gradualmente una collina: all'inizio c'era solo la sabbia libera, poi alcune strutture in legno e una serie di ombrelloni disposti a scacchiera, andando avanti apparivano strutture più alte e costruite con materiali più duraturi e resistenti. Si trattava probabilmente della zona dedicata ai turisti con alberghi di ogni genere, ristoranti, luoghi di svago e così via. Infine, nella zona più interna, si trovavano gli edifici più alti destinati alla gente che viveva lì stabilmente. Forse il posto poteva essere definito Villaggio perché non aveva una popolazione altissima ma, a giudicare dalle strutture simili a quelle costruire in tempi recenti anche al Villaggio della Foglia, di sicuro i residenti si erano arricchiti negli ultimi tempi e sapevano il fatto loro. L'aspetto dell'intero agglomerato era quello di una tenaglia costruita tutta intorno alla costa. Oltre gli edifici più esterni era possibile vedere alcune delle cime degli alberi che costituivano la macchia di foresta di cui aveva parlato Hinata.

 

Per gente non ancora abituata a vedere qualcosa di simile, si trattava di qualcosa di difficile da concepibile e infatti i due turisti rimasero a bocca aperta per quasi un minuto spostando lo sguardo su tutto quello che li circondava mentre intorno a loro la vita di tutte le altre forme viventi andava avanti. E poi, finalmente, Hinata rinvenne: “Va bene, il Villaggio sembra anche migliore di come era descritto ma adesso voglia andare?”

 

Anche il compagno si riprese dallo shock iniziale: “Eh? Ah, sì. Certo. Abbiamo una prenotazione nello stesso hotel dell'uomo che devo sorvegliare. Andiamo.”

 

I due si diressero in direzione opposta al mare e, abbastanza velocemente, trovarono la sede del loro alloggio. Davanti a loro si ergeva in tutta la sua altezza il Dragon Hotel, il miglior albergo della zona secondo le loro informazioni. E anche il più costoso. Ce lo si poteva anche aspettare, dopotutto la persona che li aveva preceduti era un pezzo grosso dello staff del Daimyo del Paese del Fuoco ma chissà quanto era costato al Sesto dover trovare una stanza anche per loro.

 

L'edificio aveva una tinta chiara e le lettere che formavano il suo nome erano in rilievo mentre un drago a fauci spalancate era stato scolpito tutto intorno ad esse. Solo la parte più bassa però era liscia: da una certa altezza in poi, i muri erano pieni di finestre e balconi, categoricamente ordinate per piano e tutte con le stesse misure. Naruto era stato informato che il soggetto aveva una camera con balcone e che ai due era stata assegnata la medesima stanza al piano inferiore.

 

Questo significava che, in caso di necessità, sarebbe potuto uscire dalla finestra e salire di pochi metri per raggiungere la stanza dell'uomo. Dopo aver dato un'occhiata contemplativa al tutto, i due entrarono e raggiunsero la reception. Scambiando poche frasi mirate ottennero la chiave della loro stanza e scoprirono anche che la struttura offriva pasti al pian terreno ed era anche dotata di ambienti di svago interni. Opportunamente prenotabili a pagamento. Non avendo momentaneamente bisogno di altre informazioni, la coppia ricevette l'augurio di buona permanenza e un addetto li accompagnò alla loro stanza, usando l'ascensore e causando una scena mezzo divertente quando Naruto dimostrò di non sapere assolutamente cosa fosse un ascensore e a cosa servisse. Infine il terzo elemento li condusse davanti alla porta col loro numero e, augurando ancora la buona permanenza, andò via.

 

Ancora mezzo rosso per la figuraccia di pochi minuti prima, l'Eroe di Konoha diede le chiavi alla nobile: “Ecco, apri tu. Non vorrei combinarne un'altra delle mie.”

 

Scuotendo la testa per far scivolare via l'argomento come scivola l'acqua piovana su un indumento impermeabile, la donna esaudì il desiderio del marito e aprì la soglia della stanza numero 773. Bastarono pochi passi per comprendere che, anche se naturalmente non si trattava della stanza migliore, era certamente una stanza di lusso: l'entrata era formata da un ampio soggiorno con un tavolo tondeggiante al centro accerchiato da 4 sedie con intagli a carattere floreale, oltre il tavolo si trovava la parete parallela dotata di finestra sull'oceano e le pareti dell'intera stanza erano state dipinte con tre sfumature di verde che si sposavano fra loro mentre il pavimento era realizzato con mattonelle ambrate mentre le tende della finestra avevano una curiosa colorazione arancione semitrasparente.

 

Alla loro sinistra c'era un'altra porta e, aprendola, trovarono il bagno. Anch'esso enorme. Il colore dominante qui era il bianco e ogni pezzo d'arredamento aveva una tinta cerea. Erano presenti una doccia e una vasca da bagno grandi abbastanza da poter contenere anche 4 persone, il lavandino aveva uno specchio talmente largo ed alto che un capellone con una crocchia avrebbe potuto vedere anche le punte più alte e 3 persone si sarebbero potute pettinare insieme senza darsi problemi di vista. Nei cassetti del lavandino poi, separati per categorie, si trovava una marea di pettini diversi, di creme per il corpo, di trucchi per gli occhi e di altri strumenti per toeletta mattutina. E, attaccati ad una parete lì vicino, quattro accappatoi di seta e cotone di 4 colori diversi.

 

Finito di ispezionare il bagno, i due si diressero verso la direzione opposta e, aprendo l'uscio, la vista fu dominata da un nuovo gruppo di colori. Rosso e oro. Era la camera da letto e probabilmente chi l'aveva fatta costruire aveva in mente di destinare l'intera suite a giovani coppie. Anche qui le tonalità di rosso variavano dallo scarlatto all'amaranto e al carminio sposandosi splendidamente e le decorazioni dorate su tutto creavano un connubio da favola. Il letto era al centro della stanza: largo e lungo, dalla forma vagamente simile a quella di un cuore e con coperta e federe varie color indaco con abbellimenti color oro. Sebbene ci fossero solo due lunghi cuscini, anche in questo caso si sarebbero potute stendere nello stesso momento almeno 5 o 6 persone, tutto sembrava costruito e montato con misure extra-large. La parete alla loro destra era nascosta da un gigantesco armadio vuoto ma dotato di tutte le tipologie di strumento per agganciare concepibili e anche le ante erano specchianti e con bordi decorati da floreali fantasie dorate. E dall'altra parte un comò con una piccola scrivania incorporata e accompagnata da due o tre pouf allegati, questa volta di colore violaceo, permetteva di specchiarsi anche lì e di darsi una eventuale ritoccata al trucco o un'occhiata prima di mettersi a dormire. O di scambiare effusioni al mattino mentre ci si dava una sistemata.

 

Camminando come se stesse viaggiando in un ipotetico Paese delle Meraviglie, Naruto si fece avanti a bocca aperta prima di arrivare fino al letto e, mollando le maniglie delle valigie, si lasciò cadere su di esso. E percependo quanto fosse morbido quel giaciglio. Hinata invece rimase in piedi, con lo sguardo perso anche lei ma senza unirsi al suo sposo.

 

Per qualche secondo regnò il silenzio, poi fu l'uomo a romperlo, tutto concento: “Beh, non possiamo lamentarci! Dovrò fare qualche ringraziamento al maestro Kakashi quando stenderò il mio primo rapporto.”

 

Hinata era dello stesso avviso ma una punta di preoccupazione le impediva di godersi tutta quella grazia come il biondo: “Sono dello stesso avviso ma... quanto... quanto credi che sia venuto a costare tutto questo?”

 

“E che ne so! Ma secondo te, adesso, mi importa?”

 

Lei lasciò le valigie e fece qualche passo avvinandosi a lui: “Forse dovrebbe, non pensi che a causa mia i costi siano saliti?”

 

Lui alzò la testa per guardarla con sguardo scettico: “Ti stai davvero preoccupando di eventuali spese extra fatte per te?”

 

Lei abbassò lo sguardo arrossendo lievemente ed iniziando a giocherellare con le dita: “N-non posso farne a meno. Ufficialmente dovevi venire solo tu qui. Ma-magari se non WHOA!!!”

 

Non volendo sentire altre frasi inutili, Naruto aveva acchiappato il polso della femmina e l'aveva tirata giù. In questo modo anche lei si ritrovò sul soffice materasso e, suo malgrado, non poté fare a meno di interrompersi per mostrare un sorriso abbozzato quando vide di nuovo il volto solare dell'uomo che amava: “Smettiamo di pensare a queste sciocchezze e godiamoci il tempo che abbiamo a disposizione, d'accordo?”

 

- - -

 

Passarono un paio d'ore, le valigie furono svuotate e gli spazi vuoti vennero riempiti. Ci volle un po' più di quanto sarebbe stato necessario perché la suite nascondeva delle sorprese che non erano state notate subito. Per esempio, i telefoni apparentemente inesistenti erano parte dell'arredamento. Sia nella camera da letto che in soggiorno erano presenti 2 di questi strumenti ma i loro colori e la loro forma li rendeva parte del comò e del tavolo. In sostanza era come se, per telefonare, fosse necessario staccare un pezzo di legno.

 

Poi bisognava darsi una lavata. Il viaggio non era stato lungo ma i vari cambi di ambiente e il tempo passato sotto il sole e la voglia di sciacquare via un po' di tensione e preoccupazioni esigevano una lavata. E anche usare la doccia si rivelò quasi un gioco a sorpresa.

 

Non la fecero insieme, ma la vasta gamma di opzioni possibili per la scelta della temperatura dell'acqua e di forza e forma del getto unite all'esorbitante quantità di creme e saponi per corpo e capelli allungarono di molto il processo di lavaggio. In ogni caso, dopo un paio d'ore, i due erano lavati e vestiti e tutte le loro cose avevano trovato una sede. Si era fatta sera e, non sapendo bene come comportarsi, chiamarono la reception per avere delle informazioni.

 

Praticamente avevano libera scelta fra scendere al pian terreno e cenare al ristorante dell'albergo o uscire e cenare da un'altra parte. Il costo della cena sarebbe stato aggiunto al conto finale. La ragazza aveva mostrato qualche riluttanza davanti a questa prospettiva ma il biondo ci mise poco a convincerla a mangiare momentaneamente gratis. E così scesero giù per mangiare qualcosa.

 

Mentre dei camerieri passavano da un tavolo all'altro con scodelle e piatti da portata, Naruto ne approfittava per studiare l'ambiente circostante. Se avesse individuato subito il tavolo dove sedeva il suo uomo e fosse stato sicuro lo avesse sempre usato, avrebbe già avuto un'informazione certa da mandare all'Hokage. Il computer era stato lasciato in stanza, sul tavolo del soggiorno ma lui era certo di riuscire a ricordare dei dettagli così semplici. Anche la moglie avrebbe voluto contribuire alla mansione, aveva visto la faccia del soggetto e aveva offerto l'uso del Byakugan per localizzarlo subito. Il maschio aveva rifiutato per ragioni strategiche, se qualcuno avesse notato delle persone con caratteristiche strane, il loro anonimato avrebbe rischiato di dissolversi.

 

Non ebbero fortuna, il posto era grande e c'era un sacco di gente seduta e in piedi. Tuttavia, dopo aver rinunciato ad analizzare inutilmente ogni persona nel loro campo visivo, si godettero la cena come avrebbe fatto ogni coppia di sposini al loro posto.

 

- - -

 

L'aria era fresca e profumata. Dopo cena, i due sposi avevano deciso di fare una passeggiatina digestiva. E anche per fare un giretto esplorativo del posto. Si erano fatti strada in mezzo agli edifici come un topolino si fa strada dentro un labirinto per arrivare al pezzo di formaggio e davanti a loro si era aperta di nuovo la visione dell'oceano. Anche di sera era uno spettacolo per gli occhi: la luce della luna piena e la mancanza di nuvole davano alle acque tinte bluacee ed argentee che variavano in accordo col moto ondoso. Una leggera brezza permetteva loro di sentire il profumo dell'acqua anche se si trovavano ancora a varie decine di metri dalla sponda.

 

Avevano trovato un passamano e ci si erano poggiati sopra con le braccia per poi chiudere gli occhi ed inspirare a pieni polmoni l'aria marittima. Non erano soli, ma sembrava quasi che ogni coppia, comitiva o singolo passante avesse stretto il tacito accordo di lasciare a chiunque altro si trovasse in giro la privacy necessaria.

 

In tutta onestà, era Hinata quella del tutto immersa nella brezza notturna, Naruto aveva riaperto gli occhi e invece di continuare a guardare di fronte a sé, si era focalizzato sulla donna che aveva di fianco. I suoi lunghi capelli corvini ondeggiavano con leggiadria e anche sulla sua pelle lattea la luce lunare creava piacevoli giochi di luci. Tuttavia non fu lui ad iniziare la conversazione, ma la principessa: “Naruto-Kun, pensi che Toneri possa vedere la terra come ora noi vediamo la luna?”

 

La domanda lo colse impreparato: “Eh? Cosa?”

 

“Dici che dalla luna sia possibile vedere la terra nello stesso modo?”

 

“Non saprei... e poi...” Si grattò la nuca con un certo imbarazzo: “...Toneri non ha più modo di vedere, ricordi? Quando siamo andati via era rimasto senza occhi.”

 

Lei sollevò le palpebre mostrando un lieve velo di tristezza e rammarico: “È vero. Ma avrei voluto che le cose andassero diversamente per lui.”

 

Lui le mise una mano sulla spalla per confortarla: “Rimanere è stata una sua scelta, lo ha detto lui che intendeva espiare le sue colpe.”

 

“Lo so ma... non posso fare a meno di chiedermi se ora sia rivolto da questa parte.”

 

Non avendo tanta voglia di parlare dell'uomo che aveva rapito Hanabi e la sua compagna e desiderando riportare l'umore di quest'ultima a livelli più alti, Naruto trovò il modo di cambiare argomento: “Sai una cosa? Tu ti preoccupi troppo! Prima avevi brutti pensieri per i costi extra dovuti alla tua presenza, poi cerchi di fare parte del mio lavoro e adesso pensi al lontano parente orbo della tua famiglia! Devi distrarti, Hinata! E io so come fare per farti distrarre un po' da tutte queste preoccupazioni!”

 

Non aveva cambiato tono durante l'ultima parte della sua invettiva, quindi Hinata non pensò che stesse pensando di concludere la serata in modo intimo, tuttavia non comprese comunque cosa avesse in mente neanche dal suo sguardo: “Non capisco, cosa vuoi fare?”

 

“Domani ti porto in spiaggia!”

 

Le sopracciglia scure della ragazza si sollevarono: “In... spiaggia?”

 

“Certo! Oggi l'abbiamo ammirata e anche adesso ce la siamo goduta ma sono sicuro che sarà ancora meglio usarla, non sei d'accordo?”

 

“Beh... sì, ma...”

 

“Allora è deciso! Domani mattina andremo al mare! E adesso vieni qui!”

 

“Cosa... AH!” Con un rapido movimento, Naruto prese fra le braccia la sua donna tenendola come la sposa che era: “Preparati, adesso faremo qualche salto fra i tetti!”

 

Incapace di opporsi davanti a tanta giovialità ed entusiasmo, Hinata decise di non opporsi alla volontà del biondo e si avvinghiò a lui per tenersi meglio.

 

- - -

 

Nel giro di pochi minuti erano di nuovo nella loro camera. Erano stati informati che, in caso di uscita di entrambi, era possibile far riassettare la stanza. La donna avrebbe rifiutato ma un eloquente sguardo del marito l'aveva convinta a sfruttare questa comodità. E adesso che erano rientrati ebbero un'altra sorpresa. Non ci avevano pensato prima perché c'era la luce naturale ad illuminare l'interno, ma adesso che avevano premuto un paio di interruttori, un'altra meraviglia si mostrò ai loro occhi: non c'erano lampade, il soffitto era stato come seminato di piccoli faretti a distanza regolare che, potendo essere modulati, facevano in modo che gli ambienti potessero essere illuminati a giorno o nella penombra.

 

Ci fu la perdita di un altro paio di minuti per l'ennesimo giochino fatto dai due ma poi Hinata si mise a letto dopo essere passata dal bagno ed essersi cambiata per la notte. L'uomo la raggiunse alcuni minuti più tardi, aveva acceso il computer e aveva scritto un primo rapporto da inviare: non ci aveva scritto poi chissà cosa. In pratica informava che era arrivato a destinazione, che tutto era andato bene fino a quel momento e che, anche se il soggetto non era stato localizzato, aveva trovato modo di arrivare alla sua stanza in caso di necessità. Aveva poi concluso la cosa facendo dei saluti formali e un Post Scriptum in cui ringraziava cordialmente il Sesto Hokage per la sistemazione che gli aveva fornito.

 

Finito il suo lavoro, spense il computer e ripe tè le azioni della moglie per poi raggiungerla a letto. Lei indossava solo una lunga camicia da notte e avrebbe potuto provare a far scaldare la serata, dopotutto lui indossava solo un paio di boxer, ma la donna stava già dormendo e il suo respiro regolare gli fece capire che ogni mossa troppo invasiva l'avrebbe solo disturbata. Si consolò sapendo che ci sarebbero state altre occasioni per... interagire senza nulla in mezzo e si distese al suo fianco. Siccome non faceva troppo freddo quella sera, la finestra era stata socchiusa e la femmina si era coperta solo con un lenzuolo, così lui la imitò e si addormentò dopo aver tirato un sospiro di soddisfazione.

 

- - -

 

Il mattino dopo vide Naruto aprire gli occhi trovandosi la moglie rannicchiata contro il suo corpo. Durante il sonno aveva anche deciso di usare il braccio del marito come cuscino mentre il suo seno testava la resistenza di parte dei suoi pettorali alla pressione. E la posizione assunta non era cambiata nel momento in cui il maschio si era svegliato. Il biondo pensò subito positivo: -~Beh, se il buongiorno si vede dal mattino, questa sarà una giornata con i fiocchi~-

 

Personalmente avrebbe anche gradito restare fermo e godersi il contatto indiretto col corpo femminile ma, avendo dei programmi e anche degli impegni, decise di far svegliare anche la donna. E nel modo più dolce e scontato possibile.

 

Le diede un bacetto sulle labbra. Lei non si svegliò ma reagì a tale mossa mugolando lievemente e muovendo il muso come se stesse ancora baciando chi immaginava di avere di fronte. E davanti a questa reazione, l'uomo prese la palla al balzo riprendendo a baciarla: -Vediamo quanto ci metti a svegliarti, dolcezza~- La cosa andò avanti per quasi 10 secondi, dopo tale lasso di tempo, anche gli occhi di Hinata si aprirono poco a poco mostrando le sue iridi perlacee e vedendo chi aveva davanti. Ci mise un istante a capire cos'era successo ma, se una volta avrebbe reagito arrossendo ed iniziando a balbettare, ora era diverso. Richiudendo gli occhi ed accarezzando la guancia del suo amato mentre sorrideva, emise le prime parole della giornata: “Ohayo gozaimasu, Anata.”

 

Il sorriso venne ricambiato: “Ohayo, principessa. Hai dormito bene?”

 

Lei annuì: “Avevi ragione, questo letto è davvero morbidissimo. Nemmeno il letto che usavo al maniero era così morbido.”

 

Lui le fece scivolare lentamente un dito sulla guancia: “Magari potremmo chiedere in reception se vendono anche materassi come questo.” La risposta fu una risatina: “Andiamo, Naruto-Kun, non fare il bambino!”

 

“Awww... ma posso farlo con te, come a me piace quando mi salti addosso ogni volta che torno a casa, anche a te piace quando faccio così.”

 

“Sì, ma adesso sei in missione.”

 

“No! Adesso sono in vacanza con mia moglie. Ho appena passato la prima notte in albergo e fra poco sarò sulla spiaggia a godermi il sole, il mare e il clima.”

 

“E quando pensi di lavorare? Non devi ancora trovare il soggetto che ti è stato indicato?”

 

Lui fece un sorrisetto criminale: “Per quello ho già l'uomo adatto. Anzi, la donna!”

 

“La donna?” Lui si mise seduto ed eseguì una serie di rapidi sigilli prima di far materializzare una nube di fumo vicino al letto. Anche lei si mise seduta ma senza comprendere davvero la mossa: “Non capisco, hai creato un clone.”

 

Il sorriso del biondo non sparì: “Vero, ma non un clone come gli altri!”

 

Non appena il fumo di dissipò, apparve davanti ai due Naruko, un clone in versione femminile di Naruto. Ovviamente indossando solo dei boxer e tenendo il seno nascosto con le braccia. Il maschio si voltò verso la corvina: “Allora, non è un'idea geniale?”

 

Non solo lei rimase confusa, ma vedere un clone di sesso femminile del marito la confuse ancora di più: “Scusami, ma davvero non capisco cosa vuoi fare. Perché è una femmina?”

 

Lui ridacchiò come se fosse uno scienziato geniale in procinto di spiegare un concetto basilare ad una persona ignorante: “Innanzitutto, se un clone si occupa di localizzare e tenere d'occhio il rappresentante del Daimyo, io sono libero di passare il mio tempo con te e poi...” Si voltò per dare un'occhiata alla sua controparte ancora in attesa: “...io sono un maschio, se il tizio vedrà un'attrice del teatro Kabuki, come potrebbe pensare che io sia qui?”

 

“Teatro Kabuki? Perché dovrebbe essere una donna di teatro?”

 

“Beh, come avrai certamente notato, ha ancora in faccia i segnetti che ho io. Quindi dovrà truccarsi abbastanza per nasconderli e sono le attrici quelle che si truccano e indossano abiti particolari come i kimono.” Adesso Hinata stava iniziando a capirci qualcosa ma c'era ancora un dettaglio che non la convinceva: “Potrebbe anche passare per attrice ma... come spiegherebbe il trucco e il vestito?”

 

“Potrebbe sempre dire di averlo fatto per abitudine! Se uno fa una cosa tutti i giorni, può capitare una volta che la faccia anche se non serve, non trovi?”

 

Hinata dette un'altra occhiata al clone, che stava iniziando ad arrossire per qualche ragione a lei ignota: “E... quindi adesso cosa succede?”

 

“Te lo spiego subito!” Saltò fuori dal letto con un salto mortale atterrando vicino alla sua controparte cingendole poi le spalle con un braccio: “Mentre io scendo a prendere la colazione. E prima che tu obbietta, la mangeremo qui in camera! Tu le darai una mano a truccarsi e ad indossare qualcosa di adatto. Abbiamo visto che hai vari vestiti e vestitini, forse qualche... misura sarà troppo grande per lei, ma sono certo che riusciremo ad arrangiare qualcosa. E una volta che sarà pronta, la lasceremo scorrazzare in città alla ricerca del nostro uomo mentre io e te ce la fileremo al mare! Non la trovi un'idea geniale?”

 

La nobile era rimasta allibita davanti a tale pianificazione, Naruto non brillava certo per capacità strategica eppure aveva organizzato un piano... non perfetto forse, ma certamente ben congegnato. E adesso stava attendendo il suo responso: “Beh... si può fare un tentativo. Ho visto che in questa struttura ci sono molte persone che vanno e vengono, potrebbe anche uscire senza attirare troppa attenzione.”

 

Lui rispose con un forte battito di mani: “Magnifico, Hinata! Era questa la risposta che mi aspettavo di sentire!”

 

“Chiedo scusa...” Solo adesso i due si voltarono verso il clone attirati dalla sua voce: “...vi siete messi d'accordo su tutto?”

 

I due annuirono all'unisono e solo in quel momento tutta la femminilità invogliata in quel corpo venne mostrata: “ALLORA DATEMI QUALCOSA DA INDOSSARE!!! SONO IMBARAZZATISSIMA E POTREI PRENDERMI UN ACCIDENTE SE RESTO ANCORA IN QUESTO STATO!!!”

 

- - -

 

Alla fine tutti e tre erano usciti, prima il clone opportunamente truccato e vestito e poi i ninja, col necessario equipaggiamento per andare al mare. Sotto la maglietta e i pantaloncini rossi, Hinata indossava il suo costume intero. Era formato da un unico pezzo color latte con decorazioni astratte che la copriva dal bacino al seno lasciando libere gambe, braccia e spalle. Lo aveva comprato alcuni mesi prima e aveva anche avuto un paio di occasioni per usarlo in presenza del marito. Quest'ultimo aveva una canottiera bianca a copertura della parte superiore del suo corpo e un boxer blu scuro aderente quanto bastava per sembrare quasi una seconda pelle senza però mostrare ogni sua curva a chi lo incrociasse.

 

E poi tutti e due si erano presi la briga di portarsi dietro da Konoha degli asciugamani mentre la stessa stanza che avevano era fornita di abbastanza crema solare da proteggere la pelle di un'intera famiglia. Così i due arrivarono in spiaggia e, dopo aver affittato un ombrellone, si tolsero di dosso quello che non serviva più. Poi il biondo era rimasto all'ombrellone a stendere gli asciugamani e a tenere d'occhio le loro cose mentre la donna faceva il primo bagno. Ne approfittò anche per dare un'occhiata in giro. Anche in questo caso, ogni gruppo umano, grande o piccolo che fosse, aveva a disposizione uno spazio vitale libero. Questo non impediva che ci fossero interazioni fra persone di ombrelloni diversi ovviamente, ma la disposizione di questi ultimi gli permetteva di vedere molte facce ben distinguibili a differenza di quello che era successo la sera prima al ristorante.

 

Ne approfittò anche per scambiare quattro chiacchiere col suo infiltrato in città: -Hey, hai trovato il nostro uomo o ancora no?-

 

-Scusami, finora non ho avuto fortuna.-

 

-Quali aree del posto stai perlustrando?-

 

-Beh, ho visitato un paio di negozi di abbigliamento, poi sono andata ad un bar per bere una bibita e adesso mi sto godendo una passeggiata vicino alla zona verde.-

 

Una vena apparve sulla tempia sinistra del maschio: -Razza di imbecille! Come pensi di trovare un cortigiano in mezzo agli alberi?!? Cosa credi, che sia andato in cerca di funghi invece di badare ai suoi compiti diplomatici?!?-

 

-Non scaldarti tanto! Non è colpa mia se mi hai fatto femmina e la tua tecnica è ben sviluppata! Oltre ad avere un aspetto femminile, ho anche una mente femminile! Non ti aspetterai mica che ragioni nel tuo stesso modo, vero?-

 

-Forse no, ma certamente non mi aspetto che tu bighelloni in giro quando ti ho affidato una missione di spionaggio!-

 

-E tu credi davvero che non mi sia guardata intorno durante il mio giro?!?-

 

-Non è quello il punto, se ti dirigi verso i posti sbagliati allora...- Naruto era talmente preso nella sua conversazione mentale da non essersi accorto che una delle persone intorno a lui lo aveva notato e si stava avvicinando alle sue spalle. Per fortuna non si trattava di un qualche nemico apparso dal nulla per un'ignota ragione: “Chiedo scusa...”

 

Anche se la mente era impegnata, le orecchie del biondo funzionavano ancora bene, quindi tagliò le conversazioni: -Scusa, mi chiamano dal vivo. Ci sentiamo dopo. E vedi di cambiare itinerario!-

 

L'uomo si voltò solo per trovarsi davanti la persona che era stato incaricato di trovare.

 

Si trattava di un uomo sulla trentina, con grandi occhi verdi e pelle poco abbronzata, ordinati capelli marroncini a caschetto e corta barba allegata. Aveva addosso un pantaloncino da spiaggia e dei sandali, quindi Naruto poté sorprendersi, senza però farlo vedere, del fisico asciutto e abbastanza definito della figura davanti a lui.

 

Pur non spalancando gli occhi o la bocca, non fu lui ad iniziare la conversazione: “Ero certo di aver visto giusto, lei è Naruto Uzumaki, giusto? L'Eroe della Guerra.”

 

Il suddetto fece la parte dello gnorri: “Ehm... sì, sono io. Ma lei... chi è? No-non mi pare di averla mai vista...”

 

L'altro si dette un colpetto sulla fronte: “Oh, che sbadato, dimentico sempre di presentarmi ad un incontro.” Gli offrì la mano per una stretta: “Mugetsu Vasuki, inviato diplomatico del Daimyo del Fuoco.”

 

Il biondo offrì la stretta tacitamente richiesta non ancora sicuro di sapere come comportarsi in questa situazione: “Ah, capisco. Ed è qui... in vacanza, forse?”

 

“Oh, mi piacerebbe ma no. Sono qui per lavoro. Devo presenziare una serie di incontri con dei rappresentati del Daimyo del Vento. Ci hanno fatto il favore di incontrarci in un posto piacevole come questo ma... non ho molto tempo da dedicare allo svago.”

 

L'altro annuì ridacchiando quasi nervosamente: “Comprendo, a volte dobbiamo mettere il dovere davanti al piacere.”

 

L'altro ricambiò la risata ma in modo più gioviale: “Concordo. Ma, se posso chiedere, cosa ci fa un tipo come lei in un posto come questo? Io sono qui per lavoro, lei invece che ci fa qui alla fine dell'anno? Se non sbaglio, ci sono delle festività particolari a Konoha in questo periodo.”

 

Alla domanda, il sistema nervoso di Naruto andò in corto: -Oh cavolo! E adesso che gli dico?!? Ho pensato a cento situazioni diverse e non mi sono preparato una scusa adatta da buttare fuori.-

 

La copertura venne salvata dal caso: proprio in quel momento, Hinata era uscita dall'acqua e aveva visto il marito parlare con qualcuno e, riconoscendo quel qualcuno, aveva deciso di avvicinarsi come se niente fosse: “Naruto-Kun, l'acqua è fantastica, vieni anche tu a... Oh! E il signore chi è?” Il biondo prese la palla al balzo e si mise di lato per renderla visibile al diplomatico: “Ah, mi permetta di presentarle mia moglie, Hinata Hyuuga-Uzumaki.” Poi si voltò verso la moglie: “Hinata, questo è Mugetsu Vasuki, inviato del nostro Daimyo.” Ebbe l'accortezza di eseguire le presentazioni accompagnando le parole col movimento coordinato delle mani.

 

L'uomo fu il primo a fare un breve inchino: “Molto lieto, avevo sentito dire che Naruto Uzumaki si fosse sposato, ma non avevo mai avuto occasione di incontrare lui o la sua incantevole moglie.” Hinata ricambiò il gesto poggiando le mani sul grembo: “È un piacere e un onore conoscerla, Mugetsu-Sama. Chiedo solo scusa per il nostro abbigliamento.”

 

Lui fece ondeggiare una mano facendo l'occhiolino: “La prego, niente formalità. Qui siamo in spiaggia e i titoli non significano niente. Ma vedendo anche lei, deduco che siate qui per passare qualche giorno di vacanza, vero?”

 

Di nuovo, il biondo prese la palla al balzo: “Sì, è vero! Fra 2 giorni sarà il compleanno di mia moglie e poi ci sarà la fine dell'anno. Così abbiamo unito l'utile al dilettevole e abbiamo deciso di festeggiare in modo alternativo!”

 

L'altro sollevò le sopracciglia lievemente sorpreso: “Oh, che coincidenza, anch'io resterò qui fino ai primi giorni dell'anno prossimo. Magari potremmo pranzare insieme una volta o due.”

 

Naruto emise una risata quasi disperata ma che suonò giovanile: “Sì, ci farebbe molto piacere accettare un suo potenziale invito.”

 

“Allora spero che accetterete anche un mio consiglio.”

 

Stavolta fu la donna a rispondere: “Che consiglio?”

 

Mugetsu diede uno sguardo distratto ai dintorni: “Questa spiaggia non è male, ma esistono anche posti migliori. Forse non tutti sanno che esistono 2 baie in questo Villaggio: questa spiaggia si trova al centro del sistema costiero ed è la principale meta per i turisti, invece le altre due aree sono meno frequentate pur essendo molto più suggestive.”

 

“Cosa intende dire?”

 

“La prima è alla sinistra di questa spiaggia, è detta Baia delle Perle. La gente di qui non è sempre vissuta di turismo, in principio qui vivevano pescatori ed allevatori di ostriche. Forse non erano ricchi come lo è qualche proprietario edilizio di oggi ma la pace ha portato alla nascita di nuovi lavori che prima non esistevano. Di conseguenza, oggi nessuno qui alleva più ma la baia in questione è stata usata come campo per generazioni. E, anche se le strutture artificiali non esistono più, la popolazione di ostriche nuovamente libere non è di certo scomparsa. Ci sono dei negozi dove è possibile noleggiare dell'attrezzatura adatta per fare immersioni e, una volta sul posto, se si trovano degli agglomerati rocciosi e si è abbastanza fortunati, il premio potrebbe essere una bella perla.”

 

I due annuirono rapiti dal racconto e anche dalla cultura dell'uomo: “Personalmente non ci sono mai stato. Al contrario, poco dopo il mio arrivo qui ieri, ho visitato l'altra baia.”

 

Il biondo parlò per entrambi: “E come si chiama?”

 

“La Baia della Tranquillità. Secondo una leggenda locale, un ricco abitante del Villaggio fece piantare una sorta di giardino subacqueo per la sua sposa originaria di un'isola lussureggiante per farle passare la malinconia di cui aveva iniziato a soffrire a causa dell'ambiente spoglio che li circondava. Siccome era impensabile sconfiggere il deserto, l'uomo le fece questo regalo e i due vissero il resto delle loro vite di nuovo felici.”

 

Hinata aveva gli occhi luccicanti e aveva iniziato a sorridere in maniera più naturale mentre ascoltava la storia, Naruto invece stava riuscendo a mantenersi un po' più concentrato. Il racconto terminò con una considerazione personale: “Non sono andato lì per immergermi, ma solo per pescare un po'. Dove c'è un giardino ci sono anche gli animali, non credete?”

 

“M-ma...” La donna aveva riacquistato la lucidità che aveva perso: “...lei come conosce tutti questi dettagli? Ho scoperto questo posto grazie ad un dépliant e lì non c'è scritto nulla a proposito di queste 2 baie.”

 

Il notabile ridacchiò senza malizia: “È comprensibile, in una pubblicità non si può mettere tutto e quindi si punta su ciò che attira di più. Io invece faccio sempre degli approfondimenti personali prima di spostarmi in un luogo che non conosco.”

 

La conversazione sarebbe anche potuta andare avanti ma un uomo pelato e dalla corporatura massiccia, con degli occhiali scuri e una giacca dello stesso colore apparve quasi dal nulla fermandosi ad un paio di metri dal diplomatico con le braccia dietro la schiena prima di parlare con voce quasi metallica: “Mi dispiace disturbarla, Mugetsu-Sama, il suo prossimo appuntamento è fra meno di 20 minuti.”

 

L'uomo si voltò facendo un cenno di assenso, che però non fece sparire l'omone, prima di rivolgere alle sue due nuove conoscenze un sorriso di scuse: “Perdonatemi ma il dovere mi chiama. Ho solo parte della mattina libera in questi giorni, per il resto viaggio da una camera d'appartamento all'altra per parlare con altri delegati.”

 

I due annuirono insieme ma fu la donna a parlare per entrambi: “Non ha motivo per scusarsi, sta solo svolgendo il suo lavoro. Come farebbe chiunque altro al suo posto.”

 

La frase le fece guadagnare un altro sorriso, più sincero questa volta: “La ringrazio, penso che se mi sentirò giù di morale chiederò il suo intervento, è brava con le parole.”

 

Dopo questo ci fu un ultimo scambio di saluti ed inchini, più o meno rituali, e poi i due impiegati del Fuoco andarono via dalla spiaggia. La coppia invece restò in attesa finché non fu sicura di non poter essere sentita dalle orecchie sbagliate: “Hinata... devo ringraziarti, sei arrivata proprio al momento giusto!”

 

“Perché? Cos'ho fatto?”

 

“Un istante prima del tuo arrivo mi aveva chiesto cosa ci facessi qui e io... stavo per mostrare che ero senza parole. Il tuo arrivo mi ha ricordato la risposta.”

 

“Beh... sono felice di averti aiutato, Naruto-Kun ma... cosa pensi di Mugetsu-Sama?”

 

Il biondo si mise le mani dietro la testa: “Devo dire che mi ha sorpreso. Mi aspettavo di trovarmi davanti il classico tipo snob che guarda tutto e tutti dall'alto in basso e invece sembra un tipo socievole e divertente. Mi ha fatto ricredere sui miei stereotipi a proposito della gente che vive a corte.”

 

La moglie sorrise: “Mi fa piacere che ti abbia fatto una buona impressione.”

 

“E mi ha anche dato qualche indizio per la mia attività di sorveglianza. Ha detto di avere libera solo parte della mattina mentre il resto del tempo lo passa fra un hotel e l'altro. Magari pranza fuori, se riesco a farlo beccare per strada da un mio clone senza che venga scoperto, il lavoro diventerà una passeggiata.”

 

“Ma... hai considerato la presenza delle sue guardie del corpo? Ne abbiamo vista una, ma non sappiamo se ce ne sono altre.”

 

Lui sogghignò incrociando le braccia sul petto: “Una cosa alla volta, Hinata, una cosa alla volta. Per adesso fammi richiamare la sciroccata che ho sguinzagliato.”

 

“Sciroccata?”

 

Naruto non rispose subito, aveva strizzato gli occhi incupendosi ed era rimasto in quello stato per qualche secondo prima di mostrare di nuovo la sua abituale espressione: “Bene, la questione del mio clone è risolta. Pomeriggio darò un'occhiata al nostro uomo nel suo ambiente naturale e...” Si protese verso l'orecchio della corvina abbassando il volume della voce: “...domattina andremo ad esplorare la Baia delle Perle.”

 

Lei ebbe un piccolo sobbalzo per la sorpresa: “Cosa? Perché?”

 

Il maschio si rimise dritto facendo una faccia burbera e mettendo le braccia dietro la schiena come aveva fatto il bodyguard apparso dal nulla: “Voglio vedere se ci sono davvero delle perle in quella zona. E ho abbassato il volume della voce perché non voglio che altri imitino la mia idea. Inoltre sono sicuro che Ino non te ne abbia parlato e quindi immergersi da quelle parti sarà una cosa nuova anche per te.”

 

Incuriosita anche lei dalle parole del connazionale e sapendo di non potersi veramente opporre alla volontà del marito, la portatrice del Byakugan mise le mani sui fianchi mostrando un sorriso rassegnato: “Quindi hai già programmato il tuo pomeriggio e la nostra prossima mattina, c'è forse altro che vorresti fare?”

 

Alla domanda, la luce del sole riflettette sui denti bianchi del maschio: “Una cosa ci sarebbe...”

 

La corvina non ebbe nemmeno il tempo di formulare la domanda successiva che venne di nuovo sollevata dalle braccia del suo sposo un attimo prima che quest'ultimo si mettesse a correre verso l'acqua: “NON MI SONO ANCORA FATTO UN BAGNO, FA CALDO E HO VOGLIA DI RINFRESCARMI IN COMPAGNIA DELLA MIA DOLCE METÀ!”
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Note d'Autore: devo confessare una cosa, nel precedente capitolo ho fatto un pò di errori di distrazione che però non hanno riguardato solo la grammatica. Cronologicamente parlando, Naruto e Hinata sono stati insieme per un anno e dopo si sono sposati. Quindi in questo... universo parallelo creato dalla mia mente e le mie mani, i due (finora) sono stati un anno fidanzati e un anno sposati. OK, finito questo chiarimento, passiamo alla nota vera e propria: per avere una migliore descrizione del costume di Hinata, invito le lettrici e i lettori a dare un'occhiata al capitolo numero 11 (In Piscina) della mia storia, sempre NaruHina, "Living in the Moment". Vedo che, come avviene spesso, la gente che legge le mie storie è timida. Di cosa avete paura? Non vi mangio mica se mi piazzate una recensione negativa o critica. Tanto meglio, saprò dove dovrei migliorare. E se quello che leggete vi piace, farmelo sapere mi incoraggerebbe a migliorare. Ultima cosa, piazzi un commento chi vorrebbe "vedere" il motivo per cui questa storia è arancione. Finora la nostra corvina dagli occhi perlacei se l'è cavata senza incappare in qualche istinto primordiale e maschile del marito ma... chi lo sa cosa potrebbe accadere in futuro. Va bene, fatto questo invito, spero che la lettura sia stata piacevole e mi auguro di essermi guadagnato uno o due minuti del vostro tempo. Ciao!

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Capitolo 3
*** In Cerca Di Perle ***



Capitolo 3: In Cerca Di Perle

 

Il tempo era quasi volato, la coppia si era divertita prima in acqua, dove finalmente Naruto si era rinfrescato un po', e anche in spiaggia perché i due si erano uniti ad una partita di pallavolo organizzata da un altro gruppo di bagnanti. Poi avevano recuperato le loro cose, si erano rivestiti e avevano lasciato la zona. Siccome avevano sempre qualche soldo in tasca, si presero la libertà di godersi un gelato prima di rientrare in albergo. Dove il biondo avrebbe verificato la veridicità della promessa che avevano ricevuto a proposito del riordino della loro stanza durante la loro assenza. Infine avevano ripreso a passeggiare per le vie adocchiando un paio di negozi che avevano attirato gli interessi dei due: il maschio avrebbe fatto un salto in un punto vendita dove erano esposti in vetrina strumenti per l'attività subacquea mentre la femmina più tardi sarebbe entrata in un salone dove erano esposti dei costumi da bagno.

 

Ovviamente solo l'uomo rese note le sue intenzioni, siccome lui aveva voluto farle usa sorpresa, lei avrebbe ricambiato giocando una carta simile.

 

Tutto questo ebbe luogo in mezzo a vie dove decine e decine di altre persone si spostavano in tutte le direzioni ed a velocità diverse. La coppia raggiunse di nuovo la facciata del Dragon Hotel quasi mezz'ora dopo aver lasciato la spiaggia.

 

- - -

 

Avevano deciso di consumare il pranzo in intimità e quindi un altro paggio preparò un vassoio con dentro le pietanze scelte nelle quantità decise che venne portato fino alla porta del loro momentaneo alloggio. Poi erano entrati e, a turno, si erano dati una lavata per sciacquare via sale ed eventuali altri residui di sabbia. Naruto avrebbe approfittato di questo momento morto per mandare un altro rapporto all'Hokage ma, sapendo che nel giro di qualche ora ci sarebbero state più informazioni da aggiungere, si limitò ad iniziare il messaggio senza spedirlo.

 

Intanto anche Naruko era rientrata e venne eliminata con le stessa velocità con cui era stata creata. Solo che la sua scomparsa lasciò un kimono decorato con motivi floreali a terra.

 

Pranzarono in relativo silenzio, Hinata aveva dovuto elogiare il lavoro svolto: quando era entrata in camera da letto sembrava che i due non fossero nemmeno mai stati lì dentro. A suo modo era una cosa inquietante ma, considerando il contesto e la qualità del posto in cui erano, la donna non ebbe pensieri negativi o sbagliati.

 

I due approfittarono di questo tempo per scambiare informazioni, Naruto aveva dichiarato che, dopo essersi assicurato che il suo obiettivo fosse rimasto illeso da... qualunque cosa avrebbe potuto minacciare la sua incolumità, si sarebbe occupato di organizzare le cose per l'uscita del mattino dopo. Hinata, d'altro canto, dichiarò che avrebbe passato il pomeriggio girando per i negozi e che forse avrebbe fatto dello shopping se qualcosa avesse attirato il suo interesse. Si mantenne generica il più possibile ma non destò nessun dubbio nel partner che, senza parlare con mezzi termini, le fece i migliori auguri. Magari avrebbe anche potuto comprare qualche souvenir da portare a casa.

 

Il pasto finì e, dopo aver rassettato insieme quel poco che c'era da assettare, il biondo uscì per fare il suo lavoro augurando alla moglie un buon proseguimento.

 

- - -

 

Rincasò quando ormai si era fatta sera. Anzi, a dire il vero, era quasi ora di cena ma Hinata aveva voluto aspettare che il suo uomo tornasse prima di uscire un'altra volta. Naruto dette un bacio alla donna e quasi crollò su un pouf. Quando poi lei gli chiese cosa fosse accaduto, lui confessò di aver localizzato e seguito a distanza il funzionario, di aver capito che le guardie erano quattro e tendevano a disporsi a quadrato intorno a lui quando si spostava da un posto all'altro, di essersi poi recato dove doveva recarsi e poi... aveva incrociato lo stesso funzionario davanti all'entrata dell'hotel.

 

Saltò quindi inevitabilmente fuori che entrambi gli uomini alloggiassero nella stessa struttura e che la stanza di uno era proprio sopra la stanza dell'altro e che erano anche arrivati lì lo stesso giorno. Ogni volta che una curiosa coincidenza veniva alla luce, Naruto esplodeva in una risata pensando alla curiosità del fatto. Era comunque riuscito a sfangarla senza che l'altro sospettasse nulla. O questo era quello che pensava. Per la verità, una delle guardie si era fatta avanti sollevando dei sospetti su tutte quelle circostanze comuni ma era stato lo stesso Mugetsu Vasuki ad ammansire l'omone muscoloso. Il biondo aveva avuto modo di notare quanto i quattro si assomigliassero, la sua teoria era che o si trattasse di un solo uomo e di tre cloni oppure tutto il gruppo era stato cresciuto, allenato, vestito e rasato per apparire simile, se non identico. O magari si trattava di quattro gemelli. Lui stesso non era stato capace di capire se si era trattato dello stesso bodyguard della spiaggia o no.

 

La corvina si era presa la premura di massaggiargli le spalle mentre parlava, almeno per sciogliere un po' di tensione che si era chiaramente accumulata nel corpo del maschio. Poi Naruto si era interessato alla sua giornata e, come aveva fatto ore prima, la principessa restò sul vago. Disse di aver comprato un paio di nuovi indumenti, una gonna che le era piaciuta e anche una statuetta di marmo che rappresentava in scala ridotta l'intera costa divisa in tre. Tutte cose vere, aveva solo tralasciato la sua visita al salone dove aveva visto i costumi. Ma perché parlare di qualcosa quando quel qualcosa sarebbe stato mostrato la mattina dopo?

 

Finito di discutere del come e del perché, lei gli propose di cenare in camera. Lui era stanco e nessuno dei due desiderava un altro bagno di folla, l'intimità della loro suite sarebbe stata abbastanza confortevole per i loro gusti. E così venne usato il telefono per fare l'ordine che, poco dopo, si materializzò sotto forma di un nuovo valletto con un nuovo vassoio con sopra il cibo che avevano richiesto. Anche la cena venne consumata senza troppe chiacchiere anche se, stavolta, i corpi dei due occupanti erano accarezzati dalla fresca brezza marittima notturna che avevano già apprezzato la sera prima.

 

Si sarebbero potuti fare un'altra passeggiata ma, anche se le menti erano ancora forti, la stanchezza dei corpi si faceva sentire. Insieme al desiderio di godersi ancora una volta il comodissimo letto che li attendeva nella stanza a fianco. E al desiderio ancora presente di non trovarsi in mezzo alla folla. E così, come la sera prima, si alternarono nell'uso del bagno prima di mettersi a dormire.

 

Mentre Hinata si faceva un bagno rilassante, Naruto ne approfittò per portare a termine il lavoro iniziato ma, prima di poter continuare, si accorse che Kakashi aveva risposto al suo precedente messaggio augurandogli buona fortuna, ringraziandolo per l'efficienza e sperando che la sua concentrazione non fosse eccessivamente intralciata. Il messaggio finiva con un saluto personale per lui e la moglie.

 

Il biondo completò il lavoro, mandò l'e-mail e spense il computer. Con la faccia lievemente tinta di rosa. Non che fosse troppo distratto ma le paure del suo ex maestro non erano del tutto infondate. Lui e Hinata avevano già fatto l'amore in passato, anche prima del matrimonio ma erano passati un po' di giorni dall'ultima volta che i due si erano trovati in una situazione... particolarmente intima. Quel mattino si era svegliato con la moglie addossata su di lui ed era stato piacevole, poi se l'era goduta al mare più tardi. E anche quello era stato piacevole. Ma c'era sempre stato qualcosa fra i loro corpi e da quando il diplomatico aveva parlato di baie non frequentate e di immersioni e di leggende d'amore, la mente del biondo aveva iniziato a preparare qualche piano.

 

Finora la moglie era sempre sfuggita alle sue grinfie per le cause più diverse. La stanchezza fisica era una delle prime della classifica, poi c'erano impegni vari e missioni o preoccupazioni giornaliere che venivano discusse anche a letto per essere risolte... ma ora, tutto questo era fuori dagli schemi. E le condizioni erano tutte favorevoli! Erano in vacanza, loro due da soli, in una località balneare che si era rivelata bellissima, con una stanza degna del più nobile personaggio del più importante Paese Ninja e il clima non faceva di certo venire voglia di coprirsi con indumenti in più. Era tutto il contrario.

 

Quindi, il giorno dopo, l'uomo avrebbe trovato il modo di eliminare ogni cosa che si trovasse fra lui e la sua donna. Aveva già una mezza idea ma doveva attendere l'occasione giusta per agire. Intanto stasera avrebbe comunque messo a proprio agio entrambi suggerendo cosa fare la mattina del compleanno.

 

Le sue elucubrazioni vennero interrotte proprio dalla persona al centro di esse. L'erede di casa Hyuuga era uscita dalla vasca, si era data un'asciugata e, con ancora l'accappatoio addosso, era uscita dalla stanza andando ad abbracciare il marito seduto davanti al computer spento. Per fortuna di lui, non poteva leggergli la mente o vedere il colore assunto dalla sua faccia. E, sempre per fortuna di lui, la pressione parziale del seno contro la schiena non gli procurava più reazioni troppo evidenti. La donna, ignara di tutto, parlò con tono gentile e quasi assonnato: “Il bagno è libero ora, Anata. Puoi andare a lavarti.”

 

Lui riuscì a rinsavire senza reazioni eccessive: “Ah, sì. Grazie, Hinata.”

 

“Hai finito di scrivere il rapporto, vero?”

 

“Certo, però dedicherò la prossima giornata solo alla raccolta dei dati, non serve comunicare ogni giorno con l'Hokage. E a proposito, manda i suoi saluti.”

 

Lei sorrise di più dandogli anche un tenero bacino sulla guancia: “Grazie, quando riscriverai, manda anche i miei ringraziamenti.” Lui annuì sorridendo: “Puoi contarci!”

 

La corvina sciolse l'abbraccio stiracchiandosi un po' con un lieve gemito: “Beh, mentre tu ti lavi, ne approfitterò per mettermi qualcosa addosso e stendermi. Cercherò di aspettarti ma sono così rilassata che potrei addormentarmi subito.”

 

Lui si alzò quasi di scatto per poi voltarsi e tirarla gentilmente a sé dai fianchi prima di guardarla con sguardo sognante: “Allora è meglio che ti saluti ora...” Completando la frase, si sporse in avanti dandole un breve bacio sulle labbra per poi ritrarsi: “Oyasumi, principessa.”

 

“Oyasuminasai, Anata.”

 

La presa venne allentata e il corpo femminile iniziò a scivolare via ma poi una delle mani che l'aveva tenuta le afferrò gentilmente il polso. Lei si voltò dietro di sé confusa da tale azione, si erano già dati la buonanotte, cos'altro voleva Naruto?

 

“Anata?”

 

“Dovrei dirti un'altra cosa prima che tu vada a dormire...”

 

“Cosa?”

 

“Domani andremo alla Baia delle Perle ma il giorno dopo sarà il tuo compleanno e quindi... avrei pensato a qualcosa di speciale da fare insieme quella mattina.”

 

“Di che si tratta?”

 

“Vorrei portarti a vedere un giardino subacqueo, ho pensato che potremmo fare una nuotata anche nella Baia della Tranquillità. Se il nome è indicativo e il nostro uomo non si è inventato tutto, dovrebbe essere un posto perfetto per una coppia di innamorati come noi.”

 

Anche se aveva gli occhi mezzi chiusi e si sentiva veramente in procinto di addormentarsi, la figlia di Hiashi coprì con passi felpati la distanza che la separava dal suo amore e, alzandosi sulle punte, gli diede un altro bacio sulle labbra prima di rispondere.

 

“Mi piacerebbe molto, Anata.”

 

- - -

 

Dopo quell'ennesimo gesto di tenerezza, Hinata era stata accompagnata a letto dal maschio che ne aveva anche approfittato per prendere un altro paio di boxer. Si era poi fatto anche lui un bagno e aveva infine raggiunto la moglie già addormentata. La cinse ugualmente col braccio tirandola a sé e tale gesto non le disturbò il sonno perché non aveva smesso di sorridere nel sonno. Dopo averle dato un ultimo bacio sulla fronte, anche le palpebre di Naruto si chiusero mandando la sua mente nel mondo dei sogni.

 

- - -

 

La mattina dopo si erano mossi veloci, da un lato non vedevano l'ora di andare alla ricerca di perle e dall'altro Naruto sapeva che gli impegni di Mugetsu sarebbero iniziati prima dell'ora di pranzo. Di conseguenza, prima si sbrigavano e più tempo avrebbero avuto a disposizione prima di doversi separare di nuovo. Il maschio aveva già creato un'altra Naruko per coprirlo durante la loro escursione. E stavolta aveva anche ricevuto istruzioni precise sul dove dirigersi.

 

Dopo una rapida colazione in una sala abbastanza vuota, i due uscirono e si diressero al negozio visitato il pomeriggio precedente dal figlio di Minato dove noleggiarono una barca e comprarono due coltelli adatti ad aprire gusci di mollusco insieme a due strumenti per respirare sott'acqua. Infine erano stati condotti al molo designato e, dopo aver ricevuto le dovute indicazioni, avevano preso il largo sotto la spinta dei remi manovrati da Naruto.

 

Si sarebbero dovuti spingere verso il largo seguendo lo sperone roccioso che faceva da costa e continuare a costeggiarlo fino ad arrivare dall'altro lato. A quel punto si sarebbero trovati davanti il grande specchio d'acqua conosciuto come Baia delle Perle. Il tipo che li aveva indirizzati si era mostrato abbastanza scettico sulla possibilità di trovare delle ostriche ma di voleva ben altro che dello scetticismo per abbattere lo spirito dei due ninja. Dopo una quindicina di minuti di vogata, l'imbarcazione arrivò a destinazione. E anche in questo caso, davanti alle due coppie di occhi, il panorama era da mozzare il fiato: lo sperone che avevano seguito faceva da confine orientale, l'acqua lambiva la roccia per tutta la lunghezza della baia. In fondo si vedeva della sabbia ma la vegetazione costiera aveva invaso lo spazio che probabilmente anni prima era occupato dalle case degli allevatori. La spiaggia continuava per qualche centinaio di metri per poi venire nuovamente sostituita ad occidente da un altro costone che faceva da specchio a quello alla loro sinistra. La donna fu la prima ad effondere la sua meraviglia: “Wow... è... è bellissimo questo posto.”

 

Anche il compagno era a bocca a aperta ma, desiderando vedere altre meraviglie, non si fece rapire del tutto da quello che stava ammirando: “Sì, bellissimo. Pensa a come sarebbe stato quando ancora qui ci vivevano, magari avremmo già visto qualcuno che ci avrebbe indicato dove immergerci.” La sua constatazione fece ridacchiare la donna mentre si voltava per rispondere: “Forse, ma se sapessimo subito dove cercare, dove sarebbe la sorpresa?”

 

Lui ghignò gettando l'ancora in acqua: “Giusta osservazione, Hinata! Allora, il tizio mi ha detto che il fondale è mezzo sabbioso e che le ostriche necessitano di una base solida dove ancorarsi, quindi dovremo cercare qualche affioramento roccioso.”

 

Lei annuì e lui continuò l'enunciato: “E sembra che la superficie sia abbastanza irregolare. Mi è stato detto che è a causa della disgregazione delle strutture artificiali. Secondo il tipo, ci sembrerà di trovarci su un campo di battaglia pieno di fosse grandi e piccole.”

 

Lei sollevò le spalle: “Va bene, non credo che questo ci causerà dei problemi.”

 

“D'accordo, allora ti spiego come funzionano le bombole.”

 

Tirò fuori da un compartimento dove avevano messo anche i coltelli due piccoli tubetti verdi con sopra una scritta: SPARE-AIR, forse il nome di quelle cose ma non erano lì per imparare dettagli inutili. In pratica c'era una parte da mettere in bocca e, se si schiacciava l'interno con i denti, l'aria sarebbe uscita permettendo di ricaricare i polmoni. Si poteva anche guadagnare tempo extra non respirando costantemente. Fecero una prova per capirne meglio il funzionamento e tutto andò bene. Adesso dovevano solo togliersi i vestiti e tuffarsi.

 

Il biondo fu il primo a spogliarsi, si era tolto i sandali già quando era salito nella barca e l'unico capo che aveva addosso, ad eccezione del boxer scuro, era una maglietta bianca. Questo portò alla curiosa situazione in cui lui era già pronto con lama e bombola nelle mani mentre la corvina aveva fatto in tempo solo a togliere i sandali, magari si era mossa volutamente con calma ma l'altro sembrò non accorgersene: “Avanti, Hinata, sbrigati a toglierti i vestiti! Non vedo l'ora di trovare qualche perla luccicante.”

 

“Va bene, va bene. Ma prima... non vorresti dare un'occhiata al mio nuovo costume?” La ragazza aveva pronunciato l'ultima parte della frase con una punta di malizia nella voce che aveva, almeno in parte, spiazzato il marito: “Nuovo costume?”

 

Lei sciolse il nodo al pareo verde e azzurro che portava sui fianchi lasciandolo adagiare sul legno, in questo modo Naruto ebbe modo di vedere che quello che indossava la moglie non era il solito monopezzo, perché vide che aveva degli slip. Ma la sorpresa maggiore arrivò pochi secondi dopo: Hinata si tolse con studiata lentezza la maglietta, anch'essa verde e azzurra, che portava scoprendo il pezzo superiore di quello che aveva visto il maschio. Due strisce scure tenevano nascosta la parte centrale delle sue tette e tali strisce erano collegate a quelli che sembravano due collari, anch'essi di tessuto scuro, posizionati uno sotto il seno e uno sul collo. L'unica cosa che lei non aveva previsto era che la rimozione della copertura le aveva fatto dondolare un po' le mammelle e tale visione stava iniziando a far fluire parte del sangue dell'uomo verso il centro delle gambe.

 

Nonostante questo, lei mise la maglia insieme all'altro capo come se niente fosse e poi si voltò verso l'altro occupante dell'imbarcazione allargando le braccia, tirando una gamba indietro e facendo l'occhiolino per mettersi in posa: “Allora, Naruto-Kun, che te ne pare?”

 

Doveva aver adottato apposta quel comportamento perché, anche se non era possibile vedere bene quale fosse la situazione all'interno dei boxer, gli occhi e la faccia del maschio avevano iniziato a parlare anche prima della bocca: “È... è... wow! Io... m-ma... ma quando lo hai comprato?!? Ieri non lo hai indossato!” Lei rispose con un'innocente risata: “Ti avevo detto che pomeriggio sarei andata a fare shopping. La cosa più curiosa forse è che devono averlo realizzato con un nuovo materiale perché al tatto sembra comune tessuto, però è elastico. In ogni caso, siccome hai voluto sorprendermi con quest'uscita, ho voluto sorprenderti a mia volta con un nuovo costume.”

 

Lui aveva ancora gli occhi spalancati: “Beh... ci sei riuscita perfettamente.”

 

La femmina ridacchiò ancora prima di prendere l'altra coppia di oggetti e di assumere quella che pensò essere una posa da pescatrice subacquea davanti al maschio: “Allora adesso andiamo?”

 

- - -

 

La prima cosa che colpì i due una volta entrati in acqua, fu la limpidezza dell'ambiente. Da fuori non era possibile vedere molto al di sotto della superficie ma, una volta in apnea, tutto si era fatto più chiaro e con più sfumature di azzurro.

 

Come aveva detto l'uomo che li aveva indirizzati, il fondale si presentava ricco di avvallamenti dalle dimensioni più disparate e colline più o meno sviluppate. Sarebbe stato semplice trovare delle formazioni rocciose se non fosse stato per la ricca biodiversità del luogo. Intanto il loro ingresso in acqua aveva spaventato un banco di pesci variopinti che nuotava da quelle parti e poi la vita vegetale si era sviluppata senza ostacoli. E dove c'è vita vegetale, si trova anche vita animale. Entrambi si resero subito conto che non sarebbe stato semplicissimo trovare ciò che cercavano ma, tutto sommato, non ne erano dispiaciuti per ragioni diverse.

 

La principessa non aveva mai avuto intenzione di muoversi con dei metaforici paraocchi e cercare esclusivamente dei molluschi, se c'erano altre forme di vita da ammirare, avrebbe dedicato loro parte del suo tempo. Dopotutto nessuno vietava di nuotare in quelle acque cristalline osservando la flora e la fauna locali.

 

Il partner aveva dichiarato di voler cercare le perle e lo avrebbe fatto. Ma aveva in mente di cercare anche qualcosa che riteneva più prezioso di tutte le pietre preziose esistenti sopra e sotto il livello del mare. In più, la sorpresa che la moglie gli aveva riservato aveva dato maggiore impulso alla sua risolutezza. La freschezza dell'acqua aveva in parte fatto defluire il sangue che si era accumulato sotto le sue gote ma lui continuava a sentire un po' stretta la parte centrale del suo costume. Aveva comunque mantenuto abbastanza lucidità per non dimenticarsi del suo piano. Non importava quando sarebbe arrivata, nel momento in cui la sua occasione si sarebbe presentata, avrebbe agito. E avevano a disposizione un sacco di tempo.

 

Il tizio che gli aveva venduto le bombole aveva detto che gli avrebbero permesso di restare in apnea per una trentina di minuti, ma questo valeva se non avessero mai smesso di respirare e loro erano perfettamente in grado di trattenere il respiro e anche questo aspetto li sottovalutava: una persona normale sarebbe stata in grado di trattenere il respiro per... un minuto... forse due?

 

Ma loro erano ninja, le loro abilità e capacità erano di gran lunga superiori rispetto a quelle di una persona normale. Sarebbero potuti restare senza respirare il triplo del tempo se non il quadruplo. Ad occhio e croce, grazie agli strumenti acquistati, si erano garantiti un'autonomia respiratoria di almeno un'ora.

 

Perciò il maschio non era troppo preoccupato di fallire, non aveva altri pensieri perché c'era il suo clone femmina a tenere d'occhio il cortigiano e non avrebbe dovuto prendere le redini della situazione prima di alcune ore. Era tutto perfetto, poteva relativamente rilassarsi e godersi la nuotata insieme alla sua... ora-ancora-più-attraente metà, guardare tutto quello che li circondava e, al momento opportuno, accaparrarsi il tesoro più prezioso della baia.

 

Dopo aver sciolto un po' gli arti, essersi abituati bene alla nuova temperatura e aver scambiato un paio di segnali per essere certi che tutto andasse bene, i due sposi si presero per mano ed si diressero verso il fondo rilasciando solo poche bolle. Non gli erano state fornite informazioni sulla profondità del posto ma, a giudicare dal tempo che ci misero per raggiungere il manto sabbioso ed inginocchiarsi, probabilmente non si trovavano a più di quindici o venti metri di profondità. Iniziarono a guardarsi intorno e la femmina fu la prima ad indicare qualcosa: una formazione corallina a poca distanza, si diressero da quella parte e l'uomo trovò subito un modo per giocare e far credere all'altra che non avesse nessuna intenzione particolare.

 

Mentre lei si spostava poco più avanti, lui adoperò il coltello per tagliare un paio di alghe dal colore simile a quello dei suoi capelli. Hinata intanto non si era accorta di aver guadagnato terreno, uno strano essere arancione simile al Trecode dotato di antenne, due grosse chele e sei piccole zampette laterali che si muoveva lentamente aveva attirato la sua attenzione. Restò ad osservarlo per qualche secondo prima di sentirsi picchiettare sulla spalla. Si voltò e spalancò gli occhi rilasciando una certa quantità d'aria prima per la sorpresa e poi per l'ilarità.

 

Naruto si era sistemato due lunghe alghe filamentose sotto al naso a mo' di baffi ed ora che era stato visto, aveva iniziato ad ondeggiare la testa per farli fluttuare tutto intorno. Entrambi chiusero gli occhi ridacchiando ma poi fu lei ad avere un'idea.

 

Si fece consegnare le due lunghe foglie e le infilò ai due lati del suo slip per poi tirarsi su, lei era inginocchiata mentre lui si era seduto, ed improvvisare una danza del ventre accompagnando i movimenti dei suoi fianchi con quello delle braccia e delle mani. Si guadagnò un applauso ed un pollice dritto. Poi però si disfò dei due nastri ed indicò al compagno l'animale che aveva visto.

 

Anche lui lo trovò simile al demone che avevano affrontato in passato e, quando fu evidente che l'aragosta voleva andarsene, i due nuotarono altrove. Poco più avanti c'era una depressione, magari lì avrebbero potuto trovare delle ostriche. Il maschio fece aggrappare la donna alle sue spalle così da poter portare nuotare per entrambi. E per poter avere anche un assaggio di quello che voleva. Non sospettando niente, la corvina fece come le era stato indicato e il suo seno prosperoso offrì del piacere al biondo che, pur non smettendo di nuotare, emise più bolle di quando ne avrebbe emesso senza zavorra.

 

Pur andando ancora più in basso, la luce non diminuì e i due non ci misero molto a trovare quello che cercavano: lastre grigie irregolari che emergevano dalla sabbia. Si divisero dopo essere arrivati a destinazione per coprire maggior terreno, questo fece raffreddare di nuovo il corpo maschile. Questa poteva essere la sua occasione, si erano separati e la donna gli stava dando le spalle ma, forse a causa di quello che aveva provato fino a pochi attimi prima, scelse di dedicarsi alla ricerca. C'era sempre tempo per quello. Si potevano fare ancora altre cose.

 

Le sue mani iniziarono a spolverare tutte le superfici grigie che gli capitavano a tiro ma tutto quello che trovò furono solo piccoli coralli senza nulla attaccato. Si stava ancora guardando intorno alla ricerca del prossimo affioramento quando, come aveva fatto lui stesso prima, la figlia di Hiashi gli toccò la spalla. Lui si voltò e lei fece cenno di seguirla togliendosi la bombola dalla bocca per mostrare un sorriso. Comprese subito che aveva trovato qualcosa e la seguì.

 

C'era come una sorta di piccola base uniforme, incrostata di... cose marine, ma anche con due o tre ostriche attaccate. Lui spalancò gli occhi e le mostrò tutti e due i pollici e lei annuì liberando qualche bolla. Adesso veniva la sua parte, era a lui che avevano spiegato come aprire le conchiglie senza danneggiare l'animale. Quindi, da parte sua, fece movimenti lenti e controllati e Hinata, volendo imparare, si concentrò su tali movimenti.

 

Dopo aver armeggiato un po' col coltello e la mano, il primo bivalve si aprì ma dentro non si trovava niente. Grugnendo un po' per la delusione, il biondo lo richiuse provando col secondo e, anche in questo caso, in risultato fu deludente. Avrebbe provato col terzo ma la mano della moglie si posò sulla sua, questo lo fece voltare verso di lei e lei gli fece capire che desiderava provare. Lui annuì e si fece da parte ma, anche se la donna ripe tè le azioni che aveva visto, il mollusco sembrava non volersi aprire.

 

Vedendo la moglie in difficoltà, il maschio le scivolò dietro poggiando la parte bassa del mento sulla spalla così da tenere i lunghi capelli di lei fuori dal suo campo visivo per poi mettere le sue mani sulle sue. Hinata comprese subito le sue intenzioni e si lasciò guidare. Il lavoro di squadra ebbe la meglio sulla testardaggine dell'animale ma, purtroppo, anche questo esemplare non aveva niente da offrire. Lei emise un sospiro di rassegnazione. Lui invece no, dovendo guardare in basso gli era stato impossibile non notare un dettaglio del costume della moglie: poteva anche essere vero che fosse elasticizzato ma, dal suo punto di vista, poté vedere che le due strisce le deformavano parte del seno. E quindi, anche se non avevano trovato niente fino a quel momento, lui non era deluso.

 

Ovviamente si controllò abbastanza da non mostrare l'apprezzamento per ciò che i suoi occhi azzurri avevano visto, al contrario dette conforto alla moglie strofinandole con delicatezza la schiena ed invitandola, con gesti e grugniti, ad esplorare altre zone. Quest'ultima ritrovò il buonumore perduto e lo seguì.

 

Uscirono dall'avvallamento dirigendosi verso un piccolo boschetto di basse alghe verdi. La donna le sfiorò con una mano e, apprezzando la sensazione provata, si avvitò strofinandoci contro la schiena ed espellendo aria dal naso per il piacere del contatto. Il maschio la imitò prendendola di nuovo per mano ed iniziando a nuotare in sincronia con lei. E anche lui emise aria godendosi il contatto con la schiena e la visione del petto femminile in lieve movimento.

 

La femmina non ebbe motivo di sospettare niente perché, in quel momento, era con gli occhi chiusi. Infine superarono la zona erbosa tornando a nuotare a pancia in giù. Sia per prendere l'iniziativa che per rilassarsi di nuovo, Naruto diede qualche sgambata in più per portarsi un po' più avanti ed iniziare letteralmente a strisciare con la parte superiore del suo corpo sul fondo. In questo modo lasciò dietro di sé un solco nella sabbia, era certo che la sua compagna avrebbe compreso la sua mossa e si sarebbe messa ad ispezionare la zona movimentata.

 

Proseguì per una trentina di metri prima di fermarsi e voltarsi indietro. Come aveva previsto, la corvina aveva sondato il fondale smosso dal suo passaggio ma, quando si ritrovarono faccia a faccia, lei gli fece capire di non aver trovato niente. Senza affliggersi troppo per il buco nell'acqua le offrì di nuovo la mano per esplorare un'altra zona. Lei acconsentì e la coppia si rimise in moto.

 

Raggiunsero una nuova formazione corallina, questa volta molto più grande e con molta più biodiversità. Una decina di pesciolini verdognoli ovali si disperse al loro arrivo, ovunque il loro sguardo si posasse, alghe grandi e piccole con forme e colori disparati facevano da sfondo agli animali che si muovevano.

 

Pesci di ogni forma e colore si muovevano in mezzo a quel labirinto vegetale con la stessa sicurezza di una talpa dentro la sua tana. C'era molto da vedere, ma il componente maschile del duo vide anche l'occasione per giocare uno scherzo alla sua controparte. Lei si stava spingendo in avanti cercando di non perdere di vista un animaletto che sembrava un tubetto deforme con un'estremità ad uncino ma l'agglomerato corallino tendeva a formare come una sorta di collina bucherellata e piena di cavità. Dopo averne trovata una abbastanza larga ed essersi assicurato che non ci fossero pesci o altre forme di vita animali dentro, il biondo sparì dalla vista della portatrice del Byakugan, solo le poche bolle che rilasciava di rado avrebbero potuto rivelare la sua presenza alla ragazza sopra di lui ma era certo che lei fosse troppo presa dal pesciolino per accorgersi di essere seguita.

 

La suddetta ragazza aveva continuato a nuotare dietro all'esserino finché quest'ultimo non era sparito in una piccola apertura, a quel punto si voltò indietro aspettandosi di vedere il compagno ma di lui non c'era traccia. Perdendo un po' d'aria, iniziò a guardarsi intorno preoccupata: -Dov'è finito Naruto-Kun? Era proprio dietro di me, che fine ha fatto?-

 

- - -

 

Era proprio sotto di lei, poteva vedere il movimento delle sue gambe sinuose e lei non aveva modo di localizzarlo. Mentre avanzava aveva anche trovato una stella marina arancione con le punte rosse, il piano era di regalargliela come risarcimento se si fosse arrabbiata o spaventata troppo. E siccome una mano stava tenendo il coltello e l'altra gli serviva libera per lo scherzo, se l'era mezza infilata nel boxer dietro la schiena.

 

Capì che aveva notato la sua scomparsa perché aveva smesso di procedere ed ora stava mantenendo la posizione. Non poteva vederla per intero perché il buco da cui avrebbe fatto emergere il braccio non era grande a sufficienza ma riuscì a intuire che si stava abbassando, presto avrebbe colpito per poi farsi quattro risate.

 

- - -

 

L'inconsapevole vittima si era guardata intorno girandosi in tutte le direzioni senza però trovare la minima traccia della presenza maschile. Non era neanche riuscita a vedere qualche flusso di bolle indicatore: con tutta la vita intorno a lei, sarebbe stato difficile vedere delle bolle che con le loro dimensioni permettessero di localizzare una presenza umana e poi la stessa vita presente, diversificata in una miriade di forme e colori, avrebbe reso impossibile capire da dove provenissero. Sempre più preoccupata, Hinata iniziò ad avvicinarsi al fondale corallino: -Magari si è diretto da un'altra parte mentre io nuotavo? Ma se invece gli fosse successo qualcosa?!? Credo che l'unico modo per trovarlo sia di usare il ByaAHAAHAAAH!!!- Una forza misteriosa la tirò verso il basso interrompendo il suo flusso di pensieri e facendole spalancare gli occhi mentre, per lo spavento improvviso, rilasciava una grande nuvola gassosa che le fece da scia.

 

Qualcosa l'aveva afferrata dalla caviglia e la stava trascinando contro il corallo. Sempre con occhi spalancati, vide parte della sua gamba sparire dentro una cavità mentre le mani e il piede libero facevano presa sul corallo per cercare di liberare l'arto attaccato e la vita animale intorno a lei nuotava via spaventata.

 

Per alcuni secondi carichi di tensione lei e l'entità che l'aveva presa di mira fecero un agghiacciante gioco di tiro alla fune mentre la donna, ora doppiamente spaventata, rilasciava nugoli di bolle con irregolarità non trattenendo più il respiro. Avrebbe davvero attivato il Byakugan per capire cosa ci fosse lì sotto se, tutto a un tratto, non si fosse sentita solleticare la pianta del piede catturato. Confusa da tale avvenimento, smise di esercitare forza e si accorse che, pur continuando a tenerla, l'entità non la stava tirando più. Vide anche un'altra cosa che le fece iniziare a sospettare qualcosa: dal buco avevano iniziato a fuoriuscire delle bollicine.

 

Rimase in attesa finché non sentì la caviglia di nuovo libera. A quel punto tirò fuori la gamba e si affacciò per vedere se i suoi sospetti fossero fondati e, con sua grande sorpresa, vide quello che si aspettava: la faccia del marito ghignante e senza nemmeno la bomboletta in bocca, quest'ultimo prima la salutò con la mano quando lei sgranò gli occhi liberando altra aria e poi le indicò dove andare mentre spariva di nuovo alla sua vista.

 

La femmina ripercorse a ritroso la strada che aveva fatto e, poco più in basso, trovò il suo uomo ad attenderla inginocchiato sulla sabbia e dando le spalle al complesso corallino. Si era trattato di un giochetto simpatico alla fine, ma lei aveva intenzione di mostrare il broncio almeno all'inizio. Quindi gli si inginocchiò davanti accigliata, poggiò il coltello al suo fianco e, mormorando e grugnendo, gli dette anche qualche pugno sul petto come avrebbe fatto una bambina capricciosa che si era vista negare un gelato dal papà. Lui, che si era rimesso in bocca la bombola e aveva lasciato il coltello sulla sabbia come lei, subì qualche colpo mantenendo il ghigno prima di bloccarle i polsi e guardarla con sguardo giustificante.

 

Hinata si aspettava una qualche reazione ma, nella sua mente, fece comunque una domanda ovvia: -E adesso che vuoi dirmi? Dovrei perdonarti di punto in bianco?-

 

Il biondo la lasciò e sollevò una mano per farle cenno di attendere mentre portava l'altra dietro la schiena. La femmina mantenne le sopracciglia curvate verso il basso finché non vide la stella marina, davanti a quel dono emise dell'altra aria e sollevò le due strisce di peluria facciale mentre indicava sé stessa per chiedere se tale oggetto fosse per lei. L'assenso che l'altro diede con la testa fu la sua risposta.

 

Poi Naruto la pose fra lui e la donna chiudendo un occhio e imitando un estimatore per capire da quale lato della sua faccia sarebbe stata meglio, si decise abbastanza in fretta e si sporse in avanti per incastrarla fra i capelli dell'ereditiera. Lei lo lasciò fare ma, dopo aver armeggiato per un po', lui iniziò a mormorare liberando bolle perché, qualunque cosa facesse, quella stupida stella non voleva stare fra i capelli della moglie.

 

Forse avrebbe insistito se quest'ultima non gliela avesse gentilmente presa dalle mani per poi poggiarla nuovamente sul corallo. Lui non comprese tale mossa ma lei indicò la stella e poi si portò le mani giunte al petto in corrispondenza del cuore comunicandogli che il dono era stato apprezzato ma che sarebbe stato meglio lasciarlo dov'era stato messo. L'ex allievo dell'attuale Hokage annuì e lei, per premiare il suo gesto, si tolse la bombola dalla bocca e gli diede un bacetto sulla guancia facendolo lievemente arrossire. Dopo ciò entrambi ripresero i coltelli e tornarono ad esplorare il corallo mano nella mano. Questa volta fu il biondo a guidare il duo verso un nuovo spettacolo della natura, almeno ai loro occhi terricoli. Lo aveva visto di sfuggita da una cavità mentre seguiva la compagna e si era ripromesso che glielo avrebbe mostrato. Così i due arrivarono davanti a quello che dava l'impressione di essere un masso fiorito.

 

La base dava effettivamente l'impressione di essere un masso tondeggiante ed irregolare ma era coperto da quelli che sembravano piccoli fiorellini allungati bianchi e gialli. Era possibile adagiarsi sul fondo e così i membri della coppia di misero comodi stendendosi su un fianco. La figlia di Hiashi apprezzò quello che vide ma lui drizzò un dito per attirare la sua attenzione prima di avvicinarlo lentamente ad uno dei fiori e, quando lo sfiorò, il fiore si chiuse riducendo di molto le sue dimensioni. Tale fenomeno fece sollevare di nuovo le sopracciglia alla principessa, che rilasciò anche dell'aria meravigliata ma, ancora una volta, il suo partner la fece restare focalizzata.

 

E infatti c'era altro da vedere: poco per volta il fiore si riaprì tornando ad ondeggiare mosso dalla corrente. Gli umani lo presero per gioco e rimasero in posizione divertendosi a far chiudere e a veder riaprire le forme di vita davanti a loro. E poi tornarono a cercare perle senza però ignorare tutto il resto che c'era attorno, incluso il coniuge. Hinata non voleva cadere di nuovo vittima di uno scherzo, non che si fosse fatta male o spaventata troppo ma. fra una cosa e l'altra, aveva consumato molta aria e tale perdita aveva diminuito il suo tempo a disposizione mentre Naruto... era semplicemente intenzionato a prendere ciò che gli apparteneva ma niente vietava di ammirare l'oggetto del proprio desiderio.

 

Trovarono altre rocce e grosse pietre ma, in un caso, non c'era neanche l'ombra di un'ostrica e in un altro l'unica perla trovata era talmente piccola che il guscio fu richiuso senza che venisse privato del prezioso, ma piccolo, contenuto. La sabbia continuava ad essere ondeggiante, continuavano ad esplorare fosse più o meno estese e rialzamenti pieni di vita.

 

Ci fu perfino un momento in cui il maschio rimase sorpreso e la femmina si fece una risata soppressa. Si stavano spostando su un nuovo pezzo di corallo e lui aveva notato qualcosa di strano, c'era qualcosa che si muoveva ma non sembrava essere un animale o un'alga. Aveva un aspetto simile alla roccia incrostata che la circondava e gli occhi azzurri di lui divennero due fessure mentre si focalizzava su di essa. La moglie era poco dietro.

 

Alla fine, la forza portante aveva deciso di fare la sua mossa: diede un doppio calcio all'acqua e si portò in prossimità di quella cosa. Solo che la cosa, quando venne toccata dalla punta del suo dito, virò colore mostrandosi per ciò che era veramente ma ebbe anche paura di questo nuovo pesce gigante che le si era parato davanti.

 

Dal suo punto di vista, la corvina vide apparire uno strano essere tubolare dotato di tentacoli simili a quelli dell'Ottocoda che si sollevò velocemente e, prima di allontanarsi a tutta velocità dal ninja che lo aveva toccato, gli spruzzò in faccia qualcosa di nero. Come era successo altre volte, spalancò gli occhi per la sorpresa ma poi, vedendo suo marito emettere aria come aveva fatto lei quando era stata presa agitandosi confusamente per far andare via la nube scura, non riuscì a non ridacchiare nascondendo in parte le iridi perlacee.

 

Naruto, d'altro canto, aveva smesso di essere interessato all'animale nel momento in cui tutto si era tinto di nero. Se fosse stato all'asciutto forse avrebbe urlato ma la sua memoria evitò di fargli spalancare la bocca, questo però non gli fece risparmiare molta aria perché rilasciò miriadi di bolle sia dalle narici che dalla bomboletta mentre sbracciava per uscire da quell'alone nero. Fu solo dopo essersi allontanato da quella zona che fu di nuovo in grado di vedere. E la prima cosa che vide voltandosi indietro fu la moglie sogghignante, la cui capigliatura stava venendo decorata dalle piccole bollicine in emissione.

 

Lui la guardò falsamente infastidito per un attimo prima di indicare la prossima direzione verso cui dirigersi. Per l'ennesima volta durante l'immersione, si erano presi per mano e avevano ripreso a nuotare insieme. Tuttavia la pazienza del figlio di Minato stava scemando: -Va bene, prima mi sono divertito io e adesso si è divertita lei. Non che mi abbia schizzato personalmente, ma comunque l'ho fatta ridere. Però non abbiamo ancora trovato neanche una perla da prendere ed è da un bel pezzo che ci siamo immersi. È vero che ci sono molte cose da vedere ma una baia non è infinita! E se l'aria che abbiamo a disposizione finisce? O... se Hinata si stanca di nuotare a zonzo e decide di tornare su? Non posso e non voglio perdere l'occasione. È tutta la mattina che aspetto il momento buono e ancora non sono riuscito a combinare niente... devo agire il prima possibile o non riuscirò ad impossessarmi del mio tesoro.-

 

Mentre la mente era occupata con tali elucubrazioni, il corpo si stava dirigendo verso una nuova depressione insieme alla sua metà. A differenza degli altri che avevano esplorato, qui c'erano banchi di pesci che si spostavano senza una meta apparente e il fondo, anche se sembrava essere prevalentemente roccioso, mostrava la presenza di gruppi di alghe più o meno vicini.

 

Come avevano fatto altre volte in passato, si scambiarono dei segnali per poi separarsi ed iniziare l'analisi del nuovo scenario. Naruto attese però a muoversi per godersi la vista posteriore del corpo femminile in movimento. La faccia gli si tinse nuovamente di rosso mentre gli occhi mangiarono l'esile figura finché non fu troppo lontana per essere pienamente apprezzata e lui distolse lo sguardo: -Presto... molto presto avrò quello che voglio...-

 

Comprendendo di non poter agire in quel particolare momento, si guardò intorno mentre il petto sfiorava il fondale sollevando piccoli cumuli di sabbia: dovette ammettere che era strano, avevano visto una miriade di pesci diversi nella zona ma mai di forme così curiose e strane. In certi casi avevano un corpo tubolare, tanto che lui si chiese cosa se ne facessero delle pinne laterali, altri avevano forme a mezzaluna mentre uno a cui si era avvicinato molto ma senza toccarlo, si era gonfiato fino a sembrare una palla coperta di punte e aveva preso a spostarsi muovendo le pinne come se fossero delle ali.

 

Tutto sommato l'attesa valeva la candela, fino a quando la sua sposa fosse stata lontana da lui il tempo poteva essere impiegato osservando le bizzarre creature di questo luogo. Era talmente assorto in questa nuova mansione da aver iniziato ad ignorare i possibili appigli per i molluschi che cercavano. A dire il vero, ne aveva trovati due o tre ma le conchiglie ancorate erano così piccole che non cercò neanche di aprirle certo che sarebbero state vuote e non volendo rischiare di romperle causando la morte dell'animale all'interno.

 

- - -

 

Hinata stava avendo più fortuna, relativamente parlando. Anche lei era rimasta affascinata da qualche gruppo di pesci dalle forme atipiche, ma il suo sguardo era rimasto prevalentemente focalizzato sul suolo. Aveva trovato anche lei diversi strati rocciosi scoperti con delle conchiglie sopra ma, com'era successo al marito, si era accorta che fossero troppo piccole per contenere una perla ed era passata oltre.

 

Fra un pezzo di roccia e l'altro c'erano aree sabbiose o agglomerati più o meno grandi di alghe e lei aveva scelto di approfittarne per farsi accarezzare al suo passaggio. Anche se le foglie marine sembravano diverse, il loro strisciamento sulla sua pelle fu ugualmente piacevole. E poi vide qualcosa che le fece spalancare le palpebre: una larga pietra conficcata nella sabbia dalle forme irregolari ma coperta di ostriche. La raggiunse per essere sicura di aver visto bene e per verificare la qualità di ciò che aveva trovato. Ne contò sette.

 

D'istinto aveva avvicinato la mano libera ed il coltello per perquisire la prima indiziata ma poi si era fermata. Il compagno le aveva insegnato come aprirle ma non era stata la possibile difficoltà nella mansione a bloccarla. Si voltò verso la direzione da dove era venuta: -~Non vorrei essere l'unica a trovare qualcosa, andrò a prendere Naruto-Kun così potremo fare il lavoro insieme e magari troveremo anche una perla nello stesso momento~-

 

Con tale pensiero altruista, la corvina si mise in moto per raggiungere il marito.

 

- - -

 

-E anche qui non c'è niente. Inizio a pensare che quel tizio avesse ragione, abbiamo ispezionato almeno una ventina di ostriche e non abbiamo trovato niente di buono...- La forza portante aveva appena richiuso la seconda ostrica del gruppo. Aveva avuto uno sprazzo di energia positiva quando le aveva viste e si era reso conto che fossero abbastanza grandi ma poi, una dopo l'altra, si erano rivelate una doppia delusione. Rilasciò altra aria frustrato, il tempo continuava a scorrere, l'aria continuava ad essere consumata, a minore velocità del solito forse, ma era inevitabile che prima o poi le loro riserve si esaurissero, Hinata era lontana e lui aveva solo potuto avere degli assaggi di quello che voleva. E anche i pesci intorno a lui non lo interessavano più.

 

-Forse dovrei tornare da Hinata ed unirmi a lei, almeno avrei un'occasione per tentare la sorte...-

 

Fece appena in tempo a completare questo pensiero che si sentì toccare il polpaccio. Lui era inginocchiato sulla sabbia e piegato in avanti, quindi non aveva modo di vedersi alle spalle. Si raddrizzò voltandosi e vide davanti a sé la vera protagonista dei suoi desideri, anch'essa a quattro zampe con una anteriore sul suo muscolo. Lei notò quello che aveva davanti e lo indicò per avere informazioni ma lui scosse la testa chiudendo gli occhi dando una risposta silenziosa.

 

Questo però non parve avvilirla perché rispose con altri gesti che il biondo non comprese del tutto ma, quando fu invitato a seguirla, esaudì la richiesta.

 

I due nuotarono a breve distanza l'uno dall'altra con la femmina alla guida e il maschio, ancora una volta, immerso nei suoi pensieri: -Cosa vorrà? Ha forse trovato un'altra ostrica che non riesce ad aprire? O magari vuole farmi vedere un pesce variopinto? Boh, stiamo a vedere dove andiamo a finire...-

 

Percorsero quelle che a lui sembrarono poche centinaia di metri prima di vederla rallentare, inginocchiarsi e voltarsi un po' verso di lui indicando davanti a sé: -Oh, quindi siamo arrivati? Vediamo che cosa abbiamo qui...-

 

L'uomo la imitò atterrando alla sua sinistra pochi centimetri più indietro per poi sporgersi in avanti e vedere cosa avesse trovato. Anche lui sollevò le sopracciglia e spalancò gli occhi: in quella zona non avevano mai trovato tante ostriche tutte insieme e nemmeno così grandi. A meno che non fossero perseguitati dalla sfortuna senza saperlo, questa volta avevano buone possibilità di trovare ciò che cercavano.

 

Il maschio si voltò verso la moglie mostrando entrambi i pollici e sorridendo, per quanto gli fosse possibile con quello che aveva in bocca. Le stava guardando il viso ma nel suo campo visivo entrò anche qualcos'altro, poco lontano e a qualche metro sopra le loro teste.

 

“Mhfffffhfhfhmmmh...” Mormorando parole non comprensibili, lui puntò l'indice sinistro verso quello che aveva notato per farlo notare anche all'altra che, vedendo le sue movenze, seguì il consiglio. Si trattava di una decina di pesci che non avevano mai visto e che si stavano muovendo in gruppo: erano a strisce bianche, nere e gialle. Di forma vagamente triangolare anche se le pinne e una sorta di lungo ciuffo bianco sopra la testa stravolgevano le linee della figura geometrica. Ed erano sottili e col muso allungato e variopinto come il corpo. Per certi versi, con tutte le loro punte, ricordavano quasi uno shuriken.

 

La portatrice del Byakugan non aveva ruotato tutto il corpo per vedere quello che le era stato segnalato, ma aveva usato solo il collo per voltarsi e alzare la testa. E, nell'istante in cui lei sospirava ammirando quelle buffe creaturine, lui vide l'occasione che aveva aspettato da quando quella mattina aveva aperto gli occhi.

 

Anche dopo la missione sulla luna, non aveva mai smesso di allenarsi ed era diventato ancora più forte di prima pur non potendo contare sul suo braccio originale. E non aveva lavorato solo sulla forza e sulla potenza, ma anche sulla velocità. Non era di certo al livello di Rock Lee ovviamente, per poter eguagliare il compagno sopracciglione sarebbe dovuto ricorrere alla Modalità Eremitica o al Chakra di Kurama.

 

Tuttavia, anche se in uno scontro frontale la velocità non era il campo in cui eccelleva più di tutti gli altri, era stato capace di sviluppare abbastanza il suo corpo per poter eseguire delle mosse in modo abbastanza rapido. Niente di troppo elaborato ovviamente, solo calci e pugni e mai molti di seguito. Non si era ancora abituato a tali movenze e comunque ricorreva istintivamente al Cercoterio dentro di lui per darsi quella spinta in più che gli occorreva.

 

Avrebbe anche potuto provare ad eguagliare le tecniche di teletrasporto del padre ma anche l'uso di armi come i kunai non era roba per lui. Magari per Tenten, ma non per lui. Il suo stile di lotta era ravvicinato, avrebbe usato un comune kunai per fronteggiare un avversario armato allo stesso modo ma il suo istinto era quello di usare calci e pugni senza ricorrere troppo ad oggetti accessori. Se le cose fossero andate male, avrebbe sfoderato il Rasengan, l'Arte Eremitica o la sua simbiosi con Kurama.

 

E adesso si era appena presentata davanti a lui l'occasione per mettersi alla prova: se avesse fallito sicuramente la sua amata lo avrebbe beccato sul fatto e lo avrebbe punito di conseguenza, magari non subito per ovvie ragioni, ma gli avrebbe fatto qualcosa di peggio rispetto ai deboli pugni sul petto che gli aveva dato quando l'aveva tirata giù.

 

Ma se avesse avuto successo, se il piano che aveva architettato il millisecondo successivo al movimento della donna al suo fianco fosse andato a buon fine... si sarebbe goduto prima un bello spettacolo e dopo la giusta ricompensa per il suo duro lavoro.

 

Sempre con i pensieri che viaggiavano alla velocità della luce, offrì una preghiera al creatore del Mondo Ninja e del Ninshu con la speranza di avere un aiuto supplementare per riuscire nel suo intento. Durante tutto questo tempo, la ninja al suo fianco stava ancora finendo di sospirare ma il marito aveva momentaneamente perso la cognizione dello scorrere del tempo. Non sapendo per quanto sarebbe rimasta ad ammirare quei pesci, il biondo aveva deciso di carpire il diem scattando il prima possibile.

 

Mentre gli pareva che le bolle emesse dalla moglie risalissero al rallentatore, lui portò avanti la mano armata utilizzando il Chakra della Volpe per poter muovere il braccio con ancora più rapidità e, in quello che gli parve un batter d'occhio, la lama venne fatta scivolare sul petto della donna toccando solo quello che non era naturale prima di tornare alla sua posizione originale dietro la fluttuante capigliatura femminile.

 

E poi il figlio di Minato, col sangue che si concentrava sempre più sotto la pelle della faccia e in mezzo alle gambe, con gli occhi che iniziavano a mostrare il suo godimento crescente e un sorriso a trentadue denti che iniziava a formarsi nonostante la bombola in bocca, ammirò le conseguenze del suo operato.

 

- - -

 

Senza che la donna si fosse ancora accorta di qualcosa, le fibre del tessuto si separarono reagendo in slow-motion: lui vide la formazione di due tagli che, da sinistra verso destra, attraversarono i due lembi pettorali fino a spezzarli in rapida successione e causando la separazione dei due collari posti sul collo e sotto il seno della femmina liberando così le due componenti che lo formavano da ogni restrizione. Ma tale liberazione ebbe delle conseguenze che l'ex allievo di Kakashi non aveva considerato o di cui forse non si era semplicemente curato.

 

Fu la percezione di alcune vibrazioni del petto che fecero distogliere all'ereditiera di casa Hyuuga lo sguardo dal piccolo banco di pesci striati. Li aveva ammirati ancora per un paio di secondi dopo il suo sospiro, avrebbe comunque smesso perché lei e il marito erano in quel luogo per recuperare qualche perla però quello che sentì non la portò a voltarsi verso il compagno o a rifocalizzarsi sulla sua scoperta ma ad osservare sé stessa. E quando lo fece, il corpo reagì di conseguenza.

 

Mentre gli occhi sgranavano, la faccia si tingeva della stessa tinta di un paio di coralli che avevano ammirato e le mani si spalancavano causando anche la caduta del suo coltello, le labbra si dilatarono incapaci di trattenere l'urlo gorgogliante che venne liberato insieme a buona parte dell'ossigeno che aveva in corpo mentre la bomboletta, ancora emettente aria, colava a picco. Tutto questo mentre Naruto, del tutto ignorato al momento, aveva assunto la stessa tinta di rosso in faccia e, rilasciando sogghignanti bollicine, si godeva lo spettacolo della donna strillante e delle due coperture che stavano diventando placidamente inutili.

 

Eppure entrambi pensarono qualcosa nello stesso momento, non la stessa cosa naturalmente, ma lo fecero insieme:

 

-Eeep! Il mio costume!-

 

-Ora so di aver trovato le mie perle...-

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Note d'Autore: holè! Per quelli che ancora mi seguono ma che non hanno ricevuto i miei auguri per un motivo o un altro... Buon Natale e felice Santo Stefano!!! Come ho annunciato nella descrizione, non ho fatto in tempo a caricare un certo capitolo (che verrà comunque caricato) e di conseguenza... il compleanno di Hinata verrà "festeggiato" in ritardo in questa fanfiction. Un'altra cosa che ho scritto è che le cover non sarebbero state realizzate tutte dal sottoscritto e, come avrete SICURAMENTE notato, questa qui non è inchiostro della mia penna. Si tratta di una richiesta che ho fatto tempo fa ad un altro artista MOOOOOOLTO più bravo di me e che ho deciso di sfruttare per questo capitolo, non si tratta del miglior pezzo che ha fatto per me, perciò... niente. Ha anche cambiato un tantino le cose da come le avevo descritte ma vabbè! Quello che non si vede o è travisato nell'immagine, lo avete letto nel testo. Se siete arrivati fino a qua.

Che altro scrivere? Boh...auguro sempre buona lettura e  chiedo sempre di farmi conoscere le vostre opinioni ma, anche se parecchi leggono... le recensioni sono scarse. Quindi... è tutto qui. Spero che il capitolo vi abbia appassionato e... se volete farmi una grazia guadagnando anche qualche punto, concedetemi uno o due minuti del vostro tempo. Ciao!

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Capitolo 4
*** Il Resto Della Vigilia ***


Capitolo 4: Il Resto Della Vigilia

 

Dopo aver svuotato circa il 95% dei suoi polmoni, la femmina si ricordò di dove si trovasse e si rese conto di cosa sarebbe accaduto se avesse continuato ad urlare gorgogliando. Quindi, anche se aveva ancora la testa surriscaldata, le mani schizzarono in alto insieme per tappare tutti i buchi della faccia. Nello stesso tempo, i suoi occhi iniziarono a guizzare per trovare la sua riserva d'aria mentre si inclinava leggermente in avanti. Si era momentaneamente dimenticata del marito e, a questo punto, il suo petto era del tutto esposto mentre i due lembi di tessuto penzolavano mezzi fluttuanti.

 

Il marito in questione era strisciato dietro di lei. In principio una parte di sé, almeno quella rimasta intoccata dagli effetti della visione a cui stava assistendo, era rimasta vigile: se la donna avesse perso i sensi per mancanza d'aria, sarebbe intervenuto subito. Aveva compreso di non doversi preoccupare nel momento in cui lei iniziava a riprendere il controllo di sé. Questo però non eliminava la sua intenzione di offrire il proprio supporto in questa imbarazzante circostanza alla corvina. Aveva trovato le sue perle, ora doveva prenderle e portarle fino alla barca ma era necessario agire al momento giusto.

 

La proprietaria delle suddette perle aveva trovato la bombola e, dopo averla infilata di nuovo in bocca, aveva chiuso gli occhi ed iniziato a fare delle profonde inspirazioni buttando fuori l'aria col naso. La faccia era ancora più rossa di una fiamma e il petto si muoveva in piena libertà ogni volta che i polmoni si riempivano e si svuotavano. Dopo circa mezzo minuto, le palpebre rivelarono di nuovo al mondo la coppia di Byakugan. Almeno all'inizio, la kunoichi si guardò intorno interrogandosi sulla posizione dello sposo ma, quando lo sguardo si abbassò di nuovo, vennero emesse altre bolle grandi e piccole. Il suo costume si era rotto ed ora il suo seno era del tutto esposto. D'istinto avrebbe preso le due coperture e le avrebbe tenute su mentre nuotava verso l'alto usando le gambe. Il piano era di arrivare alla barca e rimettersi la maglia che si era tolta prima dell'immersione, in questo modo avrebbe avuto qualcosa che nascondesse la sua parziale nudità ma, prima ancora che potesse distendere le braccia per prendere qualcosa, il suo partner rese di nuovo nota la sua presenza. Facendole emettere un'altra grossa nuvola di bolle e prolungando la permanenza sotto le sue gote del sangue in eccesso.

 

Vide le sue braccia muscolose apparire da dietro sotto le sue ascelle, per un singolo istante aveva pensato che avesse intenzione di fare quello che aveva pianificato lei stessa, e invece lui offrì copertura al suo petto in un altro modo. Senza darle molto tempo per capire cosa stava accadendo, le strizzò le tette tirandola a sé. I suoi occhi si spalancarono ancora di più ma lui parve non curarsene o non notarlo. Invece, si diede una spinta ed iniziò a nuotare portando entrambi verso l'alto. Naturalmente non si era limitato a questo: pur se minimi, le sue dita stavano facendo dei movimenti atti a darle piacere o ad ottenere del piacere, quello dipendeva dal punto di vista. In ogni caso, lei fu quasi sopraffatta da tutto questo e, socchiudendo gli occhi e respirando a pieni polmoni, rilassò il resto del corpo lasciandosi trasportare via dal fondale dall'uomo che amava.

 

- - -

 

Naruto non poteva essere più felice e soddisfatto. L'immersione si era rivelata un successo alla fine. Avevano passato del tempo insieme, il fondale li aveva sorpresi più volte, erano state trovate un po' di ostriche e il premio finale era stato ottenuto. Non era certo la prima volta che le sue mani erano a contatto diretto con le tette, e in particolare, con i capezzoli di Hinata. Era da tempo che apprezzava ogni parte del suo corpo e ne notava i più piccoli dettagli. Nel caso specifico delle mammelle, a furia di toccare ed accarezzare aveva notato quanto fosse minima la differenza che c'era fra la pelle della collina carnosa e quella dell'areola: tutti e due i tipi di epidermide erano straordinariamente lisci, l'unico elemento che faceva da confine era il colore e niente di più. Se un cieco avesse esaminato una mammella della figlia di Hiashi avrebbe potuto dire che, sì, il capezzolo era presente, ma non c'era traccia del cerchio di carne rosea intorno.

 

E un'altra cosa che il biondo aveva appreso con l'esperienza era la tipologia di mosse da fare per trasmettere maggior piacere alla sua compagna. Persino ora stava lavorando su quel fronte, le dita si erano mosse per stringere fra loro i due capezzoli ed ora erano in movimento per stimolare anche loro. Non si trattava di movenze vistose, solo quel che bastava per far ondeggiare i triangoli carnosi femminili. Non aveva in mente di fare l'amore sott'acqua ma ormai conosceva la ninja abbastanza da sapere cosa fare o dire per suggerire qualcosa in modo implicito e, una volta tornati sulla barca... chissà cosa sarebbe potuto succedere.

 

La nuova iniziatrice del suo clan non era la sola a trovarsi in certe condizioni fisiche e mentali, la stimolazione del seno non era concepita per dare piacere solo ad una delle parti in gioco. Se la faccia della donna era cremisi, la sua non era di certo prevalentemente rosea. E se lei stava respirando senza curarsi più di trattenere il respiro, anche lui emetteva nuvole bollose ad intermittenza. E il sangue pompato in più non era fluito solo alla faccia, i due erano a contatto diretto: la parte posteriore di lei era premuta contro il petto, il tronco e la vita di lui e questo significava che, malgrado i due costumi in mezzo, l'ereditiera era in grado, magari solo minimamente, di percepire il suo organo maschile inturgidito. Continuando a sgambare avvicinandosi agli strati più superficiali dell'acqua, anche il maschio chiuse gli occhi compiaciuto di entrambi: -~Adesso potrei finire quello che ho cominciato e godermi le perle trovate hihihihihihi...~-

 

- - -

 

Nella mente della principessa qualcosa le fece capire che le cose erano andate fuori controllo, lo aveva solo voluto punzecchiare un po' prima di immergersi con quel nuovo costume, non pensava che le cose degenerassero in quel modo. Doveva ancora capire se si era rotto accidentalmente o se il marito ci avesse messo lo zampino ma quello che sentiva dietro di lei le aveva fatto capire un'altra cosa: -C-credo che... N-N-Na-Naruto-Kun intenda fa-fare l'amore c-con m-m-m-me... devo... devo trovare u-un modo pe-per evitare c-che... che succeda. N-non è... non è ancora i-il mo-momento per... per quello...-

 

Lei aveva in mente di amoreggiare col marito, naturalmente. Era una delle cose che si era prefissata di fare durante la loro vacanza ma... voleva aspettare fino al giorno dopo. Voleva concedersi a lui il giorno del compleanno, desiderava che fosse qualcosa di speciale. Non che ogni altra occasione non lo fosse ma, nelle attuali circostanze, avrebbe avuto una valenza anche simbolica. Tutta la scena che aveva fatto prima di tuffarsi era solo per provare ad essere dall'altra parte della barricata, non si era aspettata di avere avuto un tale effetto su di lui.

 

Eppure le mani sul seno e... ciò che sentiva contro i suoi glutei erano una chiara manifestazione di ciò che probabilmente stava ora passando nella mente maschile. Era urgente trovare uno stratagemma per uscire dalla spirale in cui stava entrando e, un improvviso quanto provvidenziale ricordo, le diede la risposta che cercava: quella mattina Naruto aveva detto che avrebbe dovuto lavorare già prima di pranzo e, considerando il tempo trascorso e quello che sarebbe dovuto ancora trascorrere, non avrebbero avuto il tempo di fare certe cose. Che poi... dove si supponeva che facessero l'amore, in barca? Non pensava che la piccola imbarcazione potesse soddisfare i loro requisiti di comodità e comfort, ma non sapeva nemmeno se il marito avrebbe dato peso a questi dettagli.

 

Avendo comunque guadagnato un minimo di risoluzione, continuò a lasciarsi trasportare mentre, nella mente, formulava il discorso che avrebbe dovuto pronunciare. La cosa si dimostrò comunque parecchio ardua perché il piacere, il contatto ed il rossore erano difficili da ignorare.

 

- - -

 

Le loro teste emersero in prossimità della chiglia creando momentaneamente due piccole cascate, poi la reincarnazione di Hashirama cambiò presa su di lei per continuare a sostenerla e per potersi liberare la bocca: le tolse le mani dalle tette e le cinse il busto con un solo braccio in modo da continuare a tenerla mentre il seno si poggiava su di esso. Poi prese la propria bombola in mano attendendo che lo facesse anche lei.

 

Ci mise qualche secondo, ma lo imitò senza farlo aspettare troppo tempo. Solo che, nel momento in cui lei tornava a respirare normalmente continuando a tenere gli occhi chiusi, lui partì alla carica con tono amorevole: “Allora, Hinata... ignorando l'incidente avvenuto alla fine, ti è piaciuta l'immersione?”

 

“N-N-Naruto-Kun... i-io...”

 

Lui le soffiò su una parte di collo scoperta facendola rabbrividire ma non per il freddo: “Sai di che avrei voglia ora?” Stava diventando sempre più arduo parlare, lui non stava perdendo tempo e la corvina stava avendo sempre più difficoltà a rimanere lucida: “N-Naruto-Kun... t-tu...”

 

“Tu...?” Aveva già riposto la sua bomboletta dentro la barca ed ora la sua mano libera le stava accarezzando con studiata delicatezza il ventre, facendola tremare impercettibilmente sempre di più: “Tu... tu non... n-non devi... la-lavorare?”

 

La mano si fermò di colpo: “Eh?”

 

La femmina sollevò una palpebra rivedendo la luce non filtrata dall'acqua dell'oceano ed immaginandosi vicina all'uscita di un tunnel oscuro: “Ha-hai detto c-che... a-avresti ri-ripreso ad... a-ad osservare... Mu-Mugetsu-Sama... prima d-di pranzo. Qua-quando avrebbe ripreso i... i suoi... i suoi impegni di-diplomatici.”

 

“...”

 

“Na-Naruto-Kun?”

 

Il biondo si era bloccato per un secondo, aveva del tutto dimenticato di dover anche lavorare quel giorno e, naturalmente, non sospettava minimamente che la moglie cercasse di evitare di trovarsi in una situazione con meno indumenti di quelli che indossavano in giro. Anzi, nella sua visione, lei gli aveva ancora una volta ricordato il suo dovere di shinobi. Però si sbloccò abbastanza in fretta e il suo tono rassicurò la donna fra le sue braccia: “Hai ragione, Hinata. Mi ero dimenticato di questo dettaglio, meno male che ci sei tu insieme a me!”

 

Le diede anche un innocente bacio sulla guancia, il suo sangue era ormai defluito dalle zone in cui si era accumulato ma questo non valeva per la sua consorte. La quale, pur essendo adesso libera dalle sue braccia, esitava a risalire sulla barca: “Ehm... Naruto-Kun?”

 

“N-non è che potresti... vo-voltarti, per favore?”

 

“Voltarmi? E perché?”

 

Lei si voltò quel tanto che bastava per mostrare il suo imbarazzo e il suo traballante occhio sinistro: “Pe-perché s-sono mezza nu-nuda.”

 

L'altro si grattò la testa confuso: “E quindi? Ci siamo visti decine di volte mezzi nudi o anche totalmente nudi, che problema c'è adesso?”

 

“NARUTO-KUN!”

 

Gli sfuggì una nervosa risatina: “Va bene, va bene. Mi volto.”

 

Quando fu sicura di non essere vista dal marito, la portatrice del Byakugan risalì sulla barca andando subito a cercare i suoi vestiti, solo che Naruto non lo sapeva: “Hinata? Non sei ancora salita sulla barca?”

 

“S-sì ma... non... non voltarti ancora, mi sto ve-vestendo.”

 

- - -

 

Il viaggio di ritorno fu fatto nel totale silenzio, la donna era troppo imbarazzata per iniziare un discorso e rimase per tutto il tempo seduta con lo sguardo basso e con le braccia strette attorno al petto. L'uomo invece era di altro umore, si era goduto le tette della moglie per un po' dopo aver nuotato in una baia dalle acque limpide e ricca di vita. Certo, avevano perso i coltelli ma nessuno gli avrebbe proibito di tornare un'altra volta, magari per cercare veramente delle perle e non solo per cogliere l'attimo. Tuttavia, anche lui rimase in religioso silenzio: la moglie sembrava convinta che il costume si fosse rotto accidentalmente e se avesse detto una sola parola sbagliata o avesse parlato con troppo entusiasmo, lei avrebbe capito quello che, almeno per la sua integrità fisica, era meglio non capisse.

 

Una volta tornati al molo, raccolsero le loro cose e si diressero di nuovo dal venditore che avevano incontrato prima per concludere i loro affari. Infine tornarono verso l'albergo. E Hinata, in via del tutto eccezionale, fece sbrigare in bagno prima lui. Le proteste sollevate non ebbero alcun risultato contro la sua fermezza. Lui aveva del lavoro da fare e quindi era giusto che si lavasse e cambiasse per primo. Il fatto che fosse ancora parzialmente rossa e che, per tutto il tempo in cui lui fu presente, non tolse mai le braccia dal petto era qualcosa di secondario. Comunque, prima di lasciarla, il ninja promise di tornare per pranzo così da poter almeno mangiare insieme prima di doversi separare di nuovo.

 

Fu solo dopo la sua uscita che la femmina si rilassò. Si fece una doccia per sciacquare via il sale che ancora aveva addosso ma, una volta fuori dal box semitrasparente, le venne l'idea di farsi un lungo bagno rigenerante. Senza mettersi qualcosa addosso mentre la vasca si riempiva, approfittò di questo momento morto per riflettere su quello che era accaduto sott'acqua. Era certa che qualcosa non tornasse, prima di acquistarlo il giorno prima, si era un po' mossa nel camerino col costume addosso e non le pareva di aver fatto movimenti bruschi mentre era in acqua. Quindi si era davvero rotto accidentalmente come aveva affermato il marito? Non poteva esserne sicura, se lui avesse fatto qualcosa per romperlo se ne sarebbe accorta e invece non aveva avvertito niente finché il suo seno non aveva iniziato a traballare. Magari aveva davvero ragione lui... o magari no.

 

Cos'aveva fatto prima che accadesse il fatto? Naruto le aveva indicato qualcosa da vedere e lei si era voltata muovendo solo il collo, quindi non poteva aver sollecitato i lembi sul petto, o almeno non direttamente. La vasca si riempì e lei si adagiò dentro facendo un lungo sospiro mentre si dava un'occhiata al seno. Era vero che fosse grande, già anni prima Sakuka aveva mostrato la sua invidia ma sarebbe stato grande abbastanza da rompere un indumento? E stranamente non era successo nulla quando si era agitata mentre veniva tirata giù, com'era possibile che si fosse rotto di colpo e senza nessun movimento brusco o improvviso?

 

Naruto sarebbe tornato per pranzo, lo avrebbe interrogato mettendolo alla prova. Se fosse stato lui a causare la rottura, avrebbe finito per confessarlo. O glielo avrebbe fatto confessare lei. Non aveva dimenticato quanto il marito fosse rimasto terrorizzato quando il padre lo aveva colpito dopo... una loro notte d'amore nel luogo e nel contesto sbagliati. Anche lei aveva subito gli effetti di un colpo inferto utilizzando il Byakugan, ma le era stata inferta una pena minore: la cecità per un mese. Lo stesso lasso di tempo della pena che aveva subito quello che, al tempo, era ancora solo il fidanzato.

 

Si erano ripresi entrambi e la loro relazione si era evoluta col matrimonio, ma certi ricordi sono impossibili da cancellare e lei aveva gli stessi occhi del padre.

 

- - -

 

Una ventina di minuti dopo la fine del suo bagno, il suo sposo riapparve nella suite. Aveva una strana espressione in volto ma non disse nulla nell'immediato. Invece propose di pranzare al piano di sotto, non aveva notato molte persone quando era arrivato e aveva ipotizzato che, almeno in quella fascia oraria, non ci sarebbe stata la stessa ressa della sera del loro arrivo. Non avendo niente in contrario, la moglie acconsentì.

 

Il menù odierno comprendeva vari tipi di carne cotti in una miriade di modi diversi. Non erano gli unici piatti disponibili naturalmente e la donna si accontentò di un'insalata leggera. Il biondo invece ordinò una bistecca arrostita. Ci sarebbe voluto un po' prima che il cibo arrivasse e così Hinata avviò la conversazione: “Allora? Cosa vuoi dirmi? Ho capito che volevi parlarmi di qualcosa nel momento in cui hai preferito invitarmi qui, cosa c'è?”

 

L'uomo intrecciò le dita sul tavolo: “Ci sono 2 notizie, 1 buona e 1 cattiva. Quale preferiresti sentire per prima?”

 

“È indifferente, scegli tu.”

 

“D'accordo, allora dirò prima la cattiva.” Gettò uno sguardo intorno alla sala, le poche persone presenti ai tavoli stavano tranquillamente chiacchierando fra loro senza curarsi della coppia di ninja. Nonostante questo, lui preferì abbassare il volume della voce: “Il nostro diplomatico ha avuto un... brutto colloquio.”

 

Istintivamente, la femmina lo imitò: “Brutto colloquio? In che senso?”

 

“Beh... ha incontrato del delegati del Paese del Vento, posso dirlo con certezza perché ho riconosciuto il simbolo del Villaggio sulle loro borse e sui loro blasoni, ma... le cose non sono andate benissimo. Non ero abbastanza vicino da sentire ogni parola ma, ad un certo punto, il volume delle voci si è alzato e poi, poco per volta, sono usciti tutti dalla stanza in cui erano.”

 

“Capisco... se le relazioni fra i nostri Paesi dovessero deteriorarsi, forse neanche Gaara-San potrà fare qualcosa.”

 

“Può darsi, tuttavia la cosa ci riguarda solo relativamente. Piuttosto è quello che ho sentito dopo che ci interessa direttamente.” Lei aveva notato che, parlando, lui aveva iniziato a sogghignare. Non si trattava certo di un brutto segno, o almeno questo era quello che pensava la kunoichi. Tuttavia volle avere una conferma: “Perché? Cos'hai sentito?”

 

Il marito ridacchiò un momento sporgendosi un po' più avanti ma sempre tenendo il volume basso: “Come da prassi, ho seguito il nostro uomo fino alla sua stanza, senza farmi scoprire naturalmente, e, dopo essere entrato, ha dichiarato alle sue guardie che si sarebbe preso il pomeriggio libero. Non avrebbe voluto vedere orari o sentir parlare di altri incontri per il resto della giornata. Poi ha concluso dicendo che avrebbe incontrato di nuovo la delegazione il giorno successivo per risolvere i problemi che erano nati durante il loro incontro.”

 

Gli occhi perlacei di Hinata si illuminarono un momento: “Questo significa che...”

 

Lui la abbagliò con i suoi denti splendidi: “Esatto! Ho il pomeriggio libero! Questo vuol dire che possiamo stare insieme ancora di più! Magari potremmo anche fare spese insieme!”

 

La parola spese fece accendere una lampadina nel cervello femminile, c'era una questione che intendeva sollevare e lui le aveva appena inconsciamente fornito un appiglio. Dal momento che era una ninja di alto livello, non mostrò niente al mondo esterno: “Spese? Che spese?”

 

“Non lo so, magari qualche souvenir per i nostri amici a Konoha... o dei nuovi vestiti tipici del posto da sfoggiare quando torneremo a casa... magari potremmo comprarci un nuovo costume tutti e due.”

 

Gli ingranaggi stavano iniziando a girare: “Un nuovo costume?”

 

“Certo, a me non dispiacerebbe averne uno nuovo e tu... dopo quello che è successo stamattina, devi procurartene un altro. Naturalmente pagherò io per tutti e due, è il minimo che possa fare dopo lo scherzo che ti ho giocato.”

 

Dentro di lei, Hinata fece un ghigno degno di una sua teorica controparte arrogante e assolutamente non timida: -Lo scherzo che mi hai giocato, mh? Sarei curiosa di saperne di più sull'argomento...-

 

La corvina abbassò la faccia quel tanto che bastava a far sì che la sua frangia le nascondesse gli occhi: “Naruto-Kun, di quale scherzo parli?”

 

Il marito stava ancora sorridendo ma qualcosa nel suo tono lo mise in allerta: “Eh?”

 

“Hai sentito la domanda, di-quale-scherzo-parli?”

 

“Ehm... di quello che ti ho... fatto quando eravamo nella baia. Pe-perché lo chiedi?”

 

Il suo intero corpo venne attraversato da un brivido quando l'altra raddrizzò lentamente la faccia e lui la vide. Le iridi erano contratte e sui lati degli occhi erano apparse decine di piccole vene, segno che l'ereditiera aveva deciso di sfoggiare la sua Abilità Innata. Eppure fu il suo tono ancora perfettamente tranquillo, accompagnato da uno dei piccoli sorrisi che adorava tanto, a farlo tremare maggiormente: “Perché non sono sicura che stiamo parlando della stessa cosa, Anata. Potresti essere un tantino più specifico e dirmi cosa avresti fatto in modo dettagliato?”

 

“Ah... i-io...”

 

A quel punto, una seconda voce risuonò nella mente della forza portante: -Ragazzo! Non fare mosse false! Non osare dire la cosa sbagliata incassando un colpo in qualche punto sensibile o giuro che, dopo averci fatto riprendere, ti divorerò dall'interno!-

 

-Ku-Kurama?!?-

 

-No, Madara Uchiha! Certo che sono Kurama! Chi credevi che fosse, la tua mammina deceduta?!?-

 

-Non... non tirare in ballo mia madre adesso. Che... che devo fare?!?-

 

-Respira. Immetti aria nel tuo corpicino e poi buttala fuori, ripeti questo processo un paio di volte e poi usa le parole necessarie per evitare di essere colpito!-

 

-Mi stai dicendo di mentire a mia moglie?!?-

 

-No, ti sto INTIMANDO di non farti colpire! Se ritieni di non poterlo fare, dammi il cambio e fa' parlare me!-

 

-Scordatelo, non se ne parla nemmeno!-

 

-Allora non costringermi a fare quello che ho annunciato! Se finisci di nuovo a terra e mi tocca rimetterti in piedi, giuro che ti farò pentire di aver sposato questa tipetta dagli occhi cangianti! Passo e chiudo!-

 

-No, Kurama, aspetta!!!-

 

Il dibattito fra uomo e Cercoterio durò solo per un istante nel mondo reale e l'uomo, dopo la chiusura del contatto, si ritrovò dove si trovava l'istante precedente, davanti ad un membro del clan Hyuuga pronto a colpire. Si sentì improvvisamente avvampare e dovete bere un sorso d'acqua mentre il suo momentaneo avversario attendeva con pazienza la sua risposta: -Oh, andiamo! Devo solo limitarmi a parlare di quando l'ho afferrata dalla caviglia, che ci vuole? Fintanto che non dico nulla sul taglio che ho fatto... dovrei essere al sicuro. Cioè... lei non è certa che il costume l'abbia rotto io, altrimenti mi avrebbe già sistemato in camera, giusto? Vo-vo-vo-voglio dire... non... non progetterà mica d-di colpirmi qui co-con... con tutta la gente che c'è, ve-vero? E poi... lei è mia moglie! No-non sarebbe neppure nella sua natura fa-fare qualcosa del genere, n-no? Oh, cavolo, l'acqua sta finendo... avanti, Naruto! Esci da questa situazione imbarazzante e non pericolosa! Sei l'Eroe di Konoha e della Guerra, come fai ad avere paura degli o-o-occhi della donna che ti ama?!?-

 

Siccome non era un mimo al lavoro, Naruto non fece finta di bere un liquido invisibile e rimise il bicchiere sul tavolo facendo un profondo sospiro. Sempre sotto lo sguardo di due Byakugan attivi. Infine parlò con tutta la naturalezza che riuscì a sfoggiare: “Hinata, io pa-parlo di quando t-ti ho... preso pe-per il piede e... e... e ti ho ti-tirata giù vero i-il corallo. È di... di quello scherzo che pa-parlavo.”

 

Lo sguardo dell'altro occupante del tavolo rimase invariato: “Oh, capisco. Quindi non lo fai per essere perdonato per quello che hai fatto al mio costume?”

 

Prima ancora che le labbra del maschio si potessero dischiudere, la voce della Volpe eruppe di nuovo nella sua mente: -NARUTO!!! NON CADERE NELLA TRAPPOLA!!!-

 

Tale intervento fu provvidenziale: “Al tuo costume?!? No, aspetta... tu credi forse che io...”

 

“Potrei farlo, sì.”

 

“M-ma... perché avrei dovuto?”

 

La consorte poggiò i gomiti sul tavolo e posizionò le mani sotto il mento incrociando le dita in modo da poterlo appoggiare su di esse: “Non saprei, magari per... offrirmi una copertura in seguito, come poi hai fatto?”

 

“Oh, andiamo, Hinata! Non farei mai una cosa del genere e in nessuna circostanza!”

 

Anche in questo caso, non ci furono variazioni nello sguardo perlaceo: “Provalo, dimostrami che dici il vero. Potrei capirti... siamo sposati, eravamo da soli e in un posto incantevole, avevo addosso qualcosa che mostrava una buona porzione del mio corpo, i miei capelli fluttuavano... magari ti è venuta voglia di fare certe cose e hai agito. Non potrei avere ragione?”

 

-Cavolo, non credevo che mia moglie avesse preso lezioni da Shikamaru di recente, ha praticamente fatto centro su tutta la linea... ma ho ancora un modo per salvarmi, speriamo bene...-

 

Le concesse un segno di assenso: “Non negherò che potresti avere ragione. Tuttavia c'è un dettaglio importante che mi scagiona totalmente.”

 

“Davvero? E qual'è?”

 

“Il contesto in cui tutto è successo. Ho visto come hai reagito quando il tuo costume si è rotto e sono certo che progettavi di usarlo anche in altre occasioni. Ora, secondo te, romperei una cosa che hai appena comprato e rischierei di vederti annegare solo per toccarti il petto? Voglio dire... ho già avuto modo più volte in passato di ammirare e... apprezzare il tuo corpo. Sarebbe offensivo ed ipocrita negare che io sia attratto da te sotto quel punto di vista ma converrai certamente che non arriverei mai a tanto solo per poterti toccare.”

 

“Mh... però, a giudicare da come hai mosso le mani, quando mi hai coperta hai provato piacere. Non è vero?”

 

Gli scappò una piccola risata nervosa: “Come ho detto... sa-sarebbe da ipocriti negare certe cose. È ovvio che mi sia piaciuto toccarti il seno, ma ricorda sempre che l'ho fatto con l'unico scopo di aiutarti. Come avresti fatto a tornare su se non ti avessi aiutata, mh?”

 

Ci fu un interminabile secondo in cui lei continuava a mantenere attivi gli occhi e lui si chiedeva se la sua arringa lo avesse scagionato. Poi arrivarono i camerieri con le loro porzioni e le vene sparirono dalla faccia della ragazza, che comunque non distolse lo sguardo. Anche quando li ringraziò per il cibo ricevuto. Fu solo quando prese la forchetta che concesse all'altro di riprendere a respirare normalmente: “D'accordo. Ti credo e accetto la tua proposta.”

 

“Qu-quale proposta?”

 

Si guadagnò un nuovo sorriso, più spontaneo e meno inquietante: “Quella di andare insieme a fare shopping. Itadakimasu!”

 

Lui ricambiò l'augurio ma solo dopo aver fatto un lungo sospiro: -Meno male, è andata bene...-

 

-Avrei preso il sopravvento se avessi detto una sola parola sbagliata, sappilo!-

 

-Fa' silenzio tu, stupida palla di pelo!-

 

- - -

 

Come d'accordo, poco dopo pranzo, i due uscirono per le vie del Villaggio con l'intenzione di spendere un po' del denaro che si erano portati dietro. Visitarono anche un paio di negozi di abbigliamento, Hinata voleva comprare qualche capo tipico del luogo e il marito non aveva niente in contrario se questo l'avrebbe fatta contenta.

 

Passarono anche in qualche via costeggiata di bancarelle, dove trovarono vari oggettini da portare via con loro: altre due riproduzioni marmoree della zona per Sakura e Ino, un kunai dalla forma esotica per Tenten, due piccoli soprammobili a forma di samurai per Shino e anche una sorta di... osso-pulisci-denti per Akamaru. In verità, Naruto ne aveva preso uno anche per Kiba, ma questo dopo che la moglie era uscita e tramite un clone.

 

Entrarono anche in una gioielleria ma non acquistarono nulla perché il costo e la consapevolezza di poter trovare altri gioielli per conto proprio li dissuasero dallo spendere soldi in quel modo. E finalmente giunse il momento di visitare un salone di costumi. Entrati insieme, si separarono abbastanza presto, gli indumenti erano divisi come due proprietà terriere: le cose per uomo erano da un lato e le cose per donna erano dall'altro, i camerini erano in mezzo quasi come a cucire insieme le due parti della struttura interna.

 

Entrambi trovarono qualcosa da provare: lui un nuovo costume a boxer del tutto simile a quello che aveva già ma di un colore più consono alle sue tendenze: arancione. E anche la sua partner aveva trovato qualcosa, ancora più invitante della scelta del giorno precedente: si trattava di un altro completo a due pezzi, era verde ed elasticizzato ma, mentre il precedente era formato da un tanga e due strisce di tessuto tenute sul corpo da due cinturini, questo doveva essere annodato per essere indossato e, se si escludevano i fili da annodare, solo tre triangoli di tessuto avrebbero coperto le aree tipicamente femminili di un corpo umano.

 

Naruto fu il primo a provare il nuovo pezzo e, senza troppe cerimonie o giri di parole, Hinata dette la sua approvazione. Poi fu il suo turno di provare il capo scelto e, mentre lei faceva un paio di giri su sé stessa per farsi vedere, il biondo aveva iniziato a salivare e a smettere di ragionare normalmente. Tuttavia, quando lei si fermò, era ancora abbastanza lucido per sollevare un dubbio. Tenendosi il mento fra il pollice e l'indice, prese la parola: “Hinata, forse dovresti fare un ultimo test prima di comprarlo...”

 

Lei piegò la testa di lato confusa: “Mh? Che tipo di test?”

 

Gli fu impossibile non mostrare un sorriso volpino: “Prova a saltellare un po', così vedremo se sarà abbastanza elastico per il tuo fisico. Non vogliamo mica che succeda di nuovo qualcosa di spiacevole, vero?”

 

La donna si diede un'occhiata ancora confusa: “Saltellare? E perché do...” L'illuminazione le dipinse un corrispettivo sorriso in faccia: “Oh, hai ragione, Naruto-Kun. Devo controllare che non si rompa o i nodi si sciolgano se faccio qualche movimento strano.”

 

Il sorriso del marito era sempre più ampio: “Allora fallo, cosa aspetti?” Probabilmente non avrebbe potuto giocarle lo stesso scherzetto una seconda volta, ma vedere le colline pettorali in movimento era piacevole anche sulla terra ferma. Tuttavia la moglie lo lasciò a bocca asciutta facendo un passo indietro per rientrare nel camerino e chiudendo le tende.

 

Lui rimase fermo lì, davanti ad una tenda chiusa e col sorriso ancora mezzo stampato in faccia mentre sentiva i piedi della sua dolce metà rimbalzare sul tatami. Poi le tende vennero di nuovo aperte da una donna raggiante: “Questo qui è perfetto, Naruto-Kun! Non c'è il minimo rischio che i fili si spezzino!”

 

“...Già... ...è... ...fantastico...”

 

Si rimisero addosso i propri abiti e raggiunsero la cassa per pagare ciò che avevano scelto, per tutto il tempo un sorriso plastico rimase impresso sulla faccia del ninja di Konoha.

 

- - -

 

Poco dopo erano di nuovo all'ingresso del loro attuale complesso residenziale. Uno dei due non era ancora riuscito a sciogliere abbastanza i muscoli facciali per cambiare espressione mentre il secondo elemento ignorava deliberatamente e felicemente questo fatto. Ammesso e non concesso che a pranzo l'imputato non avesse mentito, adesso la vendetta per lo spavento era stata compiuta.

 

Giunsero alla reception per avere indietro le chiavi e, dopo averle ricevute, l'impiegata mostrò anche un altro oggetto che era stato lasciato per loro: “Un altro ospite vi ha lasciato un biglietto e ha chiesto cortesemente di fornirgli una risposta il prima possibile.”

 

Questo attirò la curiosità di entrambi mentre la corvina prendeva il biglietto in questione. Si trattava di un formale invito a cena per quella sera stessa da parte di Mugetsu Vasuki, l'uomo al centro della missione del marito. Facendo un piccolo inchino e pregando di attendere, Hinata prese il marito per il braccio e lo tirò da parte così da potersi confrontare senza dare troppo nell'occhio: “Che ne pensi? Dici che dovremmo accettare?”

 

“E perché no?”

 

“N-non potrebbe essere... rischioso. Magari per... la tua copertura?”

 

“Non credo. Ci siamo già incontrati e lui sa che alloggiamo qui. Magari vuole invitarci per godersi la cena in compagnia di altri che non siano le sue guardie. Ricorda che si è anche preso il giorno libero. Non ci vedo niente di strano in quest'invito. Anzi, magari ci potrebbe dare qualche altra perla di saggezza su questo Villaggio.”

 

La femmina si picchiettò con la punta del dito sulle labbra immersa in profondi pensieri: “Dici che non ci sono rischi, quindi?”

 

Lui annuì: “Sì, ma se tu non te la senti, respingeremo l'invito ovviamente.”

 

“N-no! Non... non si tratta di questo...”

 

“E allora cosa?”

 

“E che... siamo stati in mezzo alla gente fino ad ora, non mi va di cenare con la confusione e il chiacchierio tutto intorno a me.”

 

“Mh... cosa dice di preciso il biglietto?”

 

Lei se lo portò davanti ed iniziò a leggere: “Gentili Naruto Uzumaki e consorte, mi farebbe grande piacere e onore se accetterete questo mio invito. Gradirei la vostra presenza questa sera a cena alle ore 20:00 nella mia suite, la numero 873. Cordiali saluti. E poi c'è la sua firma.”

 

Lui sorrise sinceramente dopo tutto il tempo che lo aveva fatto quasi in modo artificioso: “Se le cose sono come le ha descritte, allora non ci sono problemi! Saremo nella sua stanza, non al ristorante. È perfetto. E potrò anche dare un'occhiata approfondita al luogo in cui risiede così, se dovessi intervenire per qualche ragione, avrò anche un'idea del posto.” Poi tornò serio guardando gli occhi della consorte: “Comunque la decisione finale è tua. Che vuoi fare?”

 

“Beh... se saremo da soli... certamente non avremo una folla intorno quindi... va bene, mi hai convinto. Accettiamo la sua proposta.”

 

“Ci penserò io, tu puoi anche iniziare a salire.”

 

Si scambiarono un veloce bacio sulle labbra e si divisero: una andò verso gli ascensori e l'altro tornò alla reception: “Può far sapere al signor Vasuki che accettiamo la sua offerta.”

 

La donna fece un piccolo cenno di assenso senza perdere il sorriso: “Sarà fatto, signore.”

 

“Però avrei 2 piccole domande prima di congedarmi.”

 

“E quali sono?”

 

“Per prima cosa, vorrei sapere cosa si mangerà stasera.”

 

“Varie tipologie di pesce, crostacei, frutti di mare e frutta allegata. Ma se preferisce, può ordinare anche altro. I nostri chef sono a completa disposizione dei clienti.”

 

Lui ondeggiò la mano con noncuranza: “Nono, il pesce va benissimo. Piuttosto, la seconda cosa che vorrei sapere è...”

 

- - -

 

Quando il maschio raggiunse la camera, dopo aver usato le scale per evitare di fare qualche pasticcio, la femmina era in bagno. Poteva rendersene conto dal rumore causato dallo scorrere dell'acqua. Avevano ancora una buona quantità di tempo prima di dover andare al piano superiore e Naruto, considerando gli sviluppi inaspettati e il fatto che il giorno dopo sarebbe stato del tutto dedicato alla moglie, accese il computer e digitalizzò le parole che intendeva dire a Kakashi. Lavorò con calma, si trattava sempre di un messaggio che sarebbe finito sotto gli occhi del Daimyo e lo shinobi non aveva voglia di dare una brutta impressione delle cose.

 

Ci mise circa venti minuti. Molto più del solito ma, in pratica, volle revisionare l'intero testo correggendo ogni parola che sembrava non adatta o fuori posto. Finalmente, quando gli parve abbastanza presentabile, chiuse il tutto con dei saluti formali e inviò l'e-mail.

 

Quasi nello stesso momento, la porta del bagno si aprì permettendo l'ingresso della sua bella nella stanza: “Hai mandato un altro messaggio all'Hokage?”

 

Lui si voltò, per una volta non influenzato da quello che aveva davanti: “Sì, avrei dovuto farlo domani ma... siccome ci sono state delle interessanti novità, ho cambiato i piani.”

 

“Capisco, comunque ora il bagno è libero, puoi andare a lavarti tu.”

 

“Sì, certo che è libero... mi sarebbe impossibile non accorgermene.” Forse il cuore non aveva iniziato a pompare il triplo del sangue ma vedere una bella donna con null'altro che un accappatoio color lillà addosso catturerebbe lo sguardo di qualunque uomo. E uno sguardo di un certo tipo non potrebbe mai non essere notato dalla donna in questione, che infatti avvolse intorno a sé ancora di più ciò che la copriva: “Cerca di non farti venire qualche strana fantasia, abbiamo un impegno e il tempo è limitato.”

 

Il biondo annuì senza perdere il ghigno: “Ovviamente. Comunque stasera si mangerà pesce e altra roba allegata, spero che non ti dispiaccia perché, in caso contrario, mi hanno detto che è possibile ordinare qualcosa di diverso.”

 

Lei scosse le mani assolutamente non scoraggiata: “Il pesce va benissimo, non avrò problemi.”

 

“Bene, allora io vado a lavarmi.”

 

Le passò di fianco e, subito dopo averla superata, le diede una pacca in corrispondenza del sedere. Lei fece un minuscolo balzo arrossendo lievemente ma, prima ancora che potesse voltarsi per riprenderlo, il suo sposo si era già barricato in bagno emanando una falsamente malefica risata. Tuttavia anche lei aveva un suo piano per il giorno dopo: -~Divertiti ora, Anata, perché domani sarò io a lasciare di stucco te~-

 

Con tale pensiero in testa, l'erede di casa Hyuuga si diresse verso la camera da letto per decidere cosa indossare per la singolare occasione.

 

- - -

 

“Vorrei innanzitutto farvi le mie più sincere scuse per... il trattamento che avete subito ancora prima di poter entrare.” I due erano andati all'appuntamento ma, quando avevano bussato alla porta, erano stati accolti da una montagna umana i cui occhi erano nascosti da lenti scure e che, quasi senza preavviso, tirò fuori uno strano aggeggio luccicante che usò per sfiorare la loro intera superficie. Secondo l'omone si trattava di una misura di sicurezza per localizzare oggetti metallici. Quel coso era suonato solo quando, all'altezza della vita, era passato vicino ad una innocua catenella dei pantaloni dell'Eroe di Konoha.

 

Per fortuna nessuno era andato in allarme e non erano apparsi i colleghi della guardia, ma ci vollero delle spiegazioni molto ben convincenti per mostrare quanto l'oggetto fosse innocuo.

 

Solo dopo il cenno di assenso del tizio accigliato, la coppia poté mettere piede nella suite del funzionario. Si trattava quasi di una versione ingigantita della loro camera, le altre porte erano chiuse e quindi era impossibile sapere se anche il connazionale avesse un letto a forma di cuore ma il soggiorno sembrava essere grande il doppio del loro, il tavolo era molto più lungo, al posto della finestra c'era un balcone e c'era anche una coppia di divani color crema, assenti nello spazio al piano inferiore. Si erano accomodati e il loro ospite aveva iniziato a parlare: “Di certo comprenderete che questo non dipenda da me.”

 

Hinata annuì appena: “Naturalmente, Mugetsu-Sama. Sono misure atte a garantire la sua sicurezza. È perfettamente comprensibile.”

 

“Sì, anche se ne farei volentieri a meno. È già stato complicato convincere 3 dei miei uomini a stabilirsi nella stanza accanto. E non è stata nemmeno una vera vittoria, hanno accettato questo compromesso solo a patto che, a rotazione, uno di loro sia sempre con me.” Si rivolse al suo sorvegliante in posizione dietro il divano: “Dico bene?”

 

L'altro non cambiò espressione: “Come ha appena spiegato, questa misura è stata adottata per garantire la sua sicurezza, Mugetsu-Sama.”

 

Il cortigiano si rivolse di nuovo ai due allargando le braccia in modo innocente e socchiudendo gli occhi: “Visto? Non sono mai da solo, gli unici momenti di privacy che mi sono concessi sono quelli che passo in bagno e a letto.”

 

Naruto soppresse una risata, chissà come avrebbe reagito se avesse saputo la vera ragione della sua presenza a Enotorc: “Beh, non per fare l'empatico ma posso dire di... capirla. Anch'io ho passato del tempo tenuto sotto stretta sorveglianza e senza neanche sapere di esserlo. Almeno lei non è all'oscura di ciò che le accade intorno.”

 

L'altro annuì riabbassando le braccia: “Molto vero e molto giusto.”

 

“Posso chiederle perché ci ha invitato a cena, se non suono troppo invasiva?”

 

“A dire il vero, oggi non è stata una giornata piacevole. Non mi è concesso condividere molti dettagli ma... ho incontrato delle persone poco simpatiche. Oserei quasi dire... troppo legate al passato. Non ho passato un bel momento con loro e così mi sono preso del tempo libero rimandando a domani tutti i miei altri impegni. E poi mi siete tornati alla mente voi due, gli unici altri abitanti del Paese presenti con cui abbia davvero piacere di chiacchierare.”

 

I due fecero un altro cenno di inchino prima che il biondo rispondesse per entrambi: “Le sue parole ci onorano, Mugetsu-Sama.”

 

“Ah, vi prego! Basta col sama. Stasera siamo semplici amici insieme per una semplice cena. Niente politica, titoli e missioni. E datemi pure del tu, non ne nascerà un dramma.”

 

I coniugi si scambiarono un'occhiata confusa prima che la donna parlasse di nuovo: “Co-come desideri, Mugetsu-Sa... Mugetsu.”

 

L'altro sorrise facendo un applauso: “Ecco, è così che mi piace parlare, come abbiamo fatto in spiaggia. E a proposito della spiaggia...” La pausa attirò tutte e due le coppie di occhi: “...ho già ordinato la cena ma arriverà fra poco, perché nel frattempo non mi dite se avete seguito il mio suggerimento.”

 

La corvina venne attraversata da un istantaneo brivido: “Su-suggerimento?”

 

“Certo, riguardo alle 2 baie che vi ho suggerito di visitare. La Baia delle Perle e la Baia della Tranquillità. Lo avete fatto, alla fine?”

 

Fu il maschio a rispondere sorridendo e sforzandosi di calibrare le parole facilmente influenzabili dai suoi recenti ricordi: “Ah, sì! Abbiamo visitato la prima proprio questa mattina. È stata un'esperienza... memorabile.” La moglie scoccò un'occhiataccia istantanea chiedendosi se lui si riferisse all'esperienza generale o solo all'ultimo atto. Per fortuna, Mugetsu non si accorse del momentaneo scintillio: “Sono contento, e quindi? Quello che ho detto è vero? Avete trovato delle ostriche o no?”

 

“Beh, sì. Ci sono ancora delle ostriche sul fondo, a dire il vero ne abbiamo trovate un buon numero. Tuttavia, le uniche perle che abbiamo rinvenuto erano piccolissime, talmente tanto che abbiamo deciso di lasciarle al loro posto in modo che possano accrescersi ancora di più.”

 

“Capisco, immagino però che non ci fossero solo perle da cercare, dico bene?”

 

“Oh no, certo che no! Quella parte di fondale è ricca di sorprese e di vita, noi ne abbiamo vista una parte ma di sicuro, se dovesse ripresentarsi l'occasione, ci immergeremo di nuovo.” Si rivolse alla consorte: “Non è vero, cara?”

 

La donna annuì sorridente: “Certo, sarebbe bello esplorare anche altre aree del fondo.”

 

“E che mi dite della Baia della Tranquillità? Posso sembrare invadente forse ma... hehehehehe... da giovane desideravo così tanto esplorare nuove terre che il desiderio è rimasto vivo in me anche se non mi è più concesso vagare in lungo e largo e sentire i resoconti mi offre una momentanea via di fuga. E anche della gioia aggiuntiva quando si tratta dei luoghi che ho suggerito io stesso.”

 

Fu la voce femminile a risuonare: “Abbiamo in programma di visitarla domani mattina, mio marito ha pensato di... offrirmi l'esperienza come regalo di compleanno.”

 

Il vicario del Daimyo sollevò le sopracciglia sorpreso: “Oh, è vero. Domani sarà il grande giorno. Le farei gli auguri ma dicono che porti sfortuna farli il giorno precedente.”

 

Lei arrossì lievemente per la premura dell'uomo che aveva davanti: “Non si... non preoccuparti, Mugetsu, sapere che andremo lì grazie ad un... tuo suggerimento è già abbastanza per me.”

 

“Di buona famiglia, composta, bellissima, educata, dotata di un'Abilità Innata e anche modesta... credo che ti sia trovato una moglie perfetta, Naruto Uzumaki.”

 

L'altro maschio ridacchiò grattandosi la nuca mentre anche la sua faccia si tingeva di un leggero rosso: “È... sei troppo gentile. Al massimo... sono io a non essere un marito perfetto per lei.”

 

La conversazione sarebbe potuta proseguire ma, proprio dopo l'ammissione del figlio di Minato, qualcuno bussò alla porta e la guardia la raggiunse con un singolo balzo lasciando sbigottiti due degli altri occupanti delle stanza: si trattava della cena. E venne introdotta nella stanza solo dopo un approfondito controllo della guardia presente e delle altre tre, intervenute per l'occasione, dopo essere apparse da chissà dove.

 

Le pietanze servite sui vassoi erano, come era stato dichiarato, a base di pesce ma non del tipo che una buona ma inesperta forchetta come Naruto poteva conoscere. Fra le altre cose, c'era una ciotola con dentro delle piccole sferette scure, si trattava di caviale. E quando venne spiegato che il caviale equivaleva a uova di pesce... qualcuno riuscì a nascondere un improvviso groppo alla gola dovuto alla rivelazione.

 

L'ereditiera invece riconobbe uno strano animale arancione dentro un piatto come quello che aveva notato in mezzo ai coralli quella mattina. Il cortigiano fu ben contento di spiegarle che si trattava di un'aragosta.

 

- - -

 

Salvo piccoli imprevisti non troppo gravi, la cena proseguì nella tranquilla e spensierata cordialità. Il ninja in missione riuscì anche ad ottenere informazioni interessanti sugli eventi del giorno successivo: non espresse in modo esplicito ma, se loro avevano dichiarato le loro intenzioni, anche Mugetsu si lasciò sfuggire qualcosa sui suoi prossimi incontri. Poi si erano salutati quasi come buoni amici e la coppia si era ritirata nella propria stanza. Poi si erano dati una rinfrescata e si erano cambiati per mettersi a letto.

 

E fu a quel punto che, senza preavviso, Naruto avvolse le braccia intorno al corpo della moglie tirandola a sé così tanto che entrambi potevano percepire i battiti dei loro cuori malgrado la vestaglia da notte della donna separasse i loro petti. Nonostante la mossa potesse essere intesa come qualcosa di romantico, la faccia di Hinata si tinse di rosso mentre il suo respiro si faceva più accelerato: “Na-Naruto... ...Kun?”

 

Lui le rivolse uno sguardo profondo, quasi come se volesse osservarle l'anima: “Tu sai che giorno è domani, vero?”

 

“S-sì, è... il 27 Di-Dicembre.”

 

“E che altro?”

 

“È... è... è il mio co-compleanno.”

 

La risposta lo fece sorridere: “Giusto, Hinata. È il tuo compleanno. Questo significa che domani sarà la tua giornata.”

 

Lei si stata sentendo sempre più confusa, lui l'aveva tirata a sé ma si era fermato lì. Non la stava accarezzando, non stava tentando di toglierle di dosso la veste e non la stava nemmeno palpando, la stava semplicemente abbracciando: “L-la mia... giornata?”

 

“Sì. Domani sarà tutto dedicato a te: il mio tempo, le mie attenzioni, il mio corpo, il mio totale interesse... tutto per te. Domani sarò fuori servizio perché sarò completamente focalizzato sulla tua persona.” Sbatté le palpebre un paio di volte donandole un sorriso più dolce: “E siccome desidero che la tua giornata parta bene, ti ho abbracciata fin d'ora. Così domani mattina... quando aprirai i tuoi begli occhietti, ti sveglierai in modo confortevole. Che te ne pare?”

 

Davanti a queste parole, Hinata comprese le intenzioni dello sposo e, pur con la faccia ancora arrossata, si rilassò dando riposo ai propri occhi e poggiando anche le mani sui pettorali dell'uomo: “Mi pare un'idea meravigliosa, Anata. Oyasuminasai.”

 

“Oyasumi, principessa.”

 

Lui imitò i movimenti delle palpebre di lei e si scambiarono un ultimo bacio della buona notte prima di addormentarsi l'una fra le braccia dell'altro.
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Note d'Autore: salve di nuovo a tutti e Buon Anno Nuovo!!! Siete liberissime/i di non crederci ma mi ci sono voluti 2 anni per finire questo capitolo. Siete libere e liberi di non crederci, ma è così! Ho iniziato nel 2020 e ho finito nel 2021, due anni. OK, scherzi a parte... per l'immagine di copertina, vale quanto scritto nel capitolo precedente. Poi... anche qui c'è una parte di testo che rimanda ad un'altra storia scritta dal sottoscritto (simpatico il gioco di parole, vero XD?) e che renderebbe questa una sorta di sequel. E poi c'è anche un'altra cosa da far notare. Quando i due tesorini vanno a fare shopping e Hinata verifica la... resistenza del suo nuovo bikini (perchè alla fine è così che si chiamano) agli scossoni lasciando però Naruto letteralmente fuori dal camerino... per la sua espressione mi sono ispirato al pezzo del manga in cui Hashirama e company arrivano sul campo di battaglia, Madara è tutto contento di vedere il suo avversario di un tempo, "l'antenato" di Naruto gli molla un due di picche e Madara resta... pietrificato. Ecco, se avete visualizzato quella scena in testa o siete andati a cercarla, avete visto la faccia che ha fatto il biondino porcellino BD. Come sempre, attendo possibili futuri commenti con la speranza che arriveranno... ciao!

PS: che ne pensate di Mugetsu Vasuki? Tipo interessante, vero?

 

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Capitolo 5
*** La Baia Della Tranquillità ***


Capitolo 5: La Baia Della Tranquillità

 

I primi raggi di luce solare che entrarono attraverso le tende della finestra della suite numero 773 illuminarono anche le due stanze laterali, le cui porte erano rimaste aperte. E, nella camera da letto, le forme illuminate poco a poco mostrarono i due occupanti del lussuoso trilocale ancora addormentati ed avvinghiati insieme. Potevano dare l'idea di stare solo fingendo di dormire perché il loro respiro era perfettamente coordinato quasi come se inspirassero l'aria emessa dall'altro elemento in un ciclo continuo. E tutti e due stavano sorridendo, magari addirittura a causa di un sogno condiviso. O forse il piacevole ricordo delle ultime cose che avevano fatto prima di dare riposo al loro essere non si era disperso nel buoi della notte mantenendo così il loro buonumore.

 

In verità, uno dei due coniugi si era svegliato qualche minuto prima per fare una certa cosa. Si era mosso col massimo silenzio per non interrompere il sonno della partner e, dopo aver fatto quello che doveva fare, si era rimesso giù chiudendo gli occhi ed abbandonandosi ad un piacevole torpore. Ma senza più riaddormentarsi veramente. Pensare a cosa li aspettava insieme alla visione dell'umana ancora dormiente gli aveva reso impossibile la totale perdita di conoscenza. Si era comunque rimesso comodo godendosi la posizione e la compagnia.

 

- - -

 

Un'indefinita quantità di tempo dopo, le palpebre dell'ereditiera si sollevarono lentamente mentre il resto del corpo veniva attraversato da un momentaneo e piacevole brivido. La prima cosa che i suoi occhi perlacei videro fu il petto dell'uomo che aveva sposato, era chiaro che non si fosse spostata durante il sonno perché rammentava di essersi addormentata nella stessa posizione. Emise un sospiro e quest'azione dovette rivelare al biondo il suo risveglio perché lui iniziò a far scivolare una mano sul suo fianco su e giù per accarezzarla unendo a questo la sua voce modulata in modo armonioso: “Ohayo, principessa e buon compleanno. Abbiamo dormito bene stanotte?”

 

Lei non rispose subito, prima strofinò la faccia contro i suoi pettorali emettendo un basso mugolio simile a quello di un gattino: “Posso dire che sia stata, finora, la migliore notte che abbia passato in questo posto. Magari perché mi sono addormentata e svegliata fra le braccia dell'uomo che amo? Questo fattore potrebbe aver influito sul mio riposo?”

 

Il maschio ridacchiò sommessamente senza fermare la mano e senza liberarla dall'abbraccio dell'altra: “Non saprei dirlo, forse. Ma invece di pensare alla notte passata... sei pronta per vivere la tua giornata?”

 

La corvina mantenne il contatto fra il proprio viso e i muscoli di lui non volendosi ancora mostrare “Immagino che sia già tutto programmato... posso sapere cosa farò di bello, per esempio, durante la mattinata?”

 

“Naturalmente. Per prima cosa ci sarà la colazione, poi eseguirai la tua solita toeletta mattutina, dopo ti vestirai in modo adeguato e poi esplorerai la Baia della Tranquillità, tutto con la compagnia e l'ausilio del tuo maritino adorato. Direi che, al momento, sapere queste cose ti dovrebbe bastare, no?”

 

“Mh... e come si suppone che faccia colazione? Se oggi è la mia giornata come affermi, dovrebbe essere speciale, vero?”

 

“Beh, normalmente dovremmo alzarci, darci una riorganizzata per essere presentabili, scendere giù, trovare un tavolo, ordinare quello che vogliamo, attendere che venga portato e poi mangiare. Quello sarebbe l'Iter standard.”

 

Non vista, Hinata sorrise, certa che ci fosse dell'altro: “Ma oggi non verrà seguito l'Iter, giusto?”

 

“Certo che no! Per chi mi hai preso? Oggi la colazione ti sarà servita a letto!”

 

La faccia nascosta assunse un'espressione interdetta: “A letto?!?”

 

Il biondo le tolse le mani di dosso e, dopo essersi raddrizzato un po' facendola scivolare delicatamente sulla propria pelle, batté le mani due volte: “Cameriere! È ora di entrare!”

 

-Cameriere? Ha chiesto di portarci la colazione in camera?!?- La donna aveva imitato il marito ma, vedendolo agire, stava iniziando a sentire il sangue salirle in faccia. Poteva anche andare bene farsi servire a letto ma... aveva tutti i capelli in disordine e le uniche cose che i due avevano addosso erano un paio di boxer e una vestaglia da notte. Forse Naruto si sarebbe dovuto curare di questi dettagli prima di organizzare il suo piano, qualunque esso fosse.

 

I timori della ragazza evaporarono quando dalla porta apparve un clone del marito con in mano un lungo vassoio rettangolare e dotato, agli angoli, di quattro zampe con relativa base d'appoggio. Il clone stesso si muoveva come uno dei numerosi inservienti che le era capitato di vedere da quando erano arrivati al Dragon Hotel anche se, a differenza di loro, non indossava un'uniforme ma abiti che aveva visto indossare dall'originale. Comunque le fu impossibile spiccicare parola finché il clone, ancora agendo come se fosse un cameriere, le arrivò di fianco facendo un elegante inchino: “La colazione è servita mia signora, ci auguriamo che il servizio e il cibo siano di suo gradimento.”

 

Dopo tale frase, posizionò il vassoio in modo che le gambe dei due occupanti del letto si trovassero sotto di esso, in questo modo si sarebbe trovati nella stessa condizione offerta da un normale tavolo. E sul vassoio c'era ogni sorta di cibo, condimento e bevanda mattutini: ciambelle, biscotti, bignè, dolci fatti in casa, fette di pane, pezzi di cioccolato, vaschette di crema, bicchieri ancora fumanti di latte e caffè, vasetti di marmellata ed altre creme... ogni elemento formava un connubio di colori, forme e... almeno per ora, profumi.

 

La kunoichi si voltò verso il ninja con bocca ed occhi spalancati ma lui, con un semplice sorriso da dato-di-fatto, le rivolse una semplice domanda: “Allora, cosa ne pensi?”

 

Prima ancora che lei potesse elaborare una qualsiasi frase, il clone si intromise: “Il personale gradirebbe moltissimo anche una mancia, se la signora è d'accordo.”

 

Tutti e due si voltarono verso di lui con espressioni diverse: Hinata abbastanza sorpresa di sentire un clone chiedere una mancia e Naruto abbastanza infastidito dalla frase fuori programma. Decise quindi di risolvere il problema alla radice: “Non serve la mancia, grazie per la consegna!”

 

Il malcapitato fece una smorfia prima di sparire in una nuvola di fumo lasciando a terra solo gli indumenti che aveva addosso e facendo di nuovo voltare la femmina verso il compagno: “Ma se era un clone, perché sono rimasti i vestiti?”

 

L'altro si grattò il collo imbarazzato: “Beh... qua-quando l'ho creato aveva addosso quello che avevo io e... e mica poteva andare a farsi caricare un vassoio in quello stato. Gli ho fatto indossare qualcosa ma il Chakra di cui era fatto non comprendeva anche gli indumenti extra.”

 

“Oh... capisco.”

 

Il maschio iniziò ad agitare le mani a disagio: “Spe-spero che questo... ignorabile fuori programma non abbia alterato troppo il tuo umore. Giuro che non c'entro niente con quella richiesta! È stata un'iniziativa solo sua! Mi... mi auguro davvero che...”

 

Si interruppe vedendo l'altra ridacchiare di gusto e attese che fosse lei adesso a dare una spiegazione: “Non mi ha disturbata affatto, Naruto-Kun. Al contrario, è stato divertente. Non avevo mai visto un tuo clone agire di libera iniziativa e facendoti arrossire.”

 

“Qu-quindi... va tutto... bene?”

 

“Beh, come avevi detto tu, sto per fare colazione a letto. Se seguo il programma, vuol dire che le cose vanno per come devono andare, no?”

 

“S-sì, immagino di sì.”

 

“Bene, allora.” Giunse le mani continuando a guardarlo con tenerezza: “Itadakimasu!”

 

Fecero colazione in tutta allegria e spensieratezza. Sapevano di non avere tutto il tempo del mondo ma, non dovendo rispettare orari e scadenze e sapendo che il soggetto sotto la supervisione dell'Eroe di Konoha non sarebbe andato in giro, diede alla coppia la sicurezza di non dover fare le cose in fretta.

 

In mezzo ad altre mille leccornie, c'era anche un dolce a loro sconosciuto: una sorta di rotolo di pasta avvolto in una serpentina e guarnito con zucchero e cannella. Naruto, che aveva assorbito i ricordi del clone eliminato, rivelò in nome di tale pietanza: rotolo alla cannella, anche se da quelle parti lo chiamavano cinnamon roll.

 

Ognuno di loro bevve una tazza di latte con l'aggiunta di una puntina di caffè e vennero assaggiate tre delle cinque differenti creme presenti. E vennero anche mangiati vari dolci e dolcetti. E, per alcuni di loro, Hinata si chiese se fosse possibile chiedere la ricetta agli chef che li avevano preparati. Fra un assaggio e l'altro, il tempo continuò a scorrere placido fra i due. Si trattò della colazione più lunga che avessero mai fatto. Alla fine, quando si sentirono sazi, era passata quasi mezz'ora da quando la colazione era stata servita.

 

Adesso, secondo il programma, era arrivato il momento della toeletta mattutina della signora. E, anche in questo caso, l'Iter venne accantonato. Mentre un nuovo clone, rivestitosi degli abiti del suo predecessore, portava via il vassoio, l'originale prendeva fra la braccia in stile sposa la moglie per portarla in bagno. Questo però scatenò in lei una nuova paura per l'ignoto: “Ehm... Anata? Cosa s-succede... adesso?”

 

“Mi pare ovvio, Hinata. Secondo la scaletta che ho illustrato, ora è il momento di farti bella.”

 

“S-sì ma... come... in cosa consisterebbe il tuo... intervento?”

 

“Lo vedrai e lo sentirai presto, mia principessa.”

 

Descrivere come infondato quello che aveva provato sarebbe stato riduttivo, il timore che le era nato nel petto svanì come la nebbia quando si alza il sole. Il partner aveva creato altre copie di sé stesso e si era messo al lavoro: una coppia iniziò a massaggiarle le gambe e i piedi, un altro le stava pettinando i capelli, altri due avevano iniziato a prendersi cura delle sue braccia e delle mani e l'originale stava usando un panno umido per rinfrescarle la faccia. Lei era comodamente seduta su altri due cloni posizionati appositamente per farle da sdraio. L'unica attività che le toccava fare era di dare ogni tanto delle direttive alle teste bionde tutte intorno a lei.

 

Lo trovò piacevole e si sentì quasi come una principessa di qualche storia che aveva letto o le avevano letto da bambina: tanti servitori felici di rendere felice la loro sovrana o contenti di aiutarla a prepararsi per qualche ballo dove avrebbe incontrato il suo principe azzurro per vivere per sempre felice e contenta. In parte si identificava con questi personaggi: anche lei aveva trovato il suo principe azzurro, sebbene il percorso per raggiungerlo si era rivelato più arduo e lungo, tuttavia ora era lì e stava vivendo felice e contenta.

 

La voce dell'unico vero uomo presente la riportò alla realtà: “Principessa, il tuo viso è stato ripulito da tutti i resti di scorie del pasto appena fatto, i tuoi lunghi e setosi capelli sono in ordine e... sarei curioso di sapere quali sono le condizioni dei tuoi arti atletici.”

 

Lei tenne gli occhi placidamente chiusi e rispose senza perdere il sorriso: “Mmmh... i miei... arti... i miei arti sono... stanno bene. Mi piace come... massaggi. Dove... dove hai imparato?”

 

“Durante il mio allenamento col maestro Jiraiya, ho vissuto tante esperienze e imparato tante cose. In alcuni momenti avrei voluto dimenticarne alcune ma, tutto sommato, ogni esperienza che ho vissuto mi ha arricchito.”

 

“Capisco... però... però adesso anche... anche tu dovresti capire qualcosa...”

 

“Di che si tratta? Sono tutt'orecchi!”

 

“Io... avrei bisogno del... bagno... d-da sola...”

 

“Da sola? Io... ah! Da sola... giusto! Me ne occupo subito!”

 

Siccome si era avvicinato all'orecchio della ragazza per sussurrare così da non rovinare l'atmosfera, la reincarnazione di Hashirama si raddrizzò e si voltò verso gli altri sé: “Hey, ragazzi! Fine del lavoro! La mia signora ha bisogno di stare da sola per un po', smammare!”

 

Tutti i presenti, tranne quelli che sostenevano la signora menzionata, si affrettarono ad uscire dal bagno. Quando poi si ritrovarono solo in quattro, il biondo fece di nuovo il teatrale: “Ora non muoverti, Hinata. Ti farò alzare senza che tu faccia fatica.”

 

Dopo tale affermazione, la corvina aveva riaperto gli occhi e aveva iniziato a chiedersi cosa intendesse dire ma, com'era successo col servizio di prima, la risposta giunse da sola. Le due copie sotto di lei si mossero in modo coordinato facendola gradualmente raddrizzare. Quando poi fu ad una certa altezza, l'originale le prese gentilmente la mano e la tenne su quel tanto che serviva perché potesse poggiare in tutta sicurezza i piedi a terra. Finito il giochetto, i due estranei sparirono con due esplosioni fumose lasciando i coniugi da soli a fissarsi con sguardo favoleggiante: “Beh, ti sei affaticata?”

 

“Ne-neanche un po'...”

 

“Bene...” Le diede un bacino sulle labbra, il primo della giornata: “...ti lascio da sola adesso.”

 

Uscì dal bagno con passi leggeri chiudendo la porta dietro di sé prima ancora che la donna risollevasse le palpebre. Quando lo fece, si vide allo specchio e non poté fare a meno di ammirarsi un momento, il marito aveva fatto davvero un bel lavoro.

 

- - -

 

Mentre aspettava pazientemente la moglie, il ninja in missione si mise in contatto col clone in avanscoperta: -Allora, come vanno le cose?-

 

-Ho fatto una parte delle cose che mi hai detto e adesso sto facendo il resto.-

 

-Sii più preciso, cos'è che hai già fatto e cos'è che ancora devi fare?-

 

-Ho riportato il vassoio alla reception ringraziando per tutto e facendo i complimenti. Poi ho chiesto se fosse possibile parlare con i cuochi ma ho ricevuto un rifiuto e adesso mi sto dirigendo verso il negozio dove avevi preso le bombolette.-

 

-Wow, hai fatto solo questo?!?-

 

-Non è colpa mia se al ristorante c'era folla! È già un miracolo che non abbia svuotato il resto della vostra colazione in testa a qualcuno!-

 

-Va bene, va bene! Lasciamo perdere i dettagli inutili. Ti ricordi cosa devi chiedere al tizio del negozio?-

 

-Sì, se ha anche delle bombole più grandi che consentano di stare in apnea più a lungo. E poi devo affittare di nuovo una barca.-

 

-Bravo! Continua a muoverti, più tardi di darò altre disposizioni, passo e chiudo!-

 

-Ricevuto!-

 

Fece appena in tempo a riportare la mente sul posto che la porta del bagno si aprì di nuovo e l'altra occupante dell'appartamento riapparve davanti ai suoi occhi: “Anata, ho finito in bagno, puoi usarlo tu adesso.”

 

Lui mostrò i suoi denti bianchi: “Non mi serve adesso, ho una cosa molto più importante di cui devo occuparmi.”

 

La prese di nuovo fra le braccia e attraversò il soggiorno fino ad arrivare alla porta della camera da letto, solo che a quel punto la principessa diede sfogo alla propria curiosità con un paio di sospetti come contorno: “Ehm... Naruto-Kun? Cosa... cosa dovrebbe succedere adesso?”

 

“Mi sembra ovvio, Hinata. Devi finire di prepararti per la nostra imminente uscita. Devi toglierti la vestaglia, indossare il tuo nuovo costume e metterti qualcosa addosso per non farti ammirare da chiunque incroceremo prima di essere in mare.”

 

“S-sì ma... c-che intenzioni hai?”

 

“~Come ti ho aiutata a rinfrescarti, pensavo di aiutarti a cambiarti~”

 

Le palpebre della donna si contrassero quando lei comprese qual'era il messaggio implicito nascosto fra le parole del marito: “No! Nononononono... no! Aspetta un momento.”

 

Lei scese dalle braccia che l'avevano trasportata proprio sulla soglia e gli poggiò le mani sul petto onde evitare che avanzasse ancora: “Apprezzo davvero che tu voglia renderti utile e aiutarmi nella mia routine mattutina ma... com'è successo in bagno, questo è un momento in cui devo stare da sola. Ce-certamente non vuoi che facciamo tardi pe-per ragioni puramente... co-corporali, giu-giusto...?”

 

Si era sforzata di mantenere una faccia sorridente, malgrado la stesse sentendo quasi avvampare, per convincere il maschio a soddisfare questa richiesta. Non temeva che Naruto potesse farsi sopraffare da qualche istinto maschile e... mettere entrambi in una certa situazione ma prevenire era meglio che curare. Non aveva mentito, anche se ci fosse stata la certezza assoluta che lui l'avrebbe aiutata e basta, cambiarsi era qualcosa che una persona sola avrebbe fatto in modo più rapido. Per fortuna, lui si fece convincere e lo mostrò facendo un passo indietro: “Come desideri, Hinata. Mentre tu ti cambi, io mi sbrigherò dall'altra parte.”

 

Appigliandosi a questa affermazione, la corvina entrò nella stanza e iniziò a chiudere la porta subito dopo il suo ingresso ma senza mai perderlo di vista: “Bene, Naruto-Kun. Ci rivediamo in soggiorno quando abbiamo finito.”

 

Chiuse la porta senza attendere un'altra replica e, per essere certa di avere la sua privacy, fece girare la chiave un paio di volte.

 

- - -

 

Nel giro di venti minuti, i finti turisti di Konoha erano in strada. Lei aveva deciso di indossare un paio di pantaloncini di jeans, una maglietta rossa decorata da fiori gialli e un largo scialle azzurro sistemato sulle spalle. Il compagno, non dovendo mettere qualcosa per coprirsi sotto la vita ma intenzionato a seguire la sua filosofia nel vestire, si mise semplicemente una canottiera e un cappellino arancioni. Lungo la strada aveva anche spiegato alla moglie che un suo clone si era occupato di procurare dell'altra attrezzatura per fare immersioni e di prenotare un'altra barca. Però, prima di poter prendere il largo, dovevano capire bene dove dirigersi.

 

Malgrado le informazioni ricevute da Mugetsu, sembrava che il nome della baia non fosse noto agli abitanti del Villaggio. Di conseguenza, prima di andare al molo, avrebbero dovuto spendere del tempo per avere indicazioni più precise. La seconda componente del gruppo fu ben felice di offrire il suo contributo allo sforzo.

 

Ci volle più di quanto lui si aspettasse: anche se molta gente era a conoscenza della baia oltre lo sperone che faceva da confine occidentale alla spiaggia centrale, sembrava che nessuno avesse mai sentito parlare di una fantomatica Baia della Tranquillità. E nessuno aveva idea di che tipo di fondale ci fosse oltre la lunga montagna che si protendeva nell'acqua quasi come uno spiedo. Solo dopo un bel giro, i due trovarono qualcuno che potesse aiutarli. Si trattava di un anziano pescatore che stava recuperando le prede finite nella sua rete. Non solo confermò la posizione e il nome quando venne interrogato, ma iniziò anche a decantare la storia che i due avevano sentito due giorni prima. Arricchendola naturalmente di dettagli aggiuntivi e frammenti di racconti che aveva sentito quando era un bambino.

 

Ringraziato il canuto signore, la coppia prese il mare con Naruto posizionato a poppa a muovere i remi e Hinata a prua per dirigere la navigazione. A dire il vero, il biondo aveva preso in prestito un altro tipo di barca: era sempre qualcosa di piccolo, non poteva permettersi di affittare una delle imbarcazioni più grandi che gli era capitato di vedere, ma lo scomparto dove mettere gli oggetti era più grande, capiente abbastanza da nascondere ad un paio di occhi perlacei lo strumento acquistato dal clone dietro sua direttiva.

 

Servì più tempo rispetto al giorno precedente, in quel caso erano già vicini al confine della baia, dovevano solo scavalcare la lingua di roccia. Adesso invece c'era più strada da fare perché il molo da cui erano partiti si trovava sul lato sinistro della baia centrale e quindi, a forza di remi, il maschio dovette prendere il largo per non incappare nei bagnanti, superare tutto quel tratto di mare e poi riavvicinarsi quando il prolungamento marroncino divenne visibile. In varie occasioni Hinata si era offerta di dargli il cambio ma lui aveva sempre rispettosamente rifiutato il suo aiuto affermando che, per lui, si trattava di riscaldamento per le braccia e che, quando si sarebbero tuffati, si sarebbe lavato via anche il sudore eventualmente prodotto.

 

Se il giorno prima erano arrivati a destinazione in quindici minuti, adesso ci volle quasi mezz'ora per giungere al luogo designato. Il biondo aveva deciso di spingersi fin dentro il cuore della baia, lì l'acqua era estremamente calma e non sentì neanche il bisogno di gettare l'ancora, la barca non sarebbe andata da nessuna parte e se sotto di loro ci fosse stato qualcosa, un pezzo di ferro che arriva a tutta velocità avrebbe potuto rovinarlo.

 

La corvina aveva deciso di sfruttare il tempo di navigazione: siccome il marito non voleva cederle il posto, ne approfittò per spogliarsi. Era sicura che la visione del suo corpo col nuovo costume avrebbe avuto delle ripercussioni particolari sull'uomo, se ne era accorta già il giorno prima, ma oltre a non pensare di provocato con movenze particolari prima di tuffarsi, ebbe l'accortezza di togliersi i vestiti dandogli le spalle. Lui non poteva saperlo perché non gli aveva fatto vedere niente ma, pur non cedendo alle vibrazioni provocate, il pezzo superiore del capo che aveva addosso offriva una pericolosamente grossa libertà di ondeggiamento al suo seno e lei sperava di evitare che finisse danneggiato per qualche misteriosa ragione.

 

Ovviamente non aveva potuto nascondere la sua area posteriore ma si era augurata che, dopo tanto tempo passato insieme, veder scivolare un pantaloncino sulle gambe di tua moglie non ti faccia venire strane idee o scateni la tua fantasia erotica. Da parte sua, Naruto si era goduto quel poco che era riuscito ad adocchiare ma non era né scoraggiato e né avvilito, si sarebbero immersi di lì a poco e, grazie al suo trucco, lei non sarebbe mai uscita dal suo campo visivo.

 

Lasciò andare i remi e si alzò in piedi: “Bene, siamo arrivati. Ci troviamo al centro della Baia della Tranquillità. È ora di scoprire se le storie sono vere o no.”

 

Hinata si voltò accertandosi di non farlo troppo bruscamente ma sorridendo serena: “Ma io sono pronta e tu hai ancora gli abiti addosso. E poi come faremo a stare in apnea a lungo? Hai preso due bombolette come l'altra volta?”

 

Lui si tolse il cappello e la canottiera poggiandoli vicino agli indumenti della ragazza: “No, questa volta sarà un tantino diverso. Avremo sempre qualcosa che ci aiuterà a respirare ma non è come le due bombole di ieri.”

 

Tornò a poppa e tirò fuori dallo scomparto qualcosa che l'altra non aveva mai visto: si trattava di un grosso cilindro dall'aspetto metallico con l'estremità superiore di forma ovoidale da cui partiva un piccolo tubetto a cui era collegata una valvolina e un lungo tubo di cui non si vedeva la fine. E tale oggetto era unito ad una struttura dotata di due bretelle per le spalle. Lui le diede del tempo per guardarlo prima di spiegarle cosa fosse: “Si tratta di una bombola. A differenza degli SPARE-AIR dell'altra volta, questa contiene molta più aria. Una persona normale potrebbe stare in acqua per un'ora con questa ma noi, con le nostre capacità, potremmo restare lo stesso tempo in due senza dover trattenere il respiro a lungo.”

 

La coppia di Byakugan erano ancora fissi sul nuovo oggetto: “Beh... forse ma... come si suppone che respiriamo con quello? Le bombolette di ieri rilasciavano aria se mordevano una parte interna, con questo come funziona?”

 

“Te lo mostro subito.” Afferrò la parte finale del tubo rimasta nascosta e gliela mostrò: “Si mette questo in bocca e il gioco è fatto. L'unica differenza è che non c'è una parte da mordere per far uscire l'aria, questo la rilascia in continuazione.”

 

Lei annuì comprendendo perfettamente quello che le era stato detto ma, non notando una seconda bombola, le sorse una domanda ovvia: “però ne vedo solo una. Come faremo a respirare insieme senza una seconda bombola?”

 

A questa domanda, la luce del sole riflettette sui trentadue denti dell'ex allievo dell'attuale Hokage: “Semplice, porterò io la bombola per tutti e due.”

 

“Co-cosa?”

 

“Pensaci, quest'affare ha un certo peso e tu sei la festeggiata oggi. Non voglio che niente ti appesantisca e non devi avere alcuna restrizione che possa inficiare i tuoi movimenti. Quindi ci immergeremo con una sola bombola e resteremo sempre accanto condividendo la medesima riserva. Non lo trovi romantico e adatto al luogo? Voglio dire, questo posto è nato grazie all'amore fra 2 persone, non pensi che sarebbe perfetto onorare le storie che abbiamo sentito respirando praticamente insieme?”

 

“I-io...” Non era contro l'idea ma, stare a diretto contatto avrebbe potuto vanificare gli sforzi che aveva fatto fino a quel momento. A meno che...

 

Nella mente della donna si formò una strana idea, strana abbastanza da essere considerata realizzabile. Fece qualche passo indietro senza fare movimenti bruschi, lui non doveva insospettirsi: “Quindi... se ho ben capito... proponi di... immergerci in 2 ma con una sola bombola, ho ragione?”

 

“Sì, principessa. Questa sarebbe l'idea.”

 

Abbassò lo sguardo mentre si prendeva il mento fra due dita per dare l'impressione che ci stesse ancora pensando su. O che avesse appena finito di considerare i pro e i contro dell'idea appena proposta: “D'accordo, Naruto-Kun. Facciamolo!”

 

“Magnifico! Dammi solo un minuto per sistemarmi la bombola sulle spalle.”

 

Il ninja si voltò per fare quanto detto certo che, fra poco, avrebbe esplorato un fondale su cui aveva sentito meraviglie con l'entità, ai suoi occhi, più meravigliosa del mondo inconsapevole che, alle sue spalle, anche lei stava agendo. E l'azione in questione consisteva nello sciogliere i nodi che tenevano il costume sul suo corpo. Nello stesso momento in cui Naruto finiva di gingillare con le bretelle per far stare il tutto ben aderente alla schiena, l'ultima parte di ciò che nascondeva al mondo parte del corpo della corvina cadeva all'interno della barca.

 

Inconscio di ciò, l'Eroe della Foglia ruotò indietro: “Perfetto, Hinata! Adesso possiamo...” Restò quasi di sasso davanti a ciò che vide: sua moglie era senza nulla, non stava tentando di coprirsi e aveva iniziato a fare dei piccoli passi verso di lui regalandogli uno sguardo sensuale: “Vuoi sapere cos'ho pensato, Anata?”

 

Dovette deglutire un paio di volte prima di rispondere, il suo volto stava iniziando a surriscaldarsi: “Ah... i-i-i-io... Hi-Hinata... s-sì. Co-co-co-cos'hai pe-pensato?”

 

Lei gli arrivò davanti, si leccò molto lentamente la punta di un indice e lo poggiò al centro del suo petto: “Che se ci immergeremo con una sola bombola... allora verrà anche indossato un solo costume. E la persona che lo indosserà sarai tu, che ne pensi?”

 

Col dito di lei che iniziava a strisciare in mezzo ai suoi pettorali, il biondo trovò difficoltoso articolare parole senza balbettare: “B-beh... s-se... se i-io... voglio di-dire... se t-t-tu... pe-perché dovresti e-e-essere t-t-tu a... a n-non... a non in-indossare ni-ni-ni-nient-te?”

 

Lei non fermò il dito e continuò a guardarlo nello stesso modo: “È semplice, Anata. Se non indosso niente, allora niente corre il rischio di rompersi, giusto? Inoltre, hai detto poco fa che non devo avere restrizioni e cosa potrebbe compromettere i miei movimenti se sono nuda?”

 

L'altro percepiva di stare iniziando a sudare sul serio ma non per la calura: “C-c-ce-ce-certo... m-ma... n-non hai fa-fa-fatto i-i-il test i-ieri pe-per essere... si-sicura che il co-co-co-costume... te-te-te-tenga?” Nella mente, Hinata ridacchiò, lo stava portando proprio dove voleva e in quelle condizioni gli sarebbe stato impossibile mentire: “Sì, l'ho fatto e ha retto. Ma come potrei fare dei test simulando condizioni che non sono in grado di ricreare?”

 

“C-c-condizioni? Di... di che pa-parli?”

 

La trappola della corvina scattò con la contrazione dei suoi occhi e la conseguente attivazione del Byakugan. Ma non accadde solo questo, la punta del dito sul petto del marito venne avvolta da una piccola aura di Chakra: “Parlo della condizione in cui non sono io a far rompere le cose che compro ma chi è in mia compagnia quando il fatto succede, ovvero tu.”

 

Il biondo provò una stranissima sensazione, qualcosa che non aveva mai provato prima: piacere e desiderio amoroso misto a paura primordiale. Per quanto ne sapesse, era la prima volta che provava questo strano mix di emozioni. Tuttavia gli occhi azzurri vennero spalancati lo stesso, anche se il corpo era come impietrito: “Hi-Hinata?!? C-c-co-co-cosa... cosa... cosa t-ti s-sa-salta in m-m-m-mente?”

 

Malgrado la contrazione oculare, la donna non aveva alterato il suo sguardo e stava ancora parlando con tono mellifluo mentre il dito continuava a gironzolare sul petto di lui: “Mi sono posta una domanda, Anata. E se ieri non fossi stato del tutto sincero? Sì, hai esposto un'ottima difesa ma questo non esclude che tu possa aver deliberatamente ignorato la mia sicurezza e la mia spesa per potermi afferrare. Quindi come potevo essere sicura che l'incidente di ieri non si sarebbe ripetuto anche oggi?”

 

“Hi-Hi-Hinata... i-i-i-io...”

 

Il tono della moglie cambiò da dolce ed invitante ad imperativo: “Sei stato tu a rompermi il costume ieri? Voglio una risposta sincera e la voglio adesso!”

 

“...i-io... io non...”

 

-Attento a te! Prova a farti colpire e non garantisco per la sicurezza della tua donna! Se fai un passo falso e lei tenta qualcosa, io agirò in anticipo!-

 

-N-non ti ci mettere anche tu, stupida palla di pelo arancione! Sono già abbastanza nervoso senza le tue stupide minacce!-

 

-Allora non fare lo stupido! Ti ho avvisato, falla reagire nel modo sbagliato e farò quello che non ho fatto ieri!-

 

La donna al centro del discorso mentale era ancora in attesa: “Allora? Sto aspettando, sei stato tu oppure no?”

 

“...Hi-Hinata... io...” Una leggera pressione del dito della kunoichi gli mozzò il fiato: “Smetti di balbettare, Naruto. Mi basta una semplice risposta: sì o no?”

 

Lui dovette fare un respiro profondo quasi quanto la baia che avevano visitato per riprendere un minimo di controllo su di sé: “Non sono stato io ma, allo stesso tempo, potrei essere stato.”

 

L'ambigua risposta colse di sorpresa l'inquisitrice, che però non abbassò la guardia: “Che vuoi dire? Lo hai fatto oppure no?”

 

“No! Non ho fatto niente al tuo vecchio costume ma, in un altro ipotetico universo alternativo in cui non mi sarei curato di te e di ciò che avevi, lo avrei fatto sicuramente.”

 

“Stai cercando di prendermi in giro?”

 

“No, Hinata!” Lui focalizzò lo sguardo sugli occhi contratti della moglie: “Come ti ho detto, tu vieni prima dei miei... bisogni carnali e mi conosci abbastanza da sapere che sono in grado di controllare i miei istinti... la maggior parte delle volte. Credo.”

 

Lei lo fissò silenziosa mantenendo l'espressione dura e il dito premuto contro di lui: “...”

 

“...”

 

“Potresti giurare di essere sincero?”

 

“Certo, anzi... lo farò ora!” Di nuovo in grado di muovere le braccia, si pose la mano sul petto il corrispondenza del cuore: “Giuro su tutto quello che riteniamo più sacro che tu, Hinata Hyuuga-Uzumaki, mia consorte ed unica donna che abbia mai amato davvero, sei la cosa più importante per me in questo mondo. E che io possa subire le peggiori torture e sofferenze se quello che ho detto non risulterà vero. E pronunciando queste parole, chiamo il Saggio delle Sei Vie, Hagomoro Otsutsuki, come mio testimone!”

 

Davanti a quelle parole pronunciate in modo così solenne, fu impossibile per la figlia di Hiashi mantenere il suo cipiglio. La sopracciglia si sollevarono involontariamente e la punta del dito non esercitò più pressione.

 

Ancora una volta, rimasero fermi a fissarsi: “...”

 

“...”

 

“...”

 

Fu lei poi che ruppe il silenzio: “Quindi... sei davvero sincero?”

 

“Mi hai sentito, no? Ho giurato come avevi chiesto.”

 

“Io... io non ti avevo chiesto di farlo. Ero solo interessata alla possibilità che lo facessi.”

 

Gli sfuggì una piccola risata: “Beh... la possibilità si è realizzata. Ho giurato per davvero.”

 

“Sì, lo hai fatto.”

 

“E... quindi adesso... che succede...?”

 

Lei abbassò lo sguardo volendolo tenere in bilico per qualche secondo. E poi, dopo un silenzio che lei pensava fosse stato percepito come interminabile dall'uomo che aveva davanti, decise di restituire ad entrambi l'umore precedente alla discussione con una semplice domanda: “...cosa si suppone che faccia ora, secondo il programma giornaliero?”

 

Lui la vide sorridere disattivando il Byakugan e togliendogli il dito dal petto ancora parzialmente incredulo: -Wow... non so come, ma sembra che ce l'abbia fatta...-

 

-Pura fortuna, se avessi avuto davanti la tua amichetta con i capelli rosa adesso avresti mezza faccia fratturata. O lei sarebbe morta, non saprei dire.-

 

-Vuoi smetterla di mettere sempre il becco che non hai?!? Non mi hai aiutato ma pretendi di commentare le mie gesta?-

 

-Ti ho dato la motivazione che ti serviva per superare l'ammaliamento che la donnetta che hai davanti esercita su di te. Se non ti avessi messo con le spalle al muro a quest'ora staresti galleggiando in mare a pancia in giù.-

 

-...Sai cosa? Mi sono stufato di parlare con qualcuno che denigra così la ragazza che ho sposato, perché non ti stendi un po' sul pavimento per rinfrescarti le idee?-

 

-Cosa?!? NO!!!- Prima ancora che la Volpe potesse tentare qualcosa, un gigantesco portale rossiccio le cadde addosso dall'alto costringendola letteralmente a guardare il pavimento con un occhio mentre la forza portante portava le mani dietro la testa iniziando ad incamminarsi per andarsene da lì: -Goditi la vista per qualche ora, magari dopo ti libero, ciao!-

 

-TORNA SUBITO QUI, PICCOLO PEZZO DI CARNEEEEEEEEEEeeeeeeeee...-

 

La mente tornò a percepire il mondo esterno il secondo successivo all'emissione della domanda da parte della femmina. E lui rispose sorridendo: “Devi farti un bagno in una baia favoleggiata insieme al suo adorato marito.”

 

“Mi piace come prospettiva!”

 

Lui rizzò un braccio per non farle fare qualche altra mossa: “Però...”

 

“...però...?”

 

Io porterò la bombola, tu starai... allo stato naturale e nuoteremo vicini. Ma...”

 

“...ma...?”

 

“Ci tufferemo insieme e tu sarai la prima ad usufruire dell'aria. D'accordo?”

 

L'altra annuì senza perdere il sorriso: “Va bene!”

 

“Allora vieni qui.” Si mise in posizione abbassando le gambe e sistemando le braccia in modo da prenderla in braccio e tenerla senza toccare aree particolarmente sensibili. La donna si sistemò e gli avvolse un braccio intorno al collo per sostenersi meglio prima di prendere di nuovo la parola: “Io sarò la prima ad usufruire dell'aria e tu non esagererai con le... effusioni affettive, che ne dici?”

 

“Oggi è la tua giornata, ogni tuo desiderio sarà esaudito.”

 

“Ottimo, allora possiamo andare.” Usò la mano libera per recuperare il tubo e si mise in bocca l'erogatore mentre il marito si avvicinava al bordo dell'imbarcazione. Avrebbe rispettato la sua richiesta e non si sarebbe fatto incantare troppo dal suo aspetto assolutamente divino. E si accorse anche che, forse per la paura che aveva provato e per lo sfogo che aveva avuto con Kurama, non solo non sentiva più la faccia bruciare ma anche altre parti del corpo non sembravano essere irrorate eccessivamente dal sangue. Convintosi di poter resistere alla tentazione di spogliarsi in acqua per essere allo stesso livello della moglie, la guardò con sguardo fiero dandole l'avviso finale: “Adesso saltiamo!”

 

Lei chiuse gli occhi poggiandogli la testa sulla spalla e lui saltò dopo essersi riempito i polmoni di aria fresca.

 

- - -

 

Il fluido azzurro li inglobò come una pozza fangosa sufficientemente profonda avrebbe inglobato un sasso lanciato dentro di essa. Mentre gli schizzi perdevano la loro spinta iniziale e la superficie tornava ad essere irregolarmente piatta, i due umani iniziarono la loro discesa verso il fondo. Pochi metri più in basso rispetto al punto in cui si erano tuffati, si trovava un banco di pesci variopinti che, all'arrivo della nuova massa di materia, si aprì facendosi attraversare come una nuvola attraversata da una corrente d'aria. L'unica differenza fra la nuvola e gli animali fu che questi ultimi non smisero di nuotare creando intorno alla coppia, durante tale passaggio, un caleidoscopico gioco di luci e colori dovuto alla riflessione dei raggi del sole sulle loro squame in movimento. Solo che tale spettacolo della natura non venne ammirato dai due nuovi arrivati, troppo persi l'una dall'altro per interessarsi al mondo intorno a loro.

 

Il maschio aveva modificato il modo in cui sosteneva il corpo della moglie: pur mantenendo la mano sinistra dietro la schiena di lei, decise di portare anche le gambe, ora libere dal suo peso, a contatto col corpo della compagna in modo da poter così usare la mano destra per fare altro. Si era quindi tirato un po' indietro, la parte superiore del corpo femminile si separò dal suo tronco sostenuta sia dal suo braccio sinistro che dall'acqua, tirando su ed allargando le ginocchia. In questo modo le sue gambe mantennero comodamente distesa la ragazza senza che i suoi glutei venissero toccati.

 

Aveva promesso di non essere troppo affettuosamente estroverso, quindi usò la mano libera per solleticarle il ventre, sicuro che a lei non sarebbe dispiaciuto o piaciuto troppo.

 

Hinata, dal canto suo, si stava godendo l'immersione appena iniziata. Mentre i capelli le iniziavano a fluttuare, aveva percepito dei movimenti da parte del biondo ma non si era curata troppo di loro: la freschezza dell'acqua, unita all'atmosfera che avevano creato e alla certezza che non sarebbe accaduto niente di inconveniente aggiunto alla consapevolezza di trovarsi in un luogo quasi fatato e tutto da esplorare le avevano quasi ovattato i sensi. Si trovava lì, in un ambiente incontaminato, libera da ogni incombenza e con l'uomo che amava... se non fosse stato per il fatto che respirasse usando la bocca, si sarebbe potuta addormentare per sognare il sogno in cui stava vivendo.

 

E poi si sentì solleticare la pancia. Non aveva aperto gli occhi ma sapeva bene a chi era dovuto il fenomeno. Emise qualche bolla in più, non poteva ridere senza perdere l'erogatore ma volle comunque mostrare di apprezzare la cosa: quando si era in parte separata dall'altro, aveva posto le mani sul petto. Adesso decise di usare la sinistra per trovare la faccia maschile. Non ci mise molto e, mentre il suo grembo continuava ad essere stimolato, lei ricambiò accarezzando la guancia che aveva localizzato.

 

Continuarono a scendere così: entrambi ad occhi chiusi mentre uno faceva il minimo sforzo di trattenere il respiro mentre sosteneva e divertiva la sua metà e l'altra mostrava il proprio apprezzamento facendo ondeggiare liberamente le lunghe gambe.

 

L'arrivo sul fondo fu morbido: Naruto si ritrovò seduto su una soffice distesa polverosa e anche i piedi della corvina sollevarono piccoli nugoli di sabbia. Tuttavia non si mossero ancora, pur essendo arrivati ad una simbolica destinazione continuarono a compiacersi a vicenda senza prendersi il disturbo di guardare il mondo. Al momento non ne avevano bisogno, finché sapevano dove si trovava il partner e cosa stesse facendo, non era necessario ottenere altre informazioni dall'ambiente circostante.

 

Non avevano unito le loro menti o fatto cose del genere ma la vicinanza a cui erano e il legame che li univa permetteva ad entrambi di sapere cosa l'altro elemento della diade avrebbe fatto. Gli sarebbe stato impossibile spiegare di cosa si trattasse ma tutti e due avrebbero dato la stessa risposta: si trattava del legame amoroso che li legava a filo doppio.

 

Infine, gli occhi perlacei della nobile vennero riaperti mentre la mano non impiegata nelle carezze afferrava l'erogatore. Lui la imitò fermando anche il formicolare delle sue dita quando si sentì spingere le labbra. Per un momento si fissarono ancora disinteressati al luogo ma poi la visione di tutto quello che avevano intorno divenne impossibile da ignorare.

 

Erano atterrati in una zona sabbiosa in mezzo ad un boschetto di lunghe alghe arancioni e verdi sviluppato a macchia di leopardo. Intorno e sopra di loro, miriadi di pesci di ogni colore, forma e sfumatura conducevano le loro vite acquatiche. Mentre Naruto emetteva filamenti di bolle facendo profondi respiri, la consorte indicava cose qui e là con occhi luccicanti indirizzando anche il suo sguardo.

 

Quando ritenne di aver respirato abbastanza, l'uomo riempì di nuovo i polmoni per poi restituire alle labbra legittime quello che gli era stato offerto. Scambiarono qualche segnale e, annuendo all'unisono, iniziarono a nuotare per esplorare questo nuovo mondo sommerso. Fu un'altra prova di resistenza per il maschio perché la compagna si era dovuta alzare mostrandosi un'altra volta nella sua pura interezza. Se lo avesse fatto di proposito, lui non lo avrebbe mai saputo. In ogni caso, presero a nuotare affiancati e mano nella mano con i loro petti che sfioravano il fondale sabbioso.

 

Superarono le alghe trovandosi davanti a quello che era stato definito dal connazionale e dal vecchio pescatore come un giardino ma che si rivelò per quello che era in realtà: un'ininterrotta piccola barriera corallina che si estendeva a perdita d'occhio offrendo appiglio e riparo ad alghe variegate, altri coralli dalle forme più diverse, pesci di ogni foggia, crostacei simili e diversi all'aragosta che avevano visto e molluschi a loro sconosciuti.

 

Il tutto adornato da fasci di luce solare penetrati dalla superficie dell'acqua che facevano ancora di più risaltare tutti i colori presenti. Mormorando ed indicando qualcosa di indefinito davanti a sé, il membro nelle condizioni più naturali del duo si spinse in avanti tirando anche l'altro in tale direzione. Forse non lo sapeva o aveva scelto di non farci caso ma le movenze del suo corpo privo di coperture stavano rendendo parecchio difficile all'altro il contenimento della sua aria.

 

Com'era accaduto il giorno prima, i due esplorarono lo spazio che avevano intorno. Questa volta non si separarono per via della singola bombola: ogni volta che uno dei due si iniziava ad allontanare un po' troppo, quello rimasto indietro si preoccupava di accelerare per portarsi in pari o fermava il partner più veloce afferrando una caviglia. Curiosamente era quasi il maschio quello più lento. E poi dovevano respirare entrambi. Ad intervalli più o meno regolari, la donna offriva il tubo. Lui avrebbe anche potuto tenerlo per un po' respirando con calma come faceva lei, ma ogni volta si concedeva solo poche boccate d'aria prima di restituire l'oggetto.

 

Comunicavano con gesti e grugniti quando dovevano indicare qualcosa o trasmettere un messaggio di altro genere e, come aveva desiderato l'erede di casa Hyuuga, non ci fu mai un contatto fra lei e il marito in zone sessualmente sensibili.

 

Ma poi, quasi come un istinto primordiale, le venne un'idea. Avrebbe dovuto muoversi in fretta e non dare al consorte il tempo di reagire ma era sicura che si sarebbe fatta quattro risate se il piano fosse andato a buon fine.

 

Erano vicino ad una curiosa struttura: sembrava un albero privo di foglie, da un grosso ramo piantato su una roccia partivano diverse ramificazioni che a loro volta si suddividevano in rami più piccoli ma espandendosi solo verso l'alto e i lati, l'intera pianta dava l'impressione di essere un largo ventaglio rosso bucherellato. Quando era arrivato il momento di dare aria a Naruto, i due avevano lo strano vegetale in mezzo e lei, un po' per giocare e un po' per non doverlo costeggiare, aveva preso l'erogatore e lo aveva offerto infilando il braccio in uno dei buchi. Il ninja si era inizialmente stranito, ma poi aveva accettato il dono di buon grado e solo per alcuni secondi. Poi si era tirato indietro per permettere alla moglie di riprenderlo.

 

Lei indicò in basso, dove si trovava un folto agglomerato di alghe verdi come fili d'erba ma lunghe quasi tre metri. L'altro aveva annuito e l'aveva seguita tentando in tutti i modi di non fissare lei.

 

Quello che aveva visto si trovava a diversi metri più in basso rispetto al luogo in cui erano, quindi l'ereditiera era certa di poter dare il via al suo piano nel momento in cui avessero raggiunto il punto indicato, dopotutto l'ex allievo di Kakashi non era un pesce e avrebbe avuto bisogno di ricaricarsi. In ogni caso, quando furono in ginocchio una di fianco all'altro davanti a quella che ora sembrava una foresta paragonata ai due, la corvina agì.

 

Si voltò offrendo al marito una ricarica e lui la accettò ma, quando iniziò a ricaricare i polmoni, lei si diede una spinta con le gambe e si allontanò a grande velocità costeggiando le lunghe foglie fluttuanti. Naturalmente, per sbigottirlo ancora di più e guadagnare qualche altro secondo, cambiò stile di nuoto: se prima muoveva le gambe su e giù adesso iniziò a muoverle allargandole orizzontalmente. In questo modo, se l'uomo l'avesse guardata, avrebbe avuto almeno un attimo di sbigottimento a causa della circolazione alterata del sangue.

 

Lei era un'esperta di questo, le era successo così tante volte nel corso della vita che aveva smesso di contarle da anni.

 

- - -

 

L'Eroe di Konoha vide la moglie allontanarsi di colpo e senza apparente ragione. D'istinto grugnì allungando il braccio per cercare di afferrarla ma non riuscì nemmeno a sfiorarle la punta del piede. In più quello che aveva visto quando si era data la prima spinta gli aveva fatto spalancare gli occhi e lo aveva costretto ad ingaggiare una battaglia lampo fra la sua parte di mente razionale e quella istintiva. La ragione aveva finito per prevalere ma ormai di Hinata non se ne vedevano neanche le bolle. Ancora all'oscuro dei motivi che l'avevano portata a comportarsi in quel modo insolito, il biondo si gettò in avanti per raggiungerla perché sapeva che nessun ninja, per quanto capace, poteva trattenere il fiato per sempre e la portatrice del Byakugan, anche se aveva un petto ottimamente sviluppato, non faceva eccezione.

 

Avrebbe potuto attivare la Modalità Eremitica per localizzarla subito ma la fretta, la paura e... l'aria rilasciata a causa di ciò che aveva visto, non gli fecero venire in mente che aveva quella carta da giocare.

 

- - -

 

Pur trattenendo il respiro, Hinata si stava divertendo. Aveva nuotato solo per sparire alla vista del marito e poi si era nascosta in mezzo alle alghe. Non erano come un tipo che avevano visto prima: quelle erano urticanti, il maschio ne aveva sfiorata una con una mano e aveva dovuto litigarci quasi per tre minuti per farla staccare, queste invece sembravano fatte apposta per accarezzare la pelle. Non le rimanevano attaccate addosso quando le sfiorava e lo sfregamento le dava piacere. Fra una cosa e l'altra aveva messo fra lei e il suo inseguitore uno strato erboso di circa sei o sette strati di alghe, non avrebbero mai potuto vedersi ad occhio nudo.

 

Attivò quindi il Byakugan e attese. Attese finché non vide poco dopo una figura umanoide in movimento passarle davanti: -Eccolo qui, adesso vediamo come reagisce...-

 

Diede riposo agli occhi ed uscì dal suo nascondiglio ritrovandosi alle spalle del maschio ancora intento a nuotare e si mise in moto per raggiungerlo.

 

- - -

 

-Accidenti, ma dov'è andata?!? Non può essere troppo lontana ma se non la trovo potrebbe rischiare di annegare!- Il figlio di Minato aveva fatto del suo meglio per raggiungere la propria sposa ma lei sembrava essersi volatilizzata. Poteva aver avuto un vantaggio all'inizio ma ormai lui aveva superato la sorpresa e, fisicamente, le sue prestazioni erano certamente superiori a quelle della donna. Si era anche ricordato di poter usare altri metodi per cercare di trovare la principessa: se avesse liberato Kurama, avrebbe potuto sfruttare il suo Chakra ed era rimasto fermo a sufficienza l'ultima volta che si era messo a racimolare Chakra Eremitico da poter attivare la Modalità almeno per una decina di minuti.

 

Era così immerso nei suoi pensieri da non accorgersi della figura che era apparsa alle sue spalle e che si stava pericolosamente avvicinando a lui.

 

Fu solo una pressione sufficientemente forte da essere avvertita ma non abbastanza da procuragli danni che fece uscire la sua mente dal guscio che si era creata tutto attorno. E a far contrarre momentaneamente anche tutto il corpo. Naruto spalancò gli occhi, inseme a naso e bocca, quando si sentì premere contro il costume. In mezzo alle gambe, in corrispondenza dei testicoli. Come gli era successo sulla barca ebbe una reazione di piacere e disagio. Comunque sia le braccia che le gambe si bloccarono facendolo finire prono sulla sabbia temporaneamente stordito e con l'erogatore che continuava imperterrito a rilasciare aria.

 

Dopo lo smarrimento iniziale, il nuovo iniziatore del proprio clan riprese a muoversi e, dopo essersi assicurato di nuovo una costante provvista di aria, si alzò sulle ginocchia, si voltò e ciò che vide lo lasciò di stucco: la corvina che aveva perso era inginocchiata dietro di lui e stava evitando di liberare troppa aria tenendo le mani sulla bocca ma era chiaro che stesse ridendo a causa delle piccole bollicine che le uscivano dalle narici.

 

Istintivamente le si avvicinò così che anche lei potesse rigenerare le proprie riserve d'ossigeno ma, nel momento in cui il suo regalo veniva accettato, l'elemento maschile della coppia iniziò a mormorare accigliato gesticolando con una mano ed indicando non si sa cosa con l'altra. Per tutta risposta, la nobile si tolse l'erogatore dalla bocca e contrasse le labbra a mo' di trombetta come se volesse dargli un bacio sul naso ma senza fare altri movimenti. Lui reagì prendendole un polso e tirandola a sé mentre si spingeva in avanti riprendendo a grugnire quasi come un maiale arrabbiato.

 

Non si era accorto che i loro petti erano a diretto contatto adesso ma ci pensò la moglie a farglielo notare indicando la zona interessata con un dito. Ancora infastidito dal suo scherzo, a suo avviso, di cattivo gusto, il biondo abbassò lo sguardo seguendo le indicazioni e... liberò altra aria dalle narici mentre il cipiglio spariva e le palpebre si spalancavano.

 

Si tirò indietro lasciando la presa su di lei ma venne afferrato a sua volta. Finalmente tirò su lo sguardo per vedersi offrire di nuovo l'erogatore. La questione si era conclusa senza vittime alla fine, la donna si era divertita un po' e l'uomo... aveva avuto un piacevole e indesiderato, ma non sgradito, contatto diretto con lei.

 

Riprendendosi per mano, tornarono a nuotare insieme lasciandosi accarezzare dalle lunghe foglie che avevano intorno.

 

- - -

 

Passò dell'altro tempo. Inspirando a turni, i due tirarono avanti per più dell'ora garantita dal venditore con cui era stato discusso. Il fatto che trattenessero il respiro di tanto in tanto contribuiva al risparmio di aria. Ma il trascorrere dei minuti era trascurato da entrambi. Con tutto quello che c'era da vedere intorno, avevano smesso di pensare da quanto fossero in apnea e comunque non era stato programmato niente nell'eventualità che la bombola sulla schiena del biondo si svuotasse completamente. Forse lui stesso era all'oscuro di questa prospettiva.

 

Ma nessuno dei due sembrava curarsene più di tanto: si erano arrampicati su una nuova formazione corallina e adesso stavano osservando un essere abitualmente normalissimo ma che, in quest'ambiente, aveva attirato la loro attenzione. Si trattava di una lumaca. Con tanto di guscio a chiocciola e corpo flaccido. Ma il fatto di trovarla sott'acqua era un fatto del tutto nuovo per la coppia ed entrambi si erano messi a guardare i suoi spostamenti su di una roccia variopinta. E poi avevano iniziato a... punzecchiarla. Esattamente com'era successo il giorno prima con quegli strani fiori fluttuanti, anche l'animale prese a ritrarsi ogni volta che veniva toccato per poi emergere di nuovo dal guscio.

 

Quando poi si infilò in un buco abbastanza grande per lei ma non abbastanza per i due umani, questi si decisero a cercare qualcos'altro da vedere. E, quasi subito dopo, trovarono un animale ancora più strano della lumaca. Sembrava un altro essere gelatino ma non aveva nessun guscio ed era colorata in maniera molto più fantasiosa: i bordi rossi, la zona centrale del corpo blu e alcuni rialzamenti, che loro interpretarono come spuntoni della schiena, bianchi.

 

Aveva anche un modo diverso di muoversi: invece di strisciare su una superficie, questo nuovo essere si muoveva in acqua ondeggiando quasi come se fosse un verme su dei dossi. Per quanto fosse attrattiva, anche il momento di attenzione nei suoi confronti arrivò ad una conclusione quando la corvina picchiettò sulla spalla del compagno per indirizzarlo da un'altra parte.

 

Senza sapere bene come avevano fatto, si trovarono di colpo in mezzo ad un nuovo banco di pesci ma non vennero colti dalla paura. I pesci avevano preso a muoversi in cerchio intorno a loro senza toccarli e senza che la struttura circolare, formata dai loro innumerevoli corpi, subisse deformazioni improvvise. I due umani si trovarono dentro un tubo vivente, la cui colorazione argentea mostrava loro infinite sfumature a causa del moto circolare e della luce. Fu talmente tanta la meraviglia che la figlia di Hiashi aprì la bocca per emettere quello che, all'asciutto, sarebbe suonato come un wow, ma che in ambiente acquoso venne udito dal partner come un gorgoglio breve e confuso accompagnato dalla fuga di un paio di bolle.

 

Fortunatamente fu rapido a riafferrare quello che la femmina aveva perso e a rimetterlo di nuovo a posto. Anche se, nonostante la perdita d'aria, lei sembrava ipnotizzata da quello che stava accadendo intorno a loro. Avevano cambiato stile: invece di nuotare mano nella mano come era avvenuto la maggior parte delle volte fino a quel momento, adesso ognuno dei due aveva usato un braccio per cingere le spalle dell'altro in modo da restare affiancati ed usare solo le gambe per avanzare e il braccio libero per virare. Usando questo nuovo sistema era possibile stare a pancia in su o giù senza doversi separare e la stessa cosa valeva se si nuotava orizzontalmente o verticalmente. Un fianco dei loro corpi era sempre a contatto, a prescindere dal modo in cui si muovevano o dalla direzione verso cui si dirigevano.

 

E tale sistema permetteva di andare avanti anche quando Hinata offriva l'aria al marito perché c'era sempre un braccio disponibile a dirigere la navigazione.

 

Comunque ora erano rivolti verso l'alto ma, da quando si erano trovati al centro della circonferenza luminescente, avevano entrambi smesso di spingere con le gambe e stavano lentamente affondando di nuovo. Tuttavia la kunoichi non era l'unica ad essere incantata dallo spettacolo: ad un certo punto aveva messo in bocca al ninja l'erogatore così che potesse dare riposo ai polmoni ma, per la prima volta da quando si erano immersi, lui non se lo tolse dopo pochi secondi. Al contrario, quando lei si voltò un attimo per verificare se tutto andasse bene, lo vide focalizzato sul moto intorno a loro ma stava anche respirando con regolarità e questo la fece sorridere un momento: -Finalmente ci è riuscito. Per permettere a sé stesso di far rilassare il petto, doveva essere distratto da qualcosa sufficientemente atipico...-

 

Il branco animale accompagnò la loro discesa come se volesse nasconderli dal resto del mondo continuando a muoversi in perfetta ed armoniosa sincronia mentre la luce continuava a far risplendere le squame dei singoli esemplari.

 

Senza quasi accorgersene, la coppia di Konoha si sedette sul fondale sabbioso e, solo a quel punto, la superficie ininterrotta si infranse in una gigantesca quantità di frammenti pari al numero di esemplari che la componevano. Quasi come se si fossero accorti che i due innamorati erano giunti al capolinea, tutti quanti decisero, nello stesso momento, di porre fine alla magia argentea che avevano creato facendoli tornare alla realtà nel modo più brusco possibile: nuotando alla rinfusa, in ogni direzione e senza più rispettare la distanza che avevano mantenuto. Gli sposi provarono in prima persona quello che vivono le singole parti vegetali di un'insalata quando questa viene mescolata: pur restando fermi sulle loro posizioni, vennero investiti da una pioggia confusa di corpi affusolati e suoni di pinne in movimento. Senza essere in grado di vedere il coniuge, tutti e due cercarono di ripararsi. Non gli stava succedendo niente di male, si trattava solo di piccoli pesci argentati che si muovevano all'impazzata, ma l'azione improvvisa colse entrambi di sorpresa.

 

Quando infine il banco si disperse, Naruto si era coperto la faccia con le braccia e Hinata aveva usato il suo petto come supporto per proteggersi. Entrambi avevano chiuso gli occhi quando la tempesta era iniziata ma ora, che non avvertivano più movimento intorno a loro, diedero di nuovo uno sguardo ai dintorni. La femmina si tirò su lentamente mentre il maschio abbassava le braccia, ancora inconsapevole di stare respirando a pieni polmoni. Si guardarono mezzi spaesati ma fu la portatrice del Byakugan a manifestare la sorpresa per prima: spalancò le mani e le allargò con occhi spalancati ma senza mostrare timore o smarrimento, solo sorpresa. Il marito annuì per darle ragione e fu solo in quel momento che si accorse di avere ancora l'erogatore in bocca.

 

Senza perdere un altro secondo, se lo tolse e lo porse alla compagna così da permetterle di assimilare nuovamente ossigeno. Lei accettò senza fare storie, aveva perso un bel po' d'aria mentre i pesci era guizzati in mezzo a loro. Mentre la partner si approvvigionava, il biondo si volse dall'altra parte, aveva visto un'ombra particolare e voleva vedere di cosa si trattasse: era una tartaruga. Dalla forma gli ricordava quella su cui si era recato anni addietro per allenarsi con Killer-B, ma ovviamente era di dimensioni molto minori. Ed aveva la pelle di tinte verdi e marroncine. Si sarebbe rivolto alla moglie per mostrargliela se lei non lo avesse anticipato.

 

La sentì mormorare e poggiargli una mano sul pettorale proprio prima di voltarsi, aveva ancora l'erogatore in bocca ma stava usando l'altra mano per indicarlo. Lui, sempre trattenendo il respiro, inclinò la testa di lato insicuro di capire cosa volesse dirgli e lei reagì di conseguenza.

 

Quando le aveva spiegato come funzionasse quella bombola, le aveva anche detto che l'aria sarebbe uscita incessantemente, senza bisogno di premere o mordere niente. Quindi lei si tolse l'appendice dalla cavità orale e la girò verso di lui, non usciva niente. Insospettito dalla mancanza di bolle, il figlio di Minato prese in mano il pezzo di plastica per analizzarlo meglio, lo agitò un po' pensando che si fosse guastato per qualche motivo ma comprese subito che la verità era meno drammatica ma anche poco piacevole.

 

Si rivolse alla kunoichi inginocchiata davanti a lui e, muovendosi in fretta ma anche con ordine, picchiettò sulla la bombola, poi fece un cenno con la mano con l'intento di comunicare che l'aria era finita e poi indicò verso l'alto. In poche parole, la bombola che aveva sulle spalle si era svuotata e di conseguenza l'immersione era finita. Sarebbero dovuti tornare sulla barca.

 

Sicuro di essere stato capito e che lei lo avrebbe seguito, la reincarnazione di Hashirama iniziò ad alzarsi in piedi con l'intento di darsi una spinta e risalire ma la sua ascesa venne bloccata dalle mani che la ragazza gli mise sulle spalle concentrandoci sopra abbastanza peso da farlo riabbassare. Lui si era voltato verso di lei con l'intento di grugnire qualcosa pensando di non essersi spiegato bene come pensava ma, di nuovo, la ninja lo precedette.

 

Dopo averlo messo seduto, lei gli abbracciò il collo e, chiudendo le palpebre, si spinse in avanti per baciarlo. Questo gesto si sarebbe potuto considerare come la ciliegina sulla torta dell'esperienza che di lì a poco si sarebbe conclusa. E avrebbe messo in comune le loro riserve polmonari. Sapeva, inoltre, di non doversi preoccupare: il marito avrebbe compreso il suo gesto e si sarebbe mosso di conseguenza, lei poi avrebbe contribuito con le proprie gambe.

 

- - -

 

Per un momento, Naruto rimase spaesato e con occhi spalancati intenti a guardare tutto e niente. Hinata lo stava baciando e abbracciando, il corpo femminile era premuto contro il suo e le sue mammelle si stavano deformando contro i suoi pettorali. Di per sé rimase lì fermo, con braccia e gambe spalancate e non ancora perfettamente in grado di muoversi. In verità la sua mente stava dibattendo sulla mossa della corvina perché aveva esplicitamente chiesto di non fare nulla di sessuale in acqua, ma aveva deciso di baciarlo e non si stava limitando a fare solo quello. Una parte di sé stava seriamente considerando l'idea di fare un piccolo sforzo e diventare un'unica cosa col suo amore in quel paradiso terrestre sommerso.

 

Poi però percepì anche altro: un movimento d'aria che passava fra le loro bocche. Era quasi continuo ed avveniva in entrambi i sensi. Gli fu chiaro quasi subito che era dovuto alla principessa. Si era unita a lui in quel modo per dare una possibilità in più ad entrambi di tornare a galla senza dover sforzare troppo i polmoni, la vicinanza che si era creata era solo una conseguenza, niente di più. O forse no. Ma non lo avrebbe mai scoperto restando fermo sul fondale, doveva riemergere e chiederlo alla diretta interessata.

 

- - -

 

Dopo alcuni secondi di attesa, Hinata sentì le forti braccia del marito stringerla a sé prima di sentirsi issare. Pur senza vedere niente, fu felice di constatare che il marito stava ancora mantenendo la parola che le aveva dato: una volta in movimento avrebbe potuto afferrarla per i glutei, gli sarebbe piaciuto e avrebbe fatto anche minore fatica a tenerla pressata contro di sé e invece le sue mani non le sfiorarono mai il sedere o il seno. Che lei sentiva premuto contro il petto maschile. Ci fu solo un momento in cui non capì bene cosa stava succedendo: per qualche istante, entrambe le braccia l'avevano lasciata ad intermittenza e subito dopo avevano continuato a risalire più veloci di prima. Aveva modo di avvertire i movimenti delle gambe di lui perché stavano nuotando insieme e non era cambiato niente, cos'è allora che li aveva resi più leggeri? Avrebbe dovuto attendere fino a quando non fossero usciti dall'acqua.

 

- - -

 

Le due teste unite sbucarono dalla superficie marina come i germogli di due vegetali piantati vicini. L'acqua scivolò dalle loro teste facendo spandere fra le onde i lunghi capelli corvini di lei ed abbassando le punte bionde di lui. Eppure, nonostante avessero rotto la superficie e ripreso a respirare col naso, il bacio non era stato rotto e nessuna delle due coppie di palpebre era stata ancora aperta. Com'era successo al momento dell'immersione, si stavano ancora godendo il loro momento, niente e nessuno avrebbe potuto interromperli.
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Note d'Autore: rieccomi qua con un nuovo capitolo. Se non verrà in mente ad un monte di gente di caricare subito dopo di me, dovrebbero vederlo un pò di persone. Spero. OK, la copertina è un tantino OSE' ma il rating arancione permette di descrivere certe cose e/o situazioni senza scendere troppo nei dettagli, quindi va bene così. Tra l'altro, questa immagine qui (o la versione in cui Hinata non è come la mamma l'ha fatta) la considero come il miglior pezzo che il tipo a cui ho chiesto immagini abbia mai fatto. Fino ad ora. OK, dopo questo mini-delirio, occupiamoci del testo... la parte in apnea è uscita più corta di quanto mi aspettassi ma la mancanza di idee unita ai fastidi creati dai coinquilini a ad altri fattori inficiano sulla produttività di uno scrittore. A tutti quelli che hanno trovato certe scene "strane" voglio dire questo: Hinata è sempre stata una ragazza forte dentro, ha avuto difficoltà a mostrare questa forza interiore negli anni ma, crescendo si diventa più forti. E magari anche un pochino intraprendenti, chi lo sa XD. Alzi la mano chi è dispiaciuto per Kurama. Non provo piacere quando animali (non appartenenti alla mia specie) vengono maltrattati, ma stiamo parlando di mezzo demone che ha passato la maggior parte degli ultimi decenni chiuso in un corpo o controllato da qualche tizio con gli occhi cangianti e che magari non si è mai curato della vita famigliare del suo ospite. Quindi magari, a Kurama, non frega niente di Hinata finchè non diventa una minaccia per il corpo ospitante. Bene, scritto questo, saluto tutte e tutti, rinnovo l'ormai solito invito a commentare (che non segue quasi nessuno) e... spero che la lettura di questo e degli altri capitoli non sia considerata come una perdita di tempo. Ciao!

 

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Capitolo 6
*** Il Regalo Per Hinata ***


Capitolo 6: Il Regalo Per Hinata

 

Ci volle un po', ma la necessità di fare un respiro più profondo divenne più forte del desiderio di non separarsi e così il bacio venne rotto. Anche se i due poggiarono la propria fronte contro quella che avevano davanti e, senza ancora emettere nessun suono, si guardarono sorridenti e cullati dalle onde del mare. La maggior parte della superficie frontale dei loro corpi era ancora a stretto contatto. Dopo quest'altro momento di loquace silenzio, la festeggiata parlò: “Allora, dopo il bagno mattutino... cosa prevede il programma?”

 

Venne risposta per le rime: “Dipende, pensi di aggiungere qualche imprevisto lungo il percorso o d'ora in poi si procederà spediti?”

 

Alla domanda, lei ridacchiò: “Imprevisto? Non so davvero di cosa parli...” Completò la seconda metà dalla frase aggiungendo una strofinata pettorale contro il corpo a cui era avvinghiata. Questo fece iniziare a far affluire sangue in più in due zone di tale corpo: “Io... credo che t-tu sappia pe-perfettamente di... di cosa pa-parliamo e... le tue de-deviazioni dal percorso... principale potrebbero causare... problemi a... al programma.”

 

Continuando a fare la gnorri, Hinata proseguì il discorso: “Problemi al programma? E perché? Non ti piace essere abbracciato alla tua dolce mogliettina senza niente a separarti da lei, Anata?”

 

“Oh... no-normalmente mi sentirei in... pa-paradiso ma... n-non in questo caso.”

 

“E perché? Cos'è a determinare il tuo disagio in questo momento?”

 

Lui fece un sospiro profondo prima di focalizzare i suoi dischi color cobalto su quelli viola di lei: “Una promessa. Una promessa c-che ho fatto... cre-credo un'oretta fa o poco più.”

 

“Ah... una promessa. E se ipotizzassimo che tale promessa non fosse stata fatta o che... ora fossi libero dalla tua parola, cosa faresti?”

 

Le labbra maschili si alzarono automaticamente mostrando le sue zanne da predatore: “Beh, probabilmente mi libererei di tutto ciò che non è puro in modo da essere allo stesso livello di mia moglie e poi... senza alcun dubbio mi unirei a lei riportando entrambi nel giardino appena visitato e... magari, giusto per ipotesi, potrei iniziare a... fare i primi passi per ampliare il mio albero genealogico. Giusto per ipotesi.”

 

Nonostante la sua sicumera, anche il viso femminile si imporporò sentendo queste parole: “E... hai detto di non poterlo fare a causa della tua promessa.”

 

“E-esatto.”

 

“Quindi se facessi così...” Sotto la superficie, strofinò le gambe contro quelle di lui: “...ti procurerei dell'ulteriore disagio perché la tua parola ti impedisce di attuare il tuo piano?”

 

Dovette deglutire prima di rispondere mentre il viraggio facciale arrivava al termine: “Sì... te-temo che sia così. Ci hai a-azzeccato su... su tutta la li-li-linea.”

 

“Allora credo che sia meglio smettere di darti problemi, non sei d'accordo?”

 

“Viste le ci-circostanze... sì. Approvo la... decisione.”

 

Lei sciolse l'abbraccio concedendo all'altro di non trovarsi più con un corpo contro: “Bene, ma prima che mi rimetta i vestiti, c'è una cosa che vorrei che facessi.”

 

“Di... che si tratta?”

 

La vide mettersi un braccio davanti al seno: “Voltati e aspetta il mio segnale prima di rigirarti.”

 

Gli si sollevò un sopracciglio: “Aspetta... cosa?!? Perché?”

 

La femmina fece una smorfia: “Mi pare evidente, sono nuda!”

 

A questo, il biondo venne colto da incredulità mista a stupore e perplessità: “Ma... sei sempre stata nuda! Fin da prima che ci immergessimo! Perché importa ora?”

 

“Prima aveva un senso, ora non più. Dovevo metterti alle strette per sapere la verità e poi volevo divertirmi un po' come hai fatto tu quando mi hai fatto il tuo scherzo!”

 

“Que-questo non cambia niente! Mi sei stata vicina per tutto il tempo, ti ho già vista nuda, per quale... per quale ragione adesso dovrebbe essere... diverso?”

 

“Sono o non sono la festeggiata oggi?”


“Sì, ma...”

 

“Vuol dire che è la mia giornata. Giusto?”

 

“Certo, ma...”

 

Anche lei ora decise di mostrare le sue zanne: “Allora esaudirai questo mio desiderio.”

 

Naruto inclinò la testa in avanti sconfitto: “D'accordo, aspetterò che sia tu a dirmi di potermi voltare di nuovo.”

 

“Grazie, Anata!”

 

- - -

 

Avevano ripreso a navigare e si erano di nuovo sistemati lui a poppa e lei a prua. Tuttavia c'era qualcosa che incuriosiva il maschio: “Puoi spiegarmelo un'altra volta, per favore? Perché ti sei messa addosso solo il costume?”

 

“Ci metteremo un po' a rientrare, no? Ho deciso di approfittarne per asciugarmi bene prima di rivestirmi. Così i miei abiti non si bagneranno.”

 

“E allora perché le altre volte ti sei rivestita subito? Non abbiamo problemi con gli abiti, ci pensa il personale dell'albergo a sistemare tutto ogni volta che usciamo.”

 

“È vero, ma le altre volte non ci voleva tanto tempo a tornare a terra, questa volta sì. E non ho voglia di dare troppo fastidio agli attendenti.”

 

“Posso rispettosamente ricordarti che è il loro lavoro rimettere tutto a posto?”

 

“Certo che puoi, ma questa non è una scusa per non risparmiargli un po' di lavoro. Sappiamo tutti e 2 che il servizio di riassetto non è obbligatorio.”

 

“Vero, ma non vedo perché dovremmo lavorare noi quando c'è gente pagata per farlo al nostro posto. Ti ricordo che siamo in vacanza ufficialmente.”

 

“Mi conosci abbastanza per sapere qual'è la mia risposta. E cambiando discorso...” Si alzò per sedersi di fronte al vogatore: “...non ci ho fatto caso all'inizio ma... che fine ha fatto la bombola che avevi sulla schiena?”

 

“È finita sul fondo. L'ho tolta mentre risalivamo.”

 

“Cosa? E perché?”

 

“Beh... in primo luogo, perché mi sono alleggerito liberandomi del suo peso e poi...”

 

“E poi...?”

 

“Volevo lasciare un segno. Un segno del nostro passaggio.”

 

“Un segno? Che vuoi dire?”

 

“Quello è un giardino nato dall'amore di 2 persone, giusto?”

 

Lei annuì non conoscendo ancora il suo pensiero: “E, a distanza di non so quanto tempo, la manifestazione dei loro sentimenti è ancora visibile. Volevo fare una cosa simile anche per noi.”

 

“E hai lasciato la bombola vuota?”

 

“In quel momento non ho pensato ad altro. Avevo altre cose a cui pensare e comunque non avevo altri oggetti da lasciare come testimonianza.”

 

“Ma... una bombola? Non pensi che abbia potuto rovinare il fondale? E chi saprebbe che siamo stati in questo posto?”

 

“Per il fondale non mi preoccuperei, sotto di noi c'era solo sabbia, quindi non abbiamo alterato la vita di nessun animale e...” Smise di remare per prenderle delicatamente le mani fra le proprie: “...personalmente mi importa poco che altri sappiano di noi. Fintanto che ricorderemo l'esperienza e, magari, un giorno torneremo nello stesso punto proprio vedendo la bombola e rammentando quello che abbiamo fatto... mi riterrò pienamente soddisfatto.”

 

Aveva completato la frase sfoggiando un dolce sorriso venendo ricambiato dalla moglie con un sorriso simile: “Anata...”

 

“Principessa...”

 

Si baciarono sulle labbra senza scambiare ulteriori frasi o singole parole, il sentimento che li legava era più che sufficiente per comunicare in queste occasioni. E dopo questo momento di amorosa tenerezza o di tenero amore, la domanda di prima riemerse: “Adesso posso sapere cosa ci aspetta? Non mi hai detto cosa ci sarebbe stato dopo il bagno nella baia...”

 

“Vuoi davvero saperlo? Non ti piacerebbe goderti la suspense e sorprenderti sul momento?”

 

“Non ho detto di non voler essere sorpresa, sono certa che da parte tua o mia ci sarà qualche libera iniziativa, ma voglio comunque conoscere gli eventi che ci attendono.”

 

Lui riprese a remare con più lena: “E va bene, adesso torneremo in camera per lavarci e... se vogliamo... cambiarci. Ma io dovrò farlo per primo e su questo non si discute.”

 

“E perché? Di solito lasci lavare me per prima, perché oggi no?”

 

“Beh... qualcuno dovrà andare a prendere il pranzo e a preparare il servizio e, considerando che oggi sei la festeggiata, non mi verrebbe mai in mente di mandare te al ristorante.”

 

“Ah... quindi anche il pranzo sarà in camera?”

 

“Sì... ma non sarà il solito pranzo. Ricordi cos'è successo stamattina in bagno?”

 

“Ti sei moltiplicato e mi hai massaggiata tutta? Ti riferisci a quello?”

 

“Sì e no. Certo, ti ho massaggiata le braccia, le gambe, la faccia, le mani e i piedi ma mi hai anche elogiato per il mio lavoro. Quindi...”

 

La donna si stava incuriosendo sempre di più: “Quindi...?”

 

“Quindi... no. Sai cosa? Non ti dirò niente di specifico. Sai che pranzerai in camera e che ti riserverò un servizio speciale, questo dovrà bastarti~”

 

Lei mise di nuovo il broncio chiudendo le mani a pugno: “Nooooo! Voglio sapere! Dimmi di più! Che cos'hai in mente?!?”

 

Lui affrontò la faccia imbronciata con un sorriso da malvivente: “~Non lo saprai finché il pensiero non diventerà azione. Ed è inutile per te insistere~”

 

“Sei cattivo, Naruto-Kun!”

 

“No, è falso! E questo lo sappiamo entrambi, stai facendo tanta scena solo perché sei curiosa!”

 

Proseguirono il finto battibecco per tutto il tempo della navigazione. Perfino dopo essere sbarcati, la corvina continuò a fare la capricciosa ma il marito non cedette alle sue pressioni. Al contrario, trovò divertente il comportamento infantile e capriccioso della principessa. Poteva essere una manifestazione del fatto che, dietro la facciata ligia e contenuta, avesse finalmente capito di essere in vacanza e quindi libera di sfogarsi un po' senza temere che qualcuno potesse giudicarla o criticarla.

 

Se la presero comoda durante il resto del tragitto. Dopo qualche altra battuta, Hinata era caduta in un finto silenzio da arrabbiatura e il ninja aveva preferito mantenere l'equilibrio appena stabilito. In un certo senso sarebbe stato meglio anche per lei: se mostrava un'attitudine così ombrosa, il cambio d'umore che avrebbe avuto al momento della risoluzione del mistero sarebbe ancora più grande e soddisfacente.

 

Il silenzio rimase dominante fra di loro fino al momento in cui non furono di nuovo davanti al Dragon Hotel, fu la femmina a romperlo senza degnare il compagno di uno sguardo: “Io inizio a salire in camera, occupati tu di eventuali incombenze con la reception.”

 

Lui non diede troppo peso alla freddezza usata: “Come desideri, principessa.”

 

E così, mentre una si dirigeva verso l'ascensore apparentemente arrabbiata, l'altro procedeva spedito verso la fonte di ogni informazione in quel posto: “Salve, ci sono dei messaggi per me o o la mia compagna?”

 

“Nessuno, signore.”

 

“Bene... non ho avuto modo di vedere l'orario tornando qui, quanto manca al pranzo?”

 

“I nostri cuochi sono già al lavoro, dovrà attendere solo una decina di minuti.”

 

Lui ondeggiò la mano: “Non ho intenzione di mangiare qui, com'è successo stamane, prenderò un vassoio e me lo porterò in camera.”

 

“Capisco. Posso aiutarla in qualche altro modo?”

 

“Effettivamente sì. Saprebbe dirmi se, oltre al cibo, è possibile anche ordinare qualche bevanda in particolare? Non saprei, succhi di frutta o camomille o roba del genere...”

 

“Se vuole, posso mostrarle un catalogo.”

 

“La ringrazio molto, con la scusa... potrei sapere cosa c'è sul menù?”

 

- - -

 

Hinata era in attesa appoggiata sul davanzale della finestra, sperava che la sua scenata da bimba viziata avesse funzionato pur sapendo che il marito non si sarebbe mai arrabbiato con lei per qualche piccolo capriccio. Era ovvio che le sarebbe piaciuto sapere cos'aveva pensato ma il fatto che lui glielo avesse nascosto non era così grave come aveva tentato di palesare. E lui non era il solo a programmare le cose, anche lei aveva un suo piccolo piano da attuare e sapeva per certo che il maschio non sospettasse nulla. Si era preparata, quella mattina aveva fatto tutta quella scena senza abiti sia per conoscere la verità che per prepararsi psicologicamente al fatto di mostrarsi nuda davanti allo sposo in determinate circostanze.

 

Aveva scoperto di potercela fare, la ragazza timida e balbettante che si era confessata giusto prima di affrontare un avversario pericoloso come Pain era cresciuta ed era diventata molto più forte. E non solo fisicamente, anche prima che Naruto si confessasse aveva imparato a reggere il suo sguardo, anche se non per lungo tempo. E aveva fallito nel tentativo di confessare tutto quello che aveva dentro. Ma quello faceva parte del passato ormai. Avevano lottato insieme sulla luna, si erano fidanzati, avevano condiviso tanto anche in intimità ed erano finiti col diventare marito e moglie. Era cresciuta. E dopo un anno di matrimonio, magari sarebbe stata anche pronta a diventare qualcosa di più, una madre magari.

 

Le intenzioni che aveva ipotizzato il compagno le avevano dato la spinta finale. Se tutti e due erano predisposti per una cosa... allora avrebbero potuto farla. Ma per far sì che tutto avvenisse nel modo più magico e romantico possibile e che lui ricevesse la sorpresa migliore di tutta la vacanza, non avrebbe dovuto commettere errori nel recitare la sua parte.

 

Al suono della porta che si apriva, rimise in mostra il broncio senza però voltarsi. Non doveva essere lei la prima a parlare. E infatti non lo fu: “Allora, vedo che mi hai aspettato.”

 

La risposta arrivò senza che lei si voltasse: “Come mi avevi chiesto, potrò essere arrabbiata ma non sono dispettosa. Però avevi detto che questa era la mia giornata e che ogni mio desiderio sarebbe stato esaudito!”

 

“Vero, e non ho contraddetto nessuno di questi 2 dogmi.”

 

Decise di voltarsi ora e di mostrare tutta la sua frustrazione, anche se finta: “Allora perché non posso sapere cos'hai in mente?!?”

 

Lo sfogo mascherato parve non produrre risultati evidenti perché il maschio rimase con la stessa, placida espressione sorridente: “Lo sai, invece. Sai che il pranzo sarà servito in camera e che il servizio sarà speciale.”

 

“Ma non mi hai detto in cosa consiste la specialità di tale servizio! Era un mio desiderio e tu me lo hai negato!”

 

Lui sollevò e fece danzare un indice nell'aria a mo' di rimprovero: “Errore, non resterai all'oscuro della cosa, semplicemente sto aspettando per metterti al corrente di tutto.”

 

“E perché non potresti dirmi come stanno le cose adesso?!?”

 

Lui iniziò a dirigersi verso il bagno senza mai perderla di vista e senza che il suo sorrisetto gli sparisse dalla faccia: “~Perché intendo sorprenderti, principessa~”

 

Fu l'ultima replica, prima che lei potesse dire altro l'uomo svanì dalla sua vista chiudendo la porta dietro di sé. E solo quando sentì il rumore dell'acqua, Hinata distese i muscoli facciali tornando a sorridere lievemente: -Bene, se pensa che io sia arrabbiata e riesco a non far trapelare nulla... stasera sarò io a sorprendere lui. E ho la certezza assoluta che renderò entrambi felici, Naruto-Kun...-

 

Decise di attendere l'uscita del marito sedendosi al tavolo, doveva pensare a come reagire all'attuazione del suo piano, era certa che le avrebbe fatto piacere ma non poteva mica passare da arrabbiata a felice in un battito di ciglia. C'era del tempo per riflettere, il suo sposo ci avrebbe messo un po' a lavarsi se si fosse mosso con la velocità degli altri giorni quindi la domanda riprese a ronzarle in testa: come mostrare la gioia in modo naturale dopo aver mostrato tanta aggressività? Non era facile, le persone che cambiavano tono in modo repentino non le erano mai andate a genio e certamente non considerava sé stessa come una di quelle persone. Quindi come fare? Considerò e scartò varie ipotesi e strategie finché, proprio prima che Naruto uscisse dal bagno, non ebbe l'idea risolutiva.

 

Lui attraversò la stanza coperto dall'accappatoio senza cercare il contatto diretto ma, proprio prima di abbassare la maniglia della camera da letto, diede inizio ad un nuovo dialogo: “Sai che la tua attesa non durerà ancora a lungo, vero?”

 

La corvina continuò ad usufruire del tono duro usato fino a quel momento: “Certo che lo so! E quindi? Vuoi dichiarare la mano un attimo prima di scoprire le tue carte?”

 

“Certo che no. Ho solo pensato che la tua... rabbia, forse?”

 

“Fastidio! Fastidio e frustrazione!”

 

“Va bene, il tuo fastidio e la tua frustrazione potrebbero evaporare in maniera eccessivamente repentina. Quindi, mentre ero sotto la doccia ho pensato...”

 

“...di dimenticare tutto e metterci una pietra sopra, forse?”

 

“No, certo che no. Ma magari potresti rilassarti con un bel bagno e lasciare che fastidio e frustrazione scivolino via insieme al sale che hai ancora addosso. Chi lo sa come potresti reagire quando vedrai quello che sto preparando. E se svenissi per l'emozione come ai vecchi tempi?”

 

“Ohohohohohohoh... ti assicuro che questo rischio è nullo. Ormai non svengo più. Neanche quando ti presenti davanti a me vestito solo con un paio di boxer. Potrei arrossire e il cuore inizierebbe ad accelerare... ma non penso che otterresti molto altro. Ammesso e non concesso che otterresti queste reazioni.”

 

Lui aprì la porta iniziando ad entrare: “Vedremo... comunque pensa a quello che ti ho detto e... quando uscirai dalla doccia o dalla vasca... non usare un accappatoio, limitati a coprirti con una semplice tovaglia.”

 

Lei gli diede un'occhiata sospettosa e diffidente: “E perché dovrei fare questo?”

 

L'altro iniziò a richiudere la porta tenendo protesa in fuori solo la faccia ghignante: “Non lo so, magari potrebbe aiutarti a... goderti meglio la sorpresa che riceverai.” Detto questo, ritrasse la testa e chiuse la porta separandosi dalla moglie.

 

Quest'ultima, ora da sola e non sentita, ridacchiò sommessamente: -Potrei anche fare come hai suggerito, Anata... potrei anche farlo...-

 

Con un nuovo sorrisetto stampato in volto, l'erede di casa Hyuuga si alzò dal tavolo ed entrò nel bagno. Dove si liberò dei vestiti e del costume per poi entrare nella vasca, che nel frattempo si era riempita, e godersi un lungo bagno. L'idea era di finire dopo che il figlio di Minato avesse preparato ogni cosa. Non le sarebbe stato difficile portare a termine questa nuova missione, dopotutto doveva solo rilassarsi e lasciare che l'acqua e le essenze disciolte in essa facessero il loro lavoro.

 

Nel frattempo si sarebbe concentrata su cosa dire dopo che il suo avversario avesse mostrato la propria mano.

 

- - -

 

Passò una quantità indefinita di tempo, la donna aveva elaborato la sua strategia e aveva fatto rilassare anche la mente. Era certa che, prima o poi, il compagno si sarebbe fatto sentire o vedere. Doveva solo attendere.

 

E ad un certo punto, qualcuno bussò alla porta: “Hinata? Va tutto bene?”

 

Si trattava proprio della persona che voleva, fedele al suo piano, la corvina rispose in maniera adeguata: “Cosa vuoi? Adesso mi disturbi anche mentre mi lavo?”

 

“Volevo solo informarti che il pranzo è stato preparato e sarebbe un peccato far raffreddare tutta la roba che ho portato su. Ci sono anche un paio di bevande allegate.”

 

“E allora? Io non ho ancora finito!”

 

“Beh... allora forse dovresti sbrigati, non vorrai mica aspettare ancora di più prima di poter scoprire cosa ti aspetta, vero?”

 

A tale affermazioni, lei fu incapace di rispondere subito e le servì un secondo per superare lo stallo mentale, il marito era abile a sfruttare le parole degli altri: “Ce-certo che no! Non abbassare la guardia, ancora poco e sarò fuori. E comunque...”

 

“E comunque?”

 

“Sono ancora arrabbiata con te ma... potrei cambiare umore se quello che hai preparato mi soddisferà a dovere.”

 

“Sentire queste parole mi allieta, principessa. E... per dare il via al tutto manca solo l'ospite d'onore rappresentato dalla tua persona. Soltanto... ricordati di usare la tovaglia per coprirti.”

 

“Lo so! Smettila di continuare a ripetermelo!”

 

“~Come desideri, mia dolce mogliettina~”

 

Subito dopo sentì i suoni dei passi dell'uomo mentre si allontanava e capì che il momento era arrivato, non vedeva l'ora di vedere cos'altro l'ex membro della squadra 7 si era inventato per quel giorno speciale. Fece svuotare la vasca, si tirò su e, seguendo le direttive che le erano state date più volte, prese un asciugamano per coprirsi. Naturalmente la parte superiore del petto e le gambe fino a metà coscia erano perfettamente visibili ma l'ereditiera aveva fede nel fatto che il biondo non le si sarebbe avventato addosso. Arrivò davanti alla soglia del soggiorno ed afferrò la maniglia, era giunto il momento della verità: “Sto uscendo, è meglio che tu sia pronto!”

 

La risposta non fu meno ardita: “Per te, io sono sempre pronto!”

 

Infine la ragazza uscì dal bagno e, stranamente, trovò semplicemente il partner in piedi di fianco al tavolo con le braccia dietro la schiena. Niente oggetti più o meno strani in vista, niente abbigliamento eccentrico o eccessivamente scarno, niente cibo pronto... niente di niente. Solo il ninja. Tuttavia, lei non smise di recitare la propria parte e si mise le mani sui fianchi: “Beh? Cos'è, sono nel ben mezzo di un Genjutsu e mi è impossibile vedere certe cose o hai fatto tutta una montatura senza in realtà preparare niente?”

 

Lui non rispose, avanzando con calma le arrivò davanti e offrì un braccio: “Vuoi seguirmi?”

 

“Per andare dove?”

 

“A consumare il tuo pranzo, ovviamente.”

 

“Con solo una tovaglia addosso?!? E, se posso saperlo, dove intendi portarmi? Su qualche altra spiaggia segreta o in camera da letto?”

 

Lui sollevò il labbro superiore sorridendo e mostrando una fila di denti: “La seconda che hai detto. Ma posso assicurarti che non è previsto uno spogliamento da parte tua.”

 

L'informazione gli fece guadagnare un'occhiata arcigna: “Io sono già con poco o niente addosso e si vede! Che mi dici di te, invece? Nel tuo caso, è forse prevista una... rimozione dei vestiti per causa di forza maggiore?”

 

“Certamente no, a meno che tu non lo richiederai.”

 

“E perché dovrei richiedere una cosa del genere?”

 

Il biondo sollevò un momento le spalle: “Non saprei, magari per sentirti più a tuo agio. Una volta Sai mi ha detto che ci si sente meglio quando si sta con gente vestita nello stesso modo, non ho mai verificato questa teoria e non gli ho chiesto se lo avesse letto da qualche parte ma... tentar non nuove, giusto?”

 

L'espressione arcigna non scomparve: “Beh, ti assicuro che non è il mio caso. Non ho la minima intenzione di chiederti di spogliarti adesso e non l'avrò neanche più tardi.”

 

“Come dici tu...” Risollevò il braccio: “Adesso possiamo andare? Sarebbe un peccato far raffreddare dell'ottimo cibo appena cotto.”

 

“Sono d'accordo... sarebbe un peccato.” Poggiò la mano sull'avambraccio maschile e si fece guidare verso la camera da letto chiusa, aveva ancora la faccia contrariata ma era sicura che, qualsiasi cosa ci fosse oltre il pannello di legno, sarebbe stata sufficientemente sorprendente da semplificarle l'ipotetico cambio d'umore.

 

Arrivati davanti alla fantomatica porta, l'organizzatore del pranzo si fermò facendo fermare anche lei: “Adesso dovresti chiudere gli occhi.”

 

“Perché?”

 

“Beh... perché così l'effetto sorpresa durerà fino alla fine.”

 

“E mentre tengo gli occhi chiusi, cosa dovrebbe succedere?”

 

“Oh, entreremo in camera, faremo qualche passo e poi ti darò il segnale per riaprirli. Tutto qui, niente trucchi, niente imbrogli e niente spogliamenti.”

 

L'altra obbedì senza perdere il cipiglio: “Ecco fatto, adesso portami dentro.”

 

“Come desideri, principessa.”

 

Udì il rumore della porta in movimento e poi fu incoraggiata ad avanzare. Non l'aveva bendata e non le aveva messo una mano sulla faccia, se avesse voluto avrebbe potuto sollevare le palpebre e porre fine al gioco. Ma era proprio perché stava giocando anche lei che collaborò senza barare. Anche se la vista era momentaneamente fuori servizio, gli altri sensi erano ancora in funzione e, dopo aver varcato la soglia della stanza, il suo olfatto percepì qualcosa: “Aspetta, che cos'è questo?” Inspirò un paio di volte con rapidità: “Gelsomino? No... lavanda. C'è profumo di lavanda, dico bene?”

 

“Esatto, principessa, ho sparso un po' di profumo per la stanza. Sai, per dare un tocco in più all'atmosfera. Sapendo che ti piace questa essenza ed essendo oggi il tuo compleanno, non potevo mica evitare di usarla, no?”

 

“C-concordo... ma adesso posso aprire gli occhi?”

 

“Non ancora, prima fai un altro paio di passi.”

 

Ancora una volta, venne obbedito: “Ecco, adesso posso tornare a vedere?”

 

L'uomo si separò dalla donna facendo un paio di passi indietro: “Accomodati!”

 

Le iridi perlacee tornarono a vedere il mondo e quello che videro sorprese la loro proprietaria: il posto era illuminato da una flebile luce rosa che dava una buona illuminazione ma non era fastidiosa per la vista, sul comò c'erano due vassoi: uno era coperto di cubetti di vari colori, mentre sul secondo si trovavano tazzine o piccoli cubetti cartacei dotati di cannucce più o meno lunghe. Ma la cosa che sorprese di più la corvina fu la presenza di ben sei mariti. Ovviamente uno era l'originale, ma la presenza delle copie la lasciò interdetta. I tre pouf della stanza erano stati allineati a mo' di piccolo letto.

 

La figlia di Hiashi rimase momentaneamente senza parole mentre continuava a guardarsi intorno nel vano tentativo di capire cosa avesse architettato l'Eroe del Villaggio. Vedere tutti quegli elementi poteva significare tutto e niente, se si aggiungeva anche il fatto che lui avesse insistito così tanto perché lei uscisse con una tovaglia invece che col solito accappatoio... diventava ancora più difficile capire come tirare fuori il ragno dal buco. Ma la sua confusione non aveva influenza sugli altri occupanti della stanza, o meglio, sull'unico altro occupante della stanza: “Allora? Che tu sia sorpresa, si vede benissimo. La domanda è se la sorpresa è positiva o negativa. Di quale dei 2 casi si tratta?”

 

“Io... tu... co-cosa significa questo?”

 

Fu un clone a rispondere: “Come è stato anticipato, è ora di pranzo ma non sarà un pranzo standard, mentre tu starai comodamente stesa sul letto preparato...” Indicò i tre morbidi giacigli allineati: “...5 di noi si occuperanno di massaggiarti braccia, schiena, collo e gambe mentre l'originale si occuperà di darti da mangiare e da bere. La sola cosa che dovrai fare, a parte goderti il massaggio, sarà di masticare quando necessario e ingoiare. Puoi scegliere fra una vasta gamma di cibi già tagliati in cubetti e di bevande facilmente assimilabili grazie alle cannucce presenti. Oh, e naturalmente la tovaglia resterà sempre sul tuo corpo per non mostrare alcuna area... femminile. La cosa varierà solo dietro tua diretta richiesta. Ora siamo in attesa che tu prenda posizione.”

 

Lo sguardo le cadde sul letto menzionato: “Quindi... se ho ben capito... io dovrei mettermi lì sopra prona e farmi massaggiare e nutrire da... voi?” Non capendo bene quale fosse l'originale preferì non rivolgersi a nessuno in particolare. La risposta arrivò da un'altra bocca: “Esatto. Dal momento che avevi apprezzato il massaggio ricevuto questa mattina, l'unico vero ha avuto l'idea di offrirti un bis ancora migliore mentre consumi il tuo pasto.”

 

I Byakugan si posarono su un altro volto: “E... qual'è l'unico vero?”

 

“Perché vuoi saperlo?”

 

Lei preferì non far trapelare niente: “Perché voglio saperlo! È la mia giornata, esaudite la mia richiesta! Voglio che l'originale faccia un passo avanti!”

 

Seguì un momento di silenzio e poi un altro maschio, magari quello autentico o no, ebbe il coraggio di parlare: “...hai intenzione di colpirlo, per caso...?”

 

“Di certo non ho intenzione di svelare i miei intenti, che l'originale si faccia avanti o lo cercherò col Byakugan! E se dovrò farlo, prima di fare ciò che ho in mente, lo colpirò forte abbastanza da far sparire tutti i cloni presenti!”

 

Si scambiarono tutti un'occhiata quasi spaventata ma nessuno si mise in mostra. La festeggiata attivò la sua Abilità Innata: “Allora? Dov'è mio marito?”


All'apparizione di vene e venuzze ai lati degli occhi femminili, cinque su sei maschi indicarono all'unisono un unico elemento parlando in coro: “È lui l'originale!”

 

Il suddetto si ritrovò con la faccia rossa mentre il sorriso di poco prima svaniva per lasciare il posto ad uno sguardo spaesatamente spaventato. Tuttavia la corvina non si fece intenerire e gli fece cenno di avvicinarsi ghignando malignamente: “Coraggio, marito mio, non avrai mica pausa della tua tenera e dolce mogliettina...”


“...”

 

Incapace di articolare parola, raccolse tutto il coraggio che poteva e si fece avanti mentre una goccia di sudore si faceva strada sulla sua tempia destra. Gli altri si stavano limitando a tenerlo d'occhio: “Eccomi... sono... sono l'originale.”

 

Lei fece qualche passo avanti per diminuire la distanza ma sempre tenendo la tovaglia onde evitare che qualcosa venisse mostrato al momento sbagliato: “E dunque... io dovrei stendermi e farmi nutrire e massaggiare da te. È questo il grande piano che hai congegnato?”

 

Lui deglutì: “S-sì. No-non ti piace... co-come... i-idea?”

 

“Potrebbe piacermi... se una condizione verrà soddisfatta.”

 

“E... e qual'è questa... condizione?”

 

Gli occhi della femmina tornarono normali mentre lei si alzava sulle punte così da poter bisbigliare, con tono dolce, nel suo orecchio. Non che fosse necessario considerate le altre persone presenti, ma Hinata volle giocare fino all'ultimo: “Che sia tu a nutrirmi, Anata. Vedrò esaudita questa mia piccola richiesta?”

 

In un lampo tutto divenne chiaro per l'Eroe di Konoha, la moglie non intendeva minacciarlo o ferirlo, aveva solo scherzato con lui e la sorpresa le era piaciuta. A questo punto anche lui sorrise di rimando: “Certo che sì. È la tua giornata, dopotutto.”

 

- - -

 

“Mmmh... sei... sei bravo a... massaggiare...”

 

Alla fine le cose si erano messe in moto: Hinata si era stesa a pancia in giù con la tovaglia a copertura dell'area centrale del suo corpo e e i sei inservienti avevano preso posizione, uno le stava massaggiando il collo e si sarebbe occupato del resto della spina dorsale senza scendere troppo, due stavano dando sollievo e piacere alle gambe, altri due si stavano prendendo cura delle braccia e l'ultimo, l'unico che sarebbe rimasto alla fine dei giochi, era inginocchiato al suo fianco a passarle i cubetti di cibo usando due bacchette o a dissetarla in caso di evenienza.

 

Gli arti della donna erano distesi ben oltre i confini dei tre pouf ma non erano cascati o rivolte verso il basso: le abili mani dei suoi massaggiatori facevano sì che la sua muscolatura restasse nella posizione migliore onde evitare che si affaticasse o che avvertisse del disagio.

 

Era da poco dopo aver iniziato che la donna mugugnava complimenti o ringraziamenti, il piano aveva funzionato e tutti e due si stavano godendo un altro momento. Ovviamente Naruto stava ben attento a non superare i limiti che erano stati implicitamente posti e lo stesso facevano i suoi cloni. Non aveva ancora pensato a cosa fare dopo l'attuale fase.

 

Magari, nell'immediato, la compagna si sarebbe rilassata così tanto da addormentarsi ma dopo cosa sarebbe successo? Aveva in mente un progetto serale che includeva lui, lei e una totale assenza di vestiti ma era ancora solo una bozza, doveva plasmarlo a regola d'arte se voleva sperare di farcela un'altra volta. La signorina si era rivelata parecchio esigente: era praticamente tutta la mattina che lo provocava ma ogni volta che lui tentava di fare un passo in avanti, gli occhi perlacei diventavano uno strumento di tortura pronto all'uso. Era consapevole di avere delle colpe anche lui, l'interrogatorio che aveva subito quella mattina era dovuto alla sua piccola ed innocente bravata del giorno prima, se avesse saputo che la principessa se la sarebbe segnata al dito, forse avrebbe elaborato un sistema per tastarle il seno che non includeva la distruzione di parte del suo costume. Era anche vero che era stata lei la prima a cominciare comprando il nuovo modello e sfoggiandolo come se niente fosse. E poi si era spogliata davanti a lui. E si erano immersi. E non aveva osato tentare niente, pur guadagnando qualcosa alla fine. Aveva dato la sua parola ed era riuscito, nonostante le enormi difficoltà, a mantenerla.

 

Ed ora erano di nuovo a stretto contatto. C'era solo un pezzo di stoffa fra lui e il suo tesoro ma non era il momento di violare templi sacri, ora doveva solo godersi il momento facendo godere la sua metà e, magari, pensare a cosa fare nell'immediato futuro. C'era sempre la possibilità che, mentre lui era impegnato a rimuginare su questi pensieri, lei avesse già un suo piano per unirsi carnalmente a lui. Incapace di leggerle la mente, mise in pace la sua e sollevò una tazza di camomilla avvicinando la cannuccia alle labbra della sua amata: “Posso offrire un drink?”

 

Lei non aprì gli occhi, limitandosi a rispondere quasi mugolando: “Cosa... cosa offre la... casa?”

 

“Camomilla lievemente scaldata, non così calda da dare fastidio ma neanche così fredda da non essere piacevole da bere.”


“Accetto... l'offerta.” Agendo di conseguenza, mantenne aperte le labbra così da dare la possibilità all'altro di introdurvi la cannuccia e lui esaudì la richiesta.

 

L'ereditiera bevve qualche sorso prima di riaprire le labbra: “Mmmh... buona. È... davvero buona. Mi... mi piace molto.”

 

“Se lo desideri, ci sono anche altre bibite pronte da bere. Qui ho anche dei succhi di frutta.”

 

“Non ho molta... sete. Invece... vorrei un'altra cosa.”

 

“Che cosa, Hinata?”

 

“Potreste... massaggiarmi anche... frontalmente? Se mi girassi... sulla schiena... continuereste a... a farmi sentire... così bene?”


La richiesta fece bloccare tutti e sei i Naruto presenti in stanza. Anche l'originale ebbe un mezzo sobbalzo: “Aspetta... t-tu vuoi girarti col pe-petto verso l'alto e... e io... cioè noi dovremmo co-continuare a massaggiarti come abbia fatto... fi-finora?”

 

“Sì, tanto ci sarebbe sempre la tovaglia a coprirmi. Le mie aree intime resterebbero nascoste.”

 

L'originale diede uno sguardo ai cloni venendo ricambiato col medesimo sguardo presente sulla sua faccia: perplessità mista a tentazione con l'aggiunta di una punta di paura. Dopo un secondo di imbarazzante silenzio, seppe che risposta dare: “Ho... bisogno di consultarmi con lo staff, puoi... puoi attendere finché non... torniamo?”

 

Gli occhi perlacei erano sempre nascosti e il tono della voce rilassato: “Non... c'è problema.”

 

“Perfetto, dacci solo qualche... qualche minuto.”

 

Con gesti affrettati e nervosi, diede silenziosi ordini agli altri e gli arti della donna tornarono in posizione di riposo: le braccia allineate ai fianchi e le gambe mezze sporgenti oltre il pouf inferiore. Dopo uscirono tutti e il capo del gruppo chiuse la porta alle proprie spalle. Con la premura di non sbatterla: “Signori, abbiamo un potenziale problema.”


“Lo sappiamo, noi siamo te!”


“Cosa suggerite di fare, accettiamo o rifiutiamo?”

 

“Io ci sto! Ha parlato solo della tovaglia, vuol dire che non le dispiacerà se... uno o più di noi tasteranno i suoi pettorali.”


“Non sottovalutare quella donna! Magari adesso che è rilassata e coccolata ha detto così ma sono sicuro che, come me, ricorderai la scena che ha fatto sulla barca.”

 

“Certo che lo ricordo! Quindi che si fa? Le neghiamo questo piccolo desiderio durante la sua giornata sapendo quanto dispiacerà anche a noi?”


“Non ho detto questo...”

 

“Beh, allora dì qualcosa! Ci hai messo in guardia ma non hai offerto una strada alternativa!”

 

“Abbassa la voce, non voglio che mia moglie ci senta discutere!”

 

“Scusa, tu cosa pensi?”

 

“Dovresti saperlo, sei un mio clone.”

 

Intervenne un altro: “Certo che lo è, ma da quando ci hai creati abbiamo iniziato a pensare per i fatti nostri, non condividiamo più tutto.”

 

“La domanda resta sempre la stessa: è una trappola o no? Hinata ha davvero intenzione di farsi massaggiare le tette o vuole solo una scusa per puntarci con quei suoi occhioni micidiali e farci esplodere 1 dopo l'altro?”

 

Il clone di prima incrociò le braccia con faccia pensierosa: “È un bel problema. Mettiamo che desideri davvero che le massaggiamo il petto... sarebbe saggio chiedere una conferma, giusto per essere sicuri ed evitare situazioni indesiderate.”

 

“Davvero un'idea geniale! Ci vai tu da lei a dire: Tesoro, vuoi davvero che ti palpi il seno dopo tutto quello che è successo oggi attorno al tema? Ti faccio i miei migliori auguri!”

 

“La tua ironia non aiuta nessuno!”

 

“Beh, non lo fanno neppure le tue domande retoriche!”

 

“SILENZIO TUTTI!”

 

Ogni singolo clone smise di bisticciare voltandosi verso la matrice originale, quest'ultimo aveva uno sguardo serio e deciso: “Ho preso una decisione. Ora ve la rivelerò e tutti voi vi atterrete alle mia direttive, chiaro?”

 

Gli altri si limitarono ad annuire senza togliergli gli occhi di dosso: “Lo farò io. Mi occuperò io del petto e del ventre di mia moglie. Farò in modo di evitare di toccare parti compromettenti e se lei chiederà di andare avanti... farò come chiederà ma, in quel caso, avrò bisogno del vostro sostegno!”

 

Uno parlò per tutti: “Cosa ti aspetti che facciamo?”

 

“Se dovessi farmi sopraffare dal mio istinto e... fare cose non idonee all'occasione... saltatemi addosso. Lasciate perdere tutto quello che state facendo e fermatemi. Con ogni mezzo necessario! Siete in 5, questo vuol dire che avrete il vantaggio del numero in quella circostanza e quindi dovreste riuscire a sopraffarmi.”

 

“Stai scherzando, vero? Come ti aspetti che dei cloni mettano sotto l'originale?”

 

“So di essere in grado di annientarvi senza troppa fatica ma il mio augurio è che l'aggressione mi farà tornare sano quel tanto che basta per capire cosa stavo facendo e comportarmi di conseguenza. Siete con me?”

 

Distese la mano spalancata in avanti col palmo rivolto verso il basso e tutti lo imitarono mettendo le loro mani sulla sua prima di parlare all'unisono: “Puoi contare su di noi!”

 

“Ah... ci sarebbe ancora un piccolo dettaglio da chiarificare...”

 

Gli altri cinque biondi lo guardarono confusi mentre lui mostrava un ghigno crudele: “Voglio essere chiaro su questo punto: se a qualcuno dovesse venire in mente di fare mosse false... sparire in una nuvola di fumo sarà l'ultimo dei suoi problemi. Sono stato abbastanza chiaro?”

 

Ricevette altri cinque cenni di assenso tutti insieme.

 

Si decisero a rientrare e l'unico vero si fece avanti inginocchiandosi al fianco della donna ancora stesa a pancia in giù per sussurrarle all'orecchio: “Principessa, siamo tornati.”

 

“E qual'è la decisione? Posso girarmi?”

 

“Abbiamo ponderato tutta una serie di fattori e... sì, ti massaggeremo anche dall'altro lato ma... mi occuperò io del tuo busto, d'accordo?”

 

“Per me... va bene. Sarà piacevole.”

 

Non seppe dire se lo dicesse per sé stessa o per lui, quindi evitò di fare ipotesi basate sul nulla e proseguì col programma: “Adesso... mi faccio indietro e... mi volto, così potrai girarti e metterti comoda... se-senza che occhi indiscreti ti... ti diano fastidio. La stessa cosa fa-faranno anche i mi-miei... cloni. Puoi... dirmi tu quando sei pronta.”

 

“Va bene...”

 

Lui agì come dichiarato e raggiunse gli altri voltandosi verso la soglia e venendo imitato. Poi rimase in attesa. Sentì i rumori provocati dai movimenti della donna alle sue spalle e sapere che fosse a poca distanza da lui e, praticamente, senza nulla a nascondere le sue forme elegantemente sensuali o sensualmente eleganti non lo aiutò a mantenere la calma. Gli parve di restare in attesa per ore, finché non sentì di nuovo il suono della voce femminile: “Naruto-Kun, sono pronta. Potete venire.”

 

Fece un sospiro profondo prima di voltarsi: -Ci siamo...-

 

E poi ruotò su sé stesso insieme agli altri cinque, come se fossero un gruppo di ballerini addestrati. E dovette sforzarsi per tenere lo sguardo abbastanza alto: la femmina si era girata sulla schiena ma non aveva cambiato il verso del corpo. Di conseguenza le gambe, e l'apertura in mezzo ad esse, erano rivolte verso di lui e non erano coperte da nulla. E anche tenere lo sguardo più alto non rendeva la vita molto più semplice perché, pur non vedendo direttamente la carne della moglie, era possibile dedurre quali fossero le sue forme.

 

Trangugiando quello che gli si stava accumulando in bocca, i biondi si mossero in avanti all'unisono prendendo posizione intorno alla corvina. Lei era sempre con gli occhi chiusi e se non fosse stato per il suo sorriso, avrebbe dato l'impressione di essere addormentata.

 

Quattro cloni si misero al lavoro, le braccia e le gambe vennero di nuovo sottoposte al trattamento di prima e, com'era successo, un mormorio leggero fece comprendere che quanto stava avvenendo stava venendo anche apprezzato. C'erano però ancora due unità che esitavano a muoversi. Uno era il clone che si era inginocchiato vicino alla donna, insicuro su cosa offrire da bere e l'altro era il ninja reale impietrito davanti al petto nascosto della moglie.

 

Ci volle un altro profondo sospiro doppio prima che anche loro si mossero: il clone avvicinò di nuovo la camomilla alle labbra femminili e l'originale adagiò i palmi sulla tovaglia iniziando, con molta cautela, a massaggiare il ventre dell'altra umana.

 

Questa volta la reazione ottenuta fu il gorgogliare della camomilla, con la cannuccia ancora in bocca, la figlia di Hiashi non avrebbe potuto fare granché dopotutto e Naruto lo prese come un buon segno. Se non aveva reagito in maniera contraria, allora per il momento si stava comportando bene. Continuò a far scivolare le mani sul tessuto sempre più su fino ad arrivare quasi all'altezza del seno. A quel punto si bloccò un'altra volta, doveva decidere come agire ma non voleva sfidare la sorte lanciandosi in avanti alla cieca. Dovette pensare solo per un secondo prima di agire nel modo migliore che gli fosse venuto in mente.

 

Mantenendo il sangue freddo, iniziò a muovere le mani intorno ai globi carnosi pettorali della consorte ma tale mossa venne notata dalla portatrice del Byakugan: “Naruto-Kun?”

 

“C-cosa c'è, Hi-Hinata?”

 

“Perché... hai... hai cambiato sistema?”

 

“Sistema? Che vuoi d-dire?”

 

“Sei... mmmh... sei partito da... dalla pancia e sei risalito fino al... ah... fino al pe-petto. Pe-perché adesso hai... hai cambiato percorso... ah?”

 

“Beh... ci... ci sono... c'è il t-tuo seno più... più su e... e non volevo to-toccarlo.”

 

“Ah... ma voglio che... che mi massaggi a-anche quella parte. N-non schiacciare troppo m-ma... fallo. Ma-massaggiami anche il... mmmh... anche il petto. Pe-per favore.”

 

Gli occhi gli si spalancarono mentre sentiva su di sé gli sguardi degli altri cinque uomini presenti. Non poteva essere una trappola, si trattava di una richiesta esplicita. Sarebbe diventata una trappola se lui si fosse lasciato andare dando sfogo a tutti gli istinti che stava cercando disperatamente di tenere a bada. Dovette fare un altro sospiro profondo prima di riaprire le labbra: “Come... come desideri, pri-principessa.”

 

Le mani scivolarono verso la cima delle immaginarie colline della pianura bianca su cui si trovavano rasentando la superficie del tessuto e arrivarono al luogo stabilito. Ci fu un altro momento di stallo, come si supponeva che massaggiasse due tette senza che diventasse qualcosa di osceno o sensuale? Forse rimase fermo più a lungo di quanto avesse pensato perché la moglie si fece risentire: “Allora? Pe-perché ti sei... ah! Perché ti... t-ti sei fermato?”

 

“Pe-perdonami, adesso pro-procedo...”

 

Strizzò gli occhi pregando di nuovo il Saggio Delle Sei Vie per avere la forza di muoversi con la dovuta delicatezza. Strinse poco le mani palpando i globi pettorali e la proprietaria di essi emise un basso gemito. Tuttavia era chiaro che non fosse dispiaciuta e, vedendola sempre sorridente e con gli occhi chiusi, il biondo andò avanti e iniziò molto lentamente a far ruotare le sue zampe anteriori per massaggiare quella parte di corpo.

 

Poco a poco riuscì a muoversi in maniera più fluida, le piccole scosse di piacere che trasmetteva al corpo sotto di sé erano appaganti e comunque, fedeli alla parola data, le sue copie non lo perdevano mai di vista. Tutti e sei i maschi presenti erano così nervosi per diverse ragioni che, se fossero state delle corde di violino, avrebbero creato un suono al minimo tocco. E poi avvenne qualcosa che li sorprese tutti: ad un certo punto, Hinata si era addormentata.

 

Magari per la camomilla che aveva bevuto o per il piacere dei massaggi o per entrambe le cause, nessuno dei presenti lo sapeva, ma la donna si era placidamente addormentata. Aveva ancora il suo incantevole sorriso e le guance avevano una leggera sfumatura di carminio ma stava dormendo. Non gemeva più a causa del massaggio totale e stava respirando con regolarità tenendo le labbra leggermente schiuse. Il primo ad accorgersene era stato il clone addetto al suo sostentamento e aveva pensato bene di trasmettere la scoperta a tutti gli altri.

 

Si erano quindi fermati tutti adagiando gli arti rilassati nella maniera più confortevole possibile prima di uscire di nuovo facendo il minimo rumore possibile. Una volta riuniti in cerchio fra la soglia della camera da letto e il tavolo, l'originale prese la parola: “Bene, sembra che la cosa abbia funzionato e nessuno ha dovuto fare azioni improvvise.”

 

“È stata solo fortuna! Quando hai messo le mani sul seno, abbiamo avvertito tutti l'ondata tentatrice di emozioni che ti ha travolto!”

 

“Vero, lo confermo!”

 

“Anch'io, l'ho avvertita anch'io!”


“Sì! Ho sentito come un'onda che mi investiva...”

 

“D'accordo, basta! So bene cosa mi è successo quando ho messo le mani lì ed essendo mie copie, anche voi ne avete percepito gli effetti.”

 

“Non solo quello, se non ti avessimo fulminato con lo sguardo, adesso noi non saremmo qui a discutere e lei non sarebbe di là beatamente addormentata. Dovresti riconoscerci dei meriti, quando lo abbiamo.”

 

“Va bene, va bene... se non fosse stato per voi probabilmente avrei...”

 

“...tolto via la tovaglia e agguantato direttamente il seno di mia moglie.”

 

“...messo da parte ogni indugio per controllare se avesse del latte.”

 

“...strappato via i miei vestiti per fare l'amore con lei.”

 

“...sollevato Hinata per poi farle sentire quanto fossi pronto a creare una famiglia.”

 

“...eliminato tutto quello che c'era fra noi e avrei fatto di 2 una cosa sola.”

 

“HEY! Basta così! Non siamo qui ad ipotizzare cosa avrei potuto fare se fossi stato da solo!”


“Certo che no, tu vuoi sapere cosa fare ora, vero?”

“...devo davvero rispondere? Non siete tutti parte di me?”

“Se fosse come dici, allora perché consultarci?”

“Perché più teste sono meglio di 1!”

“Anche se le teste sono tutte uguali?”

 

“Quello è solo un dettaglio marginale. E comunque... cosa dovrei fare adesso? Non posso mica lasciarla lì così.”

“Perché no? Quando si sveglierà potrà vedere con i suoi stessi occhi che non ti sei approfittato di lei mentre dormiva.”

“Non è questo il punto. E se si muove dormendo e cade a terra? Come la metti in quel caso?”

“Beh... io...”

“Avrei un suggerimento!”

Naruto si voltò alla sua sinistra: “Sentiamo!”

“Potremmo... no, adesso che ci penso, è meglio di no.”

“Cosa? Sentiamo, magari potrebbe essere una buona idea.”

“Ne dubito fortemente ma... visto che insisti... avevo pensato che potremmo collaborare tutti insieme e metterla sul letto dopo averla... vestita.”

 

Lo sguardo degli altri cinque fu più che eloquente: “...”


“Ve lo avevo detto che era meglio di no.”

“Qualcun altro ha un'altra proposta da fare?”

“Perché non avviciniamo i pouf al letto, tu ti spogli e ti stendi sul bordo? Così quando Hinata si sveglierà ti troverà nel suo stesso stato!”

“Sì! Ottima idea! E dopo attiverà il Byakugan e mi farà pentire di essermi spogliato! Lo capisci o no che è tutto il giorno che gira intorno al mio desiderio di unirmi a lei?!?”

“Scusa, con l'altro non ti sei arrabbiato così!”

“L'altro si era già reso conto di aver fatto uno sbaglio, tu no!”

“Hey, smettiamo di litigare. Credo di avere io una buona idea.”

Il clone attirò l'attenzione generale: “E sarebbe?”

“Come ha detto il mio collega, collaboriamo per spostare Hinata ma non per vestirla. Ci limiteremo a metterla sul letto. Così com'è ora, non le toglieremo nemmeno la tovaglia dal corpo. Così non correrà il rischio di cadere se si muove nel sonno. Che ne pensi?”

 

“E io... che dovrei fare? Dove dovrei trovarmi nel frattempo?”

 

“Non lo so. Di certo non devi spogliarti e metterti al suo fianco, come hai già enunciato, otterresti solo di rischiare di essere colpito con la tecnica del Pugno Gentile. Pensa a quanta camomilla ha bevuto, starà dormendo alla grande e probabilmente non si sveglierà molto presto. Questo dovrebbe anche darci una sicurezza in più sul fatto che non si sveglierà se la spostiamo con attenzione.”

 

“Beh, magari hai ragione ma la domanda rimane, dove dovrei stare io?”
 

“Non chiederlo a me! Sei tu il Naruto originale! Noi non siamo altro che tue copie, abbiamo un'autonomia limitata e scarsa facoltà decisionale! Come ho detto, avrai un bel po' di tempo per pensare alla prossima mossa, intanto dimmi se la mia idea ti soddisfa!”

 

“Sì, cioè... va bene. Possiamo mettere Hinata sul letto...”

 

“Perfetto! Iniziamo a fare quello, allora!”

 

Si rimisero in moto e tornarono della stanza alle loro spalle, l'erede di casa Hyuuga era ancora nel mondo dei sogni e non sembrava che si fosse mossa. Collaborarono tutti e sei e la festeggiata venne adagiata al centro del letto a forma di cuore dando l'impressione di non essersi lontanamente accorta di essere stata sollevata e trasportata da un'altra parte. Tutti i maschi decisero di lasciare l'ambiente senza portare via i vassoi con ancora sopra dei cubetti di cibo e un paio di tazze, spostare quella roba avrebbe provocato dei rumori e l'ultima cosa che desideravano era disturbare il sonno della principessa.

 

- - -

 

Passarono le ore e la portatrice del Byakugan riaprì pigramente gli occhi senza neppure tirarsi su. Si rese conto di non essere più nello stesso posto di prima perché aveva allargato le braccia e non era protese nel vuoto, in più aveva un cuscino sotto a testa. Tuttavia riconobbe il luogo in cui si trovava e capì di essere sul letto.

 

Però, guardandosi intorno, non vide il marito. Dov'era finito?

 

La risposta le giunse dall'esterno prima che la potesse ipotizzare dall'interno: “Buonasera, principessa. Hai dormito bene?”

 

“Cosa? Naruto-Kun?” Sollevò solo un po' la testa per vedere il marito seduto su un pouf vicino al comò, vide anche che i vassoi di prima si trovavano ancora lì. Si stropicciò gli occhi con una mano: “Per... per quanto tempo ho... dormito?”

 

“Qualche ora, direi. Era ora di pranzo quando hai iniziato a mangiare ed ora il sole è tramontato da un pezzo. Ritengo che la camomilla che hai bevuto ti abbia fatto fin troppo effetto o avessi bisogno di parecchio riposo. O entrambe le cose.”

 

Lei fece un piccolo sorriso di scuse prima di puntare i gomiti ed iniziare a sollevarsi ma il compagno la fermò rizzando un braccio e spalancando una mano: “Aspetta! Non... non muoverti ancora.”

 

L'altra non capì: “Perché?”

 

“Beh... hai s-solo la... to-tovaglia di prima addosso. S-se ti alzi così... non resterà in posizione.”

 

“Ah!” Abbassò lo sguardo e arrossì lievemente quando le sue iridi confermarono le parole appena sentite, tuttavia fu la stessa persona che aveva fatto notare il problema ad offrire una soluzione: “Ascolta, qui ci sono ancora abbastanza cubetti per cenare. Io ho già favorito, avrei voluto mangiare con te ma... vedendoti dormire, non ho voluto disturbarti.” Si alzò in piedi avvicinandosi alla porta: “Io adesso... faccio un giro. Tu... accomodati pure a mangiare o bere e magari... puoi... potresti approfittarne per vestirti o... o cose del genere. Io... io starò via un po' co-così avrai tutto il tempo per... fare quello che devi fare. Al... al mio ritorno passerò dal bagno per darmi una rinfrescata e p-poi busserò se non ti vedrò in soggiorno. V-va bene?”

 

La partner, ora con una mano a tenere la sua copertura a posto sul letto, si mise seduta ed annuì: “Va... va bene, Naruto-Kun.”

 

Il figlio di Minato sorrise annuendo a sua volta: “Bene, allora io... vado. Ci... ci vediamo dopo.”

 

Aprì la porta e lasciò la stanza richiudendola dietro le sue spalle. Hinata rimase per qualche momento a guardare il punto in cui era sparito il marito ancora non pienamente sveglia ma con le idee che si stavano facendo sempre più chiare. Avrebbe cenato da sola, come aveva suggerito lui, magari poi si sarebbe data una sciacquata alla faccia e una ordinata ai capelli. E poi si sarebbe preparata per la notte.

 

Per la notte e per il marito. Dopo tutte le prove che aveva superato quel giorno, si meritava un premio speciale e poi... era il suo compleanno, fare l'amore quella notte sarebbe stato indimenticabile e speciale.

 

- - -

 

Anche stasera, il cielo era limpido: c'erano solo un paio di nuvole isolate nella volta celeste e non nascondevano alla vista le decine di migliaia di stelle o la luna argentea che offriva un grande cerchio di luce in mezzo al cielo scuro.

 

Naruto era appoggiato su un passamano a si stava godendo la vista del cielo e dell'oceano in costante movimento accarezzato dalla brezza notturna. Tuttavia, anche se il corpo si stava rilassando dopo le tese ore precedenti, la sua mente era in fermento.

 

La giornata stava per finire e, pur avendo sfiorato la sorgente della sua gioia innumerevoli volte, non era mai riuscito a raggiungerla veramente a causa di ostacoli sempre diversi. Eppure, il primo di questi ostacoli era stata la stessa sorgente che cercava disperatamente di raggiungere. Il primo tiro mancino era stata l'immersione e la discussione avuta prima di essa, gli era costato uno sforzo enorme dire le cose giuste al momento giusto e non sopprimere ogni controllo una volta in acqua. Poi lei aveva continuato. Era vero che lui aveva suggerito il massaggio in certe condizioni con tutte le conseguenze allegate ma era stata lei a volersi girare e a chiedere che andasse fino in fondo.

 

A suo modo, la situazione lo stava facendo impazzire. Si era ripromesso di trovare un modo per unirsi a lei quella sera ma... nessuna idea valida era uscita dalla sua testa. C'era sempre la possibilità, seppur molto remota, che l'ereditiera avesse un suo piano per portarselo a letto ma, visti i recenti sviluppi, stava cominciando a pensare che al suo ritorno l'avrebbe trovata di nuovo addormentata o comunque non desiderosa di fare certe cose.

 

Era così assorto che all'inizio non si accorse di una voce che gli risuonava in testa: -...Hey...-

 

-...-

 

-Hey!-

 

-Sì, sì... cosa vuoi?-

 

-HEY!!!-

 

L'urlo mentale gli fece spalancare gli occhi come se fosse stato sorpreso alle spalle da un attacco nemico: -Ah! Oh, Volpe...-

 

-Oh, Volpe... È TUTTO QUELLO CHE HAI DA DIRE?!?-

 

-Evita di urlare, non sono dell'umore giusto per sorbirmi i tuoi rantoli serali!-

 

-NON CI PROVARE! NON OSARE ANDARTENE COSÌ!!!-

 

-Si può sapere che vuoi?-

 

-CHE TU MI LIBERI DA QUESTA SPECIE DI COLLARE! MI SI STA DEFORMANDO IL MUSO A FURIA DI FISSARE IL PAVIMENTO!!!-

 

-Pavimento? Oh... giusto, è per la storia di Hinata e dei tuoi insulti.-

 

-NON MI INTERESSA PER CHE COS'ERA! LIBERAMI DA QUESTO DANNATO AFFARE! NON NE POSSO PIÙ!!!-

 

Fisicamente l'ex allievo di Kakashi chiuse gli occhi e si ritrovò davanti al Cercoterio, bloccato col volto al suolo. L'umano gli si avvicinò con calma fino a raggiungere l'occhio non rivolto verso il basso: -Allora, ci siamo pentiti di quello che abbiamo detto?-

 

-SMETTILA DI FARE IL FILOSOFO E LIBERAMI DA QUESTO DANNATO AFFARE! TI HO DETTO CHE NON NE POSSO PIÙ, È TUTTO IL GIORNO CHE STO IN QUESTA POSIZIONE!!!-

 

-Ripeto, ci siamo pentiti di quello che abbiamo detto?-

 

-SAPPIAMO ENTRAMBI CHE NON MI PENTO MAI DI NIENTE QUINDI PIANTALA DI FARE IL BAMBINO E TOGLIMI QUEST'AFFARE DAL COLLO!!!-

 

L'uomo la guardò annoiato per qualche secondo e poi, voltandosi, fece sollevare ciò che la teneva bloccata. Il demone si sollevò sgranchendosi il collo ma lui si voltò dall'altra parte e si incamminò per lasciare il luogo: -Cerca di non fare troppo rumore, stasera non sono dell'umore adatto per le tue sfuriate...-

 

Ritornò in sé aprendo di nuovo gli occhi e trovandosi ancora davanti l'acqua, il cielo, le stelle e la luna. Era passata quasi un'ora da quando era uscito, sicuramente Hinata aveva fatto tutto quello che doveva fare, sospirò sconsolato e si incamminò per tornare al Dragon.

 

- - -

 

Non sapeva come o perché, in reception c'era sempre qualcuno disponibile. Non si trattava della stessa persona ovviamente, ma magari avevano del personale pronto a servire chiunque a qualsiasi ora. Mentre saliva le scale si chiese per un attimo se Mugetsu avesse passato qualche altro guaio ma il pensiero passò veloce com'era arrivato: oggi si sarebbe dedicato esclusivamente alla sua sposa, la missione sarebbe tornata ad essere una priorità domani.

 

Entrò nella suite cercando di fare il meno rumore possibile, le luci del soggiorno erano spente e non sembrava che ci fosse qualcuno in bagno, probabilmente la corvina si era rimessa a dormire dopo aver fatto le sue cose come aveva teorizzato. Si diresse verso il bagno con l'idea di fare una doccia veloce, se la giornata era finita non aveva senso ridurre il tempo per dormire. E non aveva neppure voglia di stare ammollo in acqua per tanto tempo.

 

Fu mentre l'acqua gli scorreva addosso che ebbe un lampo di genio, o almeno così lo avrebbe definito lui: non si era preso un cambio e nemmeno dei boxer, per farlo sarebbe dovuto entrare nella stanza da letto dove si trovava la sua partner. Ma, dal momento che si sarebbe dovuto recare lì in ogni caso, chi glielo faceva fare di cercare degli indumenti? Avrebbe comunque dovuto bussare e, se la ragazza fosse stata sveglia, ci sarebbe stata l'occasione per fare un ultimo tentativo. Lei avrebbe condiviso il suo desiderio, erano marito e moglie dopotutto. Si erano già visti nudi in più di un'occasione e avevano anche avuto dei rapporti sessuali. Magari all'inizio avrebbe fatto un po' la scontrosa tirando di nuovo in ballo l'incidente del costume, ma la speranza era di convincerla della bontà della sua proposta, proprio come aveva fatto a pranzo.

 

Anche in quel caso, lei era partita imbronciata e con mille riserve ma poi era arrivata a farsi massaggiare il seno. Doveva essere un segno o almeno significare qualcosa.

 

Nel giro di dieci minuti si era lavato, messo l'accappatoio e dato un'asciugata. Adesso era il momento della verità. Attraversò a grandi passi l'ambiente intermedio e dette due colpi di nocche alla porta.

 

“Entra pure, Anata...”

 

Il tono della voce di Hinata era stranamente invitante, era rimasta ad aspettarlo? Se fosse stato così le sue probabilità di finire la giornata insieme sarebbero aumentate del 300%. Fiducioso che quello che aveva sentito non era un Genjutsu, abbassò la maniglia e aprì la porta. La luce era spenta e riuscì solo a vedere la silhouette scura della moglie davanti al loro giaciglio: “Hinata, ma cosa...”

 

Stava per fare un passo avanti ma la donna lo fermò: “No, Anata, non muoverti. Non ancora.”

 

Lui ubbidì: “Ehm... cosa c'è che non va?”

 

“...accendi la luce prima di venire avanti.”

 

Sporse il braccio per raggiungere l'interruttore: “Come... desideri.”

 

Lo premette e la luce si accese, ma non nella solita modalità: invece di illuminare l'ambiente a giorno, dalla lampada venne emessa una flebile luce rosea che illuminò lo spazio intorno ma solo lievemente e dando al colore di ogni superficie una sfumatura rosata. Dopo aver giusto fatto caso a questo dettaglio, Naruto guardò davanti a sé e ciò che vide lo lasciò senza parole e con bocca ed occhi spalancati.

 

Come aveva intuito già al buio, Hinata era in piedi davanti al letto. Nuda. O meglio, non aveva addosso indumenti convenzionali: si era messa in testa un buffo cappello che avevano acquistato rosso e bianco con una pallina sulla punta cornea e dei guanti della stessa fattura abbinati. E anche il resto del corpo non era del tutto scoperto, un lungo nastro azzurro era avvolto sulle sue membra in modo da nascondere alla vista le sue aree più sensibili ed era tenuto su da un fiocco in mezzo al petto e dai due lembi nelle sue mani. Completavano l'opera d'arte la posa che la donna aveva assunto, una lieve spolverata cremisi sul suo sorriso e il fatto che il suo seno sembrasse quasi oppresso dal nastro, forse avrebbe chiesto aiuto se fosse stato dotato di una bocca.

 

In ogni caso, Naruto non rimase fermo a pensare. Mentre il suo cuore iniziava a pompare sangue in alto e in basso, le gambe lo portarono fino alla sua metà lasciando solo pochi centimetri di distanza l'uno dall'altra. Fu la femmina a rompere il silenzio con una risata zuccherina: “Hai contribuito a rendere questa giornata memorabile, Anata. Adesso però vorrei che anche la notte in arrivo diventi per noi un ricordo inestimabile e... dopo tutto quello che hai fatto per me e le prove che hai superato, ritengo che ti sia guadagnato il diritto di condividere con me quest'ultimo punto del programma.”

 

Per alcuni secondi non ci fu risposta, gli occhi azzurri del maschio vagavano senza una direzione precisa sulla forma di vita davanti a loro. Ogni tanto si soffermavano sugli occhi perlacei, a volte indugiavano sul seno compresso e ogni tanto attraversavano l'intera superficie cutanea della donna alla ricerca di un'impurezza che sapevano assente.

 

Alla fine furono faccia a faccia, tutti e due sorridendo dolcemente. Poi lui parlò: “Farò come desideri, mia principessa. Ma prima libererò entrambi da ciò che presto sarà d'intralcio.”

 

Dicendo questo, scosse con lentezza le spalle facendo cadere dietro di sé l'accappatoio e mostrando alla moglie l'effetto che stava avendo su di lui ma non si fermò lì. Subito dopo essersi liberato da ogni restrizione, alzò la mano e tirò il fiocco con la stessa velocità che aveva usato per denudarsi.

 

E quando la stretta che le opprimeva si allentò, le mammelle della corvina si liberarono di ciò che le aveva coperte danzando sul posto e rimostrando il loro vero volume. Tutto questo avvenne sotto lo sguardo di un paio di dischi di cielo e due perle appiattite. Dopo, la distanza che separava i due sposi venne eliminata da un movimento condiviso e la loro vista perdette momentaneamente utilità.
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Note d'Autore: dunque... nella mia visione, questo capitolo sarebbe dovuto essere caricato circa un mese - 3 giorni fa. Si supponeva che uscisse in rete il giorno del compleanno della signorina (dal momento che lo avevo fatto apposta) e invece, fra ritardi e problemi e mancanza d'ispirazione e torpore mentale ecc ecc... è venuto fuori oggi. Forse avrei avuto qualcosa da dire su determinate parti del capitolo ma è passato così tanto da quando l'ho iniziato che non riesco a rammentare tutto. Ora, ammesso e non concesso che c'è ancora qualcuno che si ricorda di questa storia, mi farebbe piacere e mi sarebbe anche d'incoraggiamento se chi legge lasciasse una recensione. Anche solo per dirmi se è stato bello o no. Mi aiuterebbe molto sapere che c'è altra gente che ha un'opinione oltre a LNZ_nh (che ringrazio tantotantotanto) e mi spronerebbe a lavorare meglio e di più. Scritto questo, buona lettura...

 

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Capitolo 7
*** Verso La Fine Dell'Anno ***


Capitolo 7: Verso La Fine Dell'Anno

 

28 Dicembre, mattina inoltrata. Il sole si era già staccato dal suolo iniziando il suo lungo giro nella volta celeste e stava , poco a poco, illuminando il mondo sotto di sé. E se il Dragon Hotel era incluso in tale mondo, lo era anche la stanza numero 773.

 

In principio la luce iniziò a penetrare solo leggermente attraverso le tende della finestra socchiusa, portando tutto ciò che c'era in tale ambiente interno dal buio alla penombra. Poi, a mano a mano che la luce aumentava, anche la penombra sfumò fino a sparire del tutto e un simile processo ebbe luogo anche negli altri due compartimenti in cui era suddivisa la suite. Ma mentre nel bagno solo il pavimento, le pareti, la doccia, la vasca e il mobilio si schiarirono sempre di più fino ad assumere la tinta naturale, nella camera da letto c'erano due elementi viventi che non facevano parte dell'arredamento standard del luogo.

 

Dopo aver passato buona parte della notte a scambiarsi coccole, bacini, carezze e a fare l'amore in modo variegato, i due sposi erano infine caduti preda della stanchezza e del sonno ma senza curarsi di come lo avevano fatto: la femmina era distesa a pancia in su con le gambe e un braccio completamente distesi, l'altro arto cingeva la testa del compagno. Se qualcuno l'avesse vista, avrebbe avuto dei dubbi sul fatto che stesse ancora riposando perché le guance erano imporporate e, più che respirare, stava emettendo piccoli mugolii nicchiando anche se sul volto disteso era ancora presente un residuo del sorriso con cui si era assopita. Ciò era dovuto in buona parte a quello che stava facendo, sempre nel sonno, il marito.

 

Quest'ultimo infatti era nelle stesse condizioni della moglie, nudo ed addormentato, ma era in posizione diversa e stava anche facendo cose diverse: era disteso su un fianco, le gambe seguivano la curvatura del corpo come una coda segue la curvatura di una colonna vertebrale mentre le braccia cingevano parzialmente il corpo femminile, quasi come se lo stessero abbracciando, all'altezza del bacino. Tuttavia erano la posizione e i movimenti della testa a rendere irregolare la respirazione della donna: forse perché, anche nel sonno, si rendeva conto di dove fosse o forse perché stava sognando di essere un lattante, le labbra e la lingua del biondo stavano interagendo col capezzolo destro di lei. Anche il colore della sua faccia sembrava aver ricevuto una spolverata di rosso, ma non della stessa intensità della femmina.

 

Poteva trattarsi di movimenti inconsci ma comunque istintivi, dopotutto si erano addormentati nudi insieme dopo aver amoreggiato, perché la lingua si muoveva come si sarebbe mossa se si fosse trovata davanti un gelato. Ma avrebbe potuto trattarsi di un sogno da infante perché le labbra stavano succhiando il turgido pezzo di carne forse nel tentativo di ottenere del nutriente liquido. In ogni caso, la cosa stava durando da abbastanza tempo senza che i movimenti maschili causassero il risveglio della corvina perché, malgrado tale tipo di stimolazione, lei era ancora beatamente addormentata.

 

Ciò che avevano addosso prima di unirsi era uscito di scena abbastanza in fretta: il capo che il maschio aveva usato per asciugarsi era finito a terra ancora prima che il contatto diretto avesse avuto luogo mentre il cappello, i guanti e il nastro erano stati eliminati poco dopo l'atterraggio della coppia sul letto.

 

La notte d'amore era durata molto anche grazie al sonnellino pomeridiano dell'ereditiera, essendosi riposata dopo aver bevuto tanta camomilla, la figlia di Hiashi non era stata colta dal sonno se non quando anche l'ex allievo dell'attuale Hokage aveva iniziato a sentire più pesanti le proprie palpebre. Tuttavia era stato impossibile stabilire chi avesse resistito più a lungo.

 

Fu solo un'azione diversa da parte di Naruto che fece svegliare Hinata. Per qualche misteriosa ragione, di punto in bianco, le diede un morsetto al capezzolo e quest'unica azione causò quello che tutte le azioni precedenti non avevano causato.

 

“Ah!” Un gemito più forte dei precedenti fece spalancare parzialmente le palpebre alla portatrice dei Byakugan ancora inconsapevole su cosa stava accadendo: “C-cosa?”

 

Dovette abbassare lo sguardo verso la direzione da cui avvertiva del movimento per capire cosa stesse succedendo ma, vedendo il compagno ancora addormentato, la donna non lo fermò. Se una parte di lei avesse ancora voluto recitare il ruolo della signorotta capricciosa probabilmente avrebbe dovuto lanciare un urlo così acuto da farsi sentire nell'intera struttura, ma non aveva in mente di fare una cosa del genere. Non c'erano stati altri morsi, il piacere era... piacevole e non voleva ancora svegliare il marito. Oggi sarebbe dovuto tornare ad occuparsi della missione e non le avrebbe potuto dedicare tutto il suo tempo come aveva fatto durante il giorno appena trascorso, in più non aveva cognizione dell'ora. Magari era ancora presto e lei si era svegliata solo perché era fin troppo sensibile alle effusioni di Naruto. Quindi distese di nuovo la testa, richiuse gli occhi ed usò anche l'altro braccio per cingere il collo del biondo. Prima o poi si sarebbe svegliato ma, finché non fosse giunto quel momento, non c'era niente di male a lasciarlo sognare... qualunque cosa stesse sognando. E godersi la consapevolezza di poter addirittura essere la coprotagonista di tale sogno.

 

Malgrado le aspettative, il nuovo equilibrio non fu rotto da un risveglio spontaneo. Al contrario, il dormiente era talmente preso da... quello che stava credendo di vivere, che si comportò in maniera tale da dover essere svegliato: in principio la bocca era impegnata col capezzolo destro della femmina e le braccia cingevano il busto ma, ad un certo punto, la mano destra si aggrappò alla mammella sinistra ed iniziò a palparla vigorosamente. Tale manovra fece di nuovo spalancare gli occhi alla donna che, accorgendosi della luminosità della stanza e non volendo... trattenere troppo a lungo il marito nel letto, si decise a fargli tornare la mente nel mondo reale. Sorse però una domanda spontanea: come svegliarlo senza gravi conseguenze?

 

Fu difficile pensare in modo lucido perché il partner non stava certo dando l'impressione di volersi fermare e non stava nemmeno rallentando i suoi movimenti, era chiaro che stesse vivendo un bel sogno, forse un po' troppo bello per l'attuale condizione della corvina, la quale stava anche percependo un allarmante aumento di temperatura della faccia e chissà cosa sarebbe potuto accadere in caso di svenimento.

 

-Allora... m-mi pare di essermi g-già trovata in... in una situazione... AH... si-simile. Quella volta no-non eravamo ancora spo-sposati e... e non... non mi stava pa-pa-pa-palpando m-ma... n-non ero ri-riuscita a... a... a svegliarlo con metodi c-convenzionali... e... e allora... AH! M-ma che cosa?!?-

 

All'improvviso si era sentita tirare di lato e le fu chiaro cosa stesse succedendo il secondo successivo, quando la forza portante le strizzò un gluteo. Il linguaggio del corpo non lasciava alcun dubbio sull'interpretazione del sogno in corso: suo marito stava sognando di fare l'amore con lei o almeno di stare portando a termine i preliminari prima di farlo. La sua visuale non le permetteva di verificare se il suo membro fosse turgido o no ma, per quando potesse essere interessante scoprire se Naruto Uzumaki fosse stato capace di fare l'amore anche dormendo, lei non aveva nessun interesse a scoprirlo in quel momento.

 

La nuova scarica di adrenalina ebbe comunque il lato positivo di farle rammentare il sistema che aveva usato in passato per svegliare il fidanzato da un sonno innaturale: lo aveva delicatamente colpito sfruttando la sua Abilità Innata. Attivò quindi il Byakugan ma si accorse subito che l'attuale situazione era diversa da quella passata: in primis, la volta precedente, lui era seduto e fermo e queste circostanze le aveva offerto una visibilità totale mentre ora era in movimento al suo fianco e parzialmente nascosto. In più l'avere particolari zone a contatto, con tutte le conseguenze derivanti, le rendeva difficile focalizzare il Chakra e concentrarsi sul potenziale bersaglio da colpire. In sostanza, gli unici fattori che erano rimasti invariati erano la presenza di entrambi e la mancanza di coscienza del maschio. Ogni altra cosa era mutata come un girino dopo il raggiungimento della maturità.

 

Fece un respiro profondo per tentare di concentrarsi e di far rallentare il cuore quasi in fibrillazione ma fu uno sforzo inutile perché, come se avesse percepito l'intenzione femminile di porre fine a... ciò che era in corso, il figlio di Minato sfruttò uno degli arti inferiori per darle ulteriori brividi: una delle gambe si mosse verso l'alto infilandosi in mezzo alle cosce della donna e continuando a salire fino a raggiungere le sue labbra inferiori. A quel punto, muovendosi per puro istinto, la coscia maschile iniziò a stimolare anche il centro del corpo della donna che, colta di nuovo alla sprovvista, non poté evitare di piegare la testa indietro e di grugnire mentre gli occhi si spalancavano di nuovo.

 

Ormai ogni area sensibile era stata raggiunta: il seno, il sedere e anche l'epicentro della sua femminilità. E non era ancora finita. Se fino a quel momento le labbra maschili avevano lavorato solo col capezzolo, adesso si erano allargate di più per inglobare anche l'areola. Tutto questo piacere fece andare momentaneamente in tilt il sistema di controllo oculare di Hinata, le vene ai lati dei suoi occhi iniziarono ad essere visibili ad intermittenza e anche le iridi perlacee presero a contrarsi e a distendersi a piacimento. Questo fenomeno la mise in una situazione del tutto nuova: un secondo prima era in grado di vedere il sistema circolatorio interno di Naruto e un secondo dopo la sua vista tornava ad essere come quella di qualsiasi altro umano. Tutto questo senza tregua e senza controllo, era come se il suo corpo fosse diventato il campo di battaglia fra la sua volontà di sfruttare il suo potere e quella del compagno di impedirglielo.

 

La situazione rimase in stallo per alcuni fatali secondi col maschio ancora addormentato e intento a far sciogliere la resistenza che la moglie tentava di opporgli e quest'ultima che cercava con tutte le sue forze di farlo fermare o di guadagnare abbastanza respiro per riuscire a focalizzarsi e porre fine alla cosa. A lungo andare avrebbe vinto lui la battaglia ma, con un singolo sprazzo di energia e concentrazione, la corvina avvolse un indice nel Chakra e lo affondò contro la fronte di lui, facendogli perdere tutti gli appigli che aveva conquistato sul suo corpo e facendolo rivoltare sulla schiena con tutti gli arti distesi. Fortunatamente il letto era così largo che, pur trovandosi su un lato, non era neppure vicino al bordo.

 

Hinata ricadde sulla schiena ansante, non se n'era accorta ma, in quel breve lasso di tempo, aveva sudato così tanto che sotto di lei si era formata una chiazza scura. Tuttavia non le sarebbe importato molto, aveva posto la mano sul petto e poteva sentire la potenza dei suoi battiti malgrado ci fossero vari organi ed ossa a separarla dal cuore. Non avrebbe saputo dire quanto tempo le occorse per riacquistare una respirazione regolare. Dall'altro lato del materasso non giunsero suoni o vibrazioni.

 

Dopo essersi ripresa, si voltò verso il marito e a quel punto, ebbe un altro sobbalzo: il maschio non si era spostato e non aveva nemmeno cambiato posizione. Allarmata dai possibili effetti collaterali del colpo che gli aveva inferto, l'erede di casa Hyuuga si alzò su mani e gambe per avvicinarsi: “Na-Naruto-Kun?”

 

“...”

 

“Oh no! Che cosa... che cosa ho fatto?!?”

 

Lo raggiunse e gli pose le mani sul petto, la buona notizia era che respirava ancora ma non c'era altro. Anche l'espressione di totale neutralità che aveva non venne interpretato come un buon segno. La femmina riattivò il Byakugan: “Ma cosa...?”

 

Quello che vide la lasciò di stucco: fisicamente stava bene, il colpo ricevuto non gli aveva provocato lesioni interne o esterne ma il flusso di Chakra del corpo era stato bloccato, come un tratto di fiume all'interno di un sistema di chiuse. Aveva assunto un aspetto stantio e la cosa peggiore era che lei non aveva neanche la cognizione di come lo avesse fatto perché lo aveva colpito in fretta e senza calibrare bene la potenza.

 

Adesso però avrebbe dovuto rimediare. Senza disattivare gli occhi, la corvina iniziò a far scorrere le punte delle dita sul petto, il collo e la fronte dell'uomo cercando di capire come fare per rimettere in circolo il sistema: “Se esercito della pressione qui dovrei... no. No, non funzionerebbe... forse se... potrei stimolare il cuore per accelerare la ripresa ma... il cuore non si è fermato, non è una questione cardiaca! E se...”

 

Notò una strana macchia proprio nel punto in cui l'aveva colpito: “Forse è questo il problema, vediamo che succede se colpisco lo stesso punto con potenza diversa.”

 

Il Chakra riapparve sulla punta del dito e poi agì. La macchia si divise in due e si spostò in corrispondenza delle tempie e lei, lavorando meticolosamente, esercitò della pressione sulle tempie. La massa scura diminuì ma si spostò di nuovo e lei continuò ad inseguirla per tutta la testa finché l'ultimo residuo non scomparve del tutto. A quel punto, Naruto sbadigliò. La compagna venne travolta dalla gioia ma si accorse della situazione in cui si trovava: era nuda e a cavalcioni dell'altrettanto nudo marito. Era appena uscita da una situazione complicata e non voleva entrarci di nuovo. Quindi, mentre il biondo si stropicciava gli occhi, la partner prendeva posizione a poca distanza da lui sperando che tutto fosse finito bene.

 

“Mmmh...”

 

“Anata?”

 

“Eh? Che cosa...” Scostando le mani, l'Eroe di Konoha si voltò verso la direzione da cui aveva sentito la voce e, quando vide la moglie distesa a poca distanza da lui, le donò il primo caldo sorriso della giornata: “Ohayo, principessa! Hai dormito bene?”

 

Dentro di sé Hinata tirò un sospiro di sollievo, sembrava tutto sistemato, fuori però mostrò anche lei un sorriso solare: “Ohayo gozaimasu, Anata! Volevo chiederti la stessa cosa.”

 

Lui strizzò gli occhi sorridendo ed allungando la mano verso di lei così da poter intrecciare le loro dita: “Ma te l'ho chiesto prima io.”

 

Rispondendo al suo invito, anche la ragazza protese la mano in avanti allargando le dita e la unì a quella maschile: “Forse, ma non ho la precedenza, essendo una signora?”

 

Ottenne una breve risata: “Tu non sei una signora, tu sei la signora. La signora Uzumaki, non ti ricordi di avermi sposato?”

 

“~Certo che lo ricordo, ma ho comunque la precedenza~”

 

Lui sospirò sconfitto ma non sconfortato: “Ho dormito benissimo, ho anche fatto un sogno fantastico... se potessi condividere la mia mente con te, mi riaddormenterei subito.”

 

La kunoichi sospettava di sapere già di cosa si trattasse ma, concedendogli il beneficio del dubbio, rispose adeguatamente“Doveva trattarsi di un bel sogno, perché non me lo racconti?”

 

“Beh... eravamo io e te nella Baia della Tranquillità. Però potevamo respirare senza problemi e quindi non avevamo con noi bombole, bomboline e bombolette...”

 

“Oh... sembra bellissimo...”

 

Lui ghignò: “~Lo so, ma la parte migliore arriva adesso~”

 

“Che vuoi dire?”

 

“...non avevamo attrezzature subacquee ma nemmeno costumi. Cioè, tu lo hai già fatto. Ti sei già immersa in quelle acque senza avere niente addosso. Nel sogno ero nudo anch'io e abbiamo nuotato a lungo scoprendo infinite forme di vita strane nascoste in mezzo a coralli dalle forme ancora più strane. Tutto bellissimo... e poi...” Fece una pausa per enfatizzare ciò che avrebbe detto dopo mentre la compagna, con la faccia già parzialmente arrossita, iniziava a chiedersi se la parte successiva non le fosse già nota: “Naruto-Kun, e poi... cosa?”

 

Il ninja si mise le mani dietro la testa guardando con occhi sognanti il soffitto: “...abbiamo iniziato a fare l'amore sott'acqua. Ad un certo punto mi hai anche chiesto di succhiarti una mammella per vedere se ne sarebbe uscito del latte. Ovviamente ti ho accontentata e vederti gemere rilasciando bolle e muovendo braccia e gambe come se fossero ali mentre i capelli ti fluttuavano è stato meraviglioso...”

 

Guardando in alto, gli era impossibile notare che la figlia di Hiashi stava arrossendo sempre di più, a questo punto era solo questione di tempo prima che si arrivasse al quasi rapporto sessuale nel sonno. Intanto il racconto proseguì: “...forse non ci crederai, ma a furia di succhiare il latte è uscito e mi sono fatto una bella bevuta. Se quello che ho immaginato di bere si avvicinerà anche solo lontanamente al prodotto reale, i nostri figli cresceranno forti e sani bevendo un'ottima bibita.”

 

“Fi-figli? Vuoi dire che... n-ne avremo più d-di 1?”

 

Il maschio la guardò sorridente e ad occhi chiusi, quindi senza vedere che tinta avesse assunto la sua faccia: “Certo che sì, ne avremo almeno una mezza dozzina! Così nessuno resterà in solitudine se un membro del gruppo si assenterà.”

 

Lei non fu in grado di replicare e così il biondo tornò a guardare in alto: “Tornando alla storia, mentre continuavo a bere hai iniziato a chiedermi di darti di più. Letteralmente. E lo hai fatto quasi urlando, immagina la stessa scena di quando ti sei accorta di avere il costume rotto. La sola differenza è che nel sogno pronunciavi parole e così, ancora una volta, ti ho accontentata.”

 

“E... e che cos'è successo?”

 

“Beh... ti ho dato quello che desideravi, principessa. Ho iniziato ad usare le mani, prima ti stavo solo abbracciando ma dopo la tua richiesta mi sono dato da fare. Con una mano mi sono occupato della mammella libera, con l'altra ho puntato ad un tuo gluteo e, per non farti mancare niente, con una gamba ho iniziato a stimolarti il centro del corpo.”

 

Conoscendo bene quello che aveva fatto meno di tre minuti prima, la partner fece una domanda scontata per lei: “Se-sembra un po' troppo bello per essere ve-vero... scommetto che è... è... è successo qu-qualcosa che ti... ci ha interrotto.”

 

L'altro sospirò quasi infastidito: “Hai ragione, eravamo lì tranquilli ad amoreggiare senza dare fastidio a nessuno e poi un coso strano dotato di tentacoli ha iniziato a scocciarmi! Non so perché ma cercava di tirarmi via da te e più io opponevo resistenza e più lui tirava.”

 

“E... e che... che cosa è successo do-dopo?”

 

“Pensavo di essermene liberato e invece poi mi ha fatto lo stesso scherzo che mi aveva fatto quello strano animaletto acquatico che abbiamo incontrato quando siamo andati in cerca di perle. Ha spruzzato un liquido nero che ci ha avvolti. A quel punto il sogno è finito.”

 

Si aspettava una replica di qualche tipo ma la femmina non era in grado di parlare: “...”

 

Non sentendo nulla, si voltò verso di lei: “Hinata?”

 

L'essere umano che aveva di lato aveva cambiato colore dal collo in su, come un camaleonte dall'umore cangiante, ansimava ed era chiaro che il cuore stesse pompando al doppio della velocità normale. Questa visione lo fece preoccupare: “Hinata? Stai bene?”

 

Le labbra si mossero quasi meccanicamente mentre gli occhi guardavano un punto imprecisato davanti a loro: “I-io... po-potrei e-essere l-la... la ca-ca-ca-ca-causa de-de-de-de-de-della... f-f-fine de-del... del... del t-tuo sogno.”

 

“Non capisco, che vuoi dire?”

 

“T-tu... tu... tu st-stavi vi-vi-vi-vi-vivendo... que-quello che so-so-so-sognavi.”

 

Lo sposo inarcò un sopracciglio poggiandosi su un braccio e girando il corpo verso di lei: “Io... stavo vivendo quello che... sognavo? Non capisco, cosa... aspetta!” L'inizio del movimento delle rotelle causò un iniziale viraggio facciale anche a lui: “Cioè... staresti dicendo c-che... io... ti ho su-succhiato un capezzolo?”

 

Lei annuì e lui deglutì: “E... ti ho afferrata dal seno e... dal se-sedere?”

 

Altro cenno di assenso: “...e... ho usato... u-una gamba... per...”

 

Non completò la frase ma lei annuì lo stesso lasciando entrambi in un silenzio a dir poco imbarazzante. Poi però Naruto, dopo averci forse pensato su un po', sorrise anche se con la faccia ancora leggermente arrossata: “Beh, se non altro il mio corpo si stava muovendo in sintonia non solo con la mia mente ma anche col soggetto del mio sogno. Però ho un dubbio, io ho immaginato di trovarmi in una nuvola di acqua nera, cos'è successo veramente?”

 

“T-ti... ti... ti ho... t-t-t-ti ho co-colpito... sulla fr-fronte u-usando i-il... By-Byakugan.”

 

Questa volta fu il biondo ad annuire: “Capisco... beh, il sogno è finito... ma noi siamo ancora qui. E siamo nello stesso stato, l'unica cosa diversa è che siamo all'asciutto.”

 

Il tono subdolamente sensuale mise di nuovo in allarme l'ereditiera: “C-che vuoi d-dire?!?”

 

L'uomo si tirò su con entrambe le braccia ed iniziò ad avvicinarsi di più alla moglie: “Sai, abbiamo fatto l'amore per buona parte della notte... perché non finiamo quello che io ho iniziato dormendo?” A questo punto la sua figura stava già incombendo sulla ragazza che si accorse solo ora della figura che aveva iniziato a fare ombra su di lei: “N-Naruto-Kun... i-io...”

 

La suddetta figura si abbassò su di lei finché la testa non le raggiunse l'orecchio e parlò a volume così basso che in realtà bisbigliò: “Shhh... puoi rilassarti, mi prenderò io cura di te.”

 

Prima che una replica potesse essere presentata, le due coppie di labbra si unirono mentre il maschio raddrizzava il proprio corpo su quello della compagna. Lei strizzò gli occhi, non fu in grado di opporsi alle sue manovre: il battito accelerato, la storia che aveva appena sentito, il tono di voce che lui aveva usato prima di baciarla, lo stesso bacio che stavano condividendo... tutti questi fattori minavano la sua volontà, fisicamente Naruto le stava chiedendo di lasciarsi andare e riprendere a fare l'amore. La tentazione di accettare il suo volere era forte, molto forte, forse addirittura troppo forte. Hinata si sarebbe di certo arresa, cosa c'era di meglio di passare una mattinata in compagnia del proprio amato in una suite da sogno e senza niente addosso?

 

Fu il ricordo di un pensiero che aveva avuto prima che lui si svegliasse a darle la spinta che le serviva: oggi era il 28. Il suo compleanno era stato il giorno prima, oggi sarebbero dovuti tornare all'abituale routine, specialmente il ninja in missione. Fu quindi questa consapevolezza che le fece mettere le mani contro il suo petto, parzialmente pressato contro il suo, per creare della distanza fra loro.

 

Lui percepì la spinta e si lasciò spostare separandosi da lei. Per qualche secondo rimasero solo ad ansimare senza perdersi di vista, lui era certo che lei avesse qualcosa da dire e lei doveva introdurre dell'altro ossigeno in corpo prima di poter fare qualsiasi mossa. Finalmente, dopo aver boccheggiato e offerto allo sposo lo spettacolo del suo seno traballante, riuscì ad articolare parola: “Na-Naruto-Kun... noi... noi non... non possiamo. Non... non c'è te-tempo.”

 

“Tempo? Tempo per cosa, mia adorata?”

 

“T-tu... tu hai una mi-missione. De-devi... devi tenere d'occhio... Mugetsu-Sama.”

 

“Ricordo qual'è la mia missione, non devi preoccuparti per questo.”

 

“C-che vuoi dire? I-ieri era il mio... co-co-compleanno e... e mi hai de-dedicato la... giornata ma oggi è... è... è un altro gi-giorno e tu... tu d-devi lavorare.”

 

Lui sorrise teneramente: “Lo so bene, Hinata. Ma so anche che il nostro uomo non inizierà i suoi incontri che in tarda mattinata. Quindi abbiamo ancora tempo da dedicare a noi stessi.”

 

Convinto di aver chiuso il discorso, Naruto si abbassò di nuovo sulla moglie iniziando a baciarle il collo, certo che questa mossa avrebbe sciolto la sua resistenza come il sole scioglie un ghiacciolo in una giornata limpida. Ma pur emettendo inizialmente dei gemiti e spalancando ancora una volta gli occhi, la donna tenne duro: “N-non sai se hai tu-tutto questo... tempo!”

 

Si fermò ancora, dubbioso sulle sue parole: “Che vuoi dire?”

 

“È... è tardi. Ci siamo svegliati più ta-tardi del... solito e... e non ci siamo ancora alzati. L-la luce del so-sole illumina tu-tutta la stanza ormai... qu-quindi n-non credo che... c-ci resti molto tempo pe-per fare... c-c-cose.”

 

Naruto si diede un'occhiata intorno. In effetti non ci aveva fatto caso ma la stanza era ben visibile e non c'erano luci accese, forse era vero che fosse tardi. Ma che ora era di preciso? Non avevano un orologio o una sveglia a portata di mano e, se la moglie aveva ragione, avrebbe rischiato di perdere il diplomatico. Guardò di nuovo la moglie con sguardo indecifrabile e occhi seri: “Forse hai ragione, Hinata. È più tardi del solito ma non ho idea di che ora sia. Quindi sai cosa faccio ora? Chiamerò in reception per capire come comportarmi.”

 

Detto questo si alzò dal letto e, senza prendersi il disturbo di mettersi qualcosa addosso, raggiunse il telefono. A dire il vero non si pose nessun problema sul fatto di essere nudo: la sola persona presente oltre a lui era la moglie e anche lei era nuda, senza contare che lo aveva visto senza vestiti in altre occasioni.

 

Passarono solo un paio di secondi dopo la composizione del numero prima che il cliente venisse servito: “Buongiorno, sì... sì, certo, non c'è di che... No, non mi serve adesso... no, non serve che venga qualcuno, non ancora... Già, non siamo ancora usciti... ringrazio molto però vorrei un'informazione prima di chiudere... Sì, vorrei sapere che ore sono... mh. Capisco. Bene, la ringrazio... Sì, arrivederci. Salve.”

 

Rimise l'apparecchio a posto e tornò verso il letto sedendosi al fianco della moglie, ancora distesa sulla schiena e non del tutto rilassata. Tuttavia fu lei a fare la domanda mentre lui le spostava un ciuffo ribelle dalla faccia: “Allora, c-che cosa dice? Che... che ore sono?”

 

“Si sono fatte le 10:20. Di solito, il nostro amico inizia i suoi incontri intorno alle 11. Avrò il tempo di lavarmi e vestirmi con calma, ma salterò la colazione. Non è più orario per quella.”

 

“Ca-capisco...”


“Però...” Le orecchie femminili percepirono una nuova punta di malizia nella voce del marito e questo la fece voltare solo per vedergli un ghigno perverso in faccia. Tuttavia questo incrocio di sguardi non lo fermò: “...solo perché non possiamo fare l'amore un'altra volta, non vuol dire che non possiamo fare la doccia insieme!”

 

Iniziando a sghignazzare come un matto, il biondo prese la corvina fra le braccia come si addiceva alla sposa che era e, ignorando le parole confuse di quest'ultima, corse verso il bagno usando un piede o l'altro per aprire le porte in modo da offrire ad entrambi un ultimo momento di intimità amorosa prima di doversi separare.

 

- - -

 

I giorni successivi precedenti la fine dell'anno scorsero con calma, la routine standard era stata reimpostata e i ritmi della coppia si erano riassemblati di conseguenza: passavano la prima parte della mattina insieme, poi lui si assentava a causa del suo lavoro, si rivedevano a pranzo, dopo il pasto c'era un'altra uscita del ninja e il suo rientro serale, infine la serata proseguiva mangiando qualcosa, spedendo rapporti e scambiando effusioni prima di addormentarsi. Ma, se per Naruto il tempo passato a tenere d'occhio il soggetto tendeva a scorrere in modo abbastanza monotono, i momenti passati in compagnia della moglie erano l'esatto opposto.

 

Ogni giorno si inventavano una nuova meta da raggiungere o un nuovo posto da visitare, il giorno dopo il loro risveglio, la moglie aveva espresso il desiderio di visitare i boschi intorno al villaggio e l'uomo aveva acconsentito. Si era rivelata tutto sommato un'esperienza alternativa e piacevole, non si stava in costume e circondati da sabbia, sole e acqua ma passeggiare fra gli alberi e godersi le buffe forme d'ombra create dal fogliame sopra la propria testa era divertente e rilassante. Sopratutto perché molta gente veniva ad Enotorc per godersi la zona balneare del Villaggio e di conseguenza i boschi sul lato opposto della zona residenziale avevano una concentrazione demografica di turisti quasi inesistente.

 

Erano anche tornati sulla costa centrale a godersi un altro giorno di sole, mare e giochi da spiaggia. Non avevano incontrato di nuovo Mugetsu ma andava bene in ogni caso, magari aveva deciso di restare nella suite quella mattina. Naruto aveva continuato ad usare il nuovo costume arancione e Hinata, convinta di aver avuto un'influenza abbastanza deterrente su determinate possibili azioni, lo imitò indossando il costume verde senza troppa paura. In fondo, dopo la notte amorosa del 27, la sua ricerca di interazioni più profonde sembrava non essere più ossessiva come in passato. Erano passati due giorni e, escludendo baci e abbracci puramente amorosi ed affettivi, non c'erano stati altri tentativi da parte del maschio. Fu solo il 30 Dicembre che si spinse più avanti di quanto avesse fatto nei giorni precedenti.

 

Avevano deciso di comune accordo di immergersi di nuovo nella Baia delle Perle. Escludendo tutto quello che era successo, si erano immersi in quella zona principalmente per trovare qualche sfera di valore fra le valve dei molluschi e la ricerca non era stata portata a termine fino in fondo, l'ultimo gruppo di ostriche che avevano trovato non era stato ispezionato.

 

La corvina aveva espresso qualche perplessità sulla possibilità di ritrovare proprio il gruppo che avevano adocchiato ma il figlio di Minato aveva espresso una soluzione tanto ovvia quanto geniale: avevano lasciato sul fondo i loro coltelli proprio dove si trovava il blocco roccioso su cui erano ancorate le conchiglie, se Hinata avesse usato il Byakugan li avrebbe certamente localizzati e la coppia avrebbe raggiunto il luogo designato. In più, potendo contare su di essi, non avrebbero dovuto spendere altro denaro per comprarne di nuovi. La donna aveva elogiato il ragionamento e aveva seguito la corrente.

 

Siccome avevano ancora i due SPARE-AIR, tornarono al negozio di strumenti subacquei non per comprarne un altro paio ma per ottenere una ricarica. Come speravano, questa mossa si rivelò meno costosa e, senza ulteriori indugi, noleggiarono di nuovo una piccola imbarcazione prendendo poi il largo dirigendosi verso il costone roccioso orientale.

 

Erano poi arrivati a destinazione e, dopo che la ragazza era ricorsa alla sua Abilità Innata, entrambi si erano immersi tenendo a portata di mano le loro riserve d'aria. Per diminuirle gli sforzi, il marito si era offerto di farle da mezzo di trasporto e lei aveva accettato di buon grado dando un reciproco vantaggio: lei doveva solo tenersi dalle sue spalle ed indicare eventualmente la direzione da seguire mentre lui si godeva la pressione del seno contro la schiena.

 

Il fondale era stato raggiunto in fretta e poi l'Eroe di Konoha si era fatto guidare dallo sguardo a lungo raggio della compagna. Così era stata trovata e raggiunta la fossa giusta senza che i due dovessero prendere più di un paio di boccate d'aria. Anche lo sperone roccioso fu localizzato in fretta e con esso i due coltelli abbandonati. A quel punto, i due si erano separati accomodandosi sulla sabbia soffice e dando un'occhiata ai molluschi che si erano già trovati davanti. Lei non lo sapeva e non lo sospettava ma, per una volta, non c'era nessun losco piano in moto nella mente del partner. Quest'ultimo si era voltato verso di lei incoraggiandola, con gesti e grugniti, ad essere la prima a verificare la presenza di perle nelle ostriche. Annuendo, l'ereditiera obbedì.

 

Fra le sette paia di valve che aveva davanti, la portatrice del Byakugan decise di ispezionare quella centrale mossa da qualche presentimento romantico o istintivo. Si mise ad armeggiare con la lama e il guscio sapendo che un paio di occhi azzurri erano focalizzati su di lei e sui suoi movimenti. Personalmente sperava che la percentuale maggiore di attenzione lo avessero i movimenti ma non ci crucciò troppo su questo dettaglio e continuò a lavorare. Dovette faticare un po' per vincere la resistenza del mollusco ma, alla fine, fece leva e i guscio si aprì.

 

Rivelando ciò che nascondeva: una relativamente grossa perla nera e lucente.

 

La sorpresa per il successo e la tipologia del successo fu tale che la donna dimenticò per un momento dove si trovasse ed emise un piccolo urlo di gioia. Fra un'uscita e l'altra e in mezzo ai mille argomenti che avevano affrontato nelle loro conversazioni, Naruto le aveva spiegato che le perle non erano tutte uguali. Erano tutte preziose ma, come altri gioielli, anche quelle piccole sferette erano classificate secondo una certa unità di misura di cui ignorava i dettagli tecnici. E le perle di colore scuro erano quelle dal valore maggiore, figurarsi poi quelle nere.

 

L'avvenimento fu quasi ironico, durante la loro precedente immersione avevano ispezionato un sacco di ostriche senza conseguire alcun reale successo: le uniche perle trovate erano così minute che non valeva la pena sottrarle alla legittima proprietaria. E adesso, al primo tentativo, era sbucato davanti a loro un vero fiore all'occhiello del pantheon perlaceo.

 

Fu il vedere la propria riserva d'aria atterrare dolcemente sulla sabbia che fece ricordare ad Hinata di essere sott'acqua. Era successa la stessa cosa alla fine dell'immersione precedente ma questa volta i polmoni non erano stati svuotati, il suo costume non aveva subito danni e lei non era nel panico. Aveva chiuso le labbra per non far uscire altre bolle e si sarebbe ripresa la bomboletta se il biondo non avesse agito prima di lei: non dandole il tempo di abbassarsi, si sporse nella sua direzione e condivise la propria riserva polmonare con la moglie.

 

Quest'ultima, inizialmente colta di sorpresa dalla sua mossa, aprì di più gli occhi ma poi, percependo uno spostamento all'interno delle loro bocche, li richiuse godendosi lo scambio gassoso e poggiò la mani sulle guance del suo sposo. Fu a questo punto che Naruto si spinse più avanti: mentre respiravano in sintonia iniziò a far danzare la propria lingua insieme a quella della kunoichi sporgendosi verso di lei. Non ci fu una vera resistenza e la ragazza si trovò presto stesa sul tappeto sabbioso col maschio adagiato sul proprio corpo.

 

Non ci trovava niente di male nel festeggiare il loro ritrovamento, tanto più che era grazie al suo gesto se ora stava respirando a pieni polmoni pur essendo sott'acqua e senza SPARE-AIR in bocca. Arrivò addirittura ad usare una gamba per cingergli il bacino. Questo gesto, unicamente affettivo per la mente femminile, venne interpretato in modo diverso dall'altro nuotatore che si fece strada con una mano verso il petto femminile e che, solo pochi secondi dopo, iniziò a causare delle fuoriuscite d'aria nel loro punto di giunzione da parte della proprietaria del suddetto petto.

 

Il vecchio membro della squadra 7 era riuscito ad infilare le dita sotto il tessuto che copriva l'areola destra e, da quella posizione, aveva iniziato a strizzare e strofinare sia la mammella che il capezzolo. Magari si era dimenticato di cosa gli sarebbe potuto succedere se il membro del clan Hyuuga avesse riattivato il Byakugan o forse aveva deliberatamente ignorato i rischi per condividere l'ennesimo momento di piacere. In ogni caso venne fermato in maniera non dolorosa: la corvina gli aveva messo le mani contro il petto e lo aveva garbatamente respinto rompendo anche il loro bacio. Lui le aveva dato un'occhiata confusa ma lei aveva solo scosso la testa prima di rialzarsi e riprendere la propria bombetta.

 

Non c'erano state altre ripercussioni e i due erano tornati ad occuparsi delle perle. Dopo quella nera, ne trovarono altre tre bianche e, prima di richiudere i gusci, si premurarono di metterci dentro un nuovo granello di sabbia che avrebbe generato una nuova sfera preziosa. Infine erano risaliti e, anche quando era possibilissimo parlare senza problemi, non ci furono rimproveri o prediche da parte femminile.

 

L'uscita si era conclusa con una visita ad un orefice, prima per sapere quanto valesse il piccolo tesoro che avevano trovato e poi, su iniziativa del figlio di Minato, per creare una collana ed un anello. Il primo articolo consisteva in un sottile filo d'oro che attraversava il centro di tre delle quattro perle: le due bianche ai lati e la nera in mezzo, invece il secondo era un semplice cerchietto di metallo nobile con una sporgenza plasmata per alloggiare l'ultima perla rimasta.

 

All'inizio si era discusso sulla creazione di due orecchini ma, dal momento che la ragazza non aveva buchi alle orecchie e non sembrava desiderosa di farli, si era ripiegato sui due oggetti appena forgiati. Una volta in strada, l'ereditiera aveva chiesto a cosa erano dovuti quei due doni e la risposta che ottenne fu vuota e colma allo stesso tempo: “~È un piccolo ringraziamento per la tua esistenza e il tuo interessamento alla mia vita~”

 

Il resto della giornata si era poi svolto senza altri grandi avvenimenti.

 

- - -

 

Fu l'ultima mattina dell'anno che li accolse con una sorpresa. Si erano alzati abbastanza presto e, dopo essersi seri presentabili, avevano deciso di fare colazione al ristorante. Sarebbero dovuti passare per la reception e l'impiegata di turno avrebbe dato loro una certa notizia ma un personaggio noto sia a lei che alla coppia le rubò il privilegio. Quando i due ninja di Konoha apparirono dalle porte dell'ascensore, Mugetsu Vasuki li salutò con ampi gesti della mano poggiato al bancone del vasto salone.

 

I due si erano abbastanza sorpresi di vederlo lì e senza i suoi bodyguard attorno, così decisero di avvicinarsi per scoprire cosa volesse questa volta. Dopotutto era dalla cena nel suo alloggio che non si erano più ufficialmente visti.

 

Fu lui a dare il via alla conversazione sorridendo luminosamente: “Uzumaki Naruto... Hyuuga Hinata, buongiorno! Avete dormito bene?”

 

Ancora incerti sul come comportarsi, presero la tacita decisione di lasciare la risposta al componente femminile della coppia, che fece anche un piccolo inchino: “Buongiorno a lei, Mugetsu-Sama e grazie per l'interessamento. La nostra vacanza sta andando bene.”

 

Lui sollevò un sopracciglio senza spostarsi dal bancone: “Ancora col sama?”

 

La domanda fece concentrare un po' di sangue sotto le guance della donna: “Ah... m-mi... mi scusi. È colpa dell'abitudine.”

 

“O dell'educazione?”

 

Aveva risposto chiedendo con tono scherzoso, quasi divertito e fu impossibile per i due non ridacchiare un po'. Tale gesto parve piacere al connazionale: “Ecco, vedo della naturalezza ora! Non serve essere troppo formali, in questo momento siamo nelle stesse condizioni, anch'io al momento non lavoro.”

 

Si sporse verso di loro abbassando il volume e portando una mano al lato della bocca: “Anche se le mie guardie mi stanno sempre intorno, non fatevi ingannare... sono mimetizzati o nascosti e tengono d'occhio me e tutti quelli che mi si avvicinano.”

 

Ancora più confusi, i due si scambiarono un'occhiata interdetta facendo scappare un'altra risata al loro interlocutore: “Non vi preoccupate, sono davvero qui intorno ma non si metteranno a perquisirvi per garantire la mia sicurezza. Quella è una misura che adottano solo per l'ingresso nella mia suite.”

 

Finalmente Naruto ritrovò la capacità di parlare: “Posso... chiedere perché è qui? Cosa possiamo fare per lei? Se possiamo...”

 

“A dire il vero, volevo invitarvi a fare colazione con me, vi va? Sempre che non l'abbiate già fatta in camera ovviamente.”

 

Intervenne di nuovo la femmina: “Nono, eravamo scesi proprio per mangiare.”

 

“Quindi accettate il mio invito?”

 

La parola tornò al biondo che, da quando era iniziata la conversazione, sorrise con naturalezza per la prima volta: “E perché non dovremmo? L'ultima volta non è stato così male...”

 

- - -

 

Si erano accomodati tutti e tre ad un tavolo separato e avevano fatto le loro ordinazioni. L'unica cosa rimasta da fare prima di mangiare era attendere e il modo migliore che venne in mente al trio per farlo fu quello di chiacchierare.

 

Gli argomenti variarono come i piatti di diverse portate. Si parlò del tempo, delle relazioni fra i diversi grandi Paesi, di quanto si stesse lavorando per adeguarsi alla nuova situazione unica che si era creata, di quanto fosse bello il mare da quelle parti, di quale fosse il piatto migliore che si era mangiato nell'ultimo periodo. Il diplomatico aveva anche espresso della curiosità per le loro uscite mattutine. Le reazioni furono due, da parte femminile arrossamento e balbettio mentre da parte maschile ci furono delucidazioni arricchite da opinioni personali.

 

In ogni caso si arrivò al fatto più attuale rimasto da dibattere: la fine dell'anno. E, com'era successo col turismo, il cortigiano si dimostrò un'ottima fonte di informazioni: “Non so se ne siete già al corrente, ma stasera sono previsti grandi festeggiamenti in strada per la fine dell'anno. Ci saranno bancarelle, giochi a premi e uno spettacolo di fuochi d'artificio che inizierà poco prima della mezzanotte e finirà poco dopo. Io ho intenzione di partecipare alla festa, voi invece che programmi avete?”

 

Proprio in quel momento arrivarono i camerieri con i loro ordini ma il ninja sotto copertura diede comunque la sua risposta: “Se passeremo nello stesso posto al momento giusto, ci incroceremo di nuovo prima che l'anno finisca, Mugetsu!”

 

Quest'ultimo sollevò un bicchiere con del caffè proponendo un brindisi: “Allora... ai nostri prossimi incontri, che siano piacevole come tutti quelli precedenti!”

 

I due risposero all'unisono: “Kampai!”
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Note d'Autore: nella mia visione (almeno quella iniziale), questo capitolo sarebbe dovuto essere pubblicato l'anno scorso. Ci sarà un motivo se porto gli occhiali XD. In ogni caso, la storia sta procedendo verso la sua conclusione. Adesso dipende da voi lettori: finora è stato tutto rose, fiori e... piccoli tentativi innocenti per avere un rapporto più "intimo" che alla fine ha avuto luogo. Ora ditemi, dovrei continuare su questa strada oppure, con l'arrivo del nuovo anno, arriveranno anche dei guai? Fatemi sapere la vostra opinione, ciao!

 

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Capitolo 8
*** Omega & Alfa ***


Capitolo 8: Omega & Alfa

 

Dopo aver fatto colazione, la coppia tornò in camera. Questa era la prassi che aveva sempre seguito fino a quel momento ma in quell'occasione le cose sarebbero andate in modo diverso. Se infatti tutti gli altri giorni si tornava nella suite solo per cambiarsi ed uscire, oggi si sarebbe passato un po' più di tempo in mezzo a quelle mura perché era necessario fare quattro chiacchiere a proposito degli eventi che avrebbero avuto luogo in quella particolare giornata.

 

Il maschio aveva implicitamente deciso di prendere parte alla festa ma c'erano dei dettagli di cui era necessario prendersi cura come, per esempio, la scelta del vestiario da sfoggiare per una tale occasione. Tutti e due si erano portati dei vestiti più consoni per importanti avvenimenti ma la decisione non si sarebbe rivelata così scontata.

 

Come poteva essere prevedibile, la persona più... preoccupata era la ragazza. Non appena la porta si chiuse dietro di lei, prese posto al tavolo dando un'occhiata quasi di rimprovero al proprio compagno: “Non avremmo dovuto consultarci un momento prima di dare una risposta così ovvia?”

 

Lui si sedette di fronte a lei abbastanza confuso dalle sue parole: “Non capisco, che intendi?”

 

“Hai praticamente detto a Mugetsu-Sama che stasera ci saremo anche noi.”

 

“Sì. E quindi? Non vuoi festeggiare anche tu?”

 

Lei scosse leggermente il capo: “N-non è questo.”

 

“E allora cosa?”

 

“Non... non credi che la tua presenza in strada potrebbe avere effetti indesiderati sulla missione che stai svolgendo?”

 

“Continuo a non capire, di che effetti parli?”

 

“Non lo so! Magari le sue guardie avranno qualcosa da dire o solleveranno qualche sospetto.”

 

“Che non esiste. Ci hanno già perquisiti quando abbiamo cenato insieme e mi è capitato di conversare col nostro amico in più occasioni. Se non ci si sono buttati addosso il primo giorno in spiaggia, dubito che lo faranno durante la festa di fine anno.”

 

Lei rispose con un sospiro e niente più. Non notando altre reazioni, lui riprese a parlare: “Posso sempre ricorrere a qualche clone. Non ho intenzione di passare tutto il tempo vicino a lui e se il trucco dell'attrice non è servito il primo giorno, potrei sfruttarlo stasera.”

 

A tale menzione, la corvina rifocalizzò lo sguardo sull'uomo di fronte a sé: “L'attrice? Quella del Kabuki? Vuoi di nuovo ricorrere alla tua controparte femminile?”

 

L'altro annuì convinto: “Mi pare una buona idea, il nostro uomo non sa che posso creare copie di diverso sesso e, anche se lo sapesse, la sola cosa che io e l'attrice avremmo in comune sarebbe il colore dei capelli, niente di più. Quindi non avrebbe nessuna ragione per sospettare qualcosa.”

 

“Potrebbe anche essere così ma... cosa farebbe se una delle guardie dovesse avvicinarla?”

 

“E cosa ti aspetti che faccia? Si comporterà come ci si aspetti che una signorina di teatro si comporti: avrà un atteggiamento infastidito e da snob.”

 

Per un momento la donna provò ad immaginare la scena e le sfuggì una breve risata: “Va bene, forse il tuo piano potrebbe anche funzionare.”

 

“E, se mi è consentito far notare un altro fattore a mio favore, il nostro amico non ha mai incontrato la mia controparte finora.”

 

“Davvero? Non l'avevi mandata in giro il primo giorno?”

 

“Sì, ma la signorina è andata in posti del tutto diversi da quelli che avevo immaginato. E alla fine, Mugetsu lo abbiamo incontrato noi al suo posto.”

 

“Anche questo è vero.”

 

Naruto si sporse leggermente in avanti parlando con tono melodico e sorridendo in modo gentile: “Quindi il discorso si può considerare chiuso? Sono riuscito a... far dissipare i dubbi e le paure che attanagliavano la tua mente?”

 

Istintivamente l'altra si tirò un po' indietro per mantenere la distanza ma rispose senza troppe rimuginazioni: “S-sì, lo hai... fatto.”

 

Il maschio tornò alla posizione di partenza sorridendo più genuinamente e tornando al suo tono abituale: “Bene, allora possiamo concentrarci sulla cosa più importante!”

 

“E... cosa sarebbe?”

 

Gli occhi azzurri della forza portante si spalancarono: “Ma come?!? Ti metti a fare la gnorri su un argomento importante come questo?!? Mi sorprendi, Hinata!”

 

“M-ma... ma io... cioè... d-di di qualche argomento s-stiamo parlando?”

 

L'uomo tornò a sorridere subdolamente: “Di cosa indosseremo per la festa di fine anno.”

 

- - -

 

Il successivo paio d'ore scivolò via passando in rassegna buona parte degli abiti più eleganti o formali che la coppia aveva a disposizione includendo sia quelli che erano stati portati da Konoha che quelli acquistati sul posto nei precedenti giorni. E dopo aver dibattuto sul tipo di vestito da indossare, i due si accordarono sull'indossare entrambi un kimono o uno yukata per l'evento in arrivo. Dopo questa prima scrematura, si passò alla scelta vera e propria dell'indumento. E anche questa operazione richiese altro tempo impiegato perché entrambi, magari per altruismo o per offrire la propria opinione o per far indossare al partner quello che andava più a genio, tentarono di influenzare la scelta del capo dell'altro occupante della stanza.

 

Nel bene o nel male, avrebbero potuto continuare a discutere fino all'anno successivo perché il punto di vista femminile tendeva a privilegiare l'eleganza e la sobrietà mentre il punto di vista maschile puntava ad esaltare la comodità e la mobilità che un possibile capo avrebbe potuto offrire. La cosa sarebbe davvero potuta durare più dei festeggiamenti non ancora iniziati ma venne raggiunto un compromesso: tutti e due avrebbero fatto la loro scelta in totale autonomia e si sarebbero lavati e cambiati a turno. In questo modo, ognuno avrebbe potuto operare la propria scelta sapendo bene che la controparte avrebbe comunque accettato quello che avrebbe visto davanti a sé. Gli sposi ebbero anche modo di scegliere insieme cosa avrebbe messo addosso l'attrice improvvisata: un kimono azzurro decorato da fiori di ciliegio e stelline gialle.

 

Risolto il problema del clone femmina, che decise di attendere accomodandosi al tavolo del soggiorno, i due si separarono: Naruto avrebbe scelto cosa mettere in camera da letto mentre Hinata andava a lavarsi in bagno.

 

Il figlio di Minato seguì il proprio istinto scegliendo un kimono arancione che si era portato dietro in vista di qualche evento importante. Si specchiò e sorrise a sé stesso, quella serata sarebbe stata indimenticabile quanto il compleanno della moglie... o magari anche di più. Si era sentito appagato dopo la notte d'amore che aveva chiuso quella giornata epocale ma, da allora, ogni altro tentativo di avere un momento più intimo con la sua consorte era fallito o aveva dato scarsi risultati. Già la mattina dopo il tempo aveva giocato a suo sfavore: se solo si fossero svegliati prima, avrebbe potuto avere un'altra interazione amorosa con la figlia di Hiashi e invece aveva solo potuto massaggiarle pelle e capelli mentre si lavavano. Era scappato anche qualche bacio qui e là ma niente di che.

 

Aveva poi fatto un vero e proprio tentativo durante la loro terza immersione. Quando Hinata aveva trovato la perla nera, gli sarebbe comunque venuto l'istinto di baciarla ma aveva provato a spingersi oltre: le era caduta la bombola e quindi l'aveva baciata per passarle l'aria ma non si era fermato lì. Era giusto festeggiare il ritrovamento e, con i suoi gesti, sembrava che la corvina fosse della stessa idea ma quando lui era passato all'azione afferrandole una mammella era stato respinto. Per sua fortuna non c'erano stati sguardi troppo penetranti o interrogatori con dita puntate contro il petto ma la nave si era arenata comunque.

 

Questa nuova occasione poteva però rivelarsi vincente, doveva solo giocare bene le sue carte. Se fosse stato paziente e diplomatico, anche la fine di quest'ultimo giorno di Dicembre sarebbe rimasto impresso nella loro memoria. Avrebbe dovuto preparare ancora qualche dettaglio prima di pensare solo a divertirsi e a tenere d'occhio il diplomatico. E quando sarebbe arrivato il momento giusto...

 

Dei leggeri colpi sulla porta interruppero il suo flusso di pensieri: “Anata? Posso entrare?”

 

Gli tornò in mente chi si trovava dall'altra parte e si voltò rapidamente verso l'uscio dopo aver afferrato in tutta fretta il kimono: “Certo, Hinata. Accomodati.”

 

La donna varcò la soglia con i capelli già asciutti e un minimo di trucco in faccia ma con addosso solo un accappatoio celeste e, nonostante tutto quello che aveva avuto modo di vedere, il biondo non poté fare a meno di commentare lo spettacolo davanti ai suoi occhi: “Wow... è vero che dovrai cambiarti per uscire ma anche così sei una gioia per gli occhi. Non che normalmente tu non lo sia ma...”

 

Anche se le guance si erano lievemente arrossate, l'erede di casa Hyuuga mantenne i nervi saldi e prese la situazione in mano: “Sì, ho... ho capito cosa vuoi dire ma... dobbiamo sbrigarci. Il bagno è libero e quindi tu puoi andare a lavarti e vestirti. Così potrò finire di sbrigarmi anch'io.”

 

“Ah... sì, giusto. Lasciami... lasciami prendere la mia roba e...” Si accorse di avere già tutto in mano. Perciò rivolse un sorriso imbarazzato all'altra mentre si grattava la nuca con la mano libera: “Sembra che abbia già preso la mia roba.”

 

“Sì, così sembra. Potresti uscire ora?”

 

“Naturalmente, scusa per... il malinteso.”

 

Si affrettò a superarla e a richiudere la porta dietro di sé ma venne fermato dalla voce femminile: “Naruto-Kun?”

 

“C-cosa, Hinata?”

 

“Io... sp-spero che ti piacerà l'abito che... che sceglierò.”

 

Non si erano visti perché si stavano dando entrambi le spalle ma, per motivi puramente personali e sentimentali, Naruto comprese perfettamente lo stato d'animo della compagna e, sorridendo non visto, le diede la rassicurante risposta che meritava: “Sono certo che mi piacerà, principessa, sono certo che mi piacerà.”

 

Detto questo, chiuse la porta e si diresse verso il bagno lanciando un'occhiataccia al clone pesantemente truccato in attesa: “E tu vedi di non ripetere gli errori della tua predecessora!”

 

“E come potrei? Non so nemmeno cos'ha fatto o non fatto l'ultimo clone femmina che hai creato! Come ti aspetti che conosca i suoi errori?”

 

“Era un modo di dire! Cerca di stare attenta quando sarai là fuori!”

 

“Un omaccione potenziato da un demone si mette a dare lezioni ad un'innocua ed indifesa attrice adesso? Mi piacerebbe sapere che razza di mondo è mai questo!”

 

Il maschio sorrise di sottecchi: “Bene, vedo che stai già iniziando a recitare la tua parte.”

 

- - -

 

Passò un'altra ventina di minuti prima che il ninja uscisse dal bagno lavato, vestito, gasato e preparato. Ne aveva anche approfittato per creare quattro cloni che avevano ricevuto ordini precisi: dovevano attendere in bagno finché non fossero usciti tutti, dopo avrebbero dovuto fare un certo lavoretto.

 

Dando un'occhiata fuori dalla finestra aperta, Naruto vide che stava iniziando ad imbrunire ed era già possibile iniziare a sentire le prime urla giubilanti della gente in mezzo alla musica che stava iniziando ad essere suonata. Tuttavia vide anche che il sole iniziava a tramontare, il pomeriggio iniziava a declinare nella sera ma Hinata non si era ancora fatta vedere. Il biondo si rivolse quindi alla sua controparte mascherata: “Hinata ha per caso detto qualcosa?”

 

“No, non si è fatta sentire e, prima che tu lo chieda, nemmeno vedere.”

 

Lui si afferrò il mento con due dita: “È strano, di solito sono io quello che ci mette di più a sbrigarsi, come mai non è ancora uscita?”

 

“Non saprei dirlo, perché non provi direttamente a controllare?”

 

“Non è una cattiva idea, grazie per la dritta!”

 

La femmina sbuffò facendo ondeggiare una delle sue lunghe code bionde: “A volte a voi maschi serve un punto di vista femminile per risolvere i vostri problemi, non c'è nulla da fare.”

 

“Adesso stai esagerando, però! Ti ho ringraziata, chiudi il becco o ti farò esplodere facendoti diventare una palla di fumo!”

 

“E come la mettiamo con la sorveglianza dell'inviato del Daimyo?”

 

Il maschio rivolse un inquietante e macabro sorriso alla femmina: “Posso sempre creare un altro clone meno impertinente di te.”

 

Naruko rimase agghiacciata: “...”

 

“Ecco, brava. Rimani seduta e silenziosa.”

 

Chiusa la diatriba con la sua controparte, l'uomo si diresse verso la camera da letto e, certo che la consorte fosse pronta, abbassò la maniglia senza chiedersi se lo fosse effettivamente oppure no. Quello che accadde dopo colse entrambi di sorpresa: la camera era in penombra perché stava effettivamente imbrunendo ma non era stata accesa nessuna lampadina, quindi la figura che apparve davanti agli occhi del ninja era in penombra ma la mancanza di luce non riuscì comunque a sminuire il valore del suo aspetto.

 

La ragazza aveva deciso di indossare uno yukata dalle lunghe maniche viola con sfumature cremisi sparse a mo' di decorazione ma non era ancora del tutto pronta. Anzi, era stata colta proprio nel momento in cui lo stava indossando. Di conseguenza il marito ebbe modo di ammirare la porzione del seno ancora esposta, parte del suo busto e l'ombelico. Riuscì anche a notare che sotto l'indumento indossava qualcosa di ceruleo. La sua immagine inferiore terminava con dei calzini bianche e un paio di infradito rosse. Hinata sarà stata immersa in una parziale oscurità, ma a Naruto parve quasi di vedere globi di luce variopinta attorno a lei, tanto era stato ammaliato da ciò che stava ammirando.

 

Dall'altra parte, l'ereditiera si era bloccata quando la porta era stata aperta tenendo ancora i due lembi di tessuto che avrebbe dovuto ripiegare su sé stessa e fermare con una fascia. Era stata colta di sorpresa dalla parziale intrusione del compagno ma non aveva fatto o detto niente per farlo allontanare. Ciò nonostante, essere vista in tali condizioni le fece affluire sangue extra alla faccia e, desiderando finire quello che aveva iniziato, accennò un piccolo sorriso quasi supplicante prima di spiccicare parola: “A-Anata... do-dovrei finire d-di vestirmi. Po-potresti... ri-richiudere la p-p-porta, per... favore?”

 

“Eh? Ah? Cos... AH! S-sì, scusami. Io... credevo fo-fossi pronta. Colpa mia! Richiudo subito!”

 

Non attese una replica e fece come aveva dichiarato rischiando anche di incastrare un lembo di tessuto nell'uscio. Sapendo che l'altra stava bene ed era quasi pronta per uscire, decise di sedersi di fronte al suo clone, la quale lo guardò fissa e inespressiva: “...”

 

“...”

 

“E allora?”

 

“Allora... cosa?”

 

“A che punto era Hinata?”

 

La domanda lo fece arrossire leggermente: “N-non sono affari tuoi!”

 

“Oh, io credo di sì invece. Sono o non sono un tuo clone?”

 

“E questo cosa centrerebbe col discorso?”

 

“Beh, quando noi spariamo, tu incameri i nostri ricordi. Magari per una volta potresti condividere tu qualcosa con un clone, non pensi?”

 

“N-non... non mi faccio di questi problemi. E comunque s-se fossi stata davvero interessata a sapere come stava Hinata, saresti andata tu stessa a controllare!”

 

“Per farmi fermare a metà strada da te? Sappiamo entrambi, per forza maggiore, quanto vuoi tenerti tua moglie tutta per te. Il che è anche comprensibile, ma non vedo perché dovrei passare guai per della semplice curiosità.”

 

“Perché stiamo parlando di mia moglie, non della tua!”

 

L'altra sorrise furbamente: “...era nuda quando hai aperto?”

 

L'originale rispose solo spalancando gli occhi: “!!!”

 

“~Ahhh... allora il mio intuito femminile funziona bene, malgrado la matrice da cui sono stata generata. Quando ti è piaciuto coglierla senza niente addosso~?”

 

“N-NON ERA SENZA NIENTE ADDOSSO!!!”

 

“Abbassa la voce, vuoi farti sentire dalla tua bella?”

 

“Io... tu...”

 

Io vorrei solo sapere cosa tu hai visto quando hai aperto la porta, fine della storia.”

 

Lui incrociò le braccia ruotando il busto su un lato ed accigliandosi: “Non ti dirò niente, ci sono cose che non ho intenzione di condividere neanche con i miei cloni.”

 

“E se rivelassi ad Hinata il tuo piano... a cavallo fra i due anni?” La testa bionda scattò come una molla solo per trovarsi davanti un sorriso volpino, spietato e truccato: “~Non credere che non mi sia accorta della presenza di altri 4 cloni nel bagno. Non conosco di certo i dettagli della cosa ma sono sicura che far sapere alla ragazza che qualcuno resterà in camera dopo la vostra uscita sarà sufficiente a farle sorgere qualche sospetto~”

 

“Tu... io... se non chiudi il becco all'istante, ti...”

 

“...cosa? Mi eliminerai? E poi quanto altro tempo saresti disposto a perdere per truccare un altro clone? Vuoi divertirti un po' alla festa, sì o no?”

 

Per un momento, apparve una vena pulsante sulla fronte maschile ma, dopo alcuni attimi, scomparve mentre l'uomo emetteva un lungo sospiro chiudendo gli occhi: “Va bene, che cosa vuoi sapere esattamente?”

 

“In che condizioni hai trovato la tua sposa nella stanza.”

 

“Prima di parlare voglio sapere perché vuoi saperlo, non sei neanche un clone maschio, quindi non dovrebbero interessarti certe cose.”

 

“Ohohohohohohoh... hai ragione, fisicamente sono una donna ma sono stata generata da un maschio e anche se fossi femmina perché la mia matrice è femmina... ogni donna sarebbe invidiosa della silhouette di Hinata Hyuuga! Quindi svuota il sacco, dimmi cos'hai visto e non fare economia sui dettagli!!!”

 

L'imbarazzante situazione in cui un marito avrebbe dovuto descrivere la moglie nel bel mezzo della preparazione ad un terzo elemento fu evitata grazie all'intervento, inconscio, dell'oggetto dell'ipotetica descrizione: “Ehm... Anata?”

 

Tutti e due le versioni di Naruto si voltarono verso la fonte del nuovo suono e videro quello che l'originale aveva visto incompleto: Hinata aveva finito di indossare lo yukata, si era messa una fascia che si abbinava con esso intorno alla vita, aveva la collana appena forgiata al collo ed era pronta ad andare ma, mentre l'uomo vide di nuovo i globi luminosi intorno a lei, la seconda donna si alzò quasi di scatto avanzando verso di lei: “Hinata! Ma che splendido completo che ti sei messa, sei un vero schianto!”

 

La portatrice del Byakugan accolse il complimento un tantino confusa: “Err... grazie...?”

 

La bionda la raggiunse ed iniziò a muoversi intorno a lei come un granchio: “Ma fatti guardare per bene... WOW! I colori ti fanno risaltare la carnagione, i capelli e gli occhi tutti insieme contemporaneamente e il modo in cui ti sta addosso mette in risalto il tuo fisico atletico!”

 

“Ehm... va bene... credo.”

 

“Aspetta, fammi dare una controllata più da vicino...”

 

La cosiddetta controllata fece squittire ed arrossire la sposa: “Eeep!”

 

“Incredibile! Sotto lo yukata hai poco o niente! In base a quello che sento cos'è che stai indossando... un tanga, forse?”

 

Naruko aveva pensato bene di eseguire la sua ispezione usando come strumenti le proprie mani e la prima area che aveva analizzato, con una palpata, era stato il fondoschiena di Hinata. La donna avrebbe forse protestato col marito se lui non fosse scattato più veloce di un lampo giallo per afferrare strettamente i polsi della sua controparte ed allontanarla dalla sua partner onde evitare che quest'ultima subisse altre molestie. E non si era fermato solo a tale gesto, i suoi occhi erano diventati quasi fiammanti mentre prendeva la parola: “È meglio che ti ricordi cosa devi fare e in che modo invece di pensare a cosa indossa mia moglie, c-a-p-i-t-o?”

 

La bionda, ora seriamente spaventata, aveva solo annuito prima di essere liberata ed avviarsi verso l'uscio della suite. Naruto invece si era rivolto di nuovo verso l'umana reale: “Hinata, stai bene? Spero che... tutto sia a posto.”

 

Quest'ultima era ancora lievemente scossa e rossa in viso: “N-Naruto-Kun... pe-perché il tuo clone mi ha toccato i-i-il sedere?”

 

Lui venne colto da una breve crisi di panico che si manifesto col gesticolio confuso degli arti superiori: “No-non lo so! Posso assicurarti che non è stata un'idea mia! I-io non ti farei m-mai una cosa si-simile prima di uscire insieme!”

 

La corvina socchiuse gli occhi sospirando e facendo fluire via il sangue in eccesso dalle gote mentre il cuore tornava a battere a velocità normale: “V-va bene. Ora c-che sono pronta anch'io, possiamo... possiamo andare?” Accompagnò la domanda sollevando la mano ed attendendo che venisse presa.

 

L'Eroe di Konoha recepì il messaggio e prese con delicatezza le dita delicatamente forti della corvina: “Naturalmente, principessa. Andiamo ad unirci al resto del Villaggio!”

 

- - -

 

Mentre il trio lasciava l'Hotel, nella suite lasciata chiusa alcune persone iniziarono a confabulare fra loro: “Hey, dite che è ora?”

 

“No, è ancora troppo presto. Dobbiamo attendere un altro po'.”

 

“Ma il capo non ha detto di muoverci dopo l'uscita sua e delle altre?”

 

“Sì, ma ripeto che non dobbiamo muoverci subito. Aspettiamo ancora un po'.”

 

“Ma quanto ci toccherà attendere ancora? Sono stufo di stare chiuso in bagno!”

 

“Se non ti sta bene, posso farti sparire subito, basta un colpo abbastanza forte e non esisti più.”

 

“E poi come lo fate il lavoro con 1 in meno?”

 

“BASTA!!! Quando sarà alla giusta distanza, il capo ci trasmetterà un segnale! Quello sarà il momento in cui dovremo agire, non prima e non dopo.”

 

“...mi ricordate di nuovo cos'è che dovevamo fare? Con tutti questi battibecchi, ho dimenticato il motivo della nostra creazione.”

 

Uno degli altri presenti emise un lungo sospiro rassegnato: “Allora, dobbiamo...”

 

- - -

 

Subito dopo essere uscita dall'Hotel, la coppia si accorse di quanto la strada sembrasse cambiata rispetto al giorno prima: nastrini colorati erano stati avvolti intorno ad ogni struttura tubolare e albero, nappe e panni variopinti erano come apparsi dal nulla sui muri degli edifici, un vociare confuso di bambini ed adulti riempiva l'aria mescolato a note musicali di canzoni tradizionali e la stessa larghezza delle strade era diminuita perché su ogni lato erano state posizionate bancarelle di ogni genere. In mezzo a tutto questo, una folla festante vestita nei modi più vari che ondeggiava in tutte le direzioni in modo casuale.

 

C'erano gruppi di persone accalcate ad una bancarella col tiro a segno o gruppetti di bambini vaganti con dolci e caramelle in sacchetti di carta, coppiette mano nella mano, gruppi famigliari in movimento da uno stand all'altro per soddisfare tutti i pareri. Naruto, Hinata e Naruko si ritrovarono in mezzo a questa baraonda cacofonica dopo aver percorso solo pochi metri.

 

Ma il ninja in missione non aveva del tutto perso il senso del dovere. Il trio si diresse verso un angolo meno affollato prima che il biondo si rivolgesse alla sua controparte femminile: “Adesso è ora di dividerci, tu vai a cercare Mugetsu.”

 

“E se lo trovo cosa faccio?”

 

“Niente, mantieni le distanze ma resta abbastanza vicina per controllare i suoi movimenti. Se possibile senza dare nell'occhio e far capire cosa stai veramente facendo.”

 

L'altra si mise le mani ai fianchi mentre la figlia di Hiashi si limitava ad osservare i due confusamente divertita: “Credi davvero che mi fare beccare?!? Lo sai almeno chi sono io?”

 

“Sei un clone femmina che si è truccata per sembrare un'attrice e che è impegnata in una missione di osservazione, adesso vai!”

 

“Errato! Io sono Naruko Kabuki, la migliore attrice di teatro che il mondo abbia mai visto!”

 

Dopo tale dichiarazione, la suddetta tirò su la faccia a mo' di aristocratica e, continuando a tenere i dorsi delle mani sui fianchi e facendo ondeggiare i fianchi, si separò dai due andando a mescolarsi col resto della folla. Mentre il biondo rimase ad osservare il punto in cui era svanita con bocca semi-aperta ed espressione interdetta per qualche secondo, la corvina ridacchiò coprendosi il muso con una mano: “È divertente vedervi interagire.”

 

L'altro si voltò verso di lei: “Interagire? In che senso?”

 

“Beh... non è possibile parlare materialmente con sé stessi e questa è già una cosa particolare ma chi può parlare con una sua versione in un altro sesso?”

 

“Non... non stavamo parlando, stavo solo cercando di rimettere in riga un clone difettoso. Se non fosse stato per l'orario, l'avrei fatta esplodere per quello che ti ha fatto.”

 

“Che mi ha fatto lei o che le hai fatto fare tu?”

 

“Hinata... sappiamo entrambi quanto ti abbia già toccata, è certo quanto il nostro Nindo che in futuro continuerò a toccarti e sai che tipo di uomo sono, secondo te ti farei mai una cosa del genere? Considera anche i miei precedenti!”

 

Lei sfoggiò uno dei sorriso che solitamente lui le riservava incrociando le braccia dietro la schiena: “Oh... lo faccio, Anata. E potresti fare benissimo una cosa del genere...”

 

“...Hinata, io...”

 

Non dandogli il tempo di giustificarsi, terminò la frase: “...se non sapessi che mi ami.”

 

Il messaggio non venne recepito subito: “Io... io... eh? C-cosa? Che... che hai detto?”

 

La corvina si sollevò sulle punte dei piedi, per quanto potesse, e avvicinò la propria faccia a quella di lui: “Naruto-Kun, tu mi ami, non è vero?”

 

“I-io... certo che ti amo, Hinata. Con tutto il mio cuore!”

 

“Allora non hai bisogno di giustificare le azioni di altre persone.”

 

Subito dopo la fine della frase, la donna regalò un tenero e breve bacio all'uomo, che rimase comunque mezzo stupito dalla mossa e non fece altre azioni finché la moglie non lo tirò da una mano: “Avanti, andiamo a divertirci!”

 

- - -

 

Durante la prima mezz'ora fu la ragazza a guidare il duo in mezzo al tutto. Passarono davanti a bancarelle dove si preparava del cibo, ebbero modo di vedere e assaggiare cibi tipici del posto che non servivano al ristorante del Dragon. Forse non erano considerati abbastanza prelibati o adatti ad un pubblico straniero, ma tutti e due trovarono quello che assaggiarono gustoso. Ad un certo punto si fermarono a guardare una sfida in atto: due novelli pescatori si stavano sfidando nella cattura dei pesci rossi con dei retini e tutti e due sembravano molto bravi, tanto che una piccola folla si era radunata intorno a loro. La gara era continuata finché il retino di uno dei due non si ruppe decretando la vittoria dell'altro. La cosa si era conclusa con complimenti reciproci, un applauso, una stretta di mano e la liberazione dei pesci catturati.

 

Un'altra bancarella attirò la loro attenzione: c'era un peso su una piccola leva collegato ad un'asta verticale con una campanella in cima. I potenziali giocatori venivano dotati di un martello con cui avrebbero dovuto colpire l'altro capo del sistema. Si vinceva se il colpo era abbastanza forte da far salire il peso fino a far tintinnare la campanella. C'era una fila per poter partecipare e Hinata incoraggiò il marito ad unirsi ad essa. Lui aveva opposto della resistenza affermando che avrebbe umiliato gli altri partecipanti senza nemmeno volerlo ma uno sguardo sufficientemente elaborato della corvina fu sufficiente a convincerlo.

 

Per poco l'intera struttura non venne sollevata dalla spinta che il pesetto aveva ricevuto ma, com'era prevedibile, l'unico elemento vincitore in mezzo ai partecipanti fu la forza portante che non fu costretto a ripagare gli eventuali danni all'apparato solo perché era riuscito a trattenersi in qualche misura. La moglie si era goduta l'intera scena trattenendo più volte le risate che tendevano ad uscire dalle labbra.

 

Proseguendo per la strada si ritrovarono ad ammirare uno spettacolo di contorsionisti equilibristi. Un quartetto di uomini con abiti aderenti aveva formato una torre umana usando i propri corpi come travi per una quinta persona, una donna dai corti capelli neri, che si arrampicò su di loro con agilità e mostrando quanto fossero sciolti i suoi arti. E quando raggiunse la cima, tutto il gruppo si sollevò in aria e arrivò abbastanza in alto da avere il tempo di cambiare configurazione ed atterrare non più come una torre umana, ma come una piramide sormontata ancora una volta da un sorridente volto femminile. Ci fu un altro scroscio di applausi accompagnato da richieste di bis e lancio di fiori.

 

Fu mentre gustava uno stecchino coperto di pezzetti di carne che Naruto notò una faccia nota in mezzo al fiume di facce anonime intorno a lui ma, prima di agire, rese la cosa nota anche alla donna insieme a lui: “Hinata, guarda da quella parte!”

 

“Dove? Che c'è?”

 

“Lì, vicino a quel bancone con i barattoli allineati.”

 

Per semplificarle il lavoro, il biondo indico celermente la direzione e questo permise alla kunoichi di vedere quello che aveva visto lui: “Ma quello non è Mugetsu-Sama?”

 

“Sembra proprio di sì. E non vedo il mio clone nelle vicinanze, dove diavolo si è cacciata questa volta quella bisbetica?”

 

“Vuoi che scansioni l'area col Byakugan?”

 

“No, non è necessario. Evitiamo di attirare l'attenzione su di noi, se qualcuno facesse caso alla tua Abilità Innata potremmo perdere la nostra copertura. Contatterò la ragazza mentalmente, dammi un minuto e ti dirò dov'è.”

 

“D'accordo, prenditi tutto il tempo che ti serve.”

 

L'ex allievo di Kakashi chiuse gli occhi e si concentrò: -...Hey, dove accidenti ti sei cacciata?-

 

-Sono in giro per il Villaggio a godermi la festa, dove si suppone che debba essere secondo te?-

 

-Nelle vicinanze di Mugetsu Vasuki, razza di smemorata!!!-

 

-E SE NON L'HO ANCORA TROVATO È FORSE COLPA MIA?!?-

 

-SI DA IL CASO CHE IO E MIA MOGLIE LO ABBIAMO APPENA VISTO E TU NON SEI NELLE SUE IMMEDIATE VICINANZE, DOVE DIAVOLO TE NE SEI ANDATA DI PRECISO?-

 

-COME HO DETTO, SONO PER LE VIE! NON POTEVO SAPERE IN ANTICIPO DOVE FOSSE IL TIZIO, TI ASPETTAVI FORSE CHE AVESSI UN SISTEMA RADAR INCORPORATO NEL MIO SENO?!?-

 

-...limitati a raggiungerci e trova una zona nascosta, vedrò di avvicinarmi in modo casuale per tenerlo in zona ancora un po'...-

 

-Ecco, bravo! Finalmente fai qualcosa di utile!-

 

-Io faccio sempre cose utili, il solo errore che ho fatto da quando sono in questo Villaggio è stato quello di ricorrere a cloni come te.-

 

-...E questo che vorrebbe dire?-

 

-Che quando questa serata sarà finita, non ricorrerò più a cloni femminili. Adesso datti una mossa e raggiungici o ti faccio esplodere scegliendo di ignorare le potenziali conseguenze!-

 

Il ninja risollevò le palpebre rivolgendosi sorridente alla kunoichi in sua compagnia: “Non è chiarissimo dove si trovi ma sta iniziando ad avvicinarsi alla nostra posizione.”

 

“Bene, è una buona notizia. E noi invece che facciamo?”

 

“Beh, siamo per le vie del Villaggio, stiamo passando in mezzo alle bancarelle e c'è tanta gente in giro... cosa potrebbe mai capitare se incrociassimo casualmente un nostro connazionale?”

 

La nobile diede un'altra occhiata al diplomatico: “Immagino... niente di male.”

 

L'altro sorrise di più: “Allora proseguiamo e, se lo incrociamo, salutiamo il nostro amico! Magari potrebbe darci qualche altra dritta visto che è così ben informato su questo posto.”

 

“Va bene.”

 

Gli shinobi si fecero strada continuando a mangiare verso quello che aveva tutta l'aria di essere un tiro a segno alternativo. Più si avvicinavano e più era possibile capire meglio come la cosa funzionasse: invece di esserci un bersaglio disegnato su un pannello verticale da colpire con uno shuriken o un kunai, qui bisognava far cadere dei cilindri usando come proiettile una sferetta. E, almeno dal loro punto di vista, c'erano due o tre persone impegnate in una competizione.

 

Dimenticandosi momentaneamente di chi avrebbero dovuto incontrare per caso voluto, i due si fermarono a poca distanza per assistere alla sfida in atto. Uno aveva ancora in piedi due bersagli, un altro doveva buttarne giù cinque e un terzo elemento, che forse era il meno capace, aveva davanti ancora l'intera piramide di barattoli.

 

Ancora un paio di lanci e la situazione si capovolse: il primo non riuscì a mettere a segno nessuno dei due lanci, il secondo ne riuscì ad abbatterne un paio e il terzo capovolse le aspettative facendo cadere cinque bersagli su sei. Ora era arrivato il momento del lancio finale e tutti i partecipanti si stavano concentrando mentre gli spettatori intorno a loro, magari percependo la tensione dell'aria, si erano ammutoliti.

 

Ci fu un ultimo gesto condiviso dai tre lanciatori e le cose cambiarono di nuovo: il primo riuscì a colpire solo un bersaglio su due, il secondo finì di distruggere la costruzione mentre il terzo fallì di pochi millimetri. Ci fu un attimo di silenzio per recepire gli avvenimenti e poi la folla espresse la sorpresa e l'ammirazione per il personaggio vincente con urla ed applausi mentre il gestore del gioco si accingeva a riformare gli edifici barattolosi per incoraggiare un nuovo trio a giocare. Espresse ancora una volta le regole che i due turisti della Foglia si erano persi: chi fosse riuscito ad abbattere tutta la piramide con al massimo due lanci, avrebbe vinto un premio a scelta fra quelli disponibili. Prima i due non ci avevano fatto caso ma appesi al tetto della struttura c'erano una miriade di peluche con forme animali, mitologiche, fantasiose o ispirate a personaggi famosi come l'attuale Kazekage.

 

Naruto si sarebbe certamente offerto se una voce alla sua sinistra non si fosse espressa prima che potesse farlo lui: “Io ho un trio pronto!”

 

La maggior parte della gente raccolta si volse verso la sorgente della voce, inclusi i due sposi, e tutte le paia di occhi caddero sulla figura di Mugetsu Vasuki. Per un momento, il ninja biondo venne colto dal panico: -Ma che?!? E lui quando mi è arrivato così vicino? Dove accidenti è finita quella sgualdrina chiacchierona?!?- Comunque fu il gestore a rivolgersi direttamente a lui: “Tu sei solo 1, dove sono gli altri 2 partecipanti?”

 

Mugetsu ridacchiò con sicurezza prima di poggiare le mani sulle spalle dei due connazionali ancora esterrefatti: “Sono proprio qui, non li vedi? Siamo 3 e siamo pronti, credo che i requisiti per giocare siano soddisfatti.”

 

“Beh, sì. Venite avanti, allora.”

 

Esercitando una leggera pressione, il cortigiano fece avanzare la coppia mentre abbassava il tono di voce per poter parlare col ragazzo: “Vedo che hai mantenuto la parola, l'anno non è ancora finito e ci siamo rivisti.”

 

“Ah... sì. M-ma... perché stiamo... facendo questo?”

 

“Vi ho notato durante la precedente partita e ho visto quanto il gioco ti interessi, potresti fare un regalo a tua moglie.”

 

“Beh... forse, ma...”

 

“Ti chiedo solo una cosa.”

 

Il ninja ingoiò della saliva temendo il peggio: “C-cosa?”

 

“Cerca di non umiliarmi troppo, per favore.”

 

Non ci fu tempo di scambiare altre battute perché il trio raggiunse la zona di gioco e il gestore pose quattro sfere davanti a ciascuno facendosi poi da parte: “Prego, cominciate!”

 

Il primo a lanciare fu il diplomatico e, colpendo a metà altezza, fece cadere la metà superiore dei cilindri. Poi toccò alla femmina del gruppo e, con un singolo colpo ben calibrato, riuscì a far cadere in una volta cinque barattoli su sei. Guadagnò anche un piccolo applauso dalla folla dietro di lei. Infine fu il turno di Naruto che, forse facendolo apposta o forse no, lanciò troppo in alto e troppo a sinistra facendo solo dondolare il barattolo in cima alla piramide.

 

Venne il momento del secondo tentativo e, ancora una volta, Mugetsu lanciò per primo ma mandò giù solo due terzi dei suoi bersagli. Comunque ottenne anche lui un riconoscimento per la sua bravura. Hinata lo imitò e, come si aspettavano quasi tutti i presenti, l'ultimo cilindro venne abbattuto e un altro applauso si levò alle sue spalle. A quel punto, il gestore prese la parola: “Bene, signorina, ha vinto la gara. Ora può anche scegliere un premio fra quelli esposti.”

 

La donna avrebbe collaborato se la persona alla sua sinistra non fosse intervenuta: “Prima della premiazione, potremmo finire la nostra partita, io e il signore?”

 

L'uomo dietro il bancone lo guardò confuso: “Ma la partita è finita. La signorina ha già vinto.”

 

“Vero. Ma prima di noi c'è stato un altro giocatore che al primo lancio non ha colpito niente per poi recuperare con i successivi. Non possiamo verificare se anche il mio avversario è capace di ciò? Non ci vorrà molto.”

 

L'altro lo squadrò grattandosi il mento, poi diede un'occhiata sospetta al biondo e infine si rivolse alla vincitrice attuale: “Cosa ne dice, signorina? Ha intenzione di attendere la fine del giro prima di reclamare il suo premio?”

 

La suddetta balbettò qualche parola non comprensibile confusa dall'atteggiamento accomodante del connazionale. Poi scambiò uno sguardo col marito e, vedendolo confuso almeno quanto lei, comprese di dover decidere da sola: “Beh... credo che... si possa fare. N-non succederà nulla se... attendo un po'.”

 

L'uomo scosse la testa quasi sconsolato prima di voltarsi di nuovo verso Mugetsu: “E va bene, andate pure avanti e mostrate cosa sapete fare.”

 

Naruto, che aveva capito poco o male la ragione che aveva spinto il diplomatico a far continuare il gioco, lo guardò interdetto e l'altro rispose con un fugace occhiolino. Avendo capito di poter lanciare di nuovo, si voltò verso la piramide e prese la mira. Il successivo lancio fece rimanere in piedi solo due barattoli. Dietro di lui si alzò un brusio sorpreso mentre il suo momentaneo avversario si voltava verso la gente indicandolo con una mano: “Lo vedete? Non bisogna mai giudicare al primo sguardo. Chiunque può sorprendere se ha la possibilità di farlo.”

 

Tutti e due presero la terza sferetta mentre il silenzio tornava sovrano. Siglando un silenzioso accordo, lanciarono insieme e, come aveva preannunciato il cortigiano, il biondo sorprese tutti: mentre la sfera a sinistra mancò il cilindro, quella a destra mandò a terra gli ultimi resti della piramide. Ci fu un'altra esclamazione di sorpresa dietro i giocatori ma, quasi come se niente fosse, Mugetsu si rivolse alla corvina: “Prego, signorina. Ora può scegliere il suo premio.”

 

- - -

 

La ragazza aveva scelto un pupazzo a forma di coniglio bianco con decorazioni rosse e blu, ma ora non c'era quello al centro dei suoi pensieri. Avevano lasciato lo stand sia per lasciare spazio ad altri aspiranti lanciatori e sia per parlare un po' col personaggio che li aveva coinvolti in una sfida senza pretesti. Avevano preso posto ad un tavolo circolare in mezzo ad altri tavoli sistemati nella zona per sedersi e riprendere fiato o consumare qualcosa o scambiare quattro chiacchiere. Non dovettero neppure formulare una domanda perché l'uomo in loro compagnia tirò subito fuori l'argomento: “Scommetto che vi state chiedendo perché ho fatto quello che ho fatto, ho ragione?”

 

La risposta fu data all'unisono: “Sì, su tutta la linea.”

 

“Hihihihihi... beh, diciamo che vi ho notato in mezzo alla folla e ho pensato di rompere subito il ghiaccio nel modo più spensierato possibile. Dopotutto, cosa c'è di meglio del gioco per sciogliere eventuali tensioni?”

 

Rispose la corvina: “Pr-probabilmente niente, Mugetsu-Sama.”

 

Lui le puntò un dito contro: “AH!”

 

“Ah... Mugetsu. Mugetsu e basta.”

 

“Così va molto meglio, non trovate?”

 

La parola passò alla reincarnazione di Hashirama: “Posso chiedere dove solo le guardie, se mi è concesso? Non le ho notate qui intorno.”

 

“Oh... non farti ingannare, sono più vicini di quanto potresti sospettare. Per l'occasione mi hanno garantito che io non vedrò loro ma loro vedranno tutto intorno a me. Ho ottenuto una piccola vittoria facendogli promettere che non si avvicineranno se non sarò in reale pericolo.”

 

Ai due sfuggì una risatina nervosa mentre, per puro istinto, si davano un'altra occhiata intorno sebbene Naruto si stava ancora scervellando per capire dove fosse finito il suo clone. Tornò comunque a guardare l'interlocutore: “Quindi... noi siamo in giro da quasi un'ora, lei... tu da quanto viaggi da una bancarella all'altra?”

 

“Più o meno dalla stessa quantità di tempo, perfino oggi mi è toccato cercare di risolvere delle questioni burocratiche internazionali.”

 

“Sul serio? Di che pratiche parli? Se possiamo saperlo, s'intende.”

 

“Ci sono dei problemi con un mio collega della Sabbia. Un problema di risorse nella zona del confine, più che altro. Attualmente si trova sotto il controllo del Fuoco ma secondo lui dovrebbe tornare alla Sabbia e tutti i miei tentativi di trovare un compromesso, magari una cogestione dello sfruttamento, sono falliti finora.”

 

La nobile rientrò nella conversazione: “Ma... perché sono sorti del problemi tutto d'un tratto?”

 

“Vedi, il Paese del Fuoco ha ottenuto quella zona dopo un vecchio conflitto combattuto con la Sabbia ma ora che c'è la pace e tutte le Terre Ninja sono unite in un'alleanza comune, ci sono delle persone altolocate che pretendono di avere indietro pezzi di territorio persi in passato. In particolare, il diplomatico con mi trovo a mercanteggiare è l'attuale ultimo discendente della famiglia che per anni ha sfruttato quella zona.”

 

Il ninja si grattò il mento: “Davvero un bel problema. Mi piacerebbe poter dare il mio contributo per risolvere questa sorta di vecchia faida.”

 

Mugetsu fece ondeggiare una mano con noncuranza: “Non devi preoccuparti di questo, Naruto. È il mio lavoro, non il tuo. È grazie a te se da ora in poi non ci saranno più scontri fra le Terre Ninja, hai dato il tuo contributo già prima che sorgesse il problema. E poi... non dovresti pensare a cose come questa, specialmente quando sei nel ben mezzo di una festa e accompagnato dalla tua splendida moglie.”

 

Hinata si imporporò leggermente sentendosi complimentata: “Mu-Mugetsu... io... grazie.”

 

“Non devi ringraziarmi, ho detto solo la verità. Come ho fatto quando ci siamo conosciuti in spiaggia e quando abbiamo cenato insieme. E, parlando di cenare, avete già assaggiato qualcuna delle pietanze servite stasera?”

 

Mentalmente tutti e due i ninja di Konoha dovettero elogiare la capacità del diplomatico dei Daimyo di dirigere la conversazione verso gli argomenti che preferiva, erano passati con una velocità sorprendente dalle ragioni per il gioco alla politica e dalla politica al cibo. La conversazione fluì come un olio mentre il tempo scorreva piacevolmente. E poi, quasi all'improvviso, il biondo ricevette un messaggio mentale: -Hey, vi ho trovati!-

 

-Finalmente, ci hai messo un'eternità! Cos'è che ti ha trattenuta?-

 

-Prima un gruppo di bambini che non avevano mai visto un'attrice attraente come la sottoscritta nella loro vita e dopo i loro genitori che chiedevano una piccola esibizione. Non potevo mica dirgli di no.-

 

-Va bene... dove ti trovi precisamente ora?-

 

-Seduta dietro di voi ad una decina di tavoli di distanza, sto mangiando un gelato alla crema.-

 

-Non ti ho chiesto di dirmi anche cosa stai facendo, mi interessava solo la tua posizione!-

 

-E io ti ho dato delle informazioni aggiuntive! Sei forse morto per questo?-

 

-No, ma mi hai intasato la mente senza motivo!-

 

-Oh! Sono davvero mortificata di averti causato questo dolore immenso! Adesso che abbiamo finito i convenevoli, come procediamo?-

 

-Come probabilmente avrai notato, io e Hinata siamo con Mugetsu, ma non ci resteremo per tutta la sera. Quindi voglio che lo tieni d'occhio per tutto il tempo senza farti notare. E se dovesse succedere...-

 

-...interpreto il mio personaggio, l'accattivante attrice che incarna lo spirito più puro del Kabuki!-

 

-...cerca solo di non fare sciocchezze. Mugetsu non è uno stupido e la sua perspicacia fa concorrenza a quella del maestro Kakashi.-

 

-Tranquillo, ricordati che io possiedo tutto il fascino femminile che tu non hai, se mai dovessi trovarmi in difficoltà, mi basterà sfoggiarlo e la situazione muterà a mio favore.-

 

-...d'accordo. Allora passo e chiudo. Vedi di non attirare attenzioni indesiderate!-

 

-Disse quello che mi ha creata apposta per questo lavoro.-

 

La mente della forza portante tornò al suo posto e riprese ad ascoltare quello che stava venendo detto a breve distanza: “...e a quel punto si fa rosolare il tutto finché non assume una colorazione dorata.”

 

Apparentemente si era perso qualcosa perché gli altri due ora stavano discorrendo di cucina e il maschio doveva appena finito di spiegare una qualche ricetta alla femmina: “Grazie molte per le informazioni, Mugetsu ma... come fai a sapere tutto questo? Cioè, non solo di cucina, ci hai anche dato informazioni approfondite sulle altre baie e sembra che tu sia preparato su ogni argomento di discussione.”

 

“Beh, come ho detto in passato, mi piace documentarmi sui luoghi dove devo andare. Inoltre, essere un membro della corte del Daimyo lascia abbastanza tempo libero per acculturarsi fra una missione diplomatica e l'altra.”

 

Volendo dimostrare di non aver perso pezzi, Naruto annuì prendendo la parola: “Sarebbe bello se ci fossero più persone come te. Si potrebbero evitare molte situazioni spiacevoli.”

 

“Vero, ma più persone come me non farebbero molta differenza.”

 

Il biondo sollevò un sopracciglio confuso: “Che vuoi dire?”

 

“Non importa quanti diplomatici cosmopoliti ci sono al mondo, la cosa più importante è la mentalità della gente.”

 

Ci fu una domanda emessa da due bocche: “Mentalità della gente?”

 

“Sì, uno può essere anche il diplomatico migliore del mondo ma il popolo è la vera anima di un Villaggio, una Nazione o un Paese. E se la mente del popolo non cambia, anche un esercito di diplomatici competenti risulterebbe inutile.”

 

Mentre il ninja rimase a bocca aperta, la kunoichi trovò delle parole da usare: “Mugetsu... è... quello che hai detto è davvero... profondo. Se ci fossero state più persone che la pensano come te in passato, si sarebbero potute evitare molte tragedie e guerre.”

 

Lui fece un breve inchino col capo: “Ringrazio molto per il complimento, Hinata Hyuuga, ma non ritengo di essere un esempio di persona ideale. Anche se non si vedono, ho anch'io delle ombre alle spalle di cui non vado fiero.”

 

La conversazione sarebbe continuata se non fosse iniziato un nuovo evento serale: una nuova musica si alzò su tutte le altre suonate fino a quel momento e il trio vide persone singole, coppie, nuclei familiari o intere comitive dirigersi tutte verso un'unica direzione. Tuttavia, anche in questo caso, il solo a sapere cosa stava accadendo era Mugetsu Vasuki: “Deve trattarsi dell'Ultimo Ballo.”

 

Ancora una volta la coppia si espresse unendo le corde vocali: “Ultimo Ballo?”

 

“Sì, deve mancare poco alla fine dell'anno e le autorità di Enotorc hanno organizzato un doppio evento finale: un ultimo ballo prima che scocchi la mezzanotte, come suggerisce il nome. E poi, a partire dai minuti precedenti la mezzanotte, partirà uno spettacolo pirotecnico con fuochi d'artificio e allegati che durerà fino al, cosiddetto, giorno successivo. Probabilmente l'intera esibizione durerà dai 10 ai 15 minuti.”

 

Lo aveva già accennato quella mattina, li aveva introdotti alla cosa durante la loro colazione, ma adesso le informazioni erano più precise. Tuttavia, invece di domandarsi come il tipo avesse fatto ad ottenerle, il figlio di Minato si compiacque di constatare che gli orari delle celebrazioni favorivano enormemente quello che intendeva fare con la moglie nel quasi immediato futuro.

 

Mugetsu diede loro la spinta finale: “Dovreste andare anche voi, vivete un'altra esperienza tipica di questo luogo!”

 

Hinata, che si era voltata a vedere il flusso di persone, si voltò di nuovo verso di lui: “E... tu non vieni? Non vuoi unirti anche tu alle danze?”

 

“Beh, una delle cose per cui non sono portato è la danza. Non vorrei causare vergogna al mio Paese e dare problemi alle mie guardie, se messe alle strette non so cosa potrebbero pensare di fare per assicurare la mia sicurezza.”

 

Alla donna sfuggì una risatina nervosa ricordando quanto i bodyguard potessero essere puntigliosi: “Allora forse hai ragione, è meglio non fare bagni di folla nel tuo caso.”

 

Lui annuì e la coppia iniziò ad alzarsi salutandolo ma, nel momento in cui fecero il primo passo, lui sollevò una mano: “Aspettate!”

 

La coppia di Konoha si fermò sul posto voltandosi di nuovo verso di lui e la corvina parlò per entrambi: “C-cosa c'è?”

 

Facendo un mezzo sorriso, Mugetsu indicò la collana che la donna aveva al collo: “È un ottimo pezzo d'artigianato. Da dove arrivano le perle?”

 

Hinata pose istintivamente la mano sul gioiello menzionato prima di fare un piccolo sorriso e dare la sua risposta: “Da qui, specificatamente da una baia che qualcuno ci ha invitato a visitare.”

 

- - -

 

Quello che sembrava un confuso e ravvicinato ballo popolare si era rivelato essere un ritrovo per danze di ogni tipo, anche quelli per coppie. I ninja della Foglia ci avevano messo poco a trovare la zona riservata a gente come loro e si erano uniti alle altre coppie danzanti. Il ritmo era quello di un lento e quindi la donna cinse il collo maschile con le sue esili braccia mentre l'uomo afferrava i fianchi femminili per tenere l'altra vicino a sé. Per un po' danzarono guardandosi teneramente negli occhi ma dopo un paio di giri, l'ereditiera si godette le vibrazioni del petto del marito contro la sua guancia. Passò altro tempo senza che nessuno dei due dicesse nulla anche se, tranne per la musica che li faceva muovere più o meno ritmicamente, stavano iniziando ad ignorare ogni elemento esterno ai loro esseri.

 

Il piano dell'Eroe era però pronto e presto, volente o dolente, la moglie sarebbe stata coinvolta per giocare il proprio ruolo. Tanto valeva iniziare a prepararla psicologicamente: “Principessa?”

 

“Mmmh? Cosa c'è, Anata”

 

“Mi piace questa vacanza... sto vedendo un sacco di luoghi nuovi, assaggiando cibi mai provati e vivendo esperienze uniche... insieme a te. Credi che sia la tua presenza a rendere tutto perfetto o sono io ad essere in un Genjutsu senza saperlo?”

 

“Hihihihihi... non saprei, Anata. Credi di essere vittima di un'illusione?”

 

“Non saprei davvero... magari potresti aiutarmi a capire. Di solito, un elemento esterno è sempre utile per uscire dalle illusioni...”

 

Hinata, che aveva chiuso gli occhi, decise di stare al suo gioco e alzò la testa sollevando anche le palpebre: “Magari potrei aiutarti davvero, ma che genere di aiuto potrei offrirti?”

 

“Mmmh... non saprei. E se tentassi qualcosa di fisico? Credi che funzionerebbe?”

 

Lei sorrise di più: “Possiamo vederlo subito...”

 

Si sollevò sulle punte e gli diede un bacio sulle labbra richiudendo le palpebre e venendo imitata dallo sposo. Durò un attimo che parve un'ora: “Allora? È reale o no ciò che vedi e senti?”

 

Il partner ricambiò l'espressione: “Non potrebbe essere più reale per me...”

 

I due continuarono a danzare ancora per un tempo indefinito. Ad un certo punto però ogni melodia venne interrotta e tutte le persone riunite si voltarono nella stessa direzione: verso il mare. E fra esse c'erano anche la forza portante e la figlia di Hiashi. C'era un piccolo palchetto di legno nel punto in cui finiva la pavimentazione artificiale e iniziava la sabbia, non era più alto di trenta centimetri e c'era spazio solo per una persona. Che si sollevò sopra la folla quasi subito per parlare: “Buonasera e buona festa a tutti voi, sono il governatore di Enotorc e vi faccio i migliori auguri per un nuovo anno.”

 

Venne risposto con un forte applauso e molte grida gioiose: “Bene, sono contento di vedere che il morale è alto. Sono certo che molti di voi non sono abitanti del Villaggio e questo mi dà ancora più gioia! Sapere che la mia piccola comunità attira così tanti stranieri è un motivo di vanto per me e per tutti i residenti di questo insediamento!”

 

Ci fu un altro forte applauso che venne fermato da un gesto delle sue mani: “Sono certo che abbiate già avuto modo di gustare la nostra cucina in questa serata e le nostre bellezze naturali nei giorni precedenti. Se invece ci sono persone giunte solo oggi... vi auguro una buona permanenza senza rovinarvi la sorpresa anticipando cosa troverete qui.”

 

Questa volta, la battuta causò risate e risatine sparse: “In ogni caso, mancano poco più di dieci minuti alla fine dell'anno e posso dire che abbiamo tutti intenzione di chiuderlo in bellezza, dico bene o dico giusto?”

 

Ottenne risposte varie, anche se tutte consenzienti. Anche Naruto rispose in modo affermativo, anche se la sua idea differiva da quella del tizio, comunque il discorso andò avanti: “E cosa c'è di meglio dei botti per chiudere una porta e aprire un portone? Fatemi sentire!”

 

Questa volta non ci fu una vera e propria risposta, la folla esplose in urla, applausi, fischi ed esclamazioni creando una cacofonia incomprensibile e, allo stesso tempo, perfettamente in grado di esprimere l'umore generale. Tuttavia, un turista non rispose all'appello. Al contrario, sfruttò la copertura sonora per rivolgersi alla persona al suo fianco: “Non trovi che ci sia un po' troppo rumore in questa zona?”

 

“Beh, forse. Ma non penso che durerà a lungo, perché lo chiedi?”

 

“Perché pensavo di andare da un'altra parte, lontano da qui.”

 

“Ma fra poco inizierà lo spettacolo di fuochi artificiali.”

 

“Lo so bene... e ho in mente di godermelo in tua compagnia e solo in tua compagnia.”

 

“C-che vuoi... di-dire?”

 

“Preparati a spostarti nel modo più rapido che tu abbia mai concepito!”

 

“C-cosa?!?”

 

L'intera azione ebbe luogo in un secondo: prima Naruto venne avvolto in un'aura dorata, poi sollevò la moglie fra le braccia e poi si mosse così velocemente che fece svanire entrambi dalla vista di tutti gli altri presenti prima ancora che qualcuno potesse pensare di aver visto due persone sparire. Il secondo dopo aver posto la sua domanda, Hinata si ritrovò fra le braccia del marito, tornato normale, su una parete verticale. Ovviamente la prima reazione fu un misto di panico e sorpresa con una spolverata di spaesamento: “C-cosa?!? AH!!! DO-DOVE SIAMO?!? C-come... quando... chi ci... dove... Na-Naruto-Kun! Co-cosa? Dove?!? Dove siamo?!? Co-come siamo arrivati qui?!? Che... che è successo?!?”

 

Prima di rispondere, il maschio la fece sfogare attendendo con tutta la calma che lei aveva perso per strada. Solo dopo la valanga di domande liberate, il biondo iniziò a dare le risposte richieste in ordine di emissione: “Siamo al Dragon Hotel, principessa. Nello specifico, siamo sulla parete dove si affaccia la nostra suite. Siamo arrivati qui senza che te ne accorgessi perché ho sfruttato il Chakra di Kurama per muovermi il più in fretta possibile. E non è successo nulla di grave, volevo solo che potessimo sistemarci in tempo.”

 

“S-sistemarci... in tempo?”

 

“Certo, per lo spettacolo pirotecnico.”

 

“N-non... non credo d-di... capire.”

 

“Forse allora è meglio entrare dalla finestra, poi tutto diventerà più chiaro.”

 

“E-entrare da-dalla finestra? M-ma... la fi-finestra è c-ch-chiusa.”

 

Lui ammiccò: “Non ne sarei così sicuro.”

 

Tenendo la donna al sicuro fra i suoi arti superiori, l'uomo si avvicinò al buco rettangolare della parete e si fece largo spostando le tende fluttuanti a causa della leggera brezza notturna. Una volta dentro, fece scendere la sua passeggera quando fu certo che quest'ultima potesse stare in piedi. La prima cosa cosa che notò, e che la sorprese, fu la presenza del loro gigantesco letto a cuore nel soggiorno: “M-ma cosa...” Si rivolse al partner: “...co-cosa ci fa il letto q-qui?”

 

Lui le rivolse un sorriso rilassato: “Avevo intenzione di godermi i fuochi d'artificio stasera, ma poi ho avuto un'altra idea per rendere questo momento ancora più speciale.”

 

“C-che cos'hai in... m-mente?”

 

Lui mise le mani di lei fra le sue: “Ho lasciato dei cloni in bagno prima di uscire per fargli portare il letto qui. In questo modo ci godremo lo spettacolo e la brezza notturna mentre avremo il nostro momento.”

 

“N-n-no-nostro mo-momento?”

 

“Sì, principessa. Finiamo l'anno e iniziamo quello nuovo facendo la stessa cosa. Uniamoci a cavallo dell'Omega e dell'Alfa e lasciamo che solo le luci fuori illuminino i nostri corpi.”

 

La portatrice del Byakugan comprese la situazione, pur avendo la faccia rossa e il cuore ancora in fremente attività, la sua mente comprese la richiesta implicita del marito ma non era del tutto sicura su quale risposta dare: “A-Anata... i-io... io...”

 

Una prima esplosione lontana tinse il cielo stellato di verde e anche i due vennero investiti dalla luce mutando colore per pochi secondi. Pur non volendo forzare gli eventi, il ninja diede un'altra spinta mentre le spostava con delicatezza un ciuffo di capelli dalla spalla: “L'Alfa si avvicina, tesoro, e ancora di più l'Omega... che cosa decidi?”

 

Non fu in grado di capire cosa la attraversò, ma la corvina percepì qualcosa dentro di lei attraversare il suo intero essere, spazzando via ogni traccia di panico o imbarazzo e lasciandola solo con una calma lucidità. La scelta era sua, avrebbe potuto accontentarlo e far vivere ad entrambi una nuova esperienza amorosa o rifiutare l'offerta e tornare nel luogo da cui erano svaniti. Tuttavia, non ebbe dubbi sulla scelta da fare. Mentre il cielo si illuminava di una luce dorata, Hinata prese le mani del marito e se le pose sulle spalle facendo infilare un paio di dita sotto il tessuto del suo yukata. Poi iniziò a sciogliersi la cintura senza mai spostare i suoi occhi perlacei da quelli oceanici di lui: “Decido di farlo, Anata. Uniamoci ed uniamo con noi l'Omega di un anno e l'Alfa dell'altro.”

 

Se qualcuno avesse guardato verso la finestra della suite avrebbe visto solo i contorni di due figure nere impegnate in movimenti amorosi. E lo sfondo sarebbe stato cangiante in continuazione a causa delle diverse tinte che venivano liberate con ogni esplosione. Anche i suoi provenienti dai due non sarebbero stati percepiti perché coperti dai rumori provenienti dal mondo oltre la finestra. E anche quando lo spettacolo pirotecnico ebbe fine le due figure non rimasero nell'ombra, solo che in quel caso gli sprazzi di luce non erano più emessi nel mondo esterno: dopo l'inizio dell'anno nuovo e la fine dei fuochi i due vennero avvolti da due auree, arancione e violacea, che si mescolarono quasi subito avvolgendo i due amanti in fiamme di Chakra arancione con sprizzi di viola.

 

Si erano uniti poco prima di mezzanotte ma non cessarono di interagire finché non esaurirono le energie e il loro desiderio amoroso cadendo sul letto ancora avvinghiati ed uniti. Il loro amore era così forte da riuscire a mantenerli insieme anche dopo il trionfo della stanchezza sulla loro resistenza fisica.
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Note d'Autore: dunque... ho atteso parecchio tempo in attesa di conoscere un'opinione eppure nessuno si è preso la briga di piazzare un singolo commento. Siccome non conosco nessun'altra opinione, ho deciso di andare avanti secondo la MIA idea. Se vi sta bene, OK. Se non vi sta bene... cavoli vostri BD. Scherzo ovviamente. Comunque se avete qualcosa da dirmi... sapete cosa fare. Ciao!

 

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Capitolo 9
*** Imprevisto ***






    
Capitolo 9: Imprevisto

 

La luce della prima alba dell'anno penetrò attraverso le tende della finestra lasciata spalancata mentre una tiepida brezza marittima le faceva ondeggiare sinuosamente. Com'era successo alcune notti prima, sul pavimento erano sparsi gli indumenti degli attuali occupanti del luogo: due paia di calze bianche, un kimono arancione, delle mutandine azzurre, un paio di sandali, dei boxer verdi con elementi decorativi gialli, degli infradito rossi e uno yukata viola decorato con sfumature cremisi. Poco vicino c'erano anche le due fasce di tessuto che erano servite a tenere gli indumenti più esterni sui corpi dei proprietari.

 

I suddetti si trovavano sul grande letto, precedentemente portato nella stanza dall'elemento maschile della coppia, addormentati. Avevano iniziato ad amoreggiare alcuni minuti prima che l'anno avesse fine e avevano continuato a farlo anche oltre la fine dei festeggiamenti. Avevano lasciato che ad illuminare le loro movenze fossero prima i fuochi d'artificio fuori e dopo le loro stesse esalazioni di Chakra che si erano unite in una sola, così com'erano uniti i loro corpi e le loro menti, quasi subito.

 

Com'era successo già una volta in passato, si erano lasciati andare ignorando tutto ciò che si trovava all'esterno del loro mondo intimo e lasciando che solo l'istinto guidasse le loro azioni. E così era stato. Avevano fatto l'amore per ore prima che le loro palpebre diventassero troppo pesanti per essere tenute sollevate e le loro menti fossero troppo annebbiate per poter pensare a qualcosa. Alla fine si erano addormentati senza nemmeno scambiarsi l'usuale saluto notturno. I loro forti sentimenti li mantennero comunque uniti anche dopo la reciproca perdita di coscienza. Una brezza un po' più forte si posò sulle membra umide della coppia.

 

La loro ultima sessione aveva visto Hinata a cavallo di Naruto con i due intenti a compiacersi a vicenda usando il proprio corpo e la sensibilità dell'altro. Quella era stata la loro ultima volta quella notte perché, dopo un doppio urlo e un rilascio reciproco di flussi corporei, le fiamme che li avevano avvolti si erano estinte in un attimo e la donna era crollata sul petto dell'uomo. Il secondo successivo stavano entrambi dormendo esausti, soddisfatti e incapaci di fare qualsiasi altro movimento volontario. E da quando la corvina era collassata al momento il cui il soggiorno veniva illuminato dai primi raggi del sole, le loro posizioni erano variate pochissimo: il centro dei loro corpi era ancora unito, le gambe femminili erano rimaste larghe per lasciare spazio agli arti inferiori del maschio di rimanere distesi sotto di lei, il resto del suo corpo si era disteso sopra il marito tanto che, pur essendo addormentati, le loro labbra erano finite le une contro le altre, come se avessero voluto inconsciamente continuare il loro rito amoroso. Un suo braccio si era allungato sulle lenzuola fino a trovare l'arto superiore maschile così da permettere che le loro dita si intrecciassero mentre l'altro si era adagiato sulla spalla sotto di sé. Infine i lunghi capelli corvini si erano disposti in modo da abbracciare tutta la schiena femminile e parte dei fianchi del maschio. Invece la mano libero del biondo si era adagiata su uno dei glutei di lei come a tentare di strizzarlo ma restando semplicemente aperta su di esso.

 

Era vero che si erano trovati con le labbra unite ma lateralmente perché la faccia della portatrice del Byakugan si era appoggiata sulla guancia del figlio di Minato. Nonostante la posizione relativamente scomoda, stavano ancora dormendo serenamente e le espirazioni di uno si infrangevano contro quelle dell'altra. La notte era finita così bene da donare a tutti e due una tale sensazione di benessere e felicità da annullare gli effetti che alcuni fastidi avrebbero normalmente avuto su di loro.

 

A differenza della maggior parte dei giorni precedenti, fu il biondo a tornare cosciente per primo. Le prime sensazioni che percepì mentre sbatteva le palpebre per mettere a fuoco tutto quello che aveva intorno furono essenzialmente di natura olfattiva e tattile: il peculiare odore della donna divenuta sua moglie era ormai stato assimilato, metabolizzato e memorizzato dai suoi sistemi olfattivo e cerebrale mentre la sensazione di avere un peso su di sé venne provata dal maschio ancora prima di percepire la posizione assunta dal proprio corpo.

 

Gli ci volle qualche secondo per far abituare la vista alle nuove condizioni ma, una volta in grado di vedere e percepire l'ambiente intorno, decise di concentrarsi sulla fanciulla ancora addormentata su di sé: -Wow... perfino mentre dormi mi trasmetti piacevoli sensazioni, Hinata... malgrado tutto il tempo che abbiamo già passato insieme come coppia e il fatto che abbia giurato di passare il resto della vita con te sento ancora un senso di colpa per non averti notata prima. Beh, indietro non posso tornare... quindi mi farò perdonare plasmando il nostro presente per migliorare il futuro. Ma siccome siamo ancora a stretto contatto... vediamo se riesco a svegliarti in modo piacevole...-

 

Volendo testare quanto il sonno della moglie fosse profondo, il ninja tirò fuori la lingua e la protese verso le labbra di lei che, come a rispondere alla richiesta implicita, si aprirono quel tanto che bastava per permettere il passaggio. E anche l'interno della bocca reagì come si aspettava, la lingua della kunoichi iniziò lentamente a muoversi in sincronia con la sua. Un fatto che lo sorprese almeno in parte fu che, pur ricevendo degli stimoli inusuali, l'attuale stato dell'ereditiera non sembrava subire alterazioni. Pur avendo un corpo estraneo in bocca e la lingua in movimento, Hinata continuava a dormire e respirare come se non stesse accadendo niente. Incoraggiato da questo primo risultato, Naruto si spinse oltre.

 

La mano sul gluteo iniziò a palparlo inizialmente con estrema delicatezza ma tale gesto ebbe una ripercussione che non era stata prevista: il membro, ancora dentro il corpo femminile, iniziò ad essere nuovamente irrorato di sangue. Scegliendo di continuare, l'Eroe di Konoha intensificò il palpeggio fino a quasi strizzare la massa di carne sotto il suo controllo. Questo e ciò che stava avvenendo nel loro punto di giunzione, causò una reazione da parte della figlia di Hiashi. Pur senza svegliarsi o chiudere la bocca, Hinata emise un lieve gemito di piacere. Dando un'occhiata migliore, il marito vide che stava anche iniziando ad arrossire. Tale visione fece affluire ancora più sangue in mezzo alle sue gambe e questo era un potenziale problema. In poche parole si trovò davanti ad un dilemma: poteva continuare ad andare avanti col rischio di farla svegliare durante un nuovo accoppiamento oppure poteva fermarsi lì e cercare di svegliarla in maniera più dolce e meno invasiva.

 

Una parte di lui ricordò quanto successo la mattina successiva al compleanno della partner, era ancora nel mondo dei sogni ma, praticamente, avrebbe potuto benissimo fare di nuovo l'amore con lei. Magari poteva verificare se anche lei ne fosse in grado svegliarsi. C'era però anche un'altra parte dentro di lui, quella più sentimentale e meno perversa. Se fosse andato avanti e lei si fosse svegliata durante l'atto si sarebbe potuto spaventare o arrabbiare o fare entrambe le cose. Se invece l'avesse svegliata dolcemente facendole poi notare in che situazione erano... magari sarebbe stata più consenziente, constatando anche che si era trattenuto e non aveva approfittato di lei. Come fare a decidersi? Avrebbe trovato la risposta guardando dentro di sé: -Kurama? Stai ancora dormendo?-

 

Un enorme occhio gli apparve davanti mentre un grugnito rispondeva alla sua chiamata: -Ora non più, che cosa vuoi?-

 

-Mi serve un consiglio.-

 

Nell'oscurità apparvero le gigantesche zanne della Volpe nella forma di un ghigno: -Ti sei divertito con la tua compagna per buona parte della notte ma non sei ancora sazio e hai pensato di chiedere cosa fare a me, sei davvero un'idiota.-

 

-La mia decisione dovrebbe farti capire quanto ci tenga alla tua opinione.-

 

-Oppure dimostra quanto poco sale hai in zucca! Stai considerando l'idea di continuare quello che hai iniziato stanotte ma la tua compagna sta ancora dormendo e ti è venuta l'idea di chiedere a me, un Cercoterio, se conviene farlo. Complimenti!-

 

L'umano incrociò le braccia sul petto nudo: -Sto ancora aspettando.-

 

La Volpe si distese dandogli le spalle: -E potrai aspettare finché vorrai, hai già usufruito del mio Chakra per durare di più. Non avrai altro da me. E adesso lasciami tornare a dormire, non mi hai fatto chiudere occhio stanotte con i tuoi stupidi rituali d'accoppiamento e a causa del tuo trambusto sono anche a secco di energia!-

 

Naruto annuì comprendendo che la conversazione era finita, almeno per ora: -D'accordo, dormi pure finché non avrò di nuovo bisogno di te.-

 

La mente riuscì dal corpo e il ninja si ritrovò nella situazione che aveva lasciato, cosa fare? Non gli sarebbe dispiaciuto vedere se Hinata fosse davvero capace di fare quello che avrebbe fatto lui ma temeva comunque eventuali reazioni indesiderate da parte della ragazza. Ancora con la lingua, la mano e il pene più o meno in movimento, decise di affidarsi al caso. Avrebbe posato lo sguardo su un qualsiasi oggetto e se avesse avuto un numero dispari di angoli sarebbe andato avanti, in caso contrario avrebbe cercato di svegliare la moglie.

 

Senza muovere la faccia per non anticipare i fatti, spostò lo sguardo verso una direzione casuale e vide un mobile. Cominciò a contare tutti gli angoli che riusciva a vedere e ne contò sei. Si decise a seguire la via diplomatica invece di quella fisica.

 

Ritirò la lingua dalla bocca femminile e fece scivolare la mano sulla pelle umida di lei fino a raggiungere le spalle. Non aveva modo di fare qualcosa per il suo organo riproduttore nelle attuali condizioni e così mosse il resto del corpo: iniziò a massaggiarle la schiena, strinse un po' di più le dita intrecciate dell'altra mano ed iniziò a fare dei respiri più profondi per gonfiare il petto e sollevare ritmicamente la compagna. Iniziò anche a chiamarla sottovoce, era vero che intendeva porre fine al suo riposo, ma non voleva certo farla svegliare di soprassalto.

 

Da un lato fece un errore perché accarezzare, stringere e frizionare parti di lei contribuiva a rendere ancora più turgido il cilindro carnoso ancora inserito ma almeno ebbe modo di vedere anche dei risultati positivi: tutti gli input che la corvina stava ricevendo stavano causando delle reazioni da parte del suo organismo.

 

Mosse un po' le gambe, il suo respiro ebbe delle variazioni e, ancora a bocca mezza aperta, emise dei mormorii. Mancava poco, anche le palpebre stavano iniziando a muoversi: -Coraggio Hinata, svegliati adesso! Non so per quanto ancora riuscirò a sopprimere i miei istinti maschili...-

 

L'appello silenzioso che il biondo le rivolse ebbe l'effetto sperato. Poco a poco le palpebre della moglie si sollevarono rivelando i suoi occhi perlacei. Com'era successo a lui solo alcuni minuti prima, ci mise un po' a capire dove si trovasse e ad abituarsi all'attuale luminosità, intanto il moto carezzevole sulla sua schiena non si era fermato. Fu dopo uno sbadiglio che la femmina sollevò un po' la testa per guardare in basso. E trovare una rilassata faccia sorridente che ricambiava il suo sguardo: “N-Naruto-Kun?”

 

“Ohayo, principessa. Come stai?”

 

Ancora un po' intontita, la donna si diede un'occhiata intorno notando le mani intrecciate e percependo il massaggio alla schiena ma non di essere ancora unita all'uomo sotto di sé: “Ah... io... cosa... cos'è successo ieri notte? Cioè... ri-ricordo che abbiamo fatto l'amore ma... poi...?”

 

Il sorriso maschile si allargò: “Poi ci siamo addormentati. Ma penso che fossimo così... a nostro agio che non ci siamo nemmeno presi il disturbo di coprirci o di metterci qualcosa addosso.”

 

“Ehm... capisco. Qu-quindi abbiamo di... di nuovo dormito... nudi?”


“La cosa ti disturba o infastidisce?”

 

“Eh? N-no, certo che no. Io... volevo solo sapere c-come era finita... la... serata fra... fra noi.”

 

Il biondo smise di massaggiarle la schiena ed usò la mano liberata per accarezzarle teneramente la guancia mentre il suo sguardo si addolciva: “E la conclusione ti ha soddisfatta? Sei felice di esserti addormentata pura e nuda sul tuo compagno?”

 

Le gote della ragazza imbrunirono leggermente: “Ah... s-sì. Io... s-sono felice che sia... che sia finita così. S-sono... solo sorpresa c-che... ci siamo addormentati subito dopo aver... fi-finito.”

 

“Davvero? Credevo che ti avesse sorpreso l'aver fatto l'amore molto più a lungo del solito.”

 

Il rossore aumentò: “B-beh...io... c'eri t-tu a darmi la forza co-col tuo Chakra.”

 

Lui scosse la testa perdendo il sorriso: “Ti sbagli, non è stato per merito mio.”

 

“C-che vuoi... dire?”

 

“Non te ne sei accorta?”

 

La nobile venne assalita dalla confusione, di cosa si sarebbe dovuta accorgere? Ricordava di aver acconsentito alla richiesta del marito, di avergli messo le mani sulle proprie spalle e di aver iniziato a togliersi di dosso lo yukata. Poi avevano iniziato a fare l'amore illuminati dalle esplosioni di luce fuori. E quando lo spettacolo pirotecnico era finito, la forza portante li aveva avvolti col Chakra del suo Cercoterio. Cos'altro c'era?

 

“P-perdonami, Anata ma... n-non so davvero di... co-cosa parli.”

 

Lui sospirò chiudendo gli occhi e senza mostrare l'emozione che stava provando ora: “Wow... quindi non te ne sei resa nemmeno conto...”

 

Le parole sentite fecero arrossare anche altre aree finora non irrorate eccessivamente dal sangue: “M-ma di che... cosa parli?”

 

Le iridi color zaffiro vennero nuovamente mostrate mentre il sorriso tornava sulla faccia volpina: “Anche tu hai iniziato ad emettere il tuo Chakra.”

 

“C-cosa?!?”

 

“È così, evidentemente eri talmente presa da ciò che stavamo facendo che hai lasciato fare al tuo istinto, ma posso garantirti che i nostri Chakra si sono uniti come quella volta in cui abbiamo distrutto il Tenseigan sulla luna.”

 

La notizia la lasciò sbigottita, specialmente perché non aveva alcun ricordo di tale evento: “Ma... io... io non ricordo d-di aver fatto una co-cosa del genere...”

 

“Posso solo ipotizzare che abbiamo raggiunto uno stato di simbiosi e sinergia tale da fare cose senza neanche pensarci. Io ho avuto cognizione di ciò che accadeva intorno a me ma non ho fatto nulla volutamente. Tutto il mio essere era focalizzato su di te, Hinata.”

 

L'erede di casa Hyuuga sentì tutto il discorso, ma fu l'ultima parte a farla sorridere tanto da farla sembrare quasi un infante: “Naruto-Kun... grazie infinite.”

 

Il partner, toccato nel profondo dal ringraziamento e da quello che stava vedendo, si tirò su ed usò entrambe le mani per stringere al petto la moglie: “Sono io che devo ringraziare te e la tua infinita pazienza, Hinata. Se non fosse per te, ora non sarei quello che sono e non starei provando questa felicità.”

 

La corvina ricambiò l'abbraccio poggiando la faccia fra il collo e la spalla di lui: “Naruto-Kun.”

 

Rimasero abbracciati per diversi minuti godendosi il momento, sebbene uno dei due elementi fosse ancora all'oscuro su quanto fossero rimasti vicini dalla notte precedente. Poi il biondo ricordò una cosa che aveva notato: “Hinata?”

 

“Mh?”

 

“Sai... da quando ci siamo messi insieme ho iniziato ad elogiare elementi della tua persona che prima non avevo mai notato o avuto modo di notare...”


“Capisco...”

 

“...si tratta di cose semplici come la morbidezza dei tuoi capelli o la genuinità dei tuoi sorrisi, cose del genere.”


“Ho capito, Anata. Ma... perché mi stai dicendo questo ora?”

 

“Beh... perché stanotte ho trovato un'altra cosa di te da elogiare.”

 

“E che cosa sarebbe?”

 

“Qualcosa che è sempre stato sotto i miei occhi ma di cui mi ero sempre curato relativamente poco. E... sono dispiaciuto per questa mia disattenzione nei tuoi confronti.”

 

“N-non fa niente, Naruto-Kun. M-ma di cosa si tratta?”

 

“Del sapore della tua pelle.”

 

“D-del sapore della mia... AH!!!”

 

Dalla posizione in cui si trovava, Naruto tirò fuori la lingua ed iniziò a leccare la pelle della donna dove il collo di quest'ultima si attaccava al resto del corpo. Ma non si fermò di certo lì, la loro vicinanza gli permetteva di raggiungere potenzialmente ogni parte del petto ma lui scelse di seguire una linea che, passando dalle clavicole, lo avrebbe portato sulle spalle di lei per poi permettergli di raggiungere le labbra risalendo dal collo. Non usò solo la lingua, oltre a leccare la superficie con cui era a contatto, utilizzò le labbra per succhiarla un po' e lasciare un segno del suo passaggio e i denti per dare piccoli morsi indolori.

 

La proprietaria della suddetta pelle si aspettava una spiegazione o una motivazione per le parole che aveva appena sentito. Tuttavia quando il maschio iniziò a tracciare una scia sulla sua cute non lo respinse in alcun modo, al contrario lo strinse ancora di più a sé e piegò la testa indietro per offrire più superficie mentre gli occhi venivano chiusi e la bocca si spalancava per ansimare e rilasciare gemiti di piacere. I suoi lunghi capelli si distesero tanto da sfiorarle il sedere.

 

Il biondo risalì fino a raggiungerle le labbra. A quel punto le baciò venendo ricambiato mentre le due coppie di braccia li avvicinavano ancora di più, tanto che le mammelle di lei erano pressate contro i pettorali di lui. Così come aveva dato inizio alla cosa, fu Naruto a porvi fine rompendo il bacio che aveva formato e laccandosi i proverbiali baffi. Hinata era ancora con gli occhi chiusi e le labbra semi-aperte: “Vaniglia e cannella.”

 

“E-eh?”

 

“Il sapore della tua pelle, è vaniglia mescolata a cannella. Se dovessi paragonarlo ad una ricetta direi che è vaniglia pura con l'aggiunta di una spolverata di cannella.”

 

“I-il sapore della... della mia pelle è... va-vaniglia e... e... e ca-ca-cannella?”

 

“Sì, principessa. È proprio come hai detto.”

 

“E... e... e ti piace?”

 

“Lo amo, proprio come amo tutto di te.”

 

Ancora a palpebre chiuse, lei abbozzò un sorriso: “S-sono felice.”

 

Non se n'era accorta, ma il cilindro carnoso dentro di lei si era nuovamente inturgidito con tutte le effusioni che si erano scambiati e il partner aveva intenzione di farle rendere conto in che situazione si trovavano: “Se vuoi, posso renderti ancora più felice.”

 

“Più... felice...?”

 

Le mani del maschio scivolarono sulle curve femminili fino a raggiungere i fianchi e afferrarli. A quel punto, l'ex allievo di Kakashi diede una spinta dal basso che fece sussultare la portatrice del Byakugan, la quale riaprì gli occhi e, mettendo le mani sulle spalle del marito per avere un appoggio, si tirò un po' indietro creando un minimo di distanza fra i due: “Na-Naruto-Kun...?”

 

L'altro le offrì un sorriso da predatore: “Cosa c'è, tesoro?”

 

“C-co-cos'era quello?”

 

“Oh, vuoi dire... questo?”

 

Una nuova spinta la fece gemere nuovamente: “AH! S-sì... que-questo.”

 

“Hehehehe... questo è della stessa categoria della storia del Chakra che abbiamo fatto prima. Ti ricordi com'era finito il discorso?”

 

“A-avevi detto c-che avevo agito d'istinto e che... che avevamo raggiunto una ta-tale sinergia da fare c-cose... senza pensarci.”

 

“Esatto, mia dolce principessa. E sai cos'altro è successo senza che tu te ne rendessi conto?”

 

“C-che cosa?”

 

Arrivò un'altra spinta dal basso ma questa volta non fu un isolata. L'uomo aveva iniziato a muoversi e non si sarebbe più fermato finché non avesse finito. Le nuove spinte fecero di nuovo gemere la corvina che, non avendo ancora capito come stavano le cose, chiuse gli occhi mentre il resto del corpo iniziava a sobbalzare anche se le sue mani erano ancora ben ancorate alle spalle del compagno: “AH...! N-N-N-Naruto-Kun... AH!”

 

Continuando a muovere il bacino, il coniuge le prese la faccia fra le mani: “Hi-Hinata... a-apri gli occhi... de-devi... sapere una... c-c-cosa.”

 

“N-non... AH! Non... non c-ci... ci riesco... AH!”

 

“Sì che... c-ci riesci, so b-bene che... puoi... puoi farlo. Co-coraggio!”

 

Le servì più tempo di quanto avesse pensato ma, pur continuando ad ondeggiare e ansimare, la nobile trovò la forza di guardare davanti a sé: “C-cosa... AH! C-cosa devo... AH! Sa-sapere?”

 

“C-che da quando... mi so-sono... svegliato e t-ti... ho vista, mi s-sono... eccitato di... nuovo.”

 

“E-eccitato? AH!”

 

“Sì, Hinata. E... e c'è anche u-un altro... dettaglio. Non... c-ci siamo mai... se-separati da quando ci sia-siamo uniti... ieri sera.”

 

“I-ieri sera? AH! M-ma ieri... se-sera abbiamo... f-fa-fatto l'amore... e c-ci siamo a-addormentati nu-nudi. AH! L-lo hai... d-detto tu... stesso qu-questo. AH!”

 

“Hai... ragione, è andata così. M-ma una cosa... che mi s-sono... scordato di di-dire... è che non ci... siamo mai se-separati, finora s-sono... sempre rimasto... de-dentro di t-te.”

 

“AH! V-vuoi d-d-d-dire.. che...”

 

“Sì, Hinata. Co-come hai rilasciato... il tuo Chakra p-perché... sentivi di vo-volerlo... fare, allo... stesso modo n-non... ti sei accorta di... essere a-a-ancora unita... a me e la c-co-cosa non... ti ha d-dato fastidio. È... la nostra s-sinergia.”

 

“Qu-quindi ora... AH! Ora... sti-stiamo facendo... l'amore d-di... AH! Di nuovo...?”

 

“È così. Ti... ho detto che m-mi sono eccitato... nu-nuovamente e... adesso stiamo di n-nuovo... amoreggiando, non sei felice di questo...? Non ti rende felice... accoppiarti... con tuo... marito?”

 

“AH! Sì, m-m-m-m-m-ma... ma non... c'è te-tempo. AH! De-devi lavorare... AH! O-osservare Mu-Mu-Mugetsu-Sama... AH!”

 

Senza fermarsi o rallentare, lui le accarezzò le guance: “Abbiamo tutto... il tempo che vogliamo, m-mia dolce principessa, lasciati... andare e-e goditi l-la tua felicità...”

 

“M-ma... ma io... AH!”

 

“Shhh...”

 

Le diede un tenero bacio sulle labbra: “Richiudi... gli occhi e n-non pensare a... nulla, qu-quando avremo finito... andremo d-di nuovo in... spiaggia e sono sicuro c-che... lì ritroveremo i-il nostro amico. Ora... goditi quest'altro no-nostro momento... insieme a m-me.”

 

La poca resistenza che la donna aveva ancora in corpo si dissolse e la loro ennesima interazione fisica amorosa giunse alla conclusione. Poi Naruto la portò in bagno così da poter condividere una doccia e, dopo essersi lavati per bene, la aiutò anche a vestirsi. Prima di uscire sarebbero scesi a fare colazione. E anche per spiegare la loro presenza pur non essendo rientrati dalla porta principale. Ebbero una sorpresa quando, aprendo la porta della suite, trovarono accovacciato il clone femminile del biondo. Che cominciò subito a protestare vivamente e a raccontare la storia delle sue peripezie notturne.

 

Prima era stata lasciata da sola, poi aveva perso di vista Mugetsu perché si era ritirato per la notte, dopo era stata avvicinata da un paio di omaccioni mezzi sbronzi che pensavano di divertirsi con lei. Alla fine aveva deciso di rientrare in Hotel ma aveva incontrato una ferma resistenza alla reception: aveva raccontato di essere un'amica dei residenti della stanza numero 773 e che era andata a trovarli ma siccome i signori non erano in stanza, almeno ufficialmente, e lei non era mai stata vista o registrata si era dovuta accontentare di attendere fuori dalla porta perché non le era stata concessa nessuna chiave.

 

Al termine del racconto, il suo creatore pose fine alle sue sofferenze facendola uscire di scena con un'esplosione fumosa mentre la consorte tratteneva le risate con una mano. Dopo quest'ennesimo evento imprevisto, i due scesero per fare colazione. Non c'era tanta gente ai tavoli ma nessuno dei due riuscì ad individuare il connazionale anche se entrambi ipotizzarono che stesse ancora dormendo o che avesse semplicemente ordinato il pasto in camera.

 

- - -

 

Il sole era forte ma delle nuvole in giro per la volta celeste non lo rendevano opprimente e comunque la coppia era troppo impegnata per curarsi della calura. Avevano preso un ombrellone e un paio di asciugamani ma non erano rimasti a lungo sulla spiaggia. Dopo aver sistemato le loro cose, si erano subito tuffati nelle acque azzurre davanti a loro per poi partecipare ad una battaglia di schizzi organizzata da due gruppi di ragazzi poco più giovani di loro. E dopo il bagno e la battaglia, la donna offrì inconsciamente un regalo al coniuge: si era portata un tubetto di crema solare nella borsa e, desiderando prendere un po' di sole ma non volendo scottarsi, chiese alla persona con lei si potesse gentilmente spalmarle la crema sulla schiena, le braccia e le gambe. Come c'era da aspettarsi, la richiesta venne accolta con entusiasmo e, come c'era da aspettarsi, Naruto dovette sopprimere qualche istinto animale interiore quando la compagna si era stesa prona deformando il petto e aveva sciolto i nodi del pezzo superiore del suo costume.

 

Fortuna volle almeno che le mani non scivolarono troppo in basso e quindi determinate aree non vennero toccate. Mentre il biondo era intento a fare il suo lavoro senza strafare, la corvina fece sentire la sua voce: “Naruto-Kun?”

 

“Cosa c'è, Hinata?”

 

“Sai, ho dato qualche sguardo intorno da quando siamo arrivati e non ho notato al presenza di Mugetsu-Sama o delle sue guardie.”

 

“Beh... magari anche lui ha fatto tardi ieri sera e ha deciso di passare la mattinata rilassandosi in camera. Ricorda che noi siamo ninja mentre lui non lo è.”

 

“Forse hai ragione...”

 

Il tono usato gli fece intendere che c'era dell'altro: “Ma...?”

 

“Ma... non lo so neanch'io. Ho come la sensazione che ci sia qualcosa che non va. Ci è capitato varie volte di incontrarlo o di essere contattati o avvicinati da lui. Oggi invece non ci sono stati segni della sua presenza.”

 

“Posso darti ragione su questo ma non vedo cosa ci sia di sbagliato. Come ho detto, potrebbe aver deciso di passare una mattinata tranquilla nell'intimità della sua suite.”

 

Si abbassò quel tanto che bastava per avere le labbra vicine ad un suo orecchio ma non tanto da toccarle la schiena col petto: “Magari sei tu. A volte sei così focalizzata sulla mia missione da non goderti quello che hai intorno. Rilassati, siamo in una località balneare, ci stiamo ufficialmente godendo una vacanza insieme, abbiamo nuotato in acque cristalline vedendo animali e piante mai visti prima, abbiamo festeggiato il tuo compleanno e la fine dell'anno in maniera... memorabile e abbiamo passato un'intera notte uniti carnalmente, cosa potresti desiderare di più?”

 

Alcune delle cose dette fecero affluire del sangue in più alla faccia della kunoichi: “B-beh... sì. Io s-sono felice di essere qui e di aver... fatto tutto quello che a-abbiamo fatto m-ma... ce-cerco anche di non dimenticare il vero motivo della nostra presenza.”

 

“Quello lo tengo a mente anch'io, tesoro, ma questo non vuol dire che debba per forza accadere qualcosa di male. Dopotutto non ci sono più conflitti o schermaglie fra i Paesi Ninja. Siamo in pace adesso.”

 

La femmina emise un sospiro rilassandosi di nuovo: “Hai ragione, siamo in pace adesso. Probabilmente è come dici tu: sono io a non essere abbastanza rilassata, non il mondo a non funzionare come dovrebbe.”

 

La discussione finì lì ma le parole di Hinata continuarono a risuonare nella mente di Naruto, era vero che aveva detto quello che aveva detto per tranquillizzarla ma sapeva anche che una parte della ragione fosse dell'ereditiera. Dopo averla riaccompagnata all'Hotel, dove poche ore prima avevano dovuto spiegare la loro presenza pur non essendo ufficialmente rientrati, avrebbe dovuto dare un'approfondita occhiata al Villaggio per trovare il suo uomo.

 

Restarono in spiaggia un'altra mezz'oretta scarsa, fecero un altro bagno e giocarono una partita di pallavolo. E poi, mentre camminavano per le vie ancora mezze addobbate, ripresero la discussione interrotta prima: “...come pensi di operare adesso? L'ultima volta che abbiamo parlato, Mugetsu-Sama non ci ha dato informazioni su dove e quando potesse essere e oggi non lo abbiamo visto neanche una volta.”

 

“Intanto rientriamo in hotel e vediamo se c'è qualche messaggio per noi. Poi, come ho detto, è possibile che tutte le nostre teorie si riveleranno infondate. Magari ha passato la mattinata a dormire e noi ci siamo arrovellati il cervello per niente.”

 

“È quello che spero, ma se non fosse come dici?”

 

“Allora mi moltiplicherò e attiverò la Modalità Eremitica. Questo insediamento non è poi così grande, sono sicuro di riuscire a localizzarlo.”

 

“Bene allora. Ti auguro di riuscire nel tuo intento se dovessi ricorrere a tali misure.”

 

Lui le cinse la vita con un braccio: “Qualcosa mi dice che ti stai tenendo qualcosa per te.”

 

Lei lo guardò con sguardo serio e profondo: “Te l'ho già detto in altre occasioni, non sei solo in questa missione. Se posso fare qualcosa per aiutarti, lo farò.”

 

Il maschio sorrise: “Grazie, lo tengo sempre a mente e, anche se non lo tenessi, sarebbe impossibile non notarti quando sei intorno.”

 

Le sfuggì una risatina: “Non scherzare su queste cose, Naruto. Io dicevo sul serio.”

 

“E anch'io. Sarebbe impossibile non notare la tua presenza quando uno sente la tua voce o nota i tuoi capelli danzare nell'aria o si sveglia al tuo fianco ogni mattina o ha il piacere e l'onore di vedere la tua figura.”

 

Le guance della donna iniziarono a tingersi di rosso: “N-Naruto-Kun, ti prego, smettila. C-così m-mi fa-fai arrossire...”

 

“E anche questa è una delle tante cose che ho imparato ad apprezzare di te, mia principessa.”

 

- - -

 

Continuarono a scambiarsi complimenti ed effusioni per tutto il tragitto fino ad arrivare alla reception del Dragon Hotel e scoprire che non c'era alcun messaggio per loro. Quello era il primo momento della giornata in cui si sarebbero dovuti separare: lei sarebbe andata in camera o sarebbe uscita per i fatti suoi mentre lui svolgeva la sua missione. Si dettero appuntamento al ristorante dello stabile per pranzo, per quell'ora Naruto era certo di riuscire a trovare il suo uomo momentaneamente scomparso. Si salutarono con un abbraccio e un bacio. Nessuno dei due poteva immaginare, o tanto meno prevedere, cosa sarebbe successo da lì a poche ore.

 

- - -

 

Quasi tre ore dopo, il biondo si presentò all'appuntamento. La sala era abbastanza piena ma non c'era troppo assembramento. Notò la moglie seduta al loro tavolo in attesa e la raggiunse sfoggiando uno dei suoi tipici sorrisi: “Ciao!”

 

“Ah, Naruto-Kun. Ciao.”

 

Si sedette di fronte a lei: “Hai già ordinato?”

 

“Solo pochi minuti fa. In questo momento ci stanno preparando del pollo alla griglia, del pesce e un'insalata leggera. Spero che queste cose siano di tuo gradimento.”

 

Vedendo le sue mani sul tavolo, le prese gentilmente fra le sue: “Ogni cosa che scegli è sempre di mio gradimento. Almeno la maggior parte delle volte. Se dovessi fare una percentuale direi che... il 99,5% delle tue scelte mi va a genio.”

 

Lei ridacchiò un pochino ma tornò seria quasi subito: “Cosa mi dici del tuo lavoro?”

 

Sentendo la domanda e il tono usato, anche Naruto si rabbuiò leggermente: “Posso pensare che ci sia qualcosa di strano. Ho iniziato ad ispezionare il Villaggio usando anche dei miei cloni e il nostro amico non è da nessuna parte. Sono riuscito a localizzarlo solo quando ho usato la Modalità Eremitica. In un certo senso, avevo ragione.”

 

“Che vuoi dire?”

 

“Si trova nella sua camera. Ci sono anche i suoi guardiani ma ho notato anche delle presenze estranee. Due individui che non avevo mai notato.”

 

“Ma-magari stavano discutendo qualche affare nella suite di Mugetsu.”

 

“È quello che ho pensato all'inizio...”

 

Si interruppe quando i camerieri li raggiunsero per posare sul tavolo i loro piatti ancora fumanti e non continuò finché non si allontanarono di nuovo dopo aver augurato ai due un buon pranzo: “...anch'io ho pensato che stessero interloquendo su qualcosa ma poi ho riconosciuto uno dei due tizi extra. Era uno dei delegati del Vento che avevo visto qualche giorno fa e potrei scommetterci il coprifronte che sia l'uomo di cui Mugetsu ci ha parlato ieri sera.”

 

“Ed... è stato solo questo fatto a farti cambiare idea?”

 

“Non solo, dando un'occhiata più approfondita non sembrava che stessero parlando. Sembravano invece in attesa, due o tre persone erano accomodate su un divano mentre tutti gli altri erano in piedi. Ma non ho notato gesticolamenti con le mani o cose del genere.”

 

“Quindi... cosa intendi fare a proposito?”

 

Lui abbassò lo sguardo sul piatto sorridendo nuovamente: “Per ora ho intenzione di riempirmi la pancia col cibo che la mia dolce mogliettina ha ordinato.”

 

La guardò di nuovo senza alterare la sua nuova espressione gioviale: “Pensi di unirti a me?”

 

Anche se all'inizio si sentì sorpresa da questa improvvisa nuova attitudine, anche Hinata sorrise e giunse le mani insieme mentre il marito la imitava: “Itadakimasu!”

 

“Itadakimasu!”

 

- - -

 

Anche se il tempo è una cosa relativa, scorre inesorabilmente e anche il cibo, pur sembrando infinito, prima o poi finisce. Di conseguenza, i due si saziarono lasciando sulla tavola poco di quello che era stato portato. Il discorso venne ripreso dalla corvina che decise di avanzare una proposta: “E se intervenissi io?”

 

“In che senso?”

 

“Beh, una volta lui ci ha invitati a cena in camera sua, cosa ci sarebbe di strano se pomeriggio decidessi di andarlo a trovare per vedere come sta? Non ci sarebbe niente di male, no?”

 

“Beh, forse ma... perché tu?”

 

“Vi siete già incontrati casualmente più di una volta, tu e lui. E adesso andresti a bussare alla sua porta per sapere come vanno le cose solo perché non hai altro da fare con tua moglie? Potresti sembrare sospetto e sai meglio di me quanto sono puntigliose le sue guardie.”

 

“B-beh, forse ma...”

 

“Non hai avuto tu stesso l'idea di usare un clone femminile per sviare eventuali sospetti?”

 

“Sì, ma come giustificheresti la tua presenza, invece? Mugetsu non potrebbe pensare che sia strano vederti senza di me?”

 

“E perché dovrebbe pensarlo? È vero che sono tua moglie, ma sono comunque una donna adulta e una ninja di alto livello appartenente ad una nobile casata. Sono perfettamente in grado di andare in giro da sola mentre tu sei impegnato da qualche altra parte.”

 

Lui la fissò serio per diversi secondi prima di replicare: “Ne sei davvero sicura?”

 

“Ho dato la mia disponibilità ad aiutarti se avessi potuto e questa è un'occasione per farlo.”

 

“E io nel frattempo cosa si suppone che faccia? Un giro in spiaggia?”

 

“Magari potresti farlo per davvero. Io ho avuto più occasioni di vedere il Villaggio e i suoi angoli nascosti, magari potresti prenderti il pomeriggio e fare un'escursione cittadina anche tu.”

 

“Magari potrei... e se invece dessi un'occhiata ai boschi nei dintorni? Ci siamo stati solo una volta e di sicuro non abbiamo visto tutto quello che c'era da vedere. Potrei andare in avanscoperta per trovare il luogo perfetto per un picnic.”

 

Lei sorrise: “Vedi? Stai già pensando a come ingannare il tempo che passerai separato da me!”

 

“Se devo essere sincero, scambierei volentieri tutto il tempo da ingannare del mondo per una sola ora in tua compagnia.”

 

“Oh... Anata...”

 

Si sporsero in avanti come due immagini specchiate ed unirono le labbra scambiandosi un bacio ignorando deliberatamente i possibili sguardi rivolti verso di loro. Alla fine si alzarono da tavola per dirigersi in camera prendendo l'ascensore su invito del biondo. La proposta colse di sorpresa la sua compagna: “D-davvero? Vuoi davvero farlo?”

 

“Sì, ammetto che all'inizio mi ha colto di sorpresa, ma ormai sono sicuro di poterlo usare senza reagire in modo spropositato.”

 

“E va bene, se sei così sicuro...”

 

Con sorpresa condivisa, l'ascensore raggiunse il loro piano e le porte si aprirono senza che il figlio di Minato facesse movimenti bruschi o dicesse qualcosa di strano. L'ereditiera aprì poi la porta seguita dall'altro. Che, subito dopo aver chiuso l'uscio dietro di sé, avanzò un'interessante proposta: “Hey, non so tu, ma io devo fare la doccia.”

 

“La doccia?”

 

“Sì, quando siamo rientrati dalla spiaggia non sono rientrato in camera e sono uscito subito per localizzare Mugetsu. Credo di avere ancora qualche granello di sabbia nel costume e sono sicuro che se qualcuno mi assaggiasse mi troverebbe salato.”

 

Non è che fosse impresentabile, dopo aver lasciato la moglie quella mattina, aveva trovato una fontanella e si era dato una sciacquata per togliersi di dosso il grosso, ma non era stato un lavoro troppo approfondito e dei residui erano ancora presenti. Era quindi logico che volesse lavarsi a dovere anche se c'era da aggiungere che non intendeva lavarsi da solo: “Tu che mi dici, ti sei già lavata?”

 

“Beh... a dire il vero, sì. Non avevo molto da fare stamattina e mi sono concessa un bagno.”

 

Una strana luce luccicò nei suoi occhi azzurri: “Oh... quindi non ti sei fatta una doccia...”

 

Lo conosceva personalmente da abbastanza tempo e avevano vissuto abbastanza esperienze intime insieme da sapere che, quando il suo sguardo subiva delle alterazioni, il biondo stava pensando di fare qualcosa che la includesse: “N-Naruto-Kun? Che... che intenzioni hai?”

 

Lui fece un passo in avanti ghignando :“Dal momento che dovremo stare separati per un po' e considerando che non hai fatto la doccia... perché non la facciamo insieme?”

 

Istintivamente, la corvina fece un passo indietro per mantenere la distanza: “M-m-ma... oggi... oggi abbiamo già fatto una do-doccia insieme.”

 

I piedi di lui non si fermarono continuando a farlo avanzare con placida lentezza: “Vero, ma quella era per lavarci di dosso il sudore della nostra ultima notte d'amore, questa servirebbe a lavare via la sabbia che ho ancora addosso e che magari è ancora addosso anche a te.”

 

“B-beh... questo n-non significa... AH!”

 

Si interruppe quando il suo corpo urtò contro il tavolo al centro della stanza, in un istante capì di non poter più indietreggiare ma, nello stesso istante, venne raggiunta dal coniuge che piazzò le mani sul bordo del tavolo così da rinchiuderla in un metaforico recinto mentre il suo sguardo di predatore iniziava a pregustare la preda: “Stavi dicendo, principessa?”

 

Avrebbe potuto attivare il Byakugan per intimorirlo o anche per vedere dove colpirlo senza fargli troppo male ma una parte di lei aveva già accettato la proposta del partner e... la prospettiva di fare un'altra doccia prima di doversi separare non sembrava poi così brutta adesso che ci pensava. Ricambiando lo sguardo con la medesima ferocia finta, la figlia di Hiashi completò la frase interrotta: “Questo non significa che non possiamo farne un'altra! Dopotutto siamo ufficialmente in vacanza e nessuno può impedirci di fare quello che vogliamo, giusto?”

 

Si avvinghiarono entrambi mentre combattevano per vedere chi riuscisse a gustare meglio le labbra dell'altro. La gambe si mossero poco dopo le braccia: mentre il maschio avanzava, la femmina cedeva terreno mentre si avvicinavano al bagno e, una volta entrati nella stanza, vennero presi di mira i vestiti. Ogni tanto si sentiva uno strappo ma ai due non interessava al momento, presi com'erano a togliersi di dosso tutto quello che poteva essere d'intralcio alla doccia che stavano per fare. Entrarono in cabina non del tutto nudi: Naruto aveva ancora il costume mentre Hinata indossava ancora il suo intimo e una gonna verde che aveva deciso di indossare. Fu poco dopo l'apertura dell'acqua che i due si concentrarono di nuovo nella rimozione degli indumenti. Il primo a restare senza niente addosso fu il biondo mentre la partner vide cadere il reggiseno ai loro piedi dopo che si erano già uniti.

 

Fu una doccia relativamente lunga, rimasero sotto il getto dell'acqua per una quarantina di minuti. Dopotutto un po' di tempo doveva passare, non era educato andare a disturbare le persone subito dopo pranzo e quindi i due avevano una consistente quantità di tempo a disposizione da impiegare. E perché non impiegarla in attività igienizzanti ed atletiche? L'acqua venne chiusa e i pannelli coperti di impronte a causa del vapore vennero aperti da una coppia di corpi ancora strettamente intrecciati e non stanchi. Non si presero neanche il disturbo di afferrare il primo pezzo di stoffa a portata di mano per darsi un'asciugata. Così com'erano entranti nel bagno ancora vestiti, nello stesso modo lasciarono la stanza nudi. Non serviva nemmeno aprire gli occhi, tutti e due sapevano dove volevano andare. Continuando ad andare avanti, e nel caso dell'ereditiera indietro, giunsero al letto e vi caddero sopra senza mai separare le labbra o sollevare le palpebre.

 

Passarono altri venti minuti. Fra i movimenti fatti in mezzo alle lenzuola e l'energia termica liberata, si erano entrambi asciugati senza nemmeno accorgersene. E avevano anche portato a termine la loro ennesima sessione amorosa. Adesso si stavano riposando: Hinata distesa sulla schiena con gli arti spalancati e gli occhi chiusi stava respirando lentamente a bocca aperta, Naruto era al suo fianco piegato di lato e con la testa sorretta da una mano. Anche lui stava facendo dei lenti sospiri, ma gli occhi erano aperti e focalizzati sulla splendida creatura che aveva vicino mentre la mano libera le stava accarezzando la guancia con gesti lenti e delicati.

 

Sapeva però che questo momento sarebbe passato: “...Hinata?”

 

“...Mh...?”

 

“...Devo andare, mi dispiace.”

 

“...Mh...”

 

“Hinata, apri gli occhi.”

 

“...Non... non ce la faccio. S-sono troppo... stanca...”

 

“Si che ce la fai, puoi fare tutto se lo vuoi.”

 

“...Io... è... è solo perché... ci s-sei tu al mio... fianco...”

 

“Non è del tutto vero, sei più forte di quanto credi e comunque sono qui, affianco a te.”

 

“...Mh...”

 

La vide contrarre le palpebre, come se esaudire la sua richiesta fosse davvero difficile come aveva affermato ma, poco a poco, l'erede di casa Hyuuga riprese a guardare davanti a sé e la cosa su cui si focalizzarono i suoi occhi perlacei fu l'incoraggiante sorriso del marito. Pur sentendosi veramente stanca, trovò la forza di fare un piccolo sorriso: “...E-ecco, l'ho fatto.”

 

“Proprio come ti avevo detto, lo volevi e lo hai fatto.”

 

“...Cosa volevi dirmi c-che richiedesse di essere... visto?”

 

Lui sospirò improvvisamente rattristato: “Devo andare, mi tocca girare per il Villaggio e i suoi dintorni senza averti al mio fianco.”

 

“...M-mi dispiace...”

 

Vedendole perdere il sorriso, l'uomo avvicinò il viso al suo: “Non rattristarti per me, quando visiterai Mugetsu cerca di divertirti. In questo modo il tempo volerà e ci rivedremo prima.”


“...Eh... perché il tempo vola quando ci si diverte?”

 

Le labbra erano separate solo da un foglio d'aria quando Naruto sorrise di nuovo: “Esatto.”

 

Scambiarono l'ennesimo tenero bacio prima che la donna replicasse mentre lui si allontanava da lei: “...F-farò come chiedi. Troverò il modo... d-di divertirmi... c-così... d-da poterti... ve-vedere... il prima possibile...”

 

Lui fece in tempo a vederla cadere in un sonno meritato prima di dirigersi verso la camera da letto per trovare qualcosa da indossare. Si sarebbe fidato di lei e avrebbe seguito il piano, avrebbe girato per Enotorc senza pensare a nulla e cercando qualche posticino carino per passare altri momenti insieme alla sua metà. E non avrebbe messo dei cloni a guardia della corvina, poteva anche provare una brutta sensazione al pensiero di stare per la prima volta durante questa vacanza lontano da lei per ore, ma non sarebbe diventato paranoico. Sapeva quanto avere il fiato sul collo poteva essere fastidioso, se non imbarazzante, quindi avrebbe semplicemente lasciato Hinata da sola per un po'.

 

Quando ritornò in soggiorno la rivide addormentata, con uno sguardo rilassato e contento e ancora scoperta. Mosso da un istinto puramente romantico, le mise un lenzuolo addosso facendo movimenti minimi per non disturbarla. Quando poi fu certo di aver fatto tutto quello che poteva fare per lei, si decise a lasciare la suite.

 

- - -

 

Passò parecchio tempo. L'ex allievo di Kakashi riuscì a passeggiare per ore e ore senza pensare di tornare indietro per qualche ragione. Comprese di essere rimasto fuori veramente a lungo solo quando, alzando gli occhi al cielo, vide le stelle: -Beh, anche se ho perso la cognizione del tempo, penso di poter dire con una certa sicurezza che non è più nemmeno pomeriggio. Posso tornare da Hinata. Magari finisce che ha deciso di non cenare per aspettare me...-

 

Tornò al Dragon e, quando chiese informazioni in reception, scoprì di avere qualcosa in attesa per lui: un messaggio. Inizialmente lo guardò distrattamente ma, dopo aver letto le prime due frasi, il suo interesse venne stimolato. Trattenendo a fatica la furia che stava iniziando a percepire, chiese all'impiegata da quanto tempo il messaggio fosse stato lasciato. Gli occhi gli si spalancarono quando seppe che era lì da almeno tre ore. Ignorò la preoccupazione della donna nel vederlo alterarsi mentre marciava verso l'ascensore per raggiungere l'appartamento occupato dal diplomatico del Fuoco.

 

Il messaggio era un formale invito a raggiungere la suite del connazionale con la clausola di presentarsi alla porta e di non fare mosse false se voleva evitare che qualcosa di male accadesse alla moglie. Mentre la scatola metallica lo portava su, Kurama fece sentire la sua voce: -Cosa pensi di fare adesso?-

 

-Secondo te? Vado all'appartamento di Mugetsu e busso alla porta!-

 

-Non credi che sia una trappola?-

 

-Ne sono certo, ma non voglio mettere a rischio la vita di Hinata. Non so nemmeno come sta e se il messaggio non lo ha scritto un burlone di cattivo gusto, potrebbe essere in pericolo.-

 

-E non ha pensato che in pericolo ci potresti finire anche tu se segui il gioco del cattivo di turno? Prova a riflettere!-

 

-Smettila, Kurama! Non sono dell'umore giusto al momento!-

 

-Hey, aspetta! NON...-

 

Il ninja interruppe il collegamento tornando a guardare il mondo intorno a sé e il secondo successivo le porte dell'ascensore si aprirono. Raggiunse la porta designata a grandi passi e, facendo un profondo respiro per cercare di calmarsi un po', bussò.

 

Rispose una voce sconosciuta: “Chi è?”

 

“Sono Naruto Uzumaki, ho ricevuto il messaggio.”

 

“Ah, bene. Vieni pure avanti, la porta è aperta. E ricorda, niente movimenti bruschi, se ne farai solo uno... qualcuno potrebbe farsi male.”

 

Il biondo si morse il labbro mentre appoggiava la mano sudata sulla maniglia della porta: “Ho capito, adesso sto entrando e non ho armi con me.”

 

La porta si aprì senza fare troppa fatica e l'Eroe di Konoha si ritrovò dentro l'appartamento e due figure entrarono immediatamente nel suo campo visivo: da un lato c'era Mugetsu. Era in piedi e teneva lo sguardo basso in modo mortificante anche se non sembrava ferito o che avesse subito altri maltrattamenti. Invece, comodamente accomodato su un divano, si trovava uno dei tizi che aveva localizzato quella mattina: un alto funzionario del Paese del Vento a giudicare dai suoi abiti e dalle mostrine in bella mostra. Aveva una carnagione simile a quella di Gaara ma, a differenza di quest'ultimo, lo stava fissando con un ghigno derisorio. Senza ombra di dubbio era stato lui ad invitarlo ad entrare. E fu proprio lui a tirarsi su quando venne visto: “E così alla fine ci incontriamo, forse tu non conosci me ma io conosce bene te. Sei diventato un personaggio popolare nel Mondo Ninja, Naruto Uzumaki.”

 

“Dove si trova mia moglie?!? Cosa le hai fatto?!?”

 

Il funzionario ondeggiò una mano noncurante: “Oh, non preoccuparti per lei, al momento sta bene. Piuttosto, mi sembri nervoso, dovresti fare un sonnellino.”

 

Il figlio di Minato lo vide fare un cenno con la mano, come se comunicasse con qualcuno dietro di lui, ma fece in tempo solo a voltarsi prima di vedere un martello giallognolo schiantarsi contro la sua faccia. Dopo si fece tutto nero.

 

- - -

 

“Nngh... accidenti che botta!”

 

“Non parlare, resta in silenzio.”

 

“C-cosa?!? CHI VA LÀ ?!? FATTI VEDERE! Pe-perché non vedo niente?!?”

 

“Perché sei stato bendato con un pezzo di stoffa scura e al momento non puoi usare neanche il 10% della tua forza. Ti prego di restare calmo o sarò costretto a rispedirti nel mondo dei sogni, abbi comunque fede, presto ti sarà tutto chiaro.”

 

Non gli sembrava di riconoscere la voce ma sembrava sinceramente dispiaciuta. Aggrappandosi a questa consapevolezza, il biondo tentò di portare avanti la conversazione pur abbassando il volume della voce: “Posso almeno sapere chi sei?”

 

“...sono una delle guardie di Mugetsu-Sama.”

 

“C-cosa?!? Hanno... hanno catturato anche te?”

 

L'omone, ovunque fosse, parve tremare: “N-no. A dire il vero... ho contribuito a far catturare te... tua moglie e... anche il m-mio signore.”

 

“COSA?!? HAI AIUTATO A RAPIRE MIA MOGLIE?!? TOGLIMI SUBITO QUESTA BENDA SE NON VUOI CHE TI SPEZZI OGNI OSSO DEL CORPO!!!”

 

“Hai la memoria corta. Puoi provarci se vuoi... non otterrai niente comunque. Coraggio, prova a rompere le corde che hai ai polsi e a liberarti gli occhi.”

 

“Rimpiangerai di avermi incoraggiato!”

 

Si rese conto di essere legato in effetti e anche steso a pancia in giù ma ci sarebbe voluto ben altro per tenerlo a bada. Certo di non avere niente di rotto, fece forza con le braccia per liberarsi ma non ottenne niente. Non sembrava che avesse delle manette o delle catene, erano delle semplici corde. E allora perché non riusciva a spezzarle? E adesso che ci faceva caso... si sentiva pesante, innaturalmente troppo pesante. Che accidenti gli era successo?

 

Dopo essersi stancato facendo altri sforzi privi di risultato, si rivolse di nuovo a quello che, per il momento, considerava il suo aguzzino: “Che accidenti mi è successo? Perché non riesco a liberarmi e come mai mi sento così pesante?!?”

 

“...Purtroppo non mi è concesso rivelare questi dettagli.”

 

“VUOI PIANTARLA DI GIOCARE?!? MIA MOGLIE È IN PERICOLO, IO NON RIESCO NEMMENO A MUOVERMI, NON HO IDEA DI CHE FINE ABBIA FATTO MUGETSU E TU... NON CAPISCO A CHE GIOCO STAI GIOCANDO!”

 

“IO NON STO GIOCANDO A NIENTE!!!”

 

L'urlo gli parve così vicino che il ninja ricadde all'indietro finendo seduto e ammutolito. L'altro sembrava ansimare: “Credimi, io e te... siamo sulla stessa barca. E... se vogliamo uscirne... vivi... e col resto... dell'equipaggio dovremo... elaborare una... strategia funzionale. M-ma... non... adesso, n-non ancora.”

 

“...”

 

“...”

 

“...Quindi... mi tocca aspettare?”

 

“Sì.”

 

“Legato e fasciato?”

 

“Sì.”

 

“...Posso almeno sapere il tuo nome?”

 

“È un segreto confidenziale, se non fai parte del mio gruppo non puoi saperlo!”

 

“Ah! Scusa, scusa... volevo solo fare un po' di conversazione mentre aspettavamo.”

 

“Non sarà necessario conversare, è il momento.”

 

“Eh? C-cosa?!?”

 

Si sentì afferrare e sollevare dalla maglia per poi essere caricato su quello che ipotizzò essere il braccio dell'omone. Poi ebbe la sensazione di stare salendo, o meglio di essere trasportato, su una scala e poi... una folata di vento gli scompigliò i capelli. Erano all'aria aperta.

 

“Portalo pure qui.”

 

Riconobbe la voce del tipo che lo aveva fatto stendere ma attese per capire quale fosse la situazione, lo aveva detto anche l'uomo che lo stava tenendo sollevato. Ci furono altri movimenti e poi si sentì poggiare a terra, istintivamente puntò i piedi ma la stessa fastidiosa voce risuonò nelle sue orecchie: “È meglio che ti inginocchi, potresti finire con le gambe spezzate e ti voglio sano ancora per un po'.”

 

Il ragazzo decise di rispondere a tono: “Tu cosa ne sai? Dici di conoscermi ma sembri conoscermi così bene.”

 

Sentì un sospiro rassegnato: “...Fallo inginocchiare.”

 

Due precisi calci dietro le ginocchia lo fecero cadere a terra nel modo desiderato dal nobile del Vento: “...Adesso puoi anche togliergli la benda, facciamogli godere il panorama.”

 

Senza preavviso, il pezzo di tessuto gli venne strappato via dagli occhi e la luce del sole lo accecò momentaneamente. Si sarebbe stropicciato gli occhi ma non gli era possibile al momento e così fu costretto ad aprirli poco a poco iniziando a guardare verso il basso. Fu solo quando fu certo di essersi abituato alla luce che alzò lo sguardo, si trovava su una barca. Non si trattava di una barchetta come quella che lui e Hinata avevano prenotato durante le loro escursioni acquatiche ma una vera nave molte volte più grande. Sembrava una delle imbarcazioni che gli era capitato di adocchiare al porto da cui erano partiti. Tuttavia l'ambiente lo interessò poco, gli importava di più trovare l'uomo a cui apparteneva la voce che aveva sentito. E lo trovò quasi subito: davanti a lui c'era uno scalino e poi, comodamente seduto su una sedia a sdraio con una bibita in mano, lo stesso tipo che aveva visto quando era entrato nella suite di Mugetsu. Intorno a lui, lungo i confini della barca, c'era una ringhiera a cui erano attaccati degli strani oggetti a ciambella colorati e, ai due lati dello scalino a mo' di decorazione, due vasi con delle piccole palme. Il tipo sorseggiò un po' di bibita prima di appoggiarla al tavolino e alzarsi per avvicinarsi a lui. Il ghigno sembrava stampato permanentemente sulla sua brutta faccia: “Allora, hai dormito bene, Naruto Uzumaki?”

 

Il ninja lo squadrò con uno sguardo di fuoco: “Dov'è mia moglie?”

 

“Rispondi prima di chiedere, ragazzo.”

 

Come se non lo avesse sentito, il prigioniero rifece la domanda con un tono ancora più incollerito: “Dov'è-mia-moglie-?”

 

“Eccola!”

 

Un calcio contro la guancia sinistra lo fece distendere a terra mentre il corpo rifiutava di reagire come avrebbe dovuto: “E adesso ritirati su, se ci riesci.”

 

Gli così molta fatica, ma il biondo si rimise in ginocchio senza perdere mai di vista la sua preda e senza alterare il suo sguardo: “Ricominciamo, io chiedo e tu rispondi. Almeno finché non deciderò di cambiare il gioco, d'accordo?”

 

“...”

 

“D'accordo?”

 

Sopprimendo un istinto violento che non sapeva nemmeno di possedere, Naruto decise di collaborare: “D'accordo.”

 

“Bene, dunque... hai dormito bene?”

 

“...mi è capitato di dormire meglio e in posti migliori.”

 

“Ah... beh, che ci puoi fare. Non si può avere sempre tutto dalla vita. Adesso dimmi, ti piace la mia barca? È di tuo gradimento?”

 

“Ignorando certi elementi, il ponte non è male, purtroppo non posso dire nulla del resto perché sono stato bendato fino a poco fa.”

 

“Oh, chiedo venia. Si è trattata di una misura cautelare, non volevo rovinarti qualche possibile sorpresa. Del resto questa sarà l'ultima nave su cui metterai piede, perciò...”

 

“L'ultima... nave su cui metterò piede?”

 

“Ah-ah-ah! Tocca ancora a me fare le domande. Dimmi, perché tu e la tua... deliziosa moglie vi trovate in questo Villaggio e proprio in questo periodo dell'anno?”

 

“...Siamo in vacanza. O almeno lo eravamo.”

 

Si piegò in modo da abbassare la faccia all'altezza della faccia del ninja: “E questa è la verità?”

 

“Sì, è proprio così.”

 

“Non mentire, ricorda che qualcuno potrebbe farsi male.”

 

“Non sto mentendo, io e mia moglie siamo qui in vacanza. Abbiamo fatto questo viaggio per festeggiare la fine dell'anno.”

 

“Questa è la ragione ufficiale, adesso dimmi perché sei qui veramente.”

 

Le parole pronunciate e il tono usato per alcune di esse misero i sensi del ninja di Konoha in allerta: “...T-tu che ne sai dei motivi ufficiali?”

 

L'altro si rizzò mettendo le mani sui fianchi: “Ancora? Sono io che faccio le domande, tu devi solo rispondere. E niente di più. Allora, perché tu e tua moglie siete qui?”

 

La consapevolezza che l'interlocutore sapesse qualcosa che lui non sospettava nemmeno lasciò Naruto senza parole. Le labbra si mossero, ma non uscì nulla: “...”

 

La cosa parve divertire chi si trovava di fronte: “Scommetto che ti stai chiedendo come faccia a sapere quello che so, non è vero? Diciamo solo che... ho un sistema perfetto e invisibile per sapere quello che mi interessa. Ma facciamo così...”

 

Si voltò verso la ringhiera ammirando il mare, il sole e il cielo limpido mentre riprendeva la bibita di prima: “Attualmente siamo diretti ad un certo posto, aggiorniamo la nostra conversazione a quando arriveremo. Ti prometto che, a quel punto, potrai vedere tua moglie e pormi tutte le domande che vuoi. Sono abbastanza generoso da garantire qualcosa ad una persona condannata a morte. Hey, puoi portarlo dal tuo capo, ora.”

 

-Una persona condannata a morte?!? Ma che diavolo sta succedendo qui?!?-

 

Mentre veniva nuovamente caricato sul braccio dalla guardia, gli occhi spalancati di Naruto fissavano tutto quello che c'era intorno a lui senza in realtà vedere niente. C'erano ancora troppi enigmi che gli affollavano la mente e quello riguardante la sorte della compagna occupava il primo posto nella classifica. Non si accorse di essere stato riposto al suolo finché una voce a lui familiare non bussò ai suoi timpani: “Hey, Naruto... sei ancora con noi?”

 

Il biondo sbatté le palpebre più volte, come se fosse stato appena liberato da un Genjutsu. Lì, seduto su una piccola sedia a pochi metri dal lui, si trovava il cortigiano che avrebbe dovuto proteggere: “Mu-Mugetsu?”

 

“Già, siamo entrambi insieme ora. E abbiamo il tempo di scambiare quattro chiacchiere, sono certo che tu abbia anche delle domande da fare.”
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Note d'Autore: salve a chi leggerà questa nota. Ci ho messo parecchio a fare questo capitolo... molto più di quanto ce ne sarebbe voluto ma tra vita fuori dal mondo elettronico, fastidi, disturbi, mancanza di ispirazione e impegni vari le cose si sono fatte complicate. In ogni caso... dopo un risveglio che chiunque apprezzerebbe XD abbiamo un avvenimento "brutto". Non poteva mica essere tutto rose e fiori! Anche quando si parla dell'alcool c'è sempre la percentuale di impurezza. Se avete qualche domanda da fare, non dovete fare altro che pubblicarla con un commento, risponderò quanto prima. E... il periodo di attesa fra questo upload e il prossimo sarà minore. Spero. Ciao a tutti!!!

 

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Capitolo 10
*** Aggiornamento ***


Salute a tutte le persone che vedranno questo mio messaggio. Sia quelle che hanno seguito questa storia fin dall'inizio che quelle che stanno vedendo giusto questo aggiornamento.

Dando un'occhiata ai miei lavori incompleti, ho notato che è passato giusto un anno (ora più ora meno) dal mio primo upload. Esattamente il 21/12/2020. Il mio ultimo aggiornamento risale al Marzo di quest'anno. Dopo il nono capitolo non ho fatto più nulla... per tutta una infinita ed ingolfata serie di motivi di diverse nature, non voglio ammorbare nessuno con la cronaca riassunta della mia vita da Marzo fino ad ora. Il punto di questo... difficile chiamarlo caricamento, sarebbe più che altro un appello. Ecco, il motivo di questo appello è di sapere un pò cosa passa per la testa dell'eventuale pubblico.

Dite che dovrei riprendere a scrivere questa storia così da finire quello che ho cominciato offrendo anche una buona lettura ad eventuali lettori (nuovi o affezionati) oppure dovrei lasciare questo progetto in Hiatus permanente?

Fatemi sapere con eventuali commenti, tanti saluti...

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