Two worlds collide

di Audrey Wilde
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Capitolo I
 
 

"Esseri prodigiosi, inverosimili, figlie della terra sacra, dell’aria impalpabile e della calda luce"
-Guy De Maupassant
 
 
 
 
Upper East Side, New York, Stati Uniti d’America, 2018
 
 
 
<< Bentornata a casa, signorina Ran. >>
 
La governante l’accolse con un sorriso smagliante, che la giovane ricambiò appena, il solo mettere piede in quel luogo aveva portato a galla brutti ricordi, ferite mai veramente rimarginate, cicatrici con le quali conviveva da tutta una vita.
 
Lasciò vagare lo sguardo sul mobilio ricercato e costosissimo, sulle pareti dipinte di bianco immacolato, notando che, dalla sua ultima visita, sua madre aveva di nuovo modificato l’arredamento di quella casa che, di accogliente, non aveva proprio nulla, almeno per lei. Si soffermò poi sulle foto di famiglia appese alle pareti dell’ampio ingresso, sui sorrisi dei soggetti, pensando, con sarcasmo, che quell’immagine di famiglia perfetta era ben lungi dall’essere reale, un’illusione che i suoi genitori si impegnavano tanto ad ostentare.
 
<< I miei genitori? >> chiese alla donna paffutella e dalla pelle color caffelatte, che la guardava con un sorriso dolce, quasi materno.
 
<< Suo padre è a Tokyo, mentre sua madre è volata a Parigi proprio questa mattina, a quanto pare sono sorti alcuni problemi nell’apertura del nuovo negozio. >>
 
La risposta della donna non l’aveva affatto sorpresa, si era abituata da molto tempo alla totale assenza di quei due individui dalla sua vita. Sospirò, sollevata e felice che fossero entrambi fuori città, il solo vederli portava a galla cattivi ricordi che, al college, aveva cercato di lasciarsi alle spalle. Ci sono quasi pensò la giovane, mentre un cameriere portava dentro casa il piccolo trolley da viaggio contenente l’indispensabile per la sua ultima sera in quella casa.
 
L’indomani avrebbe preso possesso del suo nuovissimo appartamento a Manhattan, poco lontano dal Bellevue Hospital, dove la settimana successiva l’aspettava il suo tirocinio post-laurea. Era stata la più giovane del suo corso a laurearsi, ad Harvard. Era stata definita dai suoi docenti un vero e proprio genio e a soli 23 anni stava per intraprendere la parte finale dei suoi studi in uno degli ospedali migliori della sua città natale. Finalmente aveva ottenuto il suo lasciapassare verso una nuova vita e, forse, verso una nuova sé stessa.
 
<< Signorina Ran, i pacchi da Boston sono arrivati al suo nuovo appartamento, sono stati appena scaricati. >> la voce dell’anziano chauffeur di famiglia distolse la giovane dai suoi pensieri.
 
<< Grazie Richard, per favore dì alla ditta di traslochi di venire qui domani mattina alle nove. >>
 
L’uomo annuì con un cenno del capo, per poi congedarsi. 
 
Nonostante l’dea di trasferirsi quel giorno stesso nel suo nuovo appartamento fosse molto allettante, aveva bisogno di ultimare il trasloco impacchettando ciò che aveva lasciato in quella casa prima della partenza per il college. Avrebbe portato via tutti i suoi averi da quel luogo tanto odiato, così da non tornarci mai più.
 
<< Signorina Ran, vorrei farle i complimenti a nome di tutti i dipendenti della casa per la sua laurea, siamo tutti molto orgogliosi di lei. >> disse Janette, sorridendole materna, scaldando il cuore della giovane.
 
<< Ti ringrazio Janette. >> disse Ran, quasi commossa.
 
Per la prima volta da quando aveva messo piede in quella casa, Ran sorrise di cuore. Quella donna era l’unico legame del quale avrebbe avuto nostalgia nella sua nuova vita, era stata come una madre per lei. D’altronde, la sua genitrice era troppo impegnata a sfilare sulle passerelle di tutto il mondo prima, e a dirigere la sua casa di moda poi, per occuparsi della sua bambina.
 
<< Vuole che le prepari qualcosa da mangiare? Un bagno caldo, magari? Il viaggio deve essere stato stancante. >>
 
Ran scosse il capo in segno di diniego << Ti ringrazio, ma voglio iniziare subito ad impacchettare ciò che resta, non è molto ma ci vorrà del tempo. >>
 
<< Come vuole signorina, ho già fatto preparare degli scatoloni vuoti, sono nella sua stanza. >> la informò la donna, per poi congedarsi con un sorriso.
 
Salì l’ampia scalinata in marmo bianco che conduceva al secondo piano. La sua camera si trovava nell’ala sinistra della casa, opposta alla camera da letto dei suoi genitori.
 
Aprì l’elegante porta in legno di ciliegio, stupendosi del fatto che ogni cosa era rimasta esattamente dove l’aveva lasciata. Non lo avrebbe mai ammesso, ma in quel momento provò un pizzico di gratitudine nei confronti dei suoi genitori. Il primo pensiero che le era venuto in mente, ai tempi della sua partenza per il college, fu che sua madre avrebbe trasformato la sua stanza in una palestra per le sue lezioni di yoga.
 
Aprì le tende bianche della grande finestra che dominava la stanza, Central Park in tutto il suo splendore le stava dando il suo personale bentornato. Si lasciò poi cadere sull’enorme letto posto a sinistra della finestra e una fragranza le solleticò immediatamente le narici.
 
<< Mmh...lavanda....il mio preferito. >> disse in un sospiro soddisfatto.
 
Ringraziò mentalmente Janette e il suo modo di viziarla anche nei dettagli più insignificanti. In quel momento si rese conto di essere veramente stanca, mentre i suoni della città diventavano sempre più ovattati e la testa sempre più pesante. Posso concedermi un sonnellino, pensò, mentre lentamente cedeva al sonno, cullata dalle braccia di Morfeo.
 
 
 
 ***

 
Si svegliò frastornata, quando ormai la luce del giorno aveva lasciato spazio ad un cielo che sfoggiava le varie sfumature dell’arancione. L’orologio sulla parete segnava le 18:15, aveva dormito per ben cinque ore! Dovevo essere davvero stanca per dormire così a lungo, pensò la giovane, notando di aver ancora il chiodo di pelle che aveva indossato quella mattina.
 
Il suo sguardo cadde poi sugli scatoloni ancora vuoti posti vicino alla porta, aveva perso decisamente troppo tempo, doveva mettersi all’opera. Si alzò con rinnovato vigore dal suo comodo letto per spostarsi nel bagno attiguo alla stanza. Anche qui non era cambiato nulla, notò con piacere. Si sciacquò il viso nel lavandino di ceramica bianca per darsi una rinfrescata e notò, con piacere, di aver un aspetto più riposato, osservando il suo riflesso nel grande specchio quadrato posto sopra al lavandino. Si soffermò un po’ di più su ciò che lo specchio le mostrava: una giovane donna dagli occhi azzurro ghiaccio, ereditati dalla madre e i capelli corvini, ereditati dal padre. Si soffermò sui tratti del suo viso, sulla pelle diafana priva di imperfezioni e, nella sua mente risuonò la voce austera della sua “amata” obaa-sama, sempre pronta a ricordarle con malcelato disprezzo, ogni qualvolta andava a farle visita nella Terra del Sol Levante, che era identica a sua madre, così poco giapponese! Una frase che aveva accompagnato la sua infanzia fin da che ne aveva memoria, ripetuta come un mantra da quella donna che non l’aveva mai accettata nella sua famiglia.
 
Non era un mistero, infatti, che la matriarca della famiglia Higurashi non aveva mai approvato il matrimonio del suo amato primogenito Daisuke, a capo della compagnia di famiglia, con la bella e avvenente modella statunitense Rachel Sullivan, ed ancor meno aveva digerito il trasferimento del suo pupillo negli Stati Uniti. Ma la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, era stata proprio la sua nascita. Guardandosi allo specchio, infatti, Ran non poteva che concordare con la nonna paterna: era veramente identica a sua madre, la donna che l’anziana matrona odiava tanto. Nonostante i suoi occhi avevano una forma più affilata, quasi felina, e i capelli corvini, Ran e sua madre erano due gocce d’acqua.
 
Un leggero bussare alla porta la riscosse dai suoi pensieri. Uscì dal bagno e, una volta aperta la porta della sua stanza, trovò Janette sulla soglia, un sorriso le illuminava il volto, mentre tra le mani stringeva un vassoio di argento finemente lavorato con sopra una tazza fumante, che emanava un dolce profumo di caffè.
 
<< Signorina Ran, le ho preparato un caffè. >>
 
<< Grazie mille Janette! Ne avevo davvero bisogno. >>
 
<< Vedo che non ha ancora iniziato… >> disse Janette, osservando gli scatoloni ancora vuoti, esattamente dove li aveva lasciati.
 
<< Colpa di un pisolino durato decisamente troppo. Ma adesso mi metto subito all’opera! >>
 
<< Ha fatto bene a riposare, non mi piacciono le occhiaie intorno ai suoi bellissimi occhi! >> la rimproverò, le mani appoggiate sui fianchi, ed il disappunto dipinto sul suo volto color caffellatte. << Ora vado, ma se vuole aiuto mi chiami subito. >> le disse infine, recuperando la tazza ormai vuota dalle esili mani della giovane.
 
<< Certo Janette, a dopo. >> Ran le dedicò un sorriso sincero, mentre la donna si chiudeva la porta della camera alle sue spalle.
 
Si spogliò del suo chiodo in pelle, lanciandolo con malagrazia sul letto e, con indosso un semplice crop top senza maniche, si mise a lavoro. Prese uno degli scatoloni e iniziò a riempirlo con tutto ciò che si trovava nei cassetti della scrivania e sulle varie mensole poste al di sopra di essa. Dopo aver riempito due scatoloni, ne prese un terzo che ben presto fu riempito da libri di vario genere. Fece lo stesso con un quarto ed un quinto scatolone, ma proprio mentre si accingeva a riempirne un sesto, le capitò tra le mani un libricino. Un manga, si corresse subito.
 
<< Naruto. >> lesse ad alta voce.


 


Author's corner

Salve a voi, cari lettori!

Vi ringrazio se siete arrivati fino a qui e spero di aver stuzzicato la vostra curiosità. Questa è la prima storia che pubblico, anche se nel mio computer ne ho un bel pò, forse un giorno mi deciderò a pubblicarle, chissà!

Come avrete letto nell'introduzione, si tratta di una KakashiXOc, nata durante questi mesi di quarantena. Tra una lezione online e l'altra, due mesi fa ho iniziato un rewatch di Naruto Shippuden e la mia testolina ha partorito questa piccola pazzia.

Riguardo il capitolo, la nostra protagonista è a New York, come arriverà dal nostro amato copia-ninja? Bhe io non vi dirò nulla, altrimenti che divertimento c'è!?😋 Lo scoprirete presto, promesso!

Alcune note:

-L'epigrafe è un'ode alle orchidee, poiché Ran (蘭) in giapponese significa "orchidea". Curiosità: questo kanji si utilizza anche in riferimento ai Paesi Bassi.
-Il Bellevue Hospital è uno degli ospedali più antichi degli Stati Uniti e si trova a New York, precisamente a  Manhattan.
-Obaa significa "nonna" in giapponese, "sama" è un suffisso della forma onorifica.

Aggiornerò ogni lunedì, salvo imprevisti che comunicherò sulla mia pagina personale Wattpad poiché ho pubblicato la storia anche su quella piattaforma. Appena capirò come fare vi posterò il link, quindi stay tuned! 

Ogni critica, suggerimento o correzione di refusi è ben accetta, anzi mi fa piacere riceverle ed avere a che fare con lettori attivi, così da poter migliorare il mio stile. Tuttavia, prenderò in considerazione solo chi utilizzerà toni pacati ed educati, la maleducazione non la sopporto, quindi per quanto possiate aver ragione non prenderò in considerazione nemmeno una parola, se posta nel modo sbagliato.

I personaggi di "Naruto" non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto, Ran e gli altri personaggi da me inventati sono di mia proprietà, qualsiasi plagio non sarà perdonato.
 

Detto questo, vi saluto pasticcini, a lunedì prossimo! 💖

Audrey🌹


 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Capitolo II

 




 

"Rien n'est plus imminent que l'impossible."

-Victor Hugo




 

Upper East Side, New York, Stati Uniti d'America, 2018
 

<< Naruto. >>

Si trattava di un libricino dalla copertina bianca, sul fronte vi era l'immagine di un ragazzo dai capelli neri e dalle fattezze quasi mostruose. In alto a destra, il numero ventisette, scritto in kanji, era racchiuso in una pergamena, e risaltava particolarmente sullo sfondo candido.

Alla sola vista di quel manga, una miriade di ricordi, velati da una profonda tristezza, fluirono nella mente di Ran come un fiume in piena. Ricordava con chiarezza il giorno in cui aveva scoperto quell'opera ed anche il perché l'aveva messa da parte, nascosta dietro ad altri libri, nonostante il suo enorme valore affettivo. Ingenuamente, pensava che nascondendo dalla sua vista quei fumetti, sarebbe riuscita ad anestetizzare, almeno in parte, il dolore sordo che provava nel suo petto ad ogni respiro, ad ogni passo. Calde lacrime le si formarono agli angoli degli occhi, intrappolate dalle lunghissime ciglia nere, mentre la sua mente si rituffava, masochista, in quei ricordi dal sapore dolce e amaro allo stesso tempo.

Aveva circa dieci anni all'epoca e, come ogni estate, si trovava nella residenza della famiglia paterna a Tōkyō per passare lì le vacanze estive. Sua nonna, infatti, pretendeva che, ogni anno, trascorresse quel periodo in Giappone e, soprattutto, che vivesse sotto la sua supervisione, lontana dai suoi genitori. Una situazione che, tra l'altro, rappresentava una quotidianità per Ran, abituata sin dalla più tenera età all'assenza dei genitori. L'anziana signora Higurashi voleva insegnare a sua nipote, nonostante fosse figlia di quella donna tanto odiata, la lingua, la cultura e la storia del suo popolo. Ran, per quanto indegna di portare il nome della sua rispettabile famiglia, doveva essere educata come si confaceva ad un Higurashi e, soprattutto, non doveva diventare motivo di imbarazzo per la famiglia. Per questo motivo, seppur a malincuore, la accoglieva ogni estate per istruirla e prepararla al ruolo che le spettava.

Tuttavia, le lezioni con i suoi precettori e quelle con sua nonna avvenivano in una cornice di risentimento e avversione da parte dei suoi parenti, che la trattavano con estrema freddezza in un continuo tentativo di farla sentire diversa, sola, per il semplice fatto di essere una "mezzosangue". La piccola Ran, dal canto suo, sperava che, impegnandosi e dimostrandosi degna di essere un membro della famiglia, l'avrebbero accettata, che così facendo, avrebbe ottenuto il loro rispetto. Ma non fu mai così, anzi, dimostrandosi arguta ed estremamente intelligente nonostante la giovane età, Ran attirò ancor di più l'odio ed il risentimento dei suoi familiari.

L'unica persona che l'amava incondizionatamente era il suo caro nonno, il padre di suo padre. Lui era la sua forza, il suo sostegno, la persona che più amava al mondo. Il suo caro ojii-sama era sempre pronto ad elogiarla, a consolarla e ad asciugare le sue lacrime. Era stato proprio lui a regalarle il primo volume di "Naruto".

Era una bellissima giornata estiva e Ran, finalmente libera per qualche ora dalle sue lezioni, si era rifugiata nella parte che preferiva di quella grande casa. Sul retro di villa Higurashi, nel giardino in stile giapponese, vi era un bellissimo stagno artificiale e, sulla sua superficie, galleggiavano degli stupendi fiori di loto. Suo nonno l'aveva fatto costruire apposta per lei, cosicché la visione di quei fiori potesse ispirare la sua vita. Il fiore di loto, infatti, nella cultura giapponese è associato a Buddha e, in particolare, alla pratica dell'illuminazione. Nonostante cresca in acque spesso putride e paludose, non ne viene intaccato, la sua bellezza persiste. Circondato impurità del mondo, il fiore di loto si erge in tutto il suo splendore, bello e forte, così come Buddha che, abbandonati i vizi del mondo terreno, aveva raggiunto l'illuminazione.

Ran amava sedere vicino al laghetto, osservare come i fiori placidamente si spostavano sulla superficie acquatica, mossi dal vento. Immaginando la sua vita futura, Ran sognava, un giorno, di essere proprio come uno di quei fiori, forte e bellissima.

Quel giorno era particolarmente triste, sua nonna l'aveva messa in ridicolo davanti a tutta la famiglia, e solo la voce tuonante di suo nonno, sempre così dolce e pacata quando parlava con lei, aveva obbligato la donna a porre fine a quella ingiusta tortura.

L'anziano uomo raggiunse la sua nipotina, tenendosi al suo fidato bastone da passeggio con la mano destra, mentre l'altra era nascosta dietro la schiena. Alla vista dell'amato nonno, Ran sorrise, cercando di mascherare la sua tristezza. L'uomo si sentiva sempre in colpa per il trattamento che le riservavano. Ma lei non voleva che lui si caricasse anche di quel fardello, d'altronde non era affatto colpa sua. Lui non aveva mai accettato il comportamento di sua moglie e dei suoi consanguinei, ma era stanco e malato, sua moglie ormai gestiva con pugno di ferro la famiglia e lui era troppo stanco per opporsi. Inoltre, egoisticamente, era felice che la sua amata Ran trascorresse almeno le vacanze estive con lui. Quando lei era lontana, negli Stati Uniti, gli mancava terribilmente.

<< Ho una sorpresa per te, mio piccolo suiren. >> disse l'uomo, attirando l'attenzione della nipotina.

<< Un regalo? >> chiese lei in fermento, con gli occhi che le brillavano.

La tristezza di poco prima sembrava sparita e l'uomo desiderò che la sua piccola fosse sempre felice come in quel momento. In risposta alla domanda della nipote, il capofamiglia le mostrò ciò che teneva nascosto dietro la schiena. Si trattava di un manga, in copertina c'era un ragazzino biondo dagli occhi azzurri ed un sorriso malandrino.

<< Sai cos'è un manga, vero? >> le chiese l'uomo. 

Ran annuì, perplessa, non si aspettava un regalo del genere.

<< L'autore è un giovanotto che ho conosciuto qualche anno fa, è un vero genio. Questo suo manga sta riscuotendo un enorme successo qui in Giappone. Ho pensato potesse piacerti. >> continuò lui, sorridendole.

<< Grazie ojii-sama! >> Ran ricambiò il sorriso del nonno e, incuriosita, iniziò a leggere quel manga, sotto lo sguardo divertito dell'anziano capofamiglia.

Da quel giorno, il signor Higurashi aveva regalato a Ran altri volumi di quell'opera. In una sola estate era già arrivata in pari con la pubblicazione, essendosi appassionata alla storia di quel ragazzino biondo. Naruto assomigliava un po' a lei: allontanato da tutti, solo e amato da poche persone. Tornata negli Stati Uniti, suo nonno le spediva ogni volta un nuovo volume fresco di stampa. Nonostante sarebbe stato più comodo comprarlo negli States, né Ran né suo nonno volevano interrompere quella tradizione, che aveva finito per legarli ancor di più.

Da quel lontano giorno di otto anni prima, Ran aveva trovato nelle avventure del giovane ninja di Konoha la forza ed il coraggio per realizzare i suoi sogni, la determinazione di portare avanti a testa alta i suoi ideali e la consapevolezza che, un giorno, anche lei avrebbe trovato delle persone che l'avrebbero amata incondizionatamente, proprio come il suo caro ojii-sama.

Dall'ultima lettura erano trascorsi ormai quattro anni, da quel giorno nefasto non aveva più aperto nemmeno uno dei manga di quella collezione alla quale era profondamente legata. Ricacciò indietro le lacrime, nonostante il groppo in gola non volesse saperne di sciogliersi e, con nostalgia, iniziò a sfogliare quelle pagine in bianco e nero, che per tanto tempo le avevano fatto compagnia. Si sedette sul letto per leggere con più comodità, completamente rapita dalla storia e stupendosi di ricordare ogni minimo particolare. Dimenticò completamente il trasloco, gli scatoloni e gli armadi che attendevano di essere svuotati, immersa in quel mondo di avventure e combattimenti.

Aveva quasi terminato la lettura di quel volumetto, quando fu colta nuovamente da una stanchezza improvvisa e da un torpore che la portò a chiudere gli occhi senza che se ne rendesse conto.


 

*





Luogo non identificato
 

Gradualmente, quel calore che l'aveva avvolta all'improvviso, lasciò il posto ad una sensazione di freddo, mentre il suo letto le appariva troppo scomodo, come se fosse stesa su un pavimento ghiacciato. Aprì gli occhi di scatto e si mise a sedere velocemente, azione che le provocò un leggero capogiro. Quando quella fastidiosa sensazione fu sparita, poté finalmente guardarsi intorno e realizzare di non essere più nella sua stanza. Si trovava, invece, in un immenso spazio sconfinato del colore dell'oro, intorno a lei il nulla. Si rese conto di essere seduta in terra, su una superficie fredda come il ghiaccio, che però appariva ai suoi occhi come oro liquido, tanto era brillante. Si alzò e con passi moderati iniziò ad esplorare quel mondo creato dal suo inconscio, perché non poteva trattarsi che di un sogno, molto vivido certo, ma pur sempre un sogno. Janette aveva ragione, il viaggio l'aveva veramente stancata molto e ora il suo corpo non solo le chiedeva riposo, ma la sua mente le faceva anche scherzetti del genere.

Non sapeva da quanto tempo camminava, ma il paesaggio era rimasto tremendamente uguale e, nonostante l'immensità sconfinata di quell'ambiente, iniziava a provare una leggera claustrofobia.

<< Ok, credo di aver dormito abbastanza, è ora di svegliarsi. >> disse ad alta voce, colpendo con forza le guance con le mani.

<< Ti sveglieresti, se ti trovassi veramente in un sogno. >> disse una voce.

Si girò di scatto, alle sue spalle, a circa due metri di distanza c'era un uomo. Era alto, con i capelli biondi e gli occhi azzurri, indossava una lunga cappa bianca dai dettagli rossi, e sul copri-fronte, contornato da ciocche biondissime, vi era inciso un simbolo che conosceva bene.

<< Non è possibile... >> la voce le uscì come un sussurro << Tu sei...il Quarto Hokage... Minato Namikaze! >> puntò un dito verso l'uomo, che sorrise sentendo il suo nome.

<< Ok, questo sogno è decisamente strano. >>

<< Non è un sogno, mia cara. >> continuò a sorriderle il biondo.

<< Il mio inconscio mi fa brutti scherzi... appunto per la prossima volta: mai leggere manga prima di andare a dormire. >> disse, ignorando completamente le parole di Minato.

Minato cercò di trattenersi dal ridere, quella ragazza sembrava avere un caratterino niente male, avrebbe dato filo da torcere a molti nel suo mondo.

<< Credimi Ran, questo non è un sogno. >> ripeté l'uomo.

<< Come fa a sapere il mio nome!? >> esclamò la corvina, sorpresa. Poi, come colta da un'illuminazione, batté un pugno sul palmo della mano destra, per poi esclamare, ignorando nuovamente le parole del biondo << Ah giusto, essendo un mio sogno è ovvio che conosce il mio nome. >>

<< Credimi se ti dico che non sei affatto in un mondo partorito dal tuo inconscio, tutto ciò che vedi, me compreso, è reale. >>

<< Va bene, mettiamo che ha ragione lei, cosa ci faccio qui? >> chiese scettica.

<< C'è una profezia su di te, Ran Higurashi. >> le rispose, diventando di colpo mortalmente serio.  







 

Author's corner

Salve salvino cari lettori! ❤️ Eccomi qui con un nuovo capitolo!!! Allora, nella dimensione dorata (confesso sono stata ispirata dalla pubblicità di un profumo della Dior, si lo so sono pazza) la nostra Ran incontra nientepopodimeno che il nostro amato YONDAIME💖. Ovviamente c'è un motivo se ad accoglierla c'è proprio il nostro Lampo Giallo (ovvio no? non è che l'ho voluto perché volevo che Ran si rifacesse gli occhi) e lo scoprirete nel prossimo capitolo. Non posso dirvi tutto subito, sennò che sfizio c'è? *risata malefica*

Inoltre, scopriamo qualcosa in più riguardo la nostra bella protagonista. Il suo rapporto con il nonno è profondo ed è stato fondamentale per Ran, infatti ritornerà spesso nella storia e, spero, spiegherà alcuni degli strani comportamenti del nostro piccolo fiore di loto. Credo di non aver più nulla da dire, quindi vi lascio alcune note:

-Ho deciso di lasciare l'epigrafe in francese, non so perché, mi piaceva di più. Vi lascio la traduzione: "Niente è più imminente dell'impossibile".

-Il volume trovato da Ran è il numero 27 dell'edizione giapponese (quasi uguale a quello dell'edizione italiana, cambiano solo alcuni particolari), con Sasuke in copertina, nella forma che assume quando sprigiona il potere del segno maledetto.

-"Ojii" significa nonno in giapponese, "sama" è un suffisso della forma onorifica.

-"Suiren" significa ninfea in giapponese. Nel linguaggio dei fiori, la ninfea esprime la purezza, poiché, come il fiore di loto, essa cresce nel fango e nella melma, ma i suoi petali non si macchiano.

Sarò sincera, sono un pò delusa dalla totale assenza di feedback per questa storia. Spero di aver attirato la vostra curiosità con questo nuovo capitolo. Se vi va, lasciate qualche recensione, rendereste molto felice una povera autrice distrutta dallo studio matto e disperato per l'ultimo esame di lingua russa della sua vita (sia ringraziato santo Madara da Konoha). 

©️ I personaggi di "Naruto" non mi appartengono, ma sono di proprietà di Masashi Kishimoto, Ran e gli altri personaggi da me inventati sono di mia proprietà, qualsiasi plagio non sarà perdonato.

Bene, per oggi è tutto miei cari, vi aspetto lunedì prossimo con un nuovo capitolo. Proprio perché sono una persona sadica, vi lascio con un piccolo assaggio del Capitolo III.

Audrey🌹

 

"Quando la nuvola di fumo si fu dissolta, Ran riconobbe subito il volto del suo assalitore e, per poco, la mascella non le si staccò per la sorpresa."

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo III







"Siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni;
e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita."

-William Shakespeare




 

Luogo non identificato

 



<< Una profezia? >> chiese Ran, perplessa, ma curiosa dalla piega che stava prendendo quella conversazione.

<< Esatto. Per questo sei giunta in questo luogo, per compiere il tuo destino. >>

<< Perché dovrei crederle? Tutto questo è impossibile, lei è il personaggio di un manga, un'opera di fantasia. >> disse Ran, iniziando a scaldarsi.

Non era affatto una persona paziente, si infiammava facilmente, soprattutto quando non aveva il controllo della situazione, proprio come in quel momento.

<< Posso capire la tua diffidenza, ma ascolta cosa ho da dirti, poi deciderai se credermi o oppure no. >> le concesse, ritornando a sorriderle.

Ran non rispose, si limitò ad annuire, il cervello che lavorava frenetico per trovare una spiegazione a quella situazione assurda.

Minato ritornò nuovamente serio, il sorriso aveva abbandonato i suoi bellissimi lineamenti.

<< Tanti anni fa, quando Konoha era appena nata, il Primo Hokage, Hashirama Senju, ricevette una visita dall'Ougama Sennin del Monte Myoboku. Aveva per lui una profezia, della quale solo lo Hokage del Villaggio della Foglia e pochi subordinati di fiducia vennero a conoscenza. Ougama Sennin rivelò al Primo che un giorno sarebbe giunta a Konoha una giovane donna, dai capelli neri come le piume di un corvo e dagli occhi del colore dei cristalli di ghiaccio. >>

<< Per quale motivo questa giovane sarebbe giunta a Konoha? >> chiese Ran, rapita dal racconto dello Hokage.

<< Purtroppo il Grande Rospo non aveva visto altro, ma rivelò al Primo Hokage l'esistenza di una dimensione parallela alla nostra, quella dalla quale arrivi tu, per l'appunto. Entrambe seguono linee temporali differenti, ma sono collegate e si influenzano l'una con l'altra. Il luogo in cui ci troviamo è il collegamento tra le due dimensioni, ed ogni Hokage, alla sua morte, prendendo il posto di colui che l'ha preceduto, è chiamato a custodire questo luogo. >>

In silenzio, l'uomo scrutò Ran, in attesa una sua reazione, che non tardò ad arrivare.

<< Diciamo che credo a tutta questa storia e che non mi trovo in uno strano sogno, come fa ad essere sicuro che sia io la prescelta? Non sono di certo l'unica ragazza dai capelli neri e gli occhi azzurri in circolazione. >>

Non riusciva a spiegarselo, ma le parole del Quarto Hokage le avevano istillato il dubbio che, forse, quello che stava vivendo non era un sogno.

<< Prima di tutto, il fatto che tu sia qui è già di per sé una prova, solo la prescelta può giungere al cospetto dello Hokage. Inoltre, ci è stato lasciato un piccolo indizio per accertarci della tua identità. >>

<< Un indizio? >>

<< "La prescelta porta con sé due fiori" questo disse al Primo Hokage il Grande Saggio. Il tuo nome è Ran, inoltre sulla tua spalla sinistra c'è un tatuaggio, giusto? Un fiore di loto. Quindi, ragazza mia, porti con te due fiori. Quando ti presenterai al cospetto dello Hokage in carica saranno i tuoi segni distintivi. >> terminò l'uomo.

Ran non sapeva più che pensare, nella sua testa c'era il caos, era vero tutto ciò che le aveva detto Minato? O si trovava in un maledetto sogno fin troppo vivido?

<< Tutto ciò non ha senso! Una profezia? Due dimensioni? La storia di Naruto è frutto del lavoro di un mangaka! >> sbottò infine, troppi erano i dubbi, troppe le domande senza risposta.

Sentirsi smarrita non le piaceva per nulla, lei che aveva sempre tutto sotto controllo, era preda dell'ignoto.

<< Ciò che dici è vero, nella tua dimensione, il mio mondo e le avventure di mio figlio sono solo disegni nati dalla penna di Masashi Kishimoto. Tuttavia, c'è un'altra cosa che devi sapere. Ci sono persone, nel tuo mondo, particolarmente sensibili ed in grado di percepire l'esistenza della dimensione dalla quale provengo. >>

Minato si fermò nuovamente, per dar tempo alla giovane di immagazzinare le informazioni che stava ricevendo.

<< Queste persone sono all'oscuro dell'esistenza del mio mondo, ma lo percepiscono e, inconsciamente, tendono verso di esso, in un modo o nell'altro. È il caso di Kishimoto e di tuo nonno. >> continuò il Quarto.

Al sentir nominare il nonno, il cuore di Ran si strinse in una morsa, impiegò tutta la sua forza di volontà per non mostrare a Minato il suo tormento. Estremamente orgogliosa e cocciuta, Ran odiava mostrarsi debole agli occhi degli altri.

<< Si spieghi. >> la voce le uscì quasi come un ordine, ma Minato non ci diede peso.

<< Vedi, volevo che la storia del nostro mondo arrivasse anche nel tuo, per questo motivo ho concesso a Kishimoto di vedere il passato, il presente ed il futuro di Konoha, del quale persino io sono all'oscuro. È così che è nato il manga così famoso nel tuo mondo. Lui, ovviamente, non sa nulla di tutto ciò e crede che sia nato tutto da uno strano sogno. Ma la verità è che, proprio grazie a questa sua particolare sensibilità, ha potuto vedere. >>

<< E cosa c'entra mio nonno? >> chiese Ran, cercando di mantenere la voce salda.

<< Lui non era previsto, non credevo ti avrebbe messo in contatto con il mio mondo ancor prima che tu giungessi qui. Il manga che ha scelto di regalarti non è frutto del caso, così come il suo incontro con Kishimoto. Anche lui percepiva l'esistenza del mio mondo e ha agito proprio in virtù di questo legame. >> spiegò Minato.

<< Non era previsto che la prescelta conoscesse il futuro di Konoha, dunque... >>

<< No, non lo era. Ma ormai è fatta e, forse, potrebbe anche essere un bene. Ma ricordati Ran, non dovrai mai rivelare a nessuno ciò che sai e non dovrai cercare di modificare il corso degli eventi. Altrimenti il futuro che conosci potrebbe non realizzarsi. >> la avvertì, serio.

<< Ma la mia presenza da sola modificherà il futuro! >>

<< Questo è vero, ma se non interferirai troppo con lo svolgersi degli eventi, il futuro che conosci potrebbe comunque realizzarsi, anche se con delle modifiche. Comunque, il risultato della tua presenza lo scoprirai solo con il tempo. Nelle tue mani non c'è solo il tuo destino, ma anche il futuro di Konoha, per questo pondera bene le tue scelte, Ran. >>

<< Perché io? Non voglio una responsabilità del genere! Perché sono stata scelta?! >> si riscoprì ad urlare, spaventata da tutto quello che le era stato rivelato.

Questa volta Minato le sorrise paterno, poteva immaginare il peso di quella responsabilità sulle spalle di quella giovane donna.

<< Ran tu non sei stata scelta, questo è il tuo destino. E se questa è la strada che il fato ha tracciato per te, significa che sei in grado di percorrerla, anche se al momento non ne sei per niente convinta. Arriverà il giorno in cui tutto sarà più chiaro, fidati di me. Nel frattempo, non dimenticare chi sei e non dubitare mai della tua forza di volontà. Credi nella Volontà del Fuoco e non sbaglierai. >>

Ran rimase profondamente colpita da quelle parole, aprì la bocca per porre altre domande all'uomo, ma la sua figura era diventava quasi completamente incorporea.

<< Sembra sia arrivato il momento di salutarci, mia cara. È ora che inizi la tua avventura. In bocca al lupo, Ran! >> la salutò Minato, regalandole un ultimo sorriso.

Non fece nemmeno in tempo a ringraziarlo, che egli era già scomparso, e tutto intorno a lei era diventato improvvisamente nero.




 

*
 




Villaggio della Foglia, Paese del Fuoco




La sensazione di essere distesa su un terreno scomodo le fece riprendere conoscenza dal buio che l'aveva avvolta. Avvertiva qualcosa solleticarle i palmi delle mani e il cinguettio degli uccelli solleticava il suo udito. Aprì gli occhi e dinanzi a lei si presentò il cielo più azzurro che avesse mai visto. Una volta seduta, si guardò intorno e capì di essere in una radura.

<< Era tutto vero allora... >> mormorò tra sé e sé, ancora sotto shock.

Non fece in tempo nemmeno ad alzarsi dal terreno su cui era stata distesa fino a poco prima, che un kunai si conficcò a pochi millimetri dal suo piede destro. Un verso spaventato le sfuggì dalle labbra carnose, iniziò a guardarsi freneticamente intorno per vedere chi avesse scagliato quell'arma, ma era difficile vederci qualcosa tra le fronde così fitte di quegli alberi.

La ricerca del suo aggressore durò poco, comunque, poiché questi si manifestò davanti a lei in un sonoro "puff" e avvolto da una nuvola di fumo bianco.

<< Chi sei? >> a parlare era stata una voce profonda, virile.

<< Chi sono io?! Chi diavolo sei tu, che hai tentato di mozzarmi un piede! >> lo sapeva che in casi come questi la scelta più saggia era il silenzio, ma non era proprio riuscita a trattenersi.

Quando la nuvola di fumo si fu dissolta, Ran riconobbe subito il volto del suo assalitore e, per poco, la mascella non le si staccò per la sorpresa.

Davanti a lei, tra tanti personaggi che avrebbe potuto incontrare, c'era Kakashi Hatake. Il suo cervello iniziò a lavorare freneticamente alla ricerca di un'idea. Doveva farsi portare dallo Hokage e davanti a lei c'era uno dei ninja più forti ed astuti del villaggio, difficile da ingannare e impossibile da mettere k.o.

<< Lo ripeto per l'ultima volta, chi sei e cosa ti ha portato ai confini del villaggio. >> il tono era serio e perentorio.

E ora che mi invento!? Pensò la giovane, presa dal panico.

<< Mi chiamo Ran Higurashi e sono qui per parlare con lo Hokage di Konoha >> disse, considerando la verità come la soluzione migliore, d'altronde se avesse mentito lui se ne sarebbe accorto subito.

<< E sentiamo, cosa dovresti discutere con il Quinto Hokage? >> chiese lui scettico.

Il quinto? Quindi c'è già Tsunade!

Il tono dell'uomo l'aveva infastidita non poco, così come il kunai che aveva puntato nella sua direzione. Si alzò di scatto, non le piaceva che lui la guardasse dall'alto e per di più con un'arma rivolta verso il suo viso. Quel movimento, però, le costò caro. Rapido come un fulmine, infatti, Kakashi si era posizionato alle spalle della giovane, bloccandole il braccio destro dietro la schiena.

<< Idiota mi fai male! >> disse, provando a divincolarsi dalla presa del ninja, senza successo.

<< Un'altra mossa azzardata, ragazzina, e sentirai molto più dolore. >> le intimò.

"Ragazzina!?" Chi diavolo si crede di essere!?

Ran tirò un sospiro, cercando di riacquistare il controllo, mostrarsi aggressiva avrebbe solo giocato a suo sfavore.

<< Vengo da un piccolo villaggio del Paese del Fuoco, sono disarmata, controlla pure, e non sono una kunoichi, sono qui per parlare con lo Hokage-sama! Non credevo che Konoha riservasse questo benvenuto a chi viene in cerca di aiuto. >> disse, ironizzando sul finale.

Sentì che la presa dell'uomo si era fatta più leggera, e questo la fece sorridere soddisfatta, forse se l'era bevuta. Quando Kakashi le lasciò andare il braccio, se lo portò subito al petto, massaggiandolo. Domani mi ritroverò un bel livido, maledetto idiota!

<< Ti porterò da Tsunade-sama, ma una sola mossa falsa e non sarò così clemente. >> la avvertì lui, serio.

Ran annuì, mentre osservava per la prima volta con attenzione il volto dell'uomo che aveva di fronte e non si sorprese di trovarlo identico a come era disegnato nel fumetto, anzi forse da vicino era ancora più affascinante. Non poté fare a meno di pensare a quanto erano stati vicini poco prima, e alla voce di lui vicino al suo orecchio. Uno strano calore si fece strada in lei, ma cercò di ignorarlo, complimentandosi con sé stessa per essere riuscita a non farsi uccidere da Kakashi.

<< Forza seguimi, ti porto da Tsunade-sama. >> la voce del jonin la riscosse dai suoi pensieri. Le rivolse un sorriso gentile, forse intuendo che non rappresentava un pericolo o, più probabilmente, pur considerandola una spia, non poteva allontanare qualcuno che veniva al villaggio in cerca d'aiuto. Questo andava contro i principi di Konoha.

Ran, dal canto suo, sentì nuovamente quella strana sensazione di calore pervaderla totalmente. E mentre seguiva l'uomo dirigersi verso il villaggio, non poté fare a meno di chiedersi cosa fosse. 













 

Author's corner

Salve miei cari! Ed anche questo capitolo l'ho pubblicato ad un orario illegale. Perdonatemi, ma la sessione non mi dà pace. 😢 Comunque, bando alle ciance! Finalmente Ran incontra Kakashi, sono emozionata, voi no?! Sarò sincera, non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo ed inserire finalmente Kakashi nella storia. 😍

Come vi avevo promesso nel capitolo precedente, è finalmente chiara la presenza di Minato nella dimensione dorata. Ran è la protagonista di una profezia poco chiara, ma ancora più sconvolgente è il coinvolgimento di Masashi Kishimoto e del nonno di Ran in questa vicenda. Ovviamente ci sono ancora tante cose da capire, da spiegare, tuttavia, spero che questa idea pazza (e follemente intricata) vi abbia incuriosito. In caso contrario, mi farebbe piacere conoscere il vostro parere. Inoltre, non meno importante, il carattere (caratteraccio) di Ran inizia a venire a galla, ne vedremo delle belle, credetemi.

Una cosa che vorrei specificare è la scelta dell'arco temporale in cui Ran arriva a Konoha. Per una questione legata alla quantità di capitoli, ho scelto di far iniziare la storia dall'arco narrativo di Naruto Shippuden, che già da solo è mooooolto lungo, aggiungerci anche la prima parte significava arrivare ad un numero esorbitante di capitoli e, credetemi, per come stanno procedendo le cose, credo che supereremo abbondantemente la trentina. Per essere precisi, Ran giunge al villaggio qualche settimana dopo la partenza di Naruto, inoltre ci saranno anche dei time skip. Questa mi è sembrata la scelta migliore, spero siate d'accordo anche voi.

Bé, credo sia tutto! Anche questa settimana i feedback sono stati pari a zero... Ma io non mi arrendo! Qualsiasi commento o critica è ben accetto, quindi non siate timidi. 

Note:
-Ougama Sennin: Grande rospo eremita 
-Kunai: tipica arma ninja 
-Il gioco di parole sui "due fiori" della profezia, si basa sul fatto che il nome Ran significa "orchidea" e sul tatuaggio a forma di fiore di loto che porta sulla spalla sinistra.

©️ I personaggi di "Naruto" non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto, Ran e gli altri personaggi da me inventati sono di mia proprietà, qualsiasi plagio non sarà perdonato.

Vi lascio un piccolo assaggio del Capitolo IV. Alla prossima settimana, miei cari!

Audrey🌹

 

<< Ti chiedo scusa da parte di quei due, di solito non sono così idioti, o meglio... solo quando vedono una bella ragazza. >> Kakashi non capiva cosa lo spingesse a voler riempire il silenzio che aleggiava tra di loro, non era una persona logorroica, affatto. Eppure quella giovane lo incuriosiva, e parecchio anche.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Capitolo IV




"L'anima non procede in linea retta, e neppure cresce come una canna. L'anima si schiude, come un fiore di loto dagli innumerevoli petali."

Khalil Gibran





 

Villaggio della Foglia, Paese del Fuoco

 

Mentre scortava quella strana ragazza verso il villaggio, Kakashi non poté fare a meno di pensare che quella giornata era iniziata veramente male. Da quando un gruppo di banditi aveva minacciato i confini del villaggio, Tsunade costringeva tutti i jonin a continue ronde, e quel giorno a lui era capitata quella seccatura. Mentre varcavano l'ingresso del portone sud, l'argenteo alzò la mano destra in segno di saluto a Izumo e Kotetsu, che erano a guardia dell'ingresso.

<< Ehi Kakashi! >> ricambiarono in coro i due chunin, il cui sguardo fu poi attirato dalla giovane donna che affiancava il copy-ninja.

<< Chi è la bella ragazza che ti porti dietro? >> chiese Kotetsu, incapace di staccare gli occhi da Ran, che gli riservò un sorriso, ringraziandolo per il complimento.

<< Devo scortarla da Tsunade-sama. >> rispose lui con semplicità.

<< Bè tu sei un jonin molto impegnato, posso accompagnarla io dallo Hokage-sama! >> si offrì Izumo, che intanto, veloce come un lampo, aveva abbandonato la sua postazione e si era posizionato di fronte alla ragazza. << Come ti chiami, bellezza? >>

<< Sono Ran, piacere. >> rise divertita la corvina, ricordava bene che quei due erano un duo veramente comico.

<< Puoi andare Kakashi, ci pensiamo noi a lei! >> Kotetsu diede man forte all'amico, avvicinatosi anche lui alla giovane.

Mentre i due chunin parlavano animatamente con Ran, Kakashi ne approfittò per osservare minuziosamente la giovane. Fino a quel momento non aveva prestato molta attenzione al suo aspetto e al suo vestiario. Nel momento in cui aveva posato lo sguardo su di lei, tutta la sua attenzione era stata attirata dalle due pozze cristalline della giovane e, percorrendo la strada verso il villaggio in religioso silenzio, non aveva fatto altro che pensare a quelle due gemme azzurre e al suo sguardo deciso, quasi ferino.

Ran, così aveva detto di chiamarsi, aveva lunghi capelli neri come le piume di un corvo, lunghi fino a metà schiena. Nonostante la bassa statura, la sua figura era slanciata, era magra e con delle forme armoniose. Indossava un pantalone di uno strano materiale, che le fasciava le gambe magre, una giacca in pelle, anch'essa a parer suo strana ed una maglia che le lasciava una porzione di pancia scoperta. Ai piedi calzava quelli che sembravano stivali con un tacco spesso e non molto alto. Non poteva dissentire dal commento dei due shinobi, era una vera bellezza, a prescindere dallo strano vestiario.

<< Non ti preoccupare Ran-chan, ti accompagniamo noi! >>

La frase pronunciata da Kotetsu riscosse Kakashi dai suoi pensieri. Si rese conto che era arrivata l'ora di porre fine a quel quadretto e che doveva portare alla svelta quella strana giovane dallo Hokage, quella situazione lo stava tenendo fin troppo lontano dalla lettura del suo libro. Inoltre, non si fidava ancora di lei, per quanto ne sapeva poteva essere una spia. Tuttavia, non aveva il potere di rifiutare una diretta richiesta d'aiuto rivolta al villaggio. L'unico modo per scoprire la veridicità delle parole della giovane era presentarla dinnanzi allo Hokage.

<< Bene, noi dobbiamo andare. >> disse Kakashi, posando una mano alla base della schiena di Ran, invitandola a proseguire. << Vi lasciamo al vostro lavoro, buona giornata. >> sorrise cordiale, per poi imboccare la strada che conduceva al palazzo dello Hokage, ignorando le proteste e le imprecazioni dei due chunin.

<< È stato un piacere conoscervi ragazzi! >> Ran li salutò con un caloroso sorriso, per poi affiancare il jonin mascherato.

Mentre si dirigevano verso il palazzo dello Hokage, Ran non riuscì a trattenersi dal guardare con stupore e meraviglia tutto ciò che vedeva, impossibile da credere, ma si trovava veramente a Konoha. Ormai, l'idea che fosse tutto un sogno l'aveva del tutto abbandonata. Quello che provava, le sensazioni che stava vivendo, erano troppo vere per trattarsi del frutto di uno strano sogno.

Kakashi si ritrovò ad osservare di sottecchi la giovane, che con stupore si guardava intorno. Ripensò al suo comportamento di poco prima, sorprendendosi di quel gesto dettato dall'istinto, innaturale per un tipo come lui. Eppure, qualcosa che non sapeva definire, lo aveva spinto a cercare di nuovo un contatto con la giovane, come era accaduto nella radura.

<< Comunque io sono Kakashi Hatake, non mi sono presentato prima. >> ruppe il silenzio l'uomo.

<< No infatti, mi hai solo puntato un'arma contro. >> non riuscì a trattenersi, ripensando con fastidio a quell'arma puntata all'altezza del suo viso.

<< Non sei un abitante di Konoha ed eri ai confini del villaggio, ciò faceva di te una minaccia. Ritieniti fortunata che non ti abbia attaccato prima di chiederti spiegazioni. >> Kakashi era sinceramente divertito dal caratterino di quella ragazza e non riuscì a mantenere un cipiglio severo mentre pronunciava quella frase.

Ran non rispose, non trovando un appiglio con cui controbattere, l'aveva incontrato poco più di dieci minuti fa e Kakashi Hatake era già riuscito a zittirla, lei, che aveva sempre l'ultima parola, che non si faceva zittire da nessuno, nemmeno dai suoi genitori. Sbuffò contrariata, mentre Kakashi sorrideva, lieto di aver vinto quel piccolo scambio verbale.

<< Ti chiedo scusa da parte di quei due, di solito non sono così idioti, o meglio... solo quando vedono una bella ragazza. >> Kakashi non capiva cosa lo spingesse a voler riempire il silenzio che aleggiava tra di loro, non era una persona logorroica, affatto. Eppure quella giovane lo incuriosiva, e parecchio anche.

Ran, d'altro canto, non poté fare a meno di rispondere al sorriso gentile che il jonin dai capelli d'argento le aveva rivolto, non riuscendo a controllare il leggero rossore che le aveva imporporato le guance, poiché implicitamente le aveva detto che era bella. E si maledisse, poiché tali commenti non avevano mai suscitato in lei sensazioni del genere, le facevano piacere certo, come ad ogni donna, ma aveva sempre preferito i complimenti riguardo la sua intelligenza e le sue capacità.

<< Oh non preoccuparti, in realtà li ho trovati divertenti. >> ed era vero, quasi quasi avrebbe preferito che fossero stati loro ad accompagnarla, si sarebbe sentita molto più a suo agio.

Il silenzio la fece di nuovo da padrone, ma questa volta nessuno dei due si premurò di romperlo. Ran era troppo impegnata a metabolizzare tutto quello che stava vivendo. Stava camminando al fianco del suo personaggio preferito per le strade di Konoha, e di lì a poco avrebbe incontrato lo Hokage. Se gliel'avessero raccontato qualche ora prima, si sarebbe fatta delle sane risate, per poi preoccuparsi seriamente della sanità mentale di chi aveva partorito quell'assurdità, consigliandogli un immediato ricovero in ospedale.

Kakashi, invece, si sentiva strano in presenza di quella ragazza, incuriosito fin troppo, per un tipo apatico come lui. Era bellissima e non poteva negarlo, aveva un caratterino niente male, e sembrava tutt'altro che una sciocca, ma c'era qualcosa in lei, come un alone di mistero, che lo attirava come mai nessuna donna prima di lei. Queste sensazioni lo mettevano a disagio, era un ninja geniale certo, ma quando si trattava di sentimenti o cose del genere, non sapeva proprio che pesci pigliare.

Con grande sollievo per entrambi, finalmente giunsero al palazzo dello Hokage, dove il simbolo del Paese del Fuoco torreggiava, imponente. Kakashi scortò Ran all'interno dell'edificio, fino a che non si fermò dinanzi ad una porta.

<< Ora ti annuncerò a Tsunade-sama, entra solo quando te lo dirò io, intesi? >>

Ran annuì, e l'uomo scomparve dietro la porta. Ora iniziava ad avvertire una leggera ansia pervaderla. E se Tsunade non l'avesse creduta? Cosa avrebbe fatto?

Poco dopo la porta si aprì di nuovo e la testa di Kakashi fece capolino da essa.

<< Vieni, Tsuande-sama è pronta a riceverti. >> le disse, mentre le teneva aperta la porta e le sorrideva incoraggiante.

Prese un profondo respiro e, armata di tutto il suo coraggio, varcò la soglia. Si ritrovò subito davanti ad una dei Sannin, Tsunade Senju, in tutta la sua bellezza, al suo fianco la fedele Shizune teneva in braccio Ton Ton.

<< Chi sei e cosa vuoi da Konoha? >> fu la brusca domanda postale dal Quinto Hokage. 

Tsunade non aveva nemmeno alzato lo sguardo dalla pergamena sulla quale stava scrivendo. Avrebbe volentieri cacciato in malo modo la ragazza, ma se Konoha riceveva richieste d'aiuto, era dovere dello Hokage ascoltarle. Tuttavia, non aveva tempo da perdere con una ragazzina, con tutti i grattacapi a cui pensare ed un villaggio da gestire.

<< Mi chiamo Ran Higurashi, Hokage-sama, sono venuta a Konoha per parlare con lei. >> Ran aveva raccolto tutto il suo coraggio per far uscire ferma e sicura la sua voce. Conosceva il carattere di Tsunade e sapeva che farla arrabbiare aveva delle conseguenze tutt'altro che piacevoli.

Il Quinto, sentendo il particolare nome della giovane, alzò lo sguardo dal documento al quale stava lavorando. Prestò quindi attenzione al suo aspetto, ed uno strano presentimento si fece strada in lei.

<< Ran...? >>

La giovane annuì e con un gesto deciso si tolse la giacca di pelle e mostrò alla donna il tatuaggio che aveva sulla spalla sinistra, come Minato le aveva suggerito di fare.

Tsunade sgranò gli occhi dalla sorpresa alla vista di quel tatuaggio, mentre nella sua testa ricomponeva tutti i pezzi del puzzle. Kakashi le aveva detto di aver trovato una giovane donna abbigliata in modo strano risvegliarsi da uno stato di incoscienza nella foresta sud e che questa ragazza chiedeva di parlare con lei.

I capelli neri come l'inchiostro, il particolare colore degli occhi, il nome e quel tatuaggio non potevano essere una coincidenza. La prescelta era finalmente arrivata a Konoha. Shizune sembrò giungere alla stessa conclusione della sua maestra, poiché strinse forte al petto il povero Ton Ton, che emise un lamento di dolore.

Kakashi, intanto, poggiato con le spalle alla parete vicino alla porta, osservava con le mani immerse nelle tasche dei pantaloni la scena, con sguardo apparentemente annoiato, ma in realtà concentrato a capire cosa diavolo stava succedendo in quella stanza. Perché Ran si era tolta la giacca e aveva mostrato il braccio allo Hokage? Che significava quel fiore di loto azzurro tatuato sulla spalla della giovane e che aveva sconvolto a tal punto le due donne?

<< Kakashi, puoi andare. >> lo congedò Tsunade, con un tono che non ammetteva repliche.

Erano ordini dello Hokage e non poteva disobbedire, ma solo i kami sapevano quanto avrebbe voluto restare in quella stanza e conoscere il segreto di quella ragazza. Tuttavia, non poté fare altro che annuire e sparire in una nuvoletta di fumo bianco, non prima di aver incrociato per un'ultima volta quelle iridi del colore del ghiaccio. 








 




 

Author's corner

Salve cari lettori! Come al solito pubblico ad orari illegali, ma spero mi perdonerete. La storia sta piano piano ricevendo feedback e anche le visualizzazioni sono aumentate, ciò mi rende felicissima! Vi ringrazio tanto!

Bene, ora parliamo del capitolo! In realtà non ho molto da dire, vorrei solo fare alcune precisazioni sui personaggi della storia. A differenza di altre fanfiction, incentrate sui protagonisti del manga, nelle quali quindi compaiono soprattutto i personaggi giovani della storia, nel mio caso, essendo i protagonisti adulti, è stato necessario farli muovere in un contesto differente. In poche parole, i personaggi principali della storia come Naruto, Sakura e gli altri della loro generazione ci saranno ovviamente, ma darò maggiore spazio a personaggi più adulti e, quindi, nel caso del manga e dell'anime, secondari. In questo capitolo fanno la loro comparsa Izumo e Kotetsu, personalmente mi fanno troppo ridere e quindi ho deciso di inserirli tra i personaggi principali. Spero di essere riuscita a non renderli troppo OC, lo stesso vale per Kakashi e Tsunade, fatemi sapere cosa ne pensate!

Note:
-"Densetsu no Sannin": i Tre ninja leggendari, appellativo che, come ben sappiamo, identifica Tsunade, Jiraiya e Orochimaru.

Bene, questo noioso angolo dell'autrice è finalmente finito. Come sempre, vi invito ad esprimervi riguardo la storia, se vi piace, se vi annoia, se ci sono refusi, mi fa sempre piacere leggervi. Vi lascio, come sempre, un estratto del prossimo capitolo, il Capitolo V.

Audrey🌹

 

"Ancora non riusciva a credere a tutto quello che le era successo. Subito le venne in mente l'incontro con Kakashi, ritrovandosi ad arrossire spudoratamente come una quindicenne. Lui, tra tutti, era il suo personaggio preferito e da bambina sognava di sposare un uomo come lui. Chi l'avrebbe mai detto che, un giorno, avrebbe conosciuto il vero Kakashi? "

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Capitolo V





"Wish I could be part of that world."

-Part of your world, The Little Mermaid







 

Villaggio della Foglia, Paese del Fuoco

 

Prima che scomparisse in una nuvola di fumo, Ran era riuscita ad incrociare lo sguardo di Kakashi e, per un attimo, le parve quasi di perdersi in quel mare di onice, rappresentato dall'unico occhio visibile del ninja.

Era ancora ferma a fissare il punto in cui era sparito, quando, con un colpo di tosse, Tsunade la obbligò a riportare l'attenzione su di lei.

<< Così tu sei la ragazza della profezia... >> esordì la donna, mentre osservava Ran con sguardo indagatore.

La giovane annuì soltanto, ritrovandosi a corto di parole e leggermente a disagio, sottoposta a processo dalle iridi castano chiaro del Quinto Hokage.

<< Raccontami tutto ciò che sai! >> ordinò la donna con lo stesso tono usato per congedare il jonin.

Ran cercò di non farsi intimorire dallo sguardo duro e dal tono perentorio utilizzato dallo Hokage, mentre le raccontava tutto dal principio. Le raccontò di come si era ritrovata nella dimensione "dorata", di Minato, di quello che lui le aveva rivelato e, soprattutto, del fatto che lei era a conoscenza del futuro di Konoha. Le spiegò che, nella sua dimensione, il Villaggio della Foglia era l'ambientazione di un fumetto e i suoi abitanti i personaggi della storia. Sentiva di potersi fidare completamente di quella donna, non solo perché conosceva Tsunade grazie alla lettura del fumetto, ma soprattutto grazie all'aura emanata dalla kunoichi. Per questo motivo le rivelò tutto ciò che sapeva, senza omettere alcun dettaglio. La donna ascoltò la storia della corvina in religioso silenzio, senza interromperla, gli occhi fissi nei suoi, pronta a cogliere anche solo il sentore di una bugia, come un predatore che studia la sua preda.

Quando Ran ebbe terminato il suo racconto,          Tsunade la osservò ancora per un istante con sguardo indecifrabile, poi aprì un cassetto della sua scrivania e posò sul tavolo un rotolo. Lo aprì e con la stessa modalità con cui si eseguiva la Kuchiyose no Jutsu evocò un altro rotolo di pergamena, più piccolo del precedente.

<< Su questo rotolo >> disse indicando il rotolo appena evocato << è trascritta la profezia che ti riguarda, le linee guida che ogni Hokage deve seguire e i nomi di coloro che ne erano e coloro che ne sono a conoscenza. Al momento, le uniche persone del villaggio informate di questa faccenda sono Shizune, Jiraiya e i due consiglieri, oltre alla sottoscritta ovviamente. >>

Ran spostò il suo sguardo ceruleo sull'assistente personale dello Hokage, ricevendo un sorriso di incoraggiamento.

<< Shizune e Jiraiya sono le persone di cui mi fido di più e delle quali potrai avere fiducia anche tu, non tradiranno il tuo segreto. I due consiglieri, invece, sono consci dell'importanza della profezia e non ne faranno parola con nessuno. >> continuò la donna.

Ran annuì, tranquillizzata dal fatto che Tsunade le avesse creduto senza esitazione. Inoltre, sapere che anche altri erano a conoscenza della profezia, in un certo qual modo, la faceva sentire meno sola.

<< Da oggi sei sotto la mia protezione, non ti intralcerò in nessun modo. Anzi, per quanto mi sarà possibile, cercherò di aiutarti a compiere il tuo destino. >> le parole di Tsunade confermarono le sensazioni di Ran, che sorrise riconoscente.

<< Ma non resterai con le mani in mano! >> le puntò un dito contro per poi aggiungere << Cosa sai fare, ragazzina? >>

Per un attimo, Ran restò di stucco dinanzi alla domanda della donna, per poi rispondere senza esitazione.

<< Nella mia dimensione studiavo per diventare medico. A breve avrei iniziato il tirocinio in ospedale. >>

Una scintilla brillò negli occhi della donna ed un sorriso si formò sul suo volto giovane e bello.

<< Benissimo, da oggi sei una mia allieva, ti farò diventare un ninja medico. >>

<< Io? Ma... ne è sicura Tsunade-sama? Non so nulla sul chakra e sul suo utilizzo in medicina. >> disse Ran, l'incertezza dipinta sul suo volto.

<< Imparerai! Inoltre, pretendo che tu impari a combattere, da oggi sei un genin di Konoha! >> disse Tsunade, puntandole contro un dito laccato di rosso.

<< EH?! >> Sia Ran che Shizune, rimasta in silenzio fino a quel momento, si lasciarono andare in esclamazioni più che sorprese.

<< Shizune! >>

<< S-si Tsunade-sama! >>

<< Procura un copri-fronte per Ran e va a chiamare Kakashi, voglio che la alleni! >> esclamò perentoria.

Ran si irrigidì non appena la donna pronunciò il nome del copy-ninja. Non si sentiva a suo agio con lui, l'idea di averlo come insegnante e, quindi, di dover passare molto tempo a stretto contatto con lui, la rendeva nervosa. Si sentiva attratta da Kakashi come le api dal miele. Tuttavia, data la situazione in cui si trovava, non poteva proprio rischiare di cedere ad alcun tipo di pulsione, la sua vita a Konoha si prospettava già di per sé complicata.

<< Tsunade-sama, Kakashi si assenta spesso in missione... un jonin più presente sarebbe più adatto, non crede? >> consigliò Shizune e Ran, in quel momento, volle quasi abbracciare la donna.

<< Hai ragione. >> concordò Tsunade, per poi mordersi l'unghia smaltata di rosso del pollice della mano destra, pensierosa << Allora va' a chiamare Kurenai e falla venire qui! >>

Ran non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo, che non sfuggì alla bionda kunoichi. Tsunade le riservò un ghigno, uno di quelli di chi la sapeva lunga.  Dal canto suo, la corvina non poté fare a meno di pensare che, forse, quella donna era riuscita a percepire i suoi pensieri, ciò la portò ad arrossire, leggermente a disagio.

Shizune, efficiente come sempre, obbedì prontamente agli ordini dello Hokage e corse come un fulmine fuori dalla porta dell'ufficio, con Ton Ton ancora stretto al petto.

<< Tsunade-sama.... perché vuole farmi diventare una kunoichi? >> chiese Ran, curiosa di sapere cosa passava nella testa dell'ultima esponente del clan Senju.

<< Non sappiamo cosa ti porterà percorrere la strada che il tuo destino ha in serbo per te, da come mi è parso di capire, la tua dimensione è estremamente differente dalla nostra. Nonostante viviamo in un periodo di pace, è bene che, nel tempo che trascorrerai qui, tu sappia difenderti. Nessuno è un peso al Villaggio della Foglia, ognuno fa ciò che può perché il villaggio prosperi e sia al sicuro. Sei un medico ed io ti istruirò ad esserlo nel nostro mondo, così potrai servire il villaggio come un suo abitante a tutti gli effetti. Tuttavia, sulla tua strada potresti trovarti davanti a dei pericoli e io voglio che tu sappia difenderti. >> le spiegò con calma, senza staccare le sue iridi castano chiaro da quelle cerulee di Ran.

Il discorso della donna aveva profondamente colpito la corvina, mentre uno strano calore le si irradiava nel petto. Lei, che aveva perso fiducia nei legami, cresciuta ignorando cosa fosse l'amore di un genitore e per questo dopo tante, troppe delusioni, aveva chiuso il suo cuore, per la prima volta dopo tanto tempo provò lo spasmodico desiderio di sentirsi parte di qualcosa. Voleva essere accolta da quel villaggio, voleva essere considerata "una di loro", perché, per la prima volta nella sua vita, sentiva di essere nel posto giusto. 

<< Inoltre, da quello che ho potuto capire studiandoti, non sei un sei una a cui piace stare con le mani in mano. >> il viso dello Hokage si aprì in un ghigno, che Ran ricambiò.

L'attenzione delle due donne fu poi attirata dalla porta dell'ufficio dello Hokage, dalla quale avevano fatto il loro ingresso Shizune e Kurenai.

<< Ran ti presento Kurenai Yuhi, Kurenai lei è Ran Higurashi, da oggi è sotto la mia protezione. Da questo momento lei è una tua allieva, addestrala e trasformala in una grande kunoichi! >> ordinò Tsunade, il tono di voce di chi non ammetteva repliche.

Kurenai, senza curarsi di nascondere la sua confusione, lasciò vagare lo sguardo scarlatto prima sullo Hokage e poi su Ran.

<< Hokage-sama, chi è questa ragazza? >> chiese la mora, non riuscendo proprio a trattenersi.

<< Ran è un nuovo abitante del villaggio. Mio nonno aveva stipulato un patto con la sua famiglia anni fa, il cui contenuto è strettamente confidenziale. Ti basti sapere che è arrivato, per Konoha, il momento di mantenere la promessa fatta in passato. Da oggi istruirai Ran nell'arte del combattimento e del ninjutsu, mentre io la supervisionerò nella sua formazione come ninja medico. Tutto chiaro?! >> una vena minacciosa si era formata sulla fronte dello Hokage, famosa anche per la sua scarsa pazienza.

<< Sissignora! >> rispose la kunoichi, non volendo scatenare contro di sé l'ira della bionda.  

<< I vostri allenamenti inizieranno domani mattina, ora puoi andare Kurenai. >>

La jonin annuì al Quinto, ringraziando il cielo di non essere incorsa nell'ira della donna, per poi rivolgersi a Ran.

<< Ci vediamo domani mattina alle otto in punto al campo d'allenamento numero 3. >> le disse Kurenai con estrema gentilezza, rivolgendole un sorriso caloroso, che Ran ricambiò prontamente. La kunoichi dagli occhi scarlatti si dileguò poi in una nuvola di fumo, proprio come il suo collega prima di lei. 

<< Molto bene Ran, ora Shizune ti accompagnerà in quella che da oggi sarà casa tua, mentre questi >> disse Tsunade, poggiando sulla sua scrivania un sacchetto con quello che, dal rumore, sembrava denaro << ti serviranno per mantenerti, quando sarai in grado di svolgere delle missioni, allora provvederai autonomamente alle tue spese. È tutto chiaro? >>

<< Si Hokage-sama! >>

<< Questo, invece, è il tuo copri-fronte.>> le disse Shizune, porgendole con un sorriso una fascia di stoffa nera con una targhetta di metallo, sulla quale era inciso il simbolo del villaggio. Ran lo prese quasi con venerazione e, con un sorriso quasi commosso se lo rigirò tra le mani, osservandolo e tracciando con il dito indice i contorni della foglia incisa sul copri-fronte.

<< Bene, io e te ci vedremo domani dopo pranzo per le tue lezioni. >> la congedò lo Hokage che, ormai occupatasi anche di quella faccenda, voleva tornare al più presto alle sue scartoffie, così da liberarsene il prima possibile.

Ran annuì e raggiunse Shizune, che la attendeva sulla soglia, per accompagnarla al suo appartamento. Stava quasi per lasciare l'ufficio dello Hokage, quando la voce di quest'ultima attirò la sua attenzione.

<< E benvenuta a Konoha, Ran. >> le sorrise la donna, quasi materna.

<< Grazie Tsunade-sama. >> Ran ringraziò con un profondo inchino, commossa. 



 

*





Scortata da Shizune e Ton Ton, Ran raggiunse la sua nuova abitazione. Era un appartamento al secondo piano di un edificio vecchio, ma tutto sommato in buone condizioni, non lontano, le aveva detto Shizune, dall'ospedale di Konoha. L'appartamento era minuscolo in confronto alla casa in cui era cresciuta e all'appartamento di Boston in cui aveva trascorso gli anni del college, ma non le importava più di tanto. Il lusso non era mai stato indispensabile per lei.

L'appartamento era composto da un corridoio piuttosto stretto, che fungeva da ingresso. Percorso il corridoio ci si ritrovava in cucina, a destra c'era un bagno dalle dimensioni veramente ridotte ma, per la grande gioia di Ran, attrezzato con una vasca da bagno. Opposta al bagno vi era la sua camera da letto, sorprendentemente grande se paragonata al resto dell'appartamento e munita di un piccolo balcone. Nonostante lo spesso strato di polvere che ricopriva ogni superficie, Ran si sentì subito a casa. Dopo averle mostrato l'appartamento, Shizune le spiegò come dirigersi al campo d'allenamento l'indomani, le consigliò un negozietto dove acquistare degli abiti consoni alla sua nuova vita e delle botteghe in cui acquistare ciò di cui aveva bisogno per la casa.

<< Allora a domani Ran, mi raccomando riposati. Sia gli allenamenti con Kurenai, che le lezioni con Tsunade-sama saranno molto impegnativi. >> disse Shizune, congedandosi dalla corvina, dovendo purtroppo tornare a lavoro.

<< Certo Shizune-san, e grazie per tutto quello che lei e Tsunade-sama state facendo per me. >> disse Ran, accompagnando le sue parole con un profondo inchino, sinceramente grata dell'aiuto che le stavano dando.

Shizune la salutò con un ultimo sorriso, prima di lasciarla definitivamente. Dopo aver dato un'ultima occhiata all'appartamento per appuntare mentalmente tutto ciò che mancava in casa, uscì per le vie trafficate di Konoha, alla ricerca del necessario per iniziare la sua nuova vita. 

 

 

*





Carica come un mulo, Ran ritornò a casa quando era già il tramonto. Aveva comprato svariati capi d'abbigliamento, purtroppo lo shopping era sempre stato uno dei suoi più grandi vizi, ereditato dalla madre. Tuttavia, la moda non era una prerogativa del mondo ninja, quindi, nonostante la sua dipendenza, era riuscita a non spendere tutto il denaro datole da Tsunade. Aveva poi acquistato tutto ciò di cui aveva bisogno per la cura della casa e della biancheria domestica. Per fortuna, la cucina era attrezzata con tutto il necessario, quindi aveva risparmiato sull'acquisto di elettrodomestici. Infine, aveva fatto un po' di spesa, così da avere la dispensa piena per almeno un paio di giorni.

Dopo aver sistemato i suoi acquisti e pulito da cima a fondo la sua nuova dimora, ormai distrutta, si era stesa sul suo nuovo letto, trovandolo, a dispetto delle apparenze, molto comodo.

<< Sono a veramente a Konoha... >> mormorò nel silenzio della sua stanza.

Ancora non riusciva a credere a tutto quello che le era successo. Subito le venne in mente l'incontro con Kakashi, ritrovandosi ad arrossire spudoratamente come una quindicenne. Lui, tra tutti, era il suo personaggio preferito e da bambina sognava di sposare un uomo come lui. Chi l'avrebbe mai detto che, un giorno, avrebbe conosciuto il vero Kakashi?

Era tutto troppo bello per essere vero, il ritrovarsi magicamente a Konoha, incontrare quei personaggi che l'avevano accompagnata nel travagliato periodo della sua adolescenza. Ran temeva che fosse tutto un sogno, dal quale poi si sarebbe svegliata per ritornare alla dura realtà. Per questo cercò in tutti i modi di combattere la stanchezza che, pian piano stava prendendo il sopravvento su di lei. Finché, stremata, non poté fare e meno di cedere al sonno e, allo stesso tempo, di sperare con tutto il cuore che quello non fosse solo un sogno. 




 

Author's corner

Ciao a tutti! Mi scuso per il ritardo con cui sto aggiornando, ma sono stata impegnata a preparare un esame, la sessione estiva non perdona!  😭 Finalmente mi sono liberata di questo esame e avrò più tempo per scrivere e forse potrei passare ad un doppio aggiornamento settimanale, che ne pensate? Vi garba l'idea?

Bene, adesso qualche parolina sul capitolo. Cosa ne pensate della reazione di Tsunade? Ha accolto Ran non senza sospetti, ma poi la situazione si è chiarita. Per la prima volta, Ran vuole sentirsi parte di un qualcosa, Tsunade l'ha presa sotto la sua ala protettiva e la nostra protagonista non può fare a meno di vederla come una figura materna. In fondo possiamo biasimarla? Ran non ha mai saputo cosa fosse l'affetto di un genitore e Tsunade le trasmette sicurezza e protezione. Kurenai la seguirà nell'addestramento e tra le due si creerà un legame profondo, eppure Ran conosce il destino del povero Asuma, come si comporterà? Nel prossimo capitolo ne saprete qualcosa in più. La nuova vita di Ran è appena iniziata e ha già non pochi grattacapi sentimentali, come si evolverà il rapporto tra la nostra protagonista e il nostro bel Kakashi? Spero continuerete a seguire la storia per scoprirlo. 😍

Come sempre, qualsiasi commento è ben accetto, mi fa piacere leggervi. Ora vi lascio, tra un pò potrei anche addormentarmi sulla tastiera del pc. Alla settimana prossima con il Capitolo VI, vi lascio un piccolo assaggio. 

Vi abbraccio,

Audrey🌹




 

"<< Scusate, ma ci ho messo un po' a convincere questa testona. >> si scusò Kurenai, indicando Ran, che le lanciò un'occhiataccia in risposta.

<< Ah Kakashi! Ci sei anche tu, che sorpresa! >> Kurenai era veramente sorpresa della presenza del copy-ninja, raramente si univa a loro, preferendo la solitudine e quei libri riprovevoli."

 

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Capitolo VI
 





"Per cogliere tutto il valore della felicità, 
devi avere qualcuno con cui condividerla."

-Mark Twain





 

Villaggio della Foglia, Paese del Fuoco

 

Il giorno successivo, per Ran iniziò un lungo periodo di allenamento: l'intera mattinata era impegnata ad allenarsi con Kurenai, il pomeriggio, affiancata da Tsunade e Shizune, studiava medicina.

La jonin dagli occhi scarlatti si rivelò ben presto un'insegnante molto severa, a dispetto della gentilezza che la caratterizzava fuori dal campo d'allenamento. Oltre al taijutsu, seguiva la giovane in allenamenti sulla manipolazione del chakra e sull'utilizzo di vari ninjutsu. Dal canto suo, Kurenai fu ben presto colpita dalla velocità di apprendimento della corvina, era chiaro che non aveva mai combattuto in vita sua, eppure bastarono pochi mesi per prepararla ad affrontare dei combattimenti corpo a corpo con Hinata e Kiba. I membri del team 8, infatti, spesso si univano agli allenamenti. Ran poté quindi conoscere la timida Hinata, l'irriverente Kiba con il suo fedele Akamaru, il silenzioso ed introverso Shino.

I pomeriggi che trascorreva con Shizune e Tsunade, invece, erano dedicati allo studio dei ninjutsu medici. Ben presto, le due donne si resero conto che la corvina aveva una conoscenza dell'anatomia umana e della medicina sorprendente vista la sua giovane età. Tuttavia, nel loro mondo quelle conoscenze, di fatto, rappresentavano solo una faccia della medaglia. Per questo motivo, prima della pratica, Ran studiò una marea di voluminosi tomi di medicina, anatomia e sul chakra. Solo alcuni mesi dopo, con grande sorpresa di Shizune ed enorme orgoglio per Tsunade, Ran poté iniziare a lavorare sulla pratica e sull'uso dei ninjutsu medici. Durante queste lezioni, Ran trascorreva molto tempo con Sakura ed Ino, anche loro discepole dello Hokage, e le trovò estremamente dotate per la loro età.

Nonostante l'allenamento con Kurenai e le lezioni con Shizune e Tsunade fossero estremamente stancanti, Ran non si era mai sentita così felice in vita sua. Giorno dopo giorno, Konoha si rivelò essere il posto più accogliente nel quale avesse mai vissuto fino a quel momento. Era nata in un mondo completamente differente, tuttavia dentro di sé sentiva di essere nata per essere una kunoichi e questo pensiero rendeva sopportabile il sudore, i lividi e la fatica.

Eppure, nonostante fosse stata accolta sorprendentemente con calore dal villaggio, Ran sapeva bene che, una volta portata a termine la sua missione, qualunque essa fosse, sarebbe tornata nella sua dimensione. Con questo pensiero costante a tormentarla nel silenzio del suo appartamento, cercava con ogni mezzo di non affezionarsi a nessuno. Per quanto questo le riuscisse difficile, il pensiero del dolore che avrebbe provato abbandonando le possibili amicizie strette a Konoha, la faceva desistere da qualsiasi avvicinamento superfluo. Per questo motivo, nonostante Sakura, Hinata e soprattutto Ino cercassero di avvicinarsi a lei, forse considerandola un'ulteriore figura di riferimento, infondo lei era un'adulta, cercava sempre di mantenersi distaccata. E se con quelle ragazzine era abbastanza facile, giorno dopo giorno diventava sempre più difficile rifiutare i continui inviti di Kurenai. La jonin, infatti, non perdeva mai occasione per invitare Ran a delle serate con altri ninja del villaggio, essendo le due quasi coetanee. La donna non riusciva ad accettare il fatto che una giovane donna come lei potesse interessarsi solo allo studio e agli allenamenti, rifiutando ogni tipo di svago e rapporto umano.

Ran era riuscita sempre a defilarsi e a rifiutare, fino a quel giorno. Erano trascorsi ormai sei mesi dal suo arrivo a Konoha e, come ogni sera, Ran era intenta a divorare uno dei voluminosi tomi di medicina assegnatole da Tsunade. Stava giusto leggendo un interessante studio sugli antidoti, quando un bussare alla porta la distolse dalla sua lettura. La giovane andò ad aprire e, con sua grande sorpresa si ritrovò davanti Kurenai.

<< Kurenai-sensei, che ci fai qui? >>

<< Ran! Quante volte te l'ho detto? Niente "sensei" quando non siamo agli allenamenti. >>

La corvina rivolse un sorriso di scuse alla maggiore, per poi farsi da parte per farla accomodare.

<< Ancora a studiare? >> le chiese la jonin, con un tono quasi disperato.

Ran arrossì leggermente << Ci sono ancora molte cose che devo imparare se voglio diventare un bravo ninja-medico. >>

<< Bè, non stasera! Ora io e te usciamo bere qualcosa! >> le disse la donna dagli occhi scarlatti con un sorriso.

<< Ma... >> tentò di obiettare la giovane.

<< Niente "ma" >> la bloccò subito l'altra << non accetto scuse o obiezioni! Indossa qualcosa di carino ed esci un po' da queste quattro mura! Sei arrivata a Konoha da sei mesi, non conosci nessuno oltre me, Tsunade-sama, Shizune-san, i ragazzi del mio team, Ino e Sakura, che tra l'altro sono anche molto più giovani di te. È ora che tu conosca persone adulte, come te e me, e che ti diverta un po'. Sei giovane e bella, non accetto che tu trascorra la tua vita china sui libri o in un campo di allenamento. >>

Forse Kurenai ha ragione...che male può fare un po' di svago... pensò la corvina.

La donna sembrò intercettare i pensieri della minore e sorrise soddisfatta. Nonostante l'atteggiamento scostante della sua allieva, Kurenai si era affezionata a quella giovane donna dagli occhi di ghiaccio. Aveva sempre avuto un talento nel leggere le persone, Kurenai, ed infatti aveva capito che quella di Ran era solo una maschera. Per qualche ragione a lei sconosciuta, la giovane aveva intenzione di ridurre all'essenziale i rapporti con gli abitanti del villaggio. Ma lei questo non poteva permetterlo, Ran aveva tanto da offrire, ne era sicura, e lei voleva aiutarla a sbloccarsi.

<< Mi arrendo.... >> rispose la giovane dagli occhi azzurri, dando le spalle alla jonin comodamente seduta al tavolo della sua cucina.

La donna non le rispose, si limitò ad un sorriso soddisfatto, che la minore non poté vedere. 




 

*






Circa mezz'ora dopo, Ran era pronta. Aveva indossato un vestitino nero con le spalline sottili e con una scollatura quadrata non molto profonda. L'abitino le arrivava poco sopra il ginocchio, mentre ai piedi aveva optato per dei sandali anch'essi neri con un po' di tacco. Aveva notato che Kurenai non portava il copri-fronte della Foglia, aveva quindi lasciato i lunghi capelli corvini ricadere liberi lungo la sua schiena, e aveva optato per un viso acqua e sapone, fatta eccezione per le labbra, rese scarlatte da un rossetto comprato qualche giorno prima. Kurenai strizzò l'occhio in approvazione quando la vide, per poi trascinarla fuori dal suo appartamento, così da evitare qualsiasi ripensamento da parte dell'amica.

<< Saremo solo io e te? >> chiese speranzosa Ran, mentre in quella calda notte primaverile percorreva con Kurenai la strada verso una delle izakaya del villaggio.

<< Certo che no! Te l'ho già detto, voglio presentarti ai miei amici. >> le rispose la jonin con un sorriso che le illuminava il volto pallido << Ci saranno anche Izumo e Kotetsu, che hai già conosciuto e, per inciso, non fanno altro che chiedere di te, li hai proprio stregati, ragazza! >> Kurenai rise divertita, ricordando le suppliche dei due chunin per far unire anche Ran alla loro combriccola. Anche la giovane si unì all'ilarità della donna, ricordando il primo incontro con quei due.

<< Poi ci sarà Asuma, anche lui è curioso di conoscerti, gli ho parlato molto di te. >> la jonin arrossì nominando il suo collega.

Nonostante il buio, Ran era riuscita a scorgere il rossore sulle gote della sua sensei, per questo non perse tempo e iniziò a prenderla in giro << E in che rapporti sei con questo Asuma, sensei? >> le chiese la corvina, con le labbra scarlatte curvate in un sorriso furbo ed un tono canzonatorio.

<< Siamo amici e... >> tentò di giustificarsi la maggiore, cercando una scusa credibile da propinare alla minore, ma il rossore sulle guance la tradì.

<< Avanti, puoi dirmelo, sarò una tomba! >> le assicurò Ran, mimando il gesto di una chiave che chiude un lucchetto vicino alle sue labbra.

<< AHHH d'accordo.... usciamo insieme da un po', non è niente di ufficiale ma è un brav'uomo, mi rende felice. >> confessò la jonin, con le guance rosse come due ciliegie mature e gli occhi che le brillavano.

Per un momento, il sorriso svanì dal volto di Ran, conscia del tragico futuro che spettava al povero Asuma. Tuttavia, non poteva permettere che Kurenai la vedesse in quello stato, come avrebbe potuto spiegarle le ragioni del suo stato d'animo senza rivelarle che lei conosceva il futuro di tutti loro? Per questo motivo cercò di mascherare quel doloroso peso che ricadeva sulle sue spalle e sul suo cuore come un macigno con un sorriso. Per fortuna, Kurenai non si era accorta dell'ombra scura che per un momento aveva attraversato il volto della giovane, troppo impegnata a pensare al suo Asuma.

<< Sono contenta Kurenai! >> le disse Ran, con sincerità, sforzandosi di pensare al lato positivo di quella vicenda: da loro amore sarebbe nata una splendida bambina.

Tuttavia, il senso di colpa che opprimeva il petto della giovane non ne volle sapere di sparire. Ran si sentiva impotente: non poteva impedire il triste destino dell'uomo, altrimenti chissà quali modifiche avrebbe portato alla storia che lei conosceva.

Per la prima volta da quando era arrivata a Konoha, un pensiero si fece strada nella sua mente. Il sorriso e la felicità di Kurenai, infatti, l'avevano convinta ad abbandonare la decisione di non legarsi a nessuno durante la sua permanenza al villaggio. Al diavolo quella malsana idea, Ran voleva essere un'amica per la kunoichi, che non solo si era rivelata una bravissima insegnante, ma soprattutto una grande donna. Voleva essere al fianco di Kurenai, che tanto si preoccupava per lei, come aveva dimostrato poco fa, venendo fino a casa sua, quando il suo mondo sarebbe crollato come un castello di carte, quando quelle due bestie le avrebbero portato via l'amore della sua vita. Voleva essere al suo fianco, così come Kurenai le era stata vicina in quei mesi, nonostante la sua reticenza nello stringere legami. Il dolore che avrebbe sopportato una volta tornata nella sua dimensione, sarebbe stato il prezzo da pagare per il suo silenzio.

<< Eccoci arrivate! >> le annunciò con allegria la donna, interrompendo il flusso di pensieri nefasti, che aveva contaminato la mente della giovane dagli occhi azzurri.

Entrate nel locale, le due donne furono subito accolte dai richiami di un gruppetto di uomini che occupava uno dei tavoli della locanda. Spostando lo sguardo verso il punto da cui provenivano le voci, Ran riconobbe subito Izumo e Kotetsu, intenti a sbracciarsi per attirare la loro attenzione.

<< Finalmente siete qui! >> le accolse Kotetsu, con un bicchiere di sake stretto nella mano destra, quando le due donne si avvicinarono al loro tavolo.

<< Scusate, ma ci ho messo un po' a convincere questa testona. >> si scusò Kurenai, indicando Ran, che le lanciò un'occhiataccia in risposta.

<< Ah Kakashi! Ci sei anche tu, che sorpresa! >> Kurenai era veramente sorpresa della presenza del copy-ninja, raramente si univa a loro, preferendo la solitudine e quei libri riprovevoli.

Ran, d'altro canto, smise subito di fissare con astio la sua sensei, e spostò il suo sguardo sorpreso su Kakashi, seduto affianco ad Asuma. Come aveva fatto a non notarli, si chiese la giovane, mentre un fuoco divampò nel suo petto, alla vista del ninja mascherato, proprio come era successo durante il loro primo incontro.

Nei sei mesi precedenti, non l'aveva più incontrato. Avesse saputo della sua presenza, non avrebbe mai accettato l'invito di Kurenai. Si sentiva stranamente a disagio in sua presenza, era indubbiamente attratta da lui, d'altronde da ragazzina sognava di diventare la sua ragazza. La sua cotta infantile e, soprattutto, in bianco e nero, era seduta di fronte a lei e la guardava con l'unico occhio onice scoperto. Andando contro ogni logica, uno scenario che aveva vissuto solo nei suoi sogni era diventato realtà. Tuttavia, nonostante quel sorprendente sviluppo degli eventi, era ben consapevole di non poter cedere alla sua attrazione nei confronti dell'uomo. Gli uomini portano solo problemi, e Ran lo sapeva bene. E lei, in quel momento, di problemi, soprattutto sentimentali, non ne voleva proprio.

Intanto, l'unico occhio visibile dell'argenteo la stava osservando da quando si era avvicinata al loro tavolo, affiancata da Kurenai. Kakashi la guardava con ben celata curiosità, soffermandosi soprattutto sul suo corpo perfettamente fasciato dal vestito nero che indossava.

Immobile sul posto come una statua di ghiaccio, il flusso di pensieri di Ran fu interrotto dalla voce di Kurenai.

<< Credo che tu conosca tutti a questo tavolo, tranne Asuma. Asuma >> disse, rivolgendosi al moro con la sua immancabile sigaretta tra le labbra << Lei è Ran, Ran lui è Asuma. >>

<< È un piacere conoscerti, Kurenai mi ha parlato molto di te, dice che sei un vero talento. >>

<< Il piacere è mio >> sorrise di cuore la giovane, quell'uomo la metteva a suo agio << e Kurenai esagera, diciamo che me la cavo. >> rispose con modestia.

<< Forza ragazze, sedetevi! >> le invitò Izumo.

Spinta da un'impaziente Kurenai, Ran si ritrovò seduta alla destra di Kakashi, mentre Kurenai aveva preso posto alla sua sinistra, vicina ad Asuma.

Io lo sapevo...dovevo restare a casa a leggere quel capitolo sugli antidoti! 










 

Author's corner

Salve a voi carissimi lettori! Eccomi con un nuovo capitolo. 😍 Ne succedono davvero delle belle e, finalmente, Ran e Kakashi si rincontrano dopo ben sei mesi. Il nostro controllato ninja mascherato non riesce ad essere completamente indifferente alla nostra bella protagonista, anche se riesce a nasconderlo benissimo, per ora! 😏

Finalmente ho potuto inserire anche Kurenai in maniera più attiva, spero di aver descritto al meglio il rapporto con Ran. Lei, dal canto suo, si sente profondamente in colpa, conosce il destino del povero Asuma, ma non può fare nulla per cambiarlo. Il corso degli eventi è come un castello di carte, una sola mossa sbagliata e tutto crolla, e Ran sa bene che c'è troppo in ballo, che il futuro di Konoha così come lei lo conosce ricade sulle sue spalle. Ran non voleva affezionarsi a nessuno, ma come abbiamo visto non ci riesce, capisce che non è possibile comportarsi come faceva a New York, allontanandosi da tutti e rifuggendo ogni legame. Konoha rappresenta la possibilità di iniziare una nuova vita e Ran, pian piano, comprenderà che non può lasciarsi sfuggire questa occasione.

Credo sia tutto per questo capitolo, vi lascio alcune note e un piccolo spoiler del Capitolo VII.

Vi abbraccio,
Audrey 🌹

©️I personaggi di "Naruto" non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto, Ran e gli altri personaggi da me inventati sono di mia proprietà, qualsiasi plagio non sarà perdonato.

Note:

-Taijutsu: si definisce qualsiasi abilità di combattimento, tecnica o sistema di arte marziale che utilizza movimenti del corpo che sono descritti come abilità o sistema di combattimento a mani vuote.
-Ninjutsu: letteralmente "tecniche ninja".
-Kunoichi: "donna-ninja"
-Sensei: "maestro"
-Izakaya: tipico locale giapponese in cui si servono bevande accompagnate da cibo.


 

"Giunti davanti al suo palazzo, Ran si fermò << Io abito qui. >> disse, indicando l'edificio alle sue spalle << Ora che lo sai, non è che verrai a spiarmi, vero? >> chiese, ironica, per poi scoppiare a ridere.

Kakashi scosse la testa, esasperato, anche se il suo sorriso era visibile da sotto la maschera.

<< Chissà, ti conviene tenere gli occhi aperti. >> disse, reggendole il gioco e facendola ridere."

 

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Capitolo VII
 

 




"I can hear you but I won't
Some look for trouble while others don't
There's a thousand reasons I should go about my day
And ignore your whispers which I wish would go away"

-Into the Unknown, Frozen II








 

Villaggio della Foglia, Paese del Fuoco, sei mesi dopo

 

Seduta al fianco del copy-ninja, Ran internamente malediceva prima la sua carissima sensei, intenta a conversare amabilmente con Asuma, e poi sé stessa, per essersi fatta convincere così facilmente.

Dal canto suo, Kakashi era curioso di conoscere quella straniera dagli occhi di ghiaccio, che dal loro primo incontro, spesso e volentieri occupava i suoi pensieri. Notò la postura rigida che aveva assunto e lo sguardo truce che rivolgeva alla jonin dagli occhi scarlatti. Per un momento, pensò di essere lui il motivo del suo nervosismo, visto come si era irrigidita dopo averlo notato. Tuttavia, scacciò subito via quel pensiero, considerandolo insensato. Perché mai doveva sentirsi nervosa in sua presenza?

Eppure lo shinobi aveva fatto centro, Ran si sentiva nervosa come poche volte era stata nella sua vita, l'ultima probabilmente durante l'esame di Anatomia patologica II, con il temuto Mr. Richardson, uno dei docenti più severi della facoltà. L'aveva superato a pieni voti, ma ricordava ancora il disagio e l'ansia che l'avevano attanagliata per tutta la durata dell'esame.

<< Ran-chan, come vanno gli allenamenti? >>

<< Kurenai non fa altro che tessere le tue lodi! >>

La corvina ringraziò mentalmente Kotetsu e Izumo per averla distratta dalle sue elucubrazioni. Cercò di rilassarsi, ormai il danno era fatto, tanto valeva cercare di divertirsi e pensare il meno possibile all'avvenente uomo seduto al suo fianco.

<< Gli allenamenti sono duri, ma non posso lamentarmi, Kurenai è una brava insegnante. >> rispose Ran, ricevendo un sorriso di ringraziamento dalla sua maestra.

Ed era la pura verità. La donna era severa, pretendeva molto da lei e la spremeva ogni volta come un limone maturo, ma era anche molto paziente e, indubbiamente, una grande kunoichi. Non poteva desiderare un'insegnante migliore.

<< E gli allenamenti con Tsunade-sama? >> chiese invece Asuma, che aveva accesso la terza sigaretta da quando le due donne si erano unite a loro.

Ran lo guardò leggermente sorpresa, non immaginava che Kurenai avesse rivelato loro le sue lezioni private con il Quinto Hokage. Tuttavia, non ci diede molto peso e iniziò a raccontare delle dure lezioni teoriche e poi pratiche con Shizune e Tsunade.

Kakashi notò subito lo sguardo di Ran illuminarsi, così come il sorriso che si era fatto strada spontaneamente sul viso della giovane mentre parlava di ciò che Tsunade le stava insegnando.

<< Tsunade-sama è un medico straordinario, non avevo mai incontrato nessuno come lei. Ogni giorno sento di imparare sempre di più, è fantastico! >> rivelò eccitata la corvina.

<< Dovevate vedere i libroni che aveva sul tavolo della cucina quando sono andata a prenderla stasera, erano enormi! E sembravano anche complicati. >>

<< D'altronde diventare un ninja-medico non è una passeggiata. >> convenne Asuma.

<< Ran-chan non solo sei bella, sei anche intelligente! >> si complimentò Izumo, mentre il compare annuiva deciso.

Nel mentre, Asuma aveva richiamato l'attenzione di una cameriera per ordinare nuovamente. Quando fu il suo turno, Ran ordinò un boccale di birra grande, attirando su di sé lo sguardo stupito degli altri commensali.

<< Che c'è? >> chiese, leggermente infastidita da quelle occhiate sorprese.

<< Non ti facevamo una gran bevitrice, almeno dall'apparenza. >> rispose per tutti Kakashi, sorridendole da sotto la maschera. Era la prima volta che le rivolgeva la parola da quando lei e Kurenai si erano sedute al loro tavolo. Quando si era accomodata al suo fianco, le aveva riservato un semplice sorriso di saluto.

Ran guardò prima lui e poi il resto del tavolo, con un sopracciglio alzato.

<< Sono veramente stupita, credevo fossi solo un topo da biblioteca. >> la prese in giro Kurenai, facendo ridere tutti.

Ran alzò gli occhi al cielo, ma nascose un sorriso nel boccale di birra che le avevano appena servito. Il nervosismo stava pian piano scemando, e si diede mentalmente della stupida, non era da lei farsi influenzare così da una persona, anche se la persona in questione era un attraente shinobi mascherato.

<< Propongo un brindisi! >> esordì Kotetsu, le guance rese rosse dal sake << Alla bellissima Ran-chan, benvenuta a Konoha! >> urlò alzando in aria il suo bicchiere.

<< Benvenuta a Konoha! >> urlarono in coro gli altri, imitando il chunin.

Ran li ringraziò di cuore, quasi commossa. Voltò poi il capo trovando il sorriso di Kakashi, ben visibile sotto la maschera. Arrossì leggermente, ricambiando il sorriso dell'uomo, il cuore che non voleva saperne di fermarsi. Cercò di dissimulare, bevendo un lungo sorso del liquido ambrato che tanto amava.

<< Anche un membro del mio team sta seguendo degli allenamenti speciali con Tsunade-sama. >> disse Kakashi, attirando nuovamente su di sé l'attenzione della corvina << Forse la conosci, si chiama Sakura. >>

<< Sakura-chan è una tua allieva? >> chiese Ran, fintamente stupita.

Per quanto ne sapevano gli abitanti di Konoha, Ran era una giovane donna proveniente da un lontano villaggio al limite dei territori del Paese del Fuoco, giunta a Konoha per diventare un ninja-medico, i motivi del suo legame con il Quinto Hokage erano strettamente riservati e nemmeno i jonin più vicini allo Hokage ne erano a conoscenza. Nessuno, tranne Tsunade, Shizune, Jiraiya e i consiglieri anziani, era a conoscenza della sua vera identità. Ran doveva quindi fingere di essere completamente all'oscuro di tutto ciò che riguardava il villaggio ed i suoi abitanti. A volte, soprattutto con Kurenai, era stato difficile non mostrare di sapere più di quello che avrebbe dovuto. Misurare le parole, parlare di sé senza mettere in pericolo la sua copertura era sfiancante, ma necessario, non poteva permettere ad altri di conoscere il suo segreto.

Il jonin mascherato annuì, per poi chiederle << Come se la sta cavando? >>

<< È da un po' che non la vedo in realtà, ma posso dirti che è veramente dotata, Tsunade-sama è molto orgogliosa dei suoi progressi. >>

Parlare con Kakashi si stava rivelando estremamente facile, ora che la tensione che l'aveva attanagliata si era sciolta, si sentiva più libera e provava il forte desiderio di parlare il più possibile con il jonin, conoscerlo al di là della maschera e del personaggio che Kishimoto le aveva "presentato".

<< Tsunade-sama mi ha parlato del Jinchuriki del Kyūbi, mi ha detto che lui e Sakura sono nello stesso team. >>

<< Proprio così, anche lui fa parte del team 7. Al momento però non è al villaggio, è partito circa un anno fa con Jiraiya-sama per un viaggio di allenamento. >> le spiegò, per poi afferrare la bottiglia di sake dinnanzi a lui e riempire il suo bicchiere.

Kakashi bevve un lungo sorso di liquore, per mascherare la sorpresa. Non pensava che Tsunade si fidasse a tal punto di Ran da rivelarle addirittura l'identità di Naruto. Tuttavia, non poté lasciarsi andare ad una delle sue solite riflessioni.

<< Con uno dei Sannin? >> chiese infatti Ran, attirando la sua attenzione.

<< Lo conosci? >> le chiese di rimando jonin, questa volta senza nascondere il suo stupore.

<< Le voci sulle loro gesta sono giunte anche nel mio piccolo villaggio, cosa credi. >> rispose ovvia << Sono curiosa di conoscerlo, Naruto intendo, anche Sakura-chan lo nomina spesso. >>

Kakashi stava per risponderle, quando fu interrotto da un Izumo visibilmente ubriaco << Kakashi è da più di un'ora che non tocchi uno dei tuoi amati libri, è un evento che va segnato sul calendario! >> disse, per poi ridere di gusto insieme al suo compare.

<< È vero. >> convenne Asuma, lasciandosi andare anche lui ad una sana risata.

Un lampo di genio si fece strada come un fulmine a ciel sereno nella mente della giovane dagli occhi azzurri. Le piaceva particolarmente mettere in imbarazzo le persone ed aveva scelto il povero Kakashi come sua prossima vittima. Assunse una finta espressione confusa, pretendendo di non sapere un bel niente di quello che stavano dicendo i due ninja, per poi fingersi interessata a conoscere le letture del suo vicino.

<< Ti piace leggere? >> chiese Ran, rivolgendosi all'uomo, con voce innocente e occhi da cerbiatta.

Nonostante la maschera, il rossore che in un lampo aveva imporporato le guance del copy-ninja era ben visibile, Ran faticava a trattenersi dal ridere, davanti all'espressione dell'argenteo, mentre i presenti non si fecero scrupoli, in particolare Kotetsu ed Izumo.

<< Devi sapere Ran-chan >> attirò la sua attenzione Kotetsu, altrettanto ubriaco quanto il suo compare << che Kakashi è accanito lettore di un particolare tipo di libri. >> concluse sghignazzando.

In quel momento, fu veramente difficile per Ran non scoppiare a ridere, ma voleva portare avanti quella recita a tutti i costi, vedere a disagio il famoso Sharingan no Kakashi era impagabile.

<< Che tipo di libri? >> chiese al diretto interessato, mentre mentalmente elogiava le sue doti attoriali.

Kotetsu e Izumo erano letteralmente piegati in due dalle risate, mentre Kurenai scoccava un'occhiata quasi disgustata a Kakashi.

<< Non lo vuoi sapere Ran, fidati. >> consigliò infatti alla corvina, mentre Asuma, accendeva divertito l'ennesima sigaretta.

<< Cosa sarà mai di così sconvolgente? Su Kakashi-san fammi vedere! >> con un gesto calcolato, si sporse leggermente verso lo shinobi, appoggiando una mano sul suo avambraccio. Si sentiva molto più disinvolta e rilassata in sua presenza, forse complici i tre boccali di birra ingurgitati e l'alcool che iniziava a fare effetto.

Kakashi, dal canto suo, non sapeva proprio come uscire da quella situazione di estremo disagio. Maledì Izumo e Kotetsu per aver averlo messo con le spalle al muro. Intanto, la mano di Ran, piccola ed elegante, poggiata delicatamente sul suo avambraccio destro, gli trasmetteva una insolita sensazione di calore. E si riscoprì incapace, proprio lui, freddo e distaccato per natura, di negare agli occhi della giovane, vispi e curiosi, quella innocente, ma e per lui molto imbarazzante, richiesta.

Con un sospiro rassegnato, il jonin tirò fuori da una delle tasche del suo giubbotto verde militare una copia consunta de "Il paradiso della pomiciata", provocando lo stupore dei suoi colleghi: Kakashi non aveva mai permesso a nessuno di toccare uno dei suoi amati libri! Anche Ran si sorprese di quel gesto e della facilità con cui l'uomo aveva ceduto, lo riteneva un osso duro. Tuttavia, non poteva negare di essere estremamente curiosa di scoprire, finalmente, il contenuto dei libri scritti dall'Ero-sennin.

<< Credo tu sia grande abbastanza per leggerlo. >> la prese in giro il ninja, cercando di nascondere l'imbarazzo.

Ran osservò minuziosamente il piccolo libricino tra le sue mani, partendo prima dalla copertina, segnata dal tempo e, probabilmente, dalle numerose letture, per poi iniziare a leggere con grande attenzione il contenuto. Aveva letto solo alcune righe, ma non riuscì ad andare oltre, per questo chiuse con un gesto secco quel "libro".

Ma questo è disgustoso!

<< Io te l'avevo detto. >> disse Kurenai, percependo i pensieri della sua allieva.

"Il paradiso della pomiciata" aveva superato di gran lunga le sue aspettative, in negativo si intende. Il protagonista le metteva i brividi dal disgusto.

<< Tu, invece, dovresti essere abbastanza "vecchio" da capire che queste tattiche non funzionano con le donne. >> disse Ran, con calma, mentre riconsegnava il libro al suo proprietario. Aveva calcato sulla parola vecchio, conscia di quanto lo deprimesse essere chiamato in quel modo.

Kotetsu e Izumo ormai avevano le lacrime agli occhi dal ridere, mentre anche Asuma e Kurenai ridevano di gusto.

Kakashi, invece, convenne con la prima impressione che aveva avuto della giovane; aveva veramente un bel caratterino, e le piaceva anche avere sempre l'ultima parola.

<< Voi non capite il valore di quest'opera. >> le rispose, piccato.

<< Se scoprissi qualcuno a spiarmi come quel pervertito del protagonista, lo manderei al creatore senza troppi convenevoli. >> affermò decisa Ran, mentre Kurenai annuiva, completamente d'accordo con l'amica.

Un brivido percorse la schiena dei quattro uomini presenti, che non commentarono, fermamente decisi a restare vivi e vegeti.

La conversazione si spostò poi su temi più leggeri, e Ran si ritrovò più volte a scambiarsi dei botta e risposta con Kakashi, che le teneva testa egregiamente, cosa che non solo incuriosiva particolarmente la corvina, che raramente aveva trovato qualcuno in grado di tenerle testa, ma non faceva altro che aumentare la sua attrazione nei confronti del ninja.

Fu solo quando, ormai ubriachi fradici, Izuno e Kotetsu si riversarono inermi sul tavolo, che l'allegra combriccola decise che era arrivato il momento di tornare a casa.

Dopo aver svegliato Izumo e Kotetsu ed aver pagato il conto, il gruppo uscì fuori dal locale. Il leggero venticello notturno che soffiava per le strade di Konoha fu un vero toccasana. I due chunin, anche se un po' barcollanti, rassicurarono i loro amici di riuscire a rientrare integri e senza causare danni a sé stessi o al villaggio, e dopo un rumoroso e biascicato saluto, si avviarono verso casa. Kurenai, che non era messa meglio, si reggeva ad Asuma, le guance rese rosse dall'alcol.

<< Io accompagno a casa Kurenai. >> disse Asuma, che sembrava essere il più sobrio tra i due.

Kakashi e Ran annuirono e, dopo i saluti, la felice coppietta si avviò verso casa della jonin dagli occhi scarlatti.

<< Bene, è ora che torni anche io a casa >> esordì Ran. Aveva bevuto molto, ma non aveva minimamente raggiunto il suo limite. << È stato un piacere rivederti Kakashi >> disse, lui le aveva chiesto di non usare l'onorifico.

Stava per voltarsi, poiché casa sua era nella direzione opposta, ma una mano la fermò, afferrandole delicatamente il polso.

<< Aspetta Ran, ti accompagno a casa. >>

<< Ma sto bene, non ce n'è bisogno, davvero! >> Ran cercò di apparire il più convincente possibile, nonostante le guance rosse e gli occhi lucidi.

Aveva già messo a dura prova il suo auto-controllo. Era riuscita a conversare normalmente con lui, forse avevano anche flirtato un po', ma nulla di serio. Tuttavia, stanca e un po' brilla, non era sicura di riuscire a controllarsi. Nella sua dimensione, non si era mai trattenuta: se provava attrazione per un uomo non si tirava indietro. Non le interessavano le storie serie, convinta che gli uomini non fossero altro che dei traditori, ma le piaceva divertirsi. Comportarsi allo stesso modo con Kakashi era fuori questione, prima di tutto perché avrebbe solo complicato la sua vita in quella dimensione, già di per sé incasinata, inoltre non poteva escludere un probabile coinvolgimento emotivo. Insomma, se le piaceva quando era solo un disegno bidimensionale, figurarsi ora che ce l'aveva davanti in tutta la bellezza delle sue tre dimensioni.

<< Insisto, non potrei mai lasciarti tornare a casa da sola in queste condizioni. >> le disse, deciso ed irremovibile.

Ran sbuffò esasperata << Non sono così ubriaca. >> rispose piccata, ma conscia che sarebbe stato impossibile far desistere l'uomo.

Si avviò quindi verso casa, seguita da Kakashi. Camminavano in silenzio, godendosi quella notte di primavera. Ogni tanto, si scambiavano delle occhiate furtive, attenti a non farsi scoprire dall'altro.

Giunti davanti al suo palazzo Ran si fermò << Io abito qui. >> disse, indicando l'edificio alle sue spalle << Ora che lo sai, non è che verrai a spiarmi, vero? >> chiese, ironica, per poi scoppiare a ridere.

Kakashi scosse la testa, esasperato, anche se il suo sorriso era visibile da sotto la maschera.

<< Chissà, ti conviene tenere gli occhi aperti. >> disse, reggendole il gioco e facendola ridere.

<< Bè.... Grazie per avermi accompagnata a casa. >> disse Ran, mentre tormentava una ciocca di capelli corvini, ora un po' nervosa.

<< Dovere. >> le rispose semplicemente l'uomo, ancora sorridente.

<< Allora... Buonanotte, Kakashi. >>

<< Buonanotte, Ran. >>

Ran gli riservò un ultimo sorriso, per poi entrare all'interno dell'edificio. Kakashi osservò la sua lunga chioma corvina sparire e, con il sorriso sulle labbra, si avviò verso casa, la mente invasa da due occhi brillanti come cristalli di ghiaccio. 






 

💫Author's corner💫

Salve cari lettori. Vi chiedo scusa per essere sparita, ma una serie di problemi familiari mi hanno costretta a mettere da parte la scrittura. Ma adesso eccomi qui, pronta a riprendere questa avventura! Gli aggiornamenti si spostano al martedì, spero continuerete a seguire la storia e a sostenerla.

©️ I personaggi di "Naruto" non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto, Ran e gli altri personaggi da me inventati sono di mia proprietà, qualsiasi plagio non sarà perdonato.

Alla prossima settimana!

Audrey🌹

 

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Capitolo VIII

 


"I was in the middle before I knew
that I had begun."

-Jane Austen



 

Villaggio della Foglia, Paese del Fuoco, due anni dopo


 

Erano trascorsi due anni dall'arrivo di Ran a Konoha. La giovane dai capelli corvini era ormai diventata a tutti gli effetti un abitante del villaggio ed una kunoichi della Foglia. Aveva passato l'esame per diventare chunin dopo solo un anno dall'inizio del suo allenamento e solo una settimana prima, Tsunade l'aveva nominata jonin, affidandole anche la direzione dell'ospedale di Konoha.

Quel giorno era appoggiata con le spalle proprio ad una delle pareti in muratura dell'ospedale, intenta a fumare una sigaretta, concedendosi la prima pausa della giornata. Era un pomeriggio tranquillo, un leggero venticello scuoteva le fronde degli alberi vicini, quando le si presentò davanti una scena che aveva dell'assurdo. Come un tornado, davanti all'ingresso dell'ospedale era apparso un uomo, vestiva una discutibile tutina verde ed attillata, i capelli neri erano acconciati in una pettinatura altrettanto discutibile. Il suddetto ninja aveva sulle spalle un uomo praticamente svenuto, dal volto coperto da una maschera nera ed i capelli color dell'argento.

<< Oi Ran! >> la richiamò Gai Maito, uno dei jonin del villaggio << Ho un nuovo paziente per te! >> disse, indicando con il capo il povero Kakashi, semi svenuto e riverso sulla schiena della Bestia Blu di Konoha.

Ran aveva conosciuto Gai quasi due anni prima. Dopo la prima uscita, avvenuta sei mesi dopo il suo arrivo a Konoha, le serate settimanali insieme agli amici di Kurenai erano diventate ormai una tradizione. Oltre al jonin in verde, aveva conosciuto anche Anko Mitarashi e Genma Shiranui, con i quali si sfidava in degradanti gare alcoliche. Ormai l'amicizia con Kurenai era forte e salda, la considerava al pari di una sorella maggiore e lo stesso valeva anche per la jonin dagli occhi scarlatti. Anche con Asuma, Kotetsu e Izumo aveva stretto una bella amicizia, nonostante i due chunin desiderassero fortemente che questa si trasformasse in qualcosa di più, sordi ai numerosi rifiuti ricevuti dalla bella kunoichi dai capelli neri.

Il rapporto con Kakashi, invece, era indefinibile per Ran. Dopo quella sera si erano visti altre volte, nonostante il jonin mascherato non fosse assiduo partecipante delle loro serate. Era piacevole conversare con lui, stuzzicarlo, lui stava sempre al gioco e le teneva sempre testa, stuzzicando la curiosità della giovane dagli occhi di ghiaccio. Kurenai la prendeva in giro, dicendo che ogni volta che Kakashi era presente, lei non aveva occhi che per lui. Ran negava con ostinazione ogni volta, nonostante non potesse negare la forte attrazione che provava nei confronti del copy-ninja, ma era ben lungi dall'ammetterlo ad alta voce.

Negli ultimi mesi l'aveva visto pochissimo, complice le continue missioni che lo tenevano lontano dal villaggio. Era assente anche ai festeggiamenti in onore della sua promozione a jonin, poiché il giorno prima era partito alla volta del Villaggio della Sabbia, non appena la notizia del rapimento del giovane Kezekage da parte dell'Akatsuki era giunta a Konoha.

Dopo pochi minuti, durante i quali Ran era rimasta immobile ad osservare, sconvolta, la scena, i due jonin furono raggiunti dai rispettivi team.

<< Ran-san! >> la salutò Sakura, seguita a ruota da Ten Ten, Neji e Lee. Naruto la guardava interrogativo, chiedendosi chi diavolo fosse quella donna bellissima, ma al contempo sconosciuta.

Ran si fermò un attimo ad osservare il giovane Jinchuriki del Kyuubi per poi riscuotersi quando Gai, con ancora in spalla un Kakashi inerme e dall'espressione sofferente, si avvicinò avvicinato a lei.

<< Seguimi Gai. >> ordinò risoluta, per poi gettare in terra il mozzicone di sigaretta ed entrare in ospedale.

<< Yukari prepara una stanza. >> ordinò ad un'infermiera al banco d'accettazione. Questa annuì, per poi affrettarsi ad eseguire l'ordine.

<< Che cosa è successo? >> chiese, mentre con sguardo critico osservava Kakashi. Ricordava ancora con chiarezza la storia del giovane ninja dai capelli biondi che, nel suo mondo, non era altro che un fumetto, ma era allo stesso tempo consapevole di dover fingere di esserne all'oscuro. Era stanca di dover mentire sempre, ma non aveva scelta.

<< Ha utilizzato il Mangekyou Sharingan. >> le rispose semplicemente Gai.

<< Tu chi sei? >> le chiese Naruto con sospetto.

<< Naruto! >> lo sgridò Sakura, pronta a colpirlo con uno dei suoi micidiali pugni.

<< Non ti preoccupare, Sakura-chan. >> la rassicurò la corvina, in fin dei conti il suo sospetto era più che legittimo << Io sono Ran Higurashi e sono a capo dell'ospedale. È un piacere conoscerti Naruto-kun, Sakura e Kakashi mi hanno parlato molto di te. >> gli riservò un sorriso, al quale lui arrossì.

<< Ran-san è arrivata al villaggio mentre tu eri in viaggio con Jiraiya-sama, è stata allieva di Tsunade-sama. >> gli spiegò Sakura.

Lui parve soddisfatto della risposta ed infatti le sorrise << Piacere di conoscerti Ran no Neechan! >>

<< Dottoressa Ran, la camera è pronta. >> disse una trafelata Yukari, interrompendo la conversazione.

<< Benissimo. Gai, tu vieni con me, ragazzi voi aspettate qui, potrete vedere il vostro sensei dopo che avrò finito con lui. >> riservò loro un occhiolino, per poi seguire l'infermiera verso la stanza preparata per il copy-ninja.

Dopo aver fatto adagiare Kakashi sul letto, Ran congedò sia Gai che Yukari, dicendo che se ne sarebbe occupata lei.



 

*




La visita era durata meno del previsto, per fortuna, fatta eccezione per qualche graffietto, che Ran aveva curato senza alcuna difficoltà, Kakashi non aveva riportato alcun trauma dal combattimento. Semplicemente il suo corpo non riusciva ancora a reggere la potenza di un jutsu oculare come il Mangekyo Sharingan.

Tuttavia, la corvina approfittò del fatto che l'argenteo fosse privo di sensi per poter osservare liberamente il suo bel volto privo della maschera nera con la quale, ingiustamente, lo copriva. Era veramente un bell'uomo, il viso era virile, con un neo sul mento, a sinistra, e la cicatrice che, come lei sapeva, era purtroppo legata a rammarico e sofferenza, che pesavano sulle spalle del ninja come dei macigni.

<< Ran! >> la voce imperiosa dello Hokage la fece trasalire, riportandola alla realtà.

<< S-si Tsunade-sama! >> si girò di scatto, ritrovandosi davanti la Principessa delle Lumache in compagnia della sua fedele Shizune e del piccolo Ton Ton.

<< Hai terminato la visita? >>

<< Sissignora! >> le ripose, porgendole la cartella clinica appena compilata.

<< Bene, allora facciamo entrare i ragazzi, sono preoccupati per il loro sensei. >> 

Ran annuì ma, prima di seguire la sua maestra fuori dalla stanza, si premurò di coprire il volto del bel ninja con il lenzuolo.

<< Potete entrare, Kakashi sta bene, ha solo bisogno di riposo. >> esordì Ran, una volta uscita dalla stanza.

Il gruppetto non se lo fece ripetere due volte e varcò la soglia, lasciando sole le tre donne.

Tsunade aveva appena terminato di leggere la cartella clinica stilata da Ran, quando la voce di Naruto attirò la loro attenzione. Il copia-ninja aveva ripreso conoscenza.

<< Molto bene, Kakashi. >> esordì Tsunade, mentre si avvicinava al capezzale del ninja seguita da Shizune e Ran.

<< Maestra! >>

<< Tsunade-sama... >> Kakashi cercò di sollevarsi leggermente ma, con una smorfia di dolore, si stese di nuovo.

<< Non sforzarti baka, devi stare a riposo. Ti ho visitato e ne avrai almeno per una settimana e anche dopo che ti sarai ripreso dovrai aspettare un po' prima di poter tornare in missione. >>

Ran, intanto, si era avvicinata al letto di Kakashi, lo guardava con severità, quasi a voler soffocare qualsiasi obiezione da parte dell'argenteo. Kakashi, invece, rimase stupito dalla presenza della kunoichi, vestita in un camice bianco, in contrasto con i lunghissimi capelli corvini.

<< Lo temevo... >> rispose in un sospiro.

<< Pare che ti ci vorrà ancora tempo per padroneggiare quel nuovo Sharingan. >> disse Tsunade, consigliandogli, anzi, imponendogli assoluto riposo.

La donna congedò poi il team di Gai ed uscì seguita da Sakura, che rivolse a Ran un veloce saluto.

<< Bene allora andiamo anche noi >> disse Gai << Lo lascio nelle tue mani Ran, mi raccomando tratta bene il mio eterno rivale. >>

<< Stai tranquillo, è in buone mani. >>

L'uomo annuì ed usci insieme al suo team, che la salutò con un veloce gesto della mano, anche loro sfiniti dalla missione.

<< Bene, vado anche io, guarisci presto sensei. Ci si vede, Ran no Neechan! >> Naruto uscì come un tornado dalla stanza, diretto, Ran ricordava bene, ad origliare la conversazione tra la sua compagna di team e il Quinto Hokage.

<< Sei veramente messo male, eh Kakashi? >>

<< Eh già... >> sospirò lui << Piuttosto, che ci fai in ospedale? >> le chiese, curioso.

<< Non te l'hanno detto prima che partissi per Suna? >> vedendo l'espressione confusa dell'uomo, continuò << Tsunade-sama mi ha nominata jonin e, come se non bastasse, mi ha messo a capo di questa gabbia di matti. >>

<< Non lo sapevo, complimenti Ran. >> le disse sincero. Cercò di nuovo di sollevarsi, ma una fitta di dolore lo costrinse ad arrendersi.

Tuttavia, il lenzuolo che gli copriva il viso era scivolato, lasciando visibile il bel volto del ninja. Kakashi assunse un'espressione così buffa, con gli occhi sbarrati e le guance rosse, che Ran non riuscì a trattenersi dal ridere.

<< Non fare quella faccia Kakashi, ti ho già visto senza maschera. >>

<< EH!? >> chiese lui, sinceramente sconvolto, arrossendo ancora di più.

Ormai Ran rideva così tanto che le erano venute le lacrime agli occhi.

<< Te l'ho già detto, sono stata io a visitarti, ho dovuto togliertela per forza. >> disse, dopo essersi calmata un po'.

Kakashi non rispose, si limitò ad emettere un verso di disapprovazione, le guance ancora rosse dall'imbarazzo.

<< Non capisco perché ti ostini a portarla. >> rifletté Ran ad alta voce, sedendosi ai piedi del letto del suo paziente << Non hai proprio nulla da nascondere. >> disse, incrociando le esili braccia sotto il seno.

A causa della posizione, Kakashi aveva una visuale limitata, tuttavia non poté non notare la profonda scollatura del top che Ran portava sotto il camice. La posizione che aveva assunto metteva in risalto il seno prosperoso della corvina. Nonostante la corporatura esile, Kakashi aveva sempre apprezzato le forme femminili della donna che aveva di fronte.

<< Bene, ti lascio riposare >> disse Ran, alzandosi dal letto << Tornerò tra qualche ora a controllare la situazione, d'accordo? >> Kakashi annuì, lo sguardo puntato sulla scollatura che il camice bianco celava fin troppo per i suoi gusti.

Ran intercettò lo sguardo dell'argenteo ed inarcò un sopracciglio, indispettita, per poi schioccare le dita per riportare l'attenzione dell'uomo sul suo viso.

<< Hai finito? >> gli chiese, irata << Ringrazia che sei convalescente, o ti avrei riempito di pugni! >> gli riservò uno sguardo gelido, per poi uscire furiosa dalla stanza, chiudendosi con violenza la porta alle spalle.

In quel momento Kakashi ringraziò di essere costretto a letto, non aveva dubbi che Ran l'avrebbe pestato a sangue, era pur sempre stata allieva di Tsunade. 


 

*




<< Oggi hai ricevuto un bel po' di visite, come ti senti? >> esordì Ran, mentre si chiudeva la porta della stanza di Kakashi alle spalle.

<< Riesco a sollevarmi adesso, anche se con non poche difficoltà. >>

<< È più che normale, piuttosto non fare sforzi superflui. >> lanciò uno sguardo disgustato al libro che in ninja aveva tra le mani << Tipo leggere quella robaccia. >>

<< Non è robaccia. >> le rispose piccato.

Ran decise di ignorarlo e di sistemare il dosaggio della flebo.

<< Hai provato qualche fastidio all'occhio sinistro? >>

<< No, nulla. >>

Ran annuì soddisfatta, per poi accomodarsi ai piedi del letto, come aveva fatto poche ore prima. Kakashi chiuse il libro che stava leggendo e lo posò sul comodino posto di fianco al letto.

<< Leggere quella roba non ti fa bene, ti trasformerai in Jiraiya-sama di questo passo. Anzi, direi che sei già sulla buona strada. >> disse, riferendosi all'episodio di qualche ora prima.

Kakashi pensò che probabilmente era ancora offesa, decise quindi di pensare bene a come risponderle, temendo seriamente per la sua incolumità.

<< Stavo solo ammirando come ti sta bene il camice. >> cercò di rabbonirla con un sorriso, anche se un po' tirato.

Ran, inaspettatamente, scoppiò a ridere << Che scusa pessima. >> disse con tono canzonatorio << D'altronde dovrei esserne contenta, ho avuto la prova che non sei fatto di ghiaccio. >>

Kakashi rimase estremamente sorpreso dalla risposta della corvina, che intanto si era alzata dal letto, per dirigersi verso la porta.

<< Riposati. >> lo salutò con un sorriso furbo, per poi chiudersi la porta alle spalle.

Kakashi si distese nuovamente, poggiando la testa sul morbido guanciale bianco, mentre ripensava alle parole della corvina.

No, lui non era affatto di ghiaccio e l'attrazione che provava per quella donna, diventata sempre più forte nel corso degli ultimi due anni, ne era la prova lampante. 


 

*




<< Sakura-chan, Naruto-kun, siete tornati dalla vostra missione. >>

Ran era appena entrata nella stanza di Kakashi per una delle sue visite giornaliere, e al capezzale del ninja vi erano Naruto, Sakura e Sai.

<< Tu devi essere il nuovo membro del team Kakashi. >> si rivolse a Sai, dedicandogli un sorriso.

<< Sono Sai, molto piacere. >>

<< Sakura vacci piano con questi due ragazzi. >> si rivolse alla rosa, notando il viso dei due giovani e riconoscendo subito il marchio di fabbrica del pugno della giovane kunoichi, che arrossì violentemente ma non rispose.

<< Da che pulpito... >>> sussurrò Kakashi, senza riuscire a trattenersi.

<< Hai detto qualcosa? >>

<< A-assolutamente nulla! >>

Ran lo guardò ancora con sospetto, ma la sua attenzione venne attirata da Asuma, seguito da Ino, Choji e Shikamaru, appena entrati per fari visita al ninja dai capelli d'argento.

I giovani furono ben presto congedati da Asuma, che li tentò con uno dei trucchi più vecchi del mondo: il cibo.

Erano rimasti solo Asuma, Kakashi e Ran. La corvina visitò velocemente il suo paziente, sotto lo sguardo attento del Sarutobi.

<< Bene, tra un paio di giorno al massimo potrai lasciare l'ospedale. >> lo Hatake accolse le parole della donna con un sospiro di sollievo.

<< Sei così premurosa con tutti i tuoi pazienti o a Kakashi riservi un trattamento speciale? >> la prese in giro Asuma.

<< Perché dovrei riservargli un trattamento speciale? >> rispose Ran, cercando di trattenere l'istinto di prenderlo a pugni.

<< Questo devi dirlo tu a me. >>

Maledetta Kurenai e la sua boccaccia!

Kakashi seguiva lo scambio tra i due ninja come si segue una partita a tennis, spostando la testa prima a destra, poi a sinistra.

<< Non sono premurosa, sono professionale, c'è una bella differenza. E adesso, se non vi dispiace, io andrei. Ho anche altri pazienti a cui pensare. >>

Detto questo schioccò un ultimo sguardo infuocato ad Asuma, uscì dalla stanza a grandi passi e si chiuse con violenza la porta alle spalle, senza degnare Kakashi di uno sguardo.

<< Ma che l'è preso? >>

<< Ah siete due casi persi, tu e lei, quando ve la darete una svegliata? >> chiese più a sé stesso che al copy-ninja, la cui espressione confusa gli provocò un sospiro rassegnato.

Sarai anche un genio Kakashi, amico mio, ma in fatto di donne sei un caso perso. 

 

Author's corner

Salve a voi lettori. Rieccomi dopo un'assenza lunghissima. Vi chiedo veramente scusa, ma ho deciso di prendermi un mese di assoluto riposo da tutto, dallo studio e dalla scrittura in primis. Ora sono di nuovo in pista, pronta a riprendere in mano la storia! Spero continuerete a seguirla con passione e di non deludervi con questo nuovo capitolo. VI voglio ringraziarvi per il sostegno che mi dimostrate conle vostre recensioni, sono molto importanti per me.Gli aggiornamenti avverranno in maniera il più regolare possibile, ci metterò tutta me stessa, ve lo prometto.

Vi saluto, alla prossima settimana!💖

©️I personaggi di "Naruto" non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto, Ran e gli altri personaggi da me inventati sono di mia proprietà, qualsiasi plagio non sarà perdonato.

Un abbraccio,
Audrey🌹


 

"Kakashi sorrise di riflesso, non riuscendo a non pensare a quanto fosse bella. I lunghi capelli corvini le ricadevano morbidi come seta lungo le spalle, due lunghe ciocche le incorniciavano il viso di porcellana e quelle due lastre di ghiaccio, che l'avevano stregato al loro primo incontro, lo guardavano divertite."

 

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Capitolo IX




Heart beats fast

Colors and promises

How to be brave

How can I love when I'm afraid to fall

But watching you stand alone

All of my doubt, suddenly goes away somehow

- A Thousand Years, Christina Perri

 

Villaggio della Foglia, Paese del Fuoco

 

<< Vedo che ormai sei guarito. Oggi ti dimettiamo. >> gli annunciò Ran quella calda mattinata estiva, dopo una delle solite visite di routine.

<< Dì la verità, vuoi liberarti di quel "bagaglio extra" laggiù, vero? >> Kakashi indicò con un cenno del capo il letto di fianco al suo, occupato da un rumoroso Naruto, che dormiva ancora, beato ed ignaro delle occhiatacce che la bella dottoressa dai capelli corvini gli stava rivolgendo. Emise un verso indistinto a causa del cuscino spiaccicato contro il viso e Ran inarcò un sopracciglio.

<< È ora che lasciate il mio ospedale, non credo riuscirei a sopportarvi un minuto di più. >>

La corvina si avvicinò al letto in cui il biondo ronfava, ignaro di ciò che sarebbe successo di lì a poco.

<< Suiton, Suihachi!* >> dopo aver composto i sigilli, dalla mano destra di Ran, rivolta verso il volto di Naruto, partì un getto d'acqua non molto forte, poiché aveva impastato una misera quantità di chakra. Lo scopo era svegliarlo, non ucciderlo. Non ancora pensò la corvina, con un ghigno inquietante sul bel viso.

Il biondo si vegliò di soprassalto, preso alla sprovvista. Si guardò intorno freneticamente, per poi posare lo sguardo azzurrino sul viso di Ran, un sopracciglio inarcato e l'espressione minacciosa. Sentì un brivido attraversargli la schiena, mise il cuscino tra il suo corpo e la bella dottoressa, in una sorta di disperata posizione di difesa.

<< R-Ran no Neechan! >>

<< Naruto Uzumaki, fuori dal mio ospedale. >> vedendo il biondo indugiare e cercare di rabbonirla con uno sguardo da cucciolo bastonato, urlò << Adesso! >>

Kakashi osservò divertito il suo allievo recuperare i pantaloni e correre come un fulmine fuori dalla stanza, il tutto accompagnato da un << Sissignora! >>

<< L'invito vale anche per te. >> disse Ran scura in volto, girandosi in direzione dell'argenteo, che subito smise di ridere.

<< Suvvia Ran, sei stata così carina in questi giorni. >> cercò di rabbonirla lui.

<< Eri convalescente. >> cercò di giustificarsi, nonostante un leggero rossore le colorasse le guance pallide.

<< Sei carina quando arrossisci. >> non riuscì a trattenersi il jonin.

<< E tu sei un adulatore. Adesso sbrigati a raggiungere il tuo scalmanato allievo o me lo ritroverò di nuovo qui tra poco. >>

<< E io che volevo rilassarmi qualche giorno a casa... >>> sospirò rammaricato Kakashi.

<< Fai il tuo dovere ed allena il ragazzo, scansafatiche! >> lo rimproverò la corvina, non riuscendo tuttavia a trattenere un sorriso che, spontaneo, le illuminò il bel viso, alla vista dell'espressione corrucciata del ninja.

Kakashi sorrise di riflesso, non riuscendo a non pensare a quanto fosse bella. I lunghi capelli corvini le ricadevano morbidi come seta lungo le spalle, due lunghe ciocche le incorniciavano il viso di porcellana e quelle due lastre di ghiaccio, che l'avevano stregato al loro primo incontro, lo guardavano divertite.

<< Bene, devo tornare a lavoro. Spero proprio di non rivederti più, Kakashi. >>

<< Viviamo nello stesso villaggio, non ti sembra un po' difficile? >>

<< Intendevo qui in ospedale, bel visino! >>

Ran alludeva al fatto che era riuscita a vedere il viso del copia-ninja e Kakashi lo capì subito. L'uomo sentì il volto andare in fiamme.

La corvina rise di gusto dell'espressione dell'argenteo e, prima di sparire dietro la porta, gli mandò un bacio volante.

Kakashi scosse il capo, rassegnato, ma non riuscendo a trattenere un sorriso. Ran non era cambiata affatto, si ritrovò a riflettere, era ancora la stessa giovane impertinente e dalla lingua lunga che aveva trovato in quella radura due anni prima. 




 

*







Ran camminava per i lunghi corridoio del palazzo dell'Hokage, diretta dalla sua maestra. Tuttavia, la bella kunoichi aveva la testa tra le nuvole, qualche ora prima, Kurenai, presentatasi improvvisamente in ospedale, le aveva proposto di andare alle terme quel pomeriggio, per rilassarsi e trascorrere un po' di tempo tra pettegolezzi e chiacchiere tra donne. Con la testa era già immersa nelle onsen, a sorseggiare un buon sake in compagnia della sua migliore amica.

Per questo non notò il ninja che procedeva con passo lento e cadenzato nella direzione opposta alla sua finché questi non richiamo la sua attenzione.

Kakashi, dal canto suo, osservò con attenzione il corpo della donna, ora libero dal camice bianco. Indossava un top nero, aderente e senza maniche, che le fasciava dolcemente il seno ed il collo elegante. Il top le lasciava scoperta una porzione di pelle del busto, mentre una gonna a vita alta, anch'essa nera, scendeva dalla vita sottile fino a poco sopra il ginocchio. Ai piedi calzava dei sandali con il tacco. Dei manicotti a rete le coprivano le braccia, dall'avambraccio fino alla mano, terminando in un elegante anello posto sul dito medio. Stringeva al petto prosperoso una cartellina porta documenti.

<< Oi Ran. >>

Ran torno alla realtà e posò lo sguardo ceruleo su Kakashi, che procedeva verso di lei, le mani calate nelle tasche dei pantaloni e la solita espressione annoiata sul bel viso.

<< Che ci fai qui, bel visino? Non dovresti essere con Naruto? >>

<< Ancora con quel soprannome? >>

<< Perché, non ti piace? Guarda che è un complimento. >>

Kakashi decise di non controbattere, considerandola una battaglia persa in partenza. Una cosa che aveva capito di Ran in quei due anni, era la sua cocciutaggine, non aveva mai conosciuto una donna dalla testa più dura della sua ed era praticamente impossibile farle cambiare idea se si metteva in testa qualcosa. L'unica che riusciva a spuntarla con lei era Kurenai, verso la quale la corvina provava una fiducia incrollabile.

<< Tsunade-sama mi ha affidato una nuova missione. Tu invece, che ci fai lontana dall'ospedale? >>

<< Tsunade-sama mi ha chiesto di portarle i dati su un nuovo farmaco che sto sperimentando, non volevo allontanarmi dal laboratorio, ma la conosci, la pazienza non è il suo forte. >> sospirò rassegnata la corvina.

<< Che tipo di farmaco? >> le chiese, curioso.

<< Per ora è top secret. Forse, quando sarai tornato dalla tua missione, sarà definitivamente pronto e allora te ne potrò parlare. Piuttosto, di che genere di missione si tratta? >>

<< Raccogliere informazioni sull'Akatsuki con Jiraya-sama. >>

Un'espressione preoccupata si dipinse sul volto della giovane, mentre il pensiero della triste fine del povero Eremita dei Rospi le piombò sulle spalle come un macigno.

<< Sta attento, Kakashi. >> incatenò i suoi occhi cristallini all'unico occhio visibile color pece dell'argenteo.

<< Non preoccuparti >> le sorrise per confortarla << Ti ho promesso che sarei stato lontano dall'ospedale, no? >>

Ran non sembrò molto rassicurata dalla risposta dell'albino e lui lo percepì subito. Le poggiò una mano sul capo, accarezzandole dolcemente la chioma corvina.

<< Te lo prometto. >> ribadì, dedicandole un sorriso.

Ran sorrise di riflesso, nonostante la preoccupazione non fosse svanita dal suo cuore, che batteva freneticamente a seguito di quel contatto così intimo ed inusuale per loro due.

<< Ci vediamo al mio ritorno. >> le disse, dopo averle sistemato una ciocca di capelli dietro l'orecchio abbellito con un orecchino circolare.

Ran annuì, le guance imporporate ed un sorriso timido, così innaturale per una come lei.

Rimase a guardare le schiena di Kakashi finché questi non scomparve dalla sua visuale, mentre la preoccupazione le attanagliava le viscere. Scosse il capo, come a voler scacciare un pensiero molesto, dopo solo una settimana a stretto contatto con il copia-ninja si sentiva di nuovo la ragazzina di due anni prima, impacciata e a disagio in sua presenza. Era inaccettabile per lei, non poteva permettersi di sviluppare dei sentimenti nei suoi confronti, non con una profezia e la paura di dover tornare nella sua dimensione da un momento all'altro a pesarle sul cuore. 

A passo di marcia riprese il suo cammino verso l'ufficio dell'Hokage, intenzionata a riprendere il controllo di sé.

Giunta davanti alla sua meta bussò con decisione ed aprì la porta solo dopo aver sentito la voce della sua maestra che la invitava ad entrare.

<< Ah Ran, sei tu. >> la accolse con un sorriso la donna.

<< Tsunade-sama. >> la salutò Ran, con rispetto, nonostante la considerasse quasi come una madre, la bionda occupava pur sempre la carica di capo del villaggio.

<< Hai portato quello che ti ho chiesto? >>

La corvina annuì e le porse la cartellina porta-documenti che fino a quel momento aveva stretto tra le mani.

La donna la aprì e inizio a leggerne velocemente il contenuto. Alzò poi il suo sguardo color caramello su Ran e le sorrise, fiera.

<< Molto bene, sono molto soddisfatta del tuo lavoro Ran, continua così! >> la incoraggiò.

Ran sorrise di cuore, dopo un attimo di smarrimento, d'altronde Tsunade non era il tipo che elargiva facilmente dei complimenti.

<< La ringrazio Tsunade-sama. >>

<< C'è qualcosa che ti preoccupa? >> una domanda a bruciapelo. Ran la guardò con gli occhi sbarrati, spaesata. Il Quinto Hokage la conosceva veramente come le sue tasche.

<< Ho incontrato Kakashi poco fa, in corridoio... >> disse, a mò di spiegazione. Sapeva che mentirle sarebbe stato inutile, avrebbe solo causato il nervosismo della donna, e quella era l'ultima cosa che voleva.

La bionda capì subito ciò che intendeva la sua allieva, ormai quella giovane donna era un libro aperto per lei.

<< Non preoccuparti Ran, Kakashi è uno dei migliori ninja del villaggio, non gli accadrà nulla. Inoltre c'è Jiraiya con lui. >> la rassicurò.

Ran annuì, leggermente sollevata.

<< Ha ragione Tsunade-sama. Mi sto comportando da stupida. La lascio ai suoi impegni. >>

Si dileguò in fretta, augurandole una buona giornata. Si sentiva troppo indifesa in quel momento, emotivamente parlando, per poter reggere gli occhi indagatori di Tsunade, per questo motivo optò per la fuga.

<< Inoltre, adesso credo abbia un buon motivo per ritornare tutto intero al villaggio. >> disse Tsunade, osservando la porta dalla quale la sua allieva era appena uscita come un fulmine. 







 

*










<< Ahhh ci voleva proprio, non trovi Ran? >>

Immerse nell'acqua termale e circondate da nuvolette di vapore, Ran e Kurenai si concedevano finalmente un momento per loro stesse, lontano da pericolose missioni ed estenuanti turni in ospedale.

<< Decisamente. >>

Tuttavia, nonostante i benefici che le onsen stavano avendo sul suo corpo, sciogliendo tutto lo stress accumulato, la mente di Ran era da tutt'altra parte.

<< Ti vedo distratta, è successo qualcosa? >> le chiese Kurenai, la voce velata da una nota di preoccupazione.

Ran voleva davvero confidarsi con Kurenai, era la sua migliore amica, il suo punto di riferimento a Konoha, la sua confidente, la spalla su cui piangere. Eppure, era come se il fiume di parole che premeva di uscire, fosse bloccato in gola, forse perché la corvina sapeva bene cosa avrebbe scatenato parlare dell'ansia che la angosciava sapendo che Kakashi si trovava in una missione tanto pericolosa. Ogni volta che Ran nominava il copia-ninja, infatti, Kurenai iniziava interminabili sproloqui su quanto sarebbero stati una bella coppia, se solo uno dei due si fosse deciso a fare la prima mossa. E quel giorno, con il cuore e la mente in subbuglio, la minore era sicura di non riuscire a reggere i discorsi della maggiore.

<< Promettimi che non inizierai con uno dei tuoi soliti discorsi senza senso. >> intenzionata a vuotare il rospo con la jonin dagli occhi scarlatti, Ran voleva tuttavia coprirsi le spalle.

<< Non capisco proprio cosa intendi, ma te lo prometto. >> acconsentì Kurenai, curiosa.

Ran emise un rumoroso sospiro, per poi raccontare all'amica dell'incontro inaspettato con Kakashi al palazzo dell'Hokage, della missione che Tsunade gli aveva affidato e della sua preoccupazione.

<< So già cosa ti passa per quella bella testolina. >> Ran osservava imbronciata il volto di Kurenai, la donna infatti era smaniosa di rinfacciare alla corvina quanto avesse ragione << Ma non è come pensi. >> affermò con sicurezza la jonin dagli occhi cerulei, stroncando sul nascere qualsiasi frecciatina dell'amica.

<< Invece credo proprio che sia come penso. >> immersa fino al seno nell'acqua termale, Kurenai gongolava ormai senza provare minimamente a nascondere un'espressione vittoriosa.

< Ti dico di no, invece! Mi sarei preoccupata allo stesso modo anche se in missione avessero mandato Gai o Genma. >> la corvina cercò di nascondere il leggero rossore che le aveva colorato le guance immergendosi nell'acqua calda, lasciando visibili solo i bellissimi occhi color ghiaccio, mentre i lunghi capelli corvini si spandevano a ventaglio sulla superficie dell'acqua.

<< Sei una bugiarda e lo sai bene. >> sorrideva Kurenai, ormai più che sicura di quello che diceva << Kakashi ti piace, e anche molto. Quando siete nella stessa stanza non hai occhi che per lui. >>

Kurenai continuò imperterrita, fermando sul nascere ogni obiezione della corvina.

<< Inoltre credo che anche tu gli piaccia, non l'ho mai visto rapportarsi in questo modo con una donna. Anzi, sarebbe meglio dire che non l'ho mai visto rapportarsi con una donna, almeno non in pubblico. >>

<< Impossibile. >> borbottò Ran, anche se la sua voce uscì distorta e sollevò moltissime bollicine d'acqua.

<< Se non mi credi, puoi chiedere a chiunque, ti darà la stessa risposta. >>

Lo sguardo della kunoichi dagli occhi scarlatti si raddolcì, osservando la sua migliore amica immersa quasi totalmente nell'acqua termale, gli occhi cerulei, nonostante l'imbarazzo ben visibile per lei che la conosceva ormai come le sue tasche, sempre fieri e puntanti nei suoi scarlatti, in un scontro tra ghiaccio e fuoco.

<< Purtroppo Kakashi sarà pure un ninja geniale, ma non credo sia molto sveglio quando ci sono in ballo i sentimenti. Mi sa che dovrai essere tu a fare la prima mossa se vorrai conquistarlo, amica mia. >>

<< Io non voglio conquistare proprio nessuno. Sto bene così come sto, con la mia vita, l'ospedale e i miei amici, non ho bisogno di un uomo al mio fianco. >> esclamò decisa, risollevando il viso dall'acqua e sfoggiando uno sguardo fiero e orgoglioso.

<< So bene che non hai bisogno di un uomo, Ran. Tu hai bisogno d'amore. E prima che aggiunga qualcosa come "ho l'amore dei miei amici" o stronzate simili, io parlo di un altro tipo di amore >>

<< Gli uomini sono dei traditori. >>

<< Asuma ti sembra un traditore? Un uomo infedele? >> la voce di Kurenai non aveva nessuna flessione particolare, voleva semplicemente capire il punto di vista della sua amica.

<< Asuma è una delle poche eccezioni. >> e lo pensava veramente, uomini come Asuma erano più unici che rari.

<< E cosa ti fa pensare che anche Kakashi non lo sia? >> Kurenai usò un tono di voce morbido, come una carezza. Voleva che la sua cara amica si lasciasse andare, sapeva bene il motivo della sua sfiducia nel genere maschile, la corvina le aveva accennato qualcosa della sua vita familiare, nonostante non amasse parlarne. Nonostante ciò, la donna era convinta che non poteva continuare a rifuggire l'amore.

Ran dal canto suo, non sapeva proprio cosa rispondere. L'immagine del padre, figura assente e distante, le apparve nella mente. Lui non l'aveva mai amata, così come non aveva mai amato sua madre. L'aveva sposata perché era bella, un bel gingillo da esporre all'alta società della finanza americana e giapponese, un trofeo. Sua madre, invece, tanto bella quanto ambiziosa, aveva visto nel rampollo di una ricca famiglia giapponese di bella presenza, un modo per assicurarsi una vita adagiata ed il trampolino di lancio nell'industria della moda. Tra loro non c'era amore, solo vantaggi e denaro, e lei, piccola e fin troppo intelligente, non era altro che una vittima del loro egoismo. Era quindi cresciuta con la convinzione che l'amore fosse qualcosa di unico e raro, difficile da trovare, troppo difficile, per questo motivo non voleva saperne. Non voleva soffrire.

<< Pensaci, Ran. Forse, come dici tu, i miei sono solo vaneggiamenti e forse hai ragione. Ma il problema è che tu non ci provi nemmeno. >>

Ran la guardava in silenzio, gli occhi sbarrati, per questo Kurenai continuò << Ti precludi a priori la possibilità di essere felice. Cosa ti costa ammettere che Kakashi ti piace e che sei attratta da lui? >>

<< Non è detto che lui provi lo stesso. >> disse la corvina in un sussurro quasi impercettibile, ma comunque colto dalla jonin dagli occhi scarlatti.

<< Bhe allora che aspetti a scoprirlo? >> il sorriso rassicurante di Kurenai scaldò il cuore della corvina, portandola a dubitare di quelle che erano sempre state le sue convinzioni.

Da quando era arrivata a Konoha, Kurenai, con i suoi modi gentili ma allo stesso tempo decisi, era riuscita piano piano ad abbattere tutte le barriere che aveva costruito intorno a sé per tutta la vita e le regole che si era imposta una volta giunta in quella dimensione. Pezzo dopo pezzo, la bella kunoichi stava distruggendo quelle idee così aride e ciniche che, dalla morte del suo amato nonno, avevano contaminato la mente di Ran come un veleno.

Non era ancora del tutto convinta di voler andare fino in fondo e tentare di interpretare i suoi confusi sentimenti nei confronti del copia-ninja, tuttavia il discorso dell'amica aveva acceso in lei una debole fiamma che, ben presto, sarebbe diventata un fuoco dirompente. 




 

*Suiton: Suihachi = Arte dell'acquaManciata di onde





 

💫Author's corner💫

Salve a tutti! Vi ricordate ancora di me?? Spero vivamente di si! Ho deciso di riprovarci, con questa storia. Pensavo di non riuscire più ad andare avanti e di non superare il blocco dello scrittore che ha caratterizzato questi mesi. Sarà stato questo Natale anticonvenzionale, l'essere in zona rossa, non so, sta di fatto che questo capitolo è nato dal nulla in un paio d'ore. Se c'è ancora qualcuno disposto a leggere questa storia, consideratelo come un piccolo regalo di Natale. Proverò a concluderla, a darle una fine, perché credo che Ran e Kakashi se la meritino, ma non voglio nemmeno fare promesse che non sono sicura di mantenere. Quindi io ce la metterò tutta, gli aggiornamenti non saranno più settimanali, ma un pò come capita, in base all'ispirazione. Spero che questo capitolo vi piaccia, a me piace particolarmente. Fatemi sapere cosa ne pensate! Ci vediamo (spero) presto!

Alla prossima!

Audrey✨

©️I personaggi di "Naruto" non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto, Ran e gli altri personaggi da me inventati sono di mia proprietà, qualsiasi plagio non sarà perdonato.

 

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