Boy for Rent

di Geddy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


L’INVITO
Buffy Anne Summers
Il mio nome era scritto in bella grafia sul retro della busta da lettera. La presi in mano e la rigirai lentamente fra le dita. Speravo vivamente che non fosse ciò che credevo. Saggiai sotto i polpastrelli la carta pregiata, leggermente ruvida. Mi accostai alla finestra, aprii le tende e misi la lettera in controluce per cercare di vedere il contenuto. Sbuffai, non si vedeva assolutamente nulla. Potevo lasciarla chiusa, ma sì certo! Infondo era facile smarrire una lettera, i postini facevano spesso confusione e magari l’avevano consegnata all’indirizzo sbagliato. Se qualcuno me lo avesse chiesto avrei risposto così. E poi non potevo proprio andarci…insomma ero impegnata, molto impegnata. Posai la lettera sull’isola della cucina e lanciai un’occhiata alla pattumiera, nah, esagerata. Ripresi la busta e la misi nella credenza, dietro una confezione di caffè scaduta. Sì, lì poteva andare, o forse…no, lì no. Un angolino della busta era ancora visibile, dovevo nasconderla meglio. La ripresi e la infilai nelle pieghe del divano, quello sì che era un nascondiglio perfetto! Molte cose andavano perse così…Mi sistemai sul divano sodisfatta, ma prima che potessi appoggiare la schiena al comodo cuscino, il telefono cordless cominciò a squillare, lo afferrai senza pensarci e spinsi il pulsante di accettazione della chiamata.
“Casa Summers”
“Buf! L’hai ricevuta??” La voce eccitata di Willow mi perforò i timpani e allontanai la cornetta dal povero orecchio, mi sembrava quasi di vederla saltellare per la stanza in preda alla gioia. Perché non potevo essere anche io così felice?
Per un attimo mi chiesi quale strategia fosse meglio adottare, dire a Willow che non l’avevo ricevuta o confessarle il mio disagio?
“Buf ci sei?”
“Cosa? Oh sì, sì ci sono”
“Allora?”
“Allora cosa?”
“Hai ricevuto l’invito o no?”
“Io, io…” Non ce la faceva proprio a mentirle
“Hai visto che carta bellissima? Avranno speso un patrimonio! Devi assolutamente venire qui una settimana prima, dobbiamo andare tutte insieme a scegliere gli abiti e i regali! E poi…”
A quel punto smisi di ascoltarla, la voce della mia amica diventò un brusio indistinto, fastidioso ed indistinto.
Una settimana prima aveva detto, una settimana intera insieme a loro, a tutti loro. Non che non volessi rivedere i suoi amici, anzi…mi mancavano da quando mi ero trasferita a Los Angeles, ma tutti loro significava proprio tutti, compresi quei due. E non sapevo se sarei riuscita a reggere la loro presenza insieme, proprio insieme nel senso di fidanzati. Oh merda! Certo che non ci sarei riuscita!
“Buffy? Mi sentiiii?” la voce di Willow era scocciata
“Non hai sentito una parola di quello che ho detto, vero?”
“Scusa mi sono distratta, ecco io non ho ricevuto l’invito. Forse i postini l’hanno perso, o forse loro non mi vogliono nel loro giorno…e…e anche se mi avessero invitata, ho da fare, molto da fare. Super impegnata, sai con lo studio…”
“Buffy!”
“…il lavoro…”
“Buffy!”
“…le lezioni…”
“BUFFY!”
“s-si?”
“So che è difficile per te…” cominciò con voce più dolce la mia migliore amica, e a quel tono comprensivo mi si strinse il cuore.
“…ma è il matrimonio di Xander e tu non puoi mancare. E poi lo so che l’invito ti è arrivato, posso vederlo nascosto esattamente sotto il tuo sedere” rise la streghetta.
“Bel nascondiglio, ma Buf, tu non puoi nasconderti per sempre. Prima o poi dovrai affrontare la situazione”
Deglutii a vuoto, sapevo a cosa si riferiva e non ero sicura che comprendesse a pieno quello che mi stava chiedendo.
“Non si potrebbe fare poi?!”
“Buffy!”
“E va bene, va bene. Verrò.” Lo dissi pur sapendo di avere appena firmato la mia condanna a morte, non morte nel senso di corpo morto (magari!) morte morale, ammesso che esista qualcosa del genere. Ma davvero, non potevo permettere che il passato rovinasse i rapporti costruiti da una vita. E Xander di certo rappresentava il tipo di rapporto costruito da una vita che durava una vita intera. Non potevo fargli questo…
“Brava! Non preoccuparti comunque, ho in mente un piano che ti aiuterà ad affrontare il tutto!”
“Mi farei un incantesimo che mi farà dimenticare tutto?” chiesi speranzosa
“Ma no sciocchina! Farò in modo che tu non ti senta sola”
“Willow, io non mi sentirò solamente sola, ma anche sfigata e depressa. E poi se non lo ricordi te lo rammento io: ho sfacciatamente detto che sono fidanzata e come ben sai non è vero, il che mi rende doppiamente sfigata, visto che verrò al matrimonio SOLA e depressa!”
“E appunto come ti dicevo, ho un piano”
“Non mi piace… Vai avanti”
Le idee di Willow, almeno per quanto riguarda la sfera sentimentale, non sono mai state il massimo. Non che io possa vantarmi di aver mai fatto meglio, certo…
“Ho trovato un ragazzo che sarebbe disposto ad accompagnarti…”
“E dove lo avresti trovato questo tizio?”
“Bhè…”
“Parla Will!”
“Su un sito, si chiama rentforaboy. Aspetta non giudicare! E’ molto discreto. Nessuno saprà nulla, a parte noi. E poi lui è molto carino, vedrai!”
“Tu sei impazzita! Non affitterò un accompagnatore!”
“L’ho già fatto io, ho dato un acconto, il resto dovrai pagarlo tu… 150 $ al giorno per una settimana. Ti aspetta sabato alle 10.00 al cafè Rouge. Biondo. Ciao!”
La mia “amica” aveva parlato in fretta e chiuso il cellulare altrettanto in fretta per non darmi modo di replicare. E così mi ritrovai con la bocca spalancata e il telefono muto all’orecchio. Il mio primo pensiero fu: 150$ al giorno? Era una fortuna! Non volevo affatto sprecare i soldi che mamma mi aveva lasciato in quel modo. Anche se…beh mamma avrebbe voluto la mia felicità, e non avere un accompagnatore significava essere molto infelici. E qui veniamo al secondo pensiero formulato: Un accompagnatore in affitto. Ero davvero caduta così in basso? La risposta cruda era sì. Da quando avevo ricevuto la notizia che Angel stava con lei, proprio lei… non avevo fatto altro che scivolare verso il fondo…
Passai il resto della giornata -e buona parte della settimana successiva- a combattere fra l’orgoglio e la paura. Orgoglio brutalmente calpestato dal presentarmi al matrimonio di Xander e Anya con un finto fidanzato per ingannare il mio ex fidanzato che avrei voluto fosse ancora attuale fidanzato, ma che era irrimediabilmente il fidanzato di un’altra…e la paura di passare una settimana intera a sorbirmi gli sguardi impietositi di suddetti fidanzati.
E fra questi pensieri arrivò il sabato dell’appuntamento senza che io avessi preso una decisione. Allora scelsi saggiamente di rimandare la decisione a quando avrei visto il mio pseudo-fidanzato. Tanto non firmavo mica un patto con il diavolo, potevo conoscerlo ed eventualmente dirgli che non avrei avuto bisogno di lui.
Prima di uscire mi diedi un’ultima occhiata allo specchio. Avevo indossato un abitino blu un po’ scollato che cadeva morbido fino a metà coscia, lo tirai un po’ più giù lisciando il tessuto con le mani. Sperai che non fosse troppo corto e che non dicesse ‘ehi guardami’. Non conoscevo il tizio, ma non volevo sembrare ancora più disperata di quanto già non mi sentissi.
Arrivai al bar. Era un bel posto immerso nel verde. I tavolini erano ordinatamente disposti su una pedana bianca in pieno sole. Di fronte c’era un piccolo chiosco rosso che serviva da bere.
Subito notai una testa ossigenata e mi bloccai ad osservarla a distanza di sicurezza.   Mi dava le spalle. Esitai…sarei potuta andare via, andare al matrimonio da sola, farmi umiliare, affrontare con pizza e gelato il dolore del dopo e tornare abbattuta alla mia misera e solitaria vita. Mentre formulavo questi pensieri l’ossigenato si voltò e appuntò il suo sguardo su di me.
Forse la mia faccia terrorizzata o la mia esitazione, non saprei dire con certezza cosa lo indusse a credere che fossi proprio io la ragazza che stava aspettando, ma si alzò e con andatura ciondolante si avvicinò tendendomi la mano.
“Sono Spike, piacere dolcezza. Tu devi essere Buffy.”
Gli strinsi la mano a mia volta. Era davvero carino: gli zigomi alti, il mento volitivo, il naso dritto e delle labbra davvero niente male. Anche lo stile era particolare, ma quello non ero sicura mi piacesse, troppo ‘vampiresco’ per i miei gusti. O forse era solo troppo rock…
“Preferisci farlo qui in piedi dolcezza?”
“Cosa? Fare cosa?” chiesi inebetita lasciandogli di scatto la mano.
“Parlare.”
“Oh no, no andiamo al tavolo.”
Sotto lo sguardo divertito di Spike mi accomodai al tavolo. Lui prese posto difronte a me, un po’ scomposto. Alzò il viso verso il sole assaporando il calore sulla pelle chiara, sfilò una sigaretta dalla tasca dello spolverino nero e la mise fra le labbra senza accenderla.
“Adoro il tepore del sole” disse e poi tornò a prestarmi attenzione. Molta attenzione. Il suo sguardo si posò sulle mie gambe scoperte per risalire lentamente verso il seno e poi in su, verso il collo, le labbra e infine gli occhi.
“Allora Buffy…vuoi dirmi come mai hai richiesto i miei servizi?” Non mi piaceva affatto quella parola. “Servizi” quali servizi? Accompagnare era un servizio?
“Mettiamo le cose in chiaro. Non sono una di quelle. Insomma io non voglio servizi. Quello che voglio dire è che non potrei…”
“Ho capito amore, niente sesso. La tua dignità è salva. Anche se…”
Si fermò dal continuare il suo esame lascivo incrociando il mio sguardo truce, ma almeno un punto era chiarito.
“Allora amore?”
“Un mio amico si sposa e al suo matrimonio c’è anche il mio ex ed io non voglio andarci da sola. Non che non possa avere un vero fidanzato, è solo che sono molto impegnata e non ho tempo per una relazione stabile e così…”
“Non devi darmi spiegazioni tesoro. Sarò il tuo finto fidanzato per quanto?”
“Una settimana.”
Spike emise un lungo fischio, si accomodò meglio sulla sedia e riprese a guardarmi con fare languido arricciando la lingua davanti ai denti.
“Sarà molto divertente. Potrei farti uno sconto visto che sei così carina.”
Qualcosa del suo comportamento mi irritava a morte, non sapevo definire cosa fosse ma di certo non avrei potuto passare una settimana intera con lui. E poi andiamo! Non era credibile come mio fidanzato un tipo così, sarebbe stato un meglio un tipo alla Angel, o alla Riley.
“Senti lasciamo perdere” dissi alzandomi “ho deciso di fare a meno di un accompagnatore. Addio.” Mi allontanai in fretta lasciandolo lì al tavolo da solo. Era stata tutta una follia, una follia partorita dalla mente perversa di Willow.
“Ehi gattina, ho detto che ti avrei fatto lo sconto!”
Il tizio mi aveva seguita il che, se possibile, mi irritò ancora di più.
“Senti tu!” mi voltai puntandogli il dito al petto “Non sei adatto per me, sei troppo…”
“Vampiresco baby? Alle ragazze piace” disse spingendo sfrontatamente il petto contro il mio dito.
“Oh ma per piacere! Vampiresco tu? Ma lo sai almeno che ai vampiri non piace il sole? Studia di più per il tuo ruolo B-a-b-y-!” mi voltai per andarmene.
“Al diavolo ragazzina sfigata.”
Avrei potuto spezzargli benissimo le ossa una ad una con la mia forza, ma mi limitai a lanciargli un’occhiataccia inceneritrice. -sarebbe bello avere anche il potere di incenerire nella dotazione ordinaria della cacciatricetipo-   
“Cosa hai detto scusa?”
L’ossigenato rise sfrontato, appoggiò la schiena al muretto della via e accese la sigaretta che pendeva dalle labbra, aspirò il fumo e me lo espirò in faccia
“ti ho chiamata sfigata”
Lasciai cadere la borsetta e strinsi il pugno. Volevo dargliene uno solo, assestato sul suo muso, giusto per fargli passare la voglia di parlare.
“Buffy? Buffy Summers?”
Prima che la mia giusta ira potesse trovare sfogo nel cancellare un certo ghigno, una voce conosciuta mi chiamò bloccandomi sul posto. La giornata stava davvero prendendo una brutta piega, chiusi gli occhi e respirai forte prima di voltarmi verso la voce.
“Signora Harris! Che piacere vederla a Los Angeles!” La mamma di Xander era davanti a me, con tanto di marito e buste dello shopping a seguito.
“Oh cara, che fortuna averti incontrata qui, Xander dice che non riesce a beccarti al telefono di casa. Visto che ci siamo incontrate te lo dico io. Ti abbiamo sistemata a casa nostra, abbiamo mandato gli zii in albergo, per amor del cielo non avremmo potuto tenerli in casa un intero week end!”
Prima che potessi obiettare o ribellarmi o scappare e nascondermi, la signora Harris si voltò verso Spike che osservava la scena con un sorriso compiaciuto sulle labbra:
“E tu devi essere il suo ragazzo! Willow ci ha detto che saresti venuta accompagnata, ho preparato il letto matrimoniale caro!”
Aprii la bocca per spiegarle che quello era solo un conoscente incontrato per strada, ma Spike mi precedette, lanciò via la sigaretta, prese la mano della signora Harris e la portò alle labbra in un perfetto baciamano da gentiluomo
“La ringrazio Signora, sarà un piacere per noi averla come ospite”
La signora Harris diventò paonazza e piegò la testa di lato e l’altra mano all’altezza del cuore, sembrava una ragazzetta a cui hanno chiesto di fare il primo lento. Se non fosse stata una situazione tragica avrei riso di cuore, ma al momento l’espressione sul mio viso era seconda solo a quella del signor Harris: fra l’esasperato e il rassegnato.
“Oh cara, ma dove hai trovato un così bel ragazzo? Finalmente hai cambiato genere, non se ne poteva più con quei Ken…questo sì che fa per te!”
Spike mi fece un occhiolino compiaciuto, ora sì che ero finita nei guai seri.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


Passare due ore in auto con quello spaccone non fu cosa affatto semplice! Ma avrei dovuto desistere sin da quando mise su una discussione su chi dovesse guidare, era chiaro che il ragazzo soffrisse della sindrome da chicelhapiùgrosso. Far guidare ad una donna, che sacrilegio! Avrei voluto piantargli un calcio sul suo sedere tondo e sodo e spedirlo nel gruppo di rocchettari da cui era venuto, ma feci buon viso a cattivo gioco. Visto che la frittata era già fatta, mi sedetti comoda sul sedile del passeggiero a godermi il panorama…o così pensavo. Quello non la smetteva di parlare.uelloQddsgdf
“Ehi! Se vuoi che faccia il bravo fidanzato in questa settimana cerca di essere più disponibile gattina”
“Non chiamarmi gattina!”
“Perché no gattina? È quello che sei!” e lanciò uno sguardo eloquente alla generosa porzione di coscia lasciata scoperta dalla mia gonna. Me la tirai giù sbuffando:
“Ti ho già detto che non ti sopporto?”
“No, baby” non sembrava affatto dispiaciuto però, anzi…
“Io dormo, non disturbarmi per favore!”
In tutta risposta Spike accese una sigaretta e mi ignorò…
Sarebbe stata decisamente una settimana difficile!
“Baby, ehi siamo arrivati!”
Spike mi stava scuotendo senza troppi complimenti, cavolo!
“Di già?” mi misi su disorientata dal brusco risveglio dalla mia siesta.
“Sì, hai dormito come una gattina tutto il tempo!”
Gli lanciai un’occhiataccia, prima che potessi rispondergli di smetterla con questa gattina, Xander uscì dal portone e spalancò le braccia: “Buffy!”
Mi lanciai nelle braccia del mio vecchio amico e ci stringemmo come se non fossimo mai persi di vista.
“Ti trovo bene!”
“Anche tu stai bene!”
“E lui è…?” Xander tese la mano a Spike
“Sono Spike, finalmente ti conosco!” formulò la frase con un misto di risentimento e curiosità che non riuscii a comprendere. Gli diedi un colpetto con il gomito.
“Sì lui è Spike, il mio ragazzo. Ve ne avevo parlato, no?”
“Certo! È un piacere Spike, venite vi mostro la camera.”
Mentre Xander ci faceve strada gli sussurrai
“Ma cosa diavolo stai facendo?”
“Fidati di me!”
“…e questa è la vostra camera. Il bagno è interno. Vi lascio soli, ci vediamo dopo”
“Grazie Xander, sono così felice di vederti.”
Ci abbracciammo brevemente e poi Xander chiuse la porta dietro di sé.
Mi girai con le braccia sui fianchi decisa a fare la scuola al mio accompagnatore che nel frattempo si era comodamente disteso sul letto matrimoniale.
“Spiegati!”
“Avanti tesoro, rilassati! Ho immaginato che fra di voi ci fosse stato qualcosa e da buon fidanzato geloso ho fatto capire di chi è la preda!”
Feci un moto di stizza “Tu sei pazzo!”
“Mi sono sbagliato?” si mise a sedere scrutandomi da sotto le sopracciglia nere perfettamente inarcate in una espressione soddisfatta.
Mi lasciai cadere sul letto, effettivamente ci aveva azzeccato. Il ragazzo ci sapeva fare.
Prese il mio silenzio come un assenso “Vedi baby, sei nelle mani giuste. Lasciami fare.”
“Niente iniziative. Rispetta gli accordi. Ci siamo conosciuti in facoltà, nient’altro. Una storia ordinaria.”
“Ehi ma cosa diavolo stai facendo?”
Spike aveva cominciato a spogliarsi senza avere il minimo riguardo per me che rimasi mio malgrado a guardare glia addominali che spuntavano dalla camicia sbottonata.
“Cosa c’è? Mai visto un uomo nudo? Siamo fidanzati no?” e cominciò sfacciatamente a sbottonare i pantaloni. Prima che potesse completare l’opera mi alzai e lo spinsi brutalmente in bagno
“Però! Ne hai di forza!” ghignò
“Ehi!”
“Cosa c’è ora?”
“Non chiudere la porta tesoro” e strizzò l’occhio.
In tutta risposta tirai un calcio alla porta che si chiuse con un tonfo.
Maledetto Spike! Approfittai della sua assenza per cambiarmi. Willow mi aveva avvisata che saremmo andati al locale tutti insieme per festeggiare la nostra reunion.
La situazione peggiorò ulteriormente quando uscì dalla doccia con un misero asciugamano attorno alla vita.
Mi ostinai a guardare fissa davanti a me, ma non potei impedire di scorgere il riflesso del suo corpo nello specchio sul comò. Era di spalle, si tolse l’asciugamano e con calma si infilò i pantaloni. Santo cielo! Ma questo non portava nemmeno le mutande! Si girò un attimo prima che potessi distogliere lo sguardo e incrociò i miei occhi nello specchio con aria soddisfatta.
“Sei indecente! Puoi almeno indossare degli slip!”
“Cosa c’è tesoro, mi spii?”
“Cerco di contenere i danni che sono sicura farai t-e-s-o-r-o-“ cercai di camuffare con la rabbia la figuraccia appena fatta, ma Spike non sembrava voler mollare l’osso.
“Allora?”
“Allora cosa?”
“Ti è piaciuto lo spettacolo?”
“Non essere ridicolo! Sei un maschio nella media, non c’è nessuno spettacolo da ammirare”
“Tu dici?” Si avvicinò al letto su cui ero seduta. Il suo addome era all’altezza dei miei occhi.
In quel momento sentii bussare e balzai in piedi scansando il bellimbusto in malo modo. Ero piuttosto sollevata. “SI?”
“Buf! Sono io” la voce di Willow mi fece dimenticare tutto il resto. Balzai fuori dalla stanza per abbracciarla.
“Ma guardati, sei in gran forma!” Willow mi rimirò compiaciuta “perché sei vestita così sexy?”
Lo sapevo di aver esagerato, il fatto era che volevo far capire ad Angel cosa si fosse perso. Il mio abitino (piuttosto mini devo ammettere) non lasciava quasi nulla all’immaginazione.
Prima che potessi risponderle gli occhi di Willow si appuntarono su qualcosa alle mie spalle, le uscì un fischio dalla bocca.
“Però! Niente male Spike!” gli tese la mano strizzando l’occhio. “Sono stata proprio brava” mi sussurrò piuttosto compiaciuta.
“è un piacere” rispose Spike incurante del fatto che fosse ancora mezzo nudo.
“Allora vi aspettiamo di sotto, siamo tutti pronti per andare”
“Aspetta! Vengo con te.” Mi chiusi la porta alle spalle prima che l’ossigenato potesse dire una parola e mi misi sottobraccio alla mia migliore amica.
“Però niente male eh?” fece questa.
“bah, non credo sia molto credibile nei panni del mio fidanzato”
“Non essere ridicola, è un tipo davvero interessante!”
“E’ strano!”
“Buf, non lo devi sposare. Nel suo ruolo è perfetto. Ho letto le migliori recensioni su di lui. Vedrai, Angel morirà appena lo vedrà…”
Speravo che la mia amica avesse ragione, ma non ero sicura. Angel aveva un'altra e di me non gli sarebbe importato nulla, ragazzo interessante o no accanto.
Salutai Anya e il resto della famiglia di Xander e presentai loro Spike che nel frattempo si era degnato di indossare una camicia.
Stranamente il ragazzo sembrava piacere a tutti…
Stare tutti insieme nel tragitto fu veramente bello, come un tuffo nel passato. Io Willow e Xander passammo tutto il tempo a ricordare le nostre avventure, stando attenti ovviamente a non svelare i particolari sovrannaturali a Spike. Avevo infatti detto loro che finalmente avevo intrapreso una relazione da umana ordinaria e non volevo far più emergere la mia vecchia vita. Avevano compreso subito. Arrivati al locale avevo completamente dimenticato che avrei incontrato Angel. Appena lo vidi arrivare verso di noi il mio stomaco fece una buffa capriola. In un nanosecondo Spike era al mio fianco, il suo braccio stringeva la mia vita con fare possessivo.
“Cosa stai facendo?” gli sussurrai
“E’ lui vero? Il tuo ex…”
“Sì, ma come…”
“Assecondami”
Prima che Angel potesse parlare, Spike allungò la mano “io sono Spike”
Angel gli strinse la mano “Angel”
In tutto questo la presa sul mio fianco non si allentò per nulla così che non potei far altro che alzare la mano in un freddo saluto. Cercai almeno di sorridere
“Ciao Angel”
“Ciao Baf, ti trovo bene” aggiunse
“andiamo a prendere da bere, volete qualcosa?” Spike spezzò velocemente il momento e mi trascinò con sé verso il bar.
“Ora puoi liberarmi?”
“non essere sciocca, ci sta guardando”
“e tu come lo sai?”
“Lo so perché sta morendo”
“Non è vero! Tu dici?”
In tutta risposta Spike si fermò, avvicinò le sue labbra al mio orecchio e sussurrò “ne sono certo gattina”
“Ora bevi un sorso e poi andiamo a ballare”
“Ma io non voglio!”
“Andiamo, non fare la difficile. Lo faccio per te.”
Feci come aveva detto e dopo un sorso (piuttosto generoso) andammo in pista. Dovevo immaginare che cosa sarebbe accaduto se lo avessi lasciato fare. Il suo bacino si appiccicò al mio e la sua mano scese languida sul mio sedere.
“Ehi!” protestai.
“Siamo innamorati o no!” mi disse infilando la mano fra i miei capelli.
“mhm”

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