What we are

di Diana924
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eac Goal ***
Capitolo 2: *** Under Dorne's Sun ***
Capitolo 3: *** It Was Premature ***
Capitolo 4: *** Life's Tricks ***
Capitolo 5: *** Their Only Hope ***
Capitolo 6: *** Types of Motherhood ***
Capitolo 7: *** Never Trust Somebody ***
Capitolo 8: *** Honouring Him ***
Capitolo 9: *** He Was a Survivor ***
Capitolo 10: *** What could be ***
Capitolo 11: *** You will change mylife forever ***
Capitolo 12: *** Every Dreams is a World ***
Capitolo 13: *** In life as in death ***
Capitolo 14: *** I got a secret ***
Capitolo 15: *** Death in the afternoon ***
Capitolo 16: *** More Fire ***



Capitolo 1
*** Eac Goal ***


Autore: diana9241
Fandom: Game of Thrones
Titolo: What we are
Titolo capitolo: Each Goal
Personaggi: Cersei lannister
Rating: NC13
Note: Cow T primo turno, team Opal
Note2:  la sottoscritta detesta Cersei, eppure mi è sempre riuscito facile scrivere su di lei, mistero



got


Nella vita l’importante era conseguire un traguardo, uno alla volta e vicini tra loro, non sfidare troppo la sorte perché pensare troppo in grande era da sciocchi. Così le aveva riferito suo padre Tywin quando era bambina e per Cersei Lannister suo padre aveva sempre ragione.

Il suo primo traguardo era stato fare in modo che nessuno si accorgesse di quando da bambina indossava gli abiti di Jaime e si recasse ad assistere alle lezioni o di quando vi aveva preso parte, erano così simili che bastavano pochi accorgimenti. Non che trovasse noiose le sue lezioni ma le trovava stupide e ripetitive, avrebbe tanto voluto essere accanto a Jaime, era così che erano destinati a stare, insieme.
Quello che provava per Jaime era unico e speciale, nemmeno l’amore, allora lo considerava amore, per il principe Rhaegar avrebbe potuto eguagliarlo, erano due cose completamente diverse si era detto quando si abbandonavano ai loro “giochi” privati. Purtroppo la lady sua madre li aveva scoperti e ancora sentiva le sue urla e le sue minacce, poi era nato quell’orrendo mostro di Tyrion e sua madre era morta, amava sua madre ma quella faccenda non la riguardava, riguardava solo lei e Jaime.

Il secondo traguardo che si era prefissata nella sua vita era stato quello di sposare il principe e sarebbe dovuto essere un traguardo facile aveva pensato. Suo padre glielo aveva promesso e lord Tywin manteneva sempre le promesse. Era giovane, era graziosa e veniva da una casata prestigiosa e come tutte le fanciulle della sua età era innamorata del principe, era un traguardo così facile si era detta. Suo padre era il Primo Cavaliere nonché il migliore amico del re e quello era il suo destino, sedere accanto a Rhaegar, essere la sua regina.
La stessa profezia le aveva predetto quel traguardo, regina tu sarai aveva detto Meggy La Rana, e questo voleva solamente dire che avrebbe sposato Rhaegar una volta che il re fosse morto così sarebbe stata subito incoronata regina. Avrebbe avuto tre figli, e probabilmente avrebbe dovuto sopportare i bastardi di suo marito ma lo avrebbe fatto con piacere purché lui fosse discreto e sarebbe vissuta così a lungo da veder morire i suoi figli, si, sarebbe morta anziana circondata da nipoti e pronipoti, marito e figli scomparsi già da tempo, così aveva predetto la maegi e così sarebbe stato.
Peccato che il primo ostacolo a quel traguardo fosse stato il rifiuto del re ma quello non era un problema l’aveva consolata suo padre, non era affatto un problema perché il re ascoltava sempre quel che diceva lui e lord Tywin aveva deciso che sua figlia sarebbe diventata regina.
Poi Rhaegar Targaryen aveva sposato Elia Martell, quella debole dorniana che gli aveva dato due figli sebbene la nascita del maschio l’avesse portata fin quasi alla morte, se solo Elia fosse morta, e il re con lei forse sarebbe stato il suo momento: avrebbe potuto sposare Rhaegar, che già aveva due figli e avrebbero generato altri tre figli. O forse lui avrebbe sposato altre donne e una volta divenuto re, e vedovo, avrebbe sposato lei, doveva andare sicuramente così aveva pensato Cersei, Elia Martell era solo un debole ostacolo che la separava dal suo traguardo.

Poi c’era stata Harrenhall, Lyanna Stark e la guerra, la guerra che aveva portato Rhaegar alla morte, ucciso da Robert Baratheon che era diventato re per diritto di conquista e perché cugino del re e quello aveva cambiato tutto.
Quando suo padre le aveva annunciato che lei sarebbe comunque diventata regina il primo pensiero di Cersei era stato di sgomento, Rhaegar era morto e Jaime … il suo Jaime aveva ucciso il re quindi com’era possibile che lei divenisse regina?
La risposta l’aveva avuta il giorno delle nozze quando di fronte a un septon era divenuta la moglie di re Robert Baratheon, primo del suo nome, ed era divenuta regina, esattamente come aveva profetizzato la maegie. Avrebbe potuto amare Robert, suo marito era così bello e aitante che qualsiasi fanciulla lo avrebbe amato ma lui era così prigioniero del ricordo di Lyanna che per lei era stato inutile.

Quel traguardo a cui aveva dedicato tante energie da fanciulla era scomparso già alla prima notte di nozze, era regina ma non come avrebbe voluto, aveva raggiunto lo scopo ma non le recava alcuna gioia. Per questo era tornata da Jaime, decisa almeno a vivere quell’amore fino in fondo, l’amore coniugale le era negato ma avrebbe avuto almeno l’amore di suo fratello nella maniera più assoluta che ci fosse.
I suoi figli, i suoi adorati tre figli erano la seconda parte della profezia e non vi aveva più pensato fino alla morte del lord suo padre, l’uomo che più aveva stimato al mondo, qualsiasi meta, qualsiasi traguardo avesse raggiunto c’era sempre quella maledetta profezia sopra la sua testa pronta a compiersi da un momento all’altro.

La morte di Joffrey e poi di Myrcella erano state non solo un colpo troppo duro da sopportare ma anche la prova che tutto si stava compiendo ma avrebbe fatto di tutto pur di tenere in vita Tommen, in vita e al sicuro. Per questo si era servita del Credo e dell’Alto Passero contro i Tyrell e soprattutto contro Margaery, perché lei era un ostacolo sulla sua via e nonostante le sue moine Cersei Lannister non era così facile da ingannare, quella sgualdrinella voleva portarle via il trono e peggio ancora voleva portarle via il figlio e lei non l’avrebbe permesso.
La morte di Tommen era stata imprevista ma era divenuta regina, regina per proprio diritto, un traguardo che mai aveva osato sognare invece era avvenuto, era regina e nessuno avrebbe potuto portarglielo via, la piccola Targaryen andasse dietro storie di fantasmi e di spettri, lei aveva un regno da governare e avrebbe compiuto il suo destino.

Quello era il miglior traguardo che potesse concepire, due avversari votati a morte sicura, Jon Snow e Daenerys Targaryen sarebbero sicuramente morti, e lei sarebbe stata regina, che fosse la regina di un cimitero o di una landa desolata poco le importava, aveva ottenuto quello che voleva anche senza Jaime, suo fratello negli ultimi tempi l’aveva delusa ma forse era questo il destino dei regnanti: rimanere soli, traguardo dopo traguardo.

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Capitolo 2
*** Under Dorne's Sun ***


Autore: Diana924
Fandom: Game of Thrones
Titolo: What we are
Titolo capitolo: Under Dorne's Sun
Personaggi:  Elia martell, Ellaria Sand, Myrcella Baratheon
Rating: NC13
Note: Cow T secondo turno, team Opal
Note2:  era da tanto che volevo provare qualcosa di simile





Il sole di Dorne è particolare, da sempre.
Non è caldo ma di più ma è quel calore che non brucia, è accogliente, rilassante e invita a lasciarsi tutto alle spalle, almeno ai Giardini dell’Acqua e a Lancia del Sole. Se chiudeva gli occhi Elia poteva ancora sentire il calore dei raggi del sole sulla pelle, le risate dei bambini e il calore delle giornate che lei e Oberyn trascorrevano assieme a giocare sotto lo sguardo vigile di Doran, molto più grande di loro e che si preparava a prendere il posto della lady loro madre.
Oberyn poi riusciva a convincerlo a raggiungerli e si divertivano tutti e tre, dimenticando per un istante che Oberyn un giorno sarebbe divenuto principe regnante, sotto il sole di Dorne tutto perdeva significato allora per lei.
Quello che più le manca in quei giorni ad Approdo del Re è proprio il calore del sole di Dorne e come la facesse sentire protetta perché tutto sta andando in malora e sebbene lei non abbia alcuna parte in quello ne sta già pagando il prezzo più alto. L’umiliazione che le ha inflitto Rhaegar le brucia ancora sulla pelle come una scottatura, dichiarare regina d’amore e di bellezza la piccola Stark e poi fuggire con lei, avrebbe potuto scegliersi cento, mille amanti ma purché fosse discreto invece di umiliarla così di fronte a tutti. Lord Rickard e suo figlio maggiore Brandon sono morti a causa di quella follia, se chiude gli occhi può ancora sentire le loro urla e sentire sulla propria pelle il calore del fuoco che consuma il lord del Nord.
Rhaegar … suo marito, nonché il padre dei suoi figli giace morto in un fiume e nessuno le ha riportato il suo corpo come sarebbe consuetudine, in quel momento la dinastia dei Targaryen è davvero finita ha pensato Elia, Aegon è solamente un infante e Viserys un bambino mentre il re … il re è folle. Suo suocero la sta tenendo lì come ostaggio, da usarla contro chi non le è chiaro ma Elia rimpiange di non aver seguito la regina e il piccolo Viserys, la regina è sempre stata buona con lei anche in virtù dell’affetto che portava a sua madre ma ora anche lei è lontana. Oberyn arriverà, è stupido e infantile aggrapparsi a quell’idea pensa mentre fa nascondere Rhaenys sotto il letto, se il piano di Varys avrà successo allora tutto si sistemerà ma lei non potrà vederlo. Non ha mai avuto fiducia in Tywin Lannister, ser Jaime è un bravo ragazzo ma è suo padre che comanda e i soldati che si stanno facendo strada fino alla Fortezza Rossa depredando e razziando hanno l’insegna del leone dorato sulle loro armature.

Il sole di Dorne è caldo, intenso e bruciante specialmente nel deserto, adatto alla vita dei serpenti ha sempre pensato Ellaria Sand.
La sua nascita non le ha mai dato problemi, non a Dorne e ad Oberyn non è mai importato perché figli legittimi e Sand a Dorne sono sempre vissuti accanto ma nel resto del continente è diverso, lo ha sperimentato su di sé. È sotto il sole ingannatore di Approdo del Re che Oberyn, il suo Oberyn ha perso la vita e tutto per dimostrare la sua bravura ai Lannister quando tutti erano già conoscenza della verità.
Ricorda ancora il rumore delle ossa di Oberyn che si rompono, il sangue che cola e la vita che abbandona il suo corpo, per questo assieme alle ragazze ha macchinato quel piano sotto il calore torrido del deserto di Dorne, vendicare Oberyn le ha unite come non mai. La principessa Myrcella è stata un rischio calcolato ma mai avrebbe permesso che l’alleanza tra la nipote di Tywin Lannister e il figlio di Doran si compisse, quel matrimonio era stato un errore fin da subito.
Doran invece è stato un sacrificio necessario, gli era affezionata ma non avevano bisogno di pace in quel momento, guerra e vendetta chiedeva Dorne e lei e le ragazze gliel’avrebbero date, a costo di muoversi da sole contro il piccolo re Tommen e i Lannister.
L’alleanza con la giovane regina dei draghi le è stata utile, quella bambina comprendeva appieno le loro esigenze ed era pronta a sostenerle, più esitante la regina di spine ma è stata proprio quella vecchia di lady Olenna ad allearsi con loro e insieme, Martell, Tyrell, Targaryen e Greyjoy; avrebbero fatto cadere quella sgualdrina di Cersei Lannister. Eppure mentre osserva la porta della prigione Elllaria Sand si chiede se le cose fossero potute andare meglio, se non avessero attaccato prima, se non si fosse mossa da sola poco dopo la morte di Oberyn ora non si troverebbe così, imprigionata e costretta a guardare Tyene, la sua Tyene, morire tra i tormenti.
E quello che più le manca in quel momento è il caldo torrido del sole di Dorne sul deserto, dove solamente le vipere riescono a sopravvivere.

Il sole di Dorne è caldo, forse troppo ma tutto in quel luogo è diverso dalla capitale dov’era cresciuta aveva pensato Myrcella Baratheon quando era sbarcata a lancia del Sole.
Non voleva partire, assolutamente no ma suo nonno aveva deciso così e il nonno sapeva sempre cosa fare le avevano insegnato, nonno Tywin sapeva esattamente cosa fosse giusto fare per il bene del regno e questo comportava anche il suo sacrificio e il matrimonio con Trystane Martell.
Col trascorrere del tempo aveva imparato ad amare quel luogo dove veniva già trattata come una regina e non come un ostaggio mentre il ricordo di Approdo del re lentamente sbiadiva, c’era una guerra in corso ma aveva come la sensazione di essere stata dimenticata. Il principe Doran e Trystane erano stati gentili con lei, l’avevano accolta e onorata e Trystane era un bel giovane, sicuramente più bello di quanto fossero altri giovani che aveva intravisto a corte. Che sviluppasse die sentimenti per lui era normale, quel luogo così diverso dove persino il sole appariva sembrava fatto per stimolare i sensi e farla vivere come in una ballata, le stesse notizie arrivavano in ritardo e a malapena la turbavano, non sotto il caldo sole di Dorne, si era sentita stranamente e felicemente isolata e quella sensazione le piaceva.
Poi suo zio era andato a prenderla perché secondo lui era in pericolo, senza sospettare che era stata la sua presenza a metterla in pericolo. Suo zio, padre aveva pensato in quell’istante, era infine riuscito a convincere il principe Doran ma lei non avrebbe voluto andarsene. Lei sapeva, lo aveva sempre saputo del legame che univa i loro genitori ma non aveva detto nulla, a che pro parlare aveva pensato per anni; Jaime Lannister era buono con lei e Robert Baratheon era gentile quando si trattava di lei, rivelare la verità avrebbe fatto solo del male senza portare alcun bene.
Per questo mentre sente il suo corpo cominciare a farle male Myrcella Baratheon non riesce a smettere di pensare al sole di Dorne e ai momenti di felicità li trascorsi, sua madre e Tommen le mancano ma era convinta che non li avrebbe più rivisti e purtroppo non si è sbagliata, anche se è tutto sbagliato.

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Capitolo 3
*** It Was Premature ***


Autore: Diana924
Fandom: Game of Thrones
Titolo: What we are
Titolo capitolo: It was premature
Personaggi:  Margaery Tyrell
Rating: NC13
Note: Cow T terzo turno, team Opal
Note2:  e finalmente sono riuscita a scrivere dal punto di vista di Margaery, vittoria personale questa



got


Avrebbe dovuto intuire che la sua era stata una vittoria temporanea e che era prematuro rallegrarsi.

Margaery Tyrell però si era detta che tutto sarebbe stato facile, tutto nella sua vita era sempre stato facile e semplice da ottenere. L’infanzia ad Alto Giardino era stata come un sogno, circondata dal verde e dalla poesia; musici, gite in nave, caccia e divertimenti con le sue tante cugine, il paradiso in terra almeno per lei che aveva avuto la sensazione che fosse eterno.

Invece un giorno Loras, il suo amato fratello, era tornato per comunicare a tutti che erano in guerra e che lei avrebbe dovuto sposare Renly e divenire la loro regina. Aveva accettato, suo padre lo aveva considerato un matrimonio perfetto e di adeguato lignaggio ma lei aveva sempre avuto dei dubbi specialmente perché sapeva. Poteva anche essere giovane ma solamente una fanciulla cieca e stupida non avrebbe compreso che a Renly Baratheon le donne non interessavano affatto, che a lui piacevano gli uomini e che era innamorato di Loras. Purtuttavia aveva accettato di sposarlo, se non amanti potevano essere amici e alleati, che si prendesse pure il suo piacere con Loras, sarebbe stata lei a partorire i suoi figli aveva pensato quando lo aveva sposato, avrebbero potuto vivere tutti e tre assieme una volta che l’esercito avesse conquistato i Sette Regni.

Era stato un pensiero folle e prematuro si era resa conto quando le avevano mostrato il cadavere di Renly, si era dispiaciuta e aveva pianto come doveva comportarsi ma aveva un nuovo obbiettivo e una nuova corona da raggiungere. Era stata la regina di Renly, ma se Renly non era mai stato un re allora lei non era mai stata una regina e soprattutto nel continente c’erano fin troppe regine: lei, la sua nuova cognata Selsye Florent, la moglie di Robb Stark e Cersei Lannister che era pur sempre la regina madre, no, lei non voleva essere una regina, Margaery Tyrell voleva essere LA regina, e lo avrebbe ottenuto.

Joffrey Baratheon era il cavallo vincente aveva deciso la sua famiglia anche se quello che aveva scoperto su di lui non era affatto incoraggiante ma sua nonna le aveva garantito che se ne sarebbe occupata lei, che non avrebbe mai dovuto sopportare un singolo giorno come sua moglie e che doveva solamente fidarsi.

Era stato prematuro da parte sua convincersi che il matrimonio sarebbe andato bene, che era riuscita ad ammaliare Joffrey e che lui non le avrebbe fatto del male … non avrebbe mai saputo come si sarebbe comportato con lei. Joffrey era morto al suo banchetto di nozze, lasciandola nuovamente vedova e illibata, due volte sposata e ancora vergine … nessuno le avrebbe creduto se lo avesse raccontato, come nessuno aveva creduto che il colpevole della morte del re fosse Tyrion Lannister, lo avevano dovuto credere per assecondare i giochi di potere di Tywin Lannister e lei aveva solo raccontato quanto aveva visto. Era stato prematuro da parte sua credere di aver esaurito il suo compito, aveva sposato due re ed entrambi erano morti, il secondo il giorno stesso delle nozze.

Suo padre, ma soprattutto sua nonna avevano altri piani per lei, piani che l’avrebbero portata ancora più in alto.

Tommen era un bravo bambino, facile da influenzare e lei voleva solo il bene della loro famiglia, Tommen Baratheon era un buon marito che l’amava sinceramente ed era dotato di un candore e di una gentilezza rara, aveva sperato che insieme sarebbero potuti essere felici, solo loro due. Mandare via Cersei Lannister sarebbe stato facile, lei aveva un’arma che l’altra non poteva usare: il suo fascino, la sua femminilità, il suo essere la moglie di Tommen e poter giacere con lui, anche se con una come Cersei non si poteva mai esserne del tutto sicuri.

Eppure aveva fallito ma era riuscita a risollevarsi, grazie alle sue parole e al suo pentimento era riuscita ad uscire di prigione, a salvare Loras e a conquistare l’Alto Passero, quando aveva saputo della prigionia di Cersei Lannister aveva riso, quella donna che l’aveva così tanto umiliata finalmente sarebbe stata punita aveva pensato, chissà dove l’avevano rinchiusa si era domandata.

Era stato prematuro credere di aver vinto la partita, era stato folle pensare che Cersei Lannister si sarebbe arresa, quelle come Cersei solo da morte diventavano inoffensive e sebbene avesse legato il Credo alla causa reale non era al sicuro, non mentre il tempo passava e la regina madre non si presentava e nemmeno il re, e quel rumore, quel rumore che stava diventando sempre più forte non presagiva niente di buono, proprio ora che credeva di aver vinto la partita.

Aveva festeggiato troppo presto, doveva uscire di lì con Loras e poi avrebbero pensato a cosa fare ma per prima cosa doveva uscire dal tempio di Baelor, non sarebbe morta come tutti gli altri, era troppo giovane per morire così e quella sgualdrina di Cersei avrebbe capito che il suo piano per liberarsi di lei era semplicemente stupido.

Ora doveva solamente uscire di lì.

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Capitolo 4
*** Life's Tricks ***


Autore: Diana924
Fandom: Game of Thrones
Titolo: What we are
Titolo capitolo: Life's Tricks
Personaggi: Sansa Stark
Rating: NC13
Note: Cow T quarto turno, team Opal
Note2:sto diventando brava con le introspettive + fa la ruota come un pavone *



ss


La vita non l’aveva preparata per quello, non lei.

Fin da bambina a Sansa Stark era stato insegnato come sorridere, come ricamare e come occuparsi della dimora di un lord, tutti compiti di una brava moglie, quello era stato il suo obbiettivo. Quando aveva incontrato Joffrey Baratheon aveva visto solo il bello che c’era in lui, o meglio l’idea che si era fatta. Joffrey era un principe, era interessato a lei e i loro padri erano amici da lungo tempo, sposandolo sarebbe divenuta regina e questo era al di là di qualsiasi sogno, Sansa Stark regina dei Sette Regni … troppo bello per essere vero.

La verità l’aveva colpita in faccia prima quando dovendo scegliere tra Joffrey e Arya aveva scelto lui ignorando che la vera vittima sarebbe stata Lady, ma si era detta che doveva essere forte, agli uomini non piacevano le fanciulle che piangevano troppo e lei era stata forte per lui.

La seconda volta era avvenuto quando Joffrey ormai re aveva dato ordine che giustiziassero suo padre di fronte a lei, tutti avevano visto un re giusto, forse troppo severo ma lei finalmente era riuscita a vedere oltre quel trucco, aveva visto il vero Joffrey Baratheon e ne aveva avuto paura. Paura di sposarlo, di trascorrere tutta la vita con lui e paura di non riuscire ad avere giustizia per suo padre, non finché fosse rimasta in balia dei capricci di Joffrey.

Aveva all’inizio sperato in Robb, aveva creduto in suo fratello ma la realtà era un’altra: nessuno sarebbe venuto a salvarla, non senza chiedere qualcosa in cambio come i Tyrell che dopo la morte di Robb avevano iniziato ad esserle vicini, lady Margaery poteva essere una buona amica ma non era sincera, non fino in fondo, non quando voleva il Nord per la sua famiglia. E lo scambio le era piaciuto per un istante, prima che la sposassero a Tyrion Lannister.

Il Folletto era stato gentile con lei, buono come non credeva fossero i Lannister ma era più un amico che un marito, anche se nessuno lo avrebbe mai detto, era un segreto che condividevano in due, anzi in tre considerando Shae, buona e devota Shae che si era prestata a quel trucco, chissà dov’era finita ora.

Poi era fuggita non appena Joffrey aveva cominciato a rantolare, se serviva un trucco per non far accorgere a nessuno la sua assenza quello era sicuramente il più grande, ed era tutta opera di lord Baelish e di lady Olenna. Sua zia Lysa non era stata buona con lei a differenza di lord Baelish per questo non aveva detto nulla, la verità non doveva essere detta: meglio una bugia che l’aiutasse si era detta.

Anche se quella bugia l’aveva condotta tra le braccia di Ramsay Snow, ma quell’esperienza e tutto il resto l’avevano istruita e allenata, non era stata preparata a tutto quello ma l’aveva affrontato e superato. Mentre osservava la vita lasciare il corpo di Petyr Baelish Sansa Stark era sicura di una cosa: aveva imparato un bel po’ di trucchi per sopravvivere, se non fosse stato così sarebbe morta da tempo invece sfidando il tempo era ancora viva e soprattutto per una volta nessuno avrebbe più potuto farle del male ora.

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Capitolo 5
*** Their Only Hope ***


Autore: Diana924
Fandom: Game of Thrones
Titolo: What we are
Titolo capitolo: Theyr Only Hope
Personaggi: SElia Martell, nominati Rhaegar Targaryen, Varys
Rating: Nc13
NC13 Note: Cow T  quinto turno, team Opal
Note2: book!verse, ma anche show!verse, speriamo



Elia Martell non era stata sicura di quel piano.

L’idea era stata di Varys, buono e prudente Varys che si preoccupava più di salvare il regno che della loro famiglia. Lei aveva supplicato il re di farla partire, di far partire almeno i bambini, erano la speranza della dinastia e tenerli ad Approdo del Re era una follia, che partino con la regina Rhaella e Viserys, che vadano anche loro a Roccia del Drago lo aveva supplicato ma suo suocero aveva negato il permesso. Elia non sapeva se era furioso con lei per non essere riuscita a tenersi suo marito, con Rhaegar che incautamente aveva provocato tutto quello o perché era morto lasciando che il regno scivolasse nelle mani del cugino Robert Baratheon.

Il gran maestro Pycelle continuava a gracchiare che bisognava avere fiducia in lord Tywin, i Lannister sono sempre stati fedeli servitori della corona e lord Tywin è un amico personale del re continuava a berciare ma Elia sentiva quasi a livello fisico che non sarebbe stato così. Era come una rivelazione nata da dentro di lei, Tywin Lannister poteva anche essere un amico della corona ma tutti sapevano che odiava come Rhaegar avesse sposato lei e non sua figlia Cersei, se avesse potuto farle del male senza che il re ne sapesse niente non avrebbe perso l’occasione.

Ser Jaime era in una situazione peggiore della sua, Elia sentiva che si mormorava di metterlo a morte, bruciarlo con l’altofuoco o gettarlo nelle segrete fino all’arrivo del padre ma sapeva che Aerys non l’avrebbe fatto: suo suocero era folle, non stupido. Jaime Lannister in virtù del suo cognome era la carta vincente, il talismano che avrebbe impedito a Tywin Lannister di tradirli tutti, una sola mossa falsa e ser Jaime sarebbe davvero morto, e davanti agli occhi di suo padre anche se Elia temeva che a lord Tywin non sarebbe importato, non quando aveva un altro figlio che seppur deforme avrebbe portato avanti la stirpe del leone.

Chiuderla nelle sue stanze era stata l’unica decisione abbastanza sensata, Rhaenys non capiva esattamente cosa stesse accadendo e aveva creduto che quello fosse solo uno dei giochi strani del nonno, così lei e Rhaegar le avevano parlato degli attacchi di follia sempre più frequenti di re Aerys II; Aegon per fortuna era troppo piccolo per comprendere cosa stesse accadendo attorno a lui. Era stato allora che lord Varys si era presentato con quell’idea: sostituire il bambino.

Prendere un neonato da qualche parte, il Fondo delle Pulci per esempio, o meglio comprarlo e metterlo tra le sue braccia mentre il vero Aegon Targaryen avrebbe lasciato la città e poi sarebbe stato affidato a una persona di fiducia. A differenza degli altri l’eunuco non aveva dubbi: secondo lui Tywin Lannister sarebbe salito sul carro del vincitore e si sarebbe sbarazzato di tutti loro: Aegon per primo, il neonato tra le sue braccia era prezioso e non lo avrebbe mai lasciato in vita. Il lord di Castel Granito voleva che sua figlia divenisse regina e se per farlo lei e i suoi figli dovevano morire lui lo avrebbe mosso un dito per fermare la soldataglia.

Se solo Oberyn fosse arrivato in tempo, suo fratello le aveva rivelato per lettera che stava arrivando con i suoi dorniani, doveva essere una sua idea perché Doran era sempre stato più politico che familiare: doveva aver capito che la loro causa era persa ma aveva permesso a Oberyn di andare per non perdere la faccia; zio Lewyn era morto e lei non aveva più nessuno disposto ad aiutarla in cambio di niente.

L’idea di Varys inizialmente le aveva ispirato repulsione, non voleva che nessun’altro soffrisse oltre lei ma se fosse morta lei sarebbero morti anche i suoi figli e se Rhaenys era sacrificabile Aegon non lo era, Aegon era la speranza della loro dinastia, Aegon un giorno avrebbe cinto la corona e lei doveva fare di tutto perché potesse compiere il suo destino un giorno.

Aveva chiesto all’eunuco chi fosse questa persona fidata in cui lui aveva così tanta fiducia da affidargli il nipote del re nonché l’erede dei Targaryen, chi potesse essere così dedito alla loro famiglia da non uccidere il neonato non appena lasciata la Fortezza Rossa o venderlo ai Lannister o peggio ancora al cugino Robert rivelando il loro inganno. Allora lord Varys le aveva sussurrato all’orecchio un nome all’orecchio rivelandole il nome.

Si, di quel nome potevano fidarsi, quel nome non li avrebbe traditi, quella persona avrebbe dato tutto sé stesso per tenere in vita suo figlio si era detta e solo allora lord Varys le aveva rivelato che aveva fatto la scelta giusta, anticipandola.

E ora era lì, nelle sue stanze a stringere tra le braccia un neonato figlio dei bassifondi mentre il suo bambino, Aegon Targaryen, lasciava la città tra le braccia di Jon Connington su indicazioni di Varys. Elia strinse il neonato a sé, aveva chiesto a Rhaenys di nascondersi: è un gioco con il nonno, se sei abbastanza brava da non farti scoprire dopo il nonno ti premierà le aveva rivelato e la bambina le aveva creduto anche se aveva scorto la paura dei suoi occhi.

Solo quando vide dalla finestra i soldati dalla casacca scarlatta dei Lannister Elia Martell ebbe la certezza che non avrebbe mai lasciato la Fortezza Rossa da viva e quella rivelazione invece di abbatterla le diede nuova forza, sarebbe morta senza che nessuno sapesse del trucco, Varys non avrebbe mai parlato e si sarebbe portata quel segreto nella tomba; non era mai stata sicura di quel piano fino a quel momento ma ora era la sua unica possibilità, l’unica possibilità dei Targaryen.

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Capitolo 6
*** Types of Motherhood ***


Autore: Diana924
Fandom: Game of Thrones
Titolo: What we are
Titolo capitolo:  Types of Moterhood
Personaggi: Catelyn Stark, Cersei lannister, Elia Martell, Selsye Florent, nominati Robb Stark, Joffrey Baratheon, Rhaenys Targaryen e Shireen Baratheon
Rating: Nc13
NC13 Note: Cow T sesto turno, team Opal
Note2:  primo tentativo di una cosa simile, AO3 ha apprezzato



Catelyn Tully non si era mai sentita madre finché non aveva stretto a sé Robb. Fino a quel momento le priorità erano state altre, una vita intera passata a prepararsi per un ruolo accanto ad una determinata persona e nel giro di pochi giorni tutto era incredibilmente mutato. Brandon era morto, il continente occidentale era in guerra e lei si era ritrovata sposata con Eddard Stark, il fratello minore di Brandon di cui non sapeva assolutamente nulla. Erano stati insieme appena due notti, lui poi era partito per la guerra e sebbene lei talvolta ricevesse le sue lettere non riusciva a sentirsi diversa, era come se nulla fosse cambiato nella sua vita, solamente la certezza di essere sposata e che alla fine della guerra Ned sarebbe venuto a prenderla o lei avrebbe pianto un marito che conosceva a malapena. Poi il suo ventre aveva cominciato a ingrossarsi e aveva avuto la certezza di aver adempiuto al suo dovere, le era sempre stato insegnato che lo scopo di una lady era quello di dare figli al proprio marito eppure sentiva che mancava qualcosa. Quando aveva stretto Robb tra le aveva compreso quanto forte potesse essere il rapporto con il proprio figlio, quell’esserino che teneva stretto a sé era il suo futuro, l’erede di Winterfell ma prima ancora era suo figlio, suo e di Eddard e allora si era detta che se al ritorno di suo marito non fosse riuscita ad amarlo, o il contrario, non le sarebbe importato, non quando aveva suo figlio con sé.

Cersei Lannister si era sentita madre nel momento esatto in cui le avevano messo tra le braccia Joffrey. Era regina, era cresciuta sapendo che sarebbe stata regina ma aveva sempre pensato che avrebbe sposato Rhaegar Targaryen, invece Rhaegar era morto e l’uomo accanto a lei, l’uomo con la corona in testa, era Robert Baratheon. Rozzo, volgare, impetuoso e forte Robert che avrebbe anche potuto amare se il cuore di lui non fosse stato così pieno del ricordo di Lyanna Stark e di qualsiasi sentimento i due avessero avuto. Lei sarebbe stata l’ostacolo, mai abbastanza e soprattutto non era Lyanna, combattere contro un fantasma idealizzato le era stato impossibile, per questo era tornata tra le braccia di Jaime, l’unico che l’avrebbe sempre amata per quello che era. Era sicura della notte in cui avevano concepito Joffrey, fin dai primi giorni dopo l’annuncio della gravidanza era stata sicura che il padre del bambino fosse Jaime e non Robert, ci aveva sperato con tutte le forze, meglio figlio del proprio gemello ché dell’uomo che era arrivata a odiare. Quel figlio era parte di lei, era qualcuno che l’avrebbe amata per sempre e lei lo avrebbe protetto, avrebbe fatto di tutto per proteggere suo figlio, il suo bellissimo figlio dai capelli dorati come quelli di un Lannister. Joffrey era doppiamente Lannister ed era suo, non di Jaime, che non avrebbe mai potuto rivelare la verità, o di Robert, che non avrebbe mai sospettato nulla, ma suo, lui era suo e lo sarebbe sempre stato.

Elia Martell era già madre quando suo figlio Aegon era nato. La primogenita era stata la sua Rhaenys e sebbene la corte avrebbe preferito un maschio a lei e Rhaegar andava bene così, erano giovani e avevano ancora tempo l’aveva confortata la regina Rhaella, povera donna sfortunata il cui sguardo si faceva di giorno in giorno più spento e triste. Rhaenys era forte, era gentile ed era sua, la sua bambina, un maschio sarebbe divenuto immediatamente l’erede al trono e sarebbe appartenuto alla dinastia, non a lei. Quando Aegon era nato si era sentita così orgogliosa e felice, a Dorne Rhaenys sarebbe stata l’erede ma nel resto del continente le regole erano diverse, quel neonato un giorno avrebbe regnato come re Aegon VI e questo la riempiva d’orgoglio, Rhaegar le aveva parlato di una profezia a proposito di un grande re e all’inizio lei aveva pensato che si riferisse a sé stesso, non di certo all’esserino avvolto in sete che dormiva ignaro della sua fortuna. Le avevano comunicato che non avrebbe potuto avere altri figli ma non le importava, Viserys era un bambino sano ed Aegon sarebbe divenuto un uomo forte e valoroso ma Rhaegar sembrava pensarla diversamente ed Elia mai avrebbe potuto pensare che quell’idea avrebbe diviso il reame e portato così tanti lutti intorno a lei. Sapeva che quel gesto era stata una follia, un’idea temeraria di Varys ma come madre sperò che avesse successo, che almeno suo figlio sopravvivesse a quella caduta che avrebbe trascinato tutti loro alla morte.

Selsye Florent non si era mai sentita madre. Il suo compito era partorire un figlio maschio ma fino ad allora aveva miseramente fallito, tre gravidanze e tutte concluse con aborti o bambini nati morti, l’unica che era riuscita a portare a termine le aveva dato Shireen, una bambina … un’inutile bambine che non aveva alcun valore. Per questo aveva dato ordine di tenere i feti sotto spirito nelle sue stanze, così poteva averli vicini, parlare con loro e illudersi che fossero vivi, che avesse dato dei figli maschi a Stannis. Quando Shireen si era ammalata aveva pensato che forse era meglio così, che morisse prima di conoscere la sofferenza, gli sguardi di compatimento degli uomini e tutte le miserie delle donne eppure sua figlia era sopravvissuta, segnata a vita dal morbo grigio ma era viva. Selsye da allora non era più riuscita a guardarla senza esitare, temendo e provando pena per il volto di sua figlia e sapendo che nessun pretendente l’avrebbe mai voluta. Poi lady Melisandre era comparsa e le aveva dato una speranza sostituendo al suo ventre arido una corona di regina, lei sarebbe stata regina grazie a lei, per questo Selsye le aveva dato ascolto, per questo le aveva concesso sempre più potere e influenza, lady Melisandre le aveva regalato una speranza, meglio essere regina che una madre senza figli o con una figlia storpia aveva pensato. Per questo aveva seguito e obbedito a lady Melisandre, e Stannis con lei. Eppure in quel momento, quando vide Shireen sul rogo e le fu chiaro che lady Melisandre non si sarebbe fermata di fronte a niente Selsye Florent ebbe come una rivelazione: lei era madre, sua figlia stava per morire ed era stata lei a permetterlo ma ora sapeva esattamente cosa doveva fare.

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Capitolo 7
*** Never Trust Somebody ***


Autore: Diana924
Fandom: Game of Thronesl
Titolo:
Titolo capitolo: Never Trust Somebody
Personaggi: Cersei lannister, nominati Rhaegar Targaryen, Robert Baratheon, Jaime Lannister, Joffrey Baratheone Margaery Tyrell
Rating: NC15
Note: pre Season 1, Season 6
Note2: adoro scrivere di Cersei
Note3: scritta per il COW-T di landedifandom










Le apparenze spesso ingannavano, e lei lo sapeva fin troppo bene.

La lady sua madre l’aveva preparata per essere a sua volta una lady ma lei si sentiva nata per ben altre imprese. Poter essere la regina di Rhaegar Targaryen per esempio, essere la moglie del figlio del re e divenire a suo tempo regina dei Sette Regni. Suo padre glielo aveva promesso e lord Tywin era l’uomo più potente di tutti i Sette Regni si era detta Cersei, sicuramente lui avrebbe voluto vederla regina.

Jaime non era mai stato entusiasta del suo desiderio di lasciarlo ma quello era il suo destino, inoltre quello che provava per il suo gemello era diverso da quel che sentiva per il principe di Roccia del Drago.

Poi la lady sua madre era morta nel mettere al mondo quel nano deforme e il re aveva declinato l’offerta del lord suo padre decidendo che Rhaegar avrebbe sposato Elia Martell, quella fragile ragazza del sud sempre malata e del tutto inadeguata ad essere regina, lei sarebbe stata migliore aveva pensato Cersei per anni.

Aveva dissimulato la stizza e l’umiliazione sforzandosi di diventare una moglie di cui essere orgogliosi e lentamente le faccende tra lei e Jaime erano migliorate, non poteva essere così sbagliato si era detta più volte, loro erano nati insieme e che cercassero la vicinanza dell’altro in quella maniera era del tutto naturale, volevano solo tornare uniti come lo erano nel grembo materno, non era sbagliato o immorale.

Poi era stata prescelta come sposa del nuovo re e Robert Baratheon era bello, ricordava fin troppo bene come fosse rimasta affascinata da quel giovane re in armi, quel giovane barbuto che aveva conquistato la corona con le proprie mani, un uomo simile era ben degno di sposarla aveva pensato. Sapeva che aveva perduto la sua innamorata ma erano giovani ed era sicura di riuscire a fargli dimenticare Lyanna Stark e sarebbero stati felici, il nobile cervo e la bella leonessa che sembravano usciti da un poema. Era cosciente di essere un pegno, una ricompensa di lord Tywin ma non le era importato, era stata destinata a sposare un re e il suo destino si sarebbe compiuto, in quel momento era irrilevante che il re fosse Rhaegar Targaryen o Robert Baratheon, lei, Cersei della casa Lannister sposava un re e diveniva regina, come aveva predetto Maggy la Rana tanto tempo prima.

Quanto si era crudelmente ingannata aveva realizzato quella stessa notte mentre fissava il soffitto. Robert Baratheon non l’amava e non l’avrebbe mai amata, nel suo cuore c’era posto solo per Lyanna Stark e lei era solo un’imposizione. Quando lo aveva visto barcollare ubriaco e poi cadere a letto aveva provato paura e rabbia, paura perché le avrebbe fatto sicuramente male e rabbia perchè suo marito aveva avuto bisogno del vino per poter godere di lei. Sarebbe potuta esserci lei, una serva o una puttana, Robert l’avrebbe comunque usata mormorando il nome di Lyanna Stark e mai si era sentita così umiliata. Lei era bella, era giovane, era stata cresciuta per essere una regina ed era viva eppure quel maledetto cervo preferiva il ricordo di una rude ragazza del nord alla moglie che aveva appena sposato.

Aveva dissimulato per anni l’odio e il rancore che provava per suo marito, l’ammirazione del popolo per la sua bellezza e l’amore di Jaime le erano stati d’aiuto ma aveva smesso di cercare suo marito. Poteva ancora pensare a Lyanna se l’avesse riconosciuta come sua pari, se avesse ascoltato i suoi consigli e le avesse mostrato rispetto ma Robert Baratheon non l’aveva mai fatto accusandola di essere una spia di lord Tywin … però quando c’era bisogno di denaro allora si ricordava di aver sposato una Lannister.

Aveva dissimulato quel che provava per anni così come aveva dissimulato le vere origini dei suoi figli, erano figli dell’amore e non del dovere ma nessuno doveva saperlo, solo lei e Jaime ne erano a conoscenza e questo bastava; questo finché Jon Arryn non aveva cominciato a fare domande e a chiedere i libri giusti.

Aveva dissimulato il terrore che provava e proprio mentre lei e Jaime stavano pensando a come risolvere la situazione Jon Arryn era morto, se di veleno o di altro non le era importato perché nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di fare domande come quella alla regina. Uno dei vantaggi era stata la sparizione di quell’essere petulante e irritante di Lysa Tully e del suo orrendo marmocchio ma poi tutto era andato a rotoli.

E aveva dovuto dissimulare nuovamente, doveva ingannare tutti per ritagliarsi il suo spazio e l’avrebbe fatto ad ogni costo, Joffrey per fortuna aveva bisogno di qualcuno che gli dicesse come comportarsi e lo guidasse, solo lei aveva a cuore gli interessi di suo figlio. E anche lì era andato tutto a rotoli per colpa di sansa Stark, erano sempre gli Stark a rovinarle la vita, fin dai tempi di Lyanna aveva pensato amaramente, e con tutta la pena che si era presa per dissimulare la pena per provava per quella ragazzina sciocca.

Margaery Tyrell era stata una degna avversaria ma aveva perduto e lei non aveva più alcun motivo di dissimulare, non ora che era stata incoronata re dei Sette Regni. È un fatto molto importante che le apparenze ingannino e Cersei Lannister lo sapeva fin troppo bene ma ora era il momento di giocare la propria partita alle proprie regole, e vincere come meritava.

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Capitolo 8
*** Honouring Him ***


Autore: Diana924
Fandom: Game of Thronesl
Titolo: What We Are
Titolo capitolo: Honouring Him
Personaggi: Daenerys targaryenr, nominato Khal Drogo
Rating: NC13
Note: Season2
Note2: non è proprio nelle mei corde ma tentar non nuoce
Note3: scritta per un event del gruppo facebbo "We Are Out rom Prompts"










Fosse stato per lei non avrebbe continuato.

Si sarebbe sistemata a Mereen o altrove, ma non era quello il suo destino. Era una Targaryen e una khalesi, vedova di uno dei khal più potenti di Essos e non era fatta per vivere una vita anonima dopo aver sfiorato la grandezza. Avrebbe potuto vivere con poco, lo aveva già fatto durante l’infanzia ma sapeva che lui non l’avrebbe voluto, non lui che era disposto ad attraversare il mare per restituirle la sua corona.

Combatteva per sé stessa ma combatteva anche per onorare khal Drogo, l’unico uomo per cui avesse mai provato amore, perché lui potesse essere fiero di lei quando lei lo avrebbe rivisto un giorno, combatteva per onorare la memoria di suo marito, per dimostrare che era degna della sua ambizione e che insieme avrebbero potuto davvero conquistare i Sette Regni. Lo aveva amato come avrebbe creduto di amare qualcuno. Khal Drogo meritava quello, meritava di essere ricordato ben oltre la sua generazione e per farlo doveva fare in modo che tutti fossero a conoscenza delle sue gesta, non solo il suo khalasar, lui le aveva dato così tanto ed era giusto che lei lo ripagasse fosse anche nella maniera più ovvia che si conoscesse.

C’erano delle notti in cui ricordava perfettamente il suo volto, le sue mani che lo accarezzavano, la sua voce, il suo corpo e combatteva anche per onorare quell’uomo, combattere per lui era un modo per non dimenticarlo perché lei era ancora giovane e temeva che sarebbe arrivato un giorno in cui khal Drogo nella sua mente sarebbe stato solamente un nome, che almeno il resto del mondo potesse ricordarli come grandi guerrieri e come regnanti degni di quel nome. Non lo chiedeva per sé stessa ma per lui, lei sarebbe stata già ricordata solamente per il suo nome ma lui meritava di meglio e Daenerys se ne sarebbe assicurata di persona.

Combatteva per sé stessa, per la sua gente e combatteva per poter onorare ancora e ancora il suo khal, nell’attesa di poterlo infine rivedere e poter essere degna del re che khal Drogo era stato quando era ancora in vita.

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Capitolo 9
*** He Was a Survivor ***


Autore: Diana924
Fandom: Game of Thronesl
Titolo: What We Are
Titolo capitolo: He was a survivor
Personaggi: Tyrion Lannister
Rating: NC11
Note: Season7, o anche 8, dipende coem la si vuol vedere
Note2: non è proprio nelle mei corde ma tentar non nuoce
Note3: scritta per un event del gruppo facebbo "We Are Out rom Prompts"










Era tutto finito.

Si era spesso chiesto cosa avrebbe fatto quando tutto quello sarebbe finito e ci sarebbe stato qualcuno sul trono. Avrebbe rivendicato Castel Granito, avrebbe chiarito tutto con Sansa, avrebbe cercato di capire dove vanno le puttane, avrebbe bevuto fino a svenire e scopato tutte le mondo ma in verità non lo sapeva.

Aveva trascorso tutta la vita ad assecondare i suoi istinti e a cercare un’occasione per dimostrare a suo padre di essere un vero Lannister. E ora Tywinn Lannister era morto, ucciso con una balestra proprio dal figlio che aveva sempre disprezzato.

Aveva trascorso gran parte della sua vita adulta aspettando un’occasione e ora che era avvenuta e passata si sentiva svuotato, come se avesse adempiuto al suo destino senza nemmeno rendersene conto, e lo trovava frustrante. Esattamente non sapeva cosa fare della sua vita perché fino a quel momento la sua vita era dipesa completamente dalle scelte degli altri, la morte della lady sua madre, il disprezzo del lord suo padre, le villanie di Joffrey, gli intrighi di Varys e infine quella minaccia incombente per non parlare dell’incerto favore della regina dei draghi.

Avrebbe voluto fare … non aveva idea di cosa avrebbe voluto fare, di cosa gli sarebbe piaciuto fare perché per anni molti dei suoi piaceri erano serviti più a scandalizzare il prossimo che a recargli effettivo piacere, sapeva solo che doveva realmente cominciare a pensare a cosa volesse davvero fare e per sé stesso, né per la corona, per il popolo o per la sua famiglia: solo la sua vita doveva contare in quel momento era una sensazione nuova, bizzarra ma non sgradevole poter essere per la prima volta padrone del proprio destino, poter decidere autonomamente cosa fare della propria vita senza dover rendere conto a nessuno.

Non era più il figlio nano di Tywinn Lannister, il Folletto, il Mezzo uomo, il mostriciattolo come lo definiva Cersei nei giorni buoni, il Primo Cavaliere e tanto altro, ora era semplicemente Tyrion e qualsiasi cosa della sua vita adesso dipendeva da lui, dalle sue scelte e dalle sue decisioni, e solo da lui.

Era strano, inebriante quasi quella sensazione di libertà perché finalmente era vivo, sopravvissuto grazie alla propria intelligenza e a una notevole dose di fortuna e ora … ora doveva approfittarne a piene mani anche se non sapeva come.

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Capitolo 10
*** What could be ***


Autore: Diana924
Fandom: Game of Thronesl
Titolo: What We Are Titolo capitolo: What Could be Personaggi: Jaime Lannister, Elia Martell
Rating: NC13
Note: pre serie, het, crack ship
Note2: non è proprio nelle mie corde ma tentar non nuoce
Note3: alcuni gifset di tumblr mi hanno innamorare alla follia di questa coppia,così .."




Pioveva quando l’aveva vista per la prima volta.

Non era esatto però ma prima di allora l’aveva a malapena guardata, come poteva pensare a lei tra il suo dovere e l’amore totale per Cersei. Sapeva che era stato previsto un matrimonio un tempo ma non gli era mai realmente importato, non con il suo cuore che apparteneva alla sua bionda sorella.

Eppure quella notte lei era lì, fragile e delicata come se fosse fatta di vetro eppure riusciva a percepire la sua forza interiore, era quasi palpabile. Elia Martell sarebbe divenuta madre per la prima volta e il primo pensiero di Jaime Lannister era stato che la gravidanza le faceva bene, appariva stranamente in salute rispetto al solito ma non era felice.

<< Ci pensate mai ser Jaime? >> aveva domandato Elia mentre la riaccompagnava nelle sue stanza.

<< A cosa, Vostra Grazia? >> aveva domandato di rimando lui, c’era qualcosa di bello nella principessa di Dorne, una bellezza così diversa da quella di Cersei.

<< Potevamo essere sposati se solo … . Poteva essere tuo figlio >> aveva sussurrato Elia con un sorriso triste. Non ci aveva mai seriamente pensato, ricordava la visita dei principi doriani ma era avvenuto poco dopo la morte della lady sua madre e aveva ricordi sfocati di quei giorni. Elia sarebbe stata una buona moglie, fragile e obbediente e non avrebbe avuto nulla da obbiettare di fronte ad un’amante se ne avesse ignorato il nome.

<< Ma voi non sareste potuta divenire regina >> aveva risposto lui, sua madre e la principessa di Dorne erano state amiche ma Elia sarebbe divenuta regina, lo stesso disegno che Cersei aveva tanto a lungo seguito.

<< Oh Jaime! Io non diventerò mai regina. Questo bambino mi ucciderà, o i successivi se avrò la forza di metterli al mondo >> aveva ammesso Elia prima di dargli un bacio sulla guancia. Quello era un contatto innocente eppure mentre la sentiva parlare con le sue damigelle non aveva smesso di pensarci. Elia sarebbe potuta essere sua moglie, la madre dei suoi figli e se davvero fosse morta di parto …

Era stato l’unico a intuire la tristezza di Elia quando era nata la principessa Rhaenys, molti avevano parlato dello scontento del re e del principe Rhaegar ma lui aveva compreso che lei non era triste perché aveva avuto una figlia ma perché quella non era Dorne e aveva assolutamente bisogno di un maschio.

<< Conosco quello sguardo, lei è sposata? >> aveva domandato Elia un pomeriggio poco dopo la nascita di sua figlia.

<< No, lei … lei non potrà mai essere mia moglie >> aveva ammesso lui, quel giorno il sole spendeva sulla capitale ed Elia Martell non gli era mai sembrata più bella.

<< Per questo hai scelto i mantelli bianchi, per essere sicuro che tuo padre non ti costringa a sposare nessun’altra >> aveva risposto lei, ci era andata così vicino aveva pensato lui, così vicina alla vera soluzione.

<< Forse, lei doveva trovarsi qui >> aveva aggiunto lui.

<< Sai, hai lo sguardo di chi sa che non potrà mai vivere appieno un amore, uno sguardo che conosco fin troppo bene, ser Jaime >> aveva ammesso lei.

<< E cosa suggerite di fare? >> aveva ammesso lui sperando che lei se ne uscisse con qualche facezia.

<< Consolarci a vicenda sarebbe un’idea, ser. Non dimenticare chi amiamo ma solo … trovare conforto con una persona amica >> aveva replicato lei.

Era stato allora che lui l’aveva baciata, stupendosi di come quella donna all’apparenza fragile e malata avesse in realtà una volontà di ferro. Il loro primo abbraccio era avvenuto lì, col timore di essere sorpresi e non era stato soddisfacente, troppa la paura di fare rumore, di essere visti, era stato veloce e irruento ma non brutale, quello mai.

Era con l’aiuto dell’oscurità che si incontravano, che si trattasse di entrare furtivamente nelle sue stanze quando il principe era assente o degli angoli bui della Fortezza Rossa. Elia era un’amante appassionata, obbediente ma piena dell’inventiva tipica dei dorniani e soprattutto sapeva come evitare una gravidanza, una regina un figlio lo fa solo con il re gli aveva spiegato, non con l’uomo che ama o che ritiene essere il migliore.

E lui si era sentito orgoglioso di quello e in quei due anni l’aveva amata, Cersei era sempre nei suoi pensieri ma Elia era lì, era bella ed era facile da amare forse perché erano due donne completamente diverse.

Poi Elia era rimasta nuovamente incinta ed era stato lui ad asciugarle le lacrime dal volto, il bambino mi ucciderà aveva ripetuto lei per ore terrorizzata di fronte a quell’idea ma consapevole che doveva accadere, era una principessa e aveva un unico compito: avere figli.

La regina Rhaella e la principessa Elia erano le donne più tristi della capitale: una costretta a giacere con un folle e l’altra terrorizzata dall’idea di morire di parto e lui non poteva fare nulla, ser Gerold su quello era stato chiaro, non era compito di una guardia reale aiutare la regina ma obbedire al re.

Almeno si trattava di un maschio aveva pensato quando era nato il principe Aegon, i maestri avevano sconsigliato altre gravidanze ma la successione era salva. Elia era tornata tra le sue braccia una sera d’inverno, pioveva quella notte in cui lo aveva convocato ufficialmente per fare la guardia. Aveva preso in braccio il piccolo principe e ci aveva seriamente pensato: lui ed Elia potevano essere sposati, quello poteva essere il suo bambino e insieme potevano essere felici.

Poi Elia lo aveva preso per mano e aveva dimenticato tutto il resto. Si erano amanti con furia, c’era una disperazione negli occhi di lei che gliel’aveva resa ancora più cara, non sapeva esattamente cosa provava per Elia Martell ma non era come quello che provava per Cersei, e questo gli andava bene.

Poi c’era stato il torneo e quello era stato l’inizio della fine.

Cosa ci trovasse Rhaegar Targaryen in una ragazza selvaggia come Lyanna Stark non lo aveva mai capito, come poteva un uomo simile, un principe, scappare con una ragazzina quando aveva al suo fianco una donna incomparabile come Elia?

Cos’ha lei che io non ho? Perché proprio lei? Non ha idea di cosa ha scatenato? Questo aveva urlato Elia per giorni, più offesa come principessa dorniana che come donna mentre gli eventi li sorpassavano. Pensa un po’, mi ama così tanto che invece di farmi morire di parto ha preferito ingravidare una fanciulla del nord aveva ironizzato prima di scoppiare a piangere tra le sue braccia. E da lì in poi era andato a rotoli, prima i due Stark, avrebbe tanto voluto fare qualcosa ma ser Gerold Higtower aveva scosso la testa e lui aveva obbedito di nuovo, ricordava ancora l’odore di carne bruciata e gli sguardi d’orrore della regina e della corte, la regina Rhaella già tremava di fronte alla prospettiva delle violenze notturne.

Il lord suo padre si era schierato dalla loro parte ma era sicuro che non sarebbe durata a lungo, non con il re che lo teneva a corte come ostaggio. Era stato in quei giorni che lui ed Elia avevano seriamente iniziato a pensare al loro futuro, a ciò che sarebbe stato e a ciò che sarebbe potuto essere.

<< Lady Lannister, due bambini, forse uno, e vesti dorate >> aveva sussurrato Elia una sera, l’oscurità la rendeva ancora più seducente.

<< Marito della lady di Dorne, sereno tutti i giorni e lance dorate >> aveva risposto lui prima di abbracciarla, Elia appariva sempre più malata e lui non poteva aiutarla.

E Rhaegar era morto e quella era la fine, Elia aveva scritto ai suoi fratelli di fare in fretta, suo zio Lewynn Martell era morto per difendere l’uomo che l’aveva disonorata ed era imperativo che lei riuscisse a sopravvivere, la regina in avanzato stato di gravidanza era partita per Roccia del Drago assieme al principe Viserys ma loro due no, loro due dovevano rimanere col re e morire con lui. Di quello Jaime non si illudeva più, lui sarebbe morto perché figlio di Tywinn Lannister e lei perché aveva deluso il re.

Uccidere il piromante era stato necessario, uccidere il re era stato forse il gesto più nobile che avrebbe mai compiuto in vita sua e nessuno lo avrebbe mai saputo ma ora aveva un’altra priorità. Dopo essersi liberato di Ned Stark, maledetto moralista del nord, era corso immediatamente negli appartamenti dei principi, Elia sarebbe stato un ostaggio prezioso e sicuramente Doran avrebbe pagato una fortuna per riaverla aveva ragionato e i bambini, Aegon era sicuramente morto ma Rhaenys doveva essere in vita.

La vista di ser Gregor Clagane gli fece intuire il peggio, la Montagna che Cavalca lo fece passare e quello che vide lo avrebbe ricordato per sempre. Sul pavimento c’era qualcosa di rosso, solo ad un’occhiata più attenta si notava che fosse un cadavere, quei brandelli di carne un tempo erano stati Elia Martell e quella macchia scura sul muro … .

Era tutto finito aveva pensato mentre sentiva l’oscurità addensarsi su di sé: aveva fallito.

Aveva salvato tutti ma non l’avrebbe saputo nessuno ed Elia era morta, la sua amica, la sua principessa, la sua confidente, la sua amante giaceva lì in condizioni vergognose e il suo nome era dannato per l’eternità.

Se solo … aveva Cersei ma in quel momento avrebbe solamente voluto riavere Elia al suo fianco, solamente lei contava e ora … ora era tutto finito.

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Capitolo 11
*** You will change mylife forever ***


Autore: Diana924
Fandom: Game of Thronesl
Titolo: What We Are
Titolo capitolo: You will change my life forever
Personaggi: Cersei Lannister, Joffrey Baratheon
Rating: NC11
Note: pre Season 1, accenni incest
Note2: non è proprio nelle mei corde ma tentar non nuoce
Note3: scritta per il cow-t di landedifandom










Cersei Lannister non si era mai sentita così felice.

Quello era il suo compito, il compito di ogni regina e di ogni donna e la faccenda l’aveva sempre irritata, alla fin fine ogni donna era agli occhi degli uomini solo una fattrice e una regina una fattrice con la corona. Per questo dopo il matrimonio aveva deciso che avrebbe evitato a tutti i costi di restare incinta, mai avrebbe permesso al proprio corpo di prendere il sopravvento sulla propria mente. Se Robert l’avesse amata o quantomeno stimata sarebbe stato diverso, lo avrebbe potuto fare per lui, per dargli degli eredi di cui essere fiera per poi condividerne il potere, aiutarlo a governare ed essere una preziosa consigliera e alleata per lui: come re Jaehaerys e la buona regina Alysanne a cui si era sempre ispirata.

Invece era stato tutto inutile.

Robert la guardava appena, la notte non la desiderava ed era fin troppo impegnato o a inseguire puttane o a ricordare Lyanna Stark. Lei non aveva mai preteso che dimenticasse la ragazza del nord ma una cosa era onorarla e un’altra preferirle un fantasma in maniera così plateale. Tante volte avrebbe voluto urlargli di smetterla di macerarsi nell’odio e nella tristezza, Lyanna è morta mentre io sono viva, viva, e sono tua moglie!

Poi si era ricordata di Jaime.

Dolce amato Jaime che era rimasto impassibile ad assistere alle sue umiliazioni senza mai prendere posizione ma nemmeno senza compiangerla perché avrebbe detestato la sua compassione. Solo dopo aver inghiottito il suo orgoglio si era decisa, era giovane, bella e non poteva sprecare la vita correndo dietro ad un uomo che inseguiva un fantasma, meglio concentrarsi su un uomo che la amava, anche se era suo fratello gemello. Jaime l’amava, l’aveva sempre amata e lei aveva bisogno di qualcuno da amare e che l’amasse a sua volta, il loro legame non era semplicemente quello di due fratelli e l’amore che provavano non era solo fraterno ma le andava bene così.

C’erano stati baci rubati, incontri segreti e mille precauzioni non solo perché era adulterio ma perché Jaime era suo fratello e loro non erano Targaryen. Le leggi dei septon potevano non avere alcun valore per loro ma il popolo e Robert non sarebbero stati così indulgenti inoltre meglio avere l’immagine della dignitosa regina incurante delle avventure coniugali che dell’incestuosa adultera agli occhi del mondo.

Poi suo padre aveva chiesto udienza al re e tramite diversi giri di parole e allusioni aveva spiegato a quel maledetto ubriacone che il lutto era si cosa buona, che era giusto che non dimenticasse la sua fidanzata defunta ma che doveva vivere nel presente e dare al trono un erede il prima possibile. O une rede o lui avrebbe smesso di accordare i suoi prestiti alla corona aveva velatamente accennato e solo allora Robert Baratheon si era deciso a visitarla più spesso.

Ed era stato allora che era scoppiato quello scandalo, quando durante il matrimonio di quell’essere insopportabile che era suo cognato Stannis Robert l’aveva umiliata giacendo con la sorella della sposa nel letto nuziale preparato per i novelli sposi. Lei aveva cercato di trattenere le lacrime di umiliazione e per fortuna Stannis aveva mostrato molto bene il suo rancore per l’oltraggio subito. Quella sera si era infine concessa senza ulteriori remore, godendo come mai prima d’ora le era accaduto, quella fusione di corpi e anime le era necessaria, solo lei e Jaime uniti com’erano stati nel ventre materno.

Lo aveva sentito fin dai primi movimenti che quel bambino era speciale. Aveva pregato gli dei non perché la gravidanza andasse per il meglio, era una leonessa lei, ma perché il bambino fosse figlio di Jaime, non avrebbe potuto sopportare l’idea che fosse figlio di Robert, lo avrebbe ucciso con le sue mani se avesse partorito un Baratheon si era giurata.

E invece Joffrey era nato perfetto, che Robert festeggiasse pure, lei in quel neonato rivedeva suo fratello e sentiva che quel bambino era parte di lei, era il frutto dell’amore più puro e naturale che avesse mai provato ed era destinato a grandi cose. Che grande re sarebbe stato Joffrey Baratheon ma lei sapeva la verità, una verità che non avrebbe dovuto affrontare con nessuno.

Non ne aveva parlato nemmeno con Jaime, non era sicura di come avrebbe reagito se avesse avuto la certezza che il bambino fosse suo, meglio che potesse pensare che fosse di Robert o suo, meglio lasciarlo nell’incertezza.

Eppure gli indizi c’erano, bastava saperli notare: i capelli biondi, la pelle delicata, quel bambino era un Lannister fatto e finito e lei lo avrebbe cresciuto come un Lannister facendo di tutto perché Robert non lo guastasse. Lui era il suo prezioso bambino, il suo leone e lo avrebbe difeso con le unghie e con i denti, Joffrey sarebbe divento re e sarebbe stato un grande re a differenza di Robert, e lei sarebbe stata al suo fianco, per aiutarlo e guidarlo come solo lei poteva fare.

Joffrey era tutto per lei ed era un vero peccato non poter dire a nessuno la verità sulle sue origine, nessuno avrebbe capito il sentimento che la univa a Jaime dalla nascita, nessuno. La prova di quel sentimento era tra le sue braccia mentre lo cullava incurante delle balie e delle governanti, era suo, il suo prezioso bambino e se ne sarebbe occupata al meglio.

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Capitolo 12
*** Every Dreams is a World ***


Autore: Diana924
Fandom: Game of Thronesl
Titolo: What We Are
Titolo capitolo: Every dreams is a world
Personaggi: Margaery Tyrell
Rating: NC11
Note: Season 6, bookvers, showverse
Note2: non è proprio nelle mei corde ma tentar non nuoce
Note3: scritta per il cow-t di landedifandom
Note4: secondo la mitologia australiana ogni volta che una persona sogna crea un mondo, che termina quando la persona si desta secondo una versione, secondo un'altra continua a coestire con altri infiniti mondi., da cui l'idea della storia, che fonde libro e serie tv









Lei aveva cercato di avvisarli.

Conosceva le donne come sua suocera perché in parte anche lei era così, solamente riusciva a nasconderlo.

Determinata, portata all’intrigo e soprattutto desiderosa di poter regnare e dare il meglio di sé. La differenza era che lei si era sempre servita delle sue armi femminili e la sua famiglia l’aveva sempre sostenuta, suo padre poteva anche essere lord Tyrell ma tutti i Sette Regni sapevano che in realtà era sua nonna a governare Alto Giardino. Una donna seppur potente ha bisogno di un uomo che legittimi il suo potere le aveva insegnato fin da quando era una bambina.

E lei aveva obbedito, sarebbe stata disposta ad essere solamente una fattrice per Renly se costui le avesse permesso di poter avere un po’ di potere, lui e Loras passassero il tempo ad amoreggiare perché lei si sarebbe occupata del potere come regina. Per lo stesso motivo aveva fatto buon viso a cattivo gioco quando si era trattato di Joffrey Baratheon.

Sapeva fin troppo bene le voci che lo riguardavano e al di là delle lodi appositamente tessute dalla regina madre e dal Consiglio Ristretto c’era un giovane viziato e assetato di sangue che però nelle faccende di governo era un tale inetto. E soprattutto era manipolabile, bastava fargli credere che fosse il migliore, un grande re e che lei non bramasse altro che la sua compagnia perché lui accondiscendesse a ogni suo desiderio, Sansa Stark questo non l’aveva mai capito e troppo tardi aveva visto il mostro dietro il re.

Povera piccola Sansa, aveva cercato di aiutarla sia perché le faceva pena sia perché così avrebbero potuto rivendicare il nord ma i Lannister erano arrivati prima e l’avevano fatta sposare al Folletto, forse il matrimonio più sicuro aveva pensato lei con stizza.

Per sua fortuna le nozze con Joffrey erano durate la lunghezza di un giorno, sua nonna le aveva giurato che lui non le avrebbe mia fatto del male e aveva mantenuto la parola perché Joffrey era morto proprio durante il banchetto nuziale. Dicessero pure che si trattava di lord Tyrion e di Sansa, a lei non importava e Sansa era fuggita quindi forse aveva le sue colpe, lei aveva altri progetti. Farsi rimanere sul capo la corona per esempio sposando Tommen.

Adorabile, giovane e manipolabile Tommen.

Con lui era stato fin troppo facile, se solo Cersei avesse colto i suoi consigli e se ne fosse andata a Castel Granito invece di rimanere a corte a intrigare. Voleva una nuora stupida, che si limitasse al letto e le lasciasse tutto il potere sul re ma lei era diversa. Era sicura che se avesse potuto Cersei sarebbe andata a letto anche con i suoi figli, se una donna giace col proprio fratello può fare di tutto ma lei era intervenuta prima.

Coinvolgere il clero militante era stata una mossa di insperata furbizia da parte di sua suocera. Sapeva ovviamente di Loras, tutti sapevano di Loras, e non ci aveva visto nulla di male ma quelli erano dei bigotti fanatici e Tommen era un debole, incapace di essere un vero, Joffrey pur con tutti i suoi difetti l’avrebbe protetta.

La sua unica soddisfazione era stata scoprire che anche Cersei era stata punita dal medesimo ordine che le aveva scatenato contro, e che punizione esemplare aveva pensato mentre giaceva al freddo della sua cella, quanta umiliazione per la leonessa orgogliosa che si considerava pari se non superiore a un uomo.

Lei aveva un piano diverso, mai e poi mai avrebbe accettato un’umiliazione simile e se necessario avrebbe finto di tutto, anche una fede che non provava, per l’Alto Passero era importante aver guadagnato una regina alla propria causa e lei non solo si sarebbe prestata a quella che giudicava una farsa ma si sarebbe spinta oltre, portando loro Tommen. Le era bastato poco per convincerlo, un ragazzino così giovane e bisognoso di attenzioni, aveva già scoperto i piaceri della carne grazie a lei e non ne avrebbe rinunciato.

Avrebbe dovuto sospettare qualcosa quando non aveva visto né Cersei né tantomeno Tommen, non quando suo marito le aveva giurato che sarebbe stato presente per la cerimonia, e lei se n’era assicurata la notte precedente.

L’Alto Passero non l’aveva ascoltata e nemmeno Loras ma lei sapeva fin troppo bene che la regina si sarebbe vendicata e l’assenza di Tommen ne era la prova: se il re non era presente allora tutti erano sacrificabili, lei compresa. Non aveva alcuna intenzione di diventare una martire si disse prima di tentare di forzare il passaggio, aveva la sensazione che stesse per avvenire qualcosa di tremendo. Cersei non voleva solamente vincere, voleva stravincere e se per farlo doveva ucciderla lo avrebbe fatto senza esitare.

Sentì un rumore sordo che proveniva dalle fondamenta del Tempio di Baelor e prima che potesse anche solo respirare una fiammata verde si sprigionò con forza dal basso lambendo tutto il tempio: alto fuoco. Doveva fuggire, doveva assolutamente fuggire, doveva.

***

Si svegliò con un urlo e il suo primo istinto fu cercare attorno a sé le lenzuola.

<< Mia signora, tutto bene? >> le domandò una delle sue cugine, al buio non riusciva a distinguere quale delle tante. Si limitò a fare un cenno con la testa prima che la sua testa ricadesse sui cuscini, il volto imperlato di sudore e il fiato grosso. Sentiva ancora intorno a sé il calore delle fiamme verdi dell’alto fuoco, la loro forza mentre la ghermivano e ne straziavano le carni sempre più a fondo e sempre più velocemente, quello non era un sogno ma un incubo della peggiore specie pensò prima che qualcuno accendesse il lume.

Riconobbe i volti delle sue giovani cugine Fossoway e di sua cognata Leonette che la fissavano preoccupate. Avrebbe tanto voluto spiegare loro il suo sogno ma era sicura che si sarebbero spaventate e ne avrebbero parlato per giorni, meglio che ci pensasse da sola, non era opportuno che la corte si preoccupasse a causa di un sogno sciocco. Inoltre l’alto fuoco era stato tutto utilizzato durante l’attacco di Stannis quindi la sua era una paura infondata, generata dal turbinio di recenti eventi, almeno era riuscita a tenere la corona.

<< Tutto bene, solo un sogno sciocco, niente di cui preoccuparsi >> rispose prima che le altre scoppiassero a ridere sollevate. Sapeva bene quale fosse il suo vero problema: la regina madre ma ci stava lavorando, tutto a suo tempo, quando Tommen sarebbe cresciuto e avrebbero potuto giacere assieme. Ho sognato di morire avrebbe voluto dire, ho sognato che morivo bruciata causa dell’alto fuoco, che l’alto fuoco distruggeva tutto e tutti, ho sognato la mia morte a causa di quel composto demoniaco.

<< Bisognerebbe preoccuparsi dei sogni, mia signora >> l’ammonì invece lady Taena Merryweather, quella donna non le era mai piaciuta. Era stata lei a consigliare di trascorrere più tempo con la regina madre ma temeva che la fedeltà della donna stessa per cambiare.

<< Cosa vorresti dire? >> domandò, forse una storia sciocca sarebbe servita a far riprendere a tutte sonno.

<< Un viaggiatore proveniente da una terra lontana una volta mi narrò questo: ogni volta che noi sogniamo gli dei creano un nuovo mondo originato dai nostri sogni e che segue le regole che noi abbiamo prefissato. Il mondo cessa di esistere come una nostra creazione quando ci destiamo ma continua a vivere in maniera autonoma e possiamo tornarvi solo nel sogno, un reame in cui noi stessi siamo degli dei. Gli dei dunque sarebbero solamente altri mortali impegnati a sognare e noi stessi non saremmo altro che il prodotto di un sogno >> spiegò la donna, avrebbe dovuto interrogare i maestri sull’argomento ma soprattutto … cosa voleva effettivamente dire tutto quello?

Aveva sognato la sua fine? O solamente una versione di sé destinata alla morte? E perché aveva creato una sua replica per poi mandarla a morte?

<< Quante sciocchezze, non ascoltatela mia signora e tornate a dormire, domani i nostri uomini partono per l’assedio >> le consigliò sua cognata prima di fare un cenno altre che sparirono ridacchiando. Non avrebbe dovuto permettere a Loras di partecipare all’assedio ma sapeva che l’altro ne aveva bisogno, Loras era un guerriero e aveva bisogno di una battaglia peccato che senza di lui sarebbe stata esposta agli attacchi nemici, e aveva in mente un’unica nemica: sua suocera la regina madre Cersei Lannister.

Chiuse gli occhi cercando di sognare Alto Giardino, i suoi fiumi, le gite in barca con le sue cugine, le feste e le danze, i fiori nei capelli e i cagnolini, se davvero ogni volta che sogniamo creiamo un mondo allora lei voleva creare un mondo festante, roseo e dominato dalla gioia di vivere esattamente come Alto Giardino. Eppure poco prima che riprendesse sonno le tornò alla mente il gran tempio di Baelor avvolto nelle fiamme verdognole dell’alto fuoco e gli occhi rassicurante e rassegnati dell’Alto Passero mentre i loro abiti prendevano velocemente fuoco.

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Capitolo 13
*** In life as in death ***


Autore: Diana924
Fandom: Game of Thronesl
Titolo: What We Are
Titolo capitolo: In life as in death
Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister
Rating: NC13
Note: Series Finale
Note2: tentar non nuoce
Note3: scritta per il cow-t 2020 di landedifandom










Erano sempre stati legati.

Fin dalla nascita, anzi prima ancora di nascere loro due erano stati legati, il legame tra lei e Jaime era qualcosa di indissolubile ai suoi occhi. Avevano provato in tanti a separarli, prima la lady loro madre, poi Robert e infine quella guerra ma lei sapeva che erano sforzi inutili.

Robert non aveva mai sospettato nulla ma Jon Arryn … per fortuna era morto ma come potevano capire il legame speciale che la univa al suo gemello? Lei e Jaime erano destinati a stare insieme, tornare ad essere uniti come erano stati nel grembo materno, era il loro destino. Anni e anni di incontri segreti non solo dettati dalla lussuria ma da un sentimento più forte della tenerezza e più duraturo della passione: amore.

Per amore di Jaime aveva sopportato quell’umiliazione che avrebbe annientato una donna meno forte ma non lei, aveva donato il suo cuore al suo gemello fin da bambini, poco importava che ci fosse qualcun altro a divedere il suo letto o che fossero lontani, lui sarebbe sempre stato il grande amore della sua vita, la sua metà e quello non poteva cambiare. Gli aveva dato tre figli perché nessuno guardando Joffrey, Myrcella e Tommen avrebbe mai pensato che fossero di Robert, volevano semplicemente crederci e lei non aveva mai smentito le loro ipotesi.

Robert, il cugino Lancel, Euron … loro non contavano nulla, erano solo un diversivo nelle notti solitarie, Robert nemmeno quello e Rhaegar era solo un ricordo infantile.

Rivederlo in quel momento era pura follia, tutto stava per terminare ma almeno di lei avrebbero detto che se n’era andata come una vera regina, la ragazza-drago e quel nano deforme di Tyrion sarebbero stai ricordati come coloro che avevano permesso quel massacro, non lei. E lui era lì, di fronte a lei, come se non fosse trascorso un giorno.

Le sembrò naturale che lui fosse lì, erano nati insieme ed era giusto che morissero insieme, Jaime forse voleva salvarla ma era inutile ormai affrettare la sua morte, che morissero insieme o che lei morisse per mano sua non le importava. Pensò per un istante al loro bambino ma … la profezia parlava di tre figli e lei tre figli aveva avuto, forse anche quello era destino pensò amaramente.

Lei e Jaime, uniti nella morte come lo erano stati nella vita, in un legame che il popolino e i septon avevano condannato ma che per lei era forse il sentimento più puro che mai avrebbe provato.

***

Non ricordava un momento della sua vita senza di lei.

Cersei non era stata solamente sua sorella ma anche il primo grande amore della sua vita e l’unica persona verso cui avesse sempre mostrato una lealtà incondizionata, che lo meritasse o meno. Sua sorella aveva della determinazione ma era sempre stata incapace di scegliersi i migliori alleati ma non l’aveva mai incolpata di questo, non avrebbe potuto. Lui e Cersei erano una cosa sola, poco importava che fosse sbagliato secondo i septon, loro due sapevano che nel loro amore non poteva esserci nulla di sbagliato.

Erano destinati a stare insieme fin da bambini, e lo erano sempre stati malgrado il mondo esterno, aveva scelto di prendere il mantello bianco solamente per starle vicino ed essere sicuro di non sposarsi rinunciando alla sua eredità pur sapendo che avrebbe fatto infuriare suo padre e lord Tywinn Lannister odiava vedere i suoi progetti fallire ma Cersei veniva per prima, da sempre. Aveva accettato che lei sposasse quell’ubriacone di Robert Baratheon solamente perché prima o poi sua sorella doveva sposarsi ma i figli di lei erano suoi, tre ragazzi Lannister biondi come lui e tutta la sua famiglia.

Aveva creduto di poter trovare un’alternativa con Brienne ma non meritava la fanciulla di Tarth, Brienne meritava un uomo migliore, non un regicida incestuoso, la loro era stata una breve parentesi perché il suo posto era con Cersei. Sapeva bene che così sarebbe morto ma non gl’importava, sentiva di aver evitato la morte troppo a lungo inoltre sembrava quasi destino che dovessero morire insieme, come insieme erano nati.

Lui e sua sorella si meritavano, i gemelli Lannister morti insieme … quanto avrebbero potuto dire i bardi di loro se solo avessero saputo la profondità del loro amore.

E lei era lì, e gli sembrò che non fosse passato un giorno, Daenerys Targaryen avrebbe distrutto tutto ma almeno lui sarebbe riuscito a salvare sua sorella, l’avrebbe portata lontano dove sarebbe stato facile ricominciare solamente loro due. Della casata si sarebbe occupato Tyrion, forse era giusto così e lui e Cersei sarebbero stati insieme, com’era destino che fosse: insieme per tutta l’eternità, uniti nella morte come lo erano stati nella vita e anche oltre.

Gli sovvenne per un istante il pensiero del loro bambino, il quarto figlio che le avrebbe dato ma fu un secondo, doveva salvare Cersei e poi avrebbero pensato a dove e a come ricominciare, i gemelli Lannister per sempre insieme perché niente avrebbe potuto distruggere il loro amore.

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Capitolo 14
*** I got a secret ***


Autore: Diana924
Fandom: Game of Thronesl
Titolo: What We Are
Titolo capitolo: I got a secret
Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister
Rating: NC13
Note: pre Season 01
Note2: tentar non nuoce










Quando eravate bambini non vi sembrava nulla di così sbagliato.

Era normale per voi due abbracciarvi e baciarvi, era solo un gioco ripeteva Jaime e Cersei ci credeva, Jaime sapeva sempre cosa dire, era il loro gioco segreto, il più bel gioco che potessero inventare e adoravano giocarvi. Sempre insieme, sempre uniti, Jaime sognava di essere un cavaliere e tu saresti stata la sua dama da salvare, c’era il principe Rhaegar Targaryen che occupava la sua mente ma il cuore di Cersei apparteneva al suo gemello. Lei sarebbe stata la principessa moglie di Rhaegar, padre lo aveva promesso e Twynn Lannister non mentiva mai, ma Jaime sarebbe stato il suo campione e il suo amatissimo fratello.

Poi sua madre li aveva scoperto e nulla era valso pregarla che non stavano facendo nulla di male, non c’era nulla di male in quei giochi e Joanna Lannister doveva crederlo invece di urlare e separarli, lei non poteva stare separata da Jaime e lui da lei, erano un’unica entità, due in uno, gemelli di sangue e nell’anima, inseparabili e diversi solamente perché Jaime poteva allenarsi con la spada e lei doveva imparare le buone maniere sebbene talvolta si fosse nascosta i capelli e avesse indossato gli abiti del suo gemello: nessuno l’aveva riconosciuta scambiandola per lui.

Avevano temuto che scrivesse a lord Twynn, il lord loro padre li avrebbe separati portando Jaime a corte e lasciandola lì da sola e questo non potevano accettarlo. Invece Joanna Lannister era morta e … quell’essere che piangeva e si dimenava non era suo fratello si era detta Cersei, Tyrion non era suo fratello, era solo il mostro che aveva ucciso sua madre, lei aveva già un fratello e quello era Jaime.

Negli anni aveva continuato ad amarlo specialmente quando il Re Folle aveva fatto capire che mai e poi mai avrebbe dato in moglie al suo unico figlio la figlia del suo servitore, umiliando lei, umiliando suo padre e umiliando casa Lannister. Era stata punta nell’orgoglio ma si era ripromessa che non avrebbe mai sposato alcuno, o il principe o nessuno e lei non aveva bisogno di un fratello, non quando aveva Jaime. Poco contava che Rhaegar Targaryen le avesse preferito quella Martell, Elia Martell era così fragile che tutti erano sicuri che sarebbe morta di parto o nei giorni successivi, Cersei aveva Jaime e Jaime aveva Cersei, così si ripeteva lei.

Jaime che la baciava con tenerezza e amore, non come un fratello dovrebbe baciare una sorella ma come un innamorato baciava la sua dama nelle ballate. Jaime che lentamente la privava dei vestiti e poi venerava il suo corpo lentamente facendola fremere di aspettativa, non decidendosi mai a renderla sua, a possederla completamente. L’aveva amata sfiorando il suo corpo con le dita e con la bocca, baciando e leccando ogni singola porzione di pelle ma ogni volta che lei proponeva di più lui si fermava portandola all’esasperazione e facendola gemere di frustrazione.

Solo tante preghiere, e solo dopo l’annuncio del suo matrimonio con Robert Baratheon ora re, Jaime si era infine deciso a farla sua. Robert era il nuovo era, era bello, era giovane e voleva lei, infine sarebbe stata regina si era detta e per questo aveva deciso di darsi a Jaime, loro due si sarebbero sempre appartenuti ma ora doveva dare il suo corpo a suo marito e togliersi quella passione infantile dalla testa. Jaime era stato buono con lei, l’aveva amata lentamente, strappandole ansiti di piacere e gemiti d’amore e desiderio, baciando la sua bocca a sfiorando la sua pelle mentre si muoveva con passione dentro di lei, portandola dolcemente al culmine; in quel momento si erano sentiti un tutt’uno, uniti come lo erano stati nel ventre di Joanna Lannister, erano fatti per quell’unione, per non separarsi mai e per essere legati tutta la vita si era detta Cersei quando aveva raggiunto il culmine del piacere: amava Jaime ma sarebbe stata la regina di Robert.

E poi … lui non l’amava, non la desiderava ed era perso dietro il fantasma di Lyanna Stark, troppo impegnato a ricordare la sua promessa per occuparsi di lei, si sentiva così umiliata e sapeva che Jaime percepiva il suo dolore e la sua rabbia. Per questo era tornata da lui, per non soffrire più, per essere amata da qualcuno, per essere con Jaime.

Dovevano fare tutto in segreto, nessuno poteva e doveva sapere, come quando erano bambini anche quello doveva essere un segreto, il loro segreto. Robert era troppo occupato con le sue puttane per accorgersi e non importava a nessuno, non finché lei assolveva i suoi doveri al meglio, la buona regina sposata al re guerriero che però non sapeva regnare: era questa l’immagine perfetta che si stava cucendo addosso, nessuno doveva sapere delle notti trascorse con Jaime, di come in sua presenza il bianco mantello di suo fratello cadesse a terra e di come la regina lasciasse il posto alla donna e all’amante, le notti che trascorrevano insieme, amandosi e scoprendo i rispettivi corpi, aveva scoperto il piacere e l’abbandono unicamente tra le braccia del suo gemello, il suo gemello.

I Targaryen amavano i loro fratelli, tutti i re Targaryen avevano sposato le loro sorelle le era stato insegnato e se fosse stata una di loro … per gli altri quello era un abominio ma lei non si sentiva sbagliata quando era con Jaime, quando sussultava nel sentire le sue mani, nell’accogliere il suo corpo e nel gemere il suo nome, si sentiva giusta, nel posto giusto e con l’uomo della sua vita, Jaime, sempre e solo Jaime.

Joffrey, Myrcella e poi Tommen erano per tutti figli del dovere, sapeva che molti la compiangevano a causa delle mille scappatelle di Robert e che lei sopportava con dignità, se solo avessero saputo che in realtà i suoi figli non erano di Robert. Se avessero saputo che avevano i capelli biondi come quelli del loro vero padre perché mai avrebbe permesso a Robert di ingravidarla e ogni anno lui si presentava a letto così ubriaco che poteva fargli credere qualsiasi cosa, tutto quello la umiliava ma le bastava sentire le voci dei suoi figli o incontrare lo sguardo del suo gemello per sentirsi felice.

Le cappe bianche richiedevano castità e fedeltà al sovrano e Jaime Lannister sapeva di non avere la forza per nessuno dei due; aveva ucciso il suo re sebbene nessuno sapesse il perché ed era l’amante della regina, che era anche sua sorella ma lo scambio non l’aveva mai preoccupato: lui amava Cersei e lei amava lui, per quanto la loro fosse una relazione segreta era anche una relazione esclusiva perché fin da bambino nel suo cuore c’era solo sua sorella, la sua coraggiosa e bella sorella, la regina del suo cuore.

Jaime non aveva mai amato altre donne, sapeva che molti dei suoi confratelli avevano amanti o frequentavano bordelli, solo ser Barristan era ligio al suo giuramento ma quello che c’era con Cersei trascendeva tutto, lei era l’altra metà della sua anima, la sua amata sorella e poco importava che quello che avessero per il mondo fosse sbagliato e immorale, per loro due era giusto e questo gli era sempre stato sufficiente. Non poteva essere sbagliato un sentimento così puro, baciare le labbra piene di sua sorella, sfiorarle i seni e sentirla fremere, amarla ogni notte con quella passione non poteva e non doveva essere sbagliato, non per loro almeno.

E la prova ne erano i tre figli che le aveva dato, solo loro due sapevano la verità e sapeva di dover reprimere ogni emozione che provava nei loro confronti, di fronte al mondo e alla corte lui era ser Jaime Lannister, fratello della regina Cersei, solo fratello ma andava bene, pur di avere Cersei tutto andava bene inoltre lui aveva una sola parole e aveva dato il suo cuore anni prima a sua sorella e solo a lei, non c’era mai stata nessun’altra.

Per questo la morte di Jon Arryn non lo aveva preoccupato come Cersei, gli uomini vecchi morivano spesso ed Arryn era vecchio inoltre stava cominciando a fare troppe domande a sentire Cersei. Cersei Lannister invece sapeva bene che la morte di Arryn era solo l’inizio, che prima o poi qualcosa sarebbe venuto fuori e quel che peggio sarebbe arrivato anche a Robert il quale sebbene non propriamente intelligente aveva però al suo fianco uomini come Renly e Baelish, e loro si che erano intelligenti.

Per questo la notizia del viaggio a Nord le era piaciuta, che Lysa Arryn continuasse a maledire la sua famiglia da Nido dell’Aquila, lei era la regine e poteva fare tutto, con Jaime accanto si sentiva invincibile, avevano scongiurato il pericolo di Jon Arryn e anche gli Stark non erano un pericolo, si erano detti così poco prima di quello. Era un problema ma Jaime avrebbe pensato a tutto, Jaime sapeva sempre come fare.

Jaime, suo fratello, il suo tutto, amante, migliore amico, fratello, altra metà della sua anima, la sua splendida e meravigliosa relazione segreta, semplicemente Jaime Lannister, lo stesso che per amore di lei avrebbe fatto qualsiasi cosa, lo sapeva lei e lo sapeva lui, le cose che facciamo per amore.

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Capitolo 15
*** Death in the afternoon ***


Autore: Diana924
Fandom: Game of Thrones
Titolo: What We Are
Titolo capitolo: Deat in the afternoon
Personaggi: Elia Martell, Jaime Lannister
Rating: NC13
Note: pre Season 01, het, crack ship
Note2: la mia crackship preferita

 

Elia Martell aveva sempre saputo che sarebbe morta se fosse rimasta in quella maledetta città.

Fin dal suo arrivo aveva sentito la capitale stringersi attorno a lei come in un abbraccio ma non l’abbraccio confortante di una madre o di una balia bensì una stretta mortale che più di una volta le aveva tolto il respiro.

Rimpiangeva Dorne ma aveva un compito e lo avrebbe assolto nel migliore dei modi, e il principe era così bello. Aveva creduto che sarebbe stato facile amare Rhaegar Targaryen, ogni singola fanciulla del continente sarebbe stata fiera di essere sua moglie, ma aveva presto scoperto che la mente di suo marito non le sarebbe mai appartenuta. Suo marito l’amava, amava il suo corpo, aveva delle attenzioni nei suoi confronti ma era come se la sua mente fosse altrove, persa dietro qualche canzone o ad inseguire una profezia del passato.

Aveva sopportato con dignità quel disinteresse, sempre meglio un sorriso distratto che non quello che subiva sua suocera, aveva visto gli occhi gonfi e la pelle rovinata della regina e non era una sciocca da credere a quello che le diceva o abbastanza scaltra da voltarsi dall’altra parte.

Suo marito almeno non aveva amanti, qualche puttana occasionale l’aveva messa in conto ma per fortuna nessuna delle sue dame per cui provasse un certo interesse, o quelle della regina. Quando era nata Rhaenys si era sentita umiliata, suo suocero aveva fatto ben capire di non essere soddisfatto di lei ma almeno Rhaegar non aveva detto una parola, la prossima volta andrà meglio l’aveva consolata la regina, il volto sempre più triste e l’aspetto sempre più provato. Era stato allora che si era guardata intorno alla ricerca di amici o quantomeno di alleati, e non aveva trovato nulla di utile.

Il gran maestro Pycelle era un debole, Varys era fedele al trono ma non a chi vi sedeva sopra, la regina era un’anima in pena avvolta nella disperazione e nel dolore e della guardia reale solo Arthur Dayne e Jaime Lannister erano disposti ad avere a che fare con lei, uno perché era il fratello di Ashara e l’altro perché erano nella stessa posizione: ostaggi. I due l’avrebbero difesa per senso del dovere ma se il re avesse ordinato la sua morte avrebbero dovuto ucciderla, ne era sicura.

Quando era rimasta incinta una seconda volta aveva saputo subito che il bambino sarebbe stato un maschio, e che non sarebbe sopravvissuta. Per nove mesi quasi non aveva avuto alcuna forza ma poi … poi le avevano messo Aegon tra le braccia ed era stata sicura di non poter amare nessuno come amava lui.

Poi c’era stato Harrenhal, e tutto era andato a rotoli. Aveva pensato che fosse l’alba di una nuova era, pur lasciando raramente la Fortezza Rossa sapeva cosa si diceva di suo suocero e avrebbe approvato qualsiasi cosa che potesse mettere in salvo sua suocera, la regina Rhaella viveva nel terrore che un giorno il re si decidesse a colpire anche il piccolo Viserys, meglio che il bimbo adorasse suo padre ancora per qualche anno. Vi si era recata perché quel torneo era anche per lei ma sapeva bene di aver deluso la dinastia, un nuovo parto le sarebbe stato fatale e avendo avuto un maschio non era nemmeno possibile ripudiarla. E allora aveva visto suo marito, il principe ereditario, incoronare come regina d’amore e di bellezza la giovanissima Lyanna Stark.

Poteva sopportare quell’umiliazione, ma non la confusa spiegazione che suo marito le aveva dato mentre tornavano alla capitale e poi la sua sparizione, si era sentita umiliata come principessa dorniana e come moglie ma non come donna perché per sua fortuna non aveva mai commesso la sciocchezza di innamorarsi di suo marito.

Era stato allora che aveva notato ser Jaime, davvero notato.

Erano simili, sarebbero stati destinati a sposarsi se la madre di lui non fosse morta e ora erano entrambi ostaggi. Come sarebbe stata bella la vita se fosse divenuta lady Lannister, una vita tranquilla a Castel Granito assieme a Jaime, forse avere Cersei per amica e sorella, occuparsi del benessere del popolo, tutto sarebbe andato bene se solo … .

Ricordava ancora con orrore quando aveva visto Rickard Stark e suo figlio bruciare vivi su ordine di re Aerys, suo suocero era un folle e uno sciagurato ma nessuno aveva mai avuto il coraggio di opporsi, erano tutti dei codardi, lei compresa.

Sua suocera si era ritirata presto consapevole che suo fratello quella notte avrebbe preteso da lei i suoi doveri come moglie e che le avrebbe fatto del male, il volto triste della regina le era rimasto impresso quando aveva pianto aggrappata a ser Jaime, un bambino che cerca di consolare una bambina pur essendo a sua volta terrorizzato, che duo bizzarro erano. Non sapeva chi aveva baciato chi per primo, solo che quello era un bacio nato dalla disperazione e dal terrore e che sarebbero morti tutti a causa di Rhaegar.

Quando il cugino Robert era sceso in guerra contro il re per aiutare Ned Stark a vendicare padre e fratello e per riprendersi la sua promessa sposa lo aveva invidiato, fosse stato facile anche per lei. Aveva supplicato il re di poter rientrare a Dorne o poter andare a Roccia dl Drago, ovunque ma non lì; e non aveva ottenuto risposta.

La morte di Rhaegar l’aveva raggiunta come in sogno, suo marito era morto per lei lo stesso giorno in cui aveva deciso di fuggire con Lyanna Stark, solo un folle ignorava le conseguenze di una fuga con la futura moglie del proprio cugino, il primo principe del sangue. Suo zio era morto per difendere suo marito, era stato facile far credere che quelle lacrime fossero per Rhaegar e nessuno aveva indagato, che moglie devota aveva sentito dire.

Era stato allora che si era concessa a ser Jaime, quella notte stessa dopo aver pianto per suo zio lo aveva convocato nelle sue stanze con la scusa di montare la guardia e poi … si erano sedotti a vicenda, consapevoli che il tempo a loro disposizione era limitato.

Aveva implorato di poter andare con Rhaella, almeno i bambini vadano con la regina aveva implorato poco prima che Rhaella e Viserys partissero per Roccia del Drago, i suoi bambini erano dei Targaryen e non meritavano di assistere alla fine della loro dinastia. Re Aerys era stato implacabile, lei doveva rimanere, e sorridere, sorridere sempre al popolo. Era un ostaggio, un ostaggio utile a spronare i dorniani, sapere che Oberyn stava arrivando l’aveva rincuorata, mio padre e vostro fratello ci salveranno l’aveva rincuorata ser Jaime una sera, mentre riposavano assieme, a nessuno ora importava di lei.

Non aveva molta fiducia in lord Tywinn ma era sicura che il Leone di Castel Granito avrebbe salvato suo figlio, lei era comunque la madre dell’erede al trono ed era un ostaggio prezioso, era disposa a sopportare un po’ di prigionia per salvare suo figlio. E invece Tywinn Lannister stava già pensando a un futuro in cui i Targaryen non esistevano più, tutti loro.

<< Rhaenys … ora facciamo un gioco >> disse, doveva nascondere sua figlia il tempo necessario si disse mentre osservava dalla finestra le armate Lannister entrare in città non come liberatori ma come conquistatori. << Devi nasconderti. Corri dove vuoi e ti nascondi, aspetta finché io o ser Jaime non arriviamo >> aggiunse sperando che i soldati avessero pietà di una bambina, lei era pronta a subire di tutto ma … Rhaenys era solo una bambina.

Poteva ancora fuggire, nascondersi presso l’amante di zio Lewynn ma era sicura che l’avrebbero trovata, per fortuna Varys aveva avuto un’idea pensò mentre sentiva dei passi, se ser Jaime non fosse rimasto col re, se zio Lewynn fosse sopravvissuto e se il re non avesse mandato via ser Barristan o il Toro Bianco forse …forse avrebbe potuto strappare qualche ora ma il suo destino era comunque segnato. Sperò che ser Jaime arrivasse in tempo per poterlo vedere un’ultima volta ma Elia Martell era comunque sicura che sarebbe morta entro quel pomeriggio.


 

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Capitolo 16
*** More Fire ***


Autore: Diana924
Fandom: Game of Thrones
Titolo: What We Are
Titolo capitolo: More Fire
Personaggi: Elia Martell, Jaime Lannister
Rating: NC13
Note: pre Season 01, het, crack ship
Note2: la mia crackship preferita


 

Ormai si sarebbe dovuta abituare a quello.

Elia Martel aveva dovuto accettare diversi cambiamenti nella sua vita da quando si era sposata. Tanto per cominciare aveva dovuto lasciare la sua famiglia e soprattutto Oberyn, con Doran c’era troppa differenza d’età, per quanto gli volesse bene non erano mai stati realmente in sintonia, non come lo erano lei e Oberyn. Nella capitale c’era zio Lewynn per aiutarla ad ambientarsi e sapeva bene per quale motivo era stata spedita come un pacco, il miglior motivo di tutti: sposare il principe ereditario. Rhaegar Targaryen era senza alcun dubbio il più bel giovane del continente e aveva scelto lei come sua moglie, Elia non ignorava come dietro ci fossero complessi calcoli politici ma era anche vero che lui avrebbe potuto rifiutarsi o scegliere un’altra donna, come il fratello di suo nonno che aveva sposato una ragazza di umili natali rinunciando alla successione.

Suo marito sembrava uscito da una ballata da quanto era bello e coraggioso, che bel re sarebbe stato si era persa più volte a sognare i primi mesi del loro matrimonio. Insieme sarebbero stati la coppia perfetta, avrebbero saputo rimediare agli errori e alle follie di suo suocero e portato una nuova era.

Ricordava ancora le parole di suo marito quando era nato Aegon, “il drago ha tre teste” quelle parole le erano entrate in testa ossessionandola, melliflue e rivelatrici allo stesso tempo. Le avevano comunicato che sarebbe stato opportuno non avere altri figli, l’erede lo aveva fatto ed era meglio smettere altrimenti la prossima gravidanza sarebbe stata sicuramente fatale. La notizia aveva indisposto Rhaegar per un motivo che non aveva capito, intuiva che c’entrassero quelle parole ma non poteva essere così grave per lui, non quando poteva avere decine di figli da altre donne. Non era così ingenua da ignorare che Rhaegar potesse avere delle amanti, e Jon Connington, ma lei sarebbe divenuta regina e tanto doveva bastarle.

Poi era andato tutto a rotoli e in maniera così spettacolare che era sicura sarebbe stato impossibile da fermare.

Rhaegar era fuggito con Lyanna Stark e lei aveva cercato di mascherare la vergogna e l’onta che aveva provato, Lyanna non era la prima e non sarebbe stata l’ultima amante di suo marito, infuriarsi non le sarebbe stato d’aiuto e col tempo tutto si sarebbe aggiustato. Poi Rickard Stark e suo figlio Brandon erano arrivati nella capitale per esigere giustizia, sostenendo che Rhaegar avesse rapito Lyanna.

Elia sapeva che quando i draghi erano ancora in vita alcuni re si erano serviti di loro per comminare le sentenze di morte, re Aegon aveva fatto mangiare sua sorella dal suo drago, ma una cosa era saperlo e un’altra vederla. Il supplizio ideato da Aerys per punire i suoi Stark era stato solamente il primo degli orrori di cui era stata testimone in quegli ultimi mesi.

Era sicura che non avrebbe mai dimenticato l’odore della carne bruciata, le urla di dolore e di terrore che aveva udito e la sensazione che quella fosse colpa sua, che se non fosse stata così debole ora nulla di quello sarebbe avvenuto, che Rhaegar non avrebbe avuto bisogno di fuggire con una ragazzina. Nessuno era intervenuto, nessuno aveva fatto niente, tutti avevano tremato ma nessuno aveva osato fare nulla, e da allora in poi tutto era peggiorato. Rhaegar era tornato e il cugino Robert si era apertamente ribellato ma quegli eventi l’avevano appena sfiorata, sentiva che a breve ne sarebbe stata sommersa e voleva godersi la poca pace che ancora aveva.

La notizia della sua vedovanza l’aveva lasciata indifferente, Rhaegar l’aveva umiliata nella maniera peggiore e anche in quel momento l’umiliava, poteva sopportare un’amante ma non che tutti sapessero, quello era troppo.

Da lì in poi le esecuzioni si erano susseguite a un ritmo forsennato, quasi ogni giorno il re ordinava di uccidere qualcuno, colpevole o innocente non gl’importava e pretendeva che a differenza di prima tutta la corte, o quello che ne era rimasto assistesse alla sua opera. Elia ormai era abituata a vedere l’altofuoco divorare brandelli di carne e di abiti, quelle fiamme verdi le incutevano un sacro terrore, era la madre del futuro re ma non era così necessaria, non più da quando sua suocera era rimasta incinta per l’ennesima volta.

Si sarebbe dovuta abituare a quello ma era sicura che non ci sarebbe mai riuscita.

Quel giorno l’esecuzione era durata più tempo del previsto a causa del vento, c’era più vento del solito quel pomeriggio aveva pensato con aria assente prima di stringersi nelle spalle per poi voltarsi ad osservare sua suocera. La regina Rhaella era più pallida del solito ed Elia non sapeva se stesse tremando per il freddo, per il vento o perché pensava a cosa sarebbe accaduto quella notte. Le cameriere parlavano, bisbigliavano ed era facile farsi raccontare certe cose e se anche non fosse stato così non aveva bisogno delle loro parole, non quando le bastava osservare il re. Aerys era il ritratto della felicità, era visibilmente eccitato e nei suoi occhi c’era una luce malvagia che non prometteva nulla di buono, quella notte avrebbe preteso qualcosa da sua sorella e Rhaella sarebbe stata costretta a darglielo, come sempre.

<< C’è troppo vento, e troppo fuoco >> mormorò quando fu vicina a Jaime Lannister. Se solo le cose fossero andate diversamente, ora sarebbero stati sposati e lei sarebbe stata al sicuro con lui a Castel Granito, forse avrebbero avuto due figli, forse uno solo ma sarebbero stati entrambi molto più tranquilli, nel giovane leone c’era una melanconia che Elia non riusciva a spiegarsi.

<< Vostra Altezza vuole che l’accompagni dentro quando sarà finito? >> le domandò ser Jaime, andarsene in quel momento sarebbe stata una grave offesa al re.

<< Grazie, se non hai altri impegni più urgenti >> rispose lei con un filo di voce prima di appoggiarsi contro di lui, con un certo imbarazzo Jaime l’abbracciò, nessuno si sarebbe accorto di loro, non quando il re pretendeva che tutti seguissero l’esecuzione.

<< Non dovreste stare qui >> mormorò lui.

<< E dove allora? Questo è il mio posto, e resterò fino alla fine. Chiederò nuovamente se potrò andare con la regina ma sappiamo entrambi cosa risponderà il re >> replicò lei stanca, solo in quel momento il vento iniziò a disperdere le fiamme, il corpo dell’ultimo Primo Cavaliere era ormai una montagna di carne bruciata e cenere.

<< Potete chiederlo per il principe, e quando tutto sarà finito raggiungerli >> propose ser Jaime, se solo i piani di sua madre e di lady Joanna si fossero compiuto.

<< Proverò di nuovo ma… quando vede il fuoco il re non capisce più nulla, e questo fuoco… più vento e più fuoco rendono questa corte la più misera del regno >> ammise lei, era sicura che la situazione sarebbe peggiorata ulteriormente e non voleva più fingere, a che pro?

Ser Jaime non disse nulla ed Elia gliene fu grata, tutto quello la stava logorando, se lo sentiva nelle viscere, tutto quel fuoco avrebbe finito per distruggerla.

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