Questo piccolo grande amore

di loverrrr
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Buongiorno,
per chi avesse letto la prima versione di questa storia, la seguente è stata modificata aggiungendo delle parti e correggendo alcuni errori ortografici.


Pov Bella


Seduta sulla tazza del wc con un test di gravidanza in mano mi domando cosa ne sarà della mia vita adesso. Dovrei essere felice e da una parte lo sono. Vorrei poter gridare al mondo intero che dentro la mia pancia sta crescendo un frugoletto, il frutto del nostro amore, ma se poi penso al padre del bambino mi sembra tutto sbagliato. La scritta incinta mi sta fissando da venti minuti e più il tempo passa, più io mi sento sola come non lo sono mai stata in 30 anni, sola e con un frugoletto che cresce dentro la mia pancia senza un padre vicino.
Dovrei dirglielo? Un’altra al mio posto avrebbe fatto il test insieme e ora starebbe gioendo con lui, ma purtroppo quella donna non sono e non sarò mai io.
So che se lo chiamassi e gli raccontassi tutto verrebbe qui all’istante, così come sono certa del suo grande amore per me: Edward mi ama, mi ha sempre amato e nonostante tutto, non mi sono mai sentita poco importante o messa da parte. 
Vorrei che ora fosse qui a stringermi la mano dandomi la sicurezza e l’amore di cui ho bisogno, invece sta con quell’altra… sua moglie. 
Ripeto, so che mi ama e sono sicura che se lo chiamassi verrebbe subito, ma come posso portarlo via a sua moglie? 
Come posso dirgli che stiamo aspettando un figlio?
Mi sto facendo del male pensando a queste cose, lo so, ma è più forte di me. 
Vorrei essere io sua moglie vorrei essere con lui ora a gioire per il nostro bambino e invece sono sola mentre lui è con quell’altra.
Ma se ci amiamo così tanto, perché il destino è stato così crudele con noi?
L’improvviso e inaspettato suono del campanello interrompe i miei pensieri. Mi auguro che non sia Mike Newton, il vicino di casa.
Sospiro. Il campanello non ci voleva proprio. Lascio il test sopra la vasca, infilo l’accappatoio di flanella con le ciabatte e vado ad aprire. 
Il borsone gli cade a terra.
Edward.
E lui cosa ci fa qui? Con un borsone poi?
«L’h-o lasc-i-a-ta» balbetta guardandomi fisso negli occhi.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Pov Edward
 
…Un’ora prima…
Rosalie mi segue senza capire cosa sta succedendo, sarà dura per lei da accettare, ma non ce la faccio più ad andare avanti così. Voglio riprendere in mano la mia vita, ricominciare a vivere, a darle un senso e non è con lei che voglio farlo. Ho creduto di amarla e l’ho sposata, ma oggi me ne pento amaramente.
«Edward cosa stai facendo?» 
«È finita» le dico con fermezza mentre infilo i vestiti nel borsone.
Rosalie cerca di prendermi il borsone dalle mani, ma glielo sfilo con rapidità. 
«Finita? Co-sa st-ai dicendo Edward?!» 
Il suo sguardo è sconvolto e confuso, ma ormai ho preso la mia decisione e non ho alcuna intenzione di tornare indietro.
Finito di preparare il borsone, tolgo la fede nuziale e la poggio sul comodino vicino al letto.
«Si può sapere cosa diavolo stai facendo?»
La guardo dritta negli occhi.
«Mi dispiace Rose, ma non posso più continuare a fingere. Ti farei soltanto soffrire».
«Edward cosa stai dicendo?» esclama sconvolta mettendosi davanti alla porta, come se volesse impedirmi di andar via, ma nulla può fermarmi.
«Ti prego non rendere le cose ancora più difficili».
Sono davvero dispiaciuto per il male che le sto infliggendo, ma non posso più continuare a vivere una vita che non sento mia.
«Hai un’altra?» 
«Per favore» cerco di passarle davanti, ma non mi lascia uscire dalla stanza.
«Non mentirmi Edward. È una nostra collega, un’infermiera?»
«Pensi veramente che io abbia una amante?»  esclamo scioccato.
Le sue parole mi feriscono molto, Rosalie non ha la minima idea di quanto sia forte l’amore che provo per Bella e il pensiero che possa essere vista come la mia amante mi fa imbestialire. Bella è tutta la mia vita.
«Allora spiegami perché vuoi lasciarmi dopo un anno di matrimonio».  
«Rose per favore…» insisto.
Gli occhi le diventano lucidi.
«Vai pure dalla tua amante Edward, ma ricorda che quando tornerai da me chiedendomi perdono, io sarò tra le braccia di un altro» mi dice duramente.
Non le rispondo, se lo facessi perderei il controllo e non solo con le parole. Prendo su il cappotto e lascio casa sentendo echeggiare le sue grida insieme al suo pianto.
Un'ora prima

La fortuna vuole che la porta d’ingresso del palazzo dove abita Bella sia aperta, entro e suono al campanello. Dopo qualche minuto si apre e il borsone scivola a terra.
«L’h-o lasc-i-a-ta!» balbetto guardandola fissa negli occhi.
Bella mi abbraccia e io scoppio a piangere nascondendo il viso nell’incavo del suo collo, incrociando le braccia intorno alla sua schiena. Finalmente potrò vivere con la persona che amo, l’unica che io abbia mai amato veramente.
«Edward…» sussurra accarezzandomi i capelli.
Alzo lo sguardo, ho il viso ancora coperto di lacrime e le braccia incrociate intorno alla sua schiena, in cerca di sicurezza. Il suo sguardo è confuso, sta cercando di capire cosa ci faccia qui.
«Perché l’hai lasciata?» domanda agitata, allontanandosi dolcemente.
Prendo il borsone, entro chiudendo adagio la porta e inizio a raccontarle tutto.
«Non potevo più continuare a mentirle, lo sai che non l’ho mai amata».
Si appoggia con la schiena al divano e abbassa lo sguardo.
«Lei è tua moglie, vi siete sposati un anno fa. Si dice: “finché morte non ci separi” o una cosa del genere» continua agitata, «come farai domani mattina quando la incontrerai all’ospedale? E tuo suocero, hai pensato anche a lui?»
Mi avvicino e le prendo le mani posandole un lieve bacio sulla tempia sentendola sospirare poco dopo.
«Bella io amo solo te, sei tu la donna della mia vita e ti prometto che andrà tutto bene piccola».
«Invece no, ti sbagli» dice con voce tremolante.
«Invece sì, fidati di me piccola» dico. «Domani parlerò con Paul e sistemerò ogni cosa».
Bella alza lo sguardo, è preoccupata, piccola mia.
Le sorrido cercando di tranquillizzarla.
«Edward io ti amo, ma sono avvocatessa e so molto bene come funzionano queste cose. Lei ti porterà in tribunale chiedendo un mantenimento, non sarà una causa facile» mi dice seria.
«Prenderò un buon avvocato, i soldi non mi mancano. Tesoro ascoltami, io non posso stare con una persona che non amo».
«Non posso costr…» la interrompo dolcemente.
«Tu non mi stai costringendo a fare nulla, è una mia scelta Bella» dico baciandola.
 
Pov Bella
 
E io lascio che mi baci perché lo amo da morire, perché ha appena detto che io sono la persona più importante della sua vita e lo stesso vale per me; Edward è tutta la mia vita e non riesco ad immaginare un futuro in cui lui non ci sia. 
Porto le mani tra i suoi capelli alzandomi in punta di piedi e mi sento sollevare per le natiche. 
Facciamo l’amore sul divano e non c’è cosa più bella di sentirgli dire più di una volta: “ti amo, sei la persona più importante della mia vita”, tra dolci baci e tenere carezze. 
Giro lo sguardo portando una mano dietro al suo collo, lo bacio teneramente lasciandomi trasportare dalle forti sensazioni che sto provando; il cuore non la smette di battere all’impazzata ed io sono sempre più emozionata e desiderosa di dirgli che aspettiamo un bimbo. Mi stacco con fatica dalle sue labbra e lo guardo intensamente negli occhi.
«Aspettiamo un bambino» sussurro e resto in silenzio per qualche minuto, poi continuo «sono incinta Edward».
I suoi occhi diventano lucidi, sorride prendendomi il viso tra le mani e apoggia la fronte contro la mia.

 
Pov Edward

Ho gli occhi lucidi dall’emozione, per la prima volta in 33 anni di vita sono davvero felice.
«Grazie… grazie Bella» sussurro soffocando a stento le lacrime.
«Lo so che un bambino non era nei nostri programmi, m…».
«È meraviglioso Bella, avremo un bambino».
«Oh Edward…» mi bacia teneramente e continua «credevo non lo avresti voluto, che fosse troppo presto».
«Bella io ti amo, come potrei non volere un figlio da te piccola?» 
«Ti amo» mi bacia ancora, questa volta approfondisco il bacio portando una mano sul suo ventre, voglio accarezzare nostro figlio.
Le emozioni sono talmente forti che non riesco a trattenere le lacrime.
«Vi amo così tanto, piccola mia» sussurro lasciando le sue labbra.
Ci guardiamo negli occhi, i nostri sguardi dicono tutto senza dire una parola. Restiamo così per un lasso di tempo che sembra infinito. 

«Mi prenderò cura di te, di nostro figlio. È la notizia più bella che tu potessi darmi» dico emozionato. 
«Ero così spaventata, credevo che tu non fossi pronto e…».
«Ti amo Bella e amo nostro figlio. Quando sono andato via di casa ho scelto chi davvero voglio essere e scusami se non l’ho fatto prima» confesso mortificato.
«Ora sei qui con noi… vieni qui amore» sussurra baciandomi.
Un bacio lento, delicato.
Smetto di baciarla solo per riprendere fiato e la stringo a me.
«Da quanto lo sai?» chiedo curiosamente.
«Poco fa ho fatto il test. È sulla vasca» mi racconta emozionata «ma ho avuto dei sospetti una settimana fa, solo che non ci ho dato molto peso… sai nausea, stanchezza, voglie strane, poi la cosa ha iniziato a ripetersi quasi ogni mattina e lì mi sono insospettita».
«Bella dimmi che non è un sogno» dico felice.
Gira lo sguardo sorridendomi.
«È tutto vero Edward, stiamo per avere un bambino».
«Siete la mia vita».
Domani parlerò con mio suocero, ora voglio prendermi cura delle due persone più importanti della mia vita.
 

***ANGOLO DELL'AUTRICE***

Penso che questa nuova versione della storia sia molto più scorrevole da leggere e come avevo detto nel prologo, ho tolto alcune cose e soprattutto ho sistemato alcuni errori grammaticali. Fatemi sapere cosa ne pensate ^^

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Pov Edward

Non sto sognando, sono al fianco della donna che amo e stiamo aspettando un figlio, dire che sono felice, è dire poco.
Le lascio un bacio sulla tempia per svegliarla dolcemente e pochi istanti dopo apre gli occhi, sbadiglia e gira lo sguardo verso di me. Le sorrido facendo scivolare una lenta carezza sul suo viso.
«Ciao piccola» sussurro.
«Mhm, ciao amore mio» mormora stringendosi al mio petto, tornando a chiudere gli occhi.
Le poso un altro bacio sulla tempia e riprendo a sfiorarle il ventre come stavo facendo poco prima di svegliarla.
A dire il vero sono stato tutta la notte ad accarezzarlo pensando a quando verrà al mondo e quanto sia immenso l’amore che provo per loro. Non mi sembra vero che stiamo per aspettare un figlio.
«Dormito?» le chiedo dolcemente.
«Meravigliosamente» risponde felice.
Ridacchio e le poso un altro lieve bacio sulla tempia.
«E questo frugoletto?»
Gira di nuovo lo sguardo aprendo gli occhi e un sorriso si posa sul suo viso.
«Credo che le coccole del papà gli siano piaciute, sai?»
Mi chino e la bacio teneramente.
«Buongiorno tesoro» soffio sulle sue labbra.
«Ciao amore» mormora baciandomi.
Un bacio più passionale del precedente, ma veniamo bruscamente interrotti dalla sveglia che inizia a suonare.
Smetto controvoglia di baciarla e allungo un braccio verso il cellulare, spegno la sveglia notando un paio di chiamate perse, ma le cancello senza neppure vedere di chi siano, sicuramente sarà stata Rosalie. Poso il telefono sul comodino.
«Non voglio andare al lavoro» le dico sospirando.
«Nemmeno io vorrei amore, ma devo… oggi ho due clienti importanti».
«Spero che Paul sia comprensivo» confesso sospirando.
«Sono sicura che vi capirete, stai tranquillo tesoro» mi rassicura.
La coccolo un altro po’, poi ci alziamo e ci prepariamo per il lavoro.
«Per qualsiasi cosa chiama e non lavorare troppo, d’accordo?»
«Non ti preoccupare tesoro».
Mi bacia a fior di labbra e io approfondisco il bacio. Se la mia vita non si fosse mai incrociata con quella di Bella Swan, ora non mi sentirei così felice. Bella mi ha insegnato ad amare, a vivere, e ieri sera mi ha fatto un regalo un regalo meraviglioso. 
«Mhm amore devo andare» mugola.
«Mhm anche io piccola…» mugolo smettendo con fatica di baciarla, le do un bacio sulla pancia e scappo in ospedale.
Devo parlare con Paul quanto prima, anche se temo lo abbia già fatto Rosalie e non oso immaginare cosa gli avrà raccontato.
Ho sempre considerato Paul come un secondo padre e se oggi sono un chirurgo molto stimato e rispettato, lo devo anche a lui.
Paul è stato un grande amico di famiglia, conosceva papà dai tempi dell’università e io non smetterò mai di ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto per me in questi anni, soprattutto dopo la morte di papà, così come credo che lui non smetterà mai di essere grato a mio padre per il grosso aiuto economico ricevuto quando aveva bisogno. I miei pensieri vengono bruscamente interrotti da Rosalie.
«Edward tesoro, sono stata così in pena ieri notte e ti ho anche chiamato. Dove sei stato?» 
«Rosalie non tornerò a casa» le dico serio.
«Non dire stronzate, dai amore» ridacchia. 
«Sono serio Rose, non ho alcuna intenzione di tornare a casa» ribadisco serio.
«C-o-sa st-ai dice-ndo?» balbetta sconvolta.
«Ti pregherei di non fare scenate e ora se non ti spiace dovrei andare a fare delle visite» vado verso il corridoio e lei mi segue a passo svelto.
«Non sto facendo nessuna scenata, io sono tua moglie e tu non hai ness…» mi fermo e la interrompo.
«Te lo chiedo per favore Rosalie, lasciami stare» riprendo a camminare e lei continua a venirmi dietro.
«Cosa c’è che non va nel nostro rapporto? Sei arrabbiato per qualcosa?»
«Credevo di essere stato chiaro ieri sera» le dico serio.
«Prendendo le tue cose e andando via di casa?»
Mi fermo di nuovo cercando di mantenere la calma.
«Avrei dovuto parlartene prima, questo lo ammetto e mi dispiace che tu stia soffrendo, ma non potevo più continuare così».
«Perché dici questo Edward? Io ti amo».
«Ma io NO Rosalie e non puoi obbligarmi a stare con te» le dico esausto. «Ora scusa, ma devo andare» me ne vado senza voltarmi indietro, devo parlare con Paul.
Busso un paio di volte al suo ufficio.
«Sì?»
«Sono Edward, posso?» chiedo un po’ titubante aprendo appena appena la porta.
«Vieni, entra».
Faccio un lungo respiro e mi accomodo.
Non so neppure da dove cominciare, non mi sono preparato un discorso. 
«Riguarda mia figlia, non è così?» mi domanda ancor prima che io mi sia seduto.
«Paul mi dispiace, credimi, ma non è come Rose ti ha raccontato» dico mortificato.
«Allora com’è andata? Perché ieri sera mia figlia mi ha telefonato in lacrime dicendo che te eri andato via di casa con un borsone».
Inizio a parlare, ma vengo interrotto.
«Hai un’altra?» mi chiede schietto.
«Cosa stai dicendo, no?» 
In quell’esatto momento mi rendo conto che nessuno capirà mai il motivo della mia decisione, ma soprattutto, che Bella verrà presa come “la mia amante”, cosa che non è affatto vera. Bella è la persona più importante della mia vita insieme al bimbo che sta aspettando.
«Te lo chiedo nuovamente, hai un’altra Edward?» 
Mi alzo di scatto.
«Pensi che me ne sia andato per andare dietro a una donna qualunque?».
«Non lo so Edward, dimmelo tu».
«Ti sbagli Paul e comunque non sono affari di nessuno, se non miei, chi frequento nella mia vita privata» metto in chiaro seccato.
«Invece mi riguardano eccome visto che stiamo parlando di mia figlia, nonché tua moglie. Edward dove sei stato ieri notte?» continua insinuando cose a dir poco assurde, come ricatti, soldi e sgualdrine.
«Pensi veramente che me ne sia andato perché una donna mi sta ricattando?»
«Hai abbandonato mia figlia andando a dormire chissà dove, e secondo te io dovrei farmi i fatti miei?»
«Vuoi sapere la verità? Ok d’accordo, sarò onesto con te Paul» continuo raccontandogli tutto «ho lasciato Rosalie perché sono stanco di vivere nella menzogna. Vuoi sapere se ho un’altra? Sì, ho un’altra, ma non è ciò pensi, io amo davvero Bella ed è con lei che voglio costruire il mio futuro».
Paul sospira, il suo sguardo diviene improvvisamente triste e ho come l’impressione che stia pensando a un ricordo molto lontano. Poco dopo, apre il cassetto sulla destra e tira fuori una fotografia, la poggia sul tavolo. Lo sguardo mi cade lì, ma non riesco a capire cosa voglia dirmi.
«Emily Whitlock e questo…» continua tirando fuori un’altra fotografia dallo stesso cassetto «è mio figlio, Jasper».
Sono sconvolto.
«Tuo fig…».
«Che questa storia non esca mai da qui, intensi?»
«Paul di cosa stai parlando?» domando confusamente.
«Ci siamo capiti?» ribadisce serio.
«Puoi fidarti di me» e inizia a raccontarmi tutto dall’inizio.
 
Pov Bella

Io e Jessica abbiamo deciso di prenderci una pausa dal lavoro e siamo venute al bar, lei ha ordinato un caffè mentre io due toast. 
Sono emozionatissima, non vedo l’ora di dirle che aspetto un bambino dall’uomo che amo e di vedere la sua reazione, conoscendola sarà felicissima.
Jessica, oltre a essere la mia più cara amica, è anche mia socia sul lavoro. Abbiamo deciso di comprare lo studio dove attualmente lavoriamo due anni fa, dopo un anno di affitto e spese varie. Suo padre è un amico dei vecchi proprietari, è stato lui a trovarcelo, a loro non serviva più e così lo abbiamo rilevato noi.
È stata la cosa migliore che abbiamo mai fatto.
«Ti devo dire una cosa» le dico emozionata.
«Cosa?»
«Sono incinta!»
«AHHHHHHHH, MA STAI SCHERZANDO BELLA? È UNA NOTIZIA MERAVIGLIOSA!!!!!!!» urla felice.
Immaginavo avrebbe reagito così. Si alza dal tavolo e mi abbraccia.
«Non sai quanto sono felice Jess» racconto commossa.
«E il tuo ragazzo che dice?» mi chiede curiosa tornando a sedersi.
«Edward è felicissimo» racconto sempre più emozionata «ma c’è anche un’altra cosa che devo dirti».
Jessica conosce tutta la storia, essendo la mia più cara amica non le ho mai nascosto nulla, neppure che Edward è sposato.
«Non dirmi che sono due gemelli».
Nel frattempo arrivano le nostre ordinazioni, addento subito un toast dalla fame.
«Ma va!!!! Che dici Jess?» ridacchio e continuo «Edward l’ha lasciata per vivere con me».
«Non potevi darmi notizia migliore Bella».

 
Pov Edward

«Hai lasciato Emily pur sapendo che aspettava un figlio?» esclamo sconvolto.
«Non avevo altra scelta Edward, con Lisa stava andando tutto a meraviglia, Rosalie era molto piccola. Come avrei potuto lasciare mia moglie per…».
«Ma lei aspettava un figlio da te» io non riesco a credere che lo abbia fatto davvero. 
«Lo so perfettamente e oggi ne sono pentito, credimi, ma all’epoca non avrei saputo come gestire la cosa» confessa.
«Jasper sa di te?» 
«Se pensi che l’abbia abbandonato ti sbagli. In questi anni ho sempre mandato soldi a Emily e ci siamo scambiati molte lettere».
«Quindi Jasper sa di te?!» esclamo confuso.
«Pensa che io sia suo zio e che suo padre sia morto in un incidente d’auto» racconta. «Edward, se ti ho parlato di questa storia è perché so cosa stai passando. Ho amato e amo Emily come non ho mai amato nessun’altra donna, ma Dio solo sa cosa sarebbe successo se avessi lasciato mia moglie».
«Tutto ciò è folle».
«Non è folle Edward, questo è amore e tu stai solamente facendo quello che io non ho mai avuto il coraggio di fare. Non sono arrabbiato con te, mi dispiace solo per mia figlia» ammette rammaricato.
«Grazie».
«Mi fido di te Edward e so che non tradirai la mia parola. Quanto a Rosalie, cercherò di parlarle» mi rassicura.
«Puoi fidarti Paul» dico alzandomi.
«Grazie».
Ad attendermi fuori dall’ufficio c’è Rosalie.
«Edward perché mi stai facendo questo?»
«Rose per favore, siamo al lavoro e direi che non sia il caso di far sapere i fatti nostri a tutti».
«Non puoi pretendere che sia tutto apposto» insiste.
«Lo sai perché me ne sono andato» le dico serio.
«Non è vero! Sono stata in pena tutta la notte, ti ho anche chiamato e l’unica cosa che sai dire è che non vuoi più vivere nella menzogna. Ti sembra un buon motivo per lasciarmi?»
«Preferisci che stia con te pur non amandoti?»
«Mi hai chiesto di sposarti, volevamo fare un figlio. Te lo sei dimenticato?»
Non le rispondo, sospiro passandomi una mano tra i capelli. Vorrei essere tra le braccia di Bella e pensare solo al nostro bimbo.
«Hai parlato con Emmet? È per quello che ti ha detto?»
«Cosa centra Emmet?!» esclamo confuso.
«Edward è stata solo una notte, niente più di quello e comunque ero ubriaca, nemmeno ricordo cosa sia successo veramente. Ti prego amore perdonami».
«Di cosa stai parlando?» le domando confuso.
«Ricordi quando due mesi fa abbiamo litigato perché tu non volevi che io venissi con te al convengo a Phoenix?»
«Cosa centra Emmet con il convegno? E poi stavo via soltanto due giorni, non era necessario che venissi anche tu» dico nervosamente.
«Dopo che sei partito sono andata da Emmet, ero disperata e ho iniziato a bere e lo sai come vanno a finire queste cose no?»
Sto iniziando a perdere le staffe.
«Non lo so come vanno a finire queste cose Rosalie e nemmeno mi interessa» le dico nervosamente.
«Edward mi dispiace» mi supplica.
Non riesco a dire una sola parola per ciò che sto provando e non 
sono arrabbiato con lei o con Emmet, sono felice perché sto finalmente mettendo fine a questo matrimonio che non ha mai funzionato. 
«Edward di qualcosa, per favore».
Me ne vado senza voltarmi indietro, lascio il camice ad una infermiera dicendole che ho ricevuto una chiamata urgente da un familiare e mi precipito allo studio di Bella.
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Pov Bella

Bussano alla porta distogliendomi dai miei pensieri, smetto di accarezzarmi il ventre e mi sistemo meglio sulla sedia.
«Si?»
La porta si apre, dietro Jessica c’è Edward. 
Un sorriso spunta sulle mie labbra, mi alzo portando una mano sul ventre e gli vado incontro.
«Ciao amore vieni…» continuo verso Jessica «ti presento la mia collega, Jessica lui è il mio ragazzo Edward».
«Molto lieta, Jessica».
«Edward piacere» si scambiano una stretta di mano, poi Jessica ci lascia soli.
Mi stringe posandomi un bacio sulla tempia e poggia la testa sulla mia spalla.
«Non ce la facevo più a stare in ospedale» confessa sospirando.
«Tesoro» mormoro accarezzandogli i capelli. «Hai litigato con tuo suocero?»
«Non ci crederai, ma con Paul è andata meglio di come avevo immaginato» mi dice esterrefatto.
«Ma?» chiedo preoccupata.
Scosta la testa dalla mia spalla e mi guarda negli occhi.
«Rosalie non riesce ad accettare la cosa e mi ha confessato di avermi tradito con Emmet. Crede che io l’abbia lasciata per quel motivo» racconta con voce un po' scossa.
«Mi dispiace» dico mortificata.
«A me no Bella, non è lei la donna che amo e per quanto mi riguarda può anche continuare a vederlo» continua facendo scivolare una lenta carezza sul mio viso «io voglio te, sei l’unica donna che io abbia mai amato e non immagini neanche quanto io sia felice al pensiero che presto avremo un figlio».
Le sue parole mi fanno diventare gli occhi lucidi.
«Ci fai sentire così amati…» mormoro emozionata.
«È la verità Bella, io vi amo più di quanto ami me stesso».
Lo bacio lasciandomi trasportare dai forti sentimenti che provo per lui e un «Ti amo» esce poco dopo dalle nostre labbra. 
«Ti faccio fare il giro dello studio, ti va? Così conosci anche i due stagisti, Jacob e Seth, due ragazzi eccezionali!» propongo entusiasta.
«Ecco chi erano quei due ragazzi che ho visto di sfuggita!» 
«Sono sei mesi che lavorano da noi come stagisti. Ce li ha mandati direttamente l’università di Seattle, una delle migliori in campo giuridico» racconto. «Ma vieni, così ti mostro tutto» lo prendo per mano e gli faccio fare tutto il giro.
«E qui invece c’è l’ufficio della nostra segretaria» concludo aprendo la porta.
«Salve avvocatessa Swan, posso esserle utile?» domanda alzando lo sguardo dalla scrivania.
«No Tanya, stavo solamente mostrando lo studio al mio ragazzo» la rassicuro.
«Molto lieto, Edward».
«Piacere, Tanya Denali».
«Noi andiamo, ricordati che se in futuro dovesse chiamarti o venire qui, fallo passare anche se ci sono clienti importanti, d’accordo?»
«Certo, come vuole avvocatessa Swan» mi sorride e torniamo in ufficio.
«Posso offrirti un caffè?» 
«Grazie amore».
«Chiamo il bar e lo ordino. Io prendo una cioccolata calda, è la seconda della giornata» un po’ me ne vergogno, ultimamente sto mangiando molto più del solito, ma penso sia normale essendo incinta.
Edward annuisce e mentre chiamo noto che posa lo sguardo sul fascicolo che stavo guardando poco prima del suo arrivo.
«Amore tutto bene?» gli domando preoccupata, con il telefono all’orecchio.
“Sì pronto?”.
«Oh salve, vorrei ordinare un caffè e una cioccolata cada» dico mentre osservo Edward che apre il fascicolo.
“Con panna o senza?”
«Con panna grazie. Può portarlo allo studio Swan e Stanley?»
“Certo, prepariamo le ordinazioni e arriviamo”.
«Grazie» e riaggancio. «Amore tutto bene?» gli domando preoccupata.
Edward posa il fascicolo sul tavolo e si passa una mano tra i capelli, sembra che abbia appena visto un fantasma.
«Non può essere» dice sconvolto.
«Cosa?» chiedo preoccupata.
«Jasper Whitlock» dice scioccato.
«Lo conosci?» chiedo spaventata.
Alza lo sguardo dal fascicolo e mi guarda dritto negli occhi.
«È il figlio di Paul» dice tutto d’un fiato.
«Co-cosa?» balbetto confusa.
 

***ANGOLO AUTRICE***

Non uccidetemi, so che il capitolo non è lunghissimo, ma volevo dare un po' di suspance alla storia.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***



Pov Bella


Non riesco a credere a ciò che Edward mi appena raccontato, sono sconvolta. Mi accarezzo la pancia per evitare di agitarmi, quando lo faccio divento subito più calma.
«Quindi Paul è il padre di Jasper?» tutto ciò è pazzesco.
«Sì Bella, Paul è suo padre, solo che Jasper crede da sempre che in realtà sia suo zio».
«Purtroppo ti devo dare una brutta notizia…» in realtà non potrei parlargliene e dovrei mantenere il segreto professionale, ma trattandosi del suocero e fidandomi ciecamente di lui, posso dirglielo. «Jasper ha scoperto che Paul è suo padre».
«Cosa?» esclama sconvolto.
Sospiro e gli racconto tutto dall’inizio.
«Dio mio Bella!» esclama scioccato.
«Lo so. Ha trovato una lettera che Emily aveva spedito a Paul e ora vuole un risarcimento da lui» mentre parlo bussano alla porta, devono essere quelli del bar.
Mi alzo e vado a vedere, sì sono loro. Prendo le ordinazioni e le poso sul tavolo ma non faccio in tempo a pagare che ha già fatto Edward.
«Un risarcimento?» mi domanda confuso.
Sorseggio un po’ di cioccolata e gli spiego.
«Ieri pomeriggio sono venuti a chiedermi una consulenza, ma io non pensavo che si riferissero a tuo suocero. Con tutti i Paul che ci sono in città, non mi è pensato che potesse essere lui, però se vuoi che rinunci al caso i…».
«Tesoro non dirlo nemmeno» dice rassicurandomi. «Sono solo preoccupato per Paul. Quando mi ha raccontato quella storia era così sofferente».
«Posso immaginarlo e voglio che gli stia vicino. So quanto tu gli sia legato».
«Grazie» sussurra.
«Emily vorrebbe che suo figlio cambiasse idea, ma non credo lo farà».
«Dovrei parlarne a Paul?»
«Penso di sì. In realtà non avrei dovuto dirtelo, ma so quanto tu sia legato a lui e non me lo sarei mai perdonata se fossi stata zitta. Invitalo a cena fuori, anche domani sera e gliene parli» propongo.
«Sì, hai ragione. Lo inviterò a cena e gliene parlerò con calma» mi dice sospirando.
«Ora però basta parlare di lavoro! Finiamo di bere le nostre cose e andiamo a casa, mhm?»
«D’accordo amore» mi sorride e beve un po’ di caffè.
 
Pov Edward
 
Il giorno dopo
Mi siedo, prendo la tazza di caffè tra le mani e penso a ciò che mi ha raccontato Bella, sono scioccato e al tempo stesso non riesco a mettere insieme tutti i pezzi della storia, così come non riesco a immaginare cosa succederebbe se lo scoprisse Rosalie o sua moglie Lisa.
«Possiamo parlare?» mi domanda Rosalie sedendosi.
Inizio a risponderle, ma vengo subito interrotto.
«Ho sbagliato a tradirti con Emmet e mi dispiace che tu lo sia venuto a sapere in quel modo, ma te lo giuro Edward, per me non ha significato niente quella notte. È stato uno sbaglio».
«Ti sbagli se pensi che io sia arrabbiato con te».
«Allora perché te ne sei andato via di casa?»
Mi alzo posando bruscamente la tazza sul tavolo e mezzo bar si gira a guardarci.
«Perché non ti amo Rosalie» le dico alterato e torno in reparto.
Sospiro mentre tiro fuori il cellulare, ho bisogno di sentire Bella.
“Ciao amore”.
Sentire la sua voce mi calma all’istante.
«Vorrei essere con te» sussurro.
“È successo qualcosa?” mi domanda preoccupata.
«La solita litigata con Rosalie, non ne posso più Bella» ammetto esasperato.
“Mi dispiace…” mi dice mortificata.
Sospiro poiché mi sta suonando il cercapersone.
«Devo andare Bella… il cercapersone mi sta squillando. Ti amo, a stasera».
“Ti amo anche io, a stasera e cerca di non arrabbiarti amore”.
Chiudo e raggiungo il mio collega.
 
Poco prima della fine del turno mi reco in ufficio da Paul per invitarlo fuori a cena, ma aveva già preso un impegno con un collega e rimandiamo a domani sera.


Il giorno dopo ancora
Sono stanco del clima che sto respirando in ospedale per colpa di Rosalie e non riesco a farle capire che deve lasciarmi in pace. Lei è convinta che sia andato via di casa a causa del tradimento con Emmet, quando a me del tradimento non me ne frega niente.
Riguardo Paul, invece, mi sta raggiungendo al ristorante e con noi ci sarà anche Bella, non me la sono sentita di venire da solo.
Ammetto di essere un po’ agitato e quando lo vedo raggiungerci iniziano a tremarmi le mani. 
Bella si alza con me.
«Salve» dice a Paul.
«Paul ti presento Bella, la mia compagna» dico a Paul.
«Molto lieto, ma prego sedetevi».
Ci accomodiamo e io intreccio una mano con quella di Bella per sentirmi meno in ansia.
«Edward mi ha accennato che sei un’avvocatessa. Oh, spero non ti dispiaccia se ci diamo del tu» dice Paul a Bella.
«No, tranquillo. Sì, sì io sono un’avvocatessa, ho uno studio in centro insieme a una cara amica» gli racconta Bella.
Nel frattempo ci portano il menù.
«La ringrazio» dico alla cameriera e mi rivolgo a Paul «dovrei parlarti di una cosa un po’ delicata».
«Se riguarda mia fi…».
«Riguarda Jasper e sua madre» non so con quale coraggio io sia riuscito a dirglielo e come ora stia riuscendo a continuare il discorso «lui sa che tu sei suo padre e vuole un risarcimento da te» gli dico mentre sento Bella stringere più forte la sua mano nella mia.
Paul spalanca gli occhi dall’incredulità.
«C-o-sa?»
«Ieri sono stato nello studio di Bella e sul tavolo c’era un fascicolo. Appena ho letto il nome ho subito pensato che si trattasse della stessa persona, poi ho chiesto a Bella e me ne ha dato conferma» racconto a Paul.
«Avete deciso cosa ordinare?» ci domanda una cameriera avvicinandosi al tavolo.
«Se può tornare tra dieci minuti, stiamo ancora valutando» risponde Bella.
La cameriera sorride e torna dentro.
Paul è sconvolto, non riesce a dire una parola. Fissa il menù passandosi più volte una mano tra i capelli.
«Scusami Paul, ma dovevi saperlo» gli dico.
«Dio mio» continua scioccato «se lo viene a sapere mia moglie o Rosalie… non oso nemmeno immaginare cosa succederebbe».
«Te l’ho voluto dire anche per questo» gli dico.
«Vorrei poter rivedere Emily, sono mesi che ha smesso di scrivermi» confessa Paul.
«Se vuoi» continua Bella «posso organizzare un incontro nel mio studio» propone.
«Te ne sarei molto grato» vedo molta sofferenza nei suoi occhi e questo mi dispiace molto.
«Scusami davvero Paul, ma dovevi saperlo» gli dico dispiaciuto.
«Non dispiacertene Edward. Hai fatto la cosa giusta e spero che parlando con Emily riesca a farla ragionare».
«Bella mi ha detto di averci provato, ma Jasper sembra non voler sentire ragioni» gli dico.
«Purtroppo non sono riuscita a calmarlo, era molto agitato quando è venuto in studio con sua madre» racconta Bella.
«Immagino come debba sentirsi, deve essere stato un duro colpo per lui» continua parlando d’altro «ma ditemi di voi, come vi siete conosciuti?»
Giro lo sguardo verso Bella notando che anche lei fa lo stesso e un sorriso spunta sui nostri volti. 
Avrei voglia di darle un bacio, ma non me la sento davanti a Paul. Inizio a parlare quasi nello stesso momento in cui incomincia Bella, scoppiando poco dopo a ridere insieme a lei.
«Ci siamo conosciuti al supermercato, potrà sembrare banale ma è proprio lì che ci siamo incontrati» racconto voltandomi verso Paul.
«Volevamo lo stesso pacco di biscotti e siamo finiti a bisticciare» aggiunge Bella.
«Mi sembra di vedere me e Emily quando aspettavamo Jasper» ci dice Paul rattristato.
«È proprio per questo che ho lasciato Rosalie. Scusami Paul, so che lei è tua figlia, ma non p…» Paul mi interrompe.
«No Edward, tu hai fatto la cosa giusta, quello che io non ho avuto il coraggio di fare per paura di perdere mia moglie e mia figlia».
«Non potevo più vivere con lei sapendo di non amarla» dico a Paul.
 
Rientrati a casa dalla cena ci mettiamo a letto, siamo stanchissimi, Bella più di me dato che è incinta. 
«È proprio una bella persona Paul» mi dice infilandosi sotto le coperte.
Infilo la maglietta del pigiama e la raggiungo.
«Sì hai ragione. Mi dispiace solo vederlo così afflitto» le dico attirandola a me.
Posa la testa sul mio petto e io le lascio un bacio tra i capelli.
«Speriamo che l’incontro con Emily riesca a calmare Jasper. Come ho detto anche a lui, il ragazzo era molto agitato quando è venuto in studio».
«Bella, amore cerca di non stancarti troppo però. Devi riposare e pensare anche al piccolo» le dico dolcemente.
«Non mi sembra vero che stiamo per avere un figlio» mi dice girando lo sguardo.
«Nemmeno io riesco a crederci, è meraviglioso».
Ci guardiamo negli intensamente negli occhi poi le do un dolce bacio e ci addormentiamo abbracciati.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Pov Bella
 
Edward in questi giorni è molto preso dalla vicenda di Paul e vorrei poter alleviare la sua sofferenza, ma purtroppo non posso far nulla, se non sperare che Jasper cambi idea.
Non penso che lo farà, è appena stato qui con sua madre e ha ribadito che vuole a ogni costo ottenere dei soldi dal padre perché si sente preso in giro. 
 
Poco fa
«Jasper ti prego» lo supplica sua madre, disperata.
«Mi dispiace mamma, ma non ho alcuna intenzione di cambiare idea» gli dice serio Jasper.
«Infondo Paul non ti ha mai fatto mancare niente, perché ora vuoi un risarcimento?» gli chiede stravolta.

Jasper scatta dalla sedia.
«Lui è mio padre, ti rendi conto che mi ha mentito per anni senza mai vergognarsene?» esclama scioccato.
«Lo tesoro e mi dispiace, ma lui non centra, sono stata io a chiedergli di tenere il segreto» confessa la madre.

«Non è vero mamma e tu lo sai molto bene, ho letto quella lettera».
«Prova a metterti nei suoi panni Jasper» insiste la madre.
«E io allora? Credi che io non abbia sofferto?» esorta alterato.
«Non sto dicendo questo, so quanto tu h…».
«No mamma, io sono l’unico che sa quanto realmente ho sofferto e quanto stia ancora soffrendo, perché se pensi sia una situazione facile, be’ ti sbagli, non lo è affatto». 
Poco fa

 
I miei pensieri vengono interrotti da qualcuno che bussa alla porta. 
«Sì?»
La porta si apre piano.
«Avvocatessa Swan, posso parlarle?» mi chiede la signora Whitlock restando sulla porta.
«Prego, entri e si accomodi» le dico alzandomi.
«La ringrazio, lei è così gentile e così disponibile con me e con mio figlio» continua sedendosi «volevo scusarmi per prima, ma capirà anche lei che non è una situazione facile per mio figlio».
«Si figuri» continuo sorridendole «le va un caffè? E la prego, niente avvocatessa o “lei”, diamoci del tu se sei d’accordo» propongo per metterla a suo agio.
«Lei è molto gentile avvocato» si corregge subito «anzi, tu sei molto gentile».
«Non ti preoccupare Emily, cosa posso offrirti?»
«Per me un caffè grazie e tu?»
«Io prendo un tè e un toast» mi vergogno un po’ di dirle che mangio, ma è colpa del mio frugoletto che ogni tanto ha questi attacchi di fame improvvisi, come in questo momento.
Ordino dal solito bar di fronte e cinque minuti più tardi arrivano le nostre ordinazioni, ma nemmeno il tempo di addentare il toast che sento delle urla provenire da fuori, sento una voce femminile che sta urlando di voler parlare con me.
Mi scuso con Emily e mi accingo a vedere cosa sta succedendo. Fuori dal mio ufficio c’è una ragazza che sta urlando con la mia segretaria, è bionda, alta e mentre urla agita la borsa come se avesse dei problemi psichiatrici. 
L’unica persona che mi viene in mente è Rosalie, ma come avrà fatto ad avere il mio indirizzo?
«LA TROVERÒ, BRUTTA MALEDETTA» urla nervosamente.
«Come prego?» le dico attirando subito la sua attenzione.
«STA LONTANA DA MIO MARITO, SONO STATA CHIARA?»
«Le vorrei ricordare che sta parlando con un avvocato» le dico seria, ma lei non molla.
«NON ME NE FREGA UN CAZZO, DEVI LASCIARLO STARE» urla rabbiosa venendomi sotto con il viso.
Lascio che faccia perché essendo un avvocato so come devo muovervi in questo caso per non passare dalla parte del torto.
La fortuna vuole che intravedo la sagoma di Edward procedere a passo svelto verso di noi, gli vado incontro abbracciandolo e un bacio si posa leggero tra i miei capelli, mentre con le braccia mi circonda la vita.
«Cosa ci fai qui?» esorta furioso.
«Edward…» mugolo con la testa poggiata sul suo petto e gli occhi chiusi, stringendogli la giacca con le mani.
«Non ti agitare amore, ci sono io» sussurra lasciandomi un altro bacio tra i capelli.
Ispiro il suo profumo. 
«Ti ho fatto una domanda Rosalie: cosa ci fai qui?» le chiede serio.
«Ed-edwa-rd ti prego, torna con me» lo supplica Rosalie.
«Stalle lontana e sta lontana da me» le dice serio.
«Ti supplico, torna a casa» insiste.
«Allora proprio non ci siamo capiti. Come diavolo te lo devo d…» alzo lo sguardo catturando in un attimo la sua attenzione.
Lo vedo da come mi guarda, non ne può più della situazione e io posso solamente immaginare quanto sia stressante. 
«Edward ti supplico, torna a casa. Torna con me» insiste Rosalie. 
Neppure vederlo così preoccupato per me la sta facendo ragionare, sono a dir poco scioccata. 
«Rosalie smettila: io non tornerò a casa» le dice serio, tenendomi stretta al suo petto.
«Hai ragione ad avercela con me per averti tradito con Emm».
«Pensi veramente che me ne sia andato di casa per quello? Rosalie io non ti amo più e se tu mi ami come dici, allora lasciami vivere la mia vita in santa pace» le dice esausto.
Rosalie scoppia a piangere mettendo una mano davanti alla bocca e corre via. 
«Bella, amore perdonami. Io non sapevo che Rosalie mi avrebbe seguita fino qui, mi dispiace» dice mortificato.
«Vieni qui» sussurro baciandolo.
«Scusa» dice mortificato.
«Non potevi sapere che si sarebbe presentata qui, stai tranquillo» continuo prendendolo per mano «Vieni, ti presento la mamma di Jasper».
«Oddio! Scusami davvero Bella, non ho pensato che potessi avere un cliente. Ho finito prima il turno e…» lo interrompo.
«Edward stai tranquillo, non è successo niente e poi lo sai che puoi venire anche se ho un cliente importante» lo rassicuro. «Dai vieni, voglio che la conosci».
Annuisce ed entriamo in ufficio.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Pov Edward

Sono senza parole.
Come ha potuto presentarsi nello studio legale di Bella e inveire contro di lei in quel modo? Giuro che se stamane dovesse provare di nuovo a parlarmi, le dirò chiaro e tondo che presto riceverà una diffida da parte del mio avvocato.
Non mi importa se potrò risultare stronzo, ma sono stanco di non poter vivere la vita che vorrei, Rosalie deve lasciarmi stare e soprattutto deve lasciare in pace Bella. Dio… se le fosse successo qualcosa ieri sera non me lo sarei mai perdonato. Sospiro bevendo un po’ di caffè.
«Stai ancora pensando a ieri sera?» come faccia a leggermi nella mente, devo ancora capirlo.
Poso la tazza sul tavolo e giro lo sguardo.
«Non si sarebbe dovuta permettere di urlarti in quel modo e mi dispiace che sia accaduto davanti a una cliente».
«L’hai conosciuta Emily, è una persona molto per bene e ormai siamo diventate buone amiche. Devi stare tranquillo tesoro» mi rassicura.
«Chissà cosa avrà pensato… Rosalie è solt…» Bella si avvicina e mi accarezza dolcemente il viso.
«Ehi…» sussurra.
«Perdonami amore, è che non lo tollero il suo comportamento» dico esausto, continuando nervosamente «se ti avesse toccata io…».
«Noi stiamo bene. Pensa che finalmente potremmo vivere la nostra storia senza più doverci nascondere, pensa che ti amo e che presto avremo un bambino» mi dice dolcemente.
«Siete la mia vita Bella, il mio ossigeno» dico intensificando lo sguardo, poi la bacio teneramente.
«Se non dovessi andare al lavoro» mormoro sbuffando.
«Ti amo tanto» soffia sulle mie labbra.
«Ti amo tanto anch’io Bella» dico stringendola a me.
Finisco di fare colazione e scappo al lavoro.
Sto controllando una cartella clinica di un paziente molto malato, quando mi accorgo che Rosalie sta venendo avanti. Immaginavo che sarebbe tornata alla carica, anche se speravo ci avrebbe ripensato.
«Possiamo parlare?» dal tono della voce sembra calma.
«Non ti è bastato ciò che hai fatto ieri sera?» rispondo bruscamente.
«Sono qui proprio per questo».
«Cos’è, vuoi buttarmi altra merda addosso? O magari preferisci tornare da lei e gridarle come hai fatto ieri sera?» sono talmente furioso che non riesco nemmeno a guardarla in faccia.
«No» continua seria «firmerò le carte del divorzio se è questo ciò che vuoi».
Sono a dir poco basito. 
La guardo in faccia con gli occhi spalancati.
«Co-sa?» balbetto incredulo.
«L’hai detto tu, no? Devo lasciarti vivere la tua vita» mi dice sofferente.
«Rosalie mi dispiace, ma non posso stare con una persona che non amo» le dico cercando di affievolire il tono della voce.
«Be’ ora io devo andare, ma non appena mi invierai le carte, io firmerò» mi dice sofferente.
«Grazie».
«Addio Edward» se ne va con lo sguardo basso e sofferente, ma io non sono disposto a tornare indietro e ora che finalmente posso vivere la mia vita con la persona che amo, voglio chiedere a Bella di sposarmi.

La sera del giorno dopo
Le vado incontro sorridendo e con una mano sfioro la sua pancia coperta dal cappotto.
«Ciao amori miei».
Bella ridacchia.
«Ciao tesoro, com’è andata al lavoro?» mi chiede dolcemente.
Mi abbasso e lascio un bacio sulla sua pancia.
«Meravigliosamente. Lo sai che vi amo tanto?» le rispondo dolcemente, alzandomi.
«Anche noi ti amiamo tanto, vero piccolo?» esclama dolcemente.
Ridacchiamo entrambi, poi ci baciamo teneramente.
«Pensavo di andare a cena fuori, che ne dici?» propongo.
«Vestita così?» esclama guardandosi.
«Perché? Stai benissimo amore» le dico dolcemente.
«Dai Edward, ho il trucco sfatto e due occhiaie che fanno paura».
«Invece sei bellissima» continuo dolcemente «e la gravidanza ti rende ancora più bella».
«E tu sei sempre più di parte, ti amo» dice baciandomi.
Le prendo la mano e ci avviamo verso la macchina.
Giunti al ristorante, ho preparato per lei una splendida sorpresa, le apro la portiera dell’auto e l’aiuto a scendere.
Sono emozionatissimo, anche perché non le ho ancora detto che Rosalie vuole firmare le carte del divorzio. 
«Edward, questo posto è meraviglioso!» esclama guardandosi intorno meravigliata.
«Tu lo sei amore mio, vieni» le dico dolcemente facendole cenno di entrare. Una volta dentro, un cameriere ci viene incontro e prende i nostri cappotti mentre un altro cameriere ci fa accomodare al nostro tavolo. Bella sembra sorpresa di non vedere nessun altro a parte noi.
Diciamo che ho voluto fare le cose in grande affittando per una sera il ristorante, ma questo Bella non lo sa, altrimenti credo mi farebbe andare in una pizzeria. Ci accomodiamo al tavolo e Bella nota subito il mazzo enorme di cento rose rosse.
«Edward…» esclama commossa. «Sei pazzo lo sai?»
«Sì amore, sono pazzo di te. Sieti» le dico dolcemente.
Bella lo prende in mano e annusa le rose chiudendo gli occhi.
«Hanno un profumo pazzesco, grazie amore».
«Volevo che questa serata fosse perfetta» le dico emozionato.
«Andava bene anche una pizza» ammette arrossendo leggermente in viso.
Poco dopo arriva il cameriere con dell’acqua ma senza il menù poiché ho scelto personalmente i piatti. Non appena lascia il tavolo, Bella si avvicina al mio orecchio: «Edward scusa la domanda, ma come mai non ce nessuno oltre noi?»
«Be’ ecco… ho affittato il ristorante per noi».
«Tu cosa?» esclama esterrefatta.
«Tutto per noi amore» confesso timidamente.
«Amore tu sei matto» mi dice tornando a sedersi.
«Noi non abbiamo mai avuto un momento tutto nostro, intimo e ho voluto che questa sera lo fosse, che fosse solo nostra. Ti amo Bella» le dico dolcemente mentre, con le mani tremolanti e il cuore in gola, tiro fuori da dietro la sedia un piccolo pacchettino blue scuso con un fiocco oro e la scritta Tiffany in bianco.
«Edward…» mormora commossa. 
«Prima che tu lo apra, vorrei dirti due cose» continuo dolcemente «Rosalie firmerà le carte per il divorzio e anche se risulto ancora sposato…» apro il pacchetto, prendo la scatolina blue e mi inginocchio davanti alla donna della mia vita, la madre di mio figlio «Isabella Ma…» vengo interrotto da Bella.
«Sì Edward» mi dice con voce tremolante e gli occhi lucidi.
Sorrido emozionato, apro la scatolina blue e le infilo l’anello all’anulare della mano sinistra.
 
Il biglietto:
A te che sei la mia ragione di vita.
A te che mi hai dato ogni giorno un motivo per vivere.
A te e al piccolo che stiamo aspettando.
Vi amo profondamente,
Edward.

 
Bella osserva l’anello per poi fiondarsi sulle mie labbra e ci scambiamo un bacio molto dolce, lento.
«Sposami Bella» soffio sulle sue labbra.
«Sì, sì, sì. Mille volte sì amore» mi dice commossa.
«Vi amo così tanto, siete la mia vita» sussurro stringendola. 
«Anche noi ti amiamo Edward» mi dice felice.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Pov Bella
 
Lo sguardo si posa per l’ennesima volta sull’anulare della mano sinistra e gli occhi mi divengono lucidi dall’emozione. 
Pensare che ieri sera Edward ha affitto un ristorante solo per noi, la proposta di matrimonio e la gioia nei suoi occhi quando ha saputo di aspettare un bambino, mi sembra di vivere un sogno.
I miei pensieri vengono interrotti dalla vibrazione del mio cellulare, è Emily.
“Sono spaventata Bella” confessa agitata.
«È successo qualcosa?» domando preoccupata.
“Jasper ha provato a chiamare Paul, ho trovato delle chiamate e non so se i due hanno parlato. Non so cosa pensare Bella”.
Guardo l’orologio e noto che è quasi ora di pranzo.
«Raggiungimi in studio, ci facciamo portare qualcosa da mangiare e io intanto chiamo Edward così gli chiedo se ci può raggiungere con Paul, cosa ne dici?»
“Oh perdonami Bella, ti ho chiamato così, all’improvviso” mi dice mortificata.
«Stai tranquilla Emily» la rassicuro.
“Bella tu pensi veramente che Paul sarebbe disposto a vedermi?”
«Come ti dicevo l’altra sera, sì lui mi ha chiesto di poterti vedere» le dico e nel frattempo ricevo una chiamata sotto da parte di Edward. «Emily, mi scuseresti un secondo? Ti richiamo subito».
“Non ti preoccupare Bella, allora vengo da te?”
«Sì d’accordo, ti aspetto» chiudo e rispondo a Edward «Ciao amore, è successo qualcosa?»
“Tesoro scusami se ti disturbo, ma Paul sta ricevendo chiamate anonime da dieci minuti abbondanti e ogni volta che risponde, dall’altra parte del telefono riagganciano subito” dice preoccupato.
«Lo sospettavo amore» e gli racconto tutto.
“Dio mio, ma allora è proprio lui?!”
«Sì amore, mi ha appena chiamata Emily e sta venendo qui. Se volete raggiungerci» gli dico.
“Non lo so… avremo delle visite, ma posso chiederglielo e ti faccio sapere”.
«Richiamami appena puoi, non ti preoccupare» lo rassicuro.
“D’accordo, ti amo, bacio”.
«Ti amo anche io» riaggancio e attendo che arrivi anche Emily.
 
Il pranzo con Emily sembra procedere bene, ma ora le devo dire che stanno per arrivare Paul e Edward.
«Oh mio Dio, sono anni che non vedo Paul» confessa terrorizzata.
«Emily stai tranquilla, è stato lui a chiedermi se poteva vederti» dico rassicurandola.
Una manciata di minuti dopo bussano alla porta, devono essere sicuramente loro. Rassicuro Emily e vado ad aprire.
«Edward, tesoro» dico annegando gli occhi nei suoi.
«Scusaci se arriviamo solo ora, ma avevamo due casi urgenti».
«Non ti preoccupare, ma prego accomodatevi» e entrano.
Emily si gira lentamente, ha le lacrime agli occhi dall’emozione.
«Paul» sussurra con le lacrime gli occhi.
Lui le va vicino e finalmente, dopo tanto tempo, si abbracciano.
Mi sembra di vedere me quando Edward si è presentato con il borsone a casa mia.
«Edward mi ha raccontato tutto. Cosa sta succedendo?» le chiede preoccupato.
Mi alzo e faccio cenno a Edward di seguirmi, è meglio se li lasciamo soli.
«Torniamo subito» dico uscendo con Edward mano nella mano.
«Non sai come mi senta più leggero» confessa sollevato.
Gli circondo il collo con le braccia intrufolando le mani tra i suoi capelli.
«Ti sembrerà strano, ma anche io mi sento più leggera. Vederti stare male faceva star male anche me» ammetto sollevata, e una carezza si posa sul mio viso.
«Bella tesoro, non volevo darti tutte queste preoccupazioni» mi dice dispiaciuto.
«Ora è tutto finito» dico baciandolo.
Rimaniamo fuori finché non si apre la porta e compare Paul seguito da lei.
«Dobbiamo dirvi una cosa» ci dice Paul.
«Abbiamo preso una decisione» ci dice Emily, dietro di lui.
Torniamo dentro, Edward si mette in piedi, vicino a me, Emily e Paul si siedono.
«Vogliamo parlare con Jasper, è giusto che sappia tutta la verità» ci dice Emily.
«E io voglio parlare con mia moglie e con Rosalie. Non sarà facile, già è in pena per mia figlia, ma devo farlo» ci dice Paul.
«Volete convocarli qui?» propongo.
«Cosa ne pensi Paul? Infondo qui è un posto neutrale e se per Bella non è un problema, io sarei più tranquilla» dice Emily a Paul.
«Prima però ne vorrei parlare da solo con la mia famiglia» le dice Paul.
«Vengo con te» gli dice Edward, rassicurandolo.
«Grazie e grazie anche a te Bella» mi dice Paul con voce provata.
«Non mi devi ringraziare, so quanto Edward sia legato a te».
«Grazie e ci terrei molto a pagare le spese sostenute a nome di Emily e soprattutto a nome di mio figlio Jasper» mi dice Paul.
«Non se ne parla neanche. Emily è una cara amica e mi offenderei se venissi pagata, davvero».
«Non so cosa dire, grazie Bella» mi dice Paul provato con gli occhi lucidi.
Non è l’unico ad essere senza parole, Edward ed Emily lo sono altrettanto, i loro sguardi dicono tutto senza dire nulla. 

«Tesoro non so cosa dire, grazie» mi dice commosso Edward, non appena se ne sono andati via.
«Non devi dire nulla Edward, vieni qui» e lo bacio teneramente, stringendolo.
 
 
Il giorno dopo
Con tutta questa storia mi sono completamente dimenticata che nella mia pancina, presto panciona, c’è un frugoletto e infatti ho scordato la visita ginecologica e se Edward lo sa mi uccide.
«Edward non ti arrabbiare» inizio a dirgli preoccupata.
«Cosa c’è amore?»
«Vedi io… non so come dirtelo perché temo che tu possa prendertela con me» confesso agitata.
«Non potrei mai essere arrabbiato con te, dimmi tutto amore» mi rassicura mentre finisce di mettersi il pigiama.
«Ieri pomeriggio mi sono completamente dimenticata che avevo la visita ginecologica con la dottoressa Weber, ma l’ho chiamata e ci aspetta domani alle sedici» racconto tutto d’un fiato, sentendomi sempre più in colpa.
«Bella, piccola mia perdonami. Con la storia di Paul ho scordato una delle cose più importanti, accidenti mi dis…» lo interrompo subito andandogli più vicino.
«È stata solo colpa mia, avrei dovuto ricordarmelo e invece mi sono completamente dimenticata».
«Bella non dirlo neanche, la colpa è anche mia, ma domani ci aspetta alle sedici no?» mi rassicura stringendomi.
«Sì domani dobbiamo andare alle sedici» rispondo ispirando il suo profumo.
«Come hai detto che si chiama la dottoressa?»
«Angela Weber, la conosci?» domando mettendomi a letto.
«È un’ottima ginecologa, dove l’hai conosciuta?»
«Jessica mi ha dato il suo nome, dice che una sua amica si è trovata bene e avevo prenotato per la prima visita ieri pomeriggio, ma poi mi sono scordata».
«Non penso si ricordi di me, aveva lavorato in ospedale qualche anno fa» racconta Edward.
«Allora sarà sicuramente bravissima».
«Comunque non ti devi preoccupare Bella, è stata una svista di entrambi e l’importante è che domani abbiamo la visita» mi rassicura infilandosi sotto le coperte.
«Sì l’importante è quello, speriamo vada tutto bene».
«Vedrai che sarà così, tranquilla amore» mi rasserena attirandomi a sé.
Ci coccoliamo un po’, poi senza nemmeno rendercene conto, prendiamo sonno.
 
Due giorni dopo
La visita ginecologia è andata meglio di quanto mi aspettassi. Ammetto che un pochino di ansia c’era, ma era più che normale essendo la prima visita e Angela si è anche ricordata di Edward. Mi ha chiesto di darci del tu, visto che conosce Edward e è anche un suo collega. Questa cosa mi ha fatta sentire subito a mio agio.
«Ti devo proprio ringraziare, sai Jessica» mi riferisco alla ginecologia.
«Come mai?»
«Angela Weber è bravissima!»
«Che ti avevo detto?»
«E pensa che Edward la conosceva, aveva lavorato qualche anno fa in ospedale».
«Be’ meglio no?!»
«Sì decisamente meglio» e addento dalla fame un pezzo di toast, ultimamente ne sto mangiando a quantità industriali, ma è colpa di questo birbantello che ne vuole tantissimi.
 
«Te ne avrei parlato, solo volevo aspettare il momento giusto» Edward sta parlando con qualcuno, dalla voce sembra una donna, ma non saprei chi sia e un po’ sono curiosa.
«Uffa quanto rompi le scatole, se ti dico che te ne avrei parlato, significa che te ne avrei parlato no?» lo sento borbottare dalla cucina. «Comunque ora ti devo lasciare perché ho da fare, ci sentiamo in settimana».
Lo raggiungo.
«Edward tutto ok?»
«Sì amore» sospira «era mia sorella».
«Alice?» domando perplessa e un po’ spaventata.
«Sì. Anche stamattina mi ha chiamata, Rosalie gli ha detto che ci stiamo separando e voleva sapere la motivazione» racconta «stamattina le ho detto di noi».
«Edward sei sicuro di aver fatto la cosa giusta? Voglio dire, magari Al…» si avvicina e mi stringe la vita. «Non sarei qui se non avessi fatto la scelta giusta. Bella io ti amo, amo nostro figlio e voglio sposarti. Mia sorella è soltanto una pettegola, non ti devi preoccupare di lei».
«È solo che non voglio che tu finisca a litigare con lei per colpa mia» ammetto.
«Non abbiamo litigato, Alice è soltanto un po’ impicciona… forse troppo per i miei gusti, stai tranquilla» mi posa un bacio sulla fronte.
Sospiro e cerco di scacciare via ogni cattivo pensiero, fidandomi del mio amore. 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Pov Edward
 
La situazione purtroppo non è delle migliori, soprattutto perché la moglie di Paul non è entusiasta di vedermi qui, ma se sono venuto l’ho fatto esclusivamente per dare sostengo a Paul. 
Non è per niente una questione semplice e lui aveva bisogno di me.
Bella invece è a casa, le ho consigliato io di non andare al lavoro. Primo, non mi va che si stanchi troppo e conoscendola sarebbe stata tutto il tempo in pensiero per me.
«Edward, tu lo sapevi?» mi domanda Rose sconvolta.
«Lui lo sa perché glielo raccontato io» risponde suo padre per me.
Rose scatta dal divano: «mi fate schifo tutti e due» continua guardando Paul «come hai potuto tenere nascosto questo segreto per tutti questi anni?»
«Rose calmati» ma non c’è verso di farla ragionare.
«ma soprattutto tu Edward, che sapevi tutto e non mi hai detto nulla. Da quanto tempo lo sai?» si rivolge a me acidamente.
«Da poco, e se non te l’ho detto è stato per non tradire la fiducia di tuo padre» le dico nella speranza di riuscire a farla ragionare.
«Però quando si è trattato di me mi hai tradita eccome. Da quant’è che ti scopi l’avvocatessa?»
«Non metterla in mezzo» rispondo alterato.
«Ammettilo Edward, non te ne mai fregato un cazzo di me e del nostro rapporto, e adesso vieni qui a fare il buon samaritano con mio padre, ma fammi il favore».
«Non è vero e lo sai, comunque non siamo qui per questo» le faccio presente, cercando di calmarmi.
«Cos’è, vuoi nuovamente sbattermi in faccia che ti scopi quell’avvocatessa?» intuisco subito dall’atteggiamento e anche dal tono della voce che sta cercando di provocarmi, ma non sono venuto qui per litigare con lei. 
«Rosalie adesso smettila!» le dice Paul autoritario.
«Mamma ma lo hai sentito?» esclama Rose scioccata.
 
«Com’è andata?» mi chiede Bella preoccupata appena entro in casa.
Le vado vicino e ci scambiamo un bacio.
«Ho cercato di fare il possibile tesoro, ma nessuna delle due vuole accettare Jasper» racconto.
«Mi dispiace» sussurra facendomi stendere con la testa poggiata sulle sue gambe. 
«Non sai quanta pena mi ha fatto Paul» ammetto rattristato.
«Quindi pensi che divorzieranno?»
«Sì purtroppo» racconto sospirando «ma Paul finalmente è un uomo libero e può vivere la sua storia con Emily».
«Vedrai che andrà tutto bene» mi rassicura intrufolando le mani tra i miei capelli.
«Non ti ho ancora ringraziata per tutto l’appoggio e il tatto con cui ti sei occupata del caso. Grazie» le dico commosso.
«Lo sai che ci sarò sempre per te e la tua famiglia».
«Grazie amore mio».
Bella non fa in tempo a baciarmi che ricevo una chiamata. Sbuffo e tiro fuori il telefono, è ancora mia sorella.
«Ciao Alice» bofonchio alzandomi.
“Mi avevi detto che ci saremmo risentiti” fa notare.
Lei è mia sorella Alice, grande patita della moda e fanatica numero uno, proprio per questo ha una casa di moda tutta sua a Parigi. È venuta a Seattle per una sfilata.
«Lo so scusa, ho avuto da fare».
“Comunque… quando ci vediamo?” domanda curiosa. 
«Non lo so».
“Perché mi presenterai la tua ragazza no?”
«Alice…» brontolo.
“Uffa ma che ho detto? E poi sbaglio, oppure è avvocatessa”.
Quando fa così la conosco: le serve un favore.
«Quindi? Che vuoi dire…».
“No niente, solo che…” tentenna un po’, dunque le serve un favore.
«Alice cosa ti serve?» bofonchio.
“Che vai dicendo Edward” borbotta “non posso nemmeno chiamare mio fratello per sapere come sta?”
«Certo che puoi, ma ti conosco e so che quando telefoni c’è sempre qualcos’altro sotto».
“Ok è vero, ho bisogno di un favore, ma è una sciocchezza e ti prometto che è l’ultima volta” mi dice supplichevole.
«Dici sempre così, dai avanti dimmi» le dico sospirando.
Bella mi ascolta con curiosità, torno sul divano e l’attiro a me.
«Ti sto ascoltando, dimmi» dico mentre avvolgo Bella tra le mie braccia.
Non ci voleva proprio la chiamata di mia sorella.
“Avrei bisogno di un buon avvocato, è successo un casino ad una mia amica” racconta, ma sono troppo concentrato a coccolare la mia Bella per ascoltarla.
«Alice scusa, posso richiamarti in un secondo momento?» chiedo mentre riempio Bella di baci.
“Dai Edward, è importante”, sbuffa.
«D’accordo, ti chiamo dopo» chiudo la chiamata senza darle il tempo di rispondere, lascio cadere il telefono a terra e bacio Bella.
«Amore, magari era importante» dice tra un bacio e l’altro.
«La richiamo dopo, ora ho voglia di coccolarvi un po'» le dico dolcemente.
 
Due giorni dopo
Bella è nervosa, teme che mia sorella la odierà e che non accetterà il bimbo, ma si sbaglia perché Alice adorerà entrambi e io sono sicuro che diventeranno grandi amiche; per quanto lei sia una rompi palle numero uno, infondo le voglio molto bene e so che sarà contentissima di diventare zia.
L’altra sera mi aveva telefonato per chiedermi se le potevo presentare un buon avvocato poiché una sua amica ne avrebbe assai bisogno, e quale avvocatessa migliore della mia dolce Bella?
«Se mi odiasse?» insiste Bella preoccupata, scendendo dalla macchina.
«È impossibile odiarti amore, sei dolcissima» la rassicuro.
«Tu sei di parte Edward e questo non vale» bofonchia.
«Bella ascoltami, e non lo dico perché ti amo, beh sì anche per quello, tu sei una donna straordinaria, intelligente, simpatica, piacevole. Andrete sicuramente d’accordo».
«Lo vedi che hai detto sicuramente. Quindi pensi anche tu che potrei non piacerle» mi dice agitata.
«Invece ti sbagli amore, le piacerai» mi fermo facendo fermare anche lei e mi chino quanto basta per lasciarle un bacio sulla pancia. «E quando saprà di diventare zia, sarà ancora più entusiasta e felice».
«Zia?» esclama meravigliata Alice, arrivando alle spalle di Bella.
«Ehi sorellina!»
«Edward ma è meraviglioso, quand’è che pensavi di dirmelo?» mi rimprovera dolcemente.
«Volevo dirtelo di persona e insieme alla mia ragazza» le cingo i fianchi e la faccio girare verso Alice «amore, lei è mia sorella».
«Molto lieta Bella» le dice Bella timidamente.
Alice le da quattro baci sulla guancia e l’abbraccia forte.
«Che bella notizia, sarò zia!» esclama saltellando.
«Cosa ti avevo detto?» sussurro a Bella.
«E ovviamente sono contentissima di conoscerti. Edward, senza offesa eh… ma Rosalie non era proprio il tuo tipo» mi dice Alice.
Stringo di nuovo Bella da dietro.
«Non potevo stare con una donna che non amavo».
«Hai fatto la scelta giusta fratellino e io sono super felice per te, andiamo a prendere qualcosa in un bar?»
«Certo, volentieri».
Prende Bella sotto braccio e mentre ci incamminiamo le racconta della sua vita.
«Alice basta!» le dico appena ci sediamo. «Così me la stressi» borbotto.
«Amore non ti preoccupare» mi rassicura Bella.
«Visto?» Alice mi fa la linguaccia.
Sospiro prima che il nervosismo prenda il sopravvento e cambio discorso: «l’altro ieri mi dicevi che hai una sfilata qui in città».
«Sì una sfilata, se volete vi do i biglietti. Si terrà il prossimo sabato».
«Cosa ne dici amore? Te la senti?» chiedo a Bella.
«Ma sì, volentieri. Grazie dell’invito Alice».
«Ottimo! Così anche il pesciolino della zia mi vedrà all’azione».
Borbotto.
«Non è un pesciolino! È il nostro frugoletto, vero amore di papà?» guardo la pancia della mia dolce compagna, avvicino le labbra e le lascio più volte dei piccoli baci mentre sento le mani di Bella intrufolarsi tra i miei capelli sotto lo sguardo un po’ imbarazzato di Alice, poi alzo lo sguardo e bacio Bella.
«Ti amo» sussurro guardandola intensamente negli occhi.
«Ti amo anche io» sussurra con le guance leggermente arrossate.
«Ma dimmi di te Bella, di cosa ti cosa ti occupi?»
«Sono un’avvocatessa» racconta girandosi verso mia sorella.
«Quindi è lei l’avvocato di cui mi parlavi» mi dice sorpresa Alice.
«Esatto!»
Bella ci guarda un po' confusa.
«Vedi amore, a mia sorella servirebbe un grosso favore» le dico dolcemente.
«Edward dai» mi rimprovera Alice imbarazzata.
«Non ti preoccupare, dimmi pure Alice» la rassicura Bella.
«Bella grazie infinite, oddio penserai che voglia approfittare di te», le risponde imbarazzata.
«Ma no, che dici dai» le risponde ridacchiando.
«Vedi, c’è una mia amica che ha un problema con il datore di lavoro, però è una questione un po’ delicata».
«Domani puoi venire nel mio studio se hai tempo libero e se vuoi porta anche la tua amica, così parliamo con calma del suo problema».
«Sul serio?»
«Certo, domani alle quindici vi aspetto» le dice Bella.
«Grazie amore» sussurro al suo orecchio.
«Oh Grazie Bella, davvero. Grazie di cuore».
«Figurati Alice» continua girandosi verso di me «vi dispiace se ordino qualcosa da mangiare, qualcuno sta morendo di fame».
«Chiamo subito il cameriere» le dico alzandomi.
«Grazie ancora Bella».
«Ma di nulla Alice, non ti preoccupare.
 
«Cosa ti avevo detto?» la stringo da dietro sfiorandole il ventre.
«Va bene lo ammetto, avevi ragione tu e io torto» dice dolcemente girandosi.
Porta le braccia intorno al mio collo e sorride felice.
Ricambio il sorriso.
«Sono così felice Bella» le dico emozionato.
«Anche io Edward, e non mi sembra vero di essere piaciuta a tua sorella, ero convinta che mi avrebbe odiato insieme al bambino».
«Bella come può odiarti? Sei una persona dolce, sensibile, intelligente, sei splendida sotto ogni punto di vista ed io sono sicuro che nostro figlio prenderà tutto da te».
«No amore, nostro figlio sarà meraviglioso come te» e ci baciamo teneramente. 

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Capitolo 10
*** Epilogo ***


Pov Edward
 
Ho lasciato mia moglie perché non potevo più continuare a mentirle come stavo facendo, così come non potevo più soffrire e far soffrire l’unica e sola donna che io abbia mai amato.
Ci siamo conosciuti al supermercato, davanti ad un pacco di biscotti e abbiamo iniziato a litigare, ma da quel giorno la mia vita è cambiata.
Non ho mai nascosto a Bella di avere una moglie e lei, nonostante tutto, mi è sempre stata vicino, e quando mi sono presentato a casa sua, ad oggi casa nostra, mi ha accolto regalandomi la cosa più bella che potesse darmi: una figlia.
Sì, una figlia. La piccola è nata da poco, si chiama Renesmee ed è bellissima come la sua mamma; di lei ha preso gli occhi, la boccuccia e la dolcezza. 
Non sono e non sarò mai pentito della scelta che ho fatto, perché penso che in amore è lecito amare, non mentire. 
Mi dispiace molto che Rosalie abbia sofferto per la mia scelta, ma come più volte ho detto, non potevo continuare a starci insieme se non l’amavo. Sapete, credo di aver capito che in realtà io non l’ho mai amata davvero, la mia era solamente gratitudine nei confronti di Paul per aver aiutato mio padre nel momento del bisogno.
Quanto a Paul, Jasper, Emily e l’ormai ex moglie di Paul… Lisa ha scelto di separarsi dal marito e non ne vuole più sapere, mentre Rosalie ha cercato di riappacificarsi con suo padre e sta cercando di conoscere suo fratello. Jasper è un bravo ragazzo, lavora come segretario in una grossa azienda e se il mio cuore non mente, ho come la vaga impressione che presto nascerà qualcosa con mia sorella. Si sono incrociati casualmente allo studio di Bella e da ciò che lei mi ha raccontato, i loro sguardi si sono attratti come due calamite. 
 
Pov Bella
 
Sono giorni che mi sento strana: la mattina ho nausee, giramenti di testa e da due giorni non sopporto l’odore delle uova. Visto che mi è già accaduto, qualche idea ce l’ho, ma voglio farlo con Edward il test di gravidanza perché so quanto ha sofferto per non essermi stato vicino dall’inizio della gravidanza di Renesmee. Vado in camera da letto e torno in soggiorno con una scatola, il test di gravidanza.
«Mi aiuti a farlo?» gli chiedo porgendogli la scatolina.
«Bella sei…?» domanda confuso.
«Credo di sì amore, ma vorrei farlo con te».
Edward si alza e mi bacia.
«Amore è una notizia meravigliosa» mi dice emozionato.
«Nessie avrà un fratellino o una sorellina» dico dolcemente.
«Ma quando l’hai comprato? Ne hai già fatto uno?» chiede dubbioso.
«Io credo di essere incinta, ma non l’ho ancora fatto, volevo farlo con te amore».
«Certo sì, andiamo» e ci avviamo in bagno.
Quando leggiamo la scritta “incinta” scoppiamo entrambi a piangere e lui mi abbraccia senza dire una parola. Lo percepisco dai gesti e dai singhiozzi che è molto felice per questa gravidanza, soprattutto per essermi vicino fin dall’inizio. 
«È il regalo più bello che potessi farmi Edward e non vedo l’ora di dirlo alla piccola Nessie» gli dico dolcemente.
Edward scosta il viso dalla mia spalla e con gli occhi pieni di lacrime mi accarezza il viso.
«Sono così felice che non riesco a smettere di piangere, è meraviglioso, noi avremo un bambino» mi dice felice.
«E poi non vedo l’ora di dirlo ad Alice, Paul ed Emily. I nostri figli hanno una zia e due nonni stupendi».
«Sì è vero, ma non dimenticare che hanno una mamma straordinaria».
«Oh amore…» sussurro commossa e lo bacio nuovamente, un bacio dapprima dolce, leggero, che poco dopo si trasforma in altro. Fare l’amore con lui è sempre come la prima volta.
«Ti ricordi quando avevo voglia di torta al pistacchio ed erano le due di notte?» gli ricordo ridacchiando.
«Solo tu puoi avere certe voglie» risponde ridacchiando.
«Ehi! Mica è colpa mia se nostra figlia voleva del pistacchio» borbotto.
«Scommetto che anche ora ne hai una».
«Non proprio cioè… hai presente l’altra sera quando siamo andati in quella pizzeria? Ho preso una tonno e cipolle davvero squisita» dico con l’acquolina in bocca.
«Ok ho capito», continua lasciandomi un bacio tra i capelli «chiamo e ordino».
«Grazie, ti amo».
«Anche io vi amo» mi dice dolcemente mentre va a prendere il telefono per chiamare quelli della pizzeria.
 
Fine.


***ANGOLO DELL'AUTRICE***

Eccoci arrivati alla fine della storia. La trama mi piaceva tantissimo, ma invece che cancellarla e poi postarla di nuovo, ho deciso di sistemare direttamente quella che avevo già postato. Ho cambiato alcuni nomi dei personaggi, corretto alcuni errori ortografici e sistemato qualcosa che non mi convinceva. La storia ha pochissimo di diverso dalla precedente. Ringrazio chiunque sia giunto fino a qui. Grazie di cuore. 

 

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