amour maudit (sur les notes des Fleurs du mal)

di d a r k n e s s
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ✉ 𝘭𝘦𝘴 𝘤𝘩𝘰𝘴𝘦𝘴 𝘮𝘶𝘦𝘵𝘵𝘦𝘴 ***
Capitolo 2: *** ✉ 𝘭'𝘢𝘮𝘰𝘶𝘳 𝘯'𝘦𝘴𝘵 𝘱𝘰𝘶𝘳 𝘮𝘰𝘪 𝘲𝘶'𝘶x ***



Capitolo 1
*** ✉ 𝘭𝘦𝘴 𝘤𝘩𝘰𝘴𝘦𝘴 𝘮𝘶𝘦𝘵𝘵𝘦𝘴 ***


 もしも愿いがひ とつ 叶うのなら もう一度触れてほしい
生まれて良かったと感じれた あの朝日に照らされて 

If there was one wish that could be granted, I'd want to touch you once more
and, illuminated by the morning sun, be able to feel that I'm lucky to have been born

 

[Yuki]  

 


































Sguardo celere, profumo di cioccolato e labbra screpolate dal freddo. Yuki era come un'orchidea per Sakura; era la creatura più mistica che i suoi occhi potessero aver mai visto. Il modo in cui la lunga chioma di capelli plumbei ricadevano lungo le sue esili spalle, rigide e chiuse in se stesse, facevano sussultare il cuore di Sakura che, in un attimo, veniva colmato dall'inebriante colonia ai frutti di bosco di Yuki. La guardava scrivere delle parole che amava collezionare in un taccuino, come fossero conchiglie. Forse è un po' per questo se per Sakura gli occhi di Yuki ricordavano tanto il mare e la spiaggia di Shirahama. Era il tipico "paesaggio mozzafiato" scritto nelle recensioni di qualsiasi viaggio turistico. La nota di una canzone che, seppur fuori posto, riusciva a rendere quella melodia acusticamente più accessibile.

Stava leggendo Les Fleurs du Mal di Baudelaire seduta davanti la finestra della classe 3-A con in mano una matita bianca non ancora temperata. Sakura si avvicina sempre di più. La osserva. Quel movimento oscillatorio della mano di Yuki riusciva a catturare la totale attenzione di Sakura.

«Qui plane sur la vie, et comprend sans effort
Le langage des fleurs et des choses muettes!»

Labbra ardenti, occhi penetranti e mani che avrebbero fatto vibrare le corde dell'anima della Yuki sconfitta da quel tocco silenzioso. Sakura le chiedeva dolcemente di oltrepassare quel limite, insieme a lei; sentì un brivido percorrerle l'intera colonna vertebrale, come un fiume impetuoso mentre il suo sangue pompava il cuore di mille battiti al secondo: la mano di Sakura poggiò sulla mano di Yuki avvolgendola come un lenzuolo morbido primaverile. Era un petalo di ciliegio delicatamente posato sulle nocche di Yuki. Per lei Sakura era l'odore di primavera. Il suo sguardo provocante, quella passione del colore delle fragole e la carnagione così calda donavano al profilo di Sakura un aspetto a dir poco prorompente. Non riusciva più a staccarle gli occhi di dosso.

«Avevi dimenticato una s». 

Stringe delicatamente l'indice di Yuki, come ad accompagnarla in quel movimento oscillatorio della matita sulla carta. 

Yuki non dice una parola, ma i suoi occhi scuri si aggrappano al desiderio di essere stretta ancora da quelle dita sicure. 

«Hai davvero una bella scrittura. Conosci il francese?»

Yuki rimane come pietrificata al suono della sua voce.

Fresca, stentorea, intima. Sakura era ciò che Yuki ha sempre immaginato, ciò di cui ha sempre scritto tra le note di quel taccuino, ma per colpa di una timidezza innata non è mai riuscita a staccare la matita dal foglio in sua presenza. 

«S-sì» balbettò, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

  

















Entrambe riuscivano a desiderarsi come un pazzo desidera il senno, come un cieco desidera la vista, come un poeta desidera la felicità. Sapevano cercarsi tra gli sguardi delle persone e le risate della gente. Sapevano lanciarsi addosso le frasi di un amore volgare, parlare in una strana lingua dai colori indefiniti. Sapevano come ricongiungersi, ma non sapevano come allontanarsi. E questo le spaventava non di poco.

«E le tue choses muettes quali sarebbero?»

Sakura si inumidisce le labbra prima di levare la mano dalle dita di Yuki. Anche se per pochi secondi, a malincuore sapeva che avrebbe voluto stare cullata fra le braccia del calore della pelle di Yuki ancora un po'. 

Yuki distoglie lo sguardo da quello insistente di Sakura. Per quanto potesse sembrarle difficile, non riusciva a reggere i suoi occhi cristallini. Era come se la trascinassero in un'altra dimensione, come se fossero due ladri che silenziosamente la conducono verso quelle nuvole grigie intrappolate nello sguardo di Sakura. 

«Se te le dicessi, non sarebbero più muettes, no?» Yuki guarda il suo quaderno. Ripensa al tocco leggero della sua mano.

Sakura si avvicina al suo orecchio e il profumo di Yuki inebria le sue narici. Sarebbe stato più difficile adesso discostarsi. «Magari non dovrebbero esserlo con me» le sussurra prendendole una ciocca di capelli finita sulla spalla.

Sakura era talvolta un angelo, talvolta una sirena per Yuki. Sapeva che sarebbe stato uno sbaglio cedere al suo aspetto. 
Ma quando una sirena canta la più bella melodia per il suo marinaio, come fa egli a non accoglierla dentro il suo cuore?

 

song: aimer - anatanideawanakereba (https://youtu.be/iA9Ctaqo3Zc)
poem: charles baudelaire - élévation

 

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Capitolo 2
*** ✉ 𝘭'𝘢𝘮𝘰𝘶𝘳 𝘯'𝘦𝘴𝘵 𝘱𝘰𝘶𝘳 𝘮𝘰𝘪 𝘲𝘶'𝘶x ***


❝どうしようもないほどに 貴方に惹かれているのだろう❞

That's why I am attracted to you to the extent that I can't help it
 

[Sakura]   

Nascosto, complice, etereo. Cadevano le ultime foglie dagli aceri ormai spogli quando gli occhi di Sakura posarono sulle angeliche forme di Yuki. La pelle candida come la neve incorniciava delle labbra e degli occhi creati apposta per sfuggire dalla monotonia. La gonna troppo corta lasciava intravedere delle linee sinuose e lisce coperte dalle lunghe calze nere della divisa scolastica. Era la prima volta che Sakura veniva alla conoscenza di qualcuno dall'aura spaventosamente celestiale. Era come se i personaggi delle sue poesie preferite fossero usciti dai libri e fossero entrati nel corpo di quella fanciulla. Il perchè ne fosse così attratta non riusciva a spiegarselo, eppure...

«quel profumo»

lo era.

«quel maledetto profumo»

 

Yuki era il pino da cui Sakura si lasciava pungere. Era la pioggia da cui si lasciava attraversare. Era l'inverno da cui si lasciava morire.

La prima volta che Sakura la vide, Yuki era nascosta tra le panchine del cortile della scuola, con un taccuino scuro tra le mani e un finto fiore di ciliegio che usava come sorta di segnalibro. Stava piangendo. Il lieve vento estivo che lasciava le porte al solleticare del vento autunnale le scostava i lunghi capelli di un grigio siderale accarezzandole di volta in volta le guance rosee.

Si capiva a impatto che Yuki era fin troppo per Sakura. Era quel dolce in più a fine pasto, ma troppo buono per non essere assaggiato.

Per un secondo lo sguardo di Yuki incontrò quello di Sakura. Fu un attimo, un intenso, vissuto e maledetto attimo. Le guance di Yuki si colorarono di un rosso vivo per l'imbarazzo. Si asciugò gli occhi e lasciò la panchina sulla quale era seduta.

«Un segno, solo un segno» si ripeteva Sakura tra sè e sè «un maledetto segno».

«J'ai cherché dans l'amour un sommeil oublieux ;
Mais l'amour n'est pour moi qu'un matelas d'aiguilles»

Erano le parole scritte da Yuki lasciate su un foglio, dimenticate forse per caso - o forse dal fato - su quella panchina e poi trasportate dal vento sino ad incontrare le mani rigide di Sakura. Le sembrava di stringere tra le mani l'anima delicata e sensibile di Yuki. «Baudelaire» pensò, nascondendo un sorriso.  Quel poeta maledetto che ha maledetto pure il suo cuore.

Era l'inizio di una corrispondenza di sentimenti quel loro parlarsi da lontano: era una comunicazione di versi e vibrazioni, di suoni e di profumi, di carta e poesia.

Che Yuki avesse abbandonato di proposito i suoi pensieri su carta per farli custodire da Sakura, sarebbe rimasto celato nella profondità del cuore di Yuki. Ma di quello sguardo di chi silenziosamente sapeva aspettare senza cercare, di chi sapeva scappare per amare, Sakura capiva ne avrebbe costruito un deleterio «matelas d'aiguilles».

«maledetta»

 

song: sore wo ai to yobudake (https://youtu.be/bMwLJHWP1UE)
poem: charles baudelaire - la fontaine de sang

 

 

 

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