Dance Along

di niallsblast
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Louis POV

 - Sì, sono qua. Stai tranquilla, me ne sono ricordato. Ci vediamo domani mattina. Sì, sì, ho intenzione di portarle fuori a cena. Anche io ti voglio bene, buon turno. - . Chiusi la chiamata e rimisi il telefono nella tasca posteriore dei pantaloni, un po' scocciato.

Anche quella sera avrei dovuto stare dietro alle mie sorelle minori. Mia mamma Jay era stata chiamata per coprire un altro turno notturno in ospedale, il terzo della settimana, nonostante le fosse stato garantito di non doverne più fare quando avevamo traslocato da Doncaster a Londra due settimane prima. Era proprio quello uno dei motivi per il quale ci eravamo trasferiti qua, ma il suo capo le continuava ad assegnare turni notturni.

Sospirando spinsi l'enorme portone della scuola di danza più famosa del paese e subito mi sentii piccolo: i soffitti erano altissimi, un grande lampadario di cristallo era appeso al soffitto, in mezzo a due scalinate che portavano al piano superiore. Un largo tappeto rosso ricopriva i gradini di granito di entrambe le scale, mentre il corrimano era di un legno lucido. L'ambiente era pulito e silenzioso, a parte qualche ballerina ritardataria che frettolosamente si precipitava a lezione

Mi affrettai lungo il corridoio che portava alle sale per le prove, passando accanto a diverse stanze, dentro le quali vidi diverse ballerine e ballerini provare salti e impegnative coreografie di danza classica. Li ammiravo, in un certo senso. Erano così flessibili ed eleganti, costanti e determinati, con il loro corpo raccontavano creavano figure da considerare vera e propria arte, mentre io ero il solito impacciato, certamente poco aggraziato, ragazzo che inciampava sulle sue stesse scarpe.  

Arrivato alla sala numero 3, vedendo la porta aperta, entrai silenziosamente e vidi le mie sorelle in fila alla sbarra, assieme alle loro amichette, ricreare le varie posizioni che la maestra, una donna sui sessanta anni, mostrava loro come fare. Altri genitori erano distribuiti nel retro della stanza ad ammirare le loro bambine e i loro bambini allenarsi in una scuola così prestigiosa. Chissà quanto si vantavano con i loro amici, i cui figli, magari, erano "solo" giocatori di calcio o di pallavolo. Ringraziai internamente di avere una mamma umile come la mia, che lodava sempre i suoi figli, ma non usava mai il loro successo per sminuire gli altri.

Sospirai, pensando a quanto mia mamma si facesse in quattro per soddisfare tutti noi. Primo fra tutti, aveva fatto in modo di trovare un piccolo appartamento vicino al centro di Londra per dare a noi figli più opportunità di futuro, cosicché Daisy e Phoebe potessero frequentare questa scuola di danza in particolare, Lottie avrebbe invece avuto più possibilità di fare esperienza come make up artist, mentre Fizzy amava semplicemente Londra. A me non era cambiato molto. Non avevo grandi progetti futuri nè grandi ambizioni. L'unica mia vera passione era la fotografia. A Doncaster avevo lasciato solo un amico, Stan. In qualsiasi caso anche lui presto aveva intenzione di avvicinarsi alla capitale, per trovare, in qualche modo, lavoro come presentatore tv. 

- Louis! Louis! – sentii urlare, prima che due esili corpi mi furono al collo. Ridacchiai prendendole in braccio. Nonostante fossero due, non pesavano molto. 

- Le mie scimmiette che ballano. Vi siete divertite? Siete state bravissime. – dissi con un sorriso affettuoso, mettendole giù e tentando di scompigliare i loro capelli, senza successo, perchè avevano lo chignon che avevo fatto loro prima che andassero a lezione. Ebbene sì, facevo anche gli chignon. Per loro, tutto. Soprattutto non volevo che sentissero la mancanza di una figura maschile. Con il fatto che mia mamma aveva sempre lavorato molto per assicurarci un futuro, poi, dovevo imparare a fare anche queste cose. 

- Sì! È bellissimo ballare qua, la maestra è severa, ma è bravissima. – esultò Daisy.

 - Sì! Poi oggi abbiamo fatto tantissime amicizie con le altre ballerine. Non vedo l'ora che sia la prossima settimana per tornarci! – esclamò con voce acuta Phoebe, l'altra gemella. 

- Anche io! – concordò l'altra. Era tutto così in casa: loro parlavano insieme e si esaltavano per tutto. Forse era l'età, perchè Fizzy e Lottie erano più quiete e parlavano a malapena. 

- Sono contento. Ora andate a cambiarvi e a farvi la doccia che siete tutte sudate e fuori è un freddo polare. – dissi loro senza mai togliermi un sorriso dalla faccia. Subito saltellarono fino alla loro sacca, raccolsero le loro cose e sparirono in spogliatoio, chiacchierando qua e là con altre bambine. 

Mi misi più avanti nel corridoio ad aspettarle, per non essere di intralcio a nessuno, e presi fuori il telefono iniziando a giocare a qualche gioco stupido.

 

Harry POV 

Ero in un ritardo colossale per la lezione di danza e avevo trovato persino un buco nella t-shirt grigia che indossavo per allenarmi. Peggio di così non poteva andare.

Feci le scale con facilità, saltando qualche gradino, mentre con la mano tenevo ben saldo il borsone sulla mia spalla. Mi affrettai verso il corridoio e guardai l'orario. Già erano 5 i minuti passati. L'insegnante mi avrebbe fatto fare il triplo del lavoro, ma quel giorno non ne avevo per niente voglia. Mi ero svegliato con le gambe doloranti, più del solito, e, nonostante avessi fatto la mia solita mezz'ora di stretching mattutino, prima di andare a correre al parco, non mi era passato per niente il male. 

Perciò mi ritrovai a correre verso la sala prove malamente, cercando di non affaticare troppo i muscoli. Quando, a un certo punto, voltai l'angolo e mi ritrovai faccia a terra, sopra a un ragazzo che avrà avuto più o meno la mia età, con due occhi azzurri da togliere il fiato.

 - Ops. – balbettai alzandomi da lui e arrossendo per quanto fossi imbranato.

 - Ciao! – mi sorrise lui, rivelando una voce acuta, ma delicata.

 - S-scusa io...sono in ritardo e non stavo guardando esattamente dove stavo andando. Spero tu non ti sia fatto male. Davvero, scusa. Devo scappare. – riuscii a tirare fuori, prima di correre dentro alla sala, dove il resto della classe era già sistemato in fila alle sbarre. 

 

Louis POV

 Mi ero appena imbattuto in un dio greco o in un ragazzo vero e proprio? 

Lo guardai entrare leggiadro in una delle sale per le prove: in due balzi aveva fatto metà corridoio. La linea del suo corpo era fluida e delicata. Aveva due gambe lunghe e incredibilmente muscolose, accentuate dalla calzamaglia che portava. I capelli, probabilmente lunghi, erano tenuti indietro in uno chignon estremamente ben fatto. Gli occhi, pur avendoli visti per pochi secondi, mi avevano subito colpito. Erano di un verde intenso e mozzafiato.

Sicuramente era un ballerino di danza classica, a giudicare da come era vestito. Subito, pensai a come sarebbe stato magnifico se avessi potuto fotografarlo, magari mentre era intento a fare un salto o una piroetta. Io, nascosto dietro al mio obbiettivo, lui esposto mentre dava sfogo a tutta la sua abilità.

Quando Daisy smollò la sacca accanto ai miei piedi con un tonfo, mi risvegliai dalle mie fantasie mentali.

 - Lou, andiamo? Sono stanca.– si lamentò lei, stringendosi nel giubbotto. Le accarezzai la piccola testolina e annuii, prima di prendere il borsone. Phoebe ci stava correndo incontro. 

- Andiamo, ragazze. Stasera vi porto fuori a cena. – dissi, guadagnandomi strilla di felicità. Sistemai il loro borsone su una spalla, seguendole fuori da quella scuola, con un unico pensiero fisso: il ragazzo che mi era venuto addosso.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Louis POV

 Tornati dal Mc Donald's, l'unico posto in cui potevamo permetterci di mangiare in cinque, le ragazze erano sparite nelle loro rispettive camere al piano superiore, per sistemarsi per il letto. 

Appesi la giacca all'attaccapanni e lasciai le chiavi sulla piccola mensola accanto alla porta, mi tolsi le scarpe e sospirai, felice di essere finalmente a casa dopo una lunga giornata. Andai, poi, in camera delle gemelle per dar loro il bacio della buonanotte e, letta loro la storia di una principessa che trovava il suo principe a un ballo, ma perdeva una scarpetta e quindi succedeva un casino, le misi a letto. 

- Notte Boo. – cantilenarono in coro quando spensi la luce della loro cameretta. Sorrisi perchè era esilarante sentirle parlare insieme. Molti dicono che i gemelli sono collegati in qualche strana maniera di più rispetto ai fratelli normali, ma secondo me l'unico motivo della loro sintonia era l'esorbitante quantità di tempo che passavano assieme.

 - Notte bimbe. – salutai dolcemente e mi richiusi la porta alle spalle, trovandomi di fronte, la porta della camera di Lottie e Fizzy. Bussai.

 - Posso? – chiesi volendo evitare di entrare mentre una delle due era nuda o qualcosa del genere. Un lieve 'sì' mi diede il permesso farmi avanti. 

- Sono venuto a salutarvi. – le informai prendendo un respiro mentre le guardavo stare sedute entrambe sul letto di Lottie, a parlare di chissà cosa prima che le interrompessi. Mi unii anche io, facendomi spazio tra di loro.

 - Come è andata la vostra giornata, ragazze? – chiesi, sopprimendo uno sbadiglio. Lottie alzò le spalle guardandosi le mani sul grembo. Le circondai le spalle con un braccio.

 - E' difficile ambientarsi in una scuola a Londra, quando vieni da Doncaster. – chiarì Fizzy. – Sono tutti molto diversi da come siamo abituati e, per ora, non abbiamo parlato con molte persone. – raccontò lei, sospirando, poi, alla fine.

 - Ma vi prendono di mira? Fanno brutte battute o cose del genere? – chiesi allarmato che venissero infastidite. 

- No, no. È solo che non ci sono molti argomenti che condividiamo con i nostri compagni di classe. – sospirò Lottie. 

- Siamo qua da due settimane, piano piano vedrete che troverete degli argomenti in comune. Voi cercate di non isolarvi e di partecipare a dei corsi pomeridiani e uscite, per conoscere gente, mh? - . Cercai di capire se le avevo convinte. Loro annuirono piano, guardandomi con i loro occhioni azzurri. Scombinai loro i capelli sorridendo, prima di alzarsi. – Ora a letto. Domani mattina sarà il primo giorno di scuola per me e devo accompagnare tutte voi prima di arrivare a scuola, quindi mi raccomando: reattive. - . Mi guadagnai un grugno di protesta dalla maggiore che fece ridere sia me che Fizzy. 

Una volta messe a letto pure le più grandi, mi preparai per dormire, nel bagno, poi mi sistemai a letto. Rimasi lì a fissare il soffitto per una buona mezz'ora e a pensare a cosa probabilmente stava facendo il ballerino in quel momento, quando la porta si aprì lentamente.

 - Lou? Sei sveglio? – sussurrò Lottie nel buio. Mi girai verso dove proveniva la sua voce, cercando di distinguere il suo viso. 

- Sì, piccola. Dimmi tutto. - . Lei si arrampicò sul mio letto e si sdraiò, appoggiando, poi la testa sul mio petto.

 - Non riesco a dormire. – disse piano stringendosi a me. Tra tutte e quattro lei era quella che soffriva di più, sapeva come stavano le cose, capiva meglio delle altre e aveva bisogno di qualcuno che fosse li per lei. Perciò la strinsi forte a me e le baciai la fronte. 

Non ci fu bisogno di dire nient'altro e, quando, quaranta minuti più tardi la sentii russare sulla mia spalla, potei lasciare che le braccia di Morfeo accogliessero anche me. 

Harry POV 

Aprii la porta del mio piccolo appartamento velocemente, per lasciare il freddo fuori, e sospirai profondamente. Le gambe mi facevano ancora un male tremendo e l'unica cosa che volevo in quel momento era farmi una doccia fresca per lavare via tutto il sudore che avevo accumulato durante la lezione di quel giorno. Prima di concedermi totalmente alla doccia, però dovevo fare 30 minuti di stretching, per rilassare i muscoli. 

Perciò mi misi al centro del piccolo salottino e mi sedetti, portai le gambe distese in avanti, poi mi allungai fino a toccare le punte con le mani, rilassando la schiena e la regione lombare. Contai fino a 30 e mi rimisi nella posizione iniziale. Ripetei lo stesso esercizio, ma questa volta portando prima la gamba sinistra, poi quella destra avanti. 

Andai avanti a fare stretching per quasi ventiminuti, dopo di che, potei finalmente concedermi una doccia fresca. Mi svestii in fretta e fui subito dentro al box, chiudendo gli occhi e lasciandomi cullare dallo scroscio dell'acqua. 

Mi persi a ricordare quel ragazzo contro cui ero capitato addosso quel pomeriggio. Era davvero bello e non avrei mai potuto aver chance con lui, ma comunque l'amore, per la disciplina della danza, era solo una distrazione. La danza richiede tempo, costanza, impegno e mente lucida, non c'è il tempo per i giochetti.

 Quando a scuola mi chiedevano perchè lo facevo, se, poi, dovevo rinunciare a così tante cose, io rispondevo che semplicemente era ciò per cui vivevo. Ballare per me significava esprimere me stesso in varie forme e colori, e anche mettermi a nudo, spogliandomi di tutte le cose superficiali della vita e rimanendo io con il mio corpo e la musica. Niente di più, niente di meno. 

E poi ormai avevo rinunciato a così tante cose e fatto tante scelte che ormai era tardi tornare indietro. 

Uscii dalla doccia e mi coprii prima il corpo, poi presi un asciugamano e me lo sistemai a turbante sui capelli. Controllai l'ora dal telefono che avevo appoggiato sul lavandino e mi stupii dell'orario: avevo passato un'ora a riflettere ed ero in ritardo per chiamare mia mamma, come ogni sera, alla stessa ora.

 Spaventato che potesse essere in ansia per me, la chiamai subito. La aggiornai sui miei allenamenti, su come era andata la mia giornata e in cambio, lei mi raccontò di come se la stava passando a casa. Casa. Mi mancava la piccola villetta a Holmes Chapel, immersa nel verde e vicina a un piccolo laghetto. Non tornavo a Holmes Chapel dalle vacanze di Pasqua. Considerando che eravamo a ottobre, era abbastanza tanto tempo. 

Le promisi che ero emozionato per le vacanze di Natale che in due mesi sarebbero arrivate e lei mi aggiornò semplicemente su Gemma, Robin e Dustin.

 - In bocca al lupo per il tuo primo giorno di scuola amore. Vedrai che andrà bene, poi è l'ultimo anno, dai! – sospirò contenta. Sorrisi, travolto dalla sua energia. Per uno abituato, come me, a vivere lontano dalla famiglia era difficile essere così energici. Mi mancava della compagnia per casa, ma per un cane non avevo tempo, per un fidanzato nemmeno e di gatti ce ne erano abbastanza là a Holmes Chapel. 

- Grazie mamma, non vedo l'ora di finire l'anno. – le confessai, giocando con uno dei lembi dell'asciugamano che portavo in testa. Purtroppo per potere frequentare le lezioni di danza alla scuola più famosa di Londra, dovevo finire gli studi, perciò ero ancora impantanato in quella terribile cosa che era la scuola. – Ora vado, è tardi e domattina mi devo svegliare molto presto. Salutami tutti, ci sentiamo domani. Ti voglio bene. – sussurrai davanti allo specchio, triste per doverla già salutare. 

- Ti voglio bene anche io, piccolo. Ci vediamo presto. - . Mormorai in risposta, prima di riattaccare.

 Mi rivestii in fretta e mi asciugai i capelli, prima di trascinarmi esausto a letto, dove mi addormentai nel giro di pochi minuti.

A/N

Ecco qua l'update, a presto con i nouvi capitoli!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Louis' POV 

Grugnii quando il suono persistente della sveglia mi risvegliò dal meraviglioso sogno in cui ero immerso pochi secondi prima: ero nel backstage dopo un concerto di Beyoncè e lei si stava proprio avvicinando a me, quando era inevitabilmente suonata quella cosa fastidiosa.

 Lottie, accanto a me, si mosse tra le coperte con fare assonnato.

 - Louis? – borbottò con la faccia schiacciata contro al cuscino. Spensi velocemente la sveglia e lasciai un bacio tra i suoi capelli. 

- Hai ancora dieci minuti, dormi. Torno io a svegliarti. – sussurrai, per poi alzarmi e uscire dalla stanza, chiudendomi piano la porta alle spalle. Lanciai un'occhiata alla porta infondo al corridoio, la stanza di mia madre, e la vidi chiusa, segno che durante la notte era tornata a casa. 

Mi avviai al piano di sotto, in cucina stiracchiandomi e allungando le braccia sulla mia testa. Velocemente iniziai a preparare l'impasto per i pancakes e apparecchiai. Quando lanciai un'occhiata all'orologio notai che era ora di andare a svegliare Lottie e Fizzy, che erano quelle che ci mettevano di più a carburare la mattina e che si dovevano truccare. 

Perciò prima svegliai Fizzy, guadagnandomi una cuscinata in faccia, poi svegliai Lottie. Subito dopo andai in bagno, come da rituale mattutino a fare una bella doccia calda, che lavò via anche il sonno, e mi cambiai. Scelsi dei skinny jeans neri, con una felpa che mi stava un po' abbondante sulle maniche e completai il tutto con le mie solite Vans nere. I capelli li lasciai in una specie di frangia liscia, sulla fronte. 

Una volta uscito dal bagno, vi entrarono Fizzy e Lottie, a cui la mattina non si poteva dire nulla più di un 'ciao'.

Andai a svegliare le gemelle che si alzarono subito, allegre come possono esserlo solo bimbe che vanno alla scuola elementare, quando ancora la scuola si sopporta. 

Le richiamai quando iniziarono a bisticciare per una gonna che entrambe volevano mettersi proprio quel giorno. Nostra madre era nella stanza accanto e aveva bisogno di dormire.

 Finalmente riuscimmo tutti a sederci a tavola, quindi iniziai a cuocere i pancakes.

 - Agitato per il tuo primo giorno? – mi chiese Lottie, senza staccare lo sguardo dal suo iPhone. Mi sistemai la frangia, poi alzai le spalle rigirando un pancake. 

- Sì. Spero di trovare qualche amico, più di quanti ne avevo a Doncaster, anche se non ci conterei. – sospirai, pensando a cosa mi avrebbe atteso nella nuova scuola. 

- Tranquillo, se non trovi amici hai sempre noi, Boo ! – esclamò Daisy mostrandomi tutti i suoi dentini mancanti, con un sorrisone. Sorrisi teneramente alle sue parole. 

- Daisy si è guadagnata il primo pancake ! – annunciai ridacchiando mentre le mettevo il cibo sotto al naso. Lei fece una linguaccia alla gemella, poi iniziò a rimpinzarsi. 

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Quando finimmo di fare colazione, le mie sorelle andarono a lavarsi i denti, mentre io misi da parte alcuni pancakes per mia mamma e lavai i piatti. Solo dopo aver messo in ordite tutto, finii di prepararmi. 

Stavo aspettando sulla porta con il giaccone e lo zaino in spalla da 10 minuti. Controllai nel telefono l'ora e vidi che eravamo già in largo ritardo. Avrei fatto tardi il primo giorno di scuola, ottimo. 

- Ragazze, muovetevi, per piacere. – sbuffai poco prima che mi raggiunsero tutte e quattro e potemmo così uscire.

In pochissimo riuscii ad accompagnarle tutte e quattro, ma mi ritrovai comunque a correre nel parcheggio davanti alla scuola per trovare la segreteria, dove avrei dovuto trovarmi con il consulente che mi avrebbe seguito per l'intero anno. Perciò quando vidi un cartello enorme con stampata sopra la parola "SEGRETERIA" ne fui più che sollevato e mi precipitai velocemente. 

Mi avvicinai al balcone dietro al quale stava una donna sui 50 anni che mi squadrò da capo a piedi, quando mi vide. 

- Salve, sono nuovo. Mi dovrei incontrare con il signor Darren. Sono Louis Tomlinson. – le dissi cercando di nascondere il fiatone. 

- E' dietro a quella porta. – mi disse lei secca, indicando un ufficio con un movimento della testa. La ringraziai e bussai alla porta, prima che mi fu dato il permesso di entrare.

Quando finalmente fui dentro, mi guardai un poco intorno e vidi un uomo in piedi dietro alla sua scrivania, con un sorriso simpatico stampato sulla faccia. 

- Devi essere Louis ! Pensavo non sarebbe venuto. Prego prego, accomodati. Scusa per tutta la confusione di questo ufficio, ma come potrai capire da tutti questi libri, amo leggere. - . Annuii timoroso, prendendo posto in una delle sedie poste di fronte alla scrivania. 

- Piacere signor Darren. Mi scusi il ritardo, ma ho dovuto portare io le mie sorelle a scuola, oggi. - . Lui mi sorrise scuotendo la testa. 

- Non sei così in ritardo. Le lezioni sono iniziate da cinque minuti, perciò vieni con me, così ti porto subito in classe per la lezione di storia. - . Annuii alzandomi e aspettando che fosse lui ad aprire la porta. – Le ore di lettere le farai con me, almeno per un po', d'accordo? – mi chiese uscendo dall'angusto ufficio, con io che lo seguivo a ruota. 

- Sì, è perfetto, va benissimo, grazie. - . Ci incamminammo lungo uno dei lunghi corridoi della scuola, uno accanto all'altro, con passo rilassato. Non ero riuscito a vedere bene da fuori l'edificio, ma dall'interno sembrava veramente enorme.

 - Qui c'è una piantina della scuola, indicate in rosso le aule che servono a te per seguire le lezioni. La classe cambia ogni volta, ma alcuni ragazzi hanno praticamente i tuoi stessi corsi. - . Annuii prendendo il foglietto che mi stava passando. – L'orario è dalle 8.30 fino alle 15. Perciò per il pranzo o ci si porta qualcosa da casa, altrimenti qua abbiamo anche una caffetteria. – continuò a spiegare, finché si fermò davanti a una classe. Ne dedussi che fosse arrivato il momento di fare conoscenza con i miei nuovi compagni, e la cosa mi spaventava tantissimo. 

- Per qualsiasi cosa io sono nel mio ufficio. Vedrai che andrà bene, Louis. Se ci sono dei problemi mi fai chiamare, va bene? – mi chiese, prima di darmi una pacca incoraggiante sulla spalla. Annuii mordendomi il labbro inferiore nervosamente. – Bene, andiamo. - . Detto ciò, bussò alla porta ed entrò. Lo seguii a ruota e mi ritrovai di fronte a una classe di venti persone che tutto ad un tratto si erano zittite e mi fissavano. Abbassai la testa per nascondere il rossore sulle mie guance. 

Non ero mai stato un tipo timido, ma iniziare l'ultimo anno in una scuola nuova non mi faceva sentire a mio agio.

 - Questo è Louis Tomlinson, ragazzi. È nuovo, si è trasferito da poco qua a Londra, perciò vedete di farlo sentire a casa. – sentii dire dalla prof di storia. I miei compagni che ancora non facevano un rumore, troppo incuriositi dal "ragazzo nuovo".

 La professoressa ringraziò Darren con un sorriso, che se ne andò subito dopo, lasciandomi lì in piedi davanti a tutti.

 

Harry's POV

Quella mattina mi ero svegliato con i muscoli decisamente più rilassati rispetto al giorno prima ed ero arrivato a scuola in perfetto orario, pronto per il primo giorno di scuola. Una volta arrivato, mi ero avvicinato alla solita panchina dietro l'ingresso della scuola, dove solitamente mi trovavo prima delle lezioni, con i miei migliori amici Liam, Niall e Zayn. Erano stati tutti e tre bocciati, perciò si erano ritrovati nei miei stessi corsi ed eravamo andati d'accordo fin da subito. Ma non erano lì, perciò entrai insieme a tanti altri ragazzi, tutti destinati a passare sei ore di inferno.

Era piacevole avere tre amici come i miei: spesso mi difendevano dalle prese in giro legate principalmente alla mia sessualità e al fatto che danzassi. Non mi toccavano troppo quei commenti, o almeno non più. C'era un tempo in cui ci stavo male, alle medie, ma poi avevo capito che io ero ciò che ero e dovevo fregarmene di ciò che dicevano e pensavano gli altri su di me.

 Alla prima ora avrei avuto storia, ero annoiato al solo pensiero della professoressa che straparlava dei Celti, perciò quando entrai in classe sbuffai.

 - La principessa ha dormito male stanotte? – mi prese in giro Zayn quando mi avvicinai a dove lui, Niall e Liam stavano facendo gruppo con qualche altro ragazzo della squadra di football, appoggiati ai banchi dove solitamente ci sistemavamo. 

- Non interferire, Zayn. Oggi abbiamo storia alla prima ora. Il primo giorno! – esclamai prendendo posto accanto a Niall che mi salutò con un cenno del capo. Nessuno di noi quattro fece troppa festa agli altri dato che ci eravamo visti per tutta l'estate.

- Liam proprio adesso ci stava raccontando di come ha stracciato Daniel ieri ad allenamento. – ridacchiò Zayn appoggiato al mio banco, guadagnandosi un'occhiataccia da Liam. 

- Non mi prendere in giro. L'ho veramente messo a terra. – si imbronciò quell'altro.

- Ma quello è grosso il doppio di te, Liam. – intervenne Niall. Li guardai un attimo, prima di appoggiare le braccia sul banco, per poi sistemarci la testa. Non mi andava proprio di sentirli battibeccare. - Comunque, oggi pomeriggio facciamo qualcosa? – propose il biondo.

- Assolutamente sì. – concordò Zayn. – I miei zii e le mie cugine sono qua a Londra, immaginatevi il casino per casa. Facciamo da Liam? Lui ha i genitori ricchi. - . Sentii Liam sbuffare e accasciarsi su una sedia, esasperato. Anche se faceva quello infastidito, sotto sotto si divertiva con Zayn.

- Harry? – mi richiamò Niall. Alzai la testa e lo guardai alzando le spalle.

- Quando ho finito lezione posso venire, però sapete che finisco un po' tardi. - .

 - Buongiorno ragazzi e benvenuti al vostro ultimo anno. – esordì la professoressa di storia entrando in classe. Subito tutti si erano zittiti e sistemati ai propri posti. Strano, non avevo nemmeno sentito la campanella.

 Come previsto la prof iniziò a tenere un discorso decisamente noioso su quanto fosse importante quest'ultimo anno e bla bla bla. Sarebbe andata avanti per tutta l'ora, probabilmente, se non fosse stato che, dopo pochi minuti dall'inizio della lezione, Darren il consulente scolastico era entrato in aula, seguito a ruota da un ragazzo che riconobbi subito grazie a quei due occhi azzurri come il mare. 

Cosa ci faceva lì?

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Louis' POV

Dopo essere stato osservato abbastanza dai miei compagni di classe, la professoressa aveva deciso che potevo accomodarmi in un banco e l'unico posto libero era vicino a un ragazzo moro, molto attraente, in ultima fila.

 - Finalmente si è decisa a farmi sedere, un minuto ancora e mi avrebbero fatto i buchi con gli occhi, a forza di fissarmi. Speriamo passi in fretta questa cosa del "ragazzo nuovo". – bofonchiai tra me e me, sistemando lo zaino accanto al banco, mentre la professoressa riprendeva la lezione.

 - Tranquillo, qua arrivano alunni nuovi quasi tutti i giorni, sarai la notizia di oggi e domani, poi basta. – ridacchiò il ragazzo accanto a me mentre abbozzava un disegno sul banco. Mi girai verso di lui, sorridendo divertito. – Comunque, piacere, Zayn. – disse facendomi un cenno con il mento.

 - Piacere, Louis. - . Annuì, poi riportò l'attenzione verso il suo disegno.

 Sospirai. "Sarà un anno difficile" pensai sconsolato, cercando di capire cosa ci fosse scritto alla lavagna.

 

Harry's POV 

Non gli avevo staccato gli occhi di dosso per tutto il tempo che era rimasto in piedi davanti alla classe, era magnetico. E anche se ero seduto in prima fila, non sembrava avermi notato; probabilmente non mi avrebbe nemmeno riconosciuto. 

Poi si era seduto accanto a Zayn in ultimo banco, l'unico posto libero. Quel posto era sempre stato occupato da Liam, ma ultimamente preferiva sedersi accanto a Danielle quando poteva, per attuare il suo piano di corteggiamento davvero imbarazzante.

Rabbrividii, ignorando Niall seduto accanto a me che come al solito non stava fermo un attimo e si era messo a ravanare nel suo zaino. Il cuore mi batteva forte al pensiero del ragazzo, che la professoressa aveva presentato come Louis, seduto qualche banco più indietro.

Per tutte e due le ore di storia non feci altro che pensare al caso che, solo un giorno prima, ci aveva fatto incontrare, e ora ci faceva trascorrere le lezioni assieme. Da dove veniva? Come mai era qui a Londra? Ma soprattutto, cosa ci faceva alla scuola di danza? Ballava anche lui? 

Avevo così tante domande bisognose di una risposta che non mi accorsi del suono della campanella, finché Niall non mi diede una gomitata. Mi risvegliai dai pensieri e lo guardai con una smorfia, massaggiandomi la spalla. 

- Bell'addormentato, dobbiamo andare a biologia. La campanella è già suonata da un po'. Muoviti che altrimenti facciamo tardi e sai che il prof dopo ci mette in coppia per il resto dell'anno con degli sfigati. – si lagnò Niall, prendendomi per un braccio e trascinandomi verso l'aula di biologia che si trovava al piano inferiore, vicino al laboratorio di chimica.

Entrammo in aula, puntualmente in ritardo, ricevendo un'occhiataccia dal professore che era lo stesso dell'anno precedente. 

- Horan, quest'anno sei in coppia con Sheeran. – ordinò quello, puntando a un banco vuoto accanto a Ed quasi per punire il biondo.

- Che palle. – sbuffò Niall, in modo che sentissi solo io. Ridacchiai guardandolo camminare verso il rosso. Niall non lo aveva mai sopportato, anche se in realtà non si erano mai parlati. Era proprio una cosa a pelle.

- Styles con Tomlinson. Sono sicuro che sarai felice di aiutare il ragazzo nuovo. – disse a me con ironia, puntando verso il banco in cui era seduto Louis, in tutta la sua timidezza. 

Cosa?

- Veloce, non ho tempo da perdere. – mi apostrofò il professore. Mentre mi misi seduto accanto al castano inciampai malamente nella gamba del banco, facendo un gran casino e guadagnandomi un'ulteriore occhiataccia dal professore. Arrossii fino alla punta delle orecchie e mi misi seduto volendo solo scomparire. Azzardai uno sguardo al mio fianco, dove Louis era seduto, e incrociai il suo sguardo. Lui mi sorrise.

Cazzo. 

- Allora, quest'anno i progetti a coppie si iniziano a fare più avanti, quando avremo fatto qualche progetto di gruppo. Questo significa che entro la prossima settimana dovrete farmi avere quattro gruppi da cinque persone. Bene, ora iniziamo. - . Lanciai subito un'occhiata a Niall e poi a Liam e Zayn, avremmo sicuramente fatto gruppo assieme. 

- Tu sei il ballerino? – sentii Louis chiedermi a voce bassa. Mi voltai verso di lui e lo vidi mordersi nervosamente il labbro inferiore. Annuii. 

- Sì, ci siamo visti ieri, giusto? – chiesi come se non avessi pensato a lui tutta notte. – Sono Harry, comunque. Scusa ancora per l'incidente di ieri, andavo di fretta, ero in ritardo. - . 

- Nessun problema, davvero. – mi sorrise gentilmente. 

- Sei anche tu un ballerino? – gli chiesi cercando di conoscerlo meglio. Scosse la testa guardando il professore che scriveva alla lavagna.

 - No, no. Ero lì per prendere su le mie sorelle. - . Annuii disegnando figure a caso sul quaderno davanti a me. – Qua i prof scrivono sempre tutto alla lavagna? – sbuffò. Ridacchiai annuendo. Già mi stava simpatico. 

 

Louis' POV 

Anche biologia durò due ore, cosa stranissimo per me, perchè a Doncaster cambiavamo materia ogni ora. Furono due ore lunghe e noiose, odiavo biologia con tutto il mio cuore, in più il professore scriveva tantissime cose alla lavagna e con i miei problemi faticavo a stare al passo. Però avevo scoperto il nome del ragazzo che tanto mi aveva affascinato il giorno prima. Harry. Gli si addiceva, con quei ricci spettinati e il sorriso smagliante.

Per fortuna il suono della campanella significava anche che era arrivata l'ora di pranzo. Raccolsi, quindi il quaderno con i pochi appunti che ero riuscito a prendere e salutai Harry, prima di avviarmi alla ricerca dell'armadietto che mi era stato assegnato. La scuola era veramente enorme, non sapevo nemmeno come sarei riuscito a trovare la mensa.

- Hey, aspetta. – mi chiamò il riccio, allungando il passo per raggiungermi. Mi voltai verso di lui e vidi che mi aveva seguito. – Mi stavo chiedendo se ti andava di unirti a noi per il pranzo. Zayn già lo hai incontrato alla prima ora. Ehm, non che io ti stessi osservando, voglio dire... – balbettò imbarazzato arrossendo. - Però sì, magari ti possiamo far vedere dov'è la mensa. Di solito con Zayn, Liam e Niall pranziamo assieme. - aggiunse grattandosi la fronte.

- Mi farebbe piacere. – ammisi guardandolo, grato di non dover trascorrere la pausa pranzo solo.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Harry's POV

Non lo stavo osservando. Davvero, no. Non lo stavo certo guardando mentre rideva e scherzava con Zayn. Non stavo assolutamente studiando ogni minimo dettaglio di lui, dal modo in cui i suoi occhi formavano delle pieghette attorno quando sorrideva, alla mano che usava per coprire la bocca quando rideva, dalle piccole dita che tenevano il panino, alle labbra sottili. Tutto in Louis era piccolo e delicato. Sembrava una bambolina. 

- Vero, Harry? – mi chiese Zayn risvegliandomi dai pensieri. Allora Louis posò lo sguardo su di me, prima di accorgersi che sì, forse lo stavo fissando, e di abbassarlo sul suo panino arrossendo. Guardai Zayn. – Cosa? – chiesi ricevendo uno sbuffo. 

- Stavo raccontando del nostro primo anno. – rispose scocciato. In quel momento arrivarono Liam e Niall con Ed. Alzai un sopracciglio al biondo. Quei tre si erano fermati a fine lezione a parlare di chissà cosa, mentre io, Louis e Zayn eravamo andati a prendere il nostro tavolo in mensa.

 - Adesso vado. Ci sentiamo oggi pomeriggio per le prove, allora. – disse Ed a Niall, che annuì esageratamente, prima di posizionarsi accanto a Zayn con il suo vassoio.

 - Ragazzi, lui è Louis. – presentò il moro, mentre Ed andava a sedersi con il suo gruppo. Liam si sedette con un sospiro accanto a me e allungò una mano verso il ragazzo nuovo.

 - Io sono Liam, piacere. Eravamo in classe assieme prima, vero? – chiese con un sorriso gentile, come suo solito, mentre il castano annuiva stringendogli la mano. 

- Direi di sì. Non ho ben presente le facce ancora. – si scusò Louis con tono gentile. Allora guardò Niall, che già si stava riempiendo la bocca con il panino e sorrise affettuosamente, perchè come puoi non sorridere a Niall?

- Lui è Niall. – sorrisi divertito dalla faccia sgomenta di Louis. – Come vedi, il pranzo è la sua ora preferita. – scherzai osservando la sua reazione. Lui scoppiò a ridere assieme ai miei amici, biondo compreso che fece scappare anche qualche pezzo di cibo fuori dalla sua bocca. 

Mangiare con Louis fu come mangiare solo con i miei amici. In mezz'ora non aveva aperto bocca, tutto concentrato sul suo panino, chissà pensando a cosa.

 - Liam, vieni a fumare con me? - . Vidi con la coda dell'occhio Zayn alzarsi e prendere il vassoio, seguito a ruota da Liam. Sospirai continuando a mangiare la mia insalatina, come ogni volta a pranzo. 

- Conoscete un posto dove non vi beccano? – sentii chiedere da Louis. – Perché vorrei fumarne una anche io, ma non voglio farmi beccare proprio il primo giorno di scuola. - . Alzai gli occhi su di lui e lo vidi in tutto il suo splendore, in piedi accanto a Zayn. 

- Tranquillo, qua dietro al campo da calcio non va mai nessuno durante il pranzo. Andiamo, altrimenti facciamo tardi. – disse Liam prima di allontanarsi a sistemare il vassoio, seguito poco dopo dagli altri due che lanciarono un gesto di saluto a me e a Niall.

- Ormai ho perso le speranze con loro. – sbuffò Niall deglutendo l'ultimo pezzo di pane. – Sembrava avessero smesso quest'estate. - . Annuii, osservando il retro del ragazzo nuovo. – Sai, Ed, il rosso, non è poi così male. Oggi pomeriggio ci troviamo per suonare un po' la chitarra. Figo, no? - . Sentendo gli occhi del biondo su di me, mi girai per ricambiare lo sguardo, risvegliatomi dalla trance, perchè quel Louis aveva proprio un bel di dietro. – Va tutto bene? Oggi mi sembri un po' su un altro pianeta. – fece il mio amico. Scrollai le spalle e mi alzai guardandolo. 

- Solo un po' stanco, ieri è stato intenso a lezione, ci ha fatto fare un sacco di piroette. - . Niall ridacchiò alzandosi, senza una vera motivazione. Lui era Niall e non aveva bisogno di una motivazione per essere felice ed era proprio questo che amavo maggiormente di lui.

 Perciò misi un braccio attorno al suo collo e gli scombinai i capelli ridacchiando, facendolo ridere ancora di più.

 

Louis' POV 

- Allora, cosa ti ha portato qua a Londra? – mi chiese Zayn, appoggiato al muro, la sigaretta tra le labbra. Io e Liam seduti su delle scale che portavano agli spogliatoi. 

 Alzai le spalle, rigirandomi la sigaretta tra le dita. 

- Mia mamma ha avuto un nuovo lavoro e mia sorella ci teneva a frequentare una scuola di make up che c'è qua. Avevamo tutti bisogno di un nuovo inizio. – li liquidai, non volendo entrare troppo nei particolari. 

- Sei arrivato all'inizio dell'estate? – mi chiese Liam spegnendo la sua sigaretta con la scarpa. 

- No no. Sono qua solo da due settimane. - . Spensi anche la mia sigaretta e mi alzai rabbrividendo. La temperatura iniziava a scendere e l'inverno si avvicinava, con mia profonda tristezza. Nonostante amassi la pioggia, l'estate e il sole mi permettevano di essere libero, di non dover rendere conto a niente a nessuno. E forse quello sarebbe stato anche il mio ultimo anno scolastico. Ci speravo, ci speravo davvero, perchè mi vergognavo ad andare ancora a scuola a vent'anni. 

- Bene, allora venerdì sera esci con noi, così ti facciamo vedere qualche bel posticino dove rimorchiare qualche bella ragazza. – fece Liam dandomi una pacca sulla spalla. Sorrisi guardando 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Louis' POV

 Dopo aver raccontato a mia madre del breve incontro con Darren e dei ragazzi che avevo incontrato, e aver bevuto il tè, il suo telefono aveva squillato. 

- Scusa, è l'ospedale, devo rispondere. – aveva detto lei, mandandomi un'occhiata mortificata, prima di alzarsi. Poco dopo averla guardata uscire dalla cucina con il telefono attaccato all'orecchio, mi alzai e lavai le due tazze ormai vuote. 

- Sono a casa. – urlò Lottie dall'ingresso. Sentii lo zaino gettato sul pavimento, probabilmente accanto al mio e poi chiudersi la porta. 

- Sono in cucina, rutto. – la chiamai scherzosamente. Quando vidi la sua testolina bionda tutta bagnata spuntare dalla porta, le lanciai un sorriso. 

- Smettila di chiamarmi così. - . Mi fulminò con lo sguardo, prima di scuotere la testa e buttarsi nelle mie braccia aperte. 

- Allora come è andata oggi? – le chiesi giocando con i suoi capelli bagnati dalla pioggia. Lei si staccò da me tanto quanto bastava per guardarmi con aria furbetta. 

- A proposito di questo, volevo chiederti se oggi pomeriggio posso andare a casa di Emily. È una mia compagna di classe e ha invitato alcune ragazze della classe a casa, me compresa. Ci terrei davvero un sacco. – mi implorò, già pronta a tirare fuori gli occhi da cucciolo bastonato. Sorrisi guardandola. 

- Devi chiedere alla mamma. - . 

- Cosa mi deve chiedere? – fece quest'ultima rientrando in cucina con il telefono tra le mani e un piccolo sorriso sul viso stanco. Subito Lottie si staccò dalla mia vita per abbracciare quella di nostra madre. 

- Mamma, mamma. Ti prego, mi lasci andare a casa di una mia compagna di scuola? Per favore, è importante per la mia vita sociale. – si lagnò. Risi sotto i baffi osservando mia sorella ottenere sempre ciò che voleva. 

- Per me va bene, ma devi chiedere a Louis se è disposto a darti un passaggio, perchè devo scappare in ospedale, adesso, ma torno prima di cena. – ci comunicò, lasciando entrambi, me e mia sorella, fermi sul posto. Tornare in ospedale, di nuovo? – Tesoro andresti a prendere tu le gemelle da scuola, per favore? – mi chiese. Io semplicemente annuii, perchè non sarei mai riuscito a dire di no a mia mamma. – Dopo dovrebbero andare a danza, ma se non le riesci ad accompagnare, possono benissimo rimanere a casa. - . Sospirai annuendo. Aspetta.. dovevo portarle a danza? 

- Ci penso io a tutto. – le dissi avendo già un'idea.

 

Harry's POV

 - Uno, due, tre, quattro, salto! – esclamò Miss Detterton, portando un braccio al cielo. Eseguii un grand jeté, atterrando fermamente sui miei piedi, poi guardai l'insegnante, solo per vederla sbuffare. - Harry, quante volte ti devo ripetere che le mani devi stenderle come se volessi acchiappare qualcosa? – mi rimproverò severamente, mentre mi asciugavo il sudore dalla fronte con un braccio. – Per oggi basta, sciogliti un po', poi vai a casa. Ci vediamo domani. – terminò lei, raccattando le sue cose e se ne andò.

 Mi avvicinai alla mia sacca e ne estrassi la borraccia d'acqua, quindi mi sedetti sul parquet della sala da ballo e ne presi un sorso bello grande. Poi allungai le gambe davanti a me e mi piegai su di esse, portando le mani a tenere le punte dei piedi. Sentivo la schiena stendersi e i muscoli rilassarsi. 

- Qual è il segreto? Io a malapena arrivo ai polpacci. - . Riconobbi la voce e alzai subito la testa, solo per ritrovarmi delle Vans nere accanto. Quando feci scorrere gli occhi lungo gli skinny jeans che portava, non potei non notare le sue gambe. – Ti faccio vedere, aspetta. - . Si sistemò accanto a me e solo in quel momento notai che portava un giubbotto di jeans e i capelli erano nascosti da un beanie grigio.

 Lo osservai mentre provava ad allungarsi in avanti sulle gambe, con il suo sorriso che mi fece battere forte il cuore. La maglietta di alzò leggermente, scoprendo un lembo di pelle del suo fondo schiena. 

- Harry? – richiamò la mia attenzione e mi svegliai dalla trance, abbassando il capo per nascondergli il rossore delle mie guance. 

- Che cosa ci fai qua? – gli chiesi evitando di guardarlo, mentre univo le piante dei piedi e, con le gambe piegate, mi allungavo in avanti.

 - Sto aspettando che le mie sorelle finiscano di cambiarsi e ti ho visto dal corridoio. Sei molto bravo, sai? - . Con la testa ancora piegata in avanti, chiusi gli occhi, sentendomi a disagio. Mi sentii vulnerabile, perchè quella sala da ballo, era il mio posto speciale e sentivo come se Louis ci fosse entrato senza permesso. Lo conoscevo da quanto? Otto ore? 

Mi rialzai e mi misi in piedi, lasciandolo lì seduto e raccattando le mie cose.

 - Grazie, ci vediamo domani a scuola, Louis. – gli dissi camminando già verso la porta. Lo vidi con la coda dell'occhio, mettersi in piedi con uno scatto così fulmineo, che non te lo aspetteresti da un ragazzo poco snodato come lui. 

- Aspetta. - . Mi fermò appoggiando una mano sul mio braccio. Mi voltai e fissai lo sguardo nel suo. Sentivo come se i nostri ruoli si fossero invertiti: lui era diventato più sicuro di sè, mentre io ero diventato scostante. Non volevo essere antipatico con lui, ma mi stava creando non pochi problemi nello stomaco. – Ti andrebbe di venire a casa mia? Potremmo finire di studiare per domani e potresti aiutarmi a mettermi in pari. Sempre se ne hai voglia. – mi chiese timidamente.

 - Senti, mi dispiace declinare il tuo invito, ma ho delle cose da fare. – risposi secco, andando negli spogliatoi per farmi una doccia e cambiarmi. Non volevo nemmeno vedere come lo avevo lasciato, perciò mi infilai subito sotto l'acqua rinfrescante della doccia e iniziai ad insaponarmi i capelli.

 Se c'era una cosa che solitamente mi piaceva, quella era la doccia. Rilassante e solitaria, dentro di essa facevo le migliori considerazioni sulla vita e sulla giornata, perciò quel pomeriggio lì, non potei non pensare a Louis, a come eravamo stati messi in coppia per biologia, a come lo avevo fissato per tutto il pranzo e al fatto che, forse, lo trovavo bello. Bello da togliere il fiato.

Tutto d'un tratto mi pentii amaramente di averlo rifiutato in quel modo così brusco. Avevo reagito di impulso, infastidito dall'essere stato visto mentre ballavo, cosa che non permettevo a nessuno, tranne ovviamente alla mia insegnante. Però che male avrebbe fatto andare da lui? Nessuno. Perciò uscii velocemente dalla doccia e mi rivestii il più in fretta possibile, i capelli ancora umidi. Corsi lungo i corridoi, nella speranza di trovarlo ancora lì ad aspettare per le sue sorelle. 

A un certo punto mi ritrovai a terra, dopo essere rimbalzato contro qualcuno. 

- Mi scusi, stavo andando di fret- non finii perchè alzai gli occhi e mi ritrovai Louis per terra, di fronte a me, con due bambine che stavano in piedi accanto a lui con aria preoccupata. – Louis. – sussurrai. Lui mi guardò, massaggiandosi un gomito.

 - Dobbiamo smetterla di beccarci così. – scherzò alleggerendo l'aria. Mi rimisi in piedi in fretta e allungai una mano verso di lui. 

- Ti stavo cercando. Volevo scusarmi. – ammisi. Lui prese la mia mano e si tirò su. – E volevo anche accettare l'invito, se era ancora valido. - .

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