Pokèmon Rosso Fuoco - The Novel -

di DarkDarrik
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. La scelta più difficile ***
Capitolo 2: *** 2. La prima cattura ***
Capitolo 3: *** 3. La Rivincita ***
Capitolo 4: *** 4. Acchiappali tutti ***
Capitolo 5: *** 5. Il Bosco Smeraldo - Parte I - ***
Capitolo 6: *** 6. Il Bosco Smeraldo - Parte II- ***
Capitolo 7: *** 7. Arrivo a Plumbeopoli ***
Capitolo 8: *** 8. la città di Plumbeopoli ***
Capitolo 9: *** 9. Red vs Brock ***
Capitolo 10: *** 1O. Sfide sul percorso 3 ***
Capitolo 11: *** 11. Il Regalo di Red ***
Capitolo 12: *** 12. Il Monteluna ***
Capitolo 13: *** 13. Incontro con il Team Rocket ***
Capitolo 14: *** 14. Lotta per il fossile ***
Capitolo 15: *** 15. Sfida al Rivale ***
Capitolo 16: *** 16. Il Ponte Pepita ***
Capitolo 17: *** 17. Rocket, Red & Leaf ***
Capitolo 18: *** 18. A volte tornano ***
Capitolo 19: *** 19. Nuovi amici e nuovi rivali ***



Capitolo 1
*** 1. La scelta più difficile ***


CAPITOLO 1

La scelta più difficile

Red osservò la sveglia indicare le sette di mattina, lo strumento suonò ma lui lo spense subito, era già sveglio da due ore senza che riuscisse a riaddormentarsi.
Era teso ed eccitato perché quel giorno sarebbe stato importante per lui: avrebbe iniziato il suo viaggio per diventare Allenatore di pokèmon. 
Aveva ormai quattordici anni e aveva completato gli studi alla Scuola Pokèmon.
Nel suo piccolo paese non vi era un istituto, in quanto se ne potevano trovare solamente nelle città dove c’erano le palestre pokèmon, e la più vicina a Biancavilla era quella di Smeraldopoli.

Il sogno di Red era quello di conquistare le otto medaglie della ragione di Kanto per poi sfidare la Lega e diventarne così il Campione.

 

Dopo una doccia veloce il giovane era già davanti allo specchio pronto a vestirsi: indossò un paio di jeans chiari, una t-shirt nera e sopra di essa un giubottino rosso con le maniche corte e bianche, così come lo erano  le tasche ai lati del suo indumento.

Red fissò il suo riflesso mettendosi in testa il suo cappello preferito, anch’esso rosso, ma con una banda verticale bianca sulla quale, in alto a sinistra,vi era ricucito il marchio ufficiale della Lega Pokèmon.

L’aspirante allenatore aveva capelli color pece e occhi marrone scuro, era di corporatura e altezza normali, mentre i suoi lineamenti apparivano duri e determinati come d’altronde il suo stesso carattere.

Sua madre lo guardò con una scatola in mano e gli sorrise dolcemente.

 

«Ho una sorpresa per te, prima che tu vada a ritirare il tuo primo pokèmon» disse la donna mentre suo figlio si voltava a osservarla.

Sua madre era una donna sulla quarantina, aveva capelli color miele raccolti in una coda e occhi color nocciola, più chiari di quelli del figlio.

La donna indossava un grembiule bianco che copriva la sua tenuta casalinga di colore rosa.

Red prese le scatola senza dire nulla, e la poggiò sul proprio letto.

 

«Grazie mille mamma! Le scarpe da corsa che volevo!»esclamò entusiasta, calzando subito il regalo che gli era stato fatto.

Si trattava di un paio di sneakers rosse e bianche che il giovane aveva visto qualche settimana addietro nel grande centro commerciale di Azzurropoli.

«Ora corri dal Prosessor Oak! Ci saluteremo prima che tu parta» lo incalzò la donna.

 

«Sarò qui in un batter d’occhio! Con queste andrò fortissimo!» affermò entusiasta Red per poi guardarsi con le scarpe ai piedi.
Il giovane ridiscese le scale e partì di corsa alla volta del laboratorio che distava pochi minuti da casa sua.

 

Biancavilla era un paese tranquillo, meta scelta molti anni prima dal Professor Oak per mettere in piedi il suo laboratorio di ricerca pokèmon, proprio per la calma e la quiete che risiedevano in quel luogo.
Red non perse tempo e iniziò a correre il più veloce possibile, perché non vedeva l’ora di ricevere il suo primo pokèmon.

 

Chi frequentava la scuola e completava gli studi con buoni voti poteva ricevere un pokèmon raro come suo starter direttamente dal famoso Professore. 
Il ragazzo ci mise poco ad arrivare a destinazione e davanti al laboratorio un signore in carne parlava con un assistente del Professor Oak.

 

«Certo che il sistema PC è qualcosa di fantastico! Puoi recuperare i tuoi Pokèmon in qualsiasi Centro Pokèmon della ragione!»affermò l’uomo entusiasta.

 

«Si, è tutto collegato in maniera elettronica, ci sono voluti tanti anni di lavoro per renderlo possibile, anche noi abbiamo aiutata, ma non è una nostra invenzione» rispose lo studioso sistemandosi gli occhiali sul naso per poi rivolgere un saluto a Red, invitandolo ad entrare.

 

Il giovane non se lo fece ripetere due volte e poco dopo varcò la soglia dell’edificio. Il Laboratorio era grande, un'unica area dove vi erano macchinari e scaffali di libri di ogni genere, alcuni assistenti erano impegnati con dei microscopi mentre una donna prendeva dei dati e li annotava sulla sua cartelletta.

Il Professor Oak stava parlando con un ragazzo che Red riconobbe subito.

 

Aveva dei capelli sparati biondo cenere e occhi color miele, indossava una polo nera e pantaloni viola muniti di tasconi. Blue aveva al collo il suo inseparabile ciondolo d’argento a forma di goccia e lo toccava mentre parlava con suo nonno.

 

«Red! Finalmente se qui, avvicinati c’è una cosa di cui voglio parlarti insieme a mio nipote» esordì l’uomo una volta vista l’incertezza del nuovo arrivato nell’avvicinarsi.
I due giovani si salutarono in maniera fredda, non erano mai stati amici e tra loro persisteva una rivalità fin dai tempi della scuola.

 

«Ho qui due versioni nuove e moderne del pokèdex, rispetto a quelle più comuni e vecchie che hanno tutti gli allenatori per raccogliere elettronicamente i loro dati,per le competizioni della Lega e via dicendo, queste registrano nel dettaglio tutti i pokèmon presenti a Kanto, il loro stato, il loro livello di potenza, le loro mosse. In più è compatibile con il classico registro dei Punti Allenatore che potete usare per fare gli acquisti e che acquisite dopo che vincete uno scontro»spiegò l’uomo.

 

«Ma è fantastico! Come mai vuole darlo proprio a noi, Professore?» domandò curioso Red sotto lo sguardo scocciato di Blue.

 

«Voi siete di Biancavilla, ho perfetta fiducia in voi dato che vi ho visti crescere. Vi chiedo solo di tornare qui una volta conquistate le otto medaglie, per farmi registrare questi nuovi dati! So che potrete farcela a entrare alla Lega di quest’anno!» affermò il Professore.

 

«Mh! Io ci riuscirò sicuro! Grazie nonno, avrò cura del Pokèdex e cercherò di catturarli tutti!» sentenziò il biondino.

 

«Può scommetterci! Darò il massimo in questo anno per poter entrare nella Lega e catturare più Pokèmon possibili!» rispose a sua volta l’altro ragazzo.

 

«Quale Pokèmon scegli come tuo starter?» domandò Oak a Red.

 

Blue cercò di intromettersi ma un’occhiataccia del nonno lo zittì subito. La scelta per il ragazzo era stata ardua e ci aveva pensato diverse settimane, ma era arrivato a una conclusione negli ultimi giorni.

 

«Charmander!»rispose immediatamente il giovane andando a prendere la sfera pokè dove sapeva esserci il Pokèmon.

 

Red fece subito uscire la sua creatura dall’oggetto dov’era contenuto.

Charmander, una salamandra bipede arancione, si materializzo sul pavimento del laboratorio. Ricordava un po’ un piccolo dinosauro, con zampe artigliate e aveva una lunga coda con al fondo una fiamma viva.
Il piccolo pokèmon ripeté il suo nome, come facevano tutte quelle creature e iniziò a zampettare felice intorno al suo nuovo allenatore.

 

«Io tanto ho sempre voluto uno Squirtle!» affermò Blue prendendo a sua volta una sfera e facendo uscire il suo nuovo amico.

 

Squirtle era un piccolo Pokémon bipede dalle sembianze di una tartaruga dal colore celeste, una sua caratteristica era il resistente guscio marrone sulla schiena, il quale era molto duro e difficile da scalfire.
Red guardò divertito questa scena e poi ritirò il Pokedex e le cinque sfere pokè che il Professore gli consegnò insieme a una cintura per contenerle.

 

«Grazie di tutto professore, passerò da mia madre e andrò al percorso 1 il prima possibile»si congedò il neo allenatore pronto a far tornare il suo  Charmander nella sfera.

 

«Che ne dici di lottare?» domandò diretto Blue osservando il suo Squitle e poi Red.

Il giovane dai capelli neri fece un ghigno e si voltò di scatto accettando la sfida senza pensarci due volte!

Red usò il Poèdex e subito si rese conto come il suo Starter conoscesse solo due mosse delle quattro totali che ogni pokèmon poteva essere in grado di imparare, ma la cosa non lo stupì considerando il livello basso della piccola creatura.

 

«Charmander, Ruggito!» ordinò il ragazzo al suo nuovo amico che eseguì il comando gridando verso il suo avversario, il quale a sua volta era già partito alla carica per colpirlo con “Azione” chiamata da Blue.

L’impatto tra la tartaruga e la salamandra fu meno violento di quello che ci si aspettasse, visto che la mossa di Red aveva avuto effetto riducendo l’attacco di Squirtle.

 

«Graffio!» gridò Red muovendo la mano davanti al viso con un gesto secco. Il suo pokèmon si lanciò alla carica, e con una piccola artigliata protesa in avanti colpì l’avversario sulla testa tonda disorientandolo.

 

«Colpo coda!» ordinò Blue e poco dopo Squirtle agitò velocemente la coda sferzando l’aria:Charmender dovette mettere le zampe anteriori davanti al viso perché accecato dal forte vento.

 

«Attacca di nuovo!» comandò Red, ma questa volta i piccoli artigli di Charmander impattarono sulla spessa corazza di Squirtle il quale caricò con tutto il corpo l’altro pokèmon mandandolo al tappeto definitivamente per mezzo di quel secondo micidiale attacco dopo che aveva indebolito saggiamente le sue difese.

Blue sorrise mestamente e fece rientrare un trionfante Squirtle nella sua pokèball.

Il Pokèdex registrò i Punti Allenatore persi da Red.

 

«Devi usare più strategia, sei troppo irruento! Hai molto da imparare. Ci becchiamo perdente!» concluse infine il nipote di Oak alzando due dita dalle tempie in direzione di Red in segno di saluto per poi andare via.

Il neo allenatore si chinò su Charmander e lo accarezzò per fargli capire che andava bene lo stesso. Quel suo viaggio non pareva essere iniziato nel migliore dei modi, ma era ugualmente determinato a diventare il migliore.

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Capitolo 2
*** 2. La prima cattura ***


Red prese il suo zaino e se lo mise in spalla, sua madre gli aveva procurato diversi vestiti come ricambio e gli aveva lasciato alcune provviste per il suo viaggio.

La donna aveva dato dei soldi al figlio, visto che aveva perso dei Punti Allenatore nel suo duello con Blue.

«Chiamami la sera dai Centri Pokèmon, io sarò al laboratorio del Professore tutti giorni dopo cena per aspettare le tue chiamate, lui ha un videotelefono» disse la madre al giovane.

«Va bene mamma! Sono pronto a partire, ci rivedremo quando avrò tutte e otto le medaglie!» affermò esplosivo Red per poi precipitarsi fuori di casa mentre salutava la madre sollevando una mano.

In pochi minuti il ragazzo fu sul Percorso 1, il sentiero era lineare e circondato da moltissimi alberi alti e robusti, tipici della regione di Kanto.

Alcune zone erbose abitate da Pokèmon selvatici interrompevano la stradina di terra battuta che delineava tutto il percorso da affrontare per raggiungere la città di Smeraldopoli.

Il sole batteva alto nel cielo e la brezza fresca di aria pulita invase le narici del giovane Allenatore quando si fermò ad osservare la strada che aveva di fronte.

Red camminò per un po’, per poi notare un piccolo gruppo di quattro Pidgey in una zona erbosa poco più avanti. Pidgey assomigliava a un piccolo uccello grassoccio di colore marrone, con la gola e il ventre di colore più chiaro. Anche la punta delle sue ali era di questo color crema. Entrambe le zampe e il suo becco erano grigio-rosato.

Il giovane prese la pokèball di Charmander e il suo Pokèdex e si preparò entusiasta alla sua prima lotta con dei pokèmon selvatici.

«Vai Charmander!» gridò Red lanciando la sfera e facendo uscire la salamandra bipede.

I Pidgey guardarono sorpresi la creatura di tipo fuoco e uno di loro si preparò ad attaccare.

Un ruggito ordinato dal ragazzo fece in modo che l’attacco del piccolo pokemon uccello non facesse male al suo starter, e poco dopo Charmander mise al tappeto il Pidgey con due attacchi Graffi in successione e ben assestati.

Il piccolo bipede arancione fu raggiunto da una carica disperata del secondo pennuto e dopo aver accusato il colpo reagì con un singolo e potente Graffio che mandò K.O. l’avversario in un solo colpo critico.

Uno dei due Pidgey rimasti si diede alla fuga zampettando goffamente fuori dalla zona dello scontro, ma l’ultimo del gruppo era deciso a combattere.

Un colpo di ali, potente e vigoroso, sebbene le dimensioni ridotte della piccola creatura, sollevò una coltre di terra dal suolo facendola finire direttamente negli occhi di Charmander il quale usò le zampe anteriori per coprirsi il viso. Poco istanti dopo un attacco “Azione” di Pidgey lo colpì in pieno sbalzandolo all’indietro.

«Avanti amico, puoi farcela! Lo cattureremo!» affermò risoluto Red al suo starter.

La creatura di tipo fuoco fissò il Pidgey battagliero e spalancò le fauci lanciando un attacco “Braciere”, sorprendendo il nemico e il suo stesso Allenatore.

Il pokèmon uccello capitombolò dopo quell’attacco e rimase stanco e ferito sull’erba.

«Ora tocca a me, grazie Charmander!» urlò festante Red prima di prendere la mira e lanciare una delle sue sfere pokè vuote.

La pokèball raggiunse Pidgey e lo catturò, poi si mosse tre volte in maniera convulsa prima di rimanere chiusa definitivamente.

Due notifiche arrivarono sul Pokèdex del ragazzo.

La prima era il fatto che il suo Charmander ora conosceva “Braciere”, la seconda era quella che i dati di Pidgey ora erano registrati sulla sua enciclopedia elettronica.

«Pidgey ha un senso dell'orientamento molto sviluppato. È sempre in grado di ritornare al suo nido, anche quando si spinge molto lontano dal suo ambiente abituale» trillò il Pokedex quando il giovane mise la pokèball nella cintura elettronica dove c’erano le sei sfere che ogni Allenatore poteva portare. Tutti i pokèmon in eccesso dovevano essere lasciati al Centro Pokèmon e potevano essere recuperati in altri momenti tramite un servizio gratuito e pratico che aiutava gli Allenatori.

Red notò che lo scontro con i Pidgey aveva allontanato i pokèmon selvatici dall’erba e la camminata verso Smeraldopoli fu tranquilla, anche perché Charmander e Pidgey avevano bisogno di riprendersi dopo il loro scontro, ed era meglio non farli lottare.

 

«Scusami hai un momento?» chiese un giovane dai capelli bruni egli occhi scuri, con addosso una tenuta da addetto al Pokèmon Market, una camicia azzurrina con sopra un grembiule bianco.

Red annuì semplicemente sistemandosi meglio lo zaino in spalla.

«Volevo offrirti una pozione omaggio per invitarti a fare compere da noi. Siamo a Smeraldopoli!» affermò il giovane porgendo lo strumento all’allenatore.

La pozione era un contenitore spray viola e bianco che serviva a curare i pokèmon feriti.

Red ringraziò di buon grado e proseguì la sua camminata per il Percorso 1.

Un piccolo gruppo di Rattata litigava per una bacca, e il ragazzo non s’intromise nella disputa lasciando perdere i piccoli roditori viola e bianchi, pensando che avrebbe avuto altre occasioni per catturarne uno.

Una volta nella cittadina di SmeraldopoliRed andò dritto al Centro Pokèmon senza deviazioni, all’uscita dell’edificio vi era un ragazzo che leggeva una rivista seduto su una panchina.

«Sai la differenza tra un Weedle e un Caterpie?» incalzò il giovane prima che l’allenatore potesse entrare al Centro Pokemon.

«Weedle è velenoso!» rispose con nonchalance Red, lasciando un po’ deluso il tizio che si limitò ad annuire.

I Centri Pokèmon erano strutture su due piani, servivano a curare le piccole creature ferite e a dare vitto e alloggio agli Allenatori registrati alla Lega Pokèmon, quindi che stavano viaggiando per raccogliere le medaglie. Permettevano inoltre di scambiare i propri pokèmon catturati con quelli lasciati in deposito e fornivano dei videotelefoni utilizzabili dagli allenatori;in tutto questo, fungevano da punto di ritrovo per gli stessi cittadini e i loro pokèmon.

«Lasciami pure le sfere, ci vorrà qualche minuto, abbiamo diversi pokèmon da curare, puoi fare un  giro per il Centro» lo accolse l’infermiera, che aveva i capelli rossi e un’uniforme bianca tipica delle addette al Centro pokèmon.

Mentre Red aspettava vide un signore distinto in giacca e cravatta in compagnia di un ragazzo che gli stava spiegando le funzionalità del PC, un dispositivo che permetteva di scambiare in tutta la regione i propri pokèmon non utilizzati e fermi nei vari centri.

«Il servizio è completamente gratuito, basta che inserisca il suo nome e cognome, il centro da cui deve ricevere il pokèmon e il centro nel quale lei aspetta la sua sfera, e in un paio di minuti riceverà il suo pokèmon» spiegò il giovane all’uomo.

«Ma è fantastico! La tecnologia fa passi da gigante!» commentò infine il signore in completo scuro.

Poco dopo Red riprese i suoi piccoli amici e decise di andare alla Scuola per Allenatori che distava pochi metri, voleva salutare i suoi vecchi insegnati.

«Che piacere rivederti Red! Sono contenta che tu sia passato a salutarci!» affermò la professoressa Lexi mentre il giovane le sorrideva.

Red lesse la lavagna e vide che l’insegnante stava spiegando le condizioni speciali che potevano affliggere un pokèmon, intanto una studentessa stava copiando gli appunti, in notevole ritardo visto che la lezione era già terminata.

«Blue è passato poco fa, ha detto che andava a iscriversi alla Lega e che se ti avessi visto dovevo dirti che ti aspettava per la vostra rivincita. Non so di cosa parlasse!» aggiunse la donna poco dopo, e in pochi attimi Red salutò Lexi in fretta e furia per poi fiondarsi verso il percorso 22 dove c’era la Lega Pokèmon e,soprattutto, dove lo attendeva un secondo scontro con Blue, che il giovane voleva vincere a tutti i costi.

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Capitolo 3
*** 3. La Rivincita ***


Red camminava per il percorso 22 quando vide due pokémon lottare sopra una piccola altura.

Si trattava di due scontrosi Mankey.

Mankey assomigliava a un primate, ma con il naso simile a quello di un maiale. Il suo corpo era rotondo e coperto di una pelliccia bianchiccia e disordinata. Le sue orecchie erano triangolari e marroni all'interno; le estremità delle sue braccia, dei suoi piedi (con sole due dita) e della sua coda avevano anch'esse una colorazione marrone.

 

Il giovane Allenatore pensò che fosse il momento giusto di far lottare Pidgey e lo chiamò dalla sua sfera, interrompendo la battaglia a suon di graffi e calci dei due pokèmon di tipo lotta.

Uno dei Mankey scese dalla piccola altura e si avventò minaccioso su Pidgey che però usò Turbosabbia sotto il comando di Red.

Il pennuto caricò Mankey e lo fece volare per terra, ma il pokémon scimmiesco tornò alla riscossa, Pidgey schivò e colpì con un attacco Azione lanciando l’avversario contro una roccia vicina e mandandolo K.O.

Red si complimentò con il suo pokèmon ma il secondo Mankey non diede tempo ai due di festeggiare e si lanciò dall’altura in picchiata su Pidgey stordendolo, con un secondo Colpo Basso ben assestato mandò al tappeto il Pidgey di Red, che quindi decise di usare il suo Charmander.

 

«Braciere» ordinò subito l’Allenatore al suo starter.

 

La lucertola bipede sparò un getto di fuoco dalle fauci che investì il caparbio Mankey.

La piccola creatura scimmiesca rimase scottato da quell’attacco ma colpì lo stesso l’avversario con una zampata feroce che lasciò una traccia sul muso del pokémon di fuoco.

«Facciamogli vedere come si usa un attacco Graffio!» gridò Red indicando il primate selvatico.

Mankey emise il suo verso e si accasciò al suolo, ben prima di poter venir colpito da Charmander.

Il giovane richiamò il suo pokémon prima che potesse infierire sul suo avversario e successivamente lanciò una Poké Ball per catturarlo.

Mankey non aveva le forze per opporsi cosicché la Poké Ball neanche si mosse dopo aver racchiuso il piccolo primate.


«Quando Mankey inizia a tremare e la sua respirazione nasale diventa pesante significa che si sta infuriando. Tuttavia, a causa dei suoi repentini attacchi d'ira, è impossibile per chiunque sfuggire alla sua furia» trillò il Pokedex.

 

Dopo un veloce  ritorno al Centro Pokémon, Red si precipitò di nuovo sul percorso 22 desideroso di iscriversi alla Lega e di incontrare Blu.

Il rivale di Red lo incontrò a metà della stradina che conduceva all’edificio della Lega Pokémon.


«Credevo non ti presentassi, dopo la sconfitta di questa mattina… era plausibile avessi paura» mormorò il ragazzo passandosi una mano tra i capelli biondo scuro e infilando l’altra in tasca.


«Sono stato impegnato a catturare alcuni pokémon!» si difese Red pronto a una rivincita.


«Facciamo due contro due!» propose Blue.


«Va bene!» rispose di getto Red.


Il ragazzo decise di voler usare il suo nuovo Mankey per impressionare il suo rivale.

L’altro Allenatore aveva invece fatto uscire un Pidgey dalla sua sfera poké.

I due pokémon si fissarono in cagnesco e lo stesso fecero i due giovani.


«Un Pidgey? Mi aspettavo qualcosa di diverso dal grande Blue!» affermò Red.


Il nipote del Professor Oak si limitò a ordinare al suo alleato di utilizzare un semplice attacco Azione che centrò il bersaglio senza fare troppi danni.

 

«Mankey! Colpo basso!» sbraitò Red.
Poco dopo il piccolo primate iniziò a correre e poi strisciò a terra con una scivolata colpendo Pidgey dal basso verso l’alto.

Il pennuto si alzò in volo e sotto gli ordini del suo Allenatore eseguì un attacco “Raffica” sbattendo le ali e alzando un forte vento che raggiunse Mankey mandandolo a sbattere contro delle rocce lì vicino.

Il pokémon di tipo lotta non era più in grado di combattere.

«Volante batte lotta, sono le basi, pivello!» mormorò Blue agitando una mano mentre si metteva l’altra in tasca.

Red ringhiò di rabbia e ritirò il suo nuovo amico, lanciando in cambio la Poké Ball che conteneva Charmander.

 

Prima che potesse succedere altro una fiammata devastante partì dalla bocca della lucertola bipede e colpì il Pidgey mandandolo al tappetto con un solo potente attacco.


«Finirà come prima, è inutile che ti scaldi tanto!» affermò Blue lanciando in campo il suo Squirtle.


Charmander colpì con Braciere ma la resistenza al fuoco del pokémon tartaruga fece in modo che non ricevesse molti danni.


Blue era sicuro di sé e colpì con un attacco “Bolle” che ebbe un effetto devastante su Charmander, il quale però si rialzò con grande caparbietà.


«Fermo! Non ferirti ancora, non possiamo batterlo!» ammise Red notando che il suo Starter si reggeva a malapena in piedi.


«I pokémon devono battersi fino alla fine, non sai proprio cosa sia un vero Allenatore» mormorò scocciato Blue ritirando Squirtle per poi avvicinarsi a Red che fissava un punto imprecisato a terra.


«Preferisco che i miei pokémon non soffrano inutilmente, per me questo è più importante di vincere o perdere» disse il giovane dai capelli scuri.


«Sei ancora in tempo per tornare a casa, risparmiati tanti dispiaceri e rinuncia alla Lega. Ci vediamo in giro, perdente!» si congedò Blue andando via con le mani  in tasca.


Red strinse i pugni e poi proseguì dritto per diversi minuti fino a raggiungere la Sede della Lega Pokèmon, un maestoso e immenso edificio dove si effettuavano le iscrizioni per l’anno corrente della Lega.

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Capitolo 4
*** 4. Acchiappali tutti ***


Il ritorno sul percorso 22, dopo essersi iscritto alla Lega, portò molti pensieri a Red, i quali erano abbastanza negativi.

Il giovane aveva quasi terminato il suo primo giorno da allenatore visto che era pomeriggio inoltrato. Aveva perso due volte con Blue e anche se aveva catturato diversi pokèmon era giù di morale.

L’allenatore aveva intenzione di riposarsi a Smeraldopoli per poi partire la mattina presto verso il Bosco Smeraldo, a nord della cittadina.

I pensieri di Red furono interrotti da qualcosa che gli rubò il cappello.

Un pokèmon uccello diverso da Pidgey aveva tra il becco il prezioso copricapo del ragazzo e gracchiava soddisfatto il proprio nome.

 

«Dannato Spearow! Quel cappello possiede il marchio ufficiale della Lega Pokèmon!» gridò Red mettendosi subito a inseguire l’uccellaccio.

 

Spearow era un pokémon volatile molto piccolo dal piumaggio ruvido e un becco a uncino come i rapaci. La parte inferiore di Spearow era di colore beige, con due sottili linee, le sue zampe erano di un rosa scuro con tre artigli per ognuna, mentre le ali, di un rosso acceso,presentavanopunte color rosato. La schiena del pokémon era nera, con tre piume marroni nella coda.

 

L’allenatore si tolse una Pokè Ball dalla cintura e la lanciò verso il pennuto, tuttavia la sua mira lasciò a desiderare e un innocuo Rattata finì per sbaglio nella sfera.

Rattata era un piccolo roditore. La sua caratteristica più notevole erano i grandi denti. Come tutti i roditori, i suoi denti crescevano costantemente per tutta la vita, motivo per cui era nella sua natura rosicchiare continuamente. Aveva lunghi baffi, occhi piccoli e rossi e una coda leggermente arricciata. Il suo pelo era viola sulla schiena e color crema sulla pancia.

 

Lo Spearow si riposò sul ramo di un albero, essendo piccolo e avendo un peso sul becco, non riusciva a percorrere enormi distanze.

Red raccolse stranito la sua sfera e rimase sorpreso di aver catturato un pokèmon per errore, senza aver lottato con esso; da quello che sapeva capitava raramente, specialmente con le Pokè Ball più comuni.

«Rattata è estremamente cauto. Anche quando dorme tiene sempre le orecchie tese, muovendole come sonde. Non ha particolari esigenze di habitat: costruisce la propria tana ovunque» annunciò il Pokedex del ragazzo, registrando la sua nuova cattura.

 

Spearow fissò in cagnesco il giovane allenatore e poi spiccò nuovamente il volo.

Red fece uscire il suo nuovo pokèmon e Rattata subito si dimostrò collaborativo correndo all’inseguimento del pennuto con velocità sorprendente.

Il roditore corse sugli alberi e sulle rocce fino a intercettare Spearow in aria colpendolo con un poderoso attacco Azione.

I lpokémon di tipo volante ruzzolò a terra e Red corse a recuperare il suo cappello per poi fissare Rattata che, caparbio e affannato, era deciso a lottare per il suo nuovo Allenatore.

 

«Avanti, mio nuovo amico colpisci con Attacco Rapido!» gridò Red alzando una mano verso lo Spearow barcollante.

 

Rattata lo centrò in pieno e poco dopo la sfera pokè del giovane lo raggiunse catturandolo.

La Pokè Ball però si aprì poco dopo e il tenace pennuto si liberò dalla cattura rompendo lo strumento di cattura.

Rattata fu raggiunto da una beccata sul corpo, ma non si diede per vinto e caricò con tutte le sue forze a testa bassa il suo avversario mandandolo nuovamente al tappeto.

A Red restava solo una Pokè Ball e la lanciò con forza e precisione nuovamente contro l’ostico Spearow.

 

«Spearow emette un grido molto acuto, percepibile anche a un km di distanza. Quando questo grido riecheggia nei dintorni, questo Pokémon intende avvertire i suoi simili di un pericolo imminente» trillò il Pokedex confermando la quinta cattura del giovane Red.

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Capitolo 5
*** 5. Il Bosco Smeraldo - Parte I - ***


Red si trovava in un’area di sosta, pronto per entrare nel Bosco Smeraldo; edifici di questo genere erano presenti come divisori tra città e Percorsi per tutta la regione di Kanto. Alcuni erano anche sorvegliati da una guardia mentre altri no.

 

«Stai attento se vuoi andare al Bosco Smeraldo, è un vero labirinto! Quanti Pokèmon possiedi?» domandò una signora al giovane, che stava sistemando il suo zaino.

 

«Ne ho cinque e sono pronto a catturarne altri nel Bosco!» rispose festante Red con un largo sorriso.

 

«Hai un Rattata? Mi piacciono troppo quei topolini!» chiese la ragazza che era in compagnia della donna, probabilmente la figlia visto che le somigliava.

 

«Certo! Ha anche il suo bel caratterino!» affermò l’allenatore grattandosi la nuca.

 

Poco dopo salutò le due e s’incamminò verso il Bosco una volta per tutte.

 

La prima visione che ebbe Red fu quella di un ragazzo che sembrava intimorito da uno Weedle, un pokémon di tipo Coleottero.

Il tizio indossava una maglietta, un paio di shorts e un cappellino, e iniziò a correre verso il nuovo arrivato chiedendo aiuto.

 

«Sono venuto qui con gli amici per catturare questi pokémon, ma ho troppo paura degli insetti e non ci riesco!» sbraitò il giovanotto spiegando la faccenda.

 

Red ghignò divertito e fece uscire il suo Spearow pronto a fronteggiare quel Weedle.

 

Weedle era una piccola larva gialla di Pokémon, con un corpo segmentato. La creatura era scura con occhi circolari e tanto piccoli, una serie di piedi rosa e tondeggianti come il naso, quello appena più grosso; possedeva inoltre un pungiglione sia sulla coda che sulla testa.

 

«Spearow, attacco Beccata!» intimò Red al suo ultimo pokémon catturato, il quale partì alla carica, fiero, verso il suo nuovo avversario.

 

Weedle incassò il colpo di becco e rotolò vicino a un grande albero, poco dopo saltò verso il volatile e provò a colpirlo con il suo corno, tuttavia Spearow venne solo preso di striscio da quell’attacco.

 

Una carica con tutto il corpo spedì nuovamente a terra il pokémon insetto che venne raggiunto da una sfera poké lanciata da Red e, dunque, successivamente catturato.

 

«Weedle ha un senso dell'olfatto estremamente sviluppato. Riesce a distinguere le sue foglie preferite da quelle che lo disgustano semplicemente annusandole con il grande naso rosso», annunciò il Pokèdex mentre il giovane allenatore teneva in mano la Poké Ball.

 

«Ora la mia squadra è al completo!» affermò soddisfatto il ragazzo.

 

«Ci sono i miei amici in giro, lotta con loro e la tua squadra diventerà più forte!» disse il ragazzo di poc’anzi, per poi allontanarsi a passo svelto dalla foresta.

 

Un sentiero di terra battuta divideva in tre direzioni la strada ai piedi dall’albero dove si trovava il piccolo Weedle.

Red curò il suo nuovo pokémon con una pozione e poi si mise a esplorare bene il Bosco Smeraldo.

 

Si tenne sul sentiero alla sua sinistra per alcuni minuti e si perse ad ascoltare i rumori della foresta illuminata dal sole.

 

Una fitta vegetazione iniziò a interrompere la stradina in terra battuta percorsa dal giovane finché diversi alberi non si stagliarono di fronte a lui.

 

«Di qua non si va da nessuna parte…» mormorò l’allenatore, osservando un gruppo di Weedle strisciare vicino a un albero.

 

Red pensò che fosse un buon modo per addestrare i suoi pokémon.

Spearow sconfisse un paio di pokémon insetto e Rattata si occupò del più tenace guadagnando a sua volta esperienza e imparando “ Attacco Rapido”.

Il ragazzo tornò sui suoi passi e decise questa volta di proseguire verso destra.

 

Un giovanotto che veniva verso Red calciò un sasso per terra e imprecò frustrato.

 

«Caspita, ho visto un Pikachu dormire su un albero poco più avanti, ma ho finito le mie Poké Ball e non posso catturarlo» mormorò il tizio a Red.

 

Il ragazzo lo ringraziò per l’informazione e partì di corsa nella direzione indicata.

 

Dopo pochi minuti cercò di capire in quale dei tanti alberi vi era un Pikachu addormentato.

Pikachu era molto raro da trovare e il Bosco Smeraldo era il suo habitat naturale. Red riuscì finalmente a scorgere la rara creatura e ne fu felicissimo.

Vicino all’albero dove era appisolato vi era un gruppetto di Caterpie che brucavano l’erba.

 

Pikachu era un piccolo roditore con una notevole capacità di immagazzinare energia elettrica. La sua pelliccia gialla presentava due strisce marroni sul dorso, le orecchie all’insù erano macchiate di nero sulle punte e una piccola bocca a forma di tre rovesciato rendeva il visetto del pokémon ancor più grazioso perché posizionata tra due guance paffute e rosse; occhietti neri dentro cui spiccavano due pupille bianche facevano sì che la creatura apparisse molto vispa e intelligente. Con cinque dita nelle zampe posteriori e tre invece in quelle posteriori, un Pikatchu maschio si distingueva da un altro di sesso femminile grazie alla presenza di una lunga coda a forma di fulmine all’estremità, che diventava invece cuore nel genere opposto.

 

Con grande stupore, Red vide che quell’esemplare era appunto una femmina.

Il suo piano di cattura fu complicato da dei piccoli Caterpie che disturbato dalla sua presenza gli spararono addosso un attacco Millebave.

 

Caterpie aveva un corpo serpentino e segmentato e assomigliava a una larva a causa del suo colore verde ad anelli gialli, inoltre aveva un paio di antenne rigide di colore rosso, grandi occhi neri contornati di giallo, una strana bocca sferica e quattro zampe gialle, la stessa tintache colorava la punta della coda allungata.

 

Pidgey si liberò dei pokémon coleotteri con un paio di Attacchi Raffica spedendoli nel verde della vegetazione in modo che non disturbassero Red e la sua intenzione di catturare quella Pikachu.

 

Il pokémon di tipo volante fu raggiunto da un fulmine che lo mandò subito al tappeto e successivamente la piccola Pikachu fece capolino.

Red fece ritornare Pidgey nella sua sfera e mandò in campo il suo Charmander.

Pikachu fece scorrere scariche elettriche sulle sue guance rosse e poi cercò di colpire la salamandra bipede con un Tuonoshock.

Lo starter schivò il colpo e lanciò dalla bocca il suo attacco Braciere sotto ordine di Red.

La piccola pokémon gialla fu presa in pieno, ma partì all’attacco graffiando il viso di Charmander.

 

«Ora è il tuo turno di usare l’attacco Graffio! Finiscila!» sbraitò il giovane al suo compagno alzando una mano verso i due pokémon che lottavano.

 

La zampa artigliata di Charmander colpì il viso della Pikachu mandandola al tappeto e poco dopo una sfera lanciata da Red risucchiò la creatura.

 

Lo strumento di cattura rotolò incerto e si mosse a terra più volte, tuttavia dopo un terzo movimento circolatorio si fermò.

 

Red notò che la sfera era bloccata perché aveva già sei pokémon attivi registrati dal Pokédex, il quale strumentogli descrisse, come di conseguenza, le caratteristiche della sua nuova cattura.

 

«Quando Pikachu incontra qualcosa che non conosce lo colpisce con una scarica elettrica. Nel momento in cui la piccola bocca gli si annerisce, è evidente che questo Pokémon ha emesso una scossa troppo forte» trillò lo strumento rosso.

Il giovane allenatore s’incamminò per il sentiero, felice della sua nuova cattura e desideroso di usare la sua nuova amica il prima possibile. Pensò pure a quale dei suoi pokémon lasciare indietro una volta arrivato alla prossima città.

Tuttavia la sua avventura nel Bosco Smeraldo era appena incominciata.

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Capitolo 6
*** 6. Il Bosco Smeraldo - Parte II- ***


Il giovane Red fissava un suo coetaneo.
Entrambi i ragazzi erano immersi nel silenzio del bosco, interrotto solo dai rumori di quel luogo circondato dalla fitta vegetazione.

I due allenatori stringevano le loro sfere poké tra le mani ed erano pronti alla sfida.

L’avversario di Red era un “Pigliamosche”, una categoria di allenatori che utilizzavano solo pokémon di tipo insetto.

Il giovane indossava un cappello di paglia, una canottiera bianca e deipantaloncini blu chiaro.

I suoi capelli erano scuri così come i suoi occhi.

La lotta sarebbe stata disputata con l’utilizzo di due pokémon a testa nonostante Red ne avesse ormai sette.

 

«Vai,Caterpie!» sbraitò il Pigliamosche.

 

«Mankey, scelgo te!»ribattè Red.

 

Il pokémon insetto e quello di tipo lotta si studiarono per un lungo istante, poi sotto gli ordini del proprio allenatore il pokémon scimmiesco partì in corsa e poi in scivolata contro Caterpie colpendolo con un “Colpo Basso”, tuttavia anche se colpito il coleottero incassò bene il colpo.

 

«Caterpie, Millebave!» tuonò il Pigliamosche e in pochi attimi il piccolo bruco verde

sputò una specie di ragnatela addosso a Mankey rallentando i suoi movimenti; successivamente lo caricò con un attacco “Azione” e lo centrò sul muso.

Con un grido acuto il primate accusò il colpo, ma si tenne comunque pronto a ribattere.

 

«Resisti! Finiscilo con Graffio!» ordinò Red puntando il dito contro il tenace Caterpie.

 

Accecato dalla furia il pokémon lottatore partì all’attacco e con una zampa picchiò forte la testa del suo avversario mandandolo al tappeto e ottenendo così la vittoria.

 

«Dannazione! Ora vai,Weedle!» ringhiò il Pigliamosche lanciando in campo un altro insetto.

 

«Ne ho uno anche io, ma non lo userò contro un suo simile! Mankey, rientra!»affermò

Red con un sorriso richiamando il suo scimmiesco compagno.

 

«Spearow!» chiamò il giovane lanciando in campo la sua sfera.

 

Red si ricordava di come il suo pokèmon volante avesse contribuito a catturare facilmente il suo di Weedle.

Anche Pidgey era stato utile contro alcuni Caterpie, ma la sua Pikachu l’aveva messo al tappeto quando lui l’aveva catturata.

 

«Beccata!» sbraitò subito Red e il pokémon uccello si lanciò sul suo avversario con il suo becco affilato pronto a colpire.

L’attacco fu devastante e decisivo e non dette tempo al Pigliamosche di reagire.

Red aveva vinto la sua prima lotta.

Il Pokedex registrò il suo successo e caricò i punti Allenatore sul suo conto.

 

Il Pigliamosche se ne andò sconsolato senza dire una parola, ma a Red poco importava: era felicissimo per la vittoria. Festeggiò accarezzando il suo Spearow che gli si posò sulla spalla.

 

L’allenatore proseguì la sua camminata attraverso la foresta e continuò lungo il sentiero, fino a trovarsi davanti a un nuovo bivio.

Sulla sinistra c’era un passaggio che s’apriva nella fitta vegetazione, mentre verso nord il sentiero proseguiva anche se coperto in certi punti dall’erba.

 

Red decise di proseguire dritto e dopo alcuni minuti di cammino notò un ragazzo in un campo fiorito, intento a fare un pic-nic.

 

«Ehy, ciao, posso mettermi qui vicino a te a mangiare un boccone?» chiese sorridente il giovane all’altro che lo guardò sorpreso.

 

«Certo! Piacere io sono Doug!» affermò il ragazzo presentendosi a Red, che si introdusse a sua volta.

 

Il ragazzo di Biancavilla si sistemò e poi iniziò a mangiare un panino vicino a Doug con cui iniziò a chiacchierare.

Red notò il cappello di paglia e i retini tipici dei Pigliamosche sistemati poco più in là e chiese al giovane se anche lui fosse un fan dei pokémon coleottero.

 

«Certo! Vengo spesso qui da Plumbeoboli. Mi trovo con gli altri Pigliamosche per allenare i nostri amici e per provare a catturare i coleotteri più rari» affermò fiero Doug con un sorriso.

 

«Che ne dici di una lotta allora?» chiese Red alzandosi in piedi dopo aver completato il suo veloce pasto.

 

Il Pigliamosche accettò di buon grado e mandò in campo il suo Weedle.

Red partì col suo Rattata e la lotta ebbe inizio.

 

L’insetto colpì il roditore con Velenospina e lo avvelenò. Malgrado ciò, Rattata riuscì a metterlo in difficoltà per mezzo di un primo Attacco Rapido che causò gravi danni a Weedle, e solo con una seconda mossa il tenace pokémon insetto venne sconfitto.  Tuttavia il veleno su Rattata e i colpi subiti fecero in modo che Red dovesse ritirare il suo amico e mandarne in campo un altro.

 

«Vai, Kakuna, scelgo te!» disse Doug facendo uscire il suo secondo e ultimo pokémon.

 

Kakuna era una crisalide di colore giallo, dalla testa tondeggiante e gli occhi neri a forma triangolare.

Esso era la forma evoluta di Weedle, che fu proprio il pokémon mandato in campo da Red.

 

«Un bello scontro da coleotteri! Mi piace!» affermò Doug, dicendo al suo Kakuna di usare “Rafforzatore”.

 

Weedle lanciò un attacco Velenospina, ma non fu molto efficace in quanto Kakuna continuava a rafforzarsi nonostante il pungiglione del pokémon rivale sparasse veleno senza concedergli tregua. Nel mentre i due allenatori apparivano provati dal proseguimento dello scontro.

 

«Come puoi vincere se non ha mosse offensive?» chiese Red dopo diversi momenti di noia durante quella lotta.

 

«Solitamente lo ritiro dopo un po’ e faccio lottare Weedle così da fargli fare l’esperienza di cui ha bisogno. Voglio che diventi un Beedril al più presto! Possiedo un altro Weedle, in questo modo, assieme a Kakuna e Beedril, la mia squadra sarà al completo!» rispose Doug mentre finalmente il pokémon di Red aveva ottenuto la vittoria.

«Hai ancora un pokémon quindi?» domandò Red dopo la sua seconda vittoria.

 

«Sì, ma hai vinto tu! Userò il mio secondo Weedle in caso di emergenza quando tornerò verso casa. Grazie della lotta!» concluse infine Doug indicando poi a Red la via più facile per Plumbeopoli

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Capitolo 7
*** 7. Arrivo a Plumbeopoli ***


Red camminava da qualche minuto sul sentiero indicatogli da Doug poco prima; non vi incontrò nessuno fino a quando non scorse un altro ragazzo con un look tipicamente da Pigliamosche, comprendente di pantaloncini corti e cappello di paglia.

 

Era intento a salire su un albero da cui ridiscese poco dopo con un Metapod tra le mani, che pensò a far entrare nella sua sfera pokè.

 

I Metapod erano crisalidi, ovvero la forma intermedia tra il bruco e la farfalla dei Caterpie, prima di diventare Butterfree. Per evolversi, si ricoprivano di seta che andava poi indurendosi come l'acciaio, e rimanevano dunque pazientemente in attesa dell’evoluzione.

«Ho visto che hai catturato un Metapod! Non ne ho ancora affrontato uno, lottiamo?» domandò il giovane allenatore.

 

Poco dopo Mankey si era liberato facilmente del Caterpie del Pigliamosche e finalmente Red avrebbe visto un Metapod in azione.

Lo strano entusiasmo del giovane fu più chiaro una volta che ebbe ritirato il suo Mankey per far spazio a Weedle.

«Quel Metapod che hai appena preso conosce sicuramente solo “Rafforzatore”.  Non avresti dovuto mandarlo in campo, sarà esperienza facile per il mio amico qui!» affermò saccente Red indicando il suo Weedle.

Un velenospina del pokémon insetto avvelenò il suo avversario che dopo un paio di colpì finì K.O. senza fare neanche un graffio all’altro Coleottero.

 

Poco dopo Weedle cominciò a brillare di una forte luce bianca e iniziò a mutare evolvendosi.

La metamorfosi durò un paio di minuti e infine Kakuna rimpiazzò la sua forma precedente.

«Visto? Meglio farli evolvere mediante l’esperienza, che catturarli già evoluti!» affermò Red facendo un occhiolino al Pigliamosche e gesticolando con le dita in segno di vittoria.

Recuperato il suo nuovo pokèmon, il giovane proseguì nel Bosco.

Aveva passato lì quasi tutto il pomeriggio, infatti solo al tramonto giunse quasi alla fine, vedendo in lontananza la tanto attesa uscita dal bosco che lo avrebbe condotto a Plumbeopoli.

 

«Non così in fretta!» affermò qualcuno piombando a terra da un albero.

 

«Accidenti! Mi hai fatto prendere un colpo! Sta iniziando a calare il sole e trovo questo scherzo di pessimo gusto!» affermò Red infastidito.

 

«Prima di andare verso Plumbeopoli ti attende ancora una sfida! Quella contro di me!» disse saccente il ragazzo.

Aveva capelli e occhi marroni, una canotta verde  scuro e pantaloncini corti neri, infine sulla testa aveva il solito cappello tipico dei Pigliamosche.

 

«Ho battuto tutti i tuoi amici, sono stanco e voglio andare a Plumbeopoli per riposarmi, non mi va un’altra lotta»rispose il giovane stizzito.

 

«Capisco, hai troppo paura…Volevo solo proporti uno scontro con solo un pokèmon a testa» mormorò il Pigliamosche .

 

«Va bene, vedrò di fare una cosa veloce!»sospirò infine Red lanciando in campo il suo Charmander.

 

«Sarà una sfida interessante! Vai,Beedril!» tuonò il nuovo avversario del ragazzo.

Il pokèmon coleottero fece la sua comparsa e Charmander si preparò a combatterlo.

Beedrill assomigliava a una vespa bipede e come tale possedeva delle ali arrotondate, ma a differenza di queste, Beedrill aveva solamente quattro zampe invece che sei. Beedrill aveva la testa rotonda con la bocca leggermente appuntita, gli occhi grandi, rossi e lucidi; vantava inoltre di due antenne a forma di sette. Le sue gambe erano collegate al corpo tramite il torace, che era caratterizzato da due fasce di colore nero; all'estremità posteriore del torace era presente un grande aculeo conico.

Beedril attaccò per primo colpendo tre volte con i suoi aculei sulle zampe anteriori.

Charmander incassò le botte prese digrignando i denti, per poi spalancare le fauci ed emettere un potente “Braciere” sotto l’ordine del suo allenatore.

 

Beedrill venne preso in pieno dal fuoco sparato dalla lucertola bipede e iniziò a sbandare mentre volava, visto il grande quantitativo di danni che aveva subito.

«Attacco Velenospina!» sbraitò il Pigliamosche al suo pokèmon.

«Finiamo questa battaglia, Charmander! Graffio!» disse invece Red.

 

I due pokèmon si colpirono a mezz’aria dopo un balzo enorme di Charmander.

Solo il pokèmon di Red si alzò sulle sue zampe e quindi il giovane vinse anche questo suo ultimo incontro nel Bosco Smeraldo.

 

Dopo aver ripreso il cammino, pochi minuti dopo un cartello annunciava a Red un’area di sosta appena più avanti assieme all’uscita dal Bosco Smeraldo.

 

Il ragazzo si lasciò andare su uno dei tavoli dell’area di sosta e bevve dalla sua borraccia.

 

«Sai ragazzo, ci sono degli alberi più fragili che puoi tagliare con una mossa speciale! In modo che tu possa prendere delle scorciatoie così da non stancarti troppo!>> affermò un anziano seduto poco distante.

 

«Mi avrebbe fatto sicuramente comodo»ribattè il giovane recuperando un po’ le forze dopo quella lunga camminata nel bosco.

«Dovrai farci l’abitudine, alcuni pokèmon si trovano solo nelle grotte o nei boschi. Se vuoi prenderli tutti dovrai darti da fare!»affermò un  altro tizio, anche lui  abbastanza stanco e provato dall’esplorazione.

«Ne è valsa la pena! Ho catturato qualche nuovo pokèmon e il mio Weedle si è anche evoluto dopo poche battaglie!»rispose Red al giovane.

«Io avrei chiesto al mio pokèmon di fermare l’evoluzione, Weedle è più carino di Kakuna. Sotto un ordine diretto unpokèmon può fermare questo processo, basta dirglielo!» disse una ragazzina lì vicino mentre sorseggiava una bevanda.

 

Dopo aver fatto ancora quattro chiacchere e aver salutato tutti Red lasciò  l’area di sosta e dopo un breve tragitto su una stradina si trovò finalmente nella città di Plumbeopoli!

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Capitolo 8
*** 8. la città di Plumbeopoli ***


Red si svegliò quella mattina all’interno del Centro Pokèmon e dopo aver fatto una buona colazione raggiunse la hall dell’edificio.

Un ragazzo stava giocando in compagnia del proprio Jigglypuff mentre altri due se ne stavano a discutere di un possibile scambio di un Pikachu con un Clefary.
Red si fermò a osservarli decidendo così di dare un’occhiata al suo di Pikachu.
Aveva chiamato il Professor Oak a cui aveva inviato il Pidgey per poter sbloccare la sfera del suo Pikachu considerando che aveva con sé già sei pokèmon quando l’aveva catturato.

Il piccolo roditore elettrico uscì dalla sua sfera e fissò Red un po’ intimorito.

«Ehi, ti va di allenarci un po’ insieme, piccolina?» le disse accarezzandole la testolina.

La Pikachu osservò Red guardinga e poi seguì titubante il giovane mentre si dirigeva fuori dal Centro Pokèmon.

 

«Cosa? Il Team Rocket è al Monte Luna?»sbraitò un signore anziano e  distinto in giacca e cravatta mentre parlava al telefono, per poi superare velocemente il ragazzo e uscire dal Centro.

Il Team Rocket era una banda di criminali che rubava e vendeva Pokèmon in maniera illegale, portando inoltre scompiglio in tutta la regione di Kanto.

Red non fece tanto caso all’uomo, deciso com’era a esplorare cittadina di Plumbeopoli:più grande di Biancavilla e Smeraldopoli, costituiva, assieme alla palestra,  il famoso Museo.

Red aveva scorto un piccolo sentiero fuori dalla cittadina, perfetto per allenare il suo nuovo Pokèmon.

«Non ci sono molti Allenatori validi da questa parte, siamo pieni di Pigliamosche!» affermò un uomo corpulento rivolto a un altro che era appoggiato allo steccato bianco di un cortile.

«Ehi, tu con quel Pikachu! Potresti darmi una mano con dei pokèmon selvatici?» domandò quello che poteva sembrare un contadino in salopette e cappello di paglia.

«Stavo giusto pensando di allenare un po’ il mio nuovo acquisto!» rispose entusiasta Red.

«Dei Rattata e dei Caterpie continuano a rovinarmi il raccolto, puoi combatterli e mandarli via mentre io vado a comprare dei Repellenti al Pokè Market?»domandò il contadino.

Il ragazzo pensò che anche lui sarebbe dovuto andare a comprare qualche strumento più tardi.

Il giovane accettò di buon grado l’incarico e sconfisse diversi Rattata e Caterpie grazie al Tuonoshock della sua nuova Pikachu. Riuscì pure a catturare un Caterpie, anche se non era interessato a usarlo in battaglia, ma solo per ampliare la sua collezione di pokèmon.

Il contadino ringraziò il ragazzo di Biancavilla e gli regalò alcuni Repellenti al fine di sdebitarsi per il disturbo.

Red camminò per la città guardandosi intorno, quando gli sfrecciò accanto una bambina che rincorreva un Nidoran maschio piuttosto disubbidiente.

«Ehi, ciao, sei già stato al Museo?» domandò poi un ragazzo che reggeva dei volantini e vestito con una divisa chiara.

«Veramente no» rispose Red tutt’a un tratto incuriosito.

«Allora seguimi, sono sicuro che ne varrà la pena» affermò allegra la guida turistica.

L’allenatore fece come ordinato e in poco tempo arrivarono al Museo, una struttura su due piani che aveva una presenza antica e importante.

«Certo, l’ingresso non è gratuito però sono sicuro che dentro troverai cose interessanti» si congedò infine il giovane mentre Red lo salutava per poi andare a pagare il suo biglietto alla cassa.

 

Le esposizioni erano davvero interessanti: fossili di pokèmon antichi erano in mostra in apposite teche e i vari Kabutops e Aerodactyl, tra tutti, catturarono l’attenzione di Red.

Al piano di spora si teneva una mostra sullo spazio e sulle pietre Lunari, ma il ragazzo non ne fu particolarmente colpito.

 

Dopo aver allenato Pikachu e aver visitato la città e il suo Museo Red fu determinato ad affrontare Brock, il Capopalestra di Plumbeopoli.

L’allenatore iniziò a dirigersi verso la Palestra e fu subito intercettato da una ragazza carina e tutta festante.
Aveva capelli castani e grandi occhi color mogano e vestita con un top e una minigonna.

«Sei un allenatore? Hai per caso Clefary? Dicono che provengano dallo spazio!» domandò la giovane con la luce negli occhi.

Red si grattò la testa e la osservò per un lungo istante, anche un po’ imbarazzato.

«No… mi dispiace»mormorò mortificato.

La giovane rimase un po’ delusa e poi gli augurò buona fortuna per il suo incontro in palestra.

 

L’edificio era abbastanza piccolo, con un solo piano, vi era un vasto terreno in terra battuta e al centro un sentiero dal pavimento in ciottoli.
Pietre di varie dimensioni erano disseminate tutt’intorno e una più grande di tutte primeggiava come piedistallo sul fondo della stanza.

Brock aveva capelli castani sparati all’insù e gli occhi scuri, i suoi lineamenti erano gioviali ma provati allo stesso tempo, lasciando in dubbio circa la sua vera età.
Il capopalestra indossava un gilet marrone chiaro e arancione, portato sopra una t-shirt nera, inoltre vestiva pantaloni da lavoro verde scuro e scarpe da trekking scure.

L’assistente della palestra andò verso Red chiedendo se volesse disputare un match contro Brock.

Il giovane rispose positivamente alla domanda.

«Hai già altre medaglie?» domandò l’uomo in giacca e cravatta e dai spessi occhiali da vista.

«No, è la mia prima lotta…»confessò imbarazzato il giovane.

I capipalestra possedevano vari set di pokèmon in base alla forza dei loro sfidanti, non vi era dunque un ordine cronologico per ottenere le medaglie, e proprio per tale motivo bisognava rendere le sfide sempre equilibrate.

L’assistente prese nota dei dati di Red e poi parlò di nuovo: «Come da regolamento, per qualificarti alla lotta devi battere alcuni apprendisti del capopalestra, ma visto che si tratta della tua prima lotta ne affronterai solo uno» affermò l’uomo.

 

Poco dopo Red si trovò a sentirsi teso e carico per il suo match di qualificazione.

«Questa sarà una lotta due contro due!»dichiarò l’arbitro della palestra e poco dopo un ragazzo con un completo da Campeggiatore di un verde chiaro fece capolino.

«Sono Liam, e sono pronto a farti vedere che le lotte in palestra non sono una passeggiata, neanche quelle di qualificazione! Ci vorranno anni luce perché tu raggiunga Brock!»affermò il giovane dai capelli bruni e gli occhi color cioccolato.

«Verrai sconfitto alla velocità della luce, invece!»rispose sicuro Red stringendo tra le dita la sua sfera pokè.

 

 

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Capitolo 9
*** 9. Red vs Brock ***


L’assistente di Brock mandò in campo un Geodude, Red invece il suo Mankey.

 

I Geodude erano dei massi marroncini-grigiastri con un paio di occhi e una grossa bocca; inoltre avevano un paio di braccia molto robuste con cinque dita simili a quelle umane ma fatte di pietra.

Lo sfidante ordinò al suo compagno scimmiesco di colpire con un attacco graffio, ma il corpo resistente del pokèmon avversario fece in modo che subisse pochi danni.

Geodude aggredì con furia Mankey che fu fatto volare contro una delle rocce intorno all’arena.
Red gridò incitando il suo pokèmon alla carica così anche da sferrare un Colpo Basso.

Il piccolo lottatore cadde in scivolata sul terreno levigato di pietra, e una volta sotto Geodude lo colpì con un calcio proprio centro del corpo tondeggiante.

La creatura rocciosa volò in alto e accusò il colpo, cascando verso il terreno. Poi usò il suo attacco Ricciolscudo per subire meno danni dalla caduta.

«Geodude, finiscilo!» ordinò l’allenatore. I due pokèmon sferrarono un pugno l’uno contro l’altro, ma su istruzione di Red, Mankey colpì al fianco l’avversario per mezzo di un Colpo Karate mentre schivava la mossa del suo nemico roccioso.

 

«Geodude è K.O. Red vince il primo incontro!» annunciò l’arbitro.

L’incontro riprese subito dopo, Red ritirò il suo pokèmon e spedì in campo Charmander.

L’assistente di Brock invece optò per Sandshrew, un armadillo con il corpo quasi interamente ricoperto di scaglie color giallo sabbia che ricordavano molto una parete di mattoni; soltanto la pancia e il muso, che erano bianchi, non avevano queste scaglie. I suoi arti terminavano in artigli bianchi, due nei piedi e tre nelle mani; aveva piccole orecchie dall'interno bianco, grandi occhi neri e una robusta coda.

Red ordinò alla sua lucertola bipede di usare Braciere, così la piccola creatura sparò del fuoco dalla bocca investendo completamente il Sandshrew e arrecandogli parecchi danni. Tuttavia esso reagì con un Turbosabbia, mettendo in difficoltà Charmander, che mancò un attacco Graffio ordinato intanto dal suo allenatore.

Il piccolo armadillo colpì con una zampata il viso del pokèmon di fuoco, che accumulò la sua rabbia. Charmander venne percosso ancora una volta, ma trattene la sua aggressività per poi farla esplodere dopo un terzo colpo ricevuto in un devastante attacco Ira che mandò al tappeto il nemico.

Red esultò per la sua qualificazione all’incontro di Brock, venendo annunciato dall’arbitro come vincitore.

 

Più tardi, una volta curati i suoi pokèmon per mezzo di una macchina apposita, il giovane fu pronto al suo vero e proprio scontro in palestra.

 

Brock lanciò la sua sfera e ne uscì un Geoudude, nulla che il giovane non avesse già sconfitto. Questa volta però Red invece di Mankey iniziò con Charmander.

Decise che gli altri suoi pokèmon fossero inadatti contro la creatura di tipo roccia.

 

«Colpiscilo subito con Sassata!» partì subito il Capopalestra. Il suo pokèmon dunque usò il potere di controllare delle pietre vicine per poi scagliarle su muso di Charmander, mandandolo al tappeto.

Red si preoccupò per il suo amico che però si alzò e, colto dalla furia, iniziò a sparare un turbine di fuoco dalla sua bocca, causando diversi danni al suo nemico.

«Geodude, usa Azione!»ordinò Brock, e la creatura rocciosa caricò con tutto il corpo la salamandra bipede facendola impattare contro un masso.

«Avanti amico, ho bisogno di te! Puoi farcela!»lo rincuorò Red e il piccolo mostriciattolo di tipo fuoco saltò in aria e poi calò verso Geodude,il quale tuttavia parò il Graffio di Charmander con il suo Ricciolscudo.

Improvvisamente gli artigli del piccolo pokèmon arancione divennero duri come il ferro e sfondarono le difese dell’avversario centrandolo e spedendolo K.O.

«Sei stato molto bravo, ti faccio i miei complimenti, ma ora il livello di questa sfida si alzerà ulteriormente!»affermò Brock mandando in campo il suo Onix.

Onix assomigliava a una lunga serpe gigante fatta con una catena di rocce grigie e una spina rocciosa sopra la testa. Il corpo di Onix diventava sempre più levigato con l'avanzare dell'età.

«Visto dal vivo è davvero enorme!» farfugliò Red mentre mandava all’attacco il suo Charmander. Un Ferroartigli scalfì il corpo di pietra del serpente gigante, tuttavia l’attacco successivo fu devastante per lo starter di Red che andò al tappeto anche a causa della stanchezza del suo incontro con Geodude.

Il pokèmon del Capopalestra aveva usato la sua specialità ovvero “Rocciotomba” .
Sbattendo tre volte la sua possente coda a terra aveva fatto crollare diverse rocce su Charmander mettendolo K.O.

 

Ora a Red non restava che mandare in campo il suo Mankey.

 

Il piccolo pokèmon scimmiesco non sembrò intimorito da Onix e, schivando un suo attacco Rocciotomba, lo colpì poi con un Colpobasso sotto ordine diretto del suo allenatore.

«Non vincerai questa medaglia così facilmente!» sbraitò Brock e poi ordinò al suo Onix un attacco Legatutto.

Mankey fu afferrato dall’enorme coda e stritolato, tuttavia Red non si diede per vinto.

«Puoi sconfiggerlo! Colpokarate!»lo caricò il giovane e il suo amico primate lo ascoltò.

Il pokèmon colpì una prima volta la coda dell’Onix così di fargli mollare la presa, poi anche se dolorante e allo stremo delle forze riversò un secondo colpo devastante al muso del suo avversario che traballò pericolosamente e cadde pesantemente quasi sopra Mankey; quest’ultimo rotolò appena di lato per evitare di venire travolto dalla caduta del serpentone roccioso.

«Onix è stato sconfitto! Red vince ufficialmente la medaglia Sasso» dichiarò il giudice a un festante Red e a un sorpreso ma compiaciuto Brock, sancendo la fine di quella emozionante battaglia.

 

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Capitolo 10
*** 1O. Sfide sul percorso 3 ***


Il Percorso 3 iniziava con un sentiero costeggiato da alcune alture rocciose, fuori dalla strada in terra battuta vi era un grande spazio dall’erba corta, l’ideale per affrontarsi in diverse lotte.
La continuazione del percorso era coperta da una piccola montagna.

Alcuni allenatori si stavano sfidando e poco più in là Red riconobbe un Pigliamosche incontrato al Bosco Smeraldo.

«Ehy Doug!» lo salutò il giovane avvicinandosi a lui, mentre lo vedeva intento a nutrire il suo Kakuna.

«Red! Già vai via da Plumbeopoli?» domandò l’amante dei Pokèmon insetto.

«Ho vinto la medaglia della palestra, ho vistato il museo, ho fatto un lavoretto per un tizio in città. Direi che non c’è molto altro da fare per me qui!»rispose l’allenatore con una scrollata di spalle mentre teneva il suo zaino.

«Pensavo anche io di partire. Conosco a memoria il Bosco e questa città. Mi preparerò a dovere e andrò in cerca di pokèmon coleottero!»affermò sognante Doug.

«Il tuo Kakuna è in gran forma, presto si evolverà! Anche il mio Weedle si è evoluto!» lo incalzò Red.

«Non avevi anche un Rattata? Anche se ora credo tu abbia un team completo»rispose il Pigliamosche.

«Certo, Rattata è sempre con me! Ma ho anche dei nuovi amici con me! Ho un Caterpie e un Pidgey dal Professor Oak, gli manderò i pokèmon che catturerò ma che magari non troverò adatti alle lotte»disse il ragazzo osservando nuovamente gli allenatori lottare mentre parlava con Doug.

«Quando avrò un Beedril ti sfiderò di nuovo, per ora ti lascio a scontri più interessanti!» concluse infine Doug facendo cenno con la testa al suo amico indicandogli nuovi avversari.

 

«Ciao, piacere sono Ben, ti va di lottare, ho battuto tutti qui nei dintorni, sto cercando una nuova sfida!»esordì un ragazzo con un capellino al rovescio, t-shirt e pantaloncini corti.

«Sono sempre pronto per una sfida!» rispose Red con un sorriso soddisfatto.

«Due pokèmon a testa allora»affermò Ben lanciando in campo il suo Rattata.

«Vai, Spearow!» sentenziò il giovane avversario lanciando la sua sfera.

Il pokèmon volatile subito fu pronto a eseguire un comando del suo allenatore, ma la sua beccata fallì e un attacco rapido del piccolo roditore lo sbilanciò mentre era in picchiata mandandolo al tappeto con un singolo devastante colpo.

Red era incredulo, aveva appena battuto un capopalestra e ora era in difficoltà con un semplice allenatore?

«Pikachu, pensaci tu!» gridò il ragazzo.

I due contendenti fecero uso di “Attacco rapido”, la testa dei due roditori collimò e il topo elettrico ebbe la meglio, senza perdere tempo eseguì un potente “Tuonoshock” sotto comando di Red e pose fine alla contesa.

«Ekans, è il tuo turno! Battilo come hai fatto con gli altri allenatori!»tuonò Ben lanciando in campo un pokèmon che sembrava serpente.

Ekans aveva un sonaglio sulla punta della coda ed era prevalentemente viola, mentre il suo ventre, gli occhi, il sonaglio e le strisce su di esso eranogialle.

Il sibilo di quel rettile spaventò Pikachu che però provò il suo “Attacco rapido”, l’avversario incassò il colpo senza tanti complimenti e poi Ben ordinò al suo compagno di eseguire “Velenospina”. Dalla coda del serpente partì quello che sembrava un chiodo e centrò il ventre giallo di Pikachu.
Il danno non fu molto, ma poco dopo il piccolo topo non si sentì molto bene.
Era stato avvelenato.

«Avanti con un Tuonoshock, dovremmo farcela!»incoraggiò Red al suo piccolo amico in difficoltà.

«Avvolgibotta!» sbraitò Ben dopo chel’Ekans era anche riuscito a resistere a una scarica elettrica di Pikachu.

Il corpo del rettile si strinse attorno al pokèmon di Red e nonostante il danno sembrava essere lieve, il veleno e quella stretta fecero soccombere il mostriciattolo elettrico.

Red aveva perso. Non gli capitava dalla battaglia con Blue.

«Sono il migliore del Percorso 3!» festeggiò Ben con il suo Ekans, mentre i suoi punti Allenatore aumentavano a discapito di quelli di Red.

Il giovane si congratulò con lui stringendogli la mano.

«Sulla mappa ho visto un Centro Pokèmon prima del Monte Luna, a fine giornata mi darai un rematch? Voglio battere anch’io tutti quelli su questo percorso per poi sfidarti ancora»chiese Red fissando intensamente l’altro ragazzo.

Egli accettò e poi lasciò il ragazzo a pensare a quella sconfitta mentre camminava sul sentiero di terra battuta con le mani in tasca.

Dopo qualche minuto una voce lo riportò alla realtà.

«Non te la prendere dai, Ben ci ha battuti tutti. In più è un peccato che un bel faccino come il tuo sia imbronciato»lo incalzò una ragazza che nutriva un suo pokèmon alla fine di quel sentiero.

«Quello è un Nidoran Femmina!»si limitò a dire Red puntano contro di esso il suo Pokèdex.

«Nidoran♀ è un Pokémon con le fattezze di un roditore e di un istrice, con il corpo di colore azzurro su cui sono presenti delle macchiette blu. Possiede grandi orecchie con le quali avverte ciò che succede nelle vicinanze, ma i tratti principali risiedono nei baffi, nel piccolo corno velenoso e nelle spine sulla schiena, anch'esse velenose» annunciò la voce robotica dall’apparecchio rosso.

La giovane aveva dei nastri blu, legati ai capelli castani che formavano due codini sulle sue spalle.
Indossava una camicetta femminile bianca e una gonna di colore blu, calzava parigine bianche e scarpe basse scure.

I suoi occhi color mogano puntarono il giovane con dissenso.

«Sei un disgraziato, io ti faccio un complimento e tu pensi a Nidoran?»brontolò scocciata.

«Scusami! Non sapevo che ci fossero dei pokèmon come lei da queste parti. Mi chiamo Red, posso farmi perdonare con una lotta?» sentenziò il giovane grattandosi la nuca.

«Sono Selena. L’ho portata qui perché ci sono dei Nidoran Maschio nell’erba poco più a sud. Accetto la sfida!»rispose lei combattiva, ricevendo un assenso felice dalla sua alleata.

«Scelgo Charmander!»disse Red risoluto.

«Uno degli starter e il tuo Pokedex! Sei uno dei migliori allora!»affermò entusiasta la ragazza.

Nidoran partì con un attacco azione, caricò il Pokèmon di fuoco e con uno dei suoi aculei lo avvelenò grazie alla sua abilità.

«Dannazione, oggi non andiamo d’accordo col veleno, dopo userò un antidodo, resisti, non possiamo perdere tempo!» ringhiò Red e dopo il suo fedele amico usò Bracere.

L’alito infuocato ebbe effetto su Nidoran che però non si diede per vinta e usò un Velenospina, facendo saettare spilli velenosi dai suoi aculei.
Charmander strinse i denti e sopportò il dolore per poi correre con le ultime forze e usare un poderoso Ferrartigli sul nemico.

I due erano stremati e il veleno ebbe effetto ma la rapidità della lucertola bipede fu fatale al suo nemico perché schivò un colpo e andò a segno con graffio sul muso della piccola istrice velenosa, mandandola al tappeto.

In pochi attimi il giovane usò un antido e una pozione sul suo amico e poi guardò soddisfatto Serena con un largo sorriso.

«Sei stato più bravo di me, ti va di accompagnarmi al centro Pokèmon per rimettere in sesto la mia amica?»propose imbarazzata Selena sorridendo a Red che annuì.

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Capitolo 11
*** 11. Il Regalo di Red ***


Red e Selene continuarono a camminare tranquilli verso il Monte Luna, chiacchieravano amabilmente quando ad un certo punto nell’ erba i due notarono diversi pokèmon addormentati.
Vi erano un Nidoran maschio, Pidgey, Rattata, Spearow e Mankey.

Su una piccola altura vi era un Jigglypuff che cantava allegramente, motivo per cui gli altri pokèmon selvatici si erano addormentati beatamente tutti insieme.

I Jigglypuff apparivano come rotondi palloni rosa. Essi avevano sia delle piccole gambe sia delle piccole braccia. Sulla sommità del capo di un Jigglypuff c’era un piccolo ciuffo di capelli e due orecchie.

Red sorrise mestamente e subito prese una delle pokèball vuote che gli erano rimaste.

« Non vorrai catturare quel Jigglypuff? Me ne occupo io! Lo voglio nella mia squadra è cosi carino! » affermò Selene, lasciando il ragazzo interdetto.

«Veramente stavo puntando al Nidoran addormentato. Non mi è mai capitata una cattura più facile di così» rispose l’allenatore, per poi prendere la mira e lanciare la sua sfera verso il sonnolente roditore selvatico.

Nidoran♂ era un piccolo pokémon quadrupede simile a un porcospino, era di colore viola, aveva grandi orecchie dall'interno verde, incisivi sporgenti, un corno sulla fronte e la schiena con spine che usava per avvelenare i nemici se minacciato.

La cattura fu facile, anche se Red aveva la sfera del suo nuovo compagno bloccata, dato le sei già attive alla sua cintura.

Selena aveva mandato in campo la sua  Nidoran femmina ed era pronta ad affrontare quel Jigglypuff per provare a catturarlo.

La giovane ordinò alla sua piccola amica di usare Velenospina, ma il tutto  parve non impensierire il pokèmon rosa che caricò il suo avversario facendolo ruzzolare a terra.
Nidoran rispose al colpo ma anche in questo caso Jigglypuff resistette e colpì forte il muso del suo nemico mandandolo al tappeto.

Red decise di intervenire usando Charmander.

«Braciere a massima potenza!» gridò il giovane e il suo piccolo amico eseguì.

Il pokèmon rosa venne colpito e si trovo in difficoltà visto che aveva già lottato con il Nidoran di Selene.

Red non perse tempo e lanciò una sfera a Jigglypuff.

La ragazza guardò tristemente la pokèball  riuscire nel suo intento, ma in parte era felice per il successo del suo amico.

Il giovane allenatore registrò i dati sul suo pokèdex  e poco dopo osservò Selene.

“Modulando a piacere la lunghezza d'onda della sua voce, canta una melodia misteriosa che fa addormentare immancabilmente chi la ascolta.”

«Non credo di volerlo usare in battaglia, puoi prendere tu questo Pokèmon» affermò Red tendendole la sfera.

La giovane si voltò e le si illuminarono gli occhi.

«Posso davvero prenderlo? Non vuoi fare uno scambio?» domandò Selene toccando la pokèball.

«No, è tuo! Ormai l’ho registrato sul mio pokèdex, ma imposterò il tuo ID come proprietaria» affermò sorridente Red mentre lei prendeva la sfera con il nuovo pokèmon catturato.

Selene abbracciò il ragazzo e lui rimase interdetto, ma poi ricambiò lentamente.

 

Poco dopo la sosta al Centro Pokèmon fu un toccasana per allenatori e pokèmon stessi.

Mentre erano all’interno dell’edificio i due chiacchieravano amabilmente con altri allenatori che erano li per passare la sera. Alcuni come loro avrebbero atteso l’indomani per attraversare il Monteluna.

Un ragazzo biondo seduto accanto a Red lo guardò con ammirazione mentre lucidava la sua medaglia.

«Grande! Hai battuto Brock! Per me è un idolo seguo spesso i suoi incontri in palestra. Ma il tuo devo essermelo presto!» affermò grattandosi la testa.

Aveva addosso una felpa verde e pantaloni marroni e i suoi occhi chiari trasmettevano ammirazione mentre parlava di Brock.

«Indubbiamente è un ragazzo tosto. Non è stato facile conquistare la mia prima medaglia, ma non ho intenzione di crogiolarmi troppo! Punto alla palestra di Celestepoli» rispose entusiasta Red .

Selene invece stava parlando con un’altra ragazza distante.

«Stavo camminando quando a un certo punto sono inciampata su di un Geoude, ha fatto un male cane!» affermò la giovane osservandosi i piedi.

«Caspita, immagino, bisognerà stare attenti nel Tunnel Roccioso!» rispose Selene preoccupata.

«Tra l’altro ho visto che hai già sei pokèmon!» continuò a chiacchierare il biondino con Red.

« Anche di più, a proposito… devo cambiare il mio Rattata in squadra con il Nidoran che ho preso prima!» si ricordò il giovane allenatore.

« Certo, Il PC è proprio lì!» concluse l’altro ragazzo indicando un punto poco più avanti.

Red si allontanò e salutò il biondino andando a passo deciso verso l’apparecchio per cambiare i suoi pokèmon.

« Ehy, se hai bisogno del PC ti ci accompagno, bellezza» azzardò un tizio  verso Selene facendole un occhiolino eloquente.

«Il mio ragazzo lo sta usando proprio ora, grazie!» lo liquidò in fretta la giovane mandandogli un bacio volante.

Una volta vicino a Red lei sbuffò e restò accanto a lui mentre completava i suoi trasferimenti.

«Team Rocket ha attaccato Celestopoli? Sono sempre in prima pagina quei farabutti!» brontolò un anziano mentre beveva qualcosa e leggeva un giornale.

«Mi fanno paura quei tizi, spero di non incontrarli mai » disse preoccupata Selene.

« Mal che vada li prenderò a calci nel sedere stai tranquilla…» ridacchiò Red.

Selene si accoccolò al suo braccio e gli diede un bacio sulla guancia.
Il ragazzo rimase interdetto e poi si schiarì la voce, era imbarazzato ma non dispiaciuto.

« Dovremmo cenare e poi creo che andrò a dormire, domani ci aspetta l’esplorazione del Tunnel Roccioso» affermò infine l’allenatore convinto.

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Capitolo 12
*** 12. Il Monteluna ***


Red e Selene erano pronti a entrare nella grotta del Monteluna, però il giovane Allenatore constatò che aveva solamente più una sola pokèball.

«Penso di tornare in città per recuperare sfere e repellenti, se vuoi aspettami al Centro Pokèmon, non ci metterò molto» disse il ragazzo alla sua amica.

«Tranquillo, ti aspetterò! Però prendi la scorciatoia sul percorso 3, così farai prima» rispose Selene e tirò a se Red baciandolo sulle labbra in maniera improvvisa.

Lui restò sbalordito e poco dopo lei scappò nel Centrò Pokèmon.
L’allenatore sorrise a alzò le spalle per poi incamminarsi verso la scorciatoia.

«Hai scavalcato i muretti con quei pantaloni? Saresti stato più agile con un paio di pantaloncini! Sono comodi!» affermò un giovanotto mentre Red stava camminando.

«Non ti seguo… non mi piacciono quei cosi, sto meglio così!» mormorò lui indicando i suoi jeans chiari.

«Un vero allenatore si veste sportivo come me! Ti sfido!» sentenziò il Bullo con aria strafottente.

Il suo berretto girato all’indietro e la T-shirt larga gli davano un’aria abbastanza stupida pensò Red.
Lo avrebbe messo al suo posto.

«Kakuna vai!» disse poco dopo.

Il pokèmon Coleottero fu contrapposto ad uno Spearow che lo colpì ferocemente con un attacco “Furia”.

Poco dopo iniziò a brillare di una strana luce e lentamente mutò diventando un Beedrill.

«Forte! Ora ti faremo vedere noi un vero attacco Furia!» Red indicò il suo Pokèmon che saetto verso l’avversario colpendolo ripetutamente con i suoi aculei senza sosta per cinque volte consecutive, ponendo fine allo scontro.

« Così non vale!» brontolò il Bullo cadendo in ginocchio mentre ritirava il suo Spearow.

Una volta al Pokè-Market, Red comprò alcuni oggetti utili, determinato a catturare i Pokèmon del Monteluna.

«Non mi aspettavo di vederti di nuovo qui così presto!» esordì una voce che il giovane fu fuori al negozio.

Era Brock che lo salutava con una busta di cibo tra le mani.

«Ciao! Avevo dimenticato alcune cose!» gli disse Red.

« Io anche, volevo darti una Macchina Tecnica o meglio dire MT. Fa apprendere ai Pokèmon una mossa se essi sono in grado di farla. Basta che applichi questa disco sulla tua sfera , combaciando il centro con il pallino della pokèball. Se il Pokèmon puoi impararlo diventa verde. Altrimenti è rossa» spiegò il Capopalestra porgendo l’oggetto al suo sfidante.

«Grazie! Mankey può impararla!» notò Red provando subito l’oggetto.

« Sapevo che ne avresti fatto un buon uso! Devo tornare a casa, sono di fretta! Torna a sfidarmi qualche volta, magari per un match amichevole!» concluse infine Brock.

 

Selene non era al Centro Pokèmon ma aveva dato all’infermiera una lettera che Red lesse velocemente.

“Caro Red, ho deciso di essere coraggiosa ed entrare da sola nel Monteluna. Spero di rivederti presto e di lottare nuovamente con te! Grazie per avermi regalato Jigglypuff. Lo allenerò anche per te!”

Un sorriso si incurvò sul viso del giovane allenatore che ripose la lettera e uscì correndo dell’edificio.

 

Il Monteluna era inospitale e il terreno era dissestato e roccioso.
Vi era una scarsa illuminazione, un impianto elettrico molto vecchio che però faceva il suo dovere.
L’odore di umido e un venticello insidioso sferzarono il viso di Red che venne subito infastidito da uno Zubat selvatico.

Zubat era un piccolo Pokémon di colore blu che assomigliava a un pipistrello. Aveva due lunghe e sottili zampe. La faccia era priva di occhi e di naso. La parte interna delle orecchie e delle ali era di colore viola.

«Beedrill! Catturiamolo forza!» gridò Red e lanciò in campo il suo pokèmon appena evoluto.

Il pipistrello usò “Supersuono” ma il coleottero riuscì a schivarlo e inizio a colpire ripetutamente l’avversario coi suoi aculei.
Una volta indebolito la pokèball fece il resto del lavoro catturando Zubat.

«Sonda l’ambiente circostante emettendo ultrasuoni dalla bocca. In questo modo riesce a volteggiare agilmente anche in caverne strette.» gracchiò elettronicamente il Pokèdex  ultimata la cattura.

Red poco lontano notò una ragazza con un Bulbasaur mentre sconfiggeva un Weedle di un Pigliamosca con una strana mossa. Il piccolo pokèmon d’erba sputava dei semi a raffica e colpiva il suo nemico.

La giovane allenatrice poco dopo si rivelò essere una  ragazza che lui conosceva e con cui aveva frequentato la scuola per Allenatori.
Leaf aveva lunghi capelli marroni e occhi color cioccolato, il suo viso era grazioso e delicato e aveva sempre un sorriso sulle labbra sottili.
L’allenatrice indossava un capello bianco una canotta azzurra e un gonna corta rossa.

« Ottima mossa! Il tuo Bulbasaur se la cava bene!» esordì Red incrociando le braccia al petto.

«Anche tu qui? Se vuoi te la insegno, si chiama Semitraglia!» rispose Leaf raggiungendo il suo vecchio amico.

«Non ho pokèmon erba con me, ma grazie dell’offerta!» affermò lui alzando le spalle.

«Blue ci ha superato di un bel po’!» mormorò la giovane.

Red strinse i pugni quando lei parlo del suo rivale.

«Infatti, non c’è tempo da perdere! Meglio se proseguo» tagliò corto Red per poi voltarsi e andare via prima che Leaf potesse fermarlo.

 

 

«Sei tu Joss?» chiese una ragazza dopo che Red stava superando un cartello che avvertiva di stare attenti agli Zubat.

Egli la guardò serio e scosse la testa.

«Sto aspettando i miei amici, stanno andando a cercare ei fossili rari, ma io ho paura di questo postaccio e sto vicino all’uscita»

«…» Red rimase silenzioso e la ragazza si indispettì.

«Sei un maleducato, ti metterò al tuo posto con una lotta Pokèmon! Vai Clefary»

Clefairy sembrava essere una creatura rosa. Aveva gli arti tozzi e un corpo rotondo che gli conferiva un aspetto paffuto, inoltre era in possesso di grandi orecchie sensibili che avevano punte marroni. Aveva piccole ali che sono incapaci di volare, ma di farlo rimbalzare con garbo.

«Nidoran! Facciamoli vedere che chi parla troppo non vale nulla!» urlò Red mentre il suo pokèmon era pronto alla lotta.

«Allora non sei muto! Clefary, usa canto!» sbraitò l’altra allenatrice.

Nidoran chiuse le sue orecchie e le abbassò evitando il suono della voce del piccolo  avversario rosa. L’esperienza con Jigglypuff gli era servita da lezione.

«Bravo, ora Velenospina!» disse il giovane e subito una serie di spilli velenosi colpirono Clefary, che pero non sembrò ferito!

«Ripeti! Non ti ha fatto nulla!» e così il Pokemon rosa battè le mani e Nidoran fu costretto a usare nuovamente Velenospina, l’esito fu uguale, poco danno.
Il pokèmon fatato colpì sul muso Nidoran con “Doppiasberla”, ma poi al terzo uso obbligato di Velenospina venne avvelenato.

Un ruggito di Clefary non intimorì il piccolo roditore Viola che su ordine di Red usò Beccata, usando il muso come arma e colpendo il nemico ormai alle strette.
Nidoran incasso un altro paio di sberle, ma un altro attaccato Beccata e il veleno regalarono la vittoria a Red nonostante il suo pokèmon fosse stremato.

Chiedendo informazione alla ragazza appena battuta, l’allenatore cercò di orientarsi in quel posto ostile, pensando che in parte la sua ultima avversaria aveva ragione su quanto il Monteluna fosse poco rassicurante.

 

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Capitolo 13
*** 13. Incontro con il Team Rocket ***


Nidoran sferrò un attacco “Beccata” e il Paras selvatico finì al tappeto, poco dopo una pokèball catturò il piccolo coleottero.
La sfera rimase bloccata e Red pensò che comunque sarebbe stato un Pokèmon da mandare al Professor Oak e non a tenere nella sua squadra.

Paras era un insetto, apparentemente una larva di cicala di colore arancione, aveva un corpo segmentato con due grandi occhi bianchi dalla pupilla nera, aveva un muso arrotondato simile ad un naso a patata con tre paia di mandibole dotto di esso di colore bianco, la fronte invece era decorata con dei pallini arancioni, tre di essi sono sopra mentre due sono sotto. Paras possedeva in totale sei zampe: il primo paio era molto robusto con artigli alla fine, mentre le altre due paia erano ben più magre ed esili.

Red notò un tizio strambo con un camice da laboratorio e degli occhiali grandi e rotondi  intento a esaminare uno strano minerale.
Il tale aveva dei lunghi capelli neri e il viso rasato.

« Non osare avvicinarti! Non strisciarmi accanto verme!» sbraitò lanciando una sfera da dove uscì un Magnemite.

Magnemite era composto da una sfera metallica con un grosso occhio. Ai lati vi erano due calamite a ferro di cavallo. Sopra la testa vi era una grossa vite e ve ne erano due più piccole sotto l'occhio.

«Charmander, metti K.O. quella ferraglia!» ordinò Red alla sua lucertola bipede, appena uscito dalla sua sfera il Pokèmon di fuoco eseguì un “Braciere” e il nemico fu subito sconfitto.

Poco dopo un “Colpo Karate” di Mankey  mandò al tappeto un Voltorb, un pokèmon praticamente  uguale a una sfera pokè.

«Dannazione devo catturare Pokèmon più forti!» sibilò lo scienziato per poi correre via.

Dalla sua tasca cadde una specie di  caramella, era sicuramente una Caramella Rara che permetteva ai Pokèmon di salire di livello.

Red notò una scaletta che permetteva di scendere al piano sottostante, poco prima di poterla raggiungere una ragazza lo travolse correndo ed entrambi finirono a terra.

«Che diamine!  Ma ci vedi?» sbraitò l’allenatore innervosito massaggiandosi il sedere.

«Stavo scappando da quegli orribili Zubat, sei tu che eri immobile come uno scemo  a fissare quella scala» rispose la giovane, vestita con gli abiti da scolara di colore blu e bianco.

«Sei così scarsa come allenatrice da dover scappare da alcuni Zubat» domandò Red inviperito.

«Questo è troppo, vai, Oddish!» urlò la Pupa.

Oddish  era un bulbo blu con un paio di piedi dalla forma tonda, possedeva due piccoli occhi rossi e una bocca, mentre sopra la testa aveva cinque grandi foglie verdi che poteva usare come se fossero arti.

«Pikachu levalo di mezzo» ordinò il giovane.

Il suo roditore elettrico scaricò un forte “Tuonoshock” ma Oddish sembrò non subire anni.

«Dilettante, sarai una vittoria facile!» mormorò l’altra Allenatrice.

Pikachù subì un attacco “Assorbimento” le sue energie vennero risucchiate dal Pokèmon pianta. Red sostituì il suo pokèmon con Spearow.
 Un attacco “Beccata” devastante e preciso spedì al tappeto Oddish.

«Bellsprout, pensaci tu!» tuonò la Pupa.

Bellsprout era simile a un germoglio: le sue gambe erano radici, le braccia verdi foglie e la testa, gialla, era il fiore.

«Spearow, ancora una volta il tuo attacco Beccata!» comandò Red, dopò che il suo pokèmon venne colpito da un “Avvolgibotta” dalle radice del suo nemico.

Spearow incassò anche un “Assorbimento” ma, resistendo caparbio.
 Il suo attacco “Furia” fu sufficiente  a far vincere l’incontro Red.

Ignorando i piagnistei di quella ragazza  andò dritto per la scala.

Una volta sceso incontrò uno strano tizio vestito di nero , fatta eccezione per i guanti e gli stivali bianchi, inoltre aveva  una “R” rossa stampata sulla divisa, all’altezza del petto.

Era una recluta del temibile Team Rocket e Red mise subito mano alla sua sfera.

«Noi  diTeam Rocket siamo i gangster che usano i Pokèmon per i loro scopi, e tu sei nel posto sbagliato al momento sbagliato» gracchiò quel manigoldo .

«Lo vedremo, ladruncolo da strapazzo!» ringhiò il giovane mandando in campo Pikachu.

«Sandshrew  occupati del moccioso» ordinò il malfattore.

Pikachu era in difficoltà, i suoi attacco elettrici non erano utili e subì un potente colpo che lo fece barcollare.

Red iniziò a sentirsi teso e usò la su arma più forte.

«Charmander, conto su di te, amico!» mormorò Red lanciando la sfera della lucertola bipede.

Il Pokemon di Terra uso “Turbosabbia” accecando il Pokèmon di fuoco, un attacco “Graffio” fu la mossa in risposta a un “Ferroartiglio” mancato di Charmander.

Le fiamme del “Braciere” dello starter si infransero sulla pelle rafforzata da “Ricciolscudo”.
Charmander fu ancora una volta disorientato dalla mossa meschina del suo nemico, e finì al tappeto dopo una zampata poderosa.

Iniziò però a circondarsi di una aura infuocata e un soffio di pure fiamme mandarono K.O: l’insidioso nemico.

«Dannazione, andate tutti e due e mettetelo al tappeto!» tuonò il Rocket mandando in campo Rattata e Zubat.

Red richiamò Pikachu e un attacco combinato di lui e Charmander, spedirono al tappeto i due Pokèmon e il loro allenatore.

Red raccolse una strana pietra a forma di stella, rossa e preziosa che il membro di Team Rocket aveva prelevato da quel luogo, non vi era altro nei dintorni così Red scappò rapidamente via lontano dal tipo svenuto.

 

Durante la sua esplorazione anche un altro membro del Team Rocket fu sconfitto da Red e il giovane ottenne la MT Furto da quella vittoria.

Quando era in procinto di scendere un’altra delle scale del Monteluna, una Geodude gli tagliò la strada.

Un potente “Ferrartigli” di Charmander lo mandò contro una parete rocciosa della grotta e poco dopò venne catturando da Red, raccogliendo la sfera, il giovane vide una strana pietra che doveva essere caduta dopo l’impatto del Pokèmon roccioso contro la parete granitica.

Intascato l’oggetto l’Allenatore  percorse silenziosamente un altro corridoio evitando un malvivente di team Rocket che cercava qualcosa.

Ma l’incontro contro un altro criminale fu inevitabile e Red di preparò alla lotta ancora una volta, nonostante i suoi pokèmon non fossero più al massimo della loro forma.

«Moccioso, se hai trovato uno strano fossile Pokèmon, consegnamelo» gracchiò il Rocket mettendo la mano alla sfera pokè.

«Cosa diavolo volete farci? Non te lo darei se lo avessi trovato!»ringhiò Red furioso.

«Lo dobbiamo vendere ovviamente!»  tuonò ghignante il manigoldo lanciando in campo un Rattata.

Red fece ancora affidamento sul suo Charmander,  perché il resto del team era piuttosto malmesso.

«Conto su di te, amico mio, sei il solo che può aiutarmi!» affermò Red alla lucertola di fuoco che attaccò con un “Braciere” tuttavia non fu sufficiente a sconfiggere il roditore viola.

Rattata morse con un “Iperzanna” il collo di Charmander, per poi colpire con un “Attacco rapido”

«No! Non mollare, fallo per me! Per i tuoi compagni!» gridò Red e Charmander con un devastante Ferrartigli stese il suo avversario.

Era stanco e col fiatone, le ferite erano molte e si reggeva a stento in piedi.

«Zubat, finiscilo senza pietà!» sghignazzò il Rocket maligno.

“Sansguisuga” drenò via alcune energie a Charmander. Il pokèmon di fuoco cadde con il muso verso il terreno dissestato.

«Credo in te Charmander! Puoi farcela»

Sotto gli occhi increduli del membro del Team Rocket e dello stesso Red, Charmander iniziò a brillare e a mutare.

Si stava evolvendo.

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Capitolo 14
*** 14. Lotta per il fossile ***


Charmeleon sconfisse con un singolo attacco infuocato lo Zubat del membro del Team Rocket.

Charmeleon era una creatura bipede e rettile simile a Charmander. Aveva squame color cremisi che erano molto più scure di quelle arancioni brillante di Charmander. Sulla punta della coda bruciava una fiamma, un tratto comune a molti Pokémon di tipo Fuoco, soprattutto la linea evolutiva di Charmander. Sulla parte posteriore del cranio si sviluppava una protuberanza simile a un corno ed aveva un muso allungato. Gli artigli anteriori e posteriori erano molto più affilati e lunghi rispetto a quelli di Charmander e la pancia invece diventava color crema.


Il malfattore scappò a gambe levate.

 Red notò che ormai i suoi Pokèmon erano allo stremo delle forze.

Camminò verso l’ennesimo corridoio dalle pareti rocciose e dal terreno impervio.

«Stai alla larga dai miei fossili! Li ho trovati io e né tu né quei manigoldi di Team Rocket li avranno! Sono miei!» sbraitò un tale con addosso dei vestiti da scienziato. Aveva corti capelli castani e occhiali rettangolari che nascondevano occhi piccoli e scuri.

«Charmeleon, possiamo farcela!» mormorò Red. Tutte le sfere di Red avevano il cerchio rosso sull’interrutore, significava che i Pokèmon avevano la saluta bassa.

Lo strano tizio lanciò in campò il suo Pokèmon.

«Grimer attacco Velengas» tuonò lo Scienziato e il suo alleato esegui l’ordine.

I Grimer erano formati da una melma organica velenosa violacea. Avevano occhi piatti e bocche di colore grigio.

Charmeleon venne investito da questa strana nuvola si fumo, ma ci passò attraverso indenne, attaccando con “Ferrartigli” .

Il Pokèmon velenoso tentò di colpire con  “Botta” ma Charmeleon schivò e investì il nemico con il suo potente “Braciere”.

Grimer era sistemato, ma la lotta per il Fossile non era ancora finita.

«Koffing! Sconfiggi quel lucertolone!» ringhiò il tizio strambo  lanciando in campo un altro Pokèmon velenoso.

Koffing era un Pokémon rotondo e viola pieno di gas tossici. Diverse sporgenze a forma di cratere sul corpo del Pokémon lo facevano somigliare ad una mina navale. Sotto la sua espressione beata, Koffing aveva un teschio e due ossa incrociate disegnate sul petto.

«Ti darò il cambio, non preoccuparti! Spearow pensaci tu!» affermò Red lanciando in campo il Pokemon volante.

«Smog! Avvelena quel volatile» gracchiò lo Scienziato.

Una nube viola centrò Spearow che però si fece valere con un attacco “Beccata”, sfruttando la velocità usò anche “Furia” infliggendo più colpi al resistente Koffing che con un semplice “Azione” riuscì però ad avere la meglio.

«Charmeleon dai il colpo di grazia a quel  pallone gonfiato e usciamo da qui!» urlò Red teso e disperato.

Il suo fedele amico fece quello che lui si aspettava, con una fiammata il nemico fu messo al tappeto e i due poterono festeggiare.

«Preni pure uno dei due fossili… te lo sei meritato…» brontolò poi lo sconfitto, mentre Red prendeva il fossile dalla  sua mano destra.

 

In pochi minuti finalmente fu fuori dal Monteluna e potè respirare a pieni polmoni, i suoi Pokèmon erano stanchi e anche lui, aveva passato buona parte del pomeriggio in quel postaccio.

Seguendo la strada per Celestopoli il giovane vide due uomini corpulenti che si allenavano nelle arti marziali.

«Giovanotto hai dei pokèmon di tipo lotta?» chiese uno dei due combattenti.

«Sì, ho un Mankey!» rispose Red alzando le spalle.

«Allora gli insegnerò Megapugno!» tuonò festante.

«Che altri pokèmon hai? Io potrei insegnare a uno di loro Megagalcio!» si offrì l’altro lottatore.

 

Red si  riposò mentre Mnakey imparava Megapugno e Pikachu megacalcio.
Dopo quella parentesi  il viaggio verso Celestopoli riprese sereno.

L’unico ostacolo su quel Percorso fu un Ekans che sbarrò la strada al ragazzo.

«Beedrill!Doppio Ago!» tuonò Red e il suo Pokèmon eseguì il comando.

Due raffiche di colpi centrarono la serpe viola e una volta che fu stordito l’Allenatore lanciò una delle sue ultime pokèball eseguendo una cattura.

Dopo qualche minuto di strada a piedi, finalmente Red arrivo a Celestepoli, pronto  per una nuova sfida in palestra.

 

Mentre Red usava il Pokedex per ascoltare cosa diceva su Ekans, un signore lo fermò per strada.

«Stai facendo un enciclopedia Pokèmon usando quell’affare? Forte!» esordì.

«Sì, sto cercando di catturare più creature possibili, raccogliendo qui i loro dati!» rispose il giovane Allenatore e poi proseguì verso il Centro Pokèmon.

«C’è lo Slowbro di una ragazza che blocca un passaggio! Vallo a vedere è enorme!» ridacchiò un bambino per poi correre via, inseguito con passo lento da due anziani.

«Spero non ti abbia dato fastidio, giovanotto. Mio nipote è una trottola.» brontolò una vecchietta.

«Hai un Poliwhirl? Lo scambieresti per Jynx?» fece capolino irruento il marito della signora.

«Smettila con questi scambi, hai una certa età!» gracchiò l’anziana, mentre Red dovette declinare l’offerta scuotendo la testa, cercando di raggiungere finalmente il Centro Pokèmion.

 

L’Allenatore lasciò i suoi compagni di viaggio alle cure dell’infermiera Joy e intanto al Pc ritirò il suo Geodude scambiandolo con Beedrill.

 

«Bill è proprio un Fantatico!» sentì dire mentre trafficava al PC.

«Ha dei Pokèmon Rarissimi!»

«Si vanta un po’ troppo per i miei gusti!»

« Lì solitario sul percorso 25 è anche un po’ inquietante» concluse infine una ragazza.

Red era incuriosito da questo tizio, e notò sulla mappa vicino al PC che il percorso nominato era poco più a Nord.

Sarebbe stato un buon allenamento prima della sfida in Palestra con Misty.

L’indomani sarebbe stato il suo primo obbiettivo.

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Capitolo 15
*** 15. Sfida al Rivale ***


Red era sul ponte a nord di Celestopoli, una persona molto famigliare gli andò incontro con fare arrogante e l’allenatore riconobbe subito il suo rivale.

«Ti ho lasciato indietro di un bel po’! Ho vinto giù due medaglie e ho completato la sfida del Ponte Pepita, già che c’ero sono passato anche da Bill.» esordì Blue con il suo solito atteggiamento.

«Conterà poi chi vincerà contro i Superquattro. Con quanta velocità uno raccoglie le medaglie è irrisorio» rispose a tono Red.

«Sono curioso di vedere se hai fatto progressi, batterti tre volte su tre sarà emozionante» sghignazzò il nipote del Professor Oak.

«Fatti sotto, aspetto una rivincita da giorni!» ringhiò Red indicando il rivale.

«Quattro contro quattro ti va bene?» propose saccente Blue.

L’altro ragazzo di Biancavilla annuì e  poco dopo Geodude e Pidgeotto erano già scesi in campo.

Pidgeotto era un uccello simile a un rapace. Il suo colore principale era il marrone e il suo piumaggio era molto più complesso della sua pre-evoluzione, ovvero Pidgey. La cresta sulla testa era più lunga di quella di Pidgey. Il piumaggio della coda era molto colorato e variava dal rosso al giallo. Anche la colorazione base del suo piumaggio ornamentale era uguale a quella di Pidgey, con zampe rosa/grigie e macchie nere intorno agli occhi. Pidgeotto aveva potenti artigli in grado di afferrare prede e infliggere molti danni ai nemici.

Era la prima lotta per Red con il nuovo Pokèmon roccioso, ma a lui piacevano le sfide.

Il Pokèmon uccello volò alto e poi scese in picchiata, ma il suo becco affilato impattò contro la dura roccia di cui era formato il corpo di Geodude, che subì pochi danni.

Red ordinò un attacco “Azione” e Pidgeotto incassò fin troppo bene, il suo livello era decisamente alto.

«Pidgeotto usa Turbosabbia!» comandò Blue e poco dopo  Geodude fu intrappolato da un vortice di terriccio polveroso, mancò due attacchi “Sassata”  e incassò altri colpi dal Pokèmon Volante che svolazzava e colpiva a intervalli regolari.

«Riprova ancora Sassata, questa volta lo colpirai, aspetta il momento giusto!» ordinò Red al suo compagno ormai stremato.

Geodude raccolse un grosso masso da terra con le corpulente braccia e lo schiantò sulla schiena del suo avversario con grande tempismo, quando egli scese in picchiata per colpirlo con le sue ali.

Red aveva vinto il primo incontro.

I prossimi due a scendere in campo furono Squirtle e Mankey.

Il Pokèmon Lotta colpì rapido con Megapugno, ma il carapace del suo avversario era duro.

«Rocciotomba!» ordinò Red e così il suo compagno colpì una roccia sopra Squirtle che però evitò danni con “Ritirata”.

Mankey non si diede per vinto con continuò il suo assalto con “Colpo Karate”, le difese del suo avversario però erano davvero impenetrabili.

Blue tirò fuori la mano dalla tasca dei suoi pantaloni e puntò verso il Pokemon lottatore ordinando un Pistolacqua!

L’attacco centrò il suo bersaglio, il Pokèmon di Red stramazzò al suolo, ma poco dopo si rialzò dolorante, tentò un “Graffio” ma fu intercettato da un attacco “Bolle” che lo sconfisse.

«Puoi anche mandare in campo Charmander, farà la stessa fine, il tuo Geodude andrebbe K.O. come quello di Brock. Sono curioso di sapere cosa proverai per evitare un’altra cocente sconfitta»provocò Blue.

«Ti presento Pikachu, voi due non vi conoscete!» ghignò Red mandando in campo il suo roditore giallo.

Il rivale digrignò i denti, non fece in tempo a reagire che “Tuononda” aveva paralizzato il suo Squirtle.

Seguirono un “Tuonoshock “ e un devastante “Attacco Rapido”.
L’attacco elettrico stordì lo starter di Blue e quello fisico mise fine allo scontro.

«Squirtle non aveva mai perso….» mormorò incredulo il nipote di Oak.

La prossima scelta di Blue fu Abra.

Abra era un Pokémon bipede che somiglia vagamente ad una volpe. Aveva due orecchie corte da  ed occhi di solito chiusi. Aveva una colorazione un po' più leggera intorno al naso ed alla bocca. Abra sembrava indossare un'armatura con due spalline ed una piastra frontale. Come i suoi parenti evolutivi, aveva tre dita per mano, anche se mozze, e tre dita per piede, due nella parte anteriore su entrambi i lati, e uno nella parte posteriore vicino alla caviglia. Aveva una coda abbastanza spessa, dello stesso colore oro come il resto del suo corpo, fatta eccezione per la fascia marrone che si trovava intorno alla parte superiore della coda stessa.

Pikachù cercava di colpire con i suoi attacchi elettrici, ma lui usando il teletrasporto schivava tutto.

«Confusione!» ordinò Blue e il suo Pokèmon Psichico colpì Pikachu con un attacco invisibile, il topo elettrico sembrava stordito e andò poi a sbattere contro una parete rocciosa cercando di colpire il nemico con “Attacco Rapido”.
Pikachu era confuso e si era messo al tappeto praticamente da solo.
Lo scontro era in parità.

«Charmelon, pensaci tu!» ordinò Red.

Per la seconda volta Blue fu abbastanza sorpreso.

«Il tuo starter si è evoluto!» sentenziò incredulo.

Abra prese a schivare i colpi del pokèmon di fuoco, ma bastò un “Braciere” preciso per mandare il Pokèmon psichico al tappeto.

Blue era davvero sorpreso, era convinto di aver avuto il rivale in pugno e che sarebbe stato cosi per tutto il loro viaggio, ma si sbagliava di grosso!

Rattata fu l’ultima speranza che aveva.

Ma non poté compere con la forza travolgente di Charmelon.

«Hai avuto un colpo di fortuna. Non capiterà più! Ti ho sottovalutato, ma non fare lo stesso errore due volte. Ci becchiamo!» sentenziò Blue incassando la sconfitta e andando via a passo svelto.

Red non disse nulla. Era soddisfatto così, era pronto ad allenarsi prima di affrontare Misty, Blue ufficialmente  ancora un passo davanti a lui perché aveva due medaglie e lui solo una.

Dopo essere tornato al Centro Pokèmon ,il giovane tornò sui suoi passi e prese a camminare sul ponte.

Un Pigliamosche gli si avvicinò sbarrandogli la strada.

«Questo è il Ponte Pepita se batti cinque allenatori avrai un fantastico premio!» incalzò il tale con il capello di paglia.

«Sono pronto, tu sei il primo?» domandò sprezzante l’allenatore.

«Puoi scommetterci, Vai Caterpie!» rispose il Pigliamosche.

«Spearow, è ora di allenarsi un po’»sbraitò Red lanciando in campo il Pokèmon Volante.

Un forte attacco “Beccata” spedì a terra Caterpie che però con Millebave rallentò Spearow, caricandolo con un attacco “Azione”.
Il rapace incassò con fierezza il colpo e un altro attacco col suo affilato becco gli fece guadagnare la vittoria.

Il suo prossimo avversario fu uno Weedle.

“Fulmisguardo” una schivata di “Millebave” e ancora un attacco “Beccata” pose fine allo scontro in favore di Red.

«Metapod pensaci tu!» sentenziò il Pigliamosche disperato.

Red si grattò la testa quando capì che quel Pokèmon aveva solo “Rafforzatore” tra le mosse a disposizione.

Qualche beccata di Spearow e andò K.O.

«Scommetto che lo hai catturato  vero? Se lo avessi fatto evolvere tu, avrebbe conosciuto qualche mossa in più!» sospirò Red.

Il Pigliamosche guardò sconsolato la sua ultima sfera rimasta.

«Se li hai un Kakuna appena catturato, ti consiglio di arrenderti, verrà solo ferito inutilmente da Spearow» disse Red pronto a ritirare il suo Pokèmon.

Il suo avversario sventolò bandiera bianca.

«Va beh, ho fatto del mio. Non ho rimpianti, ottimo lavoro! Puoi proseguire!» concluse infine il giovane allenatore di Coleotteri.

Red aveva superato indenne la prima sfida sul ponte, era molto soddisfatto di Spearow.

Ora era pronto a superare gli altri allenatore sul Ponte Pepita.

 

 

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Capitolo 16
*** 16. Il Ponte Pepita ***


La seconda sfida del Ponte Pepita venne lanciata a Red da una giovane allenatrice.

Lo Spearow di Red e il Pidgey  di lei si scontrarono in una battaglia aerea.
“Beccata” del Pokèmon di Red fu più veloce di “Azione” del suo avversario, ma poco dopo un attacco “Raffica” del pennuto allenato dalla ragazza fece perdere l’equilibrio a Spearow che rovinò al suolo ferito.

 «Vai Pidgey, ora concludi lo scontro con Attacco Rapido!» ordinò la Pupa.

«Maledizione, ritorna, amico!» serrò i denti Red chiamando Pikachu al posto del volatile.

Bastò un “Tuonoshock” per stendere il nemico.

«Questo è barare!» sbottò la ragazza furibonda mandando in campo Oddish.

Red effettuò  un altro cambio, Nidoran fronteggiò il Pokèmon d’erba  avversario.

Il suo “Assorbimento” non fu molto efficace.

«Caricati Nidoran, Focalenergia!» ordinò l’allenatore.

«Imitalo! Crescita!» tuonò la Pupa.

Entrambi i Pokèmon si potenziarono, circondati da una specie di strana energia mistica.

“Attacco Rapido” di Nidoran colpì per primo, effettuando danni critici su Oddish che non fu più in grado di combattere.

Bellsprout fu l’ultima scelta della giovane sfidante Numero  N°2 .

“Frustata” del Pokèmon Erba  sferzò Nidoran ma senza provocargli  molti danni.

«Velenospina» urlò Red convinto della vittoria del suo Pokèmon  su quello della Pupa.

Il giovane ebbe ragione.

«Hai vinto tu, puoi proseguire» si  fece da parte la giovane e Red potè proseguire la sfida.

 

«Sono il numero tre, sarà dura per te!» canzonò il nuovo avversario.

«Se era voluta la rima era pessima…» mormorò Red mettendo mano alla sfera pokè.

Mandò in campo il suo fresco e riposato Mankey e il Bullo avversario invece un Sandshrew.

L’avversario rafforzò la sua corazza con “Ricciolscudo”  quindi il “Megapugno” di Mankey fu parato, facendo pochi danni.

«Accecalo con Turbosabbia!» sbraitò l’avversario di Red al suo Pokèmon.

«Non cascarci, usa Colpo Karate» tuonò Red ma Sandshrew aveva creato una nuvola di fumo colpendo il terreno sotto di sè le zampe, Mankey mancò alcuni colpi e poi fu centrato da diversi attacco “Graffio”.

«Avanti! Sei un lottatore, non puoi farti sconfiggere così!» .

Sotto gli incentivi di Red, Makey colpì forte con un Colpo Karate e se il suo avversario non avesse ricorso a “Ricciolscudo” una seconda volta sarebbe andato K.O.

Sandshrew era stremato ma anche Mankey, un’altra combinazione tra “Turbosabbia” e “Graffio” assicurò la vittoria al terzo sfidante del Ponte Pepita.

«Spearow, finiscilo!» ringhiò Red e così fece il suo Pokèmon Volante.

Bastò una rapida “beccata” per capitalizzare il grosso danno provocato da Mankey a Sandshrew.

«Ekans, pensaci tu!» affermò il Bullo.

«Geodude, io conto su di te!» rispose Red.

Il rettile provò un “Avvolgibotta”, ma Red ordinò al suo roccioso di compagno di usare “Sassata”.
Ekans venne afferrato per la coda a sonaglio e sbattuto con forza contro una grossa roccia che fiancheggiava il ponte sulla destra.

Fu un brutto colpo e la battaglia si concluse così lasciando l’avversario stupito.

«Mi hai lasciato di sasso!»mormorò il Bullo grattandosi la testa.

Red si mise una mano davanti al viso per commentare quella triste battuta e qualche metro più in la trovò una nuova sfidante.

«Sono la numero quattro, ce la fai ancora?» disse una Pupa facendogli un occhiolino.

«Non ti preoccupare, ne ho per tutti voi!»

Poco dopo Nidoran M della giovane  e Spearow di Red erano in campo. Il volatile colpì per primo con il suo becco affilato, tuttavia sembrò essere stato avvelenato da “Velenepunto” di Nidoran.
Il piccolo roditore viola sferrò un “Doppiocalcio” e il veleno fece il resto per sconfiggere Spearow.

Red strinse i pugni.

«Ho ancora quattro Pokèmon, posso farcela!» ringhiò.

«Nidoran! Vai tu!» ordinò il giovane allenatore.

Il suo Pokèmon Veleno sarebbe stato immune all’abilità dell’avversario.

“Doppio calcio” dell’avversario non scalfì il Pokèmon di Red.

Entrambi i Nidoran usarono “Fulmisguardo” e “Focalenergia”.

I due roditori si lanciarono alla carica per colpire il nemico balzando in aria.

Pochi secondi dopo atterrarono sul ponte, dopo qualche attimo di tensione il Pokèmon della Pupa crollò esausto.

 

La donzella aveva un altro  Nidoran, ma questo era femmina.

Il pokèmon di Red perse la sua concentrazione e sembrava imbambolato alla vista della sua avversaria.
Con “Colpocoda” ad abbassare le sue difese e un “Graffio” ben assestato il roditore viola finì K.O.

«Pikachu! Pensaci tu!» tuonò Red.

Il Pokèmon elettrico  aggredì subito con “Attacco Rapido” ma Nidoran incassò bene e avvelenò Pikachu.

«La tua sfida finisce qui!» affermò la Pupa, ma il suo Nidoran sbabliò a colpire “Graffio” non centrò il bersaglio.

Pikachu eseguì un “Tuonoshock” che però indebolì di poco il suo avversario, intanto era sofferente per il veleno.

Ma ora il suo nemico ora era paralizzato.

“Finiscilo con Megacalcio!” ordinò Red.

Nidoran era un facile bersaglio, i suoi movimenti erano limitati, Pikachu, anche se stordito dal veleno, si librò in aria e scese in picchiata centrando sul muso del suo avversario con un calcio potentissimo.

Red e Pikachu vinsero così anche la quarta sfida del Ponte Pepita.

Il giovane allenatore notò che erano rimasti solo Geoudude, Pikachu e Charmeleon.

Curò come possibile i primi due e decise di usare lo Starter come ultima risorsa, volendo allenare più i  suoi Pokèmon che ne avevano più bisogno.

Un tale vestito completamente verde chiaro dal berretto fino ai pantaloncini aspettò Red alla fine del ponte.

«Sono il numero cinque e ti polverizzerò non riceverai il premio!» affermò sprezzante.

I suoi occhi scuri incrociarono quelli di Red.

Il Campeggista aveva un Mankey e nessun’ altra sfera alla cintura.

Red iniziò con Geodude.

«Colpo basso» affermò l’allenatore in verde al suo Pokèmon.

L’impatto del pugno del primate sul corpo di roccia di Geodude stesero il Pokèmon roccioso con un singolo attacco.

«Credo che qui ci voglia l’artiglieria pesante!» ghignò compiaciuto Red.

Charmeleon scese in campò con un ruggito e il suo “Ferraratigli” si incrociò con il “ Colpo Karate” di Mankey.

«Braciere!» gridò Red.

La salamandra infuocata sparò dalla sua bocca l’attacco richiesto che centrò Mankey ferendolo gravemente.

Il lottatore però tornò alla carica con “Graffio”.

Charmeleon barcollò all’indietro.

«Fagli vedere come si fa quell’attacco» disse ghignando Red.

Charmeleon corse e dopo un salto arrivò a colpire il suo avversario sul muso porcino.

Red con quella mossa del suo amico  aveva superato l’ultimo ostacolo della sfida del Ponte Pepita.

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Capitolo 17
*** 17. Rocket, Red & Leaf ***


Red era stremato alla fine di quelle lotte.

«Congratulazioni! Hai vinto questa pepita per aver completato la sfida» gli disse un uomo vestito bene andandogli incontro con un pezzo d’oro in mano.

Aveva capelli scuri e occhi castani, indossava un completo nero con camicia bianca.

«Posso venderla vero?» chiese un po’ incuriosito il giovane mettendo mani allo zaino e riponendo la pepita.

«Certamente! Puoi farci tanti soldi, ma puoi farne di più unendoti a Team Rocket …» suggerì il tizio con un sorriso sghembo.

«Cosa diavolo stai dicendo?» ringhiò Red.

«Sei forte e talentuoso, creo che ci serva uno come te nella nostra Organi-»

«So bene chi siete, criminali!»

«Non farti pregare. »

«Non mi unirò mai a voi»

«Ti farò un’ offerta che non puoi rifiutare» il tizio tirò fuori dalla giacca scura una pokèball, poco dopo ne uscì dentro un pericoloso e agguerito Ekans.

 

Red balzò indietro e mandò in campo  subito Charmeleon.

Ekans fu lesto e sparò un “Velenospina” che avvelenò  lo Starter.

«Non mollare, Braciere!» ringhiò Red e il suo Pokèmon sparò una fiammata dalla bocca, il rettile avversario ne venne colpito, ma non andò al tappeto.

Il velenò indebolì Charmeleon che venne aggredito con “Avvolgibotta”.

«Liberati con Ferrartigli avanti» sentenziò Red.

La lucertola di fuoco alzò la zampa e sferzò verso il muso di Ekans centrandolo e liberandosi dalla presa .

Il Veleno poco dopo privò di forze Charmeleon che cade a terra stremato.

Geodude di Red e Zubat del Rocket scesero in campo.

«Supersuono, stendiamo il moccioso» ordinò il membro di TR.

Geodude scansò prontamente l’attacco e afferrò Zubat dalle ali lanciandolo poi con forza conto il suo allenatore.

Entrambi finirono al tappeto.

«Maledetto!» sussurrò il membro dei Rocket prima di svenire opo la poderosa botta ricevuta.

 

Red usò Geodude per trasportare il corpo del malvivente in città e darlo in custodia alla polizia di Celestepoli.

Dopo una tappa al centro Pokèmon per curare i compagni di avventura, tornò sul percorso  24.

 

Leaf e il suo Bulbasaur erano tranquille su un ampio spiazzo poco dopo il ponte.

«Red! Vieni qui!» lo chiamò la ragazza e lui si avvicinò.

«Hai battuto Misty?» gli chiese facendogli vedere la medaglia che aveva anche visto a Blue.

«…»

«Tranquillo! Potrai allenarti sul Percorso 25 e su questo prima di andare da lei, anche io ho fatto così!» disse l’Allenatrice ridendo.

«Come hai vinto?» domandò l’amico.

«Con Bulbasaur è stato facile! Se vuoi una mano posso insegnare “Attrazione” ad uno dei tuoi Pokèmon» gli fece un occhiolino e una linguaccia e Red avvampò di vergogna.

«Io… uso altre tattiche!» balbettò.

«Come vuoi! In bocca al lupo per la seconda medaglia» si congedò poi dandogli un bacio sulla guancia.

Red rimase impietrito per qualche minuto mentre lei saltellava via festante insieme a Bulbasaur.

 

«Ehy, che fai lì come un cretino?» urlò qualcuno alle sue spalle.

Un Campeggista lo guardava stranito con l’intenzione di piantare la tenda in quell’ampio spazio.

«Vestito di verde ti mimetizzi in mezzo al fogliame come un piccolo Caterpie e poi sono io il cretino?» rispose acido Red.

 

«Vediamo se sai usare i Pokèmon oltre che alle parole» lo sfidò il tale.

 

Red era innervosito da Leaf e da come lo faceva sentire, perciò lottò con ardore.

Bastò Mankey a picchiare per bene il Rattata e l’Ekans del suo avversario.

«Potevi andarci più piano con quel Mankey…» sussurrò sconfitto il Campeggista andando via sconsolato tra l’erba alta poco distante.

 

Seguendo con lo sguardo il tipo in verde, Red, notò un Oddish selvatico.

Un Pokèmon d’erba mancava alla sua squadra e in più a Leaf piacevano i Pokèmon d’erba, avrebbe potuto chiederle qualche dritta su che mosse usare.
Misty usava Pokèmon d’acqua e poteva essere utile avere un Oddish contro di lei.

Red paralizzò il piccolo germoglio con Pikachu che colpì con “Tuononda” poi utilizzò “Attacco Rapido” .
Fu vana la resistenza di Oddish che fu catturato… era anche una femmina!
Leaf l’avrebbe adorato di sicuro, magari poteva chiederle di insegnare “Attrazione”

Tornato a Celestepoli avrebbe messo Oddish in squadra, doveva solo scegliere chi lasciare indietro…

Tuttavia prima aveva il Percorso 25  e numerosi Allenatori da affrontare.

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Capitolo 18
*** 18. A volte tornano ***


«Sono arrivato fin qui dal Monteluna, ma sono ancora in forma per una lotta!» affermò un uomo possente e nerboruto una volta che Red ebbe imboccato il Percorso 25.

Il tale aveva un grosso zaino sulle spalle, una volta barba nera e occhi piccoli e scuri, in testa portava un capello color sabbia.

«Ci sono passato anche io ieri! Non è stata facile come scampagnata» lo incalzò Red.

L’Avventuriero mandò in campo Machop.

 Machop era un Pokémon bipede di colore grigio avente tre creste marroni sulla parte superiore del capo. Aveva gli occhi di colore rosso e una coda molto piccola. Stranamente i suoi piedi sembravano non possedere le dita.

«Vai, Nidoran!» decise Red.

Machop caricò con un feroce “Colpokarate” ma Nidoran incassò bene il colpo.
Poco dopo saltò in alto e in poi calò in picchiata. Durante  la caduta centrò la testa del suo avversario con “Beccata”.

«Abbatti quel moscerino!» tuonò l’omaccione al suo Pokèmon lottatore.

Egli tentò un “Colpo basso” scivolando a terra, ma Nidoran schivò e usò “Doppio Calcio” colpendo due volte il muso grigio del suo avversario mandandolo al tappeto.

Una fragorosa risata da parte dell’Avventuriero fece sobbalzare Red.

«Il mio Geodude è stato messo K.O. da degli Zubat al Monteluna, altrimenti avrei avuto ancora un Pokèmon con cui lottare. Sei stato bravo ragazzo» disse l’omone.

Red lo ringraziò e poi proseguì.

Poco più in là dei piccoli arbusti formavano un arena naturale dove un gigantesco Onix stava combattendo contro uno Slowpoke.

Slowpoke era una creatura rosa scuro di aspetto simile a un ippopotamo mischiato con una specie di lotra. La punta della sua coda era bianca e il suo muso era marrone chiaro.

Un “Pistolacqua” centrò il gigantesco Pokèmon roccioso e lo mandò al tappeto in un attimo.

«Sei forte, ragazzo! Dove hai preso quel Pokèmon? So che è abbastanza raro qui a Kanto» disse l’allenatore sconfitto al suo avversario.

Il giovanotto sorrise e lasciò Slowpoke in campo senza farlo tornare nella sua sfera pokè.

«Mio padre viaggia molto, me lo ha portato da Johto, lì vi è un posto dove è facile catturarne uno. Sono stato con lui sulla M/N Anna è stato fighissimo!» disse il ragazzo. Red osservò un giovane allenatore che aveva assistito allo scontro tra l’Avventuriero e il ragazzino.

«Lo hai già sfidato? Tocca a te?» domandò il nativo di Biancavilla.

«No, vai pure mi ha già battuto!»  rispose lui.

Red si fece vedere dal ragazzo con lo Slowpoke e lo sfidò a una lotta.

Pikachu fu la sua scelta.

Il piccolo roditore attaccò subito con “Tuonoshock” e Slowpoke incassò il colpo elettrico.

«Usa confusione»

Il Pokèmon rosa fissò lo sguardo vacuo su Pikachu e questo venne scagliato contro uno degli arbusti da una forza invisibile.

«Dannazione… vai con Tuononda!» ringhiò Red a denti scritto.

Il piccolo roditore giallo eseguì e poco dopo utilizzo anche “Attacco rapido” centrando sul muso l’ippotamo-lontra.

«Non arrenderti, battiamo anche questo qui! Pistolacqua!» affermò l’avversario di Red.

Un getto sputato da Slowpoke colpì Pikachu sul viso e lo fece rotolare a terra.

«Avanti, ancora un Tuonoshock ed e fatta!« lo incitò Red.

Slowpoke era lento di suo e paralizzato era un bersaglio ancora più facile.

Pikachu si alzò a fatica e chiuse gli occhi emettendo una potente onda di energia elettrica verso l’avversario.

Il Pokèmon rosa fu investito dall’attacco e con un verso stanco cadde a terra sconfitto.

«Io e Slowpoke non perdevamo da un po’ anche sulla  M/N Anna ho sconfitto allenatori di tutto il mondo. Sei stato in gamba» si congratulò lo sconfitto stringendo la mano a Red.

Durante lo scontro del suo Nidoran contro l’Ekans di un Campeggista Red assistete alla strana mutazione del suo nuovo compagno.

Nidorino con una possente incornata mandò al tappeto il serpente avversario e vinse lo scontro.
Il giovane allenatore guardò soddisfatto il suo nuovo Pokèmon evoluto ed esultò registrando i dati sul Pokèdex.

Con colori simili alla pre-evoluzione, Nidorino possedeva un corno frontale molto più sviluppato dal quale secerneva la sua neurotossina. La schiena era provvista di una cresta di aculei velenosi con i quali si proteggeva dai nemici.

«Dovresti essere forte come lui» mormorò una ragazza vestita in verde al tale appena battuto da Red.

«Prima ho sconfitto quell’Avventuriero! Non posso sempre vincere» ribatté lui scocciato.

«In più quel tipo col capello era molto carino … » lo provocò la ragazza.

«Chi? L’Avventuriero?»

«Ma che diavolo… »

Red smise di ascoltarla visto che si stavano allontanando e arrivato vicino alla casa di Bill si fermò ad osservare una battaglia poco distante.

Un Oddish stava usando “Assorbimento” su un Sandshrew sconfiggendolo dopo quel colpo.

Il Pokèmon erba era comandato a una ragazza che Red riconobbe subito: Selena.

«Congratulazioni» si limitò a dire il giovane di Biancavilla battendo le mani.

Il tale sconfitto se ne andò sbuffando e Selena arrossì nel rivedere il suo amico.

«Non ti sei arrabbiato perché sono andata via senza di te?» chiese l’Allenatrice.

«No. Ognuno ha il suo viaggio a cui pensare! Siamo apposto» Red le fece il pollice all’insù e lei gli si avvicinò.

«Sì, la penso come te, come va con le medaglie?» Selena buttò le braccia attorno di Red che rimase un po’ stranito.

«Devo ancora sconfiggere Misty» si limitò a dire lui.

«Ho visto una tipa tosta con un Oddish battere la capo palestra così ho deciso di catturarne uno anche io. Ma a me manca un Bulbasaur, lei ha usato quello starter per vincere contro la Capopalestra» scherzò la giovane inclinando la testa.

Red pensò a Leaf.

Era sicuramente lei, non le aveva neanche detto che era riuscito a battere Blue, ma entrambi i suoi rivali avevano già due medaglie.

«A cosa pensi?» chiese Selena accorgendosi delle mani di Red attorno ai suoi fianchi.

« … »

Red posò le labbra su quelle dalla ragazza e lei ricambiò.

«Tieniti pure i tuoi segreti se questo è il prezzo» sussurrò poi una volta che si staccarono.

«Devo andare a Bill, domani affronterò Misty, mi farebbe piacere se tu ci fossi»

«Conta pure su di me»

 

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Capitolo 19
*** 19. Nuovi amici e nuovi rivali ***


Red bussò a casa di Bill e non sentii alcuna risposta, notò che la porta era aperta e cortesemente chiese permesso.

La casa dello studioso era una specie di laboratorio, e una stanza poi dava sul retro, dove probabilmente vi era la camera da letto di Bill.

Red rimase affascinato dallo studio dell’uomo, notò su una scrivania un computer che stava elaborando qualcosa e vicino ad essa una ricerca che parlava di Eevee e delle sua evoluzioni.
Il Computer diceva che il processo che stava caricando era completo, così premette  il tasto di conferma quasi senza pensarci.

Da un grane macchinario nelle vicinanze uscì stanco e provato un uomo dai capelli arruffati castani e gli occhi color nocciola.

«Grazie mille! Ero rimasto intrappolato la dentro!» mormorò lo studioso avvicinandosi a Red.

«Tu evi essere Bill… ti facevo diverso» mormorò l’Allenatore.

«Più vecchio?»

«Sì, cioè tipo il Prof. Oak»

«Magari avessi la sua conoscenza e la sua saggezza»

«Beh, hai creato il sistema Pc di Kanto, è una grane innovazione»

«Sei troppo gentile! Voglio sdebitarmi per le tue parole gentili e per avermi aiutato prima»

«Figurati, ho solo premuto un tasto …»

«Prendi il mio biglietto per ma S.S. Anna, è una nave crociera che ospita davvero buoni allenatori e che sicuramente ti permetterà di affrontare sfide interessanti. Quest’anno non mi va proprio di andarci.

Red prese il biglietto dalle mani di Bill dopo che lui l’aveva tirato fuori da un cassetto della disordinata scrivania.

«Ti ringrazio. Domani affronterò Misty, ora vado a riposare.»

«In bocca al lupo, sai è stato un piacere conoscerti. Credo sentirò ancora parlare di te.»

«E io di te e delle tue ricerche e invenzioni»

I due si strinsero la mano e poi Red tornò verso Celestopili.

Il giorno dopo il giovane allenatore si recò alla Palestra di Celestopoli insieme a Selena.

Il posto sembrava una enorme piscina al chiuso, vi erano tanti Nuotatori e Nuotatrici in costume che erano nei dintorni, erano sicuramente gli allievi di Misty.

Era una giovane e dal fisico asciutto atletico, aveva i capelli rossi e legati in due codini.

La Capopalestra indossava un costume a due pezzi di un blu elettrico e stava uscendo dall’acqua dopo aver fatto un grande tuffo da un trampolino.

«Se ti fermi a fissarla così mentre lottate finirai K.O. subito» sbottò infastidita Selena mettendo il broncio.

«Ma che dici… » mormorò Red scuotendo la testa.

I due si avvicinarono a Misty che si stava asciugando dopo quella nuotata.

«Ciao! Siete qui per una lotta?» chiese la giovane esperta di Pokèmon di tipo acqua.

«Sì, lui è pronto a batterti!» affermo Selena con le braccia incrociate.

«Sono pronta a mettercela allora tutta!» affermò Misty facendo un occhiolino a Red che la fissò.

«…»

«Il tuo ragazzo è muto?» chiese la rossa mentre si allontanava e un suo assistente le passava due pokèball.

«A volte fa così, ma  parla!» sorrise imbarazzata la ragazza.

«Sono pronto, quali sono le regole» si ricompose Red.

«Due contro due!» sentenziò la Capopalestra e mandò in campo Staryu.

Staryu era un Pokémon stella marina. Il suo corpo principale era di colore marrone chiaro, con una formazione d'oro al centro della sua parte frontale. Proprio al centro del suo corpo si trovava un organo esterno che assomigliava ad un gioiello rosso chiamato: il nucleo.

L’arbitro si mise nella sua postazione mentre di due allenatori erano pronti a sfidarsi ufficialmente.

«Vai, Pikachu!» sentenziò Red.

«Non sarà per nulla facile…» mormorò Misty dopo aver visto l’avversario.

Staryu usò “Idropulsar” e Pikachu venne invaso da una grande scarica d’acqua vorticante.

«Non è successo niente, forza Tuononda» lo rassicurò Red stringendo i denti insieme al suo amico elettrico.

Pikachu alzò la coda a zig-zag e da essa una scarica di elettricità statica colpì il Pokèmon stella marina.

«Dannazione! Usa Rapigiro!» mormorò Misty preoccupata.

Il suo Pokèmon era paralizzato e il Pikachu di Red utilizzò Tuonoshock sotto comando del suo Allenatore.

«Finiscilo con Attacco rapido» Red gridò e mandò alla carica il roditore giallo indicandogli il nemico.

L’impatto tra i due Pokèmon fu veloce e devastante.

«Staryu non è più in grado di combattere, vince Pikachu» dichiarò L’arbitro.

Selena urlò e batté le mani tifando per Red, il resto dei presenti mormorò qualcosa.

«Credo sia ora di far scendere in campo i pezzi grossi!» ringhiò Misty lanciando nell’arena Starmie.

Starmie, come la sua pre-evoluzione, somigliava ad una stella marina. Il suo corpo era viola, ma manteneva la struttura dorata al centro. La gemma rossa al suo centro era più grande di quella di Staryu ed era sfaccettata come una gemma lavorata. Sulla sua parte posteriore era cresciuta una seconda stella in grado di ruotare liberamente.

«Pikachu, paralizza anche Starmie!» tuonò Red per nulla impressionato.

Un “Bollaraggio” centrò però il suo compagno che finì esausto dopo un solo colpo.

«Pikachu non è più in grado di combattere. Lo scontro è in parità» disse il direttore di gara.

Red doveva fare affidamento su un Pokèmon appena catturato per una lotta importante, Oddish venne chiamato dal suo Allenatore.

Un potente “Idropulsar” si abbattè su Oddish, il piccolo Pokèmon d’erba incassò il colpo e replicò con “Assorbimento”. Poco dopo della forte energia verde si sprigionò dal piccolo germoglio blu e poi tornò indietro da Staryu a Oddish rinvigorendolo.

«Stendiamo quella dannata pianta!» ringhiò Misty.

«Velenopolvere» ordinò Red dopo che Oddish aveva schivato un “Rapigiro”.

Delle spore viola si posarono su Starmie che rimase avvelenato.

Lentamente il Pokèmon  stella marina perdeva le forze e ad ogni “Assorbimento” era ancora più debole e Oddish diventava più forte.

Il Pokèmon pianta era resistente ad ogni colpo subito e si apprestava a finire il suo nemico ormai stanco e debilitato.

«Chiudiamo l’incontro con Semitraglia» tuonò Red indicando il bersaglio a Oddish.

Il Pokèmon gonfiò le piccole guance e sparò dei semi come fossero proiettili direttamente sul cristallo di Starmie mandandolo poi K.O.

«Starmie non è più in grado di combattere, vince Red» decretò l’arbitro della contesta.

Selena esultò e Misty fece un sorriso amaro mentre si faceva consegnare la Medaglia Cascata da donare al suo avversario.

«Complimenti, questa è tua, buona fortuna per il tuo viaggio verso Aaranciopoli!» affermò la Capopalestra stringendo la mano a Red mentre gli donava il suo prezioso premio.

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