In my voice

di Fantasy is magic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


In my voice

Erano le sei e mezzo del pomeriggio e all’interno di Hopes Peak Academy il silenzio regnava sovrano, o almeno così sembrava. Il suono di una chitarra e di un basso squarciarono il silenzio a ritmo rock, poi una voce iniziò a cantare:
“I’ m the king of destruction,
You can’t defy me-
I’m the lord of destruction,
And you can’t stop me-“

La voce suonava cupa, profonda e melodiosa, come un angelo che invocasse il diavolo. La canzone non era completa, la voce intonava alcune parti canticchiando le note della melodia principale, ma non era importante perché l’aula di musica era vuota se non si contavano i due sul palco, e non solo l’aula ma tutta l’accademia era vuota. Tutti gli altri studenti erano presso i dormitori, poiché le strutture principali dell’accademia erano quasi tutte chiuse e a molti non importava dei club e delle attività extra - curriculari.
La musica si fermò e i due scesero dal palco “La prova di oggi è andata bene,sei migliorato molto rispetto all’ultima volta. Forse dovrei iniziare a farmi chiamare Super chitarrista liceale visto con quale velocità sono riuscito a insegnarti a suonarla” affermò con un sorriso uno dei due rivolgendosi all’altro, mentre riponeva la sua chitarra elettrica nella custodia con cura. “Devo ammettere che i tuoi insegnamenti sono stati molto utili. Ho imparato ad evocare i suoni dell’inferno e a domarli grazie a te…” il secondo si fermò un attimo a riflettere poi ricomincio “È appena giunto alla mia mente che tu oggi dovevi essere ad allenarti con il resto dell’esercito per prepararvi alla battaglia imminente” il primo si girò sorpreso “Che?- ci pensò per qualche secondo, poi capì- Oh, parli degli allenamenti della squadra di baseball! Amico te l’ho detto mille volte a me non interessa il baseball” affermò il ragazzo grattandosi la testa ramata, poi si mise la custodia sulle spalle e si voltò per guardare il suo amico “Sai che non voglio che sia il mio talento a definirmi, ma le mie passioni” “Ma sei cosciente che se non coltivi il tuo talento potresti venire espulso, vero Leon?” “Lo so…per questo frequento tutte le lezioni e vado agli allenamenti di tanto in tanto, così non mi possono buttare fuori” Leon Kuwata, il super giocatore di baseball liceale, fece un sorriso sincero dopo aver detto questo, poi guardò il suo amico e il sorriso si ridusse un po' vedendo che l’altro si era nascosto nella sciarpa che portava intorno al collo “Ehi Gundham,non ti preoccupare per me, sono capace di cavarmela da solo. E poi se mi facessi espellere come potrei continuare il mio servizio sotto il grande warlock, Overlord supremo del ghiaccio?” A questo Gundham Tanaka, il super allevatore liceale, sghignazzò contemplando il basso che Leon gli aveva prestato “Se un misero mortale come te riesce a pronunciare il mio nome senza essere fulminato, allora certamente non avrai problemi a non farti espellere” Leon scoppiò in una grassa risata “Hai proprio ragione…in confronto restare a galla in questa scuola è 10 volte più facile amico”
Leon tentò di mettergli la mano sulla spalla ma Gundham si ritirò “Ti ricordi che non mi puoi toccare? Sono fatto di veleno, ho ingerito veleno per tutta la vita se mi tocchi muori all’istante”
“Si so che lo hai detto, ma hai anche detto che una persona con un potere simile al tuo o una singolarità ti possono toccare. Non credi che io potrei essere una singolarità?”
Gundham lo squadrò dal capo ai piedi, poi sospirò: “Forse potresti essere una singolarità”
Leon rimase in silenzio per un secondo poi chiese: “Significa…che ti posso toccare?”
“Puoi tentare”
Leon all’inizio pensò di andarci pesante e di dargli un’energetica pacca sulla spalla, ma poi decise che forse era meglio andarci piano visto che non sapeva come avrebbe reagito. Diede un colpetto veloce sulla spalla e Gundham rimase un po’ sorpreso, non aveva contatti fisici con altre persone e questo causava sussulti sulla sua pelle.
“Ti ho fatto male?”
“No, è solo che non esistono molte singolarità e sono ancora meno le persone al mio stesso livello. Non sono abituato ad avere contatto fisico”
“Oh devi essere molto solo allora”
”No – si fermò un attimo – io cerco la solitudine. Ora se mi vuoi scusare devo andare”
Detto questo Gundham prese il basso e lo caricò sulla spalla per poi uscire dalla sala musica
“Ehi…sai non è quello che traspare dall’altra canzone che hai scritto” notò Leon, facendo fermare il super allevatore liceale sulla soglia, che non disse nulla però, ciò diede al rosso la possibilità di continuare “Comunque grazie di aver accettato di suonare con me, mi fa piacere aver trovato un amico come te”
Gundham non si girò, ma sul suo viso spuntò un piccolo sorriso, era da molto tempo che non aveva un amico. Non rispose e uscì dirigendosi verso il suo dormitorio. Uno dei quattro Devas della distruzione fece capolino dalla sciarpa e strofinò il suo muso contro il viso di Gundham “Mh? Cosa c’è Maga-Z? Sei preoccupato per me?” il criceto si gettò sulle mani del suo padrone e lo guardò con i suoi occhietti neri intensamente “Si, Leon è un mortale degno di nota, non intendo allontanarlo…- si fermò un attimo – Un amico…è il primo in molto tempo” sorrise tra sé e sé accarezzando la pelliccia marrone di Maga-Z.

Note dell'autrice:
Salve a tutti sono Fantasy is magic, questa storia è ambientata nel NoDespair!Au, spero che vi piaccia. Se vi è piaciuta per favore lasciate una recensione, potete farlo anche se non vi è piaciuta(basta che il vostro commento sia costruttivo) il feedback è importante per uno scrittore o un artista in generale. 
Se siete interessati a come la storia continua, tutti i sabati alle ore 18:00 farò un post su Instagram riguardante questa storia. Il profilo su cui troverete gli aggiornamenti è il seguente:
Fantasy.is.magic
Detto questo auguro a tutti una buona giornata/serata, e ci vediamo al prossimo capitolo!
Make it shine!
Fantasy is magic

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
 
La mattina dopo avvicinandosi all’edificio principale, Leon notò che una delle studentesse più grandi aveva in mano una serie di volantini colorati. Di solito non l’avrebbe notata data la statura della ragazza, che la faceva assomigliare più ad una bambina che ad un’adolescente, infatti non era successo neanche quella mattina, le aveva tagliato la strada e si erano scontrati davanti la porta di ingresso dell’edificio principale, lei era caduta per terra stringendo tra le mani i volantini, ed era stato in quel momento che li aveva notati. “Scusami tanto, non ti avevo visto! Tutto apposto? Ti sei fatta male?” le porse una mano per aiutarla ma lei l’allontanò bruscamente “Ma cos’hai nella testa, formaggio muffito? Perché non guardi dove metti i piedi caprone!” si alzò da sola ed entrò nell’atrio lasciando Leon stupito davanti la porta “Caprone?” ripeté tra sé e sé, toccandosi la barbetta e chiedendosi se fosse davvero lunga come quella di una capra e se fosse il caso di tagliarla. Scosse il pensiero ed entrò nell’atrio, dove vide sulla bacheca degli annunci lo stesso volantino colorato che aveva in mano la ragazza, si avvicinò e lo lesse:
“Aperte iscrizioni per talent show.
Il consiglio amministrativo ha scelto di mostrare il talento nascosto dei propri studenti durante il festival estivo di quest’anno.
Tutti gli studenti possono iscriversi.
I provini si terranno nell’aula di musica,
Giovedì dalle 16 alle 18”
I suoi occhi si illuminarono e corse verso l’aula che Gundham gli aveva indicato come quella della sua classe, sapeva che le lezioni stavano per iniziare,ma era troppo emozionato per poter aspettare la fine delle lezioni. Arrivò davanti all’aula la porta era chiusa, ma dalla finestra riusciva a vedere Gundham seduto al primo banco della fila vicino alla porta, iniziò a sbracciare fuori dalla porta nella speranza che l’amico lo noti. Gundham percepì movimento nella sua periferia visiva a destra, si girò e vide Leon fuori dalla classe che sbracciava come un pazzo, decise che se stava cercando di attirare la sua attenzione così ferocemente allora doveva essere importante, dunque alzò la mano e chiese: “Mi scusi professore, ma sento l’urgenza di usare i servizi per eliminare le scorie” il professore si fermò, lo guardò per un secondo e poi ebbe l’illuminazione “Devi andare al bagno?” Gundham annuì “Va bene- continuò il professore- ma non metterci troppo”. Gundham uscì dall’aula e trascinò Leon qualche metro più avanti per far credere al professore che stesse veramente andando al bagno “Che cosa c’è di così importante da venirmi a chiamare durante le lezioni?” chiese il super allevatore liceale “Il consiglio di amministrazione pensa di organizzare un talent show per il festival estivo, un’opportunità per mostrare un talento nascosto, diverso da quello con cui si è stati ammessi o con cui i ragazzi del corso di riserva possono sperare di essere trasferiti al corso regolare” “Quindi le iscrizioni sono aperte a tutti? Ma perché me lo stai dicendo?” “Come perché! Se le iscrizioni sono aperte a tutti possiamo provare ad entrare nel talent come duo, che te ne pare eh? Sarebbe un peccato tenere nascosta questa tua versatile voce da urlo, accompagnata dalla mia, accompagnate dal suono di chitarra e basso” Gundham lo guardò un momento “Uhm…non lo so se riuscirei davanti ad un pubblico” “Oh amico! Dai, ti prego…non sarai solo sul palco, ci sarò io con te, puoi fare finta che l’aula sia vuota e che stiamo provando, o te li puoi immaginare tutti in mutande. Ti prego, ti prego proviaaaamoci” Gundham sospirò “Va bene, ci possiamo provare…credo”
Ciò bastò a caricare Leon che andò via fischiettando la canzone “King of Destruction”, la canzone scritta da Gundham, per cui avevano trovato insieme una melodia punk accettabile.
Quel pomeriggio Gundham si ritrovò da solo nell’aula 4-b, diventata l’aula di incontro del club dell’occulto da lui creato, cioè lui avrebbe voluto chiamarlo “Ritrovo di warlock e stregoni” ma era già stato fortunato che il preside Kirigiri gli avesse concesso di creare il club. Aveva ricevuto delle iscrizioni ma ancora non si era presentato nessuno, forse quelli che si erano iscritti lo avevano fatto solo per ricevere crediti, senza alcuna intenzione di frequentarlo. Stava per andarsene quando entrò un ragazzo con i capelli castani sparati in aria come un porcospino, legati in tanti piccoli dreadlock, era Yasuhiro Hagakure, il super chiaroveggente liceale. “Benvenuto – esclamò Gundham- sei uno degli iscritti al club? Se mi dai il nome posso segnare la presenza” “Uhm…questo che club è?” chiese Yasuhiro, a ciò Gundham realizzò che non era uno dei suoi iscritti “È il club dell’occulto. Se vuoi iscriverti c’è il modulo su quel tavolo” “Nah, non mi interessa l’occulto è una cavolata. Cercavo qualcuno che mi potesse aiutare con la mia sfera di cristallo, non riesco a comunicare con gli spiriti. Ma sembra che questo non è il posto giusto” Gundham lo fermò “Aspetta hai problemi a comunicare con gli spiriti, il club serve per fare e parlare di esperienze come questa” Yasuhiro lo guardò e sorrise “Allora questo è il posto giusto! Puoi dare un’occhiata alla sfera?” in pochi secondi Gundham trovò tra le sue mani la sfera di cristallo. La osservò attentamente poi esclamò “Questa sfera è di vetro” Yasuhiro sembrò scioccato alla notizia “Eeeeeh? Anche questa?! Non ci posso credere mi hanno imbrogliato di nuovo”
“Se cerchi una vera sfera di cristallo cerca su questo sito” fece vedere a Yasuhiro un sito dal telefono “Qui si trova tutto quello che serve per tutti i rami delle arti magiche, ho acquistato alcuni articoli e sono tutti autentici ti puoi fidare” Yasuhiro lo ringraziò ed uscì dall’aula, lasciando Gundham da solo. Uscendo Yasuhiro incontrò una ragazza fuori dalla stanza “Devi entrare?” la ragazza scosse la testa e scappò via.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Dopo il fiasco del giorno prima al club dell’occulto, Gundham ebbe difficoltà ad alzarsi quella mattina, credeva che si sarebbero presentati più studenti alla prima sessione, e non solo un ragazzo del primo anno con problemi con una sfera di cristallo fasulla. Non capiva perché la così scarsa partecipazione: le arti occulte, la magia e la divinazione erano per lui temi molto interessanti e pensava che ci fossero altre persone a scuola con i suoi stessi interessi. Si diresse verso l’edificio principale a testa bassa, perso nell’infinità dei suoi pensieri, e mentre stava entrando nell’edificio fu placcato da dietro “Ehi amico!” esclamò la persona, Gundham si spaventò…il contatto era stato troppo brusco e violento per i suoi gusti. “Chi osa disturbare il potente Gundham Tanaka?!” ruggì girandosi, il povero malcapitato stava per ricevere una bella strigliata, il super allevatore liceale era furioso e solo i cieli sapevano quali dolori avrebbe inflitto a colui che aveva osato sorprenderlo; la rabbia però sfumò quando vide Leon davanti a sé, il rosso aveva un’espressione alquanto impossibile da decifrare, era un misto tra il divertito, il sorpreso e il dispiaciuto con un pizzico di “ma cosa è appena successo”.
“Ehm…forse è troppo presto per attaccarti alle spalle così, vero?” chiese Leon con un sorriso impacciato.
“Si…troppo presto” rispose Gundham, tornando a guardarsi i piedi, “Bel lavoro Gundham, non c’è miglior modo di iniziare la giornata che mettendoti in ridicolo davanti al unico amico che ti sei fatto fuori dalla classe” pensò tra sé.
Tra i due ci fu un minuto di silenzio imbarazzante, poi Leon lo interruppe ricominciando a parlare: “Comunque- disse trascinando per un paio di secondi la u – oggi dobbiamo esercitarci tutto il pomeriggio, le audizioni sono giovedì prossimo e dobbiamo essere super carichi per allora. Quindi io propongo di esercitarci ogni giorno fino ad allora, che ne dici?” “ASSOLUTAMENTE NO!” gridò una voce alle spalle di Leon. Al suono della voce il rosso si irrigidì e divenne bianco in viso, Gundham lo guardava perplesso, non capiva la sua reazione, la persona che si stava avvicinando non sembrava così spaventosa. Il rosso si girò piano piano, e la visione del giovane che si stava avvicinando confermò i suoi dubbi e firmò la sua condanna. Ishimaru Kyotaka, la super bussola morale liceale, si avvicinò a grandi passi e mise entrambe le mani sulle spalle di Leon “Tu oggi hai gli allenamenti di baseball…e la scorsa settimana non sei andato neanche una volta! La squadra ha bisogno del super giocatore di baseball liceale, sei uno dei loro giocatori migliori. Oggi andrai agli allenamenti che ti piaccia o no, me ne assicurerò personalmente” .
Detto questo Ishimaru prese Leon per il colletto della giacca della divisa, ed iniziò a trascinarlo dentro “Taka lasciami andare! Gundham aiutami…ti prego!” il povero warlock si trovò improvvisamente sotto i riflettori, dopo qualche secondo di silenzio cercò di dire qualcosa ma Ishimaru estese una mano in avanti come per bloccargli la bocca “Scusi senpai…potrà parlare con Leon dopo le sei, quando tutte le attività extra curriculari saranno finite” detto questo ricominciò a trascinare il rosso in classe. “Quindi…oggi suonerò da solo allora” si disse tra sé e sé, per poi entrare nell’edificio. Le lezioni quel giorno sembravano non finire mai, e quando la campanella suonò per la pausa pranzo sembrò quasi una benedizione. Gundham si trovò a sedere da solo, non aveva molta confidenza con i suoi altri compagni di classe e neanche erano incoraggiati a fare amicizia tra di loro, quindi ognuno andava per conto proprio. L’insalata che aveva davanti non gli sembrava particolarmente appetitosa quel giorno, ci giocherellava ma non riusciva a mandarne giù neanche un boccone, poi d’improvviso sentì qualcuno sedersi accanto a lui. Era Leon e aveva il fiatone “Ok…sono riuscito a seminare Taka per il momento, volevo parlarti di alcune cose adesso, visto che più tardi non ci possiamo vedere” “Certo parla pure mortale ti ascolto” esordì Gundham guardando Leon negli occhi. Il rosso iniziò a parlare quando dall’entrata della caffetteria si sentì urlare “AH! ECCO DOV’ERI FINITO!” Ishimaru era davanti alla porta, e stava lì con la schiena dritta e la testa alta nonostante tutti, ma proprio tutti lo stessero guardando. Gundham era affascinato da questo, si chiedeva come facesse quel ragazzo a stare lì, al centro dell’attenzione senza sentire alcuna vergogna, e si disse che chi tra i mortali aveva la forza di sottostare a tutti quegli sguardi puntati era degno di ammirazione. Il giovane Kyotaka si diresse velocemente verso Kuwata, lo prese di nuovo per la giacca e lo portò via, ma mentre stava uscendo il giovane Ishimaru si girò e si rivolse ad un ragazzo con un’acconciatura particolare, sembrava una pannocchia di capelli biondi, “Ehi Mondo, c’è un cambio di programma, stasera sono impegnato fino alle sei a tenere d'occhio Leon, quindi puoi venire a prendermi a scuola a quell’ora. E porta due caschi, stavolta non sorvolerò su questo” per poi uscire fuori dalla caffetteria. Il biondo a cui si era rivolto era diventato tutto rosso, sembrava voler sparire nelle profondità della terra dall’espressione che aveva in faccia; ma Gundham non aveva il tempo di tenere l‘ attenzione su quello strano individuo, doveva finire quell’insalata prima del suono della campanella. Girandosi vide che c’era qualcuno che lo stava fissando: era Sonia Nevermind, una sua compagna di classe, che smise di guardarlo appena i loro occhi si incontrarono; Gundham non era sicuro del perché, ma si convinse che era per via di quello che era appena successo con Leon.
Alla fine delle lezioni, Gundham si diresse verso l’aula di musica, vi entrò e si sedette al piano. Il fiasco del giorno prima si ripeteva nella sua mente come un disco rotto, suonare quel pezzo forse lo avrebbe fatto sentire meglio. Suonò la prima nota e prese un bel respiro, la voce d’angelo stavolta invocava i suoi simili con quella dolce melodia:
 “Come to me…’cause my who-le life depend on it,
Show me…please show me- how love is do-ne,
Oh darling, tell me it’s ok to touch you
And feel your wa-rmth?
I’m a stranger to this world
So please show me- how it wo-rks…”
Poi d’improvviso sentì un rumore fuori dall’aula, smise di cantare e poggiando le mani sul piano creò una cacofonia. Tolse le mani subito ripugnato dal rumore, e vide una siluette, oltre il vetro opaco della porta,darsela a gambe nel corridoio, corse verso la porta ma quando l’aprì in corridoio non c’era nessuno e per terra accanto alla porta c’era un vaso rotto. La mente del giovane iniziò a vagare, si chiedeva se quella persona lo stesse spiando, se sapeva che era lui che prenotava due volte a settimana l’aula anonimamente, se avrebbe detto a tutti quanto la sua voce fosse schifosa. Le domande assillavano la sua mente a tal punto che non riusciva a respirare, poi suonò la campana delle sei e ciò gli diede l’input per uscire a prendere un po’ d’aria. L’aria fuori era frizzante e si sentì quasi subito meglio; dopo poco fu affiancato da Leon “Ehi…pensavo di trovarti nell’aula di musica, scusa l’aspetto ma l’allenatore ci ha fatto sudare come pazzi. In combinazione con la terra del diamante non è proprio ottimale come cosa.” Ridacchiò per alleggerire la tensione, ma poi notò l’espressione persa dell’amico “Ehi, stai bene?” chiese, “Si” rispose Gundham con un filo di voce. “Non dire bugie…non sei capace amico. Che è successo? È perché ti ho lasciato solo? Sai che è stato contro la mia volontà” Gundham rimase in silenzio, causando un lungo sospiro da parte del rosso “Va bene non me lo vuoi dire…ma forse ho qualcosa al mio dormitorio che potrebbe tirarti su”.  

Note dell'autrice:
Ciao a tutti,
scusate se non ho aggiornato in questi due mesi...sono stati davvero infernali per me e non potevo aggiornare. Chi segue il mio instagram avrà notato che anche lì sono evaporata. Questo capitolo è un po' più lungo dei primi due, pensavo che dopo due mesi vi foste meritati qualcosa di un po' più succoso. Comunque ricordate di lasciare una recenzione con i vostri pensieri riguardo alla storia e se volete restare informati o avete delle domande ricordate di seguire il profilo Fantasy.is.magic, risponderò alle vostre domande in Q&A su Instagram.
A sabato prossimo,
Fantasy is magic

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
Leon portò Gundham nella sua stanza del dormitorio “Mettiti comodo” disse il rosso gesticolando verso il proprio letto. Gundham si accomodò sul letto e si guardò intorno, la camera del suo amico era piena zeppa di roba relativa al baseball: poster, figurine, attrezzature e decorazioni di vario genere. “Dunque non ti piace il baseball, eh?” chiese il giovane, il rosso lo guardò “Oh…la stanza,sì mi piace lo sport ma non allenarmi e rasarmi i capelli e la barba prima di ogni gioco perché è “tradizione”” disse l’ultima parte facendo le virgolette in aria “Siamo nel ventunesimo secolo…non nel diciannovesimo, potremmo buttare via alcune di queste vecchie tradizioni.No?”  lasciò a Gundham il compito di riflettere su questo mentre lui si tuffava nel chaos che era il suo armadio “Strano – disse- avrei giurato di averli messi qui. Ne sono strasicuro” “Cosa stai cercando esattamente mio mortale amico?” chiese Gundham cercando di guardare dentro l’armadio “Non te lo posso dire, altrimenti non sarebbe una sorpresa. Ora rimani seduto lì sul letto e non muoverti, ci vorrà poco”.
Gundham rimase lì seduto e visto che avrebbe dovuto aspettare un po’ si mise a giocare con le Quattro Devas della Distruzione, stando attento che non iniziassero a litigare tra di loro per evitare che distruggessero le lenzuola del suo unico amico. Jum-P e San-D erano piuttosto vivaci quel giorno, salterellando su e giù per la sua sciarpa, Maga-Z invece era un po’ giù di tono, sembrava che qualcosa avesse prosciugato tutte le sue energie, ma non era nulla di cui preoccuparsi era solo la fiacchezza che subisce ogni creatura all’arrivare dell’estate, il piccolo criceto si mise a mangiucchiare le bende intorno al braccio del padrone, seguito da Cham-P, anche lui affaticato dal caldo. Gundham li guardava con un sorriso, beate quelle piccole creature che non hanno altre preoccupazioni se non i bisogni primari. Accarezzò la pelliccia dei due criceti che masticavano le sue bende e smise di pensare alla persona che lo stava spiando fuori dall’aula di musica, invece la sua mente iniziò a vagare per gli eventi del giorno: quello che era successo a Leon, e come Sonia Nevermind lo stava guardando. Sonia Nevermind, una delle ragazze più belle di tutta l’Hopes Peak Academy, lo stava guardando, sicuramente per via del teatrino dei due ragazzi del primo anno, ma la consapevolezza che per chissà quanto tempo lo stesse fissando fece accelerare un po’ il cuore del ragazzo, e le guance si colorarono un po’ per l’emozione; non ebbe però il tempo di accorgersi di come era arrossito e come il suo cuore fosse accelerato perché Leon esclamò ad alta voce “Ahah! Trovati!”, richiamando su di sé l’attenzione. Leon teneva in mano due sacchi per abiti neri “Amico rifatti gli occhi”  disse estraendo dai sacchi dei vestiti: si trattava di un pellicciotto nero e viola, due canottiere, una nera e una bianca, una giacca di pelle bianca, e due paia di pantaloni, uno bianco e uno nero. “Cosa sono questi?” chiese Gundham guardando con sospetto il pellicciotto e la giacca “I costumi per l’audizione- rispose Leon- non ti preoccupare per le giacche sono entrambe di materiale sintetico. Ma che ne pensi?”
Gundham guardò i vestiti, ora posizionati sul letto accanto a lui, poi rivolse lo sguardo verso il suo amico “Sono…ehm…come dire…interessanti” disse con esitazione.
Leon sembrò un po’ sconfitto “Non ti piacciono?” chiese iniziando a rimetterli sulla cruccia; Gundham lo fermò: “No, mi piacciono! È  solo che non so se mi sento a mio agio in quei vestiti”
“Per favore, stai bene anche con il costume da bagno dell’ accademia! Quei cosi o sono troppo grandi o troppo stretti per noi poveri mortali, mentre a te calza sempre perfettamente”
“Ehm…grazie, credo?” rispose Gundham, chiedendosi “Chi diavolo fa attenzione a queste cose?” , nel mentre Leon gli passava i vestiti “Provali almeno, ti preeego” supplicò facendo gli occhi da cucciolo.
Gundham sospirò “Va bene…”, prese i vestiti e si diresse in bagno per provarli; in cinque minuti era pronto e si guardò allo specchio, non erano esattamente quello che di solito indossava e nonostante il pellicciotto gli stesse grande sulle spalle, sulla sua figura stranamente non stavano male. Uscì fuori dal bagno timidamente “Ti prego di non ridere Leon” , poi guardò il suo amico e vide che il rosso aveva indossato gli altri vestiti, sembrava uscito da un video clip di una band rock degli anni ottanta. “Wow- esclamò il super giocatore di baseball – sei fichissimo amico! Sapevo di aver scelto bene” “Ehm…anche la tua figura è estremamente appariscente, mio mortale compagno”
“Bene ora che abbiamo sistemato la questione degli abiti, pensiamo a quale canzone portare”
“Pensavo che volessi portare King of destruction? Visto che entra nelle tue corde musicali”
“No, KOD è troppo innovativa per presentarla davanti all’amministrazione della scuola. Pensavo invece che dovremmo portare Darling, è più orecchiabile e ha più chance di piacere a tutti”
Gundham divenne rosso, quella canzone per lui era molto personale, sarebbe stato come spogliarsi davanti tutto il corpo studentesco, ma se nessuno si fosse accorto che la canzone era una sua dichiarazione di solitudine, forse poteva cantarla in pubblico. “Ehm…Leon, e se il pubblico speculasse che la canzone è una disperata ricerca di attenzione?” “Pftt…sai quanti scrivono canzoni del genere? Penseranno che abbiamo scelto di scrivere una canzone d’amore…non ci saranno ulteriori  speculazioni”.
Questo dava sollievo a Gundham, almeno avrebbe salvato la sua reputazione in qualche modo, anche se l’esibizione fosse stata un fiasco. “Ok, basta parlare! Mettiamoci in azione” esclamò Leon tirando fuori la tastiera e la chitarra da sotto il letto, “E i tuoi compagni di corso? Non li disturberemmo evocando i suoni dell’inferno?” “No, le pareti sono insonorizzate, tranquillo”. Si misero a suonare fino alle otto quando Gundham dovette tornare al suo dormitorio, ma le prove quel giorno erano andate bene quindi non gli dispiacque smettere dopo due ore.
Gundham sentì di aver trovato una nuova ispirazione e fiducia in sé stesso, sentiva che il giorno dopo tutto sarebbe andato bene e che il suo club si sarebbe riempito di gente, che avrebbero superato l’audizione la settimana dopo e che se voleva poteva spostare una montagna; con queste sensazioni che lo inebriavano andò a letto ed ebbe una notte serena.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
                                                         
La mattina successiva le ore sembravano passare con una velocità impressionante, forse era causato dal fatto che Gundham non vedeva l’ora di recarsi al suo club e finalmente incontrare gli studenti che si erano inscritti. Non sapeva da dove gli venisse quella fiducia, ma lo stava facendo avanzare verso la fine della giornata. Durante una delle pause tra le lezioni, mentre giocava con Maga-Z che improvvisamente si era svegliato, nonostante la sua natura di creatura notturna, Sonia Nevermind si avvicinò al suo banco:
“Ehi Tanaka” lo salutò.
“Signorina Nevermind” ricambiò lui.
“Così conosci Kuwata del primo anno?” gli chiese lei, sembrava genuinamente curiosa.
“Si, si da il caso che costui sia un mio carissimo amico. Potrei sapere il motivo di tale quesito?”
“Oh, niente di particolare. É solo che altrimenti quello che è successo ieri in caffetteria non sarebbe stato spiegato”
Ah, ora tutto era diventato chiaro. Gundham si sentì imbarazzato, e istintivamente si portò la sciarpa a coprire il viso.
“Vi prego di perdonare il mio amico per la scenata di ieri, non voleva causare problemi e rovinare il vostro pranzo”
In quel momento Sonia cominciò a ridere “Oh sciocchezze, è stata la cosa più interessante che abbia visto in un bel po’ di tempo. Non devi scusarti e nemmeno Kuwata. Comunque…ho saputo che hai fondato un club, come sta andando?”
Gundham si domandò come mai glielo stesse chiedendo, ma decise di rispondere lo stesso “Non esattamente come avevo programmato” .
Sonia arcuò il sopracciglio “Come mai?” chiese ancora.
“Beh…molti hanno firmato la sacra pergamena per unirsi alla mia congrega, ma nessuno si è presentato al primo incontro” rispose con velo di malinconia Gundham.
“Oh no…che cosa terribile!”
“Ma oggi sarà diverso – affermò Gundham- ho avuto una visione positiva al riguardo”
“Beh, allora spero che sia così” Detto questo la super principessa liceale tornò al suo posto.
Il super allevatore liceale fu lasciato lì a ripetere nella quella strana conversazione che aveva avuto con la bionda ragazza straniera; non riusciva a credere che gli avesse rivolto la parola, che si fosse fermata a parlare del più e del meno con lui. In quel preciso istante il suo naso fu colpito da uno strano odore, sembrava olio per motori, poi sentì qualcuno respirare pesantemente alle sue spalle. Si girò e trovò Kazuichi Souda in piedi dietro di lui, sembrava furente “Di cosa hai parlato con Miss Sonia?” pronunciando quella frase trasudava rabbia, ma non era niente di impressionante per Gundham. “Di niente in particolare, mi ha chiesto dell’incidente di ieri in caffetteria…” Kazuichi si fermò un attimo “Oh, dici di quel ragazzo di primo anno che è stato trascinato fuori dalla caffetteria da un suo compagno di classe! Me lo sono perso, ma me lo ha raccontato Kuzurio. Deve essere stato uno spasso vederlo dal vivo!- iniziò a ridere, ma poi si fermò- Come mai ne voleva parlare con te?” “Perché colui che è stato trascinato fuori è una mia conoscenza” Kazuichi iniziò a fremere “Sei un bastardo fortunato…io farei qualsiasi cosa per parlare con Miss Sonia!” esclamò per poi dare un calciò al banco dietro quello di Gundham e tornare al proprio. Quella fu un’altra interazione che Gundham trovò strana, si domandò se tutti avevano consumato qualche strano composto creato dalla super farmacista liceale quel giorno.
Durante la pausa pranzo incontrò Leon “Ehi Gundham…oggi si prova vero?”  il moro lo guardò con un’espressione di incredulità, il rosso all’inizio non capì poi realizzò “Oh giusto, tu hai club oggi. Posso venire?”
Gundham non era sicuro di cosa dire, se non si fosse presentato nessuno di nuovo cosa avrebbe detto al suo amico?
“Beh, non saprei…l’ingresso è riservato solo ai membri” disse sperando che fosse abbastanza da dissuadere l’amico.
“Non c’è problema, dammi un modulo d’iscrizione e il problema è risolto”. Il super allevatore liceale aveva causato l’effetto opposto a quello che aveva sperato, ma non poteva tirarsi indietro adesso. Gli diede il modulo, che Leon completò alla velocità della luce “Ecco, ora sono un membro ufficiale del club. Ti va se porto la chitarra così possiamo suonare qualcosa mentre aspettiamo gli altri” “Si…certo portala pure”.
Gundham entrò in panico guardando l’amico che andava via, pensò a quanto sarebbe sembrato patetico ad aspettare da solo in un aula vuota ospiti che non sarebbero mai arrivati; d’improvviso sentì una voce rabbiosa provenire dalla fine del corridoio. Si diresse verso la voce, ma quando fu arrivato nel punto da cui la voce veniva c’era silenzio. Nel corridoio c’erano Sonia Nevermind e un gruppo di studenti di diverse classi, questi ultimi avevano in faccia l’espressione che hanno i bambini quando vengono rimproverati; in quel momento Sonia vide Gundham e lo salutò per poi dirigersi verso la caffetteria, poi il gruppo di studenti si disperse.
Alle cinque e mezzo di quel pomeriggio Gundham si trovò davanti l’aula 4-b, rimase qualche secondo a guardare quella porta chiusa chiedendosi se stavolta sarebbe andato tutto bene. “Allora…non apri la porta?” chiese Leon “Ah, si giusto.” Gundham inserì la chiave nella toppa con la mano tremante, pregando che tutto sarebbe andato bene.
Si sedettero su due sedie e Leon tirò fuori la chitarra “Ehi, ho abbozzato una melodia di accompagnamento per Darling. Ti va di ascoltarla mentre aspettiamo?” il super allevatore liceale annuì in risposta. Il super giocatore di baseball liceale iniziò a suonare la melodia alla chitarra, non era nulla di particolarmente complicato, quattro accordi che si ripetevano in successione, suonati prima come accordi veri e propri poi come pizzicato nella parte centrale del brano. Non era male, Gundham immaginò come sarebbe stata con sopra la melodia del piano, poi gli venne in mente che avrebbero dovuto chiedere un secondo microfono all’audizione se speravano di far sentire l’accompagnamento, dato che la chitarra classica non si sarebbe sentita sopra il piano. In quel momento la porta si aprì e un gruppo di studenti stavano alla porta “Ehm…è questo il club dell’occulto vero?” chiese uno degli studenti. “Sì, scusate se ho creato un po’ di confusione, ma stavo mostrando al nostro club leader che so suonare uno strumento oltre ad essere bravo a lanciare palle” disse Leon con gran sorriso “Prego entrate”. Gli studenti si sistemarono nelle sedute all’interno dell’aula, Gundham si sorprese scoprendo che tutti gli inscritti erano presenti all’incontro e sinceramente non poteva esserne più felice. Iniziarono a discutere dei temi del giorno, e con gran stupore Gundham vide che gli studenti erano davvero interessati, persino Leon, che non sembrava il tipo da essere interessato a quel genere di cose. Quando suonò la campana delle 19 il gruppo si sciolse “Ok compagni, ricordate di annotare tutti gli eventi strani e innaturali che incontrerete durante la settimana sul taccuino che vi è stato fornito. Non c’ è da vergognarsi se non troverete niente, il mondo di sopra e il mondo di sotto vengono in contatto casualmente, quindi non sempre accadono eventi straordinari. Alla prossima settimana” disse Gundham mentre andavano via.
Dire che il super allevatore liceale era sorpreso sarebbe poco, non riusciva a spiegarsi come era passato da avere l’aula vuota ad averla piena nell’arco di due giorni e si chiedeva se ci fosse di mezzo lo zampino di qualcuno o, per quanto ne sapeva, qualcosa per fare accadere questo miracolo.

NDA:
Ciao a tutt*! Non ho avuto molto tempo per aggiornare, ma ecco qui il capitolo quattro. Tutte le notizie su vari aggiornamenti li potete trovare sul mio account Instagram: @fantasy.is.magic, per il quale troverete il link nella bio del mio profilo qui su EFP. Se vi piace l'arte e questa storia vi consiglio di seguire il mio account, li ci si diverte un sacco.
Make it shine,
Fantasy is magic

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