~ Noi Due ~ Un Incontro del Destino

di Usagi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ~ Noi Due ~ Un Incontro del Destino ***
Capitolo 2: *** La Rosa ***



Capitolo 1
*** ~ Noi Due ~ Un Incontro del Destino ***


Nuova pagina 1

Romeo x Juliet

~ Noi Due ~
Un incontro del Destino

« Se solo non si fossero mai incontrati »
{Iris}

 

Correvo. Il respiro affannato ed il cuore in gola.

Vedere quel luogo, quell’immenso salone, così sfarzoso, così grande, mi fece sentire piccola.
Il mio animo smarrito, sussultò d’innanzi a quella visione ed immagini si affacciarono nella mia mente, prepotenti, sconosciute, ma già vissute.
Mi vidi estremamente piccola, affacciata da quel balcone in alto, la mia mano stretta in quella di qualcuno; il mio cuore conosceva quella persona, ma la mia mente si rifiutava di concedermene il ricordo.
La sensazione di smarrimento e di sorpresa cambiò rapidamente, quando i miei occhi si posarono sulla figura riccamente abbigliata, affacciata proprio da dove mi ero vista io, pochi attimi prima. Osservando quella figura, il mio cuore perse un battito ed ebbi paura.
Dapprima la rosa, poi la maschera: finirono entrambe sul pavimento.
Sarà stato il profumo inebriante delle rose a confondermi e a farmi girare la testa, dimenticai ogni cosa, il motivo per cui ero arrivata in quel luogo, il mio desiderio di mostrarmi per quella che ero, la felicità nel poter indossare un vestito da donna e non vestirmi da ragazzo come al solito.
Dimenticai tutto e mi allontanai, imboccando il primo corridoio che i miei occhi visualizzarono.
Non ero abituata a correre con abiti femminili, i panni di Turbine Rosso erano decisamente più comodi, riflettei tra me e me, ma ringraziai comunque il fatto di non aver inciampato durante quella folle e piccola corsa.
Quando uscì nel giardino interno del grande maniero, l’aria fresca si sostituì immediatamente al profumo delle rose, era diventato insopportabile, estremamente pungente, l’aria notturna fu un immediato sollievo.
Quando i miei occhi incrociarono una fontana, decisi che sarebbe stato perfetto sedersi lì a riprendere fiato. Avevo corso più in fretta che potevo e nonostante fossi abituata a coprire lunghe distanze, il respiro era mozzato in gola ed il cuore batteva così forte da sembrare un tamburo desideroso di uscire dal mio petto.
Il respiro ancora affannato, mi sedetti sul bordo della grande fontana, cercando di calmarmi.
Era impossibile dire che cosa mi fosse successo, non era la prima volta che accadevano quelle strane sensazioni, ed ogni volta che ne parlavo con Cordelia, ricevevo sempre una risposta.
« A sedici anni ti sarà tutto più chiaro »
Eppure, nonostante la considerassi una sorella maggiore, Cordelia non riusciva a comprendere il turbamento del mio animo. Non l’avrebbe compreso nemmeno in quel momento.
Volsi lo sguardo alla fontana, osservando la statua raffigurante la Dea Escalus, sorrisi, sentendomi infondere la sua protezione e la sua benevolenza.
Poi guardai la mia immagine riflessa sull’acqua. Persino lì galleggiavano dei petali di rosa, sul pelo dell’acqua.
Qualcosa attirò la mia attenzione, qualcosa del tutto inusuale.
Un fiore bianco, galleggiava insieme ai petali di rosa, era l’unico lì in mezzo.
Rividi me stessa in quel fiore.
Anche io ero in un luogo inappropriato. Non solo non ero una nobile ma mi era stato espressamente proibito di avvicinarmi al maniero, da sempre.
Rammentai il nome di quel fiore, Iris.
Anche quello nei miei pochi ricordi aveva un significato, un significato che non avevo ancora compreso, avrei dovuto attendere un altro giorno per tutte le risposte.
Decisi di immergere la mano sull’acqua, per prendere quell’iris al massimo della sua fioritura.
La sensazione dell’acqua fredda precedette la morbidezza e la fragile consistenza del fiore, ora nelle mie mani. La sua freschezza portò alla mia mente tempi perduti, dove gli iris crescevano spontaneamente in ogni luogo.
Lo portai all’altezza delle mie labbra, respirandone il profumo lieve, delicato e dolce, così diverso dalle rose, con il loro profumo intenso e forte.
I miei sensi si calmarono all’istante, come se fossero stati rasserenati da una canzone che non avevo mai udito.
Sospirai contenta, sentendo il cuore rallentare i suoi battiti, in quel momento mi sentì al sicuro.

« State bene? »

Il respiro mi si mozzò in gola, lasciandomi per qualche attimo basita.
Conoscevo quella voce.
I miei occhi si aprirono di scatto e feci per voltarmi.
Avevo udito quella voce giusto la stessa mattina.
Eppure quando vidi quell’uomo, la sorpresa mi lasciò senza fiato.
Il cuore batteva ancora più forte.
I miei sensi si obnubilarono ed il mio sguardo fu dentro il suo, di un blu profondo, come un cielo, come uno specchio d’acqua.
In quel momento, riconobbi nei suoi occhi la stessa sorpresa che si agitava nel mio animo, la stessa sensazione fortissima, inconcepibile, incomprensibile, che continuava a scuotermi l’animo.
Le mie orecchie percepirono il suono della musica in lontananza e più forte, l’acqua che zampillava dalla fontana sulla quale ero seduta.
Lui aveva una mano rivolta verso di me, una muta richiesta espressa dalle precedenti parole.
Il vento si alzò, impetuoso, portando con se il profumo delle rose.
Il mio cuore sembrava che avesse dimenticato di battere ed il mio respiro si era bloccato già da un po’.
Tuttavia, non potevo smettere di guardare quegli occhi, così dolci e penetranti, dallo sguardo intenso e ammaliante, come le rose.
Non conoscevo il nome di quell’uomo, ma in quel momento compresi che non era stata solo una coincidenza.
Lui mi aveva salvata per una ragione.
Non avevo mai creduto al fato, sebbene Willy ne parlasse molto spesso nelle sue opere.
Non seppi come, ma in quel momento lo compresi.
La sensazione che quell’incontro fosse così giusto s’impadronì del mio essere facendomi vacillare e lasciando le mie labbra ermeticamente chiuse.
Tuttavia, per un momento, un solo ed unico momento, il mio cuore batté fortemente nel mio petto, fu l’unica volta che lo sentì prima che il mio cuore riprendesse a battere furiosamente negli attimi a seguire.
Nella mia mente si affacciò una consapevolezza, forte come il profumo delle rose.

Che non ci sarebbe mai stata data, la possibilità di stare insieme.

****

Ciao a tutti! ^__^
Ecco la mia prima One-Shots dedicata a Romeo x Juliet.
Non so dirvi se ce ne saranno altre in futuro, però, mi premeva molto l'idea di scrivere le sensazioni di Juliet sul primo vero incontro con Romeo.
Se riuscirò, probabilmente metterò anche la parte di Romeo.
Spero che vi sia piaciuta nonostante la sua semplicità e concretezza.
Risponderò alle eventuali recensioni fra qualche giorno!
Un commento è l'amore! ^_*

A presto!
Usagi

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Capitolo 2
*** La Rosa ***


Nuova pagina 1

Romeo x Juliet

~ Noi Due ~
Un incontro del Destino

« Se solo non si fossero mai incontrati »
{Rosa}


« Dimmi Benvolio.. »
« Cosa, Romeo? » rispose lui, guardandolo, camminavano l’uno a fianco all’altro e nei corridoi del grande maniero di Neo Verona, regnava il silenzio.
« Cosa pensi che sia l’Amore? » domandò il rampollo con voce tranquilla, con sincera curiosità.
La domanda fece sorridere il figlio del Sindaco.
« Da dove viene una domanda come questa? » ribatté a sua volta Benvolio, simili domande erano cosa rara.
Romeo tuttavia non rispose e Benvolio arrossì lievemente, pensandoci per qualche istante.
Poi sollevò il capo e rispose.
« “Non avrei paura di morire se avessi quella persona accanto” » fece, trovando poi importante aggiungere ancora qualche parola « Qualcosa di così forte da farti bruciare di passione. »
 « Quindi è una cosa del genere? » riprese Romeo, poco convinto. « Allora ti sei mai innamorato? » continuò.
« Questo è un segreto! » rispose Benvolio con fare divertito, sicuramente curioso del fare di Romeo.

Prima di allora non era mai accaduto che si domandasse così esplicitamente cosa fosse l’amore. Non poteva d’altronde vantare una famiglia felice. Sua madre si era allontanata dal maniero quando lui era solo un ragazzino, per non stare con suo padre, per rinchiudersi e vivere come una servitrice della Dea. No, fra i due non scorreva amore, aveva abbandonato quella consapevolezza non appena era riuscito a capire cosa fosse successo.
Allora cos’era l’Amore?
Quel giorno era accaduta una cosa strana.
Senza sapere come e perché si era sentito in dovere di aiutare due fuggitivi. Poi quando aveva salvato la vita ad uno di questi si era reso conto che il suo braccio era così esile, ed il suo polso così sottile. Non avrebbe mai creduto che chi possedesse simili qualità potesse fare il malvivente. Avrebbe giurato che quelle fossero mani di una donna.
Romeo scosse il capo, mentre si preparava ancora una volta a dover affrontare suo padre ed Hermione. Non aveva nulla contro quella ragazza, ma il suo comportamento era così attento da sembrare addirittura finto. Addirittura quest’oggi le aveva domandato se avesse qualcosa di strano, solo perché l’aveva visto sorridere. Era una ragazza a modo, dai gusti raffinati e dalle movenze gentili, fin troppo perfetta. Proprio come avrebbe voluto suo padre.
E  con quale impeto aveva parlato quel ragazzo!
Ritornò a pensarci, udendo quasi nella sua mente le parole che gli aveva detto senza alcun timore. « Proprio il genere di comportamento che ci si aspetta da un nobile! » gli aveva urlato quasi, scaricando la tensione che forse aveva provato in quel momento.
Romeo sorrise: se solo quel ragazzo avesse saputo chi aveva di fronte, probabilmente non sarebbe stato così schietto. E questo, contrariamente a quanto aveva dimostrato in quel momento, gli aveva fatto piacere. Finalmente trovava qualcuno che gli diceva davvero la verità, non quello che avrebbe voluto sentirsi dire. Hermione era proprio come tutti gli altri: gli avrebbero detto ciò che lui avesse chiesto e ciò che lui si fosse aspettato di udire.
Cercando di distrarsi dai suoi pensieri, particolarmente confusi quella sera, si diresse verso l’esterno. Il Ballo delle Rose era già cominciato da qualche ora e la sala principale era gremita di persone: ci sarebbe stato tempo per tutti i doverosi saluti e poi, aveva avuto la fortuna di non essere ancora chiamato da suo padre. Poteva concedersi il lusso di prendere una boccata d’aria.
Quando uscì fuori, l’aria frizzantina scompigliò appena i suoi capelli e le sue vesti facendogli arrivare un buonissimo profumo.
Proprio in quel momento, vide una fanciulla, con indosso un lungo abito scarlatto correre attraverso il cortile esterno. Dalle movenze e dalla fretta, sembrava stesse fuggendo da qualcosa.
Quella ragazza attirò la sua attenzione, l’osservò avvicinarsi alla fontana e fermarsi lì, a riprendere fiato. Qualunque cosa le fosse successo sembrava davvero provata e sorpresa.
Scese le scale che lo separavano dal cortile, e si avvicinò con passo lento.
Ancora una volta gli arrivò alle narici il profumo dei fiori, ma non erano le innumerevoli rose poste all’interno della sala e per tutto il maniero, era un profumo fresco, diverso dagli altri.
Quando vide la fanciulla raccogliere qualcosa dalla fontana, capì subito da dove provenisse quell’odore.
« State bene? » Domandò, quando si fu avvicinato abbastanza per poterla osservare meglio a qualche metro di distanza.
Lei sembrò sorprendersi di essere chiamata e si voltò verso di lui.
Romeo trattenne il fiato quando la vide.
Era meravigliosa. Non aveva mai visto una tale sublime e meravigliosa creatura in tutta la sua vita. Si accorse che quella cosa che aveva sorpreso lui, aveva provocato il medesimo effetto nella fanciulla che continuava ad osservarlo senza pronunciare parola, così sorpresa, così attenta.
Il vento si sollevò, portando nella sua mente consapevolezza.
C’era qualcosa negli occhi di quella fanciulla, in quel suo modo così dolce e disarmante, che lo aveva rapito al punto da far dimenticare che cosa ci facesse in quel luogo.
Vide la fanciulla abbassare lo sguardo e gli occhi farsi tristi in un momento, fu abbastanza da farlo uscire dal suo stesso intorpidimento e desiderare con tutte le sue forze che quegli occhi non divenissero più tristi.

« “Non avrei paura di morire se avessi quella persona accanto” »
Improvvisamente, le parole di Benvolio, che gli aveva detto solo qualche ora prima, acquisirono nella sua mente, un significato diverso e nuovo. Sentì che era proprio quello che avrebbe provato se fosse morto per Amore, se avesse mai dovuto sacrificare la propria vita per la persona che avrebbe amato.
Guardando il volto di quella fanciulla, capì che cosa voleva dire Amore.

***

Ciao a tutti!
Ed eccola qui, come anticipata, la parte dedicata a Romeo.
Ho stravolto un po' - suppongo - pensando che se il nostro caro protagonista fa una simile domanda al suo più caro amico, deve esserci una ragione profonda, ragione che ho trovato modo di riscontrare solo sul fatto che non ha mai avuto una famiglia nel vero senso del termine.
In effetti ora che ci penso, la stessa cosa potrebbe essere anche per Juliet, ma si sa che le donne hanno una concezione diversa dell'amore, quindi ho preferito omettere qualsiasi riferimento alla sua discussione con William.
Forse è stato un errore, ma alla fine è comunque venuto così. ^__^
Hatori: Ti ringrazio per i complimenti che mi rivolgi! Sei davvero deliziosa ^_^ Spero che anche questa parte incentrata sul punto di di vista di Romeo ti sia piaciuta, fammi sapere!
sweetmiki: Mako-chan! Grazie per i tuoi commenti, sei davvero gentilissima! Fammi sapere cosa ne pensi anche di questa eh!

Eh beh. Credo che questa piccola raccolta si concluda qui. Non so dirvi con esattezza se ce ne saranno altre, magari su altri momenti della serie (pensavo già a scrivere qualcosa sulla scena del loro primo bacio davanti ad i fuochi d'artificio *_*), ma non vi assicuro niente.

A presto! ^_^

Usagi.

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