Pokémon Bond: Il Viaggio di Jula

di JBazzano
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pokémon Bond Capitolo 1: L'incontro (parte 1°) ***
Capitolo 2: *** Pokémon Bond Capitolo 2: L'incontro (parte 2°) ***
Capitolo 3: *** Pokemon Bond parte 3: Locanda e Locandieri ***
Capitolo 4: *** Pokemon Bond parte 4: La mattina di Jula ***
Capitolo 5: *** Pokemon Bond Parte 5: La Mattina di Jaxe ***
Capitolo 6: *** Pokemon Bond parte 6: Gildergardan, arriviamo ***
Capitolo 7: *** Pokemon Bond parte 7: La città dei giardini ***
Capitolo 8: *** Pokemon Bond parte 8: Giardini ***
Capitolo 9: *** Pokemon Bond parte 9: Una serata tranquilla ***
Capitolo 10: *** Pokemon Bond parte 10: Trainers ***
Capitolo 11: *** Pokémon Bond Parte 11: Rosso ***
Capitolo 12: *** Pokemon Bond parte 12: Sabbia ***
Capitolo 13: *** Pokémon Bond parte 13: Saloon ***
Capitolo 14: *** Pokémon Bond parte 14: Il caffè della mattina ***
Capitolo 15: *** Pokémon Bond parte 15: camici ***
Capitolo 16: *** Pokémon Bond parte 16: Conseguenze ***
Capitolo 17: *** Pokémon Bond Parte 17: Ali ***
Capitolo 18: *** Pokemon Bond parte 18: Il nostro turno ***
Capitolo 19: *** Pokémon Bond parte 19: Il suo turno ***
Capitolo 20: *** Pokémon Bond parte 20: Uscimmo a riveder le stelle ***
Capitolo 21: *** Pokémon Bond parte 21: Allenamenti ***
Capitolo 22: *** Pokémon Bond parte 22: Era la nostra giornata ***
Capitolo 23: *** Pokémon Bond perte 23: Benvenuti alla New Dawn ***
Capitolo 24: *** Ringraziamenti ***



Capitolo 1
*** Pokémon Bond Capitolo 1: L'incontro (parte 1°) ***


-Forza bellezza, consegnaci quei Pokémon!!!-

Sono davanti a tre bracconieri, dotati di tute protettive e armati fino ai denti. Una sfida troppo grande anche per un'allenatrice esperta come me

-Non avrete mai i miei compagni, Gengar, Ninetales, Nero-Pulsar e Geloraggio-

I miei fidati Pokémon sono preparati ad ogni sfida e si adattano ad ogni evenienza, ma i loro attacchi sembrano a malapena intimorire i tre cacciatori.

-A quanto pare abbiamo coraggio da vendere... Steelix venite a giocare-

Oh no anche loro hanno dei Pokémon, ora si mette male. Come possono esistere persone così crudeli. Ora i miei problemi non sono composti solo dai tre bracconieri armati, ma anche dai loro Steelix addestrati.

-Steelix! Frana; Terremoto; Sassata-

I tre mostri d'acciaio eseguono gli ordini senza esitazione, eseguendo una danza mortale tra le pietre travolgendo me e i miei compagni. Chiudo gli occhi per un istante e subito dopo vedo sia Gengar che Ninetales coperti da una Nerorete... oltre che ad essere armati e preparati sembrano esperti, di sicuro lo fanno da anni.

I bracconieri mi fissano mentre caricano i miei Pokémon sul loro furgone blindato mentre mi lanciano delle frecciatine –Niente di personale dolcezza, ma gli affari sono affari, e i tuoi Pokémon hanno un ottimo valore di mercato al momento-

-BASTARDI!!!- Non riesco nemmeno ad alzarmi per via dei colpi subiti, mi servirebbe una mano, ma nelle campagne al di fuori delle mura di Ragharath è difficile che qualcuno accorra in mio soccorso.

Tutto ad un tratto si sente il verso di un Electivire, così i cacciatori smettono di sistemare le attrezzature e si lanciano uno sguardo, li sento mormorare frasi abominevoli

-A quanto starà uno di quelli- -10K- -50 se è una femmina—D'accordo, prendiamolo-.

I bracconieri con i loro Steelix iniziano a guardarsi attorno, ma niente... si riesce a sentire solo una leggera brezza.

-Ragazzi sarà stato il vento... CHE SECCATURA- -Forza, andiamo a riscuotere le taglie- -Il primo giro lo offro io stasera-

Proprio mentre stanno parlando una figura sbuca dal nulla e colpisce con forza il terreno che mi divide dai criminali, sprigionando una fiammata che avvolge i loro Steelix. Un Fuocopugno, usato con intelletto aggiungerei. Le fiamme svaniscono e riesco finalmente a scorgere la figura eroica giunta in via misteriosa, è l'Electivire che ruggiva dalla distanza.

-HeHey regazzi, aspettate un attimo... abbiamo voglia di giocare con voi-

Cosa? Una voce? Deve essere l'allenatore di questo Pokémon. Sia io che i bracconieri ci giriamo per capire chi si stia dando tutte queste arie, vedendo una figura che cammina senza fretta verso di noi. Tutto quello che si può notare sono i suoi vestiti normali e alcune ciocche biondo spento che escono dal cappuccio della felpa nera, di sicuro non è un agente di polizia, ma allora chi è?

-Ragazzi, abbiamo uno stupido ragazzino che tenta di fare l'eroe del giorno HA HA!- -Ragazzino, sai a quanto sta il tuo Pokémon oggigiorno sul mercato nero?- - Ci ha appena pagato lo stipendio di mesi-

-STAI ATTENTO!! SONO ARMATI!!!- tento di avvertirlo ma lui continua ad avanzare verso di noi, quanta audacia, o stupidità.

-Steelix, FINISCILO ORA!-

Uno di quegli ammassi di ferro usa prontamente sassata verso quel tizio, ma in una frazione di secondo il suo Electivire si pone tra i due e distrugge al volo quel macigno con un Tuonopugno. Che velocità per essere un Pokémon di quelle dimensioni

-Forza mia cara, facciamogli vedere che con noi non si scherza!-

I due compagni iniziano a correre verso i sei malviventi e inizia uno scontro totalmente impari, i miei Pokémon sono privi di sensi e rinchiusi in delle Nero-reti, è spacciato.

Il primo colpo è della coppia accorsa in mio aiuto, un solo Fuocopugno del Pokémon giallo e nero basta ad atterrare uno degli Steelix, mentre uno dei bracconieri cade a terra iniziando ad urlare di dolore e a perdere sangue. Come può perdere sangue se indossa una tuta protettiva? Guardo le mani del ragazzo in nero e non riesco a credere a quello che vedo. "Le sue mani sono diventate artigli? Giuro che mentre era distante le sue mani non avevano nulla che non andasse"

Non ho tempo di pensare ad una spiegazione, che i due cacciatori rimasti rispondono con attacchi coordinati usando i loro bastoni elettrificati. Quell'essere si lancia verso uno dei due e esegue una scarica di sfuriate che riducono a brandelli le sue protezioni, a quel punto decide di finirlo con un pugno che lo scaglia sulla fiancata del blindato, riducendo il numero degli aggressori. – CHI SEI; MOSTRO!!- l'ultimo dei tre, terrorizzato inizia ad indietreggiare, ma la mano artigliata lo raggiunge alla gola, a quel punto si sentono poche parole, ma decise –Questo posto non vi appartiene-

Il criminale decide saggiamente di ascoltare il gelido consiglio, così inizia a recuperare i feriti e a caricarli sul furgone mormorando qualcosa che ricorda una preghiera disperata.

In tutto questo tempo mi ero totalmente dimenticata dell'Electivire, che fin'ora è riuscito a tenere a bada tre Steelix, atterrandone due, ma per un istante il Pokémon perde la concentrazione. Sbalzato via ora non potrà difendersi dal prossimo attacco.

Lo Steelix rimasto usa sassata di sua spontanea volontà approfittando del momento, ma Il masso si sgretola misteriosamente di fronte al Pokémon prima che ne venga travolto. Di fronte a lui si trova il suo allenatore con le braccia incrociate. Non riesco a credere che una persona possa ancora essere viva dopo un colpo del genere, ma quel ragazzo sembra non averlo sentito. L'allenatore sempre più misterioso si gira verso il suo compagno di viaggio e pronuncia poche parole con un tono quasi giocoso –Forza, INSIEME-

Atterrita, non riesco ancora ad alzarmi, non so se essere felice o terrorizzata da tutto ciò.

I due iniziano a correre verso il loro avversario urlando all'unisono e eseguendo una serie di mosse che dei semplici compagni di viaggio non potrebbero mai eseguire con tale grazia e potenza: prima schivano assieme il tentativo di difesa del Pokémon avverso, saltando verso la mascella ferrea dello Steelix, poi iniziano a sferrare una serie di pugni seguiti da esplosioni sia elettriche che infuocate. Tornata a terra la coppia si prepara per infliggere un ultimo colpo di grazia al Pokémon Acciaio finito a terra: entrambi stanno per eseguire un fuoco pugno devastante. Avvolti dalle fiamme i due sferrano il colpo micidiale, ma prima che questo raggiunga quel lucertolone quasi privo di sensi il bracconiere ritira i tre Pokémon nelle sfere e scappa lasciando dietro di sé solo una scia di polvere. Il colpo arriva al terreno generando uno scoppio che lascia un cratere di fronte alla ai due coronata da una fiammata quasi infernale.

"Ce l'hanno fatta!! hanno sconfitto i tre bracconieri!! Ci hanno salvati"

Dopo essersi assicurati che non ci sia più nessuno nei paraggi, i due si dividono i compiti: l'Electivire si dirige verso la Nerorete per liberare i miei adorati Gengar e Ninetales, mentre il ragazzo mi tende la mano decisamente umana per aiutarmi a tornare in piedi. –Ciao! Io sono Jaxe, Felice di conoscerti! Il tuo nome?-

-Jula... Jula Beckam- "E giuro su Arceus, che scoprirò chi sei in realtà"

 

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Capitolo 2
*** Pokémon Bond Capitolo 2: L'incontro (parte 2°) ***


La mano che mi tira su è incredibilmente fredda, nonostante la lotta, così fredda da fari venire i brividi. Mentre mi tiro su tento di sbirciare l'aspetto del ragazzo, e quello che riesco a rubare con lo sguardo è il colore dei suoi occhi: un azzurro molto smorzato. Nel frattempo, il suo Electivire tira fuori i miei amati Pokemon dalla Nerorete e li tiene in braccio con unaa delicatezza quasi materna, è chiaramente una "lei".

"Dovrò pur ringraziare in qualche modo questo ragazzo, cosa dico COSA DICO" Prima che il mio cervello pensi ad una frase che non mi faccia passare per una sprovveduta inizio a sentire del bagnato sulla mia mano.

–Jaxe ma tu stai perdendo sangue!- Entrambe le mani del ragazzo sono totalmente coperte di sangue, deve essere stata la sassata che ha bloccato poco fa con le braccia.

-Fottuto Steelix, ora ho la felpa sporca-

Mi sono sempre reputata un'allenatrice coraggiosa che non si ferma per delle sciocchezze, ma qua la situazione è critica, e lui si preoccupa per la sua stupida felpa. Non prova dolore? E' un miracolo che abbia ancora le braccia e lui non ha dato cenno di sofferenza per ora.

-Jula... potresti portarmi lo zaino che ho lasciato dietro quell'albero?-

Indicatomi un albero poco distante da noi, dopo un breve cenno della testa in segno di comprensione mi dirigo verso il tronco designato. Aveva ragione, c'è uno zaino tattico nero di medie dimensioni. Sembra molto vecchio anche se ben mantenuto. Quando lo ha lasciato qua dietro? E soprattutto, di che razza di allenatore si tratta? Senza soffermarmi a lungo riporto lo zaino e la prima cosa che noto durante il mio ritorno è il peso dello zaino stesso, cosa mai conterrà.

-Agh, grazie cara, giusto un secondo che fascio queste braccia- mentre tira fuori i suoi bendaggi noto subito che non è la prima volta che le usa: il colore scuro di quelle fasciature indica che sono state usate parecchio, chissà quante volte ha riportato ferite simili, o peggio. In tutto questo la sua Electivire mi si avvicina indicando Gengar e Ninetales con lo sguardo 

–Grazie per esserti presa cura di loro-  Decido di farli rientrare nelle pokéball per farli riposare.

-Tutto bene Jaxe?- per ora si è messo una sola fascia e sta faticando a metterla al braccio sinistro. "Perfetto, se lo aiuto a mettersi quella fascia non dovrò dirgli nulla di carino per ringraziarlo, Jula sei un genio". Non faccio in tempo ad avvicinarmi che la sua Electivire si appresta ad aiutare il suo compagno con la benda "MERDA, IL MIO PIANO PERFETTO".

-Come ai vecchi tempi, vero El?- Il Pokemon risponde con un verso che sembra avvicinarsi ad una risatina, di sicuro viaggiano assieme da parecchio tempo. Jaxe si rialza subito mettendosi lo zaino sulle spalle e i due iniziano a camminare verso i cancelli di Ragharath – Muoviti Jula, i tuoi amici hanno bisogno di cure, ti accompagniamo noi- -A/Aspetta!, non ti sei neanche ripreso-

Non credo abbiano intenzione di fermarsi, così decido di unirmi a loro. Sarà il modo perfetto per scoprire di più sul loro conto. Mentre camminiamo, noto che tira fuori una scatolina cilindrica di bambù con un'etichetta scritta in una lingua che non riconosco. Stappato il contenitore tira fuori una compressa diversa da quelle che ho sempre conosciuto: è rotonda e di un colore grigio spento, dalle dimensioni ricorda una perla dal colore smorto. Subito dopo posa il cofanetto in una delle tasche dello zaino e ingoia la compressa, che sia una specie di antidolorifico?

Mentre ci dirigiamo verso il centro Pokemon della città tento di parlare con Jaxe, in modo di capire chi ho di fronte.

-Come vanno le braccia?- -Sono state peggio di così- -Quanto peggio?-

Nessuna risposta, forse ho esagerato, ma cosa mai gli sarà successo. Dal nulla sento la sua voce –Siamo arrivati Jula- La sua voce è leggermente più debole di prima... sarà stremato dopo la battaglia di prima. Entriamo nel centro Pokemon e affido subito i miei Gengar e Ninetales alle infermiere di turno –Non si preoccupi signorina, i suoi Pokemon saranno in forma nel giro di un quarto d'ora. Potete aspettare nella sala principale- L'infermiera mi guarda con un sano sorriso per poi rivolgersi a Jaxe – E lei signore? Posso aiutarla in qualche modo?-

Jaxe sembra dormiente, fatica a tenere la testa dritta ma risponde con un tono piuttosto calmo e rilassato –No, grazie infermiera, per ora noi stiamo bene. Andrò a sedermi in sala ad aspettare la ragazza-

Detto questo si limita a dirigersi verso delle sedie nella sala di attesa seguito da Electivire, che però prima di andare mi tira uno sguardo che mi penetra nell'animo: è preoccupata per lui, e ora lo sono anche io.

Firmo il classico foglio che pongono ogni volta che presenti dei Pokemon in un centro per curarli e mi dirigo in sala d'attesa, dove trovo Jaxe e la sua Electivire seduti ad uno dei tavoli che mangiano dei panini.

-Jula, ne vuoi uno??? Ce li ho con del Torchic, Tepig e ce ne è uno con del Torchic piccante, li ho fatti io stamattina e sarebbe un peccato sprecarli-

Mi guarda con un salutare sorriso stampato in faccia, penso avesse solo fame, e del resto anche il mio stomaco chiede vendetta.

-Prenderò quello al Torchic , grazie- Dopo il primo morso mi rendo conto del sapore quasi paradisiaco del panino, che oltre ad avere della carne al suo interno, contiene anche del formaggio e una salsa che lo rende bagnato al punto giusto. Giuro sto per piangere, ma devo mascherare la mia condizione di estasi con una faccia da dura.

-Dalla faccia direi che ti piacciono- "AAAAAH MI HA SCOPERTO" –Sappi che anche la mia El ne va matta-

Finisco il panino in un attimo -Sì sono buoni- tento di sembrare impassibile.

Intanto Jaxe tira fuori dal suo zaino una specie di bottiglia di metallo con incise delle lettere simili a quelle viste sulla scatola delle compresse. Dopo che ha preso anche tre bicchierini dallo zaino ( che dio solo sa cosa altro contenga) inizia a versare il contenuto della bottiglia –Sakè del drago, fatto con acqua della sorgente della valle dei dragoni, perfetto a fine pasto-

Mi passa uno dei tre bicchieri e aspetta una mia mossa. L'odore della bevanda non è molto forte, ma risulta incredibilmente speziato. Non avevo mai visto una bevanda del genere, così decido di provarla.

Il sapore è incredibilmente fresco con un retrogusto alcolico che mi prende alla gola, sia allenatore che Pokemon si uniscono alla bevuta con me. Finito di bere prendo un attimo per prendere fiato e sento il mio respiro come se fosse infuocato "Ecco perché quel nome".

-Non sapevo che anche i Pokemon mangiassero le stesse cose degli umani-

Nel frattempo mi allunga un altro dei suoi panini, questa volta la variante piccante –Perché? Non dirmi che rifili ai tuoi Pokémon quelle specie di croccantoni industriali-

-In realtà si , così possono tenere una dieta adeguata e essere sempre nel pieno delle energie-

In tutto questo Electivire ci guarda intensamente provando interesse

-Posso interrompere Ragazzi?-

Mentre discutiamo su chi nutre al meglio chi veniamo interrotti dall'infermiera del centro accompagnata da Gengar e Ninetales. Cado in un senso di gioia e abbraccio i miei compagni di avventura –Ragazzi per fortuna state bene, ora che ne dite di una sana dormita-

L'infermiera si fa sentire ancora una volta – Se volete qui vicino si trova un locale dove gli allenatori si fermano per passare la notte prima di riprendere il giro delle medaglie. Lei e il suo "amico" potete andare li per la notte-

-Grazie delle informazioni Signora, seguiremo senza dubbio il suo consiglio-

La voce di Jaxe supera in velocità i miei pensieri, ma ha detto la stessa cosa a cui avevo pensato. Decido di far rientrare nelle pokéball i miei amici –Credo si sia fatta ora di andare a dormire, andiamo in quel locale Jaxe-

Tutti e tre usciamo dal centro Pokemon e non molto distante si scorge il locale di cui parlava l'infermiera, mi attende una nottata di meritato riposo.

 

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Capitolo 3
*** Pokemon Bond parte 3: Locanda e Locandieri ***


Attraversiamo la strada e alla fine dell'incrocio troviamo un cartello appeso sulla facciata di un locale. La scritta dice "Poké-Rest" posta sopra l'immagine di uno Snorlax che dorme, adorabile. Jaxe si ferma per qualche istante a fissare il cartello, poi si gira verso di me con un sorriso innocente stampato in volto –Credo che siamo arrivati-.

Aprendo la porta si sente subito quel calore tipico di un ambiente casalingo. L'interno della locanda è composto da un pavimento in legno scuro, una sala principale con poltrone e divani verdi alternati da dei tavolini, un bar con tanto di bancone stile pub e un caminetto a fondo sala. Infine la reception, posta di fianco a delle scale che conducono al piano sovrastante. Jaxe ed Electivire restano attratti profondamente dal camino, credo che il check-in dovrò farlo io.

Mi avvicino al bancone della reception e mi approccio al signore che credo gestisca il luogo. I suoi capelli corti e di colore verde stonano con il personaggio dato l'età molto avanzata, ma la cosa non mi dispiace, anche perché dal viso sembra molto socievole.

-Oh che sorpresa, non si vede una ragazza così carina di solito da queste parti. Anche tu stai seguendo il giro delle medaglie?- Arrossisco leggermente perché dal tono è come se stessi parlando con mio nonno, dai capelli verdi.

-Si, in effetti sono già a due medaglie, volevo prendere una stanza da due per la notte-

-TRE!- la voce di Jaxe ci raggiunge dal fondo della sala –Electivire non entrerà in una pokéball-

Stranita dalla cosa mi giro di nuovo verso il locandiere – Meglio prendere una tripla-

Il signore inizia a ridacchiare e mi dice con tono scherzoso –A quanto pare, il suo compagno è un amante dei Pokémon-

Dopo aver sentito la parola "compagno" inizio a sentire la mia rabbia ribollire nelle vene, ma prima che possa dire qualcosa, il locandiere inizia a raccontare una sorta di leggenda mentre pulisce i suoi occhiali da vista –In tutta la mia vita avevo solo incontrato solo un altro giovane che non aveva intenzione di far entrare il suo Pokemon nella sfera, infatti lo si vedeva sempre andare in giro con il suo fidato Pikachu appeso su una spalla.-

In quel momento mi scappa una battutina a bassa voce per assecondarlo –Almeno i Pikachu sono piccoli.- "Non credo mi abbiano sentito". A quel punto si avvicinano dietro di me sia Jaxe che la sua gigantesca amica –Tutto bene ragazzi?- Prontamente, il locandiere risponde- Ooh sì, non ci lamentiamo, io e la sua amica stavamo parlando di una vecchia leggenda, però ora mi servirebbero le vostre firme per potervi dare la chiave della stanza-

Il locandiere passa il foglio in direzione di Jaxe, che inizia a leggere meticolosamente il foglio per poi prendere una penna e iniziare a firmare "finalmente saprò anche il cognome". Ora è il mio turno di firmare, Jaxe mi passa carta e penna, ma quando vado per firmare sbircio il nome del mio "accompagnatore". Ha firmato con J.K. "Chi cavolo usa le iniziali al posto della firma oggigiorno, un altro dei miei piani andati in pasto ai Magikarp".

Il locandiere riprende il foglio controllando se sia tutto in regola e mentre ci passa la chiave della stanza esprime un altro commento –Ooh, ma qua qualcuno ha delle iniziali famose- Jaxe prende subito la chiave e inizia a salire per le scale rispondendo al gestore –Me lo dicono spesso, con te ci vediamo in stanza Jula, 027- Subito dopo, viene seguito da El e per un attimo, io e il locandiere ci ritroviamo in privato, così ne approfitto per chiedere informazioni – Cosa intendeva con "iniziali famose" poco fa?- -Aah si, mi riferivo al caso Kord, quel ragazzo scomparso circa dieci anni fa dopo essere scapato da un laboratorio di ricerca. Nessuno lo ha più visto eppure ogni tanto gira voce che qualcuno lo stia ancora cercando. Il suo amico mi sembra un tipo "affascinante" signorina Beckam, non se ne vedono tanti così in giro.- -Ha ragione, di sicuro è "particolare"."Considerando che non si è ancora tolto il cappuccio e i suoi vestiti sono ancora sporchi."Credo che lo raggiungerò, buona serata signore- -Buona notte a lei signorina Beckam, e mi chiami William.-

Mentre salgo le scale ricoperte di moquette verde scuro, ripenso alle parole di William riguardo "circa dieci anni fa", inizio a pensare che le iniziali siano solo una coincidenza. Raggiunta la stanza noto che la porta è ancora aperta, così decido di entrare. Aperta la porta la prima cosa che vedo è El seduta su un letto singolo che mi fa un cenno con la mano come per salutare –Tutto a posto voi due?- -Alla grande, finalmente mi sono potuto cambiare e lavare-

Di colpo Jaxe esce dal bagno in pantaloncini da notte mentre si passa un asciugamano tra i capelli. Finalmente riesco a vedere cosa era celato sotto quel cappuccio: un viso tenero che ispira sicurezza, coronato da una capigliatura biondo smorto. Riesco anche ad osservarne la siluette che rivela un corpo incredibilmente snello, ecco spiegata la sua velocità, ma non quella forza.

-Mentre posi le tue cose io mi vesto nell'altra stanza- Mentre si allontana lo seguo con lo sguardo e vengo messa di fronte ad uno orrore che non avrei mai potuto immaginare. Incredula sbarro gli occhi, poi il respiro mi si blocca, non riesco a distogliere lo sguardo dalla sua schiena pensando a quali creature abbiano reso quello che una volta era il suo retro in una montagna di cicatrici. I segni sono più di quanti riesca a contare, non riesco a dire nulla per il terrore. Dopo che Jaxe ha cambiato stanza, rivolgo il mio sguardo verso Electivire, che mi risponde con un'espressione tranquilla, indicando il fatto che quei segni risalgono a molto tempo fa. Non mi pare il caso di chiedere spiegazioni per ora.

Decido di rompere il silenzio –Credo che anch'io mi farò una doccia- -Ottimo, io aspetterò qui- La risposta di Jaxe arriva quasi immediatamente. Entrando nel bagno riesco di nuovo a respirare, poso il mio zaino e tiro fuori la maglietta che uso per dormire e la metto da parte "Finalmente un bagno". Inizio a sfilarmi i vestiti partendo dal cappello per infine entrare nella calda doccia a muro.

Dopo una sana lavata, mi preparo per la notte, esco dal bagno e trovo Jaxe ancora in piedi

-Quindi... sei un'allenatrice?- la sua voce spezza la quiete della stanza, è un'occasione perfetta per capire chi è in realtà –Mi pare ovvio, perché te non lo sei?-. Per un attimo Jaxe guarda la sua Electivire, che sonnecchia beatamente nell'unico letto singolo della stanza pensieroso, per poi rispondere –Lo ero, ma dopo aver conquistato la seconda medaglia cercavamo delle sfide più grandi. Per questo siamo diventati viaggiatori.-

"Due medaglie?, anche io ne ho due, ho un'idea" –Lo sai che se batti i campioni della Lega ti si apre un mondo?-

-Che intendi con "mondo"- -Se batti la lega entri a far parte degli "Elite Trainers"-

-E poi?-

Il suo sguardo si fa sempre più interessato dopo ogni parola che dico –Se fai parte degli Elite Trainers, puoi avere accesso al Colosseo Pokemon, dove si riuniscono gli allenatori più forti del mondo. E non solo-

-Jula, non ti seguo-

"Ma allora questo è proprio scemo" –SINGNIFICA "VIAGGIAMO INSIEME; CONQUISTIAMO TUTTE LE MEDAGLIE E BATTIAMO LA LEGA- Per fortuna che non ho svegliato Electivire, ma come ha fatto a sorbirselo fino ad ora.

Per un attimo Jaxe resta sbigottito dalla mia rabbia improvvisa, ma dopo essergli scappata una mezza risatina nervosa riprende a parlare –Tu... Quante medaglie hai?-

-Ne ho due come te. Allora, vieni o no?-

Dopo l'ultimatum cala il silenzio "Cosa c'è da pensare, avanti di sì". Subito dopo rivolge lo sguardo verso i miei occhi, sta sorridendo, "E' fatta".

-Andata, inizierò questo viaggio con te-

"EVVIVA HA FUNZIONATO, JULA BECKAM SEI UN GENIO" -Bene, allora dobbiamo organizzarci per domani. Dividiamoci i compiti, tu andrai a prendere il necessario per preparare da mangiare, mentre io andrò a prendere degli strumenti per Pokemon. Poi si parte- "Così non solo potrò saperne di più su di lui, ma potrò mangiare altri dei suoi panini"

-Sembra un ottimo piano-

Nel frattempo inizio a infilarmi nel letto matrimoniale sbadigliando -Ora però ci conviene dormire, domani sarà una lunga giornata-

Anche lui inizia a sbadigliare, per poi spegnere le luci e mettersi sotto le coperte –Mi sembra giusto. Buonanotte Jula-

Mi rendo conto di essere per la prima volta in un letto matrimoniale con un ragazzo, in aggiunta conosciuto solo qualche ora fa. Tuttavia al momento la cosa non mi preoccupa più di tanto e decido di chiudere gli occhi -Buonanotte Jaxe-.

 

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Capitolo 4
*** Pokemon Bond parte 4: La mattina di Jula ***


Nuovo giorno,il letto è caldo, non mi va di alzarmi per ora, mi giro dall'altra parte e non vedo nessuno. Decido di uscire dalle coperte solo con la testa per guardarmi attorno, ma l'unica cosa che vedo è la stanza. Le mie orecchie riprendono il loro solito lavoro e sento dell'acqua scorrere dal bagno, sarà Jaxe che si sta preparando per la mattina che ci aspetta. Intanto dall'altra stanza spunta Electivire, che con un verso amichevole mi da il buongiorno –Buongiorno anche a te El-. La saluto mentre mi stiracchio e mi preparo mentalmente ad uscire dal letto.

Una volta in piedi, mi dirigo verso il balconcino della stanza, e una volta fuori trovo la felpa nera e i pantaloni blu scuro di Jaxe stesi con cura verso l'esterno. Prendo la felpa e la osservo, sotto di essa vi era anche la sua maglietta verde militare scuro. In quel momento mi rendo conto di cosa ho fatto "MA COSA MI SALTA IN MENTE! SE LE RIMETTO STESE PENSERA' CHE STAVO FRUGANDO TRA LE SUE COSE, DEVO INVENTARMI QUALCOSA ALLA SVELTA". In men che non si dica prendo i vestiti che erano stesi, li piego e li metto in ordine sul letto, in quel preciso momento Jaxe esce dal bagno –Guarda guarda, pensavo che non vi sareste alzate per niente, direi che avete dormito alla grande-

In mentre mi parla, si avvicina sempre di più verso il nostro letto e nota con stupore che i suoi vestiti sono piegati e in ordine –Hey ma questi sono i miei vestiti... - Smetto di respirare, le sue prossime parole saranno decisive -Sei troppo gentile non avresti dovuto, per sdebitarmi oggi la colazione la offro io-.

Mi scappa una risatina nervosa per lo scampato pericolo –Ma figurati, non c'e di che-

Jaxe inizia a cambiarsi la maglietta e tra noi due si immette Electivire come se lo volesse coprire mentre si cambia.

-Ti vergogni di cambiarti di fronte a me?- -Beh, considerato che ci conosciamo solo da ieri si, e dovresti andare a cambiare anche te, visto che sei ancora conciata in quel modo-

In quel momento realizzo che da quando mi sono alzata sono ancora in maglietta da notte e slip "CHE IMBARAZZO". Arrossisco all'istante e guardo El, che sembra ridacchiare dentro di se per la scena. Prendo i miei vestiti e corro in bagno a sistemarmi partendo dal legarmi i capelli come faccio di solito.
Finito di sistemarmi esco dal bagno –Sono prooontaa-

Per un istante Jaxe resta fermo a fissarmi –Qualcosa non va?-

El gli da una piccola spinta sulla spalla e sembra quasi come sbloccarsi –No no, andiamo forza- Usciamo dalla nostra stanza e scendiamo verso la reception dove troviamo William ad attendere i clienti in sala. –Buongiorno William- -Aah buongiorno a lei signorina Jula, vedo che si è ben riposata... e buongiorno anche a lei signor...- "E' vero, Jaxe ha firmato solo con le iniziali, è ovvio che William non sappia il suo nome". -Jaxe, può chiamarmi Jaxe-

"A quanto pare, la cosa sembra essersi sistemata da sola"

-Signorina Jula, posso aiutarvi in qualche modo?- -A dire il vero si, conosce luoghi dove comprare viveri e strumenti per il nostro viaggio?- -Certo, se uscite, troverete verso sinistra un emporio che vende ogni tipo di strumento, se invece proseguite dritti troverete il mercato centrale di Ragarath-

-William, potrei farle una domanda- La voce di Jaxe subentra mentre finisce di fornirmi informazioni –Certo, mi chieda pure signor Jaxe- -Potrebbe gentilmente prepararci tre tazze di cappuccino con dei cornetti?-

La sua domanda lascia sia me che il signor William leggermente straniti, ma William si ricompone subito, considerata l'età ci sa ancora fare come locandiere.

-Ma certo, seguitemi da questa parte-

Giunti al bancone Jaxe si siede su uno degli sgabelli, dietro di lui si stanzia la sua amica fidata In secondo luogo lo raggiungo e mi siedo accanto a loro. Nel frattempo William inizia a preparare la nostra colazione –Ditemi ragazzi, dove siete diretti?- Non credo che Jaxe conosca il giro delle medaglie, questa volta risponderò io -Dobbiamo conquistare la nostra terza medaglia, quindi verso Gildergardan- -La città dei giardini, dove ovunque si guardi, si incappa in un'aiuola- -Aaah quindi lei signor Jaxe è un giramondo- -Ho solamente visitato parecchi luoghi negli ultimi anni-

Mentre i due parlano, William ci pone le tre tazze di cappuccino con tre cornetti caldi, un paradiso.

-Ecco a voi ragazzi- , Anche Electivire prende la sua tazza e inizia a sorseggiare, mentre Jaxe inzuppa la punta del suo cornetto, io mi limiterò a mordere il mio. Finito di mangiare Jaxe si avvicina a William –William, siamo in partenza, quanto le devo per la notte e la colazione?- -Vedo che siete ansiosi di partire, in tutto fanno 900cr-

Mentre finisco il mio cornetto vedo Jaxe tirare fuori dalla sua tasca una moneta da 1000cr e la mette sul bancone rivolta verso William –Sa William, ha un volto piuttosto simpatico, in più prepara un ottimo cappuccino, può tenersi il resto-.

Con calma e professionalità William prende la moneta e la mette nel suo marsupio –Molto gentile da parte sua signore-

Dopo aver pagato, Jaxe si gira verso di me –Hey ragazze, siete pronte?- -Arriviamo!- Io ed El ci alziamo e andiamo verso l'uscita. Entrambi con gli zaini in spalla apriamo la porta per far uscire prima El, William ci saluta mentre stiamo per uscire –Buona fortuna per la vostra impresa ragazzi- Jaxe risponde solo con un cenno della mano, parlerò io –Grazie William, spero di rivederla-

Usciti dalla locanda ci ritroviamo immersi nella città di Ragarath nel pieno della vita: negozi aperti, gente che passeggia, bambini che giocano assieme ai propri Pokemon.

-Allora io vado a prendere i viveri per la giornata, va bene?-

Mentre attraversiamo la strada Jaxe sembra sicuro di cosa deve fare,"Almeno sa come cooperare" –Perfetto, allora io andrò a prendere gli strumenti essenziali, ci vediamo prima di pranzo all'emporio di Ragarath-

Mentre i due si allontanano, Jaxe alza un pollice per dirmi che ha capito, a questo punto mi dirigo verso il negozio di cui mi aveva parlato William poc'anzi, per ora le nostre strade si divideranno.

Riesco già a vedere la cima dell'emporio, deve essere veramente grosso. Mentre cammino verso la mia meta inizio a sentirmi leggermente sola, decido di far uscire Gengar dalla Pokéball per farmi compagnia –Hey Gengar, ti va di andare a fare shopping con me?- Il mio fidato Pokemon risponde con un verso di approvazione. Camminando Gengar sembra contento di stare fuori dalla sua sfera "Forse preferisce stare all'aria aperta".

Arrivati di fronte all'entrata del negozio rimaniamo sbalorditi dalle dimensioni, ma una volta entrati capiamo che l'interno è ancora più incredibile –Hai visto Gengar? Quanti piani credi che abbia?- Risponde con un verso che si avvicina ad un "non ne o la più pallida idea" o qualcosa del genere. Iniziamo a camminare per i vari negozi all'interno della struttura e vediamo ogni sorta di punto vendita: attrezzature da campo, gioiellerie, vestiti alla moda, cibi per Pokemon, botanica, e perfino un banco dei pegni. Girando per il primo piano scopriamo che è solo uno dei sei piani della struttura compone l'emporio. Su una delle mappe sparse per tutto il piano ci sono scritte le funzioni dei vari piani, come le diverse strutture burocratiche e studi medici privati.

-Ti va di visitare i negozi Gengar?- il Pokemon mi guarda con un sorriso gigantesco stampato in faccia, lo prenderò come un si –Perfetto! Allora si parte!-

Il tempo passa e noi due giriamo per tutti i negozi sognando di acquistare qualunque cosa abbia un costo elevatissimo, partendo dai vestiti per arrivare al negozio di erbe. Mentre voliamo tra i negozi non riesco a distogliere i miei pensieri da Jaxe "Chissà se avrà già preso tutto". Dopo circa 2 ore passate a visitare i vari punti vendita, mi decido a comprare delle magliette "ne prenderò due bianche". Arrivata alla cassa il cassiere mi accoglie calorosamente –Buongiorno signorina, lo sa che qua facciamo il 3x2 per quel tipo di magliette?- -Ah, grazie, allora ne vado a prendere una terza- andando verso gli scaffali dove ho preso le prime due penso che sarebbe carino prenderne una anche per Jaxe –Quale colore pensi gli piaccia, Gengar?-. Il Pokemon si limita ad indicare la pila di magliette nere –Ottima trovata Gengar, il nero sta bene su tutto. Torno alla cassa felice della nostra scelta e pago il prezzo delle due magliette, ovvero 80cr. Dopo aver messo i tre indumenti nel mio zaino, ci dirigiamo al negozio di strumenti per allenatori e inizio a scegliere le pozioni e gli eteri vari. Mi avvicino alla cassa e ad attendermi trovo la cassiera del locale –Buongiorno, posso aiutarla?- -Mi servivano 5 pozioni e 5 eteri, entrambi di tipo base- -Ma certo, posso vedere la sua tessera allenatrice?- . Come sempre, in ogni negozio richiedono la tessera allenatore per eseguire ulteriori sconti per agevolare chi segue il giro delle medaglie, prendo il portafogli e consegno il tesserino alla commessa , che me lo restituisce dopo aver scannerizzato il codice a barre che si trova sul retro. –Perfetto, in tutto sono 250cr, in più ecco a lei una ultraball in omaggio- . una volta pagato il tutto inizio a mettere gli strumenti nello zaino.

-Come va lo shopping?- Una voce familiare ci coglie di sorpresa –Jaxe, vedo che hai finito prima di me, come è andata?- -Possiamo dire che siamo pronti per partire-

 

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Capitolo 5
*** Pokemon Bond Parte 5: La Mattina di Jaxe ***


Nuovo giorno, apro gli occhi e mi rendo conto di aver dormito con una sconosciuta, ma fa niente. Esco dal letto nel modo più silenzioso possibile che conosco, ovvero scivolando fuori dalle coperte, entrambe dormono ancora. Un po' mi dispiace di essermi alzato, perché il letto era piuttosto caldo "Meglio non svegliare nessuno ed iniziarsi a preparare, partendo dal bagno".

Arrivato di fronte al lavandino chiudo la porta e inizio col lavarmi il viso, ma una volta rivolto lo sguardo verso lo specchio vedo le bende che ho alle braccia ancora da ieri "Le terrò anche per oggi". Finito con il bagno apro la porta e trovo Jula in piedi di fronte al nostro letto. –Guarda guarda, pensavo che non ti saresti alzata per niente, direi che hai dormito alla grande-

Mentre mi avvicino a lei noto che i miei vestiti sono piegati e in ordine sul letto "Che sia stata lei a farlo? Quanta gentilezza... sembra tesa, meglio ringraziarla, così si rassicurerà" La ringrazio e sembra aver funzionato, posso finalmente cambiarmi. Mentre inizio a togliermi i pantaloncini El si pone fra noi due come per coprirmi, non dico niente "Sarà mica gelosa". A rompere il silenzio è la voce di Jula -Ti vergogni di cambiarti di fronte a me?- -Beh, considerato che ci conosciamo solo da ieri si, e dovresti andare a cambiare anche te, visto che sei ancora conciata in quel modo-.

Dopo la mia affermazione sento la porta del bagno chiudersi, avrà deciso di prepararsi. -Sono prooontaa- Mentre io e El finiamo i preparativi la ragazza esce dal bagno, alzo gli occhi per darle uno sguardo. "Cappello nero, capelli viola con coda di cavallo, giacchetta verde maglietta bianca, pantaloni lunghi neri e scarpe nere. E'... piuttosto carina". –Qualcosa non va?- Non vedo né sento nulla fino a quando non vengo colpito da El, che mi fa ripartire come un vecchio computer –No no niente, forza andiamo-. Iniziamo a scendere e sono circondato da ragazze, la cosa mi mette leggermente a disagio, ma va bene. Scendiamo per le scale e Jula viene intercettata dal locandiere William. El ne approfitta per chiedermi qualcosa con uno dei suoi versi interrogativi, sa bene che dopo tutti questi anni passati assieme riesco perfettamente a capirla –Non mi dirai che sei gelosa di lei El, sai che non ti scambierei per nulla al mondo-. Intanto i due al bancone continuano a parlare "OH ma io ho fame qua, è ora di intervenire" - William, potrei farle una domanda?-

...

Finita la colazione sarebbe il caso di pagare prima di partire -William, siamo in partenza, quanto le devo per la notte e la colazione?- -Vedo che siete ansiosi di partire, in tutto sono 900cr- "Dovrei avere una moneta da 1000cr, non vorrei dover usare la tessera, darebbe molte nell'occhio". Poso la moneta sul banco e dico a William di tenersi il resto, detesto gli spiccioli.

Hey ragazze, siete pronte?- -Arriviamo!-

–Buona fortuna per la vostra impresa ragazzi- "Si si, ci si vede" Faccio un cenno cin la mano come per rispondere al saluto e siamo fuori dalla locanda.

-Allora io vado a prendere i viveri per la giornata, va bene?-

Io ed El ci incamminiamo verso il mercato della città, mentre Jula accenna qualcosa a proposito di comprare strumenti. Non abbiamo mai usato una di quelle diavolerie, ma se a lei danno sicurezza chi sono io per fermarla. Per ora le nostre strade si dividono.

Mentre camminiamo verso il mercato centrale El sembra voler iniziare una specie di litigio –Che c'è?, non mi dirai che non ti piace la nostra nuova amica-""-Dai su non preoccuparti, non mi terrà lontano da te, e poi un nuovo membro della famiglia potrebbe essere una svolta interessante, e poi te potresti fare amicizia con i suoi Pokemon, e magari diventeresti loro mentore-

Il verso rassegnato di El mi fa stringere il cuore, ma almeno so che ha compreso la situazione. –Piuttosto, preoccupiamoci di prendere tutto quello che ci serve, in più farò un salto al mercato nero, ho quasi finito le mie perle di mercurio-

Arrivati al mercato vediamo da una parte una panetteria con accanto una salumeria "Perfetto" –El ho trovato la nostra prima tappa-

In primo luogo entro nella panetteria, e ad attendermi trovo una signora anziana che indossa un maglioncino rosa sotto al grembiule bianco –Buongiorno ragazzi, siete qui per prendere del pane? Sapete, sono io che sforno queste pagnotte da più di 70 anni.- "Che adorabile signora, la vecchiaia significa saggezza, quindi il suo pane sarà ottimo" –Ci serviva dell'ottimo pane fresco per fare circa otto panini. Di certo lei saprà qual è meglio utilizzare- -Certo ho questa pagnotta appena sfornata, la chiamo "Pane del viaggiatore". Tieni, assaggiane un pezzo mentre taglio delle fette-

Prendo la fetta e la spezzo a metà così anche El può assaggiarla. Mentre mastico la mia parte sento subito che è perfetto per fare panini –Bello elastico, così i panini non si rovinano durante il viaggio, usa farina di grano tenero per farla?- -Ooh, quindi sei un esperto in materia- -Ho imparato qualche segreto durante i miei viaggi per tutto il regno- Mentre parliamo, la signora incarta le fette e me le passa –Ecco a te, sono 20cr- "20cr? Non ho una moneta cosi piccola, dovrò usare quella carta, spero che non la noti". Le passo la mia carta di credito e batte il codice a barre sul retro per effettuare il pagamento, poi si sistema gli occhiali e mi riconsegna la tessera. –Ecco fatto, se posso darti un consiglio, passa al negozio qua accanto, mio figlio sa perfettamente cosa mettere nei panini da viaggio- -Senz'altro signora. Forza El andiamo-

Usciti dalla porta entriamo nella salumeria, questa volta ad accoglierci è il figlio della signora. Il ragazzo è incredibilmente robusto, è anche più alto di me, sembra quasi che io sia in stanza con due El. –Hey ragazzi, cosa posso fare per voi?- La sua voce energica mi fa tremare lo stomaco, El si mette dietro di me come se avesse paura dell'uomo -Ho comprato del pane al negozio qua accanto, e sua madre mi ha detto che poteva aiutarmi a fare dei panini da viaggio- Il ragazzo inizia a ridere proprio come un supereroe –AH AH AH! Mia madre ha detto bene, sono il migliore nel prepararli, passami quelle fette di pane e non te ne pentirai. Passo la busta al macellaio, che si mette subito all'opera parlando tra sé e sé a bassa voce –Allora, con questo prosciutto crudo metto quel formaggio di capra che mi è arrivato fresco fresco stamattina, poi con quello arrostito ci metto la crema spalmabile, e con il tacchino metto il formaggio alle erbe- Nel frattempo guardo El, che osserva con attenzione ogni gesto dell'uomo. –ECCO FATTO RAGAZZO!- la voce del macellaio mi fa saltare sul posto. Il ragazzo mi consegna la bustina con dentro i panini             –Grazie mille, quanto le devo?- -Solo 150cr- "CAVOLO, dove sono le monete piccole quando servono" Ancora una volta estraggo la carta e la passo al tipo –Hey, non si vedono carte di credito maculate come le giacche dei militari di un tempo, devi essere una persona speciale- dopo aver scalato i soldi mi riconsegna la tessera –Gia...Deve essere proprio così. Andiamo El, abbiamo ancora un ultimo giro da fare.

-BUONA FORUNA CON IL VOSTRO VIAGGIO- mentre esco dal negozio saluto il commerciante con un cenno della mano.

Ora che siamo di nuovo in strada resta solo da trovare il mercato nero –Bene mia cara, iniziamo a cercare, avvertimi se vedi dei tipi loschi in giro-. Il verso deciso della mia El mi rende certo che potrò contare anche su di lei.

Mentre cerchiamo in giro per il mercato sento la mano di El picchiettarmi sulla spalla, mi giro e il suo sguardo è rivolto a due grossi uomini appostati all'entrata di un viottolo isolato                          –E brava la mia El, ora andiamo da loro-. Mi avvicino ai due uomini che più mi avvicino, più sembrano mercenari, e i due iniziano a fissarci, è il momento di rivelarmi, fuori da orecchie indiscrete. –Certo ragazzi, che il mercato oggigiorno è in ribasso.- I due si guardano, annuiscono e riprendono a fissarmi "Bene, hanno capito subito". –Seguiteci-

I due colossi ci conducono per il vicoletto fino ad arrivare ad una porta bianca mangiata dal tempo ma poi bloccano il passaggio –Il Pokemon resta fuori-

"Veramente? Odio quando i posti non ammettono El al loro interno, significa che dovrò fare in fretta" – Va bene, va bene. Allora El, vedi di fare la brava, non dovrei metterci così tanto. E voi due vedete di non infastidirla- Ora è El che inizia a guardare i due uomini, che sembrano incredibilmente tesi. Fanno bene ad esserlo.

Apro la porta e mi ritrovo in un ambiente quasi familiare, il cuore del mercato nero. Per prima cosa scenda la rampa di scale in ferro e guardandomi attorno vedo ogni tipo di merce immaginabile. "Oggi non ho molta voglia di fare shopping, andrò direttamente a mettermi in fila al bancone degli ordini speciali". Non c'e molta gente in fila, dovrebbe essere una cosa rapida. Mentre l'ennesima persona viene rifornita di proiettili speciali, dietro di me arriva un altro acquirente che è appena entrato dalla porta principale. Delle persone lo iniziano a salutare e a stringergli la mano, è una di quelle persone con un nome qua dentro. –Hey ragazzi, avete visto che bell'esemplare di Electiwire appostato qua fuori? In aggiunta è anche una femmina. Cavolo, se avessi con me i le mie apparecchiature speciali non esiterei un attimo a catturarla.-

"Ok vediamo se fai ancora lo splendido, dopo che ti avrò preso per il collo e a sbattuto a terra," -Si, provaci e te la vedrai con me , Idiota- una volta gettato a terra inizio a stringere la presa, contemporaneamente le persone attorno mi tengono sotto tiro con ogni arma a disposizione, significa che taglierò corto. –E se vedo chiunque di voi dare fastidio a me o a chiunque sia con me, sarò l'ultima cosa che vedrete-. Mi guardo attorno e la gente inizia a ritirare le armi, hanno finalmente capito chi sono. Il mio sguardo ritorna fisso sul tizio che è terrorizzato dagli artigli molto vicini alla carotide "Voglio essere sicuro che abbia recepito il messaggio" –Hai capito chi sono, vero?- La sua voce si sente a malapena –Ss-si... S-ssignor... K-Kord-. "Ok, qua ho finito" –Mi basta, ora sparisci dalla mia vista-. Senza replicare, il ragazzo sparisce come è arrivato, nel frattempo le persone si sono allontanate dal bancone per paura, mi avvicino al cassiere che sembra il più coraggioso fra tutti. –Sembra che sia il primo della fila... Che fortuna-. La gente riprende la compravendita degli oggetti, seppellendo il silenzio che si era creato poco prima nell'intero mercato. –Signor Kord, le sue perle argentee sono arrivate stamattina, se mette una firma qua e mi consegna la sua tessera le vado subito a prendere- il ragazzo mi passa una ricevuta e una penna, dopo una rapida letta firmo con le iniziali e aspetto che il tipo ritorni con il mio ordine. Mentre cerca il mio pacco tra le scatole sotto al bancone inizia a parlare per far passare il tempo –Ho saputo che è diretto a Gildergardan, signore. Potrei consigliarle di acquistare una tenda della Omnicorp?- Mentre mi passa il sacchetto con le mie compresse lo lascio continuare a spiegare, "Vediamo dove va a parare" -Sono di ultima generazione e come vede si presentano in queste pratiche capsule grandi quanto una bottiglia d'acqua, quindi possono entrare comodamente anche nel suo zaino, che come posso vedere sembra leggermente carico.-

"Ma quanto parla questo qui, dimmi il prezzo e ne prendo due, cosi me ne posso andare"

-Se preme il bottone che vede sulla capsula, ne uscirà una comoda tenda da campo, munita di un piccolo generatore che alimenta una lampadina all'interno della tenda stessa. Ecco stia a vedere-

Dopo aver premuto il bottone della capsula, il ragazzo la lancia a due metri di distanza da lui e spunta una tenda verde-scuro, che sembra anche di ottima qualità, decido dare un'occhiata all'interno. Infilo la testa tra le fenditure che fanno da entrata e noto con piacere che ci sono due cuscini, l'interruttore della lampadina e un bottone posizionato vicino all'uscita "penso proprio che potrebbe farmi comodo"

-Se preme il bottone che vede all'interno della tenda, ritornerà in formato tascabile in un attimo, in più le abbiamo in versione small, medium, e large-

"Il ragazzo ci sa fare come venditore, per tutto quello che ha detto mi sento stordito"

Esco fuori dalla tenda e premo il bottone, poi raccolgo la capsula e la appoggio sul banco degli acquisti e rivolgo lo sguardo al cassiere –Ne prendo due. Una media, l'altra grande-

-Benissimo signor Kord, in tutto sono 200200cr se mi consegna la tessera posso effettuare il pagamento-

"Meglio chiedere quanto mi resta sul conto, tanto per sicurezza"-Qual è il tuo nome, ragazzo- -Arlin, signore- -Bene Arlin, potresti gentilmente dirmi quanto ho ancora sul conto? –Ma certo signore... Ha ancora 20mln'800mila800crediti signore, procedo con il pagamento signor Kord?- -Procedi pure Arlin- "Pensavo mi fosse rimasto di più onestamente"

Il ragazzo mi riconsegna la tessera, che metto in tasca, mentre le due tende e il sacchetto di perle le infilo nel mio zainetto, per poi dirigermi verso la porta

-Spero faccia buon viaggio signor Kord- in quel momento la gente si gira e osserva la mia dipartita, devo dire qualcosa –Ci si vede Arlin-.

Finalmente fuori mi ricongiungo con la mia El, che mi saluta dandomi uno dei suoi abbracci forzuti –Hey bella, vacci piano, hai visto che non ci ho messo tanto? Ho anche preso delle tende per il viaggio. Ora mollami cosi possiamo tornare da Jula-

Iniziamo ad incamminarci, e dietro di noi lasciamo solo i due buttafuori che ci fissano in silenzio mentre ci allontaniamo.

-Bene El, non ci resta che trovare l'emporio di cui parlava stamattina la nostra amica- El indica la cima di un palazzo che si trova non troppo distante da noi –Per fortuna ci sei te che trovi sempre la strada giusta.-

Andiamo diretti alla struttura senza soffermarci su nient'altro, e una volta entrati ci ritroviamo immersi in una vera e propria città dettata dal consumismo di ogni genere "Paradossalmente si trova più roba qua che al mercato nero".

-Bene El vediamo di trovare Jula- Iniziamo a cercare passando per i vari negozi, fino a quando non vedo una figura femminile con indosso un cappello nero e una giacca verde –Eccola El, è la-. La raggiungo quasi immediatamente, è girata di spalle, meglio parlarle per non spaventarla –Hey Jula, hai preso tutto?-

-Scusi, sta parlando con me?- "Cavolo, è totalmente piatta, non è lei. Devo uscire da questa situazione alquanto imbarazzante" –Oh, mi scusi tanto, l'ho scambiata per un'altra persona-. Mentre la ragazza si allontana, sento El che ride alle mie spalle –Cosa ridi te, scommetto che anche te avresti fatto il mio stesso errore-. El punta il suo dito verso il negozio di strumenti, e al suo interno riesco a vedere Jula affiancata dal suo Gengar."Questa si che brucia, e il bello è che anche El lo sa bene" –Solo fortuna-. Sconfitto, mi dirigo verso la nostra compagna, mentre El tenta di soffocare le risate.

"Spero che questa volta sia lei" -Come va lo shopping?- Quando la ragazza si gira noto con piacere che le sue forme sono quelle giuste... è lei di sicuro –Jaxe, vedo che hai finito prima di me, come è andata?-. Sentire la sua voce mi risuona nella mente rilassandomi -Possiamo dire che siamo pronti per partire-.

 

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Capitolo 6
*** Pokemon Bond parte 6: Gildergardan, arriviamo ***


-Hai preso tutto quello che ti serviva?- Jaxe mi guarda in maniera serena, è contento di partire con me, mentre El si pone poco dietro a lui trattenendo le risate. –Si, credo che possiamo partire, i cancelli di Ragharath più vicini dovrebbero trovarsi accanto al centro Pokemon di ieri-. Jaxe risponde solo con un cenno della testa, per poi girarsi e dirigersi verso l'uscita dell'emporio seguito dal suo Pokémon. –Hey aspettatemi voi due! Gengar, stai al passo- Con un accenno di corsa, raggiungiamo subito i due e usciamo dal gigantesco negozio. Non appena il sole raggiunge le nostre facce, Jaxe si copre con il cappuccio della sua felpa, come se non volesse che la luce entri nei suoi occhi. Camminando per le strade di Ragharath ci ritroviamo nel vivo della città e veniamo avvolti nel chiasso della folla. Le persone attorno a noi passeggiano, chiacchierano,giocano con i loro Pokemon, tornano a casa con le buste piene dopo una capatina al mercato centrale. L'unica cosa che mi rende perplessa sono le reazioni dei Pokemon al passaggio di Jaxe ed El. Tutti loro sono come turbati dalla presenza dei due e restano con un'aria difensiva, ma sia Jaxe che El sembrano non curarsene più di tanto. Arrivati fuori dai cancelli, ci ritroviamo non molto distante da dove mi hanno attaccata i tre bracconieri lo scorso giorno. Per fortuna, siamo diretti dall'altra parte, costeggiando il lago Okra.

Mentre ci camminiamo lungo il percorso, mi viene in mente che non ho mai ringraziato Jaxe per averci salvato, lo farei, ma non trovo mai il momento adatto.

-Questo si che è un paesaggio!!! Si riesce anche a vedere Gildergardan, li, dall'altra parte del lago- Le parole di Jaxe mi fanno tornare in mente una vecchia storia che mia madre tendeva a raccontarmi quando ero piccola –Sai Jaxe, si dice che il lago Okra sia di questo colore giallastro per le stelle che piovono e muoiono al suo interno-. Il suo sguardo diventa lucido e si ferma a guardare il lago –Davvero? Forse un giorno riuscirò a vederle piovere-, credo che la leggenda gli sia piaciuta. A rompere il momento magico del ragazzo è proprio El,che lo strattona leggermente, facendogli riprendere il passo, torna il silenzio. Non passa molto prima che la voce di Jaxe riempia l'ambiente –Quindi... la prossima palestra di che tipo è?- -Dovrebbe essere quella di tipo coleottero- Jaxe inizia ad accarezzare il manto della sua El –Allora non credo che ci saranno problemi per te mia cara, te Jula invece come stai messa?- -Io e Gengar ce la faremo, in più posso contare su Ninetales-

-HEY RAGAZZI!!!-

Una voce distante cattura la nostra attenzione, sono altri due allenatori che ci chiamano da lontano agitando le braccia, le alzo anch'io per far capire che li abbiamo visti. Avvicinandoci noto che sono un ragazzo ed una ragazza, probabilmente anche loro sono allenatori, Jaxe ed El sembrano quasi infastiditi dall'interruzione non programmata.

-Ciao ragazzi, anche voi alle prese con il giro delle medaglie? Noi abbiamo appena conquistato la nostra quinta medaglia-

-Comunque io sono Celica, lui è il mio compagno Brandon-

Entrambi gli allenatori sono pieni di vitalità, anche se la ragazza sembra la più seria dei due –

-Molto piacere, io sono Jula, e lui è Gengar- Il mio Gengar gonfia il petto per sembrare più forte, gli piace vantarsi. –E il tuo amico silenzioso dietro di te?-

Celica si avvicina a Jaxe e comincia a giragli attorno come per studiarlo, nonostante sia lui che El sembrino a disagio. –Celica, lascialo stare, non devi investigare su tutto come al solito- Brandon allontana la sua amica da Jaxe, che sembra leggermente sollevato –Comunque loro sono Jaxe e El- El saluta con un cenno del braccio, Jaxe si limita a fissarli. –E' un po' silenzioso, ma sono una bella coppia, non trovi Bran?- -Si lo sono Celica, sembrano noi due agli inizi del nostro giro-

"Come coppia? Sembriamo veramente una coppia? Scommetto che anche Jaxe la pensa come me, ma se la pensiamo uguale vuol dire che siamo affini" Mi giro verso Jaxe e anche lui sembra essere in imbarazzo, intanto El ride dietro di lui divertita dalla situazione. –Hey, che ne dite di una lotta in doppio? La prima squadra che manda KO due Pokemon avversari vince-

Una lotta in doppio, è l'occasione perfetta per tenere in allenamento Gengar e prepararlo alla prossima palestra –Per me va bene, te che dici Jaxe- -Va bene, è la perfetta occasione per prepararci alla prossima palestra-

"Cavolo, ma allora è vero che sembriamo una coppia. Pensiamo perfino le stesse cose".

Celica tira immediatamente la sua pokeball, non vedeva l'ora di una lotta -Bene allora è deciso. Vieni fuori Togekiss-. Anche Brandon lancia la sua sfera –E' ora di lottare Escavalier-. I loro Pokemon sono diametralmente opposti l'uno all'altro, e sembrano anche moto forti, noi non saremo da meno –Forza Gengar, fai vedere la tua forza-. Mentre il mio Gengar entra nel campo di battaglia ricavato dalla radura dove ci troviamo, Jaxe si prende un attimo per parlare con El -Che ne dici di provare quella mossa che ti ho insegnato? Però non fargli troppo male, intesi?-

Dopo il breve discorso, anche El raggiunge il ring e inizia a fissare intensamente l'Escavalier di Brandon. Che lo scontro abbia inizio.

-Togekiss, eterelama- La prima mossa è di Celica, il suo Pokemon inizia a volteggiare su se stesso e si ricopre di piccole lamelle blu per poi scagliarle su Gengar. –Gengar rispondi con Fangobomba!- Il mio Pokemon sputa immediatamente una palla melmosa violacea che colpisce le lame lanciate dal Togekiss, il risultato è una forte esplosione. Nel frattempo sia El che Escavalier non si sono ancora mossi e si studiano l'un l'altro .

-Togekiss, usa Baldeali, Brandon che aspetti dammi una mano!- -Arriviamo Celica! Escavalier usa megacorno su Gengar-. Il Togekiss parte in picchiata per colpire il mio Pokemon, mentre l'Escavalier di Brandon scatta in avanti tenendo avanti una delle sue lance. "Non so che fare, Gengar sta per essere colpito da quei due Pokemon e non riesco a dire niente, che faccio, CHE FACCIO?". Prima che l'Escavalier raggiunga Gengar, una zampa gialla schiaccia la lancia del Pokemon bloccandolo a terra, finalmente El ha fatto la sua mossa. Il Pokemon di Brandon si gira per guardare in faccia il suo avversario, ma tutto quello che vede è il fuocopugno di El. Il colpo è così forte da scaraventare l'Escavalier ai piedi di Brandon, facendo anche distrarre Togekiss, è la nostra occasione –Gengar, colpiscilo ora con nero pulsar!-. Il raggio sparato dal mio Pokemon colpisce Togekiss, scagliandolo in aria. Il Pokemon di Celica si riprende subito ma dietro di lui si ritrova El, che lo aveva raggiunto saltando ad un'altezza sproporzionata. Il Togekiss non fa nemmeno in tempo a girarsi che viene schiacciato a terra dal tuonopugno di El. La battaglia termina con la nostra vittoria –Si evviva, Jaxe, abbiamo vinto!- lui invece risponde con un sorriso, non si scompone mai.

-Aaw che rabbia, abbiamo perso Togekiss, ma hai lottato bene, rientra- -Non fa niente Escavalier, ci rifaremo una prossima volta- Sia Celica che Brandon fanno rientrare i loro Pokemon nelle sfere. –Ragazzi che lotta, hey Jaxe, dove avete imparato te ed El a combattere senza dire niente?- La domanda di Celica incuriosisce anche me e Brandon, che ci avviciniamo ai due per ascoltare meglio la risposta.

-Abbiamo imparato vivendo assieme per anni, l'uno è nella testa dell'altro e viceversa. Solo con il tempo si può migliorare, e noi ne abbiamo passato parecchio assieme.- Mentre i due parlano, El ci raggiunge e si pone di fianco al suo compagno di viaggio, che inizia ad accarezzarla. –Avete perso non appena avete perso di vista la mia El, che ha potuto agire indisturbata.-

Cala il silenzio, nessuno si sarebbe aspettato una risposta del genere, Celica si gira verso di me –Julaaa, non mi avevi detto che il tuo compagno fosse uno tosto- -Già, dall'aspetto non si direbbe ma ha la stoffa per diventare un Elite Trainer- Anche Brandon è dello stesso parere della sua amica.

-Si, e non vedo l'ora di vedere cos'altro sanno fare questi due- dopo le mie parole Jaxe sembra quasi arrossire e si copre con un braccio di El, che si stranisce vedendo il suo compagno di una vita imbarazzarsi.

-Bene, non voglio rubarvi altro tempo, andiamo Brandon riprendiamo il nostro viaggio- -Certo, intanto preparo le pozioni spray per Togekiss ed Escavalier. Chissà, magari ci rincontreremo al Colosseo Pokemon-

-Lo spero anche io- la risposta questa volta proviene da Jaxe, che si è ripreso dall'imbarazzo – Ma cedo che sia arrivato il momento di riprendere il cammino per Gildergardan- Detto questo Jaxe inizia a camminare seguito da El, Celica mi prende di petto –Ci si vede al Colosseo Jula e... non fartelo scappare, sembra che tu gli piaccia hehe- -Andiamo Celica, si è fato tardi, è stato un piacere Jula- -Anche per me ragazzi... Jaxe aspettami! Non avrai intenzione di lasciarci qua, Gengar muoviti-

Raggiungiamo Jaxe e ne approfitto per dirgliene quattro –Sei sempre il solito, mi lasci sempre indietro quando è il momento di andare- -Hey non è colpa mia se sei lenta nei saluti- -Scusami se mi piace essere sociale ogni tanto- Jaxe si gira verso di me con un sorriso bambinesco –Sei perdonata- La cosa mi infastidisce così tanto che potrei dargli uno schiaffo, ma ripenso a quello che mi ha detto Celica "Non fartelo scappare, sembra che tu gli piaccia" e per un attimo mi blocco. –Jula, si sta facendo tardi che ne dici di fermarci per la notte?- -Vuoi accamparti qua?- -Beh si, ho delle tende con me, in più ho fame.- -In effetti anch'io ho fame, vada per la tenda, ora cerchiamo un buon punto per piazzarle- dopo pochi passi Jaxe si ferma in uno spiazzo tra gli alberi e inizia a frugare nel suo zaino –Va bene qua Jula?- Rivolgo uno sguardo verso Gengar, ma non sembra capire, guardo El e nemmeno lei sembra sapere cosa abbia in mente il suo compagno. Subito dopo, Jaxe tira fuori dal suo zaino due strane capsule. Dopo aver premuto il bottone posto su entrambe le capsule, le tira a qualche metro di distanza l'una dall'altra, e in un attimo spuntano due tende, una poco più grande dell'altra. –Quelle sono tende della Omnicorp, devono esserti costate parecchio- -Naah, meno di quello che credi, ora però ci serve della legna per il fuoco- "E' il momento di rendersi utili" -Puoi contare su di noi, forza Gengar andiamo-.

Ci addentriamo nella foresta e iniziamo a raccogliere della legna adatta per un fuoco da campo, nel frattempo si sente il rumore di un albero che cade e di legna che si rompe –Andiamo a vedere Gengar-. Tornati all'accampamento troviamo due tronchi spezzati a metà e posizionati accanto ad un cerchio di pietre il tutto poco distante dalla tenda. –Già fatto voi due?- Jaxe ed El ci accolgono invitandoci a mettere la legna nel cerchio di pietre. –Jaxe, sai come accendere un fuoco, vero?-

Jaxe si avvicina alla catasta di legna e infila una mano tra i legni –In un certo senso-, "Cosa ha in mente?" La mano di Jaxe inizia a emanare della luce, poi si iniziano ad intravedere delle fiamme uscire dal palmo della stessa "Ha usato una specie di LANCIAFIAMME??? COME E' POSSIBILE!?! Devo essermelo immaginato, sicuramente si starà solo scaldando"

-Bene ora abbiamo il fuoco, delle panchine ed un posto dove dormire, direi che possiamo mangiare-

Intanto attorno a noi è calata la sera e il fuoco è l'unica fonte di luce che si potrebbe trovare per chilometri, oltre che ad essere una confortevole fonte di calore. Mentre mi siedo su uno dei tronchi Jaxe mi passa un panino incartato, poi ne passa uno ad El, e per ultimo ne prende uno per sé sedendosi accanto al suo Pokemon "Sono perfino più grossi dell'altra volta". Io mi limiterò a prendere del cibo per Pokemon e darlo a Gengar, se lo merita dopo la battaglia di oggi. Finito di mangiare, decido di far rientrare Gengar nella sua pokéball –Vieni Gengar, è ora di un meritato riposo-, ora rimaniamo solo noi tre. Il silenzio ci avvolge, devo trovare il coraggio di ringraziarlo, ma non trovo il modo. Dopo poco trovo le parole giuste –Jaxe, non ti ho mai ringraziato per ieri e... volevo dirti che...se non fossi arrivato tu a salvarci...non avrei ancora i miei Pokemon, quindi...grazie.- Nessuna risposta "Cosa? Per una volta che riesco ad esprimere i miei sentimenti mi ignora??? GIURO CHE ORA LO AMMAZZO". Infuriata alzo lo sguardo verso di lui e capisco perché non arrivasse la risposta, si è addormentato tra le braccia di El, anche lei si è addormentata. La scena è così carina che la furia omicida salita poco fa, si trasforma in qualcosa di caldo e tenero "Sono proprio carini assieme".

Decido di accarezzare dolcemente El per svegliarla –El, svegliati- Il Pokemon apre gli occhi e mi guarda con aria stanca, per poi guardare Jaxe ed accarezzarlo come solo una madre può fare –Che ne dici di entrare in tenda El-. Il Pokemon si alza tenendo in braccio Jaxe e, dopo averlo posato con delicatezza in una delle due tende, gli sfila la felpa per mettergliela come una coperta. Entro anche io nella stessa tenda per posare il mio zaino e iniziare a cambiarmi per la notte. Mentre mi cambio Jaxe dorme profondamente, nello stesso momento El entra un'ultima volta per posare lo zaino del suo compagno –Grazie El, buonanotte- il Pokemon si dirige verso l'altra tenda. Decido anche io di usare la mia giacca per coprirmi. Tuttavia, non riesco ad addormentarmi, penso ancora a quello che ho detto prima e al fatto che nessuno mi abbia sentito, fa anche leggermente freddo. Di colpo sento il mio corpo muoversi in automatico e di colpo mi ritrovo appoggiata alla schiena di Jaxe, decido di avvolgerlo con un braccio infilandolo tra il suo fianco e il braccio sovrastante sperando di non svegliarlo. Questa cosa è assurda, ma il calore che emana è confortante, credo che così riuscirò a dormire. "Buonanotte Jaxe". 

 

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Capitolo 7
*** Pokemon Bond parte 7: La città dei giardini ***


Nuovo giorno, apro gli occhi ancora stordita dal sonno, la prima cosa a cui riesco a pensare è al mio braccio avvolto attorno al corpo di Jaxe. "AAAH! e ora che faccio, se levo il braccio rischio di svegliarlo, e se si sveglia mentre lo abbraccio gli verranno strane idee in mente. Che faccio, CHE FACCIO!" decido di togliere lentamente il braccio facendolo scivolare sul suo corpo, ma all'improvviso la sua mano afferra la mia –Resta...sei calda-. "non me lo faccio ripetere due volte", rispondo con il mio riaccoccolarmi appoggiandomi di nuovo alla sua schiena, richiudo gli occhi.

-Jula, che ne dici se ci alziamo?- Questa volta è la sua voce a svegliarmi, tutto quello che riesco a dirgli è un surrogato di parole strisciate , che sembrano più essere il verso di uno Slaking che si risveglia dopo il letargo che un buongiorno. Mentre mi ricompongo, Jaxe si alza e inizia a frugare nel suo zaino, ho come un flash nella mente "La maglietta". Immediatamente mi tuffo verso il mio zaino, tiro fuori la maglietta nera da esso e la passo a Jaxe –E questa?- -Presa...ieri...per te-. Il suo sguardo si intenerisce come se fosse la prima volta che ricevesse qualcosa in regalo –Grazie, sei troppo gentile Jula, anch'io ho qualcosa per te-. Si avvicina verso di me e mi passa una brioche. Anche se la prima cosa a cui penso e la sua stupidità, scarto la merendina e inizio a mangiarla "E' al cioccolato, adoro il cioccolato". Nel mentre, Jaxe inizia a mettersi la maglietta nuova –Direi che è perfetta, non trovi Jula?- "In effetti gli sta bene, ho proprio buon gusto", alzo il pollice in segno di approvazione. Dopo essersi rimesso la felpa prende altre due merendine al cioccolato ed esce dalla tenda –El?! Ti va di fare colazione?- . Esco dalla tenda solo con la testa per vedere la scena, e trovo i due che fanno colazione assieme –Dormito bene ragazzona? Lo sai che oggi ci aspetta una palestra Pokemon, vero?- El risponde con una verso quasi rassegnato come per dire "Devo proprio?" –Andrà bene, tranquilla-. Mentre i due finiscono di mangiare ne approfitto per cambiarmi.

Preparo il mio zaino e esco anch'io dalla tenda –Jula, sei già pronta per partire- -Si, ci attende una grande giornata- -Hai proprio ragione. El puoi premere il bottone che si trova dietro l'entrata?-. Il Pokemon si dirige stranito verso la tenda, dopo aver trovato il pulsante, lo schiaccia e in un istante, la tenda ritorna allo stadio di capsula. Sono estremamente curiosa che voglio farlo anche io, infatti, dopo aver appoggiato fuori i nostri zaini, premo il famigerato pulsante. Anche questa tenda si trasforma in una pratica capsula, nel farlo ho provato una certa soddisfazione. Osservo la capsula rimasta a terra e all'improvviso la mano di Jaxe la raccoglie per metterla nel suo zaino –Direi che siamo pronti- "Come ha fatto ad arrivare senza che lo sentissi?" –D-D'accordo...andiamo-.

Tutti e tre riprendiamo il cammino dal quale ci eravamo discostati il giorno prima, tornando a costeggiare il lago Okra. Mentre camminiamo, ho sempre più domande per la testa "Devo essere discreta"-Jaxe, come hai fatto ad accendere quel fuoco ieri?- Per un attimo smette di camminare, El gli tira un'occhiata per vedere se tutto è a posto, poi riprende a camminare –Speravo non te ne fossi accorta- -Hai intenzione di dirmelo?- -E' una lunga storia- -Hai tutto il tempo per raccontare- -E' una di quelle storie che sarebbe meglio non raccontare- -E come faccio a conoscerti meglio se non mi racconti la tua storia?- -Con il tempo impareremo a conoscerci a vicenda- "Non ha la minima intenzione di dirmi qualcosa su di lui, deve essergli capitato qualcosa di brutto... PERO' CHE FASTIDIO" –Va bene... con il tempo-.

Ritorna il silenzio, il lato positivo di quel nostro dialogo inconcludente è che siamo arrivati ai cancelli della città –Hey Jula, hai visto quanti rampicanti per le mura?-. In effetti le mura sono quasi totalmente verdi, si intravedono a malapena i mattoni che la compongono –Fanno bene a chiamarla "Città Verde"- . Dopo essere passati per l'entrata della città, ci immergiamo nella vita sociale di Gildergardan. E' come essere in qualunque altra città, solo che buona parte delle persone, aiutate dai propri Pokemon, si occupa di una delle aiuole onnipresenti. Il luogo è rigoglioso come se fosse un'oasi. –Jaxe, vi andrebbe di visitare i giardini dopo aver preso la medaglia?- -Certo, sarebbe fantastico riuscire a vederne uno finalmente- -Sai dove si trova la palestra?- Jaxe ed El inizia a guardarsi attorno per poi puntare due uomini appoggiati al muro di una abitazione -No, ma so chi potrà darci indicazioni... aspetta un attimo-. Jaxe si avvicina ai due uomini, e una volta raggiunti noto che sono entrambi molto più grossi di lui, ma sembrano essere tesi per qualche motivo. I due dopo poco indicano verso una direzione e Jaxe li ringrazia con un gesto delle mani per poi tornare verso di me. –Sono stati gentilissimi, da quella parte si possono trovare sia la palestra, che un centro Pokémon- -Li conoscevi già quei due?- -No, ma sembravano essere due tipi affidabili. Che aspettate voi due andiamo!-. –Hey, aspettaci! Ma insomma!- Io ed El, ancora incredule, raggiungiamo Jaxe, che come al solito si era incamminato lasciandoci dietro di sé. Ritornati in trio, ci immettiamo nelle vie principali di Guildergardan dove veniamo immersi in un ambiente dove le persone e i Pokemon, vivono in maniera simile ad una simbiosi, dove chiunque possiede almeno un'aiuola sul balcone di casa ed è sempre fornito di ogni attrezzo per il giardinaggio. Mentre camminiamo mi fermo per osservare un'installazione floreale composta da solo da orchidee di ogni colore –Hai visto che belle Jaxe? Le avevo viste solo in foto, ma dal vivo sono molto meglio- -Non crescono nella tua città- -No, il terreno di Blomstring non è adatto per questo tipo di fiore- -Blomstring...- Mi giro e vedo Jaxe pensieroso –Qualcosa non va?- -Non ci sono mai stato...- -Se vuoi, quando finiremo il nostro viaggio ti ci porto. Potrai fermarti a dormire da me- Tento di sollevargli il morale mostrando un sorriso bambinesco e alzando il pollice, e sembra ce abbia funzionato visto che inizia anche lui a sorridere, come se si sentisse sollevato –Ne sarei veramente contento- -Ora andiamo a prenderci quella medaglia Jaxe-.

Ripreso a camminare, arriviamo in poco tempo alla palestra Pokemon che si rivela essere un'enorme serra. Vado per entrare, ma vengo fermata da Jaxe –Aspetta. Prima di combattere dobbiamo mangiare. Bisogna essere nel pieno delle forze. Tieni prendi questo, dovrebbe essere al tacchino-

In effetti ha ragione, è da stamattina che non metto nulla sotto i denti. Prendo il panino gentilmente offertomi e inizio a mangiare. Anche se sono stati fatti ieri, sono ancora buoni. Anche El e Jaxe iniziano a mangiare, per poi bere –Jula anche tu dovresti bere, è sempre meglio essere idratati- -Non hai tutti i torti- Anch'io prendo dal mio zaino una bottiglia che svuoto quasi all'istante.

-Ci voleva proprio, vero ragazze? Ora entriamo, la battaglia ci attende-

Jaxe apre le porte di vetro della palestra e la prima cosa che ci colpisce è il calore che si trova all'interno della serra, un caldo tropicale, devo togliermi la giacca o rischio di sciogliermi –Wow che caldo, te non ti levi la felpa Jaxe?- -Forse dopo, per ora stooo...- Mentre mi parla si gira verso di me per guardarmi, di colpo smette di parlare e inizia a guardare da un'altra parte. –Tutto OK Jaxe?- -Emh sì sì, forza andiamo, credo che la sala principale sia da quella parte-.

Dopo aver detto tutto questo con una voce leggermente più stridula del solito, Jaxe si dirige di corsa verso la zona dove probabilmente combatteremo –El, te hai capito cosa cavolo gli è preso?- Nemmeno lei sembra saperne qualcosa visto che mi risponde scrollando le spalle. Arriviamo anche noi nella sala principale e vediamo una sfilza di allenatori che cura i propri Pokemon, altri che li portano al centro per curarli, e poi c'e Jaxe, che li osserva profondamente –Eccoti qua Jaxe-. Il suo volto si fa tetro –Guarda tutti questi allenatori, con i propri Pokemon, sconfitti. Il loro Legame, non era abbastanza forte- Queste parole sorprendono sia me che El –Di che cosa parli?- -Eh? No niente, andiamo, sono sicuro che vinceremo-. Di colpo il suo sguardo torna ad essere quello di prima e sembra essere tutto a posto –Certo che sei un tipo strano sai?- -Diciamo che sono fuori dalla norma. Come decidiamo chi affronta per primo il capo palestra?- -Non so, vogliamo giocarcela con una moneta? Ne ho una qua in tasca.- -Ottimo, croce-. Tiro la moneta e la fortuna è dalla mia sarò io a combattere per prima. Con gioia, mi dirigo verso il ring dando le spalle a Jaxe –Così impari a scegliere per primo- -Pensa a vincere invece che a sfottermi-. La sua affermazione mi fa quasi scappare una risatina.

Raggiunto il campo da battaglia incontro il capo palestra, un ragazzo giovane dai capelli verdi e dai tratti familiari. E'vestito piuttosto bene per essere uno che combatte tutti i giorni, deve tenerci molto alla sua immagine. –Ciao, io sono Eric e sono il capo palestra di Gildergardan di tipo coleottero- -Piacere, sono Jula... Senti, mi ricordi qualcuno, non è che tuo padre ha i capelli verdi?- -Proprio così signorina, mio padre gestisce una locanda a Ragharath.- -William!, Abbiamo dormito nella sua locanda, ma non ci aveva parlato di te Eric- -Diciamo che io e mio padre non la vediamo allo stesso modo, ma basta parlare, combattiamo. Vieni fuori Kricketune!-

"Da quello che ho sentito dire, dovrebbe avere solo tre Pokemon meglio far combattere Ninetales per prima"

-Ninetales, ho bisogno di te ora!- Il mio Pokemon esce dalla sfera e sembra già pronta a combattere. Poco fuori dal ring uno degli arbitri da il via alla battaglia.

-Kricketune, usa ronzio- l'insetto sfrega le sue braccia per generare un'onda d'urto, ma noi siamo preparati a questo –Ninetales distruggi il ronzio con Geloraggio e poi usalo per colpire Kricketune-. Il raggio sparato dal mio Pokemon passa attraverso l'onda del ronzio, disperdendola, arrivando a colpire l'avversario, è un KO tecnico

-Non fa niente Kricketune, rientra. Ariados, è il tuo turno- come il novo avversario entra in campo mi rendo conto che Ninetales non ha vantaggi contro di lui –Usa velenocroce!- Prima ancora che riesca a pensare l'Ariados balza su Ninetales, ferendola gravemente. –Tutto bene Ninetales?- Il mio Pokemon si rialza a fatica, ma vuole continuare a combattere. –Bene, allora congela il terreno con Bora e colpisci Ariados con Geloraggio- Il vento gelido creato da Ninetales trasforma il terreno dove si trova Ariados in una patina fredda e scivolosa, rendendo l'avversario inerme, e il Geloraggio va a segno senza problemi, alzando un enorme polverone. Non si riesce a vedere nulla, ma dopo essersi dissipato, scopriamo che anche Ninetales è fuori gioco, il veleno ha avuto la meglio su di lei. "A quanto pare siamo rimasti entrambi con un ultimo Pokemon, la tensione è palpabile". –Pinsir, vediamo di difendere la nostra palestra!- -Gengar, è il momento di vincere!-

Entrambi i Pokemon restano fermi, come per studiarsi a vicenda, ma qualcosa non quadra: Eric porta un sorriso troppo convinto, ha qualcosa in mente di sicuro. -Pinsir Megaevoluzione!- Eric alza il braccio destro attivando la megapietra del bracciale che indossa, delle scariche di energia avvolgono allenatore e Pokemon. Da quel trambusto Pinsir ne esce fortificato, con delle ali più sviluppate e più arrabbiato che mai. La presenza di quel Pinsir terrorizza il mio Gengar, che per un attimo si blocca. –E' la nostra occasione Pinsir, usa Danza Spada, poi finiscilo con Forbice X- Il Pokemon coleottero inizia a danzare su se stesso caricandosi di una forza ancora più grande, per poi lanciarsi verso Gengar. –Gengar Ipnosi!!!- il mio Pokemon torna in se e ipnotizza l'avversario che arresta la sua carica.

-Pinsir che stai facendo colpiscilo!- Eric tenta inutilmente di svegliare il suo amico. –Bene Gengar, è il nostro turno ora. Colpiscilo con Neropulsar a ripetizione!- Il mio Pokemon inizia a sparare raggi oscuri come se fosse un mitragliatore durante un attacco di epilessia, colpendo Pinsir che cade al suolo, ma il Pokemon non è ancora fuori gioco. –Gengar un ultimo colpo, FORZA!-. Gengar lancia una Pallaombra verso il Pinsir, che anche se fuori dall'effetto di ipnosi, non riesce ad alzarsi per via del ghiaccio a terra creatosi prima. Il colpo è decisivo –Gengar, ABBIAMO VINTO!- il Pokemon si gira verso di me e sorride, anche lui è felice. Inizio a cercare Jaxe con lo sguardo, lo trovo appoggiato alle ringhiere degli spalti che mi saluta, fiero della mia vittoria. –Accidenti, non mi aspettavo che il tuo Gengar conoscesse Ipnosi. Questa te la sei proprio meritata, ecco a te la medaglia Scarabeo- Eric mi consegna la medaglia a forma di uno scarabeo verde con i bordi oro, che ripongo con cura nel cofanetto assieme alle altre due. –ORA TOCCA A NOI!- Dalle retrovie si vedono arrivare Jaxe ed El che entrano nel ring. –Se aspettate circa una ventina di minuti, in modo che i miei Pokemon si riprendano nel centro Pokemon qui di fianco, sarò più che felice di accontentarti, ancora congratulazioni signorina Jula.- A, questo punto, Eric si avvia verso il centro Pokemon, mentre io raggiungo Jaxe per dargli qualche consiglio, ma sopratutto per vantarmi un po' –Hai visto che battaglia Jaxe? Scommetto che neanche voi riuscirete a raggiungerci- -Sicuro, avete lottato bene, ora però lasciaci il Ring, El ha bisogno dei suoi spazi- -Certo, buona fortuna Jaxe- -Grazie cara, ci vediamo dopo-. Raggiungo gli spalti e sia io che Gengar iniziamo a guardare le preparazioni dei nostri amici, ma tutto quello che vediamo sono i due che stanno seduti e chiacchierano nell'attesa, forse stanno studiando un piano.

Dopo qualche minuto, Eric torna sul campo, pronto per una nuova lotta –Bene, scusa se ti ho fatto aspettare, permettimi di presentarmi- -Non ce n'è bisogno, ho sentito prima, El è ora- -Ah... molto bene... Kricketune, fatti avanti!-. L'arbitro dà il via alla lotta e El non perde tempo e inizia a correre verso il Pokemon avversario, caricandosi di elettricità. –Kricketune, usa Ronzio per fermarlo- Il Pokemon esegue la mossa, ma El continua a correre attraverso l'attacco del suo avversario, fino a raggiungerlo, travolgerlo e spedirlo fuori dal ring privo di sensi. L'intera palestra è in silenzio, tutti gli allenatori, compresa me ed Eric siamo sbalorditi, ma la battaglia deve continuare –Oggi non è la tua giornata Kricketune, rientra. Ariados pensaci tu, usa Velenotela!- Il Pokemon ragno appena uscito dalla pokéball tenta di intrappolare El, lanciandogli addosso una ragnatela venefica. Prima che la ragnatela vada a segno, El carica il suo Fuocopugno, generando una scia di fuoco che incenerisce la rete avversaria. In una frazione di secondo l'inarrestabile El è sull'Ariados che, non riuscendo a girarsi in tempo, tutto quello che può fare è incassare un Fuocopugno che lo manda KO all'istante. Eric è sotto pressione, gli è rimasto solo un Pokemon e El è ancora illesa da inizio battaglia. – Rientra... Certo che voi due siete davvero dei tipi tosti, Pinsir Megaevolviti!- Jaxe non pronuncia neanche una parola, mentre El sembra leggermente stranita dalla Megaevoluzione avversaria. –Pinsir, volagli attorno e usa Forbice X- Il coleottero comincia a volare rapidamente colpendo El su più fronti, costringendola alla difesa. –Bene! Ora finiscilo con Ghigliottina -Il Pokemon punta alla gola della sua avversaria con i due corni, che sono cresciuti in seguito alla Megaevoluzione. Prima che il colpo vada a segno, El blocca con le zampe il suo avversario, tenendolo per le corna. E' una situazione di stallo, la folla sugli spalti è tesa e strabiliata allo stesso tempo, come me e Gengar del resto.

-El, ricorda che non hai solo le braccia per combattere- Jaxe pronuncia le sue prime parole, non aveva parlato nemmeno nello scontro di ieri, ma il suo dialogo è solo un consiglio, nemmeno un ordine "Deve essere questo il legame di cui parlava prima". El sembra capire a volo le parole del compagno, utilizzando gli elettrodi che partono dalla sua coda per fulminare il suo avversario. Il Pinsir, folgorato non ha il tempo per riprendersi, lasciandosi esposto ad un possibile colpo. El ne approfitta e carca ancora una volta Fuocopugno, colpendo il coleottero al ventre. Il colpo è talmente forte e brutale che spedisce il Pinsir nemico sulla parte di spalti che fortunatamente era vuota, la battaglia termina con la vittoria di El, acclamata ed applaudita dal pubblico.

Eric ha il fiato corto, non riesce a dire nulla, tantomeno a muoversi. –Bravissima El, hai combattuto in maniera splendida, ti meriti un premio una volta usciti da qua- A battaglia conclusa Jaxe scende in campo, raggiungendo El per congratularsi con lei. In tutto questo la squadra di soccorso della palestra, recupera Pinsir che ha perso i sensi dopo lo scontro con El.

I due vincitori si dirigono verso il capopalestra Eric –Bella battaglia Eric, sul serio, era da molto che non parlavo durante uno scontro- -Come avete fatto.... Solo un Pokemon... non importa, siete stati incredibili, non avevo mai visto nessuno combattere come voi, vi consegno la medaglia Scarabeo.- -Grazie Eric, ora però è il momento che io vada- -Buona fortuna col il giro delle medaglie- Jaxe, seguito da El, si dirige verso gli spalti salutando Eric con il suo tipico gesto del braccio. Mentre i due camminano tra gli spalti gli allenatori presenti iniziano a fare domande del tipo –Come avete fatto\ Come vi allenate\Che tipo di cibo dai ai tuoi Pokemon-. Non risponde a nessuno di loro e viene direttamente da me –Visto che roba?- -Siete veramente incredibili ragazzi!- –Ti va se andiamo ai giardini della città adesso?- -Non vedevate proprio l'ora di andarci voi due-. Detto questo ci incamminiamo verso l'uscita della palestra per dirigerci ad uno dei parchi pubblici di Gildergardan.

 

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Capitolo 8
*** Pokemon Bond parte 8: Giardini ***


-Wow Jaxe, non riesco proprio a spiegarmi come fate te ed El ad essere così forti- Mentre camminiamo fuori dalla palestra di Gildergardan non riesco a togliermi dalla mente il combattimento con il Pinsir di prima –Anche te Jula non sei stata affatto male- -Te dici?- "Mi sta davvero facendo i complimenti, o e solo per farmi sentire adeguata?" –Serio, inizialmente credevo che te e Gengar avreste perso immediatamente contro quel Pinsir, ma non mi sarei mai aspettato che tiraste fuori delle mosse del genere, ci avete sorpreso, bravi- In quel momento inizio a sentirmi più forte di un Machamp –Hai visto Gengar, siamo fortissimi- Anche Gengar stesso gonfia il petto per pavoneggiarsi un po'.

-Direi che la tua Ninetales abbia bisogno di cure adesso- -GIUSTO! Me ne ero dimenticata, non dovrei metterci molto aspettatemi qua voi due- Per fortuna che il centro Pokemon si trova di fianco alla palestra. Entro nella struttura e ad accogliermi trovo l'infermiera del posto, "E' uguale all'infermiera del centro di Ragharath"-Fammi indovinare, scontro alla palestra?- consegno la pokèball alla signora –Devono arrivarne parecchi qua dentro- mentre l'infermiera inserisce la pokèball all'interno di una delle macchine per la cura rapida continua a parlarmi –Giudica tu, signorina, io ormai ci ho fatto l'abitudine- Inizio a guardarmi attorno, e inizio a contare gli allenatori in attesa dei propri compagni feriti e capisco cosa intende l'infermiera "Sono veramente tanti allenatori, saranno almeno 20". –Ecco a te signorina, e la prossima volta vedi di fare più attenzione- Non faccio in tempo a finire di contare quante persone ci siano che mi viene riconsegnata la pokèball che metto con cura nel mio zaino –Certamente, buona giornata signora-.

Uscita dal centro Pokemon mi ricongiungo con i miei amici –Wow, che velocità, ci avete messo veramente poco- -In effetti è stata molto rapida. Forza, i giardini ci aspettano-. Iniziamo a camminare per le strade di Glidergardan, ma questa volta siamo io e Gengar a fare da guida, lasciando poco dietro sia Jaxe che El. –Jula aspetta, dobbiamo fermarci un secondo- -Cosa c'è ora?- Mi giro e vedo sia Jaxe che El fissi ad una vetrina di una pasticceria ipnotizzati dalla quantità di dolci colorati presenti. –Non ci metteremo molto, giuro- -Va bene, per questa volta...- non finisco la frase che i due sono già dentro al locale "Avevano proprio voglia di dolci quei due".

Mentre i due indicano alla cassiera quali delizie mettere in una scatola e quali no, io e Gengar ci tiriamo uno sguardo di intesa - Nessuno dei due si immaginava che a quei due piacessero i dolci, vero?- Dopo qualche minuto, i due escono dal locale euforici dell'acquisto –Hai visto che roba? Adesso da che parte Jula?- -Seguitemi- Riprendiamo il cammino e poco dopo raggiungiamo una delle entrate dei giardini di Gildergardan, e la vista lascia tutti senza fiato. I giardini di Gildergardan sono un'immensa distesa di prati fioriti dove un grande lago li separa da una zona boschiva, ma se si vuole passare dall'altra parte, basta attraversare il ponte di legno che sovrasta il lago, o addirittura si può fare la traversata mediante una piccola imbarcazione. Per tutta l'area dei parchi ci sono persone che passeggiano, corrono o che semplicemente si rilassano nel verde assieme ai propri Pokemon. –Ragazzi questo si che è un vero spettacolo, cerchiamo un posto dove fermarci Jaxe-. In poco tempo troviamo un piccolo spiazzo a ridosso del lago e decidiamo di sederci in mezzo al verde, ne approfitto per far uscire dalla sfera anche Ninetales –Hey Ninetales, che ne dici se per oggi ci rilassiamo un po' all'aperto? Tu e Gengar potete andare a giocare vicino al lago. I miei Pokemon si dirigono immediatamente nel lago iniziando ad inseguirsi e ha lanciarsi schizzetti d'acqua come dei bambini.

–Mmhm, vediamo un po'- Mentre i Pokemon giocano, Jaxe apre la scatola presa poco fa mentre El tenta di sbirciarne il contenuto. –Tieni ragazzona, te li sei meritati, se vuoi, puoi anche unirti a loro due nel lago, ci farà bene un pomeriggio di svago-. El prende un paio dei dolci che si trovano nella scatola e inizia a mangiare con aria fiera, poco si dirige verso il lago tuffandosi a bomba proprio fra Gengar e Ninetales, che la accolgono mettendola in mezzo ad una guerra di schizzi.

–Ne ho presi anche per noi Jula- Jaxe mi passa la scatola, e dentro ci sono ancora un paio di dolci ripieni "Prenderò quello al cioccolato"-Si vedeva lontano un miglio che avresti preso quello- -Che vorresti dire?- -Che ti avevo inquadrata subito come una golosona- -QUALCOSA IN CONTRARIO?!- -Niente affatto- Dopo avermi dato della golosa, anche Jaxe mangia il suo dolce, sporcandosi i lati della bocca con della crema "Ma che sfacciato". –Guarda come si divertono, era da tempo che non la vedevo divertirsi così- -Si stanno veramente divertendo un mondo, lasciamoli giocare per un altro po'- mi giro per guardare Jaxe e lo trovo sdraiato accanto a me ancora sporco "ho un'idea" –Jaxe, sai che ti sei sporcato?- -Dove?- il mio dito ricoperto di cioccolata raggiunge la punta del suo naso come se avessi scoccato una freccia, macchiandolo di marrone –Ma Allora?- La reazione di Jaxe mi fa scoppiare a ridere, e subito dopo anche lui inizia a ridere con me –Comunque sei veramente sporco- con un fazzoletto che prendo dal mio zaino inizio a pulirgli il naso e la bocca –Hey, anche tu sei sporca, cara la mia golosona- con un movimento fulmineo mi sfila il tovagliolo dalla mano e inizia con delicatezza a pulire i lati della mia bocca. "I suoi occhi sono come una fiamma sopita coperta dalla cenere. Riesco a vedere per bene il fondo dei suoi occhi fino a perdermi in quella scintilla che si trova dietro quei colori ormai spenti chissà da quanto." –Jula tutto bene? Ti vedo un filo... assente- -Ehm cosa? NO, no, tutto apposto. Stavo solo pensando- -Posso sapere a cosa?- -Eeeeee... Al, museo, che, si trova in città, SI, stavo pensando proprio a quel museo, ho letto che l'entrata è gratuita e che ci sono dei reperti molto antichi, visto che si tratta di uno dei musei più importanti della regione.- -Sembra interessante. Voglio vedere- -Se vuoi possiamo andarci anche adesso, dovrebbe essere ancora aperto-

-RAGAZZIII! E' ora di andare- I Pokemon che si divertivano nel lago artificiale, si girano per guardarci e dirigersi verso di noi un po' tristi di dover lasciare il lago. –Hey ragazzona, ti sei divertita con i tuoi amici vero?- Jaxe accarezza El mentre si asciuga –Ragazzi per oggi basta, domani ci aspetta un'altra giornata di cammino- Faccio rientrare i miei Pokemon nelle sfere in modo che possano riposarsi in vista della prossima giornata. –Allora, si va?- -Certo, il museo si trova vicino all'entrata del parco. Jaxe posa la scatola della pasticceria ormai vuota all'interno del suo zaino e inizia a fissarmi in attesa di una qualche direttiva, mentre El dietro di lui si asciuga le ultime ciocche di pelo giallo e nero. Semplicemente accennando una specie di sorriso, e senza dire nulla, incomincio a dirigermi verso l'uscita più vicina, come per istinto, i due iniziano a seguirmi. Attraversato il parco fiorente, arriviamo ad una delle uscite, dove troviamo dei cartelli con le indicazioni per i punti di interesse della città, tra i quali vi è il museo di Gildergardan. Mentre ci immettiamo nella via principale, rallento un poco per affiancarmi ai miei amici, che non hanno detto una parola da quando abbiamo lasciato il parco. –Ti trovo silenzioso Jaxe- -E' solo che mi stavo guardando attorno- Anch'io do una rapida occhiata a ciò che ci circonda, si possono vedere le abitazioni coperte dalla vegetazione che viene mantenuta dai cittadini stessi, in più si possono vedere i primi mezzi di locomozione della città, tutti elettrici e di piccola taglia, ne approfitto per instaurare un discorso –Che ne pensi di questi mezzi di trasporto in giro per Gildergardan?- -Sono ottimi, in più sono elettrici, quindi non dovrebbero danneggiare la vegetazione e l'aria della città, hanno fatto bene a bandire i mezzi che sfruttano i derivati dei combustibili comuni, non come a Avansert- -Già, dicono che in quella città il progresso tecnologico dovuto alla presenza della sede centrale del governo di Landhavet, abbia reso l'aria pesante. Il problema è che sarà una delle nostre tappe per completare il nostro giro- -Significa che ci fermeremo il meno possibile in quella città-

Mentre confrontiamo la qualità delle città della regione, arriviamo di fronte all'imponente entrata del museo –Certo che questo deve essere una costruzione datata, non trovi anche tu Jaxe?- -In effetti non sembra recente, ho ancora più voglia di entrare a vedere, forse anche te El troverai qualcosa che ti interessa- I due iniziano a percorrere la scalinata che ci separa dalle porte in vetro del museo. Li raggiungo e una volta aperte le porte, veniamo accolti da un ambiente professionale: il pavimento di legno lavorato e di colore scuro si intona perfettamente con gli interni bianchi che arrivano al soffitto, formato da una cupola dove si notano composizioni di gesso raffiguranti più forme geometriche, fino a raggiungere il centro della tettoia stessa. Mi fermo per un attimo a fissare il gioco ottico che le forme geometriche vanno a formare con la concavità della cupola, fino quando Jaxe mi passa un opuscolo del museo preso alla reception che si trova di fianco all'entrata –Tieni Jula, questo ci aiuterà ad orientarci per il museo- Inizio a sfogliare e noto con piacere la mappa del museo, diviso per settori. –Allora... ala destra per le scienze naturali, sinistra per i reperti antichi, mentre ala nord per le reliquie Pokemon, mentre le parti esterne sono chiuse per via di restauri o cose del genere, tu che suggerisci Jula?- "Sta dando veramente la scelta a me? Che fastidio, ma del resto, vuole solo essere gentile con me, anche se in questa noia mortale, mi ci sono tirata in mezzo io per non farmi beccare prima..."-Beh... perché non partiamo con la parte sulle scienze naturali?- -Forte! Si parte con il giro.-

Entriamo nella zona dedicata alla natura, e mentre Jaxe ed El iniziano a guardare e a fermarsi ad ogni singola vetrina contenete qualche osso antico o dei fossili vegetali, per quello che mi riguarda, mi siederò su una panchina della sala e mi godrò qualche minuto di relax. Dopo una decina di minuti i due si dirigono verso di me con aria soddisfatta –Che forza questo posto Jula, abbiamo visto degli scheletri di vecchi animali preistorici e fossili di piante che potevano mangiare persone intere- -Si forte... che ne dici se guardiamo direttamente la parte dedicata ai Pokemon?- Il suo sguardo si fa quasi triste, come se stessi mangiando delle caramelle di fronte ad un bambino –Va bene, allora andiamo a vedere-

Entrambi, entriamo nella sala dedicata ai reperti legati in qualche modo ai Pokemon, e questa volta anche io giro per le teche sparse assieme a Jaxe. Ogni teca contiene fossili di Pokemon preistorici come gli Aerodactyl, ma i reperti che più ci attraggono sono il frammento della corona di Arceus, le sfere per l'archeorisveglio di Kyogre e Groudon, la Adamansfera di Dialga e la Splendisfera di Palkia. Ma ad attirarci maggiormente, è un particolare meteorite posto in una piccola teca al centro della stanza. Jaxe ed El, attratti dalla roccia spaziale, si fermano per analizzarla a fondo con lo sguardo e leggere la targhetta affissa accanto alla teca stessa con scritto "Questa meteora è appartenuta al misterioso Pokemon dello spazio Deoxys. La frequenza speciale alla quale risuona la roccia suggerisce che possa reagire con il corpo del Pokemon misterioso in qualche modo" –Jula, secondo te è vera? Io ho dei dubbi- -Posso aiutarvi?- prima che possa rispondere, un'autorevole voce femminile arriva dalle nostre spalle. –Sono un'addetta alla supervisione del museo, il mio nome è Amalia- Entrambi ci giriamo e quello che vediamo è una ragazza poco più grande di noi, vestita con una giacca grigia che copre la camicetta bianca al di sotto, una gonna intonata con la giacca, calze lunghe nere completate dalla scarpa con tacco leggero, il tutto corredato da spilla per capelli che mantiene legati i lunghi capelli color nocciola e degli occhiali rettangolari che le danno quell'aria da professoressa. –Si, ecco, signorina, ci domandavamo se questa meteora fosse vera- "La sua voce è più acuta e tremolante, che scemo" –Certo che si. Vedete, questa meteora è stata ritrovata nei fondali del lago Okra circa cinque anni fa. Da allora molti scienziati hanno condotto vari esperimenti per capire la causa o lo scopo della risonanza della meteora stessa. Sfortunatamente, i loro esperimenti non hanno concluso un granché, quindi hanno deciso di donarla al questo museo- -Quindi mi sta dicendo che è vera- -Sì, si tratta di un autentico frammento di corpo celeste, venuto dalle profondità dello spazio. Non lo trovate affascinante?- -Affascinante davvero- "Ma chi si crede di essere questa qua con quell'aria da precisina"-Sì, sì, come dici te. Jaxe, è ora di andare- -Di già?! Ma io volevo rimanere ad ascoltare altre storie della signorina Amalia- -E io ho detto che è ora di andare. El, muoviti, stiamo andando- -Vedo che andate di fretta, non vi tratterrò oltre. Spero che torniate a farci visita una volta terminati i lavori- -Sicuramente, signorina-.

Mentre i due si salutano, mi dirigo verso l'uscita del museo, e quando sto per passare all'esterno, Jaxe mi raggiunge, seguito da El, che sembra leggermente stordita dalla situazione –Jula , cosa succede? Qualcosa non va?- Mentre tenta di parlarmi, scendo le scale senza di lui, e all'improvviso sento la sua mano tenermi il braccio, e non sembra intenzionato a lasciarlo –Jula, guardami... Dimmi cosa è successo- A questo punto non mi resta che voltarmi e guardarlo –Niente- -Jula... sappiamo entrambi che non è niente- -E' solo che di punto in bianco, arriva quella che inizia a spiegare la storia di uno stupido sasso, e te che pendi dalle sue labbra, neanche fosse il nuovo messia- -Mmhh... Tu sei gelosa- -Cosa?- -Sì! HA-HA! Tu sei gelosa del fatto che mi sia messo ad ascoltare lei ignorandoti per un attimo- -NO! Cosa dici razza di scemo! Mi dava fastidio il suo tono, tutto qua- -Si certo. (hehehe) Che ne dici se ora cerchiamo un posto dove andare a mangiare, magari ti passa anche la gelosia- -NON SONO GELOSA!- -Andiamo forza, prima che la tua gelosia ci uccida tutti- Mentre continua a prendermi in giro, inizia a scendere la scalinata –Ucciderò solo te, se continui così- Detto questo lo raggiungo correndo per la scalinata, seguita da El, pronti per la ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti, mentre il sole comincia a calare dinnanzi alla città dei giardini. 

 

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Capitolo 9
*** Pokemon Bond parte 9: Una serata tranquilla ***


Mentre camminiamo per le strade di Gildergardan alla ricerca di un posto dove mangiare, inizio a sentire il mio stomaco brontolare "Scommetto che anche Jaxe è nelle mie stesse condizioni, anche se a guardarlo, credo sia più impegnato a cercare un posto per fermarci". Mentre continuiamo la ricerca, El ferma il suo amico appoggiandogli una mano sulla spalla –Hey ragazzona, hai fame? Non preoccuparti, presto ci fermeremo in un bel posticino, lo giuro. Scommetto che anche te hai fame, vero Jula?- -In effetti...- -Bene! Allora continuiamo a cercare, di solito nelle città come queste, dovrebbero esserci degli alloggi per allenatori.-

La camminata continua, ma finalmente troviamo la struttura di cui Jaxe stava parlando. Una taverna con affisso un cartello a forma di pokeball con scritto "Stazione per allenatori". Entriamo nella specie di casolare a due piani e, con sorpresa, ci ritroviamo in un caldo ambiente definito da pavimento di legno scuro e mura di legno chiaro, dei tavoli contornati da comode poltrone, e molti altri allenatori che mangiano e chiacchierano del più e del meno, il tutto completato dalla presenza dei loro Pokemon. Jaxe, seguito da El, si avvicina al bancone dove si trovano un cartello con scritto "reception" e un campanello, per il quale esita un attimo prima di suonare. Il rintocco è appena più forte del brusio che caratterizza il posto.

-Un momento, un momento, arrivo- una voce anziana e stridula ma comunque soverchiante, visto che arriva fino a me, che mi sono leggermente distanziata per osservare il luogo. –Uff, come vorrei riavere 60 anni. AH! Ma guarda che bel giovanotto che è arrivato, ed è seguito dalla sua fidatissima amica Pokemon- -Aspetti un attimo, chi le dice che El è una femmina- -Ragazzo, sappi che ho un buon occhio per queste cose- -Infatti ha proprio ragione, lei è la mia compagna di vita El, e io sono Jaxe- -Che nome particolare che hai, comunque sia, il mio nome è Orietta, e sono la governante di questo locale per allenatori. Scommetto che siete qui per fermarvi e magari anche per mangiare qualcosa- Decido di avvicinarmi per godermi meglio la scena -Giusto di nuovo Orietta! Lei è un'eccellete indovina. Eccoti qua Jula, lei è Orietta- -Molto piacere Orietta- Jaxe mi presenta alla vecchia e bassa signora, che è vestita con una pesante vestaglia rosa e ha i capelli bianchi raccolti come una nonnina. Orietta prima di parlarmi si sistema gli spessi occhiali da vista –Ma che splendida ragazza che mi hai portato. Se intanto volete firmare questo foglio per prendere una stanza, mi metto a scaldare dello stufato che ho preparato poco fa- -Certamente. Ehm Orietta, mi dica che la stanza è da tre- -In realtà le stanze sono tutte da quattro, di solito non vengono delle coppiette in questo posto- "Coppiette? Crede veramente che stiamo insieme?"-Perfetto allora-

Jaxe legge rapidamente il foglio presentatogli da Orietta e senza indugiare, prende una penna che si trova sul bancone, e firma con le solite iniziali -Anche questa volta niente cognome, che rabbia-. Subito dopo, è il mio turno di firmare. Non mi soffermo sul leggere, mi fiderò di Jaxe e mi limiterò a firmare. "Ragazzi, venite a mangiare, ora che è caldo" La voce della signora ci raggiunge dalla sala principale. Tutti e tre raggiungiamo la sala dove troviamo Orietta all'opera alla piccola ma funzionale cucina posta proprio davanti ad un bancone. Sia io che Jaxe prendiamo posto su gli sgabelli alti posti di fronte al bancone, mentre El controlla la stabilità della seduta prima di prendere posto anch'essa. Non appena ci sediamo, Orietta ci passa tre ciotole di stufato piene fino all'orlo -Ditemi ragazzi, è da tanto che viaggiate insieme?- -In realtà, ci siamo conosciuti solo un paio di giorni fa- -Oh, adoro le storie appena cominciate, e ditemi... chi dei due fa il duro?- -Sicuramente lei, pensi che mi ha trascinato di punto in bianco fuori dal museo della città- Jaxe ne approfitta immediatamente per prendermi in giro, ma questa volta mi faccio sentire –Beh, se non ti fossi messo a fare il guardone con quella ragazza, non saremmo andati via subito- -Ma non è vero, la stavo solo ascoltando- -Si certo, eri preso dal suo corpo- -Ma non è vero- - Voi uomini siete tutti uguali- "Scacco matto, alla faccia tua Jaxe" -Suvvia ragazzi- All'improvviso, Orietta sale sul tavolo e interrompe il nostro piccolo litigio Che stavo anche stravincendo -le difficoltà sono alla base di un viaggio, specialmente se lungo. Ricordate che la vostra forza si basa sul superare queste difficoltà e uscirne fortificati. Ora vado a preparare la vostra stanza, vedete di finire quello stufato prima che si freddi- Detto questo, Orietta scende dal tavolo e si dirige verso le stanze. –Va bene...- Jaxe risponde con un tono sconsolato mentre immerge il cucchiaio nella ciotola, forse ho esagerato prima. Inizio anch'io a guardate lo stufato di Orietta, e anche se il colore non è dei migliori, l'odore è fantastico, e si riescono a vedere tutti gli ingredienti dalla carne alle verdure. Tutti e tre iniziamo a mangiare in un silenzio quasi religioso, anche se El ha già finito perché ha direttamente bevuto dalla ciotola. Lo stufato ha il sapore tipico presente in ogni casa di una nonna, quindi buono tutto sommato. Jaxe finisce prima di me e, dopo aver posato il cucchiaio nella ciotola, inizia a roteare sullo sgabello in attesa. Finisco anch'io di mangiare e mi giro per guardare la sala assieme a Jaxe. Gli allenatori non ancora negli alloggi parlano tra di loro o guardano il televisore che si trova poggiata su un mobile attaccato al muro, stando a uno dei tavoli presenti, o seduti comodi su una delle poltroncine. "Chissà se ci hanno sentito prima"Mi giro verso Jaxe, e quello che riesco a vedere è il suo sguardo fisso verso il televisore acceso, mentre El inizia a sonnecchiare, tutto quel movimento di oggi deve averla stancata. Nessuno di noi ha intenzione di parlare, così rimaniamo cullati dal brusio generato dagli altri, un rumore di fondo che genera sicurezza.

–Mpf, sono solo dei bastardi- di punto in bianco Jaxe passa da uno stato di apatia a uno più attivo, guardo anch'io lo schermo e il canale delle news sta passando la notizia di un gruppo di ladri vestiti da cowboy. Anche gli altri guardano preoccupati il televisore, perché tutta questa ostilità nei loro confronti? –Li conosci?- -Certo che li conosco, derubano le persone e poi scappano in sella ai loro Houndoom, usando la violenza se necessario-. Un ragazzo si avvicina al televisore per alzare il volume e quello che sentiamo suona agghiacciante "Il Clan Cerberus, gruppo che si basa sul crimine organizzato e sull'assaltare i civili, ha di nuovo fatto razzia, passando per la città di Fjorm. Nonostante gli sforzi delle forze dell'ordine, il gruppo criminale è riuscito a scappare per i boschi innevati fuori dalla città. Vi preghiamo di fare attenzione se notate delle persone con un tatuaggio raffigurante un teschio di capra in fiamme su qualunque parte del corpo, avvisando il prima possibile le forze dell'ordine. Evitate uno scontro diretto, ognuno di loro è armato con armi da fuoco rudimentali, ma comunque pericolose". Le scene della città di Fjorn messa in ginocchio da un gruppo criminale mi gelano il sangue, queste persone non sono i tipici mercenari. In tutto questo, Jaxe sembra quasi stia per esplodere dalla rabbia, deve odiare veramente tanto questi criminali.

Un rumore di chiavi appoggiate sul bancone rompe questo momento –Ecco fatto! La vostra stanza è pronta ragazzi- E' Orietta, che sale nuovamente sul bancone –Ah ma che brava che sei, si, sei proprio una brava ragazzona, scommetto che ti è piaciuto vero?- Mentre Orietta posa le ciotole sotto al bancone inizia a coccolare El –Devono piacerle tanto i Pokemon- -Puoi dirlo forte signorinella, specialmente se sono cosi bravi ed educati- -Si, è veramente un Pokémon eccezionale, a volte mi chiedo se sia io ad occuparmi di lei o il contrario- El sembra godersi il trattamento di Orietta, che non smette per un attimo di accarezzarla o di grattarla. –Credo che andrò a sistemare le mie cose adesso signore, El? Te che fai?- Come Jaxe pronuncia il nome, il suo Pokémon si scosta dal trattamento Orietta e si sposta in direzione del suo compagno. –Jula sei dei nostri?- -Vi raggiungo tra un secondo, intanto andate- -Fai bene a riposarti ragazzo, con tutto quel girovagare di voi giovani sarai stanchissimo- Mentre Jaxe prende le chiavi sul bancone capisco che qualcosa non va: è incredibilmente più lento del solito –Non può nemmeno immaginare, Orietta- Anche la sua voce è più smorta, ma prima che possa dire qualcosa si incammina verso le stanze seguito da El. "Almeno El gli potrà guardare le spalle se qualcosa andasse storto."

-Mi piace quel ragazzo, un po' stranetto, ma comunque simpatico- -Si è vero, credo però che mi stia nascondendo qualcosa- -Ognuno di noi ha i suoi segreti mia cara, con il tempo usciranno da soli- Il pensiero di Orietta mi fa pensare a tutte le cose strane che ho visto negli ultimi giorni: quella mano, il fuoco, quel suo modo di fare durante le lotte Pokémon. "Orietta, cosa mi consiglia di fare con lui?- -Oh, abbiamo problemi di cuore allora- -Non è questo, è che in realtà non ho ancora capito con chi sto viaggiando- -Beh, in questo caso parlaci senza insistere troppo, chiedigli da dove viene, della famiglia, cose così insomma. Vedrai che prima o poi si aprirà con te e troverai le risposte che cerchi- A questo punto, decido di alzarmi per andare in stanza –Grazie per i consigli Orietta, si vede che ne ha di esperienza- -Ragazza mia, da giovane o fatto piangere decine e decine di uomini che volevano avere la mia mano, ora vai e vedi di non esagerare con il tuo amico, stanza 19- Evito di risponderle a parole, limitandomi a lanciarle uno sguardo d'intesa.

Raggiunta la stanza trovo la porta chiusa, decido di bussare e in un attimo la si apre. Dietro alla porta di legno, mi accoglie silenziosamente un Jaxe stanco e assonnato che si sposta verso uno dei tre letti in totale silenzio. –Che giornata incredibile vero?- -Già... ora ho solo voglia di dormire- tento di rompere il silenzio, ma tutto quello che ottengo è una risposta frivola. –Sicuro di stare bene Jaxe? Sembri... diverso. E poi dov'è El?- -Sta dormendo- Mi indica la parte destra della stanza e la vedo nel letto singolo che dorme beata, nonostante le sue zampe escano dal letto. In quell'attimo di pausa ripenso alle parole di Orietta e capisco che devo iniziare a marcare il territorio –Senti... Non mi hai mai detto da dove vieni- Prima di rispondere, Jaxe si toglie la maglietta per cambiarsi, e di nuovo vedo quelle cicatrici su tutto il suo dorso. Mi avvicino e appoggio una mano sulla sua schiena, che si irrigidisce immediatamente per la sorpresa –Perché, cosa ti è successo...-. Jaxe si scosta per mettersi la maglietta grigia che di solito usa per dormire, ha ancora le bende che si era messo il primo giorno che ci siamo incontrati –Nulla che ti riguarda- La sua risposta è incredibilmente più dura del solito, ma dopo un rapido sguardo capisce di aver esagerato –Festilghett...- -Mmh?- -La città dove sono nato- -Aspetta, Festilghett è la città delle feste- -Già, tutti li adorano musica e cibo- -Tu Non sembri un gran festaiolo- -Beh sai, qualche festa è simpatica, ma tutte quelle sono veramente troppe- Mentre parliamo inizia a srotolare i bendaggi che si ammassano a terra –Adoravo la festa dei morti, la gente girava in maschera, la città si colorava di arancione e poi... ci sono i biscotti speziati tipici di quella festa. Adoravo quella festa. -E allora perché te ne sei andato da li?- Come finisco la domanda, Jaxe si blocca di colpo, per poi gettare le bende sporche a terra e dirigersi verso il bagno –Bella chiacchierata Jula, ora però ho proprio bisogno di dormire- Dopodiché, chiude la porta del bagno e prima che incominci a cambiarmi anch'io, esce dalla porta in pigiama pronto per il riposo. Senza dire nulla si siede sul letto di fronte al mio e inizia a fissarmi. Non mi sta fissando negli occhi, ma sta guardando oltre, come se non fosse nemmeno lì, si sarà immerso nei suoi ricordi.

Mi levo il cappello e glielo lancio per farlo rinsavire –Hey torna sulla terra te- –Ma allora?- dopo ciò, prendo anch'io il cambio per la notte, oltre al kit per il bagno e entro nel bagno. Finito di essermi rinfrescata e cambiata apro la porta della toilette, e Jaxe è ancora seduto sul suo letto con il mio cappello fra le mani. –Ti deve piacere tanto il mio cappello- -Beh, è un bel cappello.- Mi siedo sull'unico letto libero e noto un piccolo filo che brilla con un riflesso viola tra i capelli di Jaxe -Lo hai indossato, per caso?- -No?- "Che scemo" Mi avvicino a lui sorridendo e infilo la mano tra i suoi capelli –E allora come ci sono finiti i miei capelli sulla tua testa- -Ehm... beccato- entrambi iniziamo a ridere e quando riapriamo gli occhi siamo l'uno di fronte all'altra ad una distanza minima, inizio a sentire caldo, i suoi occhi stanno penetrando la mia anima, il mio cuore inizia a battere più forte, sento una leggera scarica elettrica passarmi per lo stomaco. Faccio un passo indietro e mi risiedo sul mio letto –Woah che caldo, non senti caldo te?- -Si, inizia a fare proprio caldo, faremo meglio a dormire sai? In vista della giornata di domani intendo- -Allora buonanotte Jaxe- Mentre mi infilo totalmente sotto le coperte per non fargli vedere l'espressione dell'imbarazzo stampata sul mio volto, Jaxe si alza per spegnere la luce. "CLICK" –Buonanotte Jula-

"Finalmente ho fatto progressi, i consigli di Orietta sono stati decisivi, oggi ho scoperto finalmente da dove vieni. Jaxe, giuro che prima o poi cederai e mi dirai tutto. "

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Capitolo 10
*** Pokemon Bond parte 10: Trainers ***


Sono sveglia, la notte è passata in fretta. Faccio capolino con la testa facendola emergere dalle lenzuola. Sono la prima ad essersi svegliata, sia Jaxe che El sono ancora nel regno dei sogni. Cerco con lo sguardo l'orologio a muro della stanza e, noto con sorpresa che sono già le dieci passate. Inizio a sentire il mio stomaco gridare vendetta, è ora di alzarsi e andare a fare colazione. In tutta tranquillità esco dal letto e mi dirigi verso il bagno. Finita di cambiarmi sono posta di fronte ad una scelta: svegliarli per andare a mangiare, o aspettare che si sveglino da soli. Mi spiace Jaxe, ma ho scelto il mio stomaco. Mi avvicino verso di lui e mi fermo per pensare al giusto approccio con il quale svegliarlo. Ma come si sveglia una persona, di solito sono gli altri che svegliano me e non il contrario. Decido per un approccio delicato, mi avvicino lentamente a lui, appoggio la mia mano sulla sua spalla e inizio a scuoterlo con delicatezza –Jaxe, svegliati, forza che è tardi- Tra un mugugno e l'altro apre finalmente gli occhi, che puntano subito verso di me con sguardo stizzito. Di punto in bianco il mio stomaco inizia a brontolare così forte che rischia di svegliare El. Jaxe capisce la gravità della situazione e immediatamente si leva le coperte di dosso e prepara il cambio per la giornata. Mentre tira fuori le cose dallo zaino riesco a vedere finalmente le sue braccia senza quelle bende sporche, e quello che vedo è fuori da ogni schema. Infatti hanno appena qualche segno poco profondo. –Vedo che le braccia vanno meglio- Dopo essersi guardato anch'esso le braccia la sua espressione non cambia, non è sorpreso –Sì è vero. Hey, che ne dici di svegliare El mentre io vado di là a cambiari- Una volta chiuso in bagno siamo rimaste solo io ed El, sarà senz'altro più facile svegliare lei. Raggiunto il Pokemon, inizio ad accarezzarle il manto –El? Svegliaaa- Il suo pelo è così morbido che la mia mano sprofonda nel giallo. La cosa mi fa strano visto che un pelo morbido è tipico dei Pokemon da esposizione, e non di quelli da combattimento. Mentre sono immersa nei miei pensieri, oltre che nel pelo, El si sveglia e appoggia la sua zampa sulla mia testa. Il suo caldo tocco mi fa rinsavire –Ben svegliata El. Ti va di mangiare qualcosa?- Il Pokemon mi risponde con un leggero grugnito accompagnato da un cenno del capo. Dopo ciò si alza e inizia a cercare qualcosa per la stanza, o forse qualcuno. –Se cerchi Jaxe tranquilla, è in bagno a cambiarsi- El, convinta della mia versione, si siede sul letto accanto a me in attesa del suo amico.

-Jula, questa maglietta è perfetta, ed è anche morbida, l'altra volta non l'avevo notato- Jaxe esce dal bagno pronto per la giornata, indossando sotto la solita felpa nera, la maglietta che gli ho comprato all'emporio di Ragharath. Trovo piacevole che si sia messo quella, e che gli stia bene. –Pronto per andare di sotto?- -Si, prendo solo un paio di cose e ci siamo, hey El, vedo che anche tu sei sveglia, e dire che prima dormivi come un sasso- El risponde con un verso allegro piegando il braccio per dire di essere nel pieno delle forze. –Bene, possiamo andrare- Mentre si alza, noto con la coda dell'occhio che si sta infilando in tasca una specie di piccolo portafogli in tasca, che abbia intenzione di fare compere per il viaggio. Jaxe raggiunge la porta per primo –Forza Jula, non vorrai che il tuo stomaco inizi a usare Fragortempo- Le sue frecciatine stanno iniziando a darmi sui nervi, anche se ha ragione –Te pensa al tuo di stomaco , o sarà il mio pugno a pensarci- Sentendosi interpellato, il mio stomaco decide di interromperci dicendo la sua. A questo punto non mi rimane che ammettere la sconfitta e dirigermi verso la sala principale –Andiamo...- Sono la prima ad uscire, seguita da El mentre Jaxe chiude a chiave la porta della stanza. Arrivati alla sala notiamo molti allenatori che fanno colazione o parlano fra di loro ai tavoli. –Sono tanti, non trovate ragazze?- -Anche loro saranno diretti alla prossima palestra-. –Oooh, buongiorno ragazzi. Siete riusciti a riposarvi-? La voce di Orietta ci raggiunge non appena raggiungiamo la sala principale –Assolutamente- La frase di Jaxe copre l'ennesimo ruggito del mio stomaco, ma dalla sua occhiatina credo che l'abbia sentito ugualmente –e abbiamo una fame da Snorlax- -Allora siete arrivati nel momento giusto, ho preparato la colazione per tutti gli allenatori che vedete, venite al bancone che vi preparo un'ottima tazza di latte schiumato- Mentre ci dirigiamo al bancone, mi metto di fronte a Jaxe, congiungo le mani e con le labbra mimo un "Grazie" silenzioso. Annuisce per farmi capire di aver recepito.

Raggiunto il bancone, Orietta inizia a trafficare ai fornelli mentre noi tre prendiamo posto sugli sgabelli –Prendete dei piatti, non state lì impalati.- El, inizia a passare dei piatti puliti che ha trovato impilati alla sua sinistra, di seguito arrivano anche le posate e i tovaglioli –Grazie El- Il Pokémon mi risponde sorridendo e alzando uno dei pollici. Di punto in bianco, Orietta ci passa tre tazze piene di latte macchiato coperto da uno spesso e denso strato di schiuma –Ora vi porto qualcosa di fresco da mangiare- L'odore avvolgente del caffè arriva fino al mio cervello, e mentre sono immersa in una specie di sogno ad occhi aperti, arrivano anche dei vassoi contenenti di tutto. –Ecco a voi ragazzi, qui avete del formaggio Miltank con del miele Combee, del pane tostato e delle brioches. Senza dire niente inizio a mangiare, non vedevo l'ora di mettere finalmente qualcosa sotto i denti. –Grazie Orietta, sembra tutto delizioso- "Per fortuna Jaxe la ringrazia per entrambi, posso mangiare tranquilla"-Sono tutti alimenti che prendo ad un mercato qua vicino, tutti naturali e biologici, Ora vi lascio mangiare in pace e vado a servire quegli altri allenatori- Mentre la signora Orietta non si ferma un attimo e continua a servire ai tavoli e intrattenendo anche gli altri ragazzi presenti con divertenti aneddoti, anche Jaxe ed El iniziano a mangiare un po'di tutto per fare un pasto completo. Finito di mangiare tiro un sospiro di sollievo –Ragazzi, ci voleva proprio una bella colazione- Finito di bere il latte macchiato, anche Jaxe tira un sospiro –Già, mangiare è il migliore dei modi per iniziare una giornata. Finito di mangiare credo che io e El passeremo a quel negozio di cui parlava Orietta, in modo che tutto sia pronto per il viaggio- - Vengo con voi- -Seria?- -Si ,tanto cos'altro c'è da fare- -Ah... Suppongo tu abbia ragione-

Finito di mangiare ci dirigiamo verso Orietta per ringraziarla, per poi salire in stanza e prepararci alla mattinata. Arrivati nella stanza Jaxe comincia a trafficare in bagno per darsi una sistemata, mentre io ed El ci limitiamo a sederci su uno dei letti in attesa del nostro amico. Uscito dal bagno è il mio turno. Finita di sistemarmi siamo pronti per andare. –Perfetto! Pronti per andare- Jaxe apre la porta della stanza e lascia uscire per prime io ed El. Dopo aver chiusa la porta a chiave ci dirigiamo verso l'uscita –Siete in partenza ragazzi?- La voce di Orietta ci ferma prima di raggiungere la porta –In realtà, stiamo andando a prendere qualcosa a quel negozio di cui parlava prima, dopo torneremo qui a prendere le nostre cose- -Molto bene, allora dite alla proprietaria che vi mando io, è una mia vecchia amica. Il suo negozio si trova a sinistra, lungo la via - A questo punto sono stufa di far parlare solo Jaxe –Lo faremo di sicuro, a tra poco- .

Usciti dal locale, prendiamo la direzione consigliataci da Orietta e in un lampo siamo già arrivati "Da quello come ne parlava Orietta, il posto sembrava più distante". Entrati nel negozio, il suono del campanello appeso alla porta annuncia il nostro arrivo. –Hey arrivano dei clienti, Chesnaught vieni a darmi una mano- Dal retro del negozio spunta una signora anziana poco più bassa di me, accompagnata da un Chesnaught dalla barba lungha e folta "Anche lui avrà i suoi anni". –Beh ditemi ragazzi, vi serve qualcosa?- _Sissignora, Orietta ci ha fatto provare alcuni dei suoi prodotti, e non vedo l'ora di prenderne altri per il nostro viaggio- -Quindi siete degli allenatori, non ne vengono molti nel mio negozio, Allora, cosa volete?- -Bene, sicuramente del formaggio Miltank e del miele Combee. Poi se ha del pane, sarebbe perfetto.- "Wow, certo che Jaxe sa esattamente quello di cui ha bisogno" –Certo che cell'ho, e quanto ve ne serve?- -Ci guardi bene, abbastanza per far mangiare tre viaggiatori, signora...- -Ah, che sbadata, non mi sono presentata. Sono Maria.- -Io sono Jaxe, e lei è El.- I due Pokemon si scambiano un verso di saluto. –E chi è questa splendida allenatrice?- -Io sono Jula, piacere di conoscerla- -Oh che bello vedere dei ragazzi così giovani, ora preparo le vostre buste, Chesnaught puoi prendermi del pane?- Senza dire nulla, il Pokemon si dirige verso l'altra parte del negozio e inizia ad affettare una pagnotta. Nel frattempo maria inizia a preparare dei pacchettini contenenti il formaggio e i vasetti di miele. –Tutto questo formaggio vi darà la nausea, che dite di prendere anche un po'di carne secca di Swinub per variare?- In attesa del pane, Maria ci propone qualcos'altro da mettere sotto i denti oltre al formaggio. Di solito sono contraria a mangiare carne derivante dai Pokemon, anche se sembra essere buona. –Affare fatto, lo aggiunga alla nostra spesa. Lei è un'abile signora d'affari Maria.- -Ehh con il tempo ho imparato, ragazzo- Mentre Maria inizia ad imbustare la carne, il Chesnaught torna con delle fette di pane imbustate e la appoggia accanto alla nostra busta piena. –Bene, quanto le dobbiamo Maria- -Oh beh, a occhio e croce direi 250cr, ma visto che siete amici di Orietta facciamo 200- Jaxe tira fuori la solita banconota da 1000cr e la appoggia accanto alla cassa "Inizia a darmi fastidio il fatto che stia pagando sempre lui" –Ha da cambiare?- Dopo aver aperto la cassa, Maria tira fuori quattro monete da 200cr ognuna come resto –Certo che cell'ho- –Perfetto, allora direi che possiamo andare- Jaxe mette in tasca le monete e prende le due buste –Buona fortuna con il vostro viaggio ragazzi- Mentre Jaxe e El escono saluto la signora per tutti e tre.

-Bene, ora che abbiamo tutto, ragazze, possiamo tornare da Orietta, prendere le nostre cose e...-

-TU! Finalmente ti ho trovato- Veniamo interrotti da un ragazzo giovane di fronte a noi. E' basso, e a giudicare dal suono della sua voce, direi che è anche molto più giovane di noi. –Perché non hai risposto alle mie domande?- Jaxe è sorpreso quanto me, ma tenta di ragionare con lui –Ci conosciamo?- -Ieri alla palestra Coleottero, dopo la tua battaglia sei tornato tra gli spalti, io ero uno degli allenatori che ti hanno chiesto dei consigli, ma tu non ci hai degnato nemmeno di uno sguardo- Nel frattempo, io faccio un passo di lato per farmi da parte –A dire la verità, non ricordo neanche di averti visto- -APPUNTO!- L'esclamazione del ragazzo attira i passanti a radunarsi attorno a loro per capire cosa stia succedendo, Jaxe tenta di mantenere la calma mentre tiene ancora le buste del negozio di alimentari tra le braccia. –Ehm... quindi te già mi conosci, il tuo nome, ragazzino?- -Sono Miko, e un giorno diventerò l'allenatore più forte di tutte le regioni, ma per farlo, devo battere tutti gli sbruffoni come te!- "Certo che questo Miko, deve essere proprio arrabbiato, per fortuna che Jaxe riesce a rimanere calmo nonostante la situazione" –Ragazzino, sei totalmente fuori strada- -Fai silenzio!; Grovyle, FOGLIELAMA!- Miko lancia la sua sfera poké dalla quale esce fuori il suo Grovyle, che attacca immediatamente Jaxe, lanciandogli contro una tempesta di foglie affilate come rasoi. Pronta come sempre, El genera un muro di fiamme colpendo il terreno con Fuocopugno, incenerendo ogni foglia. Dalla nube di fumo che si è innalzata, risuona la voce di Miko –FENDIFOGLA!- Dalla nube, il Grovyle scatta verso El usando le foglie che ha sulle braccia come se fossero delle lame. El schiva il primo colpo per poi bloccare il secondo con un braccio. Una volta bloccato il suo avversario, El solleva il Pokemon d'erba e lo lancia in direzione del suo allenatore. –Grovyle, rientra- Jaxe tira un sospiro sollevato -Finalmente ti sei deciso a calmarti- -Crustle, DEVASTOMASSO!- Miko lancia una seconda pokéball, dalla quale esce il suo Cruste, che una volta fuori dalla sua sfera, inquadra il suo bersaglio, e lancia un macigno imponente verso El, la quale è obbligata a distruggerlo con Fuocopugno. I frammenti del masso, finiscono tra la folla, rischiando di provocare dei feriti. E' proprio ora che Jaxe inizia a sembrare nervoso –El, dobbiamo farli calmare, o qua rischiamo che qualcuno si ferisca- El capisce immediatamente cosa fare e scatta verso il Crustle, colpendolo alla testa con Tuonopugno. Dopo quel colpo, il Cruste perde i sensi e va a terra. Miko non può fare altro che ritenersi sconfitto e far rientrare il suo Pokemon nella sfera poké. –Miko devi calmarti, stai rischiando di colpire qualcuno- Miko si avvicina verso Jaxe senza dire nulla e, di punto in bianco, colpisce Jaxe alla faccia con un pugno, prendendo alla sprovvista anche El, che non fa in tempo a difendere il suo compagno. –Hey, come ti permetti- Inizio ad urlare contro di loro al seguito delle persone attorno a noi che hanno assistito alla scna –Vergognati; Torna a casa ragazzino- Incassa il colpo senza far cadere nulla dalle buste, ma dopo aver fatto un passo indietro, cede le buste al suo Pokemon e si scaglia verso Miko. Prendendolo per il collo, Jaxe getta il ragazzino a terra e gli blocca le braccia –Mi spieghi cosa cavolo ti prende, cosa ti spinge ad agire in questo modo?- -Voglio diventare il più forte, DEVO diventarlo, devo...- -BEH NON E' QUESTO IL MODO! Per diventarlo ti serve crescere, viaggiare e imparare. Non aggredire il primo che ti sta sulle palle- Jaxe si alza e lascia andare il ragazzino che si rialza e mantiene uno sguardo basso per coprire le lacrime che iniziano a scendergli lungo le guance. Senza dire nulla, Miko fugge in direzione del centro Pokemon in preda al panico. Passato il peggio, mi avvicino a Jaxe e vedo del sangue colargli dal naso. –Jaxe, tutto bene sei ferito?- -Sto bene, ora torniamo in stanza, ho bisogno di sedermi- Mentre ci incamminiamo verso il locale di Orietta, alcune persone iniziano ad applaudire, altre a complimentarsi con Jaxe, un ragazzo si avvicina a noi e passa un fazzoletto a Jaxe per aiutarlo –Tieni, vedo che ne hai bisogno- -Grazie, mi spiace per essere stato duro con quel ragazzo, ma non potevo fare in altro modo.- -Al contrario, credo che tu abbia fatto la cosa migliore per lui. Ora ti conviene riposare-

La folla inizia a disperdersi, e rimaniamo solo noi tre –Chissà cosa ha spinto quel ragazzo ad aggredirti.- -Di sicuro è una questione familiare. Deve essere il più piccolo della sua famiglia, dove magari alcuni di loro sono degli allenatori realizzati, e non vuole deluderli.- Mentre parliamo, Jaxe si infila il fazzoletto nella narice dalla quale perde sangue. Entrati nel locale, Orietta ci accoglie chiedendo spiegazioni –Ragazzi, cosa è successo lì fuori? Ho sentito un gran chiasso. E tu perché hai un fazzoletto nel naso ragazzo- -Un ragazzino ha aggredito Jaxe lungo la strada, ma lui lo ha fatto ragionare parlandogli, nonostante essersi beccato un bel pugno in faccia- I pochi allenatori rimasti nel locale si alzano in piedi per ascoltare meglio, mentre Orietta si avvicina a Jaxe e inizia a fissargli il naso –Ragazzo, stai bene? Ti prendo del ghiaccio per quel naso- -Ma no Orietta sto bene, ho solo bisogno di rilassarmi un po'- -Non pensare di sfuggirmi tieni, premilo sul naso, quando hai fatto riportamelo- In un lampo, la signora porta a Jaxe del ghiaccio avvolto in un canovaccio. –Va bene, ora però tornerò in stanza- Senza aggiungere altro,Jaxe va dritto verso la nostra stanza, ma prima che lo raggiunga, Orietta mi blocca –Tieni cara, prendi queste, di sicuro vi verrà fame dopo quello che è successo- mi appoggia in mano un piatto pieno di brioche zuccherate. –Grazie Orietta, mi assicurerò che le mangi-

Raggiunta la stanza trovo la porta semi aperta e, una volta entrata, vedo Jaxe steso su uno dei letti con El che fa da guardia appoggiata ai piedi del materasso. Mi avvicino e mi siedo sul materasso di fianco a lui –Hey, tutto bene?- -Si- -Sai come potrebbe andare meglio?- -Come- -Beh, si dà il caso che io abbia qui con me un piatto pieno di brioche zuccherate che mi ha dato Orietta unicamente per te, quando hai voglia sentiti libero di mangiarle, io le appoggerò sul comodino- Mi alzo dal materasso per farlo riposare –Jula, grazie- La sua risposta inizia a rintronarmi nella mente, come fanno due parole ad essere così potenti?. Senza rispondere, mi siedo su uno dei due letti liberi e aspetto che Jaxe si svegli, in modo di poter riprendere il nostro viaggio.

 

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Capitolo 11
*** Pokémon Bond Parte 11: Rosso ***


E' passata mezz'ora da quando Jaxe si è appisolato, l'orologio segna le 12:30pm "Suppongo che ci fermeremo anche a pranzo". Nel mentre, per il nervoso El ha mangiato tutte le brioche che ci aveva dato Orietta. Anche io inizio a sentire fame, ma non ho la minima idea di cosa abbia in mente Jaxe. Mi siedo sul suo letto, ma non accenna la minima intenzione di svegliarsi. A questo punto appoggio una mano sul suo petto iniziando a scuoterlo e a chiamarlo –Jaxe? Hai intenzione di svegliarti per pranzo?- Non appena nomino la parola "pranzo" Jaxe apre un occhio per guardarsi attorno. Dopo una rapida perlustrazione, i suoi occhi si posano su di me –Scommetto che Orietta ha già preparato una tonnellata di cose- Anche se si è appena svegliato pensa già a mangiare, non mi ha nemmeno salutato. –Ti senti meglio?- Jaxe si mette seduto accanto a me appoggiando una mano sulla mia gamba -Si, e scommetto che anche voi avete fame-

Di punto in bianco, Jaxe si dirige verso la porta e, dopo averla aperta, si gira verso me ed El sorridendo –Avete intenzione di venire o rimanete qua?- El, ancora sonnecchiante, si alza senza capire con chiarezza quello che stia succedendo e raggiunge il suo compagno alla porta. Senza aggiungere altro, i due si incamminano, mentre io come al solito vengo lasciata dietro. Uscita anch'io dalla porta trovo quei due che camminano verso la sala principale –Ma insomma, aspettatemi voi due!- Dopo un leggero scatto raggiungo gli altri –Anf, vi avevo, anf, detto, anf, di smetterla di lasciarmi indietro- -Hey Jula, ti trovo spompata, cerca di fare un pasto completo ora- Non appena Jaxe si gira per guardarmi, quello che trova è uno sguardo infernale incredibilmente infastidito che schiaccia quella sua aria da innocente. Ora come ora potrei completare quanto iniziato da Miko, spaccandogli il naso per bene.

-Eccovi qua ragazzi, spero abbiate fame, perche ho già preparato tutto- le parole di Orietta mi rendono perplessa, ho paura di quel "tutto" –Orietta, che intende con tutto?- -Beh, ho preparato solo del riso tajine. Una vecchia ricetta di mia madre: cuoci della carne assieme a riso e a varie verdure in una pentola di terracotta, aggiungi del latte di Miltank, delle spezie, e lasci il tutto a fuoco basso-

Durante la spiegazione vedo Jaxe particolarmente interessato alla pentola in terracotta appoggiata sul bancone –Oh, non vedo l'ora di assaggiare- Anche El si avvicina alla pentola chiusa incuriosita -Dopo stamattina quello che vi serve è un pranzo completo e sostanzioso- Jaxe ed El prendono posto al bancone –Parole sante- Entrambi sono seduti di fronte alla pentola fumante in attesa di essere serviti. Di seguito anche io prendo posto di fianco a loro mentre Orietta passa dall'altra parte del bancone. La signora inizia a canticchiare sottovoce mentre prende delle scodelle dello stesso set dell'altra sera. Non appena scoperchia la pentola veniamo avvolti dal vapore e dall'aroma che sprigiona la tajine. Sia Jaxe che El sono totalmente catturati dall'odore, ormai sono già partiti per un altro universo. Orietta ci passa le tre ciotole piene, fino all'orlo ovviamente, con tre cucchiai assieme a un vassoio pieno di pane fresco. –Ecco a voi ragazzi, vi piace?- Jaxe ne approfitta subito per assaggiare, sia El che io attendiamo un suo commento. –Bono, mi piace- Le poche parole danno un esito positivo –Beh, sono contenta che ti piaccia, ora lo vado a servire agli altri al tavolo laggiù.- Mentre Orietta inizia a dirigersi verso gli altri tavoli, sia io che El ci uniamo a Jaxe e iniziamo a mangiare. Il sapore in effetti risulta piuttosto ipnotico e avvolgente. Senza rendercene conto, tutti e tre ci ritroviamo con la scodella vuota e lo stomaco soddisfatto.

-Beh, credo sia arrivato finalmente il momento di andare- -Non vuoi nemmeno aspettare domani Jaxe?- -No, direi che siamo rimasti abbastanza- La sua risposta ci lascia un filo spiazzate entrambe, ma lo seguitiamo entrambe in stanza e iniziamo a rifare gli zaini. Una volta usciti tutti e tre con gli zaini in spalla ci dirigiamo verso la sala principale dove Orietta ci accoglie come al solito –Allora? Vi è piaciuto il pranzetto?- Jaxe sorride alzando un pollice –Era sensazionale, ma credo che per noi sia arrivato il momento di procedere con il nostro viaggio- -Già in partenza? In tal caso seguitemi all'ingresso- Jaxe si sposta verso la reception per pagare, ma questa volta non sarà lui a fare gli onori di casa. Mi impongo tra lui e il bancone dandogli le spalle –Allora? Quanto le dobbiamo Orietta?- sento la mano di Jaxe appoggiarsi sulla mia spalla –Ehm, Jula, sei sicura di voler pagare te? Ti ho già detto che per me i soldi non sono un problema- -Scherzi? Le altre volte hai pagato te, non ho intenzione di passare per una squattrinata- -Beh ragazzi, in ogni caso sono 1700 crediti. -"Merda, sono parecchi, ma dopotutto, Jaxe ha pagato tutto il resto credo sia giusto che questa volta sia io a metterci dei soldi" Prendo il portafogli e passo la mia carta di credito ad Orietta. Mentre la signora procede con il pagamento, mi giro verso Jaxe e accenno un gesto di scherno tirando fuori la lingua, lui ne risulta leggermente infastidito, ma sembra comunque accettare la mia decisione. –Ecco a te cara- Orietta mi ripassa la carta, che rimetto con cura nel mio portafogli –Direi che possiamo andare- -Prima che voi andiate, prendete queste, di sicuro vi saranno utili.- La signora mi passa delle brioche incartate -Buona fortuna con il vostro viaggio- -Grazie di tutto Orietta- Mentre mi dirigo verso l'uscita e Jaxe saluta Orietta, vedo gli altri allenatori presenti nella sala fissarci. La pesantezza dei loro sguardi è così imponente che sento il bisogno di uscire il più in fretta possibile. Jaxe ed El mi raggiungono e, dopo essere usciti dalla porta in tutta fretta, tiro un sospiro di sollievo.

–Fottuti allenatori, cos'hanno da guardare- Le sue parole mi fanno capire che anche lui lo aveva notato, nonostante la sua espressione calma –Allora non sono l'unica ad averlo notato, che problema avevano secondo te?- -Non ne ho idea, ora andiamocene, voglio raggiungere la prossima tappa il più presto possibile. A proposito, ti ricordi qual è?- Prendo dal mio zaino la mappa della regione di Landhavet e inizio a seguire il percorso che ho appositamente segnato con un pennarello blu. –Allora, la prossima tappa è Sand Stad, e per arrivarci dovremo passare attraverso le Guglie Selvagge, la zona più desertica di Landhavet- -Mhm... Ci conviene prendere cose da bere quindi-. Come al solito, Jaxe riprende il suo viaggio senza dare nessun preavviso, lasciandoci entrambe dietro di lui. –DEVI SMETTERLA DI FARE COSI'- Una volta raggiunto, mi metto di fronte di lui bloccandogli il passaggio –Insomma, ti avevo già detto di smetterla di fare così!- Nessuna risposta, Jaxe continua a guardare di fronte a sé –Mi stai ascoltando?!- Jaxe si limita a rimettersi il cappuccio, ancora nessuna risposta. Non riesco a vedergli il viso, ma eccolo di nuovo, quel bagliore azzurro che viene dai suoi occhi, capace di penetrare l'interno della mia anima facendola tremare, dandomi un leggero senso di terrore che mi blocca il respiro. Dal semplice guardarmi direttamente negli occhi, appoggia una mano sulla mia guancia, in quel momento è come se Guildergardan non esistesse, come il resto dell'universo, siamo rimasti solamente noi due. –Hai ragione, scusami- la sua voce si è fatta più seria, quelle poche parole iniziamo a riecheggiare più volte in me facendomi tremare lasciandomi in uno stato di shock. –Ora andiamo a prendere da bere per il viaggio, ok?- Dopo un leggero momento di stallo, annuisco e inizio a camminare accanto a lui, mentre dietro di noi continua a seguirci El, che resta a farci da guardia silenziosa pronta a coprici le spalle. Entrati nel primo super-mercato che troviamo, Jaxe inizia a mettere un buon numero di bottiglie piene nel suo zaino, spero abbia intenzione di pagarle. Raggiunta la cassa jaxe inizia a passare le bottiglie al commesso di turno, una ad una. –Sono 160 crediti- senza guardarlo in faccia, Jaxe gli appoggia sul piano una moneta da 200. Dopo aver preso le monete da 20, ci ritroviamo di nuovo nella strada principale della città.

Mentre camminiamo nessuno di noi osa parlare, ogni tanto tento di guardarlo, ma tutto quello che trovo è una barriera costituita dal suo cappuccio, nemmeno El sembra intenzionata a dire nulla. In pochissimo tempo raggiungiamo l'uscita di Guildergardan e, una volta attraversato il cancello, ci ritroviamo al di fuori dal brusio del centro abitato. A questo punto siamo posti di fronte al bivio che separa le strade per le città di Sand Stad e Stad av Floderna. Tutti e tre ci dirigiamo verso la parte desertica, ma mentre ci incamminiamo verso le Guglie, Jaxe sembra quasi catturato dalla radiosa città che si stanzia in direzione opposta alla nostra. Poco dopo si ricompone e riprendiamo il percorso con passo sostenuto. La vegetazione attorno a noi inizia a scomparire progressivamente, cedendo il posto a sabbia e alla desertificazione. Mano a mano che continuiamo a camminare notiamo una figura che procede verso di noi. All'improvviso, la figura non ben definita si ferma –Jaxe, è una persona quella?- -Beh c'è un solo modo per scoprirlo- Continuiamo a dirigerci verso la figura che diventa tanto più nitida quanto ci avviciniamo. Alla fine la mia teoria si rivela esatta: si tratta di un ragazzo che indossa una giacca rossa e dei jeans chiari, inoltre possiede un vecchio cappello bianco e rosso. Il ragazzo è inginocchiato al lato del percorso, forse non si sente bene –Hey lì, tutto a posto?- Il ragazzo si rialza e si avvicina a noi –Si, tutto a posto, mi stavo solo riallacciando le scarpe, fatemi indovinare allenatori?- -In effetti è così, siamo diretti a Sand Stad per prendere la nostra quarta medaglia- Mentre parlo con il ragazzo in rosso, noto che in tasca porta con sé delle sfere pokè –Anche tu alle prese con il giro delle medaglie?- -Si, anche se ho deciso di fermarmi a Stad av Floderna per visitare la città dove abitano tutte le celebrità di Landhavet- Mentre parliamo, Jaxe ci osserva senza dire neanche una parola –Comunque io sono Allan, piacere conoscervi- -Io sono Jula, piacere mio.- -E il tuo amico?- Anche se interpellato, Jaxe si limita ad osservarlo silenziosamente, non si è nemmeno tolto il cappuccio, dovrò fare io gli onori di casa –Loro sono Jaxe ed El, stiamo completando assieme il giro delle medaglie- -Ah bene, visto che ci siamo, vi va di fare una battaglia amichevole? Il mio Charizard ha bisogno di allenarsi in vista delle prossime battaglie- In quel momento El si fa avanti, aspettando un ordine dal suo compagno. Gli sguardi dei due si incrociano, senza dire nulla, Jaxe esprime la sua annuendo, dando il via libera al suo Pokèmon che sembra contento della battaglia imminente. –Bene, allora è deciso, Charizard, eccoti l'allenamento che ti avevo promesso!- Allan lancia la sua sfera in cielo, e da essa ne esce il Pokèmon fiamma, che atterra in tutta la sua magnificenza. -Bene Jaxe, il primo dei nostri Pokemon che riceve un colpo ben assestato perde, ti va bene?- Jaxe continua a non parlare, ma non fa differenza perché El risponde ad Allan sorridendo e alzando il pollice. Io mi preparo mettendomi a distanza di sicurezza. Jaxe si assicura che io sia a debita distanza controllandomi di tanto in tanto con lo sguardo. –Possiamo cominciare, Charizard, Onda Calda!- La prima mossa è del Pokèmon di Allan che carica le sue ali, El si prepara alla difesa attendendo il colpo. Il potente battito d'ali del Charizard genera una tempesta termica diretta verso El, che risponde all'attacco colpendo il terreno con Tuonopugno. Le rocce alzate dal colpo intercettano il vento rovente, bloccandone l'avanzamento. Il risultato è una cortina di fumo che si frappone tra i Pokémon. Dalla nube spunta fuori El che passa all'attacco scagliandosi contro il Charizard, che schiva l'attacco, spostandosi lateralmente. El non demorde e indirizza i suoi elettrodi caudali verso l'avversario, ma il Pokémon di fuoco si sposta grazie ad un battito di ali, che lo sposta di qualche metro schivando la scarica di El. Entrambi i Pokemon ne sono usciti illesi –Dove avete imparato a combattere in questo modo voi due?- Jaxe resta impassibile e continua a guardare la battaglia –Sei silenzioso vedo, proprio come faceva un tempo mio nonno. Charizard, Ala Acciaio!.- Il Pokemon rosso esegue il comando di Allan spiccando il volo e caricando in picchiata El, che pianta saldamente le zampe a terra. Il Charizard raggiunge El, ma la sua corsa viene bloccata dal Pokémon elettro che trattiene il Pokemon di fuoco grazie alle sue braccia poderose. Ora il Charizard, impossibilitato a muoversi, ha un'espressione spaventata, la avrei anch'io se di fronte a me trovassi il bagliore rosso dello sguardo solenne di El, pronta a colpire il suo avversario con Tuonopugno. Il colpo schiaccia il Charizard a terra, il risultato è un polverone denso e sabbioso. Una volta diradata, la nube rivela El come vincitrice, mentre il Charizard leggermente sprofondato a terra e stordito dal colpo subito El fa qualche passo indietro e torna accanto al suo Jaxe, che comincia ad accarezzarla –Sei stata brava- El, risponde al suo allenatore con un verso compiaciuto. –Non fa niente Charizard, ha lottato bene, e questo mi rende orgoglioso di te. Rientra- Il Charizard torna all'interno della sfera pokè. Sia io che Allan ci avviciniamo ai vincitori –Wow Jaxe, siete veramente incredibili, spero proprio di diventare come voi due. Non vedo l'ora di incontrarti di nuovo, magari al Colosseo Pokèmon- Mentre parla, Allan tende la mano verso Jaxe in segno di amicizia. Tuttavia, lui continua a rimanere silenzioso mentre mantiene lo sguardo fisso sulla mano di Allan, di fronte a lui. Inizio a sentire la tensione che sale, non ho la minima idea delle sue intenzioni. Dopo aver guardato con sguardo tetro il volto di Allan, Jaxe si decide a muoversi, ricambiando la stretta di mano –Si, lo spero anch'io- La risposta ci destabilizza tutti quanti, non mi sarei mai aspettata una risposta simile, Allan. –Ha-ha, allora parli, bene. Piacere di avervi conosciuti ragazzi- Dopo aver stretto la mano di Jaxe, Allan si incammina verso Stad av Floderna, contento di aver conosciuto nuovi allenatori.

Mentre Allan si allontana, anche noi tre riprendiamo il nostro cammino in direzione del deserto che sostituisce completamente la vegetazione. Finalmente, siamo arrivati alle Guglie Selvagge. I fiumi d'orati di sabbia sono alternati dai canyon rocciosi e dalle dune in continua evoluzione. Mentre continuiamo a camminare, controllo la mappa per capire la direzione da seguire –Allora... stando a quanto dice la mappa, dobbiamo passare oltre quelle formazioni rocciose. Jaxe fissa l'area da me indicata –Ottimo, non dormiremo nella sabbia. Io odio la sabbia- Data questa affermazione, tutti e tre ci dirigiamo verso i promontori, mentre il sole inizia a calare alla nostra destra. Sono ore che camminiamo, inizio a sentire la stanchezza pervadere le mie gambe, e in tutto questo, Jaxe non si è ancora tolto il cappuccio "Perché non se lo toglie, starà sicuramente morendo di caldo" Dopo un buon tratto di camminata, la roccia comincia a sostituire la sabbia, si iniziano anche a vedere i primi segni di vegetazione del deserto.

E' dall'incontro con Allan che nessuno di noi ha più parlato, la cosa sta diventando strana –Jaxe, non credi che...- -Bene, direi che possiamo fermarci lì dentro- Senza preavviso, Jaxe arresta il suo passo, indicando una sottospecie di caverna scavata in una parete rocciosa. Arrivati di fronte al luogo scelto per l'accampamento, scopriamo che in realtà si tratta di una incanalatura poco profonda. –Andrà bene per il fuoco –Se vuoi, posso occuparmi della legna- Jaxe si gira verso El –Ti dispiace andare con lei? Io intanto preparerò l'accampamento- Io ed El iniziamo a cercare dei rami secchi tra degli arbusti non molto lontani dall'accampamento di fortuna, mentre Jaxe monta le tende poco distanti dalla parete scavata. Finalmente troviamo un albero secco –Questo albero è abbastanza secco El, anche se quei rami sono troppo in alto per noi- Come finisco la frase, El mi carica sulle sue spalle e mi ritrovo ala gusta altezza per prendere i rami. Il gesto fulmineo del Pokemon mi rende alla sprovvista e lancio un urletto che tento subito di soffocare mettendomi la mano davanti alla bocca. Dopo essermi ripresa, inizio a spezzare i rami e a gettarli a terra. –Ok El, credo possa bastare- Dopo essermi assicurata di aver preso abbastanza legna, il Pokemon mi riporta dolcemente a terra e inizia a raccogliere i rami più grandi e pesanti. Dopo aver preso anch'io della legna torniamo all'accampamento dove troviamo Jaxe ad attenderci seduto su una roccia. Oltre alle tende, ha anche costruito un cerchio di pietre per il fuoco, a ridosso dell'incanalatura nella pietra. Io e El iniziamo ad accatastare la legna in un angolo dell'incanalatura. Dopo aver riposto con cura la legna, El inizia a costruire una piccola piramide di bastoncini, pronta per creare la base del falò. Una volta preparata la legna, El richiama Jaxe con lo sguardo e con un verso calmo e pacato. Il ragazzo, si avvicina a lei e si accovaccia accanto al cerchio di pietre, questa volta voglio vedere anche io. Mi avvicino a loro e la vedo, la fiamma tremante che inizia sprigionarsi dal palmo della sua mano. "Non ho mai visto fare nulla del genere, come può un essere umano creare il fuoco con il solo palmo della mano". La legna inizia a bruciare, riesco a sentire il calore della fiamma mentre il gelo cala attorno a noi assieme alla notte stellata del deserto. Tutti e tre ci sediamo attorno al fuoco da campo e iniziamo a mangiare la carne secca di Swinub, comprata questa mattina. So che fa strano mangiare carne derivante dai Pokemon, ma in questi casi bisogna fare delle eccezioni. Finito di mangiare, Jaxe ci passa una bottiglia d'acqua a testa per assicurarsi che tutti noi introduciamo liquidi nel corpo. Dopo aver bevuto a sufficienza, inizio a guardare intensamente il fuoco da campo di fronte a noi, quella fiamma così naturale, eppure creata dal nulla e derivante dalla mano di un essere umano. A farmi uscire dal mio flusso di coscienza è la mano di Jaxe che si appoggia sulla mia spalla –Tutto bene?- -Credo, di sì- -Bene, allora vado a cambiarmi- Mentre Jaxe entra nella tenda, penso alla mano che si era appena appoggiata sulla mia spalla: non era per niente calda, nonostante avesse appena generato la fiamma che stiamo utilizzando per scaldarci. Mentre sono immersa nei miei pensieri, mi sposto di qualche passo verso il deserto. Mentre entro in una leggera penombra, il mio sguardo viene catturato dalla bellezza delle stelle in cielo. Il bagliore delle costellazioni che sovrastano e illuminano la notte. Quella visione riesce a riportare la calma nella mia mente, messa a soqquadro dalla bizzarria degli eventi. Mi giro e trovo anche El, ancora seduta di fianco al fuoco, catturata dalle costellazioni –Credo che andrò a dormire anche io El. Goditi le stelle.-

"Jaxe, incontrarti è sicuramente stata una fortuna, e anche se a volte mi spaventi, sono contenta di averti conosciuto. Ora come ora, voglio solo finire questo viaggio con te"

 

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Capitolo 12
*** Pokemon Bond parte 12: Sabbia ***


Secondo giorno nel deserto, anche questa notte ho dormito assieme a Jaxe, ma è come se avessi dormito da sola. Non ha nemmeno voluto che mi appoggiassi alla sua schiena nella notte gelida del deserto. Per fortuna c'era il fuoco a scaldare la tenda, così non siamo morti di freddo. Mentre sono distesa all'interno della tenda, mi giro per controllare se Jaxe stia ancora dormendo, ma una volta aperti gli occhi, al mio fianco non trovo nessuno. –Dormito bene?- Proprio mentre mi alzo su un fianco e inizio a sentire un leggero panico, sento delle dita afferrarmi la spalla e scuotermi dolcemente. E' Jaxe che si era alzato prima di me. Già pronto per la partenza, mi passa una ciotola piena di formaggio e miele. No riesco a rispondere, ho ancora la bocca impastata, mi limiterò ad accettare la ciotola e ad annuire con il capo in segno di ringraziamento. Una volta certo del fatto che mangiassi, in tutto silenzio, Jaxe esce dalla tenda lasciandomi sola, in privato. Certo, il formaggio non sarà fresco come ieri, ma ha comunque un buon sapore se unito al miele e ad una brioche di Orietta.

Finito di mangiare, comincio a prepararmi per la giornata, partendo dal legarmi i capelli. Una volta pronta, lego la mia giacchetta attorno alla vita e decido di uscire, ma non appena la mia testa esce dalla tenda, vengo accecata dalla luce del sole del deserto. Ripresa dall'abbaglio, Vedo sia Jaxe che El seduti su una roccia a contemplare il paesaggio. –Finalmente sei uscita- Senza voltarsi, Jaxe si accorge della mia presenza e mi saluta a modo suo, mentre El si volta e mi saluta con un gesto della zampa."Per fortuna si è tolto almeno il cappuccio" –Buongiorno anche a voi. Vedo che hai ripreso a parlare Jaxe, mi stavi facendo preoccupare- Mentre parlo con lui, Jaxe si alza e si dirige verso la tenda dove ho dormito -Oh suvvia, qualche ora senza la mia voce non è di certo una grande perdita- continuando a parlare, estrae il mio zaino dalla tenda, che richiude subito dopo e che ripone nel suo zaino, che si trovava accanto a dove si trovava prima la tenda –Ora vediamo di riprendere il viaggio, non ho intenzione di passare un'altra notte nelle Guglie- Sia io che El rispondiamo annuendo in maniera decisa. Una volta recuperato il mio zaino siamo di nuovo in cammino, nel bel mezzo del nulla. –Jaxe non abbiamo tolto il cerchio di pietre e il carbone rimasto dal fuoco di ieri- -Meglio, sicuramente sarà utile a qualche viaggiatore che si fermerà là- -Non posso certo darti torto-.

Non passa molto dopo aver superato le formazioni rocciose, la cosa mi lascia sollevata perché questo significa che abbiamo superato il tratto relativamente più pericoloso. Ora non ci resta che superare un'ultima parte sabbiosa. Mentre camminiamo incominciamo a vedere i primi Pokemon aggirarsi per le Guglie –Guarda Jaxe! Quello è un bel gruppo di Donphan! Di sicuro saranno una famiglia. Là ci sono Dei Claydoll, e lì in fondo ci sono dei Marowak assieme a dei Cubone. AAAAW chissà quanti altri ce ne siamo persi ieri. Magari riusciamo a trovare dei Larvitar o dei Gible.- Jaxe inizia a ridere sottovoce –Adoro il tuo entusiasmo- Mentre camminiamo per quelle distese dorate sentiamo battiti d'ala provenire da sopra di noi. Alziamo gli occhi verso il cielo privo di ogni tipo di nuvola e vediamo gruppi di Vibrava e Flygon che si librano nell'aria, assieme a storni di Noivern con i loro Noibat. –Che strano, i Noivern di solito si aggirano di notte- -Magari anche a loro non piace il caldo e hanno deciso di andarsene- Mentre discutiamo, qualcosa mi sfila il cappello dalla testa. Riaperti gli occhi in seguito allo spavento, capisco che il responsabile è un Noibat, che ha deciso di appropriarsi del mio cappello. –HEY! Dammi quel cappello- Non appena sente le mie parole, Jaxe si tira su il cappuccio inizia a correre verso il Noibat, che aveva già iniziato a fuggire in mezzo alla sabbia. Superato il Noibat, Jaxe gli sbarra la strada assumendo una posa minacciosa per intimorirlo. Spaventato, il Pokémon inizia a correre nella direzione opposta. Correndo guardandosi le spalle, il Noibat finisce per scontrarsi con a gamba di El, che si era posta dietro ai due in modo da circondare il Pokémon. Impaurito, il Noibat tenta di scappare in un'altra direzione, ma si ritrova bloccato dalla presa di El.

El stessa mi consegna il Noibat tra le mie braccia. Tuttavia, il Pokémon sembra deciso a non mollare il mio cappello –Hey piccolino, ti piace molto questo cappello, vero? Il problema è che appartiene a me mentre il tuo posto è là in alto, con i tuoi simili- Mentre gli parlo, giro il Noibat verso in gruppo di Noivern in volo. Tuttavia, il piccolo sembra non gradire la vista dei suoi simili. –Mhm, non hai intenzione di stare con loro?- il Noibat inizia a guardarmi con degli adorabili occhi da cucciolo irresistibili –Allora perché non ti unisci a noi, diventeresti di sicuro il Noivern più forte- -Già, potresti allenarti con noi e diventare fortissimo, come lei- Togliendosi il cappuccio di dosso, e Indicando El, che inizia a mostrare i muscoli per farsi vedere forte, Jaxe prende la parola per convincere il Noibat ad unirsi a noi. Dopo il nostro discorso, il pokémon sembra accettare la mia richiesta. Decido di prendere una pokéball dal mio zaino per catturarlo –Allora è deciso piccolino, che ne dici di entrare in questa pokéball?- Il Noibat inizia ad annusare la sfera, per poi appoggiare la testa su di essa ed esserne risucchiato al suo interno. Dopo qualche secondo si sente uno scatto provenire dall'interno della sfera, la cattura ha avuto successo. Contenta dello strano evento alzo la pokéball verso il celo –EVVIVA! Ho catturato un nuovo Pokémon!- -Fantastico!, che ne dici se ora riprendiamo il cammino?- Mentre si congratula, Jaxe, seguito da El, riprende il cammino in maniera frenetica.

Mi affianco nuovamente a lui con aria stizzita –Mi spieghi perché tanta fretta?- Jaxe si limita a girarsi verso di me e notando il suo ansimare profondamente capisco la gravità della situazione. Sta estremamente soffrendo il caldo. –Jaxe stai bene?- -(anf)Sì(anf)- -Non è vero, levati la felpa- Jaxe scuote la testa in segno di protesta –Allora mettiti il cappuccio per evitare un insolazione, e inizia a bere. Tieni. El anche tu hai bisogno di bere, prendi questa.- Mentre gli parlo continuando a camminare, mi accodo a lui e tiro fuori dal suo zaino delle bottiglie d'acqua, prendendone una anche per me. Finito di bere ripongo le tre bottiglie vuote nel mio zaino –Bene, ora vediamo di uscire da questo deserto. Lì in fondo si intravede la città di Sand Stad- Finalmente iniziamo vedere i primi segni di civiltà. La città ad anello. Il centro abitato circonda una splendida e rigogliosa oasi compiendo una circonferenza perfetta con diametro di 4Km. A fare da sfondo alla città di Sand Stad, si vedono i promontori Argentei, dal quale provengono la maggior parte dei Pokémon di tipo Volante della regione. In lontananza, verso destra si riesce a vedere il porto che dà sull'oceano. Non appena anche Jaxe vede la civiltà in lontananza, accelera bruscamente il passo, riuscendo a distanziarsi non poco –Hey, fortuna che eri stanco tu!-. Sia io che El iniziamo a correre verso di lui, ma all'improvviso, Jaxe scompare nella sabbia.

Avvicinateci al punto della misteriosa scomparsa, capiamo che Jaxe aveva iniziato una veloce discesa lungo una duna scivolando su un fianco. Dopo poco, El si siede sull'orlo della duna, mi carica sulle sue gambe e iniziamo entrambe la discesa. Finito di scendere, raggiungiamo Jaxe che si era fermato per fare una pausa, in preda alla stanchezza. –Perché hai iniziato a correre? Ora hai peggiorato la tua situazione.- -Odio... il caldo.- -A maggior ragione, non dovresti sforzarti così all'improvviso- Jaxe, indica verso la città di fronte a noi –Continuiamo, ci siamo quasi- Senza rimanere fermo nemmeno per un minuto, Jaxe riprende a camminare verso Sand Stad ad una velocità accettabile. Entrambe ci affianchiamo a lui e rimaniamo in stato di allerta, aspettandoci da un momento all'altro un probabile suo svenimento.

Finalmente, arriviamo nella città ad anello, dove le prime strutture che incontriamo sono dedite al turismo. Infatti, oltre al primo centro Pokémon, si vedono sale Bar costruite in legno ovunque, e le abitazioni, anch'esse prettamente in legno, sono munite di verande dove le persone si siedono all'ombra, osservando le persone che passano o bevendo qualcosa. Mentre camminiamo nella strada principale della città, finalmente vediamo segni di vita, riuscendo anche a vedere i primi mezzi di locomozione come i furgoni aperti e delle specie di moto da sabbia. La cosa più impressionante, è il tram che percorre tutta la città di continuo seguendo un binario posto al centro della strada compiendo un cerchio perfetto. Immersi nelle persone indaffarate con il loro da fare, noto un grande negozio di vestiti. Mentre mi fermo a guardare l'interno del negozio inizio a sentire gli effetti del sudore sui vestiti. –Dopo faremo meglio a fermarci per prendere qualcosa- -Perché dopo? Facciamo ora- Mentre risponde, Jaxe entra all'interno del negozio. La cosa mi stranisce leggermente, ma non mi dispiace fare del sano shopping.

Entrata assieme ad El, entrambe sentiamo subito un getto d'aria fredda che ci riporta ad una temperatura ideale. –Benvenuti- Una voce femminile penetra le mie orecchie senza preavviso. Girandomi a destra verso la fonte del suono capisco che è la commessa del negozio che mi saluta cortesemente. –Salve- Iniziando a girare per il negozio. Non siamo gli unici ad aver pensato di fare shopping, infatti conto più di una quarantina di persone all'interno del negozio. Dopo poco, trovo Jaxe fisso di fronte a delle magliette a maniche corte di colore scuro –Non credi sia meglio indossare qualcosa di diverso dal nero?- -Che intendi?- Mettendogli le braccia a mo di scaffale inizio a rovistare tra gli scaffali –Tu sta a guardare- Inizio a posare delle magliette tra le sue braccia –Allora... una verde, ecco una celeste, il rosso sicuro ti sta bene. Anche il blu e dovrebbe andare, giusto un paio. Alla fine, Jaxe si ritrova con un carico di cinque magliette tra le braccia –Penso possa bastare così Jula- In quel momento vedo una serie di pantaloncini che farebbero proprio al caso suo, visto il caldo torrido all'esterno –Jaxe, che ne dici di prendere anche quei pantaloni corti?- -Scordatelo, preferisco prendere questi- Mi giro e lo vedo prendere un paio di pantaloni lunghi e scuri –E va bene, per questa volta.- -Perché non prendiamo qualcosa anche per te?- -Lo sto già facendo- Mentre parliamo, inizio a prendere delle magliette per me. Una gialla, una bianca e una viola. "La taglia è quella giusta evviva". Mentre rifletto su cosa comprare, vedo anche un paio di pantaloncini in jeans che potrebbero farmi comodo, visto che ho ancora gli stessi pantaloni lunghi. –Jaxe, tieni queste mentre provo quelli- -Ma allora?- Tiro le magliette verso di loro e vado di corsa nei camerini.

"Finalmente posso sfilarmi questi pantaloni sudici, certo che questi pantaloncini sono proprio carini, forse un po' stretti. Ho un'idea"

-Allora?, Come mi stanno?- Quando esco dal camerino mi metto in posa di fronte ai due aspettando la loro reazione. –El tieni queste- Jaxe affida le magliette ad El e si mi si avvicina lentamente, come farebbe un predatore. –Mhm...- Mentre mi osserva inizia a girarmi attorno, la situazione è un filo strana. –Che ne pensi?- Mentre parlo sento Jaxe che inizia a tirare l'orlo dei pantaloncini strusciando le sue dita sui miei fianchi –HEY NON SI TOCCA!- Immediatamente mi allontano da lui –Ok, ok, quanta poca calma. Comunque si adattano bene al tuo sedere- -COSA?!- -E' la verità. Ti stanno bene- "Questo significa che per tutto questo tempo, mi ha guardato il sedere?" Mentre tento di contenere la rabbia rientro nel camerino per cambiarmi –Questa volta, le magliette le paghi tu, e visto che ti piacciono tanto, PAGHI PURE QUESTO!- Di punto in bianco, esco dallo stanzino e gli lancio in faccia i pantaloncini. Dopo un lungo sospiro, Jaxe si leva i miei pantaloncini dalla faccia e li mette assieme alle magliette tra le braccia di El –Va bene, in fondo, non te le avrei di certo fatte pagare.- -Mpf- Infastidita dalla cosa, mi limito a distogliere lo sguardo. Con un accenno di risata Jaxe, seguito da El che ormai è diventata il nostro carrello peloso personale, si avvicina alla cassa. –Tutto a posto?- La cassiera come da manuale accoglie ogni singolo cliente –Ehm, direi di si- La commessa inizia a battere i codici a barra degli indumenti –Bene, in questo caso sono 1150 crediti- Senza dire niente, Jaxe consegna una strana tessera nera alla cassiera che aveva iniziato ad infilare i vestiti in alcune buste. –Ehm, mi scusi, ma credo che la sua carta di- -Andrà benissimo, la provi- La commessa, sotto consiglio di Jaxe, prosegue con il pagamento. Subito dopo riconsegna a Jaxe le buste con tanto di scontrino e tessera –Sembra tutto a posto, grazie e arrivederci.- -Buona giornata- Tornati all'esterno veniamo immediatamente investiti dal caldo soffocante. –Certo che si stava proprio bene dentro- -Già, quell'arietta fresca... Hey, lo senti anche tu?- Mentre parliamo, Jaxe si gira verso sinistra aspettando qualcosa. Dopo poco si vede il tram della città che sta percorrendo l'ennesimo giro. –Forza, prendiamolo Jula- Il tram ci passa di fronte senza fermarci, dopotutto non esistono fermate. In compenso, viaggia a velocità ridotta per permettere alle persone di salire e scendere in sicurezza. El è la prima che riesce a salire. Per fortuna che nel mezzo sono presenti poche persone, ognuna con il proprio Pokémon affianco. Subito dopo Jaxe si aggrappa all'esterno del tram e tende la mano verso di me, ancora a terra. –Forza! Che aspetti a salire?- Quella mano, la stessa che ha prodotto del fuoco dal nulla, ho paura di bruciarmi toccandola –Ma no, ce la faccio da sola, tranquillo- -Razza di scema, ti sto dando una mano- Senza avvertimenti, la sua mano mi afferra per l'avambraccio, e con un delicato strattone, mi ritrovo a bordo del mezzo, aggrappata alla sua spalla, tra le sue braccia, al sicuro. Non mi ha fatto male, non mi sono bruciata. Ma allora quel fuoco... –Visto?, non ci è voluto così tanto- Jaxe, lascia la presa e si allontana, sedendosi accanto ad El. –Beh? Hai intenzione di rimanere lì impalata?- Senza dire nulla, mi affianco a Jaxe prendendo posto. –Jula, stai bene?- Non riesco ad aprire la bocca, sono successe così tante cose strane in così pochi giorni. Da quando Jaxe si è unito a me, è successo di tutto, non posso dire se la cosa sia positiva o negativa. Di sicuro è il miglior tipo di compagnia che potessi trovare in un viaggio lungo come questo. Immersa nei miei pensieri, mi siedo di fianco a lui e, chiudendo gli occhi, appoggio la testa sulla sua spalla. –Va bene- In risposta, Jaxe tira un piccolo sospiro e appoggia la sua mano sulla mia gamba. Anche se fa caldo, la sua mano mi conforta, facendomi sentire al sicuro.

-Jula? Svegliati, siamo arrivati-Di punto in bianco, sento qualcosa picchiettarmi sulla gamba. La sua voce mi fa aprire gli occhi, ma non riesco a emettere alcun tipo di suono, eccetto dei mugugnati indistinti. –Dai è ora di scendere-. Riesco a mettermi in piedi per miracolo e, mentre Jaxe mi accompagna verso l'uscita, vedo El che saluta dei Rattata che si trovavano a bordo. Jaxe è il primo a scendere e subito dopo, continuando a seguire il tram, si gira aspettando la mia mossa. Tentando di scendere in sicurezza, il mio piede si appoggia nel vuoto e cado fuori dal veicolo. In quel momento chiudo gli occhi aspettando l'impatto della caduta, ma tutto quello che sento è una sensazione di calore –Presa! Vedo che stai ancora dormendo- Riaperti gli occhi capisco che a fermare la mia caduta è stato Jaxe, prendendomi al volo. –No, sei tu quello che sta ancora dormendo- Ancora aggrappata a lui, riesco finalmente a dire qualcosa –Ok, allora perché non andiamo a mangiare qualcosa e poi andiamo a dormire?- Nel frattempo, anche El scende dal tram, compiendo un atterraggio leggero e preciso, nonostante la sua stazza. Dopo aver messo il mio braccio attorno ai suoi fianchi, iniziamo a camminare lentamente verso un locale a tre piani, rigorosamente in legno, come vuole la città di Sand-Stad.

 

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Capitolo 13
*** Pokémon Bond parte 13: Saloon ***


Mentre inizia il tramonto, mi focalizzo sul peggior nemico che una persona possa incontrare in momenti come questo: degli scalini. Esprimo il mio disprezzo verso la creazione delle scale emettendo dei mugugnati infastiditi –Su, non fare così, sono solo tre gradini- "Per te saranno tre gradini, ora come ora io vedo una montagna di fronte a noi"

Scalata la montagna in legno, attraversiamo tutti e tre la porta del locale, ritrovandoci all'interno di una specie di vecchio saloon riportato ai giorni nostri. –Benvenuti- Una voce maschile ci dà il benvenuto all'interno del locale. Girandoci vediamo che a salutarci è un uomo, probabilmente sulla trentina, capelli rossi e corti, riga in mezzo, vestito come un tipico barman. Ma a dargli quel tocco in più sono i suoi occhiali incredibilmente fini e un paio di baffi arricciati dello stesso colore dei capelli. –Prego, accomodatevi intanto, io arrivo tra poco- Continuando a camminare, ci dirigiamo verso uno dei tavoli posti di fianco al muro della struttura. Seduti su uno dei divani a muro, mi ritrovo richiusa tra Jaxe ed El. –Eccomi qua signori, sono August, e sono il proprietario del "Saloon due Dune". Posso prendere le vostre ordinazioni?- -Non sappiamo nemmeno cosa hai in menù- Mentre Jaxe posa le buste piene di vestiti sotto al tavolo, alza la testa guardando August direttamente negli occhi. –Forza, cosa offrono quegli occhi verdi?-August un filo imbarazzato dal commento di Jaxe, si riaggiusta gli occhiali –Beh, per questa sera ho preparato una splendida lasagna- Guardando sia me che El, Jaxe decide di prendere l'iniziativa –La prendiamo tutti e tre- -E da bere gradite?- -Credo proprio che prenderemo tutti un bel boccale di birra scura- In quel momento, inizio a picchiettare sulla spalla di Jaxe iniziando a scuotere la testa in senso di negazione riguardo l'alcol. Capita la situazione, Jaxe rettifica la comanda –Anzi, credo che i boccali saranno due, mentre la signora preferisce dell'acqua- -Ricevuto, allora torno fra poco-

Mentre August si dirige al lungo bancone, in legno scuro, della sala da bar a preparare la nostra cena, inizio a guardare Jaxe con aria minacciosa –Jula, qualcosa non va?- -Mi hai per caso chiamato "signora"? Guarda che non sono mica una vecchia- -Era solo per dire- -Appunto, intanto lo hai detto- In quel momento August torna al nostro tavolo con in mano un grosso vassoio circolare con sopra in nostri piatti fumanti. –Ecco a lei signorina- August posa i piatti e le bevande di fronte a me, come detta il galateo. Non appena il barman ritorna al suo bancone per servire gli altri clienti mi giro verso Jaxe –Visto, lui si che sa come si trattano le ragazze, mi ha chiamato signorina- -Prenderò, nota. Ora però voglio mangiare, visto che è tutto il giorno che non mettiamo nulla sotto i denti- "In effetti ha ragione, mentre eravamo nel deserto non abbiamo mangiato quasi nulla". Tutti e tre iniziamo a mangiare e in men che non si dica, i nostri piatti si svuotano, come le bottiglie. Dopo mangiato, ci prendiamo un momento di riposo godendoci l'ambiente caldo nel quale siamo immersi. I colori interni della struttura ricordano quelli delle Guglie selvagge, allo stesso tempo, dalla finestra si inizia a vedere la luce che scompare sempre di più, lasciando spazio alla notte. –Certo, che la tua amica è veramente carina- Mentre osserviamo l'ambiente, una voce adulta interrompe il nostro momento. Girandoci notiamo un signore vestito di nero, con addosso un mantello e un cappello largo, che ha preso posto di fronte a noi e che mi sta fissando. –Sì, è proprio una bella ragazza. Ti dispiace lascarmela per un po'?- -MA COSA?- In quel momento, Jaxe mette un dito di fronte alla mia bocca facendomi cenno di non parlare, cosa mai avrà in mente? -Sì, hai ragione. E' proprio carina, ma puoi scordarti che io la lasci nelle tue sudice mani, Cerbero- Mentre parla, Jaxe indica il collo del pervertito di fronte a noi. Guardandolo bene intravedo delle fiamme tatuate sul collo del tipo. "Che sia un membro del Clan Cerberus? In tal caso siamo nei guai". Appena sentita la parola "Cerbero" il signore smette di respirare per un attimo e compie un passo indietro –Eh-eh, e dire che mi ero coperto bene, che peccato, ora dovrò uccidervi- Mentre parla, il tipo sfodera una pistola di vecchia fattura e la punta dritta alla testa di Jaxe, che continua a dirci di rimanere entrambe calme. Mentre la situazione diventa pesante, inizio a guardarmi attorno e mi rendo conto che la situazione è peggiore di quanto potessi credere. Riesco a contare altri cinque membri del Clan Cerberus che tengono in ostaggio i presenti, compreso August. Anche se in un momento critico, Jaxe ha un leggero sorriso stampato in volto, come un vero idiota –Hey, cosa hai tu da ridere razza di idiota! Hai capito con chi hai a che fare? Sono Cornelius, del Clan Cerberus, e requisisco questo posto in nome del nostro glorioso Clan- Tutti gli altri membri iniziano ad esultare per un'imminente vittoria. Jaxe ci fa cenno di ripararci sotto il tavolo –Si molto divertente, lo giuro. Ma ti dimentichi di una cosa- -Hey, ma cosa!?- Con uno scatto fulmineo, Jaxe si posiziona di fronte al viso del tipo che lo teneva sotto tiro, fuori dalla linea di fuoco della sua arma –Nessuno di voi uscirà intero da questa stanza- In quel momento sento il rumore simile ad un martello che colpisce un pezzo di carne, per poi vedere il membro del Clan Cerberrus fare un sobbalzo indietro. Dal suo sguardo, capisco che non è stato un movimento volontario, e la mano destra chiusa di Jaxe mi dà la conferma che il colpo è opera sua. El capisce che è il momento di ripararsi spingendomi sotto al tavolo, che rovescia a mo'di sbarramento.

-Che aspettate, PRENDETELO!- Da dietro il tavolo si iniziano a sentire le prime bottiglie che si infrangono a terra, le sedie e i tavoli che si rovesciano e che si rompono. Nel caos, io ed El ci spingiamo poco sopra il tavolo per sbirciare la rissa. Riesco a vedere August che inizia ad evacuare l'edificio, riuscendo a far uscire tutti gli innocenti presenti. Jaxe invece sta combattendo contro tutti i membri del Clan Cerberus. Riesce a passare da uno all'altro senza problemi, colpendoli allo stomaco o al petto. Il cappuccio che ha indosso non mi permette di capire la sua espressione, anche se credo di aver intravisto per un attimo un sorriso stampato sul suo volto. –Non c'è più nessuno qui dentro, SARATEGLI! Lo voglio morto quel bastardo- Quei criminali tirano fuori dalle fondine nascoste sotto la giacca delle pistole a tamburo da sei colpi. Per difendersi, Jaxe trattiene uno di loro per il collo, utilizzandolo come scudo umano –Vedo che volete fare sul serio, finalmente- -Sta zitto ragazzino!- -Tuttavia, avete intenzione di premere il grilletto e uccidere uno dei vostri?- La scena è intrisa di tensione, entrambi i fronti sono in stallo. Anche se Jaxe li sta combattendo da solo, è riuscito a gestire la situazione, fino ad un certo punto. Sono sei adulti armati, due dei quali a terra, mentre Jaxe è da solo, e dal suo respiro affannato deduco sia allo stremo delle forze. –Ragazzino, guardaci, siamo molti di più, tu sei solo. E quando avremo finito con te, mi occuperò di quella splendida ragazza che ti stava accompagnando- Sentite le intimidazioni di Cornelius, Jaxe inizia a ridere, ricomponendosi subito dopo. –Cosa hai da ridere tu. Hai forse capito in che situazione ti sei cacciato?-. In quel momento, Jaxe si guarda attorno, incrociando così il mio sguardo incredulo e spaventato. I suoi occhi mi fanno capire che ha un piano, nonostante sia turbato da qualcosa. Dopo un profondo respiro, Jaxe decide di lanciare con forza l'uomo, che teneva ancora stretto per il collo, contro gli aggressori,prendendone uno in pieno. –FUOCO!- Sentito l'ordine di Cornelius, El mi spinge al riparo sotto al tavolo. –Prendilo, cazzo!- -E' troppo veloce!- Muori bastardo!- Da quel momento riesco solo a sentire gli spari, le urla dei membri del Clan Cerberus, le bottiglie e i mobili che si rompono, ma non riesco a sentire la voce di Jaxe. La lotta non dura molto, e all'improvviso cala di nuovo il silenzio. Sia io che El, torniamo di nuovo alla nostra posizione da osservatrici riuscendo a vedere il risultato della rissa da bar. Il locale è totalmente rovinato. I mobili rotti, pezzi di vetro infranti ovunque, il sangue misto all'alcool a terra, il pavimento pieno di segni indistinti e i fori di proiettili che hanno colpito di tutto, e Jaxe che si trova al centro della stanzia con i piedi sopra uno degli aggressori. Attorno a lui si stagliano i restanti membri del Clan Cerberus atterrati, due di loro privi di conoscenza schiacciati da un tavolo.

Mentre Jaxe si prepara a tramortire l'ultimo dei suoi aggressori, la canna di una pistola si appoggia alla sua testa. Cornelius è riuscito ad alzarsi e a raggiungerlo alle spalle –Jaxe, attento!-. Le mie parole catturano la sua attenzione, distraendolo. –E'finita, ragazzino hai perso-. Mentre Cornelius ride in segno di vittoria, la mano sinistra di jaxe inizia ad assumere la stessa forma che notai la prima volta che lo vidi in azione. Prima che Jaxe possa fare qualcosa, un rumore di vetri rotti bloccano la risata di Cornelius, che subito dopo cade a terra privo di sensi, rivelando dietro di lui August, che era tornato dentro al locale durante la lotta. Dopo aver messo K.O. la persona che tratteneva sotto di se, Jaxe torna in piedi girandosi per capire cosa sia successo. –Ce l'avevo- -E' così che ringrazi chi ti salva la vita?- -Di solito non sono io quello da salvare- Dopo un leggero scambio di battute, entrambi iniziano a ridere, mentre si iniziano a sentire finalmente le sirene del corpo di Polizia. El approfitta del momento di calma per correre incontro al suo compagno abbracciandolo più forte che può. Tuttavia, io non riesco ancora a fare un passo, sono sia sollevata che preoccupata. –Hey ragazzona, hai visto? Sto bene, lasciami a terra- Liberatosi dalla stretta del suo Pokémon, Jaxe si dirige verso di me, mentre El fa conoscenza con August. –Jula? Stai bene? Non sembri ferita.- La sua naturalezza dopo l'accaduto è totalmente irrazionale che mi fa perdere il controllo, facendomi arrabbiare così tanto da dargli uno schiaffo abbastanza forte da fargli calare il cappuccio -Dovrei chiedertelo io, razza di idiota! Come ti salta in mente di affrontare delle persone armate da solo! Potevi rimanere ferito, o peggio!- Mentre continuo a dargli addosso Jaxe mi stringe tra le sue braccia, bloccandomi –Calmati, l'importante è che voi stiate bene.- -Non dirmi di stare calma, potevi morire- -Ma non è successo- -Ragazzo, abbiamo un problema- Mentre sono ancora stretta tra le braccia di Jaxe, August decide di interrompere il nostro momento. –Si lo so-

-POLIZIA DI LANDHAVET TUTTI FERMI!!!- All'improvviso, la porta del locale si spalanca, lasciando entrare gli agenti di polizia della regione, accompagnati dai propri Growlite e Arcanine. I poliziotti, muniti di elmetti e giubbotti protettivi di colore blu scuro, come di consueto, iniziano ad fare un primo sopralluogo. –Sei uomini a terra, vivi. Quali sono i suoi ordini Commissario?- -Portateli dentro, io e il corpo medico ci occupiamo dei presenti- Mentre gli agenti di polizia iniziano a trascinare fuori i membri del Clan Cerberus, i paramedici iniziano a verificare le condizioni di August, che però indirizza i soccorritori verso Jaxe. –Ragazzo, vieni con noi in ambulanza, sono il Commissario Ruben, mi serve la tua deposizione sui fatti. In più ti serve un primo soccorso- La voce autoritaria del commissario cattura l'attenzione di Jaxe, facendolo staccare da me. –Odio i medici- -Non mi importa ragazzo, ora verrai con noi in ambulanza, o dovrò arrestarti per intralcio a pubblico ufficiale, quindi vedi di muoverti- Dopo un profondo sospiro, Jaxe decide di seguire Ruben al di fuori del locale. Mentre si gira capisco che Jaxe stava mentendo riguardo alla sua salute. Infatti, mentre si dirige verso i paramedici, noto dei fori, probabilmente di proiettile, situati sia sulla spalla destra che su entrambe le braccia, dalle quali sta iniziando a gocciolare del sangue. –Voi tre aspettate qui- L'ordine del commissario è così intimidatorio da far scattare in El una specie di indole difensiva che la fa mettere tra me e il commissario –Con calma bella, siamo i buoni, intesi?- El sembra non fidarsi comunque, nonostante le parole del commissario. Mentre El e Ruben si sfidano con lo sguardo, un agente richiama l'attenzione del suo superiore. -Commisario Ruben, vuole procedere con la deposizione del ragazzo?- -Va bene agente-. Mentre il commissario si appresta ad uscire decido che non posso restarmene con le mani in mano. –Jaxe sta bene?- -Ti sembro un medico ragazzina? Vieni a vedere anche tu se proprio insisti- -Bene, El vieni anche tu, forza- Inizio a correre per affiancarmi al commissario per poi uscire dal locale. Tornata all'esterno, vedo finalmente Jaxe, seduto nel retro di un'ambulanza, mentre dei paramedici ripuliscono i loro strumenti all'interno del veicolo.

–Allora signori, che cosa abbiamo su questo ragazzo.- -Commissario, il ragazzo si è beccato cinque proiettili, tre nel braccio destro, uno al sinistro, e uno alla spalla sinistra- -E i proiettili?- -Fortunatamente lo hanno attraversato completamente. Noi lo abbiamo richiuso, ma gli servirà del tempo per riprendersi. Direi che la sua deposizione potrà aspettare- Mentre i medici parlano con il commissario , Jaxe mantiene un basso profilo, evitando di fare puntualizzazioni come suo solito -Mhm, mi sta bene. Ragazzo, tu e la tua amica vedete di non lasciare la città, domani vi verrò a trovare per finire con queste scartoffie- -Possono dormire qua stanotte- Dietro di noi, si leva la voce di August, che aveva finito con la sua deposizione e aveva deciso di uscire. –Dice sul serio August?- -Certo signorina. Sa, sopra al locale ci sono delle stanze che affitto ai viaggiatori, ci sono anche delle lavatrici di sopra, cosi potrete lavare quei vestiti sudici, e visto che mi avete salvato il locale da un probabile incendio, per questa volta offro io- -Grazie infinite August- "Grazie al cielo, non avevo la minima idea di come avrei potuto lavare questi vestiti". –Bene, allora io direi di andarsi a riposare, che dite?- Di punto in bianco, Jaxe decide di scendere dall'ambulanza e tornare nel locale –Sta attento a quei punti ragazzo, e vedi di non fare sforzi- -Sì, sì- Senza trattenersi, Jaxe torna nel locale chiudendo la porta dietro di se, lasciando tutti quanti esterrefatti. –Wow, certo che è uno che si riprende in fretta- -In quelle condizioni io piangerei come un bambino, sicuro- -E pensare che non ha neanche preso degli anti-dolorifici. A proposito, hey tu ragazza- Mentre discutono fra loro, uno dei paramedici richiama la mia attenzione e mi tira un contenitore cilindrico contenente delle pillole –Dagli un paio di quelle se vedi che sta male- -Grazie- Presi gli anti-dolorifici, entro anch'io nel locale di August, seguita da El, mentre il proprietario del bar si ferma a parlare con il Commissario. Una volta entrata, trovo Jaxe che traffica dietro al tavolo rovesciato, dove solo poco fa stavamo mangiando. –Jaxe che fai?- Tra un lamento e l'altro noto che non riesce a muovere propriamente il braccio destro, ma la sua precisione con il braccio sinistro suggerisce che sia mancino. Ciononostante, mi sento in dovere di aiutarlo, visto che ha salvato il locale e tutti quelli che erano presenti. –Posso darti una mano?- Non riuscendo a prendere ciò che sta cercando all'interno del suo zaino, si siede a sul divano accanto ai nostri zaini indicando il suo –Ti ricordi di quel cofanetto di bambù che ho usato quando ci siamo conosciuti?- -Sì?- -Potresti prenderlo?- La sua voce debole mi fa capire che sta soffrendo per i punti sulle braccia –Solo se prima prendi almeno una di queste- Gli passo il flaconcino datomi da i paramedici poco fa. Tuttavia, Jaxe non sembra intenzionato ad assumere neanche una pillola. –Ti ho detto di prenderne una- -Non mi servono- -Prendile- -Non ne ho bisogno- -PRENDILE- Jaxe quasi sobbalza per via del mio tono pieno di rabbia e disperazione. –Ti prego... solo una- Vedendomi quasi in lacrime, decide di prendere un bicchierino da shot fortunatamente integro e di versarci dentro del liquore preso da una bottiglia che raccoglie lì vicino. Presa l'antidolorifico tira un sospiro, come se avesse fatto un enorme sacrificio. Sapendo che ha finalmente preso quella pillola inizio a sorridere –Sei veramente un idiota sai?- Mentre accenno una risata per via del calo di adrenalina, El mi abbraccia facendomi sprofondare nel suo caldo, morbido e confortante manto giallo. –Sì, sono l'idiota che ti ha salvata- Grazie a quella stupida battuta, iniziamo entrambi a ridere. Mentre ci riprendiamo dalla serata movimentata, anche August torna nel suo locale –Ragazzi che serata! Sicuramente non me la dimenticherò per molto tempo- -Come farai a rimettere in sesto questo posto?- Jaxe tenta di alzarsi per avvicinarsi ad August per parlarci meglio, ma lo spingo sul divano facendogli cenno di non alzarsi. La sua espressione infastidita non mi fa cambiare idea, e gli rispondo con uno sguardo severo. –Non ti preoccupare, il Commissario Ruben mi ha dato il numero di una ditta di pulizia che si occupa di situazioni del genere.- Mentre i due parlano, August si avvicina a noi mettendosi seduto di fianco a Jaxe -Piuttosto, sono sorpreso che tu sia ancora in piedi bello mio- -Mpf, pensa che volevano ricoverarmi in ospedale, che sciocchezza vero?- -Io sarei andata se fossi stata in te- La mia risposta arriva da dentro il pelo di El, giungendo a loro con un suono ovattato. –Scherzi, io odio i dottori, con tutti quegli aghi e quelle siringhe...- -Hai per caso paura degli aghi?- -NO MA COSA DICI. Non mi piacciono e basta-. –Mmmh sarà- In quel momento di relax August ci illustra la via fino alla nostra stanza, facendoci vedere anche la sala lavanderia. Dateci le chiavi della stanza salutiamo August che torna nel suo alloggio personale. Entrati nella stanza poso immediatamente le borse, mentre Jaxe lascia cadere il suo zaino su uno dei letti singoli presenti in nella confortevole stanza. Nonostante sia in quelle condizioni non ha voluto lasciarmi portare il suo zaino. "O è troppo importante, o è troppo orgoglioso e stupido.". Una volta tutti e tre in stanza, la prima cosa che mi viene in mente è quella di togliermi questi vestiti sporchi di ogni cosa possibile e farmi una sana doccia. –Va bene ragazze, credo che mi farò una doccia per lavare via questa giornata- -Sicuro di farcela da solo?- -Certo- Tentando di sembrare più naturale possibile, Jaxe si dirige verso il bagno, anche se si vede lontano un miglio che quell'antidolorifico non sia servito ad un granché. Mentre Jaxe si trova nel bagno preparo sia il cambio per stanotte, sia quello per domani.

E' passato un po' da quando Jaxe è entrato in bagno senza dire nulla. Anche El se ne è accorta, e ha iniziato a comminare di fronte alla porta del bagno con aria preoccupata. –Tutto bene lì dentro?- Bussando alla porta del bagno tento di capire come sta andando nel bagno, ma da dietro la porta si sente solo lo scorrere dell'acqua. Lo sguardo preoccupato di El mi fa capire che forse bisognerebbe andare a controllare –Va bene El, entro a vedere- Mi preparo mentalmente alle scene più imbarazzanti possibili, ed apro la porta del bagno. Immediatamente, vengo avvolta da una nube di calore ed umidità. Dissolta la coltre di vapore, vedo Jaxe seduto nella vasca piena, con l'acqua calda che continua a scorrere. –Tutto bene?- Nessuna risposta, Jaxe sembra immerso nei suoi pensieri più profondi, oltre che nell'acqua calda. Mi avvicino a lui, sedendomi sul bordo della vasca e chiudo il rubinetto, evitando un probabile allagamento –Senti, capisco che sei ancora sconvolto per poco fa, ma devi capire che è finita, ora quei criminali non potranno più fare i loro comodi- Continua a non reagire, rimanendo con sguardo fisso sul suo braccio destro pieno di punti di sutura. –Se non avessi combattuto quei criminali, nessuno di noi sarebbe qua. Hai fatto la cosa giusta- -Dici, sul serio?- "Finalmente si è deciso a dare segni di vita" –Sì, sei stato incredibile, hai combattuto sei criminali armati, battendoli e salvandoci tutti- Grazie alla mia risposta, Jaxe sembra leggermente sollevato, e per dimostrarmi la sua gratitudine, appoggia il suo volto sulla mia gamba. –Che ne dici se ora ti do una mano a pulirti la schiena?- -Va bene- Mentre passo la spugna insaponata sulla sua schiena segnata da innumerevoli e profonde cicatrici, mi immergo nei miei pensieri, stando attenta a non bagnare i punti sulla sua spalla. "Jaxe, tu che fino ad ora mi eri apparso come un pilastro, adesso ti vedo come il più fragile tra noi".

-Bene ho finito, non ti ho fatto male vero?- -Sei stata delicata come il battito di un Beautifly - -Vedo che ti è tornato il senso dell'umorismo, ora esci che voglio lavarmi anche io- -Ehm, Jula? Ti ricordo che sono nudo. –Va bene, esco, ma vedi di fare in fretta- Uscita dal bagno, El mi intercetta, credo per avere informazioni su Jaxe –Tranquilla, sta bene- Tranquillizzato, il Pokémon prende posto sulla poltrona della stanza per riposarsi. Dopo qualche minuto, Jaxe finalmente esce dal bagno vestito, ma con un asciugamano sui capelli ancora bagnati. Di colpo, El si alza e abbraccia il suo compagno –Buona ragazzona, fai piano- Il Pokémon lascia subito la presa e incomincia a guardare Jaxe con aria preoccupata. –Tranquilla, mi rimetto sempre, ricordi?- A questo punto, El fa un passo indietro e si risiede sulla poltrona. –Allora io vado, te vedi di fare il bravo- -Va bene, "signorina"-

Finalmente posso farmi un meritato bagno. Per prima cosa preparo il cambio per la notte appoggiandolo sul mobiletto di fianco al lavabo, per poi riempire la vasca di acqua calda e sapone. Dopo essermi spogliata, mi immergo finalmente nella vasca, facendo attenzione a non scivolare. Il calore dell'acqua mi fa venire i brividi lungo la schiena, era da un po' che non mi facevo un bagno caldo e rilassante. Finito il bagno ristoratore, esco dalla vasca asciugandomi con uno degli asciugamani puliti che trovo nel bagno. Una volta asciutta e pronta per la notte, decido di uscire dal bagno. Notando El addormentata sulla poltrona, trovo Jaxe ancora alle prese con l'asciugarsi i capelli. -Aspetta qui tu- In fretta, prendo l'asciugacapelli e mi siedo accanto a lui. L'aria calda derivante dall'asciugacapelli sembra rilassarlo, rendendomi più facile pettinarlo. Asciugato per bene, Jaxe si appoggia alla mia spalla in segno di ringraziamento –Ora riposati, io intanto metto a lavare questi vestiti- Senza rispondermi, Jaxe si sdraia sul letto a pancia in giù. Dopo ciò, inizio a svuotare le nostre tasche, riponendo le mie cose nel mio zaino, mentre appoggio la tessera che ho trovato nei pantaloni di Jaxe sul tavolo della stanza. Prese le chiavi, esco dalla stanza e raggiungo la sala delle lavatrici , dove metto a lavare i nostri vestiti. Tornata in stanza il sonno inizia ad assalire la mia mente, cominciando ad annebbiarmi leggermente i sensi. –Domani Jaxe ti porto in ospedale per dei controlli- -Non mi va- -Non era una domanda, domani mattina andiamo dopo colazione- -Odio i dottori- Mentre parliamo spengo le luci e mi infilo sotto le coperte del mio letto singolo -Buonanotte anche a te Jaxe- 

 

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Capitolo 14
*** Pokémon Bond parte 14: Il caffè della mattina ***


La luce del sole penetra i miei occhi costringendomi a svegliarmi. La mattina di Sand Stad è sempre soleggiata e, visto che si trova nel deserto, è anche incredibilmente luminosa. La luce, mi obbliga ad uscire dal letto per abbassare ulteriormente le tapparelle della finestra. Mentre mi avvicino alla finestra, faccio attenzione a non fare troppo rumore "Per fortuna non l'ho svegliato". Chiuse le tapparelle, finalmente la luce smette di essere accecante. La cosa negativa, è che mi sono alzata per farlo. "A questo punto, meglio passare per il bagno". Mentre mi dirigo verso il bagno per darmi una sistemata veloce, controllo che Jaxe stia bene. Avvicinatami a lui, noto con piacere che sta dormendo profondamente nonostante i punti sulle braccia. Mentre lo osservo, sento dei passi dietro di me. Giratami, trovo El dietro di me ansiosa di capire le condizioni del suo allenatore –Sono preoccupata anch'io, oggi lo portiamo a far vedere in ospedale, va bene?- El sembra aver capito quanto le ho detto e decide comunque di sedersi accanto al letto dove Jaxe dorme. Dopo lo scambio di parole con El, entro finalmente nel bagno e mi preparo per una giornata piuttosto pesante.

Uscita dal bagno, trovo Jaxe che accarezza il suo Pokémon, seduto di fianco al letto. –Come ti senti oggi?- -Ho la testa che mi gira, ma mi rimetterò, come sempre- Per sembrare in forma, Jaxe si alza e si dirige verso la porta del bagno, prendendo dal suo zaino una maglietta e dei pantaloni lunghi. "Dalla lentezza con la quale si alza, si vede che non si è ancora ripreso. Devo proprio portarlo a far vedere"

Una volta chiusa la porta del bagno, io ed El rimaniamo le uniche in stanza, in compagnia del rumore dell'acqua corrente derivante dal rubinetto. Dopo una ventina di minuti El inizia a perdere la pazienza e tenta di ricomporsi camminando avanti e indietro per la stanza –Credo che andrò a dare un'occhiata, magari gli serve una mano.- Grazie alle mie parole, El sembra essersi tranquillizzata, nonostante i suoi occhi dicano totalmente il contrario. –Jaxe, sto entrando. Sei presentabile?- Aperta la porta del bagno, lo trovo intento a mettersi una maglietta, senza ottenere grossi risultati. –Ti serve, una mano?- -Ce la faccio, ce la faccio- "Ma come, è ovvio che non puoi riuscirci in quelle condizioni" Di colpo gli sfilo la maglietta dalle mani –Lascia che ti aiuti- Giratosi verso di me, Jaxe tira un sospiro di rassegnazione e si prepara ad essere vestito da me –Va bene- I segni sulle sue braccia, sono ancora ben visibili, ma non sembrano essere peggiorati da ieri. Anche quelli sulle spalle sembrano migliorati. Dopo avergli fatto passare la tesa attraverso la maglietta, inizio a scendere con le mani lungo i fianchi, aiutandolo ad infilare le braccia attraverso le maniche. Mentre continuo a far scendere la maglietta, sento i suoi muscoli contrari di colpo –Ti fa ancora male vero?- -Poco, con un paio di giorni starò meglio- -Sì certo, e Elettro ha effetto su Terra-.

Finito con la maglia noto che il colore della stessa mi risulta familiare –Hey, ma quella è una delle magliette che abbiamo comprato ieri- -Ehm sì...- -Ti sta bene sai?- -Tu dici?- -Certo. Ti fa risaltare gli occhi.- Mentre discutiamo, entrambi camminiamo verso l'uscita della stanza passando una mano tra il pelo di El, che nel frattempo si era seduta in attesa su uno dei letti. –Se lo dici tu.- di colpo, Jaxe apre la porta della stanza-Ho voglia di mangiare qualcosa, te che aspetti?- -Pensi sempre a mangiare, vero?- Recuperato il mio zaino, ci dirigiamo verso il piano inferiore, dal quale sento provenire un gran trambusto. Arrivati, noto che la ditta di pulizie di cui parlava il commissario ieri sera è già all'opera –Ah ragazzi, buongiorno!- In mezzo a tutto quel rumore sentiamo la voce di August, che si scosta da un gruppo di giornalisti ed agenti di polizia per venirci a salutare. –Buongiorno August, ti vedo molto indaffarato- - Già, credo proprio che tu abbia ragione, prevedo una giornata piuttosto piena. E credo che lo sarà anche la vostra. Sembra che siate richiesti dal commissario Ruben per l'interrogatorio. E' lì al bancone che vi aspetta- -Bene... Cosa c'è per colazione quindi?- La domanda di Jaxe arriva totalmente fuori luogo, ma sembra comunque determinato. Un filo spiazzato, August ci indica il bancone –Se volete, posso prepararvi un'ottima tazza di caffè, l'ideale per cominciare una giornata. Seguitemi al bancone- Raggiunti gli sgabelli di fronte al bancone, Jaxe prende posto di fianco al commissario, senza però dirgli nulla. Di seguito, anche io ed El prendiamo posto, aspettando August, che intanto si era messo all'opera per prepararci la colazione.

-Vedo che siete già pronti per l'interrogatorio- Senza salutarci, il commissario Ruben si gira verso di noi, tirando fuori dalla tasca della sua divisa una taccuino ed una penna. –Buongiorno anche a lei, Ruben- Le parole di Jaxe sembrano più un gesto di sfida che un saluto vero e proprio -Commissario Ruben per te, ragazzino. E ora vedi di rispondere alle mie domande senza fare storie- I loro sguardi si incrociano, facendo più scintille di un Ferroartigli che colpisce un Ferroscudo. –Ragazzi, perché non vi calmate e bevete del caffè? Di sicuro migliorerà la vostra giornata- August appoggia delle tazze di caffè proprio sotto i nasi dei due, distraendoli. –Hai ragione August, di sicuro mi farà bene- -Sicuro ragazzo! E lei, commissario, perché non prova ad essere un filo meno... rude?- Mentre August tenta di ragionare con loro, Ruben finisce la sua tazza di caffè in un solo sorso, senza neanche mettere un minimo di zucchero in esso. Dopo aver tirato un sospiro pesante, il commissario prepara il suo taccuino –Niente da fare August. Forza ragazzo, nome e cognome- -Ah, certo, Jaxe- mentre risponde, Jaxe sembra piuttosto svogliato, e si limita a zuccherare il suo caffè -Un cognome ce l'hai?- -No. Solo Jaxe- Il commissario appoggia la sua mano sulla sua fronte, tirando un sospiro estremamente infastidito. Nel frattempo, August passa una tazza di caffè e delle brioche anche a me, facendo rimanere El la sola senza colazione –Ne puoi fare una anche per lei?- - Cosa? Non pensavo che anche i Pokémon prendessero il caffè- -A chi lo dici, l'ho scoperto solo qualche giorno fa—Va bene ragazzo, dammi un tuo documento- Mentre io e August discutiamo sulla colazione di El, il commissario riprende l'interrogatorio. –Sfortunatamente, credo di averli persi durante i miei viaggi- -Sfortunatamente eh? Allora che ne dici se ne parliamo per bene in centrale?- -Nah, mi piace qui. E poi, sto mangiando- Gli occhi di Ruben si spostano dal taccuino e si posano su Jaxe con aria furiosa. –Guarda che non sto scherzando, ragazzino- -Neanche io, sono più che disposto a rispondere ad ogni sua domanda alla quale io possa rispondere. Il tutto mentre faccio colazione e sono circondato da una ditta di pulizie che sistema questo posto dopo il casino di ieri sera, del quale, a proposito, lei vuole che io glie ne racconti. Sfortunatamente, al momento trova me e la mia compagna nel mezzo di un viaggio, e non ho la minima intenzione di fare soste eccessivamente lunghe- Il monologo di Jaxe lascia tutti quanti senza parole. Le sue argomentazioni, per quanto possano essere intese come gesti di scherno nei riguardi del commissario che ha di fronte, sono più che fondate. A questo punto, Ruben si avvicina a Jaxe, pronto a tenergli testa –Non andrai da nessuna parte fino a quando non avrai risposto alle mie domande- Il tono solenne del commissario genera un brivido lungo la mia schiena, anche se Jaxe, sembra rimanere calmo nonostante tale affronto. –Quindi, che ne dice di cominciare, commissario Ruben?- Jaxe risponde al tono di Ruben con uno ancora più solenne. "Perché sta complicando così tanto le cose, e perché ora il suo timbro di voce sembra essere leggermente distorto? Qui la bomba potrebbe scoppiare da un momento all'altro". –Parliamo di ieri sera... Perché eravate qui- -Ah che bello, finalmente delle domande serie. Bene, ci siamo fermati in questo locale per mangiare qualcosa durante il nostro viaggio- -Scopo del viaggio?- -Vogliamo conquistare tutte le medaglie e diventare Elite Trainers- -Mpf, così patetico, come mia figlia- -Oh suvvia, scommetto che anche lei ambiva a tale titolo, prima di entrare in polizia. Non biasimi sua figlia solo per aver scelto una strada diversa- -Nulla che ti riguardi. Parliamo di quei tipi di ieri sera.- -Ah quindi i membri del Clan Cerberus, che seccatura quei tipi-

Mentre i due parlano, sia io che August rimaniamo fissi su di loro, osservando l'interrogatorio più strano che potessi immaginare –Certo ragazza, che il tuo amico è proprio un tipino a cui piace giocare- -Già, non riesco a capire se stia prendendo sul serio tutto questo-

-Cosa è successo esattamente- Le domande fredde del commissario continuano ad essere alternate dal tono fastidiosamente giocoso di Jaxe, che fornisce ogni informazione richiesta a modo suo –Beh, noi tre stavamo mangiando tranquillamente, fino a quando uno di quei tizi, Cornelius, mi pare, ci ha interrotti in maniera alquanto discutibile- -Cosa intendi con "Noi tre?"- -Ma come? Io, El, e Jula- -El?- -Si, lei- Non appena Jaxe ci introduce al commissario, El lo saluta con la mano per farsi notare. –Quell'Electivire?- -Si, El- -Va bene. Come sapevi che facevano tutti parte del Clan Cerberus- -Non lo sapevo. Ho visto il tatuaggio e ho tratto le mie conclusioni- -Bene. Mi hanno detto che sei stato tu a fermarli. Puoi confermare- -Beh, come potrei, August mi ha aiutato a fermarli, in più ha scortato fuori tutti i presenti. Il vero eroe qui è lui- -Tutti quei criminali sono ricoverati in condizioni pietose, e solo tu eri presente nel locale. In più, tutti i membri del Clan Cerberus che abbiamo arrestato ci hanno detto che sei stato tu a ridurli in quelle condizioni. Dammi una mano a capire come- -Mi sono solo difeso- -Erano persone armate, e ora entreranno in un forte stato di ansia ogni volta che sentiranno parlare di te- -Che esagerazioni- -Le loro deposizioni recitano "Era come un mostro che non poteva essere fermato","Gli abbiamo sparato, lo abbiamo colpito, lo giuro. Ma è come se non li avesse nemmeno sentiti", "Ho visto il demonio nei suoi occhi. Se non foste arrivati voi, ci avrebbe fatto fuori". Cosa hai da dire te- Dopo aver ascoltato le deposizioni degli altri, Jaxe si fa scuro in volto e si blocca per un attimo, lasciando spazio ad un silenzio coronato dalla tensione –Non era nelle mie intenzioni ucciderli, volevo solo atterrarli- -Li hai fatti a pezzi ragazzo, e lo hai fatto da solo, nessuno potrebbe esserne in grado, quindi spiegami come-

Prima che Jaxe possa rispondere, un agente di polizia cattura l'attenzione di Ruben –Commissario Ruben, siamo pronti per il trasferimento dei membri del Clan Cerberus- -Arrivo subito.- La risposta del commissario arriva estremamente seccata. Di sicuro, avrebbe preferito continuare con l'interrogatorio

-Sembra che dovremo interrompere la nostra chiacchierata in via piuttosto prematura- -Un vero peccato commissario- Ruben si alza dallo sgabello e si appresta a raggiungere gli agenti fermi all'uscita del locale -Non disperare ragazzo, riprenderemo una volta che avrò finito con lo spostamento dei nuovi detenuti che ci hai fornito- -Non c'e di che, comunque-

Dopo essersi assicurato che ogni agente di polizia abbia lasciato il locale, Jaxe si gira verso di noi, finendo di sorseggiare il suo caffè. –Odio gli interrogatori, troppe domande, a mio parere- -Secondo me sei stato grande, non ho mai visto nessuno tenere testa a Ruben come hai fatto te. E poi, parlare di sua figlia in quel modo è stato un colpo da maestro- Le parole di August arrivano prima che io possa metabolizzare tutto l'interrogatorio al quale abbiamo assistito -Tu dici?- -Certo ragazzo. Non ho mai visto Ruben così seccato. Di solito ottiene tutto quello che gli serve senza grandi sforzi, ma te lo hai messo davvero alla prova- -Tu che ne pensi Jula?- "Devo pensare a portarlo in ospedale al più presto, non posso lasciarlo in questo stato." -Direi che per noi è arrivato il momento di andare a fare i nostri giri per la città- Sentite le mie parole, Jaxe si alza dallo sgabello battendo il pugno sul bancone in segno di approvazione –Ora sì che si ragiona. Allora a più tardi August- Mentre Jaxe si allontana, August mi ferma richiamando la mia attenzione parlando sottovoce –Sei sicura di quello che fai? Sai in che condizioni si trova il tuo compagno- -Prima cosa, non è il mio compagno. Seconda cosa, lo sto portando in ospedale, senza dirgli nulla- -Ottimo, allora a più tardi. Io aiuterò la squadra di pulizie con i lavori- Mentre mi allontano dal bancone, faccio cenno ad El di venire con noi. –Jaxe aspettaci!- Una volta riuniteci a Jaxe, ci ritroviamo al di fuori del locale, dove torniamo immersi nella mattinata torrida e trafficata della città delle sabbie. Irradiato dall'intensa luce del sole, Jaxe si gira verso di noi mostrando un sano sorriso da bambino, pronto per una nuova giornata.

-Bene Jula, dove si va oggi?-

 

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Capitolo 15
*** Pokémon Bond parte 15: camici ***


La luce che irradia Jaxe, facendolo sembrare ad una visione angelica, e il suo sguardo innocente, mi fanno quasi dimenticare lo spiacevole incontro di ieri sera con il Clan Cerberus.

-SALVE RAGAZZI!- Un'energica voce femminile interrompe quel nostro momento surreale. Giratici, notiamo che a distruggere la quiete è una ragazza, poco più grande di noi, e che indossa degli abiti più adatti ad un ufficio che al caldo torrido di Sand Stad. Il suo vestiario è infatti composto da una grigia gonna stretta con delle striature di tonalità più scura, e una giacca da ufficio dello stesso colore della gonna, che nasconde sotto di essa una camicetta bianca. Il tutto completato da delle scarpe con tacco nere, e dei capelli corti, dorati come la sabbia –Sono Lara, reporter della TRR. Secondo delle nostre fonti voi eravate presenti durante il raid organizzato dal Clan Cerberus. Avete qualche commento da rilasciare?- Senza darci il tempo di ragionare, la reporter pone il microfono di fronte a Jaxe, e di colpo un cameraman si avvicina a noi puntando la sua videocamera verso di noi. –Emh che dire...- Mentre Jaxe tenta un accenno di frase, si inizia a sentire il rumore del tram della città, intento nel suo giro senza fine. –Forza ragazzo, la gente vuole sapere- In quel momento, l'espressione sul volto di Jaxe cambia drasticamente, come se gli si fosse accesa una lampadina nella mente –Mai infastidirmi mentre mangio- Di colpo, Jaxe inizia a correre verso il tram, entrando al volo all'interno del mezzo per poi sporgersi dall'entrata dello stesso –Scusaci, ma non abbiamo tempo da perdere-. –Ma cosa diavolo...- Mentre Lara tenta di metabolizzare l'accaduto, io ed El capiamo che dobbiamo correre per raggiungere il tram, prima che sia troppo tardi –Andiamo El- Partite entrambe, raggiungiamo il mezzo, riuscendo a salire a bordo con successo. –HEY! La mia intervista! TORNATE INDIETRO- -Scusaci tanto!- La reporter tenta inutilmente di convincermi a tornare da lei per completare l'intervista, ma non sa che ho qualcosa di più importante di cui occuparmi.

Perlustrando l'interno del tram, trovo Jaxe seduto accanto a dei posti vuoti, probabilmente ha scelto quel posto per farci sedere accanto a lui. Mentre sia io che El ci dirigiamo verso di lui, le altre persone all'interno del mezzo rivolgono lo sguardo verso di noi per capire chi siamo. Seduta di fianco a lui, riesco a sentire il suo respiro molto affaticato. "Non ha nemmeno fatto una delle sue battute. Credo di doverlo distrarre in qualche modo prima di arrivare in ospedale" –Lo sai che non dovresti sforzarti così nelle tue condizioni- -Sto bene- La sua voce mi arriva terribilmente debole e stanca –Ma se non riuscivi nemmeno a metterti una maglietta- -Non me lo ricordare- -Sei proprio un testone sai?- -Ah tu dici?- Mentre discutiamo, noto con piacere che su una delle pareti interne del tram, vi è affissa una mappa della città. "Una controllata alla mappa potrebbe farci comodo" –Senti, io vado a controllare la mappa, così vedo quanto ci manca alla palestra- -Ottima idea, controllare la mappa sarà di grande aiuto- Una volta in piedi, faccio qualche passo verso la mappa, ma fin da subito, non riesco a trovare nessuna rappresentazione di un ospedale su di essa. L'unica cosa con la quale mi riesco a trovare è la nostra posizione, comodamente indicata da una spia luminosa che si muove lungo la mappa, con l'andare del tram, grazie a qualche sorta di meccanismo interno.

-Dove siete diretti voi?- Una voce crepitante da vecchia signora mi distoglie dalla mappa. –Come dice scusi?- La signora si affianca a me, indicando la mappa. Standomi vicino, riesco a vederle il vecchio e consumato volto tipici di una persona che ha sempre vissuto in territori così aridi. Infatti indossa una lunga vestaglia di lino marrone, che la protegge dal sole, pur essendo un indumento leggero. –La mappa, dolcezza. Dove dovete andare- In quel momento, mi giro verso Jaxe per vedere se ci sta osservando, ma tutto quello che scorgo è un ragazzo stanco in procinto di addormentarsi accanto al suo Pokémon Elettro. "Ok, posso dirglielo senza che lui mi senta... Spero" -Si ecco, sa dirmi dove si trova l'ospedale più vicino?- Lo sguardo della signora si fa improvvisamente circospetto –E' per quel ragazzo lì seduto vero?- -In effetti si, non so se ha saputo ma ieri sera- -Ah, non andare oltre tesoro, in città tutti già sanno di ieri sera. Qui le voci corrono in fretta- Di colpo la signora mi ferma, per evitare che parli di ieri ad alta voce, per poi indicare un punto preciso sulla mappa –Comunque l'ospedale più vicino si trova qui. Dovreste arrivare in circa venti minuti- -Grazie mille signora- Ottenute le informazioni, torno a sedermi di fianco a Jaxe, che sembra essere in uno stato quasi dormiente. –Allora?- Senza voltarsi o aprire gli occhi, Jaxe chiede lo stato della situazione. –Non ci metteremo tanto, ti avverto io quando dovremo scendere- Senza avvertimento, Jaxe appoggia la testa sulle mie gambe per riposarsi –Mhm, che brava...- Tentando di trovare una posizione comoda, finisco per appoggiare una mano sul suo fianco. Tuttavia, la cosa non sembra dispiacergli "Accidenti, la sua voce si è fatta veramente debole, anche il suo battito è estremamente lento" Mentre lo guardo preoccupata, El capisce immediatamente il mio stato di timore, e appoggia una zampa sulla mia testa, cominciando ad accarezzarmi dolcemente per tranquillizzarmi. –Speriamo che vada tutto bene El-. Mentre il tram procede il suo eterno viaggio, controllo l'andare della spia luminosa della mappa, per verificare la nostra posizione. Allo stesso tempo, Jaxe sembra essere caduto in uno stato di sonno pesante, caratterizzato da un profondo e lento respiro.

Non appena la lucina sulla mappa raggiunge la posizione indicatami dalla signora poco prima, mi piego per avvicinarmi all'orecchio di Jaxe –Jaxe?, siamo arrivati- Nessuna risposta, il suo sonno è troppo pesante. Nel frattempo, El si alza per posizionarsi di fronte a noi, aspettando il suo compagno. Visto la sua ostinazione a non svegliarsi , decido di soffiargli in faccia per farlo alzare. La cosa sembra funzionare. Infatti, non appena inizio a soffiargli sul naso inizia a manifestare il suo dissenso con dei lamenti indistinti. Continuando a soffiargli sul viso, riesco a fargli aprire gli occhi. Il suo sguardo sembra estremamente seccato, ma tento di riconquistarlo immediatamente –Che c'e? Siamo arrivati, è ora di scendere- Nessuna risposta, ancora non riesce a ragionare propriamente. –Puoi fare qualcosa El?- Il Pokémon, si avvicina a noi, prendendo in braccio il suo compagno, che si aggrappa immediatamente a dei ciuffi di pelo. Subito dopo, il Pokémon si dirige verso l'uscita del tram, scendendo dal mezzo grazie ad un delicato balzo. L'ultima a scendere sono io, che mi aggrappo al lato del tram per scendere in sicurezza.

Tornati sul terreno, mi metto subito alla ricerca dell'ospedale, che trovo poco dopo, qualche metro più dietro rispetto a noi, dall'altra parte della strada. –Forza El, andiamo- Mentre ci avviciniamo alla struttura, di colore bianco, Jaxe sembra ancora non capire cosa stia accadendo. "Deve rendersene conto il più tardi possibile". Arrivati di fronte all'entrata, Jaxe inizia a fare cenno al suo Pokémon di voler scendere, tirando delicatamente dei ciuffi di pelo. –Che ci facciamo qui?- "Merda" -Solo una tappa. Sai no? Prima di andare alla palestra- -Oh beh, allora credo che ti aspetterò qua fuori-. Come immaginavo, non ha la minima intenzione di entrare in ospedale. Devo pensare in fretta ad una scusa -Beh preferirei non andare da sola- -Ok, El ti potrà fare compagnia- "Certo che è proprio testardo. Non vorrei giocarmi questa carta, ma non credo di avere molta scelta" . Senza perdere tempo, mi aggrappo ad una delle sue braccia, appoggiandomi con la testa sulla sua spalla –In realtà, preferirei averti al mio fianco. Puoi farmi questo favore?- Visto il rossore sul suo volto, direi che la tattica "Voce Lasciva" ha avuto effetto. Tutti e tre iniziamo a camminare verso l'entrata della struttura, fino a ritrovarci all'interno della stessa.

Come entriamo nell'ospedale, sento subito che il pavimento, ci colore verde chiaro, è composto da qualche sorta di gomma antiscivolo. Anche Jaxe sembra essersene accorto, infatti continua ad osservare circospetto la pavimentazione. L'ingresso dell'ospedale è caratterizzato da un gran via vai di medici, infermieri, pazienti e visitatori che girano per tutta la struttura. A fare da contrasto visivo sono le mura interne di colore bianco guscio d'uovo, coronate dal battiscopa in legno. Ancora aggrappata al braccio di Jaxe, cerco con lo sguardo una qualche area dove poter prenotare una visita. Camminando per l'ingresso, noto un medico dal volto familiare, indaffarato con delle cartelle. –Hey Jaxe, guarda. Quello lo conosciamo?- -Non saprei- -Andiamo a vedere- Per incitarlo a muoversi, inizio a stringere leggermente la presa, evitando di tirare i le zone dove gli sono stati applicati i punti. –Mi scusi- -Si, cosa le serve signorina?- Avvicinatici al medico richiamo la sua attenzione, e noto con piacere che la mia supposizione era esatta. Infatti, si tratta di uno dei paramedici incontrati ieri sera. "Un po' di fortuna, finalmente". Girato verso di noi, il medico ci riconosce quasi immediatamente –Hey, ma voi siete i ragazzi di ieri- -Ehm sì, mi serviva un favore- -Di che si tratta?- -Potresti dargli un'occhiata?- In quel momento, Jaxe si stacca da me facendo un passo indietro –Aspetta, non avevi detto che eravamo qui per te?- -In un certo senso lo è...- -E come, spiegati- Avendo visto che un approccio lascivo può dare ottimi risultati, decido di riusare questa tecnica. Facendo un cenno al medico di aspettare un secondo, torno abbracciata a Jaxe, sussurrando al suo orecchio –Beh sapere che stai bene, mi fa stare tranquilla. Lascia che ti visiti- Nell'attesa della risposta, sento il suo respiro bloccarsi dopo aver sentito le mie parole "Spero vivamente che questo basti a convincerlo, non vorrei spingermi oltre in un luogo così" –Va bene- -Davvero?- Improvvisamente, Jaxe inizia a camminare verso il paramedico –Non dire che non farei nulla per te. Dove si va Doc.?- -Ah bene, seguitemi. Cerchiamo una sala libera.- Iniziando a camminare lungo uno dei corridoi della struttura, inizio a contare il numero di stanze per tenermi occupata. "Certo che per essere una struttura pubblica, è molto curata. E poi quante stanze. Una, due, tre, quattro..."

–Bene possiamo fermarci qua. Se facciamo in fretta, non dovremmo creare problemi- Dopo essere arrivata a circa una ventina di stanze chiuse, troviamo una sala per pazienti vuota e pulita. –Allora? cosa devo fare?- -Siediti sul lettino e levati la maglietta. Diamo un'occhiata a questi punti- Mentre dà indicazioni, il paramedico si disinfetta le mani con un detergente e si infila un paio di guanti in lattice. Una volta seduto, Jaxe tenta di levarsi la maglietta, riscontrando però le stesse complicazioni di stamattina. –Aspetta Jaxe, ti aiuto io con quella- Mentre gli sfilo la maglietta di dosso, noto che El si è fermata fuori dalla stanza a fare da guardia. –Perfetto, vediamo come stanno... Aspetta un attimo- Non appena prende visione delle ferite di Jaxe il medico si blocca di colpo. La cosa mi rende talmente preoccupata da farmi stringere la mano di Jaxe nella mia, nonostante le differenti dimensioni tra le due. –Cosa c'è che non va?- -E' proprio questo. Non c'è nulla che non va. Anzi, sta andando fin troppo bene. Guarda tu stessa- Fatto il giro del lettino, raggiungo il Medico e mi metto ad osservare le ferite sulla schiena di Jaxe. –Visto? Sono già in uno stato avanzato di rimarginazione. Di solito ci vogliono settimane per sistemare le ferite da arma da fuoco.- Mentre parla, appoggia un dito su una delle sezioni dove sono applicati i punti, ma appena il suo dito raggiunge pelle nuda, Jaxe inizia a lamentarsi e a muoversi sul posto in preda al dolore. –Fanno ancora male, vedo- -Che dobbiamo fare?- In preda alla preoccupazione, chiedo consiglio al medico, mentre Jaxe, sembra rimanere calmo nonostante la situazione. Fischiettando, il medico prende uno stetoscopio e si posiziona di fronte a Jaxe. –A questo punto credo chi il riposo possa bastare, ora voglio sentire come va il battito. Visto che ci siamo, perché non mi parli di questa cicatrice?- -Non credo che ne abbia lì davanti- -Non l'hai notata perché è stata trattata con un macchinario al laser estremamente avanzato. Di quelli che non saranno mai presenti in una struttura medica. Guarda, scorre lungo tutta la cavità toracica e raggiunge il basso addome- Mentre il medico inizia a contare i battiti, Jaxe decide di non rispondere. Dopo circa un minuto di attesa, il medico posa lo stetoscopio e prende un flacone di disinfettante -Capisco,cose private. Intanto, sessantatre battiti, un po' pochini, ma dopo quello che ho visto non dovrei meravigliarmi molto. Detto questo, ti do disinfettata veloce e direi che abbiamo finito-. Jaxe sembra preoccupato dalla cosa, infatti, mentre il medico prepara un pezzo d'ovatta bagnandolo con un disinfettante di colore rosa, ha iniziato a guardarmi con occhi da cucciolo –Sta tranquillo, vedrai che non ti farà nulla- Nonostante le mie parole, non sembra chi io sia riuscita a migliorare la situazione. –Eccoci qua- Appena Jaxe sente del disinfettante scorrergli tra le ferite, appoggia la sua testa su di me, mugolando in preda al bruciore –Shh, lo so lo so- Mentre Jaxe continua a lamentarsi, lo stringo tra le mie braccia per confortarlo. –Ho finito ragazzone. Puoi rimetterti la maglietta- -Ci penso io- Dopo avergli rimesso la maglietta, anche El entra nella stanza, avvicinandosi al suo compagno assicurandosi delle sue condizioni. –Bene, come ho già detto, del semplice riposo potrà bastare-

Sentiti i risultati, Jaxe scende dal lettino e inizia ad accarezzare il suo Pokémon. –Che ti dicevo, sto bene. Comunque grazie dottor... Scusi, non ho afferrato il suo nome- -John Dorian. Ma tutti mi chiamano JD- -Allora ci si vede JD.- Appena finita la visita,Jaxe esce dalla stanza e si dirige verso l'uscita della struttura. In preda alla frenesia del momento saluto John ringraziandolo e, sia io che El, raggiungiamo Jaxe nel mezzo del corridoio –Hey aspetta. Non vuoi nemmeno riposarti un po'?- In quel momento, Jaxe appoggia il suo braccio attorno a me e inizia ad andare al mio stesso passo. –Nah, sto bene. E ora che ne siamo certi, che ne dici di andare alla palestra?- -Non vuoi proprio riposarti, vero?- -Ovviamente mia cara. E ora, andiamo a prenderci questa medaglia!-

 

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Capitolo 16
*** Pokémon Bond parte 16: Conseguenze ***


Mentre cammino per il corridoio dell'ospedale, affiancata dal ragazzo più strano che abbia mai incontrato e il suo Pokémon, più umano di molte altre persone, un rumore familiare mi distacca da tutto il resto. Subito, mi rendo conto che si tratta del mio cellulare, che squilla dall'interno del mio zaino. –Merda, no no no no!- -Che succede?- -MIA MADRE. Ho dimenticato di chiamarla, ora mi uccide di sicuro!- Preso il cellulare dalla borsa, scopro che la mia supposizione era esatta. Non sono mai stata così spaventata da quella scritta "MAMMA" affissa sullo schermo nero. Dopo un profondo respiro, rispondo alla chiamata. –Pronto?- -MI SPIEGHI COSA DIAMINE E' SUCCESSO?. PRIMA SMETTI DI CHIAMARE! E POI ZIA LUCIA MI CHIAMA PER DIRMI CHE ERI IN TELEVISIONE PER COLPA DI QUALCHE CASINO CON LA POLIZIA!- Le parole di mia madre scavano nel mio canale uditivo con la delicatezza di un martello pneumatico, a piena potenza. –Tranquilla sto bene, non mi è successo nulla- -E ALLORA PERCHE' NON MI CHIAMI? SONO GIORNI CHE NE' IO NE' TUO PADRE ABBIAMO TUE NOTIZIE- -Beh, diciamo che sono stata piuttosto occupata- -E CON CHE COSA VISTO CHE VIAGGI DA SOLA- -A dire la verità, non sono sola- -JULA BECKAM, TI HO GIA DETTO CHE I POKEMON NON CONTANO- -Infatti, non si tratta di un Pokémon- -E' UNA PERSONA?- -Sì, lo è- Dopo la mia affermazione, finalmente mia madre smette di urlare, facendo riposare le mie orecchie. Durante la pausa, mi giro verso Jaxe e capisco che è riuscito a sentire perfettamente la conversazione, e che ora è curioso di sentirne il continuo. –AMORE! LA NOSTRA BAMBINA HA TROVATO UN RAGAZZAO PER LEI! / COSA!? DIGLI CHE SE PENSA DI AVERE LA MANO DELLA MIA PICCOLINA TANTO FACILMENTE DOVRA' PRIMA PASSARE SUL MIO CADAVERE- Le parole dei miei genitori riescono a metterci entrambi in imbarazzo. Io tento di coprire il mio con il cappello, mentre Jaxe si gira leggermente dall'altra parte –E DIMMI E' CARINO? E'PIU'GRANDE? DIMMI TUTTO!- -Mamma...- -FORZA, VOGLIO SAPERE OGNI COSA SUL RAGAZZO CHE RIESCE A SOPPORTARE QUEL TUO CARATTERINO- -Ci sentiamo più in là Mamma, salutami Papà-

Dopo aver riattaccato con furia in faccia a mia madre, mi giro un'altra volta verso Jaxe, che sta tentando con tutte le sue forze di trattenere le risate. –Scusami, sai... le mamme- -A me sembrava divertente- -Allora, meglio che non ti faccia conoscere mio padre- -Scherzi? Non vedo l'ora di conoscere i tuoi. Sarà la prima cosa che farò una volta arrivati a Blomstring. Ora pensiamo a prendere una nuova medaglia- -Pensi sempre a combattere tu?- -Puoi dirlo forte!-

Riprendendo tutti e tre a camminare per l'ospedale raggiungiamo l'uscita. Una volta all'esterno della struttura, la prima cosa che mi viene in mente di mangiare qualcosa. Infatti, controllando l'ora, noto che sono quasi le due. –Ehm, Jaxe, non credi che sia il caso di mangiare qualcosa prima di affrontare la palestra?- Di colpo, Jaxe si ferma, facendosi tamponare da El, che non si aspettava un arresto così brusco da parte del suo allenatore. –Questa... Questa è un'ottima idea. Ora sì che parli la nostra lingua Jula, a cosa pensavi?- Senza pensarci troppo, indico il bar situato proprio di fronte all'ospedale. –Ok, se va bene a te, va bene anche a noi-

Attraversata la strada sterrata, ci ritroviamo di fronte alla porta, in legno scuro, del bar, costruito in cemento e dipinto con un colore che richiama la sabbia dorata. Senza neanche leggere l'insegna, tutti noi entriamo nel locale, ritrovandoci su una pavimentazione in legna. Guardando di fronte a noi, noto molte persone sedute tra i tavoli del bar, mentre altre sono sedute al bancone, sorseggiando alcolici di ogni tipo. –Hey Jula, guarda là- Poco dopo, Jaxe mi indica un tavolo ancora vuoto. Senza esitazione, tutti e tre prendiamo posto sulle sedie in pelle rossa, situate attorno al rotondo tavolo in pietra verde. Su di esso, troviamo dei menù in carta con scritte su di essi le varie ordinazioni possibili. Leggendo il menù, riesco a capire che siamo entrati in un bar specializzati in panini di ogni tipo. –Bene, hanno le birre scure, ne prendo subito una- -In realtà, penso che tutto quest'alcool potrebbe farti male sai?- Seduto di fronte a me, Jaxe tira un sospiro rassegnato –Va bene, significa che prenderò una bibita gassata, al limone-. –Buongiorno ragazzi, siete pronti per ordinare?- Dopo pochi minuti di consultazione, un giovane ragazzo si pone di fronte a noi, pronto per prendere le nostre ordinazioni. Credo che sia giusto che inizi io con la comanda –Per me un panino al formaggio Miltank e miele- -Invece per noi due dei panini Tepig- -Perfetto, e da bere gradite?- -Credo che una bottiglia di Acqua e del Lemonsucco andranno bene- Decido di prendere l'iniziativa ordinando per tutti e due, il che lascia Jaxe alquanto sorpreso. Ma crede che gli vada bene, visto che non ha replicato su nulla –Perfetto. Allora a fra poco ragazzi- Una volta tornati in privato, Jaxe tenta di capire il motivo della mia scelta riguardo al panino –Sicura di non volerci della carne dentro al tuo panino?- -Sicuro di voler mangiare la carne derivante dai Pokémon?- -Beh, le proteine servono al corpo- -Anche il formaggio le contiene- -Si, ma sono differenti- -Non significa che siano migliori- Mentre discutiamo, delle persone, vestite con giacche verde militare si avvicinano a noi con aria minacciosa, la cosa non mi piace per niente –Ehm, possiamo interrompere?- Jaxe, si pone subito sulla difensiva –Dipende...- Vedendo la mano di Jaxe, pronta a scattare, la persona, con al suo seguito due signori alquanto anziani, fa un piccolo passo indietro –Tranquillo ragazzo- -E chi mi assicura che non siete del Clan Cerberus?- Non appena Jaxe nomina il nome dell'organizzazione, il bar cala nel silenzio. Tutti i presenti sono ora girati verso di noi, aspettandosi il peggio. –L'unico segno sul mio corpo ragazzo, è questa cicatrice che o sul collo. E a farmela è stato uno degli Houndoom Cornelius, che grazie a te ha avuto ciò che meritava- Sentite le parole dell'anziano, Jaxe si rilassa –Va bene. Di che volete parlare?- -Le voci hanno iniziato a girare, e abbiamo scoperto che siete stati voi a salvare il locale di August. Volevamo ringraziarvi personalmente- Parlando, i signori prendono posto al tavolo di fianco a noi –Già, se non ci foste stati voi, ora il nostro locale preferito sarebbe solamente cenere/ Sì, siete degli eroi ragazzi- Mentre I tre anziani continuano a parlare, i ragazzo di primo ritorna con la nostra ordinazione –Allora, ecco a voi due panini Tepig, uno al formaggio e miele, l'acqua e il Lemonsucco. Buon appetito ragazzi- -Grazie a te- Iniziando a mangiare, uno dei signori di fianco a noi nota come El si senta a suo agio nel mangiare le nostre stesse cose –Hey ragazzi guardate. Pensavamo di aver visto tutto dopo aver vissuto la guerra, ma questa mi mancava/ Un Pokémon che mangia un panino, questa si che mi è nuova.- -Sì per lei è normale. El mangia le nostre stesse cose- -Signori e signore, non abbiate paura di presentarvi, loro sono i ragazzi che hanno salvato il Due Dune di August!- Di colpo, uno dei tre signori urla facendosi sentire da tutto il locale. Di seguito il resto dei presenti alza i loro bicchieri urlando e applaudendo per noi. Iniziando a mangiare, decido di parlare con i signori che hanno iniziato la conversazione –Avete detto di aver vissuto la guerra, vi riferite alla guerra civile di Landhavet?- -Guarda guarda, stupenda, curiosa e anche acculturata, qualità rare da trovare contemporaneamente nelle persone oggigiorno. Comunque hai ragione, io, Marik e Glav abbiamo combattuto per abolire la monarchia nella nostra regione- -Guerra?- Dopo aver ingoiato il suo boccone, Jaxe sembra piuttosto sorpreso nel sentirmi parlare della guerra che ha cambiato la regione di Landhavet –Sì, la guerra civile che scoppiò circa sessanta anni fa. Non mi dirai che non ne hai mai sentito parlare?- In risposta, Jaxe scuote la testa –Da dove vieni ragazzo?- Uno dei signori inizia ad incuriosirsi e inizia a parlare con Jaxe –Beh, sono nato a Festilghett, ma non mi è mai arrivata notizia di una guerra- -Voi di Festilghett siete tutti dei gran festaioli, è ovvio che non ti sia arrivato niente. Con tutte quelle feste...- -Sì, probabilmente avete ragione...- Jexe sembra leggermente infastidito dalle parole del veterano, ma senza darci molto peso riprende a mangiare. –Bene, ora non vedo l'ora di prendermi quella medaglia- -Sei sicuro Jaxe?- Dopo essersi scolato un bicchiere pieno di Lemonsucco, Jaxe si rimette in piedi, pronto alla partenza. –Certamente. Vado a pagare e possiamo andare- Prima che io possa replicare, uno dei signori seduti di fianco a noi ci interrompe ancora –A dire la verità, abbiamo pensato noi al conto/Come ringraziamento per aver salvato il Due Dune- Dopo un attimo di stallo, Jaxe si ricompone subito –Grazie ragazzi, lo apprezzo molto. Ragazze, direi che a questo punto siamo in partenza. - Dopo aver tirato un sospiro di esasperazione, sia io che El torniamo in piedi e ci dirigiamo assieme a lui verso l'uscita –Grazie ancora signori. Sia per il conto, che per il lavoro che avete svolto per la regione- -Figurati signorina, ora andate a creare la vostra storia- Mente usciamo dal locale, il resto dei presenti ci saluta un'ultima volta alzando i bicchieri.

Una volta fuori dal locale ripenso alle parole dell'uomo con il quale abbiamo parlato poco fa. "Le voci hanno iniziato a girare...". Di colpo, faccio mente locale e come per impulso, controllo il mio telefono. –Mio Arceus. Jaxe, guarda che roba- -Che succede?- -Non l'avevo notato mentre parlavo con mia madre. Siamo uno dei topic più famosi e recenti di PokéGram! Ci sono foto di noi che sono state scattate stamattina. Ci sono anche delle foto di ieri sera, mentre sei in ambulanza.- -E quel 280 li all'angolo?- -Sono tutti i messaggi che mi sono arrivati nelle ultime ventiquattro ore, credo che li leggerò a fine giornata- I messaggi provengono quasi tutti dalle mie amiche, quindi dovrò prepararmi al peggio. –La cosa mi infastidisce leggermente, ma credo che siano solo le conseguenze del casino di ieri sera- -Lo credo anch'io. Di sicuro non siamo passati inosservati- -Non pensiamoci troppo, e limitiamoci a continuare con il nostro viaggio. Va bene?- Mentre continuiamo a camminare per la città, cercando le indicazioni per la palestra , non riesco a non pensare a cosa porterà questa situazione. –Sicuramente ci faranno altre foto durante la lotta con il Capopalestra- -Allora conviene prepararci ad una lunga giornata-

 

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Capitolo 17
*** Pokémon Bond Parte 17: Ali ***


Camminando per la città delle sabbie, nessuno di noi riesce a trovare alcuna informazione o indicazione per raggiungere la palestra. Dopo un breve tratto di camminata, vediamo di fronte a noi un gruppo di ragazzi che chiacchierano al lato della strada. Mentre ci avviciniamo, noto che uno di loro possiede delle pokéball legate alla cintura. –Jaxe guarda, allenatori. Magari sanno dove si trova la palestra- Raggiunti i quattro ragazzi, uno di loro interrompe il suo discorso e attende di capire le nostre intenzioni

–Ehm, scusate, sapete dirci dove si trova la palestra di Sand Stad?- Uno dei due ragazzi presenti si avvicina a me, in silenzio. I suoi capelli ricci e disordinati mi fanno capire che è uno al quale piace lottare. Dietro di me, sento Jaxe ed El fare un passo avanti, pronti ad uno scontro se necessario. –Mark, smettila di infastidirli e torna subito qua.- Dopo aver tirato un'ultima occhiata a Jaxe, il ragazzo che risponde al nome di Mark torna in mezzo al gruppo, dopo essere stato richiamato da una delle due ragazze presenti nel gruppo. –Sei sempre il solito testone, ti ho detto mille volte che non è buona educazione presentarsi in questo modo- -Va bene Bretta- Dopo aver ricevuto una strigliata da parte di Bretta, Mark si gira verso di noi –Scusatemi, volevo solo divertirmi un po'.- -Comunque io sono Luke, e come potete immaginare loro sono Bretta e mio fratello Mark-

-Molto piacere ragazzi. Noi siamo Jaxe, El e Jula- Di colpo, Jaxe fa un altro passo avanti e procede con le presentazioni. La cosa che non mi quadra è il fatto che il gruppo di fronte a noi è composto da quattro persone, ma credo di aver sentito solo tre nomi. La ragazza che Luke non ci ha ancora presentato sembra estremamente timida, infatti fino ad ora si è limitata a restare in disparte aggiustandosi con frequenza quasi compulsiva i suoi occhiali da vista e tenendosi stretta a sé il suo quaderno. –E lei?- -Ah, già, lei è Meredith. Ogni tanto è così silenziosa che quasi mi dimentico di lei. Saluta i nostri nuovi amici Meredith- -Ciao- La voce di Meredith ci arriva con un tono particolarmente debole, difficile da sentire. –Piacere di conoscerti, io sono Jula. Anche noi siamo allenatori, proprio come voi- Da dietro Meredith, si sente provenire un verso gracchiante e, improvvisamente, un Gible si pone tra me e Meredith. –Ah lui è Gible.- -Forte, si dice che i Garchomp siano dei Pokémon fortissimi- -Però Meredith, chi avrebbe mai detto che eri una gran chiacchierona- Bretta si avvicina alla ragazza avvolgendola con una delle sue braccia. Ora che le due sono vicine, la differenza tra loro è più che evidente. Infatti, oltre al carattere praticamente opposta, Bretta ha una corporatura massiccia e muscolosa. In più, Bretta sembra essere la più grande del gruppo. "Ma quanto si sarà allenata per diventare così." –Ragazzo, hai detto di chiamarti Jaxe, vero?- Luke si avvicina a Jaxe, tentando un approccio amichevole. –Ehm, sì?- -Io vi ho già visto da qualche parte- "Oh no, ci risiamo" –Lo so io Luke, sono i ragazzi che stanno spopolando su PokéGram- -Allora siamo in compagnia di due celebrità- -Ragazzi, ci spiegate cosa è successo di preciso ieri? Sotto ai post non si parla nient'altro che di voi e del Clan Cerberus- Con aria alquanto stizzita, Jaxe ferma subito i ragazzi.-In realtà, penso che per ora ne abbiamo avuto abbastanza di ieri, vero Jula?- -In effetti, credo proprio che ci converrebbe rilassarci un po'. Soprattutto tu Jaxe. Non dovresti andare in giro con tutti quei punti- Dopo aver sentito la parola "punti", in mezzo a noi cala un profondo silenzio, distrutto immediatamente dalla potente e fragorosa risata di Bretta –Questo sì che è un vero combattente, mi piace. Non come te Mark, tu fai solo finta di essere un guerriero, ma sappiamo tutti che sotto sotto, sei un delicato fiore da campo- -HEY! Questo non è... del tutto... falso- Per distoglierci dall'imbarazzo del fratello, Luke richiama la nostra attenzione –Quindi, anche voi siete qui per la medaglia?- -Esatto, vogliamo diventare degli Elite Trainers- -Bene, allora possiamo andare tutti assieme, anche noi dobbiamo ancora prendere la medaglia di tipo volante. Seguiteci, stavamo giusto per ripartire-

Mentre camminiamo con il nostro nuovo gruppo il tempo sembra passare più in fretta. Vedere come Luke e Mark, anche se gemelli, siano caratterialmente differenti e legati a persone diverse. Infatti, Luke, prendendo in braccio il Gible cammina di fianco a Meredith, tentando di comunicare con la persona più timida che abbia mai visto. Allo stesso tempo, Mark sembra essere soggiogato da Bretta, che cammina di fianco a lui tenendolo sotto il suo possente braccio. Dopo aver controllato una piccola mappa, Lucas ci comunica la strada per raggiungere la palestra –Bene, la palestra dovrebbe essere a circa venti minuti di camminata da qui- -Ottimo- La voce di Jaxe, sembra avere un tono affaticato. Infatti, non appena mi giro, i miei sospetti vengono confermati. Ha iniziato a sudare e a camminare ad un passo più lento del solito. –Jaxe, tutto bene? Lo sai che non devi sforzarti- -Sto bene- Di riflesso, anche il resto del gruppo si ferma per capire la situazione –Hey Jula, il tuo compagno guerriero ha una brutta cera- -Già, forse sarebbe il caso di fermarsi- -Ragazzi, sto bene. Continuiamo a camminare, voglio prendermi quella medaglia- Nonostante le nostre preoccupazioni, Jaxe si ostina a non fermarsi."Se continua così, rischia di stare veramente male. Devo trovare un modo per farlo fermare" La prima idea che mi salta in mente è quella di fare cenno ad El per farle utilizzare i suoi elettrodi su di lui. Catturando l'attenzione di El, le indico senza farmi sentire i suoi elettrodi, per poi indicare Jaxe.

Il Pokémon sembra aver capito, e in un batter d'occhio uno dei suoi elettrodi caudali immette una leggera scarica elettrica su Jaxe, Facendogli perdere i sensi. Prima che cada a terra, El afferra il suo compagno per un braccio e se lo carica sulle spalle. –Non credi che sia stata una reazione leggermente drastica?- -Ogni tanto, sa essere estremamente testardo, quindi credo di aver accelerato le cose- -Jula, preferisci che ci fermiamo?- -Niente affatto, di sicuro gli farà piacere svegliarsi nella palestra- -Certo che siete una strana coppia, ma devo dire che siete molto affiatati- Ripreso il tragitto, mantengo tutta la mia attenzione su Jaxe, che sembra dormire beato sulla schiena del suo Pokémon. "Sei veramente un idiota".

-Bene, siamo arrivati ragazzi- Finito di camminare, ci ritroviamo di fronte ad una struttura dalle dimensioni imponenti, con affisso sulla facciata principale il tipico logo presente all'esterno di ogni palestra. Entrati, tutti quanti tiriamo un sospiro di sollievo, causato dall'improvviso cambiamento di temperatura dovuto all'aria condizionata interna alla struttura. –Bene, si va nella sala principale- Seguendo Luke, raggiungiamo la sala dove la Capopalestra accoglie gli allenatori, per poi combattere con loro. Camminando per la struttura noto come gli allenatori presenti utilizzino la palestra non solo come luogo in cui lottare, ma anche come ritrovo o punto ristoro. In più, hanno iniziato a notare che El sta portando Jaxe con sé, ancora privo di sensi sulle sue spalle –Wow, questa si che è una sala da battaglia.- -Già, guardate quanto è alto il soffitto- -Di sicuro i Pokémon volanti si sentiranno a proprio agio- Sentendo i loro commenti alzo lo sguardo verso il soffitto, cercando di stimarne l'altezza "Contando che per arrivare nella zona di combattimento bisogna scendere una bella rampa di scale, credo che il soffitto disti dal pavimento circa trenta metri. Un'impressionante quantità di spazio lasciato libero." -Allora? Chi vuole andare per primo?- -Vado io, i miei Pokémon hanno bisogno di sgranchirsi le ossa- La potente voce di Bretta risponde in maniera istantanea alla domanda di Lucas, che non sembra molto sorpreso dalla cosa –Come al solito. Allora buona fortuna ragazzona- -Io non ho bisogno di alcuna fortuna.- Senza esitazione, Bretta inizia a scendere lungo la scalinata, fino a raggiungere l'area adibita alla lotta. Allo stesso tempo noi altri ci limitiamo a scendere di qualche gradino e sederci tra gli spalti. Sedendoci, El sposta Jaxe dalla sua schiena, poggiandolo lulle sue gambe. Non appena preso posto, Meredith sfila dalla sua borsa una matita, con la quale inizia a disegnare in maniera compulsiva. Incuriosito, il Gible si avvicina alla sua allenatrice per sbirciare il suo lavoro.

-ALLORA? Dove si trova il Capopalestra, ho voglia di combattere!- Dopo le energiche parole di Bretta, un vento misterioso si innalza per tutta la sala –Molto bene. Sembra che la mia nuova sfidante sia una vera temeraria- Di colpo, un'ipnotica voce femminile avvolge le nostre orecchie, mentre uno Straraptor si posiziona al centro del ring. Dal Pokemon scende una sagoma femminile –Io sono Elvira, Capopalestra di tipo Volante, ma la gente mi chiama "Ala d'argento". Dimmi allenatrice, che ne dici se cominciamo?-

I vestiti di Elvira sono totalmente in tono con il suo ruolo. Infatti il suo outfit si compone di una tuta in latex di colore grigio. Anche le sue scarpe con tacco sono dello stesso colore, come i suoi capelli corti a caschetto. Come potevo aspettarmi, sia Lucas che Mark osservano con sguardo fisso la Capopalestra "Certo che con quel vestito attillato, quella lì sembra tutt'altro che una Capopalestra"

-Perfetto, ho proprio voglia di una bella battaglia. Pidgeot, abbiamo una medaglia da conquistare!- Senza grande attesa, Bretta lancia in alto la sua sfera poké, dalla quale esce fuori un Pidgeot. –Mmh quanta frenesia, Staraptor pensaci tu- Elvira si dirige verso uno dei margini del ring, lasciando il suo Pokémon contro il Pidgeot di Bretta.

-Bene, diamo il via alla lotta. Staraptor, Aeroassalto- La prima mossa è dello Staraptor di Elvira, che prende il volo e carica contro il Pokémon avversario. –Pidgeot, rispondi con il tuo Aeroassalto!- Anche il Pidgeot carica contro il suo avversario. Entrambi i Pokémon iniziano una violenta colluttazione aerea, dalla quale nessuno dei due sembra prevalere sull'altro. Dopo poco, lo Staraptor riesce a mettere a segno un colpo ben assestato al petto del Pidgeot, che cade al suolo. Rialzatosi, il Pokémon di Bretta schiva il colpo successivo, tornando a volteggiare in aria –Nessun timore Pidgeot! Andiamo con Eterelama, e poi colpisci con Attacco Rapido. Sentito l'ordine, il Pidgeot esegue un veloce avvitamento su se stesso, che conclude fendendo l'aria con un rapido movimento dell'ala. Il fendente, genera una lama aerea diretta contro il Pokémon di Elvira, che schiva agilmente spostandosi lateralmente. Schivando il colpo, lo Staraptor si rende scoperto all'Attacco Rapido del suo avversario. Infatti, il Pidgeot di Bretta colpisce il suo nemico con un potente attacco diretto all'ala. Il colpo risulta nell'atterraggio forzato dello Staraptor. –Forza Pidgeot, finiscilo con Baldeali!- Il Pokémon uccello parte in picchiata pronto a colpire il Pokémon rapace. –Forza Bretta, dimostra quanto sei forte/ Forza ragazzi!- Le incitazioni degli altri, risuonano per tutto la palestra, mentre Meredith continua a disegnare, senza distogliere lo sguardo dal suo quaderno. –Staraptor,Iper Raggio- La voce avvolgente di Elvira si trasforma in un comando solenne, che il Pokémon esegue aprendo il pecco e lanciando un potente grido, che assume l'aspetto di un possente raggio d'energia. Il raggio, colpisce in pieno il Pidgeot, che stremato dal colpo, precipita a terra privo di sensi

–Non fa niente Pidgeot, rientra. Lycanroc, vediamo di vincere!- Il Pokemon lupo di Bretta fa la sua entrata in campo, minacciando lo Staraptor con un ringhio di avvertimento. Dopo aver fatto rientrare il Pidgeot nella pokéball, la lotta può finalmente riprendere. –Lycanroc, colpiscilo con Rocciarapida!- Il lupo di terra, esegue immediatamente uno scatto fulmineo verso il suo avversario che, impossibilitato al volo e affaticato dall'ultimo colpo, non può fare altro che incassare l'attacco. Il Lycanroc mette a segno un duro colpo sul fianco dello Staraptor, che finisce a terra privo di sensi.

-Così si fa Bretta/ Dacci dentro!- I ragazzi sono estasiati dalla lotta. Girandomi verso Jaxe, noto che ha ripreso a muoversi per via di tutto questo trambusto, ma si ostina a non volersi svegliare. Avvicinatami a lui, inizio a dargli dei bei pizzicotti sulle guance. –Jaxe svegliati. Forza- El, incuriosita dal mio approccio, china la testa per vedere la reazione del suo allenatore. –Mhhm no dai- Jaxe esprime il suo dissenso emettendo dei versi indistinti e sbiascicando poche parole. Decido di utilizzare un approccio simile a quello usato per farlo entrare in ospedale. Appoggiando la mia guancia alla sua, inizio a sussurrargli all'orecchio –Se non ti alzi, non potrai combattere per la medaglia- Sentite le mie parole, Jaxe apre gli occhi e inizia a perlustrare la zona –Hey, ma questa è la palestra, non ricordo di esserci entrato- -Beh, forse perché El ti ha folgorato per farti riposare un po'- Jaxe alza lo sguardo per vedere la faccia della sua compagna –E' vero?- Notando il dispiacere e l'imbarazzo sul volto di El, decido di intervenire –E' stata una mia idea, volevo che tu riposassi- Dopo una rapida analisi, Jaxe inizia a sfregare la sua guancia sulla mia –Va bene, per questa volta vi perdono entrambe-

Di colpo, un suono di roccia infranta pervade la sala, così come le esclamazioni di Lucas e Mark. Osservando il ring, vedo un Glyscor cadere a terra –Ben fatto Lycanroc, manca poco alla vittoria- Elvira sembra essere sotto pressione, anche se il sorriso che ha stampato in volto dice tutto il contrario. –Molto bene, non credevo di dover arrivare a tanto, ma sembra che tu non mi abbia lasciato scelta. Braviary, è il tuo turno!- La pokéball di Elvira rilascia il Pokèmon Baldaza, che immediatamente prende quota per distanziarsi dal Lycanroc. –Braviary, colpiscilo con Baldeali!- Il Pokèmon piumato sale di quota fino a raggiungere il soffitto della sala, per poi partire in picchiata ad alta velocità. –Lycanroc, resta fermo, ho un'idea- Il lupo di terra sembra aver capito le intenzioni della sua allenatrice, quindi si limita a rimanere con sguardo fisso sull'avversario. Siamo tutti in silenzio, con il fiato sospeso, attendendo la prossima mossa di Bretta. –Ci siamo Lycanroc, fermalo con Pietrataglio!- Non appena il Braviary torna a bassa quota, il Lycanroc affonda con forza una zampa nel terreno, dal quale spunta un enorme pilastro di roccia, che funge da sbarramento fra i due Pokémon. Il Braviary ha raggiunto una velocità critica, quindi per lui è impossibile evitare l'ostacolo. Anche tentando di frenare la sua discesa, il Pokémon baldanza non può fare nient'altro che accettare la sconfitta, schiantandosi sulla torre rocciosa. Il colpo sfocia in un KO esemplare.

-Ben fatto allenatrice, sei riuscita a sconfiggermi in maniera del tutto esemplare- Facendo rientrare il Braviary nella Pokéball, Elvira si avvicina a Bretta, congratulandosi con lei. –Sì, abbiamo vinto, siamo i migliori Lycanroc- Il Pokèmon lupo, raggiunge la sua allenatrice, saltandole addosso e iniziano a festeggiare assieme a lei. –Allenatrice, tu e i tuoi Pokémon avete combattuto con valore, vi siete dimostrati degni della medaglia tornado. Che il tuo viaggio si concluda nel migliore dei modi, allenatrice-

Presa la medaglia, Bretta fa rientrare il suo Lycanroc nella sfera pokè, per poi salutare la Capopalestra e tornare tra gli spalti, raggiungendoci. –Ragazzi, che battaglia fantastica- -Sei stata incredibile Bretta/Sì, tu e Lycanroc siete imbattibili- -Ora tocca a voi altri. Allora chi va?- -Fate voi, io intanto vado a mangiare qualcosa- L'improvvisa reazione di Jaxe ci lascia tutti senza parole –Finalmente ti sei svegliato, prima sembravi proprio stanco- -Un po' di riposo fa sempre bene Bretta, come mangiare- Senza avvertimento, Jaxe si alza, staccandosi dal suo Pokémon, iniziando a guardarsi attorno. –Di sicuro ci sarà una specie di bar qui vicino- senza aggiungere altro, Jaxe inizia a salire la lunga scalinata "Dovrei andare con lui" –Aspetta Jaxe, El vieni anche tu- Entrambe iniziamo a percorrere la scalinata per raggiungerlo. –Allora intanto combatteremo noi con Elvira/Sì, ci vediamo dopo ragazzi- Continuando a salire le scale, mi avvicino a Jaxe per vedere se le sue condizioni sono migliorate –Allora? Ti senti bene?- -Sì, ho solo un po' fame- -Se lo dici tu...- "So perfettamente che non posso fidarmi della sua parola. Perlomeno, il fatto che voglia mangiare potrebbe essere un buon segno" –Ah, perfetto- Finita la rampa di scale, troviamo un piccolo bar interno alla struttura. Arrivati dentro il punto ristoro, Jaxe si dirige direttamente al bancone, senza guardare nessuno in faccia. Mentre Jaxe osserva con desiderio ogni tipo di alimento esposto dietro al bancone, il commesso del locale si avvicina alquanto stranito. –Ehm, posso aiutarla?- -Sì, quelli sono panini al formaggio?- Dopo essersi ricomposto, Jaxe inizia a parlare con il commesso usando il tipico tono di una persona che ha bisogno di riprendersi dopo una serata di follie. –Sì?- -Ne prendo due. El te vuoi qualcosa? E te Jula?- Entrambe scrolliamo la testa in segno di negazione, per poi guardarci con aria leggermente preoccupata. –Ecco a lei signore in tutto sono 50cr- Dopo aver appoggiato lentamente una moneta da 200cr sul bancone, Jaxe attende con pazienza che il commesso cambi le monete –Perfetto, buona consumazione. –Grazie- Presi i tramezzini e le monete, Jaxe esegue un lento dietrofront, per iniziare a camminare verso l'uscita del locale. Seguendolo, notiamo la calma, ma allo stesso tempo l'ansia con la quale Jaxe scarta il primo dei due tramezzini. –Avevi tutta questa fame? Abbiamo pranzato da poco sai?- Dopo aver dato un primo morso, Jaxe tira un sospiro di sollievo –Sì,ci voleva proprio- Finito quasi immediatamente il primo panino, Jaxe si appresta a scartare il secondo, facendolo fuori alla velocità della luce. –Bene, ora mi serve assolutamente un bagno- "In effetti dovrei andarci anche io. E' tutto il giorno che non lo uso" Iniziamo la ricerca guardandoci attorno e, non appena trovato il tipico cartello blu ci dirigiamo verso di esso. –Allora a tra poco ragazze- Rimaste sole, decido di andare anche io –El, faresti meglio ad usarlo anche tu prima di lottare. Qui accanto dovrebbe esserci un bagno per Pokémon-

Finito con il bagno, trovo Jaxe ad attendermi nell'antro principale della palestra, seduto su una panchina, con aria pensierosa. –A che pensi?- Dove è El?- -Non saprei, credo in bagno- -Dove è...- -Rilassati, sicuro sarà andata in bagno- La sua espressione non cambia minimamente, Jaxe resta fisso con lo sguardo rivolto a terra. Dopo poco, El esce dalla porta del bagno per Pokémon e si dirige verso di noi –Visto? Che ti avevo detto. Era semplicemente andata in bagno- -Certo, assolutamente. In bagno.- Dopo averci raggiunto El emette un verso in cenno di saluto. –El, che ne dici se andiamo dagli altri ora?- Finalmente, il tono di Jaxe torna ad essere quello di sempre. Carico ed energico.

Tornati tra gli spalti, notiamo in fondo alla scalinata sia Mark che Lucas festeggiare con in mano una scintillante medaglia color argento. "Che peccato, ci siamo persi la loro lotta" Continuando a scendere, i ragazzi notano il nostro arrivo –Hey voi tre, ma quanto ci avete messo. Sia io che Lucas abbiamo finito la nostra lotta con Elvira.- -Già. Guardate che splendide medaglie- -Dove è quella silenziosa?- Mentre i due si vantano della loro conquista, Jaxe nota l'assenza del quarto componente del gruppo –Parli di Meredith? Venite a vedere- Mentre raggiungiamo la postazione degli altri, l'urlo di un Braviary risuona in tutta la sala. Guardando verso l'alto, vediamo il Pokémon di Elvira nel mezzo di una lotta. –Molto bene Braviary, Beldeali!- Il Pokémon della capo palestra inizia una feroce picchiata verso i suo avversario. -Gible, stai attento ti prego!- Girando la testa vero l'altra parte del ring riesco a vedere Meredith che, presa dal panico, non riesce a dare dei veri e propri ordini al suo piccolo Gible, che è costretto ad improvvisare la sua difesa. Di colpo, lo sguardo del Pokémon Squaloterra si riempie di luce, e inizia a correre verso il suo avversario, emanando il suo gracchiante grido di guerra. –Cosa fai Gible!- Nonostante le urla, il Gible continua la sua carica, iniziando ad emanare una luce pura e bianca, accecando tutti i presenti, costringendo il Braviary ad un atterraggio prematuro. Ancora immersi nella luce sentiamo un rumore simile a qualcosa che viene colpito duramente da corpo contundente, per poi sentire il verso straziato del Pokémon della Capopalestra. Una volta cessato, il bagliore rivela la nuova forma del Gible.

Infatti, il Pokémon di Meredith risulta essere più alto e slanciato, con una lunga pinna sulla schiena e dei lunghi artigli all'estremità delle braccia. Grazie a quel picco di coraggio, il piccolo Gible ha trovato la forza per evolversi, diventando un temibile Gabite. –Wow visto che roba? Si è evoluto- -Già, ora Meredith non potrà perdere- Presa dalla felicità, Meredith non riesce ancora a dire nulla al suo compagno. –Braviary, non farti spaventare da un'evoluzione. Finiscilo con Aeroassalto.- Rialzatosi dopo il colpo appena subito, il Pokémon Baldanza scatta verso il proprio avversario, eseguendo una serie di rapidi attacchi aerei –No, Gabite resisti!- I frenetici colpi del Braviary, sollevano il Gabite a mezz'aria che, impossibilitato, non può fare altro che subire l'assalto. Concluso l'attacco, il Gabite collassa al suolo privo di sensi. –Non fa niente Gabite, sono fiera di te. Ora riposati- Dopo aver fatto rientrare il suo Pokémon nella sfera, Meredith si appresta a prendere una seconda pokéball –Ragazzi, è quello che credo che sia?- -Ma ne è sicura?- Gli altri sembrano preoccupati da qualcosa, ma non riesco a capire cosa –Cosa intendete ragazzi?- -Meredith porta un secondo Pokémon con sé- -Ma non sa ancora come farsi ascoltare da lui-

-Bene, ora ho bisogno del tuo aiuto, vieni fuori Wishiwashi!- Il Pokémon che si staglia di fronte a Meredith risulta essere un esserino che ha tutt'altro che l'aria di un combattente. "Quindi sarebbe quello il suo tanto temuto Pokémon? A me sembra più un tipo da compagnia" –Fammi capire allenatrice, sarebbe questa la tua ultima spiaggia? Di certo non è un Pokémon degno della mia palestra- Sentendo le parole della Capopalestra, Jaxe inizia a essere più nervoso rispetto a poco fa. –Hey ma come si permette quella- Anche Lucas sembra essersi innervosito. Meedith si limita a rimanere in silenzio, guardando a terra intimorita

–Mpf, come desideri. Braviary facciamo in fretta, Aeroassalto- Non appena il Pokémon Baldanza inizia la sua carica Il piccolo Wishiwashi genera un urlo fuori dal comune. Così forte da bloccare l'avanzata del suo avversario. Tutto ad un tratto, iniziano ad arrivare decine e decine di altri Wishiwashi, che scendono sul ring ed iniziano a vorticare attorno al Pokémon di Meredith. –Cosa sta succedendo?- -E' l'abilità di Wishiwashi. Banco-. Dopo poco, l'opera della moltitudine di piccoli Pokémon risulta essere una versione gigantesca e minacciosa dell'essere di partenza. L'espressione sul volto di Elvira è ciò che potrebbe essere definito "stupore, misto a paura". Senza alcun preavviso, il complesso marino spara un potente gelo raggio di gruppo, diretto verso il proprio avversario. Il Braviary, riesce a schivare il colpo, ma così facendo ha generato la furia del Pokémon pesciolino. Infatti, il banco inizia a muoversi all'unisono, facendo prendere vita alla propria opera di gruppo. Muovendosi, la gigantesca figura marina inizia ad attaccare il Braviary di Elvira, sparando a ripetizione dei Geloraggio. I raggi azzurri, colpiscono il terreno, generando delle forti esplosioni. Nella furia, il banco colpisce anche gli spalti, mettendo a rischio l'incolumità degli spettatori presenti, noi inclusi. Nel trambusto, Jaxe si posiziona di fronte a me, alzando una delle sue braccia come per farmi da scudo. In mezzo a tutta quella furia ceca, il gruppo di Wishiwashi riesce a trovare l'armonia, colpendo il proprio avversario con un ultimo colpo congelante. Intrappolato dal ghiaccio, il Braviary di Elvira crolla al suolo, perdendo i sensi. –Ho... Ho perso?- Ancora incredula, Elvira non riesce a muoversi dalla postazione da allenatore e resta con i suoi occhi puntati sul gigantesco complesso di Pokémon.-Hey guardate, ma che vuole fare?- Lucas rivolge i nostri sguardi sul banco, che si sta avvicinando lentamente ad Elvira aprendo le sue fauci fittizie, come se volessero predarla. –Wishiwashi rientra!- Il raggio della pokéball di Meredith penetra in profondità del banco, riprendendo così il Pokémon a capo di tutto ciò.

-Brava Meredith/Sì, sei forte piccola!/E' così che si fa!- Dopo un piccolo attimo di silenzio, Lucas. Bretta e Mark squarciano le nostre orecchie con le loro urla. Jaxe, si limita a sospirare e a scostarsi, permettendomi di vedere di nuovo il ring.

Meredith, ancora tremolante, non riesce a muoversi di un solo passo, e si limita a guardare prima noi, poi Elvira, la quale ha incominciato la sua camminata verso di lei. –Non riesco a capire, io, una Capopalestra del mio calibro, battuta da una ragazzina incapace. Ma le regole sono chiare. Ecco a te la medaglia tornado. Ora fuori dalla mia palestra- 

Presa la medaglia, Meredith ringrazia la Capopalestra e ripone il premio nella sua borsa. Gli altri, ancora estasiati dalle vittorie si girano verso di noi con aria di sfida. Tutto ad un tratto, Bretta compie un piccolo passo avanti 

–Bene. Ora è il vostro turno. Chi va per primo?-

 

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Capitolo 18
*** Pokemon Bond parte 18: Il nostro turno ***


Le parole di Bretta pongono sia me che Jaxe di fronte ad una scelta. -Vuoi andare prima tu Jaxe?- -Nah, fai te. Voglio essere l'ultimo a combattere- . Le sue parole lasciano tutti leggermente straniti. -Ok campione. Jula, a quanto pare tocca a te./ E vedi di non tornare senza quella medaglia- -Tranquilli ragazzi, ho già in mente una strategia-

Non appena metto piede sul campo di battaglia scorgo Elvira in lontananza, probabilmente di ritorno dopo una rapida cura ai suoi Pokémon. -A quanto pare, oggi lotterò con una celebrità- "Ma che intende questa qua" -Sì, sei la ragazza delle foto. Io sono Elvra, Capopalestra di Sand Stad- -Io sono Jula, ehm, allenatrice.- -Forza carina, non perdiamo altro tempo, che inizino le lotte.-

In quel momento, mi salta in mente l'idea di far assistere il piccolo Noibat alla lotta, in modo che possa fare conoscenza con il mondo delle lotte. Presa la Pokéball, rilascio il piccoletto, che si posiziona subito sopra al mio cappello. -Hey piccoletto, ti va di vedere come si lotta? Un giorno anche tu entrerai su uno di questi ring e combatterai, quindi farai meglio a capire in fretta- Il Noibat risponde con un verso allegro e carico. -Bene, allora stai a guardare. Gengar, vieni fuori!- Lanciata una seconda sfera, il mio fidato Pokémon Spettro entra in campo, pronto alla lotta.

-Gliscor, è il tuo turno!- Il Pokèmon della Capopalestra entra nuovamente in campo, guardando in maniera minacciosa il mio Gengar. -Tagliofuria, forza!- Il Gliscor di Elvira parte alla carica e, con un movimento fulmineo della sua chela, colpisce il mio Pokèmon, facendogli compiere diversi passi indietro . -Tutto bene Gengar?- Dopo essersi ricomposto, il mio Pokémon risponde alla mia domanda con un verso in segno positivo. "Cavolo, non ho avuto nemmeno il tempo di reagire. Qui non si scherza" -Bene, allora rispondiamogli con Neropulsar!- Il Pokémon Scorpidente inizia ad evitare i raggi sparati a raffica da Gengar volteggiando in aria, come se nulla fosse. Nonostante l'eleganza dell'avversario, Gengar riesce finalmente a mandare a segno uno dei raggi, facendo perdere l'equilibrio al Gliscor. -E' la nostra occasione, usa Pallaombra!- Dopo aver caricato il colpo, Gengar lancia verso il suo avversario la sua potente sfera oscura. L'esplosione causata dall'attacco genera una densa coltre di polvere, che rende impossibile vedere l'altra parte del campo. Io e Gengar fissiamo nervosi la nube che si dirada, fino a quando non riusciamo a vedere il Gliscor di Elvira, steso a terra, privo di sensi. -Ottimo lavoro Gengar! Insieme siamo fortissimi.- Il mio Pokémon continua a fissare la nostra avversaria attendendo una sua mossa.

-Ben fatto Jula!/Sì ragazza!- Le incitazioni dei ragazzi arrivano fragorosamente dagli spalti, facendomi leggermente emozionare. Giratami verso di loro, vedo i ragazzi esultare e salutarmi con gioia, tuttavia, Jaxe non ha detto una parola dall'inizio della battaglia. Infatti, lo vedo seduto accanto a loro, con lo sguardo fisso su di me e la sua espressione indecifrabile. "Non riesco a sentire la sua voce tra quelle. Perché non sta esultando? E perché cavolo mi sta fissando con quello sguardo preoccupato" -Gliscor rientra, vieni fuori Staraptor!- Dopo aver fatto rientrare il Gliscor nella Pokéball, Elvira fa entrare in campo il suo secondo Pokémon, facendomi tornare nel vivo della lotta.

Ad ogni mio comando, sento fremere il piccolo Noibat, che osserva la lotta da sopra il mio cappello senza perdersene un solo secondo. Sembra proprio che stia entrando nel mood. Credo proprio che un giorno diventerà un gran lottatore.

-Staraptor, attaccalo ripetutamente con Aeroassalto!- il Pokémon rapace si scaglia verso Gengar, iniziando a girargli intorno attaccandolo ripetutamente -Gengar resisti!- Le mie parole risultano essere inutili, lasciandomi costretta ad osservare il mio Pokémon subire inerme l'assalto dell'avversario. Finito con l'assalto aereo, lo Staraptor si erge fiero del suo lavoro, di fronte al mio Gengar ferito. Grazie alle sue ultime forze, il mio Gengar riesce miracolosamente a tornare in piedi -Staraptor, Attacco d'Ala- Il Pokémon Rapace inizia una nuova carica in direzione del mio Pokémon -Gengar schivalo!- Stremato dai colpi subiti, il mio Pokémon non riesce a reagire, rimanendo immobile di fronte al suo avversario. Lo Staraptor, colpisce con furia il mio Gengar mediante un potente fendente eseguito con l'ala. Subito il colpo, Gengar crolla a terra, ormai privo di ogni energia.

"Non fa niente Gengar, hai combattuto bene, ma i nostri avversari iniziano ad essere più forti del solito. Ora cerca di riposare" Dopo aver fatto rientrare il mio Pokémon nella sfera, prendo la mia seconda Pokéball, per poi rilasciare in campo Ninetales.

-Bene Ninetales, facciamogli vedere chi comanda, usa Bora!- Improvvisamente, il campo viene invaso da un vento denso e gelido, evocato dal mio Ninetales. La bufera, ghiaccia leggermente le ali dello Staraptor, costringendolo a terra. -Non facciamoci intimorire Staraptor, Iper Raggio!- Il Pokémon di Elvira tenta di eseguire gli ordini ricevuti, ma il ghiaccio ne sta impossibilitando i movimenti. -E' la nostra occasione, Geloraggio!- Il mio Ninetales, caricandosi il peso sulle zampe posteriori, spara un potente raggio azzurrino che colpisce il nostro avversario. -Ben fatto Ninetales!- Lo Staraptor, stremato dal freddo, collassa al terreno, facendoci avvicinare di un altro passo alla vittoria.

Dopo aver fatto un profondo sospiro, Elvira decide di far rientrare lo Staraptor nella sfera, mandando in campo allo stesso tempo il suo ultimo Pokémon. -Braviary, abbiamo un lavoro da finire- Il Pokémon Baldanza della capo palestra si stanzia di fronte a noi, prendendo quota e preparandosi alla prossima mossa. -Braviary, Baldeali!- L'ultimo Pokémon di Elvira inizia una violenta picchiata verso di noi.

"Le ali del nostro avversario brillano, come se potessero prendere fuoco da un momento all'altro, ma gli dimostreremo che la forza non è tutto. Conto si di te Ninetales"

-Ninetales, illuminiamo questo posto; Megibrillio!- Il mio Pokémon inizia ad agitare le sue folte code dal colore del ghiaccio, sprigionando un bagliore accecante -Bene, e adesso spostati!- Dopo aver irradiato la zona con una luce pura, la mia Ninetales esegue un balzo per sostarsi lateralmente. -Braviary fermati!- Dopo un repentino e potente battito d'ali, il Pkoémon della Capopalestra riesce a bloccare la sua discesa, fermandosi a qualche metro da terra. -Non lasciamoci scappare questa occasione, Ninetales; avviciniamoci a lui e finiamolo con Geloraggio!- Con un rapido scatto, Ninetales riesce ad avvicinarsi al suo avversario e, eseguendo un salto, si posiziona in modo da non poter fallire il prossimo colpo. Elvira, vedendo il suo Pokémon ancora privo della sua vista, si lascia assalire dal panico. Non sentendo alcun ordine, il Braviary rimane inerme, di fronte a Ninetales, che spara un potente Geloraggio, avvolgendo l'avversario in una denso e gelida luce brillante.

Dopo il morbido ed elegante atterraggio della mia Ninetales, il Pokémon di Elvira crolla a terra con una rovinosa caduta, che segna il verdetto della lotta.

-Sei grande Jula!/Bravissimi!- Le urla degli altri mi fanno realizzare la vittoria appena ottenuta. "Ho vinto? Mi stanno ancora tremando le gambe. Dovrei dire qualcosa, MA COSA? "

Dopo essersi ricomposta, Elvira ritira il suo Pokémon e consegna le sue sfere ad un addetto del reparto medico, in modo da rimetterli in sesto al più presto. -Sei davvero un'abile allenatrice. Sei riuscita a battermi senza grande fatica- Avvicinatasi a noi, Elvira si congratula, accarezzando Ninetales, che ricambia con dei versi di apprezzamento. -Giovane allenatrice, tu e i tuoi Pokemon vi meritate la medaglia Tornado- Dopo aver consegnato la scintillante medaglia color argento tra le mie mani, ancora tremolanti per l'emozione. -Che tu possa volare alto, allenatrice- Dopo aver ringraziato Elvira per la lotta , decido di far rientrare Ninetales nella sua sfera e di tornare dagli altri, assieme al piccolo Noibat che non si è mai staccato dal mio cappello.

-Che lotta ragazza, certo che tu e Ninetales formate una bella coppia- -Grazie Bretta- -Anche se mi è dispiaciuto un po' per il tuo Gengar- -Sì in effetti è dispiaciuto anche a me, Mark- -Aspetta un attimo.- Improvvisamente, anche Lucas si immette nel discorso -Jula, la tua Ninetals proviene da Alola; come cavolo hai fatto a trovare un esemplare che proviene da così lontano?- -Me la ha portata mio padre dopo uno dei suoi tanti viaggi, per farmi un regalo- -Wow, certo che tuo padre deve essere uno piuttosto importante- -Ehm in effetti. E' a capo della squadra di ricerca biologica della regione, quindi deve viaggiare molto per portare a termine le sue ricerche- -Forte, allora deve essere proprio in gamba-

-Perfetto, credo che sia arrivato il nostro turno, che ne dici El?- Finalmente, sentiamo nuovamente la voce di Jaxe, che per qualche strano motivo non vuole altro che combattere contro Elvira. -Finalmente ti sei deciso a parlare- -Non avevo nulla da dire. Ma adesso, non vedo l'ora di far vedere chi comanda a quella sbruffona.- Senza aggiungere altro, Jaxe ed El si dirigono verso il campo da battaglia.

-Certo Jula, che te lo sei scelto proprio strano- Di colpo, Bretta mi si avvicina e appoggia una delle sue possenti mani sulla mia spalla, che a confronto sembra una piccola polpetta di carne -Che vuoi dire?- -Andiamo, si vede lontano da kilometri che siete una coppi- -EH? No no ti sbagli di grosso- -Ah-ha! La tua faccia rossa dice il contrario- "Non bastava che Bretta mi mettesse in imbarazzo, ora anche Mark si è unito al discorso" -Sì sembra che stia per usare Lanciafiamme- Mentre rifletto attentamente alle mie prossime parole, sento le piccole zampe di Noibat che si poggiano sulla mia spalla. "Finalmente ha deciso di spostarsi, stava iniziando a pesare" Senza rispondere agli altri, prendo in braccio il Pokémon che si era appena poggiato su di me per chiedergli un primo commento riguardo a quanto appena visto -Allora piccoletto, ti è piaciuta la tua prima lotta?- Il Noibat risponde semplicemente con un grosso sorriso -Bene, perché d'ora in avanti anche tu dovrai scendere in campo.- Il piccolo Pokémon, annuisce in segno di risposta. -Allora Jula? Perché non ci rispondi?/ Su su, vogliamo sapere ogni dettaglio-

-Hey Capopalestra!- di colpo, la voce di Jaxe interrompe il nostro "Discorsetto", richiamando l'attenzione di tutti i presenti. "Che fortuna"

Elvira, incuriosita dalla cosa, si avvicina a Jaxe per capire cosa stia succedendo -Mhm ma guarda, tu sei il ragazzo che era al Due Dune ieri sera. Posso proprio dire che oggi è una giornata piena di sorprese per me. Dimmi, sei qui per lottare?- -Perché le hai detto quelle parole?- -Non, non capisco proprio cosa intendi- -Poco fa hai lottato con quella ragazza, quella lì con gli occhiali- Mentre parla, Jaxe indica in direzione di Meredith, per farla notare alla Capopalestra.

-Pss, Meredith, questa non te la devi perdere. Vieni a vedere- Fino a quel momento, la ragazza più timida del gruppo si era isolata da noi, immergendosi nei suoi disegni, ma sentendo il richiamo di Lucas, si affianca a noi per assistere alla scena.

-Ah si, quella.- -Allora?- -Ragazzo, ma l'hai vista, una ragazza del genere non potrà di certo arrivare in alto. Ancora non riesco a credere che mi abbia battuto- -Hai perso perché il legame con i tuoi Pokémon non è abbastanza forte, signora- -Come? Guarda che ho 28 anni io- -Appunto.-

-Signorina Elvira, i suoi Pokémon sono pronti- -Bene, grazie- Di punto in bianco, mentre i due litigano, uno degli addetti al reparto medico riconsegna le pokéball ad Elvira.

-Ah digli di rimanere nei paraggi, non ci metteremo molto con te.- -Come ti permetti!- -Già. Di sicuro, proverò piacere nel vedere i tuoi Pokémon sgretolarsi. L'uno dopo l'altro.- Messa sotto pressione da quelle spaventose parole, Elvira si blocca improvvisamente, rimanendo in silenzio di fronte al suo imminente avversario.

-Wow, certo che gliene sta dicendo di tutte.- -Puoi dirlo forte fratello, guarda come sta tremando.- -Jula, ma lui fa sempre così?- -Non che io sappia. Invece, credo che se la sia presa per quello che Elvira a detto a Meredith poco fa-

-Bene El, a te il campo, io mi siederò poco più in là. Mi raccomando, voglio una battaglia pulita. E niente freni, intesi?- El risponde al suo compagno battendo i pugni, che generano a contatto fra loro delle piccole scariche elettriche, facendo intendere ad Elvira che questa sarà una battaglia senza esclusione di colpi.

"Finalmente, sembri essere tornato carico come quando ti ho conosciuto Jaxe. Ora, voglio proprio vedere quello che voi due riuscirete a combinare. Sono sicura che darete uno spettacolo difficile da dimenticare."

Poggiandomi ancora una volta Noibat sulla spalla decido di farlo assistere anche a questa lotta, in modo da dargli un ulteriore medello di riferimento.

-Hey Noibat, che ne dici di vedere un'altra lotta?-

 

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Capitolo 19
*** Pokémon Bond parte 19: Il suo turno ***


Dopo essersi allontanato, Jaxe si posiziona su uno dei lati del ring, sedendosi in attesa dello scontro.

-Gliscor, abbiamo una lezione da impartire; Vieni fuori!- Dopo aver preso posto al lato opposto del campo, Elvira fa scendere in campo il suo primo Pokémon.

-Bene, possiamo cominciare. Gliscor; Acrobazia!-

Non appena sentito l'ordine, il Pokémon di Elvira salta in direzione di El, che decide di rimanere impassibile. Il Gliscor inizia a saltare energicamente attorno ad El, alternando i salti a dei rapidi fendenti. Nonostante gli attacchi, El sembra rimanere estremamente calma. Di colpo, il Pokémon Elettro afferra il Gliscor per la coda, interrompendo la sua serie di attacchi. L'espressione sul volto del Pokémon Coleottero cambia rapidamente, passando ad uno stato di terrore.

Tenendo saldamente il suo avversario per la coda, El comincia a sbattere il Gliscor ovunque sul terreno, facendo sollevare da terra dei detriti di roccia. Finito di sballottare il Pokémon Scorpidente di Elvira, El conclude il suo contrattacco Gettando a terra il suo avversario. Non contenta della sua opera, El si avvicina al Gliscor, ancora inerme sul terreno. Dopo aver guardato intensamente la Capopalestra, El finisce il suo avversario con un potente Tuonopugno, per poi lanciarne il corpo privo di sensi in direzione della proprietaria.

Tutti noi, compresa Elvira, rimaniamo atterriti di frote a tutta quella forza sprigionata in pochi secondi.

-Mark, te avevi mai visto nulla del genere?- -No fratello. Jula, cosa sta succedendo?- -Loro due, non sono dei comuni allenatori. Diciamo che hanno uno stile di combattimento tutto loro-

Di fronte all'operato di un avversario improbabile, Elvira inizia a tremare. Non poteva immaginare di avere contro un allenatore di quel calibro. Dopo aver silenziosamente ritirato il suo Pokémon, la Capopalestra riflette attentamente sul cosa fare.

-Guardate la sua faccia, non ha idea di cosa fare- -Proprio così Bretta. Scommetto che quei due potrebbero ridurre ognuno di noi in quello stato- "Non hanno tutti i torti. Non avevo mai visto El combattere con così tanta ferocia. Lo stesso Pokémon che poco fa, trasportava con delicatezza il suo allenatore sulle spalle"

-Io. I-Io. Non posso.- -Cosa c'è? Non dirmi che vuoi già fermarti- In risposta ai tentennamenti di Elvira, Jaxe decide di alzarsi dalla sua postazione e di fare pressione psicologica contro la sua avversaria.

-Io non posso continuare. Non posso permettere che i miei Pokémon vengano distrutti da questi mostri. Dichiaro la resa.- -Eh!? Cosa? Non riesco a sentirti da qua giù, puoi alzare la voce?- -Ho detto che DICHIARO LA RESA! MI ARRENDO!-

-Come?- -Ragazzi, si è arresa- -Una Capopalestra che si arrende, ora ho visto proprio tutto- "Non avevo mai visto una Capopalestra arrendersi. Anzi, non avevo mai visto un allenatore arrendersi prima d'ora. Jaxe non ha solo battuto la sua avversaria, ma la ha pubblicamente umiliata. Anche gli altri se ne stanno rendendo conto. Tutto perché Elvira ha trattato male Meredith poco fa"

-Guarda El, sembra che la nostra vittoria sia arrivata prima del previsto- Il Pokémon, risponde al suo allenatore tornandogli accanto e appoggiando una zampa sulla spalla di Jaxe.

-Come avete fatto. Tutta quella forza. Io, non ho potuto fare niente- Elvira, ancora scossa, crolla a terra sulle proprie gambe, riflettendo sull'accaduto in maniera compulsiva. Ad interrompere quel momento, è lo stesso Jaxe, che si avvicina alla sua avversaria prendendo una delle mani di Elvira tra le sue –Non disperare. Questa è solo una giornata no. Ora, torna a casa, fatti un bagno caldo e rilassante; Divertiti, fatti una bella dormita, mangia qualcosa. Domani, ripartirai sicuramente più forte e sarai pronta a sconfiggere nuovi avversari-

In preda alle parole confortanti di Jaxe, Elvira abbraccia la persona che fino a qualche istante prima considerava l'avversario da battere a tutti i costi.

Mentre i due restano abbracciati, alcuni dei presenti, commossi dalla scena, iniziano ad applaudire i due, generando uno scroscio fragoroso per tutta la sala. Anche i ragazzi si sono messi ad applaudire, perfino Meredith.

Dopo aver confortato la sua avversaria, Jaxe , seguito da El, si dirige verso l'esterno del ring, orgoglioso della sua vittoria. –Hey ragazzo! Tieni questa!- Elvira richiama Jaxe, per poi tirargli la medaglia Tifone. Presa al volo la scintillante Medaglia, Jaxe infila il suo premio nella tasca, salutando un ultima volta la Capopalestra.

-Beh ragazzi? Ora che si fa?- Tornati fra noi Jaxe ed El tornano ad avere quell'espressione giocosa di sempre, come se non fosse successo nulla. –Calma campione, spiegaci cosa cavolo è successo tra voi due lì sotto- -Mhm?- -Dai su, tutto quel trambusto in campo, come hai mosso sotto pressione la Capopalestra, e poi quel discorso- -Già, quel discorso ha quasi fatto commuovere Bretta- -Parla per te Mark, sei te quello dal cuore tenero- -Sì come no- -Ragazzi, ragazzi. Non c'è nulla di strano. E' stata solo una lotta con una Capopalestra- -Col cavolo! Si è arresa. Una Capopalestra che si è arresa.- -Non oso nemmeno immaginare il resto della tua squadra ragazzo.- -A dire la verità... El è il mio unico Pokémon- -COME?-

"Come un unico Pokémon. E' impossibile affrontare la lega con un solo Pokémon. UNO SOLO!"

-Proprio così Lucas, ho solo un Pokémon- -Mi stai dicendo che tu sei arrivato alla quarta medaglia unicamente grazie a lei?- -Sì- -Non ci voglio credere.- -Che intendi Lucas?- -Anche se riuscissi a prendere tutte le otto medaglie, cosa che reputo impossibile, come pretendi di poter battere la Lega Pokémon usando unicamente un Electivire!? Se credi di poterci riuscire sei un pazzo!- -Mio fratello ha ragione Jaxe, hai bisogno di una squadra- -El è la mia squadra- -Una squadra composta da più componenti?-

Infastidito dalle supposizioni di Bretta Mark e Lucas, Jaxe si prende un attimo per riflettere attentamente su come rispondere.

–Vedrò cosa posso fare. Ora, pensiamo a cosa fare una volta usciti da qua- -Di sicuro ci serve a tutti una sosta al centro Pokémon. Tu che ne dici Jula?- -Eh? Certo, sì, credo che Gengar abbia bisogno di cure- -Allora è deciso. Forza El, si parte!-

Presa la sua decisione, Jaxe, sempre accompagnato dalla sua El, si dirige verso l'uscita più vicina "Certo che non ha proprio la minima intenzione di levarsi questo suo viziaccio". –Jaxe, aspettaci! Ragazzi seguiteci, non si fermerà per nessun motivo.- -Arriviamo. Forza Meredith, siamo in partenza- -Sì Lucas-

Dopo aver raggiunto Jaxe, siamo di nuovo tutti riuniti, in marcia verso solo Arceus sa cosa. "All'inizio di questo viaggio, c'eravamo solamente io e i miei Pokémon, non avrei mai pensato che questo percorso mi avrebbe portato a così tanti cambiamenti. Non so ancora se questa sia una cosa positiva o negativa, ma di sicuro ci sarà da divertirsi."

 

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Capitolo 20
*** Pokémon Bond parte 20: Uscimmo a riveder le stelle ***


-Ragazzi aspettate- Usciti dalla palestra, Mark richiama tutti all'appello –Che ne dite di una foto tutti assieme di fronte alla palestra?- -Sì dai, tutti insieme. Jaxe, Jula, venite anche voi- -Cosa?- -Sì, una foto ricordo, tutti insieme- -Emh, va bene, Jaxe anche tu, muoviti- -Va bene va bene, quanta insistenza- Riuniti tutti di fronte alla porta della palestra, Mark ferma un dei passanti, per poi tornare con noi dopo avergli prestato il suo cellulare. –Bene ragazzi, ci siamo tutti?- -Emh aspetta, dobbiamo metterci in posa. Allora, Jula e Jaxe qua a destra, io Lucas e Meredith qua, mentre Bretta ed El dietro di noi. Sì, così dovrebbe andare- Dopo essersi assicurato delle nostre postazioni fa cenno allo sconosciuto di poter scattare. –Bene ragazzi, dite tutti "Palestra"-

Dopo aver scattato la foto, il passante riconsegna il cellulare a Mark, per poi tornare ai suoi giri.

Tutti quanti accerchiamo Mark per dare una sbirciata alla foto commemorativa –Hey siamo venuti piuttosto bene./ Dici bene Bretta, siamo proprio venuti bene/ Perfino Meredith sta sorridendo/ Jula guarda che posa plastica che hai- In effetti, Lucas non ha tutti i torti. Infatti, per l'emozione, prima che la foto fosse scattata mi sono aggrappata al braccio di Jaxe, abbracciandolo. "Certo che siamo piuttosto... carini... insieme" Per distrarre gli altri, faccio notare un dettaglio della foto alquanto divertente –Bretta, hai notato come tu ed El siate simili?- -Già Bretta. Sembrate quasi sorelle- In effetti noto una certa somiglianza. Potremmo dire che siete parenti-

Dopo aver lanciato un'occhiataccia demoniaca verso Mark, Bretta si gira verso El per constatare quanto detto. –In effetti, noto anch'io una certa somiglianza tra noi due. Di sicuro è perché siamo entrambe delle combattenti nate-

"Beh che dire, sono alte uguali, e sono entrambe robuste e forti, la battuta è venuta fuori praticamente da sola"

Dopo la foto decidiamo di andare tutti quanti nel centro Pokémon posto di fronte alla palestra. Una volta entrati nella struttura affidiamo a turno le nostre pokéball all'infermiera del luogo, e dopo pochi minuti, ci ritroviamo tutti all'esterno del centro con i nostri amici rimessi in sesto.

-Jaxe, Jula, voi ora che fate?- -Credo che me ne tornerò al Due Dune, per sistemarmi, magari mangiare qualcosa.- "Come al solito, non vede l'ora di mangiare" -Se volete, potete venire con noi- -Forte! In effetti ci serviva proprio un posto dove passare la notte- Sentita la mia proposta, Lucas fa un passo avanti per rispondermi. –Sono certa che August abbia delle stanze libere al momento- -Allora fateci strada!-

Non appena iniziamo a camminare, Lucas si avvicina a me e a Jaxe per farci delle domande –E ditemi, voi da dove venite- -Mhm? Io vengo da Bloomstring, Jaxe invece mi ha detto che è di Festillghet.- -Forte, la città delle feste, però te Jaxe non sembri un gran festaiolo- -Diciamo che non ho mai seguito, i canoni- -Ah...- -Voi invece ragazzi? Di dove siete?- -Tutti noi siamo di Prarie/ Già, i nostri gestiscono un allevamento i Eevee- Sentendoci, anche Mark prende parte al discorso -Un allevamento di Evee, che bello. Di sicuro è una cosa fantastica avere tutti quegli Evee morbidosi che corrono su e giu ovunque- -Sì... Inizialmente. Potranno essere gli esseri più adorabili del mondo, ma avete mai pensato a quanto possono sporcare quei cosi?- -In effetti non ci avevo mai pensato. Ma parliamo d'altro, voi quattro vi conoscete da molto?- -Praticamente da quando siamo nati. Bretta è la piu grande fra noi/ Quindi i loro genitori mi hanno chiesto di badare a loro durante il viaggio- Ora anche Bretta si è unita al discorso. –Voi invece'E'da tanto che viaggiate insieme?- -A dire il vero, ci siamo incontrati qualche giorno fa- -Strano, avrei giurato che vi conosceste da più tempo- -Cosa te lo fa pensare?- -Beh dai su, come vi guardate, cosa fate l'uno con l'altra- -Sì, diamo questa impressione, ma come ti ho detto, ci conosciamo ancora da pochi giorni-

"Ci avrei scommesso, non sono di queste parti. Si vede subito dai loro vestiti che vengono da un luogo che non ha mai visto alcun tipo di siccità. I loro saranno anche vestiti leggeri, ma restano inadatti ad un ambiente sabbioso. Ma soprattutto, come cavolo fa Bretta ad indossare quei vestiti di cuoio?"

Mentre parliamo, noto come sia Jaxe che Meredith si siano avvicinati a noi per ascoltarci, senza dire nulla. Mentre continuiamo a camminare, sentiamo un rumore metallico familiare. E' il tram della città, in moto come suo solito.

-Ragazzi, possiamo prenderlo- Lucas sembra estremamente entusiasta all'idea di poter prendere il tram, ma ancora no sa dove si trova il Due Dune –Non sarebbe utile, il due dune è dall'altra parte. Ci impiegheremo molto meno camminando- -Ah... Va bene- Continuando a camminare, il tram passa di fianco a noi, per poi superarci e proseguire il suo eterno giro. Tra di noi, cala il silenzio durante la nostra camminata verso il locale di August.

-Jaxe?- Di colpo, tutti noi sentiamo la voce tremolante e sottotono di Meredith –Mhm?- -Tieni, l'ho fatto mentre eravamo alla palestra- Meredith si avvicina a Jaxe per consegnargli un foglio con dei segni sopra. Avvicinatami a lui, capisco che il foglio è in realtà un disegno di Jaxe, mentre dorme assieme ad El tra gli spalti della palestra. –Ehm, grazie- -Wow Meredith, certo che sai disegnare proprio bene- -Grazie- -Da quanto disegni?- -Da quando sono più piccola, ho sempre disegnato- -Forte-

-Jaxe, potresti fare una cosa per me?- Il tono di Meredith incuriosisce tutti noi, che attendiamo con impazienza le sue prossime parole –Dimmi pure- -Potresti insegnarmi a diventare forte?- Sentita la domanda, Jaxe si ferma d'impatto e si gira verso la ragazza, arrestando il passo di tutti noi. –Cosa vedi, quando guardi nei miei occhi- Non appena Jaxe si ferma a fissarla, Meredith inizia a tremare per il nervoso –Rabbia, tanta rabbia. Mischiata a molto altro- -Mhm, ci lavoreremo su. Domani vedremo di darti la carica giusta- Sentito il verdetto, Meredith arrossisce leggermente per poi rispondere –Grazie- -Bene. Ora riprendiamo a camminare, non dovrebbe mancare molto al Due Dune-

Ripreso il passo dopo la nostra improvvisa pausa, Bretta mi si avvicina leggermente –Ragazza, certo che te ne sei scelta uno "particolare"- -Di sicuro non mi annoio Bretta. C'è sempre qualcosa di nuovo da fare- -Di sicuro sa come rendersi interessante-

Dopo aver passato quasi un'ora di camminata, notiamo come il sole stia calando verso l'orizzonte facendo cambiare la luce, dalla tonalità brillante del giorno a quella più tenue del crepuscolo. Finalmente, dopo la nostra lunga passeggiata riusciamo a vedere il Due Dune in lontananza. Giunti di fronte al locale, notiamo che la ditta di pulizie è ancora presente all'interno del posto. –Certo che oggi è piuttosto trafficato ragazzi- -E' la ditta di pulizie che il proprietario ha chiamato stamattina-

Entrati nel locale, ci ritroviamo di fronte ad uno dei migliori lavori di restauro fatto in tempi da record –Hey August, vedo che avete fatto passi da gigante con i lavori- -Ragazzi, bentornati. E sì, questa è in assoluto la migliore ditta di pulizie che io abbia mai visto.- -Ciao August, io me ne vado in stanza, tanto ho le chiavi.- -Ehm, ciao anche a te Jaxe. Felice di vederti in piedi... Ed è andato...- Senza fermarsi neanche un minimo, Jaxe si dirige verso la nostra stanza lasciando a me le presentazioni. –Lascialo perdere, vorrà riposarsi un po'- -Sì probabilmente hai ragione. Vedo che mi hai portato facce nuove.- -Sì ciao, noi siamo Lucas, mio fratello Mark, mentre loro sono Bretta e Meredith- -Fatemi indovinare... Allenatori!- -Proprio così, oggi abbiamo preso la medaglia alla palestra della città- -Quindi avete battuto Elvira. Grandi-

Approfitto delle presentazioni per tornare in stanza anch'io –Vi lascio ai vostri convenevoli. Io me ne torno in stanza- -Jula aspetta. Ho lasciato i vostri vestiti piegati nella vostra stanza. Li ho trovati stamattina nella lavatrice, quindi ve li ho sistemati- -Sei troppo gentile August- -Scherzi? Questo ed altro per le persone che hanno salvato il mio locale.- -Va bene, ci vediamo dopo August-

Staccatami dal gruppo, anche El decide di raggiungermi lungo le scale –Anche tu vuoi tornare in stanza? Va bene, andiamo- Arrivate entrambe di fronte alla porta della nostra stanza, notiamo come sia rimasta leggermente socchiusa. Entrate nella stanza, troviamo di fronte a noi la rappresentazione fisica della stanchezza. Infatti, Jaxe è sdraiato di fianco sul letto, immobile. –Tutto bene?- -Sono stanco- Strascicando le parole, Jaxe mi risponde con un tono stanco ma divertito. Posato il mio zaino, decido di sedermi di fianco a lui per parlare a voce più bassa –Non preoccuparti, oggi sei stato bravo. Ti meriti una bella dormita- -Che intendi?- -Beh, quello che hai fatto per Meredith, le cose che hai detto alla palestra, non credevo che potessi fare dei discorsi così profondi- -A quanto pare, sono una continua sorpresa.- -Penso tu abbia ragione- Avvicinatami ancora di più a lui, appoggio delicatamente le mie labbra sulla sua guancia, per poi alzarmi e dirigermi verso il bagno.

Una volta chiusa la porta, mi rendo conto della gravità delle mie azioni appena compiute "Ma cosa cazzo ho appena fatto! Ora cosa penserà di me! Sicuro gli sarà sembrato strano" –Hai notato El?- Mentre rifletto su cosa fare, sento la voce di Jaxe provenire dall'altra parte della porta. "Non dovrei origliare, ma questo è un caso estremo. Quindi non ho altra scelta" –Credo che Jula mi abbia appena baciato. Qui, sulla guancia. Non sto dicendo che non mi sia piaciuto, ecco... credo mi sia anche piaciuto sai?- "Gli è veramente piaciuto?" -E non guardarmi con quello sguardo da gelosa, sai benissimo che io e te siamo una famiglia inseparabile El- Improvvisamente, tutto quello che riesco a sentire sono le loro risate.

Uscita dal bagno, Jaxe scatta immediatamente sull'attenti –Ah Jula, c-che si fa adesso?- -Dovresti saperlo, si sta facendo tardi, io direi di andare a mangiare- -Ok, mi sembra giusto, prima però voglio cambiarmi- -Vedi di non metterci troppo, intesi- -Ci vorrà poco, fidati- Presi i vestiti piegati da August, Jaxe chiude la porta del bagno, lasciando in stanza solo io e El, che mi osserva con aria infastidita. "Forse potrei averle dato fastidio prima. Dopotutto, non credo che le sia capitata una situazione del genere prima d'ora" –Riguardo a prima, ecco... non so cosa mi sia preso- El mi si avvicina sempre di più, con aria leggermente minacciosa –No ecco, ti sei fatta l'idea sbagliata, non potrei mai...- Senza lascarmi finire la frase, El mi stringe tra le sue braccia in un morbido e caldo abbraccio. –Grazie El-

-Hey, guarda guarda che scenetta carina.- Mentre sono ancora immersa nel manto dorato, Jaxe esce dal bagno, con indosso il tipico outfit in nero. –Sicuro di volerti rimettere quella roba? La felpa ha ancora i fori di proiettile- -Di sicuro terrà alla larga chi di dovere, ora andiamo, sta venendo fame anche a me-

Tornati tutti e tre al piano inferiore, troviamo August al suo bancone, sempre pronto per accoglierci . La ditta di pulizie ha già terminato i lavori ed è uscita dal locale, lasciandolo pulito e brillante come un calice di cristallo. –Ragazzi, scommetto che avete fame- -Già, puoi dirlo forte- -Sappiate che stasera ho preparato dei piatti a base di verdure di ogni genere- -Niente carne?- Il tono di Jaxe, proveniente da dietro di me, sembra piuttosto sconsolato –No, scusami, oggi non l'ho comprata mentre passavo per il mercato- -Nessun problema August, di sicuro non gli farà male non mangiare carne per un giorno.- -Perfetto, allora prendete posto. Intanto finisco di preparare-

Una volta seduti di fronte al bancone vediamo scendere anche gli altri. –Hei ragazzi, siamo qua- -Jaxe, Jula, ci stavamo chiedendo dove foste finiti- -Eravamo in stanza- -Ah, capisco/Jaxe, hai cambiato qualcosa vero?- L'interruzione di Mark ferma la discussione tra me e suo fratello, richiamando l'attenzione di Jaxe –N-no, non credo- -Sì, c'è qualcosa di diverso- Anche Bretta si è unita al dibattito adesso –Ora che mi ci fate pensare, credo che abbia cambiato vestiti- "Finalmente ci è arrivato" –E' vero, ora ha dei vestiti lunghi, e scuri- -Ti dona il nero sai? Ti danno un'aria molto misteriosa- -Tu dici?- -Sì, e poi quei finti fori di proiettile sono il tocco in più-

-Guarda che non sono finti- August risponde alle parole di Mark mentre poggia le prime ciotole piene sul tavolo. –Come?- -Proprio così; Questo ragazzo ha mangiato del vero piombo per salvare questo posto- -Mi stai dicendo che sono veri?- -Assolutamente sì, l'ho visto con i miei occhi mentre gli sparavano- -Che forza. Jula, non mi avevi detto che eravamo in presenza di una specie di "Super-Uomo"- -Eh già, eccolo qua-

-Ho capito ragazzi, preparo altri quattro piatti voi intanto sedetevi- -Grazie August- Dopo l'intervento del proprietario del locale, i nostri quattro amici si siedono di fianco a noi. –Allora Jaxe- Lucas, una volta preso posto di fianco a Jaxe, approfitta del momento di pausa per fargli delle domande –come hai intenzione di "allenare" la nostra Meredith?- Non appena sentito il suo nome, la ragazza si sporge da dietro il possente corpo di Bretta per ascoltare –Beh, non ci vorrà molto, ha già alcune delle qualità necessarie- -E quali sentiamo- -E' molto silenziosa, quindi tende ad ascoltare e ad osservare. Significa che riesce a vedere cose che possono sfuggire a chi invece parla troppo. In più è brava nel disegnare, e questo significa che sa replicare cosa vede.- -Mhm, non ci avevo mai pensato sai? Si vede che sei piuttosto esperto Jaxe- -Posso mangiare ora o devi chiedermi altro?- -Beh, no. Non credo al momento. Ora mangia ragazzone-

Dopo aver tirato un'ultima occhiata a Lucas, Jaxe inizia a mangiare senza guardare nient'altro che il suo piatto. Osservarlo mangiare mi fa rendere conto che farei meglio ad iniziare anche io, prima che si freddi. Le verdure che ci ha preparato August variano in ogni loro genere: grigliate, glassate, gratinate, stufate. Tutte cotte alla perfezione, ognuna con la loro consistenza.

"Devo dire che August è piuttosto bravo ai fornelli. E a giudicare da come Jaxe sembri mangiare di gusto, direi che lo ha capito anche lui."

-Hey che ne dite di unirvi a noi stasera?- Mentre mangiamo, la voce di Mark richiama la nostra attenzione –Che intendi?- -La nostra Meredith ci ha detto che stasera il pianeta sarà allineato con il piano delle costellazioni principali in maniera da farci avere una visibilità perfetta sull'asse perpendicolare alla nostra, o qualcosa del genere. Ehm, insomma, la questione è che andiamo a vedere le stelle. Siete dei nostri?- Guardando Jaxe, direi che non ha sentito neanche una parola del ragazzo, e ha preferito continuare a mangiare. "Non credo che gli dispiaccia. Anzi, potrebbe anche fargli bene stare con altre persone" –Sì, ci farebbe molto piacere- -Forte, andiamo dopo cena, cosi abbiamo più tempo per stare fuori-

Finito di mangiare ci prepariamo per l'uscita, facendo un rapido controllo –Allora, per le torce abbiamo i telefoni, poi che altro... farà piuttosto freddo la fuori di notte, quindi ci conviene portare una giacca. - -Allora facciamo cosi Mark, ci rivediamo qui tra cinque minuti. Tutti con le giacche e le torce. Intesi? –Sì, mi sembra un buon piano Lucas- -Perfetto, allora ci rivediamo tra poco. Grazie per la cena August- -Figuratevi ragazzi, e buona serata-

Arrivati in stanza, mi appresto a prendere la mia giacca verde, mentre Jaxe si limita a fissarmi senza muoversi un minimo. –Hai intenzione di prendere una giacca anche tu o stai lì a fissarmi?- -Nah, sto bene. Tu sei pronta?- -Va bene, andiamo. Ma non voglio sentirti lamentare del freddo- -Come vuoi tu- Dopo aver raggiunto tutti e tre la sala principale, troviamo tutti gli altri ad attenderci –Ce l'avete fatta! Ora possiamo partire- -Sì, fateci strada ragazzi-

Usciti dal locale, Lucas e Meredith si pongono subito di fronte al gruppo, guidandoci verso la zona desertica adiacente alla città. Dopo una lunga camminata, raggiungiamo l'esterno della città, e iniziamo a sentire la morbida sabbia gelida sotto le nostre scarpe.

-Lucas, quanto ancora dobbiamo camminare?/Già fratello, per quanta altra sabbia deve entrarmi nelle scarpe?- -Pazienza ragzzi, cammineremo fino a quando Meredith non sarà sicura del posto- Mentre parlano, mi unisco anch'io al loro discorso –Lucas, non hai paura dei Pokémon selvatici della zona?- -Non c'è da preoccuparsi, la maggior parte della fauna locale non è aggressiva, quindi non avremo nessun incontro indesiderato- -E tu ne sei sicuro?- -Certo! Meredith ha passato tutta la mattina a studiare la zona tramite tutti quei suoi manuali. Mi fido di lei-

-Lucas guarda- Di colpo, la tenue voce di Meredith raggiunge le nostre orecchie –lassù, quella duna sembra perfetta- -Allora andiamo Meredith- -Finalmente, smettiamo di camminare, vero Bretta?- -Già, iniziavo ad essere stanca- Raggiunta la cima della duna, tutti quanti prendiamo posto in mezzo alla sabbia e rivolgiamo lo sguardo verso il cielo.

La visione è una delle più belle che io abbia mai visto. Il cielo di un nero profondo che sembra non avere limiti, le bianche candide stelle che disegnano delle magnifiche composizioni nello spazio, lo splendore notturno che fa brillare il mare di sabbia dentro al quale siamo seduti.

"Questa è senz'altro una delle serate più belle che io abbia mai vissuto"

Irradiati da quella luce surreale, mi rendo conte che tutti noi siamo divisi a coppie: Lucas accanto a Meredith, Mark stretto tra le forti braccia di Bretta, e io, seduta accanto a Jaxe. L'unica ad essere rimasta sola è El, seduta in disparte poco più dietro di noi.

"Però mi spiace che sia rimasta sola,ho un'idea. Magar questo gli farà piacere" Dopo aver affondato la mano nel mio zaino, tiro fuori la pokéball di Gengar. –Ok Gengar, ora va da lei, godetevi questo spettacolo insieme- Una volta fuori dalla sfera, dirigo subito il mio Gengar verso la solitaria El, che non si è accorta di nulla. Raggiunta la sua amica, Gengar la saluta e si siede vicino a lei. Di riflesso, El inizia ad accarezzarlo. Ha anche iniziato a sorridere.

Mentre osservo la coppia, sento qualcosa di caldo sulle mie dita. Giratami scopro che Jaxe ha appoggiato la sua mano sulla mia. –Grazie, hai fatto una bella cosa.- -Mh?- -Anche se rimarremo sempre vicini, ci saranno dei momenti in cui non potrò esserci per lei-

Stringendogli la mano mi avvicino a lui –Dimentichi una cosa- -Cosa?- -Non sarai solo- Gettandomi su di lui, appoggio le mie labbra sulle sue. Dopo un piccolo momento di sorpresa, sento che anche lui sta ricambiando il mio bacio, iniziando a stringere la mia mano. Dopo essermi staccata dalle sue labbra, entrambi ci guardiamo negli occhi senza dire nulla. La luce che risplende al loro interno mi fa vedere una cosa che non avevo mai visto in lui fino ad ora. Il suo sguardo, non è più colmo di rabbia, come diceva Meredith, ma sono ricolmi di pace e felicità.

Senza proferire alcuna parola, Jaxe si sdraia sulla sabbia, rivolto verso il cielo. Di riflesso, anch'io mi sdraio, stringendolo tra le mie braccia. Entrambi rimaniamo silenziosi a guardare le stelle che brillano al di sopra di noi. Questo è uno dei momenti nei quali le parole non servirebbero, e bastano pochi gesti per comunicare l'uno con l'altro. Infatti, Jaxe mi ha appena avvolto con una delle sue braccia, facendomi capire che anche lui è contento di vivere questa serata con me.

-Direi che è ora di tornare ragazzi!- Dopo aver passato l'ultima mezz'ora ad osservare il cielo incantati dal silenzioso canto delle stelle, la voce di Lucas richiama l'attenzione di tutti. –Di già?- -Sta iniziando a fare freddo, io direi che sarebbe meglio tornare in stanza- In effetti, sta iniziando a gelare, ma stando accanto a Jaxe non me ne ero resa conto. –E va bene. Allora credo che sia arrivato il momento di tornare- Mentre parlo, mi giro verso Jaxe per vedere se è d'accordo con me. Sentite le mie parole lo vedo annuire, lasciandomi intendere che è del mio stesso parere -Bene, allora in marcia ragazzi-

Durante il cammino, tento di accendere la torcia del mio cellulare, ma noto immediatamente come la batteria sia scarica. –Jaxe, hai per caso con te una torcia?- -No- -Nessun problema ragazzi- Lucas interviene in nostro aiuto –Tutti noi abbiamo una torcia, dovrebbe bastare come illuminazione- Seguendo le luci dei nostri amici, mi rendo conto di come la temperatura si sia abbassata drasticamente rispetto ad oggi pomeriggio, Jaxe ha anche iniziato a tremare. –Hai freddo?- -Solo un po'- Per provare a scaldarlo un po' lo prendo sotto braccio e me lo porto vicino, tenendolo stretto.

Camminando, noto come El stia portando il mio Gengar sulle sue spalle, facendogli vedere tutto da una diversa prospettiva. "Che carini che sono. Sembra proprio che stiano bene insieme"

Sulla via del ritorno, riusciamo a vedere come la città di Sand Stad cambi aspetto durante la notte. Infatti, dal deserto la città si manifesta in tutto il suo splendore. Un anello luminoso in mezzo al nulla, unico segno di civilizzazione nel raggio di chilometri.

Rientrati in città raggiungiamo il locale di August, e dopo esserci salutati, torniamo nelle nostre stanze. Dopo un rapido passaggio in bagno, Jaxe si siede sul letto, pronto per riposarsi. Successivamente, anch'io vado a sistemarmi in bagno. Mentre mi preparo per la notte non riesco a smettere di pensare a quello che è successo prima. "Non so cosa mi sia preso prima. Un attimo prima siamo seduti sulla sabbia a goderci le stelle, e poi mi ritrovo attaccata a lui come se fosse tutto normale. Non dico che non mi sia piaciuto, ma non riesco a capire se abbia provato lo stesso. O se tutto questo sia giusto."

Uscita dal bagno, lo trovo ancora seduto sul letto, mentre El e Gengar sono accoccolati sul secondo materasso della stanza. "Meglio che ci vada a parlare" Seduta di fianco a lui mantengo lo sguardo basso e mi preparo a parlarci –E' stata una bella serata vero?- -Sì, una serata splendida- -Senti, prima, quello che è successo...- Prima che io possa finire la frase, Jaxe appoggia le labbra sulla mia fronte cogliendomi di sorpresa –Tranquilla, è tutto a posto. Ora pensiamo a riposarci.- -Ehm ti va se, dormiamo nello stesso letto? Così El e Gengar possono dormire nell'altro.- Senza dire nulla, Jaxe mi abbraccia e mi sdraia sul materasso, tenendomi stretta tra le sue braccia.

Poco dopo Jaxe si alza e, dopo avermi guardato intensamente negli occhi, decide di alzarsi e dirigersi verso l'interruttore. Prima che spenga le luci, noto come El e Gengar si siano appisolati sul loro letto "A quanto pare, anche loro avevano bisogno di stare un po' insieme"

Dopo aver spento le luci, Jaxe torna sdraiato accanto a me avvolgendomi con una delle sue braccia. Il calore che il suo corpo infonde mi dona una sensazione unica –Jaxe, vorresti....- -Sì- dopo aver risposto preventivamente alle mie parole, Jaxe si gira verso di me, guardandomi direttamente negli occhi –sarò il tuo compagno Jula- Senza lasciarmi tempo di rispondere, Jaxe mi stringe nuovamente a sé, appoggiando il sua viso di fianco al mio pronto per dormire assieme a me –Jula, buonanotte- -Buonanotte, Jaxe-

"Di sicuro, questa è stata una delle serate più belle della mia vita, e sono contenta di averla vissuta con te. Jaxe, anche se non ti conosco nel profondo, voglio che tu faccia parte della mia vita"

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Capitolo 21
*** Pokémon Bond parte 21: Allenamenti ***


Di nuovo sveglia, ma questa volta è diverso. Aprendo gli occhi, mi rendo conto di essere sdraiata proprio sopra il corpo di Jaxe, che mi tiene stretta tra le sue braccia. "Si vede che abbiamo cambiato posizione nel sonno".

Tentando di stiracchiarmi un po' inizio a strusciarmi sul suo corpo dimenandomi delicatamente. Poco dopo, comincio a percepire il calore generato dall'attrito, che mi rilassa ancora di più. Cullata da quel calore, sento le sue braccia di stringermi leggermente più forte di prima "Probabilmente l'ho svegliato"

-Buongiorno- Di colpo, la sua calma voce mi fa capire del suo stato di veglia. Dopo avergli risposto con dei versi tento di parlargli, ma le parole non riescono ancora uscire. –Ti va se andiamo a mangiare qualcosa?- -Perché non rimaniamo un altro po'sotto le coperte. Si sta così bene-

Di colpo, stretta ancora tra le sue braccia sento il suo stomaco iniziare a lamentarsi. –Va bene, allora andiamo. Oggi hai del lavoro da fare, ricordati- -Già... devo aiutare Meredith-

Alzatami, inizio a vestirmi –Hai già un piano per aiutarla?- Dopo essersi messo la sua tipica maglietta nera, Jaxe sia alza dal materasso per poi baciarmi sulla testa –No, non ne ho assolutamente idea-

Dopo essersi vestito, Jaxe entra nel bagno, lasciandomi con El e Gengar, che intanto stanno ancora dormendo beatamente.

"Avevo già dormito con lui i prima, ma questa volta ho provato qualcosa di diverso. Qualcosa che non avevo mai provato prima. E quel calore. Quasi mi dimenticavo di quel suo strano fuoco. Ancora non ho scoperto che è in realtà, prima o poi dovrò scoprirlo. Tutto questo sembra non avere senso, ma allo stesso tempo cell'ha..."

Immersa nei miei pensieri, sento la porta del bagno aprirsi. Giratami, vedo Jaxe con indosso il suo tipico vestiario scuro, pronto per la giornata. Osservandolo attentamente, faccio caso solo ora come si senta estremamente a suo agio con indosso quel tipo di vestiti. Sembra quasi che sia stato creato apposta per indossare i colori scuri

–Beh? Qualcosa non va Jula?- Uscita dai miei pensieri capisco di essere rimasta a fissarlo per un po' troppo tempo –Eh? No no, tutto a posto.- Mentre gli rispondo, tento di entrare il più velocemente possibile in bagno. Dopo aver chiuso la porta dietro di me, tiro un leggero sospiro di sollievo ed inizio anch'io a prepararmi per la giornata, partendo come mio solito dal legarmi i capelli.

Una volta pronta esco in tutta fretta dal bagno, trovandomi di fronte Jaxe, intento a giocare con Gengar in maniera del tutto strana. Infatti, non riesco a capire perché stia tentando di affondare una mano all'interno del corpo del mio Pokémon.

-Ehm, che cosa fai?- Sorpreso, Jaxe tira la mano fuori dal corpo viola di Gengar –Niente, niente- Mentre Jaxe tenta di trovare una scusa, entrambi i Pokémon si svegliano, e si rendono conto della stranezza che sta accadendo. –Affondare la mano nel corpo di Gengar non sembra "niente"- -Ma no, è solo che... ecco...- Mentre parla, sia io che i due Pokémon ci avviciniamo a lui per ascoltare la risposta –Cosa?- -Non avevo mai toccato un Gengar-

Sentita la risposta, mi avvicino ancora di più a lui per abbracciarlo, e per iniziare a ridere come una matta. –Sei veramente unico Jaxe!- -Ah si? Tu Credi?- Finito di ridere, decido di guardarlo direttamente negli occhi per dargli una risposta. –Sì, lo sei- Senza dargli il tempo di replicare, decido di baciarlo, in modo da convincerlo delle mie parole –Ora, che ne dici se andiamo a fare colazione?- -D'accordo. Andiamo- Usciti tutti e quattro dalla stanza, Jaxe chiude la porta con la chiave dataci da August, che poi infila in una delle sue tasche.

Raggiunta la sala principale, troviamo August intento nel servire gli altri clienti al bancone. –Ragazzi, buongiorno- -Buongiorno a te August- -Hey, qualcuno sembra di buon umore- In effetti, il tono di Jaxe sembra leggermente più allegro del solito. –Beh si, sai com'è. Oggi sarà una grande giornata.- -Fantastico. Allora che ne dite se cominciate questa mattina con una bella colazione?- -Ottima idea August- -Wow, quanta energia ragazza. Sedetevi, al resto ci penso io-

Dopo aver preso posto tutti e quattro, August ci porta immediatamente delle tazze di caffè macchiato e dei cornetti caldi, rendendosi conto del "nuovo arrivato" –Hey... e lui?- -Sì, è il mio Gengar. Non ti dispiace se mangia con noi vero?- -Certo che no. Preparo anche per lui- -Ehm aspetta August, diciamo che lui, non è come El- -Ah capito. Di solito tengo sempre del cibo per Pokémon sotto al bancone-

Dopo poco, August passa una ciotola piena di cibo per Pokémon in direzione di Gengar. –Allora ragazzi? Che programmi avete per oggi?- Mentre mangiamo, August trova il tempo di fare due chiacchiere –Oggi ci alleniamo, in vista delle altre palestre. Domani però penso che ce ne andremo.- La risposta di Jaxe ci lascia un filo spiazzati -Serio? Pensavo che volessi prima riprenderti dopo quello che è successo l'altra sera- -Non ha tutti i torti. Dovresti ancora riposarti Jaxe- -Per quello ci sarà tempo. Ora voglio continuare il nostro viaggio-

-Heilà ragazzi!- Mentre parliamo, gli altri ci raggiungono al bancone –Buongiorno. Ti vedo carico oggi Lucas- -Proprio così. Non vedo l'ora di vedere cosa il nostro Jaxe abbia preparato per la nostra Meredith- Dopo esserci tutti salutati , i ragazzi prendono posto e fanno colazione assieme a noi.

-Sarebbe meglio andare. Prima di allenarci dobbiamo trovare un'area vuota- -Allora andiamo a prepararci- La voce di Lucas ci arriva con un tono estremamente energico. –Hai troppe energie per esserti appena svegliato, sai?- Jaxe risponde con delle parole quasi minacciose –Già fratello, rilassati, ci siamo appena svegliati- -Sì Lucas, rilassati- -Mh? Va bene ragazzi, se lo dite voi. Quindi a che ora l'appuntamento?- -Tra cinque minuti. Giusto il tempo di prendere le cose utili- Dopo aver ringraziato August, tutti noi ci dirigiamo nelle proprie stanze.

-Tu sei già pronto, vero?- -Certo, ho solo dato del tempo a voi altri- Come sempre, Jaxe era già pronto da prima. –Va bene. Allora prendo lo zaino e sono pronta.

Mentre recupero il mio zaino, vedo Jaxe sistemare il suo sotto al nostro letto –Non te lo porti?- -Nah, oggi non dovrebbe servirmi- -E se poi ti servisse?- -Non servirà. Ora andiamo, non voglio fare troppo tardi-

Tornati tutti e quattro al piano inferiore, troviamo gli altri che sono in attesa di fronte alla porta, pronti per uscire. –Visto? Ci abbiamo messo poco.- La voce di Lucas ci arriva con un tono ancora energico. Si capisce che non vede l'ora di partire –Ottimo, allora andiamo-

Dopo aver salutato August, ci ritroviamo tutti all'esterno del locale, sotto al sole cocente del deserto. –Bene Jaxe, e ora dove si va?- -Fuori dalla città- -Come "fuori"- -Pensaci bene, abbiamo un intero deserto a nostra disposizione. Quale luogo migliore per allenarsi senza grandi ripercussioni sull'ambiente circostante.- -Giusto...- -Certo che pensi proprio a tutto!- La voce di Mark arriva con il suo tipico tono squillante, poco più acuto di quello del fratello. –Diciamo che a volte penso troppo. Ora però andiamo, o non arriveremo mai-

Dopo aver incominciato a camminare, ci ritroviamo poco fuori la città ad anello, nel bel mezzo di una distesa dorata. –Bene, qua ddovrebbe andare.- Dopo aver controllato la zona, Jaxe dà il via libera e Meredith si appresta a prendere la pokéball di Wishiwashi –E ora?- Nonostante la debole voce, anche Meredith sembra non vedere l'ora di allenarsi.

"E' come se chiunque entri in contatto con Jaxe cambi in qualche modo. Anche io sono cambiata dopo averlo conosciuto. Prima di iniziare questo viaggio con lui, non avrei mai pensato di trovare un compagno di viaggio, tanto meno di vita"

-Iniziamo! Vediamo di dare una lezione questo Pokémon indisponente. Ehm ragazzi?, potreste fare tutti un passo indietro?- -D'accordo- Dopo aver sentito le parole di Jaxe, Meredith si appresta a far uscire il suo Pokémon dalla sfera, mentre noi ci allontaniamo di qualche passo dai due. Non appena illuminato dalla luce, il Wishiwashi sembra estremamente sorpreso del luogo e della quiete che lo circonda.

-Hey piccoletto, è giunto il momento che tu trovi il tuo posto nella natura, che è a fianco della tua allenatrice- -Sarebbe questo il tuo piano?- -Beh vale la pena provare Jula, magari funziona- Mentre parliamo, il Wishiwashi di Meredith esegue un urlo simile a quello della battaglia in palestra.

-Uff, sapevo che un discorsetto non sarebbe bastato, ma valeva la pena farlo- Mentre Jaxe commenta l'accaduto, decine di Pokémon pesciolino si uniscono al Wishiwashi della nostra amica, il quale viene avvolto da un enorme banco di colore azzurrino. Il risultato è una forma predatoria non molto differente dalla precedente.

-E ora che hai intenzione di fare?- -Già amico, ti conviene farti da parte prima che ti attacchi/ Stai attento Jaxe, potresti farti male- Nonostante i nostri avvertimenti, Jaxe sembra non avere intenzione di farsi da parte.

Dopo una rapida lotta di sguardi, il banco spara un Geloraggio in direzione di Jaxe, il quale schiva il colpo eseguendo un singolo passo laterale. Posato il polverone, Jaxe inizia a camminare lentamente verso il complesso di Pokémon, che continua a rimanere con lo sguardo fisso e minaccioso su di lui.

-Jaxe, vattene via! Non vedi che non vuole che ti avvicini- -Finirai per farti ammazzare/ Vieni via da lì- Mentre tentiamo di avvertirlo, Jaxe finge di non ascoltarci e prosegue a camminare lentamente verso i Pokémon marini. Anche El, nonostante la situazione, è rimasta tranquilla ed impassibile. "Ma non ha paura? Non teme per la sua vita? Perché cazzo non si leva da lì?"

-Non importa quanto sia grande- Mentre cammina, Jaxe ha iniziato a pronunciare delle parole, anche se sembrano non avere senso. In risposta, i Wishiwashi sparano un secondo raggio congelante. Dopo aver agilmente schivato il colpo, Jaxe riprende la sua camminata. –Non conta quanto sia incazzato.-

Mentre cammina, Jaxe continua con il suo tono solenne. Inoltre, per un attimo mi sembra di aver visto uno strano bagliore rosso provenire dai suoi occhi, oltre che allo stesso sorriso di due giorni fa. In preda al panico, il banco di Wishiwashi spara un altro Geloraggio, che viene prontamente schivato.

-TI PRENDERO'!- Dopo aver minacciato il suo avversario, Jaxe inizia a correre in avanti, raggiungendo in un batter d'occhio la testa del enorme creatura. Non sapendo a cosa abbia di fronte, i Wishiwashi tentano di indietreggiare all'unisono per portarsi a distanza di sicurezza. Tuttavia, prima che riescano nella fuga, Jaxe si pone sulla fiancata dell'enorme figura azzurra, per poi saltare attraverso di essa. Uscito dal lato opposto, Jaxe sembra ancora più deciso di prima e risalta all'interno del gruppo di Pokémon, senza però uscirne.

Improvvisamente, tutti i Wishiwashi si disperdono fino a scomparire, disgregando l'enorme figura che fino ad un attimo fa si stanziava di fronte a noi. In mezzo a tutto quel frastuono, riesco a vedere Jaxe tornare a terra come se nulla fosse. Guardando più attentamente, noto come stia tenendo saldamente uno dei Wishiwashi. Non appena toccato suolo, Jaxe sbatte con forza il Pokémon sul terreno, per poi riprenderlo al volo.

-I tuoi colori giallastri ti hanno fregato! Ti avrei riconosciuto in anche in mezzo a mille dei tuoi simili-

Tutti noi rimaniamo atterriti dalla scena alla quale abbiamo appena assistito "Scommetto che nessuno di noi si aspettasse che accadesse questo"

-Ti rendi conto di avere un'allenatrice con la quale puoi lottare ogni giorno fianco a fianco? E tu la ripaghi creando nient'altro che disagio. Ora va e scusati con lei-

Finita quella specie di ramanzina, Jaxe lancia il traumatizzato Whishiwashi in direzione di Meredith, che si appresta a prenderlo al volo. Ancora scosso dall'accaduto, il Pokémon inizia ad emettere versi di paura, tentando di trovare riparo tra le mani della sua allenatrice.

-Piccolo mio, non devi avere paura. Se rimarremo sempre insieme, nulla potrà fermarci. Dobbiamo solo restare uniti e crescere insieme. Sono certa che tu e Gabite non mi deluderete mai.-

Sentite le toccanti parole di Meredith, il piccolo Pokémon sembra essersi tranquillizzato. Ora che lo guardo bene, il Wishiwashi sembra essere in qualche modo cambiato. Dopo quel trattamento, ora il Pokémon risulta essere più calmo e pacifico rispetto a poco fa.

-Bene, ti va di rientrare?- Una volta estratta la sfera poké, il Pokémon risponde poggiando la testa sul bottone bianco della stessa. Un attimo dopo, il Pokémon viene risucchiato all'interno della Pokéball, scomparendo dalla nostra vista.

-Wow Jaxe, non mi sarei mai immaginato che avessi il coraggio di affrontare un Pokémon con le tue sole forze- -Perché non dovrei. Non siamo così differenti dai Pokémon sai? Sta a noi scegliere chi e cosa essere.- -Ragazzo, non avevo mai visto nulla del genere, sei davvero un combattente nato- -Sono sicuro che anche tu non sei male Bretta-

Mentre gli altri gli chiedono spiegazioni, io mi concentro su quello che Jaxe ha appena detto "Non siamo così differenti dai Pokémon". Analizzando quelle parole, osservo come El sia il coronamento di tale frase. Più la guardo, più capisco quanto sia umana. Forse, con il giusto approccio, anche i miei Pokémon potrebbero diventare come lei.

-Bene, e ora pensiamo a te- Di colopo, Jaxe si dirige verso Meredith, la quale non riesce a pronunciare nemmeno una parola di fronte al ragazzo che ha letteralmente sconfitto un banco di Wishiwashi a mani nude. –Io?- -Esatto, proprio tu. I Pokémon non possono combattere sempre in autonomia, quindi anche gli allenatori hanno la necessità di doversi allenare- -Come?- Le parole di Meredith arrivano tremolanti, come se avesse quasi paura di quello che sta per accadere. –Beh, lavoriamo sulla voce- -Sulla mia voce?- Sentita l'ennesima frase tremolate, Jaxe appoggia delicatamente entrambe le sue mani sulle soalle della ragazza. -Esatto, un allenatore deve avere una voce abbastanza forte da farsi sentire. Vediamo di cominciare, non ci vorrà molto-

Finito di parlare, Jaxe conduce la ragazza sulla cima della duna che si stazia di fianco a noi. –Hey Jaxe, ma che hai intenzione di fare ora?- La voce di Lucas arriva piena di nervosismo, si vede che non è a suo agio con quello che è successo, come tutti noi del resto.

-Bene Meredith, cosa vedi?- -Il deserto- -Sì, ma se guardi bene puoi anche vedere decine e decine di Pokémon in mezzo a tutta quella sabbia- In effetti, guardando il paesaggio, si possono notare gruppi di Pokémon del deserto, che variano dai tipici Hippowdon, a deigli esemplari meno comuni, come dei Larvitar o dei Vibrava. –Quindi?- -Quindi ora voglo che tu ti faccia sentire da tutti loro- -Ma come faccio?- -Urlando-

Mentre i due parlano, tutti noi, compresi El e Gengar, ci lanciamo degli sguardi interrogativi. Come sospettavo, nessuno di noi riesce ancora a capire dove Jaxe voglia arrivare.

-Urlare?- -Sì! Facci sentire di che sei capace, forza!- -Va bene...-

Di colpo, Meredith emette uno strano suono rivolto verso il deserto, che però sembra essere più un verso di un Torchick strozzato invece di un urlo vero e proprio.

-Ho detto che voglio un urlo, non un verso soffocato. Forza-

Dopo un secondo verso, leggermente più forte del precedente, jaxe si avvicina alla ragazza –Proviamo a farlo insieme, ok? Magari così ti convinci a dare tutta te stessa-

Dopo aver fatto un breve conto alla rovescia i due cacciano un potente grido pieno di energia. E'incredibile come oltre alla voce di Jaxe, si riesca a sentire anche quella di Meredith. Finito di urlare, i Pokémon del deserto cominciano a rispondere al grido dei due ragazzi, facendosi sentire da ogni parte del deserto attorno a noi.

In preda all'euforia, Meredith inizia a ridere in maniera genuina, cosa che non aveva mai fatto, almeno da quando ci siamo conosciuti. Anche gli altri sembrano essere sorpresi e si avvicinano alla ragazza per abbracciarla e congratularsi con lei.

Finito di congratularsi, tutti insieme tirano un altro urlo, facendo ululare una nuova volta i Pokémon del circondario. -Jula, Jaxe, unitevi anche voi-

Unitici con i ragazzi, Jaxe mi guarda dritta negli occhi un'ultima volta prima di tirare un ultimo urlo. Stando vicino a lui, riesco a sentire come la sua voce sia totalmente digìfferente dalle nostre, e riesce a raggiungere una forza sonora che un normale essere umano faticherebbe a replicare. I Pokémon del deserto rispondono sollevando un coro di versi, un meraviglioso frastuono che fa tremare la sabbia.

-Che ti dicevo, con un po'più di carica si possono fare miracoli- Mentre Jaxe commenta la situazione, Meredith si appresta a ringraziarlo abbracciandolo.

-Se a tutti voi non dispiace, ora però me ne tornerei in città per mangiare qualcosa, oltre che per ripararci da questo Sole cocente- -Sì, hai ragione Jaxe, sta iniziando a fare caldo/ Già, io sto cuocendo-

Sentendo le parole dei ragazzi, anche io inizio a sentire caldo –Allora direi di incamminarci- Sentite le mie parole, tutti noi cominciamo a camminare verso il centro abitato, mentre il deserto in mezzo al quale ci ritroviamo rimane a farci da sfondo.

 

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Capitolo 22
*** Pokémon Bond parte 22: Era la nostra giornata ***


Rientrando dal deserto, tutti noi sentiamo sulle nostre spalle il caldo cocente. Arrivati finalmente nella parte esterna di Sand Stad, le prime ore riescono a donarci un minimo di riparo dalla torrida luce della giornata.

-Ragazzi, finalmente siamo arrivati/Già, era proprio ora- Assieme ai commenti dei ragazzi, vediamo in lontananza la locanda di August.

-Ho proprio voglia di mangiare qualcosa- Come al solito, Jaxe ha sempre il pensiero fisso sul cibo. Spero che almeno ogni tanto pensi anche a me e ad El. –Pensi sempre a mangiare tu- -Che c'è di male, in fondo si tratta di un bisogno primario, è più che naturale pensare al cibo, specialmente se significa che posso sedermi accanto a te mentre mangio- "Almeno so che pensa anche a me"

Entrati nel locale, troviamo August intento ad intrattenere i vari clienti, come da bravo proprietario del locale.

-Ragazzi, bentornati! Come sono andati gli allenamenti?- -Hey August, gli allenamenti sono stati fantastici. Tu invece lavori come sempre?- -Già, è sempre bello intrattenere gli altri, anche se sta iniziando a diventare un po'pesante-

Mentre parla, noto una certa nota di malinconia nelle sue parole. –Dici August? Non è da te pensarla in questo modo- -Già, però stavo pensando di prendere un Pokémon come aiutante-

Mentre parliamo, Jaxe ed El si avvicinano a noi, mentre Gengar decide di salire su uno sgabello per portarsi alla nostra stessa altezza. Allo stesso tempo, gli altri prendono posto ad uno dei tavoli vuoti del locale.

-Hai detto "Pokémon"?- Di colpo, Jaxe si unisce al nostro discorso –Hey Jaxe, in effetti è proprio così. Stavo pensando da qualche goiorno di cercarmi un aiutante.- -Un Pokémon?- -Beh sì, vedendo quello che siete te ed El ho pensato che sarebbe bello avere una cosa simile anche qua al Due Dune- Sentendo le parole di August, Jaxe diventa sempre più scuro in volto –Ti stai per caso ispirando a noi?- -Credo di si, non è una cosa bella? A me non dispiacerebbe esserlo-

-Non saprei...- Con sguardo incredibilmente pensieroso, Jaxe si ferma per un attimo a fissare sia me che El.

-Non ci pensare ragazzo, ora vi porto qualcosa da mangiare, avevo ancora delle verdure fresche quindi ho preparato uno sformato. Se preferite posso prepararvi anche della carne- -NO NO! Le verdure andranno benissimo per tutti e tre, vero Jaxe?- Prima che Jaxe possa darmi una risposta, faccio cenno ad August di iniziare a preparare.

-Tu non vuoi proprio farci mangiare carne vero?- -Lo sai che mi da fastidio vederti mangiare dei Pokémon- -Lo so...- Sentendomi, Jaxe appoggia la sua testa su di me, in segno di rassegnazione -Però devo dire che la carne ha un sapore veramente unico- "Anche in momenti del genere, riesce sempre a trovare una qualche battuta per infastidirmi. Forse, è anche per questo che mi piace" -Sei sempre il solito idiota-

-Ragazzi, non sapete quanto mi dispiaccia interrompere scene del genere, ma ho qui per voi tre bei piatti fumanti di sformato di verdure- Girandoci verso il bancone, sia io che Jaxe e El ci avviciniamo per iniziare a mangiare.

-Mentre per te, piccoletto, ho qui una splendida ciotola piena di croccantini- Mentre mangiamo, August si occupa anche di Gengar "Certo che lui pensa proprio a tutto. Ci credo che la gente venga spesso in questo posto".

-Va bene ragazzi, mentre mangiate vado a servire ance gli altri- Ringraziato August, tutti e quattro riprendiamo a mangiare. Poco dopo, tutti i patti finiscono per essere ripuliti. "Era delizioso. E a giudicare dalla sua faccia, sembra che sia piaciuto a ìnche a lui" –Di un po' tu... Non mi dirai che ti è piaciuto- -Beh, se una cosa è buona, non vedo motivo per il quale non vada apprezzata- -Stai dicendo che è meglio della carne?- -Non esageriamo- "Ci ho provato"

Osservandolo, mi ritorna in mente come si sia dato da fare per aiutare Meredith a migliorare. Mi domando se farebbe lo stesso anche per me. –Jaxe senti, quello che hai fatto per Meredith...- -Mhm?- -Ecco... volevo dire che sei stato fantastico, e mi chiedevo se...- -Certo, aiuterò anche te- "Mi ha praticamente letto nel pensiero" –Sicuro?- Dopo aver annuito, Jaxe mi rivolge di nuovo quel suo sorriso bambinesco –Sì, di certo con te riuscirei anche a divertirmi un po'di più-

Finito di parlare, Jaxe mi pizzica leggermente il naso con le dita

-Che vorresti dire?- -Niente, niente...- -Sarà... Che ne dici se ora saliamo in camera, ci prepariamo e ne riparliamo?- -Mi piace il tuo spirito! Allora andiamo-

Avvertiti gli altri della cosa, mi viene subito in mente l'idea di poter finalmente rimanere da sola con Jaxe per una volta, e per da sola intendo senza El che ci copre le spalle come sempre. Per realizzare le mie fantasie, mi giro improvvisamente verso El e Gengar.

-Hey ragazzi, adesso noi andiamo a prepararci per uscire di nuovo. Non ci metteremo tanto, quindi che ne dite se ci aspetate qui con August?- Sentendo le mie parole, El non sembra volersi separare dal suo compagno ed esprime la sua con uno dei suoi versi.

-Dai ragazzona, non ci metteremo tanto. E poi, cosa vuoi che accada in qualche minuto. Tu puoi approfittarne per conoscere meglio Gengar, visto che più tardi ci alleneremo con loro- Le parole di Jaxe rendono finalmete tranquilla la gigantessa in giallo, la quale torna a sedersi su uno degli sgabelli. Nel frattempo, affido il mio zaino a Gengar, il quale in secondo luogo raggiunge El, salutandola con uno dei suoi enormi sorrisi.

"Perfetto, finalmente posso rimanere sola con lui"

Arrivati di fronte alla stanza, prima che Jaxe possa aprirla con la chiave, stringo la sua mano nella mia, senza dire nulla.

-Jula, che succede?- Continuando in silenzio, lo afferro per il braccio, e mi srtingo a lui. Mentre sono stretta a lui, sento la sua mano accarezzarmi da sopra il cappello. –Va bene, però ora vediamo di prepararci...- Mentre parla, Jaxe si blocca improvvisamente –Hey, ma la porta è già aperta. Jula, dietro di me, svelta-

Dopo essermi messa dietro di lui, noto anch'io la porta rimasta socchiusa, mi domando cosa ci aspetta al di là della porta. Entrati silenziosamente nella stanza, notiamo un ragazzo dai capelli estremamente chiari seduto sulllo stesso letto dove io e Jaxe abbiamo dormito la scorsa notte.

-Finalmente, mi stavo chiedendo quanto mi avreste fatto aspettare ancora – il tono infastidito ed energico del ragazzo ci fa capire che stava aspettando noi.

-Posso aiutarti?- Jaxe come al solito, si pone con tono impertinente. –A dire il vero sì- Mentre risponde, il ragazzo si alza dal letto, ponendosi faccia a faccia con Jaxe. Il suo lungo vestito sintetico e di colore rosso raggiunge quasi il terreno, intonandosi con i suoi lunghi pantaloni e scarponi neri. Un po' eccentrico per essere una persona qualunque.

-Ci è voluto un po' per raggiungervi, ma finalmente posso risolvere anche questa questione- -Sentiamo cosa hai da dirmi, misterioso ragazzo ignoto- Rispondendo, Jaxe si piega leggermente in avanti, come se si preparasse a combattere.

-Un paio di giorni fa, ho scoperto che una delle mie squadre era stata annientata, quindi sono venuto a conosciere l'artefice di tale impresa- -Ti riferisci a l'altra sera, quella dove ho dato ad una squadra del Clan Cerberus quello che meritavano?- -Allora sei stato tu. Che roba, un solo ragazzo, contro una delle mie squadre. L'erode del Due Dune-

Ha detto "Le mie squadre". Ma allora chi è in realta questo ragazzo.

-Non mi hai anora detto il tuo nome- Il ragazzo misterioso, comincia a ridere come se fosse estasiato dalla situazione –Normalmente non lo dico, ma visto come finiranno le cose, lascia che mi annunci. Io sono Francis, capo e fondatore del Clan Cerberus. Prima o poi conquisteremo l'intera regione di Landhavet, e riusciremo a completare gli obbiettivi che mio nonno si era posto creando il Team Rocket. E tu, mio caro eroe, mi hai messo i bastoni fra le ruote. In altre circostanze, ti avrei sicuramente offerto un posto di rilievo accanto a me, ma non posso assolutamente fare finta di nulla.- -Francis? Che nome ridicolo per un cattivo- -Già... non sei il primo che me lo dice sai?- -Però c'è un'ltra cosa che non mi torna. Perche ci stai dicendo tutto questo pensando che non ti fermerò- Sentendo le parole di Jaxe, Francis riprende a ridere come un maniaco, portandosi una mano alla tasca.

-Cosa c'è da ridere così tanto-

Di colpo, si sente un "click" venire dalla tasca di Francis, il quale smette improvvisamente di ridere. -Heatran; Lavasbuffo- in una frazione di secondo, il Pokémon Cratere fa la sua apparizione, e senza esitazione, il Pokémon lancia verso di noi il suo potente attacco di fuoco.

-JULA!-

 

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Capitolo 23
*** Pokémon Bond perte 23: Benvenuti alla New Dawn ***


Bruciato. Odore di bruciato ovunque. Così forte da farmi pizzicare l'interno del setto nasale. Dopo aver visto lo sguardo terrorizzato di Jaxe ho chiuso i miei occhi per la paura. Ancora non trovo il coraggio di riaprirli.

-Ottimo, Honchkrow torniamo-

Sento la voce di Francis e il battito d'ali del suo Pokémon che si allontanano, ma niente che mi faccia capire come stia Jaxe.

Fa caldo, sto letteralmente cuocendo viva, mi pizzicano le zone più esterne di braccia e gambe. Qualcosa mi sta tenendo attaccata al muro, ma non ho ancora aperto occhio per capire cosa sia successo.

Improvvisamente la stessa cosa che mi sta trattenendo al muro si muove leggermente, iniziando a lamentarsi con dei versi soffocati. "Sì, è lui".

Per la gioia di averlo risentito, trovo finalmente la forza di aprire gli occhi.

-Jaxe, sei tu, cosa è successo!?-

Subito, rimpiango di averlo fatto. Jaxe mi ha protetta dal fuoco, coprendomi con il su corpo. La sua schiena, come le sue braccia e le sue gambe, sono carbonizzate. Non risponde.

-Jaxe rispondimi ti prego- Anche dopo essermi scostata da lui e aver stretto il suo viso tra le mie mani non ottengo alcun segno da parte sua.

-Sei, viva- Data la risposta, Jaxe tenta di muoversi, ma finisce con l'accasciarsi al muro.

-Jaxe ti prego, non puoi morire. Ricordi quello che ci siamo detti? Finiremo questo viaggio assieme, me lo hai promesso. Me lo hai promesso!-

Mentre tento inutilmente di tenerlo sveglio, Jaxe finisce con il perdere conoscenza, Mi rifiuto categoricamente anche solo pensare che sia morto. Mentre piango in ginocchio di fronte al suo corpo privo di conoscenza attorno a noi le fiamme continuano a consumare qualunque cosa che tocchino. Le mura crollate, parti del soffitto che hanno ceduto, le bruciature sul pavimento che hanno ripreso la forma della fiamma.

Mentre il fuoco continua a cancellare lentamente gli interni della stanza, El August e Gengar sfondano la porta, trovandosi di fronte a questo incubo.

-Che succede!?- August ancora ignaro di me e Jaxe, inizia immediatamente a combattere le fiamme utilizzando un estintore.

Allo stesso tempo, El, seguita da Gengar, si avvicina a noi con aria disperata. Vedendo il suo compagno in quelle condizioni, la gigantessa di tuono scoppia in lacrime. Non avevo mai visto un Pokémon piangere, fino ad ora ho sempre pensato che non potessero farlo. Dopo aver spento le fiamme più vicine a noi, anche August ci raggiunge

-Che è successo!?- -Non lo so August. Prima abbiamo trovato un ragazzo nella nostra stanza, e dopo il suo Pokémon ha incendiato tutto. E poi...- -Tu riprenditi un secondo, ho già chiamato i soccorsi, gli altri sono tutti di sotto- Mentre August tenta di rassicurarmi, Jaxe allunga una mano verso El per accarezzarla, facendoci capire che è ancora sveglio.

-Hey campione, bella grigliata direi vero?- La battuta di August riesce a farlo ridere sottovoce –Già... a proposito... che si mangia?- -Questo è lo spirito, vedrai che le cose si sistemeranno. Ora fai il bravo e aspetta la cavalleria- Dopo aver scambiato due parole con lui, August mi si avvicina per parlarmi sottovoce.

-Non ho mai visto nessuno rimanere ancora vivo in quello stato. Non so nemmeno se sia possibile rimanere coscienti con delle bruciature del genere. Questa sarà sicuramente la notte peggiore della sua vita.- -August, che facciamo- -Noi non possiamo fare nulla, tranne che aspettare i soccorsi.

Dopo pochi, ma infiniti minuti di attesa, un'ambulanza, accompagnata da pompieri e polizia, arriva di fronte al locale.

I medici e gli infermieri arrivano di fronte a noi scortati dal corpo di polizia, mentre i vigili del fuoco iniziano a far evacuare tutti per poi spegnere le fiamme in sicurezza. Dopo aver posto con attenzione Jaxe su una barella, si apprestano a portarlo nell'ambulanza che li aspetta fuori.

-Condizioni?- -Estreme, ustioni lungo tutto il retro del corpo- -Hey, ma questo non è lo stesso ragazzo dell'altra sera?- -Credo di sì, ma rimandiamo le formalità a dopo, ora portiamolo dentro- -C'è qualche parente o familiare qua?-

Vendendomi così sconvolta, August si avvicina a me per indirizzarmi verso gli infermieri –Va con loro, ci penso io qua-

-Solo parenti o familiari- Raggiunti gli infermieri vengo immediatamente fermata da uno di loro –Sono la sua ragazza.- -Va, bene. Allora in questo caso mi segua-.

Arrivata in ambulanza, mi fanno sedere accanto a Jaxe, privo di conoscenza da non so quanto. "Anche se non riesco a guardarti in queste condizioni, voglio restarti accanto, non ti lascerò da solo, ma tu vedi di non lasciare sole me ed El"

Durante il viaggio verso il pronto soccorso, non mi hanno nemmeno lasciato stringergli la mano, dicono che per motivi di sicurezza bisogna toccare meno possibile chi ha delle ustioni del genere.

Raggiunta la sala operatoria, uno degli infermieri mi scorta in sala di attesa, lasciandomi sola in quella fredda stanza.

Dopo aver passato una mezz'ora da sola, finalmente August ,assieme ad El e Gengar, ci raggiungono in sala d'attesa. –Eccoci qua, ho portato i rinforzi- Immediatamente, El corre verso di me per poi abbracciarmi. –Abbiamo portato anche i vostri zaini, per fortuna che quello di Jaxe era sotto al letto, è solo un po'annerito, ma sembra tutto intero-

Dopo essere uscita da quel caldo e morbido pelo giallo ringrazio August, che decide di tornare al locale per continuare a parlare con la polizia. Ora siamo solo noi tre, seduti in quella sala d'attesa, aspettando sue notizie.

Passata almeno un'ora in silenzio assieme ai nostri Pokémon, sento il rumore di porte che si spalancano e il cigolare di un lettino a rotelle che viene spinto. Dopo esserci alzati tutti e tre di scatto, vediamo il lettino con sopra Jaxe che viene portato in una stanza per pazienti.

Dopo aver corso fino là, vediamo delle infermiere mettere con cura il suo corpo su un vero e proprio letto, per poi coprirlo con una coperta.

-Ah, tu devi essere la ragazza che è arrivata con lui.- -Sta bene?- -In sala non pensavamo nemmeno che sarebbe arrivato fino a qui, ma visto che ci ha sorpreso fino ad'ora, non vedo perché debba andare peggio. Se vuoi potete rimanere qua, basta che non lo agitate-

Una volta che le infermiere lasciano la stanza, mi appresto a prendere una sedia e a sedermi immediatamente di fianco a lui.

"Sembra proprio che stia dormendo in pace"

Mentre resto immersa nei miei pensieri, El si siede di fianco a me e mi asciuga le lacrime –El che facciamo, non voglio che tutto finisca così- Nessuno dei due Pokémon riesce a darmi una risposta vera e propria. –A questo punto, direi di aspettare qui con lui-

Presa la decisione, i due Pokémon mi si accoccolano vicino alle gambe, mentre io decido di rimanere sveglia ancora per un po', rimanendo con lo sguardo vigile su di lui, in attesa di un qualche suo segno.

Più passa il tempo, più la stanchezza e gli effetti dello stress si fanno sentire, fino a quando non prendono il sopravvento su di me, costringendomi ad appoggiarmi alla spalla di El, per poi addormentarmi.

-Jula? Jula svegliati, come stai Jula?- Una voce potente e femminile mi sveglia dopo una nottata di sonno difficile. Aperti gli occhi capisco che Bretta e gli altri sono passati a trovarci. –Jula, come va? Come sta lui?-

Prima di risponderle, tiro una prima occhiata a Jaxe, ancora dormiente. –Non si è ancora svegliato da ieri- -Già... August ci ha raccontato tutto, te come stai?- -Viva, grazie a lui. Credo di essermi ustionata anch'io ieri, ma nulla di che.- -Allora poi dillo a delle infermiere, magari possono fare qualcosa- -Conoscevate il ragazzo di cui August ci ha parlato?- -No, ma da quello che ci ha detto ieri, lui conosceva noi- -Si è presentato? Allora sapete il suo nome, magari possiamo trovarlo!- Sentendoci parlare, anche Lucas e gli altri si uniscono al discorso –Non credo, il suo nome è Francis, e ha detto di essere il capo del Clan Cerberus- -Il capo? Allora sarà veramente tosta trovarlo. Ma ti giuro che lo troveremo quello stronzo-

Mentre parliamo, noto come Meredith sia rimasta in silenzio ad osservare Jaxe, come se fosse ipnotizzata. –Va bene Jula, ora noi andiamo a fare dei giri, ci vediamo dopo, vi portiamo qualcosa da mangiare va bene?- -Grazie mille ragazzi, sarebbe fantastico- -Allora ci vediamo più tardi. E vedete di riposarvi come si deve voi tre-

Usciti dalla stanza, i ragazzi non fanno in tempo a mettersi in marcia che vengono subito bloccati da delle strane guardie armate vestite di bianco. –Tutti fermi, faccia a muro- -Hey, ma che sta succedendo?!- -Jula, attenta!- Ancor prima di poter metabolizzare l'avvertimento, alcune delle guardie entrano in stanza, tenendo tutti e tre sotto tiro con i loro fucili, bianchi come le loro divise. In risposta, El si posiziona di fronte a me per proteggermi.

-Struttura messa in sicurezza; Obbiettivo nella stanza; In attesa di ordini.- -Suvvia, quanta freddezza ragazzi, vi ho già detto mille volte che dovete essere un po'più morbidini nelle comunicazioni-

Di colpo, una strana ragazza fa la sua apparizione. La sua voce ha un suono talmente vellutato, che sembra quasi accarezzarmi i timpani. I suoi vestiti mi fanno capire che chiunque sia, è una persona di rilievo. Infatti, la sua non è una divisa, ma più un vero e proprio vestito d'alta moda di colore bianco, che lascia le spalle scoperte. Le frange nere, fanno da contrasto perfetto al tutto. Concludendosi con un pantalone attillato bianco, e ovviamente scarpe con tacco alto. L'unica cosa che le ricopre le braccia, è una specie di finissimo guanto lungo argentato, che parte da metà avambraccio fino ad arrivare alle dita, lasciandone scoperte solo le falangi più esterne.

-Tu devi essere l'Electivire che viaggia con lui, ma non credo di riconoscere la ragazza che si trova dietro di te. Coraggio, vieni fuori tesorino. Se non ti abbiamo sparato poco fa non lo faremo di certo ora.- Dopo aver fatto un profondo respiro, prendo tutto il coraggio che ho e faccio un leggero passo per allontanarmi da El.

-Comandante Violet, che facciamo con gli altri soggetti- -Quelli? Portateli fuori e fateli allontanare da qui, invece tu...- Mentre parla con una delle guardie, la ragazza si gira rapidamente verso di me, iniziando ad avvicinarsi. I suoi lunghi capelli bianchi fluttuano mentre cammina, come se non avessero alcun peso.

-Sei stata tu a fargli questo?- Senza dire nulla, rispondo scrollando il capo –Guarda che non devi avere paura di me, anche perché non credo tu abbia bisogno di mentire, non è così?- Il suo guardarmi nell'anima è estremamente simile a come Jaxe ha fatto in precedenza. Con l'unica differenza che i suoi iridi di colore giallo acceso e le sue pupille a forma di croce dello stesso colore mi infondono un tremendo stato di inquiete.

In attesa che io risponda, dietro di me sento degli strani rumori di movimento. –Lasciala, in pace- Di colpo, Violet esegue un leggero passo indietro, mentre il suo sguardi si illumina non appena sente quella voce. Giratami anch'io, vedo Jaxe, di nuovo in piedi di fronte a noi, pronto a difenderci ancora una volta. Tutto il suo corpo sta tremando, riesce a malapena a stare in piedi, eppure non appena ha avvertito ciò che sta accadendo si è alzato. "Per fortuna ha indosso quella specie di camice che danno ai pazienti"

-Finalmente ti ho trovato, Erano anni che ti cercavamo, che io ti cercavo. Finalmente possiamo tornare ad essere un'unica famiglia. Aspetta che la dottoressa Aurelia sappia che finalmente il suo piccolo Jaxe tornerà a casa. Faremo una grande festa.- -Vattene Violet. Non tornerò con voi, lo sai bene-

Sentito il suo rifiuto, la ragazza in bianco si avvicina a lui per stringergli il viso tra le sue mani -Questo ti farà sicuramente cambiare idea- Senza dargli il tempo di rispondere, Violet si attacca a Jaxe, baciandolo appassionatamente. Sia io che i Pokémon al mio fianco rimaniamo sconvolti dalla scena."Ma cosa, come si permette, questa...troia"

Di colpo, mentre i due sono ancora attaccati l'un l'altra, una potente fiammata spinge la ragazza verso il muro, facendola anche affondare di poco nell'intonaco della parete. Immediatamente dopo, rivolgo il mio sguardo verso Jaxe, e quello che vedo mi fa ricordare il motivo per il quale mi sono legata a lui. Il suo sguardo, intriso di rabbia, è diventato di un colore vermiglio, la sua posa, con un braccio teso in avanti con la mano aperta in direzione di Violet. A generare quella fiammata è stato lui. "Beccati questo puttana".

-Sei sempre stato un tipetto difficile, ma non posso permettermi il lusso di lasciarti andare di nuovo. Ragazzi, dentro con gli arpioni-

Sentito l'ordine della ragazza, alcune guardie entrano nella stanza, puntando Jaxe con dei fucili simili a delle fiocine. Prima che possa fare qualcosa, Jaxe si ritrova due arpioni conficcati in entrambe le spalle. Caduto a terra per il dolore, Jaxe si rialza in piedi senza dire nulla.

Dopo un leggero cenno della ragazza, i fucilieri cliccano un bottone situato sul lato dei loro fucili. Istantaneamente, una potente scarica elettrica percorre tutto il cavo, fino ad arrivare agli arpioni. Folgorato da quella scarica, Jaxe cade a terra, ancora una volta privo di sensi.

-Comandante Violet, che facciamo con loro?- -Che razza di domanda, li portiamo con noi. Dobbiamo evitare di farlo arrabbiare. Ricordi le direttive?- -Ricevuto- A ordine impartito, alcune delle guardie si infilano una maschera anti gas, mentre altre lasciano a terra delle bombole metalliche, che iniziano a rilasciare un gas dal colore grigiastro. Non appena El vede le bombole, si pone di frante a me e a Gengar per difenderci, anche se totalmente inutile contro un gas. L'odore del fumo è incredibilmente amaro e mi secca improvvisamente il palato non appena ci raggiunge. Improvvisamente, la mia vista si annebbia e non riesco a muovermi come vorrei. Più resto immersa in quel gas, più mi sento debole, fino al punto in cui tutti e tre crolliamo a terra.

Prima di svenire, vedo Violet ridere e abbandonare la stanza –Mi raccomando, ricordatevi di prendere anche quegli zaini, non vogliamo che si arrabbi per aver perso anche le sue cose- -Ricevuto-.

"Non riesco più a vedere nulla, tanto meno a sentire altro. Vedo tutto nero. Una volta sveglia sicuramente mi spiegheranno cosa sta succedendo. Lui mi spiegherà cosa diavolo sta succedendo. Chi sono queste persone, chi è questa ragazza, e come fa a conoscere Jaxe così bene da prendere certe accortezze."

Improvvisamente, sento che il mio corpo sta ricominciando a funzionare. Per prima cosa apro gli occhi. Sono all'interno di una stanza incredibilmente bianca, sdraiata su un duro lettino altrettanto bianco. "Dove sono finita, dove siamo finiti. Fa freddo. Devo alzarmi".

Come provo a muovermi, delle persone in camice mi si avvicinano. "Fortuna che ancora non riesco a muovermi come vorrei, o come prima cosa vi avrei preso a pugni"

-Dottoressa Aurelia, la ragazza è sveglia- -Mhm? Come dice?- Di colpo, sento un rumore di passi che si avvicinano in mia direzione, fino a vedere una figura femminile di fronte a me, anch'essa con indosso un camice. La luce della lampada sopra di noi genera una luce talmente intensa da non farmi vedere quasi nulla, l'unica cosa che riesco a notare di lei, sono i suoi lungi capelli biondi, e il riflesso dei suoi occhiali rettangolari.

-Ben svegliata dormigliona- La sua voce, profonda e consumata, è molto più grande di noi, e da come la hanno chiamata poco fa, direi che è lei a comandare qui. –Pensavamo che avresti dormito per ancora un altro po', ma ci sarà sicuramente un motivo se ti abbiamo trovata assieme a lui. Benvenuta alla New Dawn-

 

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Capitolo 24
*** Ringraziamenti ***


L'ultimo capitolo di certo ha segnato una sorta di "fine" per Pokémon Bond. Bisogna precisare, però, che non sto dicendo che il viaggio della nostra Jula terminerà con così tante domande lasciate in sospeso, anzi, ho già in programma d portare avanti la storia. Infatti, possiamo dire tranquillamente che il 23° capitolo ha segnato la fine del prologo della storia che vi ho presentato con un pizzico di orgoglio.

Anche se la scrittura è stata totalmente autonoma, dovrò certamente ringraziare le persone che si sono occupate di leggerla e commentarla ancora prima che fosse pubblicata (e di questo, tenterò di occuparmene di persona), ma questa è un'altra storia.

Invece, direi di parlare a grandi linee della storia che spero vi abbia "catturato" in qualche modo. Per prima cosa, vorrei innanzitutto parlare del personaggio di Jula, quindi della nostra protagonista, per poi spaziare con gli altri personaggi.

Jula Beckam è la tipica allenatrice Pokémon proveniente da un comunissimo centro abitato. Infatti, la cosa che più mi è piaciuta di lei fin da subito, è che ognuno potesse tranquillamente impersonarsi in lei, poiché è un personaggio che tende ad una normalità estrema.

La vediamo per la prima volta in una delle situazioni peggiori che un allenatore possa immaginare. Di fatto la troviamo fin da subito tra le grinfie di alcuni mercenari, intenti a rubare i suoi due Pokémon che ho deciso di affidarle inizialmente (Gengar e Ninetales).

Piccola precisazione, i suoi Pokèmon erano originariamente un Gengar ed una Primarina, ma le persone con le quali ho condiviso la storia prima della sua pubblicazione mi hanno fatto notare immediatamente che Primarina non è un Pokémon così "affascinante". Per questo, ho optato in seguito per l'utilizzo di un Ninetales versione Alola (dato l'incredibile eleganza dell'esemplare) (Un Grazie già lo metto qua).

Ora, potrei parlare in maniera velata di Jaxe, in modo da fare una contrapposizione a Jula, ma non fino al punto da anticiparvi troppo. Fin da subito, Jaxe si rivela essere un personaggio ben lungi dalla normalità. Infatti, Jula se lo ripete più volte, anche se cede ai suoi sentimenti, e non demorde dal voler scoprire le origini del ragazzo. Quindi, Jula si ritrova di fronte a questo tipo, inizialmente seccato da quasi qualunque cosa lo circondi, dai poteri sovrannaturali (o potremmo dire da Pokémon). Tuttavia il ragazzo non viaggia da solo. Infatti, la sua entrata scenografica è accompagnata dall'arrivo di El (l'Electivire che viaggia con Jaxe dal principio).

Quindi, da un lato possiamo trovare un personaggio estremamente tipico del mondo Pokémon (la nostra protagonista), il quale necessita di esperienza per poter crescere ulteriormente e raggiungere alti livelli assieme alla sua squadra. Mentre, dall'altra parte, troviamo un personaggio che si trova già a livelli più che alti, e che vuole trovare degli scontri che riescano a metterlo in difficoltà (la nostra coppia Jaxe/El).

Poi abbiamo anche El. Pur trattandosi di un Pokémon, sottolineerò spesso che il suo comportamento tende ad essere umano, a differenza di Jaxe, che a volte tende a diventare "selvatico".

Gli altri personaggi che si aggiungono al cast della storia, invece, servono a dare uno sfondo più sociale al tutto, mettendo in mostra anche la parte luminosa e gioiosa della regione di Rhu. Infatti, poco prima dello scontro con la seconda palestra, ho introdotto ben quattro personaggi, i quali decidono di accogliere i nostri protagonisti come se fossero tutti in una grande famiglia.

Un aspetto che è stato di enorme difficoltà nella stesura, è stato tutto l'ambiente riguardante, soprattutto l'aspetto del cibo. Se pensate bene, no si è visto così spesso della carne (intesa come alimento) all'interno della serie animata. In più, personalmente, non ho mai visto della fauna "normale" presente in nessun titolo di The Pokémon Company. Quindi, mi sono sentito obbligato a utilizzare i Pokémon come cibo. Questo, ha aperto diversi dubbi nella mia testolina in preda alla follia. Dubbi che sono riuscito a risolvere aprendo la questione anche all'interno della storia scritta. Le tematiche de vegetariano VS onnivoro (una cosa azzeccata aggiungerei, visto l'etica sul cibo che si è creata in questi ultimi anni).

La storia, tende ad essere un racconto che vuole mettere l'intero mondo Pokémon sotto una luce realista, mostrando sia il bene che il male della regione.

Il "Fantascientifico" lo troviamo in maniera preponderante nel finale di questo volume. Il castello di carte tirato su dai personaggi, infatti, inizia a crollare dopo che in seguito alla "vendetta" di Francis, i nostri protagonisti entrano in contatto con il passato di Jaxe (o sarebbe meglio dire il contrario).

Adesso, tenterò di inscenare una specie di botta e risposta con i lettori, in modo da rispondere a delle domande che molti potrebbero porsi durante la lettura di Pokémon Bond, quindi una specie di FAQS (perché a me piace veramente tanto avere una qualche ipotetica interazione con il lettore).

#1 "Perché il racconto parte in Media Res?"

Praticamente, tutti noi sappiamo come possa essere noioso l'inizio di ogni gioco Pokémon. Sapete, parla col prof. di turno, scegli lo starter e cose così. Non mi piaceva molto partire lentamente, quindi ho optato per un inizio "movimentato".

#2 "I personaggi sono opera tua?"

Complicato a dirsi. Io risponderei di si, ma di sicuro molte delle mie scelte sono state riprese da altre, creando dei riferimenti volontari e non.

#3 "Allan è il nipote di Rosso?"

Questa domanda mi è anche stata fatta da una persona in chat privata. Togliamo ogni dubbio: vestiti rossi, ha il cappello, Charizard è nella sua squadra. In più, alcune delle sue frasi ce lo fanno capire chiaramente. Quindi sì lo è.

#4 "Perché il tuo punto di vista è da parte di Jula?"

Non saprei come rispondere propriamente, è successo e basta. Questa cosa può anche generare delle occhiatacce generali da parte di chi legge inizialmente, ma poi passa tutto.

#5 "Ti sei messo in qualche modo all'interno di ciò che scrivi?"

Dire di no sarebbe un'idiozia clamorosa, ma lo sarebbe anche dire il contrario. Non sono propriamente "presente" in Pokémon Bond, ma basta ricordare cosa si dice degli scrittori: ogni personaggio rappresenta una frammentazione del suo creatore.

#6 "I posti che hai creato esistono veramente?"

"Ni". Ogni luogo, città e paese, si basa su ogni luogo che ho visitato fino ad'ora. Infatti, tanto per dirne una, il tram di Sand Stad è ripreso dal Cable Car di San Francisco. Oltre al fatto che un buon 90% di quello che ho scritto è stato accompagnato da un sacco di musica di ogni genere.

#7 "Hai già pronto il continuo della storia, o parte di essa?"

A dire il vero è tutto in mente. Ora serve solo che mi rimetta in tastiera e metterle per iscritto. Inoltre, ho un quaderno ad anelli pieni zeppi di appunti riguardanti vari personaggi secondari, tra cui i membri della Lega Pokémon.

#8 "Come continuerà la relazione tra Jula e Jaxe?"

Complicata la loro situazione, vero? La loro relazione è cicciata (termine tecnico) fuori dal nulla. E dire che avevo pensato di metterla molto più avanti. Poi mi sono detto, mettiamola prima della fine, magari la gente ci si affeziona di più. Una volta detto ciò, mi sono messo alla ricerca di una situazione che potesse far avverare quello che avevo realizzato. Ci ho messo tre giorni di Brain Storming per realizzare il capitolo che avete letto (il 20 circa). Da lì in poi, grazie agli ultimi capitoli, ho potuto agire quasi in totale libertà per distruggere quello che si è creato tra i due personaggi. Per rispondere alla domanda con precisione, credo sia meglio vedere il seguito, perché ancora non sappiamo quello che sta per accadere ai protagonisti.

#9"Da quanto tempo si conoscono Jaxe ed El"

Parecchio, ma scendere nei dettagli rischierebbe di sfociare in possibili spoiler.

#10 "Jaxe avrà mai una squadra effettiva?"

Ovviamente, pensateci bene. Come fai a farti tutte le medaglie e la Lega con un solo Pokémon monotipo. Tuttavia, per il quando/come/perché dovrete aspettare.

#11 "Cosa provi rileggendo quello che hai scritto?"

Questa domanda l'ho messa io, perché ho visto molti artisti messi in crisi di fronte allo stesso argomento, e penso che sia giusto dare una risposta il più sincera possibile. Rileggendo non provo un granché di positivo, perché mentre rileggo penso sempre a mille altri dettagli e mille altri modi nei quali sarebbe potuta andare. Per non parlare degli errori di battitura, in quei casi sorge l'imbarazzo e mi appresto a correggere. Quindi diciamo che preferirei evitare di rileggere i miei capitoli, ma tendo più a pensare a cosa verrà dopo.

#12 "A quali giochi Pokémon hai giocato/stai giocando?"

Allora, la lista potrebbe risultarvi incredibilmente corta: Oro; Mistery Dungeon squadra rossa; Diamante; Platino; Soul Silver; Bianco; Sole; Ultrasole; Masters; Spada. Pokémon Go mi ha stomacato, ci ho giocato, ma mi ha stomacato.

Direi che per il momento possa bastare, che dite? Adesso non mi resta che iniziare la stesura della prossima raccolta. In ogni caso, tengo a ringraziarvi ancora, sia per il supporto che mi avete/state dando, sia per come lo avete condiviso (se lo avete fatto).

Vi lascio con un mio caldissimo saluto, seguito da un paio di notizie:

1) La storia continua su Wattpad (e siamo anche molto avanti)

2)Pokémon Bond ha anche la sua pagina su Instagram, venite a vedere delle tavole riprese dall'omonimo fumetto.

 Ci si vede tra i commenti, spero.

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