Cosa fareste voi se d’improvviso il sole scomparisse?

di ecila94hina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un attimo ***
Capitolo 2: *** Cambiamento ***
Capitolo 3: *** 3-Contatto (parte 1) ***
Capitolo 4: *** 3.Contatto (parte 2] ***



Capitolo 1
*** Un attimo ***


Cosa fareste voi se d'improvviso il sole scomparisse?

1-Un attimo

Hinata guarda il cielo. Promette tempesta. Questo dovrebbe farla sentire agitata, triste o quantomeno spaventata all’idea di bagnarsi, ma c’è qualcos’altro in realtà in moto nel suo animo. Una strana sensazione di attesa, quei momenti in cui avverti distintamente che un attimo può cambiarti la vita, che un secondo diverso dagli altri sta per bucare l’immobilità di una prigione, quella piacevole e terrificante sensazione che ti lavora da dentro e ti spinge a guardare dove non vuoi. 

Tutto tace intorno a lei, si sente solo il sibilo di una goccia che cade...lei alza di nuovo lo sguardo, ma da dove proviene? Da fuori o da dentro? Difficile dirlo ormai.

La goccia precipita inesorabile sempre più  veloce, quasi rabbiosa, verso un’altra superficie d’acqua che invece è placida e immobile fino a che non entrano in contatto e si sente un enorme boato, troppo per una lacrima.

Lo hanno sentito tutti o solo lei? 

Sono fatte della stessa sostanza, ma l’energia dell’impatto crea onde alte e violente che sconvolgono la superficie ed arrivano in profondità, lontano,  dove non si vorrebbe. 

Il cuore traballa, vacilla sotto l’influenza di quel maremoto improvviso e un’immagine arriva alla mente. 

Quella che non si vorrebbe vedere mentre si sta per cedere, o si?

A volte quando tutto è troppo immobile, sentiamo una forza implacabile spingerci via verso qualcosa di ignoto e scopriamo che quello che più temevamo in realtà è quello di cui abbiamo più bisogno.

Fissate l’immagine più luminosa e calda che avete nel cuore, sentite il calore circondarvi e la mente fluttuare, ecco quello che lei sta vedendo.


Immaginate di essere sospesi in uno spazio parallelo a cui sembra non arrivare l’eco del mondo reale.

Avete sotto di voi la morbidezza dell'erba che si piega gentile sotto le vostre forme come se quel mondo volesse accogliervi in un abbraccio caldo e cullarvi in un sogno magnifico da cui sembra impossibile svegliarsi da tanta pace vi circonda.

Intorno a voi percepite il fruscio delle foglie degli alberi, sentite nell’aria l’odore della natura che si espande ribelle e vittoriosa sul letargo dell’inverno. C’è quella sensazione di trepidante attesa per l’imminente esplosione della vita, dell’energia, per quel risveglio che accade ogni anno forte e dirompente. È l’inarrestabile primavera che riporta la vita dopo un lungo riposo.

Avete gli occhi chiusi, sentite il calore del sole sulla vostra pelle, un qualcosa vi sfiora leggero il naso per richiamare la vostra attenzione e allora aprite gli occhi e vedete l’azzurro intenso di due occhi grandi, pieni e vivaci che sembrano contenere un mondo intero e in qualche modo è così perché contiene il vostro.

Sentite un sobbalzo più forte nel vostro petto, il vostro battito è sempre più accelerato, succede sempre e non potete fare a meno di sorridere in imbarazzo, quanto tempo dovrà passare prima ancora di abituarcisi?! La risposta in questo momento “di dopo” la sapete: non è abbastanza. 

Sorriso chiama sorriso e sembra già estate, sentite il fuoco divampare su di voi e sul vostro viso.

I rumori della natura intorno a voi tacciono per un istante e due labbra si scontrano e incontrano, due lingue si allacciano, si accarezzano, si accolgono fino a che un tuono irrompe nella vostra bolla, un suono strozzato di... fame. L’uomo accanto a voi ha fame e voi ridete insieme.

-Permettimi di stare qui ancora un po’, mi piace questo momento- vi dice rosso in viso, è troppo in imbarazzo per accorgersi che è lo stesso per voi.

-E la tua fame?-

-Beh quella può aspettare- un momento di silenzio, parole troppo complicate da pronunciare affiorano alla mente del biondo ma finalmente in qualche modo si decide.

-Da qui non si direbbe che il villaggio è stato raso al suolo- e poi vi guarda -ho rischiato di perdere tutto, ma solo per un attimo-sorride.

 

È incredibile accorgersi di come i ricordi, frammenti del nostro passato, si solidifichino in qualcosa che sembra in qualche modo corporeo e tangibile e che si facciano trasportare dalle correnti dell’anima fino a raggiungere il cuore, come un tesoro naufragato nel mare che pian piano riemerge sulla spiaggia.

Di colpo tutto il corpo di Hinata trema. 

Si può al tempo stesso morire e vivere? La realtà le si ripresenta cruda e grigia davanti agli occhi.

Quanto sa essere crudele e menzognera la vita se dopo averti concesso lo stupore della primavera e pregustato le piacevolezze dell’estate ti catapulta nell’inverno gelido e buio?!

Lui non c’è, il sole non è solo nascosto dietro alle nubi, è incredibilmente scomparso, folgorato, distrutto, annientato da una forza che sembrava poter toccare chiunque... tranne lui. 

Lui che era la vitalità in persona, il calore, un continuo rincorrersi di battiti nel suo petto...e in quello di Hinata. Lui che sembrava potesse riuscire a sfuggire alla morte con la sola forza della determinazione nel suo sogno.

Ricordare il coraggio dietro il suo sorriso fa male ormai.

Dopo tutto quello che avevano passato insieme sembrava impossibile che alla fine anche per lui quella corsa forsennata si fosse fermata. L’ultimo scontro era stato una vittoria, ma fatale.

Da quel momento, per Hinata, è stato come se il sole fosse morto con lui. Non esistono più confini tra gli oggetti, gli spazi e le persone. L’essenza delle cose è confusa, i colori e il calore scomparsi. Le sembra di essere diventata cieca e di barcollare ad ogni passo.

Come può il battito di un attimo cambiare così il mondo?

La pioggia non scende ancora, è lì in attesa, in agguato del più leggero cedimento.

Hinata sfiora con la mano la pietra della sua tomba, non rispecchia ciò che era lui. 

Montagne di fiori e omaggi sono appoggiati ai suoi piedi. Alla fine l’amore delle persone è arrivato al tuo cuore? Ne è valsa la pena? Pensa lei.

Le voci di quei giorni le tornano alla memoria...

Lui è nei nostri cuori.. lui vive nella volontà del fuoco... cresce nelle nuove generazioni... non vorrebbe le tue lacrime... vorrebbe che reagissi... che andassi avanti...

Ma a quelle voci se ne aggiungono altre molto più feroci. La rabbia la percuote, la arringa, la giudica per le sue debolezze, la sua incapacità di salvarlo. 

Il dolore la accusa Naruto ti ha dato così tanto, ti ha dato la forza, la salvezza e un futuro. È egoistico chiedere di più, è egoistico essere arrabbiati. Odiare ciò per cui lui ha dato la vita sarebbe come odiare lui!”.

La mente Non importa cosa provi, devi fare la tua parte. Devi sorridere come faceva lui, essere disponibile e positiva, tenace, determinata, gentile e tante altre cose perché il mondo ha ancora un disperato bisogno di qualcuno come lui, peccato non c’e ne siano altri...Il ricordo non basta.”

Il cuore “...so solo che fa un male cane”.

Sorride gentile Hinata quando la interrogano su di lui. Il suo colore preferito? Il cibo preferito? Cosa ha provato quando ha conosciuto suo padre? E nello scontro con quelli dell’Akatsuki ha mai avuto paura? Cosa ci sai dire di più??...

Troppe sono le domande senza risposta e lo sguardo delle persone cambia, diventa quasi timido e riservato. 

Il tempo non è stato clemente con loro. Lunghe giornate passate ad osservarlo a distanza sperando di incrociarne lo sguardo, qualche parola sparsa qua e là negli anni, il coraggio per una dichiarazione d’amore strappata alla paura della morte nello scontro con Pain, un pomeriggio a ridere per la gioia di esserne sopravvissuti e di avere ancora qualcosa per cui lottare, un bacio di nascosto tra le rovine del villaggio, la promessa di più tempo per scoprire quel mondo di sentimenti ancora nuovi, il suo intervento contro gli zetsu bianchi nel difenderla, qualche abbraccio di nascosto tra le tende dell’accampamento, un’unica notte prima del grande scontro, un ultimo bacio conteso alla morte mentre tutto diventava freddo e il dolore immenso per qualcosa di inaspettato che non aveva ancora fatto a tempo ad esistere che già non c’era più.

Un elenco ancora troppo breve per un amore così grande, ma lo sarebbe stato in ogni caso anche dopo una vita no?!

La pioggia comincia a cadere e si mescola con le lacrime, sembra strano ma in quel ticchettio le sembra davvero che lui sia lì ad abbracciarla.

“Urla, disperati, lascia andare tutto, sono qui per te!” sembra gridarle una voce dal profondo.

Non posso, non riesco! Come potrei ricacciare tutto dentro?! Non so cosa fare Naruto, ho paura!” Singhiozza Hinata.

Le gambe cominciano a cedere, il respiro a farsi corto e la certezza che ormai qualcosa è cambiato arriva alla mente.

"C’e la farai, sei diventata forte Hinata"

Delle braccia vere la cingono prima che cada a terra, il calore tiepido di una mano le sfiora il viso mentre lei riesce solo a vedere qualcosa di rosso prima del buio.





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Ecco, grazie per aver letto questo capitolo. Amo molto il personaggio di Hinata e mi dispiace che si pensi che tutto quello che ha da dare sia solo legato ai suoi sentimenti per Naruto, per questo ho pensato di scrivere questa storia. Ho un'idea generale di quello che accadrà, ma tutto potrebbe cambiare in corso d'opera, spero vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate!

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Cambiamento ***


Cosa fareste voi se d’improvviso il sole scomparisse? 

2- Cambiamento

 

 

Hinata si sveglia in un letto avvolta da morbide coperte. La testa le duole, si sente confusa e spaesata, perfino la vista sembra giocarle brutti scherzi perché, se non fosse per le fotografie sul comodino, ha difficoltà addirittura a riconoscere la sua camera. 

Vari ricordi frammentati sul giorno precedente vorticano nella sua mente e non sembrano volersi fermare. 

 

...Era stata in missione con Kiba, Akamaru e Shino... 

 

Il suo cervello sembra intorpidito, incapace di connettere quelle immagini, le sembra di guardare nella vita di un’altra e di non riconoscere quello che vede.

 

...per strada avevano trovato Sakura e gli altri, li avevano invitati ad unirsi a loro a mangiare qualcosa, i suoi compagni avevano acconsentito. Lei no.

-Un impegno improrogabile- aveva mentito e un po’ si era sentita in colpa mentre le parole le uscivano di bocca -la prossima volta senz’altro!-

I suoi compagni di team per l’ennesima volta la vedevano scomparire dietro un falso sorriso e una bugia ormai fin troppo sentita.

Lei sapeva a cosa pensavano mentre la vedevano allontanarsi, avevano sempre lo stesso sguardo quando si separavano, quello di chi si sente impotente e ha paura mentre vede chi ama precipitare verso un baratro...

 

Un cuore in lutto non è facile da guarire e nessuno sa quanto tempo può impiegare a rimarginare le proprie ferite, d’altronde nessuno di loro ne era uscito indenne. 

La guerra aveva trascinato tutti in qualcosa di mostruoso e brutale, li aveva messi alla prova e costretti a crescere troppo in fretta, a dire addio a persone che erano pilastri nelle loro esistenze e nessuno sapeva bene ancora come andare davvero avanti. Ma c’era quella piccola scintilla di speranza che aveva lasciato Naruto nei loro cuori e questo per il momento bastava. Una speranza che lei non aveva più.

 

Le lacrime le arrivano agli occhi mentre stringe i pugni per ritornare alla realtà.

-Non vorrei causarvi tutte queste preoccupazioni...Kiba...Shino... vi dovete sempre sobbarcare il peso delle mie sconfitte, mi sento un fallimento-.

 

...I suoi piedi l’avevano portata istintivamente da lui, dove risiedeva ormai da tempo il suo cuore. Per quanto si sforzasse non poteva fare a meno di correre alla sua tomba al rientro da ogni missione, era come se una pressa le stritolasse il petto ogni secondo che non era lì con lui.

Poi il cedimento, la pioggia, quella voce che per un attimo l’aveva illusa che qualcosa di impossibile potesse essere accaduta, il dolore...

 

Qualcuno doveva averla vista mentre la sua armatura di bugie e illusioni si sgretolava a terra e averla raccolta per riportarla a casa, ma chi? 

 

...Qualcosa di rosso...

 

È imbarazzante per lei rendersi conto di come i suoi sentimenti sono sfuggiti al suo controllo ed esplosi all’improvviso come un colpo di cannone.

Cosa fare? Dove andare? L’amara verità è che sono già due anni che resiste con tutte le sue forze nel tentare di circoscrivere il suo dolore in qualcosa che potrebbe apparire accettabile, ma le era bastato un attimo per perdere tutte le sue sicurezze. Davanti ai suoi occhi vede, ad uno ad uno, i brandelli del suo bozzolo invisibile cominciano a cadere sfilacciati e inerti a terra e le emozioni di quei due anni l’assalgono.

 

NOOOO

Manca l’aria, si tocca la gola, sembra che qualcosa la stia aggredendo, Sto soffocando. È questa la fine? La mia morte? La paura la assale, sente il battito accelerare, non può finire così, le  gambe cedono e si ritrova a terra.

Non voglio soffrire più, ho fatto tutto quello che dovevo fare, mi sono impegnata tanto e ...basta non voglio soffrire più, voglio dimenticare!

Sente di nuovo il bozzolo  che la avvolge come una coperta calda, la abbraccia e la coccola come una madre e allora la pressione si allenta e il battito comincia a rallentare.

So che è sbagliato, so che non dovrei rinchiudermi in questa esistenza ma non ho le forze, perdonami Naruto.

Qualcosa la spinge ad alzarsi, si guarda allo specchio e si asciuga le lacrime. Basta un passo davanti all’altro.

 

Poco distante qualcuno la osserva nascosto tra le fronde di un albero, la vede alzarsi piano e, traballante  sui piedi, dirigersi verso uno specchio; si accorge accigliato che ha il viso arrossato e sembra febbricitante.

-Tsz c’era da aspettarselo-

 

...

 

Hinata è al campo di allenamento, colpisce il tronco di un albero più  forte che può per rafforzare le sue mani e dare più precisione ai suoi colpi, perché non può accadere lo stesso  anche con il suo cuore? La sensazione di torpore non scompare, si sente spossata e dolorante, ma qualcosa la spinge a continuare, non posso cedere ancora.

Ogni colpo sembra riportarle alla mente i momenti passati ad osservare Naruto da lontano, proprio su quel campo. Il ritmo dei colpi aumenta. Quanto, del nostro poco tempo, ho perso solo perché non avevo il coraggio di avvicinarlo, avremmo potuto avere una vita diversa, lui sarebbe potuto essere qui con me se..se...

Le lacrime ricominciano a scendere.

Cos’ho oggi che non riesco a fare niente?! Perché non riesco a ributtare tutto dentro?! Nessuno deve vedermi così!

Hinata si lascia cadere a terra e completamente stesa guarda il cielo mentre cerca di rallentare il suo respiro.

 

La verità è che di fronte a un dolore immenso che non sembra avere confini, a volte, l’unica soluzione che si sente di avere è di tenere il mondo distante. 

L’apatia allora ti sembra una buona scelta, è come un bozzolo protettivo che ti allontana dai pericoli della vita, evita gli scossoni eccessivi e ti fa andare avanti fino a che tutto passa. 

Qualcosa però con il tempo cambia. Quel sottile velo si ispessisce, si fa più robusto e resistente e ti porta a fingere che vada tutto bene quando così non è. Le voci dei tuoi amici allora raggiungono sempre meno il tuo cuore e si comincia a chiudere gli occhi mentre si sorride per non vedere il loro volto mentre gli menti. Tutto sfugge di mano.

La domanda da porsi allora è: quando questa barriera di protezione è diventata una prigione? Quando il bozzolo ha cominciato a soffocare la farfalla?

 

Non deve andare sempre male però, a volte mentre tutto il cuore trema sotto i colpi del mare in tempesta si può sentire una voce che porta a una via d’uscita, ti spinge a una scelta e allora i sentimenti traboccano e fluiscono fuori per innondare tutto il tuo corpo. L’istinto dice di riimprigionare tutto dentro ed a volte si cede e lo si fa, ma una mano gentile è sempre lì pronta a riprenderti al momento giusto.

 

Cosa succede allora? Un senso di liberazione. Si ricomincia a respirare e ad avvertire sulla pelle il mondo che ti sfiora come a darti il bentornato alla vita, ma anche un senso di terrore, cosa accadrà ora? Come gestire tutto questo oceano di lacrime in arretrato? Vivere d’altronde è rischioso. 

 

-Passo dopo passo....sei forte Hinata.-

 

Già...sono passati già due anni da che il suo mondo è cambiato. Le lacrime ricominciano a salirle dal petto, ma c’è una nuova consapevolezza in lei.

- Ormai è tardi per tornare indietro -

 

Il cielo è ancora nuvoloso nonostante il temporale del giorno prima, ma ora lei sa che il sole esiste ancora da qualche parte e lo troverà. Un sorriso le compare sul volto.

 

Le voci dei suoi amici la raggiungo finalmente.

-Hinata!! Tutto bene?? Che ci fai a tera??-

-Ci hai fatti preoccupare! Ci hanno detto che ieri sera ti hanno trovata febbricitante e che questa mattina eri sparita! Dovresti riguardarti e non stare qui a prenderti un malanno!- la voce agitata di Kiba e Shino la colpisce al cuore, le sembra di non sentirla davvero da un’eternità.

-Scusate, volevo solo allenarmi po’-

-Ma senti, dannazione hai la fronte bollente! Dai, vieni con noi, ti riportiamo indietro!-

 

 

Un’ombra in lontananza assiste alla scena.

-Ci hanno messo parecchio quegli idioti- sussurra a se’ stesso seccato.

La ragazza ha gli occhi arrossati dal pianto e trema, ma un sorriso le illumina il volto come se finalmente il sole fosse spuntato tra le nubi.

Questo lo sorprende, percepisce che qualcosa è cambiato in lei.

D’improvviso la vede abbracciare i compagni sbigottiti e dopo qualche secondo anche loro ricambiano la sua stretta.

Sembra di assistere alla fine di un duro incubo, ma quello che più lo colpisce è l’espressione di lei. Qualcosa continua a sfuggirgli.

Era da tempo ormai che la studiava a distanza, all’inizio era stato un caso, era appena tornato al villaggio dopo il suo lungo girovagare e l’aveva semplicemente incrociata per strada; al di là degli evidenti cambiamenti fisici non l’aveva colpito particolarmente, forse rispetto agli altri appariva più sinceramente bendisposta a riaverlo al villaggio e la sua voce gli era apparsa accogliente, ma sembrava non guardarlo davvero. Non guardava mai per davvero nessuno.

Parlare con lei era stato come tentare di accarezzare il vento mentre ti dona il refrigerio da una giornata calda, ne senti il piacere ma non riesci a trattenere niente tra le dita. 

Poi, aveva assistito ad un suo allenamento e aveva cominciato a scorgere di più sotto quella superficie placida. In poco tempo era rimasto imbrigliato in qualcosa che non capiva.

La conosceva da prima dei tempi dell’Accademia e la ricordava come una bambina estremamente timida e insicura che non guardava mai negli occhi le persone con cui parlava e che veniva platealmente disprezzata dal suo clan, ma crescendo la situazione era cambiata parecchio. 

Indagando su di lei aveva scoperto del suo intervento contro Pain, in guerra aveva combattuto instancabilmente affianco al cugino che aveva cercato di eliminarla e aveva sostenuto Naruto quando perfino lui stava cedendo. Da dove proveniva quella forza? Continuava a non capire come la misera Hyuga fosse arrivata a diventare la rispettata principessa del Byakugan.

Era innegabile che Naruto aveva lasciato un segno indelebile nella sua vita, tutti erano concordi a vedere lui dietro i suoi cambiamenti, ma questa non poteva essere l’unica risposta. Sapeva per esperienza quanto fosse difficile liberarsi delle catene delle aspettative, districarsi tra le bugie e gli intrighi di un clan o di un villaggio, trovare la propria strada e perseguire un obbiettivo senza cambiare mai, rimanere fedeli a se’ stessi nonostante il dolore...lui si era perso in questo. 

Più passava il tempo e più quel difficile rompicapo lo risucchiava.

Quel Baka di Naruto era riuscito ad accorgersi di tutto questo prima di ogni altro? Quel pensiero era piuttosto irritante, ma non poteva fare a meno di farlo sorridere; Naruto ci aveva visto giusto e più lungo di lui su parecchie cose.

Lasciò la Hyuga ai suoi amici e tornò al suo appartamento.

 

 

Cosa fareste voi se d’improvviso il sole scomparisse? Lo andrei a cercare.

...

È passata una settimana dall’episodio del campo di allenamento, la febbre alta l’aveva debilitata per alcuni giorni, ma era stato come se nello stato infiammatorio della febbre non solo la sua pelle fosse stata più sensibile, ma anche il suo intero essere. Più sensibile allo sguardo preoccupato del padre, più sensibile alle carezze affettuose della sorella, alle attenzioni della casata cadetta, agli amici che la venivano a trovare, alla brezza fresca che filtrava dalla finestra socchiusa, al cantare degli uccelli nel giardino, alla vita in generale. Finalmente aveva accettato che sì aveva perso tanto e faceva ancora tremendamente male, ma c’era qualcosa dentro di lei che nel bene o nel male non era disposta ad arrendersi a una vita di piattume senza sentimenti. Non era quella la risposta, doveva fidarsi di se’ stessa, affrontare il mondo e accogliere i suoi sentimenti senza paura, come avrebbe fatto lui.

Naruto, lentamente, le aveva riempito la mente con il suo sorriso e pian piano aveva conquistato il suo cuore e ora che non c’era più lì fisicamente doveva cercarlo più intensamente in quello che la circondava.

L’Hokage l’attendeva nel suo ufficio, aveva una nuova missione per lei.

-Buongiorno Hinata, mi dispiace richiamarti al lavoro così presto ma ho un importante incarico per te. Per mantenere saldi i rapporti tra noi e i vari villaggi è stato deciso uno scambio di ninja che fungeranno da rappresentanti ufficiali. Abbiamo pensato di farti andare a Suna dove affiancherai il Kazekage, mi rendo conto che sia strano inviare direttamente l’erede del clan Hyuga ma vorrei seguire una politica di apertura per contrastare il ripetersi di possibili vecchie abitudini...ma non dovresti avere problemi con Gaara. Partirai tra qualche giorno e potresti stare via dei mesi quindi preparati a salutare tutti.-

 

 

 

 

 

—-

 

Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto il primo capitolo, chi lo ha recensito e ha messo la storia tra le preferite e le seguite.

Ho pensato di lasciare molto vago il contesto sulla morte di Naruto perché, oltre al fatto che piangerei come una fontana anche solo a immaginarla, non è direttamente funzionale all’obbiettivo della storia(almeno per il momento). Spero vi piaccia questo capitolo, dal prossimo dovrebbe succedere qualcosa di più! Fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 3
*** 3-Contatto (parte 1) ***


Cosa fareste se d’improvviso il sole scomparisse? 

3-Contatto (parte 1)

 

 

Sakura si guarda allo specchio per darsi un’ultima controllata prima di uscire, lei e i compagni avevano deciso di organizzare quella serata per salutarsi prima dello scambio di ninja tra i vari paesi. Un vago senso di nostalgia la coglie al pensiero dell’unico che ne sarebbe stato assente, ma non poteva farsi rovinare la serata da pensieri tristi. È giunto il momento di andare avanti, finalmente ha deciso di raccogliere il proprio coraggio e far prendere una svolta alla sua vita...con Sasuke. Solo al pensiero comincia a gongolare.

 

Lo ho aspettato così tanto, presto qualcosa cambierà...Sì, cambierà. 

 

Rinvigorita da quel pensiero, ma anche un po’ spaventata prende la porta e si dirige verso la casa di Ino che, come sempre, è in ritardo.

 

-Sakuraaaaa! Eccomi! Scusa il ritardo, ma ho avuto un problema al negozio- le dice tutta trafelata l’amica - Allora, sei pronta a fare la tua mossa?! Questa deve essere la tua serata! Ti conviene approfittare della mia indecisione tra Sasuke e Sai, o potresti rischiare di arrivare troppo tardi- aggiunge poi ammiccando.

La Rosa comincia ad agitarsi e ad arrossire- Ino! Ti pare il modo di dire certe cose?!-

-Uh Uh qualcuno qui ha paura eh?! Beh allora mi toccherà farmi avanti io, del resto lui vuole ricostruire il suo Clan e di certo non può farlo da solo!- le risponde la bionda con sguardo malizioso.

Al solo pensiero la ragazza comincia a sbraitare contro l’amica, per poi finire per scoppiare a ridere con lei.

-Da quando Sasuke è tornato qualche mese fa' è tutto strano. È difficile ricostruire le nostre vite dopo tutti questi anni di assenza e...la mancanza di Naruto-il suo sguardo si fa triste e un sorriso amaro le si dipinge sul volto - ma sono sicura che con tempo e pazienza ci riusciremo...-

-Si, ma non far passare troppo tempo o il fascino da bello e dannato colpirà ancora e né hai già tante di rivali-

 

Svoltando la strada, proprio in quel momento, l’oggetto delle loro attenzioni compare davanti ai loro occhi, ma non è solo...

Nascoste dietro l’angolo, come due spie un po’ improvvisate, le due amiche osservano la strana coppia camminare... Sasuke Uchiha e Hinata Hyuga.

Quella visione appare talmente singolare e stramba ai loro occhi che un ippopotamo rosa a macchie blu in equilibrio sopra un pallone avrebbe destato loro meno sorpresa.

Cosa e come facevano due persone così diverse e praticamente opposte nel loro genere ad avvicinarsi e chiacchierare così tranquillamente?!

 

-Effettivamente, ora che ci penso, credo di non aver mai visto quei due nemmeno rivolgersi la parola- riflette Ino- ma lei era anche l’unica di noi che non sbavava dietro a Sasuke, quindi non preoccuparti Sakura!!- le dice dandole una pacca sulla spalla con una risatina nervosa.

-Noi non gli sbavavamo dietro...lo...no, è vero. Eravamo un caso senza speranza-

-Parla per te!-

Nei mesi successivi al suo rientro, Sasuke aveva mantenuto un atteggiamento generalmente piuttosto distaccato nonostante i suoi tentativi di coinvolgerlo, ma non era mai stato espansivo o chiacchierone quindi era prevedibile. 

Si concentrava sulle missioni e sugli allenamenti, cercava a modo suo di recuperare i legami che si era lasciato alle spalle, ma mantenendo sempre il suo velo di solitudine. Non era facile da avvicinare.

 

-Beh, effettivamente Hinata è una persona molto tranquilla e silenziosa, è facile avvicinarsi a lei...e poi...era innamorata di Naruto- riflette Sakura.

-Cosa state facendo voi due?- la voce di Choji le fa saltare sul posto dallo spavento.

-Shhhh o ci scopriranno! Stiamo...osservando la strada- 

-Direi invece che state spiando quei due laggiù, che seccatura! Credete davvero che possano non essersi accorti di voi?- dice Shikamaru.

Il loro nascondiglio stava diventando piuttosto affollato.

Effettivamente da qualche minuto lui aveva un cipiglio accigliato, ma quello che sorprendeva era la reazione di lei che invece di stranirsi o irrigidirsi gli sorrideva dolce, quasi divertita.

 

 

...

 

 

Hinata esce di casa, pronta per la sua prima uscita con gli amici dopo molto tempo. Si sente un po’ nervosa, del resto è un po’ fuori allenamento e poi c’è la questione della partenza...prendere e partire da sola per dei mesi in un altro villaggio un po’ la spaventa, ma al tempo stesso non vede l’ora di tuffarsi in una nuova avventura. Ha voglia di ricominciare.

 

Sì, presto qualcosa cambierà!

 

Mentre cammina qualcosa attira la sua attenzione, si sente osservata. Si guarda intorno in allerta, la strada è vuota ma il suo istinto le dice di diffidare di quella calma apparente. Sta per attivare il Byakugan quando si trova faccia a faccia con Sasuke Uchiha.

 

Algido, distaccato, solitario, imperturbabile, altero, potente, traditore, indifferente...erano molti gli aggettivi che si ricorda di aver sentito negli anni su di lui e non può fare a meno di arrossire al pensiero di quelli sussurrati a mezza voce dalle compagne di classe...elegante, statuario, affascinante... figo... sensuale... dominante... Si perde inconsciamente ad osservarlo. I suoi occhi si spostano incauti sul suo corpo, lo percorrono ingenui in lungo e in largo, si soffermano sul suo fisico alto e longilineo, sfiorano la sua pelle diafana, i muscoli delineati e costretti sotto gli abiti, accarezzano i suoi capelli ribelli diventati più lunghi negli anni, notano i piccoli dettagli delle cicatrici. La sua presenza la sovrasta, è ingombrante, possente, ma non opprimente, la turba ma non le mette soggezione. 

Sente il suo sguardo glaciale posarsi su di lei, i suoi occhi sono bui come l’oscurità dello spazio senza stelle, profondi come due buchi neri pronti a risucchiare chiunque non sia abbastanza scaltro da distogliere lo sguardo, pronti a bruciare chiunque provi ad avvicinarsi troppo. 

Cosa dovevano aver visto quegli occhi? Quante lacrime di sangue dovevano aver versato? 

Come poteva sentirsi in quel momento? Vivere in un villaggio così diverso da come lo aveva lasciato, graffiato dalle ferite del passato, vedere le ombre della sua famiglia tra i resti delle rovine del suo clan, solo... senza più il suo migliore amico...come lei... 

 

Naruto.

 

Il coraggio di ricostruire sé stesso, di guardare indietro ai suoi errori, il dovere di sostenere un passato ingombrante.

Conosceva la storia degli Uchiha, prigionieri delle loro passioni, servi di odio e schiavi del dolore. Un destino triste il loro...destino, una parola che sentiva spesso anche all’interno del suo clan.  

 

Più Hinata si perde in quel labirinto nero e intricato più perde il contatto con la realtà, il tempo le sfugge fino a quando non comprende più se il loro guardarsi è durato un attimo o dei minuti interi.

Si immerge senza rendersene conto in quelle profondità tenebrose e glaciali attirata da un richiamo suadente, più si addentra più sente la sua pelle congelare di freddo.

Non riesce a distogliere lo sguardo fino a che qualcosa non cambia, una luce di...non derisione... di...soddisfazione.

Realizza proprio in quel attimo quanto stia diventando imbarazzante la situazione, persa a un paio di centimetri dal volto dell’Uchiha.

Sente un’ondata di calore divampare sul suo viso e mortificata comincia a scuotere la testa. 

 

-Scusa!!Non mi ero accorta che ci fossi anche tu e...mi hai sorpresa e...non volevo osservarti! Mi dispiace - l’imbarazzo la ritrasforma nella ragazzina di tanti anni prima. La buffa ragazzina dalle mille sfaccettature di rosso.

L’atteggiamento di lui assume un aspetto velatamente vittorioso mentre assiste allo sfogo delle sue frustrazioni; fino a quel momento, quando si incrociavano, lei sembrava sorvolare sulla sua presenza, non sembrava mai veramente vederlo e il suo orgoglio un po’ ne aveva risentito.

 

-È da molto che non ti vedevo...e questa sera mi sento un po’ nervosa, m-mi dispiace-

-Non è la prima volta che ci incontriamo da quando sono tornato al villaggio- risponde piccato. 

Un macigno sembra cadere improvvisamente sulle spalle della Hyuga che può solo scusarsi ancora.

-Perché saresti nervosa?-le dice con sguardo scettico mentre lei rimane stupita di quel inaspettato interesse.

-...È da tempo che non faccio più questo genere di serate- ammette- mi sento un po’ impacciata-  lui la guarda, sembra attento a ogni minimo cambio di espressione.

-Che sciocchezza- il tono del moro non è sprezzante come si sarebbe immaginata- ad ogni modo, da quando ho deciso di prendere casa vicino al mio vecchio quartiere, nemmeno io ho partecipato questo genere di eventi. Non credo avrai grossi problemi- 

Sembra lanciarle un appiglio, è curioso vederlo così...i ricordi sul ragazzino solitario e presuntuoso, sempre in aperta rivalità col suo migliore amico, le tornano alla mente.

 

 Si sta proprio impegnando per recuperare la sua vita al villaggio. Questo pensiero la rasserena un po’.

 

-Oh...ma questo...vuol dire che siamo di nuovo vicini! Abitavamo a un paio di strade di distanza! Avrei dovuto portarti qualcosa come “bentornato”,mi dispiace-

-Tsk...dì un’altra volta “mi dispiace” e me ne vado-

-M...- lui le lancia uno sguardo di avvertimento -Sono felice che tu sia tornato, è quello che desiderava lui...- sembra prendere coraggio- non sono riuscita ad esserci alla festa per riaccoglierti al villaggio, ma ora voglio recuperare...quindi...bentornato Sasuke- lo prende alla sprovvista con un caloroso sorriso.

 

Continuano a camminare. Il silenzio tra loro non è pesante, anzi sembra la naturale continuazione della loro conversazione. L’atmosfera è rilassata, chi lo avrebbe mai detto che un giorno sarebbe successo?

 

 

...

 

 

Sasuke la osserva con la coda dell’occhio. Lei gli cammina accanto, né troppo vicina da apparire invadente né troppo distante dal sembrare maleducata. È evidente che la rigida educazione degli Hyuga hanno plasmato una creatura dal portamento elegante e rispettabile, degno di un importante Clan. 

 

Le manca autoritarietà, appare troppo modesta.

 

Camminando continua quindi a riflettere su tutto quello che ha notato nel tempo.

È riservata, ma il suo atteggiamento è disponibile e aperto con tutti, passa molto tempo sola ma quando è in compagnia appare accogliente, limpida, chiara, uno specchio d’acqua dalla superficie placida, ma in profondità brulicante di vita. Forse è questo che lo turba.

Al contrario di Sakura e Ino è silenziosa, non parla a sproposito, le bastano poche parole mirate per farsi comprendere.

Costante, leale, solida, paziente, sincera, una spalla per chiunque avesse dolori o preoccupazioni da sfogare, ma anche goffa, timida, impacciata, troppo buona, troppo gentile, troppo paziente, troppo accomodante, troppo ingenua, troppo pudica...tanto il suo opposto...e quando sembrava capirci qualcosa di colpo lei gli rimescolava le carte in tavola, davvero seccante.

Qualcosa di lei continua a irritarlo e irretirlo al tempo stesso. 

Il corpo tonico e flessuoso è addolcito da forme morbide e femminili, il seno abbondante e in netto contrasto con la vita stretta risalta sensuale, non è più il corpo di una bambina, è quello di una donna ormai.

I lunghi capelli corvini le ondeggiano sulla schiena con movenze rilassanti mentre i ciuffi davanti le incorniciano il viso delicato.

La pelle candida risalta molto in quel contrasto di colori, ma sono gli occhi ad attrarre l’attenzione. Emblema di un retaggio importante, a un primo sguardo per la natura dei suoi colori potevano sembrare freddi e distaccati ma bastava uno dei suoi famosi rossori per smascherare la sua vera natura. 

Come per lui, quegli occhi dovevano essere la fonte di un grande orgoglio ma anche l’origine di grandi dolori. La responsabilità di dimostrarsi all’altezza del suo ruolo sulle spalle, il sapere che da qualche parte là fuori c’è qualcuno pronto ad ucciderti per rubarli, sentire sulla pelle la paura degli altri per il loro potere, sentirsi anche un mostro a volte. Qualcosa dopotutto l’avevano in comune...

 

 

 

Qualcosa attira l’attenzione di entrambi, sentono dei rumori provenire da dietro un angolo e lo sguardo di Sasuke si fa irritato.

-Hanno intenzione di stare nascosti a spiarci tutta la sera?- digrigna i denti infastidito il moro.

Hinata lo guarda divertita pensando Di certo qualcosa al villaggio non è cambiato.

-Sono sicura siano solo sorpresi di vederci insieme, non sono una gran chiacchierona e...non abbiamo mai parlato molto noi-

 

È vero, nella loro infanzia all’Accademia si erano sempre schivati, i loro sguardi erano sempre rivolti a qualcos’altro, un futuro lontano che in qualche modo per poco tempo si era avverato. 

La ricerca di forza, uno per il raggiungimento della vendetta contro un fratello e l’altra per essere accettata e costruire un sogno d’amore. Ad entrambi quella ricerca però aveva lasciato un gusto amaro in bocca, entrambi avevano toccato l’amore, anche se in forme diverse, e poi lo avevano perso immediatamente. Ironico come i loro destini sembravano intrecciarsi e unirsi in quella strada buia. 

 

-Sakura ...ha aspettato molto il tuo ritorno- dice la corvina un po’ esitante- e sì, anche Ino...entrambe- aggiunge di corsa per non essere di parte.

-Non è un buon motivo per invadere la mia privacy- il suo sguardo imbronciato e seccato le ricorda quello di un bambino, in quel momento il temibile Sasuke Uchiha è veramente buffo e lei fa fatica a trattenere una risatina.

 

Oh Naruto, non ti devi preoccupare per il tuo amico, si sta ambientando benone. Pensa la Hyuga.

 

Sasuke, irritato ora dall’espressione divertita della corvina, fa cenno al gruppetto di avvicinarsi.

Nonostante l’aurea temporalesca dell’Uchiha l’aria si riempie in poco tempo di voci e schiamazzi, soprattutto quando la compagnia si ricongiunge davanti al ristorante.

 

...

 

 

Quasi automaticamente, vista l’abitudine ormai consolidata, tutti prendono posto a tavola. Gli unici rimasti in piedi sono Sasuke e Hinata che vengono però prontamente richiamati ai capi opposti della tavolata. Prima di separarsi istintivamente si lanciano un breve sguardo, quasi un incoraggiamento. 

Vedere tutti riuniti, felici e sereni come una volta riempie il cuore di Hinata di gioia. Intorno a lei ci sono i suoi compagni di team, Rock Lee e Ten Ten che fanno un gran baccano, la loro gioia sembra incontenibile. Perfino Shino è visibilmente allegro. 

 

...

 

 

A distanza, Sasuke sbircia più volte verso la Hyuga. La vede ridere alle battute di Kiba, annuire cortese alle filippiche di Rock Lee sulla giovinezza, coinvolta dalle chiacchiere di Ten Ten e si trova a sorridere beffardo al ricordo della sua buffa e inutile agitazione. 

Troppo sensibile

Per un attimo, durante la cena, i loro sguardi si incontrano... lei gli sorride imbarazzata, sembra volerlo ringraziare per la sua “preoccupazione” e lui, colto per una volta in flagrante, è costretto a voltarsi dall’altra parte. Troppo sdolcinata.

 

 

...

 

 

Sakura è agitata, continua a farsi cadere le cose, non riesce a prestare attenzione ai discorsi e nemmeno Ino riesce a calmarla.

Il suo sguardo si sposta in continuazione sulla figura dell’uomo accanto a lei. Sasuke mangia tranquillo, non parla molto ma sembra rilassato, le sue mani grandi e agili tengono le bacchette; in ogni suo movimento traspare equilibrio e precisione e lei non può fare a meno di pensare al ragazzino che tanti anni prima le aveva conquistato il cuore con il suo fascino magnetico.

Il suo profilo elegante la calma e agita al tempo stesso, quanto avevano dovuto lottare per arrivare a quel punto?!Quanto ancora doveva aspettare perché lui finalmente si esprimesse con lei?

Sospira rassegnata, non è guardandolo in continuazione che riuscirà a plasmare i pensieri dell’Uchiha. È talmente presa da questo pensiero che quasi le sfugge l’occhiata del moro verso la Hyuga. Quasi.

 

Non può essere, mi sbaglio, forse sono io a vedere cose che non esistono.

 

Scuote la testa come per cancellare il fatto appena avvenuto. Perché è un fatto ed anche grande per lei.

Di nuovo.

I suoi pensieri galoppano lontano, già vede i due avvinti l’uno all’altra in qualche angolo di Konoha.

Ancora.

La verdura le va di traverso, questa volta è la moretta che timidamente guarda nella sua direzione.

 

Non anche lei, ti prego! 

 

La Rosa lancia uno sguardo d’aiuto all’amica bionda che subito comprende l’oggetto delle sue preoccupazioni.

Sembra di assistere a una partita olimpica di Ping pong, gli sguardi rimbalzano da una parte all’altra del tavolo, a volte beffardi, a volte timidi, divertiti, curiosi, rassegnati... La fantasia prende il volo,  il numero degli sguardi sembrano aumentare vertiginosamente quanto la gelosia e di colpo i proprietari non sembrano più il freddo Uchiha e la timida Hyuga. Davanti agli occhi delle due amiche ci sono una sensuale Hinata ammaliatrice di uomini e un arrapato Sasuke bramoso delle sue labbra.

 

Ovviamente la visione delle due kunoichi è talmente distorta dalle loro emozioni da non rendersi conto di aver esagerato la realtà al limite del possibile.

Ino ritorna padrona di sè e arresta la corrente dei loro pensieri.

-Calma, calma Sakura, forse stiamo esagerando! Non hanno l’aspetto di due amanti e poi...Naruto è ancora troppo presente per lei- sussurra all’amica sentendosi un po’ in colpa.

-Sakura, si può sapere cos’hai questa sera?! Ti agiti in continuazione- sbuffa Sasuke accanto a lei.

Lei finalmente recupera il sorriso. 

 

Allora ti sei accorto di me, non mi sta ignorando... Sono una sciocca.

 

Lui continua a guardarla, sembra non sfuggirgli nulla.

-Mangia, domani sarà una giornata lunga-

 

 

 

 

Finita la cena, giunge il momento di salutarsi.

-Un attimo, fatemi capire!- dice Choji- Quindi tu Hinata partirai per Suna dopodomani, Sai e Sakura al villaggio della Roccia, il capitano Yamato e Shino dal Mizukage e Shikamaru al villaggio della Nuvola, giusto?-

-Ehi Shikamaru, non sei dispiaciuto di partire proprio quando la tua bella verrà invece qui al villaggio?!- si intromette baldanzosa Ino.

-Che seccatura che sei Ino! Temari non è “la mia bella” e comunque al tuo conteggio Choji manca Sasuke che farà da delegato mobile tra i villaggi-

Riflettendoci, nemmeno per Ino sarebbe stato un periodo divertente, entrambi i ragazzi che le piacevano sarebbero stati via a lungo.

 

 

...

 

 

Sarà una grande prova per Sasuke, dovrà riacquistare la fiducia dei Kage. Riflette Hinata.

 

Lo sguardo della corvina si sposta da Sasuke a Sakura che sta guardando in apprensione il moro.

 

Forse ha deciso di parlargli seriamente prima di partire. 

 

Sorride allegra. 

 

Spero riescano a trovarsi ed essere finalmente felici.

 

Vedere lo scorrere delle vite dei suoi amici la rasserena, ognuno stava lottando per andare avanti e costruirsi un futuro. 

Il suo invece lo vede piuttosto nebuloso, a dire la verità, si sente già un po’ vecchia, come se avesse già vissuto tutto quello che c’era da vivere; sente di aver superato il tempo delle dichiarazioni amorose e non ha obbiettivi particolari a spronarla. Sa solo che una parte dentro di lei non è disposta a mollare la vita per cui ha lottato tanto.

 

Chissà cosa accadrà nel mio futuro. Spero in un po’ di serenità.

 

-Vi ringrazio molto per questa splendida serata, ma ora devo proprio andare. Buonanotte a tutti- dice Hinata salutando gli amici che cominciano anch’essi a incamminarsi.

Sasuke comincia a fare qualche passo nella stessa direzione della corvina, la stessa di casa sua, ma viene prontamente arpionato da Ino.

-Sasuke che fai! Non puoi lasciare Sakura a fare la strada da sola in piena notte-

-Sakura è talmente forte che degli eventuali aggressori diventerebbero loro stessi le vittime. Non ha bisogno della mia protezione-

Sakura non sa se prenderlo come un rifiuto o come un complimento, ma dando una mano alle amiche uno Shikamaru un po’ seccato si intromette- appunto, è troppo pericoloso lasciarla circolare liberamente-

Un moto di rabbia colpisce la rosa che sta per cantarne quattro al castano, ma la tattica sortisce il suo effetto e uno sbuffante Sasuke comincia a incamminarsi nella direzione della casa della Haruno.

-Allora? Ti muovi?!- la richiama mentre lei, riacquistato il sorriso, gli trotterella dietro.

 

...

 

Due giorni dopo, fuori dalla sua porta Sasuke Uchiha trova un piccolo cestino con dentro alcuni prodotti e un biglietto al cui interno è scritto “ Non so cosa ti possa piacere, così ci ho messo un po’ di tutto, quindi bentornato Sasuke. Hinata Hyuga”.

Lui guarda il cesto scettico tenendo in mano un pacco di biscotti fatti in casa e sussurra- dicerto non i biscotti- ma ne infila comunque uno in bocca.

 

 

 

...

 

 

 

Hinata è allo stremo delle forze, sono giorni ormai che si trascina esausta attraverso le dune di quell’affascinante e, al tempo stesso, feroce paesaggio.

Sa solo che deve sbrigarsi, le scorte extra di viveri stanno per terminare, i suoi assalitori le sono alle calcagna e in lontananza può facilmente intravedere l’evolversi di una tempesta di sabbia in arrivo. È in trappola, lo sa.

La morte le appare ben visibile davanti agli occhi, sa che in queste condizioni anche un ninja ben più esperto di lei comincerebbe a temere il peggio.

Ha solo una scelta da fare, lanciarsi nel occhio del ciclone o arrendersi e sperare che la uccidano velocemente.

La possibilità di morire lì è quasi un dolce richiamo, coccolata dal suono delle dune accarezzate dal vento,cullata da immagini fresche di oasi lontane e abbracciata da quel calore bruciante che invade il suo corpo simile per certi versi a quello degli abbracci del suo amato perduto. 

La mente si innalza sopra ad ogni pensiero terreno, vola verso il cielo per raggiungere i volti dei suoi amici, della sua famiglia, di Naruto.

No, non sarebbe male, ma non può permetterselo. Deve continuare a muoversi e sopravvivere per avvisare il Kazekage di quello che sta succedendo.

 

 

 

—-

Ciao a tutti!

Ecco il terzo capitolo! Spero vi sia piaciuto.

Ho deciso di dividerlo in due perché man man che lo scrivevo la mia idea iniziale si è modificata e, di conseguenza, si è allungato troppo. Ho deciso di chiamarlo così perché effettivamente è la prima vera volta che i due hanno un contatto vero e proprio e ovviamente vista la storia passata e le loro personalità questo credo sia già molto (in verità continuavo ad aggiungere cose fin troppo sdolcinate per poi trovarmi a toglierle perché troppo precoci...a malincuore). Come dicevo in precedenza, la storia é in continua evoluzione, sto decidendo che strada farle prendere e se infilare qualche altro personaggio, quindi vorrei ringraziare tanto chi segue e commenta perché mi motiva ad andare avanti! 
A presto!

 

 

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Capitolo 4
*** 3.Contatto (parte 2] ***


Cosa fareste se d’improvviso il sole scomparisse? 

3-Contatto (parte 2)

 

 

 

 

Hinata è in viaggio già da alcuni giorni e presto arriverà a destinazione.

Come al suo secondo esame dei Chunin, si è lasciata alle spalle il verde acceso dei boschi per vederlo pian piano digradare verso il giallo e l’arancio delle sabbie del deserto. 

Quel luogo la affascina. 

Nella solitudine di quei giorni riesce finalmente a cogliere quello che in anni di missioni le è sfuggito; si permette di vedere e ascoltare veramente quello che le sta intorno senza la distrazione delle chiacchierate con i compagni, la concentrazione verso possibili imboscate e il pensiero dell’obbiettivo da raggiungere.

C’è solo il vuoto intorno a lei e tanta, tanta selvaggia libertà. Il vento le scompiglia i capelli prima di  posarsi ad accarezzare le dune che si plasmano sotto i suoi comandi in un paesaggio immutabile ma sempre nuovo.  

In nessun altro luogo è mai riuscita sentire e ammirare così tanto l’immensità della natura, ironico quando si parla di un deserto no?! 

Di giorno il sole è accecante, vitale, brucia e prosciuga qualsiasi cosa su cui si posano i suoi raggi. La pelle si scotta e si arrossa, la sete pervadere il corpo e se non si presta attenzione imprigiona la mente colmandola di immagini che inebriano i sensi, dolci illusioni che ti cullano verso il limbo di una morte lenta e crudele. Dolce e aspro al tempo stesso.

Di notte, invece, esiste solo una fitta oscurità punteggiata da milioni di piccole stelle che fanno apparire la volta celeste come un immenso fiume. L’escursione termica è così grande che l’aria sembra affilata come un coltello e taglia definitivamente la pelle screpolata dal sole del giorno.

Accamparsi da sola in quelle notti stellate e abbracciata dal nulla la fanno sentire minuscola ma anche incredibilmente affamata di vita e di conoscenza per quel mondo nuovo senza più confini. 

 

 

Persa nei suoi pensieri, sente la sabbia franare sotto il suo piedi e, nel tentativo di ritrovare l’equilibrio, per un attimo si volta. Con la coda dell’occhio riesce a scorgere la figura di un uomo nascondersi dietro il profilo di una duna vicina.

Con i sensi in allerta, Hinata ragiona alla svelta sulla situazione; perché qualcuno dovrebbe spiarla di nascosto tra le dune? 

 

Potrebbe essere un mercante spaventato alla vista di un ninja straniero? 

 

Riprende a camminare e finge di scivolare di nuovo verso il crinale della duna per potersi voltare  e attivare il Byakugan nascosta alla vista. 

L’uomo è chiaramente un ninja in ricognizione, in lontananza può contarne altri 6 bene armati.

I coprifronte sono quelli del villaggio della sabbia, ma il loro atteggiamento non dimostra intenzioni amichevoli. 

 

Se fossero stati inviati da Suna per scortarmi al villaggio si sarebbero mostrati da tempo...Non sono alleati...Se mi attaccassero qui, oltre ad essere in minoranza, sarei troppo in posizione di svantaggio.

 

Nascosta dalla duna continua a guardarsi intorno, ha bisogno di avere più dettagli possibili sulla zona per elaborare un piano.

Disattiva il Byakugan. 

Torna in cima alla duna e prosegue il suo viaggio, la mente in fermento alla ricerca di spiegazioni e soluzioni.

 

Manca ancora una giornata e mezzo di cammino per arrivare a Suna, troppo per accelerare e sperare di sfuggirgli visto che conoscono il territorio meglio di me.

 

Per un paio d’ore continua a tenere d’occhio i suoi inseguitori che si mantengono sempre alla stessa distanza.

 

Che stiano aspettando di colpire nei pressi del villaggio?!  Perché? Comunicano tra loro attraverso uno specchio ogni ora, ma non dovrebbero aver capito che so di loro.

 

...

 

Trovato il luogo adatto fa scattare il suo piano. Sale una duna più alta delle altre in modo tale da costringere il suo inseguitore a rallentare il passo e a nascondersi più lontano. 

Recuperato un po’ di tempo getta il suo zaino a terra e comincia a scavare una buca abbastanza profonda per nasconderla. Si ricopre con il panno da mimetismo in dotazione e si fà coprire da un leggero velo di sabbia. Nel frattempo, grata del suo Byakugan, continua a tenere d’occhio il nemico.

Il ninja raggiunge la cima per poi correre verso lo zaino abbandonato, troppo sorpreso per rendersi conto in tempo della trappola. A quel punto Hinata esce allo scoperto tramortendolo. 

Il tempo per ragionare è poco, cerca indizi sull’equipaggiamento del suo assalitore, non può credere che il Kazekage abbia inviato un gruppo armato per ucciderla...creerebbe una guerra...lei non è solo una kunoichi di un paese alleato, un delegato ufficiale, ma anche l’erede di uno dei Clan più importanti e...No, devono essere degli impostori! Devo aver fiducia nei nostri alleati!

Esita un istante...la decisione che prenderà avrà delle conseguenze sia sulla sua vita che in quelle dei suoi amici...forse il suo destino è in questa scelta. 

Soppesa le sue opzioni, sente il brivido della paura, il peso della responsabilità. 

L’insicurezza la sommerge, sente l’agitazione impadronirsi del suo corpo, le mani tremano. 

 

Cosa fare? Come uscirne? Qual’è la scelta giusta? Se ci fosse stato qualcun altro al posto mio saprebb...NO! 

 

Hinata stringe i pugni, il viso contratto in una smorfia di rabbia.

 

Ci sono io! So quale è il mio compito!

 

Lo sguardo si fa più fermo, puntato dritto verso l’orizzonte. 

 

Il fine ultimo di tutto questo è mantenere la pace.

 

Prende la sua decisione. Deve credere nei compagni con cui ha combattuto duramente fianco a fianco durante la guerra, avere fiducia in quell’ideale di unione e cooperazione e lasciare un messaggio alle alte sfere, sperando che queste lo trovino.

Sente la vergogna per aver esitato, ma la zittisce subito; sa di non avere tempo e di non potersi permettere errori. Deve rimanere concentrata e senza distrazioni.

Scrive su un rotolo un breve messaggio cifrato e lo lega assieme al corpo del ninja tramortito, prosegue a bloccarne i punti del chakra in modo tale che continui a rimanere bloccato per alcuni giorni e lo nasconde nel suo precedente rifugio. 

 

La paura continua a scuoterla, ma la decisione è presa e del resto ormai è abituata al brivido di lanciare sé stessa contro le sue paure, lo ha fatto per anni in ogni suo allenamento.

 

 

Guardare in faccia i propri limiti. 

 

Scontrarcisi a muso duro ad ogni singolo movimento sbagliato mentre il suo stesso corpo le scongiurava di fermarsi. 

 

Sostenere gli sguardi di commiserazione che la graffiavano implacabili.

 

Resistere a quella vocina suadente che le sussurrava, come una sirena, di arrendersi... che tanto non sarebbe cambiato niente...

 

Andare avanti sempre e comunque...un passo alla volta...

 

Cieca agli sguardi, sorda alle parole, muta contro le ingiurie.

Era stato terribilmente doloroso guardare dentro di sè e ammettere che Sì, c’era un mostro terribile in agguato, che Sì non se ne sarebbe mai andato e che Sì l’avrebbe dilaniata ad ogni incertezza... l’insicurezza l’aveva divorata per anni come un demone, ma il guerriero è quello che si rialza sempre tornando a combattere e lei lo aveva fatto.

 

 

 

 

 

Anche quando sbagli conservi grande dignità. Osservarti mi colpisce sempre, perché non sei perfetto, e così commetti degli errori, ma ogni volta hai la forza di ripartire, e io penso sia quella la vera forza. 

 

 

 

 

-Mi dispiace, questo è l’unico modo...bloccando quei punti di chakra dovresti riuscire a consumare meno energie e sopravvivere più a lungo...fino a che Suna non si accorgerà del mio ritardo...- sussurra con la pena nel cuore al ninja svenuto. 

Lo continua a guardare esitante, l’idea di lasciare qualcuno in balia degli eventi in un deserto micidiale e quasi senza possibilità di sopravvivenza le squarcia il petto, anche se si tratta di un nemico... Stringe la mano a pugno, suo padre l’aveva detto... “Hinata è troppo gentile”. 

La gentilezza non poteva far parte del mondo ninja, era una debolezza che faceva commettere errori.

-Arriveranno... so che lo faranno- 

Recuperato lo specchio del nemico risale il crinale della duna e manda il segnale di cambio rotta ai nemici così da poterli sviare lontano dal loro compagno.

 

Penseranno che ho sbagliato percorso... ne saranno felici. Devo muovermi, ma senza destare sospetti.

 

 

 

 

...

 

 

 

 

Il sole stava tramontando e presto il trucco dello specchio non avrebbe più funzionato, non avrebbe potuto tirarla ancora per le lunghe. Il tempo scorreva inesorabile come la sabbia che le scivolava tra le dita. Era il suo destino quello di sopravvivere alla grande guerra per poi morire sola in quel deserto? 

La sua mente ripercorre in quel paesaggio tanti ricordi del suo passato, i suoi occhi corrono lungo la vallata cercando di trattenere a sé più bellezza che può, un lusso che molti Shinobi non avevano avuto.

 

 

 

Il mondo ninja sapeva essere veramente crudele, per secoli aveva costretto uomini, donne e bambini gli uni contro gli altri.

Sempre più annebbiati da una miscela di potere, vendetta e dolore avevano continuato ad  avanzare in vite sempre più brevi, in destini sempre più amari che si ripetevano all’infinito. Imprigionati in un circolo vizioso. 

Ci erano volute molto generazioni per arrivare a un qualcosa che potesse avvicinarsi a una “pace”. La fondazione di Konoha era stata un miracolo, una scintilla di speranza, ma la spirale d’odio non si era fermata, si era solo evoluta. Il nemico non era più solo il clan vicino, erano intere nazioni sempre più temibili e potenti. Aggregarsi tra Clan era l’unica via, ma sempre con diffidenza e occhi vigili. Ancora non ci si poteva fermare, ancora il sangue non aveva smesso di scorrere. Cambiavano le persone, i modi e le alleanze, ma i cuori delle persone continuavano ad allontanarsi. 

 

Il ricordo lontano di tre bambini sfiora la mente di Hinata sfuggendo come era apparso.

 

La legge del più forte sembrava ancora essere l’unica via praticabile... fino a che qualcuno non era riuscito ad andare oltre e interrompere quella spirale di odio...la forza usata per proteggere e non più per ferire, i legami come àncora di salvataggio, la comprensione e l’amore come carburante...

 

Adesso finalmente il mondo ninja ha la possibilità di costruire una nuova pace.

 

Nella sua mente immagina il futuro dei suoi amici, li vede tutti cresciuti e maturi mentre svolgono le più disparate e anonime attività. Kiba e Akamaru mentre passeggiano per le vie di Konoha occhieggiando qualche bella passante, il riservato Shino intento ad allevare i suoi insetti magari circondato da qualche bambino curioso, Ino e Sakura sempre pronte a misurarsi l’una contro l’altra in ogni campo, e poi Rock Lee e Ten Ten posare i fiori sulla tomba di Neji, Shikamaru e Choji correre dietro la piccola Mirai e Sasuke...avrebbe trovato il suo posto?

 

... 

 

 

È giunta la resa dei conti. 

Hinata è pronta. Ha improntato un finto accampamento, una copia è rannicchiata nel sacco a pelo vicino al fuoco mentre lei attente i suoi nemici nascosta tra le dune. 

Li avrebbe affrontati meglio che poteva e li avrebbe feriti, magari in qualche modo respinti, forse morendo lei stessa...ma se fosse sopravvissuta o fosse anche solo riuscita a sfuggirgli per abbastanza tempo una tempesta di sabbia era in avvicinamento. Sembrava fosse in attesa lì per lei. Una trappola o un’àncora di salvezza? 

Ci si sarebbe tuffata dentro, come una pazza suicida, sperando che i suoi inseguitori avessero più buonsenso di lei. Avrebbe atteso lì nascondendosi al riparo di alcuni resti di strutture che aveva già localizzato... se fosse riuscita ad arrivarci...se non l’avessero inseguita fin lì...e contando di sopravvivere senza cibo nè acqua abbastanza a lungo da essere trovata dai suoi alleati.

 

Quel piano aveva molti “se”, ma tutta la sua vita era stata costellata di “se”.

Se non fosse stata l’erede del Clan Hyuga, se non fosse stata così debole, se non avessero tentato di rapirla causando il sacrificio dello zio, se fosse morta lei invece di Neji, se...se.. se... 

Sente ancora i bisbigli sussurrati tra le pareti troppo sottili della villa.

 

Come poche settimane prima sente la superficie placida del suo mondo interiore incresparsi, piccole onde cominciano a tormentare quella calma tanto duramente conquistata.

L’ansia schiaccia il suo petto come una belva assetata di sangue che balza sulla sua preda.

Da piccola pensava che con il tempo ci si sarebbe abituata, ma non era andata così ovviamente.

 

 “i ninja danzano con la morte e ad ogni piroetta superata sanno di aver guadagnato solo un’altro respiro” solevano dirle.

 

“La paura è uno stato naturale della vita umana, se non avvertissi questo genere di sentimenti prima di una battaglia o di una missione saresti un elemento negativo per il tuo team. Saresti avventata e pericolosa per la tua vita vita e quella dei tuoi compagni. L’importante è come affronti quei sentimenti” il ricordo delle parole della sua Sensei la confortano, la rafforzano.

 

 

 

 

Non facevo altro che piangere ed arrendermi di continuo...stavo quasi per prendere la strada sbagliata...ma tu mi hai mostrato la strada giusta...non facevo altro che seguirti aspettando di raggiungerti...volevo solo camminare insieme a te...volevo stare insieme a te. Tu sei riuscito a cambiarmi, il tuo sorriso mi ha salvata. Per questo non mi spaventa l’idea di morire per proteggerti! Perché io ti amo!

 

 

 

Un sibilo leggerissimo fende l’aria.

Il cuore batte all’impazzata, i sensi sono in allerta mentre i muscoli si tendono pronti a reagire.

Tre Ninja si fiondano all’improvviso sulla sua copia. La finta kunoichi scompare in una nuvola di fumo facendo scattare una carta bomba. L’aria si riempie di sabbia e Hinata attacca i suoi avversari che, colti di sorpresa e momentaneamente accecati, non possono che accasciarsi a terra. Una pioggia di kunai vola allora contro di lei, ma non sono difficili da schivare per un possessore del Byakugan.

-Davvero un’ottima mossa Hyuga, ma spero non ti sarai illusa di batterci così facilmente- dice beffardo uno dei suoi avversari spuntato fuori insieme ad altri due.

Seguono una serie di attacchi a distanza, sono tutti mirati a sfiancarla. Sanno che il peso di una giornata di cammino nel deserto, per un ninja non abituato a quelle temperature, deve gravare particolarmente, soprattutto se questo è una donna. 

 

Si sentono tranquilli di poter consumare tutto il chakra che vogliono perché credono cadrò presto. 

 

I suoi avversari sono forti e soprattutto privilegiati dalla perfetta conoscenza del terreno, ma non si coordinano tra loro, anzi sembrano in aperta rivalità per il privilegio di chi riuscirà ad affossare la Hyuga per primo. 

Questo si rivela un vantaggio per lei, la sua forte resistenza fisica combinata al suo stile di combattimento rendono arduo ai suoi avversari anche il solo sfiorarla.

I colpi di Hinata vanno a segno leggeri sul corpo dei suoi avversari, ma questi non sembrano accusare troppo i suoi colpi. La situazione è in stallo.

-Sei proprio lenta a crepare! Sto perdendo la pazienza!-

-Ditemi cosa volete! Io sono un delegato ufficiale di Konoha! Questo vostro gesto può causare gravi problemi ai nostri villaggi- parla la kunoichi.

-Stai per morire, non credo che dovrebbe interessarti granché cosa accadrà poi- le ribatte uno beffardo.

-Non morirò tanto facilmente. Abbiamo sacrificato tanto in guerra per arrivare sin qui e non permetterò che qualcosa mini la costruzione di una pace solida e duratura!-

-Tante belle parole e nient’altro! Fra poco le grandi nazioni torneranno a diffidare le une dalle altre e scoppieranno altri scontri. Ci penseremo noi a far tornare grande Suna!-

Hinata alza la guardia e schiva l’ennesimo attacco, ma questa volta contrattacca e con un colpo più deciso, colpisce la nuca di uno dei suoi avversari che rimane a terra. 

-Siete ancora in tempo per fermarvi, il Kazekage saprà essere magnanimo!-

-Quel ragazzetto sarà il prossimo a cadere, noi siamo un’organizzazione di patrioti e abbiamo spie ovunque! Non permetteremo che la sua debolezza ci trascini in un baratro!-

Con il passare del tempo i nemici capiscono di dover cambiare strategia, il raggio d’azione degli attacchi si fa sempre più a corto e le combinazioni più frequenti. 

La corvina comincia ad avere il fiatone, non le lasciano un attimo di tregua e comincia ad accusare il peso di quei colpi.

-Non deve finire così, la via della pace è possibile! Non pensate a tutti quelli che sono caduti in guerra?! Alle loro famiglie?!- Hinata non si vuole arrendere, ha sempre preferito la via del dialogo.

-In questo mondo sopravvivono solo i più forti, i deboli possono solo inginocchiarsi o crepare!!- gli urla il più robusto dei tre rimasti mentre la attaccano insieme.

Hinata porta mani e piedi in posizione di difesa, ma la sabbia sotto di lei cede e il suo corpo si sbilancia. Riesce per un pelo ad evitare il colpo, ma perde l’equilibrio e ruzzola giù lungo il pendio della duna.

La testa vortica in un miscuglio di arancio e blu, non riesce ad alzarsi...qualcosa la blocca.

 

 

 

 

 

 

 

 

I suoi avversari le premono il viso a terra, la schiacciano, la sovrastano con la loro forza. Il peso delle loro mani é un carico devastante sulle sue spalle piccole e fragili. 

Non riesce a reagire.

Un’immagine arriva alla sua mente, si rivede bambina, debole e indifesa premuta con il viso a terra da tre bulli. 

 

La loro forza era quella dell’odio, della paura dello sconosciuto, del risentimento per la differenza sociale, della convinzione erronea che se hai un corpo più grande e altri che ti spalleggiano sia il tuo scopo naturale schiacciare e sopprimere i più deboli. 

La convinzione condivisa da molti che se sei debole puoi solo essere bistrattato, umiliato, spinto ai margini della società...del tuo Clan...che il tuo destino è perire sotto il peso degli altri e che questo genere di trattamento è solo la dimostrazione fisica della tua stessa inettitudine, il non poter reagire al tuo destino di nullità, la consapevolezza che il tuo cuore batte solo per soddisfare l’ego degli altri, i “potenti”.

 

Quella bambina continuava a chiedere scusa tra lacrime e i singhiozzi, la voce flebile è spezzata.

Odiare gli altri per non essere feriti, umiliare per non essere abbandonati dal branco. 

Quelle mani premute sul suo corpo le ricordano tutto il peso di quegli anni di insulti, aspettative e delusioni.

 

Hinata non sa più distinguere i suoi avversari tra quelli dei suoi ricordi o quelli sopra di lei, si sente la stessa bambina di tanti anni prima...

La paura di essere costretta a dimostrare qualcosa per avere uno scopo, una ragione per esistere.

 

I bulli tornano a sbeffeggiarla, le urlano la sua mostruosità nell’essere diversa, le ricordano che il suo posto non è quello. La sua stessa famiglia glielo aveva ricordato ogni giorno per anni, la debolezza non era consentita in una famiglia così diversa, così...mostruosa.

La forza è l’unica via. 

Se non sei forte abbastanza, allora TU non sei abbastanza, quindi sei un peso...Senza speranza... 

 

...Accade qualcosa però...un pensiero ribelle arriva fulmineo. Non è altro che “questo” a schiacciarla a terra, umiliandola. 

 

 

Non sono quei bulli, sono io stessa. Sono io a scegliere di arrendermi e lasciarmi sopraffare, sono io che permetto alle mie paure di crearmi un limite.

 

 

Due occhioni blu e ostinati irrompono nel suo campo visivo, il cuore si riempie di qualcosa. Un grande oceano si scatena dentro di lei, le onde tumultuose riportano a galla i tesori della sua memoria. 

Le difficoltà incontrate lasciano il posto al ricordo di tutte quelle ore di allenamento intenso, quando il fiato era corto ma il suo corpo non si fermava, il sangue sputato nei combattimenti, il dolore soppresso dall’ostinazione di andare avanti, le corse sotto la pioggia scrosciante, gli scivoloni, i fallimenti sostituiti pian piano dalle vittorie, i sorrisi amichevoli, gli sguardi sorpresi, l’orgoglio che pian piano trova la sua strada, l’ammirazione per la sua trasformazione... NO ...EVOLUZIONE. 

Quel peso che la sovrasta e la spinge a terra sembra farsi più contenuto, non è più il peso della forza contro la debolezza a costringerla a terra, non è più la sua inettitudine, sono semplicemente delle mani e come tutte le mani possono essere spostate...come ogni bullo può essere sconfitto.

Lei può reagire. 

Lei può vincere perché ha affrontato molto tempo prima il peso di chi la opprimeva e lo ha affrontato con la sua ostinazione, il suo nindo, la sua fame di vita, il suo essere diversa, non violenta, mai aggressiva, con il suo cuore troppo gentile e troppo buono, ma sempre fermo.

 

Hinata ha uno scatto improvviso che coglie gli avversari di sorpresa, riesce a voltarsi. 

Il suo sguardo è determinato mentre le sue mani vengono circondate da una luce azzurra,  ne colpisce uno che crolla.

Si rialza e si fionda sugli altri, il suo atteggiamento è cambiato.

-La guerra non è la strada giusta per assicurare un futuro a chi amate! Il più forte non è il primo che attacca!-

-Tu cosa ne puoi saper ragazzina?!-

Lo scontro è cruento, ma inaspettatamente l’ago della bilancia si è spostato. I movimenti dei suoi avversari sono diversi, le loro reazioni sono rallentate e sembrano fare sempre più fatica.

-Siete ancora in tempo, arrendetevi! Cominciate ad accorgervene, no?! Fate sempre più fatica a muovervi!-

-Cosa ci hai fatto strega?!- dice uno, i compagni cominciano a cadere a terra.

-Il Juken, è una speciale tecnica di combattimento del mio Clan. Consente di danneggiare il sistema circolatorio del Chakra e gli organi interni anche solo con dei tocchi leggeri o sfiorando l’avversario. I miei colpi sono sempre andati a segno, solo che non ve ne siete accorti.-

-Sei un mostro- grida il capo, tenendosi il fianco.

-Potete ancora tornare indietro sulla vostra decisione-

-Mai! I nostri compagni stanno arrivando, abbiamo...anf...preso precauzioni quando il nostro compagno è scomparso- dice con un sorriso maligno mentre si getta su di lei. 

Un colpo deciso e l’avversario crolla a terra. È finita...

 

 

 

 

—- 

Eccomi, scusate l’attesa! Ho avuto qualche difficoltà con questo capitolo perché temo sempre di dilungarmi troppo in “Pipponi mentali”(si, non posso farne a meno, scusate) e perché i combattimenti non sono il mio forte... chiaramente.

Un ringraziamento grande a chi è arrivato sin qui, e in particolare modo chi ha recensito perché mi ha davvero davvero sostenuta (Naruhina3 e LuNoKuni grazie davvero ), al di là di quelle che possono essere le idee sulla storia o sulla scrittura la condivisione che c’è in questo sito mi colpisce ed emoziona molto.

Quindi grazie a tutti! A quelli che leggono, recensiscono e scrivono storie.

 

 

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