Tre storie, tre favole (2)

di Arvistloe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Madre, padre e figlia. ***
Capitolo 2: *** Madre, padre e figlia (2) ***
Capitolo 3: *** Madre, padre e figlia (3) ***
Capitolo 4: *** Tra covid e ali d'angelo (1/3) ***
Capitolo 5: *** Tra covid e ali d'angelo (2/3) ***
Capitolo 6: *** Tra covid e ali d'angelo (3/3) ***
Capitolo 7: *** La scelta del cuore. ***



Capitolo 1
*** Madre, padre e figlia. ***


Crossover con il film Labyrinth di Jim Henson

Premessa:
Due sole domande, due perché che forse troveranno una conclusione...chi sa.
Chloe tornerà da Lucifer dopo la morte di Cain?
Perché Lucifer odiava i bambini?

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Dopo la terza stagione.
Los Angeles. Centrale di polizia. Poco prima delle cinque di mattina.

Chloe si sarebbe picchiata da sola, per aver dimenticato il suo passaporto in un cassetto della scrivania alla centrale. Già aveva dovuto penare per convincere Trixie ad andare con lei a Roma, omettendo che lo faceva per trovare risposte alle scoperte fatte su Lucifer. Lucifer che non sperava di trovare.

Lasciata Trixie da sua madre Penelope, Chloe parcheggio un po' lontana dalla centrale di polizia. Entrò nella centrale poco prima dell'alba, sicura che non ci fosse nessuno. Giunta alla sua scrivania si fermò perplessa. Vicino al computer c'era la sua tazza che usava al distretto, coperta da un tovagliolo di carta bianco, con sopra un altro tovagliolo che avvolgeva un dolcetto al limone. Improvvisamente Chloe di ricordò, sentendo un nodo alla gola. Quello era il caffè con dolcetto che gli portava ogni mattina Lucifer. Cercò con tutta se stessa di riportare alla mente le notizie trovate in internet o nei libri sul re dell'inferno.

Fu così presa dai suoi pensieri, in piedi vicino la sua scrivania, fissando la sedia dove si sedeva Lucifer, che non si accorse erano entrate nella centrale Carmen e Natasha, le adatte alla pulizia. Svelta, Chloe si nascose nel laboratorio di Ella. Si sedette sul lettino che Ella aveva dietro uno scaffale. La patologa lo usava quando lavorava fino a notte fonda, non volendo tornare a casa così era addormentata. Da quella posizione nascosta poteva vedere la sua scrivania, sentendo tutto. Decise di attendere lì per poter uscire.

Mentre le due donne procedevano nella pulizia con il loro carrello con loro, si fermarono proprio di fronte il laboratorio di Ella, per pulire le pareti a vetro.

Un ora dopo.

Chloe aveva sempre apprezzato la meticolosità di Carmen e Natasha, ma in quel momento le odiava.

Un po' assonnata, sentì dire Carmen, una donna castana sulla cinquantina, un po' in carne, alla collega Natasha, la sua collega bruna e alta
"Ecco ora mi commuovo. Sta tornando come ogni mattina, puntuale alle sette. Spera che lei si presenti"
Dal laboratorio, Chloe notò Natasha asciugarsi una lacrima, dicendo alla collega
"Pensa, non fa più il playboy. Tutti si aspettavano da anni si mettessero assieme"
Carmen premete una spugna che aveva in mano, dicendo con rabbia
"Tutta colpa di quel Pierce..."
Addolcendo lo sguardo guardando dietro di lei, dicendo
"...nessuno osa toccare quella scrivania, neanche l'ex marito, perché deve restare tutto com'era prima che lei andasse via"

Spostate le due donne, Chloe poté vedere di chi parlavano.

Sorpresa, Chloe si coprì la bocca, sgranando gli occhi. Vide Lucifer come sempre elegantissimo, in piedi davanti la sua scrivania. Lo vide togliersi la giacca, mettendola sulla sua sedia, pulendo con un panno tutta la scrivania, tutti gli oggetti mettendoli allo stesso posto. Dal laboratorio, Chloe si chiedeva dov'era quel re dell'inferno cattivo, senza cuore che credeva di aver conosciuto, come aveva letto nei vari libri.

Le due addette alle pulizie, passarono a una altra parete di vetro del laboratorio di Ella. Dentro, sempre nascosta, Chloe sentì la castana Carmen dire alla collega
"Un uomo d'oro. Le prepara ogni mattina il caffè, mettendolo sulla scrivania, con un dolcetto. Natasha, puoi non credermi ma io picchierei quella detective…"
Chloe si accigliò
"...era riuscita nel legare a lei il cuore di un uomo straricco, che tutte le donne farebbero pazzie per averlo. Ma ecco lo lascia…"
Scosse la testa
"...donne senza cervello"
Chloe le avrebbe voluto dire chi era in realtà Lucifer. Le avrebbe detto della sua faccia bruciata. Improvvisamente, Chloe ricordò di aver visto vittime di bruciature, con conseguenze peggiori di quelle sul volto di Lucifer. Cercando un appiglio sul perché doveva stargli lontano. Riportò alla mente molti loro casi, la loro amicizia oltre il lavoro. Si sorprese di non trovare nulla degno di essere Lucifer maligno. Invece era un Lucifer diverso da come lo descrivevano tutti. Le tornò alla mente una frase della figlia, che in quel momento aveva un senso

"Mamma quando giudichi Lucifer, usa il cuore ma non il cervello normale, il cervello da detective"

Un ora dopo.

La voce di Ella scosse Chloe. Si accorse di essere rimasta imbambolata, guardando Lucifer per quasi un ora. Si era commossa vedendolo compilare le scartoffie, cosa che sapeva odiava, ma non sedendosi alla sua sedia stando di lato alla scrivania. Cercando di riprendersi, Chloe sperava che vedendola Ella non avrebbe urlato.

Per Ella era un colpo al cuore, vedere ogni giorno Lucifer accanto la scrivania di Chloe, attendendo con infinita pazienza il suo ritorno. Si avvicinò trovandolo indaffarato nel compilare delle scartoffie, dicendole senza alzare lo sguardo
"Signorina Lopez buongiorno. Novità?"
Ella era certa volesse dire se aveva novità su Chloe. Intenerita si precipitò ad abbracciarlo, dicendogli
"Sono certo che tornerà Luci. Gli serve solo un po' di tempo, deve elaborare"

Lucifer annuì di sì, provando un certo conforto dall'abbraccio di Ella. Dal laboratorio, Chloe fu scossa da singhiozzi di pianto, chiedendosi perché si fosse allontanata da Lucifer.

Ella entrò nel suo laboratorio, pregando mentalmente di trovare qualcuno l'amasse come Lucifer amava Chloe. Accese la luce, trovando sul tavolo di metallo in mezzo la stanza un biglietto. Appena lesse il biglietto, si diresse da Chloe abbracciandola felice, dicendole tutta contenta, sedendosi accanto a lei sul lettino
"Vuoi fare una sorpresa a Lucifer? Sarà così felice! Ti ama cosi tanto"
Chloe abbracciò la sua amica, sussurrando con voce rotta
"In realtà ero qui per il passaporto…"
Guardò verso Lucifer sorridendo appena
"...Ella tu non sai tutto di lui"

Ella le disse con un ampio sorriso
"Chloe tu manchi da due settimane. Appena due giorni dopo, io ero molto preoccupata per Lucifer non vedendolo. Sono andata da Linda pregandola di venire con me all'attico. Abbiamo scoperto che si era chiuso nell'attico, lasciando la gestione di tutto a Maze. Per fartela breve, cara Chloe conosco questo grande segreto, che Lucifer è il re dell'inferno. Può essere un po snervante vedere la sua parte bruciata con le ali d'angelo. Ma Chloe cosa cambia? Oltre tutto, resta il mio amico, un quasi fratello. In fondo ci ha detto sempre la verità"

Chloe disse fissando Lucifer che aveva raccolto le scartoffie fatte, portandole all'archivio
"Mia figlia ha sempre detto: mamma Lucifer non è il male, lui punisce il male. Puoi definirlo il direttore di un carcere…"
Chloe si passò una mano sulla faccia
"...Non so cosa pensare. Credevo che essendo una bambina, credesse alle affermazioni di Lucifer di essere il diavolo, come una fantasia. Invece lei lo aveva sempre accettato, Linda lo aveva sempre accettato..."
Guardò Ella con gli occhi lucidi
"...tu lo accetti. Forse io sono l'unica cattiva? Ora vederlo qui, così...pronto per me, difendendo le mie cose...Non so Ella...mi sento in colpa"

Ella le appoggiò una mano sulla spalla destra, rivelando alla sua amica
"Fu di Linda l'idea di farlo venire qui ogni mattina, per tenerlo occupato, facendogli sperare nel tuo ritorno. Ogni tanto viene con me sul campo, aiutando tantissimo durante i casi. Chloe si guarda sempre intorno cercandoti. Non sei cattiva, sei solo spaventata come ero io, Linda e tua figlia. Chloe ora devi dirmi solo cosa vuoi fare? Lascia stare il mondo fuori di qui, quel mondo che non lo conosce. Tu cosa vuoi fare?"

Chloe abbracciò Ella, dicendole con un ampio sorriso
"Grazie Ella, grazie. Voglio dirglielo che l'amo, voglio dirgli che il suo aspetto bruciato non mi fa più paura. Voglio vedere le sue ali"

Chloe notò che Lucifer non era ancora tornato alla sua scrivania. Alzatasi dal lettino di Ella per cercarlo, Chloe senti il bisogno impellente di andare al bagno, dicendo alla patologa sua amica
"Non voglio mi veda andare al bagno. Aiutami Ella"

La patologa aprì la porta del laboratorio guardandosi intorno, facendo segno a Chloe di uscire. Di ritorno dall'archivio, Lucifer le vide, seguendo le due donne.

Svelta Chloe entrò nel bagno delle donne, attendendo fuori Ella. L'arrivo di Lucifer la fece sobbalzare. Il re dell'inferno le domandò
"Signorina Lopez, quella entrata in bagno era la detective?"
Ella annuì di si, con un ampio sorriso, dicendogli
"Luci fidati di me. Vai alla scrivania, attendila. Non posso dirti altro"
Lucifer voleva fidarsi.

Qualche minuto dopo.

Appena Chloe si avvicinò alla sua scrivania, Lucifer si alzò in piedi. Quasi tutto la centrale di fermò. Tutte due erano in imbarazzo. Fu Chloe a iniziare
"Lucifer, ti chiedo scusa per essere sparita dopo aver visto quello che sai…"
Lucifer annuì di si, guardandola in ansia con un piccolo sorriso
"...Non meriti questo, sei sempre stato sincero con me…"
Singhiozzo di pianto
"...devi credermi, non mi fa paura quell'altra tua versione. Io…"
Chloe voleva dirglielo, era come un peso che la soffocava
"...io ti amo, ti amo!"
Tutti attendevano la risposta di Lucifer che si avvicinò a Chloe accarezzandole una guancia, dicendole
"Chloe non immagini quanto mi facciano felice le tue parole. Anch'io ti amo"
Il loro bacio fu accompagnato dall'applauso di tutta la centrale, con Ella commossa fino alle lacrime.

Appartamento di Penelope, madre di Chloe.

Trixie seduta nel balcone dell'appartamento, si sentiva profondamente triste. Non voleva partire, lasciando suo padre Dan, la sua amica Maze, ma soprattutto Lucifer. Nel suo cellulare lesse l'ultimo messaggio testuale di Lucifer, dopo il suo dove rivelava che sua madre voleva partire

"Trixie non odiare tua madre. Le serve del tempo per elaborare quello che tu già conosci di me e Maze. Restale vicina, aiutandola dove puoi, per comprendere che non sono un pericolo per lei o per te. Mi mancherai tanto"

Chiuse il cellulare. Improvvisamente sentì il suono di un clacson che conosceva bene. Si affacciò vedendo nel parcheggio la corvette con tettuccio di Lucifer parcheggiare, uscendo dall'auto, mano nella mano Lucifer e Chloe. I due guardarono in alto, salutando una entusiasta Trixie.

Poco dopo.

Penelope aprì la porta a Lucifer e Chloe, spostandosi di lato, per Trixie che corse verso Lucifer, urlando
"Lucifer!"
Con sorpresa di Chloe e Penelope, il re dell'inferno prese in braccio la bambina, dicendo felice a quella piccola umana che piagnucolava
"Tesoro va tutto bene. Io e tua madre ci siamo ritrovati, confermando il nostro amore"
Penelope batté le mani felice, abbracciando la figlia.

Calmata, Trixie chiamò subito Maze, dicendole la splendida notizia, che potevano tornare come prima.

Quella stessa sera.

Chloe e Lucifer decisero di tornare all'appartamento di lei.

Nel parcheggio dell'appartamento di Chloe, Trixie era crollata dal sonno sul sedile posteriore. Una serena Chloe rivelò a Lucifer
"Non dormiva da giorni, così era arrabbiata con me. La prendo in braccio"
Lucifer le disse con un sorriso sereno, guardando Trixie
"Chloe vorrei farlo io. Mi permetti?"
Chloe fu ben contenta.
Con delicatezza, Lucifer avvolse Trixie in un plaid che aveva nel bagagliaio della corvette.Alle proteste di Trixie di essere spostata, Lucifer le rispose ridacchiando
"Lo so, i sedilli della corvette sono proprio comodi"
Quella scena toccò al cuore Chloe che repentinamente si ricordò qualcosa d'importante, correndo accanto Lucifer
"Lucifer, devo avvertirti, la zona dove di trova la scrivania in soggiorno, la troverai con materiale non molto benevolo con te. Ti prego non prenderla male. Ero confusa"
Lucifer sorrise, dicendo rivolto a Trixie, mentre entravano nell'ascensore
"Trixie, tua madre non ricorda una certa demone molto brava nel pulire"
Trixie borbotto qualcosa, mentre Chloe si precipitò nell'appartamento,

La demone Maze era seduta al bancone della cucina, intenta nel guardare il suo cellulare. Appena vide Chloe si alzò in piedi non sapendo cosa fare. Fu Chloe che l'abbraccio, dicendole
"Puoi non credermi, mi mancavi"
La demone si asciugò una lacrima, ricambiando quel gesto di Chloe, abbracciandola a sua volta.

Lucifer fu felice di vedere Maze e Chloe abbracciate.

Il rumore della porta che si chiudeva, desto le due donne che staccarono il loro abbraccio ridacchiando.

Il re dell'inferno portò nella camera da letto Trixie, aiutando Chloe nel metterle il pigiama. Uscendo dalla camera, Lucifer guardò Trixie dormire serena, osando immaginare un futuro familiare con le due umane preferite. Soprattutto il re dell'inferno aveva quasi dimenticato l'altra bambina del suo passato.

In cucina, Lucifer preparò del tè alla menta, che piaceva anche a Chloe.

I due innamorati, alternavano piccoli baci al sorseggio del tè nella tazza che avevano in mano. Quelle effusioni non erano mai piaciute a Maze, lei preferiva fare sesso, punto. La demone non poteva neanche coprire i rumori amorosi alzando il volume della tv, per non svegliare Trixie. Esasperata, dal divano dove era seduta guardando un film di guerra in tv, Maze disse a Chloe e Lucifer, senza guardarli
"Andate in camera da letto. Trixie non vi disturberà, la controllerò io. Per favore, siete troppo sdolcinati"
Sentendo i due ridacchiare, subito dopo chiudersi la porta della camera di Chloe.

La mattina dopo.

Chloe prima di uscire dalla camera, guardò Lucifer, mezzo nudo che dormiva beato nel letto. Arrossendo, la detective si aggiustò meglio il pigiama, essendo stata poco prima completamente nuda. Sorrise felice, trovando Trixie, anche in pigiama che faceva colazione con Maze. Lo sguardo della detective andò vicino al divano, dove c'era una piccola scrivania. La demone l'aveva proprio ripulita da ogni libro o foglio, tutte le ricerche che aveva fatto su Lucifer. Effettivamente non le dispiaceva non vederli più, sedendosi alla scrivania. La raggiunse Trixie, chiedendole con un gran sorriso, mentre le porgeva la sua tazza con del caffè
"Mamma, tu e Lucifer avete fatto un pigiama party?"
Chloe arrossi leggermente, rispondendo alla figlia
"Si Trixie…"
Guardando Maze che le mostrò tre dita alzate dalla mano destra, muovendo i fianchi mimando un atto sessuale, dicendole
"...no Maze, sette"
La demone sgranò gli occhi, facendo un applauso a Chloe. Curiosa Trixie guardò la demone e sua madre, dicendo perplessa
"Uffa! Come sono complicati gli adulti!"

Nel parcheggio, una donna castana, con lunghi capelli e un trucco sulla faccia molto eccessivo, comparve in una fiammata vicino la corvette di Lucifer. La donna guardò verso l'appartamento di Chloe, sorridendo malignamente. Accanto a lei comparve un Lucifer con lo sguardo basso. Quel Lucifer aveva un collare al collo con un guinzaglio che finiva nella mano di una bambina. La bambina dell'età di Trixie, indossa abiti da Lolita stile vittoriana. Fu la bambina che disse
"Mammina che strano. Noi troviamo la strada per tornare in questa realtà, lui trova una famiglia"
La donna ridacchiò
"Vuol dire che la nostra vendetta lo spezzerà del tutto, come il nostro clone…"
Rivolto all'altro Lucifer tirandogli con forza l'orecchio destro
"...vero Lucifer?"
Annuendo sì il clone. Le due risero, spingendo per terra quel clone, colpendolo freneticamente con dei frustini, mentre la gente passava accanto celati ai loro occhi.

In una altra realtà, nel regno di Goblin, un divertito re guardava attraverso una sfera, dicendo
"Bene, bene. Mi divertirò un sacco"

CONTINUA

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Capitolo 2
*** Madre, padre e figlia (2) ***


Los Angeles. Appartamento dove abitavano insieme Chloe, Lucifer e Trixie da più di un anno. Pomeriggio.

Lucifer con l'aiuto di Trixie stava sparecchiando la tavola del pranzo. Chloe era andata via poco prima, per fare un appostamento con Dan per l'fbi. Nel frattempo, Trixie raccontava al re dell'inferno la sua giornata scolastica. Li interruppe Maze con un piccolo zaino sulle spalle, dicendo al suo re e l'umano
"Informazioni sicure di una taglia. Sono via per qualche settimana"
Trixie corse ad abbracciare la sua amica, dicendole
"Fatti onore demone invincibile"
Maze abbracciò a sua volta la sua amica umana, dicendo a Lucifer
"Riferisci alla madre di questa piccola guerriera che quando Dan non potrà tenerla, potete contare su Linda, Amenadiel e anche Ella"
Per non mostrare commozione, Maze uscì dalla porta. Lucifer vide Trixie triste per la partenza della sua amica, dicendole
"Finiamo di pulire, cosi ti aiuto con i compiti"
Trixie tornò felice, adorava fare i compiti di scuola con Lucifer che le faceva capire tutto.

Qualche ora dopo.

Con una busta della spesa in mano, Chloe aprì la porta dell'appartamento distrutta. Era tornata da un appostamento fatto con Dan quel pomeriggio, per conto dell'FBI. La detective si massaggiò il collo, sperando che l'autorizzazione di Lucifer per poter essere con lei quando c'era l'Fbi o altri arrivasse presto. Le era mancata la calda mano di Lucifer che le scioglieva i muscoli anchilosati. Le tornò il sorriso vedendo Lucifer seduto al tavolo del soggiorno con accanto Trixie che leggevano le recensioni sul Lux. Una felice Trixie disse a sua madre, correndo incontro abbracciandola
"Mammina, il Lux piace a tutti. Il cento per cento di mi piace"
Lucifer disse con un ampio sorriso, mentre chiudeva il computer portatile, raggiungendo Choe e Trixie
"Devo dare gloria all'idea di Trixie di far esibire una volta la settimana band musicali emergenti. Molte sono diventate famose"
Lucifer abbraccio Chloe, baciandola sotto lo sguardo contento di Trixie. Ma il re dell'inferno di accorse che Chloe aveva il collo rigido, dicendo alla bambina
"Prole tua madre a il collo dolorante"

Fu un lavoro di squadra che Chloe conosceva. Trixie prese per mano sua madre, portandola nella sua camera da letto. Nel frattempo Lucifer preparò una tisana di erbe, posizionando dei cuscini ai piedi del divano. Trixie tornò con sua madre in pigiama, facendola sedere sui cuscini, tra le lunghe gambe di Lucifer, che le praticò un massaggio al collo, mentre beveva la tisana. La bambina si sedette accanto Lucifer. Il re dell'inferno approfittava per mostrava a Trixie come fare un massaggio al collo di qualcuno. Quel momento così famigliare rilasso ancora di più Chloe, sentendo quel rapporto quasi padre e figlia.

Un paio di giorni dopo. Giovedì mattina. Mercato agricolo vicino l'appartamento.

Lucifer scelse con cura delle fragole, per esaudire il desiderio di Trixie di fare la marmellata di fragole. Adorava quanto fosse curiosa, piena di voglia d'imparare quella piccola umana. Era sempre sorpreso dei sentimenti paterni che sentiva verso Trixie, molto più se fosse stata sangue del suo sangue. Quell'idea lo fece tremare. Cercando di scacciare i ricordi dolorosi, si fermò a un'altra bancarella del mercato, per prendere delle verdure. Una sensazione fastidiosa lo bloccò. Si voltò sembrando di vedere una donna, sperando fosse un'allucinazione. Si allontanò dal mercato per tornare all'appartamento, ma le due persone che sperava di non rivedere più erano a qualche metro da lui. Sussulto vedendo un se stesso affiancarlo prendendogli la borsa della spesa dalle mani. La donna gli disse
"Caro marito, dove vuoi andare per parlare?"
La bambina lo fissò con un ghigno malefico. Lucifer scosse la testa
"Andiamo all'attico, si all'attico"

Qualche ora dopo. Di fronte la scuola di Trixie.

Trixie era perplessa, vedendo sua madre ad aspettare, invece di Lucifer. Preoccupata domandò alla madre
"Mamma Lucifer sta bene?"
Chloe le sorrise, dicendole mentre apriva lo sportello dell'auto
"Niente di preoccupante. C'è stato un guaio al Lux, doveva andarci. Ha detto che ci aspetta all'attico"
Trixie sorrise, prendendo dallo zaino una piccola coppa dorata di plastica. Disse felice alla madre, salita sul lato guida
"Guarda mamma. Ho vinto il mini torneo di scacchi. Le lezioni di nonno Armad…"
Il padre di Dan
"...e di Lucifer sono servite"
Chloe uscì dal parcheggio, dicendo alla figlia
"Sicuramente Lucifer che il nonno saranno felici"

Nell'attico.

La bambina uscì dalla camera da letto di Lucifer con indosso dei jeans con una maglietta di Trixie. La madre era rimasta nei suoi soliti vestiti d'inizio novecento, dicendole, seduta sul pianoforte
"Io andrò per negozi facendo shopping. Vero marito caro?"
Lucifer riempiva il bicchiere che aveva in mano, con il whisky più costoso, guardando quel clone che seguiva la bambina, chiedendo alla donna
"Quello chi sarebbe?"
La donna ridacchiò
"In una delle realtà di potevano clonare chiunque. Noi ci siamo creati un servo. Ora lo sarai tu"
Lucifer sbatte il bicchiere sul bancone del bar
"Non osare!"
La donna saltò giù dal pianoforte, dicendo a Lucifer con tono serio
"Non osare tu. Sai bene che noi ti teniamo in pugno con quella grave colpa nel tuo passato. Lucifer rassegnati"

Lucifer le disse, sperando che comprendesse
"Tu sai che non riesco nell'arte di mentire, dire bugie, tue grandi doti" La donna rise "Marito caro. Forse dimentichi che con me vicino puoi farlo? Non ricordi che questo ti ha fatto innamorare di me? Vedi non ci sono intralci, puoi mentire alle umane, lasciandole. Così per tornare a essere una felice famiglia"
Lucifer cercò di scacciare il ricordo di com'era quando la incontrò.

Vedendo aprire la porta dell'ascensore, la donna abbracciò Lucifer, che voleva scomparire allo sguardo sorpreso di Chloe e Trixie. La bambina corse avanti con la piccola coppa in mano, ma l'altra bambina, con il clone di Lucifer nascosto nella camera da letto, urlò
"Papà chi sono?"
Trixie si bloccò sentendo le parole della bambina, mentre la donna si metteva al fianco di Lucifer, dicendogli
"Marito mio, spiega a queste due umane cosa succede"

Chloe cercò di stare calma per Trixie, spingendo sua figlia quasi dietro di lei. Non poteva credere che Lucifer avesse taciuto di avere una figlia con una moglie. Giurò a sé stessa di non perdonarlo.

Lucifer bevete il whisky rimasto nel bicchiere, appoggiandosi al bancone, sicuro che le gambe avrebbero ceduto per la disperazione. Appoggiò il braccio sulla spalla della donna, dicendo a Chloe e Trixie
"Molti secoli fa mia moglie Clinia..."
La indicò
"...e mia figlia Olin..."
Indicò la bambina
"...si persero in un tornado di realtà alternative…"
Lucifer si stava trattenendo da scappare con Chloe e Trixie verso l'ascensore, sicuro che lo avrebbero odiato per la sua colpa nel passato, sentendo nella bocca come veleno per le bugie che doveva dire
"...Ma sono tornate..."
Lucifer sfodero il sorriso più falso
"...Come capirai, non posso più continuare con questa…"
Si sentiva quasi soffocare
"...commedia. Con tua figlia sei stata un piccolo diversivo"
Lucifer riempì un altro bicchiere di whisky. Sperava che l'alcol gli togliesse dalla bocca il sapore di malsano che sentiva. Senza preavviso la bambina sua figlia si gettò su di lui abbracciandolo. Chloe lo guardò con un odio immenso, dicendogli mentre spingeva Trixie in ascensore
"Quindi puoi anche mentire. Lucifer scordati di noi, della centrale, di tutti"
Lucifer sentiva Trixie chiamarlo piangendo, mentre l'ascensore scendeva. Si maledisse per essersi rovinato l'eternità con quella grave colpa nel passato.

Lucifer strinse così forte il bicchiere in mano da romperlo. Spinse via la figlia con la moglie, dicendo a quest'ultima che si sedette sul bracciolo del divano con un sorriso beffardo
"Sei felice? Sei tornata a essere il veleno della mia vita"
Lucifer senti un nodo alla gola, voleva correre dietro Chloe e Trixie, ma quella colpa del passato glielo impediva. La strega guardò sua figlia che gettava sul pavimento delle bottiglie del bar, dicendo a Lucifer
"Amore siamo tornati a essere una famiglia"
Si alzò toccando la fronte del clone di Lucifer. Il.clone diventò sabbia. Ridendo la bambina disse saltando sulla sabbia
"Ora abbiamo un altro servo! Ora abbiamo un altro servo"
La strega gli disse
"Vai, abbiamo fame, prepara il pranzo. Devi servirci…"
La strega lo guardò con occhi famelici
"...ricorda, puoi essere re dell'inferno, eterno. Se riveliamo al caro padre la tua colpa nel passato, sarà molto cattivo"
Lucifer respiro profondamente andando verso la cucina. Sul bancone della cucina c'era la spesa, fatta al mercato rionale, sedendosi disperato. Accarezzò delle fragole, con una malinconia infinita della sua piccola famiglia, scosso da singhiozzi di pianto.

Qualche ora dopo, appartamento di Chloe e Trixie.

Ella seduta nel divano, teneva stretta a sé Trixie che era scossa da singhiozzi di pianto. Intorno a loro, con rabbia, Chloe raccoglieva in un grande sacco nero della spazzatura tutto quello che era di Lucifer, dicendo con occhi pieni di lacrime
"Niente da fare, con gli uomini, umani o meno non sono fortunata. Basta! Basta! Preferisco restare sola. Mai più! Quel mascalzone! Anche ad Amenadiel e Linda ha detto le stesse cose. Mascalzone!"
Trixie si alzò dal divano correndo dalla madre, abbracciandola. Chloe guardò Ella che si unì a loro.

Quella notte.

Lucifer accarezzò i tasti del pianoforte. Il giorno dopo lo strumento sarebbe stato portato via, perché a sua figlia non piaceva.

Il ding dell'ascensore scosse quel re, certo in alcuni momenti di essere in un loop infernale. Era certo di essere nuovamente caduto da un paradiso a un inferno. Stavolta quel paradiso che erano Chloe e Trixie, lui lo adorava, respirando finalmente amore, amicizia, felicità. Invece quell'inferno delle altre due eterne lo intossicava, togliendogli l'aria.

Percepii che era Maze. La demone buttò vicino l'ascensore la busta nera della spazzatura con le sue cose che erano all'appartamento di Chloe, dicendogli con rabbia
"Speravo che Chloe avesse capito male. Ma perfino Amenadiel dice che ora avresti una moglie con una figlia. Lucifer, ma chi sei veramente?"
Lucifer le disse senza voltarsi
"Per piacere non urlare. Sveglierai mia moglie con mia figlia"
Il nuovo ding dell'ascensore lo distrusse ancora di più. Si alzò, portando la busta nella camera degli ospiti nell'attico, dove sua moglie gli permetteva di stare nell'attico. Odiava quel se stesso nel passato, quel se stesso che si macchiò di quella colpa, finendo per rovinare tutto.

La mattina dopo.

Olin, la figlia di Lucifer allontanò il piatto di crepes, dicendo con disgusto
"Voglio le fragole con la panna"
Battendo i pugni sul tavolo. La madre Clinia rise, dicendo a Lucifer che stava pulendo la cucina
"Su padre, accontenta tua figlia"
Lucifer le disse esasperato
"Fragole e panna di mattina? Ami proprio l'alimentazione di tua figlia"
Clinia fini la crepes nel piatto, dicendogli
"Ricorda che siamo eterni, marito caro"
Lucifer raccolse le braccia sul petto, rispondendogli
"Ma ricorda che essendo mezza umana, diverrà eterna dai trent'anni in poi. Fino ad allora"
Clinia gli lanciò il suo piatto, facendolo finire su Lucifer rompendosi sul pavimento
"Non parlare di nostra figlia! Quando ci gettasti nelle realtà alternative non ti importo della sua alimentazione. Nelle realtà alternative non ebbe modo di crescere, capire. Ora se vuole anche oro con panna, tu devi obbedire"
Anche la bambina gli gettò il piatto addosso, ridendo sonoramente. Lucifer urlò alla donna
"Sai bene che non potevo fare altrimenti! Avevate tentato più volte di uccidermi"
La donna sussurro qualcosa alla figlia che corse fuori dalla cucina. Tornò quasi subito con un pezzo di stoffa nero arrotolato, dandolo alla madre. La donna disse a Lucifer
"In una realtà alternativa c'era questo oggetto…"
Srotolo la stoffa che divenne un frustino
"...può ferire anche uno come te…"
Indicò di fronte a lei
"...Inginocchio qui. Devi essere punito per avere risposto a nostra figlia…"
La bambina batte le mani felice
"...trenta colpi da ognuno di noi, quindi sessanta. Su muoviti. Oppure facciamo sapere a tutti la tua colpa nel passato"
Lucifer non trovava una via d'uscita, si vergognava di quella colpa nel passato. Si Inginocchio, abbassando la camicia. Ai primi colpi della donna, il frustino provocò ampie ferite alla schiena, facendogli chiudere gli occhi, stringendo i pugni. I ricordi vagarono alla tortura in paradiso. Ma i ricordi si fermarono su Chloe e Trixie, alle loro colazioni piene di gioia e risate.

Al sessantesimo colpo della bambina con il frustino, la donna disse a Lucifer distrutto, ridacchiando
"Punizione fatta. Cerca di parlare meno da ora in poi. Ricorda sempre che tu sei un servo. Null'altro..."
Rivolta alla figlia
"...Andiamo tesoro. Questo servo finirà di pulire la cucina. Ti concediamo venti minuti. Dopo dovrai portarci per fare shopping, devo farmi un guardaroba"
La bambina le disse saltando
"Mammina anche io voglio nuovi vestiti. Quelli dell'altra bambina sono orribili"
La donna annuì di si, togliendo la maglietta alla figlia, buttandolo sul.pavimento, accanto Lucifer, uscendo dalla cucina.

Lucifer accarezzò la maglietta che era stata di Trixie, ricordando con gli occhi lucidi quella piccola umana che era stata una luce nella sua eternità. Tentando di riprendersi, afferrò il bordo del tavolo, alzandosi dolorante. Sentiva il sangue scorrere sulla schiena dalle ferite. Con dolore si diresse nella sua camera, per fare una doccia, sperando che la sua natura da eterno chiudesse le ferite presto.

Qualche ora dopo. Giardino pubblico.

Maze seduta in una panchina, guardava contenta Trixie nella zona del giardino pubblico, dove gli appassionati di scacchi giocavano. La sua piccola umana era la migliore. Era grata a Chloe di non averla allontanata, dopo l'abbandono di Lucifer. Non immaginava che dall'altra parte della strada, in una boutique di lusso, Lucifer era seduto in un angolo, guardando le due eterne provare di tutto. Stanco, con la schiena dolorante, si voltò verso la vetrina, immaginando con un sorriso un abito indosso a un manichino su Chloe. Per caso vide dall'altra parte della strada Trixie. La bambina stava salendi sull'auto di Maze. Lucifer chiuse gli occhi scosso. Ricordò che quel giorno, lui portava Trixie al giardino pubblico, per sfidare agli scacchi i migliori di Los Angeles. Come gli mancavano le due umane. Riapri gli occhi richiamato dalla moglie, che gli disse indicando il commesso
"Marito devi pagare i nostri acquisti"
Si alzò, sperando di scomparire.

CONTINUA

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Capitolo 3
*** Madre, padre e figlia (3) ***


Jareth, il re di Goblin, non voleva creare una qualche sfida nel suo labirinto. Era molto annoiato, decidendo di creare una trama, una ragnatela che portava a una scacchiera, amando quel gioco umano, trovando l'umana Trixie molto brava. Mentre trovò la figlia del re dell'inferno molto propensa ad accettare le sfide.

Per re Jareth, quella prospettiva di poter dirigere le vite altrui lo entusiasmò. Ma gli serviva di sapere alcune cose.

Una notte, riuscì ad agganciare la moglie strega di Lucifer al Lux. Usando le sue conoscenze sulle donne di ogni razza o realtà, anche più di Lucifer, finì con lei nel letto dell'attico. Durante l'amplesso lesse la mente della strega, scoprendo molte cose. La mattina dopo, scoprì che a Lucifer non importava nulla di chi portasse la moglie nel letto.

Attico. Mattina.

Lucifer guardò appena l'ennesimo amante della moglie. Con rassegnazione, stava preparando la tavola per la colazione delle due donne eterne che odiava. Come gli mancavano le colazioni con Chloe e Trixie. Erano passati solo due mesi, ma per lui sembravano eoni. Senza pensarci si abbassò per prendere un tovagliolo cadutogli sul pavimento. Sentì una fitta terribile alla schiena, con del sangue che bagnò la camicia. Dolorante si diresse nella sua camera, togliendosi la camicia. Aveva tutto il busto, e le braccia devastate da cicatrici vecchie e nuove da essere il suo aspetto bruciato minore di quella devastazione. Solo la testa era senza nulla. Con difficoltà, srotolo intorno al busto, in corrispondenza della ferita aperta una benda.

La moglie strega Clinia, aveva imposto un patto devastante per Lucifer. Prima di tutto gli avevano imposto di cedergli metà della sua invulnerabilità. Ma ancor peggio, tenendolo sotto ricatto di rivelare la sua grave colpa nel passato, potevano gestire come volevano il patrimonio di Lucifer. Molte volte le due eterne si divertivano nel chiudere soprattutto opere benefiche di Lucifer o richiedere prestiti che Lucifer mai avrebbe voluto indietro sapendo che erano persone indigenti. Tentando di fermarle, molte volte Lucifer doveva sottostare di subite una notte di sesso estremo e torture dalla moglie, restando le ferite che si rimarginavano molto lentamente. Un esempio, pochi giorni prima, la moglie voleva chiudere un centro finanziato da Lucifer per aiutare le donne maltrattate. Pur d'impedirlo, Lucifer passò una notte di torture dalla moglie.

Guardandosi allo specchio, Lucifer pensò che prima di Chloe, lui era il re del sesso estremo. Solo dopo aver incontrato la detective, comprese che lui non aveva mai provato piacere durante le orge o il sesso estremo. Non conosceva affatto il piacere dell'amore, credendo che quel dolore, quelle sensazioni forti fossero un orgasmo, invece era solo la solitudine che lo attanagliava. Cercò di sorridere, ma ricavò solo lacrime di malinconia, ricordando con nostalgia le carezze i baci, le parole d'amore della sua Chloe che gli permisero di conoscere il vero significato della parola fare l'amore e il vero piacere di un orgasmo. Con quei pensieri lieti, la sua colpa che lo incatenava a quelle due sadiche eterne gli riempì la memoria. Chiuse gli occhi, cercando di ricacciare indietro le immagini di un altare, gente intorno coperti da mantelli neri. Soprattutto un urlo scosse tutyo in lui. Aprì gli occhi, maledicendosi per quella colpa che gli aveva fatto perdere tutto. Con gli occhi lucidi, uscì dalla camera, cercando di azzerare i pensieri.

Stesso momento. Centrale di polizia.

Ella spinse nel suo laboratorio Chloe, dicendole quasi sottovoce con sguardo preoccupato
"Chloe ti prego, ascoltami. Ti devo dire qualcosa su qualcuno che sembra ci abbia deluso"
Chloe la guardo con freddezza, tentando di uscire dal laboratorio, ma Ella si buttò sulla porta dicendogli
"Ti prego ascoltami. Poi deciderai"
Chloe scosse la testa, dicendogli accigliata
"Di quel mascalzone non mi interessa nulla. Ella ti ricordo che sia io che Trixie lo odiamo"
Ella le passò il suo cellulare mentre si vedeva passare un video. Ella gli disse
"Ero andata al Lux con alcune colleghe. Lucifet era seduto al bancone del bar…"
Chloe notò che sembrava molto stanco, cercando di scacciare ogni preoccupazione per lui. Ella continuò
"...guarda Cosa gli succede quando uno lo saluta, battendogli sulle spalle"
Sulla schiena di Lucifer comparve una macchia nera. Si vide Lucifer correre fuori dal Lux, finendo in un vicolo. Ella riprese Lucifer togliersi giacca, panciotto e camicia gettandogli in un cassonetto. La cosa che sorprese Chloe fu la devastazione del corpo di Lucifer. Il re dell'inferno srotolò le ali d'angelo, in più punti mancanti piume, volando via dal vicolo. Ella ripose il cellulare, con Chloe ancora sorpresa che disse alla patologa
"Lui a sempre detto che perde piume sulle ali quando si trova sotto forte stress. Poi il suo corpo…"
Chloe tremò, venendo abbracciata da Ella, cui domandò spaventata
"...Ma cosa gli succede?"
Ella, sempre tenendola nel suo abbraccio, disse a Chloe
"Facciamo vedere questo video a Linda, Amenadiel e Maze. Dobbiamo capire cosa succede"

Qualche ora dopo. Pomeriggio.

Il re di Goblin, celandosi nelle sembianze di un bambino di una decina di anni, entrò in un fast food. Vide Lucifer seduto a un tavolo con la moglie e la figlia. Proprio la figlia, ridacchiando lanciava in faccia le patatine al padre Lucifer , non facendo nulla.

Il bambino che era re Jareth, estrasse dalla tasca un cellulare, dicendo vicino dove era la figlia di Lucifer
"Si, ti giuro. Un negozio di giocattoli solo per bambini ricchi. Proprio accanto il fast food dove sono"
La figlia di Lucifer sorrise malignamente. La strega ridacchiò sorseggiando la sua coca cola, ascoltando la figlia che urlava
"Mamma voglio altri giocatoli!..."
Saltando sulla sedia, urlando
"...voglio altri giocatoli!"
La madre batte la mano sul tavolo, facendo sussultare Lucifet perso nei suoi pensieri
"Forza muoviti. Porta tua figlia dove vuole. Io vi aspetto qui"
Lucifet si pulì dalle patatine adosso alzandosi dalla sedia, con la figlia che andò avanti. Re Jareth celato da bambino uscì poco dopo dal fast food.

Nel negozio di giocatoli, Trixie guardò felice la bambina che aveva tra le mani. Dopo un anno di risparmi era riuscita ad avere la cifra necessaria per comprarla. Stava per andare alla cassa, quando sentì una voce che conosceva dire a qualcuno
"Tesoro non credi siano abbastanza?"
La voce di una bambina urlare
"Come osi!"
Trixie sbirciò da uno scaffale. Vide la figlia di Lucifer camminare per il corridoio, con Lucifer dietro che spingeva un carrello strapieno di giocatoli. In quel momento Trixie odiò ancora di più Lucifer. Appoggiò la bambola in uno scaffale, correndo nel bagno del negozio. Lei non aveva mai abusato della ricchezza di Lucifer, per non fargli credere che gli volesse bene per questo. Ma vederlo così generoso con la figlia le fece provare una grande rabbia, ma fini per sentire solo una malinconia di quel padre acquisito che gli mancava, quell'amico che era certo avesse sempre mentito. Cercando di riprendersi, si sciacquò la faccia per uscire dal bagno. La porta si aprì, entrando proprio la figlia di Lucifer.

La figlia di Lucifer ridacchio vedendo Trixie, dicendole
"Guarda un po', la figlia del passatempo del mio papà..."
Trixie strinse i pugni, mentre la figlia di Lucifer si lavava le mani dicendole
"...voi umani, quanta polvere lasciate in giro. Sai, il mio papà mi ha fatto una testa così, voleva comprarmi sempre di tutto. Cosa vuoi farci, a me vuole bene"
La figlia di Lucifer si asciugò le mani con un pezzo di stoffa che colpì al cuore Trixie, buttandolo nella spazzatura uscendo dal bagno. Trixie aveva riconosciuto un regalo di compleanno fatto a Lucifet. Quel pezzo di stoffa lo aveva regalato a Lucifer per metterlo al taschino. Non potendo sopportare altro, corse fuori dal negozio. Celato a tutti, re Jareth fuori il negozio era felice di aver provocato il primo incontro tra le due bambine. Nel negozio, il cuore di Lucifer perse un battito vedendo Trixie.

Giorno dopo. Mattina. Abitazione di Linda.

Linda corse alla porta, sentendo bussare nervosamente. Trovo Lucifer che le disse nervosamente
"Linda, potevi venire al Lux per farmi firmare i documenti che smetto la terapia"
Linda gli spiegò mentre gli faceva segno di entrare
"Lucifer su entra. Ci vorranno pochi minuti"

Entrato nell'abitazione, Lucifer si teneva a debita distanza da qualunque cosa. Seduto al tavolo del soggiorno, il re dell'inferno si alzò di scatto dalla sedia, vedendo entrare dalla cucina tre persone che conosceva bene. Chloe, Ella e Maze si avvicinarono a lui, dicendo Linda vicino a lui
"Lucifer ti prego, vogliamo solo aiutarti. Tu non stai bene con tua moglie e tua figlia"
Lucifer stava correndo alla porta, trovando Amenadiel che gli sbarrava la strada, dicendogli
"Fratello ora basta con i misteri. Sei devastato mentalmente e fisicamente"
Dandogli un leggero pugno allo stomaco. Lucifet guardò esasperato una macchia di sangue comparire sul panciotto blu scuro, dicendo con la voce rotta dal pianto
"No, no. Devo...delle bende"
Chloe si avvicinò, ma Lucifer Indietreggiò colpendo il muro con la schiena, finendo in ginocchio per il dolore, lasciando una macchia rossa sul muro. Sconvolta, Chloe s'inginocchio davanti a lui, abbracciandolo. Tutti quelli presenti erano senza parole, sentendo Lucifer scosso da singhiozzi di pianto, stretto in un lieve abbraccio di Chloe per non fargli male, urlare
"Non posso, non posso fare niente. Sono in trappola. Non posso fare niente. La mia colpa del passato"
Chloe piangeva in silenzio, accarezzando i capelli di Lucifer, desiderando così tanto aiutarlo, comprendendo che lo amava anche più di prima. Linda si avvicinò a Lucifer, abbassandosi per guardarlo in faccia. La dottoressa cercò di restare professionale, anche se vedere il suo amico, con gli occhi diventati un mare di lacrime, amarezza e terrore le spezzava il cuore. Con tono lieve Linda disse a Lucifer
"Qui nessuno ti giudicherà. Sei tra amici. Devi liberarti da questo giogo che ti sta rompendo. Siamo pronti ad aiutarti"
Lucifer baciò la spalla di Chloe, dicendole
"Io ti amo Chloe. Mai dissi una bugia a te o Trixie. Non credevo mai sarebbe tornato quell'incubo, mai. Ti prego, cerca di ricordare che ero diverso una volta. Ti prego"

Poco dopo.

Lucifer si sedette a una sedia vicino al tavolo del soggiorno, togliendosi la giacca, il panciotto e la camicia, lasciando tutti esterrefatti. Vedere quella devastazione era peggio che vederlo in un video. Commossa, Chloe si avvicinò a Lucifer, non sapendo come poterlo toccare senza ferirlo. La scosse Ella che aveva in mano un kit di pronto soccorso, dicendole
"Bendiamo le zone sanguinanti"
Un po' confortato da quelle attenzioni, Lucifer racconto tutto
"Era l'inizio del 1500. Mi trovavo in Irlanda. Una zona dove ancora San Patrizio non aveva cacciato i druidi della magia nera. Ero scappato dall'inferno lasciando anche indietro Maze…"
Maze ricordò quel periodo
"...mi sentivo infinitamente solo. Volevo una famiglia. Così entrai in contatto con quella strega, una sacerdotessa druida della magia nera. Mi disse che c'era un modo per avere un erede con lei come moglie…"
Lucifer chiuse gli occhi, dicendo con la voce rotta
"...dovevo eseguire un sacrificio umano, che esegui"
Tutti gli altri rimasero allibiti, ma Chloe gli disse accarezzandogli il viso, facendo aprire gli occhi a quel re tremante, in attesa dell'odio e dell'orrore che era sicuro arrivare
"Lucifer ti sentivi solo. Non l'hai fatto per qualcosa di orrido o infernale"
Lucifer le afferrò le mani di Chloe nelle sue baciandole, dicendo con la voce rotta
"Sarò sempre colpevole. Durante quella cerimonia di magia nera, in una notte di luna crescente, dopo aver avuto un amplesso con quella strega, mi diede un pugnale. Mi portò dove c'era un altare con una donna legata che urlava…"
Chiuse gli occhi, mettendo le mani sulle orecchie, urlando
"...quelle grida della poverina...le sue suppliche...io ero completamente ubriaco. Ricordo di essere svenuto. Mi svegliai accanto all'altare, con in mano il coltello coperto di sangue. Quella strega era seduta sull'altare, coperta completamente di sangue, come la neonata che aveva nelle braccia"
Chloe gli tolse le mani dalle orecchie, con accanto Linda che doveva a Lucifer con gli occhi chiusi
"Lucifer non fermarti. Noi tutti comprendiamo che questi sensi di colpa, dimostrano che sei diverso. Sei migliore di quel re dell'inferno che eri"
Lucifer timidamente guardò tutti che annuirono di si. Quando arrivo a Chloe, lei lo baciò leggermente sulle labbra, dicendogli
"Non sei solo. Tira fuori tutto il dolore"
Lucifer sorrise grato a Ella per le medicazioni, ricevendo uno sguardo amichevole dalla patologa. Cercando tutto il coraggio, Lucifer continuò
"Tentai d'iniziare una vita famigliare con la strega e nostra figlia. Era impossibile. La bambina mi odiava, volendo da me solo magia nera e soldi. Non parliamo della strega, che era peggio della figlia. Sono riuscito nel resistere finché la bambina ebbe sei anni, sentendomi solo. Volevo andare via…"
Lucifer scosse la testa con un sorriso amaro
"...le avrei lasciato un immenso patrimonio. Ma una notte, tentarono di uccidermi. Lei voleva il mio potere. Ero terrorizzato. Non volevo uccidere nuovamente, così le lanciai in uno squarcio tra le realtà, potendo rifarsi una vita. Le hanno percorse tutte, per vendicarsi di me. Adorano vedermi soffrire"

Amenadiel si avvicinò al fratello, dovendo dirgli qualcosa che sapeva avrebbe ampliato il suo dolore interiore
"Luci sai bene cosa succederà se quella strega rivelerà a nostro padre Dio che tu facesti un sacrificio umano"
Lucifer annuì di sì, dicendo in un sussurro
"Fustigazione nella sala del trono con due fruste fatte di pietre dell'inferno, fino alla morte"
Chloe, Ella è Linda dissero no quasi allo stesso momento. Il suono di un messaggio nel cellulare della detective scosse un po' quel momento triste. Sorpresa Chloe disse
"Non immaginate cosa sta facendo Trixie"

Nello stesso momento.

Jareth era fiero di se stesso. Aveva fatto coincidere così tanto Trixie con la figlia di Lucifer, finendo nel giardino pubblico dove si giocava a scacchi, sfidandosi. La posta in gioco era la servitù di Lucifer con tutto quello che gli avevano tolto. Ma Trixie non voleva liberare Lucifer, furente desiderava farlo soffrire tantissimo.

La moglie di Lucifer, la strega, arrivò al giardino pubblico gridando alla figlia
"Fermati! Non devi gettare al vento tutto il nostro lavoro!"
Re Jareth voleva fermarla, ma la figlia furente perché stava perdendo, lanciò alla madre una palla di fuoco, facendola diventare cenere. Soddisfatto, re Jareth non si accorse che il tempo si era fermato.

Lucifer afferrò il collo di re Jareth, alzandolo da terra gridando
"Gufo maledetto, cosa hai fatto a Trixie?"
Vicino a Lucifer, Chloe, poco più in là Ella, Linda, Maze e Amenadiel. Il re di Goblin era stupito, chiedendo con mezzi respiri
"Come...come lo sapevate?"
Chloe gli mostrò il messaggio testuale di Trixie nel cellulare. Re Jareth gracchio
"Posso aiutare...no fatto sacrificio umano"

Lucifer lasciò andare re Jareth. Il re di Goblin tossi, respirando a fatica. Quel re non credeva mai che Trixie potesse dire a qualcuno cosa faceva. Seppur avesse tentato di scappare, Lucifer poteva ferirlo. Rassegnato re Jareth alzò le mani, dicendo a Lucifer
"Sono tutte due si sicuro. Non posso fermare fino alla fine della sfida…"
Lucifer si fece avanti e re jareth si affretto nel dire
"...tua figlia ha ucciso la madre. Ma io posso darti questa prova, una mia sfera con la verità per te Lucifer"
In una sfera di cristallo, ingrandita al massimo, videro Lucifer svenuto vicino all'altare e la strega che eseguiva il sacrificio umano. Lucifer voleva abbracciare Chloe ma si fermò per non sanguinare. Comunque re lucifet sentiva il terribile peso della colpa svanire. Il re di Goblin gli diede la sfera, chiedendogli
"Posso andare?"
Tornato serio, Lucifer domandò con durezza a re Jareth
"Cosa c'è in palio nella sfida?"
Il re di Goblin ridacchio
"Il potere su di te. L'umano vuole la tua servitù, tenendo la tua mezza invulnerabilità. Tu sai re Lucifer che avendo donato servitù e mezza invulnerabilità a tua moglie e tua figlia, non ti tornano indietro sapendo di non aver fatto un sacrificio umano"
Lucifer ringhiò contro re Jareth che diventò un gufo volando via.

Poco dopo.

Amenadiel fece riprendere lo scorrere del tempo, notando che nessuno si avvicinava alla due bambine.

Lucifer con tutti gli altri si erano seduti a delle panchine attendendo. La detective avrebbe voluto abbracciare il suo Lucifer ma non voleva far riaprire qualche ferita, restando solo vicini. Fu Lucifer che le disse, guardando le due bambine
"Non mi importa se Trixie non mi crederà. Essere suo servo non mi dispiacerà. Perché Chloe, tua figlia già possiede il mio cuore da sempre"

Qualche minuto, Trixie si alzò in piedi saltando felice. La figlia di Lucifer vide il padre, correndogli incontro, dicendo con rabbia
"Quella umana mi permette di andare in una realtà che preferisco. Ma prima voglio dirti la verità. Io non sono tua figlia…"
Lucifer sorrise guardando Chloe e gli altri
"...Ma ti lascio a lei che ti odia"
Scomparendo.

Trixie guardava con durezza verso sua madre e Lucifer, gridando
"Mamma allontanati subito da quello"
Chloe sorrise alla figlia, dicendogli
"Trixie le cose sono diverse da come credi. Ti prego ascoltami. Lucifer era una vittima di quelle due. Andiamo a casa, così ti spiegheremo"
Trixie si camminò verso Maze, dicendole
"Maze sei o non sei mia amica? Quando una persona vince non merita il suo premio?"
Maze si abbassò all'altezza della bambina
"Forte guerriera si che sono tua amica. Per te darei la vita. Per questo ti chiedo solo di ascoltare. Siamo stati tutti ingannati da quelle due. Capisco l'odio che senti per Lucifer, ma ascolta tua madre, capirai molte cose"
Trixie annuì di si, dando la mano alla demone, dirigendosi alle auto.

Appartamento di Chloe e Trixie.

Trixie con Chloe si chiusero nella camera della bambina. Intanto, rivedere l'appartamento per Lucifer fu un mare di emozioni. Solo il fatto che mancavano le sue cose lo intristī. Improvvisamente sentì una strana sensazione nel corpo, aprendo la camicia, scoprendo che Trixie gli aveva ridato la sua invulnerabilità. Scopri anche, sentendo il suono di catene cadere, la sua servitù era finita. Subito Ella si precipitò ad abbracciarlo, ricevendo dal re dell'inferno un grande abbraccio di rimando.

Chloe aprì la porta della camera di Trixie che urlò il nome di Lucifer, correndo ad abbracciarlo. Il re dell'inferno prese in braccio l'unica bambina verso cui sentiva sentimenti paterni, dicendogli
"Trixie, Trixie tesoro mio. Mi sembra come di essermi risvegliato da un terribile incubo"
La bambina piagnucolo, facendo commuovere tutti.
Tre anni dopo. Alba. Sala d'attesa di un ospedale.

Lucifer fu felice di essere solo, così da poter fumare in pace. Non gli piacevano gli ospedali, ma in quel caso doveva esserci.
Pochi giorni prima, un ubriaco aveva perso il controllo dell'auto, finendo sull'entrata della scuola di Trixie. L'ubriaco era morto con la gola tagliata dal vetro del parabrezza, mentre Trixie era finita con la gamba destra sotto una ruota dell'auto. Cosa peggiore fu che una colonna dell'entrata era finita sull'auto, dovendo attendere una gru dei pompieri per alzarla. Fu Lucifer, giunto sul posto con Chloe ad alzare la pesante colonna, finendo nei telegiornali come

"Super patrigno diventa un supereroe per salvare la figliastra"

Ma per Lucifer tutto quel clamore non gli interessava. Voleva solo che la sua figlia acquisita stesse bene. Quella mattina Trixie era già da mezz'ora in sala operatoria, per tentare di salvare la gamba destra. Lucifer tentò di tenere fede al giuramento fatto a Chloe di non andare all'inferno dove era l'ubriaco, attendendo la fine dell'operazione.

Un ora dopo.

Il chirurgo non poté salvare il piede destro di Trixie, che svegliata dall'anestesia si disperò, urlando
"Non potrò mai fare l'astronauta…"
Il suo sogno da sempre, oltre le fantasie da bambina
"...perché non sono morta...perchè…"
Lucifer le disse convinto
"Ascolta bene Trixie. Non posso neanche immaginare quanto sia terribile perdere un arto. Ma non sei sola. Tu sei un essere umana magnifica. Sei riuscita nel piegare il cuore del diavolo. Sei stata capace di essere l'amica di una demone. Credi che senza la tua presenza, tua madre sarebbe stata sempre una leonessa? Pensi che senza la tua grande sicurezza che eravamo perfetti insieme io e tua madre ora saremmo sposati da quasi un anno? Trixie ora piangi tutte le tue lacrime, ma devi farti forza, perché tu sei troppo forte, troppo intelligente per lasciarti andare"
Trixie lo guardò con gli occhi sgranati, abbracciandolo, scossa da singhiozzi dì pianto, dicendo
"Grazie, grazie Lucifer. Grazie papà lucifer…"
Guardando suo padre Dan che annuì di si sorridendo
"...tu non sei il mio patrigno, tu sei anche mio padre, papà Lucifer"
Lucifer sorrise sereno, sentendosi veramente bene.

FINE

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Capitolo 4
*** Tra covid e ali d'angelo (1/3) ***


Prologo

Fine della quarta serie.

Los Angeles. Appartamento Chloe. Notte.

Distrutta Chloe entro nell'appartamento. Aveva pianto ore nel balcone dell'attico. I pensieri su Lucifer si allontanarono un po' vedendo Trixie addormentata sul divano. Vide sul tavolo basso di fronte al divano tutto pronto per una partita di Monopoli, ma con tre postazioni. Il cuore di Chloe perse un battito quando vide che uno dei posti era per Lucifer, con un biglietto di Trixie con scritto

"Ben tornato in famiglia Lucifer"

Trixie si mosse, aprendo gli occhi con un grande sorriso, chiedendo alla madre guardandosi intorno
"Mamma dov'è Lucifer? Te l'ha detto che abbiamo deciso questa serata di giochi perché vuole tornare con noi?..."
Trixie si alzò, cercando Lucifer, continuando alla madre
"...ne abbiamo parlato una mattina nel giardino della scuola. Era volato dentro per sapere come stavo, dopo quelli che avevano sparato nel suo attico. Lui vuole tornare con noi…"
Si voltò verso la madre che era in piedi vicino al divano, con gli occhi lucidi. Trixie ebbe paura
"...Lucifer sta bene?"
Chloe indicò alla figlia il divano. Sedute vicine, Chloe gli spiegò quello che era successo. Alla fine Trixie si alzò in piedi, dicendo alla madre, con rabbia
"Neanche un saluto? Poteva venire qui per dirmi addio. Io prima di tutti gli sono stata sempre amica, accettandolo in tutto. Mamma io l'odio tantissimo. Spero non torni più, spero soffra tantissimo all'inferno"(br) Trixie corse nella sua camera per non farsi vedere piangere. Rimasta sola, Chloe fu scossa da nuovi singhiozzi di pianto.

Un mese dopo.

Il covid diventò una pandemia mondiale. La scuola di Trixie fu chiusa, facendo le lezioni on line. In quel periodo, Chloe e Dan dovettero partecipare a Washington per una settimana a un convegno con altri colleghi da tutti gli Stati Uniti, tra cui Ella, per sapere tutto sul covid nel loro lavoro. Trixie rimase con sua nonna materna Penelope, nella sua villa sulla spiaggia. Quell'ambientazione marina, leniva nell'animo della bambina tutte le paure per il covid.

Inevitabilmente, ogni tanto tornava il ricordo di Lucifer per Trixie, facendola piangere arrabbiata con il re dell'inferno perché si era dimenticata di lei. Molte volte, prima del covid, sua madre le aveva detto che quella sua arrabbiatura verso Lucifer era ridicola, ma lei gli rivelò un giorno esasperata
"Mamma non immagini quante volte sono scappata da scuola per andare all'attico preoccupata perché mi dicevi che Lucifer aveva avuto questo o quello. Quante lettere gli inviavo con Maze, che lui apprezzava rispondendo a sua volta. Io avevo visto il suo viso bruciato, i suoi occhi rossi, le sue ali d'angelo e di demone, accettandolo sempre, senza nessun timore..."
Quasi ogni volta gli occhi di Trixie diventavano lucidi
"...io lo difendevo da chiunque parlasse male del diavolo, dicendo che dovevano conoscerlo prima di giudicarlo. Ero certa fosse l'unico che mi comprendesse. Finalmente qualcuno mi prendeva sul serio, oltre Maze. Credevo non fosse come tutti gli adulti per cui io sono solo una bambina stupida. Invece come tutti gli adulti, nei momenti importanti si dimenticano di me, anche lui l'ha fatto. Si mamma anche tu lo fai pensando di proteggermi dal mondo. Non sono ridicola mamma, sono arrabbiata e delusa da Lucifer"
Vide per la prima volta in sua madre la consapevolezza che non era più una bambina da proteggere dal mondo. Comunque nel cuore di Trixie restava quella ferita verso Lucifer.

Una mattina, mentre Trixie faceva la solita passeggiata sulla spiaggia, sua nonna era nel balcone della villa, leggendo una sceneggiatura per un film sui vampiri, alla bambina le sembrò di vedere qualcosa di strano nascondersi sotto le fondamenta di una altra villa abbandonata. Cautamente si avvicinò alla villa, dandosi della pazza, perché credeva di aver visto delle piume di angelo bianche. La scena che gli presentò davanti fu per lei scioccante ma anche bellissima.

Nelle fondamenta di quella villa abbandonata c'erano ali d'angelo di qualunque forma e colore. Solo ali. Le due ali si erano unite, usando le punte quasi come mani. Vedendo Trixie le ali si nascosero in un angolo buio. Solo un paio di ali bianche ed enormi rimasero dove erano. Trixie si avvicinò a quelle ali che sembravano armeggiare con qualcosa. Vide le ali che gettavano dell'acqua di mare in un catino su delle piccole ali. Le piccole ali erano distese sulla sabbia immobili. Trixie notò che quelle piccole ali erano piene di piccoli animaletti. Cautamente si avvicinò alle piccole ali, dicendo a quelle grandi ali accanto
"A lui serve un bagno, del borotalco con una pettinata"
Le grandi ali sembravano pregarla, unendo le punte. Improvvisamente Trixie le sembrò di sentire nella sua mente una voce dirle
"Aiutaci ti prego, percepisco in te un cuore buono…"
Trixie guardò le grandi ali sorpresa
"...Siamo ali d'angelo cui un criminale dal nome Cain ci tagliò da angeli che uccise. Ci teneva in un magazzino, strappando le piume, che ricrescevano con dolore. Siamo scappati quasi tre mesi fa, restando qui. Ora stiamo male. Aiutaci"
Trixie volle farlo. Quella notte tutte le ali passarono dalle fondamenta della villa abbandonata, al garage della villa della nonna di Trixie.

La mattina dopo.

Dopo aver fatto colazione con sua nonna Penelope, Trixie le disse (br) "Nonna se mi cerchi sono nel mio garage…"
Cercò di trovare le parole giuste
"...voglio mettere un po' in ordine tutte le mie cose"
Sua nonna fece una smorfia
"Ricordati che io odio la polvere. Se mi vuoi esci dal garage..."
Penelope sorrise leggendo un messaggio nel cellulare, continuando alla nipote
"...portati guanti, mascherina e sacchi della spazzatura"
Trixie cercò tutto nello sgabuzzino vicino la cucina, domandando a sua nonna
"Mi serve anche del borotalco e dei pettini"
Penelope guardò la nipote confusa, chiedendole
"Borotalco e pettini? Perché?"
Trixie cercò in fretta una scusa plausibile
"Voglio pettinare le mie vecchie bambole. In internet dicono che il borotalco toglie la sporcizia"
Penelope annuì di si, dicendole
"Telefona al supermercato qui vicino. In pochi minuti ti porteranno tutto"
Trixie si avviò verso il garage con tra le braccia una scopa, guanti e mascherine. Arrivata vicino il mobile dove c'era il cordless, telefonò al supermercato ordinando tutto il borotalco che avevano e pettini.

Nel garage.

Accese la luce nel garage, il paio di ali cui sentiva la voce si fece avanti, mentre le altre erano raccolte in un angolo. Le ali le domandarono
"Ma è la tua abitazione?"
Trixie sorrise. Il garage era enorme, dove Trixie portava tutto quello che era importante per lei. Spiegò alle ali
"Mia nonna Penelope voleva comprare una Ferrari. Ha fatto fare questo garage enorme per tenerla qui. Ma lei odia la polvere o le cose sporche in generale. Così quando gli hanno detto che polvere, olio per motore, odore di benzina sarebbe stato la consuetudine, al mio ottavo compleanno mi regalò il garage…"
Si guardò intorno. Il garage era pieno di grandi contenitori di plastica, più altre cianfrusaglie
"...Ce persino li dietro quella porta, un bagno con doccia..."
Sentì suonare il campanello alla porta della villa
"...Il Borotalco con i pettini devono essere arrivati. Restate qui dentro, mia nonna non osa entrare"
Uscì dalla porta del garage nella villa, dicendo a sua nonna che guardava la tv nel soggiorno
"Vado io nonna"
La donna alzò un braccio per dire si. Sulla porta, Trixie trovò un enorme pacco di cartone. Cercò di trascinarlo nella villa, ma era troppo pesante per i suoi undici anni. Sentì dietro di lei delle voci. Alcune ali portarono la scatola nel garage.

Poco dopo.

A una a una tutte le ali si sentirono sicure da parlare con Trixie. Trixie che presse da alcuni contenitori grandi asciugamani di cartoni animati o serie tv, per asciugare le ali. Quella che gli parlò per prima, gli disse
"Non vogliamo distruggere questi tuoi bei tessuti"
Trixie gli sorrise
"Per me va bene. Su mettiamoci al lavoro. Tu…"
A quelle ali
"...laverai nella doccia ogni paio di ali. Usciti si asciugheranno con gli asciugamani. Poi io gli metterò il borotalco, pettinandoli"

Un ora dopo.

Pettinato l'ultimo paio di ali, che Trixie conteggiò erano venti paia di ali, la bambina si avvicinò al bagno, dicendo alle due ali che le parlarono per primi
"Ora tocca a te"
Le ali si posizionarono nel piatto doccia, mentre le altre ali brillavano. Trixie domandò alla due ali mentre le bagnava con acqua calda
"Le altre ali hanno detto che se voglio dargli un nome, posso usare quello dei loro proprietari. Ma tu hai detto di no. Come mai?"
Trixie percepì dolore da quelle ali che gli dissero
"Piccola umana, le ali mantengono dentro di sé l'inconscio sia di un angelico che un demoniaco. Quando siamo tagliati, se sopravviviamo, portiamo con noi una coscienza con ricordi dei nostri proprietari. Gli altri sono stati tagliati da angelici che li volevano. Io fui tagliato da quel mezzo angelo e demone che mi odiava. Mi rinchiuse in un container al buio. Poi fui rapito, venduto a quel Cain. Io scappai con tutti i miei compagni di sventura. Non sai quanto odio quel re dell'inferno"
Trixie si bloccò, sgranando gli occhi, dicendogli
"Mi sa che odiamo lo stesso re dell'inferno"

Trixie raccontò ogni cosa di Lucifer al paio di ali, mentre lo asciugava, pettinando con cura quelle morbide piume. Finito, le ali le dissero(br) "Un egoista come pochi. Capisco il tuo odio. Bimba io voglio chiamarmi Al. Niente a che fare con quel Lucifer"
Trixie gli domandò
"Cosa volete fare ora?"
Le ali Al si avvicinò alle altre ali sembrando a Trixie come se parlavano tra loro. Finito, Al tornò da Trixie, dicendole
"Qui dentro ci troviamo bene. Puoi lasciarci anche giorni al buio, noi dormiamo. Non abbiamo bisogno di cibo o altro. Noi sentiamo come veleno solo le cattiverie, l'odio e l'abbandono. Qui invece percepiamo grande amore. Oppure dobbiamo andare via? Non vogliamo crearti problemi"
Trixie abbracciò Al dicendogli felice,
"Siete i benvenuti. Potete stare quanto volete"

Nello stesso momento.
Inferno. Trono di Lucifer.

Lucifer odiava quei vestiti che era obbligato a indossare all'inferno. Era una specie di armatura nera leggera fatta si scaglie di drago. Molte parti erano macchiate di rosso, sangue dei demoni che aveva ucciso. Aveva passato più di un secolo cacciando nei corridoi dell'inferno demoni che si erano ribellati. Era stato aiutato dai demoni rimasti sempre a lui fedeli. Solo poco tempo prima aveva finito quella ricerca dei rivoltosi, riempiendo di teste mozzate su bastoni una collina dell'inferno, come promemoria per tutti gli altri demoni, cosa succedeva in caso dì ribellione. Stava già pensando di tornare per un periodo sulla Terra, quando l'arrivo di un alato dal paradiso gli tolse il sorriso.

L'arcangelo Michael, il comandante dell'esercito angelico, gemello di Lucifer, odiava fare da messaggero di suo padre Dio al suo odiato fratello.

I due gemelli non erano mai andati molto d'accordo, ma la ribellione di Lucifer peggiorò le cose. Soprattutto perché Lucifer con un colpo di spada gli rompete la spalla destra con l'ala. Il comandante dell'esercito celeste, nonostante l'immenso dolore, riuscì nel bloccare il fratello ribelle, chiudendolo per eoni nella cella di una torre in paradiso. In quegli eoni, Michael che Dio loro padre aveva decretato come carceriere del suo gemello, permetteva altri angeli di torturare liberamente Lucifer, che era senza poteri e invulnerabilità. Tutto perché Dio il padre dell'arcangelo Michael' gli aveva negato il permesso di vendicarsi lui stesso sullo sconfitto Lucifer, lasciando via libera agli altri angeli con altrettanto odio verso Lucifer. Angeli che durante la ribellione dell'ancora Samael, avevano perso altri angeli importanti o avevamo handicap fisici. Per Michael era una soddisfazione sentire le urla di Lucifer durante le torture, come se stessero vendicando anche lui, sperando che la prigionia del fratello non avesse mai fine.

La prigionia di Lucifer terminò dopo eoni, per le proteste di altri angeli inorriditi dalle urla del prigioniero. Solo che Dio che non voleva più vedere in paradiso quel figlio ribelle, nominandolo re dell'inferno. Ma Michael non trasportò quel distrutto fratello all'inferno, lo gettò dal paradiso, facendolo arrivare in una pozza infernale, dove il suo corpo bruciato divenne permanente.

Nel vederlo lì, Lucifer divenne come re dell'inferno bruciato, con enormi ali di pipistrello, dicendogli con un ringhio
"Cosa vuoi? Sei qui perché? La tua presenza mi fa venire da rimettere"
Il gemello Michael, vestito con un'armatura che ricordava una della Roma imperiale, gli disse con freddezza
"Non mi fai paura. Ogni mia paura tu l'hai distrutta, quando uccidesti le mie ali, obbligandomi a queste sintetiche. Comunque sono qui per avvertirti che sei sotto accusa. Accusato di essere stato il socio di Cain nel rapire angeli per tagliargli le ali. Ali vendute, sempre con il tuo socio Cain, al mercato nero di oggetti divini sulla Terra"
Lucifer tornò nella sua forma angelica, dicendo esterrefatto al gemello
"Non l'avrei mai fatto"
Michael scosse la testa
"Durante il suo processo, Cain condannato all'eternità in purgatorio, tra le anime senza memoria, diede prove che eravate amici"
Lucifer si sarebbe picchiato da solo. Cain aveva portato le prove di quando lui credeva di farla a suo padre, togliendo la maledizione al primo assassino del mondo. Stava per dire altro al gemello, quando vide altri tre angeli, vestiti come Michael, dell'esercito angelico che tenevano tra le mani catene dorate, catene angeliche. Quelle erano le uniche catene che potevano bloccarlo. Michael con un mezzo sorriso gli disse
"Vieni con noi in paradiso! Per subire il processo"
Lucifer sapeva bene che tutto era contro di lui. Mosse le ali di pipistrello, spostando lontano con l'aria i tre angelici. Ripresi, i tre angelici non trovarono più Lucifer. Michael urlò
"A tutte le realtà! A tutti gli angelici e demoniaci! Chiunque trovi re Lucifer lo catturi portandolo in paradiso o ci chiami. Quel maledetto non può farla franca"

CONTINUA

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Capitolo 5
*** Tra covid e ali d'angelo (2/3) ***


Due giorni dalla fuga di Lucifer dall'inferno. New York. Pomeriggio. Hotel dove alloggiava Chloe con tutti quelli della polizia degli Stati Uniti per un convegno di aggiornamento sul covid.

Amenadiel era seduto sul bordo del grande letto matrimoniale della camera. Aveva gli occhi bassi. Chloe camminava nervosamente per la camera. L'angelo le aveva raccontato delle accuse del paradiso a Lucifer obbligandolo alla fuga. La detective tentava di non alzare la voce per evitare l'arrivo soprattutto Ella nella camera accanto, dicendo
"Povero amore mio. Come possono pensare una cosa simile. Quel maledetto Cain. Fino all'ultimo deve dargli fastidio…"
Con nell'animo una tempesta, Chloe si sedette alla destra di Amenadiel, chiedendo
"...Ma non lo possono monitorare qui sulla Terra?"
Amenadiel scosse la testa
"In base al libero arbitrio, la Terra non può essere monitorata dal paradiso. Altrimenti lo avrebbero trovato. Chloe, purtroppo anche se Lucifer provasse che non era complice di Cain, resta il peccato di aver tentato di togliere la maledizione al primo peccatore del mondo. Ora all'inferno ce Maze per ordine di mio padre Dio. Finché non si chiarirà tutto questo casino con Lucifer "
Chloe appoggiò la testa alla spalla destra di Amenadiel, piagnucolando
"Perché non può essere felice"
Amenadiel sorrise appena dicendole
"Lui stava per tornare. Si era ammazzato per rimettere apposto l'inferno. Aveva trovato demoni fedeli da lasciare alle varie parti dell'inferno, tornando solo una volta l'anno per qualche ora. Se non fosse successo tutto questo..."
Amenadiel guardò Chloe che era scossa da singhiozzi di pianto, accogliendola in un abbraccio, continuando
"...fatti forza Chloe. Devi solo pensare che se non ci fossi stata tu e Trixie, mio fratello si sarebbe rassegnato a essere processato sperando nella condanna alla morte come una liberazione. Oramai vuole con tutto se stesso stare con voi"

Nello stesso momento. Irlanda del Nord.

Vestito con una tuta blu scura, barba lunga e nera, scarpe da tennis nere, un piccolo zaino sulla spalla destra, una mascherina scura sul volto, un irriconoscibile Lucifer entrò in un pub. Ricordava che Cain gli aveva raccontato che era diventato il Peccatore da quel locale. Sperò di poter trovare qualche informazione. Lui cercava l'archivio segreto di Cain, dove celava tutto quello che faceva nel mondo. Sperava di trovare la prova della sua innocenza anche di non aver continuato nel tentare di togliergli la maledizione.

Qualche giorno dopo. Garage villa nonna di Trixie.

La bambina entrò nel garage, dove aveva lasciato le ali con le quali stava giocando. Al si avvicinò, chiedendogli, preoccupato vedendola triste
"Cosa succede'? Brutte notizie da tua madre?"
Trixie alzò le spalle
"Mamma, papà, Ella dopo che sono tornati dal convegno, devono stare isolati altri dieci giorni, per non aver portato il covid da New York"
Le ali battevano sulla spalla destra di Trixie, dicendole con voce allegra
"Non essere triste. Ci siamo noi. Poi così potrai insegnarci altri giochi"
Trixie sorrise, tornando con le ali per giocare.

Qualche giorno dopo. Sede dell'esercito angelico.

In una sala riunione, dei pannelli erano attaccati alle pareti con ogni informazione su avvistamenti ovunque di Lucifer. Mentre intorno angeli normali o angeli soldati si davano da fare, Michael guardò il pannello con gli avvistamenti di Lucifer sulla Terra. Non capiva perché il fratello fosse stato visto in tanti luoghi diversi. Lo affiancò un angelo bruno con indosso una tunica dorata che non faceva vedere i piedi. Michael gli disse senza guardarlo
"Gabriel cosa vuoi? Sono impegnato come vedi"
L'angelo gli disse
"Michael sono stato inviato dagli angeli cui Cain tagliò le ali. Alcuni nuovamente dicono che le loro ali sono vive"
Michael respirò profondamente, indicato il pannello
"Non può essere. Cain disse di aver ordinato di distruggere ogni cosa se fosse morto. Devono rassegnarsi. Digli che se troviamo Lucifer, li lascerò sfogare su di lui la rabbia. Altro non posso fare"
Gabriel si accigliò, andando via dalla sala per non litigare con Michael.

Ospedale del paradiso

. Nell'ospedale del paradiso c'era un reparto apposito per gli angeli che perdevano le ali. Quelli cui Cain aveva tagliato le ali erano i più traumatizzati. Erano magrissimi, pallidi sempre spaventati da tutto. Uno di loro, vedendo entrare nel reparto Gabriel, un angelo guaritore, gli corse incontro piagnucolando
"Cosa ha detto Michael? Cercherà le ali?"
Gabriel scosse la testa con il traumatizzato altro angelo che pianse tra le sue braccia.

Qualche giorno dopo. Texas, Parco nazionale dei Monti Guadalupe.

Lucifer non poteva credere quanto potesse essere geniale Cain. Il suo archivio era in un bunker, nascosto dentro una grotta dei Monti Guadalupe.

Nel pub in Irlanda del Nord, dopo aver rotto qualche osso durante una rissa, il proprietario gli aveva consegnato una vecchia riproduzione della Statua della Libertà. Gli disse che suo nonno paterno raccontava sempre di un certo Cain, un immortale che gli aveva consegnato quella statuina dicendogli che portava al suo immenso archivio. Ma il proprietario non aveva mai creduto a suo nonno paterno, credendolo un po' pazzo o di qualche setta
"...Il mio nonno paterno lo pensava. Ma mio nonno era stato un delinquente di basso stampo, che improvvisamente diventò ricco da quando teneva questa statuina. Io volevo gettarla, ma mio padre mi rivelò che ogni anno arrivava una grossa cifra se l'avessimo tenuta. Ma da quasi due anni non arriva più niente. Sei fortunato la stavo per gettare"

In fondo a una grotta Lucifer trovò una grossa porta di ferro. Solo che la porta era aperta. Una brutta sensazione lo attanagliò. Entrato in quella che sembrava una camera blindata di una banca, Lucifer trovò tutti gli scaffali pieni, sorridendo felice. Non poté fare altro, qualcuno lo colpì alla testa facendolo svenire. Dietro di lui c'era Cain in piedi con una pietra tra le mani che rideva.

Qualche ora dopo.

Le ali Al avevano deciso di raccogliere tutto l'archivio di Cain, per usarlo a favore suo e delle altre ali. Voleva includere anche Trixie. Entrò nell'archivio notando che stranamente una porta laterale che dava in un posto che lui conosceva troppo bene era aperta. La porta dava nella prigione dove lui con le altre ali erano state rinchiuse. Tremando, le ali Al entrarono in quel luogo.

Cain urlava la sua rabbia per come aveva trovato il suo laboratorio/prigione. Le ali erano state imprigionate in celle di vetro poste su una parete a nido d'ape. Se tentavano di fuggire, delle scosse elettriche li calmavano. Fuggiti tutti i tirapiedi di Cain sapendo la sua morte, le ali Al furono i primi nello spaccare il vetro della cella, portando via tutti gli altri. Le grida di rabbia di Cain risvegliarono Lucifer che era svenuto in un cilindro di vetro. Vedendolo tentare di rompere il vetro, Cain rise
"Vetro speciale anti angelo o demone"
Lucifer gli urlò
"Come puoi essere qui? Ti avevi ucciso! La tua maledetta anima si trova in paradiso sotto accusa…"
Lucifer batte i pugni sul vetro
"...chi diavolo sei!"
Cain ridacchio, dicendogli
"Quello che ammazzati era un mio clone. Io sono fuggito. Non credevo che quei traditori dei miei sottoposti vedendomi morto avrebbero abbandonato tutto…"
Tornò la rabbia guardando intorno
"...Il mio bellissimo laboratorio dove facevo tanti esperimenti. Dove scoprii grazie alle tue ali che possono avere una vita propria"

Lucifer sgranò gli occhi, certo che fossero le parole di un pazzo. Ma Cain si avvicinò al cilindro di vetro dicendogli con sguardo divertito
"Non lo sapevi? Io lo scoprii grazie alle tue ali nel container. Le ali divise da un angelo o un demone, rimangono con la coscienza del loro portatore. Diventano vivi. Se li metti al buio dormono come gli uccelli in gabbia. Si possono spennare tante volte. Dovresti ringraziarmi. Ti avevo lasciato un clone senza vita"
Lucifer voleva scomparire. Si era fatto tagliare le ali tantissime volte, bruciando lui o Maze quelle escrescenze che diceva di odiare. Cercando una giustificazione che gli alleggerire il peso che aveva nel cuore, urlò a Cain
"'Io non lo sapevo. Pensavo fossero senza vita"
Cain ridacchiò ma si bloccò guardando intorno. Aveva sentito un rumore. Nascosti dietro dei bidoni, le ali Al si sarebbero riempiti di schiaffi per aver mosso un bidone. Ma per sua fortuna Cain era più preso da Lucifer.

Cain indicò a Lucifer un enorme schermo su una parete. C'era la sua immagine, con accanto una percentuale con una domanda sopra

"Se volete uccidere il re dell'inferno cliccate M per morte, se volete salvarlo cliccate S per salvezza"

Dicendo con un ghigno malefico
"Lancerò questo in internet proprio…"
Cliccò su un tasto della tastiera di un computer
"...ora! Ogni M riempirà di un millimetro il cilindro di acqua con del ferro di catene angeliche. Morirai annegato. Come un umano normale"
Cain portò vicino il cilindro un tavolino con sopra uno schermo. Nello schermo comparve Chloe. Lei aveva ricevuto una richiesta nel pc di una videochiamata sembrava da Lucifer. Vedendolo in quel cilindro, con quel gioco mortale lanciato da Cain, Chloe appoggiò le mani sullo schermo, quasi potesse toccare Lucifer. Il re dell'inferno le disse, mentre l'acqua avvelenata stava salendo
"Chloe ti prego ascoltami…"
Di nascosto le ali Al fecero in modo che in internet oltre l'immagine di Lucifer di sentisse anche la voce

"...per colpa del mio maledetto orgoglio sono sempre stato un veleno per tutti. Sbagliai nell'iniziare la mia ribellione, dovevo usare la parola non la spada. In fondo meritavo tutto quello che mi successe dopo. Dalla tortura alla caduta dal paradiso, diventando così…"
Diventò nella sua versione bruciata
"...un po' mi rassegnai che ero solo un essere abbietto, senza onore, quel mostro infernale senza altro che sentimenti perversi. Ma poi…"
Accarezzò il vetro del cilindro tornando ad essere nella versione non bruciata
"...Ti incontrai. Tu mi vedevi sul serio com'ero. Tu mi facesti capire che la colpa della mia ribellione l'avevo scontato con la solitudine, le cattiverie ricevute dal paradiso, dagli esseri umani o di altre realtà che mi giudicano senza conoscermi. Chloe, grazie a te e Trixie, capì che non sono il male, ma punisco il male. Capisco di essere una brava persona, che posso dire con orgoglio di avere un onore. Amore mio…"
L'acqua era arrivata alla vita, con Chloe che piangeva disperata e Lucifer continuò cercando di sorridere
"...Non piangere. Comunque vada io rimarrò sempre con te. Io sono sereno se posso vederti in questo momento. Ti prego, chiedi scusa a Trixie per non averla salutata quando andai via. Ma diglielo che se l'avessi vista non avrei mai avuto il coraggio di tornare all'inferno. Io per quella piccola umana sento qualcosa che posso chiamare sentimenti paterni, anche più se fosse sangue del mio sangue…"
Nel garage, Trixie che stava guardando dal pc portatile quell' evento, assieme a tutte le altre ali, non trattenne delle lacrime
"...Chloe ora ascoltami. Cain non era morto. Lui sta facendo questo"
Cain buttò lo schermo sul pavimento, mentre l'acqua era arrivata al petto di Lucifer, dicendo con una risata
"Credi sul serio che possa salvarti?"

Improvvisamente l'acqua nel cilindro cominciò a esser meno. Il primo assassino aprì il sito. Tanti stavano premendo S per salvare Lucifer. Il re dell'inferno nonostante la stanchezza per l'acqua avvelenata era felice, tanti lo volessero vivo. Ma le forze finirono svenendo. Le gambe piegate di Lucifer lo fecero finire sotto l'acqua. Lucifer non vide le ali Al che attaccavano Cain. Nella lotta, le ali premette un tasto su un telecomando facendo alzare il cilindro, liberando Lucifer.

La rabbia delle ali Al erano senza fine. Picchiò così tanto Cain che era diventato una marionetta senza vita. Stava per rompergli il collo, quando la voce debole di Lucifer lo bloccò
"Ti prego...Ti scongiuro se lo uccidi non potrò dimostrare che non sono colpevole...Ti prego chiama il paradiso...cosa vuoi per lasciarlo vivo? Sono pronto a tutto"
Le ali Al buttarono di lato Cain scrivendo su un foglio

"Dovrai essere mio per ventiquattro ore"

Lucifer in ginocchio disse con le ultime forze
"Accetto. Si accetto"
Svenendo.

Qualche ora dopo.

Lucifer si svegliò nel letto di una camera di ospedale. Indossava un leggero pigiama bianco di cotone, coperto da un lenzuolo. Si sentiva molto più pulito. Si toccò il viso scoprendo che era sbarbato. Un forte mal di testa lo disturbava. La calma che sentiva divenne terrore scoprendo che il polso destro era bloccato da una piccola catena dorata fissata al pavimento sotto il letto. Avrebbe riconosciuto ovunque le catene del paradiso, capendo che era lì.

Gabriel bussò alla porta della camera, sperando che Lucifer si fosse svegliato. Era più che svegliò, in piedi che tentava di togliersi la catena al polso destro. Cercando di stare calmo, Gabriel si sedette in una sedia vicino la porta, dicendo a Lucifer
"Fratello ora basta fare il pazzo. Siediti sul letto. Devo spiegarti molte cose. Sei rimasto incosciente per una settimana. Ci sono molte cose che devo dirti"
Non fidandosi, Lucifer si sedette sul bordo del letto, attendendosi di tutto.

CONTINUA

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Capitolo 6
*** Tra covid e ali d'angelo (3/3) ***


Premessa: Un crossover con Supernatural.

Gabriel indico a Lucifer il letto, dicendogli con calma
"Siediti per capire cosa succede"
Guardingo Lucifer eseguì. Indicò al fratello la catena che gli bloccava il polso destro
"Puoi toglierla?"
Gabriel scosse la testa
"A suo tempo. Credo sarai felice di sapere che sei prosciolto da ogni accusa. Cain si trova nel purgatorio con il suo clone, tra le anime senza memoria"
Lucifer accennò un lieve sorriso. Nulla però era paragonato alla sorpresa di Lucifer, quando Gabriel gli spiegò come le sue ali Al e Trixie si erano trovati. Soprattutto Lucifer provò un senso si soddisfazione, quasi orgoglio per la sua Trixie che senza saperlo aveva ridato ad angeli le loro ali. Gabriel terminò
"...non sai quanto nostro padre Dio abbia dovuto faticare per far credere al resto del mondo che quella tua diretta in internet era un falso. Comunque quella catena non posso toglierla. Tu per le prossime ventiquattro ore sei nelle mani delle ali Al. Ti odiano in modo esagerato"
Lucifer sospirò
"Vorrei solo vedere da vicino Chloe e Trixie. Potrei farlo?"
Gabriel scosse la testa
"Posso dirti che sono qui in paradiso. Prima devi adempiere al tuo obbligo. Ti avverto che quelle ali hanno chiesto degli strumenti di tortura a Michael"
Uscendo dalla camera d'ospedale. Lucifer tremò, aveva percepito dalle ali Al un odio tremendo verso di lui.

Nel giardino dell'ospedale.

Le ali Al sedevano in una panchina con Trixie. La bambina gli disse un po' triste
"Ma almeno tu non puoi restare? Le altre ali sono tornati ai loro proprietari. Ma tu non devi tornare con Lucifet. Puoi restare al garage quanto vuoi"
Le ali Al accarezzarono con una punta i capelli di Trixie, dicendole
"Sei l'unica umana che mi comprende. Sapevi che volevo solo spaventare Lucifer. Non sai quanto vorrei restare, ma voglio essere utile. Ce questo principe guaritore della realtà delle fate. Purtroppo le sue ali sono rovinate dopo aver tentato di salvare degli angeli da un orco. Da anni non può tornare nel suo mondo. Siamo molto in sintonia"
Si avvicinò un elfo che disse ad Al
"Perdonatemi. Al, dovremmo andare. I guaritori del paradiso mi hanno regalato molti incantesimi. Soprattutto voglio farti conoscere la mia famiglia. Venivano loro qui"
Al abbracciò Trixie dandole un piccolo foglio arrotolato che si illuminò. Le disse
"Ora tu possiedi le mie ventiquattro ore con Lucifer. Addio amica mia"
Al si posò sulle spalle dell'elfo. In un lampo le ali furono sulle spalle del nuovo ospite che disse con un ampio sorriso
"Sono ali splendide e forti. Andiamo amici, torniamo a casa"
Commossa Trixie vide l'elfo volare via. Gli sarebbero mancate tantissimo le ali. Si diresse piano nell'ospedale. In fondo al corridoio vide due enormi ali bianche. Improvvisamente dei soldati spinsero chi possedeva le ali in una camera. Trixie vide andare davanti la porta che si era chiusa sua madre Chloe, Amenadiel e Linda. Si aggiunse il medico Gabriel che diceva accigliato a Michael
"Dovevi portarlo nell'edificio dell'esercito, non lasciarlo qui"
Michael non guardò il fratello, dicendogli freddamente
"Quelle ali lo vogliono. Solo il possessore delle ventiquattro ore può decidere. Non centro sulla decisione che lo vuole con le ali inchiodate al muro. Non mento che mi fa piacere"
Chloe e Linda bloccarono Amenadiel che voleva picchiare il fratello. La voce di Trixie disse timidamente
"Ma io non voglio fargli del male"
Tutti si voltarono verso di lei che muoveva il foglio arrotolato. Subito Chloe tentò di aprire la porta, bussando con Linda, gridando ai soldati di fermarsi. Amenadiel gli disse
"Solo chi possiede le ventiquattro ore può aprire"
Sorridendo a Trixie. La bambina appoggiò la mano sulla maniglia. Appena la porta fu aperta tutti si precipitarono dentro. Trixie entrò un po' defilata. Vide sua madre abbracciare e baciare Lucifer con indosso solo dei boxer neri. Il re dell'inferno era commosso di rivedere la sua detective con quelle altre care persone. Ma gli mancava Trixie, chiedendo a Chloe
"Dov'è Trixie?"
Diventando raggiante quando Amenadiel gli rivelò che le ali avevano ceduto le ventiquattro ore a Trixie. Linda indicò la bambina che stava andando dietro un separé e subito dopo il gemello Michael.

Michael nella confusione del momento si avvicinò a Trixie che era andata dietro il separè. Su un tavolo c'erano alienati una serie di strumenti di tortura. Nessuno dei due immaginava che tutti potevano sentirli. Il comandante dell'esercito angelico disse a Trixie cercando di essere amichevole, anche se odiava gli esseri umani
"Bella umana vorresti fare un affare?"
A Trixie non piaceva quell'angelo. Lucifer gli aveva parlato di un suo gemello che era così malvagio da meritare lui la nomea di re dell'inferno. Trixie gli disse, cercando di non mostrargli il fastidio che sentiva verso di lui
"Quale affare?"
Dall'altra parte Lucifer fece segno a tutti di tacere per sentire. Michael era certo poter ingannare l'umana. Gli rispose con un finto sorriso
"Cosa puoi fartene di mio fratello Lucifer? Lui vuole bene solo a se stesso. Non credere alle sue false parole. Credi che qualunque amicizia o gesto di affetto che ti darà oggi sia autentico? Ti sbagli. Vuole solo che passino le ventiquattro ore per fuggire da tutti voi. Tu invece devi essere intelligente. Io ti concederò cinque desideri. Basta che mi cedi le ventiquattro ore su Lucifer. Anzi ti concedo anche le ali. Cosa ne pensi? A cosa ti serve quell'inutile di mio fratello?"
Trixie scosse la testa. Non capiva perché, i dubbi le crescevano nei pensieti. il dubbio che quel Michael avesse ragione. La voce di Lucifer scosse Trixie. Vide il re dell'inferno che buttò di lato il separé, dicendo con voce roca e occhi rossi a Michael
"Serpe! Non usare il tuo potere su di lei. Sono pronto a morire per proteggerla! Pensa, ora ti strappo ogni arto molto piano!"
Michael ridacchiò nervosamente, arretrando fino a toccare con le spalle la parete. Amenadiel affiancò Lucifer, dicendo al comandante dell'esercito del paradiso che sembrava avere paura
"Michael sei andato un po' oltre. Per Lucifer questa umana può dirsi come una figlia. Non dovevi portare il tuo potere sulle paure alla bambina"
Lucifer diventò nella sua forma bruciata, ringhiando contro Michael che era premuto al muro. Mai Michael aveva percepito da Lucifer tanta rabbia verso di lui. Il re dell'inferno gli disse qualcosa in una lingua che Amenadiel spiegò alle umane
"Lingua demoniaca che noi in paradiso conosciamo. Gli dice cose un po' forti"
Trixie però era preoccupata. Ricordava quanto Lucifer aveva sofferto per aver dovuto uccidere il fratello Uriel. Non poté non sorridere vedendo che Michael se l'era fatta addosso, scappando dalla camera.

Lucifer si voltò verso Trixie, restando nella sua forma bruciata, domandandogli con lo sguardo basso
"Ti faccio paura?"
Linda fece segno ad Amenadiel di raggiungere lei e Chloe. Trixie guardò Lucifer. Lei aveva visto il viso da demone di Maze non avendo paura. Lei aveva visto ali con una vita propria non avendo paura. No non provava paura verso Lucifer che per lei era la persona migliore del mondo. Un amico sincero che proteggeva lei e sua madre. Solo Lucifer oltre lei, riusciva nel rendere felice sua madre Chloe. No pensava Trixie, lei non aveva paura di Lucifer. Lui non era il male, puniva il male. Trixie disse convinta
"Lucifer tu non mi fai paura. Resti sempre il mio Lucifer. Anzi posso dire tu abbia un aspetto da combattimento splendido. Meglio anche di Maze"
Lucifer tornò normale, con gli occhi lucidi. Si commosse anche Trixie finendo per abbracciare il re dell'inferno che le disse con la voce rotta
"Grazie Trixie. Desidero chiederti scusa per non averti salutato quando tornai all'inferno. Ma non avrei trovato il coraggio di andare. Spero un giorno troverai la voglia di perdonarmi"
Trixie ridacchiò, dicendogli
"L'ho già fatto"
Gabriel si avvicinò ai due, dicendo a Trixie
"Visto che non vuoi usare quegli attrezzi li dietro contro Lucifer, sei d'accordo se faccio arrivare un abito consono per Lucifer?"
Trixie annuo di si.

Qualche ora dopo. Attico. Pomeriggio.

Maze era felice. Nel balcone planò Lucifer con Chloe tra le braccia stile sposa. Il re dell'inferno era sempre elegantissimo. Fu la volta di Amenadiel con Linda in braccio stile sposa. Gli altri guardarono in alto. Celati agli occhi umani, Azrael volata a zig zag con Trixie attaccata alle sue spalle felice come mai. Amenadiel disse ridacchiando
"Pare che Azrael abbia trovato un'altra spericolata del volo come lei"
Chloe era preoccupatissima, dicendo a Lucifer accanto a lei
"Ti prego falle smettere. Lo so, forse mi odierà Trixie ma non voglio che cada"
Lucifer le baciò la guancia destra, gridando al cielo
"Azrael! Ora basta! Sua madre trema per la paura"
L'angelo si fermò in aria, dicendo a Trixie
"Per ora basta così. Non ti preoccupare nipotina, voleremo ancora assieme"
Trixie le domandò
"Nipotina?"
Azrael le disse mentre scendevano
"Non vedi che mio fratello ti considera come sua figlia?"
Arrivati nel balcone, dopo che Chloe baciò diverse volte la figlia, entrarono nell'attico.

Un anno dopo. Los Angeles. Sera. Attico.

Lucifer era sulle spine. Quella sera Chloe e Trixie erano andate da Dan per dirgli che lui era il diavolo. Sentivano di doverlo fare, volendo Lucifer e Chloe sposarsi. Soprattutto Trixie desiderava un secondo cognome, quello di Lucifer. Il re dell'inferno sorrise, sorseggiando il whisky nel bicchiere. Era sempre stupito di quanto quella bambina gli volesse bene. Era così attaccato a lei anche più fosse sangue del suo sangue.

Lucifer oramai non poteva più pensare la sua eternità senza quelle due umane.

Insieme come una famiglia avevano superato le difficoltà causa covid. Per il virus Chloe e Trixie trascorrevano molte ore nell'appartamento o nell'attico, creando con Lucifer una routine famigliare.

Soprattutto Chloe si era rivelata un'alleata veramente speciale per risolvere diversi problemi a Lucifer. Come aver fatto ottenere al Lux la certificazione di locale libero da Covid per quanto era sanificato, mentre Lucifer aveva lanciato un incantesimo.

Un altro problema risolto fu quello dei demoni ribelli nell'inferno. Lucifer era riuscito ad avere un incontro con i demoni più evoluti dell'inferno. Con accanto Chloe e Maze aveva scoperto che quei demoni, la maggioranza nell'inferno, non seguivano la dissolutezza dei demoni selvaggi comandati da Dromos. I demoni evoluti volevano un inferno dove il loro lavoro di tortura fisica o mentale portasse alla redenzione delle anime o imprigionando le anime più oscure. Quei demoni non avevano nessuna voglia di andare sulla Terra o in altro luogo, trovando più stimolante il loro lavoro all'inferno. Con quelle premesse, Lucifer strinse un'alleanza con quei demoni evoluti che in poco tempo sterminarono i demoni selvaggi tra cui anche l'odiato Dromos. Soprattutto la vicinanza di Chloe a Lucifer, portò i demoni a proclamare come regina. Inevitabilmente Trixie diventò la principessa dell'inferno.

Quel cambiamento dell'inferno non mancò di arrivare a Dio che invitò Lucifer, Maze, Chloe e Trixie in paradiso. Un invito che Lucifer accettò solo per accontentare Chloe e Trixie, per cercare un accordo anche con Dio.

Lucifer ricordava bene quell'incontro, cui non mancò Amenadiel. Giunto in paradiso, continuava a odiare quel posto, cercando con tutto se stesso di comportarsi in modo civile con suo padre Dio e i suoi fratelli e sorelle. C'era anche Michael che stava più defilato dopo la paura provata nella camera d'ospedale. Alla fine dell'incontro, Dio volle fare un regalo a quel figlio ritrovato, seppure molto freddo nei suoi confronti, facendogli una confessione
"Figlio mio, sappi che io ti invidio. Nonostante tutto sei riuscita nel rimettere pace all'inferno. Qui in paradiso di pace c'è poca. Tu caro figlio sei circondato dall'amore, da amici. Io conto sulle dita d'una mano gli amici, senza amore. Per questo vi faccio questo dono. Quando giungerà l'ora naturale di Chloe e Trixie, potranno scegliere se venire in paradiso o divenire eterne con te. Se decideranno per il paradiso tu potrai seguirle come semplice anima"
Lucifer strinse la mano al padre Dio, unico gesto di affetto che riuscì a dargli.

Qualche momento dopo.

Lucifer stava decidendo dove fare la luna di miele con Chloe quando con sollievo vide sul cellulare una telefonata della sua detective
"Tesoro, come sono andate le cose?"
Chloe piagnucolò
"Lucifer ti prego, vieni all'appartamento di Dan...a portato via Trixie...Lucifer aiuto"
Gli occhi di Lucifer divennero rossi come il fuoco, dicendo a Chloe
"Arrivo subito"
Srotolando le ali, volendo dal balcone.

Appartamento di Dan.

Lucifer trovò la porta aperta. Chloe era seduta al tavolo ovale in cucina tenendo del ghiaccio dietro la testa. Quando vide Lucifer tentò di alzarsi, ma si lamentò, ricadendo indietro. Preoccupato, Lucifer controllo sotto il ghiaccio, trovando una brutta ferita. Srotolò le sue ali, staccando una piuma per metterla sulla ferita alla testa di Chloe. La piuma guarì subito la ferita. Sconvolta Chloe gli disse
"Sembrava tutto andare bene. Io e Trixie gli abbiamo detto tutto di te. Il fatto che volevamo sposarci. Trixie gli aveva spiegato la sua decisione del doppio cognome. Stavamo andando via quando sono arrivati due…"
Chloe tentò di ricordare
"...Sam e Dean Winchester. Dicevano che io ero ormai persa nel tuo potere. Ma potevano salvare Trixie. Stavo per dire qualcosa ma Dan mi ha colpito alla testa con qualcosa…"
Guardò Lucifer disperata
"...Lucifer dobbiamo trovarla. Dean negli ultimi tempi era così strano. Deve essere andato fuori di testa"
Lucifer diventò nella sua forma bruciata dicendo con voce roca al cellulare
"Maze chiama i demoni. Devono cercare la loro principessa. Dan l'ha portata via"

Nello stesso momento. Auto dei Winchester.

Sam si voltò verso il sedile posteriore. Disse a Dan che era pallido, tremando come una foglia
"Dan non devi pentirti di cosa hai fatto. Io con mio fratello sono anni che saltiamo tra le realtà, salvando poveri umani dai vari demoni. Tu salvi tua figlia"
Ma un mugugnare vicino fece scuotere la testa a Dan che si coprì le orecchie con le mani, urlando
"Smettila! Smettila serva del diavolo"
Era Trixie. La bambina era legata con corde e un bavaglio sulla bocca. Calde lacrime gli bagnavano le guance. Trixie non riconosceva più quel padre. Pregava intensamente che Lucifer la trovasse. Un medaglione al collo di Dean Winchester si illuminò, dicendo al fratello
"Addormentala con il cloroformio. Potrebbe scoprire il luogo dell'esorcismo"
Il fratello esegui preparando un panno con il cloroformio. Ma una imperfezione della strada scosse l'auto, non facendo respirare a Trixie tutto il sonnifero cadendo il panno dalle mani di Sam Winchester. La bambina era leggermente intontita, sorridendo all'immagine che vedeva. Lei camminava sulla spiaggia tra Lucifer e Chloe. Si sentiva così felice.

Mezz'ora dopo.

L'auto si addentro nei resti di una città mineraria abbandonata nel deserto. Si fermò davanti una chiesa semidistrutta. Dan si precipitò nella chiesa inginocchiandosi davanti all'altare pregando freneticamente. I due Winchester si occuparono di portare Trixie nella chiesa accendendo delle lampade elettriche.

Posizionata supina sull'altare, Trixie cercava di muoversi, di scappare. Libera dalle corde e il bavaglio, scoprì che le mancavano le forze.

Qualche minuto dopo.

Dan si alzò dal pavimento raggiungendo all'altare i due Winchester. Dean gli disse
"Purtroppo tua figlia perderà la memoria. Ma andando via con lei, potrai ricominciare da capo"
Dean annuì di si, ricevendo da Sam un foglio, dicendogli
"Leggilo!"
Sentirono dei rumori. Videro le ombre dei demoni intorno la chiesa. Dean urlò a Dan che tremava come una foglia
"Leggi l'incantesimo. Se non arrivi alla fine…"
Gli spinse tra le mani un coltello
"...dalle una pugnalata al cuore. Così salverai la sua anima"
Un pezzo del tetto della chiesa cade. Lucifer era in piedi, con enormi ali d'angelo. Gli occhi erano di un rosso intenso. Gli andò contro Dean, mentre Dean leggeva il foglio. Lucifer urlò
"Fermati!"
Provocando come un vento che fece cadere all'indietro Dean. Nel frattempo Sam cercava di far restare i demoni fuori con degli incantesimi.

Ci fu uno scontro fisico tra Lucifer e Dean. Entrarono nella chiesa anche Chloe e Amenadiel che Sam bloccò con incantesimi. Vedendoli, Dean perse il segno del foglio, chiudendo gli occhi con tra le mani il coltello. Pugnalò a caso Trixie. Chloe urlò disperata, mentre Lucifer si fece pugnalata alla spalla destra da Dean Winchester, per afferrarlo gettandolo lontano. Il re dell'inferno ripeteva mentre si avvicinava all'altare, dove Dan lo fissava terrorizzato
"No no no no"
Spingendo via quel padre che aveva pugnalato la figlia. Il dolore aveva svegliato completamente Trixie. Il pugnale era conficcato nel fianco destro della bambina. Lucifer le disse sorridendole con gli occhi lucidi
"Andrà tutto bene. Ti riprenderai"
Lucifer appoggiò una sua piuma al fianco di Trixie ma non funzionò. Esasperato, Lucifer urlò
"Amenadiel mi servi qui!"
Trixie tossì del sangue, mentre Maze con Amenadiel e Chloe avevano bloccato i due Winchester. Dell'ex marito si occupò sempre Maze che voleva dare tutta la libertà che poteva agli altri per salvare la sua principessa. Nella chiesa entrarono tutti i demoni che avevano cercato Trixie. Un urlo di Chloe fece silenziare quei demoni. Neanche la piuma di Amenadiel aveva guarito la ferita di Trixie. La bambina tra le braccia di Lucifer era avvolta nella sua giacca, avendo detto che sentiva freddo. Distrutto, Lucifer si sedette sui gradini che davano all'altare con Chloe vicino. I demoni si inginocchiarono a pochi passi tutti tristi per la loro principessa.

Con voce debole Trixie disse a sua madre
"Mamma ti voglio bene…"
Tremò
"...ti guarderò...sposare papà Lucifer"
Lucifer sgrano gli occhi pieni di lacrime, dicendo Trixie con un piccolo sorriso
"...volevo dirtelo dopo il matrimonio...tu sei il mio papà" Lucifer baciò la fronte di quella figlia del cuore, con Chloe che baciava la mano della figlia piangendo in silenzio. Improvvisamente i demoni emettevano ringhi tremendi verso qualcuno. Una spaventata Azrael si stava avvicinando a Lucifer che vedendola, notando che Trixie aveva perso conoscenza, strinse al petto la bambina, urlando verso la sorella, scosso da singhiozzi di pianto come Chloe accanto a lui
"No! Tu non la porterai via da noi! Sono pronto ad arrivare ai cancelli del paradiso. Non puoi portarla via"
Azrael abbassò lo sguardo, dicendo
"Luci mi dispiace"
Il cuore di Lucifer si spezzò, scoprendo che Trixie era morta con un piccolo sorriso sulle labbra. Scosso, Lucifer diede il corpo a Chloe, alzandosi in piedi. Diventò il re dell'inferno con ali di pipistrello, dicendo ai demoni
"Voi tutti restate qui per difendere la vostra regina. Io combatterò per riavere mia figlia"
Scomparendo. Azrael non riusciva a essere contraria.
Cancello del paradiso.

Vestita con una candida tunica, Trixie cercava in ogni modo di liberarsi dalla presa di Rafael, un angelo incaricato di portare le anime innocenti in paradiso. Mai quell'angelo aveva trovato un'anima tanto difficile da portare. Con un sospiro di sollievo, l'angelo riuscì ad andare oltre il cancello che si chiuse. Liberò Trixie dicendole
"Ora non potrai più fuggire"
Guardando la bambina correre al cancello scuotendolo, gridando disperata
"Non voglio stare qui! Voglio tornare a casa!"
Un angelo planò vicino Trixie. Era padre Frank che disse alla bambina abbassandosi alla sua altezza, dicendole con un sorriso
"Non disperarti. Ora aspettiamo Lucifer"
Trixie lo corresse
"Papà Lucifer"
Padre Frank ridacchio continuando
"Papà Lucifer. Ti ritroverai nel tuo corpo. Ma dovrai avere molta pazienza. Guarirai dalla ferita"

Lucifer atterrò a qualche passo dal cancello, nella sua versione bruciata con ali di pipistrello. Era pronto a tutto per riavere Trixie. La vide uscire dal cancello mano nella mano a padre Frank. Appena lo vide, Trixie gli corse incontro buttandogli le braccia al collo. L'angelo gli disse
"Non perdere tempo nel trovare le parole. Sei mio amico. Era ingiusto che perdessi tua figlia. Ho fatto pressione sul grande capo"
Lucifer tornò normale dicendo all'amico, stringendogli la mano
"Tu sei uno dei pochi angeli che apprezzo nel paradiso. Grazie ancora. Mi ridai metà del mio cuore"

Nella chiesa.

Trixie respirò nelle braccia di Chloe, cadendo il coltello dal fianco. La bambina risentì il dolore della ferita piangendo. Comparve Lucifer che disse a tutti
"Dobbiamo portarla in ospedale. Non la porteranno più via"

Poco dopo. Ospedale.

Trixie era quasi addormentata nel letto d'ospedale con sua madre Chloe distesa alla sua destra. La bambina sorrise vedendo Lucifer entrare nella camera. Il re dell'inferno si sedette dall'altra parte del letto. Con cautela Lucifer teneva tra le sue mani quella di Trixie, dicendole
"Trixie tenta di dormire un po'. Non devi preoccuparti di niente"
La bambina si addormentò completamente. Lucifer guardò la mano di Trixie nelle sue. Una piccola mano che tante volte aveva provato a Lucifer che non era un mostro, che non era solo. Una piccola mano che aveva portato la sua mano tante volte bruciata, verso quella di Chloe che ritrovò il sorriso. All'inferno la notizia che la loro principessa era viva fece esultare ogni luogo.

Qualche mese dopo.

Dan finì in manicomio, quasi felice di essere lontano da Lucifer, Chloe e Trixie. I Winchester furono salvati dal paradiso. Gli fu concesso di continuare in altre realtà, bloccando un ritorno in quella di Lucifer.

Il matrimonio di Chloe e Lucifer fu il più romantico possibile. Partecipò anche Dio. Fu durante il ricevimento, alla fine del ballo degli sposi che con un microfono in mano, Lucifer disse rivolto a Trixie
"Figlia vieni qui con noi"
Un po' timida, Trixie li raggiunse. Chloe bacio la fronte della figlia dicendole
"Ti diamo una bella notizia"
Lucifer disse rivolto a tutti
"Voi tutti mi conoscete. Conoscete i miei pregi e difetti. Soprattutto sapete quanto ero solo nell'ambito dell'amore prima di conoscere Chloe…"
Baciò sulle labbra sua moglie per poi guardare Trixie che era felice
"...ma soprattutto solo nella mia convinzione che non potevi piacere a nessuno. Invece questa meravigliosa piccola umana mi provò che anche io potevo essere amico, confidente…"
Gli occhi di Lucifer divennero lucidi
"...Padre non di sangue ma di cuore, scelto con amore per esserlo. Oggi Trixie posso dirti che il mio desiderio e il tuo può dirsi compiuto…"
Maze con un ampio sorriso si avvicinò a Trixie dandole un foglio, continuando Lucifer
"...da stamattina, Trixie ti chiami Beatrice Decker Morningstar, figlia di Chloe Decker e Lucifer Morningstar"
Trixie corse ad abbracciare il suo padre del cuore che la alzò dal pavimento, dicendole mentre Trixie piagnucolava con il viso nascosto nel suo collo, con tutti intorno commossi
"Ricorda sempre, tu sei mia figlia anche più se fossi sangue del mio sangue. Perché sei cuore del mio cuore"

Ripresosi un po' tutti, Lucifer cantò per le sue due umane che erano diventate moglie e figlia.

FINE

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Capitolo 7
*** La scelta del cuore. ***


Roma. Mattina.

Trixie era stanca che sua madre la lasciasse per ore nell'albergo. Soprattutto non le piaceva che sua madre la zittisse ogni volta tentava di parlare di Lucifer oppure tornare a Los Angeles mancando da una settimana. Quella mattina decise di seguirla.

Libreria vaticana.

Trixie vide sua madre sedersi a uno dei lunghi tavoli, consultando un sacco di libri. Quando si allontanò, decise di vedere cosa leggeva.

Tornando al tavolo, Chloe non vide mai sua figlia così sorpresa. Trixie le disse con uno sguardo pieno di risentimento
"Come puoi credere a questi libri? Come mamma? TI ODIO!"
Correndo fuori la biblioteca vaticana. Chloe le andò dietro.

Mezz'ora dopo.

Trixie procedeva con passi svelti verso la fermata dei taxi. Sulle spalle uno zaino. Dietro di lei Chloe le diceva
"Trixie per favore fermati. Possiamo parlare?"
La ormai quasi undicenne Trixie disse alla madre senza fermarsi
"Mamma non abbiamo nulla da dire. Tu cerchi di rimandare Lucifer in quel luogo che odia. Poi perché lo vuoi fare? Cosa ti ha fatto di male? Io torno a Los Angeles. Vado a stare con papà"
Chloe non aveva mai notato quanto Trixie sapesse essere veloce. Corse avanti la figlia chiedendole sorpresa
"Tu sai di Lucifer, del suo mondo…"
Chloe sussurrò
"...infernale?"
Trixie respirò profondamente, fermandosi accigliata, dicendo alla madre
"Mamma a sempre detto la verità. Tu con gli altri benpensanti non gli credevate mai. Mamma lui resta la persona più gentile e premuroso del mondo. Non puoi dire che sbaglio. Lui punisce il male non è il male. Perché sei diventata così dura? Ti ricordi quel pompiere che era orribilmente bruciato? Pensavano avesse appiccato lui l'incendio dove si bruciò. Nessuno aveva il coraggio di interrogarlo per le terribili bruciature. Tu sei andata, trattandolo normalmente. Perché sei sconvolta da Lucifer bruciato? Spiegami"
Chloe guardò la figlia stupita. Gli aveva esposto ragioni più che valide. Quella mattina, leggendo un libro su come dovrebbe essere il diavolo, si sentì in colpa, sentendo quasi la voce di Lucifer dirle
"Detective pensi sul serio queste cose di me? Credevo fossi diversa"
Delicatamente Chloe accarezzò la guancia destra di Trixie, dicendole con gli occhi lucidi
"Sono proprio fortunata ad avere una figlia come te…"
Non trattenne un singhiozzo di pianto
"...avevi ragione. Mi manca quel re dell'inferno. Ti prego, torniamo all'albergo per parlare"
Diffidente Trixie la seguì.

Nella camera d'albergo.

Trixie si sedette al tavolo ovale nella camera, non ancora del tutto sicura di restare. Sua madre si sedette dall'altra parte del tavolo, sinceramente non sapendo cosa dire. Iniziò Trixie
"Mamma devo farti una confessione. Qualche tempo prima che quel Piers...si togliesse dai piedi...invece di andare a scuola, andai al mercatino delle pulci lì vicino. Forse non ti ricordi, ma quel Piers ti aveva convinto ad annullare la serata dei giochi con Lucifer. Piansi in silenzio la notte prima, perché tu non avevi visto la tristezza di Lucifer quando glielo dicesti. Al mercatino delle pulci incontrai Azrael, la sorella di Lucifer, la morte. Lei mi spiegò molte cose su come era cresciuto Lucifer…

Quel giorno…

Mercatino delle pulci vicino la scuola di Trixie.

Azrael era stanca, voleva solo passare qualche momento non pensando solo alla morte. Decise di visitare un mercatino delle pulci. Tra le bancarelle vide Trixie. Sapeva quanto fosse cara quella umana a suo fratello Lucifer. Decise di avvicinarla.

Trixie odiava tutti in quel momento. Odiava ancora di più vedere il suo amico Lucifer triste, perché era certa non lo meritava. Le aveva detto il giorno prima alla centrale di polizia
"Spawn non ti preoccupare. Tua madre a solo anticipato quello che avrei detto io. Purtroppo non posso esserci alla serata dei giochi. Sai impegni con il Lux, il mio essere il diavolo. Bene io devo andare"
Trixie ripensandoci sentiva nuovamente le lacrime pungere agli occhi. Fece una smorfia verso dei libri su una bancarella. Sulle copertine era rappresentato Lucifer con disegni come da tradizione, un mostro cattivo senza remore. Svelta Trixie si allontanò dalla bancarella, fermandosi alla successiva piena di statue di ogni dimensione sulle fate. Persa nel guardare quelle rappresentazioni di una delle creature fatate che adorava, Trixie non si accorse di Azrael alla sua destra. L'angelo della morte le disse
"Esistono ben otto razze di fate"
Trixie le sorrise, conoscendo bene l'argomento avendone parlato tante volte con Lucifer. Le disse sicura
"Ma solo tre sono pericolose. Queste…"
Indicò le statue
"...Sono le fate dei boschi, che non rubavano i neonati appena nati, era tutta una bugia"
Azrael era piacevolmente sorpresa, domandando a quella umana
"Conosci bene il mondo magico, da quale fonte?"
Trixie perse il sorriso, dicendole con voce triste
"Grazie al mio amico Lucifer. Il consulente civile di mia madre che fa la detective"
Per non farsi vedere piangere, Trixie corse lontano da Azrael, sedendosi su una panchina di ferro. Lei non voleva Piers nella sua vita. La trattava come una bambina senza cervello. Non gli permetteva di fargli da assistente mentre cucinava, mentre Lucifer sempre. Soprattutto Piers non la ascoltava mai, dicendole che era noiosa, non permettendole di fare domande. Invece Lucifer era sempre pronto ad ascoltarla anche per le cose più stupide, rispondendo a tutte le sue domande. Se Lucifer l'avesse vista piangere le avrebbe chiesto perché, cercando di aiutarla. Azrael si sedette dall'altra parte della panchina, alla destra di Trixie, dicendole senza guardarla
"Mi scuso di averti fatto piangere. Non credevo mai che mio fratello potesse essere simpatico. Quando fu mandato…"
Azrael sorrise amaramente
"...o meglio fu cacciato dal paradiso, io corsi all'inferno per stare con lui…"
La voce di Azrael divenne un po piagnucolante
"...Non esisteva una famiglia in paradiso, solo un ordine militare. Lui era uno dei pochi che creava un minimo di famiglia…"
Azrael scosse la testa, percependo le lacrime incombenti
"...Come ti dicevo, provai ad andare da lui. Era così pieno di rabbia e rancore. Solo poco tempo fa, vedendolo vicino a una mia amica, sentivo il suo cuore più leggero, anzi felice. Nel suo cuore c'era anche spazio per l'amore. Ma mai avrei immaginato che una bambina umana sarebbe stata nel suo cuore o sarebbe piaciuto a lei. Tu forse non mi crederai, io sono Azrael la sorella di Lucifer e Amenadiel. Ma certo non mi crederai "
L'angelo della morte fu sorpresa. Trixie aveva appoggiato la mano sinistra alla sua destra, dicendo sottovoce
"Ti credo. La tua mano destra sta diventando scheletrica"
Azrael sorrise nervosamente, dicendo a Trixie
"Mi succede se sono un po' in ansia…"
Stava capendo perché Lucifer avesse così a cuore quella bambina. Altri sarebbero fuggiti spaventati. Invece Trixie usava prima di tutto il cuore per giudicare chiunque. L'angelo della morte propose a Trixie
"...Che ne pensi di un gelato?"
Trixie non poteva essere più d'accordo.

Poco dopo. Sedute a un tavolino di fronte una pasticceria vicino il mercato delle pulci.

Azrael trovava molto buoni i gusti di gelato cioccolato e amarena. Era stato un consiglio di Trixie che mangiando gli stessi gusti, gli stava spiegando perché adorava la cioccolata, ultimamente anche l'amarena.

Trixie le raccontò tutto di Piers, di come aveva sconvolto la sua vita dove Lucifer era una parte importante. Aveva pensato di andare a l'attico, ma Maze le aveva detto che Lucifer era in viaggio di affari. L'angelo della morte gli rivelò che l'aveva visto qualche ora prima seduto sul pavimento del balcone dell'attico. Il suo fratello preferito era circondato da bottiglie vuote, bevendo visibilmente triste dall'ennesima bottiglia. Prima di separarsi, Trixie diede ad Azrael una confezione di gelato all'avocado, dicendole con gli occhi lucidi
"Digli che mi manca. Non mi piace Piers"
Grazie alla magia di Azrael, Trixie si ritrovò nella classe della sua scuola.
...finito il ricordo di Trixie a sua madre, Trixie gli raccontò le varie altre volte nel quale Lucifer l'aveva difesa, aiutata anche senza lo sapesse. Le varie volte che nonostante fosse vulnerabile vicino a lei non l'aveva mai abbandonata.

Un ora dopo.

Chloe non poteva neanche immaginare quanto Lucifer avesse penato per lasciarla tranquilla. Quanto Lucifer avesse sofferto vedendola sorridere accanto a Piers. Con occhi bagnati da calde lacrime Chloe guardò la figlia, dicendole convinta
"Torniamo a Los Angeles. Voglio parlare con Lucifer…"
Singhiozzo di pianto
"...Mi manca, anche quella faccia bruciata. Mi manca tutto di lui"
Trixie abbracciò felice la madre.

Due giorni dopo. Mattina.

Chloe non era mai stata così emozionata per la possibilità di rivedere Lucifer. Maze gli aveva detto dove trovarlo, dopo essersi riappacificata con lei
"Si reca su ogni scena del crimine dove trova Ella e Dan sperando di vederti. Aiuta molto, soprattutto Ella. Ma torna sempre più triste"

Chloe voleva dirglielo che l'amava, da sempre praticamente. Ma la possibilità che le dicesse che voleva essere solo il suo consulente civile e amico la devastata. Si fermò sulla collinetta che dava al luogo del caso di omicidio. Lucifer era lì, intento nel parlare con Ella. Fu Ella a indicare dov'era. Lei accennò un saluto con la mano destra, ma Lucifer si allontanò. Chloe corse dietro al suo re dell'inferno.

La detective non capiva perché le due persone cui voleva bene la obbligassero a una vera corsa per parlargli. Afferrò il braccio destro di Lucifer che le disse senza voltarsi
"Non ti preoccupare detective, uscirò per sempre dalla tua vita. Non mi vedrai più"
Chloe non glielo avrebbe permesso, dicendogli decisa
"Non voglio assolutamente che tu non sia nella mia vita. Ti chiedo scusa Lucifer per essere scappata in quel modo. Ma tempo solo una settimana sono arrivata alla realizzazione che sei sempre…"
Non voleva arrossire
"...Sei sempre il mio Lucifer. Mi manchi. Accetto tutto di te. Anche la tua versione bruciata. Ti prego, tu riconosci i bugiardi. Guardami"
Lucifer voleva credere con tutto se stesso alle sue parole. Si voltò, trovandola sempre bellissima. Il suo cuore innamorato palpito più forte comprendendo che non mentiva. Un po' lontana, Ella saltava dalla gioia vedendo i suoi deckerstar abbracciarsi. Arrivò quasi alle lacrime vedendoli entrare in un bar lì vicino, era certa che sarebbe andato tutto bene.

Qualche ora dopo. Pomeriggio. Appartamento Chloe e Trixie.

Chloe entrò nell'appartamento con una enorme busta della spesa. La demone che stava guardando un film di guerra con Trixie, sedute sul divano, le domandò sorpresa
"Ma non avevamo fatto la spesa ieri?"
Chloe appoggiò la busta sul bancone della cucina, dicendo raggiante
"Io e Lucifer abbiamo parlato"
La demone con Trixie le corsero incontro. La detective estrasse dalla busta una enorme torta alla cioccolata, dicendo a Trixie
"Per te scimmietta. Per ringraziarti di avermi aiutato a capire…"
Chloe ridacchiò felice
"...più tardi sarà qui con noi…"
Chloe sbuffò
"...perché mi sento così nervosa?"
Trixie saltò dalla gioia.

Stesso momento.

Lucifer si svegliò con un grande mal di testa. La luce di un braciere vicino lo infastidiva. L'ultima cosa che ricordava che stava salendo sulla corvette in garage. Si accorse che aveva addosso solo i boxer neri. Ancora di più si trovò al collo una catena dorata che finiva in una parete. Guardandosi meglio intorno capì che era una grotta. Dall'entrata vide avvicinarsi qualcuno. Riconoscete il suo gemello Michael vestito esattamente come lui, persino una replica del suo anello. Il fratello gli disse con un ampio sorriso
"Cercavo un modo per distruggerti, spezzarti. Ora so come fare. Ti farò odiare dalle tue amate umane"
Lucifer tentò di tirare la catena dal muro, urlando all'angelo
"Tu prova soltanto ad avvicinarti a loro!"
Ma il fratello gli disse ridacchiando
"Inutile che ti affanni. Sei su uno scoglio in mezzo l'oceano atlantico. Ci sono migliaia di magie qui intorno per non farti scappare o far uscire le tue preghiere. Ecco, goditi lo spettacolo…"
Su una parete lontano da Lucifer si accese lo schermo di una tv, l'angelo gli disse
"...in alcuni momenti vedrai attraverso i miei occhi. Goditi lo spettacolo"
Lucifer disse con rabbia e amarezza mentre Michael voleva via
"Non possono credere che sono io. Non possono"

Qualche ora dopo. Appartamento di Chloe e Trixie.

Il falso Lucifer bussò alla porta cercando d'imitare bene suo fratello. Chloe gli aprì la porta sorpresa
"Come mai non sei entrato senza bussare?"
Michael ridacchiò, dicendole mentre entrava
"Detective Decker cambiano le abitudini"
Nella grotta Lucifer urlava allo schermo
"Detective Decker? Chloe ti prego guarda i particolari"
Il falso Lucifer tirò fuori da una busta di carta una bottiglia piccola di wyshy dicendo ad alta voce
"Piccola umana dove sei?"
Nel sentirlo, Trixie gli corse incontro felice abbracciandolo. Il non disagio di Lucifer parve strano a Chloe e anche a Trixie. Il falso Lucifer porse a Trixie la bottiglia di whisky e cento dollari, dicendogli
"Sono tuoi se mi lasci solo con tua madre"
Nella grotta Lucifer era disperato, gridando mentre Chloe afferrava la bottiglia di whisky e i soldi
"Maledetto Michael! Stavo per portare giochi in scatola, dvd di film Disney e pizza! Non questo! Chloe non puoi credere che sono io!"

Chloe disse a quel Lucifer così strano
"Lucifer ma stai scherzando? Pensavo volessi passare una serata con tutte due"
Il falso Lucifer le rispose con un sorriso freddo
"Volevo, ma la prospettiva di restare con te, da soli la trovo migliore. Su non fare la santerella"
Nel frattempo Trixie era entrata nella camera di Maze che stava gestendo il Lux. Nella grotta Lucifer vide con gioia lo sguardo interrogativo della sua Chloe, quando le sembrava che c'era qualcosa di strano.

Il falso Lucifer tentò di avvicinarsi a Chloe che guardandolo bene gli disse sorpresa
"Ma tu non sei Lucifer!"
Chloe si precipitò in cucina afferrando un lungo coltello. Non aveva tempo di prendere la pistola, perché tornata all'appartamento la chiudeva in una piccola cassaforte nell'armadio della sua camera da letto. Nella grotta Lucifer era felice che Chloe avesse capito che quello non era lui. Ma il terrore che Michael potesse fare del male a Chloe e Trixie fu peggio. Improvvisamente la visuale di Michael si oscurò. Nella grotta Lucifer sentì il fratello urlare.

Poco dopo.

La visuale di Michael tornò. Con gioia di Lucifer nella grotta vide Chloe e Trixie in piedi a qualche passo. Chloe disse con tono perentorio a Michael
"Inutile che tenti di liberarti. La sedia come le corde sono fatte per trattenere gli eterni…"
Alla sua destra Trixie teneva in mano un coltello demoniaco di Maze guardando Michael con odio
"...Ora tu chi sei? Dove si trova Lucifer?"
Michael ridacchiò, gracchiando
"Umane, credete sul serio che potrete tenermi qui a lungo? Io sono Michael, il purtroppo gemello di Lucifer. Ammetto che questa cosetta…"
Indicando Trixie
"...può dirsi intelligente. Mettermi sulla testa un sacco nero colpendomi"
Trixie si fece avanti con uno sguardo pieno di rabbia
"Tu sei quello che legò le ali di Lucifer gettandolo fuori dal paradiso, facendolo bruciare vivo! Tu sei quello che lo torturò con quasi tutta la sua famiglia! Maledetta serpe"
Chloe abbracciò da dietro Trixie. Nella grotta Lucifer sarebbe stato contento dell'odio di Trixie verso il pazzo gemello. Ma in quel momento sperava placasse l'odio, per farlo trovare. Arrivò poco dopo Maze. La demone era contenta che Trixie, la sua migliore allieva avesse bloccato un angelo così forte. Disse a Trixie che le chiese il permesso di far del male a Michael
"Dopo mia piccola diavoletta. Prima vediamo dove si trova Lucifer"

Qualche minuto dopo.

Maze usò un guanto speciale su Michael. Sembrava un guanto da fabbro. Disse mentre toccava con quel guanto la spalla destra di Michael
"Fulmine blu. Gli farà provare un dolore terribile"
Ci volle pochissimo per sentire urlare Michael dov'era Lucifer. Trixie gli disse, mentre Maze contattata Amenadiel
"Spera lo trovino in buona salute. Comunque tu dopo sarai mio. Vendicherò il mio amico"
Lucifer era contento della cosa.

Qualche ora dopo.

Lucifer entrò nell'appartamento con indosso una sua vestaglia blu scura. Dopo di lui Amenadiel. Subito Chloe e Trixie corsero ad abbracciarlo. Il re dell'inferno ringraziò con un cenno del capo Maze che sorrise.

Uno starnuto di Lucifer preoccupò le sue due umane preferite. Lo tirarono verso il divano facendolo sedere. Subito Chloe gli diede un bacio svelto sulle labbra, dicendo a un sorpreso Lucifer, mentre correva verso la cucina
"Subito un brodo di pollo e antibiotici"
Trixie invece dopo un rapido abbraccio lo copriva con ogni coperta che trovava e cuscino intorno. In fondo a Lucifer non dispiaceva. Odio Amenadiel che si introdusse in quel momento famigliare per lui, dicendo mentre due soldati celesti comparvero vicino Michael
"Luci devono portarlo via. Dovresti convincere Trixie a consentire. Avendo usato lei sedia e corde per bloccarlo deve acconsentire a liberarlo"
Trixie scosse la testa mentre puliva con del cotone imbevuto d'alcol delle piccole ferite sul dorso della mano destra di Lucifer
"Dopo deve vedersela con me. Gli farò capire cosa significa essere torturato. Lucifer per quello che ti ha fatto deve pagarla"
Lucifer disse a Trixie cui voleva un bene paterno
"Trixie ti ringrazio. Ma ora voglio solo stare in pace con te e tua madre. Io mi fido si Amenadiel, farà imprigionare per sempre quel nostro fratello pazzo. Trixie, non ci meritiamo un po' di pace?..."
Trixie annuì con un gran sorriso verso il suo magico amico
"...per questo lascialo. In paradiso sarà punito a dovere"
Trixie fu d'accordo, scomparendo Michael con I due soldati del paradiso e Amenadiel. Andò via anche Maze che preferiva il Lux all'amore che sentiva in quel momento nell'appartamento.

Qualche ora dopo.

Anche se contro ogni mugugno di Trixie e Chloe, Lucifer decise di cucinare. Prima però Lucifer usufruì della camera da letto di Chloe per vestirsi con altro, grazie al borsone portato da Maze.

Uscito dal bagno di Chloe con solo un asciugamano alla vita, Lucifer realizzò in quel momento quanto era mancato stare con Chloe e Trixie. All'attico si sentiva sempre più solo senza loro due. Si sorprese di fare progetti familiari.

Poco dopo.

Tornato dal paradiso, Amenadiel voleva riferire a Lucifer che Michael era nella prigione del paradiso. Decise di attendere il giorno dopo per quello che aveva visto. Dal balcone, celato dai suoi poteri d'angelo vide suo fratello veramente felice. Lo vide preparare la cena con Chloe e Trixie, parlando e ridendo. Dopo la cena, un compiaciuto Amenadiel vide Lucifer sedersi sul divano con Chloe e Trixie strette ai suoi fianchi, guardare il film Rapunzel. Andato via, Amenadiel non vide Lucifer prendere in braccio una addormentata Trixie portandola nel letto. Quando la bambina fu sotto le coperte, Lucifer le disse sottovoce per non svegliarla
"Grazie Trixie, sei stato un grande aiuto in ogni senso. Un giorno avrò il coraggio di dirtelo che sei come una figlia per me"
Lucifer non vide, uscendo dalla camera Trixie sorridere.

Vicino la porta della camera di Trixie, Lucifer e Chloe si guardarono un po' imbarazzati. Il re dell'inferno gli disse
"Bene, meglio che vada. Sarai stanca"
Chloe gli sussurrò
"Mostrami quella faccia bruciata"
Lucifer chiuse gli occhi scuotendo la testa. Chloe gli posò le mani sulle guance, dicendogli con tono lieve
"Ti prego. Accetto tutto di te. Voglio solo dimostrarlo. Amo anche quella parte bruciata di te"
Lucifer cambiò aspetto, aprendo gli occhi sorpreso di un appassionato bacio della sua Chloe. Staccarono le labbra solo per respirare. Lucifer tornò normale, guardando Chloe con uno sguardo pieno d'amore con un ampio sorriso. Tra altri baci e carezze finirono in camera da letto. Lucifer non si era mai sentito così amato.

Qualche mese dopo. Pomeriggio, appartamento di Chloe, Trixie e oramai Lucifer che viveva più lì che all'attico.

Lucifer scese dalla corvette con tettuccio fischiettando. Da quando era sempre con Chloe e Trixie guidava mezzi che in caso di pioggia o altre intemperie potevano aprire un tettuccio. Quella mattina con la sua Chloe avevano risolto un caso che arrovellava addirittura l'fbi da mesi. Contento aprì la portiera a Chloe porgendole la mano. Stavano andando verso l'entrata del condominio quando Maze corse incontro a loro dicendogli
"Lucifer non ti avvicinare all'appartamento. Noi dell'inferno per ora non possiamo entrare…"
Maze gli spiegò
"...Chloe un'ora fa è arrivato un pacco da Pierce. Il corriere l'aveva lasciato di fianco la porta. Poco dopo tua madre Penelope era passata per prendere quel porta cellulare dimenticato qualche giorno fa. Io mi stavo preparando ad andare dietro una taglia. Non mi sono accorta che oltre che portare dentro il pacco l'ha anche aperto. Quando è andata via mi sono sentita male. Giunto Amenadiel a poi scoperto che quel bastardo di Pierce quando credeva lo sposarsi aveva inviato un libro magico. Il libro non permette a nessuno dell'inferno di stare nell'appartamento"

Chloe guardò Lucifer dicendo sicura
"Cambio appartamento"
Amenadiel comparve vicino loro, dicendo
"Non serve nulla di tutto questo. Basta bruciare tutto quello che toccò il libro..."
Amenadiel sorrise a Chloe
"...Chloe ascolta. C'è un'alternativa. Farò un incantesimo. Per quattro mesi tutti quelli dell'inferno dovranno stare lontani dell'appartamento. Lontani anche da te e Trixie ad almeno cento metri di distanza"
Chloe scosse la testa
"Amenadiel non dire sciocchezze. Perché mi dai questa alternativa?"
Amenadiel spiegò a tutti
"Chloe, il libro con l'involucro si trova su quel comò antico della tua nonna paterna. Dentro cui sono riposti tutti i disegni di Trixie"
Lucifer avrebbe capito. Se Chloe voleva l'incantesimo avrebbe tentato di accettarlo. Chloe ridacchiò dicendo ad Amenadiel
"La mia nonna paterna mi picchierebbe se allontano il mio amore e un'amica per un pezzo di legno. Per non parlare di Trixie. Per loro due…"
Indicò Lucifer e Maze
"...farebbe di tutto. Quindi puoi bruciare tutto"
Amenadiel annuì di si scomparendo. Pochi minuti dopo rientrarono nell'appartamento. Quella sera Trixie tornò da un weekend con suo padre Dan. Informata dell'accaduto confermo le parole della madre. Lucifer sorrise compiaciuto. Nessuno oltre Maze lo aveva scelto così tante volte, in genere era sempre abbandonato e scacciato.

Altri mesi dopo. Pomeriggio. Appartamento.

Trixie era nella sua camera per finire i compiti di matematica. Si fermò sentendo la voce di Lucifer urlare
"Chi? Chi sarebbe il padre? Chloe io non posso avere figli! Maledizione!"
Subito dopo una porta sbattere.Trixie si precipitò fuori la camera, trovando sua madre Chloe seduta nel divano scossa da singhiozzi di pianto. La donna le disse con voce rotta
"Sono incinta di quattro mesi...Non crede sia suo...Non l'ho mai tradito...lo giuro"
Trixie abbracciò sua madre. Pochi minuti dopo Linda ricevete un messaggio testuale proprio da Trixie che le spiegava ogni cosa. La dottoressa si portò la mano destra al ventre. Anche Amenadiel credeva di non poter fare figli, ma Linda era incinta di quasi sei mesi. Decise di parlare con Lucifer.

Mezz'ora dopo. Attico.

Lucifer strinse forte il bordo della ringhiera. Non poteva credere che Chloe l'avesse tradito. Allo stesso tempo era sicuro che la vita che cresceva nella sua Chloe non fosse suo. Era certo non poteva esserlo. Riconoscete i passi che entravano nel balcone, dicendo senza voltarsi
"Linda inutile il tuo intervento"
Linda si sedette in una poltrona di vimini nera li vicino, dicendo
"Luci ragiona. Anche Amenadiel era certo non potesse avere figli. Sai bene quanto Chloe ti sia fedele. Perché sei così terrorizzato di diventare padre?"
Lucifer appoggiò la fronte sulle braccia piegate sul bordo del balcone, finendo in ginocchio, dicendo a Linda
"Linda non sai quanto vorrei…"
Respirö profondamente
"...io sono sterile. Linda non lo sa nessuno. La mia sterilità mi fu imposta. Perché quando cadi all'inferno non mi trovò per prima Maze"
Lucifer si coprì la faccia con le mani per poi tentare di alzarsi finendo seduto sul pavimento. Linda non l'aveva mai visto così distrutto.

Lucifer con fatica, lottando con dolorosi ricordi, rivelò a Linda, seduto sul pavimento del balcone, con la schiena appoggiata alla ringhiera, guardando davanti a se
"Fui trovato da Asdoren. All'epoca era l'unica autorità nell'inferno. Io ero solo un mucchio di ossa bruciacchiate. Quel demone aveva un terribile modo di trattare i prigionieri che diventavano suoi schiavi...Io avevo visto miei fratelli e sorelle sposarsi con esseri di altre realtà. Si formavano famiglie. Io mentre bruciavo nella caduta pensavo che sarei fuggito in una altra realtà per essere un padre migliore del mio. Volevo tentare, se non avessi avuto figli miei li avrei adottati. Ma era una mia decisione..."
Si batté sul petto con i pugni, urlando
"...Era una mia decisione..."
Lucifer deglutì a fatica, con calde lacrime che bagnavano le guance, dicendo con voce rotta
"...Asdoren castrava i suoi prigionieri"
Linda compresse perché Lucifer non poteva credere che potesse essere padre. Lucifer mosse la mano destra in aria
"...ricordi che Amenadiel scoprì che Chloe non era nata per me? Per consolazione al padre che doveva morire da giusto. Quindi Linda, neanche la magia può avermi fatto diventare padre. Io non posso esserlo..."
Linda era più che certa della fedeltà di Chloe verso Lucifer che continuava
"...in seguito Maze mi liberò. Potevo uccidere Asdoren, quel demone maledetto. Lo chiusi in una cella all'inferno dove era castrato continuamente. Altri eoni dopo riuscì almeno a essere attivo nel sesso"

Lucifer raccolse le gambe al petto. Solo che Linda non voleva darsi per vinta. Disse a Lucifer
"Luci io sono certa che Chloe non ti abbia tradito. Piuttosto credo che tu, grazie alla tua magia da eterno sia guarito solo per fare sesso. Tu non volevi minimamente pensare di farti una famiglia. Ora con Chloe sono certa tu voglia una famiglia, riuscendo nel divenire padre. Sei mai andato da un dottore o qualcosa del genere?"
Lucifer scosse la testa.

Qualche ora dopo.

Lucifer tornò nell'ufficio dell'andrologo dove lo aspettava Linda. Si sedette alla destra della sua amica, dicendole con lo sguardo basso
"Sono stato visitato molto bene. Ma non ci spero"
Linda appoggiò la mano destra sulla spalla di Lucifer. Il dottore entrò con alcuni fogli. Sedutosi sorrise a Lucifer, dicendogli
"Lucifer di solito non ricevo in giornata…"
Il dottore sorrise a Linda
"...Ma a Linda devo tutto, avendo salvato mio figlio dalla depressione…"
Tornò a Lucifer
"...Sono ancora più felice di dirle che lei risulta normale. Fertile al punto giusto"
Lucifer sgranò gli occhi, accennò un sorriso che si spense, dicendo disperato
"Cosa ho fatto. L'ho accusata di avermi tradito"
Linda era felice di non essersi sbagliata su Chloe.

Il giorno dopo. Mattina. Appartamento Chloe, Trixie e Lucifer.

Linda si presentò alla porta dell'appartamento. Le avevano detto alla centrale che Chloe aveva preso una settimana di malattia. La trovò spettinata, in pigiama con gli occhi cerchiati di rosso. Disse a Linda con voce un pò ruvida
"Non offenderti Linda ma non voglio vedere nessuno. Per mandare Trixie a scuola avevo penato"
Linda le sorrise
"Chloe devi solo ascoltarmi. Poi deciderai cosa fare. Puoi concedermi questo?"
Chloe annuì, facendosi da parte.

Nel parcheggio Lucifer era seduto nella corvette. Tamburellava nervosamente sul volante. Aveva preso la decisione che se Chloe non l'avesse rivoluto nella sua vita sarebbe tornato all'inferno, lasciando la sua immensa fortuna tra Chloe e Linda. Maledisse il suo orgoglio che non gli aveva permesso di andare prima da un andrologo. Lui agognata di tornare in quella piccola famiglia. Immaginava quel futuro da padre che mai aveva sperato. Si era sentito già così padre con Trixie. Il suono del cellulare lo fece sobbalzare. Linda gli aveva inviato un messaggio testuale

"Vieni. Vuole vederti"

Emozionato, Lucifer uscì dalla corvette mettendo apposto i capelli, la giacca. Dal sedile posteriore prese un contenitore di plastica da cibo con un piccolo mazzo di rose rosse. Respirò profondamente andando dalla sua Chloe.

Appartamento.

Gli apri la porta Linda, dicendogli con un ampio sorriso
"Era un po' sottosopra. Entra. Io vado via con qualcuno. Sà tutto, Luci getta via il tuo orgoglio"
Fuori a qualche passo dalla porta comparve Amenadiel sorridente. Linda scomparve con lui. Lucifer chiuse la porta.

Chloe uscì dal bagno sempre in pigiama, ma stavolta con sopra una vestaglia blu scura, uno dei regali di Lucifer. Lo vide seduto nel divano che fissava la foto sul camino di loro due con Trixie. Sentendola arrivare si alzò in piedi, dicendole piuttosto imbarazzato
"Chloe io...questi sono per te. Comprati da quel fioraio indiano vicino la centrale che risparmia per far venire la famiglia dal Pakistan…"
Chloe li accettò con un sorriso
"...visto che li adoravi ti ho fatto dei dolcetti al limone"
Chloe apri subito la confezione mangiando uno, dicendogli grata
"Sono l'unica cosa che non rimetto"
Ridacchiò, dicendogli con gli occhi lucidi
"Possiamo fare finta non sia successo niente?"
Lucifer ebbe paura che forse non voleva mai essere incinta. Ma Chloe riconoscete quello sguardo terrorizzato di Lucifer, precisando
"Volevo dire far finta che tu non mi abbia accusato di averti tradito. Lucifer comprendo quanto ti sentivi derubato di un tuo diritto. Ma ora sai che il vero amore può guarire tutto"
Lucifer la raggiunse, mettendo i fiori con il contenitore sul tavolo lì vicino. Si baciarono con tenerezza mista a passione, voglia di essere felice. Poco dopo Lucifer si inginocchiò davanti a Chloe, baciandogli il ventre dicendo con voce rotta dal pianto
"Piccola vita, tu sei amata già tantissimo prima di nascere. Tua madre una stella più lucente di quelle del cielo. Tua sorella Trixie sognava da sempre di essere una sorella maggiore. Io…"
Lucifer nascose il viso nel ventre di Chloe che gli accarezzava i capelli commossa, sentendo il suo Lucifer dire
"...Tu piccola vita sei l'ulteriore conferma che posso avere ogni possibile felicità"

Qualche ora dopo.

Trixie scese dall'auto di suo padre Dan, salutandolo un po' preoccupata. Aveva visto la corvette di Lucifer. Quella mattina era andata a scuola impensierito per sua madre. Suo padre Dan l'aveva riportata all'appartamento, dicendole che sua madre era abbastanza forte da affrontare di tutto. Giunta di fronte la porta dell'appartamento le sembrò di sentire sua madre ridere.

Chloe era seduto al bancone della cucina con Lucifer accanto. Si sentiva veramente bene. Vedendo entrare Trixie, noto lo sguardo serio della figlia che disse raccogliendo le braccia sul petto
"Posso sapere cosa succede? Mamma qualcuno ieri ti accusava di averlo tradito"
Chloe sorrise alla figlia facendole segno di avvicinarsi. Abbastanza vicina la cinse a se con il braccio destro, dicendole visibilmente serena
"Abbiamo chiarito. Su voi due parlate, di solito non la smettete mai"
Lucifer sorrise timidamente a Trixie che non cambiò il suo sguardo serio, dicendole
"Mi scuso per la mia reazione. Trixie io credevo come Amenadiel di non poter avere figli. Trixie puoi perdonarmi?"
Trixie guardò la madre, dicendole con un sorriso mal nascosto
"Ma poi mamma a cosa ci serve? Bastiamo noi due per il fratellino o la sorellina"
Lucifer stava per dire qualcosa, trovandosi nell'abbraccio di Trixie che gli disse
"Certo che ti perdono. Bentornato in famiglia"
Lucifer si sentiva finalmente completo. Nulla poteva più minimamente fargli dubitare della sua nuova vita. Quello era un paradiso migliore dell'altro di suo padre Dio.

FINE

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