Love has no rules

di The Bride of Habaek
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lightning Strike ***
Capitolo 2: *** The charm of the forbidden ***
Capitolo 3: *** Rumors ***
Capitolo 4: *** Revelations ***
Capitolo 5: *** Moonlight ***
Capitolo 6: *** What are you really? ***
Capitolo 7: *** Was it a dream? ***
Capitolo 8: *** Hidden Truths ***
Capitolo 9: *** William... ***
Capitolo 10: *** Jealousy ***
Capitolo 11: *** Everything under control ***
Capitolo 12: *** Two Hearts under one roof ***
Capitolo 13: *** My Immortal ***
Capitolo 14: *** Aishiteru ***
Capitolo 15: *** Nobody can stop me ***
Capitolo 16: *** PERFECT LOVE ***
Capitolo 17: *** Ethan Lawson ***
Capitolo 18: *** Blood ties ***
Capitolo 19: *** Blood Brothers ***
Capitolo 20: *** Fate In Motion ***



Capitolo 1
*** Lightning Strike ***


Love has no rules
“I tuoi capelli mi hanno legato, i tuoi occhi trafitto. L'arco delle tue braccia è la mia dolce prigione.”
Dalla serie TV:
ELISA DI RIVOMBROSA

Lightning Strike
Il mio primo giorno alla Felician University ha inizio con un gran sole, non mi riferisco soltanto al clima ma soprattutto alla gioia che ho provato varcando la soglia d'ingresso. Sembra un meraviglioso Castello con ampie vetrate luminose in cui, al suo interno, puoi godere di ogni utilità: dalla biblioteca alla palestra, dai dormitori sole e luna (i primi per i ragazzi, i secondi per le ragazze) all'enorme piscina all'aperto, che affaccia su un grazioso giardino all'inglese ricoperto di fiori ed arbusti di ogni tipologia. Questo dev'essere l'Eden! Entro nell'aula di lettere e, per primissima cosa, mi siedo in prima fila: non voglio perdere nemmeno un minuto di questa nuova esperienza.
"Posso sedermi qui?"
Mi giro di scatto e noto una ragazza dai capelli rossi che sorride amichevolmente.
"Ma si, certo!"
"Ti ringrazio! Piacere Coraline."
Si presenta lei tendendo una mano nella mia direzione.
"Piacere mio! Io sono Jasmine."
Ci sediamo vicine e pochi attimi dopo iniziamo a chiacchierare, finché non arrivano i Prof. e il resto degli studenti prendono posto. Il corpo docente raggiunge in media i 60 anni di età, tutti tranne il Prof di letteratura. Dicono che si tratti di una new entry, che questa è la sua prima esperienza nel campo dell'insegnamento.
"Mi presento. Sono William Cortes, da oggi in poi sarò il vostro insegnante di letteratura."
I miei occhi iniziano a spaziare, a perdersi in quell'azzurro quasi trasparente che sono le sue iridi. Ha i capelli lunghi e scuri, raccolti in uno chignon. La sua camicia in stile vittoriano è leggermente sbottonata, lascia intravedere un pendente a forma di croce. Sono incuriosita non solo da lui, ma da tutto ciò che riguarda questo nuovo mondo per me totalmente sconosciuto. Non appena termina la presentazione il Prof. Cortes si fa da parte per far parlare il Reggente dell'Università.
"Prima di iniziare il programma didattico ci tengo ad illustrarvi il regolamento del Campus."
Io e Coraline ci guardiamo di sfuggita, mentre un brivido freddo m'attraversa la spina dorsale. Mi hanno detto che le regole in questo Istituto sono particolarmente rigide. Il Reggente le elenca una ad una ma solo alcune risuonano nella mia mente, come ad esempio: "Non dovrà esserci alcun tipo di relazione extrascolastica tra il corpo docente e gli allievi del corso, pena l'espulsione. Non dovranno esserci scambi fra i dormitori sole e luna, pena la sospensione. Sono severamente proibiti i party, la consumazione di alcolici, i rapporti sessuali all'interno del Campus, pena l'espulsione..."
La lista è andata avanti così per ben tre quarti d'ora, dopodiché la campanella è suonata. Io, Coraline e le altre ragazze siamo andate nel dormitorio luna per svuotare le valigie e sistemare le nostre cose, ma nonostante la gioia di trovarmi in questo luogo mi sento stranamente inquieta. Ripenso alle parole del Reggente e nella mia mente si delinea, senza volerlo, il profilo sinuoso del giovane Prof. Cortes. Non so cosa sia ma in qualche modo sento che lui c'entra qualcosa, seppur involontariamente, sento che il mio turbamento lo riguarda e il mio cuore accelera i battiti  al solo pensiero. Non ho mai creduto nell'amore a prima vista, ma non so quale altra spiegazione logica potrei dare a questa sensazione che m'assale dal profondo.



 

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Capitolo 2
*** The charm of the forbidden ***


The charm of the forbidden

"Non si desidera ciò che e facile ottenere."
- Ovidio -

Io e Coraline siamo capitate nella stessa stanza, forse è un segno del destino.
"Che ne pensi del giovane Prof.? E' proprio un bel tipo, non è vero?"
Mi domanda Coraline mentre mi rilasso sdraiata sul letto a castello.
"Il Prof. Cortes dici?"
"Ah però, pensa che io non ricordavo nemmeno il suo nome... deve averti colpita. D'altronde, è così affascinante!"
Esclama lei con aria trasognante.
"Ma dai, cosa dici..."
"Te lo mangiavi con gli occhi. Non temere, con me puoi confidarti. Anche se ci conosciamo da poche ore io ti considero già un'amica Jasmine."
Afferma Coraline decisa.
"E poi... credo piaccia a molte ragazze del corso. Apriranno un fan club molto presto!"
Aggiunge divertita, per poi scoppiare a ridere.
"Anche se decidessero di farlo, le regole di questo posto non glielo permetterebbero."
"Da come parli sembri quasi gelosa. Secondo me è ancora celibe..."
"E anche se fosse? E' un nostro insegnante, dobbiamo rispettarlo come tale!"
Senza pensarci troppo su le rispondo a tono. Non ce l'ho con lei, ma dentro di me sento che parlare di lui con quei termini, come fosse una preda, è sbagliato.
"Jasmine, ti chiedo perdono. Credo di essermi lasciata prendere la mano."
Afferma Coraline un po' giù di tono.
"Ma no, scusami tu piuttosto. Non so cosa mi sia preso..."
"Io credo di saperlo."
Dice lei con un sorriso malizioso stampato sulle labbra.
"Che cosa?"
"Secondo me ti sei innamorata."
Afferma Coraline senza lasciare spazio ad obiezioni.
"Al massimo un infatuazione e poi, come potrei amarlo se nemmeno lo conosco?"
"Tu no, ma il tuo cuore si."
Continuiamo a chiacchierare e a fantasticare, finché non cediamo fra le braccia di Morfeo. Il mattino seguente ci alziamo presto e, dopo aver indossato la divisa, ci rechiamo in aula per la nostra prima lezione di letteratura. Il Prof. Cortes entra in aula e nota sin da subito che molte ragazze, che la giornata precedente erano sedute in fondo alla sala, oggi sono avanzate come per magia. Che sia per seguire meglio la lezione o, come dice Coraline, per osservare più da vicino il giovane Prof. Tanto sta, che il mio posto e quello della mia amica sono stati occupati da due ragazze poco vestite.


"Buongiorno, oggi inizieremo partendo dai sette vizi capitali. Ho notato che avete cambiato postazione rispetto a ieri. Vi chiedo gentilmente di tornare ai vostri precedenti posti e di vestirvi in maniera decente in mia presenza."
Afferma il Prof. riferendosi alle due ragazze in prima fila, che un istante dopo si alzano ed escono dall'aula per andare ad indossare l'uniforme.
"E voi, laggiù. Posso conoscere i vostri nominativi?"
Chiede lui indicando me e Coraline, che siamo finite in fondo alla sala senza volerlo.
"Dice a noi Prof.?"
Domanda Coraline con aria sorpresa.
"Esatto."
"Il mio nome è Coraline Brindley, mentre lei è..."
"Può rispondere la tua compagna."
Afferma lui irremovibile.
"Mi chiamo Jasmine, Jasmine Grayson Prof."
"Jasmine, Coraline, venite avanti. Il vostro banco si è appena liberato."
Ci alziamo e, con lieve imbarazzo, andiamo a sederci in prima fila. A pochi metri di distanza dal Prof. Cortes.
"Molto bene. Ora possiamo dare inizio alle danze."


 

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Capitolo 3
*** Rumors ***


Rumors

"Il destino ti aspetta sulla strada che hai scelto per evitarlo."
- Proverbio arabo -

Ne ho sentite veramente tante di storie sul conto del Prof. Cortes. Alcuni dicono che sia un uomo rispettabile, che ha creato la sua fortuna grazie al suo ingegno mentre altri dicono che, per diventare ciò che è, ha dovuto sporcarsi le mani più di una volta. Non conosco ancora la verità, ma per come appare ai miei occhi lui è veramente una persona ammirevole. E' così determinato, intelligente, affascinante e il posto che ha ricevuto in questa Università, seppur giovanissimo, sottolinea il fatto che possiede tutte le qualità necessarie per esercitare il suo ruolo. Mentre sono immersa nei miei pensieri, passeggiando per il lungo corridoio che precede il giardino del Campus, sento alcune ragazze che parlano ad alta voce così che tutti possano sentire ciò che dicono. Il soggetto che è stato preso di mira stavolta è il Prof. Cortes che proprio l'altro giorno, vedendole in déshabillé, le aveva giustamente pregate di uscire dall'aula affinché indossassero degli abiti adeguati.
"Guardate un po' chi c'è... la cocca del Prof!"
Esordisce una delle due ragazze vedendomi arrivare.
"Non sono la cocca di nessuno e poi... dovete smetterla di dire falsità sul Prof. Cortes!"
Mentre mi difendo dalle loro accuse insensate, una delle due inizia a spintonarmi facendo riversare a terra i miei libri di testo.
"Questa me la paghi!"
"Anche se il bel Prof. ha un debole per te resti sempre una perdente!"
"Ma cosa stai dicendo? Occhio di riguardo, debole... è stato solo un gesto gentile da parte sua. Dovreste vergognarvi a parlar male di lui solo perché ignora delle stupide sgualdrine come voi!"
A quelle parole proferite forse con eccessiva foga, susseguono nuove provocazioni finché non arriviamo alle mani. Anzi, ai capelli. Ad un certo punto mi ritrovo con le spalle al muro contro due leonesse, mentre io al massimo potrei essere un gatto. Se ora fuggissi passerei per una codarda ed è veramente l'ultima cosa che desidero.
"Hey, voi due! Cosa diavolo state facendo???"
Prima ancora di scorgerlo riconosco il suo timbro ed una sensazione di quiete torna a consolare il mio animo inquieto.
"Ci scusi Prof., è stato un equivoco..."
Le ragazze se la filano con la coda fra le gambe e gli occhi iniettati di sangue. Per oggi sono salva, ma qualcosa mi fa pensare che non sia finita qui.
"Va tutto bene?"
Il Prof. Cortes mi tende la mano ed io l'afferro prontamente, senza obiettare. In questo momento lui è un angelo caduto che, vedendomi in difficoltà, è sceso dalle nubi per venirmi a salvare.



 

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Capitolo 4
*** Revelations ***


Revelations

"Si limitò a guardarmi. Quello sguardo mi disse tutto quello che c’era da dire."
Charles Bukowski


Nell'istante in cui accetto il suo aiuto incontro i suoi occhi azzurri e il suo sorriso.
"T'hanno fatto del male?"
Mi domanda lui vedendomi impacciata, a tratti scossa per ciò che è appena accaduto.
"Sto bene, ve ne sono infinitamente grata."
"T'andrebbe un caffè? Così puoi raccontarmi cos'è successo."
Mi chiede il giovane Prof. con gentilezza.
E' una persona diretta e alla mano, nonostante a primo impatto possa sembrare distaccato ed anche abbastanza severo.
"Si, certamente."
Ci dirigiamo verso il bar del Campus e, dentro di me, non posso fare a meno di pensare che nonostante qualche disavventura alla fine la vita mi ha sorriso. Se non fosse accaduto niente ora non sarei qui, seduta dinanzi al Prof. Cortes.
"Scusate se ve lo chiedo, ma non vorrei mai che questo nostro incontro le crei qualche problema..."
"Niente affatto! Stiamo discutendo di problematiche inerenti la vita nel Campus, non stiamo infrangendo il regolamento."
Afferma lui deciso, senza lasciare spazio ad obiezione alcuna.
"Ebbene?"
Il Prof. mi guarda dritta negli occhi mentre, con un gesto istintivo, si porta una mano sul mento, pensieroso. Gli racconto quel che ho sentito dire sul suo conto da quelle ragazze. Del fatto che credono sia uno di quei "bellocci" pieni di sé, di quelli che pur non essendo niente si sentono i "Padroni del Mondo". Del fatto che se la sono presa con me perché, passando di lì, ho udito le loro parole ed ho scelto di difenderlo con le unghie e con i denti.
"Immagino che ti abbiano presa di mira per il cambio posto di ieri. Non credevo che se la sarebbero presa così tanto."
Commenta lui come se parlasse fra sé e sé.
"Nemmeno io se è per questo."
"Grazie per avermi tutelato, Jasmine."
Anche se ci conosciamo appena non mi è sembrato giusto che lo infangassero. Per giunta il Prof. Cortes aveva ragione di rimproverarle: erano vestite in maniera indecente.
"Vi ricordate il mio nome?"
Siamo così tanti iscritti alla Facoltà di Lettere Moderne, quest'uomo deve avere una memoria d'acciaio.
"Come potrei dimenticare un nome tanto particolare. I tuoi genitori si sono ispirati ai racconti de "Le Mille e una Notte?"
"In realtà non saprei dirvelo, non gliel'ho mai chiesto. Però è probabile, è un mondo che mi ha sempre affascinata sin da quando ero bambina."
Trascorriamo assieme buona parte del pomeriggio, senza far caso allo scorrere del tempo.

"Il tempo è un mare in tempesta."
Dastan - Prince of Persia

"Ora devi scusarmi, ma ho una riunione tra pochi minuti."
Si congeda il Prof. dopo aver lanciato un'occhiata furtiva all'orologio.
"Vi ringrazio per la compagnia, ma soprattutto vi ringrazio per avermi aiutata Prof. Cortes."
"Grazie a te per avermi difeso da false accuse. Buon proseguimento Jasmine, a presto!"
"A presto!"
Ci dividiamo in corridoio, percorrendo strade opposte. Chissà se avrò ancora l'occasione di trascorrere del tempo sola con lui, di potergli parlare serenamente senza interferenze e senza troppi convenevoli.
Con la sola voglia di conoscersi guardandosi negli occhi.

 

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Capitolo 5
*** Moonlight ***


Moonlight

"Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro."
- Mark Twain -

"Wow! Vedo che non posso lasciarti sola nemmeno per un secondo!"
Esclama Coraline dopo averle raccontato l'accaduto, il mio incontro col Prof. Cortes.
"Come ti è sembrato il Prof.?"
M'interroga lei pervasa dalla curiosità.
"Una gran bella persona, dentro e fuori."
"Vedo che Cupido c'ha già messo lo zampino!" Sareste così belli assieme, Jasmine."
Esclama lei sorridente.
"Abbiamo solo preso un caffè insieme e poi, anche se volessimo le regole del Campus non ce lo permetterebbero."
"Suvvia, quanta rigidità! Basta non farsi scoprire no? Se hai bisogno di qualche consiglio, o di un aiuto da parte mia, non esitare a chiedere!"
"Ti ringrazio, sei un tesoro!"
Ci abbracciamo e pochi minuti dopo siamo già a letto. Lei si addormenta subito, russa come un ghiro, mentre io fatico a prendere sonno: ho troppi pensieri per la testa.
Continuo a fissare il soffitto, ma intravedo solo una notte senza sogni né stelle. Così, dopo averci riflettuto su m'infilo la vestaglia al volo ed esco fuori dalla stanza per fare due passi all'aperto. Nonostante il regolamento vieti le passeggiate notturne, almeno che non si possieda un valido motivo per vagare al crepuscolo come un vagabondo per i corridoi dell'Istituto. Esco in giardino coprendomi la testa con uno scialle ricamato a mano, che mia madre mi ha regalato di ritorno da uno dei suoi ultimi viaggi in India. A pochi metri da me noto una figura slanciata vestita di rosso carminio. I suoi capelli appaiono argentati sotto la luce della luna, ma in realtà sono scuri come la notte. Si volta di scatto e lo scorgo in volto: è il Prof. Cortes. Una raffica di vento solleva alcuni petali rossi dal roseto avvolgendo la sua eterea figura come in un abbraccio.
"Jasmine, sei proprio tu?"
Mi domanda lui con gli occhi iniettati di sangue.
"Prof. Cortes... si sente bene?"
Lo vedo strano, sofferente, non riesco a capire cosa stia realmente succedendo. Avanzo verso di lui finché la sua luce non si spegne, come accade alla luna quando cede il suo posto al sole.
"Prof.!"
Cade a terra privo di sensi e la paura s'impossessa di me come fosse un demone muta forma. Tento di sollevarlo da terra, invano. Gli resto accanto mentre penso a chi potrei rivolgermi per chiedere aiuto a quest'ora tarda.
"Jasmine... aiutami, ti prego."
Riesce a dire con un filo di voce una volta rinvenuto.
"Sono qui. Vado a chiamare un medico, vi chiedo solo di..."
"No! Nella maniera più assoluta. Ho affittato un appartamento dall'altra parte della strada. Puoi aiutarmi a raggiungerlo?"
Il suo tono è tutt'altro che autoritario, è la richiesta di un uomo forte che tuttavia possiede un tallone d'Achille.
"Si, certo."
Sarò il suo sostegno almeno finché non raggiungeremo il portone d'ingresso.
L'appartamento è piccolo ma ben arredato, ci sono quadri e libri sparsi in ogni dove... sembra una sorta di museo. Aiuto il Prof. Cortes a distendersi sul letto mentre m'afferra per un braccio per sussurrarmi: "Grazie."
Resto accanto a lui per il resto della serata chiedendomi cos'abbia, forse soffre di qualche malattia ma non vuole dirmelo. Adesso è troppo debole e un interrogatorio non gioverebbe al suo attuale stato di salute.
Il cuore batte forte, come il dubbio, come la paura dell'ignoto.

 

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Capitolo 6
*** What are you really? ***


What are you really?

“Per scorgere l'eternità in un granello di sabbia
e il paradiso in un fiore di campo
tieni l'infinito nel palmo della mano
e l'eternità in un'ora.”
- WILLIAM BLAKE -

Il mattino seguente ho due occhiaie da far invidia al "L'uomo senza sonno". Il Prof. Cortes, invece, sembra essersi ripreso anche se lo vedo particolarmente opalino. Si alza dal letto avviandosi verso la cucina come se niente fosse.
"Cosa preferisci per colazione? Delle uova alla Benedict, waffle, del caffè o qualcos'altro?"
"Posso pensare io alla colazione, siete ancora debole Prof. dovete riposare."
"Puoi chiamarmi William. Qui non siamo al Campus e poi, mi sento meglio adesso ed è solo grazie a te."
Afferma lui mentre è indaffarato con i fornelli.
"Dico sul serio, se posso essere d'aiuto..."
"Hai già fatto abbastanza, Jasmine. In realtà sono anemico, per questo ho perduto i sensi ieri notte. Per il mio male non esiste una cura specifica."
Mi spiega William dopo aver portato a tavola la tipica colazione americana.
"Prendi tutto quello che vuoi, non fare complimenti. Fai come fossi a casa tua."
"William, tu non mangi niente?"
Gli chiedo dopo aver notato che il suo piatto è vuoto.
"Si certo, ma dopo di te. Non vorrei guastarti l'appetito."
Afferma semplicemente.
Quando finisco di mangiare, William apre il frigo ed estrae dei ritagli di carne. A primo impatto sembrano frattaglie. Le mette su un piatto piano, senza cuocerle, ed inizia a sgranocchiare.
"Perdonami per lo spettacolo indecente, ma questo è l'unico modo per mantenermi in forze e sconfiggere il mio male."
Mi spiega vedendomi perplessa di fronte a quel pasto fuori dagli schemi.
"Non fa niente. L'importante è che tu stia bene e che recuperi appieno le forze."
"Il tuo ragazzo sa che sei qui? Intendo, a casa di un perfetto sconosciuto..."
Mi domanda senza troppi fronzoli.
"Quale ragazzo? In verità non l'ho detto a nessuno, non ne ho avuto il tempo."
"Credevo ne avessi uno. Sono rare le ragazze come te, credo tu sappia a cosa mi riferisco, Jasmine."
Argomenta lui.
"Non sono poi così perfetta."
Rispondo un po' imbarazzata.
"In questo caso sai celare molto bene i tuoi difetti."
Restiamo a fissarci per un lasso di tempo indecifrabile. Sembra il fermo immagine di un film prima della scena del bacio. Lui poi è così affascinante... sembra un miraggio. Ha 30 anni appena, ma sembra averne vissuti molti di più.
"Tra non molto inizieranno le lezioni. Se non te la senti di andare puoi restare qui e riposarti un po'. Potrei lasciarti delle dispense e al mio ritorno..."
Lui continua a parlare, ma la mia mente viaggia su sentieri sconosciuti.
Poco fa avevo quasi archiviato il fatto che lui fosse il Prof. Cortes, ormai l'avevo rinominato semplicemente William come William Blake, il poeta maledetto.
"Faresti questo per me?"
"Certamente! Mi sembra il minimo dopo l'aiuto di ieri sera."
Pervasa dalla stanchezza e da un senso di rilassamento dovuto alla "quiete dopo la tempesta", mi corico sul divano. Invio un messaggio alla mia compagna di stanza: "Non preoccuparti per me, sto bene. Ci vediamo dopo le lezioni e ti spiego tutto." Breve ma coinciso. Dopodiché, non appena William abbandona l'appartamento per recarsi al Campus, m'addormento come un sasso.
I miei sogni sono confusi, narrano storie mai vissute, amori mai nati, verità scomode da mandare giù. Che siano premonizioni, oppure, semplici paure infondate? Il Prof. Cortes è così gentile, perché mai dovrei dubitare?

“Se il Sole e la Luna dovessero dubitare,
subito si spegnerebbero.”
- WILLIAM BLAKE -

 

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Capitolo 7
*** Was it a dream? ***


Was it a dream?

"I mostri sono reali e anche i fantasmi sono reali.
Vivono dentro di noi e, a volte, vincono."
- Stephen King -

M'aggiro per i vicoli della città senza una méta prestabilita. Fuori è buio pesto e le strade sono deserte, illuminate solo a tratti da qualche vecchio lampione in stile londinese. Mentre avanzo nell'oscurità sento che i miei arti sono leggeri come piume, come se io fossi una figura incorporea. Attraverso la fitta nebbia e, dinanzi a me, si presenta uno spettacolo a dir poco raccapricciante: un uomo alto, dai lunghi capelli scuri con un cilindro sulla testa ha appena ucciso una persona. Credo si tratti di una giovane donna, nonostante il suo volto appaia sfigurato mentre quello di lui è nitido... la sua espressione soddisfatta, agghiacciante. Solleva il viso di scatto e il mio cuore inizia a palpitare come se volesse uscirmi dal petto. E' proprio lui, il Prof. William Cortes, ma cosa sta facendo? No. Mi rifiuto di credere che sia capace di un azione tanto riprovevole. Cerco di fuggire, ma i miei arti sono inerti. Così, decido di chiudere gli occhi almeno eviterò di vedere il seguito... ma le mie palpebre sembrano sorrette da due pinze. L'osservo mentre la deturpa, come farebbe un primitivo con la sua preda o un macellaio. Urlo talmente forte da dolermi le corde vocali, urlo con tutto il fiato che ho in gola. Desidero che tutto questo finisca, William deve fermarsi. Nonostante i miei sforzi, per lui è come se non esistessi e completa la sua opera privando la sua vittima di un cuore ancora pulsante.

"Basta! Non farlo, ti scongiuro!"
Urlo disperata nel vano tentativo di richiamare la sua attenzione. Inizio a piangere e nelle mie lacrime è racchiuso un dolore che non dà pace.
"Svegliati, Jasmine."
La sua voce mi riporta all'appartamento, in New Jersey. La prima cosa che vedo aprendo gli occhi sono le sue iridi azzurre e mi rassereno. Nulla di tutto ciò era reale, si trattava solo di un brutto sogno.
"William, sei proprio tu..."
Lui si siede accanto a me sul divano e mi rendo conto che la mia reazione è stata eccessiva.
"Che cos'hai sognato?"
"Niente che valga la pena narrare. Per fortuna era solo il frutto della mia fervida immaginazione."
Un frutto marcio.
"C'ero anch'io? Nel sogno intendo..."
"Si, ma preferisco la vita reale."
Anche perché quello non era un sogno, ma un incubo terribile. Quel mostro aveva il volto di William ma so per certo che non era lui.
"Sono sempre stato un sognatore, ma in questo caso sono perfettamente d'accordo con te."
Sentendolo così vicino finisco con l'archiviare i pensieri negativi. Nonostante lui sia un mio insegnante, non riesco a fare a meno di osservarlo e apprezzarlo in primis come uomo. William è così sensibile, onesto, gentile... potrei scrivere un libro per quante sono le cose che amo della sua personalità. Chiudo gli occhi e lui fa lo stesso. Fra di noi è scattata la scintilla, anche se so che è ancora presto per parlare d'Amore. Quando lo vedo il mio cuore sussulta, mentre i miei occhi finiscono inevitabilmente col cercare i suoi. Ci baciamo e il resto del mondo scompare. Scivoliamo sul divano restando abbracciati, anzi, è William che mi tiene stretta contro il suo petto. Forse per paura di perdermi o che io possa andar via.
"Mi è bastato un solo giorno, una sola notte in tua compagnia, per capire quanto sei preziosa. Ti voglio nella mia vita Jasmine, spero per te sia lo stesso."
Afferma lui con una tale dolcezza che fatico a trattenere la commozione.
"Per me è bastato un solo sguardo e mi sei entrato dentro, come un fulmine a ciel sereno."
Non esistono parole che siano in grado di descrivere le miriadi di sensazioni che attraversano le mie viscere in questo momento. Sento che la mia vita sta per cambiare, in meglio. So anche che non sarà facile per la differenza di età, ma soprattutto a causa del regolamento del Campus. Lui mi piace più di chiunque altro e, se resteremo uniti, ce la faremo. Un nuovo bacio, ancor più dolce e passionale del primo, ci fonde e diveniamo una cosa soltanto.
Siamo talmente felici da poter sfiorare il cielo con un dito.

Koi no yokan (Giapponese):
"Incontrare qualcuno e sapere di essere destinati ad innamorarsi a vicenda"

 

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Capitolo 8
*** Hidden Truths ***


Hidden Truths

"Chi non osa cogliere la spina non dovrebbe mai desiderare la rosa.
[He that dares not grasp the thorn should never crave the rose]."
Anne Brontë, La via stretta, 1848


"Si è fatto tardi, forse è meglio che vada da Coraline. Le avevo detto che sarei rientrata al dormitorio luna dopo le lezioni."
Invece ho trascorso buona parte del pomeriggio con William, nel suo appartamento, e mi sono completamente dimenticata di tener fede alla mia promessa.
"Se devi andare vai, Jasmine. Mi piacerebbe che tu venissi a vivere qui, potremmo trascorrere più tempo assieme e conoscerci approfonditamente. Ciò non toglie che il regolamento del Campus mi preoccupa, sarà complicato fingere che tra di noi non ci sia nulla che vada aldilà del rapporto Prof. - Studente. Generarti dei problemi è l'ultima cosa che desidero, non voglio che tu soffra a causa mia."
Il suo ragionamento non fa una piega. Anch'io la penso allo stesso modo.
"Sarebbe meraviglioso vivere sotto lo stesso tetto. Ma non faranno storie se scoprono che ho lasciato il dormitorio luna? Temo che qualcuno possa fare la spia, come le ragazze che mi hanno aggredita l'altro giorno (ad esempio)."
"Se è per questo non devi preoccuparti, i controllori nono sono autorizzati ad accedere alle camere da letto degli studenti. In ogni caso credo sia molto più rischioso continuare ad incontrarsi a metà strada, o di nascosto, all'interno del Campus. Qualcuno potrebbe vederci e s'insospettirebbero ancora di più. Puoi fidarti di Coraline?"
"Si certo, siamo amiche. Lei mi difende sempre a spada tratta."
"Bene. Se deciderai di trasferirti da me, è preferibile che lei dica che condividete la stessa stanza al dormitorio affinché nessuno venga a conoscenza della verità... almeno per il momento. Sono in palio il tuo futuro e la mia carriera, Jasmine. Se dipendesse da me non oserei mai celare ciò che proviamo l'un l'altra, ma non vedo altra soluzione."
"Cosa provi per me?"
La domanda sorge spontanea.
"Secondo te?"
"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda!"
William scoppia a ridere ed io lo seguo. La sua risata è contagiosa.
"Jasmine, puoi passarmi il cellulare per favore?"
Mi chiede all'improvviso.
"Si, certo."
Gli passo il suo telefono ma lui aggiunge: "Non il mio, ma il tuo tesoro."
E' la prima volta che mi chiama così, non vorrà mica corrompermi?
"Vuoi controllare personalmente se ho un fidanzato?"
Ironizzo.
William lo prende fra le mani digitando velocemente alcuni caratteri, dopodiché me lo restituisce.
"Fatto. Ora possiedi il mio numero personale."
Controllo in rubrica ed ha salvato il contatto col nominativo "Aladdin".
"Ma dai! Ora ti faccio uno squillo, così puoi salvarti il mio."
"Aladdin e Jasmine, come la fiaba orientale della Disney."
Commenta lui divertito.
"Anche se sono un po' troppo pallido per essere Aladdin."
Aggiunge in chiave ironica.
"Grazie di cuore, per tutto."
"Sono io che devo ringraziarti, Jasmine."
"Per stasera torno al dormitorio, ci sentiamo dopo!"
"Okay. Per qualsiasi cosa non esitare a chiamare e sarò subito da te."
Prima di abbandonare l'appartamento, recupero le mie cose sparse in giro per il salone.
Quando raggiungo la soglia d'ingresso William mi viene incontro per salutarmi, poi m'attira verso di sé e mi ruba un bacio. Fatico a resistere al fascino che esercita su di me, ogni volta che siamo così vicini il mio cuore s'imbizzarrisce come farebbe una cavallo senza briglie. Ci conosciamo appena, ma è come se le nostre vite fossero destinate sin dal principio.
"Sogni d'oro Jasmine."
"Buonanotte William."
Torno al dormitorio luna e, non appena busso alla porta del mio alloggio, viene ad aprirmi Coraline che m'abbraccia forte come se non ci vedessimo da secoli.
"Jasmine! Sono così felice di rivederti! Su, entra."
Esclama lei sorridente.
Una volta superata la porta la chiudo a chiave dietro le mie spalle e le racconto ogni cosa, dal malore del Prof. Cortes, ovvero il mio William, del fatto che ci siamo subito presi e...
"Jasmine! Dici sul serio?? Non mi stai raccontando delle frottole vero?"
Mi chiede Coraline incredula, facendo gli occhi a cuoricino.

"Si dice vi siano vite unite fra loro nel tempo, legate da un'antica chiamata, che riecheggia nelle Ere: il Destino."
- Prince of Persia -


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Capitolo 9
*** William... ***


William...

"No, non ti sto mentendo! So che sembra assurdo, ma è andata proprio così."
"Allora, com'è stato?"
Coraline è la curiosità fatta persona.
"Com'è stato cosa?"
"Beh, intendevo dire... com'è stato fare l'amore con lui."
Risponde picchiettandosi le dita.
"Non siamo arrivati fino a quel punto, è ancora presto. Però ci sono stati diversi baci e abbracci. William era molto debole dopo lo svenimento, non avremmo potuto farlo in ogni caso. Ti confesso che non mi ero mai sentita così, Coraline. Mi sono lasciata andare... c'è stata una chimica particolare fra di noi, soprattutto quando siamo rimasti soli nel suo appartamento."
Sono sensazioni che non saprei descrivere a parole. Le avverti sulla tua pelle e le vivi ancor prima di poterle metabolizzare.
"Io me lo sentivo che vi sareste innamorati. Il Prof. Cortes non poteva non notare una ragazza come te Jasmine, sei unica nel tuo genere e poi... quando ti sei schierata dalla sua parte l'altro giorno, devi aver fatto breccia nel suo cuore."
Mi confessa Coraline con sguardo trasognante.
"Forse è così, o semplicemente era destino. Se non fossi uscita a prendere una boccata d'aria non ci saremmo mai incontrati. William, debole com'era, non avrebbe mosso nemmeno un passo da solo e sarebbe rimasto sull'erba privo di sensi per chissà quanto tempo."
"E' stato un gesto eroico da parte tua, Jasmine. Lui si è avvicinato a te anche per questo motivo, secondo me."
Mentre chiacchieriamo distese a pancia in giù sul letto, mi arriva una notifica.
Afferro il cellulare e leggo il messaggio: "Sei già rientrata, mia cara?"
"E' da parte di William."
Annuncio a Coraline che muore di curiosità.
"Che dice il bel tenebroso?"
"Vuole sapere se sono tornata sana e salva al dormitorio luna. E' molto gentile e premuroso."
Mentre parlo con lei rispondo al messaggio. Qualche minuto dopo mi arriva una nuova notifica, sempre da parte di William: «Quando non sarai più parte di me ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte.»
E' un frammento tratto da Romeo & Giulietta di William Shakespeare. Coraline è vicino a me e partecipa al mio entusiasmo.
"Cosa gli risponderai, Jasmine? Questa si che è una dichiarazione d'Amore! Puoi domandargli se ha un fratello gemello? Va bene anche un fratellastro."
Ironizza lei.
"Gli risponderò per le rime."
Così dicendo inizio a scrivere e ad immaginarlo come se fosse seduto qui, accanto a me.
«Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?»
Il tempo di digitare e premo invio. Sembra uno scambio epistolare, come si usava fare tanto tempo fa prima che nascessero i telefoni. Lui continua a rispondermi stando al gioco: «Amami o odiami, entrambi sono a mio favore. Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore, se mi odi, sarò sempre nella tua mente.»
Risponde con la velocità con cui una freccia trafigge il suo bersaglio.
«Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente.»
Replico pochi secondi dopo. Lui non demorde, continua a scrivere ininterrottamente frasi di una profondità infinita. Mi corteggia con le parole, mi fa entrare ancora di più nel suo mondo fatto di libri, sogni e realtà a volte troppo amare da mandare giù.
«Tutti i giorni son notti per me, finché io non ti vedo, e giorni luminosi son le notti quando mi appari in sogno.»
Risponde lui con prontezza.
«Buonanotte, buonanotte! Separarsi è un sì dolce dolore, che dirò buonanotte finché non sarà mattino.»
Concludo, anche se a malincuore.
Spero tanto che stanotte venga a trovarmi nel mondo dei sogni,
anche se dovesse durare solo un istante.


 

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Capitolo 10
*** Jealousy ***


Jealousy

"L’amore è forte come la morte; la gelosia è crudele come la tomba."
- William Shakespeare -

Il giorno seguente io e Coraline ci rechiamo in aula, dove tra non molto si terrà la lezione del Prof. Cortes. All'interno del Campus siamo costretti a comportarci diversamente rispetto a quando siamo soli, con la riverenza e il distacco che tipicamente bisogna avere tra Prof. e allievo. William mi ha chiesto se desidero diventare la sua assistente personale, così avremo modo di parlare e di trascorrere più tempo assieme anche all'interno dell'Istituto. Senza destare sospetti o dare troppo "nell'occhio". Ovviamente dovremo evitare le effusioni, o la nostra copertura finirà col cedere.
Mi siedo accanto alla cattedra, per inaugurare il mio primo giorno come assistente. William entra in aula salutando tutti educatamente. So che anche lui in questo momento si sta trattenendo, vorrebbe avvicinarsi a me e salutarmi con un bacio com'è suo solito, ma non può farlo.
"Buongiorno Signorina Grayson."
"Buongiorno Prof. Cortes."
Il nostro Amore è appena sbocciato e dobbiamo celarlo agli occhi del Mondo.
Durante la lezione William evita di guardarmi, si concentra anima e corpo sulla lezione cercando di dare il meglio di sé.
"L'argomento del giorno sono i poeti maledetti e il loro rapporto con l'amore."
La prima cosa che mi viene in mente sono i messaggi che ci siamo scambiati stanotte, messaggi lunghi come papiri che hanno raggiunto le prime luci dell'alba per poi dissolversi come neve al sole.
La lezione di letteratura prosegue ininterrottamente per ben due ore consecutive. Quando usciamo dall'aula io, William e Coraline ci rechiamo al bar del Campus per un caffè al volo.
"Devi scusarmi, avrei voluto fissarti per tutto il tempo ma non ho potuto. Avrebbero subito compreso cosa provo per te."
Mi confessa lui una volta usciti dalla classe, non appena Coraline ci assicura che non c'è nessuna scocciatura a ore 12.
"Non preoccuparti, recupereremo il tempo perduto una volta a casa."
"Verrai a stare da me? Dici sul serio?"
"Si, devo ammettere che non vedo l'ora!"
Il discorso termina lì, poiché Coraline mi fa segno da lontano che ci sono guai in vista.
Si tratta delle due ragazze con cui mi sono scontrata l'altro giorno.
"Buongiorno Prof. Cortes!"
Ma quanto sono false e patetiche quelle due?
"Buongiorno ragazze."
"Tu devi essere la nuova assistente, non rimembro il tuo nome..."
Dice la ragazza bionda con un po' di stizza.
"Jasmine."
Rispondo senza darle il tempo di terminare la frase con qualche insinuazione fuori luogo.
Ad un certo punto Jessie, ovvero la bionda, si avvicina per bisbigliarmi nell'orecchio.
"Te lo sei già scopato? Se no potresti lasciargli il mio numero."
Dice con un sorriso maligno sul volto, nel sottolineare quelle parole oscene.
L'istinto mi suggerisce di prenderla a pugni, a quel richiamo così prepotente proprio non riesco a resistere. Così, dopo averla sopportata fin troppo a lungo, le regalo un ceffone talmente forte che Jessie si ritrova a baciare il pavimento. William mi guarda attonito.
"Questa me la pagherai! Maledetta sgualdrina!"
Urla la ragazza inferocita, mentre si rialza da terra con l'aiuto della sua amica vipera Sophie. Jessie tenta ancora una volta di mettermi le mani addosso, ma William s'intromette impedendoglielo.
"Ora basta! Se non la piantate immediatamente vado dal Rettore!"
 A quell'avvertimento che risuona come una minaccia, le due iene si dileguano con la coda fra le gambe lasciandomi finalmente sola con lui.
"Posso sapere cosa diavolo ti è preso? Vuoi metterti nei guai per caso?"
Mi domanda lui un po' alterato.
"Io non volevo, te lo posso giurare. Quella ragazza mi ha istigata..."
"Lo so, posso immaginare come tu ti sia sentita. Andiamo, conosco un posto tranquillo dove potremmo parlare un po'."
"Ti raggiungo tra poco, devo andare da Coraline."
"Ok. Ci vediamo all'Hamilton Park tra 30 minuti, non tardare mi raccomando."
Nel frattempo, raggiungo la mia amica e la ringrazio per l'aiuto e il supporto che sta dando a me e William.
"Lo sai che lo faccio volentieri, Jasmine. Ora vai, William sarà in pensiero per te."
Quando raggiungo il parco lo trovo deserto, talmente arido che potrei persino avere un miraggio.

 

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Capitolo 11
*** Everything under control ***


Everything under control

"I parchi sono pieni di segreti: sentono le confidenze che si fanno gli innamorati, gli amici e le persone che si incontrano sulle panchine."
(Anonimo)

William mi aspetta seduto su una panchina con uno dei suoi libri di letteratura fra le mani. Vedendomi arrivare lo mette via e m'invita a sedermi accanto a lui.
"Sono dispiaciuta per l'accaduto, ammetto di aver avuto una reazione eccessiva."
Mi giustifico.
"Ho sentito quello che ti ha detto quella ragazza, non hai nulla da farti perdonare. Vorrei solo evitare ulteriori scontri Jasmine, avere dei nemici ora come ora complicherebbe solo le cose. Potrebbero decidere di vendicarsi e rendere la nostra vita un Inferno."
"Non ho resistito quando ha iniziato a parlare male di te, di noi. So di aver sbagliato e mi dispiace averti mostrato il lato peggiore di me."
"Almeno ora so che anche tu hai dei difetti. Non pensiamoci più, ora siamo soli e nessuno potrà importunarci."
William mi circonda la vita con le braccia, posando lo sguardo su di me.
"Non vedevo l'ora di poterti guardare negli occhi, senza il timore che qualcuno possa calpestare i nostri sentimenti. Ci tengo troppo a te, se dovessi perderti non lo sopporterei."
Mi dichiara lui apertamente.
Quando stiamo insieme il resto del Mondo scompare. Svaniscono i pensieri negativi, le insicurezze e i vecchi rancori. Penso solo a quanto sono stata fortunata ad incontrarlo, al fatto che riesce ad amare persino le mie lacune.
"Tra non molto ho un'altra lezione, se preferisci tornare al dormitorio luna ci sentiamo più tardi... altrimenti ci vediamo direttamente domani."
Esordisce lui.
"Veramente pensavo di trasferirmi a casa tua stasera stessa. Almeno non faremo avanti e indietro per vederci."
"Non devi sentirti obbligata Jasmine. Se non te la senti, o se pensi che sia troppo presto per questo passo, ti aspetterò. Continuerò a sostenerti qualsiasi sia la tua scelta."
"Voglio stare con te, non desidero altro William."
Lui mi guarda con gli occhi lucidi, poi sorride stringendomi forte a sé.
"Sono felice di sentirtelo dire. Devi sapere che, anche se ci frequentiamo da poco tempo, credo decisamente di aver perso la testa per te."
Afferma William, per farmi intendere che non si tratta di una semplice infatuazione.
Vedendolo in aula a primo impatto non mi aveva dato questa sensazione, non sembrava tanto caloroso e bisognoso d'affetto. Mi sbagliavo. Quando mi sfiora con le mani, o anche solo con lo sguardo, avverto tutto il suo ardore che travolge la mia intera essenza come farebbe una tempesta di sabbia nel cuore del deserto. Le sue sabbie (membra) bianche m'inebriano, mentre le sue oasi (iridi) azzurre catturano la mia attenzione.
"Oggi pomeriggio, dopo aver studiato, ho intenzione di fare le valigie. Verrò finalmente a stare da te!"
Gli annuncio con entusiasmo.
"Non potevi darmi notizia più lusinghiera, mia cara."
Le sue labbra sono come il flauto di un incantatore di serpenti. Il loro dolce richiamo per me è irresistibile. Restiamo lì, avvinghiati come due teneri amanti. William non esita a baciarmi nonostante ci troviamo in un luogo pubblico. Mi ha tranquillizzata dicendomi che a quest'ora del giorno il Parco non pullula di persone, ma nonostante ciò la paura di venire scoperti in fragrante è sempre lì... come una voragine aperta sotto i nostri talloni.
"Non temere Jasmine, conosco bene questo posto. E' abbastanza distante dal Campus e fin'ora non ho mai incontrato nessuno che conosco aggirarsi da queste parti."
"William, quando finirà tutto questo? Quando riusciremo a scorgere la luce del sole, ad amarci senza doverci continuamente nascondere nell'ombra?"
Lui mi guarda con comprensione, sfiorandomi il viso con le sue dita affusolate.
"Se solo potessi cancellerei per sempre questo fardello dal tuo cuore. Ma non posso... non ancora. Si sistemerà ogni cosa, te lo posso assicurare. Ti fidi di me?"
"Ciecamente. Non voglio farti pressioni, siamo già abbastanza incasinati. Vorrei solo un po' di tranquillità anche al di fuori delle quattro mura."
"L'avremo, dobbiamo solo essere pazienti e tenere duro ancora per un po'."
"Non te l'ho ancora detto ma..."
William mi guarda incuriosito, mentre mi diverto a tenerlo sulle spine.
"Sei stato il mio primo bacio."

Questo amore
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso
negato dimenticato
Perché noi l’abbiamo perseguitato ferito
calpestato ucciso negato
dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
E’ tuo
E’ mio
E’ stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l’estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarsi soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
Il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l’ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me e per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me per tutti gli altri
Che non conoscono
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.
- Jacques Prevert -

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Capitolo 12
*** Two Hearts under one roof ***


Two Hearts under one roof

"Dubita che le stelle siano fuoco,
dubita che il sole si muova,
dubita che la verità sia mentitrice
ma non dubitare mai del mio amore."

- William Shakespeare -
 
"Sei proprio sicura di voler andare?
Mi chiede Coraline in apprensione sapendo che molto presto andrò a vivere con William, sotto lo stesso tetto.
"Si, sento che è la cosa giusta da fare. Coraline, mi prometti che se dovessero dubitare o venirmi a cercare, dirai che sono ancora la tua compagna di stanza?"
"Certo. Non potrei mai tradire la tua fiducia e poi sei l'unica amica sincera che ho Jasmine, per me sei come una sorella. Il Prof. Cortes è un uomo fuori dal comune: è così colto, intelligente, gentile. So per certo che sarai in buone mani, amica mia."
"Grazie di cuore."
Ci abbracciamo sulla soglia mentre, con la coda dell'occhio, m'assicuro che nessuno mi stia spiando.
"Ci vedremo comunque a lezione, durante le pause, ma anche fuori da queste quattro mura. Non è un addio, stai facendo molto per me e William, non lo dimenticheremo mai."
Le dichiaro con un pizzico di malinconia.
"Ora vai, prima che io inizi a piangere."
Afferma lei con gli occhi lucidi.
Raggiungo l'appartamento di William in tarda serata, non appena il corridoio si sgombera e vengono spente le luci del dormitorio. Busso alla porta tre volte e lui viene subito ad aprirmi.
"Pensavo c'avessi ripensato! Vieni Jasmine entra, ora è anche casa tua."
Esclama dedicandomi un ampio sorriso.
"Scusa il ritardo, ma stavo aspettando il momento più opportuno. Oggi al Campus c'era un gran fermento!"
William m'abbraccia senza preavviso, afferrando la valigia con dentro le mie cose per portarla in casa.
"Purtroppo c'è una sola camera da letto. Io dormirò sul divano, non c'è alcun problema."
Si fa avanti lui non appena supero la porta d'ingresso.
"Non ce n'è bisogno, possiamo dormire insieme."
"Dico sul serio, Jasmine. Non devi preoccuparti per me, per quel che riposo il divano è più che sufficiente."
William reagisce in questo modo da quando gli ho confessato che, prima di lui, non ho mai avuto un ragazzo né tantomeno una relazione importante. E' molto premuroso nei miei riguardi, sarà perché è più grande di me e sente il dovere di proteggermi. Se necessario anche da me stessa. Il tempo di sistemare le mie cose e una grande stanchezza viene a farmi visita. William si sdraia sul divano indossando un pigiama leggero, coprendosi con un plaid per metà busto. Tira fuori un libro di Kafka e, al posto di dormire, inizia a leggere. Nel frattempo mi preparo per andare a letto, indossando una camicia da notte ed un paio di ciabatte a forma di unicorno che mia madre mi ha regalato prima che partissi. Mi avvicino a William per dargli la buonanotte e lui mi ricambia con un bacio, aggiungendo: "Sei insieme la quiete e la confusione del mio cuore. Buonanotte Amore." La sua cultura, unita ad una spiccata intelligenza, sono due aspetti che mi colpiscono molto di lui. E' affascinante, non posso negarlo, ma la sua vera bellezza è racchiusa nel modo in cui mi guarda e nelle sue gesta. Provo ad addormentarmi ma non ci riesco, mi giro e mi rigiro nel letto in continuazione finché non decido di alzarmi per andare a prendere un sorso d'acqua. Attraverso il salone e noto che anche William è ancora sveglio.
"Va tutto bene tesoro? Non riesci a dormire? Può capitare quando si cambia residenza."
Esordisce lui.
"Devo giusto abituarmi al letto matrimoniale, prima ne avevo uno a castello molto meno ampio e confortevole. Nemmeno tu riesci a riposare?"
"Io soffro d'insonnia, dormo di rado ma fortunatamente mi basta poco per star bene."
Afferma lui mentre fa posto sul divano per farmi accomodare.
"Jasmine, c'è una cosa molto importante che devo assolutamente dirti. E' giunto il momento che tu lo sappia, io..."
To be continued.

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Capitolo 13
*** My Immortal ***


My Immortal

"Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti."
- Dracula di Bram Stoker -

William mi guarda dritto negli occhi. Sento che sta per dirmi qualcosa di sconvolgente, ma non ho la minima idea di che cosa si tratti.
"Jasmine puoi promettermi che, dopo ciò che ti dirò, i tuoi sentimenti non muteranno?"
Adesso ho quasi timore di chiedergli di cosa si tratta. E se avesse ucciso qualcuno? Oppure, se non fosse l'uomo che pensavo?
"Io non potrei mai smettere di amarti, William."
"In questo caso sarò diretto, voglio essere sincero con te. Jasmine, io sono un vampiro."
Rimango un po' a fissarlo incredula ma poi, pensandoci bene, mi rendo conto che questa risposta è sempre stata ad un palmo dal mio naso. Mi son fatta molte domande, ho notato qualcosa di diverso in lui, ma quella diversità mi ha sempre attratta e mai spaventata. Forse in parte lo avevo intuito, ma non m'interessava saperlo, perché mi sarei innamorata comunque di lui anche se lo avessi sempre saputo.
"Immagino il tuo stupore. Avrei voluto dirtelo quando sei venuta qui per la prima volta, ma non ne ho avuto il coraggio. Temevo che m'avresti ripudiato. Stare con te è un elisir di lunga vita, credevo che la verità ti avrebbe spaventata e che avresti preso le distanze da me. Al solo pensiero disperavo, anche se so che avrei dovuto essere sincero sin dal principio."
Afferma lui con rammarico.
"Non mi hai nascosto nient'altro, vero? E' qualcosa che va ben oltre la ragione, lo ammetto. Ho sempre creduto che i vampiri fossero un mero frutto dell'immaginazione, generati da qualche mente geniale. Mai avrei pensato che potessero esistere nella vita reale."
Di lui so di potermi fidare, ma faccio veramente fatica a metabolizzare quel che mi ha appena confessato. Mi sono innamorata di un essere immortale senza esserne a conoscenza, spero soltanto che non si stia prendendo gioco di me.
"Per dimostrarti che sono sincero, che oltre a questa cosa non ti ho mai mentito, mi sottoporrò ad un piccolo esperimento."
William afferra uno dei suoi coltellini da collezione, che conserva gelosamente in una vetrina. Si tira su una manica e fa scattare la lama, dopodiché si ferisce un polso di proposito.
"Oh Mio Dio!"
Osservo la scena allibita e il cuore inizia a battere talmente veloce, che sembra volermi uscire dal petto. La ferita si riassorbe, guarendo come per magia dopo pochi secondi. Non un rivolo di sangue sulle sue vesti, né tantomeno una cicatrice.
"Hai visto? Non mi sono fatto niente. Sono immune da ciò che potrebbe ferire, o persino uccidere, un comune mortale."
Esclama lui come se niente fosse.
"La tua anemia, quindi, non è mai esistita?"
"Non si tratta di una comune anemia, ma piuttosto di una carenza. Cibandomi solo di frattaglie di origine animale, anziché di sangue umano, il mio corpo ne risente e a volte collassa."
"Se hai bisogno di sangue umano posso offrirti il mio. Non voglio che tu stia male, è stato terribile l'altro giorno... vederti in quello stato mi ha uccisa."
"Jasmine, non potrei mai approfittare della tua generosità! Sono trascorsi molti anni dall'ultima volta che ho accettato del sangue umano. Mi sentivo rinvigorito, ma al contempo vivevo ogni giorno della mia lunga esistenza lottando contro i sensi di colpa e poi, se dovessi perdere il controllo potrei persino ucciderti."
Posso capirlo, lui è come me. Dietro quella corazza si nasconde un animo nobile e gentile, William preferisce soffrire in silenzio, assestare il colpo piuttosto che lasciarsi aiutare condividendo con la sua dolce metà il suo fardello.
"Non puoi continuare a sopportare tutto questo! Tu non sei solo, non più. Io Ti Amo e non ti permetterò di auto-lesionarti, perciò ti scongiuro: accetta il mio aiuto."

"Non si può dire al sole "più sole". O alla pioggia "meno pioggia". Per un uomo, la geisha può essere solo una moglie a metà. Siamo le mogli del crepuscolo. Eppure appendere la gentilezza, dopo tanta poca gentilezza, capire come una bambina con più coraggio di quanto creda, trovi le sue preghiere esaudite, non può chiamarsi felicità? Dopo tutto, queste non sono le memorie di un'imperatrice, né di una regina. Sono memorie... di un altro tipo."
Dal film "Memorie di una geisha" di Rob Marshall

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Capitolo 14
*** Aishiteru ***


Aishiteru

“Bacio. Primula nel giardino delle carezze.”
- PAUL VERLAINE -
 
" Ti Amo anch'io Jasmine, è proprio questo il punto."
Vorrei poter fare di più, ma so anche che lui è un gran testardo e che quando si mette in testa qualcosa è difficile fargli cambiare idea.
"William io..."
"Non potrei desiderare di meglio."
Afferma stringendomi fra le sue braccia.
"Adesso ho te."
Scivolo su di lui e restiamo distesi l'una sull'altro, guardandoci negli occhi senza dire una parola. Lo bacio ancor prima che possa prendere l'iniziativa e quei problemi, che fino a poco fa ci tormentavano, ora sembrano solo un lontano ricordo.
"Non ho mai guardato nessuno come ora contemplo te."
Mi confessa avvolgendomi insieme a lui sotto il plaid.
"Hai avuto molte storie?"
"No, o almeno non sono state importanti. Perché me lo chiedi?"
"Ero curiosa, tutto qui."
O gelosa? MmMm...
"E tu? Eri seria quando hai detto che non hai mai avuto un ragazzo?"
"No, nessuno. Aspettavo il "Principe Azzurro", ma..."
Temporeggio.
"... Ho incontrato il Principe delle Tenebre."
Concludo con una nota d'ironia.
"Ho deluso le tue aspettative?"
"Niente affatto! Forse le hai persino superate."
Tra un discorso e l'altro è già notte fonda. Finisco con l'addormentarmi sul divano, mentre William mi concede che il suo petto mi faccia da cuscino.
Le sue notti sono crepuscoli privi di sogni, illuminati dalla luce della luna e dalla speranza che un giorno non troppo distante lui possa sentirsi libero di amare. Libero dalle catene del suo stato attuale e dai pregiudizi della gente. Quando stiamo insieme mi sento al sicuro, se fosse stato diversamente dubito che mi sarei lasciata andare fra le sue braccia come "la bella addormentata".
Quando mi desto il mattino seguente lui non c'è più, è svanito come la nebbia alle prime luci dell'alba.
Però, ha appeso un foglietto al frigo con su scritto un messaggio per me: "Buongiorno cara, scusami se sono uscito senza preavviso ma dormivi così profondamente... non volevo disturbarti. E poi, credo che sia la cosa migliore per entrambi raggiungere il Campus separatamente, vista la situazione. Sul tavolo c'è la copia delle chiavi dell'appartamento. 1Aishiteru, William."
Di tutto il discorso quel che mi è rimasto più impresso è "Aishiteru". Sapere che i miei sentimenti sono corrisposti è meraviglioso.
Mentre mi preparo per raggiungere William al Campus immergendomi nella sua vasca da bagno, sento le farfalle nello stomaco. E' una sensazione totalmente nuova per me; fin'ora ho avuto al massimo delle infatuazioni, non ero mai stata innamorata. Trascorro una ventina di minuti a fantasticare, immaginando che William sia qui con me. M'insapono per bene e avverto ancora il suo profumo, quello della sua pelle delicata, sento ancora i suoi baci passionali vivi come fiamme sulle mie labbra. Temo che sarà sempre più difficile fingere che fra di noi non ci sia niente, oltre ad un rapporto puramente professionale. Per questo motivo lui evita di fissarmi quando siamo in aula o lungo i corridoi della Felician University. Se solo esistesse un modo per porre fine a questa farsa... così da poter rendere pubblica la nostra relazione e vivere insieme come qualsiasi altra coppia. Quando raggiungo il Campus noto un gran fermento e un'ambulanza ferma di fronte l'ingresso principale. Coraline è lì fuori anche lei e non appena mi vede corre nella mia direzione.
"Che cosa sta succedendo?"
Non ha una bella cera, deve essere accaduto qualcosa di grave.
"Il Prof. Cortes è svenuto non appena ha messo piede in aula. Abbiamo chiamato il 911. Era molto pallido poverino e non dava segni di vita così..."
Coraline ha l'affanno, mentre io inizio ad avere le palpitazioni. Penso subito ad un modo per raggiungere William senza dare troppo nell'occhio.
"Dove lo stanno portando? Devo andare da lui, Coraline aiutami ti scongiuro!"
I miei nervi danno i primi segni di cedimento, oltre alla frustrazione per non esser stata lì quando lui ha perso i sensi. Io e Coraline agiamo in fretta, lei cerca di allontanare i curiosi distraendoli con i suoi racconti mentre io m'intrufolo sull'ambulanza.
"Signorina, lei non può entrare! Non è autorizzata!"
Esclama un medico vedendomi salire in fretta e furia.
"Si invece. Sono la sua ragazza!"


“Noi non ci preoccuperemo di quello che il destino
per noi ha stabilito, cammineremo insieme
la 
mano nella mano, con l'anima infantile
di quelli che si amano in modo puro.”

Versi tratti dalla poesia "Noi saremo"- PAUL VERLAINE -

1 Con Ai shiteru potete rivelare i vostri sentimenti più profondi. Questa frase viene talvolta trascritta come Aishiteru. È il modo più forte per esprimere l’amore per qualcuno in giapponese.

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Capitolo 15
*** Nobody can stop me ***


Nobody can stop me

“Ogni tempesta ha una sua fine. Una volta che tutti gli alberi sono stati sradicati, una volta che tutte le case sono state demolite, il vento si calmerà, le nuvole se ne andranno, la pioggia si fermerà, il cielo si schiarirà in un istante. E solo allora, in quei momenti di quiete dopo la tempesta, capiamo chi è stato abbastanza forte da sopravvivere.”
Dalla serie TV: GREY'S ANATOMY

Dopo svariati tentativi il dottore mi consente di rimanere e l'ambulanza parte per raggiungere l'University Hospital. William viene trasportato in una stanza asettica in attesa che riprenda conoscenza, mentre io vengo divorata dall'ansia e dal rammarico per non esser stata all'altezza della situazione, incapace di aiutarlo in un momento tanto delicato. Mi siedo accanto a lui posando i gomiti sul bordo del letto ed osservo i lineamenti del suo viso. Effettivamente oggi è molto più pallido del solito e i suo occhi sono delineati da due spesse occhiaie. Il medico entra nella stanza per visitarlo ed io mi sento tesa come una corda di violino, scatto in piedi come se avessi appena preso la scossa.
"Dottore, che cos'ha?"
"Sono informazioni personali. Quale relazione vi lega con il paziente Signorina? Queste informazioni posso conferirle solamente ad un parente prossimo o un congiunto."
"Convivente, sono la sua ragazza. Vi prego dottore, ditemi che cos'ha."
Sto impazzendo... i miei nervi sono a pezzi.
"Il Signor Cortes soffre di una rara forma di anemia. Non saprei dirvi con esattezza di cosa si tratti, poiché le analisi del sangue hanno escluso l'ipotesi dell'anemia mediterranea, anche se il paziente presenta le stesse sintomatologie."
Afferma il medico.
"C'è qualcosa che io possa fare per lui?"
"Potreste aiutarlo con degli integratori alimentari, con cibi sostanziosi e del riposo forzato. C'è ben poco che possiate fare al momento, almeno finché non avremo scoperto la vera causa del male. Stiamo facendo del nostro meglio Signorina Grayson. Per qualsiasi cosa contattatemi, sono il Dr. Hyde."
Prima che io possa replicare il medico mi porge un biglietto da visita.
"Grazie mille."
Resto nella stanza in attesa che William riprenda conoscenza, angustiata per tutte le cose che sono accadute in così poche ore. Afflitta, poso la testa sulle sue gambe e m'addormento, cosa rara per una come me che generalmente fa fatica ad addormentarsi in pieno giorno. Sarà la tensione a fare certi scherzi.
"Jasmine."
La sua voce mi sveglia da un sonno consolatore. Avverto per prima cosa il tocco delle sue mani affusolate sulle mie gote, vederlo di nuovo in sé mi colma il cuore di gioia.
"Come ti senti?"
"Sono stato meglio, ma almeno ora non mi gira più la testa."
Afferma lui mentre tenta di alzarsi.
"Se non ti senti bene forse dovresti restare. I tuoi valori sono molto bassi, rischi di svenire ancora... il Dr. Hyde dice che si tratta di una rara forma di anemia, ma entrambi sappiamo che le cose stanno diversamente."
"Non posso restare proprio per questo motivo, Jasmine. Loro non possono fare niente per me, non capiranno mai quello che ho. Per il mio male non esiste cura."
"Invece esiste, io posso offrirtela anzi... lo desidero! Se vuoi uscire di qui lascia che ti aiuti. Devi recuperare le forze reintegrando ciò di cui necessiti."
Il sangue.
William cerca di opporre resistenza, preferisce morire piuttosto che farmi correre dei rischi. Non vuole dipendere da me, lui ha la "Sindrome del Supereroe" ma deve imparare una lezione importante:
Nessuno si salva da solo.
"Faresti tutto questo per me?"
La sua domanda suona retorica.
"Credo che tu sappia molto bene il perché."
Ci avviciniamo quanto basta per scambiarci un bacio dolce come il miele, nel frattempo il dottore irrompe nella stanza.
"Scusate, non volevo disturbarvi. Vedo che il Signor Cortes si sta riprendendo velocemente, ne sono lieto."
William stringe le mie mani fra le sue prima di rivolgersi al Dr. Hyde.
"Grazie infinite, mi sento divinamente. Potreste gentilmente porgermi l'autorizzazione necessaria per poter abbandonare la struttura?"

 

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Capitolo 16
*** PERFECT LOVE ***


PERFECT LOVE

"Vorrei darti tutto quello che non hai mai avuto,
e neppure così sapresti quanto è meraviglioso amarti."
- Frida Kahlo -

William vuole tornare a casa, non resterà qui un minuto di più.
"Ne siete proprio sicuro? In tal caso dovrete necessariamente rimanere nella vostra abitazione per le prossime tre settimane. Con i valori che avete rischiate di perdere i sensi da un momento all'altro."
Afferma il medico.
"Lo terrò sotto controllo, impedendogli di fare sforzi e di andare a lavoro."
Esordisco.
William mi guarda senza controbattere, ma dentro di sé so che muore dalla voglia di farlo.
Una volta usciti dall'University Hospital prendiamo un taxi e torniamo al suo appartamento.
"Ho proprio bisogno di un bel bagno per distendere i nervi, ti unisci a me?"
La sua proposta è allettante, anche se non ho mai fatto il bagno insieme ad un uomo.
"Così potrai tenermi sotto controllo, come hai promesso al Dr. Hyde."
Ironizza lui.
"In questo caso non posso rifiutare. Finché non usufruirai del mio aiuto ti starò appiccicata."
Qualche minuto dopo siamo già nella vasca. William l'ha adornata con qualche candela profumata e dei petali variopinti, riempiendola di schiuma fino al bordo.
Mentre lui è intento ad insaponarmi la schiena provo una sensazione di benessere indescrivibile.
"Volevo ringraziarti per essermi stata accanto. Il tuo sostegno è fondamentale, Jasmine."
Mi confessa lui con una tale dolcezza che rischio di sciogliermi come una candela a contatto col fuoco.
"Lo sai che lo faccio volentieri. Ti sto solo restituendo una piccola parte di ciò che tu hai fatto per me."
Quando mi volto incrocio il suo sguardo e William sorride. Siamo così vicini da poter fondere i nostri sospiri. Se solo potesse sentire il mio cuore in questo momento, s'accorgerebbe che ha accelerato i battiti.
"Hai una pelle così soffice e delicata. Mi sento privilegiato ad essere il tuo primo ragazzo, Jasmine. Al solo pensiero che qualcun'altro ti avesse sfiorata sarei morto dalla gelosia."
"Sei il primo ed il solo. Te l'ho detto, aspettavo la persona giusta e dal primo giorno che ci siamo conosciuti ho subito compreso che eri tu."
L'atmosfera si surriscalda di lì a poco, persino l'acqua della vasca ora sembra avere un'altra temperatura.
E' accaduto tutto così in fretta: il mio arrivo al Campus, Coraline, l'incontro tra me e il Prof. Cortes (ovvero William). Sono successe tante di quelle cose che potrei scrivere un romanzo!
"E' una cosa reciproca, Jasmine. Devi credermi."
Le nostre labbra si sfiorano ancora una volta.
"Sei bellissima."
Sussurra lui con gli occhi socchiusi, ammaliante.
Percepisco il calore del suo corpo contro il mio, il profumo della sua pelle, i suoi lunghi capelli che scivolano lungo la mia nuda schiena. E così, dopo aver superato innumerevoli difficoltà, la gioia più grande è venuta a bussare alla nostra porta. Non credevo che sarebbe stato così naturale per me, intendo dire fare l'Amore con lui, pur sapendo che William è un vampiro oltre che un mio insegnante. Due cose che rendono la nostra una relazione "proibita". Lascio che il suo corpo aderisca al mio mentre sfioriamo il fondo della vasca. Vorrei che quest'istante non finisca mai. I suoi baci sono al contempo dolci e passionali, mentre le sue mani ripercorrono le dune del mio corpo che in questo momento è caldo come le sabbie del deserto. Raggiungiamo il culmine del piacere, dopodiché scosto i capelli per mostrargli il collo con la speranza che stavolta ceda alla tentazione. Il suo "1Bacio Oscuro" ricade sulla mia spalla destra, William mi morde cercando di non farmi troppo male poi m'afferra il viso con entrambe le mani avvicinandolo al suo. Le sue labbra sono ancora intrise del mio sangue, i suoi occhi lucidi, mentre mi dona un ultimo bacio ricco di tutte quelle sensazioni che abbiamo appena assaporato.

1 L`atto del morso, il cosiddetto Bacio Oscuro, è un atto che può essere sia molto violento, sia carico di sensualità carnale.
I vampiri sono creature carnali, terrene, sensuali e sessuali, oltre che figure che ispirano soggezione, paura, vizi e crudeltà, perché il loro atto di nutrirsi è legato alla carne, al sangue... e cosa c`è di più intimo del sangue, che è poi la vita stessa? I vampiri sono creature che usano affascinare ed ammaliare le prede, tanto quanto prenderle con ferocia. Ciò dipende dal singolo Vampiro, dal momento in cui il Vampiro gioca l`atto del nutrirsi e da molti altri fattori che non possono essere standardizzati. Per un vampiro il piacere che ricava dal bere sangue è qualcosa di sublime, estatico, è il piacere più alto, che forse ascende pure quello di un atto sessuale vero e proprio (e che pure gli somiglia in maniera lampante e genuina), è qualcosa di quasi sacro e trascendentale: si sta bevendo la vita di qualcuno e quella vita scorre in te e ti sostiene, è una vera alchimia.

 

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Capitolo 17
*** Ethan Lawson ***


Ethan Lawson

"I legami più profondi non sono fatti né di corde,
né di nodi, eppure nessuno li scioglie."
- Lao Tzu -

Prima di uscire dalla vasca William mi promette che si prenderà cura di sé evitando di fare sforzi e di andare a lavoro per un po' di tempo, dopodiché contatta il Reggente del Campus e la sua richiesta viene subito accolta: starà in malattia per 2/3 settimane. Resterà a casa finché non avrà recuperato le forze, mentre un insegnante provvisorio prenderà il suo posto.
"Ti chiedo scusa, Jasmine."
Esordisce lui.
"Per cosa? Pensavo lo desiderassi anche tu."
So che si riferisce ad altre situazioni, ma trovo che stuzzicarlo sia così divertente.
"Fare l'Amore con te è stato stupendo. Mi riferivo all'aver approfittato ancora una volta della tua bontà d'animo, non dovevo morderti mettendo a rischio la tua vita. Sono stato egoista..."
La sua salute oscillava come un pendolo, era necessario che si nutrisse del mio sangue.
Adesso sta molto meglio.
"Sono stata io a tentarti e poi, mi sento benissimo. E' stato persino piacevole, non fartene una colpa."
"Grazie cara, non so proprio come avrei fatto senza di te."
Afferma William mentre m'osserva disteso sul suo baldacchino.
"Sei sicuro di sentirti bene? Altrimenti rimango a casa."
Tra non molto avrò due intense ore di letteratura con il nuovo Prof.
"Mi sento divinamente e poi, non voglio interferire con i tuoi studi. Hai già fatto abbastanza per me."
Lo saluto con un bacio e abbandono l'appartamento per recarmi alla Felician University.
Coraline mi aspetta al bar per fare una chiacchierata a tu per tu, visto che dopo l'incidente non abbiamo più avuto modo di parlare liberamente.
"Jasmine, che piacere rivederti!"
"Lo stesso vale anche per me Coraline!"
Ci sediamo vicine e le racconto ogni cosa, parlando sotto voce per evitare che qualcun altro ascolti ciò che sto per dirle. Evito di raccontarle il segreto di William ma in ogni caso, credo che anche se lo avessi fatto lei lo avrebbe rimosso. Il suo interesse è concentrato unicamente verso la storia della vasca.
"Oddio! Lo avete fatto?"
Coraline fa veramente fatica a contenere l'entusiasmo.
"Si, è stato stupendo. Non immaginavo che sarebbe successo, eppure..."
Mentre gliene parlo avverto un brivido freddo lungo la spina dorsale.
"Prima o poi sarebbe accaduto, siete predestinati!"
Esclama lei con i piedi ampiamente ancorati sulle nubi.
Ci rechiamo in aula e notiamo sin da subito il nuovo Prof. che è già in postazione.
"Buongiorno Prof."
"Buongiorno a voi."
A primo impatto credo abbia poco più di trent'anni. Non appena l'aula si riempie e ognuno ha raggiunto il suo banco, lui si alza in piedi ed inizia a scrutarci uno ad uno.
"Buongiorno, sono il Prof. Ethan Lawson. Sostituirò il Prof. Cortes finché non si sarà ristabilito."
E' un ragazzo biondo, slanciato, con due occhi di cristallo. Coraline lo guarda a bocca aperta senza dire una parola, sembra sotto ipnosi. Il supplente mi ricorda un po' William, sarà per il modo di vestire o per il taglio degli occhi, anche se ha un approccio differente con i suoi allievi. William è molto austero durante l'insegnamento, mentre il Prof. Lawson ha un modo di fare più malleabile. Terminata la lezione esco dall'aula per poter inviare un messaggio a William, che è rimasto da solo in casa ancora debole per le sue mancanze. Nel frattempo, Coraline osserva il nuovo Prof. mentre viene letteralmente assalito dalle solite "pantere" del corso.
"Vergognose quelle lì, se lo mangiano con gli occhi."
Commenta lei contrariata, con lo sguardo fisso verso quell'uomo dal fascino misterioso.

"Il fascino dell’ignoto domina tutto."
- Omero -

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Capitolo 18
*** Blood ties ***


Blood ties

"Si dice che il sangue sia più denso dell’acqua.
Ci definisce, ci lega, ci maledice."
- Dark Shadows -

"Secondo me il Prof. Lawson ha fatto colpo!"
"Tu dici? Beh, effettivamente è un uomo interessante: ha un bel portamento."
Afferma lei con lo sguardo rivolto verso di me, ma con la mente altrove.
"Coraline, ti piace il nuovo Prof. non è vero?"
Quella domanda finalmente la riporta sulla terraferma.
"Beh, lo conosco appena non saprei..."
"E' successo anche a me, tu lo sai bene. Non bisogna vergognarsi dei propri sentimenti, ma coltivarli come fossero i fiori di un grazioso giardino."
"Credo che tu abbia ragione, ma in ogni caso dubito che mi noterà mai. Ha una fila infinita di pretendenti ed è solo il suo primo giorno di Campus."
"Anche William ha molte ragazze che gli ronzano attorno, ma ha scelto me. Perché non potrebbe capitarti la stessa cosa?"
Trascorro il pomeriggio con lei studiando enormi tomi di letteratura, cercando al contempo di sostenerla come lei ha sempre fatto con me.
Quando torno all'appartamento trovo William ai fornelli con indosso un grembiule da donna.
"Cosa stai facendo?"
In realtà lo vedo benissimo, ma è così divertente stuzzicarlo.
"Non si capisce? Preparo la cena. Stando a casa tutto il giorno ho bisogno di reinventarmi, di mantenermi attivo."
"Sei proprio un uomo da sposare!"
Affermo salutandolo con un bacio a stampo.
"Com'è il nuovo Prof?"
"Allora, vediamo..."
"???"
"E' alto, biondo, occhi chiari."
Sembra la lista della spesa.
"Vedo che non ti è sfuggito niente. Qual è il suo nome?"
Mi domanda un po' stizzito.
"Non sarai geloso spero. Si chiama Ethan Lawson ha fatto breccia nel cuore di Coraline, non faceva altro che parlare di lui oggi pomeriggio."
"Puoi ripetermi il suo nome?"
"Ethan Lawson. Per caso lo conosci?"
William fa una strana espressione. Spegne i fornelli invitandomi a sedere.
"Jasmine, credo di non averti raccontato molte cose di me. Ora che conosci il mio segreto posso narrarti la mia storia sin dal principio."
Lo guardo e noto che i suoi occhi sono iniettati di sangue come quando mi ha morso. Sicuramente è nervoso, se fin'ora non me ne ha parlato deve essere un boccone amaro da mandare giù.
"Con me puoi essere sempre te stesso. Qualsiasi cosa mi racconterai io starò qui ad ascoltarti e non ti giudicherò."
Afferro le sue mani per stringerle fra le mie e William si rasserena.
"I miei genitori si sono conosciuti in circostanze particolari. Mia madre aveva sposato un uomo che in realtà non amava solo perché la sua famiglia glielo aveva imposto. Da quell'unione forzata nacque un bambino, destinato ad ereditare un enorme patrimonio dato che lei proveniva da una famiglia altolocata. Lady Jane non riuscì mai a provare amore per quel marito che le avevano affibbiato e dopo qualche tempo s'innamorò di un altro uomo. Il suo nome era Richard Cortes, ovvero mio padre. Jane perse la testa per lui sin dal primo istante in cui i loro sguardi s'incrociarono durante una fiera di mercato ed iniziarono ad incontrarsi di nascosto, quando suo marito era fuori casa o a lavoro. Ogni qual volta che Jane e Richard trascorrevano del tempo assieme venivano colti da una passione irrefrenabile, un'alchimia tale da alimentare le fiamme di un focolare. Mia madre rimase incinta, ma il bambino non era di Lawrence (suo marito) bensì di Richard. Mio padre chiese la sua mano nonostante lei fosse già sposata ma le cose non andarono a buon fine. Richard Cortes era un vampiro, mentre il suo rivale in amore era uno Shadowhunter, ovvero un cacciatore di ombre. Purtroppo non sono mai riuscito a conoscere i miei genitori poiché mio padre venne impalato da Lawrence, dopo avergli strappato il cuore ancora pulsante dal petto. Mia madre, invece, morì nel vano tentativo di darmi alla luce..."
"Oh mio Dio! E' terribile. Devi aver sofferto le pene dell'Inferno ma, in tutto ciò, cosa c'entra il Prof. Lawson?"
"Ethan è il primogenito, siamo fratellastri."

"I legami più forti si creano
dopo aver condiviso un dolore
piuttosto che un successo." Cit

 

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Capitolo 19
*** Blood Brothers ***


Blood Brothers

"Semina un pensiero e raccoglierai un’azione,
semina un’azione e raccoglierai un’abitudine,
semina un’abitudine e raccoglierai un carattere,
semina un carattere e raccoglierai un destino."
Cit.

"Cos'hai intenzione di fare? Siete in buoni rapporti?"
Sembrerò petulante ma non posso fare a meno di provare interesse verso la sua vita.
"In verità ho provato a contattarlo in diverse occasioni, ma lui si è dimostrato ostile. M'incolpa della dipartita di nostra madre."
"E perché mai? Eri solo un neonato, che colpa potevi avere?"
William sospira, poi mi risponde senza troppi fronzoli come sempre.
"I vampiri nel ventre della madre tendono a succhiar via la sua linfa vitale. Se lei non è abbastanza forte rischia di morire, soprattutto se la donna in questione non è una diretta discendente della nobile stirpe."
Mi spiega lui con rammarico.
"In ogni caso perché prendersela con una creatura innocente? Non hai alcuna colpa per ciò che è accaduto, come non ne hai adesso. Non potevi scegliere se appartenere alla stirpe della notte o se nascere comune mortale, come del resto nessuno di noi può decidere se venire al mondo donna o uomo. E' una decisione che spetta solo al Creatore."
"Tesoro, hai ragione. Però ho causato la sua morte senza desiderarlo. Ethan è stato cresciuto dagli Hunter, mentre io sono finito in un Orfanotrofio per "bambini speciali" o diversi. Le nostre strade sono state drasticamente divise."
"Non esiste un modo per farvi riappacificare?"
Mi siedo sulle sue ginocchia e William mi circonda la vita con le braccia.
"Vorrei tanto che accada, ma dubito che Ethan sia dello stesso parere. Gli Hunter vedono noi vampiri come fossimo il male assoluto. Mio fratello, purtroppo, è uno di loro."
"Ti capisco. Ma ti ripeto, non hai alcuna colpa per ciò che è accaduto a vostra madre. Vorrei poterti aiutare! Dovrà pur esserci un modo."
"Non sarà semplice, ma non nego che mi piacerebbe trascorrere del tempo con Ethan. E' sangue del mio sangue anche se proveniamo da Mondi paralleli."
Lo bacio dolcemente, per rimuovere ogni singola amarezza dal suo cuore. Vederlo soffrire senza poter fare niente mi fa sentire impotente.
"Ti Amo. Mi si spezza il cuore vedendoti in questo stato."
"Lo so Jasmine, sarò sincero con te. Devi conoscere ogni frammento della mia vita, anche il più velenoso e peccaminoso. Ti Amo più della mia stessa essenza."
William mi ha mostrato molte sfumature di sé: l'uomo del mistero, il ragazzo leale e generoso, l'insegnante austero, il fidanzato perfetto. Manca un solo tassello per completare il puzzle della sua esistenza: il fratello ritrovato. Ora so che Ethan fa parte della sua vita e che soffre per il suo distacco, per il suo odio ingiustificato. Il desiderio di William è proprio quello di metter su famiglia, in un futuro non troppo lontano, visto che non ne ha mai avuta una.
Dopo cena andiamo subito a letto. Io mi sento dannatamente stanca, mentre lui è ancora debole ed ha bisogno di riposare. Ci sdraiamo sul baldacchino e lo vedo mentre si porta le mani alla fronte socchiudendo gli occhi.
"Ti senti bene? Se può farti sentire meglio puoi sempre contare sul mio sostegno..."
William non mi lascia nemmeno terminare la frase, a volte è così testardo e orgoglioso.
"Non stanotte. L'ho già accettato ieri e poi, è solo un semplice mal di testa."
"Io mi sento benissimo, se può aiutarti a recuperare le forze per me non ci sono problemi. Puoi usufruirne ogni giorno, non voglio più doverti accompagnare in Ospedale!"
"Ora non senti niente, ma a lungo andare il tuo corpo diverrà ogni giorno più fragile... rischi di diventare anemica, Jasmine. Nella peggiore delle ipotesi potresti persino collassare."
Afferma lui irremovibile.
"Devo trovare un'altra soluzione e alla svelta."
Aggiunge poco dopo.
"C'è qualcosa che possiamo fare, ma ovviamente sarà rischioso."
"A cosa ti riferisci?"
"Pensavo che potevamo usufruire dei prelievi che effettuano in ospedale, ovviamente dovremmo prelevarli dopo che avranno superato il laboratorio di analisi. Ti serve del sangue umano, no? Quale miglior cura?"

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Capitolo 20
*** Fate In Motion ***


Fate In Motion

"Il destino ti aspetta sulla strada che hai scelto per evitarlo."
- Proverbio Arabo -

William mi guarda un po' interdetto, anche se sa di non avere altra scelta.
"Se non troveremo un'altra soluzione temo che dovrò farlo, non vedo altre strade percorribili al momento anche se farei qualsiasi cosa pur di toglierti di dosso questo fardello."
Ci addormentiamo abbracciati, con i riflessi della Luna che oltrepassano i vetri della finestra come fossero un miraggio. William non ha bisogno di dormire, i vampiri sono diversi, vivono il buio da un'altra angolazione... in poche parole a loro basta riposare il minimo necessario. Essendo convalescente ha bisogno di più tempo prima di riacquistare le forze, ma il suo corpo è forte almeno quanto lo è il suo spirito. Il mattino seguente mi alzo presto per recarmi al Campus e lui è sdraiato sul divano, con uno dei suoi enormi tomi fra le mani.
"Buona lezione cara. Mi raccomando, acqua in bocca con Coraline. Non deve sapere che Ethan è uno shadowhunter, non ancora."
"Sarà il nostro segreto, non lo dirò ad anima viva."
Mi siedo accanto a lui poco prima di uscire di casa, non riuscendo a resistere alla tentazione di sfiorare ancora una volta la sua candida pelle. William, di conseguenza, mi stringe a sé fingendo di volermi mordere ma so che il suo intento è un altro. Potrei paragonare le sue labbra a delle marshmallow, mentre la sua lingua è ruvida come quella di un gatto che assapora un bocconcino prelibato. Siamo così in simbiosi che non servono parole, i suoi occhi mi dicono tutto ciò che c'è da sapere. Spero soltanto che i miei facciano altrettanto. Dopo una mezz'oretta esco raggiungendo l'aula in fretta e furia dopo essermi accorta che in realtà è trascorsa più di un'ora. E' proprio vero il detto che quando si ama intensamente si perde il senso del tempo e dello spazio. La lezione è appena incominciata, osservo il giovane Prof. notando qualche nuova caratteristica che lo lega al mio William. Sembrano dettagli irrilevanti, ma possono fare la differenza. Hanno lo stesso taglio degli occhi oltre ad un bel portamento, il suo sguardo è penetrante e se lo osservi per un po' hai come la sensazione che Ethan, in qualche modo sconosciuto, si stia intrufolando nei tuoi pensieri. Coraline è seduta accanto a lui, fiera, elegante. Pochi minuti dopo il Prof. Lawson si alza in piedi sedendosi sul bordo della cattedra.
"Da oggi la Signorina Brindley sarà la mia assistente personale."
Lei mi guarda e sorride, astenendosi dal parlare per non interrompere il giovane Prof. Una volta terminata la lezione la raggiungo per parlarle, ma Coraline si congeda quasi subito confessandomi che sta andando a casa di Ethan per aiutarlo a preparare il programma da esporre per un convegno. Ethan Lawson a primo impatto mi sembra un ragazzo apposto, nonostante ciò che mi ha raccontato William. Spero soltanto che non si sia avvicinato a Coraline con secondi fini. Lei sembra molto presa, nonostante lui le abbia semplicemente chiesto di affiancarlo non di sposarlo. Se realmente dovessero piacersi diventeremmo una famiglia allargata: io, William, Ethan e Coraline.
Sarebbe meraviglioso ma... come farò a far ricongiungere i due fratelli?

 

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