Per Aspera ad Astra

di Degonia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ⚜ Exitium ***
Capitolo 2: *** ⚜ Adamantem ***
Capitolo 3: *** ⚜ Somnium ***
Capitolo 4: *** ⚜ Agape ***
Capitolo 5: *** ⚜ Ver Sacrum Canticum ***
Capitolo 6: *** ⚜ Fragmentum ***
Capitolo 7: *** ⚜ Lux Veritatis ***



Capitolo 1
*** ⚜ Exitium ***


Per Aspera ad Astra

C’era un tempo
in cui la stessa forza che fa sorgere il sole,
abitava anche tra gli uomini.
C’era un tempo
in cui speranza e desiderio
divennero nostalgia e rimpianto.
C’era una volta... così cominciano le fiabe,
proprio perché quello che era una volta, adesso non v’è più.

“Ci lasciamo stanotte, non ce più nient’altro da dire,
così verso le luci dell’alba, sarò salva lontana verso il dovunque,
dove amore è più che soltanto il tuo nome.”
 


 
⚜ Exitium

Sono passati così tanti giorni, così tanti mesi, cosa ci fai ancora lì? Se ne sono andati tutti... torna a casa, vieni con me e torniamo a casa insieme. Non ti manca la tua famiglia? Torniamo insieme, possiamo tornare a prima che tutto iniziasse. Ma tu continui a non afferrare la mia mano, cosa ti trattiene qui da sola mentre tutto precipita intorno a te?
 
Andiamo dai, vuoi davvero far preoccupare ancora di più tua madre?
No, ti prego non piangere, non farlo... afferra la mia mano e tutto sarà come prima, perché ti ostini a restare qui? Guardati intorno, l'oscurità ha avvolto tutto, la tua flebile luce è l’unica cosa rimasta, ma prima o poi si spegnerà (o forse si è spenta ormai da tempo?). Per quanto ancora pensi che tu possa tenere tutto su?
Cosa ti trattiene qui? Non c'è più nessuno e non sarà come quella volta, lo so cosa stai pensando ma non farlo, compi un ultimo atto di coraggio e afferra la mia mano. Gli dei se ne sono andati e pure gli uomini, l'ultimo pezzetto di terra che ancora regge il tuo corpo svanirà prima o poi e resterai qui per sempre, non ti importa vivere? Morirai intrappolata nella polvere del tempo. Dannazione *urla il suo nome e l'abbraccia* non posso afferrare la tua mano, devi farlo tu! Phìlia, io non posso cancellare le mie memorie, ma posso cancellare le tue. Ti prometto che non farà male, non farà mai più così male. Lo so, lo so che fa male perché era vero, ma posso farti star meglio. Non vuoi dormire un po’? Resterò con te, io non andrò mai via, ti abbraccerò forte quando ne avrai bisogno. Torna a casa, Phìlia. Ritorna da me.
 
*la mano si ferma poco prima di afferrare quella della sconosciuta*
Sei sicura che sia io a non volerla afferrare? O sei tu che non vuoi che io l’afferri?
Mi hai lasciata qui, il ghiaccio intorno, senza una speranza, in un'illusione senza tempo, in quello che all’apparenza sembra diventato un sogno o forse un incubo.
Sei tu che non sei venuta a prendermi.
L’hai finito di scrivere? Hai messo fine a quell’agonia? Alla sofferenza che ti porti dietro?
Non porgermi la mano se non ce l’hai ancora fatta, posso restare qui ancora un po’ se tu vuoi. I tuoi occhi mentono e la tua mano trema. E’ difficile andare avanti, io lo so bene, dopotutto sei stata tu a crearmi.
*si strappa il ciondolo dal collo, suo ultimo barlume di luce, e glielo porge* questo è tuo, il sole nascente ti indicherà la via.

 
Non c’è più una via da seguire.
 
Oh, sì che c’è, ricorda sempre che l’ombra serve per vedere da che parte arriva la luce.



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Capitolo 2
*** ⚜ Adamantem ***


Per Aspera ad Astra

C’era un tempo
in cui la stessa forza che fa sorgere il sole,
abitava anche tra gli uomini.
C’era un tempo
in cui speranza e desiderio
divennero nostalgia e rimpianto.
C’era una volta... così cominciano le fiabe,
proprio perché quello che era una volta, adesso non v’è più.

“Ci lasciamo stanotte, non ce più nient’altro da dire,
così verso le luci dell’alba, sarò salva lontana verso il dovunque,
dove amore è più che soltanto il tuo nome.”





⚜ Adamantem


I giorni passano e le memorie stanno svanendo... ho accettato il suo dono. Dice che non farà più male, dice che potrò ricominciare di nuovo. Non posso tornare indietro, eppure... potrò davvero tornare a prima di tutto questo? Lei dice che custodirà i miei ricordi meglio di chiunque altro, posso davvero fidarmi? La sento vicina, più vicina di ogni altra creatura, la sento vicina nello stesso punto in cui fa più male. Eppure in qualche modo ho paura... che cosa resta del presente se il passato scompare? Cosa resta se scompare l'uomo che hai amato più della tua vita?
Aspetta... aspetta! Ehi tu lassù, aspetta! Ho paura, ho paura non voglio! Non voglio più farlo! Mi dimenticherò di tutto, dei suoi abbracci, dei suoi occhi, della sua anima... no, ti prego non portarmelo via!!


Non te lo sto portando via, è lui che non c’è più...

Non è vero! E’ qui, lo ricordo ancora, i miei ricordi di lui sono con me.

E questo ti basta? Per quanto tempo ti basterà questo?

Me lo farò bastare per tutto il tempo che occorre!

No... il tempo che ti occorre è troppo lungo.

Sarò sola e sarà solo buio. Di nuovo mi sento precipitare... chi verrà a prendermi? Chi mi tirerà fuori questa volta? No, non voglio pensare che lui non ci sarà, che non sarà lui a farlo... non voglio nessun altro! Sarò persa, persa per sempre, non spegnere la mia ultima fiamma, non farlo!

Ti sbagli, tornerai a prima e sarà tutto luminoso, esattamente come te lo ricordavi.

Non voglio! No, aspetta! Ti prego, non... chi c’era lì? In quello spazio che adesso è vuoto... perché sono in questo sotterraneo? Piove? Non avvicinarti! Non avvicinatevi! Non... acqua, un fiume bagna i miei piedi, c’è umidità e un orribile odore... -guardo le mie mani- cosa stavo facendo qui? Un volto...
Sangue, c’è del sangue sul terreno, un dolore al petto e poi qualcosa cerca di ferirmi, le sue fauci sono... le porte di una città, qual era il suo nome? Dei boschi, una minestra calda, montagne bianche, no, non bianche, sono del colore di quella... -mi frugo nella tasca- eccola, quella bellissima corniola arancione, mi ha sempre ricordato il tramonto che dipingeva le montagne di rosso, casa mia... dov’è? Dov’è andata? Negli occhi lo scintillio di una gemma ancora più preziosa, la mia mano luminosa che tocca il petto di qualcuno, le sue mani, i suoi lunghi capelli... chi sei? Sangue e luce, una preghiera intonata a gran voce. I miei occhi sono così stanchi... eppure il mio cuore batte in quella direzione... dove sei? Tu, chi sei?
“Che la luce del dio illumini tutti gli uomini” sento... sembra la mia voce, ma non sono io a pronunciarla. Dove sono? Mi guardo attorno, volti sorridenti e devoti “oh sì, la celebrazione della sera” dico. Celebrazione?
“Madre” esclamo rivolgendomi ad una donna dai lunghi capelli biondi, ma sono scollegata, c’è qualcosa che avrei dovuto ricordare ma di cui non ho memoria... non ero qui, giusto? Oppure sì? E’ un luogo a me familiare, ma mi sembra di non vederlo da molto tempo, eppure sono sempre stata qui, vero?
Una mano mi accarezza i capelli, dolce, delicata, amorevole. Mi ritraggo, è un tocco diverso, ma lei è mia madre, cosa mi aspettavo?
Lacrime.
“Perché piangi figlia mia?”
Calde gocce d’acqua rigano il mio volto.
Sono qui, sono sempre stata qui, perché faccio fatica ad accettare ciò che vedono i miei occhi? Non c’è nulla oltre a questo... lo so bene, sono sempre stata qui e mi piace vivere qui, eppure... -mi tocco il petto- oh, la mia preziosissima collana è di nuovo con me. Cosa dico? E’ sempre stata con me dal momento in cui l’ho ricevuta, non la darei mai a nessuno, è troppo importante. Sono legata a quel momento, alla felicità dei miei genitori, è un dono così prezioso che sarei folle se ne me separassi, tuttavia mi sembra di averlo fatto... no, non è assolutamente possibile. Devo aver preso un colpo di sole, devo smetterla di allenarmi nelle ore più calde.
Lascio che i fedeli escano, mia madre conversa con alcuni di loro, poi chiudo il sacro portone e saluto le guardie del tempio. Guardo Alyon e il sole che tramonta oltre le cime innevate.
Un uomo mi saluta da lontano alzando un braccio, sorride e i suoi occhi verdi si animano.
Sembra che non manchi nulla, eppure sento un grande vuoto e non è solo uno, sembra che mi manchino dei piccoli pezzi... un abbraccio improvviso: “Mi sei mancata!”
“Sono” rispondo titubante “sono sempre stata qui, Hendry”.
“Lo so”, sorride e il suo sorriso è splendido come lo ricordavo “ma mi sei mancata ugualmente”.



Si dice sempre che siamo noi gli artefici del nostro destino, ma com'è possibile creare un destino così terribile?
E' questa la vita? E' veramente il risultato delle nostre scelte, o segue un suo percorso imprevedibile?
Oppure è solo un concorso di tanti destini, desideri mossi dalle trame del fato?
Quando nasciamo, accettiamo di dimenticare quello che abbiamo vissuto, forse per non ripeterlo, forse perché abbiamo commesso molti errori, forse per non farci del male; tuttavia in quel passato, in quelle memorie scomparse che ogni tanto qualcuno ricorda, c’era amore e l’amore è la forza che muove il mondo.



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Capitolo 3
*** ⚜ Somnium ***


Per Aspera ad Astra

C’era un tempo
in cui la stessa forza che fa sorgere il sole,
abitava anche tra gli uomini.
C’era un tempo
in cui speranza e desiderio
divennero nostalgia e rimpianto.
C’era una volta... così cominciano le fiabe,
proprio perché quello che era una volta, adesso non v’è più.

“Ci lasciamo stanotte, non ce più nient’altro da dire,
così verso le luci dell’alba, sarò salva lontana verso il dovunque,
dove amore è più che soltanto il tuo nome.”





⚜ Somnium


Da una delle grandi finestre di uno dei corridoi principali, guardavo di fronte a me nella silenziosa oscurità. Uno strano sogno mi aveva destata, ancora una volta, volti di sconosciuti erano venuti a trovarmi durante il sonno e questo mi dava pensiero.
All’improvviso udii dei passi silenziosi alla mia destra. Mi voltai quando, sotto la flebile luce della luna che veniva da fuori, vidi mio fratello che era appena rincasato.
“Quando la smetterai di usare la porta sul retro?”
Ridacchiò lui e si sedette sul davanzale interno, e dando la schiena alla grande vetrata poggiò la testa sulla mia spalla, mentre io continuavo ancora a guardare fuori.
“Che c’è? Non riesci a dormire?”
“Mh... te l’ho detto no? Da quel giorno sogno qualcuno che mi sembra di conoscere...”
“Dai sorellina, sono solo sogni” disse inspirando.
“E i tuoi sogni invece? L’ho visto come guardavi quel tipo dai lunghi capelli scuri, perché non chiedi a lui di uscire invece che farlo con ragazze di cui non ti importa nulla?”
“Suvvia, non dire così, non è che non mi importa, sono carine”.
Sospiro spostando la sua testa: “Torno in camera” dissi facendo qualche passo indietro e volgendomi verso la porta poco distante.
Lui mi seguì: “E poi lo sai che nostro padre...” si fermò, fissando un punto vuoto nel corridoio “naa nulla”.
“Basterebbe che scegliessi qualcuno che ami e lui non potrebbe farci molto”.
“Ok sì, ma sai che ha la fissa degli eredi, voleva anche farti sposare quel tipo... se ci penso ancora oggi...” strinse uno dei pugni mentre varcava la soglia.
Ridacchiai: “Ahah, davvero ci pensi ancora?”
“Ovviamente, che rabbia! No, non posso andar via... devo proteggerti! Non posso ancora lasciare questa casa” disse infine sedendosi sul letto.
“Vedi che non ho bisogno di essere protetta, so combattere molto meglio di te!” sorrisi, e c’era un po’ di orgoglio in quel gesto.
“E questo cosa vuol dire? Sei una ragazza, e le ragazze vanno protette!” disse all’improvviso e serio in volto.
Salgo sul letto dal lato opposto: “E’ per questo tuo modo di parlare che le ragazze ti vengono dietro, sai? Dici cose carine e imbarazzanti senza neanche accorgertene”.
Si toglie la giacca e le scarpe.
“Intendi restare qui?”
Mi da le spalle senza rispondermi. Mi avvicino alla sua schiena:
“Dovresti restare a dormire con le ragazze con cui fai... beh qualsiasi cosa tu faccia. E’ triste uscire dal letto di una ragazza in piena notte, pensa a come possa sentirsi lei”.
Si volta: “Non ho bisogno delle donne con cui vado a letto, loro lo sanno, è solo...” china la testa, è sempre restio a parlare di questo, non mi ha mai raccontato nulla delle sue ‘ammiratrici’, continua “...ho bisogno di una sola donna nella mia vita” dice avvicinandosi e stringendomi forte.
“Ma quella donna” sussurro “non dovrei essere io, lo sai vero?” dico, e mentre ricambio il suo abbraccio gli passo una mano tra i suoi biondi capelli, ora disordinati.
Sospiro e poi sorrido, potrebbe sembrare strano questo agli occhi di un estraneo, ma non c’è assolutamente nessuna malizia in lui, nessuna lussuria nelle sue parole.
“Basta che non dici queste cose davanti agli altri... non mi piace vedervi litigare per questo”.
“Mhh” mugugna accucciandosi.
“Se loro non capiscono che non mi piaci in quel modo, io non posso farci molto... sei la persona con cui mi sento più a mio agio e a cui vorrei stare accanto”.
“Vedo già la faccia di nostro fratello corrucciarsi” dico ridacchiando e spostandomi dal suo abbraccio.
“Quello è perché lui non lo fa da troppo tempo...”
“Dai, non dire queste cose”.
“E’ solo la verità” affermò infilandosi dentro le coperte, e aggiunse “quindi quel tuo sogno?”
“Ci sono delle persone, c’è qualcuno che mi sembra che dovrei ricordare, ma non so chi sia...”
“E questo perché dovrebbe turbarti?”
“Non lo so...” riflettei “a volte vedo le loro sagome, ma i loro volti sono neri, è tutto così confuso”.
“Sei andata a chiedere al chierico giù al tempio?”
“No, non credo c’entrino le divinità in questo... non è quel tipo di sogno, è più nostalgico, sembra quasi... quasi un ricordo...”
“Philia?”
“Si?”
Non risponde subito, sembra riflettere su qualcosa: “A volte ho la sensazione di non vederti da tanto, eppure ogni volta che torno a casa tu sei qui, c’è stato un tempo in cui credevo di averti persa, ricordo foreste che non conosco, luoghi che non ho mai visitato, eppure...” il suo sguardo è così malinconico e inquieto “eppure quando apro gli occhi sono consapevole che sia solo una sorta di allucinazione, un inganno della mente, forse è solo una proiezione delle mie paure...”
Nella quasi oscurità, so che il suo sguardo sta incrociando il mio, i suoi verdi occhi brillanti riflettono la debole luce della candela alle mie spalle, e mi ritorna quella strana sensazione di pochi giorni fa. Mi prende una mano e mi tira a se: “Non andare via, non andare in un posto in cui non possa raggiungerti”, dice quasi tremando. “Sono qui Hendry, sono...” non mi lascia finire “Lo so! Lo so benissimo, ma... quelle sensazioni, io potrei non...”
“Ehi” lo conforto accarezzandogli una guancia “calmati”.
Restiamo in silenzio per un po’, vicini e abbracciati sotto profumate lenzuola.
Questa sua vicinanza, mi rasserena in qualche modo, seppur quei sogni... una lunga spada nera alzata verso il cielo a spezzare il bagliore lunare. Chi... sei?
Sbadiglio “mi sta venendo sonno, sai, riesci sempre a farmi venire sonno”, sbadiglio ancora.
“Non sembra un complimento” ridacchia lui spostandomi i capelli dalla fronte.
“Oh si che lo è, non c’è nulla di più intimo e bello che dormire insieme, fratello”.
Vedo il suo sorriso mentre i miei occhi quasi si chiudono, un piccolo tocco sulla fronte, stringo le sue vesti pensando: “anche questo è così nostalgico”.

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Capitolo 4
*** ⚜ Agape ***


Per Aspera ad Astra

C’era un tempo
in cui la stessa forza che fa sorgere il sole,
abitava anche tra gli uomini.
C’era un tempo
in cui speranza e desiderio
divennero nostalgia e rimpianto.
C’era una volta... così cominciano le fiabe,
proprio perché quello che era una volta, adesso non v’è più.

“Ci lasciamo stanotte, non ce più nient’altro da dire,
così verso le luci dell’alba, sarò salva lontana verso il dovunque,
dove amore è più che soltanto il tuo nome.”





⚜ Agape


“Sei malato o cosa? E’ tua sorella!!” urlò mio padre da dietro la sua scrivania.
Ero appena rientrata e stavo passando vicino al suo studio, quando vidi Hendry entrare con una faccia che non mi era piaciuta affatto. So che non avrei dovuto, ma mi misi ad origliare dietro la porta.
“So benissimo che è mia sorella, è proprio per questo che la…”
I pugni di mio padre sbatterono così forte sulla scrivania che coprirono le sue parole.
“Caro calmati”, disse una voce femminile accanto a lui. In qualche modo ero confortata che mia madre fosse lì.
Altre frasi che non capii, più sommesse, poi una urlata “non voglio fare sesso con lei, non ho mai detto questo!” la voce di mio fratello fu smorzata da un tonfo e rumore di libri che cadevano, infine qualcosa di vetro si ruppe facendomi sussultare.
“In lei e nella nostra generazione si sono finalmente manifestati i segni della nostra progenitrice celeste, non puoi più guardarla nel modo che ti fa più comodo” disse a voce alta mio padre “non è più un essere umano”.
“Hendry stai sanguinando” sentii mia madre “caro per favore, lascialo”.
“Se voi padre non potete capire, allora io non posso farci molto” salì nuovamente la sua voce.
Il suono forte e consueto di uno schiaffo, poi un tonfo a terra. Tremavo.
“Sei un degenere di figlio, scellerato” urlava “sei una vergogna per tutta la famiglia o ora vattene dalla mia vista”.
Quando uscì e richiuse la porta, mi rivolse uno sguardo di rancore, ma quando vide che ero io sgranò gli occhi quasi spaventato. Lo afferrai per la mano e lo trascinai correndo nelle mie stanze.
Si sedette a terra ai piedi del letto, le spalle poggiate alla cassapanca di legno, la testa china tra le sue gambe, dalla sua fronte scendevano rivoli di sangue. Chiusi la porta a chiave e mi inginocchiai davanti a lui asciugandogli il sangue con un fazzoletto. Le sue mani sulle mie, tremavano, quando provai a sollevargli il volto, tuttavia non riusciva neanche a guardarmi. Lo abbracciai forte, tirando la sua testa verso di me, come se fosse un bambino. Dapprima restò immobile, poi ricambiò stringendomi forte, e pianse, pianse a lungo.

Qualcuno bussò alla porta: “Philia sei qui?” disse ruotando il pomello senza riuscire ad aprirla.
“Sì madre, solo un attimo”.
Girai il chiavistello ed aprii, ma non la invitai ad entrare, né lei lo fece.
Mi squadrò da capo a piedi, preoccupata e inquieta, indossavo una piccola armatura in cuoio sottile e l’abbigliamento da allenamento, tornavo da lì, ero anche un po’ sporca di terriccio.
Capii perché lo faceva e... “Madre cosa volete?” le dissi per riportare i suoi occhi sui miei.
Esitò, poi chiese: “Lui è qui?”
“Si”, risposi solo.
“Philia ascolta...”
“No madre, no, lui non mi ha mai guardata né toccata nella maniera in cui voi pensate...” fece per rispondere ma la fermai “non sono più un essere umano, madre?” le dissi, sapevo che le avrei fatto male dicendo questo, ma quelle parole di prima... tenni gli occhi fissi sui suoi, mentre trattenevo le lacrime. La sua espressione cambiò in una più afflitta. Ho con lei un bellissimo rapporto, ha sempre voluto una figlia e non avendo sorelle, aveva sempre risentito della mancanza di una figura femminile accanto a se.
Abbassai gli occhi: “Perdonatemi...” sussurrai.
Ci fu qualche secondo di silenzio, poi disse: “Posso parlare con lui?”
“Potete, ma solo se gli parlerete con la stessa gentilezza che avete sempre riservato ai vostri figli”.
Annuì. Li lasciai da soli, questa volta senza origliare.
Non sono più un essere umano padre? Scendevo la grande scalinata centrale, e ad ogni gradino, ad ogni passo, il macigno sulle mie spalle diveniva sempre più grosso, sempre più pesante. Attraversai il piazzale esterno inoltrandomi nei giardini laterali circondati da ampie siepi, e lì nascosta, piansi rannicchiata sulle mie ginocchia. Lo feci di nuovo, e la mia mano divenne luminosa, il potere della divinità nella mia discendenza aveva risposto solo 20 anni dopo la mia nascita, e mi era sembrato di vivere in un sogno, prima che tutto diventasse un luminoso incubo.

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Capitolo 5
*** ⚜ Ver Sacrum Canticum ***


Per Aspera ad Astra

C’era un tempo
in cui la stessa forza che fa sorgere il sole,
abitava anche tra gli uomini.
C’era un tempo
in cui speranza e desiderio
divennero nostalgia e rimpianto.
C’era una volta... così cominciano le fiabe,
proprio perché quello che era una volta, adesso non v’è più.

“Ci lasciamo stanotte, non ce più nient’altro da dire,
così verso le luci dell’alba, sarò salva lontana verso il dovunque,
dove amore è più che soltanto il tuo nome.”






⚜ Ver Sacrum Canticum ⚜


Continuo nell’inesauribile tristezza non potendo
più aggrapparmi a quella felicità che avevo una volta.

Il vento soffia spargendo i petali e aprendo una porta,
mi mostra lo scorrere delle stagioni.

In questo periodo che si sta lentamente accumulando,
felicità e dolore sembrano la stessa cosa,
ed entrambi si disfano nelle mie mani.
Il mio sorriso e la mia redenzione sono i miei unici compagni.


“Molti mesi sono trascorsi e le stagioni stanno passando, la neve ormai non si posa più sui tetti, seppur il candore del giorno lascia ancora spazio a fredde notti. Quei sogni sono ormai diventati più distanti e sfocati, ma ci sono ancora... volti sconosciuti, luoghi che non conosco. Forse hanno a che fare con ciò che sono ora... dovrei chiedere consiglio al sacerdote giù al tempio ma... non sono i sogni un problema, il problema è come mi sento io quando mi sveglio. Questi sentimenti che mi fanno rabbrividire sembrano cosi reali...” si stringe tra le spalle la ragazza “...sento che dovrei conoscerli, sento che... cos'ho dimenticato?
Sono davvero solo sogni o memorie perdute? Oppure forse il potere mi mostra vecchie reincarnazioni... forse sono i ricordi di un'altra parte di me, quella non più umana, quella più simile agli dei.”

~
La ragazza indossa una leggera veste da camera bianca, i lunghi capelli biondi le scorrono lungo la schiena, stringe leggermente le ginocchia tirate al petto. Le braccia diafane e il candore della sua pelle risaltano sotto la luce dell’ultima Luna crescente della stagione. Il vento si insinua da una delle finestre socchiuse, e le scompiglia qualche ciocca. Guarda davanti a se, da sola in quella grande stanza buia. La ragazza ora è a casa, la ragazza ora è felice, ma aveva dimenticato tutto.
Quelle persone, quella persona... va benissimo così.
Ha dimenticato anche l'amore ... e il dolore.
La sensazione di essere persa... è resta lì, immobile notte dopo notte nei suoi dubbi, in quel nuovo passato modellato sulle sue paure, modellato sull’armonia, e riscritto solo per darle un po’ di pace.
Al posto della disperazione le ho dato un nuovo inizio, o forse solo un vuoto colmato dal nulla.
C’è una parte del suo cuore che si ricorda di lui, ma è solo un’impronta, se farà passare il giusto tempo, quella traccia sparirà.

"Vuoi davvero che sparisca?"

La lascerà sparire, sarà così, lui era un salvatore, ma purtroppo non era il suo.
Prima o poi scomparirà... o almeno cosi voglio farle credere. Proprio grazie a quel tempo circolare, lei è potuta tornare indietro, ma a causa dello stesso tempo, non potrà più avere ciò che ha perso... non avrebbe potuto averlo comunque sia... e allora perché lasciarglielo?
Quel dolore così lancinante resterà solo a me. Posso sopportarlo per entrambe e nel mentre le restituirò ciò che le avevo tolto. Sembrerà che io faccia di lei ciò che voglia, ma semplicemente le sto dando quello che vorrei solo per me: dimenticare.
Dimenticare l'amore, dimenticare il dolore.

Sai, il luogo dove avevamo promesso di incontrarci,
ora è pieno di fiori sbocciati.

La primavera è finita,
indipendentemente dai miei peccati e dal mio amore.
Ma lo splendore del cielo rimane semplicemente lì,
luminoso, senza perdonarmi.
Vorrei spezzarmi e rinascere, solo per essere al tuo fianco.


Era ciò che ho sempre cercato, ciò che ho sempre voluto, ma forse non era ciò di cui avevo bisogno, forse non lo era neanche per la ragazza che ancora guarda il mondo fuori dalla sua fortezza.
Sembra qualcosa di così strano, così innaturale, ma d’altronde, io amavo quelle persone.

Sorriderò, in modo che le persone al mio fianco
pensino che io sia felice.
Ma ero felice solo con te,
grazie per avermi mostrato quel sogno...




(Il testo in azzurro viene dal singolo “Haru wa Yuku” -
Fate Stay Night: Heaven’s Feel III - Spring Song, by AIMER)



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Capitolo 6
*** ⚜ Fragmentum ***


Per Aspera ad Astra

C’era un tempo
in cui la stessa forza che fa sorgere il sole,
abitava anche tra gli uomini.
C’era un tempo
in cui speranza e desiderio
divennero nostalgia e rimpianto.
C’era una volta... così cominciano le fiabe,
proprio perché quello che era una volta, adesso non v’è più.

“Ci lasciamo stanotte, non ce più nient’altro da dire,
così verso le luci dell’alba, sarò salva lontana verso il dovunque,
dove amore è più che soltanto il tuo nome.”






⚜ Fragmentum ⚜


Ehi, sei ancora lì?

*sorride* sarò sempre qui, te l’ho promesso no?

E’ vero, l’hai fatto... la ricordo la promessa, anche se non ricordo il nostro accordo.

Ti basti pensare che io sia qui, non c’è bisogno di sapere altro...

Eppure, c’è qualcosa che non riesci a superare, posso aiutarti se vuoi, potrei... potrei darti una mano. Non so chi sei, ti conosco appena ma, posso farti una confessione? Sento il tuo cuore battere nel mio petto, ed è una sensazione così strana che non saprei spiegarti, ma a volte capisco che sei qui.

*un sorriso triste
E’ così, sembra folle, ma potresti davvero aver ragione, perché sai, anche io sento il tuo cuore battere nel mio petto e l’ho sentito per così tanto tempo... trai speranza nella notte più oscura perché non hai paura di combattere e c’è un’immagine di te nella mia mente: c’era una volta un sogno senza fine, di libertà e immortalità. Quando ogni luogo era una scoperta e le stelle erano così facili da raggiungere. Ma qualcosa è cambiato, ora la sabbia scorre lentamente e il tempo dell’innocenza è finito. Ci hai mai pensato? Niente dura per sempre.
Eppure i fiumi scorreranno per l’eternità, e il vento soffierà dolce e impetuoso, le maree si alzeranno e l’ultima terra verrà sepolta: i giorni passano e la neve cade, la fine della storia, il sogno perduto.

Sento la tua tristezza, la tua angoscia che sempre più volte è ricoperta di rabbia, odio e dolore, sofferenza. Cosa ti è successo? Mi sembri una piccola barca nell’oceano alla deriva, circondata da grandi onde in movimento.

Mi dispiace, ti ho fatto una cosa orribile e tu neanche la ricordi.
Ti ho rubato la sua forma e il suo odore.
Ora come ora non riesci a ricordare cosa ti abbia sottratto, vero?
Ma credo che ti renda conto di quel vuoto.

Tu c’entri con quegli strani sogni vero?

...

Capisco, quindi era davvero così... puoi dar loro un senso?

No, non posso.

Nella mia mente scorrono immagini sconosciute... conversazioni che non ricordo... li ho dimenticati come se non fossero mai esistiti.
Puoi ridarmi quello che ho perso?


No, non ne ho il potere.

Va bene, e allora non possiamo farci molto.

E ti va bene così?

Si *chiude gli occhi* va bene così.

Ma io ti ho...

Shh, non c’è bisogno che tu parli, lo sento, il tuo cuore è ancora in mille pezzi, stai cercando a fatica di rimetterli insieme dopo che qualcuno l’ha gettato via, lo sento. Posso dirti però una cosa: un cuore ferito è un cuore che funziona. Ce la farai, come hai fatto con me, vero? Ci riuscirai, ma devi darti tempo... i miei sogni svaniranno prima o poi, e anche i tuoi incubi. Il tuo cuore forse ritornerà intero, e sarai più serena. Ma una guarigione non è mai così veloce, si possono curare le ferite del corpo, ma non quelle del cuore, non quelle dell’anima. Lo sento sai, c’era qualcosa che ora non c’è più, mi hai tolto qualcosa che mi ha fatto male, vero? Ogni tanto lo sento, ogni tanto c’è qualc...

Perdonami!

Non dire sciocchezze, io ti ho già perdonata, dal primo momento, sei tu che non lo hai ancora fatto.
Sei tu che continui a non lasciar andare via tutto ciò che ti opprime...
Notte dopo notte tu continui a scontrarti con roba che è già bella che finita, è il passato, fine della storia! Se non riesci ad andare avanti, allora cancellami, cancella anche me. Se il mio ricordo ti fa così male... io non voglio essere una ostacolo al tuo domani, non se tu...


Non dirlo, stupida! Non pensarlo neanche per scherzo! Philia, io ti amo, amo i tuoi meravigliosi capelli biondi, amo i tuoi occhi, smeraldi scintillanti. Amo la tua voce e il modo in cui sentirla mi incanta. Le tue braccia e le tue gambe, lunghe e affusolate, la tua pelle candida... sei così perfetta che è quasi insopportabile. Amo anche quel tocco di distrazione che hai. Trovo adorabile il modo in cui ti impegni con tutta te stessa, e rispetto profondamente il fatto che tenti in ogni modo di aiutare gli altri. Come faccio ad abbandonarti quando ti vedo mettere gli altri prima di te?
Voglio restare al tuo fianco e osservare tutte le tue espressioni.
Ai miei occhi, tu splendi come il sole!

Non puoi essere così egoista!
Non pensi nemmeno a ciò che provo io!
Non hai idea di come mi sento a vederti restare ferita per colpa mia!
Perché la mia più grande paura è perdere la tua scintilla!
Sono qui al tuo fianco.
Tieni i ricordi per te, ricorda pure tutto quanto, non fa niente.
E se avrai ancora paura, noi lo troveremo.


Troveremo... cosa?

Un’emozione, anche tu troverai un sentimento a cui tieni più che a qualunque altro, che ti permetterà di spazzare via ogni timore e insicurezza.
C’è un destino che non vedrò mai, vero? La fine della storia, l’ultima realtà.
Tutte quelle cose che non hai mai detto, tutte quelle parole che possono generare un’esplosione, urlare forte stasera: “Puoi sentire la mia voce questa volta?” urla forte al cielo invocando una preghiera.


Se mi voleva bene, allora… avrebbe dovuto rimanere con me!

Hai ragione, ma qualcosa è andato storto, tu non hai potuto farci niente ed è finita male, ma comunque sia ormai è passato.
Se non riesci a perdonarti, rimarrai bloccata qui insieme a me per sempre.
Metti i ricordi che hai in una scatola e goditi la tua nuova vita.
Qualunque cosa accada, sarò sempre dalla tua parte.
Non importa cosa decidi e non importa quali peccati hai commesso.
Perchè ricorda che, siccome sei tutto, io sono soltanto una parte di te.





Sono contenta di averti conosciuto.
Forse ti ho causato solo problemi, però io sono proprio felice di averti incontrato.
La tua gentilezza impacciata mi ha resa felice. Sia il tuo volto sorridente che quello imbarazzato mi hanno resa felice.
Così felice che poco a poco sono diventati il mio tesoro.
Più preziosi di ogni altra cosa.
Quel giorno ti ho inseguito disperatamente soltanto perché mi ero innamorata di te.
Ti amo, per questo non volevo che andassi da nessuna parte.
Restando al tuo fianco, ho finito per ferirti con i miei sentimenti.
Però non serve più piangere.
Proprio come i momenti felici e divertenti finiscono, anche quelli paurosi e tristi giungeranno al termine.
Sempre.

Sono felice di essere scappata di casa.
Se non l'avessi fatto, non ti avrei mai conosciuto.
Se ci fossimo incontrati in altre circostanze, cosa sarebbe successo?
Sarebbe stato tutto completamente diverso.
Sono contenta di averti incontrato così come sei.



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Capitolo 7
*** ⚜ Lux Veritatis ***


Per Aspera ad Astra

C’era un tempo
in cui la stessa forza che fa sorgere il sole,
abitava anche tra gli uomini.
C’era un tempo
in cui speranza e desiderio
divennero nostalgia e rimpianto.
C’era una volta... così cominciano le fiabe,
proprio perché quello che era una volta, adesso non v’è più.

“Ci lasciamo stanotte, non ce più nient’altro da dire,
così verso le luci dell’alba, sarò salva lontana verso il dovunque,
dove amore è più che soltanto il tuo nome.”






⚜ Lux Veritatis ⚜


Dorme ancora la ragazza, immersa in un’immobilità trascendente, nelle ataviche nebbie dell’inconsapevole coscienza. Salda l’inerzia di quel mondo, dalle più alte vette della fortezza, fino all’ultimo granello del borgo, passando per la piazza della cittadella, l’acqua della grande fontana dall’effige regale, che zampillava, ora è immobile. L’acqua come cristallo rifulge al bagliore che filtra dalle bianche nubi che solcano il reame ormai da tempo. Nelle strade il silenzio regna sovrano, nessuna pietra viene spostata dal vento perché egli non soffia più, la polvere resta ancora posata sul terreno, nessun soffio, nessun passo. Il vociare ormai è svanito anche dalle vie mercantili, le botteghe sono chiuse, ogni porta è serrata all’inerme istante.
La quiete bussa silenziosamente alle finestre, si insinua nelle tegole delle case, tra i mattoni, tra le pieghe del tempo e conduce il silente splendore dai bastioni fino alla grande magione.
Tutto dormirà, fino a quando una nuova scintilla partirà dal cuore della fanciulla addormentata nelle soavi stanze: la pelle chiara, le rosee gote, il respiro lento e costante, le labbra socchiuse, gli occhi chiusi in un eterno riposo. Nessuno più è triste, nessuno piange più.
Un giorno forse tornerà a sorridere, ma questo non è il tempo del suo risveglio, e questa non è più la sua storia.

Dormi ancora, dolce Philia, dormi, riposa tra le braccia dell’immutabilità del destino e forse la sorte, la buona sorte, sarà con te un giorno, e potrai riaprire i tuoi occhi verdi, gemme di intensa bellezza, che ora giacciono dietro a delicate palpebre chiuse.


Non sei sola, non lo sei mai stata
non lo sarai mai, e non lo sei neanche adesso.
I miracoli accadono, e sono fatti dagli uomini, Philia.
Credi in loro, credi nel cuore degli uomini,
credi nel cuore di coloro che giungeranno nelle tue fredde lande
a portare, ancora una volta, la brillante Luce di un nuovo inizio.
Il Sole sorgerà ancora, più luminoso, più brillante.
I miss you, I love you.



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