Per una pinta di amarezza e qualche imprecazione in più

di CatherineC94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Logorroici di prima mattina ***
Capitolo 2: *** Il fetido Bubotubero ***
Capitolo 3: *** Volo d’amore ***
Capitolo 4: *** L'Aberforth Furioso ***
Capitolo 5: *** Party Hard ***
Capitolo 6: *** Furetti e scuse ***
Capitolo 7: *** Bombetta ubriaca ***
Capitolo 8: *** Come dire? ***
Capitolo 9: *** Lembo ***
Capitolo 10: *** Veggente saltellante ***



Capitolo 1
*** Logorroici di prima mattina ***


 
 
Logorroici di prima mattina
 
 
Aberforth scende lentamente le scale con gli occhi ancora un po’ chiusi.
Riesce ad arrivare al lato del bancone noncurante, fino a quando scorge una figura impassibile seduta.
«Non si bussa nel tuo spocchioso castello?» chiede sgarbato.
«Volevo ringraziarti per aver risolto ehm, le precedenti incombenze» dice Albus malizioso puntando gli occhi sulla piccola donna che nel frattempo li ha raggiunti.
«Preside» esclama Sibilla con voce mistica.
«Cara professoressa, mi auguro che abbia passato una notte piacevole» mormora Albus garbato.
«Fatti gli affaracci tuoi, ricordati cosa facevi tu a sedici anni. Ricordati da dove vieni!» tuona Aberforth maligno.
« Oh, io facevo molto peggio» ribatte Albus facendo un inchino galante ed uscendo.
 

 


Note.
Questa prima drabble fa parte di questo nuovo progetto che da tempo volevo mettere in atto. Per chi non ha letto la mia storia “Rogne”, vi faccio un breve riassunto. Siamo durante il quinto anno di Harry, la prof Cooman non vuole più insegnare e quindi Albus chiede aiuto ad Aberforth; vi consiglio quando potete di farci un salto così da avere bene in mente il contesto. Naturalmente la raccolta seguirà la meravigliosa challenge di GaiaBessie che trovate QUI, vi ripeto di farci un salto ed iscrivervi. Oggi siamo al Day 4: (2) Ricordati cosa facevi tu a sedici anni, ricordati da dove vieni (Fabrizio Corona su Ilary Blasi)

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Capitolo 2
*** Il fetido Bubotubero ***


Il fetido Bubotubero

 
«C’hai qualche altro sorso di questa meraviglia?» dice con voce impastata dall’alcol l’ometto seduto al bancone.
Aberforth affina lo sguardo in quei piccoli ed infossati occhi rossi; lo strano tizio da ore sta trangugiando qualsiasi cosa trovi davanti . Emana uno strano odore, quasi come quello che sprigiona lui quando si annoia e non fa il bagno per tre giorni di fila.
Aberforth grugnisce e nota che indossa un enorme soprabito che ha l’aria di contenere un mucchio di cose; versa del liquido in un bicchierino e lo poggia davanti.
«Come ti chiami razza di ubriacone?» domanda asciutto.
«Mundungus Fletcher, ricordalo bene potrebbe servirti» risponde malizioso.
Aberforth ne dubita, uscendo nel retro.
 
Un altro giorno di gennaio lo trova stravaccato su un tavolo del Pub.
Intorno ha milioni di strani oggetti accatastati che ha sgraffignato a qualche ignara strega; Aberforth ride di gusto immaginando la scena.
Quel puzzolente Bubotubero in miniatura vive nel suo confuso mondo e riesce a sopravvivere.
Facendo dondolare il kilt per godere degli spifferi freschi della sera, lo raggiunge con Milly che bela interessata.
«Il tuo disordine è una forma d’arte» gli sputa quasi.
«Non è che questa capra fa del latte magico?» chiede invece lui.
Milly punta gli zoccoli minacciosa pronta a mangiargli la peluria che possiede.
«No, ma in compenso ti mangia le mani» dice Aberforth secco.

 
Aberforth al ritorno dal villaggio sente uno strano brivido che parte dalla base della schiena.
Quando si rende conto che Milly non c’è, inizia ad urlare come un forsennato; lancia a terra le provviste acquistate e si lancia all’inseguimento del fetido ometto.
Non è difficile scovarlo, proprio per il suo odore rancido, lo trova aggrappato ad un albero con Milly che tenta di morderlo.
Si avvicina rapido, lo afferra per la collottola e dice furente:« Inutile poltiglia di uomo prima sopportavo la tua presenza, ma tu sai solo coltivare invidia».
«Non mi uccidere, ti prego!» piagnucola.
Aberforth si siede sereno, mentre la capra rabbiosa gli stacca il parrucchino che indossa.
 
 


Note.
Quinto giorno della challenge, quinto prompt: “Il tuo disordine è una forma d’arte/ Ma tu sai solo coltivare invidia (Morgan)”. Che divertimento stasera, spero vi piaccia; la descrizione di Mundungus segue scrupolosamente la descrizione del libro e si discosta da quella dei film. Vi ricordo la meravigliosa challenge di GaiaBessie che trovate QUI, vi ripeto di farci un salto ed iscrivervi non ve ne pentirete. Un abbraccio!

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Capitolo 3
*** Volo d’amore ***


Volo d'amore



I primi raggi del sole irrompono nella stanza.

Aberforth si volta seccato, gli occhi sono spalancati e l’espressione sul viso è tesa.

Non ha chiuso occhio per tutta la notte, proprio perché alla sua destra, Sibilla, ha russato tutto il tempo.

Ormai non riesce più a controllarsi, sente che sta per esplodere.

Osserva bene la donna, e per un attimo quasi si blocca rimirandola.

Però lei ancora russa e lui vuole dormire così si volta imprecando dall’altra parte provando a chiudere gli occhi.

Ci riesce anche, per un minimo istante di gloria fino a quando lei non gli suona un sonoro ceffone nel dormiveglia.

«Stramba donna» gracchia irato buttandola giù dal letto.

 


Note.

Sesto giorno della challenge con il prompt!Day 6:

(1) È quasi giorno, è quasi casa, è quasi amore (F. De Gregori)

Spero vi sia piaciuta

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Capitolo 4
*** L'Aberforth Furioso ***


L’Aberforth Furioso
 
L’esiguo spazio tra i due non fa che aumentare il fiato corto di Aberforth, che in preda a qualche
strampalato impulso stringe le natiche di Sibilla.
Lei emette un squittio spaventato, lui alza gli occhi al cielo.
Sono rinchiusi in pieno giorno nel piccolo ripostiglio del bancone, a causa un attacco rapace dell’uomo, che per mezza mattinata ha provato a persuadere una Sibilla schiva.
In quel misto di gemiti, imprecazioni e calore condiviso una voce limpida li interrompe.
«Fratello».
Aberforth si ferma di botto, scioccato.
«Aberforth?» chiama la voce di Ariana.
L’uomo guarda in avanti, le grandi mani sprofondate in Sibilla e comincia ad irritarsi senza ritegno.
«Aberforth» dice ancora Ariana.
 
 
«Qualcuno ti chiama» gorgheggia Sibilla, persa nell’etere che nasconde Aberforth sotto il kilt.
Lui si scioglie dentro di lei e fa finta di non sentire, proseguendo indisturbato.
«Non c’è nessuno?» domanda ancora sua sorella.
«Dovresti rispondere!» lo accusa Sibilla, quando il suo viso è contro il muro.
«Ti sembra questo il momento? E se tra poco mia sorella non abbassa la voce la chiudo nell’armadio» dice Aberforth a denti stretti per lo sforzo.
«Ma potrebbe essere qualcosa di importante, un colloquio con gli spiriti dell’aldilà!» grida Sibilla.
La porta del Pub si apre accompagnata dallo scalpiccio di qualcuno.
«Abbassa quella voce da gallina, potrebbero sentirci» esclama furioso Aberforth, terminando la conversazione.
 
 


Note.
Ciao a tutti, se credevo di aver toccato il fondo con la flash su Gilderoy che lancia limoni non avevo tenuto in conto queste due drabbles. Allora, vi chiedo scusa  per gli obbrobri che vi sto proponendo ma questa challege mi sta facendo divertire molto, poi la mia versione di Aberforth si presta moltissimo a queste dinamiche volutamente demenziali e grottesche. Naturalmente, lui adora Ariana solo che come tutti noi, ci sono momenti che stiamo facendo qualcosa di importante e beh, non lo so la mia mente ha partorito una cosa assurda. Comunque spero vi faccia almeno sorridere, io mentre scrivevo ridevo da sola come una stupida. Il prompt di oggi è: Day 7: E se tra poco mia sorella non abbassa la voce la chiudo nell’armadio/ Abbassa quella voce da gallina. Vi ricordo la challenge che potete trovare QUI, non fate i timidi e prendete parte a questo divertente esercizio di scrittura. Un abbraccio

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Capitolo 5
*** Party Hard ***


Party Hard
 
 
Aberforth si maledice per ogni passo che sta compiendo in quei gelidi corridoi.
Grugnisce gutturale, borbotta e lancia qualche imprecazione tra i denti, contro chi lo circonda, notando che un gruppo di studenti lo sta osservando atterrito.
«Che avete da guardare voi? Razza di incompetenti, fra un paio d’anni ci rivedremo sul bancone del mio pub!» latra con immane perfidia.
« Per amor del cielo, di qua!» dice  una voce severa alle sue spalle.
Aberforth segue la vecchia Minerva che lo conduce in una piccola stanzetta, dove l’intero corpo docenti e Gazza lo stanno osservando.
«È più emozionante di quella volta che avevo dimenticato come ci si siede!» dice disgustato.

 
«Cosa stiamo festeggiando?» chiede senza fronzoli.
«Il compleanno di Mastro Gazza» risponde quel pesce lesso di suo fratello.
Aberforth trattiene un conato di vomito e si ripromette di non accettare mai un suo invito in futuro.
«Quanti anni sono, Argus?» chiede quella pentolaccia della Sprite.
Gazza mastica un’ingiuria mista ad una risposta standard di cortesia, mentre una strana tizia irrompe nella sala.
«Mi scusi, preside per il ritardo. Mi sono persa nel mio occhio interiore senza accorgermi di nulla» blatera la strana donna.
«Non fa nulla Sibilla, siedi pure c’è un pasticcio niente male» risponde il vecchio bacucco.
«Avete messo la gatta nel pasticcio?» sussurra mellifluo Aberforth.
 Minerva  lo guarda torva.
 
 
«Quindi cosa diceva quell’occhio?» chiede Aberfoth rassegnato.
Due ore dopo, ancora sta ascoltando i vaneggiamenti di quel custode pazzo che lo hanno reso stanco ed irascibile. Tutti guardano avidi la porta in attesa di poter fuggire in qualche modo, mentre lui sta mettendo sotto torchio la strana donna entrata prima, che somiglia ad un moscone.
«Avverto strane vibrazioni, qualcosa di oscuro sta per succedere» risponde quella.
«Tipo?» la tenta.
«Calamità, sciagure!» continua ormai alticcia.
«Moscone ubriaco, sei davvero positiva!» le dice ironico.
Lei mette uno strano broncio, gli occhi sembrano velati di lacrime e si volta dall’altra parte.
«Dovresti venire al mio Pub, lì avvengono vere disgrazie» le dice malizioso.
Arrossisce.
 
 


Note.
Nuovo giorno, nuovo prompt: Day 8: “È più emozionante di quella volta che avevo dimenticato come ci si siede”. Per i coraggiosi che hanno letto fin qui: GRAZIE e scusate per la raccolta demenziale e trash. Vi ricordo la challenge che potete trovare QUI, non fate i timidi e prendete parte a questo divertente esercizio di scrittura. Un abbraccio.
 

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Capitolo 6
*** Furetti e scuse ***


Furetti e scuse
 
«Bello il kilt, vecchio strambo» dice dopo un po’ Aberforth.
«Mmh» mugugna Alastor, sorseggiando dalla fiaschetta.
«È un furetto, quello?» chiede l’altro con avida curiosità.
«Oh sì, della peggior specie» ammette Alastor con uno strampalato ghigno sul volto, indicando l’ornamento.
Aberforth alza le spalle, senza la minima voglia di capire le sue solite stranezze e si guarda intorno imbestialito.
La stupida festa è iniziata e lei non si è ancora degnata di scendere dalla tana.
Si alza di scatto e decide di raggiungerla; magari è affogata nello Scotch che solitamente trangugia.
«Dalle riunioni con Voldemort ai balli di gala. Hai fatto progressi!» grugnisce stizzito quando si ritrova davanti Karkaroff.
Sputa sprezzante.
 

«Pensavo fossi morta da un pezzo» ammette Aberforth.
Sibilla stringe gli occhi interrogativa, lui si chiede come faccia visto che sono grandi come due fanali.
«Ho cambiato idea» afferma lei.
Aberforth ride di gusto.
«Non ti seguo» dice.
Lei si stringe le spalle in uno scialle pieno di fronzoli con aria seria, addosso porta un vestito nuovo che la fa somigliare alla Strega della Palude.
«Oggi, mentre mi perdevo nei fumi dell’etere ho avuto una rivelazione!» gorgheggia con i fanali spalancati.
«Se venissi giù a danzare ora, innescherei meccanismi che non saprei fermare» conclude grave.
Aberforth non sa se ridere o piangere.
«Hai esagerato stavolta, razza di ubriacona» le dice mantenendo un tono tranquillo.
 

 
«Mettiamola così, mi hai fracassato le Puffole Pigmee per una settimana buona e poi mi dai buca?» grugnisce Aberforth dopo due ore di discorsi deliranti.
«La vita è incerta, sai che io sono in balia di forze che non dipendono da me…» replica saggiamente.
«Forze dei miei stivali. Tu non sai ballare!» urla lui ostile.
Sibilla si guarda intorno a disagio.
«Cialtrona, ti ho scoperto! Adesso andiamo ugualmente, così impari a fregare la gente»  tuona Aberforth senza pazienza.
«Il mondo della danza sa» sussurra fioca.
«Che?» chiede Aberforth smarrito.
«Si! Sa che faccio pena!» piagnucola Sibilla.
Il kilt di Aberforth scivola a terra improvvisamente.
«Non proprio» dice scaltro.
 
 

 
Note.
Decimo giorno di challenge, decimo giorno della scelta trash del prompt : Il mondo della danza sa!.Grazie a tutti voi coraggiosi che leggete e recensite questa follia, che oggi ha toccato il suo apice dopo la storia angst su i #Siberforth di ieri. A proposito di #Siberforth, mi avete scritto per la scelta del nome che non può essere attribuita a me, anzi ringrazio ancora Lady.Palma, per aver coniato il termine e per avermi spronata. Questo capitolo è dedicato appunto a lei e Severa Crouch; nel caso di Lady. Palma ho voluto inserire il suo amato Alastor (Barty) e per Severa la sua idea degli “Occhi a fanale” di Sibilla. Grazie per la vostra gentilezza e presenza, un abbraccio.
 

 

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Capitolo 7
*** Bombetta ubriaca ***


 
Bombetta ubriaca
 
Il suo sguardo è ormai perso nel vuoto, come quello di tutti gli altri presenti.
Sta tentennando, Aberforth lo sente.
Avverte nell’aria, con la sua solita maliziosa apprensione, i movimenti biechi del suo grassoccio collo.
«E te lo devo dire, , tu sei un bravo ragazzo te lo devo dire chi è!» gracchia Caramell.
La voce è alticcia, può anche giurare di aver sentito un singhiozzo.
«Questa volta lo devo dire, devo fare nomi e cognomi» ammette piagnucolando.
Aberforth assottiglia lo sguardo.
« Albus Silente. È lui il traditore, il sobillatore alle mie spalle» sussurra incredulo il Primo Ministro.
«Se casomai lo prendete, buttate le chiavi» lo ammonisce Aberforth ridendo entusiasta.
 
 
«Dammi qualcosa di forte, buon uomo».
Aberforth alza gli occhi, fa un passo indietro quando se lo trova davanti.
«Se vuoi roba da femminucce, vai dalla tua Rosmerta» gli dice, ma dall’espressione che ha in viso Aberforth capisce che farlo ubriacare è un atto di pietà.
Gli versa il liquido trasparente, Caramell lo butta giù in un sorso.
«Ho sentito che tua moglie ti tradisce» gli dice perfido.
«Si, è un bravo ragazzo» risponde Caramell con gli occhi rossi.
«Sa mescolare il paiolo meglio di te, forse» pondera Aberforth alzando le spalle.
Caramell grugnisce disperato ed afferra la bottiglia.
«Non ci pensare, posso darti una capra se vuoi» propone lui speranzoso.
 
 


Note.
Ho deciso di raggruppare due giorni della challenge perché mi era venuta in mente questa scenetta. Gli archi temporali sono due:
  1. Ordine della Fenice;
  2. Principe Mezzosangue.
I prompts sono Day13 Day14:
  1. Questa volta lo devo dire, devo fare nomi e cognomi
  2. Ho sentito che tua moglie ti tradisce. Si è un bravo ragazzo.
Si, è un bravo ragazzo.
Spero vi abbia fatto sorridere, un abbraccio.

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Capitolo 8
*** Come dire? ***


Come dire?
 
Mi sento dentro che un amore lo invento
( Baustelle).
«Che diavolo hanno tutti?».
Qualche strega lo guarda male, un gruppo di maghi scuote la testa.
Aberforth fa una smorfia schifata, tutta Hogsmeade è ricoperta di strani cuori rosa.
«È San Valentino, vecchio orso» urla Florian.
«Che idiozia» borbotta tornando al Pub.
Per tutto il viaggio di ritorno, Aberforth si chiede che senso abbia quel giorno, anzi che senso abbia amare qualcuno.
Entrando la trova accovacciata nella panca di destra, intenta a muovere uno strano pendolo con gli occhi fuori dalle orbite.
«Allora mi dici se il mio affare avrà successo?» le dice un folletto ironico.
Aberforth l’anticipa ghignando:« Non saprebbe dirti se pioverà».
Lei mugugna stizzita, lui apprezza stranamente quel suono.
 
 
Sibilla si stringe nell’enorme vestaglia di tweed.
«Non dici nulla, di solito non stai mai zitta»  nota Aberforth accarezzandosi la barba.
«Dubito che possa interessarti ciò che dico» afferma, la voce intrisa di risentimento.
«Strampalata già di prima mattina?» risponde Aberforth ridendo come un forsennato.
Non si volta, apre la porta e scende le scale a piccoli passi.
«Razza di moscone, non mi lascia nemmeno dormire in pace!» digrigna a denti stretti.
Si gira dall’altra parte, turbato.
Quel dannato giorno si sta dimostrando una seccatura infinita e lui, che non ha mai dovuto dimostrare niente a nessuno vorrebbe solo prendere il muro a testate.
«Moscone folle» dice lamentoso.
Si alza frustrato.
 

La guarda per tutto il pomeriggio.
Sibilla non parla, si rintana nell’angolo più remoto della stanza con un mazzo di carte.
Aberforth cucina, ogni tanto mugugna tediato da quell’aria di sufficienza che lei gli riserva.
Ha un vestito diverso, sembra una tenda sbiadita. Nota che i capelli, mantenendo la consistenza di quelli del babbeo di Hagrid, sono quasi acconciati.
Aberforth non lo ammette, ma quella sera è conciata meglio del solito.
Taglia un pomodoro aggiungendolo allo stufato, ma gli occhi sono puntati su di lei e la fantasia corre.
Il respiro accelera, deglutisce.
«Ti apro come una verza» le dice pratico.
Sibilla è rossa in viso.
Aggiunge l'ingrediente, raggiungendola veloce.
 
 


Note.
Ciao a tutti, eccoci qua con altri due prompts in questa raccolta folle e demente. Sono questi :Day 15 ( Girone 2) “Ti apro come una verza”e  Day 16 (Girone 1)“Mi sento dentro che un amore lo invento( Baustelle)”. Spero vi piaccia, un abbraccio e grazie!
 

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Capitolo 9
*** Lembo ***


Lembo
 
Sibilla a volte sulla pelle sente l’impatto delle sue parole.
Graffiano ogni lembo  inerme, con quella ruvida parvenza di emozione che Aberforth mente di darle.
Lei finge di non avvertire lo strazio che la sua voce esprime, nei suoi gutturali grugniti-mai abbastanza- lui grida aiuto.
Aberforth cambia quasi sempre, spesso lei si chiede se davvero lui senta qualcosa. Le carezze rozze le penetrano le ossa, ma scompaiono il giorno dopo come impronte sulla sabbia.
«Che diamine hai da guardare?» le chiede scortese.
Sibilla non risponde, sa che la sua risposta è inutile.
Aberforth impreca alzandosi di scatto, lei è immobile nell’oscuro limbo che la tormenta, il crepuscolo  che la imprigiona.
 
 
 


Note.
Day 21 della challenge, questa volta pov Sibilla. Spero sia di vostro gradimento; domani ci sarà una cavalletta  e tanto trash!

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Capitolo 10
*** Veggente saltellante ***


Veggente saltellante

«Vecchio pazzo, se continui così ci rimani secco».
Aberforth gonfia il petto orgoglioso e sfodera un sorriso sporco borbottando:« Non sono il tipo da miagolii come te».
Alastor si schiarisce la voce.
«Almeno hai tenuto il ritmo?» chiede sarcastico.
Aberforth si guarda intorno per poi avvicinarsi malizioso e sussurrare:«È una cavalletta impazzita».
Un belare improvviso li fa voltare ed osservare Milly che rincorre Sibilla davanti al vialetto.
«Vai via capra! Sono la pronipote di Cassandra, la veggente!» strilla lei saltellando.
«Devi ammettere che con i gatti non mi viene bene» osserva Alastor.
«Andrà avanti fino al tramonto, Milly me l’ha garantito» aggiunge sereno Aberforth bevendo un sorso di Whisky.
 
 


Note.
Giorno 22 della challenge: «È una cavalletta impazzita». Che divertimento, questa raccolta sta toccando sempre più il fondo della demenza. Questa drabble è stata scritta in onore dei meravigliosi Dolastor di Lady. Palma, infatti troviamo Alastor in un cameo e qualche altra referenza di qua e di là. Spero vi abbia fatto ridere, un abbraccio.

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