Non cambierai mai

di Juliet1987
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Perché devi essere sempre così insopportabile?! ***
Capitolo 2: *** Una specie di sorella ***



Capitolo 1
*** Perché devi essere sempre così insopportabile?! ***


Eugene fremette raggomitolandosi su se stesso come un piccolo riccio. Aveva freddo, stranamente freddo. Insomma era disteso su un morbido letto avvolto da lenzuola di seta, in una delle enormi stanze del castello del re eppure sentiva freddo.

Tutto ciò era strano, molto strano.

Rabbrividì tirandosi a sedere e volgendo lo sguardo verso l’unico, imponente finestrone della camera.

Un raggio di luna penetrava attraverso il vetro illuminandogli il volto cereo. Eugene si liberó delle coperte e scattò in piedi, il sonno era svanito ormai da ore e l’unica cosa a cui riusciva a pensare erano gli occhi di Rapunzel. Quelle iridi luminose e smeraldine che assorbivano ogni sua paura quando il suo sguardo le incontrava.

Eugene sospirò, fu questione di pochi attimi e si ritrovò sdraiato a terra preda di un terribile capogiro. -Che diamine mi succede?- Gridò chiudendo gli occhi per qualche attimo sperando che nel momento in cui li avrebbe riaperti la stanza avrebbe smesso di girargli intorno.

Tuttavia aveva fatto i conti senza l’oste perché brividi di freddo e capogiri non sembravano affatto intenzionati ad arrestarsi.

-Oh insomma!- biascicò rialzandosi a fatica e accasciandosi stancamente sul materasso.

Era esausto, e la cosa assurda era, che non riusciva a capire perché.

Chiuse gli occhi per qualche attimo, sembrava che il sonno si fosse finalmente deciso a tornare quando...

-Eugene?- la voce di Rapunzel lo riportò bruscamente alla veglia.

-Eugene... stai bene?- domandò la principessa, che lo guardava preoccupata e perplessa in attesa di una risposta che fosse convincente.

-Ehi biondina, se... se sto bene? Certo! Pe-perché me lo domandi- biascicò il ladro sfoderando il suo solito sorriso ironico.

-Mi sembri pallido- Rapunzel si avvicinò a lui tastandogli la fronte preoccupata.

-Credo che tu abbia la febbre-.

-Febbre? Ma cosa dici, biondina, figurati se io...-.

Rapunzel lo zittì con il suo solito fare sbrigativo -Adesso chiamo Cassandra, lei saprà sicuramente cosa fare.

-Certo come no, chiama la donna drago- sbottò Eugene sarcastico tirandosi le coperte fin sulle orecchie.

Rapunzel sospirò lasciandolo solo per qualche istante, poi fece ritorno con Cassandra al seguito.

-Allora Fitzherbert qual è il problema? Indigestione di narcisismo?!- lo pizzicò la dama di compagnia con sguardo malizioso.

-Ah-ah-ah, molto divertente- borbottò Eugene scocciato.

Rapunzel soffocò un risolino.

-Allora Cass qual è la diagnosi?-

-Credo influenza, niente di grave, sopravvivrà, ma è il caso che tu gli misuri la febbre mentre io vado a recuperare la cura-.

-Cura?! Che cura, io sto benissimo- bofonchiò Eugene a denti stretti.

-Se essere schifosamente bugiardi significa star bene, certo Fitzherbert, stai benissimo, ma starai ancora meglio con una bella iniezione- lo sbeffeggiò Cassandra sarcastica tirando fuori da chissà dove una siringona da 300 ml.

Eugene assunse un’espressione dapprima scioccata, poi preoccupata.

-Stai scherzando vero? Non... non intenderai davvero usarla... vero?- balbettò sbiancando come una mozzarella lavata.

Cassandra sghignazzò divertita

-Non dirmi che il favoloso Flynn Rider ha paura di una semplice “punturina” sul didietro-.

Rapunzel gli diede manforte -Dai Eugene, Cassandra ha ragione, non sentirai niente, solo un pizzichino-.

Il ladro le rivolse uno sguardo dubbioso -Per curiosità raggio di sole, tu quante iniezioni hai fatto in vita tua?-. Rapunzel accennò un sorrisetto fingendo di pensarci su -Nessuna in realtà, ma non può essere così terribile, e poi... a fartela sarà Cassandra non è fantastico?!- rispose dandogli una gomitata per incoraggiarlo.

-Già davvero fantastico- sbuffò Eugene rabbrividendo -Il solo pensiero che quella pazza di Cassandra sia libera di sforacchiarmi il didietro a suo piacere mi entusiasma come una nevicata il giorno del mio compleanno. E ci tengo a sottolineare che io odio la neve-.

-Peccato che tu non abbia altra scelta Fitzherbert, l’iniezione è l’unico metodo efficace per guarire alla svelta. O forse preferisci brividi di freddo e capogiri?- ghignò Cassandra impugnando fedelmente la siringona e agitandola pericolosamente verso di lui.

-Dai Eugene non fare tante storie, ti sentirai meglio- tentò inutilmente di convincerlo Rapunzel carezzandogli una guancia glabra.

-Piuttosto la morte! Biondina... ascolta, se proprio devo fare questa iniezione preferisco me la faccia tu-assentì Eugene deciso.

Rapunzel sospirò -Ecco io... io non posso Eugene, non ne sono capace-.

-Beh, allora... allora Lance, può farla lui no? Di lui mi fido- tentò il ladro disperatamente.

-Lance sta sbrigando degli affari ad Antica Corona, perciò non è qui al momento- rispose prontamente Cassandra che non vedeva l’ora di avere Eugene alla sua completa mercé.

-Piccoletto?-.

-Tzè, quello non sa neanche cosa sia una siringa- sbottò nuovamente la dama di compagnia con fare sbrigativo.

-E che mi dici della rana? Dai Rapunzel, la rana saprà fare un’iniezione no?- protestó Eugene speranzoso.

-Pascal dici? Non saprei, ecco, gli affideresti davvero un compito del genere?- domandò Rapunzel titubante.

-Lo affiderei anche a tuo padre, chiunque purché non sia Miss glaciazione- replicó il ladro sulle spine.

-Sai Fitzherbert? Questa tua mancanza di fiducia non fa che accrescere il mio desiderio di usare questo affare- ghignò Cassandra strizzandogli l’occhio con malizia.

-Adori rendermi la vita impossibile vero?-.

-Da morire-.

-Sei un pezzo di ghiaccio senza sentimenti-.

-E tu uno sciocco ladro incompetente-.

-Ehi, ehi, vacci piano, sciocco forse si, ma incompetente... ti ricordo che sono, anzi ero, l’uomo più ricercato del regno. Incompetente pff- sbottò Eugene impermalito.

-Ragazzi calma, per favore. Non è il caso di esagerare- intervenne Rapunzel esasperata.

-Esagerare?! Ma l’hai sentita?! Mi ha appena dato del ladro incompetente. Io, incompetente?! Andiamo Biondina, lo sai anche tu che sono un ladro eccezionale- rincarò la dose Eugene rivolgendo a Cassandra un’occhiata sgradevole e indicando se stesso con eccessivo entusiasmo.

-Non preoccuparti. Non è colpa tua se sei un completo idiota. È evidente che Rapunzel aveva compassione di te, per questo sei il suo fidanzato- lo rimbeccò Cassandra piccata.

-Cass!- tentò di farla ragionare Rapunzel, ma senza successo, Eugene stava già replicando con la sua solita ironia pungente.

-Almeno Lei è capace di provare sentimenti, non come te che hai il cuore di ghiaccio. Donna Drago-.

Cassandra storse la bocca, odiava quando Eugene le rinfacciava il fatto di essere poco affettuosa, almeno quanto lui odiava essere preso in giro per la sua reputazione.

-Okay Fitzherbert, finiamo questa storia, girati e scopri il tuo regale deretano- gli ordinò con tono perentorio stringendo fra le dita la siringa già pronta.

Eugene scosse la testa orripilato

-Neanche per sogno. Dovrai passare sul mio cadavere-.

-Speravo tanto che lo dicessi- sibilò Cassandra con un sorrisetto falso, poi con un gesto fulmineo sguainò la spada che portava sempre dietro e gliela puntò al pizzetto.

Eugene deglutì fulminandola con lo sguardo.

-Allora, siamo passati alle minacce?-.

Cassandra ci pensó su un istante

-Sto solo soddisfando la tua richiesta Fitzherbert. Coraggio tira giù le brache- disse poi strizzando l’occhio a Rapunzel che li stava fissando più incuriosita che preoccupata.

-Raggio di sole tu non dici niente?- tentò di corromperla Eugene con sguardo implorante.

-Scusa Eugene, il fatto è che sono curiosa, non ho mai visto fare un’iniezione, questa è la mia occasione di scoprirlo-.

-Non ho tutto il giorno Fitzherbert, vedi di darti una mossa- concluse Cassandra con un sorrisetto beffardo. Eugene era senza parole, non sapeva se per la risposta di Rapunzel o per la spada di Cassandra a pochi centimetri dalla sua gola. -Ma... ma questa è una congiura- mormorò sconsolato lasciandosi cadere all’indietro sul suo morbido cuscino di piume.

-Dai se ti fai fare l’iniezione senza storie ti prometto che passerò l’intero pomeriggio

insieme a te- gli assicurò Rapunzel con un sorriso dolce, avvicinandosi a lui per

baciarlo.

-Grazie raggio di sole, tu si che sai come si tratta il ladro più importante del regno- sorrise Eugene sollevandosi sui gomiti per raggiungere le sue labbra.

-Bleah! Tutta questa sdolcinatezza mi farà venire il diabete- sbuffò Cassandra rinfoderando la spada con un sibilo.

Eugene sospirò alzando gli occhi al cielo, Cassandra non cambierà mai, pensó, voltandosi ed esponendo finalmente il suo lato B.

-Cerca di non godere troppo donna drago- le intimó nascondendo il volto fra i cuscini per la vergogna.

Cassandra soffocò un risolino alla vista dei glutei rosati di Eugene, sapere che in quel momento il ladro si sentisse così umiliato la divertiva e non poco.

Con un guizzo preparó la siringa e...

-Ahi! Fa piano! Ma chi ti ha insegnato a fare le punture?!- sbuffò Eugene dolorante.

-Autodidatta. Ho dovuto farle a mio padre per curare il suo mal di schiena- rispose Cassandra prontamente -E non fare il bambino Fitzherbert, sono stata più precisa e delicata di quando mi esercito con la spada-.

-É evidente che il tuo concetto di delicatezza é assai lontano da quello dei comuni

mortali- replicò lui da sotto il cuscino.

-Smettila di lamentarti su, ho finito- lo avvertì Cassandra riponendo la siringa della discordia.

Eugene rotolò sulla schiena riportandosi in posizione supina.

-Questo evento traumatico mi accompagnerà per il resto della mia vita-.

Tuttavia dovette voltarsi nuovamente perché il didietro gli doleva ancora troppo.

Cassandra ne approfittò per rifilargli una sonora sculacciata.

-Ahi! Cassandra questa me la paghi- sbottò il ladro umiliato.

-Voglio proprio vedere come- ghignò Cassandra in tutta risposta sistemandosi il vestito e dirigendosi con calma verso la porta.

-Sta tranquilla. Lo vedrai. Cassandra Salamandra-.

Rapunzel si affrettò a baciarlo per rabbonirlo -Sei pronto per il pomeriggio più bello di sempre Eugene?-.

Il ragazzo sorrise -Certo che si! Facciamo un giro in barca?-.

-Ma che barca e barca, tu devi stare al letto- s’intromise Cassandra apparendo alle sue spalle.

-Che strano. Non mi é parso di aver chiesto il tuo parere. A dire il vero non mi é parso nemmeno di aver richiesto la tua presenza- la pizzicò Eugene con voce flautata.

-Infatti é Rapunzel che mi ha chiesto di restare. Io non prendo ordini da te Fitzherbert- replicò Cassandra velenosa.

-É un peccato sai, perché ti avrei ordinato di scomparire, letteralmente-.

-Non ti darò questa soddisfazione Fitzherbert-.

-Insomma finitela!- sbottò Rapunzel esasperata -Non fate altro che litigare. Ma non vi vergognate?-.

-É colpa sua!- dissero entrambi indicandosi a vicenda.

Rapunzel si diede una pacca sulla fronte -Sapete una cosa? Sono stufa. Passerò il pomeriggio con Pascal, voi fate quello che vi pare-.

-Raggio di sole, no aspetta!- tentò invano di trattenerla Eugene, ma inutilmente, Rapunzel era già andata via.

-Ecco, guarda che hai fatto!- sbuffò Cassandra battendo un pugno alla parete.

-Che ho fatto io?! Se non era per te mia cara Io e Rapunzel saremmo già in barca a goderci il nostro pomeriggio- sbottò Eugene con tono di rimprovero.

-Rapunzel non avrebbe potuto comunque passare il pomeriggio con te perché aveva già un impegno con la sottoscritta- sbraitò Cassandra nervosamente -E adesso per

colpa tua dovrò lavorare il doppio-.

-Finalmente una bella notizia!-.

-Chiudi il becco Fitzherbert, prima che ti sguinzagli dietro gufo, anche se sei malato non avrò alcuna compassione di te-.

-Ma questo é naturale. La roccia non prova compassione- tagliò corto Eugene con un sogghigno.

Cassandra strinse i pugni furiosa - Al diavolo! Me ne vado-.

-Aspetta un attimo e... e se ho bisogno di qualcosa?- mormorò Eugene improvvisamente preoccupato. Nonostante la facciata sbruffona infatti non si sentiva

per niente bene e la testa stava ricominciando a girargli come una trottola.

-Beh, arrangiati!- sibilò Cassandra con voce flautata prima di sbattersi la porta alle spalle.

Eugene si lasciò andare in un lungo sospiro, perché Cassandra doveva essere sempre così insopportabile?

Cassandra sbuffò dirigendosi a grandi passi verso le sue stanze, il pensiero fisso alle ultime parole di Eugene. Sembrava quasi che volesse davvero il suo aiuto.

La dama arricciò il naso seccata.

Perché quello sciocco di Fitzherbert doveva essere sempre così insopportabile?

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Capitolo 2
*** Una specie di sorella ***


Dopo un paio d'ore di sfibrante lavoro Cassandra si lasciò cadere stancamente sul suo letto. Era esausta. Aveva spazzato e lavato il pavimento, rifatto il letto di Rapunzel e lucidato l'argenteria. Era riuscita perfino a rammendare qualche calzino di suo padre, il capitano delle guardie, ma nonostante il sole stesse per tramontare lei sapeva che la sua giornata non era ancora finita.

-Chissà se Fitzherbert si sente meglio, andrò a dare un'occhiata- mormorò fra se tirandosi in piedi e dirigendosi verso l'armadio per indossare la sua divisa nera da combattimento. Infatti, una volta terminate le sue faccende soleva chiudersi nel granaio per allenarsi con la spada. Sperava così di diventare, un giorno, come suo padre.

In silenzio s'incamminò verso la porta e uscì in corridoio.

Tutt'intorno aleggiava una strana calma.

Cassandra sospirò, probabilmente Rapunzel era ancora in giardino a giocare a scacchi con Pascal, per questo c'era tanta pace. Per non parlare del fatto che Eugene non era in giro a far danni.

La dama sorrise beata fra sé e sé, se solo ogni giorno fosse stato così.

Non ci mise molto a raggiungere le stanze di Eugene, d'altronde erano a soli due corridoi dalle sue; raggiunse la porta indecisa se bussare o no, poi decise di non farlo.
-Dovrei bussare al suo cervello piuttosto, chissà forse riprenderebbe a funzionare- pensò facendo capolino nella stanza con un certo nervosismo.

Cosa ci trovava Rapunzel in uno come lui proprio non lo capiva, o forse semplicemente non voleva capirlo.

-Fitzherbert? Sei in punto di morte?- lo prese in giro entrando.

Nessuno rispose.

Cassandra sbuffò avvicinandosi al letto.

-Insomma ora neanche rispondi? Dev'essere grave quest'influenza per aver zittito la tua boccaccia- lo provocò facendoglisi accanto per tastargli la fronte bollente.

-Eugene?! Parlami! Che cos'hai?- Cassandra era sbiancata e il labbro inferiore le ballava in modo strano.

Il ladro giaceva immobile sul materasso, privo di sensi, e respirava a fatica.

Cassandra lo schiaffeggiò nel tentativo di risvegliarlo, ma nell'accorgersi che non reagiva il sangue le si gelò nelle vene.

-Sta tranquilla ragazza, Rider sta facendo un sonnellino- sghignazzò improvvisamente una voce cavernosa alle sue spalle.

Cassandra rimase impassibile rimproverandosi mentalmente per essersi fatta cogliere di sorpresa, se non si era accorta di non essere sola in quella stanza era stato solo per la sua preoccupazione nei confronti di Eugene.

Si voltò fulminando con lo sguardo i due corpulenti uomini dal ciuffo rosso e le lunghe basette che le puntavano malvagiamente la spada al collo. -Che gli avete fatto?- li affrontò furente sguainando anche lei la sua fidata lama.

I due si scambiarono un'occhiata maligna -Ancora nulla per adesso, ma ti conviene farti da parte, abbiamo un conto in sospeso con Rider ed è arrivato il momento della nostra vendetta- rispose uno dei due per entrambi, poiché il fratello non poteva parlare.

-Ah si?! Staremo a vedere!- sbraitò Cassandra lanciandosi alla carica con decisione.

Le spade degli Stabbington sibilarono in aria scontrandosi con la sua. -Non vedevo l'ora di fare un po' di movimento- ghignò mollando un cazzotto al gemello silente per poi rivolgere nuovamente la sua attenzione all'altro, che tentava inutilmente di infilzarla senza riuscirci. Cassandra fece una giravolta spuntandogli le basette con un guizzo.

-Ma tu chi diavolo sei?- sbottò il rosso furiosamente.

-Chi è lei? Ma il vostro peggiore incubo- la voce di Eugene distrasse i due Stabbington e in pochi secondi Cassandra li mise fuori uso.

-Ma bene, guarda un po' chi è tornato fra noi, fatto bei sogni Fitzherbert?- sghignazzò Cassandra ammanettando i gemelli a una delle colonne e dirigendosi verso Eugene,

rinfrancata.

-Oh sì, bellissimi... finché non mi sono svegliato- borbottò il ladro con un sorrisetto ironico sul volto.

Cassandra lo ignorò toccandogli la fronte con aria esperta -Hai un febbrone da cavallo, mi hai fatto preoccupare prima-.

-Quando dici prima, intendi quando urlavi quasi in lacrime "Oh Eugene, Eugene parlami! Che hai Eugene?- sghignazzò il ladro facendole il verso alla perfezione.

Cassandra divenne viola per la rabbia -Mi venisse un colpo secco! Allora facevi finta! Buono a nulla che non sei altro. Hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere? Ma ti faccio vedere io, ti passerà la voglia di prendermi in giro, Fitzherbert!- urlò furibonda saltandogli addosso e colpendolo con tutta la forza di cui disponeva.

Eugene rise di gusto evitando tentando di inutilmente di parare i colpi -Dai donna drago guarda il lato positivo, hai sventato un attentato al futuro re di Corona, parlerò bene di te al capitano delle guardie, non sei contenta?-.

Cassandra strepitò ancora più furente -Contenta? Sarò contenta solo quando ti avrò ammazzato, brutto deficiente che non sei altro!-.

Quando si fu calmata Eugene aveva sul corpo più lividi che nei.

-Insomma non ti sembra di aver esagerato un po'?- tentò il ladro sommessamente massaggiandosi l'addome indolenzito.

-Sta zitto o hai anche il resto- sibilò Cassandra fulminandolo con lo sguardo e cacciandogli in bocca il termometro che gli aveva lasciato Rapunzel.

-E' grave dottore?- domandò Eugene sarcastico.

-Se parli del tuo cervello sì, è più che grave- rispose Cassandra velenosa mentre gli sbottonava la camicia zuppa di sudore per sostituirla con una asciutta.

Eugene tacque lasciandola fare, non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma era felice che Cassandra fosse lì, a prendersi cura di lui. Era la prima volta che qualcuno lo faceva.
Infatti, da orfanello quale era non aveva avuto la fortuna di avere una madre che curasse i suoi raffreddori, che sopportasse i suoi capricci o incerottasse le sue ginocchia sbucciate.
Non che Cassandra fosse una madre per lui, per carità, forse, forse una sorella... beh diciamo una specie di sorella.
Sorrise mentre Cassandra gli sistemava il cuscino e controllava il termometro.

-39 e 3, mi sa che stasera resterai inchiodato al letto Fitzherbert, ti farò portare la cena in camera. Un bel brodino di pollo che ne dici?- propose strizzandogli l'occhio, ben

consapevole che lui, il brodo di pollo, proprio non lo poteva soffrire.

-Credevo che i due pugni degli Stabbington e la tua sfuriata di poco fa fossero una punizione più che sufficiente, insomma cosa deve fare un uomo per non essere

maltrattato?- mormorò Eugene con un sorrisetto sghembo.

-Allora qualcosa ti avevano fatto- rifletté Cassandra scuotendo poi la testa divertita -Mi spiace ma è il menù influenza e non si discute!- disse poi, rimboccandogli in fretta le coperte.
Aveva già perso fin troppo tempo con quel buono a nulla.

Eugene sorrise sincero incontrando per un attimo il suo sguardo.

-Forse però potrei portarti un pezzo di dolce- si lasciò sfuggire Cassandra strizzandogli l'occhio con aria complice, poi, in silenzio, lasciò la stanza per chiamare suo padre affinché portasse via gli Stabbington.

Eugene alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa divertito.

-Non cambierai mai… Cass!-.

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