L'epoca dei signori della Guerra di Blyth (/viewuser.php?uid=163025)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Viandante ***
Capitolo 2: *** Come tutto è iniziato ***
Capitolo 3: *** La guerriera Re Kai ***
Capitolo 4: *** La strega delle terre dell'Ovest ***
Capitolo 5: *** Un'arma per Ryo ***
Capitolo 6: *** Un pezzo della sua anima ***
Capitolo 7: *** Il primo scontro. Il primo demone ***
Capitolo 8: *** La lama spezzata ***
Capitolo 9: *** Il figlio del fabbro e la cascata dei sussurri. ***
Capitolo 10: *** Una storia da un paese lontano ***
Capitolo 11: *** Un demone nella foresta ghiacciata ***
Capitolo 12: *** Orecchini che splendono nella tormenta ***
Capitolo 13: *** Il tempio della Dea Ku'uri ***
Capitolo 1 *** Il Viandante ***
il viandante
1. Il viandante
(note a fine capitolo)
- Adesso ti
insegno io a rubare piccolo bastardo!- urlò l'uomo afferrando i
capelli bruni del bambino davanti a lui e sollevandolo tra le urla di
approvazione dei suoi compagni mercanti. Il bambino, magrolino, mal
nutrito e indifeso davanti a quegli uomini troppo più grandi di
lui gemette, cercando di afferrare il polso dell'uomo e alzandosi sulle
punte per cercare di toccare terra e ricacciando indietro le lacrime di
dolore.
L'uomo lo
strattonò facendogli perdere l'equilibrio e barcollare,
provocandogli una fitta di dolore alla testa, gli avrebbe strappato i
capelli se avesse continuato Ryo ne era sicuro.
Quando un pugno
lo colpì in pieno viso le lacrime iniziarono a sfuggirgli dagli
occhi contro il suo volere, odiava piangere in situazioni come quella
mentre gli uomini ridevano nel vederlo lamentarsi mentre lo
picchiavano.
Arrivò
unaltro pugno, questa volta alla bocca dello stomaco che gli tolse
l'aria dai polmoni, tranciandogli il fiato. L'uomo lasciò i suoi
capelli buttandolo per terra e scrollandosi di mano qualche ciocca
oramai strappata dalla cute folta.
Ryo
cercò di atterrare sui palmi delle mani ma qualcuno lo prese a
calci da dietro la schiena provocando un contraccolpo che gli fece
cedere i gomiti deboli e sbattere il viso contro la terra dura e arida.
A quel calcio ne seguirono altri sempre più incalzanti e forti.
- Dovremmo scriverti "Ladro" sulla fronte con un coltello stupido ladruncolo!- ringhiò uno di loro colpendolo.
Ryo senza
alcuna possibilità di difendersi si rannicchiò su se
stesso come aveva imparato a fare, coprendo il collo con le mani e
riparando il viso stra le gambe, chiudendo gli occhi e pregando che si
stancassero prima di renderlo in fin di vita.
O forse
sperò che lo uccidessero con il loro colpi, aveva fame, era
stanco e solo. Forse si era fatto beccare apposta mentre sottraeva la
sacca dei soldi dal cavallo di quel mercante, forse sarebbe stato
meglio morire li piuttosto che dover affrontare un altro giorno
più ferito e malconcio di quello prima.
Glielo avevano ripetuto tante volte, al mondo non c'era spazio per orfani come lui.
Strinse
più forte gli occhi piangendo tra singhiozzi e gemiti di dolore,
rinuncunciando persino a chiedere pietà ma fu proprio in quel
momento che i colpi cessarono improvvisamente al risuonare di una voce
maschile.
- Cosa credete di fare a quel bambino?- domandò la voce.
Ryo rimase
immobile non osando nemmeno aprire gli occhi, limitandosi a riprendere
fiato riempiendo i polmoni con piccoli respiri a causa del dolore.
-E' un ladro, gli stiamo dando la lezione che merita.- rispose l'uomo che lo aveva afferrato per i capelli.
- Se vi ha derubato dovreste chiamare le guardie cittadine, non picchiarlo.- fu la risposta pronta dello sconosciuto.
Ryo potè
sentire gli uomini attorno a lui spostarsi di qualche passo, forse
verso l'intruso che stava osando opporsi a loro, dei mercanti
benestanti.
- E a te cosa
importa se lo picchiamo invece di farlo arrestare? Ladruncoli come
questo meritano solo di imparare la lezione da parte di veri uomini.-
il tono dei suoi aggressori si stava facendo più basso,
minaccioso e Ryo pregò la dea che lo sconosciuto non li facesse
arrabbiare più di quanto non lo fossero già.
Ad un tratto sentì il suono metallico di una spada che viene estratta - Volete scoprire quanto mi importa?-
-Bastardo...-
Il suono di altre quattro spade che vengono estratte.
Ryo tremò rannicchiandosi ancora di più e iniziando a ripetere un mantra con le labbra serrate.
Ci fu un attimo
di caos, urla, clangore di spade e versi di dolore ma fu solo un
istante prima di un pacifico silenzio interrotto solo dal suono di un
pianto e qualche gemito basso.
Poi una mano
decisa lo afferrò per un braccio obbligandolo ad alzarsi e
provocandogli un male atroce ai muscoli, Ryo provò a dimenarsi
per quanto potesse ma lo sconosciuto se lo caricò in spalla
senza preoccuparsi dei suoi deboli calci e pugni.
Quando
realizzò che si trattava dello sconosciuto si calmò
aprendo al meglio l'occhio sano e guardando i mercanti stesi a
terra, alcuni privi di sensi altri feriti ma non in pericolo se non per
uno che continuava a stringersi una mano monca delle dita.
Lo strano
viandante non lo lasciò scendere dalla sua spalla fino a che non
furono davanti alla casa di un medico dove lo abbandonò sul
uscio.
Ryo
guardò lo sconosciuto ancora confuso dal suo comportamento,
oramai aveva imparato che nessuno fa niente per nessuno al mondo se non
per un guadagno. Aspettava che l'estraneo rivelasse cosa volesse in
cambio del suo salvataggio e lo obbligasse a ripagarlo della
gentilezza.
Ma il giovane
spadaccino non gli disse niente, si limitò a frugare nella
propria veste e estrarre alcune monete che gli lanciò in grembo,
Ryo si affrettò ad afferrarle.
-Per il medico.- disse soltando il ragazzo più grande girandosi e andandosene di tutta fretta.
Ryo
provò a scattere cercando di fermarlo ma il suo corpo dolorante
glielo impedì -Fermati! Hey per favore fermati!- provò a
urlare ma il ragazzo non lo degnò nemmeno di un ultimo sguardo
continuando ad avanzare con il suo passo spedito.
Ryo
mandò giù un groppo alla gola e prendendo tutto il fiato
che riuscì a trovare urlò un ultimo "Grazie" a pieni
polmoni chiandosi sulle ginocchia e ricacciando subito indietro un
gemito di dolore, le monete strette al petto.
Due giorni dopo
il medico lo aveva lasciato andare dopo avergli bendato i tagli,
applicato una pomata per i lividi che gli gonfiavano l'occho destro e
tappezzavano il costato ed essersi assicurato che non ci fossero ferite
gravi "all'interno".
Così Ryo si era rimesso in piedi con ancora due monete bronzo in tasca e un braccio fasciato attorno al collo.
Per un po'
rubare sarebbe stato impossibile, i mercanti gli avevano torto il
braccio sinistro così tanto da rendergli impossibile muoverlo
per almeno una settimana, quindi si sarebbe dovuto inventare qualcosa
prima di finire i soldi del suo gentile sconosciuto.
Il medico
abitava appena fuori da una città piuttosto grande e popolata,
si trovavano in una regione interna del regno di Raijen lontani dai
campi di battaglia a sud-est e dagli orrori lasciati dalla guerra con
Zhan che si trovavano sugli altri confini. La cittadina era ben
popolata e viva, organizzata su una struttura circolare come la
maggiorparte delle città delle grandi pianure del centro.
Ryo raggiunse
la piazza centrale dove si teneva il mercato e si sedette ad un angolo,
sotto una statua di un guerriero armato con lascina e scudo; Bajo il
Dio della guerra e difensore dei confini. Posò la schiena contro
il pilastro della statua protettrice e prese dalla piccola sacchetta
che portava in grembo un bicchiere di latta che portava sempre
con sè mettendolo per terra davanti alle proprie gambe
incrociate e aspettando pazientemente che qualcuno avesse compassione
di un povero bambino ferito.
Note:
Avevo
pubblicato questa storia già un mesetto fa, poi ho deciso di
toglierla per revisionarla. Purtroppo non ho una beta, ho provato a
collaborare con una ragazza tempo fa ma non mi ci trovo.
Purtroppo sono anche dislessica,
quindi per quanto io mi sforzi di correggere ci sarà sempre
qualche errore che mi sfruggirà, vi chiedo scusa e vi invito a
segnarlarmeli correggerò volentieri!
In sostanza non cambia nulla dalla
prima pubblicazione, ho solo corretto tutto quello che c'era da
correggere (spero) per pubblicare di nuovo, ripartendo da capo.
Grazie alla quarantena ho avuto modo
di dedicarmi di più alla scrittura, quindi ho almeno 11 capitoli
già pronti, la speranza è di riuscire a tenere una
pubblicazione a cadenza settimanale ogni Domenica.
Vi invito a lasciare un commento e vi do appuntamento con il prossimo capitolo per settiman prossima!
Blyth
p.s. I capitoli non saranno sempre così corti, anzi... prendete
questi primi brevi capitoli come introduzione. Man mano che adremo
avanti prenderanno sostanza.
Blyth
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Capitolo 2 *** Come tutto è iniziato ***
capitolo 2
2. Come tutto è iniziato
(note a fine capitolo)
Dopo quattro
giorni i soldi che il suo salvatore misterioso gli aveva lasciato erano
finiti, aveva piovuto come spesso capitava nel paese delle acque e a
causa delle ferite che ancora lo debilitavano Ryo si era visto
costretto a dormire sul pavimento di una locanda pagando per tutto il
soggiorno di tre giorni una moneta, l'altra era finita in uno dei due
pasti che era riuscito a procurarsi grazie all'elemosina.
Così era
tornato per il quinto giorno a mendicare seduto sul terreno bagnato
sotto la statua, allungando con il braccio sano il bicchiere e pregando
i passanti, chiedendo aiuto e implorando per un po' di gentilezza con
la faccia contusa e dolorante.
L'occhio destro
in quei giorni si era gonfiato molto e faceva fatica tenerlo aperto
bene ma almeno il petto gli faceva meno male e respirare non era
più così difficile come il primo giorno. Continuava a
pensare al misterioso ragazzo, a come se ne fosse andato senza dire
nulla, senza dargli un motivo e senza chiedergli niente in cambio.
Ancora non si capacitava che potessero esistere delle persone tanto
buone al mondo, per un'attimo gli aveva ricordato di una vecchia
sacerdotessa che per un paio di mesi si era presa cura di lui
raccogliendolo dalla strada febbricante e mal nutrito. Anche lei non
aveva chiesto nulla in cambio, ma la donna, Ime, era una sacerdotessa
del tempio della dea dell'amore quindi era normale che si prendesse
cura dei mendicanti e degli ultimi; ma lui? Perché prendersi il
disturbo non solo di salvare uno sconosciuto, un ladro, ma di pagargli
pure il dottore senza chiedere nulla?
Era un mistero
che non gli dava pace, si era abituato da tempo a badare da solo a se
stesso e adesso dopo tanti anni si trovava a sentire uno strano senso
di debito nei confronti di qualcuno. Un qualcuno che forse non avrebbe
mai più incontrato in vita sua.
Mentre con la
mano tesa ripensava a quell'incontro e tutte le domande che aveva fatto
nascere in lui una massa di capelli neri, folti e mossi comparve tra i
passanrti. Ryo non ci mise molto a riconoscere l'abito blu, un po'
rovinato sui bordi e quella fodera nera laccata, decorata con un motivo
geometrico e una scritta sulla lunghezza che non sapeva leggere.
Si alzò di scatto proprio mentre il viandante misterioso si girava.
Ryo avrebbe
riconosciuto quel bel volto dai linementi allungati e leggeri ovunque,
i suoi occhi dall'iride d'orata e la pupilla serpentina erano
inconfondibili, unici e agghiaccianti.
Corse senza
pensarci due volte nella sua direzione chiamandolo e agitando la mano
che teneva il bicchiere mentre le poche monetine risuonavano creando
fracasso nel tentativo di attirare la sua attenzione.
Lo sguardo
dello sconosciuto vagò per un attimo tra le persone prima di
trovarlo e fermarsi su di lui, arrestò la sua sua camminata
decisa e Ryo lo raggiunse.
- Tu sei il
bambino dell'altro giorno, vero?- gli disse con la sua voce roca che
stonava con il suo viso delicato ma non con la sua espressione vuota.
Ryo
annuì agitando la testa con forza -Grazie per avermi salvato.-
si cimentò in un inchino profondo fino a guardarsi le ginocchia.
Lo sconosciuto lo guardò aggrottando le sopracciglia scure -Mi hai già ringraziato.-
-Non nel modo
giusto.- si giustificò Ryo alzandosi lentamente e incontrando
quegli occhi freddi dello stesso colore dell'oro.
- Un grazie è un grazie.- lo sconosciuto fece spallucce voltandosi per andarsene e lasciarlo di nuovo solo.
Ryo però
non si tirò indietro, voleva conoscerlo meglio, voleva trovare
un modo per ringraziarlo davvero e togliere dal proprio cuore quel
sentimento di debito che lo legava all'altro.
Gli aveva
salvato la vita, quei mercanti non si sarebbero fermati e lo sapeva
bene. Se in quel momento aveva desiderato di morire ora ringraziava con
tutto se stesso l'intervento di quel giovane che l'aveva salvato,
avrebbe chiesto scusa per tutta la vita allo spirito di sua madre per
quei pensieri stupidi.
Affiancò lo sconosciuto presentandosi - Io sono Ryo Ooka, posso sapere il vostro nome almeno?-
L'altro non lo
guardò proseguendo per la sua strada, per un po' non rispose
nemmeno e quando lo fece il suo tono era neutro, piatto - Shyn.-
Per un attimo
Ryo fu tentato di chiedergli quale fosse il suo cognome ma se lui non
lo aveva detto forse non lo sapeva, forse era un orfano come lui o
più semplicemente aveva i suoi motivi per non rivelarlo e lui
non voleva scocciarlo con una domanda inopportuna.
Rimase semplicmente al suo fianco cercando di tenere lo stesso passo deciso.
Lo seguì
senza emettere fiato per tutto il resto della giornata, uscirono dalla
città incamminandosi verso i boschi fermandosi solo quando
dietro di loro non c'erano altro che alberi.
In fine Shyn si
voltò verso di lui -Non hai di meglio da fare che seguirmi?-
domandò con una lieve inflessione confusa nel tono piatto della
voce.
Ryo scosse la
testa dondolando il braccio libero -Voglio sdebitarmi, vi
seguirò fino a che il mio debito non sarà saldato.-
- Non ce né bisogno, torna ai tuoi affari non mi devi niente.-
- Mi avrebbero
ucciso, mi avete salvato la vita e intendo tenere fede a questo
debito....mia madre non ha cresciuto un uomo senza onore.- rispose
convinto Ryo continuando a camminare al suo fianco.
Shyn lo guardò con i suoi profondi occhi demoniaci -Tua madre però ha cresciuto un ladro?- disse dopo un po'.
Ryo
ridacchiò malinconicamente scuotendo la testa -No no...il ladro
lo ha cresciuto la guerra.- sussurrò rabbuiandosi di colpo.
Il silenzio
calò di nuovo tra di loro, camminarono per un po', così
godendosi l'aria fresca del sottobosco in estate.
- Quanti anni hai?- domandò dopo un po' Shyn.
- Undici signore.- rispose con prontezza.
Lo sentì
sospirare pesantemente al suo fianco per poi parlare di nuovo -Va bene,
puoi viaggiare con me finché vorrai ma a due condizioni....- Ryo
si voltò per guardarlo in faccia mentre parlava -....niente
più furti e non parlare in modo così formale, non mi
piace.-
Ryo
annuì con vigore sorridendo felice di aver finalmente trovato un
compagno di viaggio dopo tanto tempo trascorso da solo.
Camminarono per diversi giorni fino ad arrivare ad un villaggio tra i boschi, isolato e popolato.
Ryo aveva
oramai capito che Shyn era un tipo taciturno, di poche parole e solo
quando erano necessarie e così si era adatto cercando di
contenere la propria parlantina per paura di annoiarlo o irritarlo
anche se lui non aveva mai dato segno di irritazione per il suo
chiacchierare o canticchiare di continuo.
Per questo dopo
quattro giorni di cammino non sapeva quasi niente dell'uomo con cui
viaggiava, solo che aveva diciannove anni e che doveva venire dal nord
est a giudicare dall'accento con cui parlava, duro con tutte le finali
marcate a differenza del modo più dolce e cantilenante di
parlare delle regioni del centrosud dove si trovavano. Non aveva
nemmeno capito che lavoro facesse, all'inizio aveva pensato si
trattasse di un mercenario ma non avevano fatto altro che allontanarsi
dalle zone di guerra e non poteva essere nemmeno un commerciante visto
che non aveva ne cavallo ne merci con sé, un artigiano forse?
Non avrebbe saputo dirlo.
Ciò che
lo rendeva ancora più enigmatico erano quegli occhi dall'iride
d'orata e la pupilla serpentina, sembravano quei demoni che Ryo aveva
visto tante volte dipinti nei templi. Era forse uno di quei
mezzi-demoni, figli dei demoni e degli umani?
Era stato
più volte sul punto di chiederglielo ma non se l'era mai
sentita, Shyn si comportava come se nulla fosse e lui non voleva
ferirlo con una domanda fuori luogo, alla fine per Ryo non cambiava
molto quali fossero le sue origini. Lo aveva aiutato, l'aveva accettato
come compagno di viaggio e tanto gli bastava per dire che era una brava
persona, o almeno più brava della maggiorparte delle altre
persone che lui avesse mai incontrato nel suo lungo vagare e mendicare.
Una volta
entrati nel villaggio semi inabitato Shyn si diresse senza esitazione
verso la capanna più grande, quella del capo villaggio e Ryo lo
seguì mentre osservava gli abitanti, per la maggiorparte donne,
bambini e vecchi che li guardavano dagli usci delle loro case con fare
sospettoso.
Il capo
villaggio li accolse con calore invitandoli ad entrare ma senza mai
staccare i suoi piccoli occhi dal volto di Shyn, punto da una leggera e
ben velata diffidenza.
Servì
loro una tazza di tè e alcuni biscotti secchi, Ryo si
buttò sul piatto pieno riempiendosi la bocca di quei dolciumi di
cui non ricordava nemmeno il sapore mentre il suo compagno di viaggio
sorseggiava composto la sua bevanda alla menta aspettando che il capo
villaggio parlasse.
-Voi dovete essere un cacciatore di demoni.- disse il vecchio uomo verso Shyn.
Ryo tese le orecchie verso di loro curioso di scoprire finalmente qualcosa di più sul ragazzo più grande.
Shyn annuì -Sono venuto qua perché ho sentito del mostro che ha decimato i vostri uomini nei boschi.-
Il vecchio
annuì facendo schioccare le labbra - Dai vostri occhi deduco che
dovete essere uno di quei mezzi demoni appartente all'ordine....come si
chiamano....Re kai?- domandò indagando sull'uomo che
evidentemente doveva salvarli.
Ryo
sorseggiò il suo tè masticando piano e ascoltando i due
uomini parlare, completamente concentrato sul volto impassibile di Shyn
che chiudendo gli occhi e sospirando pesantemente rispose con voce
grave -No, non sono uno di quei mezzi demoni e non appartengo a
nessun'ordine.-
Il capo villaggio rimase scosso - Ma i vostri...i vostri occhi...-
- Sono stato
maleddetto alla nascita. Vi importa tanto o preferite liberarvi del
demone?- fu la risposta fredda e lapidaria di Shyn pronunciata in un
modo piatto e vuoto.
Il vecchio si
irrigidì ma alla fine abbassò lo sguardo, piegato dal
desiderio di avere pace per il suo villaggio -Il demone è
un'orso posseduto da un Arkhan del regno delle ombre, è comparso
sei mesi fa e da allora ha ucciso ogni uomo solo o in gruppo che ha
provato a femarlo. Non possiamo cacciare perché ci preda nel suo
territorio e non possiamo scacciarlo.- si chinò fino a toccare
terra con la fronte - Vi prego, sconfiggetelo e la ricompensa
sarà vostra.-
Shyn si
alzò in piedi - Trovate una guida, andrò a prenderlo
nella sua tana questa sera al calare del sole.- poi si voltò
verso Ryo che stava ancora mangiando i biscotti e gli fece segno di
seguirlo.
Ryo si
alzò subito masticando e accennando ad un breve inchino per
seguire Shyn fuori dalla capanna del capo, e fino ai confini del
villaggio. Si sedettero per terra all'ombra di un'albero per riparasi
al sole del pomeriggio che splendeva ancora alto e maestoso.
-Questa sera resta al villaggio, tornerò quando l'Arkhan sarà morto.- gli disse.
Ryo annuì per nulla intenzionato ad avvicinarsi ad un demone -Quindi sei un cacciatore di demoni?-
Shyn annuì.
Ryo si
rannicchò nelle proprie spalle titubante sul chiedere o meno
qualcosa in più sulla faccenda della maledizione che aveva
accennato al capo villaggio, lo aveva visto farsi più rigido
mentre ne parlava e non voleva dargli noia ma era davvero curioso ora
che aveva sentito quelle parole. Voleva sapere di più era la
prima persona che conosceva in vita sua ad avere un collegamento con i
demoni.
Aveva sempre
sentito parlare di questo nuovo ordine delle guerriere Re'Kai, ne aveva
persino vista una da lontano una volta affiancare un cordone di soldati
diretti al fronte. Aveva sentito di questi figli di demoni e umani che
ora che la guerra devastava il paese delle acque non venivano
più uccisi in fasce ma portati ad un tempio e addestrati per
uccidere i demoni che sorgevano richiamati dal sangue.
Ma Shyn aveva detto di non essere uno di questi mezzi demoni quindi cosa era di preciso?
Ora che era stato accennato sarebbe stato lecito chiedere?
Shyn rispose a
queste domande per lui -Sono stato maledetto nel ventre di mia
madre...so solo questo la balia non ha avuto il cuore di uccidermi e mi
ha lasciato ad un tempio.- fece un pausa, sul suo volto non c'erano ne
tristezza, ne rabbia o malinconia sembrava che quelle cose orribili che
gli erano state fatte non gli provocassero emozioni -So solo che sento
il bisogno di uccidere i demoni per stare bene con me stesso.- concluse
in fine nel suo tono inflessibile.
Ryo rimase in
silenzio senza avere davveno nulla da dire, Shyn era più
criptico di quanto avesse immaginato, cosa provava?
Il suo volto
lungo e dai bei tratti marcati non dava segni di emozioni come sempre,
era impassibilmente bloccato in un espressione neutra in un perfetto
equilibrio tra serenità, serietà e apaticità.
Perciò rimase in silenzio aspettando con lui la sera senza
proseguiire oltre la conversazione, riempiendo il silenzio
canticchiando e rilassandosi all'ombra di quell'albero in fiore.
Note:
Ecco
il secondo capitolo! Se siete qui vi ringrazio di cuore per aver deciso
di dare un opportunità a questa storia, invitandovi a lasciarmi
anche solo un piccolo commento come feedback.
Non ho molto da dire, i personaggi sono ancora in fase di presentazione
in attesa di un terzo capitolo molto più corposo dove
verrà messa un po' di carne al fuoco.
Spero di aver coretto tutti gli errori, ma nel caso mi scuso se hanno infastidito la vostra lettura.
Piccolo consiglio...tenete a mente certi nomi comparsi in questo capitolo...perché li rivedremo presto!!
Alla prossima,
Blyth
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Capitolo 3 *** La guerriera Re Kai ***
cap3
3. La guerriera Re Kai
(note a fine capitolo)
Shyn si fece
guidare fino alla prossimità della caverna dell'orso posseduto,
poi lasciò che la sua guida impaurita tornasse a gambe levate al
villaggio, lasciandolo solo ad affrontare il mostro.
Il giovane
guerriero posò una mano pronta sull'elsa della propria spada,
regolando il respiro per concentrarsi e percepire l'aura demoniaca
dell'Arkhan. Lo percepiva vicino, ne poteva sentire la sete
inestinguibile di sangue e morte, anche l'Arkhan aveva percepito la sua
presenza e si stava avvicinando diventato una presenza sempre
più concreta mentre usciva dalla grotta.
Quando Shyn
arrivò davanti alla radura davanti alla grotta si trovò
di fronte ad un immenso orso le cui carni erano già in
decomposizione, lembi di pelle puzzolente ballonzolavano mentre le
mosche banchettavano sulla sua carne esposta.
L'odore era
disgustoso, anche più della visione stessa ma Shyn era abituato
a certe cose, cacciava demoni da quando aveva tredici anni ed era
riuscito ad impugnare per bene una spada. Non gli facevano più
paura ne disgusto, ma accendevano in lui una sete di morte che non
riusciva ancora a spiegarsi.
Ora che era
davanti a lui sentiva solo il bisogno viscerale di uccidere quel mostro
per colmare anche solo per un'attimo quel vuoto che sentiva nel petto.
L'orso
posseduto caricò verso di lui e Shyn con la spada sguainata gli
si lanciò contro aspettando il momento in cui si sarebbe alzato
sulle zampe per colpirlo.
L'orso
però lo caricò con una testata obbligandolo a schivare
prima di essere afferrato dalle fauci spalancate e sporche di sangue.
Shyn non perse
tempo lanciando un fendente ad una zampa enteriore, la carne putrida si
sfaldò come burro sotto la sua lama.
L'orso lo
colpì con una zampata buttandolo a terra e salendogli sopra,
Shyn fu pronto a frapporre fra lui e le fauci la spada impedendogli di
staccargli la testa con un unico morso.
L'orso er forte
nonostante cadesse a pezzi, la forza dell'Arkhan lo teneva vivo e
potente ma Shyn conosceva bene quel tipo di demoni possessori,
conosceva il loro punto debole.
Con un
movimento netto del polso girò la spada putandola dritta contro
il cranio dell'orso che si lanciò con tutto il suo peso per
morderlo. La lama penetrò dritta nel cranio affondando nel
cervello dell'animale e bloccandolo per qualche istante ogni movimento.
Cogliendo di
quell'attimo di stordimento Shyn si sfilò da sotto la
bestia , estraendo un pugnale da uno stivale malconcio.
Senza esitare conficcò la lama del pugnale nell'unico occhio dall'iride rossa e serpentina dell'orso, l'occhio demoniaco.
L'animale-demone
si accasciò a terra con un verso gutturale, l'ultimo lamento
prima che il demone si dissolvesse e tornasse nel regno delle ombre.
Shyn
recuperò spada e pugniale, come prova conservò l'occhio
demoniaco che mise in un sacchetto poi tornò al villaggio per
riscattare la sua ricompensa.
Due giorni dopo
erano di nuovo in viaggio verso Shizen una delle tante contee che
confinavano con i regni in guerra delle isole del sud. Shyn gli aveva
proposto più volte di dividere le loro strade ora che il suo
viaggio lo portava verso zone di guerra, Ryo lo capiva, non voleva
portarsi un bambino li dove sarebbe stato solo un peso ma lui non aveva
paura e sapeva badare a se stesso.
-Perché andiamo verso Shizen?- gli domandò una sera mentre mangiavano alcune verdure stufate accanto al fuoco.
Shyn
frugò, senza smettere di masticare il povero pasto, nella
propria veste estraendo un foglio ripiegato diverse volte su se stesso
che gli allungò.
Ryo lo aprì fissando la pagina scritta in grandi caratteri.
-Ehmm...- mormorò imbarazzato -...non so leggere.- pigolò restituendogli il foglio con le guance rosse.
Shyn
mandò giù un boccone senza dare segno di giudizio verso
quella sua ignoranza -C'è scritto che si cercano cacciatori di
mostri che difendano un accampamento di Shizen dai cadaveri che si
rianimano la notte.- spiegò -La ricompensa è dì 50
monete d'argento a testa.-
-Ci potremmo
comprare un cavallo con tutti quei soldi!- esclamò Ryo senza
pensarci due volte, ricordandosi subito dopo che comunque quelli non
erano "soldi loro" ma "suoi" si corresse -Sempre che tu voglia o lo
ritieni necessario.-
Shyn
annuì -Comprare un cavallo è una buona idea, ho dovuto
abbattere la mia ultima cavalcatura sei settimane fa, viaggiare
così tanto a piedi è scomodo.-
Raggiunsero
l'accampamento dopo altri dieci lunghi giorni di cammino, si trovava in
una zona tra uno dei laghi maggiori delle catene montuose Shioz e il
mare li dove era in corso una guerra terra-acqua con il popolo delle
isole del sud.
Si trattava di
un grande insediamento, baluardo della resistenza, circondato da
palizzate in legno oramai diroccate a causa dei persistenti scontri con
gli eserciti nemici appostati sulla spiaggia e sulle coste.
Quando vennero
avvistati le guardie gli intimarono di identificarsi e Shyn
mostrò loro l'annuncio, le guardie si rilassarono subito
scortandoli dal capo del forte.
- Vista la zona
di guerra siete stati in pochi a rispondere...anzi direi che a
parte voi e quel mezzo demone siete stati gli unici a
rispondere al nostro appello.- disse il capitano Matsyu.
Ryo, che era
rimasto tutto il tempo in silenzio nascosto dietro il più grande
si fece dritto e attento -Un mezzo demone?- mormorò ancora prima
di rendersene conto.
Shyn gli diede
un colpetto con una mano, il suo modo per intimargli di evitare di
parlare oltre mentre faceva affari ma il capitano Matsyu non parve
troppo infastidito dalla domanda, risponendo -Oh fosse per me li farei
ancora giustiziare da piccoli quei mostri...fanculo a ciò che
professano, i mostri comuni ci bastano e avanzano ma vista la
situazione devo piegarmi per il bene dei miei uomini. Adesso andate, vi
sarà affitado un letto per riposare, cercate di dormire prima
che cali la notte.-
Uscirono dalla tenda mentre i militari riprendevano a parlare e organizzare il fronte di resistenza.
Una guardia li
portò fino ad una delle tende riservate alle brande indicando
loro due letti sul fondo prima di lasciarli. Ryo si guardò
attorno, i letti erano quasi tutte vuoti fatta eccezione per una decina
di soldati che riposavano, forse quelli a cui sarebbe toccata la
guardia di notte pensò Ryo mentre andavano alle brande
affidate loro. Mentre si avvicinavano cercando di non disturbare
chi stava riposando Ryo scorse una figura femminile sdraiata
sull'ultima branda, aveva un cappello circolare con delle campanelline
posato sul volto, le braccia incrociate sotto il seno e un orecchino
acceso di una luce magica colorata di azzurro.
Stava fumando una pipa lunga da cui si alzava una nuvoletta di fumo scuro.
Shyn lasciò cadere la sua sacca sul letto accanto alla donna che alzò lo sguardo da sotto il cappello.
Ryo
sentì su di sè lo sguardo azzurro e penetrante che lo
mise a disagio, portandolo istintivamente a stringere la veste di Shyn
per riparasi dietro la sua schiena. Non doveva nemmeno sforzarsi di
immaginare chi fosse la donna, era il mezzo-demone, nessuna donna che
non fosse un mezzo demone poteva trovarsi su un campo di battaglia
vestita da guerriero.
- Finalmente un
po' di compagnia per la veglia notturna!- disse sorridendo loro e
sbuffando il fumo dalla bocca truccata di rosso scarlatto.
-Tu devi essere
il mezzo demone.- disse Shyn sedendosi stancamente sulla branda, Ryo lo
seguì senza scollarsi da lui e senza scollare lo sguardo
incuriosito e impaurito dalla donna demone.
Lei grugnì contrariata - Guerriara Re Kai...grazie, begli occhi.- lo sguardo che gli lanciò fece venire la pelle d'oca a Ryo.
Quella donna
era strana, emanava una strana energia e non gli piaceva, in più
la benda che portava sull'occhio destro la rendeva ancora più
minacciosa.
La donna si
alzò con un balzo delicato dalla brandina afferrando una lancia
appoggiata ad una delle travi della tenda -Spero che quel bimbo ti si
stacchi dosso prima del calare del sole....non mi piace avere palle al
piede mentre lavoro.- disse lasciando loro un'altra occhiata prima di
andarsene.
Quando fu
uscita dalla tenda Ryo si staccò finalmente dalla schiena di
Shyn per stendersi sulla sua brandina rannicchiandosi, era stanco morto
per il viaggio.
-Quella donna mette i brividi, ha una brutta aura.-
-Ha il Kai di un demone per questo ti fa paura.- gli spiegò lui stradiandosi a sua volta con un sospiro.
-Tu puoi sentire il Kai delle persone?- domandò Ryo curioso.
Lui scosse la testa -Solo quello di esseri sovrannaturali....- mormorò girandosi dall'altra parte.
Si alzarono al
calare del sole quando di li a poco i morti avrebbero iniziato a
sbucare dalle fosse scavate nel terreno e animarsi per attaccare i
vivi.
Nonostante
proteste e capricci Ryo venne lasciato all'accampamento, riuscendo solo
a strappare il permesso di rimanere su una delle torrette di guardia. I
non-morti lo spaventavano ma in lui era comunque forte la
curiosità di vedere combattattere il suo compagno di viaggio e
quella guerriera Re kai, ma Shyn non aveva voluto sentire ragioni.
Una guardia gli accarezzò i capelli destandolo dai suoi pensieri e facendogli alzare d'istinto il viso imbronciato.
-Avanti bimbo,
non fare così tuo fratello ha ragione, sarebbe stato solo un
rischio.- gli disse l'uomo barbuto e puzzolente di guardia sulla
vedetta.
Ryo storse il
naso -Non sono un bimbo, ho 11 anni e quello non è mio
fratello.- lo corresse stizzito nel sentirsi dare del bimbo
piccolo.
La guardia rise
-Va bene giovane uomo!- sospirò senza distoglierle gli occhi dal
bosco che li circondava -Ma resta il fatto che il ragazzo con cui
viaggi ha ragione a volerti al sicuro dietro le mura. Io li ho visti
sai? I morti che si rianimano sono tra le cose più terrificanti
e pericolose che puoi vedere su un campo di battaglia.-
Ryo si
alzò salendo su una sedia per guardare anche lui oltre il legno
-Non è colpa vostra se ora vi perseguitano? Perché non
avete bruciato come si deve i loro corpi?- chiese.
La guardia si
rattristò accarezzandogli ancora una volta la testa, in un gesto
quasi paterno -Prima avevamo una base sulla spiaggia ma siamo dovuti
arretrare così di fretta che ci siamo lasciati tutto alle spalle
senza poter occuparci dei caduti. Gli uomini dell'isola di Hido ci
hanno assediato per tre giorni...l'assedio si è fermato solo
quando hanno iniziato ad essere divorati dai nostri stessi caduti
tornati dalla tomba.- scoppiò in una risata amara -Quei soldati
valorosi hanno trovato il modo di continuare a combattere per noi anche
dopo la morte.-
Ryo fece una
smorfia nel sentire quelle parole -Ma adesso è voi che divorano
la notte.- il silenzio calò sulla torre di vedetta.
Ryo
sospirò guardando il bosco davanti a loro, la notte era buia, la
luna coperta dalle nuvole non riusciva a illuminare la terra attraverso
le fronde rigogliose degli alberi. Si potevano solo udire versi
tenebrosi, nati dall'incubo alzarsi dal nero davanti a loro. Ryo
sentì la propria pelle rizzarsi mentre urla stridule e versi
riempivano la notte, forse, si disse, Shyn aveva ragione nel volerlo
lontano dai quei mostri.
Poteva solo immaginarli mentre si alzavano dalle loro fosse scavate per salvarsi dalla luce del giorno.
***
Shyn si
voltò rapidamente mentre estraeva la lama della propria spada
dal cadavere in putrefazione di un soldato per voltarsi appena in tempo
per tagliare le braccia di un'altro cadavere, protese per afferrarlo.
I morti tornati
dalla tomba erano più di quanto si aspettasse, normalmente non
li aveva mai trovati un problema ma questa volta erano tanti, troppi
per affrontarli da solo senza correre il rischio di essere afferrato e
morso. Quei cadaveri avevano la forza di tre uomini che compensava la
loro mancanza di velocità ma in grande numero erano una minaccia
anche per uno spadaccino esperto.
Shyn
tagliò la testa con un colpo deciso al suo avversario voltandosi
per scovare con lo sguardo la guerriera Re Kai, la donna combatteva a
una ventina di metri da lui e non sembrava così affaticata dal
dover continuamente muoversi e caricare colpi in grado di amputare
arti.
Stava
combattendo con la sua lancia dalla lama allungata che le permetteva di
tenere una distanza agiata dai morti che provavano a circondarla.
Shyn decise che
la mossa migliore era avvicinarsi a lei, così da creare uno
spazio più ampio e guardarsi le spalle a vicenda. Dovette
combattere e abbattere altri sei o sette cadaveri per raggiungerla,
quando le fu vicino si scambiarono uno sguardo di intesa.
-Prendi quelli
a destra, io ti guardo le spalle...- gli disse lei urlando sopra i
versi dei mostri di tomba. Shyn annuì lanciandosi sul suo
prossimo nemico che gli andava contro a frauci aperte, scoprendo i
denti affilati che gli riempivano la bocca fino a deformarla
completamente.
La lama gli
trapassò il cranio stridendo nello sfregare contro i denti e
spegnendo la fiamma della possessione che gli illuminava gli occhi.
Combatterono
così spalla a spalla fino all'alba, quando i morti iniziarono a
tornare nelle loro tane per ripararsi dalla luce del sole, ne
approfittarono per ucciderne altri mentre tentavano la fuga.
Quando
finalmente il sole fu alto e splendente nel cielo sopra di loro erano
circondati da cadaveri e completamente coperti di sangue rancido.
Shyn respirava
a pieni polmoni cercando di prendere fiato, la spada piantata nel
terrenno per cercare sostegno. Era esausto, oramai erano passati mesi
dall'ultima volta in cui era stato costretto a combattere per
così a lungo.
Era così
stravolto dalla fatica che non si accorse della presenza della sua
temporanea compagna d'armi fino a che lei non gli toccò una
spalla, facendolo sobbalzare.
-Hai combattuto bene, ragazzo demone.- gli disse sorridendogli con un angolo della bella bocca truccata di rosso.
Shyn la
guardò, sembrava decisamente in un atteggiamento più
amichevole del giorno prima, annuì accettando il complimento
-Non sono un mezzo-demone.- la corresse dopo un po'.
Lei
piantò la lama della lancia nel terreno sedendosi per riprendere
fiato -Oh infatti non ho detto mezzo-demone...ma ragazzo demone...- si
fermò un attimo a guardarlo dritto negli occhi, uno sguardo
così penetrante che Shyn si ritrovò per la prima volta in
vita sua a dover cedere e abbassare gli occhi, simbolo della sua
maledizione.
-...oh oh oh, ti non sai cosa sei....vero?- gli chiese in un tono di sincero stupore.
-Sono stato maledetto alla nascita, tutto qui.- le rispose lui con il suo solito monotono.
Non la vide
scuotere la testa ma sentì i campanelli del suo cappello
tintinnare con forza -Si, è vero sei stato maledetto ma non come
un qualsiasi poveraccio con addosso un malocchio...il tuo Kai è
sporco.- Il tono della guerriera era diventato improvvisamente
più serio e basso, Shyn si ritrovò ad alzare la testa per
incontrare il suo unico occhio azzurro come le acque di un lago
profondo -A te manca l'anima ragazzino. Qualcuno l'ha fatta a pezzi.-
Shyn la
guardò battendo un paio di volte le palpebre, non capendo bene
cosa lei gli stesse dicendo -Tu sei pazza, non si può vivere
senza anima.-
-L'anima manca
in te.- la guerrera si alzò sospirando e levandosi la terra dai
pantaloni corti che le arrivavano sopra il ginocchio -Non ho detto che
non ci sia. Davvero i tuoi genitori non ti hanno mai detto di aver dato
la tua anima ai demoni?- gli chiese recuperando la lancia e iniziando a
pulirla con un panno che portava alla cintura.
Shyn scosse la testa -No, sono stato abbandonato in un tempio.-
Lei gli passò il panno indicandogli la spada e lui lo accettò.
-Beh mi spiace
per te begli occhi, ma è la verità. In giro ci sono dei
demoni con la tua anima gentilmente regalata dai tuoi
genitori....fidati, non sei il primo che vedo dall'inizio della
guerra.- sospirò avvidandosi insieme a lui verso l'accampamento.
Shyn le
camminò vicino dopo averle restituito il panno, rimasero in
silenzio per tutto il tragitto. Il giovane continuava a ripensare a
quella rivelazione, credeva di potersi fidare di lei, anche se non la
conosceva sembrava qualcuno che sapeva bene di cosa stava parlando.
Quando
finalmente arrivarono alle porte dell'accampamento il piccolo bambino
che gli si era accollato gli corse in contro quasi per buttarglisi
addosso, si fermò solo alla vista degli abiti imbrattati di
sangue.
-Ci avete messo
un sacco a tornare! Ero preoccupato!- esclamò con le mani sui
finachi, imitando un adulto in un modo che chiunque avrebbe definito
"comico".
Shyn si voltò verso la donna guerriero -E' per questo che non sento emozioni?-
Lei alzò
il sopracciglio corvino -Le emozioni hanno sede nell'anima, come puoi
non essertelo mai chiesto?- disse dandogli un fin troppo confidenziale
colpetto dietro la testa, poi sospirò portando le mani guantate
ai fianchi - Comunque se vuoi riaverla ti basta ucciderli tutti e si
ricomporrà.- sbuffò guardandolo di traverso.
Lui fece spallucce.
Ryo
davanti a loro mise su un espressione confusa ma attenta, quel bambino
non riusciva proprio a tenersi fuori dalle conversazioni altrui, ma per
fortuna vennero interrotti dal capo bastione che li richiamò
nella sua tenda per il compenso mentre urlava hai suoi uomini di
bruciare i cadaveri uccisi.
Note Autrice:
Mi dispiace
aver saltato degli aggiornamenti, ma purtroppo qualcuno ha deciso di
dare fuoco alle centraline di internet vicino a casa mia e la
connessione era così instabile da non permettermi di aggiornare!
Ringrazio chi
ha recensito e chi ha semplicemente letto, promettendo che da ora in
avanti sarò regolare con l'aggiornamento (vicini piromani
permettendo)
In questo capitolo compare una donna misteriosa che vi consiglio caldamente di non dimenticare!
Alla prossima,
Blyth
|
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Capitolo 4 *** La strega delle terre dell'Ovest ***
cap4
4: La strega delle terre dell'Ovest.
(Note e spiegazioni per la lunga assenza a fine capitolo)
-
Di cosa stavate parlando?- domandò Ryo appena furono fuori
dall'accampamento, di nuovo in viaggio, questa volta alla ricerca di un
mercato per accuistare una buon cavallo.
Shyn lo
guardò di traverso continuando a camminare e senza dargli
risposta, ma lui non si lasciò demoralizzare -C'entra con la tua
maledizione?-
Certo,
riflettè Shyn quel bambino era davvero sveglio, a volte fin
troppo. Non gli andava di parlarne, non sapeva nemmeno lui che farsene
di quelle nuove informazioni generosamente donate dalla guerriera di
cui non conosceva nemmeno il nome.
Ryo insistette ancora -Ti ha detto come liberartene?-
Shyn
lasciò uscire un sospiro leggero dalle labbra, unico sengo
tangibile di un emozione che non riusciva a percepire - Più o
meno.-
Ryo dovette accellerare il passo per stargli dietro.
-Ha parlato
di uccidere demoni e recuperare qualcosa..- chiese con il naso
all'insù per nulla intenzionato a lasciare andare quella
questione. Oramai lo aveva capito, quel bambino si sentiva in debito
con lui, voleva ad ogni costo trovare il modo di ripagarlo per avergli
salvato la vita. Per Shyn non c'era davvero nulla per cui essere in
debito, non lo aveva salvato per trarne qualcosa ma solo perché
vedendolo li, indifeso, e brutalmente aggredito aveva pensato
fosse la cosa giusta salvarlo.
Non aveva
davvero riflettuto sull'effetto che quel gesto istintivo avrebbe potuto
procurare, aiutare gli altri era uno dei principi dell'educazione
ricevuta al tempio.
-Forse...- rispose pensieroso -..ma non è importante.-
Ryo storse in naso stringendo la spallina della propria tracolla - Non vuoi rompere la maledizione?- domandò titubante.
Shyn scosse
le spalle -Non lo so, ho vissuto per diciannove anni così,
perché dovrei cambiare le cose? Ho vissutto senza anima per
tutti questi anni...non so nemmeno come si viva con un'anima completa.-
riflettè ad alta voce lasciandosi scappare fin troppi dettagli.
I grandi
occhi nocciola di Ryo si allargarono dietro la sua frangia spettinata
-Come senza anima?! Shyn devi riprendertela! Non puoi stare senza!!-
esclamò superandolo e puntando i piedi perché fosse
costretto a fermarsi.
Shyn lo
guardò dall'alto al basso un po' stranito da quella reazione
improvvisamente scatenata, Ryo gli stava puntando contro un dito
perentorio.
-Senza
anima non potrai andare nel regno degli spiriti! Moriresti e....basta!
Devi recuperarla!- urlò con una disperazione che Shyn non
riusciva a comprendere fino in fondo.
-Veneri
quella nuova divinità delle isole dell'Ovest?- gli chiese
sinceramente più stupito di sentir parlare di "regno degli
spiriti" piuttosto che dell'immortalità della sua anima.
Ryo si
fermò per un'attimo, spiazzato da quel cambio di argomento
-Sì, venero la Dea Lunare...mia mamma veniva dall'isola di
Joook'ohiji.- rispose per poi scuotere la testa bruna -Ma non è
questo il punto! Se anche ci fosse la reincarnazione al posto del regno
degli spiriti tu non potresti tornare in vita!- insistette, rimanendo
fermo sul suo obbiettivo.
-Non
è così facile Ryo, la guerriera Re Kai ha solo detto che
devo uccidere tutti i demoni che hanno divorato la mia anima.-
spiegò incorciando le braccia al petto - Ma non so né
quali siano né dove si trovino, per quello che ne sappiamo
dovrei uccidere ogni singolo demone del paese delle acque per provare a
riaverla....è impossibile.-
Ryo
gonfiò le guance diventando pensieroso, ma si placò nella
sua furia e riprese a camminare al suo fianco più silenzioso del
solito.
Shyn si godé semplicemente quel momento di serenità e pace dalle sue chiacchiere continue.
***
Un paio di
giorni dopo arrivarono ad una delle vie maestre di quelle terre,
uscendo finalmente dalle piccole stradine perse nei boschi.
-Nord o Sud?- domandò Shyn rivolto al suo compagno di viaggio.
Ryo non esitò un'attimo -Sud, verso Goju.-
Shyn
annuì imboccando la direzione che portava alla città -Non
l'ho mai visitata, ha un buon mercato dove trovare un cavallo?-
Sul viso di
Ryo si allargò un sorriso che non seppe interpretare -Qualcosa
di molto meglio, fidati di me!- esclamò.
***
-Mi hai
portato da una fattucchiera...- mormorò Shyn guardando gli
orpelli in ossa e piume colorate che ornavano l'entrata della piccola
casa immersa nei boschi appena fuori la città di Goju, poi
rivolse un'occhiata a Ryo che lo aspettava sull'uscio.
Il grosso cranio di montone lo guardò a sua volta dalle orbite vuote.
-Non una
fattucchiera, ma una strega!- spiergò Ryo -Per la precisione la
strega dell'Ovest.- asserì con il tono di qualcuno che non sta
più nella pelle dall'eccitazione, poi si tuffò oltre
l'entrata obbligando Shyn a seguirlo.
Dopo la porta vi era uno stretto corridoio -Cosa ci facciamo esattamente qui?- domandò Shyn arreso.
Ryo lo
guardò appena, con la coda dell'occhio mentre accellerava verso
la porta di perline e talismani davanti a loro -Ci facciamo dire dove
sono i demoni che hanno mangiato la tua anima.- disse sbrigativamente,
quasi in un sussurro inudibile prima di tuffarsi oltre la porta
tintinnante.
Shyn
sospirò, avrebbe voluto opposti ma oramai non poteva
abbandonarlo da solo nella casa di una strega, una strega che veniva da
terre lontane e straniere per giunta.
Quando
oltrepassò la cascata di fili si ritrovò in un piccolo
spazio quadrato, illuminato ai quattro angoli da dei calderoni accesi
che creavano una cappa di fumo e calore. Davanti a loro, al centro
della stanza vi era un tavolino basso dietro al quale stava seduta una
vecchia donna dai lunghi capelli grigi intrecciati e adornati da piume
e pietre da cui spuntavano due lunghe orecchie a punta.
Per quanto anche quelle di Shyn avessere una lieve forma appuntita non ne aveva mai viste di così lunge e fini.
Aveva gli
occhi chiusi sul volto rugoso coperto da tatuaggi neri dai simboli
sconosciuti ai suoi due visitatori del paese delle acque.
-Sedetevi viandanti.- disse loro la donna indicando dei cuscini posti per terra.
Shyn e Ryo
si sedettero in silenzio, osservando quella donna dai tratti
occidentali e così diversa da qualsiasi persona avessero mai
potuto incontrare nelle loro terre.
Quando la
strega aprì gli occhi e vide il volto giovane e dai tratti
ancora delicati di Ryo sorrise -Oh ma guarda come sei cresciuto Ryo...-
il suo sorriso si allargò mentre sul viso di Ryo si dipingeva un
espressione di puro stupore.
-Si ricorda di me?- chiese esterreffatto.
Lei annuì -Ma certo che mi ricordo di te piccolo.-
-Ma sono
passati anni! Avevo appena sei anni quando mamma mi portò qui.-
insistette lui, non capacitandosi di quel colpo di memoria.
La donna
rise coprendosi la bocca con una mano inanellata e tatuata -Ho sempre
avuto una buona memoria, non tanto per i volti ma per i destini che
portano con loro.- spiegò -Sapevo che non sarebbe stata l'ultima
volta in cui ti avrei visto piccolo mascalzone...- il suo tono si
addolcì e gli occhi verdi si intristirono -Mi dispiace per la
tua cara madre, era una brava donna.-
Shyn
potè vedere Ryo trattenere delle lacrime agli angoli degli occhi
mentre annuiva e chinava la testa scompigliata in segno di
ringraziamento.
La donna
poi si voltò verso di lui -Che compagno di viaggio ancor
più interessante...- la sentì mormorare a mezza voce
mentre lo scrutava.
-Cosa
siete? Da che demone siete stata generata?- domandò Shyn
assottigliando lo sguardo, percepiva da lei un energia strana che non
riusciva a decifrare, non solo nel suo aspetto bizzarro.
La donna
scosse la testa scoprendo meglio le orecchie a punta -Non sono un
mezzo-demone mio caro, ma un elfo. Una razza che non viene dalle vostre
terre. Una profuga lontana da casa esattamente come te.-
-Voi non sapete da dove vengo.- disse lui.
-Non solo
so da dove vieni ma so anche dove andrai giovane dall'animo diviso...la
mia gente ha imparato da molti secoli come guardare oltre i veli del
tempo.- spiegò l'elfa afferrando una piccolo sacchettino nero
dal tavolo e iniziando a mescolare il tintinnante contenuto -Ma dovete
comunque pormi una domanda per avere una risposta.-
-Dove si
trovano i demoni che hanno divorato la sua anima?- esclamò Ryo
fulmineo prima che Shyn potesse intromettersi e opporsi.
La strega
rovesciò le sue pietre colorate ed incise con strani simboli sul
tavolo, su cui era raffiguara, intagliata a bassorilievo una cartina
del paese delle acque. Le pietre rotolarono sul legno laccato
posizionandosi in modo sparso e apparentemente confuso.
- Non ho
mai detto di volerlo sapere Ryo.- disse Shyn con un tono piatto,
guardandolo mentre il più piccolo alzava lo sguardo dalle
pietre.
-Lo so, so
che non hai ancora deciso ma nel caso decidessi di si voglio essere
pronto. Per favore...ascoltiamola è tardi per tirarsi indietro.-
insistette lui rivolgendogli una faccia da cucciolo davanti a cui
persino il cuore freddo e morto di Shyn non poteva che piegarsi.
Chinò
il capo in segno di resa passandosi una mano sul viso e tornado a
guardare l'elfa intenta nello scrutare le sue pietre mistiche.
Stava
muovendo le dita sulle pietre sussurrando qualcosa in una lingua che
non conoscevano, la lingua del suo popolo suppose Shyn nel sentire quei
suoni delicati e lievi che scivolavano fuori dalle labbra fini della
strega.
Fu solo
quando si fermò dal recitare queste parole che iniziò a
parlare per loro -I demoni che hanno divorato la tua anima sono
sei, se li ucciderai e perforerai il loro cuore con la tua lama potrai
avere in dietro pezzo per pezzo ciò che ti è stato
rubato.- esserì guardandolo dritto negli occhi -I demoni si
trovano in diverse province dei grandi stati in guerra del paese delle
acque, non sarà facile trovarli: uno a Nobe nel profondo sud,
uno nella provincia di Mito, uno infesta le grotte nei pressi di Anju,
due viaggiano sempre in coppia ed infestano le terre di Dantu e
l'ultimo risiede nelle terre rigogliose di Zhan a nord...li dove tutto
è iniziato.- si fermò lasciando che il silezio cadesse
nella stanza, poi allungando una mano ossuta afferrò il braccio
di Shyn con una forza che non si sarebbe mai aspettato da una donna
pelle e ossa -Ma attento mio giovane ragazzo, se deciderai di
percorrere questo cammino non sarà facile per te. Hai vissuto
così a lungo senz'anima che ritrovarla potrebbe avere esiti
disastrosi.- Shyn potè solo sentire Ryo squittire accanto a lui,
l'elfa lo aveva intrappolato nei suoi occhi verde smeraldo, profondi e
saggi.
- Se non
per te certamente per coloro che vivono grazie al banchetto che
è stato compiuto della tua anima.- concluse mollando la presa e
liberandolo dai suoi occhi.
Shyn mandò giù un groppo di saliva, non si era nemmeno accorto di aver trattenuto il fiato - Cosa vorrebbe dire?-
Lei scosse
la testa in un gesto lento e pesante -E' qualcosa che non ti posso dire
ora, è qualcosa che devi scoprire ragazzo mio.-
Note:
Mi scuso
per essere sparita, ma ho avuto di fila problemi al pc e un infortunio
alla schiena che mi ha impedito di stare seduta per 15 giorni.
Finalmente posso tornare al pc per scrivere, correggere e aggiornare.
Si riparte da dove eravamo rimasti, la rivelazione da parte delle
misteriosa guerriera ha portato ad effetti immediati. Shyn può
opporsi quanto vuole ma se Ryo si mette in testa qualcosa è
impossibile smuoverlo!
Riuscirà a convincere il ragazzo più grande a imbarcarsi
in un avventura per recuperare i pezzi delal sua anima? Lo scopriremo
presto (giuro non sparirò più)
Se siete arrivati a leggere fino a qui vi ringrazio per la pazienza e
vi invito a darmi un piccolo parere sul capitolo, o anche sgridarmi per
il silenzio stampa <3
Ci vediamo settimana prossima,
Blyth
|
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Capitolo 5 *** Un'arma per Ryo ***
cap5
5. Un'arma per Ryo.
L'aria era calda in quel giorno d'estate.
Ryo chiuse gli occhi godendosi il sole che gli bagnava il
volto chiaro, beandosi dell'aria che rinfrescava le membra, smuovendo
l'erba nei campi lasciati a loro stessi, e che senza la cura dell'uomo
erano diventati un ammasso di erba alta, sterpaglie e qualche residuo
di coltivazione.
La guerra era stata dura in quelle zone e nonostante
nell'area di Eon non si combattesse più da molto i segni della
guerra erano ancora visibili, faticavano a svanire.
La guerra tra la contea di Eon e Amashi era stata dura,
disastrosa e senza esclusione di colpi. Ryo e Shyn avevano attraversato
a cavallo molti villaggi deserti, rovine di case date alle fiamme dai
soldati di Amashi e rimasti abbandonati da allora.
L'unica cosa buona portata dalla guerra era il lavoro per i
cacciatori di mostri come Shyn che aveva fruttato loro qualche soldo e
qualche provvista in ricompensa lungo la strada verso la piccola
provincia di Mito. Ryo aveva chiesto più volte a Shyn se avesse
finalmente deciso di riprendersi la propria anima, se era per quello
che erano diretti nel profondo sud, una deviazione drastica rispetto a
dove erano diretti mesi prima poco dopo il loro incontro.
Shyn aveva risposto che no, non aveva ancora preso una
decisione ma che Eon gli sembrava semplicemente un buon posto per
trovare qualche ingaggio e stare lontani dai campi di battaglia.
-Non mi va di portare un bambino in zona di guerra, tutto
qui.- gli disse ancora una volta -Basta con questa storia dei demoni e
della mia anima.-
Ryo storse il naso -Prima di tutto ho undici anni e non sono un bambino...seconda cosa: so badare a me stesso.-
Shyn gli posò una mano sulla testa mentre faceva
andare al passo il loro cavallo - Va bene grande uomo, allora: quali
armi sai usare?- gli chiese colpendolo sul vivo.
Ryo sbuffò -Il pugnale!-
-Il pugnale non ti basta per sopravvivere in zone di guerra,
ne tanto meno con i demoni e i mostri.- gli spiegò Shyn,
dimostrandogli ancora una volta di aver ragione.
- Allora insegnami!- esclamò dopo lunghi istanti di
silenzio il più piccolo - Insegnami ad usare la spada, sei bravo
no?- alzò la testa per guardarlo ed incontrò i suoi occhi
dall'iride serpentina, magnetici e inquientanti allo stesso tempo come
sempre.
-Con questi giunchi che hai al posto delle braccia?- gli
diede un colpetto sotto le braccia magre per enfatizzare -Non
riusciresti mai a tenere una spada in posizione, tanto meno a sferrare
colpi decenti. Fuori discussione.-
-La lancia!- provò Ryo senza demordere.
-Mi prendi in giro?- fu la risposta atona ma incisiva.
Ryò sbuffò gonfiando le guance, mettendosi a giocare con i lacci del suo vestito - Pugnali da lancio!-
-Completamente inutili fuori da uno spettacolo del circo.-
- Sai?- tentò.
Shyn scosse la testa e Ryo si azzittì per un po', fino
a quando nel cielo non vide sibilare qualcosa prima di vedere
chiaramente un uccello interrompere bruscamente il proprio volo per
piombare a terra tra l'erba mentre dei cani iniziavano ad abbaiare
nella distanza.
Si illuminò colto dall'ispirazione e tirò con
forza la manica larga della veste di Shyn per richiamare la sua
attenzione, lui grugnì in risposta.
-L'arco Shyn! Insegnami ad usare l'arco!- disse eccitato e fiero della propria idea.
Shyn non rispose subito, e Ryo si voltò per guardarlo
in faccia, erano solo delle piccole variazioni nella sua solita
espressione ma oramai aveva imparato a riconoscere quei lievi segni che
sembravano residui di emozioni e stati d'animo, stava riflettendo
seriamente sulla sua proposta.
-Potrebbe essere una buona idea sai? Imparare ad usare
un'arma non ti farebbe male.- asserì alla fine - Alla prossima
città cercheremo un'artigiano per comprare un arco che possa
andare bene per te, poi ti insegnerò quello che so...anche se
non sono un esperto.-
Così fece appena arrivarono a Mi'toshi la capitale
della provincia di Mito. La città era florida, in piena ripresa
dopo la guerra in cui erano stati loro mal grado coinvolti gli
abitanti. Una volta Mito era stato un piccolo regno autonomo ma ora era
soltanto una provincia di Amashi che li aveva occupati e conquistati
per la loro posizione strategica contro Eon.
Mi'toshi era stata resa al nemico senza lottare e non aveva
subito devastazioni, per questo la gente sembrava vivere in una bolla
di serenità dentro un regno in perenne espansione.
Shyn si diresse subito da un armaiolo idicatogli da delle
guardie all'ingresso della città e insieme all'artigiano
passarono tutto il giorno a far porvare archi a Ryo finchè non
trovarono ciò che si adattava meglio a lui.
Era un'arco dalla bassa potenza, ma corto e perciò in
grado di scagliare frecce precise senza che la potenza inficiasse
troppo sul volo della freccia. I flettenti decisamente corti erano
adatti alla sua statura e Ryo era riuscito anche ad imparare
velocemente come disarmare la corda da solo.
Il prezzo era alto per un pezzo del genere, ma Shyn
pagò con alcune monete d'argento che erano rimaste dalla
ricompensa al forte della spiaggia senza dire nulla ne contrattare.
-Avresti dovuto lasciarmi contrattare!- disse Ryo cammiando
con il nuovo arco ben chiuso in una sacca che portava in spalla assieme
ad alcune frecce in una piccola farestra sempre da spalla.
-Perché? Lui lo ha costruito, saprà il giusto
prezzo.- rispose Shyn cammiando al suo fianco e giocando con una delle
belle frecce - Ci ha anche regalato sei frecce.-
Ryo sospirò -Si, perché abbiamo pagato tutti
quei soldi come dei polli! Di questi tempi gli armaioli fanno begli
affari...dovevi lasciami parlare invece di tapparmi la bocca. Avremmo
pagato molto meno.-
-O non ci avrebbe venduto niente per la mancanza di rispetto
dimostrata.- fu l'unica irremovibile risposta del più grande.
Ryo alzò gli occhi al cielo, davvero non riusciva
ancora a capacitarsi di come qualcuno di tanto ingenuo potesse essere
al mondo -Sei davvero cresciuto in un tempio eh...- sospirò
conscio che insistere non avrebbe portato a nessun cambiamento nella
mente ottusa del suo compagno di viaggio.
Almeno, pensò, una volta imparato a maneggiare l'arma
sarebbero potuti andare verso i vari fronti di guerra e guadagnare
soldi facili al servizio di nobili e degli eserciti.
Note Autrice:
Questo è più che altro un capitolo di passaggio come
potete notare, abbiamo messo un po' di carne al fuoco con le
rivelazioni dei capitoli passati ed è ora per i due
protagonisti di "assestarsi".
Grazie mille per le bellissime recensioni, spero davvero che la storia riesca e tenere fede alle aspettative <3
Alla prossima,
Blyth
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Capitolo 6 *** Un pezzo della sua anima ***
c5
6. Un pezzo della sua anima
La freccia si conficcò dritta nel bersaglio artigianale fissato sull'albero a una quarantina di metri da loro.
Ryo
esultò -Centro perfetto! Hai visto Shyn?- si girò verso
il più grande steso all'ombra di un'albero che annuì in
un cenno di assenso.
-Prova a mirare all'angolo del quadrato questa volta. Angolo destro in alto.- ordinò e Ryo alzò di nuovo l'arco.
Incoccò una nuova freccia dalla faretra e tese la corda prendendo un respiro profondo e mirando.
Osservò
il centro, poi spostò la punta della freccia verso l'angolo
destro ed alzò la mira, poi rilasciò le dita dalla corda.
La freccia
frecciò dopo il suono sordo dei flettenti che sbattono contro la
corda conficcandosi troppo in alto e troppo a destra nel grande tronco.
-Cavolo...- mormorò Ryo preparando un nuovo tiro.
Usare l'arco
era più difficile di quello che potesse sembrare, le braccia gli
facevano già male dopo appena una ventina di frecce, capire come
prendere la mira era un vero incubo e stava persino mirando ad un
bersaglio fermo.
Riprovò
ancora e ancora finché il tiro non gli riuscì, poi
andò a recuperare le frecce lanciate, alcune nel tronco altre
per terra. Doveva impegnarsi per diventare bravo nel minor tempo
possibile se voleva essere d'aiuto e non un peso a Shyn. In quelle
settimane il più grande era stato gentile con lui, insegnandogli
con pazienza mentre cercava di guadagnare a sua volta qualche soldo con
la vendita di selvaggina in quella regione stranamente libera da demoni
e mostri.
Anzi, erano
mesi che era gentile con lui, pagando i suoi pasti e permettendogli di
accompagnarlo in giro per i suoi viaggi nonostante fosse solo un peso e
una bocca da sfamare in più.
Esausto si sedette accanto a lui sotto l'albero, prenendo una tregua dal sole e dai propri muscoli doloranti.
-Non ho detto che avevamo finito l'allenamento.- mormorò Shyn ad occhi chiusi, sdraiato al suo fianco.
-Una piccola
pausa, inizio a tirare male perché sono stanco.- si
giustificò Ryo non volendo sembrare uno scansafatiche dopo che
aveva tanto insistito per essere addestrato.
Shyn
aprì un'occhio dorato per guardarlo impassibile, lo
squadrò -Dovresti mangiare di più, con quei muscoletti
non riuscirai mai a tirare come si deve....sei davvero magro per essere
un bambino di undici anni.- gli fece notare.
Ryo si
irrigidì colto alla sprovvista da quel cambio di argomento, non
gli piaceva che si parlasse della sua corporatura -Ho passato anni
difficili da solo, è per questo che sono così piccolo.-
abbassò lo sguardo sul proprio corpo magro e delicato, proprio
l'opposto di quello di un ragazzino in forze.
L'unico lato
positivo di avere una corpoartura come la sua era di poter facilmente
intrufularsi in case o passare inosservato per le folle per poter
rubare; ma adesso che Shyn gli aveva severamente proibito di rubare se
ne faceva davvero ben poco del suo stupido fragile corpo.
-Allora con una
buona alimentazione crescerai.- Shyn si alzò con un unico colpo
di reni scattando in piedi -Vado a caccia, aspettami qui e metti a
bollire un po' di radici e fiori per la zuppa di questa sera.- gli
ordinò afferrando l'arco e le frecce.
Ryo si alzò in piedi a sua volta -Portami con te! Potrei imparare a tirare meglio sugli animali!-
Lui scosse la
testa sistemandosi la piccola faretra in spalla -No è ancora
presto, perderemmo solo tempo. Vado e torno.- asserì avviandosi.
***
Shyn osservò la radura incastrata tra le montagne sotto di lui.
La cena di quel
giorno, un povero coniglio, pendeva dalla sua faretra, era stato facile
cacciarlo, essendo abituato ai mostri e demoni andare a caccia di
selvaggina era anche fin troppo facile. Per ciò finendo molto
prima del previsto si era "trovato" a vagare fino a quel punto.
Poteva
sentirlo, ne percepiva il Kai alterato torbido e malsano spandersi per
tutta la radura fino alle rocce rialzate dove si trovava. L'energia
veniva da un tempio abbandonato sotto di lui, dato alle fiamme le
rovine annerite facevano solo intuire quanto potesse essere stato bello
quel luogo di culto, ma negli ultimi anni la guerra si era fatta anche
religiosa in alcuni regni e i luoghi di culto erano stati coinvolti
nelle dispute tra uomini ed ora al suo interno dimorava uno dei demoni
maggiori che avevano divorato la sua anima.
Si
inginocchiò aguzzando la vista nella speranza di verderlo ma di
lui non c'era traccia, era certo fosse li, poteva percepirlo come un
istinto primitivo: qualcosa in lui continuava ad urlargli dentro che li
c'era qualcosa che gli aparteneva e lo chiamava.
All'inizio era
stata solo una sensazione leggera e passeggera ma con l'allungarsi del
loro soggiorno in quei boschi attorno alla città di
Mi'toshi era diventato un impulso irresistibile tornare in quel
luogo. Poteva sentire quella parte della sua anima chiamarlo a
sé, come per essere salvata.
Shyn si
lasciò sfuggire un grugnito gutturale prima di girarsi e tornare
dall'accampamento da Ryo, per il momento non ne avrebbe ancora parlato
con lui.
E' vero sentiva
quell'impulso crescere dentro di lui e infondo si domandava come
dossere essere tornare a possedere anche solo un pezzo della propria
anima ma non aveva ancora preso una vera decisione a riguardo. Quel Kai
era tra i più potenti che avesse mai percepito, aveva affrontato
solo un demone del genere e lo aveva fatto in gruppo richiedendo il
sacrificio di diversi uomini. Che speranze aveva di farcela da solo?
Era meglio morire provando a ri-ottenere la propria anima o vivere una
bella e lunga vita senza? Non sapeva darsi una risposta.
Continuava a fuggire dalla risposta.
Note Autrice:
Eccomi
con l'aggiornamento, ringrazio chi è passato a recensire gli
scorsi capitoli! Grazie infinite e granzie per la pazienza di attendere
i miei aggiornamenti incostanti, perdonate questa autrice sbadata!
Io per il momento vi lascio con la promessa di un aggiornamento
anticipato nei prossimi giorni, vista labrevità del capitolo.
Blyth
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Capitolo 7 *** Il primo scontro. Il primo demone ***
cap7
7. Il primo scontro. Il primo demone.
- Oh per la
dea! Non posso crederci, andrai davvero a riprendere la tua anima!-
esclamò Ryo quando Shyn finì di parlare.
Lui annuì continuando ad affilare la propria fedele spada -Si ma
non vuol dire che inizieremo a dare la caccia a tutti quei demoni,
sempre che riusciamo a battere questo qui non ti assicuro che
deciderò di continuare....vedrò se ne vale la pena.- gli
spiegò per essere il più chiaro possibile.
Gli occhi di Ryo si allargarono in uno sguardo estasiato -Hai detto
"riusciamo a battere"? Riusciamo nel senso di io e te?- indicò
entrambi con un movimento del piccolo indice.
Shyn gli passò l'arco, lasciandoglielo fra le mani -Non credo di
avere a disposizione altri alleati in questa impresa e non posso
batterlo da solo.-
Ryo squittì dalla gioia incapace di contenere la propria
eccitazione. Shyn gli dava finalmente fiducia, dopo mesi trascorsi
insieme tra viaggi e allenamento finalmente lo considerava un compagno
più che qualcuno di cui prendersi solamente cura.
Shyn però intuendo quel tumulto di pensieri eccitati lo
fermò con il suo solito tono pacato -Starai al sicuro su una
posizione rialzata, il tuo unico compito sarà dare fuoco a delle
trappole incendiarie. Non ti avvicinerai al demone.- chiarì
guardandolo dritto negli occhi nocciola -Non ti metterai in pericolo, e
non mi intralcerai.- poi gli posò una mano sulla spalla,
stringendola con forza -E maggiormente se le cose dovessero mettersi
male mi abbandonerai, scapperai senza voltarti indietro.-
-Non potrei...- provò a ribattere Ryo ma lui intensificò la stretta sulla sua spalla-
- Ryo non è un suggerimento, è un ordine. Se dovessi
cadere, girati e corri più veloce che puoi....ci siamo capiti?-
il suo tono non era cambiato, come sempre, eppure Ryo poteva
distintamente percepire in lui della preoccupazione.
Annuì abbassando la testa.
-Andiamo.- disse Shyn.
Ryo prese un respiro profondo per calmare il proprio cuore mentre
osservava, dall'alto della sua posizione, Shyn avvicinarsi alle rovine
del tempio.
Le dita già messe sulla corda ben incerata gli tremavano, ma
doveva calmarsi, dita tremanti e tiro preciso non erano una buona
combinazione e Shyn faceva affidamento su di lui per sconfiggere quel
demone maggiore. Doveva comportarsi da uomo e dimostrare ad entrambi
che era più di un semplice bambino esuberante, che era in grado
di lottare al fianco di Shyn ed essere il suo compagno di lotta,
alleati pronti a guardarsi le spalle in quel mondo in rovina.
Ad un tratto si senhtì un ruggito tremendo provenire dal tempio,
Ryo aguzzò la vista ma non c'era traccia visibile ne di Shyn ne
del demone, dovevano ancora trovarsi sotto le rovine ancora in piedi
del tempio, nascosti alla sua vista. Ryo però poteva sentirli
lottare, i ruggiti del demone risuonavano tra le pareti rocciose
attorno a loro riempiendo l'aria che si faceva sempre più
pesante a causa del suo miasma.
Ryo deglutì imponendo al proprio cuore di rallentare e
comandando alla sua mente di rimanere ferma sul suo obbiettivo senza
seguire l'onda di pensieri su Shyn, la giù da solo intento a
combattere contro un demone maggiore armato solo di una vecchia spada.
Ci fu uno schianto poi Shyn comparve nella sua visuale intento a
scappare dalle mura dell'edificio che si ripiegavano su loro stesse
mentre crollavano in una nuvola di polvere e detriti.
Subito dopo lo schianto un'altro ruggito scosse l'aria facendo
rabbrividire Ryo fin nelle ossa, poi il demone emerse dalla cortina di
polvere diretto verso Shyn.
Era una bestia mostruosa, alta forse più di tre o quattro metri
che camminava su quattro zampe. Aveva il cropo peloso e muscoloso di un
lupo ma la testa era uno strano ibrido tra un cane ed un cervo. Non
aveva pelle o pelliccia sul cranio ma solo un teschio adornato da corna
lugubri, spaccate in più punti e grondanti di quelli che
sembravano pezzi di carne e sangue, dalle orbite del teschio usciva un
fumo d'orato e luminoso anche a quella distanza.
Il demone era ferito sulla schiena dal pelo irto, forse a causa del
crollo, forse per opera della spada di Shyn che adesso lo fronteggiava
indietreggiando verso le trappole.
Ryo cercò di calmare l'istinto di girarsi e correre il
più velocemente possibile lontano da quella creatura, da quando
era comparsa davanti a lui sentiva nel petto il bisogno di
piangere e rannicchiarsi in un angolo buio ma doveva rimanere
calmo, Shyn stava avanzando verso la prima trappola e non poteva
deluderlo o sarebbe stata la fine,
Alzò l'arco mettendosi in posizione ma senza tendere la corda,
Shyn indietreggiava agitando la spada e trascinandosi ma il demone non
era ancora in posizione, lo puntava avanzando e aprendo le fauci
dentate ma lo seguiva lentamente.
Fu solo quando Ryo lo vide piegare in dietro le zampe da lupo per
caricare che tese la corda e dopo un respiro profondo per liberare i
polmoni dall'angoscia scoccò la freccia infuocata che sibilando
si conficcò nella paglia cosparsa di olio e alcool. Il covo di
paglia si incencidò in un lampo sommergendo di fiamme il mostro
che si dimenò fuggendo dal foco deviando di lato, per attaccare
con un balzo Shyn sulla destra, dritto nella seconda trappola.
Ryo inforcò la seconda freccia colpendo il bersaglio senza
esitazione, la leva di legno cadde all'indietro e attivò la rete
putellata di chiodi che si chiuse sul demone.
Le mani non gli tremavano più.
Shyn scattò verso il predatore diventato preda e gli
sferrò tre fendenti nella carne prima che il demone cervo lo
colpisse con le sue corna costringendolo a ripendere distanza tra loro.
La bestia demoniaca si liberò tagliando la corda con le zanne e
le corna liberandosi in parte scuotendosi con froza. I chiodi gli
affonadarono nella carne ma quell'essere non parve sentire il dolore,
gli occhi fiammeggianti d'oro si fecero più brillanti mentre
caricava Shyn che fu obbligato a buttarsi per terra schivando con una
carpiola la sua incornata.
Ryo lo vide contorcersi per terra mentre del sangue macchiava l'erba,
si portò le mani nalla bocca per non urlare, perchè il
mostro non lo scovasse ma pregò che Shyn stesse bene.
Lo guardò rialzarsi facendo perno sulla spada mentre stringeva
una spalla con l'altra mano, era ferito, la manica era già rossa
per il sangue ma non poteva fermarsi perchè il suo avversario
stava già caricando un'altro colpo.
Lo fermò e il clangore provocato dalla lama della spada e il teschio duro risuonò su di loro.
Parò un altro colpo, e un'altro ancora cercando di evitare le
corna e indietreggiando verso l'ultima trappola mentre delle fiamme
continuavano a bruciare la carne del suo avversario, rallentandolo
sempre di più nei muvomenti e negli scatti.
Ryo capì la sua strategia, era ora dell'ultimo trucco, l'ultima speranza.
Shyn incassò un colpo alla gamba urlando di dolore mentre un corno penetrava i muscoli del polpaccio.
Ryo scosccò la sua freccia pregando la Dea madre perché
lo assistette nel colpo. La punta si scagliò ancora una volta
nel bersaglio di legno che si piegò facendo saltare il cappio
attorno alle zampe posteriori del demone che colto alla sprovvista
cadde in avanti.
Shyn urlò tirandosi su mentre la carne veniva lacerata dal
corno. Il mostro si stava già liberando con due colpi secchi
delle zampe, una semplice corda non poteva nulla contro la forza di un
demone maggiore, Shyn e Ryo lo sapevano bene.
Le zampe artigliate affondarono nella terra creando due solchi e Shyn gli fu addosso.
Con la spada confficcata in una spalla per tenersi in groppa gli era salito sopra.
Il demone agitò le corna furente, cercando di colpirlo ma Shyn
le afferrò facendo forza con tutte le sue energie per tenerlo
con il collo sbilanciato verso la schiena. Le enromi corna del
demone si conficcarono nella sua stessa carne facendolo scalpitare e
agitare come un cavallo impazzito.
Il demone si alzò sulle zampe posteriori e Shyn dovette
aggrapparsi alla propria spada e fare presa con le gambe per non essere
disarcionato.
Ryo scoccò un'altra freccia, questa volta dritta contro il petto
muscoloso del demone per distrarlo da Shyn e dare tempo al suo compagno
di estrarre un pugnale lungo.
Shyn pugnalò la creatura alla gola, il sangue inizò a
sgorgare copiosamente dalla ferita, mentre il primo vero lamento di
dolore usciva da quella gola squarciata.
Il demone si agitò ancora di più e Shyn crollò a
terra riuscendo a portare con sé la spada, aprendo un'altro
sguarcio su tutta la scapola di lupo del demone.
La testa di cervo si girò verso di lui, lo scintillio nelle
orbite vuote sempre più intenso, più furente e terribile.
Ryo sentì l'aria diventare ancora più pesante e difficile
da respirare a causa del Kai malvagio, il miasma che si spandeva dal
demone e che ora sembrava quasi mescolarsi a Shyn. Ryo non poteva
percepire il Kai, non era nato con quel dono ma sapeva che un potere
così terribile era percepibile anche da un comune umano e adesso
lo sentiva anche su Shyn.
Erano due le forze demoniache che inondavano quel luogo, Ryo cadde
sulle ginocchia cercando l'aria con la bocca aperta e gli occhi pieni
di lacrime.
Shyn si scalgiò contro il suo nemico ferendolo al cranio con un
fendente, l'osso si incrinò sotto la forza del suo colpo. Si
sentiva pieno di forza, pieno di un furore che non aveva mai provato
prima.
Non aveva mai provato piacere o altro mente uccideva un demone o un
mostro, solo una strana sensazione di pace e calma, ma ora poteva
sentire quell'emozione sconosciuta riempigli il petto.
Lo voleva morto, non si sarebbe clamato finchè la sua lama non
fosse penetrata in quel petto demoniaco squarciandolgi il cuore.
Sentiva il proprio sangue mischiarsi a quello del demone nelle sue
ferite, poteva percepire il suo potere connettersi al suo. I loro Kai
mischiarsi, farsi confusi l'uno nel miasma dell'altro.
Più combattevano a più Shyn si sentiva carico, nonostante
la fatica e le ferite non si era mai sentito così forte e
tenace.
Affondò un'altro copo spezzando una delle corna già rigate.
Poteva sentire un fuoco invadergli il petto e spingerlo a combattere.
Le orbite d'orate del demone incrociarono le sue quando la sua lama si incastrò nel suo teschio, Shyn le guardò.
Odio, rabbia e rancore.
Quel demone stava cercando di ucciderlo e soffocarlo con il potere del
suo Kai, chiunque sarebbe già crollato in ginocchio alla ricerca
d'aria mentre un macigno invisibile lo inchiodava al suolo ma non lui.
Quello era il suo Kai, lo sentiva, stava tornado a lui mentre quel
demone mangia anime si indeboliva.
La lama si spezzò nell'osso e le fauci del demone furono subito a pochi millimetri dal volto di Shyn.
Piegò le ginocchia e si buttò a terra scivolando sotto di
lui e conficcando la lama spezzata nel petto del demone fino all'elsa
mentre il sangue gelido gli colava sulle mani dalle nocche sbiancate.
Il demone emise un urlo, non un guaito ma più un vero e proprio urlo umano prima di accasciarsi a peso morto su di lui.
Shyn si sentì schiacciare da tutto quel peso mentre qualcosa gli
scorreva dentro dagli arti fino al centro del petto come uno spasmo.
Chiuse gli occhi sopportando un'ondata di dolore, come se un pugnale gli si fosse appena conficcato al centro del cuore.
Si scrollò di dosso il cadavere del demone e cadde a terra,
steso sulla schiena con le mani insanguinate strette sulla casacca, le
unghie conficcate nel petto attraverso la stoffa sottile della veste
estiva.
Urlò a pieni polmoni colto dall'onda al centro del suo petto, poi, svenne.
Note Autrice
Torno finalmente a questa storia dopo una pausa non programmata,
diciamo tutti insieme "grazie blocco dello scrittore". Avendo solo
questo capitolo pronto e poi basta ho preferito fermarmi dal pubblicare
fino a quando non fossi riuscita a scrivere almeno un altro paio di
capitoli.
Il lato positivo è che la mia musa sembra essere tornata e sono pronta a tornare a tormentarvi con i miei aggiornamenti!
A settimana prossima,
Blyth
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Capitolo 8 *** La lama spezzata ***
cap8
Ryo si
precipitò a perdi fiato giù per la collina, cadendo un
paio di volte nella fretta e sbucciandosi palmi e ginocchia.
Quando
arrivò davanti al tempio trovò Shyn steso a terra sulla
schiena, madido di sudore e ferito, ma sopirò nel vedere il suo
petto alzarsi e abbassarsi regolarmente con il respiro.
Stava bene
grazie alla misericordia della Dea, era ferito ed esausto ma vivo, Ryo
si sedette accanto a lui riposandosi a sua volta. Quando lo aveva visto
accasciarsi sulle ginocchia e urlare aveva temuto il peggio, una ferita
mortale inferta all'ultimo dal demone, per questo era corso da lui,
aveva temuto di perderlo.
Guardò
il cadavere del demone riverso a terra accanto a Shyn, era
gigantesto visto da vicino e ancora più spaventoso, non riusciva
a credere di aver sfidato un essere così terrificante e averlo
battuto. Si girò di nuovo verso il suo compagno di viaggio,
aveva il volto rilassato mentre riposava sul prato ma sanguinava da una
spalla e dalla gamba.
Ryo
gattonò fino a raggiungere la gamba, poi strappò un lembo
del proprio vestito e lo avvolse intorno alla ferita stringendo il
più possibile il nodo.
Shyn si svegliò di soprassalto grugnendo per il dolore, lo guardò storto, Ryo lo guardò sorpreso.
- Vacci piano, fa male!- esclamò il più grande mentre lui stringeva e fissava la benda improvvisata.
Ryo lo
guardò attonito, irritazione, ecco cosa sentiva nella sua voce e
cosa leggeva sul suo volto accigliato. Non lo aveva mai visto
così....vivo.
- Bisogna fermare il sangue.- si giustificò passando alla spalla ferita.
Shyn fece una smorfia con le labbra ma lo lasciò fare mente lo fasciava al meglio delle sue possibilità.
-Dovremmo tornare all'accampamento, bisogna pulire le ferite e farti riposare...- mormorò Ryo alzandosi in piedi.
Shyn
allungando una mano per essere aiutato a rimettersi in piedi, ma una
volta dritto lo lasciò chiandosi piano per afferrare quello che
rimaneva della sua spada e infilarla nella cintura.
Arrivati al
loro piccolo accampamento nel bosco Ryo corse a prendere dell'acqua nel
torrente vicino cui si erano accampati, riempì la pentola che
usavano per cucinare di acqua fresca e recuperò degli stracci
puliti, di quelli che normalmente Shyn usava per fermare i parabraccia
avvolgendoli agli avambracci.
Ne immerse
uno nell'acqua e si affrettò a pulire bene la ferita di Shyn
come sua mamma gli aveva insegnato a fare. Tolse con cura il grumi di
sangue sporco e terra dalle ferite per poi pulire la pelle rossa e
gonfia tutto intorno.
Shyn intato
aveva messo sul fuoco la spada spezzata, perché si scaldasse
tanto da diventare bollente ma non incandescente. Quando Ryo si
allontanò dalle sue ferite la premette su di esse.
Soffocò
qualche lamento di dolore ma il suo volto non mutò dalla
sua espressione composta nemmeno per un secondo sotto lo sguardo
attento di Ryo, curioso di scoprire fino a che punto fosse cambiato il
suo compagno di viaggio ora in grado di arrabbiarsi.
Una volta cauterizzate le ferite lo bendò stretto per proteggerlo dalle infezioni.
Shyn
lasciò cadere l'elsa spaccata accanto alle ceneri guardandola
con i suoi occhi d'orati -Dovrò procurarmi una spada nuova,
quella era l'ultima che mi rimaneva.- mormorò.
L'altra spada si era spezzata qualche settimana prima, troppo vecchia e malconcia per il lungo e fedele servizio.
Ryo
annuì -Appena ti riprenderai cercheremo un fabbro, magari uno
bravo che possa farti qualcosa anti-demone.- suggerì pensieroso
apprestandosi a perparare un pasto caldo per entrambi.
Shyn annuì - Ho già in mente qualcuno, oltre le montagne....- asserì chiudendo gli occhi esausto.
Per
arrivare dal fabbro avevano dovuto attraversare le montagne,
percorrendo i passagi stretti e angusti scavati dall'erosione del tempo
e superando ponti traballanti. Era estate, una fortuna per un
ragazzino, un ragazzo ferito e un cavallo che tentavano un'attraversata
del genere, in inverno ma anche solo in autunno sarebbe stata di gran
lunga più rischiosa.
Con la
benedizione dell'estate e del bel tempo aveva preso loro solo due
settimane di cammino, che Shyn aveva passato sul cavallo evitando, per
ordine di Ryo di sforzare la gamba ferita e allungare il tempo di
guarigione.
Alla fine
erano arrivati al villaggio fra le montagne a metà estate. Era
un piccolo villaggio arroccato e scoplito nella pietra, colorato e
vivace, salvo dagli orrori della guerra anche se principalmente
popolato da donne, bambini e anziani come la maggiorparte dei villaggi
del paese delle acque.
C'era
comunque un gran numero di soldati sparsi per le piccole locande di
quel luogo di riposo per viandanti, erano tutti li per il famoso fabbro
Hayutsu Manyu aveva spiegato Shyn mentre lo guidava verso la casa
più grande del villaggio, sede della forgia del più
famoso armaiolo del sud.
Stranamente la trovarono chiusa.
Shyn lesse il cartello ad alta voce - Chiuso per lutto.-
Da un
gruppo di militari in attesa davanti alla forgia si staccò un
ufficiale, riconoscibile dalla cintura legata attorno alla vita, con il
simbolo di un dragone alato.
- E' appeso
li da più di otto giorni oramai, ben oltre il tempo di un
lutto.- sbuffò con le braccia incrociate mentre masticava una
radice di Goo.
- Chi è morto?- domandò Ryo.
- Il suo
unico figlio, anche se più che morto è disperso...su
nelle montagne.- disse il comandante baffuto indicando con un cenno del
capo le creste frastagliate sopra le loro teste -Siamo venuti per
ritirare delle armi ordinate mesi fa, ma quel cane si rifiuta di
rimettersi al lavoro o anche solo di consegnare ciò che è
stato forgiato. Se non fosse per la sua fama lo avremmo già
arrestrato.-
-Era il suo unico figlio, è comprensibile che stia male.- si lasciò scappare infastidito Ryo.
L'uomo
aggrottò le sopracciglia da sotto il suo cappello circolare, che
lo riparava dal sole -E cosa c'entra? Un uomo deve essere in grado di
fare il suo dovere nonostate un lutto.- asserì perentorio.
Ryo
preferì non ribattere davanti a quell'atteggiamento presuntuoso,
alla fine si trattava di un comandante dell'esercito, per quanto avesse
voluto dirgliene quattro doveva trattenersi. Si voltò verso
Shyn, trovandolo intento a fissare l'elsa e quel che rimaneva della
lama della propria spada.
-E' una sfortuna.- lo sentì mormorare.
Ryo gli si avvicinò lasciando stare il comandante - Cosa facciamo? Cerchiamo un altro fabbro?-
Shyn scosse
la testa - Manyu è l'unico in questa zona a forgiare armi
anti-demone. Di una spada normale non me ne faccio nulla, aspetteremo
che riapra.-
Dopo altri
tre giorni di attesa, accampati davanti alla forgia Shyn parve
finalmente perdere la pazienza, decidendosi a bussare con forza al
calare della notte.
Ryo lo
guardò battere il pugno del braccio sano contro il lengo della
porta facendo traballare il cartello sotto le vibrazioni del lengo.
Alla fine
qualcuno aprì, un uomo vecchio, chino sulla propria schiena e
dal viso spento, scavato dal dolore. Aveva i capelli completamente
rasati in segno di lutto e la barba lasciata incolta.
Li
guardò con gli occhi spenti prima di parlare -Cos'avete tanto da
bussare?- la sua voce era roca come quella di qualcuno che non emette
parola da molto tempo.
-Mi serve una spada nuova.- disse Shyn senza esitazione.
-Non sapete
leggere brutti bifolchi? La forgia è chiusa per lutto.- il
vecchio provò a sbattergli la porta in faccia ma Shyn la
bloccò con una gamba, quella ferita, senza però dare
segno di dolore.
- Non posso
andarmene senza una spada, sto finendo i soldi e ho un ragazzino che
dipende da me.- fece segno con la testa verso Ryo.
Manyu indurì il volto, scrutando sia lui che Ryo, ancora seduto su una staccionata davanti alla forgia.
-Il paese
delle acque è pieno di fabbri, trovatene uno che non sia intento
a piangere il proprio figlio.- provò ancora una volta chiudere
la porta ma Shyn, questa volta con una spallata la spalancò
facendolo sbilanciare e cadere all'indietro.
- Tuo
figlio è disperso no?- disse Shyn imponendosi sull'uscio - Se ti
riporto il corpo potrai bruciarlo e dargli la sepoltura che merita
così da finire il tuo lutto.-
Gli occhi
del vecchio si riempirono di rabbia e tirandosi in piedi gli
urlò contro - Piccolo bastardo arrogante. Chi credi di essere?
Vattene da casa mia!- detto ciò lo spinse fuori con la forza di
un uomo ferito e Shyn lo lasciò fare.
Insistere era inutile.
Note Autrice:
Ecco un aggiormamento anticipato! Ma Lunedì non potrei aggiornare quindi eccomi qui.
Un po' di
assestamento dopo una battaglia importante, finalmente vediamo Shyn
provare qualcosa...ma un nuovo ostacolo si erge davanti a lui e
Ryo, cosa credete sia successo al pover figlio de fabbro? Shyn
riuscirà a riportare il corpo al padre in lutto?
Lo scopriremò Sabato prossimo, voi intanto fatemi sapere cosa ne pensate,
Blyth
|
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Capitolo 9 *** Il figlio del fabbro e la cascata dei sussurri. ***
cap9
9. Il figlio del fabbro e la cascata dei sussurri.
- Che fine ha fatto il figlio del fabbro?- domandò Ryo ad una donna che vendeva patate sulla strada.
La donna, accarezzandosi il pancione gonfio si incupì -Era
andato a raccogliere del cristallo Kaisen per una spada speciale, tutti
gli avevamo detto che era troppo rischioso ma non ci ha dato ascolto.-
Ryo aggrottò le sopracciglia prendendo dei soldi per pagare le
patate acquistate - Perché, si trovano in un punto pericosolo
della montanga? Vicino ad un cretaccio?-
La donna scosse la testa nera - No, si trovano vicino una cascata che
scorre tra le montagne, il posto è facilmente accessibile ma
è infestato da oramai cinque anni da uno spirito maligno.- gli
spiegò per poi baciarsi la punta delle dita e gettarle dietro la
spalla.
Ryo annuì - Grazie mille.- le lasciò i soldi, portando
via le patate e portando la notizia a Shyn che stava facendo domande ai
militari.
Dopo aver sentito la storia il ragazzo più grande si girò
verso i militari -Potete prestarmi una vecchia spada? O anche una
vecchia lancia, ve la ridarò.-
I militari lo guardarono storto, ma alla fine il comandante gli porse
una delle due spade che portava alla cinta, vecchia ma ancora
utilizzabile -Cosa vuoi fare ragazzo?-
Shyn la legò alla propria cintura di cuoio - Il figlio del
fabbro potrebbe essere ancora vivo, andrò a recuperarlo.-
Il comandante si mise a ridere sguaiatamente -Non dire sciocchezze! Il
ragazzo è sparito da quasi quindici giorni oramai! E' bello che
morto, sbranato da quello spirito maligno e farai la stessa fine.-
Shyn non diede peso a quelle parole e facendo segno a Ryo di stare
zitto lanciò l'ultima moneta d'argento in loro possesso verso il
comandante - Per la spada allora, visto che non tornerò.- disse
prima di avviarsi seguito da Ryo.
Quando furono distanti, oramai diretti verso il sentiero che portava
alla montanga Ryo parlò -Credi davvero che possa essere ancora
vivo?-
Shyn annuì - Lo spirito maligno di cui parlano è
sicuramente uno spirito dell'acqua dolce, una divoratrice di anime.-
Ryo lo guardò confuso -Allora come fa ad essere vivo?-
-Si nutrono dell'energia vitale delle loro prede, ma non le uccidono
subito. Una divoratrice ci mette quasi un mese prima di ridurre in fin
di vita una preda.- spiegò mentre toglieva la benda dalla
spalla, lasciando libero il braccio ferito.
-Ti fa ancora male? Sicuro di poter combattere?- chiese Ryo preoccupato
nel guardarlo muovere con piccoli movimenti circolari il braccio, un
espressione leggermente sofferente sul volto.
Shyn annuì - Le divoratrici di acqua dolce sono spiriti facili
da uccidere, per qualcuno con un po' di esperienza. Avanti, riportiamo
quel ragazzo a suo padre.-
Quando furono vicini alla cascata Shyn si fermò e usando la
benda che prima portava al collo bendò le orecchie di Ryo
stringendole tanto da fare male.
- Ayo! A cosa serve?- protestò il più piccolo toccandosi le orecchie doloranti da sopra la stoffa.
Shyn inginocchiato davanti al lui assicurò il nodo senza dare
retta alle sue proteste - La voce delle divoratrici fa cadere gli
uomini in uno stato di torpore, spingendoli a buttarsi in acqua per
catturarli. Se ti bendo le orecchie farà più fatica a
raggiungerti e stregarti.-
Ryo sospirò arrendendosi alla benda stretta in testa, anche se
il nodo gli perforava il cranio e seguì Shyn -E tu non ti
bendi?-
-No, io non ho un'anima ricordi? Non sono una preda per lei.- rispose
mentre estraeva la spada -Aspettami vicino alla parete, non avvicinarti
all'acqua per nessun motivo.-
Ryo annuì schiacciandosi contro la parete rocciosa appena girarono l'angolo.
Davanti a loro si aprì, oltre lo stretto passaggio, una vista magnifica.
Nascosta tra le rocce della strettoria vi era una meravigliosa cascata,
sulla cui superfice cristallina risplendeva la luce riflessa sugli
strati di cristallo incastrati nella parete rocciosa.
Ryo rimase incantato nel vedere quel gioco di luci, il cristallo Kaisen
era irridescente e splendeva dello stesso colore delle rocce colorate
che decoravano il lago attorno alla cascata e di alcune piante fiorite
che erano riuscite a crescere in quel luogo così scarseggiante
di luce.
Era un visione angelica, un luogo da favola agli occhi di Ryo, tanto
che gli veniva difficile credere che quel luogo incantato fosse la tana
di uno spirito divora anime.
Rimase contro la roccia osservando Shyn avanzare verso il laghetto che
risplendeva blu sotto la cascata, doveva essere molto più
profondo di quanto si potesse immaginare perché quando
Shyn si buttò scomparve all'istante sotto la superfice
increspata dell'acqua.
Ryo rimase in attesa per quella che gli parve un infinità di
tempo chiedendosi se fosse davvero tutto a posto, se Shyn stesse bene
dovendo trattenere il fiato per così tanto tempo o se gli fosse
successo qualcosa... ma poi riemerse prendendo un respiro affamato
d'aria.
Ryo corse verso di lui, inginocchiandosi accanto al bordo dell'acqua.
Shyn aveva tra le braccia un ragazzo della sua stessa età,
svenuto.
Ryo allungò le braccia esili per afferrare la casacca bagnata
del ragazzo, mentre Shyn lo spingeva sul terreno, per poi salire a sua
volta, ancora con il fiatore per lo sforzo.
Dopo pochi attimi di nulla il ragazzo si scosse sputando da solo
l'acqua ingerita e ripendendo i sensi in uno spasmo di terrore -Che
cosa è successo?!-
Esclamò toccandosi il corpo come per assicurarsi di essere davveto tutto intero.
-Shyn ti ha salvato da una divoratrice di anime.- disse Ryo con il tono
più calmo di cui disponesse mentre si liberava le orecchie da
quella benda infernale.
Alla fine era stata inutile, quella divoratrice non aveva fatto nemmeno in tempo a usare la sua voce.
Il giovane figlio del vecchio fabbro battè le palpebre un paio
di volte fissando prima Ryo e poi Shyn, dopo alcuni secondi di
realizzazione scosse la testa bagnata e si inghinocchiò fino a
toccare con la fronte il terreno -Grazie infinite, grazie infinite per
avermi salvato la vita viandanti.- pronunciò prostrato.
-Alzati, torniamo da tuo padre.- disse Shyn tirandosi su a sua volta e porgendo una mano al ragazzo debilitato dalla prigionia.
Il giovane afferrò la mano amica ma prima di seguirlo
aggrappandosi a lui si voltò a cercare qualcosa, trovandolo
immediatamente con lo sguardo lo indicò.
-Ragazzino potresti prendere quella sacca?- chiese gentile verso Ryo.
Ryo annuì correndo per recuperare la sacca, la tirò
sù a fatica, era davvero pesante. La mise a tracolla mentre
raggiungeva i due ragazzi e l'aprì camminando per capire cosa
contenesse di così pesante -...ma certo, i cristalli Kaisen.-
sorrise chiudendola.
Persino un bambino illiterrato come lui sapeva bene che per costuire
una perfetta spada anti-demone erano necessari i cristalli Kaisen da
mescolare all'acciaio finemente lavorato.
-Volevi costruire una spada anti-demone?- domandò mentre li affiancava per scendere dalla montagna.
Il ragazzo fradicio e debilitato annuì - Ma appena sono arrivato
vicino alla cascata quelle voci hanno iniziato a riempirmi la testa, ho
provato a resistere ma nulla...alla fine ho ceduto e quel mostro mi ha
portato sul fondo.- prese un respiro profondo, vergongandosi della
propria ingenuità - Quella bella voce...mi sembra ancora di
sentirla nella mente. Come ha fatto a non stregavi? Ha cantato fino a
quando non l'hai trafitta alla gola.- chiese rivolto a Shyn.
- Non ho un anima, non mi riconosce nemmeno come essere vivente, sono
completamente cieche. Stava cantando per stregare Ryo ma gli ho bendato
le orecchie, quindi non ha fatto in tempo.- spiegò Shyn mentre
lo sosteneva per riportarlo a casa.
Il giovane figlio del fabbro annuì, contento della spiegazione e
Ryo decise di non dire la verità. Non sapeva perché ma
qualcosa gli diceva che per il suo bene, e del suo segreto, era meglio
che Shyn non venisse a sapere che non aveva sentito alcuna voce.
-Sabu! Oh figlio mio!- urlò tra le lacrime di gioia il vecchio
Manyu buttandosi sul figlio e stringendolo tra le braccia tremanti.
Lo strinse con tutte le sue forze, affondando il vecchio volto scavato
nella spalla del giovane figlio, come se avesse il terrore di vederlo
scomparire da un momento all'altro.
Shyn e Ryo li lasciarono alla loro riunione, assistendo ad alcuni passi di distanza senza emettere un fiato.
Hayutsu Manyu si rivolse a loro solo una volta che ebbe finito di
piangere tutte le sue lacrime di gioia, si voltò strigendo
ancora un braccio del figlio e si inchinò profondamente verso
Shyn.
-Grazie per avermi riportato mio figlio. Avevi promesso un corpo da
piangere, ma mi hai portato un miracolo.- pronunciò prostrato.
- Non mi ringrazi per favore, sono un cacciatore di demoni, è il
mio lavoro.- disse solamente Shyn, non poteva esprimere imbarazzo ma
Ryo al suo fianco sorrise nel percepire quel leggero rossore sulle
guance, sapeva bene quanto Shyn trovasse imbarazzante essere
ringraziato.
Hayutsu Manyu quando si tirò dritto sulla schiena sembrava
un'uomo totalmente diverso, certo il segno del dolore provato era
ancora visibile ma ora i suoi occhi erano luminosi e la sua postura
dritta e decisa.
Il fabbro sorrise loro, pieno di gratitudine -Permettimi almeno di
forgiarti la spada di cui hai tanto bisogno. Ci vorranno sette giorni,
ma non temete sarete miei ospiti fino a forgiatura completata.-
Note Autrice:
Un capitolo che forse potrebbe sembrarvi di riempimento ma vi dico solo...attenti ai dettagli!
Finalmente vediamo di nuovo Shyn al lavoro come cacciatore di
mostri/demoni, piccolo spoiler le divoratrici torneranno e prima
o poi scopriremo che forse non sono tutte così facili da
abbattere come la nostra amica della pozza ;)
Per il resto chissà, spada nuova e nuove avventure!
Ringrazio profondamente chi legge e chi recensisce, invito i lettori
silenziosi a farsi avanti e vi do appuntamento a Sabato prossimio.
Blyth
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Capitolo 10 *** Una storia da un paese lontano ***
cap10
10. Una storia da un paese lontano.
La spada di Shyn tagliò la testa di netto del demone non morto
nel corpo del soldato mentre una freccia scoccata da Ryo vibrava
nell'aria a pochi metri da lui conficcandosi nell'occhio rosso di un
altro cadavere.
Da una torretta di sorveglianza Ryo continuava a coprire le spalle del
suo compagno, scoccando freccia dopo freccia nonostante le dita
intorpidite dal freddo. Prendendo respiri che rilasciavano una piccola
nebbiolina nell'aria fredda schioccava le sue frecce con una precisione
maturata negli anni di pratica.
Un soldato offertosi volontario gli passava le frecce da un cesto
mentre rimaneva rannicchiato tremante dietro il parapetto in legno. Il
rumore dei versi infernali dei non-morti era terrificante, Ryo
ricordava la prima volta che lo aveva sentito, erano passati più
di due anni e adesso non gli procurava più alcun brivido di
paura.
Shyn, sul campo di battaglia ancora pregno di sangue lottava
affiancando un ufficiale più valoroso degli altri mentre
uccidevano i compagni morti e tornati dalla tomba. La lama in parte in
acciaio e in parte in cristallo Kaisen risplendeva sotto la luna e nel
chiarore della neve nonostante il sangue rancido che la macchiava.
Alla fine a poche ore dall'alba salvifica il giovane ufficiale
coraggioso cadde, sommerso per uno stupido errore dai non-morti pronti
a farlo a brandelli. Si era allontanato troppo da Shyn e nonostante le
frecce perfette di Ryo venne fatto a pezzi tra urla disperate e pianti.
Quando il sole freddo d'inverno fu sopra le loro teste recuperarono il
suo corpo per primo, portandolo dentro la fortezza di legno per
bruciarlo con ogni onore insieme ai suoi uomini già morti e
uccisi una seconda volta.
Ryo insistette per aiutare con la pria, trasportando ceppi di legno per
costruirla con le mani screpolate e spaccate dal freddo nonostante le
bende di lanta che coprivano il dorso, lasciando libere le dita.
Era un inverno rigido, uno dei più rigidi a cui Ryo avesse mai assistito.
Prima di porlo sulla pira Ryo e una delle infermiere del campo si
occuparono di pulire il cadavere per dargli una sepoltura degna.
Mentre l'infermiera lo rivestiva Ryo puliva il corpo freddo e rigido
dal sangue, le ferite erano viola, ghiacciate dal dio del gelo in
persona.
-Povero Baoshi...era un bravo ragazzo.- mormorò l'infermiera
mentre allacciava i pantaloni bianchi di tela ruvida con una cura quasi
materna.
- Mi si spezza sempre il cuore a vedere giovani come voi sul campo di
battaglia.- aggiunse rivolgendo lo sguardo su Ryo e prendendo una
spugna per aiutarlo a pulire il volto tumefatto e in parte sbranato, le
infermiere più giovani si erano sentite male al solo vederlo,
per questo Ryo si era offerto.
- E' il mondo in cui siamo nati signora, non possiamo fare molto altro
che lottare.- disse Ryo accarezzando con cura la carne morta, portando
rispetto come quando aveva lavato sua madre prima di bruciarla.
La vecchia infermiera scosse la testa, le spalle incurvate pesantemente
dagli anni - No figliolo, giovani come te e il tuo compagno dovrebbero
avere come unica preoccupazione una giovane moglie alle prese con la
prima gravidanza e tutte le incertezze del mettere su famiglia...-
sospirò forse ricordando ogni ragazzo perso nella guerra - Non
dovreste vedere solo morte e soffrenza ad ogni angolo.-
-Lei si ricorda....si insomma, ha vissuto prima della guerra no?-
chiese Ryo, per lui era difficile capire certi discorsi nostalgici, era
nato quando la guerra già devastava ogni regno.
-No, ma ho avuto la fortuna di passare i miei primi ventisette anni di
vita in una regno ancora in pace.- finì di pulire il volto e si
fece aiutare da Ryo per mettere su la casacca bianca.
Il cadavere del giovane capitano Baoishi, ventitrè anni e un cuore troppo gentile, era pronto per essere bruciato.
Ryo lo guardò mentre altri commilitoni lo issavano sulla pira
centrale, la più alta. Un sacerdote diede l'ordine di dare fuoco
alle sette pire che vennero accese in contemporanea mentre le preghiere
venivano rivolte agli dei del posto.
Era pomeriggio ma aveva iniziato a nevicare e si gelava, Ryo si strinse
nella casacca decorata da pelo di coniglio, affondando il naso
arrossato e gocciolante nella sciarpa mal assemblata con della lana
ruvida.
Non era obbligato a rimanere li in piedi nel freddo nonostante si
sentisse debole, ma ne sentiva il bisogno per quel capitano che aveva
avuto modo di conoscere in quei quattro giorni di permanenza
all'accampamento, aveva il pugnale che gli aveva reglato per il suo
compleanno legato allo stivale.
Qualcuno gli posò sulle spalle una coperta e lui alzò gli occhi scuri per incontrare quelli d'orati di Shyn.
Gli sorrise nonosante delle lacrime gli stessero gelando le guance e
Shyn si limitò ad accarezzargli la testa, nel silenzio di quel
funerale solenne.
***
- Brr..- Ryo tirò su con il naso avvicinando le dita indolenzite
al fuoco acceso da Shyn mentre quest'ultimo metteva a scaldare
dell'acqua con della carne secca dentro, per fare un po' di brodo
-Siamo a Nobe! Più a sud di così c'è solo il
mare....non può fare così freddo!- protestò
guardando la tormenta di neve imperversare fuori dalla loro caverna.
Shyn non sembrava troppo turbato, ma lui non sembrava mai nulla - E'
così da quattro anni oramai, ogni anno sempre più
freddo...so che stanno tutti smettendo di combattere per via
dell'inverno, presto dovremo spostarci vicino alle città per
cacciare gli Az'hai.- ragionò più concentrato sul come
riuscire a continuare a lavorare nonostante la momentanea interruzione
della guerriglia che altro.
Ryo si strinse nella coperta, imbronciato - Potrebbero anche firmare definitivamente dei tratti di pace.-
-Lo dici tutti gli anni lo sai?- gli fece notare il compagno di viaggio.
Ryo si imbronciò ancora di più - Lo so...ma dico, questa
potrebbe essere la volta buona. Fa così freddo che i giganti di
ghiaccio potrebbero tornare!-
Shyn lo guardò sedendosi accanto a lui per preservare il calore dei loro corpi.
- I giganti di ghiaccio? Cosa sono? Non ho mai sentito parlare di
queste creature....- disse per poi rimanere pazientemente in attesa di
una risposta mentre mescolava alla carne delle radici raccolte prima
della tempesta.
-Ah, vero tu non conosci i miti e le fiabe degli elfi.- realizzò
Ryo tirando su con il naso, si sentiva tutto ottavato e lo odiava - Mia
mamma le aveva ascoltate al tempio delle sacerdotesse della Luna dove
mi ha partorito. Sono racconti che arrivano dall'Ovest la terra oltre
il grande mare.- gli spiegò crogiolandosi a sua volta nel
ricordo della sua mamma.
- Allora? Sono forti questi giganti?- chiese Shyn e Ryo rise annuendo con il naso rosso.
Allungò le braccia non più così magre per fare
segno -Sono giganteschi! Alti più degli alberi di pino nero!-
- Come i draghi?-
- Nah i draghi credo siano più alti...ma non so, non ho mai
visto né un drago ne un gigante di ghiaccio....- mormorò
pensandoci sù - Beh comunque, erano creature terrificanti questo
è certo! Gli uomini delle montagne a Nord di quel continente che
si chiamano...aspetta...ah si si chiamano..non mi ricordo.-
-Ryo stai divagando- sbuffò Shyn come suo solito e il più piccolo riprese il filo del discorso.
-Allora, anni e anni fa quando gli Elfi erano ancora in quelle terre
ebbero un grande scontro con questi giganti di ghiaccio per il dominio
del Nord. Vedi, questi giganti portano l'inverno più freddo che
tu possa mai immaginare e sono molto difficili da uccidere
perché il loro unico punto debole è un cuore di carne in
un'armatura di ghiaccio!- disse tutto entusiasta.
Shyn lo ascoltava paziente, incuriosito da quella storia di mostri invicibili.
-Sono quel tipo di mostri per cui serve un eroe!-
- Un eroe? Cos'è un Eroe?- domandò.
- Un eroe è qualcuno che sconfigge i mostri fortissimi, un po'
come fai tu...ma gli eroi lo fanno senza chiedere nulla in cambio se
non la gloria e la benedizione della Dea!- rispose Ryo cercando nel
mentre di annusare il buon odore della carne, con scarsi risultati.
- E questi eroi come mangiano se non si fanno pagare?-
Ryo alzò le spalle - La gente li ricompensa comunque per il loro servizio e li venera come divinità minori.-
Shyn parve riflettere un po' su tutta la faccenda degli eroi elfici,
Ryo provò a scovare i suoi pensieri ma il volto del compagno era
fermo in un espressione vuota come sempre.
Alla fine però decise di metterlo al corrente di quei pensieri
altrimenti oscuri - E' una cosa un po' strana e contorta....alla fine
vengono comunque pagati no?-
Ryo scosse la testa con forza - Ma le loro motivazioni sono nobili. Ad
esempio, il più grande uccisore di giganti del loro popolo si
chiamava Yean Acashara ed era un giovane figlio di un fabbro deciso a
sposare una bella principessa di nome Inola ma il padre di lei....- si
buttò in quel racconto fatto di grandi amori, gesta eroiche e
avvincenti colpi di scena mentre mangiava il loro pasto
annacquato ma caldo.
Alla fine si ritrovarono sdraiati su una coperta, l'uno accanto
all'altro con Ryo intento a raccontare quelle storie antiche di un
popolo straniero con ardore ed intusiasmo, mentre Shyn non riusciva a
stancarsi nel sentire quelle favole per bambini.
Non glielo aveva mai detto ma nessuno gli aveva mai raccontato storie
come quelle, nessuno aveva speso il suo tempo con così tanta
convinzione per provare a stimolare in lui un immaginazione che non
possedeva.
Però per quanto gli mancassero le emozioni, riusciva comunque a
trovare interessanti quelle storie se a raccontargliele era Ryo.
Si trovavano a Nobe, sentiva il pezzo della sua anima divorato dal
demone chiamarlo, trascinandolo sempre più vicino al luogo in
cui il demone si nascondeva.
Shyn ascoltando quei racconti fatati si domandò se fosse lecito
chiedere a Ryo di raccontarglieli di nuovo, una volta riottenuta tutta
la sua anima.
Voleva provare a sentire quelle storie con la stessa forza con cui le
sentiva lui, domandandosi se anche i propri occhi demoniaci fossero in
grado di accendersi e risplendere come i suoi.
Angolo Autrice:
Come vedete abbiamo fatto un piccolo salto temporale di cierca 2
anni in questo capitolo. Dopo tutto siamo giunti ad un numero tondo e
volevo che fosse chiaro il turning point, da oggi i protagonisti sono
un po' più grandi, un po' più vicini dopo un lungo vagare
insieme e forse pronti per riprendere la loro avventura a caccia
dell'anima di Shyn ;)
Ho deciso di non includerlo ma se foste curiosi del perché non
hanno recuperato ancora nessun'altro pezzo è perché
la guerra ha avuto un brutto Boom in diverse regioni, quindi poco
tempo per dedicarsi a se stessi.
Ringrazion infinitamente chi recensice e chi legge, invito come sempre
i lettori silenziosi a lasciarmi un segno della loro presenza e vi do
appuntamento a Sabato prossimo!!
Blyth
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Capitolo 11 *** Un demone nella foresta ghiacciata ***
cap11
11. Un demone nella foresta ghiacciata
Tracce di
animali dalle carcasse completamente congelate, ancora circondate da
sangue caldo sulla neve. Shyn si alzò dopo aver esaminato la
carcassa di un cervo completamente fatta a pezzi e sparsa sul terreno
ricoperto da un soffice strato di neve.
- In questo
punto della fortesta anche gli alberi sembrano aver subito un onda di
freddo innaturale.- mormorò Ryo mentre il suo sguardo vagava sul
bosco devastato da un potere sovrannaturale.
Aveva ripreso a
fioccare ma la tormenta di neve era oramai avanzata verso nord
permettendo loro di uscire dal rifugio dopo tre lunghi giorni.
Shyn si
avvicinò ad un albero segnato da tre segni lunghi e profondi,
anc'essi congelati in modo innaturale - E' il demone che ha la mia
anima, sento la sua presenza....ha un Kai davvero forte.- si
voltò verso Ryo trovandolo tutto rannicchiato su se stesso in
cerca di calore -Andiamo, troviamo un villaggio.- gli fece segno di
avvicinarsi e quando fu abbastanza vicino lo avvolse con un braccio,
stringendolo a se mentre camminavano.
Ryo si era
visibilmente alzato in quei due anni e per quanto fosse rimasto
gracilino per essere un ragazzo aveva messo su un po' di grasso e massa
muscolare, avevano persino dovuto comprare un arco nuovo durante
l'autunno.
-Sei un po' pallido...- notò guardandolo da vicino.
- E' solo
freddo, ho bisogno di stare al caldo in una taverna.- tirò su
con il naso stringendosi a lui, tremava come una foglia nonostante
fosse ben coperto, ma Shyn sapeva di avere una percezione di freddo e
caldo decisamente sfalsata dalla sua condizione di creatura mescolata
con i demoni, quindi si limitò a stringerlo a sua volta
reggendolo quando di tanto in tanto perdeva il passo nella neve alta.
Trovarono
rifugio in una taverna dopo mezza giornata di cammino, ordinarono da
mangiare e si sedettero vicino ad un bracere. Una cameriera diede loro
delle coperte calde sorridendogli prima di andare a preparare il loro
ordine.
Ryo tirò
su un sospiro di sollievo, crogiolandosi nel calore, sentiva freddo fin
dentro le ossa, il naso non gli dava pace e la testa aveva iniziato a
pulsare dolorosamente mentre si dirigevano li.
La cameriera fu
subito da loro con dello stufato di verdure e del liquore "per scaldare
le ossa" disse ridendo e assicurandogli che era offerto dalla casa per
due giovani viandanti come loro.
Shyn e Ryo si
misero a mangiare in silenzio, troppo stanchi per la traversata nella
neve per impegnarsi in una discussione a pancia vuota. Quando la
cameriera tornò da loro avevano quasi finito.
La donna era
molto anziana, i capelli oramai ingrigiti dal tempo erano stretti
dietro la nuca in un acconciatura semplice e ben ordinata, il volto
raggrinzito era dolce come i suoi occhi nocciola e il colletto nero
cucito sul suo abito verde faceva intendere di un lutto recente.
- Allora, cosa ci fanno due giovani ragazzi come voi in un luogo come questo?- chiese loro sedendosi al tavolo.
- Siamo
viandanti senza meta, alla ricerca di lavori occasionali.-
spiegò Ryo ma gli occhi della donna erano tutti puntati su Shyn
che stava bevendo in serenità il suo liquore.
La donna
annuì - Capisco, e che tipo di affari andate cercando?-
guardò la spada nel fodero nero di Shyn, decorata da un disegno
di onde in ricordo del ragazzo salvato dall'acqua.
- Che affari volete proporci?- domandò Shyn intuendo l'arguta curiosità della donna.
Lei
frugò in una manica lunga estraendo un sacchetto colmo di monete
che buttò sul tavolo - Sei un cacciatore di demoni vero giovane
uomo?- disse senza peli sulla lingua -Non so che tipo di mezzo-demone
tu sia, ma voi Re Kai siete la nostra unica speranza e voglio offriti
un incarico.-
-Signora ma noi
non siamo di quell'ordine.- intervenne Ryo attirando finalmente la sua
attenzione, sembrava delusa da quell'affermazione per cui si
affrettò ad aggiungere - Ma siamo cacciatori di mostri...da chi
vi dobbiamo proteggere?-
Lei tirò
un sospiro di sollievo, aveva un peso enorme sulle vecchie spalle
gracili - In questa valle è inverno da quasi due anni giovani
viaggiatori. Due guerriere dell'ordine sono giunte qui l'anno scorso ma
hanno perso la vita...-
-E' un mostro che gela ogni cosa e divora le prede nel bosco.- disse Shyn interrompendola.
Lei
annuì mestamente - Tutto quello che il villaggio può
offrire è questo sacchetto di monete, vi prego. Il continuo
inverno e l'impossibilità di cacciare ci ha messi in ginocchio
più delle tasse di guerra....se potete uccidete quel demone.-
unì i palmi delle mani e piegò la testa in un inchino.
Ryo d'istinto
allungò la mano, accarezzandole il braccio - Siamo già
sulle sue tracce, siamo venuti qui per rifocillarci prima di andare a
prenderlo.-
Gli occhi della
donna si riempirono di lacrime mentre un sorriso si allungava sul suo
volto raggrinzito -Allora mangiate a volontà, per voi nessuna
moneta è richiesta.- si alzò e andò a servire
altri avventori appena entrati nella piccola locanda.
Ryo si sentiva
un po' girare la testa, ma guardando il bicchiere di luquore vuoto
incolpò l'alcool prima di crollare con la testa sul tavolo per
il sonno.
- Ti sei scoperto tutto mentre dormivi, sicuro di stare bene Ryo?- domandò con il suo solito tono disinteressato Shyn.
Ryo
annuì stiracchiandosi, si sentiva un po' caldo e con i muscoli
doloranti ma glielo avrebbe detto solo una volta finita la loro
missione. Recurperare la sua anima prima della prossima tormenta di
neve era più importante, poi avrebbe riposato a dovere ma
intanto quel pisolino alla locanda gli aveva infuso nuova forza.
Seguirono le
tracce del demone fin nel cuore della foresta dove il gelo sembrava
intensificarsi ad ogni passo indicando loro di essere sulla giusta
strada.
Shyn aveva
pensato ad un piano, ora che Ryo era diventato un po' più abile
avrebbe potuto fornirgli un supporto maggiore nel comabattimento ma
comunque si era assicurato di pensare ad una strategia che non lo
esponesse a troppi pericoli.
Quando
sentirono un ululato graffiante e potente nel buio della sera Ryo
scattò verso un albero e aiutato da Shyn si arrampicò a
fatica fino ad raggiungere una buona altezza. Shyn si affrettò a
piantare sotto la neve una trappola per orsi presa in prestito da un
avventore della locanda, la coprì di neve e poi rivolgendo un
cenno del capo a Ryo si tagliò un palmo della mano bagnando la
neve bianca di sangue rosso.
Rimasero
così, immobili nella neve e nel freddo in attesa dei passi
pesanti sulla neve, sempre più udibili e sempre più
vicini fino a quando sotto la tiepida luce della luna il demone apparve
davanti a loro.
Era un lupo dal
manto bianco come la neve, ma grosso come due orsi di montagna, il pelo
era ispido congelato dal freddo che la creatura stessa emanava
prendendo l'aspetto delle spine di un istrice più che il manto
morbido di un lupo.
Avanzava lento
nella neve, le fauci scoperte dal suo basso ringhiare mostravano dei
denti fatti non d'osso ma di giacchio. Il ghiaccio più limpido
che entrambi i ragazzi avessero mai visto.
Ryo strinse la
corda vicino alla cocca della freccia, pronto a fare fuoco al segnale
di Shyn che rimaneva immobile, mentre il sangue gocciolava sempre
più lentamente sulla neve.
La temperatorua
attono a loro era improvvisamente calata, Ryo nascosto dai rami del
pino osservò i piccoli aghi gelarsi davanti a lui mentre il
freddo gli mangiava le dita scoperte che tenevano l'arco.
Il suo guanto
di pelle corpiva solo pollice e infice, li dove la freccia sgusciava
una volta rilasciata, la il resto delle dita era esposto al freddo e
stava già iniziando a perdere sensibilità.
Alzò l'arco osservado il demone girare attorno a Shyn, ancora immobile con la spada sguainata.
Questo grande
lupo demoniaco era completamente diverso dal primo demone che aveva
affrontato due anni orsono. Non era investito da una furia omicida,
cieca e disperata.
No, era calmo,
un vero predatore che studia la sua preda prima di ucciderla...lento e
letale come il gielo che ti congela gli arti fino a bloccarti il cuore.
Il cuore di Ryo
batteva ad un ritmo incostante, sentiva la testa girargli mentre il
freddo nelle ossa gli dava il tormento ma quando Shyn alzò la
spada dando il segnale fu pronto a scoccare la freccia dritta
nell'occhio d'orato del lupo.
Al suo guaito
spettrale l'albero su cui era arrampicato tremò minacciando di
fargli perdere l'equilibio mentre tutto intorno a loro ghiacciava come
nel mezzo di una bufera. Ryo afferrò un ramo accanto a sé
per rimanere sulle fronde ed evitare di cadere, quando riuscì
finalmente a riportare l'attenzione sotto di se Shyn stava già
combattendo con il lupo.
Sangue rosso e
sangue blu macchiavano il terreno mentre i due combattevano all'ultimo
sangue sotto di lui, avvolti dall'aria congelata mentre la neve si
trasformava in fiocchi spessi e taglienti.
Shyn sembrava non curarsi della grandine che stava iniziando a cadere su di loro, tagliandolo e ferendolo.
Ryo
scoccò altre frecce ma invano, la pelliccia ghiacciata era una
corazza impenetrabile che respingeva ogni suo vano tentativo di ferirlo
e aiutare il suo compagno.
La lotta tra il
gigantesco lupo e Shyn si faceva sempre più feroce, violenta e
veloce. Il lupo continuava a scagliarsi contro Shyn per morderlo,
alzandosi sulle zampe posteriori per schiacciarlo con il proprio peso
ma la lama finemente lavorata con il cristallo Kaisen di Shyn si
frapponeva ogni volta tra loro, ferendolo nel profondo della carne
oltre la sua corazza di ghiaccio.
Shyn sembrava
una furia, era coperto di sangue e tremava mentre sul suo volto
rimaneva dipinta un espressione di pura rabbia, una violenta esplosione
che il giovane ragazzo maledetto sentiva liberarsi dal proprio petto.
Lo avrebbe
ucciso ad ogni costo, anche se doveva affrontarlo da solo, lo avrebbe
abbattuto e si sarebbe ripreso il suo frammento d'anima.
Il lupo,
preparandosi ad attaccarlo di nuovo scoprì le fauci di ghiaccio
emettendo un ringhio profondo e disturbante mentre un vortice d'aria
gelida si alzava dal terreno.
Stava per usare i suoi poteri, Shyn sentiva il suo Kai sempre più attivo.
L'aria
iniziò a volteggiare sempre più veloce, scuotendolo e
sferzando il suo corpo come la tormenta da cui erano scappati giorni
prima. Shyn indietrggiò stringendo la lama e i denti,
allargò le gambe affondando gli stivali logori nella neve alta
per cercare di non perdere l'equilibrio ed essere pronto.
Quando il lupo
balzò verso di lui il vento sferzò con più potenza
obbligando Shyn ad inginocchiarsi nella neve, scoprendo le proprie
difese davanti alle fauci che lo minacciavano.
Fu solo con un
movimento fulmineo del polso che riuscì a salvarsi, girando la
spada nell'esatto momento in cui il lupo si buttò su di lui la
inclinò verso l'interno della sua bocca spingendo con tutto il
proprio peso in quella direzione, buttandosi senza paura ma solo pieno
di rabbia verso quella bestia nelle sue stesse fauci.
La lama
affondò nella carne dura inondandolo di sangue blu, denso e
gelato mentre tagliava le fauci dividendo il cranio dalla mandibola
fino alla base del corpo.
Shyn
sentì gli artigli tagliargli la schiena in un ultimo spasmo
degli arti prima della morte, poi ci fu solo silenzio mentre la
tormenta di neve attorno a loro cessava così come era iniziata.
Si alzò
tremando e urlando mentre quella sensazione al centro del petto lo
invadeva ancora una volta, percorrendo dal cuore tutte le membra e
scuotendolo in un dolore insopportabile.
Poteva
sentirla, dietro gli occhi chiusi e pieni di lacrime, mentre tornava a
lui fuoriuscendo dal vapore che la mescolanza del suo sangue caldo e il
sangue gelido della bestia provocavano nella neve.
Prima che le sue gambe cedessero sentì Ryo afferrarlo, le sue braccia erano deboli e calde sotto le mani fredde.
Shyn aprì gli occhi pieni di lacrime guardando gli occhi arrossati e acquosi del più piccolo.
Battè un
paio di volte le palpebre mentre Ryo gli sorrideva -Lo hai
ucciso...Shyn..- sembrava sempre più debole, era bianco ma le
sue guance erano rosse come quelle di un ubriaco -..lo
hai...sconfitto.- gli svenne così, tra le braccia e Shyn
lasciò la spada per afferrarlo e non farlo cadere nella neve, lo
strinse a sé chiamando il suo nome ma sembrava non sentirlo, era
caldo.
Shyn posò una guancia gelida contro la sua, si era caldo, troppo caldo per un corpo esposto a quel freddo devastante.
-Ryo,
svegliati.- lo scosse tra le braccia ma ottenne solo un muguno in
risposta - Ryo ti prego.- gli occhi gli si riempirono completamente di
lacrime appannandogli la vista mentre il cuore accellerava nel suo
petto, gli accarezzò una guancia bollente stringendolo e
tirandosi su.
Rinfoderò
la spada, poi lo prese in braccio mentre cercava con lo sguardo
appannato dal pianto la strada del ritorno -Avanti Ryo resisti, ti
trovo un medico...un medico...- continuava a sussurrare tenendolo
stretto tra le braccia, nel silenzio desolante del bosco avvolto dalla
notte.
Note Autrcie:
Ecco l'undicesimo capitolo!
Finalmente Shyn
ottiene un secondo pezzo della sua anima, ma adesso
bisognerà vedere come ne usciranno lui e Ryo visto che lui
è ferito e Ryo è svenuto per la febbre....qualche idea
cari lettori? Non siate timidi e condividete con me le vostre
supposizioni!
Ringrazio
infintamente chi recensice e chi continua a leggere con costanza, mi
farebbe veramente molto piacere sentire l'opinione di qualche lettore
silenzioso <3
Intanto vi do appuntamento alla settimana prossima,
Blyth
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Capitolo 12 *** Orecchini che splendono nella tormenta ***
cap12
12. Orecchini che risplendono nella tormenta.
Jinko
si strinse nel sopra abito dal collo in pellicca, c'era un forte vento
sulle montagne del regno di Nobu, ma la bandana stretta sul volto le
copriva il collo dall'aria ghiacciata.
Il suo sangue
demoniaco le permetteva di reggere bene le temperature invernali, ma il
vento era sempre stato qualcosa di estremamente fastidioso per lei.
Continuò
ad avanzare sulla piccola strada di montagna, affondando gli stivali
nella neve mentre i corpi gambe in lana, avvolti attorno il pantalone
lungo e largo che portava fino a sopra il ginocchio si inzuppavano di
neve. In quella valle dimorava un demone del ghiaccio, per questo
faceva così freddo e per questo si trovava li, inviata
dall'ordine per ucciderlo e vendicare le giovani allieve morte per un
errore di calcolo della grande maestra del tempio Re Kai.
Per il momento
però era meglio cercare riparo, solo un folle avrebbe potuto
affrontare un demone del ghiaccio in piena tempesta di neve.
Fu proprio
mentre si voltava per guardare con il suo unico occhio il bosco
innevato sotto di lei che si accorse di una figura scura che arrancava
nella neve e nel vento.
Assottigliò
lo sguardo azzurro cercando di capire se si trattasse di un animale,
magari un cignhiale ma sentì le prorpie gambe scattare ancora
prima di realizzare che si trattava di una figura umana.
Un ragazzo arrancava nella neve ed il suo Kai era sporco, mescolato a quello feroce dei demoni proprio come il suo.
Correndo verso di lui nonostante la neve si accorse con più chiarezza di un altro Kai, flebile, quasi impercettibile.
Il ragazzo
cadde nella neve incapace di fare anche un solo altro passo carico del
peso dell'esile corpo che stringeva tra le braccia.
-Begli occhi.- mormorò esterrefatta Jinko riconoscendo il ragazzo malconcio e gravemente ferito.
Lui parve non
riconoscerla ma lo vide allungare le braccia sanguinanti che reggevano
il corpo esile del suo compagno di viaggio -Salvalo...ha...ha la
febbre.- stava singhiozzando privo di forze e terrorizzato, Jinko
glielo leggeva negli occhi d'orati, la paura di perderlo -...portalo in
salvo e lasciami qui.-
Jinko grugnì prendendo l'esile corpo tra le braccia, era bollente per la febbre alta.
-Attaccati alla mia schiena, ce la fai? Dovrai tenerti da solo.- si girò inginocchiandosi.
-Ma cos..- lo sentì mormorare.
-Non abbiamo
tempo! Muoviti e aggrappati!- urlò perentoria e lo sentì
afferrare la stoffa dei suoi vestiti con tutte le forze che aveva.
La guerriera si
alzò trascinando senza sforzo il corpo aggrappato alla propria
schiena e tenendo ben saldo quello esile tra le braccia.
Poco lontano
c'era un tempio dedicato alla dea dell'amore, glielo aveva indicato uno
dei nativi del posto, non era lontano, sarebbero arrivati in tempo per
salvarli entrambi.
Li
trascinò entrambi sotto la neve, fino alle porte del tempio, qui
indicò Shyn di staccarsi e sedersi sui gradini.
-Non ti faranno
entrare, gli uomini non sono ammessi. Cerca di rimanere sveglio
finché non sarò da te.- comandò assicurandosi lo
sguardo stanco e malaticcio del giovane ragazzo.
Lui
annuì -Ryo...lo...Ryo lo accetteranno?- domandò,
concentrato solo sul salvare il suo piccolo compagno di viaggio.
Jinko sorrise
stringendo il corpo tra le braccia ed annuì prima di correre su
per gli ultimi gradini e sfondare le porte del tempio.
Alcune
sacerdotesse vestite di bianco e completamente avvolte dai loro veli
sobbalzarono nel vederla varcare la soglia del loro sacro tempio con un
ragazzino tra le braccia.
Ignorando le
proteste delle donne, troppo deboli per fermarla con le loro braccia
esili, attraversò la parte pubblica del tempio, tirando
giù con un calcio la porta che portava al corridoio degli
alloggi e attraversandolo mentre urla di terrore si propagavano per gli
ambienti privati del tempio.
La madre
superiora, riconoscibile per una collana di perle colorate che portava
al collo si frappose tra lei e la strada per il camino dall'altra parte
degli alloggi delle sacrdotesse -Cosa pensate di fare! Portare un
ragazzo, un uomo nel tempio sacro della dea Ku'uri!- urlò
inviperita piazzandosi davanti a lei.
Jinko la
guardò, fermandosi, era esattamente con lei che voleva parlare -
E' una bambina e sta morendo, vi prego curatela mentre io mi occupo del
suo compagno di viaggio.-
La donna rimase
attonita da quelle parole -Questo è palesemente un bambino e
anche se sta male non può essere accolto qui è un
sacrileg...- si interruppe quando senza troppi mezzi termini Jinko
alzò la doppia tunica della ragazzina che aveva tra le braccia.
La donna
abbassò la testa allungando le braccia per prenderla in custodia
-Presto portatemi le erbe medicinali! Dobbiamo abbassare la febbre!-
urlò rivolta alle sue sottoposte che si mossero subito per
rimediare ogni cosa necessaria.
Nel trambusto,
mentre la ragazzina febbricante veniva portata in una stanza interna,
calda, e riparata Jinko afferrò per un braccio una delle
sacerodotesse spaventandola -Dammi materiale da sutura, acqua calda e
panni per pulire delle ferite.- la giovanissima sacerodessa
annuì dimettendosi con un inchino.
Quando Jinko
tornò fuori dal tempio trovò il giovane ragazzo svenuto,
ma ancora vivo sui gradini. Lo trascinò fin sotto il tetto
spiovente del tempio, un po' più riparato dalla neve che
continuava a scendere dal cielo avvolto dalle nuvole.
Era privo di
sensi ma il suo battito era ancora udibile, quindi lo voltò in
modo che fosse steso sulla pancia e lo spogliò dei vestiti
scoprendo la schiena lacerata.
Il giovane
riprese i sensi ma senza le forze per opporsi lasciò che lo
lavasse con acqua calda, pulendo al meglio delle sue possibilità
le ferite nonostante il gielo invernale li avvolgesse.
Poteva sentirlo
lamentarsi mentre passava il panno ruvido sui lembi lacerati delle
ferite che aveva sulla schiena, non aveva tempo per essere delicata,
doveva fermare il sangue e ricoprirlo prima che morisse assiderato per
poi portarlo da un vero medico per delle cure adeguate.
Pulì la
ferita, poi iniziò a ricucire la carne gonfia e violacea, il
freddo aveva iniziato a gelare i bordi dei profondi tagli da artiglio.
Il ragazzo
provò a ribellarsi ma lei, seduta sulle sue gambe, era troppo
più forte e alla fine si arrese, perdendo un'altra volta i sensi
per il dolore dell'ago che impietoso continuava ad entrare ed uscire
nella sua carne martoriata.
***
L'ultima cosa
che Shyn ricordava con chiarezza erano due orecchini azzurri
risplendere nella tormenta, il resto era offuscato e confuso.
Immagini di una
donna che prendeva tra le braccia Ryo, un dolore lacerante e il freddo,
ecco tutto ciò che conservava la sua memoria prima del buio
totale.
Quando si svegliò il sole freddo dell'inverno risplendeva da oltre una finestra e in torno a lui c'era calore.
Girò il
viso, si trovava in una stanza piccola e piena di libri, scaffali
coperti da barattoli e boccette ed un ripiano da lavoro, la casa di un
medico. Eppure non ricordava di essere arrivato li.
-Oh ben svegliato.- disse un uomo dalla barba brizzolata sorridendogli e chinandosi sul suo letto.
Shyn provò a muovere un braccio ma il suo corpo era pesante.
-No no, stai
fermo ragazzo o ti riaprirai le ferite.- lo bloccò il medico,
affrettandosi ad afferrargli un polso per controllare i battiti, poi si
chinò sul suo viso aprendo gli occhi e chiedendogli di seguire
il dito.
Shyn obbedì rimanendo in silenzio per tutto il processo di controllo, steso sul proprio ventre.
Quando il
medico si allontanò, uscendo dalla sua visuale ristretta lo
sentì parlare con qualcuno -Sta bene, affaticato ma
perfettamente lucido. Vi lascio soli mentre recupero delle bende
pulite.-
Sentì un
rumore di passi diversi mescolarsi nella stanza prima di intravedere di
nuovo i due orecchini splendendi che incornicavano un viso familiare.
La donna
dall'occhio bendato gli sorrise con un'aria canzonatoria -Guarda un po'
chi ha deciso di tornare dal regno dei morti...-
- Mi hai portato tu qui? Dov'è Ryo?- sussurrò con un filo di voce Shyn, aveva la gola secca e le labbra incollate.
La donna si
sedette a terra, incrociando le gambe -Ryo è al sicuro nel
tempio della dea Ku'uri, poco fa è arrivata qui una sacerdotessa
per avvisarmi che le convulsioni per la febbre gli sono finalmente
passate.- lo infomrò - Sei rimasto privo di sensi per due
giorni, hai perso molto sangue.-
-Non mi avevi ricucito tu?- chiese Shyn ricordando qualche frammento di quella notte.
-Sì, ma
quando ti ho portato qui il medito che disfatto tutto il mio duro
lavoro dandomi del "macellaio"...- sbuffò -...che maleducato.-
Shyn la guardò allungarsi per afferrare una brocca d'acqua, che
gli porse poco dopo e lui accettò in silenzio.
Dalla sua posizione era difficile bere ma dopo qualche tentativo e dell'acqua rovesciata a terra riuscì a dissetarsi.
-Sei la donna
all'accampamento di Shizen, vero?- domandò dopo aver ripreso
fiato, la schiena bruciava come se fosse in fiamme.
Lei
annuì -Mi chiamo Jinko, all'epoca non credo di essermi mai
presentata come si deve....tu sei Shyn se non ricordo male.-
Shyn annuì - Grazie per averci salvati.-
Note Autrice:
Scusate
l'assenza, non ho avuto una bella settimana e la voglia di aggiornare
era sotto i piedi, complice anche il fatto che sto lavorando poco a
questa storia a causa del NaNoWriMo.
Ringrazio tutti
quelli che leggeranno il capitolo, grazie davvero per la pazienza di
aspettarmi anche quando sono poco costante, spero che questo piccolo
"colpo di scena" vi sia piaciuto ;) adesso finalmente sappiamo
perché Ryo non sentiva la divoratrice (visto che si nutrono solo
di uomini).
Blyth
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Capitolo 13 *** Il tempio della Dea Ku'uri ***
13
13.Il Tempio della Dea Ku'uri
Una
volta assicurato Shyn alle cure del medico Jinko si avviò verso
il bosco, cercando per tutto il giorno il luogo dove doveva trovarsi il
demone lupo, ma la sua presenza era svanita, nella foresta non vi era
più traccia del suo miasma demoniaco.
Quando la guerriera Re Kai trovò il grosso cadavere semi coperto dalla neve capì il perché.
-Quei ragazzi sono pazzi.- disse al silenzio del bosco mentre
controllava lo squarcio che divideva la mascella dal resto del cranio
del lupo.
Aveva visto la spada pregna di sangue blu rappreso, mentre aspettava
che il medico salvasse la vita del ragazzo aveva pulito la lama per
tenersi occupata.
Era rimasta stupita nello scoprire una lama forgiata in metallo e
cristallo, erano rare oltre che difficili da ottenere con una tale
fattura ma questo spiegava perfettamente quella ferita mortale sul
demone.
Non c'era materiale più mortale per un essere del Regno delle
Ombre come il cristallo Kaisen; anche se a giudicare dai segni su quel
cadavere ghiacciato dalla neve il ragazzo non aveva idea di come
sfruttare al meglio l'arma che teneva tra le mani. I lembi di pelle
sembravano essere stati sciolti da una sostanza acida più che
tagliati da una lama affilata.
Jinko sbuffò una nuvola di vapore, alzandosi in piedi e
sistemando le spade che portava alla cintura, non poteva permettere che
il ragazzo andasse ancora in giro armato con una spada in cristallo
Kaisen e pregno di un potere così distruttivo senza averne il
controllo.
Guardò il cielo coperto da nubi, presto avrebbe iniziato a nevicare di nuovo.
-Dea, aiutami tu a prendere la decisione giusta.- sussurrò al cielo.
Ucciderlo come era da regola per l'ordine Re Kai o risparmiargli la vita e addestrarlo? Qual era la scelta più giusta?
Jinko tornò al tempio. Il clima era ancora rigido tra le
montagne, eppure le tormente di neve non erano più così
crudeli, merito di quei due folli ragazzi.
Le sacerdotesse del tempio la accolsero con riverenza, ed un certo
timore, portandola dalla loro sacerdotessa anziana nella stanza dove
teneva Ryo.
Era una piccola cella, poco illuminata e arredata solo di un materasso
steso per terra dove era adagiata la piccola ragazzina febbricitante.
L'avevano spogliata, lavata e cambiata e senza quegli abiti lerci che
la mascheravano adesso era più facile vedere i suoi bei tratti
di ragazza.
Jinko si inginocchiò accanto alla sacerdotessa intenta a
strofinarle le braccia con un panno pregno di acqua fredda e aceto, lei
si limitò ad allungare una mano per accarezzare una guancia
lentigginosa, era calda ma meno bollente della notte in cui l'aveva
portata li.
- La febbre è ancora alta, ma se ha superato la notte scorsa
posso osare dire che è fuori pericolo....è una ragazzina
forte.- disse quasi in un sussurro la sacerdotessa, stando attenta a
non disturbare il sonno agitato della piccola.
Jinko le sistemò i capelli dietro l'orecchio, liberando la
fronte dalla frangia lunga e posando un panno bagnato per darle
sollievo.
Distese quasi subito i tratti contratti del volto a quel contatto fresco.
Dopo poco la sacerdotessa le lasciò sole in quella stanza illuminata solo da una lanterna.
- Chi lo avrebbe mai detto.- sussurrò nel silenzio accarezzando
i capelli mossi della ragazzina -Non avrei mai pensato di incontrarvi
di nuovo, maggiormente non in una tormenta e mezzi morti.-
Lasciò che il proprio Kai scorresse dal centro del suo corpo,
fino alle braccia raffreddando le mani e creando attorno ad essere una
piccola aura azzurrina.
Tenendo una mano fredda, ma non gelida, sulla testa bollente e passando
l'altra sulle gambe, sulle braccia e il resto del corpo come per
accarezzarla iniziò a canticchiare una vecchia melodia.
Poteva sentire il fragile corpo raffreddarsi mentre la temperatura
scendeva sotto il suo tocco freddo, era un trucco che aveva imparato da
un sacerdote del suo ordine. Normalmente le guerriere non erano
istruite per l'utilizzo del Kai in scopi medici ma una volta si era
trovata ad assistere una sua sorella con una febbre da avvelenamento e
li, essendo l'unica in possesso di un Kai di ghiaccio, aveva imparato
quel piccolo incantesimo.
Non avrebbe mai pensato di trovarsi ad usarlo di nuovo, ma eccola
lì mentre faceva scendere la febbre ad una ragazzina che si
spacciava da uomo riflettendo sul cosa fare del suo caro compagno.
Adesso che Shyn era a letto ucciderlo sarebbe stato facile, un colpo di
lama in cristallo Kaisen e tutto sarebbe finito, ma quella ragazzina
avrebbe pianto fino alla fine dei suoi giorni.
Jinko sospirò - Ah sto proprio invecchiando...ogni anno più emotiva.- si rimproverò ad alta voce.
Quanti ne aveva uccisi di ragazzi senza anima?
Ricordava ancora il bambino affogato nel fiume dalla sua maestra,
sacrificato dal padre mercante per favorire gli affari e affidato alla
misericordia della morte dalla maestra Fujin.
Poi c'erano stati quei due ragazzi figli di due Shotu in guerra tra
loro, il ragazzo era stato fermato da una sua compagna prima di
comprendere il suo potere, a lei era toccata la ragazza, più
grande, l'aveva trafitta con la sua lama, squarciandole il cuore con un
affondo diretto.
Ed in fine c'era stato quell'ultimo fragile ragazzino, così
deciso ad ottenere in dietro la sua anima, così sicuro di
potersi riappropriare di ciò che era suo.
L'occhio sano le si annebbiò per le lacrime trattenute.
La sensazione del suo sangue caldo ancora sulle mani, gli occhi
iniettati di sangue che ricomparivano tra i ricordi di una battaglia
all'ultimo sangue.
Quando si accorse di un movimento sotto le sue mani ricacciò in
dietro le lacrime, guardando la bambina che aveva finalmente riaperto
gli occhi.
Aveva gli occhi dall'iride scura gonfi e lo sguardo acquoso, ma sembrava cosciente, la stava fissando.
- Sei sveglia.- disse Jinko e sul volto sciupato della bambina comparve
un espressione di terrore, così si affrettò a precisare
-Shyn non lo sa.-
Bastò per farla calmare.
Jinko si affrettò a darle qualcosa da bere, sostenendo la
tazzina in ceramica e aiutandola a stare seduta. Dopo che ebbe bevuto
la ragazzina parlò -Come lo sai?-
Non le importava nemmeno di sapere dove si trovasse, il suo unico pensiero era capire come fosse stata smascherata.
Jinko sorrise, aiutandola a sdraiarsi - Il Kai, l'energia vitale,
è diversa tra uomini e donne. Lo so da quando ci siamo
incontrati in quell'accampamento due anni fa.-
Il volto della ragazzina si accese in un espressione sorpresa -Sei la guerreria Re Kai...- bisbigliò priva di forze.
Jinko annuì -Ho trovato te e Shyn mezzi morti nel pieno di una
tormenta. Adesso ti trovi in un tempio della dea dell'amore...lui l'ho
portato da un medico al paese vicino.- le raccontò anticipando
ogni domanda che potesse sorgere - Sta abbastanza bene ma
rimarrà a letto per un bel po'.-
La ragazzina annuì, palesemente più tranquilla ora che Jinko le aveva spiegato ogni cosa.
-Non lo hai detto a nessuno.- mormorò dopo un po' mentre Jinko le cambiava il panno sulla fronte.
- Ti ho vista vestita da bambino, atteggiandoti come tale e ho pensato
che avessi le tue buone ragioni. Perché avrei dovuto comportarmi
diversamente? Però dovresti smetterla di fasciare il petto in
quel modo, ti sta crescendo il seno e potresti avere problemi.- si
affrettò a dire in un istinto materno.
- Non posso...ho mentito per tutto questo tempo...- sembrava sul punto
di piangere adesso, stringendo le lenzuola sotto di lei nei pugni
deboli - ...mi caccerebbe, nessuno vuole una debole ragazzina vicino.-
Jinko rimase in silenzio, poi si alzò a chiamare una
sacerdotessa per far portare qualcosa da mangiare, si risedette a gambe
incrociate vicino a lei.
La ragazzina rimase zitta a sua volta, in attesa di una risposta, con
in volto l'espressione accigliata di qualcuno che desidera una risposta.
Jinko posò un braccio sul ginocchio e adagiò il mento sul
palmo prendendosi ancora qualche istante prima di risponderle - Non
potrai comunque fingere ancora per molto. Tra poco sarà
palese...fattelo dire da qualcuno che ha vissuto molto più di
te. Le bugie come questa prima si confessano e meno danni fanno.-
-Sono passati quasi tre anni.-
-Allora è proprio il momento di confessare ragazzina, prima che
lo scopra da solo e si convinca che non ti fidi affatto di lui.- si
fermò un'attimo osservando il volto a cuore imbronciato e
preoccupato, sbuffò prima di continuare -Il tuo compagno ti ha
trascinata nella neve nonostante fosse ferito gravemente, quando vi ho
trovati mi ha implorato di salvare te e lasciare li lui. Non ti
abbandonerebbe nemmeno se tu lo pugnalassi allo stomaco per
divertimento.-
Vennero interrotte dalla sacerdotessa che portò alla ragazzina una ciotola di minestra calda.
La giovanissima sacerdotessa aiutò la piccola a mangiare,
imboccandola con pazienza e senza che venisse detta una singola parola,
quando se ne andò fu di nuovo Jinko a rompere il silenzio -Qual
è il tuo nome?-
- Ryo...- la ragazzina sbuffò, correggendosi - Ryoka...mi chiamo
Ryoka.- ripeté con la stessa lentezza e concentrazione di
qualcuno che pronuncia una parola sacra di un mantra dopo un lungo
astenersi dalla meditazione.
- Io mi chiamo Jinko, è un piacere Ryoka.- le sorrise cercando
di incoraggiarla ma la più piccola continuava ad essere
silenziosa e assorta nei suoi pensieri.
Quando
Jinko uscì dal cancello principale per tornare al villaggio
sobbalzò nel trovare Shyn inginocchiato sui gradini.
Era piegato sulle ginocchia immerse nel lieve strato di neve posato
sulle scale pulite, aveva la spada appoggiata sulle gambe e il
viso dolorante fisso sull'entrata del tempio.
- Cosa diavolo ci fai qui stupido ragazzino?- urlò Jinko avvicinandosi a lui con le mani guantate di nero sui fianchi.
- Ryo.- disse soltanto il ragazzo.
Jinko scosse la testa -Sta bene, si è svegliato! Ma tu dovresti
essere a letto! Come fai ad essere arrivato fin qui? Hai la schiena a
pezzi...- non aveva davvero parole, come poteva essersi trascinato fin
li con le ferite che si ritrovava? Le veniva voglia di prenderlo a
schiaffi, e in un secondo momento ci rifletté e lo fece.
Shyn accettò lo schiaffo con il viso chino, alzando però
subito lo sguardo sul volto iracondo di Jinko - Quanto puoi essere
stupido? Torniamo dal medico prima che le tue ferite vadano in
setticemia o si riaprano.-
Lui scosse la testa -Ryo è li dentro, malato. Io aspetto qui.-
Jinko prese un respiro profondo, massaggiandosi le tempie, pentendosi
di non averlo ucciso al loro primo incontro risparmiandosi tutti quei
gratta capi.
Strappò dalle mani di Shyn la spada e gliela batté sulla
testa provocando un rumore sordo - Se rimani qui morirai, Ryo è
in buone mani lo porterò da te quando potrà
muoversi...avanti.- infilò la spada tra le cinture che portava
fissandola vicino alla lunga spada in cristallo kaisen che portava
dietro la schiena, lunga il doppio della spada di Shyn.
Poi afferrò il ragazzo per un braccio e se lo caricò in
spalla dopo una serie di futili proteste. Normalmente non sarebbe
riuscita ad obbligarlo a salire sulla sua schiena ma ora come ora era
indebolito dalle numerose ferite e stremato dalla camminata per
arrivare al tempio.
Jinko allacciò le mani alla spada, allaciando che le gambe di
Shyn si posassero nell'arco che creavano mentre il peso del suo corpo
le rimaneva sulla schiena.
Iniziò a scendere le scale di pietra coperte nuovamente di neve.
- Il dottore ti ha dato un infuso per il dolore, vero?- indagò Jinko.
Shyn annuì -Non facevano più così male...- provò a giustificarsi.
Jinko scosse la testa e i campanellini del suo cappello tintinnarono nelle orecchie di Shyn.
- Hai molto Kai demoniaco che scorre dentro di te, la tua percezione
dei limiti fisici è simile a quella dei mezzi-demoni come me. Lo
capisco, da giovane ho sottovalutato anche io le mie ferite come hai
fatto tu....sai cosa ci ho ottenuto?- non aspettò la risposta -
Una bella benda sull'occhio destro. Shyn se anche la tua percezione del
dolore, della temperatura, della stanchezza è simile a quella
dei mezzi-demoni il suo corpo è ancora umano. Se ti comporti
come se non lo fosse morirai.- finì di spiegare mentre camminava
verso la casa del dottore.
Sentì il ragazzo stringere le mani allacciate attorno al suo
collo - Sono svenuto due volte mentre camminavo per venire al tempio.-
confessò contro il suo orecchio - Volevo solo vedere Ryo.-
Il cuore di Jinko perse qualche battito, addolcendo la sua tempra.
Guardò il cielo scuro e carico di nuvole piene di neve.
Forse questa volta sarebbe andato tutto bene.
Forse sarebbe riuscita a salvarlo e lavare almeno un po' il sangue innocente che le imbrattava le mani.
Angolo Autrice:
Finalmente conosciamo un po' meglio Jinko, il nostro trio è al
completo....dopotto che fantasy è un fantasy senza un mentore
per il giovane protagonista?
Fatemi sapere cosa ne pensate con una piccola recensione!
Blyth
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