||AoT x Reader|| Su Richiesta!

di Chiara_BarianForce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazione ***
Capitolo 2: *** Erwin x Reader ***
Capitolo 3: *** Levi x Reader ***



Capitolo 1
*** Presentazione ***


Sostanzialmente, con la fine di AoT mi sono sentita di scrivere qualcosa a proposito; tuttavia temo sempre la banalitá e le long story (perchè tendo a procastinare all'inverosimile).
Quindi sarete voi lettori a suggerirmi cosa scrivere! Un ottimo esercizio di scrittura direi.

Nei commenti dovrete specificare:
- Il personaggio di cui la nostra Reader è infatuata.
- Il tempo: dovrete specificarmi la stagione in cui ambientare gli eventi o fino a che punto posso spoilerare (ovviamente avviseró sempre a inizio capitolo se ci saranno spoiler della quarta stagione o direttamente del finale del manga).
- Luogo: potete esprimere preferenze sul luogo ove ambientare la short ma ovviamente vanno bene anche gli AU e i crossover (se conosco l'altro universo in questione).
- Genere: specificate il genere preferito ma vi avviso che non scenderó nei dettagli con le tematiche sessuali perchè non ne sono in grado.

Spero di vedere presto richieste!
Bye!

 

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Capitolo 2
*** Erwin x Reader ***


Crossover con la divina Commedia di Dante!
Ricordo a tutti che non mi drogo, semplicemente troppe ore di letteratura italiana non mi fanno bene.
Personaggio: Erwin
Luogo: AU
Genere: Parodia
 

Stavo discendendo una ripida via insieme alla mia guida, Moblit Berner; poeta di larga fama e autore della tanto amata Hanjeide.
Io e le mia guida avevamo affrontato un lungo viaggio dopo che esso mi aveva ritrovato sperduto presso la selva oscura detta anche "Selva degli alberi Giganti" e avevamo affrontato grandi peripezie per proseguire quello che era l'imperscrutabile intento della Divina Fondatrice.
Certo era che, non fosse stato per volontá della virtú divina, saremmo giammai giunti fin nell'ottava bolgia presso l'ottavo cerchio infernale.
Ero cosí immersa nei miei ragionamenti che misi un piede in fallo e fu solo l'intervento di Moblit, il quale mi afferró prontamente il polso, a salvarmi dalla morte piú stupida che potesse essere decantata all'inferno; e di morti stupide ne aveva udite.
- T/N poni attenzione a dove metti i piedi perchè se cadi presso questa bolgia neppure i diavoli potranno raccoglierti se non con un cucchiaino!- mi sgridó bonariamente lui e io mio malgrado arrossí perchè mi sentivo stupida.
Mi portai una ciocca dei miei bei capelli C/C dietro l'orecchio e poi, ancora imbarazzata per la figuraccia fatta con il maestro, proseguí il cammino alle sue spalle ma questa volta con piú attenzione.
Giungemmo presto a vedere le anime della bolgia dall'alto del ripido sentiero.
«Di tante fiamme tutta risplendea
l'ottava bolgia, sì com'io m'accorsi
tosto che fui là 've 'l fondo parea.»
Ero ipnotizzata da quel macabro spettacolo e chiesi subito al mio maestro delucidazioni.
-Qui vi sono le anime dei consiglieri fraudolenti; coloro che in vita suggerirono inganni ai danni altrui. Vedi quella fiamma piú grande di tutte? La si cela il prode Erwin Smith che tanto diede al mondo dei vivi e poco piacque alla divina virtute- Moblit mi indicó le anime con un gesto solenne ma vago.
Decisi di avvicinarmi all'anima di Smith. La sua storia era famosa quasi quanto quella di Eren Yeager.
Pare fosse stato un ottimo comandante; la sua statura morale era impressionante eppure aveva dato consigli fraudolenti ingannando il governo delle mura.
Mi sentí osservata dall'anima e alzai lo sguardo disorientata dal calore che percepivo provenire da essa e dal puzzo di bruciato che aleggiava nell'aria.
-Chi sei tu?- aveva una voce profonda e autoritaria, non ammetteva repliche eppure era gentile. Non c'erano dubbi che quest uomo possedesse una gravitas straordinaria.
- Io sono T/N T/C, umile poeta della Nuova Civiltá e grande estimatrice delle gesta del decantato Corpo di Ricerca. Qui mi trovo per volontá divina-  mentre parlavo, vidi diradarsi un poco le fiamme permettendomi di vedere limpidi occhi azzurri che parevano specchio di quel cielo tipico della stagione estiva.
- Suppongo che se sono qui, il corpo di ricerca non ha svolto invero un buon lavoro.
Il mio sogno era giungere alla veritá, per essa ho donato tutto: corpo, spirito, ragione. Ho donato il mio cuore alla causa come i miei compagni.
Eppur mi trovo qui a bruciare in eterno- il suo sguardo si incupí; vedevo il suo tormento interiore.
Agí senza pensare e avvicinai una mano alla fiamma che si ritrasse aprendosi e mostrandomi il viso del comandante.
Aveva l'aspetto di un angelo; non c'era altro modo per descriverlo.
Mai umana ragione avrebbe potuto decantare tale visione.
Appoggiai la mano sulla sua guancia e dissi -Io non credo che tu abbia peccato. Forse devi perdonare te stesso per essere perdonato. Tu avverti i sensi di colpa per i tuoi compagni periti. Ricordati che ognuno di loro ha donato il proprio cuore per sua scelta. Liberati del tuo peso.
Io ti assolvo dai tuoi peccati, Erwin Smith. Nel nome della Progenitrice- misi entrambe le mani sulle sue guance nel dirlo e lui mi ascoltó chiudendo gli occhi.
Inizió a brillare finchè anche io dovetti chiudere gli occhi.
Quando li riaprí, vidi la sua anima risplendere.
-Grazie, o mia adorata. Non posso restare qui a sufficienza per esporti il mio giubilo e la mia riconoscenza.Ci rincontreremo nel regno della purificazione- mi bació la fronte e sparí come sparisce la nebbia ai primi raggi diurni.
-Ma come cazzo hai fatto?- la caduta di stile del maestro fu talmente repentina e forte che il mio corpo cadde in un sonno profondo.
 

Mi dissocio da eventuali erroracci nel compito di italiano XD
 

 

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Capitolo 3
*** Levi x Reader ***


Personaggio: Levi
Luogo: AU
Genere: Romance

Levi Ackerman non sopportava lo sporco.

Fin dai tempi dell'asilo aveva avuto un serio problema coi germi che poi alle superiori gli era valso il soprannome di Mastro Levi, perchè molto spesso, prima di iniziare le lezioni, igienizzava banco e sedia con cura.

Inutile dire che la prima volta che si era recato nel bagno del suo lurido liceo, aveva rischiato l'infarto.

Quando poi si era trasferito ad Harvard per studiare legge grazie alla borsa di studio ottenuta, la situazione era persino peggiorata perchè i suoi compagni di stanza, si aveva dovuto accettare l'idea di averne, non avevano certo le sue stesse manie.

Erwin Smith e Mike Zacharias non erano poi così male, ma Hanji Zoe, colei che era diventata la sua migliore amica, era un vero uragano.

Persino ora che si trovava a svolgere il suo primo incarico come direttore, nell'ufficio Richard M. Kenny, non riusciva a concentrarsi a dovere vedendo la stanza piena di polvere.

A essere sinceri, lo studio era pulito, o per lo meno lo era agli occhi di una persona normale, ma per Levi le particelle di polvere che aleggiavano nell'aria erano insopportabili.

Essendo arrivato solo la sera precedente dall'America, non aveva avuto il tempo materiale di redarguire la ditta di pulizie.

Dopo neanche 30 minuti da quando era arrivato, Levi uscì dallo studio, che si trovava nei pressi del centro di Roma, dove il proprietario vero e proprio dello studio legale, nonché suo zio, Kenny, aveva deciso di aprire  la sua prima filiale all'estero.

L'Ackerman non aveva ben idea di dove andare per trovare uno straccio di supermercato o negozio di pulizia ma il destino, o forse le indicazioni al neon, lo portarono di fronte a un negozio chiamato "Tigotà"

Il moro entroò con un sonoro sbuffo nel negozio e lo trovò più grande di quel che appariva all'esterno.

Inspirò a fondo l'odore di candeggina e vari solventi, quasi come se da ciò dipendesse la sua vita.

"Mike probabilmente sarebbe morto all'istante" pensò con un leggero sorriso Levi mentre con rinnovata calma e felicità si avviava fra le scaffalature.

Era intento a osservare minuziosamente le etichette dello sgrassatore Chanteclair quando fu distratto dal rumore di qualcosa che cadeva.

Si voltò di scatto, aveva riflessi fuori dalla norma e ne era ben consapevole, e vide a terra una ragazza dai L/C capelli C/C che si massaggiava la spalla dove probabilmente aveva sbattuto.

Portava dei semplici leggins neri, una camicia bianca e un cardigan beige ma nel complesso era abbastanza trasandata dato che i suoi capelli erano in evidente disordine e, seppur i suoi occhi fossero di un bellissimo C/O, aveva evidenti occhiaie.

Si avvicinò, non tanto per aiutarla ma perché aveva fatto cadere una tanica di candeggina e se essa fosse caduta sarebbe stato un vero casino metterla in ordine; per fortuna il tappo aveva retto la caduta.

-Cazzo... vaffanculo- Levi alzò lo sguardo arricciando il naso al lessico non proprio elegante della ragazza che pareva essere più giovane di lui

-Forse dovresti lavarti la bocca con la candeggina, mocciosa.-Aveva parlato per istinto col suo solito tono burbero ma non gli importava particolarmente.

-Ma che te ne frega? Diamine sono in ritardo- Levi la vide saltare subito in piedi e per istinto fece lo stesso.

La mocciosa era decisamente in panico.

Forse fu perchè gli fece pena o forse perchè aveva ancora la sua buona azione del giorno da spendere, sta di fatto che le chiese -Cosa ti serve?- 

-Mi serve quella tanica là in alto ma non ci arrivo e nemmeno tu!- sospirò e incrociò le braccia.

Levi si indispettì ma decise di non mandarla a quel paese subito, piuttosto era incuriosito dalla sua ansia.

-Si può sapere cosa ti mette tanta ansia, ragazzina?- 

-Sto per fare apprendistato in un ufficio esclusivo e se non porto quel prodotto sul posto verrò sicuramente licenziata!-esclamò la ragazza e Levi vide chiaramente che stava per piangere.

Sospirò e si allontanò leggermente da lei per poi prendere la rincorsa e spiccare un salto degno di un atleta olimpico.

Afferrò la tanica e atterrò in modo egregio; le partite a basket con Mike lo avevano temprato ai salti considerevoli.

-Ecco a te, quattrocchi- il moro le mise in mano la tanica poi proseguì per la sua strada con il suo amato sgrassatore Chanteclair sotto braccio, un igienizzante da scrivania e una nuova confezione di spugne.

Sentì dietro di se la ragazza urlargli un "grazie" e sorrise leggermente conscio che per oggi aveva anche finito le buone azioni e che poteva tranquillamente mandare a quel paese tutti.


 

***

 

Poche ore dopo, l'Ackerman aveva ripreso a lavorare ed aveva continuato a oltranza fino a che, alzando lo sguardo, si era accorto che fuori il sole stava tramontando.

Il suo ufficio, quello del direttore, era enorme e riccamente decorato; si trovava infatti in un'antico palazzo di epoca barocca. 

Troppi oggetti e troppo sporco, secondo il moro, ma infondo chi era lui per criticare l'arte passata?

Si alzò per sgranchirsi le gambe e ordinò alla propria assistente di portare un tè poi si avvicinò a una delle enormi finestre che davano sulla fontana di Trevi.

Un vero spettacolo; soprattutto ora che era sgombra di turisti.

Il tè gli fu servito dalla giovane segretaria che aveva a malapena notato ma che continuava a provarci con lui in modo evidente.

Portava un vestito aderente blu e aveva un fisico da modella; probabilmente il suo maggior pregio erano le lunghissime gambe. La classica assistente che suo zio continuava a rifilargli.

Sbuffò non dando particolare attenzione alla donna e continuando a rimirare lo spettacolo della città eterna per lunghi minuti, finchè non sentì un rumore all'esterno dell'ufficio. Qualcuno doveva aver rovesciato qualcosa, e per il bene di quel qualcuno, Levi sperò non di nulla di importante.

Appoggiò la tazza con un movimento deciso e fece dietrofront andando verso l'entrata del suo ufficio e spalancando le porte con forza.

Si ritrovò davanti l'ultima cosa che si aspettava di vedere.

La sua assistente che sgridava la mocciosa incontrata al negozio di prodotti per pulizia e che ora se ne stava rannicchiata a terra con un sacco di documenti ai suoi piedi.

Si schiarì la voce attirando l'attenzione delle due e dei pochi dipendenti rimasti in ufficio a quell'ora tarda.

-Che diavolo avete combinato? Non importa, rimettete tutto in ordine e tu, mocciosa, vieni nel mio ufficio appena hai finito- disse vedendo chiaramente la sorpresa sul viso della ragazzina che lo aveva evidentemente riconosciuto.

Levi si sedette sulla confortevole sedia dietro alla scrivania e si versò altro tè da sorseggiare mentre attendeva.

Il moro non aveva una grande pazienza ma la mocciosa fu rapida nel rimediare al disastro di poco prima e giunse in un tempo accettabile a bussare alla porta per poi, dopo un attimo di indecisione, accomodarsi sulla sedia davanti alla scrivania.

-Quindi tu sei la tirocinante di cui mi è stato accennato- disse seccamente osservandola negli occhi con sicurezza.

-S-si, il mio nome è T/N T/C, L'Università La Sapienza mi ha mandato qui per fare esperienza visti i miei buoni voti- Si continuava a torturare le dita come se Levi fosse un leone pronto a saltarle addosso e ad azzannarla e forse non aveva tutti i torti a pensarla così visto lo sguardo inquisitore che lui, suo zio e sua cugina Mikasa condividevano. 

L'uomo prese il modulo relativo alla ragazza dalla raffinata scrivania; esso era stato recapitato la mattina stessa ma Levi, preso da altre mille cose da organizzare in questo suo primo giorno da direttore, non vi aveva fatto molto caso.

 Gli diede un occhiata veloce con il solito sguardo di sufficienza.

I voti di T/N non erano buoni, erano eccezionali e tutti i professori la raccomandavano. L'unico problema sembrava tuttavia l'insicurezza.

-Tsk. I tuoi voti sono ottimi ma devi imparare a tirare fuori le palle, mocciosa. Suppongo che la tanica di candeggina forse per me.-

-L-La signorina Mancini mi aveva chiesto di prenderla perchè aveva saputo che l-lei era un fanatico della pulizia...NO Non volevo dire che lei fosse fanatico! i-intendevo c-che ci tiene molto-arrossì leggermente.

"Che carina" pensò Levi meravigliandosi un attimo dopo del suo stesso pensiero.

-Se è per questo mi hai dato anche del tappo, ma non sono tipo che si interessa a queste cazzate. Voglio vedere come lavori, poi deciderò se vale la pena tenerti qui.- la osservò ancora chiedendosi dove fosse finito lo spirito combattivo visto al negozio. -Bene, è tutto; puoi andare-.

-Grazie signor Ackerman, non la deluderò- detto questo se ne andò subito dalla stanza, come se alle calcagna avesse un branco di iene.

Probabilmente, si rese conto il moro, doveva averla terrorizzata. Non se ne pentiva perché, se essa voleva davvero divenire un avvocato, non aveva altra scelta se non diventare più sicura di se stessa; il mondo degli avvocati non era poi diverso da una giungla e per sopravvivere bisognava essere i più forti.

La ragazza però gli aveva risposto a tono al negozio cosa che la rendeva più interessante agli occhi dell'Ackerman.

Fece un minuscolo sorriso considerando che, almeno per ora, poteva stressare una tirocinante e, chissà, trasformarla in un grande avvocato, un giorno.








 

Beene 

Purtroppo il Tigotà non mi paga per questa pubblicità involontaria.

P.S. Ho qualche idea per un continuo di questa short, se mai a qualcuno piacesse.

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