I'm back

di Newmoon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Echinacea purpurea ***
Capitolo 2: *** Poisoned ***
Capitolo 3: *** Konoha ***
Capitolo 4: *** Orochimaru ***
Capitolo 5: *** Karin ***



Capitolo 1
*** Echinacea purpurea ***


"I'm back"




**********************

“Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin"  "Driiiiiiin... Driiiiin”
Erano circa le 8:30 di sera a Konoha quando il campanello di casa Haruno iniziò a suonare insistentemente.

“Un attimo arrivo!! Maledizione!” Sakura Haruno aveva da poco smontato da un turno molto faticoso in ospedale e con la televisione impostata su una commedia romantica strappalacrime aveva deciso di mettersi comoda, preparando il suo thè preferito e un bel po’ di fazzoletti per rimediare ad eventuali pianti.
 
“Driiin”
“Arrivo, accidenti, ma che avete da suonare così fort...”

le parole le morirono in gola quando dopo aver aperto la porta si trovò davanti un giovane alto, moro, con un ciuffo che copriva metà del volto e un mantello nero, che la guardava con aria apatica.
Non era sicuramente uno sconosciuto.

“Sa….sa-ske kun…”

Il cuore si fermò completamente, sentì una vampata di calore percorrerle le gote e la tazza che aveva in mano cadde a terra, rotta in mille pezzi.

Crash.

Indietreggiò lentamente di due passi.

“Sono tornato”

Sasuke Uchiha, quel Sasuke Uchiha che per anni aveva rincorso, era lì che bussava alla sua porta.
Rimase immobile, ancora paralizzata dallo stupore.

Il ragazzo guardò i cocci della tazza sul pavimento e da galantuomo, qual era sempre stato, si abbassò a raccoglierli.
Sakura trasalì.

“No aspetta, cosa fai, ci penso io” 
si affrettò a dire, ripresasi solo parzialmente da quello stato di trans.

Le loro dita si toccarono. Se possibile il volto di Sakura divenne ancora più rosso.

“Posso entrare o devo trovarmi un’altra sistemazione per stanotte?”  le disse lui rialzandosi lentamente.

Un’altra sistemazione? Stava ovviamente scherzando. Se avesse potuto lo avrebbe legato lì nello scantinato per sempre.

“Ah! Ma certo che puoi entrare, Saske-kun... Sono solo un po’ sorpresa di vederti così all'improvviso..”  ancora non riusciva a credere che fosse davvero lui.

Si spostò delicatamente per lasciargli modo di passare. Appena fu dentro Sasuke iniziò a scrutare l'ambiente mentre Sakura cestinava ciò che restava della stoviglia ormai perduta.

La casa di Sakura non era molto grande ma era confortevole e ben ordinata. 
Gli era sempre piaciuto questo aspetto di lei; anche lui era una persona molto sistemata, a differenza di un certo ninja eccentrico dai capelli biondi.

Il suo sguardo cadde sul pacco di fazzoletti posto sul divano, accanto ad un cuscino verde, e poi sulla vergognosa trasmissione che la sua ex compagna di squadra stava probabilmente guardando.
Alzò un sopracciglio. In fondo, in fondo, non era cambiata poi molto.

“AAAAhh”  accortasi della situazione, Sakura arrossì di nuovo e, pronta, si parò davanti al televisore, spegnendolo di soppiatto.

“Ehehe, non farci caso, è tutto un po’ in disordine ecco..”si affrettò a dire cercando malamente di cambiare discorso.

“Comportati normalmente con me” 

Sasuke la richiamò. Gli dava sui nervi quando si atteggiava ad oca senza cervello. Eppure lei era una ragazza così intelligente.

Sakura divenne seria. 

“Hai ragione, è che davvero mi hai preso alla sprovvista…Come..come mai sei qui se posso chiedertelo?”

“Te lo avevo detto, no?” La guardò come se fosse la cosa più ovvia del mondo. “Domani all’alba partiamo, spero tu abbia fatto le valigie”


….Eh?!. La Sakura interiore, quella con lo sfondo nero, rimase di soppiatto. Se n’era andato per tre anni, non si era degnato neanche di farsi sentire, tornava così all’improvviso, si metteva a dare ordini e poi si aspettava anche che lei avesse lì le valigie pronte ad aspettarlo?

“Allora è deciso, domattina all’alba partiamo!”

Quella notte Sasuke dormì sul divano verde del soggiorno mentre Sakura nella sua stanza non riuscì a chiudere occhio.
Davvero Sasuke era di là che dormiva in casa sua? E le aveva chiesto di partire con lui? Era successo tutto così in fretta.. Si diede un pizzicotto per assicurarsi di essere sveglia e quello che ne derivò fu solo una guancia dolente ed arrossata.

**********************************************
 
“Sakura! Sakura! Sveglia!” Sasuke la stava scuotendo per una spalla.

“Mmm?”
Accidenti si era addormentata. E Sasuke era lì che la guardava ancora stordita nel letto, in pigiama. Che vergogna.
E non aveva neanche più fatto le valigie!

“Ti aspetto fuori, muoviti” sentenziò lui andandosene, dopo essersi accertato di averla svegliata del tutto.

Panico.
Si alzò velocemente, prese le prime cose che trovò, le buttò velocemente in una sacca, si fece una doccia veloce e si vestì mentre afferrava qualcosa per fare colazione. Chiuse velocemente la porta e dopo mezz’ora buona fu un giardino dove Sasuke la aspettava visibilmente spazientito.
Si sentì terribilmente in colpa. Se continuò così, non mi porterà mai più con lui…shannaroo!

Lasciarono la città passando per la porta principale, non aveva neanche avvisato che non sarebbe andata a lavoro oggi e per i prossimi giorni, accidenti un vero macello! E la colpa di tutto questo di chi era?

“Sono sulle tracce di una pianta particolare” La voce di Sasuke attirò la sua attenzione.   
                 
Stringeva tra le mani il ritratto di un fiore dai petali rosa, un rosa che ricordava molto quello dei suoi capelli. 
Sotto c’era scritto: Echinacea purpurea.

“E’ una pianta con proprietà mediche, tu sarai sicuramente più esperta di me in materia”

La ragazza guardò la foto di nuovo. Aveva una vaga idea di dove potesse trovarsi.

“Da quel che ne so è una pianta che cresce nelle praterie in primavera, non so se di questi tempi riusciamo a trovarne qualcuna”

Sasuke corrucciò lo sguardo. 

“Ma possiamo provarci!” Gli sorrise di rimando lei.

“Dove dobbiamo andare quindi?”

"Beh... direi di provare al Paese delle Onde. E’ un arcipelago, è verde, pianeggiante…Mi sembra la zona migliore per dei fiori di questo tipo”
 
E così il viaggio iniziò. 
Saltavano di ramo in ramo, lei lo seguiva a poca distanza contemplandone il mantello.


Il Paese delle Onde era lo stesso luogo dove il team 7 aveva svolto la sua prima missione contro Zabusa. 
Sakura sorrise dolcemente al ricordo. Ed era anche dove credeva di aver perso per davvero Sasuke. 
L’immagine del suo corpo freddo e senza vita le causò una stretta al cuore così forte che fu costretta a fermarsi.

“Va tutto bene?” Anche Sasuke si fermò.

“S-si”

Sorrise di nuovo. Ora Sasuke era con lei, finalmente e dopo tanto tempo. Non doveva preoccuparsi.

Arrivarono al porto e presero una piccola barca per giungere a destinazione.
Il volto di Sasuke era come sempre inespressivo e se ne stava lì, a distanza da lei, con lo sguardo rivolto verso il mare.

“Ti ricordi questo post..”

“La nostra prima missione insieme, si” La interruppe.

Allora qualcosa di quegli anni gli era rimasto.

“Qui c’è anche quel ponte a cui diedero il nome di quel perdente di Naruto. Ci sono venuto ultimamente con un membro della squadra di Orochimaru”

“Ah.. Io invece manco da allora” abbassò lo sguardo.

Un membro della squadra di Orochimaru? Chi poteva essere?
Mica per caso quella ragazza dai capelli rossi che aveva incontrato quella volta che Sasuke aveva cercato di ucciderla? E cosa ci erano venuti a fare qui loro due da soli?

Sentì un tremore risalirle per tutto il corpo. Gelosia. 
Aveva capito fin da subito che quella donna era innamorata di Sasuke. E se tra loro ci fosse stato qualcosa?

La barca attraccò e il moro lesto scese e senza aspettare che scendesse anche lei si incamminò.

Sakura lo raggiunse e lo affiancò.

“Seguimi, andiamo di qua”

Arrivarono prateria sconfinata.
Il sole stava tramontando e, per quanto si sforzasse, 
Sakura non riusciva a vedere la fine dell’orizzonte. Un po’ di vento scombinava i capelli di entrambi ma non faceva affatto freddo, anzi.

“Ci sono pochi fiori qui” annunciò la ragazza “Dev’essere perché l’autunno è alle porte..”

Sasuke attivò lo Sharingan.

“Trovato”

“EH?? Come?? Di già?” lo guardò stupita. Pensava sarebbe stato almeno un poco più difficile.

“Questo tipo di fiore emana una corrente di chakra, con lo Sharingan non è stato difficile capire dov’era”

Accidenti, lo Sharingan era davvero portentoso.

Il ragazzo si allontanò per raggiungere un’alta roccia, posta all’ingresso di una caverna, la raggirò, poi si
Inginocchiò dietro di essa e raccolse un fiore identico a quello del ritratto.

“Arg”

Sakura scattò. “Sasuke! Cosa c’è?”

“Niente, non ti preoccupare.”

Sakura osservò attentamente. 
C’era un fiore violaceo, probabilmente aveva toccato quello per sbaglio.

“Fa vedere”

Lui le porse la mano. C’era un piccolo segno di contatto con qualche sostanza corrosiva ma probabilmente non era niente.

“Mettiamo un po’ d’acqua”

“Ti ho detto che non è niente” ribatté lui convinto.

Ripresero la barca per tornare verso Konoha. Lungo il viaggio Sakura iniziò a raccontare del suo lavoro in ospedale, di come le cose fossero cambiate a Konoha mentre lui non c’era, di Naruto, di Ino, di Shikamaru e del resto dei loro compagni.
Sasuke ascoltava rispondendo di tanto in tanto. Non era una persona di molte parole.

Arrivati al porto si era ormai fatta notte.

“Accidenti com’è buio” disse lei guardando il cielo scuro e nuvoloso.

“Seguimi”

Con una mossa rapida Sasuke svanì e lei lo seguì senza indugiare.
Giunsero in una specie di accampamento, vicino un fiume, formato da due tende e quella che doveva evidentemente essere una specie di cantina.

“Passeremo qui la notte” disse lui dirigendosi verso una delle tende.

“E’ qui che stai di solito?” Si guardò intorno. Non era poi così male.

Per tutta risposta il ragazzo buttò un ammasso di legna poco distante da lei e, dopo aver eseguito i segni con una sola mano, evocò l’arte del fuoco.

Katon: Gokakyu no justu. 

Ah quel jutsu. Lo ricordava bene. Era ciò che contraddistingueva il clan Uchiha e, tra loro, lui era l’unico in grado di farlo.

“Resta qui, vado a prendere le provviste” 

Tornò con due grosse fette di carne e, dopo aver improvvisato una specie di griglia, iniziò a cuocerle.

Il fuoco scoppiettava tra lei e Sasuke.
Erano stati insieme tutto il giorno eppure ancora non era riuscita a capire qual era il vero motivo per cui lei fosse li.

Solo una promessa che andava mantenuta? Aveva bisogno di lei per sapere dove si trovava quel fiore? E a cosa gli serviva poi?

“Se non lo metti in un vaso morirà” gli disse all’improvviso.

Lui annuì, cogliendo al volo il riferimento al fiore raccolto.

Il suo sguardo era come al solito impenetrabile.

D’un tratto lui si alzò. “Andiamo ti preparo una tenda”

“Aspetta Sas’ke-kun…” lo richiamò visibilmente imbarazzata.

Due tende separate
Sarebbero andati a dormire come se ognuno fosse stato a casa propria e domani sarebbe stato tutto come prima. No, doveva cogliere l’occasione.

Si alzò anche lei e gli si avvicinò, guardandolo dritto negli occhi. 
Lui rimase fermo sostenendo il suo sguardo.

“Dimmi la verità..” fu lei ad abbassare lo sguardo 
“Dimmi la verità, Sasuke. Sei qui per mantenere la promessa che mi hai fatto perché ti faccio pena! O perché mi sei riconoscente per ciò che ho fatto per te?!”

Dove aveva trovato quel coraggio? Doveva essere stata la frustrazione di tanti anni persi ad aspettarlo senza nessuna sicurezza. Doveva essere stato il fatto che ancora lui si ostinava a trattarla come se niente fosse.

Sasuke chiuse gli occhi.

“Rispondimi! Mi hai detto che non c’era niente di me che ti piaceva…mi hai sempre detto che sono fastidiosa... dimmi la verità.. sei qui solo per riconoscenza e perché ti faccio pena…”

Lo guardava quasi tremando ma lui non accennava risposta. Avrebbe davvero voluto prenderlo a schiaffi.

Sasuke si voltò dandole le spalle.

“Non è come pensi”

Detto questo si diresse, a passo lento, verso la sua tenda senza darle altre spiegazioni. 
Ma lei le spiegazioni questa volta le voleva eccome.

“E com’è, Sas’ke-kun? Com’è? Dimmelo, ti prego”

Sentiva le lacrime all’angolo degli occhi verde smeraldo. 
Non doveva piangere, questa volta non doveva piangere.

“Vai a dormire, Sakura” questa fu la sua risposta.

Una risposta che non era una risposta. Va a dormire.
Sei una stupida mocciosa che non è degna neanche di una spiegazione.
Non riuscì a trattenere le lacrime. 
Scorrevano sul suo volto copiose e lei era di nuovo impotente.
Se con lei ci fossero stati Naruto o il maestro Kakashi probabilmente l’avrebbero consolata… no! Ma che stava dicendo, maledizione!
 
Lei non era più quel tipo di persona. Lei non era più una debole donna.
 
Strinse i pugni. Guardò un’ultima volta la tenda dove era entrato Sasuke, dopodichè, afferrata la sua sacca, si diresse verso il ponte che collegava le due sponde del fiume e, superatolo, la sua immagine si perse tra le foglie dei rami del bosco.



To be continued........



ANGOLO DELL'AUTRICE:

In questa fanfic ho intenzione di mettere tutti i missing moment ingiustamente negati sulla coppia SasuSaku!
Il prossimo capitolo sarà molto interessante, non solo per la ship eheh

Adios

NB: non sono un’esperta di piante, ho fatto qualche mini ricerca solo per scrivere questa fanfic, se ho sbagliato nomi, proprietà ecc non me ne vogliate

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Capitolo 2
*** Poisoned ***


I'm back

Capitolo 2



Non c’erano nuvole nel cielo, quella notte.
Tutte le stelle erano lì, luminose e splendenti nel firmamento, pronte ad illuminare il volto di qualsiasi romantico avesse osato guardarle.

Le foglie del piccolo bosco vicino l’accampamento erano appena rischiarate dalla fioca luce della luna che ne metteva in mostra i colori variopinti; verde, giallo, rosso e varie sfumature, segno evidente che l’autunno era alle porte.

Gli occhi di Sakura erano troppo annebbiati dalle lacrime per soffermarsi su quello splendido spettacolo che la natura aveva deciso di offrire.

Li strofinava con il dorso della mano mentre proseguiva nella sua insensata corsa, saltando da un ramo all’altro.

Cosa stava facendo?
Se n’era andata così senza dare spiegazioni?
Cosa avrebbe pensato Saske-kun quando si sarebbe accorto della sua fuga?


Scese in un piccolo spiazzale di erba verde, buttandosi malamente a terra e sbattendo con la schiena contro il tronco di un albero.

Le lacrime non accennavano a fermarsi così, portate le ginocchia al petto, iniziò a piangere più forte.

Se Saske-kun avesse trovato la sua tenda vuota l’indomani avrebbe sicuramente pensato che era una bambina capricciosa e scostumata e allora sì che non avrebbe più avuto nessuna possibilità con lui.

Se da un lato le balenò in mente l’idea che forse era meglio così, che forse così avrebbe potuto mettersi il cuore in pace da quell’amore non corrisposto, dall’altro un’ansia terribile la pervase.

No, non poteva permetterlo.
Doveva assolutamente tornare indietro.
Aveva promesso che non sarebbe più fuggita davanti a nulla e che non sarebbe più rimasta indietro rispetto ai suoi compagni.

Si fece forza.

Si alzò e si impose di smettere di tremare ma un rumore improvviso di foglie le fece saltare un battito del cuore.
L’aveva già trovata? Saske-kun era già lì?

“Sa-saske-kun..”
 
***********************

Sasuke era sdraiato nella sua tenda blu con una mano dietro il capo e lo sguardo fisso verso il soffitto.

I suoi occhi, di colore diverso, percorrevano attenti le perfette cuciture della struttura, come a volerle studiare nel dettaglio.

Chiunque l’avesse visto da fuori avrebbe potuto giurare che era immerso in chissà quale profondo pensiero o ragionamento ma la verità era semplicemente che non gli andava di dormire.

Si girò su un fianco, poi sull’altro, poi di nuovo di schiena, infine optò per alzarsi del tutto.

Uscì cautamente attraverso l’apertura del telo e tremò appena quando un soffio umido di gelida notte gli si portò sul viso.

L’atmosfera era piatta, l’aria fredda; una calma quasi surreale veniva appena interrotta dal leggero scroscio del piccolo fiume.
Alzò lo sguardo al cielo pensando a quanto bene si vedessero le stelle quella notte e a quanta quiete ci fosse in quel posto.

Eppure, anche se amava la solitudine, ogni tanto anche ad uno come lui veniva la voglia di un po' di compagnia.

Chissà se Sakura starà dormendo.

Se la conosceva abbastanza bene, dopo la loro discussione era probabilmente rimasta ore a pensare alle sue parole.

Se la immaginò mentre singhiozzava nel suo sacco a pelo, con le lacrime che scendevano calde sulle gote.

Tese l’orecchio ma non udì alcun rumore.

Probabilmente si stava sbagliando oppure si era davvero addormentata.
Guardò attraverso il sottile tessuto della tenda di lei con il suo occhio speciale e quel che vide, anzi quel che non vide, lo colse di sorpresa.

La tenda era vuota.

Senza lasciarsi turbare, si avvicinò con passo deciso e altrettanto decisamente tirò giù la zip che proteggeva l’entrata al caldo riparo: un sacco a pelo intatto e nessuna traccia della ragazza.

Si guardò intorno ma ancora non rilevò nessuna traccia di energia.

Dove poteva essere andata? Non era da Sakura lasciarlo lì così senza dargli nessuna spiegazione.

Il suo sguardo continuava a vagare, in cerca di un segnale, finché la sua attenzione non cadde sul piccolo bosco al di là del fiume.
Senza indugio il giovane Uchiha si diresse in quella direzione, sorpassando il velo d’acqua con un agile salto, cosicché anche la sua ombra si perse tra quella delle fitte foglie.
 

********

“Sasu..” Sakura si bloccò.

La figura che uscì dal cespuglio non somigliava affatto al suo compagno.

Era un uomo di media altezza, dalla pelle molto chiara, quasi bianca.
Ricordava di aver già visto individui del genere: già quel tipo le ricordava terribilmente quella Kaguya che Naruto e Sasuke avevano affrontato anni addietro.

“Sembra che tu abbia una bella quantità di chakra”

La ragazza sussultò.

“Non sei proprio quello che cercavo ma direi che non posso lasciarti fuggire” prima ancora di terminare la frase, il nuovo arrivato lanciò una specie di lenza fatta di chakra nella sua direzione.

Sakura la schivò abilmente.
Seguirono alcuni minuti di combattimento.

Il nemico le comparve alle spalle ma lei fu abbastanza veloce da vederlo e da contrattaccare.
Il colpo, però, non andò a segno e furono alcuni alberi a pagarne il prezzo, cadendo al suolo rovinosamente.

“Non hai speranze” con un sorriso sghembo anche l’Otsutsuki mostrò una notevole forza mandando in frantumi il terreno.

La rosa saltò, nascondendosi rapida dietro un albero per studiare meglio le prossime mosse.

“E’ inutile che ti nascondi”

 D’improvviso i suoi occhi divennero bianchi mentre dei rilievi serpiginosi comparvero sottocute.
Aveva attivato il Byakugan.

Sakura non fece in tempo a stupirsi che l’avversario l’aveva già trovata.

Si dirigeva verso di lei ad altissima velocità quando il colpo del Susano’o di Sasuke si frappose tra lei e il nemico.
Quest’ultimo atterrò con una piroetta su un ramo mentre il ninja cadde sul suolo poco distante.

“Saske kun!” Stavolta era lui.

“Uchiha Sasuke. Che bella sorpresa” A quanto pare quel mostro lo conosceva.

“E tu chi saresti?” Per tutta risposta il terreno si frantumò nuovamente mentre la figura bianca si scagliava senza preavviso contro di lui.

Sasuke preparò il Chidori ma quando il nemico gli fu appena di fronte il suo braccio non si mosse.

Guardò rapido l’ammasso di blu chakra che a mo di fulmine si muoveva nella sua mano mentre si preparava a ricevere il colpo avversario.
Strinse i denti.

Che succede, dannazione?

“Shannaroooo” dal lato sopraggiunse il potente pugno di Sakura che sbalzò l’alieno una ventina di metri più in là.

Prontamente Sasuke girò lo sguardo.
“Amaterasu”

Le fiamme nere comparvero dal nulla ma non riuscirono bene a centrare l’obiettivo che si gettò in un portale spazio-temporale con un sorriso sadico, non prima di aver agganciato ed estratto il chakra del moro.

Sasuke cadde in ginocchio.

“Saske-kun! Cos’hai?”
Sakura lo aveva raggiunto e lo sorreggeva con una mano sul petto e una sulla schiena.

Sasuke iniziò ad ansimare mentre la sua visione diventava sempre meno nitida.
La ragazza lo guardò evidentemente preoccupata. Stava sudando.

“Cos’è successo? Perché sei rimasto immobile prima?” 
Non le sembrava che quel tipo avesse usato nessun jutsu particolare, eppure Sasuke era rimasto lì imbambolato.

“No-n lo so”
Parlava a fatica così come faticava a tenere gli occhi aperti
“N-non riesco a muovermi”

Sakura gli prese la mano e subito i suoi occhi caddero su quella specie di bruciatura che si era procurato in mattinata.

Come un flash rivide quel fiore viola nascosto dietro la roccia accanto al fiore che Saske-kun aveva raccolto.

Che fosse stato avvelenato?

Lo distese a terra e gli sbottonò la maglia.
Aveva già fatto più volte cose del genere in passato e non sarebbe stato difficile per lei capire se la sua intuizione era giusta o no.

Bingo!

Riusciva chiaramente a percepire una sostanza estranea.
Con le arti mediche che ormai conosceva bene iniziò pian piano ad estrarre tutto il liquido verdastro, constatando che la respirazione del ragazzo migliorava man mano.

Gli toccò la fronte, non aveva la febbre e respirava regolarmente.

“Saske-kun mi senti?”

Era ancora in uno stato di semi-incoscienza, forse anche per via del chakra che quell’otsutsuki gli aveva estratto.

Sorrise tristemente.
Non le piaceva vederlo in quello stato, la faceva sempre preoccupare tantissimo.

Con delicatezza lo mise a sedere e si pose il braccio di lui intorno al collo.

“Andiamo Saske-kun, ti porto alle tende”
 
Nonostante la sua esile statura Sakura-chan era dotata di una forza disumana e con poca fatica riuscì a trasportare il ragazzo a destinazione.

Lo aiutò a sdraiarsi e dopo avergli pulito il sangue che scendeva dall’occhio destro lo coprì con delle coperte pesanti.

Si fermò a guardalo mentre lui non poteva vederla.

Era sempre stato così bello? Probabilmente si.
E questo per lei non sarebbe cambiato mai.

Gli sfiorò i capelli. 
Anche se sembrava dormire serenamente non lo avrebbe lasciato solo in quello stato, lui che era sempre stato solo.

Sarebbe rimasta lì finchè non si sarebbe svegliato, anche tutta la notte se necessario.
Un ticchettio, dapprima lento poi più veloce e continuo, iniziò a picchiettare contro le pareti.

Aveva iniziato a piovere.


 
                                                                                                                                                                                                To be continued........



 
 
Angolo dell’autrice

*il fiore di cui si parla in questo capitolo è l’ Aconitum napellus, ho letto che con il solo tocco può causare parestesie, problemi respiratori e cardiovascolari, poi ovviamente sui sintomi ci ho un po' romanzato. (Come ho già detto non sono un’esperta quindi se c’è qualche esperto di fiori e ci sono incongruenze, non me ne vogliate)
 
Volevo ringraziare Saku88s ed ECO89 sasuxsaku per le loro recensioni. Anche se si scrive per il gusto di scrivere leggere cosa ne pensano i lettori invoglia a postare i nuovi capitoli anche solo per il fatto di non deluderli!


Perciò, anche se a volte può risultare un po' scocciante, a nome di tutti gli scrittori perdete 2 minuti a recensire! In bene o in male.

 ECO89 sasuxsaku: ahah terrò in mente la tua idea di un belloccio che ronza appresso a Sakura anche se (in beffa anche a Sasuke retsunden) secondo me Sasuke non farebbe capire mai e poi mai di essere geloso! Karin arriva nel prossimo capitolo eheh Per quanto riguarda le mie altre fic è parecchio che non scrivo e questa è la prima su Naruto, quindi si è la prima volta che mi recensisci u.u
 
Saku88s: Ti ringrazio per i complimenti <3 Sto cercando quanto più possibile di entrare nella psicologia dei personaggi e di farli finire insieme senza entrare nell’OOC o nella banalità. D’altronde se non ci accontenta Kishimoto dobbiamo pur arrangiarci u.u hahah
 
Per il prossimo capitolo ho in mente qualche parte divertente!
 
 
 
Newmoon  
 
 

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Capitolo 3
*** Konoha ***


I'm back

Capitolo 3


**************

Sasuke aprì gli occhi a fatica.

Ci vollero alcuni minuti prima che la confusione e la visione sfocata lasciassero il posto alla nitida immagine della sua tenda blu.

Cos’era successo?

Ricordava poco e nulla degli ultimi ultimi avvenimenti e in più sentiva il corpo completamente indolenzito.

Sperando di riacquistare un po' di lucidità si sforzò di sedersi e, nel fare leva, il suo braccio toccò quello di Sakura che dormiva lì poco distante.

La fanciulla se ne stava rannicchiata ad un lato del suo sacco a pelo, con le braccia unite in un abbraccio che le sosteneva il capo e i capelli sparsi in modo leggermente disordinato: era stata sicuramente lei a portarlo lì.

La guardò, esitando per qualche secondo, poi decise di alzarsi e di uscire all’aria esterna, cercando quantomeno di non svegliare la compagna.

L’ umidità e il forte odore di pioggia erano una prova inconfutabile che quella notte c’era stato un forte temporale; le foglie erano ancora umidicce e il piccolo fiume era diventato un tumultuoso torrente il che riecheggiava nel silenzio del mattino.

Vi si diresse con l’intento di sciacquarsi il volto.

Chi era quel tipo?
E cosa stava cercando?


Aveva sicuramente a che fare con Kaguya e con quelli che minacciavano quella tanto agognata pace, raggiunta con il sacrificio di troppi shinobi.

Il riflesso del suo rinnegan nell’acqua limpida che scorreva inafferrabile era solo un’altra testimonianza di ciò che era successo e che non doveva ripetersi più.

Avrebbe protetto il villaggio a cui suo fratello Itachi era così devoto, avrebbe protetto quello che di nuovo era anche il suo villaggio.

Dopo aver strofinato appena il viso per cacciare via lo sporco e i brutti pensieri, lasciò che delle gocce di liquido scorressero giù fino al mento e da lì sui vestiti.

Doveva tornare immediatamente da Naruto per fare rapporto di persona.

Rialzatosi in piedi, si diresse dalla giovane ninja con l’intento di svegliarla ma quando la raggiunse qualcosa lo bloccò.

Era ancora nella stessa posizione, visibilmente stanca ed assonnata; aveva sicuramente passato la notte in bianco per vegliare su di lui.

Non potè fare a meno di perdere qualche minuto per riflettere: continuava a fare tutte quelle cose per lui, adducendo la banale scusa di amarlo, nonostante lui avesse provato più e più volte a dissuaderla.

“Io sono da sempre solo un fastidio per te, Saske-kun”

Quelle parole che gli aveva detto poco prima della sua dipartita dal Villaggio furono rievocate quasi inconsciamente; inarcò la bocca verso il basso.

Non aveva mai capito niente
Certo, lui non era stato innamorato di lei, e, sì, la trovava estremamente fastidiosa quando invece di allenarsi sprecava il suo tempo a ronzargli attorno.

Ma non era solo un fastidio.

La verità era che Sasuke Uchiha era da sempre grato a Sakura Haruno per tutto ciò che aveva fatto per lui.

“Grazie”
Glielo aveva detto ben due volte, chissà se ne aveva colto il senso.

Lei era stata sveglia per lui e ora non voleva svegliarla, anche se era una faccenda davvero importante.

La prese con i modi più dolci che conosceva, caricandosela in spalla e cercando di non farla cadere, nonostante con un braccio solo fosse tutt’altro che semplice.

Il Rinnegan nascosto sotto il ciuffo di capelli scuri iniziò a brillare e un piccolo portale si aprì davanti ai due.
 
*********

Con tutte le accortezze possibili, si trattava pure sempre di un viaggio spazio-temporale e Sakura lo avvertì discretamente.

“AAAAAH, che succede? Il terremoto! Dove siamo? Ci stanno attaccando??”
Scombussolata da quei movimenti così improvvisi, iniziò a balbettare frasi a caso finché non si rese conto di avere davanti il portone di ingresso della sua città.

“Eh?! Ma… cosa sta succedendo?”

Chiese, credendo evidentemente di star ancora sognando.

“Ah bene, sei sveglia”


Sasuke fece per metterla giù e solo allora la ragazza si rese contò di essere sopra di lui.

Il colore della sua pelle divenne interamente uguale a quello del suo vestito e, nonostante adesso fosse ben vigile, appena le suole delle sue scarpe toccarono il suolo rischiò seriamente di cadere.

 
Ma cosa sta succedendo?

Devo calmarmi, devo calmarmi, devo calmarmi.

Non è niente. Non è successo niente.

Ero solo addormentata mentre Saske-kun mi portava sulla sua schiena e la mia faccia era nell’incavo della sua spalla.

Non succede proprio niente di niente.

Ma aspetta... è tutto troppo strano, vuoi vedere che...


 
D’un tratto un dubbio la pervase.

“Pensavi davvero che ci sarei cascata?” Il moro la guardò interrogativo.

"Ho imparato a riconoscere questi trucchetti tanto tempo fa…questo è sicuramente un genjustu! Chiunque tu sia, ti smaschererò!”

D'impeto si scagliò contro colui che aveva di fronte, pronta a fargli assaggiare uno dei suoi pugni migliori.

“Ferma! Non c’è nessun genjutsu!” con uno scatto l’Uchiha l’aveva bloccata appena in tempo, serrandole il polso.

La sua presa era salda e fin troppo reale.


Un’altra figuraccia.

Era proprio impedita.
 

“Siamo a Konoha. Ti ho portata qui mentre dormivi. Mi spiace ma il nostro viaggio dovrà aspettare, devo assolutamente parlare con Naruto.”

Con queste parole, e senza darle ulteriori spiegazioni, l’uomo che da tanto tempo agognava le voltò le spalle e sparì.


 “Ah..”

 Era basita

“Se n’è andato.”


Non ci credo dev’essere uno scherzo.


“Dopo tutto questo tempo ad aspettarlo, se n’è andato senza nemmeno salutare..”

Sentì il sangue ribollirle nelle vene.
Il suo corpo iniziò a tremare in maniera poco rassicurante mentre uno sguardo omicida di puro odio contornava i suoi occhi smeraldo.



"Mi spiace, ha detto."



“Anche a me dispiaceeeee”


Le guardie all’ingresso della città avvertirono un’improvvisa sensazione di pericolo.


“E io? Ho aspettato tutti questi anni per cosa?! Per una singola giornata a raccogliere un fiore e a combattere un mostro?!”

Iniziò quasi ad urlare

“Che poi per la maggior parte del tempo è rimasto pure svenuto!”


Il terreno iniziò a distruggersi sotto i suoi piedi mentre sentiva l’insana voglia di distruggere l’intero villaggio. Così non ci sarebbe tornato proprio più e si sarebbero tolti tutti il pensiero!

Una della due guardie le si avvicino con molta cautela “Hei.. che succede? Ti prego…calmati..”

I suoi occhi assassini si specchiarono in quelli del povero malcapitato.
 
*****
 
“Naruto devo parlarti!”

La porta dell’Hokage si aprì senza preavviso mentre consiglieri e guardie accorrevano cercando di fermare chi, con poco garbo, osava presentarsi in maniera così maleducata.

“Ohi! Sasuke! Che ci fai qua? Almeno un buongiorno, e che cavolo!”

 L’uomo dai capelli biondi lo guardava con un’aria mista tra la felicità, del rivedere l’amico fraterno, e l’imbarazzo, per la particolare entrata di scena.

“Ero in viaggio con Sakura e..” a queste parole Naruto non potè fare a meno di interromperlo.

“Cosa?? Tu in viaggio con Sakura?” abbozzò una risatina di compiacimento pensando alla sua amica finalmente felice di essere in viaggio con il suo amato.

“Abbiamo incontrato un Otsutsuki!” gli disse l’altro di rimando, spazientito da quanto quelle persone si concentrassero su dettagli insignificanti.

“Che?!”

Sasuke raccontò come erano andate le cose, cercando di inserire quanti più dettagli possibili.

“Ho capito. La situazione è più seria di quanto pensassimo. Manderò delle pattuglie a perlustrare quella zona. Tu tieni sempre gli occhi aperti, mi raccomando!” Lo sguardo blu del leader della Foglia divenne preoccupato.

“Non c’è bisogno che tu me lo dica”

Non gli piaceva prendere ordini, neanche se si trattava di frasi di circostanza.

 
******

“Sakura?! Che ci fai qui?!”

Ino era comparsa alle sue spalle mentre vagava triste per le strade della città.
Ci aveva sperato così tanto in quel viaggio, shannaroo

“Ciao Ino” la salutò sempre con aria afflitta “cammino per le strade della mia città, è così strano?”

Aveva una bruttissima cera, tanto che qualcuno meno esperto poteva tranquillamente scambiarla per un fantasma, uno spiritello o giù di lì.

“Beh, mi era arrivato un certo messaggio di una certa amica che si vantava di essere partita per il mondo con il suo Sasuke…e ora ti ritrovo qui a fare la spesa!”

Ino era stata l’unica a cui lo aveva detto.

D’altronde era davvero la sua migliore amica e il desiderio di farle provare un po' di invidia era stato troppo forte per resistere.
Ma altro che invidia, ora avrebbe provato solo compassione.

“Siamo già tornati” era così giù che riusciva a malapena a parlare

“Embè?? Raccontami tutto” La bionda invece sembrava piuttosto curiosa.

“C’è poco da dire.. abbiamo portato a termine una piccola missione e poi mi ha riportato qui.. forse ho davvero sbagliato a sperare in qualcosa con lui..”

Lo stato di trans da cui si trovava era passato ma la forte delusione era palpabile.

La bionda strinse i pugni.
Poteva anche essere Sasuke Uchiha, il più bello di tutta l’accademia, colui che faceva cadere ogni ragazza ai suoi piedi con la sua sola presenza ma adesso stava davvero esagerando!

“Ma che cosa dici? Ma che comportamenti sono questi? Ahhh, se lo acchiappo gli spacco la faccia, così vediamo se si diverte ancora a prendere in giro la mia amica!”

“Ah ecco dov’eri”

La voce profonda del ninja oggetto della conversazione risuonò alle loro spalle.

Ino sbiancò. Forse non l’aveva sentita. Forse.

“Non eri più al cancello, iniziavo a pensare te ne fossi tornata a casa” continuò il ragazzo rivolgendosi alla rosa ed ignorando completamente la presenza dell’altra.

“Ah! Saske-kun!! Quanto tempo che non ti si vede in giro qui al villaggio! Come stai? Come procede il tuo viaggio?”

Cambiando repentinamente atteggiamento, la giovane fioraia si avvicinò a quella che, in passato, era stata anche la sua cotta adolescenziale rivolgendogli uno dei suoi più smaglianti sorrisi.

Sakura si colpì la fronte con il palmo della mano.
E menomale che l’avrebbe menato pur di difendere la sua amica.

Solo allora Sasuke parve notarla.

“Ah. Ciao anche a te”

Come se la conversazione fosse finita e, in barba a tutte le buone maniere, le superò entrambe intimando a Sakura di non perdere altro tempo.

“Prima o poi mi farà impazzire!” fu il commento esasperato di quest’ultima mentre l’altra giovine le volgeva uno sguardo comprensivo.



Per l’ennesima volta passarono davanti al grande portone di pietra che recintava le abitazioni di Konoha.

Sullo sfondo due vedette, medicate di tutto punto, divennero d’improvviso super indaffarate con una quantità improbabile di fogli sbucati da chissà dove, pur di non incrociare di nuovo lo sguardo di quella svitata che li aveva quasi mandati all’ospedale.

“Sbaglio o quei due hanno paura di te?”

Gli occhi indagatori dell’Uchiha si posarono sulle povere vittime che, di spalle, non osavano girarsi.

“Uhm? No, non li conosco neanche”

Con un risolino angelico cercò di dimostrare la sua innocenza.

“E ora dove si va?”  chiese poi guardandolo con i suoi grandi occhi verdi.

“Adesso andiamo a trovare una certa persona”.
 
     


                                                                                                                                                                                  To be continued……….
 


 
ANGOLO DELL’AUTRICE:

Ho tardato un po' a postare questo capitolo perché volevo assolutamente farci rientrare anche la parti di Karin.. tuttavia lo scenario deve cambiare, quindi per motivi puramente letterari dovremo aspettare per forza il prossimo capitolo ( ma non oltre promesso!)
 
Ringrazio di nuovo ECO89 sasuxsaku e Saku88s che mi fanno venire voglia di aggiornare questa fic per non deluderle e Morella per la recensione!
 
Saku88s: ehehehh, ti assicuro che Karin non ne sarà per niente felice! Non vedo l’ora di scrivere quella parte! Per quanto riguarda l’IC, io credo che neanche gli scrittori di Naruto abbiano compreso davvero la psicologia di Sasuke.. alla fine è un essere umano, è assolutamente in grado di amare e quando prova dei sentimenti spesso non riesce nemmeno a tenerseli dentro (vedi con Itachi), non è affatto così freddo come ce lo presentano!

ECO89 sasuxsaku: Si nello scorso capitolo Sakura ha usato la stessa tecnica che usò per Kankuro e si, resta sempre l’eterna innamorata, anche se così non va da nessuna parte
Una lavata di testa al nostro bel ghiacciolo io gliela farei, così magari abbassa un po' la cresta ahah nel prossimo capitolo ci infilo Karin eheh
 
Morella: si, purtroppo i missing moments sono così tanti che a me fa quasi rabbia quando si concentrano sui naruto e hinata o addirittura sulla scena in cui Sai ed Ino si tengono per mano e non danno spazio alla coppia per eccellenza! La mia idea è che Kishimoto abbia paura dei fans dato che la maggior parte di loro odia Sakura e non voglia “contaminare” il personaggio di Sasuke. Poi può darsi che mi sbaglio…per questo rimedieremo! è.è con fanfic più IC di quelle che potrebbero scrivere stesso loro! (ahah o almeno ci proviamo)
 
 
See you soon,
Newmoon
 
 
 

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Capitolo 4
*** Orochimaru ***


I'm back

Capitolo 4


Sakura saltò sul centesimo, forse millesimo, ramo di quella giornata; aveva seguito Sasuke senza fare domande su dove stessero andando ma dopo ore di cammino le forze iniziavano ad abbandonarla.

 “Sasuke-kun.. manca ancora molto?” azzardò con voce flebile, sperando di non infastidirlo.

“Cosa c’è, Sakura? Sei stanca?” questa frase risuonò alle sue orecchie come uno scherno.  “Puoi anche fermarti qui ed aspettarmi sei vuoi”

Assolutamente no! Anche se tutte le parti del suo corpo gridavano pietà, non si sarebbe mai più mostrata debole davanti a lui e non sarebbe più rimasta indietro rispetto a lui e a Naruto.

“Non sono stanca” mentì “ero semplicemente curiosa di sapere dove siamo diretti”
Parlò con tono fermo, cercando di risultare convincente.

Sasuke sorrise impercettibilmente senza voltarsi.

“Lo scoprirai presto allora” 

Le suole delle sue scarpe atterrarono sul legno di un possente arbusto per poi alzarsi rapide, dirette verso il prossimo obiettivo.

Erano quasi le cinque del pomeriggio; il sole nel cielo si apprestava a tramontare oltre l’orizzonte, inondando il paesaggio e i suoi abitanti di un’accecante luce color arancio che segnava la fine di un’altra giornata.

Un cumulo di foglie ai piedi di una piccola montagna veniva sospinto dal vento, rivelando a tratti l’ingresso di un rifugio volutamente tenuto segreto.

Sasuke scese ai piedi dell’altura, invitando la compagna a fare lo stesso.

“Siamo arrivati”

Sakura sorrise soddisfatta: ce l’aveva fatta, non aveva mollato!

“Dove siamo?”  guardandosi intorno cercò invano qualche riferimento che le risultasse familiare ma con scarsi risultati.

“Questo è uno dei covi di Orochimaru. Seguimi, entriamo”

La rosa non riuscì a nascondere la sorpresa: cosa voleva Sasuke da Orochimaru?
Aveva davvero intenzione di entrare nel nascondiglio del pericolosissimo nunkenin che aveva assassinato il terzo Hokage e messo a soqquadro Konoha come se niente fosse?

“Aspetta, Saske-kun!”

Provò invano a fermarlo ma l’Uchiha, come era solito fare, si era già avviato senza attendere altre opinioni.

“Shannarooo”
 
******
L’interno della grotta era lugubre ed umido, reso ancor più tetro da piccole goccioline d’acqua che ritmicamente si staccavano dal soffitto andando a ticchettare sul pavimento.

Sasuke camminava con passo sicuro a qualche metro di distanza mentre lei si guardava intorno intimorita: quel posto faceva davvero paura!

“Chi va là?”

Una voce la fece sobbalzare.
Divaricò le gambe preparandosi ad un eventuale corpo a corpo mentre una cadenza regolare di passi annunciava che qualcuno si stava avvicinando.

“Ohi, Saske! Ma sei davvero tu?”

Un’esile figura che reggeva una torcia infuocata comparve dalle tenebre.

“Suigestu”
Loquace come al solito, il moro si era limitato a pronunciare il nome del nuovo arrivato, facendo presagire che si trattasse di un suo conoscente.

Sakura lo guardò meglio; era sicura di già visto, forse durante la quarta grande guerra ninja, doveva essere uno dei membri del team taka.

“Cosa ci fai qui?” indagò il nuovo arrivato, allungandosi oltre la spalla dell’Uchiha per osservare meglio la ragazza che era rimasta indietro.

“E lei chi è?” gli chiese poi indicando la rosa con una certa curiosità.

Sakura restò spiazzata. Cosa gli avrebbe risposto Sasuke? Chi era lei adesso per lui?
Cosa significavano davvero quel gesto sulla fronte e il fatto che era tornato a prenderla?

“Una mia ex compagna di squadra”

Una risposta pronta, senza necessità di pensarci. Beh, cosa altro si aspettava da uno come lui?
In fondo aveva ragione, loro erano solo ex compagni di squadra.

Suigetsu le si avvicinò, continuando a squadrarla come se fosse stata un alieno, fin quando la voce del compagno non la salvò da quella imbarazzante situazione.

“Non perdiamoci in chiacchiere, portami da Orochimaru!” sembrava più un ordine che una richiesta.

“Ehi! Ogni volta che vieni qui ti metti a fare il padrone, datti una calmata amico”

Leggermente irritato ma troppo annoiato per fare storie, il ragazzo acconsentì, invitandoli a seguirlo attraverso una serie infinita di labirintici cunicoli fino a giungere davanti ad una grossa ed anonima porta bianca.

 “Ecco a voi signori, siamo arrivati”

Con finto perbenismo spinse vigorosamente le pesanti ante che si aprirono mostrando agli ospiti un’anticamera color verde ospedale, arredata solo da una specie di divano, un armadio e qualche scaffale pieno di libri e scartoffie.

“Aspettatemi qui, vado a chiamarlo”
 
********
La luce bianca del neon, il particolare colore delle pareti e il silenzio di Sasuke, seduto accanto a lei con gli occhi chiusi, rendevano tutto ancora più surreale.

Sakura si girò verso l’ingresso: da lì a breve sarebbe entrato lo spaventoso ninja dalle viscide sembianze.
Rabbrividì al solo pensiero.

“Sasukeeeeee sei quiii?!!”

Una voce stridula richiamò l’attenzione dei presenti.
Sasuke non si mosse, restando nel suo stato di apparente meditazione, quando l’enorme porta si spalancò ed una ragazza dai lunghi capelli rossi gli si fiondò addosso con poco riguardo.

 “Ho sentito da Suigetsu che eri qui! Sei passato a salutarmiiii?”

Mentre parlava, la giovine si era appigliata all’unico braccio di Sasuke, strusciandocisi sopra in un modo a dir poco vergognoso.

Una vena iniziò a pulsare sull’ampia fronte di Sakura mentre la mano destra si stringeva involontariamente in un pugno.

Ma come si permetteva di buttarsi addosso a Sasuke in quel modo?
Con lei davanti, per giunta! Dove aveva lasciato la dignità?!

Solo allora Karin si accorse della sua presenza.

Tornando improvvisamente seria, si sistemò gli occhiali sul naso senza mai lasciare il braccio del ragazzo.

“Ah. Vedo che ci sei anche tu.”

Si erano conosciute quella volta sul ponte e la rossa aveva avuto modo di apprendere di non essere l’unica ad essere così interessata all’Uchiha.
D’ improvviso un terrificante pensiero balneò nella sua mente.

“Sasuke… perché sei con lei? Non mi dire che è la tua ragazza adesso?”

Sasuke non rispose.

Karin sgranò gli occhi.

“Sasuke perché non rispondi?” l’Uzumaki pronunciò queste parole con un brivido di terrore, come se l’intero pianeta fosse sul punto di esplodere “Che cosa significa questo?”

Sakura lo guardava incredula. Perché non rispondeva? Con Suigestu non aveva esitato a definirla un “ex compagna di squadra”.
Che volesse solo togliersi quella rompiscatole da torno usando lei come arma?

Continuando a non ricevere risposta, l’ex membro del team taka spostò il suo sguardo sull’oggetto della discussione, iniziando a squadrare la rosa da capo a piedi.

 “Sasuke ma come può piacerti una come quella?”

Le orecchie di Sakura si drizzarono. Cosa stava insinuando?

“Non ha neanche le forme!”

Adesso basta. Piatta a chi? Stava davvero esagerando.

“Perché, scusa, tu invece porti una quarta di reggiseno, miss occhialuta?”

Sbam. Ora Karin era davvero infuriata.

“Ragazzi c’è da aspettare qualche secondo, Orochimaru sama è un attimo impegn-“

Suigetsu era tornato per avvisare che ci sarebbe stato da attendere quando fu fulminato dallo sguardo delle due donne furiose.

“Ehm..Cosa sta succedendo?” chiese lo spadaccino prevedendo guai.

Sasuke si alzò con nonchalance, sottraendosi all’ira delle due fanciulle che si trovarono pericolosamente faccia a faccia.

“Ma la vedi che fronte enorme che hai? Non ti vergogni a girare così?”

Nell’ira della conversazione, Karin tirò un libro in faccia a Suigetsu che si trasformò in limpida acqua schizzante.

Sakura si alzò per rimarcare la sua supremazia.

“Tsk, si vede che non ti sei mai guardata allo specchio, cara! Da quanto tempo non ti lavi i capelli? Sono tutti arruffati e scombinati, come pensi che Sasuke possa anche solo guardarti?”

Karin si sentì colpita nell’orgoglio.

Si alzò violentemente, andando verso Suigetsu che cercava invano di indietreggiare.

“MA COME TI PERMETTIIIIIIIIII??”

I suoi violenti pugni venivano attuiti dagli zampilli dell’acqua nella quale il povero malcapitato si era trasformato per sfuggire agli urti.

“IO TI DISINTEGRO BRUTTA STRONZA, PROVA A RIPETERE QUELLO CHE HAI DETTO SE HAI IL CORAGGIO”

Lontano dalla scena, Sasuke Uchiha avvertì qualcosa di viscido accarezzargli l’orecchio sinistro; aprendo gli occhi di scatto poté notare con orrore che si trattava della lunga lingua di Orochimaru che, silenzioso come un felino, era posizionato a meno di un centimetro da lui cingendogli le spalle in una specie di strano abbraccio.

 “O-Orochimaru-sama!” avvertita la presenza del suo superiore, Karin bloccò a mezz’aria il pugno rivolto al compagno che ormai giaceva a terra in una pozza d’acqua.

“Smettetela di litigare voi due, tanto Sasuke me lo prendo io”

Ci fu un momento di pausa nella stanza, poi la ninja sensitiva continuò:
“Cosa?? Non mi dica che vuole provarci anche lei con Sasuke, Orochimaru-sama?! Contro di lei non avrei nessuna speranza!”

Sasuke non commentò ma Sakura poté chiaramente notare nei suoi occhi un’espressione di disgusto.

“Ahaha” la sonora risata del ninja leggendario ruppe l’atmosfera di imbarazzo che si era creata.

“E chi lo sa..”

Così dicendo fece pressione sul braccio che circondava il collo di Sasuke, costringendolo così a girarsi e a seguirlo verso l’ingresso del suo studio.

 “In fondo, una volta volevo anch’io il suo corpo”

Le due figure si incamminarono, sparendo nell’oscurità, mentre la porta si chiudeva alle loro spalle lasciando i presenti increduli.
 
***
“Toglimi queste manacce di dosso!” appena la porta si fu chiusa, Sasuke si scostò violentemente da quello che poteva essere chiamato il suo maestro.

 “Su, non fare così. In fondo ti ho salvato da una situazione spiacevole, no?” Il nunkenin sorrise divertito.

“Tsk!” Sasuke si allontanò ulteriormente da lui, palesemente infastidito.  

“In ogni caso...”  la voce dell’androgino divenne sibilante “..hai quello che cercavo?”

Senza farselo ripetere, il ninja mise la mano nella maglia estraendo una bustina di plastica contenente il fiore che aveva raccolto con Sakura.

“Eccellente” gli occhi gialli divennero bramosi mentre Orochimaru afferrava con cura quel prezioso tesoro e lo posizionava sotto la lente di un microscopio.

“Questo stupido fiore mi è costato un sacco di problemi” gli comunicò l’Uchiha con fare rancoroso.

“Che succede Sasuke-kun?” chiese l’altro senza distogliere lo sguardo dal microscopio con il quale era intento ad osservare il suo pregiato bottino.

“Per colpa tua e di quell’affare ho dei formicolii al braccio che non vanno via”

“Uh?” la questione sembrò attirare l’attenzione del suo interlocutore che, alzatosi, gli si avvicinò senza indugio per afferrargli il polso e scorgere un piccolo segno violaceo all’altezza del pollice.

“Devi aver toccato qualcosa di velenoso” decretò quindi.

“Ma non preoccuparti, posso prepararti un antidoto anche se mi ci vorranno almeno 24-48 ore. Nel frattempo tu e la tua amica potrete stare qui, abbiamo un sacco di stanza libere, in fondo!”

****
Sakura e Karin si stavano studiando con lo sguardo mentre Suigetsu pregava che qualcuno arrivasse a salvarlo da quella bruttissima situazione nella quale si era cacciato.

“Quindi Suigetsu, secondo te chi è più bella tra noi?” gli chiese d’un tratto Karin senza distogliere gli occhi dall’avversaria.

Suigetsu deglutì. Cosa aveva fatto di male per meritarsi questo?

“È inutile che cerchi il supporto del tuo amico, BEFANA. Non ti conviene metterti contro di me, potrei ridurti a brandelli” la ammonì Sakura sfoggiando il pugno con fare minaccioso.

“Questo è davvero troppo! Se vuoi una rissa, eccoti accontentata!” Karin fece per colpire Sakura, già pronta a parare il suo colpo, quando una salda presa le afferrò l’avambraccio.

La porta si era aperta e Sasuke ed Orochimaru erano rientrati in stanza.

“Karin, basta così. Sakura, andiamo”

Dopo aver lasciato la presa, il ragazzo si diresse verso l’uscita seguito a ruota dalla rosa, trionfante, mentre l’altra si accasciava al suolo con fare melodrammatico.

“Sasuke che vuol dire questooo??”

Le urla rimbombavano nel corridoio mentre Sakura, al fianco di Sasuke, sorrideva mimando con il braccio un’espressione di vittoria.
Uno a zero per me, befana!

Dopo pochi minuti di indugio, i due ninja di Konoha furono raggiunti da un affannato Suigestu che armeggiava con un grosso mazzo di chiavi in ottone.

 “Scusate l’attesa ragazzi ma non è stato facile sfuggire a Karin...è molto provata, dovresti parlarci, Sasuke”

“Uhmpf”

 “… Orochimaru-sama mi ha detto che resterete qui per un po’! Vi accompagno subito alle stanze”

Sakura lo guardò esterrefatta. Quando avevano deciso di restare? Perché Sasuke non ne aveva parlato anche con lei? Era mai possibile che contasse così poco per lui da non coinvolgerla neanche nelle decisioni che la riguardavano in prima persona?

Percorsero un enorme corridoio illuminato da centinaia di torce disposte sulle pareti e costernato di un’infinità di porte, tutte perfettamente identiche. Come le riconoscevano esattamente?

 “Allora questa è la tua stanza… Sakura, giusto?” l’albino si fermò davanti ad una delle tante entrate, inserendo nella serratura una chiave leggermente arrugginita.
“Mentre tu, Sasuke, puoi stare qui” disse poi rivolgendosi all’altro ed indicando una stanza poco distante.

“Grazie, Suigestu, puoi andare” lo congedò il moro.

“Ah, la ringrazio per il suo buon cuore nel lasciarmi andare, padrone” ironizzò, mentre si allontanava chiedendosi quanto tempo ancora sarebbe passato prima che Sasuke si rendesse conto che lui e gli altri non erano al suo servizio.

Dal canto suo, Sakura ridacchiò sotto i baffi: in fondo quel Suigetsu le stava simpatico, a tratti le ricordava anche un po' Naruto!

Poggiò la mano sulla maniglia della sua porta per aprirla quando un’altra mano si poggiò sulla sua.

Si girò arrossendo violentemente dopo aver realizzato che il proprietario di quella mano era il suo ex compagno di squadra.

“Sa-su..” non fece in tempo a terminare il suo nome che lui ribatté.

“Non è sicuro per te stare qui stanotte. Conoscendo Karin, scommetto che vorrà vendicarsi”

Ah. La stava solo mettendo in guardia.

Sasuke si allontanò da lei ed inserì la sua chiave nella serratura, spalancando la porta della sua stanza.

“Staremo tutti e due qui, sempre che tu lo voglia ovviamente.”

Stava forse sognando? Dormire nella stessa stanza di Sasuke?
Calma. Non doveva farsi vedere agitata, doveva dimostrargli che era cambiata e che era una persona forte ora.

Attese qualche minuto dopo che Sasuke fu entrato, dopodiché si decise a varcare l’uscio.

Era una stanza abbastanza grande, completamente in legno; dall’ingresso si poteva vedere un letto matrimoniale accostato alla parete frontale, un grosso armadio posizionato sulla sinistra e un gigantesco tappeto di pelle verde.

Sulla destra c’erano un tavolo e due sedie, su una delle quali Sasuke aveva ordinatamente riposto il suo mantello prima che lei entrasse.
Si ritrovò a fissarlo mentre gli rivolgeva il quesito che si era imposta di chiedergli.

“Perché hai deciso di fermarti qui, Sasuke-kun?”

Non ottenne risposta se non una galantissima voltata di spalle dopo la quale il suo compagno andò a stendersi sul letto con noncuranza.
Come poteva essere così strafottente?

 “Saske-kun, per favore, rispondimi!”

Aveva tutto il diritto di sapere perché erano lì, così come aveva il diritto di essere presa in considerazione nelle sue scelte egoistiche.
Strinse i pugni ed iniziò a tremare dalla rabbia.
Avrebbe preferito rischiare di farsi uccidere nel sonno da Karin quella notte, piuttosto che restare a parlare con i muri!

Sì girò con delusione, appoggiando la fronte alla grossa porta di legno e la spinse per aprirla appena.

“Cosa sono io per te, Sasuke-kun?”

Fu un pensiero ad alta voce, una domanda che la ossessionava da anni e che non aveva ancora trovato il coraggio di porgli.

“Ascolta, Sakura”

Quella voce, così roca ed inaspettata le bloccò il respiro.
Si girò, sperando di non incontrare i suoi occhi.

“È così importante per te sapere ciò che siamo?”

Siamo? Stava parlando di loro due al plurale?
Certo che era importante! Doveva sapere se stava continuando ad illudersi, se lui la vedeva solo come una buona amica, se era lì per mantenere una promessa fatta in un momento di euforia o perché c’era dell’altro.

“..ed è così difficile per te dirmi ciò che siamo?”

Perché non poteva parlarle chiaramente? In fondo, in passato era stato molto chiaro nel farle capire che non era interessato a lei; poteva farlo anche stavolta, così si sarebbe messa l’animo in pace. O forse no.

“Sì”

Una risposta semplice, chiara e sincera come l’animo di quel ragazzino altruista di cui si era innamorata.
Lui pensava a loro ma non riusciva ad etichettare quella strana relazione che avevano, forse perché non aveva ben chiari i suoi sentimenti verso di lei.

“Come ti ho già detto una volta, non ho intenzione di giocare ai fidanzatini”

Ricordava perfettamente quando glielo aveva detto e sapeva perfettamente che da Sasuke non avrebbe potuto aspettarsi la relazione che poteva avere con Naruto o con una persona qualunque ma a lei non importava. Lei voleva solo ed esclusivamente lui.

“Dimmi solo una cosa, Sasuke-kun..”

Raccolse ancora una volta tutto il coraggio che aveva.

“Dimmi solo…se io sono importante per te”

Seguirono interminabili minuti di silenzio dove si diede mentalmente della stupida per avergli fatto una domanda così pesante.
Voleva farlo scappare e farsi abbandonare in quel posto così poco raccomandabile?

Sorrise amaramente e si apprestò a spegnere la luce per poi andare a posizionarsi nella sua parte di letto. Come avrebbe potuto dormire quella notte?

“Sì”

Si girò verso la sua figura, avvolta dalla penombra.

Sì, era importante per lui. Lo aveva supposto dalle attenzioni che riservava solo a lei, se lo era sentita dire centinaia di volte da Naruto e del maestro Kakashi ma sentirlo uscire dalle sue labbra era la conferma che aveva cercato per tutto questo tempo.

“Grazie Sasuke-kun..”

Sorrise di nuovo, stavolta era un sorriso dolce riservato alle sue spalle eppure, anche se lui era di schiena, ebbe l’impressione che fosse riuscito a vederlo.


To be continued.....

Angolo dell'autrice: 
Grazie a questa quarantena forzata ho trovato il tempo di pubblicare il prossimo capitolo! Ed ecco che come promesso entra in giro Karin eheh
Dal prossimo capitolo potrei essere costretta ad alzare il raiting al rosso..

Ringrazio tutti quelli che hanno commentato e che seguono la storia!

PS: ditemi se volete che metta una dimensione maggiore del formato per rendere più agevole la lettura o se secondo voi sono necessari più o meno spazi mmmh..


See you soon,
Newmoon

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Capitolo 5
*** Karin ***


I'm back

Capitolo 5


“Gliela faccio vedere io a quella sporca ruba-fidanzati, così impara a prendersi gioco di me!”

Karin era su tutte le furie. Armata di fumogeni e gas soporiferi si stava dirigendo verso la stanza di Sakura, con l’intenzione di fargliela pagare. 

Giunta al suo obiettivo, tese l’orecchio per ascoltare qualsiasi rumore potesse darle indicazioni sulla posizione della sua avversaria. Ma non udì nulla.

Le sue doti di ninja sensitivo le stavano suggerendo che quell’assenza non presagiva nulla di buono.
In preda al panico, spalancò la porta della stanza che era stata assegnata alla ninja di Konoha per accorgersi, con grande sgomento, che all’interno non ospitava nessuno. Ed era intatta.

“AAAAAAAAAAAAA”
Un urlo di disperazione squarciò la quiete del segretissimo nascondiglio di Orochimaru.

“COM’E’ POTUTO SUCCEDEREE? PERCHEEEE’? PERCHEEEE’?”
“Karin, che succede? Perché stai urlando?” ipotizzando già il motivo di quella disperazione, Suigetsu era corso in soccorso dell’amica.

“SASUKE STA DORMENDO CON QUELLA STREGAAA!! COS’HA LEI PIU’ DI ME??”
Con queste parole si fiondò addosso al suo sconcertato amico, ormai più che abituato a sceneggiate simili.
 
***
“Uhm..cos’è questo baccano, Sasuke-kun?”
Sakura fu risvegliata da molesti schiamazzi provenienti dal corridoio.

Si mise dritta con la schiena con l’intento di scendere dal letto per andare a controllare quando il moro, che giaceva sdraiato affianco a lei, la bloccò afferrandola per il polso.

“Sono Suigetsu e Karin che fanno il solito chiasso, torna a dormire”

Lo guardò. Era in stato di dormiveglia, ad un centimetro da lei, eppure non si erano nemmeno sfiorati.
“V-va bene...sarà come dici tu, Sasuke-kun”

Lo osservò darle nuovamente la schiena.

Sei importante per me.
Quelle parole, così semplici e pure come il suo cuore, non le avrebbe mai dimenticate.

Si sdraiò piano, contemplando la sua immagine nell’ombra.
Fu allora che decise di avvicinarsi, giusto un poco, se gli avesse dato fastidio lui glielo avrebbe detto e lei si sarebbe spostata.

Gli cinse timidamente la vita con un braccio e lo sentì irrigidirsi al contatto.

“Cosa fai, Sakura?”
Quella frase la fece sentire in difetto, come se avesse violato qualche legge, superato qualche confine oltre cui non doveva andare. Ma adesso che era giunta fino a quel punto, doveva mostrarsi coraggiosa e non tirarsi indietro.

“Se ti da fastidio, mi sposto”

Restarono così per attimi che parvero infiniti, fin quando l’Uchiha non si girò di botto, afferrandole la mano e rischiando di farle prendere un infarto.

“Non toccarmi o non riuscirò a trattenermi”
“Eh?”

Che cosa significava esattamente quello che aveva appena sentito? Aveva capito bene? Allora anche lui era un maschio sotto sotto.

Sakura non era una ragazza realmente maliziosa ma era molto intelligente; era la prima della classe, una dei migliori ninja medico di tutti i tempi e le sue capacità intellettive erano riconosciute da tutti, Sasuke compreso.

Non fermarsi avrebbe significato giungere a quel punto ma Sasuke non lo avrebbe mai fatto senza esserne pienamente convinto, su questo ci avrebbe messo la mano sul fuoco.

Quindi spingersi in fondo poteva significare, per lei, avere la certezza che fosse importante non come un’amica può esserlo, ma in un altro senso.
E poi erano anni che passava le giornate a fantasticare su questa cosa, che diavolo.

Mentre lui le teneva ancora bloccata la mano sinistra, mosse istintivamente la destra per accarezzargli prima il volto, poi il collo e infine il petto.
Lo sentì digrignare i denti.

“Sei sicura di quello che fai?”
Le domandò ancora una volta.
“Sì”

Non aspettò che rispondesse.
Le labbra di Sakura si intrecciarono con quelle dell’unico ragazzo che avesse mai amato e che ora era lì, davanti a lei, nella penombra di un posto del tutto inusuale.

Sasuke non rispose al bacio ma non si spostò.
Poteva sentire il suo respiro diventare sempre più affannoso e doveva ammettere che non le dispiaceva affatto.

Scese con la mano sotto la sua maglietta, indecisa se osare così tanto o lasciar perdere.
Fu un attimo.

Sasuke era sopra di lei e le aveva completamente strappato la maglia.


Continua...



*****
Perdonatemi per il capitolo un pò breve.. questo capitolo era già stato scritto e lo tenevo nel pc per pubblicarlo, oggi l'ho trovato e mi sembrava uno spreco che rimanesse così, perso tra i file
Spero di tornare a scrivere questa storia, avevo molte idee per i prossimi capitoli.
Enjoy it


See you soon,
Newmoon
 

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