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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Obiettivo superfurto: Supereroe VS Ladro gentiluomo *** Capitolo 2: *** A volte la magia può avere risultati… imprevisti! *** Capitolo 3: *** Si parte alla ricerca delle Sette Sfere del Drago! *** Capitolo 4: *** Un insospettabile dolce incontro *** Capitolo 5: *** Guardare aldilà del solito *** Capitolo 6: *** Epiloghi dall’altro mondo *** Capitolo 7: *** Ritorno dal futuro *** Capitolo 8: *** Guai divini ***
Capitolo 1 *** Obiettivo superfurto: Supereroe VS Ladro gentiluomo ***
Un'amicizia tra esibizionisti - Capitolo 1
E finalmente eccomi qui con una fanfiction crossover tra due fandom che
finora ho solo sfiorato in altre storie.
Ebbene sì: questa storia sarà un crossover tra Dragon
Ball Z e Magic Kaito 1412!
Inizialmente era previsto solo il primo capitolo, tanto che la prima
versione del titolo era banalmente “Kaito Kid VS Great
Sayaman” (ero reduce dalla visione di “Batman V
Superman” XD). Poi, una volta finita, non ero soddisfatto…
e così ho scritto tutta una seconda parte, fino a farla
diventare una fanfiction di sette capitoli. Non è una storia
seria come le altre che ho scritto finora, è più comica
che altro. Spero che il risultato sia di vostro gradimento
ù.ù
(Non ci dovrebbero essere spoiler, giusto qualche riferimento implicito
agli ultimi episodi/capitoli di Kaito Kid e al secondo crossover tra
Lupin III e Detective Conan)
“Resta fermo
Kaito!” Urlò Aoko, alzando la scopa che teneva tra le mani
e cercando di colpire il compagno di classe e vicino di casa, che per
tutta risposta abbassò la testa all’indietro, riuscendo
così ad evitare il colpo.
“Sbaglierò, ma oggi mi sembri più violenta del
solito.” La prese in giro lui, scansandosi giusto in tempo per
evitare una sedia che volò fuori dalla finestra dell’aula.
“Non sarà per il fatto che Kaito Kid ha, ancora una volta,
superato i piani di cattura di tuo padre?”
“Quell’imbroglione ha barato, come al solito!”
“Kuroba… Nakamori… io starei cercando di fare
lezione…” Sospirò esasperata l’insegnante di
matematica, mentre gli altri studenti ridevano per la oramai scenata
giornaliera tra i due.
“Scusi professoressa!” Esclamarono i due studenti, senza
tuttavia smettere il battibecco.
“Non è colpa mia se Aoko non ammette che suo padre non
è in grado di catturare Kid. Però a parte lui, non si
è lasciato scappare nessun ladro. Giusto Lupin III, ma lui non
è mai stato preso da nessuno.”
A quello Aoko si fermò, sospirando.
“Su questo hai ragione, quell’altro criminale ha procurato
non pochi guai a mio padre. E anche a quel ragazzino… Come che
si chiama?”
“Edogawa Conan.” Rispose Saguru. “Non si è
ancora ripreso del tutto dalle ferite. Dopotutto gli hanno sparato e
subito dopo si è ritrovato a saltare giù da un aereo che
poi è esploso. Lupin gli avrà pure salvato la vita,
però non poteva di certo guarirlo.”
Kaito annuì mentalmente, mentre sorrideva e chiedendosi come il
famoso ladro internazionale avesse preso la sua piccola vendetta per
aver usato il suo volto.
“Ad ogni modo, mio padre ha finalmente capito che effettivamente
non può farcela da solo contro Kid.” Continuò Aoko,
attirando l’attenzione di tutta la classe.
“Davvero?” Fece un sorpreso Kaito, mentre anche Akako
guardava incuriosita i due.
“Già. Per questo dopo il suo ultimo annuncio di furto, mio
padre ha accettato l’aiuto di una persona esterna, che si
è offerta personalmente per catturare Kid.”
“E di chi si tratta? Dell’ennesimo detective proveniente
dall’altra parte del pianeta? Abbiamo già Saguru per quel
ruolo.”
“E tu quanto la finirai, Kid?”
“Per l’ultima volta, non sono io. Anche se modestamente
credo di potergli dare del filo da torcere per quanto riguarda
l’abilità.”
“Non si tratta di un detective.” Rispose Aoko, ignorando il
litigio dei due amici. “Mio padre non mi ha detto molto, solo che
si tratta di qualcuno per cui sarà impossibile non prendere Kid.
Pare che finora non si sia lasciato sfuggire uno solo dei criminali che
ha avuto di fronte, e questi sono stati tutti catturati nel giro di
pochi secondi. Inoltre dice che ha sventato rapine di ogni genere,
comprese quelle con bombe e sparatorie.”
“E chi sarebbe questo tizio, Superman?”
“In quel caso allora Kaito Kid sarebbe Batman?” Chiese uno dei loro
compagni, per poi voltarsi verso Saguru, che fece un colpo di tosse.
“Beh, anche se si dovesse trattare di Superman, Kid si
limiterebbe a tirare fuori la kryptonite. Quel ladro non teme
nessuno.” Ridacchiò Kuroba.
Al suono della campanella, tutti cominciarono ad uscire, tranne Kaito,
che venne fermato da Akako.
“Che vuoi?” Chiese lui, cominciando a chiedersi se doveva
temere un altro attacco da parte della strega.
“Il Dragon Eye che vuoi
rubare…” Cominciò lei, dopo essersi assicurata che
nessuno potesse sentirli. “Lascialo perdere.”
“Eh?”
“Se andrai a rubarlo, stavolta non ne uscirai libero. Anche i
miei poteri tremano di fronte a ciò che sta per
succedere… è come se un demone ti stesse aspettando per
prenderti. E credimi, io so bene di cosa sono capaci. Dopotutto, li ho
già sfruttati più volte anche contro di te.”
Kaito sorrise. “Se bastasse quello a fermare Kid, sarebbe una
delusione, no? Inoltre non si è mai tirato indietro dopo aver
annunciato un furto. E anche se dovesse affrontare il re dei demoni,
suo figlio, il suo allievo o quello che vuoi, riuscirà sempre a
vincere.”
Akako sospirò mentre veniva superata dal compagno di classe.
“Poi non ti lamentare quando verrai preso. Io ti ho
avvertito.” “E ti ringrazio per questo, ma
non posso mollare alla prima difficoltà.”
Pensò Kuroba. “E poi,
quanto potrà mai essere davvero pericoloso questo tipo? Non
sappiamo nemmeno chi è.”
Kaito non dovette attendere molto per avere la risposta.
Era a cena come al solito da Aoko, quando il programma televisivo che
stavano guardando venne interrotto da un’edizione speciale del
telegiornale.
“Uh? Che succede adesso?” Domandò Kaito, finendo di
mangiare la sua porzione di ramen, mentre anche l’amica si
voltava verso la tv, che mostrò subito suo padre.
A veder ciò il ragazzo sospirò mentalmente. Era solo la
classica risposta della polizia al suo ultimo annuncio. Tuttavia, il
sorriso che stavolta l’ispettore Nakamori stava mostrando lo
incuriosì. Sembrava ancora più sicuro del solito.
“Kaito Kid, so che mi stai ascoltando!” Cominciò
lui, alzando un dito verso la telecamera. “Questa volta non avrai
nessun scampo!”
“Vuoi vedere che mio padre rivelerà a tutti il suo
misterioso nuovo aiutante?” Fece Aoko.
“Per troppo tempo hai preso in giro le forze di polizia, ed
è giunta l’ora che tu venga fermato definitivamente! Per
questo, in via del tutto eccezionale, abbiamo accettato l’aiuto
di un civile, il quale tuttavia ci ha dimostrato di poterti prendere
senza alcuna difficoltà!”
“Dov’è questa persona, ispettore Nakamori?”
Chiese un giornalista.
“Già, vediamo questo Superman.” Lo prese in giro
Kaito, cominciando a bere un sorso d’acqua.
Tuttavia si fermò a metà sorso quando l’ispettore
fece un ghigno, per poi indicare sopra di lui.
Immediatamente la telecamera si spostò, inquadrando una persona
che indossava una tuta nera coperta da un gilet verde, con un vistoso
mantello rosso che svolazzava dietro di lui e un casco arancione a
coprirgli il volto, lasciando libera solo la bocca.
Ma la cosa incredibile era il fatto che si trovava a una decina di
metri d’altezza, sospeso nel vuoto.
A vedere ciò Kaito sputò immediatamente l’acqua,
sgranando gli occhi.
“Cosa?!” Esclamò assieme all’amica
d’infanzia, mentre la persona indicata da Nakamori
cominciò a scendere verso terra, atterrando al suo fianco.
Immediatamente, fece un giro su se stesso, per poi fermarsi in una posa
ridicola con una mano che indicava verso l’alto.
“Io sono Great Sayaman!” Urlò, con una voce
chiaramente falsa.
“Non ci credo… mio padre ha preso un buffone per catturare
un buffone…” Mormorò incredula Aoko, mentre Kaito
tirava un sospiro di sollievo. Era un vecchio trucco, lui stesso lo
aveva usato in passato.
“Sì, so cosa state pesando.” Intervenne
l’ispettore Nakamori, ridacchiando, per poi tornare serio.
“Ma non si tratta di un trucco come quello usato da Kid! Questo
ragazzo è realmente in grado di volare! E non solo!”
“Ispettore.” Lo interruppe Great Sayaman, sorridendo.
“Credo sia meglio fargli vedere una dimostrazione delle mie
capacità.
“Oh, buona idea.” Ammise lui, per poi allontanarsi di
qualche metro, mentre di fronte a lui una decina di poliziotti
cominciò a caricare la proprio pistola, per poi puntarla contro
il tizio mascherato.
“Che cosa vogliono fare?!” Esclamò Kaito, per la
prima volta preoccupato.
“Al mio tre, cominciate a fare fuoco.” Ordinò
l’ispettore, provocando subito l’agitazione tra i presenti,
mentre il ragazzo rimase fermo al suo posto, incrociando le braccia.
“Ispettore, che cosa-”
“Uno… due… tre!” Urlò Nakamori,
ignorando la domanda del giornalista.
Immediatamente una raffica di proiettili investi il ragazzo, che
continuò a restare al suo posto, incurante dei colpi che stava
ricevendo.
Dopo una decina di secondi, i poliziotti si fermarono.
Con lo stupore di tutti i presenti, Great Sayaman era uscito
perfettamente incolume.
E con una sorpresa ancora maggiore, tutti potevano vedere chiaramente i
proiettili a terra, tutti schiacciati su se stessi.
In più, come bonus, Great Sayaman aprì una mano,
lasciando cadere a terra altri cinque proiettili, anch’essi
schiacciati.
“Come potete vedere, sono perfettamente in grado di resistere ai
proiettili. Oltre al fatto…”
E mentre diceva ciò si diresse verso un lampione, afferrandolo
con una mano. Poi, come se fosse stato un filo d’erba, lo
sradicò dall’asfalto, per poi piegarlo e fare un nodo con
esso, lasciandolo infine cadere a terra, facendo sentire chiaramente il
rumore del metallo contro il cemento.
“Solitamente sono contrario a mostrare la mia forza senza motivo,
ma per questa volta ho deciso di non nascondermi. Questo Kaito Kid si
diverte a prendere in giro le forze dell’ordine, continuando a
commettere furti per poi limitarsi ad abbandonare in luoghi casuali la
refurtiva. Io, Great Sayaman, non posso permettere che questo giochetto
vada avanti! Per questo sfido Kaito Kid a rubarmi il Dragon Eye!”
Dicendo ciò, dei fari illuminarono una teca dietro di lui, sopra
la quale era poggiata una sfera arancione, al cui interno c’era
una stella rossa a cinque punte.
“So che finora non si è mai tirato indietro da un furto,
quindi sono sicuro che si presenterà come da lui annunciato
domani sera alle 22. Ti aspetto.”
Aoko a quel punto spense la televisione. “Quando l’ho
visto, ho pensato che mio padre fosse impazzito, ma è evidente
che stavolta Kid non ha speranze. Cos’hai da dire adesso,
Kaito?”
Kaito per tutta risposta restò a fissare impassibile la
televisione, senza mostrare alcuna emozione. Internamente però
stava sudando sette camicie.
“Tuo padre ha davvero trovato Superman, eh?”
Ridacchiò, alzandosi. “Beh, direi che non resta che
aspettare e vedere come andrà a finire, no?”
“Vuoi dire che stavolta verrai anche tu a vedere Kid
all’opera?”
“No, no, me ne starò comodo in camera mia a guardare la
tv. È inutile stare in mezzo a migliaia di persone, sapendo che
alla fine non vedrai niente.”
“Beh, però potresti venire con me domani pomeriggio a
trovare mio padre. Chissà, magari potremo anche incontrare di
persona questo Great Sayquelcheè…”
“Sai, non è una cattiva idea. Anche se dubito che
starà in mezzo a noi comuni mortali.”
Dopo aver ringraziato per la cena l’amica, Kaito si diresse
subito a casa sua, per poi entrare nel covo di Kaito Kid, dove
finalmente fece cadere la sua faccia da poker.
“Bene… stavolta mi sa che sono fregato…”
Mormorò, deglutendo, per poi scuotere la testa. “No Kaito,
riprenditi! Non puoi cadere nei tuoi stessi trucchi! Non avrei mai
pensato di dirlo, ma è ovvio che c’è una
spiegazione a tutto quello che quel tizio ha mostrato di poter
fare.”
~~~~~~~~~~~~
“Ciao papà!” Esclamò Aoko, cominciando a
correre verso l’ispettore Nakamori, che sorrise non appena la
vide.
“Aoko! Non ti aspettavo prima di qualche ora. E ciao anche a te,
Kaito!” Salutò lui, mentre l’amico d’infanzia
di sua figlia alzava pigramente la mano per rispondere al saluto.
“Allora pare che stavolta tu ce l’abbia fatta, eh?”
Disse Kaito sorridendo, per poi guardarsi attorno. “Dovete
fidarvi davvero parecchio di quel tizio, per lasciare il gioiello
all’aperto, senza nessuna apparente forma di sicurezza.”
Infatti il suo sguardo era caduto sul Dragon Eye posto sopra al
pilastro, come mostrato in televisione il giorno prima, con solo un
gazebo a coprirlo.
“Già! È stata una richiesta di Great Sayaman di
lasciarlo incustodito da qualsiasi tipo di protezione non umana. Dice
che non gli piacciono molto le cose troppo sofisticate… Ha
parlato di qualche brutta esperienza con dei robot.” “Beh, lì siamo in
due… Anche se dubito che anche lui abbia vissuto qualcosa di
simile a me…” Pensò Kaito, ripensando al suo
clone. “Ma non teme che possa essere proprio Kid sotto
travestimento e che sia tutto un suo piano per rubare indisturbato il
gioiello?”
“Ti dirò, Kaito, che l’avevo pensato anch’io
all’inizio. Tuttavia, sarebbe la prima volta che ruba a se
stesso.”
“A se stesso? Ma credevo che il Dragon Eye appartenesse al
vecchio Suzuki.” Fece il ragazzo, sorpreso da quella rivelazione.
Sperava che il vecchio imprenditore avrebbe architettato come al solito
qualche sfida e che rifiutasse all’ultimo l’aiuto di Great
Sayaman.
“Lo era. Chiunque sia, dev’essere molto ricco, o avere
qualche amico messo davvero bene. Ha acquistato il Dragon Eye in
contanti, dicendo che era interessato ad esso e lo stava già
cercando da un po’.”
A sentire ciò il senso di pericolo di Kaito si agitò. “Possibile che anche quel tizio
sia alla ricerca di Pandora? E che potrebbe essere proprio
quello?” Rifletté, tornando a guardare il gioiello.
Solo che stavolta c’era un ragazzo a fissarlo a distanza
ravvicinata.
“Ehi tu!” Lo richiamo immediatamente l’ispettore.
“Allontanati! Non dovresti nemmeno essere qui!”
“Eh, dice a me?” Rispose il ragazzo, voltandosi verso di
loro e indicandosi.
Aveva dei capelli neri tutti all’insù, i quali sembravano
sfidare apertamente la legge di gravità, e indossava un paio di
pantaloni rossi e una maglietta a maniche lunghe bianca, coperta da un
gilet nero smanicato, con una spilla sopra che probabilmente indicava
una scuola.
“Sì, proprio a te! Questa zona è off limit per i
civili!”
“Mi scusi, non ne avevo idea. Ho seguito quei due ragazzi quando
ho visto che stavano venendo qui. Sa, sono un fan di Great Sayaman e
volevo vedere che cos’avrebbe sorvegliato.”
“Lei è mia figlia Aoko, mentre lui è Kaito Kuroba,
un nostro vecchio amico di famiglia. Sono solo venuti a trovarmi. Come
hai fatto a superare i controlli?”
“Sono uno che passa inosservato.” “Con quei capelli?” Pensarono
i tre assieme.
“Quindi tu hai già sentito parlare di questo… Great
Sayaman?” Domandò Kaito, chiedendosi se poteva
approfittarne per ottenere qualche informazione in più.
“Direi proprio di sì. Sapete, ha anche salvato più
volte la vita alla mia ragazza. Non che lei sia proprio la classica
ragazza sempre in pericolo.”
“Mi ricorda qualcuno…” Mormorò Kaito, per poi
schivare con nonchalance un pugno da parte di Aoko.
“Stai forse parlando di me?” Domandò lei,
continuando a guardarlo male.
“Oh sì, è proprio così!”
Esclamò il ragazzo, portandosi una mano dietro la testa e
ridacchiando. Quando finì fece un leggero inchino. “Il mio
nome è Son Gohan. Piacere di conoscervi.”
“Piacere nostro. Dai, ti accompagniamo noi fuori di qui,
così non dovrai rispondere a troppe domande dai colleghi di
papà. Anche se questo non ti esime dal rispondere alle mie.
Voglio sapere il più possibile su Great Sayaman, visto che
sarà lui a prendere finalmente Kid!”
“Potremmo fermarci a mangiare qualcosa. Siamo venuti qui subito
dopo la scuola, ho un leggero languorino.” Propose Kaito, mentre
internamente ringraziava Aoko per star inconsapevolmente assecondando i
suoi piani.
Immediatamente la loro attenzione fu attirata dallo stomaco di Gohan,
il quale brontolò rumorosamente.
“Scusate… quando sento parlare di cibo mi succede
sempre…” Ridacchiò lui.
“Allora direi che è deciso!” Esclamò Aoko.
“Ci vediamo dopo papà!”
“Certo! E finalmente porterò Kaito Kid in centrale
ammanettato!”
Kaito e Aoko ringraziarono di non essersi proposti di offrire da
mangiare. “Se dovessi pagare io, mi
toccherebbe tenere la prossima refurtiva solo per saldare i
debiti…” Pensò Kaito, guardando incredulo la
pila di piatti che si stava accumulando davanti a Gohan, il quale
mandava giù peggio di un aspirapolvere.
“E-Ecco qui il prossimo…” Fece incredulo il
proprietario dello stand di ramen dove si erano fermati, per poi
cominciare a prendere alcuni piatti per lavarli.
“F-Fame, eh? Da quanto tempo non mangiavi?” Domandò
Aoko, cercando di ridacchiare.
“Uh? Solo un paio d’ore, perché?”
“Un paio d’ore? Da come mandi giù si direbbe che hai
attraversato mezzo pianeta di corsa senza mai fermarti…”
Commentò Kaito.
Solo allora Gohan guardò i piatti vuoti di fronte a lui e
finì velocemente quello cominciato. “Sì, forse ho
esagerato un po’… Meglio finirla qui, non voglio
approfittare troppo della disponibilità di Bulma.”
“È il nome della tua ragazza?” Chiese Aoko.
“No, no, è un’amica di mio padre. È lei a
pagarmi questo viaggio, tutto incluso.” E per dimostrare il punto
tirò fuori una carta di credito, che porse subito al
proprietario dello stand.
“Un’amica di tuo padre che ti fa un simile regalo? Immagino
che non sappia che rischia il tracollo finanziario.”
“Nah, mangio molto meno di suo marito e di mio padre. Dovreste
vedere loro. Anche se Vegeta ogni volta che mangia con noi la prende
sul personale e si intestardisce sul voler mangiare a tutti i costi
più di papà.”
“Per curiosità… che razza di metabolismo avete? Non
sembri molto grasso per uno che, da quel che ci hai detto, mangia
così praticamente sempre.” Fece Kaito.
“Faccio molta attività fisica. Abito in mezzo alle
montagne e l’unica casa in zona è la nostra. Inoltre mio
padre non è stato presente negli ultimi anni, quindi ho dovuto
aiutare io la mamma e il mio fratellino Goten. Quindi tagliavo la
legna, andavo a pesca-”
“Non nominare quella professione maledetta!” Esclamò
subito Kaito, rabbrividendo.
“Scusa?”
“Perdonalo, ma Kaito non riesce a sopportare nemmeno la vista del
pesce e di tutto ciò che ha a che fare con esso.”
Intervenne Aoko, divertita.
“Creature malefiche… ecco che cosa sono…”
“Comunque Gohan, prima hai detto di essere un fan di Great
Sayaman. Cosa sai dirci di lui? È sbucato fuori dal nulla per
proteggere quel gioiello, che a quanto pare ha pure acquistato.”
“Beh, a dir la verità non so molto… Dove vado io a
scuola è un po’ una leggenda. È apparso
all’improvviso e ha cominciato a sventare rapine, rapimenti e
crimini così. Ha dimostrato subito di possedere poteri unici,
come il fatto di saper volare.”
“Non sarà qualche trucco? Non so, dei mini razzi o
qualcosa del genere…”
“No, no, tutta opera sua. Lo ha dimostrato quando ha partecipato
a un torneo di arti marziali che si è tenuto qualche tempo fa.
Lì è dovuto apparire senza nessun oggetto che si poteva
considerare in alcun modo pericoloso. Ha anche dovuto rinunciare al
casco, sostituendolo con una bandana e degli occhiali da sole.”
“E come si è classificato?”
“Beh, stava per vincere, ma per vari motivi il torneo è
stato cancellato, lasciando così il titolo al precedente
campione. Ma Great Sayaman non ha mai chiesto di finirlo. Dopotutto,
credo avesse un motivo ben preciso per voler partecipare.”
“E la sua forza?” Domandò Kaito. “È
davvero così forte?”
“In una delle sue prime apparizioni ha piegato con due dita il
fucile di un bandito. Perciò direi proprio di sì, anzi,
probabilmente si trattiene la maggior parte delle volte. Dopotutto, lo
hanno visto sollevare senza alcuna difficoltà e portare in volo
un pullman pieno di passeggeri che rischiava di cadere giù in un
burrone.
“Cosa?! È così forte?!” Esclamò Aoko
incredula, rispecchiando perfettamente come si sentiva realmente Kaito,
che stava usando tutto il suo autocontrollo per mantenere la faccia da
poker. “E io dovrei affrontare un
simile tizio?!” Urlò internamente. “Non credo di riuscire a procurarmi
in tempo della cryptonite! Sempre che esista, ovviamente…”
“Quindi non è mai stato battuto?” Domandò la
ragazza.
“Pare di no. Ma sicuramente dev’esserci qualcuno in grado
di tenergli testa, anche solo per allenamento. Gira voce che abbia
anche salvato il mondo assieme a dei suoi amici. L’unica cosa di
cui molti si lamentano è la posa con cui si presenta.
Inspiegabilmente non è apprezzata da nessuno.”
“Che cosa strana…” Rispose sarcastico Kaito.
“Piuttosto, parlatemi di questo Kaito Kid. Ho sentito che
è un ladro piuttosto particolare.”
“È solo un farabutto!” Replicò subito Aoko.
“Sono anni che perseguita mio padre! Ha pure avuto la faccia
tosta di sparire per anni, riapparendo dal nulla solo pochi mesi fa. E
da allora non fa altro che continuare ad umiliarlo!”
“Su Aoko, calmati. Dopotutto, Kid usa dei trucchi niente
male.”
“Personalmente parlando, preferisco i tuoi.” Rispose lei,
distogliendo appena la testa.
“Uh? Di che trucchi state parlando?”
“Di magia!” Esclamò Kaito sorridendo, per poi
muovere velocemente le dita, facendo apparire dal nulla un mazzo di
carte. “O meglio, di prestidigitazione! Modestamente, me la cavo
bene, anche se il mio sogno è quello di raggiungere la bravura
di mio padre.”
“Mi sembri già piuttosto bravo! Sono sicuro che tuo padre
è fiero di te!”
Gohan si rese subito conto di aver detto la frase sbagliata, da come il
sorriso di Kaito scomparve, mentre anche Aoko gli rivolse uno sguardo
triste.
“Mio padre è scomparso dieci anni fa durante uno
spettacolo di magia. C’è stato un… un incidente e
non ce l’ha fatta.”
“Oh… mi dispiace… Non ne avevo idea.”
Kaito fece un sorriso triste. “Ma credo che alla fine sì,
sarebbe felice di ciò che sto facendo. Ancora oggi continuo a
seguire le sue direttive per la magia.”
A quel punto Kaito guardò l’ora, per poi alzarsi.
“Beh, direi che è meglio che vada. Jii mi ha chiesto di
passare da lui oggi pomeriggio, ed è già tardi. Ci
vediamo domani Aoko! E Gohan… spero di rivederti. Sei simpatico,
sai?”
“Lo stesso vale per te, Kaito. Chissà, magari
passerò di nuovo in questa città in futuro…
sembrano succedere cose assai interessanti.”
“A dir la verità questa città è solo un
magnete di crimini e omicidi. Anche se questi ultimi fanno la fortuna
di detective come Goro il dormiente.” Ridacchiò Kaito, per
poi allontanarsi. “Speriamo che Jii abbia
qualcosa che possa funzionare contro questo novello Superman…
anche se ormai mi è chiaro che dovrò giocare tutto
sull’astuzia, sperando che sia un tipo tutto muscoli e niente
cervello…”
~~~~~~~~~~~~
Kaito Kid osservò tramite il suo cannocchiale Great Sayaman, in
piedi al fianco della teca con il Dragon Eye.
“Mi da sui nervi la sua sicurezza. Ma al suo posto probabilmente
farei lo stesso…” Borbottò abbassando il
cannocchiale e rimettendosi il monocolo. “Beh, vediamo un
po’ se l’esca funziona.”
Dopo aver detto ciò tirò fuori il suo smartphone,
premendo immediatamente una sequenza di codici sullo schermo.
Come programmato, il suo classico manichino gonfiabile venne lanciato
da Jii dalla cima di un grattacielo poco lontano, cominciando ad
attraversare i cieli, fino a passare davanti alla luna.
Non ci vollero che pochi secondi prima che i fan e la polizia lo
notassero, cominciando a indicarlo e facendo distogliere
l’attenzione di Great Sayaman verso esso.
“Perfetto… ci casca in pieno anche lui! Ora si
allontanerà per prenderlo e-”
Le parole gli morirono letteralmente in bocca quando il ragazzo
mascherato alzò una mano, davanti alla quale si creò una
piccola sfera di luce, che decollò a tutta velocità
contro il pupazzo, scontrandosi contro esso ed esplodendo con forza
tale da far alzare il mantello a Kid, oltre che fargli volare via il
cilindro.
“Stiamo scherzando?!” Urlò incredulo recuperando il
cappello e rimettendoselo, vedendo la nuvola di fumo là dove
c’era la sua copia cominciare a dissiparsi, rivelando solo pochi
frammenti bruciati scendere lentamente a terra. “Può anche
sparare raggi laser?!”
“Tecnicamente sono sfere d’energia. Se avessi sparato un
raggio, avrei rischiato di distruggere la luna.” Rispose una voce
alle sue spalle.
Kid si voltò lentamente, ritrovandosi a fissare quello che era
ormai sicuro sarebbe diventato il suo peggiore incubo.
“Great Sayaman presumo.” Fece, notando solo ora che era
scomparso da dove si trovava prima. “Così sei anche
veloce…”
“Non era una grande distanza da percorrere. E tu eri troppo
distratto dall’esplosione.”
“Vuoi uccidermi? Non hai esitato a far esplodere il mio pupazzo
convinto che fossi io e-”
“Non ho mai pensato che fossi tu.” Lo interruppe subito
l’altro. “Non aveva nessuna aura vitale attorno. Quindi o
eri un robot o non eri tu.”
“Puoi anche sentire le auree delle persone?” Domando con un
sorriso Kid, cercando di non scappare via, ben consapevole che
probabilmente sarebbe stato inutile.
“Proprio così… Kuroba.”
Sentendo ciò Kid spalancò gli occhi. “Come mi hai
chiamato?”
“È stato furbo da parte tua, lo devo ammettere. Ho tenuto
sotto controllo la zona per tutto il giorno, immaginando che avresti
tentato di fare un sopraluogo. Ma che tu fossi in realtà un
amico della figlia dell’ispettore Nakamori… questo mi ha
sorpreso.”
“E cosa te lo fa pensare?”
“Te l’ho detto: percepisco le auree delle persone, e anche
se mascheri volto e voce, non puoi alterare quella. La tua e quella di
Kuroba sono identiche.”
“Allora è una fortuna che Kaito Kuroba in questo momento
stia frequentando un raduno di maghi dall’altra parte del
Giappone. Gli ho fatto trovare un biglietto qualche giorno fa, e lui
è partito subito. Non è stato difficile sostituirmi a
lui.”
Great Sayaman lo guardò con sospetto. “Quindi osi
sfruttare anche l’aspetto di persone innocenti… Se le cose
stanno così io, Great Sayaman, ti consegnerò alla
giustizia!” E dicendo ciò si mise in posa come aveva fatto
in televisione.
“… Scusa la domanda, ma è proprio necessario agire
così? No, okay, io ogni tanto metto su una scena, ma è
solo per distrarre… cosa che non mi pare tu abbia bisogno di
fare.”
“Che hai contro la mia posa?” Replicò lui, per poi
abbandonare le braccia al suo fianco e abbassando la testa depresso.
“Nessuno che l’apprezza… e dire che mi ci sono messo
anche d’impegno. Chissà come faceva la squadra Ginew a
incutere tanto timore… e loro erano in cinque…”
Tuttavia Kid si concentrò sulla prima parte del suo delirio.
“Quelle parole… oggi le ho già sentite.”
mormorò, ma venne comunque sentito dal suo avversario, che
alzò nuovamente lo sguardo. “Sai, ho cercato informazioni
sul tuo conto, ma non ho trovato nulla. Per il mondo tu non esisti.
Eppure ti vanti di aver fatto cose eccezionali. Non ci ho fatto caso
fino a poco fa, ma c’è stata una sola persona ad aver
ammesso di conoscerti, anche se non di persona.”
Great Sayaman si fece serio. “Davvero?”
“Già. E direi che abbiamo avuto la stessa idea… Son
Gohan.”
I due restarono a fissarsi per qualche secondo, finché
l’eroe non sospirò.
“Dovrei smetterla di parlare troppo.” Disse con la voce di
Gohan. “Sei già la seconda persona che scopre chi sono per
colpa dei miei sproloqui. Anche se la prima è diventata la mia
fidanzata.”
“No, davvero, Superman non ti ha mai citato in giudizio per
palese violazione di copyright? Magari adesso mi dirai che di solito
indossi anche degli occhiali per sviare ulteriormente i sospetti,
eh?”
“Dici che sarebbe una buona idea? Detto da un maestro del
travestimento, posso immaginare che sia così.” Rispose lui
con tono disinvolto.
“Ma dillo che ce l’hai con la mia faccia da
poker…” Borbottò Kid, per poi portare una mano in
tasca.
“Non vorrai provare a colpirmi con qualcosa, vero?”
Domandò Great Sayaman. “Ormai dovresti aver capito che
niente può farmi davvero male.”
“Vero, e non sono così stupido da provarci. Contavo sul
fatto che tu fossi un tipo tutto muscoli e niente cervello, ma a parte
il tuo slittamento, probabilmente dovuto alla poca esperienza, direi
che non sei così. Quindi non mi resta che batterti in
astuzia!”
Dicendo ciò fece scivolare dalla tasca alcune palline, le quali
non appena toccato terra cominciarono ad emettere del fumo bianco, che
lo avvolsero completamente.
Gohan non si fece impressionare, né si meravigliò quando,
sparita la nube, Kid non c’era più.
Gli bastò sentire le urla di gioia dei fan per capire che si era
lanciato giù, probabilmente diretto verso il Dragon Eye.
Sorridendo, scomparve nel nulla.
Qualche decina di metri più in basso e in là, Kid
volò grazie al suo deltaplano attraverso i pochi poliziotti
presenti, passando così sopra la teca incustodita e prendendo al
volo il gioiello, per poi tornare in alto.
“Stavolta mi conviene arrendermi.” Disse a se stesso,
riguadagnando quota e girandosi verso la luna piena. “Controllo
subito e poi lascerò perdere.”
“Controllare che cosa?” Chiese Great Sayaman, il quale era
apparso come dal nulla al suo fianco, volando parallelamente a lui.
“Se non fossi proprio qui non ci crederei…”
Mormorò Kid, poco prima di venire letteralmente spazzato via da
un colpo di vento generato da Gohan, che lo fece precipitare sul tetto
di un palazzo.
Kid rotolò per qualche metro, sentendo il deltaplano spaccarsi
più volte, fino a fermarsi.
Il Dragon Eye gli era scivolato di mano ed era rotolato poco lontano,
dove venne preso da Great Sayaman, appena atterrato.
“Sai, sono curioso… sei diverso da tutti gli altri ladri
che ho incontrato finora.” Disse, guardando il gioiello.
“Commetti furti spesso e volentieri… ma ogni mese, quando
c’è la luna piena, il furto è assicurato. I
gioielli che rubi sono sempre rossi. E tutti loro vengono ritrovati il
giorno successivo. E dato che stasera hai tentato di scappare subito
dopo aver preso la refurtiva, dicendo tuttavia che lasciavi perdere, mi
fa pensare che tu stia cercando qualcosa di preciso. Sbaglio?”
Kid si rialzò, tenendosi una braccio dolorante. “Non credo
che tu possa capire. Nemmeno il piccoletto può farlo, e con lui
ho anche collaborato più volte.”
“Mettimi alla prova. Pensavo tu fossi un ladro comune, e visto
che avevi puntato a qualcosa per me importante, volevo solo prendere
due piccioni con una fava.”
Kid sorrise. “Le tue parole mi stanno confermando che quello che
hai in mano è proprio il gioiello che sto cercando… E se
è così, devo prenderlo. Non m’importa di finire in
prigione, ma prima devo avere quel gioiello.”
“Le mie parole?”
“Se è così importante da spendere un patrimonio per
acquistarlo e fare tutto questo casino… Quel gioiello
dev’essere per forza Pandora! Non è così?”
Gohan sbatté le palpebre dietro il casco un paio di volte.
“Pandora? Non sapevo fosse stato chiamata anche
così.” Disse, fissando il Dragon Eye.
“Non vedo per quale altro motivo tu possa essere così
interessato.” Fece Kaito Kid, alzando la sua pistola spara carte.
“Ma io devo distruggerla a tutti i costi!”
“Ehi ehi ehi!” Esclamò subito Great Sayaman.
“Aspetta un secondo! Non puoi distruggerla!”
“Per quella maledetta pietra mio padre è morto. E
anch’io sono ricercato da persone ben più pericolose della
polizia. Ma credo che tu lo sappia già… visto che
sicuramente lavori per loro.”
Gohan lo guardò esterrefatto. “Probabilmente non mi
crederai… ma non ho la più pallida idea di che cosa tu
stia parlando. Ma non posso assolutamente lasciarti distruggere questa
Sfera del Drago.”
Fu il turno di Kid di restare sorpreso. “Sfera del Drago?”
Gohan fece per rispondere, salvo vedere diversi elicotteri avvicinarsi
a loro.
“Credo sia meglio continuare questa discussione altrove.”
Fece, avvicinandosi a Kid e prendendolo per un braccio.
Prima che il ladro se ne rendesse conto, i due si ritrovarono ad
attraversare a tutta velocità i cieli di Tokyo e nel giro di
pochi secondi atterrarono in mezzo a un campo fuori città.
“Scusa, ma sfortunatamente non sono mai riuscito a imparare il
teletrasporto da mio padre.” Fece Great Sayaman, togliendosi
finalmente il casco. “Siamo stati troppo impegnati ad allenarci e
dopo… beh, diciamo che saltare in aria nell’aldilà
non ha aiutato molto mio padre ad essere più presente.”
Kid lo guardò incredulo. “Come scusa?”
“Lunga storia… diciamo solo che mio padre ha avuto a che
fare con l’aldilà qualche volta… ancora adesso ogni
tanto ci torna per allenarsi.”
“Stiamo pensando allo stesso aldilà? Quello pieno di
spiriti con aureola in testa e ali?”
“Hanno solo l’aureola. Le ali sono un’invenzione. Non
è poi così male come posto, ma sinceramente consiglio a
chiunque di starci lontano il più possibile.”
“Ti prendi gioco di me, vero?” Domandò dopo qualche
secondo Kaito.
“No, no. Ci sono stato anch’io poco più di un anno
fa. Assieme a praticamente tutta la popolazione della Terra, ad essere
sincero…”
“Okay, sei pazzo. Sei forte, hai incredibili poteri, sei
intelligente, ma sei anche totalmente pazzo.”
Gohan ridacchiò, per poi farsi serio e mostrargli il gioiello.
“Dimmi, questa Pandora di cui parli… perché vuoi
distruggerla?”
Kaito Kid gli restituì lo stesso sguardo. “Immagino ormai
avrai capito che non sono lo stesso Kaito Kid che l’ispettore
Nakamori tentò di arrestare anni fa. Il Kaito Kid originale
altri non era che mio padre. Ma quasi nessuno era a conoscenza di
ciò. Io stesso, fino a poco tempo fa, lo ignoravo. Cominciai a
seguire le sue orme per cercare di capire il perché agisse
così, e lo ammetto, per un po’ di divertimento. Fino a
quando non venni a sapere di Pandora.”
“Deduco che tuo padre fosse già sulle sue tracce.”
“Esatto. Proprio come me, anche lui voleva trovarla, impedendo
così ad altri di usarla.”
“Usarla? In che senso?”
“Personalmente trovo la storia ridicola, ma dubito che una
potente organizzazione segreta sia disposta a tutto pur di
impossessarsene se non fosse vera. Compreso uccidere chiunque osi
ostacolarli. Proprio come fecero con mio padre.”
Great Sayaman restò in silenzio per qualche secondo.
“Avevo intorno ai cinque anni quando la mia infanzia
finì.” Cominciò l’eroe. “Mio padre
morì per fermare suo fratello, e io venni subito dopo rapito da
un vecchio nemico di mio papà, il quale decise di sfruttarmi e
allenarmi per uccidere i compagni di mio zio, il quale prima di morire
ci rivelò che sarebbero giunti per vendicarlo. La realtà
era ben diversa. Sarebbero sì arrivati… ma solo per
questa.” E dicendo ciò il Dragon Eye. “Non hai
ancora risposto alla mia domanda: cosa può fare Pandora?”
Kid sospirò. “Donare l’immortalità.”
Gohan sorrise. “Ed era proprio quello che cercavano quelle
persone. Nella battaglia contro di loro, morirono quasi tutti gli amici
di mio padre, compreso il mio maestro, verso il quale alla fine mi ero
affezionato.”
“Sindrome di Stoccolma, eh? Ti avrà trattato bene
immagino.”
“Prima dimmi che cosa consideri per ‘bene’. Mi ha
abbandonato in mezzo alle montagne per sei mesi, circondato da mostri
pericolosi e armato di una semplice spada. E i sei mesi successivi mi
addestrò personalmente, facendomi vivere in un piccolo inferno.
Non per niente suo padre era considerato il re dei demoni.”
“Ah…” Fu l’unica cosa che riuscì a dire
Kaito, ricordandosi le parole che aveva rivolto ad Akako il giorno
prima. Ma si riprese subito. “Aspetta, quindi ammetti che quel
gioiello è realmente Pandora?!”
“Sì e no. Effettivamente, con questa è possibile
ottenere l’immortalità… ma da sola non è
sufficiente.”
Dopo aver detto ciò si portò una mano in tasca, per poi
tirare fuori una piccola capsula. Schiacciò un tasto sopra essa
e la lanciò per terra.
Con un piccolo sbuffo, al suo posto apparve un cuscino, sopra il quale
c’erano altre sei sfere identiche al Dragon Eye, con
l’unica differenza che il numero di stelle al loro interno
variava, fino ad arrivare ad averne sette. E sopra di esse c’era
uno strano apparecchio, simile a un vecchio orologio da taschino.
“Le sette Sfere del Drago.” Spiegò Gohan.
“Sette sfere magiche in grado di esaudire qualsiasi desiderio.
Rendere immortali, riportare qualcuno in vita, dominare il
mondo… Ci sono ben pochi limiti.”
Kaito a quel punto abbandonò del tutto la sua faccia da poker,
guardando esterrefatto Gohan. “S-Stai scherzando, vero?! Non
possono esistere delle cose del genere! Nemmeno la lampada di Aladino
poteva tanto! E si parla di un oggetto inventato!”
“Incredibile, vero? Eppure è così. Mio padre
è stato riportato in vita grazie ad esse, come anche tutti gli
altri abitanti della Terra… Beh, della mia Terra almeno.”
“Prego?”
“Un anno fa è successo un piccolo incidente.”
Continuò Gohan. “Io e mio fratello Goten, assieme a Videl,
abbiamo radunato le Sfere del Drago. C’era stato un piccolo
incidente e buona parte di una città era stata distrutta in
seguito. Sfortunatamente… mio fratello, prima che chiedessimo il
nostro desiderio, scherzando mi chiese se mi sarebbe piaciuto vedere
altri mondi… e io risposi che più che vedere altri mondi,
mi sarebbe piaciuto vedere qualche realtà alternativa.”
“No, non dirmelo…” lo interruppe Kaito, portandosi
una mano sul volto. “Queste sfere hanno esaudito il desiderio
sbagliato…”
Gohan ridacchiò. “Già. E così mi ritrovai
qui. Ovviamente cercarono subito di riportarmi a casa, ma non fu
possibile. A quanto pare, è possibile viaggiare solo dal mondo
in cui viene espresso il desiderio. Uno dei pochi limiti di cui ti
parlavo prima. Allora, dopo aver sentito velocemente i nostri amici,
decisero prima di inviarmi una carta di credito con cui pagare ovunque
senza problemi, usando i soldi di Bulma. Poi desiderarono di mandarmi
qui le sette sfere, così da poter esaudire io stesso il
desiderio.”
“E cos’è successo?”
“Beh, ci sono ovviamente delle condizioni. Ad esempio,
c’è un limite di tre desideri per volta, dopodiché
le sfere si disperdono per tutto il pianeta e diventano inutilizzabili
per un anno. Oltre al fatto che non è possibile riportare
indietro i morti più di una volta. Essendo già al terzo
desiderio, le sfere non appena giunte qui si sono disperse lungo tutto
il pianeta. E così sono rimasto bloccato qui per un anno. Quando
sono diventate nuovamente utilizzabili, sono partito alla loro
ricerca.”
“Fino ad arrivare qui, dove entrambi abbiamo messo gli occhi
sullo stesso oggetto.”
“Proprio così. Mi dispiace deluderti, ma essendo qui da
solo un anno, non possono essere loro il gioiello che stai così
disperatamente cercando… Kuroba Kaito.”
“Ti ho già detto che non-”
“Tranquillo, non lo dirò a nessuno. Ma credi davvero che
sia così facile imbrogliare un altro personaggio mascherato? E
poi, le informazioni coincidono. Kaito Kid e Kaito Kuroba hanno
entrambi perso loro padre anni fa… Insomma, non c’è
bisogno di fingere. E poi, tra poco me ne andrò.”
“Vuoi dire che vuoi chiedere qui il tuo desiderio?”
“Esatto. Non potevo di certo farlo in città. Sarebbe
scoppiato il panico. Beh, non che qui non succederà.”
“Perché, che diamine succederà?”
Gohan non rispose, limitandosi a poggiare la settima sfera affianco
alle altre.
Immediatamente esse cominciarono a lampeggiare.
“Eh?”
“Non spaventarti troppo adesso.” Fece il ragazzo
sorridendo, per poi alzare le braccia verso l’alto.
“Appari, Drago Shenron!”
Non appena concluse la frase le sette sfere restarono accese, mentre il
cielo sereno sopra di loro cominciò a venire coperto da delle
spesse nuvole nere, le quali furono immediatamente attraversate da
decine di fulmini.
La luce delle sfere a quel punto convogliò verso l’alto in
un unico raggio dorato, il quale cominciò a prendere la forma di
un gigantesco drago verde, il quale continuava a uscire dalle sette
sfere, come se fosse infinitamente lungo.
“Q-Q-Questo… non è possibile…”
Indietreggiò Kid, incredulo di fronte a quello spettacolo,
mentre il muso del drago si fermava sopra di loro.
“Eccomi! Allora, quali sono i desideri che intendete esprimere?
Parlate!” Ruggì il drago.
“Dimenticavo di dirti che le sfere in realtà servono solo
per evocare il Drago Shenron. È lui ad esaudire i
desideri.” Fece Gohan, sorridendo.
“Potevi anche dirlo prima! Almeno non correvo il rischio di
chiedere subito un cuore nuovo!”
“Ebbene, che cosa desiderate?” Domandò di nuovo
Shenron
“Meglio non perdere troppo tempo. Tra poco arriveranno le forze
di polizia. Qui sembrano molto più attive che da me.” Fece
Gohan, sentendo delle sirene cominciare a suonare. “Drago
Shenron! Puoi esaudire due o tutti e tre i desideri nello stesso
momento?”
“Sì, posso farlo. Che cosa desiderate?”
Great Sayaman guardò Kaito. “Mi rendo conto di averti
creato un po’ di disturbi. A me bastano due desideri, uno per
tornare a casa e un altro per portare con me le sfere. Tu cosa
desideri?”
“Eh?!” esclamò incredulo il ladro. “Vuoi
davvero farmi esprimere un desiderio?!”
L’eroe annuì. “Non credo chiederai qualcosa di
pericoloso. Potresti chiedere di avere Pandora tra le mani… o
potresti chiedere che tuo padre torni in vita.”
Kaito spalancò gli occhi. Poteva farlo? Avrebbe potuto rivedere
davvero suo padre?
Fece per aprire la bocca ma poi si fermò.
“No… non posso farlo.” Disse infine, sorprendendo
Gohan.
“Perché?”
Kaito sorrise. “Non sarebbe giusto. Sono un ladro gentiluomo,
perciò ho le mie morali. Non posso chiedere di avere il gioiello
a cui tanto ambisco senza fare alcun sforzo, e allo stesso modo non mi
sognerei mai di rubare alla morte qualcosa.” Disse.
“Perciò non prendertela male Gohan, ma rifiuto
l’offerta. Tuttavia, penso di avere un modo diverso per usare
questo desiderio.”
“Ossia?”
“Beh, semplicemente, è possibile far dimenticare tutto
ciò che riguarda te e le Sfere del Drago? Domani mattina, in
tutto il mondo, le foto di questo drago saranno sulle pagine dei
giornali e televisori. E credo sia meglio che tutta questa faccenda
venga ignorata. Anche per il nome di Kaito Kid. Non mi piace che si
sappia che alla fine non sono riuscito a commettere un furto. Ho una
certa reputazione, sai?”
Gohan annuì. “Sì, capisco perfettamente. Va bene,
come vuoi. Sai, mio padre ti avrebbe senz’altro dato una pacca
sulla schiena per questo.”
“Se è davvero più forte di te, rifiuto. Come minimo
dovrei dire addio a qualche costola.”
Great Sayaman scoppiò a ridere. “Sì, hai ragione.
Va bene, allora andiamo. Drago Shenron, ecco i miei desideri! Prima di
tutto, voglio che mi riporti a casa mia! Poi voglio che tu e le sette
sfere mi seguiate! E infine, desidero che tutti gli abitanti di questo
pianeta, ad esclusione di Kaito Kuroba, dimentichino completamente la
mia e la tua esistenza, assieme a tutte le prove!”
“Cosa?!” esclamò Kaito. “Perché mi hai
escluso dalla lista?!”
“Beh, in questo modo anche stasera avrai rubato qualcosa. Tu solo
saprai di un evento che probabilmente non si ripeterà mai nella
storia di questo mondo. Così avrai rubato un ricordo, qualcosa
che ben pochi ladri possono vantarsi di aver fatto, no?”
Kaito restò a guardarlo incredulo per qualche secondo, per poi
sorridere. “Ben detto! Ma stavolta credo che terrò per me
la refurtiva. E chissà, forse un giorno potremmo
rivederci.”
“Se qualcuno sbaglierà di nuovo ad esprimere il desiderio,
potrebbe anche succedere.”
“Molto bene!” Li interruppe il drago Shenron. “I tuoi
desideri verranno esauditi! Addio!”
Il drago si dissolse immediatamente nel nulla, mentre Gohan e le sette
sfere, assieme allo strano orologio e al cuscino su cui erano poggiate
si sollevarono in volo.
“Fino ad allora… addio, Kaito Kid!” Lo salutò
Gohan, alzando la mano in un saluto.
“Addio, Great Sayaman. Direi che questo nostro scontro si
è concluso con un pareggio.”
Nessuno dei due riuscì a dire altro che Gohan, assieme alle
sfere e al resto, sparì nel nulla.
Le nuvole nel cielo scomparvero all’instante, e dopo pochi
secondi le sirene si spensero.
“Povero ispettore… si starà chiedendo che cosa ci
fanno lui e la polizia in tenuta anti Kid.” Ridacchiò il
ladro, per poi fare un giro su se stesso, avvolgendosi con il mantello.
Non appena concluse il giro dei suoi vestiti di Kaito Kid non era
rimasta più traccia, lasciando un Kuroba Kaito in mezzo al nulla.
“Bene… adesso vediamo di capire come tornare a
casa.” Mormorò, sospirando. “Forse avrei almeno
dovuto chiedere a Gohan se poteva riaccompagnarmi in città prima
di sparire…”
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“Insomma Kaito! Muoviti!” Esclamò Aoko, guardando
sconsolata l’amico, il quale si stava letteralmente trascinando
verso scuola, facendo numerosi sbadigli lungo la strada.
“Arrivo, arrivo… cavoli, sei così attiva
oggi…”
“E tu sembra che sei stato sveglio tutta la notte. Scommetto che
sei rimasto a guardare qualche spettacolo di magia su internet.” “No, ho dovuto camminare da
fuori città fino a casa, visto che a causa del furto di Kaito
Kid tutte le linee notturne erano state soppresse. E la cancellazione
della memoria non le ha ripristinate…”
Pensò. “Sono totalmente
esausto.”
Lentamente Kaito entrò nell’edificio scolastico,
fermandosi davanti al suo armadietto per cambiare le scarpe. Ma con sua
sorpresa non appena lo aprì una busta scivolò fuori.
“Uh? E quella di chi è?” Domandò curiosa
Aoko, guardando l’amico prenderla e aprirla.
Immediatamente un sorriso apparve sul suo volto. “Ma tu
guarda… davvero un bel gruppo.”
La sua amica si avvicinò, vedendo così che Kaito teneva
tra le mani una foto di un ragazzo dai capelli neri, circondato da una
decina di persone.
“Chi è?”
“Un amico. A quanto pare deve aver trovato un modo per farmi
avere la foto della sua famiglia. Se n’è dovuto andare in
fretta e furia.”
“Ed è tornato qui solo per lasciarti una foto senza
salutarti? Che maleducato!”
“Credo abbia chiesto aiuto a un suo amico. Mi ha detto che
conosceva qualcuno in grado di fare qualsiasi cosa. Un vero e proprio
drago, si potrebbe dire così.”
“Sì, certo, certo… Scommetto che era un altro
appassionato di trucchi magici proprio come te.”
Kaito restò indietro. “Già… ma i suoi erano
decisamente più reali dei miei.” Mormorò con il
sorriso sulle labbra. “È un peccato che non sia rimasto
più a lungo. Mi sarebbe piaciuto imparare a volare.”
Capitolo 2 *** A volte la magia può avere risultati… imprevisti! ***
Capitolo 2: A volte la magia può avere
risultati… imprevisti! (Un’amicizia tra esibizionisti)
Kaito Kuroba
sbadigliò sonoramente.
“Kaito! Cerca almeno di mostrare un po’ di
interesse!” Lo riprese subito Aoko, guardandolo male.
“Che cosa posso farci? Mi sono appena sorbito tre ore di una
noiosissima conferenza scientifica, di cui se ho capito cinque cose su
cento è un miracolo.”
“Non dire così. Hai idea di quanto sia stato difficile
riuscire a convincere il dottor Agasa a farci vedere le sue invenzioni?
Mio padre ha dovuto pregarlo per mesi, con la promessa di non rivelarle
a nessuno!”
“Sì, sì, lo so…” Rispose il ragazzo,
sospirando. “Anche se mi
chiedo il perché lo stile sia molto simile a quello dei gadget
che mi fa trovare Jii…” Aggiunse mentalmente.
“Il dottore è piuttosto geloso delle sue invenzioni. Ha
sempre paura che possano essere usate per scopi malvagi.” Fece
una voce acuta, che richiese tutto l’autocontrollo del ladro per
non mostrare un tic nervoso.
“Piuttosto, Aoko… ricordami perché ci siamo portati
dietro questo moccioso per prendere un gelato?” Domandò,
guardando Conan Edogawa, il quale stava mangiando sorridendo una coppa
di gelato.
“Perché ce l’ha chiesto il dottor Agasa. E poi
anch’io avevo voglia di un gelato.” Replicò lei.
“Non sarai innervosito dalla mia presenza, vero Kaito-san? O ci
stai nascondendo qualcosa?” Continuò con la stessa voce
Conan. “Piccolo- No, pessima
scelta di imprecazione. Questo qui è tutto tranne che
piccolo.” Pensò Kuroba, per poi sospirare.
“Io? Certo che no! Non sono mica come te che adora andare in giro
a ficcare il naso ovunque. A proposito… che strano.”
“Che cosa?” Domandò Aoko.
“Il fatto che sia ancora tutto normale. Da quel che ho sentito,
ogni volta che c’è questo bambino ci scappa almeno un
morto o alla meglio un rapimento.”
“Kaito! Non è una cosa bella da dire!” Gli urlo
subito contro la sua amica, mentre Conan ridacchiava nervosamente, non
potendo smentire la questione.
“Vedi? Neanche lui lo nega! Sinceramente, sono sorpreso che Kid
non sia ancora stato una delle sue vittime.”
“Parli come se fossi io ad uccidere…” Replicò
Conan, usando un tono leggermente più maturo.
Ma prima che uno dei tre potesse dire altro, un pacco atterrò
silenziosamente sul loro tavolino.
“Eh?” Esclamarono tutti assieme dopo pochi secondi.
“E questo da dove arriva?” Chiese Kaito, guardando con
sospetto il pacco, mentre sia lui che Conan si guardavano intorno.
“Che sia opera di Kid?” Azzardò Aoko, attirando lo
sguardo degli altri due. “Magari ci ha visto qui tutti assieme e
ha deciso di mandarci direttamente l’avvertimento del suo
prossimo furto.”
“Dubito fortemente… E poi usa un bigliettino, non un
pacco.” Rispose Kaito, ben sapendo che non era stato lui a
mandare quel pacco.
“Potrebbe anche aver deciso di cambiare. Insomma, dopo un
po’ diventa noioso usare sempre lo stesso trucco, no?”
“Conoscendo Kid, non credo cambierebbe stile. Ma è anche
vero che potrebbe essere un pacco con all’interno uno dei suoi
giochi di prestigio.” Osservò Conan.
“Beh, direi che non possiamo fare altro che aprirlo!”
Esclamò la ragazza, sciogliendo subito i nodi.
“Aoko, no!” Urlò subito Kaito.
Ma la sua amica non si fermò in tempo. Non appena l’ultima
stringa della corda che teneva chiuso il pacco si sciolse, tutti e tre
vennero avvolti da una nuvola di fumo.
Quando si dissipò, non c’era più alcuna traccia di
loro.
“Beh, mi dispiace per il ragazzino e Aoko…” Fece una
voce, poco prima che Akako uscisse allo scoperto. “Ma almeno
finalmente ho avuto la mia vendetta contro Kid.”
Kaito, Aoko e Conan cominciarono subito a tossire, alzandosi in piedi e
cercando di uscire da quella nube di fumo.
“Te lo avevo detto che non era nello stile di Kid!”
Esclamò Kaito scocciato.
“E come potevi esserne certo?”
“Poteva anche essere un pacco bomba. Ci è andata
bene.” Aggiunse Conan, mentre il fumo iniziava finalmente a
sparire.
Ma non appena questo avvenne, tutti e tre sgranarono gli occhi. E non
furono i soli.
Infatti furono altrettanto sorpresi anche i cinque ladri che gli
stavano (involontariamente) puntando contro i loro mitra.
“Ehm… salve?” Fece Kaito, mettendo su la sua faccia
da poker, analizzando velocemente la situazione.
Si trovavano all’ingresso di quella che sembrava una banca, come
confermavano anche i sacchi pieni di soldi tenuti in mano dai tizi
mascherati e dalla decina di poliziotti che gli stavano puntando contro
le pistole. E gli bastò uno sguardo per capire che anche Conan
era giunto alla sua stessa conclusione.
“Visto?!” Esclamò di colpo Aoko, facendolo
sobbalzare. “È senza dubbio opera di Kid! Chi altri poteva
metterci in una situazione del genere?”
“In questo momento la lista potrebbe essere piuttosto
lunga…” Commentò Conan, deglutendo e portando una
mano sulla sua cintura.
Ma prima che potesse fare qualcosa, il ladro di fronte a lui si
ritrovò schiantato contro il muro dell’edificio, e al suo
posto c’era uno stivale bianco con la punta arancione.
“Scusate il ritardo!” Esclamò la voce della sua
proprietaria.
Si trattava di una ragazza che indossava un paio di pantaloni viola,
con sopra un gilet verde acqua e un vistoso mantello arancione.
Kaito gemette nel vedere il famigliare casco che l’avvolgeva dal
naso in su, anche se questi aveva un cuore giallo sopra e il colore
della visiera era blu.
“È Great Saiyagirl!” Esclamò spaventato uno
dei ladri, cominciando a sparargli contro e facendo urlare per la paura
Aoko.
Ma con loro sorpresa, la ragazza evitò facilmente tutti i
proiettili, per poi volare contro l’uomo e mettendolo fuori gioco
con un solo pugno allo stomaco.
A quel punto gli altri la fissarono per un paio di secondi, per poi
buttare le armi e i soldi a terra e alzare le mani in segno di resa.
“Oh, allora ogni tanto succede.” Fece sorpresa
l’eroina, sorridendo. “Credevo fosse una prerogativa di
tutti i criminali non arrendersi mai.”
“S-Sono io… o quella ragazza sarebbe un’avversaria
non da poco anche per Ran?” Commentò Conan, deglutendo nel
guardare la crepa nel muro creatasi dopo l’impatto con la testa
del ladro.
Ma la sua attenzione fu subito attirata da Kaito, il quale era
visibilmente sbiancato.
“No… No, no, no, no, no, no, no!” Mormorò lui
a bassa voce. “Per piacere, ditemi che questo è solo un
incubo…”
“Kaito?” Lo chiamo Aoko, mentre Great Saiyagirl si
avvicinava a loro.
“Tutto bene? Scusatemi, non mi avevano detto che c’erano
anche degli ostaggi e-”
Non concluse la frase che venne subito presa per le spalle da Kaito.
“Per piacere, dimmi che non hai nulla a che fare con Great
Sayaman!” Esclamò implorante.
“Sarebbe il mio compagno… perché questa
reazione?”
“Great Sayaman?” Ripeté Aoko. “È un tuo
amico?”
A sentire ciò l’eroina la fissò sorpresa.
“Non sai chi è?”
“Se lo sapessi non lo avrei chiesto, no?”
“Saiyagirl! Eccomi! Scusa per il ritardo ma- Kaito?!”
A interrompere la discussione era stato Great Sayaman, il quale
arrivò in volo in quel momento, fermandosi a mezz’aria non
appena vide il ladro gentiluomo.
“Sta volando!” Urlarono assieme Conan e Aoko, mentre Kaito
lasciò andare l’eroina, che guardò alternativamente
lui e il compagno.
“Immagino che sia successo il contrario, vero?” Fece subito
Kuroba. “A meno che questa volta tu non ti sia mosso con
città e tutto il resto.”
“Già, direi che è così… Però
è strano, il cielo non ha cambiato colore, quindi Shenron non
centra.”
“Sa di Shenron?” Esclamò sorpresa Great Saiyagirl.
“Ma come-”
“Ti ricordi quell’avventura che ho avuto un paio di anni fa
per colpa di Goten? Beh, è lui che mi ha aiutato a ottenere
l’ultima sfera.”
La ragazza restò in silenzio per qualche secondo.
“Vuoi dire che è quel l-”
Kaito le mise subito una mano sulla bocca.
“Quell’incredibile mago in grado di aiutare chi ne ha
bisogno e-”
Il ragazzo non riuscì a concludere la frase che si
ritrovò a volare spinto dalla forza dell’eroina, che colta
di sorpresa aveva reagito d’istinto e l’aveva sollevato di
peso e allontanato. Per sua fortuna Gohan lo prese prima di fare una
rovinosa conoscenza con l’asfalto.
“Devi scusarlo, tende a prendersi troppe libertà quando si
parla di lui.” Fece guardando la compagna. “E ti avevo
detto di non fare troppi sforzi nelle tue condizioni.”
L’eroina si portò una mano sulla pancia. “Sei troppo
apprensivo. Posso ancora fare qualcosa finché faccio
attenzione.”
A quello scambio Kaito fissò prima Gohan poi la sua ragazza, per
poi ripetere più volte il processo.
“Non ditemi che-”
Ma venne interrotto da un colpo di tosse.
I tre si voltarono a guardare Conan, il quale abbassò la mano
che aveva usato per coprirsi la bocca.
“Bene, ora che ho attirato la vostra attenzione, credo di parlare
anche a nome di Aoko nel fare la seguente domanda: che cosa sta
succedendo?! Pochi minuti fa eravamo seduti a mangiare un gelato e poi
ci siamo ritrovati prima in mezzo a una rapina, poi è arrivata
una ragazza stile supergirl dal pessimo senso d’abbigliamento e
infine un tizio che condivide i suoi gusti e che sembra essere in grado
di volare. Non che questo sia possibile, è ovvio che
c’è per forza una spiegazione scientifica, ma viene
spontanea un’altra domanda… Kaito, tu come fai a essere a
tuo agio con tutto questo?”
Great Sayaman fissò il bambino, per poi guardare Kaito.
“È tuo figlio?”
A quella frase Kaito, Aoko e Conan sgranarono gli occhi. “Certo
che no!” urlarono tutti assieme.
“Allora è tuo fratello? Avete un’aura molto
simile.” Fece l’eroina.
“Non ho nessun legame con questo moccioso.” Rispose Kuroba.
“Era solo con noi quando è successo… qualunque cosa
sia successa. E questo dimostra il mio punto.” Aggiunse,
rivolgendosi a Conan. “Tu porti jella. Anzi, dovrebbero usare la
tua immagine nei dizionari come suo significato.”
“Suvvia Kaito, non c’è bisogno di dire questo. Siamo
solo in un altro punto della città.”
“Ehm… no, non proprio…” Rispose Gohan,
portandosi una mano dietro la testa. “Siete un po’
più lontani…”
“Un’altra città?” Fece Conan.
“Fai più come un altro mondo.” Rispose Kaito,
sospirando e guardando Gohan. “Dimmi almeno che al momento non
c’è nessuno che pensa che so, di distruggere il pianeta o
altro.”
“Tranquillo, quello è successo qualche settimana fa. Nulla
di che, solo il dio della Distruzione che voleva una sfida e mio padre
è stato il fortunato selezionato per l’occasione.”
Kaito aprì la bocca, ma la richiuse subito dopo. “No, non
chiederò nessun ulteriore dettaglio sulla questione.
“Un altro mondo? Come diamine ha fatto Kid a spedirci in un altro
mondo? Non dovrebbe nemmeno essere possibile! In pratica ci stai
dicendo che tutte le persone qui… sono alieni?!”
esclamò incredula Aoko.
“Tecnicamente no, questa è sempre la Terra.” Rispose
Gohan. “Solo, non la stessa da cui provenite voi.”
“E com’è che Kaito-san ti conosce… Great
Sayaman, giusto?”
Gohan annuì. “Sì, in questo momento mi chiamo
così. Ma qualcosa mi dice che è meglio che ci spostiamo
da un’altra parte a parlare… la polizia e i curiosi mi
sembrano piuttosto interessati a tutto questo e non credo che voi
vogliate tanta pubblicità.”
“Dove vuoi andare?” Chiese Great Saiyagirl. “Da
Bulma?”
“Pensavo di sì e-”
Non concluse la frase che in mezzo a loro apparve dal nulla un uomo dai
capelli neri tutti a punta con addosso un gi arancione, tenendosi due
dita sulla fronte.
“Scusate ragazzi, ma qui ci penso io. Ci vediamo da Dende!”
Disse lui, per poi avvicinare con l’altra mano i tre viaggiatori
dimensionali facendo sì che fossero a contatto tra di loro.
Poi senza staccare la mano da Kaito sorrise ai due supereroi e
scomparve con gli altri tre.
Kaito, Aoko e Conan si ritrovarono a cadere da una decina di centimetri
dall’alto.
“C-Cos’è successo?” Fece la ragazza, alzandosi
e portandosi subito le braccia intorno a sé. “E
perché fa così freddo?”
“Scusate, temo sia colpa dell’altezza. Per chi arriva qui
di colpo può esserci un piccolo sbalzo termico.” Fece
l’uomo, guardandoli imbarazzati. “E scusate per
l’atterraggio. Non ho pensato al fatto che non eravate
pronti.”
Kaito si guardò intorno. Si trovavano su un pavimento di
piastrelle bianche, davanti a un piccolo palazzo con pochi alberi
intorno. Ma la cosa che lo sorprese di più fu l’azzurro
del cielo, che li circondava completamente.
“Altezza?” chiese Conan, per poi premere un tasto sui suoi
occhiali e sgranare gli occhi. “N-Non è possibile!”
“Che cosa non è possibile piccoletto?”
Conan non rispose, avvicinandosi subito al confine del pavimento,
fermandosi poi di colpo.
Kaito e Aoko lo raggiunsero, solo per restare a fissare increduli lo
scenario sotto di loro.
Il pavimento infatti si interrompeva di colpo, e sotto di loro si
poteva vedere chiaramente la Terra, da una distanza tale che potevano
essere tranquillamente ai confini dell’atmosfera.
“Come siamo finiti qui?! E soprattutto, dove siamo?!”
Urlò Aoko, voltandosi verso l’uomo. “E tu chi
sei?!”
“Il mio nome è Son Goku. E per rispondere all’altra
domanda… beh, vi trovate al palazzo di dio.”
A questa frase tutti e tre lo guardarono come se avesse due teste.
“Dove che siamo, scusa?”
Ma prima che potessero dire altro Great Sayaman e Saiyagirl sbucarono
fuori da sotto il palazzo, atterrando senza alcuna difficoltà al
loro fianco.
“Papà! Potevi anche fermarti un secondo di
più!” esclamò Gohan, togliendosi il casco, imitato
subito dalla ragazza. “E poi perché hai usato il
teletrasporto con loro?”
“Quello è tuo papà?” Chiese subito Kaito,
guardando Goku. “Effettivamente, ora che lo guardo bene,
c’è una certa somiglianza.”
“Scusa Gohan, sono stato io a chiedergli di portare qui il tuo
amico e i suoi compagni.” Fece una voce proveniente
dall’interno del palazzo, anticipando il rumore di passi in
avvicinamento.
Lì, con tutta la calma possibile, un uomo robusto e dalla pelle
completamente nera, vestito come il genio della lampada della storia di
Aladino, entrò nel loro campo visivo, affiancato da uno che di
umano aveva solo la forma: infatti la sua pelle era completamente
verde, con due antenne che sporgevano dalla testa calva e due orecchie
a punta. Indossava uno strano vestito, con scritto sopra il kanji che
significava ‘dio’.
“Dende!” Lo salutarono assieme i due supereroi.
“Tutto bene?”
“Sì, grazie? E voi? Come sta la bambina, Videl?”
La ragazza sorrise, accarezzandosi la pancia. “Direi che stiamo
tutti bene. Ma sai spiegarci che cos’è successo?”
“No, no, no!” La interruppe Conan, mettendosi in mezzo e
usando un tono decisamente più maturo di prima.
“Cos’è questa storia? Una candid camera? Un piano di
Kid? L’organizzazione che mi ha trovato? Cosa diamine sta
succedendo?!”
Quello scoppio zittì tutti quanti, finché Kaito non si
mise a ridere. “Oh, ragazzi, non credevo avrei mai visto il
giorno in cui il piccolo detective avrebbe finalmente perso la
testa!”
“Non è il solo!” Gli urlò contro Aoko,
prendendolo per la maglietta. “Come fai a essere così
tranquillo?! E se dicono il vero, quella creatura non è
nient’altri che dio!”
“Tranquilla, è solo un titolo che ho ereditato.”
Spiegò Dende. “Il mio unico compito è quello di
controllare la Terra e assicurarmi che vada tutto bene. Cosa di cui
solitamente si occupano Gohan e gli altri.”
“Inoltre, è grazie a lui se potrete tornare a casa.”
Aggiunse Great Sayaman. “È lui a controllare le Sfere del
Drago.”
“Davvero? Vuoi dire che è stato lui a crearle?”
“No, è stato il mio predecessore. Io le ho solo riattivate
dopo la sua scomparsa.” Aggiunse ridacchiando Dende. “Ma
veniamo a voi. Tu devi il famoso Kaito di cui Gohan ci ha parlato. Ti
ringrazio per averlo aiutato a tornare qui.”
“Spero abbia parlato bene di me.” Ridacchiò il
ladro, guardando l’amico.
“Certo. Mi ha detto cosa stai cercando di fare, e non posso dire
che approvo a pieno il metodo, ma riconosco che probabilmente non hai
altre vie.”
“Bene, ora direi che non ho di che preoccuparmi. Ho anche
l’approvazione di dio… o di qualcosa di simile. Scusa, non
ero pronto a un simile incontro…”
“Ehm… Kaito, di cosa state parlando?” Domandò
Aoko.
“Oh, solo una piccola questione di cui avevo discusso con Gohan.
Ora però direi di tornare al nocciolo della questione. Le sfere
sono già pronte?”
“Sfortunatamente no. Le abbiamo usate qualche mese fa e non
abbiamo pensato di riunirle-”
“Aspetta, qualche mese? Ma avevi detto che ci voleva un anno per
ricaricarle.”
“Solitamente è così.” Intervenne Goku.
“Ma l’ultima volta non abbiamo esaurito i desideri, quindi
ci vuole la metà del tempo.”
“Desideri? Cosa sono queste Sfere del Drago, una versione strana
della lampada di Aladino?” Intervenne Conan, senza nascondere il
suo scettiscismo.
“Cavoli… come sei serio!” Esclamò Videl.
“Rispetto a Goten e Trunks sembra quasi che tu sia un
adulto.”
“Questo moccioso è un bambino molto strano. Probabilmente
ha visto più morti lui di chiunque altro, e non fa una piega
sulla questione. Dove va lui trovi un omicidio.”
Conan sbuffò, solo per ritrovarsi il volto di Dende a pochi
centimetri dal suo, intento ad esaminarlo attentamente.
Dopo pochi secondi si allontanò, sospirando. “Sai Videl,
temo tu non abbia sbagliato poi troppo. Direi proprio che questo
bambino non è affatto un bambino.”
A sentire ciò Conan spalancò gli occhi, mentre Kaito e
Aoko guardarono confusi l’essere verde.
“Come scusa? Io scherzavo, come può non essere un bambino?
Posso capire qui, ma da noi non c’è nulla di strano come
draghi magici o simili.”
“Eppure percepisco chiaramente che c’è qualcosa che
non va in lui. È come se il suo corpo fosse invaso da una specie
di veleno che altera le sue cellule.”
Il piccolo detective a quel punto cominciò a sudare vistosamente.
“M-Ma che dici?” Balbettò, cercando di fare una voce
da bambino. “S-Sono solo un giovane detective… mi piace
leggere gialli, per questo me la cavo bene… Certo che sono un
bambino, eheheh…”
Ma uno sguardo agli altri gli fece capire di non essere stato affatto
convincente.
“Uff… Come hai fatto a capirlo?” Domandò,
assumendo un tono di voce completamente adulto, nonostante fosse ancora
la voce di un bambino, che fece letteralmente sobbalzare Kaito e Aoko.
“Ho fatto di tutto per tenerlo nascosto e finora ha funzionato
alla perfezione. E tu con una sola occhiata hai addirittura scoperto
del veleno.”
“Sono anche un guaritore. Diciamo che qualcosa riesco a capirla
al volo. E poi è stata la tua aura a tradirti. Anche se il corpo
cambia, quella resta uguale, e la tua è incredibilmente simile,
se non uguale, a quella di Kaito. Cosa che per un bambino dovrebbe
essere impossibile.”
“Ma aspetta un attimo!” S’intromise Aoko. “Come
sarebbe a dire che non sei un vero bambino? Sei un alieno? Un
esperimento di qualche tipo?”
Conan ridacchiò. “Diciamo che potrei essere indirettamente
quest’ultimo. Sono anche stato fortunato a essere rimasto in
vita. Il veleno che mi hanno fatto ingerire doveva uccidermi, ma
l’unica cosa che ha eliminato sono stati più di dieci anni
di vita… facendomi tornare letteralmente un bambino. A voler
essere proprio precisi, ha rimpicciolito tutte le mie cellule.”
“Pandora…?” Mormorò Kaito, non venendo
sentito da nessuno se non da Dende, che tuttavia non disse nulla.
“Un veleno in grado di ringiovanire come effetto
collaterale… Ci sono persone che pagherebbero per averlo.”
Rifletté Videl.
“Sfortunatamente non avviene sempre. Finora oltre a me solo una
persona è stata altrettanto fortunata, anche se il suo è
stato un azzardo.” Spiegò Conan.
“Immagino non ci dirai il tuo vero nome, vero?”
Domandò Kaito.
“Esatto. Se quelli che mi hanno avvelenato dovessero scoprire che
sono ancora vivo, le persone a me care sarebbero in grave pericolo. Ho
scoperto che si tratta di un’organizzazione criminale ben
radicata nella società, con infiltrati probabilmente anche nella
polizia.”
Il ladro restò in silenzio, sotto osservazione di Gohan.
“Che tu sappia… uno di questi tizi si chiama Cobra?”
chiese infine Kuroba.
“No. Tutti loro si fanno chiamare con il nome di un liquore.
Perché questa domanda?”
Aoko osservò l’amico, il quale fece un sospiro prima di
rispondere. “Semplice curiosità.”
“Comunque, ho percepito l’intervento di una forza esterna
poco prima della vostra apparizione.” Spiegò Dende,
decidendo di continuare con la situazione attuale. “Ho anche
chiesto consulto a Piccolo, che si intende meglio di me di magia, e mi
ha confermato che si tratta di essa.”
“Magia?” Ripeté Kaito, per poi sbattersi una mano in
faccia. “Ovviamente, non poteva esserci altri che lei dietro a
questa situazione…”
“Cos’hai combinato stavolta?” domandò Aoko.
“Chi hai fatto arrabbiare?”
“Perché lo dai per scontato?”
“Ti conosco da anni Kaito, so come sei. Cos’è, hai
sbirciato sotto la gonna ad una strega?”
“Ironicamente, è proprio per il motivo contrario che ce
l’ha tanto con me.” Ridacchiò il ladro. “Pare
che sia una delle poche persone in grado di resistere al suo fascino, e
se l’è legata al dito.”
“Quindi, fatemi recapitolare la situazione.” Fece Conan.
“Una strega avrebbe colpito te, e indirettamente anche me e Aoko,
perché tu non ti sei infatuato di lei. Come diretta conseguenza
ci siamo ritrovati in un altro mondo, dove tu stranamente sei a
conoscenza di un ragazzo che ha contatti con l’alto,
letteralmente parlando. Ho perso qualcosa?”
“Beh, ci sarebbero le sette Sfere del Drago.” Intervenne
Goku. “Con quelle potrete tornare a casa senza troppi problemi.
Dopotutto, cosa sarà mai un viaggio in confronto al ricreare
l’intero pianeta?”
A sentire ciò Aoko e Conan restarono in silenzio.
“Già. E poi lo ha già fatto in passato per ben due
volte con Gohan.” Aggiunse Kaito. “E sono stato testimone
della seconda volta.”
“E tu devi ancora spiegarci bene questa storia. Come diamine sei
rimasto coinvolto in qualcosa del genere?” Chiese la sua amica.
“È una lunga, lunga storia… e soprattutto noiosa,
nulla di interessante.” Rispose velocemente lui, per poi guardare
Gohan. “Comunque, ora che si fa? Da quel che mi hai detto, le
sfere sono disperse per tutta la Terra, ci vorranno mesi per
trovarle.”
“Nah, ci vorrà poco. Sappiamo già dove sono tre, e
le altre saranno facilmente ritrovabili grazie al radar e
all’entusiasmo di due piccole pesti.”
“E come ci arriviamo? Allo stesso modo di prima?”
Dopo aver detto ciò, Kaito si voltò a guardare Goku, il
quale tuttavia scosse la testa.
“Mi piacerebbe, ma purtroppo devo tornare dai Kaioshin. Mi hanno
permesso di venire qui su richiesta di Dende, ma erano impegnati a
ricordarmi di non sfidare nuovamente delle divinità della
distruzione in un prossimo futuro.”
“Non sarebbe una scelta sbagliata.” Ridacchiò Dende.
“L’ultima volta c’è mancato davvero poco che
la Terra si aggiungesse ai tanti mondi da lui distrutti.”
“Non preoccuparti papà, qui ci pensiamo noi.”
Continuò Gohan. “Salutami i Kaioshin.”
“Certo! E a voi ragazzi… buon ritorno a casa!”
Esclamò Goku, per poi portarsi due dita sulla fronte e
scomparire nel nulla.
I tre viaggiatori dimensionali restarono in silenzio per qualche
secondo.
“Mi sono persa… dov’è che andava?”
Domandò infine Aoko.
“Diciamo dal capo del capo di Dende.” Rispose Great
Sayaman. “Di recente mio padre ci va spesso per allenarsi, dato
che il loro pianeta è molto più resistente della
Terra.”
“Aspetta un secondo…” Lo interruppe Kaito, per poi
indicare Dende. “Lui è il dio della Terra, giusto? Ci stai
dicendo che ci sono ben due esseri ancora più importanti di
lui?!”
“Esatto.” Rispose Videl. “Non so bene i dettagli, non
avendoli mai incontrati di persona, ma Gohan, suo padre e alcuni loro
amici invece hanno avuto anche l’onore di venire allenati da
loro.”
“E te non sei stata scelta perché eri una ragazza? Tipico
pensiero maschilista!” Sbottò Aoko, giungendo subito alle
sue conclusioni.
“A dir la verità, a parte per me, il requisito principale
era quello di finire… beh, all’altro mondo.”
Ridacchiò Gohan.
Conan a quel punto lo guardò incredulo. “Aspetta, vuoi
dire… Ma tuo padre è vivo! Era qui fino a pochi secondi
fa!”
“Mio padre in realtà è morto già due volte.
È tornato in vita proprio grazie alle Sfere del Drago, la prima
volta, e al sacrificio di uno dei Kaioshin la seconda.”
“Vuoi dire che… possono riportare in vita anche i
morti?” Domandò allibita Aoko.
“Sì, ma quelle della Terra sono in grado di riportare in
vita una persona solo una volta. Inoltre, c’è
un’altra condizione: se io dovessi morire, le sfere sparirebbero
con me.” Spiegò Dende.
“Fantastico, questa giornata non può andare
meglio…” Sbottò Conan, portandosi una mano sulla
faccia.
“Però, ora che tuo padre se n’è andato, come
facciamo ad andarcene da qui? Sapete teletrasportarvi anche voi?”
Domandò Aoko, cercando di cambiare discorso.
“Purtroppo no. È una tecnica che solo mio padre è
riuscito ad apprendere. E di solito ci muoviamo in volo.”
“Accidenti!” Esclamò di colpo Videl. “Non ci
ho pensato! Non ho con me la capsula della mia macchina. E non me la
sento di portarli in volo da sola fino alla casa di Bulma!”
Gohan si portò la mano sotto il mento per qualche secondo, per
poi chiuderla a pugno e sbatterla contro l’altra. “Ma
certo! Conosco la soluzione!”
“Spero non sia quella di buttarci di sotto.”
Ridacchiò Kaito. “Da qui il botto sarebbe piuttosto
grosso.”
“Non ti preoccupare. Ho qualcuno in grado di darvi un passaggio.
Nuvola Speedy!”
Gohan urlò l’ultimo nome verso il cielo e dopo pochi
secondi una piccola nuvola gialla sbucò da sotto il palazzo,
fermandosi proprio di fronte a lui.
“Una nuvola… da riporto?!” Esclamò Conan.
“Ma come-”
“È una vecchia amica di famiglia. Mio padre la usava prima
di imparare a volare o quando non voleva andare troppo veloce. Poi
è passata a me e infine a mio fratello Goten. È in grado
di trasportare le persone ovunque si voglia, a condizione di restare
sulla Terra ovviamente.”
“Ma… è una nuvola! Come fa a trasportare
qualcuno?”
Per tutta risposta Gohan saltò sulla nuvola, restando in piedi
sopra essa. “Basta avere un cuore puro e non si
cadrà.”
“Un cuore puro? Allora temo che Aoko non potrà salire
e-”
Kaito si interruppe per evitare un calcio dalla sua amica, la quale lo
stava fissando arrabbiata. “Proprio tu parli?! Con tutte le volte
che mi prendi in giro e cerchi di sbirciare sotto la mia gonna come
minimo quella nuvola ti butta giù direttamente!”
“Scherzavo, scherzavo.” Rise il ladro, mentre Conan si
avvicinava alla nuvola, per poi toccarla con una mano, rendendosi conto
con suo immenso stupore che era solida.
Prima che potesse dire qualcosa, Gohan lo prese di peso e lo fece
salire sopra, lasciando che si sedesse sopra. “Pensi ancora che
sia impossibile?” Gli chiese, sorridendogli.
Il piccolo detective restò in silenzio, continuando a toccare la
superficie della nuvola, incapace di dire nulla.
“Credo tu lo abbia rotto.” Lo prese in giro Kaito. “I
detective sono fatti così, cercano sempre una spiegazione logica
a tutto. Sarei curioso di vedere come reagirebbe Saguru… Magari
diventerebbe davvero pazzo.”
Aoko gli riservò una seconda occhiataccia, per poi avvicinarsi
anche lei alla nuvola gialla, la quale si abbassò da sola in
modo che potesse salire.
“C-Cosa succede se non mi accetta?”
“A quest’altezza nulla. Semplicemente le passerai
attraverso.” Rispose Gohan, saltando giù. “Quindi
non preoccuparti, non sarà peggio dell’atterraggio che
avete sicuramente avuto a causa del teletrasporto di mio padre.”
Aoko annuì. Poi, dopo aver preso un profondo respiro,
saltò sopra la nuvola.
Con sua immensa sorpresa, e soddisfazione personale, anche lei come
Conan restò in piedi sopra essa, per poi sedersi dietro il
bambino.
“Visto Kaito! Ce l’ho fatta!” Gli urlò subito
contro, tirando fuori la lingua.
“Ma tu guarda… ero pronto a scommettere il
contrario.”
“Videl, vai tu con loro? Io vi raggiungo con Kaito, ma prima
voglio passare da Balzar.” Fece Gohan, ricevendo un assenso dalla
sua ragazza.
“Va bene. Allora ci vediamo tra poco.”
“E-Ehi, ma come si guida questa nuvola?” Domandò
Aoko.
“Basta dirle dove andare. In questo caso, alla sede della Capsule
Corporation. E non andare troppo veloce, non sono abituati a
volare.” Aggiunse, rivolgendosi alla nuvola gialla.
Sentendo ciò Conan sembrò riprendersi. “Troppo
veloce? Aspetta, cosa vuoi dire-”
“Andiamo!” Urlò Videl, per poi decollare e volare
subito sotto il palazzo.
Con un urlo da parte di Aoko e Conan, la Nuvola Speedy partì
immediatamente al suo inseguimento, sparendo nel giro di un paio di
secondi.
Kaito a quel punto si rivolse a Gohan. “È sicura quella
cosa, vero? Se dovesse succedere qualcosa ad Aoko, suo padre mi darebbe
la caccia come non fa nemmeno per Kid. E temo che non sarebbe per
arrestarmi!”
L’eroe si mise a ridere. “Tranquillo. Non so bene come
funziona, ma non fa mai cadere nessuno dei suoi passeggeri, anche se fa
giri della morte o simili.”
“Lo spero vivamente… Ma adesso, chi è questo
Balzar?”
“È il guardiano dell’obelisco che si trova sotto
questo palazzo. Solitamente è lui a decidere chi può
salire quassù, ma negli ultimi decenni ha fondamentalmente perso
tale ruolo.” Rispose Dende.
“Capito… quindi abbiamo decisamente saltato diverse code
arrivando qui, eh?”
“Direi proprio di sì. Dimmi, non è che hai con te
il tuo deltaplano, vero?” chiese Gohan.
“Mi prendi in giro?” Rispose subito il ladro, sorridendo.
“Un mago non viaggia mai senza i suoi trucchi. Sfortunatamente,
penso proprio che non riuscirebbe a reggere un volo da qui sopra. Non
è progettato per simili altitudini.”
“Come temevo. Allora dovremo fare come l’ultima
volta.”
Kaito sospirò. “Non ci sarebbe un’altra nuvola
gialla? Non per offenderti, ma se vai come l’ultima volta, per me
è troppo veloce.”
“Suvvia, è solo questione di abitudine. Allora ci vediamo
dopo Dende, Mr. Popo!”
“Buon viaggio!” Rispose Dende.
Poi Gohan prese per un braccio Kaito e volò giù dal
palazzo.
I due proseguirono la discesa per meno di un minuto prima di
intravedere una struttura circolare poggiato su quello che pareva un
altissimo obelisco di pietra.
Gohan atterrò all’interno della struttura, lasciando che
Kaito recuperasse un po’ di colore.
“R-Ringrazia che mi aspettavo qualcosa del genere, o mi sarei
messo ad urlare come Aoko…” Gli disse. “Non sono
abituato a buttarmi giù da simili altezze.”
“Cos’è tutto questo rumore?” Fece una voce
alle loro spalle.
Da delle scale nascoste nel pavimento arrivò un gatto dal pelo
bianco, in grado di camminare su due zampe e con un bastone tenuto
dalla mano destra. “Oh, sei tu Gohan!”
“Ciao Balzar! Come va?”
“Tutto bene. Non mi aspettavo una tua visita, credevo che Dende
avrebbe sistemato tutto.”
“Dobbiamo trovare le sfere, quindi ho pensato di passare a
prendere qualche fagiolo per sicurezza.”
“Capisco. Allora aspetta un attimo e-”
“Quel gatto sta parlando davvero?!” Urlò
all’improvviso Kaito, indicando Balzar. “Non è
possibile!”
Gohan ridacchiò, mentre il gatto lo guardò male, agitando
la coda. “Che maleducato. Certo che parlo! Solo perché
sono un gatto non significa che non possa farlo.”
“M-Ma come…”
“Forse avrei dovuto avvisarti che da noi ci sono diversi animali
antropomorfi in grado di parlare, vero?” Fece divertito Great
Sayaman.
“Ce ne sono altri?!”
“Beh, ci sono Oscar, Puar… Majin Buu credo ti
spaventerà ma per motivi totalmente diversi… Poi va beh,
ci sono tante altre creature simili. E hai già conosciuto Dende.
Come lui c’è Piccolo, il mio maestro.”
Sentendo ciò Kaito lasciò cadere il braccio sul fianco.
“Dove diamine sono finito?”
“Credo che il tuo amico non sia pronto per quello che lo
aspetta.” Fece Balzar, porgendo un piccolo sacchettino a Gohan,
che lo prese ringraziando.
“E lui è quello che la sta prendendo meglio. Il bambino
che è venuto con lui e la sua amica si è praticamente
incantato per l’incredulità.”
“Sì, l’ho visto mentre scendevano prima. Non sono in
tanti a essere come tuo padre, che non si lasciava sorprendere quasi da
nulla.”
“Tuo padre è davvero così famoso, eh?”
Intervenne Kaito. “Tutti quelli che ne parlano ne parlano solo
bene.”
“Aspetta di incontrare Vegeta… Comunque sì, mio
padre ha lasciato un certo segno. Capita quando salvi il mondo a soli
16 anni.”
“E a 13 è riuscito a scalare da solo l’obelisco e ad
arrivare qui.”
A sentire ciò Kaito si sporse fuori dall’edificio, non
riuscendo nemmeno a vedere la terra sotto di esso. “…
Ditemi che almeno ha usato quella nuvola per arrivare fin
qui…”
“Oh, no, no. È salito a mani nude.” Rispose Balzar.
“È stata la seconda persona ad arrivare qui. La prima era
il suo maestro di arti marziali. Dopo di lui, il numero è
aumentato esponenzialmente. Quando Bulma ha raggiunto il palazzo di
Dende in macchina, ho capito che l’obelisco aveva esaurito il suo
scopo.”
“In… macchina?”
“Immagino debba dirti che qui le macchine volano, vero?”
fece Gohan, facendo girare di scatto Kaito verso di lui. “Anche
quelle?! Magari adesso mi vieni a dire che avete inventato pure la
macchina del tempo!”
Il silenzio imbarazzato che ne seguì fece sospirare il ladro.
“In che guaio mi ha cacciato Akako?”
“Se ti può consolare, in questa linea temporale non
esiste. Dopo aver visto gli effetti provocati dall’altra, Bulma
ha deciso di non costruirla.”
“Questa Bulma è tipo Einstein? No, perché pare aver
fatto di tutto.”
“Beh, suo padre ha inventato le Capsule, quindi direi che
è di famiglia. E pensa che è stato proprio suo figlio del
futuro a tornare qui usando la macchina del tempo.”
“Perché ho la vaga impressione che non era venuto qui per
un saluto?”
“Perché cominci a capire come funzionano le cose
qui?”
“Temevo questa risposta. Va beh, ormai siamo in ballo,
continuiamo a danzare. Ma se una volta tornato a casa avrò
bisogno di un psichiatra, sappi che ti chiederò in anticipo i
soldi per le cure!”
Capitolo 3 *** Si parte alla ricerca delle Sette Sfere del Drago! ***
Capitolo 3: Si parte alla ricerca delle Sette Sfere del Drago!
(Un’amicizia tra esibizionisti)
Bulma stava
leggendo un libro su una sdraio in giardino quando vide una famigliare
nuvola gialla avvicinarsi.
“Sono in anticipo.” Disse, guardando l’orologio al
polso. “E perché Gohan sta usando la Nuvola Speedy?”
Con sua sorpresa, non appena la nuvola fu più vicina, vide che
sopra essa c’erano una ragazza e un bambino che non aveva mai
visto prima, affiancati in volo da Videl, che cominciò a
salutarla con la mano.
“Ciao Bulma!” Fece, atterrando davanti a lei, mentre la
nuvola gialla si fermava al suo fianco, avvicinandosi al suolo.
Aoko e Conan, entrambi decisamente scossi, saltarono giù
immediatamente.
“M-Mai più… credo avrò parecchie
difficoltà anche solo a salire di nuovo su un
aereo…” Mormorò la ragazza.
“Io come acrobazie sono abituato a parecchie cose… mi sono
anche buttato giù dalla Torre di Tokyo… però
quest’esperienza credo resterà assolutamente
unica…”
“Loro chi sono? Non mi pare di averli mai visti prima.”
Fece la donna dai capelli verde acqua, attirando su di sé il
loro sguardo.
“Beh, pare sia successo un piccolo incidente. Ti ricordi quando
Gohan è finito in quell’altro mondo?”
Bulma spalancò gli occhi, per poi tornare a guardare i due
viaggiatori. “Mi stai dicendo che loro vengono da lì?
Incredibile! Non pensavo avrei mai incontrato viaggiatori
interdimensionali! Sai, ho un po’ invidiato Gohan. Da quel che ci
ha raccontato, il mondo dov’è finito è decisamente
più tranquillo del nostro. E poi sono sopravvissuta a Namek e
tutto il resto, direi che non c’era molto da temere.”
“Ehm, piacere… io sono Aoko Nakamori.”
“Il mio nome invece è Conan Edogawa.”
“Sono amici di Kaito. Sai, il ragazzo che ha aiutato Gohan a
tornare a casa.”
“Capisco… ma come mai sono qui? Non ditemi che qualcuno ha
usato le Sfere del Drago.”
“Da quel che ci ha detto Kaito, è colpa di una strega che
ce l’ha con lui, e noi due siamo stati coinvolti a nostra
volta.” Sbottò Aoko. “Ma credo che se riusciremo a
tornare a casa, mi metterò a cercare questa strega e gli
dirò quattro paroline.”
“Conta su di me per ritracciarla.” Aggiunse Conan.
“Siamo qui da poco più di un’ora e mi sto vedendo
costretto a mettere in discussione quasi tutto quello in cui
credo.”
Bulma sbatté le palpebre. “Parli in maniera piuttosto
adulta per essere un bambino, sai?”
“Lunga storia.” Rispose lui, sospirando. “E in questo
momento non sono in vena di raccontarla. Sto ancora realizzando il
fatto che abbiamo volato su una nuvola.”
“Gohan dovrebbe raggiungerci tra poco con Kaito.” Fece
Videl. “Intanto, ci servirebbe il radar per le sfere.”
Sentendo ciò Bulma fece una risatina nervosa. “Questo
potrebbe essere un problema…”
“Perché?”
“Chiedilo a Trunks e Goten. Hanno deciso di mettersi a giocare in
laboratorio mentre ero a fare la manutenzione alla sala della
gravità. Sono corsa indietro non appena ho sentito
l’esplosione, ma non si è salvato nulla. Hanno
letteralmente disintegrato l’intero laboratorio, radar compreso.
Visto che non c’era fretta, ho preferito dare priorità a
ricostruire il resto.”
“Aspetta… e chi era nel laboratorio quando
c’è stata l’esplosione? Stanno bene?” Chiese
preoccupata Aoko.
“Oh, sì, sì, stanno bene, anche se ho messo Trunks
in punizione per un mese. Nessun allenamento con suo padre, Goten o
Gohan.”
“E non si è fatto nulla?” Domandò Conan.
Bulma si fermò a pensare per un paio di secondi. “No,
direi che ne è uscito indenne. Giusto un po’
bruciacchiato, ma nulla di diverso da quando si allena con
Vegeta.”
Videl ridacchiò. “Beh, dopo quello che abbiamo passato con
Majin Bu e gli altri, non ne sono affatto sorpresa. Mi chiedo se anche
lei sarà così vivace.” Aggiunse, accarezzandosi la
pancia.
“Per esperienza personale, ti posso assicurare che ti
procurerà non pochi mal di testa.” Rispose con un sorriso
Bulma. “Anche se sei più fortunata di me. Almeno la
famiglia di Gohan è sempre stata tranquilla. Se non fosse stato
per la visita che ci ha fatto Trunks durante la storia con Cell, avrei
temuto che potesse venire su proprio come suo padre.”
“Da come ne parlate, sembra quasi un mostro.”
Osservò Aoko. “Senza offesa, eh.”
“Nessuna offesa. La prima volta che l’ho visto non avevamo
altri termini per lui. Ha fatto uccidere senza pietà diversi
nostri amici e minacciato di distruggere la Terra. Poi con il tempo si
è un po’ ammorbidito… ma non ditegli che ve
l’ho detto. È ancora suscettibile su questo
argomento.”
Aoko e Conan restarono in silenzio a fissarla.
“H-Ha… Ha ucciso dei vostri amici… e tu lo hai
sposato?!” Ripeté incredula Nakamori.
“Ve l’ho detto, è cambiato parecchio. Ha salvato la
Terra più volte, anche se continua a dire che lo ha fatto per
tornaconto personale. Pensate che una volta si è pure offerto di
portare Trunks al parco giochi.”
“Comincio seriamente a rivalutare le doti di padre di
Goro.” Mormorò Conan. “Almeno lui da’
priorità a Ran, e a suo modo cerca di essere protettivo verso di
me, anche se continua a denigrarmi quanto interferisco in uno dei suoi
casi.”
“Oh, giusto. Goro il dormiente!” Esclamò Aoko.
“Ho sentito mio padre dire che abiti da lui. È per colpa
sua se Kaito ti prende in giro dicendo che ovunque vai muore qualcuno,
no? Per la polizia, quel detective è quasi una minaccia.”
“Sì, l’ispettore Megure ce lo dice spesso…
ogni volta che ci trova sulla scena di un omicidio ad essere
precisi.”
“Però, pare che anche da voi le cose non siano così
tranquille. Quante volte è successo?”
Conan ci rifletté su un momento. “Non ne ho tenuto il
conto, oltre il centinaio di sicuro, saltando le volte che sono saltati
in aria palazzi, aerei, navi… Diciamo che la fortuna non
è proprio nostra alleata.”
“Però… mio padre non aveva detto anche
questo…” Ridacchiò nervosa Aoko, deglutendo.
“Ti prenderò Kid!” Urlò una voce, facendo
letteralmente sobbalzare i due, mentre un bambino dai capelli viola,
vestito di bianco con tanto di mantello, cilindro e monocolo, corse di
fronte a loro, inseguito da una versione in miniatura di Great Sayaman.
“È inutile! Ti catturerò e consegnerò alla
polizia!”
I due bambini non degnarono di uno sguardo i due viaggiatori, e
sparirono dietro un muro.
“… Sono io, o ho appena visto due bambini vestiti da Kaito
Kid e da Gohan?” Fece Aoko, girandosi lentamente verso Videl, che
a sua volta guardò Bulma.
“Beh, che c’è? Gohan ha descritto così bene
il suo incontro con quel mago che i bambini mi hanno chiesto di
creargli un costume a sua immagine. Ogni tanto lo tirano fuori e
giocano, invertendo i ruoli ogni volta.”
“Gohan ha incontrato Kid?!” Esclamò Aoko.
“Q-Quando?! E come?!”
Bulma, che era alle spalle dei due ragazzi, la indicò sorpresa,
guardando Videl, che scosse la testa.
“Gohan ci ha raccontato di averlo visto poco prima di Kaito. Ha
avuto anche un piccolo scontro con lui, ma poi l’ha lasciato
perdere, dato che aveva altre priorità.” Spiegò
velocemente Great Saiyagirl.
“Ma com’è possibile che nessuno di noi ne sia venuto
a conoscenza?” Domandò Conan, portandosi una mano sotto il
mento.
“Questo è perché io e Kid abbiamo desiderato che
tutti meno noi due e Kaito dimenticassero la mia esistenza.”
Rispose Gohan, atterrando in quel momento e lasciando andare Kaito, che
si era aggrappato attorno al suo collo per non cadere giù.
“Avevo fatto mostra delle mie capacità, e probabilmente
nessuno avrebbe ignorato facilmente la questione.”
“Ma perché hai lasciato il ricordo a Kid e Kaito?”
Chiese Aoko.
“Semplicemente perché eravamo entrambi lì quando ha
trovato l’ultima sfera.” Rispose Kaito. “Anzi, a
essere precisi, Kid mirava a rubarla, ignorando ovviamente cosa fosse
in realtà. Tuo padre aveva anche istituito i soliti posti di
blocco e tutto quanto, anche se la sua difesa principale era proprio il
qui presente Gohan.”
“A dire il vero, oggi non è stata la prima volta che ci
siamo incontrati.” Continuò Gohan. “Ci siamo
incrociati quando siete andati a trovare tuo padre, e abbiamo parlato
per un po’.”
“E ho temuto per la salute dei miei risparmi. Quello stand, dopo
la tua fermata, è riuscito a permettersi di acquistare un locale
vero e proprio.” Ridacchiò Kaito.
“Ma adesso che cosa facciamo?” Domandò Nakamori.
“Da quel che ho capito, l’unico oggetto in grado di trovare
queste sfere è andato distrutto e-”
“Tranquilla, l’ho costruito che ero una ragazzina, non mi
ci vorrà più di un giorno per ricostruirlo. Certo,
sarebbe perfetto avere una mappa virtuale o qualcosa del genere su cui
poter caricare il programma, ma non ho nulla del genere sotto
mano.”
Sentendo ciò Kaito si voltò verso Conan.
“Che c’è?” Chiese subito lui, deglutendo nel
vedere un sorriso sul volto del prestigiatore.
“Credo che effettivamente possiamo avere qualcosa del
genere.”
“Davvero? Gohan ci ha detto che tecnologicamente siete indietro
rispetto a noi.”
“I comuni mortali sì, ma qui abbiamo un piccolo detective
con i gadget di 007. Tra cui un paio di occhiali con all’interno
un mini computer e un localizzatore. Sbaglio?”
Conan spalancò gli occhi. “E tu come-?”
Ma non finì la frase che Bulma gli strappò letteralmente
di dosso gli occhiali, guardandoli per qualche secondo e poi cominciare
a premere i tasti laterali, mostrando le sue varie funzioni.
“Incredibile! Sono anche più avanzati di quelli usati da
Freezer e i suoi scagnozzi. Certo, non possono rilevare la forza delle
persone, ma le altre funzioni sono allo stesso livello e ne ha di
esclusive… Che cosa te ne fai di un trasmettitore gps?”
“Hai capito tutto quello solo dandogli un’occhiata?”
Esclamò incredulo Conan.
“Ragazzino, modestia a parte, sono la più grande
scienziata e inventrice del pianeta. Sono riuscita a costruire una
macchina del tempo e a riparare una navicella aliena, oltre a costruire
una stanza in grado di aumentare la gravità terrestre di oltre
cento volte. Pensi davvero che non potevo capire le funzioni di questi
occhiali?” Poi la donna gli riservò un’altra
occhiata. “Dimmi, non sei in parte sayan, vero?”
“Sayache?” Ripeté il bambino, alzando un
sopracciglio.
“Oh, solo una razza aliena, ormai quasi estinta, che viaggiava
per pianeti con gli occhiali che dicevo prima.”
“Per portare tecnologia e pace?” Azzardò Aoko.
Sul gruppo scese un imbarazzante silenzio.
“Immagino dovrei dirvi che Vegeta è un sayan, vero?”
Aggiunse infine Bulma, ridacchiando.
“L’amico di tuo padre?” Domandò Kaito a Gohan.
“Beh, amici è una parola un po’ gros-”
L’eroe non riuscì a concludere la frase che una fortissima
esplosione si verificò ad appena una cinquantina di metri di
distanza, facendo letteralmente tremare la terra sotto di loro e
facendo perdere l’equilibrio ai tre viaggiatori dimensionali.
“Non di nuovo…” Fece Bulma, sospirando, mentre una
nuvola di fumo si alzava da dietro l’edificio.
“C-Cos’è stato?” Domandò Kaito,
rialzandosi. “Vi stanno bombardando?”
“No, è solo quell’idiota di Vegeta.” Rispose
la donna dai capelli verde acqua.
A conferma delle sue parole, un uomo si avvicinò in quel
momento. Aveva i capelli tutti all’insù e indossava una
tuta blu bruciacchiata in diversi punti.
“Bulma! La tua stanza della gravità è esplosa di
nuovo!” Disse, ignorando i nuovi ospiti e andando direttamente
dalla scienziata, che si portò una mano sulla faccia.
“Come te lo devo dire che non devi esagerare? È già
difficile creare componenti in grado di resistere a una gravità
200 volte superiore a quella terrestre, se ci aggiungi i tuoi attacchi
energetici è ovvio che la stabilità viene
compromessa!”
“Allora vedi di risolvere il problema! Avevo appena iniziato a
riscaldarmi!”
“Aspetta… tu eri lì dentro?” Chiese Aoko,
indicando la colonna di fumo. “E non ti sei fatto niente?!”
Solo allora Vegeta si voltò a guardarli, per poi spostare lo
sguardo verso Gohan. “Chi sono questi mocciosi?”
“È una lunga storia… diciamo solo che sono qui in
una visita temporanea.”
“Umpf. Un’altra perdita di tempo. Te l’ho già
detto, dovresti deciderti a riprendere ad allenarti seriamente invece
di perdere tempo in cose inutili. Da colui che ha sconfitto Cell
speravo qualcosa in più.”
“Mi basta essere forte come sono adesso.” Replicò
Gohan. “E poi ora ho altri pensieri più importanti di cui
occuparmi.”
“Bah, come vuoi. Spero almeno che la tua marmocchia verrà
su con un po’ più di spina dorsale e- Non mi piace venire
interrotto, moccioso.”
Dicendo ciò alzò la mano, lasciando fuori solo
l’indice, che andò a fermare un pallone da calcio, il
quale scoppiò per la forza d’urto.
Tutti si voltarono a guardare un incredulo Conan, il quale aveva ancora
il piede alzato, con la scarpa che brillava.
“C-Com’è possibile?” Fece incredulo.
“Quel colpo può abbattere porte come se niente
fosse… e tu lo hai fermato con un dito…”
“La prossima volta che tenti di cogliere qualcuno di sorpresa,
vedi di fare meno rumore. Ora, dammi un motivo valido per cui non
dovrei vaporizzarti all’istante.”
Conan deglutì, facendo un passo indietro. “H-Ho sentito
che cos’hai fatto in passato… e non potevo credere che eri
uscito incolume da quell’esplosione…”
Vegeta lo fissò per qualche secondo, per poi ghignare.
“Beh, almeno hai avuto il coraggio di fare qualcosa in prima
persona, nonostante la tua età. Non male per un umano. Ma non
credere che ti risparmierò una seconda volta.”
Dicendo ciò si girò, andando verso l’ingresso della
casa. “Sono in cucina. Fammi sapere quando hai finito di riparare
la stanza.”
“Mi metterò al lavoro domani. Per oggi sono già
impegnata.” Gli urlò dietro Bulma, per poi guardare Conan.
“Considerati fortunato che era di buon umore. Avrebbe potuto
rimandarti indietro quel pallone, se solo avesse voluto.”
“R-Ricevuto… credo farò molta attenzione a
chiunque, qui.”
“Saggia decisione. Però sono sorpreso. Da dove hai tirato
fuori quel pallone?” Fece Videl. “Non mi pare che tu lo
avessi dietro.”
“Ho usato la mia cintura. Contiene un dispositivo in grado di
gonfiare all’istante un pallone delle dimensioni che voglio.
L’unico inconveniente è che dopo dura pochi secondi.”
“E come hai fatto a tirarlo così forte?” Intervenne
Aoko. “Mi si sono spostati anche i capelli, e sono sicura che a
quella distanza non poteva essere possibile.”
“Sono state quelle scarpe.” Rispose Bulma, avvicinandosi
ancora a Conan e abbassandosi per esaminarle.
“Incredibile… Non vorrei dire una stupidata, ma credo tu
sia arrivato ai livelli di Goku quando l’ho conosciuto. Di certo
una persona normale non sarebbe rimasta conscia dopo aver preso un
simile colpo.”
“Ehi mamma, tutto bene?” Fece il bambino dai capelli viola,
tornando indietro in quel momento assieme all’amico, questa volta
entrambi senza costume. “Abbiamo visto papà entrare in
cucina.”
“Sì Trunks, tranquillo. Solo una piccola incomprensione
tra Vegeta e uno dei nostri ospiti.”
“Fratellone, sei qui!” Gridò l’altro bambino,
agitando una mano verso Gohan. “È già ora di
tornare a casa?”
“No, tranquillo Goten, è ancora presto. Però volevo
chiedervi se vi andava di venire con noi a caccia delle sfere. Dobbiamo
esprimere un desiderio con una certa urgenza.”
“Oh, allora è lui il tuo famoso fratellino?”
Intervenne Kaito. “In effetti, è la fotocopia in miniatura
di vostro padre. Diamine, la somiglianza è quasi
inquietante.”
“Loro chi sono?” Domandò Trunks, guardando uno ad
uno i tre viaggiatori.
“Direi che è il caso di presentarci anche a loro.”
Ridacchiò Aoko. “Il mio nome è Aoko Nakamori. Lui
è Conan Edogawa, mentre l’idiota che vedete vicino a Gohan
è Kaito Kuroba.”
“Ehi!” Protestò il diretto interessato, salvo
ritrovarsi immediatamente sia Trunks che Goten ai suoi piedi, a
fissarlo con gli occhi che brillavano per l’entusiasmo.
“Sei quel Kaito Kuroba?!” Esclamarono assieme. “Gohan
ci ha detto tutto di te! Ha detto che sai anche usare la magia!”
Kaito sentendo ciò fulminò immediatamente l’amico,
che girò la testa imbarazzato. “Gli hai detto tutto?
Quantifica esattamente cosa intendono con tutto!”
“Beh… diciamo che potrebbe essermi scivolato qualche
dettaglio… che i bambini non ripeteranno, vero?”
“Ma-”
“O potrei vedermi costretto a dire alla mamma chi ha davvero
fatto i compiti l’altro giorno.” Aggiunse sorridendo a
Goten, il quale saltò sull’attenti.
“Non diremo niente, tranquillo!” Esclamò in preda al
panico, mentre Trunks sorrideva divertito.
“E non credere che non sappia chi ha scambiato le viti di Bulma
prima che cominciasse quell’esperimento andato male settimana
scorsa.” Sussurrò a bassa voce Gohan all’altro
bambino, il quale fece sparire immediatamente il sorriso.
“Messaggio ricevuto Gohan!” Disse subito. “Terremo
l’acqua in bocca!”
“Che razza di segreto hai, Kaito?” Fece Aoko, guardandolo
sorpresa.
“Un mago non rivela mai i suoi trucchi.” Rispose lui,
facendole l’occhiolino. “E anche i suoi amici dovrebbero
fare lo stesso.”
“Scusa.” Ridacchiò Gohan. “A mia difesa,
dubitavo fortemente di poterti rivedere, figurati con qualcun
altro.”
“Bene, ora possiamo tornare alle cose importanti?”
Intervenne Conan, guardando Bulma. “Davvero pensi di poter
inserire il programma del tuo radar nei miei occhiali?”
La donna annuì. “Certo! Dovrò aggiungere la mappa
del nostro pianeta e adattare il software, ma mi ci vorranno al massimo
un paio d’ore. Nel frattempo, potete andare a prendere già
le prime tre, no?”
“Due.” Rispose Goten, portandosi una mano in tasca e
tirando fuori la Sfera del Drago con quattro stelle. “L’ho
dimenticata in tasca prima di uscire di casa.”
Aoko e Conan si avvicinarono subito, esaminandola.
“Quindi questa è una Sfera del Drago?” Fece Conan,
guardandola. “Pensavo fossero più grandi.”
“Non hai visto quelle di Namek. Quelle sì che sono
difficili da tenere in mano. Però sono più facili da
trovare.” Rispose Gohan. “Certo, non che a noi sia andata
proprio bene quella volta…”
“Ne esistono altre?” Chiese Kaito.
“Sì, ma si trovano su un altro pianeta. Direi che facciamo
prima a trovare le nostre. Oltre al fatto che dopo che il loro primo
pianeta è stato distrutto durante la ricerca delle sfere, i
namecciani preferiscono usarle con parsimonia.”
“Beh, allora siamo a meno una.” Fece Videl. “E la
prossima si trova a casa di mio padre. L’abbiamo lasciata in cura
a Bu.”
“La terza invece è a casa del Genio.” Aggiunse
Gohan. “Crillin l’ha trovata per caso e l’ha tenuta
proprio per casi come questo. Non è la prima volta che ci
troviamo a dover riunire le sfere all’improvviso. Per le altre
dovremmo aspettare l’aggiornamento degli occhiali di Conan.”
“Tranquilli, al vostro ritorno saranno pronti.”
Confermò Bulma, portandosi una mano in tasca. “Ma da quel
che ho visto, direi che i nostri visitatori preferiscono non ripetere
l’esperienza di volare sulla nuvola Speedy.”
Prima che potessero dire qualcosa, la scienziata lanciò ad Aoko
qualcosa, che lei prese al volo.
“Questa… cos’è?” Chiese, guardando la
piccola capsula tra le mani.
“Il vostro mezzo di trasporto. È ancora un prototipo, ma
dovrebbe permettervi di viaggiare tranquillamente per tutto il pianeta
in poche ore. Videl, non ti dispiace guidare tu, vero? Dalla loro
reazione, direi che non hanno nemmeno mai visto prima una capsula, non
oso immaginare come si comporterebbero al volante.”
La ragazza annuì, per poi prendere dalle mani di Aoko la
capsula, premere il tasto sopra e lanciarla a terra.
Sotto gli occhi increduli di Aoko e Conan, e quelli appena meno
sorpresi di Kaito, si generò una nuvola di fumo, che quando
scomparve lasciò in mostra quello che sembrava un piccolo
furgoncino volante, sospeso a una decina di centimetri dal suolo.
“C-Come… Era lì dentro?!” Esclamò
Aoko, guardando Bulma.
“Le capsule sono un’invenzione di mio padre. Sono usate su
qualsiasi cosa. Macchine, case, frigoriferi, oggetti vari… sono
decisamente versatili.”
“Ora capisco perché non avevi paura di spendere soldi per
il pranzo…” Fece Kaito guardando Gohan. “Se era lei
a pagarti, solo con quello che guadagnerà di diritti avrai
intaccato una minima parte del suo patrimonio.”
“Beh, direi di andare.” Disse Videl, guardando
l’orologio. “Dovremmo arrivare giusto dopo la fine della
conferenza di mio padre, quindi possiamo evitare i giornalisti.”
A quella frase tutti e tre si voltarono a guardarla. “Tuo padre
è così famoso?”
“Beh, è considerato da tutti colui che ha sconfitto Cell
ed è l’attuale campione del mondo di arti marziali…
Grazie alla collaborazione di diversi amici.”
“Perché ho la vaghissima impressione di sapere di chi stai
parlando?” Fece Kaito, guardando Gohan.
“Aspettate, ma Vegeta non ha detto che eri stato tu a sconfiggere
questo Cell? E che fine ha fatto questo tipo?”
“Beh, diciamo che all’epoca avevo altri pensieri per
pensare di prendermi il merito. E per quanto riguarda Cell… beh,
da quel che mio padre ha detto al momento si trova
all’inferno.”
“Vuoi dire che lo hai ucciso?” Esclamò il bambino,
spalancando gli occhi.
“Lui di certo non era uno stinco di santo.” Intervenne
Bulma. “Ha ucciso migliaia, se non milioni, di persone, per poi
minacciare l’intero pianeta. Se non fosse stato per Gohan, adesso
non ci sarebbe più nessuno. E poi non prendetela male, ma non
era altro che uno sofisticatissimo androide biologico.”
“Un… androide biologico?”
“Per farla breve, è stato costruito usando il DNA dei
guerrieri più forti. Era un mix molto pericoloso.”
Spiegò Gohan. “Ma è una vecchia storia, ormai non
ha più importanza.”
“Esattamente, Gohan, di solito che tipi affronti?” Chiese
Kaito. “No, perché hai appena parlato di un essere che
teoricamente non potrebbe nemmeno esistere come se niente
fosse…”
“E non hanno ancora visto Bu.” Commentò Videl.
“Con lui potrebbero avere qualche reazione scomposta in
più.”
“Credimi, di questo passo finirà che mi vedrò
passare davanti Gin e Vodka e gli stringerò la mano per essere
due semplici killer.” Fece Conan, sospirando. “E io che
pensavo che tornare ad essere bambino fosse già assurdo oltre
ogni modo possibile e immaginabile…”
“Tornare bambino? Vuol dire che sei ringiovanito?”
Intervenne Bulma. “Questo spiegherebbe un po’ di cose sul
tuo carattere.”
“Già… senza contare che sono stato praticamente
adottato dalla mia fidanzata, che ignora totalmente la verità. E
non gli posso dire nulla perché la metterei in pericolo.”
“Beh, perché non chiedi al drago di farti tornare
grande?” Domandò Trunks. “Di certo non dovrebbe
avere nessun problema a farlo. Insomma, può riportare in vita i
morti, cosa sarà mai una crescita istantanea?”
Conan si voltò di colpo a fissarlo. “E dopo come faremmo a
tornare a casa? Non posso sprecare il desiderio così!”
“Il drago dovrebbe avere ancora due desideri a
disposizione.” Intervenne Bulma. “L’ultima volta ne
abbiamo chiesto uno solo prima di rimandarlo indietro, di conseguenza
ci ha messo meno di un anno a rigenerarsi e ha ancora due desideri da
esaudire. Potresti chiedere di tornare grande e poi di rispedirvi a
casa senza alcun problema.”
“Per me non ci sono problemi.” Disse Kaito.
“L’unica cosa che voglio è tornare a casa, quindi
puoi anche chiedere quello che vuoi.”
“Lo stesso vale per me. E poi posso solo immaginare come ti
senti. Io non ce la farei a reggere una situazione del genere.”
Conan guardò tutti quanti, per poi annuire. “Grazie mille!
Anche se mi limiterò a chiedere solo la formula
dell’antidoto. C’è anche un’altra persona
nella mia stessa situazione, non mi pare giusto che sia il solo a
tornare come prima.”
“Ma a chi affiderai la produzione dell’antidoto?”
Domandò Videl. “Da quello che hai detto, non vuoi
coinvolgere nessuno oltre a te.”
“Sfortunatamente, ci sono già delle persone a conoscenza
del mio segreto. E l’altra persona nella mia situazione è
proprio la creatrice del veleno che mi ha ridotto così. O
meglio, colei che ci lavorava sopra. Sfortunatamente, nemmeno lei
è a conoscenza dei componenti completi, quindi finora è
riuscita a creare solo antidoti temporanei.”
“Non riesco a capire che cosa ci sia di male nell’essere
bambini.” Disse Goten. “Io mi trovo benissimo ad
esserlo.”
“Aspetta di crescere e poi vedrai che non sarai della stessa
idea.” Replicò sorridendo Conan. “Ma direi che
è meglio pensare a riunire queste sfere prima di decidere che
cosa chiedere.”
“Ottima idea. Forza, saltate su. Saremo a destinazione in poco
tempo.”
“Noi vi aspettiamo lì! Mr. Satan di solito ci regala
sempre qualche dolce sfuggito a Bu!” Esclamò Trunks, per
poi venire avvolto assieme a Goten da un’aura gialla. “A
dopo!”
Senza che nessuno potesse dire qualcosa, i due bambini volarono via a
tutta velocità, sparendo nel cielo nel giro di un paio di
secondi.
“E-E io che pensavo che quella nuvola fosse veloce…”
Mormorò incredula Aoko.
“Ora capisco perché dicevi di essere andato anche
piano.” Aggiunse Kaito guardando Gohan, che sospirò.
“Devo ancora fargli capire che devono trattenersi di
più…”
“Vuoi dire che quella non era nemmeno la loro velocità
massima?!” Urlarono in sincrono i tre viaggiatori, sgranando gli
occhi, mentre Bulma e Videl ridevano per la scena.
Capitolo 4 *** Un insospettabile dolce incontro ***
Capitolo 4: Un insospettabile dolce incontro (Un’amicizia tra
esibizionisti)Un
insospettabile dolce incontro
Il viaggio questa volta fu abbastanza silenzioso.
Ci fu giusto una sorpresa iniziale alla partenza, quando il furgoncino, con
loro grande dispiacere, si rivelò in grado di eguagliare la velocità della
Nuvola Speedy, anche se per fortuna Videl era ben in grado dal trattenersi
dal fare manovre azzardate, perciò si abituarono in pochi minuti.
“Allora…” Fece Videl senza girarsi. “Andate ancora a scuola tutti e tre,
vero?”
“Purtroppo.” Rispose Conan, sospirando. “Anche se ora come ora la cosa più
difficile che mi ritrovo a fare sono dei calcoli di matematica che saprei
risolvere a occhi chiusi e con le mani legate. Senza parlare di dover fare
da balia a un gruppo di bambini che mi hanno preso come loro esempio.”
“Oh, i famosi Detective Boys.” Ridacchiò Kaito. “Ogni tanto sento parlare di
voi. E anche con loro ti ritrovi sempre coinvolto in qualche omicidio. Però
se non sbaglio sono sempre il professore Agasa o quella ragazza a risolvere
i casi… la nipote del vecchio Suzuki, no?”
“Certo che è strano, sei sempre circondato da persone in grado di risolvere
casi straordinariamente complicati. E solitamente fai notare dettagli che
sfuggono agli altri.” Si aggiunse Aoko. “Mio padre ti nomina spesso, dicendo
che ci sono già diversi reparti della polizia che ti stanno tenendo d’occhio
per quando finirai gli studi per poterti prendere al volo.”
Conan ridacchiò. “Preferisco restare per conto mio. Ero pronto a diventare
un investigatore privato e non voglio cambiare idea. Anche se spero di non
farlo come Conan Edogawa.”
“Dev’essere frustante per te non venire ascoltato più di tanto. Solo il
vecchio Suzuki sembra seguire le tue direttive. Lui e anche quel detective
di Osaka.”
“Diciamo che solitamente ho i miei metodi per aiutare a risolvere i casi…”
Rispose il bambino, muovendo a disagio il farfallino che portava attorno al
collo. “Anche se purtroppo a volte sono stato fin troppo ovvio. Pure Lupin
III ha scoperto il mio segreto, anche se fortunatamente ha capito la
situazione e pare non volerlo rivelare a nessuno.”
“Spero per te che quel ladro da strapazzo mantenga la parola.” Commentò
Kaito.
“Pensavo che non disprezzassi i ladri, Kaito.” Fece Aoko. “Per come prendi
sempre le parti di Kid, credevo fossi un fan dei ladri gentiluomini.”
“Kid infatti lo è. Ma un vero ladro gentiluomo non userebbe mai l’aspetto di
un suo collega per fare un colpo, se non per una buona causa. O vendetta.”
“Heiji mi ha detto qualcosa sul fatto che Kid ha incastrato Lupin in un suo
furto.” Rifletté Conan. “Anche se lo hanno scoperto solo grazie alle riprese
delle telecamere e dopo tre ore di inseguimento.”
Videl guardò appena indietro, notando solo lei il sorrisetto sul volto di
Kaito nel sentire ciò.
“Gohan parla bene di Kid. Dice che in realtà non è una persona cattiva.”
“È un ladro, è per forza cattivo. Tu stessa vai in giro a combattere contro
di loro, no?” Replicò subito Aoko.
“Sì, ma credo che anch’io lascerei stare un ladro come Kid. Anzi, forse gli
darei anche una mano.”
“Perché dici questo?” Chiese Conan.
“Gohan ha scoperto il vero obiettivo di Kid. E comprende perfettamente le
sue intenzioni. E considerando che a differenza nostra Kid non può vantare
di avere poteri eccezionali o contatti in alto-”
“Non credo ci siamo molte persone in grado di poter dire di incontrare
spesso e volentieri divinità.” Sbottò Kaito.
“Tu sai qual è l’obiettivo di Kid?” Gli chiese Conan. “Hai detto che eri
presente quando si è incontrato con Gohan, perciò magari anche tu ne sei a
conoscenza.”
“No, mi spiace. Sono arrivato dopo. Non sapevo nemmeno che ci fosse qualche
motivo preciso dietro ai suoi furti. Ho sempre pensato che fosse solo la sua
voglia di dimostrarsi capace di imbrogliare la polizia e di intrattenere il
pubblico.”
“E poi a volte è necessario mascherare le proprie azioni. Ironicamente, se
mio padre non avesse finto di aver sconfitto Cell, Goku non sarebbe mai
riuscito a sconfiggere Majin Bu.”
“Come mai?” Fece Aoko, mentre Kaito sospirava internamente, ringraziando per
il cambio d’argomento.
“Goku conosce una tecnica particolare, che consiste nel radunare energia da
altri esseri viventi. Majin Bu era così forte che nemmeno tutti insieme è
stato possibile sconfiggerlo. Così Goku ha chiesto in prestito l’energia da
tutti quanti. Ma i terrestri non erano propensi a credergli, e non hanno
partecipato fin dall’inizio. A quel punto è intervenuto mio padre, che
usando la sua fama, è riuscito a convincere tutti. E così Goku e riuscito a
sconfiggere Majin Bu, vaporizzandolo.”
“Era proprio necessario?”
“Considerando che, proprio come Cell, era in grado di rigenerarsi dal più
piccolo atomo, sì. Inoltre Majin Bu aveva già distrutto la Terra una volta,
non potevamo rischiare lo rifacesse.”
“Sai, non prenderla come offesa, ma non vedo l’ora di tornare a casa. Questo
pianeta sembra più pericoloso ogni volta che ci raccontate qualcosa.”
“Ringraziate che per merito di Goku e della sua famiglia i pericoli sono
anche diminuiti. Qualche decennio fa c’era un’organizzazione criminale
diffusa per tutto il pianeta, chiamata Esercito del Fiocco Rosso. Goku,
ancora ragazzo, è riuscito a debellarlo completamente da solo.”
“Sono contenta che non siete persone cattive.” Mormorò Aoko, ricevendo un
assenso dai due compagni.
“Beh, mentre parlavamo siamo arrivati a destinazione.” Esclamò Videl.
“Benvenuti a Satan City!”
Mentre diceva ciò il furgoncino passò oltre un arco che portava il nome
della città.
“Satan City?” ripeté Kaito. “Che nome strano.”
“Colpa di mio padre temo.” Rispose la ragazza. “Si chiama Satan, e la città
è stata rinominata in suo onore dopo la sconfitta di Cell.”
“Però, non male come premio. Da noi è assai dura che una città cambi nome,
figuriamoci per un motivo del genere.”
“Io sono più sorpresa che Gohan abbia accettato tutto questo come se niente
fosse. Insomma, doveva esserci lui al posto di tuo padre, no?”
“Gohan non è mai stato uno da stare sotto i riflettori. Almeno, non come
Gohan. Poi preferisce che le persone siano salve piuttosto che tenere
conferenze stampa o simili. È più che felice di lasciare quell’onere a mio
padre.”
“Considerando la scena che ha messo su nel nostro mondo come GreatSayaman,
fatico a crederci.” Replicò Kaito, sospirando. “Si è fatto sparare contro da
tutti i poliziotti lì presenti solo per dimostrare la sua forza.”
“Io sono più sorpreso per il fatto che non ci sia nessun video o foto di
quell’evento.” Fece Conan. “Va bene cancellare i ricordi di tutti, ma
quello, considerando internet, era difficile da fare.”
“Shenron ha enormi poteri. Se può ricostruire la Terra dopo che è stata
distrutta, eliminare qualche video e foto non può di certo essere
difficile.”
“E poi è meglio così. Se questi tipi che ti volevano fare fuori dovessero
scoprire dell’esistenza di un tizio come Gohan, sarebbero capaci di fare di
tutto pur di trovarlo. Impossibile, okay, ma immagino non sia così facile da
spiegare.”
“Beh, dubito ci avrebbero creduto. Dopotutto, solo una di loro è a
conoscenza dei reali effetti collaterali del loro veleno.”
A quella frase Kaito e Aoko si voltarono a guardare il bambino. “Aspetta,
vuoi dire che sanno di te? Avevo capito che sarebbe stata la tua fine se
fosse successo.”
“Per mia fortuna, la persona in questione sembra avere dei suoi tornaconti
per non dire a nessun altro la verità. Una volta ero anche quasi riuscito a
catturarla, ma è riuscita a scappare. Senza contare che è una professionista
del travestimento, proprio come Kid.”
“Non può essere lui?” Domandò Aoko.
“Ne dubito. Il suo modo di fare è diverso, e sono abbastanza sicuro che sia
una donna. Nemmeno Kid potrebbe fingere così bene.” “Cercherò di non prenderla come offesa.” Pensò il ladro, sorridendo.
“Ed eccoci arrivati!” Esclamò Videl, facendo atterrare il furgoncino di
fronte a una villa gigantesca, circondata da un parco delimitato da un
cancello.
I tre viaggiatori spalancarono la bocca, mentre Videl apriva la porta
scendendo. “Sì, posso capire la vostra reazione. Mio padre non ha esitato a
usare la sua fama per togliersi qualche sfizio.”
“Qualche sfizio?” Ripeté Aoko. “Se Kid dovesse venire qui, sarebbe capace di
prendere un carello della spesa e fare razzia di tutto quello che trova!”
“Nemmeno Sonoko ha una villa così grande.” Aggiunse Conan. “E la sua
famiglia possiede praticamente di tutto.”
“Io sinceramente non credevo nemmeno possibile che qualcuno possedesse una
villa così grande tutta per sé. Ma stiamo parlando di un mondo dove a quanto
pare l’impossibile è quasi la normalità, quindi credo proprio dovrò tenere
per me i miei commenti.” Mormorò Kaito, mentre entravano.
“Papà! Sono a casa!” Urlò Videl.
Immediatamente si sentì il rumore di diversi oggetti cadere a terra, seguito
da quello di una corsa. Pochi istanti dopo una delle tante porte presenti
all’ingresso si spalancò, rivelando un grosso uomo dai folti capelli neri,
con addosso una tuta marrone coperta da un mantello bianco, con una grossa
cintura d’oro attorno alla vita.
“Videl!” Esclamò felice, correndo ad abbracciare la figlia. “Ti aspettavo!
Gohan e i bambini sono arrivati poco fa e mi hanno già spiegato tutto
quanto. Così loro sono i misteriosi amici dell’altra dimensione.” Continuò,
guardando i tre. “Piacere di conoscervi! Io sono Mr. Satan, il campione del
mondo di arti marziali e colui che ha sconfitto Cel-”
“Papà, sanno la verità.” Lo interruppe Videl, ridacchiando quando il padre
si sgonfiò visibilmente.
“Cosa? Ma non sono nemmeno riuscito a presentarmi come si deve!”
“Dovrei far fare un controllo del DNA, sono sicuro quasi al 100% che lui e
Goro sono in realtà la stessa persona di due mondi diversi. Pure le figlie
si somigliano.” Commentò Conan, sorridendo nervoso.
“Beh, immagino non sia impossibile. Ma non credo che possa esserci qualcuno
come mio papà.”
“Considera che si vanta di aver risolto centinaia di casi di omicidio senza
ricordarsene nemmeno uno. Ed è diventato famoso come uno dei migliori
detective del mondo… il tutto semplicemente dormendo.”
“Però! Dev’essere un tipo simpatico.” Fece Satan, annuendo con gli occhi
chiusi e una mano sotto il mento. “Beh, se un giorno dovesse finire anche
lui qui, assicuratevi di farlo venire qua. Se mi somiglia anche solo di
poco, dev’essere senza dubbio una persona da incontrare!”
“Dove sono Gohan e i ragazzi?” Chiese Videl, decidendo di mettere fine a
quella discussione.
“Beh, sono arrivati proprio mentre Bu stava mangiando… inutile che ti dica
che si sono uniti a lui a fare merenda.”
“Se l’appetito di Goten e Trunks è simile a quello di Gohan, ti manderanno
in bancarotta.” Ridacchiò Kaito.
“Nah, in confronto a Bu non mangiano nulla. Ma considerando le alternative
di non far mangiare Bu, è decisamente meglio rifornire il frigorifero un
paio di volte al giorno.”
“Scusate, ma c’è una cosa che continuo a pensare.” Intervenne Conan. “Prima
avete detto che la Terra è stata distrutta da un tale Majin Bu, e voi spesso
nominate questo Bu… c’è un legame tra di loro?”
A questa frase Videl e Satan si guardarono tra di loro. “Beh, diciamo che la
situazione è un po’ complicata. In realtà sarebbero la stessa persona, ma
allo stesso tempo non lo sono.”
“Soffre di doppia personalità?” Chiese preoccupata Aoko.
“No. Si è letteralmente diviso in una parte buona e una malvagia. E
tranquilli, quella malvagia è quella che è stata disintegrata da Goku. Ma
quella buona… beh, non è altri che un grosso bambinone.” Ridacchiò Videl.
“Solo che possiede tutti i poteri che aveva anche l’altra sua parte.”
“Quindi in poche parole ci state dicendo che ospitate qualcuno che ha la
mentalità di un bambino ma che sarebbe in grado di distruggere il pianeta
intero?” Disse Kaito, facendo sfoggio ancora una volta della sua faccia da
poker per nascondere la sua perfetta imitazione dell’Urlo di Munch.
“Sì, ma tranquilli. Finché non gli rubate il cibo dal piatto, non correte
rischi.”
“Beh, credo che con queste premesse, nemmeno Kid si azzarderebbe a
commettere un simile furto.” Fece Conan, deglutendo. “Concordo pienamente.” Pensò Kaito. “Oltre al fatto che se anche
il padre di Gohan ha avuto tante difficoltà a sconfiggerlo, dubito
fortemente che potrei fare qualcosa.”
Il gruppo seguì in silenzio Mr. Satan e la figlia attraverso una serie di
porte, fino a ritrovarsi in una sala con un tavolo al centro ricoperto fino
all’ultimo centimetro di ogni tipo di cibo.
E seduti attorno ad esso ritrovarono Gohan, Goten e Trunks, assieme a un
grosso essere umanoide rosa con una specie di corno molle sulla testa
piegato all’indietro; indossava dei larghi pantaloni bianchi e un gilet nero
decisamente piccolo per lui, tanto che lasciava in vista la sua enorme
pancia e infine aveva un mantello viola legato attorno al collo.
I quattro erano così impegnati a mandare giù quanto più cibo possibile che
si accorsero appena dell’arrivo degli altri, dove ancora una volta i tre
viaggiatori dimensionali si ritrovarono a fissarli increduli.
“C-Com’è fisicamente possibile riuscire a mandare giù così tanto cibo così
velocemente?” Domandò Conan.
“E-E dire che io sto attenta a cosa mangio per non ingrassare… E a parte
quello che immagino sia Bu, nessuno di loro mi sembra avere problemi di
linea.”
Dovettero aspettare solo pochi minuti prima che della montagna di cibo
restassero solo pochi avanzi, la maggior parte dei quali sparsi per tutto il
tavolo. Fu a quel punto che Gohan si alzò.
“Scusate, ma ci era venuto un certo languorino e ne abbiamo approfittato.”
Disse ridacchiando.
“Ma figurati. Finché non siamo noi a pagare, non c’è nessun problema.”
Rispose Kaito. “Toglimi giusto una curiosità: quando hai collaborato con
l’ispettore Nakamori, non gli hai chiesto di pagarti offrendoti un pranzo,
vero? No, perché credo che avrebbe risparmiato, e di parecchio, pagando
direttamente Kid per non commettere più furti.”
“Perché?” Chiese Bu, alzandosi. “Questo era solo l’antipasto.”
Mr. Satan intervenne immediatamente. “Ma Bu, te l’ho già detto mille volte:
se mangi troppo tutto assieme finirai con il non gustarti i pasti
successivi. E non vorrai di certo rinunciare alle merenda delle 18, vero?”
La creatura parve mettersi a pensare per qualche secondo, per poi sorridere
e annuire. “Hai ragione Mr. Satan. Sarebbe davvero un peccato.”
L’uomo sospirò di sollievo, per poi indicare con la mano i tre viaggiatori.
“Bu, ti presento degli amici di Gohan: loro sono… ehm…”
I tre si presentarono nuovamente, immaginando che durante quella giornata
sarebbero stati costretti a farlo ancora diverse volte.
“Ogni amico di Gohan è mio amico!” Esclamò felice Bu.
“Bu, ti ricordi della sfera che ti abbiamo chiesto di custodire per noi?”
Intervenne Gohan, ricevendo un assenso dalla creatura. “Beh, ci servirebbe
indietro. Dove la tieni?”
“Nel posto più sicuro dove potevo metterla, proprio come mi hai chiesto.”
Rispose lui, per poi sputare a terra quello che sembrava una cicca
masticata, che tuttavia non appena toccò terra si trasformo con uno sbuffo
di fumo nella Sfera del Drago con sei stelle. “Eccola qui!”
“H-Ha… Ha appena sputato fuori… una Sfera del Drago?” Ripeté Aoko,
sbiancando. “M-Ma come…”
“Altro che stomaco di ferro. Spero che non decida mai di fare il mago, o per
noi poveri prestigiatori sarebbe la fine.”
A quello Aoko sembrò esplodere. “Ma non sai pensare a nient’altro?!” Gli
urlò contro. “Siamo in una dimensione diversa piena di tizi e cose che fino
a poche ore fa consideravamo assolutamente impossibili e tu ti preoccupi
della tua stupida carriera di mago da quattro soldi?!”
“Suvvia Aoko, cerca di prendere le cose più dolcemente, altrimenti rischi di
farti venire i capelli bianchi prima del tempo.”
“Cos’hai detto?!”
“Se vuoi farla diventare dolce, posso pensarci io senza problemi.”
Intervenne Bu.
Prima che qualcuno potesse fare qualcosa, il suo corno si mosse in avanti,
mentre sulla sua punta si creò una luce rosa.
Questa si diresse contro Aoko, che rimasse sospesa a mezz’aria per qualche
secondo, prima di venire avvolta da una nuvola di fumo.
Pochi istanti dopo al suo posto apparve una torta di panna, che cadde
dolcemente a terra.
Vedendo ciò Kaito e Conan urlarono immediatamente per la sorpresa.
“Aoko!” Gridò Kaito.
“C-Che cosa… Che diamine è successo?!” Urlò Conan verso Gohan, che guardò
male Bu assieme agli altri.
“Bu!” Esclamò Mr. Satan. “Cosa ti avevo detto sul trasformare le persone in
cibo?”
“Che non era una cosa bella da fare, ma l’ha chiesto lui.”
“Bu, quella era solo un’espressione, non una richiesta.”
“E io ora cosa dico a suo padre?” Mormorò Kaito, in visibile stato di shock.
“Come minimo mi manda dietro tutte le forze di polizia… Non che io agirei
diversamente al suo posto… E non sono nemmeno riuscito a dirgli che-”
Qualunque cosa stesse per dire si interruppe quanto la torta venne colpita
di nuovo dal raggio di Bu, ritrasformandosi così in una stordita Aoko,
seduta a terra.
“C-Cos’è successo?” Fece, sbattendo le palpebre un paio di volte, per poi
voltarsi a guardare il volto esterrefatto di Kaito al suo fianco.
“Sei viva!” Gridò lui, abbracciandola immediatamente, per poi lasciarla
andare subito dopo, dandole immediatamente le spalle. “O-Ovviamente la mia
preoccupazione era puramente per il fatto che dopo la vita sarebbe stata
terribilmente noiosa. E poi tuo padre avrebbe senza dubbio lasciato perdere
Kid per dare la caccia a me. Sarebbe stato un bel fastidio.”
“Non che sarebbe cambiato molto…” Aggiunse internamente il ladro, cercando
di controllare il proprio rossore sul viso.
“Tutto a posto.” Disse Bu. “Scusate, avevo frainteso cosa volevi dire.”
Aggiunse, rivolgendosi a Kaito.
“Io… Io credo che sia il caso di gettare la spugna.” Fece Conan, portandosi
una mano sugli occhi. “Ovviamente questo non può essere altri che un incubo
molto, molto, ma veramente molto realistico. Non c’è altra spiegazione per
tutto questo.”
“Beh, almeno non l’ha mangiata.” Disse Videl. “Credetemi, non è qualcosa che
vi consiglio di sperimentare, e parlo per esperienza personale.”
“Che cosa mi è successo esattamente?!” Urlò Aoko, che ancora non riusciva a
capire che cos’era accaduto.
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“Una torta… Mi ha trasformato in una torta…” Ripeté per probabilmente la
centesima volta Aoko, mentre sul camioncino volavano sopra l’acqua. “Ed è
tutta colpa tua, Kaito!”
“Ma secondo te andavo a immaginare che il potere di un ex distruttore di
mondi fosse quello di trasformare in cibo chi e cosa vuole?!” Replicò lui.
“Era un po’ troppo da prevedere, non trovi?”
“Videl, adesso dove stiamo andando?” Chiese Conan, lasciando i due amici a
litigare tra di loro, sapendo fin troppo bene che era meglio non
interferire.
“Dal primo maestro del papà di Gohan.” Rispose lei, continuando a guidare.
“È il Genio delle Tartarughe di Mare, una volta considerato come l’esperto
di arti marziali più forte al mondo. Era una leggenda. Poi beh, i suoi
allievi lo hanno di gran lunga superato.”
“Aspetta, vuoi dire che ha avuto altri allievi oltre a Goku che sono
diventati più forti di lui?” Fece Kaito, voltandosi a guardarla, felice di
avere una scusa per interrompere il battibecco con Aoko, la quale si mostrò
anche lei interessata alla questione.
“Già. Ovvio, nessuno al livello di Goku, però lo hanno aiutato più volte a
difendere la Terra. Inoltre uno di loro, Crilin, vive proprio a casa del
Genio assieme alla famiglia.”
“Sono umani loro o sono come Bu? Giusto per sapere se dobbiamo fare
attenzione a qualcosa di particolare o no…”
“Beh, no, direi che sono umani… quasi.” Rispose Videl.
“Come ‘quasi’?” Chiese Kaito.
“Beh, diciamo che Bu e Vegeta non sono gli unici ex nemici che sono
diventati amici.” Continuò la ragazza. “Ma direi che potrete vedere di
persona. Eccoci arrivati!”
Sentito ciò, i tre guardarono in avanti, vedendo una piccola isola grande a
sufficienza per ospitare una casa e lasciare qualche metro attorno ad essa
di spiaggia.
Lì, ad aspettarli, c’erano i tre semi sayan, assieme a un vecchio dalla
lunga barba bianca, un uomo dai capelli neri e sei punti divisi in due file
da tre sulla fronte e una donna dai capelli biondi con in braccio una
bambina che era senza dubbio sua, data la somiglianza.
Videl atterrò con il furgoncino proprio di fronte a loro e il gruppo uscì
giusto in tempo per sentire Gohan terminare di raccontare loro gli ultimi
eventi.
“Beh, i viaggiatori di dimensioni parallele ci mancavano ancora.” Ridacchiò
l’uomo, per poi alzare una mano per salutare i nuovi arrivati. “Ciao! È
bello vedere qualche faccia nuova che non tenti di ucciderci!”
“Crilin!” Lo richiamò la donna al suo fianco.
“Beh, di solito le cose vanno così, no?”
“Scusate mio marito. Passa così tanto tempo a combattere che spesso pensa
non si possa fare altro.”
“Personalmente parlando, fino a poco fa ero sicuro di essere in compagna
dell’essere più pericoloso di tutti, ma mi sono trovato costretto a
ricredermi. E non di poco.” Ridacchiò Kaito.
“Hai viaggiato con Bills?” Chiese Crilin, sorpreso.
“Chi scusa?”
“Il dio della distruzione di cui ti ho parlato.” Spiegò Gohan.
“Temo si riferisse a me.” Aggiunse Conan, sospirando. “È convinto che solo
perché ovunque vado muore qualcuno questo significa che debba succedere
sempre.”
Crilin ridacchiò, anche se fece un passo indietro. “Beh, non dovrei essere
preoccupato… sono già morto tre volte, eppure sono ancora qui.”
“Non è proprio qualcosa di cui vantarsi.” Fece il vecchio, per poi
avvicinarsi ad Aoko. “Ma piuttosto, direi di presentarsi come si deve a
questa favolosa ragazza! Che ne dici di mostrarmi le tue mut-”
Quello che doveva essere il Genio delle Tartarughe non concluse la frase che
si ritrovò ad avere un incontro ravvicinato con un pugno di Aoko, che lo
spedì letteralmente contro il muro della casa.
“Pervertito!” Gli urlò subito lei contro, per poi voltarsi verso Gohan. “E
quello dovrebbe essere il maestro di tuo padre?!”
“Già… fortunatamente, è riuscito a insegnarli solo le arti marziali.”
“Goku non è mai stato molto coinvolto in queste cose. Ha accettato di
sposarsi con Chichi senza nemmeno sapere che cosa fosse il matrimonio.”
Ridacchiò Crilin.
“Ohio… picchia forte la ragazza…” Mormorò il Genio, rialzandosi. “Però
dovresti fare attenzione: un normale vecchietto di quasi 350 anni non si
sarebbe rialzato.”
Sentendo ciò i tre viaggiatori lo fissarono increduli.
“Quanti anni hai, scusa?” Chiese infine Conan, sicuro di aver sentito male.
“Ho bevuto l’elisir di lunga vita.” Spiegò semplicemente il vecchio, solo
per ritrovarsi Kaito ad afferrarlo per la maglietta.
“Non lo avrai creato con una pietra rossa, vero?” Chiese lui serio, mentre
tutti quanti lo fissarono sorpresi per quella reazione.
“Kaito!” Lo richiamò Gohan. “Anche se fosse, non sarebbe la stessa.”
Aoko guardò alternativamente i due, per poi osservare il suo amico mettere
giù il Genio.
“Sì… hai ragione. Scusa vecchio.”
“Oh, nulla, ho passato di peggio.” Rispose lui, per poi costringere Kaito ad
abbassarsi alla sua altezza e dirgli qualcosa a bassa voce direttamente
all’orecchio.
Pochi istanti dopo sul volto di Kaito apparve un sorriso. “Oh, davvero?”
Disse infine, rialzandosi. “Sai vecchio, potrei anche imparare qualcosa da
te e-”
“Non se ne parla nemmeno!” Esclamò Aoko, raggiungendolo e portandolo via per
un orecchio. “Sei già fin troppo un pervertito, da uno così rischi solo di
peggiorare!”
“Ahi, ahi, ahi! Aoko, che razza di modi! E poi io al tuo posto la smetterei
di tirarmi l’orecchio, finirai con il staccarmelo!”
Non appena ebbe detto ciò, come da sua previsione l’orecchio si staccò di
netto, restando in mano a una per nulla sorpresa Aoko, mentre Goten e Trunks
lo indicarono increduli. “Ha perso l’orecchio! Proprio come può fare
Piccolo!”
Kaito, che si era portato una mano dove c’era l’orecchio, li guardò deluso.
“Sapete, solitamente non è questa la reazione che provoco con questo
trucco.” Fece, per poi togliere la mano e mostrare l’orecchio al suo posto,
mentre Aoko buttò via il pezzo di plastica con cui Kaito l’aveva
magistralmente sostituito.
“Beh, con me non funzionava di certo. Mi hai fatto lo stesso scherzo con
l’intera testa, un orecchio era ben poca cosa.”
“Fantastico!” Esclamarono invece i due bambini, con le stelle agli occhi.
“Sei già riuscito a farlo ricrescere! Sei anche più veloce di Piccolo!”
Kaito restò in silenzio per qualche secondo, per poi battere le mani tra di
loro e poi poggiarle sulla testa dei due. “Beh, non è proprio quello che mi
aspettavo, ma almeno vi ho sorpresi.”
Dicendo ciò tolse le mani dalle loro teste, rivelando due lecca lecca. “Non
sarà il massimo considerando il vostro appetito, ma i vostri capelli non
avevano altro nascosto dentro.”
“Uao! Non sapevo che si potesse fare!” Esclamò Goten, mentre tutti gli altri
ridacchiavano alla scena.
“Allora, immagino siate qui per questa.” Disse la moglie di Crilin, per poi
prendere la sua borsa e tirare fuori la Sfera del Drago da due stelle.
“Grazie mille!” Esclamò Conan, prendendo la sfera e guardandola. “Fatico
ancora a credere che queste sfere facciano davvero quello che dicono, ma è
l’unica speranza che abbiamo.”
“Oh, non preoccuparti. Per Shenron sarà una sciocchezza rimandarvi a casa.
Finora le uniche limitazioni, oltre a non poter riportare in vita due volte
la stessa persona, sono state il non poter sconfiggere nemici forti e di far
diventare umani degli androidi.”
“Scusa?” Intervenne Aoko. “Hai detto androidi? Perché volevate farli
diventare umani?”
“Diciamo che mio marito, prima ancora di dichiararsi, voleva farmi un
favore.” Rispose la donna bionda, sorridendo. “Il mio nome è C-18.”
I tre restarono in silenzio, finché non fu Kaito a interromperlo. “Beh, mi
sembri già migliore dell’ultimo androide con cui ho avuto a che fare.”
Sentendo ciò sia Conan che Aoko si voltarono di colpo a guardarlo. “E questo
quando sarebbe successo?!”
“Un po’ di tempo fa. E considerando che aveva assunto le mie sembianze, non
è stata una bella cosa. Almeno, tu non hai avuto il coraggio di guardarmi
per giorni e i nostri compagni di classe continuavano ad augurarci buon
matrimonio.” “E non dimentichiamoci di come ha provato a farmi fuori distruggendo un
palazzo nel frattempo…” Aggiunse mentalmente.
“E hai vinto? Uao!” Esclamò Trunks. “Mamma dice che C-18 e C-17, la prima
volta che hanno incontrato mio padre e gli altri gli hanno sconfitti senza
alcuna difficoltà.”
“Beh, dalla mia parte c’era il fatto che non era forte come voi… e per mia
fortuna era programmato per agire come me. Quindi quando mi sono puntato una
pistola alla testa ha fatto lo stesso. L’unica differenza è che la mia era a
salve, la sua no.”
“Aspetta…” Lo interruppe Aoko. “Questo significa che è stato un robot a
dichiararmi il suo amore?!”
“C-Cosa?! Che cos’ha fatto quell’ammasso di latta?! Senza offesa signora.”
“Tranquillo, Vegeta era molto più colorito con gli insulti.” Rispose C-18.
“Ma, scusa la domanda, come puoi aver avuto una figlia se sei un androide?”
Chiese Conan, sinceramente incuriosito. “Dopotutto, non dovrebbe essere
possibile.”
“A essere sincera, sono un cyborg. Quindi buona parte del mio corpo è ancora
quello che avevo quando ero umana. E il resto direi che è ancora presto per
te.”
“Non lasciarti ingannare, quel moccioso è ben più grande di quello che
sembra.” Intervenne Kaito.
“Davvero? Wow, e dire che credevo che io e Goku fossimo un’eccezione sulla
crescita tardiva. Ok, Goku mi ha superato alla grande, però…”
“Sono stato rimpicciolito.” Spiegò subito Shinichi. “Contro la mia volontà.”
“Davvero? E sai come? Se non sei interessato a guadagnarci sopra, potresti
sempre lasciare a me il compito di mettere in vendita il metodo. Ovviamente
ti darei una percentuale sui guadagni.”
Il piccolo detective guardò C-18 per qualche secondo. “Sicura di non avere
nessuna parente che si chiami Fujiko Mine? Perché anche lei la pensava così…
E comunque no, se avessi la formula sarei già tornato grande.
Sfortunatamente, chi la conosce non è disposto a condividerla senza piantare
un proiettile nella testa di chi la chiede.”
“Bello…” Commentò Crillin. “Allora, adesso dove andrete?” Chiese a Gohan,
cambiando drasticamente argomento.
“Beh, prima di tutto torneremo da Bulma per recuperare il radar e poi-”
Ma il semi sayan si interruppe quando un rumore cominciò a riempire l’aria,
diventando sempre più forte, mentre all’orizzonte cominciava ad alzarsi una
scia d’acqua.
In pochi secondi una Bulma sorridente fermò una moto d’acqua sulla spiaggia
dell’isola.
“Meno male, vi ho raggiunti in tempo!” Esclamò. “Speravo che non foste
ancora partiti da qui o che doveste ancora arrivare.”
“Bulma! Come mai qui?” Chiese Videl. “Ci sono stati problemi?”
“No, no, anzi. Sono venuta a consegnarvi direttamente gli occhiali
aggiornati.” Disse lei, tirando fuori un porta occhiali che porse subito a
Conan. “Mi sono permessa di copiarne la struttura. Chi li ha fatti è davvero
un genio. Ovviamente non l’ho fatto senza dare nulla in cambio.”
“Ossia?”
“Beh, diciamo che ho inserito al suo interno il brevetto delle capsule. Il
tuo amico inventore dovrebbe riuscire a capirlo senza troppe difficoltà.”
“Bulma!” Esclamò Gohan. “Non ti sembra un po’ troppo?”
La donna per tutta risposta alzò le braccia. “Non temo certo la concorrenza
da un’altra dimensione. E poi la sola idea che l’invenzione della mia
famiglia diventi un successo in ben due universi mi basta come soddisfazione
personale.”
“Beh, di certo il professore ne sarà immensamente felice.” Rispose Conan,
credendo tuttavia che la donna non fosse seria. Dopotutto, era un’invenzione
troppo rivoluzionaria per darla via così.
Pensando ciò indosso gli occhiali, accendendoli subito.
“Il radar è l’ultima delle opzioni. Ho immaginato che una volta tornato a
casa non ti servirà a molto.”
Il finto bambino annuì, per poi far scorrere le varie opzioni, fino a
scorgerne una nuova.
Con sua sorpresa, nella lente apparve una mappa a lui sconosciuta, con sette
puntini che lampeggiavano, di cui tre nello stesso posto.
“I-Incredibile!” Esclamò, per poi schiacciare un tasto e riuscire a zoomare.
“E questa è la mappa del vostro mondo? È totalmente diverso dalla nostra
Terra!”
Ma prima che potesse dire altro, Kaito gli rubò magistralmente gli occhiali,
indossandoli a sua volta. “Wow! Davvero incredibile! Immaginavo che non
fossero uguali, ma non che fossero proprio due pianeti diversi.”
“Già. Immagina la mia difficoltà iniziale quando mi sono ritrovato da voi.
Senza parlare dell’incontro ravvicinato che ho avuto con uno dei vostri
aerei al mio primo volo. Quando mi sono fermato a mezz’aria per evitarlo, i
piloti mi hanno guardato come se fossi stato un fantasma.”
“Ed ecco spiegato il mistero di quei due piloti che dopo un volo sono scesi
di corsa dall’aereo urlando che era infestato.” Ridacchiò Kaito, restituendo
gli occhiali. “Beh, allora che cosa aspettiamo? Abbiamo il radar, possiamo
andare a prendere le altre sfere, no?”
Capitolo 5: Guardare aldilà del solito (Un’amicizia tra
esibizionisti)Guardare
aldilà del solito
Dopo aver salutato il Genio delle Tartarughe, Crillin, C-18 e Bulma, il
gruppo si ritrovò a viaggiare per un paio di giorni in giro per il mondo.
La sfera dalle cinque stelle era stata trovata nientemeno che da un drago,
il quale l’aveva presa e portata dentro un vulcano (“Kiwi? Avete chiamato un
vulcano Kiwi?!” Fu il commento di Kaito quando gli dissero il nome). Il
drago fu facilmente messo K.O. da Goten e Trunks, i quali poi dovettero
essere fermati da Gohan dal mangiarlo come merenda.
La sfera con sette stelle invece era finita in mezzo a un deserto
disseminato di crateri, venendo sepolta da qualche metro di sabbia, rimossa
in pochi secondi grazie a uno scatto d’energia di Great Sayaman.
Infine la sfera da tre stelle era stata trovata da una strana bambina che
abitava in un piccolo paese chiamato Villaggio Pinguino, la quale aveva più
che volentieri ceduto la sfera in cambio di un trucco di magia da parte di
Kaito, al quale aveva poi voluto replicare allo stesso modo.
“La testa… Si è staccata la testa… e continuava a parlare anche dopo!” Urlò
un Kaito esterrefatto, mentre il gruppo si allontanava dal villaggio, con
Conan che iniziava a ritracciare l’ultima sfera.
“Adesso capisci come si sentono le persone a cui fai quel trucco.” Lo
riprese Aoko.
“Sì, ma io uso una testa finta. Finta, capito?! Quella bambina se l’è
letteralmente staccata e la teneva tra le braccia mentre continuava a
parlare!”
“Beh, credo fosse anche lei un robot, visto che non emanava alcuna energia
proprio come C-18.” Fece Trunks, sbadigliando. “Che pizza però. L’ultima
volta era stato molto più emozionante e veloce cercare le sfere.”
“Personalmente, considerando che una volta abbiamo trovato il clone
impazzito di un sayan che a quanto pare era pazzo di suo ed era considerato
come il Super Sayan più forte della galassia, sono più che contenta di come
stia andando.” Replicò Videl.
“E poi temo ci possa essere un problema.” Disse Conan, facendo letteralmente
cadere a terra Kaito.
“Ecco! Lo sapevo!” Esclamò rialzandosi, per poi voltarsi verso Trunks. “Mai,
MAI dire una frase come quella! In particolar modo in presenza di Mr. Sfiga
in persona!” Concluse, indicando Conan, che sospirò.
“Intendevo dire semplicemente che il radar dev’essere instabile. L’ultima
Sfera del Drago è sparita nel nulla di punto in bianco.”
Sentendo ciò Gohan si portò una mano sotto il mento. “No, non è un guasto.
Se così fosse si limiterebbe a non mostrare nessuna sfera. Invece hai detto
che ne manca una sola, giusto?”
Il piccolo detective annuì, per poi ricontrollare ancora una volta. “Ci sono
solo le sei sfere in nostro possesso.”
“Com’è possibile?” Domandò Goten.
“Mamma mi ha raccontato qualcosa in proposito.” Fece Trunks, attirando
l’attenzione di tutti su di se. “Se ben ricordo, durante una delle loro
prime ricerche delle sfere, un tipo era riuscito a nasconderne una usando un
materiale particolare.”
“Oh, sì, ricordo che papà me ne ha parlato mentre mi allenava per farmi
diventare Super Sayan.” Disse Gohan. “L’aveva nascosta un tizio che voleva
usare le sfere per diventare il re del mondo. Riuscirono a trovarla grazie a
Baba.”
“Baba?” chiese Kaito.
“La sorella del Genio delle Tartarughe. È una chiaroveggente in grado di
viaggiare nell’Aldilà e di prelevare di tanto in tanto un guerriero morto
per farlo partecipare ai suoi tornei. Oltre ovviamente a poter vedere il
futuro.” Spiegò velocemente il semi sayan.
“Beh, allora andiamo da lei e chiediamogli dov’è l’ultima sfera.”
“Potremmo farlo, se non fosse che in questi giorni è in viaggio proprio
nell’Aldilà alla ricerca di un guerriero adatto ai suoi tornei. Se la
disturbassimo, rischieremo solo di farla arrabbiare e di non farci dire dove
si trova. E non trattandosi di qualcosa da cui dipendono vite, sarebbe poi
difficile convincerla.”
“Quindi come facciamo?”
“Direi che non ci resta che tornare da Dende.” Rispose Gohan. “È in grado di
controllare tutti sulla Terra, non dovrebbe essere difficile per lui
individuare dov’è nascosta l’ultima sfera.”
“Q-Quindi dobbiamo risalire su quella nuvola?” chiese Aoko, deglutendo.
Videl a quel punto sorrise. “Vi consiglio di allacciare le cinture di
sicurezza. Sto per aumentare drasticamente velocità e inclinazione del
veicolo!”
Ci vollero meno di tre secondi ai viaggiatori per comprendere a pieno il
reale significato di quella frase. Senza perdere un solo momento in più si
lanciarono verso i sedili più vicini e obbedirono all’ordine.
Non appena sentì l’ultimo click delle cinture, Videl schiacciò completamente
il pedale dell’acceleratore, per poi inclinare il volante.
Il furgoncino si alzò ulteriormente dalla terra, per poi decollare a tutta
velocità verso il cielo.
“D’ora in poi non mi lamenterò più della guida di Sato!” Esclamò Conan,
schiacciato contro il sedile, mentre dal finestrino vedeva l’Obelisco di
Balzar avvicinarsi.
Gohan, Goten e Trunks ridacchiarono, mentre loro si limitarono a restare
sospesi nel vuoto quando Videl inclinò perpendicolarmente il mezzo,
cominciando la risalita verso il palazzo di Dende.
Il guardiano della Terra e Mr. Popo non fecero una piega quando videro il
furgoncino sbucare dal nulla, atterrando poco lontano con una brusca
frenata.
La prima ad uscire fu Aoko, la quale si lasciò cadere felice sul pavimento.
“Una volta finita questa storia, il primo che mi suggerisce anche solo per
scherzo di prendere un aereo finirà con il volare per gentile concessione di
un mio pugno!”
“B-Beh… Credo che anch’io eviterò per un po’ di fare manovre azzardate con
lo skateboard…” Aggiunse Conan, uscendo anche lui seguito dagli altri.
“Personalmente, credo sia meglio che volare aggrappati a qualcuno. Scusa
Gohan, ma non puoi darmi torto. Almeno così non c’era l’aria sulla faccia.”
Great Sayaman ridacchiò, scuotendo la mano. “Tranquillo, posso capire. Noi
ci siamo abituati, ma all’inizio non è mai facile.”
“Ci avete messo poco.” Disse Dende, avvicinandosi.
“A dir la verità, siamo venuti qui per chiedere il tuo aiuto.” Fece Conan.
“Abbiamo trovato sei sfere, ma l’ultima pare sia stata nascosta.”
Dende guardò Gohan, che annuì in conferma. “Capisco. Comincerò subito la sua
ricerca, ma potrebbe volerci un po’. Scandagliare l’intera Terra non è una
cosa da pochi minuti. Voi approfittatene per riposarvi un po’. Mr. Popo,
puoi preparare per loro una stanza?”
“Certo, non c’è problema.” Rispose lui, per poi cominciare a camminare verso
il palazzo, mentre Dende tornava al limite del pavimento, cominciando a
guardare in giù.
“Oh, sì, un letto dove riposare non mi dispiace affatto come idea.” Fece
Aoko, sbadigliando, seguita da Conan.
Goten e Trunks fecero per entrare, ma venero fermati da Kaito.
“Scusate ragazzi, posso chiedervi una cosa veloce?” Disse, mentre Gohan e
Videl entravano anche loro nel palazzo.
“Uh? Certo, spara pure.” Rispose Trunks.
“Vedete, c’è un piccolo sfizio che vorrei togliermi prima di tornare a casa,
ma temo che Gohan e Videl non sarebbero d’accordo…”
“Di cosa si tratta?” Chiese Goten, curioso.
“Beh, voi sapete di Kaito Kid, giusto?”
“Certo! Quando Gohan ci ha raccontato dei tuoi furti siamo rimasti
entusiasti! Un ladro gentiluomo che ruba tutte le gemme alla ricerca di
quella di donare la vita eterna per poterla così distruggere!”
Kaito restò un attimo in silenzio. “Gohan è stato piuttosto preciso con le
informazioni che vi ha raccontato…” Mormorò a bassa voce, per poi scuotere
la testa. “Beh, diciamo che c’è una tecnica che mi piacerebbe imparare. E
voi tutti siete in grado di usarla.”
“Vuoi imparare a volare?” Chiese Trunks, intuendo dove voleva andare a
parare.
“Bingo!”
“Questo è un bel problema.” Fece Goten. “Io ci ho messo pochi giorni per
imparare, ma Videl invece ha impiegato qualche settimana per volare senza
problemi.”
“Potete usare la stanza.” Disse Dende alzando la voce senza tuttavia nemmeno
girarsi. “Basta che non facciate troppi danni come l’ultima volta.”
Kaito si voltò a guardare il dio. “Come… Come hai fatto a sentirci? E di
quale stanza parli?”
“Ho un buon udito. E i ragazzi sanno di cosa sto parlando. Ma non più di
qualche ora, d’accordo? Vedrò di farvi prendere un po’ di tempo, ma non
posso fingere di metterci un giorno intero per trovare la sfera.”
Kaito guardò confuso i due bambini, che ghignarono allo stesso modo.
“Ricevuto!” Esclamarono assieme, per poi prendere ognuno per un braccio il
ladro e condurlo all’interno del palazzo.
Kaito non riuscì a dire nulla prima di ritrovarsi di fronte a una grande
porta di legno.
“Aspettate un attimo! Che stanza è questa?!” Chiese lui, non appena i
bambini lo lasciarono andare.
“Una stanza dove potremo insegnarti a volare senza preoccuparci del tempo.”
Rispose Goten, mentre Trunks apriva la porta, entrando subito dopo.
Goten lo seguì immediatamente, mentre Kaito entrò lentamente, guardandosi
attorno.
Non appena passò oltre l’ingresso sentì immediatamente l’aria farsi più
pesante e iniziò a fare fatica a muoversi, mentre la porta alle sue spalle
si chiuse da sola.
Ma quello che gli fece spalancare gli occhi fu lo scenario di fronte a sé.
Si trovava in quella che sembrava una casa, ma circondata dal nulla più
puro. Solo bianco che si estendeva in ogni direzione, senza mostrare
un’apparente fine.
“C-Cos’è questo posto?” Ansimò.
“La Stanza dello Spirito e del Tempo!” Risposero assieme i due bambini.
“Una stanza molto particolare. Un giorno fuori da questa stanza corrisponde
a un intero anno al suo interno.”
“Che cosa?!” Urlò immediatamente il ladro. “State scherzando?!”
“Affatto. Ci siamo allenati qui per affrontare Majin Bu, anche se per meno
di un anno, visto che ci ha trovati prima.”
“I-Incredibile… Quindi posso passare qui dentro tranquillamente intere
settimane e fuori si accorgeranno appena della nostra assenza?”
“Esatto!”
“Però come facciamo a insegnargli a volare?” Chiese Goten. “Io e te abbiamo
imparato in maniera diversa.”
“Facile. Basterà chiamare lui!” Rispose Trunks, sorridendo.
“Lui?” Chiese Kaito, vedendo il volto dell’altro bambino illuminarsi.
“Oh, ottima idea! Dovrà fare delle pause, ma almeno potrà insegnargli il
metodo migliore! Dopotutto, vedrà lui come fare!”
“Di chi state parlando? Qui non c’è nessuno oltre a noi.”
“Non ancora, ma se aspetti qualche istante…” Cominciò Trunks, per poi
allontanarsi di qualche passo da Goten, che fece lo stesso.
“… arriverà lui!” Continuò Goten, alzando le braccia in perfetta sincronia
con l’amico, lasciando fuori solo gli indice delle mani.
“Fu…” Cominciarono a dire, muovendosi a passi piccoli uno contro l’altro.
“…sio…” E portarono indietro le braccia, per poi muoverle a tutta velocità
uno contro l’altro, facendo toccare tra di loro le dita. “…ne!”
Non appena conclusero la parola vennero avvolti da una fortissima luce che
costrinse Kaito a chiudere gli occhi.
Quando riuscì a riaprirli al posto dei due bambini ce n’era uno nuovo. Aveva
dei larghi pantaloni bianchi, con una fascia verde come cintura e un gilet
aperto che lasciava in bella vista degli addominali che il ladro pensava
fossero impossibili da vedere su un bambino. Ma la cosa che lo lasciava più
esterrefatto erano i capelli, che erano tutti all’insù, lateralmente di
colore viola come quelli di Trunk e al centro neri come Goten.
“Eccomi qui!” Esclamò il bambino, parlando con le voci di Trunks e Goten
assieme. “Il mio nome è Gotenks, e per la prossima mezz’ora sarò il tuo
insegnante di volo!”
Kaito a quel punto spalancò comicamente la bocca e sbarrò gli occhi.
“CHE COSA?!?!” Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
“Uh?” Fece Gohan, alzando la testa, facendo fermare il resto del gruppo.
“Che succede?” Chiese Aoko, guardandolo, mentre anche Videl si guardava in
giro.
“Ma questa non è l’energia di-” Cominciò, venendo subito interrotta da Mr.
Popo.
“Dende ha dato il suo permesso di usare la stanza.” Spiegò. “Aveva detto che
non ve l’avrebbe riferito, ma dopotutto non poteva nemmeno nasconderlo.”
“Perché?” Chiese subito Gohan. “I ragazzi non hanno bisogno di allenarsi o-”
Ma si interruppe subito, guardandosi indietro. “Dov’è Kaito?”
“È con i ragazzi.” Rispose Mr. Popo. “Torneranno tra qualche ora.”
“Di quale stanza state parlando?” chiese Conan, guardando curioso i tre
abitanti di quella dimensione.
“Non ci credo, è riuscito a convincerli…” Borbottò Great Sayaman,
sospirando. “Beh, ormai c’è poco da fare. Mentre noi stiamo qui a parlare,
ormai gli avranno già dato le basi. E se l’energia che sento è giusta,
almeno hanno avuto una buona idea. Anche se trasformarsi al terzo livello…
sicuramente lo hanno fatto solo per mostrare che cosa possono fare.”
“Di che cosa state parlando esattamente? Stanza? Terzo livello? E che cos’ha
fatto stavolta Kaito?” Sbottò Aoko.
“Lo scoprirete tra poco. Dubito che Kaito possa resistere troppo tempo al
suo interno.” Rispose Gohan. “Anche se considerando quanto sa essere
testardo…”
“Beh, non possiamo farci niente adesso.” Fece Videl. “Aspettiamo che escano
o che Dende trovi la sfera.”
Il gruppo annuì, mentre Mr. Popo apriva una porta, mostrando loro una
confortevole sala con due divani all’interno è una tavola imbandita.
Aoko uscì dalla stanza dopo qualche ora, riuscendo a trovare la strada
giusta per uscire dal palazzo.
Vide Dende ancora concentrato a cercare la sfera e decise di non
disturbarlo, dirigendosi nella direzione opposta, fermandosi sul limitare
del pavimento, osservando il pianeta sotto di lei.
“Preoccupata?” Domandò Gohan alle sue spalle, raggiungendola.
“Posso non esserlo?” Rispose lei, per poi mettersi seduta a gambe
incrociate. “Questi ultimi giorni sono stati… beh, dire folli sarebbe dire
poco.”
“Sì, posso ben immaginarlo. Anch’io mi sono sentito a disagio quando mi sono
ritrovato nel vostro mondo. Io, che ero abituato a poter fare di tutto senza
che la gente si sorprendesse troppo, mi sono ritrovato in un mondo dove
quello che ero in grado di fare era possibile solo nelle storie.”
“Chissà come sarà preoccupato mio padre… Avrà sicuramente già messo tutta la
polizia sulle mie tracce. Sicuramente dando la colpa a Kid dicendo che mi ha
rapito o cose del genere.”
“Sì, avevo notato che tuo padre è decisamente fissato con la sua cattura.
Però non capisco il perché. In fondo, non tiene nulla per sé, quindi perché
tuo padre lo vuole catturare a tutti i costi? Ci saranno criminali peggiori,
no?”
Aoko sorrise. “È una vecchia storia. Mio padre e Kaito Kid sono sempre stati
rivali. Credo che alla fine sia quasi un gioco tra loro due. Mi ricordo
com’era frustato quando Kid scomparve nel nulla. Era convinto che si fosse
ritirato per paura, decidendo di non dargli così la possibilità di
catturarlo. Quando è tornato, mio padre era sia furioso che felice. Poteva
finalmente concludere la sua battaglia contro Kid.”
Gohan restò in silenzio. “Sicura che sia così?”
La ragazza si voltò a guardarlo. “Cosa vuoi dire?”
“Tuo padre è così fissato con Kid che non si è nemmeno reso conto che non è
la stessa persona, vero?”
“Beh, il dubbio gli è venuto, ma il modo di parlare e di agire è identico.
Ed essendo un mago della trasformazione, non è difficile per lui farsi
vedere come più giovane. Una volta ha pure assunto le mie sembianze per
rendere chiaro questo punto.”
“Come sai, io l’ho incontrato. E dopo un breve scontro, alla fine è stato
costretto a rivelarmi le sue intenzioni.”
“E allora? È chiaro che vuole solo prendere in giro la polizia. Quale altro
motivo può esserci?”
“Forse… Forse vuole solo portare giustizia, a modo suo.”
“Giustizia?”
“Sono diventato Great Sayaman perché non volevo che la gente pensasse a
Gohan come un mostro, e anche perché non volevo nessun tipo di attenzione. È
a questo che serve il mio travestimento. E anche per proteggere chi mi è
caro. Ho già fin troppi nemici, non mi serve aggiungere all’elenco anche
criminali normali. Dopotutto, mia mamma alla fine è una persona qualunque.”
Aoko continuò ad ascoltarlo, chiedendosi dove stesse andando a parare.
“Kid probabilmente non vorrebbe che te lo dicessi, ma ha assunto quel ruolo
per vendicare una persona a lui cara. Ossia il precedente Kaito Kid.”
La Nakamori spalancò gli occhi, alzandosi in piedi. “Vuoi dire che è…
morto?” Chiese incredula.
“È stato ucciso mentre era nei suoi panni civili. Tutti credono sia stato un
incidente, ma non è così. L’attuale Kid ha scoperto per puro caso l’identità
del suo predecessore. Da quel che mi ha detto, e quel che posso immaginare,
ha indossato i suoi panni per capire perché fosse diventato un ladro. Questo
finché non ha incontrato i suoi assassini.
“Ha avuto un confronto con loro e ha così scoperto le loro intenzioni. Ora
sia lui che quelle persone sono alla ricerca di un oggetto particolare.
L’unica differenza è che Kid vuole distruggerlo, in modo che nessuno possa
usarlo.”
“È un oggetto così pericoloso?” Domandò Aoko. “Allora perché non si è
rivolto alla polizia?”
“Credo non voglia coinvolgere nessuno. La morte del precedente Kid lo ha
segnato profondamente, dato che lo conosceva bene anche nella vita civile.
Credo non sopporti nemmeno l’idea di perdere qualcuno per colpa sua.”
La ragazza distolse lo sguardo. “Detto così, sembra quasi buono… Però
potrebbe farlo con altri metodi. Di certo così non passa inosservato, no?”
“A questo non ti so rispondere. Ma la sua volontà è forte. Pensa, ha
rifiutato anche la possibilità di riportare in vita il precedente Kid,
dicendo che rubare alla morte era troppo anche per lui. O qualcosa del
genere, non ricordo bene le sue parole.”
Aoko fece per replicare, ma il rumore di una porta che si apriva la
interruppe.
“Oh, bene!” Esclamò Gohan. “Hanno finito!”
“Di chi stai parlando?”
“Di Kaito, Goten e Trunks. Sono finalmente usciti dalla stanza.”
Aoko si alzò subito in piedi, per poi seguire Gohan nuovamente all’interno
del palazzo, dove trovarono Videl e Conan, quest’ultimo preso a guardare
curioso un bambino che non conosceva, anche se per qualche motivo gli
ricordava una strana combinazione tra Goten e Trunks.
Ma lo sguardo di Aoko restò ben poco sul bambino, volgendosi invece verso il
suo amico d’infanzia, e facendole esclamare “Che cosa diamine è successo ai
tuoi capelli?!”
Infatti Kaito ora aveva i capelli più lunghi rispetto a poche ore prima, e
il ragazzo parve rendersene conto solo in quel momento.
“Oh, mi sembrava di aver dimenticato qualcosa. Non mi sono tagliato i
capelli.”
“Per me non è mai stato un problema.” Rispose Gotenks, per poi illuminarsi e
dividersi nuovamente in Trunks e Goten, che caddero a terra. “Oh, tempo
finito.”
A quello spettacolo Aoko e Conan spalancarono gli occhi. “C-Cosa?! Come-”
“Sì, anch’io la prima volta non ho reagito proprio bene.” Ridacchiò Kaito,
per poi guardare i due bambini. “Senza parlare di quando hanno deciso di
trasformarsi ulteriormente, facendosi crescere i capelli lunghi e farli
diventare biondi in pochi secondi.”
“Ok, ormai con loro sono pronto ad aspettarmi di tutto e di più… ma tu
cos’hai fatto?!” Esclamò Conan, guardandolo. “Insomma, sembra che sei stato
via per mesi invece che qualche ora!”
“Effettivamente… sono stato via per più di tre mesi.” Rispose Kaito,
portandosi una mano dietro la testa e ridendo nervosamente.
“Che cosa stai dicendo?”
“La Stanza dello Spirito e del Tempo.” Spiegò Gohan. “Al suo interno, il
tempo scorre diversamente rispetto a qui. Un giorno qui fuori, all’interno
della stanza corrisponde a un intero anno. E devo dire, sono sorpreso che
hai resistito così tanto tempo, considerando che non hai nessuna base come
guerriero.”
“Infatti ho impiegato un paio di settimane per abituarmi all’atmosfera di
quel posto. I primi giorni riuscivo appena a muovermi.”
“Ma perché sei entrato in una simile stanza?” Chiese Aoko.
“Ho chiesto ai ragazzi se conoscevano un posto dove potevo praticare un po’
di giochi di prestigio, e loro mi hanno suggerito quella stanza. E Dende ha
dato il suo permesso.” Spiegò subito lui. Fortunatamente aveva deciso in
anticipo con i bambini la scusa da usare. Dopotutto, non poteva certo dire
la verità ad Aoko e al moccioso con gli occhiali.
“Beh, siete usciti giusto in tempo.” Fece Dende, avvicinandosi. “Ho trovato
la settima sfera, anche se non è stato facile.”
“Perché?” Domandò Videl.
“La persona che la possiede in questo momento ha una strana aura. Ho
impiegato un po’ per capire perché, ma alla fine l’ho scoperto: deve aver
subito un grave incidente, e ha diverse parti del suo corpo sostituite con
componenti meccaniche.”
“Potrebbe anche essere la causa del problema con il radar.” Rifletté Conan.
“E dove lo troviamo questa specie di cyborg?” Chiese Kaito.
“Si trova in mezzo alle rovine di quello che doveva essere un castello.
Gohan, dovresti riuscire a individuarlo anche tu. È l’unico essere vivente
presente in quella zona.”
Il semi sayan annuì, avvicinandosi poi al bordo del pavimento e chiudendo
gli occhi per qualche secondo.
“Trovato!” esclamò poco dopo. “Che strano però, mi sembra di aver già
sentito in passato quell’aura.”
“Non sarà C-17, vero?” Chiese Videl.
“No, no. Lui non ha proprio l’aura, quindi lo possiamo escludere. E comunque
non sarebbe un problema, ormai posso tranquillamente affrontarlo e
batterlo.”
“Allora ci pensi tu a farci strada?” Continuò la sua ragazza, mentre si
dirigeva verso il furgoncino.
Gohan annuì, mentre Aoko e Conan abbassarono la testa, preparandosi
psicologicamente a un nuovo volo, mentre Kaito si limitò a sorridere.
Quando il furgoncino atterrò, i suoi occupanti saltarono subito giù,
ritrovandosi a fissare quello che una volta doveva essere stato un enorme
castello, ora tuttavia ridotto a una serie di mucchi di macerie.
“Che diamine è successo qui? Sembra che sia stato preso a cannonat-”
Cominciò Kaito, per poi fermarsi. “Che lo chiedo a fare? Probabilmente
qualcuno l’avrà fatto a pezzi durante qualche battaglia, vero?”
“Chissà, potrebbe essere il castello che mio padre ha distrutto per errore
quando era un ragazzino.” Rispose Gohan. “Bulma mi ha raccontato che ha
perso, possiamo dire, il controllo.”
“Tuo padre?” Chiese sorpresa Aoko. “Non mi sembrava il tipo che perdesse
facilmente il controllo.”
“Diciamo che sayan e luna piena non vanno molto d’accordo, di solito.”
“Ti prego, dimmi che non siete anche lupi mannari…” Fece il ladro,
chiedendosi ormai che cosa l’avrebbe più sorpreso una volta tornato a casa.
“No, non lupi. Più come scimmie giganti con un’enorme vena distruttrice. Ma
fortunatamente, succede solo con la luna piena e solo se abbiamo la nostra
coda. E come puoi vedere, nessuno di noi ce l’ha. Oltre al fatto che Piccolo
ha distrutto la luna anni fa.”
“Coda? Tuo padre aveva una coda?!” Esclamò Conan.
“Anch’io da bambino. Infatti mi è capitato di trasformarmi qualche volta, ma
essendo mezzo umano avevo più controllo. Poi va beh, Vegeta riusciva a
controllarsi perfettamente in quella forma, tanto da riuscire anche a
parlare.”
“Più sento parlare dei Sayan, più sono contento che siate rimasti solo voi.
Scusa Gohan, ma non sembravano proprio i più pacifisti come popolo.”
“E non avete visto Broly.” Fece Videl, tremando al ricordo.
“E qualcosa mi dice che è mille volte meglio così!” Disse subito Kaito, per
poi guardarsi attorno. “Allora, dov’è questo tizio con la Sfera del Drago?”
“Proprio qui.” Rispose una voce, facendoli girare tutti quanti, ritrovandosi
così a fissare un uomo con un impermeabile nero, il cui cappuccio nascondeva
totalmente il volto.
“Non l’ho sentito arrivare!” Esclamò Trunks, guardandolo sorpreso.
“Oh, so essere molto silenzioso. Dopotutto, ho dovuto far sì che percepiste
la mia aura per farmi trovare. Non è facile quando si ha un corpo bionico.”
A quella frase Gohan saltò subito davanti a Videl in modo protettivo. “Vuoi
dire che ci hai fatto venire qui apposta?”
“Proprio così… Son Gohan.” Rispose l’uomo, per poi mostrare una scatola di
metallo. “Ho scoperto che le Sfere del Drago, se nascoste all’interno di un
particolare materiale, diventano come invisibili per qualsiasi radar. Quando
l’ho trovata per puro caso sapevo che prima o poi l’avreste cercata, così
l’ho custodita e ho atteso pazientemente.”
“Per che cosa? Perché aspettavi Gohan?” Chiese Conan.
“Non proprio Gohan. No, devo dire che speravo di incontrare suo padre, Son
Goku. Ma vedo che ha avuto anche un altro figlio.” Continuò, spostando la
sua attenzione su Goten. “Il quale è la sua fotocopia sputata.”
“Chi sei?” Domandò Gohan.
“Vedo che ti sei già dimenticato di me. Non che io te ne faccia un torto.
Dopotutto, l’ultima volta sono scappato, sapendo di non poterti tenere
testa. Ma ora la situazione è diversa. Finalmente potrò vendicarmi di Goku.”
“Era troppo bello non rimanere coinvolti almeno in una vendetta, eh?” Fece
Kaito, deglutendo, guardando appena Conan. “E poi non venirmi a dire che non
porti sfortuna.”
“Cosa ti ha fatto mio padre?”
“Cosa mi ha fatto? Oltre a rovinare la mia reputazione, dici? Beh, guardate
pure!”
Dicendo ciò si tolse l’impermeabile, rivelando un uomo con una tuta viola
coperta da un abito gi rosa e rosso. Ma quello che saltava subito all’occhio
erano le braccia metalliche, oltre alla testa, che bocca a parte era
totalmente di ferro, con una specie di cannocchiale al posto degli occhi.
“Ecco che cosa mi ha fatto tuo padre! Invece di restare morto come doveva
essere, si è rialzato e nel nostro successivo incontro mi ha rispedito
contro la bomba che avrebbe dovuto colpirlo!”
A quella frase tutti restarono in silenzio.
“Ma mica poteva farsi colpire, no?” Chiese innocentemente Goten.
“Sta’ zitto moccioso!” Gli urlò contro l’uomo. “Io ero il grande Taipai, il
killer più famoso del mondo! Non avevo mai fallito prima di incontrare Goku,
e lui mi ha portato via tutto! Dopo essere stato battuto sia da lui che da
quel traditore di Tensing la mia credibilità è scesa sotto zero! Nessuno
voleva più affidarmi alcun assassinio! E anche dopo l’ombra di tuo padre mi
ha perseguitato per anni! Senza contare la figura che tu stesso, Gohan, mi
hai fatto fare!”
“Beh, tu non eri di certo uno stinco di santo.” Replicò Videl. “Ho sentito
parlare di te. Uccidevi chiunque capitava sulla tua strada senza alcuna
pietà! Donne, bambini, vecchi… non risparmiavi nessuno!”
“Ah, i bei vecchi tempi… quando riuscivo ad uccidere usando solo la lingua.”
“La… lingua?” Ripeté Kaito, sbattendo le palpebre.
“Esatto. Riuscivo a spaccare le teste delle mie vittime semplicemente usando
la lingua. Sfortunatamente, da quando mi è stata ricostruita, non è più
stato possibile.”
“Taipai… Sì, papà mi ha raccontato di te.” Disse Gohan. “Mi ha detto di come
hai ucciso il padre di un suo amico per ottenere le Sfere del Drago, e poi
di come hai cercato di ucciderlo. E di come hai tentato di uccidere anche
Tensing, lasciandogli di conseguenza quella cicatrice. Ma so anche che sei
molto più debole di noi. Mio padre ti ha sconfitto quando non era nemmeno
lontanamente forte come noi.”
“Questo era il passato. Sapete, avreste dovuto custodire meglio quelle
sfere. Potrebbe sempre succedere che qualcuno le riunisca ed esprima un
desiderio pericoloso.”
“Cos’hai chiesto?” Domandò subito Conan, intuendo dove stava andando a
parare.
“Oh, prima di tutto ho chiesto di eliminare Goku, la sua famiglia e i suoi
amici. Curiosamente, quel drago è scoppiato a ridere per cinque minuti
buoni, per poi dirmi che ero un pazzo a credere che fosse capace di qualcosa
del genere. Poi gli ho chiesto di ripristinare il mio vecchio corpo, ma
ancora una volta mi ha detto che non era possibile. A quel punto, ho
ripiegato sull’ultima opzione rimastami. Così gli ho chiesto di farmi
diventare l’essere umano più forte di tutta la Terra! Dopo aver esaudito il
mio desiderio, il drago è sparito. Curioso, considerando che avevo sentito
che i desideri erano tre.”
“Quindi hai chiesto di diventare l’umano più forte della Terra?” Chiese
conferma Aoko.
“Esatto. Così ora sono in grado di sconfiggere una volta per tutte Goku! Ma
credo che comincerò con voi!”
E prima che gli altri potessero intervenire, Taipai scomparve nel nulla,
riapparendo alle loro spalle, puntandogli contro un cannone che aveva preso
il posto della sua mano destra.
“E direi di cominciare dal più piccolo!” Urlò, facendo fuoco in direzione di
Conan, il quale riuscì appena a spalancare gli occhi prima che la sfera
d’energia lo raggiungesse.
Kaito e Aoko vennero sbalzati via dall’esplosione, mentre gli altri si
coprirono gli occhi per la terra sollevata, senza tuttavia riuscire a
nascondere il loro shock.
Quando il fumo scomparve, di Conan non era rimasta alcuna traccia, se non
dei frammenti di vestiti e dei suoi occhiali.
“C-Conan…” Mormorò Kaito con gli occhi che tremavano di paura, come facevano
anche quelli di Aoko.
“Ah, che bello! Era da tanto che non riuscivo ad uccidere in questo modo!”
Disse Taipai, poco prima di scomparire per evitare un raggio d’energia da
parte di Gohan, che fissava furioso il posto dove si trovava l’assassino.
“Mi spiace, ma dovrai fare di meglio se speri di colpirmi.” Disse lui,
riapparendo questa volta alle spalle di Aoko e Kaito. “Ma prima di allora,
sarete tutti già morti!”
Kaito agì senza pensare.
Sfruttando la tecnica di volo appena appresa, saltò contro Aoko, riuscendo a
spingerla via proprio mentre Taipai faceva fuoco.
Aoko poté solo sgranare gli occhi mentre vedeva il suo amico, sospeso a
mezz’aria, sorriderle, per poi venire letteralmente vaporizzato dal colpo
ricevuto.
“KAITO!!!!!!” Urlò con tutto il fiato che aveva, mentre le lacrime
cominciavano ad offuscarle la vista.
“Che magnifica sensazione!” Esclamò nuovamente l’assassino. “E ora-”
Ma Taipai s’interruppe quando la terra cominciò a tremare.
Aoko alzò lo sguardo giusto in tempo per vedere Videl volare verso di lei,
prendendola e portandola via.
“Dobbiamo allontanarci di qui.” Disse lei seria. “Meglio non stare vicino a
loro quando sono arrabbiati.”
Taipai nel frattempo si voltò a guardare i tre semi sayan, i quali in quel
momento erano avvolti da un’aura di energia dorata, mentre la terra sotto di
loro cominciava a riempirsi di crepe.
“Questo… non dovevi farlo!” Urlò Gohan, mentre i suoi capelli diventavano
ancora più dritti, come quelli di Goten e Trunks, che tuttavia si voltarono
in color oro, mentre i loro occhi diventarono verdi.
“S-State indietro!” Esclamò Taipai, alzando il suo cannone contro di loro.
“Vi ricordo che ora sono l’essere umano più forte di tutti!”
Per tutta risposta Gohan si spostò istantaneamente di fronte a lui,
afferrando il braccio-cannone e distruggendolo con la sola presa della mano.
“Purtroppo per te, Goku non era umano, e di conseguenza non lo siamo nemmeno
noi.”
“C-Cosa?!”
“Ti ricordi di Cell, vero? Vuoi sapere chi lo ha distrutto?”
“N-Non è stato Mr. Satan?”
“No. Sono stato io. L’ho vaporizzato, proprio come hai fatto tu con Conan e
Kaito. Ora, rispondimi: quanto velocemente vuoi raggiungerli?”
L’assassino sgranò gli occhi, per poi staccarsi il braccio e tentare di
scappare, solo per ritrovarsi i pugni di Goten e Trunks a scontrarsi contro
i suoi occhi artificiali, i quali cedettero immediatamente sotto la loro
forza.
“Non è possibile! Dovrei essere io il più forte di tutti!” Urlò, portandosi
la mano restante sul volto. Tuttavia, non era più in grado di vedere Gohan
portare le mani indietro, per poi cominciare a creare una sfera d’energia
tra esse.
“Non mi piace uccidere, ma tu hai fatto troppo male per permetterti di
lasciarti andare ancora una volta. Finirò ciò che mio padre aveva iniziato!”
Taipai avrebbe sgranato gli occhi se gli fosse stato possibile. “C-Cosa vuoi
fare?”
“Onda…” Cominciò a dire Great Sayaman, mentre la sfera d’energia diventava
sempre più grande.
Da lontano, Aoko e Videl non poterono fare altro che assistere alla scena,
senza tuttavia provare alcun pietà verso l’uomo.
“Energetica!” Concluse Gohan, scagliando un raggio d’energia contro Taipai,
il quale urlò di dolore non appena colpito, mentre l’attacco di Gohan lo
trascinava verso l’alto.
“Non può essere!!! Io sarei… dovuto essere… il… più… forte…” urlò, per poi
scomparire all’interno dell’onda energetica, la quale si dissipò lentamente
nel cielo.
Gohan sospirò, mentre lui e gli altri due semi sayan tornavano al loro stato
normale.
“I… Incredibile…” Mormorò Aoko, per poi vedere qualcosa precipitare verso
terra.
Perfettamente integra, l’ultima Sfera del Drago, quella da una sola stella,
si schiantò a terra poco lontano da lei.
“Menomale.” Sospirò Videl, andando a recuperarla. “Per un momento ho temuto
che non avrebbe resistito all’attacco.”
“Ma… Kaito e Conan sono…” Fece Aoko, per poi scoppiare di nuovo a piangere.
“Ehi, non preoccuparti. Fortunatamente abbiamo due desideri a disposizione.”
Le disse subito Great Saiyagirl. “Shenron li riporterà qui in men che non si
dica.”
“Sì, hai ragione.” Fece Gohan, raggiungendole assieme a Goten e Trunks. “Ma
sarà meglio tornare da Dende. Meglio non attirare ulteriore attenzioni.”
“Kaito… Kaito tornerà?” Chiese conferma Aoko, ricevendo un sorriso da Gohan.
“Sì, te lo posso assicurare. Prima mi sono lasciato prendere dalla rabbia…
Ma alla fine né Kaito né Conan sono mai morti prima, quindi non sarà un
problema farli tornare in vita. E l’Aldilà non è poi così male come posto.”
“Questo è vero. Inoltre, sono sicura che entrambi passeranno senza problemi
oltre Re Enma.”
A sentire ciò Aoko sbatté le palpebre un paio di volte. “Aspettate… QUEL
Re Enma?! Volete dire che esiste davvero?!”
Kaito spalancò gli occhi di colpo.
“C-Cosa… Cos’è successo?” Chiese, guardandosi attorno, per poi trattenere un
grido non appena abbassò lo sguardo. Infatti dalla vita in giù il suo corpo
sembrava una nuvola. E alzando lo sguardo poté vedere un’aureola sospesa
sopra la sua testa.
“Direi che la risposta è abbastanza ovvia.” Disse una voce al suo fianco.
Il ladro si girò, ritrovandosi a fissare nientemeno che il famoso detective
liceale Shinichi Kudo, ridotto nel suo stesso identico stato.
“E dire che speravo tanto di poter tornare normale… anche se avrei preferito
essere vivo.” Sospirò il detective.
“Tornare normale- Moccioso? Sei tu?!”
“Ehi, guarda che abbiamo la stessa età.” Replicò l’altro. “E fai attenzione
a non distrarti. A quanto pare siamo in una coda.”
Solo allora il ladro si rese conto di trovarsi in una lunga fila di spiriti,
i quali si dirigevano velocemente all’interno di un palazzo sospeso sulle
nuvole. Attorno a loro, dispersi in più punti della coda, c’erano degli Oni
a sorvegliare che tutto andasse bene.
“Cos’è questo posto?”
“Da quel che ho sentito, siamo in coda per incontrare Re Enma.” Bofonchiò
Shinichi, andando avanti e seguito subito da Kaito. “Quindi sì, se non ti
fosse ancora chiaro, quel Taipai ci ha ucciso entrambi.”
“Non mi sembri sconvolto come dovresti essere!” Gli sbraitò contro il ladro.
“O ormai sei così abituato alla morte da non fare più caso nemmeno alla
tua?!”
“Normalmente reagirei come stai facendo tu. Ma dimentichi una cosa
fondamentale.”
“Ossia?”
“Le Sfere del Drago. Se quel che Gohan ci ha detto è vero, dubito che dopo
la nostra morte ci abbiano messo troppo a sconfiggere quel tipo e a prendere
l’ultima sfera. Questione di poco e torneremo in vita.” A quel punto
sospirò. “Purtroppo così ci giochiamo un desiderio. Ovviamente dovrò
aspettare ancora un po’ per avere quell’antidoto. Ma direi che riportarci in
vita e nel nostro mondo ha la priorità.”
“Giusto…” Ammise Kaito, calmandosi. “Menomale. Non oso immaginare in che
stato sia in questo momento Aoko.”
“È la tua fidanzata, no? Sarà disperata.”
“N-Non è la mia ragazza!” Sbottò Kaito, mentre le sue guance si tingevano
leggermente di rosso, cosa che lo sorprese. Ma immaginò che non avendo più
un corpo non riuscisse più a mettere su la sua faccia da poker. “Comunque…
non sarà un problema questo? Siamo di un altro universo, e stiamo per venire
giudicati in un altro.”
“Non preoccuparti, Kuroba Kaito.” Disse una voce sopra di loro.
Impegnati com’erano a parlare, non si erano accorti che erano arrivati alla
fine della coda, ritrovandosi così di fronte a una gigantesca scrivania,
dietro alla quale c’era seduto un demone gigante, dalle pelle completamente
rossa e vestito con un completo elegante, con giusto l’elmo con le corna a
stonare. “L’Aldilà è lo stesso per tutte le dimensioni.”
I due ragazzi sbiancarono immediatamente, facendo velocemente uno più uno.
“C-Ci perdoni, non ci eravamo accorti che eravamo già qui.” Si scusò subito
Shinichi.
“Tranquillo, ho visto reazioni peggiori della vostra. Come il fratello di
Goku.” Rispose Re Enma, mentre prendeva il quaderno di fronte a lui,
cominciando a sfogliarlo. “Ah, bene, eccoti qui Shinichi Kudo.”
Il detective deglutì involontariamente.
“Da quel che leggo, direi che sei a posto. Giusto un po’ ingenuo per quanto
riguarda il rapporto con Ran Mori, ma di recente pare che tu abbia fatto
finalmente chiarezza. Senza contare di tutti i casi di omicidio che hai
risolto, sia come Shinichi Kudo sia come Conan Edogawa. Sai, tutte le
vittime ti sono piuttosto grate per aver risolto il mistero dietro ai loro
omicidi.”
“Non… Non c’è di che, credo…” Rispose lui, sorpreso.
“Vuoi andare subito oltre o vuoi aspettare il tuo amico? Mi sembrava che non
aveste difficoltà a parlare, nonostante le vostre esperienze passate.
“Uh? Beh, sinceramente con Kuroba non è che abbia parlato più di tanto prima
degli ultimi giorni.” Fece Shinichi, per poi girarsi, vedendo Kaito
deglutire.
“B-Beh… diciamo che ho… qualche segretuccio…” Rispose lui. “Vai pure avanti…
spero di poterti raggiungere…”
“Oh, suvvia Kaito Kuroba.” Fece Re Enma, sfogliando ancora il quaderno, fino
a trovare il nome che cercava. “Dopotutto, c’è un buon motivo per cui sei
diventato il secondo Kaito Kid.”
Sentendo ciò il detective spalancò gli occhi. “Kaito Kid? Tu sei Kaito
Kid?!”
A quel punto il ladro sospirò, per poi guardare Re Enma. “Certo che uno
impiega tutta la sua carriera di onorato ladro gentiluomo per tenere segreta
la sua identità e lei rovina tutto in pochi secondi.”
Re Enma ridacchiò. “Non possono esserci segreti quassù. E anche se resterete
poco, vista la vostra amicizia con Gohan, le regole valgono anche per te. E
poi, come dicevo, leggo che hai avuto motivi più che validi. E non avendo
mai tenuto per te alcuna refurtiva non hai ufficialmente commesso dei furti.
E la tua indole malandrina è facilmente passabile.”
Kaito sospirò, per poi farsi coraggio. “Posso farle una domanda?”
“Beh, se posso rispondere non vedo perché no.”
“Toichi Kuroba… è qui?”
Re Enma sfogliò velocemente il suo quaderno. “Uhm… temo che il suo nome non
sia in questo quaderno. Incaricherò i miei dipendenti di cercare in quelli
precedenti. Se sarai ancora qui ti farò sapere, altrimenti temo dovrai
aspettare la tua prossima visita.”
Kaito sorrise. “Capisco. Va bene, grazie mille lo stesso.”
“Ah, dimenticavo. Ci sono un paio di persone che vogliono parlarvi prima che
vi facciano tornare in vita. Pare che entrambi vi abbiano tenuto sott’occhio
per un po’ di tempo.”
“Di chi si tratterà?” Domandò Kaito, mentre Shinichi continuava a guardarlo
male. “Che c’è?”
“Devo dire che sono deluso. Non pensavo che ti abbassassi a fingere di
essere amico di Aoko per il tuo alibi.”
“Ehi, piano con le accuse! La mia amicizia con Aoko è sincera. Siamo amici
fin da bambini, e fino a poco tempo fa ignoravo pure chi fosse Kaito Kid. Ho
scoperto per puro caso la sua identità, e ho cominciato a sfruttare la sua
figura più per gioco che per altro. Solo dopo le cose si sono fatte serie,
come ti ha già detto Gohan.”
“A questo punto immagino che il precedente Kid fosse tuo padre, non è vero?
Il famoso prestigiatore Toichi Kuroba. Mia mamma mi parla spesso di lui.”
“Davvero? Era una sua fan?”
“No. Era una sua allieva.” Rispose Shinichi, sorridendo all’espressione di
pura sorpresa di Kaito.
“Mi prendi in giro?! Non sapevo neppure che papà avesse degli apprendisti!”
“Questo perché poteva vantarsi solo di una di loro.” Rispose una voce
femminile dietro di loro.
I due ragazzi si voltarono subito e il detective spalancò gli occhi.
Akemi Miyano era di fronte a loro, salutandoli con un sorriso.
“N-Normalmente direi che non è possibile…” Balbettò Shinichi. “Ma immagino
che trovandomi qui, non sia proprio impossibile rivederti.”
“Devo dire che speravo di non rivederti tanto presto, ma date le circostanze
speciali, sono felice perché posso ringraziarti di persona.”
“Per che cosa? Non sono riuscito a salvarti…”
“Però stai proteggendo mia sorella. E di questo avrai la mia eterna
gratitudine.”
“Uao… Non male, detective. Riesci a farti ringraziare davvero ovunque.”
“Non è il solo, Kaito Kid.” Fece un’altra voce, anticipando un secondo
spirito, che questa volta sorprese il ladro. Infatti si ritrovò a fissare
nientemeno che Jack Connery.
“Tu? Eri tu che volevi parlarmi?” Chiese incredulo Kaito.
“Ehi, non c’è bisogno di essere così deluso. So che avresti preferito
incontrare tuo padre, ma sfortunatamente non siamo riusciti a trovarlo Ma
considerando quanti spiriti ci sono qui…”
Il ladro sorrise. “Immagino. Se non vuole farsi trovare, è più che capace di
nascondersi per molto tempo. Ma perché volevi incontrarmi?”
“Per ringraziarti.”
“Uh? Scusa, non è che voglio per forza copiare il mio falso gemello qui
presente… ma io non sono riuscito a salvarti. Il mio guanto è scivolato
assieme a te.”
“Eppure hai impedito che Kenta scoprisse la verità su suo padre. E non
cercare neppure di nascondere il fatto che i guadagni di quei spettacoli di
beneficenza che fai ogni tanto vanno direttamente al fondo per il suo
intervento. Sai, qui ci sono ottimi televisori, in grado di farci vedere
cosa succede nel mondo dei vivi.”
“Già.” Aggiunse Akemi. “Per questo sappiamo che cosa vi è successo finora. E
non appena abbiamo saputo che eravate giunti qui abbiamo chiesto il permesso
di incontrarvi.”
“Beh, di sicuro è stata una sorpresa.” Rispose Shinichi.
“E poi, volevo chiedere ad entrambi un favore.” Continuò la donna.
“Beh, vi siete presi tanta briga, come possiamo rifiutare almeno di
ascoltare cos’hai da dirci?” fece Kaito.
“Proteggete per me Shiho. So che qualcosa di brutto sta per succederle… E
potrebbero essere necessarie le abilità di tutte e due. Quindi almeno per
lei, vi chiedo di collaborare.”
“Beh, è una richiesta grossa.” Rifletté Kuroba. “Stai chiedendo a due nemici
di unire le forze. Tuttavia, considerando che ora entrambi siamo a
conoscenza dei segreti dell’altro, credo si possa trovare una via di mezzo.
Tu che dici, moccioso?”
Shinichi sbuffò, ma un sorriso apparve sul suo volto. “Direi che per una
volta sono d’accordo, ladro. Tieni giusto gli occhi aperti, perché sarò io a
farmi vivo.”
Non appena ebbe detto ciò, sia lui che Kaito cominciarono a diventare
trasparenti, mentre l’aureola scomparve nel nulla.
“Direi che il vostro tempo qui è finito, per ora.” Fece Jack. “E spero di
non vedere nessuno dei due per molto tempo. Kaito, se puoi, porta i miei
saluti a Kenta.”
“Cercherò di farlo senza sembrare un pazzo.” Annuì il ladro, mentre Shinichi
annuiva all’identica ma silenziosa richiesta di Akemi.
E senza dire altro, i due scomparvero nel nulla.
Quando Kaito riaprì gli occhi, si ritrovò di fronte a Shenron in tutta la
sua maestosa presenza.
Ma prima che potesse dire altro un peso improvviso lo buttò a terra,
ritrovandosi così stretto in una morsa d’acciaio da parte di una Aoko in
lacrime.
“S-Stupido!” Lo richiamo subito lei. “Non osare mai più fare nulla del
genere!”
“R-Ricevuto… Ma se non mi lasci andare, rischio di tornare subito indietro,
stavolta per soffocamento…” Ansimò, prima di riuscire finalmente a fare un
profondo respiro.
“Uffa… Devo dire che speravo di tornare con il mio vero corpo.” Si lamentò
Conan, guardandosi. “Ma credo sia già un miracolo essere di nuovo in vita.”
“Bentornati!” Li salutò Gohan. “Scusate per l’attesa, ma abbiamo preferito
tornare da Dende per evocare Shenron.”
“Non ti preoccupare. Anzi, è stato utile come ritardo. Abbiamo avuto un
incontro interessante con un paio di persone, che per lo meno ci hanno
confermato come ultima prova che non era una complicatissima candid camera.”
“Siete… Siete davvero finiti nell’Aldilà?” Chiese Aoko, aiutando Kaito a
rialzarsi.
“Già. E anche se sembrava un bel posto, spero di tornarci il più tardi
possibile.” “Qual è il vostro ultimo desiderio?” Domandò il drago Shenron,
guardandoli.
“Beh… direi che questa volta è un addio.” Fece Gohan, guardando l’amico che
per tutta risposta sorrise.
“Già. Almeno finché non ci ritroveremo lassù. A quanto pare è lo stesso
posto per tutte le dimensioni.”
“Devo dire che è stato un piacere conoscervi. Mi dispiacerà non potervi
rivedere. E soprattutto sarà un peccato per Pan. Sono sicura che le
sarebbero piaciuti i tuoi trucchi, Kaito.” Commentò Videl.
“Oh, così si chiamerà Pan, eh?” Fece il ladro, sorridendo. “Beh, non ero
preparato per darvi un regalo, però…”
Dicendo ciò agitò le mani, per poi batterle e allontanarle, facendo apparire
tra di loro un foulard arancione. “Spero gradirà lo stesso. Non è molto, ma
l’unico a cui potrei chiedere un regalo più adatto è il drago qui presente,
e non voglio aspettare un anno per tornare a casa.”
“Sono sicuro che le piacerà.” Rispose Gohan, prendendo il regalo per la
figlia. “Chissà, magari ci sarà così affezionata da non separarsene quasi
mai.”
“Spero allora che sappia tutto di chi glielo ha regalato.”
“Tutto tutto?” Chiese Conan, guardandolo.
“Beh, quasi, tutto.” Precisò il ladro, ridacchiando.
“Allora, chi esprime il desiderio?” Domandò Trunks.
“Posso farlo io!” rispose subito Goten.
“Direi che è il caso che sia Kaito a farlo.” Disse Videl. “Dopotutto, sono
loro a dover tornare a casa.”
“D’accordo. Ehi, Shenron, sei pronto?” Chiese subito Kaito. “Sì. Qual è il tuo desiderio?”
“Desidero che io, Aoko e Conan torniamo nel nostro mondo e nella nostra
dimensione, se possibile pochi minuti dopo la nostra partenza!” “Certo, non è un problema!”
Kaito fece per girarsi a salutare un’ultima volta Gohan e gli altri, solo
per ritrovarsi a fissare l’aria.
I tre erano riapparsi a circa un metro di altezza a fianco al tavolino
dov’erano seduti, cadendo così al suolo.
“Ahia… Gli atterraggi non sono mai morbidi, eh?” Fece Aoko, la quale era
caduta sul povero Conan. “Ehi! Perché tu sei caduto in piedi?!” urlò subito
a Kaito, che per tutta risposta si mise a ridere.
“Forse sono il più atletico tra di voi.” Rispose. “O forse devo
ringraziare le lezioni di volo di Goten e Trunks… Anzi, di Gotenks.”
Aggiunse mentalmente.
Capitolo 6: Epiloghi dall’altro mondo (Un’amicizia tra esibizionisti)Epiloghi
dall’altro mondo
“Beh, io credo di aver avuto fin troppe emozioni per il resto della mia
vita.” Commentò Aoko, rialzandosi e aiutando Conan. “Anzi, direi che tutti e
tre siamo stati messi alla prova.”
“Già.” Concordò il piccolo detective, sistemandosi gli occhiali. “E credo
sia meglio per tutti non parlare più di quello che è successo.”
“Beh, almeno non con il primo che passa. Non voglio finire in un manicomio.”
Fece Kaito, stiracchiandosi le braccia. “Ma prima vorrei sistemare una
piccola questione lasciata in sospeso.”
“Ti riferisci alla strega che ci ha messo nei guai? Sarei tentato di
dirgliele quattro anch’io, ma preferisco tornare a casa. Anzi, prima devo
fermarmi a riferire un messaggio.” Disse Conan, per poi accendere i suoi
occhiali, i quali erano stati ripristinati assieme al suo corpo e ai
vestiti.
“Allora io comincio a preparare da mangiare. Ti va una zuppa di pesce per
cena, Kaito?”
“P-P-Pesce?! Aoko!!!” Gli urlò contro lui dopo essere sbiancato, mentre Aoko
correva via ridendo.
“Così il grande e temibile Kaito Kid ha paura del pesce? Potrei farlo sapere
all’ispettore Nakamori.” Lo prese in giro Conan.
“E io potrei far sapere alla tua ragazza dove si trova il suo fidanzato
perduto. Non credo che ne sarebbe troppo contenta, no?”
“Direi che siamo pari. Per il bene di entrambi, direi di fare finta di
niente a meno che non sia necessario.”
“Va bene. Ma fammi sapere se trovi un gioiello con all’interno una gemma
rossa. Potrei esserne interessato.”
“E tu tieniti lontano da gente che si fa chiamare come dei liquori. Ci manca
solo che in giro cominci ad apparire un Kaito Kid bambino.”
“Per piacere, non scherzare! L’ultima cosa che voglio fare è ripetere la
scuola! E poi chi la sente mia mamma? Non mi lascerebbe più in pace e mi
torturerebbe a suon di coccole.”
“Ora capisci come mi sento.” Ridacchiò Shinichi, per poi salutare l’altro
con la mano e allontanarsi.
Kaito sospirò, per poi cominciare ad allontanarsi.
“Che cosa?!” Esclamò una voce che riconobbe subito, mentre una Akako
incredula si avvicinava. “Come fai ad essere qui?!”
“Vedo che non provi nemmeno a nascondere che sei tu la responsabile.”
Replicò lui.
“Rispondi alla mia domanda! Ti avevo esiliato in un altro mondo! Non avresti
potuto tornare qui!”
“Sfortunatamente per te, ho conoscenze ovunque. Anche molto in alto,
soprattutto dopo quello che è successo poco fa.”
“Prego?”
“Diciamo che Re Enma è un tipo più simpatico di quel che si dice in giro.”
Rispose lui, riprendendo la sua camminata. “E sì, nemmeno la morte può
fermarmi.”
“Vorresti farmi credere di aver incontrato Re Enma? Per piacere, l’unico
modo sarebbe quello di finire all’altro mondo, e da strega oscura, posso
assicurarti che non esiste un modo per tornare indietro tra i vivi.”
“Allora dovresti andare ad un corso di aggiornamento. Ma come ho detto,
basta avere delle conoscenze in alto. O essere amico di qualcuno che le ha.
Ci vediamo in classe, Akako.”
Fece un paio di passi, ma poi si fermò di nuovo. “Ah, dimenticavo…” E
dicendo ciò si voltò a guardare serio la strega. “Finché coinvolgi me non ho
problemi, ma la prossima volta che osi mettere in mezzo anche Aoko, anche a
costo di aspettare un anno, non te la farò passare liscia. Ora scusami, ma
vado a tagliarmi i capelli. Passare mesi in una dimensione parallela non
aiuta la propria immagine. Soprattutto in compagnia di due bambini che con
un solo dito sarebbero in grado di cancellare Tokyo. E si sono
autoproclamati miei studenti, quindi farei attenzione in futuro.”
Kaito a quel punto se ne andò fischiettando, lasciando alle sue spalle
un’incredula Akako.
“Dove diamine l’ho mandato?” Si chiese infine.
~~~~~~~~~~~~~~
“Quindi tu vorresti farci credere di essere finito in una dimensione
parallela dove tutto quello che qui sarebbe considerato impossibile lì
invece è la normalità?” Chiese una scettica Ai. “Scusa Shinichi, ma non
riesco a crederti in alcun modo.”
“Credimi, all’inizio anch’io non credevo ai miei occhi.” Rispose Conan,
consegnando i suoi occhiali a Agasa. “Eppure questi sono la prova che non mi
sono immaginato tutto quanto. All’interno dovrebbe esserci anche qualcosa
per lei, professore.”
“Davvero? Vediamo un po’ di cosa si tratta.” Fece lui, decidendo di restare
neutrale per ora. Dopotutto, fino a poco tempo prima pensava che fosse
impossibile far tornare bambino qualcuno, e ora in casa aveva ben due
persone in quelle condizioni.
“E sentiamo, come avresti fatto a tornare indietro?”
“Ci crederesti se ti dicessi che abbiamo espresso il desiderio a un
gigantesco drago che abbiamo evocato dopo aver riunito sette sfere magiche?”
“No, ma ti suggerirei di proporre la storia a qualche mangaka. Chissà,
potrebbe anche diventare una storia di successo.”
Ma Ai si interruppe quando il professore Agasa cadde dalla sedia, guardando
sbigottito lo schermo. “N-Non è possibile!”
“Che succede?” Chiesero subito i due falsi bambini.
“Q-Quei progetti… sono qualcosa di totalmente nuovo!” Esclamò entusiasta,
rialzandosi e cominciando nuovamente ad esaminare i file. “Non ho mai visto
prima nulla del genere! Sembra quasi che sia qualcosa per-”
“Per immagazzinare in un piccolo spazio qualsiasi cosa.” Concluse Conan,
sorridendo. “Meglio conosciute come capsule. E ho visto tirare fuori un
furgoncino come se niente fosse.”
“Mi stai dicendo che non è davvero tutta una tua invenzione?” Domandò Ai,
raggiungendo il monitor e sgranando anche lei gli occhi.
“È quello che ti sto dicendo fin dall’inizio. E non è nemmeno la cosa più
strana che mi è successa.”
“Che cos’altro è successo?”
“Beh, oltre a vedere una ragazza venire temporaneamente trasformata in una
torta, diciamo che per una volta mi sono ritrovato dalla parte opposta di un
caso.”
“Sei stato accusato di omicidio?”
“Non proprio… diciamo che sono stato io la vittima.” Ridacchiò Conan,
portandosi una mano dietro la testa.
“… Mi sembri decisamente vivo e idiota per essere uno zombie, sai?”
“No, no, non sono uno zombie. So che sembra assurdo, ma mi hanno riportato
in vita usando sempre quel drago che ti dicevo prima.”
“No, mi spiace. Posso credere, viste le prove, che sei realmente finito in
un’altra dimensione; ma chiedermi di credere che tu sia tornato indietro
dalla morte è troppo.”
“Purtroppo per quello non ho alcuna prova. Potrei descriverti Re Enma e
l’ambiente, ma non potresti verificare in alcun modo. Tuttavia… tua sorella
ti saluta.”
Ai spalancò gli occhi. “L-L’hai-”
“Sì. Mi voleva ringraziare per l’aiuto che ti ho dato finora. Pensa, è pure
riuscita a convincere Kaito Kid ad aiutarti se dovesse essere necessario.”
Ai distolse lo sguardo. “Come se ti potessi credere. Questo è un colpo basso
anche per te, Kudo.”
Conan sorrise triste, sapendo bene che Ai in realtà stava solo nascondendo
il suo reale sguardo.
“Beh, sembra che tu abbia vissuto parecchie esperienze strane.” Fece Agasa,
per poi esaminare gli occhiali, trovando la nuova mappa e il radar, il quale
ovviamente non segnalò nulla. “Tuttavia… se sei d’accordo con me, per ora
terrei nascosti questi progetti e questa mappa.”
“Pensavo la stessa cosa. Bulma è stata molto generosa, ma sfortunatamente il
nostro mondo non è ancora pronto per una simile invenzione. Gli usi
criminali che ci sarebbero con le capsule purtroppo sono maggiori ai
vantaggi.”
“Farò in modo che nessuno possa accedervi.”
“Beh, ora che cosa vuoi fare?” Domandò Ai all’amico, che alzò le spalle.
“Penso di tornare a casa e farmi una bella dormita. Dopotutto, venire
disintegrato e ricostruito nel giro di poco tempo non è un’esperienza che
raccomando a molte persone.”
Dicendo ciò si diresse verso la porta, solo per essere fermato ancora dalla
scienziata.
“Giusto una curiosità: nell’ipotetico caso in cui ciò che hai detto sia
tutto vero, quando sei finito all’altro mondo com’eri? Bambino o adulto?”
“Beh, a parte le gambe che si erano trasformate in tutto e per tutto in
quelle di uno spirito, per il resto ero Shinichi.”
“Capisco. Beh, potrebbe tornarmi utile per l’antidoto. Più informazioni so
meglio è.”
“Certo, certo.” Rispose sorridendo Conan, per poi uscire.
~~~~~~~~~~~~~~
“Sono a casa!” Urlò Aoko, lasciando le scarpe all’ingresso e correndo in
cucina, dove trovò il padre davanti al frigo.
“Aoko! Che sollievo, cominciavo a temere di dover preparare io da mangiare!”
Esclamò lui, solo per ritrovarsi avvolto in un abbraccio della figlia.
“A-Aoko?”
“Sono solo felice di vederti.” Rispose lei, lasciandolo andare.
“A-Anch’io.” Balbettò ancora sorpreso l’ispettore. “Allora, com’è andata
oggi?”
“Oh, direi che è stata una giornata… piena di eventi.”
“Beh, l’importante è che tutta vada bene. Che ne dici? Vado a prendere una
torta per stasera e-”
“No!” Urlò subito Aoko, tremando interiormente al ricordo di Majin Bu.
“S-Scusa papà, ma l’ho già mangiata oggi a merenda e mi è rimasta un po’
sullo stomaco. Che ne dici se per stasera preparo solo un po’ di riso? Ho
invitato Kaito, quindi niente pesce.”
“Va bene. Anche se sono sorpreso, non sei mai stata male prima per una
torta.”
“Ho voluto provare un nuovo gusto, e diciamo che non è stato di mio
gradimento.”
“Ricevuto. Beh, stasera fortunatamente sono libero. Kid non ha mandato
nessun avvertimento, quindi non dovrei ricevere alcuna chiamata
straordinaria.”
Sentendo il nome di Kid, Aoko fece sparire leggermente il sorriso,
ripensando alle parole di Gohan.
“Papà, secondo te perché Kid continua ad avvertire la polizia dei suoi
furti?” Chiese.
“Uh? Beh, perché vuole prenderci in giro. Non vedo nessun altro motivo.”
“E… E se avesse un motivo oltre il voler commettere i furti?”
“Uhm… Beh, non vedo perché no. Sinceramente, sono dell’idea che stia
cercando qualcosa di particolare. Per questo getta sempre via la refurtiva.
Ma sinceramente, finché non lo prenderemo non sapremo la verità.”
“Capisco… Papà, scusa se continuo a farti domande su Kid, ma potresti
togliermi un’ultima curiosità? Il Kid che hai affrontato quando eri
giovane... Era davvero identico a quello attuale?”
“Assolutamente no.” Rispose subito l’ispettore, sorprendendo la figlia per
la sua sicurezza. “Mi ha ingannato all’inizio, ma ormai una cosa mi è
chiara: ci sono stati due Kaito Kid finora. Non ho idea di quello che è
successo al precedente, ma quello attuale lo sta ovviamente imitando, e lo
fa dannatamente bene. Tuttavia, se si fa bene attenzione, le loro dinamiche
sono diverse. Questo Kid è più derisorio del primo, che invece era più
serio, anche se adorava prendersi gioco della polizia. Ma come mai queste
domande?”
“Beh, oggi ho incontrato una persona che diceva di conoscere Kid. E prima
che tu lo chieda, non mi ha voluto dire il suo nome e se n’è andato prima
che riuscissi a fare una foto. Cosa che sarebbe stata inutile, visto che
indossava un casco.” Aggiunse subito la ragazza, vedendo il padre agitarsi.
“E lui mi ha detto che effettivamente non è lo stesso Kid che c’era anni fa.
Ma quello attuale vuole solo vendicarlo.”
“Vendicarlo? Aspetta, quindi secondo questa persona il precedente Kid
sarebbe-”
“Sarebbe stato ucciso da qualcuno. Qualcuno che a quanto pare ora sta dando
la caccia a quello nuovo.”
“Uhm, questo potrebbe spiegare quelle scarpe che abbiamo trovato sulla scena
di uno dei suoi ultimi furti… Però senza prove non posso aprire un’indagine.
Terrò gli occhi aperti. E comunque non cambia il fatto che catturerò Kid! E
se è come dici tu, allora potrei anche aiutarlo, dopo averlo sbattuto in
prigione ovviamente!”
Aoko sorrise. “Certo! Non mi aspetto di meno dal mio papà!”
~~~~~~~~~~~~~~
“Signorino… È sicuro di voler commettere il furto proprio stasera?” Domandò
Jii, osservando Kaito Kid mettere via il deltaplano pieghevole, incurante
delle raffiche di vento che lo stavano investendo.
Erano passate un paio di settimane dalla sua avventura extra dimensionale, e
ora era tornato per lui il tempo di ripartire alla ricerca di Pandora.
“Certo. Ormai ho dato l’avvertimento, e non sarà un po’ di vento a
fermarmi.”
“Ma così il suo deltaplano sarà inutile!”
“Oh, quello servirà solo per le apparenze. Ho altri trucchi a disposizione.”
“Davvero?”
Per tutta risposta Kaito fece un salto in avanti, atterrando sul bordo del
tetto dove si trovavano.
“Certo. Dopotutto, sono il mago che danza nei cieli. E anche se lo terrò
come trucco finale… posso farlo senza problemi.”
Jii dovette trattenersi dall’urlare quando lo vide saltare fuori, solo per
vedere il giovane ladro atterrare letteralmente sul vuoto, restando fermo
senza alcun problema.
“C-Come… Come ha fatto? Non l’ho vista mettere su nessuna attrezzatura per
la camminata nel cielo!”
“Questo, amico mio, è un segreto. È un trucco che mi è stato insegnato da
due bambini molto speciali, che l’hanno imparato a loro volta da un mio
amico.” E come se niente fosse si alzò leggermente di quota, per poi
scendere sotto il livello da cui era partito, facendo sgranare gli occhi al
suo anziano assistente.
“S-Signorino… lei stai vo-”
Ma Kaito Kid gli fece segno di stare zitto, sorridendo mentre tornava sul
tetto.
“Ogni mago ha il suo trucco. E questo sarà un mio trucco esclusivo.” Spiegò,
per poi avvolgersi con il mantello. “Ma ora… It’s Show Time!”
Capitolo 7: Ritorno dal futuro (Un’amicizia tra esibizionisti)Ritorno
dal futuro
Conan sospirò mentre veniva forzatamente allontanato dalla scena del
crimine grazie a un calcio di Goro.
“Su Conan, andiamo via. Vedrai che presto papà risolverà il caso, come
sempre.” Fece Ran, riservando al padre un’occhiataccia. “Ne dubito fortemente.” Pensò lui, pensando già a come avrebbe potuto
sgattaiolare via come al suo solito per poter tornare a indagare su quella
morte.
“Sai, ogni tanto mi piacerebbe riuscire ad andare in giro senza venire
coinvolta in qualche omicidio.” Continuò Ran, mentre portava Conan fuori in
giardino. “Ma ormai sembra quasi sempre di più un sogno.”
Conan avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma non sapeva cosa.
Tuttavia la sua attenzione fu subito attirata da un cespuglio, che si mosse
nonostante non ci fosse un filo di vento. Cosa che non sfuggì nemmeno a Ran.
“Attento Conan, potrebbe essere qualche animale selvaggio.” Lo avvertì,
avvicinandosi al bambino per proteggerlo.
Entrambi saltarono per la sorpresa quando da dentro il cespuglio sbucò fuori
una ragazzina dai capelli neri, la quale sembrava essersi appena svegliata,
dato il sonoro sbadiglio che fece. Indossava un paio di pantaloni lunghi
grigi, con una semplice maglietta rossa a maniche corte che le lasciava
scoperta la pancia e attorno ai capelli aveva un foulard arancione per
coprirli, lasciandoli tuttavia liberi.
“Nonno, è già ora di svegliarsi?” Chiese guardando Conan, ancora
addormentata.
“T-Tutto bene?” Domandò Ran.
Sentendo una voce femminile, la ragazza si massaggiò gli occhi, riuscendo
finalmente a mettere a fuoco le persone di fronte a lei. E non appena
realizzò che non erano chi pensava saltò in alto, superando di un paio di
metri il cespuglio dove si era addormentata e atterrando poco dietro,
alzando subito le braccia come per combattere. “E voi chi siete?”
I due la guardarono, Conan con maggiore curiosità. Non sapeva dire il
perché, ma le sembrava particolarmente famigliare. Ma era anche sicuro di
non averla mai vista prima.
“Q-Questo dovremmo chiedertelo noi.” Fece Ran. “Stavi dormendo in quel
cespuglio quando probabilmente ti abbiamo involontariamente svegliata.”
Sentendo ciò la ragazza guardò il cespuglio in questione, per poi grattarsi
la testa con un dito. “Che ci facevo lì dentro? E soprattutto, dove sono?”
“Sei in provincia di Tokyo.” Rispose Conan.
“Tokyo? Che pianeta è?”
A quella domanda Ran e Conan sbatterono le palpebre, non sapendo bene come
reagire.
“… Tokyo è una città, non un pianeta.”
“Eh? Ma non è possibile! Il rilevatore dell’astronave diceva che non c’erano
forme di civiltà nei pianeti vicini!” Gridò preoccupata la ragazza. “E dove
sono il nonno e Trunks?”
A quel nome Conan spalancò gli occhi.
“H-Hai detto Trunks?” Domandò, attirando su di sé lo sguardo sia di Ran che
della ragazza.
“Uh? Sì, perché? Sai dov’è?”
“Conan?” Chiese invece Ran, guardando il bambino, il quale stava
visibilmente sbiancando, come se avesse visto un fantasma. E considerando
che solitamente non aveva mai simili reazioni, la figlia del detective
dormiente cominciò seriamente a preoccuparsi.
“N-Non ne sono sicuro.” Rispose Conan. “Qualche mese fa ho incontrato un
bambino che si chiamava così, però credo sia quasi impossibile che sia la
stessa persona.”
“Bambino hai detto?” Fece la ragazza, per poi lasciarsi cadere a terra
sconsolata. “Accidenti, non è lui allora. Non è di certo un bambino.”
Sentendo ciò Conan sembrò riacquistare immediatamente colore, lasciando
andare un sospiro che non sapeva di aver trattenuto.
“Chi era questo bambino?” Chiese curiosa Ran.
“L’ho conosciuto qualche mese fa, dopo averlo incontrato per puro caso. Ma
non abita in Giappone, quindi era difficile che fosse tornato in così poco
tempo.” Spiegò lui, inventandosi la storia al momento.
“Conan, sei qui?” Fece una voce, anticipando Ai. La bambina si era
allontanata prima che Goro lo buttasse fuori, e una volta tornata dentro gli
avevano detto che Ran lo aveva portato verso il giardino.
“Oh, eccoti qui Ai.” Disse Ran, sorridendo alla bambina stoica, la quale
rivolse subito la sua attenzione alla ragazza.
“Lei chi è?”
“Oh, giusto, scusatemi, non mi sono presentata.” Fece lei, ridacchiando. “Il
mio nome è Son Pan. Piacere di conoscervi.”
Conan a quel punto sbiancò nuovamente, guardando con occhi sgranati la
ragazza di fronte a lui, che lo fissò preoccupata. “H-Ho detto qualcosa di
sbagliato?”
“N-Non è possibile! Non puoi essere Pan!” Esclamò Conan totalmente
incredulo.
A quella frase la bambina lo guardò con un cipiglio. “Scusami, ma credo di
sapere bene come mi chiamo, visto che sono dieci anni che mi hanno dato
questo nome.”
“Conan?” Lo chiamò Ai. “Perché tale reazione?”
“P-Prima di rispondere, ho solo una domanda da fare. I nomi dei tuoi
genitori sono Gohan e Videl?”
Stavolta fu il turno di Pan di spalancare gli occhi. “Come fai a saperlo?”
Ma la risposta non arrivò subito, dato che il bambino fece un paio di passi
indietro, cominciando a guardarsi intorno preoccupato.
“Non puoi essere qui!” Esclamò infine. “E soprattutto, non puoi essere così
grande!”
“Conan! Che modi sono di fare questi?” Lo rimproverò Ran.
“Ma un paio di mesi fa ho visto tua madre che era ancora incinta di te! E
sono sicuro che non avessero altri figli!” Esclamò Conan, ignorando la sua
fidanzata, mentre Pan lo guardò incredula.
“Cosa? Ma che stai dicendo? Sono figlia unica, e ti assicuro che ho dieci
anni. E nessuno ha chiesto a Shenron di farmi crescere di colpo.”
Conan si portò una mano sulla fronte, massaggiandosela. “Okay, ora ogni
possibile dubbio che avevo è sparito. Non può essere che siano tutte
coincidenze, Shenron non dovrebbe nemmeno essere conosciuto qui.”
“Tu sai di Shenron?” Chiese sorpresa Pan, per poi venire interrotta da Ai.
“Conan, aspetta un attimo. Non starai cercando di dire che questa bambina
viene da lì, vero?”
“Non credo ci siano così tanti draghi giganti in grado di esaudire desideri,
no?” Sbottò Conan, per poi spalancare gli occhi ricordandosi che con loro
c’era anche Ran, la quale lo stava guardando con aria interrogativa.
“Draghi? Conan, questo non è da te. Di solito non ti lasci trascinare così
dalla fantasia.”
Ma il bambino non l’ascolto, accendendo subito i suoi occhiali e andando
alla modalità radar installatagli da Bulma. La mappa era inutilizzabile, ma
come ultima conferma vide un punto lampeggiare proprio dove c’era lui.
“Tu… hai con te una Sfera del Drago, vero?” Chiese infine a Pan, che ancora
scossa annuì, per poi tirarla fuori dalla tasca. Ma questa era diversa da
quelle che lui, Kaito e Aoko avevano cercato in passato: infatti il colore
delle stelle all’interno era nero e non rosso.
“Quello è un radar cerca sfere.” Disse la ragazza. “Come fai ad averlo nei
tuoi occhiali?”
“Me l’ha installato Bulma. E non so come dirtelo, ma sei decisamente lontana
da casa tua.”
“Questo lo so, grazie tante. Sono partita con nonno Goku e Trunks ormai mesi
fa per cercare le sfere nella galassia.”
“Ehm… scusatemi bambini…” Fece Ran. “Ma mi sono persa. Di cosa state
parlando?”
Conan sospirò, guardando Ai, che scosse la testa.
“Direi che è inutile nasconderglielo. Se è come sto immaginando, questa
mocciosa non passerà di certo inosservata, se quello che mi hai detto che
poteva fare il padre è anche solo lontanamente vero.”
“Guarda che sono più grande di te.” Replicò Pan, colta sul vivo dal
nomignolo, per poi bloccarsi, come ricordandosi qualcosa. “Aspetta un
attimo. Tu ti chiami Conan?” Fece guardando il bambino con gli occhiali, che
annuì. “Quel Conan che mio padre ha fatto tornare in vita assieme a quel suo
amico, quello che faceva trucchi di magia… Kaito?”
“Sì, sono proprio io.” Annuì Conan, per poi prepararsi alla reazione
imminente.
“Come sarebbe a dire che ti ha fatto tornare in vita?” Chiese incredula Ran.
“E com’è possibile che tu sia ancora un bambino? Sono passati dieci anni
ormai.” Aggiunse Pan.
“Se posso azzardare un’ipotesi, direi che è ovvio che il tempo scorre
diversamente.” Disse Ai, cercando di restare impassibile. “O quello, o sei
tornata indietro nel tempo.”
“Io voglio sapere che cosa intendeva dire prima!” Ripeté Ran, guardando
Conan.
“Beh, diciamo che potrei essere stato accidentalmente disintegrato…”
“Tu saresti stato che cosa?!” gli urlo contro Ran. “Non sono cose su cui
scherzare! E dire che ormai credevo tu fossi un bambino sveglio!”
“Sì, beh, non è poi così impossibile.” Fece Pan. “Anzi, in questo momento
io, mio nonno e Trunks siamo in viaggio proprio per evitare che la Terra
venga distrutta.”
A quello Ran la guardò male. “E tu non sei abbastanza grande per stare
dietro a simili giochi? C’è qualche bambino che potrebbe anche spaventarsi a
sentire simili cose. E poi la Terra non può di certo venire disintegrata
come se niente fosse. Quello succede solo nei film.”
“Aspetta, conoscete la Terra? Credevo che non fosse così famosa e-”
“Pan, questo sarà un grande shock per te, ma sei sulla Terra. Solo, non è la
tua Terra.” Spiegò Conan, per poi prendere il cellulare, scrivendo
velocemente qualcosa.
“Aspetta, vuoi dire che papà e mamma dicevano il vero quando dicevano che
venivi da un’altra dimensione?” Chiese la ragazzina, per poi portarsi le
mani sulla testa. “È terribile! E ora come faccio a tornare a casa?! E come
se non bastasse, senza la sfera la Terra è condannata!”
“Come sarebbe a dire? E poi non capisco, l’ultima volta le Sfere erano tutte
e sette sulla Terra. Perché le state cercando nello spazio?”
Pan mostrò nuovamente la sfera. “Se ci fai caso, questa è diversa da quelle
che tu e i tuoi amici avete visto l’altra volta. Queste sono molto più
pericolose. Infatti è stato per sbaglio espresso un desiderio con esse.”
“Non sarà poi così grave. Da quel che ho capito, anche tuo padre è finito
qui per un desiderio sbagliato.”
“Sì, ma le sfere che erano state usate quella volta non distruggevano il
pianeta dove hanno esaudito il desiderio se non vengono riunite entro un
anno!” Esclamò Pan. “E se io sono in un’altra dimensione con una sfera…
nonno Goku e Trunks non potranno mai riunirle tutte e sette!”
“Basta così!” Gridò Ran, scocciata. “Questo gioco mi pare stia andando
avanti un po’ troppo. Dimensioni parallele, desideri, viaggi nello spazio…
tutte cose impossibili! Non credevo l’avrei mai detto, ma se dovete essere
così fissati è meglio che cresciate.”
“Gioco?” Gli urlò contro Pan. “Secondo te mi sto divertendo?! Ci sono in
gioco miliardi di vite! Ma non mi aspetto che tu capisca come stanno le
cose. È chiaro che sei solo una ragazzina che ha sempre avuto tutto senza
problemi. Scommetto che perdi un sacco di tempo a fare shopping senza
nemmeno pensare di fare un po’ di attività fisica. Dopotutto, la tua aura
non è per niente impressionante.”
A quelle parole, sia Conan che Ai fecero istintivamente un passo indietro.
“Cos’hai detto, scusa?” Fece la figlia del detective Goro, facendo un
sorriso che fece venire i brividi a Conan.
“Esattamente quello che ho detto. Mio nonno Satan è più forte di te, ed è
tutto dire.”
Sentendo ciò Ran si mise in posa, pronta a colpirla. “Allora, se è come dici
tu, non ti dispiacerà fare uno scontro amichevole, vero? La prima che butta
a terra l’altra vince. Se vinco io, smetterai di dire tutte quelle idiozie.”
“E se vinco io mi crederai.”
“Ran, non credo sia una buona idea…” Fece Conan.
“Vuoi forse dire che potrei perdere?”
Il bambino sospirò, per poi girarsi. “Non voglio saperne nulla, Ran
nee-chan! Ho visto i suoi genitori all’opera, e se ha ereditato anche solo
un centesimo delle loro abilità, non è un’avversaria da sottovalutare.”
“Come se potesse essere così! Ti ricordo che sono una professionista!”
Esclamò, per poi correre contro Pan, che si limitò a sorridere.
“Incredibile, questa volta è stato davvero facile risolvere il caso.” Fece
l’agente Takagi, uscendo dall’hotel accompagnato dall’ispettore Megure e da
un Goro sveglio. “Non appena l’assassino ha realizzato che c’era il
detective Goro, si è subito consegnato alla polizia. Non era ancora
successo.”
“O probabilmente ha voluto evitare che la situazione degenerasse con
ulteriori morti, vista la fortuna che Goro porta ovunque va.”
“Suvvia ispettore, non dica così. La gente potrebbe pensare male e-”
Ma il detective si interruppe, vedendo la figlia correre contro una bambina,
che tuttavia l’afferrò come se niente fosse per un braccio e la sollevò
sopra la sua testa, per poi farla cadere a schiena in giù dietro di lei.
I tre uomini guardarono increduli la scena, come anche Ran, che guardava con
occhi spalancati la ragazzina, la quale si girò.
Poi, con incredulità di tutti i presenti ad esclusione di Conan, si alzò in
aria, fermandosi proprio sopra Ran. “Allora, ti basta come prova del fatto
che sono più forte? A cinque anni ho sollevato allo stesso modo un tizio che
era tre volte più grande di te e l’ho buttato fuori dal ring.”
“T-T-T-Tu s-s-stai v-v-volando!” Balbettò incredula Ran, non sentendo una
sola parola di quello che Pan aveva appena detto. E lo stesso fu per i tre
uomini poco lontano.
“Che diamine… e dire che stasera non ho bevuto nemmeno un goccio.” Commentò
Goro, per poi guardare i due agenti della polizia al suo fianco. “Sono io, o
quella mocciosa sta volando?”
“Se non è vero, allora siamo tutti sotto gli effetti di qualche sostanza
allucinogena. E non so perché, spero quasi che sia così.”
“Pan…” Fece Ai, cercando di mantenere, anche se con poco successo, la sua
neutralità. “Qui la gente non vola.”
“Davvero? Nessuno?” Disse lei girandosi. “Anche da me non è così comune, ma
siamo in parecchi a poterlo fare.”
“C-Com’è possibile?!” Gridò Ran, per poi guardare Conan. “Tu lo sapevi?!”
“Considerando che suo padre mi ha fatto salire su una nuvola in grado di
portare ovunque, oltre ad averlo visto volare quasi alla velocità del suono,
diciamo che me lo aspettavo.”
“Ma com’è possibile?” Domandò Takagi, avvicinandosi, per poi passare una
mano nell’aria sotto Pan. “Non c’è davvero nulla che le possa permettere di
restare in aria!”
“Poliziotto, eh?” Fece la ragazzina, per poi atterrare. “Non so perché,
anche da me la polizia mi guarda sempre con scetticismo. E dire che il 90%
delle rapine le fermo io, mentre il restante ci pensa zio Goten.”
“Tu che fermi delle rapine?” Ripeté Goro, per poi scoppiare a ridere.
“Certo, come no! E poi magari fermi i proiettili a mani nude e-”
Ma il Detective si fermò dopo che Pan diede un pestone per terra, facendo
letteralmente tremare tutto il terreno e creando un piccolo cratere sotto il
suo piede.
“E non ho usato nemmeno un quarto della mia forza.” Disse lei sorridendo.
“Però Pan…” Fece Conan, decidendo di ignorare la cosa. “Se tu hai la Sfera
del Drago, come hai fatto a finire qui?”
“Non ne ho idea. Eravamo appena atterrati su un pianeta dove avevamo
rilevato una delle sfere e poi mi sono svegliata qui.”
“Che io sappia, non ci sono molte possibilità di viaggiare tra dimensioni,
se togliamo la magia.” Disse Ai, guardando la viaggiatrice.
“Infatti è stato così.” Fece una nuova voce.
Dal nulla di fronte a loro apparvero tre figure, facendo letteralmente
cadere all’indietro tutti quanti per la sorpresa.
Di fronte a loro c’era un uomo con addosso vestiti che ricordavano vagamente
quelli dei Beduini, anche se l’attenzione di tutti fu attirata dai suoi
quattro occhi.
Dietro di lui invece, con le mani poggiate sulle sue spalle, c’erano un
ragazzo sui diciotto anni dai capelli viola e un bambino che Conan chiamò
subito.
“Goten? Trunks?” Fece lui sorpreso.
“Goten?” ripeté Pan. “Dov’è?”
“Temo che l’errore sia facile.” Rispose Trunks, lasciando andare l’alieno.
“Ciao Conan. Vedo che non sei cambiato di una virgola, eh?”
“Beh, non posso dire lo stesso di te. Ma perché Goten invece è rimasto
bambino?”
“Perché non sono Goten.” Ridacchiò il bambino. “Sai, ho pensato a te quando
mi è successo questo.”
Conan lo guardò per qualche secondo, per poi sgranare gli occhi. “G-Goku?!
Sei tu?!”
“Oh, conosci anche mio nonno?” Fece Pan.
“Nonno?!?!” Urlarono tutti gli altri terrestri.
“Ma com’è possibile?! È più piccolo di te!” Esclamò Megure, guardando Goku
ridacchiare.
“Diciamo che per sbaglio hanno desiderato farmi tornare bambino.” Fece lui,
mentre Conan si avvicinava ad Ai. “Beh, sembra che non siamo gli unici…”
mormorò a bassa voce.
“Già, e la cosa mi sorprende.” Replicò lei.
“Perdonatemi, questa situazione è colpa mia.” Fece l’alieno. “Quando ho
visto avvicinarsi Pan e gli altri, ho pensato che avessero intenzioni
ostili. Il mio popolo ha la capacità di viaggiare tra le dimensioni, e così
ho deciso subito di mandarla via. L’ho mandata qui per puro caso, non avevo
in mente una destinazione precisa.”
“E dopo che gli abbiamo spiegato la situazione è stato disposto a portarci
da lei.” Continuò Trunks, per poi tirare fuori una Sfera del Drago. “Oltre
ad averci dato questa.”
“Menomale!” sospirò Pan. “Temevo già di restare bloccata qui. Non oso
pensare a come avrebbero reagito papà e mamma.”
“Probabilmente avrebbero cercato di contattare almeno me per aiutarti!”
Rispose una voce sopra di loro.
“Ancora? Quante altre volte dobbiamo rischiare l’infarto per- Kaito Kid?!”
Gridò Goro, alzando la testa, vedendo il famoso ladro gentiluomo arrivare in
volo con il suo deltaplano, per poi saltare giù di fronte a loro.
“Ciao a tutti! Vedo che mi sono perso qualcosa, visto che mi ritrovo persone
che dovrei conoscere tutte con età diverse da quelle che mi aspettavo.”
Disse lui, per poi alzare una mano a Trunks per salutarlo. “Vedo che tuo
padre non ha smesso di allenarti, eh?”
“Diciamo che non sono proprio tipo da ufficio, con grande disperazione di
mamma.” Ridacchiò lui.
“K-Kaito Kid li conosce?” Fece Takagi. “E che ci fa qui?!”
“Diciamo che volevo rivedere qualche amico che è difficile incontrare.”
Disse lui, per poi soffermarsi sul foulard di Pan, sorridendo. “E vedere
anche se il mio regalo era piaciuto o meno.”
Pan lo guardò con aria interrogativa.
“Bene, direi che è il momento di tornare indietro.” Fece l’alieno, facendo
cenno ai tre compagni dimensionali di avvicinarsi. “Mi spiace per
l’inconveniente.”
“S-Si figuri…” Disse Megure, cercando ancora di dare un senso a tutto
quanto.
“Beh, è stato un evento imprevisto, ma non direi proprio negativo.” Commentò
Conan. “Salutate anche gli altri quando gli vedete!”
“Certo! E voi salutateci Aoko!” Replicò Trunks.
“E buona fortuna per tutto quanto!” Aggiunse Goku. “Se io riuscirò a tornare
come prima, non vedo perché voi non possiate risolvere i vostri problemi!”
L’alieno tuttavia non gli diede tempo di dire altro e sparì nel nulla
assieme agli altri.
“Bene, chi è d’accordo per fare finta di non avere visto nulla?” Domandò
Goro. “E di andare a bere un goccio subito, aggiungerei…”
“P-Per una volta sono con te.” Disse Megure, annuendo.
“Beh, direi che è cresciuta bene. Tu che dici, piccolo detective?” Chiese
Kaito.
“Già. Ma tu come hai fatto ad arrivare qui così velocemente?” Replicò Conan.
“Diciamo che una mia piccola fonte…” Rispose il ladro, facendogli un
occhiolino. “…mi ha avvisato della presenza di una ragazzina decisamente
fuori dall’ordinario. E il resto è opera della mia magia.” Fece il ladro
sorridendo, per poi gettare a terra qualcosa, lasciandosi avvolgere da una
nube di fumo.
Quando questa si dissipò, di Kid non era rimasta alcuna traccia.
“Beh, direi che non posso più contestare la tua storia in alcun modo.”
Commentò Ai guardando Conan.
“Io invece vorrei sapere esattamente tutta la storia!” Esclamò Ran,
finalmente rialzandosi. “E per piacere, versione lunga!”
Conan sospirò, sapendo che non poteva evitarlo. Sarebbe bastato saltare
qualche dettaglio non proprio insignificante.
“Beh, tutto è cominciato mentre stavo prendendo un gelato…”
Capitolo 8: Guai divini (Un’amicizia tra esibizionisti)
Guai divini
Kaito sbadiglio vistosamente, guadagnandosi subito un’occhiataccia
dall’insegnante, che non appena lo sentì si voltò a guardarlo.
“Signor Kuroba, la mia lezione la annoia così tanto?”
“Oh, no, no. Ho solo fatto le ore piccole, tutto qui.” Rispose il ragazzo,
facendo sospirare Aoko e ridacchiare Akako e Saguru.
“Beh, allora le consiglio di cercare di dormire un po’ di più a casa.
Altrimenti durante la mia prossima lezione può restare in corridoio.”
Prima che il rimprovero potesse proseguire, la campanella della pausa pranzo
salvò Kaito da ulteriori problemi.
“Che strano… Hai fatto le ore piccole proprio durante la notte dove Kaito
Kid è rimasto sulla scena del crimine più tempo del solito. Ma che strana
coincidenza, eh?” Fece Saguru, avvicinandosi a Kaito, che sospirò
esasperato.
“Pensa pure quello che vuoi, tanto è chiaro che non mi daresti ascolto.”
Replicò.
“Che ne dite se oggi dopo la scuola andiamo a mangiarci dei dolci?” Fece
Aoko, cercando subito di interrompere la discussione.
“La trovo una buona idea. Ho sentito di questo posto dove fanno delle torte
squisite.”
“Grazie Akako, ma preferisco evitare ancora per un po’ le torte.” Disse
Aoko, portandosi una mano dietro la testa imbarazzata.
“Non ho capito da dov’è venuta questa tua strana intolleranza improvvisa per
le torte. Fino a qualche mese fa le adoravi.” Osservò Keiko, guardando
l’amica.
“Diciamo solo che grazie a qualcuno ho avuto una brutta esperienza con una
di esse.”
“Ma che sorpresa.” Disse Akako, vedendo che lo sguardo dell’altra ragazza si
soffermava su Kaito. “Chissà perché ma immaginavo che fosse colpa tua.”
“Chiariamo le cose: io ho solo detto una frase. È stato qualcun altro che mi
ha preso fin troppo alla lettera!” Si difese subito il ladro in incognito.
“E la colpa principale è stata di un’altra persona ancora, che ha pensato
bene di farci finire in un posto sperduto.”
Akako capì subito che si stava riferendo al piccolo viaggio che aveva fatto
fare a Kaito, Aoko e Conan qualche mese prima, ma non riuscì a capire che
cosa potesse essere successo di tanto grave con le torte.
“Ad ogni modo se tu fossi stato zitto non mi sarebbe successo nulla!” Disse
Aoko.
“Ma se non te ne sei resa nemmeno conto! Ti abbiamo dovuto dire noi cos’era
successo!” Replicò Kaito.
“No, davvero, che cos’è successo con le torte?” Domandò ancora Keiko.
“Probabilmente Kuroba ha ordinato una torta a qualche gusto che sapeva non
piaceva a Nakamori.” Azzardò Saguru.
“Sarebbe una storia lunga e folle a cui probabilmente non credereste
minimamente.” Disse Kaito. “Ora, se non vi dispiace, vorrei godermi il
pranzo in pace e-”
Non terminò mai la frase a causa di una forte luce proveniente dal cortile
della scuola, seguita immediatamente da una scossa che attraversò l’intero
edificio, costringendo parecchi studenti ad appoggiarsi a qualcosa per non
cadere.
“C-Cos’è stato? Un terremoto?” Domandò Keiko, solo per vedere Kaito e Aoko
fiondarsi subito alla finestra, dove ora la luce era stata sostituita da una
nube di polvere.
“Accidenti Whis, quante volte ti devo dire di avvisare quando atterriamo?!”
Sbraitò una voce da dentro essa.
“Mi spiace Lord Bills, ma è stato lei a distrarsi.”
“Bills?” Ripeté Kaito, per poi spalancare gli occhi, ricordandosi di quella
conversazione per lui avvenuta un po’ di mesi fa con l’amico di Goku e
Gohan.
Si voltò verso Aoko, che era sbiancata al suo stesso tempo.
“Bills? Ma non è quello che Crillin ha detto essere-”
“F-Forse è solo un omonimo…” La interruppe subito Kaito, scuotendo
leggermente la testa.
Dato quello che era appena successo, le possibilità che non fosse quel
famoso dio della distruzione di cui avevano sentito parlare erano scarse, ma
non potevano di certo urlarlo ai quattro venti. Non con tutti gli studenti
che stavano guardando fuori dalla finestra.
La nube finalmente si dissipò, rivelando un gatto umanoide dalla corporatura
esile e dal colore viola, con grandi orecchie a punta simili a quelle di un
gatto sphynx, da cui prendeva anche la mancanza di peluria. Appeso al collo
aveva un collare nero e blu e una cintura dai medesimi colori con
decorazioni romboidali bianche e arancioni gli avvolgeva la vita.
Detta creatura si stava alzando da terra, guardando male un altro essere
umanoide, in piedi al suo fianco: aveva la pelle azzurra e i capelli
bianchi, i quali sfidavano apertamente la legge di gravità, andando tutti
verso l’alto. Indossava un vestito viola, ricoperto quasi interamente da un
altro abito nero con dei rombi disegnati sopra. Con la mano destra teneva un
bastone, sulla cui punta c’era una sfera con un anello che gli ruotava
attorno.
“E quelli chi sono?” Domandò Saguru. “Dei bufoni mascherati?”
Il felino si voltò subito nella sua direzione, riservandogli una sguardo di
puro odio, facendo così indietreggiare istintivamente il detective.
“Whis, perché diamine siamo ancora sulla Terra?” Chiese Bills, tornando a
guardare il compagno, il quale si rivolse alla sfera sul suo bastone, che
s’illuminò.
“A quanto pare anche qui esiste la Terra, ma l’universo è senza dubbio
quello giusto. Chissà se qui avranno qualche pietanza che Bulma non ci ha
ancora offerto.”
“Basta solo che non ci siano altri rompiscatole come Goku o Vegeta. Scoprire
che ne esistono altri potrebbe far finire la mia pazienza.”
Whis ridacchiò portandosi una mano davanti alla bocca, spegnendo lo scettro.
“Non credo. Piuttosto, è sicuro?”
“Certo. Goku e i suoi amici pensavano che non mi sarei accorto di quei
viaggiatori. Non che m’interessi qualcosa di loro. Voglio solo sbarazzarmi
di colui che gli ha spediti da noi. Se il sommo Zeno dovesse scoprire che
qualcun altro oltre a noi divinità può attraversare i confini degli universi
sarebbe una catastrofe!” Esclamò, portandosi le mani sulla testa.
Kaito spalancò gli occhi, per poi spostare lo sguardo verso Akako, che stava
osservando con interesse la scena.
“Tuttavia, hai ragione!” Esclamò Bills. “Il viaggio è stato lungo e ora ho
fame! Andiamo a vedere se anche qui hanno quello squisito ramen istantaneo!
E chissà, magari potremmo trovare chi stiamo cercando per caso.”
“E poi distruggere tutto il pianeta attirerebbe senza dubbio l’attenzione
del dio della distruzione di questo universo, il quale dubito apprezzerebbe
il suo intervento.” Aggiunse Whis.
“Come se mi interessasse quello che pensa lui! Ma il sommo Zen'ō potrebbe
venirlo a sapere, e quello non deve succedere. Forza, ora andiamo!”
Saguru fece per dire qualcosa, ma Kaito e Aoko li misero prontamente una
mano sulla bocca.
“Silenzio, per carità!” Sussurrò Nakamori, guardando con terrore i due
esseri allontanarsi dalla scuola.
Passarono alcuni secondi prima di vedere una macchina attraversare l’aria,
finendo dritta dentro un palazzo.
“Chi diamine sono quei due?!” Esclamò infine Keiko, pochi istanti prima che
gran parte degli studenti cominciasse ad urlare, correndo il più velocemente
via.
“Questo… è un guaio…” Fece Kaito, deglutendo, solo per sentirsi venire preso
ad una spalla.
Voltandosi vide il volto sorpreso di Saguru fissarlo.
“Kuroba… tu sai chi sono quei due e che cosa vogliono?”
Kaito restò in silenzio per qualche secondo.
“Non ne sono certo… ma il nome di quello strano gatto l’ho sentito dire da
un mio amico.”
“E quindi chi sarebbe? Vuoi rispondere o no a questa semplice domanda?”
“Il… Il dio della distruzione…” Mormorò Aoko, deglutendo. “Lo hanno chiamato
così.”
“Il dio della distruzione?” Ripeté Akako, sbiancando vistosamente. “State
scherzando, vero?”
“Vorremmo… E se è davvero in grado di fare quello che ci è stato detto,
siamo nei guai peggiori possibili.”
“Kaito! Dobbiamo cercare di contattare subito Kid!” Esclamò Aoko, facendo
voltare tutti verso di lei.
“Aoko… ti senti bene?” Domandò Keiko, guardandola incredula. “Hai appena
detto che vuoi contattare Kid!”
“Lo so, è assurdo, ma potrebbe essere l’unico in grado di aiutarci. Forse ha
un modo per contattare Gohan.” Continuò, guardando Kaito, che sospirò.
“Primo, non ho la più pallida idea di come trovare Kid, o lo avrei già detto
a tuo padre. Secondo, dubito che esista un modo per contattare Gohan.”
“Chi è questo Gohan?”
“Il figlio di qualcuno in grado di tenere testa a quello lì.” Spiegò Aoko.
“Ma come possiamo fare… nessuno qui può anche solo sperare di tenergli
testa.”
“Nella peggiore delle ipotesi, c’è l’esercito. Anche se credo che la polizia
possa bastare e-”
“Saguru, cercherò di mettere giù le cose nel modo più semplice possibile, in
modo che anche una mente presa da enigmi come la tua possa capirlo senza
problemi.” Lo interruppe Kaito. “Quello lì, se solo vuole, ci può far
sparire tutti. Con uno schiocco di dita. Chiaro il concetto?”
“Mi pare tu stia perdendo il senso della realtà. Non esiste nessuno in grado
di fare ciò che dici, se non nelle opere di fantasia.”
“Non sono pazzo! Ho visto cose che ti manderebbero nel panico, e ho sentito
commenti su quel tizio che sono oltre la classica preoccupazione!”
“Kaito ha ragione.” Disse Aoko. “So che fatichi a credergli, ma puoi fidarti
di me. Anch’io sono stata testimone non troppo tempo fa di quello che sta
dicendo. Anzi, a differenza sua, ho visto scatenarsi un potere che andava
oltre la mia più pura immaginazione.”
“Eh?”
“La reazione di Gohan, Goten e Trunks dopo che quel tizio vi ha… vi ha
colpiti.” Spiegò Aoko a un Kaito sorpreso, il quale spalancò gli occhi
immaginando cosa potesse essere successo.
Saguru si portò una mano sotto il mento, riflettendo.
“Ammettiamo che sia vero, anche se ne dubito. Dove avreste incontrato queste
persone che vi hanno parlato di questo dio della distruzione?”
“Ecco… questo è il problema… Trovarli non sarà per niente facile.” Sospirò
Kaito.
“Perché? Non hanno un cellulare o un’e-mail?” Domandò Keiko.
“Oh, sono sicuro che ce li hanno. Considerando che una loro amica è
praticamente la scienziata e inventrice migliore di cui abbia mai sentito
parlare, avranno anche qualcosa di migliore. Ma non è quello il problema.”
Spiegò Kaito, rivolgendo un sottile sguardo ad Akako. “Il problema reale è
che non sono di questo mondo. E nemmeno di questo universo, quindi immagino
che chiamarli sia ben oltre la nostra portata.”
“Un altro universo? Sei definitivamente impazzito, Kuroba?” Fece Saguru,
sospirando. “La prossima volta cosa dirai, che magari c’è un’intera società
segreta di maghi che agisce all’insaputa di gran parte della popolazione
mondiale?”
“E questa da dove ti è venuta fuori?”
“Il fatto che sono razionale non significa che non legga anch’io dei libri
fantasy.”
“Basta!” Esclamò Aoko. “Ascolta Saguru, credi a quel che vuoi, però le cose
stanno così. E se chi abbiamo incontrato temeva quel Bills… Allora non so
proprio cosa possiamo fare.”
Kaito cominciò a schioccare nervosamente le dita. Non aveva messo
assolutamente in conto di avere nuovamente a che fare con il mondo di Gohan,
tantomeno pensava che dopo Pan sarebbe apparso qualcun altro. Ma la
situazione attuale lo smentiva alla grande.
“Se solo potessimo… Oh, ma certo!” Esclamò all’improvviso, facendo saltare
tutti per la sorpresa.
“Kaito?”
“So come possiamo contattare Gohan!” Gridò entusiasta, lasciando che un
sorriso apparisse sul volto. “Ma ci servirà l’aiuto anche del moccioso!”
“Moccioso?” Ripeté Saguru.
“Vuoi dire Conan?” Disse invece Aoko.
“Sì. È l’unico tra noi ad avere una mappa della Terra di Gohan. Voi andate a
casa sua e spiegategli la situazione.”
“E tu invece che cosa farai?” Domandò Akako, guardandolo nervosa.
“Tu e io dobbiamo andare a cercare una persona.” Rispose il ragazzo.
“L’unica che può mandarci nuovamente da Gohan!”
Aoko spalancò gli occhi.
“Vuoi dire la strega che ci ha spediti lì la scorsa volta?” Chiese
incredula.
“Esatto! È la nostra unica speranza!”
“Secondo me siete tutti impazziti. E mi sorprende che tu pensi di poter
coinvolgere Edogawa. Sarà un bambino, ma è piuttosto sveglio, come me non ci
crederà mai.”
“Beh, dopo aver parlato con una divinità si è visto costretto a ricredersi,
visto che era con noi durante quel famoso viaggio.” Replicò con un ghigno
Kaito, vedendo la sorpresa apparire sul volto del suo rivale. “Forza, ora
muoviamoci!”
Aoko annuì, per poi prendere per una mano un’ancora confusa Keiko e
trascinarla fuori, seguita da un Saguru accigliato, lasciando indietro solo
Kaito e Akako.
“D’accordo Kuroba.” Disse la strega, girandosi verso l’amico/nemico. “Che
cosa diamine sta succedendo davvero? Perché c’è una stramaledetta divinità
della distruzione sulla Terra?!”
“Dalla tua reazione, immagino che tu fossi già a conoscenza della sua
esistenza.”
“Certo che ne ero a conoscenza! E so perfettamente che quando si scomoda è
solo per distruggere! Che cosa vuole da noi?!”
“Da quello che stava dicendo… direi che vuole te. Sei l’unica persona che mi
viene in mente che è in grado di far viaggiare qualcuno in mondi diversi. E
a quanto pare questo non è andato giù ai piani alti.”
Akako a quelle parole sbiancò ulteriormente. “Oh, no… non avevo idea che
questo avrebbe innervosito qualcuno del genere… E aspetta, tu ora vuoi che
riapra il passaggio verso la loro dimensione?! Questo lo farà infuriare
ancora di più!”
“Vero. Ma lì ho incontrato qualcuno che lo ha affrontato ed era ancora vivo
per parlare. Per questo dobbiamo tornare lì e chiedere aiuto. Ammettilo,
nemmeno la tua magia può nulla contro uno come lui.”
Akako restò in silenzio, osservando gli amici uscire di corsa dal cortile
della scuola.
“Hai ragione… Ma Aoko sa che il vostro viaggio è stato opera di una strega.
Non voglio rivelarmi a lei e agli altri.”
Kaito le riservò uno sguardo che diceva “Davvero stai dicendo questo a
me?”.
Il professore Agasa lasciò cadere a terra la caraffa d’acqua, incurante dei
cocci di vetro che si spargevano sul pavimento.
“Che cos’hai detto?” Mormorò Conan Edogawa, bianco in volto, come anche Ai
seduta sul divano dietro di lui.
“Assurdo, vero?” Fece Saguru, dopo aver appena finito di sentire riepilogare
la situazione da Aoko. “Come se-”
“Quel Bills è davvero qui sul nostro pianeta?!” Domandò il bambino con gli
occhi tremanti. “Dimmi che stai scherzando, Nakamori!”
“Vorrei poterlo dire. È atterrato proprio nel cortile della nostra scuola,
ed è chiaramente di un altro mondo.”
“Che cosa facciamo?” Chiese Ai, alzandosi. “Qui non esiste nessuna creatura
in grado di esaudire desideri o simili. Non abbiamo modo di chiedere aiuto a
nessuno.”
“Cos’è, anche voi siete coinvolti in questo scherzo?!” Esclamò Saguru. “Mi
sembra che stia andando avanti anche fin troppo!”
“Non è uno scherzo, signorino Haruba.” Fece una voce dietro di loro,
rivelando alla porta d’ingresso Kaito, affiancato da una figura avvolta da
un mantello nero, che gli celava completamente anche il volto.
“E tu chi sei?” Domandò Conan, guardando la figura misteriosa.
“Nientemeno che la famosa strega che vi ha spedito in quel mondo.” Rispose
Akako, facendo bene attenzione a mascherare anche la voce. “Kaito mi ha già
spiegato la situazione. Visto che involontariamente è stata colpa mia, vi
aiuterò a risolvere questa situazione.”
“E perché dovremmo fidarci di te?” Domandò Aoko. “L’altra volta non hai
esitato a colpire sia me che Conan solo per raggiungere Kaito!”
“Non sono così stupida da non capire la gravità della situazione. E inoltre
quel tizio mi sta cercando, quindi ho più di un motivo per aiutarvi.”
“Non abbiamo tempo per discutere.” Intervenne Kaito. “Dobbiamo andare subito
da Gohan e chiedergli aiuto. Suo padre ha già affrontato Bills, quindi è la
nostra unica speranza di uscire da questa situazione.”
“E se consegnassimo la strega?” Domandò Ai. “Dopotutto, vuole solo lei, e da
quel che ho capito vi ha creato solo problemi.”
“Non possiamo farlo.” Disse Conan, fissando Kaito. “Ci abbasserebbe allo
stesso livello di quel tipo.”
“D’accordo. Allora verrò anch’io con voi. Voglio proprio vedere fin dove
siete disposti ad arrivare per questo strano scherzo.” Fece Saguru,
guardando anche lui il ladro fantasma, che sospirò.
“Basta che non mi chiederai di pagarti le spese dello psichiatra.” Replicò
lui, per poi voltarsi verso Akako. “Procedi pure.”
La strega alzò le mani, cominciando subito a pronunciare diverse parole a
loro incomprensibili.
Dopo pochi secondi di fronte a lei si aprì una specie di porta di luce.
“Ecco fatto.” Disse lei. “Sono riuscita a riaprire il passaggio verso quel
mondo. Ma non so se la posizione sarà la stessa dell’altra volta.”
“Basta che non finiamo in mezzo ad un’altra rapina per farci salvare da una
supereroina in dolce attesa.” Commentò Conan, per poi guardare Ai che lo
aveva raggiunto. “Non vorrai venire anche tu?”
“Certo che sì. Sono proprio curiosa di vedere questo altro mondo,
considerando quello che ci hai raccontato. Chissà, potrei anche avere
l’occasione di incontrare qualcuno.”
“Te lo sconsiglio.” Replicò Kaito. “L’altra volta ci siamo dovuti beccare il
colpo di un serial killer per poterci parlare, preferisco evitare stavolta,
grazie tante.”
“Ehm… io credo resterò qui…” Sussurrò Keiko. “Tutto questo è già troppo
folle ora.”
“Penso farò lo stesso anch’io.” Aggiunse Agasa. “Anche se mi piacerebbe
incontrare Bulma, preferisco restare a vedere che cosa combina questa
divinità della distruzione.”
“Avvisa la polizia di non attaccarlo e di diramare un ordine per evacuare la
zona dove si trova.” Comandò Conan. “Dubito che qui esista qualche arma in
grado anche solo di fargli sentire una puntura.”
“Beh, io vado. Non ci tengo a farmi trovare, e ogni secondo che il varco
resta aperto rischiamo di farci individuare.” Disse Akako, entrando nel
passaggio dimensionale, sparendo al suo interno.
“E ci risiamo… E dire che tutto è cominciato per colpa di un bambino.”
Commentò Kaito, entrando nel varco assieme ad Aoko.
“Ehi, non tirare ancora in ballo la storia che porto sfortuna!” Replicò
Conan, seguendolo assieme ad Ai.
Saguru restò a fissare la scena incredulo: erano davvero scomparsi di fronte
a lui come se niente fosse.
“Haruba, tu cosa fai allora?” Domandò Keiko, guardando il compagno di
classe.
“Beh, temo di vedermi costretto a seguirli. Chissà, potrebbe essere
l’occasione giusta per dimostrare che Kuroba è Kaito Kid.” Disse lui,
riguadagnando un po’ del suo solito atteggiamento, per poi correre nel
varco, che iniziò a chiudersi.
Ma prima che potesse sparire, qualcuno entrò di corsa nella casa, sotto lo
sguardo sorpreso di Agasa e Keiko, entrando nel varco giusto un istante
prima che esso scomparisse.
“Oh no…” Fece il professore, deglutendo. “Che guaio!”
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“Ecco fatto!” Esclamò Chichi, finendo di stendere l’ultimo vestito. “Così
per domani dovrebbe essere tutto asciutto.”
“Mamma, ho fame!” Esclamò Goten, aprendo la porta di casa.
“Dobbiamo aspettare che torni Goku. Dovrebbe arrivare tra poco.” Rispose
lei, sorridendo.
“Uffa…”
“Piuttosto, hai finito tutti i compiti?” Chiese Chichi, guardando seria il
figlio, che ridacchiò nervoso.
“M-Ma certo… Li ho finiti un sacco di tempo fa…” Rispose lui, non
convincendo minimamente la madre.
“Beh, vorrà dire che domani chiamerò Bulma per assicurarmene.”
“F-Forse è meglio se mentre aspettiamo papà vado a controllarli di nuovo…
non si sa mai, eheh…”
Chichi annuì soddisfatta, solo per fare un salto quando dietro di lei sentì
un forte tonfo, seguito da una nube di terra che investì i panni appena
stesi.
“C-Che cosa… Goku, giurò che se è ancora uno dei tuoi stupiti allenamenti,
stavolta la cena te la scordi! Inoltre-”
“Spiacente signora… ma non siamo Goku.” Rispose una voce da dentro la nube,
che cominciò a dissiparsi, rivelando Kaito in piedi e con Aoko tra le
braccia in stile sposa. Invece a terra vicino a lui Conan, Ai e Saguru si
stavano rialzando.
“Uhm… non avevo messo in preventivo che il varco potesse aprirsi in alto.”
Fece Akako, atterrando dolcemente a terra. “Me ne dovrò ricordare in
futuro.”
“Di’, non è che lo hai fatto apposta nella speranza di vedermi cadere a
terra?” Domandò Kaito, guardandola divertito.
“Forse… ma sono sorpresa che tu sia riuscito ad atterrare in piedi.”
“È già la terza volta che ho a che fare con questo mondo, è la forza
dell’abitudine.”
“Tsk. Scommetto che fa sempre parte del vostro scherzo. Cos’è, una botola
segreta? O ci hai addormentati tutti e portati fuori città?”
Kaito guardò Saguru, per poi scuotere la testa esasperato mentre lasciava
che Aoko si rimettesse sui suoi piedi.
“Sai, quasi non vedo l’ora di vedere la tua reazione a tutto ciò che ci
aspetta qui.”
Ma prima che potesse dire altro, sentì una mano afferrarlo per la spalla e
girarlo a forza.
Lì, a fissarlo con rabbia, c’era nientemeno che Ran Mori.
“Shinichi… Si può sapere che stai facendo ora con quella ragazza tra le
braccia?” Fece lei, alzando un pugno.
“S-Shinichi?” Ripeté lui, deglutendo. “No, ti sbagli… io sono Kaito Kuroba.
Ci sono loro testimoni di ciò!” Continuò, indicando gli altri, tra cui
Conan, che guardo la ragazza incredulo.
“Ran? Che ci fai qui?” Esclamò lui, attirando l’attenzione su di sé.
Mori guardò Conan, per poi tornare a fissare Kaito, che ridacchiò.
Ci vollero pochi secondi prima che lo lasciasse andare, chinando subito la
testa.
“Scusa, scusa! Ti ho scambiato per il mio amico Shinichi, e poi ti ho visto
entrare in casa del professor Agasa… Ho frainteso la situazione.” Disse lei.
“Nulla… ho passato di peggio di una crisi di gelosia da una ragazza non
mia.” Rispose Kaito. “Ma concordò con il moccioso: Che ci fai qui?”
“Vi ho seguito dentro la casa del professore, poi ho visto che entravate in
quella specie di porta luminosa e vi ho seguiti… ma non mi sembra che siamo
lì.”
“R-Ran… ti ricordi di Pan?” Chiese Conan, guadagnandosi l’attenzione sia
dell’amica che di Aoko.
“Pan?” Intervenne Chichi. “Conoscete Pan?”
“Kaito!” Esclamò Goten, volando verso di loro e fermandosi a mezz’aria. “E
ci sono anche Aoko e Conan! Che bello rivedervi!”
“Goten?” Fece Conan sorpreso. “Ma come… Credevo fossi diventato più grande,
come Trunks!”
“Ehi, guarda che sono alto quanto Trunks!” Replicò lui. “E nemmeno tu sei
cresciuto di nuovo!”
“Di nuovo?” Ripeté Ran, confusa da quella frase, facendo finire
immediatamente nel panico.
“Oh, è solo una battuta tra loro due.” Intervenne subito Kaito. “Conan
diceva così perché qualche settimana fa Trunks è arrivato da noi assieme a
Goku e Pan… Solo che Trunks e Pan erano cresciuti parecchio.”
“Davvero? E quando è successo?” Fece sorpresa Aoko.
“C’eravamo solo io, Ai e Ran.” Rispose Conan. “Poi ho chiamato Kaito per
dirglielo, pensavo te lo avesse detto.”
“No, non ne sapevo nulla. Piuttosto, direi che abbiamo altre priorità in
questo momento.”
“Oh, giusto! C’è Bi-”
“Non credo intenda quello, Kuroba.” Lo interruppe Akako, per poi indicare
con un dito Saguru, il quale sembrava essersi paralizzato con il dito
puntato contro Goten e la bocca spalancata.
“C-C-Come fa?! Com’è possibile?!” Urlò infine, per poi correre verso il
bambino e passare la mano sotto e sopra di lui, assicurandosi la mancanza di
qualsiasi supporto trasparente. “Non può davvero volare!”
“Purtroppo non fa altro da quando Gohan glielo ha insegnato. Poi quanto
cerca di scappare dal fare i compiti è esasperante.” Sospirò Chichi, per poi
guardare il gruppo di fronte a lei. “E immagino che abbiate incontrato
Trunks del futuro, il che spiegherebbe il perché fosse cresciuto rispetto a
Goten. Anche se non capisco perché con lui ci fossero Pan e Goku…”
“Aspettate un attimo…” S’intromise Ran, per poi guardare Conan. “Questo
significa che siamo nel mondo di Pan? Quella Pan che mi ha steso in un colpo
solo?”
“Che cos’ha fatto la mia nipotina?!” Urlò Chichi. “Ecco, lo sapevo! È finita
sullo stesso percorso disgraziato di suo nonno! L’avevo detto io che non
bisognava introdurla alle arti marziali!”
A quella frase tutti la guardarono sorpresi.
“Mamma non è una fan delle arti marziali.” Ridacchiò Goten, portandosi le
mani dietro la testa. “Ha pure obbligato papà a lavorare invece di
allenarsi.”
“Goku sta lavorando?” Fece sorpresa Aoko. “L’ultima volta si stava
allenando… Pensavo passasse così le giornate.”
“Non se ho qualcosa da dire in proposito!” Esclamò Chichi, incrociando le
braccia, per poi sospirare sconfitta. “Ma immagino che voi non siate venuti
in così tanti per salutare Gohan, vero?”
“Temo di no… C’è un piccolo problema a casa, e temo che solo Goku possa
aiutarci.” Rispose Kaito, ridacchiando.
“Insomma!” Urlò infine Saguru, attirando l’attenzione di tutti su di sé.
“C’è un bambino che sta volando di fronte a voi e non battete ciglio?!”
“Oh, io sono sorpresa come te, solo questa cappa non fa vedere il mio
volto.” Disse subito Akako, mentre Kaito ridacchiò ancora.
“Oh, se ti sorprende questo, allora preparati al peggio. Il volo qui è la
cosa più basilare.”
“Già. Potresti venire trasformato in una torta.” Disse Aoko, guardando male
l’amico.
“Mi stai dicendo che il motivo per cui non mangi più le torte è perché ti
sei trasformata in una torta?!” Gridò Saguru, al che Kaito scoppiò
apertamente a ridere.
“Oh, mamma… adoro come questo mondo faccia impazzire voi detective in questo
modo!”
“Non è divertente!” Gli urlarono contro assieme Conan e Saguru.
“È davvero possibile?” Fece sorpresa Ran, guardando la sua falsa gemella,
che annuì.
“Non ricordatemelo.” Disse Chichi. “Mi ha trasformata in un uovo e poi lo ha
schiacciato a terra. Non è stata una bella morte, credetemi.”
Saguru si voltò lentamente a guardarla. “M-Morte?”
“Si, siamo tutti morti almeno una volta. Tranne Pan.” Ridacchiò Goten, come
se niente fosse.
A quel punto per Saguru fu troppo da digerire e scivolò a terra privo di
sensi.
“Cavoli… e non gli abbiamo nemmeno detto che l’ultima volta anche io e il
moccioso siamo stati disintegrati e siamo finiti all’altro mondo.” Disse
Kaito, sogghignando.
“Ugh… Che sogno strano…” Fece Saguru, riaprendo gli occhi.
“Un torneo di arti marziali con un altro universo? Davvero?” Sentì dire
dalla voce della figlia del detective Goro. “Dev’essere stato
impressionante… ed è stato organizzato da questo Bills che ora minaccia il
nostro pianeta?”
“Esatto!” Rispose Goten. “Papà è stato incredibile, ma alla fine ha perso.
Questo mentre Bills e suo fratello litigavano.”
“E un simile tizio ora è a casa nostra…” Disse Conan, sospirando. “Non
poteva proprio andarci peggio, eh?”
Saguru si alzò, vedendo che era stato poggiato su un lettino in giardino,
mentre gli altri si erano riuniti attorno a un tavolo che era sicuro di non
aver visto prima.
“Non vi invidio.” Fece Chichi. “Quando Goku ha dovuto affrontarlo, è
arrivato a malapena a una sorta di pareggio. E questo solo dopo che è
praticamente diventato un essere superiore.”
“E ora Goku dove si trova?”
“L’ho mandato a vendere gli ortaggi del nostro orto. Dovrebbe tornare a
momenti.”
“O-Ortaggi?” Ripeté sorpresa Aoko. “L’uomo più forte del pianeta… che si
mette a fare l’agricoltore?”
“Certo! Non è che i suoi combattimenti ci portano a casa qualcosa, sapete?”
Goten alzò all’improvviso la testa.
“Abbiamo visite!” Esclamò con un sorriso sul volto.
Non appena finì di dirlo, dall’alto arrivò una bambina di poco più di un
anno, la quale volò letteralmente tra le braccia di Chichi, che l’accolse
con un sorriso.
“Oh, ed ecco la mia piccola Pan!” Disse, abbracciandola.
“Pan?!” Esclamarono assieme Kaito, Ran e Conan, per poi voltarsi verso
dov’era arrivata, vedendo atterrare un Gohan in giacca, cravatta e occhiali,
affiancato da Videl.
“Allora avevo percepito bene la tua aura, Kaito.” Commentò il mezzo sayan,
sorridendo.
“Gohan? Sei davvero tu?” Fece sorpreso il ladro.
“In persona!” Rispose lui, ridacchiando. “Sì, lo so, ho cambiato un po’
look.”
“Un po’? Sembra quasi che tu sia proprio un’altra persona.” Osservò Conan.
“Conan! Non dire così!” Lo rimproverò Ran.
“Scusa, ma l’altra volta l’ho visto volare e fare tante altre cose assurde,
e vederlo così… normale, mi ha sorpreso.”
“Abbiamo deciso di ritirarci dalle scene quando è nata Pan.” Spiegò Videl,
recuperando la figlia, che ridacchiò divertita. “Infatti ora Gohan insegna
all’università.”
“Cavoli… da salvare il mondo a tormentare poveri innocenti studenti, eh? Non
voglio essere nei loro panni quando devi dare loro una punizione.” Disse
Kaito, sorridendo.
“Siamo all’università, mica alle elementari.” Replicò con lo stesso tono
Gohan. “Ma piuttosto, che ci fate qui?” Domandò, guardando uno ad uno i vari
viaggiatori, per poi soffermarsi su Akako. “È lei che-”
“Sì, sì, sono la strega cattiva che l’altra volta li ha spediti qui. Cosa di
cui mi sto pentendo di secondo in secondo.” Lo interruppe lei. “Allora è lui
che vi ha aiutato la scorsa volta?”
“Sì. Però scusa Gohan, stavolta abbiamo bisogno dell’aiuto di tuo padre.”
“Uh? Cos’è successo?”
“Bills è successo.” Rispose Conan, facendosi serio, facendo spalancare gli
occhi a Gohan e Videl.
“Bills? Intendete il dio della distruzione?” Chiese conferma il maggiore dei
figli di Goku.
“Proprio lui.” Continuò Kaito. “E anche se qualcuno tra i presenti ancora
fatica a crederci, ossia Saguru, quel tizio è apparso da noi alla ricerca di
Ak- della strega, deciso ad eliminarla.”
“Questo è un bel guaio.” Fece Videl. “Bills è completamente imprevedibile.”
“E se ha viaggiato fin nella loro dimensione, di sicuro non basterà un buon
piatto per farlo desistere.” Rifletté Gohan.
“Un piatto?” Intervenne Saguru. “State parlando di un essere che non
dovrebbe esistere, di cui dite essere in grado di annientare un pianeta come
se niente fosse, e pensate che un piatto possa fermarlo?”
“Beh, considerando che non ha distrutto questo pianeta solo grazie alle
pietanze che può mangiare qui… Sì, direi che le cose stanno così.” Spiegò
Gohan. “Di solito è Bulma a tenerlo a bada, visto che può far preparare
qualsiasi piatto senza problemi. Ma stavolta convincerlo potrebbe essere
tutta un’altra storia.”
“E quel tizio che è apparso alla fine del torneo?” Domandò Videl. “Quello a
cui Bills e suo fratello si sono immediatamente inchinati terrorizzati?”
“No!” Rispose subito Gohan. “Papà mi ha detto che cos’ha fatto nel futuro, e
non ci tengo a coinvolgerlo.”
“So che me ne pentirò… Ma cos’ha fatto questo tizio per spaventare uno come
tuo padre e il dio della distruzione?” Domandò Kaito, deglutendo.
“Ha annientato l’intero multiverso in un istante.” Rispose Gohan, facendo
scendere il silenzio.
“L-L’intero multiverso?” Ripeté Akako, non credendo a ciò che aveva appena
sentito.
“Era una linea temporale diversa dalla nostra, ma sì. Goku lo ha chiamato
per poter sconfiggere un avversario che andava oltre il suo livello… e per
tutta risposta Zeno ha cancellato tutto quanto.”
“C-Chi diamine sarebbe questo tizio?” Chiese Ran, tremando visibilmente.
“Il re di tutti i dodici universi.”
Il silenzio scese nuovamente su tutti.
“Bene, direi che chiedere aiuto a lui sia totalmente da escludersi come
opzione. Concordate?” Disse infine Ai, ricevendo un assenso generale.
“Comunque non preoccupatevi, papà sta arrivando.” Fece Gohan.
E pochi secondi dopo, come da lui annunciato, Goku atterrò a pochi metri da
loro, tenendo sospeso con una sola mano un trattore.
“Scusate il ritardo, ero rimasto senza benzina e non ho trovato un
distributore.” Ridacchiò. “E quando ho sentito così tante aure ho preferito
venire subito.”
Chichi sospirò esasperata. “Almeno stavolta non l’hai lasciato dove ti
trovavi…”
Saguru e Ran invece stavano fissando con gli occhi quasi fuori dalle orbite
l’uomo lasciar cadere a terra il mezzo, facendo tremare leggermente la terra
per il peso.
“Oplà! Allora, che mi sono perso?”
Dopo una rapida spiegazione, Goku si portò una mano dietro la testa.
“Urca… questo è un bel problema! Anche con l’allenamento a cui ci stiamo
sottoponendo, né io né Vegeta siamo ancora riusciti a fare nulla contro
Bills.”
“Ma allora cosa possiamo fare?” Domandò Aoko. “Se nemmeno voi potete
fermarlo…”
“Verrò con voi e proverò a parlarci.” Fece il Saiyan. “Forse riuscirò a
ragionare con Whis e a farlo convincere a lasciar perdere la questione.”
“Scusa, ma se questo Bills è il dio della distruzione, cosa può fare il suo
assistente?” Chiese Ran.
“Oh, no. Whis non è solo il suo assistente. È anche il suo maestro. Ed è
molto più forte di Bills.”
Alla risposta di Goku scese il silenzio sui presenti.
“Di’ un po’ Kaito… ammettendo che tutto questo sia vero, e a malincuore devo
cominciare a crederlo… Come diamine hai fatto a cacciarci in un pasticcio
del genere?!” Sbottò Saguru.
“Ah, non guardare me ma fissa la strega qui presente. Se fosse stato per me,
l’ultima volta che avrei visto Gohan sarebbe stata quando ha espresso il
desiderio di tornare nel suo mondo.”
Akako sospirò. “Sentite, il mio incantesimo non aveva una destinazione
precisa. È stata pura casualità e-”
“Oh, non credo proprio.” Esclamò una voce, poco prima che di fronte a loro
apparissero due nuovi personaggi.
Questi erano straordinariamente simili a Bills e Whis, solo che il primo era
più basso e grassoccio, mentre il secondo era una lei.
“C-Che cosa? E voi chi siete?!” Fece Kaito, saltando indietro.
“Il dio della distruzione del vostro universo, Champa!” Rispose il gatto
antropomorfo. “Lei invece è Vados.”
“Ehilà!” Li salutò Goku. “È da un po’ che non ci si vede!”
Champa sbuffò. “Già. Da quando tu hai osato chiedere quell’assurdo torneo a
Zeno! Speriamo solo che se ne dimentichi…”
Detto ciò rivolse la sua attenzione ad Akako. “Come stavo dicendo, non è
stato un caso che la tua magia abbia portato qui le vittime del tuo
incantesimo. Ho chiesto io a Vados di deviare qui il tuo incantesimo.”
Akako sussultò. “Perché?”
“Semplice: volevo infastidire Bills! E distrarlo mentre cercavo qualcosa di
preciso. Purtroppo non ha funzionato. Se n’è accorto troppo tardi, e ora ha
deciso di venire nel mio universo a dare fastidio!”
“Ma aspetta un attimo.” Intervenne Gohan. “La Terra nell’Universo 6 non è
stata resa nuovamente abitabile proprio grazie al desiderio di Bills? Allora
com’è possibile che io abbia incontrato Kaito e Aoko prima?”
“Un classico paradosso.” Rispose Vados. “Lord Bills ha chiesto che la Terra
dell’Universo 6 fosse nuovamente abitata. Non ha mai desiderato che lo fosse
da quel momento in poi. Quindi l’intera storia del pianeta è stata
modificata ed è diventato a tutti gli effetti un quasi gemello della vostra
Terra. Ovviamente gli eventi avvenuti sono stati diversi.”
“Qualcosa mi dice che è meglio non chiedere altro…” Mormorò Conan.
“In ogni caso, riconosco la mia colpa.” Riprese Champa. “Se Zeno dovesse
venire a sapere che sono stato io a iniziare, distruggerebbe me e Bills
immediatamente! Quindi dobbiamo fermarlo prima!”
Goku batté le mani con un sorriso sul volto. “Allora andiamo subito sulla
vostra Terra! Sono anche curioso di vedere se c’è qualche combattente in
gamba!”
“No, mi spiace.” Rispose Ai. “Da noi non c’è nessun folle guerriero super
forte in grado di distruggere con le proprie mani nulla più che qualche
mattone.”
“Oh… peccato!”
“Kuroba… fammi un favore.” Disse Akako. “La prossima volta che mi viene in
mente di lanciarti un incantesimo, chiedimi conferma che questi non
coinvolga altri mondi, okay?”
Kaito ridacchiò.
“Molto bene allora. Chi desidera venire si avvicini.”
Goten fece per avvicinarsi, solo per venire afferrato da Chichi.
“Eh no giovanotto, tu resti qui! Andrà solo Goku!”
“Ah… ma mamma! Voglio vedere anch’io il loro mondo!”
“Non se ne parla!”
Akako alzò la mano. “Allora fatevi da parte, aprirò il varco e-”
Ma prima che potesse fare altro, Vados agitò il suo scettro.
Immediatamente il paesaggio attorno a tutti loro cambiò, lasciando spazio a
una landa desertica, con del vento caldo che li colpì immediatamente.
“Ehi! Perché ci hai teletrasportati tutti?” Urlò Chichi, solo per zittirsi
quando vide i viaggiatori dimensionali guardarsi attorno.
“Dove siamo?” Domandò Conan.
“Ho seguito le tracce del vostro viaggio.” Rispose Vados. “Siamo esattamente
dove eravate prima di arrivare da noi.”
“No, non è così. Eravamo a casa del professor Agasa e-” Cominciò Ai, solo
per spalancare gli occhi.
“Kaito… Non è quello che penso, vero?” Domandò Aoko, deglutendo.
“La mia Terra!” Urlò Champa, portandosi le mani sulla testa. “Ora dove andrò
a mangiare quelle delizie?!”
“Aspettate… State dicendo che questa è davvero Tokyo?!” Esclamò Saguru. “Ma
non c’è nulla!”
“Certo che no.” Rispose una voce, mentre Bills e Whis atterrarono alle loro
spalle. “Qualcuno ha pensato che colpirmi alle spalle con una di quelle
ridicole armi fosse divertente. Così ho disintegrato tutto tranne il pianeta
stesso.”
“Bills!” Urlò Champa, infuriandosi. “Come hai osato?! Sei venuto nel mio
universo e hai distrutto un pianeta al mio posto!”
“Ma da che pulpito, fratello! Chi è stato il primo a violare la regola di
non interferire con altri universi? Quindi sta’ zitto e lasciami finire
quello per cui sono venuto qui!”
Dicendo ciò superò l’altro dio della distruzione e si fermò di fronte ad
Akako, che indietreggiò.
“Questa umana ha un potere che non dovrebbe possedere. Non posso tollerare
che qualcuno possa entrare nel mio universo liberamente.”
“I-Io… chiedo perdono… ignoravo fosse vietato…” Balbettò la strega, solo per
vedere una piccola sfera d’energia crearsi sulla punta di un dito della
divinità.
“Peccato, non m’importa. E ora ad-”
“Ehi!” Esclamò Kaito, facendo voltare tutti verso di lui, divinità comprese.
“Uh? E tu chi credi di essere per fermare una divinità della distruzione?”
Domandò Bills.
Kaito sorrise, portandosi le mani in tasca. “Un prestigiatore!”
A Conan sfuggì un colpo di tosse.
“Kaito? Che cosa vuoi fare?” Sussurrò Aoko.
“Fare quello che so fare meglio! Un trucco di magia!” Rispose a voce alta. “E
usare tutta la mia poker face…” Aggiunse mentalmente.
“Una magia? Non siete finiti in guai sufficienti per colpa della magia?”
Domandò Bills.
Kaito lo zittì tirando fuori un mazzo di carte, che cominciò a passare da
una mano all’altra.
“Oh, non si tratta di vera magia. Sono solo trucchi.” Rispose. “Quindi di
certo non avrai paura ad accettare una piccola scommessa, vero?”
“Io paura di qualcosa? Vuoi prendermi in giro?!” Gli urlò contro la
divinità, facendo sparire la sfera d’energia e ignorando la risatina di
Whis.
“Allora direi che possiamo alzare la posta, no?”
“Che cosa punti?”
“Se perdo, sarai libero di uccidere la strega e tutti noi, oltre che
distruggere la Terra senza alcun problema.”
“KAITO!” Gli urlarono tutti quanti, non credendo alle proprie orecchie.
“Ehi! Non prendere decisioni al mio posto!” Esclamò Champa.
“Interessante. E se dovessi invece vincere tu?”
Kaito sorrise.
“Se vinco, tu rinuncerai a tutti i tuoi piani e ci permetterai di portare
qui le Sfere del Drago per chiedere a Shenron di riportare tutto come prima,
persone comprese. E in futuro non reagirai a nessuna nostra interferenza non
pericolosa. Sono amico di diverse persone del tuo universo, e se in futuro
dovesse ricapitare non voglio mettere a rischio il mio pianeta.”
“C’è un piccolo divario tra le due vincite. Per me non cambia niente, mentre
voi avete tutto da guadagnare.”
“Vero… ma noi non siamo divinità, tu invece sì.”
Whis a quel punto scoppiò a ridere, portandosi una mano davanti alla bocca
per tentare di nasconderlo.
“Sei un tizio coraggioso, eh? Nemmeno Goku lì dietro è stato tanto
sfrontato, e la prima cosa che ha fatto quando mi ha incontrato è stato
sfidarmi.”
“Eh eh… non ne ho potuto fare a meno.” Ridacchiò il diretto interessato,
portandosi una mano dietro la testa.
“I maghi devono essere sfrontati.” Replicò Kaito. “Allora, accetti?”
Bills annuì. “Sono curioso di vedere che cosa vuoi fare. Non mi sembri un
guerriero.”
“No, infatti. Ti farò una sola domanda, a cui dovrai rispondere
correttamente. Se ci riesci, hai vinto. Altrimenti vinco io.”
“Tutto qui? Sono una divinità, certo che saprò rispondere! Spara pure la tua
domanda!”
Kaito cominciò a camminare. “Vedi, il nostro gruppo ha un po’ di gente
strana… Devi semplicemente dire quale delle mie prossime affermazioni è
vera.”
“Oh? E credi di potermi ingannare facilmente nel dare la risposta
sbagliata?”
Kaito sorrise, per poi indicarsi.
“Io, Kaito Kuroba, sono il famigerato ladro chiamato Kaito Kid.”
Aoko, Saguru e Akako spalancarono gli occhi, come fecero anche gli altri
presenti.
“Che cosa?!” Urlò Nakamori, mentre Conan fissava incredulo il ragazzo, che
continuò a sorridere mentre avanzava verso la sua amica d’infanzia.
“Lei invece è Aoko Nakamori, la bellissima figlia dell’ispettore di polizia
Ginzo Nakamori. Ed è la mia complice nei furti.”
Aoko fece per rispondere, ma riuscì a trattenersi quando vide Kaito farle
l’occhiolino.
Kuroba fece una giravolta, per poi indicare Akako.
“La famosa strega invece altri non è che la nostra compagna di classe Akako
Koizumi, la quale ce l’ha a morte con il sottoscritto perché sono immune al
suo incantesimo di fascino.”
Continuando a sorridere, il mago si voltò verso Saguru. “Lui è Saguru
Hakuba, un altro nostro compagno di classe e noto detective inglese,
convinto che io sia Kaito Kid.”
Il detective lo guardò storto, ma non disse nulla.
“E proseguendo, abbiamo Son Gohan, figlio di Son Goku!” Disse, indicando il
suo amico, che si limitò a fare un sorriso nervoso. “Assieme a sua moglie
Videl e alla figlia Pan.”
“Sì, so chi sono.” Lo interruppe Wish. “È stupido da parte tua dirmi
qualcosa di così ovvio, visto che appartengono al mio universo!”
“Devo pur darti qualche vantaggio. E poi non credo che tu sappia tutto. Ad
esempio… penso che tu ignori il fatto che il qui presente Son Goten stia
venendo segretamente allenato per diventare la prossima divinità protettrice
della sua Terra!” Esclamò, poggiando le mani sulle spalle del bambino, che
lo guardò confuso, per poi sorridere quando sentì una caramella finire sul
palmo della sua mano.
Chichi tuttavia svenne all’istante.
“Ma direi di tornare al mio pianeta. Potrebbe interessarti sapere che questa
ragazza è Ran Mori, figlia del famoso detective Goro Mori, in grado di
risolvere qualsiasi mistero semplicemente cadendo addormentato.”
E qui il sorriso di Kaito si fece più pronunciato.
“Quello che tuttavia ignora è che non è suo padre a risolvere quei misteri!”
Conan e Ai spalancarono gli occhi, rivolgendosi al ladro con il panico
espresso sui loro volti.
“Che cosa vuoi dire?” Domandò invece Ran.
“Semplice: che in realtà tutti i casi per cui tuo padre è diventato famoso
sono stati in realtà risolti dal tuo fidanzato scomparso, Shinichi Kudo! Il
quale mi dicono essere una persona affascinante, visto che mi somiglia non
poco.”
“Davvero? E come farebbe Kudo a risolvere i casi di Mori?” Domandò Saguru,
non riuscendo a trattenersi. “Sono mesi che fa solo qualche sporadica
apparizione!”
“La risposta è più banale di quanto sembri: è sempre stato presente, in ogni
singolo caso. E vi dirò di più! In questo momento è qui, che mi sta
guardando male per star rivelando il suo più grande segreto!”
“Shinichi è qui?! Dov’è?” Urlò Ran, mentre Aoko spalancava gli occhi,
rivolgendo lo sguardo verso Conan, che era vistosamente sbiancato.
“È al tuo fianco.” Rispose Kid.
“Ma che stai dicendo, al mio fianco c’è solo… Conan…”
“Esatto! Conan Edogawa! Alias Shinichi Kudo, famoso detective liceale
tornato bambino in seguito a un incidente durante un suo caso! E al suo
fianco Ai Haibara, finta bambina che in realtà è colei che ha ultimato il
veleno che ha fatto rimpiccolire Kudo, usandolo poi su se stessa!”
Kaito spalancò le braccia. “Ed ecco qui tutto quello che dovevo dire!
Allora, dio della distruzione Bills, quale di queste affermazioni è vera?”
Il gatto antropomorfo sorrise.
“Te ne do atto, sei furbo. Hai detto qualcosa che avrei puntato subito come
l’affermazione giusta! Peccato che so perfettamente che il vero nome di Goku
è Kakarot, quindi non è vero quanto hai detto!”
Kaito mantenne il suo sorriso.
“Per non parlare delle tue ultime affermazioni, che sono totalmente
ridicole! Un detective che torna bambino e risolve i casi di qualcun altro
senza dire nulla? Non prendermi in giro! Volevi farmi credere che fosse vero
facendo fingere ai tuoi amici quelle reazioni di sorpresa, ma io sono più
furbo!”
“Beh, allora dirai senza ombra di dubbio la risposta, no?”
Wish scoppiò a ridere. “Ma certo! Hai detto cose tanto assurde che solo una
di queste può essere la risposta corretta! Ma dimmi, come faccio a sapere
che non mi mentirai quando la dirò?”
“Non si preoccupi.” Intervenne Wish. “Io e Vados le faremo sapere se dirà il
vero o no.”
Il dio si girò a guardarlo. “Aspetta, quindi tu sai la risposta?”
“Ma certo, è così ovvio! Ma lo sa anche lei, no?”
“C-Certo che sì! Per chi mi prendi?”
Con un colpo di tosse, Bills indicò Kaito. “Tu di certo non sei un ladro.
Sei troppo sfacciato e dovresti essere particolarmente stupido per
confessare di fronte a tutti! E lo stesso vale per i tuoi amici. Di certo la
tua amica non sarebbe la figlia di un poliziotto e una tua complice allo
stesso tempo. Come anche quel damerino, che di certo non può essere un
detective. Senza contare la strega, che di sicuro non ha messo a repentaglio
l’esistenza sua e del suo intero mondo per qualcosa di così stupido!”
Kaito non mutò espressione.
“Allora la risposta è ovvia, no?”
“Ma certo! E sapevo che mi stavano nascondendo qualcosa! A quanto pare una
volta di ritorno a casa mi assicurerò di far sapere la mia disapprovazione
sul decidere di allenare di nascosto qualcuno che si definisce divinità!”
Dicendo ciò alzò un braccio e indicò Goten. “Quel moccioso sta venendo
addestrato per diventare il dio della sua Terra!”
Kaito accentuò il suo sorriso.
“Risposta… sbagliata!” Esclamò.
“Che cosa?!” Urlò Bills, voltandosi a guardarlo. “Menti! Dev’essere per
forza così!”
“No, sta dicendo il vero.” Fece Wish, con Vados che annuiva in accordo.
“E allora qual era la risposta giusta?! Erano tutte cose troppo assurde!”
“Semplice.” Rispose Kaito, per poi indicare Saguru. “Lui è davvero un noto
detective inglese. Mi dispiace, ma ho vinto!”
Bills sbuffò, buttando letteralmente fuori del fumo dalle narici del naso.
“Non è giusto! Mi hai ingannato!”
“Non c’è trucco e non c’è inganno. C’è solo la poker face.” Rispose Kaito,
solo per beccarsi una pacca sulla schiena da Goku, che lo fece schiantare a
terra.
“Complimenti! Non pensavo ci saresti riuscito! Hai vinto contro Bills!”
Disse sorridendo.
“Pretendo una rivincita!” Esclamò Bills.
“Mi spiace, ma hanno ragione loro. Hanno vinto correttamente la sfida che ha
accettato.” Fece Wish, per poi battere a terra il suo scettro, facendo
apparire dal nulla le sette sfere magiche. “E immagino che lei non voglia
chiamare Zeno per sentire che ne pensa lui, vero?”
Bills saltò indietro.
“C-Certo che no!” Sbuffò.
“Allora tornatene a dormire a casa tua!” Urlò Champa, sorridendo
soddisfatto. “E questa la considero come una vittoria per il mio universo!”
Bills non gli rispose. “Wish, andiamocene. Non voglio restare qui un minuto
di più! E vedete di riportare a casa le Sfere del Drago!” Urlò rivolgendosi
a Goku e gli altri.
Detto ciò posò una mano sulla spalla di Wish, per poi sparire entrambi.
“Bene, allora confido che ci pensiate voi a riportare tutto come prima qui,
no?” Fece Champa, sbadigliando. “Me ne vado pure io.” E scomparve assieme a
Vados, mentre Conan e Ai raggiungevano le Sfere del Drago.
Kaito invece si lasciò scivolare a terra.
“Ragazzi… non osavo sperare che avrebbe funzionato…” Mormorò ridacchiando.
“Con le idiozie che hai sparato…” Borbottò Saguru.
“Ma era l’unico modo per nascondere la verità in bella vista. Se non sparavo
idiozie tanto grandi come quella di Kudo, avrebbe subito intuito la verità.
E ho tirato fuori il trucchetto con Goku proprio per fargli credere quello
che volevo.”
“Bene. Allora che ne dici ora di riportare tutto come prima?” Fece Akako.
“Non voglio fare altro che rimandare tutti a casa e mettere la parola fine a
questa storia. E punire adeguatamente la persona che mi ha suggerito che
spedirti in un’altra dimensione, o universo, fosse una buona idea.”
“Davvero possiamo far tornare in vita tutti quanti?” Domandò Ran.
“Non preoccuparti.” Fece Aoko. “Ho visto Conan e Kaito tornare in vita
proprio grazie a quelle sfere, sono sicura che non sarà un problema.”
“Infatti.” Confermò Videl, mentre Gohan si avvicinava alle Sfere del Drago,
che erano state portare vicino a lui dai due finti bambini.
Le sette sfere magiche iniziarono a brillare, portando al silenzio tutti i
presenti.
“Appari, Drago Shenron!” Urlò il mezzo saiyan.
E come tutte le altre volte, il cielo si oscurò prima di lasciarsi riempire
da Shenron, il quale fece letteralmente cadere a terra per la sorpresa e
spavento Saguru e Ran, mentre Ai lo fissava con interesse. “Eccomi! Allora, quali sono i desideri che intendete esprimere?
Parlate!” Ruggì il drago.
Kaito fece un passo in avanti.
“Drago Shenron! Il nostro primo desiderio è di riportare la Terra com’era
prima della visita di Bills! Tutto quello che è stato distrutto e tutti
coloro che sono stati uccisi da lui devono tornare come prima!” “Molto bene!” Rispose il drago, mentre i suoi occhi
s’illuminavano.
Istantaneamente, come se fossero stati semplicemente nascosti da una nebbia,
gli edifici e le persone riapparvero attorno a loro.
Ovviamente, la presenza del drago fu sufficiente a far scoppiare
immediatamente il panico, che prese velocemente il posto della confusione. “Il desiderio è stato esaudito! Qual è la vostra prossima richiesta?”
Kaito si voltò a guardare Gohan.
“Penso ripeterò il mio primo desiderio.” Disse sorridendo, per poi tornare a
fissare il drago.
“Shenron! Chiederò insieme i prossimi due desideri! Desidero che tutte le
persone della Terra, assieme a tutti i supporti di memorizzazione di
qualsiasi tipo, rimuovano la tua esistenza dalla loro memoria, tranne me e i
miei amici! E poi desidero che la famiglia di Gohan, tu e le Sette Sfere del
Drago torniate nel vostro universo e pianeta d’origine!” “D’accordo! Farò come hai chiesto! Addio!”
Kaito si girò giusto in tempo per salutare ancora una volta il suo amico
interdimensionale, che alzò giusto la mano come saluto prima di scomparire
assieme alla sua famiglia, a Shenron e alle sette sfere, lasciando di nuovo
il cielo azzurro sopra di loro.
“Bene… Ora, se permettete, penso andrò a casa a cadere svenuto sul letto.”
Disse Kaito, sorridendo verso gli altri. “Ho compiuto la mia buona azione
quotidiana, direi. No?”
“Per una volta, sono d’accordo con te.” Disse Saguru, portandosi una mano
sulla fronte e iniziando ad allontanarsi. “E spero di svegliarmi e rendermi
conto che sia stato tutto un sogno…”
“Io vado a verificare che la mamma e il papà stiano bene!” Esclamò Ran.
“Vieni anche tu Conan?”
“Ti raggiungo dopo. Prima voglio chiedere a Kaito di mostrarmi un altro
trucco di magia!” Rispose lui con voce acuta.
Ran sorrise alle sue sbruffonate. A volte si comportava davvero come un
adulto e a volte mostrava la sua vera età. E dire che per un momento aveva
creduto al bluff di quel Kaito.
Non appena Ran si fu allontanata, Conan fece sparire il sorriso e fissò
truce Kaito, che distolse lo sguardo.
“Ti rendi anche solo minimamente cosa di cosa hai quasi fatto?!” Gli sbraitò
contro, con voce ben poco infantile. “Hai spiattellato il mio segreto in
faccia a tutti!”
“Ehi, ci sarebbe ancora la strega e-”
“Penso che sappia che sono perfettamente in grado di scoprire quante delle
tue affermazioni fossero effettivamente false.” Lo interruppe Akako.
“Ma allora sei davvero Shinichi Kudo?” Domandò sorpresa Aoko, ottenendo un
sospiro dal bambino.
“Purtroppo sì. E mi sono visto passare la vita davanti al solo pensiero che
Ran scoprisse la verità. Corpo da bambino o no, mi avrebbe usato come
manichino per il karate.”
“Quindi hai detto due verità in mezzo alle tue bugie.” Rifletté Aoko. “Sai,
per un momento ho pensato che fossi serio quando hai detto di essere Kid.
Poi quando hai detto che ero la tua complice ho capito che stavi inventando
tutto. Ma perché non hai detto tutte cose false?”
“Parlavamo di una divinità. Non ero sicuro che non fosse in grado di capire
quando uno mentiva o no. È stato un azzardo, ma la posta in gioco non era
qualcosa che potevo perdere.”
“Ci è andata bene. Ma vedi di non mettere più in palio la mia vita, Kuroba.
O la prossima volta ti spedisco direttamente all’inferno.”
E detto ciò, Akako scomparve in uno sbuffo di fumo.
“Bene. Oggi ho avuto la prova che la magia esiste davvero.” Disse Ai. “Ora,
se abbiamo finito di rischiare l’esistenza, me ne torno a casa a rivalutare
tutti gli anni che ho passato a studiare la scienza convinta che potesse
dare una spiegazione a tutto. E Kudo, scordati qualsiasi antidoto nei
prossimi tempi.”
“Aibara… Non è mica colpa mia se è successo tutto questo, sai?”
“No, ma ne sei coinvolto, e tanto mi basta.”
Conan sospirò, per poi seguirla. “Ci si vede in giro!” Salutò i due liceali.
“Bene… allora possiamo andare anche noi, no?” Domandò Kaito.
“Giusto una cosa.” Lo fermò Aoko, per poi fare un piccolo colpo di tosse.
“Quando hai detto ‘bellissima figlia dell’ispettore di polizia Ginzo
Nakamori’ dicevi sul serio?”
Kaito sussultò, mentre non viste le sue guance diventavano rosse.
“Ecco… io… era per mettere più suspense… insomma…”
Aoko ridacchiò, per poi correre davanti a lui.
“Forza. Stasera sei invitato da me. E mi sento buona, quindi non preparerò
tu sai cosa!”
Kaito s’illuminò.
“Ma allora sai essere gentile a volte!”
Aoko sbuffò divertita. “Ho appena cambiato idea. Mi è venuta voglia di una
bella trota e-”
“Ahhh!!! Scherzavo, scherzavo! Ti prego, non pensare nemmeno a quella cosa!”
~~~~~~~~~~~~~~
All’insaputa del ladro, due figure avevano osservato tutto quanto attraverso
un tablet.
“Uao, è stato straordinario!”
“Ha ingannato non sono Bills, ma anche quasi tutti gli altri.”
“Certo che anche il figlio di Goku ha degli amici interessanti!”
“Peccato che non sia un combattente… sarebbe stato interessante vederlo al
Torneo!”
“Potremmo sempre invitarlo a giocare una volta o l’altra. Ma direi di
escludere la sua Terra dagli eventi del Torneo!”
“Sono d’accordo! Sarebbe un peccato non poter più osservare i suoi furti!”
I due Zeno si sorrisero a vicenda, ridacchiando.