Until our First Kiss di Blyth (/viewuser.php?uid=163025)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Otto anni e ginocchia sbucciate ***
Capitolo 2: *** Tredici anni e il primo litigio ***
Capitolo 3: *** Quindici anni, lacrime in bagno. ***
Capitolo 4: *** Quindici anni e cerotti sulla faccia. ***
Capitolo 1 *** Otto anni e ginocchia sbucciate ***
capitolo 1
1. Otto anni e gionocchia sbucciate.
***
Taemin era fermo per terra oramai da diversi minuti, era caduto
perchè dei ragazzi più grandi lo avevano fatto cadere
speronandolo passando in bicicletta. Era caduto, una caviglia gli si
era gonfiata come un arancia mentre i palmi delle mani e le
ginocchia gli sanguinavano sporchi di terra dopo aver sfregato
sull'asfalto.
Singhiozzava sommessamente al ciglio del marciappiede e nessuno si era
fermato a chiedergli se stesse bene, un uomo si era limitato a
guardarlo dall'alto al basso con uno sguardo pieno di giudizi.
Era una femminuccia, un rammollito che sapeva solo piangere seduto per terra.
- Perchè piangi? Ti fa male questa?- il bambino comparso
all'improvviso davanti a lui gli tastò la caviglia gonfia senza
nemmeno aspettare una risposta.
Taemin si ritrovò a strillare per il dolore improvviso della caviglia che tornava a pulsare.
- Lasciami stare!- provò ad allontanarlo con le lacrime agli occhi.
L'altro indietreggiò di qualche passo solo per sedersi sul bordo
del marciappiede e fissarlo, il mento posato sulle ginocchia piene di
sbucciature e lividi giallastri.
- Sei caduto?- gli domandò.
- Mi hanno spinto...- mormorò Taemin guardandosi la caviglia con fare sconsolato.
- Dove sono i tuoi?-
Taemin lo guardò storto - Lavorano! Adesso vattene mi dai
fastidio...- brontolò decidendo finalmente di provare a tirarsi
sù, strisciando ancora una volta sulle ginocchia appena ferite e
barcollando per qualche passo prima di cadere di nuovo, rischiare di
sbattere il naso sul cemento e buttarsi sdraiato sulla strada calda
sotto il sole estivo.
Dopo poco si ritrovò davanti gli occhi scuri del bambino sconosciuto, gli stava tendendo una mano in aiuto.
Con un sospiro l'accettò, e l'altro lo aiutò a tirarsi in
piedi ed offrendogli sostegno per non dover posare la caviglia
malandata.
- Mi sono appena trasferito, vuoi essere mio amico?- gli disse.
Taemin lo guardò di traverso, leggermente spaesato da quel
modo di fare così inusuale. - Tu sei strano forte.-
commentò lasciando che lo accompagnasse per la strada.
L'altro alzò le spalle - I miei si trasferiscono spesso, non mi
piace dover fare ogni volta amicizia con bambini sempre nuovi.... mi
chiamo Jongin.-
- Io sono Taemin... - si presentò in fine.
Ma sì, si disse, era abbastanza strano da poter essere suo
amico, cosa aveva da perdere uno che tanto non aveva amici come lui?
Sua madre li ritrovò in soggiorno nel tardo pomeriggio, Taemin
aveva un pacco di ghiaccio sulla caviglia, la gamba stesa sulle
ginocchia di Jongin mentre mangiavano un ghiacciolo e giocavano alla
vecchia ps2 completamente presi dai loro affari; come se non si fossero
conosciuti appena poche ore prima.
***
Angolo Autrice:
In giro non ci sono abbastanza Taekai e quindi ho deciso di scrivermele da sola!
Si tratta di
una raccolta di drabble e flash fic che seguiranno i due ragazzi
dall'infanzia fino al momento del loro primo bacio, una storia d'amore
in pillole....spero che qualcuno la possa apprezzare <3
Blyth
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Capitolo 2 *** Tredici anni e il primo litigio ***
cap2
2. Tredici anni e il primo litigio.
***
Taemin
guardò la finestra di casa sua,a la casa di Jongin era poco
lontana, ad appena un piccolo cortile di distanza, poteva vedere la
luce della sua camera accesa al quinto piano.
Non si erano più parlati da quella mattina, non era mai successo
che Jongin non gli rivolgesse la parola per così tanto tempo.
Si era sentito solo quel pomeriggio passato a studiare da solo in aula
e poi casa sua, chiuso in camera senza poter parlare con nessuno che
non fosse quell'odioso di suo frartello. Era così abituato a
passare le sue giornate con Jongin che non ricordava davvero quanto ci
si potesse sentire soli senza di lui.
Si infilò velocemente una felpa prima di aprire la finstra,
sporgersi e calcolare bene le distanze. La finestra di camera sua era
distante appena qualche metro dall'albero che c'era nel piccolo
giardino, bastava un semplice salto ben piazzato, poi sarebbe sceso dai
rami fino al piano terra. Se era riuscito a farlo in salita cosa gli
impediva di farlo in discesa?
Senza guardare i due piani che aveva sotto di sè si
preparò al salto, atterrando malamente su uno dei rami
principali. I palmi delle mani stretti contro la corteccia dell'albero
gli bruciavano, ma era riuscito ad atterrare senza troppi danni, e
maggiormente senza sbagliare mira e schiantarsi a terra.
Lentamente percorse l'albero al contrario, scivolando di ramo in ramo
ingorando le vertigini che il cadere gli dava, fino all'ultimo salto.
Atterrò battendo le ginocchia e una parolaccia piuttosto
colorita gli uscì dalle labbra, sua madre non sarebbe stata
contenta di scoprire dove l'aveva imparata, senza inddugiare oltre
corse verso l'altro palazzo, esattamente dall'altro lato del cortile.
Si era sbucciato i palmi delle mani, ma per fortuna Jongin aveva la
finestra della cameretta vicino alle scale antincendio, non c'era
bisogno di arrampicarsi con i palmi dolorati, quello sarebbe stato un
problema da rinviare a quando sarebbe tornato a casa.
Arrivato al piano bussò alla finestra sporgendosi quel tanto che
bastava oltre il corrimano della scala. Dovette bussare più
volte con forza prima che Jongin finalmente lo sentisse, alzando la
testa dal libro che stava leggendo e alzandosi con aria decisamente
contradetta.
Quando aprì la finestra non sembrava contento di vederlo - Cosa vuoi?-
Taemin nascose i palmi delle mani sbucciati dietro la schiena,
rimanendo in equilibrio sul corrimano in mentallo - Mi dispiace per
oggi.- confessò guardandolo dritto negli occhi - Non avrei
dovuto prenderti in giro in quel modo.-
Jongin gonfiò le labbra leggermente paffute - Lo dici solo perché ti senti solo.-
Aveva perfettamente ragione, era il suo unico amico - Sono stato
stupido, volevo fare bella figura davanti a Junji e gli altri...-
mormorò guardandosi la punta dell scarpe.
Jongin, ancora in silenzio alla finestra, sbuffò - Sì sei stato stupido...stupido come Junji gli altri.-
Taemin annuì alzando di nuovo gli occhi - Se non vuoi più
essere mio amico va bene.- sperava non fosse così ma era
sincero, per attirare l'attenzione della classe si era ritrovato a
tradire il suo unico amico, non si era mai sentito così stupido
e triste in tutta la sua vita.
- No... sei così stupio che hai bisogno di qualcuno che badi a
té.- lo rimproverò Jongin e dopo una breve pausa in cui
le labbra di Taemin si distesero in un sorriso aggiunse - Lo vedo che
ti sanguinano le mani, entra senza ammazzarti che ti metto dei
cerotti....- brontolò allontanadosi dalla finestra dopo averla
aperta del tutto.
***
Angolo Autrice
Non posso non ringraziare Aivy per la sua recensione, oramai sa che la
amo con tutto il cuore ma voglio ripeterlo anche qui <3
In questo capitolo c'è un bel salto temporale, li troviamo
più grandi e un po' più stupidi (non riprodurre a casa il
salto di Taemin, è una cavolata che anche io ho fatto da
ragazzina e non la consiglio lol).
Al prossimo capitolo, grazie anche solo di essere passate a leggere <3
Blyth
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Capitolo 3 *** Quindici anni, lacrime in bagno. ***
cap3
3. Quindici anni, lacrime in bagno.
***
-
Guarda che hai sbagliato bagno!- uno dei ragazzi più grandi lo
spintonò, facendogli perdere l'equilibrio e obbligandolo a
reggersi al lavandino.
Taemin
chiuse gli occhi, prendendo un respiro profondo prima di alzare la
testa e fronteggiare quegli sbruffoni - Sicuro? Perché credo che
tra noi due l'unico che non sa pisciare in piedi sia tu!- sputò,
troppo arrabbiato per la stessa monotona scena, conosceva il copione,
rispondere o non rispondere avrebbe portato comunque allo stesso
risultato. Tantovaleva togliersi il sassolino dalla scarpa.
Il
bullo, Jin-kyu gli sorrise - Siamo diventati spavalddi....femminuccia.-
poi lo spintonò di nuovo prima di afferrare una ciocca dei sui
lunghi capelli. Taemin gemette sentendosi tirare con forza la cute
mentre il resto del suo gracile corpo cadeva all'indietro per l'urto.
Delle risate riempirono il bagno dei ragazzi mentre i suoi capelli bruni venivano tirati con cattiveria.
- Fai anche gli stessi versi delle ragazze...- lo canzonò Jin-kyu soddisfatto nel sentire quei lamenti di dolore.
Taemin
aveva le lacrime agli occhi, un po' per il dolore, un po' per quelle
parole eppure era deciso a non dargliela vinta, non quella volta.
- Certo...sicuramente tu avrai un sacco di esprienza.- ridacchiò contro ogni suo istinto di mettersi a piangere.
-
Cosa stai insinuando?- non ebbe nemmeno il tempo di elaborare un'altra
risposta piccata perchè un pugno lo colpì in piena
pancia, facendolo piegare su se stesso prima di essere strattonato a
terra per i capelli.
Le piastrelle del bagno erano sporche e fredde.
Guardò
la schiera di ragazzi chiudersi a cerchio su di lui prima di iniziare a
colpirlo con calci e obbligarlo a chiudersi su se stesso, riparando il
volto tra le gambe e proteggendo la testa con le braccia.
-Questa
volta hai davvero esagerato!- disse Jin-kyu, qualcun'altro lo
imitò chiamandolo ancora "ragazzina", o "puttanella" e
"finocchio" mentre lo aggredivano in ogni forma possibile.
Ferendo
il corpo e ferendo lo spirito, facendolo sentire solo un rammolito
incapace di difendersi, non tanto diverso dalle ragazzine a cui lo
paragonavano.
La mano di Jongin corse al suo viso ma Taemin la scansò malamente.
-
Sono stati Jin-kyu e la sua banda?- gli domandò preoccupato nel
vederlo coperto di lividi - E' per questo che sei stato assente alle
lezioni pomeridiane?- aggiunse in un secondo momento, mentre gli occhi
scendevano sul braccio stretto alle costole doloranti.
- Non ho voglia di parlarne.- il colloquio con il preside e sua madre era stato già abbastanza.
Qualcuno
aveva allertato un professore e si erano ritrovati tutti nell'ufficio
del preside, agli sguardi dei suoi bulli sapeva che non sarebbe finita
lì, potevano avergli garantito due settimane di pace ma
sarebbero tornati e avrebbero trovato il modo di vendicarsi. Non voleva
nemmeno pensarci, in quel momento voleva solo andare in camera sua e
rinchiudersi al buio, ma lui e Jongin dovevano lavorare ad un progetto
e quindi non poteva far altro che stare li a subire il suo sguardo
pieno di ansia.
- Perché questa volta?- gli chiese ancora.
Taemin
sbuffò, muovendosi sulla sedia per cercare una posizione comoda
nonostante i lividi - Ti ho detto che non ne voglio parlare.- si
passò una mano tra i capelli in un gesto nervoso.
Jongin
non sembrava intenzionato a lasciarlo in pace, così tipico di
lui, probabilmente stava già pensando di richiamare il suo
gruppo e andare ad attaccare briga.
Taemin si decise a guardarlo dritto negli occhi - Me la risolvo io.-
- Ci siamo sempre guardati le spalle a vicenda.- ribattè il suo migliore amico.
- E'
una cosa mia, sono affari miei...- mormorò con una leggera
acidità, le parole dei suoi aguzzini gli risuonarono nelle
orecchie "Adesso non c'è il tuo fidanzatino a difenderti",
glielo avevano cantilenato mentre lo picchiavano e non era nemmeno la
prima volta - ...voglio risolverla da solo. -
Jongin scattò sulla sedia - E se la prossima volta ti riducono peggio?-.
Taemin
scattò a sua volta, fronteggiandolo mentre il tavolo della
cucina li divideva, teneva i pugni stretti ai fianchi e aveva di nuovo
voglia di piangere, odiava quella situazione.
- Così possono andare in giro a dire che sono la tua ragazza?- confessò per ferirlo.
Odiava tutto quel suo preoccuparsi per lui, prendersi cura di lui.
- Così possono continuare a tormentarmi approfittando di quando non ci sei?- urlò arrivato allo stremo.
Odiava il suo sentirsi troppo debole per cavarsela da solo.
- Mi
vedete tutti come un debole, ecco la verità. Perché ho
questa stupida faccia e questi stupidi capelli!- si passò le
mani tra i capelli che gli arrivavano alle spalle.
Odiava quegli stupidi bulli che lo tormentavano solo perché aveva un aspetto diverso.
Si voltò e imboccò la porta della cucina per correre verso il bagno, Jongin lo seguì correndogli dietro.
-
Cosa fai?- provò a fermarlo prenendolo per un polso, ma senza
stringere per via dei lividi e Taemin se lo levò velocemente di
dosso arrivando al bagno e chiudendosi dentro.
- Mi
libero di questi stupidi capelli! Ecco cosa!- urlò piangendo e
facendo forza con tutto il suo peso per sbattere la porta contro Jongin
e chiudersi dentro.
L'altro iniziò a bussare con forza - Non fare cazzate! Ti sono sempre piaciuti i tuoi capelli!-
-
Non più! Li odio!- le mani erano già sui cassetti,
aprendoli uno dopo l'altro alla ricerca di qualcosa con cui levarsi
quella schifosa capigliatura da ragazza.
Jongin
intanto continuava a urlargli dalla porta - Hai fatto tante scene con
tua madre per non farteli tagliare! Per essere come Heechul degli Suju,
vuoi davvero darla vinta a quegli stronzi?- aveva ragione, aveva
dannatamente ragione.
Quei
capelli gli piacevano da morire, li aveva visti sul suo cantante
preferito e aveva quasi litigato con sua madre per tutta l'estate
affinché glieli lasciasse crescere.
Finalmente
trovò le forbici, quelle che usava sua mamma per sistemarsi la
frangia. Le guardò impugnanddole con le sue stupide piccole
mani, le guardò come se potessero dargli una qualche conferma,
una spinta a fermarsi.
I singhiozzi gli facevano male alle costole.
- Non mi interessa, li odio!- urlò in risposta a Jongin afferrando una ciocca e tagliando senza pietà.
Si
guardò allo specchio sconvolto dalle sue stesse azioni, aveva
gli occhi rossi e una ciocca troppo corta davanti alla faccia.
-
Minnie sei bellissimo così come sei! Non farlo.- Jongin
continuava a cercare di fermarlo senza sapere che era già troppo
tardi.
Con
il labbro inferiore tremante e troppa rabbia nel corpo, Taemin
continuò a tagliare senza senza remore e senza criterio quegli
stupendi capelli che aveva fatto crescere con tanta fatica. Le ciocche
tagliate ricadevano nel lavandino ricreando il mosaico scompigliato
della sua anima fatta a pezzi da quattro stronzi.
Avevano vinto, stavano continuando a vincere ad ogni ciocca che cadeva mentre dei lunghi capelli rimaneva solo il ricordo.
Jongin aveva smesso di sbraitare all'altra parte della porta e nel bagno si sentiva solo il suono dei suoi singhiozzi.
Quando
fu finalmente soddisfatto del risultato, una testa disordinata con
ciocche che sparavano da ogni dove e gli arrivavano appena alle
orecchie, uscì trovandosi Jongin seduto in corridioio ad
aspettarlo.
Il
suo migliore amico si tirò su, aveva gli occhi pieni di
compassione e Taemin avrebbe voluto sbraitargli contro e dirgli
di levarsi quell'espressione dalla faccia, ma invece di fare tutto
questo lasciò che lo tirasse per un polso in un abbraccio caldo.
Lasciò che lo stringesse senza avere davvero voglia di opporsi, si sentiva stupido e privo di energie.
-
Chiamo mia sorella e li facciamo sistemare?- si sentì sussurrare
su una spalla mentre una mano gli accarezzava il disastro che aveva
combinato.
Annuì senza dire una parola.
***
Angolo Autrice:
Non ho una vera
scusa da darvi, mi ero proprio dimenticata dell'esistenza di questa
storia e me ne vergono.....giuro di non farlo più!
Questo capitolo
lo voglio dedicare ad Aivy che è la mia più grande
sostenitrice nel fandom rpf, ti voglio bene e ti abbraccio come Jongin
abbraccia Taemin <3
Tesoro, spero
davvero che questa raccolta possa portarti un po' di serenità,
ma non temere è in arrivo anche una oneshot p0rn che ti ho
promesso tempo fa, perchè quale modo migliore di dedicarti il
mio amore se non con un pronazzo senza una veera trama??
Alla prossima,
Blyth
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Capitolo 4 *** Quindici anni e cerotti sulla faccia. ***
cap4
4. Quidici anni e cerotti sulla faccia.
Tagliare
i capelli, come c'era da aspettarsi, non era servito poi a molto.
Jin-kyu e la sua banda non avevano smesso di perseguitare Taemin, non
erano certo dei capelli più corti che potevano farli desistere
dal chiamarlo "ragazzina", "finocchio" e "femminuccia", quello
che sembravano odiare di lui era la sua semplice esistenza, il suo
essere se stesso, sempre attento, sempre gentile con gli altri e ben
voluto dalle compagne e dai professori.
Jongin
alla fine aveva tirato in mezzo i suoi amici del basket, c'era stata
una rissa nel cortile della scuola dopo la fine delle lezioni e Jin-kyu
aveva preso una lezione che gli sarebbe bastata almeno per un paio di
mesi, o almeno era ciò che sperava Taemin mentre disinfettava un
graffio sul viso di Jongin.
- Ah...fa male...- si lamentò il suo migliore amico scostandosi dal cotone imbevuto di acqua assogenata.
Taemin
gli prese il mento tra le mani, tirandolo di nuovo vicino a sé
per pulire dalla terra la ferita sullo zigomo -...adesso chi è
la femminuccia?- lo rimproverò beccandosi un occhiataccia.
Jongin
storse le labbra, rimanendo finalmente fermo nonostante lo sfrigolare
della pelle ferita sotto il disinfettante, limitandosi a subire mentre
premeva del giaccio sulle nocche della mano destra.
Non
aveva mai tirato un vero pugno prima di quel giorno e sicuramente
sua madre non sarebbe stata contenta di quella nuova esperienza, ma la
soddisfazione di aver ridotto in lacrime di umiliazione i bulli di
Taemin compensava la sofferenza.
Si
guardò la mano alzando il ghiaccio, era gonfia e rossa e
continuava pulsare anche se era già al secondo pacchetto.
Taemin osò toccargliela con un dito, e Jongin sobbalzò con uno strillo, scostandola e stringendosela al petto.
- Mi sa che è rotta, dovremmo andare in ospedale.- commentò con occhio clinico.
Jongin scosse la testa - Ah ah no, sto benissimo.-
- Ci
facciamo portare da mio fratello...Nini credo proprio tu debba
steccarla...- Taemin stava facendo un osservazione più che
giusta, si era rotto un polso giocando l'anno prima ed era successa la
stessa cosa ma gli mancava solo una visita in ospedale per completare
il quadro e farsi picchiare da sua madre.
Taemin
sospirò mettendogli un cerotto sulla guancia - Fai come vuoi, ma
peggiorerà soltanto.- lui se l'era cavata con un po' di male
alla schiena dopo essere stato spinto a terra da Chaneyol perché
non si facesse coinvolgere nella rissa.
Anche
se si stavano picchiando per difenderlo aveva provato istintivamente a
mettersi in mezzo e fermarli, la violenza non gli era mai piaciuta,
nemmeno per salvarsi.
Concluse
il suo lavoro applicando un cerotto sulla guancia ferita e si
ritrovarno a guardarsi in un silenzio profondo. Jongin aveva il viso
contratto dal dolore, Taemin poteva giurare che si stesse trattenendo
con tutte le sue forze dal piangere per il dolore e lamentarsi. Stava
giocando ad essere quello forte tra i due, cercava di non farlo sentire
in colpa per quelle ferite, perché se anche Taemin non aveva
chiesto tutto quello sapeva bene che l'aveva fatto per lui.
Era
in parte colpa sua, colpa del suo non essere abbastanza forte da
difendersi da solo e poi era anche colpa della testa calda di Jongin.
Taemin
abbassò lo sguardo mentre riponeva tutto ciò che aveva
usato per le medicazioni nella scatola del primo soccorso - Grazie.-
***
Angolo Autrice:
In fondo in fonto sono stata brava , è passata appena una settimana!
Torniamo
all'H/C fisico perché sono una sottona per le storie dove uno
cura le ferite di guerra dell'altro, una scena più breve delle
altre ma anche l'ennesimo modo per mostrare quanto siano sempre pronti
a spalleggiarsi. Il loro legame che si fa sempre pù
forte....perché ricordatelo! Questo è un lungo viaggio
fino al loro primo bacio <3
Blyth
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