Rifts Chronicles: Morgause's vengeance

di fenris
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ombre nella luce ***
Capitolo 2: *** La congiura ***
Capitolo 3: *** Dietro le quinte ***
Capitolo 4: *** La triste signora ***
Capitolo 5: *** Riunioni nella notte ***
Capitolo 6: *** Arrivo nel continente nero ***
Capitolo 7: *** Tonfo di putrefazione ***
Capitolo 8: *** La battaglia comincia ***
Capitolo 9: *** Ostacoli al viaggio ***
Capitolo 10: *** Arrivano gli alleati ***
Capitolo 11: *** L'orso della Tundra e il Demone della neve ***
Capitolo 12: *** Preparazione all'atto finale ***
Capitolo 13: *** L'Inghilterra resiste ***
Capitolo 14: *** La scomparsa del Demonkilla ***
Capitolo 15: *** Battaglia in salita ***
Capitolo 16: *** Ultima battaglia sulla neve ***
Capitolo 17: *** Sangue nel cielo d'Inghilterra ***
Capitolo 18: *** L'eredità di Charlie ***
Capitolo 19: *** Confronto finale- prima parte ***
Capitolo 20: *** Confronto finale- seconda parte ***
Capitolo 21: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Ombre nella luce ***


Hermione era davanti al palazzo del presidente della Nuova repubblica di Germania, seduta su una fontana a leggersi un bel libro mentre le cuffie che teneva sulle orecchie le fornivano in tempo reale la riunione che il suo sovrano stava avendo coi pezzi grossi dello stato tedesco.


 

La guerra coi Gargoyle era durata circa un anno e mezzo, vedendo innumerevoli caduti da entrambi le parti. I cavalieri di Camelot avevano combattuto gli invasori in tutte le isole, diffondendo ulteriormente la parola del loro signore mentre abbattevano incantesimi e acciaio su demoni e mercenari.


 

Oltre a Lazlo e alla Nuova marina, molti altri erano giunti in loro aiuto. D- Bee, uomini e donne di ogni tipo stufi di vivere sotto il dominio dei Gargoyles e decisi a evitare che le guerre infernali si allargassero ulteriormente.


 

L'ultima battaglia fu nelle lande nebbiose della Scozia, nei pressi di Loch Ness. A contendere la vittoria furono le forze di Camelot con relativi alleati, i Gargoyle accompagnati da centinaia di demoni e un esercito non meno consistente di Devyl affiancati dai Fomori. Hermione e i suoi compagni non avevano mai assistito a tanta distruzione e morte come quel giorno, e forse non sarebbe mai più successo.


 

Lugh stesso scese in battaglia, scatenando la propria furia sulle mostruosità che avevano osato invadere la sua amata terra mentre Arthur guidava le sue ultime creazioni belliche e il re fendeva gli ufficiali nemici a suon di Caliber – x. Balor secondo spazzò via intere truppe col suo terribile occhio laser, mentre Merlino scagliava tutti gli incantesimi a sua disposizione.


 

Fu una carneficina incredibile, durante la quale amici, fratelli, genitori e figli furono persi per sempre. Moody rimase ucciso nel prendere un attacco diretto ad Ar'tuu, più di un cavaliere cadde sotto le armi dei demoni e Nemo vide tanti dei suoi più vicini ufficiali venire disintegrati. Ma i difensori di Camelot non cessarono di combattere e per ogni uomo tagliato in due o incenerito, i suoi compagni combattevano come se la sua forza si fosse aggiunta alla loro.


 

Infine, dopo una lunga notte, la battaglia giunse al termine. Quando quando molti soldati pensavano ormai alla fuga, demoni e Devyl si accorsero finalmente di quante truppe avevano perso a loro volta e volarono via o tornarono nelle rispettive dimensioni mentre le forze alleate esultavano, D-Bee che abbracciavano umani, maghi che si davano il cinque con semplici soldati e Ar'tuu che saliva sul loro più grande mecha rimasto per annunciare la loro vittoria.


 

L'imperatore dei Gargoyle dovette dunque richiamare sul continente tutte le sue truppe, siccome la tregua con la Germania era quasi al termine. E indeboliti com'erano, non riuscirono a resistere ai primi attacchi tedeschi, venendo spazzati via una volta per tutta dalla Terra dei Rifts.


 

Era passato circa un anno dalla fine della guerra, Ar'tuu e Nemo avevano deciso che fosse ora di pensare a liberare il resto dell'Eurasia. Zhen Hi, uno dei compagni di Arthur Weasley, aveva raccontato loro ben prima di Loch ness cosa stava accadendo in Cina. I re Yama avevano comandato il celeste Impero troppo a lungo, e coi Gargoyle fuori dai piedi sarebbe stato possibile organizzare un'attacco per liberare il paese dalla loro presa se le varie forze si fossero messe daccordo.


 

Il re aveva dunque ordinato al Guerriero del fulmine e a Koromi, altra sua compagna proveniente dal Giappone, di tornare nelle loro terre natie e avvertire i capi di stato in modo da preparare una controoffensiva affinchè il continente indoeuropeo potesse tornare nelle mani dell'uomo e dei D-Bee suoi alleati.


 

Il sovrano di Camelot, dal canto suo, aveva selezionato una piccola squadra per dirigersi egli stesso in Europa e discutere con le sue potenze. Lasciata l'amata Ginevra a gestire gli affari di stato, si era quindi recato in Italia dove i Wolfen che ne avevano fatto la propria residenza furono felici di accettare la sua alleanza. La Francia, purtroppo ancora occupata da molte truppe di demoni e devyl, offrì la più completa collaborazione quando sarebbero giunti con le loro forze per liberarli dagli odiati invasori.


 

Restavano dunque la Germania e la Russia, che avevano però politiche ben più ferree rispetto alle nazioni già visitate riguardo il trattamento dei D-Bee e riguardo la seconda, anche nel caso della magia. Le trattative con loro riguardo la formazione dell'esercito e gli strumenti che sarebbero stati usati nella prossima guerra sarebbero stati ben più difficili.


 

Era dunque necessario cominciare presto, pertanto il giovane re di Camelot era andato a discutere col presidente tedesco mentre Hermione faceva incetta di libri sulle terre che avrebbero attraversato e Ron andava a prendere l'uomo che avrebbe fatto loro da guida.


 

“ Ehi, Hermione, come sta procedendo l'incontro?”, domandò una voce maschile familiare, strappando la ragazza dal suo percorso mentale degli ultimi eventi. Voltandosi, la ragazza vide arrivare proprio il suo compagno di squadra, Ron Weasley, assieme a un ragazzo di poco più vecchio e pesantemente armato, con radi capelli neri e un viso spigoloso che fece intuire ne aveva passate di cotte e di crude nel corso degli anni.


 

“ Ben tornato, Ron. Di per sé bene, il presidente e il suo vice sono d'accordo che è ormai ora di prendere il resto dell'Eurasia, specie considerando tutti i nostri nuovi contatti. Ma vogliono solo ufficiali umani. I D-bee saranno dei soldati semplici al meglio, carne da cannone al peggio.”, disse Hermione con un tono di disgusto, e anche l'amico emise un ringhio seccato. Come se i cavalieri di Camelot avrebbero permesso di essere trattati in quel modo solo perchè appartenevano ad altre specie.


 

“ Che cretinata. Ma conoscendo il re riuscirà a convincerli, non possono farsi sfuggire quest'occasione solo per dello stupido orgoglio. Intanto ti presento la nostra guida, lo Sterminatore Viktor Krum dalla Bulgaria.”, disse dunque il giovane Weasley indicando il guerriero accanto a lui.


 

“ Lietissimo di conoscerla, signorina.”, disse cortesemente questi facendole un baciamano.


 

“ Altrettanto. Alcuni dei suoi colleghi ci hanno aiutato durante la battaglia di Loch Ness. Combattevano con una ferocia che mai ho visto in degli incantatori.”, disse sinceramente ammirata Hermione, ricordando l'operato dei guerrieri venuti dal nord Europa in loro aiuto.


 

Gli Sterminatori erano la risposta russa ai Maghi da battaglia, abili combattenti con discrete abilità magiche dedicati allo sterminio degli invasori di Ade e Dyval e che seguivano un loro codice d'onore. Erano meno potenti delle sovramenzionate controparti, ma compensavano con una grandissima conoscenza del territorio.


 

“ Sì, alcuni dei miei compatrioti hanno sentito parlare della vostra guerra e pensavano aiutarvi fosse il modo migliore per eradicare l'impero dei Gargoyle. Non sono stati delusi, sembra.”, sorrise il giovane guerriero bulgaro, la cui patria era attualmente contesa tra i vari signori della guerra del nord europa.


 

“ Se combatterai bene almeno la metà di loro, anche solo con te saremo al sicuro.”, disse Ron dandogli una pacca sulla spalla. In quel momento le porte del palazzo si aprirono, lasciando uscire il loro signore e compagno, re Ar'tuu.


 

“ Amici, perdonate l'attesa. La discussione si è dilungata ben più di quanto avrei voluto.”, disse il re di Camelot dirigendosi dai tre, che gli rivolsero un inchino cortese. Il Guerriero psionico era un uomo sulla trentina dal robusto fisico e lo sguardo gentile eppur carismatico, con corti capelli biondi e una barba a decorare il fiero viso assieme a una piccola corona dorata che gli cingeva il capo.


 

A proteggerlo c'era una corazza mega- danno color platino, mentre ai fianchi si trovavano una coppia di pistole e una spada corta che una volta percorsa dalle energia psichiche dell'uomo diventava una lama di luce capace di tagliare praticamente qualsiasi cosa.


 

Uno psionico o un incatatori dotati di abilità extra sensoriali avrebbero notato l'incredibile energia psionica che emanava.


 

“ Nessun problema, sire, anche noi siamo appena arrivati. Che novità ci portate dunque?”, domandò Ron, che sperava davvero di ricevere il prima possibile gli aiuti necessari ad andare in Francia e poi in Asia.

“ Come ci aspettavamo il presidente è restio ad adottare più di una misura del nostro esercito, ma ha cominciato a cedere. Gli ho riferito che presto ci dirigeremo anche a Sovietski e ci ha dato i suoi migliori auguri. Dormite bene, domattina ci metteremo in marcia. Tu sei la nostra guida, ragazzo?”.


 

“ Sì, sire. Conoscere il vincitore della battaglia di Loch Ness è un grande onore.”, disse rispettosamente il giovane Sterminatore, ma Ar'tuu fece un'espressione ilare.


 

“ L'alleanza di Camelot ha vinto, non io. Ma sono grato di sapere che la pensi così. Sai già che strada prendere? A proposito, chiamami semplicemente Ar'tuu, l'etichetta preferisco lasciarlo a corte.”, disse stringendo con forza la mano di Viktor.


 

“ Ho stilato un percorso, ma non escludo che dovremmo fare molte deviazioni. Le foreste del nord Europa si fanno molto pericolose, specie di notte, e i suoi abitanti sanno essere infidi come poche altre creature. Dovremo fare la massima attenzione.”.

*****


 

La guerra coi Gargoyle e l'alleanza con Lazlo e la Nuova Marina aveva portato non pochi cambiamenti a Camelot. Tante altre razze di D-Bee erano venute in Inghilterra, portando con loro tecnologia e nuove conoscenze occulte per poi imparare le loro vie.


 

Persino i Cernun, i magici rettili umanoidi che comandavano i giganti, avevano deciso di far pace con i loro vecchi nemici umani e aiutare contro gli invasori infernali. Lo stesso Ar'tuu aveva firmato una tregua che sembrava perdurare ancora e uno dei loro capi era stato nominato cavaliere, soddisfacendo egregiamente i propri doveri verso la corona.


 

Una delle più grandi innovazioni era stato sicuramente il Ministero dello sviluppo, dedicato al progresso nella tecnologia tradizionale così come nella tecnomagia, che aveva aiutato a rovesciare il risultato di non poche battaglie e che stava rapidamente portando Camelot ai livelli della perduta Tolkeen.


 

Arthur Weasley, che si era unito ai difensori di Camelot dopo quasi vent'anni in nord America, era stato nominato capo del nuovo istituto dopo una grande battaglia. La sua famiglia, i compagni di tanti viaggi e addirittura Merlino avevano visto con occhi stupiti Ar'tuu posare Caliber- x sulle spalle dell'uomo, nominandolo Capo marchingegnere del regno, responsabile dunque del loro futuro sviluppo tecnologico.


 

Il capofamiglia di casa Weasley, pur avendo dimostrato buone dosi di stratega durante le varie battaglie, non si sentiva esattamente un leader, ma aveva ottemperato ai desideri del suo signore guidando i propri sottoposti facendo da esempio per tutti loro col proprio lavoro e coi consigli che dispensava. Effettivamente avrebbe potuto amministrare meglio lo stabile, ma in quello era stato aiutato non poco dai figli Fred e George, che avevano un senso pratico decisamente migliore del suo.


 

Dopo tanti anni di ansia e disperazione, la fortuna sembrava aver baciato il Tecnomago, che aveva ora l'affetto della sua famiglia, la considerazione di tutto il popolo, il potere di proteggerli, nonostante non mancasse di essere preoccupato quando andavano in missione, e tanto tempo da dedicare ai propri studi. Ma sapeva che era solo una questione di tempo prima che guai ben peggiori di una guerra per liberare il territorio euroasiatico sarebbero venuti a cercarlo.


 

Quella sera si stava dirigendo all'istituto che dirigeva, situato poco fuori Camelot, per controllare l'evolversi di un suo esperimento a bordo del suo hoverboard. Morrigan, l'amato furgone corazzato che aveva protetto lui e la sua squadra nel continente americano, era stato dato in prestito al re affinchè facesse lo stesso con lui nel nord Europa. Fermò la tavola tecnomagica e passò davanti al controllore del parcheggio, intento a leggersi una rivista.


 

“ Ciao, Ross. Tutto tranquillo?”, domandò allegro il mago alla sua più vecchia e cara amica nella Terra dei Rifts. Quando lui era stato nominato infatti capo dell'istituto, aveva chiesto a Ross di esserne la custode, lavoro che svolgeva con estrema dedizione e abilità.


 

“ Buona sera, Arthur. Mhh, non possiamo lamentarci. L'edificio è vuoto al momento.”, disse la donna cactus unendo i loro pugni prima che Arthur entrasse nelll'immenso laboratorio. Il luogo era pieno di macchinari costruiti da lui e i suoi colleghi, tra macchine da guerra e strumenti di uso più civile che non vedeva l'ora di usare per risanare quel pianeta devastato.


 

Quelli sarebbero stati l'eredità che assieme agli altri uomini che lavoravano con lui avrebbero lasciato ai propri figli e ai figli dei loro figli, ben più importanti di qualsiasi sanguinosa vittoria il cui ricordo a volte lo svegliava nel cuore della notte. Ma per il momento era libero da tali cupi pensieri e pensava solo alle promesse del futuro.


 

Arrivato a una porta con scritto 'pericolo radioattivo', si mise una tuta antiradiazioni e una maschera antigas per poi entrare in una stanza a tenuta stagna, contenente un giardino in miniatura, al cui centro si trovava una strana postazione a forma di palo, contenente liquidi di vario tipo e con una lampada rossa in cima, che scintillava a intermittenza.


 

“ Mhh, sembra procedere bene.”, disse osservando i dati posti su un piccolo schermo. Quel palo era un dispositivo volto a purificare acqua e aria da radiazioni e altre impurità di vario tipo, anche quelle magiche.


 

Sarebbe stato indispensabile quando finalmente le loro guerre sarebbero finite, siccome interi acri di terreno sarebbero stati contaminate da bombe ed esplosioni magiche. Aveva cominciato a lavorarci praticamente da quand'era arrivato nella Terra dei Rifts, una volta che i suoi studi tecnomagici avevano raggiunto un livello decente.

Lui e il resto del team di sviluppo aveva preso alcune zolle di terreno contaminato, e avevano trovato un buon margine di successo sulle tossine normali, ma le radiazioni magiche dannose erano ancora un problema. E considerando che le Ley Lines erano presenti praticamente ovunque, avrebbero dovuto lavorarci ancora molto.


 

A grandi linee soddisfatto del risultato raggiunto in quei primi mesi di lavoro, accese un registratore per fornire i suoi pensieri e poi uscì dalla stanza, sostituendo la tuta col suo solito cappotto da pilota.


 

Fece per aprire la porta per uscire e tornare a casa, quando fermò la mano e si guardò attorno.


 

“ Non sei il primo mandato a uccidermi, e non sarai l'ultimo.”, disse il rosso tirando la sua elettrobacchetta fuori dalla tasca e sparando un fulmine che si scontrò a mezz'aria con un raggio di pura oscurità.


 

Ad averlo lanciato era una figura nera, con una maschera simile a uno strano cinghiale che ne copriva il volto e un'armatura color notte a difenderlo, con diverse armi attaccate alla cintura. Il modo in cui si muoveva era inquietante e indicava un grande addestramento nell'arte di uccidere.


 

Arthur aveva incontrato in un'altra occasione dei guerrieri come quello, si trattava di un Sunaji, un membro di una potente setta di assassini al servizio degli attuali padroni di Atlantide.


 

“ Un Sunaji. Che ci fai qui? Gli Splugorth hanno forse preso interesse nel distruggere Camelot?”, domandò il Tecnomago prima di avvolgersi con una piccola barriera dorata e unire alla Tecnobacchetta anche la spada sega che aveva preso anni prima ai Gargoyle, potenziata per resistere a scontri con armi ben più potenti e uccidere anche demoni d'alto rango. L'assassino in tutta risposta evocò un pugnale nero avvolto da un'aura rossa.


 

Dopo un singolo momento di reciproca analisi, i due combattenti incrociarono le loro armi in una tempesta di scintille, attaccandosi più volte e muovendosi nel poco spazio che era loro concesso, il che giocava a favore dell'intruso.


 

Un tentacolo nero naque dall'ombra di Arthur per farlo scivolare. Il Tecnomago si ritrovò a terra senza neanche accorgerne e mandò al massimo la rotazione della sua arma per parare l'affondo del suo avversario, che avvolse la mano con una potente energia oscura con chiari intenti.


 

“ Oh, non ci provare.”, affermò il Capo ingegnere, prendendo rapidissimo la sua tecnobacchetta e colpendo l'assassino con una lunga serie di scariche elettriche che permisero ad Arthur di fargli lo sgambetto e rialzarsi per rovesciare la situazione.


 

Però il suo avversario era già sparito, riapparendo su una colonna dal quale cominciò a sparare altri raggi di pura tenebra, che impattarono sulla barriera d'energia che proteggeva il corpo di Arthur.


 

Il Tecnomago avrebbe volentieri usato uno dei suoi incantesimi per uccidere rapidamente il Sunaji, ma avrebbe rischiato di mettere a rischio il lavoro dell'intero ministero. Rinchiuse quindi l'avversario in una stretta telecinetica attirandolo a sé, solo però per trovarsi intrappolato in una cupola di tenebra.


 

Arthur venne atterrato a terra, con una mano sul collo a precedere una lama ed era certo che la sua ora sarebbe finalmente giunta se un laser non avesse bucato le tenebre assieme alla testa del suo avversario. Il ministro vide il corpo del Sunaji cadergli addosso e lo scostò via per poi ricevere la mano di Ross come aiuto per rialzarsi.


 

“ Sei ferito?”, domandò la Pistolera psionica col suo dispositivo audio.


 

“ Solo nell'orgoglio. Tu?”, chiese di rimando Arthur, notando qualche ammaccatura nell'armatura Mega-danno della compagna.


 

“ C'era un altro Sunaji che ha tentato di prendermi di prendermi di sorpresa. Sottolineo provato, anche se si è fatto esplodere per non rivelare niente. Vediamo se questo è ancora integro.”, disse Ross alzando l'elmo della sua ultima vittima... per non rivelare niente. L'intera armatura era totalmente vuota a parte dei rimasugli di polvere. Evidentemente il suo proprietario doveva aver usato qualche impianto o incantesimo per distruggere il suo corpo in caso di morte.


 

Arthur ringhiò seccato. Era ansioso di scoprire finalmente qualcosa su quegli assassini spietati, per insignificante che fosse l'informazione.


“ Dobbiamo avvertire lady Ginevra e i cavalieri. Ma intanto grazie, ti devo un favore.”, disse a Ross, che alzò un braccio come a dire ' di nulla'.


 

“ Il teatro delle nostre avventure può cambiare, ma non il nostro legame.”, ridacchiò a sua volta la donna cactus prima di aiutare Arthur a rialzarsi. Andarono dunque a prendere i filmati delle telecamere, unica prova dello scontro appena avvenuto.


 


 

Sapevano che quello sarebbe stato solo il primo di molti eventi inquietanti.


 

*****

Harry guardò la larga finestra dell'ufficio in rovina di Lucius Malfoy, occhi torvi a osservare la cupa brughiera inglese. L'ultimo membro della famiglia Potter era stato forgiato duramente dalla guerra in Inghilterra, uscendone con alcune cicatrici ben più vistose di quella che ricevette a un anno di vita da Voldemort.

 

Sull'indice destro teneva l'anello preso al suddetto mago. Analizzandolo, grazie anche all'aiuto di Hermione, aveva scoperto che canalizzandovi dentro la propria forza magica era capace di usare diversi incantesimi necromantici e nonostante il suo disgusto per quella branca occulta vi aveva ricorso più volte, scatenando la furia dei morti contro i nemici di Camelot.

 

E siccome la loro crisi era finita, prima che partisse la campagna di liberazione del continente, Harry aveva domandato al re di poter tornare nel suo mondo d'origine per trovare l'ultimo Horcrux per distruggerlo.

 

Assieme a Ginny, Neville, Luna, Dobby e Sir Silvermane, aveva raggiunto l'altra versione dell'Inghilterra mediante un Rift creato dalla professoressa McGranitt. Non era stato un viaggio facile, le brughiere dell'isola erano piene di nuove creature Mega- Danno e maghi tutt'altro che altruisti che sperava di prendere le loro attrezzature.

 

Finalmente però erano arrivati a Inverness, uno degli ultimi sprazzi di civiltà di quel pianeta devastato. Guidati da Rufus Scrimgeour, gli incantatori avevano fatto del loro meglio per sopravvivere assieme alle sparute creature loro alleate, ma erano stati felicissimi di rivedere Harry Potter tra loro e soprattutto di sapere che i loro cari spariti nel Cataclisima erano riusciti a cavarsela nonostante le varie perdite.

 

In cambio di quel piccolo raggio di speranza e della promessa di mandare qualche Tecnomago per insegnar loro come creare armi e armature Mega- Danno, Scrimegour li aveva indirizzati a Villa Malfoy, dove il gruppo aveva messo tutto sottosopra nella speranza di trovare il misterioso diario affidato a Lucius nei ricordi che Snape aveva lasciato loro.

 

Ma dopo un'intero pomeriggio di ricerca la cosa più interessante che avevano trovato erano alcuni quadri e dei passaggi che dovevano però essere stati trovati da altri avventurieri.

 

" Harry- lo chiamò la voce di Neville all'auricolare- abbiamo cercato dappertutto. Il libro che Voldemort affidò ai Malfoy non è da nessuna parte.”.

 

Harry sospirò. Non avrebbe dovuto ignorare la sensazione che l'anello gli aveva dato quando erano entrati sulla totale mancanza del loro obbiettivo, ma doveva comunque vederlo coi loro occhi.

 

“ Allora può solo significare che qualcuno è arrivato prima di noi, siccome dubito Lucius l'avrebbe portato con sé nel caso venisse scoperto. Qualcuno che sapeva cosa cercare. Riunitevi nell'atrio.”.

 

Meno di un minuto dopo Harry stava confrontando la sua squadra, con occhi delusi come i suoi.

 

“ Intendi seguire chi ha preso il diario, Harry?”, domandò Ginny, ma il Mago da battaglia scosse la testa.

 

“ No, potrebbe essere già lontanissimo e rischieremo di perdere tempo inutilmente. E se fosse troppo forte, non ho intenzione di rischiare le vostre vite. Andremo a discutere con Scrimgeour, col permesso di sir Silvermane, dell'arrivo dei nostri scienziati, e poi torneremo a casa.”.

 

“ Mi sembra un buon piano - concordò il Wolfen, girando uno dei suoi occhi sintetici sul volto del mago- e non abbatterti così, figliolo, tu e i tuoi compagni vi siete comportati in maniera egregia nelle ultime settimane. Il fatto che la comunità di Diagon Alley sia stata tanto felice di vederti ne è la prova.”.

 

“ Grazie, sir. Devo ammettere che in effetti è stato bello vederli tanto felici dopo ciò che hanno passato- commentò il giovane incantatore- spero che il nostro aiuto possa dare loro un po' di respiro. Ma intanto, torniamo a casa, amici miei.”, concluse aprendo la porta con una spinta cinetica.

 

I sei avventurieri dunque imbracciarono le armi e si inoltrarono ancora una volta nelle brughiere inglesi, preoccupati riguardo chi e per quale motivo avesse preso il diario, ma pronti a fronteggiarlo quando sarebbe arrivato il momento.

                                                                                              *****
Sterminatori: Abili cacciatori di mostri e demoni del nord Europa, ligi a un loro codice d'onore e dotati di modeste abilità magiche.

Guerrieri psionici( come Ar'tuu): Similmente ai Cyber Cavalieri sono combattenti dotati di varie abilità psioniche, ma più estese rispetto ai loro lontani cugini.

Sunaji: Una setta di assassini apparentemente al servizio degli Splugorth e animati da un profondo odio per gli originali Atlantidei. I loro membri si dividono tra psionici, uomini tatuati e utilizzatori della magia dell'oscurità.

Cernun: Rettili cornuti dotati di abilità simili a quelli dei Mistici( quindi sia psionici che incanatori), oltre della capacità di comandare una razza deforme di giganti. Erano nemici di Camelot finchè la  guerra con Gargoyle, demoni e dyval non li ha costretti a un trattato di pace per resistere agli invasori.

                                                                                                             *****

Salve a tutti, sono lieto di poter dire d'essere tornato con questa saga prima di quanto mi aspettassi. Mi sono molto divertito a scrivere la prima storia e ringrazio chiunque l'abbia recensito, spero che questo sequel vi appassioni ancora di più siccome risponderà a molte delle domande lasciate in sospeso, tentando anche di dare una direzione generale alla trama di Rifts( si spera in meglio). Fatemi sapere cosa ne pensate e cosa vorreste vedere( i triangoli amorosi sono fuori discussione ovviamente), ogni critica è ben accetta.

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Capitolo 2
*** La congiura ***



 

Ginevra guardò ansiosa il video dell'intrusione al ministero, seduta nel suo scranno alla tavola rotonda assieme a vari cavalieri, Merlino, gli emissari dei paesi loro alleati, Arthur e Ross. L'intera sala del castello era permeata da un'aura quasi sacrale. Quello era il luogo dove venivano scelti i migliori difensori di Camelot... e dove cominciava il loro elogio funebre.


 

La Druida psionica aveva ricevuto dal suo promesso sposo il ruolo di governare, sotto l'attenta guida di Merlino ovviamente, fino al suo ritorno. Compito che aveva compiuto con buon senso e carattere, guadagnati e fortificati ben prima della guerra.Ma un'intrusione da parte di Atlantide? Non era sicura di poterlo gestire e molti dei presenti in sala condividevano i suoi dubbi.


 

“ Come lo hai chiamato, Galahad?”, domandò la futura regina a sir Galahad, che in quanto Atlantideo era quello più a conoscenza sulle mostruosità che uscivano dalla patria dei suoi antenati.


 

“ Assassino delle ombre Sunaji, mia signora- rispose il Cacciatore di Non morti- combinano il loro addestramento e i tatuaggi magici con incantesimi legati all'oscurità. E la loro setta sembra avere un enorme odio verso la mia specie. A giudicare dai video i due membri inviati qui erano particolarmente abili, lady Ross e Arthur sono stati fortunati. ”.


 

“ E li avete già affrontati in passato, se ho ascoltato bene.”, intervenne sir Perceval, uno dei cavalieri più vicini ad Ar'tuu. L'uomo, in realtà un drago chiang- ku, si vestiva in maniera simile a un moschettiere del settecento, con un largo capello nero a coprire la sua chioma bionda e un elegante completo di quel periodo. Arthur annuì.


 

“ E' vero, cavaliere. Circa sei anni fa io e i miei compagni ci fermammo in una colonia Atlantidea in sud america, Moana, patria di uno dei pochi clan rimasti dopo la sua caduta. Assistemmo a una manifestazione pubblica dove attentarono alla vita di alcuni alti funzionari della città. Fallirono fortunatamente, ma dovemmo combattere con le unghie e con i denti per uscire dalla battaglia.”, spiegò rapidamente, dando vita a una serie di bisbiglii riguardandi le più disperate ipotesi. Uno dei membri di spicco della corte sembrava particolarmente interessato.


 

“ Avete la minima idea, lord Weasley, del perchè due assassini abbiano tentato dunque di assassinarvi? E' forse possibile che abbiate ucciso in quell'occasione un loro ufficiale e vogliano ora vendicarsi?”, domandò dunque Merlino. Il leggendario incantatore era un uomo anziano sul metro e ottanta, con una folta barba grigia e occhi che sembravano analizzare qualsiasi cosa. E chiunque nella stanza possedeva una certa attitudine psionica o magica poteva avvertire il mostruoso potere che emanava.


 

Fortunatamente nessuno, incluso Merlino, si accorse del ringhio nascosto da Arthur, presto sostituito dalla voce più affabile di cui fosse capace.


 

“ Non chiamatemi lord, per cortesia. Comunque, a meno che in quell'occasione non abbia ucciso proprio uno dei loro capi e l'abbiano scoperto, non posso pensare ad alcun motivo per cui mi vorrebbero morto. E trovo strano che gli Splugorth vogliano pensare a Camelot proprio ora. In genere si accontentano di prendere quello che possono dalle coste, quando superano i nostri blocchi navali.”, rispose il Tecnomago, riferendosi alla loro recentemente costruita flotta, formata dalle forze della Nuova Marina messe a loro disposizione, qualche gruppo di Balene cantanti e dalle navi tecnomagiche che aveva aiutato a progettare per respingere le forze del Signore degli abissi. Era ancora piuttosto piccola, ma svolgeva il suo ruolo con brutale efficienza.


 

“ Ducson o qualcun altro a cui abbiamo pestato i piedi, forse? - propose Ross- ogni volta che andavamo nella Federazione della magia finivamo per sventare uno dei suoi piani idioti. Nella Vera federazione c'è ancora un ordine di ucciderci a vista, stando all'ultimo messaggio di Koromi.”, concluse con una risata elettronica proveniente dal suo bracciale.


 

“ Francamente mi stupisco che non abbia tentato di contattare in qualche modo i demoni venuti qui- osservò sir Pilade, un anziano Guerriero psionico- considerate le sue simpatie e la sua sete di potere, ero certo che avrebbe tentato di aiutare le forze infernali per guadagnare un po' di influenza qui e nel continente a guerra finita.”.


 

“ Credo personalmente che fosse troppo spaventato dai nostri nuovi alleati. Se si fosse mosso contro di loro è possibile che anche il resto della Federazione della magia avrebbe voluto attaccarlo per guadagnare le nostre simpatie.”, rispose guardacaso l'ambasciatore di Lazlo, un'umanoide molto alto e muscoloso dal viso piatto.


 


 

“ Concordo con le vostre opinioni e osservazioni, amici miei- affermò Ginevra alzandosi- ma siamo qui in ogni caso per parlare della sicurezza di un nostro alto ufficiale e magistrato. Arthur , ti assegnerò una guardia del corpo per il momento. Sir Percival, vorreste assumere voi questo fardello?”.


 

Il drago sorrise vedendosi scelto e si tolse il cappello per un rispettoso inchinò.


 

“ Nessun fardello, mia signora. Sarebbe un onore, se il Capo marchingegnere acconsente alla mia compagnia ovviamente.”, disse rivolgendosi ad Arthur, che sembrava a sua volta più che soddisfatto della scelta.


 

“ Accetto più che volentieri l'aiuto e la compagnia di Percival. Avvertirò Molly di aggiungere un posto a tavola stasera e confido che darete onore alla sua cucina.”, disse con la massima cordialità, ma qualcuno si oppose.


 

“ Mia signora, non pensa che sarebbe meglio usare un gruppo di Nexus Knight? Sir Percival ha molti doveri e lo stesso re potrebbe chiamarlo in Russia, se necessario.”, propose Merlino con voce educata, ma ferma. Per un istante lo sguardo di Ginevra sembro farsi più vacuo, le sue stesse pupille sembrarono cambiare dimensione mentre stringeva i pugni.


 

Poi però la sua espressione tornò normale e rivolse uno sguardo gentile, ma fermo al consigliere del suo promesso sposo.


 

“ No, Merlino, se sicari tanto abili vogliono la vita di Arthur, i Nexus Knight potrebbero non essere sufficienti e in ogni caso anche loro sono necessari altrove. Fine della discussione al momento, tornate ai vostri doveri.”, ribadì la druida dando un gesto di congedo.

*****

Poco dopo Arthur e Percival erano nell'ufficio del primo al ministero. Avevano dato ordine di non disturbarli e si erano chiusi dentro, per poi assicurarsi che non ci fossero microspie( d'altro canto, tra progetti, congegni vari e qualche statuetta di Lugh, quello era il regno del disordine) o incantesimi per ascoltare la loro conversazione. Gli occhi del Capo ingegnere non erano quelli dell'allegro padre di famiglia innamorato del proprio lavoro , ma quelli del veterano di cento battaglie che aveva attraversato tutta l'America lasciandosi dietro demoni e mostri morti ovunque, e che riservava ai peggiori nemici del suo popolo.


 

“ Che ne pensi degli ultimi eventi, amico mio?”, domandò Arthur a Percival dopo aver premuto un pulsante sulla sua scrivania. L'intera stanza venne avvolta da una misteriosa aura grigia, che avrebbe dovuto rendere impossibile divinare la loro discussione o sentirla dall'esterno.


 

“ Ha tentato di dominare mentalmente Ginevra. E' la prima volta che lo fa, ma per fortuna sua grazia ha resistito.”, rispose il cavaliere, visibilmente infuriato, ma anche inquieto.


“ Già, ma potrebbe riuscirci la prossima volta. Meglio porre a nostra volta una guardia per lei, in caso ritentasse un'altra volta.”, disse il Tecnomago, prima di premere un altro pulsante. Uno dopo l'altro, diversi piccoli ologrammi fluttuanti apparvero attorno ai due, rappresentanti varie uomini e D- Bee. Tra essi erano presenti anche Nemo, Plato nella sua forma draconica, il capo del Geofronte e addirittura l'imperatore del Giappone.


 

“ Che notizie ci porti, Arthur? .”, disse Nemo, in piedi nella plancia del Tritonia. Già l'espressione dello stimato collega gli diceva però che non c'era molto di che stare tranquilli.


 

“ Temo di no. Il nostro comune nemico ha organizzato un attentato alla mia vita, che come potete vedere è fallito. Non sono certo se abbia delle prove che sospetto di lui, ma forse mi ritiene già un ostacolo.”.


 

“ Questo è preoccupante, chi ha mandato?”, domandò l'Imperatore giapponese, avvolto nella sua armatura da samurai, con tanto di maschera protettiva a coprirgli il volto e con le sue spade al fianco.


 

“ Un Sunaji, sebbene non abbia idea di chi ha contattato l'altro e come.”, rispose il Tecnomago, ancora preoccupato dall'incontro con l'assassino.


 

L'affermazione causò un tumulto nella sala. I vari membri di quella che sembrava ed era una congiura si alzarono, gridando ingiurie e ipotesi riguardando i Sunaji e gli Splugorth, terrorizzati che si interessassero al loro progetto per liberare il continente. A calmare il litigio fu un ruggito di Plato, che poi guardò severo i colleghi.


 

“ Signori, non sono meno preoccupato di voi riguardo un possibile intervento di Atlantide, ma mantenete un contegno adatto al vostro ruolo e risparmiate questa ira per quando sarete di fronte ai nostri nemici, per favore.”, li rimproverò l'anziano drago, ottenendo l'effetto sperato.


 

“ Domando scusa, Plato- dono. Il mio regno e il resto del Giappone, cui do voce, si stanno ancora aprendo con difficoltà al resto del mondo e non sappiamo come affrontare minacce di simile calibro.”, disse l'imperatore giapponese, dando un cenno di rispetto al potente drago.


 

Il leader del Geofronte annuì pensieroso. Tra i presenti era dopo Arthur e Percival quello che più di tutti aveva da perdere, secoli di preparazione per liberare la Cina sarebbero potuti andare in fumo. In caso fossero stati scoperti, il Tecnomago aveva promesso di fare di tutto per scollegare da lui i suoi colleghi cospiratori all'estero, ma non si poteva mai sapere.


 

“ Chiedo anch'io perdono. Ma da quando mi avete avvertito di tutto ho il terrore che i Re Yama si alleino con Zazshan... o come lo chiamate voi, Merlino.”, disse con tono grave, che sembrò appesantire l'aria della stanza al livello ci un macigno. Arthur strinse i pugni sentendo quel nome.


 

Zazshan era l'antica intelligenza aliena che si era nascosta tra gli uomini come il leggendario incantatore dei miti arturiani. Caduto in coma durante il medioevo a causa della sempre minore energia magica nell'atmosfera, si era risvegliato durante i secoli bui e aveva deciso di ritentare col suo vecchio progetto per conquistare il mondo, per cui bastavano semplicemente un piccolo regno da espandere lentamente per tutto il globo e un carismatico sovrano burattino a guidarlo.

Merlino non era però l'unico avatar della creatura. Essa poteva possedere svariati corpi morti di recente e si era così nascosto anche dietro le fattezze della Dama del lago e dei Nexus Knight al comando del mago. E chissà quanti altri.


 

Percival faceva parte di un circolo di suoi simili, i Non Heges, dediti a limitare l'influenza di Zazshan nelle isole britanniche, ma non avevano potuto fare molto senza avvertire Ar'Tuu. E se anche il sovrano avesse creduto loro, sarebbe stato troppo devastato dalla verità su chi riteneva un padre per ottemperare poi al suo ruolo.


 

Arthur aveva scoperto questo terribile segreto, così come Charlie anni prima, da Galahad, che aveva già affrontata in precedenza i seguaci di Zazshan in altre dimensioni. Sapendo di non poter prendere un approccio diretto contro Merlino, decisero di raccogliere altri alleati che non potevano essere suoi burattini.


 

Anche con i leader di potenti nazioni e ovviamente i membri del team Morrigan al loro fianco però, non era certo facile complottare contro un'entità millenaria che trattava imperi come giocattoli.Non avevano troppo all'inizio sul cui basarsi per scoprire i piani e le risorse di Merlino.


 

Fortunatamente uno dei cavalieri al suo servizio, sir Dred, era stato lentamente eroso dal senso di colpo e dopo una battaglia, dovendo scappare mortalmente ferito insieme a Galahad, disse all'Atlantideo tutto ciò di cui era a conoscenza, tra i principali seguaci di Merlino e persino il modo in cui assorbiva per sé buona parte dell'energia delle Ley Line attraverso una piramide magica come quelle usate ad Atlantide. Nascondendosi dunque grazie alla guerra contro Gargoyle e demoni, Arthur e compagni cercarono uno a uno i complici dell'entità, uccidendoli prima che potessero riferirgli d'essere stato scoperto.


 

Impedire a Zazshan di manifestarsi nel loro mondo, o di sapere quello che succedeva ai suoi altri frammenti però, restava la sfida più difficile e senza averla risolta non avrebbero mai potuto prendere azioni decisive senza farsi scoprire. Se la loro si fosse trasformata in un'aperta ribellione soprattutto, a Merlino sarebbe bastato evocare il vero sé stesso per spazzarli via.


 

La soluzione arrivò loro quando Arthur andò a pregare in un tempio di Lugh dopo quello stesso combattimento in cui era stato ordinato ministro del progresso, essendo diventato un suo devoto seguace in quanto patrono degli artigiani e anche per avvicinarsi un po' di più a Ginny. Il re del pantheon celtico gli apparve come aveva fatto alla ragazza tempo prima durante lo scontro con Voldemort, spiegandogli che la chiave per limitare i poteri di Merlino erano gli Alberi Millenari vista la loro naturale connessione con le Ley lines.


 

Non fu facile radunare tutti i Bio- maghi e altri esperti di magia dimensionale necessari allo scopo, specie considerando che dovevano agire in segreto. Ma alla fine con le opportune modifiche agli alberi( che furono dal canto loro più che felici di collaborare all'iniziativa, dando campo libero ai Bio- maghi di Lemuria) e alcuni strumenti strategicamente piazzati nelle giuste Ley Lines, il potere della piramide con cui Merlino controllava il territorio cominciò a indebolirsi gradualmente.


 

In questo modo, quando la casa della Dama del lago venne attaccata da un folto gruppo di demoni intenzionati a creare un portale per la loro dimensione, Arthur e Percival guidarono le truppe che avrebbero dovuto soccorrerla. Invece il drago approfittò della confusione generale, oltre che delle ferite già ricevute dall'incantatrice per infilarle una lancia fatta col legno dell'Albero millenario dritto nel cuore, e Merlino non si era accorto di niente finchè non gli avevano riferito della morte della 'donna'. Fu pertanto facile raccontare a corte, con qualche lacrima e un tono rotto del glorioso ultimo combattimento della maga contro il capo delle truppe infernali.

Con i Gargoyle fuori dai piedi e le Ley Lines ormai a disposizione di tutti, sembrava solo questione di tempo affinchè trovassero finalmente l'occasione per rispedire Zazshan nell'abisso da cui non sarebbe mai dovuto uscire, ma il possibile intervento degli Splugorth rischiava di rispedire i loro sforzi indietro di anni.


 

“ Per quanto aveva detto Galahad, Zazshan e gli Splugorth sono nemici da anni. Non è possibile che i Sunaji che ti abbiano attaccato appartengano a una cellula impazzita?”, domandò dunque un Lemuriano, tra quelli che erano venuti a potenziare gli Alberi Millenari.


 

“ E' possibile, sicuramente più che un'improvvisa alleanza. Ma dobbiamo comunque agire di nuovo con la massima prudenza. Per il momento ci limiteremo a far avvenire qualche incidente agli ultimi Nexus Knight rimasti e a fortificare la nostra posizione- stabilì Arthur- passando ad argomenti più allegri, come stanno i miei compagni?”.

Arama, Koromi e Zhen erano infatti partiti poco dopo la battaglia di Loch Ness. L'orca biforma si era messo al servizio del capitano Nemo e stava cercando di aiutare a rafforzare i legami con le altre fazioni marittime, soprattutto Lemuria. I due guerrieri asiatici si erano invece diretti dai rispettivi leader riguardo gli ultimi avvenimenti, cosa che aveva fatto partire il progetto per liberare l'Eurasia e ovviamente anche la congiura contro Merlino.


 

“ Arama sta benissimo. E' attualmente in missione vicino alla costa australiana, ma dovrebbe tornare entro un paio di settimane. Ti porta i suoi saluti.”.


 

“ Anche il viaggio in sud America di Zhen Hi procede bene. Ha di recente preso contatto con diversi avventurieri e qualche tribù, in particolare mutanti. Sembrano disposti a lavorare per noi in cambio di un modesto compenso. Già sono felicissimi di allontanarsi dai vampiri e dalle altre fazioni della zona.”, disse con tono soddisfatto il leader cinese.


 

“ Non me ne stupisco. Il nord America è un incubo a occhi aperti, ma il sud è ancora peggio.”, osservò Arthur, che ricordava benissimo le innumerevoli volte in cui aveva rischiato la vita combattendo contro gli Arkhons o contro gli spietati mercenari delle pampe.


 

“ Di Koromi- san invece non abbiamo purtroppo notizie da quasi un mese- disse invece l'imperatore- nei suoi ultimi rapporti ci aveva avvertito di aver incontrato parecchi profughi e non morti. Aveva anche citato un luogo di nome Psyscape, ma non l'ho mai sentito nominare.”.


 

Arthur mugugnò pensoso. Il breve periodo passato a Psyscape fu allo stesso tempo tra i più belli e i più inquietanti del suo viaggio in America, combinando discussioni filosofiche e scientifiche con scontri che quasi gli avevano fatto rimpiangere le sue prime esperienze con gli invasori demoniaci.

“ E' state una delle tante tappe del nostro ultimo viaggio. Non è effettivamente un buon segno che sia andata lì, ma se dovesse reclutare alcuni dei loro guerrieri alla nostra causa le nostre speranza di vittoria aumenterebbero non di poco. Ora devo lasciarmi, signori, grazie ancora per l'aiuto che ci concedete. E ricordate... noi siamo la Vendetta dI Morgause. Siamo nati per estirpare questo male da Camelot e non cederemo a tanto così dalla vittoria.”.

*****


 

Cardiff si era spopolata a una rapidità impressionante dopo l'apertura dei Rifts. Dopo aver capito che l'esercito non poteva fare nulla contro i visitatori provenienti da altre dimensioni, l'intera popolazione aveva fatto fagotto e aveva tentato la sorte cercando di arrivare a Londra con l'aiuto dei pochi abitanti magici che aveva.


Uno dei suoi alberghi ormai in rovina aveva ricevuto il suo primo ospite da più di vent'anni. Si trattava di una donna molto pallida, con corti capelli neri ricci, accanto a lei una spada e un'armatura Mega- danno, lasciando solo una canottiera e dei jeans a ricoprire il suo tonico ed elegante corpo. Oltre ad avere una carnagione dal colore più che innaturale però, la donna riportava diverse piaghe putrescenti che lasciavano intravedere la carne sottostante e addirittura le ossa in alcuni punti.


La ferita più grande era sulla guancia destra, mettendo in bella mostra i denti della non- morta, talmente bianchi e perfetti tuttavia da essere ben più inquietanti delle sue ferite. Prese da una borsa un piccolo diario nero, le cui pagine erano state ingiallite non poco dal tempo. Prendendo una piccola penna nera decorata da un teschio, cominciando a scrivere stesa su un fianco e con le gambe accavallate pigramente.

“ Ciao, Tom.”, furono le sue prime parole. Dopo qualche secondo d'attesa l'inchiostro venne riassorbito dalla carta per essere sostituito da una nuova frase.


“ Chi sei? E come hai trovato il diario?”, recitava questa. La non morta sorrise, avvertendo in qualsiasi cosa abitasse il diario un delizioso senso di paura.


“ Puoi chiamarmi Vrena. Ho sorvegliato i tuoi nemici per molto tempo e ti Ti ho tirato fuori dal tuo nascondiglio a villa Malfoy, prima che arrivassero per distruggerti.”, rispose dunque mettendosi il diario sopra il viso come fosse una comune teenager, sentendo le emozioni di Voldemort calmarsi.


“ Ti ringrazio, Vrena. Se c'è qualcosa che lord Voldemort può fare per ricompensarti una volta che riavrò il mio corpo, domanda pure. E se fossi disposta ad aiutarmi anche in quest'incombenza, te ne sarei eternamente grato.”, scrisse questi col linguaggio più gentile di cui era capace. La bocca malformata di Vrena si allargò ancora.

“ Al tuo corpo posso pensarci io con uno schiocco di dita, avevo già preso le dovute misure quando ho scoperto dov'eri. E come favore... dovresti aiutarmi a manifestarmi interamente nella Terra dei Rifts.”.

“ Che luogo è? E che intendi con manifestarti?”, domandò sospettoso il mago, ricevendo una risposta che decisamente non si aspettava.

“ Mi riferisco a una dimensione parallela alla tua, ma più avanti di un paio di secoli. Innumerevoli maghi del tuo mondo vi finirono a causa di un cataclisma durante il quale le linee d'energia del pianeta si attivarono a piena potenza. Io sono l'avatar di una creatura incorporea che cerca di portare lì la sua piena essenza, ma i miei sforzi degli ultimi secoli sono stati sempre ostacolati.”.

“ Interessante. Se ciò che dici è vero i miei poteri sarebbero più potenti che mai. Anche se immagino dovrei ricostruire da capo la mia influenza e i miei seguaci, poi non ci sarebbe molto capace di fermarmi.”.

“ A quello non hai di preoccuparti, avrai i miei. D'ora innanzi sei il mio braccio destro, con autorità seconda solo alla mia sul mio esercito.”, scrisse Vrena sorridendo con più perfidia che mai.


“ Come, prego?”, domandò Voldemort, la cui improvvisa ira sembrò quasi condensarsi tra quelle pagine in attesa di esplodere. La risposta di Vrena fu lapidaria.


Nessun gioco di parole voluto.


“ Mi hai capito bene. D'ora in poi tu sei un mio luogotenente, un Mietitore.”, furono le sue parole,sufficienti a scatenare la rabbia dell'ultimo signore oscuro di quel mondo.

“ Io sono l'erede di Salazar Serpeverde , non ho la minima intenzione di servire altri.”, ribadì determinato a non farsi controllare. Il diario tremò con grande forza tra le mani di Vrena. Una persona normale se lo sarebbe fatto sfuggire di mano, ma lei lo trattenne senza problemi prima di avvolgerlo con un potente alone nero. Il frammento di Voldemort contenuto tra quelle pagine si sentì soffocare, più debole che mai.

“ Peccato, perchè assorbire la tua anima per me sarebbe ancora più facile che ridarti un corpo.”, scrisse confidente Vrena. Tom cercò di attingere a quel poco di magia che ancora aveva per resistere e magari controllare la mente della non morta, ma peggiorò solo quell'orribile sensazione di soffocamento.Capendo di non avere altra scelta, alla fine le mandò un messaggio mentale di resa, accettandola come sua nuova padrona.

“ E va bene, Vrena. Per il momento sono ai tuoi ordini. Quale sarà la nostra destinazione, una volta che tornerò a camminare sulle mie gambe?”, chiese infine il Serpeverde, sperando di poter almeno trarre il merito da quella scomoda situazione.

“ Prima di tutto ci dirigeremo in un luogo dove potremmo procurarti tutti le armi e i libri magici che ti servono. Ma la nostra destinazione finale è Camelot. Devo vedermi con un mio vecchio amico.”, sorrise la non morta, rimettendo il diario nella sua borsa e vestendosi per il lungo viaggio che l'aspettava.

                                                                                                         *****
Salve a tutti, non sono così soddisfatto di questo capitolo, ma spero che l'introduzione dei due antagonisti di questo volume, legati a ben due fazioni di Rifts, vi abbia soddisfatto. Vrena è un personaggio, come ho detto in Arthur's Journey, un personaggio creato dalla mia amica e collaboratrice Scarlet Queen, che me ne ha concesso l'uso e che spero di ritrarre al meglio( le sue origini in questo universo sono ovviamente molto diversi dalla fic in questione per ricollegarsi alla lore di Rifts). Non ho dato un nome all'Imperatore e al leader del Geofronte perchè non ci sono ancora le loro schede, così come per Plato, ma siccome sicuramente appariranno ancora in futuro, rimedierò con migliori descrizioni. A presto, spero che recensirete in molti, grazie a chi l'ha già fatto o ha anche messo solo la storia tra le preferite/ seguite/ ricordate. E mi auguro anche che i fan di Voldy non me ne vorranno per averlo reso 'solo' il braccio destro di Vrena, vi assicuro che la cosa non lo renderà meno pericoloso.

                                                                                                          *****
Piramidi magiche: Il sistema ideato dagli Atlantidei per gestire i Rifts e la tecnologia delle loro antiche città, gestiti dai Maghi di pietra( incantatori capaci appunto di manipolari i minerali come nessun altro). Dopo la scomparsa del continente e l'esilio dei suoi abitanti, la conoscenza delle piramidi è caduta in mano agli Splugorth e altre creature simili.

Bio- maghi: Maghi capaci di manipolare gli organismi viventi, generalmente senza pericoli per gli stessi, a cui danno il massimo del rispetto. La loro arte nacque ed è praticata soprattutto a Lemuria, la civiltà ' gemella' di Atlantide.

Chian- ku: draghi orientali meno grandi dei loro simili e privi dei soffi elementali,, ma dotati della massima conoscenza dei tatuaggi magici( da loro inventati) e della capacità di creare pozioni che a loro volta donano utili abilità.

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Capitolo 3
*** Dietro le quinte ***


 


 

Merlino aveva creduto fino a quel momento di possedere una gamma abbastanza limitata di emozioni, che non comprendevano la rabbia. E aveva ragione... ciò che provava in quel momento andava ben oltre qualsiasi possibile forma di rabbia.


 

Aveva pianificato come si deve qualsiasi mossa che avrebbe portato Camelot a essere la principale superpotenza della Terra dei Rifts, con lui come vero capo. Anche quando un secondo cataclisma in miniatura aveva portato un intero popolo magico in Inghilterra e altri stati, aveva pianificato a dovere per portare la cosa a suo vantaggio, usando le loro conoscenze per portare ulteriori incantatori e guerrieri dotati di abilità paranormali al servizio di Ar'tuu... cioè il suo.


 

Tutto era cambiato quando i Gargoyle avevano avuto la bella idea di conquistare le isole britanniche. Era stato d'accordo col suo pupillo riguardo il cercare aiuti oltremare, ma tra loro era arrivato anche quella spina del fianco di Arthur Weasley.


 

Indipente, esperto e dotato di fin troppe idee per i suoi gusti. Si era guadagnato in fretta popolarità con le truppe e con i cavalieri finchè il sovrano non gli aveva concesso il privilegio di guidare un proprio ministero. Tutte altre cose che avrebbe potuto utilizzare tranquillamente a suo vantaggio, se non fosse stato per un piccolo problemuccio: il contatto con la dimensione in cui dimorava il vero sé stesso si era chiuso, assieme alla connessione coi suoi altri avatar.


 

Questo gli aveva tolto una gran parte del controllo sul territorio, sia in termini di informazioni che nel controllo delle Ley Lines, di cui aveva bisogno per nutrirsi di energia magica. E soprattutto non avrebbe più potuto creare altri avatar quando diversi Nexus Knight e addirittura la Dama del lago erano caduti sotto le armi dei demoni. O almeno è quanto avevano riferito Percival e Arthur, sospettava che avessero avuto un certo ruolo nella morte del suo frammento più importante dopo sé stesso.


 

Ovviamente anche lui non avrebbe potuto accusarli senza rivelare almeno in parte la verità, buona parte del popolo si sarebbe schierato con loro, e anche Ar'tuu avrebbe rischiesto prove che andassero oltre ogni ragionevole dubbio. E sebbene avesse fatto del suo meglio affinchè Ar'tuu lo considerasse un padre, era improbabile che l'affetto del sovrano gli avrebbe impedito di attaccarlo se la sua vera natura fosse stata svelata.


 

Al momento il mago si trovava sulla piramide che controllava il tempo atmosferico di Camelot, oltre che le Ley Lines e il portale dimensionale sovramenzionato, sperando di riaprirlo. Le sue mani si ricoprirono di una potente energia verde che posò sulla pietra, infondendone il potere in ogni anfratto, circuito e cristallo, ma dopo diversi minuti di lavoro la sentì dissipare senza alcun cambiamento nell'attuale situazione.


 

Merlino imprecò e stufo di continuare con un lavoro che non dava frutti, scese dalla piramide per rintanarsi in un piccolo vicolo, dove qualcuno lo stava già aspettando.


 

“ I tuoi uomini sono stati un'immensa delusione. Morti a tanto così dall'uccidere un Tecnomago attempato e un cactus che parla. Con Percival a proteggerlo non ci saranno più occasioni.”, disse il mago alla robusta figura davanti a lui, che si rivelò essere un Sunaji pesantemente corazzato, la cui maschera ricordava una testa di polpo.


 

“ Erano due dei nostri migliori membri e hanno fatto il loro meglio. Non ci aspettavamo che il ministro e la sua amica fossero così potenti e abili.”, si giustificò l'assassino, che non ammettava che i suoi compagni caduti fossero insultati da quella che riteneva uno sputo di intelligenza aliena, il cui averli contattati mostrava la disperazione in cui si trovava.


 

“ Che scuse patetiche, vi avevo fornito tutto ciò che sapevo su di loro assieme a un supporto per riprendervi Atlantide per quando i tempi sarebbero stati maturi. E cosa mi ritrovo invece della testa di Arthur Weasley? Ah,giusto, niente!”, esclamò Merlino, espandendo la sua potentissima aura magica fino ad avvolgere l'intero quartiere. In genere i suoi millenni di esperienza e studi lo rendevano ben più calmo in queste situazioni, praticamente gelido.

Ma l'incapacità di connettersi alla sua vera forma lo lasciava sempre più in contatto con le emozioni umane cui cercava in genere di stare lontano e la cosa lo rendeva ancora più irritabile di quanto già non fosse.


 

“ Vedremo di rimediare, i Sunaji non deludono mai.”, ribadì comunque il guerriero tatuato stringendo i pugni. Per ottemperare al sommo dovere della sua specie aveva deciso di allearsi con quella mostruosa creatura, di cui ora vedeva un'ombra della sua vera forma, simile a un'informa massa di pura energia, seppur ancora occultata dalle barriere tra le dimensioni.


 

“ Lo spero per voi. Altre novità nel frattempo?”, domandò dunque Merlino, che sperava in migliori notizie. Il Sunaji si fece nuovamente più titubante, e sotto l'elmo morse la propria lingua ripensando alla paura provata nel ricevere la notizia che stava per comunicare.


 

Se Merlino stava lentamente diventando l'ombra di quello che era un paio di anni fa, pur restando comunque un nemico estremamente pericoloso per praticamente chiunque, altri non soffrivano della sua stessa dipendenza dalle Ley Line e si mostravano in tutta la loro potenza e crudeltà.


 

“ Sì, a dire il vero. Uno dei nostri uomini in America ha ricevuto un messaggio per lei dopo che la sua squadra è stata totalmente massacrata.”, riferì l'assassino inarcando le braccia.


 

Merlino incarcò un sopracciglio a quella rivelazione. Non aveva molti contatti in America, e la maggior parte lo conoscevano comunque come il saggio consigliere di Ar'tuu, alcuni erano anche idealisti sempliciotti che non avrebbero mai potuto incontrare la setta se non come nemici. Chi poteva averlo contattato tramite i Sunaji? Soprattutto dopo averne sterminato un plotone, cosa che avrebbe richiesto per lo meno un drago molto antico e potente.


 

“ Di chi si tratta?”, domandò tanto curioso quanto preoccupato. Il suo collaboratore sospirò e si guardò intorno, come se si aspettasse che l'oggetto della loro discussione saltasse fuori dalle tenebre. Sarebbe stato il massimo della vergogna per chi, come lui, si era addestrato fin da bambino a usare le tenebre a suo vantaggio.


 

“ Una necromante... o almeno usava magia necromantica, ma ha dimostrato una grande abilità anche con le armi. Ha detto di chiamarsi Vrena, un nome con cui credo siamo entrambi tristemente familiari. Forse si tratta di Lei.”, disse infine e Merlino quasi perse un polmone. Conosceva fin troppo bene quel nome, per lui e per molti altri significava grossi guai.


 

“ Ha detto anche cosa vuole da noi? Generalmente ci lasciamo in pace a vicenda.”, chiese cercando di mantenere un tono calmo, dannando ancora qualsiasi cosa avesse annullato la sua presa sulle Ley Line.


 

“ Un'alleanza temporanea per sbarazzarvi dei vostri nemici. Ha riferito che si farà trovare tra Stormspire e la Vera federazione per dettare i termini.”, riferì il Sunaji, avvertendo il potere del suo temporaneo datore di lavoro ribollire sotto l'apparente calma.


 

Temette per un attimo che sarebbe esploso, ma invece l'avatar di Zazshan si sedette su una panchina, cercando di riflettere a mente fredda. Se avesse accettato l'alleanza con quella donna, era probabile che si sarebbe dovuto rivelare e avrebbe perso quanto costruito dalla fine dei secoli bui. D'altro canto, se Percival e Arthur, o chi per loro, già stessero pianificando di buttarlo giù dal suo scranno, sicuramente prima o poi sarebbero riuscito a farlo scoprire.


 

E sarebbe potuto succedere proprio in quel periodo che Ar'tuu era troppo lontano per aiutarlo in qualsiasi modo. Sebbene ciò significasse anche che poteva sbarazzarsi dei cospiratori senza dovergli rendere conto e poi creare una storia plausibile.


 

“ E' probabile che ce ne pentiremo entrambi, ma dille che accetto. Non mi lascia altra scelta d'altronde, com'è tipico di Nixla.”, sospirò il mago, che ricevuto il congedo del Sunaji tornò sulla piramide sperando di fare qualche progresso. Qualunque fosse la verità sugli eventi che lo stavano ostacolando, quella era probabilmente la fase decisiva del suo piano di conquista globale, e non poteva permettersi errori .


 

*****

A casa Weasley si stava festeggiando il ritorno a casa di Ginny, Harry e compagni. Pur non avendo potuto distruggere l'ultimo horcrux, il ritorno a casa di degni guerrieri e amici senza perdite era sempre un momento da festeggiare. Tanto più che il gruppetto aveva portato notizie dei loro cari rimasti nel loro mondo nativo.


 

L'abitazione nel mezzo di New Hogsmeade era stata un po' ingrandita grazie al nuovo stipendio di Arthur, che l'aveva arricchita con qualcuna delle sue diavolerie, ma restava comunque un'edificio alquanto modesto, fatto più per accogliere i suoi abitanti e i loro amici che per fare inutilmente impressione sul vicinato.


 

Molly era intenta a cucinare con l'aiuto di Ginny e Luna. La maggior parte degli altri adulti discuteva in salotto, con Percy che si godeva in particolare una serata senza documenti trascinati fino a casa. Sirius e Harry stavano facendo pratica di scherma in un piccolo cortile addetto agli allenamenti, aggiunto da Arthur grazie ai suoi nuovi guadagni. Bill invece stava diventando matto a rincorrere Fred e George, che gli avevano rubato una lettera che aspettava da parecchio.


“ Quando vi acchiappo...!”, esclamò il figlio maggiore della casa, arrivando tanto così dal colletto di Fred, che si limitò a passare la lettera al gemello.


 

“ Vuoi dire, SE ci acchiappi!”, scherzò questi ricominciando a correre, seguito dai ringhi di Bill, che cominciò ad avvolgersi di lievi scintille arancioni.

Purtroppo per lui, i genitori avevano vietato l'uso di abilità magiche o psichiche in casa se non per le faccende domestiche, e i gemelli ne stavano approfittando nei limiti loro concessi.


 

Fortunatamente c'erano anche altri modi per fermarli. Una coppia di bolas volò accompagnata da un fischio fino ai polsi di George, che cadde a terra mentre un lazo intrappolava il gemello facendolo strisciare sul pavimento. A tenere l'altra estremità c'era Ross. Se fosse stata umana il suo viso avrebbe probabilmente ritratto un'espressione incredibilmente tronfia.


 

“ Come si dice?”, disse la donna cactus tirando a sé il nipote onorario per prendergli la lettera e darla a Bill, particolarmente grato


 

“ Scusa, Bill.”, dissero all'unisono i due gemelli, rialzandosi dolorante.


 

“ Grazie, zia Ross.”, disse soddisfatto il maggiore dei fratelli Weasley, che aprì la lettera per leggerla soddisfatto.


 

“ Chi è, quella ragazza francese venuta per la battaglia di Stonhenge? Com'era... ah, sì, Fleur.”, domandò Molly, entrando con una pentola piena di haggis. Si riferiva a una ragazza dotata di grandi abilità psioniche, con cui il figlio maggiore aveva legato quando questa venne dalla Francia per aiutare.


 

“ Proprio lei. La sua famiglia non se la sta cavando molto bene tra un'incursione dei demoni, ma tengono duro.”, disse il giovane piromante, stringendo la lettera al petto.


 

“ Se è riuscita a far esplodere un campo di Gargoyle quasi da sola, riuscirà anche a sopravvivere fino al nostro arrivo. Mandale i miei migliori auguri.”, disse la donna mettendo il cibo in tavola mentre anche Harry entrava. Si vedeva già quand'era affamato, ma anche quand'era ancora stizzito per non aver trovato il diario e si era sfogato a dovere nel suo duello col padrino.


 

“ Su, Harry, incurva un po' quel broncio o qualcuno penserà che i Dissennatori siano tornati in qualche modo.”, scherzò Luna passandogli accanto coi contorni. In tutta risposta il giovane mago guerriero incurvò ancor di più la bocca, prima di rilassarla in un sorriso.


 

“ Giusta osservazione, Luna. La vita è troppo breve per mettere il musone.”, disse più rilassato mettendosi a tavola e venendo raggiunto dagli altri ospiti. Dopo una breve preghiera di Ginny per chiedere la protezione degli dei su di loro e gli amici lontani, il gruppo si mise a mangiare allegramente.


 

Tra un boccone e l'altro c'era spazio per i chiacchiericci di ogni genere, dalle faccende amorose di New Hogsmeade, ai progetti del ministero, le nuove promesse dell'esercito e anche le novità portate da Harry e compagni su coloro che erano rimasti nel loro mondo natio.


 

“ Mhh, delizioso.”, commentò alla fine sir Silvermane alla fine facendo colare nelle sue mandibole un'abbondante porzione di pudding. Percival, sebbene più contenuto nelle sue maniere, mostrava lo stesso apprezzamento a giudicare l'espressione sul suo volto circondato dalla chioma bionda.


 

“ Amore, ti sei superata.”, disse un soddisfatto Arthur lasciando andare il cucchiaio nel proprio piatto.


 

“ Grazie. Per quando Ron e sua maestà torneranno ho in mente qualcosa di ancora meglio. Anche se per allora mi farò aiutare dallo staff del palazzo reale o sarebbe troppo anche per me.”, scherzò Molly causando una comune risata. Il marito le sorrise ancora, passando lo sguardo su tutti i loro ospiti, che ripresero la discussione.


 

Era per quello che aveva attraversato tutta l'America rischiando l'osso del collo a ogni passo. Non per la gloria o il denaro, ma per passare serate come quella con i suoi cari e un giorno dare loro quanto avrebbe lasciato. E doveva ringraziare anche i suoi amati compagni per avergli permesso di vedere i suoi figli finalmente cresciuti assieme al sorriso di Molly. Il debito che aveva verso Ross, Koromi, Zhen Hi e Arama non si sarebbe mai esaurito.


 

“ Dunque, Arthur, chi pensi manderai a Diagon Alley?”, domandò curioso Sirius, scuotendo l'amico dai suoi pensieri. Il Tecnomago guardò un po' l'altro per riprendere il filo del discorso e poi si schiarò la voce, rivolgendosi ai gemelli.


 

“ Fred, George. Vi andrebbe di tornare nel nostro vecchio mondo per assolvere questo compito? Di voi si fiderebbero e avete mostrato ampia abilità.”, propose loro il padre, che a dire il vero cercava una scusa per mandare lontano almeno due dei ragazzi se quello fosse stato il momento in cui avrebbero agito contro Merlino.


 

“ Insegnare come costruire armi e armature Mega- danno? Perchè no, sarà un'esperienza nuova.”, scherzò Fred.


 

“ Specie se le studentesse ci mostreranno la loro graditudine.”, aggiunse più che concorde il gemello, dandogli il cinque. Molly sospirò e si posò una mano sulla fronte, chiedendosi cosa avesse fatto di sbagliato con quei due. Ma forse non c'era proprio niente di sbagliato e il loro era il modo giusto per affrontare la Terra dei Rifts.


 

“ Ormai è quasi ora di dormire, ma prima che ve ne andiate vorrei fare un bel brindisi al nostro amato sovrano, alla sicurezza dei nostri cari e alla buona riuscita della missione di cui si è fatto carico.”, disse dunque Sirius riempiendosi il boccale di burrobirra, imitato rapidamente dai commensali, che inneggiarono in coro al loro re e a coloro che lo accompagnavano nel suo viaggio.

*****

La Terra dei Rifts è piena di praticamente qualsiasi creatura gli scrittori umani si siano mai immaginati. Quindi non è una grande sorpresa che anche gli zombie siano presenti in una misura non indifferente, come un folto gruppo che aveva appena attaccato un piccolo villaggio nell'Ohio, i cui abitanti erano intenti in una strenua resistenza contro le decine di zombie che camminavano come ubriachi con gli occhi spiritati.


 

“ Forza, sono quasi finiti!”, esclamò il capo dell'ultimo gruppo di difesa che teneva i non morti fuori dalle loro case. Jack Rener era il tipico Cacciatore di teste, un cyborg provato dalla vita nella Terra dei Rifts e con un gusto della battaglia che aveva però messo da parte per occuparsi di moglie e figli, riesumendolo solo in caso di attacchi come quello.


 

Lui e i compagni avevano sparato per l'intera giornata, riparati dalle loro trincee di mobili e veicoli, contro l'orda di cadaveri ambulanti e affamati che venivano verso di loro.


 

Ogni laser o proiettile Mega- danno polverizzava un occhio o un'arto, lasciando uno zombie a muoversi strisciando quando ancora poteva farlo, finendo talvolta in una mina. Ma nonostante i caduti, l'orda non cessava di avanzare e i pochi difensori vedevano sempre più vicini i loro denti marci.


 

“ Papà, ho finito le munizioni!”, disse Ben, figlio del cyborg , quando il suo fucile fece cilecca. Jack imprecò e lo prese per le spalle.


 

“ Ragazzo, vai da tua madre e tua sorella. Dovete scappare subito, più lontano che potete.”, urlò al ragazzo, le proteste di questi sovrastate dal rumore delle armi e i lamenti dei non morti prima di sparare loro un missile dal suo braccio bionico.


 

Sembrava che dopo tanti anni a sopravvivere nel nord America sarebbe finalmente arrivata la loro fine. Eppure in loro soccorso giunse un'ultimo amaro sentore di speranza. Una piccola luce dal cielo divenne sempre più grande prima di atterrare in mezzo all'esercito di non morti, cominciando a calpestarli o tranciarli con grande velocità con un'enorme vibro lama avvolta da un'aura verde.


 

Questa crebbe colpo dopo colpo, fino ad illuminare l'intera zona, mostrando una robusta unità Samas simile a un samurai. Il guerriero d'acciaio si muoveva con incredibile destrezza e abilità, la lega che lo componeva riflettente la misteriosa luce contro cui gli zombie, non importa quanto fossero numerosi, sembravano poco più che frutta marcia.


 

Dopo pochi minuti di minuzioso massacro durante il quale ogni singolo non morto si ritrovò in frattaglie sparpagliate per terra, l'armatura potenziata si diresse dagli sfiniti difensori e aprì il proprio abitacolo. Al suo interno si trovava una donna dai lineamenti asiatici e vestita con una corazza da samurai in stile high- tech, che saltò a terra per poi porsi davanti a Jack. Dal modo in cui si muoveva, l'uomo intuì che anche la loro salvatrice era un cyborg di qualche tipo e a giudicare dalla qualità della sua armatura, finemente decorata e molto più avanzata di quanto gli abitanti del piccolo villaggio avessero mai visto in vita loro, doveva essere una combattente d'alto rango.


 

“ Mi chiamo Koromi Masa. Mi complimento per la vostra resistenza contro quelle creature, siete stati molto coraggiosi. State tutti bene?”, domandò la donna mentre tutti riprendevano fiato. Quel nome fece poi rizzare i capelli di alcuni dei presenti, che ne avevano sentito parlare non poco negli ultimi anni.


 

“ S- sì, stiamo bene. Hai detto Koromi? Del team Morrigan?”, chiese di rimando Jack, che come molti dei suoi concittadini aveva sentito parlare non poco di quel gruppo quasi leggendario che aveva attraversato l'intero continente, combattendo demoni e tiranni ovunque andassero.


 

“ Proprio io. Lieta non vi siate dimenticati di me e dei miei compagni.”, rispose la spadaccina, soddisfatta della propria fama. In quel momento uno zombie che riusciva ancora a muoversi si attaccò con un lamento alla sua gamba. Infastidita, Koromi gli piazzò il tallone sul collo e prendendo una pistola gli fece saltare la testa.


 

“ Vi credevamo morti ormai. Nessuno vi ha più visto in questo continente.”, commentò un altro degli abitanti, facendosi prudentemente avanti. Koromi ridacchiò portandosi la mano metallica alla fronte.


 

“ No, siamo tutti vivi e in salute per quanto ne so. Ci siamo solo diretti in Inghilterra per aiutare Camelot nella lotta contro i Gargoyle, poi abbiamo avuto affari da sbrigari a casa. Vi racconterò di più nel viaggio verso Psyscape. E' l'unico luogo sicuro da quelle cose.”, disse tornando a un tono più serio. Il nome appena pronunciato però confuse non poco alcuni degli abitanti del villaggio.


 

“ Psyscape? Ma è una leggenda di Psi- Stalker ubriachi!”, si lamentò Ben, cui alcuni compagni fecero eco.


“ Lo erano anche gli zombie, i maghi e i draghi secoli fa, eppure eccoli qui- ribadì la samurai, incrociando le braccia bioniche- il vostro non è l'unico villaggio ad aver dovuto sopportare un attacco di questo genere. Ne ho trovati alcuni rasi al suolo e coi sopravvissuti ho organizzato una piccola carovana diretta in una valle non troppo lontana da qui. E' là che si trova la città astrale di Psyscape. Se ci arriviamo, dovreste essere in salvo... almeno assumendo che i seguaci di Nixla non ci trovino.”.

                                                                                                  *****

Salve a tutti, spero come sempre che il capitolo sia di vostro gradimento, perchè io non sono particolarmente sicuro. In particolare sulla resa di Merlino, che dovrebbe essere una sorta di Nyalothep( uno dei principali villain dell'universo di Lovecraft) e invece risulta un vecchio stizzito. Vedrò di rimediare quando incontrerà Vrena. A presto, qualsiasi suggerimento è bene accetto.

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Capitolo 4
*** La triste signora ***


La Russia si era già dimostrato un avversario ostico per il gruppo comandato da Ar'tuu. Mostri e banditi erano a ogni angolo, e il clima non cessava di coglierli impreparati. Oltre ai quattro umani, c'erano altri due D-Bee a completare il gruppo, provenienti da Lazlo.


 

Shay era una tecno-fata, una piccola creatura simile a uno gnomo con grandi abilità tecnomagiche. Così come quasi tutti i suoi simili, passava la maggior parte del tempo all'interno di un droide volante armato coi migliori meccanismi sensoriali e difensivi. Era una grandissima fan di Arthur e aveva deciso di accompagnarne il figlio per impressionarlo, ma le sue abilità erano già state messe alla prova con successo da Ar'tuu.


 

Ner'he era invece un Blucies, membro di una poderosa e nobile razza di rettili umanoidi dalle scaglie blu, che facevano delle lande gelate il loro ambiente naturale. Lo stoico Guerriero totemico, già in passato un collaboratore dei Tundra Rangers, aveva ricevuto da Zhen Hi l'addestramento per risvegliare il proprio chi, e nelle lotte contro i Gargoyle aveva dunque imparato a mescolare con grande precisione le sue nuove abilità marziali con le benedizioni che gli spiriti gli avevano concesso.


 

Le lande del nord- est europeo erano luoghi molto pericolosi e le abilità di tutti i membri del gruppo erano state fondamentali. Tra streghe, banditi e demoni, il gruppo guidato da Ar'tuu si stava facendo verso Sovietski sperando che i suoi leader avrebbero ascoltato la loro richiesta di aiuto. Al momento erano in Polonia, una delle lande più devastate dal primo cataclisma prima che la razza umana e altri D-Bee tornarono ad abitarla.


 

Purtroppo il successore ' ufficiale' dell'ormai distrutto stato russo non era l'unico potere politico a controllare la zona. Polonia, Romania, Bulgharia e gli altri stati dell'est Europa erano stati spartiti da diversi signori della guerra. Sebbene alcuni agissero per lo più nell'interesse della loro gente e seguivano un codice d'onore, talvolta non troppo diverso da quello dei cavalieri di Camelot, altri erano non meno sanguinari degli invasori dimensionali che tanto odiavano e si erano macchiati degli stessi crimini un tempo perpretati da Stalin durante il periodo comunista.


 

Ar'tuu era però consapevole che presentarsi a Sovietski con l'alleanza di almeno due di quei tecnologici feudatari sarebbe potuta essere una chiave vincente per ottenere il supporto della città stato russa. Aveva dunque chiesto a Krum chi fosse il capoguerra più ragionevole e caricatevole col proprio popolo.


 

Dalle labbra del giovane Sterminatore era uscito il nome di Sonya Romanov. Colta e generosa, la vociferata discendente degli antichi zar aveva creato un campo in cui quasi si respirava l'atmosfera quotidiana del tempo prima dei Rifts. Il fatto che fosse a sua volta alleata con altri due influenti capoguerra e che lo stesso governo di Sovietski la rispettasse era un bonus non da poco. Restavano dunque le difficoltà di raggiungerla e presentarsi a lei, cose che il gruppo stava discutendo nel caldo salotto di Morrigan( il cui interno era stato allargato magicamente per fornire spazio a tutti) dopo che una tormenta l'aveva obbligato a una pausa forzata.


 

“ Se vogliamo raggiungere lady Romanov dovremmo passare attraverso territori a noi ostili, infestati da maghi oscuri e le forze di altri capoguerra. Dobbiamo preoccuparci soprattutto di Orlof e Solokov. Quelli ammazzano come respirano.”, spiegò Krum, seduto davanti al tavolo dove tenevano le loro mappe, su cui Ron aveva messo vari segnalini e statuette a indicare le fazioni in gioco.


 

“ Sire, non credete che potrebbero già sapere della nostra presenza? Abbiamo riscosso un certo fragore durante le nostre ultime tappe. E alcuni avventurieri non molto altruisti sarebbero potuti correre da Orloff o altri come lui per avvertirli del nostro arrivo.”, suggerì Ner'He, le cui squame mandavano piccoli bagliori bluastri grazie alla luce delle lampade. Non molto distante da lui riposava un'armatura tecnomagica creata da Shey, decorata con immagini di draghi e mammuth e volta ad aiutarlo a canalizzare con la massima efficienza il suo chi.


 

“ Mi trovo a concordare con Ner'He. Già solo il vostro duello al colosseo ha sparso voci di questa spedizione per mezza Europa- notò Ron. Durante la loro permanenza in Italia, infatti, Ar'tuu e il loro amico Blucie si erano iscritti ai duelli nel colosseo in modo da impressionare l'imperatore e renderlo più ben disposto nei loro confronti, cosa che aveva funzionato sia col suddetto che con gli spettatori- alcuni dei più grandi detrattori di magia o D- Bees probabilmente vorranno ostacolarci dal raggiungere Sovietski.”.


 

“ Non hai torto, Ron. La zona in cui ci troviamo fa tra le più colpite nei secoli bui. Ma la mia gente non manca comunque di riconoscere il valore quando lo vede, e hanno dimostrato grande graditudine verso gli incantatori che li aiutano. Avremo molti altri nemici sulla nostra strada, ma ancora più alleati. Bisogna solo trovare la giusta stada”, ribattè Viktor con tono ottimista.


 

“ E abbiamo già aiutato molti villaggi lungo il cammino. La prudenza comunque non è mai troppa.”, aggiunse dunque Hermione.


 

“ Come sempre, amici miei, dimostrate saggezza e buon senso nelle vostre decisioni. Comprendo la paura della gente di queste terre, anch'io avrei probabilmente temuto certe creature e abilità in altre circostanze. Ma riusciremo a dimostrare loro che i tempi sono cambiati e che desideriamo solo amicizia e collaborazione. Cercheremo di incontrare dunque il capoguerra Kolodendo, e sperare ci organizzi un incontro con lady Romanov in tempi per noi ragionevoli.”, disse fermo Ar'tuu, guadagnando un cenno di assenso dai suoi compagni. Prima di poter proporre però un piano d'azione a sua volta, si aprì una ventola nel soffitto, da cui entrarono alcuni soffi di neve e un piccolo robot simile a un draghetto meccanico, che i presenti riconobbero come l'abitacolo di Shay.


 

“ Vostra maestà, qualcosa si sta avvicinando. Ho visto grandi ombre attraverso la nebbia, e i miei sensori ricevono le sorgenti d'energia di varie armi.”, dissero gli altoparlanti del robot pilotabile con la voce stridula del folletto.


 

“ Spegnete tutto e prendete le armi, devono credere che il veicolo sia abbandonato.”, ordinò rapidamente Ar'tuu. I suoi compagni annuirono e si misero l'uno accanto all'altro.


 

“ Sappiamo che siete lì, abbiamo dei rilevatori per il calore corporeo! Uscite o apriamo il fuoco e bucherellemo il vostro bel camioncino.”, disse una delle voci dall'esterno. Ron e Shey si dettero degli idioti per aver disattivato anche i dispositivi di occultamento. Sebbene restii, i sei viaggiatori aprirono il portellone di Morrigan e si trovarono davanti un piccolo gruppo di Borg e guerrieri ben armati in sella a delle motoslitte.


 

Avevano tutti un'aria molto arcigna, cicatrici a ricoprire le parti che non erano ancora sostituite da innesti meccanici, e le armi in pugno, chiaramente pronte a essere scaricati delle loro munizioni. I Cyborg erano invece completamente diversi dai sofisticati guerrieri ricostruiti nella Coalizione o in Germania.


 

Ancora più grossi delle loro sovramenzionate controparti, i Borg che Ar'tuu stava osservando portavano poderosi artigli al posto delle mani, con sistemi missilistici o laser bene in vista, i volti metallici atti a ritrarre smorfie feroci.


 

Non c'erano dubbi su chi li avesse mandati, le insegne sulle motoslitte appartenevano ad Orloff ed al suo degno compare Solokov. Per di più solo loro utilizzavano unità cyborg tanto rozze e intimidatorie.


 

“ Io sono Ar'tuu di Camelot. Chiunque voi siate, vi giuro che io e i miei accompagnatori non abbiamo intenzioni bellicose nei vostri confronti o in quelli della madre Russia. Chiediamo semplicemente di proseguire il nostro viaggio in pace.”, disse austero il sovrano, augurandosi il loro aspetto tradisse intenzioni pacifiche e che fossero lì unicamente per parlare.


 

“ Sappiamo chi siete, vostra grazia. E il nostro signore, il capoguerra Orloff, vi vuole il prima possibile fuori dai suoi territori. Non c'è niente qui per voi.”, disse il più grosso membro del gruppo, un Borg dall'aspetto quasi demoniaco, con spuntoni sulle spalle, minacciose corna e artigli affilati.


 

“ Non siamo ancora nei domini di Orloff. Il vostro signore non ha potere in Polonia e dunque non avete diritto di fermarci.”, notò Hermione, avvicinandosi con cautela al re, pronta se necessario a sparare un incantesimo. Un laser le sfiorò di poco l'orecchio, impattando sulla carrozzeria di Morrigan.


 

“ Non parliamo con i lecchini, solo col re. E gli ordiniamo ancora una volta di andaresene dal nostro territorio. Che se non fosse chiaro è tutta la Russia. Semplicemente gli altri capoguerra e Sovietski non capiscono chi è il vero capo.”, ringhiò il Borg cornuto.


 

“ E noi infatti siamo qui per aiutare la Russia. A lungo il vostro popolo ha sofferto. Noi siamo qui sia per chiedere aiuto che per offrirvene, liberandovi finalmente dai demoni che tanto a lungo hanno infestato le terre dei vostri avi. Se il capoguerra Orloff desidera adempiere a questa missione, io sarò il primo a porgergli una mano amica.”, gli rispose dunque Ar'tuu con la voce più disponibile che poteva produrre, stringendo i pugni e facendosi avanti mentre il vento faceva danzare il suo mantello.


 

“ Ma lui non vi vuole. E' più che capace di liberare da solo tutta la Russia, che a quel punto sarà nostra senza che nessuna possa contestarci il diritto! Andatevene... o perite! ”, rise dunque il mostro metallico, rapidamente imitato dai compagni, cui la spedizione inglese rispose con smorfie disgustate.


 

“ Sire, temo che non ci sia modo di parlare con questi tagliagole.”, intervenne Krum, avvicinandosi al re con due daghe runiche in mano.


 

“ Temo che tu abbia ragione, mio giovane amico. COMBATTETE!”, gridò nuovamente il Guerriero psionico, evocando la lama energetica di Caliber-x e gettandosi all'attacco. La spada d'energia mentale si abbattè sulla pelle metallica del Borg lasciando una riga incandescente. Il russo non sembrò mostrare segni di dolore e mosse rapido gli arti metallici contro il re, che riuscì ad abbassarsi per tempo prima di lanciarsi in rapidi affondi nel tentativo di arrivare ai suoi organi artificiali mentre attorno a loro il resto della battaglia si evolveva in un mescolarsi di incantesimi e proiettili Mega- danno.


 

Shey pilotava a velocità massima il suo draghetto, occupandosi del più dei cavalieri con scariche d'energia e palle di fuoco ben mirate, create da Viktor, che si muoveva perfettamente a suo agio nella neve.


 

Hermione era quasi immobile, lasciando fare tutto il lavoro alle proprie magie. A ogni movimento o parola, fulmini d'incredibile potere bruciavano l'esoscheletro di un borg o movimenti cinetici staccavano loro un braccio.


 

Ron ed Ner'he combattevano fianco a fianco, mescolando spari mirati ai punti vitali o spazzate con la mazza avvolta di chi. Il guerriero squamato si scontrò più volte con un Borg simile a una mantide, che cercava di muoversi con tutta l'agilità che aveva per schivare l'arma ricolma di forza spirituale.


 

Fortunatamente il bandito russo ignorava e sottovalutava le effettive abilità del chi e prima che potesse contrattaccare, dall'arma si levò una potente ondata d'energia che frantumò la sua corazza per poi spaccarlo in due con un forte boato. La testa elettronica dell'essere cadde a terra, spegnendosi lentamente con la morte del cervello al suo interno e il Blucie corse, coperto da Ron, ad aiutare Ar'tuu, che si stava riparando dai pugni del suo avversario sotto uno scudo di energia psichica.


 

Il mostruoso robot colpiva come una furia, abbattendosi sulla barriera del giovane guerriero con l'intento di ridurlo in poltiglia. Il volto di Ar'tuu cominciò a sudare nonostante il freddo per la forza che continuava a canalizzare in quella barriera cianotica, aspettando il momento buono per contrattaccare. Notando Ner'he avvicinarsi, fece sparire il suo scudo psionico e canalizzò nella mano una potente spinta cinetica.


 

L'onda d'urto spinse il Borg dritto davanti al guerriero, che ancora una voltà canalizzò le sue energie nella propria arma e ridusse il robot in frantumi.


 

L'ultimo bandito rimasto, shockato da quella tempesta di rottami, provò a scappare, ma Hermione lesta gli tolse il veicolo da sotto le gambe con un colpo di telecinesi e un laser sparato da Shey pose rapida fine alla sua vita e alla battaglia.


 

“ Quindi Orloff sa davvero di noi. E ha mandato scagnozzi di poco conto per testarci.”, commentò Ron , chinandosi sulla neve con un po' di fiatone. I suoi compagni, sebbene non troppo feriti, avevano simili espressioni preoccupate.


 

Ar'tuu guardò il cielo, ora nuovamente terso, con sguardo cupo. Non era certo nuovo alle intemperie che la vita gli lanciava contro, di qualsiasi natura fossero. Nella maggior parte di esse aveva avuto Merlino o Ginevra al suo fianco.


 

Questa era la prima occasione in cui era davvero lontano dal suo amato mentore e dalla futura sposa, ma non era solo. Alcuni dei migliori combattenti che conoscesse lo stavano accompagnando e la loro fedeltà sarebbe stata più utile e letale di qualsiasi arma, inclusa quella che gli aveva garantito la corona.


 

“ Altro motivo per accelerare il passo, giovane Weasley. Dobbiamo essere prudenti, e sperare che questo sia il nostro ultimo scontro. Ma comportarci come se altri mille ci aspettino.”.


 

*****


 


 

Psyscape, Ohio

 

La città di Psyscape era probabilmente una delle visioni più belle in quella terra disastrata che era il nord America. Nascosta in un'ampia valle e ancorata a una Ley Line che ospitava a sua volta una gentile entità di pura energia, i guerrieri che l'abitavano avevano combattuto per la loro casa fin dai secoli bui.

 

Sembrava una versione in miniatura e per certi versi più elegante di Lazlo, con bellissimi edifici avvolti da archi di energia e molti più zone naturali, tra cui un'intera riserva naturale per diverse specie, in cui maghi e creature d'ogni genere volavano spensierati e liberi dai pericoli provenienti dall'esterno.

 

Era ormai sera, e il dr. Gus si apprestava a chiudere la clinica che gestiva assieme alla moglie. Come gli altri membri della sua razza, i D'Norr, l'uomo assomigliava a un classico demone alto e snello con la pelle a scaglie rosse, coperta da un camice da scienziato, e una testa ornuta abbastanza prominente, sebbene non avesse parentele di sorta con le razze infernali. Era giunto a Psyscape dopo la distruzione di Tolkeen e aveva aperto la clinica soprattutto per finanziare i suoi studi sulla magia, facendosi nel frattempo una bella famigliola per cui avrebbe dato la vita se necessario.

 

“ Ehi, Gus, prima di tornare a casa hai un po' di tempo per parlare con me? Ho fatto molta strada, ma ho ancora abbastanza energia per due chiacchiere prima di buttarmi a letto.“, domandò una voce femminile alle spalle del mago, che voltandosi vide una familiare figura corazzata, con un volto dai tratti asiatici intento a sorridergli.

 

“ Koromi... Ma certo che ho tempo per una vecchia amica. Vieni, al bar qui di fronte hanno ottenuto non so come un whisky che Prosek se lo sogna. ”, disse felice il mago, andando ad abbracciare la sua vecchia conoscenza, che ricambiò con gioia la stretta. Si erano conosciuti circa sette anni prima, quando la squadra Morrigan aveva trovato casualmente la strada per Psyscape, dove aveva passato qualche mese aiutando gli abitanti del luogo contro una folta orda di demoni che si era aggiunta ai loro soliti nemici. Non di rado il D'Norr aveva iniziato lunghe conversazione coi coraggiosi avventurieri, chiedendo loro notizie dal mondo esterno e ricambiando con qualsiasi succoso mistero si fosse imbattuto nei propri studi.

 

I due amici si sedettero dunque al tavolo di un vicino pub, ricordando l'ultima visita del team Morrigan in quel regno mistico e raccontandosi le rispettive vicende. Incluse le brutte notizie ovviamente, che pur non superando in numero quelle più allegre, tendevano a pesare molto di più.

 

“ La guerra in Inghilterra è stata terribile, ma trovo che quanto stia succedendo nei vostri territori sia ben più inquietante. Mai visti tanti non morti in tutta la mia vita, e non cessano di aumentare. Sono riuscita a portare qui i profughi solo grazie all'aiuto di quattro tartarughe ninja mutanti. Dei veri gentiluomini a parte la loro fissa per la pizza.”, disse la samurai prendendosi un altro bicchiere, ripensando ai vari scontri da cui aveva sperato di allontanare i poveri sfollati e il lungo vallo verso quella meravigliosa valle dove speravano sarebbero stati al sicuro. Genus annuì concorde.

 

“ Temo che la guerra di Psyscape invece, mia cara amica, sia ormai quasi giunta al termine, e non necessariamente a nostro favore. D' altronde è prevedibile considerando quanto abbiamo scoperto di recente sui nostri nemici .”, disse lo studioso, allarmando non poco la sua interlocutrice.

 

” A che ti riferisci? “, domandò Koromi e l' espressione del D'Norr si fece estremamente preoccupata, al punto che le sue scaglie sembrarono perdere colore mentre si riempiva il bicchiere. Prese dunque un barattolino di pepe, uno di sale e un contenitore di fazzoletti.

 

“ Come già sai, la città di Psyscape- disse indicando l'ultimo dei tre oggetti- combatte fin dai secoli bui contro Nixla, un' intelligenza aliena legata alla morte e al controllo delle anime. Per emergere in questa dimensione crea vari Mietitori d'anime e zombi- indicò rispettivamente il pepe e il sale- che le garantirebbero il passaggio una volta raggiunto un certo numero. I nostri guerrieri sono più volte arrivati a distruggere quasi tutti i suoi accoliti credendo di aver vinto, ma poi spuntava un nuovo gruppo di zombi o Mietitori intento a cercare anime per la loro padrona. Di recente abbiamo scoperto perché non abbiamo mai raggiunto una vittoria definitiva. Nixla, anche se in minima parte, si è già manifestata nella nostra realtà già da tempo e sta proseguiendo i suoi piani.“.

 

 

Koromi sentì i suoi circuiti spegnersi per un breve attivo, le dita di metallo quasi lasciarono andare il suo bicchiere. La mente della samurai cercava di comprendere quanto aveva appena ascoltato, formulando decine di scenari, nessuno dei quali positivo per le genti di Psyscape, Camelot o qualsiasi altra nazione.

 

“ Ti prego, dimmi che stai scherzando. I Re Yama in cina sono già abbastanza per occupare i miei incubi dal giorno in cui scoprì del loro arrivo. E sebbene stiamo organizzando un esercito per scacciarli dalla terra che hanno occupato, non so se siamo pronti a combattere le forze di Nixla.”, disse con un tono di voce quasi infantile, come quando i genitori la mettevano in guardia dai folletti che prendevano i bambini cattivi.

 

“ Vorrei che fosse il caso, ma quasi tutti i miei colleghi concordano con me. Di recente, alcuni nostri esploratori dimensionali ci hanno portato un archivio di informazioni che sembrano essere state compilate dagli stessi Splugorth. Stando alle nostra traduzione di esse, per quanto approssimativa, ancor prima di scegliere i suoi Mietitori Nixla prende possesso del cadavere di una donna morta vicino a un Rift, possibilmente una Necromante. Questo... Avatar, dotato delle caratteristiche di un non morto e un Mietitore, guida la guerra dalle ombre, intervenendo solo se strettamente necessario come condottiera o istruendo altri Mietitori quando rimane l'ultimo frammento di Nixla su un pianeta. Per il resto del tempo viaggia cercando informazioni, artefatti utili e alleati .” , spiegò dunque il D'Norr con tono sconfitto.

 

“ Quindi è per questo che i vostri sforzi vengono vanificati, Nixla continua a restare lontano dalla vostra portata.”, osservò cupa Koromi. L'amico annuì e continuò la sua spiegazione dopo aver aggiunto un po' di sale al suo bicchiere.

 

”Già. Abbiamo ricevuto queste informazioni poco dopo la vostra partenza e da allora abbiamo cercato ogni possibile indizio o traccia. E tra le altre cose mi sono ricordato di una storia che tu stessa mi avevi raccontato... Di una potentissima non morta che ti spinse a diventare ciò che sei ora, inviandoti anche a seguirla in nord America dopo aver sterminato il tuo plotone .”.

 

Koromi rimase a bocca spalancata a quella rivelazione, e strinse le dita robotiche della sua mano destra ripensando al giorno in cui il suo orgoglio di soldato della Repubblica del Giappone era stato infranto assieme alle vite del suo plotone, spingendola a buttare via buona parte della sua carne per sostituirla con circuiti e armi incorporate, che sperava potessero rivaleggiare con gli incantesimi necromantici e le incredibili tecniche di spada adoperate dalla sua rivale.

 

“ Vrena... Pensi sia lei il fantoccio di Nixla?”, domandò la cyborg, sentendo le dita bioniche tremare.

 

“ E' quanto più si avvicini alla descrizione di quei testi, lo stesso nome viene indicato come uno dei suoi alias preferiti- sospirò Genus, pulendosi gli occhiali- e alcune delle nostre spie a Stormspire sembrano averla trovata pochi giorni fa. Era assieme a un ragazzo.”.

 

“ Un ragazzo?”, ripetè Koromi.

 

“ Sì, un ragazzo moro, molto pallido. Circa sedici anni stando a quanto ci hanno detto. Sono entranti in un negozio di incantesimi molto ben fornito senza più uscirne, anche se hanno sentito il quel ragazzo, probabilmente un nuovo Mietitore, esercitarsi con incantesimi di vario tipo mentre lei usciva.”.

 

“ Hanno scoperto come si chiama?”, domandò sospettosa la samurai, chiedendosi cosa ci facesse in quel covo di serpenti che era Stormspire. Nulla di buono nella migliore delle ipotesi, qualcosa di a dir poco catastrofico nella peggiore.

 

“ Sì, Tom Riddle, se non erro”, affermò il D-Bee prendendosi un altro sorso di alcool, mentre Koromi quasi sputò quanto aveva già bevuto. Conosceva il nome citato dall'amico, l'aveva sentito nominare da alcuni abitanti di New Hogsmeade che ne avevano affrontato il portatore prima del salto dimensionale.

 

Questi però aveva deciso di darsi un nuovo nome, che era stato mormorato per anni con paura. In quelle poche occasioni in cui qualcuno osava pronunciarlo: Voldemort.

 

“ Ma mannaggia ad Amaterasu, Tsukyomi, Buddha e chi altro capita. Gus, portami subito al consiglio della città- disse la donna alzandosi di tutta fretta e prendendo l'amico per il polso, non dandogli neanche il tempo di pagare- Devo avvertirli subito del pericolo e poi tornare subito in Inghilterra.”.

 

*****

 

 

Federazione della magia, città di Stormspire

 

“ Ah, mi ero quasi scordato che gusto avesse il cibo.”, disse con gusto Tom affondando le mani in una ciotola di gelatine tutti gusti +1 e infilandosene una buona manciata in bocca, ignorando la differenza per il momento tra lucido per scarpe e mela candita e limitando a muovere le mandibole per il semplice gusto di farlo. Il mago era tranquillamente seduto coi piedi sulla scrivania della sua ultima vittima mentre Vrena trafficava col computer della suddetta, cercando le informazioni che interessavano loro, la carne putrescente illuminata dallo schermo a colori.

 

I due non morti erano giunti quella stessa mattina a Stormspire, il principale centro di commercio magico del Nord America, in cerca di informazioni, artefatti e libri che sarebbero serviti a Voldemort per imparare quanti incantesimi possibile prima di tornare in Inghilterra.

 

La città era un tugurio dedito solo al guadagno, comandata dallo stregone lucertoloide K'Zaa, che faceva affari in egual misura con Ducson e nemici. Probabilmente solo i mercati di Atlantide fornivano una maggior scelta di armi runiche e altri abominevoli oggetti comprati dal migliore offerente. Gli occhi dell'ormai ex Oscuro signore si erano ritrovati quella mattina a osservare grandi palazzi tecnomagici dalla bizzarra architettura e D-Bee d'ogni genere intenti a vendere le loro mercanzie al primo poll... ahem, cliente interessato o altri ancora che venivano venduti come schiavi.

 

Quella visita gli fece ripensare al periodo in cui faceva il commesso per Magie Sinister, quando aveva trovato per mera fortuna il medaglione di Serpeverde, incautamente venduto da sua madre, e la coppa di Tassorosso. Ancora oggi pensava all'omicidio fatto per impossessarsene come uno dei più soddisfacenti, e questo aveva esacerbato ulteriormente la paura provata nel sapere che erano stati distrutti dal viaggio fino alla Terra dei Rifts.

 

Avrebbe voluto cominciare a creare nuovi Horcrux, una volta trovati oggetti di suo gusto, ma la sua nuova signora gli aveva detto di aspettare finchè non avesse rafforzato l'unico frammento d'anima rimasto nel diario da cui era stato rigenerato. Cosa che avrebbe fatto grazie al principale dono che la stessa gli aveva concesso, quello di assorbire le anime altrui. Aveva già fatto un tentativo con alcuni soldati della Coalizione in cui si erano imbattuti e la sensazione che aveva provato nel prendere per sé i loro spiriti era stata qualcosa di indescrivibile. Non vedeva l'ora di provarlo con i suoi nemici.

 

Ed era proprio su di loro che si stava informando al momento, scoprendo che il loro numero non era affatto diminuito nonostante i milioni di maghi e babbani morti sin dal primo viaggio nella Terra dei Rifts. Con Silente già sottoterra, Harry Potter era ovviamente il primo della lista, ma Camelot era piena di avversari formidabili che non avrebbero reso la vita facile ai due e al loro complice interno: il team Morrigan capitanato da Arthur Weasley, Percival, Galahad, le fate di quel mondo, I Cernouns erano solo alcuni dei guerrieri e incantatori che avrebbero potuto ostacolare lui e la sua nuova padrona nella loro missione.

 

“E questo è l' ultimo libro “, disse soddisfatta Vrena, mettendo qualche pinza all' ultimo insieme di fotocopie per gli incantesimi che Tom avrebbe dovuto apprendere, mettendole davanti al suddetto.

 

“ Devo ringraziarti davvero, Vrena- disse l' ultimo Serpeverde, prendendo il manoscritto per leggerlo interessato - senza il tuo aiuto sarei ancora un ricordo in un diario, assumendo che Potter non mi avesse trovato per distruggermi. E ammetto che all'inizio non credevo totalmente alle tue promesse.”, disse con un elegante sorriso che hai tempi di Hogwarts aveva fatto impazzire ben più di una ragazza.

 

La non morta ridacchió e si mosse con grazia davanti al mago, scostandosi i lunghi capelli neri con un movimento delle mani rivelando le piaghe che solcavano il suo viso grigiastro. Questi momenti di vanità, assieme a quelli in cui pianificava e ovviamente alle battaglie, erano ciò che la facevano sembrare ancora viva, ben più di qualsiasi energia necromantica continuasse ad animare il suo corpo privo di battito.

 

“ Facevi bene, Tom. D' altronde non mi sono certo nascosta per secoli agli abitanti di Psyscape mantenendo ogni accordo. Ho mentito, raggirato, e abbandonato la situazione quando diventava troppo pesante anche per me e in generale ho usato qualsiasi mezzuccio cui probabilmente anche tu hai fatto ricorso .”, disse con tono volutamente tronfio sedendosi a gambe incrociate affinchè il ragazzo potesse guardarle in piena libertà, sebbene non vi diede troppo caso.

 

“ Da discendente di Salazar Serpeverde queste sono tutte abilità che ammiro. E mi stupisco che i tuoi nemici non siano già caduti, visto il potere tra le tue mani .”, domandò inarcando un sopracciglio, al che l'emissaria di Nixla fece una piccola smorfia, non seppe dire se di disgusto o altra emozioni considerando le malformazioni alla bocca.

 

“ Tu sottovaluti la capacità di adattarsi degli umani... O qualsiasi altra razza - rispose la guerriera con un piccolo sbuffo- la vita è un parassita della peggior specie, e non importa che pesticida usi, si adatterà ancora e ancora, con la tecnologia o con qualsiasi altro potere abbiano ottenuto dalle Ley Lines. Quegli stessi fogli che tieni in mano ne sono una prova, se concordi con me .”.

 

“. Sì, sono d'accordo - ammise Voldemort chiudendo il libro, cosciente anche del piccolo avvertimento sempre presente nelle loro dotte discussioni - e sarà infatti mio immenso piacere rivolgere tutto questo e di più su coloro che ci ostacolano.”, concluse. In quello stesso momento si sentì un picchiettio alla finestra. Vrena si voltò e vide un piccolo corvo scheletrico con una pergamena nel becco. L'avatar di Nixla lo lasciò entrare e carezzò la sua testolina per poi prendere il messaggio, che lesse con un gran sorriso.

 

“ Buone notizie, Merlino ha accettato di incontrarci. Mi aspetta fuori città per discutere i dettagli del nostro accordo. Posso lasciarti da solo, vero?”, domandò all'apprendista, che annuì.

 

Tom la salutò distrattamente mentre usciva, e si perse per l' ennesima volta da giorni nei suoi piani di vendetta contro Harry e chiunque avrebbe osato porsi tra loro.

                                                                                                             *****

Saaaaaalve a tutti, spero che abbiate atteso molto questo capitolo e che la vostra pazienza sia stata ripagata. Devo ammettere che tra una cosa e l'altra il viaggio in Russia sta diventando sempre più un metodo per tenere Ar'Tuu lontano da Camelot, ma è comunque una parte che dovrò cercare di ritrarre con un minimo di cura e farò quanto posso per migliorarne le descrizione, considerando quanto c'è nei tre libri di Rifts sull'Europa orientale. Continuo a sperare di rendere una certa giustizia a Vrena, visto che in un certo senso fa da preludio ai Re Yama, i nemici finali di questa saga. Oltre a fatto che cerco di portare un pò avanti la trama del gioco. Ogni consiglio e critica è ben accetto, a presto.

                                                                                                      *****

Capoguerra: Moderni feudatari che poco dopo l'inizio dei secoli bui imbracciarono le armi e guidarono i loro eserciti per spartirsi la Russia e i paesi circostanti. I loro eredi tutt'oggi mantengono una difficile pace e comandano i rispettivi campi, ognuno dei quali sembra appartenere a un'era differente per livello tecnologico e condizioni del popolo. La maggior parte di loro sono cyborg, parziali o quasi interamente ricostruiti.

Sovietski: Erede dello scomparso paese russo, si può definire un'incrocio tra la Russa attuale e quella del periodo comunista. La popolazione è divisa in  soviet e sono presenti varie chiese. I poteri psichici e gli impianti bionici sono abbastanza comuni e riveriti nel primo caso, ma pochissime razze di D-Bee vengono accettate come una parte della comunità e la magia è scarsamente tollerata.

Orloff: Il più sanguinario dei capoguerra, un cyborg interamente bionico che tiranneggia sui suoi sudditi e aspetta solo il momento giusto per attaccare gli altri 'colleghi'.

Solokov: Unico alleato di Orloff, anch'egli cyborg del tutto ricostruito e per certi versi ancora più folle.

Romanov: Sicuramente la capoguerra più benvoluta e colta. Prese il titolo dopo aver ucciso in duello il suo predecessore, colpevole di aver fatto alcuni patti con creature infernali, e da allora governa il proprio campo con misericordia e intelligenza nella speranza di riunificare la Russia.

Bluecies: Una razza di lucertole umanoidi dalle scaglie azzurre che ha fatto del canada la loro casa. Hanno usanze simili agli indiani d'America( con cui condividono alcune classi) e sono alleati dei Tundra ranger, i suoi guardiani.

Tecno- Fate: Piccoli D-Bee simili a folletti, esperti nelle arti tecno magiche.

D'Norr: Altri D-Bee umanoidi il cui aspetto ricorda quello del classico diavolo. In origine erano privi di abilità soprannaturali, non avendo neanche mai sentito parlare della magia. Quindi, arrivati nella terra dei Rifts, molti di loro si dedicarono allo studio e alla pratica di questo misterioso potere.

Psyscape: Città stabilita nell'Ohio agli inizi dei secoli bui dalle prime comunità psioniche.  In costante guerra con l'intelligenza aliena di nome Nixla, hanno perseverato nonostante le continue difficoltà e dal punto di vista morale sono probabilmente la nazione migliore del Mega verso.

Nixla: Orribile intelligenza aliena simile a una torre fatta di cadaveri. In ogni dimensione in cui riesce a estendere la propria influenza comincia a creare Mietitori( necromanti capaci di assorbire le anime altrui) e zombie( o xombie, come li chiama il manuale) che risucchino anime per conto suo finchè non riusciranno a evocarla pienamente.

Stormspire: Una delle numerose fazioni della Federazione della magia, è un immenso centro commerciale in cui la legalità haun peso praticamente nullo. Fondata dal mago rettiloide K'Zaa, che intende approfittare del chaos in cui si trova il nostro pianeta finchè può per guadagnare il più possibile.

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Capitolo 5
*** Riunioni nella notte ***


Harry si svegliò con un gran mal di testa. La sera precedente, dopo aver brindato al successo della missione del re, si erano aggiunti i brindisi alla memoria di Moody, a quella di Silente, al nuovo lavoro di Fred e George, e così via. In breve erano quasi tutti ubriachi marci e incapaci di parlare senza i sottotitoli.

 

Percy quindi, uno dei pochi ancora quasi sobri, l'aveva trascinato nella stanza degli ospiti. Guardando dalla finestra vide che era ancora notte e si mise sotto le coperte per riprendere sonno.

 

Si mise però a pensare agli amici in Russia e al perduto diario di Voldemort, domandandosi se gli amici e l'amato sovrano stessero bene. E chi avesse preso l'ultimo Horcrux, usato sicuramente per chissà quali loschi piani.

 

' Devo diventare ancora più forte- si disse stringendo il pugno- e confidare nelle mie decisioni.'.

In quel momento alle orecchie del moro giunse un lieve picchettio, spingendolo a guardare la finestra. Alzandosi per aprirla, si ritrovò di fronte un piccolo uccello dalle piume color rosso e oro.

 

“ Fanny?”, domandò Harry. In risposta a quella semplice parola, il volatile si trasformò in una piccola fiamma che volò fino alle pendici dell'Albero millenario. Con tutta la rapidità sviluppata in anni di allenamento e fughe dai mostri più vari, il ragazzo indossò la propria armatura e corse fuori fino all'albero, dove la fiammella si ingrandì ancora e ancora, rivelando con un boato una versione ben più possente e magnifica dell'uccellino visto poco prima.

 

Harry l'aveva già incontrata molte volte. Si trattava della fenice che aveva fatto compagnia a Silente per molti anni quando questi era ancora vivo. Potenziata come molte altre creature magiche dalla potenza delle Ley Lines, era diventata uno dei maggiori difensori di New Hogsmeade quando erano ancora inesperti di quel terribile mondo.

 

E se n'era poi andata quando Silente morì combattendo contro uno Schiavista degli Splugorth. Harry ricordava quando al funerale del vecchio preside e di Piton aveva visto quella magnifica creatura solcare i cieli decorandoli come il più bello e maliconico dei tramonti.

 

La rivide solo molti anni dopo a Loch ness, quando scese in picchiata dai cieli più maestosa che mai per abbattersi contro il leader dei Gargoyle presenti. Fu uno dei segni che convinse i soldati di Camelot a non desidestere. E francamente non si aspettava certo di reincontrarla lì in un momento così casuale. C'era solo una cosa da fare per avere spiegazioni....

“ Oh, spiriti che riposate nel mondo di chi non è più- cominciò a recitare il moro, avvolgendo il suo anello con una fievole luce nera- perdonate questo disturbo e concedete a uno di noi di raggiungervi per rispondere alle mie domande. Albus Silente, torna a me!”.

 

Davanti ad Harry si creò una fitta nube, dalla quale fuoriuscì un anziano spettro vestito con un'armatura Mega- danno e un lungo mantello. La lunga barba che l'uomo aveva portato per tanti anni era stata accorciata poco dopo il viaggio dimensionale per non ingombrarlo troppo durante gli scontri. Lo spirito diede un cenno amichevole ad Harry, che ricambiò, e rivolse poi la sua attenzione alla fenice.

 

“ Fanny, amica mia, è bello rivederti.”, disse lo spirito di Albus, posando la mano eterea sul becco della sua antica amica, che si chinò felice di rivederlo.

 

“ Professore, scusi se sono sgarbato e se interrompo la vostra riunione. Ma sa dirmi perchè Fanny mi ha svegliato nel cuore della notte? Dubito sia qui solo per reincontrarla.”, domandò nuovamente il Mago da battaglia. Silente annuì e creò un breve ma intenso contatto empatico con la fenice di fronte a lui. Ciò che scoprì lo preoccupò non poco.

 

“ Harry, ricordi la visita di Erin Tarn alle isole britanniche?”, domandò il fantasma riavvicinandosi nuovamente al mago guerriero. Entrambi avevano un'espressione più preoccupata ora.

 

“ A grandi linee. Una volta vi ho incrociato mentre discutevate.”, rispose questi, ripensando a una scena non molto precedente all'attacco degli Splugorth. La famosa viaggiatrice e scrittrice, recatasi a New Hogsmeade per scoprire qualcosa sul mondo da cui gli altri maghi erano venuti, che beveva caffè assieme a Silente alla nuova taverna di Madama Rosmerta, ' I fumacchi di Avalon'.

 

Harry li aveva visti mentre faceva jogging mattutino assieme a Ron ed Hermione, preparandosi alla sopravvivenza fuori dalle mura. Erano molto concitati nella loro discussione, ma tutto sommato sereni. E proprio Silente aveva dato alla donna un pacco regalo durante il suo congedo. Lo spettro continuò la sua spiegazione, con un viso sempre più preoccupato.

 

“ In quell'occasionie affidai un certo oggetto a Erin, che pensavo sarebbe potuto tornarle utile durante i suoi viaggi. E soprattutto speravo che l'avrebbe tenuto al sicuro. Esso appartiene a una triade di reliquie, due delle quali sono in tuo possesso.”.

 

“ Si riferisce al mantello di mio padre e all'anello di Voldemort? Ai Doni della Morte?”, domandò il ragazzo con voce quasi spaventata e gli occhi smeraldini pieni di stupore. Aveva scoperto della natura del suo mantello e della pietra una volta che era a cena dai genitori di Luna e la conversazione si era spostata sulla reliquia di cui stava cercando di padroneggiare l'uso.

 

Xenophilius Lovegood gli aveva parlato di un'antica favola del loro universo dove tre fratelli maghi aveva ricevuto in dono dalla Morte stessa un dono a testa: una bacchetta più potente di ogni altra, una pietra capace di resuscitare i morti e un mantello dell'invisibilità privo di difetti. I primi due avevano portato alla fine prematura del loro proprietario, come ovviamente la triste mietitrice aveva pianificato, ma l'ultimo dei fratelli riuscì a nascondersi fino alla propria vecchiaia e passò il mantello al figlio per poi consegnarsi spontaneamente alla Morte come fosse la cosa più naturale del mondo.

 

Guardacaso, oltre ad avere una pietra dotata di grandi abilità necromantiche, Harry era anche in possesso di un mantello dell'invisibilità incredibilmente antico. Era una coincidenza troppo grande per essere tale, e se avevano ricevuto prove sull'esistenza degli dei e altre entità non meno potenti, nulla vietava l'esistenza di manufatti simili. Non fu però esattamente con gioia che Harry si rese conto che cosa avesse tra le mani. A volte sentiva di avere un fardello sulle spalle inferiore solo a quelli di Arthur, Merlino e Ar'tuu.

 

“ Sì. Ti risparmierò per il momento i dettagli sulla folle ambizione che ebbi da ragazzo sul raccoglierli e per la quale i miei cari pagarono caro. Riuscì effettivamente ad avere la bacchetta dopo un duro duello e la tenni per diversi anni. Ma arrivato in questo mondo il suo potere divenne troppo difficile da controllare. Così la offrì a miss Tarn, sperando che l'avrebbe aiutata durante la sua missione in Africa. Lì intendeva affrontare quattro dei più terribili mostri che calchino la Terra dei Rifts... i quattro Cavalieri dell'Apocalisse.”.

 

Un brivido passò lungo il collo di Harry nel sentire quel nome. Aveva trascorso intere notti ad ascoltare i racconti di Arthur e compagni sui pericoli affrontati in America, più che sufficienti a fargli venire gli incubi.

 

Ma per quanto pericoloso fosse il continente americano, almeno non era diventato la casa delle quattro entità che un giorno avrebbero potuto distruggere il mondo.

 

I quattro cavalieri descritti nel libro di San Giovanni erano infatti arrivati dopo il primo Cataclisma e da allora si erano stabiliti in Africa, cercando di ricongiungersi per formare la creatura che avrebbe dovuto cancellare dall'esistenza il loro già straziato pianeta .

 

Questo per non parlare dell'Impero della fenice, la nazione che aveva inglobato Egitto e Libia, solo per citare alcune nazioni. Il suo sovrano, Rama- Set, era un sadico che faceva quasi rimpiangere i fomori e aveva ridotto quasi tutta la popolazione umana in schiavitù.

 

“ La Morte... sconfitta da artefatti che essa... o esso, avrebbe donato a umani del nostri mondo..”, disse con un sussurro inquieto, cui Silente rispose con un cenno affermativo.

 

“ Così Erin spera. Quando le raccontai dei Doni, lei sperò che potessero essere un modo per riuscire a contrastare lui e gli altri cavalieri, ma non potevo darle l'unico ricordo rimastoti di tuo padre. Tanto più che non avevo idea dove trovare la pietra finchè tu non mi evocasti la prima volta. A quanto pare ha trovato finalmente la posizione di Morte, vicino alle piramidi, e crede che i due doni rimasti siano necessari per batterlo una volta per tutte.”.

 

Harry sbuffò e si grattò nervosamente i capelli, cercando di processare quanto aveva appena sentito. Non era certo nuovo alle novità inquietanti della Terra dei Rifts, ma contrastare quattro dei suoi abitanti più terribili non era nei suoi piani. Specie considerando che la campagna per liberare la Francia e la Cina era sempre più una certezza.

 

“ Che dovrei fare secondo lei? Sono già stato nel nostro mondo per cercare l'ultimo horcrux di Voldemort, ma qualcuno l'ha già preso. Potrebbero avere bisogno di me qui, non posso sparire in Africa, se questo è il suo suggerimento. Per importante che sia la missione.”, disse il Mago da battaglia con un sospiro. Silente si sistemò gli occhi, pensando a una risposta per il suo ex pupillo.

 

“ Non so che dirti, Harry. Secondo Fanny, molte oscure forze sono sul punto di muoversi sia in Africa che a Camelot e sebbene sono certo tu saresti un ottimo aiuto ai tuoi amici qui, può essere che il tuo ruolo debba essere giocato altrove.”.

 

“ Lei potrebbe portarmi lì?”, domandò Harry, sentendo un brivido di paura e allo stesso tempo eccitazione nel raggiungere un altro dei luoghi più misteriosi della Terra dei Rifts. Una parte di lui in effetti non poteva negare di anelare a una simile missione. Era un Mago da battaglia ed era stato cresciuto da Sirius Black d'altronde, l'avventura stessa gli scorreva nel sangue.

 

“ Non direttamente da miss Tarn. Ma può attingere dal potere di un Albero Millenario per trasportarti a un altro in Congo. Il resto del viaggio dovrà essere svolto in volo.”.

 

“ Parlerò coi miei amici. Per la gloria di Camelot e per la sopravvivenza di tutti gli abitanti di questo pianeta, decideremo se è il caso di partire.”, disse infine il ragazzo allargando le braccia. Silente sorrise e posò una delle proprie mani spettrali sulla spalla dell'allievo con un sorriso rassicurante.

 

“ Qualunque sia la vostra scelta, Harry, ognuno di noi che è ormai nel mondo di più, contuierà a vegliare su vuoi e sul nostro popolo. Decidi con serenità e possano gli dei proteggerti sulla strada che sceglierai.”.

 

“ Grazie, professore. Torni pure al suo riposo. Cercherò di non deluderla.”, disse Harry sfregando l'anello, e Silente sparì dandogli un ultimo cordiale saluto.

 

Conclusa anche quell'incombenza, il ragazzo sospirò e tornò a casa. Sarebbe stata una lunga discussione la mattina successiva.

 

*****

 

Il rigido clima dell'europa nord orientale aveva lasciato per breve tempo spazio a una splendida giornata di sole. Molti abitanti della zona si stavano beando delle luci create dalla neve sciolta e ne approfittavano per svolgere i lavori più immediati.

 

Purtroppo Ar'tuu e il suo gruppo non potevano ammirare tale visione, avendo ricevuto una missione dal capoguerra Kolodendo che li aveva portati in un luogo dove i raggi solari non arrivavano. Diversi bambini erano state rapiti da una congrega di streghe e il condottiero aveva chiesto loro di salvarli in cambio di una raccomandazione per lady Romanov. Krum era dovuto però rimanere al campo come 'assicurazione' in caso i suoi compagni non tornassero.

 

I cinque avventurieri non avevano dunque esitato all'andare al soccorso delle vittime. Lasciata Morrigan e la loro guida al campo di Kolodendo dopo aver ricevuto ogni indicazione necessaria, si erano avventurati in una foresta piena di uomini impiccati, combattendo a volte qualche licantropo o demone minore fino ad arrivare al rifugio delle megere, una macabra capanna delle dimensioni di una piccola caserma.

 

Simboli demoniaci e blasfemi pendevano ovunque, mentre era possibile avvertire dall'interno un miscuglio di inquietanti canzoni e gemiti terrorizzati. Shey, a bordo del suo robot più veloce, aveva circondato l'intero edificio in cerca di un punto da cui entrare per salvare gli ostaggi.

 

“ Ho trovato una porta incustodita sul retro. Abbastanza grande perchè un uomo adulto ci passi.”, disse la voce della Tecno- fata negli auricolari dei suoi compagni di viaggio. Ar'tuu annuì e cominciò rapido a pensare a un piano d'azione.

 

“ Bene. Hermione e Ner'He, sarete i primi a procedere. Sfonderete la porta principale e darete il primo colpo alle streghe. Ron, il tuo fucile è carico?”, domandò il sovrano ai propri compagni, che stavano dando l'ultima sistemata alle loro armi.

 

“ Sì, vostra grazia.”, confermò il giovane Mistico, i cui sensi avevano avvertito già da lontano il malefico potere delle streghe. Gli ricordavano il suo vecchio incontro con Voldemort, un puro concentrato di avidità e cattiveria.

 

Se alcuni dei bambini possedevano le sue stesse abilità extrasensoriali, non voleva immaginare cosa stessero provando dopo giorni di prigionia.

 

“ Molto bene, tu agirai da cecchino per offrirci copertura e Shey sorvolerà la zona, intervenendo in caso di bisogno. Io approfitterò della distrazione dei nostri compagni per ingaggiare le streghe da dietro, dando loro il tempo di salvare gli ostaggi.”, finì di spiegare Ar'Tuu, che cominciò quindi a correre assieme ad Hermione e Ner'He, da cui si separò per dirigersi sul retro dell'edificio.

 

I bambini rapiti erano stati chiusi in un cerchio e legate da corde simili a serpenti. Ognuno di loro guardava con occhi pieni di terrore le loro carceriere. Erano la perfetta immagine delle classiche streghe. Rughose, con orribili capelli neri e un sorriso perfido a svelare i denti marci. A coprirle pochi stracci, l'unica vera difesa per i loro corpi proveniente da incantesimi protettivi.

 

Il capo della congrega iniziò la sua litania, accompagnandone le parole con smorfie che ne intensificavano la bruttezza.

 

“ Oggi, sorelle, offriamo queste vite innocenti a lord Chernabog. Possa il signore della notte garantirci forza e protezione contro i sacrileghi che trattano le sue terre come un campo da gioco.”, disse in rumeno antico, proseguendo quindi con versi ripetuti via via dalle sue sottoposte. Una delle bambine pianse spaventata, mentre ombre presero a lambire i corpicini tremolanti. Quando un'altra strega si avvicinò loro con un coltello a spirale la porta principale venne sfondata in una tempesta di schegge, lasciando entrare Hermione e Ner'He, che rivolsero minacciosi la loro attenzione sulle streghe, dietro di loro neve e vento a enfatizzare il loro sguardo furioso.

 

“ Siamo inviati e amici del capoguerra Kolodendo. Lasciate andare i bambini e ce ne andremo senza farvi del male.”, ordinò con tono freddo la Viandante, avvolgendo le mani di energia elementale pronta a lanciare i suoi incantesimi al primo movimento di quegli esseri disgustose. Le megere sibilarono, irate da quell'intromissione nel loro sacro( o blasfemo) rito.

 

“ Mai, piccoletta, le offerte per il nostro restano qui dove sono. Puoi unirti a noi o morire coi nostri sacrifici!”, disse la capo congrega creando una serie di sfere infuocate, opportunatamente parate da Hermione con una barriera magica, mentre Ner'He accanto a lei cominciò a menare potenti colpi di mazza in modo da arrivare agli ostaggi, sfasciando più di una testa.

 

Una delle streghe provò a scagliare un arco di fulmini sul Blucie, ma potente lampo di luce le perforò il petto, anticipando l'entrata di Ar'tuu con Caliber- X carica di energia psionica, illuminando a giorno quell'orribile tugurio.

 

“ Siete liberi, scappate coi miei compagni!”, disse il Guerriero psionico ai bambini, mandando ognuno di loro con una precisa telecinesi tra le braccia di Hermione , che scappò via coperta dal corpo del compagno squamoso mentre Ar'Tuu prendeva il loro posto nel sterminare le megere.

 

La lama cianotica di Caliber- X si muoveva a una rapidità incredibile, lasciando fasci di luce e schizzi di sangue nell'aria mentre le streghe cercavano di contrastare l'abilità di Ar'Tuu e la forza dei suoi attacchi psionici, ma proiettili laser o dardi di fuoco opportunatamente sparati da Ron dal suo nascondiglio rendevano la cosa ancora più difficile.

 

In breve il re di Camelot si ritrovò solo in mezzo a rovine di quella che era stata la base della congrega. Dando un'ultimo sguardo schifato dalle megere, si sbrigò quindi a raggiungere i suoi compagni per tornare da Kolodendo, al cui campo giunsero il mattino successivo.

 

Assieme al capoguerra, un tedesco da capelli e baffi neri pesantemente vestito come un aitante cosacco dei tempi antichi dal cipiglio fiero, c'erano i genitori delle vittime, più che felici di rivedere i loro figli sani e salvi. I piccoli corsero nella neve a perdifiato, quasi inciampando prima di essere presi dalle madri.

 

“ La vostra fama non rende davvero giustizia alle vostre abilità, sire. Avete completato questo compito in metà del tempo che avrei creduto. E senza che nessuno degli ostaggi fosse ferito.”, commentò compiaciuto Kolodendo, osservando la commovente scenetta assieme ai viaggiatori di Camelot.

 

“ Risparmiate i vostri complimenti per quei bambini, capoguerra. Hanno affrontato la situazione con incredibile coraggio, facendosi forza a vicenda durante la prigionia di quelle blasfeme racchie.”, disse Ar'tuu, lieto di aver compiuto un'altra piccola impresa in quel periglioso viaggio. Gli aveva ricordato i giorni in cui ancora i territori di Camelot erano privi di un re e lui girava ovunque potesse per prestare aiuto, incappando anche nei maghi deragliati dal secondo Cataclisma.

 

I due condottieri presero dunque a passeggiare insieme lungo il campo, osservando assieme il misto di truppe e civili che svolgevano la loro routine quotidiana. Il lord protettore delle isole britanniche era alquanto interessato nel vedere le strategie dei capoguerra russi.

 

I soldati di Camelot non erano certo combattenti di scarso calibro, a qualsiasi razza appartenessero, ma a volte temeva di averli resi soprattutto un supporto per gli ufficiali dotati di magia, poteri psionici o impianti più pesanti. Le truppe russe dal canto loro, a qualsiasi capoguerra avessero prestato giuramento, erano killer temprati dal freddo e dalle mille insidie della loro terra, di cui utlizzavano ogni vantaggio che essa concedeva loro.

 

D'altronde anche la piccola banda che Ar'tuu aveva incontrato giorni prima era stata sconfitta solo grazie a un misto di lavoro di squadra e superiore potenza offensiva.

 

“ Dite bene, sire Ar'tuu. Ora, al sicuro nei loro letti, potranno riposare senza timori. Intanto ogni promessa è debito, e manderò un messaggio a lady Romanov. Non mancherà di ricevervi come meritate.”, rispose con tono cordiale il giovane Capoguerra. Ar'tuu annuì lieto.

 

“ Dite che avrà qualcosa da ridire sui miei compagni? Non vorrei capitare in eccessivi incidenti già prima di arrivare a Sovietski.”, domandò il sovrano, temendo che i suoi compagni potessero avere problemi anche giunti alla meta per la loro razza o le loro abilità. Kolodendo non perse tempo a tranquillizzarlo.

 

“ No, lady Romanov è una delle donne più ragionevoli che conosca. Finchè continuano a usare la stessa condotta degli ultimi giorni non avranno di che temere da lei. Gradite riposare qui per un po', a questo proposito?”, domandò cordialmente il capoguerra.

 

“ Grazie per l'offerta, ma no. Abbiamo già approfittato abbastanza della vostra ospitalità e la strada è lunga. Domattina ripartiremo- rispose Ar'tuu con lo stesso tono, prima di diventare improvvisamente più guardingo- Ultima cosa però. .. riguardo Orloff?”.

 

“ Orloff è un cane da combattimento per cui non esiste nient'altro che il suo disgustoso lavoro- spiegò Kolodendo a braccia incrociate, il viso una maschera di preoccupazione- teme una Russia coesa, dove non sarà più libero di spadroneggiare indisturbato. La vostra proposta a Sovietski è quanto più si avvicina a una chance per riunire il territorio e dargli una parvenza di legalità. Non vi permetterà di agire indisturbato. Per favore, non permettegli di fermarvi. ”.

 

“ Non lo farò, ve lo prometto. Sapevo già che questo viaggio non sarebbe stato facile, ma lui non è che un ostacolo tra tanti.”.

 

“ Vi auguro buona fortuna dunque, vostra maestà.”, concluse dunque Kolodendo porgendo la mano ad Ar'tuu, che ricambiò volentieri assieme a uno sguardo di profonda stima.

 

* ****

 

In una piccola radura del Minnesota stava prendendo luogo un incontro con pochi eguali. Diversi Mietitori, avvolti nei loro mantelli neri, squadravano storti i gruppi di Sunaji e demoni davanti a loro. Illuminate dalla luce lunare, le armi e gli artigli dei due gruppi scintillavano sinistri.

 

Al centro della radura i loro rispettivi signori facevano lo stesso, in attesa del minimo segno di pericolo da parte dell'altro. Merlino sembrava più nervoso che mai, e le dita gesticolavano in attesa di formulare i suoi incantesimi più distruttivi con la massima rapidità se ve ne fosse stato il bisogno.

 

Vrena dal canto suo teneva la mano sul pomo della spada, il volto putrefatto chiuso in un ghigno che nascondeva la cautela che le aveva permesso di sopravvivere tanto a lungo. Da quella discussione sarebbe valso il suo futuro nella Terra dei Rifts.

 

“ Nixla. E' un piacere rivederti anche in questo piano materiale... dopo l'ultima volta che sei scappata dalle mie orde.”, disse Merlino, il tono teso come non mai mentre guardava la figura della non morta, sempre più tesa mentre ponderava una risposta che non scatenasse una battaglia.

 

“ Già, qulla volta mi avevi fatto il culo a strisce, non avevo più nessuno sul mondo che ci stavamo contendendo. Mi complimento poi per il corpo che ti sei scelto, molto... ingannevole. Quasi paterno, oserei dire. Non mi stupisce abbiano steso tante leggende su di te.”, disse con tono sardonico la donna, avvicinandosi con cautela accompagnandosi con qualche gesto della mano libera

 

L'aria era tesa e gli occhi dei Sunaji non smettevano di muoversi da una parte all'altra. Per la prima volta ebbero dubbi sulla loro alleanza, e si muovevano come inquietanti ombre in attesa di un momento per colpire il loro attuale padrone o Vrena, se fosse stato necessario.

 

“ Bando alle ciance, donna, non sono qui per parlare dei nostri attuali corpi e delle leggende che hanno ispirato o da cui noi stessi abbiamo tratto spunti. Hai detto che per te è ormai il tempo di dare il colpo di grazia per impadronirci di questo mondo e io sono d'accordo. Che hai in mente?”, domandò rudemente Merlino tagliando l'aria con un braccio. L'espressione di Nixla si fece più seria dopo quel gesto e decise di andare al sodo.

 

“ Ho saputo del tuo problemino con le Ley Line. Anche ora riesco ad avvertire la tua energia che si abbassa gradualmente nonostante il tuo accesso a esse sia più libero qui in America. Fossi umano potrei trasformarti un Mietitore e farti ricaricare con sufficienti anime, ma temo dovremmo agire direttamente sugli Alberi Millenari.”, spiegò con tono schietto. Lo sguardo di Merlino si fece interessato, ma comunque sospettoso.

 

“ Sono quasi due anni che ci provo, ma anche le mie migliori conoscenze sulla magia delle piramidi non hanno aiutato. Temo ci siano altre entità a manovrarli per impedirmi di connettermi alla mia vera forma. Forse lo stesso pantheon celtico.”, spiegò infastidito il mago, ricordando l'infinita sfilza di fallimenti collezionata negli ultimi mesi.                                                                                                                              

 

“ Fortunatamente ho preso qualcosina dagli Splugorth durante la mia ultima visita ad Atlantide- ribattè Vrena- Un certo tipo di parassita che si nutre di organismi carichi di energia magica. Loro l'hanno modificato affinchè assorbisse grandi quantità di energia magica in poco tempo prima di darla a un unico ricevitore. In questo caso te.”.

 

“ Sembra allettante... ma pericoloso, se qualcosa andasse storto. Di quanto tempo stai parlando?”, domandò di nuovo l'avatar di Zashan.

 

“ Alcune settimane, in effetti. Se decidessi di schierarti dalla mia parte, avremmo di organizzare una nuova invasione per distrarre i nostri avversari mentre ti ricarichi. Crederebbero semplicemente che demoni e dyval cerchino di nuovo alle isole con l'aiuto di un bel po' di non morti.”.

 

“ E come pensi mi dovrei tenere fuori dalla mischia? Ginevra e i cavalieri, in caso di una nuova crisi, si aspetterebbero che li aiutassi a organizzare il prima possibile le difese. La mia assenza desterebbe sospetti.”, domandò dunque il consigliere di Ar'tuu, grattandosi la barba.

 

“ Dirò di averti catturato. Annunceremo che sei stato il primo ad avvertire la mia presenza e speravi di bloccarmi senza perdite inutili. Per rendere la cosa ancora più realistica pensavo di chiedere anche un piccolo supporto a lord Ducson.”, disse la non morta, che aveva incontrato il capo della 'Vera' federazione durante i giorni in cui addestrava Voldemort. Gli aveva offerto un'aiuto nel prendere gli altri stati della Federazione e lui aveva capitolato subito.

 

Per sua fortuna niente continuava a essere più pericoloso e utile di uno stupido narcisista che si crede un genio.

 

“ Mhh, devo dire che gli ultimi millenni ti hanno fatto bene, Nixla. Hai giocato per bene Psyscape e tutti gli altri tuoi rivali, dovrò stare attento a non finire anch'io nella lista.”, rise dunque Merlino di gusto, avvicinandosi alla non morta per stringerle la mano. Per un breve istante, le dita rosate dell'incantatore e quelle grigiastre di Vrena si illuminarono di una luce gialla, che sancì il loro patto.

 

Si trattava del Patto infrangibile, un altro trucchetto importato dai maghi della Terra magica che permetteva di creare un patto cui entrambe le parti avrebbero dovuto tenere fede salvo conseguenze terribili.

 

“ Allora... alla conquista di Camelot e del mondo.”, disse giuliva Vrena una volta completato il rituale, materializzando un calice colmo di un puzzolente liquido nero, mentre Zashan fece apparire un bicchiere colmo di vino. I due nuovi alleati si scambiarono i bicchieri e bevvero con un sonoro cin cin, per poi scambiarsi altre strategie e tornare dai rispettivi uomini.

 

Uno dei Sunajii, lo stesso che aveva discusso con Merlino pochi giorni prima, inquieto da quanto aveva visto si avvicinò al mago.

 

“ Mio signore, è sempre convinto di aver fatto la scelta giusta?”, domandò l'ufficiale con tono quasi tremante. Cosa estremamente rara per un membro d'alto rango di uno dei corpi di assassini più letali del Megaverso.

 

“ E se anche avessi sbagliato, Mesar? E' troppo tardi per tornare indietro.”, ribattè Zashan, aprendo un portale per il suo rifugio a Camelot e sperando che quel patto scellerato gli avrebbe ridato il potere che Arthur Weasley e i suoi colleghi gli avevano tolto.

                                                                                                                                               *****

Salve a tutti, eccomi coi miei pessimi tentativi di instaurare un dialogo tra due entità lovecraftiane e il vero inizio di questa saga. Sono ancora preso da quello che spero sia il mio ultimo esame prima della tesi, quindi non so mai se vado troppo di fretta o no. Fatemi sapere, spero di tornare presto con capitoli più soddisfacenti. Intanto ecco il solito dizionario di Rifts.

                                                                                                                                       *****

I quattro cavalieri: Potentissimi demoni apparsi dopo il primo Cataclisima, quando si aprirono i Rifts. Dotati di enormi poteri magici e psionici, oltre che fedeli mostri che usano come cavalcature e potentissime armi magiche. Il loro scopo è riunirsi a Morte per fondersi in un unico potentissimo mostro.

Parassiti e mostri: organismi modificati dalla bio magia per attaccarsi a persone e donare loro particolari abilità, con cui spesso vengono anche diversi problemi( in particolare nel primo caso). Comunissimi nei mercati degli Splugorth, dove vengono anche installati in alcune armi.

Erin Tarn: Famosissima avventuriera e scrittrice i cui diari di viaggio sono stati pubblicati in varie nazioni, inclusa la quasi analfabeta Coalizione, che l'ha messa sulla propria lista di 'uccidere a vista'. Originaria di Lazlo.

Ducson: Discendente del fondatore della Federazione della Magia, attualmente divisa in vari stati indipendenti. In passato si recò dai Signori della magia, tre semidivinità che governano alcuni dei territori principali, chiedendo di diventare il capo di tutta l'alleanza. La richiesta venne ovviamente rifiutata e al momento governa su una città piena di demoni e incantatori malvagi.
 

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Capitolo 6
*** Arrivo nel continente nero ***


 

Il sud Africa era una delle poche zone rimaste libere nel continente nero. Gli incantatori africani e i pochi guerrieri rimasti combattevano assieme a vari D-Bee per far valere la loro libertà contro le forze più o meno demoniache che intendevano schiavizzarli. In primis i servitori del dio Seth, i Quattro cavalieri e i demoni dell'Impero della fenice.

 

Per quelle poche popolazioni che ancora resistevano, l'arrivo della popolazione magica dall'altra Terra era stata la manna dal cielo. I maghi di Uagadou avevano dato ai loro nuovi fratelli ogni loro conoscenza occulta prima di unirsi alla lotta, migliorando le potenzialità degli incantatori e psionici autoctoni, e anche quei babbani sopravvissuti per più di qualche mese avevano fatto il possibile per fermare o almeno rallentare l'avanzata di Rama- Set.

 

L'unico luogo veramente sicuro dell'Africa era l'Albero millenario nel Congo, il Padre albero, forse il più antico e grande esponente della propria specie sulla Terra dei Rifts. Lì i nobili pigmei erano riusciti a sopravvivere assieme ad altre razze che avevano fatto della foresta il loro inviolabile rifugio. Protetti dalle fronde degli alberi e dal potere del Padre albero, i guerrieri africani continuavano a resistere e a sperare in un aiuto dall'esterno o dai loro dei.

 

E un giorno come tanti altri finalmente dei visitatori da un'altra terra giunsero in un lampo di fuoco tra i rami del Padre albero. I cinque viaggiatori, trasportati dalla magia di Fanny in quel mistico luogo, caddero da un ramo all'altro, opportunatamente protetti dalle loro armature Mega- danno finchè finalmente non raggiunsero il terreno con un grande tonfo, mentre la loro accompagnatrice e mezzo di trasporto si posò sulle fronde dell'Albero millenario, nel nido che si era fatta con l'aiuto dei nativi.

 

“ State tutti bene?”, domandò un dolorante e ancora confuso Harry alla propria squadra. Degli amici di sempre erano presenti solo Theodore Nott e Luna Lovegood, che rispettivamente non volevano perdere l'occasione di guadagnare nuova gloria e vedere tante nuove creature magiche.

 

Ginny avrebbe voluto seguirli, ma siccome molti dei suoi poteri venivano dalla sua fede in Lugh, non erano certi su quanto avrebbero funzionato in una terra dove il dio non aveva alcuna influenza. Considerando poi che Arthur e molti altri dei combattenti più esperti avevano dubbi su quella missione e ci era voluto molto tempo a convincerli, non volevano mandare inutilmente troppe persone. Al tempo stesso però la possibilità di liberare l'Africa da uno dei suoi mali più terribili era una gesta troppo importante per rimandarla, specie se i Cavalieri fossero stati vicini a riunirsi.

 

Al posto della sacerdotessa erano dunque presenti Merek, uno dei primi Cernous a unirsi alla causa di Camelot, nonché cavaliere della corte( la presenza di almeno uno di loro era necessaria per una missione del genere), e Leisa, una Bio- maga Lemuriana.

 

Il primo dei due era, come i suoi simili, una lucertola umanoide alta circa due metri e mezzo. Aveva scaglie dal colore dorato, tratto molto raro nella sua specie, ed era ricoperto da un'armatura ambientale mentre tra le mani teneva un'asta tecnomagica. I Cernous erano stati in passato praticamente dei banditi magici, e di certo lo erano ancora. Morek, non era esente da questo e spesso si dimostrava un po' avido, ma la sua astuzia e le sue abilità avevano salvate molte vite durante l'ultima guerra e lo avrebbero fatto anche ora.

 

La ragazza invece, venuta a Camelot per una sorta di scambio culturale col resto dell'alleanza, aveva un'aspetto esotico, simile a quello dei popoli polinesiani. Aveva lunghi capelli neri, raccolti in una treccia, e un viso rotondo con un naso un po' a patata, ma la pelle andava sull'azzurrino.

 

La sua corazza, finemente decorata, era costruita con coralli e altri microorganismi manipolati da lei stessa, e alla vita teneva due coltelli fatti con un simile materiale.

 

“ Mi sembra di sì. Spero che il comitato di benvenuto ci ritenga altrettanto in forma.”, commentò Nott, indicando la folla venuta ad accoglierli su notifica di miss Tarn. Il popolo dei pigmei, accompagnato da D-Bee d'ogni razza, che rivolgevano loro sguardi cordiali.

 

La maggior parte era vestita con abiti ricavati dalle foglie o corteccia dell'Albero millenario, e mescolavano una manciata di armi Mega-danno avanzate con lancie e coltelli costruiti con osso o corno, provenienti da chissà quale creatura.

 

A guidare la gente c'era un uomo vestito come un Rain maker, con un largo poncho decorato con simboli tribali e due pesanti orecchini d'oro. Aveva uno sguardo gentile decorato da una lunga barba grigia e al suo fianco vi era quello che sembrava un grosso primate dalla postura eretta e lo sguardo piuttosto intelligente, armato con una mazza runica.

 

“ Benvenuti, amici. Io sono Kurasu Sareh, ex preside di Uagadou e ora capo di questa piccola comunità. Miss Tarn ci aveva informato del vostro possibile arrivo e sarà un piacere avervi come nostri onorati ospiti.”, si presentò l'incantatore, inchinandosi davanti ai cinque eroi di Camelot, che ricambiarono cortesemente.

 

 

 

“ E'... un piacere conoscervi, mr. Sareh... ma quanti siete? Emh, scusi, non mi sono mai abituato al teletrasporto di alcun genere.”, disse Harry un po' imbarazzato e ancora un po' rintronato dal viaggio, facendosi guidare dal preside attraverso quel mare di persone.

 

“ Immagino, anche noi tendiamo a non spostarci molto visto la situazione recente. Forse, se Silente fosse ancora vivo, avrebbe trovato un modo per rivitalizzare la vecchia Comunità magica internazionale e avremmo più metodi per muoverci.”, scherzò Kurasu, portando i cinque avventurieri nella sua tenda, una grande struttura quadrata tenuta insieme da ossa e decorata con vari simboli magici, mentre all'interno diversi amuleti penzolavano.

 

 

Il Rain maker offrì loro un misto di frutta e cacciagione, con una manciata di insetti . Per fortuna i ragazzi, che non erano nuovi alla fame dopo la guerra contro i Gargoyle, in cui avevano dovuto mangiare qualsiasi cosa capitasse quando era disponibile, non si fecero problemi a consumare anche l'ultima parte del pasto senza offendere il loro gentile ospite.

 

“ Cossssa sssta ssssuccedendo, dunque? I vossstri nemici ssssono cossssì vicini?”, domandò Merek, mangiando con gusto la sua ciotola di larve miste a radici, che scesero nella gola dell'uomo rettile con un piccolo tonfo. L'espressione gioviale di Kurasu si fece più triste e picchiò nervosamente a terra il suo bastone

 

“ La nostra Africa è in guerra con sé stessa da anni, forse a causa degli stessi Cavalieri. La sete di potere di Rama- set si fa sempre più grande e il Padre albero non potrà proteggerci in eterno- disse Kurasu, alzando la mano per far apparire una grande mappa olografica del continente, sulla quale la loro locazione era un luminoso punto verde- sappiamo che Morte, così come miss Tarn, si trova in Egitto, aspettando i suoi fratelli presso le piramidi. Se essi sono in procinto di raggiungerlo, per noi è la fine.”, continuò l'uomo, indicando un punto rosso in Egitto, facendo deglutire i suoi commensali.

 

“ Sono alle piramidi? Come possiamo arrivare fin lì in tempo utile?” , domandò uno sgomento Harry.

 

Certo, era riuscito a guidare la propria squadra nella missione precedente in una versione della Britannia infestata da mostri, ma attraversare un territorio più grande del doppio e attualmente governato da un impero privo di scrupoli era un'impresa anni luce, assumendo che il mantello e la pietra avrebbero effettivamente aiutato a sconfiggere Morte.

 

“ Di certo non potrete passare per l'impero, sarebbe un suicidio anche con un esercito di Rah- men e altri servitori del pantheon egizio al vostro fianco. L'unico modo per raggiungere l'Egitto senza attirare l'attenzione di Rama- set è arrivare in Etiopia e da lì proseguire lungo la costa. Lì non ci sono ancora forze coese e volando su Fanny non dovreste essere notati. Abbiamo già preso contatti affinchè abbiate guida e protezione.”, spiegò pertanto Keresu, spostando le dita lungo la mappa da lui creata, creando una linea colorata equivalente a un percorso sicuro.

 

“ E se invece ci trovassero? Dovremmo combattere fino all'Egitto.”, domandò Theodore, preoccupato di dover combattere orde di coccodrilli umanoidi o chissà quale altro abominio servisse le forze più malvagie del continente nero. Keresu sospirò, non gli piaceva certo mandare dei ragazzi a fare il lavoro che avrebbero dovuto fare lui o altri avventurieri ben più esperti, ma la sua presenza era richiesta a casa e non c'era nessun altro a cui avrebbe potuto affidarsi.

 

“ Abbiamo preparato talismani per voi affinchè Seth o chi per lui non si accorga della vostra presenza, ma non fatevi troppo affidamento. Ora andate, amici miei. Grande è il fardello sulle vostre spalle e grande la gloria che vi attende. Fate del vostro meglio, come so che avete fatto nella vostra patria.”.

 

“ La ringraziamo molto, mister Sareh. Come possiamo ripagarla?”, domandò Luna con tono grato.

 

“ Beh, ci sarebbe una cosa, se il giovane Potter è d'accordo.”, disse il mago, puntando un'avido sguardo sull'anello di Harry.

 

La mattina dopo i cinque guerrieri di Camelot partirono sul dorso di Fanny, salutando Kurasu, in lacrime dopo una notte passata a discutere con lo spirito dell'amato figlio. Il cammino della squadra inglese fino in Egitto non sarebbe stato facile, ma quando mai qualcosa lo era sulla Terra dei Rifts?

 

*****

 

Altro giorno, altri cento e più chilometri nella neve attraversati di buona lena da Morrigan. Ar'tuu stesso era alla guida e fischiettava mentre fiocchi di neve cadevano sul finestrino in una nevicata che prometteva di diventare presto una dura tempesta.

 

Alcuni giorni prima la spedizione aveva incrociato una spedizione di mezzi volanti da Sovietski. Sebbene diffidenti nel vedere Ner'He, i soldati russi si erano dimostrati generosi nel fornire loro informazioni e avevano promesso di avvertire il governo del loro arrivo, cui i viaggiatori avevano risposto coi loro migliori auguri per un ritorno a casa.

 

In quel momento Ron, Krum e Ner'He stavano giocando a carte nel salottino del camion, giocandosi una manciata di crediti e munizioni.

 

“ Le carte oggi ti arridono, mio bluastro amico.”, scherzò Ron, buttando a terra una coppia di due contro la scala reale massima del compagno, che teneva davanti a sé una piccola montagna di E- clip mentre i suoi due amici erano stati quasi svaligiati.

 

“ Eh, qualche spirito benigno avrà messo gli occhi su di me.”, disse il guerriero, che nella coda teneva alcuni assi di riserva. Hermione, seduta a leggere poco lontano, se ne accorse e li fece apparire con un gesto nelle mani di Ron, che rivolse a Ner'He un doppio dito medio, imitato da Krum. Il Blucie non sembrava minimamente pentito.

 

“ Ehi, Viktor, dove siamo al momento?”, chiese dunque Shay, volando attorno allo Sterminatore con la sua navicella.

 

“ Qui ci avviciniamo ai territori del capoguerra Burgasov, bisogna stare attenti. Non è tipo da uccidere a vista, ma può comunque darci alcuni problemi.”, disse il bulgaro, ripensando al suo ultimo incontro con le forze del feudatario.

 

Burgasov, detto ' l'orso di Mosca', era uno dei feudatari più aggressivi e spietati, sebbene non fosse neanche lontanamente sanguinario come Orloff e Solokov. Era un guerriero fatto e finito, che nonostante la sua grama reputazione aveva tenuto al riparo i suoi territori da orde di Gargoyle e demoni, guadagnandosi il rispetto e la lealtà dei propri uomini.

 

Viktor l'aveva aiutato a contrastare una piccola avanzata di demoni quando era stato al suo servizio per un breve periodo, ma preferiva non tentare la sorte con la propria vita o quella dei suoi datori di lavoro.

 

“ Pensate di voler incontrare anche questo Capoguerra?”, domandò Ron al suo re, che scosse la testa.

 

“ Non per il momento. E' un guerriero valoroso, ma anche un po' troppo guerrafondaio per i miei gusti. Aspetteremo di avere più appoggio appoggio per giudicare la sua reazione. Per il momento intendo dirigermi direttamente al campo di lady Romanoff e da lì a Sovietski. Possibilmente non visti.”.

 

“ Buona idea.”, disse Shay, seduta sulla spalla di Hermione, cui venne in mente un'altra domanda, di cui più volte aveva discusso col re e coi suoi fidati collaboratori.

 

“ A proposito, vostra maestà, siete ancora dell'idea di reinstituire il Wizengamot al vostro ritorno?”, domandò curiosa la Viandante delle Ley Lines, al chè Ar'Tuu si grattò pensoso la barba in cerca di una degna risposta.

 

“ Sono dell'idea di reinstituire un sistema civico e la capacità del popolo di influire sulla gestione dello stato. L'antica Inghilterra era una monarchia costituzionale e penso di dover dare esempio e fiducia ai miei sudditi ridando loro l'occasione di governarsi in piccola parte. E per fortuna il vostro arrivo da un mondo tanto simile al nostro passato ci ha dato diversi codici civici su cui possiamo basarci per creare un sistema adatto, che si rifaccia sia alla società magica che a quella babbana.”.

 

“ Possibilmente più competente del Ministero della magia. I miei genitori scherzano spesso dicendo che l'unico motivo per cui i Mangiamorte hanno davvero servito Voldemort è perchè volevano un organo burocratico attualmente funzionante invece dello scherzo che c'era all'epoca..”, disse Ron, scatenando una piccola risata generale. Una volta calmatosi Ar'Tuu riprese il suo discorso.

 

“ Già. Intendo cominciare qui e poi riuscire a creare una buona legislazione per la nostra alleanza. In particolare riguardo il trattamento del popolo. ”, spiegò il re, che aveva fatto dell'equo trattamento di umani e D- Bee un fondamento della sua politica. E sebbene rispettasse molto l'imperatore del Giappone e i guerrieri russi, non aveva intenzione di permettere al loro trattamento delle creature non umane di continuare. Il sovrano orientale, superato in voti dalla maggior parte degli alleati, stava lentamente allargando i diritti degli eta, la classe sociale che includeva la maggior parte dei D-Bee e alcuni umani di rango incredibilmente basso. Probabilmente presto sarebbero diventati un tutt'uno col ceto dei lavoratori.

 

 

D'altronde già l'idea di partecipare alla liberazione dell'Eurasia era semplicemente troppo ghiotta per farsi prendere dall'orgoglio e rinunciare a tale gloria. Per di più il Geofronte, come gesto di fiducia, aveva mandato una buona schiera di artisti marziali e piloti che avevano aiutato non poco a ridurre le dimensioni delle zone in Giappone occupate dai demoni. Avevano persino combattuto fianco a fianco dei samurai nel respingere un'assalto dello shogunato di Otomo, un'altra fazione dell'arcipelago asiatico che pur condividendo il livello tecnologico della Repubblica del Giappone, era quanto di più lontano possibile dai suoi ideali e aveva serbato a lungo mire di conquiste sui territori rivali.

 

Questo rendeva ancora più imbarazzante l'aiuto che i giapponesi avrebbero dato alla Cina, considerando i precedenti della seconda guerra mondiale. Tornando però al punto, gli stati che avevano già preso parte all'alleanza stavano modificando alcune loro regole e abitudini, pur mantenendo quasi del tutto la loro struttura politica e sociale.

 

Così, discutendo di una cosa e l'altra, il gruppo proseguì il suo cammino. Purtroppo non aveva idea che tra gli alberi più lontani, al riparo dai sensori di Morrigan, qualcuno li stesse osservando. Una piccola squadra di ricognitori ben armati osservava il tragitto del camper corazzato.

 

“ Signore, gli abbiamo trovati. Ordini?”, domandò il capo di quel gruppo di spie, premendo l'impianto audio che teneva nell'orecchio, da cui partì una voce metallica e ben più fredda del vento dell'Europa orientale. La stessa voce che fin troppi D-Bee innocenti avevano ascoltato nei loro ultimi momenti di vita.

 

“ Attaccateli al vallo e distruggeteli. Niente testimoni.”, ordinò secco Orloff.

                                                                                                                             *****

Salve a tutti, spero che il capitolo sia  di vostro gradimento. Doveva contenere inizialmente anche una particina su Percy, ma penso sia meglio riservarla più avanti per il vivo dell'azione. A questo riguardo, è molto raro per me fare capitoli che non contengano scontri veri e propri, ma voglio cercare di fare un paio di scene più tranquille prima che arrivi un botto d'adrenalina a Camelot che vi ricompenserà dal non aver visto la battaglia di Loch Ness. Per qualsiasi consiglio, specie sul come utilizzare il terreno africano o russo, sono a vostra disposizione. Spero di trovarvi anche su Sangue di Re( scritta con un'amica sull'account evil65) e su altre mie storie.

                                                                                                                         *****

Pantheon Egizio: Attualmente diviso in due, una guidata da Set e l'altra da Ra.

Rah-men: Possenti uomini gatto al servizio di Ra, dotati di minori abilità psioniche e amanti degli impianti bionici. Sono in costante guerra con una razza di coccodrilli umanoidi al servizio di Set.

Rain Maker: Incantatori africani che come suggerisce il nome creano la pioggia per i loro connazionali, ma in Rifts posseggono anche un buon arsenale di incantesimi( allargato qui grazie all'arrivo dei maghi di Harry Potter, che hanno anche dato aiuto agli psionici per ampliare le loro abilità) e altri rituali, tra cui uno che permette loro di trasformarsi in fulmini.

Shogunato di Otomo: Stato giapponese che sopravvisse ai secoli bui accanto all'Impero e che fu la principale potenza tecnologica dell'arcipelago fino al salto temporale della Repubblica del Giappone. Praticamente governati dall'azienda H-Brand, in canon stanno pianificando un attacco all'Impero, in questo caso pianificato grazie all'appartenenza del suddetto all'alleanza transcontinentale( per cui mi servirebbe un nome, se avete consigli a riguardo: Fronte per la liberazione dell'Eurasia, Unione di Camelot, Bastione per umani e D- Bee?)

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Capitolo 7
*** Tonfo di putrefazione ***


 

Qualche settimana dopo la partenza del gruppetto di Harry Arthur era nel laboratorio di casa sua, perso come al solito nei suoi esperimenti più insignificanti. Le esperte mani dell'uomo erano intente ad assemblare piccoli giocattoli e console con videogame piuttosto rudimentali all'interno, usando per lo più i componenti scartati sul lavoro perchè inadatti per i loro prodotti più usuali.

 

Non era esattamente un genio della programmazione quanto lo era del riciclo, ma in quei giorni aveva bisogno di rilassarsi e realizzare qualcosa che non fosse una nuova portatrice di distruzione o qualcosa da cui sarebbe dipeso il destino del mondo era la migliore cosa per farla, con la possibile esclusione assaggiare la cucina di Molly.

 

Cosa che stava per accadere comunque. La padrona di casa entrò infatti nel piccolo laboratorio portando con sé un vassoio pieno di biscotti appena sfornati, muovendosi agilmente tra i vari strumenti e casse pieni di componenti elettronici fino ad arrivare dal marito.

 

“ Ecco un po' di energie per il mio stoico inventore. Dimmi come sono, li sto perfezionando per il ritorno di Harry e Ron.”, disse la donna posando il vassoio accanto a lui e dandogli un piccolo bacio sulla guancia, che lui ricambiò con somma gioia.

 

“ Grazie, amore. Ne avevo bisogno- disse il Tecnomago, annusandone uno prima di morderlo con gusto- Delizioso, ti confermi ancora una volta la seconda donna più importante della mia vita.”.

 

“ Al primo posto c'è Ginny, spero, o sarò alquanto delusa.”, disse Molly con una finta occhiataccia che fece sorridere Arthur.

 

“ Ovvio. Mentre Ross e Koromi occupano i numeri tre e quattro, per quante volte mi abbiano fatto diventare matto. Ah, non so cos'avrei fatto senza di loro.”, disse lasciandosi andare nella propria sedia. Molly lo guardò stavolta con un po' più di comprensione.

 

Il viaggio di Arthur in America era un argomento difficile da toccare in famiglia. Non perchè detestassero parlarne di per sè, ma perchè significava comunque ammettere che per anni Arthur non era stato lì con loro, perdendosi l'infanzia e l'adolescenza di molti dei suoi figli e aveva rischiato la vita infinite volte alla loro ricerca . Ancora d'altronde si incolpava per non essere stato con loro per la morte di Charlie, e temeva moltissimo per Ron.

 

Ma era anche grazie a esso, in un certo senso, che Camelot era sopravvissuta a Gargoyle e demoni. Per di più grazie la loro famiglia, che aveva perso Charlie, si era arricchita grazie all' aggiunta degli membri del team Morrigan, che erano diventati i fieri zii dei ragazzi Weasley oltre che i compagni di battaglia di Arthur.

 

“ Cambiando argomento, amore mio, su cosa stai lavorando?”, domandò la matriarca di casa Weasley, osservando i gingilli cui Arthur stava lavorando, osservando in particolare un piccolo orsacchiotto di metallo per metà ricoperto di pelliccia sintetica..

 

“ A essere onesti? Semplici giocattoli per insegnare ai bambini come usare la tecnomagia e aiutarli a non pensare al mondo da incubo in cui viviamo. Fare lavoretti così mi aiuta a rilassarmi e schiarire i miei pensieri. Spero un giorno che i nostri nipotini ci giochino.”.


“ Ehi, non sono ancora così vecchia da essere una nonna, quindi non fare progetti in anticipo.”, disse stizzita la psionica, gonfiando le guance.


“ Scusi, lady Weasley, non sapevo fosse tanto suscettibile sulla sua età.”, scherzò Arthur dando una pacca alla spalla della moglie, che arrossì fintamente offesa. La coppia rimase dunque nel laboratorio a parlare del più e del meno, passando da un'argomento all'altro in attesa che si facesse l'ora di cena, quando qualcuno suonò il campanello.

 

Molly andò ad aprire e si trovò di fronte un'ansimante Koromi. Potè vedere chiaramente, anche senza leggerle nel pensiero, che la samurai doveva averne passato di tutti i colori in America.

 

“ Koromi, che succede?”, domandò la padrona di casa. La cyborg prese un profondo respiro( più per abitudine che per reale bisogno, avendo polmoni artificiali), e parlò.

 

“ Devo vedere Arthur, arrivo ora da Psyscape assieme a un gruppo di loro combattenti. Crediamo Nixla sia qui in Inghilterra.”, ansimò la cyber samurai, mentre ogni colore lasciava il viso di Arthur.

 

“ Che gli dei ci proteggano.”, disse facendosi un segno insegnatogli da Ginny per allontanare la sfortuna e il male.


“ Nixla? Arthur, di chi state parlando?”, domandò nervosa Molly, avvertendo tutta l'ansia del marito come fosse propria.

 

“ Della cosa peggiore che poteva capitarci, amore mio. Un'intelligenza aliena tra le più potenti, che cerca di manifestarsi da anni nel nostro mondo... e che si nutre di anime. Ma neanch'io capisco come possa essere qui. Che cosa hai scoperto, Koromi?”.

 

Mentre i viaggiatori che l'avevano accompagnata mediante teletrasporto si sistemavano dunque con la milizia cittadina, Koromi sedette nel salotto di casa Weasley, sorseggiando la tazza di tè che le era appena stata offerta mentre le dita di Arthur tamburellavano nervosamente sul tavolo.

 

Molly e Ross stavano aiutando le truppe di Psyscape a sistemarsi nella caserma mentre fuori dalla porta, Percival vigilava affinché nessun orecchio indiscreto li potesse ascoltare.

 

" E così Nixla non solo possiede già un corpo, ma è riuscita a resuscitare Voldemort.", constató cupo il Tecnomago, sintetizzando il succo della conversazione con l'amica, che concluse in quel momento la sua bevanda. Il mago più pericoloso del suo mondo nativo al servizio di una delle entità più malvagie del megaverso. Definirlo un mare di guai era un eufemismo.

 

" Sì, si erano recati a Stormspire e stando ad alcune delle spie di Psyscape,un paio delle quali morte pur di recapitarci l'informazione, sono addirittura riusciti ad avere un'udienza privata con lord Ducson- sospirò la cyborg, incrociando le braccia bioniche sotto il petto- mi è stato concesso un piccolo plotone dalle alte cariche di Psyscape perché sperano di trovare qui indizi sulla loro prossima mossa. "

 

" Vorrei aiutarti, amica mia, ma a parte un'alleanza coi fomori o Lui, non so che potrebbe interessargli. ", rispose Arthur, riferendosi al 'mentore' del loro amato sovrano. Un'alleanza tra Merlino e Nixla, o Vrena come voleva farsi chiamare, sarebbe stato in effetti qualcosa di terrificante, specie con quel coglione di Ducson in mezzo.

 

" Nah, I fomori sono dei bruti senza cervello, ma anche Bres e Balor hanno I loro limiti. Non unirebbero mai le loro forze a un'entità come Nixla-insistette Koromi. , mordendosi il labbro- non avete visto niente di più strano del solito, di recente?". Alla domanda Arthur riflettè per qualche secondo, l'attentato ai suoi danni fu la prima cosa che gli venne in mente. Poi si ricordò di alcuni druidi e sacerdoti che avevano commentato una diminuzione, lieve ma costante, del potere degli Alberi millenari negli ultimi giorni. All'inizio non ci aveva fatto troppo caso, pensando che fosse una cosa temporanea e forse naturale, ma un organismo potente come quei giganti non avrebbe potuto indebolirsi senza un'intervento esterno.

 

“ Forse... qualcosa sta intervenendo sugli Alberi. Che come sai sono la base del sigillo per la dimensione di Zashan. Potrebbe finalmente aver capito la ragione del suo indebolimento e aver reagito di conseguenza. Il che ci costringe a rielaborare i nostri piani per l'ennesima volta.”, ragionò il Weasley, grattandosi i capelli rossi schiariti dal tempo con espressione corrucciata, preoccupando ulteriormente Koromi.

 

L'ultima volta che l'aveva visto così fu quando fondarono la Vendetta di Morgause,il complotto volto a uccidere Merlino. Il Tecnomago aveva reso ben chiaro che non avrebbe lasciato in vita una sola emanazione di Zazshan, a costo di sacrificare la vita per esiliarlo dalla Terra dei Rifts.

 

" Vorresti attaccarlo subito? ", domandò preoccupata la samurai.

 

" Di certo non oggi, ma prima che il sigillo cada o che sua maestà torni, dobbiamo eliminarlo in via definitiva. Non possiamo combattere due intelligenze aliene allo stesso tempo.", spiegò rapido il mago, pieno di furia e ardore, alzandosi come fosse un possente ufficiale del novecento e incendiando i pugni di energia magica. Quella breve dimostrazione di potere venne interrotta dallo spalancarsi della porta, lasciando entrare Percival, il cui viso aveva ben poco del sarcastico ottimismo con cui quasi tutti i suoi compagni cavalieri e Ar'tuu stesso lo conoscevano.

 

" Ho ricevuto una comunicazione di lady Ginevra. Koromi, avevi ragione, Nixla è già venuta qui e si è messa all' opera. Arthur... - disse il drago, inarcando le sopracciglia e stringendo i pugni-Merlino è introvabile "

 

 

Il volto del ministro della tecnologia si incupì ancora di più, i denti che sfregavano tra loro mentre scintille di potere gli avvolsero le mani. Infine sbottò con la stessa rabbia che riservava ai motori che ancora usavano i carburanti fossili.

 

“ Fanculo, scordate cos'ho detto. Avvertiamo lady Ginevra, dopodichè andiamo subito al rifugio di Merlino e lo riduciamo in poltiglia una volta per tutte!”, esclamò irato il tecnomago, la sua figura in abiti da pilota avvolta da un'energia e furia senza pari.

 

 

 


 

 

 

*****

 

Etiopia, terra di conflitti, montagne e bellissime foreste. Il gruppo di Harry vi si era diretto sul dorso di Fanny, su cui viaggiavano durante il giorno mentre la notte si concedevano qualche ora di riposo prima di ripartire a piedi, essendo la fenice troppo facile da avvistare una volta calato il sole.

 

Anche senza però un diretto controllo del territorio, l'Impero della fenice aveva ancora la sua buona dose di avamposti e servitori che sorvolavano la zona in cerca di schiavi e nemici. I viaggiatori di Camelot si erano dovuti nascondere più volte per evitare di essere catturati, approfittando di nascondigli naturali e dei monili donati loro alla partenza.

 

Quella sera a percorrere i cieli era un piccolo stormo di draghi adulti, accompagnati da alcune orde di non morti volanti. Sebbene la maggior parte di quelle creature non tendesse ad andare troppo d'accordo in branco, in qualche modo Rama- set era riuscito a formare piccole squadre tenute insieme da incantesimi e abilità psioniche che ne assicuravano la realtà. E quando queste non funzionavano, c'era sempre la minaccia di venire usati per qualche orribile esperimento necromantico.

 

 

“ Se ne sono andati?”, domandò Theodore a Harry, che osservava lo stormo di maestosi rettli volanti con alcuni occhiali termici. I cinque viaggiatori si erano nascosti in una caverna nel fianco di una montagna per non farsi vedere dai ricognitori, i loro talismani avevano fatto il resto.

 

“ Sì.”, disse il moro quando finalmente i draghi si allontanarono, lasciando solo nuvole e stelle a occupare il cielo notturno.

 

“ Uff. Come fa Rama- set a trovare simili bestioni e a controllarli? Anche durante la guerra non ho mai visto assortimenti così pericolosi.”, commentò seccata Leisa, che aveva combattuto a Loch Ness, perdendovi entrambi i genitori. La cultura Lemuriana era basata sul rispetto reciproco per ogni forma di vita. Quello che quella scusa di un drago faceva mentre si spacciava per faraone, non era che un abominio per lei.

 

“ Probabilmente con esssssperimenti di cui non voglio ssssapere niente e con l'aiuto di orde di Trasssssmutatori che non sssono gentili quanto la nostra Luna.”, disse Morek indicando la compagna di squadra, che sbuffò.

 

Quando Luna aveva scoperto il proprio talento per la magia dimensionale, aveva fatto solenne voto di non evocare entità demoniache e soprattutto di chiamare solo e soltanto creature che l'avrebbero aiutata di loro spontanea volontà. Togliere la libertà anche alla peggiore delle creature era per lei, che tanto amava la vita in ogni sua forma, un atto abnorme, e grazie ai suoi sforzi in guerra molti altri l'avevano presa ad esempio, variando allo stesso tempo il loro 'arsenale' di evocazioni.

 

“ Su, animo. Abbiamo un altro lavoro da fare prima di arrivare in Egitto.”, ricordò Harry, guidando gli altri verso un enorme edificio poco lontano. Prima di lasciare il villaggio dei pigmei, avevano ricevuto la richiesta di aiuto che uno dei soldati del dio Ra aveva mandato a Kerenu, chiedendo supporto per risolvere un problema in Etiopia. Niente di particolarmente grave, stando a quanto diceva, ma sarebbe potuto diventarlo se non avessero agito subito.

 

 

Il mandante si sarebbe fatto trovare in uno dei più antichi e imponenti edifici dell'Etiopia, una serie di undici chiese costruite nella roccia stessa, millenni prima dei Rifts da un antico sovrano: Re Lalileba, il cui nome era stato dato al complesso architettonico e il cui scopo imitare la gloria di Gerusalemme. Harry e gli altri, non avendo mai vista la città santa, non seppero dire se ci fossero riusciti, ma il risultato era non di meno imponente.

 

Dinnanzi al gruppo di avventurieri si distenteva una magnifica vallata, spoglia d'erba e illuminata da tutte le stelle del firmamento. Era possibile vedere diverse cavità scavate nella nuda roccia a mostrare undici chiese estremamente raffinate per quanto semplici, e da una di esse era possibile avvistare una potente luce giallo arancio. Intuendo fosse un segnale del loro contatto, i cinque si addentrarono in quell'elegante labirinto, muovendosi con un misto di circospezione e meraviglia finchè non arrivarono al luogo da dove partiva quel meraviglioso bagliore.

 

Ad originarla era stato un maestoso uomo uccello dalla testa di falco, con brillanti piume giallo arancio percorse da piccoli scintille. Le grandi ali svettavano nell'aria, mentre le gambe erano coperti da pantaloni militari, con una cintura che portava un paio di pistole e coltelli.

 

“ I miei complimenti, guerrieri di Camelot, siete in anticipo rispetto ai tempi. Mi chiamo Sair e ho dovuto chiedere il vostro aiuto per un problema nella cattedrale.”, disse cordiale il Phoenixi avvicinandosi al gruppo. La sua specie era stata creata dalla stessa Bennu, la dea fenice della fazione 'buona' degli dei egizi, ed era dotata di potenti abilità rigeneratrici e piromantiche.

 

“ E' un onore conoscere uno dei guerrieri del pantheon egizio. Come possiamo aiutarti?”, domandò Luna, inchinandosi dinnanzi al possente D-Bee, che cominciò a spiegare.

 

“ Questo luogo è pieno di Rifts, che conducono alle più diverse dimensioni. Ci sono sempre creature che escono da essi, spesso molto pericolose, ma di recente sono aumentate parecchio e attaccano i villaggi vicini. Vorrei che la vostra Trasmutatrice li chiudesse in via definitiva, o c'è il rischio che i membri del Pantheon oscuro li utilizzino a proprio vantaggio.”.

 

“ Purchè ci aiuti a difendere Luna mentre procede, siamo più che disposti ad aiutare. ”, si raccomandò Theodore dopo una breve consulta del gruppo.

 

“ Non mi aspettavo niente di meno. Combatterò al vostro fianco così come ho sempre fatto coi miei simili.”, rassicurò la fenice umanoide, facendo strada ai suoi nuovi compagni.

 

L'interno della chiesa sembrò normale all'inizio, ma scesi nei sotterranei i sei avventurieri si trovarono davanti un gruppo assortito di mostri e demoni.

 

“ Devo ammettere che di rado ho visto una tale abilità nel mescolare natura e mano umana.”, commentò Theodore, osservando le decorazioni del luogo e la sua struttura, o almeno le parti ancora intatte. Quello era un luogo che anche i più bigotti coloni bianchi avevano dovuto ammirare, e che era stato spesso un luogo di riposo per chi avrebbe condotto spedizioni più all'interno del continente.

 

“ Già, l'Africa è stata per anni sottovalutata dal resto del mondo, ma fu qui che nacquero alcune delle prime vere civiltà umane, e che la vostra specie ricominciò a ricostruire quanto perse dopo la caduta di Atlantide. L'Egitto e l'Etiopia sono solo alcuni esempi.”, disse fiero Sair, indicando alcuni bellissimi affreschi, decisamente più recenti del resto della costruzioni e fatti per commemorare la storia del continente nero nonostante l'invasione di Rama- Set.

 

“ Sssssssì, devo dire che gli umani, per quanto fragili, sssssanno come ssssssopravvivere. E come farti divertire, ecco perchè mi sssssono unito ai cavalieri di Camelot.”, sghignazzò Merek. Leisa gli rivolse un sorriso un po' tronfio.

 

“ Ovvio. Devo forse ricordarti che anch'io sono umana tecnicamente? Per quanto mi piaccia cambiare.”, disse facendo apparire nella sua mano un globo di pura energia vitale, mentre una chiazza di squame da pesce apparve sulla sua pelle.

 

“ Questo sfoggio mi sembra un po' ipocrita sul tema dell'umanità, se posso permettermi.”, sghignazzò Harry, indicando le squame color argento apparse sull'amica, che gli rivolse un dito medio. Luna dal canto suo continuava a osservare la valle in cui si trovavano, ammirandone il misto di splendore naturale e architettura. Non poteva però ignorare l'orribile tanfo di morte ed energie demoniache portate lì da Rama- Set e dal pantheon oscuro. Poteva solo immaginare quale abominio avessero perpretato su quel lussureggiante mondo.

 

“ E devo dire che nonostante gli orrori che ci vivono, adoro l'Africa, mr. Sair. Sarei lieta di tornarci quando sarà finalmente libera, se lei volesse farmi da guida.”, disse speranzosa la giovane Trasmutatrice al loro temporaneo accompagnatore, che annuì.

 

“ Con vero piacere, miss Lovegood. Vogliano gli dei che quel giorno non sia lontano. Niente mr, comunque, mi fa sentire vecchio. Ho solo trecento anni in fondo.”, disse l'uomo uccello, guidandola dunque a un'altra delle varie chiese sparse nella vallata. Già all'ingresso era possibile sentire diversi versi, tra cui alcuni ringhi minacciosi e suoni di pesanti passi. Scendendo nei sotterrani, si trovarono davanti un'orda di creature fameliche. La maggior parte era ancora nascosta nella semi oscurità, rivelando figure mostruose e deformi, con mascelle da cui colavano rivoli di bava.

 

“ Sair, credo che tu abbia minimizzato un po' la situazione.”, commentò sarcastico Harry estraendo la propria spada e correndo contro la prima ondata di creature, infilando la punta della vibro-lama in una grossa tigre ai denti a sciabola con le corna prima di formare un raggio energetico nella mano e bucare il petto di un demone con una mira perfetta mentre il resto dell'orribile orda si abbattè sui suoi nemici.

 

Theodore non fu da meno dell'amico e materializzò la sua fidata spada psionica, muovendosi ad altissima velocità tra le file di nemici, accompagnando i fendenti luminosi dell'arma con scariche di saette o palle di fuoco. Leisa invece trasformò le braccia in tentacoli velenosi, impalando i suoi obbiettivi senza molti problemi e finendoli con forti scariche elettriche mentre la battaglia proseguiva sempre più frenetica.

 

Luna aprì un piccolo portale, evocando un drago di cristallo grande il doppio di lei. Elegante e furioso, la creatura sputò una vampata di fiamme bluastre che distrussero il più degli invasori dimensionali, prima che Sair si avvolgese con una potentissima aura infuocata per finire chiunque fosse sopravvissuto coi propri artigli.

 

“ Sair, tu resta qui a difendere Luna. Noi impediremo a questi orrori di uscire dai portali.”, ordinò Harry, correndo assieme ai compagni nelle catacombe dell'edificio, incontrando altri orrori che combatterono in un vortice di fendenti e incantesimi finchè Morek non creò una serie di sfere fiammeggianti che aprirono loro la strada fino ai vari Rifts.

 

I portali bluastri erano presenti in tutta la sala, lanciando inquietanti bagliori che si accompagnavano ai versi dei loro nemici.

 

“ Forza, dobbiamo resistere solo un altro minuto.”, ordinò Harry, evocando una spada di ghiaccio e gettandosi nuovamente nella mischia, affettando vermi talmente grandi da far impallidire un boa mentre le altre creature tenevano impegnati i suoi compagni.

 

Di sopra Luna recitava antiche formule in celtico con le mani strette. La sua figura era illuminata da una potente luce bluastra che si intensificava mentre gli artigli infuocati di Sair affondavano in ogni mostro che superava la guardia di Harry. Un pipistrello a quattro ali sembrò eludere la guardia del guerriero, e riuscì quasi a raggiungere il volto di Luna con chiari intenti.

 

Fu in una frazione di secondo che l'alone d'energia che circondava la Trasmutatrice svanì e questa riaprì gli occhi, disintegrando il mostriciattolo con una rapida sfera di energia. Cadde quindi in ginocchio, sfinita dall'energia usata per chiudere in contemporanea tutti quei portali, e Morek passò il resto della notte a rimetterla in sesto.

 

Il sole si era già alzato quando i sei guerrieri ebbero finito di riposare, cominciando a illuminare la vallata. E un puntino lontano del cielo si fece sempre più grande fino a rivelare Fanny, che atterrò davanti ai suoi protetti in tutta la sua gloria prima di ricevere gentili carezze dai suoi passeggeri e un profondo inchino da parte di Sair.

 

“ Grazie infinite, vorrei tanto accompagnarvi, ma la mia presenza è richiesta altrove.”, disse il Phoenixi, stringendo le mani di ogni membro del gruppo prima che questi salissero su Fanny, offrendogli gentili sorrisi di congedo.

 

“ Sarai con noi con lo spirito, guerriero di Ra. E sono certo che un giorno combatteremo di nuovo insieme.”, gli disse Harry, alzando il pugno in segno di rispetto, accompagnato da un gioioso verso di Fanny, che si alzò quindi in volo riprendendo il viaggio verso l'Egitto, illuminata dal sole nascente.

 

“ Buona fortuna, amici miei! Che gli dei proteggano il vostro cammino!”, esultò Sair prima di allontanarsi dalla strada di Fanny mentre il sole splendeva sul continente nero.

 

*****

 

Lady Kray era considerata tra le più belle dame alla corte di Camelot, forse anche al di sopra di Ginevra. A ogni galà stuoli di corteggiatori si sfidavano per il diritto di ballare con lei, col risultato di esilaranti scenette che non mancavano di animare il ricevimento. Come quella volta in cui i gemelli Weasley avevano usato un incantesimo per far venire il solletico ai loro avversari al punto da farli arrendere( scena che probabilmemte veniva rivaleggiata solo da un capitombolo del sovrano durante una partita di Quidditch, mentre si contendeva il boccino con Harry).

 

La sua natura di drago non diminuiva il suo fascino agli occhi dei più. ma anche i suoi spasimanti più determinati si sarebbero probabilmente fatti indietro nel vedere la sua forma naturale di rettile scarlatto che si agitava felicemente nel sonno dentro la sala del tesoro, da lei custodita. Mentre il colore sanguigno delle sue scaglie si confondeva tra gemme d'ogni colore, mucchi d'oro, e artefatti tanto belli quanto potenti, la sua mente vagava su maestosi campi di battaglia in cerca di gloria, nei cieli più alti a godersi la sua libertà e in molti altri luoghi frutto di ricordi o fantasia.

 

I bellissimi sogni della femmina di drago furono interrotti da un improvviso campanello d'allarme. Kray aprì seccata gli occhi e controlló un orologio posta sulla colonna che era solita usare come cuscino. Erano sì e no le cinque del mattino,di domenica per di più.

 

<< Chiunque si trovi dietro quella porta, spero per lui che qualcuno stia morendo >>, brontoló seccata il cavaliere, andando ad aprire con passo pesante e senza neanche assumere il proprio aspetto umano com'era solita fare davanti ai soldati che dovevano svegliarla. Rivolse pertanto uno sguardo iniettato di sangue al suo malvoluto disturbatore, accorgendosi solo dopo che si trattava di Ginevra. Una Ginevra molto preoccupata, il che era tutto dire dalla donna che aveva mantenuto saldo il morale delle truppe in un anno e mezzo di lotta su più fronti, e che aveva attirato l'attenzione di Ar'tuu anche per questa sua capacità.

 

<< Ginevra, che ci fai qui a quest'ora? >>, domandò stupita Kray assumendo il suo aspetto umano, avvolto da una vestaglia decorata con fiamme e pezzi di carbone. La druida psionica prese un profondo respiro prima di rispondere. Era chiaro che avesse già visto qualcosa di tremendo quel giorno.

 

<< Kray, odio disturbarti a quest'ora. Ma ho ricevuto un messaggio da Arthur, assieme a rapporti da altri villaggi che confermano quanto dice, e tu sei il cavaliere di Rango più alto in sede. Camelot è di nuovo sotto attacco, stavolta il nostro nemico è la Morte stessa>>.

                                                                                                                          *****

Salve a tutti, domando scusa per il ritardo. Sono stato bloccato prima dalla parte in Etiopia, che ho ideato sul momento e proprio non voleva saperne di venire, poi dalla tesi, che mi ha costretto a prendere una pausa dalle fanfiction che probabilmente riprenderà a breve. Spero che voi stiate tutti bene e che il caldo da voi non sia asfissiante come in Sicilia. Farò in modo che i prossimi capitoli migliorino anche per rendervelo più sopportabile nel caso. 

Approfitto anche dell'occasione per dare l'ennesimo addio( anche se spero arrivederci) di quest'anno: non so quanti di voi conoscano Warhammer, che è una certa influenza su questa storia. Ma di recente la compagnia produttrice, Games Workshop,  ha cominciato una politica di tolleranza zero con chi fa animazioni su youtube, obbligando gli youtuber a venire assunti da loro o perdere la demonetizzazione. Uno di questi animatori, Buva albafusa, è corso al riparo annunciando che la sua serie, 'If the Emperor had a Text to speech device', andrà in pausa per non so bene quanto tempo( anche perchè è diventato padre di recente). Ho passato molto a ridere di questa serie e spero davvero che possa riprenderla.

Intanto mi consolo coi raccontini a tema scritti dalla mia amica Rose du Vermont su Instagram e faccio dei programmini per un crossover tra Warhammer Fantasy e Berserk. A  presto.

                                                                                                                           *****

Phoenixi: Razza di potenti uomini fenice creati dalla dea Bennu. Possono rigenerare le loro ali e sono dotati di un folto arsenale di incantesimi piromantici.

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Capitolo 8
*** La battaglia comincia ***


All'alba del giorno successivo al ritorno di Koromi, lei e Arthur aveva radunato un gruppetto formato da loro, Ross, Percival, Galahad e diversi altri membri della Vendetta di Morgause che avevano aspettato per più di un anno quella chiamata. Una squadra più che adatta a liberarsi per sempre di Zashan e forse anche di Nixla una volta che si fosse mostrata nelle isole britanniche.

 

La tana del finto mago si trovava sulla costa, e lui vi accedeva in genere usando un passaggio segreto che partiva dal suo studio al palazzo reale. La vendetta di Morgause però vi irruppe in grande stile, demolendo con un misto di incantesimi e armi pesanti una parete per poi entrare ad armi sguainate, illuminando a giorno la stanza, decorata con vare rune e simboli blasfemi, senza però trovare niente al di là di un'atmosfera piuttosto inquietante.

 

<< Temo che abbia fatto fagotto, amici miei.>>, disse rammaricato Galahad, senza però abbassare la sua pistola laser, i suoi tatuaggi che sembravano tremolare in attesa di essere attivati. Il commando cominciò a esplorare la caverna con diverse espressioni, cercando la pur minima traccia del loro bersaglio, finchè Percival non calpestò un piccolo pulsante sul pavimento.

 

La figura di un uomo dai corti capelli unti, vestito in maniera molto sfarzosa e armato con un bastone che culminava in un artiglio demoniaco, apparve al centro della stanza. Arthur e i suoi compagni lo riconobbero subito. Era un discendente del fondatore della Federazione della magica e l'attuale governatore di una sua buona fetta, presa con la forza dopo che aveva intimato i Signori della magia di rendergli il territorio formato dal suo bisavolo.

 

<< Ducson. Non mi aspettavo di vederti qui. >>, disse Koromi, incrociando le katane per colpire alla prima mossa dell'incantatore, venendo imitata dai suoi compagni. Il malvagio tiranno della 'Vera' federazione dal canto suo non sembrò preoccuparsi dell'aspetto minaccioso degli intrusi e cominciò a parlare, la sua figura che tremava leggermente.

 

<< Salve a tutti. Spero che Arthur Weasley e gli altri membri del team Morrigan siano tra voi. Sarebbe un vero peccato aver sprecato una tale occasione per liberarmi di simili piattole.>>, disse il misterioso figuro con una voce untuosa, prima di ricevere alcuni spari da Ross, che però gli passarono attraverso con immensa seccatura della donna cactus.

 

<< E' un ologramma. Sembra piuttosto nel suo stile, stare al sicuro mentre altri si prendono i rischi.>>, osservò Arthur, avvicinandosi sospetto all'immagine olografica per scrutarne il volto arrogante. Lui e Ducson si erano incontrati di persona una sola volta, ma prima di quell'occasione si era già creata tra loro una grande inimicizia dovuta alle varie occasioni in cui il team Morrigan ne aveva pestato i piani.

 

La prima volta, appena precedente all'entrata di Zhen Hi, avevano ucciso un suo alto funzionario in una rissa, ritrovandosi dunque a fuggire da orde di cacciatori di taglie che aveva obbligato Arthur, Ross e Koromi a rifugiarsi nelle rovine di New York.

 

In un'altra occasione avevano sventato un suo commercio di uova demoniache e progetti di Tolkeen( che avevano poi preso per sè) nel resto della Federazione, che nella peggiore delle ipotesi avrebbe potuto portare a una guerra civile e a un'invasione di esseri infernali in contemporanea.

 

Infine, dopo molti altri piani simili a quelli sovramenzionati, Ducson aveva cercato di far uccidere uno dei Signori della magia, che guardacaso aveva il team Morrigan come ospiti personali. Il gruppo di avventurieri, durante il caos scatenatosi, si era ritrovato a fronteggiare il malvagio incantatore e sarebbero forse riusciti a ucciderlo non si fosse portato dietro come guardie del corpo un potente raksha, suo consigliere, e una manciata di Juicer potenziati col sangue di drago che l'avevano aiutato a scappare, non prima che giurasse vendetta contro il gruppo di avventurieri.

 

<< Che ci fa qui però?>>, domandò però Percival, più sconcertato, stringendo le dita sulla stessa lancia di legno magica con cui aveva ucciso la Dama del lago, espandendo i suoi sensi per scoprire se vi fossero trappole, non trovando però niente. L'ologramma di Ducson dal canto suo continuò i propri deliri.

 

<< O almeno, spero siate Arthur Weasley e i suoi. Merlino e Nixla mi hanno promesso di sbarazzarmi di lui e dei suoi amichetti fastidiosi una volta per tutte e sarebbe un peccato sprecare l'occasione. Perchè lo sappiate, stiamo già preparando le nostre armate per marciare su Camelot e devastare gli Alberi millenari, portando sulla Terra le vere forme dei miei colleghi. In cambio di un piccolo tributo di anime a Nixla, e qualche schiavo per Merlino, io potrò tranquillamente regnare sulla Federazione della magia com'è mio diritto.>>.

 

 

<< Passano gli anni, ma la sua fissa non cambia.>>, commentò acida Koromi, sapendo che Ducson continuava a ritenersi una sorta di principe defraudato di quant'era suo diritto dai Signori della magia.

 

<< Idiota, come se quei due si accontentassero di qualche anima.>>, disse a sua volta Percival, stupito che ci fosse un umano disposto a fare affari con simili entità per semplice orgoglio.

 

<< Addio, Arthur. Conoscere te e i tuoi scagnozzi è stato il peggiore dei dispiaceri. Confido che prima di schiattare avrete una divertente mezz'oretta da passare coi miei collaboratori. Dovranno registrarla affinchè possa rivederla ogni notte prima di dormire.>>, concluse con una risata Ducson mentre un'altra ondata di ombre occupava il rifugio, circondando la Vendetta di Morgause. Chi possedeva un certo grado di visione notturna li riconobbe subito come i Sunaji.

 

Gli assassini Atlantidei, totalmente neri a parte le loro maschere argentee dalle abnormi fattezze, si mossero attorno agli eroi di Camelot in maniera quasi ipnotica, aspettando il momento adatto per colpire mentre anche il gruppo rivale si metteva in posizione, preparando le loro armi. Un bagliore di Chi che avvolse le spade di Koromi fu il segnale che diede inizio alla lotta.

 

Più rapidi di un fulmine, I Sunajii si spartirono rapidamente le loro prede, serrandoli in uno assalto che impedì ad Arthur e compagni di far pieno uso delle loro abilità. Galahad si ritrovò ad affrontare quello che sembrava il loro leader in un letale scontro all'arma bianca.

 

Le spade infuocate dei due guerrieri si incrociarono più volte in una perfetta dimostrazione di abilità marziale, ognuno dei due determinato a tutto pur di vincere. Il Sunajii tentò rapidi affondi contro il cavaliere, che scartó più volte per difendere i propri punti vitali prima di rispondere con calci volti a destabilizzare l'assassino, accompagnando poi un nuovo assalto con un pugnale appena evocato dai propri tatuaggi. L'altro riuscì però a spingerlo indietro con un'ondata di forza cinetica e riprese a combattere.

 

Lo scontro proseguì per vari minuti senza vincitore o vinto, i contendenti sembravano alla pari. A volte i loro reciproci ed eleganti assalti lasciavano spazio a dimostrazioni di poteri scaturiti dai rispettivi tatuaggi magici in esplosioni di potere opposto che interrompevano brevemente il duello in atto prima che riprendesse più veloce di prima, attorniato dagli altri piccoli duelli che vedevano la Vendetta di Morgause fronteggiare il resto dei Sunajii . A concludere infine lo scarto di colpi fu un attacco sleale del Sunajii. Questi fece non visto uno sgambetto a Galahad, che rotoló a terra, ritrovandosi alla mercé dell'avversario.

 

Il cavaliere di Camelot ebbe appena una frazione di secondo per puntare la mano davanti al sicario in procinto di buttarsi su di lui per il colpo fatale e canalizzarvi un potente fiotto di elettricità, col risultato di spingere indietro il Sunajii e rompergli la maschera. Quanto c'era sotto fece rabbrividire Galahad ben più di quanto qualsiasi intelligenza aliena sarebbe riuscita a fare.

 

<< Ma... Ma tu sei un Atlantideo come me! >>, esclamò Galahad, trovatosi di fronte un volto tatuato circondato da corti capelli biondi non troppo diverso dal suo. L'appena rivelato Atlantideo si guardò intorno, e vide con rabbia che la Vendetta di Morgause era riuscito a riorganizzarsi, uccidendo non pochi dei suoi compagni nonostante anch'essi non fossero stati privi di perdite. Percival aveva riassunto la sua vera forma di drago orientale per avvolgere tra le proprie spire vari assassini, mentre gli altri cadevano sotto i colpi potenziati dal Chi di Koromi o gli incantesimi di Arthur.

 

<< Ritirata! >>, ordinò lesto, svanendo in una bolla d'oscurità assieme ai compagni rimasti prima che Galahad potesse afferrarlo e pretendere spiegazioni. Pochi minuti dopo il gruppo era in una radura sovrastante il rifugio di Merlino a riprendere fiato. Soprattutto cercavano di capire dove si trovasse il mago o almeno di dedurre qualcosa sui suoi alleati in nero. Di certo la scoperta che fossero Atlantidei non li aveva sconvolti meno di Galahad.
 

<< Credo venissero dal clan Arihman, a giudicare da uno dei tatuaggi del loro capo. >>, aggiunse il cavaliere, rendendo la faccenda ancora più incomprensibile per chi aveva una certa cultura su quanto restava del popolo di Atlantide. Gli Arihman erano uno dei più potenti e numerosi clan rimasti dopo l'inabissamento della loro amata patria. Come il resto della loro specie, erano conosciuti quasi ovunque come incredibili guerrieri e instancabili nemici di tutte le forze oscure, non a caso i primi Cacciatori di non morti provenivano dalle loro famiglie.

 

Però erano anche il clan più ossessionato dalla superiorità della loro specie. Insistevano che gli Atlantidei si sarebbero dovuti imporre sul Megaverso come benevoli dittatori, usando la loro autorità e conoscenza per aiutare altre razze a progredire e prosperare. Anni addietro avevano anche conquistato un piccolo pianeta delle Tre galassie, abbandonandolo poi quando il resto dei clan aveva reso chiaro che non avrebbero tollerato la loro condotta.

 

Inoltre erano anche uno dei pochissimi ad insistere sul reclamare Atlantide dagli Splugorth. Il loro unico alleato su questo fronte era il clan Mamoa, restato sulla Terra dei Rifts qualche secolo in più rispetto ai propri simili dopo la catastrofe che aveva posto fine alla loro civiltà. Ma in ogni caso entrambi i gruppi avevano sofferto a causa dei Sunajii, che sembravano odiare gli Atlantidei quanto e più degli Splugorth di cui erano al servizio. Non era possibile che fossero essi stessi Atlantidei, a meno che non fossero stati controllati mentalmente o rapiti nell'infanzia dagli Splugorth, il che creava un'altra infinità di domande.

 

<< Sento la testa che mi scoppia a furia di ragionare. Insomma, tra un viaggio e l'altro abbiamo incontrato degli Arhiman durante i conflitti con demoni o deevil. Sì, erano stronzi che credevano di saper tutto, ma ci hanno aiutato senza chiedere nulla in cambio se c'era una crisi in corso. Non li vedo a collaborare coi Sunajii.>>, si lamentò Ross, massaggiandosi la fronte spinosa mentre i guaritori presenti nel gruppo completavano il loro lavoro. Arthur strinse le mani avvolte nei guanti da lavoro, portandosele alla bocca mentre il suo sguardo poteva rivelare i mille schemi mentali che stava elaborando l'uno dopo l'altro.

 

<< Galahad, anche a me è parso più volte di vedere cose strane nel mezzo di un combattimento frenetico come quello cui siamo appena sopravvissuti. Sicuro di quanto hai visto? Gradirei non dovermi preoccupare anche di quei fanatici. >>, domandò il Tecnomago, cui quello sembrava l'ennesimo problema che avrebbero dovuto tenere segreto anche per anni, se necessario.

 

<< Vorrei fosse il caso, amico mio-disse arrendevole il povero Atlantideo, confuso come mai lo era stato nei suoi centocinquant'anni di vita-in qualche modo, dei membri della mia specie sono legati a quegli assassini. E dovró trovare delle risposte prima che questa nuova battaglia sia finita >>

 

<< Te lo auguro, ma per ora la nostra priorità è proteggere Camelot. Torniamo al castello, lady Ginevra ha radunato tutti le truppe a disposizione, sembra che i nostri nemici vogliano parlamentare. Nella migliore delle ipotesi potremmo prendere un po' di fiato prima della prossima battaglia. >>, istruì Arthur, visibilmente stancato dallo scontro e vergognato di sé stesso per avervi trascinato i propri amici senza pensare. Premette un pulsante sulla propria cintura e il suo skateboard volante fu in un istante ai suoi piedi, mentre Percival si trasformò nella usa forma naturale per far salire tutti.

 

<< A proposito, Arthur... è ora di chiamare loro?>>, chiese Koromi, mettendossi sul dorso del cavaliere, Galahad dietro di lei ancora con uno sguardo sconvolto per quanto aveva scoperto. L'espressione di Arthur migliorò non poco nel sentire quella domanda, sorridendo da un orecchio all'altro mentre la luce dell'alba illuminava la radura come un segno di nuova speranza.

 

<< Credevo fosse ovvio. E' ora che il team Morrigan torni in azione facendo quello che fa meglio. Sopravvivere e prendere a calci in culo qualsiasi cosa si metta sul suo cammino.>>.

 

*****

Nel primo pomeriggio le truppe di Camelot, accompagnati dai loro alleati appena giunti, si fermarono davanti al un'orda di zombie dementi, puntando contro di loro le armi in attesa di un ordine da lady Ginevra. La druida però rimase in silenzio, osservando attentamente i movimenti degli invasori. Sembravano cani rabbiosi, così come le avevano riferito i pochi sopravvissuti ai primi attacchi, e i loro occhi non esprimevano altro che un'infinita fame e un orribile vuoto.

 

I suoi stessi sensi di psionica potevano dirle che c'era qualcosa di profondamente sbagliato in quegli esseri, e che la morte per loro sarebbe stata una liberazione dal buco che avevano al posto dell'anima. Eppure un'altro presentimento la bloccava, la sensazione che qualcosa di ben più terribile si nascondesse in quelle fila e non intendeva dargli la scusa per attaccare per prima.

 

<< Sono la principessa Ginevra di Camelot, promessa sposa di Ar'Tuu e lady protrettrice delle isole britanniche. Chiedo di parlare con colei che comanda quest'armata.>>, disse Ginevra col tono deciso che la contraddistingueva, e con sorpresa dei cavalieri, una figura femminile si fece largo tra i non morti per fronteggiare l'esercito nemico. Non pochi, anche tra gli uomini che avevano già visto la loro buona dose di cadaveri e sangue, desiderarono vomitare nel guardare il volto putrefatto e compiaciuto di Vrena, che si inchinò con riverenza alla futura sovrana.

 

<< Milady, innanzitutto vi ringrazio per avermi concesso udienza. Ho sentito parlare del vostro coraggio quando le guerre infernali raggiunsero queste terre e da donna a donna è sempre un onore non manco mai di mostrare il mio rispetto a un degno combattente, da qualunque parte stia.>>, disse la non morta, le sue labbra putrefatte che si muovevano con inquietante eleganza mentre la spada penzolava dal suo fianco in maniera non meno minacciosa.

 

<< Tu... sei Vrena, giusto? L'avatar di Nixla. Ti ringrazio per tali complimenti, ma temo non possa esserci amicizia tra noi, se i tuoi obbiettivi equivalgono a quanto i guerrieri di Psyscape ci hanno riferito. Difenderò le anime della nostra gente a qualsiasi costo.>>, disse ferma Ginevra, scendendo dalla propria cavalcatura e stringendo la mano. Vrena le porse la propria e dopo un primo momento di ribrezzo la druida ricambiò, ignorando la sensazione sempre maggiore di freddo e vuoto che avvertiva dalla donna e i suoi servitori.

 

<< I miei amati rivali dicono il vero, non per niente riuscirono a rispedirmi nella mia dimensione natia durante i secoli bui- disse con un ghigno irriverente la perfida non morta- confermo che il mio obbiettivo è ancora manifestarmi in questa dimensione e divorare qualsiasi anima capiti nelle mie putrefatte grinfie. E non intendo fermarmi davanti a niente pur di raggiungerlo, chiunque si metta sulla mia strada diventerà semplicemente un prelibato antipasto.>> , concluse con un tono quasi psicotico, le sue mani avvolte in energia necrotica mentre i suoi nemici digrignavano i denti, mettendo nuovamente mano alle armi nella speranza di ridurla in un colabrodo a furia di laser. Anche Ginevra per un istante, lasciò scorrere furiosamente le proprie energie psioniche nel proprio scudo per unirsi al fuoco, finchè un pensiero le attraversò la mente.

 

<< Suppongo tu non ti sia fatta vedere ora solo per dirci questo.>>, sussurrò, incuriosita e spaventata dalla misteriosa creatura davanti a lei, che annuì con un ghigno sempre più inquietante.

 

<< Infatti, sono qui a proporre un piccolo patto. Lasciatemi concludere senza ulteriori discussioni il processo per manifestarmi e mi limiterò ad apparire a intervalli regolari per prendere solo un piccolo tributo di anime. Se desiderate combattere, ammetto di avere un certo svantaggio numerico, specie considerato il numero di psionici tra le vostre file. Ma ho qualcosa che voi non avete... Merlino.>>

 

La spadaccina prese un piccolo dispositivo olografico dalla cintura, mostrando all'esercito l'immagine dell'anziano mago incatenato e picchiato ripetutamente, a giudicare dai lividi che mostrava quasi dappertutto. Vrena si beò non poco dell'espressioni di terrore causate dalla semplice quanto efficace recitazione di Zashan( il vero nome di questo Merlino) e incrociò le braccia marcescenti attorno al seno, la bocca chiusa in un sorriso gongolante.

 

<< Dunque, mia stimata collega. Cosa decide?>>, disse spostando lo sguardo sui membri presenti del team Morrigan. Koromi, trattenuta appena da Ross e Arthur, sembrava sul punto di saltarle addosso. Ginevra espirò a fondo. Era stata guidata da Merlino quasi quanto lo stesso Ar'tuu, lo rispettava per ciò che era e per quanto aveva fatto per la loro gente, prima e dopo il secondo Cataclisma. Dubitava che il suo amato l'avrebbe perdonata se non avesse fatto almeno un tentativo di salvarlo. Ma la sicurezza di Camelot e del mondo intero non poteva venire prima di un solo uomo, per grande che fosse il debito che avevano nei suoi confronti, ed era certa che lo stesso Merlino avrebbe fatto così al loro posto.

 

<< Lady Vrena, ci hai appena mostrato un ulteriore motivo per combatterti con tutte le forze che abbiamo accumulato negli ultimi cinque anni. Sguinzaglia tutti i tuoi non morti e i tuoi mostruosi alleati, Voldemort incluso. Sì, sappiamo che quel folle- aggiunse con una certa soddisfazione quando stavolta fu Vrena a essere scoperta dalla loro consapevolezza del suo secondo in comando- è diventato il tuo nuovo tirapiedi, e se non sarà morto alla fine di questa guerra, puoi garantirgli che sarà giudicato per tutti i suoi crimini. Uomini, all'attacco!>>, gridò dunque evocando una raffica di fulmini su Vrena, ricoprendo la sua carne grigiastra con svariate bruciature mentre l'aria si riempiva di laser e pallottole Mega- Danno che mietero un numero non indifferente di vittime tra i nemici nelle prime file. Prima però che gli zombie e i Mietitori tra loro nascosti potessero reagire, la loro padrona alzò la sua mano scheletrica e teletrasportò tutti in un luogo sicuro.

 

<< Ancora una volta mi complimento per il tuo coraggio, Ginevra- disse minacciosa la voce della negromante, dispersa in qualche modo nell'aria- e non posso dire mi aspettassi qualcosa di meno da colei che Ar'tuu ha scelto. Ma ricordati... qualunque cosa succeda alla fine di questa guerra, ricadrà sulle tue spalle.>>.

 

Le truppe, confuse dall'improvvisa sparizione, si mossero per un po' in cerca di un nemico da combattere senza però trovare nessuno. Ginevra sospirò e diede l'ordine di dividersi tra le varie città per organizzare una difesa adeguata.

 

 

<< Cosa facciamo, mia signora?>>.

 

<< Corriamo ai ripari. Kray, accompagnami da Tuska il Demonkilla. Avremo bisogno di tutta la sua ferocia.>>.

 

*****

 

Le antiche distese russe erano tempestate dall'ennesima tormenta, la cui furia gelida si abbatteva sul guscio Mega-danno di Morrigan con intensità sempre maggiore. Ma per quanto gli elementi si sforzassero, non riuscirono ad avere ragione del draconico veicolo, il cui caldo interno era ancora occupato da Ar'tuu e dai suoi compagni. Il tenace gruppo aveva incontrato il giorno precedente una tribù di Ussari, che aveva dato loro informazioni e provviste in cambio di qualche arma ultimo modello da Lazlo e Camelot.

 

Nella piccola sala d'allenamento, Ar'tuu e Viktor erano intenti ad allenarsi sotto lo sguardo attento di Hermione e Ner'He. Le lame di pura energia usate dai due guerrieri saettavano con incredibile destrezza, rimbalzando sulle loro armature prima di curvarsi in rapidi archi in cerca di un'apertura che garantisse la vittoria. Dopo lunghi minuti, il re riuscì a spingere indietro Viktor e poggiare la lama Psionica accanto al collo di lui, che poté fare un'unica scelta.

 

<< Mi arrendo, vostra maestà >>, disse lo Sterminatore, lasciando svanire la propria arma e ricevendo una stretta di mano vigorosa dal rivale.

 

<< I miei complimenti, Viktor. I guerrieri Bulgari che un tempo combatterono l'impero ottomano sarebbero fieri di te. Una bevanda per ristorarci ora? >>, domandò Ar'tuu con tono cordiale, ricevendo un cenno di assenso. Poco dopo Shay, attraverso uno dei suoi numerosi robot pilotabili

stava versando caldissima burrobirra corretto con un goccetto di whisky incendiario ai Compagni di squadra, che non mancarono di dissetarsi. Ron, al posto di guida, ebbe una tazza normale per ovvi motivi motivi.

 

<< Mhh, ci voleva - disse soddisfatto Viktor dopo aver fatto il bis, pulendosi la bocca-amici, vi ringrazio davvero per avermi permesso di unirvi alla vostra impresa. Forse è ora che vi riveli per quale motivo ho tanto insistito con l'essere al vostro fianco. Sto cercando una persona >>

 

<< Qualcuno che conosciamo? >>, domandò Hermione, incuriosita dal modo in cui l'espressione del moro era cambiata. Era sempre stato molto serio, sorridendo in poche occasioni, ma mai così preoccupato. Ner'He, cresciuto in una cultura guerriera, lo riconobbe come il volto di chi voleva uccidere qualcuno.

 

<< Possibile. Come te e Ron, io provengo dalla vecchia Terra. Non si fossero aperti i Rifts, avrei studiato a Durmstrang, forse avrei cercato di diventare un giocatore di Quidditch professionista - scherzò prima di tornare serio-beh, a Durmstrang studiò anche la persona che sto cercando. Gellert Grindewald >>

 

<< Grindewald, Grindewald- ripeté Ron un paio di volte, finché non rimembró dove aveva sentito il nome- era quel mago oscuro sconfitto dal professor Silente durante la seconda guerra mondiale, giusto?>>

 

<< Sì, esatto-confermò Hermione, prima di rivolgersi alla loro guida - perché lo cerchi? Spero non penserai ti voglia offendere, ma trovo molto difficile sia ancora vivo, la sua prigione era persino più isolata di Azkaban ed era molto indebolito. Probabilmente è stato ucciso dai Gargoyle >>

 

<< Ci sono alcune voci, su un incantatore apparso in Germania poco dopo il secondo Cataclisma. Prese con sé chiunque avesse un briciolo di talento magico o Psionico, aiutando loro ad affinarlo il più possibile. Poi quell'uomo, chiunque fosse, si è spostato nell'Europa orientale per fare lo stesso. Forse è al servizio di qualche Capoguerra, o si nasconde a Sovietski.>> , insistette lo Sterminatore.

 

<< E tu pensi fosse Grindewald? >>

 

<< Sì, quel dannato mago era abbastanza geniale per fare qualcosa per genere. E anche abbastanza pazzo. Per molti fu lui la vera mano dietro il regime nazista. Io voglio scoprire se è cambiato come alcuni sperano, o se ha qualcos'altro in mente ed è ancora colui che uccise mio nonno>>, concluse prima di riprendere fiato e abbandonarsi sulla sedia sotto lo sguardo incerto dei compagni di viaggio.

 

Per qualche secondo l'unico rumore nel salottino di Morrigan fu quello dei vari sistemi. Uno di essi era un radar che scandagliava il terreno in cerca di mine e affini. Un semplice Bip li salvó

Ron attivò all'ultimo istante utile il sistema di volo di Morrigan, che si librò in aria alimentata dai propri reattori tecnomagici mentre un'esplosione sotto di loro lanciava fiocchi di neve in ogni direzione.

 

<< Cos'è stato?!>>, esclamò Shay, volando al fianco del Mistico mentre davanti al parabrezza apparivano laser e missili che vennero evitati per il rotto della cuffia.

 

<< Temo che gli uomini di Orloff ci abbiano trovato di nuovo- disse Ron, muovendo il volante e connettendosi direttamente al veicolo per scannerizzare con la mente l'intera zona- cercherò di atterrare in una posizione adeguata per combattere, voi preparatevi a tutto!>>.

 

Il carrarmato volante zizzagò nella tormenta, rispondendo al fuoco come poteva avendo però una localizzazione molto approssimativa dei nemici. Alcuni di essi esplosero dopo l'impatto con un missile o ritrovarono i loro veicoli troppo danneggiati dal continuo scambio di munizione, ma non di meno riuscirono a danneggiare il meccanismo di volo di Morrigan e costringerne l'equipaggio ad atterrare per poi scendere. I sei avventurieri, coperti il più possibile per non venire accecati dal vento, si ritrovarono circondati da uno stuolo di nemici ben più grande rispetto a quello che avevano respinto poche settimane fa.

 

Quasi una ventina di Borg li tenevano sotto tiro con le loro armi al plasma, e non meno di altrettanti soldati armati fino ai denti, non meno minacciosi.

 

<< Vostra altezza reale- disse uno dei Borg, un modello gobbuto con un reattore nella schiena ed artigli affilati- siamo venuti a vendicare i compagni che avete ingiustamente ucciso giorni fa. Arrendetevi e le vostre morti saranno rapide.>>

 

<< Ordini, sire?>>, domandò Hermione, lasciando che le energie magiche nelle vicinanze scorressero in lei per scatenare i suoi prossimi incantesimi. Ar'tuu sfoderò dunque Caliber- X, accendendone la lama cianotica e mettendosi in posizione, rapidamente imitata dal resto del gruppo.

 

<< Mettetevi attorno a Morrigan... e combattete fino alla fine.>>, disse secco il Guerriero psionico prima di lanciarsi nella mischia contro l'orda di mostri di metalli che si erano appena messi contro i suoi amici e la loro stessa patria.

                                                                                                                                          *****

Saaaalve a tutti,  spero che il capitolo sia di vostro gusto. Rispetto  al precedente, scriverlo mi è riuscito molto più facile( anche perchè di recente tendo  a scrivere un pò di pezzi su un gruppo messanger). Da qui in poi la situazione andrà in caduta libera fino allo scontro finale, farò del mio meglio per non deludervi. Il prossimo capitolo sarà dedicato al gruppo di Ar'Tuu e a quello di Harry, con un'ultima avventura prima che arrivino alle piramidi. Li farei anche arrivare lì direttamente, ma altrimenti a che kaiser li ho spediti in Africa? A presto.

 

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Capitolo 9
*** Ostacoli al viaggio ***


Missili e incantesimi avevano percorso senza tregua l'innevato campo di lotta scelto dagli uomini di Orloff per quasi un'ora. Ar'tuu e i suoi compagni combattevano da leoni, colpendo i loro nemici con tutto quello che avevano, riuscendo però a causare solo piccoli graffi nei corpi Mega- danno dei Borg e dovendo più volte cercare copertura dai loro devastanti colpi, dovendo inoltre guardarsi dalle tattiche mordi e fuggi dei semplici soldati.

 

Krum si muoveva sulla neve con l'agilità tipica degli sterminatori, alternando proiettili Mega-danno e scariche di fulmini, mentre Morrigan si muoveva sul campo di battaglia offrendo protezione e investendo i nemici grazie ai comandi mentali di Ron, che allo stesso tempo sparava con grande precisione su ogni bandito che si avvicinasse troppo a lui o Hermione.

 

“ Ma quanti ce ne sono?!”, esclamò Fay, che sorvolava il campo di battaglia, dando direzione ai suoi amici dall'alto e lanciando a volte piccoli missili per distrarre i loro assalitori quando erano in procinto di sferrare un colpo letale.

 

“ Non abbastanza per noi!”, le rispose Ner'He, mulinando selvaggiamente la sua mazza in un tornado di ki con cui scaraventò per aria altri nemici. Ruggì ai pochi rimasti con tutta la ferocia di cui era capace e corse verso di loro intento a finire lo scontro, prima che un missile si abbattè sul suo petto scagliandolo indietro. Ar'tuu, che aveva finito i suoi avversari, si voltò verso il responsabile e perse un battito.

 

Ai limiti del campo di battaglia si trovava il Borg più inquietante che avesse mai visto. Era ancora più grande e armato di quelli che avevano affrontato finora, ma non era questo a spaventare. Il suo volto era ancora organico, circondato da una calotta metallica. Era molto giovane, quasi infantile, ma nei suoi occhi c'era una sete di sangue che Ar'tuu credeva di aver visto solo nei demoni più selvaggi.

 

Sapeva chi era, Grigori Solokov. Probabilmente il più sanguinario di tutti i Capoguerra e l'unico vero alleato di Orloff, oltre che giurato nemico di Kolodenko, uno dei pochi a non temerlo.

 

“ Amici di Kolodenko, inchinatevi davanti a me o andatevene!”, gridò il mostruoso capoguerra, puntando un cannone al plasma sul gruppetto. I suoi membri si strinsero tra loro, pronti a combattere ancora per quanto stanchi. Ar'tuu però mise Caliber-X nella sua fodera, volendo tentare prima un approccio diplomatico.

 

“ Lord Sokolov, noi non cerchiamo altro che il bene del vostro popolo e di innumerevoli altre persone che necessitano di soccorso. Ascolti la ragione, per una volta, e ci conceda di passare per poi riferire al capoguerra Orloff che siamo amici del popolo russo. Se è la battaglia che desideri, a breve avrai tutte le lotte che desideri, anch'esse a beneficio degli abitanti di questo pianeta.”, disse il giovane re con lo stesso tono che aveva convinto persino i più antiquati membri della vecchia Inghilterra magica ad unirsi a lui. Per un istante Sokolov spense la sua arma e i sudditi di Ar'tuu vollero illudersi che la sua parlantina avesse funzionato, ma purtroppo quel giorno le parole non sarebbero bastate.

 

“ MAI!”, gridò irato l'enorme cyborg, sparando a raffica contro i sei avventurieri, che dovettero disperdersi per proteggersi da quel bombardamento talmente rovente da sciogliere tutta la neve caduta durante lo scontro.

 

Ner'He corse verso l'avversario per costringerlo in un devastante corpo a corpo. La mazza tecnomagica del Bluecie si scagliò contro l'esoscheletro del capoguerra, creando vere e proprie ondate di neve per decine di metri con l'onda d'urto.

 

Dopo uno scambio di colpi i due titani si strinsero nelle braccia, mettendo alla prova la loro forza l'uno contro l'altro. Il guerriero ringhiò in faccia a Sokolov, strizzando ogni particella di Chi ancora nelle sue braccia mentre l'altro cercava di mirare col suo raggio al plasma.

 

Shay decise di intervenire per concludere quello stallo, e si diresse a tutta velocità verso Sokolov dando pieno fondo alla propria artiglieria. Una serie di proiettili Mega-danno ferì il collo e il viso artificiale del Borg, finchè infuriato da quel disturbo non diede una testata a Ner'He e afferò il veicolo della Fecnofata.

 

 

“ Shay!”, esclamò Hermione vedendo l'amica venire scagliata via. Senza perdere tempo estrasse alcune rocce dal terreno prima di spararle su Sokolov a tutta velcoità e irati, Ar'tuu e Ron si unirono alla ragazza in un furioso sbarramento contro il loro nemico, col primo che correva verso di lui con Caliber- X attivata alla massima intensità, la sua lama di energia che scorreva sul terreno accumulando sempre più forza.

 

Quando saltò in aria, il tempo sembrò fermarsi mentre calava la sua fidata arma sul cranio del malvagio capoguerra. L'eroico assalto del cavaliere venne però fermata dalla gigantesca mano robotica di Sokolov, che lo afferrò in aria per poi agitarlo da una parte e l'altra col risultato di lanciare via anche la spada del guerriero.

 

“ E che farai ora senza la tua tanto amata spada?”, domandò l'orribile cyborg, stringendo la sua preda nella propria mano metallica. Ar'tuu dal canto suo non sembro spaventato, ma sembrava aver quasi sperato in quella mossa.

 

“ Ne evocherò un'altra.”, disse il re di Camelot. Un fiotto di energia psionica gli scorrette lungo il braccio, fino a creare una luminosa lama cerulea. Incontrando una pressione ormai quasi minima, la punta si infilò nel collo di Sokolov e accompagnandosi con un grido di pura rabbia, Ar'Tuu riuscì a mozzarlo con uno schizzo di olio e sangue mentre i pochi nemici rimasti a osservare lo scontro fuggivano gridando dal terrore. Con un tonfo il corpo del capoguerra cadde nella neve.

 

“ Sire, siete stato grande.”, disse Ron, aiutando il suo re a uscire fuori dalla presa metallica di Sokolov. Sebbene provati dalla battaglia, anche gli altri lo raggiunsero per dargli le loro congratulazioni.

 

“ Grazie, Ron. Mi auguro che questo sia il nostro ultimo grande ostacolo prima di raggiungere lady Romanov. Persino io ho i miei limiti.”, ammise il biondo cavaliere rialzandosi e dando una ripulita. Prima che potesse chiedere al resto del gruppo le loro relative condizioni, uno strano bip risuonò nella gelida aria. Voltandosi, i due uomini videro uno scompartimento aperto nel petto di Solokov da cui partiva una luce a intermittenza.

 

“ Shay, cos'é?”, domandò Ar'tuu all'appena tornata Tecnofata, che si avvicinò col suo mezzo all'apertura prima di allontanarsi terrorizzata.

 

“ Un dispositivo di autodistruzione. Non ce la faremo mai a scappare in tempo, e qualsiasi tentativo di manometterlo lo farebbe esplodere all'istante!”.

 

“ Diamine... passatemi tutta la vostra energia!”, esclamò il leader, creando una barriera di energia azzirra attorno al corpo di Sokolov, rafforzandola con tutta la forza magica e psionica che i suoi commilitoni gli diedero in preda alla paura di morire. Quando il dispositivo all'interno dei resti del capoguerra esplose, la conflagrazione sembrò contenuta dalla piccola cupola, che però si espanse lentamente fino a coprirsi di crepe.

 

' Non... finirà come l'ultima volta.', pensò Ar'tuu, rimembrando la volta in cui Moody era morto per difenderlo dopo che quello scudo era stato rotto da un demone maggiore. Non avrebbe mai dimenticato come il coraggioso Auro venne decapitato dagli artigli dell'infernale generale, dandogli appena il tempo per prenderlo alle spalle.

 

Un rivolo di sangue scese dalle sue narici mentre cercava di far resistere la barriera. Riusciva a sentire l'urto nelle sue braccia come se lo stesse trattenendo a mani nude. Ron attivò a distanza Morrigan affinchè si ponesse davanti al gruppo come ultima protezione. Infine la barriera si infranse, lasciando via libera a una potente onda d'urto che sparpagliò i sei compagni per la zona.

 

Dopo quelle che sembrarono ore, Hermione riprese conoscenza da sotto la neve, rialzandosi a fatica. La sua armatura Mega- danno l'aveva protetta dal grosso del colpo, ma ne era comunque uscita col naso rotto e le ossa non esattamente integre. E ridotta com'era, difficilmente la corazza l'avrebbe protetta in un altro scontro a fuoco.

 

“ Vostra maestà, Ron!- esclamò la ragazza, facendo perdere la sua voce nel vento- dove siete?!”.

 

Fece un primo passo, sentendo una fitta orribile partire dal piede fino alla spina dorsale, col freddo che amplificò ulteriormente il dolore. Fu sul punto di accendere una fiamma tra le mani per non morire assiderata quantomeno, quando un rumore la distrasse. Girandosi vide uno degli uomini di Sokolov e Orloff dirigersi verso di lei con la sua motoslitta, puntandole contro la pistola.

 

“ Mettiti bene a terra e non tentare....”, le intimò il bandito prima che uno sparo lo interrompesse e disegnasse sulla sua fronte un fiore di sangue. Prima di poter realizzare cosa fosse successo, Hermione venne afferrata per entrambe le spalle.

 

“ Stai bene, Hermione?”, domandò Ron accanto a lei, responsabile dello sparo e suo appoggio assieme a Viktor. I due erano messi appena meglio di lei grazie alle abilità curative del Mistico, ma era improbabile che anche con esse sarebbero sopravvissuti a lungo senza un riparo.

 

“ Sì, ma cos'è successo al re?”, disse ansimante la ragazza, riprendendo il cammino assieme ai due soccorritori.

 

“ Non lo so, ho visto che è volato via in un'altra direzione... non possiamo far altro che trovare un riparo e cercarlo quando finirà la tormenta.”, rispose Viktor ansimante.Il trio proseguì forse per un centinaio di metri, sfidando il vento, quel bianco che sembrava non finire mai e la stanchezza dei loro corpi. Quando sembrava che proprio non avessero potuto fare un altro passo, una luce simile a una lanterna apparì davanti a loro.

 

“ Vi serve aiuto?!”, domandò una profonda voce maschile.

 

“ Sì- rispose Hermione senza rifletterci troppo- chi è lei?”.

 

“ Uno che ha un rifugio qui vicino. Seguitemi!”, ordinò secco il proprietario della luce. Incapaci di trovare altre soluzioni per tempo, i tre maghi seguirono la lanterna sperando in meglio. Nel frattempo, a un paio di chilometri di distanza Shay trovò un altro dei suoi compagni, illuminandone il corpo con un piccolo globo luminoso.

 

“ Vostra maestà, state bene?”, domandò la Tecno- fata mentre anche Ar'tuu usciva dalla sua tomba di nevischio.

 

Il Guerriero psionico scosse la testa, lasciando cadere a terra i fiocchi di neve mentre attivava i propri poteri curativi, lasciando svanire lentamente le ferite della battaglia.

 

“ Starò meglio una volta che avrò trovato i nostri compagni.”, disse osservando il campo di battaglia e estendendo i suoi poteri extra sensoriali per percepire Ron o gli altri. Ma sembravano già fuori dall'area che poteva coprire con la poca energia ancora a sua disposizione.

 

“ Ho visto alcuni energumeni che portavano via Ner'He. Non siamo in grado di affrontarli per ora. Non ho visto gli altri purtroppo”, lo informò per di più Shay, ansimando nel suo danneggiato abitacolo per la preoccupazione e la fatica.

 

“ Allora dovremmo cercare aiuto e pregare qualsiasi divinità a noi conosciuta.”, concluse Ar'Tuu, stringendo a sé il veicolo di Shay e allontanandosi, lasciando a fatica un passo dopo l'altro nella neve.

 

*****

Il viaggio in Africa del gruppo di Harry era giunto a uno spiacevole blocco. Sorvolando una zona dove si svolgevano alcuni combattimenti, Fanny era stata ferita al petto con una freccia infusa di energia necrotica, che bloccava la sua normale rigenerazione.

 

Dopo un atterraggio riuscito per miracolo, gli avventurieri si erano fermati in una radura ben nascosta, approfittandone per mangiare e riposare mentre Merek e Leisa curavano la ferita della fenice, le cui piume scarlatte erano coperte nella zona del cuore da una malsana nebbia nera.

 

Anche loro non erano messi granchè bene. Durante l'atterraggio il rettile aveva preso più di un proiettile, sebbene non altrettanto pericoloso e Leisa era sfinita a furia di spargere incantesimi di guarigione, i suoi bei tratti polinesiani erano madidi di sudore.

 

“ Questo ritardo non ci voleva proprio, manca così poco.”, disse Theo, intento a far levitare alcuni sassi per ammazzare il tempo, mentre Harry controllava le mappe. Erano all'incirca al confine con l'Egitto, a breve sarebbe cominciato il deserto e dopo qualche altro centinaio di chilometri sarebbero arrivati alle piramidi. A piedi ci avrebbero messo forse una settimana, se Fanny non si fosse ristabilita.

 

“ Posso provare a evocare un drago o qualcosa del genere affinchè ci trasportino per l'ultimo tratto.”, propose Luna, ma il leader della squadra scosse la testa.

 

“ Non voglio rischiare, Luna. Qualcuno dovrebbe comunque rimanere con Fanny e non mi sento di dividerci proprio ora.”, spiegò il mago guerriero, ricordando il luogo in cui la loro amica era stata quasi abbattuta. Se il resto del percorso fosse teatro di scontri simili, separarsi era impensabile.

 

“ Sssssarebbe ancora più pericolossssso resssstare qui. Sssssento addirittura l'aura di un'Albero millenario corrotto. Prima ce ne andiamo, meglio è.”, affermò Morek, avvicinandosi ad Harry e guardandolo torvo con un piccolo ringhio. Anche Fanny sembrò voler partecipare alla discussione, emettendo un debole verso rivolto al moro. Dopo pochi attimi cercò di dare la sua risposta, ma venne interrotto.

 

“ Il lucertolone parla con saggezza, lingua biforcuta a parte.”, disse una voce improvvisa da dietro gli alberi. In un istante il gruppo fu sull'attenti di fronte a Fanny, con le armi in mano per difenderla. Dalle fronde degli alberi saltò fuori una piccola figura armata con due coltelli.

 

Era un uomo estremamente basso, appena più alto dei folletti familiari al gruppo, vestito con un gonnellino appartenente all'antica moda egizia. Ed era brutto, davvero brutto, la sua faccia sembrava essere stata picchiata innumerevoli volte, aveva un labbro spaccato e radi ciuffi di capelli neri. Ma aveva anche un fisico tarchiato e dall'apparenza tutt'altro che debole.

 

“ Con chi abbiamo il piacere?”, domandò Leisa, stringendo le sue daghe, avvolte da un'aura verde brillante per quello che si prospettava un duro scontro.

 

“ Bes il nano. Amato sicario del sommo Set- disse l'appena rivelato dio con uno sgraziato inchino, prima di rivolgere ai cinque compagni uno sguardo di sadica minaccia- suppongo di trovarmi davanti agli inviati di Camelot che miss Tarn aspetta con tanta impazienza.”.

 

“ E se anche fosse?”, domandò Harry, lasciando scorrere un rivolo di energia nel suo anello. Bes sorrise maligno.

 

“ Beh, non posso proprio permettere che la raggiungiate.”.

 

Mostrando una rapidità sorprendente, il dio caduto si diresse da Theo per ingaggiarlo in un duello all'arma bianca. La lama psionica del giovane cavaliere si mosse come una fiaccola nella notte cercando di tagliare il dio, che era però più sgusciante di qualsiasi altra cosa avesse mai combattuto.

 

Il Cyber cavaliere tentò un azzardato affondo per prendere Bes alla testa, venendo però facilmente aggirato e spedito contro un albero da un semplice pugno. Leisa e Merek approfittarono di quel breve lasso di tempo concesso loro per scagliare una serie di palle di fuoco contro il loro nemico.

L'intera radura si illuminò a giorno mentre gli alberi si piegarono sotto la forza dell'esplosione.

 

I due furono sul punto di preparare un nuovo attacco quando attorno a loro ogni luce sembrò svanire. Luna tentò di evocare qualche creatura per aiutarla, ma un paio di improvvisi colpi misero ko sia lei che Merek prima che la cortina di oscurità in cui si trovarono svanì.

 

“ Leisa, anima gli alberi!”, ordinò Harry alla Biomante prima di correre verso Bes, tempestandolo con una serie di incantesimi facilmente schivati. La spada del mago si scontrò contro le daghe runiche del dio in una pioggia di scintille.

 

“ Coraggiosi e abili- ghignò Bes, sopportando con enorme facilità la pressione esercitata da Harry- mi viene da pensare ai faraoni dei bei tempi.”, concluse spingendo indietro l'avversario, che rispose avvolgendo la propria lama con una fitta aura necrotica e riprendendo l'assalto con ben più forza, finchè non riuscì a spingerlo nell'abbraccio degli alberi, opportunatamente portati alla vita da Leisa.

 

Sotto gli ordini della Lemuriana, Bes si trovò bersagliato da una raffica di colpi, venendo sbattuto da una parte all'altra della foresta finchè non riuscì a liberarsi da quel labirinto di rami e liane e saltare di nuovo nella radura.

 

“ Lord Bes, o comunque vogliate farvi chiamare- disse Harry, puntandogli contro la sua spada- chiediamo solo di continuare il nostro viaggio. Fate finta di non averci visto e vi dedicherò molti sacrifici.”.

 

In tutta risposta Bes caricò un fulmine nella mano per colpire Leisa, che si protesse in tempo con le proprie armi. Riprese dunque il corpo a corpo con Harry con ben più ferocia di prima, serrandolo da entrambi i lati con vortici di colpi alla velocità del suono.

 

“ Armatura necrotica!”, esclamò il Mago da battaglia, evocando una corazza di ossa che lo avvolse da capo a piedi per resistere meglio ai colpi. I due guerrieri continuarono a combattere, alternandosi con vistose tecniche all'arma bianca e incantesimi di ogni genere, tra cui devastanti raggi di energia mortuaria che tuttavia fecero ben poco per fiaccare il dio. Alla fine questi riuscì a disarmare Harry e colpirlo nello stomaco con un poderoso calcio che lo privò dell'aria nei polmoni ben prima di toccar terra.

 

“ Che aspetti? Uccidimi.”, disse Harry, sputando un fiotto di sangue in faccia al nano quando questi gli puntò un pugnale alla gola. Con sua sorpresa il ghigno malefico del suo nemico venne sostituita da una sincera espressione amichevole.


“ No, giovane guerriero. Hai dimostrato il tuo valore. Avrai un grande ruolo nelle lotte che verranno.”, disse rinfoderando le armi e porgendogli una mano per rimettersi in piedi.

 

“ Quelle in cui il tuo padrone cadrà?”, domandò Leisa, che aveva accerchiato il dio assieme ai propri compagni, per quanto storditi dai terribili colpi subiti. Bes in tutta risposta si mise a ridere.

 

“ Ah, Seth non è il mio padrone. Glielo lascio solamente credere e intanto consegno al sommo Ra diverse informazioni utili. Sono anni che faccio da spia per la fazione della luce, non consegnerei mai l'Africa nelle mani di quel megalomane. Sono venuto qui per mettervi alla prova e avete superato il test a pieni voti”, spiegò con tono ilare. Per diversi secondi nessuno si mosse, certi che fosse una trappola. Infine Harry accettò la mano di Bes e si rialzò.

 

“ E' stato... un onore confrontare le lame con voi, mio signore.”, disse ansimante il moro, ricevendo un colpetto col fianco.

 

“ Un dio che fa il doppio gioco?”, disse stupita Luna. Il nano girò una delle proprie daghe runiche nella mano callosa e rise.

 

“ Che credevate, che Loki fosse l'unico a poter fare il bello e il cattivo tempo? Ma il tempo è poco, i fratelli di Morte si fanno sempre più vicini a lui e c'è ancora strada da fare per le piramidi- spiegò il nano, prendendo una boccetta dal gonnellino- questa dovrebbe guarire la ferita della fenice. Ma state attenti, non solo la strada sarà tremenda, ma Morte non può essere sconfitto semplicemente dalla forza.”.

 

“ Sssse la forza bruta non funziona è sssssolo perchè non ne hai applicato abbastanza.”, scherzò Merek, pulendosi le squame spaccate con un panno. Bes rise ancora.

 

“ Ancora una volta dimostri buon senso, figlio dei Cernoun. Ma no, puntargli la pietra della resurrezione e sparargli incantesimi a raffica non funzionerà. Dovete ragionare con lui. Miss Tarn potrà dirvi più di me. Ora sbrigatevi.”.

 

Pochi minuti dopo Fanny, nuovamente in forze, solcò il cielo notturno mentre i suoi passeggieri salutavano quel bizzarro e coraggioso dio che aveva sconvolto il loro viaggio.

 

*****

 

Ginny era nel tempio di Lugh, sola. La giovane sacerdotessa impugnava un coltello rituale con cui stava incidendo il dorso delle mani con un triskele, la tripla spirale della cultura druidica. Cantilenava in antico celtico, inneggiando alla gloria di Lugh e di tutto il pantheon britannico. Alzò le mani, lasciando che il sangue le scorresse lungo le braccia fino ad arrivare a terra.

 

“ Mio signore, rafforza la mia volontà, fa delle mie braccia il tuo strumento. Proteggi le nostre case e i bambini indifesi. Che nessun male li sfiori mentre noi combattiamo in tuo e loro nome- recitò la ragazza, attorno alla quale apparvero piccole particelle di luce, riprendendo poi il coltello per portarselo alla fronte e incidere lo stesso simbolo presente sulle sue mani- che nessun nemico sfugga alla tua ira. Permettimi di portare agli invasori il tuo castigo.”.

 

Mentre le ultime gocce di sangue toccarono terra e la sua preghiera risuonava per la stanza, la testa dell'idolo si illuminò con una bellissima aura verde, e la voce di Lugh risuonò potente nella sala.

 

' Saranno i miei migliori guerrieri

Come creta li modellerò, e nelle fornaci della guerra li forgerò.

Avranno una volontà ferrea, e muscoli d'acciaio.

Di possenti armature li vestirò e con le migliori pistole li armerò.

Non saranno toccati da alcuna piaga o morbo, nessuna malattia li ostacolerà.

Avranno strategie, macchine e tattiche tali che nessun nemico li sconfiggerà in battaglia.

Loro sono il mio muro contro il terrore.

Loro sono i difensori degli innocenti.

Alzatevi, figli miei. E portate la mia furia sui nostri nemici.'

 

Ginny strinse le mani, ascoltando tra le lacrime quell'elogio, sentendosi come toccata dal caldo abbraccio del suo amato patrono.

 

“ Grazie, mio signore. Non sarete deluso.”, disse la sacerdotessa, alzandosi con un inchino mentre il grande sacerdote entrava di buona lena. Era un anziano signore, come la stessa Ginny proveniente dalla vecchia Inghilterra magica, dove aveva studiato le antiche vie del suo popolo, quasi ignorate ai tempi moderni. Era stato lui a fondare una chiesa vera e propria dedicata agli dei celtici, lieto di poter celebrare la loro gloria e allo stesso tempo di aiutare New Hogsmeade e Camelot.

 

“ Ginny, sono arrivati i rinforzi dal sud america.”, disse l'uomo alla sua discepla.

 

“ C'è anche lo zio Zhen Hi?!”, chiese felice la giovane maga. mentre le proprie ferite si cicatrizzavano, lasciando impronte rosa pallido sulle mani.


“ Sì, è intento ad abbracciare tuo padre. E a giudicare dalle dimensioni dei rinforzi, non ha passato l'ultimo anno dormendo.”, rise il sacerdote con una lieve nota di ottimismo nella voce.

 

“ Vado subito. Difenderemo insieme l'Inghilterra ancora una volta.”, disse decisa Ginny, uscendo dal tempio col proprio bastone in mano, nei suoi occhi la determinazione di chi era pronto a tutto.

                                                                                                     ***********

Saaaalve a tutti, perdonate il mio enorme ritardo, causato da quella cretinata della tesi di laurea. Ho l'esame il 20 e dopo spero di essere totalmente libero a parte un altro paio di progetti che non credo comunque ostacoleranno tanto la mia ispirazione e la voglia di scrivere. Spero intanto che il capitolo vi sia piaciuto. In realtà nei manuali( e tra l'altro il volume sull'Africa è tra i più odiati di Rifts, non l'avessi detto) Bes è cattivo al 100%, ma siccome ho adorato la sua versione di Kane Chronicles, ho pensato di farne una spia per gli dei buoni. Mi auguro di aggiornare presto, il prossimo capitolo dovrebbe essere in parte dedicato ai villain.

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Capitolo 10
*** Arrivano gli alleati ***


Tuska il Demonkilla era probabilmente il più grosso e potente orco di tutte le isole britanniche. Cresciuto da una famiglia di Atlantidei che lo aveva iniziato alle arti dei Difensori tatuati, era in seguito arrivato sulla Terra dei Rifts, dove aveva costruito una propria tribù. Quando i Gargoyle e i Deevil attaccarono l'Inghilterra, Ar'tuu sapeva che l'aiuto del mostruoso guerriero avrebbe potuto salvare innumerevoli vite se guidato nella giusta direzione, e lo sfidò a duello per ottenerne l'assistenza.

 

Dopo una brutale sfida, tra una risata di soddisfazione e l'altra Tuska garantì la propria alleanza al sovrano, spalleggiandolo più volte durante le incursioni dei demoni o difendendo diverse città dalla famelica orda. Anche alcuni degli ufficiali infernali, a quale delle due fazioni appartenessero, cominciarono a fuggire terrorizzati quando l'orco si buttava nella mischia, mescolando il feroce uso delle sue armi tecnomagiche e dei propri tatuaggi. In un'occasione, incolume della propria autorità, staccò addirittura la testa di un generale fomoro che stava per spezzare le linee dei difensori di Camelot per poi alzare il macabro trofeo al cielo e berne tutto il sangue rimasto, ruttando dunque di fronte ai propri nemici.

 

Una gran parte dei soldati presenti, tra i quali Ron e Neville, giurarono che quello fu il momento più epico delle loro vite.

 

Buone maniere a parte, Tuska aveva fatto più che abbastanza per essere nominato cavaliere di Camelot. Ma Tuska non voleva saperne niente della corte e chiese semplicemente un carico dei migliori prodotti del Ministero delle scienze, distribuendo le armi tra i suoi guerrieri o migliorando i servizi del suo villaggio. Non vi era dubbio che anche stavolta il suo lavoro sarebbe stato fondamentale.

 

Ginevra e Krey entrarono senza difficoltà nel piccolo fortino comandato dall'orco. Bastò la loro fama e la vista del cavaliere drago nella sua forma naturale affinchè le guardie le lasciassero entrare con un cordiale saluto .

 

La vita all'interno del villaggio fortificato faceva sembrare la più violenta rissa nei bar di Camelot come una normale serata di giochi in un ospizio. La maggior parte della vita degli orchi era dedicata alla guerra e all'onore, dunque non erano rare le risse tra bambini o i piccoli scontri al mercato per afferrare i prodotti migliori, che quasi sempre includevano un bel po' di botte reciproche prima che entrambe le parti si mettessero a ridere insieme.

 

La maggior parte dei maschi era tozza e incredibilmente muscolosa, coi gonfi arti coperti da un'epidermide verde e rugosa, le orecchie leggermente a punta e qualche vena prominente sul viso zannuto. Le femmine erano appena più snelle, ma superavano i loro compagni in altezza di dieci o venti centimetri e avevano lineamenti appena più morbidi.

 

Al centro dell'accampamento si trovava una larga capanna decorata con teschi di demoni e simili trofei, davanti a essa una grossa orchessa vestita da meccanico stava lavorando a una macchina rosso fiammante che sulla carrozzeria portava il simbolo del clan di Tuska.

 

“ Domando scusa, il vostro capo è dentro? Ho urgente bisogno di parlargli.”, domandò cortesemente Ginevra, ricevendo un cenno d'assenso dalla donna, che le aprì la porta. All'interno Tuska era seduto sul suo trono di legno, intento a parlare con uno dei suoi sottoposti mentre una delle sue mogli era in cucina, preparando il pranzo con in sottofondo un piccolo motivetto.

 

Il Demonkilla era un vero titano anche per gli standard della sua specie, appena più basso di un Ogre e incredibilmente muscoloso. Il suo braccio destro era stato sostituito da una protesi bionica artigliata e colorata di nero, con la propria insegna sul gomito, mentre la sua pelle verdastra era ricoperta da cicatrici, di cui nessuna sulla schiena, e un gran numero di tatuaggi incantati. Dietro di lui riposava un'enorme alabarta ricoperta da alcuni complessi circuiti, che completava quella visione di forza e gloria.

 

Gli occhietti rossi del guerriero si soffermarono sulle due donne, mettendo quasi alla prova il loro coraggio e analizzandole al tempo stesso.

 

“ Salve, lady Ginevra. E' venuta qui per un piccolo match? Nel caso sono più che felice di accontentarla”, domandò, alzandosi per avvicinarsi lentamente alla giovane sovrana, che dal canto suo non tentennò nonostante il chiaro potere di lui. I tatuaggi che i draghi Chian-ku avevano tramandato agli eroi di Atlante venivano dati in base all'addestramento e all'esperienza. Il numero di simboli presenti sui muscoli verdi del Demonkilla non erano dunque un semplice arsenale di armi e poteri magici, ma un attestato alla sua esperienza e abilità in combattimento.

 

“ In altre circostanze avrei accettato volentieri l'offerta, ma il tempo non ci è amico. Un nuovo nemico sta per attaccare il nostro regno, e ci servono quanti più uomini possibili a combattere contro intere orde zombie e demoni. Sei dei nostri, Demonkilla?”, domandò Ginevra, alzando il viso per fissare senza timore Tuska, le cui zanne si curvarono in un largo sorriso al pensiero di un possibile massacro.

 

“ Mhh, mi dica di più su questo nemico.”, disse il Difensore tatuato, posando di nuovo il capo sulla propria poltrona e stringendo le manoni verdi.

 

“ Si chiama Nixla. Un'intelligenza aliena di grande potere i cui domini risiedono nei più terribili tipi di negromanzia. Ha rapito Merlino e le sue armate si sono già infiltrate in tutto il territorio. Abbiamo bisogno di aiuto per limitare le perdite, e i tuoi guerrieri sono perfetti per uccidere molti nemici in poco tempo.”.

 


“ Interessante.Chi la serve, oltre alle sovramenzionate orde?”, domandò intigrato il guerriero, estasiato all'idea di una nuova gloriosa carneficina.

 

“ Ha ai suoi ordini molti non morti, negromanti e demoni. Ha trascinato Ducson dalla propria parte, non c'è dubbio che porterà le proprie truppe più pericolose e molti mezzi corazzati. Oh, e ha anche resuscitato Voldemort. Se non ricordo male Harry ti raccontò di lui.”, disse Ginevra con un piccolo sorriso sull'ultima parte.

 

Questa fu l'ultima goccia, Tuska si alzò in piedi quasi sbavando e strinse le dita, organiche o robotiche, mentre un fuoco verde sembrava brillargli negli occhi nato dalla sua primordiale sete di battaglie.


“ Bene, vi aiuteremo, ma vogliamo qualcosa in cambio.”, disse con un lieve rombo, alzandosi in tutta la sua verde possanza.

 

“ Ovviamente non vi chiederemmo mai di schierarvi al nostro fianco senza ricevere nulla in cambio. Dì pure cosa desiderate.”, sorrise gentilmente Ginevra. Il sorriso di Tuska si allargò ulteriormente, insieme al volume dei suoi polmoni.

 

“ DAKKA!”, ruggì l'orco, svuotando tutta l'aria che aveva nei suoi enormi polmoni.

 

L'urlo si propagò per l'avamposto, venendo ascoltato tutti gli orchi fuori dalla capanna. Quelli che avevano già un'arma da fuoco in mano si misero a sparare per aria e gli altri presero parte a uno strano balletto ripetendo continuamente quella parola, che usavano per indicare una qualsiasi forma di artiglieria e che gridavano a squarciagola in battaglia, dove inoltre arraffavano qualsiasi arma da fuoco o mecha disponibile.

 

“ DAKKA, DAKKA, DAKKA!”, gridarono gli altri orchi, d'ogni età e sesso, nell'intero accampamento, dando vita a un cacofonico concerto di grida e spari udibile a diversi chilometri di distanza.

 

“ Gli uomini vogliono solo una cosa ed è disgustosa.”, commentò Krey roteando gli occhi. Ma era grata di avere quella tribù al proprio fianco, ogni orco sarebbe stata una chance in più di vincere.


 

 

*****

 

 

 

 

Percy considerava il suo lavoro una semplice ma necessaria funzione nell'organismo che era New Hogsmeade, e cercava di svolgerlo al meglio ogni giorno. La mattina si sedeva alla sua scrivania in una delle più alte cavità dell'Albero millenario, appena fuori dall'ufficio di Madama Bones, e compilava ogni tipo di documenti. Da alcuni ordini militari , richieste dai loro alleati, fatture e molto altro ancora prima di tornare a casa o andare in una locanda dove ogni tanto provava a flirtare un po' goffamente.

 

Nulla di molto impressionante se paragonato alle gesta di alcuni dei suoi parenti, ma lui aveva combattuto come loro in guerra e tanto gli bastava per continuare a trarre soddisfazione dalla sua routine quotidiana ed essere estremamente grato per quei momenti di pace che potevano godersi. Non di meno, era stato ordinato che ogni municipio situato in uno degli Alberi, si attrezzasse per proteggerlo, e lui si era presentato al lavoro con tutto il suo equipaggiamento.

 

Verso sera, il terzogenito di casa Weasley venne impegnato a conversare via radio con un ufficiale di Lazlo riguardo possibili rinforzi. La città tecnomagica era sempre troppo vicino al Quebec, quindi non sapevano quante truppe avrebbero potuto mandare, ma speravano di supportarli con almeno un paio di reggimenti ben armati. I loro alleati in giro per il mondo avevano promesso lo stesso, quindi non rimaneva che aspettare l'arrivo degli aiuti.

 

Dopo aver dato i suoi ringraziamenti, il giovane elettrocineta mise le mani sul tavolo, guardando la finestra e riflettendo gli avvenimenti degli ultimi anni, senza focalizzarsi su niente in particolare. Il suo pensare venne però continuamente interrotta da un bizzarro rumore che si faceva sempre più forte.

 

Con sua sorpresa, la fonte sembrava provenire dagli stessi muri, e desideroso di scoprire di più mise l'orecchio sulla parete per sentire meglio. Sembrava... come se qualcosa stesse masticando. Continui e innumerevoli morsi che si facevano sempre più rumorosi, scavando anche nel timpano di Percy. Questi digrignò i denti e per quanto schifato dall'idea di danneggiare l'albero, avvolse la mano con fitte scintille, trasformandole in una saetta che scavò nella parete in legno magico per poi svanire assieme al rumore.

 

“ Che diavolo...?”, domandò Percy quando vide cosa si trovava dentro la parete. Un orribile verme violaceo ricoperto di spine che stava mangiando l'interno dell'albero. La creatura aprì un orrendo occhio giallastro, piantandolo sul giovane psionico, che riuscì a schivare in tempo un suo assalto.

 

Solo la capacità di Percy di trasformarsi in elettricità lo salvò da un nuovo balzo, diretto probabilmente al suo collo, attraversato senza danni da quelle orribili zanne. Nonostante l'aspetto, la creatura era incredibilmente rapida, e abbastanza aggressiva da non arrendersi nel tentare di uccidere il ragazzo.

 

Questi le scagliò contro una potente scarica elettrica, riuscendo apparentemente a carbonizzarla. Il vice sindaco fu sul punto di scagliarne un'altra per assicurarsi il lavoro fosse concluso( lezione insegnatagli da suo padre: assicurarsi sempre che un nemico sia e resti morto), ma di nuovo l'orribile creatura gli saltò sul collo con incredibile rapidità prima di bloccarsi a mezz'aria ed essere strappata in due parti da una morsa telecinetica, cadendo a terra con un flaccido tonfo.

 

“ Percy, stai bene?”, domandò apprensiva l'appena accorsa madama Bones. Il suo ansimante assistente annuì.

 

“ Grazie a lei sì, signor sindaco. Ma credo... che quella cosa stesse cercando di danneggiare l'albero.”, ansimò l'elettrocineta, timoroso che l'essere si rigenerasse in qualche modo.

 

“ Credo sia un prodotto di Bio- stregoneria, forse degli Splugorth. Chiamerò Minerva, è l'unica tra noi ad averla studiata almeno in parte.”, disse il sindaco, facendo levitare con cautela i resti di quell'orrido essere prima di chiuderlo in una gabbia per portarlo all'amica.


“ Diamine, che sta per succedere ora?”, si domandò il ragazzo, temendo per la nuova sfida che Camelot avrebbe affrontato a breve.

 

*****

Anche in assenza di Ginevra, i preparativi per la nuova battaglia non erano cessati un istante. A New Hogsmeade, Camelot e in ogni altro villaggio del regno i soldati imbracciavano le armi e i maghi si caricavano di energia per la vicina lotta a difesa per la loro casa.

 

Purtroppo la maggior parte delle unità robotiche di Camelot erano state spedite a Lazlo o nella repubblica del Giappone per un dovuto aggiornamento, soprattutto i Glitter Boy.

 

Di conseguenza la loro potenza di fuoco per i difensori proveniva dagli incantatori e dalla loro artiglieria pesante. Il loro asso nella manica consisteva nei vari psionici, i pochi immuni al furto dell'anima di Nixla o dei suoi accoliti.

 

Il loro numero aumentò non poco nel giro di una mattinata, quando nella piazza di New Hogsmeade si manifestò un portale da cui uscì un folto gruppo di misteriose creature e guerrieri stranamente vestiti, a cui faceva capo un soldato mascherato ben familiare ai più.

 

“ Zhen Hi, che cosa ci porti?”, domandò Koromi, osservando con attenzione il centinaio di mutanti , cyborg e apparenti umani che avevano accompagnato il Guerriero del fulmine in quel viaggio. Questi si schiarì la gola prima di elencarli con l'orgoglio di un maestro. Tra di essi erano presenti vari tipi di animali umanoidi, tigri in primis, guerrieri a cavallo di bellissimi t-rex rossi, uomini d'etnia sudamericana vestiti come i loro antenati e molti altri soldati attrezzate con le armi più svariate, persino alcuni dei bellicosi Arkhon.

 

“ Guerrieri dalle città degli Inca, mutanti di Achilles, Cavalieri sanguinari e molti altro ancora. Si sono offerti volontari per riconquistare la Cina, ma hanno reputato questa causa non meno degna.”, disse euforico Zhen Hi, indicando ognuno dei soldati che aveva portato con sé.

 

“ Abbiamo sentito parlare tantissimo di voi. Non vediamo l'ora di combattere ai vostri ordini.”, disse una donna piuttosto pallida, vestita con abiti decorati da vari disegni simili alle pitture di Nazca. Su di essi riposavano alcuni gioielli, e sulla cintura teneva una fionda avvolta da una lieve aura dorata. Arthur e Ross si avvicinarono a lei per tenderle la mano, riconoscendola come una dei Veri Inca, i semidei che governavano le nuove città mesoamericane.

 

“ Un piacere più che ricambiato, mi creda. Con chi abbiamo l'onore?”, domandò curiosa la voce elettronica della donna cactus.

 

“ Cara Capac. Sono stata eletta dai miei compagni come loro temporaneo leader, ma sono molto ansiosa di ascoltare i vostri ordini o quelli di lady Ginevra. A essere onesti io, come altri, speriamo che la vostra alleanza possa essere da esempio per i tanti esempi del sud America. I miei pari grado, forse per troppa fedeltà alla causa dei nostri dei, disdegnano ancora un'alleanza con gli altri abitanti del sud. Io spero di convincerli del contrario.”.

 

“ Cercherò di non deludervi. E spero di potervi presentare presto anche...”, fece per dire il Tecnomago prima che un altro portale si aprisse a poca distanza da loro, accecando temporaneamente il gruppo. In mezzo alla piazza era appparso un'altro grosso plotone di soldati ben armati, alcuni dei quali di origine lemuriana o riportante i tratti anfibi degli abitanti di Tritonia, accompagnati da una manciata di unità mecha. A guidarle era un uomo molto alto e muscoloso, con un visto dai tratti polinesiani, corti capelli neri e vestito con la divisa della Nuova Marina, una camicia smanicata bianca con un paio di medaglie al petto. Alla cintola teneva una grossa mazza neurale.

 

La sua espressione era parecchio seria, ma non appena vide i quattro avventurieri di fronte alle truppe sudamericane sorrise con immensa gioia.

 

“ AMICI!”, esclamò Arama correndo verso il resto del team Morrigan, stringendoli tutti nel suo abbraccio stritolante dando vita a una serie di vertebre( o l'equivalente vegetale per Ross) scricchiolanti e urletti di dolore. Persino lo scheletro rinforzato di Koromi ebbe dei problemi a restare insieme.

 

“ A- rama, la schiena...”, si lamentò la samurai, dimendando le gambe bioniche finchè l'orca biforma non li lasciò andare con un piccolo tonfo, grattandosi imbarazzato la nuca. Qualcuno dei soldati venuti con Zhen Hi e Arama rise per lo spettacolo, e Molly, che aveva l'incarico di accompagnare i rinforzi ai loro alloggi, sorrise intenerita.

 

“ Oh, scusate, ma mi siete mancati tanto. E' bello stare nella Nuova marina, ho potuto aiutare molto il mio popolo e mi sono anche guadagnato il rispetto di Nemo, oltre che dei soldati sotto il mio comando. Ma con voi... è come essere con la mia famiglia.”.

 

“ No, Arama, il team Morrigan E' una famiglia. E Ducson o quelli come lui non lo capiranno mai, ecco perchè continueremo a batterli.”, disse Arthur, stringendo i quattro compagni per le spalle( con un po' di difficoltà con Arama) e guardandoli con occhi infusi di pura determinazione. Ora, di nuovo assieme alla sua squadra, si sentiva capace di fare qualsiasi cosa, incluso rispedire Zashan nell'abisso da cui non sarebbe mai dovuto uscire e assicurarsi che non ritornasse mai più sulla Terra dei Rifts.

 

“ Vero, è ora che ricordiamo loro di cosa siamo capaci. Qual è la prima mossa?”, domandò Koromi, stringendosi in quel cameratesco abbraccio. Il suo amato leader sorrise ancora, con una nota quasi perfida, la stessa che assumeva ogni volta che pensava al momento in cui avrebbe tenuto tra le mani il collo di Merlino e si sarebbe vendicato per la morte di suo figlio.

 

“ Scoprire dove si nascondono... e bombardarli con tutto quello che abbiamo prima che portino a termine il loro obbiettivo.”.

 

*****

In cerca di metodi per rafforzare ulteriormente il loro esercito, Tom era andato in cerca del basilisco che aveva sguinzagliato per Hogwarts più di cinquant'anni prima. Con la scuola strappata alla sua solita locazione, anche il servitore della sua famiglia era fuggito nelle foreste inglesi, adattandosi in fretta dopo aver assorbito sufficiente energia delle Ley Line. Un paio di cavalieri avevano proposto di cacciarlo e ucciderlo, ma Ar'tuu aveva proibito a chiunque di cercarlo finché fosse rimasto lontano dalle zone abitate.

 

“ Pensi ti darà retta? E' diventato molto più potente da quando lo comandasti l'ultima volta.“, domandò Vrena al suo più recente vice, rivolgendo il viso tumefatto alla grotta usata dal basilisco come rifugio. Aguzzando bene la vista era possibile vedere il movimento delle sue enormi spire. Ducson era alquanto interessato a vedere Voldemort all'opera. Aveva sentito dai pochi maghi del vecchio mondo arrivati nella Federazione delle sue atrocità e del suo genio. Si domandava se anche sulla Terra dei Rifts avrebbe tenuto il passo.

 

“ Venne allevato e istruito dal mio antenato, Salazar Serpeverde, è naturale che mi ubbidisca. Ma ho preso le mie precauzioni se l'aria di questo mondo l'avesse reso troppo indipendente. “, disse il mietitore, stringendo il pomo del suo bastone e mettendosi a sibilare. La sua orribile cantilena raggiunse la creatura che era venuto a cercare e dopo pochi secondi la testa violacea di un enorme serpente cornuto fuoriuscì all'esterno, fissando quasi con sospetto i tre incantatori attraverso occhi giallastri che rilucevano di potere puro.

 

“ Non sono mai stata tipa da animali, ma per questo potrei fare un'eccezione.”, ridacchió Vrena, affascinata dalle splendide squame del gigantesco serpente e dal suo istinto omicida.

 

Voldemort sibiló ancora, allungando una mano verso il suo antico servitore. Questi chiuse I suoi occhi giallastri e chinó la testa , lasciandosi carezzare dall'avatar di Nixla, che lasciò passare le dita grigiastre sulla superficie squamosa

 

“ Lieto di vedere che ancora ricordi a chi devi la tua fedeltà - affermò Tom soddisfatto - ora va a cercare il villaggio più vicino, e mangia a sazietà.”.

 

Il basilisco, dopo aver assaporato le ultime carezze di Vrena, strisció rapido tra le fronde in cerca di prede che avrebbero nutrito la non morta tanto quanto lui.

 

“ Usare una creatura tanto bella e potente per uccidere studenti di magia il cui sangue non è per voi abbastanza puro. Devo dire, lord Voldemort, che voi e la vostra famiglia avevate dei gusti esemplari “, si complimentó Ducson col suo complice, che si permise un lieve sorriso.

 

“ Ricambio il complimento, mio signore-disse riverente l'ultimo Serpeverde- Non sono potuto rimanere molto nella Federazione della magia, ma posso testimoniare che i vostri metodi sono alquanto interessanti, senza alcun dubbio utili nel mantenere il territorio che già controllate >> Ducson rise di gusto, estremamente lusingato dal complimento. Al punto da dare una pacca a Tom.

 

“ Fortunatamente ho alcuni contatti con le forze infernali, che mi danno qualche vantaggio rispetto ai Signori della magia, e ne ho approfittato il più possibile . Ma tornando all'argomento di sopra, la purezza del sangue, intendete affrontarlo anche in questo mondo, dove chiunque può potenzialmente imparare la magia? “, domandò, volendo mettere ulteriormente alla prova il suo complice, per sapere anche da che parte si sarebbe schierato in caso di conflitto con Nixla e Merlino .

 

L'espressione di Tom si fece più seria, e schioccó la lingua cercando una risposta adatta. A modo suo rispettava l'ambizione e le capacità di Ducson, che come lui aveva voluto riprendere quanto riteneva suo da usurpatori moralisti: i Signori della magia per il Trasmutatore, i babbanofili per lui.

 

“ È una questione spinosa in effetti, specie considerando l'esistenza degli Psionici. Senza dubbio, se la mia signora vorrà così, farò del mio meglio affinché i babbani nei territori a me assegnati non potranno rivoltarsi contro di lei. Com'è giusto che sia, saranno le bestie da macello per nutrirla di succose anime. Tutti gli altri, se vorranno avere un ruolo più alto, dovranno dimostrare di meritarlo come i migliori dei miei accoliti fecero in passato. “, disse infine con alcuni gesti ad accompagnare il suo discorso, lasciando di nuovo il suo alleato molto soddisfatto.

 

“ Bene, allora una volta concluso qui spero di avervi al mio fianco quando darò a Prosek la fine che merita. Vi saluto, amici miei, vado a sostenere le mie truppe. Se sarò fortunato, forse mi troverò davanti quell'impiastro di Arthur Weasley-affermò prima di aprire un portale - Nel frattempo fatemi sapere come proseguono i nostri piani.”, concluse entrando nel varco e dirigendosi dalle sue truppe. Vrena si strinse nuovamente nelle braccia, inarcando pensosa la bocca putrefatta e guardando il suo luogotenente.

 

“ Il piano è lo stesso, se le cose andassero male? “, chiese questi, ricevendo in risposta un sorriso inquietante.

 

“ Sì, assorbi la sua anima e prendi il suo posto a capo della Vera federazione .“, disse Vrena, ora avvolta da un'aura oscura nella quale era possibile avvertire l'urlo di ogni anima che l'avrebbe nutrita.

                                                                                                          *****
Salve a tutti, spero di non essere troppo in ritardo. Le ultime faccende per la laurea sono state un pò rompi, ma alla fine ho superato la prova finale e mi sto ora occupando della magistrale.  Mi auguro il capitolo sia di vostro gusto, certe parti sarebbero sicuramente potute essere scritte meglio, spero di poter rimediare quando mostrerò in azione Tuska e gli altri rinforzi. Nel prossimo intanto si tornerà in Russia, dove i fan di Animali Fantastici troveranno una spero piacevole Guest star. Ci risentiamo presto, recensite se avete il tempo, intanto ecco il 'dizionario' di Rifts.

                                                                                                     *****
Orchi: Siccome gli orchi propri di Rifts sono alquanto deludenti( una brutta copia di quelli di Tolkien con un pò più di impianti bionici), ho preferito un misto tra quelli di Warcraft e Warhammer, dove nel secondo caso sono la mia razza preferita del setting. Brutali e cazzoni, ma anche onorevoli, gli orchi adorano la guerra e ogni tipo di oggetto meccanico o elettronico che permetta loro di fare delle belle esplosioni, volgarmente detto Dakka. Il loro grido di battaglia, nonchè praticamente un inno agli dei Gork e Mork, è  WAAAAAAAAAAAGH!( Tuska è appunto uno dei personaggi di Warhammer 40k, un Boss orkesco che desiderando combattere quanti più demoni possibile, guidò la sua orda in un portale per una dimensione infernale, il Warp. Il dio della guerra, Khorne, divertito dalla loro bambinesca crociata, li resuscita ogni giorno per farli combattere contro i suoi scagnozzi. E' probabilmente l'unico personaggio di 40k ad aver avuto un lieto fine)

Inca: Semidei o prescelti del pantheon mesoamericano, sono dotati di potenti abilità magiche e psichiche. Governano i territori rimasti ai discendenti del loro antico impero, che fa inoltre uso di un tipo di magia basato su simboli magici( come le linee di Nazca, che sulla Terra dei Rifts sono sostanzialmente batterie magiche potentissime)

Cavalieri sanguinari: Guerrieri dotati di abilità psioniche più o meno estese, possiedono un legame mentale con una razza di dinosauri piuttosto intelligenti.

Achilles: Repubblica situata nell'Argentina e dotata di un'avanzata ingegneria genetica. Le sue principali creazioni sono vari tipi di animali umanoidi dotati di abilità psioniche molto avanzate. Una di queste razze, i Felinidi, è riuscita a creare una nazione indipendente.

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Capitolo 11
*** L'orso della Tundra e il Demone della neve ***


Hermione si svegliò con tutti i muscoli intrizziti dal freddo, sebbene si sentisse molto meglio rispetto a quando aveva perso i sensi. Era coperta da pesanti pellicce, che si tolse di dosso per seguire voci poco distanti, intente a litigare, volendo giudicare dal tono. Riconobbe quella di Ron, che intimava a qualcuno di calmarsi, seguito da alcuni brevi suoni di lotta e poi un grido di Viktor.

 

Sì alzo e aprì la porta, trovando l'amico che teneva Krum e un anziano uomo stretti in una presa telecinetica.

 

“ Ron, che stai facendo?”, domandò la ragazza all'ansimante compagno, evidentemente ancora sfiancato dalla loro ultima disavventura. I due uomini da lui trattenuti si dimenavano a scatti, e Viktor lanciava alcuni ringhi.

 

“ Impedisco a questi due di uccidersi a vicenda- disse Ron, che interruppe in quel momento la sua presa cinetica, prima di rivolgersi al bulgaro- disposto a lasciarlo parlare?”.

 

“ Per il momento.”,sbuffò lo sterminatore, sedendosi su una piccola sedia. Hermione si mise dunque ad analizzare la casa del loro soccorritore. Era un piccolo insieme di stanze costruite scavando in un albero. L'illuminazione era data da alcune candele multicolore, mentre diverse manciate di libri occupavano gli scaffali e persino una buona parte del tavolo. In un angolino c'erano dei fornelli e la porta di un bagno.

 

“ Voi siete?”, domandò dunque Hermione all'anziano mago, che si sedette a sua volta.

 

“ Gellert Grindewald. Apparentemente questo ragazzo mi stava cercando da molto tempo.”, rispose il loro ospite con un malinconico sorriso.

 

La Viandante capì allora perchè Viktor si era gettata con tanto accanimento contro l'uomo, probabilmente se si fosse già svegliata sarebbe stata tentata di aiutarlo. Ringraziò non di meno i riflessi di Ron.

 

“ Signor Grindewald- disse con tono prudente- Può raccontarci com'è finito qui?”.

 

L'anziano incantatore, sopportando l'occhiataccia di Viktor, fece levitare una tazza di tè fino alla propria mano e dopo una lunga bevuta prese a parlare.

 

“ Bene, sedetevi. Come forse sapete dopo essere stato sconfitto da Silente, venni esiliato nella torre che avevo usato per imprigionare i miei nemici. Passai lunghi anni in totale solitudine a riflettere sulla mia sconfitta e cosa portò ad essa, finchè non si aprirono i Rift. Ero di nuovo libero e più potente che mai, ma il mondo in cui mi trovavo era una trappola mortale.”, cominciò, rimembrando i suoi ultimi momenti nel suo mondo natio e i giorni passati a cercare di controllare i suoi nuovi poteri.

 

“ Come sopravvisse?”, domandò Ron. Gellert bevve di nuovo e riprese il racconto.

 

“ Se c'è una cosa in cui sono bravo è infiltrarmi. Mi nascosi nei bassifondi della Repubblica tedesca e tra i gitani, cominciando a reclutare alcuni incantatori e psionici ai margini della società. In un paio d'anni ebbi di nuovo il mio piccolo esercito... e lo usai per attaccare l'Impero Brokdil. Attraverso continue azioni di guerriglia riuscimmo a indebolire non poco la loro presenza in Polonia, fino a quando non sparirono assieme ai Gargoyle. Dando finalmente un po' di respiro alla mia gente.”, raccontò accompagnandosi con gesti delle mani che ricordarono a Ron ed Hermione quelli fatti dal professor Silente. Quasi furono tentati di fargli domande su di lui.

Nel sentire la sua impresa comunque, per poco  non persero la mascella. L'Impero Brokdil era stato insieme ai Gargoyle e agli altri demoni la maggior minaccia alle comunità europee più pacifiche, umane e non. Sebbene non avessero i possenti robot pilotabili e le abilità magiche dei loro cugini, i Brokdil avevano raccolto l'eredità della Mindwerk, l'azienda che prima dei Rifts aveva creato i Pazzi, raffinando ulteriormente quella tecnologia assieme ai loro impianti bionici per prendere quanto più terreno possibile a Germania e Russia.

 

Il fatto che Grindewald l'avesse indebolito abbastanza affinchè ricevesse il colpo di grazia dalle altre forte com'era successo ai Gargoyle, parlava chiaro sulle abilità dell'uomo e delle sue truppe.

 

“ Ecco perchè non abbiamo incontrato Brokdil e Pazzi lungo il cammino.”, osservò Ron, sinceramente ammirato.

 

“ Già, e l'anno scorso la Germania ha finalmente dato loro il colpo di grazia. Dopodichè, pur mantenendo i contatti coi miei uomini, mi spostai in queste lande per cercare altri maghi da addestrare e per convincere i Capoguerra o Sovietski a implementarli. I risultati furono variabili, ma almeno noi incantatori e altri D- Bee non veniamo più uccisi a vista.”.

 

“ Chi ci assicura delle tue buone intenzioni?”, domandò Krum, ovviamente sospettoso. Grindewald si strinse nelle spalle, ma sostenne con dignità gli occhi vigili dello Sterminatore.

 

“ Niente e nessuno. Anzi, se decideste di andarvene ora o di uccidermi, mi complimenterei per il vostro buon senso. Ma il giovane signor Weasley mi ha spiegato cos'è successo, prima che Viktor si svegliasse. Se volete salvare Ar'tuu e i vostri amici avrete bisogno di tutto l'aiuto possibile.”, affermò il mago, alzandosi e squadrando i suoi ospiti.

 

“ Cosa può offrici?”, chiese infine Viktor, mettendo da parte i suoi sentimenti personali. La missione veniva prima di tutto, specie considerando il suo fallimento come guida.

 

“ Un battaglione dei miei migliori soldati. E la posizione di Orloff. E' tempo di liberare la tundra dalla sua orribile presenza.", affermò deciso Grindewald.

 

*****

 

Ner'he era stato croficisso al centro del campo di Orloff. Grossi chiodi gli bloccavano gli arti e rivoli di sangue bluastro scendevano qua e là dalle squame. La testa del guerriero andava su e giù a ritmo irregolare, respirando ansimante.

 

Finora aveva ricevuto solo due pasti, alquanto miseri. Di tanto in tanto i soldati gli lanciavano sassi o pezzi di cibo ammuffito. Non poteva fare altro che sopportare con dignità e sperare, concentrandosi intanto sul proprio chi come Zhen Hi gli aveva insegnato pochi anni prima, emanando ogni tanto piccoli bagliori verdi che lenivano il dolore.

 

All'alba del terzo giorni di prigionia, Orloff stesso andò a visitare il Bluecie. Il Capoguerra era un cyborg totalmente ricostruito, per certi versi ancora più inquietante del suo defunto complice. Un corpo massiccio e minaccioso interamente in lega Mega- danno, pieno zeppo di armi nascoste , la cui unica parte apparentemente umana era un volto artificiale dall'espressione crudele e con dei baffi finti. Già solo per l'offrire quell'immagine meritava il titolo di ' Demone della neve', affibiatogli da alcuni.

 

“ Spero che la nostra ospitalità ti sia gradita, lucertolina. Mi chiedo come faccia un rettile a sopravvivere a queste temperature- cominciò il Borg con tono tagliente, col chiaro intento di provocare Ner'He, che non rispose- ma dimmi, hai metodi per comunicare coi tuoi compagni?”.

 

“ No, prima di essere catturato non avevo nessun comunicatore.”, rispose secco il prigioniero, muovendo lentamente i propri arti nonostante i chiodi.

 

“ Capisco. E se ti usassi come merce di scambio? Se il tuo re è schifosamente cavalleresco come ho sentito, potrebbe anche accettare di andarsene in cambio della tua vita. Collabora e la tua permanenza sarà molto più piacevole.”, disse Orloff con un inquietante sorriso, avvicinando gli orribili denti metallici al suo prigioniero. Ner'he espirò dalle larghe narici e flettè i muscoli.

 

“ Com'è che dite voi umani? Ah, sì.... vaffanculo!”, esclamò dando una potentissima testata impregnata di chi al muso artificiale del russo. Questi barcollò per diversi secondi prima per guardare schifato il responsabile e tenendosi la parte ferita, che lasciava ora intravedere i circuiti

 

“ Testardo, eh? Qualcosa che apprezzo anche da uno schifoso D-Bee. Bene, resterai lì finchè quella tua parodia di sovrano non verrà e accetterà di lasciare per sempre la grande madre Russia.”, minacciò sprezzante prima di dirigersi nella propria tenda. Intanto Ner'He si abbandonò al proprio peso, sentendo tutto il dolore causatogli dai chiodi dopo che la sua ultima bravata gli aveva tolto ogni grammo di energia rimasta.

 

Sapeva perchè Orloff intendesse impedire l'unione dell'est Europa all'alleanza. La massima aspirazione del sadico Borg era governare una landa senza regole, se non quella di inchinarsi a lui.

 

Unirsi a un successore delle scomparse Nazioni unite avrebbe però cambiato completamente Sovietski e l'organizzazione dei Capoguerra. Nuove leggi, nuovi modi di pensare, nuove tecnologia e forse l'accettazione della magia. Orloff aveva ogni intenzione di difendere i suoi schifosi interessi, anche al costo di milioni di vite umane. E credeva di poterlo fare semplicemente ricattando Ar'tuu.

 

' Dannato bastardo. Ma se c'è una cosa che ho imparato a Lazlo- pensò il Bluecie, leccando il sangue che gli colava dal muso- è che voi umani, Ar'tuu in primis, non vi fermate davanti a niente.”.

 

*****

Ar'tuu e Shay avevano camminato nella tundra russa per quasi due giorni. Il Guerriero psionico cercava costantemente di contattare i propri compagni per via telepatica, e ogni tanto cacciava per procurare il cibo per sé e la compagna. A un certo punto, quando cadde nella neve e fu quasi incapace di alzarsi, la salvezza si presentò nella forma del Capoguerra Burgasov, accompagnato da una squadra di cavalieri.

 

Il primo incontro tra i due condottieri fu teso, volendo un'espressione blanda. Ar'tuu era molto preoccupato da ciò che il feudatario russo avrebbe potuto fargli, e questi non era del tutto certo delle intenzioni del cavaliere. Non di meno, mentre il biondo guerriero stringeva il veicolo di Shay tra le braccia, Burgasov gli lanciò un nuovo mantello e ordinò a uno dei suoi guerrieri di lasciarli una motoslitta per seguirli al campo.

 

Il Capoguerra fece quindi accomodare l'ospite nella sua tenda e fece portare da mangiare. Il tutto venne spazzolato in una manciata di secondi da un affamatissimo Ar'tuu e dalla sua compagna di disavventure.

 

“ Complimenti per l'appetito, vostra maestà.”, disse Burgasov mentre il sovrano inglese si puliva con un fazzoletto. Il Capoguerra era un uomo sulla cinquantina avanzata che ben rappresentava lo stereotipo del comandante russo: visi duri, una folta barba, vestito con pesanti abiti e un colbacco. Sotto le maniche era possibile intravedere un braccio bionico, che assieme agli altri impianti aveva ridotto le sue capacità psioniche, di cui faceva comunque solo per difendersi da altri attacchi mentali.

 

“ Colpa del lungo cammino- disse il cavaliere, prendendo un lungo respiro e unendo le mani- Ma ora passiamo alle vicende importanti. Cosa può dirmi su Orloff? Non intendo lasciare il mio compagno nelle sue mani più del necessario, se li ha presi come credo.”.

 

Burgalov prese un grosso sigaro, tagliandone la cima e prendendo una grossa boccata una volta acceso. Shay, impegnata ora a lavorare sul proprio veicolo, agitò la mano per liberarsi della ventata di fumo che quasi la prese.

 

“ Il suo accampamento più vicino è a circa cinquanta chilometri da qui, possiamo arrivarci in mezza giornata. Ma è una postazione ben difesa. E le mie spie riportano che molti degli uomini di Solokov, i più spietati e fedeli, vi si sono diretti dopo che voi l'avete ucciso. I miei complimenti a proposito, era ora che qualcuno ponesse fine alla vita di quel demente.”, rise il guerriero con burbera soddisfazione.

 

“ L'ho fatto solo per difendere me e i miei compagni- disse secco Ar'tuu, facendo un rapido calcolo di tutte le informazioni a sua disposizione- ma mentirei se dicessi di non aver provato piacere nel liberare il vostro popolo da quell'essere. Pensa che io e Shay potremmo riuscire a infiltrarci in quel campo e liberare Ner'He?”.

 

Burgalov scosse energicamente la testa, prendendo un'altra boccata di fumo e fissando intensamente il suo ospite.

 

“ No. Potreste liberare il vostro amico e combatterete fino all'ultimo sangue, dando vita a innumerevoli ballate che ascolterei molto volentieri. Ma alla fine cadreste come pozze di sangue sulla neve. Anche prestandovi le mie truppe, non offro garanzie sulla vostra sopravvivenza.”.

 

“ Cosa consigliate allora, signor Burgalov?”, chiese Shay, collegando un paio di fili del suo veicolo. L'anziano guerriero incrociò le dita, forse anche un po' sorpreso dalla riverente sfacciataggine della Tecnofata.

 

“ Beh, ho detto che molti degli scagnozzi di Solokov si sono messi al servizio di Orloff. Ma il suo campo è ancora indipendente, e ricco di materiali utili per un assedio... e siccome siete stato voi a ucciderlo, potreste reclamarne il posto. I civili e alcuni dei soldati più decenti sarebbero felicissimi di avervi come loro nuovo signore, già ora siete una delle loro speranze per una vita migliore.”.

 

“ E' un'idea... partirò subito.”, disse Ar'tuu con nuova speranza negli occhi prima di uscire. Burgalov li venne subito dietro, facendo un cenno a un vicino ufficiale. Come molle, tutti i soldati presenti nel campo si presentarono a rapporto , impressionando lo stesso visitatore. Non condivideva le idee del Capoguerra sul privare i propri sudditi di grandi fonti d'intrattenimento( pur soddisfando qualsiasi altra necessità), ma la disciplina instillata nelle sue truppe era innegabile.

 

“ Non da solo, però- disse con un enorme sorriso il vecchio ' Orso' della tundra- FORZA, RAGAZZI, ENTRO QUESTA SETTIMANA LA FAREMO FINITA CON ORLOFF!”, esclamò a squarciagola, guadagnando un lungo e sonoro inno di approvazione dai suoi uomini, che alzarono le armi.

 

“ Tutto questo solo per aiutarmi a liberare un mio compagno?”, domandò Ar'Tuu incrociando le braccia.


“ No, è anche per sbarazzarsi una volta per tutte di quello psicopatico e perchè non vedo l'ora di recarmi in Cina.”.

 

“ Che gli dei siano dalla nostra parte.”, disse dunque il re inglese, guardando i guerrieri del suo nuovo alleato prepararsi all'incombente battaglia. Burgalov sorrise e alzò il suo braccio bionico, ansioso di affrontare la battaglia che aspettava forse da tutta la vita.

 

“ Tu hai i tuoi dei... io ho questo.”.




                                                                              ******

Uffi luffi. Per quando tradurrò questa fic su FF. Net, dovrò fare qualche ricerca in più sulla cultura russa. Spero che il capitolo sia stato di vostro gusto, in particolare l'apparizione di Grindewald( che dedico al caro Depp, pur facendo i miei migliori auguri al suo nuovo interprete). Farò del mio meglio per riportarvi un'azione sempre più concitata e curata, aspetto intanto i vostri consigli.

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Capitolo 12
*** Preparazione all'atto finale ***


La piramide di Cheope svettava sotto il sole del deserto egiziano come aveva fatto negli ultimi cinquemila anni. La tomba dell'antico faraone aveva visto nuove guerre e tragedie, tra cui la caduta dei tanti eroi che avevano tentato di scalarla per sconfiggere la Morte in persona.

 

Un folto gruppo di guerrieri scheletrici ben armate e mummie occupavano le scale di quel magnifico monumento, occupata dall'orribile esercito personale di Morte, che attendeva l'arrivo degli altri Cavalieri.

 

Harry guardò pensieroso la cima, immaginando il momento in cui avrebbe finalmente confrontato la nera signora( o qualsiasi altro fosse il suo sesso).

 

“ Finalmente siamo arrivati. Le tre settimane più strazianti della mia vita.”, si lamentò Leisa, arrancando sulla cima dell'ultima duna, dove Harry era già arrivato. Il resto del gruppo la raggiunse subito, chiaramente sfinito dagli ultimi giorni di viaggio, passati a difendersi o nascondersi dagli innumerevoli pericoli del deserto.

 

“ Mi trovo a concordare, Leisa- sbuffò Theo, ringraziando che le armature Mega- danno avessero funzioni di sopravvivenza per simili territori- quegli scorpioni giganti sono stati particolarmenti seccanti.”.

 

“ Dai, erano carinissimi. Voglio evocarne uno alla prima occasione.”, ribattè Luna, gonfiando le guance.

 

“ Sssssssse ci conducono a un altro tesssssssssoro, approvo pienamente.”, ridacchiò Merek, che sfoggiava un paio di collane e bracciali trovati in un baule preso proprio sul luogo dello scontro con le menzionate bestiacce. Harry sorrise malinconico voltandosi verso il gruppo.

 

.“ Non è ancora finita, amici miei. Dobbiamo trovare miss Tarn e porre fine ai quattro cavalieri. Fanny, facci strada.”, disse alla loro cavalcatura, che volava sopra di loro.

 

La fenice, illuminandosi al massimo, si fece seguire dai suoi protetti fino ad arrivare a una piccola oasi, dove trovarono un gruppo di persone in loro attesa. Tra esse spiccava una signora sulla sessantina dall'aria ancora arzilla, vestita con un poncho di foglie d'Albero millenario, sotto cui nascondeva un buon assortimento di armi. Quest'ultima fu la prima ad avvicinarsi ai visitatori, rivolgendo un grosso sorriso ad Harry e Luna.

 

Dal modo in cui si muoveva, era chiaro che nonostante l'età fosse ancora abituata a combattere.

 

Non ebbe bisogno di presentazioni. Era Erin Tarn, la leggendaria esploratrice i cui scritti avevano permesso ad abitanti di tutto il mondo cosa c'era nelle più sperdute zone della Terra dei Rifts.

 

Tra i suoi altri compagni vi erano Sir Winslow Thorpe, un nativo americano e Cyber- Cavaliere dai lunghi capelli neri dall'aria molto marziale. Theodore aveva sentito delle sue gesta al servizio di miss Tarn e della giustizia.

 

Un guerriero umano ben armato dai corti capelli biondi, che emanava una strana aura psichica. Il suo nome era Victor Lazlo, lo scienziato che secoli prima aveva teorizzato l'esistenza delle Ley Lines, catapultato in questo distopico futuro.

 

Lo Fu, un grande e anziano drago Chian-ku che rivolse uno sguardo benevolo ai nuovi venuti. E infine una bella ragazza dai lunghi capelli neri e la carnagione color caffè, vestita con una canottiera nera piuttosto avvenente

 

“ Ah, Harry. Sei cresciuto tantissimo dall'ultima volta che ti vidi. Come procedono le cose a New Camelot? Le mie ultime notizie risalgono alla battaglia di Loch Ness.”, cominciò la scrittrice con un'espressione raggiante, riconoscendo subito il Mago da battaglia grazie alla sua inconfondibile cicatrice. Harry le strinse la mano, inchinandosi onorato dell'incontro assieme ai propri compagni.

 

“ Miss Tarn, anche per noi è un enorme piacere incontrarla. La nostra casa si è ripresa dalla guerra e ha prosperato, ora speriamo di guadagnare le forze per liberare tutta l'Europa e l'Asia dagli oppressori demoniaci.”, disse Harry a nome di tutti loro, che aggiunsero poi qualche altro cenno a quanto successo.

 

“ Un nobile scopo, forse finalmente la Terra potrebbe conoscere la pace dopo tanto tempo se riusciste. Ma prima bisogna pensare a Morte. Si trova sulla cima della piramide di Cheope, non l'abbiamo visto muoversi per settimane.”.

 

“ Temiamo che i suoi fratelli siano nelle vicinanze, anche se non li abbiamo visti. Non ci vorrà molto prima che si uniscano nella creatura che ridurrà in cenere il nostro già devastato mondo.”, disse sir Thorpe.

 

“ Sarebbero davvero così potenti? Sembrano peggio di uno Splugorth.”, notò Leisa, mantenendo con difficoltà un'espressione calma di fronte a una simile prospettiva. Temeva sarebbe andata ancora peggio della catastrofe che millenni prima aveva travolto Atlantide e Lemuria.

 

“ E forse anche peggiori del Signore degli abissi. La nostra unica speranza è che i Doni, una volta riuniti, possano sigillare o addirittura uccidere Morte.”, spiegò la scrittrice, guardando timorosa il cielo. Aveva viaggiato per tutto il pianeta, imparando ad amarlo e rispettarlo nonostante tutte le insidie che celava. Non poteva sopportare di vederlo distrutto.

 

“ A proposito- continuò Harry, non nascondendo un simile tono di preoccupazione nella voce- la bacchetta?”.

 

Erin, mordendosi il labbro, la tirò fuori. A prima vista non era nulla di tanto diverso dalle altre bacchette del mondo nativo degli abitanti di New Hogsmeade.

 

“ Poche volte mi sono affidate al potere di quest'arma, ognuna di essere è stato per difendere un mio compagno. Non farti controllare da essa.”. Harry la prese dolcemente dalle mani della donna e riuscì ad avvertire che razza di potere vi era all'interno. Sembrava di tenere tra le dita il nucleo di una supernova, una sensazione che si amplificò ulteriormente quando l'oggetto entrò in risonanza col mantello dell'invisibilità e la pietra della resurrezione.

 

Un'ondata di immenso potere necrotico attraversò il corpo del giovane mago. Ma non era la tipica energia oscura cui era abituato. Era come essere davvero in contatto con l'oltretomba, avvertire le anime che vi dimoravano. Una nuova consapevolezza l'avvolse, e per un istante vide Morte... non l'orribile carcassa che riposava sulla cima della piramide poco lontana, ma Morte per come sarebbe davvero dovuto essere.

 

Harry alzò la bacchetta alzò sopra gli occhi, sparando un raggio di luce nera dalla punta che parve raggiungere il sole stesso, stupendo tutti i suoi compagni, verso cui si volse mentre le nuvole venivano disperse da un alone dello stesso colore della luce da lui creata.

 

“Amici, siamo arrivati fin qui contando l'uno sull'altro. Il viaggio è stato duro, come voi più volte sono stato tentato di tornare indietro. Persino adesso... ma non siamo venuti qui per tornare indietro all'ultimo ostacolo- disse alzando il pugno- Siamo venuti qui per sconfiggere uno dei più grandi mali che affliggano il nostro mondo. E ancora una volta, uniti, trionferemo!”.

 

 

*****

 

“ Ah, sparare agli zombie è sempre divertente. Ecco perchè si chiamano zombie.”, disse deliziata Ross, puntando la sua pistola tecnomagica sull'ennesimo non morto e facendogli saltare il cervello con un singolo colpo, procedendo poi a fare lo stesso con l'orda dietro di lui e con un demone che tentò di sorprenderla dall'alto, finendo a terra con un buco al posto del cuore. Poco lontano, i suoi compagni non erano meno letali nonostante il passare degli anni e si muovevano con grande cordinazione e rapidità sulla brughiera inglese, dov'erano stati mandati a intercettare le prime squadre dei loro nemici. La loro speranza era soprattuto di farsi un'idea delle forze rivali, una rombante folla di zombie, demoni e mercenari privi di scrupoli.

 

“ Mi trovo a concordare, ma mantieni le forze per i pezzi grossi dell'armata.”, le fece eco Zhen Hi, atterrato accanto a lei con l'armatura sporca di sangue demoniaco dopo essersi messo a strappare un cranio e l'altro a mani nude o soccorrere i soldati più in pericolo, che si erano riuniti alle moltitudini di compagni, brulicanti masse che usavano il terreno a loro vantaggio.

 

“ Ma una volta ogni tanto puoi non rompere le palle.”, sbuffò la voce elettronica della pistolera, caricando un altro fiotto di energia per uccidere uno zombie arrivato alle spalle dell'amico.

 

“ Difetti di dire la verita, mia amata compagna d'avventure.”, rispose il Guerriero del fulmine avvolgendo gli arti di Chi e lanciandosi in aria contro l'abominio, trasformando la propria energia interna in una gelida corrente grazie al quale cristallizzò la faccia dell'essere prima di spaccarla in una pioggia di particelle di ghiaccio.

 

Poco lontano Arthur lanciava incantesimi a non finire, agitando la sua fidata spada sega contro i nemici che si avvicinavano troppo. La lama rotante tagliò in due uno degli scagnozzi di Ducson in una pioggia di sangue e il Tecnomago continuò ad avanzare quasi a suo agio nel chaos che lo circondava.

 

“ Koromi, Arama, avete già trovato i Mietitori?”, domandò attraverso un'auricolare, avendo inviato i due amici a cercare gli incantatori tra le file nemiche, in particolare gli adoratori di Nixla. Cosa che facevano sfoltendole con cordinata brutalità.

 

“ No, li ha nascosti bene. Quando ci si mette, Ducson sa come organizzare un esercito.”, rispose la samurai, intenta a tagliuzzare zombie dalla distanza con ondate di energia creata attraverso la sua energia spirituale, continuando a muoversi con eleganti fendenti. Gocce di sudore decoravano il suo viso mentre saettava tra una fila di mostri e un'altra, cercando i veri burattinai di quell'incubo.

 

Arama era invece intento a schiacciare un nemico dopo l'altro. Nella sua forma ibrida l'orca biforme era inarrestabile e con la sua mazza trasformava crani d'esseri più grossi di lui in pioggie di piccoli frammenti, alternandosi a volte con blast sonici grazie alla quale anche i Mietitori più potenti venivano sbaragliati, lasciando più respiro ai difensori di Camelot.

 

Una sorta di arpia corazzata si precipità sui suoi occhi, cercando di accecarlo. Sulla sua traiettoria si trovò però un arco di fulmini scagliato da Arthur per difendere il compagno, ed entrambi ripresero dunque la loro carneficina, che incitò ulteriormente le truppe di Camelot.

 

Attorno a loro gli altri soldati, qualunque fosse la loro provenienza, non erano da meno. Fiotti di proiettili Mega- danno e incantesimi d'ogni genere attanagliavano le linee nemiche con una brutalità che anche i Gargoyle e i Fomori avevano visto assai di rado. Non di poco aiuto si erano dimostrate le forze portate da Zhen Hi. In particolare i diversi mutanti, che sciamavano in feroci ma coordinati branchi, massacrando i non morti con artigli o ondate di energia psionica a cui i non morti erano particolarmente vulnerabili.

 

“ Ministro, i nemici retrocedono. Intensichiamo il fuoco?”, lo avvisò uno degli ufficiali delle truppe sudamericane, un corvo umanoide che atterrò accanto al Tecnomago con una Psi- spada tra gli artigli. Questi guardò con apparente soddisfazione le linee nemiche che si nascondevano tra gli alberi o si teletrasportavano via.

 

“ Sì. Se conosco bene Ducson e Nixla, sarà un trucco per farci abbassare la guardia.”, ordinò il Weasley, prima di prendere un piccolo mortaio in cui canalizzò le sue energie magiche per ogni evenienza. Aveva ragione, il terreno davanti a lui cominciò rapidamente a tremare per poi ricoprirsi di crepe fino a rivelare un enorme abominio fatto di cadaveri.

 

Aveva due tozze, ma robuste gambe che riuscivano a tenere eretto un muscoloso mescolare di vari corpi tenuti insieme da un'armatura d'ossa, alcune cuciture e chissà quali orribili magie. La faccia avrebbe fatto inorridire anche il mostro di Frankeinstein, essendo poco più che una bocca circolare e zannuta circondata da orecchie. Con un immenso ruggito, l'essere sputò sui suoi nemici un getto di liquido nero, che sciolse i malcapitati prima che si buttasse nella mischia, ignaro ai colpi che lo tempestavano.

 

Alcuni tigri mutanti tentarono di sartargli addosso, graffiandolo ripetutamente e sparando raggi psionici a distanza zero. L'odore di carne bruciata e sangue marcio riempì l'aria prima che le ferite inflitte all'essere si rimarginarono e si scrollò di dosso i propri assalitori.

 

“ Continua a rigenerarsi. Come lo uccidiamo?”, domandò un Cavaliere sanguinario passato accanto ad Arthur, intento a scappare e lanciare dardi d'energia psionica all'essere. Il Tecnomago aveva visto molti abomini durante i suoi viaggi in America, ma non conosceva non morti tanto potenti e per di più capaci di rigenersarsi. C'era un unica possibilità.

 

“ Dev'essere guidato da alcuni Mietitori, che lo riforniscono di energia magica. Dobbiamo trovarli e ucciderli. Ragazzi, entrate nelle macchie, si saranno nascosti lì.”, ordinò il Tecnomago, alzando poi la propria spada sega, urlando per incitare i propri uomini a resistere.

 

Mentre l'armata si riorganizzava per difendersi dal gigantesco zombie, il resto del team Morrigan si diresse nella foresta, cercando i padroni dell'essere. Ross corse sulle sue corte gambette digitali, espandendo al massimo i propri sensi psionici. Dopo pochi istanti di ricercha sparò alla propria sinistra, bucando due alberi e prendendo dritto alla fronte uno dei loro bersagli.

 

Le guardie del corpo degli altri Mietitori nascosti si fecero avanti per bloccare i quattro guerrieri. Zhen Hi si ritrovò stretto da una serie di tentacoli e zanne che cercarono di bucare la sua armatura Mega- danno prima che con un'ondata di Chi lungo il proprio corpo riuscì a liberarsi e uccidere il mostro che l'aveva catturato con un pugno infuocato.

 

“ Ci penso io a loro, voi continuate a cercare!”, esclamò il Guerriero del fulmine, continuando a muoversi con incredibile abilità tra bagliori di energia spirituale e attacchi dei demoni. I compagni si liberarono in fretta dai rispettivi avversari e si dispersero, sapendo di dover fare in fretta.

 

“ Ne ho preso uno!”, gridò Koromi dopo qualche minuto, la sua katana tecnomagica sporca del sangue di un cultista, saltando dunque da un'albero all'altro con le sue protesi per coprire più terreno, mentre Arama senza farsi troppi problemi sfondava tutta la vegetazione di fronte a lui. Ci avrebbero pensato poi i druidi a sistemare tutto.

 

 

Arthur si infilò un paio di occhiali a raggi x, scannerizzando l'intera zona attorno a lui. Riuscì a vedere un rivolo di energia necrotica che partiva dal mostro da loro combattuto alle macchie che circondavano il campo di battaglia, segno che era rimasto un unico Mietitore.

 

“ Formazione Alpha verde. Dobbiamo resistere solo qualche altro minuto.”, annunciò agli altri ufficiali prima di cambiare la sua spada con un bazooka in cui canalizzò le proprie energie.

 

I combattenti corpo a corpo indietreggiarono, mettendosi a difesa di quadrati formati dai loro migliori tiratori. All'interno di essi alcuni maghi cantarono nuove formule, evocando una serie di meteore che precipitarono sul cranio del mostro da loro affrontato, bloccando il suo ultimo assalto sul nascere. L'essere si rialzò però lentamente, formando stavolta una gigantesca sfera di energia nera, alla cui vista Arthur ordinò di preparare tutti gli scudi energetici possibili prima che fosse pronta per devastare tutta la zona.

 

All'ultimo secondo utile Arama afferrò il solo Mietitore rimasto, stringendo tra le grossa dita nere e preparando un blast sonico in bocca, il cui boato rieccheggiò per l'intera foresta, riducendo il servo di Nixla a una poltiglia di sangue.

 

Il mostro, avvertendo l'energia fornitagli dai servi di Nixla sparire, sbattè i pugni a terra un'ultima volta e vomitò una sostanza nera mentre anche la corazza gli cadde di dosso, trasformandosi in una nuvola di polvere. L'ultimo verso che emise fu forse un sospiro di sollievo.

 

“ ABBIAMO VINTO!”, esultò un soldato lanciando in aria il suo elmo, piangendo dalla gioia e aggregandosi ai compagni, inglesi e no, nel festeggiare quella piccola vittoria.

 

“ Nixla non è così forte come vuol far credere.”, commentò soddisfatto un ufficiale di Psyscape mentre i membri del team Morrigan ritornavano dal grosso delle truppe, ricongiungendosi ad Arthur.

 

“ Amici, gioite pure, ma non sottovalutate mai il vostro nemico- disse soddisfatto il Weasley- O se ne approfitteranno, la vittoria è ancora lontana.”.

 

*****

 

In uno dei numerosi rifugi di Merlino, il mago stava osservando una mappa olografica dove erano visibili i movimenti delle varie fazioni. Stava osservando per il momento l'avanzata di un corpo di Mietitori, opportunatamente bloccato dal WAAAAAGH! di Tuska. Le cose per il momento procedevano come da piano, ma bastava poco per far andare tutto a monte.

 

“ Come procede, Merlino?”, domandò Nixla, camminando verso il mago con le braccia incrociate. Il suo viso era un quadro di pura gioia, a cui la sua aura necrotica faceva da inquietante contorno.

 

“ Relativamente bene, ma il sigillo è ancora molto forte nonostante tutta l'energia che abbiamo sottratto agli Alberi millenari. Di questo passo avremmo bisogno di altri cinque giorni per manifestarci interamente- disse l'avatar di Zashan, portandosi una mano alla barba- tempo più che sufficiente affinchè la Vendetta di Morgause ci trovi.”.

 

“ Prova che c'è dietro il pantheon celtico. Peccato che Balor e Bres non abbiano voluto saperne di noi. Forse se attaccassimo i templi sparsi in giro, indeboliremo ulteriormente il sigillo e al tempo stesso saremmo più difficili da trovare.”, propose la non morta. Non era la prima volta che veniva ostacolata da qualche Pantheon. Alle volte era stata aiutata dai loro nemici giurati, ma non era stato il caso coi Fomori, che per quanto malvagi non nutrivano altro che disprezzo nei loro confronti.

 

“ No, i templi non sono altro che edifici. La vera forza degli dei è nella fede dei loro seguaci. E non mi riferisco solo ai sacerdoti, ogni soldato dell'esercito di Camelot è fermamente convinto che Lugh e i suoi colleghi siano al loro fianco in ogni momento.”, spiegò Merlino, mentre sulla mappa olografica un villaggio veniva distrutto dal loro esercito.

 

“ Sentimenti che rafforzano ulteriormente il loro blocco su di noi, dunque. Umh, nonostante i nostri alleati siamo comunque inferiori di numero e dobbiamo combattere su più fronte. L'ideale sarebbe fiaccare l'umore dei nostri nemici in qualche modo. Potremmo rivelare chi sei?”.

 

“ Te lo scordi. Se finisse male sarei costretto alla fuga. Non so dire come Ar'tuu, Ginevra e i cavalieri reagirebbero, ma di certo non sarebbe nulla di buono per me. Specie senza fonti di energia magica personali da cui attingere, sono poco più di un mago umano d'alto livello.”, spiegò l'incantatore, pensando che forse aveva plasmato Camelot persino troppo bene.

 

“ Allora la prossima volta guiderò io le truppe, sfido chiunque a non fuggire terrorizzato. Non è però che invece hai paura che il tuo pupillo lo scopra?”, lo punzecchiò però Vrena, mostrando il suo solito ghigno putrefatto.

 

“ E se anche fosse?”, replicò Merlino, con espressione più contrariata, la sua aura che fluttuava pericolosamente.

 

“ Niente, solo una prova che come molti di noi ti sei fatto influenzare troppo dal tuo lato umano.”, disse sorniona la guerriera prima di teletrasportarsi dalle proprie tutte. Merlino sospirò e mise le mani su una sfera di cristallo vicina, spaccandola con un urlo rabbioso.

                                                                                                                              ********

Salve a tutti, spero che la battaglia sia stata di vostro gusto. Personalmente mi sto ancora abituando a fare battaglie in stile più ' classico'( tante armi da fuoco, cavalleria, etc.), i duelli sono più il mio forte. Dovreste averne un pò a breve comunque, a presto.

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Capitolo 13
*** L'Inghilterra resiste ***


Circa vent'anni prima

 

Sirius ansimò pesantemente, stringendo le mani sudate sulla sua vibro- spada. Aveva appena concluso un acceso duello con un piccolo gruppo di orsi mutanti, che avevano rischiato di prendere Harry. Viaggiare, combattere e difendere allo stesso tempo il suo figlioccio, trovato nelle rovine di Privet Drive, diventava sempre più difficile. Non sapeva quanto a lungo sarebbe ancora resistito.

 

L'unica speranza, che l'aveva spinto da Little Whinging fino a lì assieme all'addestramento di un anziano mago da battaglia che aveva incontrato, era che anche Hogwarts e Hogsmeade fossero state trasportate in quel pianeta infernale e che ci fosse qualcuno che potesse prendersi cura di Harry, anche a costo di finire in prigione un'altra volta.

 

<< Papà, ti sei ripreso?>>, domandò il bambino, tirando la manica di Sirius, che lo guardò con occhi stanchi, immaginandosi di avere accanto una versione ancora infantile di James. Harry aveva cominciato a chiamarlo così sin quando era stato tirato fuori da quel bozzolo nero che l'aveva avvolto durante il viaggio dimensionale, protetto dall'anziana e ormai defunta signora Figg, i cui poteri latenti erano stati svegliati dal viaggio dimensionale e che li aveva accompagnati per un tragitto prima di cadere in combattimento. Sirius, per ringraziarla, l'aveva sepolta nella radura più bella che aveva trovato.

 

L'ultimo Black sentiva quasi di insultare la memoria di James a farsi chiamare padre da Harry, ma gli era ormai insopportabile correggerlo. Per quanto ne sapeva Harry era, escludendo il suo maestro tornato in America, l'unico essere vivente con cui ormai avesse una sorta di legame, non importava se di sangue o no.

 

<< Tranquillo, Harry, sto bene- disse rialzandosi- e tra poco arriveremo in un luogo sicuro, dove potrò anche insegnarti tra qualche anno a spaccare i culi come faccio io>>, scherzò il Mago da battaglia, rialzandosi e prendendo per mano il suo protetto prima di alzare lo sguardo verso le stelle. Istintivamente cercò la stella da cui aveva preso il nome, Sirio. L'astro del Cane maggiore risplendeva nel cielo notturno come una bussola naturale, che sembrò indicargli la via. Si incamminò per l'ennesima volta, lasciando che Harry si mettesse sulle spalle, ma quando sentì un rumore di cavalli, temendo fossero banditi, cominciò a correre più veloce che potè.

 

Il rumore degli zoccoli si fece sempre più vicino, accompagnato dalle urla di alcuni uomini. Facendo perno sulla forza quasi soprannaturale che gli scorreva nelle gambe dopo il recente addestramento, Sirius saltò su un ramo e poi su un altro, finchè uno di essi non si spezzò lasciandolo cadere nel mezzo di una radura. Harry si staccò da lui con un grido soffocato e perdendo tempo per stringerlo a sè, Sirius dovette interrompere la sua fuga, ritrovandosi circondato dalla battuta di caccia che l'aveva seguito fino ad allora, formata da diversi uomini e un paio di D-Bee protetti da armature Mega- danno.

 

A capeggiarli un ragazzo che non poteva avere più di quattordici o quindici anni, dotato di un volto carismatico e determinato. Al suo fianco teneva una spada corta con un'impugnatura molto complessa, più simile a un fucile.

 

 

<< Non avvicinatevi a me o al bambino.>>, disse Sirius, alzandosi lentamente e giudicando la situazione. Uno dei cavalieri fu sul punto di gridargli contro, ma il ragazzo biondo lo interruppe con un cenno della mano e gli rivolse un'espressione amichevole.

 

<< Tu... sei Sirius Black, giusto? Posso assicurarti che non intendiamo fare del male nè a te nè al piccolo. Anzi, possiamo accompagnarti in un luogo sicuro. New Hogsmeade.>>

 

<< Come sapete chi sono? Chi... sei... siete voi?>>, domandò il Black, stupito tanto dall'affermazione del guerriero, tanto dal tono di comando che aveva usato. Gentile, disinvolto e fermo... gli ricordava per certi versi James quand'era capitano della squadra di Grifondoro.

 

<< Io sono Ar'Tuu, re del regno di Camelot- rispose gentilmente l'appena rivelatosi sovrano- e i tuoi compatrioti sono diventati da pochi mesi miei sudditi. Sono impegnati a fortificare Hogwarts e la cittadina costruita intorno per resistere ai mille pericoli che abitano queste terre. Puoi unirti a loro senza paura, hanno scoperto la tua innocenza poco dopo l'apertura dei Rifts.>>

 

I cavalieri liberarono una cavalcatura per Sirius, che strinse Harry assieme alle redini del suo destriero mentre chiedeva altre informazioni al misterioso Ar'Tuu. Di tutto si sarebbe aspettato in quel luogo, tranne che incontrare una versione futuristica del re delle antiche leggende britanniche, assumendo non fosse solo un pazzo con manie di grandezza.

 

<< Come hanno scoperto che non sono una spia di Voldemort?>>, disse un rassicurato Sirius.

 

"Poco dopo averti incastrato, Peter Minus si nascose sottoforma di topo nella casa di Molly Weasley. Dopo il salto dimensionale riassunse inavvertitamente la forma umana e venne interrogato dalla suddetta fino a confessare tutto. Attualmente è ospite delle nostre prigione, impossibilitato a usare qualsiasi magia grazie agli arti cibernetici che gli abbiamo dato."

 

<< E' il minimo che si merita per quanto ha fatto a Harry- ringhiò Sirius, soddisfatto che il traditore avrebbe ricevuto la stessa fine che aveva inflitto a lui anni prima- avete anche detto che ora gli abitanti dell'Inghilterra magica che sono finiti qui rientrano tra i vostri sudditi?>>

 

<< Sì, Silente e miss Bones li hanno convinti che per sopravvivere qui hanno bisogno non solo degli incantesimi in uso su questa Terra, ma anche della nostra tecnologia e di un leader capace. Cercherò di fare il mio meglio per non deludere le loro aspettative. Nel frattempo, tu hai dimostrato notevoli abilità per giungere fin qui da Azkaban, curandoti di Harry per una buona parte del tragitto. Saresti interessato a entrare alle dipendenze della corte come uno dei nostri cavalieri?>, domandò il giovane sovrano, scatenando un a reazione di sorpresa dal suo seguito.

 

Nessun cavaliere aveva mai ricevuto quest'offerta al primo incontro con Ar'Tuu. Ma Sirius era riuscito a fare la strada da Azkaban a New Hogsmeade, proteggendo sé stesso ed Harry. Aveva probabilmente le carte in regola per diventare uno dei migliori difensori di Camelot.

 

<< Cioè, come un vostro cavaliere?>>, domandò Sirius, proprio mentre New Hogsmeade entrava nella loro vista, illuminata dalle prime luci dell'alba. Ar'tuu annuì. Sirius ci pensò attentamente. Non si vedeva come cavaliere, tutt'altro. Aveva fatto innumerevoli errori nei suoi ventitre anni di vita, in particolare riguardo suo fratello Regulus e Piton.

 

Aveva cercato di rimediare come poteva cercando un posto sicuro per Harry su quella versione da incubo della Terra. Dubitava di potersi ergere a paladino della giustizia, ma forse così facendo avrebbe potuto essere il pilastro di cui il suo figlioccio avrebbe avuto bisogno negli anni a venire. Buttando un ultimo sguardo a Sirio per prendere coraggio, disse al re che accettava.

 

Oggi

 

L'orda di Nixla era arrivata nottetempo alle porte di New Hogsmeade, che aveva schierato il più rapidamente possibile i Nexus Knight, ricreati da Sirius e Ar'tuu dopo la loro decimazione a opera dei Gargoyle, al cui fianco si trovava una buona fetta dei mercenari arrivati quello stesso pomeriggio.

 

Umani o a qualsiasi altra razza appartenessero, i difensori della città restavano immobili, tenendo le loro armi pronte a colpire il primo non morto che avesse osato avvicinarsi, mentre nelle zampe dei mutanti sud americani scoppiettavano scintille di pura energia. Sirius, a capo delle difese, era più calmo e allo stesso tempo più nervoso di ognuno dei suoi sottoposti. Il leader della polizia militare girava di fronte ai suoi uomini in attesa di una singola mossa da parte degli zombie.

 

Neanche a Loch Ness si era sentito così ansioso. Per anni aveva cercato di essere un punto di riferimento per Harry e i suoi amici. Ora che loro e il re erano lontani, mentre il grosso delle forze di Camelot cercava di forzare un'apertura fino ai mostruosi capi delle truppe nemiche, spettava a lui difendere la casa che con tanta fatica avevano costruito. Il cavaliere magico salì sul proprio destriero, un bellissimo Thestral bardato e corazzato con le insegne di Camelot, sfoderando la spada in preparazione allo scontro e tenendola davanti a sè, lanciando dunque lo sguardo alle stelle come tanti anni prima. Sirio era ancora lì, a inondarlo con la sua lontana luce e un debole cenno di speranza, a cui lui avrebbe fatto affidamento fino all'ultimo istante.

 

<< Sir Black, stanno per attaccare!>>, disse il suo secondo in comando, Dobby, quando finalmente gli zombie cominciarono a risalire la salita che li separava dalle porte di New Hogsmeade. Sirius puntò contro di loro la sua spada e si gettò all'attacco assieme ai propri uomini, gridando con quanto fiato aveva in gola.

 

<< PER CAMELOT!>>

 

 

 

*****

 

Mentre i Nexus Knight combattevano i nemici dell'Inghilterra con fiamme e acciaio, Minerva era occupata ad analizzare nel suo studio l'essere trovato da Percy. La strega, forte delle sue vecchie conoscenze di trasfigurazione e degli studi fatti sulla Terra dei Rifts, aveva toccato più volte l'ameba paralizzata con la propria bacchetta, nutrendola di energia magica e a volte ferendola, osservando attentamente ogni sua reazione prima di posarla in una teca.

 

“ Che ne pensi, Minerva?”, chiese preoccupata Amelia, stremata mentalmente dall'ora di attesa. L'anziana professoressa si tolse gli occhiali e posò la bacchetta.

 

“ Confermo che è una creazione degli Splugorth. E stanto a quanto Percy ha riferito non si nutriva solo del legno, ma della forza vitale dell'Albero millenario. Se non l'avesse trovato l'albero avrebbe anche potuto appassire in qualche giorno. E forse dovremmo controllare non ce ne siano altri. ”.

 

“ Oh, diamine. E' stato molto fortunato a non venire morso”, commentò il sindaco, rendendosi conto che il suo assistente sarebbe potuto essere divorato assieme al loro protettore.

 

“ Già, soprattuto per aver scoperto la loro esistenza. E se è stata Nixla ad averli portati qui, staranno parassitando ogni Albero. Avvisa gli altri capi villaggio e magistrati di controllare, questi orrori devono essere sterminati il prima possibile.”, spiegò secca Minerva, terrorizzata al solo pensiero che simili abomini osassero toccare gli Alberi millenari, senza il quale Camelot non sarebbe mai sopravvissuta fino a questo punto.

 

“ Lo farò subito- confermò Amelia, terrorizzata dal peggior scenario possibile- Se riescono a distruggerli, sarà la fine del nostro regno e probabilmente di tutta l'alleanza. Non possiamo cadere proprio ora!”.

 

“ A proposito, notizie da Lazlo?”, chiese Minerva, cominciando intanto a bollire del thè, con movimenti ben precisi della sua bacchetta, per calmare entrambe. L'amica annuì.

 

“ Percy ha parlato con loro prima di trovare quell'orrenda cosa. Saranno un po' lenti ad organizzarsi, ma Plato stesso guiderà i rinforzi.”.

 

 

******

 

Il primo assalto a New Hogsmeade venne respinto, seppur con una certa difficoltà e non poche perdite, ma la guerra non si fermò.

 

Già il giorno successivo la battaglia nelle brughiere e nelle campagne riprese senza esclusione di colpi, e i difensori avevano finalmente giocato una delle loro carte vincenti, l'orda di Tuska. Una macchia nera e verde formata da veicoli dall'aspetto male assestati e selvaggio, ma letale quanto qualsiasi altro mezzo usato da Camelot, guidati da grossi bruti che non aspettavano altro che un piacevole massacro, poco importava se fossero stati tra le sue vittime.

 

“ WAAAAAAAGH!”, era il grido collettivo dei guerrieri orchi mentre travolgevano i loro nemici in un misto di metallo e fiamme verdi. I pochi sopravvissuti alla carica vennero rapidamente distrutti dagli spari a base di onde sonore dei pochi Glitter Boy rimasti a Camelot, situati molto lontano dall'azione vera e propria.

 

“ Scappate, è il Demonkilla!”, urlò terrorizzato uno dei comandanti demoniaci, tentando di volare via prima di ritrovarsi un'ascia nella schiena. Circondato dal fuoco della sua tribù, Tuska saltò dalla cima del camion su cui si trovava per gettarsi nella mischia, attaccando chiunque gli capitasse a tiro con una ferocia senza pari, bagnando rapidamente la sua ascia col sangue dei nemici e sparando una raffica di fulmini tali da sembrare non meno mostruoso delle proprie vittime, alcune delle quali si gettarono contro di lui nel tentativo di provare almeno a rallentarlo.

 

Lo scontro proseguì per quasi un'ora. Gli umani e gli altri D-Bee combattevano per la loro sopravvivenza muovendo i loro mezzi in un'intricato mescolarsi di ruote chiodate e fiammate, i demoni e gli orchi si sfidavano per soddisfare la loro infinita sete di sangue in un cacofonico concerto di urla sia di gioia che di dolore, condito da esplosione d'ogni dimensione e colore.

 

Quando ormai si avvicinava il tramonto ed entrambi gli schieramenti erano al limite, i rinforzi per le schiere demoniache arrivarono. Consistevano in un'altra orribile orda di non morti, Mietitori e altri esseri più o meno oscuri che i loro padroni avevano tirato fuori dai più bui meandri del Megaverso. A guidarli una figura a cavallo di un piccolo drago fatto di ossa, avvolto da una maestosa aura nera.

 

Era Vrena, vestita con un'armatura nera, decorata col teschio di un lord Gargoyle sulla spalla destra, che proteggeva la maggior parte del suo corpo decomposto. I fluenti capelli neri erano nascosti da un elmo a forma di drago. Il suo destriero sembrava lo scheletro di un grosso lucertolone o un cucciolo di drago, dalle cui fauci proveniva del miasma tossico.

 

La sua sola presenza sembrò fermare la battaglia. Come avvolti dal fetore emanata dalla guerriera non morta, i combattenti smisero di attaccare e fissarono la nuova arrivata, incerti sulla prossima mossa. L'avatar di Nixla scese dal suo destriero e alzò generosa una mano scheletrica, come a circondare l'intero campo di battaglia.

 

“ Tuska, amico mio. Perchè tutta questa ferocia?- domandò con tono quasi caritatevole- Hai più in comune con noi che con loro- proseguì, avvicinandosi a lenti passi e tenendo la mano alzata in segno di pace- se mi aiuti, potrai sfogare la tua sete di battaglia con gli umani che ti tengono al guinzaglio. Potrai affogare Camelot nel sangue, e proseguire con chiunque ti si metta contro.”.

 

Remus, venuto a osservare l'operato di Tuska, si pulì il muso sporco di sangue prima di osservare attentamente il capo tribù. Ripensò a quando Silente sosteneva che lasciare Azkaban ai Dissennatori era una pessima idea perchè si sarebbero uniti a chiunque avrebbe offerto loro più prede. Si chiese se Ar'Tuu non avesse fatto lo stesso errore fidandosi di quell'orco sanguinario.

Se Tuska avesse accettato di seguire Nixla e rivoltarsi contro di loro, sarebbe stata la fine.

 

“ MA VOI SIETE PIU' DIVERTENTI DA UCCIDERE!”, ribattè uno degli orchi nelle prime linee.

 

“ Già, gli umani hanno tra loro quattro tizi con cui è divertente combattere.”, ribattè un altro. I guerrieri di Camelot, umani o non, ingoiarono l'orgoglio ferito. Non farsi uccidere era la cosa più importante per il momento.

 

“ E se ci mettiamo a combattere dei battaglioni, ci seccano dalla distanza. Dov'è il divertimento, eh?”, chiese di rimando lo stesso Tuska, mostrando le possenti zanne e gonfiando i muscoli verdi.

 

“ Quindi dobbiamo ripiegare sui demoni per un po' di sana carneficina.”, concluse uno degli ufficiali vicino al proprio boss, guadagnandosi i ringhi delle loro odiate vittime.Vrena allargò le braccia, arrendendosi.

 

“ Ah, quasi tre milioni di anni e ancora cerco di ragionare con gli orchi.”, sbuffò la non morta. Il Demonkilla ringhiò e alzò i pugni, avvolti da scintille verdi in una piccola dimostrazione di potere che lo fece somigliare alle creature infernali che tanto amava uccidere.

 

“ C'è solo un modo per ragionare con noi.... COMBATTERE!”, gridò, venendo ancora una volta spalleggiato dalla propria orda e dai loro compagni di altre razze.

 

“ Sarò più che lieta di accontentarti.”, disse con un ghigno soddisfatto Vrena, tirando fuori la sua spada, che cambiò forma in un inquietante paio di forbici, prima di rivolgersi ai suoi soldati.

 

“ Non intervenite.... Il bestione è mio.”.

***************

Salve a tutti, mi auguro di non avervi fatto aspettare troppo e che il capitolo vi piaccia. La prima parte è voluta per mostrare un pò più di Sirius, cui non ho dedicato molto spazio pur essendo uno dei personaggi più popolari del fandom. La seconda è voluta ovviamente per dare un pò d'amore agli orchi, che sono tra le mie razze fantasy preferiti( specie nella versione di Warhammer che uso qui), sotto forma di una ignorante scena di combattimento che forse avrebbe avuto bisogno di più lavoro. Avrei dovuto inserire anche la riunione tra Ar'Tuu e i suoi compagni, ma non ce la facevo proprio a raffinarla in serata. Aspettatela per il prossimo capitolo. Consigli sempre bene accetti, a presto.

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Capitolo 14
*** La scomparsa del Demonkilla ***


Ar'tuu non apprezzava molto incutere terrore, ma la Russia l'aveva costretto a scendere a compromessi coi propri valori quando aveva sfondato i cancelli di uno dei campi principali di Solokov assieme alle truppe di Burgasov e qualche avventuriero reclutato lungo il percorso. Superati per numero e qualità, la maggior parte dei soldati si erano arresi dopo un breve scontro mentre i civili avevano accolto il re di Camelot come loro liberatore e sovrano.

 

Il cavaliere, appoggiato da Burgasov, si era nominato nuovo Capoguerra, e aveva dato ordine di mandare subito messaggi alle altre comunità di creature sovrannaturali e civili, per dire loro che il regno di Solokov era finito. Quasi tutti coloro che vissero oppressi sotto il dominio del mostruoso cyborg, soprattutto i D-Bee, gli giurarono eterna fedeltà e anche alcuni soldati si inchinarono, non volendo venire uccisi. Il sovrano decise che a tempo debito sarebbe stata la giustizia di Sovietski e degli altri Capoguerra a occuparsi di loro, e avendo bisogno di loro per il momento li accolse.

 

D'antronde la vera base del territoio di Solokov era ancora sotto il controllo dei suoi luogotenenti e sarebbero serviti tutti gli uomini disponibili per prenderlo. Dopo aver rinfolito le sue fila con nuove promettenti reclute, si diresse verso la nuova meta.

 

 

“ Tutto questo mi ha ricordato del periodo in cui stavo ancora costituendo Camelot con l'aiuto di Merlino. Cavalcavamo da un villaggio ad altro, per convincerli ad unirsi a noi. Diamine, non vedo l'ora di rivederlo.”, raccontò nostalgico il cavaliere, ridendo gioviale, seduto assieme al suo temporaneo braccio destro sul retro di una jeep corazzata, dietro la quale seguivano una quarantina di carri armati, innumerevoli moto e diversi camion volti a trasportare i Borg e i mecha pilotabili.

 

“ Ho sentito meraviglie sul vostre consigliere. Quante sono vere?”, chiese Burgasov, godendosi il suo solito sigaro pomeridiano, controllando ogni tanto le truppe per assicurarsi che non ci fossero problemi di sorta, ma la loro disciplina restava ferrea.

 

“ Quasi tutte. Lui mi insegnò, riunì le forze dei regni che si erano formati dopo il primo cataclisma, e fu sempre al mio fianco nei momenti più difficili. Anche se a volte si preoccupa troppo, continua a sostenere che dovrei avventurarmi fuori dalla città con molta meno frequenza e pensare di più a sfornare un erede. Avessi il tempo.”, rise nuovamente di buon gusto, scatenando anche una simile reazione nei soldati che avevano sentito la battuta.

 

“ Gli arabi solevano dire che avere un figlio è uno dei doveri più importanti di un uomo. Gli altri due erano piantare un albero e scavare un pozzo.”, commentò dunque l'altro Capoguerra.

 

I due condottieri risero insieme, prima di vedere un gruppo ben armato avvicinarsi a loro. Ar'Tuu fece un gesto alle truppe di prepararsi al combattimento per ogni evenienza, ma ordinò di rilassarsi quando notò in prima fila Viktor, Ron ed Hermione. Erano al fianco di un uomo molto anziano e dotato di un'energia magica non indifferente.

 

“ Vostra maestà, state bene!”, esclamò giuliva la ragazza. I due schieramenti si avvicinarono ulteriormente e in modo pacifico, permettendo ad Ar'tuu e Burgasov di osservare un gran numero di zingari, vari tipi di D- Bee e persino dei Pazzi. Ron e Viktor si inchinarono ossequiosi, scusandosi di non essere riusciti a trovarlo prima.

 

“ E' un sollievo rivedervi indenne.”, disse il Weasley, piangendo dalla gioia.

 

“ Alzatevi, amici miei. Quest' atteggiamento non si confà a due dei miei migliori guerrieri.”, affermò però Ar'Tuu, facendo cenno a lui e Viktor di alzarsi per abbracciarli. Bulgasov intanto si accorse di chi comandava la piccola armata con cui erano arrivati i compagni del sovrano.

 

“ Ah, Grindewald, non ci si vede da almeno un anno. Lieto di sapere che ancora non hai tirato le cuoia. A volte mi annoio senza di te.”, ridacchiò Burgasov, lanciando un sigaro al capo della bizzarra masnada. Gellert gli rivolse un'espressione divertita, quasi di amicizia.

 

“ Ricambio il piacere, vecchio orso. Vostra maestà, mi chiamo Gellert Grindewald, probabilmente avete già sentito parlare di me. Sicuramente sotto luci non particolarmente buone.”, affermò inchinandosi davanti al re d'Inghilterra con quanta umiltà aveva.

 

“ Sì, sia da Albus Silente che dal giovane Viktor. Non mi sarei proprio aspettato di incontrarvi, né di viaggiare insieme a voi per salvare uno dei miei compagni. Le vostre truppe sembrano ben addestrate, forse anche più delle nostre.”, si complimentò questi, ammirando la moltitudine di incantatori e D- Bee dei tipi più svariati, da animali umanoidi a bizzarre creature che sembravano incarnare gli elementi e molte altre razze ancora.

 

“ Detto da voi è un enorme elogio. A essere onesti però, siamo più un gruppo di guerriglia. La nostra specialità è infiltrarsi rapidamente e distruggere punti chiave, ovviamente senza farci vedere, per poi andarcene. Potremmo non esservi eccessivamente utili in uno scontro diretto, che è impossibile da evitare, visto che Orloff si sta dirigendo al campo di Solokov per unirlo ufficialmente al suo.”, spiegò Grindewald. Ar'tuu spese qualche secondo a riflettere.

 

Ner'He era sicuramente nelle mani del tiranno russo, era probabile l'avrebbe portato con lui per parlamentare. Non era certo però di poter combattere in contemporanea le forze di ben due Capoguerra, nonostante le rimanenti truppi fedeli al defunto Solokov fossero ancora indebolite e il suo gruppo fosse invece diventato ben più numeroso.

 

Era comunque necessario fare un tentativo di affrontarlo, c'era in gioco il futuro di milioni di persone, molte delle quale schiacciate dal dominio dei Re Yama e chissà quali altre mostruosità.
 

“ Proprio ciò che ci serve. In questo caso noi pretenderemo di parlare con Burgasov. Voi intanto entrerete e farete saltare le porte. In marcia dunque!”, ordinò dunque il sovrano alzando Caliber- x al cielo e guidando le sue rinfoltite truppe verso la loro meta, il rifugio di Orloff.

 

                                                                                                             ***********

 

Tuska e Vrena si studiarono per un lungo istante. Gli istinti dell'orco, affinati da millenni di evoluzione della sua specie e dall'allenamento con la sua vecchia famiglia atlantidea, gli dicevano allo stesso tempo di fuggire e di combattere come non aveva mai fatto prima. Era come se tutta la sua vita e il suo addestramento avessero portato a quel singolo istante.

 

Vrena dal canto suo non mostrava che una calma assoluta, dipinta sul suo ghigno putrefatto. L'intelligenza aliena era certa che si sarebbe divertita non poco.

 

Fu la prima ad agire, muovendosi a una velocità incredibile persino per una creatura soprannaturale, infilandosi sotto la guardia di Tuska nel tentativo di sgozzarlo.

 

Il guerriero tatuato rivelò però riflessi non inferiori e si spostò per tempo, colpendola poi col suo braccio bionico, potenziato da un meccanismo a molla. Nixla si ritrovò sotterrata di diversi centimetri nel terreno, riuscendo però a rialzarsi prima che Tuska potesse pestarla.

 

“ Sei bravo, orco.”, si complimentò Vrena, ricreando la sua armatura e ripetendo una serie di fendenti mirati ai punti vitali dell'orco, che si impose più volte, riuscendo a schivare o bloccare, colpendola a volte con potenti pugni avvolti da fiamme verdi. Al di là dell'aspetto esile e malaticcio, la guerriera si dimostrò comunque incredibilmente resistente, incassando e continuando ad attaccare in un vortice sempre più frenetico di colpi.

 

“ Grazie. Non credevo che una creatura come voi osasse portarsi al nostro livello.”, diss il minaccioso guerriero, prima di afferrarle il braccio e darle una poderosa testata. Nuovamente Vrena affondò nella terra e canalizzando energia nella sua spada, questa si trasformò in una grossa Claymore con cui parò i nuovi assalti di Tuska.

 

“ Eh ,eh. Il mio passatempo preferito è rintanarmi nel mio angolo di Megaverso e sgranocchiare le anime mandatemi dai miei servitori. Ma ogni tanto anch'io ho bisogno di camminare e combattere in prima persona. Di leccare il sangue del mio nemico- affermò uscendo lentamente dalla propria folla e respingendo via l'orco- e dare una sonora lezione a chiunque mi si opponga.”, concluse evocando un'enorme sciame di locuste, ognuna delle quali si scagliò sul selvaggio orco. Tuska inizialmente ringhiò dal dolore mentre la sua pellaccia verde veniva morsicata a più non posso dagli insetti, finchè uno dei suoi tatuaggi, un cuore alato, non si illuminò, permettendogli di muoversi a ipervelocità e allontanarsi dallo sciame.

 

“ Non posso dire- commentò il Demonkilla, evocando un'anorme ascia avvolta di fulmini verdastri- DI DISAPPROVARE!”, ruggì lanciando un alone di fiamme che disintegrò tutte le locuste e ferì persino un'impressionata Vrena.

 

“ Basta trattenersi.”, disse la non morta con un sadico sorriso, scrocchiando il collo bluastro e buttandosi contro il rivale.

 

I due tornarono a scontrarsi in una tempesta di energia nera e fiamme verdi, le rispettive armi che si muovevano con l'intento di ridurre l'avversario in poltiglia. Ogni tanto gocce di sangue color giada o pezzetti di carne putrefatta cadevano a terra, i loro proprietari che ridavano della loro stessa carneficina, accompagnando lo scontro con terribili onde d'urto.

 

“ FORZA, BOSS!”, gridarono i membri del WAAAGH! Di Tuska, accompagnati dagli applausi dei loro compagni di altre razze. Per loro, figure eroiche come Ar'Tuu, il team Morrigan,e molti altri, erano un simbolo di speranza in quella terra desolata che era la Terra di Rifts. Rappresentavano la prova che per terribile potesse sembrare il futuro, esisteva sempre una possibilità di opporsi al male e stravolgere il destino.

 

Dopo diversi minuti di stallo, Tuska bloccò la spada dell'avversaria e caricò nuovamente il suo pugno bionico, scagliandola al limite del campo di battaglia da loro delimitato.

 

Rialatasi e desiderosa di concludere il duello, Vrena puntò la mano a terra ed evocò un'altra arma, una lunga lancia simile a una spina dorsale, la cui punta era formata dall'enorme zanna di qualche bestia, il tutto avvolto da una micidiale aura necrotica, volta unicamente a uccidere e profanare la vita in ogni modo possibile.

 

Tuska, capendo che da quell'ultimo scambio si sarebbe deciso il suo destino, accese tutti i suoi tatuaggi al massimo della potenza, illuminando anche i meccanismi del suo braccio. I soldati di entrambi gli schieramenti trattennero il fiato mentre i loro comandanti corsero l'uno verso l'altro con l'intenzione di uccidersi a vicenda, culminando in un balzo finale.

 

Ma all'improvviso un portale rossonero si aprì tra Tuska e Vrena, risucchiando l'enorme orco, immobilizzato nel tipico urlo di guerra della sua razza, e sparendo poi mentre Vrena riatterrava. Si voltò , trovando in aria una creatura demoniaca cavalcata da Ducson, che aveva un sorrisetto tronfio.

 

“ Ducson, che diavolo fai?”, domandò oltraggiata la non morta, puntando la lancia al signore della Vera federazione.

 

“ Ci libero da un fastidioso nemico. Avrebbe creato troppi problemi a lungo andare.”, affermò arrogante il malvagio incantatore, preparando poi un altro incantesimo da scagliare contro i suoi nemici, sparando un raggio di energia magica, che disintegrò all'istante un carrarmato. Quello fu il segnale per i suoi demoniaci sottoposti di attaccare, imitati da diversi orchi che vollero vendicare il loro capo clan. Ma all'ordine del capo del culto di Lugh, presente come secondo in comando, una barriera venne formata davanti al battaglione, impedendo a entrambi i lati di attaccarsi.

 

“ Era mio, avevo tutto sotto controllo.”, contrabattè Nixla, inferocita per non aver potuto divorare l'anima dell'orco. Di rado le era concesso nutrirsi con uno spirito tanto feroce e potente.

 

“ Ho i miei dubbi.”, scherzò il capo della Federazione con un tronfio sorriso, prima di alzare una mano, creando un'altro portale da cui partì una meteora che si schiantò contro la barriera dei difensori di Camelot con un'enorme botto. Per loro fortuna resistette.

 

“ Ritiriamoci.”, ordinò secco il capo del culto, battendo a terra il bastone, unendo le sue energie a quelle degli altri incantatori presenti. Una ragnatela di luce bianca avvolse le truppe, amplificata dalle energie e dalla fede di tutti i suoi membri. Gli sciamani orchi, per quanto rattristati dalla scomparsa del loro capo, cantarono a loro volta, mescolando energia verde al reticolo di luce che cominciò a proteggere l'armata dagli attacchi delle mostruosità di Nixla e Ducson.

La fronte di Ginny, intenta a cantilenare assieme ai suoi fratelli, si ricoprì di gocce perlacee allo sforzo di canalizzare tutto quel potere. Infine, con uno scoppio simile a una bomba, l'intero battaglione svanì, ritornando a New Hogsmeade, dove si sarebbe leccato le ferite. Alcuni avrebbero criticato la loro scelta di ritirarsi, pensando che avrebbero dovuto invece approfittarne per uccidere almeno Ducson, ma anche lui sapeva che la loro distruzione avrebbe provocato un buco nelle difese della Britannia che avrebbe rappresentato la sconfitta definitiva.

“ Grrr, rimandate pure la vostra disfatta. La renderà ancora più saporita.”, sibilò tra i denti il malvagio incantatore, allontanandosi con la sua cavalcatura, mentre anche Nixla risaliva sul suo cavallo, fissando con odio il suo alleato.
 
                                                                                                       *****

L'odore del tè, preparato in maniera identica a come facevano i Tuareg, riempiva l'accampamento degli eroi di Camelot e dei loro nuovi compagni, intenti a pianificare l'assalto alla piramide dove Morte attendeva l'arrivo dei suoi fratelli. A detta di Erin, raggiungerlo via aria era impossibile, Rama- Set aveva già preparato le sue armate per distruggere chiunque tentessa la fortuna attraverso i cieli. Tutti i passaggi segreti erano stati chiusi o erano guardati a vista. L'unica chance era attaccare di petto.

 

“ Mhh, deliziosssso.”, sogghignò Merek, sorseggiando la bevanda offertagli da Lo Fung, attualmente nella sua forma umana, un uomo cinese di mezz'età calvo e dal viso gentile. Forse perchè erano entrambi rettili, i due avevano legato in fretta, e il drago cinese aveva cercato di smorzare i lati più indecenti del cavaliere con la sua filosofia.

 

“ Lieto che vi piaccia. Recuperare antiche ricette è uno dei miei piccoli hobby.”, ridacchiò il drago. Luna stava invece parlando con la ragazza egiziana del gruppo, una certa Iside.

 

“ Quindi hai perso la memoria?”, domandò la Trasmutatrice, disegnando piccoli disegni nella sabbia, alla sua nuova amica. Lei, seduta sulle proprie ginocchia, sorrise malinconica e aggiunse qualche geroglifico agli scarabocchi di Luna, facendoli illuminare con piccoli rivoli di energia magica.

 

“ Già. Mi risvegliai un giorno da sola nel deserto, non sapendo chi fossi. Ricordavo solo di essere una maga molto potente. Poco dopo incontrari Erin, e mi unì alla mia missione, che mi permise di connettermi con tutto questo bellissimo continente.”.

 

“ Mhh, peccato l'abbiano rovinato, già prima che si aprissero i Rift.”.

 

“ Già, ma l'Africa resta casa mia, e combatterò per essa come voi avete fatto per l'Inghilterra.”, affermò la donna, rimettendosi in piedi e stringendo le dita. Per un istante, Luna fu certa di vedere Iside con un altro aspetto, vestita come una delle antiche regine egiziane e armata con un bellissimo bastone.

 

L' immagine di una dea madre, gentile e bellissima. Ma al tempo stesso decisa a vendicarsi di tutti i torti fatti alla sua patria.

 

“ Ti aiuterò.”, concluse Luna, alzandosi per stringerle la mano. Harry nel frattempo stava mangiando, pensando alla battaglia del giorno successivo con un misto di desiderio di gloria e semplice paura.

 

“ Miss Tarn, signor Lazlo, avevate detto che i Cavalieri erano stati trasformati. Cosa intendeva?”, chiese all'avventuriera, cercando di distrarsi. Erin era intenta a scrivere il resoconto degli ultimi giorni, indossando un paio di occhiali che le davano l'aria di tipica nonna gentile. Con un sospiro li tolse e chiamò a sé Victor.

 

“ Nel corso degli anni abbiamo trovato molti antichissimi documenti, alcuni dei quali addirittura precedenti alla caduta di Atlantide. In essi si parla dei Cavalieri non come distruttori, ma come garanti dell'equilibrio tra bene e male. Combatterono infinite battaglie in molti piani di realtà, fermando alcune guerre e impedendo che l'influenza di alcune Intelligenze aliene crescesse troppo. Ritengo che qualcosa o qualcuno, in tempi molto antichi, abbiano pervertito la loro natura in distruttori di mondi.”, spiegò la scrittrice.

 

“ Guerrieri talmente potenti possono venire corrotti così? Con uno schiocco di dita?”, continuò incredulo il mago guerriero.

 

“ Già prima di viaggiare nel tempo fino a quest'epoca- aggiunse Victor- io avevo incontrato molte bizzarre creature, alcune delle quali erano stati trasformati da altri bizzarri poteri. Per potenti che fossero i Cavalieri, forse ancora più di quanto lo siano oggi, non è difficile credere che siano stati trasfigurati in versioni distorte di sé.”.

 

Lo studioso si accese dunque una sigaretta e ne offrì una ad Harry, che però rifiutò, cercando invece di processare quanto detto. Theodore passò in quel momento, volendo prendere un'altra tazza di tè.

 

“ Se erano i garanti di questo equilibrio, a che razza appartengono in realtà?”, chiese incuriosito. Erin in tutta risposta prese un libro dal suo zaino. Il titolo era quello dell'Apocalisse di San Giovanni, ma quando venne apertò apparverò diverse miniature di molti guerrieri, creature che potevano venire dall'inferno o dal paradiso, ed eventi che avevano poco da invidiare al Cataclisma. La donna cominciò a recitare alcuni passi, mescolando citazioni bibliche con alcuni segreti che erano già noti agli avventurieri inglesi.

 

“ Sono Nephilim, figli di angeli e demoni. All'epoca in cui seguivano i loro compiti gli stessi Splugorth li tenevano. E riteniamo che la loro trasformazione abbia qualcosa a che fare anche coi Demoni e i Dyval, che si separarono in diverse dimensioni per poi dichiararsi guerra a vicenda.”.

                                                                                                                               *********

Una buona serata a voi tutti, spero che questo capitolo sia stato di vostro gusto, senza essere troppo raffazzonato. A essere onesti io pensavo di metterci la scalata della piramide su cui si trovava Morte, ma ho pensato che, così come l'ultima lotta tra Ar'tuu e Orloff, avrebbe avuto bisogno di un capitolo a sè stante. Spero molti di voi recensiranno e mi daranno suggerimenti su come continuare o cosa correggere, intanto fate gli auguri in ritardo al caro PVG2, che segue questa storia e Sangue di Re( la mia fic scritta in comune con Scarlett Queen, di cui vi consiglio le storie) dall'anno scorso. Spero di tornare prima dell'anno nuovo, a presto.

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Capitolo 15
*** Battaglia in salita ***


Dopo la prima di vittoria del team Morrigan contro i seguaci di Nixla, Arthur e compagni si erano diretti al ministero delle scienze per riorganizzarsi per la prossima battaglia. I cinque avventurieri erano entrati in un bunker sotterraneo utilizzato per i progetti più militari. La stanza aveva dimensioni doppie rispetto alla casa del Tecnomago, ed era riempita di diversi prototipi in attesa di essere riciclati o perfezionati. In qualche angolo, delle radio mandavano notizie dai vari fronti.

 

Tra le altre cose, i Fomori, guidati da Balor secondo, avevano ingaggiato in battaglia un largo gruppo di Mietitori. Il mostruoso condottiero era stato gravemente ferito e per poco non gli era stata risucchiata l'anima, ma lasciò il fronte vittorioso.

 

“ Arthur, è questo il pezzo che volevi?”, domandò Zhen Hi portando un circuito al suo leader, che lo osservò attentamente.

 

“ Sì, esatto. Come sta andando con la vostra nuova attrezzatura?”, chiese agli altri, cominciando intanto a installare con tutta la sua cura il nuovo componente.

 

Ross era intenta a far levitare alcune pistole tecnomagiche, caricandole di energia per sparare a una serie di bersagli olografici.

 

Arama stava testando un'armatura potenziata, basata su quelle che la Nuova marina già aveva dato per molto tempo alle Balene cantanti loro alleate. A livello estetico era praticamente identico alla sua forma ibrida, ma a differenza dei sovramenzionati modelli poteva cambiare forma sia per essere usata sulla terra che in acqua, amplificando sia le abilità di nuovo dell'orca che i suoi poteri offensivi.

 

Koromi stava provando alcune nuove protesi tecnomagiche alimentate in parte dal suo chi e da delle batterie nucleari, mentre Zhen Hi aveva già finito di testare alcuni potenziamenti alla propria armatura, fatti per potenziare all'ennesimo la sua energia spirituale.

 

Infine Arthur era intento a perfezionare un grosso robot, la cui figura era parzialmente nascosta dal buio, così come le sue dimensioni. L'unica cosa distinguibile era la sua testa, che ricordava molto la forma del furgone del gruppo, e le enormi quattro zampe artigliate.

 

 

“ Come tutte le altre volte che ce l'hai chiesto nel corso degli anni, non avremmo potuto chiedere di meglio.”, rise la donna cactus, vorticando le sue nuove armi in una serie di movimenti che si sarebbe dimostrata letale in combattimento. Koromi provò invece qualche fendente all'aria, prima di sentire qualcosa all'auricolare.

 

“ Arthur, è Ginny.”, disse Koromi, passando il comunicatore al suo leader, che lo prese preoccupatissimo accendendo anche il vivavoce.

 

“ Amore, stai bene?”, chiese scandendo appena le parole, rilassandosi quando sentì poi la voce della figlia, per quanto spaventata.

 

“ Ciao, papà. Sì, io e i miei compagni stiamo bene, e abbiamo dato anche una buona lezione alle truppe di Nixla. Ma Tuska è sparito, Ducson l'ha fatto finire in un portale mentre duellava con Nixla. Siamo a casa ora, lady Ginevra sta cercando di fare il punto della situazione.”, riferì la sacerdotessa tutta d'un fiato. I membri del team Morrigon si guardarono preoccupati. Tuska sarebbe stato un grande aiuto nel combattere direttamente Nixla, con lui nel gruppo avrebbero potuto sicuramente sconfiggerla e poi occuparsi di Merlino.

 

“ Ahia. Nixla ne approfitterà per avanzare ancora di più. Dobbiamo trovare il suo nascondiglio e una volta arrivati i rinforzi da Lazlo farglielo crollare addosso. Assieme a qualche tonnellata di esplosivo ovviamente.”, disse con una mezza risata il ministro, cercando di buttarla sul ridere senza sfanculare il tutto.

 

“ A proposito, Percy ti aveva già avvertito delle sanguisughe che ha trovato? Quando me l'ha riferito sono quasi morta dalla paura.”, chiese nuovamente la ragazza, che come tutti aveva sentito un brivido di terrore alla notizia.

 

“ Sì. I miei colleghi stanno prepararando l'attrezzatura per trovarle e rimuoverle. Speriamo di sbarazzarcene in due giorni al massimo. Un simile sacrilegio... Grazie a Lugh e tuo fratello per averci avvertiti in tempo, quindi risparmia quella paura per la prossima battaglia. Ti salverà la vita.”, la rassicurò Arthur, che sapeva che se gli Alberi fossero caduti Zashan e Nixla avrebbero potuti manifestarsi a piena potenza, e allora neanche gli Splugorth o forse il Signore degli Abissi avrebbero potuto fermarli: “ Amore. Appena finiremo qui tornerò a casa. Qualsiasi cosa succeda... spero di passare il tempo che mi rimane con voi tutti.”.

 

“ Anch'io, papà. Salutami gli zii, vi voglio bene. Possa la luce dei nostri dei continuare a guidarvi nel momento del bisogno.”, disse dunque la sacerdotessa prima di chiudere. Arthur sospirò, portandosi il comunicatore alla fronte e lasciando cadere due lacrime.

 

“ Dobbiamo accelerare i tempi.”, disse una volta calmatosi ai compagni, che si stupirono dell'affermazione. Arthur era un perfezionista oltre che il maestro assoluto del riciclo. Anni in America e in guerra gli avevano insegnato a non usare mai qualcosa che non fosse perfettamente funzionante. Questo, più di qualsiasi altro rapporto, fece capire quanto grave fosse la situazione.

 

“ Pensi che sia già pronto per la battaglia?”, domandò Ross al loro leader, posando una delle sue spinose mani su quella che sembrava una zampa di grezzo metallo, realizzato nello stile un po' steampunk un po' cyberpunk tipico della tecnologia di Tolkeen.

 

Come molti altri, Arthur aveva un rapporto di amore e odio con le creazioni dell'ormai perduta città tecnomagica. Da una parte aveva fatto di quanto ne era rimasto la base della propria tecnologia, studiandola e raffinandola per più di dieci anni in modo da ripulirla dalle sue imperfezioni e altri effetti collaterali.

 

Dall'altra parte era anche un simbolo di come una nazione fiera e piena di potenzialità si fosse affidata a forze infernali e a.... scorciatoie, per non usare termini peggiori, allo scopo di sopravvivere una guerra ormai disperata contro la Coalizione.

 

E prima per sconfiggere i Gargoyle, poi per aiutare tutta l'alleanza a progredire e a prepararsi per le future sfide, il team Morrigan aveva sfoderato tutti i lavori da loro migliorati e ingentiliti. Potevano solo sperare che i posteri non li giudicassero troppo.

 

“ Sì- disse Arthur, stringendo i pugni, illuminando gli occhi con un potere alimentato dalla sua sete di vendetta e dal desiderio di proteggere coloro che amava- L'eredità di Charlie e quella di Tolkeen saranno lo strumento della Vendetta di Morgause. Proteggerà il nostro paese e tutta l'alleanza. Se ci saranno delle conseguenze... me le assumerò tutte.”.

 

******

 

 

La piramide di Cheope si stagliava come un orribile monumento al male sotto il cielo africano. Gli innumerevoli mattoni che la costruivano brulicavano con ogni genere di mostro avesse tormentato il genere umano negli ultimi secoli. Le creature non aspettavano altro che qualcuno mettesse piede sulla piramide nel disperato tentativo di raggiungere Morte, per trasformarlo nel loro spuntino.

 

I gruppi di Harry e miss Tarn si trovavano alla base dell'edificio, ammirando quell'orrendo spettacolo. I demoni a volte davano una linguaccia agli avventurieri aspettando solo che provassero a salire per attaccarli.

 

Lung Fao, il dragone compagno della scrittrice, atterrò dietro il gruppo con uno sguardo estremamente preoccupato sul muso verde.

 

“ Porto brutte notizie, gli altri Cavalieri sono sempre più vicini. I nostri alleati non sono neanche riusciti a rallentarli e sono fuggiti.”, riferì la creatura. L'aria stessa confermò le sue parole, era satura di energia malefica come solo la battaglia di Loch Ness lo era stata.

 

“ Non possiamo biasimarli, ma significa anche che non c'è più tempo. O partiamo ora o il mondo intero è fregato.”, rispose Erin, caricando il suo fucile, imitata dal resto del gruppo.

 

“ Amici miei.... Quest'oggi ci conquisteremo l'eterno riposo degli eroi accanto a Lugh o torneremo a casa come vincitori, dopo aver sventato un'altra minaccia a questo pianeta..”, affermò Theodore, facendo apparire la sua spada psionica.

 

“ Se non dovessi farcela... portate quanto resterà di me al mare.”, disse Leisa, stringendo a sé i suoi coltelli, sperando di potersi disperdere nel padre oceano da dove tutta la vita si era originata.

 

“ Tornerai al mare da viva, amica mia. Trionferemo inssssieme.”, la rassicurò Merek, posando una mano artigliata sulla spalla della lemuriana nell'ultimo gesto di solidarietà che avrebbe accompagnato la loro scalata.

 

“ Avanti.... PER CAMELOT E PER LA TERRA!”, esclamò Harry, imitato dal resto dei compagni.

 

Il gruppo lanciò dunque nella mischia con il loro miglior grido di battaglia, falciando le prime linee dei demoni con incantesimi e armi Mega- danno. L'aria venne inquinata dal sangue infernale e dall' odore di fiamme mentre salivano un gradino dopo l'altro.

 

Gli occupanti della piramide risposero con inaudita ferocia, attaccando il gruppo di guerrieri da ogni lato. Theo infilò a ripetizione la sua spada nella gola di una belva demoniaca solo perchè questa continuasse ad avanzare con l'intento di divorarlo. Il Cyber Cavaliere fece dunque sparire la lama e aiutato da Lesia congiurò un misto di fiamme e laser di pura energia vitalie che tagliarono in due l'orribile creatura.

 

“ Se sopravvivo, credo andrò a godermi la pensione a Lazlo. ”, ansimò miss Tarn, lanciando una granata la cui esplosione mandò via diversi nemici, mentre il suo amico drago divorava chiunque entrasse nella sua bocca, trasformandosi a volte in nebbia per prendere i nemici alle spalle o anche usando i suoi tatuaggi.

 

La scalata continuò quasi un'ora, tra altri attacchi e necessarie ritirate per cercare una strada più libera. A ogni scalino dieci nuovi avversari e trappole, che superarono solo continuando a fare affidamento l'uno sull'altro. Eroi e demoni emettevano grida tali da scuotere l'intero monumento, cercando di distruggere l'altro.

 

Verso metà strada, Harry tirò fuori la bacchetta di sambuco, infondendola con le sue energie magiche. L'oggetto risuonò con l'anello e il mantello, creando un teschio di pura energia necrotica che crebbe di dimensioni, fino a diventare il doppio dello stesso Harry e venire sparato a tutta velocità verso la cima, portando con se una buona fetta dei mostri e non morti a guardia del rifugio di Morte.

 

“ Miss Tarn, grazie per come avete custodito quest'oggetto. Tremo al pensiero di cos'avrebbe potuto fare nelle mani sbagliate.”.

 

“ Dovere, figliolo. Anche se non è stato facile.”, disse l'anziana avventuriera, mettendogli una mano sulla spalla e tirando fuori un'altra bacchetta, donatale anni prima dall'Albero millenario di New Hogsmeade e dotata di poteri guaritrici. Dopo aver ristorato sé stessa e i compagni, questi proseguirono.

 

Quando erano ormai arrivati a metà della scala, tre colonne di luce apparvero dinnanzi a loro. A uscirne furono tre enormi guerrieri umanoidi. Uno era completamente ricoperto da un'armatura nera, l'altro era formato da innumerevoli insetti e l'ultimo era una figura magrissima, praticamente solo uno scheletro con due corna, ricoperto da una pellaccia grigia.

 

“ Mhh, complimenti per essere arrivati fin qui, miserabili.”, disse il possente guerriero, evocando una spada psionica avvolta da un'intensa aura rosso sangue, il potere di Guerra.

 

“ E' la prima volta che qualcuno arriva così vicino a sfidarci, ma non raggiungerete Morte. Quest'oggi il vostro insulso pianeta svanirà tra le fiamme del cosmo. Non avete fatto altro che rimandare l'inevitabile.”, disse invece l'essere fatto di insetti, chiaramente Pestilenza, con un tono a metà tra maschile e femminile.

 

“ Per favore però, non deludeteci proprio qui. Non capita spesso di avere avversari interessanti.”, concluse Carestia, inchinandosi e mettendo la sua arma in posizione d'attacco. Il potere che emanavano presi singolarmente era a dir poco terribile, insieme trasformavano per chilometri l'aria in un atroce misto di fiamme e puzza rivoltante.

 

I guerrieri inglesi avevano già fronteggiato Bres e Balor durante la guerra in patria, ma anche loro erano poca cosa rispetto ai tre Cavalieri riuniti. E questo assumendo che Morte non decidesse di ragggiungere spontaneamente i suoi fratelli.

 

“ Harry, noi li tratteremo. Tu percorri gli ultimi gradini.”, ordinò Merek all'amico, che gli ringhiò contro e infuse ulteriore forza nella bacchetta di sanbuco, preparandosi al nuovo duello.

 

“ E salvarmi da solo? Mai.”, stabilì determinato. Avrebbe vinto assieme ai suoi amici o sarebbe morto con loro.

 

Iside si fece avanti prima che l'ultimo dei Potter ebbe una chance, evocando un enorme spadone luminoso.

 

“ Questa è la mia terra e non la distruggerete, razza di abomini.”, disse incrociando le armi con Guerra in uno scontro tale da far tremare l'intera piramide.

 

“ Che coraggio. Fratelli, permettetemi di sfidarla.”, rise Guerra, impugnando la sua spada psionica con entrambe le mani e sferrando il primo colpo a Iside, che strinse i denti nel parare mentre anche gli altri cominiarono a fronteggiare i Cavalieri.

 

La differenza tra le due parti fu subito chiara. Gli emissari del giudizio avevano dalla loro un potere devastante ed esperienza maturata in millenni di battaglie. Harry e i suoi amici dal canto loro avevano la testardaggine tipica dei mortali e un lavoro di squadra molto migliore.

 

Merek caricò di energia la sua asta Tecnomagica, esibendosi in uno spettacolo pirotecnico grazie al quale potè distrarre Carestia e Pestilenza, dando occasione a Leisa e Theodore di attaccarli alle spalle, provocando nei due mostri piccoli ma visibili ferite prima di scappare nuovamente.

 

Harry a sua volta combatteva come impossessato al fianco di Sir Thorpe, scagliando fulmini di energia necromantica e agitando una spada di luce simile a quella evocata da Iside, facendo del suo meglio per proteggere Erin e Lazlo. Il Mago da Battaglia attaccava in cordinazione con Merek e il resto dei suoi amici, cercando di non lasciare spazio libero ai loro mostruosi avversari, finchè Carestia, con una velocità impossibile per una creatura tanto esile, non si portò fino a lui colpendolo nello stomaco col suo bastone, con tanta forza da incrinare la sua armatura Mega- danno e fargli sputare sangue.

 

Thorpe balzò con la spada psionica in mano, intento a decapitare l'orribile mostro dinnanzi a lui, ma un fulmine lanciato da Carestia lo scagliò in aria prima di perforargli l'armatura dritto al cuore. Erin guardò l'accaduto con lo sguardo, lanciando un urlo disperato per la perdita del suo grande amico e compagno di mille avventure. Theodore, vista a sua volta la morte del collega, si rivolse ad Harry.

 

“ Harry, te lo dico di nuovo, scappa! Il tuo eroismo non servirà a niente se moriamo tutti oggi.”, ruggì Theodore al compagno, schivando di poco un fendente di Guerra, che procedette poi a inondarlo di fiamme sufficienti a sciogliere l'acciaio. Il Cyber Cavaliere attivò per tempo un dispositivo sul proprio polso, creando una barriera di energia psionica che lo protesse, ma difficile dire per quanto.

 

Luna, intenta a scagliare incantesimi a raffica dalle retrovie, cadde su un gradino, trovandosi circondata dai non morti rimasti e impossibilitata a lanciare un'incantesimo. L'unica cosa che le venne in mente di fare fu aprire un portale e sperare che ne uscisse qualcuno o qualcosa che l'aiutasse.

 

Ad attraversare il portale fu qualcosa di molto grosso, molto verde e molto arrabbiato, che si buttò contro le immonde creature per ridurle a brandelli in un battere di ciglia. Alzandosi, Luna vide la familiare e sudata figura di Tuska il Demonkilla, che si voltò a guardare la sua evocatrice.

 

“ Tsuka, che ci fai qui?”, domandò una sorpresa seppur rassicurata Luna. Il guerriero tatuato ringhiò inferocito.

 

“ Stavo affrontando una certa Nixla. O Vrena, come le piaci farsi chiamare. Mi stavo divertendo un mondo, ma qualche rompiscatole mi ha aperto in faccia un vortice dimensionale. Sono finito all'inferno e anche lì mi stavo divertendo tantissimo, poi mi avete chiamato qui. E dov'è qui, a proposito?”, domandò il guerriero tatuato, aiutando la ragazza a rialzarsi. Una bestia infernale tentò di assalirli, ma un pugno bionico di Tuska la scagliò via dalla piramide

 

“ Beh, siamo sulla piramide di Cheope. Stiamo cercando di raggiungere Morte, ma gli altri Cavalieri dell'Apocalisse ci ostacolano.”, rivelò la Trasmutatrice, dando una ripulita ai suoi abiti.

 

Rivoli di bava colarono dalle fauci di Tuska, seguite da lacrime gioiose al pensiero della lotta in cui si era ritrovato.

 

“ Sabato, mio vecchio amico, eccomi qui.”, sorrise il guerriero tatuato, buttandosi con tutta la forza che aveva nelle gambe contro Guerra, procurandogli una grossa ferita con la sua ascia infuocata e dandogli poi una sonora testata mentre Theodore si rimetteva in piedi. Il Cavaliere, sebbene molto più potente di Tuska, venne spiazzato da una simile ferocia e sotto l'elmo si concesse un malefico sorriso mentre rispondeva ai brutali attacchi dell'orco in un devastante scambiarsi di colpi, tale da far crepare la terra sotto i loro piedi e dando tempo anche a Iside e Merek di concentrarsi di nuovo sugli altri Cavalieri.

 

“ Ah, che zecche che siete voi mortali. Non che io sia adatta a parlare, in effetti.”, commentò Carestia, dividendosi in uno sciame di insetti per bloccare il gruppo di avventurieri. Harry fu il suo primo obbiettivo.

 

Il mago da battaglia si ritrovò intrappolato dallo sciame, ma invece di farsi divorare come Carestia intendeva, cominciò a ingrandirsi e a ricoprirsi di squame. Lung Fao aveva preso il posto del ragazzo, pur uscendone con non poche ferite, e ritornato alla sua vera forma sputò una serie di saette contro gli insetti, prima di prendere un riformato Carestia per volare assieme a lui fino alle nuvole, pronto a morire se necessario mentre, seppur restio a lasciare indietro gli amici, il vero Harry correva con tutta la forza di cui erano capaci le sue gambe.

 

“ Piccolo codardo....”, sibilò Guerra tra i denti, spingendo via Tuska e formando un raggio di energia nella mano. Se avesse preso Harry in pieno, l'avrebbe sicuramente disintegrato. Ma di nuovo qualcun altro si prese il colpo al posto suo.

 

Iside si pose davanti al moro, usando quanta energia aveva per creare una barriera cianotica con cui parò l'attacco di Guerra. Si morse il labbro, facendo perno su ogni briciolo di volontà e forza magica in suo possesso per parare il devastante raggio. Erin e Lazlo guardarono preoccupati la compagnia di viaggio, incapaci di intervenire e temendo che fosse la fine per lei. Invece, con loro sorpresa, lo scudo di Iside divenne dorato e cominciò ad espandersi, annullando l'incantesimo di Guerra mentre anche le energie della maga sembrarono rafforzarsi incredibilmente per chiunque avesse abilità extrasensoriali.

 

La ragazza si illuminò con una luce sfolgorante, alzandosi lievemente da terra mentre le sue energie si espandevano per l'intera piramide, riempiendola con un'aria di pura pace e amore, quasi materna, al punto da cancellare l'atmosfera di rabbia e odio che l'aveva governata per decenni. I suoi vestiti si trasformarono in seta bianca, non dissimile da quella usata dall'antica nobilità egizia.

 

“ Iside, tu sei....?”, sospirò stupita Erin, ammirando la sua compagnia trasformandosi in un autentico angelo. Un'aura bianca di puro amore si diffuse per la piramide, al punto che persino Tuska sentì saziata per un attimo la sua sete di sangue.

 

“ Amica mia, grazie per avermi guidato in questi anni- disse l'appena rivelata divinità- permettimi di ripagarti.”, concluse l'appena rivelata divinità indurendo lo sguardo e rivolgendosi ai due avversari.

 

La dea della magia salì ancora più in alto, irradiando una tale luce, da accecare i Cavalieri, finchè esplose in una cupola di pura magia da cui Harry scappò appena in tempo.

 

Seppur sanguinante e sfinito, il Mago da battaglia compì gli ultimi passi che lo separavano dall'obbiettivo, cantilenando il credo dei cavalieri di Camelot, un gradino dopo l'altro nonostante i muscoli doloranti e l'armatura Mega-danno in frantumi a furia di combattere.

 

“ Un cavaliere è valoroso- disse, poggiando dolorante il piede a terra- il suo cuore conosce solo la virtù. La sua spada difende gli inermi, la sua forza sostiene i deboli. Le sue parole dicono solo la verità, la sua ira abbattè i malvagi.”.

 

Arrivato alla cima, col fiato agli sgoccioli, trovò finalmente Morte, la nera signora, il tristo mietitore, seduto a gambe incrociate e con la sua falce in mano.

 

Aveva una corporatura incredibilmente magra, solo brandelli di pelle a coprire le ossa, la testa era un cranio umano sulla cui cima si trovavano vari spuntoni. L'aura necrotica che emanava era tale da surclassare di gran lunga qualsiasi altro mostro che Harry avesse incontrato, inclusi i più potenti signori demoniaci.

 

“ Ah, Harry Potter. Da molto tempo attendevo il tuo arrivo, sperando nella mia follia che qualcuno me ne liberasse. Hai i Doni con te?”, domandò l'essere con voce cavernosa, alzandosi lentamente e rivelandosi in tutta la sua macabra possanza, i suoi occhi orbite vuote che si posarono sul Mago guerriero.

 

“ Sì, e devo chiedertelo. Funzioneranno davvero? Tornerai la creatura che eri un tempo? O li userai per distruggere il mondo?”, chiese di rimando il mago, sospettoso e preoccupato di star facendo un grosso errore.

 

“ Se hai compreso cosa significa davvero la forza che sovrintendo, la tua patria sopravviverà e farà molte altre grandi cose.”, affermò il Cavaliere. La sua voce era più antica del tempo stesso. Rauca, dotata tanto di una strana saggezza che di una profonda malinconia.

 

“ Ciò che tu rappresenti... è una parte dell'esistenza, l'equilibrio tra luce e oscurità, bene e male. Senza di te la vita non ha senso. Ma alcuni hanno cercato di corrompere la morte stessa, e con sé la capacità del mondo di rinascere dalle sue ceneri.”, affermò Harry, al che il Nephilim di fronte a lui annuì per poi inchinarsi nuovamente. Sapendo di non poter fare altro, il guerriero di Camelot prese gli oggetti che gli erano stati affidati per lanciarli in aria.

 

Il mantello cinse le spalle di Morte, che prese anche l'anello e inserì la bacchetta in uno scompartimento nella sua falce. Una colonna di luce nera lo avvolse estendendosi fino alle nuvole.

Molti di quella che la videro temettero che il giorno della fine fosse finalmente giunto, ma Harry non ebbe paura, sapendo che era invece un nuovo inizio.

 

A molte miglia di distanza, un certo dio vide la colonna di luce e sorrise, soddisfatto di aver riposto la sua fiducia nelle persone giuste.

 

 

“ Ce l'avete fatta, mocciosetti. Il mondo ha di nuovo speranza.”, disse Bes soddisfatto, ammirando lo spettacolo che tanto a lungo aveva aspettato. Nel Congo, anche i Pigmei si misero a esultare, sentendo l'atmosfera tanto grama che li aveva oppressi farsi meno schiacciante.

 

“ Benedetti figlioli. L'Africa e la Terra sono salvi ancora una volta.”, disse Karasu, seduto a pregare in casa sua, piangendo mentre avvertiva la nefasta influenza dei Cavalieri trasformarsi nella forza di equilibrio che era un tempo. Nel resto dell'Africa, tutti coloro che avvertirono quel lieto evento cominciarono a festeggiarsi e cantare inni ai loro dei, mentre chi sperava nell'avvento dei Cavalieri ruggì dalla rabbia, il perfido Rama- Set in primis.

 

Altre colonne di vario colore si aggiunsero quindi a quella del Cupo mietitore. Quando questi uscì dalla sua non era più uno scheletro ricoperto di una epidermide malata, ma un possente guerriero dalla carnagione violetto. La sua faccia era ora coperta da una maschera, priva di lineamenti facciali, mostrando unicamente i brillanti occhi verdi del Cavaliere. Portava gambali e protezioni per le braccia a ricordare arti di ossa artigliati. Tra le mani stringeva due minacciose falci con una corta asta.

 

“ Ben tornati, miei fratelli. Sono felice di rivedervi nelle vostre vere forme. Troppo a lungo la nostra follia ha inquinato il Megaverso, è ora di rimediare.”, disse soddisfatto il mietitore, rivolgendosi agli altri Cavalieri.

 

Guerra si era trasformato in un possente guerriero vestito di rosso e coperto con un'armatura di ferro. Il cappuccio lasciava intravedere un viso granitico circondato da ciocche di capelli bianchi, e aveva enormi guanti artigliati. Una delle sue mani era coperta da un enorme guanto artigliato con una gemma al centro. L'altra impugnava un grosso spadone decorato con volti urlanti.

 

Carestia era una donna dai lunghi capelli rossi, vestita con un'armatura nera che lasciava scoperta le braccia arancioni. Oltre al suo bastone aveva una catena simile a una frusta.

 

Per concludere, Pestilenza era il più magro dei cavalieri, così come morte aveva una maschera a coprirgli il volto e disortinati capelli bluastri.

 

“ Giovane Potter, ci hai liberato, e per questo saremo in eterno debito con la tua stirpe. Qualunque cosa ci chiederai è tua, ma solo un desiderio per Cavaliere.”, cominciò Guerra, parlando con voce ben più stentorea e profonda del suono metallico che i suoi nemici avevano ascoltato sino a poco prima. Harry quasi pianse nel vedere quanto aveva fatto, ma tenne stretto il pugno e si trattenne.

 

“ Vi chiedo solo di curare me e i miei compagni, di farci ritornare a casa e di proteggere l'alleanza dagli Splugorth o quelli come loro. Non saprei cosa chiedere per ultima cosa. Alcune cose noi mortali dobbiamo farle da soli.”.

 

In quel momento salirono i compagni del mago guerriero, con l'eccezione di Iside. Erano alquanto feriti e visibilmente stanchi, finchè Pestilenza non alzò una mano e con un piccolo bagliore di luce furono di nuovo nel pieno della forma.

 

“ Ce l'ha fatta...”, disse Erin, ammirando i quattro Nephilim in tutta la sua gloria e ripensando al giorno in cui aveva cominciato la sua missione di esiliarli dalla Terra dei Rifts.

 

“ Dobbiamo a tutti voi molto- disse Morte- siamo certi che a breve le vostre gesta saranno cantate in tutto il Megaverso. E che altre ancora più grandi seguiranno a breve. Una di essa vi attende a breve... l'Inghilterra è di nuovo minacciata, e i vostri amici avranno bisogno di aiuto per salvarla. Correte, il tempo è poco.”, concluse il Nephilim, alzando la sua falce per disegnare in aria un varco di fronte ai nuovamente preoccupati avventurieri( a parte ovviamente Tuska, ansioso di trovare nuova carneficina e gloria) per poi svanire in uno sbuffo di fumo assieme ai suoi fratelli.

 

Gli avventurieri entrarono uno a uno del portale, finchè non rimasero solo Luna e Leisa, che avevano sguardi alquanto cupi. Harry si volse verso le compagne, chiedendosi cosa aspettassero.

 

“ Harry, io resterò qui in Africa.”, disse la Trasmutatrice, stringendo determinata i pugni. Harry la fissò stupito dall'affermazione.

 

“ Sei sicura?”, le domandò l'amico, sapendo che cosa quella decisione avrebbe potuto portare per lei e la sua famiglia. Voleva troppo bene a Luna per permettere che se ne pentisse un giorno.

 

“ Sì. Questo continente è bellissimo, ma c'è troppa sofferenza affinchè io o le sue genti possiamo sopportare l'arrivo dell'alleanza. Torneremo dai Pigmei e li aiuteremo a riorganizzarsi contro le forze di Rama- Set.”, stabilì lei, decisa come non lo era stata neanche durante la guerra in patria.

 

Harry annuì. Sapeva che Luna e la sua famiglia avevano trovato l'aggiustarsi sulla Terra dei Rifts allo stesso tempo incredibilmente difficile e facile.

 

“ Allora resterò anch'io. Non posso permettere che Rama- Set continui a compiere i suoi oltraggi sulla vita umana o di qualsiasi altra creatura. E la gente di qui ha molto potenziale per la bio-magia, li addestrerò.”, affermò Leisa, mettendole una mano sulla spalla e illuminando il suo pugno con un bagliore di energia vitale.

 

“ Va bene, cercheremo di inviarvi altri aiuti- ripetè Harry prima di abbracciare le due amiche- state attente.”.

 

“ Dì ai miei genitori che li amo tanto.”, concluse Luna, ricambiando l'abbraccio, prima di allontanarsi e dando l'ultimo saluto mentre Harry entrava nel varco.

 

Una lacrima scese lungo gli occhi dell'incantatrice, portandosi via l'eyeliner. Fanny le atterrò accanto, muovendo il becco sul viso della ragazza, che la strinse a sé con affetto.

 

“ Fanny, riportaci al Padre albero. C'è molto lavoro da fare.”, disse prima di salirle sul dorso assieme a Leisa, volando via nel cielo africano e rivolgendo uno sguardo alla cima della piramide dove avevano compiuto quel miracolo.

                                                                                 ******

Questo è uno di quei classici casi in cui mi metto a usare troppi personaggi, alcuni dei quali neanche sviluppati propriamente in precedenza( avrei dovuto mettere qualche scena in più a miss Tarn e al suo gruppo mentre aspettano l'arrivo di Harry) e poi tento di sistemare in tutta fretta perchè sono troppo pigro. Spero comunque che il capitolo vi sia tutto sommato piaciuto e che dia un buon auguro per questo 2022, che spero sia più tranquillo e generoso degli ultimi mesi. Spero di migliorare il più possibile nei prossimi dodici mesi, non solo come scrittore, e di ricevere molti vostri commenti. Ovviamente vi do anche i miei migliori auguri per ogni cosa, a presto. Ah, se non si capisse in questa fic ho tentato di fondere i Cavalieri di Rifts con la loro controparte di Darksiders( saga videoludica figherrima, ma spesso ignorata, cosa che ha causato qualche problema agli sviluppatori): per essere più precisi, i secondi sono stati corrotti dopo una delle tante battaglie volte a proteggere l'equilibrio del Megaverso. Fortunatamente Morte aveva in precedenza nascosto parte del suo potere nei doni ed è stato abbastanza per riportarlo in sè.

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Capitolo 16
*** Ultima battaglia sulla neve ***


( O fortuna- Excalibur Theme)

 

Due giorni dopo aver incontrato le truppe di Grindewald, Ar'tuu arrivò finalmente alla sua meta, il campo base di Solokov Purtroppo già occupata dalle forze di Orloff a giudicare dalle difese, consistenti per lo più in vari mezzi pesanti e Borg, pronti a sparare al primo ordine contro l'esercito in arrivo.

 

Lungo il cammino avevano visto una miseria con pochi eguali. Orloff, così come il suo degno compare Solokov, aveva poca o nessuna cura dei suoi sudditi. Moltri altri volontari, diversi dei quali malati o malnutriti, avevano pregato Ar'tuu e Borgosov di lasciare che si unissero a loro. Alcuni erano solo in cerca di una morte dignitosa.

 

E infine erano ora di fronte a quelle tetre mura. Costruzioni bianche sporche con macchie di sangue qua e là. Persino qualche corpo sepolto nella neve.

 

“ CHIEDO UDIENZA CON ORLOFF, IN QUESTO ISTANTE!”, pretese Ar'tuu, scendendo dalla jeep che aveva condiviso fino a quel momento con Burgasov e avanzando fino alla prima linea di difesa. I difensori della base fecero per puntargli le armi addosso, quando i loro comunicatori si attivarono e fecero strada al prode sovrano.

 

Sul muro che delimitava i confini del campo apparve lo stesso Capoguerra. Con espressione tronfia, Orloff osservò sprezzante le truppe radunate davanti a lui.

 

“ Re Ar'tuu, vi do il mio più cortese benvenuto. Cosa posso fare per voi?”, chiese mellifluo il mostruoso Borg, che teneva in mano la mazza neurale di Ner' He. Il guerriero psionico volle prenderlo come un segno che il suo compagno fosse ancora vivo.

 

“ Liberare il mio compagno da voi ingiustamente catturato e lasciarci proseguire nel nostro viaggio verso Sovietski.”, richiese il Guerriero psionico, controllando a volte il lato della fortezza da cui Grindewald era penetrato assieme ai suoi uomini, sperando che si sbrigassero.

 

In risposta Orloff schioccò le dita metalliche. I suoi sottoposti trascinarono per le braccia Ner'He, mollandolo sulle mura. Il Bluecie era praticamente sfinito e sanguinante, era appena in vita grazie al suo Chi.

 

“ Sono disposto a ridarvi il vostro lucertolone, ma dovrete essere voi a lasciare la Russia per sempre. A meno che non mi consegniate ora il caro Burgasov.”.

 

“ Vieni a dirmelo in faccia, ammasso di bulloni!”, gli gridò contro l'altro Capoguerra, battendo sulla jeep il braccio bionico. Ar'Tuu gli fece un piccolo gesto di calmarsi ed evoco la lama energetica di Calibur- X per piantarla nel terreno.

 

“ Io non cerco il conflitto, Orloff, ma il bene dei nostri popoli. Milioni di persone continuano a soffrire. Se solo tu ci dessi il permesso, potremmo salvarle. E il tuo nome finirebbe nella storia.”.

 

Un'esplosione interruppe il confronto tra i due generali, alzandosi fino al cielo in un miscuglio di fiamme multicolori.

 

“ Che avete fatto?!”, domandò infuriato Orloff, mentre i suoi soldati cominciavano a organizzarsi contro l'invasione, ma si ritrovarono vulnerabili ai guerriglieri di Grindewald che come loro uso attaccavano rapidamente prima di sparire, aiutati in entrambe i compiti dalle loro grandi abilità magiche.

 

“ Sto, anzi stiamo, attaccando il tuo campo. Non dirmi che è la prima volta. Sei diventato troppo arrogante, vecchio mio” , disse sardonico Burgasov, accendendo la sua protesi, contenente un raggio ai neutroni, e al contempo dando i primi ordini ai suoi uomini.

 

“ MALEDETTO INGLESE, DIVORERO' LE TUE INTERIORA E MANDERO' LA TUA TESTA ALLA TUA FIDANZATA IN UN PACCO REGALO!”, esclamò il Capoguerra, saltando dalle mura e buttandosi nella mischia, lanciando alcuni missili dalle spalle mentre correva infuriato contro le prime linee.

 

“ AMICI MIEI, ANDATE E DIPINGETE LA NEVE COL LORO SANGUE!”,ordinò a sua volta Ar'Tuu, impugnando Caliber- X e ingaggiando i primi nemici in combattimento, tagliando più volte braccia metalliche mentre la battaglia prendeva forma attorno ai suoi protagonisti.

 

Ron si inginocchiò sulla neve, sparando con estrema precisione mentre, interfacciandosi coi sistemi di Morrigan, dirigeva il camion su tutto il campo di battaglia per investire i Borg e facendola volare a volte per seminare un po' di morte dall'alto. Chiunque si avvicinasse troppo al giovane Weasley, cadeva sotto le lame di Viktor, lieto di liberare la sua terra da quei parassiti. Arrivando fino alle mura, il camion tecnomagico aprì le fauci del volto di drago per prendere Ner'He e portarlo al sicuro.

 

Hermione cantilenava una formula dopo l'altra, cordinandosi con gli altri incantatori per debilitare le forze nemiche con incantesimi esplosive. Quando un Borg agli ordini di Orloff si avvicinò troppo, la giovane Viandante creò un varco di tenebra da cui saltò un'enorme creatura pelosa che staccò la testa all'avversario con un singolo morso prima di dirigersi contro gli altri nemici.

 

“ Uff, dovrei farmi insegnare da Luna più incantesimi di evocazione.”, sorrise la castana, creando quindi una sfera di energia con cui distrusse un'intera linea di soldati.

 

 

Grindewald guidava le sue forze, fuori e dentro il campo. L'anziano mago si muoveva con la stessa abilità dei suoi anni più verdi, mescolando magie relativamente deboli per colpire bersagli ben precisi e impedire che le forze di Orloff organizzassero una difesa efficace.

 

Ar'tuu si muoveva come al solito con incredibile destrezza sul campo di battaglia, mulinando la sua spada energetica e sparando con precisione ai soldati di Orloff, che si muoveva come una bestia, falciando le file dei suoi nemici con feroci colpi con l'intenzione di raggiungere l'odiato straniero.

 

Quando finalmente arrivarono a distanza di tiro, Ar'Tuu creò uno scudo di energia psionica per parare il devastante attacco del Capoguerra. Questi continuò a colpire la barriera con la propria mazza, prima di trasformare una delle mani in un cannone laser che attivò a piena intensità col risultato che neve e uomini si sciolsero allo stesso modo, non importa se nemici o alleati.

 

“ Dannato bastardo!”, gridò Burgasov, furioso per la morte dei suoi amati uomini. Il vecchio Orso rivelò un lanciamissili nel suo braccio bionico, sparando tutte le sue munizioni contro l'odiato rivale.

 

Orloff si riparò il viso col braccio, ricevendo piccole esplosioni e frammenti di missile, senza altrimenti eccessivi danni.

 

“ Niente male, vecchio mio. Ma ti sei fatto troppo morbido negli ultimi anni. Anche tu sei stato forse contagiato dall'idealismo del principino?”, chiese con tono langue il sanguinario Borg.

 

“ Sì, l'idealismo che vedrà te morto e me … sempre morto, ma con più dignità e gloria di quanto tu oseresti sperare.”, gridò a squarciagola il cyborg, afferrando un fucile per tempestare Orloff di pallottole Mega- danno.

 

“ Vecchio orso rimbambito...”, ringhiò il Capoguerra, correndo ancora contro l'odiato rivale, strillando ogni tanto ordini ai suoi uomini perchè si potessero coordinare almeno in parte contro i nemici, più organizzati dal punto di vista della leadership e avvantaggiati dalla magia.

 

Ron, ancora interconesso coi sistemi di Morrigan, fece partire a razzo il camion contro Orloff, prendendolo in pieno. Il mostruoso cyborg piantò i piedi a terra cercando di spingere indietro il veicolo. Come risultato si beccò però una fiammata Mega- danno dalle fauci draconiche di Morrigan.

 

Sebbene la trasformazione in cyborg l'avesse privato di buona parte del tatto, persino Orloff non potè evitare di soffrire come un cane come un getto di fuoco. Vedendo la difficoltà del nemico, Ar'Tuu attivò a piena potenza le sue abilità telecinetiche, riuscendo a farlo inciampare e rendendolo vulnerabile a ogni genere di assalti.

 

“ Forza, ragazzi. Se lo finiamo ora i suoi soldati si arrenderanno.”, chiamò Grindewald, mettendosi a cantilenare assieme agli zingari al suo comando e al resto degli incantatori, inclusi Ron ed Hermione. Una luce apparve nel cielo russo, diventando sempre più definita e rivelandosi come una piccola meteora.

 

Il corpo celeste cadde a rotta di collo su Orloff, ancora bloccato a terra. Digrignando i denti metallici, il perfido Capoguerra alzò entrambe le braccia, sparando un potentissimo raggio laser nella speranza di distruggere l'asteroide prima che potesse prenderlo.Ogni energia nel suo corpo, frutto della miglior tecnologia bellica russa, fu concentrata in quei fasci di energia. Il suo istinto di sopravvivenza, unica parte umana forse rimasta nell'uomo, era spinto al limite.

 

Ad annullare la sua quasi infinita concentrazione ci pensarono un piccolo missile e un raggio di energia psionica, lasciandolo alla mercè della meteora, nuovamente in rotta in collisione con lui.

 

“ Questo è per i miei uomini, dannato bastardo.”, disse Burgasov, ridendo soddisfatto mentre un'esplosione sconvolgeva il punto dove il rivale di sempre si trovava. L'onda d'urto spazzò via la neve e il calore la sciolse, bagnando per diversi metri da capo a piedi i combattenti. Quando rivolsero lo sguardo verso l'epicentro della conflagrazione, videro nient'altro che un torso ammaccato e bruciacchiato.

 

Eppure Orloff era ancora vivo, così com'era vivo l'immenso odio nei suoi occhi neri.

 

“ E' finita, Orloff. Se ti arrendi posso garantirti un processo a Sovietski. Forse ti garantiranno di scontare i tuoi crimini con un servizio militare, decidessi di patteggiare.”, intimò un ansimante Ar'tuu dopo essersi diretto verso di lui, ricevendo uno sguardo ricolmo di cattiveria pura dallo sconfitto, forse più profondo rispetto a qualsiasi altro umano che il re di Camelot avesse mai incontrato.

 

Tutto attorno, sapendo che ormai non aveva più senso combattere, la maggior parte dei soldati si arrese. I pochi ostinati che tentatarono di continuare vennero rapidamente uccisi o bloccati.

 

“ Vaffanculo, razza di finto cavalierucolo.”, disse quanto rimaneva del brutale Capoguerra, tossendo frammenti di materia cerebrale nella neve e sangue. Ar'Tuu roteò gli occhi al cielo russo.

 

“ Bene, allora di farò uccidere da uno degli esseri che odi così tanto. Ner'He, amico mio, vieni.”, chiamò con un possente grido.

 

L'amico che Ar'tuu, con l'aiuto dei suoi vecchi e nuovi compagni era venuto a salvare, uscì da Morrigan e si avvicinò zoppicando. Era ancora rigorosamente provato dalle torture subite, avrebbe dovuto quasi sicuramente sostituire un occhio con un bio sistema. Eppure il suo Chi, alimentato forse dal freddo cui era tanto familiare, risplendeva con una bellissima intensità, che si espanse agli altri stanchi combattenti.

 

“ Cosa posso fare per voi, vostra maestà?”, disse il sanguinante Bluecie, inchinandosi rispettoso di fronte al suo amato leader, che gli posò una mano sulla spalla, attivando le proprie abilità di guarigione. Con un bagliore di potente energia psionica, le ferite del guerriero si rimarginarono, e il suo dolore svanì parzialmente.

 

“ In questi giorni sei stato alla mercè di quest'orribile individuo. Posso solo immaginare cosa tu abbia dovuto soffrire. Quindi credo che la sua vita ti spetti di diritto.”, affermò il cavaliere concluso il processo, indicando quanto rimaneva di Orloff con la punta della spada.

 

La reazione dalle truppe a quella concezione fu mista. Alcuni umani accusarono il re di favoritismo nei confronti degli invasori D-Bee, altri non aspettavano altro che vedere Orloff morto, non importa chi lo uccidesse.

 

“ Mio signore, di rado un D- Bee ha ricevuto tale dono da un umano. Ne farò grande tesoro, e mi assicurerò di ricambiare appena possibile, se me lo concederete.”, disse mentre Hermione gli passava la sua mazza neurale, lanciata via dall'esplosione che aveva distrutto il corpo di Orloff.

 

“ Avanti, maledetto, finiscimi.”, gli ringhiò contro Orloff, ansioso di finire presto quella umiliazione.

 

“ Lo farò. Spero solo che mostrerai più dignità di quanto ne hai mostrata con me. Chi altri di voi ha sofferto a causa di quest'essere?”, domandò il guerriero Totemico con un profondo ruggito che rieccheggiò per l'intero campo di battaglia.

 

In molti alzarono la mano, al che Ner'He sorrise e alzò ancora di più la propria arma, che avvolse col suo abbagliante Chi, simile a una lanterna di pura giada in quella gelida notte.

 

“ Allora sarà anche in vostro nome che libererò questa magnifica terra dall'essere sanguinario che troppo a lungo l'ha tiranneggiata. PER LA RUSSIA!”, gridò calando la mazza su Orloff, che chiuse gli occhi prima che un potentissimo botto sconvolse tutta la zona. Ar'Tuu diede una pacca al Bluecie, quindi si rivolse alla folla con Burgasov e Grindewald al suo fianco.

 

“ Amici mie, guerrieri radunati qui. Oggi finisce un'era per la madre Russia, e un'altra ha inizio. Intento ora dirigermi a prima al cospetto di lady Romanov, e poi a Sovietski per chiedere il loro supporto in una delle più grandi imprese, se non la più grande, mai tentata dai tempi del cataclisma. Se gli dei e il fato vorranno, tra un paio d'anni, ci spingeremo per liberare tutta l'Europa e l'Asia dal male che ancora le infesta!”, annunciò infervorato il Guerriero psionico, rivedendosi come nei giorni in cui aveva riunificato le isole britanniche.

 

Un urlo entusiasta fece eco alle sue parole, accompagnato da un nuovo senso di speranza nei cuori di chi lo stava ascoltando.

 

“ Mi accompagnerete sino a Sovietski?!”, continuò Ar'Tuu. Mille e più uomini si alzarono con un solo grido.

 

“ SI'!”, esclamò l'intera folla, alcuni in preda a lacrime congelate. Il sovrano allargo le braccia, sorridendo mentre fiocchi di neve scendevano sul suo viso.

 

“ E allora che gli dei ci accompagnino e proteggano. Ma intanto.... onoriamoli con la più bella festa che queste lande abbiano mai visto!”.

 

Un altro ruggito accompagnò la proclamazione di Ar'Tuu. Il piccolo esercito entrò nella fortezza del defunto Orloff, dove terrorizzati civili li attendevano, timorosi per cosa il vincitore avrebbe fatto di loro. Molti si misero a piangere di gioia quando Burgasov diede loro la notizia che erano finalmente liberi dalla tirannia, e che erano sopratutto invitati allafesta che si sarebbe tenuta quella sera.

 

Baci, abbracci, omaggi ai caduti, promesse di lealtà e amore eterno si consumarono a non finire quella notte, alimentando ulteriormente la felicità di chi era ancora vivo. Era una notte di pausa per la terra dei Rifts... perchè il mattino dopo ci sarebbe stata guerra.

                                                                           *****

Salve a tutta la sezione di HP di questo sito, spero che stiate bene e che qualsiasi progetto abbiate in mente stia proseguendo bene. Ormai non mancano molti capitoli alla fine, 4 o 5 forse, epilogo incluso, e finalmente posso pensare a Cad... ahem, la Cina. Qui si conclude la saga in Russia, i prossimi capitoli dedicati tutti alla questione Camelot. Cosa che forse mi obbligherà anche a rileggere alcuni dei precedenti capitoli. Spero recensirete in molti e che mi diate qualche consiglio utile, intanto grazie a chiunque si sia fatto sentire, cercherò di non deludervi.

 

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Capitolo 17
*** Sangue nel cielo d'Inghilterra ***


 

Finalmente le forze di Camelot avevano individuato il nascondiglio di Nixla e Ducson. L'aiuto definitivo era giunto dai rinforzi di Lazlo e da Plato in particolare. Il maestoso drago ora camminava davanti alle sue truppe, fumo nero che si alzava dalle sue fauci anticipando il massacro che avrebbe portato ai suoi nemici. Avevano ottenuto la posizione della base nemica da un messaggio di Balor, che si era recato di persona sul luogo solo per perdere molti dei suoi migliori guerrieri e persino un braccio sotto la lama di Nixla.

 

Una breve ricognizione aveva confermato un enorme presenza di di Fomori morti e diverse truppe di guerrieri demoniaci, convincendo Ginevra a dirigersi lì. Gli unici assenti, oltre alle truppe in difesa di villaggi e città, erano i membri del team Morrigan. Non pochi si stavano interrogando su dove fossero, cercando la loro presenza ispiratrice.

 

“ Figli di Camelot, soldati delle isole britanniche. Avete resistito con coraggio a questa nuova sfida, ed è ora di concluderla- cominciò Ginevra, in piedi su un carr'armato di fronte a tutto l'esercito- non ci sono parole per descrivere quanto siate stati meravigliosi nell'ultima settimana. Grazie a voi le forze nemiche non sono che una frazione di quant'erano all'inizio. Ma non siate tranquilli per questo, avranno ancora molti trucchi. Tutta la vostra forza e abilità sarà richiesta per salvare nuovamente la vostra terra e il mondo intero, liberandolo da una delle più grandi mostruosità mai apparse nel Megaverso.”.

 

Un grande urlo fece eco alle parole della druida, carico di sentimento e determinazione. I soldati di Psyscape tenerono strette le loro armi, augurandosi che quello sarebbe stato il giorno in cui avrebbero sconfitto Nixla in via definitiva. Plato sbuffò un largo fiotto di fumo dalle narici mentre fissava l'immensa folla di abomini di fronte a loro. Dopo un'interminabile attesa venne dato l'ordine di marciare.

 

( Sabaton- Soldiers of Heaven)

 

“ WAAAAAAGH!”, fu l'urlo generale degli orchi, che diedero gas ai loro scrapestrati veicoli, pronti a vendicare Tuska. I cecchini posti sulle torrette degli stessi cominciarono a sparare, falciando le prime linee degli avversari.

 

“ ALL'ATTACCO!”, gridò invece Ducson, che volava sopra un martello volante pronto a seminare distruzione con un gesto delle dita. Quando vide Plato però, rabbrividì. E non a torto, gli occhi dell'enorme drago verde sembravano fissati su di lui.

 

“ Tenetemi lontano quel maledetto lucertolone!”, urlò il re della Città d'ottone. Il suo secondo in comando, un enorme leone umanoide di nome Bloodmist, in realtò un potente Devyl, si mise accanto a lui, generando uno scudo d'energia che bloccò la prima fiamma di Plato.


“ Non preoccupatevi, mio signore. Vi terrò al sicuro.”, disse con voce roboante la creatura infernale, già pregustando il sapore del sangue mentre la distanza tra i due schieramenti si faceva ormai nulla.

 

I due eserciti si scontrarono intanto col boato di mille tempeste. Le unità a cavallo, con lance e spade Mega- danno, tranciarono i non morti nelle prime file mentre miriadi di incantesimi volavano già dall'una e dall'altra parte, trasformando in breve il campo di battaglia in un concerto di esplosioni e onde d'urto, piccoli gruppi di soldati coordinati tra loro che cercavano riparo per colpire le truppe più deboli dell'altro schieramento e mezzi corazzati che si spingevano tra loro, tranciando interi gruppi prima di sparare alle creature più possenti o agli incantatori, che dal canto loro non si facevano trovare con le mani in mano.

 

“ Avanti, tremate dinnanzi al potere di Nixla!”, rise Voldemort, alzando uno stuolo di scheletri guerrieri, che lanciò contro i difensori di Camelot, affondandoli sotto la massa di corpi putrefatti e impedendo loro di difendersi dalle saette lanciate dal perfido negromante, finchè una barriera di energia psionica non si pose a difesa dei soldati, anticipando l'arrivo di Molly Weasley, i cui occhi ribollenti di potere si incollarono su Tom. Questi le fece un sardonico cenno di sfida e la battaglia riprese violentemente.

 

Quando i guerrieri di Camelot sembrarono finalmente sul punto di aprire un varco nelle linee nemiche, qualcosa uscì dal terreno. Un gigantesco serpente cornuto dalle scaglie viola si fiondò sulle linee dei difensori. Il mostro travolse decine di uomini, liberandosi facilmente di bruciature da laser e non lasciando tempo ai maghi per bersargliarlo coi loro incantesimi.

 

 

“ Ehi, razza di biscia, prova a vedertela con un vero mostro.”, ruggì la voce di Kray, che sputò una fiammata sul basilisco. L'essere urlò di dolore prima di rispondere con un getto di veleno. Il liquido colpì le squame della draghessa, generando un fumo rossastro e facendola gridare dal dolore, ma non arrendendosi , si getto in picchiata sul nemico, afferrandolo con due zampe e chiudendo le altre attorno al suo muso per alzarsi quindi in volo.

 

Il mostro riuscì però a liberarsi mordendole e staccandole un artiglio. Kray gridò dal dolore, ma non lasciò la presa e gli sputò un altro getto di fiamme. Purtroppo un piccolo stormo di demoni la raggiunse, bersagliandola coi loro dardi velenosi e altri attacchi ben più insidiosi.

 

“ Dobbiamo aiutarla.”, disse un ansimante Remus, già provato dalla battaglia in corso, vedendo il violento spettacolo da terra assieme a molti dei suoi compagni. La pelliccia bruna dell'insegnante di Magia difensiva era sporca di sangue d'ogni colore, e gli occhi mostravano una stanchezza dovuta non solo allo scontro.

 

Per fortuna non era solo. Dobby, anch'egli inzaccherato di plasma e ben armato, gli apparve accanto.

 

“ Dobby aiuterà mister Lupin a uccidere il serpentone.”, disse deciso l'elfo, prendendo il suo vibro- pugnale. Saltando sulle spalle del lupo mannaro, si teletrasportò con lui sul dorso di Kress, cominciando a sparare contro i loro nemici.

 

Remus saltò su uno dei demoni, staccandogli un'ala a morsi mentre gli altri ricevettero gli incantesimi esplosivi di Dobby, tentando di rispondere senza però colpire l'elfo.

 

Intanto Kray, dopo una dura lotta, riuscì finalmente ad afferrare il basilisco tra le sue fauci e a staccargli la testa con un singolo morso e sputarla contro un carrarmato demoniaco, che si accartocciò su sé stesso.

 

Remus saltò dunque a terra, attivando un incantesimo di volo per atterrare in sicurezza. Purtroppo si rivelò un bersaglio fin troppo facile per il comandante nemico, che aveva assistito alla morte del basilisco. Canalizzando energia nel suo bastone, Ducson sparò un micidiale raggio di energia infernale contro Remus, che si ritrovò indifeso.

 

“ Un buon antipasto in attesa di occuparmi del team Morrigan.”, disse con risentimento il perfido mago, guardando cadere il corpo di Remus. L'incantatore cadde a terra con un piccolo tonfo, e non mancò molto che un gruppetto di zombi tentasse di saltargli addosso per divorarlo. Un attimo primo che i loro denti marci affondassero nella carne dell'insegnante di magia difensiva, uno spadone di energia bianca gli tagliò in più parti prima di rivelare uno stremato Sirius.

 

“ Remus.... diamine, non osare morire ora- disse ansimante il cavaliere, chinandosi sull'amico di tante avventure- cerca di alzarti, ti porto da un guaritore.”, pianse stringendo la mano artigliata di Remus, che lo guardo mentre il petto si alzava e abbassava a ritmo irregolare.

 

“ Amico mio. Sono stato felice di vivere questi ultimi anni assieme a te e Harry. Da solo non sarei mai riuscito a resistere, anche mentalmente, a questo pianeta di merda, che ho cominciato ad amare. Goditelo ancora da parte mia.”.

 

“ Remus, smettila di sproloquiare, ti salveremo.”, lo rimproverò il Mago guerriero, cercando di metterselo in spalla e dirigersi da un sacerdote o un druido mentre la battaglia esplodeva più che mai attorno a loro. Istintivamente ripensò al giorno in cui si erano reincontrati.

 

Era stato sorpreso di vedere Lunastorta trasformato ormai perennemente in un lupo umanoide, ma quando vide la luce di colpevolezza nei suoi occhi per aver creduto avesse tradito Lily e James, l'aveva riabbracciato perdonandolo di tutto.

 

“ Sirius, continua a fare ciò che abbiamo fatto negli ultimi anni... proteggi Harry.”, disse il licantropo, stringendo la mano dell'amico piangente e cadendo infine a terra con tutto il suo peso.

 

“ Remus, non lasciarmi. Remus!”, chiamò ancora questi, aumentando il volume del suo pianto solo perchè venisse soffocato dalla nuova carica degli invasori, obbligando le forze alleate a riorganizzarsi per proteggere i feriti o anche a nascondersi. Persino i Borg Anti- Mostro della Colombia, possenti cyborg tecnomagici fatti apposta per combattere le peggiori creature soprannaturali, trovarono difficile resistere.

 

“ Chiunque possegga abilità curatrici, prenda i feriti e scappate via per poi riorganizzarvi il prima possibile. Dovremmo attaccare separati.”, ordinò Ginevra, dirigendosi nella foresta assieme a molti compagni, imitata da molti. Tra gli alberi almeno sarebbero stati capaci di nascondere e organizzare delle trappole, arte in cui i soldati di Camelot, così come i nuovi alleati dal Sud America, si erano specializzati per anni.

 

“ Dov'è il team Morrigan? Abbiamo bisogno di loro.”, chiese un soldato spaventato. Come risposta, un terribile ruggito scosse cielo e terra, venendo seguito dall'apparizione di un'enorme figura alata, la cui pelle metallica rifletteva i raggi solari.

 

 

Il robot era enorme, grande quanto lo stesso Plato o addirittura di più. Aveva le sembianze un immenso drago dalle scaglie simile a grezzo ferro, in realtà una durissima lega Mega- Danno, decorata qua e là con rune e simboli del pantheon celtico. La coda finiva con una mazza chiodata. Le ali erano a loro volta incredibilmente affilate. Il muso era senza dubbio quello del più potente e spietato Apex Predator, dotato di denti affilatissimi e minacciosi. Le braccia tanto potenti quanto flessibili, in modo da stritolare e tagliare qualsiasi nemici si avvicinasse troppo.

 

“ Credo siano lì.”, rispose l'altro soldato, ammirando il mecha come fosse un dono degli dei.

 

Il drago robotico ruggì contro le malefiche forze che avevano assalito le isole britanniche, ora terrorizzate come mai prima di allora. all'interno, Arthur e i suoi compagni sorrisero, consci che l'ora dello scontro finale era giunta.

 

 

*****

 

La cupa caverna in cui Vrena e Merlino si erano nascosti cominciò a tremare, rimbombando per i colpi della battaglia sovrastante. Persino i pochi demoni che i due si erano concessi come guardie del corpo sembrarono quasi inquieti nell'avvertire le forze liberate nell'aria.

 

“ E così comincia.”, disse eccitata Vrena, ammirando dalla loro sfera la battaglia che si consumava fuori dal loro rifugio sotterraneo.

 

“ Sai, Vrena, sei strana per essere un'intelligenza aliena.”, commentò Merlino, per cui il combattimento non era mai qualcosa di cui godere, ma solo un mezzo per un fine.

 

“ Che vuoi, per essere una manifestazione dei lati peggiori della morte mi piace provare una parvenza di vita ogni tanto. Vuoi ti porti qualcuno?”.

 

“ Confido che Arthur Weasley verrà a cercarmi di sua iniziativa. E non credo avrà problemi ad arrivare. Però... hai sentito anche tu quella cosa?”, chiese Merlino, che il giorno prima aveva avvertito una devastante scarica di energia avvolgere l'intero pianeta, e di cui aveva avvertito l'epicentro nel continente nero.

 

“ Già. Qualcuno deve aver fatto un casino in Africa.”, commentò sarcastica Vrena. L'ultima volta che si era recata in zona aveva cercato di portare dalla sua parte Rama- Set o almeno uno dei Cavalieri, ma Ra e colleghi l'avevano scacciata via prima che potesse avvicinare una delle due parti. Merlino annuì.

 

“ Harry Potter e alcuni dei suoi compagni, incluso un cavaliere della tavola rotonda, si sono recati lì alcune settimane fa per una missione. Come ci sono riusciti non lo saprei dire neanche io, ma ho il sospetto che c'entrino qualcosa i cosiddetti ' Doni della morte'.”, commentò il mago, che aveva ascoltato la fiaba dallo stesso Silente poco prima che questi consegnasse la bacchetta di Sambuco a Erin Tarn. Aveva pensato l'oggetto non fosse altro che un'arma relativamente potente dal mondo nativo del preside le cui storie erano state un po' troppo ingigantite. Ora si dava dello stupido per non essersi accorto del legame col vero Morte.

 

“ Mhh, se i Cavalieri sono stati purificati saranno un grosso problema. Abbiamo già pronte le prossime sanguisughe per gli Alberi?”.

 

“ Sì, la maggior parte dei Sunajii si occuperanno di sistemarle. Non saremo abbastanza potenti da evocare le nostre vere forme, ma comunque nessuno sarà capace di scontrarsi con noi alla pari in uno scontro singolo. Possiamo combattere e speranzosamente vincere senza rimpianti.”, disse infine il mago, ora con una voce alquanto stanca, ricevendo un'occhiata strana da Nixla.

 

“ Rimpianti? Uno come te, signore di innumerevoli dimensioni e flagello di altrettante civiltà?”, chiese la non morta con tono sardonico al collega, scrollandosi intanto i capelli per rivelare la parte già tumefatta del suo viso.

 

“ Non so dire cosa provo al momento. Camelot è stata forse il mio più grande successo. E ammetto di essermi affezionato ad Ar'Tuu, su questo avevi ragione. Pur rivelandosi immune a molti dei miei ' consigli, ha seguito il patto che avevo preparato per lui.”, rivelò lui, con un'espressione quasi malinconica sul volto che aveva indossato per gli ultimi due millenni.

 

“ Beh, ti auguro di capirlo. Io intanto vado a fare un bel po' di massacro. Ti porterò un braccio di Koromi come souvenir.”, sorrise perfida la spadaccina. L'altro annuì e le offrì la mano in una stretta che venne ricambiata con forza.

 

“ Nixla... buona fortuna. Credo che ne avrai bisogno.”, disse infine Zashan, ritirandosi nel suo antro, in attesa degli intrusi che sapeva sarebbero arrivati per uccidere il suo involucro mortale.

 

“ Anche a te.”, disse semplicemente Vrena, sorridendo e imbracciando la spada per raggiungere i suoi Mietitori, pregustando il banchetto di anime che avrebbe presto avuto.

                                                        *****
Anti- Mostro: Borg sud americani realizzati con impianti tecnomagici per combattere contro le peggiori creature soprannaturali. A  differenza degli altri incantatori o psionici che trovano le loro riserve di energia per lo meno dimezzate quando usano impiant che non siano bio- sistemi( protesi tecno magiche incluse), gli Anti- Mostro ottengono una grandissima forza magica a disposizione, oltre alle abilità tipiche dei 'normali' Borg. La cosa è controbilanciata dal fatto  che ogni tot anni, per tre volte, vanno incontro ad alcune crisi in cui rischiano la vita. Più armi e sistemi incorporati anno, maggiore è la possibilità di rigetto.
                                                    *****

E sotto le note dei Sabaton( una delle mie band preferite in assoluto), parte l'inizio dell'ultima battaglia di questo volume. Una battaglia che avrò molto da sistemare arrivassi a tradurla, specie nel come presento le forze di entrambi gli schieramenti, qua descritte in modo un pò generico persino per i miei standard. Spero di offrirvi presto il resto di questa saga, intanto ringrazio chiunque abbia recensito e spero che altri lo faranno, offrendomi qualche consiglio.... ma tanto so che chi legge preferirà andare a spararsi millemila Dramione o *vomita* Snarry. A presto.

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Capitolo 18
*** L'eredità di Charlie ***


( Serenity- Rising High)

 

 

La battaglia tra Camelot e Nixla ricominciò senza esclusione di colpi, i guerrieri dell'alleanza che cercavano di dare tempo ai loro guaritori per rimettere in sesto i compagni. E stavolta i difensori avevano dalla loro la nuova arma creata da Arthur, un nuovo modello di Juggernaut battezzato dal suo creatore come Charlie's Legacy, in memoria del figlio che aveva tanto amato i draghi.

 

Le truppe volanti di Nixla, non appena videro il m ostro meccanico, lo bersagliarono con quanto avevano a disposizione. Ma la pelle intarsiata di simboli sacri del robot aveva rispedito tutto al mittente, aggiungendoci inoltre una manciata di missili a base di composti chimici letali, prima di buttarsi all'assalto roteando su sé stesso, accompagnato dagli urli d'incoraggiamento delle truppe.

 

 

“ Weasley, che razza di mostruosità hai creato?”, chiese Merlino, spaventato eppur ammirato da quel capolavoro della tecnologia bellica mentre seminava distruzione e chaos nel suo esercito.

 

Il drago meccanico sputò un potentissimo getto di plasma sulle forze di Nixla, atomizzandole completamente. I sopravvissuti si organizzarono per attaccarlo con tutto quello che avevano, ma la lega Mega- danno del robot era fin troppo resistette e assorbì senza effetti visibili.

 

Una fitta scarica elettrica avvolse una delle zampe del robot, che si gettò in picchiata sull'esercito nemico creando un terremoto in miniatura e diffondendo i fulmini tutto attorno a lui prima di saltare nuovamente in aria, schivando abilmente la frotta di attacchi lanciatigli contro.

 

Tra di essi i più efferrati erano le scariche di energia necrotica lanciate da Vrena, che si alternava alla magia col corpo a corpo quando qualcuno si avvicinava troppo, un'espressione perfida sul viso tumefatto.

 

“ Uh, sembra che Nixla si stia divertendo non poco.”, affermò Ross, osservando la tempesta di lampi neri scatenata dalla non morta.

 

“ Ragazzi, noi scendiamo qui! E' ora di darle una strigliata”, disse Koromi, prendendo la mano di Ross e saltando dal Charlie's Legacy, venendo prese a mezz'aria dall'unità Samas della samurai, che si diresse in picchiata verso Vrena, le due passeggere pronte a porre fine all'incubo da lei creato.

 

“ Buona fortuna!”, gridò loro il Tecnomago, prima di raddrizzare il drago verso il rifugio di Merlino. Un altro stormo infernale, guidato dallo stesso Ducson, cercò di fermarli. L'espressione del Trasmutatore rasentava il folle. Davanti a lui si trovava l'uomo che gli aveva impedito per anni di riprendersi ciò che era suo.

 

“ Oggi la finiamo, maledetto impiccione!”, gridò infuriato l'incantatore, cantilenando una delle sue formule più pericolose. Dinnanzi al drago si manifestò una sfera nera che si allargò lentamente, rivelandosi un potente buco gravitazionale.

 

“ Oh, puoi scommetterci.”, disse Arthur, indietreggiando dalla portata del vortice, all'interno del quale volarono sia i difensori di Camelot che i demoni di Ducson. Premendo un bottone, un missile partì dal petto del Charlie's legacy. L'enorme proiettile penetrò nel buco nero, che si comprimette su sé stesso e svanì con una possente onda d'urto, abbasstanza potente da sconquassare entrambi gli eserciti e scagliare via Ducson, che venne afferrato per tempo da Bloodmist, che lo portò a terra, in mezzo alla moltitudine di cadaveri, ove credeva che nessuno avrebbe trovato Alistair.

 

“ Sta bene, mio signore?”, domandò il suo leonino assistente, rimettendolo in piedi.

 

“ Abbastanza.... oh, no.”, rispose lui, cominciando a tremare quando un'ombra li ricoprì. Un immenso drago verde li sovrastava, gli artigli avvolti da scariche di pura energia magicha.

 

“ Ciao, Ducson!”, disse un furioso Plato, sparando una raffica di raggi energetici sui due. Il Raksha prese immediatamente il suo padrone per schizzare via, lasciando che i suoi sottoposti tenessero impegnato Plato, che li scacciò via con movimenti degli artigli prima di ruggire.

 

Lontane dal nuovo duello, Ginevra e Molly erano state a lungo impegnate a curare i soldati sotto la vigile guardia di Galahad, chiudendo anche la più insignificante ferita finchè non esaurirono le forze.

 

“ Non ce la faccio più.”, disse la signora Weasley, la cui energia psionica era ormai agli sgoccioli. La donna si tolse i capelli rossi dal viso sudato, temporaneamente sorda ai ringraziamenti dei soldati mentre cascava a terra e prendeva un sorso di Psi- Cola per ricaricarsi. Finito di bere, vagamente rinvigorita, sorrise nella direzione in cui il nuovo mecha creato da Arthur si era diretto, certa che sarebbe stata l'ago della bilancia del conflitto. Era orgogliosa di lui.

 

“ Mie signore, non vi starete sopravvalutando un po'? Persino io avrei problemi a combattere dopo aver curato così tante persone”, domandò la voce di Voldemort dietro di loro. Voltandosi, le due donne videro infatti il perfido Mietitore avvicinarsi con un sorriso tronfio, l'armatura Mega- danno e il mantello ricoperto di simboli necromantici inzaccherati di sangue.

 

“ Tu devi essere lord Voldemort. Ho sentito molto parlare di te. Non in bene, devo dire.”, affermò Ginevra, infondendo energia nello scudo regalatole anni prima dai gemelli Weasley.

 

“ Mia regina, lasciatelo a me. I miei fratelli sono morti a causa sua.”, le chiese Molly mettendosi davanti a lei assieme a Galahad, desiderosa di porre finalmente fine al mostro che aveva terrorizzato la sua terra natia per anni con le sue folli idee di supremazia.

 

“ Gideon e Fabian Prewett, giusto? Erano davvero valorosi, morirono da veri eroi. Quanto mi sarebbe piaciuto averli tra i miei accoliti. Ma il fato ha voluto altrimenti. Sarà comunque un onore combattere contro la futura regina di Camelot. Assumendo che voi e la vostra compagna non siate troppo stanche.”, commentò il Mietitore con un lieve inchino. In risposta tutti i soldati vicini gli puntarono addosso le loro armi, pronti a sparare.

 

“ Sta tranquilla, Molly, oggi libereremo la Terra dei Rifts dalla presenza di quest'essere immondo.”, la rassicurò Ginevra, accendendo le mani con una bellissima luce cerulea e preparandosi a dare l'ordine di far fuoco.

 

Prima che il duello cominciasse però, ombre nere apparvero tutte intorno, causando nuovo chaos tra le linee dei soldati e scontrandosi con quegli ufficiali che riuscirono a bloccarli.

 

“ SUNAJII!”, esclamò Ginevra, mentre i formidabili assassini falciavano quei pochi che tentavano loro di resistere.

 

Galahad si pose davanti alla sua signora e Molly, parando gli attacchi di qualunque assassino cercasse di prenderle rimandandoli al Creatore. Le due psioniche non mancavano di lanciare potenti dardi di energia mentale ai sicari o a Voldemort, che si muoveva a sua volta con un sorriso beffardo, protetto da una barriera di energia necrotica mentre rispondeva al fuoco.

 

Quando l'Atlantideo affondò la sua spada nell'ennesimo nemico, un varco d'ombra gli si aprì sotto i piedi. Molly cercò di afferrarlo, ma lui cadde nel pozzo di tenebra per ritrovarsi poco dopo in una radura.

 

“ Oggi finiremo il nostro duello, Galahad.”, affermò il leader dei Sunajii, puntando il suo stoccco infuocato contro il cavaliere di Camelot, che accettò volentieri la sfida mettendosi in guardia prima di saltare, ansioso di scoprire la verità su quel misterioso figuro e i suoi leccapiedi.

 

*****

 

In una radura ben riparata e nascosta, Ginny e Neville si chinarono sui soldati, cominciando a lenire le loro ferite per la breve tregua che le era stata loro concessa. La sacerdotessa pregò con tutta l'anima, le sue ferite autoinflitte influse di luce mentre infondeva il suo potere negli uomini.

 

“ Nella notte non avrò paura. Perchè tu sarai accanto a me... Io sono la tua lancia e il tuo furore. Porterò il tuo amore a chi lo richiede.”, cantilenò la giovane sacerdotessa, alzando il suo bastone, intensificando la luce verde, che sembrò però andare a intermittenza. Il suo spirito e la sua fede erano state messi a dura prova da quella battaglia. Anche a Loch Ness si era spinta oltre ogni limite, ma stavolta stavano combattendo contro un orrore che aveva pochi eguali nel Megaverso.

 

Ginny fece appello a tutta la volontà che aveva, ricordando gli insegnamenti che aveva seguito sin da bambina e il suo addestramento.

 

“ Ragazzi, state bene?”, domandò loro una voce familiare. Girandosi, i due guaritori videro arrivare Harry, che a giudicare dal sangue nero sulla spada aveva già combattuto.

 

“ Harry? Come hai fatto a tornare? Dove sono gli altri.”, disse Neville, stupito eppur rassicurato dalla comparsa dell'amico, dirigendosi verso di lui e notando il suo sguardo stanco.

 

“ Ho avuto un aiuto da Morte, poi vi spiegherò tutto. Com'è la situazione?”, domandò il mago guerriero, ansioso di risposte.

 

“ Stiamo lottando il più possibile, ma i nemici sembrano non finire mai. Nixla utilizza i nostri caduti per rinfoltire le sue file.”.

 

“ E Voldemort è tra i suoi luogotenenti.”, aggiunse Neville, i cui tatuaggi risplendevano sotto i vestiti con tutta l'energia usata per curare e combattere.

 

“ Inoltre.... Remus è morto. E' stato ucciso da Ducson.”, confessò Neville con tono rotto, stringendo le unghie.

 

Harry si sentì cadere nel vuoto. Ripensò in un istante a tutti i momenti passati col wolfen, a quanto aveva imparato da lui. Una coppia di lacrime gli rigò gli occhi mentre Ginny gli prendeva le mani, cominciando assieme a lui una breve preghiera per l'anima del coraggioso professore. Con un singhiozzo, Harry si pulì il viso e guardò nella direzione da cui provenivano i suoni del conflitto, la tristessa sostituita da un bruciante desiderio di vendetta.

 

Nixla l'avrebbe pagata cara. Lei, Voldemort e chiunque si fosse alleato con loro.

 

“ Bramavo di chiudere una volta per tutti i conti con Voldemort. Mi assicurerò che paghi anche per Remus- commentò Harry, prima di inchinarsi, prendendo la mano di Ginny- sacerdotessa, a nome di tutti i soldati che hanno combattuto oggi e di coloro che sono caduti per mano di Voldemort in entrambi i mondi, grazie.”.

 

“ Ce la farà.”, le disse Neville.

 

“ Lo so. Perchè noi lo aiuteremo.”, disse Ginny, correndo dietro Harry, la sua fede rafforzata e il suo coraggio più ardente che mai.

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Psi- cola: Bevanda pseudo magica che permette di ricaricare le proprie riserve di energia psionica e in larghe quantità anche di sviluppare poteri psichici, ma anche capace di creare una forte dipendenza. Perciò gli psionici tendono a usarla solo in situazione al limite

                                                                                                           *****

Rieccomi a voi, fan di Hp, con un'altra fase dello scontro che spero vi sia piaciuto. I Juggernaut di Tolkeen, su cui Arthur ha basato il suo drago robotico, sono una figata assoluta, e spero di averlo ritratto bene come una forza di assoluta distruzione, seppur posta qui a difesa della patria. Mancano giusto altri tre capitoli ora: 1 per introdurre gli scontri finali, uno per scriverli e uno per l'epilogo, spero di finire prima di maggio. Intanto aspetto i vostri consigli e recensioni. A presto.

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Capitolo 19
*** Confronto finale- prima parte ***


L'arrivo del team Morrigan aveva ribaltato le sorti della battaglia. Il loro nuovo mecha aveva avuto rapidamente ragione dei pesi massimi e dei numeri nemici. Una volta che le probabilità furono nuovamente a favore dei difensori, il drago robotico si diresse dunque sopra la grotta in cui si nascondeva Merlino.

 

Il Charlie's legacy, dopo lunghe vampe di plasma e artigliate, bucò finalmente il terreno, penetrando nel nascondiglio dell'odiato Zashan, che era in attesa della nuova sfida. La lunga testa del mecha scese fin nel rifugio, e sputò uno dopo l'altro Arthur, Zhen Hi e Arama. I tre compagni percorsero i tunnel, scendendo fino ad arrivare al luogo ove Merlino controllava la battaglia attraverso la sua sfera di cristallo.

 

L'aria era a dir poco elettrica. L'avatar di Zashan fronteggiava i tre avventurieri con tutta la dignità di cui era capace, bucando Arthur con lo sguardo come se volesse bucargli il cranio mentre scendeva dalla creatura meccanica assieme ai suoi compagni, Zhen Hi e Arama stretti davanti al loro leader in attesa di ordini e pronti a scattare. Difficile dire cosa passasse nella loro testa mentre fronteggiavano colui che aveva orchestrato la nascita di Camelot e chissà cos'altro. La cosa era reciproca per Merlino.

 

“ Sono arrivato, dannato imbroglione- disse infuriato il ministro, sfoderando la sua elettrobacchetta e la sua spada sega, sulla cui lama erano incise le parole ' Mea Culpa'- e voglio delle risposte.”.

 

“ Su Charlie? Che dire, quando entrò nei cavalieri era una piccola gemma tra tanti altri già incredibili. Abile, carismatico e obbediente ai suoi superiori, per quanto idealista- affermò Zashan, la voce animata da una certa emmirazione- Gli avrei dato tutto per portarlo dalla mia parte. Se non ci fosse stato Ar'tuu, forse avrei utilizzato lui come re marionetta. Poi ho capito che qualche mago a corte mi stava tenendo d'occhio e corsi ai ripari.”.

 

“ Già, volle distogliere l'attenzione da Percival e Galahad e ti fece credere di essere il solo a conoscere la tua vera identità.”, rispose Arthur, ricordando la conversazione avuta col metore del figlio alcuni anni prima. Aveva ammirato la capacità del ragazzo di sacrificarsi per una causa superiore. E anche per quello si sentì ancora più colpevole di non essere stato con lui a proteggerlo.

 

' Mea Culpa'. Aveva inciso queste parole sul dorso della sua sega una notte, mentre era ubriaco. Illuminato dalle fiamme della forgia, aveva scritto il proprio cordoglio tanto sul metallo che nel cuore.

 

“ Oh, mi sarei dovuto aspettare che erano loro a sospettare di me. Comunque, riuscì a incaricare una tribù di Cernous abbastanza isolata di ucciderlo, sebbene riuscì ad uccidere una buonan parte dei suoi assalitori. E poi io distrussi i sopravvissuti per evitare fughe di notizie. Quanto potenziale sprecato.... ammetto di rivedere molto di lui in te. Entrambi siete disposti a fare di tutto per Camelot, persino a dannarvi l'anima con terribili segreti. Proprio come ho fatto io.”, concluse il mago con un sorriso beffardo, che enfatizzò ancora di più la rabbia di Arthur e dei suoi compagni.

 

“ Grazie.... spero penserai lo stesso quando ti avrò spaccato il cranio.”, affermò il Tecnomago, attivando a piena potenza la sua fidata motosega e buttandosi all'attacco, accompagnato dagli amici fidati, con un grido che avrebbe anticipato la sua tanto desiderata vendetta.

 

*****

Ginevra si ritrovò spinta all'indietro dall'ennesimo incantesimo dell'avversario, che incrinò una volta per tutte la sua armatura Mega- danno, lasciando la druida senza difese e soprattutto senza energie per continuare a combattere. Prima che potesse dare ai pochi soldati rimasti in vita il comando di fuggire, una presa telecinetica la sollevò per poi portarla davanti al suo nemico.

 

“ Più che degno della futura regina di Camelot, il vostro re ha decisamente gusto- disse Voldemort, molto soddisfatto dell'ultimo combattimento- è un peccato che morirete prima del tanto agognato matrimonio”

 

“ Fottiti.”, rispose lei sputando in faccia al Mietitore. Il volto di Voldemort si deformò per un istante, lasciando intravedere scaglie al posto della pelle e un naso schiacciato sotto i suoi occhi color del sangue. L'aspetto che avrebbe forse avuto in un altro mondo dove il secondo Cataclisma non era mai arrivato per la sua gente. Poco distante Molly sbattè il pugno a terra, lamentando la sua impotenza e la rabbia di morire per mano di quel folle.

 

“ Sfrontata, ma amorevole. Purtroppo non posso risucchiare la tua anima come ho fatto coi tuoi uomini, ma sarai comunque un ottimo simbolo per chi non vuole arrendersi.”, disse preparandosi a impalare la sua agognata vittima, quando con la coda nell'occhio vide arrivare una freccia di fuoco che dovette evitare coi migliori riflessi che aveva.

 

“ Mia signora!”, esclamò una voce femminile, approfittando di quel momento di distrazione per portare Ginevra in salvo. L'ultima cosa che la druida vide prima di svenire fu lo sguardo preoccupato di Ginny che la prese tra le braccia per trascinarla via insieme alla madre, mentre Harry avanzava minaccioso verso il malefico mago.

 

Il Mago da battaglia appariva come il vendicatore per eccellenza, stringendo nelle mani allenate sia la sua Vibro lama che il bastone prestatogli poco prima, ansioso di affondare entrambi nella carne dell'odiata nemesi.

 

“ Ah, Potter. Cominciavo a chiedermi quando saresti arrivato. Temevo che una guerra non fosse abbastanza per attirare la mia attenzione.”, disse con un lieve inchino il malvagio Mietitore, prima di ricoprire la sua staffa con una potente luce nera.

 

“ Una guerra non è abbastanza, ma la distruzione e il dolore che causano lo sono- disse il giovane Mago da battaglia, mettendo mano alla spada e posizionando i piedi in preparazione per il duello- e sua grazia sarà l'ultima persona a cui farai del male oggi”, concluse prima di alzare anche il bastone datogli da Ginny, la cicatrice sulla sua fronte che brillava di potere.

 

“ Mphh, Grifondoro fino alla fine, come tuo padre. Voglio proprio vedere se alla fine resterai in piedi, pieno di onore e gloria.”, rise il malvagio incantatore, mettendo davanti a lui la sua asta nera. Harry non fu particolarmente impressionato dalla bravado del Mietitore, sebbene nei suoi occhi smeraldini si potè vedere una scintilla di rabbia.

 

“ Sì, alla fine resterò in piedi. Ma non avrò bisogno di onore o gloria per la tua sconfitta. Solo la consapevolezza di aver vinto e aver liberato il Megaverso dalla tua presenza.”, rispose con tono aulico, disposo a tutto pur di vendicare tutti coloro che erano morti a causa sua.

 

“ Ripeto, Grifondoro fino alla fine, sei noioso come loro. Che spreco di potenziale però, insieme avremmo potuto costruire un impero.Hai qualcos'altro da dire prima di combattere?”, chiese con uno sbuffo seccato Voldemort, desideroso di concludere una volta per tutte la profezia che pendeva sulla sua testa da quasi trent'anni.

 

“ Muori!”, sentenziò Harry, saltando e calando all'attacco sul suo nemico giurato in un duello che avrebbe fatto nascere bellissime canzoni per i secoli a venire.

 

*****

 

Vrena aveva dato libero sfogo al suo desiderio di carneficina, mulinando la sua spada mutaforma con qualsiasi aspetto le venisse in mente e scatenando incantesimi necromantici a profusione. Ossa e sangue mulinavano attorno a lei, accompagnate ogni tanto da luminose anime che entravano nella sua bocca, riempiendola con un'estatica situazione.

 

Certo, i guerrieri di Psyscape erano una seccatura come sempre. I loro attacchi a base di energia mentale la bersagliavano in continuazione, lasciando forti sensazione di bruciore e indebolendola lentamente, mentre gli attacchi rivolti direttamente al suo cervello putrefatto non mancavano di farle abbassare la guardia. Oltre al fatto ovviamente che non poteva nutrirsi delle loro anime.

 

Ma tutti cadevano alla fine. Persino un Borg Anti- Mostro armato fino ai denti, che tentò di travolgerla e bruciarla con un lanciafiamme incorporato, venne tranciato in due dopo una valente resistenza prima che la sua anima venisse assorbita.

 

Mentre la non morta era intenta a leccarsi il palato con lo spirito del guerriero meccanico, un robot atterrò dietro di lei con un grande boato. Il mecha alzò lo sguardo sulla testa tumefatta di Vrena, e aprì il torace per far scendere Koromi e Ross. Le due compagne scrocchiarono il collo e si misero davanti a Vrena, che ridacchiò soddisfatta.

 

“ Ah, Koromi, benvenuta. Cominciavo a credere ti fossi dimenticata di quanto ho massacrato i tuoi amici.... mhh, circa Ventuno anni fa giusto?”, chiese mettendo le mani sui fianchi, inarcando il labbro violaceo.

 

“ Ventun'anni, due mesi, una settimana e tre giorni.”, rispose la samurai, impugnando una delle sue katane e mettendosi in posizione, lo sguardo più serio che mai.

 

“ Hai contato anche ore, minuti e secondi? Diamine, voi giapponesi siete davvero dei professionisti.”, chiese sardonica la non morta, ricevendo un cenno d'assenso.

 

“ Sì. Lo ricordo perchè esattamente un anno dopo mi sono fatta installare i miei impianti e quello successivo sono partita per l'America a cercarti. In un certo senso devo ringraziarti, è solo grazie a te se sono entrata nel team Morrigan e sono diventata ciò che sono. Senza di te non avrei fatto un decimo di ciò che ho portato a termine assieme ai miei compagni”, affermò Koromi, determinata come Ross non l'aveva mai vista.

 

“ Oh, di nulla. Devo dire che non potevo sperare in avversari migliori, in miliardi di anni sei l'unica cyborg dotata di energia spirituale che abbia mai incontrato. Neanche le unità Anti- Mostro sono come te. Diamo inizio alle danze?”, affermò dunque Vrena, avvolgendo la sua spada mutaforma con un pericoloso velo di energia necrotica.

 

Prima che le tre donne potessero cominciare il loro scontro, una colonna di fiamme verdi si frappose tra loro. Quando si diradavano, al centro del triangolo da loro formato si trovava un Tuska in piena forma, che si rialzò pompando i suoi immensi muscoli color smeraldo.

 

“ Sono tornato.....”, ridacchiò l'orco, puntando i suoi occhietti neri su Vrena, che rise sadica, ammirando la muscolosa e tatuata figura di Tuska. Dalla sua espressione non si vedeva altro che il desiderio di concludere il duello bruscamente interrotto giorni prima.

 

 

“ Ah, speravo di rivederti, amico mio. Volevo tanto concludere il nostro duello. Ti assicuro inoltre che ho dato un bel pugno a Ducson, poi, per aver osato interromperci.”, rise la non morta, mentre Tuska faceva apparire la sua ascia fiammeggiante, saggiandone il peso familiare prima di mettersi in guardia.

 

“ Tuska, scusaci se ci intromettiano, ma penso ti serva una mano. Ti secca lasciarci partecipare?”, disse Ross, accompagnando alla sua pistola una lama di energia psionica.

 

“ Più siamo meglio è, consideratevi le benvenute. Avanti, ragazze, facciamo un bel WAAAAAAGH!”, gridò a squarciagola l'orco col suo tipico grido di battaglia, lanciandosi all'attacco contro Nixla, in un impatto di potere che scosse la terra per quasi un chilometro.

**********

Forse forse avrei anche potuto attaccare questo capitolo al precedente, ma ormai...

Spero questi anticipi siano di vostro gusto, ormai mancano solo i duelli finali e un bell'epilogo che spiani la strada alla prossima storia, che sono ansioso di scrivere e pubblicare. Per favore, mandatemi un bel pò di commenti.

 

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Capitolo 20
*** Confronto finale- seconda parte ***


 

Nascosti dal resto dei rispettivi eserciti, Galahad e il Sunajii avevano continuato il loro spettacolare duello, in uno scambio di mosse sempre più rapido e letale. I due superuomini erano per certi versi l'uno l'opposto dell'altro: Galahad il nobile paladino di Camelot, l'altro un'ombra sgusciata dai più oscuri bassifondi di Atlantide.

 

L'assassino canalizzò un largo fiotto di energia magica nella sua spada, alzandola con un fendente che distrusse il terreno per una decina di metri.

 

“ Chi siete davvero voi Sunajii? Siete Atlantidei rapiti dagli Splugorth... o li servite per vostra volontà?”, chiese ansimante il Cacciatore di non morti, evitando una mossa sleale dell'avversario e rispondendo lanciando una coppia di raggi infuocati dagli occhi. Il misterioso guerriero riuscì a sua volta a parare, utilizzando la sua spada magica per parare il contrattacco.

 

“ Siamo la lama del clan Arhiman. Siamo la salvezza della nostra specie. Siamo la rovina degli Splugorth.”, affermò con un tono talmente fanatico da far impallidire anche i più ferventi dei sacerdoti guerrieri.

 

“ Se siete la loro rovina perchè vi alleate non solo con loro , ma con altre delle due Intelligenze aliene più avide e pericolose? Sarà un miracolo se avremo ancora un'Atlantide da rinconquistare.”, domandò ancora il Cacciatore di non morti, velocizzando i suoi affondi.

 

“ Noi siamo un'ulteriore ramo dei Sunajii. Gli altri si limitano a ingannare gli Splugorth facendo loro credere di esserne i più fedeli servitori, raccogliendo informazioni e cercando di spingere i nostri simili alla guerra. Noi facciamo lo stesso coi loro rivali, per indebolirli dall'interno.”, affermò l'assassino, sparando un potente proiettile di luce nera.

 

“ Disgustoso. Avete tradito millenni di tradizione del nostro popolo per perseguire un piano senza via d'uscita.”, disse schifato il Cavaliere, prendendo una sua pistola per sparare a raffica contro l'avversario, che però schivò con l'agilità tipica del suo ordine.

 

“ La tradizione, come tante altre cose, non è che uno strumento. Lo strumento per salvare la nostra patria!”, insistette l'assassino.

 

“ La nostra patria è il Megaverso, non un singolo continente!”, protestò Galahad, insultato e inorridito da una simile non curanza per il prossimo, cominciando uno scontro ravvicinato con l'avversario. Le loro armi magiche si incrociarono in una pioggia di scintille, finchè il cavaliere non riuscì a disarmare il Sunaji.

 

Tutti i tatuaggi di Galahad si illuminarono, traendo energia magica da tutte le ley line nelle vicinanze. La sua spada si illuminò, diventando una figura traslucida, ma dal potere più che palpabile. Si lanciò quindi in un'ultimo singolo affondo contro la lama di tenebra del rivale.

 

Il Cavaliere digrignò i denti, venendo spinto all'indietro dall'oscuro potere del Sunaji.

 

Ripensò al suo vecchio allievo, Charlie, che aveva combattuto un'intera squadra di Cernouns e giganti assetati di sangue per coprire la ritirata dei compagni. Non poeva essere da meno.

 

I suoi tatuaggi cominciarono a vorticare, mescolandosi tra loro ed enfatizzando il loro bagliore come dotati di vita propria, traendo forza anche dalle vicine Ley Lines finchè la spada di Galahad non spezzò quella del nemico.

 

Con sua immensa sorpresa, il Sunaji venne spinto all'indietro dal semplice impatto, e venne completamente scaraventato a terra quando dagli occhi di Galahad partì una coppia di raggi incandescenti che inoltre resero la sua armatura Mega- Danno quasi inservibile.

 

“ Avanti, Galahad, finiscimi. Hai combattuto con onore, guadagnati la gloria che meriti.”, disse gelido l'assassino, affondando le dita nella nuda terra mentre il Cavaliere gli puntò la spada alla gola.

 

“ Prima dimmi... qual è il tuo nome?”, domandò di rimando Galahad. L'altro rispose con voce rauca e furiosa.

 

“ Sangor, figlio del Clan Arihman.”.

 

“ Sangor, meriteresti che dica tutto agli altri clan riguardo le mosse dei tuoi fratelli. Ma prima di tutto ho un dovere verso l'alleanza. Quindi ti risparmio la vita, il che ti mette in debito verso di me.”, affermò dunque il Cavaliere, facendo sparire la spada, ma mettendo un piede sul petto dell'assassino con sguardo torvo.

 

“ Cosa desideri?”, ringhiò il Sunajii, affondando le dita nel terreno. Gli occhi di Galahad si indurirono mentre teneva la spada a una distanza fissa dalla gola del nemico a terra.

 

“ Per caso, da qualche parte in Atlantide ci sono delle copie dei trattati delle regole che legano i Re Yama all'Imperatore di Giada?”, chiese, facendo sbarrare gli occhi dello sconfitto.

 

Non era che a Galahad andasse tanto di risparmiare la vita a Sangor e l'umiliazione agli Arihman colpevoli di aver creato i Sunajii. Ma avere a disposizioni i trattati avrebbe limitato di molto il potere dei Re Yama nella prossima guerra, proteggendo i soldati dalla loro influenza. Sarebbe stata la differenza tra la vittoria e la sconfitta.

 

“ Sì, certo. Sono tra gli articoli più costosi e protetti. Anche se sono tutte incomplete. Non vorrai mica...?”, chiese sbalordito il Sunajii, capendo dove l'altro voleva andare a parare.

 

“ Quel trattato potrebbe salvare innumerevoli vite durante la nostra campagna. Considerando quante vite voi avete messo in pericolo per i vostri desideri egoistici, è il minimo che ci dovete.”, stabilì' fermò Galahad, stuzzicando appena la gola di Sangor con la punta della sua arma. L'altro Atlantideo non potè che sbuffare.

 

“ E va bene. Galahad del clan dei Bag' Dach, ti ringrazio per avermi risparmiato la vita e prometto che ti recapiterò ciò che cerchi. Ma non illuderti, un giorno avrò la mia vendetta.”, disse dunque l'assassino con tono irato, prima di svanire tra le ombre. Galahad si portò una mano sul viso, augurandosi di non aver fatto un errore a fidarsi. Solo il futuro gliel'avrebbe detto.

 

“ Sono Sir Galahad, chiedo soccorso alla mia posizione.”, disse il cavaliere, attivando il suo comunicatore.

 

*****

 

Lo scontro tra Harry e Tom era durato per un tempo indefinibile agli occhi dei due, nessuno di loro che fosse capace di ottenere un minimo di vantaggio sull'altro, continuando un fluido e rapidissimo conseguirsi di mosse e magie.

 

Voldemort aveva una grande esperienza, ulteriormente affinata dall'addestramento fatto con Vrena nelle ultime settimane, e un mostruoso talento per la magia, per qualsiasi tipo fosse. Per di più era anche molto sleale.

 

Harry dal canto suo era più forte, veloce, possedeva un'arma molto efficace contro la mostruosità che il suo nemico giurato era diventato, e soprattutto era nato per ucciderlo in via definitiva.

 

“ Un magnifico talento, sprecato al servizio di un'alleanza che crollerà al primo litigio.”, sputò il Mietitore, sparando potenti raffiche di energia nera. L'avversario canalizzò energia nel suo bastone, creando una barriera con cui risultò illeso pur venendo spinto all'indietro di vari metri, sparando poi una potentissima palla di fuoco che si scontrò a mezz'aria contro gli attacchi avversari. Partì di nuovo all'attacco, aiutandosi con alcune scariche di fulmini prima di ritornare a distanza ravvicinata e dando una fortissima spallata al Mietitore.

 

 

Voldemort atterrò nel fango, rotolando più volte prima di rialzarsi a fatica e venire improvvisamente afferrato per i capelli, ritrovandosi davanti la figura della sua nemesi, non meno stanca di lui, ma pronta a sferrare il colpo di grazia.

 

" Hai... finito tutti i trucchi, finalmente?", ansimò Harry, stringendo le dita guantate sulla nuca del Mietitore, mentre la mano libera stringeva con rabbia l'asta prestatagli da Ginny, pronta a liberarne il potere per porre fine una volta per tutte alla battaglia della sua famiglia e dell'Ordine della Fenice.

 

Tom deglutì. La sua energia magica era quasi all'orlo, era stato ferito non poco già prima di iniziare il duello con Harry e poteva sentire che ormai anche Nixla aveva lasciato quel piano di esistenza, portando di conseguenza alla graduale scomposizione della sua forma corporea. C'era solo una cosa che potesse fare.

 

" No.... ho ancora un'ultimo trucco. Un'offerta che non puoi rifiutare.", sibilò il mago oscuro, portando il più rapidamente possibile le mani alle tempie di Harry, che gridò mentre una serie di visioni invadeva il suo cervello, diventando sempre più concrete e reali ai suoi sensi. Vide sè stesso seduto sul trono di Camelot, Ginny al suo fianco vestita con gli stendardi del loro intero Pantheon mentre Nemo, l'imperatore del Giappone, Plato e molte altre figure si inchinavano dinnanzi a lui.

 

Dall'Inghilterra partirono molte navi sotto il suo comando, conquistando in poco tempo l'America, l'Eurasia e persino Atlantide. Anche il Signore degli abissi cadde con un solo colpo della sua spada e mai sazio di nuova gloria e potere, quell'Harry rievocò dunque Morte per sottomettere il resto del Megaverso con una sacra guerra nel suo nome.

 

' Che ne pensi, Harry? Io posso darti tutto questo e ancora di più. Posso renderti un dio.', mentì Voldemort con voce suadente, aumentando la sua presa sul mago guerriero e avvicinandosi sempre più alla sua anima con l'intento di assorbirla. Anche il ragazzo che anni prima aveva segnato la sua caduta sarebbe caduto per mano delle stesse promesse di potere che aveva fatto anni prima ai suoi Mangiamorte.

 

" Io.... non ho bisogno di questo...- ribattè però Harry, stringendo il polso dell'avversario e allontanandola con immenso sforzo da sè, facendo affidamento a ogni briciola di potere rimastogli per incanalarlo nell'asta che stringeva- non voglio questo... l'unica cosa che voglio è la tua fine!", esclamò liberandosi finalmente dal Mietitore, che cadde nuovamente guardando come tra le mani di Harry apparve una grandissima spada di luce, la cui lama penetrò senza difficoltà nelle sue corrotte membra, accompagnata da un'onda d'urto e un'alone di luce che percorsero una buona parte della foresta, venendo avvistato anche da soldati molto distanti.

 

Infine di Voldemort non rimase più niente, e Harry cadde in ginocchio, portandosi la mano alla cicatrice mentre lacrime di gioia gli rigavano il viso. Era finita, le vittime di Voldemort, incluse le anime da lui assorbite negli ultimi mesi, avrebbero potuto riposare in pace.

 

“ Stai bene, eroe?”, chiese sardonica Ginny vedendolo tornare, ansimando e arrancando sulle gambe.

 

“ Harry, sei stato bravissimo. E se quanto mi ha detto Morek è vero, dovremmo riservarti i più grandi onori mai concessi da Camelot.”.

 

Il giovane mago guerriero si inchinò rispettoso, ma non molto inorgoglito dal complimento.

 

“ Se li ricevessi io, dovrebbe essere lo stesso per qualsiasi soldato che si è fatto valere oggi. Specialmente i caduti. E' grazie a loro se le nostre isole sono ancora al sicuro. Il futuro non appartiene agli eroi in fondo, ma a semplici uomini che possono guardare il male in faccia e mantenere la posizione mentre l'affrontano.”, stabilì con tono fermo, prima di scortare la sua regina e i compagni a una posizione sicura.

 

*****

 

“ WAAAAAGH!”, continuava a gridare Tuska, il suo viso verde scuro un'espressione di pura gioia mentre incrociava la sua ascia infuocata contro la spada mutaforma di Vrena in un brutale quanto elegante scontro che riempiva di gioia i due micidiali guerrieri.

 

Koromi si muoveva in simbiosi sull'orco, potenziando a sua volta le proprie katane con fiamme o fulmini nati dal ki, impegnando la non morta per impedirle di difendersi o disintegrando con facilità i costrutti d'ossa da lei continuamente evocati.

 

“ Mi sto divertendo un mondo.”, esclamò Ross, continuando a sparare a raffica, cercando di chiudere Vrena in un reticolo di laser psionici e difendendosi dagli attacchi con rapidi movimenti della sua spada d'energia..

 

“ Adoro questa pianta.”, rise Tuska, sparando una raffica di fiamme verdi su Vrena, che trasformò la spada in uno scudo avvolto di energia nera, riuscendo a assorbire l'attacco senza particolari problemi. Ma Koromi la prese alle spalle, vorticando le sue lame con rapidità sempre maggiore.

 

Il confronto tra Koromi e Vrena si fece sempre più frenetico, la doppia lama avvolta dal Ki della prima che si scontrava con lo spadone cangiante della guerriera Non morta. Energia verde e nera si mescolarono in ipnotici archi che variavano assieme alle mosse della battaglia.

 

“ Continua, continua...!”, ansimò Nixla, sempre più presa da quel micidiale duello. Koromi incrociò le katane, generando una croce di puro Ki che lasciò un segno sulla corazza della rivale.

 

“ Quando Vrena si ritrovò circondata, creò due globi di energia nera che unì a mezz'aria. Attorno a lei si generò una torre di luce nera ricoperta di tentacoli, un relativamente debole, ma comunque minaccioso riflesso della sua vera forma.

 

I tentacoli della mostruosa apparizione si mossero in un letale vortice volto a ridurre in frammenti i tre avversari. Koromi e in misura minore Tuska riuscirono a schivare con relativa facilità, ma Ross venne facilmente spinta in un angolo del ' ring', fuori dal quale proseguiva il resto della battaglia.

 

La Cyber Samurai lanciò un fendente di energia cerulea, tranciando alcuni tentacoli, che però si rigenerarono all'istante per poi prenderla dalle gambe. Koromi dondolò più volte dalle orribili appendici, arrivando vicina al vomitare la colazione, venendo infine salvata dai fulminei raggi di Ross, mentre Tuska, una volta caricato al massimo il suo braccio bionico, si buttò a piena potenza contro la torre nera, buttandovi fuori Vrena.

 

“ Ragazzi, ora penso io a lei, statene fuori!”, ordinò Koromi, gettandosi a mani nude contro la non morta, intrecciando con complicate mosse i suoi arti bionici e l'arma mutaforma della rivale. Ross e Tuska, per abili che fossero, non riuscirono a percepire la quasi inarrivabile rapidità delle due contendenti.

 

La spada di Nixla, avvolta da terribili energie necrotiche, impattè più volte sulla corazza Mega- Danno di Koromi, lasciando brutti segni mentre i colpi della samurai strappavano e facevano volare pezzetti di sangue marcio e carne putrefatta, i circuiti che lavoravano alla massima potenza possibile.

 

“ Dimmi, Koromi, quanto hai sacrificato per diventare ciò che sei?”, chiese sardonica l'intelligenza aliena, tagliando un braccio della samurai, che eseguì una capriola prima di infilarle la spada nella spina dorsale.

 

“ Me stessa. E prima che tu lo chieda, ne è valsa la pena.”, commentò Koromi con tono vittorioso, afferrando la mano e stringendola per impedire a Vrena di togliersi da lei.

 

La spadaccina aprì il torace, rivelando uno sfavillante cristallo azzurro. Il solo avvertire quella purissima luce sembrò bruciare la pelle di Nixla, avvolgendola con neri fumi mentre l'orrore invase i suoi occhi.

 

“ Indovina cos'è questo?”, chiese sardonica Koromi, canalizzando quel potere in una delle sue braccia bioniche., illuminando il campo di battaglia con un bagliore di pura energia spirituale.

 

“ E'...e'.... come hai fatto a ottenere il cuore di un drago Zenith?!”, chiese la spaventata non morta, riconoscendo il cuore ancora carico di energia di uno dei potenti difensori di cristalli di Psyscape.

 

“ Ho fatto un grosso favore al suo compagno. Ora vattene per sempre dalla Terra! Calcio della tigre ruggente!”.

 

La gamba meccanica di Koromi si diresse impietoa sul busto di Vrena, venendo avvolta da archi di Ki simili a possenti artigli. Le lame improvvisate tagliarono l'armatura Mega- danno di lei, prima di affondare nella sua carne.

 

Vrena gridò dal dolore, il suo corpo che si disintegrava e veniva rapidamente purificato al tempo stesso dall'energia spirituale di Koromi.


“ E.... ero arrivata così vicina. Ma è stato molto divertente.”, commentò cadendo a terra, gli arti che si irrigidivano mentre lo spirito di Nixla faceva di tutto per rianimare un'ultima volta il proprio burattino. Ma qualcuno le pestò il capo, infondendovi un fiotto di energia psionica col risultato di bloccare ogni tentativo di resurrezione.

 

“ Addio per sempre, stronzetta.”, ridacchiò Ross, prima di tagliare il cadavere della nemica sconfitta con la propria spada psionica, assicurandosi che non potesse rigenerarsi.

 

“ Potevi anche chiedermi prima di prenderti l'ultimo colpo, Ross.”, scherzò Koromi, fintamente offesa, avvicinandosi alla pistolera, che le diede un colpetto sulla spalla priva di braccio. Tuska dal canto suo si mise a ridere soddisfatto, un possente suono che riverberò per quelle lande devastate.

 

“ Che magnifico duello. Pensateci, abbiamo sconfitto un'Intelligenza aliena. I popoli del Megaverso ne parleranno per migliaia di anni.”, disse l'orco, estasiato dal numero di ballate che sarebbe state dedicate a loro, il sogno di qualsiasi guerriero assetato di gloria. Le due ragazze annuirono e si aggrapparono a lui, per raggiungere il prima possibile qualche guaritore, speranzose di trovarvi anche i compagni.

 

“ E speranzosamente anche un segno che Nixla può essere uccisa una volta per tutte.”.

 

*****

 

Lo scontro tra Arthur e compagni contro Merlino proseguì senza esclusione di colpi da entrambi le parti, decise a tutto pur di vincere.

 

Coloro che avevano combattuto il team Morrigan in America sapevano già quanto potessero essere brutali, ma non li avevano mai visti così.

 

Arthur combatteva come un forsennato, muovendo la sua fidata spada sega con immensa ferocia e approfittando di ogni apertura per scagliare un incantesimo o dare un'occasione ai compagni. Zhen Hi era a sua volta una scheggia, agendo come distrazione per i compagni e colpendo con impeccabile precisione, rivelando però la sua ferocia da Pazzo.

 

Persino Arama, il gentile gigante del gruppo, combatteva con una ferocia che fino ad allora aveva dimostrato solo contro gli scagnozzi del Signore degli abissi. La sua mazza neurale si infrangeva da una parte all'altra della caverna, cercando di colpire Merlino, colpevole ai suoi occhi di aver causato tanto dolore alla sua famiglia adottiva.

 

Ovviamente Merlino non era da meno, e per quanto indebolito negli ultimi anni, rispondeva con terribili dimostrazioni di potere elementale e armi d'energia.

 

“ Pugno d'energia della Gru!”, esclamò Zhen Hi, saltando con tutta la forza che aveva nelle gambe contro Merlino, concentrando nel pugno una fortissima aura bianca prima di piantarla nello stomaco dell'essere. Questi sputò un po' di sangue, prima di avvolgere il pugno a propria volta con una fortissima energia magica e calarla sul cranio del Guerriero del fulmine.

 

“ Maledetto.”, imprecò il perfido mago, indietreggiando e formando appena in tempo una barriera d'energia per difendersi dalle pallottole Mega- danno di Arthur. Il ministro delle scienze sprecò un intero caricatore di pallottole preparate personalmente per combattere l'essere, dunque caricò un fiotto di energia psionica e magica nell'arma, sparando una grossa sfera blu e arancio che disintegrò lo scudo di Merlino.

 

“ Arrenditi, vecchio mio. I parassiti che hai posto negli Alberi millenari sono già stati distrutti, tu e Nixla non potete più manifestarvi e non hai abbastanza potere per sconfiggerci.”, gli intimò Arthur, preparandosi a ripetere l'attacco.

 

“ Zashan non si è mai inchinato a un mortale e non comincerò certo ora.”, affermò la perfida entità, alzando le mani e raccogliendo un largo fiotto di energia magica gli rimaneva, creando un inferno di fuoco che avvolse i tre guerrieri. Al tempo stesso il suo corpo venne ricoperto da una tuta cangiante, che a una visione più accorta si sarebbe rivelata essere un ammasso di tentacoli.

 

Era l'Armatura del terrore, un incantesimo abbastanza comune, ma non per questo meno efficiente. Arthur tentò di scagliargli contro una granata, che venne però afferrata dalle appendici e lanciata verso una galleria.

 

“ Arama, tocca a te.”, ordinò secco il leader della Vendetta di Morgause.

 

L'Orca biforme annuì e canalizzò energia nella sua armatura, correndo e trasformandosi in un proiettile bianco e nero che impattò l'armatura di Merlino riuscendo a indebolirla non poco, sebbene fosse ancora attiva. Il mago ricevette in pieno quasi tre tonnellate di puri muscoli e metallo, potenziati dalla magia del guerriero e venendo strisciato sul terreno roccioso con forza devastante, seppur ancora protetto dall'ammasso di tentacoli che l'avvolgevano.

 

“ PALLA DI FUOCO!”, esclamò generando una potentissima conflagrazione, che lo liberò dal corpulento guerriero. L'incantesimo avrebbe probabilmente passato Arama da parte a parte non fosse stato per la sua nuova armatura Mega- danno, ma il suo posto venne subito preso dai due compagni, che si coordinarono in un mescolarsi di fendenti e proiettili, mettendo a dura prova i riflessi di Merlino.

 

Fasci di luce ed esplosioni avvolsero più volte i tre combattenti in una crescente violenza dove l'unica cosa che contava non era la strategia, ma il desiderio di una parte di uccidere l'altra nel modo il più brutale possibile.

 

Merlino bloccò facilmente la nuova mossa di Zhen Hi e lo spinse via... solo per essere attaccato alla schiena da un altro Zhen Hi con un potentissimo calcio avvolto da un'aura marrone che esplose in schegge di roccia. L'avatar di Zashan strisciò di nuovo sul terreno, ma si rimise presto in piedi, fissando il nuovo scocciatore.

 

“ Chi sei tu?”, chiese dunque Merlino, voltandosi verso il Guerriero del fulmine che aveva messo al tappeto, che si trasformò in una nuvola di nebbia.

 

“ Piaciuto lo scherzetto, vecchio pazzo?!”, rise Percival, riassumendo la sua forma naturale e colpendo il nemico con la coda, lanciandolo contro una parete con forza micidiale.

 

Rialzatosi, fu bersagliato proprio dal vero Zhen Hi, che apparve e scomparse a velocità sorprendenti, mettendo a segno ogni volta una potente tecnica marziale. Fiotti di Ki, spesso in forma di elementi che gli avvolgevano gli arti, indebolirono sempre più la viscida corazza di Merlino finchè anche i tentacoli non bruciarono. Infuriato per la perdita delle sue difese, l'incantatore si teletrasportò a debita distanza e rispose accumulando energia nel pugno per spararla contro l'avversario sotto forma di un devastante pugno luminoso, la cui onda d'urto rieccheggiò per l'intero sottosuolo.

 

Il guerriero del fulmine venne spinto all'indietro con terribile forza, anche il suo elmo frantumato, mentre i suoi impianti bionici rilasciavano pericolose scariche elettriche. Ma aveva compiuto il suo compito, distruggere l'armatura di Merlino per lasciare spazio ai compagni.

 

“ Ora di finirla, stronzo.”, disse Arthur all'odiato rivale, il tono più carico di rabbia che mai. L'altro si voltò, avvertendo una sensazione che non aveva provato per anni... la stanchezza.

 

“ Sono pienamente d'accordo.”, disse mettendosi in posizione per l'ultimo attacco.

 

Il Weasley tirò fuori l'elettro bacchetta, utilizzandola come focus per materializzare una spada di luce sacra, mentre Merlino evocava una spada psionica avvolta da varie sfere elementali.

 

Ancora una volta i due incantatori si scontrarono senza rimorsi, le loro energie magiche e psioniche che circolavano in un devastante vortice. I contendenti si guardarono con enorme rabbia reciproca, invitandosi l'un l'altro ad arrendersi per un tempo che parve infinito. Infine la lama psionica di Merlino sembrò cedere, permettendo ad Arthur di avvicinarsi alla sua spalla e con un grido, entrambi liberarono tutta l'energia accumulata in una terribile esplosione che per poco non fece crollare la caverna.

 

Arama, Percival e Zhen Hi guardarono da una parte e dall'altra. Merlino aveva perso quasi tutto il corpo, gli rimanevano solo una parte del busto e un braccio. Arthur invece...

 

“ Arthur, oh, dei....”, disse Arama, vedendo il suo fratello in tutto meno che nel sangue privo di gambe. Il Tecnomago ansimava pesantemente, stringendo ancora le armi come un disperato, quasi a indicare i moncherini cauterizzati che aveva sotto la vita.

 

“ Arama, sollevami.... e portami davanti a Merlino.”, disse questi, cercando di ignorare il dolore parti mutilate. Il guerriero marino cercò di protestare, ma l'altro insistette e così lo prese in braccio, portandolo davanti al nemico sconfitto.

 

“ Soddisfatti, spero.”, disse Merlino, sputando fiotti di sangue quando vide Arthur tenuto ben stretto da Arama e circondato dagli ultimi due membri del gruppo. In altre circostanze l'avrebbe preso in giro, ma considerando che era messo già peggio...

 

“ Molto.”, confermò Zhen Hi, tastandosi i propri impianti cerebrali, ora fonte di un bizzarro dolore.

 

“ Devo chiederlo, Merlino.Sarebbe valsa la pena tradirre Ar'tuu e distruggere tutto ciò che hai creato?”, domandò Arthur al caduto, la cui espressione si fece per qualche istante quasi vacua.

 

 

 

Ripensò a un fatto di molti anni fa, accaduto appena dopo che gli abitanti di New Hogsmeade giurarono fedeltà ad Ar'tuu. Dopo una battaglia, aveva cercato di convincerlo a comandare dalle retrovie per un po'.

 

" E' vero , mio caro amico che si preoccupa di me come farebbe un padre , che al popolo serve un re. Non però in qualche torre sopra le loro teste, bensì con loro nelle strade e sul campo di battaglia!

Fighting at their side ! Non chiederei a nessuno dei miei cavalieri di combattere una battaglia che non affronterei di persona. Se combattiamo e vinciamo, vinceremo assieme! Se cadiamo, cadremo assieme! Re, cavalieri e contadini cadranno insieme per ciò che è giusto! Combattere per la libertà, la giustizia e la fratellanza! "

 

 

“ Sapete, forse da qualche anno cercavo qualcuno che mi fermasse- disse infine con un malinconico sorriso- La parte di me più affezzionata a Camelot, quella più umana, non voleva continuassi il mio piano. Insomma, Camelot è la mia più grande creazione, ho passato un secolo a forgiare il tutto.”.

 

“ Ultime parole?”, chiese il Tecnomago, lo sguardo quasi folle mentre quasi assaporava la fine di quella battaglia, ma anche quasi pietoso per quell'essere che aveva scoperto di avere dei sentimenti ed era rimasto incapace di comprenderli

.

 

“ Prenditi cura di Ar'tuu.”, rispose secco Merlino, ricevendo un assenso.

 

“ Già, avrà bisogno di un nuovo mentore. Qualcuno che guidi lui e l'alleanza.”.

 

“ Lo vedo di fronte a me.”, furono le ultime parole del mago, certo di avere dinnanzi a lui colui che avrebbe continuato a guidare Ar'tuu e tutta Camelot.

 

Arthur fece circolare la sua energia in Mea Culpa, affondando la lama a sega nel torace del caduto nemico. L'avatar di Zashan esalò un ultimo respirò mentre frammenti di osso e schizzi di sangue zampillavano ovunque.

 

“ Ce l'hai fatta, Arthur. La vendetta di Morgause si è compiuta.”, si complimentò Percival, lieto che l'obbiettivo che la loro confraternita si era posto fosse stato compiuto.

 

“ Ce l'abbiamo fatta, amici. Ora torniamo a casa. Oltre che alle mie gambe voglio anche dare un'occhiata agli impianti di Zhen Hi.”.

 

 

*****

 

L'ultima battaglia per la salvezza o la distruzione di Camelot aveva raggiunti livelli secondi solo a quella di Loch Ness, con la differenza che Plato stesso ora guidava le truppe e scaricava la sua immensa furia sui nemici. Il potente dragone, pur schiacciando crani demoniaci e incenerendo orde di mercenari con le sue fiamme, aveva un solo obbiettivo.

 

Ducson era stato a sua volta intento a far calare morte e distruzione sui suoi nemici, cavalcando un tappeto volante e cercando al tempo stesso di sfuggire dal presidente di Lazlo. Il perfido incantatore scagliò una serie di globi di energia cotnro un gruppo di soldati, che vennero protetti appena in tempo da un Glitter Boy.

 

Con un ruggito Plato fu addosso al rivale, gettandosi assieme a lui in una furiosa lotta aerea di esplosioni e luci che distrassero per poco anche i combattenti sottostanti. Alla fine però Ducson venne scagliato a terra con un forte boato, dove anche le sue barriere persero finalmente potenza.

 

Il dragone assunse la sua forma umana, quella di un corpulento anziano dall'espressione molto arrabbiata. Era un aspetto gioviale che usava per ispirare fiducia nel consiglio di cui era a capo, ma per il momento non c'era niente di rassicurante in lui.

 

“ C- che vuoi fare, Plato?”, chiese terrorizzato Ducson, indietreggiando e tentando qualche altro incantesimo che rimbalzò sulla pelle del dragone, protetto da un'aura difensiva mentre si avvicinava impietoso a lui.

 

“ Assicurarmi tu non faccia ulteriori danni!”, disse con una voce colma d'ira l'anziano drago, prendendo la testa di Ducson in mano ed entrando nei suoi ricordi, cancellando quelli legati a Merlino.

 

“ Esci fuori dalla mia mente, bastardo!”, gridò il Trasmutatore, formando un potente raggio di energia che spinse indietro il nemico, pur non ferendolo più di tanto.

 

“ Esco dalla tua mente... tu esci dalla vita.”, affermò riprendendo il suo vero aspetto e prepararsi a inondarlo con un inferno di fiamme.

 

“ Mio signore!”, disse una voce, di nuovo l'arrivo di Bloodmist, che scansò via Ducson per poi teletrasportarsi insieme a lui sotto il furioso sguardo di Plato. Il drago ruggì, terrorizzando gli ultimi nemici rimasti, che fuggirono, ponendo dunque fine a quel terribile giorno di scontri.

 

“ Fuggi, fuggi, maledetto. Ma arriverà il giorno in cui dovrai rispondere delle tue malefatte a tutti coloro che hanno sofferto per causa tua, incluso tuo nonno.”, affermò dunque il presidente, alzandosi in volo e cominciando a dare ordini per raccogliere i feriti e i caduti. La lotta era finita, ora cominciava la ripresa.

                                                                                                                      *****

Carissimi, spero che quest'ultima serie di duelli sia risultata di vostro gusto. Restate in attesa, ora arriva l'epilogo.

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Capitolo 21
*** Epilogo ***


Il ritorno del re con la delegazione russa fu un giorno di festa per tutta Camelot. Erano ormai passati un paio di mesi dalla battaglia contro Merlino e ancora una volta gli industriosi abitanti delle isole britanniche erano intenzionati a ricostruire.

 

Arthur, per il momento su una sedia a rotelle, e Galahad si erano recati come di consueto alla tomba di Charlie, parlando come di consueto al cavaliere caduto. Nel mezzo della conversazione, dietro la tomba si materializzò un varco nero da cui emerse Sangor, con un pesante libro in mano che riportava dei caratteri cinesi sulla copertina.

 

“ Non mi aspettavo di rivederti così presto.”, osservò Galahad con tono piatto e un po' sospettoso, non senza ragione.

 

“ Preferisco liberarmi il prima possibile dei miei debiti- spiegò seccato l'altro- Parte del contenuto potrebbe variare dipendentemente dal re Yama in questione, ma in generale proteggerà i vostri soldati.”, concluse lanciandolo verso Arthur, che l'afferrò con la telecinesi.

 

“ Sembra autentico.”, osservò il ministro, avvertendo la mistica aura del tomo.

 

“ Lo è, anche se come ho detto potrebbe essere incompleto.. Ministro Weasley, Galahad dei Bag Dach, i miei rispetti, siete stati dei meravigliosi avversari.”, disse il temibile assassino, inchinandosi lievemente, seppur senza impressionare troppo i due guerrieri.

 

“ Ti ringrazio, Sunaji. Ma ti consiglio di andartene prima che le mie nuove gambe siano pronte.”, intimò Arthur, facendo vibrare leggermente la sua aura magica. Comunque più che a sufficienza perchè Sangor capisse il messaggio.

 

“ E' quello che intendo fare. Vi auguro buona fortuna con la vostra crociata in Cina.”, rispose lui, inchinandosi per poi svanire nella propria ombra.

 

“ Che essere abominevole. Lui e tutto il suo clan.”, commentò il Tecno- mago sputando a terra. Ai suoi occhi i Sunajii avevano macchiato l'odore degli Arhiman degni di questo nome e in minor misura di tutti gli altri Atlantidei, vendendosi alle creature che stavano impedendo alla Terra dei Rifts di guarire. Aveva concordato col collega di non dire niente a riguardo, come avevano fatto con Merlino, per evitare una guerra civile tra i pochi Atlantidei rimasti, ma non gli sarebbe dispiaciuto vedere quei bastardi pagare per tutto il dolore causato ai loro simili.

 

“ Ha avuto almeno abbastanza onore da rispettare il nostro patto.”, rispose Galahad, un po' malinconico, passando il libro appena portatogli al collega. Questi lo lesse attentamente, venendo intanto spinto dall'Atlantideo verso casa. Da lì sarebbero andati alla cerimonia che si stava tenendo per celebrare il ritorno del re.

 

“ Manca qualche pezzo, se ricordo bene le lezioni di cinese datemi da Zhen Hi, ma credo servirà allo scopo- affermò dopo un'attenta lettura- Hai già la scusa per dire come lo hai avuto?”.

 

“ Dirò semplicemente che un amico dal clan, infiltratosi ad Atlantide, è riuscito a portarlo. Non è così lontano dalla verità.”, commentò malinconico Galahad, facendo salire l'amico sul lato passeggeri di Morrigan e prendendo il volante, dirigendosi verso la capitale.

 

******

 

Molly e il team Morrigan erano praticamente in lacrime nel vedere Harry, Ron ed Hermione inchinati davanti al re. Accanto a loro si trovava quasi tutta la popolazione di Camelot, civili e soldati felicissimi di rivedere il loro re.

 

Questi si trovava sull'impalcatura per le cerimonie, vestito in una nuova armatura bianca e argentea costruita per lui a Sovietski. Caliber- X scintillava sotto il sole di mezzogiorno. Era chiaro che aveva pianto molto dopo il suo ritorno, la morte di Merlino, considerato dai più una tragica vittima sacrificatasi per fermare le orde di Nixla, era stato un duro colpo.

 

I tre incantatori erano chinati sul ginocchio, lo sguardo ansioso come non mai. Si poteva dire avessero aspettato quel momento per tutta la vita. Ar'tuu fece pochi passi verso il trio, abbassando la sua lama sulla spalla di Harry.

 

“ Miei sudditi. Nostri fedeli alleati... sono tornato pochi giorni fa, scoprendo del male che ha afflitto questo pianeta per troppo tempo e che è stato qui respinto in via spero definitiva. Sebbene a caro prezzo, tra cui la vita di molti dei miei cari, non solo l'uomo che mi ha praticamente cresciuto. Se fosse possibile enumererei le gesta di ogni uomo o donna che abbia combattuto per questa terra. In mancanza di questo privilegio, mi accontenterò di premiare questi giovani meritevoli.”.

 

“ Vedo che non ha perso il dono della parlantina.”, ridacchiò Ross, dando un colpetto di gomito a Molly.


“ Beh, secondo te in quale altro modo avrebbe potuto radunare così tanta gente.”, rispose lei indicando gli ambasciatori russi accanto al re, che si avvicinò ad Harry, posandogli Caliber- X sulla spalla.

 

“ Harry Potter, per aver riportato i Cavalieri dell'Apocalisse alla loro antica forma e aver sconfitto una volta per tutte Voldemort, io ti nomino cavaliere della tavola rotonda.”, disse con tono sacrale il re, mentre un applauso esplose in tutta la piazza.

 

“ Non vi deluderò, sire.”, assicurò Harry, quasi piangendo di gioia per l'essere investito di tale onore. Ar'tuu volse quindi lo sguardo verso Hermione.

 

“ Hermione Granger, nel nostro viaggio la tua saggezza e le tue conoscenze ci sono state di immenso aiuto. D'ora in poi sarai la custode della nostra conoscenza e somma bibliotecaria del regno.”.

 

A differenza di Harry, la Viandante delle Ley Lines non riuscì a trattenere le lacrime, al pensiero di avere a disposizione tutta la conoscenza mistica del regno e la responsabilità di difenderla. Annuì col capo, circondata da altrettanti applausi mentre anche Ron si trovava il proprio sovrano di fronte.

 

“ Ron Weasley. Mi sei stato al mio fianco nel periglioso viaggio in Russia, affrontando mille pericoli per difendere me e il resto della nsotra squadra, dirigendo anche un intero plotone. Ti nomino seduta stante alto sergente del nostro esercito. So che nelle future battaglie guiderai i nostri uomini con saggezza.”.

 

“ Grazie, vostra maestà. Sarà un onore combattere di nuovo al vostro fianco.”, disse grato Ron, dando un ultimo inchino prima di rivolgersi alla folla assieme all'amico e accogliendo le esclamazioni loro rivolte. Ar'tuu alzò quindi una mano per rivolgersi a tutta la folla.

 

“ Avete combattuto questa battaglia in mio nome e in difesa di tutto il nostro popolo, mentre io ero altrove. La gratitudine che ho verso ognuno di voi è immensa, eppure devo ancora chiedervi altro. La Terra dei Rifts è ancora sotto la piaga di innumerevoli minacce, ovunque gli innocenti soffrono. Offritemi ancora una volta le vostre braccio e il vostro coraggio per liberare la Cina. E garantire un futuro, per i nostri figli e per i figli dei nostri figli!”.

 

Un applauso scoppiò per tutto il piazzale del castello. Molly e i fratelli dell'appena promosso ufficiale piansero di gioia, mentre altri acclamavano felici la nuova e ora ufficiale alleanza.

 

“ E' mio fratello quello!”, indicò Fred a una ragazza che aveva incontrato a Diagon Alley, tale Ninfadora Tonks, che aveva seguito lui e il gemello ansiosa di scoprire le meraviglie di Camelot.

 

“ Per l'alleanza tra umani e D-Bee... HIP HIP URRAH!”, gridarono altri a scuarciagola, confidenti che sarebbe stata la speranza per l'avvenire.

 

Anche il team Morrigan non mancava di applaudire per il discorso, fieri dei risultati di Harry e del nipote o figlio.

 

“ Lo sentite?”, chiese Koromi. Ross la guardò impensierita.

 

“ Cosa?”.

 

“ L'amaro sentore di quella terribile illusione.... la speranza.”, sorrise Koromi.

 

*****

 

Il Sacro Terrore al servizio di Luna sfondò le porte del santo sepolcro, lasciando entrare la propria padrona assieme a Leisa e i loro alleati. Oltre ai Pigmei, capeggiati dal preside Sareh, c'erano con loro predoni del deserto reclutati lungo il tragitto, altri vecchi membri della comunità magica africana e D-Bee di vario genere. Incluso Sair, il Phoenixi che aveva aiutato le due incantatrici pochi mesi prima e che aveva di nuovo combattuto per liberare al suo fianco per liberare da presenze indesiderate quella che sarebbe stata la loro nuova base.

 

Gerusalemme era stato un importante centro di rifugiati all'inizio dell'epoca oscura. Migliaia di persone da tutto il medio Oriente si erano recati lì, sperando di ottenere un minimo di protezione dagli orrori che avevano cominciato a infestare il mondo e conservare la poca tecnologia che ancora avevano. Ed erano quasi riusciti a farcela, prima che Rama- set razziasse la città in modo da catturare schiavi per il suo orribile impero.

 

Non poteva esserci luogo migliore per cominciare la riconquista dell'Africa. Attraversando di nuovo la distanza dal Padre albero alla città santa, si era tornati a fare piani, il cui svolgimento sarebbe stato finalmente libero dalla presenza dei Quattro cavalieri.

 

Un gruppetto di sacerdoti si mise a pregare al centro, bruciando incenso e mirra finchè non generarono una luce sfavillante che assunse la forma di un grosso e bellissimo falco, cui i presenti si inchinarono rispettosi.

 

“ Figli miei, sono lieto di vedere che abbiate liberato una nuova base.”, disse l'entità appena manifestatasi, con una voce accogliente e rassicurante, ma calda come il fuoco. Nulla di meno per il re del pantheon egizio.

 

“ Grazie, lord Ra. Speriamo che attaccare da due fronti ci dia finalmente la spinta che ci serve per liberare l'Africa dalla presa di Rama-Set. O dallo stesso Seth.”, rispose uno dei sacerdoti che l'aveva richiamato. Questi si abbassò sul pavimento, chinando grave il capo.

 

“ Lo sarà. Ma temo che Rama- Set non si troverà in Africa quando attaccherete. Le mie spie dicono che ha ricevuto una visita da Alistair Ducson. Credo siano interessanti a contattare la Cina.”, confessò il dio, e se non fosse stata per la sua presenza, quasi tutti avrebbero imprecato. Un'alleanza tra i due malefici incantatori e i Re Yama sarebbe stato un disastro di proporzioni mai viste.

 

“ Mio, signore- disse Kurasu- vi ringraziamo tutti per l'immensa fiducia che ci date. Vi assicuro che non è mal riposta.”, disse chinando il capo assieme a molti dei compagni.

 

“ Lo so. Confido che vedrò presto magnifici risultati.”, concluse dunque il dio, alzandosi nuovamente in aria e sparendo , lasciando dietro di sé della cenere luminose. Alla sparizione del dio solare partì dunque una lunga discussione sul come fortificare di nuovo la città e infiltrarsi nei territori nemici.

 

Luna, poca avvezza alla logistica militare, lasciò la sala ed entrò dunque nel sacro sepolcro, che alcuni dei sacerdoti stavano già decorando con simboli animisti e geroglifici.

 

“ E' ora di cominciare a sognare.”, sorrise la ragazza, ponendo davanti a sè il mucchietto di cenere lasciato da Ra e alzando gli occhi sulla navata distrutta, certa che da lì in poi l'unico limite era il cielo.
                                                                                                                    *****

Salve a tutto il fandom italiano di Harry Potter, spero che questo finale vi sia piaciuto. Mi scuso se più di una parte risulta approssimativa, io stesso mi rendo conto di aver fatto un bel pò di errori con lo svolgimento della guerra. A questo punto personalmente, ero ansiosissimo di concludere qua e cominciare a lavorare sul terzo volume, che come sapete riguarderà la guerra per liberare la Cina, oltre che su un nuovo crossover tra Berserk e Warhammer: Age of Sigmar. Mi auguro di rivedervi( o meglio, vedere le vostre recensioni) su entrambi, a presto.

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