Kingdom Hearts- Force Odissey

di fenris
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Felicità interrotta ***
Capitolo 2: *** La Chiave ***
Capitolo 3: *** Olimpia ***
Capitolo 4: *** Spine rosse ***
Capitolo 5: *** I signori della galassia ***
Capitolo 6: *** Cambio forma ***
Capitolo 7: *** Un gelatinoso cammino ***
Capitolo 8: *** Assaggio di verità ***
Capitolo 9: *** Piani su Tenebrae ***
Capitolo 10: *** Mazzo di chiavi ***
Capitolo 11: *** Contesa ***
Capitolo 12: *** La regina dei draghi ***
Capitolo 13: *** Ritratto dell'eroe da giovane: parte prima ***
Capitolo 14: *** Ritratto dell'eroe da giovane: parte seconda ***
Capitolo 15: *** Ritratto dell'eroe da giovane: parte terza ***
Capitolo 16: *** Ritratto dell'eroe da giovane: parte quarta ***
Capitolo 17: *** Ritratto dell'eroe da giovane: parte quinta ***
Capitolo 18: *** Ritratto dell'eroe da giovane: ultima parte ***
Capitolo 19: *** Le creature della Forza ***
Capitolo 20: *** Amici in pericolo ***
Capitolo 21: *** Amici in lotta ***
Capitolo 22: *** L'Alba e l'Eclisse ***
Capitolo 23: *** Metal Mars-parte 1 ***
Capitolo 24: *** Metal Mars- parte 2 ***
Capitolo 25: *** Finalmente la fuga ***
Capitolo 26: *** A casa ***
Capitolo 27: *** Sotto la Grande muraglia- prima parte ***
Capitolo 28: *** Sotto la grande muraglia- seconda parte ***
Capitolo 29: *** Il ritorno di una leggenda ***
Capitolo 30: *** Terreno di caccia- prima parte ***
Capitolo 31: *** Terreno di caccia- seconda parte ***
Capitolo 32: *** Terreno di caccia- terza parte ***
Capitolo 33: *** C'è una festa qui ad Agrabah- prima parte ***
Capitolo 34: *** C'è una festa qui ad Agrabah- seconda parte ***
Capitolo 35: *** Angelo Monoala ***
Capitolo 36: *** Ira Vehementi ***
Capitolo 37: *** Viaggio allucinante ***
Capitolo 38: *** Odissea nella Forza ***
Capitolo 39: *** Fuoco e ghiaccio- prima parte ***
Capitolo 40: *** Fuoco e ghiaccio- seconda parte ***
Capitolo 41: *** Caccia su Naboo ***
Capitolo 42: *** Il triangolo del diavolo- prima parte ***
Capitolo 43: *** Il triangolo del diavolo- seconda parte ***
Capitolo 44: *** Il triangolo del diavolo- terza parte ***
Capitolo 45: *** Arrivo su Pandora ***
Capitolo 46: *** L' Albero delle Anime ***
Capitolo 47: *** La Furia del Drago ***
Capitolo 48: *** Battaglia per Mortis- prima parte ***
Capitolo 49: *** Battaglia per Mortis- seconda parte ***
Capitolo 50: *** Battaglia per Mortis- terza parte ***
Capitolo 51: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Felicità interrotta ***


Coruscant, da molti considerato la gemma di quello che fu il territorio della Repubblica. Tutt'oggi, a quasi sei secoli dalla sua caduta, molti studiosi e intellettuali si riunivano lì per discutere negli scintillanti palazzi dell'aristocrazia. Capi clan discutevano alleanze o cercavano nuovi talentuosi accoliti, sperando di avere tra loro l'asso della nuova generazione di avventurieri.

 

Ma Din Djarin, detto Mando, non era lì per discutere di politica e teorie scientifiche. E soprattutto era consapevole di cosa si nascondesse su quel pianeta oltre il primo strato: mendicanti a non finire che speravano di fare abbastanza pietà, spacciatori, ladri e mercenari come lo era lui. Case ormai sul punto di cadere a pezzi ospitavano intere famiglie di disperati e le poche palestre aperte allenavano quelli che speravano di andarsene un giorno o l'altro e non tornare mai più. Meglio non si parli dei night club, il solo vedere quei buchi di perversione metteva in subbuglio lo stomaco del guerriero.

 

Era vestito interamente con un'armatura in Beskar, formata da vari componenti che ricoprivano braccia e gambe, illuminate dalle numerose luci al neon di bassa qualità. L'elmo, realizzato in perfetto stile mandaloriano, ricopriva totalmente il suo fisico possente, mentre sulla schiena e ai fianchi portava una lancia sempre in Beskar, una pistola e l'impugnatura di una spada laser, oltre ovviamente ai jetpack tipici della sua gente.

 

 

Osservò con sguardo analitico le strade piene di vagabondi e disperati, aspettandosi possibili tranelli e attacchi da ogni lato, finchè non entrò in un locale, quasi vuoto al di là del barista, un Bangaa con un braccio meccanico che stava cuocendo alcuni burger di dinosauro.

 

“ Ciao, Mando, devi usare di nuovo il bagno?”, domandò questi col tono di un vecchio amico, prendendosi una sigaretta e osservando di sottecchi il nuovo arrivato, che si avvicinò al bancone posandovi una mazzetta.

 

“ Sì, meglio non ti dica cos'ho mangiato prima.”, rispose il mandaloriano nella solita parola d'ordine usata nel locale. Il rettile umanoide premette un bottone sotto il tavolo, aprendo una piccola botola nel pavimento prima di indicarla a Mando, che non perse tempo a scendere. Si ritrovò in una stanza quasi vuota, il cui unico contenuto erano una sedia e uno schermo olografico. Mando si sedette e cominciò ad attendere, finchè il suo elmo non venne illuminato poco dopo da un'immagine azzurra rappresentante l'immagine di una chiave.

 

“ Sei solo?”, domandò una voce alterata da un distorsore vocale.

 

“ Sì, parla liberamente.”, rispose il cacciatore di taglie incrociando le braccia.

 

“ L'incarico che ho per te potrebbe essere molto semplice o molto complicato. Alcuni, non so quanti, sanno già del tuo obbiettivo e potrebbero cercare di rapirlo. E' un ragazzo che vive sulle Isole del destino, un aspirante avventuriero.- disse sostituendo l'emblema con l'immagine di un ragazzo sui tredici o quattordici anni- trovalo e portalo all'arena dell'Olimpo. Ercole lo addestrerà finchè non verrò io a prenderlo.”.

 

Mando osservò il suo 'pacchetto'. Era alto circa un metro e sessanta, con folti capelli castani sparati in tutte le direzioni. Era vestito con una giacca azzurra con sotto un paio di magliette, dei pantaloni rossi e scarpe fin troppo grandi per lui. Aveva un sorriso smagliante sottostante due luminosi occhi blu che sembrava l'incarnazione dell'ottimismo.

 

“ Come si chiama e che altro devo sapere?”, domandò il cacciatore di taglie osservando il bizzarro look di quell'altrimenti ordinario adolescente. Augurandosi non fosse una di quelle occasioni in cui doveva interessarsi personalmente al bersaglio. Ne aveva già avute fin troppe di quelle.

 

“ Si chiama Sora, nato e cresciuto nelle Isole del destino. Si sta attualmente allenando con degli amici per diventare avventurieri, dovrebbero partire tra poco a dire il vero. Proteggilo a tutti i costi finchè non lo consegnerai ad Ercole e verrai pagato più di un milione di crediti.”, disse secco il mandante, stupendo non poco l'uomo che intendeva assoldare.

 

“ Così tanto per un ragazzino di quell'arcipelago dimenticato dagli dei? Questo ragazzo dev'essere davvero prezioso per te.”, commentò Mando, mordendosi poi la lingua per il commento non voluto. Per fortuna il suo temporaneo datore di lavoro era molto paziente.

 

“ Non hai idea. Ma ora va, come ho detto non so in quanti altri lo stiano cercando e molti di loro non si faranno scrupoli nel dare interi pianeti a ferro e fuoco pur di averlo tra le loro grinfie.”.

 

“ Capisco. Preleverò questo ragazzo il prima possibile, lo porterò da Ercole e poi ti contatterò. Questa è la via.”, affermò soddisfatto il mandaloriano prima di alzarsi e uscire.

 

“ Questa è la via, amico mio.”, concluse il suo mandante chiudendo la conversazione. Uscendo dal locale, Mando lanciò un altro po' di soldi davanti al barista, facendosi dare anche un paio di panini al volo e fece la strada percorsa poche ore fa a ritroso, tornando alla sua nave. Entrato prese un pacco di snack con sopra raffigurato una rana, assieme ai sovraccitati panini e aprì la porta della piccola palestra.

 

 

Al suo interno una minuta figura, con addosso quella che sembrava una versione in miniatura dell'armatura di Mando con due larghe orecchie verdi che sporgevano dall'elmo, era intento a combattere varie ondate di ologrammi semi solidi. Questi si presentavano sotto forma di avversari umanoidi o animali, attaccacando con cordinazione e precisione mentre il piccolo guerriero distruggeva prima l'uno e poi l'altro con un'ascia verde, muovendosi come una trottola nel respingere e tagliare quei costrutti di luce.

 

L'ultimo avversario fu un essere simile a un toro bipede , con grosse mani artigliate e una coda chiodata mentre presentava sulla testa una sorta di lunga criniera formata da vari finimenti. Ruggì contro il mandaloriano e si diresse contro di lui con l'intento di morderlo. Il ragazzo schivò facilmente un paio di colpi, mentre raccoglieva attorno alla propria arma un'aura vermiglio. Quando l'ologramma tentò un colpo di coda, l'altro saltò e abbassò l'arma generando un'onda d'urto che venne però schivata prima di ricevere come risposta un potente pugno.

 

Il mandaloriano finì dunque ai piedi di Mando, che spense la simulazione e si inginocchiò per aiutarlo a rialzarsi.

 

“ Sei migliorato, ragazzo mio. Ma continui a prenderti troppa confidenza nel momento in cui colpisci.”, disse gentile ma fermo nella sua critica.

 

“ Urgh, di rimediare cercherò. Il tuo perdono chiedo, papà”, disse il ragazzo togliendosi l'elmo, rivelando un viso verde con grandi occhi lucidi e alcune rughe qui e là.

 

“ Tranquillo, anch'io alla tua età ho fatto parecchi errori. Ringrazia di aver ancora il tempo per rimediare. Per il prossimo incarico potrei aver bisogno del tuo aiuto ”.

 

“ Un nuovo impiego trovato, quindi?”, domandò il giovane mandaloriano al padre adottivo, che si abbassò per porgergli la sua parte della cena, che cominciò a mangiare con gusto.

 

“ Sì, Grogu. Potrebbe essere molto facile o molto difficile, ma ci frutterà parecchio. Preparati, si va alle Isole del destino.”, disse il guerriero Mandaloriano dirigendosi al posto del pilota.

 

*****

 

 

 

 

 

Quella che era semplicemente cominciata come una festa d'addio, era rapidamente diventata una lotta per la sopravvivenza per tutti gli abitanti delle Isole del destino, in particolare un ragazzo. Ma partiamo dal principio, o almeno dal tardo pomeriggio in cui le Isole del destino furono quasi sterminate.

 

Al di là dell'essere un porto di scambio con la razza delle sirene o altre razze marine e un buon luogo di riposo per gli avventurieri, quello sperduto arcipelago sul pianeta Atlantica, fatto quasi interamente di acqua, non era niente di particolare. Quindi non pochi cercavano lavori che li avrebbe portati lontano almeno per mandare un po' più di soldi alla loro famiglia e ovviamente quasi tutti i bambini sognavano di lasciare il loro pianeta nativo come avventurieri in cerca di gloria nella galassia sterminata.

 

Uno dei suoi abitanti, un ragazzo di nome Sora, si stava allenando come ogni giorno, con risultati altalenanti, contro il robot d'allenamento che teneva nel seminterrato di casa sua. Il droide si muoveva su dei cingolati, era piuttosto nerboruto e aveva un viso a forma di cavaliere con spada e scudo al posto delle mani. Sugli scaffali che circondavano i due contendenti c'erano molti attrezzi, riviste e trattati sui vari clan d'avventurieri, e una manciata di bibite o snack energetici.

 

“ Perchè questa dannata tecnica non funziona? A questo punto dovrebbe avere almeno un certo effetto.”, si lamentò il castano riprendendo l'ennesima volta la propria spada di allenamento e rivolgendosi contro il droide, concentrando nuovamente la Forza nella spada di legno, avvolgendola con un lieve alone color arancio.

 

“ COLPO DI DRAGO!”, esclamò ancora con assoluta determinazione, avvolgendo la sua arma con una lieve aura arancione che sbattè sulla corazza del robot. L'impatto però non fu neanche lontanamente forte quanto si aspettava e nuovamente l'arma dell' avversario lo prese in faccia per spedirlo a terra. Si rialzò con uno sbuffo e spense l'automa prima di preparare lo zaino per andare sulla spalla.

 

Sora di per sé non era un cattivo combattente, intendiamoci. Sapeva essere agile e colpiva duro, con strategie non da buttare via. Ma il suo controllo della Forza era a dir poco pessimo. Ci metteva mesi a imparare le tecniche marziali di base e ancora non riusciva a usare un incantesimo decente, cosa che lo mandava in bestia. Dunque almeno finchè non avesse risolto il problema si concentrava di più sulla pura abilità nel combattimento con risultati comunque soddisfacenti, anche se nulla di paragonabili ai suoi migliori amici.

 

 

Fin da piccoli desideravano partire per unirsi a tanti altri avventurieri e avevano finalmente superato la prova di ammissione cui tutti gli aspiranti venivano sottoposti dall'unione dei diversi clan. Era certo che avrebbe formato una grande squadra coi suoi amici:

 

 

 

Riku, il belloccio dai capelli d'argento dell'isola, era sostanzialmente il contrario di Sora sotto ogni aspetto. Era considerato un genio da molti e aveva già imparato varie tecniche e magie. Un po' arrogante a volte, ma trattava tutti con gentilezza, incluso il suo amico pasticcione. L'unica cosa che avevano in comune oltre ad ambizioni e amici erano le discutibili abilità accademiche.

 

Kairi era la migliore amica che potesse immaginare. Una giovane paladina dai capelli rossi che non mancava mai di rimetterlo in sesto quando si sentiva giù. E per cui aveva anche una piccola cotta sebbene non l'avrebbe mai detto a nessuno.

 

Montblanc, carino e dolce Moguri amante del verde, finchè non si mette a lanciare a raffica magie nere e temporali almeno. Senza i suoi consigli Sora dubitava sarebbe andato molto oltre, aveva sempre una buona parola per lui.

 

Judy, coniglietta dal pelo grigio, era una coraggiosa pistolera e combattente corpo a corpo. Non aveva mai permesso alla propria stazza minuta di ostacolarla.

 

Arami, una Nu Mou illusionista dal manto rossastro con, capace di creare incantesimi con una grande d'area d'effetto. E anche miglior guaritrice del gruppo, un po' hippy onestamente, a parlare sempre del volere della Forza e simili come fossero vivi.

 

Speravano di diventare un clan serio prima o poi e si erano allenati duramente mentre si alternavano anche con gli studi veri e propri. Più di una volta erano arrivati vicino al suicidio però( cosa che aveva ulteriormente convinto Sora Alami facesse uso di droghe perchè altrimenti non sapeva come avrebbe resistito altrimenti).

 

“ Sora, sei pronto? Manca poco alla festa, non vorrai fare tardi, visto che è per te!”, chiamò improvvisamente la voce di sua madre, paralizzando il ragazzo che cominciò a preparare il suo unico bagalio in fretta e furia.

 

“ Arrivo, mamma, un secondo solo.”, disse il moro mettendosi lo zaino e mettendosi la spada al fianco prima di andare incontro ai suoi genitori. Quella era una serata speciale, quella in cui sarebbero partiti per il loro primo viaggio come avventurieri, ad esplorare gli infiniti pianeti della galassia e affrontando ogni genere d'avversari. Aveva passato l'intera giornata ad esercitarsi ed era certo che i suoi compagni non erano stati da meno.

 

 

Un paio di ore dopo la luna piena brillava generosa sopra la radura fuori dal villaggio e ai piedi della montagna in cui si teneva il party d'addio. Una delle numerose e bellissime spiagge era piene di fiaccole, portate lì dalle persone che volevano dare l'arrivederci ai sei avventurieri in partenza. Grandi tavole imbandite riempivano lo spazio per la festa, le loro pietanze svuotate in fretta per lasciare campo libero all'evento principale, in cui tutta la folla si mise a cerchio attorno ai festeggiati, in attesa dell'ultimo riconoscimento.

 

 

Kairi era vestita come una suora, con protezioni argentate un po' ovunque e un velo a coprirle i capelli rosso fiammante, una spada lunga al suo fianco e uno scudo sul polso.

 

Judy indossava una divisa da swat con tanto di giubotto anti laser, con due pistole ai fianchi. Teneva la schiena rigida in modo quasi ridicolo mentre il manto argenteo scintillava sotto la luce delle stelle.

 

Montblanc indossava una felpa verde e teneva il suo bordone da mago, simile a un sonaglio, in mano. Il pon pon rosso tra le sue lunghe orecchie si illuminava nervosamente per quanto restasse di cercare calmo.

 

Arami teneva un largo scialle e un cappotto a ricoprirla. Come la maggior parte della sua specie era praticamente gobba e i suoi occhi luminosi contorniavano un viso sornione come se fosse a un semplice compleanno.

 

Riku aveva un'armatura da cavaliere che lo ricopriva per intero e rendendolo piuttosto imponente, a differenza di Sora che preferiva tessuti rinforzati per muoversi meglio. La sua arma era una spada corta simile a un'ala di pipistrello.

 

“ Sono fiera di voi, ragazzi miei.”, disse il capo della milizia dell'arcipelago, Chicha, avanzando davanti a loro. Madre di tre figli, era una donna ispanica dal cipiglio fiero e con un polso saldo quando si trattava di amministrare la giustizia. Aveva insegnato ai sei ragazzi le basi delle basi nel combattere e usare la Forza, ma poi tra una cosa e l'altra si erano dovuti arrangiare.

 

“ Non esagerare ora. Abbiamo fatto quello che potevamo con quanto ci hai dato.”, disse Kairi tirando in basso il suo velo per osservare a dovere i loro concittadini.

 

“ Dico sul serio, siete andati molto oltre i risultati che mi aspettassi. Ognuno di voi si è meritato queste.”, disse la donna prendendo dalla borsa sei carte magnetiche e altrettanti strani oggetti esagonali.

 

Le prime erano le licenze da avventurieri del gruppo. Ognuna portava la foto del rispettivo proprietario assieme ai suoi dati ed era necessaria per prendere missioni, contenere i loro crediti e soprattutto unirsi a un clan.

 

I prizmod invece erano sostanzialmente borse dotate di un'enorme spazio che permetteva di contenere vari oggetti trasformati in dati, con un ulteriore spazio riservato agli Spectrobes, ovvero i vari animali su ogni pianeta capaci di usare la forza, che si sarebbero potuti unire a loro. Processo che sarebbe avvenuto in battaglia, grazie a una forma di imprinting da cui nasceva un legame quasi mistico.

 

Entrambi erano inoltre incantati per tornare sempre al loro proprietario nel caso venissero persi.

 

“ Grazie, signora. Il primo torneo che vinceremo sarà dedicato a lei.”, disse Sora sorridendo e rivolgendo a sua volta uno sguardo ai propri genitori, in lacrime come quelli dei suoi amici.

 

“ Oh, no, sarà tutto per voi, non mi dovete niente.”.

 

“ Meglio, potremmo goderci tutti i soldi che faremo.”, scherzò Montblanc, scatenando una risata generale degli amici e una finta occhiata imbronciata della donna, che gli carezzò il pompon prima di rivolgersi ai suoi concittadini.

 

“ Oggi diamo il nostro arrivederci a sei valorosi ragazzi che si sono allenati al loro meglio negli ultimi anni. A breve comincieranno il loro viaggio verso le stelle. Nessuno può dire dove arriveranno. Molti ostacoli saranno sulla loro strada, ma troveranno altrettanti nuovi amici ad aiutarli. Faccio loro i miei migliori auguri, non vedo l'ora di vedervi tornare più forti e saggi di quanto siate.”, disse la guerriera alzando le braccia a indicare tutta la folla.

 

“ Fate del vostro meglio là fuori!”, era l'esclamazione di incoraggiamento più comune.

 

“ Rendeteci orgogliosi!”, dissero i loro genitori alzando le fiaccole insieme ai propri vicini.

 

“ State attenti!”, dissero ovviamente alcuni, guadagnandosi un'allegra risata come risposta dai sei ragazzi. La festa sarebbe dunque proseguita per un altro po', mentre altri amici dei sei aspiranti avventurieri bevevano sotto le stelle giurandosi amicizia e amore eterni.

 

Il gruppo di ragazzi in partenza era davanti a un falò. Avevano passato tutto il loro tempo a parlare di sogni di gloria o dei rispettivi allenamenti quando l'umore si faceva più realista.

 

“ Migliaia di mondi da esplorare... mi sembra di poterli toccare tutti ora.”, commentò Kairi sdraiandosi sulla sabbia e puntando le stelle con le dita avvolte dal metallo.

 

“ Tante avventure da inseguire.”, le fece eco Judy.

 

“ E tutto il potere dell'universo a nostra disposizione.”, disse invece Riku, che aveva scherzato sul poter diventare l'allievo di Darth Vader, uno dei più potenti capoclan della galassia, se non il più potente in assoluto.

 

“ No, siamo noi a disposizione della Forza.”, ribattè Arami, che era sempre contro la continua ricerca del potere di Riku. Secondo lei ognuno aveva semplicimente le abilità che l'universo desiderava possedessero. La Forza, come era in genere chiamata l'energia che alimentava tecniche e magie, a suo dire era programmata per scorrere in un determinato modo in un certo individuo affinchè compisse il suo destino.

 

“ Ancora, Arami? La Forza non è cosciente. E se decidesse tutto per noi a che servirebbe allenarsi?”, le rispose Sora, che pensava a essa semplicemente come qualcosa che scorreva nel suo corpo. Insomma, i midi chlorian erano stati scoperti secoli fa ed erano nelle sue cellule per una ragione.

 

“ Basta litigare, vi rendete conto che da domani nulla sarà più come prima?”, li interruppe Kairi lanciando loro un sasso a testa, sufficienti a interrompere il litigio.

 

“ Ma poi... voi in che clan vorreste entrare, se ce lo permettessero?”, chiese Judy quando tornò il silenzio.

 

“ Dunque, a differenza di Riku credo che il clan Eclipse darebbe troppi problemi, almeno all'inizio, assumendo Vader o chi per lui ci assumesse. E' semplicemente troppo grande e militarizzato – le rispose Sora, aprendo poi una mano per contarsi le dita- anche il clan Disney è fuori dalla lista per lo stesso problema. I clan Garden o Avalanche? Operano legalmente, sono abbastanza forti, ma non troppo grandi.”.

 

“ Sì, loro sarebbero l'ideale per cominciare. Poi si deciderà se e quando cambiare. Dipenderà tutto dal nostro allenamento.”, concluse quindi Montblanc. I sei quindi tornarono a guardare le stelle, immaginandosi per un po' tutte le avventure che avrebbero vissuto intorno a loro, finchè uno di loro nuovamente non interruppe la quiete di quella sera.

 

“ Insieme per sempre?”, domandò Sora mettendo la sua mano all'interno del cerchio.

 

“ Insieme per sempre.”, risposero gli altri stringendo le loro mani e poi faticando per scoglierle.

 

La loro felicità non era però destinata a durare. Di striscio, Kairi notò una luce all'orizzonte diventare sempre più grande e intensa, rivelandosi infine essere un potente laser azzurro che distrusse completamente la cima della montagna al centro dell'isola, interrompendo i loro festeggiamenti e mettendo tutti sull'attenti. A seguire quel primo attacco, diverse astronavi da guerra con una bandiera pirata per ogni albero maestroche chiusero la distanza che li separava dall'orizzonte e si posarono sul mare, a poca distanza dalla città.

 

 

 

“ Cosa vogliono da noi? ”, domandò Riku guardando spaventato quella flotta, i cui occupanti scesero sulla spiaggia prendendo le armi.

 

In breve gli invasori furono accompagnati da bizzarre creature, simili quasi a formiche con arti umanoidi che sciamarono sulla sabbia fino ad arrivare tra gli edifici gettandosi sulle persone. La milizia, aiutata dagli avventurieri di passaggio, fece del suo meglio per respingerli, ma i pirati erano troppo numerosi.

 

Sora per un istante pensò che fossero Spectrobes, ma quelli che conosceva non erano fatti di pura oscurità, non avevano occhi gialli che sembravano chiedere sangue. E non si muovevano in quel modo inquietante che sembrava il gesticolare di un folle.

 

A capo della flotta pirata, appoggiato sul bordo della nave si trovava un uomo vestito di rosso, con lunghi capelli neri coperto da un cappello piumato. Al fianco teneva un lungo fioretto e una pistola laser. Un sorriso contorniato da lunghi e sottili baffi osservava la prima ondata dei suoi uomini farsi strada tra difensori e alberi.

 

“ PORTATEMI COLUI CHE POSSIEDE LA CHIAVE!”, gridò Uncino alzando una mano bionica mentre i rumori dei cannoni illuminavano la sua figura e anticipavano diverse esplosioni per tutta l'isola.




                                                                                                         *****

E da grande masochista quale sono ho ovviamente iniziato una nuova long con un world building e personaggi che non sono certo di poter gestire. Ma d'altronde quando mi metto a pensare troppo a una possibile fic quando cammino, tutto sembra nascere da sè. E quest'idea era semplicemente troppo allettante per non sfruttarla in un modo o nell'altro.

Come tutti coloro che hanno probabilmente cliccato, io adoro davvero Kingdom Hearts. Coded e Bbs sono stati forse i miei giochi preferiti rispettivamente per ds e ps3, e aspetto con ansia l'uscita del 4 per vedere dove andranno a parare. Però ci sono alcuni elementi della serie che proprio non riesco a digerire, come la scarnissima interazione tra i diversi mondi( cosa che reputo idiota quando l'alleanza galattica di Lilo e Stitch esiste forse da secoli), il ruolo di alcuni personaggi Disney(*cough* Paperone*cough*) e giusto un paio di trip narrativi che funzionano bene, ma che mi sarebbero piaciuti di più se portati in un'altra direzione. Quindi, dopo aver letto o visto una manciata di cosette, ho immaginato questa versione del mondo di KH, con vicende che spero vi appassioneranno fino alla fine. Il secondo capitolo è in arrivo a minuti, intanto qui alcune delle mie fonti di ispirazione:

Warhammer 40k, che ha uno dei migliori world building sci-fi. Un suo 'au', Brighthammer, mi ha aiutato a coniare la prima frase della sintesi;

Una rivisione delle varie opere di Star Wars, in particolare quella gemma animata di Clone Wars( che ha probabilmente il miglior finale di sempre per un cartone, ed ecco che sbavo);

Grimmfall, un crossover su ff.net tra RWBY( un altro dei miei cartoni preferiti) e moltissime altre serie, non solo Disney;

Un gioco di ruolo fatto dai fan per Final Fantasy, per essere più precisi la terza edizione( la potete trovare su The Trove o sul loro forum, Final Fantasy Returners ), che contiene un sacco di classi ed altri elementi che non ho fatto a meno di apprezzare;

Final Fantasy Tactis Advance( e un pò il suo seguito), il gioco che mi ha fatto appassionare ai Final Fantasy, da cui provengono molti dettagli di world building per questa storia, in particolare l'organizzazione dei clan di avventurieri e le abilità;

Spectrobes, vecchissimo gioco Disney per DS. Come menzionato, qui gli Spectrobes sono animali che possono usare la Forza, ma nella categoria non rientrano solo le creature di quella serie, ma anche i vari mostri di Final Fantasy e in generale delle altre serie che sto usando;

Ultime, ma non per importanza, due storie della mia amica e collega Scarlet Queen( ora purtroppo non più sul sito), Fairyland e Re: A new Life in a weak world, quest'ultima avente per protagonista Vader.

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Capitolo 2
*** La Chiave ***


 

La milizia difensiva dell'arcipelago aveva risposto come poteva a quell'improvviso attacco, aiutata anche dai viaggiatori che si erano fermati lì per riposare, ma furono rapidamente soverchiati dal numero e dall'esperienza degli assalitori.

 

Sora e compagni non poterono neanche partecipare alla difesa, furono subito mandati a guidare donne e bambini mentre le loro orecchie venivano frastornate dai rumori della battaglia in corso.

 

“ Quanto vorrei aiutarli.”, disse Kairi riprendendo il pupazzo caduto a una bambina e ridandoglielo con un sorriso. Non riusciva a sopportare l'idea della propria patria adottiva in una situazione del genere. Era arrivata anni prima con la nonna, che sperava di farla crescere in un ambiente più sano di certi pianeti metropolitani, e aveva finito per amare quel piccolo ammasso di isole.

 

“ Siamo più utili qui, a combattere contro dei pirati esperti saremmo solo d'impiccio. La nostra destinazione non è lontana per fortuna.”, disse Riku, che stava in testa al gruppo, diretto a una grotta nel cuore della montagna.

 

“ Ma che vuol dire, colui che possiede la chiave? Cerca il tesoriere dell'isola?”, domandò Montblanc, rischiando quasi di inciampare prima che Kairi l'aiutasse a rialzarsi.

 

“ Mia madre a volte mi narrava storie su guerrieri che possedevano armi a forma di chiavi. Potentissimi e anche dei leader naturali, nessuno usava la Forza come loro.”, disse invece Alami, zampettando goffa. Prima che gli altri potessero rispondere, un fulmine interruppe il loro cammino, precedendo l'arrivo di due pirati, un'elfa vestita da maga nera e un'Hutt corazzato armato di ascia.

 

“ Ah, ecco dove sono i marmocchi- disse felice la prima dei due- sentite, seguiteci e non vi sarà fatto alcun male. Vogliamo solo che il nostro obbiettivo venga a salvarvi.”.

 

“ MERDA, SCAPPATE, A LORO PENSO IO!”, gridò Riku correndo verso il duo e prendendo la sua lama, ricoprendola con un alone di pura tenebra per attaccare l'elfa, che lo spedì via con un incantesimo di vento di media potenza.

 

“ Non ti lascio solo.”, disse Sora mettendo mano alla sua spada mentre gli altri scappavano e tentando un affondo a sua volta. Grazie ai suoi migliori riflessi rispetto all'amico, riuscì a scansare il primo incantesimo, ma l'Hutt si rivelò molto più veloce di quanto sembrasse e lo scagliò via con un colpo di mazza.

 

Sora ruzzolò ringhiante per terra e fece per rialzarsi canalizzando nuovamente energia nella sua arma per tentare una delle sue mosse preferite, il Break veloce, un colpo fisico capace di rallentare chi lo riceveva. Si mosse con quanta agilità poteva, dirigendo la spada contro l'incantatrice, che però si limitò a sparargli una palla di fuoco in pieno petto.

 

“ Patetico... e pensare che il nostro obbiettivo si è rifugiato proprio qui in questa terra di perdenti.”, disse delusa creando un altro incantesimo tra le dita per mirarlo ai due ragazzi.

 

“ Gli unici perdenti qui siete voi che ve la prendete coi più deboli.”, ribattè Sora rimettendosi in piedi e assumendo un'altra posizione di guardia, imitato da Riku.

 

“ Che vuoi che ti dica, moccioso. E' un universo crudele.”, ridacchiò crudelmente la strega. Il suo avversario a quel punto non ci vide più. Era cresciuto con storie di gloriosi eroi che portavano giustizia ovunque andassero, desiderando diventare come loro. E il suo sogno si stava per infrangere grazie a quei banditi da due solti che intendevano ridurre lui e i suoi amici a nient'altro che esce? Giammai.

 

I due ragazzi concentrarono quanta più Forza poterono nelle rispettive armi, preparandosi a quello che sarebbe stato probabilmente il loro ultimo attacco. Ma erano disposti a tutto pur di fare la loro parte per proteggere l'isola.

 

Improvvisamente la spada di Sora si illuminò, generando forti fasci di luce bianca che per un po' resero impossibile vederne la forma. Il ragazzo sentì qualsiasi energia il suo corpo contenesse, i suoi stessi pensieri, fluire nella lama e trasformarla atomo dopo atomo. Quando finalmente Riku e i due pirati poterono vedere nuovamente, nelle mani di Sora si trovava una chiave argentea col manico d'oro ben più grande della spada presente prima, dotata anche di un portachiavi a forma di testa di topo.

 

“ La chiave.... lady Malefica sarà soddifatta. Ci ricompenserà parecchio.”, disse avido l'Hutt, muovendosi per prendere Sora. Il giovane guerriero però si mosse con una velocità che non era neanche consapevole di avere, parando il primo colpo per poi apparire dietro l'enorme gasteropode.

 

“ Break vitale!”, annunciò il ragazzo creando un alone verde attorno alla sua nuova spada e calandola sulla testa dell'Hutt, che si ritrovò scagliato via di vari metri. Quando si voltò per affrontare anche la maga, questi era sparita.

 

“ Ma come ho fatto?”, si chiese Sora, passando lo sguardo dall'arma che teneva in mano al nemico appena atterrato. Sentiva la Forza scorrere in lui come una fluidità che mai aveva sentito prima, era come se fino a poco fa avesse avuto dei midi chlorian bloccati da mille costrizioni, che ora erano stati rimosse.

 

“ Sora, sei stato incredibile. Ma che diavolo è quest'affare?”, gli disse Riku ansimante e ammirato. Sora riguardò lo sguardo, muovendo gli occhi da lui alle mani che ancora tenevano la spada, chiedendosi cosa gli fosse successo. Ma non aveva tempo per interrogarsi, l'isola era ancora sotto attacco.

 

“ Dirigiti alla grotta, io penserò a ripulire la zona da qualsiasi minaccia.”, affermò il moro buttandosi nella boscaglia in cerca di avversari su cui collaudare la sua strana arma. Non avrebbe permesso che la sua casa cadesse se poteva fare qualcosa a riguardo.

 

 

*****

 

“ Dunque l'avete trovato?”, domandò Uncino alla radio, osservando soddisfatto le fiamme che lambivano l'isola. C'era poco che lo soddisfacesse come l'odore di villaggi in fiamme la sera, ma in quel caso era stato chiamato per un compito che andava oltre il semplice furto di risorse e schiavi. Ne stava parlando proprio in quel momento con uno dei suoi sottoposti.

 

“ Sì, l'ha evocato all'improvviso e ha messo Raka al tappeto. Torno a cercarlo?”, domandò la maga elfica che poco prima aveva minacciato il gruppetto di Sora.

 

“ No. Il nostro collaboratore ha già evocato i suoi scagnozzi, ci penseranno loro. Se Heartless e Nessuno non bastano, ci penseremo io e lui stesso. Tu arraffa semplicemente ciò che puoi prima di scappare.”, istruì semplicemente il capitano prima di riattaccare.

 

“ Mio capitano, devo dire che avete fatto bene ad accettare l'offerta di Malefica ed unirci al clan Stecker.”, disse il suo nostromo e medico, Spugna, anziano pirata la cui esperienza gli era valso un posto fisso nella flotta del suddetto clan.

 

“ Ammetto che avevo dei dubbi all'inizio, ma chi sono io per rifiutare l'offerta di una dama tanto elegante e potente?”, domandò il capitano pizzicandosi i lunghi baffi.

 

In realtà Uncino aveva una paura tremenda del proprio capo clan, e non a torto. La prima volta che si erano incontrati, fu all'inizio delle rispettive carriere, quando non era che un mozzo sulla nave del capitano Flint, impegnato in una battaglia con le forze in cui Malefica serviva. All'incantatrice Gria non ci volle che uno sguardo per spedire il novizio pirata a terra ricoperto di ustioni.

 

La rivide molti anni dopo, quando ormai si era già costruito la sua ciurma e aveva raggiunto un certo livello di potere. Lei era intenta a costruire il clan Stecker alleato dopo alleato e gli aveva proposto di servirla. Uncino sapeva già che avrebbe accettato viste le alternative, ma chiese comunque un duello per salvare la faccia, non poteva piegarsi così solo perchè la donna era l'erede di un clan quasi defunto per quanto potente.

 

Combattè contro il braccio destro e amante di Malefica, una certa Talon, che era ancora peggio della strega. Uncino si era ritrovato con diverse costole rotte, ma almeno la sua ciurma lo rispettava ancora.

 

“ Beh, credo che sia ora della seconda ondata se non si sono già arresi. Passatemi il megafono.”, ordinò secco il pirata facendo un cenno ai sottoposti dietro di lui. Ripetè l'ordine un'altra volta e infastidito dall'attesa si voltò insieme a Spugna per trovare la maggior parte dei suoi uomini svenuti o immersi in pozze del loro stesso sangue.

 

L'unico ancora in piedi era un guerriero mandaloriano coperto da una lucente armatura in Beskar e armato con una lancia dello stesso materiale, sporca di sangue e tenuta ritta come se l'uomo aspettasse istruzioni da un superiore.

 

“ Oh, cielo, cosa...”, si chiese nervoso il povero Spugna, che non aveva più l'età per digerire simili spettacoli.

 

“ Sono qui per il ragazzo con la chiave e per lui soltanto. Andatevene e non vi sarà fatto alcun male”, disse il Mandaloriano, avanzando lento ma con costanza verso i due pirati rimasti. Uncino non sembrò comunque particolarmente intimidito.

 

“ Arrivato tardi, guerriero. Il nuovo possessore del Keyblade appartiene a noi. Spugna, cura i feriti mentre io mi occupo di questo villano.”, rispose Uncino tirando fuori la spada mentre Spugna, non ostacolato da Mando, corse sui suoi compagni ancora in vita utilizzando quel po' di magia bianca che conosceva per rimetterli in sesto.

 

I due combattenti passarono pochi istanti a studiarsi prima di gettarsi l'uno contro l'altro. Il pirata muoveva il proprio fioretto con incredibile velocità e destrezza mentre cercava una breccia nella guardia di Mando, il cui giavellotto veniva roteato con non meno abilità per deflettere tutti i colpi.

 

“ Aculeo velenoso!”, esclamò il pirata, lasciando che un rivolo di energia scorresse lungo la sua spada prendendo la forma di un grosso calabrone, prima di attaccare per l'ennesima volta Mando. La tecnica che avrebbe dovuto avvelenarlo venne però respinta con un fluido movimento della lancia e contrattaccata con un semplice pugno al viso di Uncino.

 

“ Forza, capitano, può farcela!”, gridò Spugna, nascosto in un barile, al suo amato capitano. Il duello andò avanti per un altro minuto o poco più, finchè stanco di continuare quel gioco, Mando non scartò un affondo di Uncino per poi avvolgerlo con una corda proveniente dal suo guanto e finirlo con un potente respiro congelante che riempì l'aria con una fitta brina.

 

Risolto il problema Uncino, fu sul punto di dirigersi sull'isola per raggiungere Grogu, quando un applauso lo interruppe. Si girò trovando un'alta figura che indossava un'abito nero con cappuccio, che lo ricopriva dalla testa ai piedi con cerniere e qualche decorazione in argento.

 

“ La tua fama è ben meritata, Djn Djarin.”, disse con voce maschile e calcolatrice.

 

“ Chi sei?”, domandò il Mandaloriano, innervosito sia dall'uso del suo vero nome che dall'aura emanato da quell'apparizione. Quello non era come Uncino. Era un avversario almeno al livello del guerriero, se non superiore.

 

“ Uno di coloro che ha assunto Uncino. Da quanto ho capito per lo stesso scopo per cui tu sei stato assoldato.”, disse piatto l'uomo facendo scivolare dalla manica una coppia di dadi, mettendo ancora più all'erta il Mandaloriano.

 

Gli Scommettitori come quello che aveva davanti non erano una classe eccezionalmente forte, mancando della forza fisica e della potenza magica di guerrieri o incantatori puri. Ma grazie ai loro dadi erano comunque capaci di scatenare effetti a dir poco insidiosi, e devastanti una volta raggiunta la dovuta esperienza. E questo quando non imparavano anche le abilità di una delle sovraccitate classi.

 

L'uomo incappucciato non perse tempo ad analizzare Mando a differenza di Uncino e con un solo gesto, una manciata di grossi dadi caddero su di lui, ma riuscì fortunatamente a schivare. Avvolgendo poi la sua arma con un forte alone di energia si gettò in potenti affondi contro il nuovo avversario, che rispose creando enormi carte da gioco che vennero facilmente impalate mentre schivava con una certa eleganza.

 

Desideroso di concludere presto quell'imprevisto scontro, Mando utilizzò la tecnica preferita dei Dragoni, il Salto. Con una rapidità impressionante, saltò a quasi venti metri d'altezza, impugnando la lancia più salda che mai prima di dirigersi dritto sulla testa del suo avversario, che in tutta risposta gli puntò contro una mano.

 

 

“ Stopra.”, disse semplicemente l'individuo, avvolgendo Mando con l'immagine multicolore di un orologio da taschino. I movimenti del mandaloriano, poco prima paragonabili alla velocità di un fulmine, rallentarono all'improvviso fino al sembrare praticamente fermo nel suo assalto.

 

' C- cosa?', si domandò Mando, paralizzato. La sua armatura era stata progettata per difenderlo il più possibili da vari tipi di danno, in particolare dalle magie spazio- temporali. E quello l'aveva fermato con un semplice Stopra?

 

“ Ah, siamo fortunati. Malefica vuole anche lui.”, disse un Uncino appena rialzatosi con tono soddisfatto, facendo cenno ad alcuni uomini di incatenarlo e sedarlo prima che l'effetto dell'incantesimo finisse.

 

“ E' stata una fruttuosa collaborazione, devo dire.”, commentò l'uomo incappucciato girando ora alcune carte e osservando il disperato mandaloriano venire messo in catene, in attesa del momento che Sora sarebbe stato tra le sue mani.

 

 

*****

 

Sora aveva passato un'ora buona a combattere le bizzarre creature che avevano invaso l'isola, cercando di prendere quanti pirati e mostri possibili di sorpresa. Qualsiasi boost di potere quell'arma gli aveva concesso, per utile che fosse, sentiva avesse un limite e quindi doveva approfittarne prima che svanisse.

 

Distruggendo l'ennesima creatura nera si guardò attorno, il viso abbronzato illuminato dalle fiamme tutte attorno.

 

“ Questi bastardi non possono essere infiniti.”, si disse per l'ennesima volta. A fargli eco furono spari, altre grida troppo confuse e infine un grande boato che sembrava provenire dalla cima della montagna, proprio sopra la grotta dove i civili si sarebbero dovuti rifugiare. Alzò istintivamente gli occhi e guardò il più grande mostro che aveva mai visto.

 

A differenza delle creature più piccole che aveva già visto, questo era totalmente grigio e bianco, con una strana croce sul viso, avvolto da lunghe bende azzurre. Muscolosi braccia dotate di artigli erano alzate al cielo, manipolando una sorta di energia nera e bianca mentre le gambe erano più tozze e piegate su sé stesse.

 

Il moro strinse con forza la sua chiave, chiedendosi perchè tra tutti i posti dell'universo quei pirati e i loro abomini erano venuti proprio lì? Colto da un istinto che non seppe comprendere, salì tutta la montagna, intento a uccidere quell'essere. Prima che se ne accorsegesse, stava già confrontando quell'immensa figura argentea con l'arma in pugno.

 

Pur essendo privo di occhi, il mostro sembrò guardare con una certa attenzione la spada del ragazzo. Alzò uno dei suoi pugni prima di abbassarlo su Sora, che scartò di lato per dirigersi a una delle sue gambe, attaccandole con quell'innata velocità ottenuta pochi minuti prima. Con sua immensa frustrazione però, per quanto colpisse i graffi che infliggeva alla creatura si rigeneravano rapidamente.

 

Con una capriola schivò un primo calcio e dovette poi saltare per schivare una miriade di laser bianchi. Si girò verso il mostro argenteo e guidato ancora una volta dall'istinto lanciò la spada verso il simbolo verso la sua testa. Con somma sorpresa di Sora, non solo l'attacco provocò una ferita nel bizzarro tessuto che componeva la creatura, ma l'arma tornò anche nelle sue mani con un lampo di luce.

 

E soprattutto aveva utilizzato una tecnica speciale al primo colpo? Forse poteva vincere. Perso in quel personale momento di gloria, non si accorse però che alcune creature nere si erano avvicinate alle sue spalle ed erano sul punto di saltargli addosso. Quando sentì il rumore di un salto e si girò per vedere il trio di mostriciattoli sul punto di tagliarli la faccia, una precisa raffica di blasters li distrusse uno per uno.

 

Il suo salvatore si rivelò essere una figura non molto più grande di un bambino di pochi anni vestito con un'armatura mandaloriana della sua stazza e armato con un piccolo fucile, che gli volò accanto con un jetpack.

 

“ Sora tu ti chiami?”, domandò la piccola figura corazzata, sparando rapido all'essere per distrarlo un po' prima di decollare nuovamente col suo jetpack, osservando altri mostriciattoli che apparivano da varchi neri.

 

“ Sì, sono io. Tu saresti? Spero non uno di quei pirati.”, domandò il giovane spadaccino parando un'altra manata del mostro. Normalmente, per quanto socievole, non si fidava troppo di sconosciuti armati, ma non era esattamente il momento per fare gli schizzinosi.

 

“ No, Grogu io mi chiamo. Venuto a prenderti io sono assieme a mio padre.”, disse nuovamente il giovane mandaloriano sparando un missile contro altri mostriciattoli neri, che sparirono in una sorta di fumo evanescente solo per essere rimpiazzati da altri.

 

“ Beh, se mi aiuti a sconfiggere questo bestione e trovare i miei amici, poi potremmo discutere sul dove vuoi portarmi. Mira alla testa, è il suo punto debole.”, disse Sora, salendo dunque sul braccio del mostro per cercare di arrivare alla sua testa prima di dover saltare di nuovo non appena l'essere mosse il braccio.

 

Ancora a mezz'aria, Sora fece un grande respiro, cercando di avvertire l'energia che scorreva in lui mentre lanciava nuovamente la spada a forma di chiave contro il volto dell'avversario. La lama dentellata ancora una volta sfregiò il viso dell'obbiettivo, che rispose con un ringhio e un'altra serie di laser bianchi, con Grogu che gli volava accanto causando altri piccoli buchi a furia di laser che però si rimarginavano subito.

 

 

 

“ Se continuo così quando avrò finito l'isola sarà a pezzi- disse Sora quando la spada gli tornò in mano- Ehi, tu...”, disse rivolto al piccolo Mandaloriano.

 

“ Grogu mio nome è.”, chiarì nuovamente il ragazzo, atterrandogli accanto e caricando un raggio energetico più potente dei precedenti alimentato dalla sua energia. La luce rossa si abbattè proprio al centro della croce che decorava la testa del mostro, che urlò di dolore.

 

“ Allora, Grogu, potresti portarmi fin sopra la testa di quel mostro col tuo jetpack? Se colpisco per bene credo di poterlo finire con un unico colpo.”, disse Sora, augurandosi davvero di avere ragione. Se il suo corpo non mentiva, quello sarebbe stato l'ultimo attacco che avrebbe potuto dare.

 

“ Problema per me non è.”, rispose il giovane mandaloriano, mettendosi alle spalle di Sora e prendendolo per le braccia per poi eseguire una rapida serie di capriole aeree, evitando manate e laser sparati dal mostro.

 

“ Mi gira un po' la testa.”, commentò Sora, il cui salutare colorito cominciò a lasciare spazio a un verde pisello.


“ Controllati.”, lo rimproverò il mandaloriano arrivando il più in alto possibile ed evitando altre di quelle creature nere volanti per poi lasciare andare Sora. Il ragazzo si buttò in picchiata, canalizzando quanta energia gli rimaneva nella spada,.

 

I denti cambiarono, assumendo una forma simile a quella di una stella stilizzata che si illuminò con un'energia simile a una fiamma prima di toccare il viso del mostro.

 

“ BODY SLAM!”, esclamò Sora con quanto fiato gli rimaneva nei polmoni, scatenando tutto l'impatto e la rabbia accumulata al contatto con l'avversario, la cui maschera fu trafitta dalla lama. Il ragazzo strinse i denti e spinse dunque ancora verso il basso, lacerando tutto il corpo dell'essere in due parti che rilasciarono un'immensa luce a illuminare l'arcipelago e la battaglia con sorpresa delle due parti in campo.

 

Sora si ritrovò dunque a terra, osservando le due metà della sua vittima sparire in altre particelle d'energia mentre la sua misteriosa chiave faceva lo stesso.

 

“ C- c'è lo fatta?”, si chiese ansimante il moro, guardando le proprie mani, dentro di lui un senso di euforia quasi incontenibile che però lascio presto spazio a un nero oblio mentre cadeva a terra.

 

“ Sensazionale sei stato, un lungo riposo tu meriti. Al sicuro però portarti devo.”, disse Grogu mettendoselo sulle spalle per trascinarlo verso la sua astronave, sperando che anche suo padre ce la facesse.

 

*****

 

Gli amici di Sora avevano portato i bambini a una piccola grotta che conoscevano. Judy, Montblanc e Arami erano rimasti di guardia, mentre Riku e Kairi avevano deciso di unirsi alla milizia per quel poco che potessero fare ed erano finiti in un vicolo a combattere le creature nere che accompagnavano i pirati.

 

“ Animofago!”, esclamò più volte l'albino sparando ondate di oscurità contro gli strani abomini dei pirati, riuscendo a ucciderne alcuni per farsi più spazio in quella continua massa di mostri d'ombra che sembrava non avere fine, duellando con una ferocia mai mostrata prima finchè uno di loro, simile alla versione stilizzata di un mago nero svolazzante con un vestito azzurro che riportava un cuore spinato, non fu sul punto di sparargli una sfera di ghiaccio sulla testa.

 

“ Shell!”, esclamò Kairi circondando l'amico con una debole barriera verde che protesse Riku dall'attacco prima che trovasse il responsabile per poi decapitarlo con un rapido movimento della propria spada.


“ Grazie, Kairi. Ma non so quanto resisterò ancora.”, disse dunque ansimante mettendosi schiena contro schiena con la paladina, che prese a due mani la propria spada alzandola contro l'ennesima orde di mostriciattoli, che continuavano ad avanzare verso di loro.

 

“ Fino ad allora continuerò a combattere. Colpo di drago!”, gridò ancora la ragazza avvolgendo la propria spada con un'aura arancione che prese la forma delle mandibole di un drago. Quando l'arma toccò il terreno si sprigionò una potente onda d'urto che diede ai due ragazzi ancora una volta abbastanza spazio per combattere liberamente.

 

Kairi e Riku attaccarono come ossessi, utilizzando qualsiasi cosa avessero imparato negli ultimi anni, ma non era possibile sconfiggere un'orda che sembrava nata dalla notte stessa. Alla fine vennero sommersi dai loro avversari e ridotti in catene, per poi cadere in portali neri che li portarono direttamente alla nave di Uncino, che li guardò soddisfatto.

 

“ Lady Malefica sarà molto soddisfatta. Portateli nella stiva. E assicuratevi che il nostro ospite non li veda.”, ordinò il pirata. Il radar aveva avvertito prima un'astronave lasciare l'isola per poi partire con l'iperspazio, e aveva supposto correttamente essere quella del mandaloriano catturato. Se si stava allontanando, era perchè un compagno del guerriero stava scappando ed era possibile che l'avesse fatto dopo aver preso il loro comune obbiettivo.

 

A questo punto era troppo tardi per cercare di raggiungerla. Ma mettere i suoi amici in qualche cella nella base del clan Stecker avrebbe prima o poi invogliato quel Sora a cercarli. E sarebbe caduto nella trappola di Malefica.

                                                                                                                    *****

Spero che abbiate ammirato questo primo esempio degli scontri di questa saga( ce ne sarebbe stato uno anche nel primo capitolo a dire il vero, un ultimo addestramento di Sora e compagni prima di partire, ma proprio non mi veniva), così come i vari retroscena che cominciano a formarsi. Qui Heartless e Nessuno hanno un'origine e una natura un pò diverse, spero che le spiegazioni finali non vi deludano. I capitoli successivi sono già cominciati in parte, ma sono al lavoro su diverse storie, più alcune cose di scuola, quindi non so quando mi farò risentire. A presto.

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Capitolo 3
*** Olimpia ***


 

Il sonno di Sora era stato tutt'altro che tranquillo. Si era ritrovato su una strana piattaforma a combattere altre orde delle creature che avevano attaccato l'isola. Agitava la sua strana arma a destra e manca, ogni volta distruggendo un mostriciattolo. Sentiva la stessa stanchezza di quando aveva ucciso il gigante sulla montagna.

 

Quando uccise anche l'ultimo, una nuova massa apparve trasformandosi in un mostruoso demone il cui viso sembrava coperto da un impossibile groviglio di capelli. Così come nell'ultimo scontro, la spada del ragazzo cambiò forma in quella bizzarra lama a stella prima che si lanciasse sulla testa del colosso d'ombra.

 

Una manata dall'essere fu sufficiente a lanciare via il povero Sora, che si rialzò ansimante sui gomiti guardando il nemico. Era sopravvissuto alla distruzione della sua isola solo per venire schiacciato da un altro mostro.

 

Il gigante d'ombra si avvicinò quindi con passi lenti e pesanti che fecero tremare l'intera piattaforma. Sora fu certo che in pochi secondi sarebbe stato schiacciato, ma improvvisamente l'oscurità che circondava i due contendenti fu attraversata da un potentissimo fascio di luce che tagliò in due il mostro.

 

Diversi altri raggi, che Sora non riuscì neanche a contare da quant'erano veloci, sminuzzarono ulteriormente la creatura nera finchè non si unirono in un'unica grande sfera luminosa la cui vista sembrò ristorare le forze di Sora. Essa si posò quindi davanti al giovane spadaccino, formando una figura simile a un ragazzo della sua stessa età, con capelli simili ai suoi sebbene meno lunghi.

 

“ Stai imparando in fretta a usare il tuo Keyblade, mi complimento. Confrontare così Heartless e Nessuno non è cosa da poco per uno che ha ricevuto quell'arma solo da neanche un giorno.”, disse la figura luminosa, porgendo la mano a un confuso Sora, che non di meno accettò l'aiuto per rialzarsi. Il potere che il nuovo arrivato emanava era incredibile... e familiare per certi versi.

 

“ Il mio.... cosa? Ti riferisci a questa spada?”, domandò dopo un po', posando lo sguardo sulla propria chiave. Lo strano ragazzo di luce sembrò ridere nel notare la sua confusione.

 

“ Esatto. Questa fu l'arma usata da coloro che scoprirono come usare la Forza, insegnandolo poi a tutta la galassia. Per secoli, nel bene o nel male, questi guerrieri, me incluso, hanno combattuto fino allo stremo per ciò in cui credevano. Gli Heartless e i Nessuno invece sono le bestiacce che hai già affrontato.”, spiegò il ragazzo di luce con un tono divertitio, ma molto cordiale... aveva quasi del familiare, si rese conto Sora.

 

“ Bah, non sono neanche stato capace di impedire un attacco di pirati, per debole che sono. Ma comunque questo cos'ha a che fare con me, chi sei tu?”, chiese esasperato Sora allargando le braccia ad enfatizzare. Il misterioso ragazzo fu sul punto di spiegare, ma il suo corpo cominciò a tremolare in modo strano prima di affievolirsi per sua grande seccatura.

 

“ Uff, il mio corpo si sta per svegliare, non c'è tempo per spiegarti tutto,Sora. Posso dirti solo questo, lascia che il tuo cuore sia la tua chiave guida.”, concluse l'essere luminoso, trasformandosi quindi in un'intensa nova bianca. Pochi secondi stava fissando un soffitto grigio.

 

“ D- dove sono?”, domandò alzando lo sguardo, osservando attentamente il posto in cui si trovava. Era in una sorta di infermeria rudimentale a giudicare dagli armadietti pieni di medicinali, su un lettino e ancora coi vestiti del giorno precedente... o di quando fosse stata la battaglia all'arcipelago.

 

“ Sulla nave mia e di mio padre tu sei, portatovi io ti ho. Svenuto dopo aver vinto eri.”, gli rispose Grogu, entrando con un vassoio su cui erano posati un po' di pankake verdi e una tazza di caffè nero che mise su un tavolino.

 

“ Sei... il ragazzo che mi ha salvato. Grazie... per l'aiuto con quell'affare, ma che è successo all'isola?”, domandò rapido il moro, ignorando momentaneamente il cibo, siccome i suoi pensieri erano tutti focalizzati sui suoi amici e parenti. E anche se il viso di Grogu era coperto, l'espressione del ragazzino non era molto diversa e prese un largo respiro prima di parlare.

 

“ La radio ho ascoltato. Su molti canali l'attacco è stato trasmesso. Diverse le perdite e i feriti , ma bene le cose vanno in generale, quasi tutti sono sopravvissuti. Tra gli scomparsi il tuo nome era.”.

 

“ Chi altri c'era nella lista?”, domandò inquieto Sora, affondando le unghie nel palmo della mano.

 

Il piccolo mandaloriano gli passò un tablet e col cuore in gola, il ragazzo in sua custodia cominciò a controllare ogni articolo sull'attacco all'arcipelago. Vide con ansia un'intervista ai suoi gentiori, che chiedevano disperatamente notizie, e finalmente capitò su una lista dei defunti e degli scomparsi.

 

Molte persone che conosceva dalla nascita, inclusi alcuni compagni di scuola e un paio di suoi cugini, non ce l'avevano fatta. Più di una lacrima cadde sullo schermo a leggere quei nomi.

 

Per di più Riku e Kairi erano spariti. Era possibile fossero stati portati via dai pirati o fossero ancora sepolti sotto delle macerie in attesa di essere recuperati, ma come magra consolazione c'era una piccola speranza che fossero ancora vivi. Nel caso non aveva dubbi che si sarebbero reincontrati. Un articolo a piè di pagina riportava Montblanc, Judy e Arami che promettevano di andare a cercare lui e gli altri, con una richiesta inviata a ogni clan interessato all'averli tra le loro fila.

 

Sora rimise a posto il tablet e si alzò, già deciso sul cosa fare.

 

“ Devo tornare subito a casa. Darò una mano a ricostruire, mi riunirò agli altri e scoprirò cos'è successo.”, disse il moro rialzandosi e dirigendosi verso la porta, solo perchè Grogu gli afferrasse l'orlo dei pantaloni con una forza tutt'altro che proporzionale alla sua stazza.

 

“ Non puoi, cercarti i tuoi nemici staranno. Al sicuro ti porterò, poi una comunicazione filtrata mandare potrai.”, disse pragmatico il bambino tirandolo indietro. Dopo aver ripreso l'equilibrio, Sora per tutta risposta ringhiò nervosamente ed evocò la sua spada.

 

“ Non so neanche se fidarmi davvero di te.”, disse alzando la lama dentata, intento a combattere pur di tornare a casa se necessario. L'espressione e il potere che emanava erano più minacciosi di quanto avrebbe mai pensato di poter aver, ma il ragazziono dalle orecchie a punta restò perfettamente immobile.

 

“ Quello decidere da solo dovrai.”, disse ancora Grogu con un tono alquanto canzonatorio che spaccò di netto i nervi del giovane avventuriero.

 

“ Almeno puoi dirmi dove potresti portarmi, razza di tappo vestito da Mandaloriano?!”, sbottò infine Sora, canalizzando in quell'urlo tutta l'adrenalina e la rabbia delle sue ultime ore.Prima che potesse accorgersene, un grosso peso stava premendo sulla sua schiena, mentre il ragazzino in armatura era sparito dal suo campo visivo. Non ci mise molto a capire cosa stava dietro la sua testa.

 

“ Prego, tappo vestito e addestrato da Mandaloriano. Non sfidarmi.”, disse freddo Grogu avvicinando un coltello alla gola di Sora, che divenne estremamente pallido.

 

“ Scuuuusami. E' solo che è accaduto troppo in troppo poco tempo e non ho avuto modo di digerire il tutto.”, disse terrorizzato, sperando che quelle scuse bastassero a evitare uno sgozzamento. E fortunatamente per lui, fu così.

 

“ Tranquillo, comprendere bene io. Per scomparsa di mio padre anch'io preoccupato.”, ammise dunque Grogu con tono malinconico, saltando a terra e abbassando tristemente le orecchie mentre Sora si prendeva un ben meritato respiro desiderando di sprofondare sottoterra.

 

“ Mi dispiace, Grogu, se finita questa situazione potrò ripagare il favore, sta pur certo che ti aiuterò a ritrovare tuo padre. Comunque, davvero, dove avreste dovuto portarmi?”.

 

“ Sul pianeta Olimpia, da Ercole. Lui insegnarti dovrebbe finchè nostro mandante non venire a prenderti.”.

 

Un lungo silenzio si diffuse nell'aria, mentre il ragazzo cercava di processare la frase.

 

“ Vuoi dire... quell'Ercole? Il gladiatore più potente della galassia?”, domandò sentendo improvvisamente il battito accelerare, stavolta per l'eccitazione alla prospettiva di incontrare uno dei più grandi avventurieri conosciuti.

 

“ Sì.”, rispose il mandaloriano.

 

“ L'Ercole che ha sconfitto i giganti?”.

 

“ Sì.”.

 

“ Quello che ha sconfitto una manifestazione impazzita di Ade?”, domandò riferendosi a un'Evocazione, una creatura considerata praticamente una divinità, i cui avatar potevano essere evocati da coloro che facevano un contratto con essa, la cui forza dipendeva dal potere dell'evocatore e dal legame col proprio patrono.

 

Alcuni di questi frammenti potenti a sufficienza potevano stravolgere il risultato di una battaglia ed erano conosciuti con molti nomi in tutto il cosmo: Esper, Eidolon, Eikon( un sacco di e), bestie fantasma e molti altri ancora. Quello cui Sora si stava riferendo era un frammento del vero Ade, evocato da un clan che aveva tentato di conquistare la galassia molti anni prima, la Gilda dei diafani. Intendevano schiavizzare il signore dei morti al massimo della sua potenza per distruggere qualsiasi opposizione, ma ne avevano evocato soltanto un avatar che si era rivelato comunque più che felice di aiutarli, diventando una spina nel fianco dei loro nemici .

 

“ Sì.”.

 

“ Quello....”.

 

“ SIIIIIIII'!”, gridò Grogu, stufo di tutte quelle domande, saltando in aria e dando quasi una testata al suo ospite, nuovamente spaventato da quello sbocco di rabbia .

 

“ Scusa di nuovo, ma volevo essere sicuro.”, disse Sora mettendo le mani a mò di protezione. Grogu scosse più volte la testa e si diresse alla cabina di pilotaggio, mettendo le cordinate per Olimpia.

 

“ Di partire l'ora è dunque. Pronto spero tu sia.”, disse speranzoso il giovane guerriero premendo sull'acceleratore dell'astronave.

 

*****

Tebe, la capitale di Olimpia, era una città enorme, realizzata nello stile dell'antica Grecia terrestre, con una grandissima ricchezza di colonne rigate, templi d'ogni tipo e bellissime statue in bronzo. Anche gli abitanti erano vestiti per lo più con chitoni e corazze greco romane, mescolate a tenute in kevlar e armi da fuoco. Una folla immensa occupava la strada dallo spazio porto al mercato, costringendo Sora e Grogu a muoversi come anguille.

 

“ Bene, ora come facciamo a incontrare Ercole? Se non ricordo male oggi aveva un importante scontro, ma i biglietti costeranno una fortuna se anche ne sono rimasti.”, commentò Sora ricordando le notizie lette negli ultimi giorni. Sebbene normalmente l'eroe non facesse pagare troppo per i suoi spettacoli, il match di quel giorno era l'ultimo di un importantissimo torneo. Dubitava che i suoi risparmi o quelli di Grogu avrebbero potuto pagare un biglietto per entrambi.

 

“ Anche pagare potrei. Ma senza soldi poi resteremo, e detto non è che ci lasceranno vederlo.”, disse concorde quest'ultimo, cominciando quindi una discussione su come entrare. Fortunatamente a quel punto la folla era diminuita e qualcuno sentì dei loro impellenti bisogni.

 

 

“ Dovete andare al colosseo?”, domandò una voce dietro i due ragazzi. Voltandosi trovarono una donna molto alta dai capelli castani raccolti in una coda quasi vaporosa. Sulla schiena teneva una cetra ed indossava una cotta di maglia. Per un istante Sora credette di aver visto alcune note di diversi colori girare attorno alla misteriosa donna, ma poi scrollò la testa e sparirono.

 

“ Sì, signora, può indicarcelo, per cortesia?”.

 

“ Vi posso accompagnare direttamente, se mi portate questi sacchi. Purtroppo ho lasciato il mio Prizmod a casa- disse lei cortese prendendo due buste che diede a Sora e Grogu, prima di far loro cenno di seguirla- a proposito, mi chiamo Megara, ma voi chiamatemi pure Meg.”.

 

Non ci volle molto per arrivare al colosseo, che pur essendo relativamente modesta per un'arena da tornei era comunque saturo di un'atmosfera che fece quasi sentire a Sora e Grogu ogni battaglia che era stata combattuta lì.

 

L'ingresso assomigliava a una caserma, con ai lati diverse statue di opliti e programmi sugli eventi. Alcuni degli allievi di Ercole si stavano allenando in piccole arene, mostrando e affinando le loro abilità. L'occhio di Sora fu catturato in particolare da una Gargoyle dai lunghi capelli neri e le scaglie grigie che combatteva corpo a corpo contro ben tre colleghi.

 

Meg li condusse per una piccola scala, che li condusse nel punto più alto dell'arena, nella parte opposta al gigante schermo olografico dove i commentatori giudicavano l'acceso scontro già in atto.

Non c'era un solo posto libero sugli spalti, una folla immane, forse superiore all'intera popolazione delle Isole del destino, si era preso tutto lo spazio disponibile e teneva gli occhi incollati sull'arena. E i due occupanti della suddetta decisamente meritavano l'attenzione ricevuta, muovendosi con incredibile velocità e colpendosi l'un l'altro con un misto armonioso di forza e tecnica il cui impatto poteva essere sentito a pelle..

 

 

Sora riconobbe subito lo sfidante del padrone di casa, un muscoloso gobbo dai capelli rossi e il viso gonfio, protetto da una corazza verde e dai polsi coperti da bracciali decorati con piccole campane, che saltava con incredibile agilità e precisione avvolto da fiamme e ghiaccio. Quasimodo, membro di spicco della Corte dei miracoli e idolo assoluto di qualsiasi aspirante avventuriero afflitto da qualche disabilità. Nonostante la sua sordità e la deformazione che gli avevano complicato la vita, era riuscito comunque a emergere come uno dei più famosi guerrieri ed esploratori del proprio sistema.

 

E ora se le stava dando di santa ragione con un'altra leggenda della galassia. Ercole sarebbe passato come un modello ipernutrito e ossigenato se non fosse stato per l'abilità con cui si muoveva e per la scintilla di rispetto nell'avversario che dimorava nei suoi occhi azzurri.

 

“ Sapevo già che venendo qui avrei assistito a un grande duello, ma non mi sarei mai aspettata una simile dimostrazione di potere. Qui non abbiamo davanti due semplici guerrieri, ma il massimo esempio del fulgore di un avventuriero.”, disse uno dei commentatori con voce femminile mentre un pugno di Ercole avvolto dai fulmini spingeva Quasimodo quasi al bordo dell'arena prima che potesse riprendere l'equilibrio e ripartire al contrattacco. Alzando lo sguardo verso lo schermo dei due cronisti, Sora fide un satiro piuttosto tracagnotto e una bellissima ragazza dai capelli castani chiusi in una treccia, con un diadema argenteo sopra la fronte e un abito roseo da principessa ricoperto da una cotta di maglia.

 

“ Quella è la regina Lucy?!”, domandò stupefatto il moro. La suddetta Lucy Pevensie era, assieme ai tre fratelli, la governatrice di un lontano pianeta chiamato Narnia. Così come Ercole, anche loro avevano sconfitto uno dei membri della Gilda dei Diafani, in questo caso dopo che il clan era già stato disperso.

 

Jadis, nota ai più come la Strega bianca, aveva ridotto Narnia a un blocco di ghiaccio finchè quei quattro ragazzi non avevano in qualche modo riunito la popolazione per detronizzarla. E da quel momento avevano poi governato con rettitudine e abilità. Nonostante le decine, se non centinaia di richieste di unirsi ad altri clan o di porre il pianeta sotto la loro protezione, però, si erano mantenuti il più neutrali possibile. .

 

 

“ Sì, Narnia è ancora una piccola nazione paraganota agli altri poteri della galassia, per di più si sta ancora riprendendo da una crisi, quindi i sovrani vengono qui spesso in cerca di avventurieri forti per addestrare le loro truppe o per migliorare le loro abilità.”, spiegò Megara passando al giovane avventuriero un po' di snack. Sora si ritrovò dunque a mangiare ipnotizzato, imitato da Grogu nel guardare quel bellissimo scontro che durò quasi un'ora.

 

I due contendenti non smisero di scontrarsi, liberando energie che Sora poteva appena comprendere. Pugno dopo pugno, presa dopo presa, il duello proseguì finchè finalmente, una volta caricato entrambe le braccia con potentissime saette azzurre, Ercole colpì lo stomaco di Quasimodo con tale devastazione che buona parte degli spettatori caddero per l'onda d'urto.

 

Il campanaro si ritrovò fuori dall'arena, tutto il corpo pieno di dolore. La sua pelle fumava, ma sembrava comunque incredibilmente allegro e fu accolto di nuovo nell'arena da scroscianti applausi che includevano quelli di Grogu e Sora.

 

“ Sapevo che due anni di allenamento non erano abbastanza per batterti, Ercole.”, disse sorridente inchinandosi davanti al vincitore, che gli concesse a sua volta un rispettoso inchino.

 

“ Lo sono stati per dare un grande spettacolo. Alzati, ti meriti ogni singolo applauso.”, si congratulò Ercole porgendo sportivamente una mano a Quasimodo, che si alzò in piedi per rivolgere abbassare nuovamente la testa di fronte al pubblico entusiasta.

 

“ Ed ecco, signori e signori! La furia della lotta, il rispetto tra i campioni, ecco perchè ho fondato questo colosseo!”, annunciò roboante Phil, l'allenatore di Ercole, saltando sulla propria scrivania davanti allo sguardo divertito della regina Lucy, che scese quindi dal podio dei commentatori per dare ai due campioni i rispettivi premi, dando a entrambi i suoi più grandi complimenti.

 

“ Bene, ora come lo avviciniamo? Chiediamo al suo allenatore?”, domandò Sora, sentendo le mani in fiamme a furia di applaudire. Non aveva mai visto uno scontro del genere in vita sua, a confronto la sua battaglia col mostro dell'isola sembrava una bazzecola. Se gli avventurieri d'alto rango erano così, dubitava avrebbe raggiunto il loro livello tanto presto.

 

Megara però sorrise e si alzò, facendo cenno a lui e Grogu di seguirla di nuovo.

 

“ No, possiamo andare direttamente da lui.”.

 

“ Come?”.

 

“ Ah, giusto, non ve l'ho detto. Ercole è il mio fidanzato.”, disse la donna col più sghembo dei sorriso.

 

*****

 

Dopo il round Ercole si era fatto una doccia e stava ora consumando qualche barretta energetica, riprendendo le forze spese nel duello contro Quasimodo. Era parecchio che non si divertiva così, il suo amico gobbo l'aveva costretto a dare il tutto per tutto più di una volta. C'era da chiedersi chi altri avrebbe trovato Phil pur di mantenere alti gli incassi nei prossimi mesi.

 

Forse per un po' non l'avrebbe fatto combattere. In quel caso sarebbe stato felice di fare qualche missione fuori dal sistema assieme a Meg o addirittura prendersi una bella vacanza. Perso nei suoi pensieri, ne fu tratto fuori guardacaso dalla voce della fidanzata.

 

“ Megafusto, posso entrare? Ho due ragazzi che vorrebbero conoscerti.”, disse questa appena fuori dalla porta.

 

“ Venite pure.”, disse cordiale il gladiatore, vedendo entrare la sua amata Meg assieme a due ragazzi. Inizialmente pensò che fossero venuti per un autografo, ma poi notò che uno di loro era vestito da mandaloriano.

 

“ Signor Ercole, è.... un vero onore conoscerla.”, disse un po' nervoso Sora, quasi eccitato nel trovarsi davanti una delle tante star di cui aveva sentito storie sin dalla prima elementare. Il guerriero gli rivolse un'espressione rassicurante.

 

“ Niente formalità, ragazzo, chiamami solo Ercole. E vale anche per il tuo amico. Come vi chiamate?”.

 

“ Il mio nome è Sora.”, disse il giovane avventuriero tirandosi il colletto della felpa.

 

“ Grogu io mi chiamo. Mandato mio padre fu a consegnarvi Sora. Portatore di Keyblade lui è.”, disse invece il piccolo alieno accanto a lui.

 

A provare l'affermazione, Sora evocò la propria arma. Ercole, con sguardo attento, sfregò un dito sulla catena del Keyblade, avvertendo la Forza che scorreva nel moro attraverso l'arma.

 

“ Immagino che tuo padre sia il mandaloriano che avrebbe dovuto portare qui Sora. Che gli è successo?”, domandò a Grogu, le cui orecchie si abbassarono malinconiche in un modo che toccò il cuore di Ercole.

 

“ Catturato temo sia stato. Notizie di lui non ho avuto dall'attacco alle isole.”, confessò stringendo le manine verdi, lieto che l'elmo tenette nascosto il suo volto infuriato. Sora guardò comprensivo l'amico( se tale si poteva già definire), ma dopo un po' parlò nuovamente ad Ercole.

 

“ Ercole, Grogu, non per fare l'insensibile, ma devo sapere.... chi ha deciso che io sarei dovuto venire qui?”.

 

Il guerriero si mise una mano in faccia e prese un respiro prima di spiegare.

 

“ Un mese fa circa ricevetti la visita di un mio carissimo amico, che mi disse che a breve un mandaloriano avrebbe portato da me un giovane portatore di Keyblade. Io avrei dovuto addestrarlo finchè lui o persone di sua fiducia non sarebbero venuti a prenderlo. Il nome di questo mio amico era Paperino.”.

 

“ Quel Paperino? Uno degli assi del clan Disney?!”, esclamò stupito Sora, sentendo gocce di sudore scivolargli sul collo nello scoprire chi si era interessato a lui.

 

Il clan Disney era uno dei più forti e influenti clan dell'intera galassia, forse il più potente in assoluto assieme al clan Eclipse, guidato da Vader. Il precedente capo clan nonché zio del suddetto Paperino, Paperone de' Paperoni, aveva viaggiato in lungo e in largo trovando tesori, fondando aziente d'ogni tipo e sconfiggendo intere armate con le sue sole forze.

 

L'attuale generazione non aveva nulla da invidiargli. Il nuovo capo clan, Topolino, aveva aiutato a sconfiggere la Gilda dei diafani assieme a Paperino e a un altro loro amico, Pippo. Tutti e tre erano considerati tra i migliori guerrieri della galassia e il clan contava moltissimi altri membri non meno straordinari a modo loro.

 

“ Proprio lui- affermò Ercole indicando alle sue spalle una foto, dove appariva più giovane insieme a un papero umanoide armato con una coppia di pistole- non lo vedevo così preoccupato da anni. Ha reso ben chiaro che ci sono molte persone che ti stanno cercando, Sora, la maggior parte per scopi tutt'altro che altruistici. Se qualcuno avesse saputo che eri qui, la mia influenza ti avrebbe protetto finchè non fossi stato pronto per viaggiare per conto tuo.”.

 

“ Ma perchè mi cercano? Questo... keyblade, è davvero così importante?”.

 

“ E' una questione complicata, te lo spiegherò nei prossimi giorni se deciderai di restare. Qualora volessi tornare a casa, non ho intenzione di impedirtelo.”

 

Sora si morse il labbro, ripensando ai suoi amici che forse erano già partiti per trovare lui, Riku e Kairi. Si chiese cosa stessero facendo ora i suoi genitori. E si chiese quanto ci avrebbero messo coloro che avevano attaccato l'isola a ritrovarlo se fosse tornato.

 

No, Grogu l'aveva reso chiaro prima e Ercole aveva rinforzato il punto. Non poteva tornare a casa per il momento, solo pensare a diventare più forte e sperare in meglio.

 

“ Va bene, Ercole. Grazie per darmi quest'occasione. Mi allenerò al meglio e quando sarà possibile partirò per scoprire la verità e trovare il padre di Grogu.”, disse infine, sperando di fare la scelta giusta.


                                                                                                         *****

Salve a tutti, spero che abbiate passato una buona pasqua. Questo è un'altro capitolo realizzato un pò nella fretta causa continui inviti ed esami, spero che sia di vostro gusto poichè introduce altri piccoli elementi di World building che saranno fondamentali più avanti dopo il giusto approfondimento. Gli scontri ovviamente diventeranno più corposi. A presto e grazie a chiunque abbia lasciato una recensione.

P.s. Per chi legge 'Sangue di Re'( la mia fic in comune con Scarlet Queen, pubblicata usll'account di evil65), siamo momentaneamente in pausa, ma speriamo di tornare in tempi relativamente brevi.

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Capitolo 4
*** Spine rosse ***


 

Pianeta Nanairo, ore 14:58

 

Rex Fett era il secondo dei cinque figli del guerriero mandaloriano Jango Fett, nonché attuale vice comandante del clan Eclipse. Era responsabile di buona parte delle loro operazioni di commando e di mantenere in generale l'ordine quando il capo clan era impegnato altrove, ruolo che svolgeva con la massima competenza e abilità. Godeva della massima fiducia e rispetto da parte di Vader e dei suoi parigrado, ma con tanto lavoro sentiva a volte il bisogno di prendersi qualche periodo di ferie, che consumava nel più dei casi nella fattoria di suo fratello Cut.

 

Il duro lavoro nei campi lo rimetteva a contatto con la realtà e per certi versi con la sua infanzia, sebbene questa fosse stata passata all'insegna dell'addestramento militare. Ed era un piacere stare con i propri nipoti o gustare la cucina di Suu, la sua cognata Twi'lek. Ma purtroppo anche quella dolce pace tendeva sempre per finire ed ecco che dopo un paio di rilassanti settimane Cut stava riaccompagnando il fratello allo spazioporto lungo la strada nazionale, circondata da splendide colline dall'erba rossa.

 

I due uomini dimostravano circa una quarantina d'anni, avevano una pelle color ocra e un fisico muscoloso, nel caso di Rex coperto da un'armatura mandaloriana bianca e blu. I loro visi erano affilati e sempre per Rex, coperti con alcuni tatuaggi, che ricoprivano una buona parte della sua testa rasata a zero.

 

 

L'avventuriero si sporse dal finestrino del furgoncino volante di Cut, concedendosi un'ultima ventata dell'aria di campagna. Gli era proprio servito questo periodo di congedo. Ora era però pronto a condurre nuovamente le forze del suo signore in qualsiasi missione gli venisse assegnata.

 

”Già pensi alla prossima battaglia, fratello? Tanto grande è la tua sete di sangue?”, domandò Cut alla guida con un pizzico di ironia della voce. Il moro era l'unico dei figli di Jango Fett a non esser diventato un guerriero di professione, pur essendo un abile combattente come ogni Mandaloriano che si rispetti, preferendo gestire una fattoria insieme a moglie e figli.

 

“ Che vuoi che ti dica, sono semplicemente innamorato del mio lavoro così come tu lo sei di tua moglie”, scherzò il comandante spalmandosi sul sedile mentre il veicolo continuava sulla strada per lo spazioporto.

 

“ Sai che se volessi restare l' offerta è sempre valida, vero? “, continuò Cut. Era una discussione che avevano avuto mille volte senza una risoluzione definitiva, ma che li divertiva sempre, immaginandosi talvolta l'uno al posto dell'altro.

 

“ Me lo chiedi ogni volta che vengo in vacanza qui. E io rispondo sempre che c'è un posto per te anche al fianco di lord Vader. “,rispose l' altro Fett, scatenando una breve risata reciproca, che si concluse però quando vide qualcosa nello specchietto : un veicolo che non riconobbe, guidato da una Twi'lek.

 

Ci mise poco ad accorgersi che non era la moglie di Cut e ancor prima vide tra le sue mani una palla di fuoco farsi sempre più grande finché non raggiunse le dimensioni del loro furgone . Facendo affidamento sui propri riflessi, Rex prese il volante e giró in tempo la macchina per schivare il terribile colpo, abbastanza potente per sciogliere l'asfalto e scagliarli via di vari metri con la semplice onda d'urto. Quando finalmente l'aeromobile si stabilizzò Rex materializzò due grossi blaster da polso per fronteggiare il misterioso assalitore.

 

Quest'ultima però era già sparita assieme al suo veicolo e ancora una volta furono i riflessi a salvare il soldato, che evocando un gigantesco guantone in acciaio sulla mano sinistra paró il potentissimo fendente di una lama nera e rossa, la cui estremità sembrava un seghetto al cui centro si trovava un occhio color verde acqua. La proprietaria era una bellissima Twi'lek, la cui pelle ricoperta da intricati tatuaggi condivideva i colori di quello che era chiaramente un Keyblade.

 

Il formoso, ma atletico fisico era ricoperto da un aderente armatura di polimeri, mentre alle sue spalle sventolava un lungo mantello nero. La sua espressione era quella di qualcuno che stava per affrontare il duello della sua vita.

 

“ Con chi ho il piacere?”, disse Rex indietreggiando e mirando alla testa della donna facendo cenno a Cut di scappare. La risposta arrivò a pochi centimetri dal suo orecchio, la donna era stata talmente veloce da arrivargli alle spalle!

 

“ Darth Talon-disse la guerriera, già dietro di lui, per poi schivare con estrema facilità un colpo laser- o se preferisci la tua fine”, disse sadica mentre Rex saltava indietro, mettendosi in posizione di guardia .

 

*****

 

Olimpia

 

Sora e Grogu erano stati presentati dal loro nuovo insegnante ai suoi altri allievi all'ora di cena. I due nuovi arrivati si trovarono soggetto di non poche domande, per lo più legate al loro luogo di provenienza e su dove si fossero allenati fin'ora. Per fortuna nessuno accostò il volto di Sora a quello di uno dei tanti scomparsi dal famoso attacco di pochi giorni prima .

 

Una volta mangiato, il ragazzo aveva mandato un messaggio a genitori e amici, rassicurandoli che stava bene, ma si raccomandò di non dirlo a nessun'altro per la sicurezza sua e loro. Promise che sarebbe tornato il prima possibile una volta che sarebbe diventato più forte e avesse scoperto cos'era successo.

 

Judy e Montblanc non furono molto felici della risposta e pretesero di sapere dove fosse e cosa stesse facendo. I suoi genitori dal canto loro erano semplicemente felici di sapere che fosse ancora vivo e gli dissero di stare attento. Se c'era una cosa che Sora detestava era far preoccupare così i suoi cari, ma era probabile che chiunque avesse attaccato l'isola, avesse almeno qualche altra spia in giro. Non poteva correre rischi e quando andò a dormire sognò di figure mascherate che si avvicinavano apparentemente gentile alle persone a lui vicine per poi imprigionarle e interrogarle su ciò che non potevano sapere.

 

Il pomeriggio successivo vide avvenire La prima sessione d'allenamento di Sora con Ercole, posta nella stessa arena dove si tenevano i combattimenti. Durò circa tre ore: tre ore in cui il campione aveva vanificato con una facilità enorme qualsiasi tentativo del ragazzo di attaccarlo, rispendendolo sempre al tappeto con una dolcezza che l'altro avrebbe creduto impossibile per colui che era considerato il più potente Gladiatore della galassia .

 

“ Oh, non ce la faccio più- disse infine, finendo a terra, sudato come mai prima di allora sebbene non sentisse alcun dolore- ma come ci riesci?”, domandò ad

Ercole. Grogu era al momento con Phil, che desiderava vedere personalmente il livello del giovane mandaloriano contro altri allievi più esperti.

 

 

L'eroe di Olimpia, per nulla sudato a differenza del giovane, gli lanciò una bottiglia piena di latte in mano mentre ne apriva un'altra per sè.

 

“ Al momento, Sora, le differenze tra noi sono principalmente due, se escludiamo le abilità fisiche. Esperienza e consapevolezza della Forza- cominciò a spiegare il guerriero- anche se la tua manipolazione di essa è migliorata enormemente dopo aver risvegliato il tuo keyblade, non sembri essere davvero cosciente su cos'è davvero e come funziona.”.

 

“ Beh, che c'è da sapere? E' un'energia usata da qualsiasi guerriero o mago per alimentare i nostri poteri. Proviene dal cuore ed è canalizzata attraverso i Midchlorian- disse ricevendo un'occhiataccia dal suo insegnante- ehi, io e i miei amici eravamo praticamente autodidatti e per di più fino a quando non ho ottenuto il Keyblade, il mio controllo della Forza era a dir poco penoso.”

 

”Oh, tranquillo, sono stato anch'io giovane. Essere ignoranti all'epoca non è qualcosa di cui scusarsi se dimostri di saper rimediare- lo tranquillizzò nuovamente l'insegnante- quello che hai detto è vero. La Forza proviene da noi, nasce dal cuore, di cui il tuo Keyblade è per certi versi una manifestazione. Ma al tempo stesso è tutta attorno a noi. Ci guida, ci trasforma, ci fortifica istante dopo istante senza che ce ne rendiamo conto. Quando un guerriero sfrutta una mossa dal proprio arsenale, è la Forza stessa a guidare la sua mano contro il proprio bersaglio, la cui difesa sarà a propria volta guidata dalla Forza. E questo ci porta alla prossima parte del discorso, il Lato bianco e il Lato oscuro.”.

 

“ Ti prego, dimmi che non c'entrano col bene e col male.”, disse seccato Sora, che per quanto apprezzasse le storie di guerrieri e monaci che bilanciavano un potere forte, ma maligno, con la meditazione e l'autocontrollo, non intendeva diventare come i protagonisti delle suddette e trovarsi in qualche trip cosmico. Ercole rise divertito e cominciò a spiegare aiutandosi con vari gesti.

 

”No, grazie agli dei, altrimenti avrei appeso l'armatura al chiodo una vita fa.Ora, io a differenza di te non sono un Jedi... o un Sith. Quello che so l'ho letto sui libri o sentito a voce da chi già l'aveva imparato, quindi come lezione sarà un pò imprecisa. A grandi linee il Lato oscuro rappresenta dalle nostre emozioni più basilari, che alcuni definirebbero negative: rabbia, odio, paura e altro ancora- affermò chiudendo la mano al petto prima di estenderla dopo averla avvolta con una scarica elettrica- Ma soprattutto rappresenta il nostro istinto di sopravvivenza e la capacità di decidere per noi stessi, senza di esso i nostri antenati non sarebbero mai sopravvissuti quando ancora non avevamo macchine e armi vere e proprie, forse non sapremmo neanche canalizzare la Forza. E in virtù di questo è il Lato più utilizzato dalle classi fisiche. Il Lato bianco è più... dico manipolativo in mancanza di un termine migliore- continuò prima di puntare un dito verso la volta celeste, e per un attimo Sora fu capace di vedere le stelle nonostante fosse ancora giorno- E' alla base di molti tipi di magia, soprattutto quella temporale, e molte delle classi produttrici lo incanalano quando lavorano. E' il potere che ci ha permesso di svilupparci come civiltà e rifacendosi all'esempio di prima, è necessario anche per sviluppare buone abilità difensive, così come il Lato oscuro ti aiuterà in attacco.”.

 

Sora riflettè. Arami gli aveva spesso detto che la Forza aveva una volontà propria e lui aveva riso dicendo che in quel caso allenamento e libero arbitrio non sarebbero serviti a niente. Adesso però sapeva cosa le due metà di quell'energia che permeava l'intero universo rappresentavano, e doveva dunque trovare un equilibrio tra esse prima di scegliere la propria via.

 

“ Due ultime domande, se posso: Quante persone sanno dei Keyblade? E hai parlato di Jedi e Sith, chi sarebbero?”.

 

“ Il Keyblade è relativamente conosciuto, purtroppo per te. Dovessi incontrare un avventuriero molto forte, o un'alta carica di qualche pianeta, aspettati che sappiano cosa sia. Mentre i Jedi e i Sith furono i due principali ordini di custodi del Keyblade, risalenti al tempo della Repubblica. Rivali per di più, ringrazia che siano spariti o la situazione sarebbe anche peggio. Ma per ora andiamo a mangiare, ti meriti una cena sostanziosa.”, disse il gladiatore, prendendo Sora per una spalla e accompagnandolo alla mensa.

 

*****

 

Talon era decisamente veloce e abile. Non fosse stato per la sua esperienza e il suo costante giocare sulla difensiva, Rex era certo che sarebbe già morto sotto i fulminei colpi della donna, il cui stile di combattimento aveva un che di ferale. Se era resistito tanto a lungo era stato soprattutto grazie alla propria esperienza sui campi di battaglia e sul suo stile estremamente analitico, sebbene entrambi si stavano trattenendo molto in attesa di comprendere a dovere le abilità dell'avversario.

 

“ Sei lento, mandaloriano. Mi aspettavo di meglio dal braccio destro di Vader.”, disse sardonica la Twi'lek, roteando il Keyblade per l'ennesimo fendente che venne bloccato dall'avventuriero con le braccia, ora coperte da enormi guantoni corazzati.

 

“ Non mi faccio dare una lezione da una che neanche si protegge il petto.”, disse avvolgendo le armi con una potente aura violacea prima di tentare un doppio colpo. Uno di essi venne facilmente bloccato dal keyblade della Sith, ma l'altro la spinse indietro di qualche metro, più che sufficiente a dare a Rex tempo per un altro assalto.

 

“ Break rapido!”, esclamò avvolgendo il guantone sinistro con una nuova energia, riuscendo stavolta a prendere Talon con un fortunato gancio. La Sith ovviamente tornò subito all'attacco, ma era più lenta di prima, anche se solo il necessario per permettere a Rex di respirare un po'.

 

“ Break magico!”, disse cambiando un guantone con una spada d'energia che spuntava dal suo polso. Il fendente venne parato con relativa facilità dal Keyblade di Talon, che sentì però il nuovo debuff attaccarsi a lei.

 

“ Animofago!”, esclamò la donna creando una potente ondata di tenebre, che stavolta Rex non riuscì a schivare, venendo spinto indietro dall'urto che sentì rimbombargli nelle ossa, a cui seguirono nuovi affondi e fendenti della Custode, che continuava a colpire con incredibile violenza e forza. Rex parò come poteva, incassando stavolta i colpi, sentendo le energie diminuire lentamente mentre un'altro potere in lui cresceva allo stesso ritmo.

 

“ Break potenza!”, ruggì di nuovo il mandaloriano, disposto a tutto pur di vincere. Cambiando il guantone rimastogli con un blaster, sparò un fascio laser contro Talon proprio mentre questa era nel mezzo di una giravolta per dare ulteriore potenza al colpo successivo, finendo a terra coi muscoli più indolenziti.

 

“ Piantala con quelle mosse da bambini. Esna!”, disse tra i denti una volta rialzatasi e avvolgendosi con un'aura rosata per liberarsi dagli effetti debilitanti che aveva subito.

 

“ Non le definirei mosse da bambini. I break vengono sottovalutati per il poco danno che fanno, ma bisogna semplicemente padronaggiarli a dovere. E ho appena iniziato a usarli.”, disse confidente Rex, avvolgendosi con una potentissima aura dorata mentre su entrambe le braccia apparivano due blaster attraverso le quali canalizzò quel mostruoso potere, accumulato dopo tutti i colpi ricevuti da parte di Talon.

 

“ Break... INFINITO!”, esclamò Rex sparando a raffiche proiettili laser dai colori più svariati. Sorpresa dall'improvviso assalto, Talon fece del suo meglio per pararli mescolando barriere con le sue abilità da spadaccina, ma per ogni colpo bloccato tre la prendevano indebolendola sempre più fino a quando l'ultimo colpo non la spinse all'indietro.

 

“ FIRAGA!”, esclamò rialzatasi, formando una nuova sfera infuocata, che si abbattè sulla corazza del mandaloriano senza alcun danno.

 

“ Ora, miss Talon, verrai con me e risponderai a molte domande.”, affermò Rex avvicinandosi minaccioso prima di prenderla per il polso. La Twi'lek però non aveva ancora detto l'ultima parola e si liberò coi riflessi che le erano rimasti, per poi puntare verso il cielo il suo Keyblade.

 

“ Cambio forma. Roveto infernale!”, esclamò a pieni polmoni, venendo avvolta da lunghi rovi rossi e neri che si considerono attorno a sé stessa alla sua spada, la cui forma cambiò in una frusta segettata ricoperta di spine che emanavano un potere devastante.

 

Un fendente dato distrattamente fu sufficiente a lasciare un enorme solco nell'asfalto, mentre altre spine si infilavano nella carne della donna, allungando i debuff datole da Rex. Questi fu sufficientemente rapido da evocare di nuovo i suoi guantoni e unirli a protezione per pararsi dall'attacco successivo, il cui impatto lo spedì a quasi cinquanta metri di distanza.

 

Il mandaloriano si rialzò a fatica e rievocò i due blaster, caricandoli con un fortissimo raggio diretto a Talon seppur al costo delle ultime energie che gli erano rimaste.

 

 

“ Ultima shot!”, esclamò sparando un lungo fascio d'energia azzurro la cui forza fu tale da distruggere quel poco che rimaneva della strada. Lei dal canto suo si avvolsle con la sua frusta, roteandola ad altissima velocità per deviare il laser, digrignando i denti mentre avvertiva quella devastante energia a un passo dal rompere la sua difesa prima che riuscisse a liberarsene con un'ultimo fendente avvolto da un'aura rossa e nera.

 

“ Adesso basta, Fett. Hai onorato te, il tuo clan e i tuoi antenati. Muori felice sapendo che innumerevoli canzoni saranno composte sul nostro duello.”, disse la Twi'lek tra i denti, estendendo la sua arma fino ad avvolgerla attorno al rivale per poi trattarlo come uno yo yo, sbattendolo ovunque gli capitasse. Il vice comandante degli Eclipse era dal canto suo troppo sfinito dall'energia sprecata negli ultimi attacchi per contrattaccare, oltre che stupito dall'improvvisa ripresa dell'avversario.

 

Avesse avuto almeno un minimo di stamina per attivare una delle sue trasformazioni... o un'aiuto esterno, avrebbe potuto almeno uscirne vivo.

 

Fu l'ultimo caso a verificarsi. Quando Talon fece per riportarlo a pochi centimetri da sé per finirlo con un'ultima devastante tecnica anticipata dall'alone bluastro che partiva dal suo braccio, una freccia tagliò in due la frusta.

 

La Sith si voltò nella direzione da cui era venuto il proiettile, venendo quindi colpita da un'altra freccia, caricata in questo caso con un di gas che le andò tutto nei polmoni, paralizzandola brevemente, giusto il tempo del perchè una figura blu potesse afferrare Rex a mezz'aria e atterrare assieme a lui.

 

“ Sembra sia arrivato in tempo.”, disse il soccorritore del mandaloriano con una voce melliflua. Era un'umanoide dalla pelle blu, gli occhi rossi e capelli neri dallo stile militare, applicato anche al suo vestiario. Estremamente minimalista per gli standard di un avventuriero d'alto rango, consisteva di una semplice divisa bianca con semplici protezioni, seppur decorate con figure pregiate, su petto e arti. Sulla schiena teneva una balestra blu dall'aspetto piuttosto high- tech e due coltelli ai fianchi.

 

Era il grande ammiraglio Thrawn, capo in carica delle truppe spaziali del clan Eclipse e campione assoluto dei vari tornei di battaglia simulata. Le sue capacità strategiche avevano garantito innumerevoli vittorie per conto di Vader, negli eventi sportivi così come in guerre che avevano quasi annientato interi sistemi.

 

“ Ah, che giorno fortunata- affermò Talon, sentendo la paralisi svanire e stringendo le dita attorno al suo keyblade- un altro membro della mia lista qui davanti a me. La mia signora e futura sposa sarà soddisfatta.”, affermò roteando la rigenerata frusta con un movimento minaccioso, che però sembrava essere più accorto rispetto a prima. Thrawn se ne accorse e sorrise.

 

“ Credo che anche attraverso il tuo Cambio forma, non saresti capace di affrontarci entrambi, signorina.”, disse il Chiss con la sua voce melliflua, prima di infilare una siringa nel collo di Rex. Con un piccolo gemito, l'uomo sentì nuovo potere e vigore scorrergli nelle vene, rigenerando le sue ferite al punto da permettergli di combattere di nuovo. Vedendolo rialzarsi per dare appoggio al suo soccorritore, Talon strinse gli occhi.

 

“ Vero, mi tocca ammettere. Ma se c'è una cosa che ho imparato in questi anni è che basta un'occasione per prendere anche il più pericoloso degli avversari. Dovrò solo avere pazienza.”, disse la Sith avvolgendosi con un bozzolo d'oscurità assieme al quale sparì prima che i due uomini potessero riprendere lo scontro.

 

“ Grazie dell'aiuto, Thrawn. Ti devo un favore.”, disse dunque Rex, porgendo una mano all'amico, che gli diede un'energica scossa.

 

“ Dovere, amico mio. Dirigiamoci allo spazio porto ora. Cut sarà preoccupatissimo e il nostro signore dovrà sapere al più presto di quanto successo oggi.”.



                                                                                                                      ****

 Rieccomi con questo capitolo, che introduce sia come la Forza viene vista in quest'universo, sia due vecchie conoscenze del vecchio canon di Star Wars( aka Legends): la letale Talon e l'astutissimo Thrawn, che è anche riuscito a introdursi nell'attuale canon Disney. Spero che lo scontro sia stato di vostro gusto, ho cercato di utilizzare alcune meccaniche di gioco( tipo i Limit Break, i Cambio forma dei keyblade e le tecniche che abbassano le 'statistiche' dell'avversario). Per essere chiari, sia Rex che Talon si stavano trattenendo parecchio, il primo perchè non conosceva l'avversaria e questi perchè temeva un contrattacco se si fosse lasciata andare troppo. Nel prossimo capitolo si vedrà apparire Vader, assieme alla situazione di Mando e altro ancora. A presto.

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Capitolo 5
*** I signori della galassia ***


 

Il pianeta Hoth era ancora più gelido del solito in quel periodo dell'anno, e persino alcuni degli Spectrobes che non avevano conosciuto altro che freddo dalla loro nascita avevano deciso di rifugiarsi nelle loro tane, una volta fatto provviste il più abbondanti possibili. I pochi che ancora si aggiravano in quelle lande percorse da indicibili tormente non avevano ancora preso abbastanza cibo per i loro cuccioli o erano talmente potenti che non dovevano preoccuparsi del tempo atmosferico.

 

Una di queste creature si era avvicinata troppo ai membri di una stazione scientifica, arrivando quasi a penetrare le difese pur di mangiare chi si trovava all'interno. Terrorizzati, gli occupanti non avevano perso tempo a mandare una richiesta a chiunque fosse in ascolto per avere protezione. A rispondere era stato il clan Eclipse, e lo stesso capo clan con uno dei suoi collaboratori più fidati si era unito alla missione.

 

 

Il loro accampamento era stato organizzato con rapidità e competenza, permettendo ai membri di quella piccola missione di resistere alla terribile bufera che non cessava di imperversare. Le loro tende, fissate al terreno tramite magneti, erano nere come la notte, contrastando con le divise bianche delle poche sentinelle, armate coi migliori fucili che la produzione di massa permetteva, accompagnati da daghe laser o altri tipi di armi bianche.

 

Oltre a loro, l'unico membro del clan fuori dalla tenda era un robusto alieno che aveva ricevuto una convocazione del capo clan. Ricordava in modo grossolano un robusto cinghiale umanoide dalla pelle blu, con tre dita artigliate, lunghe orecchie che scendevano sul collo assieme a una chioma nera che partiva dalle tempie e aveva luminosi occhi gialli a coronare il viso zannuto.

 

“ Desiderava vedermi, mio signore?”, domandò Shan Yu, capo delle forze d'assalto del clan, entrando nella tenda di Darth Vader, suo diretto signore e comandante. Il guerriero era un Seeq, una razza di guerrieri brutali che aveva fatto delle razzie e la battaglia la loro ragione di vita.

 

Shan Yu, pur apprezzando quanto e più dei suoi confratelli le loro usanze, pensava che il loro approccio alla guerra avesse bisogno di più disciplina e tattiche. Aveva cominciato a studiare le strategie militari di altri popoli unendoli alla possanza e all'esperienza della propria razza, applicando questo metodo alle sue truppe personali per cominciare. Ma quando era stato reclutato dal proprio capoclan, era riuscito a farlo su larga scala con milioni di soldati, ottenendo tutta la carneficina e azione che tanto bramava e aveva fatto del suo meglio per ripagare il proprio benefattore come poteva.

 

Darth Vader, che a partire dal suo soprannome si rifaceva agli usi degli antichi Sith, era un'imponente figura di quasi due metri coperto dalla testa ai piedi da una corazza nera, col petto coperto da alcuni circuiti che sembravano suggerire un sistema di supporto vitale, cosa ulteriormente provata dal pesante respiro che usciva dalla sua maschera.

 

Accanto a lui si trovava inoltre un piccolo robot, simile a una cupola bianca e blu con due rotori per muoversi. Aveva un unico occhio sul lato destro della testa e diversi scomparti che Shan- Yu sapeva nascondere armi e marchingegni d'ogni tipo. Si trattava di R2- D2, il robot che accompagnava Vader da tempo ormai immemorabile e che lo stesso aveva aggiornato nel corso degli anni coi migliori ritrovati della tecnica.

 

“ Sì, ho ricevuto notizie preoccupanti da Thrawn e Rex, di cui abbiamo bisogno di discutere immediatamente.”, rispose Vader con la sua tipica voce metallica. Prese un piccolo proiettore olografico mentre Shan Yu si sedeva davanti a lui e in breve la tenda fu riempita dagli ologrammi trasparenti degli altri ufficiali del clan.

 

Oltre ai due già presenti, Thrawn e Rex c'erano:

 

Helga Sinclair, capo del loro corpo di spionaggio. Bellissima elfa dai capelli biondi e il fisico asciutto. Pur essendo un membro relativamente nuovo del clan, cui si era unita dopo lo scioglimento di quello cui apparteneva in precedenza, aveva dimostrato in fretta le sue abilità come combattente e spia;

 

Wilhuff Tarkin, responsabile dell'amministrazione dei vari pianeti sotto il loro controllo, o come lo chiamavano, Gran Moff. Un umano sui cinquant'anni, amico di lunga data di Vader e dotato di grande esperienza nel suo lavoro.;

 

Grace Granvile, responsabile dello sviluppo scientifico. Era una nana sul metro e dieci dalla pelle scurissima e i capelli tenuti in caschetto, con uno sguardo molto severo.

 

 

L'unica a mancare all'appello era Abigail Tritamarmo, responsabile dell'addestramento delle nuove reclute.

 

“ Lord Vader, lieto di rivederla dopo questa vacanza bruscamente interrotta.”, cominciò Rex, rapidamente ripresosi dalla sua disavventura su Nanairo, con rispettoso segno di saluto al proprio signore.

 

“ Sono anch'io lieto di trovarti sano e salvo, Rex. Dimmi più nei particolari cos'è successo su Nanairo.”, rispose cordialmente il guerriero, che passò i successivi minuti a sentire il racconto dell'attacco della misteriosa Keyblader. I presenti inarcarono più volte un sopracciglio nel sentire di un attacco così semplice e allo stesso tempo violento.

 

 

“ Questo è molto preoccupante. Ma almeno abbiamo scoperto chi ha ucciso Abigail.”, disse grave Helga alla fine.

 

“ Abigail è morta?”, chiese un mortificato Rex, sconvolto non poco dalla dipartita della compagna, che conosceva da ben prima che Vader diventasse capo clan. L'aveva sempre rispettata per il suo rigore e intelligenza, spesso i suoi consigli gli erano stati utili. Non riusciva a credere se ne fosse davvero andata.

 

“ Sì, circa due giorni fa. L'avevo inviata su Dagoba per un esercizio con uno degli squadroni più recenti. Qualcuno l'aveva attaccata e quando le reclute arrivarono lei giaceva a terra, tagliata in due. Chiunque l'abbia attaccata, nello scontro ha distrutto una buona parte della foresta. L'avevo preso per un incidente isolato, ma ora è certo che qualcuno vuole indebolire il nostro clan. E uccidervi è il modo più rapido per farlo.”, spiegò il Sith, conscio che i suoi collaboratori più fidati erano il caposaldo della sua organizzazione quanto lui. Anche se sarebbe stato ovviamente più che capace di tenere insieme il clan e gestirlo nel caso fossero scomparsi, il colpo che avrebbe ricevuto sarebbe stato devastante alla lunga.

 

“ Avevamo sentito che Malefica aveva al suo servizio una Sith dalla pelle rossa. Pensate sia la stessa che ha attaccato Rex, lord Vader?”, domandò Grace a sua volta.

 

“ Può essere, ma non vedo il perchè abbia deciso di agire ora. Per anni si è accontentata di essere una spina nel nostro fianco, precedendoci nel prendere qualche missione e artefatto quando le era possibile. Mi ero praticamente convinto che vendicare suo padre non le interessasse. Ed è troppo furba per cercare uno scontro che non può vincere.”, commentò nuovamente Vader, che ormai quasi vent'anni prima aveva ucciso Cornelius, capo della Gilda dei diafani e padre della strega. All'epoca questo lo rese un eroe per buona parte dell'universo conosciuto e quando prese il comando del clan quell'impresa lo aiutò a guadagnare supporto da altre fazioni.

 

Sebbene lo stesso atto gli aveva anche causato più dolore di quanto avrebbe creduto quando infilzò il nero cuore di Cornelius.

 

“ Credo che la risposta potrebbe essere, almeno parzialmente, nell'attacco alle Isole del Destino. Helga, le tue spie nel clan Strecken ti hanno detto qualcosa?”, intervenne dunque Thrawn. L'elfa però si strinse nelle spalle.

 

“ Solo che ha rapito un Mandaloriano venuto lì per un incarico e un paio di ragazzi autoctoni, sebbene del primo non conosca il nome. Non molto su cui lavorare per il momento.”, affermò incuriosendo ancora di più Vader. Nella sua modesta opinione, se Malefica aveva preso quelle tre persone su quasi un milione (assumendo ci fosse lei dietro ovviamente, e che Uncino non agisse per conto suo) era per attirare qualcuno di molto più importante. Ma chi?

 

“ Lord Vader, posso entrare?”, domandò una voce dall'esterno in quel momento, interrompendo la discussione del gruppo di avventurieri. L'uomo diede il permesso e vide entrare uno dei suoi sottoposti, che si inchinò rispettosamente davanti ai suoi superiori.

 

“ Che novità porti?”, domandò secco il signore dei Sith, poco tollerante verso le interruzioni prive di un buon motivo, specie se riguardavano la morte di una stimata compagna.

 

“ Signore, abbiamo trovato l'Artezza! E' a pochi chilometri da qui, e sempre intento a dirigersi nuovamente verso la stazione di ricerca.”, riferì rapido l'uomo e sotto la maschera il capo clan fece un sorriso soddisfatto.

 

“ Perfetto, io guiderò le truppe. Dì loro di prepararsi allo scontro- disse soddisfatto Vader, prima di rivolgersi ai suoi sottoposti- la riunione è da concludersi al mio ritorno, pensate ai vostri doveri nel frattempo.”.

 

“ Sì, lord Vader.”, dissero i suoi luogotenenti all'unisono prima di chiudere la conversazione. Il sith fece dunque cenno a R2 di seguirlo mentre usciva dalla tenda insieme a Shan- Yu, il quale diede ordine a tutti di prepararsi.

 

“ Preoccupato, mio signore?”, domandò Shan- Yu mentre i suoi sottoposti caricavano armi da fuoco ed esplosivi sui loro veicoli, per lo più moto gravitazionali e un paio di camion bene armati. Vader annuì.

 

“ Parzialmente, ma più confuso che altro. Non vedo perchè Malefica, assumendo sia in effetti la responsabile degli ultimi eventi, abbia voluto rischiare un conflitto con re Tritone con quell' ultimo attacco. Se non addirittura una scomunica al suo clan.”, rispose ponderante il Sith.

 

La scomunica era l'atto con cui un normale clan veniva ufficialmente considerato dagli altri gruppi della galassia come un'organizzazione criminale. Un clan di avventurieri aveva livelli di libertà estremamente alti e quasi tutti finivano per approfittarsene in un modo o nell'altro. Comunque si erano stabiliti alla fine dei parametri che trasformava degli avventurieri in criminali a tutti gli effetti: distruggere un pianeta, massacri indiscriminati e ingiustificati di civili, traffico di droga, lo schiavismo o sfruttamento in generale in svariate zone e la tortura erano tra i rapidi mezzi per finire sulla lista nera di ogni associazione di avventurieri.


Ovviamente Malefica e altri come lei che desideravano mantenere una parvenza di legalità sapevano come non farsi scoprire, ma il sistema a grandi linee funzionava e i clan mantenevano anche le loro azioni più criminose entro ragionevoli limiti.

 

 

“ Dubito che sarebbe abbastanza da garantirle una scomunica, in caso può semplicemente sbattere fuori Uncino e dargli la colpa. Ma la cosa è comunque ben strana- concordò il Seeq- come pensa di muoversi in caso? Di certo non possiamo lasciare impunita la morte di Abigail.”, concluse con uno sbuffo adirato dalle narici.

 

“ Non ho la minima intenzione di lasciare Abigail invendicata.Per il momento però non faremo niente e continueremo a pensare ai nostri affari. Se e quando Helga ci porterà informazioni concrete sul suo obbiettivo, decideremo se è venuta l'ora di spazzare via gli Stecker.”, disse Vader evocando dunque i suoi Keyblade, Lontano ricordo e Portafortuna.

 

 

 

La prima delle sue spade era una chiave nera dalla lama in perfetto stile gotico, con un impugnatura a forma d'ali di pipistrello con un portachiavi a forma di corona e l'estremità appuntita con una gemma incastonata. Il centro della lama era cavo e ospitava una catena.

 

Il secondo era bianco con un'impugnatura simile ad ali angeliche. Il portachiavi era una stella e l'asta si divideva in due parti che culminavano in una lama verde e celeste vagamente simile a uno shuriken.

 

Le due spade volarono via dalle sue mani per trasformarsi in due reattori, da cui si generarono corde d'energia che si attaccarono a un appena materializzato abitacolo a tre posti. Il veicolo appena creato ricordava a grandi linee uno sguscio bianco e nero per il pod racing, uno sport in cui il sith aveva dimostrato grandi abilità fin da bambino. R2 e Shan Yu presero i posti dai passeggeri mentre Vader si mise al volante, facendo rombare il motore alimentato dalla sua stessa energia.

 

“ Non accetto fallimenti quest'oggi- disse freddo al comunicatore collegato al resto dei suoi uomini- torneremo a casa con la testa di quel magnifico animale o non torneremo affatto.”, concluse aprendo dunque la fila di truppe volte al catturare la loro preda.

 

 

 

 

*****

 

Mando era ormai prigioniero da quasi una settimana. Era rimasto chiuso nella sua cella, senza altro da fare che qualche esercizio e mangiare il cibo offertogli da una feritoia. Erano piatti e bevande di buona qualità, gustosi e nutrienti. Malefica doveva volerlo in forze.

 

E la cosa lo preoccupava ancora di più. Nella migliore delle ipotesi la strega voleva semplicemente chiedergli di unirsi agli Strecken, nel peggiore... beh, il mandaloriano aveva collaborato con lei in passato e aveva osservato alcuni dei suoi metodi.

 

La sua principale preoccupazione restava comunque per Grogu. Gli avevano lasciato soltanto l'armatura e l'elmo, anche il suo Prizmod sembrava sparito. Quindi non aveva nessun modo per contattare il figlio e assicurarsi che stesse bene.

 

Mentre stava pensando per l'ennesima volta a come andarsene, la porta della sua cella si aprì. Il guerriero si alzò e mise con cautela la testa fuori per osservare i dintorni. Sembrava essere in una sorta di arena piena di ostacoli artificiali, tra alberi e piccoli muri, più che adatti a essere usati come copertura.

 

Al centro si trovava un piccolo altare verso il cui il guerriero si diresse. Con suo sommo fastidio vide uno degli oggetti contenuti nel suo Prizmod, un'impugnatura argentata simile a quella di un coltello a serramanico, ma priva di lama. Lo prese tra le mani, cominciando a grandi linee a capire il piano della sua carceriera.

 

Ancora una volta i suoi pensieri furono interrotti dal suono di una porta che si apriva, ma di molto più grande. Voltandosi il guerriero vide entrare un'enorme spectrobe gobbo dalla pelle marrone. Il volto era una maschera rugosa con occhietti neri assetati di sangue e poderose mascelle da cui pendevano zanne appena più piccoli dei terribili artigli che ornavano le sue zampe anteriori, quattro per mano.

 

Era un Rancor, un predatore incredibilmente feroce e letale che Mando aveva giù incontrato in passato, cacciandola assieme ai suoi compagni. Da solo e senza armi che potesse usare non era sicuro ne sarebbe uscito vivo stavolta.

 

“ Ah, neanche un attimo di respiro...”, commentò l'uomo osservando l'enorme bestia che avanzava verso di lui prima di ruggire minaccioso la sua sfida. L'uomo dovette schivare rapido un'artigliata e contrattaccò con soffio tonante, che tuttavia rimbalzò sulla pelle dello spectrobe senza troppi danni.

 

Quando il Rancor ringhiò di nuovo contro il mandaloriano, questi si avvantaggiò con le coperture presenti nell'arena per fuggire con tutta l'agilità di cui era capace, schivando sfere di energia sputate dalla bestia, che cominciò a inseguirlo senza quartiere devastando il campo di battaglia come fosse fatto di carta.

 

Il guerriero si ritrovò più volte a portata di quei terribili artigli che schivava con accorte capriole prima di rispondere con precise raffiche di pugni o soffi elementali rivolte a quelli che sapeva essere i punti deboli dell'avversario. Purtroppo, sebbene tutt'altro che scarso nel corpo a corpo, Mando non aveva mai combattuto a mani nude avversari talmente resistenti e ogni volta i suoi soffi, per quanta energia ci mettesse, rimbalzavano contro le squame del Rancor.

 

Alla fine questi riuscì ad afferrare il mandaloriano, sbattendolo più volte per terra prima di scaraventarlo contro una parete dell'arena, lasciandolo dolorante e avvolto da un alone dolorato. Per un paio di secondi la visione di Mando fu quasi inesistente, e potè solo sentire il dolore che lo attraversava da capo a piedi. Quando tornò a vedere, i suoi occhi furono occupati dalla carica furiosa del Rancor.

 

Sapeva che com'era ridotto quell'attacco sarebbe stato fatale, e non aveva la minima intenzione di morire senza essersi almeno assicurato che Grogu stesse bene. Era costretto a utilizzare l'arma che aveva giurato di non sguainare mai in battaglia.

 

Prese l'impugnatura datagli prima dello scontro e vi canalizzò tutta l'aura dorata che aveva accumulato . Dall'impugnatura si generò una sottile lama nera, ricurva sulla punta e avvolta da una linea bianca. Spiccò quindi un lungo balzo diretto verso il Rancor, diretto proprio verso le sue fauci.

 

“ FENDENTE FURIOSO DI MANDALOR!”, esclamò girando su sé stesso e sparando contro il Rancor una potentissima mezzaluna di energia oscura. Il Rancor spinse in avanti il muso ruggendo prima di bloccare l'attacco con un'artigliata ricoperta di energia rossa.

 

Le braccia dello spectrobe sarebbe dovuto essere sufficienti a bloccare un meteorite, ma ciònonostante l'attacco di Mando tagliò in due entrambi gli arti della creatura prima di proseguire verso il torace in uno schizzo di sangue. La bestia urlò dal dolore sentendo la vita abbandonarlo lentamente e con un gesto di pietà Mando saltò nuovamente, decapitandolo per porre fine alle sue sofferenze prima di atterrare con l'armatura lorda di plasma.

 

L'uomo ansimò pesantemente, lasciando andare la spada e sedendosi a terra.

 

“ Salve, Djin Djarin. Mi complimento per la vittoria.”, disse in quel momento una voce che Mando riconobbe come quella di Malefica. Sopra l'arena si aprì uno scompartimento, rivelando la suddetta strega seduta su un trono raffigurante un drago nero.

 

L'aspetto della donna ricalcava a dovere sia la sua fama di manipolatrice che quella di signora delle arti oscure. La Gria aveva una pelle dal colorito verde chiaro, coperta per lo più da un pesante mantello nero che ne nascondeva il fisico da esperta avventuriera, lasciando scoperte solo le ampie da pipistrello. Il volto era ben affilato, contorniato da penetranti occhi gialli e due corna ricurve che svettavano dal cranio.

 

“ Preferisco Mando.”, disse freddo il guerriero, osservando l'espressione divertita della strega, desiderando di essere avere il suo jetpack per raggiungerla e strozzarla.

 

“ Coraggioso e sfrontato oltre che abile. Qualità che apprezzo nei miei sottoposti .”, rispose suadente Malefica, portandosi un dito alle labbra verdi.

 

“ Non mi sembra di aver mai accettato di lavorare per te.”, notò il mandaloriano, stringendo nervosamente le dita sulla sua lama nera.

 

“ Già, ma fortunatamente ci sono metodi per inserirti nel mio clan che non richiedono la tua totale cooperazione.”, affermò la capo clan facendo apparire alcune scintille verdi tra le sue mani. Mando si portò una mano al viso e cadde a terra, sentendo linee di energia diffondersi per tutto il suo corpo portando con sé un dolore indicibile. Era come...

 

“ E' come se i tuoi Midi chlorian stessero andando a fuoco, vero?”, domandò Malefica sorridente, stringendo la mano e alzandosi per osservare il guerriero dimenarsi sotto di lei, come una tirannica dea che si bea del dolore dei mortali.


“ Solo... una domanda. Avete voi mio figlio?”, chiese questi tra un gemito e l'altro di dolore, l'armatura percorse da forti scosse color smeraldo.

 

“ No. Crediamo che sia scappato dall'isola assieme al ragazzo che avreste dovuto recuperare. E che i miei complici cercano. E' fortunatamente nei miei poteri assicurare la mia sicurezza. Se obbedirai ai miei ordini, non gli sarà mai fatto alcun male se dovesse incrociare le nostre forze.”.

 

“ Come posso fidarmi di te? Non ci vuole molto a capire che vuoi solo la Dark saber dalla tua parte. E io ho giurato di difenderla con la vita, se necessario.”, protestò Mando, lottando contro il dolore che si faceva strada nel suo corpo, stringendo i denti finchè non riuscì ad alzarsi. Con sua grande sorpresa però quelle fitte sparirono e si ritrovò la mano di Malefica sulla spalla, quasi a carezzarlo.

 

“ Renderò questo ben chiaro, Mando. Sono una sadica come il chip nel tuo collo dimostra, sono ancora più assetata di potere di mio padre e non mi faccio il minimo potere a schiacciare chiunque si metta sulla mia strada alla prima occasione. Ma non sono né una stupida, non ho la minima intenzione di complicarmi la vita.”, disse la strega passando le dita color giada sull'elmo del suo prigioniero, che sentì un brivido di paura scorrergli lungo la spina dorsale.

 

Poteva fare una sola cosa per sé stesso e per Grogu. Anche a rischio di sacrificare l'onore che aveva sempre difeso sin dalle guerre per Mandalor.

 

“ E va bene. Almeno per il momento mi unirò a voi Stecker. Quali saranno i miei compiti?”, domandò infine, certo che, arma apocalittica o meno tra le mani, non era stato reclutato per svolgere comuni missioni. Malefica sorrise soddisfatta, convincerlo era stato ancora più facile di quanto credesse.

 

“ Lieto che tu lo chieda. In questo periodo abbiamo guadagnato molte nuove reclute, incluso un altro ragazzo molto talentuoso proveniente dalle Isole del destino. Vorrei che tu li addestrassi al meglio delle tue abilità, ho grandi progetti per ognuno di voi. Ma prima di cominciare vai nella tua vera stanza, ti meriti il riposo del guerriero.”, concluse dunque la donna drago con una pacca sulla spalla di Mando, che avvolto da fiamme verdi si ritrovò in una versione più grande, illuminata e decorata della sua prima cella.

 

 

 

Vedendo il suo prizmod sul letto, vi si buttò in cerca di notizie ultimi su quanto successo dal momento della sua cattura, sperando di trovare qualcosa su Grogu, ma l'unica cosa che trovò fu la notifica della sua entrata nel clan .Strinse i pugni, sentendosi impotente mentre Malefica lo obbligava ad accettare nuovi studenti, a sostituire Grogu come se niente fosse. In un impeto di rabbia sbattè il pugno avvolto di beskar sul muro della sua prigione.

 

“ Ah, ti aspettavo. Le guardie discutevano sul nuovo arrivo ed ero curiosa chi avesse attirato l'attenzione di Malefica o Talon.”, disse una voce femminile, rispondendo al colpo sul muro.

 

“ Lieto di non essere solo in quest'incubo. Capita spesso che prenda guerrieri contro la loro volontà?”, chiese curioso il Dragone, strisciando sul suo comodo letto.

 

“ Non troppo. Malefica ha i soldi e la parlantina sufficiente a portare dalla sua parte quasi chiunque. Usa i chip solo sa quando vuole qualcuno a tutti i costi e neanche le minacce funzionano. Come nel mio caso. Sono stata rapita durante una missione falsa. Mi domando a volte se la mia famiglia mi stia ancora cercando”, sospirò la misteriosa voce, piena di un tono di rimpianto e tristezza.

 

“ Posso sapere come ti chiami e da quanto sei qui?”.

 

 


“ Della Duck, per servirti. Ormai sono qui da quasi dieci anni.”, fece di rimando la donna. Mando sputò un polmone. Se la sua compagna di prigionia era chi diceva di essere, scappare sarebbe stato ancora più difficile di quanto pensasse. Ma allo stesso tempo, lei sarebbe potuta essere la sua unica chance di andarsene.

 

“ Mi chiamo Djin Djarin. E' un piacere fare la tua conoscenza, Della. Troveremo un modo per fuggire, in un modo o nell'altro.”.

 

*****

 

Il pianeta Felucia era un bellissimo incubo a occhi aperti posto in uno dei tanti sistemi dell'orlo esterno. Ricoperto da piante talmente velenose che un solo respiro avrebbe paralizzato alcuni degli Spectrobes più potenti, con le specie residenti adattate anno dopo anno a mimetizzarsi e uccidere con incredibile rapidità.

 

I pochi che vi si recavano erano disperati in cerca di cure quasi leggendarie, avventurieri rinnegati in cerca di una morte onorevole o un nascondiglio, o alcuni dei più abili combattenti ed esperti di sopravvivenza della galassia.

 

Ventus si poteva considerare un misto tra il primo e il terzo gruppo. Bisognoso di rimettersi in forze dopo anni di riposo forzato, si era diretto lì una volta che si era svegliato nella sua stanza nel Castello dell'oblio. Desideroso di far tornare il suo fisico ai fasti di un tempo, aveva cominciato a sfidare i predatori delle aree meno pericolose del pianeta, fuggendo da loro o confrontandoli in duelli aperti per diverse settimane.

 

Il ragazzo si sdraiò sul suo improvvisato rifugio, un enorme fungo colorato la cui puzza tendeva a tener lontano i carnivori durante la notte. Aveva l'aspetto di un sedicenne, con corti capelli biondo scuro a porcospino, occhi azzurri e un viso rosato. Indossava una camicia divisa tra bianco e nero con larghi pantaloni, sulla spalla teneva il suo Cosmolink, una vecchia versione del Prizmod.

 

Il suo sguardo rivolto alle stelle era estremamente preoccupato. Anni prima aveva ricevuto una terribile ferita e per salvarlo il suo insegnante l'aveva messo in stasi prima di partire per una pericolosissima missione coi suoi due compagni, Aqua e Terra. Prima che i suoi occhi si chiudessero, aveva sentito che l'avrebbero svegliato appena tornati. E invece, assumendo che gli strumenti del Cosmolink fossero intatti, aveva dormito per ben dieci anni. E il suo risveglio era a sua volta collegato al risveglio di qualcun'altro, con cui aveva avuto modo di parlare brevemente.

 

“ Aqua, Terra, maestro... che cosa vi è successo?”, si domandò il giovane jedi prima di alzarsi con una capriola e oscillare lo sguardo tra le stelle sopra di lui e la fitta giungla sottostante.

 

“ Bah, inutile piangere sul latte versato. Sora si è ormai svegliato e dovrà continuare qualsiasi cammino abbia scelto. Raggiungerò il clan Disney e andremo insieme a cercarlo.”, concluse infine evocando il suo keyblade, Memoria perduta. Era color avorio, con un'impugnatura che ricordava ali d'angelo con un portachiavi a forma di tornado. L'asta era dritta e terminava con una punta simile a una lancia, mentre la lama vera e propria ricordava un'ala insanguinata.

 

Ricopertosi anche con la sua tuta spaziale, colorata di varie tonalità di verde con due piccole vetorri che andavano dietro la testa, lanciò l'arma per aria e saltato in aria atterrò su una davola alata come il suo keyblade e dello stesso colore. Battendo il piede sulla superficie metallica, il veicolo partì nell'iperspazio, portanto il suo proprietario alla ricerca delle risposte che tanto desiderava.

                                                                                                        *****

Mando/ Djin Djarin
Alleanze: Duchessa Freya di Mandalor, Grogu e chiunque lo paghi abbastanza.
Razza: Umana
Classi: Dragone, Cavaliere Oscuro, Tiratore( si riferisce sia ad arcieri che pistoleri) e qualche tecnica da Monaco
Punteggio Midi clorian: 24.100
Stile di combattimento: alterna l'uso delle sue abilità fisiche ed elementali da Dragone con tecniche volte a lanciare malus sugli avversari. Agilità e velocità, assieme alla difesa datagli dal Beskar, sono il suo principale punto di forza.
Thrawn
Alleanze: Clan Eclipse, la propria specie
Razza: Chiss
Classi: Mago Rosso, Cacciatore, Pilota 
Punteggio Midi clorian: 21.500
Stile di combattimento: mancando in forza distruttiva( almeno se paragonato ai parigrado e alcuni sottoposti) Thrawn tende ad attaccare dalle retrovie e a lasciare trappole sul campo di battaglia, forte delle su conoscenze di sopravvivenza, usando a volta incantesimi di supporto per i compagni. Risplende comunque soprattutto nelle battaglie siderali, dove dirige intere flotte come fossero parte del suo corpo.                                                                               *****

Saaaaalve a tutti. Soffro come sempre da sindrome di ' Temo di aver fatto un'enorme cazzata nel raffigurare certi personaggi( specie Vader e Malefica)', quindi se avete rassicurazioni, e soprattutto critiche, da farmi, sono  benvenute. Per Malefica mi sono inspirato in minima parte alle figure di Carmilla e Leonore dell'anime di Castlevania, mentre per Vader ho provato a immaginarmi una versione che ha subito un pò meno traumi( non che manchino, spero di ritrarre abbastanza presto il suo background) che è al comando della sua organizzazione e che ha accanto persone cui freghi qualcosa di lui aldilà del suo ruolo. Ho già iniziato il prossimo capitolo, che introdurrà anche ufficialmente l'ultimo membro del party di Sora. Voglio vedere se indovinate chi è. P.S. Grace viene dalla serie animata di Big Hero 6, dov'è la nuova rettrice dell'università dei protagonisti. La defunta Abigail Tritamarmo viene invece dal film Monster University ed Helga proviene da Atlantis. Della è la madre di Qui, Quo e Qua. Uso la versione più recente, dal reboot di Ducktales.
                                                                                 *****

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Capitolo 6
*** Cambio forma ***


Era finalmente arrivato per Sora il momento di allenarsi con un altro degli studenti di Ercole. Il gladiatore, sapendo cosa avrebbe dovuto affrontare nei prossimi anni, aveva ovviamente scelto la più potente e brutale dei ragazzi che si allenavano sotto la sua guida. Pensava fosse la scelta migliore perchè il giovane portatore di Keyblade si abituasse agli avversari sempre più forti che l'avrebbero cercato, ma questi non la stava pensando allo stesso modo.

 

“ P- piacere, Angela.”, deglutì Sora guardando la ragazza di fronte a lui. Si trattava della stessa gargoyle dalla pelle violetta che aveva visto il giorno del suo arrivo. Era alta quasi il doppio del moro, con artigli affilatissimi su mani e piedi, gambe arcuate e due grandi ali al momento chiuse in un mantello a coprire le robuste spalle.

 

Il petto era protetto( anche se non abbastanza dal punto di vista visivo, se le parti basse del giovane possessore di keyblade erano un indizio sufficiente), da una corazza piuttosto aderente, con ginocchiere e protezioni decorati con ali da pipistrello sulle giunture della ragazza. Il volto violaceo sarebbe stato normalmente piuttosto elegante, dai tratti ben definiti e con lunghi capelli neri che le ricadevano sulle spalle, ma in quel momento l'unico dettaglio di esso che Sora riusciva a vedere erano i suoi denti affilati.

 

“ Piacere mio. E' tutta la settimana che voglio misurarmi con te. Ci andrò piano, non preoccuparti. Mio padre mi ucciderebbe se sapesse che abuso i marmocchi.”, disse Angela, scrocchiando rumorosamente le sue nocche, la coda che si agitava pericolosamente come la più potente dei flagelli.

 

' Qui giace Sora, povero coglione che non sapendo che cazzo succedeva, si fece schiacciare da una Gargoyle alta il doppio di lui.', pensò un impallidito Sora evocando il suo Keyblade e divaricando le gambe per prepararsi allo scontro, augurandosi di uscirne senza un braccio rotto.

 

“ Questo scontro, ricordatevi, dovrà servire a Sora per sbloccare il Cambio forma, il vero aspetto del suo keyblade- istruì Ercole, seduto su una panchina dietro l'arena assieme a Grogu e Phil- Questo potere ti garantirà nuove e utlili abilità. Soprattutto migliorerà ulteriormente il tuo controllo della Forza in preparazione ad addestramenti sempre più difficili, per nuove tecniche. Angela, non devi esagerare, ma assicurati anche di non andarci troppo piano. I suoi prossimi anniversari non si tratterrano di sicuro.”, disse con tono autoritario alla Gargoyle, che annuì. Sora si ricordò in quel momento di un piccolo dettaglio, risalente di poco prima al suo svenimento sull'isola.

 

“ Mhh, forse l'ho utilizzato per qualche secondo quando ho combattuto quel mostro argentato. Per un'istante la lama del mio Keyblade ha cambiato forma mentre davo il colpo di grazia a una delle creature dei pirati. Sembrava una stella a metà, e mi ha dato una potenza incredibile.”, commentò invece Sora, ripensando al potere ottenuto dopo aver evocato per la prima volta il suo keyblade. Ercole fece un fischio impressionato, sapendo che per aver usato così presto, anche se in maniera istintiva, un potere simile ci voleva un'incredibile forza di volontà.

 

“ Buono a sapersi, hai già una base da cui partire. Cominciate dunque, e rendetemi orgoglioso.”, ordinò dunque il gladiatore. Angela non fece attendere il suo primo attacco e girò rapida la sua coda, mancando di poco Sora, che saltando all'indietro avvertì tutta la forza dietro quel semplice movimento, sufficiente a muovere un piccolo velo di polvere. Tentò di attaccare ancora a mezz'aria, venendo bloccato da una delle ali della ragazza, che procedette dunque a un frenetico ma preciso contrattacco con i suoi artigli in un vortice di rapidi fendenti che gli fecero guadagnare più di un graffio.

 

Lo spadaccino fu costretto a muoversi con tutta la rapidità sviluppata nei suoi anni di allenamento, schivando altre codate e colpi di artigli che cozzarono sulla lama del Keyblade, diventato un confuso riflesso argenteo nell'aria, mentre lo accompagnava la consapevolezza che il primo errore gli sarebbe costato la vittoria. Angela era molto abile e forte, ma per fortuna di Sora faceva troppo affidamento sulla mera potenza fisica e sulla sua stazza, e doveva solo aspettare un'apertura per attaccare. O così pensava...

 

“ Body slam!”, esclamò il moro, illuminando la chiave tra le sue mani con un fitto alone rosso prima di buttarsi a tutta forza contro la compagna di allenamento, che si protesse con le braccia incrociate prima di venire spinta indietro per alcuni metri dall'impatto della tecnica.

 

“ Meglio di quanto credessi, ragazzino. Credo di dover fare sul serio.”, commentò eccitata la Gargoyle, notando piccoli graffi sanguinanti nei punti che avevano ricevuto l'attacco.

 

Con un largo sorriso zannuto, evocò dal suo prizmod una chitarra elettrica rossa, decorata con piccoli testi e con l'impugnatura a forma di ala. Dopo una piccola prova cominciò a suonare rapida una serie di note. Sora si ritrovò colpito da un urto simile a un pugno, finendo a terra prima di rialzarsi e ricevere un graffio al volto da una scheggia di ghiaccio.

 

“ Non ti aspettavi un Bardo , vero?”, domandò sarcastica la gargoyle, girando meticolosamente i propri artigli tra le corde, generando altre piccole note di fuoco e fulmini.

 

I Bardi erano una classe peculiare e molto pericolosa. Grazie alle loro mistiche canzoni potevano scatenare un grande arsenale di effetti, per potenziare gli alleati o attaccare i nemici con dimostrazioni di potere elementale che poco avevano da invidiare ai migliori incantatori.

 

 

“ Decisamente no.”, ribattè mesto il povero spadaccino, rialzandosi e fortificando la presa sul suo keyblade per prepararsi a uno scontro ora tre volte più difficile. Cominciò a correre in cerchio attorno alla chitarrista mentre questa gli scagliava a ritmo di note contro numerosi attacchi magici nati da quella nuova colonna sonora, colpendolo più volte arrivando quasi a bruciare il suo abito di stoffa rinforzata.

 

Dopo svariati tentativi, Sora riuscì finalmente a parare almeno una manciata di note formate da ghiaccio o fuoco, senza però poter evitare altre bruciature e graffi qua e là, mentre l'assalto diventava sempre più irruento. Riuscì a volte a spedirne qualcuna al mittente, ma Angela era ben protetta dagli attacchi che lei stessa aveva generato. Non a caso gli ricordava il suo primo vero scontro, quando si era ritrovato impotente contro i due scagnozzi di Uncino.

 

Così come loro, anche Angelica si stava avvantaggiato con la sua esperienza e le sue varie abilità in una letterale armonia di tecniche, mentre lui possedeva un arsenale ancora limitato di abilità marziali che non sapeva come sfruttare per renderle davvero efficaci in un duello impari.

 

Un improvviso colpo al muso col bordo della chitarra distrasse Sora dai suoi pensieri. Riuscì ad allontanarsi dalla Gargyole con un piccolo balzo, ignorando il dolore ai denti. Ercole inarcò un sopracciglio, ansioso di guardare la prossima mossa dell'allievo.

 

“ Avanti, Sora, non farti intimidire.”, si disse questi, sentendo il proprio potere scorrere attraverso i Midi chlorian fino al keyblade. Si ricordò di quanto aveva detto Ercole. Ogni volta che utilizzava una tecnica di qualche tipo, diventava uno strumento della Forza. Essa decideva quando un attacco andava a segno o meno. Perso per perso...

 

“ COLPO DISPERATO!”, ruggì il ragazzo. Corse verso Angela col keyblade avvolto da una sorta di tremolio visibile all'occhio nudo, che rende difficile dirigere la traiettoria. Angela riuscì a spostarsi per tempo, procurandosi solo un leggero taglio al ventre scoperto... prima che lo spadaccino si voltasse improvvisamente, il keyblade avvolto da una nuova potente luce sotto lo sguardo impressionato di lei ed Ercole.

 

“ Cambio Forma. Forza stellare!”, esclamò istintivamente Sora prendendo il keyblade con entrambe le mani. Tra scintille di energia e un forte boato, esso assunse la stessa forma con cu aveva ucciso il mostro della montagna, sostituendo la semplice lama a chiave con una a forma di stella mentre il manico diventava azzurro.

 

La lama dentata impattò sulla chitarra con una forte onda d'urto che anche gli spettatori poterono avvertire, sfregando sul metallo rosso in una pioggia di scintille mentre anche la Gargoyle sembrò indietreggiare per un istante di fronte a quell'improvvisa forza.

 

Angela emise un ringhiò soddisfatto e sferrò l'ennesimo calcio, che stavolta il ragazzo schivò con una velocità di molto superiore per poi colpirla alla schiena con un Break rapido.

 

Un'aura violetta circondò Angela, diminuendone la rapidità e permettendo a Sora di schivare nuovamente il successivo colpo di coda e quindi incrociando le loro armi quando la gargoyle in uno scontro di scintille, generate tanto dallo scontro tra chitarra e keyblade che tra i loro sguardi.

 

Ercole osservò attentamente, avvertendo nell'aria i flussi di Forza generati dai due ragazzi. Non v'era dubbio che il potere di Sora stesse crescendo piuttosto in fretta, e questo anche considerando il duro allenamento cui lo stava sottoponendo.

 

' Paperino, chi è questo ragazzo? E perchè l'hai mandato proprio qui?', si chiese mentre i due si separarono, col chiaro intento di riprendere subito l'assalto. Con un secco movimento che nascondeva la forza di un rombo di tuono, interruppe il duello, avendo visto abbastanza per quella giornata.

 

“ I miei complimenti a tutti e due. Siete maturati molto, c'è solo da rifinire qualche sbavatura qua. E vi metterete sotto a dovere per farlo, o non sono più l'asso del colosseo.”, disse il Gladiatore entrando nell'arena. I due ragazzi fecero sparire le armi e si inchinarono l'uno di fronte all'altro, prima di stiracchiarsi col fiatone per rilassare i muscoli provati dalla lotta.


“ Grazie, maestro. Migliorerò ulteriormente, gliel'assicuro.”, disse Angela grata. Ercole le diede dunque una lista di suggerimenti sul come migliorare ulteriormente, in particolare riguardo l'uso troppo aggressivo della tecnica e delle sue canzoni, e domandò a Sora di mostrargli il keyblade, tornato alla forma originaria,cosa che il moro fece subito.

 

“ Interessante. Sembra basarsi soprattutto sul potenziare le tue abilità, fisiche e non, se la tua performance è una prova sufficiente.”, osservò l'avventuriero più anziano, avvertendo l'energia dell'arma splendere come una piccola stella davanti ai suoi occhi azzurri prima di lasciarla andare.

 

“ In effetti mi sono sentito molto più forte e rapido da quando lo evocai la prima volta, e oggi la sensazione era ancora più intensa. Quindi è questa l'abilità del mio keyblade? Funziona come un unico potente buff?”, domandò Sora, prendendo la spada con entrambe le braccia e portandola sotto la sua testa per osservare meglio il metallo scintillare sotto la luce del sole.

 

“ Lo reputi troppo modesto per te?”, chiese di rimando Ercole, ma l'allievo scosse la testa.

 

“ Tutt'altro, credo non potesse esserci di meglio. Così non dovrò perdere tempo a imparare tecnice di auto potenziamento. ”, affermò sorridente Sora, dando qualche altro fendente all'aria con la sua spada, che lasciò una scia argentata. Ercole rise di gusto. In effetti le tecniche di buff rivolte solamente all'utilizzatore erano un'autentica seccature da apprendere. Ecco perchè anche i guerrieri più esperti ne apprendevano due o tre al massimo prima di dedicarsi agli stili elementali e ad altre abilità più versatili.

 

“ Lieto di vederti ottimista, perchè è ora di cominciare a lavorare sul serio, c'è molto altro che i keyblade nascondono. Prima di cena leggi tutti i libri di magia che puoi, è ora di cominciare a scagliare qualche incantesimo come si deve.”, ordinò l'insegnante. Sora sospirò e si diresse nella biblioteca dell'arena, il lavoro di un avventuriero non finiva proprio mai a quanto pare.

 

*****

 

Riku non sapeva cosa pensare di quanto successo negli ultimi giorni. L'unica certezza era la sua preoccupazione per la propria casa e i suoi amici, al punto che non aveva neanche pensato a un modo per scappare, cosa che sarebbe stata comunque inutile.

 

Era stato separato da Kairi mentre erano ancora svenuti, per poi trovarsi in quella che sembrava una caserma assieme a molti altri soldati, scoprendo con sua somma rabbia di avere un collare che bloccava i suoi Midi chlorian. Gli uomini presenti l'avevano trattato bene, dandogli del cibo e riparando la sua attrezzatura, ma avevano rifiutato di dirgli alcunchè su quanto successo sull'isola.

 

L'archittettura era in un ovvio stile gotico, quasi totalmente nero e verde con svariati spuntoni e bellissime vetrate, rappresentanti scene di battaglie o balli dai mille colori diversi.I letti erano a buona distanza gli uni dagli altri, fornendo a ogni occupante dell'edificio il proprio spazio per mettere le proprie cose e stabilire la propria privacy .

 

La maggior parte dei soldati presenti erano orchetti o goblin di qualche tipo, armati con corazze nere della loro misura e piccoli forconi o fucili laser. Erano stati abbastanza gentili con lui, trattandolo come uno di loro, ma senza dargli la minima spiegazione e spesso ridacchiando tra loro quando pensavano che non guardasse. Cosa che cominciava a distruggere i suoi già fragili nervi, già provati dalla consapevolezza che scappare non aveva senso.

 

Finalmente, un giorno venne avvicinato da un uomo. Era apparentemente normale, non fosse stato per la confidenza con cui si muoveva, estremamente confidente e privo di gesti inutili, l'avrebbe preso per un impiegato con problemi di calvizie che cercava di apparire più elegante di quanto non fosse.

 

“ Giovanotto, a nome della nostra padrona domando scusa per questo primo periodo di incertezza e nel ritardo per una dovuta spiegazione. Sono qui per parlarti e rispondere a ogni tua domanda.”, cominciò lo straniero con tono amichevole, porgendo una mano a Riku, che non la prese inizialmente.

 

“ Oh, finalmente una spiegazione del cavolo. Dove sono, chi mi ha portato qui? E che volete farmi.”, chiese l'albino, che stava a malapena trattenendo la sua reazione, i propri Midi clhorian che andavano a fuoco seppur incapaci di funzionare normalmente.

 

 

“ Sei nel quartiere generale del clan Strecken, su Tenebrae. E hai ragione a essere infuriato, ti abbiamo tolto troppo in poco tempo. Ma ti assicuro che non è nostra intenzione danneggiarti in alcun modo.”, spiegò l'uomo con un tono comprensivo, accompagnandosi con gesti molto cortesi e cauti.

 

“ Tenebrae, eh? Un nome che è tutto un programma. Ma che volete da me?”, disse sarcastico Riku. Stan non potè che mostrare un sorriso amichevole a quel commento. Forse l'uomo non era così terribile, ma considerando che gli Strecken erano uno dei clan che tenevano ben nascosti la loro base principale e che non di rado sfioravano il limite che li separava da degli autentici criminali, il fatto che ora ne conoscesse il nome non era una buona notizia.

 

“ Concordo sul nome, troppo da edgelord, ma ti assicuro che non vogliamo farti niente di così terribile. Ti abbiamo condotto qui su ordine del nostro capo clan, lady Malefica. Lei ha dei... piani per te. Neanch'io so esattamente di quale natura, ma ha già trovato qualcuno che ti addestrerà per i prossimi mesi. Desidera ti unisca a noi con tutti i vantaggi che la cosa comporta. Io mi chiamo Stan. Sono il responsabile di questo reggimento e ti mostrerò cosa c'è in serbo per te se accetti.”, disse l'uomo, offrendo la mano a Riku, che stavolta ricambiò volentieri. Era decisamente una presa forte, ma vi avvertì qualcosa di strano. Incuriosito guardò meglio il viso del suo 'superiore' e vide dei cerchi concentrici negli occhi. Dovevano essere artificiali, probabilmente era un cyborg o un androide di qualche tipo.

 

Il duo si addentrò nei meandri della fortezza del clan, decorata con varie tonalità di nero, verde e viola a perfetta somiglianza della signora di quel luogo. Stan spiegò al ragazzo la struttura gerarchica del clan e gli disse della strumentazione della fortezza in cui si trovavano, o almeno di quella più semplice e necessaria alle esigenze di tutti i giorni. Riku osservò distrattamente la mensa super attrezzata del luogo dove membri di varie razze si stavano rifocillando, posta proprio accanto a una larga bacheca delle missioni, divise per difficoltà e ricompensa.

 

La maggior parte degli avventurieri presenti che non appartenevano agli orchetti con cui Riku aveva trascorso l'ultimo periodo sembravano andare a una convention di edge lord. Samurai con corazze nere, cavalieri oscuri ricoperti da spuntoni, maghi neri i cui abiti riportavano simboli demoniaci e moltro altro ancora. Forse un po' esagerati, ma a modo suo li trovò fighi.

 

Tra tutti un enorme guerriero avvolto da una corazza violacea, un'elmo con due pesanti corna a ricoprirgli totalmente il volto, mentre in mano teneva un bizzarro spadone diviso in segmenti. La forza che emanava era enorme e i suoi occhi gialli emanavano grande esperienza e carisma. Si liberò con precise menate della maggior parte dei compagni e dopo pochi secondi spesi a guardare la bacheca, si scelse una missione tra le più difficili, passando poi accanto al ragazzo e al suo accompagnatore.

 

“ Chi è quell'uomo?”, domandò Riku, una volta che il cavaliere fu fuori portata d'orecchi, sebbene fu certo per un istante che si fosse voltato a guardarlo. Era l'atteggiamento con cui si era sempre immaginato Darth Vader: elegantissimo, quasi assente nei suoi modi di fare, ma carismatico e dotato di una potenza smisurata.

 

“ Garland, il cane da guardia di Malefica e Talon, e uno dei nostri assi. Stagli il più lontano possibile. Anche quand'è di buon umore come oggi tende ad avere il Firaga facile. Specie sulle reclute.”, ri raccomandò Stan, prendendolo per una spalla e proseguendo nel tour, ignorando il commento di Riku sul non essere una recluta, finchè non arrivarono alla palestra.

 

Lì, con sua enorme sorpresa, trovò ad aspettarlo la stessa Malefica. La strega alata era vestita completamente nella sua armatura nera, una pesante corazza in stile gotico ricoperta da complesse rune e geroglifi. Attorno a lei si trovavano ologrammi semi solidi di molti guerrieri e spectrobe, ricoperti da fiamme verdi e scintille in una visione quasi dantesca.

 

“ Ah, Riku, lieta di incontrarti finalmente. Spero la tua permanenza qui sia stata piacevole per il momento.”, disse la strega, avvicinandosi con le braccia aperte e un sorriso amichevole sul viso verdognolo. Riku si sentì immediatamente a disagio a guardarla avvicinarsi come un enorme pipistrello.

 

“ Lady Malefica.... E'... un piacere fare la sua conoscenza. E sì, sono stato bene.”, deglutì l'albino, sentendo l'incredibile potere della Gria avvolgerlo come un guanto di pura tenebra, osservando il suo sguardo verde pallido con un groppo in gola.

 

Era quello il livello che aveva desiderato raggiungere per tutta la vita? Quasi gli fece paura.

 

“ Complimenti, ci ho quasi creduto- ridacchiò con un suono cristallino la donna- Dove hai imparato a mentire, se posso permettermi?”, chiese con un tono che non lasciò a Riku nessuna possibilità di rispondere.

 

“ A casa. I miei genitori non volevano diventassi un avventuriero, visto che mio nonno era morto sul campo, ma io continuavo a ad allenarmi in segreto e a cercare libri sulla Forza.”, confessò sudato l'albino e Malefica allargò il suo sorriso, portando le dita al mento di lui per carezzarlo quasi con affetto.

 

“ Già, anch'io tendevo a rubare i libri di mio padre senza che lui lo sapesse. Mi dilettavo di studi necromantici e molto altro ancora, lui voleva … rallentarmi per così dire. Aveva ottime ragioni per farlo ovviamente.”, disse suadente, facendo apparire accanto a sé una delle creature che avevano accompagnato i pirati sull'isola. Istintivamente Riku saltò all'indietro e formò nella mano una scarica elettrica per distruggerla, ma era già svanita a un nuovo ordine di Malefica.

 

“ Questi esseri si chiamano Heartless. Sono sostanzialmente una personificazione del Lato oscuro, nati dagli infiniti pensieri e sentimenti che percorrono ogni giorno la nostra galassia. Molto utili come soldati di massa, se sai come evocarli.”, spiegò la Gria.

 

“ Perchè me lo sta dicendo? Cosa vuole da me?”, domandò cauto il ragazzo, sentendo un nodo alla gola che sembrava impedirgli di respirare.

 

“Sei diretto, qualità che apprezzo. Voglio semplicemente che tu ti unisca a noi Strecken e ti alleni il più possibile fino a diventare un altro dei nostri assi, il generale di intere armate di queste creature. Ho già il maestro per te, ti farà diventare molto forte, finchè non riuscirai a sconfiggerlo.”.

 

“ Lo farò volentieri, se mi dice dove sono i miei amici e cos'è successo davvero sull'isola.”, sibilò Riku dopo lunghi secondi di riflessione, sapendo che non c'era modo di discutere contro una simile offerta, se tale si poteva chiamare. A Malefica però non servì che un'occhiata penetrante per far tremare il ragazzo, che fece alcuni passi indietro con lo sguardo pieno di terrore.

 

“ Dunque, per quanto riguarda l'attacco alle Isole del destino, non posso nasconderlo. Siamo stati noi. Volevamo alcune persone scatenare confusione a riguardo, e abbiamo fatto quanto in nostro potere per farlo. Ma l'unica dei tuoi amici che abbiamo preso è la ragazza dai capelli rossi, suppongo. Non è qui, l'abbiamo consegnata ad alcuni nostri alleati. Non so cosa vorranno fare con lei.”, disse deliziata Malefica.

 

Riku sentì avvicinarsi un infarto. Alleati, quando si trattava del clan Strecken, non poteva riferirsi a nessuno di buono. Nella peggiore delle ipotesi Kairi si trovava nelle prigioni di schiavi degli Hutt.

 

 

E per rapire alcune persone avevano scatenato quel disastro, arrivando quasi a distruggere un'intera popolazione e attirarsi l'ira di Atlantica? Ma chi poteva valere tanto? Forse Sora, con quella strana arma che aveva evocato. Non sapeva neanche dove fosse finito però, perciò almeno per il momento non c'era che una cosa da fare per proteggere Kairi.

 

“ Va bene, farò ciò che vuole, mia signora.”, disse infine lo spadaccino, inchinandosi sotto lo sguardo compiaciuto della strega e sperando di non aver fatto la scelta sbagliata.

                                                                                                                                *****

Salve a tutti, spero che stiate bene. Mi scuso per il ritardo nell'aggiornare, volevo prima portarmi un pò avanti con altri capitoli, visto che su suggerimento di un amico sto pensando di prendere una pausa dalla scrittura per un pò in modo da lavorare alla tesi. Di per sè è quasi finita, ma è un pastrocchio che devo sistemare. Mi auguro intanto che il capitolo sia di vostro gusto, questo e il prossimo serviranno più che altro a stabilire alcuni punti sul gruppo di Sora( Grogu e Angela prenderanno il posto di Paperino e Pippo, non si fosse capito) e su altri eventi di world building, ci sarà anche qualche citazione alla Marvel nel prossimo capitolo.

Angela è la figlia di Golia, protagonista di Gargoyles, probabilmente una delle migliori serie animate disney e del dark fantasy in generale.
Garland è il cattivo del primo Final Fantasy è uno dei principali antagonisti di Dissidia.
Stan viene da Aaron Stone, altra serie tv Disney, dov'è la spalla robotica del protagonista.

A presto.

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Capitolo 7
*** Un gelatinoso cammino ***


 

Erano trascorsi due mesi da quando Sora aveva lasciato la sua amata isola per iniziare ad allenarsi sotto la guida di Ercole assieme a Grogu. Come il gladiatore aveva detto, la scoperta del Cambio forma era stato l'inizio di nuove scoperte per Sora, che aveva trovato un piacevole aumento nel suo conteggio Midi - Chlorian e soprattutto di poter finalmente imparare qualche incatesimo.

 

Aveva cominciato con piccole palle di fuoco e incantesimi curativi, ma sperava presto di migliorare il suo repertorio con qualche magia spazio temporale.

 

Quel giorno, si stava come al solito allenando assieme a Grogu, che voleva in cerchio attorno a lui schivando una serie di Fire. Sora continuava a muovere la punta del Keyblade, formandovi attorno sfere infuocate che sparava poi contro il piccolo mandaloriano, la cui abilità nel volo sembrava comunque ancora troppa affinchè rappresentasse un pericolo per lui, permettendogli di rispondere facilmente allo scambio di colpi.

 

“ A mirare troppo tempo perdi. Più istintivo devi essere, o le tue prede facilmente sfuggirti potranno.”, disse Grogu scambiando il fucile con la sua ascia e buttandosi in picchiata su Sora, che riuscì a schivare all'ultimo istante prima di contrattaccare con un Break vitale che scagliò via il ragazzo alieno di vari metri con una pioggia di scintille a decorare il breve scontro. Rialzatosi, strinse la scure con entrambe le mani e raccolse un buon quantitativo di Forza per sparare contro Sora una lama di pura energia.

 

Prima che lo spadaccino potesse però attivare il Cambio forma per difendersi, una figura si mise davanti a lui bloccando l'attacco di Grogu con una semplice manata. Si trattava di Ercole, che si rivolse col solito cipiglio fiero, enfatizzato dalla calda luce di quel giorno, verso lo studente.

 

“ Scusate l'interruzione, ragazzi. Ma ho una missione per voi, credo siate pronti per farvi valere qui fuori. Il mandante è un mio caro amico e non potete deluderlo.”, disse allegro ai due ragazzi, che sbarrarono gli occhi.

 

“ Una missione? Dici sul serio?”, ripetè Sora, il tono emozionato come non mai. Aveva atteso tanto di partecipare a una vera missione, la prima gesta degna di un avventuriero preparato. Di qualsiasi cosa si trattasse, sarebbe stato il segno che era diventato un esploratore.

 

“ Sì, Sora. Sei qui ormai da quasi due mesi e il tuo potere è cresciuto non poco assieme alla tua abilità nell'usarlo. E' tempo tu abbia il tuo primo compito da avventuriero. Non credo ci deluderai.”, gli disse cordiale Ercole, posando una mano sulla spalla dell'entusiasta custode.

 

“ Ma è fantastico. Di che si tratta?”, chiese eccitato il ragazzo, ansioso di svolgere finalmente un compito, per insignificante che fosse. Ercole fu più che lieto di quell'atteggiamento eccitato e disponibile.

 

“ Niente di molto pericoloso, ma credo che avrai di divertirti. C'è un carico di materiali da costruzione per un villaggio in difficoltà a qualche centinaio di chilometri da qui. Dovrete fare da scorta e forse lì vi offriranno altri compiti più eccitanti. Chiedi a chi desideri di accompagnarti, anche se credo sai già chi si unirà a te.”

 

“ Ovvio. Andiamo subito a chiamare Angela, non possiamo partire senza un membro di supporto.”, disse entusiasta l'avventuriero correndo fuori dall'arena, trascinando Grogu con sè.

 

“ Non è un semplice carico di materiali, vero?”, domandò una voce dietro di Ercole, che voltandosi vide Phil con un'espressione severa. Il suo istruttore era la persona più allegra e rilassata che potesse immaginare, ma era stato comunque lui a guidarlo per anni, lo conosceva meglio di chiunque altro con la possibile eccezione di Megara. Sapeva che il suo atleta di punta aveva qualcosa in mente e non gli piaceva.

 

“ No, Phil. Ma ho bisogno di vedere sul serio fin dove può arrivare. E comunque mi sono già recato sul posto e l'ho ripulito delle minacce maggiori. Non accadrà loro niente, te l'assicuro.”, affermò serio Ercole.

 

*****

 

La prima metà del viaggio fu molto piacevole, i responsabili del carico erano stati un po' ovunque e condivisero qualche storia con i tre membri della loro scorta tra risate e battutine. I pochi banditi che incontrarono furono sconfitti con facilità dalle canzoni magiche di Angela e dai colpi laser di Grogu, mentre Sora pensava senza problemi a chiunque riuscisse a evadere l'operato dei due con qualche colpo di Keyblade sulle natiche.

 

Arrivati al paesino cui era destinato il carico si resero però conto che la situazione era molto seria., trovarono. Un'intera ala delle mura completamente a pezzi e diversi operai intenti ad aggiustarla come potevano. Gli umori erano decisamente bassi, a giudicare dai musi lunghi. Anche altri edifici erano stati visibilmente danneggiati, e qua e là era possibile vedere dei segni di lotta.

 

Ad accoglierli per il pagamento, mentre gli operatori scaricavano i materiali, fu un anziano uomo vestito con una vecchia armatura da legionario. A giudicare da delle vecchie cicatrici sul viso e la lancia che teneva sulla schiena, doveva essere un ex avventuriero, e si rivolse con grande calore al trio di combattenti.

 

“ Salute, viaggiatori. Io sono Nestore, il capo di questo umile villaggio. Vi ringrazio a nome di tutti i miei concittadini per aver portato a noi questo carico, ne faremo buon uso.”, cominciò l'uomo, stringendo la mano a Sora, che gli offrì il suo migliore sorriso.

 

“ E' stato un piacere, sembrate averne proprio bisogno. Senza offesa.”, disse imbarazzato, e il sindaco roteò gli occhi, guardando preoccupato la crisi che sembrava affliggere la sua città.

 

“ Sì, questi sono tempi difficili per noi. Il raccolto non è stato buono e non abbiamo abbastanza soldi da mandare a un clan capace di risolvere la situazione. Ci arrangiamo come possiamo.”.

 

“ Ma cos'è stato ad attaccarvi, se non chiedo troppo?”, domandò Angela all'uomo.

 

“ Krawl, per lo più. Hanno cominciato ad attaccarci un paio di settimane fa, in gruppi sempre più grossi. Una banda di banditi ne ha approfittato in un paio di occasioni per infiltrarci dopo i loro assalti. Il nostro muro è caduto tre giorni fa, da allora non riusciamo quasi più a riposare.”, rispose questi con tono grave dopo alcuni secondi.

 

Sora si morse la lingua. I Krawl erano tra le creature più insidiose che abitassero la galassia. Si trattava sostanzialmente di microorganismi che si agglomeravano tra loro assumendo innumerevoli forme, suddivise generalmente in tre gruppi: gli Slime, la forma più comune e innocua, sebbene alcuni esemplari fossero davvero potenti. Simili appunto a strane sfere di gelatina con un sorriso beffardo, limitavano ad attaccare chi si imbatteva a loro e a volte a fare scherzi; I Krawl propriamente detti, con un aspetto decisamente più inquietante e un comportamento più aggressivo, e infine i simbionti, che si fondevano con Spectrobes o avventurieri, amplificando i loro poteri e le loro emozioni a livelli molto instabili se non si sapeva come gestirli.

 

Si diceva che fossero stati creati da Knull, una potentissima evocazione che venne sconfitta millenni prima da un guerriero di nome Donald Blake, a sua volta considerato da alcuni una manifestazione del dio Thor. Prima di essere esiliato una volta per tutte nel piano astrale, Knull avrebbe preso innumerevoli gocce del suo sangue e le avrebbe sparse nella galassia, affliggendola con quella piaga.

 

Altri invece pensavano che fossero solo insiemi enormi di midichlorian molto sensibili a calore e onde sonore, limitandosi a prendere alcune loro parti per creare pozioni e altri composti chimici, necessari a chi intrapendesse missioni con avversari ben più pericolosi.

 

La loro infestazione più terribile degli ultimi anni, radicata in un settore isolato di Coruscant, aveva richiesto l'intervento congiunto dei clan Disney ed Eclipse, venendo quindi stroncata sul nascere in tre giorni di continua battaglia. Sora aveva circa sei anni all'epoca e gli capitò di guardare un servizio sullo scontro. Fu in quell'occasione, vedendo nomi come Rex, Shan-Yu e Pippo combattere fianco a fianco, che seppe cos'avrebbe fatto nella propria vita.

 

“ Bisogna trovare il loro nido e bruciarlo. Avete idea di dove sia?.”, domandò serio il ragazzo, sentendo il sangue ribollire al punto che non si chiese neanche perchè Ercole non ci avesse già pensato.

 

“ Sì, purtroppo è nell'avamposto di una base militare abbandonata. Quegli abomini hanno inglobato ogni arma che abbiano lasciato. Se siete davvero disposti ad andarci, state molto attenti.”.

 

*****

 

La base era in uno stato ancora peggiore di quanto Sora credesse, le mura erano un cumulo di macerie e ovunque c'erano armi o armature in rottami, olte che attrezzature datate da almeno qualche millennio. Al centro della struttura si trovava una piccola torre che portava un'emblema ormai sbiadito, ed era possibile intravedere strane sporgenze organiche simili ad alveari, da cui usciva una gelatina multicolore. Il caldo rendeva la visione ancora più desolante, facendola tremolare in maniera disturbante.

 

“ I soldati se ne saranno andati a causa dei Krawl?”, domandò curiosa Angela prendendo un fucile a pezzi e osservando poi l'ingresso di quel fatiscente luogo. Sora scosse la testa.

 

“ Nah. Se non sbaglio Olimpia è stato uno dei primi pianeti che noi umani abbiamo colonizzato una volta lasciata la Terra. Semplicemente non ce n'era più bisogno una volta stabilite altre città e gli unici a usare questo posto saranno stati per un po' criminali e affini.”, spiegò Sora prima di evocare il Keyblade ed evitando al momento il portone principale, dietro cui pensava ci fosse già una nutrita schiera di mostriciattoli ad aspettarli, cercando invece un condotto dell'aria che staccò dalla parete senza troppi problemi.

 

Il trio, dopo aver spinto un po' Angela( il condotto era un po' troppo piccolo per lei, anche a causa delle ali), si ritrovò in un lungo corridoio sporco fino al soffitto con rimasugli di gelatina e gli ossi di quelli che sperarono furono incauti Spectrobes.

 

“ Forse qualcuno è già passato, mi aspettassero ci fossero molti più Krawl a giudicare da quanto ci ha detto Nestore.”, commentò Sora, facendosi strada con cautela nel nido, con qualche altra goccia di quel liquido che colava ogni tanto sui loro vestiti o sulle ali di Angela, con un gocciolio che premeva sempre più sui loro nervi.

 

Dopo quelle che sembrarono ore di cammino, una massa azzurra uscì dal proprio nascondiglio per gettarsi su Sora, che evocò per tempo il keyblade per tagliarla in due.

 

“ Schifo.”, commentò Grogu guardando l'ammasso di melma azzurra cadere a terra, cercando invano di ricomporsi prima di svanire. Non era però l'unico abominio che si nascondeva in quel corridoio.

 

Molti altri Slime e altri Krawl, differenziati dai loro cugini per i colori striati l'assenza di occhi o bocca, saltarono sul gruppo in una bufera di gelatina multicolore cui i tre ragazzi risposero con un mulinare delle loro armi, colpendo qualsiasi Slime provasse a buttarsi contro di loro per una sorta di disgustosa leccata e incenerando i tentacoli dei Krawl.

 

All'improvviso un colpo laser bucò una delle ali di Angela, che gridò di dolore mentre l'ennesimo Krawl usciva dalle ombre, con un'arma ancora calda che usciva dal suo corpo viola e nero di ragno assieme a rumori disturbanti.

 

“ Nestore aveva detto che avevano inglobato le armi. Proteggiamoci il più possibile.”, ordinò Sora, ringhiando i denti prima di staccarsi uno Slime dalla spalla e polverizzarlo a suon di Fire. Altre creature con armi incorporate apparirono per riempire la zona del duello di laser che misero lo spadaccino sempre più in difficoltà, rischiando più volte gravi bruciature che gli fecero appuntare di migliorare il suo equipaggiamento difensivo.

 

Angela diede una potentissima schitarrata, accompagnata da una potente serie di scariche elettriche che si infilarono nella gelatinosa carne dei loro avversari disperdendone la maggior parte, dando loro nuovo spazio di manovra.

 

“ Qualche secondo potete darmi?”, domandò un'ansimante Grogu, avvolgendo la sua ascia con un'aura cremisi prima di usarla per tagliare in due un Krawl che si era avvicinato troppo. I due compagni gli si misero davanti, imbracciando le armi, quella di Sora che si muoveva con straordinaria rapidità e destrezza alla ricerca dei punti vitali delle creature di fronte a lui .

 

Nel frattempo l'energia attorno a Grogu divenne sempre più potente, inquietando alcuni dei mostriciattoli che si avvicinavano a lui. Persino Angela, abituata alla sete di sangue della madre Demona, era impressionata. E lo fu ancora di più quando il processo per cui stava guadagnando tempo giunse a termine.

 

“ Uragano di sangue!”, esclamò con tono gelido il mandaloriano, la cui energia esplose in una potente corona di energia che avvolse lui e le sue armi, trasformandolo in una fonte di energia rossa che sì unì alle lampade rosse della struttura in un'inquietante visione che sembrava provenire da antiche pitture barbariche. Con un balzo raggiunse la testa del Krawl, tagliandolo in due prima di lanciare l'ascia contro un'altro dei suoi simili e poi buttandosi in mezzo a loro in un vortice di fendenti e tentacoli che quasi terrorizzò gli amici del piccolo Mandaloriano.

 

“ Che è quello, una Trance?”, domandò Sora, fissando quasi spaventato tutte le creature che non si spostavano per tempo venire massacrate dall'amico.

 

“ Se lo è, non voglio incontrare chi l' ha inventata.”, commentò Angela mentre l'amico si buttava sull'ultimo avversario rimasto, che tentò di avvolgerlo coi propri tentacoli solo per vederli affettati da una serie di fendenti roteanti.

 

Un getto d'acido lo colpì dritto sull'elmo, sorpassando la difesa del Beskar. Prima che un'altro attacco potesse seguirlo, Sora si fiondò a difendere l'amico piantando la lama del Keyblade nella creatura e Angela lo aiutò riempendo l'aria con note che potenziarono ulteriormente il moro, permettendogli di spalleggiare Grogu e fare piazza pulita dei loro nemici finchè non ne rimase uno solo.

 

Era un King slime, una variante dei normali slime ben più grossa e dotata di una corona da cui derivava il nome. Diede al gruppo l'ennesima boccaccia prima di cominciare a rimbalzare ad altissima velocità, e prima che Sora se ne accorgesse, se lo ritrovò dritto nello stomaco, spedendolo con un fortissimo impatto fuori dalla base.

 

“ Urghh... sono anni che desidero uccidere uno di voi mostri.”, disse Sora pulendosi il sangue al labbro quando lo Slime gli atterrò davanti, continuando a rimbalzare sardonico. L'essere di gelatina formò una sfera di energia congelante, che il custode di keyblade schivò appena prima di contrattaccare con un Fire caricato con quanta energia aveva.

 

L'attacco fiammeggiante, sparato con un piccolo boato, lasciò una mangiata di bruciature sulla pelle liquida della creatura, che tornò all'assalto su Sora mentre anche Grogu e Angela si riunivano alla lotta.

 

Le onde sonore della Gargoyle strappavano via lentamente gocce di preziosa materia all'essere, e Grogu colpiva con sempre più brutalità mentre la sua aura cresceva, fino a rassomigliare l'immagine di una sorta di rana.

 

“ TEMPESTA CREMISI!”, esclamò il piccolo alieno, ingrandendo le dimensioni della propria ascia e roteando su sé stesso come una trottola rossa che tagliò la lingua del King slime, indebolendolo sempre più fino a scagliarlo proprio davanti a Sora.

 

Il ragazzo saltò in aria, facendo vorticare con forza il proprio Keyblade, attorno a cui si raccolsero varie stelle argentate. La spada si trasformò in un mulino di energia stellare e con un fortissimo urlo, Sora vi canalizzò tutta la sua energia prima di lanciarlo contro il King Slime, troppo indebolito anche solo per spostarsi, venendo dunque diviso in due metà luminose assieme al terreno e a quanto rimaneva di quella disastrata base mentre Sora riatterrava un po' confuso.

 

“ Ah.... usare la Forza in questo modo è sempre più stancante. E anche più soddisfacente di quanto abbia diritto di essere.”, scherzò, sentendo poi delle dolci note che gli arrivarono fino al cervello per rinvigorire i muscoli sfiniti dalla lotta.

 

“ Meglio che ti ci abitui- disse Angela, fautrice di quella rigenerativa melodia- quello si poteva appena definire un King Slime. Quelli più forti a volte hanno richiesto l'intervento unito dei miei genitori.”.

 

“ Francamente io molto peggio credevo- intervenne Grogu a sua volta- dai racconti di Nestore a una forza ben più grande pensavo.”.


“ Vero. Probabilmente è passato qualche altro avventuriero che si è occupato della loro mente alveare. O qualsiasi altra cosa li capeggiasse. Avanti, bruciamo questo buco e torniamo da Nestore.”, concluse Sora facendo spallucce. I tre ragazzi cominciarono a bruciare il posto, prendendo quel poco di gelatina che serviva loro per le pozioni.

 

Erano estremamente soddisfatti. Grogu aveva già dato piccoli aiuti al padre di tanto in tanto, ma era la prima volta che si sentiva veramente parte di una vera missione e di un gruppo. Quello era il loro primo vero passo in un mondo più grande, e fu con entusiasmo ed ottimismo che si allontanarono dal loro falò, inconsapevoli di essere visti.

 

 

“ Siete stati bravi, ragazzi.”, disse soddisfatto Ercole, riattaccando il suo binocolo alla cintura. Il Gladiatore aveva già ricevuto da Nestore la richiesta di intervenire, ma aveva deciso di occuparsi solo del centro dell'alveare dei Krawl, da cui stava per nascere un potente simbionte, lasciando il resto a Sora e compagni in modo che si mettessero alla prova.

 

E il risultato andava oltre le più rosee aspettative. Avevano agito come una squadra, per quanto inesperta, e avevano dato una mostra più che efficace delle loro abilità. Presto forse avrebbe potuto lasciarli andare, più che capaci di difendersi dal resto della galassia, ma avrebbero comunque avuto bisogno di un ultimo assaggio sul quanto questa fosse grande.
                                                                                                          *****
Grogu
Razza: Sconosciuta
Lealtà: Suo padre Mando, la duchessa Freya e Mandalore, Sora
Classi: Berserker, Tiratore
Punteggio Midichlorian:2600
Stile di combattimento: Privo delle abilità più 'magiche' di Mando, Grogu preferisce uno stile diretto, utilizzando semplici ma efficaci mosse per rompere la guardia avversaria( potenziandosi con le proprie Trance quando ha bisogno di dare danni elementali) o agendo come il cecchino del gruppo.                                                                                                          *****

Saaaaaaaalve a tutti, mi auguro come sempre che il capitolo sia stato di vostro gusto e che qui non ci siano dei fan di Venom e Carnage pronti a linciarmi per aver associato i simbionti Marvel agli Slime di Dragon Quest. Mi sembrava un'idea carina renderli delle specie imparentate, assieme ai Krawl di Spectrobes, almeno per gli standard di come tendo a mescolare la role. Nel prossimo capitolo si tornerà a vedere il clan Eclipse e le considerazioni di Vader sulla situazione attuale. Qui cercherò di mostrare un pò di più la sua personalità, che sto cercando di rendere un miscuglio di Anakin e Vader dal canon( ha ancora dei tratti più 'altruistici' del primo, ma con tutta la brutalità e il disprezzo per l'incompetenza del secondo, oltre a una mente raffinata con cui cerca di accapparrarsi sempre il meglio). 

Ne approfitto inoltre per parlare di un mio recente cruccio riguardante una delle fonti di ispirazione di questa storia, Warhammer. L'azienda produttrice, Games Workshop, ha cominciato una vera e propria cruciata contro gli animatori amatoriale, assumendone un paio( purchè cancellassero il loro materiale da youtube) e utilizzando in generale una tolleranza zero per gli altri. Uno degli animatori più importanti, Bruva Alfabusa , che ha creato la bellissima parodia 'Text to speech device', ha deciso di correre ai ripari mettendo la serie in hiatus proprio dopo un cliffhanger. Inutile dire che la risposta della community è stata furente. Quasi tutti, me incluso, sono convinti che GW si stia scavando la fossa solo per Warhammer +, una piattaforma streaming di cui a nessuno sembra importare niente, senza dei progetti che possano competere con altre piattaforme.

Al bando i pensieri tristi, ringrazio chiunque abbia recensito finora e consiglio, se apprezzate Star Wars e altre cosette Disney, di passare anche sull'account in comune evil65, dove troverette parecchio sul primo.
 

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Capitolo 8
*** Assaggio di verità ***


Nelle poche settimane passate dalla sua scomparsa, migliaia di persone si erano recate alla tomba di Abigail Tritamarmo, e molte di più l'avrebbero fatto nei mesi a venire. Ognuno di essi era un compagno e uno studente che aveva voluto rendere omaggio a quanto l'aliena aveva fatto per loro. Per dura che fosse stata con ognuno, Abigail aveva trattato i suoi allievi con parità e rispetto, forgiando le schiere di avventurieri del clan Eclipse prima e dopo che Vader ne divenne il signore assoluto.

 

L'uomo non aveva ovviamente mancato di andare a visitare, una volta trovato il tempo, quella che era stata una grande amica e collaboratrice. Rimasto a parlare alla tomba della donna per diverso tempo, giurandole che avrebbe trovato la sua assassina per darle la giustizia del clan Eclipse. Ma per il momento c'era da pensare alle mille questioni amministrative che era costretto a svolgere ogni giorno per garantire la prosperità del clan.

 

Accompagnato sulla via del ritorno da uno dei suoi apprendisti, un cavaliere oscuro e al tempo stesso paladino di nome Cecil, il Sith si diresse all'ufficio nella torretta più alta dell'incrociatore utilizzato come loro base, la Executor.

 

“ Tarkin è già arrivato su Naboo?”, domandò Vader. Naboo era il pianeta di nascita e il luogo di riposo della sua defunta moglie, Padmè Amidala. Lei si era battuta corpo e anima per difenderlo sin da prima che la conoscesse e dopo che si era unita alla Forza, Vader vi aveva costruito il più bel santuario immaginabile per onorare lei e i suoi sforzi.

 

Chiunque avesse osato attaccare il pianeta di spiagge e paludi era stato spedito fino ai margini della galassia dall'avventuriero in persona a suon di Ultima o era stato inglobato a forza nel clan, obbligato a lavorare nelle loro centrali di riciclaggio fino alla morte.

 

I Gungaan, la specie autoctona di umanoidi anfibi, rispettavano estremamente il Sith e non mancavano di rendergli la loro gratitudine quando potevano con piccole manifestazioni e doni. Quindi la loro città era il luogo perfetto per nascondere Tarkin, il più debole dei luogotenenti rimasti, finchè non avrebbero scoperto con precisione i piani di Malefica.


“ Sì, dovrebbe essere in viaggio verso la città dei Gungaan. Gli hanno anche fornito i documenti falsi. Per almeno qualche mese dovrebbe essere al sicuro facendosi passare per un pensionato in vacanza e ha fatto in modo che il proprio ufficio possa continuare a funzionare senza di lui. ”, rispose il cavaliere con tono deferente. Apparteneva ai Lunariani, una specie originaria appunto della luna terrestre che aveva poi fondato colonie un po' ovunque. Come i suoi simili aveva una pelle verde azzurra, era privo di naso e aveva occhi totalmente neri, mentre indossava una pesante corazza nera e bianca, con pochi ciuffi albini che spuntavano da sotto l'elmo, nero e cornuto.

 

 

“ Buono a sapersi. Nel frattempo ci comporteremo come se non avessimo sospetti di nessuno. Una parte del nostro corpo di spionaggio farà finta di collezionare buchi nell'acqua e l'altro investigherà sul serio sul legame tra Malefica e quella Talon. Voglio rapporti settimanali, dovessero contenere anche solo la più insignificante voce.”, pretese Vader.

 

“ Com'è possibile però che gli Stecker siano riusciti a nascondere una portatrice di Keyblade tra i loro ranghi? Anche se non partecipano agli eventi pubblici spesso quanto noi o il clan Disney, qualcuno si dovrebbe essere accorto di lei in una battaglia simulata o in una missione importante.”, domandò dubbioso Cecil.

 

“ E' molto facile farlo quando c'è un solo Custode tra milioni di altri membri , ragazzo mio. Forse non è neanche tra loro da molto tempo, ma sento che non è il caso, o non le sarebbe stato assegnato un compito importante come uccidere i miei collaboratori più fidati. E conoscendo Malefica è solo il tassello di un altro piano, per strano che sia. Ma questa volta è andata troppo oltre, ci ha attaccato senza provocazioni e pagherà.”, ragionò il potente capo clan con un rapido cenno della sua mano bionica, che poi strinse soddisfatto. Cecil annuì concorde, sapendo che per fortuna Helga e i suoi uomini non erano tipi da farsi notare e anche se fosse successo ognuno di loro era più che capace di uscire fuori da qualsiasi trappola o prigione... anche se il metodo per farlo poteva richiedere il suicidio.

 

“ Comprendo, mio maestro. Altro che posso fare per lei?”, chiese l'albino dopo essere entrati nell'ufficio del capo clan. La stanza conteneva il minimo indispensabile su una scrivania in acciaio con un computer olografico, un contenitore di lettere e qualche foto, unica decorazione assieme a un cuscino per meditare posto in un angolo.

 

“ Ordina di mettere fuori dalla porta un caffè e poi parti per questa questa missione, offrono come ricompensa un blocco di astronavi che potrebbero tornare utili ai nostri ingegneri.”, disse semplicemente Vader, porgendo un foglio a Cecil e sedendosi alla propria scrivania, cominciando po a controllare la corrispondenza della giornata..

 

Il guerriero si congedò con un cordiale saluto dal proprio mentore, le cui dita presero due lettere dei suoi figli, di cui attendeva notizie.

 

Luke, portatore di Keyblade come il padre, gli aveva mandato una cartolina da qualche pianeta di cui non aveva mai sentito il nome. Vader l'aveva addestrato per tutta l'infanzia e l'adolescenza, fino a renderlo uno degli assi del clan, e sperava che un giorno avrebbe preso il suo posto. Ma il ragazzo un giorno decise di lasciare l'organizzazione, volendosi fare un nome come qualcosa di più che 'il figlio di Vader'. Cosa che gli stava riuscendo abbastanza, considerando il carico di missioni d'alto livello che aveva completato a proprio titolo negli ultimi anni, affidandosi al più a compagni occasionali.

 

Vader aveva sentimenti contrastanti riguardo la decisione del ragazzo, ma Luke non aveva mai mancato di aiutare membri del clan Eclipse in difficoltà quando si imbatteva in loro. La sua opinione definitiva era che sarebbe tornato una volta trovato ciò di cui era in cerca.

 

Leila invece aveva mandato un rapporto sulla stazione spaziale che stava gestendo, forse la peggiore nei dodici sistemi sotto il loro comando fino a prima dell'arrivo di lei. Molti credevano che Vader avesse spedito lì la sua amata principessa perchè questa l'avesse deluso in qualche modo, ma in realtà era un test, per arduo che fosse. Vader voleva vedere fin dove la figlia potesse spingersi pur di arrivare al suo livello e fin'ora aveva soddisfatto gli standard che si aspettava da lei.

 

La stazione K-5, da vergogna della galassia, era diventata un luogo civile e pulito dove gli operai lavoravano con la competenza che si aspettava dal clan cui appartenevano e dove gli avventurieri veri e propri potessero riposare a dovere invece di dover dormire in qualche topaia infestata da frammenti di Krawl. Questo aveva anche permesso di ripulire parzialmente quella zona dal Cartello degli Hutt e dall'Alba cremisi, i due gruppi criminali più diffusi al momento, e la ragazza era confidente di poter migliorare ulteriormente il proprio lavoro.

 

Il Sith lesse attentamente il resoconto sugli ultimi due mesi e fu sul punto di scrivere la risposta al computer, quando sentì qualcosa premere sul suo collo. Un lungo ago, premuto con una pressione sufficiente a farne avvertire l'acutezza senza bucare la maglia rinforzata che ricopriva la pelle di Vader, mentre la sedia venne bloccata e un braccio strinse il suo petto lasciandolo apparentemente impossibilitato a muoversi.

 

“ Sei pronto a morire, lord Vader?”, domandò una suadente voce femminile nell'orecchio del Sith, che dietro la maschera roteò gli occhi, riconoscendo la voce e il giochetto cui era intenta la proprietaria.

 

“ Helga, non sono dell'umore, quindi piantala di cazzeggiare.”, disse scrollandosi di dosso la sua luogotenente con un semplice movimento delle spalle. L'assassina indietreggiò un po' prima di sedersi sul bracciolo del trono di Vader in tutto il suo tenebroso splendore.

 

Helga, capo del servizio segreto degli Eclipse, vestiva un'aderente tuta nera di kevlar che sembrava esserle stata dipinta sopra, con leggere protezioni in puro adamantio su articolazioni e punti vitali riportanti alcuni simboli Sith. La sua cintura era decorata con pugnali di varie forme e dimensioni, alcuni realizzati intagliando cristalli magici, e sotto l'ascella teneva una fondina con un blaster già carico.

 

“ Musone.”, disse solleticando il braccio del capo clan, che stavolta non la bloccò. L'elfa era probabilmente l'unico essere vivente al momento, escludendo i propri figli, cui permetteva un contatto fisico così intimo. Il pesante fiato dell'uomo cambiò ritmo per un po' mentre si perdeva in quel breve contatto prima di decidere di riaffontrare i problemi che l'avevano tormentato negli ultimi giorni.

 

“ Helga, è così che è iniziato anni fa. E non ho intenzione di lasciarlo finire come l'ultima volta.”, disse con tono grave il Sith mettendosi una mano sulla fronte.

 

“ Ti riferisci alla prima spaccatura del clan?”, domandò l'assassina, mentre l'uomo accanto a lei strinse i pugni con più forza che mai in preda alla rabbia più assoluta, espandendo involontariamente la propria energia attorno a sé con la forza di un enorme pugno.

 

“ Sì. I nostri membri cominciarono a venire uccisi di nascosto. Prima Ralph, poi Fisto, Ploo Kun, e tanti altri ancora. Fu così graduale che sembrava che fossero caduti in missione come succede tutti i giorni a qualche clan e quando cominciammo ad avere sospetti brancolammo nel buio, guardandoci non di rado con sospetto. L'unico di noi ad aver indagato fin dall'inizio fu Fives, il fratello di Rex. Scoprì qualcosa, e venne ucciso assieme alla mia Padmè quando venne a riferirci tutto senza che io potessi fare niente- raccontò Vader, la sua voce che si inacerbava ad ogni parola prima di interrompersi per un istante, ripensando al responsabile di quel massacro- da Obi Wan, l'uomo che più rispettavo nell'intero clan, il mio stesso maestro- disse il Sith, con un rantolo di pura rabbia e disprezzo, scariche elettriche emanate dal suo corpo- e non si accontentò di togliermi mia moglie. Andò su Tatooine, e uccise anche mia madre, lo trovai mentre stringeva il suo cadavere, e finalmente feci giustizia, per grande che fu il costo.”, concluse con una nota rotta nella voce, come d'incertezza, mentre la mostruosa aura che riempiva la stanza finalmente spariva. Helga si sedette al suo fianco, stringendolo e posando il viso sulla sua maschera finchè il battito del guerriero non tornò regolare. Succedeva così ogni volta che raccontava la storia di come era diventato capo clan, l'assassina era stata la prima a riuscire a calmarlo durante queste crisi.

 

 

 

“ Non succederà di nuovo, stavolta abbiamo un condottiero dal pugno di ferro che non si fa mai sfuggire niente a differenza di Xenahort- disse la donna con tono suadente e consolatorio, riferendosi al precedente capo clan- Intanto ho scoperto chi è il mandaloriano preso da Malefica, per questo ero entrata. Si chiama Din Djarin.”, rivelò Helga. Vader non diede apparenti reazioni, ma nel suo cervello qualcosa scattò, e non in meglio.

 

“ Djarin.... per caso si fa chiamare Mando?”, domandò il Custode, battendo nervosamente un dito sul tavolo, di nuovo in preda a una forma di ansia, per quanto fredda rispetto a prima.


“ Sì.”, confermò la sua sottoposta. Il dito si trasformò in un poderoso pugno che spaccò la scrivania in due, e ancora una volta Vader lasciò andare Helga per alzarsi in tutta la sua possanza mentre i documenti volavano attorno a lui.


“ Lascio a te il resto delle scartoffie, mia cara. Io vado a cercare Thrawn, è imperativo che ci dirigiamo su Mandalore il prima possibile.”, ordinò secco, aprendo la porta e trovandosi di fronte R2 con un vassoio di caffè sul proprio capo bianco. Il Sith prese la tazza con un rapido gesto e lo trangugiò rapidamente(1), dando una lieve carezza al droide.

 

“ Diamine, Anakin, che sta succedendo?”, domandò stentorea Helga. Vader si voltò di botto, girando il volto mascherato verso di lei con scatti quasi minacciosi.

 

“ Se non avverto Freya il prima possibile? La catastrofe.”, disse rapido, allontanandosi a larghi passi.

                                                                                           ***********

 

Ventus era appena atterrato su una pianura poco distante da Disney Town, base dell'ononimo clan e capitale onoraria del pianeta Terra. Fosse dipeso da lui sarebbe corso direttamente allo spazio porto per chiedere di vedere Paperone o Topolino, ma non aveva idea come le persone di quell'epoca avrebbero accolto un possessore di keyblade e non voleva attirare l'attenzione più del dovuto.

 

Entrò dunque in città, notando piccoli, ma radicali cambiamenti apportati dalla sua ultima visita. Il verde era molto più presente, non solo nei pachi pubblici, grazie a un'iniziativa per rinfoltire la flora urbana e variegare il paesaggio. Molti degli edifici fluttuavano grazie a complessi sistemi gravitazionali o su nuvole solidificate( altro motivo per cui l'iniziativa aveva funzionato) e non mancavano i cartelloni pubblicitari di vari clan.

 

Dopo mezz'oretta di cammino arrivò davanti alla collina Ammazzamotori, sulla cui cima si trovava uno dei più importanti edifici della zona, il deposito di Paperon De' Paperoni. L'edificio era un enorme cubo delle dimensioni di circa tre ettari cubici, la maggior parte dei quali pieni d'ogni tipo di tesori. La superficie era quasi interamente blu con bordi color oro e un grosso simbolo del dollaro con lo stesso colore al centro, più una cupola rossa al centro del tetto.

 

Era rozzo, grande e quasi indistruttibile. Paperone l'aveva fatto costruire decenni fa, prima ancora di fondare il clan Disney assieme ad altri stimati avventurieri, per contenere la sua fortuna. E per certi versi era la personificazione stessa del suo proprietario e di quanto aveva raggiunto nell'arco di una vita che aveva ispirato intere generazioni di esploratori e guerrieri.

 

Arrivato all'entrata Ventus mostrò il suo tesserino di avventuriero, e la porta si aprì in un istante per rivelare la sala d'attesa. Una lunga fila cominciava da dove era appena entrato per allargarsi a tutti i muri della sala d'attesa, al centro della quale si trovava una papera umanoide dai lunghi capelli grigi raccolti in aria, intenta a lavorare al suo computer dalla scrivania.

 

“ Posso aiutarla?”, domandò la segretaria una volta che Ventus le si fu avvicinato, notando un distintivo sul suo bavero con scritto ' Emily Paperett'. La voce era quella di un'esperta combattente, che non aveva intenzione di farsi truffare. Logico, già una buona parte dei presenti doveva venire da qualche buco sotterraneo degli Hutt o chi per loro.

 

“ Devo vedere mr. De Paperoni, è urgente.”, disse estremamente serio il custode, ricevendo un'occhiata affilata dalla donna.

 

“ Gli urgenti in genere possono vederlo dopo una settimana o due di attesa, se non hanno già stabilito un appuntamento.”.

 

“ Gli dica che mi chiamo Ventus, per favore. Ero uno degli allievi del maestro Eraqus.”, insistette il giovane custode e la donna sbattè più volte gli occhi sotto i suoi spessi occhiali.

 

 

 

“ Oh, domando scusa, signorino. Avviso subito il principale.”, disse mortificata Miss Paperett, mandando un messaggio al signor De Paperoni. Un istante dopo le porte dell'ufficio si aprirono per lasciare uscire l'ultimo appuntamento della giornata. Ventus si infilò subito dentro, ritrovandosi in un largo ufficio pieno di sacchi di denaro e mucchi di monete con qualche gioiello qua e là.

 

In fondo all'ufficio e di fronte alla larga finestra del Deposito c'era la scrivania di Paperone, occupata dal suddetto. L'avventuriero era un papero umanoide che dimostrava tra i sessanta e i settant'anni, vestito con una palandrana rossa e un paio di bassette blu scuro. Il viso, ricoperto da piume bianche come il resto del corpo, dimostrava una manciata di rughe, accompagnate da un paio di occhiali da vista. Il fisico, nella media per un membro della sua specie, tradiva la forza fenomenale che continuava ad accompagnare l'affarista in quegli anni e gli stessi occhi tradivano la vitalità di un ventenne.

 

L'ex capo clan guardò con un misto di ansia e felicità il nuovo venuto per diversi secondi, prima di alzarsi e dirigersi verso di lui.

 

“ Sono felice di rivederti, Ventus. Perdonami se non siamo venuti a cercarti in questi anni, ma i tempi recenti hanno portato grande fermento nella galassia. E noi ci siamo dovuti adattare come potevamo. ”, disse Paperone con tono fermo, stringendo mano di Ventus, che ricambiò volentieri.

 

“ Tranquillo, Paperone, non dubito che abbiate avuto le vostre beghe e che abbiate fatto del vostro meglio. Ma non ci sono notizia di Acqua e Terra...? E il maestro?”, chiese con gli occhi pieni di paura. Paperone non potè che scuotere la testa, sconsolato.

 

 

“ Eraqus è morto combattendo, mentre Terra... ci aveva mandato un messaggio di scappare via, e poi abbiamo sentito il suo potere aumentare all'inverosimile. Fuggendo con le astronavi, vedemmo quasi tutto il pianeta esplodere. E non abbiamo idea di cosa sia successo ad Acqua, aveva ricevuto anche lei il messaggio, ma non arrivò mai da noi prima della partenza.”.

 

Il volto di Ventus divenne una maschera di puro orrore. Non era possibile. Terra ed Aqua, i suoi amati fratelli maggiori, sacrificatisi in una battaglia che probabilmente non aveva neanche avuto l'esito sperato. Ripensò agli innumerevoli giorni passati ad allenarsi e studiare insieme la forza, combattendo come un tutt'uno ed esplorando pianeti meravigliosi, guardandosi le spalle e ridendo per ogni scoperta.

 

E ora era solo.

 

“ No... no!”, sussurrò il Custode, cadendo in ginocchio e cominciando a piangere come non aveva mai fatto prima di allora. Per diversi secondi Paperone lasciò che Ventus sfogasse la sua tristezza, singhiozzando e lamentando la perdita della sua famiglia come egli stesso aveva fatto fin troppe volte nel corso della sua lunga carriera. Infine l'anziano avventuriero gli asciugò le lacrime con un panno, lo stesso che utilizzava per lucidare la sua Numero uno.

 

Con un ultimo singhiozzo, il ragazzo si alzò ringraziando Paperone, che stringendo lo straccio cercò di farlo tornare agli argomenti più pressanti.

 

“ Ven, per favore, se ti sei svegliato e se sei venuto qui allora c'è un motivo. Il ragazzo ha evocato finalmente il proprio keyblade e dobbiamo trovarlo.”, disse l'affarista, facendo tornare Ven coi piedi per terra.


“ Non sapete dov'è?”, domandò incredulo il jedi. Paperone scosse la testa e gli passò accanto.

 

“ No. Topolino, Paperino e Pippo hanno tenuto quasi tutto segreto. Mi hanno dato solo le basi del piano prima di partire. Credevano che qualcuno ci spii, probabilmente non senza ragione. Così al momento sono sperduti chissà dove, con la scusa di voler fare un viaggio tra uomini come ai vecchi tempi. E ora non riusciamo più a contattarli.”.

 

“ Merda- disse Ven portandosi una mano alla fronte- Allora possiamo solo aspettare che Sora si faccia notare in qualche modo.”.

 

“ E' quello che temo- sospirò Paperone prima di premere un paio di pulsanti sul suo Prizmod- nel frattempo vai alla mia villa, ti ho appena dato l'autorizzazione per miss Beakley e Battista. Riposati e mangia quello che vuoi. Solo sta attento ai miei nipotini e i loro amici, o ti ritroverai appeso al soffitto senza dignità prima di accorgertene. Io tornerò in serata per spiegarti come la situazione è cambiata negli ultimi anni.”.

 

“ Perchè, cos'è cambiato?”, domandò il biondino osservando la notifica sul suo cosmolink. Il suo benefattore sbuffò e si mollò sulla propria sedia, affondandovi mostrando per una volta tutta la sua età.

 

“ Anakin è cambiato per cominciare.”.

                                                                                                                                      *****
(1) Se non ricordo male Vader è costretto in canon a nutrirsi via endovenosa, ma qui è stato curato subito dopo lo scontro. Per di più tra magia bianca e una tecnologia medica più avanzata, è messo relativamente meglio della sua controparte ufficiale.

                                                                                                                                      *****

Salve a tutti, torno ora con una pausa da quella  biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip di tesi. Il capitolo è abbastanza breve, volevo utilizzarlo per lo più per introdurre qualche vista sul passato di Vader e del suo clan prima che arrivi lo spiegone( confido verso il capitolo 12/13 o anche un pò prima) e ovviamente Paperone, il cui status in questo universo è quello di una leggenda alla pari dello stesso Vader. Spero vi sia piaciuto e di non aver fottuto l'introspezione dei personaggi, a presto.

Cecil è il protagonista di Final Fantasy 4. Già in canon è per metà un Lunariano, denominazione che qui uso per gli alieni apparsi nella seconda stagione di Ducktales( 2017)

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Capitolo 9
*** Piani su Tenebrae ***


 

Riku si era ormai abituato alla quotidianità del castello degli Strecken. Ogni mattina si svegliava, facendo due chiacchiere con gli orchetti o Stan, andava a fare colazione e poi raggiungeva Mando nell'arena, dedicando quasi tutto il pomeriggio all'addestramento fisico o studi strategici per poi cenare e crollare sul letto.

 

Il cacciatore di taglie continuava a essere brutale con Riku, sia che lo combattesse di persona o che gli facesse fronteggiare Spectrobe e Krawl. Ogni suo attacco era dato con la stessa tenacia e precisione che avrebbe riservato a qualsiasi altro avversario adulto. Ogni errore del ragazzo veniva criticato aspramente, ma in maniera giusta, prima di passare alla tecnica successiva.

 

“ Basta per oggi.”, disse il mandaloriano con tono rauco dopo aver spedito il giovane cavaliere oscuro sul pavimento. Riku ansimava pesantemente e si rialzò con grande fatica, diverse gocce di sudore che gli percorrevano il viso.

 

“ Le mie ossa.”, si lamentò , massaggiandosi una gamba cui Mando aveva dato un colpo sleale con la sua lancia in Beskar prima di scagliarlo dall'altra parte del ring con un singolo tocco, appena ammortizzato dalla sua armatura. Era stato allo stesso tempo il momento più epico e doloroso della sua breve esistenza.

 

“ Ringrazia di averle ancora. Lì fuori è pieno di gente che non si farà problemi a spezzarle... per poi proseguire col resto del tuo corpo.”, lo rimpoverò aspramente il Dragone, poggiando la lancia sulle proprie spalle corazzate e aiutandolo a rialzarsi.

 

Riku sospirò, era quasi certo che Mando lo odiasse. O che, per meglio dire, sfogasse su di lui una qualche frustazione che non comprendeva bene. E lo sguardo di Malefica durante l'allenamento non aiutava. Gli occhi dorati della Gria fissavano ogni suo movimento, soppesandolo prima che la sua voce procedesse a dispergere critiche, elogi e consigli in egual misura dopo ogni sessione.

 

Si sentiva un trofeo per certi versi, e la cosa peggiore era che gli piaceva. Era abituato a ricevere ogni genere di complimenti, dagli amici e dagli insegnanti. Sapere che la capo clan di una delle più potenti organizzazioni della galassia si interessava di lui a tal punto era per lo meno ammaliante. Forse se avesse continuato così avrebbe scoperto di più su Kairi.

 

Mando, forse intuendo parte dei suoi pensieri, sbuffò e scese sotto gli spalti, inchinandosi di fronte a Malefica con svogliata riverenza.

 

 

 

“ Mia signora, posso chiedere una pausa per oggi? Il ragazzo ha chiaramente bisogno di ristoro.”, domandò piantando a terra la sua arma. La signora degli Strecken si mise la mano sotto il mento, inarcando le lunghe gambe verdi mentre contemplava la richiesta.


“ Concessa. Andate a farvi una doccia e poi riposate a dovere, vi aspetta molto altro nei prossimi giorni.”, disse poco dopo con un gesto della mano, alzandosi nella sua tenebrosa gloria simile a un demone nella notte più nora.

 

“ Posso continuare.”, insistette l'albino, stringendo la sua spada laser, che scintillava come un tizzone rosso in quell'arena buia. Malefica alzò seccata lo sguardo al cielo nuvoloso, maledicendo il machismo di certi novellini.

 

“ Chi di noi è il maestro qui?”, gli disse Mando con tono severo. Riku si immaginò la peggiore delle occhiatacce dietro l'elmo e si limitò a porgere un inchino rispettoso al guerriero, chiedendosi ancora quale fosse il motivo della sua ostilità.

 

Forse avrebbe preferito fare missioni invece che addestrare un moccioso arrivato dal nulla... o voleva per sé le attenzioni di Malefica? Gli stava venendo il mal di testa a furia di fare ipotesi e non aveva il coraggio di chiedere.

 

“ Riku, sei migliorato molto in questi giorni, i tuoi movimenti si fanno sempre più fluidi e la tua forza sembra aumentare in maniera soddisfacente. A giorni avrai la tua prima missione sul campo con uno dei nostri ufficiali. Ti aspetta fuori da quella porta.”, disse Malefica facendo un gesto verso le porte dell'arena, che si aprirono.

 

' Fa che non sia Garland, fa che non sia Garland.', pregò l'albino incrociando le dita, non avendo la minima intenzione di trascorrere la sua prima uscita da Tenebrae con mr. Terrore. Quando la porta si aprì, a entrare non fu il terrificante cavaliere, ma un bizzarro individuo vestito come un ranger. Dimostrava una cinquantina d'anni, aveva corti capelli castani e un sorriso tronfio. A giudicare dalle escrescenze ossa simili a curve ricurve sulle tempie e un colorito molto pallido, era un Iktochi, una razza dotata di abilità sensitive piuttosto sviluppate.

 

“ Salve, ragazzino. Io e te andremo a farci una bella battuta di caccia. Spero ti piaccia la savana.”, disse l'uomo, dando subito una bella pacca sulla spalla a Riku, che quasi perse il poco fiato che gli rimase.

 

“ Dove, signor...?”, domandò incerto. L'uomo rise a crepapelle, con un suono che sembrava celare una nota di sadismo non differente da quello di Malefica. Forse follia.

 

“ Niente signore, figliolo. Chiamami Percival McLeah. Sono il migliore dei cacciatori al servizio della nostra amata sovrana e ti condurrò in un bel safari. Torneremo con un bel po' di bestiacce. Se ti comporterai bene la migliore la riservo a te. ”, rispose l'uomo dandogli un'altra grossa pacca sulla spalla e trascinandolo via.

 

“ Quasi quasi preferivo Garland.”, mormorò l'albino, strisciando per il culo sul freddo pavimento, temendo per l'immediato futuro.

 

Malefica nel frattempo si diresse nelle sue stanze, camminando altera ed inquietante come sempre finchè non si buttò sul suo letto color porpora. Si tolse il largo mantello nero per rivelare un formoso fisico dalla pelle verdognola nascosto da un corpetto di un materiale simile all'ossidiana, ma molto più elastico e resistente, le sue ampie ali libere di muoversi.

 

Gettò via il suo bastone e fece un grande respiro mentre un'altra persona, entrata poco prima di lei, si sedette accanto a lei, massaggiandole le spalle e l'ossatura delle ali.

 

“ Perdona il ritardo, mia amata.”, disse Talon, avvicinandosi alla capo clan. La Twi'lek aveva un'espressione molto piú gentile di quella cui i suoi nemici erano abituati.

 

“ Sei scusata, Talon. Il compito che ti ho affidato non è certo facile d'altronde. Come procede, a proposito?”, domandò la strega, prendendo le dita di Talon e sentendo il suo calore mentre posava la schiena sul petto di lei.

 

“ Non bene. Rex ha ovviamente avvertito i suoi compari, che sono corsi al riparo. Speravo di puntare sulla Granville o su Tarkin come prossimi bersagli, ma lui è sparito e lei si è rintanata in un laboratorio ultracorazzato da qualche parte. Sto cercando i loro nascondigli, ma la cosa richiederò tempo.”, spiegò desolata la Sith, carezzando i fianchi di lei, poggiandole il mento rosso tra le corna.

 

Malefica si morse lievemente il labbro, pensando alle implicazioni della cosa. Era dalla morte di suo padre, Cornelius, che cercava di detronizzare il clan Eclipse dal loro posto di eroi e padroni della galassia, in modo da prenderla per sé come il genitore aveva già tentato.

 

Ironicamente il suo più grande punto di forza, la propria struttura gerarchica estremamente rigida e compatta, era anche il suo maggior punto debole. Vader aveva scelto i propri ufficiali con tale precisione che un vuoto nell'apparato dirigente, seppur temporaneo, poteva indebolirlo non poco in caso di guerra aperta.

 

E Talon era la migliore per occuparsi di questo lavoro: aveva la pura potenza e le abilità di infiltrazione necessarie a completarlo. Assumendo ovviamente che non venisse scoperta praticamente agli inizi.

 

“ Allora per il momento interrompi la missione. Ci concentreremo di più su tattiche di guerriglia su pianeti di minore importanza e sul rubare loro quante risorse possibile. Mi sto mettendo in contatto coi nostri alleati tramite Jabba. Sembra ora abbiano qualche piano riguardante Paperone”, spiegò la strega, con un tono che non nascondeva la sua sete di potere. Altro motivo per cui la sua compagna aveva deciso di seguirla, quel giorno in cui l'aveva trovata su uno sperduto asteroide circondata da Spectrobes morti.

 

“ Sei certa ci possiamo fidare di loro?”, domandò infastidita Talon, ricordando il suo ultimo incontro con coloro che avevano chiesto il loro supporto per l'attacco alle isole del destino, in cui avrebbero dovuto prendere un custode dotato di abilità... miracolose, per come le avevano definite.

 

Quegli individui, grazie ai quali avevano anche preso Mando, non avevano la minima intenzione di farsi scoprire. Ed erano incredibilmente pericolosi, persino Talon con la sua sete di sangue ci avrebbe pensato due volte prima di sfidare un loro membro a duello. Ma il loro aiuto sarebbe stato necessario se volevano spodestare i clan Eclipse e Disney dalla loro supremazia.


“ Mi ero chiesta la stessa cosa quando ti ho chiesto aiuto per fondare il clan. Ma no, non possiamo fidarci.”, confermò Malefica.

 

“ Beh, fortuna abbiamo preso le nostre precauzioni. Ma ora rilassiamoci.”, concluse la Sith avvolgendo Malefica con le braccia e baciandole il viso verdastro come primo atto di una lunga notte.

 

*****

Così come Riku anche Mando aveva stabilito una propria quotidianità nella sua prigionia. Nel suo caso si concludeva con una bella chiacchierata con Della Duck, la sua compagna di 'carcere'. L'avventuriera gli stava rivelando poco a poco quanto sapeva della fortezza in cui era prigioniera da anni, ed escogitava assieme al nuovo amico un modo per fuggire. Per quanto efficiente, il clan Strecken doveva avere un buco nella sicurezza.

 

Per fortuna Della non aveva passato gli ultimi anni a rigirarsi i pollici nella propria cella. Ogni giorno, sebbene i suoi midichlorian fossero tenuti sotto controllo, si sottoponeva a un rigido allenamento. Ore e ore di esercizi volte a tenere i muscoli preparati per il giorno in cui avrebbe finalmente tentato la fuga, forse più vicina che mai con l'aiuto di Mando e Riku.

 

“ Sei troppo duro con quel Riku. Non è un pupazzo per sfogarti, ma un bambino finito in una situazione che non voleva.”, lo rimproverò aspramente l'avventuriera. Anni prima era stata privata dell'opportunità di essere madre, sebbene non disperasse di riprenderla dopo la disperata fuga, e detestava qualsiasi forma di abuso nei confronti dei bambini.

 

“ Della, non ho voglia di sentire una ramanzina. Non ho chiesto io finire in questo carcere e di allenare quel ragazzo. Non è...”, fece per dire Mando, mordendosi la lingua all'ultimo per la vergogna. Aveva addestrato Grogu con durezza ovviamente, ma non a questi livelli. Ora come ora si stava trattenendo appena dall'insultare apertamente l'albino, che per fortuna aveva almeno mostrato un certo talento.

 

“ Non è Grogu, lo so. Ma non ha colpa di quanto Malefica ti sta facendo. Probabilmente anche lui è una delle sue vittime. Da quanto ho sentito era sulle Isole del destino quando lei mandò Uncino ad attaccarle.”, spiegò Della con un piccolo sbuffo.

 

“ Non hai tutti i torti. Cercherò di essere più solidale quando tornerà. Di certo mi scuserò”, sospirò il guerriero, portando le mani dietro l'elmo, fissando il soffitto.

 

“ Bravo. A proposito, hai detto che Grogu è il tuo figlio adottivo. Come l'hai trovato, se posso permettermi?”, domandò Della incuriosita. Non era raro che i Mandaloriani adottassero membri di altre specie per continuare la loro cultura, ma non dubitava che ci fosse dietro una storia interessante.

 

“ Successe durante l'ultima guerra civile di Mandalore. Io faccio parte dei Bambini della guardia, una fazione molto devota alle nostre antiche tradizioni, al punto che ci togliamo l'elmo solo in rarissime circostanze, e sempre di fronte a persone fidate. Pre Visla, il capo della fazione avversa alla duchessa Satine, confidava di averci dalla sua in quanto a suo dire, 'veri guerrieri insoddisfatti da una pace molliccia'. La sua definizione era esatta, ma allo stesso tempo non eravamo interessati a unirci a una fazione che voleva estirpare da Mandalore chiunque non fosse nato nella nostra cultura. Qualcuno di noi andò da una parte o dall'altra, ma il grosso del nostro clan restava bloccato da una discussione ideologica. Poi prendemmo una missione, apparentemente come tante altre... e trovammo il laboratorio.”.

 

“ IL laboratorio?”.

 

“ Sì, una strana facoltà nascosta su una delle nostre lune, territorio di Visla. Vi trovammo alcuni Krawl, Spectrobes deformi, membri della Ronda della morte... e bambini. Decine di bambini quasi morti. Grogu fu uno dei pochi sopravvissuti, respirava appena quando lo presi in braccio. Tornati alla base riuscii a convincere il nostro capo ad appoggiare la causa di lady Satine.”.

 

“ Mamma mia, so che Maul e i suoi complici sono sempre stati dei sadici, ma non credevo che avrebbe mai fatto qualcosa del genere.”, commentò ancora la pilota.

 

Maul era un altro potente Sith, attualmente a capo di un cartello criminale talmente grande da rivaleggiare gli Hutt. Durante la guerra con la Gilda dei Diafani era stato loro nemico, ma aveva dimostrato non meno brutalità degli odiati stregoni.

 

Circa dodici anni prima si era alleato con una fazione terrorista del pianeta Mandalore, appunto la Ronda della morte di Visla, in disaccordo coi metodi di governo più pacifici della governatrice di allora. Si scatenò un nuovo conflitto che vide innumerevoli caduti da entrambe le parti e tra i civili, inclusa la povera Satine. Sua sorella Freya, supportata da vari clan, riuscì dopo una dura lotta a sconfiggere in duello Maul per reclamare il simbolo del comando tra i Mandaloriani, la Dark Saber, sebbene il suo nemico fosse riuscito a fuggire. Aveva da allora onorato la memoria di Satine governando con giustizia e buon senso, seppur non avesse più sfoderato in battaglia la Dark Saber.

 

 

 

“ Non sono certo che Maul ne fosse a conoscenza. Alcuni mesi dopo incontrai Savage, suo fratello, e combattemmo aspramente. Gli chiesi del laboratorio, ma non ne sapeva niente e oggi come allora, dubito mentisse. Quindi ci sono tre ipotesi:prima, Maul sapeva del laboratorio, ma non ha mai detto a Savage; seconda, Pre Visla, l'ha invece fatto costruire da solo per motivi a lui sconosciuti. Ma non era tipo da fare piani così complicati.”.

 

“ E terzo, qualcun altro stava usando la guerra per fare esperimenti. Anche i Diafani ci avevano provato per realizzare armi biologiche... o peggio.”, concluse Della, ripensando agli abomini non morti che quella banda di montati aveva sguinzagliato nella galassia. Nella sua cella, Mando annuì e narrò l'ultima parte della storia.

 

“ Già, era quello che pensava anche la duchessa. Comunque, conclusa la guerra, partii con Grogu per affidarlo ai suoi simili. Dopo tre anni di continui viaggi non avevo trovato neanche il nome della sua specie e soprattutto mi ero affezionato a lui. Decisi di adottarlo ufficialmente e iniziarlo alle vie del mio popolo- spiegò il guerriero, tirando fuori dal prizmod la foto della prima volta in cui il bambino aveva indossato la propria armatura- quando sono stato catturato da Uncino e il suo complice, ero impegnato nel lavoro che avrebbe dovuto sistemarci per la vita. Avremmo costruito una casa su qualche pianeta isolato dove avrei potuto completare in pace il suo addestramento.”.

 

Della rimase per un istante stranita da quel piano. Perchè questa disperata ricerca della solitudine? Ma al momento era più interessata al fuggire una volta per tutte e poi anche lei doveva ricambiare il racconto con la sua di storia.

 

“ Mhh, io fui rapita da Malefica proprio durante la guerra di Mandalore. Pre Visla ci mandò un messaggio riguardo una proposta di resa e io fui una degli ambasciatori, ma era solo una trappola. Mi ritrovai a combattere contro Malefica e la sua killer preferita, una Twi'lek con un Keyblade. Mi sono fatta fregare come una scema e da allora non ho più visto la mia famiglia.”.

 

“ Dai, Della, in un modo o nell'altro usciremo da questo postaccio. O moriremo provandoci.”, mormorò sfinito il mandaloriano, stringendo l'elsa della sua misteriosa spada laser.

 

' Lady Freya, per favore, si sbrighi a trovare questo posto.', pensò prima di addormentarsi.

 

*****

 

Ventus, concluso il colloquio con Paperone, non aveva perso tempo a dirigersi alla villa del suddetto. L'edificio era una semplice ma elegante tenuta in stile barocco che si trovava in un piccolo parco poco fuori città, costruita in mattoni rossici e un tetto blu scuro, con l'insegna di Paperone.

 

Ad aprirgli la porta fu un uomo sui cinquanta con folti capelli marroni e un lungo naso, vestito da maggiordomo.

 

“ Come posso- cominciò l'apparente maggiordomo, prima di sbarrare gli occhi nel capire chi aveva davanti - Ventus, ma tu non eri morto?”.

 

Il ragazzo sorrise nel vedere quella reazione. Probabilmente sarebbe stata una reazione abbastanza comune nei prossimi tempi.

 

“ Ciao, Battista, lieto di vederti. Beh, mi è stata data un'altra occasione per concludere il lavoro del mio maestro. Per un po' starò da voi.”.

 

“ Sarà un piacere averla con noi, signorino- disse cordiale il maggiordomo, prima che il suo sguardo si fece più preoccupato nel guardare qualcosa dietro il nuovo ospite- Ma la avviso che la situazione qui non sarà molto tranquilla.”.

 

“ Perchè?”.

 

La risposta arrivò dietro di lui. Sentendo un enorme rombo, Ventus si trovò per trovarsi davanti una grossa roccia sopra la quale due paperotti e una bambina della loro stessa specie giravano come forsennati.

 

I due maschietti erano quasi identici a parte l'acconciatura, tenuta in un ciuffo rialzato per quello al centro, e nei colori del vestiario, verde per uno e blu per l'altro. La ragazzina era invece vestita con una salopette rosa e aveva un caschetto di piume bianche chiuso da un fermaglio rosa. Sembrava la più entusiasta dei tre.

 

“ WALL!”, esclamò Battista, creando davanti a sé e Ventus una barriera a piastre trasparenti che respinse indietro il masso, pur senza ferire i bambini, che scesero per poi ingaggiare battaglia con altre tre figure apparse dall'estremità del parco.

 

“ Chi sono quelle pesti? Hanno classe.”, domandò l'impressionato custode guardando i nuovi arrivati, stavolta un ragazzo e due ragazze. Il primo era un altro papero quasi identico ai primi due, ma vestito in rosso con un berretto. Le altre erano rispettivamente una paperetta un po' più alta della media con una striscia argentata tra i capelli e una maglietta a strisce e una colibrì dalle piume viola e i capelli afro raccolti con un elastico.

 

“ I tre maschi sono i figli della signorina Della, che è purtroppo sparita lasciandoli alle cure del signor Paperino e del signor Paperone. Si chiamano Qui, Quo e Qua. Le bambine invece sono Gaia, la nipote della governante, e due sue amiche, Lena e Violet Sabrewing.”, gli rispose il maggiordomo mentre i sei contendenti, che si combattevano con un mix di incantesimi di base e proiettili sempre più frenetico, che stava quasi distruggendo il parco spedendo terra e fogliame dappertutto.

 

“ Quanto ci mettono a calmarsi in genere?”, domandò Ventus, che era tanto spaventato quanto affascinato da tale ferocia. Battista scosse il capo.

 

“ Mhh, oggi sono andati in pasticceria.Con tutto lo zucchero che avranno in corpo credo sia meglio non fare previsioni. E per di più miss Beackley sta facendo la spesa, non credo di riuscire a fermarli con le mie forze.”.

 

“ Allora dovrò fare io prima che disintegrino anche la stanza degli ospiti- sospirò il custode evocando la propria arma- Cambio forma, Vortice sacro!”.

 

Ventus lanciò il Kebylade a mezz'aria, dove si trasformò in una grossa croce verde decorata con quattro paia di ali negli angoli al centro. Seguendo un gesto del biondino, l'arma roteà ad alta velocità, scavando nel terreno fino a raggiungere i sei ragazzini, totalmente presi dal loro frenetico allenamento.

 

Dall'arma partirono alcuni fili di luce che avvolsero i contendenti, curvandosi e intrecciandosi fino a formare una gabbia rotonda. I bambini si ritrovarono stretti in quel reticolo di energia senza possibilità di uscirne per quanto ci provassero mentre la croce tornava nelle mani di Ventus nella sua forma naturale.

 

“ Grazie infinite, signorino.”, gli disse Battista con un enorme sorriso, lieto di non dover trascorrere un'intera serata a pulire come succedeva in quei casi. Ventus attirò a sé la gabbia e la sciolse con uno schiocco di dita, facendo cadere a terra i sei ragazzi con un urletto collettivo di dolore.

 

“ Ehi, chi cavolo sei tu?! E di che ti impicci?!”, domandò Lena, la più alta dei sei marmocchi, massaggiandosi irata il sedere.

 

“ Era un Keyblade quello?!”, domandò invece Gaia con occhi luccicanti, attaccandosi al bavero della camicia di Ventus, stupito da tale entusiasmo ed indietreggiando con un po' di imbarazzo prima di posare l'apprendista avventuriera a terra.

 

“ Sì, era il mio Keyblade. Comunque sono un amico di Della e del signor De Paperoni. Per qualche tempo starò qui, quindi è mio interesse che la casa resti in piedi- rispose con un largo sorriso un po' tronfio- sarà un piacere giocare con voi.”.

 

“ Un amico... di mamma? Ma avrai al massimo quindici anni. Come hai fatto a conoscerla?”, domandò il bambino in blu, Quo, con un tono molto speranzoso. Ventus si grattò la testa.

 

“ Quasi diciassette. E' una lunga storia. Se promettete di non mettermi un cuscino pernacchione sulla sedia o simili almeno per stasera vi dirò tutto.”.

 

“ Nessuna promessa.”, disse il bambino in verde, Qua, entrando assieme agli altri nella tenuta lasciando dietro di loro non poca sporcizia. Battista sbuffò e si mise a pulire.

 

“ Perchè erano così sorpresi che conoscessi Della?”, gli chiese Ventus dubbioso.

 

“ Anche la signorina è scomparsa purtroppo. Durante la guerra di Mandalore, poco dopo la nascita di Qui, Quo e Qua. L'abbiamo cercata inutilmente per più di due anni.”, spiegò triste il povero maggiordomo. L'espressione del custode divenne una maschera di pura sorpresa e rabbia.

 

“ Perchè Paperone.... Mhh, non avrà voluto farmi deprimere ancora di più- disse mettendosi una mano in faccia- diamine, non hanno mai conosciuto Della?”.

 

“ Il signor Paperino ha fatto del suo meglio per coprire anche il suo ruolo. E tutti abbiamo fatto in modo che non si sentissero mai soli.”.

 

“ Ne sono certo. Bene, allora ripagherò parte dei debiti che ho con lui facendo il bravo babysitter.”, sospirò lo spadaccino prima di entrare in casa, ansioso di vedere dove l'avrebbe portato il resto di quell'avventura.
                                                                                                                ******

Salve a tutti, spero che il capitolo sia di vostro gradimento e di non avervi fatto aspettare troppo. Sono stato fregato da quella cacchio di tesi( esami il 20, se i professori non mi fregano), ma spero di mostrarvi prima di fine anno almeno l'inizio del Flashback su Anakin e il vecchio clan Eclipse, che sarà raccontato da Ventus e Paperone. Mi auguro anche di aver ritratto  come si deve i bambini di casa De' Paperoni. Avevo intenzione di introdurli più tardi, ma non volevo perdere troppo tempo a descriverli. A presto.

Percival McLeah è l'antagonista di Bianca e Bernie nella terra dei canguri. Pre Visla è uno degli antagonisti di Clone Wars( sempre alleato di Maul) e Satine viene dalla stessa serie. Per Qui, Quo, Qua e Gaia uso sempre le versioni del reboot di Ducktales.

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Capitolo 10
*** Mazzo di chiavi ***


 

Dopo una lunga pausa di alcuni mesi, il Colosseo si era riaperto a Tebe per un nuovo torneo, ideato in quel periodo per permettere agli avventurieri più giovani per risaltare. E tanto per variare, Ercole e Phil avevano deciso di permettere l'uso delle evocazioni, normalmente vietato.

 

Sora, Grogu e Angela avevano ovviamente intenzione di partecipare ed erano riusciti a convincere Ercole, che però aveva dato a Sora una nuova spada, capace di trasformarsi in pistola, insistendo che non avrebbe potuto usare il keyblade. Una settimana dopo l'annuncio, quasi la metà della città e diversi turisti si recarono all'arena per assistere a tre bellissimi giorni di sfide, e avevano tutti il fiatone in attesa della finale .

 

“ Signore e signori, benvenuti a questa nuova giornata della Coppa pegaso!- cominciò Phil- siamo qui per ammirare le abilità di questi giovani il cui viaggio è ancora agli inizi.”.

 

La folla eruttò in applausi, diversi gruppi si alzarono mostrando gli striscioni dei loro favoriti. In aria volava il suddetto Pegaso, il fidato Spectrobe di Ercole, un meraviglioso cavallo alato dal manto bianco , percorso da piccoli simboli di luce celeste, lo stesso colore della sua criniera e delle sue ali, da cui partivano particelle di luce che alcuni bambini tentavano di afferrare con goffi balzi.

 

Dopo aver ricevuto anche la sua dose di applausi, Pegaso tornò accanto al suo compagno d'avventure ai fianchi dell'arena, in attesa di curare i combattenti della giornata. Ercole prese un largo respiro e si mise al centro del ring, indicandone entrambe i lati.

 

“ Ecco le ultime squadre, che hanno risalito la classifica lasciando dietro di sé tutte le altre. Ora finalmente scopriremo il vincitore, io in primis sono molto curioso e soprattutto fiero di entrambe. Squadra Heart …. contro squadra Veritas.”, disse il guerriero con tono roboante. Sora si fece avanti accanto a Grogu e Angela, tutti e tre avevano un equipaggiamento un po' aggiornato.

 

Grogu portava con sé un nuovo fucile e teneva sulle spalle un'ascia bipenne dai bordi violacei, mentre Angela indossava un'armatura da truppe d'assalto, oltre ad aver potenziato la sua chitarra.

 

Sora indossava un nuovo abito nero, ricoperto di cinture e fatto di un particolare tessuto resistente quasi a tutto, incluse alcune alterazioni di stato abbastanza comuni. Così corazzati erano riusciti a battere i loro avversari un round dopo l'altro, combattendo tra pioggie di incantesimi e applausi.

 

“ Sta attento, Sora. Yozora è molto furbo, ha diversi assi nella manica e avrà pensato ai tuoi... anche se al momento non ne hai.”, disse la Gargoyle al custode, che annuì.

 

“ Pensa solo a fare del tuo meglio. Io farò lo stesso.”, si raccomandò lui, ripensando a quanto successo il giorno prima che iniziasse il torneo.

 

*****

 

Quando Sora aveva scoperto che nel prossimo torneo sarebbero state permesse le evocazioni, sapeva che sarebbe dovuto correre al riparo. Insieme a Grogu si era recato nelle zone selvagge cercando Spectrobes e oggetti preziosi per un'intera mattinata. Dopo un'accurata carneficina con contorno di minerali e qualche arma persa da altri avventurieri, i due avevano portato il loro bottino a un tempio dopo l'altro, offrendolo alle varie evocazioni lì adorate nella speranza di ricevere la loro attenzione e formare un contratto con una di loro.

 

I risultati non furono quelli sperati dai due ragazzi.

 

“ Bene, con questo è confermato che sto sul cazzo anche ad Ade. Non che mi aspettassi altro da lui.”, sbuffò Sora uscendo da un tempio costruito in pura ossidiana e decorato con vari teschi. Era il quarto che avevano visitato in circa mezz'ora e come le precedenti tre non c'era stato nessun tipo di risposta.

 

Cosa alquanto strana, siccome i visitatori che mancavano di rispetto( cosa che Sora aveva fatto quando aveva perso la pazienza e aveva chiamato il signore dei morti uno scheletro ammuffito con problemi di personalità. Cosa che gli sarebbe valsa un bel rimprovero da parte di Ercole, una volta raccontatagli la cosa) tendevano a ricevere qualche punizione non letale, ma alquanto vistosa per dare una lezione a chi fosse tentato di fare lo stesso, come piccole palle di fuoco o pustole alquanto prurigginose.

 

Invece Sora era stato completamente ignorato, non aveva importanza cosa offrisse al dio in questione o quanto implorasse, nessuna risposta gli era stata concessa.

 

“ Carbuncle, Shiva, Jormundungar e Ade abbiamo già eliminato. In vena di un altro tentativo tu ti senti?”, domandò Grogu, intento a mangiare un pacco di rane arosiane bollite. Il giovane mandaloriano non aveva purtroppo intenzione di fare un patto con chiunque, siccome nella sua cultura solo i capi tribù o i loro consiglieri potevano avvalersi dell'aiuto degli dei, e comunque solo in situazioni di grande pericolo.

 

Sora avrebbe potuto chiedere ad Ercole di intercedere con Titano, l'evocazione con cui aveva stretto un patto molti anni prima, non era stato il primo dei suoi allievi a farlo. Ma il gladiatore aveva già fatto molto per lui e non voleva sentirsi ulteriormente in debito.

 

“ Sì, non abbiamo il tempo di allenare uno Spectrobe d'altronde, anche se ne trovassimo uno con cui scatta l'imprinting. Proverò con Ifrit, lui accetta praticamente chiunque come figlio.”, si augurò Sora, dirigendosi verso il santuario del signore del fuoco.

 

Il tempio di Ifrit era relativamente piccolo, ma incredibilmente colorato. Le colonne erano ricoperte da fiamme di ogni sfumatura possibile, e vari affreschi raffiguravano le lotte del dio contro nemici di ogni razza e dimensione. Talvolta era accompagnato dalla sua controparte e rivale, la dea del ghiaccio Shiva.

 

La statua dell'Esper lo ritraeva a grandezza naturale, circa sei metri e mezzo di puri muscoli verdastri distribuiti nelle possenti braccia strette attorno al petto e nelle gambe pelose da capra. Il suo unico indumento era un perizoma lacerato, mentre il volto ferino, ma gentile, mostrava due piccole zanne ben affilate. A concludere quella poderosa visione si trovavano due lunghissime corna, con uno spazio al centro per corti capelli viola.

 

Ifrit era un grande guerriero, in prima linea per difendere i deboli, ma anche una furia vivente simile a una supernova. Rappresentava la dualità del fuoco: una fonte di calore e protezione quanto una forza selvaggia e inarrestabile dipendentemente da chi lo adoperava.

 

Sora aveva accompagnato spesso sua nonna a pregarlo quand'era più piccolo affinchè continuasse a proteggere le isole. Ricordando come l'anziana donna era solita omaggiare Ifrit, Sora ne imitò i movimenti e unì le mani con riverenza prima di alzare la destra mentre si metteva in ginocchio a guardare la statua, gli occhi azzurri pieni di speranza.

 

“ Sommo signore delle fiamme, mi inchino davanti alla tua gloria e offro quanto io e il mio compagno abbiamo raccolto, sperando sia un degno dributo per te. In cambio ti prego di aiutarmi in battaglia quando mi sarà impossibile salvare me e i miei compagni da solo.”, disse il custode col suo tono più riverente.

 

Rimase lì per vari secondi, rivolgendo i propri pensieri alla statua tentando di raggiungere il lontano spirito di Ifriti, localizzato in chissà quale piano di realtà. Ma dopo quasi cinque minuti non era apparso nessun segno, neanche una fiammella era apparsa o qualsiasi altro segno della volontà dell'Eidolon.

 

“ Niente succede.”, sbuffò Grogu, mettendo una mano sulla spalla dell'amico e accompagnandolo fuori mentre questi rifletteva con le mani nelle tasche. Certo, le evocazioni erano volubili, ma mandavano sempre qualche segno. Almeno una fiammella avrebbe dovuto ricevere, o Ade avrebbe dovuto maledirlo quando l'aveva insultato. Che avesse qualcosa a che fare con l'essere un portatore di Keyblade? Ma Ercole non aveva detto niente a riguardo, quando quella mattina gli aveva detto che avrebbe cercato di fare un contratto.

 

Per di più, l'ultima volta che aveva fatto l'esame dei suoi midi chlorian, aveva scoperto che rispetto alla sua partenza da casa, si erano più che triplicati. Sarebbe dovuta essere una buona notizia, ma per qualche motivo lo rendeva ancora più inquieto.

 

“ Ah.... vendiamo quanto abbiamo raccolto, forse potremo comparci un po' di armi e armature come si deve. Speriamo in meglio.”, disse una volta fuori dal tempio, fissando incerto il sole di Olimpia.

 

*****

Sora deglutì nervoso. Era la sua prima esibizione davanti a milioni di persone, non contando i telespettatori. Doveva fare del proprio meglio per sé stesso e i propri compagni.

 

Yozora aveva l'aspetto di un pipistrello umanoide senz'ali dal pelo grigiastro, alto più o meno come Sora, e similmente a lui vestito con felpa e pantaloni ultra rinforzati.

La sua arma era invece una balestra dall'aspetto molto hi- tech.

Apparteneva agli Zygerrian, una razza di schiavisti, sebbene i loro affari fossero stati limitati non poco negli ultimi anni quando Vader aveva preso il controllo dei loro territori. Avrebbe combattuto assieme al suo Spectrobe, un piccolo ma rapido Rygazelle.

 

La creatura ricordava una fusione tra un lupo e una tigre dal manto blu con alcune strisce più scure. Su testa e dorso aveva una corta criniera di un azzurro brillante, come una saetta, e sulle spalle si trovavano lunghe escrescenze ossee capaci di muoversi per essere usate come armi taglienti.

 

“ Pronti... via!”, annunciò Ercole abbassando di netto il braccio.

 

Sora non perse tempo a sfoderare la propria spada e a buttarsi sull'avversario creando un rapidissimo scambiarsi di fendenti mentre il compagno di Yozora mostrava una rapidità incredibile nell'evitare l'ascia di Grogu e le canzoni di Angela.

 

La creatura si diresse appunto verso la Gargoyle, stringendola in un angolo affinchè non potesse suonare per potenziare i due amici, e le morse la chitarra nel tentativo di strapparla via.

 

“ Sei bravo....”, commentò Sora, enfatizzando il suo assalto contro Yozora, che si muoveva con estrema rapidità, schivando e contrattaccando ogni tanto con un coltello rosso e qualche freccia schivata di striscio.

 

“ Grazie, ma non ho ancora cominciato. Alito fedito!”, annunciò l'alieno, esalando una grossa boccata di gas verde che prese in pieno Sora e Grogu di striscio, sebbene stesse volando.

 

Gli incantesimi tessuti nel suo abito salvarono il custode dalla maggior parte delle tossine, ma si ritrovò non di meno a tossire non poco. Sarebbe stato meglio concludere in fretta.

 

“ Colpo disperato!”, esclamò facendo vibrare ad alta frequenza la sua spada e dando un forte colpo allo Zygerrian sul fianco, che si ritrovò un piccolo taglio prima di puntare la balestra al petto di Sora.

 

“ Triplo sparo!”, esclamò in contemporanea a Grogu, originando una raffica di proiettili di laser che quasi impedirono di vedere il duello. Lo stesso Sora rimase quasi abbagliato oltre che nuovamente ferito, incrociando più volte la spada contro Yozora assieme all'amico, per spingerlo contro un angolo.

 

“ Lessie!”, chiamò quando si ritrovò alle strette. Lo Spectrobe lupo, intento a evitare la chitarra di Angela, si ritrasse dallo scontro per saltare addosso a Sora con artigli avvolti da scariche elettriche. Grogu spinse appena in tempo l'amico per prendere l'attacco al posto suo, venendo protetto per la maggior parte dal Beskar, ma ritrovandosi a volare con le zanne dell'animale attorno all'elmo.

 

“ Tu e quella bestiaccia sia molto in sintonia.”, si complimentò Sora.

 

“ Grazie, è una questione di considerare te e il tuo Spectrobe come un'estensione l'uno dell'altro. Spero un giorno tu possa capire cosa intendo.”, spiegò Yozora, rimettendosi in posizione con balestra e coltello pronti a guizzare.

 

“ Blizzard!”, esclamò l'altro sparando una sfera di ghiaccio sull'avversario, che non si fece intimidire.

 

“ GIGAVOLT!”, gridò questi sparando dalla balestra un potentissimo fulmine azzurro. L'urto fu abbastanza da spingere lo spadaccino all'indietro, lasciandogli i sensi confusi dalla scarica elettrica ricevuta.

 

“ Ehi, Sora, Grogu. Avete bisogno forse di un po' di metal? Eccovelo! ", gli gridò dunque Angela mettendosi a suonare all'impazzata. La musica entrò nei centri nervosi dei due compagni, rafforzando i loro muscoli e i riflessi.

 

Il piccolo mandaloriano prese a combattere con più foga, riattivando la Trance che aveva utilizzato contro i Krawl. Avvolto dalla sua aura rossastra, si gettò col jetpack al massimo contro il lupo di Yozora, prendendolo dritto al ventre e portandolo verso l'altro in uno spettacolo di scintille e riflessi di pura Forza, mentre acciaio e zanne si scontravano sempre più velocemente.

 

Infine l'animale strinse la bocca attorno all'ascia di Grogu, che ne approfittò per far partire al massimo il proprio jetpack, roteando a tutta forza per poi schiantarsi a terra insieme all'avversario in uno spettacolare impatto, con la differenza che questi non aveva un'armatura in Beskar a proteggerlo.

 

 

Nel frattempo Sora e Yozora avevano continuato a combattere in un crescente vortice di fendente e frecce di energia. Il pipistrello umanoide faceva appello a tutta la sua agilità, apparendo alle spalle dell'avversario e cercando di prenderlo ai punti vitali. L'altro dal canto suo cercava di mantenere la propria posizione e rispondere come poteva con tecniche non meno accurate. Finalmente Sora riuscì a disarmare il rivale con un'azzardata mossa e si strinse nelle spalle, puntando la propria lama in avanti.

 

“ Stinger!”, annunciò spingendosi ad altissima velocità contro il torace di Yozora, trapassando parzialmente la cotta di maglia tenuta sotto i vestiti e procurandogli un taglio non da poco, che sperava fosse abbastanza a costringerlo alla resa. Ovviamente si sbagliava, il ragazzo restò in piedi e portò una mano alla ferita.

 

“ Vento bianco.”, disse dunque Yozora, circondandosi da linee di energia celurea che lo rinvigorirono e bloccarono il sangue. Sora riconobbe il tipo di incantesimo appena usato, studiato nei libri dedicati ai vari mostri .

 

“ Sei un mago blu, dunque?”, domandò stringendo la spada con più cautela. La classe da lui nominata era capace di copiare i poteri di Spectrobes o Krawl, vedendoli dal vivo o meglio ancora ricevendoli. Dipendentemente dalle altre classi con cui si ibridavano, potevano diventare a dir poco letali.

 

“ Sì, anche se tendo a usare i miei incantesimi come ultima risorsa. Tu me li hai fatti usare praticamente dall'inizio- disse ammirato il ragazzo, prima di alzare la mano- Matra magia!”, gridò , scagliando questa volta un piccolo stormo di missili azzurri. Arrivando da tutte le direzioni davanti a lui, Sora non potè che parare con la propria spada e venire spinto indietro di vari metri mentre l'arma si riduceva in frammenti.

 

Rimasto solo con le proprie mani, il ragazzo guardò rapidamente Ercole, facendo una muta richiesta. Il suo maestro annuì e il Custode evocò il proprio Keyblade con una certa sorpresa degli spettatori, mentre Angela ritornava a suonare con quanta foga aveva in corpo, avvolgendo il compagno con un'aura multicolore che assieme al suo Cambioforma avrebbe amplificato enormemente le sue forze.

 

Capendo di essere ormai sorpassato per capacità magiche e fisiche, Yozora decise di ricorrere al suo asso nella manica. Raccolse la Forza che gli rimaneva in corpo, materializzando tre sfere di energia.

 

 

 

“ La vista che lentamente svanisce, Last Black! L'eterno riposo alla fine del viaggio, Peace White! L'evanescente paradiso che tutti attende, Heaven Diamond!”, cantò rapidamente il Mago blu, facendo disperdere i tre globi in una lieve nebbia. La cortina si espanse per l'arena radente il terreno, accompagnata dal suono di una piccola campanella. Infine la nebbia si riunì per formare una grande figura nera coperta da un mantello. I tre avversari di Yozora lo riconobbero come Phantom, uno spirito che rappresentava l'accettazione della morte come parte integrante dell'esistenza, i cui punti forti erano il le magie spazio temporali e altre abilità atte a indebolire il nemico.

 

 

L'essere si portò istantaneamente alle spalle di Sora, colpendolo con una menata e avvolgendolo poi con rivoli di nebbia. Angela dovette scambiare la sua canzone di supporto con una serie di assolli volti a tempestare lo spettro con raffiche di acqua e vento. La materia nebbiosa che componeva Phantom tremolò a ogni colpo, allentando anche la sua presa su Sora. Indispettito, lo spirito contrattaccò con una sorta di vista laser diretta alla Gargoyle, che si alzò in volo tornando a contrattaccare.

 

“ Sora, a quel bestione tu pensa. Io Yozora tengo impegnato.”, disse Grogu al compagno, caricando nuova energia nella propria ascia mentre il mago blu scrocchiava il collo.

 

“ Mille aghi!”, esclamò Yozora, sparando una serie di spine di cactus che impattarono sulla corazza di Grogu, che si abbassò e si girò attorno all'avversario per colpirlo più volte col piatto dell'arma, riuscendo ad attivare nuovamente la sua Trance e colpire con potenza inaudita per il suo livello.

 

 

Intanto Sora e Angela continuavano a competere con Phantom, i cui raggi al plasma avevano messo a serio rischio ogni loro difesa. La gargoyle continuava a suonare per tempestarlo di attacchi magici. Il Custode dal canto suo approfittava di tutta i bonus datigli dal Cambio forma per colpire con forza e velocità. Per concludere in fretta lo scontro fece però l'errore di lanciare il Keyblade come aveva fatto col mostro sull'isola, ma stavoltà finì per mancare e Phantom gli fu addosso in un istante prima che potesse evocarlo di nuovo.

 

“ PROTECT!”, gridò formando con entrambe le mani una debole barriera arancione. Il suo controllo su quell'incantesimo era ancora instabile, ma grazie alla musica di Angela che lo caricava letteralmente di nuovo potere, riuscì a renderla abbastanza stabile per resistere all'assalto dello spettro, la cui figura si innalzò sullo scudo come l'emissario dell'oltretomba che era.

 

 

Sora strinse i denti e mise quanta energia gli rimaneva in quella barriera improvvisata. Desiderò di avere più potere, di avere qualcosa che gli permettesse di ferire quell'essere. Il potere di salvare i suoi amici quando li avrebbe trovati e proteggerli da qualsiasi minaccia.

 

 

“ Sono uno con la Forza, e la Forza è con me. Sono uno con la Forza e la Forza è con me...”, ripetè più volte, facendo affidamento più che mai ai suoi midi chlorian mentre il Protect cominciava a spaccarsi sotto la presa nebbiosa di Phantom.

 

La sua determinazione, o frustrazione, scavarono nel suo cuore fino a risvegliare qualcosa. Con suo stupore il Keyblade si illuminò, venendo sostituito da una nuova spada. L'impugnatura ricordava due colonne collegate tra esse, il portachiavi era una moneta con inciso un fulmine, di cui una intricata serie componeva la lama.

 

“ SALTO!”, esclamò il moro, librandosi a un'incredibile altezza prima di cadere sulla testa dello spirito con una formidabile botta. Phantom indietreggiò formando una sfera di oscurità tra le mani, ma prima che essa raggiungesse Sora, questi riuscì ad attivare il Cambio forma della sua nuova arma. Con una complessa trasformazione la spada assunse la forma di uno scudo bianco decorato da una saetta e percorso da quattro basamenti in stile greco con piccole decorazioni dorate. Con un ringhio e l'aiuto delle canzoni di Angela, che quasi si ruppe gola e chitarra a furia di suonare, riuscì a deflettere il proiettile nero verso terra. Il pubblico, inclusi i proprietari del colosseo, erano esterrefatti.

 

“ D- due diversi Keyblade?”, disse stupito Phil, mentre Sora sbatteva il suo scudo contro la faccia dell'essere in una pioggia di scintille elettriche, riuscendo quindi a spingerlo contro un angolo. Con grande sorpresa dei compagni e della folla, il nuovo Keyblade del giovane sparì per essere sostituito da un altro modello, verde e con un portachiavi a forma d'ali d'angelo.

 

Con un pensiero del ragazzo, la nuova lama si trasformò in una grossa croce ricoperta da un'aura di luce. Se il secondo Keyblade avesse scioccato la maggior parte dei presenti, questo fu un chiodo sulla sanità mentale di chiunque avesse un minimo di cultura su quelle armi leggendarie.


“ No, tre...”, sussurrò un Ercole incapace di comprendere oltre quella situazione.

 

 

*****

Ventus aveva molto apprezzato la sua breve residenza a casa de Paperoni. Sebbene aver scoperto che anche Della era scomparsa non fu meno doloroso della scoperta su Terra e Aqua, era stato più che lieto di conoscere i suoi figli e si era sforzato di raccontare quanto poteva sulla sua vecchia amica.

 

Il problema più grande di vivere lì però erano le battaglie per il telecomando dopo cena. Non vi era dubbio che Qui, Quo e Qua fossero i figli di Della e i nipoti di Paperino, ogni sera combattevano come indiavolati. Ma la sfida maggiore era Gaia, che faceva pieno affidamento sull'addestramento datole dalla nonna.

 

Ogni sera il giovane Jedi era dunque costretto a destreggiarsi tra trappole, imboscate e morsi da parte dei quattro paperetti( sei quando venivano anche Lena e Violet) per poterzi spaparanzare in pace sul divano e mettere un programma decente.

 

Quella sera la lotta fu particolarmente intensa, più di una volta si arrivò a distruggere uno dei cimeli di Paperone nonostante le protezioni di cui godevano. Ventus fu infine costretto a intrappolare di nuovo i ragazzi in una gabbia di luce e a lanciare loro un piccolo Stop per ogni evenienza.

 

Si sdraiò quindi sul bel divano in velluto e accese il televisore olografico, cominciando a fare zapping. Capitò sullo show di una certa Raven, che faceva oroscopi, su una puntata dei Muppet e su uno spettacolo musicale della Corte dei Miracoli, tenuta dal capo clan, il giullare Clopin.

 

Infine trovò la diretta di un match al colosseo di Olimpia. I contendenti erano un ragazzino umano dai capelli castani e uno Zygerryan, al cui comando si trovava Phantom. Riconobbe subito che lo scudo usato dal primo era un Keyblade nel suo Cambio forma, ma quando lo vide sparire per lasciare spazio a un'altro Keyblade, sputò tutta la bevanda che aveva preso.

 

“ Ventus, ma quello è il tuo Keyblade.”, osservò Qua.

 

“ Non solo, ne ha usati due. Per quanto ne so è un'abilità rarissima.”, aggiunse Gaia, i cui occhi erano incollati allo schermo olografico.

 

“ Infatti. Ma anche così non dovrebbe avere il mio Keyblade. Significa che è il ragazzo che stiamo cercando.”, affermò Ventus, fiondandosi nel corridoio.

 

“ Dove vai?”.

 

“ Ad avvertire vostro zio. Dovevamo aspettarci che Topolino avrebbe mandato il ragazzo da Ercole, nessun'altro avrebbe potuto proteggerlo così.”, rispose rapidamento il biondino, sapendo che molti altri avrebbero visto quel video a breve. Diversi di loro non dalla loro parte.

 

 

 

 

*****

Con un rapido movimento, Sora roteò la sua nuova arma e la lanciò contro l'Esper. La croce si trasformò a mezz'aria in un abbagliante lampo di luce che bloccò la vista di Yozora e degli spettatori più sensibili. Quando fu nuovamente possibile vedere, tuti videro che Phantom era stato tagliato in più parti, ognuna che emanava un bagliore incredibilmente intenso dalle ferite.

 

Come sempre quando veniva sconfitto, l'avatar di Phantom sparì rilasciando un senso di assoluta pace che si diffuse per l'intera arena. Anche il suo evocatore ne fu influenzato. Yozora chiuse gli occhi e chiamò a se il compagno, riponendo le armi.

 

“ Mi arrendo.”, disse dunque il mago blu, indicando Sora come legittimo vincitore. Questi fu sul punto di fargli i suoi complimenti per l'entusiasmante scontro, ma si ritrovò la spalla presa da Ercole.

 

“ Dichiaro vincitore la squadra Heart. I miei complimenti a tutti i partecipanti del torneo e un grazie a voi spettatori. Auguro a tutti voi un magnifico spettacolo e buona fortuna a tutti i partecipanti.”, disse sbrigativo il gladiatore prima di trascinare istantaneamente Sora nel proprio camerino, lasciando sbighottiti gli spettatori e gli amici dello spadaccino.

 

“ Sora, ma ti rendi conto di cosa è successo?”, domandò l'uomo al suo allievo dopo aver chiuso la porta a chiave ed essersi assicurato che nessuno ascoltasse.

 

“ Qualcosa di fantastico... no?”, disse debolmente Sora, il cui sguardo era più confuso che mai, ancora euforico com'era per l'improvvisa vittoria. Ercole sospirò, poggiando un braccio sul frigo dove teneva le sue bibite energetiche.

 

“ Sì, è qualcosa di davvero fantastico, anzi, miracoloso. Finora un jedi ha usato al massimo due keyblade. E anche in quel caso è un'abilità rarissima, gli unici che credo siano capaci di farlo oggi sono Vader e una sua allieva. Ma nessuno ne ha mai evocati tre... assumendo quello sia il tuo limite.”.

 

“ Pensi possa usarne anche altri?”, chiese, pensando alla possibilità di evocare allo stesso tempo una vera e propria tempesta di lame da scagliare contro i suoi avversari. Anche alcuni dei suoi idoli avrebbero avuti problemi a difendersi a essa, una volta perfezionata.

 

“ Non so. Come ti ho detto sono in molti a sapere dei Keyblade, ma le leggende sui loro utilizzatori sanno essere incredibilmente confuse. Specie quelle precedenti alla scomparsa della Repubblica. In ogni caso ragazzo mio, miliardi di persone hanno appena visto il tuo incontro e molti altri miliardi lo vedranno a breve via streaming. Parecchi verranno qui per chiederti di unirti a loro. Farò del mio meglio per proteggerti, ma preparati.”.

 

“... Grazie, maestro. Spero di poterla ripagare un giorno.”, disse commosso il custode del Keyblade.

 

“ Non pensarci neanche, è il mio dovere. Noi avventurieri non siamo semplicemente mercenari e drogati d'adrenalina. Siamo coloro che guidano la galassia nella sua prossima evoluzione, che servono da esempio per ogni generazione, un peso che un giorno cadrà anche alle tue spalle. Passando ad argomenti più allegri, ecco il tuo premio intanto.”, disse il gladiatore prendendo una grossa coppa su cui era raffigurato Pegaso.

All'interno si trovavano almeno duemila munny, un paio di accessori e un boomerang dall'aria molto tagliente.

 

A cena il custode raccontò ai due compagni di squadra quanto detto da Ercole e chiamò di nuovo i propri genitori, dicendo loro di aver vinto uno scontro importante senza dilungarsi troppo.

 

Prima di dormire, ignorando il russare degli altri allievi, Sora pensò a quanto successo negli ultimi mesi, dall'attacco alla scoperta di questo nuovo potere. Immaginò i suoi genitori, probabilmente ancora spaventati per lui, e i suoi amici, due dei quali dispersi chissà dove.

 

' Non ti deluderò. Non deluderò nessuno di voi.', si disse mentalmente prima di abbandonarsi al mondo dei sogni.

                                                                                                                 *****

Altro scontro che mi ha dato una manciata di problemi nello strutturarlo. Forse avrei dovuto evitare di mettere Angela in squadra coi ragazzi, visto che non fa poi molto. Finalmente scopriamo dunque il motivo per il quale Sora è tanto ricercato, spero che sembri abbastanza sensata, nel prossimo capitolo vedremo le conseguenze che avrà per la sua carriera come avventuriero.                                                                                                                                                                                                                  
Yozora( proveniente da Kingdom Hearts 3, prima come protagonista di un finto trailer e poi come super boss nel vero finale del gioco)
Razza:Zygerrian ( provenienti da Clone Wars, dove sono gli antagonisti di una mini saga)
Classe: Mago blu, tiratore e ladro
Punteggio midi chlorian: 2870
Allenza: Ercole, sè stesso e il proprio spectrobe, dotato di alcune abilità a base di fulmine e ghiaccio. Ha stretto un contratto con Phantom( Eidolon/esper/ come lo volete chiamare da Final Fantasy 6)
Stile di combattimento: Agilissimo combattente, che si infila senza problemi nella guardia avversaria in cordinazione col suo partner. Utilizza un vasto arsenale di magie blu o evoca Phantom quando messo alle strette.
Poooooi, riguardo gli 'stili' e trasformazioni che ho citato nei precedenti capitoli, se non si fosse capito sono quelli da Birth By Sleep. Lì come qua consistono nell'utilizzatore che si stracarica di energia( elementale e non) per utilizzare nuove potenti mosse. Ho deciso di cambiare il nome in Trance, che sarebbero invece le trasformazioni in Final Fantasy 9 e sarebbero usate per lo più da personaggi che non usano il Keyblade. Oltre a queste potrebbero apparire le unioni- D, con cui si usano tecniche di personaggi con cui si possiede un certo legame, e ovviamente ci sono i Limiti dai vari giochi. A presto, per qualsiasi chiarimento chiedete pure.

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Capitolo 11
*** Contesa ***


Come previsto da Ercole, il colosseo fu rapidamente preso d'assalto dagli esponenti di moltissimi clan. Decine, forse addirittura centinaia di avventurieri, diversi per fama e razza, si erano radunati a Olimpia pretendendo di fare una proposta a Sora.

 

Non appena il ragazzo aveva osato uscire dal colosseo si era trovato sommerso da ogni genere d'offerte, che variavano da una semplice somma oscena di munny, l'essere addestrato da interi gruppi di avventurieri del più alto rango, al diventare addirittura un capo clan una volta guadagnata sufficiente esperienza.

 

Sora era comunque troppo confuso per formare una risposta coerente a quell'enorme folla, quindi Ercole venne subito in suo soccorso da bravo maestro. Un potente fulmine partì dalla porta del colosseo per raggiungere il cielo e zittire la forza con un rombo che nulla aveva da invidiare ai motori delle migliori astronavi. Ercole uscì pervaso da altri saette di vario colore lungo tutto il corpo.

 

“ Signori. Vedo qui davanti a me la cremè de la cremè di questa galassia. Sono più che onorato di chiamare molti di voi miei amici, e non pochi sono stati da me addestrati. E questo rende il vostro comportamento ancora più vergognoso ai miei occhi. Tutto questo putiferio per un solo ragazzo che capisce a malapena cosa sta succedendo?”, disse il guerriero camminando davanti alla folla, nella voce e negli occhi un'inimitabile nota di rimprovero, enfatizzati dal suo piccolo spettacolo pirotecnico. Alcuni dei presenti si strinsero nelle spalle dalla vergogna.

 

“ Intendi tenerlo qui per sempre?”, si lamentò un grosso drago umanoide, scatenando un'altra serie di lamentele da parte dei presenti, rapidamente fermata da un nuovo fulmine, ben più rumoroso e grande. Ercole puntò quindi un dito a chi aveva appena parlato, avvolgendo la falange con altre scintille scintille elettriche prima di rivolgerla al cielo.

 

“ No, è vostro diritto farli una proposta di qualsiasi genere. Ma questo è comunque il mio territorio, e lo farete alle mie regole. Si terrà un torneo. Il vincitore potrò parlare per primo con Sora.”, stabilì con voce stentorea e irremovibile.

 

*****

 

La maggior parte dei primi scontri si erano consumati in fretta, gli avventurieri più potenti avevano fatto un lavoro rapido coi loro colleghi meno esperti prima di dare il via a spettacolari seppur brevi scontri di massa, i cui vincitori si misero quindi a duellare a turni. Se paragonata alle solite competizioni, il tifo era ridotto al minimo, al massimo un paio di avventurieri incoraggiavano gli amici appartenenti ad altri clan.

 

Tra i tanti emissari mandati a parlare con Sora, c'era Cloud Strife degli Avalanche. Era un guerriero molto muscoloso con capelli biondi sparati in aria e vestito con un lungo abito nero. Sulla schiena teneva un'enorme spada dalla lama ricurva, divisa da alcuni segmenti. Lo spadaccino osservava ora Sora ora l'arena con un'espressione indecifrabile, mangiando ogni tanto il bento preparatogli dai compagni.

 

“ Che ne pensi, Cloud?”, chiese una voce sopra di lui. Il responsabile era un uomo della stessa età di Cloud, con capelli neri più corti, vestito con un cappotto pesante e che alla vita teneva una spada con un'elsa simile al manico di una pistola. Si chiamava Squall Leonhart, tra gli assi del Clan Garden. Lui e Cloud erano.... beh, amici per quanto potessero esserlo due delle persone più taciturne e schive della galassia.

 

“ Sul ragazzino con tanti Keyblade? Mah, ha un'abilità interessante, ma non lo rende certo un dio. Il tutto dipende da come si allenerà.”, sbuffò il biondino, stringendo le braccia al petto mentre buttava ancora gli occhi sul fascio di nervi per cui tutti si erano radunati lì.

 

“ Per ora. Con sufficiente esperienza? Potrebbe essere il nuovo Vader.”, commentò Squall, seppur con una certa cautela. Più di una manciata dei presenti era stata addestrata o salvata dal potentissimo Custode o in alternativa era stata in passato parte del Clan Eclipse, lasciandolo per un motivo o per l'altro. Avrebbero potuto non apprezzare un tale affronto al loro precedente signore.

 

“ Non esageriamo. Anakin Skywalker è diventato quello che è non grazie al Keyblade, ma grazie a tutte le sue gesta e all'affinamento delle sue abilità che continua ancora oggi. Non basta saper usare parecchi Keyblade per pareggiarlo.”, contrabbattè l'Avalanche, che aveva incontrato da bambino il capo degli Eclipse, prima ancora che cominciasse a indossare la maschera.

 

All'epoca aveva protetto la sua città, Midgar, con l'aiuto della moglie Padmè e della discepola Ahsoka Tano, la prima a finire sotto la sua ala. Cominciò ad allenarsi prendendo ad esempio lo stile del leggendario guerriero, prima di creare uno stile tutto suo e unirsi al Clan Avalanche, che pochi anni dopo subì una tragedia non troppo diversa da quella che gli Eclipse soffrirono anni prima, perdendo una buona parte dei Custodi reclutati con così tanta difficoltà.

 

 

 

“ E su questo concordo. Ma resta comunque un boccone irrinunciabile per ogni clan. Ormai possiamo solo vedere come si evolve la situazione. A proposito.... notizie da Lui?”, chiese casualmente Squall, riferendosi al responsabile della suddetta tragedia. Il viso di Cloud si incupì ancora di più nel pensare al suddetto Lui.

 

“ Crediamo che Malefica gli abbia fatto un'offerta. E a essere onesti Barret vuole reclutare questo Sora anche perchè ci permetta di sconfiggerlo una volta per tutte.”, disse incrociando le braccia, nascondendo le dita strette fin quasi a far scrocchiare le ossa.

 

' Sephirot... la resa dei conti è vicina.', pensò col viso scosso dall'ira.

 

*****

L'improvvisata competizione arrivò rapidamente alle finali, che videro come contendenti Alice Liddel, del clan Madness, e lo stesso Cloud.

 

La prima era una paladina dai lunghi capelli biondi, vestita con un'armatura argentata e armata con la lama Vorpal, una lunga spada decorata da gemme azzurre lungo tutta la lama. Oltre a essere una dei più famosi combattenti del proprio clan, ne amministrava anche le finanze ed era responsabile di quasi tutti i loro affari più importanti. Qualcuno l'aveva paragonata a un giovane Paperon de' Paperoni, con cui di sicuro condivideva l'ambizione.

 

“ Ora capisco perchè Paperino ha insistito tanto sulla sicurezza. Si aspettava succedesse qualcosa del genere.”, commentò Sora, intento a sgranocchiare rane fritte insieme a Grogu e Angela, mentre osservavano il duello dei due spadaccini. Lo stile di Alice era ben più tecnico e preciso, volto a cercare ogni buco nella guardia di Cloud e rendere la propria quasi impenetrabile, mentre l'altro proseguiva imperterrito da un assalto che sembrava simile a un inarrestabile turbine mentre continuava a smontare il suo spadone in altre lame di varie forme e dimensioni, mescolando impressionanti tecniche di spada in continuo mutamento a volte alternate con le proprie abilità magiche.

 

I due guerrieri proseguirono per quelle che sembravano ore tra stoccate, parate, incantesimi e sporchi trucchi che non avrebbero mai passato probabilmente la censura. Finalmente Cloud, avvolgendo la sua Buster Sword con un potente alone dorato, spinse Alice in un angolo ed eseguì una serie di tre fendenti, ognuno dei quali disegnò nell'aria un ideogramma luminoso che colpì la ragazza prima di diventare innumerevoli frammenti che si dispersero in aria.

 

La forza di quella devastante tecnica riverberò fino ai posti degli spettatori e Sora fu certo che l'armatura della paladina fosse stata distrutta lasciandola senza difese. Eppure, contro tutte le aspettative, lei si rialzò aiutandosi con la propria spada, riservando a Cloud uno sguardo che sembrava contenere una luce maligna.

 

“ Alice, per favore, arrenditi. Non voglio farti del male più di quanto sia necessario.”., disse il guerriero, tenendo comunque la sua arma in posizione di guardia, conscio che la bionda guerriera non era tipa da gettare la spugna. Avrebbe di sicuro cercato di farlo sudare ancora un pò

 

Alice gli rivolse un sorriso tronfio e prese la Vorpal con entrambi le mani, rilassando i propri midi- chlorian prima di canalizzarvi dentro una forza spaventosa.

 

“ Per favore, Cloud... non rubarmi le battute.”, disse venendo avvolta da una potentissima aura bianca e nera. Sora e Grogu sentirono un brivido scorrere lungo la spina dorsale mentre la corazza di Alice veniva sostituita da una veste azzurra e un grembiule sporco di sangue, coi suoi capelli che cominciarono ad agitarsi scurendosi lentamente, rassomigliando un groviglio di rovi in continuo movimento. La stessa Vorpal cambiò, diventando una mannaia mentre Cloud indietreggiava, la volontà di combattere sostituito da un terrore quasi ancestrale.

 

“ Ahia, non mi aspettavo andasse così oltre.”., commentò Ercole, seduto dietro i due protetti, l'espressione giusto lievemente preoccupata.

 

“ Ma che roba è... una sorta di modalità Berserk?”, chiese stupito Sora. Neanche l'Uragano di sangue usato da Grogu emanava un simile istinto omicida. Quello che avvertiva da Alice era un puro desiderio di uccidere e torturare chiunque le parasse davanti, accompagnato da una completa non curanza per la propria vita.

 

“ Una variante. Invece di basarsi sulla rabbia e sulla pura forza bruta, quest'abilità trae forza dal dolore di Alice e la sua capacità di infliggerlo. Per fortuna dei suoi avversari, diventa anche un cannone di vetro, quindi la usa solo come ultima risorsa.”, spiegò Ercole, che aveva aiutato un tempo Alice a controllare quella spaventosa abilità.

 

“Specie con uno come Cloud, che ha una forza d'attacco mostruosa, ma è anche molto stanco per ora. Si sta giocando tutto.”, capì Sora, tornando ad analizzare con occhi avidi quel frenetico scambio di colpi sempre più feroci.

 

“ Se spaventato a morte io non fossi, sul suo ciclo una battuta farei.” , commentò Grogu prendendo l'ennesima rana e guardando la tempesta di colpi che la paladina era diventata. Persino Cloud aveva problemi a resistere, e spinto in un angolo dovette evocare un Protect, che gli permette di riprendere un po' di spazio, seppur con estrema difficoltà. La sua avversaria rise sinistra, strisciando la propria mannaia sul terreno, accumulandovi altra energia nera e rossa.

 

 

“ SHOCK ABISSALE!”, esclamò alzando la spada al cielo e creando un cerchio di quell'inquietante luce attorno a Cloud. Stavolta lo spadaccino non potè fare niente se non gridare mentre veniva avvolto da quell'inferno di rosso e nero, venendo scagliato in aria con un terribile boato. Gli spettatori fissarono con un senso di terrore il suo corpo che tornava molle a terra, bruciato in più parti. Lo sfortunato guerriero ringhiò nel tentativo di rimettersi in piedi, ma potè solo buttare il capo a terra e svenire mentre arrivava Phil a prestargli i primi soccorsi.

 

“ Dichiaro vincitrice Alice Liddel, del clan Madness. Sora, vieni a darle il suo premio.”, dichiarò grave il satiro, posando le mani sul petto di Cloud per avvolgerlo con una forte luce guaritrice, prima di porsi come appoggio per accompagnarlo in infermeria.

 

Quello poneva fine al torneo. Il clan Madness sarebbe stato il primo a fare una vera offerta a Sora, e gli altri avrebbero seguito in un ordine stabilito successivamente, in base alla risposta del Custode.

 

Questi sospirò e scese nel ring, accompagnato da una pacca degli amici, mentre Alice riprendeva il suo solito aspetto, ansimando non poco.

 

“ Una faticaccia, ma ne è valsa la pena- disse la paladina, girandosi verso il Custode- domando scusa per lo spettacolo, ragazzo. Ma c'è un motivo per cui ci chiamiamo Madness. Comunque, se ti unisci a noi qualsiasi cosa chiedi è tua. Pozioni, armature, astronavi, Spectrobes...”, cominciò a elencare la paladina, con tono sempre più entusiasta sebbene Sora non la stesse davvero ascoltando, preso come sempre dai cambiamenti troppo rapidi nella sua vita.

 

 

 

“ Un momento. Vorrei discutere anch'io col ragazzo.”, disse improvvisamente una voce, bloccando la discussione. Nello scoprire chi era appena arrivato, la mascella di tutti i presenti toccò terra. All'entrata del colosseo si trovava Paperone, accompagnato dai nipoti, Gaia, le sorelle Sabreving e un ragazzo di poco più grande di Sora con un muso da cane, lunghe orecchie nere penzolanti e un paio importante di denti, con addosso un kimono da karate.

 

“ P- paperone?”, balbettò Ercole, mentre tra gli spalti si diffuse un ininterrotto bisbigliare. In molti si aspettavano che anche il clan Disney avrebbe mandato qualcuno, ma non si aspettavano quello che era forse l'avventuriero per eccellenza.

 

“ E'.... è un onore avervi qui.”, disse Alice, porgendo un lieve inchino al papero umanoide, che le diede un rispettoso cenno prima di togliersi la tuba e avvicinarsi a Sora, gesto che non venne contestato da nessuno. E se anche avessero provato a combatterlo d'altronde che avrebbero ricavato? Solo una marea di sberle e forse qualche consiglio da quel leggendario combattente.

 

Il capo finanza dei Disney si diresse dunque da un Sora che cercava di formare due parole di seguito, la faccia una maschera di venerazione pura per quel pilastro della galassia.

 

“ Sora, è un vero piacere conoscerti- disse dunque Paperone, fermandosi davanti allo spadaccino col bastone piantato per terra- Come tutti qui, sono venuto per chiederti di unirti al mio clan. Ma non ti offro soldi, materiali, posizioni o altro. Quello che ti posso dare sono risposte.”.

 

Sora fece fatica per qualche altro secondo a parlare, riuscendoci solo quando una schitarrata, cortese regalo di Angela, scosse l'intero stadio.

 

“ Sto cercando risposte da quando ho ottenuto il Keyblade. Darei di tutto per averle.”, disse più rapido che potè prima di crollare per la mera presenza di Paperone, che annuì.

 

“ Allora vieni sulla Terra e unisciti al clan Disney. Lì si trova un altro Custode che sarà più che felice di rivelarti qualsiasi segreto si nasconda dietro gli eventi degli ultimi mesi . Tu non puoi saperlo, ma ti conosce da molto tempo. Accetti?”, chiese con un largo sorriso.

 

 

Ovviamente Sora accettò. In poche ore lui, Grogu e Angela fecero i loro bagagli e si diressero assieme al gruppo di Paperone all'aeroporto, dov'era arrivato col vascello cosmico R.S. Legacy, su cui a sua volta era stata anche caricata la navicella di Grogu. Dal canto suo l'ex capo clan aveva sperato di ricevere informazioni su Paperino e i suoi compagni, ma Ercole non aveva potuto dirgli molto più di quanto aveva riferito all'allievo mesi prima. I suoi nipoti e Max, il figlio di Pippo venuto con loro sperando in notizie sul padre, erano più sconfortati che mai.

 

Fil, Megara ed Ercole assieme ad alcuni degli allievi più vicini vennero ovviamente a salutarli. I due allenatori si raccomandarono ai tre amici di non smettere mai di allenarsi e diedero molti altri consigli, finchè a Sora non sembrò di sentire i suoi genitori.

 

“ Sora, prima che tu vada ho un regalo per te.”, disse Megara a fine discorso, premendo un pulsante sul suo prizmod col risultato di far apparire davanti a Sora un piccolo flusso di dadi che si materializzò infine in una piccola culla volante. Sora guardò l'interno della culla, assumendo un'espressione sorpresa.

 

“ Un elefantino?”, chiese un po' incerto.

 

Nella culla stava infatti dormendo un piccolo cucciolo di elefante con orecchie enormi e diversi simboli a decorare la sua pelle grigiastra, cosa comune per molti Spectrobes. La proboscite era chiusa attorno a un piccolo sonaglio, facendo sciogliere Angela, Gaia e le sue amiche alla sola vista. Megara gli carezzò la testa e cominciò a raccontare.

 

“ Ieri mi ero recata al canyon di Micene per prendere alcune erbe particolari, e ho trovato un'elefantessa che stava lottando disperatamente con alcuni sciacalli. Non ho fatto in tempo a salvarla, ma sono riuscita ad allontanare quelle bestiacce dal batuffolino. L'ho portato qui sperando che si legasse a te. Ti servirà tutto l'aiuto possibile ora.”, raccontò dolce chinandosi davanti al novello avventuriero.

 

Il piccolo Spectrobe si svegliò con un enorme sbadiglio, rivolgendo i suoi occhioni blu verso Sora. Meg passò a Sora un ciuccio e lui lo abbassò con cautela al cucciolo sotto lo sguardo incoraggiante di Ercole.

 

La sua proboscide si avvolse alla mano di Sora, che sentì un misterioso calore scorrergli nel corpo, originato dai suoi midi chlorian e da quelli del piccolo. Sapeva che il loro legame era stato sancito e gli carezzò la testolina grigia, sentendosi finalmente meno solo, accompagnato ora da un'anima a lui vicina.

 

“ Penso lo chiamerò... Dumbo.”.

                                                                                                     *******
Ercole
Razza: Umana
Classe: Gladiatore, guerriero, monaco, parzialmente mago nero( ma solo per le magie basate sul fulmine)
Lealtà: Sè stesso, i propri allievi e chiunque si guadagni il suo rispetto.
Livello Midi chlorian: 40.000


Ok, chi si aspettava di vedere Dumbo come Spectrobe di Sora? Almeno qualche altra citazione al primo gioco dovevo farla, pur essendo questo un lavoro inteso per stravolgere la lore. Spero che le brevi discussioni e il duello siano stati di vostro gusto. All'inizio avevo pensato di fare un capitolo separato dove Paperone avrebbe parlato con Ercole e i suoi accompagnatori avrebbero avuto uno sparring con Sora e compagni. Dal prossimo capitolo, dopo un'altra dura battaglia, comincierà il Flashback sulla guerra dei Diafani e gli eventi immediatamente successivi. Consigli apprezzatissimi. A presto.

Cloud e Squall sono i protagonisti rispettivamente di FF7 e 8.
Max è il figlio di Pippo nella serie animata a loro dedicati e nei film tratti da essa( se le recensioni non cominciano con ' GOOFY FUCKS?!', mi riterrò estremamente deluso)
Per Alice ho utilizzato la versione dei film di Burton con qualche elemento dalla serie di videogiochi American Mcgee's Alice.
La R.S.Legacy è il vascello de 'Il pianeta del tesoro'.

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Capitolo 12
*** La regina dei draghi ***


 

Mandalore era un nome che si poteva ascoltare in quasi il 30% dei poemi epici di tutta la galassia, nel bene o nel male. Su quel pianeta, tanto simile alla Terra nonostante la maggioranza di zone aride e l'atmosfera dal colore grigiastro, era nata la cultura guerriera più famosa degli ultimi diecimila anni, che era giunta nel corso di quel periodo a inglobare un gran numero di razze campagna dopo campagna. Anche allora molti dei migliori guerrieri mandaloriani costituivano la spina dorsale di diversi clan, dove non era raro ottennero posizioni d'alto rango.

 

E quel giorno uno dei suoi più famosi e potenti figli stava per tornare a casa. Rex teneva le braccia incrociate, ritto accanto alla sedia di comando dell'Executor, l'astronave di classe Dreadnought utilizzato generalmente da Vader per muoversi da un pianeta all'altro o per ingaggiare i nemici del clan in spettacolari scontri siderali.

 

Il guerriero sembrava particolarmente nervoso per qualche motivo, sebbene a un osservatore più attento sarebbe semplicemento apparso come lucidamente freddo, in maniera non molto diversa dal suo signore.

 

“Stiamo per atterrare su Mandalore, mio signore. La duchessa Freya la aspetta già allo spazioporto.", disse la piatta voce di Thrawn, primo suono a interrompere il silenzio della plancia da diverse ore, se si escludevano i rumori dei sistemi. Vader era stato seduto per tutto il tempo alla poltrona del comandante accanto al suo vide ed R-2, la mano sulla sua maschera mentre teneva gli occhi fissi sulle stelle, perso in chissà quali pensieri. A sentire l'annuncio del suo luogotenente, si alzò con calma in piedi stringendo il suo mantello.

 

" Riferisci che io, R-2 e Rex saremo i soli a scendere, e che una volta conclusa la nostra discussione lasceremo il pianeta.", ordinò secco il Sith, prima di allontanarsi col sovramenzionato vice per dirigersi alla rampa. Thrawn fu quasi sconcertato dall'atteggiamento del suo capo clan: Lord Vader era solito esigere che un compito venisse sbrigato nel minor tempo possibile e soprattutto con la massima competenza, ma quella fretta era alquanto strana persino per lui. Durante la guerra civile di Mandalore, istigata dalla Death Watch e dal nascente cartello criminale di Maul, il clan Eclipse era stato l'ago della bilancia che aveva permesso alle forze di Freya di vincere e far tornare l'ordine.

 

Era stata l'occasione in cui la galassia aveva scoperto che menomato o no, Anakin Skywalker restava comunque il guerriero che aveva ucciso Cornelius e che non avrebbe permesso a nessuno di strappargli via quel primato. Civili e soldati lo rispettavano immensamente, così come la duchessa, quindi perchè trattava questa visita come una tale seccatura?

 

" Curioso sul perchè il nostro amato capo sia così sbrigativo, vero?", domandò Shan Yu, intento a lucidare la propria spada. L'ammiraglio dalla pelle blu annuì.

 

" Dovessi fare una supposizione, direi che ha a che fare sull'incontro che ebbe con Freya subito dopo la guerra. E di cui Rex evita sempre e comunque di parlare- rispose Thrawn, stringendo pensoso le dita guantate- tu eri lì con loro, se non ricordo male. Puoi chiarirmi questo dubbio?".

 

" Sì, sarà un buon modo per passare il tempo – affermò il generale, ordinando del caffè a uno dei sotto ufficiali e sedendosi davanti all'amico- Come sai, la Death Watch fu schiacciata una volta per tutte dalle nostre forze quando Freya sconfisse Maul in duello ed evocò il pieno potere della Dark Saber per disperdere il suo esercito. Dopodichè, mentre i festeggiamenti imperversavano nella capitale, si diresse alle tombe di Sabine e Bo- Katan..."

 

10 anni prima, poco dopo la fine della guerra di Mandalore

 

Freya, scortata dal fido Boba, aveva passato quasi due ore a parlare alle tombe delle sue sorelle mentre attorno alla cattedrale in cui si trovavano continuavano a infiammarsi i festeggiamenti per la vittoria.

 

L'appena nominata duchessa era una burnesiana, una razza di uomini ratto, alcuni dei quali erano rimasti affascinati dai costumi mandaloriani al loro primo incontro. Paragonati ad altre specie di roditori umanoidi, i burnesiani erano molto più alti e longinei, possedevano un muso più affilato e una pelliccia azzurra, oltre a gambe dotate di due giunture che li rendeva degli abilissimi saltatori. Non a caso Freya, una volta raggiunti i requisiti, aveva padroneggiato come pochi altri la classe dei dragoni( o draghieri).

 

Boba appariva invece come il perfetto guerriero mandaloriano. Era ammantato da una splendida armatura verde smeraldo, l'elmo non lasciava scoperto niente, anche gli occhi erano appena visibili dietro la visiera. Teneva in mano un pesantissimo fucile fatto con ossa di Spectrobe e alcuni rari metalli, dietro la schiena il fidato jetpack. Appariva come una statua d'altri templi mentre fungeva da guardia del corpo alla sua duchessa, con cui condivideva il rimpianto.

 

 

 

La draghiera aveva guardato fin da piccola alla grazia e all'intelligenza di Sabine, e non desiderava altro che riuscire ad onorarla col suo appena iniziato governo. Per Bo- katan... poteva semplicemente sperare che ovunque fosse i loro dei l'avrebbero perdonata per il ruolo avuto in quel sanguinoso conflitto e per aver tradito i loro legami di sangue. Non di meno aveva ammirato lo spirito determinato della sorella di mezzo e aveva giurato di combattere col suo stesso ardore se un altro pericolo avesse toccato il loro pianeta natale. Quando la nuova Duchessa fu sul punto di alzarsi e ritornare ai festeggiamenti che aveva lasciato, un suono di passi felpati rivelò a lei e alla propria guardia del corpo la presenza di Darth Vader, accompagnato a sua volta da Rex e Shan- Yu.

 

" Domando scusa per disturbare il vostro cordoglio, mia signora, ma avevo bisogno di parlare con voi riguardo il mio compenso. Intendevo chiedere un extra che spero non pesi troppo sulle vostre spalle.", cominciò il portatore di Keyblade, con un tono cortese ma estremamente autoritario, lo stesso che riservava ai propri uomini nei suoi momenti più calmi.

 

" Nessun disturbo, lord Vader. E dopo quanto voi e il vostro clan avete fatto per i miei uomini, potete chiedermi qualsiasi extra desideriate. Anche se mi domando cosa possiate chiedere di più dell'1 per cento delle nostre tasse dei prossimi cinque anni.", rispose allo stesso modo Freya. Era incredibilmente grata a Vader per quanto aveva fatto in quel periodo disastrato. Ma allo stesso tempo conosceva il gioco che il Sith usava su alleati e sottoposti e non aveva intenzione di venirne invischiata assieme al proprio popolo. Soprattutto perchè si conoscevano da ben prima che indossasse quella maschera, e già allora avevano combattuto insieme molto a lungo.

 

" Non è una questione di soldi. Neanche di favori, almeno non nel modo in cui si intendono nel nostro ambiente. Voglio solo farvi una domanda- spiegò Anakin avvicinandosi gradualmente alla duchessa, fermandosi proprio di fronte a lei e torreggiandola con la propria altezza, simile a una statua dell'ossidiana più nera- lui è vivo?"

 

Freya deglutì. Aveva temuto per mesi quel momento, forse ancora più che fronteggiare da sola Maul. La risposta a quella singola domanda avrebbe significato il futuro dei rapporti tra lei e il clan Eclipse. Una menzogna come minimo avrebbe significato un'altra guerra che avrebbe fatto sembrare quella appena conclusa una rissa tra apprendisti.

 

" Se vuoi sapere dov'è, non ne ho idea.", disse veritiera la Burnesiana, attorcigliando nervosamente la coda, il rumore del respiro di Vader che si faceva quasi assordante per il suo udito, finendo per sembrare ancora più grande e minaccioso.

 

" Non voglio sapere dov'è. Voglio solo sapere se è vivo. Scoprirò il suo nascondiglio da solo, per dimostrargli quanto bene mi abba addestrato. Questa è la migliore e unica vendetta che voglio concedermi.", chiarì il Sith, facendo involontariamente alcuni gesti con le dita robotiche. Boba, vedendoli, pensò stesse per eseguire qualche incantesimo e strinse la presa sul fucile, allarmando a sua volta Rex, che mise mano a una delle sue fondine. Shan- Yu per un istante condivise il nervosismo di Freya e si chiese se i due fratelli Fett sarebbero arrivato al punto di combattere tra loro pur di difendere i rispettivi signori. Per sua fortuna la duchessa non volle resistere oltre.

 

" Sì, lord Vader, colui che cercate è vivo. L'ultima volta lo vidi supportare le nostre truppe contro un'orda di Spectrobes catturati e schiavizzati illegalmente da Maul. Senza il suo aiuto probabilmente l'intero fianco ovest delle nostre difese sarebbe crollato.", confessò dunque Freya a braccia strette. Con un'ultimo respiro di Vader, l'atmosfera nella stanza perse la tensione che l'aveva permeata in quegli interminabili secondi.

 

" Vi ringrazio molto, mia signora. Perdonate se vi ho sottratto più del dovuto alla vostra gente e soprattutto se vi ho minacciato- le rispose il Sith con tono più pacifico, prima di fare un cenno ai suoi luogotenenti- amici miei, porgiamo anche noi i nostri omaggi a lady Sabine, dopodichè torniamo alla festa. Credo le genti di Mandalore vorranno godere ancora un pò della presenza dei suoi salvatori.".

 

Mentre i tre uomini si inchinavano davanti alla tomba della precedente governatrice, Freya

e Boba si diressero fuori dalla cattedrale e Shan- Yu fu certo di aver udito un sospiro di sollievo da parte della donna
 

Oggi

 

Thrawn bevve lentamente il suo caffè, riflettendo con sguardo cupo sulla storia appena narratagli.

 

“ Mhh, non mi stupisce Rex non ne voglia parlare. Deve vergognarsi alla sola idea di aver quasi alzato un'arma contro suo fratello maggiore.”, disse schietto accavallando le gambe. Shan-Yu annuì, inarcando le fauci in un malinconico sorriso.

 

“ Puoi dirlo forte, quella notte ha passato quasi tre ore sotto una doccia bollente. Comunque ora puoi immaginare perchè né Vader né Freya siano tanto felici di rivedersi.”.

 

“ Considerando che lei ha praticamente nascosto Obi-Wan...”, borbottò l'ammiraglio chiedendo altro caffè.

 

Nel bel mezzo dell'aeroporto, Freya Kryze attendeva con ansia l'arrivo di Vader e del suo seguito. La duchessa non era molto cambiata nei suoi anni di governo a parte qualche ruga. Indossava una mantella scarlatta e un cappello dello stesso colore, facendola sembrare più una maga rossa che una draghiera. Alla cintura teneva in vista la spada laser che aveva vinto a Maul anni prima: la Dark Saber, simbolo del comando di Mandalore.

 

Aveva battuto nervosamente il piede a terra per vari minuti, finchè a qualche metro da lei non apparvero Vader, Rex ed R-2 in una luce azzurra.

 

“ Mia signora, sono onorato di rivedervi.”, disse il mandaloriano, porgendole un lieve inchino mentre anche R2 si avvicinava allegro alla Burnesiana, che gli carezzò gentilmente il capo.

 

“ Anche per me è un piacere rivedervi tutti. Spero però che quell'orso del vostro capo sia di buon umore.”.

 

L'impianto respiratore di Vader emise un suono simile a un sospiro seccato. Si unì al proprio vice ed R2, offrendo una mano a Freya. Dopo qualche secondo di esitazione i loro sguardi si incontrarono e lei ricambiò la presa.

 

“ Vorrei dire che è il caso. Ma non sono venuto a portare notizie piacevoli.”, stabilì secco il capo clan, ignaro che qualcuno si era accorto di lui. La zona si riempì in fretta di bisbigli e occhiate minacciose, mentre Freya si morse grave il labbro.

 

“ Via comunicatore avevi detto che riguardavano Mando, no? Non lo sento da otto mesi, quand'era venuto qui per un breve periodo di riposo.”.

 

“ Ci vorrebbe un posto appartato per parlarne. Senza nessuna possibilità che ci ascoltino.”, pretese il capo clan, mentre Freya impallidiva.

 

“ O che ci distruggano il polso.”, disse indicando la folla dietro Vader. I due guerrieri erano stati circondati da una folla di avventurieri e civili, la maggior parte dei quali tenevano in mano taccuino e penna. Ammiravano il Sith e il suo seguito come fossero un banchetto del Ringraziamento.

 

“ LORD VADER, UN AUTOGRAFO!”, urlò il primo di loro, scatenando un'assalto al quartetto per ottenere un'autografo o un selfie.

 

“ PROTECT!”, esclamò Vader, circondandosi assieme ai compagni e Freya con una barriera quadrangolare dal colore arancio. I suoi ammiratori vennero respinti via di vari metri e una volta ripresi tentatorono di entrare battendo sullo scudo.

 

“ Mio signore, io ed R2 li tratterremo. Voi scappate assieme alla duchessa.”, disse Rex, evocando i suoi enormi tirapugni per prepararsi all'impatto mentre R2 lanciò un coraggioso trillo. Vader fece lentamente cadere la barriera da lui creata, ringraziando i due compagni con un cenno. L'ultima volta che aveva firmato autografi a una fiera per avventurieri si era rotto entrambe le protesi.

 

 

“ Anakin, salta su!”, ordinò Freya attivando il suo Prizmod, da cui parti una luce sfolgorante. Dietro di lei apparve un grosso drago azzurro.

 

Rispetto ad altri Spectrobe dalle fattezze draconiche, la creatura appariva decisamente corpulenta, aveva un viso non molto minaccioso, un po' allungato e dagli occhi gentili, cinta da due orecchie simili a piccole membrane. La schiena invece presentava un'ondulata escrescenza ossea e due piccole ali. Anche gli arti sembravano piuttosto inadatti a un signore dei cieli, essendo quegli inferiori su cui poggiava tutto il peso piuttosto corte e quelle zampe superiori più simili a mani umane.

 

Si chiamava Giles. Le sorelle Kryze avevano trovato il suo uovo quando erano ancora bambine e si erano prese cura di lui fino al momento in cui le rispettive scelte sul futuro di Mandalore le separarono, facendo piangere il gentile drago, che si chinò per far salire sia la propria padrona che Vader. Egli però rimase immobile, osservando l'orda di fan che tentavano di superare Rex ed R2, che resistevano con le unghie e con i denti a quell'assalto.

 

 

 

“ Un vero signore dei Sith non fugge mai- disse con voce incredibilmente determinata, enfatizzata dal suono dei suoi impianti-.... ma io mi limito a vestirmi come loro, quindi posso scappare quanto mi pare!”, gridò all'improvviso saltando su Giles, che decollò via dallo spazioporto, raggiungendo la città con la velocità di un jet. Atterrò su uno degli edifici più alti e una volta scesa, Freya gli lanciò come ricompensa una torta alle mandorle di Rotan come ricompensa.

 

 

“ Uff, dovremmo mettere delle regole per limitare questo tipo di interazioni. Comunque, Vader, che è successo a Mando? E' forse nelle tue grinfie?”, chiede sospettosa la duchessa, alzandosi sulla punta delle zampe per guardare Vader dritto nelle ottiche della sua maschera. Questi scosse la testa.

 

“ Mi piacerebbe molto averlo dalla mia parte, ma purtroppo è prigioniero della peggiore alternativa. Si trova su Tenebrae, in custodia degli Strecken. Sembra che stia addestrando una delle loro ultime reclute, un certo Riku. Credo che Malefica Mando venga sconfitto dal suo nuovo allievo, rendendolo il nuovo possessore della Dark Saber, ma sotto il suo diretto controllo.”.

 

Freya strinse le unghie nel palmo delle mani nel ricevere la notizia, quasi cadendo disperata in ginocchio. Tanta fatica per nascondere quel devastante oggetto, affidandolo a Mando mentre lei teneva una copia come specchietto per le alloddole, e ora era nelle peggior mani possibili.

 

“ Oh, no. Malefica... dovevo aspettarmi sapesse qualcosa della Dark saber. La conoscenza di Cornelius sulle leggende della Repubblica era seconda a pochi, le avrà detto qualcosa.”, disse portandosi le mani alla bocca e cominciando a camminare nervosa

 

“ Già, quando combattemmo non fece altro che parafrasare antichi poemi dell'epica per distrarmi- ricordò il Sith, che aveva ancora in testa la tragedia di Darth Plagueis il saggio- Ora, almeno apparentemente Mando non può evocare il potere della spada. Ma sconfiggerlo in duello è come sconfiggere te, Malefica avrebbe a disposizione una forza contro cui io stesso avrei problemi e lei o il suo campione potrebbero reclamare l'autorità su questo pianeta e tutte le famiglie mandaloriane rimaste.”.

 

“ Preparerei subito i miei uomini migliori per soccorrere Mando. Ma nessuno sa dove sia Tenebrae.”, dovette ribattere seccata Freya. Avrebbe voluto mandare immediatamente una delle squadre che aveva messo insieme per situazioni simili, ma Malefica aveva dato carte false nel corso degli anni per nascondere la sua base.

 

Sotto la maschera Vader inarcò le sue labbra bruciate.

 

“ Nessuno eccetto me e il mio infiltrato tra gli Strecken. So da anni dove si trova la loro base principale, aspettavo solo che facessero il passo più lungo della gamba per avere una scusa e attaccarli.”, confessò facendo sbarrare gli occhi della governatrice di Mandalore.

 

“ Tipico di te, ma non posso dire di essere molto diversa. Ho mandato Boba tra gli Hutt apposta perchè mi passasse tutte le informazioni che trovano su Maul.”, rispose lei, stringendosi la coda tra le mani.

 

“ Ancora deciso a ucciderlo? ”, domandò Vader e l'umore della donna cambiò in un istante. In tutta risposta Freya fece apparire la sua lancia, la Baffo di drago. Al di là del nome non molto minaccioso, tutto in quell'arma , dalla punta dorata divisa in più sezioni all'asta azzurra e bianca indicava uno strumento fatto unicamente per uccidere, sostituendo la paura dell'avversario con la rabbia del suo portatore.

 

“ Ti aspetti per caso un discorso sul perdono, sul come abbia abbandonato il mio odio per lui?- ringhiò la Burnesiana, alzandosi di nuovo per guardare il guerriero in nero faccia a faccia- No, Maul è per me quello che Obi-Wan rappresenta per te. Ha ammazzato mia sorella, grazie a lui sono morti milioni di persone. Ho tutta l'intenzione di trovarlo e concludere quanto ho dovuto interrompere all'apice della guerra. La sua straziante e umiliante esecuzione.”, sibilò Freya, avvolgendosi con un'inquietante aura verde fiume che la fece assomigliare a una delle più aggressive evocazioni, evocate sul piano mortale in tutto il suo violento splendore.

 

“ LA AMIAMO, DUCHESSA FREYA!”, gridò improvvisamente un enorme coro.

 

“ Eh?”, fu l'esclamazione dei due avventurieri, che si accorsero d'esser circondati dai fan che avevano seminato allo spazio porto, in volo attraverso veicoli, jetpack o Spectrobes. Vader sapeva che stavolta non era semplicemente possibile scappare, quindi evocò Oblio e Portafortuna per mettersi in posizione assieme a Freya. Chi fosse rimasto in piedi alla fine, oltre all'autografo, avrebbe avuto anche una chance di entrare negli Eclipse.

 

“ Prima di essere presi d'assalto, posso chiederti come hai scoperto la posizione di Tenebrae? E se sai qualcosa di Grogu?”, chiese dunque Freya, preoccupata per il piccolo mandaloriano.

 

Sotto la maschera, Anakin curvò la bocca sfregiata in un ghigno quasi perverso.

 

“Grogu non sembra essere su Tenebrae, crediamo sia riuscito a sfuggire alla cattura- affermò il Custode, avvolgendo le armi con un'aura di pura tenebra, in segno di sfida agli ammiratori che si avvicinavano minacciosi- E come si suol dire... la spia migliore è quella che non sa di esserlo.”, disse dunque lanciandosi all'attacco.

                                                                                  ******

Quasi sicuramentei fan di Vader mi vorranno ora morto per aver osato ridicolizzarlo così, ma spero che escludendo la parte dei suoi ammiratori sia risultato abbastanza affascinante e minaccioso.E se questa fosse una fic harem come una di quelle che l'hanno ispirata( quella scritta da Rose du Rembrandt/ Scarlet Queen) è probabile che Freya finirebbe tra le sue conquiste assieme ad Elga,Lulu( FFX),  la Zira umanoide che uso in Sangue di Re( scritta assieme alla suddetta Scarlett), Nasira( la sorella di Jafar) e chi altro mi capita. Consigli bene accetti, il prossimo capitolo forse potrebbe arrivare a inizio gennaio, perchè ho intenzione di fare le cose per bene con un grosso evento. A presto.

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Capitolo 13
*** Ritratto dell'eroe da giovane: parte prima ***


Quando il viaggio nell'iperspazio si concluse nel mezzo del sistema solare, Sora si fiondò sui vetri dell'astronave, perdendosi nella vista del pianeta dove la sua specie aveva cominciato i primi passi nella galassia.

 

La U.S.R. Legacy, il vascello capitanato da Amelia Coppler, si avvicinò lentamente al pianeta azzurro, cavalcando i venti solari con incredibile precisione ed raffinatezza. L'ufficiale dei Disney, una gatta umanoide dai lineamenti affilati e lo sguardo granitico, si trovava sulla cima del pennone ordinando le operazioni di sbarco con l'abilità che le si addiceva come pilota veterana del clan.

 

“ Mai stato sulla Terra, ragazzo?”, chiese Paperone, divertito dalla meraviglia del suo nuovo protetto. Era la scintilla che aveva visto in infiniti avventurieri a inizio carriera, e ogni volta ne rimaneva affascinato, ricordando come lui avesse cominciato più per disperazione che per sete di gloria.


“ Mai, è la prima volta che vedo... dove tutto è iniziato.”, affermò Sora grattandosi i suoi capelli a porcospino, quasi imbarazzato.

 

“ Oh, tutti dicono così riguardo la culla della loro specie. I Twi'Lek, i Burnesiani, i Moguri, gli orchi e tutti gli altri. Ma il vero inizio e la fine di tutto è Kingdom Hearts. Da lì la Forza ha cominciato a diffondersi e a estendere la sua volontà sulla galassia, trasformando pozze di amebe in fiere civiltà e i più insignificanti trucchi in incantesimi capaci di sconvolgere un pianeta.”, affermò il capo finanze dei Disney, unendo le mani sul proprio bastone, gettando uno sguardo quasi mistico sul suo pianeta natio e incuriosendo il novellino.


“ Kingdom Hearts? Cos'è?”, chiese Sora, che sentiva in qualche modo di conoscere quel termine, come l'avesse letto su un vecchio libro tanti anni prima, così come quello che l'avventuriero più anziano aveva detto sulla diffusione della Forza. In quel momento il vascello astrale atterrò, e i due si diressero verso le uscite assieme ai compagni di viaggio.

 

“ Te lo spiegherà Ventus. Insieme a molte altre cose. Ora prenderemo la mia limousine... tenete però le mani lontani dal frigo bar, chiaro?!”, ordinò categorico l'anziano avventuriero, purtando il bastone al trio di ospiti.

 

“ Da preoccuparsi c'è?”, domandò Grogu ai nuovi amici, mentre Angela incrociava le braccia indispettita.

 

“ No, significa che comincia ad affezionarsi a voi.”, lo rassicurò Max stringendosi nelle spalle, ormai abituato a certi comportamenti dell'ex capo clan. D'altronde era stato il primo tra i presenti a sedersi sulle sue ginocchia da bambino e ascoltare i suoi consigli.

 

Poco dopo Battista riuscì a infilare tranquillamente la sua limousine volante nel traffico aereo di Città Disney, muovendola con non poca perizia tra una vettura e l'altra, mentre all'interno i ragazzi giocavano a carte o chiacchieravano, scambiandosi racconti delle rispettive avventure e trucchetti per un qualsiasi scontro. La calma di quell'ultimo tratto fu interrotta dallo schianto di qualcosa contro il tetto della macchina. Paperone si sporse dal finestrino per controllare, trovandovi sopra un'anziana papera molto nerboruta e vestita da governante, coi capelli grigi raccolti in una crocchia. La prese con un rapido movimento, mettendola con un po' d'aiuto nei posti dietro, dove Gaia le prestò le prime cure. Si trattava infatti di sua nonna, miss Beakley, nonché una dei più fidati collaboratori di Paperone, che la guardò preoccupato.

 

“ Nonna, che ti è successo? Stai bene?”, chiese la bambina, non meno in ansia, quando la donna riaprì gli occhi.

 

“ Attacco al deposito- rispose miss Beakley massaggiandosi la fronte e appoggiandosi alla moquette della macchina- I bassotti e Amelia si sono alleati, approfittando della vostra assenza. Miss Paperett e gli altri impiegati continuavano a resistere quando mi hanno scagliato via.”.

 

“ Ah, e io che speravo di buttarmi a dormire. Ci mancavano loro.”. sbuffò Quo, come se fosse una seccatura di routine. Paperone divenne rosso dalla rabbia e uscì dall'abitacolo, indicando con baldanza la direzione del deposito.

 

“ Non saranno soli ancora a lungo. Battista, odio dire queste parole, ma.... PREMI SU QUEL DANNATO PEDALE!”, esclamò irato, e il maggiordomo accelerò al massimo, raggiungendo in pochi secondi la meta, teatro di una battaglia campale.

 

La collina ammazzamotori era contesa tra i difensori del Deposito e diversi veicoli o mecha, pilotati da una moltitudine di uomini cane vestiti tutti con magliette rosse e berretti verdi. Miss Paperett, armata con due spade e spalleggiata da alcuni dei suoi colleghi, si muoveva come una saetta tagliando armature e tirando calci nonostante le ferite, ma la superiorità numerica cominciava a prevalere.

 

Uno dei Bassotti le si diresse contro con un rullo compressore, che venne però fermato prima di arrivare dalla segretaria. Il ladro tentò di ripartire più volte senza successo, prima che Paperone, che aveva fermato la ruota con una sola mano, distruggesse il veicolo con un'ondata d'energia, che allarmò tutti i contendenti.

 

“ Diamine, è tornato prima di quanto ci aspettassimo.”, si lamentò uno dei capi degli assalitori, Nonno Bassotto, seduto sul tetto del carrarmato con cui aveva sfondato il più delle difese. Come il nome suggeriva, era il più anziano della banda( età testimoniata dalla folta barba bianca e un po' dalla sua vecchia pipa) e si era scontrato innumerevoli volte con Paperone nel corso degli anni, sempre nel tentativo di prenderegli il tesoro di turno o il contenuto del Deposito.

 

“ Nessun problema, basterà procedere come da piano.”, disse invece Amelia, la strega che ammalia. Papera dal piumaggio verde e vestita di nero, così come Nonno Bassotto, anche lei si era scontrato molto spesso con Paperone nel tentativo di strappargli la sua prima moneta per farne un amuleto.

 

La maga creò una raffica di sfere d'energia che scagliò contro il rivale di sempre, ma questi schivò e parò con facilità, sparando a sua volta qualche raggio dalla punta suo bastone a chi si avvicinava troppo.

 

Quando i Bassotti mandarono avanti i loro mecha in un assalto di missili e pugni rotanti, Paperone saltò su una delle pareti del deposito, avvolgendosi di fiamme azzurre che sparò sottoforma di proiettili incandescenti contro i suoi nuovi obbiettivi, tornando nella mischia per finirli con accurate mosse.

 

“ Bagno di sole.”, pronunciò alzando un dito quanto si era fatto spazio a sufficienza. Diversi raggi di luce scesero dal cielo, toccando ogni dipendente dell'arcimiliardario e curandone le ferite.

 

“ Scappate, a questi manigoldi penserò io.”, ordinò secco l'affarista, infondendo il bastone con una fortissima luce argentea e buttandosi di nuovo nella mischia. I bassotti si armarono di coltelli avvelenati e pistole, buttandosi contro Paperone con assoluta furia.

 

“ Plasma!”, pronunciò secco il papero umanoide sbattendo il bastone a terra e generando una serie di colonne bianco azzurre di energia che travolsero i Bassotti, scagliandoli molto lontano dalla collina.

 

Un droide dei bassotti, armato con due motoseghe al posto delle braccia, tentò di attaccarlo da dietro. Il robot corse fino alle spalle di Paperone, alzando entrambe le armi e facendo tremare la terra sotto i piedi, ma l'ex capo clan si limitò ad alzare un dito contro di lui.

 

“ Wombat!”, esclamò, evocando una creatura spettrale simile al menzionato marsupiale, che si lanciò al petto del droide, passandolo da parte a parte senza che potesse fare niente a Paperone. Il papero scozzese dunque scrocchiò il collo quando partì un nuovo assalto da ogni direzione e se ne sbarazzò di nuovo con grande facilità, usando poche ma ben mirate mosse fisiche o magiche, che spezzarono la formazione nemica.

 

“ E'.... è fortissimo. Ma che mosse sono quelle?”, domandò stupito Sora, di nuovo incollato al vetro mentre ammirava l'incredibile cordinazione e forza del leggendario avventuriero.

 

“ Zio Paperone è un Geomante e un Animista, tra le altre classi di cui ha appreso le abilità nel corso delle sue avventure. Prende potere dalla terra stessa e dall'ambiente attorno a lui, scatenandone le energie più devastanti ed evocando spiriti minori.”, spiegò Qui, aprendo il tettuccio della limousine e alzando una bandiera col simbolo dei Disney, tifando per il prozio.

 

“ E siccome la Collina ammazzamotori è, assieme alle terre dei nostri antenati scozzesi e alle sue miniere, il luogo con cui è più familiare, qui non c'è praticamente nessuno che possa batterlo.”, affermò Qua unendosi al tifo, mentre Amelia ingaggiava in combattimento il rivale di sempre. La strega gli sparò contro una serie di fulmini e schegge congelanti, prontamente schivate o parate.

 

“ Fuochi fatui!”, disse dunque Paperone, avvolgendo la sua arma con un fitto alone di fuoco azzurro che sparò contro Amelia. Questa si protesse per tempo con uno Shell mentre la fiammata si divideva in tizzoni più piccoli, impattando senza fare troppi danni prima che la strega rispondesse evocando una potentissima sfera di energia giallo arancio.

 

“ FUSIONE!”, gridò la strega, espandendo la sfera in un devastante raggio che calò su Paperone, facendo tremare l'aria stessa, le molecole che si spaccavano per la potenza della reazione nucleare.

 

“ Protezione di lana!”, esclamò di rimando Paperone, avvolgendosi con quella che sembrava una pecora traslucida dal manto estremamente folto. Il raggio atomico avvolse in pieno il magnate, nascondendolo dalla vista di familiari e dipendenti, scavando nel terreno con forza inarrestabile.

 

Quando il fumo risultato dalla deflagrazione si diradò, Paperone si rivelò praticamente indenne al di là di qualche bruciatura sulla palandrana.

 

“ Mi complimento, Amelia, la tua magia è migliorata. Ma se pensi di potermi sconfiggere qui.... Oh, quanto ti sbagli!”, rise soddisfatto l'avventuriero, ripulandosi la tuba e scioccando i Bassotti ancora coscenti.

 

“ E' inutile, io me la filo!”, urlò uno dei più grossi, mettendo via le armi e scappando lungo la collina.

 

“ Aspetta, vengo con te!”, strillarono all'unisono molti dei suoi fratelli, ruzzolando lungo il pendio.

 

“ Mhhh- mugugnò Paperone, prendendo una moneta in mano dal proprio cappello- siccome ho fretta, credo che mi sbarazzerò di quanti sono rimasti con un unico colpo.”, affermò avvolgendosi con un gigantesco alone dorato. La sua espansione sembrò il bagliore di un faro, abbagliando persino Sora e i suoi amici alla base del campo di battaglia, e venne poi concentrata nella moneta stretta nel palmo del Geomante.

 

“ Pioggia di mon...”, fu sul punto di dire prima che Nonno Bassatto sparasse una piccola granata ai suoi piedi, da cui partì un gas giallastro che Paperone non potè fare a meno di respirare, soffocando e annullando il nuovo attacco.

 

“ Oh, scusa, Paperone, mi è scappata la bomba. Vuoi riprovare?”, rise sadico l'anziano ladro. Paperone gli schioccò un'occhiataccia e ritentò il lancio della moneta.

 

“ Pioggia di monili... Pioggia di monili... Che succede?”, disse inferocito, incapace di canalizzare o persino percepire la Forza. Amelia rise sguaiatamente, cominciando a volare in circolo sopra di lui, beffandosi della sua impotenza.

 

“ Eh, eh, eh. Caro Paperone, spiacente di dirti che i tuoi midi chlorian saranno inattivi per le prossime ore. Tutto il tempo necessario a prendere il contenuto del deposito e la tua Numero uno.”, rivelò all'avversario, che strappato seppur temporaneamente del suo potere, si portò una mano al cuore, temendo che tutti gli sforzi per difendere il suo denaro si sarebbero rivelati vani.

 

La risata della strega riempì tutta la zona, arrivando fino alla limousine dove i nipoti di Paperone e i loro amici avevano assistito impotenti alla scena. Intuendo che qualcosa avesse impedito all'uomo d'affari di combattere oltre, Max aprì la porta e si fiondò sulla collina evocando uno scudo dotato di spuntone, usandolo per farsi strade tra le fila nemiche, colpendo con molta più destrezza di quanto la sua arma suggerisse e mescolando rapide schivate con precise mosse di arti marziali.

 

“ Levatevi di mezzo!”, esclamò il pippide, avvolgendo lo scudo con un velo di fuoco per poi scagliarlo contro i nemici, creandosi una via che portava fino a un terrorizzato Paperone.

 

“ Mhh, testardo come tuo padre.”, commentò impressionata Amelia, bloccando lo scudo a mezz'aria, prima che venisse rimesso da Max nel suo Prizmod, mentre anche Sora e gli altri scendevano sul campo per aiutare il loro mentore in una carica di acciaio e incantesimi.

 

“ Che avete fatto a nostro zio?”, chiese irato Qui, prendendo una balestra con cui sparò una raffica di frecce, facilmente parate da nonno Bassotto con le sue daghe.

 

“ Come gli abbiamo appena riferito, abbiamo usato un composto che disattiverà i suoi midi chlorian per qualche ora. Cortese concessione di Jabba The Hutt.”.

 

Quo, poco distante e intento a bersagliare gli invasori con una serie di magie alternati con colpi di bastone da combattimento insegnatigli da Paperino, fischiò.

 

“ Considerando quant'è forte zio Paperone, dev'esservi costato un occhio per assicurarvi facesse effetto.”, osservò il paperotto, che era il più ferrato dei tre gemelli nelle questioni finanziare. Il patriarca della banda Bassotti quasi sputò sangue al commento, e strinse irato le dita attorno all'elsa delle sue armi.

 

“ Uno? Un migliaio di occhi! L'abbiamo pagato l'ira di Bahamut e anche così siamo in debito di quasi due bilioni di crediti. Se non concludiamo il colpo, possiamo considerarci nella merda.”, esclamò prima di gettarsi nella mischia contro i tre fratelli e Gaia.

 

Nel frattempo Sora e compagni, aiutati dalle sorelle Saberwing, cercavano di avvicinarsi a Paperone, che privo dei suoi poteri saltava di qua e di là per non finire spiaccicato o bruciato.

 

“ Angela, appena prendiamo Paperone, mettiti di lato con lui e cerca di curarlo.”.

 

“ Ricevuto. Via col rock scozzese!”, esclamò la Gargoyle, prendendo il suo fidato plettro e sfregandolo sulle corde della sua chitarra, scatenando un'ondata sonica che aprì loro la strada fino al magnate. Lena materializzò una mano magica che lo portò fino a loro, prima di unire le mani con Violet per formare una barriera.

 

“ Grazie, ragazzi.”.

 

“ Troppo presto per i ringraziamenti, vecchio mio.”, lo canzonò però Amelia, evocando una spera di plasma che si abbattè sulla barriera che difendeva il gruppetto. Angela, sudando, cominciò a suonare come non aveva mai fatto prima, riempiendo la zona con musica rock che penetrò nei centri nervosi dei compagni, rafforzandoli lentamente.

 

Anche Paperone cominciò a sentirsi più rinvigorito, mentre le note a ritmo metal gli entravano nelle orecchie. Aprendo la mano, riuscì nuovamente ad evocare una fiammella azzurra, ma non era certo sufficiente a sconfiggere Amelia. Rimise la moneta nel taschino e fissò la guerriera, afflitta da ogni genere di attacchi magici a opera della fattucchiera.

 

Un'ondata di potere puro a opera sua si infranse dunque sulla loro protezione, infrangendola definitivamente e spingendoli via. Sora, seppur dolorante, si rialzò evocando lo stesso Keyblade che aveva usato nella lotta con Yozora, trasformandolo in scudo. Il moro gridò mentre un getto di fiamme lo spinse in dietro, facendo affondare i suoi piedi nel terreno. Amelia, infastidita dalla sua ostinazione, venne avvolta dall'aura dorata che in genere indicava il prossimo uso di una delle mosse più devastanti nell'arsenale di un avventuriero.

 

“ Ah, è un enorme dispiacere dover cancellare simili talenti. Ma sono troppi anni che cerco di prendere la Numero uno.”, sibilò l'incantatrice, circondandosi di tante frecce di vari elementi, che si condensarono in tantissimi aghi multicolore. A un suo gesto, quei micidiali proiettili si diressero contro Sora. Paperone, sebbene non ancora guarito, e Grogu si diressero urlando verso di lui per prendere il posto al posto suo.

 

Vennero però preceduti da una croce volante. L'oggetto si illuminò in un immenso flash, dopo il quale l'attacco di Amelia era cessato.

 

“ CHI HA OSATO?!”, gridò a squarciagola la strega, impadronita di un'ira mai avvertita fino ad allora. In risposta la croce che aveva fermato il suo attacco si piantò a terra e apparve con uno scatto il suo proprietario.

 

“ Sono stato io.”, disse Ventus, ritrasformando la croce nella sua forma normale e portando la lama dietro la schiena a fronteggiare la strega. Sora e compagni deglutirono nel guardare quel ragazzo proteggerli come una figura proveniente dalle più antiche leggende. Anche Qui, Quo, Qua e le ragazze si stupirono nell'avvertire una simile aura provenire dal ragazzo con cui avevano giocato nelle ultime settimane.

 

“ Ci conosciamo? Ah, sì, ora ricordo. Sei uno dei mocciosi di Eraqus, mi chiedevo che fine aveste fatto.”.

 

“ Accelerando.”, disse Ventus, venendo avvolto da un'alone bianco argenteo e una lieve brezza. Sparì dalla vista di Amelia e dei ragazzi, subito dopo la fattucchiera si ritrovò colpita da tutti i lati. Il suo vestito venne graffiato praticamente ovunque, mescolando i frammenti di tessuto con gocce di sangue prima che venisse spinta via dalla scopa. Allo stesso tempo anche Ventus riatterrò a terra, roteando il suo Keyblade mentre il vento che l'avvolgeva veniva amplificato.

 

“ Ciclone.”, pronunciò ancora il ragazzo, partendo all'attacco contro i Bassotti rimasti, scagliandoli fuori dalla collina, ogni fendente di spada che generava fortissime raffiche. L'ultimo sfortunato ad affrontare Ventus fu Nonno Bassotto, che vedendo arrivarre a rotta di collo quel proiettile bianco, tentò di rispondere con una delle sue Trance.

 

“ Lanciafuoco.”, esclamò l'anziano ladruncolo, ricoprendo le sue armi con fitte fiamme, che incrociò per bloccare Ventus, che preparò un proprio attacco.

 

“ BLITZ!”, gridò saltando e prendendo la spada con entrambe le mani, calando su Nonno Bassotto con tutta la forza accumulata nella corsa. Il capo famiglia alzò le daghe, focalizzando tutta la Forza che era capace di canalizzare nel parare l'attacco di Ventus, che non dovette far altro che insistere un po' di più per spezzare la guardia avversaria e spedire anche l'ultimo nemico rimasto ko, al che Amelia scattò in piedi lanciando un'altra imprecazioni.

 

“ E' finita, ragazzi- disse in un auricolare, prendendo al tempo stesso la sua scopa- Ci rivediamo alla discarica per decidere come regolarci con Jabba.”, concluse attirando a sé Nonno Bassotto con un po' di telecinesi e poi partendo a razzo in cielo.

 

I combattenti rimasti, per lo più crollati a terra per la fatica, la guardarono sparire. Infine una mano si posò sulla spalla di Sora, che si ritrovò dietro il proprio salvatore.

 

“ Ciao, Sora, è bello incontrarti di persona.”, disse Ventus con tono gentile, schioccando le dita per lanciare un incantesimo sul ragazzo e i compagni.

 

“ Tu devi essere Ven- disse l'altro Custode, rimettendosi in piedi- sai, mi sembra di conoscerti da una vita, forse anche più degli amici con cui sono cresciuto. Com'è possibile?”.

 

“ Ti spiegherò tutto, spero ti piacciano le storie lunghe.”, rispose Ven, evocando il Keyblade contemporaneamente al suo nuovo amico. Entrambi si misero a ridere.

 

Nel frattempo Paperone si avvicinò al suo Deposito, guardando rattristato i muri distrutti e i fiumi d'oro e gioielli che scorrevano dalla più piccola delle crepe, simbolo dei traguardi di un'intera vita. Una piccola lacrima scese sul suo viso piumato prima che si rivolgesse ai suoi dipendenti e ai ragazzi.

 

“ Amici e parenti miei, vi ringrazio dal profondo del mio cuore per aver protetto così il mio amato Deposito. Però non può restare così, o altri ne approfitteranno. Quindi mettetevi tutti al lavoro.”, ordinò autoritario il Geomante, al chè tutti si misero in testa un elmetto da muratore, evocando inoltre dai rispettivi prizmod a strumenti e materiali da costruzione.

 

“ Emh, signor Paperone, sarebbe un onore per me aiutare. Ma siamo tutti stanchi e molti di noi, me incluso, non sanno niente di costruzioni.”, protestò però Angela, grattandosi un po' imbarazzata la nuca. Paperone in risposta la guardò storto.

 

Cinque minuti dopo

 

“ Per la miseria, ho detto no tutto il tempo, com'è che mi ha messo alle costruzioni quando ha i mezzi dell'intero clan?!”, esclamò estremamente seccata la Gargoyle, sistemando un muro di mattoni con precisi e ripetitivi movimenti.

 

“ Tranquilla, se ti fa fare questi lavori significa che ti considera già di famiglia.”, affermò Max, passando vicino ai suoi nuovi amici con un sacco di cemento e ridendo col tipico suono della sua famiglia, simile a un allegro singhiozzo.


“ Ed è anche una buona occasione per parlare. Vero, signorino Ventus?”, domandò Battista all'altro Custode, che stava guidando un buldozzer.

 

“ Paperone aveva detto che mi avresti spiegato tutto.”, disse Sora, intento a piantare dei chiodi su delle impalcature con l'aiuto di Dumbo, che li teneva fermi. Ventus, impegnato a rimuovere alcune macerie, annuì grave, e si grattò i capelli biondo scuro, cercando di stimolare i ricordi.

 

 

“ Prima di tutto i racconterò cosa successe davvero molti anni fa. Da dove posso iniziare?- si interrogò prima di battere un pugno nell'altra mano con un sorrisetto- Ah, giusto, comincierò da un ragazzino di Tatooine. Schiavo assieme a sua madre finchè non venne comprata e sposata da un mercante del luogo. Il suo nome era Anakin Skywalker.”.

 

*****

 

26 anni prima, Tatooine

 

 

Owen Lars era stato felicissimo quando il padre aveva chiesto a Schmi Skywalker di sposarlo, liberandola allo stesso tempo dalla condizione di schiavitù che l'aveva afflitta quasi tutta la vita. Pensava che la donna fosse probabilmente la persona più gentile e caritatevole che avesse mai messo piede su quell'incubo sabbioso di Tatooine.

 

E apprezzava moltissimo le attenzioni che gli rivolgeva, tanto mancate da quando sua madre era morta. Era stato anche lieto di guadagnare Anakin come fratello minore. Col giovane meccanico era impossibile annoiarsi e stava cercando di fare del proprio meglio per insegnarli quanto poteva prima che le loro strade si separassero inevitabilmente.

 

Per farla breve, Owen era quanto di più lontano dallo stereotipo del figlio di primo letto che detestava i nuovi parenti acquisiti. Questo non significava però che si sarebbe tirato indietro dal dare ad Anakin una meritata tirata di orecchie prima che anche Schmi e Cliegg gli mettessero le mani addosso.

 

Il giovane contadino si avvicinò ai resti di uno sguscio fumante, dal cui abitacolo era appena saltato fuori un ragazzino dai dodici anni dai corti capelli biondo scuro, che portava due occhiali da pilota incrinati e aveva diversi graffi un pò ovunque.

 

“ Anakin, mi auguro per te non abbia usato il motore che abbiamo preso l'altro giorno o anche mamma ti prenderà a sberle stavolta', disse con tono di rimprovero il ragazzo, mentre dava una ripulita al fratello minore.

 

“ No- disse questi, sibilando mentre sui graffi veniva messo un panno pieno di disinfettante- l'ho costruito io con dei pezzi sgraffignati dal laboratorio della scuola”.

 

Il fratello maggiore scosse la testa e trascinò Anakin via dal rottame fumante.

 

“ Anakin, ne abbiamo già parlato. Uno schiavo può rubare, al massimo si becca qualche botta dal padrone, se questi è di buon umore. Un uomo libero finisce in prigione... o peggio.”, ribattè Owen, indurendo ulteriormente la voce. Non voleva essere cattivo, ma sapeva che se Anakin avesse cominciato a rubare dove poteva, un giorno ci avrebbe provato anche con gli Hutt o con chi per loro.

 

E soprattutto sapeva che lì su Tatooine non c'era posto per un bambino che riusciva a creare uno sguscio, per quanto fragile, con pezzi di scarto, o che elaborava strategie per combattere su pianeti che non aveva mai visto. No, il futuro di Anakin era tra le stelle, non su un mondo che non gli aveva fatto conoscere altro che miseria

                                                                                                                       *****

Paperon de Paperoni( avventuriero più ricco della galassia, con tutta l'intenzione di restarlo)
Razza: Papero umanoide( feel like a genius)
Lealtà: Clan Disney, famiglia e gli innumerevoli amici incontrati lungo i suoi viaggi
Classi: Geomante, Animista, Guerriero e molte altre ancora.
Punteggio Midi Chlorian: 40.500
Stile di combattimento: Grazie ai suoi lunghi anni di esplorazione e combattimenti, Paperone possiede un enorme repertorio di mosse, per lo più legate al mondo naturale. Grazie a esse può sconfiggere da solo anche grossi gruppi di nemici, affrontandone al tempo stesso corpo a corpo i comandanti.
                                                                                                                          *****
Ciao a tutti, aspettavo da parecchio di pubblicare questo capitolo, un pò per riproporre un classico attacco al deposito con gli elementi di questa fic, un pò perchè è l'inizio della mia prima vera saga di flashback( escludendo la prima metà di Arthur's Journey, il mio crossover di Harry Potter). Spero lo scontro vi sia piaciuto e di non aver complicato la cosa con troppi personaggi. Poi il titolo di questa saga  è un rimando a un'altra vecchia storia, chi scopre da dove l'ho presa senza usare wikipedia( non che io possa hackerarvi la cronologia), posso mettere un personaggio Disney, Square( manga inclusi, come Soul Eater o Full Metal Alchemist) o anche oc nel ruolo che volete. A presto, non tornassi prima dell'1 buon natale a tutti.

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Capitolo 14
*** Ritratto dell'eroe da giovane: parte seconda ***


“ E' difficile immaginarsi uno dei più grandi avventurieri di tutti i tempi come un bambino scavezzacollo.”, osservò Sora, intento ad aiutare i compagni a sollevare una trave del Deposito sotto gli occhi curiosi di Dumbo, ogni tanto chiamato per aiutare. Ventus, al momento occupato a radunare le monete schizzate durante lo scontro di poche ore prima, rise scuotendo la testa.

 

“ Io l'ho conosciuto quando era un ventenne scavezzacollo e anche dopo essere diventato padre non maturò più di tanto, ma concordo. Comunque, per un anno e mezzo dopo il matrimonio della madre, Anakin passò il tempo giocando con qualsiasi aggeggio elettronico o motore che gli capitasse per le mani, ficcandosi in qualche guaio e sognando di lasciare Tatooine. La sua occasione arrivò quando ricevettero la visita di due avventurieri persi nel deserto.”.

 

*****

 

Cliegg era andato a cercare qualche animale da poter conservare in frigo per il prossimo mese, portando con sé Anakin in modo che facesse pratica con le armi da fuoco. Dopo un po' di ricerca avevano trovato un gruppetto di ratti del deserto, grosse creature pelose più simili a iene che a dei roditori, intenti a masticare alcune carcasse.

 

“ Anakin, il mirino da sei e le munizioni di basso calibro, per favore.”, ordinò il contadino, ricevendo i suddetti oggetti dal figliastro, seduto sull'altro sedile del loro veicolo. Cliegg era un uomo sulla quarantina, piuttosto tarchiato e con radi capelli biondo scuri, il volto segnato dal sole di Tatooine. Paragonato alla moglie e al figliastro era un uomo semplice e pratico, i cui pensieri si dedicavano per lo più ai bisogni primari della sua famiglia, incluso l'assicurarsi che gli Hutt o chi per loro non li infastidissero. Tutto il resto veniva in secondo piano.

 

“ Ecco, Cliegg.”, disse questi, memorizzando dunque il modo in cui l'uomo attaccava il mirino al proprio fucile laser e lo caricava. Sparò dunque una rapida serie di colpi, beccando ogni volta una delle loro prede, che caddero sulla sabbia senza troppa sofferenza prima che il resto del gruppo scappasse coi brandelli del loro macabro pasto.

 

Quando i due si avvicinarono a prendere le prede, notarono due figure umanoidi tremolanti all'orizzonte dirigersi nella loro direzione. Cliegg mise Anakin dietro di sé e puntò verso di loro il fucile, temendo fossero dei Tusken raider o altri dei tanti banditi che girovagavano nel deserto.

 

“ Chi siete? Vi avviso, ho un fucile ben carico e non ho paura di usarlo.”, ammonì caricando l'arma. Le due figure si fermarono all'istante alzando le braccia.

 

“ Calma, non abbiamo nessuna intenzione di farvi del male. Siamo due avventurieri, ci siamo persi nel deserto.”, disse uno dei due con una voce maschile e molto calma, che rieccheggiò nell'aria ricca di calura.

 

“ Ecco la nostra licenza e gli altri documenti.”, affermò il compagno, apparentemente un po' più giovane, lanciando il proprio cosmolink fino ai piedi del raccoglitore d'umidità. Questi lo prese e controllò i dati all'interno, appartenenti a un certo Obi- Wan Kenobi del clan Eclipse. Anakin lesse a sua volta, allargando la bocca come se gli avessero appena portato un gelato enorme e soprattutto gratuito.

 

“ Chiedo scusa per il mio atteggiamento, venite pure- esclamò tranquillizzato Cliegg, venendo quindi raggiunto dai visitatori- Ma su Tatooine ti sparano subito, se abbassi la guardia. Cliegg Lars, molto piacere.”, si presentò allungando la mano, che venne presa dal più anziano dei due avventurieri.

 

“ Qui- Gon Jin.”, rispose questi, un umano dai lunghi capelli castani e una barba ben curata, vestito in maniera simile a un monaco, sebbene la corporatura non suggeriva fosse un picchiatore.

 

L'altro era un Bangaa dalle scaglie di un brillante marrone, stesso colore della corta barba sotto la mandibola, mentre teneva le due paia di orecchie legate in strane treccine squamate. I suoi occhi a fessura sembravano molto gentili e cordiali. Anakin li fissò subito con somma ammirazione, persino lui poteva dire che erano avventurieri di prim'ordine.

 

“ Obi-Wan Kenobi. Potrebbe portarci alla città più vicina, da qualche meccanico? Gps e comunicatori si sono rotti quando abbiamo combattuto un drago delle sabbie.”, domandò mentre il mercante di umidità gli ridava il Cosmolink.,

 

“ Ho il migliore proprio qui- rispose Cliegg, mettendo una mano tra i capelli di Anakin, che sembrò riscuotersi dalla sua trance- Consideratevi nostri ospiti, offrirvi un buon pasto e un letto è il modo migliore per ripagarvi della mia diffidenza.”.

 

Circa un'ora dopo i quattro erano nella cucina della loro fattoria, riempita dall'odore dell'ottima cucina di Schmi. La donna era una longinea figura dai capelli neri, che nonostante tutte le disgrazie riservatele dalla vita aveva mantenuto un certo ottimismo e un aspetto gioviale, anche grazie all'aiuto di Anakin.

 

“ Avete detto che appartenete al clan Eclipse? E' vero che utilizzate tutti le armi dei campioni della Repubblica?”, domandò curiosissimo il ragazzino, ennesimo quesito che aveva posto agli ospiti, più che felici di saziare la sua fame di informazioni.

 

“ Non tutti, ma molti di noi hanno il potere di evocarle. Maestro Xenahort, il capoclan, è riuscito a radunarci con grande fatica e dedizione. Cerchiamo pertanto di onorare la memoria degli antichi Jedi diffondendone gli insegnamenti e svolgendo missioni ovunque ci sia bisogno di noi.”, disse Obi- Wan, bevendo un po' del vino di cactus che gli avevano offerto.

 

“ Dopo aver dato qualche aggiustata ai suddetti insegnamenti.”, aggiunse Qui- Gon con una piccola risata. Non aveva mai fatto mistero infatti che riteneva alcuni usi dei Jedi a dir poco opprimenti, e più utili talvolta a limitare il loro lavoro.

 

Come il giuramento di non sposarsi o la fissazione che il Lato oscuro fosse interamente negativo, estirpata qualche secolo dopo la caduta della Repubblica. Da questo punto di vista lui e Xenahort andavano abbastanza d'accordo e avevano posto qualche modifica al codice usato dal clan.

 

“ Dev'essere fantastico. Girare la galassia, combattere Spectrobes e criminali, salvare vite...”, elencò sognante il bambino, con lo sguardo perso nel soffitto. Schmi, intenta a servire il più anziano dei due jedi, gli diede un'occhiata supplicante che venne sorpresa.

 

“ Lo è... ma è anche una vita molto dura, bambino. Ogni azione richiede una volontà ferrea e un continuo addestramento. Se non mantieni il passo con le continue sfide di ogni giorno, non ci vorrà molto prima che la Forza ti chieda di riunirti a essa.”, disse Qui- Gon con ton dolce, ma fermo, mentre approfittava dell'ottima cucina offertagli. Cliegg non mancò di notare l'espressione vagamente rassenerata della moglie e quella un po' più preoccupata del figlioccio.

 

“ Tu come hai cominciato, Obi- Wan, se posso chiedere?”, chiese invece Owen, servendo un altro po' di vino al diretto interessato.

 

“ Beh, ero un novizio di un tempio di Adramelech. Il patrono della mia specie, e sarei dovuto diventare uno dei suoi paladini. Cinque anni fa circa, il mio maestro passò da quelle parti assieme al nostro capo clan e scoprì che ero capace di evocare un Keyblade. Mi offrì di venire con lui e... accettai, c'era semplicemente troppo da vedere.”, raccontò il giovane Bangaa, riaquisendo l'interesse del più piccolo di casa, infastidendo però di nuovo la madre.

 

“ Qui l'unico tempio è quello di Anima. La pregano per lo più gli schiavi per sopportare meglio le fatiche. Ogni tanto io le facevo delle offerte.”, disse secca Schmi posando il dessert a tavola, chiaramente a disagio con l'argomento, che sembrò chiudersi lì.

 

Dopo cena Anakin si mise a disegnare nella sabbia uno dei suoi piccoli progetti, un droide da protocollo per aiutare i genitori nellle transizioni d'affari. Aveva un aspetto umanoide, per certi versi comico coi grossi occhi simili a quelli di una capra e le gambe tenute come un servitore bacchettone.

 

“ Non sono esperto di tecnologia, ma sembra impressionante.”, lo interruppe la voce di Qui- Gon, la cui figura era illuminata dal tramonto del pianeta desertico come una guerriero nomade d'altri tempi.

 

“ Oh, buona sera, maestro Qui- Gon.”, lo salutò il ragazzino rizzandosi in piedi.

 

“ Niente maestro, non sono che un comune Custode del Keyblade. Ma se lo desideri posso darti qualche consiglio. Scegli tu a che riguardo.”, affermò l'uomo con un piccolo cenno, sedendosi accanto ad Anakin, di cui aveva notato il non trascurabile turbamento. Lui sospirò e si sdraiò sulla sabbia, guardando il cielo ormai praticamente nero.

 

“ Allora... voglio andarmene da questo pianeta. E non tornarci mai più.”, confessò il bambino, immaginando quante stelle ci fossero sopra di lui. Così vicine e così lontane dalla sua portata.

 

“ Lasceresti qui tua madre pur di andare all'avventura?”, chiese Qui- Gon. Non c'era alcun giudizio nel suo animo, solo la volontà di comprendere meglio il pensiero di Anakin.

 

“ Lei, Cleigg e Owen sono le uniche persone che mi mancherebbero. Del resto di Tatooine me ne frego. Ma c'è così tanto nella galassia da vedere, così tanto che potrei fare, mi fosse data la possibilità. Qui se sono fortunato potrei diventare il consigliere di un Hutt, e mi viene da vomitare al solo pensarci.”, svelò il biondino, guardando il profilo della città dov'era stato schiavo stagliarsi all'orizzonte e ripensando ai giorni in cui aveva lavorato lì con Watto e dov'era stato testimone di fin troppi crimini.

 

All'improvviso un rombo di motori riempi l'aria. I due videro arrivare a qualche miglio di distanza diverse vetture occupate da figure umanoidi ben armate, che cominciarono a sparare riparandosi dietro i veicoli, mentre altri entrarono in casa, ora origine di un gran trambusto. Anakin e Qui- Gon cominciarono a correre mentre gli assalitori scendevano, rivelandosi come Tusken Rider, volgarmente detti Sabbipodi, una popolazione nomade di Tatooine che aveva avuto molti screzi con le razze più recenti di Tatooine e il sindacato Hutt.

 

Non pochi erano stufi di vedere i loro territori oltraggiati in un modo o nell'altro dagli stranieri e si rifacevano sulle fattorie di umidità, in modo da lasciare gli invasori senz'acqua.

 

Obi- Wan uscì dalla casa brandendo il proprio Keyblade e attaccando con rabbia la decina di banditi che provò a circondarlo, ma impossibilitato a usare le sue tecniche per paura di ferire Schmi, trascinata via dai banditi.

 

“ MAMMA!”, esclamò Anakin nel vederla tra le braccia dei Tusken, divincolandosi tra le loro braccia mentre Obi- Wan cercava di raggiungerla.

 

Il suo Keyblade era molto simile a un comune spadone, nero con una linea arancione al centro che si concludeva in un cuore, e il lato destro leggermente seghettato. La guardia era molto larga ed era formata da due manici simmetrici sempre seghettati. Il portachiavi assomigliava a un piccolo drago.

 

Obi-Wan l'aveva battezzato Eclisse Totale, siccome in quanto Cavaliere delle Rune poteva bloccare o addirittura assorbire quasi ogni attacco magico col giusto tempismo. Cosa che stava facendo al momento, venendo però rallentato dal continuo sbarramento di fuoco che i banditi gli stavano rivolgendo contro e dal poco spazio al momento a sua disposizione.

 

Qui-Gon si gettò nella mischia, ingaggiando un duello col capo dei Tusken Rider. Il Custode si mostrò da subito ben più abile e rapido dell'alieno, che però era incredibilmente resistente, forgiato dalle mille catastrofi quotidiane di Tatooine, e rispose con la stessa forza di una tempesta di sabbia contro Qui- Gon, riempiendo l'aria di ozono quando le loro armi si incrociarono.

 

Il Keyblade del potente maestro scivolò sul bastone di combattimento del capo banda in una pioggia di scintille. Era una bizzarra arma azzurro chiaro con l'impugnatura blu scuro, la cui lama ricordava una classica spada che verso metà si divideva in angoli a formare due punte. Dalla punta della spada partivano due estensioni che si univano a formare un'immagine simile a un dente scheggiato. Era stato chiamato Rejection of Fate dal suo possessore, in segno del suo disprezzo per chiunque cercasse di manipolarlo.

 

 

Obi- Wan fu sul punto intanto di liberare Schmi, spedendo Tusken a terra con una manciata di fendenti. Venne interrotto quando alcuni rimasti dietro di lui gli lanciarono dei taser sulla schiena, col risultato di paralizzarlo mentre guardava la povera donna ormai a un passo dai veicoli dei banditi, gridando il nome di Anakin e Cleigg.

 

 

“ SCHMI!”, esclamò quest'ultimo correndo col fucile in mano dopo essersi liberato, sparando nel tentativo di aiutare la moglie, ma venendo rapidamente posto come prima sotto Stop, che lo bloccò nell'esatto momento in cui gridava.

 

Qui- Gon lanciò la sua arma contro quello che sembrava il capo dei Tusken. Questi schivò appena e lanciò una sfera di ghiaccio contro il guerriero, che incassò senza particolari problemi prima di ingaggiarlo in un frenetico corpo a corpo. Era chiaramente molto più forte del predone, ma il resto della tribù continuava a bersagliarlo con quanto avevano.

 

Anakin strinse i denti. Avrebbe tanto voluto aiutare, ma non aveva armi, nessuna abilità o magia. Era così insignificante, proprio come quando era ancora schiavo, incapace di prendere una decisione che fosse totalmente sua e veniva picchiato da ogni errore per poi andare a piangere nelle braccia di Schmi.. E anche ora la sua vita stava per essere stravolta senza che ne avesse il controllo.

 

' Non voglio più essere il giocattolo del destino. Voglio plasmare il mondo con le mie scelte, far tremare chiunque faccia del male a chi amo, voglio essere il più forte di tutti. ', pensò guardando sprezzante il capo della brigata, ancora occupato a combattere Qui- Gon, il cui elegante e raffinato stile di combattimento rivaleggiava a più riprese con le mosse di bastone del rivale, un violento e diretto stile, combinato col potere di vento e sabbia per imitare le terribili tempeste del pianeta.

 

Anakin osservò entrambi gli stili, analizzandoli come se fossero un circuito elettronico, e inconsciamente immaginò di imitarli, finchè non avvertì il loro potere, una presenza che riverberò nella forza per vari chilometri. Qualcosa nel giovane ruggì e dal petto apparvero due sfere di energia, una bianca e una nera, che rotearono in un bellissimo gioco di luci prima di posarsi nelle sue mani, trasformandosi in una coppia di bellissime spade a forma di chiavi, una bianca con sfumature verde e turchesi, l'altra nera in stile gotico.

 

“ Due Keyblade?!”, esclamò sbigottito Obi- Wan, reazione condivisa anche dal maestro e molti dei Tusken, che ammirarono paralizzati il piccolo meccanico dare i primi colpi all'aria con le armi appena materializzate.

 

Il capo dei banditi, sentendo l'odore di un'occasione cercata per anni, ordinò di prendere il bambino, che si ritrovò a mulinare le armi contro un gruppo di quell'orda di Rider. Pur avendo evocato quelle spade per la prima volta, riuscì comunque ad assestare qualche goffo colpo ai predoni, rallentando un po' la propria cattura e riuscendo a dare qualche calcio alle ginocchia dei più vicini, finchè anche lui non venne afferrato e legato.

 

Fortunatamente, dividendo le loro forze, i Tusken erano diventati un bersaglio più facile per i due jedi. Dotati di un po' più spazio di manovra e aiutati dalla distrazione offerta da Anakin, riuscirono finalmente a coordinarsi per sconfiggere la maggior parte dell'orda e infine il suo capo, il cui corpo cadde sulla sabbia con un tonfo, l'ultima cosa vista dai suoi occhi le bellissime lune di Tatooine.

 

Poco dopo i due Jedi erano intenti a curare le ferite dei loro ospiti, inclusi ovviamente l'eroico e appena rivelato Custode. Ora guardato con più apprensione che mai dalla madre. Qui- Gon guardò entrambi, mentre con un piccolo gesto fece sparire le poche ferite di Schmi.

 

“ Mia signora, ho avuto modo di vedere che il vostro scopo non è altro che tenere Anakin al sicuro, e lo condivido. Ma abbiamo avuto modo di vedere che anche qui non sarà mai davvero al sicuro.”, disse quasi desolato alla donna, che si mise il viso tra le mani. Poco lontano Cleigg sospirò, conscio che quel discorso si era fatto aspettare anche troppo.

 

“ Schmi, amore mio. Conosciamo entrambi il potenziale di Anakin. Restando qui appassirebbe come quasi qualsiasi pianta che tenta di crescere. Vuoi saperlo infelice per tutta la vita, o libero di fare ciò che vuole?”, disse l'uomo. La moglie si scoprì il volto, asciugando alcune lacrime mentre anche Anakin si faceva avanti.

 

“ Mamma, per favore, devo andare.”, disse il biondino, più serio di quanto lo fosse mai stato nella sua vita. E la questione si chiuse lì. La mattina successiva Owen aveva fatto sedere Obi-Wan e Qui-Gon sulla sua macchina per portarli allo spazio porto più vicino. Il fratello minore stava dando i suoi saluti ai genitori.

 

“ Figliolo, spero potrai un giorno perdonarmi per non essere mai riuscito a farti sentire a casa. Hai la mia benedizione per questo viaggio, possano gli dei proteggerti ora e per sempre.”, affermò Cliegg, chinandosi e prendendo il bambino per le spalle, ricevendo un assenso in risposta. Schmi dal canto suo riuscì appena a parlare mentre lo alzava per abbracciarlo con suo grande imbarazzo.

 

 

 

“ T- ti voglio bene, mamma.”, disse un po' a fatica Anakin, agitandosi nella stretta di sua madre. I suoi compagni di viaggio, osservando la scena, si fecero sfuggire qualche risata.

 

“ Sta attento piccolo mio. Anch'io ti voglio bene.”, rispose la donna baciandolo sulla fronte prima di lasciarlo andare. Salutando ancora con la mano, Anakin si diresse a rotta di collo verso la macchina di Owen, che gli strinse la mano prima di mettere in moto.

 

“ Quanto ci metteremo ad arrivare su Malik?”, chiese ansioso l'appena rivelato Custode.

 

“ Un paio di giorni, se niente ci ostacolerà nel viaggio iperluce. Ne approfitteremo per darti le prime basi sull'uso della Forza.”, rispose Qui- Gon, tenendosi allo sportello per sopportare l'accelerazione del veicolo, che sfrecciava tra le dune con abilità.

 

“ Sono certo che lo addresterete bene come avete fatto con me, maestro Qui- Gon.”, disse invece Obi- Wan, ruffando un po' i capelli del nuovo membro della squadra, che gli diede un pugnetto. Qui- Gon rise alla scenetta e diede a sua volta una palla sulla spalla dell'allievo.

 

“ Sarà addestrato a dovere, ma non da me. Tu te ne occuperai, è ora di crescere.”, sorrise il guerriero umano, lasciando il povero Obi- Wan con un palmo di naso.

 

******

 

“ Mamma mia, chissà che shock.”, rise Sora, immaginandosi la faccia di Obi- Wan nel ricevere quella novità.

 

“ Obi- Wan, dici? Già, all'inizio non era certo di avere le qualità per formare Anakin come Custode, ma i fatti provarono altrimenti. Un maestro desidera due cose dal suo allievo prima di qualsiasi altra cosa: il talento e la capacità di lavorare sodo. Anakin aveva entrambe. Dopo essersi abituato all'idea di essere un insegnante, Obi- Wan sottopose il nuovo Custode a un intenso e lungo allenamento in modo da metterlo alla pari con gli altri apprendisti e legare con lui. In breve diventarono inseparabili, praticamente fratelli. Sebbene ad Anakin non piacesse che il suo maestro fosse tanto protettivo alle volte.”, disse Ventus con una risatina.

 

“ Non avevo mai sentito di questo Obi- Wan onestamente. Era forte quanto Vader?”, gli chiese Angela, intenta a portare un paio di sacchi di cemento.

 

L'espressione dell'altro Custode si incupì, in un misto tra il preoccupato e il malinconico.

 

“ Per darti un'idea, durante la guerra solo quattro persone hanno sconfitto uno dei comandanti della Gilda dei Diafani in un uno contro uno. Vostro zio Paperone, Anakin, Ercole... e Obi- Wan.”, rivelò Ventus, scatenando una reazione di stupore nei suoi ascoltatori.

 

“ Urca urca.”, disse Qui impressionato. Sapeva già dello scontro tra Paperone e il pirata Davy Jones, o quello tra Ercole e Ade, ma non credeva ci fosse stato qualcun altro alla pari con quei mostri della Gilda. Almeno all'epoca, al momento il livello degli avventurieri si era alzato ancora negli anni passati dal conflitto.

 

 

 

“ Già. Ovviamente anche Obi- Wan ebbe bisogno di consigli sul come continuare l'addestramento del suo allievo, e Qui- Gon non smise di essere una guida insostituibile- continuò Ventus - Ma lui fu tra le prime vittime di quel terribile conflitto. Cornelius e complici avevano riunito le loro forze lungo l'orlo esterno, lontano da tutto e tutti, in attesa del momento in cui avrebbero avuto più possibilità e avessero sufficienti alleati anche nel centro della galassia. Quando attaccarono, furono talmente brutali e fulminei che nessuno capì cosa fosse successo finchè non mandarono un messaggio ai pianeti più importanti, intimando una resa.”.

 

******

 

L'atmosfera nell'aula magna del clan Eclipse era una di commiatto e tristezza. Qui- Gon era stato tra i membri più gentili del clan e aveva aiutato il maestro Xenahort, il capo clan, a forgiare innumerevoli studenti che erano ora tra i più famosi esponenti dell'organizzazione. Non pochi lo vedevano come il futuro leader.

 

Alla parete della sala si trovava un'immagine olografica del Jedi, sotto la quale Obi- Wan stava parlando alla folla come altri amici del defunto, incluso Anakin e Xenahort, avevano già fatto.

 

“ Per concludere, ringrazio ognuno di voi per essere qui a porgere le vostre condoglianze. Eppure vi chiedo di non essere tristi, perchè il mio maestro credeva soprattutto nell'unità della Forza e voglio credere che sia felice. Egli è ora tutt'uno con ogni essere vivente, con ogni evocazione e col nostro stesso clan. Sono certo che continuerà a guidarci tutti in futuro.”, concluse dunque Obi- Wan, ricevendo un breve ma fragoroso applauso, a seguito del quale tornò al fianco di Anakin in prima fila.

 

“ Semplice, ma più che fedele ai valori di Qui- Gon, mio maestro. I miei complimenti.”, disse il giovane Custode al suo insegnante, che si sedette e gli strinse la mano.

 

“ Grazie, Anakin. Posso solo sperare ora di continuare a vivere secondo i suoi insegnamenti.”.

 

“ Avrai modo per farlo. E ho già prenotato una missione per noi, se ti senti pronto.”, continuò il ragazzo, al che Obi- Wan annuì nuovamente, sentendo lentamente svanire la tristezza, ricordando quanto egli stesso aveva detto poco prima.

 

“ Sì, mi aiuterà a distrarmi, grazie. Se non sbaglio devono parlare solo altre due persone, includendo il maestro Xenahort. Poi partiremo.”.

 

Il capo clan degli Eclipse era un'anziano Skrull dall'aria un po' allampanata. Aveva la pellaccia verde tipica della propria specie, con tanto di orecchie a punta. Il volto allungato presentava occhi color ambra e un pizzetto ingrigito. Indossava un lungo vestito formato da una giacca bianca, sormontata da due cinture, e un lungo cappotto nero.

 

Era considerato un po' un visionario, ma non ci si poteva aspettare qualcosa di diverso dall'uomo che aveva fondato il clan con la più alta concentrazione di Custodi nel tentativo di ricreare l'ordine dei Jedi.

 

“ Grazie a tutti. Parlerà ora Mace Windu.”, disse solenne il capo clan.

 

Anakin alla notizia si sbattè una mano in faccia, gesto imitato da molti altri dei presenti.

 

“ Hanno davvero permesso a Windu di dare l'encomio funebre?”, chiese a metà tra il divertito e il disperato mentre sul palco saliva un alto uomo di colore, calvo e dal viso quasi granitico.

 

“ Qui- Gon Jin era uno dei migliori amici che avrei mai potuto chiedere. Fin da quando fummo reclutati da maestro Xenahort, è sempre stato lì per me. Dopo il mio partner, Jar Jar, era probabilmente la persona più vicina nell'intero clan, e sono lieto di dire che non sono l'unico a pensarlo.”, cominciò il guerriero con tono pacato, che stupì non pochi.

 

“ Non ci credo, non ha ancora usato una sola parolaccia.”, sussurrò Anakin impressionato, per poi venire deluso.

 

“ In poche parole, Qui- Gon era il più grande e fico cazzone che abbia mai conosciuto.”, disse infine Windu, scatenando una necessaria risata.

 

“ Immagino fosse troppo chiedere alla Forza un simile miracolo.”, rise Obi- Wan mentre Xenahort prendeva il suo posto, preparandosi a fare la sua ultima arringa, quando lo schermo posto sopra la bara, che aveva mostrato fino a poco prima immagini di Qui- Gon, soffrì di alcuni disturbi, che lasciarono il posto a un uomo incappucciato col volto nascosto dalla sua veste color porpora, al di là di un importante paio di corna dorate e lunghe dita ossute ricoperte da verruche.

 

“ Mi rivolgo a tutti i clan e governi della Via lattea. Il mio nome è Cornelius Arawan, signore dell'orlo esterno e capo del mio clan, la Gilda dei Diafani. Da lungo tempo abbiamo pattugliato e governato l'orlo esterno, che invece voi non avete fatto altro che ignorare, se non per cercare tesori e spectrobe.”, cominciò il misterioso figuro con una voce cavernosa.

 

Anakin inarcò un sopracciglio. Tatooine si trovava a un passo così da quella zona, dove si era più volte recato in missione. Non aveva mai sentito parlare di un governo unificato, o tanto meno una singola forza di protezione per l'orlo. C'erano solo tanti cartelli criminali.

 

 

 

“ Le nostre genti sono stanche di essere derubate. Le loro voci sono arrivate a me e i miei fratelli, e abbiamo deciso di espanderci nella galassia. Vi porteremo la nostra giustizia, riprendendo quanto ci avete rubato. Avevamo anche offerto ad alcuni dei vostri migliori avventurieri di unirsi a noi, purtroppo non tutti hanno accettato. Quelli che hanno rifiutato sono ora un tutt'uno con la Forza.”,

 

L'immagine dello stregone sparì, facendo partire una lunga serie di foto. Tra esse i presenti riconobbero altri amici, appartenenti ad altri clan o che agivano come indipendenti. L'ultima foto a essere mostrata fu proprio quella di Qui-Gon.

 

 

Un coro di puro oltraggio partì dalla folla lì radunata, chiedendo vendetta per i loro amici morti. Xenahort tentò di calmare gli animi, mentre la folla cominciò a prentendere di rispondere al fuoco con il fuoco.

 

Cornelius intanto riprese a parlare, togliendosi il cappuccio. La visione sottostante inorridì i presenti. Il volto dell'incantatore era del tutto priva di pelle, gli occhi due orbite vuote al di là di inquietanti puntini rossi che sembrarono scutare l'animo di ognuno di loro, mentre la bocca, simile a un varco per qualche dimensione infernale, era decorata da una chiostra di denti giallastri e affilati.

 

“ Arrendetevi, o voi e i vostri cari li raggiungerete. Io sono re Cornelius, e tra non molto mi chiamerete vostra maestà.”, concluse con tono minaccioso e determinato il misterioso figuro, che si alzò mentre la telecamera si allontanava per rivelare moltre altre figure accanto a lui, non meno impressionanti.

 

Alcuni di coloro che si avventuravano spesso nell'orlo esterno ritornarono a sussurrare, citando i nomi di Jack Skeletron, il Conte Gelo, Macchia Nera, Ursula e tanti altri tiranni del territorio estremo della galassia, ognuno dei quali un mostro capace di far tremare interi pianeti con la loro sola presenza nella Forza.

 

 

“ Maestro, che ne pensa?”, disse Anakin con un sussurro, rivedendo quanto lo aveva condotto fino a quel momento, e ponderando se fosse capace di combattere una guerra.

 

“ E' vero che abbiamo preso molto alle genti dell'orlo esterno- riconobbe grave Obi- Wan- e forse meritiamo una punizione per ciò. Ma in quel discorso non ho avvertito un desiderio di giustizia, solo una sete di potere senza pari. Dovremmo combattere, mio giovane allievo. Preparati al peggio.“, concluse con un commento che si perse tra le grida oltraggiate nei suoi compagni

 

*****

“ Avevo sentito che Cornelius e colleghi erano, come si suol dire, todo loco, ma non che si inventassero anche simili scuse.”, disse Sora, che nei precedenti minuti era stato totalmente perso nel discorso di Ventus.

 

“ Beh, non avevano esattamente torto, la situazione di alcuni pianeti dell'orlo esterno è migliorata solo dopo la guerra.”, osservò Gaia. Il Custode più anziano annuì nella direzione della paperetta.

 

“ Io fui uno dei primi orfani del conflitto, e venni trovato dal Maestro Eraqus, che aveva già preso sotto la sua ala Terra e Aqua. Fece del suo meglio per tenerci lontano dal fronte, ma siccome il fronte era praticamente ovunque, finimmo comunque per farci le ossa una battaglia dopo l'altra Io spesso mi nascondevo sulle navi che partivano per le manovre, non sopportavo l'idea di non fare niente mentre i miei fratelli maggiori e mio padre rischiavano la vita. In un paio di occasioni proprio assieme ad Anakin, che nel frattempo aveva sviluppato un certo legame con l'allora regina di Naboo, da lui già incontrata in precedenza. Si chiamava Padme Amidala.”.

 

“ La madre di Luke e Leila!”, esclamò Max.

 

“ Esatto, ma ne parleremo domani. La giornata di lavoro è finita e abbiamo bisogno di riposarci. A chi va una partita a Dissidia?”, domandò il ragazzo, guadagnando segni di assenso. Dissidia era il picchiaduro per eccellenza del momento, e consentiva a degli amici di affrontarsi con gli avventurieri più famosi e potenti in circolazione.

 

“ IO PRENDO TOPOLINO!”, gridò Sora, generando uno sbuffo generale.

 

“ Sleale tu sei, Sora.”, commentò Grogu, punzecchiandogli un ginocchio mentre si dirigevano all'auto di Paperone, ansiosi di sentire il resto della storia l'indomani.

                                                                                                                   ****

Saaaaaaaalve a tutto il fandom di Kingdom Hearts e a chiunque altro capiti su questa storiella. Spero abbiate trascorso vacanze piacevoli e che la sessione vi si prospetti bene. Io sono stato abbastanza bene e mi sto preparando per i primi esami della magistrale. Intanto spero che questa seconda occhiata al passato di Anakin e compagni vi sia piaciuta. Inizialmente la dichiarazione di guerra di Cornelius sarebbe dovuta essere nel prossimo capitolo, ma ho pensato di dedicarlo tutto alla guerra e non farlo troppo lungo. Concludo chiedendovi tutti i consigli che potete darmi, augurandovi anche un buon anno e ringraziando chiunque abbia recensito.

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Capitolo 15
*** Ritratto dell'eroe da giovane: parte terza ***


Il secondo giorno delle riparazioni del deposito era giunto alla pausa pranzo, a base di una quantità abnorme di cibo messicano. Phil teneva gli allievi del colosseo a una dieta abbastanza rigida, consistente per lo più in carne bollita e vegetali conditi con parsimonia, il cibo spazzatura era consentito solo nelle rare occasione in cui Ercole copriva i ragazzi. Quindi Sora e compagni erano più che felici di farsi una bella scorpacciata di cibo tanto saporito quanto insalubre, anche se...

 

“ Angela, sicura di poter consumare tutta quella salsa di Alapeno?”, domandò il Custode alla Gargoyle, che si era riempita il taco con un mix di carne, grano, melanzane, formaggio e una quantità tale di salsa da esserle finita anche sul corpetto. L'espressione della Gargoyle era la stessa di un feroce Spectrobe di fronte a una preda indifesa o un degno rivale, persino Grogu era quasi spaventato.

 

“ Tranquillo, a casa mia non mangiamo altro. Per me l'acqua è quasi più piccante.”, disse la chitarrista prendendo un enorme morso dal panino e arrossendo mentre il sapore piccante le scendeva fino alla gola. Il resto dei muratori si allontanò con cautela nel caso rimettesse tutto fuori.

 

“ Dunque, Ventus, a che punto arrivati eravamo? L'inizio della guerra?”, chiese Sora al suo nuovo mentore, intento a sgranocchiare alcune pannocchie. Il biondino si ripulì la bocca e riprese la storia.

 

 

 

*****

 

 

Naboo era stato tra i principali obbiettivi dei Diafani, intenzionati a tagliare ai loro nemici i beni di prima necessità, in questo caso le risorse d'acqua del pianeta e le loro fabbriche di plasma. La loro mancanza avrebbe portato anche a una riduzione nella disponibilità di pozioni, carburante e simili oggetti altrimenti necessari all'alleanza dei clan.

 

I Gungan, la specie anfibia autoctona, si era già mossa per difendere i loro territori, aiutati nelle loro operazioni dal clan Eclipse e da alcune truppe dei coloni. Anakin e Windu guidavano l'avanzata contro il misto di non morti e droidi che costituiva le forze nemiche, al capo di una fitta cavalleria.

 

“ Prendi questo, cazzone. E quest'altro, cazzone numero due. Ma quanti bei cazzoni oggi da tagliare.”, rise Windu, mulinando con allegra brutalità il Keyblade o lanciandolo per falciare una fila di droidi prima di farlo riapparire in mano. Il suo Keyblade, il Grumbling Rose, aveva la cima simile a una zampa di orso blu con grossi artigli, mentre l'impugnatura verde ricordava un cerchio di rovi e per concludere l'impugnatura era una rosa rossa. Un aspetto più che idoneo al feroce stile del suo proprietario.

 

Poco lontano Anakin duellava con ben tre degli ufficiali nemici, muovendo le proprie armi in elaborate e acrobatiche tecniche che lo rendevano tanto letale quanto intoccabile. Pur essendo infatti circondato dal trio, nessuno dei loro attacchi, magici o fisici, riusciva a raggiungere lo spadaccino, che approfittava di ogni momento libero per lanciare ordini e parole di ispirazione a coloro che seguivano il suo comando, alternandosi ad attacchi contro i tre nemici.

 

Tra di loro c'era la stessa Malefica, ancora giovane, ma non meno ambiziosa. La giovane Gria si muoveva sinuosa tra fiamme color giada da lei create, alternandole a sfere d'ombra di cui Anakin si liberava con accorte mosse, rispondendo col suo acrobatico stile da duellante o magie ben mirate, lanciate a volte da entrambi i suoi Keyblade con effetti più che efficaci.

 

Per un attimo sembrò essere in pericolo quando l'ombra della strega si allargò nella forma di grosse fauci per inghiottirlo, ma un pallone luminoso si abbattè sulla testa di Malefica, annullando la sua mossa e lanciandola via, ben oltre i campi dove si svolgeva lo scontro. Il responsabile era un atletico Gungan dallo sguardo un po' svampito, vestito con un abito e un cappello coi campalelli da giullare, fatti in polimeri rinforzati

 

“ Bel colpo, Jar Jar.”, si complimentò il ragazzo col compagno di squadra, nonché partner di Windu e nuovo ufficiale dell'esercito Gungan, che alzò il pollice e lanciò poi un'altra serie di palle colorate o simili oggetti circensi, affliggendo chiunque ne venisse in contatto con status negativi e facilitando non poco il lavoro dei compagni.

 

“ Dannato girino troppo cresciuto, ora di farò vedere.”, sibilò un'irata Malefica quando tornò in battaglia, scagliando una raffica di fulmini verdi sul Clown. Questi schivò facilmente l'incantesimo con un balzo, e le scariche color giada, ora compresse in una sfera di saette, si schiantarono proprio contro Anakin. Con un potente scoppio e com'era capitato alla Gria, il biondo Custode venne scagliato via per quasi un chilometro in aria prima di cadere nella mischia con la possibilità di essere tranciato all'impatto.

 

“ ANI!”, gridò Jar Jar, balzando nel tentativo di afferrare l'amico al volo, che venne però avvolto da un refolo di vento, a opera di qualcuno dei suoi alleati. O meglio, alleate.

 

“ Oh, guarda chi ho pescato.”, disse la regina delle colonie umane di Naboo, Padme Amidalà. La ragazza, appena ventenne, era un'atletica mora dagli occhi vispi e intelligenti.Il volto era truccato con un misto di bianco e nero, mentre indossava abiti bianchi da sacerdotessa con pezzi di corazza su braccia e gambe di colore diverso.

 

Il tira e molla tra i due avventurieri era già leggenda, una rivalità cominciata sin dalla prima missione di Anakin su Naboo, appena prima che la ragazza fosse eletta regina. Obi- Wan e amici avevano una boccia delle scommesse su quanto ci avrebbe messo uno dei due a chiedere all'altro di uscire e un'altra su chi sarebbe stato.

 

“ Ciao, Padmè. Il tuo umorismo è come sempre fuori luogo... ma grazie. Dopo ti offrirò da bere.”, disse il ragazzo, facendo un dito medio alla sua soccorritrice. Malefica e i suoi compagni tentarono di approfittare della sua distrazione per attaccarlo, ma qualcuno saltò davanti proteggendolo con un Reflex.

 

“ Ehi, piccioncini. La battaglia non è finita.”, ricordò loro Windu, ripartando all'attacco contro i cazzoni avversari col Keyblade in pugno. Sbuffando, Akakin e Padmè lo seguirono, coprendosi le spalle a vicenda nell'assalto che seguì.

 

Era praticamente mezzanotte quando lo scontro tra i due eserciti si concluse e i guerrieri si ritirarono nella reggia di Padmè, felici di aver respinto l'avanzata dei Diafani un'altra volta. Alcuni si leccarono le ferite o curarono quelle dei compagni, altri si rifocillarono come poterono e altri si limitarono a parlare. Come Padmè e Anakin, che si poggiarono sulle mura esterne dell'edificio in attesa del sole nascente.

 

“ Ah, ce l'abbiamo fatta anche stavolta. Ma non saremo sempre così fortunati.”, disse il Custode, aprendo una lattina di birra e scolandola senza particolare riserbo, la schiena tenuta contro il muro mentre davanti a lui si stagliavano molti fuochi.

 

“ Strano che lo dica proprio l'eroe della battaglia- commentò Padmè, mettendo le gambe incrociate sulle mura del proprio palazzo- se facessi il pessimista, i nostri compagni si demolizzerebbero.”.

 

“ E proprio in quanto eroe della battaglia devo pensare al nostro esercito. E' troppo.... disordinato, senza una vera logica. E' più che altro un'organizzazione di clan che lavorano insieme. Che è bellissimo, intendiamoci non è mia intenzione sminuire gli sforzi di maestro Xenahort e degli altri capoclan. Ma... potrebbe non funzionare alla lunga. Prima o poi una strategia da parte dei nemici abbastanza elaborata riuscirà a spezzare una linea male organizzata e cominceremo a perdere.”.

 

“ Quindi vorresti un esercito più convenzionale?”, chiese di rimando la regina, volendo vedere dove l'amico andasse a parare.

 

“ Vorrei un esercito organizzato, dove ognuno conosca il proprio ruolo e lo svolga con efficienza, pur sapendo far conto sulla propria inventiva. Insomma, guarda R2. E' uno dei droidi più efficienti che conosca, se non il migliore, perchè conosce il proprio ruolo in ogni missione. Ma sa anche scegliere cosa fare per conto suo. Al contrario, gente come Pongo Krell ha una posizione che non meriterebbe in un miliardo di anni.”, cercò di spiegare Anakin, accompagnandosi con espliciti gesti delle mani, immaginando di avere tra le mani una scacchiera.

 

“ E lo dice uno che non fa altro che ignorare gli ordini.”, affermò Padmè con una lieve risata, dandogli un colpetto sulla spalla e facendo ridere anche il collega.

 

“ Già, mi fa apparire un po' ipocrita probabilmente. Ma anch'io so riconoscere che l'orlo esterno ha bisogno di un minimo di controllo. E anche ovviamente gli avventurieri che vi si recano. Forse, questa guerra è l'opportunità per portare un ordine diverso da quello che Jabba e Cornelius vogliono.”, aggiunse questi, prima di scendere per raggiungere i compagni.

 

*****

 

“ Che tipi. Quanto ci hanno messo a scopare?”, chiese Angela senza particolari riserve.

 

“ Angela! Ci sono dei bambini.”, la rimproverò severo Sora, indicando il gruppo di paperotti seduto assieme a loro.

 

“ Disse il grand'uomo vissuto.”, gli disse di rimando Qua, ricevendo in risposta un dito medio dal Custode e scatenando una generale risata nei compagni. Ventus roteò gli occhi divertito e ritornò alla storia.

 

“ La guerra prosegui per quasi cinque anni, tra battaglie, intrighi, imboscate e tentativi di diplomazie. Nonchè la nascita dell'eterno odio tra vostro zio Paperoga e Anakin.”.

 

“ Oh, mamma, che è successo? Ogni volta che chiediamo agli zii, ne inventano una diversa- fece invece Qui, saltando sulla cassa su cui era seduto- una volta si sono persino inventati che era una spia dei Diafani. O che in realtà era l'emissario di un'entità proveniente da un'altra galassia. Che è successo davvero, ma in una situazione slegata.”.

 

“ Probabilmente senza neanche saperlo, conoscendo lo zio Paperoga.”, concluse l'ultimo dei tre gemelli.

 

“ Dunque. R2, insieme ad altri droidi, venne mandato a infiltrarsi in una base dei Diafani. Sulla via del ritorno vennero dirottati più volte e finirono per prendere un passaggio su un'astronave dove viaggiavano anche Paperoga e Paperino. Notando che R2 era lievemente danneggiato, Paperoga si offrì di ripararlo, e purtroppo vostro zio non fece in tempo a fermarlo.”.

 

*****

 

“ Sbaglio o sono in ritardo?”, disse nervoso Anakin, battendo il piede sul pavimento dello spazioporto dove attendeva la prossima nave assieme a una Togruta dall'aria alquanto seccata.

 

“ Uff, spero non ci facciano saltare la serata poker, ho proprio bisogno di rilassarmi.”, si lamentò la ragazza. Era Ahsoka, la sua recentemente acquisita allieva. Come gli altri membri della sua razza aveva una pelle color caramello e al posto dei capelli una sorta di copricapo organico bianco e blu, con vispi occhi blu che nascondevano una furbizia e un senso dell'humor non molto diversi da quelli dell'amato insegnante, a lei assegnato in quanto unici portatori di doppi Keyblade in tutto il clan.

 

Finalmente atterrò l'astronave, che aprì lo sportello di fronte ai due Jedi. Non c'era nessuno però, a parte un grosso pacco, verso il quale maestro e allieva si diressero, trovandovi un biglietto.

 

Su un lato c'era scritto ' domando scusa, volevo solo aiutare'. Sull'altro era riportato ' credimi, ho provato a fermarlo'. Le firme erano rispettivamente quelle di Paperoga e Paperino. Preoccupato, Anakin aprì la scatola, trovandovi una gran ammucchiata di componenti elettronici e pezzi di metallo bianco o blu, che riconobbe subito.

 

“ R2! Cosa ti hanno fatto, amico mio?”, disse disperato il giovane Custode, affondando le mani in quel mucchio e potendosi quasi immaginare il bip disperato del suo amico robotico mentre veniva ridotto a pezzi. Ahsoka si sbattè una mano in faccia, capendo cos'era successo. D'altronde chiunque avesse incontrato almeno una volta lo zoologo di casa De Paperoni, sapeva che non c'era modo di fermarlo, una volta che si mettesse in testa qualcosa completamente al di fuori delle sue capacità.

 

“ Su, maestro, non preoccuparti, lo ricostruiremo. I pezzi sembrano ancora integri.”, lo consolò Ahsoka, mostrandogli la fortunatamente intatta scheda madre. Anakin la prese tra le lacrime, battendo un pugno a terra per poi gridare la sua rabbia al cielo.

 

“ PAPEROGAAAAAAAAA!”.

 

*****

 

“ Da allora quei due non possono trovarsi nello stesso posto senza che tra loro ci sia una battaglia campale o una grossa fornitura della cucina di Nonna Papera.”, si spanciò Qui dalle risate. Sora sghignazzò un po' a sua volta, anche se in quanto estremamente legato ai suoi amici, poteva capire come si era sentito al momento il futuro Sith nel vedere uno dei suoi amici più cari in quelle condizioni.

 

“ E in quel caso dobbiamo trattenere Ciccio o rischiamo che finisca la suddetta cucina troppo in fretta.”, aggiunse Gaia, che per quanto amasse le avventure, trovava difficile sopravvivere alle cene tra famiglia e amici.

 

“ O quando c'era Della in giro, perchè lei e Anakin erano troppo impegnati a sfidarsi nelle corse più folli- precisò Ven, ripensando alle sfide tra i due abilissimi piloti- Comunque, dopo quasi cinque anni di conflitto i capi della Gilda furono riuniti in un unico luogo e la nostra alleanza ne approfittò per colpire. Anakin e Padmè furono in prima linea a guidare le truppe, e dopo uno scontro cruento si ritrovarono di fronte al Re cornuto, mentre altri ufficiali della Gilda venivano sistemati singolarmente in giro per il pianeta.”.

 

“ Tu c'eri?”, chiese un curioso Quo, ansioso di postare su uno dei suoi numerosi blog un'altra testimonianza di quella mitica battaglia.

 

“ Mi infilai nell'astronave di Maestro Eraqus, come sempre. Non avevo intenzione di mancare proprio durante la battaglia finale, volevo aiutare a tutti i costi i miei amici. E mi ritrovai nell'inferno che fu lo scontro sull'Olandese volante.”.

 

*****

 

L'Olandese volante era la nave ammiraglia della Gilda dei diafani, un mostruoso vascello armato fino ai denti che era diventato l'incubo di molti che l'avevano avvistato. Che si trattasse di bombardamenti, combattimenti marittimi dov'era affiancato da potentissimi Spectrobe o di battaglie siderali, quel veicolo demoniaco si era rivelata più una fortezza mobile armata fino ai denti che un semplice vascello dall'inquietante design.

 

Cornelius l'aveva posta a difesa di Coruscant, che aveva conquistato mesi prima. L'alleanza dei clan, seppur spossata dalla perdita di uno dei loro centri più importanti, l'aveva vista anche come un'importante occasione per sbarazzarsi della Gilda in un colpo solo. Avevano quindi riunito tutte le forze rimaste e scatenato una guerra urbana senza precedenti, diretti al palazzo di Cornelius mentre una task force di piloti e sabotatori teneva impegnato l'Olandese. Xenahort era su un satellite, aiutando a coordinare le varie unità, indicando loro gli obbiettivi da colpire e i luoghi dove nascondersi come aveva già fatto in molti altri scontri.

 

Coordinare una guerra urbana di proporzioni planetarie non era certo cosa facile, e litri di sudore scivolavano lungo la pelle verdastra dell'anziano Skrull, i cui occhi d'ambra sembravano però più vivi che mai, accesi di una luce quasi folle.

 

Il responsabile delle difese era il generale Grievous, un potentissimo cyborg che aveva guidato la maggior parte delle offensive dei Diafani in prima persona. Lo spadaccino, ridotto impianto dopo impianto a un esoscheletro non troppo diverso dai suoi soldati, stava dando loro delle istruzioni in una piazza, quando Obi- Wan gli saltò dietro.

 

“ Salve a tutti.”, disse sardonico il Jedi, atterrando ed evocando il proprio Keyblade. Gli scheletri guerrieri disposti accanto al loro comandante fecero per attaccarlo in massa, ma questi li fermò.

 

“ Generale Kenobi.”, rispose Grievous girandosi e gesticolando un breve saluto. D'altronde aveva già combattuto spesso col Bangaa e questa cortese introduzione era quasi un rito prima dei loro duelli, nei quali non voleva intrusi. Lasciando cadere a terra il suo mantello nero, Grievous rivelò un paio extra di braccia e ben quattro spade runiche, lanciandosi contro Obi- Wan in un vortice di fendenti che avrebbero livellato l'intero quartiere in pochi minuti.

 

Erano solo uno tra gli infiniti duelli che stavano devastando le strade di Coruscant. Ovunque avventurieri dal centro della galassia e mercenari dall'Orlo esterno si scambiavano senza remore incantesimi e tecniche a profusione.

 

Coloro che erano sbarcati sull'Olandese non erano da meno, combattendo contro orde di non morti ricoperti di alghe, frutto dell'orribile necromanzia di Davy Jones, o altre bestie marine.

 

“ Avanti, non ho la minima intenzione di restare dietro Anakin.”, esultò Terra, sferrando potenti attacchi a qualsiasi zombie gli capitasse davanti per poi saltare in aria e rilasciare all'impatto un enorme cumulo di stalattiti con cui potè aprire un varco per i compagni.

 

Il bel castano aveva sviluppato nel corso degli anni un rapporto di amichevole rivalità con l'asso degli Eclipse, e i due non perdevano occasione per sfidarsi. Guidati da Paperone, che si infiltrò poi verso la cabina di comando, il gruppo contrastò con vigore e determinazione gli uomini, se potevano ancora definirsi tali, di Davy Jones.

 

“ Sono stanco di questi cazzo di zombie in questo cazzo di nave.”, affermò Windu dopo quelle che sembrarono ore di combattimento nei corridoi, sparando un Thunder contro una finestra. Quando questa si infranse, creò un fortissimo risucchio che prese infatti la maggior parte dei ghoul o scheletri.

 

“ Blizzaga!”, esclamò Aqua, sigillando il buco creato da Windu.

 

“ Grazie, Acqua.”, si complimentò il suo maestro, Eraqus, che aveva tenuto d'occhio Ventus per tutto il tempo.

 

“ La prossima volta rimani a casa. Ti metteremo in catene se necessario.”, lo rimproverò la turchese, puntandogli un dito addosso prima di tornare al combattimento.

 

Paperone stava intando duellando contro Davy Jones nella sala comandi del vascello. Il pirata dall'aspetto tentacoluto combatteva come una furia, mulinando la sua sciabola con fendenti che rilasciavano una temibile aura congelante a scontrarsi con gli spiriti animali o poteri elementali evocati dall'altro. Solo l'agilità di Paperone e la sua esperienza stavano salvando l'affarista dal diventare un filetto d'anatra sotto zero.

 

“ TORNADO!”, esclamò lo scozzese, generando dal bastone un potentissimo vortice che colpì Jones in pieno con una forza inaudita, sebbene non al punto da metterlo ko.

 

“ LAMA GELO!”, rispose di rimando Jones, sparando una pura ondata di energia gelida, che ricoprì il corpo di Paperone di ghiaccioli, pur non raffrendandone lo spirito.

 

 

“ La tua fama è ben meritata, Jones. In un'altra vita avremmo potuto solcare le stelle insieme”, si complimentò l'affarista, liberandosi dai ghiaccioli con un piccolo Fire e lanciandosi nuovamente all'attacco con una serie di Break volti a indebolire gradualmente l'avversario, che ribattè però con un'impenetrabile guardia finchè non venne spinto in un angolo, dove non c'era abbastanza spazio per muoversi decentemente.

 

“ Anche la tua, Paperone. Ma differentemente dall'altra volta, sarò io a vincere.”, rise l'uomo polpo, formando due grosse sfere d'acqua sulle punte dei suoi tentacoli facciali. L'avversario rispose con una raffica di fulmini, riempiendo la stanza dove combattevano di impulsi elettrici e schizzi d'acqua ad altissima pressione.

 

“ Non credo. Loro dovrebbero aver ormai finito.”, disse divertito Paperone, pulendosi un rivolo di sangue causato dall'acqua, prima di premere un pulsante sul suo Cosmolink e teletrasportarsi via.

 

L'Olandese volante venne scosso con forza. Rendendosi conto di essere stato fregato, Davy corse fino alla sala motori, passando sopra i suoi inumani scagnozzi e vedendo altri avventurieri materializzarvi via. Arrivato a destinazione vide un ragazzino con un cappello da pirata e in mano un paio di chiavi inglesi.

 

Lo conosceva, già diverse volte lo sprezzante avventuriero aveva vanificato i suoi attacchi ad alcuni pianeti o astronavi che portavano merci necessarie all'alleanza.

 

“ Tu.... cos'hai fatto?”, domandò con un filo di voce il polpo umanoide.


“ Tutto quello che mi pareva. E' stato l'unico ordine di Paperone. Credo che tra poco questa nave sfonderà la velocità della luce come nessun'altra abbia mai fatto prima. Non sono stato da solo però, Della mi ha dato una mano, ma se ne sarà già andata.”, rise il misterioso intruso.

 

“ Maledetto.”, sibilò Jones, avvicinandosi lentamente a lui, una promessa di puro dolore nello sguardo, le dita serrate attorno alla sua sciabola con l'intento di affondarla ripetutamente nel corpo del giovane, che d'altrocanto non sembrò preoccupato.

 

 

“ Calma, polipone, tieni la rabbia per la prossima galassia in cui finirai.... a mai più rivederci.”, rise sardonico il pirata, prima di svignarsela come avevano fatto i compagni. Davy Jones si mise a respirare pesantemente, facendo tintinnare più volte la propria chela, non potendo fare altro che immaginarsi all'infinito il beffardo sorriso del ragazzo appena svanito e alla fine esplose in tutta la sua collera.

 

“ JACK SPARROOOOOOOOOOOW!”, gridò a squarciagola il corsaro mentre la sua nave partiva, senza controllo e a una velocità immane, verso i più remoti angoli della galassia.

 

*****

 

La tensione nel piccolo campo di Sora e amici era a mille mentre ascoltavano la storia di quell'incredibile assedio. Sembrò loro di essere in mezzo alle strade, combattendo assieme a quegli eroi d'altri tempi contro l'orda senza fine che li separava dalla vittoria.

 

“ Che forza. Ma in tutto questo, dov'era Cornelius? Insomma, il suo impero va a pezzi e lui sta lì.”, chiese Quo, stupito che in un simile massacro collettivo il necromante non fosse presente a guidare la sua organizzazione.

 

“ Dirigeva le sue truppe dalla vecchia sede del senato come faceva Xenahort, e uccideva chiunque fosse abbastanza fortunato o stupido da arrivare a lui. Quando finalmente Anakin, R2 e Padmè lo raggiunsero, era circondato da uno stuolo di corpi che si apprestava a rianimare.”.

 

*****

 

“ E' finita, Cornelius.”, disse Anakin, entrando insieme a Padme nell'antica sala del senato, ove riposava il mostruoso Lich, seduto sul suo trono intento a bere una bevanda di cui non capirono bene la provenienza.

 

Tutt'intorno a lui, sulle decine di piattaforme volanti un tempo usate dai senatori per discussioni che potevano durare settimane, si trovavano combattenti di ogni classe e razza. La maggior parte erano pieni di ferite, interamente bruciati o intenti a rantolare i loro ultimi sospiri.

 

In mezzo al macabro spettacolo si trovava il calderone di Arawan,l'artefatto con cui la Gilda aveva creato il suo esercito di guerrieri non morti. Già piccoli filamenti di tenebra si originavano dal grosso paiolo, collegandosi ai caduti, l'espressione incisa sul paiolo una smorfia innaturale.

 

“ Ah, davvero? Mi trovi in effetti a concordare. E' finita per la vostra alleanza, con la vostra morte ha inizio la mia era.”, affermò l'incantatore alzandosi e scrocchiando le ossa grigiastre. Da una di esse partì un Thundaga diretto contro Anakin, che lo parò con Oblio, ma l'avversario era già dietro di lui.

 

“ ANTIMA!”, esclamò Padmè prima che potesse fare alcunchè. Una sfera di gravità compressa fu sparata contro Cornelius, che imperturbabile l'afferrò prima di rimandargliela contro e scaraventarla lungo le varie piattaforme, creando un confuso vortice di metallo che costrinse R2 a salvare l'amica del suo padrone.

 

“ ARS ARCANUM!”, esclamò intanto Anakin, gettandosi in una feroce raffica di fendenti avvolti di una luce bianca e nera, riuscendo a mettere in difficoltà la guardia del Lich, che non sembrò però particolarmente impressionato.

 

“ Oh, che gemma Xenahort ha trovato. Sono quasi geloso.”, affermò Cornelius, prendendo dal suo Cosmolink un bastone con cui parò colpo su colpo la terribile combo di Anakin. Nel frattempo il calderone di Arawan prese a bollire, ingigantendo i suoi tentacoli di luce nera che penetrò nei corpi a terra, ora scossi da pesanti spasmi.

 

“ Padmè, distruggi quell'affare mentre lo tengo impegnato!”, ordinò Anakin, infondendo Forza nel Portafortuna e illuminandosi con una potente luce bianca, si lanciò con rinnovato rigore contro Cornelius grazie al Cambio forma.

 

Padmè lanciò sfere di energia sacra contro il calderone, che non subì però alcun graffio. Si mise perciò a cantilenare più rapida che potè, materializzando le sfere colorate tipiche di un'evocazione. Cornelius concentrò una fiotto di energia sulle dita, che si illuminò con una forte luce giallo arancio.

 

“ Fusi...!”, disse prima di essere interrotto da Anakin. Il Custode strinse il braccio dello stregone tra i suoi Keyblade e riuscì a deviare la traiettoria del potensissimo raggio che avrebbe dovuto lanciare contro Padmè e che si rivelò comunque abbastanza potente da sfondare una delle pareti, tagliare alcune nuvole e distruggere un intero quartiere. L'ex regina di Naboo aveva intanto concluso la sua preghiera.

 

 

“ L'infinita erosione della roccia, Shark Gray!La brutalità senza pari della natura, Storm Obsidian! Il mare da cui tutta la vita ha origine, Water Cobalt! Sorgi, Leviathan!”.

 

Le sfere evocate dalla maga si unirono in una bolla d'acqua che continuò a crescere di dimensioni, finchè non scoppiò per rivelare un enorme e magnifico drago azzurro appena contenuto dall'enorme stanza. La creatura aveva due paia di piccole ali attaccate a un corpo serpentino, due braccia muscolose e un muso affilato con alcune creste sulla nuca, simile a un arpione.

 

Era Leviathan, il dio protettore di Naboo e di numerose civiltà acquatiche. Quando gli umani si erano stabiliti su Naboo, il serpente era stato garante del loro patto con i Gungan. Con un piccolo sbuffo dal naso, un getto di acqua ad altissima pressione si abbattè sul calderone di Arawan, scagliandolo via dalla torre.

 

“ Trucco carino, lady Amidala. Ma non basta un verme marino fuori misura per contrastare i miei piani.”, affermò Cornelius, volando fino all'uscita dal soffitto e venendo seguito dai tre avversari finchè non si trovarono sul tetto. Lì il signore della guerra cominciò una sua cantilena, evocando tre sfere ben più grandi di quelle da cui si originò Leviathan( trasformatosi in un raggio di luce cerulea per seguire senza problemi la sua accolita e tornato poi alle solite dimensioni).

 

“ La scintilla della pura distruzione, Crimson Blood!- recitò Cornelius, proteggendosi allo stesso tempo con una potente barriera quando Anakin tentò di interromperlo- L'infinito spazio che tutto comprende, Black Embrace! La maestosità che governa il creato, Imperial Gold! Discendi tra i mortali, Ark!”.

 

L'incantesimo di Cornelius volà fino alle stelle sopra di loro, interrompendo per un istante persino gli altri combattimenti, e si trasformò in un buco nero che le oscurò. Dal portale uscì quella che sembrava una navicella oro e nera. Arrivata davanti a Leviathan, si rivelò essere un un grosso vascello spaziale con una polena a forma di testa di drago.

 

Spuntarono quindi due paia di braccia e gambe argentate, mentre il ponte si divise in due ali. La testa di drago si girò sul petto, trasformandosi in una decorazione cremisi prima che spuntasse dal torace un nuovo minaccioso elmo che gettò il terrore nel cuore dei due avventurieri.

 

Arka, uno spirito di distruzione e regalità. Nella storia i suoi prescelti erano stati incredibili sovrani o tiranni terribili. Era la seconda volta che Cornelius lo evocava, e la prima aveva sterminato un intero clan nel giro di un giorno. L'immensa aura del dio avvolse il campo di battaglia per svariati chilometri, guerrieri di entrambi i lati guardarono con terrore la sua maestosa apparizione.

 

“ Abbiate fede nella Forza.... è l'ultima battaglia.”, disse Akakin nel suo auricolare, rivolto a ogni singolo avventuriero che combatteva contro la Gilda. Un grido di coraggio si alzò all'unisono da tutti, facendo quasi tremare Coruscant, mentre il Custode saltava sulla testa di Leviathan assieme a Padmè, dirigendosi contro un Cornelius pronto a soddisfare le sue ambizioni.

 

*****

 

“ Fu uno scontro come non se ne videro dai tempi della Repubblica. L'intero sistema ne avvertì le conseguenze, la Forza sembrò scuotersi per i poteri liberati- narrò Ven, lo sguardo quasi sognanti e le mani intente a imitare ogni singola mossa che ricordasse- E infine trionfarono quando per la prima volta Anakin riuscì ad attivare i suoi Cambio Forma in contemporanea, uccidendo una volta per tutte Cornelius. La galassia era di nuovo in relativa pace. La maggior parte dei Diafani sopravvissuti si arrese e venne imprigionata prima di tornare ai pianeti d'origine, sebbene una manciata, come la Strega bianca, riuscì a mantenere il controllo sui territori che avevano preso e almeno un paio sono ancora in circolazione ben nascosti. Altre popolazioni ne approfittarono per liberarsi dei loro regnanti o della presa del cartello Hutt.”, concluse, rimanendo in silenzio per godersi soddisfatto i versi di meraviglia dei suoi ascoltatori.

 

“ Che successe ad Anakin e agli altri?”, domandò Gaia, tenendo Dumbo tra le braccia e carezzandogli le grosse orecchie.

 

“ Lui e Padmè rivelarono di essersi sposati in segreto già poco dopo la battaglia di Naboo di cui ho narrato, con pochi amici ad assistere. Fecero dunque un'altra cerimonia, unita ai festeggiamenti per la vittoria, e mesi dopo lei annunciò inoltre di aspettare due gemelli. E la fama già enorme del clan Eclipse superò ogni limite. Gia prima erano in molti, ma per un breve periodo superarono in numero persino i Disney. Al punto che dovettero limitare i periodi di reclutamento a qualche settimana l'anno, e renderli anche molto più selettivi.”.

 

“ E poi che successe? Insomma, qualcosa dev'essere andato in malora se ora siamo in questa situazione.”, domandò dunque Sora, ansioso di scoprire il suo collegamento con quegli eventi. Ven si mise le mani tra i capelli a punta, gli occhi azzurri carichi di un misto di rabbia e rammarico.

 

“ Xenahort rivelò i suoi veri scopi.”.

                                                                                                                    ******

Mhh, domando scusa per l'attesa di questo capitolo, ma sono stato preso dal continuare altre delle mie storie e siccome ne comincerò una nuova a breve, farò meglio a scoprire presto come regolarmi. Spero che questa ' sostituzione' delle Guerre dei Cloni sia stata di vostro gradimento e sia riuscito nell'intento di mostrare cos'è capace di fare questo Verse. Altri due capitoli, credo, e si tornerà in pianta stabile alle avventure di Sora o chi per lui. Il nostro caro Custode ben presto arriverà a preferire le sue avventure del canon, credetemi. A presto.

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Capitolo 16
*** Ritratto dell'eroe da giovane: parte quarta ***


Altro giorno di lavoro sul deposito, altra pausa pranzo, altro racconto per Sora e compagni. Si sedettero attorno a Paperone e Ventus , che cominciò a raccontare avendo come sottofondo la brezza del mezzogiorno.

 

“ Cinque anni dopo la sconfitta della Gilda, la situazione della galassia sembrava essere più tranquilla che mai. Io mi allenavo gioiosamente col maestro Eraqus e i miei amici, la fama dei clan Disney ed Eclipse era alle stelle, mentre la coppietta del momento si era sistemata nella loro nuova situazione di genitori. Credevamo la pace sarebbe durata per un bel pezzo, ma purtroppo a un certo punto gli Eclipse cominciarono a essere vittima di un inquietante fenomeno...”.

 

*****

 

Obi- Wan, Mace Windu e Jar Jar erano di ritorno da una missione e avevano avuto la pessima idea di fermarsi in un bar a spendere la loro ricompensa. Avevano poi avuto l'idea ancora peggiore di testare la loro resistenza all'alcool. Come risultato il Gun Gan aveva vomitato nella loro navetta, obbligando il trio a fermarsi a casa Skywalker, dove il Clown aveva nuovamente rimesso l'anima sugli immacolati pavimenti che Padmè puliva con somma cura.

 

" Mhh, porca puttana, Anakin, questo caffè è meraviglioso- disse estasiato Mace Windu, bevendo il caffè offertogli dal padrone di casa dopo che lui e compagni si erano dati una prima ripulita- io e Obi-Wan ci aspettavamo al massimo una qualche soluzione, non questo capolavoro.”.

 

L'eroe dell'ultima guerra, ancora vestito con la sua camicia da notte, non condivideva purtroppo l'entusiasmo dell'amico, e rivolgeva anzi un'occhiata torva a Jar Jar, disteso sul suo divano dopo essersi svuotato lo stomaco, mentre poco distante Luke e Leila giocavano con dei Lego. Obi-Wan dal canto suo desiderava impiccarsi lì in quel preciso istante.

 

" Grazie, Mace. Ma so quanto il mio caffè è buono. Compro io personalmente le bustine perchè Padmè non ne capisce niente e perchè amo godere il frutto delle mie fatiche. Ma a preoccuparmi non è il caffè, bensì l'alieno mezzo svenuto sul divano dopo aver ributtato l'anima sul pavimento. Ditemi, ragazzi... sulla porta c'è scritto ' deposito per anfibi ubriachi'?", domandò severo lo Skywalker, rimescolando lo zucchero nella sua tazza con un movimento che aveva del minaccioso.

 

" Ani, su...", insistette l'altro Custode, venendo però interrotto con un gesto della mano.

 

" Ripeto. C'è una targa con scritto ' deposito per anfibi ubriachi'?", ripetè Anakin con un tono ben più penetrante, e gli ospiti dovettero arrendersi.

 

" No, Anakin.", sbuffò Windu, allargando le braccia e ricevendo un dito accusatorio.

 

" Esatto. Perchè casa mia non è un deposito per anfibi ubriachi, soprattutto perchè non voglio farli vedere a dei bambini impress... LUKE, LEILA, SMETTETELA DI PUNZECCHIARE ZIO JAR JAR!", gridò ai figli, che si erano messi a toccare il Gun Gan con delle armi giocattolo. Jar jar si rigirò nella sua sbronza, salivando ancora a terra.

 

" Anakin, sta tranquillo, non ti lasciamo nella merda", tentò di calmarlo Obi- Wan senza successo.

 

" Piantatela di dire Anakin, non fate altro che dire Anakin! E nella merda si sono già. Padmè torna tra un'ora e mezza dal suo incontro di ieri con gli altri regnanti. Se trova questo casino prima ci uccide tutti, poi ci resuscita e ci uccide di nuovo. E probabilmente chiede pure il divorzio- buttò il Jedi tutto d'un fiato, inondando i due compagni di clan con una pesante ondata di potere- quindi, siccome R2 sta facendo l'aggiornamento e non può aiutarci, ora prendete un paio di spazzoloni, tutti i nostri detersivi, e sistemiamo sia il mio salotto che la vostra navetta. Dopodichè...” In quell'istante il campanello suonò, facendo balzare in aria i tre cadav... ahem, i tre Jedi, che temettero il peggio. Il padrone di casa si avvicinò lentamente alla porta, maledicendo Mace e Obi Wan con ogni fibra del suo corpo, Midi chlorian inclusi.

 

" Voi cominciate a pulire più velocemente che potete. Se è Padmè le dico che avete portato dei biscotti a cui i bambini erano allergici. Almeno io mi salverò.", ordinò aprendo la porta col sudore alla fronte. Con suo immenso sollievo non era la moglie, ma Ahsoka.

 

" Anakin, ho brutte.... Che è successo qui?", domandò l'apprendista del padrone di casa, prima di notare il vomito a terra e Jar Jar che si metteva una borsa dell'acqua calda sul viso.

 

" Niente che Padmè debba mai sapere- rispose tutto d'un fiato il maestro della ragazza, passandole un'altra scopa e fiondandosi ad asciugare il pavimento- ma se vuoi dare una mano la tua presenza è molto gradita. Che stavi dicendo?"

 

" Plo Koon è scomparso.", affermò secca Ahsoka, lasciando andare la bomba che si era tenuta per tutta la notte.

 

L'atmosfera nella stanza si raffreddò di colpo alla notizia. Plo Koon era stato il Custode che aveva introdotto Ahsoka nel clan, e un caro amico per loro tutti come lo fu Qui-Gon a suo tempo. La sua scomparsa, anche non contando che era la terza in sei mesi, fu un grave colpo per ognuno di loro.

 

“ Un altro... dov'era?”, domandò Windu, massaggiandosi la faccia mentre Obi-Wan univa le mani, intonando una breve preghiera per aiutare l'amico, in qualsiasi mondo si trovasse.

 

“ Nei pressi di Hala, indagava su un'infestazione di Krawl. Nottetempo le comunicazioni si sono interrotte e poco fa hanno identificato il suo corpo.”, spiegò Ahsoka, asciugandosi una lacrima prima di ricevere una pacca da Anakin.

 

“ Comincio a pensare che Five abbia ragione, tutti questi incidenti sono troppi per poco più di un anno, specie considerando che la maggior parte erano Custodi. Qualcuno sta cercando di distruggere il clan.”, affermò cupo questi, non meno preoccupato per la situazione. Obi- Wan annuì.

 

“ Forse un infiltrato dei Diafani? Ne sono sopravvissuti parecchi dalla guerra. E alcuni sono ora al servizio di Jabba o altri Hutt. Cad Bane in primis.”, commentò il maestro, ricordando quanti di loro fossero sfuggiti alla giustizia.

 

“ Ma ammazzare l'uno dopo l'altro così tanti custodi del Keyblade senza farsi scoprire? Gli unici sopravvissuti capaci di riuscirci potrebbero essere la Strega Bianca e Macchia Nera, foooorse Jack Skeletron. A meno che Davy Jones non sia tornato in qualche modo nei nostri settori. In quel caso siamo nei guai.”.

 

“ Io dico che è stata Jadis. Jack nonostante tutto è un bravo cazzone, gli frega solo di organizzare feste e spettacoli. Macchia Nera non sta facendo da consigliere a Jabba? Non si metterebbe in pericolo così.”, commentò Windu mentre rimetteva lo spazzolone nel secchio, ricevendo un segno di conferma dai compagni sull'ultimo punto, a parte una singola obiezione.

 

“ E' troppo impegnata con la ribellione a Narnia, non ha lasciato il pianeta da prima che cadesse Cosuscant.”, fece notare Obi- Wan.

 

Già prima dell'ultima battaglia, la Strega Bianca( com'era nota ai più) aveva conquistato il continente di Narnia, sul pianeta con cui questo condivideva il nome. Aveva circondato il mondo con una barriera che impediva a chiunque di entrare o uscire, sebbene ogni tanto si formassero dei buchi attraverso il quale alcune spie si erano infiltrate per poi tornare dai rispettivi clan e riferire del tirannico regime instaurato dalla donna. Tra le cose peggiori, già solo nel continente da lei dominato aveva creato un inverno infinito.

 

Un attacco in massa era per il momento impossibile, quindi solo pochi avventurieri si erano recati sul pianeta nel tentativo di organizzare i popoli sottomessi alla ribellione. Che però non cominciò grazie a quegli esperti guerrieri o ai sovrani dei paesi ancora sottomessi, ma per opera di un quartetto di ragazzi, due fratelli e due sorelle, le cui capsule di salvataggio erano atterrate su Narnia in seguito al naufragio di una nave di colonizzatori diretta in tutt'altro luogo.

 

Lì, nonostante le difficoltà, riuscirono a sopravvivere e, stando ad alcune voci, con l'aiuto di Aslan, Esper patrono del pianeta, avevano organizzato un grande esercito con cui stavano combattendo la Strega su ogni fronte. Sebbene la barriera che isolava il pianeta e manteneva l'eterno inverno quasi ovunque fosse ancora in piedi, limitando gli aiuti a quei pochi che riuscivano a forzarla.

 

 

“ Maul? Vorebbe potersi liberare di un po' di rivalità. Giusto l'altra settimana gli ho guastato un carico di droga.”, tentò dunque Ahsoka, che ricordava bene i metodi brutali del Custode che aveva lavorato per entrambe le fazioni anni prima, ora in procinto di costruire un passo dopo l'altro un suo gruppo illegale. Aveva già cominciato, stando ai loro informatori, a far uccidere alcuni dei maggiori collaboratori e sicari di Jabba, prendendo il controllo di non pochi traffici.

 

“ Ma non vorrebbe mettersi tanto direttamente contro di noi. Tanto più che limitiamo anche il cartello degli Hutt, cosa che gli da più spazio nei settori che non sono sotto il loro diretto controllo.”, ribattè il suo maestro. Windu ci riflettè un altro poco mentre intingeva lo spazzolone nel secchio, buttandolo poi a terra con un movimento secco.

 

“ Allora temo dobbiamo pensare alla peggiore ipotesi. Il cazzone responsabile è un membro del clan.”, disse grave il cavaliere Jedi.

 

*****

 

“ Un membro degli Eclipse... stava dando la caccia agli altri?”, sussurrò Angela, a dir poco oltraggiata dalla sola idea. Reazione condivisa anche da una buona parte dei suoi compagni.

 

“ Mai di una cosa simile sentito ho. Neanche i signori del crimine oserebbero... non su questa scala almeno.”, boccheggiò Grogu, sinceramente inorridito. Sora era ancora più sconvolto, immaginando come sarebbe stato combattere contro i suoi amici di infanzia o i suoi attuali compagni.

 

“ Già, nessuno voleva pensare che i responsabili fossero delle talpe. Un clan si basa soprattutto sulla fiducia reciproca, un minimo sospetto può sfaldare tutto. Intanto le indagini avevano cominciato, e a capo di esse vi era Fives, fratello del braccio destro di Vader. Dopo una lunga ricerca arrivò in una zona remota di Marte, i cui locali sostenevano di aver visto un Custode combattere alcuni spectrobe in un canyon, in cui poi sparì.”.

 

*****

 

Chiamate Fives paranoico, ma non aveva intenzione di perdere altri compagni per i piani di qualche pazzo. Il giovane mandaloriano era arrivato troppo tardi sulle altre scene del crimine, ma stavolta non perse tempo e si recò subito sul pianeta dove Plo-Koon era sparito, ripercorrendone le tracce anche grazie all'aiuto dei nativi, che gli indicarono la via presa dall'amico Custode.

 

Rispetto ai suoi fratelli, Fives non era così abile come combattente o stratega. Ma quando si trattava di risolvere un problema, aveva dimostrato una capacità di analisi con pochi eguali, cercandone la soluzione da ogni punto di vista. Tracce apparentemente insignificanti erano per lui un faro nella notte.

 

Facendosi strada tra Krawl, Spectrobes e banditi, il guerriero aveva finalmente trovato un laboratorio scavato in una montagna. Il portone era fatto in quello che sembrava vibranio, un materiale capace di assorbire qualsiasi urto.

 

“ Uff, chiunque abbia voluto nasconderti ha reso la cosa molto difficile. Ma non impossibile.”, commentò Five, prendendo delle mine contenenti un particolare tipo di acido creato con frammenti di Krawl. Dovette usarle quasi tutte e aspettò a lungo, ma finalmente riuscì ad aprire un buco sufficientemente grande da permettergli di passare. Il mandaloriano entrò col visore notturno attivo, trovandosi di fronte un ampio laboratorio colmo dei peggiori orrori.

 

Spectrobe dissezionati, vasche di clonazione contenenti embrioni deformi e vari robot da combattimento in fase di costruzione. Tutt'attorno si sentivano odore di sangue secco e di putrefazione che fecero venire la nausea persino a un guerriero esperto come Fives.

.

Al centro si trovava un lettino, il cui scarnito occupante gli era molto familiare.

 

Era un alieno dalla pelle arancione, il volto simile a un groviglio di tentacoli, privo di orbite. Il volto, normalmente atletico, era scarnito in una maniera inquietante, e rivoli di sangue secco gli colavano un po' ovunque.

 

“ F- Five, sei tu...?”, rantolò il povero Plo- Koon, la voce ridotta a un cupo rantolo, non appena i suoi occhi coperti da lenti protettive si furono riabituati alla luce. La visione del compagno di clan fu la migliore delle notizie dopo quegli che dovevano essere stati giorni orribili.

 

“ Plo- Koon... cosa ti è successo?”, domandò un inorridito Five, liberando il maestro Jedi e aiutandolo a rimettersi in piedi. L'alieno tossì forte, le gambe talmente tremolanti che il mandaloriano fu costretto a tenerlo per una spalla mentre si dirigevano verso l'uscita di quel luogo da incubo.

 

“ Xenahort, è apparso all'improvviso assieme a un suo complice e mi ha portato qui. Quel maledetto, ha usato il clan solo come un modo per radunare Custodi del Keyblade. Io sono l'ultimo di una lunga fila di cavie.”, affermò l'alieno con voce carica d'ira e disprezzo, prima di tossire gravemente. Il suo compagno lo guardò come se avesse appena detto di aver visto un drago che sputava caramelle.

 

“ Non puoi dire sul serio. Perchè l'avrebbe fatto?”, disse con un filo di voce. Xenahort, per quanto diventasse sempre più una figura al margine nel grande panorama della loro fratellanza, era pur sempre stato il suo fondatore e un pilastro per tutti loro, una fonte di consigli e molto altro ancora. Plo- Koon però scosse la testa, arrancando nonostante il supporto datogli dal Mandaloriano.

 

“ Sono molto serio- disse a fatica, accollandosi alla spalla dell'amico- Mi ha vivisezionato senza neanche usare l'anestesia, e continuava a parlare del suo obbiettivo. Controllare... no, diventare Kingdom Hearts e cambiare il destino dell'intero universo. Sembrava quasi estasiato mentre.... mentre....”, rivelò infine lo sfortunato Custode, shockando l'amico.

 

“ Stai delirando, non c'è altra spiegazione.”, disse Five, troppo orripilato dalla semplice prospettiva per immaginare che fosse vera. Xenahort era sempre stato un vecchio strambo, ma un maniaco assetato di potere? Impossibile.

 

“ Vorrei tanto che fosse così. Stai registrando, per sapere?”, disse ansimante il Custode, quando ormai mancava un centinaio di metri all'uscita.

 

“ Sì, è tutto nella scatola nera della mia armatura. Video e audio.”, confermò Fives.

 

“ Bene. Allora lasciami fuori da qui e vattene. Almeno non morirò sottoterra.”, gli ordinò Plo- Koon, strisciando con enorme difficoltà i piedi.

 

Fives fu sul punto di protestare, quando una spia sul soffitto si illuminò, facendo aprire diversi scompartimenti da cui uscì uno sciame di piccole creature a centinaia

 

Droni da guardia, a centinaia. Il Mandaloriano evocò uno dei suoi blaster, sparando a raffica mentre si dirigeva il più velocemente possibile verso l'uscita, restando però molto esposto ai colpi. L'alveare di piccoli diavoli robotici era sufficiente grande da non lasciare scoperto un singolo spazio.

 

“ Fives, te lo ripeto, scappa! Va da Eraqus, da Paperone, da chiunque possa fare qualcosa!”, insistette Plo- Koon. Quando l'altro rifiuto ancora, questi lo spinse via con un'imponente onda cinetica creata con le poche energie rimaste ed evocò il suo Keyblade, attaccando la torma di droidi e difendendosi come poteva dai loro assalti. L'ultima cosa che il suo compagno vide furono quei malefici robot chiudersi in una sfera che poi esplose, l'ultimo coraggioso atto dell'Eclipse.

 

Piangendo, Five attivò al massimo il proprio zaino a razzo per uscire a rotta di collo . A un certo punto fu certo che sarebbe stato sotterrato assieme al resto del laboratorio, ma riuscì a dare un'ultima spinta al suo jetpack, superando il portone e innalzandosi nei cieli prima di atterrare sulla sabbia. Gridando dalla rabbia battè i pugni a terra, riempiendo il terreno di crepe.

 

“ Non sarai invendicato, amico mio. Xenahort pagherà.”, disse infine rialzandosi e riattivando il jetpack per tornare alla sua nave. Eraqus e Paperone dovevano essere avvertiti il prima possibile.

 

*****

Lo shock sull'espressione dei ragazzi era palpabile, visibile attraverso gli occhi orripilati e le mascelle che sfioravano il pavimento di fronte alla terribile rivelazione che aveva stordito loro quanto lo stesso Fives.

 

“ Come.... come ha potuto?”, chiese infine un'indignata Angela, rivolgendosi ovviamente a Xenahort. Era cresciuta in una famiglia dove la lealtà era il valore più importante di tutti, indipendentemente dalla gerarchia in cui ci si trovi.

 

Grogu e gli altri ragazzi presenti non erano diversi. Avevano vissuto circondati da persone a cui davano la massima fiducia, sebbene il piccolo Mandaloriano avesse imparato più volte a essere guardingo.

 

“ Come ha potuto tradire la fiducia del suo clan e dell'intera galassia? E' quello che ci chiedemmo anche noi.”, sbuffò Paperone, che dopo tanti anni ancora non aveva trovato una risposta. Ventus annuì e affondò le unghie nei propri palmi in muta rabbia.

 

“ Ma che cos'è Kingdom Hearts insomma?- chiese Gaia esasperata- Non lo so neanch'io e ho fatto ricerche praticamente su tutto!”.

 

“ E' il fulcro di tutta la Forza- le rispose Ven, il tono serio come mai prima d'allora- Un singolo punto in cui fluisce tutta l'energia del creato, forse l'origine stessa della Via lattea o dell'intero universo. E' la bilancia tra il bene e il male, tra l'istinto e la logica.”.

 

“ Un singolo punto.... dove il potere che trilioni di creature viventi o anche di più nasce e ritorna?”, chiese stupito Sora, non riuscendo a credere che una tale potenza potesse essere trattenuta, seppur in continuo movimento, in un singolo luogo. Già sapeva di avventurieri che faticavano a trattenere l'energia necessaria per alcune abilità, lui stesso lo era stato fino a non molto tempo fa.

 

“ Devi pensare alla Forza come a una dimensione a sé stante, o un insieme di dimensioni, ognuna di esse formate dai pensieri e le emozioni di ogni creatura vivente. C'è la dimensione che incarna il Lato oscuro, quella che incarna il Lato chiaro e infine il mondo dei sogni. Ognuno di questi luoghi, assieme al mondo materiale in cui ci troviamo, possiede una serratura particolare. Chi riesce ad aprirle tutte può accedere a Kingdom Hearts.... ed è meglio ora non pensare a cosa succederebbe se qualcuno ci riuscisse.”.

 

“ Una simile leggenda da lady Freya avevo sentito. Su quattro antichi sigilli, a sigillare volti un potere al Big Bang paragonabile.”, sussurrò Grogu, temendo all'idea che un simile potere finisse nelle mani di un traditore.

 

Gli altri fecero per chiedere al giovane guerriero come conoscesse la Duchessa Freya, ma Ventus riportò l'attenzione sulla sua storia.

 

“ Comunque, la prima cosa che Five fece quando uscì da quella trappola mortale, fu andare ad avvertire il mio maestro, che a sua volta contattò all'istante il clan Disney. Il piano era di per sé semplice. Dire anche agli Eclipse cosa stesse succedendo, aiutati dalla registrazione, trovare Xenahort assieme ai suoi complici e ucciderlo prima che facesse altri danni, o gli dei non volessero concludere il suo piano. Ovviamente tutto andò storto.”.

 

“ In che modo?”, chiese Sora, stringendo le mani sulle ginocchia, notando la rabbia nel suo amico e futuro mentore. Potè intuire che si stavano avvicinando alla causa del suo coma.

 

“ In primis, Xenahort aveva preso precauzioni nel caso i suoi piani fossero stati scoperti. Diede quindi ai suoi accoliti l'ordine di uccidere quanti più Jedi rimasti e poi bloccò le comunicazioni private dell'intero clan, muovendosi dunque per uccidere personalmente Five. Inoltre, quando quest'ultimo disse a maestro Eraqus quanto successo, io non ero con lui. Mi trovavo in missione sulle Isole del destino.”.

 

*****

 

Al largo dell'arcipelago noto come Isole del Destino, prendeva forma l'ennesima terribile battaglia tra uomo e natura, rappresentati rispettivamente da un giovane Custode che volava frenetico su una tavola verde con decorazioni simili ad ali e un enorme serpente marino rosso con piccole zampe artigliate, che sputava aliti formati da nebbia gelida contro il suo rivale.

 

“ Tutto qui quello che sai fare, maledetto biscione? !”, rise Ventus, facendo una brusca frenata col suo veicolo, saltando per schivare di pochissimo l'ennesimo getto congelante e rispondere con un Thunder ben mirato. La battaglia proseguì per un altra ora, finché il leviatano che per giorni aveva terrorizzato le isole, crollò morto sulla superficie del mare.

 

“ Sei stata bravissima, Miriam.”, disse al suo spectrobe, un bellissimo uccello blu con linee gialle grandi circa il doppio di lui, che lo becchettò un po' per ricevere le meritate coccole. Fu sul punto di rievocare il Keyblade per prendere fare a pezzi il corpo della preda, quando vide una figura sulla carcassa.

 

Era ricoperto da capo a piedi con un'inquietante armatura rossa , che ricordava grosso modo dei muscoli insanguinati. L'elmo era una cupola interamente nera, così scusa che Ven si chiese come facesse a vedere.

 

“ I miei complimenti, Ventus.”, disse il ragazzo con voce roca. Il diretto interessato scoprì con sgomento che assomigliava alla sua stessa voce.

 

“ Chi sei?”, chiese circospetto, mentre Miriam allargava le ali, cercando di mostrarsi il più grande e minacciosa possibile. L'altro rimase impassibile.

 

“ Dipendentemente dal tuo punto di vista, tuo fratello... o tuo figlio. Mi chiamo Vanitas.”, disse il ragazzo mascherato, enfatizzando ulteriormente la sensazione negativa che Ventus avvertiva provenire da lui.

 

Era abituato alla presenza di Terra. Il suo amico in combattimento si affidava soprattutto al Lato oscuro, da cui prendeva i concetti di forza bruta e il potere delle tenebre per potenziare i suoi attacchi. Ma lui sapeva anche come calibrare la sua parte più selvaggia con disciplina e onore. Per certi versi Terra personificava i lati più nobili del Lato oscuro.

L'energia emanata da Vanitas era un alone di pura perfidia, quella che ci si aspettava da un sociopatico. Era come guardare il proprio esatto opposto, persino Miriam se n'era accorta e soffiava sospettosa, allargando le ali come a minacciare il presunto fratello del suo partner.

 

“ E cosa vuoi?”, domandò cauto il biondino.

 

“ Solo passare un po' di tempo in famiglia.”, affermò il guerriero oscuro, togliendosi l'elmo. Aveva un viso pallido e occhi neri a porcospino, con crudeli occhi color ambra. Evocò inoltre un Keyblade rosso nero dalla lama simile a un ingranaggio.

 

Ventus, per quanto veloce, fece appena in tempo a difendersi dal nuovo assalto, portanto con una micidiale violenza. Il paladino dovette muoversi al massimo dei riflessi per bloccare gli assalti di Vanitas, la cui lama avvolta dei più diversi elementi arrivò più volte vicina al suo collo.

 

“ Non hai detto che sei mio fratello? Perchè diavolo mi attacchi?”, domandò confuso il biondino, attivando il suo Cambio forma e facendo roteare la croce per difendersi dalla serie di assalti.

 

“ Che vuoi che ti dica, anche Caino e Abele erano fratelli.”, rise sguaiatamente Vanitas, intensificando la ferocità dei suoi colpi. Lo scontro durò quasi due ore, facendo ancora più danni di quello tra Ventus, Miriam e il serpente marino. Infine il misterioso spadaccino si sbarazzò dello Spectrobe con un colpo sleale. Mentre Ventus era distratto dalla perdita della fidata compagna, venne colpito alle spalle e lanciato via. Vanitas quindi se ne andò con un ghigno soddisfatto e la spada gocciolante di liquido vitale.

 

Ore dopo, quando il sole era già tramontato, Ventus galleggiava in una pozza del suo sangue. Guardava con occhi vacui il cielo stellato. Le sue orecchie erano piene col canto disperato di Miriam, la fedele compagna morente dispiaciuta per non averlo potuto proteggere.

 

“ N- non posso morire in questo modo. ”, soffocò lo sfortunato Custode, mettendosi una mano sul cuore, stringendo la stoffa insanguinata mentre andava alla deriva nelle acque di Atlantica.

 

' Cosa significa... morire?', gli chiese improvvisamente una voce, il cui tono era uno strano misto di matura e infantile. Pensando di stare già delirando e prossimo alla fine, Ven decise di rispondere, tanto era tutta un'allucinazione.

 

' Significa.... riunirsi alla Forza, diventare un tutt'uno con tutti coloro che sono venuti prima di te.'

 

' Non sembra così male.', osservò l'altra voce, il tono di chi stava lentamente scoprendo nuovi concetti, un bambino ai primi giorni di scuola.

 

' Già, se pensi di aver già dato tutto quello che avevi. Ma.... non voglio fare questa fine ora.... voglio combattere ancora assieme ai miei amici.'.

 

' Posso... essere anch'io tuo amico?', chiese la misteriosa voce, e stavolta Ventus la sentì meno eterea, molto più determinata.

 

' Certo.', disse con un malinconico sorriso, alzando la mano sporca di sangue verso le stelle, come a toccarle.

 

' Allora lascia che ti aiuti.', disse la misteriosa presenza, espandendo il suo potere nel danneggiato corpo del ragazzo.

 

Ventus tossicchiò mentre sentì il cuore scaldarsi, come gli stessero facendo un massaggio cardiaco a livello spirituale. Non capì cosa stesse succedendo, ma alla fine di quel bizzarro processo, seppur ancora in fin di vita, si sentì appena più energico. Abbastanza da alzare il Keyblade e lanciare un potente Firaga in cielo, nella speranza che qualcuno lo trovasse.

*****

 

“ Acqua e Terra riuscirono a raggiungermi e mi riportarono a casa mentre Fives e il maestro discutevano ancora sul da farsi. Definirlo oltraggiato sarebbe un eufemismo, quasi non fece a pezzi il castello quando scoprì il piano di Xenahort e cosa il suo allievo mi aveva fatto.”, spiegò quindi Ven, stringendosi ancora le unghie nei palmi. Chiaramente quella

 

“ Ven, scusa se ti interrompo, ma cos'era la voce che ti ha salvato? E chi è davvero Vanitas?”, lo interruppe Sora, ricevendo uno sguardo incredibilmente serio.

 

“ Eri tu la voce, Sora.”, rivelò con somma sorpresa del moro.

 

“ Come?”, esclamò questi, shockato dall'affermazione.

 

“ Sì, quando eri poco più che un bambino, in qualche modo hai esteso i tuoi sensi fino a toccare i miei e ti sei trasformato in un appoggio per il mio fisico malato, permettendomi di guarire negli ultimi anni.”.

 

“ Quindi è anche per questo che Vanitas mi assomiglia? Cioè, che io assomiglio a lui? Visto che è tuo.... fratello?”, chiese estremante confuso.

 

“ Anche la ragione per cui il tuo uso della Forza fino a qualche tempo fa è stato appena basico. Ti spiegherò a breve il legame tra noi tre. Partendo da quanto io stesso imparai prima di venire imbernato.”.

 

*****

 

“ Come sta?”, domandò Acqua, affondando le unghie nei palmi delle mani. Per un giorno le parti si erano cambiate, lei era quella nervosa e Terra il più calmo, almeno in apparenza. Non desiderava altro però che mettere le mani su Xenahort e sul pupazzo che aveva ridotto Ven in quello stato. Five osservava attentamente entrambi.

 

Eraqus, verso il quale la turchese con orecchie da gatto si era diretta a rotta di collo(1), era uscito dalla stanza medica del castello da loro usato come abitazione solo dopo lunghe ore, ognuna visibile sul suo viso, sul quale le sue cicatrici risaltavano più che mai.

 

“ Male, purtroppo. Quelle che ha ricevuto non sono il genere di ferite che si può curare semplicemente con qualche incantesimo. Il suo stesso Cuore è stato ferito assieme ai Midi-chlorian a un livello che è difficile immaginare. Se qualcuno o qualcosa non avesse unito il proprio cuore al suo sarebbe sicuramente morto prima che lo trovaste.”.

 

“ Unito i loro cuori? Parlate di una sorta di Unione dimensionale?”, chiese Terra, riferendosi a una pratica che permetteva a due utilizzatori della Forza di condividere temporaneamente e anche a grande distanza alcune abilità, sia attive che passive. Era tuttavia molto difficile da utilizzare, lo stesso Eraqus aveva stretto quel tipo di legame con una decina di persone nel corso di una vita intera e i suoi allievi rispettivamente solo tra sé stessi e altre due o tre amici.

 

“ Qualcosa di molto più complesso. Prometto vi spiegherò tutto, ma il tempo è poco e la situazione estremamente grave. Intanto dovete recarvi dal clan Disney, il tempo è poco e Paperone è uno dei pochi che può aiutarci. Io penserò a mettere Ventus in un criosonno per qualche tempo.”, ordinò il Custode agli allievi col tono più gentile che avesse, sebbene colmo della sua impotenza.

 

Nonostante le proteste dei tre avventurieri, alla fine partirono come ordinato, ed Eraqus tornò dall'ultimo dei suoi allievi.

 

“ Ventus, c'è solo una cosa che posso fare per salvarti- disse impotente l'anziano maestro- Un sonno ristoratore. Il tuo corpo dormirà per i prossimi ,mesi, utilizzando ogni energia a sua disposizione per guarirti. Dopodichè io o i ragazzi ti sveglieremo. Nessun altro potrà disturbarti o metterti in pericolo.”.
 

Ven vi riflettè attentamente, mordendosi il labbro e tentando di muovere le male assestate articolazioni, sebbene non facessero male tanto quanto la sua ultima sconfitta.

 

“ Miriam sta bene?”, chiese, volendo essere almeno certo che la sua fidata partner fosse al sicuro. Eraqus annuì, ricordando il giorno in cui l'uovo dello Spectrobe si era schiuso tra le mani dell'allievo.

 

“ Sì, l'ho mandata alla riserva. Se vuoi mandarle un messaggio posso pensarci io.”.

 

“ Va bene, le dirò di attendermi. Ma prima... sa dirmi chi o cosa mi ha salvato?”, ansimò Ventus, ovviamente triste di doversi separare da tutto e tutti coloro che conosceva. Eraqus chiuse gli occhi pensoso e prese uno dei suoi vecchi libri riguardante la precedente era della galassia. Aprendolo, mostrò all'allievo immagini di lotte tra Jedi e Mandaloriani. Tra tutte, spiccavano le figure di un guerriero avvolto da molti Keyblade e un'altro, le cui spade furono facilmente conosciute dallo sventurato Jedi, le stesse brandite da Anakin.

 

“ Si narra che, quando la galassia ha bisogno di compiere un largo balzo evolutivo, Kingdom Hearts scelga due Custodi del Keyblade. Uno rappresenta il destino e possiede la totale padronanza di luce e oscurità. L'altro simbolizza il libero arbitrio e l'unità tra tutti gli abitanti della galassia, possedendo il potere di collegare letteralmente i cuori. Cosa che si traduce anche nel potere di evocare svariati Keyblade. Gli ultimi due prescelti furono coloro che portarono alla fine della Repubblica, Darth Revan e Darth Malek. Credo tu sia stato toccato dal successore del secondo, che però ora come ora sarà solo un bambino. Forse addirittura un neonato.”, spiegò malinconico il Samurai, chiudendo il libro.

 

“ Che mi succederà se non tornerete?”, dovette chiedere Ventus, costringendosi a pensare alla peggiore alternativa.

 

“ Ti risveglierai in automatico quando il tuo salvatore evocherà per la prima volta il suo Keyblade- disse grave il maestro, perdendo una lacrima- ti vogliamo bene, Ventus. Non dimenticarlo mai.”, concluse prima di prendere l'allievo in braccio e portarlo in una stanza sicura, pregando tutti gli Esper che il piano andasse come doveva.

 

*****

Sora aveva ricevuto una paralisi facciale. Per quasi due minuti la sua bocca restò bloccata in un'espressione quasi ebete. Grogu dovette dargli un colpo col piatto dell'ascia per rimetterlo in sesto.

 

“ Dunque io sarei, per così dire, il successore di Darth Malal? E Vader quello di Revan?”.

 

“ Sostanzialmente. Tu rappresenti il libero arbitrio e l'unità tra le innumerevoli vite nella galassia, lui il potere del fato e l'unione dei due lati della Forza- chiarì Ventus- e in un modo o nell'altro, aiuterete la galassia a entrare nella sua prossima fase di sviluppo. All'epoca dei due Sith sovramenzionati, si pensava ancora che i due lati della Forza corrispondessero a bene e male, e c'erano molti meno avventurieri. C'era bisogno di sbloccare la situazione in qualche modo, anche se distruggere la Repubblica è stato forse un modo un po' esagerato per farlo.”.

 

“ Ed è per questo che posso usare tanti Keyblade.”, concluse Sora, ancora scioccato dall'idea di essere legato al più potente Sith mai esistito.

 

“ Non esattamente. Tu non usi tanti Keyblade diversi, ma quelli delle persone a cui sei legato. Prova a evocare quello che ti è apparso durante il torneo.”.

 

Sora evocò il suo Keyblade in stile greco, analizzandola con più attenzione di prima fin nel più piccolo dettaglio.

 

“ Ora riesco ad accorgermene meglio. L'energia emanata da quest'arma non è tutta mia.”, capì infine, avvertendo parte del potere di Ercole mescolarsi al suo. Quasi potè sentire alcuni dei pensieri del grande Gladiatore.

 

“ Esatto. Nei mesi passati al colosseo hai stretto un forte legame con Ercole, cristallizzato in questo Keyblade, che come tutti gli altri non è una mera arma, ma un pezzetto del cuore di una persona. Se Ercole fosse un Custode, la sua arma sarebbe probabilmente identica. Ed è lo stesso motivo per cui puoi usare una replica del mio.”.

 

“ Quindi più persone incontrerò, più Keyblade sarò capace di usare?”, concluse il ragionamento Sora, pensando alla possibilità di evocare migliaia di Keyblade da sparare in un istante. Ventus annuì.

 

“ Sì, ma è una questione di legami, di stringere con loro una vera connessione. Di accedere al loro cuore, il fulcro dei Midi chlorian.”.

 

“ E... Miriam? L'hai ritrovata?”, domandò Qua, che come gli altri aveva avvertito il profondo affetto che Ventus provava per la sua partner.

 

“ Sì... si era fatta un paio di pulcini, era col suo stormo. Non ce l'ho fatta a farmi vedere. Forse la cercherò di nuovo quando sarà tutto finito.”, confessò trattenendo le lacrime.

 

“ Che successe dopo?”, domandò Max, scuotendo un po' il nuovo amico dal suo malinconico torpore.

 

“ Mentre maestro Eraqus e Fives contattavano Paperone per spiegargli quanto successo, Anakin era già partito assieme a Padmè per una piccola richiesta. Obi- Wan invece ricevette una visione, e assieme a Windu e Jar Jar ne cercò la fonte su un pianeta paludoso di cui non ricordo il nome. Fu da qui che le cose cominciarono a prendere la peggior piega possibile.”.

 

*****

 

L'ultima missione di Anakin e Padmè consisteva nell'esplorazione di un antico tempio, contenente artefatti che avrebbero dovuto portare a un villaggio vicino.

 

Purtroppo durante l'esplorazione i due coniugi erano stati divisi da alcune trappole, lasciandoli soli a girovagare nell'enorme struttura.

 

Padmè, illuminandosi la via con un piccolo Fire, aveva già trovato l'idolo che stavano cercando e ora tentava di riunirsi ad Anakin. Improvvisamente un muro dietro di lei si spaccò con un'esplosione, costringendola a mettersi in guardia.

 

Con suo sollievo, il responsabile era Five, che però era nervoso come non mai. Il suo viso color ocra era madido di sudore e le mani tentennavano come non gli era mai successo neanche dopo la peggiore battaglia.

 

“ Fives, che diavolo succede?”, disse lei, avvicinandosi con cautela al compagno.

 

“ Padmè, per fortuna ti ho trovato. Chiama subito Anakin, dobbiamo lasciare subito questo pianeta.”, disse lui, trattenendosi appena dal gridare. Lei fu tentata di lanciargli contro qualche incantesimo temporale.

 

“ Fives, te lo chiedo di nuovo, che succede?”, disse invece, mantenendo un tono più fermo e autoritario possibile, ma anche dolce, come aveva imparato coi figli.

 

Il Mandaloriano spiegò tutto in fretta e furia. Ad altri il discorso sarebbe sembrato confuso, quasi malato, ma Padmè era abituata a leggere nelle altre persone e sapeva che per quanto nervoso, l'amico era nel pieno possesso delle sue facoltà. A fine spiegazione, quando era praticamente a corto di fiato, Padmè gli mise le mani sul viso per calmarlo, promettendogli che una volta trovato Anakin e avvertiti tutti, ogni cosa si sarebbe sistemata.

 

Facendo per riprendere la ricerca del suddetto, i due vennero però bloccati da una figura alla fine del corridoio. Un possente Bangaa, vestito con una tunica marrone scuro e armato con un Keyblade simile a uno spadone.

 

“ Obi- Wan?”, chiese incerto Fives, disperatamente bisognoso di vedere un altro volto amico. Padmè però seppe che non era il familiare maestro, il potere che emanava era qualcosa di ben più sinistro e potente.

 

“ No.... Xenahort, sei tu, vero?”, disse lei, mettendosi già in posizione di guardia.

 

Lo Skrull riassunse il suo solito aspetto, quello di un'umanoide un po' ingobbito dalle orecchie a punta. Ma il suo sorriso non era quello familiare e rassicurante conosciuto ai membri del clan che aveva fondato, e i suoi occhi ambrati scintillavano perfidi nel buio del tempio.

 

“ Indovinato, Fives. Mi complimento per essere sfuggito ai droidi, ma dovevo aspettarmelo da te. Sei sempre stato molto arguto e rapido.”.

 

“ Anakin, vieni...”, chiamò Padmè premendo il suo Cosmolink, ma non ricevette risposta.

 

“ Spiecente, miss Amidala, ho interrotto tutte le comunicazione private del clan. Riprenderanno solo in caso di emergenza e su mio ordine.”, ridacchiò Xenahort, il tono beffardo tagliente come una lama, scontrandosi con tutta la fibbra morale dell'ex regina.

 

“ Bastardo di un Sith. Qualcuno si accorgerà di cosa sta succedendo e ti fermerà.”, gli ringhiò contro Fives, materializzando due spade, animato da una furia senza pari.

 

“ Nel frattempo avrò già inscenato la mia morte e i miei complici si staranno organizzando per eliminare i 'lealisti'. Mentre voi sarete state uccisi da Obi- Wan, responsabile della rivolta contro di me- ghignò Xenahort, riprendendo l'aspetto dell'appena nominato Jedi e materializzando un Keyblade identico al suo, cosa che sorprese ulteriormente i due Eclipse – e comunque non sono un Sith. Mi ritengo ben al di sopra delle semplici definizioni di Sith e Jedi.”.

 

I due avventurieri combatterono tenacemente conro il rivale, utilizzando ogni trucco a loro disposizione. Gli incantesimi di Padmè si scontrarono quelli di Xenahort in devastanti contrasti, e Five arrivò più volte a pugnalarlo alle spalle.

 

Ma alla fine vennero comunque sconfitti dal traditore. Questi, forte della sua esperienza e dei suoi trucchi, tagliò le braccia del Mandaloriano e mise infine Padmè alle strette, trapassandola al petto col suo nero Keyblade, annullando persino il suo ultimo tentativo di portarlo con lui in un'enorme esplosione.

 

“ Anakin ti fermerà, come ha fatto con Cornelius....”, furono le sue ultime parole, ricevendo in risposta un'ultima risata sadica.

 

Il folle capoclan se ne andò, gongolante per aver compiuto anche quel piccolo e necessario passo del suo intricato piano, lasciando i due avversari per morti dopo aver modificato la scatola nera di Five per eliminare il dialogo pre scontro e far sembrare che fosse proprio Obi- Wan il responsabile.

 

Un angosciato Anakin arrivò pochi minuti dopo aver finalmente trovato, aiutato da R2 e anche dai suoni dello scontro, la strada per ritrovare Padmè. Vedere l'amata moglie e un caro amico ridotti in quel modo orribile fu probabilmente il più grande shock della sua vita.

 

“ PADME'!”, esclamò sconvolto, correndo dalla Saggia moribonda e prendendola tra le braccia.

 

“ Non perdere tempo... Xenahort.... Obi- Wan...”, ripetè Padmè, cercando con somma difficoltà di formare una frase coerente.

 

“ Energiga, Raise, Energiga...”, disse disperato, focalizzando tutta l'energia curativa che poteva evocare nel corpo della moglie, illuminando a giorno la radura.

 

 

“ O.... Obi- Wan.... non....”, tossicchiò un'ultima volta Padmè prima di spirare, l'ultimo pensiero rivolto ai figli che non avrebbe visto crescere.

 

Anakin si alzò, ancora in preda al puro shock. Per quanto già abituato alla perdita dei compagni, perdere qualcuno di talmente vicino era un trauma per cui neanche lui era preparato. E per di più la ferita, era senza alcun dubbio quella lasciata da un Keyblade, era troppo familiare. Non riuscendo a trattenere la rabbia, gridò a squarciagola, dando pieno sfogo al potere dei suoi Midi chlorian.

 

L'intero tempio crollò, millenni di storia demoliti dal dolore di un giovane uomo. Quando i nativi che avevano richiesto il recupero dell'artefatto da lui trovato raggiunsero l'ormai sparita struttura, lo trovarono mentre se ne andava, portando sulle spalle i corpi dei due compagni.

 

Lanciò loro la reliquia, una lunga lancia decorata di rune, per poi essere sommerso dalle domande su cosa sia successo e se abbia bisogno di cure.

 

“ Obi- Wan, dovrai spiegarmi molte cose...”, disse cupo, una sfumatura dorata che si formava nei suoi occhi

 

******

Un silenzio di tomba cadde sulla collina Ammazzamotori. Quella che era cominciata come un'epica storia si era trasformata in un dramma basato sul tradimento di tutti i valori in cui credevano. Il racconto della morte di Padmè, tutt'ora un mistero per buona parte della galassia, aveva scosso nel profondo gli ascoltatori di quel racconto.

 

“ L'ha.... l'ha fatto davvero?”, balbettò Sora, non riuscendo neanche a immaginare cosa avesse potuto provare Anakin mentre la vita della donna che amava gli scivolava tra le dita. Persino l'impassibile Grogu sotto l'elmo aveva un'espressione allibita e indignata.

 

“ Diamine, conosco Luke e Leia da anni- si lamentò Max- avessi immaginato che hanno perso la madre così....”.

 

Qui, Quo e Qua pensavano chiaramente a Della e a tutte le storie che avevano sentito su di lei dagli zii.

 

“ Scusatemi se non vi abbiamo mai parlato prima di tutto questo- disse triste Paperone, abbassando il capo- Ma abbiamo giurato di tenere tutto segreto fino al momento giusto, e a breve vi spiegheremo i motivi.”.

 

“ Preparatevi, ora arriva la parte peggiore.”, affermò cupo Ventus.
                                                                                                            *****
(1) Scordato di dirlo, questa versione di Aqua appartiene alla razza Miqo'te, da FF 14. Perchè... beh, catgirl.

                                                                                                             *****
Salve a tutti, mi auguro abbiate trascorso buona pasqua, io spero di non essermi  fatto attendere troppo. Questo è un periodo un pò strano per la scrittura, ma 'tradurre' la lore delle due serie in questo AU, almeno personalmente, continua a essere un vero spasso e farò in modo gli ultimi due capitoli del flashback siano scritti con più fluidità. A presto.

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Capitolo 17
*** Ritratto dell'eroe da giovane: parte quinta ***


 

Era periodo di reclutamento per gli Eclipse. Gli alti ufficiali del clan al momento libero stavano testando i novellini intenti a farsi un nome, tenendo i loro esami su una stazione spaziale per evitare di danneggiare la loro base . Alcuni erano dei partecipanti presuntuosi che pensavano già di essere i meglio del meglio, ma capitava di trovare delle utili gemme che avrebbero aiutato a migliorare la già sfavillante reputazione del clan.

 

Abigail Tritamarmo era la più severa dei controllori. La donna aveva un esoscheletro color ocra scuro e un viso crestato con un'espressione severa, mentre la metà inferiore del corpo rassomigliava quella di un millepiedi. Indossava una giacca da ufficio molto elegante, che ne enfatizzava l'aspetto imponente, e da due aperture nell'abito uscivano due larghe ali. Stava squadrando da capo a piedi i centodieci centimetri di cui era composta Grace Granville, giovane ingegnera nanica di colore, che smaniava dalla voglia di entrare nel clan Eclipse.

 

“ Miss Granville, le sue credenziali sono ottime, e so che l'istituto di San Fransokyo non elargisce elogi a caso. Ma dovrò comunque avere una prova pratica delle sue capacità.”, stabilì diretta l'esaminatrice. L'altra sedeva a penzoloni sulla propria sedia, tenendosi  stretta la corta gonna grigia.

 

“ Sono pronta.”, rispose la giovane nana, con l'espressione determinata di chi era intenzionata a farsi strada nella galassia a ogni costo, specie dopo aver perso quasi tutto durante la guerra. Abigail le indicò dunque un robot verde con trivelle incorporate negli arti, abbandonato in un angolo della stanza. Non sembrava in condizioni molto buone.

 

“ Quest'unità di escavazione si è rotta alcuni giorni fa in una miniera di cristally kyber, a causa di un'esplosione di metano. Voglio che la rimetta in sesto e aggiunga almeno altri tre meccanismi, se possibile di più. Ha due ore di tempo, in quello scrigno troverà i componenti necessari.", concluse l'aliena indicando un baule a poca distanza dal mecha

 

Grace non perse tempo e si mise ad analizzare il robot, aiutata dalla Forza nel penetrare col semplice tatto ogni meccanismo in modo da percepire anche il più piccolo circuito danneggiato e scomposto. Aprì dunque il baule e sotto lo sguardo di Abigail prese a lavorare a lungo. Stava quasi per finire, quando la porta venne aperta e poi sbattuta da due individui.

 

“ Grandi Esper, lì fuori c'è l'inferno.”, disse ansante uno di loro, un Mandaloriano dall'armatura bianca con decorazioni blu. Il suo compagno era un umanoide dalla pelle azzurra e lunghi capelli neri, vestito con abiti in pelle.

 

“ Rex, Thrawn, cosa ci fate qui?”, domandò Abigail, non poco stupita dallo status dei compagni. Non capitava di rado che durante il reclutamento capitasse qualche rissa, causata da litigi tra aspiranti Eclipse o per altre sciocchezze, ma Rex tra tutti riusciva a risolverli senza particolari problemi. La risposta la mandò in completa confusione.

 

“ C'è stato un attacco, molte delle presunte reclute hanno cominciato ad attaccare a caso, e altri membri del clan si sono alleati con loro. E' un disastro.”, spiegò Thrawn stringendo i denti. Cominciò a fare una lista di nomi, sorprendendo nel peggiore dei modi le due avventuriere oltre ogni . La maggior parte erano amici, idoli, in un paio di casi persino ex amanti.

 

“ Oh, santi dei, aiutateci....”, non potè che mormorare Abigail, le mani che tremavano nervosamente al pensiero del suo amato clan venire tagliato in due, distruggendo tutto ciò per cui avevano lavorato. Grace non era meno sconvolta, non osando neanche immaginare cosa stesse succedendo nei corridoi della stazione.
 

“ E non è tutto. C'è anche Cad Bane, sta guidando lui l'attacco. ”, rivelò Rex, con un tono che gelò l'aria e paralizzò le due donne.

 

“ … Merda.”, potè solo commentare Grace, che aveva visto in azione una volta il terribile cacciatore di taglie all'inizio della guerra, al servizio dei Diafani. In quell'occasione era stata l'unica sopravvissuta di ben due squadre di avventurieri esperti e pronti, lasciandole un PTSD durato più di due anni e che stava ora provando a riemergere.

 

“ Ma chi può aver messo in atto una simile rivolta? Una cosa del genere richiederebbe per lo meno anni di pianificazione e contatti d'ogni tipo, sia dentro che fuori dal clan.”, chiese Abigail, stringendo gli artigli per l'indicibile rabbia che provava ora. Thrawn abbassò il capo.

 

“ Abbiamo ricevuto una comunicazione del maestro Xenahort. Parlava... di Obi- Wan. Stando al maestro, voleva prenderne il posto e avrebbe messo un virus nella nostra rete per impedirci di comunicare. Poco fa ci siamo separati da Tarkin, sperava di rimettere in funzione i sistemi.”, rivelò cupo.

 

 

“ No, non lui, non Obi- Wan!- esclamò Abigail, impallidita- Quante volte ci ha salvato la vita?!”.

 

Nè Rex né Thrawn riuscirono a risponderle, troppo presi dal loro personale shock da processare. Dopo alcuni secondi, un bip interruppe il loro rimuginare.

 

“ Mi sentite? Vi prego, qualcuno risponda.”, pregò la voce Tarkin attraverso i loro Cosmolink. Il funzionario, non più esattamente nel fiore degli anni, era chiaramente stanco e provato dai funesti eventi di quella giornata, ma la sua rabbia non era inferiore a quella dei suoi compagni, né il desiderio di farsi valere anche se fosse stata l'ultima volta.

 

“ Tarkin, sei al sicuro?”, rispose Rex, lieto di sentire il vecchio collaboratore, che negli ultimi anni aveva praticamente gestito da solo tutta la logistica e gli altri lati più burocratici del clan.

 

“ Per ora sono ben barricato, dovessero provare a entrare ho in serbo delle brutte sorprese. Voi siete in uno dei laboratori, giusto?”, chiese lui sollevato, controllando le posizioni degli altri sulla mappa. Tra le prime cose che aveva fatto una volta ristabilito i contatti, aveva cominciato a segnare ogni traditore del clan appena svelato, mandandone le identità a chi era rimasto leale e segnandoli sulla piantina olografica di fronte a lui.

 

“ Sì, chi altro resiste?”.

 

“ La sala mensa è occupata da una delle nuove reclute, un Seeq di nome Shan Yu, che resiste assieme a qualche squadra. Gregor è con lui. Quasi tutti i Custodi però sono morti, anche quelli fuori in missione, e Cad Bane occupa il resto della stazione, con Pong Krell come secondo in comando.”, spiegò l'anziano funzionario.

 

Rex emise un sospiro di sollievo nel sentire che il fratello era al sicuro, ma la situazione era ancora nello spazio profondo. Anche la notizia che Pong Krell fosse uno dei traditori. Sebbene non il più forte dei loro guerrieri, né la persona più piacevole da avere in giro, il suo voltagabbana era una pessima notizia.

 

Se la Forza fosse stata d'accordo, sarebbe stato lui stesso a piantargli un proiettile in quella fronte squamosa. Non prima però di averlo umiliato nel peggior modo possibile.

 

“ Dannazione, cosa facciamo? Qui siamo dei topi in trappola ”, chiese Abigail in preda alla rabbia. Era la prima volta che qualcuno l'avesse sentita imprecare, ulteriore prova di quanto la situazione fosse disperata. Nè lei né i compagni erano comunque tipi da perdersi d'animo.

 

 

 

“ Tarkin, dammi gli esatti numeri dei nostri uomini e la loro posizione.”, ordinò Thrawn, sui suoi occhi la stessa fiamma che alimentava il suo acume strategico. Materializzò dunque una mappa che rappresentava le forze in campo e si mise la mano sul mento, cominciando a pensare a un possibile piano.

 

“ Signorina, può potenziare ulteriormente quel robot?”, domandò domandò dopo qualche minuto a Grace.

 

“ Subito.”, disse la nana, riprendendo i suoi strumenti e qualsiasi componente su cui potesse mettere le mani. Per diversi minuti il gruppetto lavorò, mettendo insieme quanti armi avessero, ragionando ulteriormente sulla loro strategia e pregando qualsiasi Eidolon a loro conosciuto perchè aiutassero il loro sfortunato clan.

 

Alla fine, preparati per come potevano esserlo, i quattro si misero davanti alla porta con le armi im pugno o seduti su un robot da combattimento, riadattato nell'occasione.

 

“ Avanti, mostriamo a tutti che cosa possono fare i veri membri degli Eclipse!”, esclamò Rex, sfondando la porta con un calcio e preparandosi alla sfida.

******

 

“ Con molta difficoltà, il gruppo di Rex riuscì a sgominare le truppe di Cad Bane, eliminato poi una volta per tutte da Shan- Yu. Obi- Wan, Windu e Jar Jar intanto, guidati da una visione avuta in comporanea in un sogno, si erano recati sul pianeta Dagobah- raccontò Ventus, con un'ombra sopra gli occhi azzurri, mentre i ragazzi lo ascoltavano rapiti- Lì incontrarono nientedimeno che il fantasma di Qui- Gon, che li mise in guardia su quanto stava succedendo. Cercarono di tornare subito alla base del clan, ma ebbero un imprevisto lungo la via.”.

 

********

L'astronave di Obi- Wan, il Fulmine di Bahamut, sfrecciava a velocità iperluce attraverso lo spazio aperto. Ognuno dei tre occupanti era perso nei propri pensieri, rivolti al tradimento subito.

 

“ Non riesco a credere che Xenahort, tra tutti, sia il traditore. Dannato cazzone, mi sono fidato di lui per più di quindici anni!”, si lamentò Windu, prime parole a essere pronunciate in più di un'ora.

 

“ La parte peggiore del tradimento è che non viene mai dai nemici, Windu.”, osservò malinconico il pilota, cominciando le pratiche per uscire dall'iperspazio

 

“ Chi ci guiderà ora?”, chiese Jar Jar, intendo a giocare distrattamente coi suoi strumenti di scena per distrarsi, le sue orecchie afflosciate malinconicamente sulle spalle. Non si sentiva così perso da anni, se Luke e Leia avessero visto così il loro sempre allegro zio, difficilmente l'avrebbero riconosciuto.

 

“ Beh, faremo delle elezioni. Scometto che a essere eletti saranno Padmè, Anakin o il nostro Obi-Wan.”, gli rispose Windu con un tono appena più allegro, ben sapendo che i tre erano stati i veri pilastri del clan negli ultimi anni.


“ Urgh, casomai venissi eletto, lascerei senza dubbio il mio posto a Padmè. O ad Anakin, fossi certo avesse la maturità, non sono al momento nello stato di dirigere alcunchè. Finita questa questione, penso trascorrerò almeno un paio di mesi a Mandalore con Satine- affermò il Cavaliere delle rune, premendo alcuni pulsanti sulla console e pensando alla dolce Duchessa, la cui sola visione era sempre capace di rassenerarlo - Mettete le cinture intanto, disattivo l'iperluce.”.

 

Improvvisamente un forte urto scosse la navetta, venendo seguito di una serie di altri duri colpi che quasi sbilanciarono la guida di Obi- Wan, ricevendo ulteriori colpi.

 

“ Che succede?”, chiese spaventato Jar Jar dopo aver sbattuto in un angolo. Il pilota fece una brusca manovra e si trovò di fronte l'origine dei colpi. Un vasto sciame di asteroidi apparso all'improvviso, ognuno grande a sufficienza da distruggere una città in caso di impatto. Anche l'adamantio di cui era composta la nave non avrebbe potuto resistere a lungo.

 

“ E' una pioggia di meteore. Non possiamo passarci in mezzo con la nave. Dirigetevi alle capsule.”, disse Obi- Wan, mettendo l'energia rimanente negli scudi per dar loro il tempo di entrare nelle capsule di salvataggio. Proprio poco prima che entrassero, partì una comunicazione dalla linea privata del clan.

 

“ Attenzione, Obi- Wan ci ha traditi- disse la voce di Xenahort- ha convinto alcuni dei nostri a seguirlo nel suo colpo di mano per diventare capo clan, e ha assoldato anche molti dei nostri vecchi nemici. Tremo al pensiero di quale possa essere il suo piano ultimo.”.

 

“ Come...?”, chiese Obi- Wan, confuso e indignato dall'improvvisa mossa del folle capoclan.

 

“ E' il capoclan. Vuole davvero addossarti tutto?”, disse stordito Jar Jar, prima di assumere un'espressione di completo sdegno e rabbia che nessuno gli aveva mai visto prima.

 

“ Tra le sue vittime ci sono stati i cari Fives e Padmè- rivelò il Kree, con tono rammaricato- Le comunicazioni private del clan per il momento sono chiuse a casa di un virus nei sistemi, state attenti di chi vi fidate. Buona fortuna a tutti voi, casomai dovessi cadere anch'io in questa terribile lotta interna, lascio il ruolo di capoclan ad Anakin Skywalker.”.

 

I tre avventurieri strinsero i pugni, ignari per un lungo momento anche ai continui colpi sull'astronave. Obi- Wan sembrava essere sull'orlo di una crisi di nervi. Non solo era stato tradito come tutti i suoi compagni che non fossero già complici del perfido Kree, ma ora era anche diventato il suo capro espiatorio, non contando che comunque andasse tutto il peso di quella situazione orribile sarebbe finito su Anakin.

 

Inclusa la perdita della donna che amava.

 

“ BRUTTO PEZZO DI MERDA!”, esclamò Windu dando un fortissimo pugno alla console.

 

“ Trattieni la rabbia per quando saremo faccia a faccia- disse il Jedi, ponendogli una mano artigliata sulle spalle, - vi auguro buona fortuna, ragazzi. Potremmo non rivederci per molto tempo.”.

 

I tre avventurieri entrarono nelle capsule, settando le coordinate della base del clan e sperando in meglio, prima di partire in piccoli sprazzi di luce cerulea. Purtroppo l'intricata tempesta di meteore in cui si erano impigliati, pur non distruggendo i bozzoli, riuscì a deviare la traiettoria di Obi- Wan e Jar Jar in direzioni completamente diverse. Oltre a rendere l'impatto ben più pesante di quanto sarebbe dovuto essere.

 

La capsula del Baanga si abbattè infatti alcune ore dopo sul terreno di un desolato pianeta con un enorme boato e un nuvolone di polvere alto svariati metri. Obi- Wan rotolò fuori dalla distrutta capsula di salvataggio, affondando le unghie in un terreno sabbioso e tentando di tirarsi su, ancora intontito dal criosonno durato alcuni giorni. L'oblio fu prossimo a prenderlo di nuovo, quando sentì rumore di passi.

 

“ Obi- Wan, Obi- Wan!”, disse una voce familiare, e il Custode si sentì preso da due coppie di braccia, i piedi sollevati da terra e la vista si dipanò lentamente, permettendogli di riconoscere una familiare fattoria.

 

“ Shmi....?”, disse lui, riconoscendo la madre di Anakin e il marito di lei, intenti a trascinarlo verso la loro abiti .

 

“ Vieni, ti portiamo al sicuro.”.

 

*****

 

Anakin era tornato in fretta e furia alla base degli Eclipse su Malik, realizzata come buona parte dell'organizzazione nello stile dell'antico ordine Jedi ,intendendo scoprire quanto di vero ci fosse in quanto trovato nella registrazione di Fives e nel messaggio di Xenahort. Quando arrivò però, la situazione era già persino più incasinata di quanto si aspettasse. Migliaia di corpi, martoriati da ogni genere di ferite, erano sparsi per la struttura.

 

Preoccupato più che mai, il guerriero risalì la torre del clan. Più si avvicinava alla cima, più sentiva dei rumori di combattimento e riconobbe infine le voci di Mace e Xenahort. Il primo stava decisamente insultando con ferocia il capoclan, con parole ben più letali di qualsiasi colpo di spada.

 

Questo era strano, per ribelle e volgare che sapesse essere, Windu non aveva mai mancato di rispetto al loro fondatore. Eppure li trovò a darsi battaglia con una brutalità che anche durante la guerra aveva visto di rado.

 

Entrambi erano visibilmente feriti, i Keyblade in mano mentre l'ufficio dello Skrull era ridotto in uno stato pietoso.

 

“ Figlio di puttana, questa è la tua fine!”, disse empio Windu, preparandosi ad affondare il Keyblade sul cranio del suo ormai ex capoclan, finito in ginocchio dopo l'ennesismo attacco. Il folle traditore aveva fatto ampio uso della sua nuova abilità di evocare multipli Keyblade, già mostrata agli sfortunati Padmè e Fives. Ma il potere di Windu era stato centuplicato dalla sua furia, addentrandosi a fondo nella pura potenza del Lato oscuro fino ad aver dimenticato ogni considerazione per la propria incolumità o per chiunque gli si parasse davanti. Approfittando di un'apertura nella formazione avversaria, era riuscito dopo innumerevoli assalti a ferirlo gravemente a un fianco.

 

Ora lo spadaccino avanzava imperioso, la pelle nera coperta di sudore e l'unico occhio rimasto infuso di potere. Le mani erano avvolte da enormi artigli blu, il Cambio forma del suo Keyblade. Paragonato a lui Xenahort, il grande voltagabbana, sembrava indifeso, praticamente patetico.

 

Anakin non esitò due volte prima di lanciarsi su quello da lui percepito come un assalitore ingiustificato, che si difese appena in tempo, bloccando il doppio fendente dello sfortunato Custode.

 

“ Anakin, non....”, cominciò Windu, trattenendo appena la presa del proprio Keyblade contro la potenza di Anakin, che dallo sguardo era chiaro non avrebbe accettato alcuna spiegazione. Lo spinse indietro e avvoltosi con una potente aura luminosa proveniente da Lontano Ricordo, si mosse a una velocità impressionante dietro di lui.

 

“ Zanzetsuken...”, mormorò gelido, prima che un largo fiotto di sangue eruttasse dal fianco di Windu. Questi cadde a terra senza respiro, portandosi una mano alla ferita mentre la vita lo abbandonava.

 

' Qui- Gon, Plo- Koon, e tutti voi che non ho potuto vendicare. Perdonate il mio fallimento....', fu il suo ultimo pensiero, un'enorme delusione verso sé stesso a sostituire la rabbia di poco prima, mentre Anakin si dirigeva da Xenahort nel tentativo di aiutarlo.

 

“ Maestro Xenahort, venite, vi porterò al sicuro e vi rimetteremo in sesto.”, chiese il preoccupato spadaccino, avvolgendo il Kree con una spalla e facendolo sedere. L'altro ansimo, toccandosi gli abiti insanguinati.

 

“ Anakin, credo sia arrivata la mia ora- affannò con quel poco fiato che gli rimaneva- Obi- Wan è stato travolto dalla sete di potere, e tu sei l'unico rimasto capace di fermarlo.”

 

“ Ma perchè ha fatto tutto questo? Non può essere semplice ambizione!”, non potè che domandare Anakin con tono rotto, incapace di comprendere che chi lo aveva addestrato potesse spingersi a tanto per una sete di potere di cui non aveva mai visto il minimo segnale.

 

“ Non lo so, ma.... ha detto che tra i suoi obbiettivi ci sono anche tua madre e tuo fratello Owen. Vorrà usarli per ricattarti- rivelò infine Xenahort, sempre più pallido- Anakin, sei l'unico di cui posso fidarmi. Ti nomino nuovo capoclan. Fa ciò che devi e risana gli Eclispse.”, disse prima di chiudere gli occhi.

 

“ Non vi deluderò. Porrò fine ai suoi piani.”, disse Anakin, mettendolo sul pavimento e incrociandogli le mani sul petto . Datogli l'ultimo saluto prima di trasformare i suoi Keyblade in uno sguscio lievemente modificato per un viaggio interstellare e partire a tutta velocità per Tatooine.

 

“ Ottima recita, mio signore.”, si complimentò un uomo incappucciato, entrando e usando un Energiga sul Kree, che si rialzò con un grugnito di dolore. Sebbene non fosse neanche lontanamente vicino alla morte quanto avesse fatto credere ad Anakin, non c'era dubbio che Windu l'avesse ridotto in condizioni alquanto gravi. Se la sua pedina favorita avesse tardato solo qualche altro secondo, anni di pianificazione sarebbero andati in fumo.

 

“ Questione di pratica, mio allievo. Ora sbrighiamoci, Eraqus e compagni non ci metteranno molto ad arrivare.”, concluse dunque quest'ultimo, premendo un pulsante sul Cosmolink per aprire un passaggio segreto.

 

*****

 

“ Quindi Xenahort aveva anche altri complici. Chi erano?”, domandò Quo, sorpreso dall'improvvisa comparsa dell'incappucciato.

 

“ Tutt' oggi non ne abbiamo idea. Erano anche loro dei Custodi, nascosti al resto del clan. Ed erano incredibilmente forti. Credo che avessero qualcosa a che fare con Vanitas.”, gli rispose Paperone, ricordando bene che la presenza di quei micidiali guerrieri era stata una sorpresa molto brutta.

 

“ Aveva pianificato tutto con estrema cura, al punto che siamo riusciti a rovinare il suo progetto per puro miracolo. Non senza perdite però. Anakin riuscì a riunirsi col resto degli Eclipse non coinvotli nel piano di Xenahort e si diresse verso Tatooine, ma non fece in tempo a impedire l'ultimo atto della sua tragedia personale.”, continuò Ven col tono malinconico, preparandosi ad arrivare al nocciolo della tragedia che aveva visto come attori molti dei suoi migliori amici.

                                                                                                                       *****

 Buonasera a tutti, spero voi stiate bene mentre io mi preparo all'incubo che sarà la sessione giugno/luglio. Qui c'è stato il primo assaggio dell'organizzazione XIII,  la cui origine in questo caso sarà sempre ' tradotta' attraverso la lore di Star Wars. Spero di poterli ritrarre a dovere, forse qualche personaggio qua e lì sarà cambiato( laughs in Chad Bane). A presto, col prossimo capitolo si concluderà finalmente Ritratto dell'eroe da giovane.

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Capitolo 18
*** Ritratto dell'eroe da giovane: ultima parte ***


 

Shmi svolse al meglio il suo dovere di padrona di casa nei confronti di Obi- Wan, fornendogli salviette umide e un buon beverone che aiutò a rimetterlo in sesto dalla terribile esperienza. Owen era momentaneamente al mercato assieme alla sua fidanzata, lasciando la donna e Claigg come unici ascoltatori di quell'orribile storia.

 

“ Va meglio?”, chiese lei mentre il Bangaa si scolava le ultime gocce della sua tazza di latte di Bantha, succo di melone nero e altre cose di cui è meglio non discutere la natura in queste righe.

 

“ Insomma. Mi sentivo meglio quando un simbionte ha cercato di succhiarmi il cervello- disse dunque Obi- Wan, rigirando nervosamente la tazza tra le dita artigliate- potessi almeno contattare gli altri e spiegare cos'è successo.”.

 

“ E' vero? Tutto ciò che hai detto?”, chiese Lars, visibilmente spaventato. Aveva vissuto la guerra da lontano, Tatooine era per fortuna una zona franca se si escludevano gli affari tra gli Hutt e le due fazioni. Scoprire che dietro gli Eclipse, i grandi eroi della galassia, c'era un simile complotto, avrebbe potuto scatenare un nuovo conflitto. Dubitava seriamente che stavolta il pianeta desertico sarebbe potuto restarne fuori.

 

“ Vorrei che non fosse il caso, amico mio. Ma i messaggi che ho ricevuto dai Disney confermano tutto. Siamo stati tutti degli sciocchi, a parte Fives, crogiolandoci in un'aria di superiorità e invincibilità. E adesso rischiamo di pagarne il prezzo, se Xenahort riuscisse nel suo piano.”, disse malinconico il maestro, maledicendosi per essere stato così cieco agli ultimi eventi finchè non era stato troppo tardi.

 

“ Cosa pensi di fare?”, non potè che domandargli Shmi. Pur avendo incontrato il Jedi solo una manciata di volte prima di allora, sapeva che Anakin aveva in lui una fiducia assoluta, e di conseguenza anche lei. Lo vedeva come la migliore possibilità affinchè il figlio non venisse usato a sua completa insaputa.

 

“ Prima di tutto dovrei scoprire chi è dalla nostra parte e chi è sul libro paga di Xenahort, anche se ho già una buona idea. E sperare , oltre che mi credano, che non abbia già fatto i suoi giochetti su Anakin, fosse già riuscito a ingannarlo tutto sarebbe perduto.”, spiegò dunque il Bangaa, più che intenzionato a non deludere la sua ospite.

 

“ Ci è già riuscito, sfigato.”, disse improvvisamente una sardonica voce di donna.

 

 

 

Ad aver parlato era stata una figura avvolta da un cappotto nero. Era apparso lì accanto a loro, senza che nessuno se ne accorgesse. Sedeva con le gambe accavallate, giocando con un kunai giallo e azzurro.

 

“ Chi sei?”, chiese Obi- Wan, alzandosi di scatto, con gocce di sudore che gli scorrevano lungo le bronzee squame. Avvertiva che chiunque fosse la nuova venuta, non era certo da sottovalutare. Era per lo meno paragonabile a Grievous, un avversario che aveva già sconfitto a malapena l'ultima volta... e senza civili da proteggere allo stesso tempo.

 

“ Una che sta per friggere voi tutti e poi proseguirà col fratellone di Anakin. Goditi questo miliardo di volt, lucertolone!”, disse la donna, materializzando una serie di kunai e lanciando due potentissimi folgori contro Obi- Wan. Quest'ultimo riuscì ad evocare il Keyblade appena in tempo per difendersi dal grosso dell'urto, venendo però scagliato fuori attraverso una finestra.

 

“ Shmi, Lars, scappate!”, urlò ai due civili quando si rialzò. Preparò un incantesimo sulla punta della sua spada e cercando la propria rivale, pronto a toglierle qualsiasi accesso alla sua magia.

 

“ Ah, un Silence. Trucco carino.... quando il tuo avversario è più lento di te.”, dice una voce alle sue spalle, e i riflessi di Obi- Wan lo salvarono appena in tempo da una folgore dorata ben più forte delle precedenti. La donna, avvolta dall'aura tipica di chi stava sprigionando il massimo del suo potere, scaricò miliardi di volt e pura energia della Forza nella spada del Bangaa, che indietreggiò lasciando profolchi solchi sul terreno sotto l'orripilato sguardo di chi l'aveva salvato appena poche ore prima.

 

“ Oh, dei, no, no.... “, esclamò Shmi, paralizzata dal terrore. Il marito strinse le dita, sentendosi impotente come quando anni prima aveva combattuto quei Tusken.

 

“ Ti piace il regalino?”, domandò sardonica l'incappucciata, girando intorno alla sua vittima in ginocchio. Questi sentiva le mani bruciare, l'Eclisse totale invasa da un'incontenibile energia che aspettava il minimo tentennamento per esplodere e distruggere tutto nel raggio di centinaia di chilometri, se non tutto il pianeta.

 

 

Obi- Wan strinse i denti, le mani strette sull'impugnatura del Keyblade. Lo sforzo era forse maggiore a qualsiasi cosa avesse mai sopportato prima di allora, avvertiva zampilli di energia sfuggire secondo dopo secondo. Mantenere la tecnica divenne via via più doloroso, era certo che presto avrebbe cominciato a bruciare eppure non desistette e strinse i denti.

 

“ Obi- Wan, lascia andare.”, tentò di convincerelo Shmi, non volendo che qualcuno si sacrificasse per lei.

 

“ NO! Voi siete gli unici che possono convincere Anakin della verità.”, insistette il Bangaa, alzandosi a fatica, i muscoli in preda a un dolore micidiale per quanto determinato a non mollare.

 

“ Sì, lascia andare e fallisci- disse insensibile la donna col cappuccio, in preda a un piacere sadico nel vedere quell'immane prova di resistenza- per sapere, credevi davvero di avere una possibilità? Abbiamo organizzato tutto, inclusa la tua deviazione su questo pianeta.”.

 

“ Dovevo aspettarmi che quelle meteore non fossero lì per caso. Anakin ve la farà pagare cara.”, ringhiò il Bangaa alla rivelazione, mostrando il lato più ferale della sua specie.

 

“ Nessun problema, pagherai tu per noi.”, concluse dunque la donna, materializzando un ultimo kunai, che non perse tempo a lanciare contro il Keyblade di Obi- Wan. L'energia da lui trattenuta, già instabile oltre ogni limite, cominciò a sfuggirgli. Potenti saette si lanciarono in ogni direzione, dando vita a un enorme vortice elettrico prima di esplodere in un potente fulmine che raggiunse anche le poche nuvole in cielo, distruggendo ogni cosa in un ampio raggio.

 

 

Obi- Wan tossì prima di riaprire gli occhi, faticando a mettere a fuoco il cupo cielo di Tatooine. Rialzandosi con una mano alle sue ferite si guardò intorno, trovando casa Skywalker ridotta in frantumi. Il cadavere di Cliegg, ormai irriconoscibile per le bruciature, giaceva a poca distanza da lui. Non c'era più niente che potesse fare per il fattore, ma un gemito di dolore non molto distanze gli disse che per Shmi c'era ancora qualche speranza.

 

“ Shmi, resisti, sono qui!”, esclamò il Cavaliere runico correndo dalla donna, ridotta in uno stato non molto migliore del marito, tirando fuori qualsiasi oggetto curativo avesse nel suo Cosmolink e alzando il volto della donna per farle bere. Lei sputacchiò, incapace di far scendere le pozioni in gola, mentre le sue membra sembravano sottoposte a continui tremiti. Sotto le dita Obi- Wan sentì anche diverse ossa rotte.

 

“ Obi- Wan... non pensare a me. Va da Owen e Benu, prima che gli scagnozzi di Xenahort li raggiungano.”, disse Shmi con un filo di voce, la poca pelle ancora sana sempre più pallida.

 

“ Non posso lasciarti così. Non aggiungerò la tua morte alla mia lista di fallimenti nei confronti di Anakin- protestò questi, posando le mani sul petto della donna e lanciando l'Energiga più potente che postesse castare- sei l'unica rimasta che può farlo ragionare e fargli capire che è successo davvero.”.

 

La sfavillante luce verde che avvolgeva il corpo di Shmi si intensificò ancora e ancora, infondendosi persino nel terreno, ma senza ottenere l'effetto sperato. La donna rivolse un ultimo sguardo speranzoso a Obi- Wan, prima di chiudere gli occhi per l'ultima volta e lasciare che il suo spirito si unisse alla Forza. Prima ancora che l'uomo potesse gridare dalla rabbia e la disperazione, sentì dei pesanti passi dietro di lui.

 

“ Sei stato tu?!”, domandò tanto tremante quanto irata la voce di Anakin. Il giovane avventuriero, coperto interamente dal suo kimono nero, era una figura più minacciosa che mai nella propria furia. Sembrava non aver neanche bisogno del keyblade, il suo sguardo fuoribondo era abbastanza per terrorizzare Obi- Wan sin nel profondo della sua anima.

 

Aveva pregato qualsiasi divinità a lui conosciuta che Xenahort si sbagliasse, ma la scena di fronte a lui sembrava aver confermato ogni sua paura.

 

“ No, Anakin, io...”, tentò di dire il guerriero, ma ogni tentativo di chiarimento venne interrotto dalla furia del suo amato allievo, che si manifestò come una devastante onda d'urto che percorse aria e terra, creando immense spaccature e scagliando via Obi- Wan con tutta la forza del suo odio .

 

“ Risparmia le parole per quando sarai di fronte al Creatore.”, disse empio Anakin, materializzando le sue spade e cominciando un duello ben più difficile di quanto fosse stato quello contro Cornelius.

*****

L'attenzione di Sora e compagni era concentrata unicamente su Ven e il suo racconto, era come se non ci fosse altro in quel momento. Qualcuno dei bambini tremava addirittura dall'ansia.

 

“ Fu probabilmente il più violento duello col Keyblade che si sia mai visto. Anakin dal canto suo era il Custode più potente e abile dell'epoca, e combatteva come un demone assetato di vendetta. D'altro canto, era anche privo di controllo al momento, privo della strategia che gli era consona. Obi- Wan invece era ancora dotato di raziocinio, si era addestrato con l'allievo per anni e soprattutto, anche se il suo stile non era particolarmente elaborato rispetto ad Anakin, era la semplicità assoluta. E in quella semplicità c'era potere.”.

 

“ Potere sufficiente per sopravvivere finchè Akain per un attimo raggiunse un nuovo livello del suo Cambio forma- continuò Paperone- ma purtroppo non era nel giusto stato mentale per controllarlo, e Obi- Wan dovette sconfiggerlo prima che entrambi venissero distrutti dall'energia sprigionatosi.”.

 

******

Obi- Wan tossì pesantemente, macchiando la sabbia col proprio sangue mentre difficilmente si dirigeva verso l'amato allievo. L'area in cui si trovavano era completamente devastata, ben più della casa di Shmi e Owen. Nessuno dei due si era trattenuto, uno perchè accecato dal desiderio di vendetta, l'altro anche solo per restare vivo.

 

Non c'era dubbbio che Obi- Wan fosse fiero del suo allievo. In ognuno singola mossa rivedeva le settimane, i mesi di pratica passati a migliorarsi, gli anni di studio e ogni singolo momento di tempo libero trascorso insieme. E questo aveva reso ancora più doloroso il devastande duello, finchè Anakin, più o meno inconsciamente, non aveva tentato di far evolvere ulteriormente il suo Cambio forma, in un aspetto che nessuno dei due contendenti fu capace di comprendere.

 

Ancora una volta il Bangaa si era trovato costretto a trattenere un'energia impensabile, scaturita dalla nuova trasformazione dell'allievo in qualcosa che non avrebbe saputo definire, forse pura energia della Forza, appartenente a entrambe le sue sfaccettature, estreme e simultanee. Entrambi sarebbero probabilmente morti se non l'avesse canalizzata in tempo per poi spararla contro il cielo con una potenza paragonabile a multiple supernove.

 

“ Maestro, per favore, aiutami...”, pregò Anakin nella sua incoscienza, rantolando debolmente sulla sabbia, ricoperto di bruciature praticamente ovunque. I suoi stessi organi erano stati danneggiati oltre il limite che qualsiasi altro umano avrebbe potuto sopportare. Ancora ansimante, Obi- Wan si chinò sull'amico, sacrificando le sue ultime energie per attivare quanti più incantesimi e tecniche di cura avesse a disposizione.

 

Non c'era limite al senso di colpa provato dal guerriero. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per redimersi di fronte agli occhi della Forza e di tutti coloro nei cui confronti aveva fallito

 

Alla fine, seppur Anakin fosse ancora devastato, fisicamente e mentalmente, non era più in un reale pericolo di vita, a patto che gli venissero date il prima possibile vere cure. E a giudicare dal veicolo che li stava raggiungendo, guidato da Thrawn e Rex se gli occhi non lo ingannavano, avrebbero completato presto ciò che aveva iniziato. Obi- Wan dunque si alzò, dando un'ultimo sguardo di pietà al ragazzo che aveva considerato per anni come un fratello minore, se non addirittura un figlio.

 

Non sapeva quando e come si sarebbero rivisti, ma per il bene di entrambi, e forse di tutta la galassia, avrebbe dovuto fare in modo di aver trovato una prova della sua innocenza quando ciò sarebbe accaduto.

 

“ Mi dispiace, Anakin, ho fallito... come maestro e come amico- disse distrutto- Ma troverò un modo per sistemare le cose. Dammi fiducia un'ultima volta.”, lo pregò prima di allontanarsi più veloce che potè, saltando via e correndo verso una via per redimersi di fronte agli occhi dei suoi compagni.

 

******

 

“ Fu solo dopo questo completo casino, che include anche un attentato da parte ad Owen e Beru da altri Eclipse traditori, che io ed Eraqus riuscimmo ad arrivare da Xenahort, dando battaglia campale a lui e ai suoi accoliti.”, disse Paperone, ricordando la furia con cui lui e il resto della squadra avevano combattuto contro l'ex capoclan degli Eclipse, scoprendo nel frattempo quanto erano davvero malati i suoi piani.

 

“ Aveva creato una macchina che gli avrebbe permesso di entrare nella Forza- aggiunse Ven- se ci fosse riuscito avrebbe potuto effettivamente attivare le serrature per Kingdom Hearts. E a quest'ora saremmo i suoi burattini, tutti i popoli farebbero ciò che decide lui.”, concluse, generando un brivido collettivo.

 

“ A proposito, chi erano davvero quei tizi incappucciati?”, fece curioso Qua, ansioso di scoprire quale folle avrebbe mai aiutato Xenhaort nel suo folle piano.

 

“ Tutt'oggi non ne siamo certi- commentò un irritato Paperone, i cui sforzi nel cercare di scoprire l'identità di quei seccatori erano stati secondi solo a quelli per ritrovare Della- Erano Custodi spaventosamente forti, è tutto quello che sappiamo, ognuno specializzato in un certo elemento o stile di lotta. Abbiamo dovuto lottare con le unghie e con i denti per farci strada fino alla stanza dove Xenahort aveva creato un macchinario che gli avrebbe permesso di cercare le serrature. Paperino perse Fafnir, il suo Spectrobe, e Aqua si sacrificò per far esplodere la macchina, venendo risucchiata in un portale per chissà dove senza che noi potessimo fare niente. Poi Eraqus affrontò Xenahort....”, a questo punto l'anziano avventuriero si abbassò il cilindro sugli occhi, incapace di continuare.

 

 

“ Morì anche lui?”, chiese Grogu, intuendo bene dal tono del biondino cosa fosse successo. Immaginò di scoprire a sua volta dopo anni che Mando fosse morto, ma scosse la testa per liberarsi del pensiero.

 

“ Sì, ma anche Xenahort non se la passò troppo bene- affermò Ven con una lieve nota di soddisfazione riguardo l'ultima parte- il loro duello ebbe poco da invidiare a quello tra Anakin e Obi- Wan. Terra trovò il corpo di Eraqus assieme a uno Xenahort quasi menomato, e infuriato attivò il suo Cambio forma a piena potenza, dando a Paperone e gli altri appena il tempo di scappare prima di distruggere il pianeta, al posto del quale apparve un buco nero.”.

 

I ragazzi deglutirono nuovamente. Non era esattamente raro per un avventuriero avere abbastanza potere da distruggere pianeti, stelle, o addirittura interi sistemi solari. I Clan erano stati creati anche per assicurarsi che simili mostri non potessero esecitare liberamente la loro potenza distruttiva, la sanzione in caso di fallimento nel controllarsi consistava nel ritiro della licenza e in una permanenza a vita nei peggiori carceri immaginabili.

 

Che Terra avesse creato un buco nero per pura rabbia era.... scorcentante, per lo minimo.

 

“ Ma perchè finito tutto questo disastro non siete andati da Anakin? Avreste potuto fare fronte comune”, chiese dunque Sora, stupito che non avessero almeno cercato di riappacificare maestro e allievo, facendo sapere a quest'ultimo che Obi- Wan era una vittima quanto lui.

 

“ Non ci avrebbe ascoltato. Qualsiasi cosa gli sia successa durante il duello, l'ha cicatrizzato fisicamente e mentalmente. Aggiungi l'aver perso così tanto in così poco tempo, avvicinarlo senza prove era improponibile. Prove che tutt'ora non abbiamo- sbuffò Ven con un secco gesto della mano- E poi aveva già i suoi casini a cui pensare...”.

 

*****

Owen aiutò Anakin a camminare fino al bordo del balcone dell'ospedale. Il Custode era ricoperto di bende da capo a piedi, lasciando intravedere solo pezzetti di tessuto cicatrizzato e l'apparato respiratorio che teneva sulla bocca, da cui proveniva un cavernoso e ritmico suono. Le ultime due settimane erano state una totale agonia per l'uomo, a livello fisico e mentale.

 

Già solo svegliarsi e scoprire di potersi muovere appena, anche solo grazie ai suoi nuovi arti cibernetici, era stato un incubo a occhi aperti. Sapere che gli unici parenti rimastigli erano in salvo era stato l'unico sollievo prima di una lenta e dolorosa riabilitazione.

 

“ Oh, dei, è finita per me.”, si lamentò appoggiandosi con difficoltà alla ringhiera e guardando il tramonto di Tatooine per quella che sarebbe stata l'ultima volta. Era stata l'unica cosa, oltre alla propria famiglia, mancatagli di quell'orribile pianeta, che nuovamente sembrava avergli tolto quanto aveva di più chiaro.

 

“ Non dire così, Anakin, i dottori sono ottimisti che ti riprenderai con un anno o due di terapia.”, cercò di rassicurarlo il fratello minore. Egli stesso era però abbastanza spaventato da quanto successo. Cosa poteva aver indebolito a tal punto uno dei più potenti avventurieri conosciuti?

 

Cosa aveva spinto Obi- Wan a tradire tutti loro, sacrificando tutto ciò per cui avevano lavorato, incluso probabilmente l'amore di Satine?

 

“ Gli stessi dottori che hanno tirato sul prezzo per trattarmi finchè Thrawn non li ha sbattuti contro un muro?”, ribattè infuriato il Custode, sbattendo la mano bendata sulla ringhiera, che tremò pericolosamente.

 

L'ospedale dove l'avevano portato faceva infatti parte del cartello Hutt, e il primario si era divertito a tirare sul prezzo per curarlo. Thrawn però non ci mise molto a perdere pazienza, caso unico nella vita, e lo prese rendendo ben chiaro cosa gli avrebbe fatto se non avesse operato subito il suo capoclan. Inutile dire che non avevano perso tempo a preparare una sala operatoria e a utilizzare qualsiasi metodo sconosciuto per stabilizzare il nuovo capoclan degli Eclipse.

 

“ Sono un re senza corona, fratello. Il clan è a pezzi, Malik è ridotto a un vortice di energie malefiche , i miei figli sono orfani di madre ed è meglio che non menzioni di nuovo le mie condizioni di salute. Non so dove sbattere la testa, mi sento proprio come quand'ero bambino.”, disse prima di sedersi su una sdraio lì vicino, e tirando fuori un foglio di carta. Owen gli si sedette accanto, cercando qualcos'altro da dire, e notò che era un disegno: un grosso elmo con una maschera simile a un respiratore.

 

“ Cos'è?”, domandò curioso l'uomo.

 

“ Una maschera che Leila ha disegnato per Halloween. Dice di averla vista in un sogno. Non so perchè l'ho presa ora.”, rispose Anakin, buttando il foglio a terra solo perchè il fratello la prendesse.

 

“ Penso ti starebbe bene.”, scherzò Owen, con un sorrisetto che migliorò appena l'umore dell'altro, che incrociò le mani pensoso.

 

“ Mhh, fa un po' troppo stile Sith. Ma considerando quanto mi hanno deluso i Jedi... Passare a un approccio più brutale e cupo forse non sarebbe una brutta idea. Di certo mi aiuterà a riportare il clan in forze. Tanto non può andare peggio di così.”, disse stringendo nuovamente le dita robotiche.

 

Owen gli rivolse un'occhiata sorpresa. I Sith erano stati, dalla prima coniazione del termine fino a quel giorno, lo spauracchio della galassia in innumerevoli occasioni. Quando Cornelius aveva dato la sua dichiarazione di guerra, non pochi inoltre avevano pensato che fosse egli stesso un membro dell'antico e terribile ordine, sopravvissuto nell'Orlo esterno. Maul, pur avendo aiutato non poco a combattere la Gilda, non aveva avuto alcuna intenzione di migliorare la reputazione della congregadi cui era forse l'ultimo esponente.

 

 

Ma vista l'attuale situazione dell'Eclipse, forse un pugno di ferro ben diretto è ciò di cui avevano bisogno per riprendersi e ritornare al top.

 

“ In quel caso ti serverebbe anche uno di quei titoli che utilizzavano. Darth.... Fener?”, azzardò quindi col primo nome che gli venne in mente. Anakin ci riflettè un po', trovando il soprannome troppo poco minaccioso per i suoi gusti.

 

“ Vader. Credo che mi farò chiamare Darth Vader.”, affermò infine, il suo continuo respiro che si confondeva tra i venti del deserto.

 

*****

Dopo quell'ultimo tratto della storia, riguardante il modo in cui uno dei più grandi gruppi di eroi conosciuti era stato trasformato in un letale e terribile esercito, lo sguardo di Paperone e Ventus era più desolato che mai.

 

“ Come ho detto non avevamo alcuna prova di quanto fosse davvero successo, e Anakin non era nello stato mentale migliore neanche per leggerci nel pensiero, per lo meno ci avrebbe chiesto dove trovare Obi- Wan per ucciderlo. Il suddetto decise pertanto di cambiare identità e andare a cercare i complici di Xenahort o altre prove della propria innocenza, mentre noi avremmo dovuto trovare il ragazzo che aveva legato il suo cuore a Ventus, cioè te, e proteggerlo per poi addestrarlo a tempo debito.”.

 

Sora incrociò le braccia, riflettendo ampiamente su quanto aveva ascoltato negli ultimi due giorni. Lui erede di un potere quasi cosmico? Non ci credeva, e anche se fosse il caso non aveva intenzione di accettare una simile responsabilità. Desiderava semplicemente vivere in completa libertà e trovare i suoi amici, com'era stato il progetto per il resto della sua vita.

 

“ Come capiste che ero io? Dovevano esserci almeno due miliardi di bambini all'epoca su Atlantica.”, chiese infine.

 

“ Buona domanda- rispose il biondino- Come ti ho detto io , Aqua e Terra non avevamo formato un'Unione dimensionale con molte persone, ma tra quelle con cui avevamo un legame c' era anche Topolino. Facendo un rapido giro sulla tua isola, trovò un neonato emetteva un'energia molto simile alla mia, sebbene in parte offuscata.”.

 

“ Quando scoprimmo che avevi superato l'esame per diventare avventuriero, però, Topolino, Paperino e Pippo erano già partiti per una misteriosa missione dopo aver richiesto ad Ercole di darti un primo addestramento. Per qualche motivo non dissero a nessuno dei loro piani, neanche me. Anche se forse ho un'idea di cosa abbiano scoperto. Una via per giungere alle dimensioni della Forza e salvare Aqua.”, continuò Paperone, chiaramente ancora preoccupato per i tre ragazzi che aveva praticamente cresciuto.

 

“ Pensate che sia ancora viva?!”, domandò stupito Max. Ven, con uno sguardo annuito, annuì energicamente.

 

“ Se c'è una persona che può sopravvivere nei piani astrali dopo un'esplosione del genere è proprio Aqua. Lei ha sempre un asso nella manica.”, affermò convinto.

 

“ In questo caso di cosa dobbiamo preoccuparci. Oltre a Malefica?”, chiese Sora, che comunque sperava di farla pagare il prima possibile agli Strecken, oltre ovviamente a trovare informazioni sui suoi amici.

 

“ I complici sopravvissuti di Xenahort, e forse lui stesso. A volte temiamo che sia sopravvissuto in qualche modo. Forse in stasi come Ventus- rivelò grave Paperone, chiaramente inquieto che il vecchio nemico esistesse ancora in qualche forma a perpetrare i suoi turpi scopi- d'altro canto anche Malefica sarebbe stata guardinga dall'usare un piccolo esercito come quello apparso sull'arcipelago.”.

 

“ Questa è una brutta notizia, ma non so se, eredità di Malal o no, posso aiutarvi contro di lui. Forse , trovando qualche prova , potrei provare a convincere Anakin della verità.”, riflette ancora il giovane Custode.

 

“ E noi siamo con te.”, affermò Angela, alzandosi e dandogli una pacca sulla spalla. Concorde, Grogu si mise davanti ai due amici.

 

“ Giusto... ormai saldato il nostro legame è.”, disse fiero il giovane Mandaloriano. Ventus e Paperone sorrisero soddisfatti. Nessuno sopravviveva da solo in quella galassia irta di pericoli, e non avrebbero potuto chiedere una migliore compagnia per Sora.

 

“ Ci basta, ma non focalizzarti troppo su Xenahort e i suoi complotti. Non ti abbiamo portato qui per trasformarti in un'arma, Sora, ma per aiutarti a scegliere il tuo cammino senza doverti preoccupare delle trame dei nostri nemici. Lo giuro sull'onore del nostro clan.”, rispose Paperone, facendosi una croce sul cuore.

 

“ Anche perchè non siamo del tutto certi come Vader reagirebbe incontrandoti.”, disse Ventus, egli stesso incerto sul come comportarsi con l'amico. Sora espirò a fondo, riflettendo un'ultima volta sulla lunga storia che aveva appena finito di sentire, e fece circolare il più fluidamente possibile l'energia in ogni singolo Midi- Chlorian del suo corpo.

 

“ Bene, non sono certo neanch'io di volerlo scoprire. Vi ringrazio tutti dell'occasione che mi avete dato e di non darmi chissà che aspettative per il momento. Cercherò di non deluderle.”, concluse con un largo e confidente sorriso, certo che se anche il destino gli avesse gettato contro degli ostacoli, lui sarebbe riuscito ad evitarli o rispedirli al mittente.

 

 

“ Ah, un'ultima cosa, se non sono indiscreto- li interruppe Quo incuriosito- come si fa chiamare ora Obi- Wan? ”

 

“ Diz. Darkness in zero.”.
                                                                                               ******
Incredibile, ce l'ho fatta, ho completato la mia prima saga flashback, che soddisfazione incredibile. Il mio principale dubbio qua viene dal modo in cui alterno i dialoghi quando torno al presente, mi auguro non siano stati troppo dolorolosi da leggere e che il ritratto(LOL) dei personaggi sia stato in linea tanto con le loro versioni canon che con quanto ho stabilito nella lore di quest'AU. Il mio programma per i prossimi capitoli è un tantinello confuso, più che altro riguardo l'ordine dei fatti, ma ho comunque in mente una bella serie di avvenimenti e sviluppi che confido vi piaceranno. Fatemi sapere le vostre opinioni e critiche, sono ansioso di sentirle. 

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Capitolo 19
*** Le creature della Forza ***


Tra le leggi più severe utilizzate dai clan di avventurieri vi erano quelle per il trattamento degli Spectrobes: 1) Nessuno Spectrobes poteva essere catturato per servire forzatamente un avventuriero, ma doveva scegliere di seguirlo attraverso il reciproco imprinting o essere allevato dalla nascita;2) Di conseguenza, anche gli Spectrobe utilizzati nel colosseo e altre arene dovevano essere cresciuti in cattività o creati in laboratorio;3) Sebbene un avventuriero non avesse bisogno di particolari permessi per cacciare in cerca di cibo e materiali, ogni pianeta aveva un suo numero di specie protette o alcuni limiti nel numero di prede da poter abbattere. Ucciderne un esemplare era punibile con la revoca della licenza .

 

Riku, volontariamente o meno, aveva appena infranto tutte e tre queste leggi. Era a tutti gli effetti un criminale. Lui e McLeah si erano diretti su un pianeta ricoperto da una fittissima giungla, e l'Iktochi aveva mostrato tutta la sua abilità di cacciatore, infilando trappole in zone strategiche e riempiendo in breve il loro veicolo con una manciata di pericolosi Spectrobe, mettendo fuori gioco senza particolari difficoltà i pochi che opponenevano una seria resistenza.

 

“ Che hai, ragazzo?”, chiese McLeah, pulendosi le nocche sporche di sangue, dopo aver messo fuori giochi un enorme gorilla ricoperto di spine, una delle specie protette di cui sopra.

Percival McLeach | Disney War Wiki | Fandom

“ Non sono.... un po' troppi?”, domandò nervoso Riku, contando sul camion non meno di trenta gabbie. Tutte in cinque giorni di lavoro, Leah per stronzo che fosse sapeva il fatto suo. E l'albino, nonostante tutto sempre ansioso di mettersi in mostra, l'aveva servito in tutto, mettendo le trappole e fungendo da esca quando necessario. Tutto perchè temeva che alla prima disobbedienza chiunque facesse la guardia a Kairi l'avesse uccisa... o peggio.

 

“ Eh, ne abbiamo bisogno  per quando finalmente apriremo la guerra con gli Eclipse. Questa poi non è che una frazione delle bestiacce che ci occorranno.”, disse l'alieno come niente fosse, sedendosi su un piccolo tronco, rotto durante uno dei tanti scontri. Riku quasi sputò un polmone alla rivelazione.

 

“ Volete combattere Vader?”, domandò sbalordito dalla mera idea. Gli Eclipse non erano un semplice clan, erano il più devastante e letale esercito dell'ultimo secolo, come minimo. Ognuno dei loro micidiali e competentissimi guerrieri al servizio di un Sith che non riconosceva eguali in tutta la galassia, e per motivi più che validi.

 

“ Oh, sì, e anche i Disney- ridacchiò Leah, prendendosi un sigaro- E' chiunque sfiderà la nostra supremazia. E' così che va l'universo. I Diafani hanno avuto la loro occasione, ora tocca a noi.”.

 

“ Non so come l'dea mi faccia sentire.”, affermò il giovane avventuriero, deglutendo. Come facesse Malefica a preparare questo piano da anni pur mantenendo una parvenza di legalità, la diceva lunga sulla sua abilità di ingannatrice. Specie considerando che già in quanto figlia di Cornelius attirava ben poca fiducia.

 

“ Aspetta solo un po' e cambierai opinione... JOHANNA!”, chiamò il bracconiere, la voce simile a una valanga.


Le 10 migliori spalle dei Classici Disney

Dagli alberi venne un grosso Spectrobe, simile a un'iguana corazzata con lo sguardo goloso. I suoi occhi ambrati e strabici, colmi di famelici desideri, si incollarono sull'inquieto Riku.

 

 

“ Ah, l'unica piccola che non ho mai dovuto controllare. Per quanto mi faccia impazzire a volte.”, affermò il cacciatore, carezzandole il dorso squamoso. Il rettile fece delle piccole fusa, leccandogli la mano.

 

“ Molto carina.”, disse nervoso Riku, avvertendo su di sé lo strabico sguardo dell'iguana. Ogni volta che l'aveva incrociata negli ultimi giorni, quando non era intenta a stanare o spingere le prede verso di loro, si sentiva analizzato come un cosciotto di carne dal viscido Spectrobe, i cui simboli intarsiati nelle squame si muovevano in un'ipnotica e inquietante maniera.

 

“ Bene, resta solo una creatura da prendere, poi potremmo tornare su Tenebrae. Assumendo ti stia bene. Non hai fatto che lamentarti silenziosamente per tutto il lavoro.”, affermò Leah, indurendo per la prima volta la sua espressione nei confronti dell'albino.

 

“ Come?”, chiese questi, non poco preoccupato. Forse aveva tentato troppo la propria sorte?

 

“ Ho notato come guardi me e gli animali, ragazzino. Credi che sia deficiente? Scommetto che proverai a liberarli alla prima occasione- affermò Leah, puntandogli contro un dito accusatore, mentre l'aria attorno a lui cominciava a tremare- o conti forse di denunciarci per trattare con le autorità?>>.

 

“ Ci sono delle regole sul trattamento degli Spectrobe, molto severe. Ci scoprissero sarebbe la fine del clan. Non ve ne rendete conto?!- sbottò Riku- e io non ho intenzione di non cadere con voi.”.

 

“ Mi rendo conto che devo darti una lezione. Tranquillo, un giorno mi ringrazierai.”, disse freddo l'altro, alzando una mano e raccogliendo le sue energie. Il pugno di McLeah venne avvolto da una turbinosa aura violetta, che diresse verso la testa di Riku. Quest'ultimo alzò la sua spada per difendersi e chiuse gli occhi, sapendo che in ogni caso sarebbe finito per aria come minimo.

 

Con sua sorpesa, nonostante l'impattò rimase abbastanza tremendo da far vibrare anche gli alberi per una larga zona, qualcosa bloccò il pugno dell'alieno. Sollevando le palpebre,  Riku vide due magre braccia blu scuro, appartenenti a uno strano essere, il cui busto sembrava originarsi dalla sua stessa ombra tramite un largo filo.

 

Aveva un viso simile a un demone emaciato, con lunghe corna o antenne la cui punta scendeva fino alle sue spalle. Il petto era abbastanza magro, coperto da due cinture a x, e aveva dieci dita adunche.

Why Xehanort's Guardian is a Heartless, not a dark symbiote (Simple Proof).  | Kingdom Hearts Insider

“ Uh, un Mietitore... che notizia splendida.”, commentò McLeah soddisfatto. Sembrava che avesse appena vinto alla lotteria di capodanno qualche potente artefatto, abbastanza da lasciar scivolare la sua precedente rabbia.

 

“ Un... cosa?”, domandò Riku, prima di cadere, il corpo attraversato da un'improvvisa stanchezza. Il suo strano e nuovo amico sparì allo stesso tempo, quindi qualunque cosa fosse evocarlo richiedeva molta energia. McLeah gli passò una piccola pozione e gli raddrizzò le spalle.

 

“ Sai che i Custodi evocano una parte del loro cuore come arma? Beh, voi Mietitori potete trasformarla in una creatura vivente, che combatte per voi. I più la chiamavano solo Ombra nei tempi antichi- affermò Leah, chiaramente eccitato dalla prospettiva- poi Stand, Guardiani, Over Soul, e vattelappesca.”.

 

“ E' qualcosa di innato, come per i Custodi?”, chiese ansimante Riku, scosso sia dall'appena scampato rischio di ricevere in pieno un colpo dell'attuale e sgradito maestro, che dall'energia spesa. Ma almeno questa nuova abilità era una buona notizia... sperava.

 

“ Un po' innato, ma ci sono anche quelli che lo ottengono mediante allenamento. Io ci ho provato quando avevo la tua età, ma mi sono arreso dopo due anni. In ogni caso, Malefica sarà molto contenta.”, affermò soddisfatto l'alieno, sfregandosi le mani in una maniera che aveva del disturbante.

 

“ Già...”, sospirò Riku. McLeah nel frattempò chiamò il Clan, perchè i droni in orbita venissero a prendere le ultime prede.

 

“ Ora vieni. Come ho detto c'è un'ultimo Spectrobe che dobbiamo prendere. Uno che mi è scappata troppo a lungo.”, sorrise perfido l'alieno, leccandosi le labbra di fronte alla promessa di gloria e soddisfazione eterne.

 

******

 

Conclusi i lavori al Deposito, Sora e compagni erano tornati alla solita routine di allenamento, in questo caso sotto la supervisione di Ven. Il biondo Custode era probabilmente il guerriero più veloce che il gruppo di Sora avesse mai incontrato. Spariva dalla loro vista per sorprenderli da dietro con raffiche di fendenti quasi impossibili da contrattaccare, prendendoli a volte in contemporanea con incantesimi o tecniche ben mirate prima di concludere lo scontro con incredibile facilità.

 

“ Mi arrendo.”, disse Grogu dopo l'ennesimo ko, alzandosi faticosamente in ginocchio per poi ricascare a terra, sputando poi un liquido verdastro a terra.

 

Gaia per tutto il tempo aveva preso appunti. Non capitava tutti i giorni di assistere all'addestramento di un Jedi. Lei e gli altri avrebbero voluto partecipare, ma Ven aveva reso ben chiaro che con Sora e compagni non ci sarebbe andato per nulla piano e gli aveva quindi lasciati alle cure di Battista e Miss Beakley, con cui avevano ripreso le loro solite preparazioni in vista dell'esame per diventare avventurieri a tutti gli effetti. Ciò non impediva comunque a lei e compagnia( Max escluso, avendo già preso la licenza due anni prima) di assistere in cerca di utili spunti.

 

“ I miei complimenti, ragazzi, i vostri progressi sono innegabili. Se continuate così, entro due o tre mesi potremmo andare a cercare Malefica.”, disse Ven, per niente stanco, lanciando un piccolo Energia su Dumbo.

 

L' elefantino si era intestardito a voler partecipare all'addestramento. Nonostante avesse ancora dei problemi a correre cordinato, mostrò di avere già una grande forza fisica e una certa velocità quando caricava, oltre a saper sputare piccoli getti di acqua o vapore congelante. In questo modo, sebbene ancora immaturo, si era già dimostrato come ottima distrazione da usare contro gli avversari.

 

Per il momento comunque si gettò sul grembo del padrone, che gli diede un po' di noccioline mentre si metteva una borsa del ghiaccio sulle parti dove aveva ricevuto più colpi.

 

“ Tre mesi.... mi sembrano anche troppi. Da quel punto sarà praticamente un anno che ho lasciato l'isola. Scusa la mancanza di tatto, ma... tu come fai a resistere dal pensare a Terra e Acqua?”, chiese Sora , maledicendosi poi per la scarsamente delicata scelta di parole.

 

“ Non lo faccio- confessò il Custode più anziano- Sono nei miei pensieri, ogni giorno, ogni singolo secondo, assieme al maestro Eraqus. Non so cosa darei per sapere cosa è davvero successo a loro. E ritrovarli, se sono ancora vivi.”, concluse dando un forte calcio al terreno. Angela diede un'occhiataccia a Sora, e poi pensò a qualcosa per distrarlo.

 

“ A proposito, non mi avevi ancora spiegato cosa sono gli esseri che hanno aiutato i pirati di Uncino ad attaccare le isole.”, si ricordò infine, non avendo mai sentito di simili esseri d'ombra.

 

“ Ah, sì, perdona la mia dimenticanza. Noi Custodi chiamiamo i mostriciattoli neri Heartless e quelli argentati Nessuno. Per farla breve, sono delle evocazioni.”, spiegò il loro improvvisato insegnante, guadagnandosi uno sguardo confuso dai tre.

 

A provare l'affermazione, Ven schioccoò le dita, facendo apparire una coppia di ognuna delle due categorie: una delle piccole creature simili a formiche, uno mostriciattolo lievemente più corazzato, un'alta creatura argentata con arti piuttosto flessibili e un guerriero con una bizzarra maschera grigia, armato di katana.

 

Kingdom Hearts -

I ragazzi guardarono l'evocazione con sommo stupore, avvertendo i confusi pensieri e la generale aura degli esseri apparsi innanzi a loro. Erano qualcosa di completamente diverso da qualsiasi altra cosa avessero mai sentito, alieno in un senso che non sapevano descrivere.

Nobodies - Kingdom Hearts II - Image #9624 - Zerochan Anime Image Board
 

“ Come possibile è questo? Chiamarne così tante l'evocatore uccidere dovrebbe. E soprattutto i contratti si dovrebbero fare.”, lo contrabbattè Grogu con un gesto della mano.

 

“ Vero. Mia zia Elisa ha fatto un contratto sia con Anansi che con Ifrit, ma non è mai riuscita ad evocarli in contemporanea.”, disse Angela, alzando entrambe le braccia in puro stupore. Ven sbuffò e alzò un dito al cielo.

 

“ Voi pensate che Odino, Shiva e il sovramenzionato Anansi siano la regola, ma in realtà sono l'eccezione- cominciò a spiegare, confondendo ulteriormente i suoi allievi- Le divinità che noi conosciamo sono entità della Forza nate dai pensieri e dall'adorazione di tutte le civiltà che li conoscono. A volte vengono anche inglobate le une le altre, è la fine che hanno fatto molti membri dei vecchi pantheon terrestri, come Odino stesso. Ma per ogni Esper conosciuto in tutta la galassia, ci sono trilioni di idee, pensieri e persino anime che si trasformano in questi mostriciattoli e che si fanno i cavoli loro nei rispettivi piani di realtà finchè qualcuno non scopre come attirarli qui. Cosa che è di per sé semplicissima una volta stabilita una connessione coi luoghi in cui abitano.”.

 

“ Ti riferisci al Lato chiaro e al Lato oscuro con piani di realtà?”, chiese Sora per chiarire.

 

“ Sì. Gli Heartless incarnano il Lato oscuro, perciò sono quasi più istintivi degli Spectrobe e tendono a muoversi in branco nella loro dimensione, che è praticamente una giungla di pura tenebra. I Nessuno sono dal canto loro molto logici, cacciano con molta più attenzione e il loro mondo, stando agli antichi testi, sembra una città labirintica. Ovviamente possono diventare via via più potenti, fino al raggiungere il livello delle evocazioni che conoscete. E infatti un sacco di divinità sono diventate famose in questo modo.”, spiegò il suo maestro, schioccando le dita e aprendo altri due portali, uno nero e uno di catene bianche. Da uno uscì un Heartless dal corpicino rosso, con un cappello giallo, dall'altro un Nessuno simile a un drago.

 

“ E possono essere evocati in massa.”, concluse quindi Gaia, facendo diverse fotografie alle misteriose creature per i suoi album e diari di teorie. Non vedeva l'ora di mettersi a lavorare sulle altre dimensioni della Forza.

 

“ Già, qualsiasi utilizzatore della Forza sufficientemente potente ed esperto può chiamarli in gran numero. Gli Heartless vengono per lo più usati come forza di sfondamento e soldati semplici, mentre i Nessuno di rango più alto per tenere le loro redini o per altri ruoli più... raffinati.”, concluse il biondino, rimandando quindi le creature da dove venivano

 

“ Perchè ne sento parlare solo ora? Neanche il manuale delle Giovane marmotte ne palra”, chiese Gaia.

 

“ Abbiamo cercato di mantenere la loro presenza un segreto, per evitare che qualcuno si creasse un esercito quasi infinito. Successe spesso ai tempi della Repubblica. Ovviamente ci sono comunque alcuni 'eletti' che scoprono come portarli in questo piano e asservirli a lui. Un altro dei motivi per cui la Gilda dei Diafani era così pericolosa, ripulire le città invase da orde di questi esseri era un incubo, e dovevamo mettere a tacere i responsabili. Ecco perchè persino Vader e Malefica non li usano, se non in estreme circostanze come il voler prendere Sora a tutti i costi.”.

 

“ Non ricordarmelo, per favore.”, commentò il moro, dandosi una mano in faccia.

 

“ Messi a tacere? Poveretti.”, commentò Angela, non molto d'accordo sull'uccidere qualcuno per semplici conoscenze.

 

“ Dillo a quelli che sono morti quando qualche pazzo ha creato il suddetto esercito per uccidere miliardi di persone- ribattè Ventus con un'occhiataccia- e sia ben chiaro, non insegnerò a nessuna di voi quest'abilità. Anche nel mio caso è per lo più innata, comunque, e non saprei da dove iniziare per insegnarla a qualcun altro.”.

 

“ Comunque, di nuovo ora non sarebbe di provare qualche missione? Insomma, l'ultima volta che siamo usciti sul campo, non contando lo scontro coi Bassotti, ci siamo occupati di un nido di Slime, per quanto seccanti. Abbiamo bisogno di esperienza in un vero combattimento.”, protestò poi Sora, sentendo il bisogno, Malefica o no, di mettersi nuovamente alla prova.

 

“ Giusta osservazione. Vi porterò su un pianeta dove posso vedervi in azione e dove sono certo imparerete molto.”, disse entusiasta Ven, prendendo dunque il suo Prizmod e controllando le richieste interne al clan.

 

Procedette per un paio di minuti, finchè non trovò la richiesta di un anziano esploratore, che si trovava su un pianeta amazzonico.

 

“ Bingo!- esclamò il biondino, più che soddisfatto- preparate i Prizmod, si va alle Cascate Paradiso!”.

                                                                                      ********

Salve a tutti, spero di non avervi fatto aspettare troppo e che dopo il flashback questo capitolo sia abbastanza soddisfacente, volevo andare con qualcosa il più semplice possibile per porre le basi di questa mini saga e al tempo stesso spiegare la natura di Heartless e Nessuno in quest'Au( inspirata dal Warp e relativi abitanti di Warhammer 40k. Mentre le Ombre come concetto provengono un pò da Blue Dragon, sempre Square Enix, e i Mietitori di Final Fantasy 14). Recensite, consigliate, etc.

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Capitolo 20
*** Amici in pericolo ***


La giungla di Ormis era estremamente fitta. Sora e Angela si erano vestiti con abiti da esploratore, e si facevano lentamente strada tra le frasche, affrontando a volte piccoli spectrobe velenosi e altri predatori.

 

Per fortuna, per quanto furtivi e rapidi che fossero, i brutali colpi di Grogu o gli accorti attacchi di Sora tendevano ad averne ragione facilmente.

 

“ Urghh, avete un altro po' di repellente per insetti?”, chiese Sora, ricevendo al volo una bomboletta da Grogu, che aveva ricoperto la sua armatura di fango e foglie per essere il meno visibile possibile. Angela, fortunella, aveva la pellaccia troppo dura per ricevere punture serie, sebbene il ronzio la facesse diventare matta.

 

I tre erano alquanto eccitati di compiere una missione quasi da soli, sebbene Ventus restasse in orbita a comunicare con loro. La loro destinazione erano le Cascate Paradiso, una delle poche zone franche del pianeta, dove un altro membro dei Disney aveva mandato una richiesta.

 

Non c'era dubbio comunque che il luogo fosse splendido. La giungla era un putiferio di colori, e negli occasionali strapiombi o dalle cime degli alberi era possibile ammirare sterminate visioni di verde e stormi d'ogni tipo di Spectrobe. Un motivo più che sufficiente per sopportare il viaggio fin lì.

 

Durante il tragitto, ormai a una manciata di chilometri dalle cascate, qualcosa si avvolse attorno alla gamba della Gargoyle, distratta dal creare una canzone che celebrasse appieno la bellezza di quel luogo.

 

“ Merda.”, affermò la ragazza, prima di essere tirata via, appesa a un'albero da una corda luminosa. Grogu e Sora fecero per liberarla, ma un sottile suono colpì le orecchie del Mandaloriano, che avvertì l'altro in tempo.

 

I due si misero spalla contro spalla, dovendo parare una serie di dardi avvelenati, che si infransero sulle armi dei due, sebbene un paio fecero piccoli graffi nell'abito da esploratore di Sora.

 

“ Se ora si apre una botola, giuro che vomito.”, disse questi seccato, roteando il Keyblade per parare un'altra raffica di dardi, chinandosi di scatto e ringhiando i denti mentre freccette volavano in ogni direzione generando un vortice di scintille. Sora e Grogu si misero spalla contro spalla, roteando le armi per difendersi da ogni pericolo che coinvolgesse loro o la compagna.

 

Dopo diversi minuti di ininterrotte parate, le trappole si fermarono e si sentì il suono di un bastone.

 

“ Mi chiamo Carl, voi dovete essere i nuovi arrivi. ”, disse una voce alquanto anziana, rivelando l'arrivo di tre figure agli altrettanti visitatori, rassicurati dal poter riprendere fiato dopo l'inaspettata disavventura.

 

Ad aver parlato era stato un Nu Mou molto anziano, al punto da tenersi in piedi con un poggio a rotelle. Accanto a lui si trovavano un cane dal pelo dorato, con occhi molti vispi, e un piccolo Hutt giallognolo vestito da Giovane marmotta.

 

“ Scusate le brutte sorprese, chi viene qui di solito non è molto amichevole. Anche se per loro tengo ben di peggio - si scusò l'alieno, vagamente imbarazzato- almeno ho avuto modo di vedere cosa sapete fare.”.

 

 

“ Sì. E' un piacere conoscerla.... ma potrebbe farmi scendere, per favore?!”, chiese un'irritata Angela, dondolando grazie alle ali. Una mezz'oretta dopa il gruppo era radunato nella casa di Carl, sistemata proprio in cima alle Cascate paradiso. Con l'aiuto del piccolo Hutt, presentatosi come Russel, versò loro un cappuccino accompagnato da dolcetti.

 

“ Io e mia moglie eravamo praticamente dei ragazzini quando ci unimmo al clan Disney- raccontò l'avventuriero- Esplorammo la galassia conosciuta in lungo e in largo, e fu in queste giungle che le chiesi di sposarmi. Speravamo di trasferire qui la nostra casa, ma riuscì a farcela solo quando lei se n'era già andata- concluse con un tono di rammarico per la perdita dell'amata- restai qui per un po' da solo con Dug, finchè non decisi di prendere apprendisti.”.

 

“ Come mai tutte quelle trappole? Per allenarvi?”, fece incuriosita Grogu, che non era certo nuova a campi di allenamento infernali, come volevano le tradizioni mandaloriane.

 

“ Non solo, stiamo anche difendendo Kevin.”, le rispose indicando la foto di un grosso Spectrobe simile a uno struzzo, dalle piume blu, verdi e gialle, sul sui collo era seduto lui stesso.

 

 

“ Che ha di tanto particolare quello Spectrobe?”, chiese Sora, incuriosito dall'aspetto della creatura.

 

“ Per cominciare, in termini di corsa sul terreno, è forse il migliore Spectrobe conosciuto. Inoltre possiede anche alcune abilità offensive e da supporto che non sono da sottovalutare. E anche i materiali ricavabili dal suo corpo sono molto preziosi.”, spiegò Carl, conscio che Paperone non gli avrebbe mai mandato qualcuno indegno di fiducia. Quei ragazzi erano lì solo in cerca di sapere, e lui gliel'avrebbe dato.

 

“ Dunque, signor Carl, cosa ci farà fare?”, domandò a sua volta Angela, carezzando il cane del duo, di nome Dug.


“ Per lo più dovrò vedere come ve la cavate in un ambiente davvero pericoloso. Questa è la zona più innocua del pianeta. Quindi dovremo esplorare alcune zone, sistemare trappole e cacciare alcuni Spectrobe. Io sarò a distanza, ma a meno che non rischiate la vita non interverrò. A differenza di Russel siete praticamente degli adulti e avete firmato per i rischi.”.
 

“ Ovvio, responsabilità prenderci dobbiamo. Un onore imparare da lei sarà.”, disse Grogu prima che un trillo si diffuse per la stanza.
 

“ Cos'era quell'allarme?”, disse sorpresa Angela, mentre Russel assunse un'espressione molto preoccupata.

 

“ Qualcuno si è infiltrato dal settore 6, il più pericoloso di tutti. Non dev'essere gente da poco.”, affermò Karl, premendo un pulsante sul tavolo e facendo apparire degli schermi, ognuno collegato a una telecamera nella giungla.

 

“ Kevin!”, esclamò Russel, indicando l'immagine di un grosso uccello simile a uno struzzo con un bellissimo piumaggio blu, legato da delle bolas. Due figure si fecero avanti nella visione della telecamera. Uno era un cacciatore di qualche razza aliena, con un po' di pancetta, mentre l'altro era un ragazzo dai capelli argentei. Sora boccheggiò nel riconoscerlo.

“ Riku?!”.

                                                                                                            ******
Il museo di Aleen era una delle più grandi attraziioni del sistema 4-S, attirando ogni settimana milioni di visitatori intenzionati ad ammirare le migliaia di opere d'arte, olografiche o tradizionali.

 

Tutte rubate ai legittimi proprietari o creatori. I proprietari erano infatti tra i più crudeli e subdoli collezionisti abusivi, impegnati a fregare ovunque pregiatissimi lavori, o spacciandosi per mecenati di fronte a promettenti artisti, cui commissionavano dei progetti solo per prenderli senza pagare.

 

Una botola si aprì nel pavimento del museo privato, lasciando uscire un ragazzo sui venticinque anni, con addosso una tuta aderente e coperta da alcuni circuiti. La pelle azzurro chiaro e gli occhi gialli, assieme a sparuti tatuaggi color oro, lo identificavano come un Pantoriano.

 

Aaron Stone era uno dei pupilli di Helga, l'asso della sezione spionistica degli Eclipse. Da quando era entrato nel clan, circa quattro anni prima, si era già fatto valere infiltrandosi nelle basi di molti rivali di cui aveva preso progetti e artefatti. E sul campo vero e proprio il suo curriculum non era da meno, guadagnandosi una certa fama tra civili e avventurieri. In quel caso era stato ingaggiato da alcuni degli artisti truffati dai gestori del museo, che avevano messo insieme i pochi soldi che avevano per recuperare i frutti del loro lavoro.

 

“ Diceva la terza cassaforte, se non sbaglio.”, disse una voce femminile attraverso il comunicatore che Aaron teneva nell'orecchio. Si trattava di Emma, suo contatto, pilota e armaiolo.

 

Il ladro annuì e con estrema prudenza si diresse verso il luogo indicatogli, muovendosi tra laser e sensori protetto dalle proprie abilità e piccoli dispositivi anti radar contenuti nella sua tuta. Arrivato alla cassaforte, fece uscire dal suo guanto metallico una lama con cui cominciò a tagliare, sudando non poco per l'immensa cautela volta a non avvertire gli allarmi della sua presenza. Fortunatamente, riuscì a staccare la serratura e ad aprire senza eccessive difficoltà, trovandosi di fronte un largo mucchio di quadri e statuine.

 

Prese le opere con un sorrisetto per poi metterlo nel Prizmod. A qual punto, una fortissima sirena partì.

 

“ Oh, andiamo, non ho attivato nessun allarme!”, si lamentò la sfortunata spia, mentre droni da guardia uscivano da tutte le pareti. In breve Aaron si ritrovò bersagliato da ogni direzione, rispondendo al fuoco e facendo i salti mortali per non esser bucherellato, pur riuscendo a farne cadere una manciata con spari ben assestati del suo guanto.

 

“ Merda, merda.... salta nell'impianto di aerazione e poi esci a destra.”, le disse nella voce nell'auricolare. Pregando di non finire all'aperto, dove sarebbe stato una preda facile, il moro fece quanto detto, infilandosi a fatica nel sistema d'aria e strisciando ringhiando tra i denti, per poi cadere per diversi metri, forse addirittura un buon chilometro, atterrando in dell'acqua puzzolente.

 

“ Le fogne, sul serio?!”, esclamò alzandosi e sputacchiando.

 

“ Avevi un'idea migliore?”, chiese sardonica la collega prima che qualcosa disturbasse e interrompesse il segnale, al che lui roteò gli occhi e si guardò intorno per cercare un'altra via d'uscita.

 

Sentendo alcuni rumori sopra di lui, Aaron indietreggiò lentamente, tenendo davanti a sé il fidato blaster finchè non urtò contro qualcosa di metallico. Girandosi all'istante, si trovò di fronte una bellissima ragazza dai capelli bianchi e vestita con un elegante abito nero, metà del volto coperto da una benda dello stesso colore.

 

 

“ Aaron Stone?!”, chiese sorpresa la guerriera, che indietreggiò e materializzò una lunga nodachi con cui si mise in guardia.

 

“ 2B?! Cosa ci fa qui l'Alba rossa?”, chiese sospettoso l'assassino, riconoscendo l'albina come una dei più fidati e pericolosi sicari al servizio di Maul, un'androide la cui bellezza era superata solo dalla sua abilità in battaglia.

 

“ Non è di tuo interesse.”, disse secca l'androide, mettendosi in guardia. Ma Aaron non aveva intenzione di combattere inutilmente.

 

 

“ Sto rischiando di fallire questa missione perchè qualcuno di cui non faccio il nome ha fatto saltare gli allarmi che io avevo accuratamente evitato. Direi che devi almeno aiutarmi a uscire di qui, o sta certo che aiuterò io stesso a sezionare la tua scatola madre e trovare tutti gli sporchi segreti di Maul.”, sibilò il moro, imponendosi con aggressività sulla ragazza, spingendola contro il muro.

 

Normalmente Aaron non si sarebbe mai comportato così con una ragazza, organica o inorganica che fosse. Ma era pur sempre un Eclipse, addestrato dal meglio del meglio. E intendeva fare ciò per cui il suo clan era conosciuto, completare gli incarichi con rapidità ed efficienza.

 

“ Va bene, la logica vuole che ci aiutiamo a vicenda per ora- si arrese l'albina, non vedendo il punto di uno scontro che avrebbe danneggiato entrambi- Dov'è il tuo punto di estrazione?”.

 

“ Torre est. Dovremmo combattere un po' per raggiungerla.”, affermò secco l'altro, guidando la droide nei corridoi, sperando di non avere di che pentirsene.
                                                                                                       *****

Saaaaalve a tutti, mi auguro di non avervi fatto infuriare con questo immenso ritardo. Ma ho deciso( complice anche l'assensa di uno dei miei lettori più assidui, tornato ora) di concentrarmi per un pò sul mio crossover di Berserk, lavoro non facile, mentre riordinavo un pò le idee. Sono tornato quindi con una cosetta non troppo impegnativa tanto per riprendere il ritmo e offrire una base per le prossime saghe, dove sempre più personaggi si intrecceranno, nel bene o nel male. Consigli come sempre ben accetti.

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Capitolo 21
*** Amici in lotta ***


 

McLeah, seduto sotto l'albero che indicava il punto di estrazione, stava guardando per bene sul Prizmod l'immagine della sua ultima preda, provando un certo sadico gusto . Per anni aveva dato la caccia a quell'uccellaccio del malaugurio, venendo ostacolato da Fredicksen o dalla velocità dello stesso, finendo ogni volta con la faccia della polvere a maledire quel pianeta da strapazzo.

 

Finalmente, con l'aiuto di quel Riku, era pronto a portarlo nel serraglio di casa Stecker, in modo che svolgesse il suo ruolo nei piani di Lady Malefica. Pur intento a gongolare, l'uomo riuscì comunque ad accorgersi per tempo di un piccolo sibilo dietro l'orecchio, e a spostarsi per evitare di striscio una lunga lancia di ghiaccio che si infilò nel terreno davanti a lui.

 

“ Guarda chi si rivede, Carl Fredricksen.”, sghignazzò il cacciatore, voltandosi per trovare di fronte il custode di quelle terre, visibilmente arrabbiato. Accanto a lui Dug ringhiò, non meno arrabbiato del padrone verso l'intruso.

 

“ Leah, lascia andare Kevin o giuro che ti spedisco in atmosfera prima che tu possa rendertene conto.”, lo minacciò Carl, formando nugolii di scintille sulla punta del suo bastone. Odiava sporcare di sangue o altrimenti rovinare in qualche modo quella giungla, che considerava la tomba della sua Ellie. Ma la stessa non avrebbe mai permesso a un viscido bracconiere di prenderne gli abitanti.

 

“ Oh, mi piacerebbe tanto accontentarti, Carl- disse sardonico Leah- Ma il tuo struzzo formato pianeta è nella lista di lady Malefica da parecchio tempo e io non intendo deluderla.”, disse tirando fuori dal Prizmod una balestra e sparando raffiche di frecce bloccate tramite una barriera, mentre Dug svaniva tra le frasche per intervenire al momento giusto.

 

Carl sparò dunque un fulmine contro l'avversario, che schivò buttandosi a terra e rispose con una serie di quadrelli, prontamente parati dal bastone del Nu Mou. L'uomo sapeva di essere svantaggiato in quell'occasione, la maggior parte dei suoi incantesimi erano fatti per portare distruzione su vasta scala, mentre quelli fatti per infliggere status avrebbero potuto non avere molto effetto su Leah, abituato a ogni genere di tossine e Magie blu in generale e protettosi di conseguenza.

 

“ Antima!”, esclamò l'incantatore, riuscendo finalmente a bloccare il bracconiere sul posto amplificando la gravità. McLeah ringhiò pericolosamente,provando a combattere la pressione e rialzarsi. Lieto di averlo bloccato, Carl preparò una calda sfera di plasma per finirlo, ma venne interrotto da un'enorme creatura che gli corse sopra, privandolo inoltre del suo bastone.

 

“ Brava, Johanna. Staccagli la testa ora.”, si complimentò McLeah con la sua fidata partner, che guardava ora famelica Carl. Questi castò rapidamente tutti gli incantesimi di protezione che conosceva, guadagnando qualche utile minuto quando le fauci dell'iguana si chiusero su di lui.

 

Dug intervenne, saltando sulla schiena di Johanna e mordendola tra i ringhi, strappando pezzi di scaglie. Lei in risposta lo prese con la coda, sbattendolo al terreno più volte e allentando la presa sull'anziano Nu Mou.

 

“ Blizzaga!”, urlò questi infilandole la mano nella gola e sparando un potentissimo getto di gas a base di azoto. Il rettile lo sputò via, agitandosi forsennata per evitare che gli organi interni si congelassero.

 

“ Sei un piccolo bastardo come sempre, Fredicksen, ma questa sembra qualcosa che farei io.”, si complimentò riluttante McLeah, mentre l'avversario lanciava uno Stopga su Johanna, impedendole di disturbarlo ulteriormente.

 

“ Beh, non mi hai dato molta scelta. Il tuo stile non si basa sempre sull'approfittare di ogni vantaggio a tua disposizione?”, sputò il Saggio, battendo minaccioso il bastone a terra.

 

“ Oh, sì, e continuerò a farlo. Specie perchè non posso prendermi il gusto di ucciderti almeno per ora- sibilò sadico il cacciatore, prima di impallidire un pò- Non ho voglia di guadagnarmi le ire di Paperone.”.

 

“ Allora mettiti in guardia.”, disse Carl, prendendo una siringa e iniettandosi nel collo una dose di etere per rimettersi in sesto, mentre l'Iktotchi tirò fuori una frusta dentata, agitandola abilmente con una luce folle negli occhi e riempiendo la radura di nebbia.

 

*****

Riku stava trascinando via Kevin. La possente creatura si muoveva tra le catene, stordita dalle fortissime dosi di sonnifero iniettatole. Ogni tanto provava a usare qualche piccola tecnica, ma dalla bocca le uscivano solo boccate di fumo e piccole scintille.

 

“ Mi dispiace, mi dispiace.”, continuava a ripetere il giovane cavaliere oscuro, dirigendosi senza troppa fretta verso l'astronave. Sperava veramente che qualcuno o qualcosa lo fermasse, impedendo a quella bellissima creatura di diventare un altro ingranaggio nella macchina da guerra degli Stecker.

 

Quel qualcosa venne nella forma di una spada a forma di chiave, che si infilzò nel terreno davanti a lui. La riconobbe subito, avendola vista poche settimane prima, usata dalla persona che meno si sarebbe aspettato nell'intera galassia. Alzando lo sguardo, lo trovò sul ramo di un albero.

 

“ Riku, che stai facendo?!”, esclamò Sora severo, rimaterializzando il Keyblade nella propria mano e scendendo pieno di furia, chiaramente deluso da quanto si trovava davanti a lui.

 

“ Sora, non volevo che tu mi vedessi qui.”, disse l'albino, trattenendo una goccia di sudore per il nervosismo e la vergogna.

 

Non si capacitava di cosa ci facesse lì il moro. Già aveva avuto uno shock nel vederlo combattere al colosseo, di certo non voleva farsi trovare, dopo mesi di distanza, a rubare illegamente Spectrobe.

 

“ Già, hai proprio ragione. Vorrei tanto sapere quindi cosa ci fa il mio miglior amico, per cui sono preoccupato da morire da quasi dieci mesi, a trascinare lo Spectrobe che dovrei salvare da dei bracconieri!”.

 

“ Sora.... questa gente, gli Strecker, hanno Kairi. Non so dove la tengono, se disobbedissi non so cosa le farebbero.”, protestò l'albino, il volto deformato dalla preoccupazione dell'amica. Sora strinse i denti.

 

Era terrorizzato dall'idea di perdere Kairi, ma soddisfare le richieste di Malefica non era la soluzione. Nel peggiore dei casi li avrebbe sfruttati tutti e tre( sei, contando i loro amici rimasti a casa) per anni, con richieste sempre peggiori.

 

“Aiutarli non è la soluzione- obbiettò, cercando di sembrare il più calmo e ragionevole possibile- Ascolta, per il momento sono sotto la protezione dei Disney, hanno già spie nell'Orlo esterno e oltre a cercarla, se ti unisci a noi saremo di nuovo tutti assieme, senza sottostare a patti diabolici.”.

 

Il suo amico d'infanzia si morse il labbro. Una parte di lui voleva unirsi al moro e liberare Kevin. Ma la parte più pessimista, così come quella più assetata di gloria, che sperava di trovare sotto Malefica, non erano molto d'accordo.

 

“ Mi dispiace, non posso rischiare.”, affermò Riku, tirando fuori l'Animofogo.... solo per trovarsi la punta di una pistola dietro la nuca.

 

 

 

“ Molto Sora mi ha parlato di te. Un po' sbruffone dice che era, ma anche gentile.”, borbottò Grogu levitando col proprio jetpack, stringendo con forza la fidata arma, pronto a sparare se Riku avesse fatto la pur minima mossa.

 

“ E tu devi essere uno del suo nuovo gruppo. Grazie per esserti preso cura di lui.”, disse l'albino, stando perfettamente immobile mentre anche Angela atterrava nella radura, lasciando andare Russ e Dumbo che corsero a liberare la vittima di McLeah.

 

“ Oh, Sora non ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui. Ma non ci ha impedito di farlo.”, rise la giovane Bardessa, avvicinandosi all'amico, generando un piccolo moto di invidia nel loro, pur temporaneo e involontario, avversario.

 

Riku ringhiò i denti, mentre dalla sua ombra uscì lo stesso essere che l'aveva protetto dal temporaneo mentore. Rapido come un fulmine, il demone privò Grogu della sua arma prima di dargli un potente pugno, e una volta libero da quella minaccia, lo spadaccino si lanciò contro Sora e Angela.

 

Grogu scambiò colpi di ascia e artigli contro l'Ombra, scatenando lievi onde d'urto per tutta la foresta. L'essere si muoveva con incredibile fluidita, separato e allo stesso tempo unito al proprio padrone.

 

Il cavaliere oscuro, impegnato a duellare col moro ed evitare nel contempo gli attacchi sonici della chitarrista, era ben consapevole di non poter confrontare direttamente i tre, quindi non aveva la minima intenzione di provarci, ma solo di distrarli un po' e sgusciare.

 

Sperando poi che McLeah arrivasse. O anche no.

 

“ CAVALCACIELI!”, esclamò dopo aver schivato l'ennesimo affondo di Sora, venendo avvolto da un'alone multicolore. I suoi movimenti, così come quelli del suo guardiano,  divennero immensamente più veloci, per un attimo sembrò creare addirittura residui illusori.

 

“ Ma quella è una Trance di livello avanzato. Come ha fatto a imparlarlo?”, esclamò la Gargoyle, tentando di sparare attacchi elementali dalla sua chitarra che colpirono però degli alberi, prima che si ritrovasse un lungo taglio sul braccio destro, che le impedì di suonare ancora e supportare i compagni.

 

“ Ve l'ho detto, Riku era il più bravo dei ragazzi delle isole.”, affermò Sora, abbassandosi appena in tempo per evitare una sfera di energia nera, cui rispose attivando il Cambio forma gettandosi in avanti e facendo roteare più velocemente che potè il Keyblade in un letale vortice, creando scintille quando la spada a forma di chiave si scontro con la lama dell'altro.

 

 

Russ e Dumbo stavano facendo intanto del loro meglio per recidere le corve di Kevin, ma di qualsiasi materiale fossero fatte, era abbastanza duro da spezzare il coltello della Giovane marmotta.

 

Lo scontro intanto si faceva sempre più violento. Riku era deciso a non mollare, e si era castato diversi incantesimi per aumentare le propria abilità, mentre Angela era tornata a suonare dopo una piccola medicazione, riempiendo i due compagni con nuovo vigore finchè non venne colpita da un raggio di pura tenebra sparata dall'Ombra dell'albino, ora sempre più grande come se rispondesse alle sue emozioni.

 

Kevin fissò malinconica la battaglia per la sua libertà. Era certa che continuando così, qualcuno dei quattro ragazzi sarebbe morto. Un risultato inaccettabile per mei. Struggente, il magnifico uccellò gracchiò qualcosa a Russ, che impallidì.

 

 

“ Non puoi....”, gemette il ragazzino, prima di venire distratto dai rumori del duello. Grogu e Angela si trovavano ora ai lati del campo, lasciando Riku e Sora a combattere tra loro con una violenza inaudita.

 

“ Riku, per favore, vedi la ragione. Malefica ti userà e poi ti butterà via come una sigaretta.”, cercò di convincerlo Sora, continuando a mulinare come un forsennato il Keyblade, la sua testardaggine e la resistenza che come sempre sin da quando erano bambini che contrastava con l'abilità e il potere dell'amico.

 

“ Lo so benissimo! Ma almeno così ho una chance di scoprire dov'è Kairi.”, ribattè questi, sparandogli contro un getto di fiamme. Sora gridò, beccandosi piccole opzioni prima di cambiare la Catena Regale con lo scudo nato dal suo legame con Ercole,  grazie al quale si difendette e rispose poi con una terribile spinta. Avrebbe probabilmente continuato a picchiare l'altro fino a riportarlo alla ragione, se qualcuno non l'avesse fermato.

“ Basta, ci arrendiamo.”, urlò Russel tra le lacrime, strisciando fino al ragazzo e afferrandogli il ginocchio.

 

“ Russell, che vuoi fare?!”, lo rimproverò un incredulo Sora, provando a lanciarlo via.

 

“ Me.... me l'ha chiesto Kevin.”, insistette questi, rivolgendo occhi disperati al ragazzo. Questi si voltò più volte dalla giovane marmotta a Riku, incerto su cosa fare.

Il suo amico d'infanzia era ormai sfinito, neanche lui d'altronde poteva sperare di vincere in simili condizioni. E forse... forse continuando uno dei due avrebbe finito per uccidere l'altro. Con tono rotto, il Custode disse una semplice parola.

" Vattene.".

*****

 

“ Carl, stai bene?!”, chiese Russel ansioso, strisciando velocissimo verso il suo mentore, che riportava più di un livido e altre ferite, sistemate alla meglio con incantesimi curativi. Era chiaro che lo scontro aveva messo a dura prova la sua stamina, così come il duello affrontato da Sora ne aveva quasi sfiancato lo spirito. Era infatti con aria incredibilmente triste che lui e gli altri erano tornati alla casa dell'incantatore.

 

“ Abbastanza- tossì il Nu Mou- sono riuscito ad allontanare il bracconiere grazie a un colpo fortunato, ma se avesse voluto uccidermi la situazione sarebbe stata ben diversa. Voi come state?”, chiese, intuendo tuttavia l'angosciosa risposta.

 

“ … Kevin è stata catturata.”, riferì il giovane Hutt, abbassando il capo carico di vergogna. Gli altri, nascondendo gli occhi, confessarono tutto, e a fine racconto il Nu Mou sospirò.

 

“ Ragazzi.... spesso negli scacchi bisogna sacrificare dei pedoni per proteggere i pezzi più forti. In questo caso abbiamo sacrificato la regina per proteggere il re.”, disse desolato, alzandosi e conducendoli nel retro della casa, aprendo la porta dello sgabuzzino. Lì trovarono un grosso nido, dove tre pulcini blu, con creste simili a ciliegie si contendevano un mango.

 

Notando i visitatori, i tre volatili uscirono dal loro rifugio per correre attorno a loro. Grogu spalancò la bocca.

 

“ Sono....”, sussurrò Angela, interrompendosi per carezzare il più piccolo del trio.

 

“ I figli di Kevin, sì. Le ultime speranze di questa particolare sottospecie- sospirò Carl- La madre si è sacrificata per salvare loro e noi. Sapeva che se McLeah fosse rimasto troppo a lungo, avremmo rischiato il peggio, forse sarebbe anche arrivato a prenderli pur di prendersi una piccola soddisfazione nei nostri riguardi.”.

" E... non credo che volesse tu e Riku vi facesse del male a vicenda.", aggiunse Russel, prendendo la manica di Sora, che più che mai avvertì l'onta del fallimento sulle proprie spalle.

“ Mi dispiace.... ho lasciato che i miei sentimenti si intromettessero. Salverò Kevin.”, promise il Custode, stringendo il pugno fino a farsi le nocche bianche. Carl annuì e alzò il bastone, circondato dai tre pulcini che proteggeva.

 

“ Siete venuti qui per imparare, ragazzi. La prima lezione che vi darò è che spesso per salvare il re dovete sacrificare un pedone. La seconda è che ogni perdita dev'essere vendicata nel miglior modo possibile. Voi siete stati ora rotti, ed è ora vostro compito venire riforgiati in qualcosa di più grade. Preparatevi... quest'oggi è stata poca cosa in confronto alle sfide che vi attendono.".

                                                                                                ******

Carl Fredicksen
Classi: Saggio, Arcanista, Mago temporale
Razza: Nu Mou
Lealtà: Clan Disney, tutte le creature delle cascate paradiso
Punteggio Midi- chlorian: 31.000
Stile di combattimento: Carl combina la sua vasta conoscenza magica con abilità fisiche e conoscenze corpo a corpo superiori alla maggior parte della sua specie. Oltre a questo, possiede una vasta conoscenza della giungla e non manca di usare il terreno a suo vantaggio quando possibile.

Percival Mcleah
Classe: Berserker, Ranger, Cacciatore
Razza: Iktotchi
Lealtà: Clan Strecker
Punteggio Midi-chlorian: 25.000
Stile di combattimento: Mcleah rappresenta per certi versi l'essenza degli Strecker più della stessa Malefica. Tutto e qualsiasi cosa sono uno strumento, in particolare le debolezze dell'avversario. Durante un duello o una caccia, approfitta di qualsiasi vantaggio a propria disposizione per finire avversari o prede nel minor tempo possibile e senza correre eccessivi rischi se può evitarli, sebbene non disdegni a volte di giocare col cibo prima di mangiarlo.

                                                                                                              *****

Buonasera a voi tutti, carissimi, spero di avervi consegnato un capitolo all'altezza delle aspettative, sia per quanto riguarda le mosse usate( alimentate o meno dalla Forza)  che il carico  emozionale presente, visto che .... beh, chiunque abbia visto Up sa cosa voglio dire. Il mio più grande disappunto è di aver fatto combattere Riku da solo contro ben tre personaggi, uno dei quali si è allenato con lui per anni, sarebbe stato meglio farlo spalleggiare da Johanna, ma volevo anche rendere come può considerarsi il Sasuke al Naruto di Sora( con un pò di cervello, conoscenze incluse, in più e meno cringe, voglio sperare. La sua resa è uno dei punti su cui sono più teso). Grazie a tutti per aver letto, il prossimo capitolo dovrebbe contenere la fuga di Aaron e 2B assieme all'inizio della prossima saga.






                                                                      *****

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Capitolo 22
*** L'Alba e l'Eclisse ***


2B ed Aaron, compagni improvvisati in quella circostanza, avevano percorso le fogne fino a trovare una via d'uscita, il tutto senza dirsi una parola, non fidandosi particolarmente l'uno dell'altro. Il ragazzo non era certo nuovo ad affrontare criminali d'ogni genere, e conscio che la loro collaborazione si basava sull'utilità reciproca, teneva la guardia  sempre alzata in caso di attacco alle spalle. La droide dal canto suo era fedelissima alla sua programmazione di portare avanti i piani dell'Alba cremisi e quindi dava al temporaneo compagno solo l'attenzione necessaria.

 

Si ritrovarono quindi in un grande piazzale, pieno di statue e dipinti olografici delle dimensioni di un murale. Il tutto circondato da quattro altissime mura, probabilmente piene fino all'ultimo mattone di sistemi di sicurezza. Inclusi ovviamente radar che, incrociati i due avventurieri, lanciarono l'ennesimo allarme della serata.

 

Non ci volle molto che i custodi di quel posto li raggiungessero. Incantatori, monaci, ladri e molto altro.

 

“ Arrendetevi subito, o preparatevi a morire.”, intimarono le guardie.

 

“ Signori, un quadro merita davvero così tanti guai?”, chiese ironico la spia, alzando sardonico le braccia in segno di finta resa.

 

“ Chissenefrega dei quadri, vogliamo i documenti rubati dalla tua amichetta.”, lo corresse quello che sembrava il capo del gruppo, un moguri con una benda sull'occhio e dei dadi tra le mani. All'affermazione Aaron si diresse verso 2B, chiedendosi di nuovo cos'avesse rubato.

 

“ Il tuo clan ti ha detto di non farti scoprire?”, chiese l'albina, scrocchiando il collo in adamantio e muovendo le dita, sentendo ogni frammento delle articolazioni muoversi pronto all'azione.

 

“ Non ci saranno problemi se combatto un po'. Non sono affiliati agli Hutt, quindi anche se cercassero retribuzione possiamo schiacciarli come mosche.”, rassicurò Aaron prima di partire all'attacco, venendo però preceduto dall'improvvisata partner.

 

Guts on Twitter:

L'albina era un combattente incredibilmente letale, fondendo la potenza di una macchina alla flessibilità di alcune razze aliene, muovendo le articolazioni quasi come non avesse ossa per vorticare la sua lunga katana o qualsiasi altra arma, con cui affettare gli sfortunati che finivano nel suo raggio visivo, mentre ogni attacco sembrava mancarla all'ultimo istante, appena in tempo per schivare.
 

 

Aaron dal canto suo usava uno stile molto più minimalista, colpendo punti vitali per paralizzare con precississime mosse di arti marziali. Talvota usava gli avversari come scudi umani, specie quando qualcuno tentava di scagliargli contro delle alterazioni di status, per poi rispondere con un misto di proiettili potenziati dall Forza e tecniche volte a danneggiare l'intero gruppo nemico, via via più disorganizzato.

 

“ FIRA!”, esclamò una delle ultime guardie in piedi, scagliando una palla di fuoco contro la spia, che parò in tempo con lo scudo, pur venendo spinto all'indietro. Prima che potesse rialzarsi e rispondere all'incantesimo un grosso robot, il pilota visibile attraverso la cupola, interruppe nel mezzo della piazza prima di aprire vari scompartimenti in tutto il corpo per mostrare minacciose bocche da fuoco.

 

“ Un Darkenblot- sussultò 2B, fermatasi subito dopo aver decapitato un avversario e riconoscendo il modello, reso famosi dall'uso che ne fece uno dei Diafani- meglio andarsene.”, disse correndo verso le mura, riuscendo a camminare su di esse a incredibile velocità, nessun particolare senso di colpa nel lasciare indietro Aaron.

a clacca piace leggere...: disney definitive collection ~ darkenblot
 

Il mecha nero, notandola, cominciò a spararle contro raffiche di laser che bucarono tranquillamente il cemento armato e costrinsero la seccata spadaccina a saltare di nuovo sul terreno per non venire trapassata, prima di ingaggiare il mecha nel corpo a corpo.

 

La spada dell'albina si muoveva incredibilmente fluida contro i temibili colpi del rivale, sufficientemente forti da far tremare l'intera piazza. Quasi tutte le guardie ancora coscienti corsero via, non volendosi farsi coinvolgere nello scontro tra i due robot.

 

L'albina si portò indietro, evocando dal Prizmod un robottino volante che cominciò a sparare all'abitacolo del pilota. Questi sorrise sadico e trasformò il braccio in un fucile al plasma.

 

Un devastante raggio percorse la distanza che li separava, venendo riflesso dalla lama della ragazza. Pur uscendone indenne personalmente, la spada venne trasformata in una pozza di metallo fuso, costringendola a sostituirla con una lancia.

 

Si ritrovò a evitare quindi uno sciame di missili. Aaron dal canto suo cercava di ferire il Darkenblot, ma anche le sue tecniche più potenti erano punture di zanzare contro il robot pilotabile, che si girò per dargli una potente menata con un ghigno del pilota. Lo scontro sembrava ormai a sfavore della coppia.

 

Finalmente, sopra la torre menzionata da Aaron, apparve una piccola navetta. Lasciato acceso il pilota automatico, la compagna dell'Eclipse aprì lo sportello e cominciò a sparare delle granate contro il mecha.

 

Avvolto dalle fiamme, il pilota rispose con rabbia, dirigendo un altro raggio al plasma contro la navetta, che schivò con una semplice manovra per poi lanciargli contro un altro missile.

 

Aaron, approfittando della distrazione offertagli, piantò un pugnale nell'ombra del mecha, da cui partirono miriadi di scintille violette, segno che era riuscito a bloccarlo. Presa per mano 2B, attivò il suo rampino, lanciandosi assieme a lei verso la navetta.

 

“ Salite!”, esclamò la pilota, mandando i motori al massimo e sparando un ultimo missile, che conflagrando impedì definitivamente agli occupanti del museo di seguirli senza sacrificare una buona parte del loro capitale.

 

“ Grazie.”, disse il ragazzo, buttandosi su uno dei sedili e facendo un cenno alla loro salvatrice, una ragazza dai tratti asiatici e i capelli color pesca. La sua fidanzata, Emma, conosciuta lo stesso giorno in cui era diventato un Eclipse.

 

Indossava una tuta in spandex coperta da vari circuiti, la maggior parte dei quali connessi direttamente al suo sistema neurale per offrire il massimo controllo sull'attrezzatura che creava e sullo stesso veicolo.

 

 

“ Ora dovrete proprio spiegarmi come vi siete ritrovati assieme?”, volle chiarire l'armaiola, girando il suo sedile dopo aver messo il pilota automatico.

 

“ Dunque, opinione sulla nostra collaborazione?”, domandò Aaron alla loro ospite prima di riprendere fiato.

 

“ Non ho intenzione di ripeterla.”, rispose secca 2B, accompagnando l'affermazione con un gesto di netta superiorità.

 

“ Idem.”, ammise a sua volte il ragazzo, infilando le dita in un sacchetto di patatine viola accanto a lui, affamato dopo la dura impresa.

 

“ Beh, meglio, non credo che il capo sarebbe felice di sapere che abbiamo collaborato con l'Alba rossa. Specie se ci hanno fatto scoprire.”, aggiunse Emma, chiaramente irritata da come l'imprevisto avesse messo in pericolo il suo ragazzo.

 

“ Io allora scendo qui. Ci vediamo presto.... e grazie comunque per l'aiuto.”, affermò l'albina, saltando via dalla navetta e attivando un paracadute a mezz'aria, dondolando lentamente sotto gli occhi degli ormai ex collaboratori.

 

“... o anche mai più.”, sbuffò Aaron, attivando il pilota automatico e ritraendosi nel sedile prima di chiudere gli occhi, venendo poi raggiunto da Emma, che si mise assieme al ragazzo sotto una calda coperta mentre l'astronave saliva nel gelo dello spazio.

 

I due giovani si svegliarono qualche ora dopo, sentendo il bip del comunicatore. Accendendolo con un grugnito, apparve l'imponente immagine olografica di Vader, seppur in formato ridotto.

 

“ Complimenti, Aaron. Hai completato la missione nonostante il contrattempo- disse lieto il potente Sith, seduto con le braccia incrociate- i nostri clienti saranno alquanto soddisfatti, e i proprietari del museo, se tutto va bene, dovranno restituire molti altri reperti.".

 

“ La ringrazio per gli elogi, lord Vader- disse il moro, sinceramente onorato- Ma il merito è anche di Emma, che è arrivata nel posto giusto al momento giusto.”.

 

“ Naturalmente, miss Lou ha svolto la sua parte in maniera egregia- aggiunse capoclan , porgendo alla sottoposta un gesto di complimenti che gli fece guadagnare un dolce sorriso dalla suddetta- In ogni caso mi servirebbe che voi compiate un'altra missione- continuò con tono ben più serio- stavolta direttamente per il clan. E' una missione estremamente delicata e importante, soprattutto per le nostre relazioni con alcuni dei nostri più importanti alleati.”.

 

“ Di che si tratta?”, domandò l'alieno, sporgendosi sopra il proiettore olografico con aria incuriosita. Una serie di numeri e immagini apparvero accanto al Vader in miniatura, che le indicò.

 

“ Sarà una collaborazione con alcuni Mandaloriani. Raggiungetemi a queste coordinate, vi spiegherò tutto lì.”.

 

 

“ Mhh, chissà che ha in mente per noi. Spero qualcosa di divertente.”, sorrise malefica l'armaiola, mettendo di nuovo l'iperluce per Kamino, ansiosa di scoprire quale nuovo compito li attendese.

                                                                  ******
 

Dopo qualche giorno di riposo dalla sua ultima avventura, la squadra di Sora venne richiamata al Deposito. Ancora carico di adrenalina dalla lotta nella giungla e speranzoso sopratutto di scoprire la locazione di Kairi, il Custode sperava in un nuovo compito.

 

Certo, le settimane alle Cascate paradiso erano state estremamente utili. Le basi di sopravvivenza del gruppo erano state affinate fino a conoscere la giungla palmo a palmo, così come i suoi abitanti. E soprattutto avevano imparato come fuggire in ambienti ostili.

 

Ma come si suol dire, più impari, più il mondo diventa grande. E Sora smaniava di esplorare quel mondo assieme ai propri compagni. Sperava che il prossimo incarico li avrebbe mandati abbastanza lontani e soprattutto che lo facesse sentire di stare attualmente facendo qualcosa per la situazione in corso, oltre a prepararsi e basta.

 

“ Ragazzi miei, è arrivata una richiesta che chiede di voi direttamente. O meglio, di Angela.”, affermò Paperone, dando loro il benvenuto nel suo ufficio, carico degli incassi settimanali cosicchè potesse controllarli in prima persona.

 

“ Di che si tratta?”, domandò incuriosita la diretta interessata, chiedendosi se fosse arrivato un messaggio dai suoi genitori o dal loro clan, gli Shakespeare. L'affarista in risposta si aggiustò  gli occhiali e tirò da sotto la scrivania un grosso poster, raffigurante una distesa marziana disseminata da feroci Spectrobe, che circondavano un gruppo di cantanti in ombra. In cima si trovavano, in stile ' fulminante', le parole ' Mars Titanium Collection'.

 

“ Demyx Oceanis l'ha suggerita come capo staff per il festival cui lui e molti altri cantanti, inclusi alcuni dei nostri bardi,  l'evento avrà luogo la settimana prossima.”, rivelò quindi con una certa fierezza, facendo ondeggiare il poster. La gargoyle si paralizzò, mollando le braccia lungo i fianchi mentre la coda toccava terra.

 

“.... uh.”, fu il vaghissimo gemito che uscì dalle sue labbra. Preoccupati, i suoi amici cercarono di scuoterla.

 

“ Angela?”, chiese Sora, picchiettando sulla spalla dell'amica, che spalancò la bocca per urlare a squarciagola.

 

“ AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”, esclamò a oltranza, facendo tremare le finestre per diversi isolati e facendo crollare i suoi amici a terra, Paperone incluso. Il grido, potenziato oltre misura dagli eccitati midi-chlorian della mora, proseguì altri due minuti finchè finalmente i suoi polmoni non si svuotarono.

 

“ Credo tu abbia ammazzato qualsiasi Krawl da qui a Giove.”, si lamentò Sora alzandosi a fatica, considerandosi fortunato a non aver perso l'udito. Persino Dumbo, dal suo posticino nel Prizmod del padrone, tecnicamente isolato dal mondo al di là del legame col suddetto, si era rintanato in un angolo avvolto dalle proprie orecchie.

 

“ H- ha chiesto di me? Oh, dei, non credevo avrei mai avuto una simile occasione. Non senza chiedere ai miei o al signor Xanathos almeno.”, fece lei, stringendo le mani in preda all'eccitazione che fino ad allora solo la lotta le aveva dato. D'altro canto Demyx era una delle ultime star Metal, aveva fan in diversi settori, e al prossimo concerto avrebbero partecipato molti altri musicisti famosissimi, che incontrare sarebbe stata un'immensa gioia.

 

Non sarebbe stato esagerato definirlo il più grande evento musicale dell'ultimo secolo. Parteciparvi anche solo come addetta avrebbe fatto avanzare di monto la carriera della ragazza.

 

“ Beh, sembra la vostra avventura alle cascate paradiso e la tua musica l'abbiano impressionato. E vi offre tante cosine utili per le prossime missioni.”, affermò il loro mentore, facendo un piccolo incantesimo di cura per sistemarsi le danneggiate orecchie.

 

“ Bene, lo aiuterò a mandare i suoi fan, me inclusa, nella santa terra del Rock.”, rise la Gargoyle, stringendo eccitata gli artigli, una luce quasi malata nei suoi occhi, nei quali un esperto avrebbe potuto leggere tutti i suoi piani per offrire il miglior spettacolo possibile.

 

“ Partita è... almeno biglietti gratis avremo.”, sospirò Grogu, preparandosi a un lungo week end di musica e lavoro speranzosamente retribuito.

 

 

                                                                                                        ******
Buonasera a tutti, spero di non avervi fatto attendere troppo e che questo scontro un pò confuso aiuti a illuminare questi ultimi giorni d'estate, io a breve comincerò quell'incubo noto come sessione universitaria, spero di uscirne indenne. Da questo momento in poi, fidatevi che cominciano i guai seri intanto, anche se probabilmente avrei potuto annunciarlo in modo meno ovvio Auguratemi buon lavoro con tutto e se avete consigli per i prossimi capitoli, sono tutti orecchi, ricambio ovviamente ogni augurio.
 

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Capitolo 23
*** Metal Mars-parte 1 ***


 

Il cartello criminale dell'Alba cremisi si trovava in una città costruita attorno a un antico tempio Sith, a sua volta situato nella zona vulcanica di un pianeta sperduto. Il luogo era un perfetto nascondiglio per produrre, rubare e smerciare prodotti di contrabbando senza farsi notare e costruire una base di spie. Oltre a offrire il panorama mozzafiato dell'enorme edificio nero circondato da fiumi di lava che, oltre a rifornire la cittadella di energia geotermica, donava a tutto un bellissimo tocco alquanto macabro. Il luogo perfetto per gestire un'organizzazione capeggiata da qualcuno come Maul, anche perchè i pochi attacchi ricevuti negli ultimi anni erano sempre stati respinti con pesantissime perdite per gli assalitori.

Dario Marzadori - Sith Temple

 

2B avanzò con passo fiero nelle vie dell'avamposto , muovendosi tranquillamente nella folla senza quasi farsi notare e senza toccare nessuno, per la maggior parte dei membri del clan era un fantasma, l'ombra bianca di Maul, alcuni non sapevano neanche che fosse un robot. Con un balzo giunse quindi alla finestra che dava direttamente alla palestra del tempio, dove il suo capo si stava allenando contro una coppia di solidogrammi a forma di Spectrobe d'alto rango,  mulinando con elegante brutalità una spada simile a un'ala di pipistrello, con una d'angelo a decorarne la punta.

 

Darth Maul, nonostante le ferite e l'età che cominciava a farsi sentire, personificava ancora come pochi i concetti di agilità e ferocia. La propria arma, da lui battezzata Via dell'alba, oscillava con somma precisione e potenza, non lasciando scampo a nessuno.

 

Come un'anguilla, sgusciò tra i due avversari e lì attacco alle giunture con movimenti che la stessa 2B ebbe problemi a percepire, sparpagliando frammenti di bit per la stanza prima di scagliare una coppia di potenti fulmini dorati  dalle mani, distruggendo entrambe le creature.

 

“ Maestro Maul...”, disse riverente la droide una volta che quello spettacolo si concluse, i solidogrammi dispersi in particelle di luce.

 

“ 2B, che cosa mi hai portato?”, chiese lo smunto Zabrak, prendendo un asciugamano per pulirsi dal sudore e dandole un piccolo cenno di saluto. Aveva mandato la sua fidata collaboratrice in cerca di informazioni sui possibili piani di Jabba, e sapeva che non era certo tipa da tornare a mani vuote. Anche il suo viso coperto da pelle artificiale tradiva una certa.... trepidazione? No, sembrava quasi preoccupata.

 

“ Informazioni. Informazioni molto strane. Credo che la nostra lotta con gli Hutt si sia fatta molto più complicata.”, affermò l'albina, tirando fuori dal Prizmod una grossa cartella che passò al suo leader. Questi l'aprì, stupito da tanta fretta.

 

“ Vediamo un po'- disse il potente Custode, leggendo rapidamente i fogli offertigli dall'androide, l'espressione che si fece via via più ansiosa- ma questo non è possibile.”.

 

“ Cosa intende fare, mio signore?”, domandò servizievole l'androide. Maul ringhiò e rimise i documenti nella cartella, mentre nel suo diabolico cervello degli ingranaggi giravano in cerca di una soluzione a quanto appreso.

 

“ Chiama mio fratello, Globby e tuo padre. Dovremmo fare una piccola riunione per discutere queste novità.”, ordinò puntando un dito verso la fidata servitrice, il volto percorso da una fitta di pura rabbia.

 

“ Vado subito.”, concluse 2B, inchinandosi umilmente e saltando fuori dalla finestra. Intanto Maul, prendendo una birra dal Prizmod, si diresse nella sala riunioni con uno sguardo torvo, interrogandosi su quale nuovo pericolo stesse per abbattersi sui suoi affari.

 

“ Che diavolo è successo in questa galassia sotto il mio naso?”, si interrogò Maul, tornando a leggere i bizzarri documenti portatigli dall'androide per trovarvi un senso.

 

*****

 

Così come il fratello, anche Savage Oppress era intento ad allenarsi. Più corpulento di Maul, ma non meno rapido e letale, il terribile spadaccino era imponente nei fiumi di lava dove dava sfoggio della sua abilità.

 

Lo Zabrak ripeteva un kata dopo l'altro con la propria spada laser, ogni colpo che generava sufficiente movimento da agitare la lava, creando a volte forti onde che tagliava quindi in due senza particolari problemi. Concludendo la sua terza ora di pratica, il guerriero si bloccò con un ginocchio a terra, la lama laser messa a protezione del viso e i muzzoli ancora guizzanti nell'azione interrotta.

 

Poco distante da lui si trovava un enorme Spectrobe addormentato, simile a un toro dalla pelle di roccia incandescente e possenti corna presenti in più parti del corpo. L'arrivo dell'albina lo svegliò, e si alzò pigramente per farsi carezzare da lei, cosa che fece con non poco piacere. I piccoli versetti della creatura, un Dongiga di nome Magar, distolsero il secondo in comando dell'Alba dai suoi esercizi.

 

“ 2B, sarei grato se ti facessi annunciare invece di prendermi alle spalle.”, affermò Oppress, quando avvertì una presenza alle spalle. L'androide si inchinò rispettosamente al suo superiore, che le fece cenno di alzarsi.

 

“ Domando scusa, lord Oppress, ma suo fratello ha richiesto la presenza di tutti i consiglieri. Nella mia ultima missione ho scoperto cose molto preoccupanti e bisogna discuterne al più presto.”.

 

“ Preoccupanti abbastanza da richiedere la nostra presenza in contemporanea? Farò meglio a sbrigarmi.”, commentò Savage, saltando assieme alla collega su Mabar, che si tuffò in uno dei fiumi di lava per mettersi a nuotare rapidamente verso la base.

                                                                                              *****

La  Cava del fannullone era il locale più frequentato della base, grazie alla gran quantità di golosi dolci e all'occasione di fare affari sottobanco senza che qualcuno vi ficcasse troppo il naso. In particolare, un trio costituito da un Twi'lek e due orchetti faina stavano discutendo sulle truffe e sul furto di crediti.

 

“ Dunque, per me le valute digitali a grandi linee sono una perdita di tempo. Mantieniti su oro e gioielli e non soffrirai mai la fame.”, affermò il Twi'lek, ricoperto di cicatrici lungo tutta la pelle bluastra.

 

“ Vero, e se sei fortunato puoi anche farci il bagno come Paperon de Paperoni.”, sghignazzò uno dei suoi commensali, sbattendo il boccale a terra.

 

“ Ah, ma se usi i crediti per ricattarne i proprietari?”, borbottò l'altro orchetto, accompagnando la domanda con un movimento dell'indice .

 

“ Troppo complicato. Immaginati poi se hanno degli hacker. Ci ritroviamo qua i clan da qui a tre sistemi in ogni direzione.”, ribattè il suo simile, che parlava per esperienza.

 

“ Caffè, ragazzi.”, disse il barista, un uomo sulla quarantina abbastanza insignificante se paragonato alla maggior parte dei presenti. Aveva cortissimi capelli castano chiaro e un sorriso gentile sotto la fronte molto spaziosa. Era Dibs, uno dei co proprietari del locale e capo cameriere. Tipo abbastanza affabile e nonostante l'apparenza, utile se occorreva un consiglio su qualche piano, era benvoluto dal resto del cartello.

 

“ Ah, ci voleva. Dunque, Dibs, qual è la tua opinione? Contanti, incluso qualsiasi equivalente, o crediti?”, chiese il Twi'lek, prendendo un sorso della calda e deliziosa bevanda.

 

“ Mhh, ammetto di preferire di gran lunga sentire il frusciare delle banconote o i gioielli tra le dita. Ma se sei abbastanza furbo con le valute digitali, nessuno ti scopre.”, affermò l'inserviente, fermandosi a parlare un altro po' coi clienti prima che il suo telefono squillasse.

 

 

' Fatti trovare sul retro.', fu il messaggio che ricevette, riportante la firma di 2B.

 

Dibs si scusò coi clienti e corse in cucina, dove l'odore di fritto e ogni tipo di bevanda permeava qualsiasi cosa, dalle stoviglie alle divise dei camerieri all'aria stessa. 2B lo aspettava a braccia incrociate sul generoso petto, poggiata su un palo della luce subito fuori il vicolo dove tenevano i bidoni della spazzatura.

 

“ Hai inventato una scusa?”, domandò secca l'androide..

 

“ A quest'ora vado quasi sempre in pausa, non mi cercheranno per un po'. Come mai qui?”, chiese di rimando il barista, cambiando il colore della sua pelle in un bizzarro violetto, mentre gli occhi divennero gialli. Il suo intero corpo si trasformò in un ammasso umanoide di gelatina.

knife wife — love is stored in the Globby

L'uomo era considerato dalla maggior parte dei compagni solo come un ladruncolo di portafogli e un bravo barista con qualche idea intelligente. Pochi sapevano che in realtà era gli occhi e le orecchie dei fratelli Savage, oltre che l'ospite di un potentissimo simbionte, grazie al quale agiva sotto il nome in codice di Globby.

 

“ Nella mia ultima missione ho trovato informazioni piuttosto inquietanti. Lord Maul ci vuole tutti in sua presenza per discuterne.”.

 

“ Capisco... non farò attendere il capo.”, rispose il barista, assumendo la forma di un piccolo piccione gelatinoso e volando verso la base.

 

Congedatasi dal simbionte, l'albina corse verso una delle tante grotte presenti nella zona vulcanica, ove si trovava l'ultimo membro del consiglio presente alla base. Quelli in missione sarebbero poi stati informati al loro ritorno per evitare fughe telematiche di informazioni.

 

Nella grotta si trovava un piccolo edificio da cui provenivano continui rumori e bagliori, con vari segnali di tenersi alla larga. La bella androide saltò oltre un recinto di filo spinato e bussò alla porta, attendendo qualche minuto per essere accolta.

 

Ad aprirle fu un uomo piuttosto allampanato, forse una sorta di goblin con cortissimi capelli castani  la testa tringolare, sormontata da due piccole corn mentre il retso della pelle era color verde pallido. Indossava quello che sembrava un camice da farmacista, chiaramente non dormiva da un po'.
Inner Doofenshmirtz | Phineas and Ferb Wiki | Fandom

 

“ Oh, ciao, tesoro, scusa se ti ho fatto attendere. Ero nel bel mezzo di un esperimento sui miei prossimi Inator.”, disse il dottor Doofensmitzh, responsabile degli armamenti e gadged dell'Alba cremisi, nonché creatore di 2B e di molti altri robot addetti a lavori in tutta la base, alcuni dei quali considerati da lui importanti quanto l'unica figlia biologica.

 

A vederlo così sembrava null'altro che un goffo inventore, e lo era. Ma in combattimento si mostrava come un assoluto signore del campo di battaglia, e la sua abilità con la magia non aveva eguali nell'organizzazione. Unito alla versatilità delle sue invenzioni, Maul aveva subito deciso di reclutarlo una volta cominciato a costruire la sua influenza, vedendo nel bislacco marchingegnere potenzialità, oltre che altri requisiti con cui aveva scelto i propri collaboratori.

 

“ Non c'è problema, papà. Ma lord Maul ha chiesto di tutti noi. Cerca di darti una sistemata in fretta.”, lo reguardì lei, che tendeva ad agire come l'unica voce della ragione in casa.  Dopo una doccia un priva di incidenti, la coppia padre e figlia ritornò dunque dal loro capo.

 

Pochi minuti dopo l'intero consiglio dell'Alba cremisi si trovava nella sala riunioni, attendendo che Maul cominciasse a parlare. L'uomo aveva un'espressione alquanto grave, ma granitica come sempre, e si muoveva attorno al tavolo con un ritmo ben calcolato.

 

“ Signori miei. Quello che noi comandiamo è il secondo più grande gruppo criminale della galassia conosciuta. Solo Jabba ci ostacola dall'ottenere la supremazia nel mondo sotterraneo della Via Lattea... o così credevo- disse prima di indicare 2B- cercando alcuni documenti che riguardasse i nostri rivali, la nostra collega ha infatti scoperto che qualcuno potrebbe dirigerli dall'ombra.”.

 

“ Fratello mio, che intendi?”, scattò sull'attenti Savage, impaurito sul quale nuovo nemico minacciasse la loro organizzazione.

 

“ Ricordi, Savage, quella stazione trovata dai Figli della guardia su una delle lune di Mandalore? Beh, grazie a 2B abbiamo ora una possibile pista sui suoi proprietari. Qualcuno di talmente potente dall'avere il pieno controllo del cartello Hutt. Non solo, la suddetta organizzazione non è che un metodo per loro per guadagnare soldi con relativa semplicità mentre loro si dedicano ad altri progetti.”, spiegò il potente Sith, stupendo non poco i suoi fidati collaboratori.

 

“ Che progetti?”, chiese Doofensmitzh, incuriosito da cosa avversari capaci di muoversi nell'ombra per così tanto tempo avessero in mente. Aveva incontrato simili individui per tutta la vita, lui stesso forse era uno di loro, ma mai aveva sentito di qualcuno tanto abile nel nascondersi.

 

 

“ Non lo so- sbuffò il Sith, agitando ancora le carte che teneva in mano- So però che hanno spie in molti altri clan: Disney, Eclipse, Nutsy, Oralin, e chi più ne ha più ne metta. Forse persino un'alleanza ufficiale con Malefica, qui c'è scritto che l'attacco alle Isole del Destino è stato coordinato da entrambe le parti per prendere qualcuno.”.

 

“ Mi lasci indovinare, il ragazzino del Colosseo.”, azzardò Globby, che come tutti era rimasto alquanto impressionato dalla dimostrazione di Sora. Maul avrebbe anche pensato di reclutarlo, se Paperone non si fosse messo in mezzo ancora prima del previsto.

 

Ma aveva comunque il suo erede già designato, per quanto restio a prendere quel ruolo.

 

“ Sì. Personalmente non credo alle storie su Revan e Malak, ma è chiaro che per loro questo Sora è molto importante. Purtroppo non possiamo prenderlo senza scatenarci addosso l'ira dei Disney o allertare le loro spie.”.

 

“ Pericolosi. Hai già qualche nome?”, domandò Savage, all'apparenza più calmo del fratello, ma non meno inquieto dalla scoperta.

 

“ Qualcuna delle suddette spie. E una sorta di titolo, per quanto sibillino.... Organizzazione XIII. Per il momento, Globby, dovrai fare ciò che ti riesce meglio.”, disse il Sith, indicando appunto il suddetto luogotenente, che riassunse la propria forma di simbionte per inchinarsi.

 

“ Non sarete deluso, mio signore.”, disse prima di sciogliersi in una pozza d'acqua che scivolò via nel condotto fognario della struttura. Da lì avrebbe raggiunto lo spazioporto e quindi via in tutte le bettole, arene clandestine e altri buchi che conoscesse, cercando la minima traccia sulla cosiddetta Organizzazione.

 

“ Ma ho anche un altro evento, cui uno di loro sarà presente. Lo conoscete tutti, il concerto che si terrà tra poche settimane su Marte. Non posso mandare lì Globby per ovvi motivi, mentre Zola e  Ridya sono lontane, ma... Doofersmithz?”, domandò al suo capo marchingegnere.

 

“ Sarà un grande piacere.”, rispose questi, lieto di tornare in azione dopo parecchio.

 

“ Lieto di vederti ben disposto. Portati un po' di muscoli però.”, gli suggerì Maul. Lo scienziato annuì e incrociò le dita pensando a chi gli sarebbe potuto essere più aiuto nel prendere il famoso cantante.

 

“ Mhh, Savage, se è disponibile...”, commentò rivolgendosi verso il menzionato guerriero.

 

“ Verrò più che volentieri.”, rispose questi con un semplice cenno.

 

“ Grazie, e..... Snow Villier dovrebbero bastare.”, concluse quindi Heinz, alzandosi assieme al collega, con cui cominciò a discutere i dettagli del rapimento.

 

“ Allora sbrigatevi. Voglio risultati seri il prima possibile. Non abbiamo fondato quest'organizzazione per vedercela soffiare dal primo codardo che si nasconde dietro gli Hutt.”, ordinò Maul, stringendo il pugno fino a gonfiare le vene coperte dai tatuaggi.

 

*****

 

ll giorno successivo il trio composto da Sora e compagni si recò su Marte, dove ci sarebbe stato il concerto, per cui avevano riadattato una delle prime basi costruite dai coloni. Sebbene la terraformazione avesse reso il pianeta più abitabile, buona parte era comunque un deserto sconfinato e a parte gli Spectrobe noti come Scaramucche(1) non molti poteva sopravviverci.

 

Sora, Grogu e Angela vennero controllati da capo a piedi dalla sicurezza, che li portò poi dalla star in persona. Demyx era un alto moro dai capelli ricoperti di gel e dal fisico muscoloso, un sorriso carismatico capace di stregare chiunque. Li accolse seduto su una cassa, circondato dai suoi strumenti mentre attorno gli altri roadie spostavano l'attrezzatura e alcuni cantanti parlavano del loro numero.

 

“ Signorina, che gran piacere conoscerla. Ho sentito molto delle sue ultime imprese e ho apprezzato i suoi singoli.”, disse avvicinandosi stringendo la mano artigliata della Gargoyle, che sembrava in brodo di giuggiole.

 

“ Anche per me è un immenso piacere. Diamine, non avrei mai creduto che venisse questo giorno. Questi sono i miei compagni, Sora e Grogu. Senza di loro sarei ancora ad Olimpia.”, disse indicando i due accompagnatori, che diedero un rispettoso cenno di saluto. Demyx salutò cordialmente e disse loro di dargli direttamente del tu.

 

“ Servirà un lavoretto anche a voi.Se non vi dispiace, potrete essere degli ottimi controllori. Non si sa mai chi può infilarsi e sembrate capaci di imporvi.”, spiegò rapido al moro e a Grogu, indicando loro il cancello da sorvegliare.

 

“ Roger.”, disse concorde Sora, dirigendosi fuori assieme all'amico Mandaloriano, entrambi abbastanza onorati del compito .

 

“ Dunque, ti hanno già informato a grandi linee dei tuoi compiti?”, domandò la rockstar. Angela in risposta saltellò sui suoi talloni appuntiti, la mente piena di idee per il palco.

 

“ Sì, certo. Non vedo l'ora di cominciare. Se sei d'accordo pensavo di...”, cominciò con tono eccitatissimo, facendo anche apparire un piccolo grafico dal Prizmod riguardo i suoi progetti per le decorazioni e il resto.

 

“ Spostatevi, sono la madre della star!”, la interruppe una potente voce femminile fuori dalla sala.

 

“ Il signor Demyx non...”, protestò Sora con tono fermo, ma la sua buona volontà non ebbe successo.

 

“ Mi riferivo ad Angela, imbecille!”, esclamò la voce, seguita da un paio di spintoni, cui seguirono brevi rumori di combattimento.

 

Ad entrare fu una bellissima Gargoyle, molto più matura rispetto ad Angela, ma chiaramente imparentata con lei. Aveva la sua stessa pelle grigio violetto, una corporatura simile e il viso altrettanto affilato. Indossava un cappotto di pelle e pantaloni in jeans strappati in più punti. Era Demona, vice del clan Shakespeare e matriarca di un'intera tribù di Gargoyle.

 

“ Mamma!”, esclamò raggiante la mora, correndole incontro e abbracciandola, venendo carezzata dolcemente. L'assassina dai capelli rossi era considerata una dei più violenti guerrieri della galassia, ma non aveva che affetto per la figlia. Non vedendola da quando era stata mandata da Ercole, la sua eccessiva fretta era più che comprensibile.

 

“ Sono felicissima di vederti. Io e tuo padre siamo fieri di te.”, affermò lieta la donna, pattando i capelli neri della figlia.

 

“ Grazie, è da tando che aspettavo un'occasione del genere. Dov'è lui?”, domandò la mora, sperando di rivedere Golia di persona dopo quasi un anno e mezzo.

 

“ Quando abbiamo ricevuto la notizia eravamo fuori dal pianeta, ma conta di arrivare domani prima del concerto. Anche lui vuole conoscere i tuoi amici. Quando li ho toccati poco fa mi sono sembrati piuttosto forti per la loro età. Spero non se la siano presa.” .

 

“ Nah, offrigli qualcosa da bere e se ne dimenticheranno, specie se volevi metterli alla prova. Grazie davvero di esserci. Non so quanto tempo abbiamo, quindi dovrò sbrigarmi a raccontarti tutto.”, concluse Angela, riprendendo il lavoro e allo stesso tempo raccontando alla madre gli ultimi eventi.

 

Demyx sorrise nel vedere le due donne allontanarsi.

 

Quel concerto sarebbe stato un divertente passatempo prima del grande piano.

*****

 

Dopo tre giorni di duro lavoro da parte dell'intero staff, arrivò la serie del concerto. Centinaia di astronavi si erano dirette sul pianeta rosso per godersi gli esploit dei loro musicisti preferiti.

 

“ Uff, mi sta bene fare il buttafuori, ma neanch'io mi aspettavo così tanti esaltati.”, si lamentò Sora, avvertendo il caldo e il peso di tutti i visitatori.

 

“ Poco abituato alle folle tu sei, mio fratello di battaglie.”, lo criticò Grogu, il cui visore guardava uno dopo l'altro tutti gli spettatori paganti, una manciata dei quali schedati.

 

“ Sfido, a trovarmi davanti almeno mezzo miliardo di persone. Beh, intanto stiamo ripagando i favori che dobbiamo ad Angela e ci godiamo, anche se da remoto, il concerto. E' già qualcosa..”, disse ottimista Sora, aprendo la strada a un famigliola vestita in puro stile goth.

 

“ A proposito, intenzione di farle da agente Qua ha espresso. Bene finirà, dici?”, domandò il piccolo mandaloriano, ben sapendo che il menzionato paperotto era quello che aveva più preso da Paperone, ma ancora privo dell'esperienza donata dall'età.

 

“ Poveri noi, aspettiamoci di diventare...”.

 

“ Emh, i nostri biglietti.”, lo interruppe uno dei visitatori, un basso goblin con un largo cappello e un giubotto in pelle. Accanto a lui si trovava un possente Zabrak vestito con una camicia hawaiana e pesanti occhiali da sole.

 

“ Passate pure, scusate l'attesa. Stavo dicendo....”, continuò Sora, passando al biglietto successivo.

 

“ Più facile del previsto infiltrarci.”, osservò Savage, sistemandosi i pesanti occhiali da sole, contenenti un piccolo sistema che avrebbe confuso la percezione dei suoi lineamenti a chiunque non lo conoscesse di persona. Heinz, accanto a lui, possedeva lo stesso travestimento.

 

“ La parte difficile sarà rapire la star della serata di fronte all'intero pubblico. Per fortuna Snow è già in posizione.”, sghignazzò lo scienziato, giocherellando col suo Prizmod contenente mille diabolici congegni mentre Angela annunciava estatica l'inizio della serata.

 

Dietro le quinte, un ragazzo biondo con un lungo cappotto prese un pulsante, in attesa di un segnale.

                                                                                 ******

Buonasera a tutti, miei cari lettori, approfitto di quest'ultimo capitolo per presentare pienamente l'ultima( ma non per importanza) delle fazioni in campo. Non so chi si aspettasse l'introduzione di Doofensmithz e Globby( quest'ultimo appare nella prima serie animata di Big Hero 6) due dei miei villain un pò farlocchi preferiti della Disney. Qui, da degni servitori di uno come Maul, saranno comunque alquanto incattiviti e soprattutto pericolosissimi, prima e dopo che i nostri arrivino al loro  livello. Spero solo di riuscire  a ritrarre bene le abilità  mecchaniche di Heinz e a poter rendere Demona dalla parte dei buoni senza cadere nel buonismo( per lo più perchè non farla rimettere ufficialmente assieme a Golia è uno dei miei pochissimi problemi con Gargoyle). Intanto nel prossimo ci collegheremo di nuovo con Vader e Freya, a presto.

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Capitolo 24
*** Metal Mars- parte 2 ***


Stagione delle pioggie su Kamino, quando il già alto livello del mare raggiungeva livelli impossibili. L'astronave personale della duchessa Freya levitava sopra le onde, e sul ponte la Draghiera attendeva qualcuno sotto un ombrello tenuto da Vader, stringendosi nelle braccia per proteggersi dall'umidità.

 

Finalmente la nave di Aaron ed Emma arrivò, e usciti i due ragazzi si trovarono di fronte Vader e la gran duchessa Freya.

 

“ Duchessa, lord Vader.... è un onore.”, disse Aaron, inchinandosi rispettoso assieme alla compagna di fronte alla mandaloriana e al proprio capo clan.

 

“ E' un piacere conoscerti, Aaron. Grande è il compito che ti spetta, e se lo porterai a compimento, il mio popolo ti ricorderà a lungo.”, affermò cortese la draghiera, allargando le braccia prima di carezzare il viso dell'assassino.

 

“ Vi ringrazio, milady, cercherò di non deludervi. Ma di che si tratta? So solo che c'entra Stan in qualche modo.”, domandò questi, veramente onorato e soprattutto ansioso di riavere il suo compagno droide, infiltrato negli Strecken dopo essersi cancellato la memoria.

 

“ Te lo dirò non appena arriveranno i tuoi compagni. Oh, eccoli lì..”, disse indicando un gruppo di sei guerrieri che uscì da una porta del ponte, avanzando a passo lento ma fiero.

 

Aaron riconobbe subito i sei mandaloriani. Erano la Bad Batch, un team al diretto servizio di Freya, formato da alcuni dei più letali combattenti che la cultura di Mandalore avesse mai prodotto.

 

Hunter era il leader e l'unico membro del gruppo la cui razza fosse sconosciuta ai più. In pochi oltre ai suoi compagni avevano visto cosa c'era sotto l'elmo. Ma non di meno era conosciuto per la sua abilità nel combattimento e nella caccia.

 

Omega era una viera dalla pelle scura e i capelli biondo chiaro, sulle spalle teneva un arco energetico con cui possedeva una grande maestria, sebbene la sua specialità fossero gli incantesimi curativi e altre abilità di supporto.

 

Wrecker, un enorme yeti la cui folta pelliccia bianca faceva a volte capolino dall'armatura. Era conosciuto per la sua incredibile forza fisica, per alcuni quasi alla pari con Ercole, e per una tecnica corpo a corpo non da poco.

 

Echo era un goblin oltre che un cyborg. La sua pelle era estremamente pallida, possedeva un braccio bionico e alcuni impianti cerebrali, ricevuti durante la guerra. Non gli piacevano parecchio, ma lo aiutavano non poco nelle missioni di stealth.

 

Crosshair era l'unico umano del gruppo, uno smilzo cecchino dai corti capelli brizzolati. Col suo fucile di precisione era capace di colpire l'occhio di una formica a chilometri di distanza e causare anche gravi stati alterati.

 

Tech era un Moguri con un ciuffo marrone rasato e grossi occhiali. Come succeriva il nome, era il tecnico, capace di infiltrarsi in qualsiasi sistema o creare attrezzatura sul campo.


“ Duchessa, lord Vader....”, salutò Hunter, inchinandosi a nome dell'intera squadra di fronte ai loro datori di lavoro, alzandosi a un loro cenno.

 

“ Vi abbiamo convocato per quella che potrebbe essere una delle missioni più importanti degli ultimi vent'anni. E anche una delle più difficili. Dovrete infiltrarvi nella base degli Strecker per liberare un ostaggio. Si tratta di Djin Djarin, conosciuto ai più come Mando, un vostro compatriota. Si trova lì da circa un anno.”.

 

“ Mando... lo ricordo, era un ragazzo molto promettente. Perchè Malefica lo ha catturato? Perchè sono certo che lui non è tanto stupido da simpare per lei.”, domandò Crosshair, buttando via lo stuzzicadenti che teneva perennemente in bocca.

 

“ Almeno sappiamo che il marmocchio che porta con sé è in salvo, l'abbiamo visto al torneo.”, aggiunse Omega, che durante il suo periodo di apprendista si era trovata in un paio di occasioni a fare da babysitter a Grogu.

 

“ Ci arriveremo subito- proseguì Freya- Signori, sarò onesta, se verrete scoperti...”.

 

“ …. Voi negherete qualsiasi coinvolgimento.”, disse semplicemente Aaron, allargando con nonchalanche le braccia. Non era la prima volta che faceva missioni in cui la presenza del clan sarebbe dovuta rimanere un segreto e non sarebbe stata l'ultima. Era comunque abbastanza bravo da uscirne senza problemi.

 

“ Abigail ed Helga ti hanno insegnato bene.”, commentò Vader soddisfatto.

 

“ Faremmo lo stesso i nostri posti fossero scambiati. A proposito, potrò dunque ridare a chi di dovere suoi ricordi, visto che andremo su Tenebrae?”, domandò ancora il moro, con una certa trepidazione nella voce.

 

“ Sì, ma anche in questo caso puoi immaginare che è solo un lato secondario della missione. Tirate fuori Mando e poi fuggite il più velocemente possibile.”, continuò il capo clan.

 

“ E... ci è dato sapere perchè è così importante?”, chiese Emma, ricevendo risposta dalla duchessa.

 

“ Perchè possiede la vera Dark Saber. E se qualcuno dovesse batterlo in combattimento, diverrebbe il nuovo Mandal'lor.”, rivelò Freya senza troppi giri di parole.

 

 

“ Vi ha sconfitto in duello?”, chiese uno shockato Echo. La draghiera in rosso sospirò malinconica e cominciò a spiegare.

 

“ No, l'ho nominato mio campione poco dopo la guerra con l'Alba cremisi. All'epoca non potevo permettere che il potere nascosto nella Dark Saber finisse di nuovo nelle mani di qualcuno come Maul. Quindi scelsi un mio emissario che la tenesse in mio nome, dando se necessario gli ordini del Manda'lor. Anche se lo scelsi ovviamente perchè era capace di tenersi nascosto e perché non avrebbe abusato della sua nuova autorità .”.

 

“ Ma qual è il potere della Dark saber, se possiamo chiedere?”, intervenne Tech. La duchessa si artigliò nervosamente i palmi delle mani.

 

“ Zodiark. In essa venne sigillata Zodiark, che riposa lì da tempo immemore.”, rivelò Freya, shockando tutti i presenti.

 

“ Il.... il più potente degli Esper zodiacali?”, affermò un tremante Wrecker, a indicare quanto fosse seria la situazione. Freya annuì e cominciò a raccontare quanto successo millenni prima.

 

All'epoca , quando i contatti tra Mandaloriani e Jedi erano abbastanza freddi, Darth Nihilus riuscì a legare a sé Zodiark, ed evocarlo quasi a piena potenza. Grazie all'involontario aiuto del dio, il crudele Sith riuscì a togliere molti pianeti alla Repubblica, di cui molti campioni caddero cercando di liberare Zodiark dal controllo del tiranno.

 

Non riuscendo a trovare altra soluzione, il senato si rivolse ai Mandaloriani. Il loro leader dell'epoca, Mandalore il Grande, aveva già creato la Darksaber per usarla contro i Jedi fosse mai stato necessario. Rispose alla chiamata e modificò l'arma, scendendo in battaglia con la sua armata per combattere il terribile Sith a fianco della Repubblica.

 

Nessuno vide più Zodiark da allora, sebbene i suoi culti fossero ancora piuttosto radicati qua e là grazie alle pur piccole concessioni che ricevevano dall'entità.

 

Quasi nessuno sapeva in realtà che durante la lotta era stato praticato un potente rituale, mediante il quale Mandalore era riuscito a sigillare il potentissimo Esper nella sua arma. La Repubblica cercò ovviamente di convincere il Duca a consegnare loro la Dark Saber, per tenere al sicuro Zodiark, ma il condottiero riuscì a portarla in tempo sul suo pianeta, dove la sua parola era legge.

 

Da allora, tra alti e bassi, la lama era passata da un guerriero all'altro, venendo fortunatamente usata di rado al suo pieno potenziale. Quando però Freya lo liberò per concludere la guerra civile sul suo pianeta, decise che era troppo pericolosa per tenerla in bella vista.

 

Riuscendo a comunicare con Zodiark, entrambi decisero di nominare un campione che agisse in nome della duchessa e portasse per lei la Dark Saber, di cui sarebbe stata fatta una copia da esibire in pubblico.

 

Inizialmente voleva affidare l'artefatto a Boba, ma siccome questi voleva infiltrarsi nel cartello Hutt non era la migliore scelta. Quindi si rivolse a Mando, che avendo con sé un bambino avrebbe evitato i luoghi più pericolosi.

 

Non che i guai mancassero di trovarlo ovviamente, come il guerriero ebbe modo di raccontarle durante i loro occasionali incontri.

 

Comunque, sebbene dubbioso sul meritare quell'onore inizialmente, Djin accettò la spada e l'aveva custodita sino ad allora senza svelare a nessuno il suo segreto.

 

“ La nostra opinione è che Malefica intenda addestrare un altro ostaggio, Riku, finchè non sconfigga Mando. Siccome battere lui equivale a battere me, questo le darebbe il controllo sul nuovo Manda'lor senza rischiare che Maul o chi per lui la sfidino a loro volta.”.

 

“ Non possiamo permettere che abbia il controllo del nostro popolo.”, disse un furioso Wrecker, desideroso di mettere egli stesso le mani sul collo di Malefica per farla pentire amaramente di aver ordito una simile vigliaccata.

 

“ Un nostro infiltrato ci ha fornito una mappa della base. C'è un piccolo pertugio nelle fogne, da cui scaricano i rifiuti.”.

 

“ Le fogne noooooo....”, si lamentò Aaron, che aveva poca voglia di sporcarsi di nuovo da capo a piedi. In risposta Emma le diede un colpo sulla spalla.

 

“ Comportati da uomo.”, disse severa, ricevendo un dito medio in risposta. Omega si permise un risolino, ma un occhio da parte della Duchessa la rimise in linea assieme ai due ragazzi . C'era da ben poco da ridere in quella situazione.

 

“ E tra poco sappiamo che buona parte dei membri d'alto rango saranno fuori per diverse missioni. E' la giusta occasione per tirare fuori Mando. Nel frattempo noi due presenzieremo in diverse occasioni pubbliche, così non avrà alcun modo di accusarci.”.

 

“ Cosa dobbiamo fare con gli Stecker? Non possono restare impuniti o ci riproveranno di nuovo.”, chiese Tech.

 

“ Malefica un giorno avrà ciò che si merita, ma voi limitatevi a salvare Mando. Ovviamente ci sarà comunque della distruzione collaterale.”.

 

“ Beh, è la nostra specialità, duchessa. Ma ci limiteremo, non metteremo in pericolo la vita dell'ostaggio solo per far incazzare Malefica.”, affermò Wrecker, che avrebbe comunque almeno lasciato un paio di graffiti qua e là tanto per far incazzare la Gria e i suoi accoliti.

 

“ C'è anche qualcun altro che dovrete prendere con voi e che vi aiuterà, la spia del nostro Clan. Aaron l'ha già nominato e lo conosce bene. Ci aspettiamo che l'ostaggio sia soccorso entro una settimana. Per fortuna, tra i membri fuori sede, dovrebbero esserci anche Malefica e speranzosamente la Custode al suo servizio.”, disse Vader, con appena un cenno di rammarico nel nominare Talon.

 

Avrebbe tanto voluto fargliela pagare per la morte di Abigail, ma una delle prime lezioni insegnategli da Obi Wan e Qui Gon, per quanto tempo ci avesse messo a comprenderla, era la pazienza. Talon avrebbe pagato a tempo debito.

 

“ Se non avessi notizie mi dirigerò io stessa su Tenebrae, e rivendicherò la cattura di un mio inviato come un affronto personale.”, affermò Freya, che voleva evitare questa strategia inizialmente perchè non si sapesse della vera Dark Saber.

 

“ Quella sarebbe davvero una scena bellissima.”, affermò Wrecker con un grande sorriso sotto l'elmo.

 

“ Andate ora, difficile è il compito che vi attende. Così come difficili sono i tempi che ci aspettano se fallirete.”.

 

“ Duchessa, lord Vader, non sarete delusi.”, disse Hunter, offrendo ai due un saluto militare prima di salire assieme ai compagni sulla nave, deciso a preparare con cura il colpo che avrebbe deciso il destino del suo popolo.

' Molto bene- pensò intanto Vader soddisfatto- se tutto va come deve, risolveremo quest'imbarazzante fastidio e daremo a Malefica una sonora lezione. Dopodichè potrò finalmente pensare a quel Sora e qualsiasi cosa i Disney nascondano.'.

 

*****

 

“ BUONASERA, MARTE!”, esclamò Denyx, ricevendo in cambio un'enorme ovazione dalla variegata folla, che si alzò in piedi come un'enorme ondata di quasi sei chilometri in lunghezza e larghezza, concentrata appena nel luminoso stadio.

 

I precedenti artisti avevano già fatto il botto, e ora erano tutti in attesa della perfetta conclusione, sui loro visi un'espressione a dir poco trepidante. E una certa Gargoyle ne approfittò, mettendosi davanti alla star nella sua miglior posa.

 

“ Siete pronti per la miglior serata metal di cui siete mai stati testimoni?!”, chiese Angela al microfono, alzandolo con espressione gloriosa e venendo travolta a sua volta da un'enorme applauso che le fece battere il cuore all'impazzata.

 

Immersi tra le tante file, gli ancora travestiti Hainz e Savage presero mano alle armi mentre la musica inondava la sala.

 

Dietro il palco, intanto Snow armeggiava col quadro elettrico sotto le istruzioni dello scienziato. Il giovane picchiatore aveva avuto vita abbastanza facile, il resto dello staff era impegnato con la musica e il resto dell'impianto stereo.

 

E le guardie di sicurezza erano state messe a nanna da un bel caffè corretto o qualche tecnica paralizzante alle spalle.

 

“ Eh eh... si va in scena.”, ridacchiò il biondo pugile prima di togliere le luci. La musica cessò all'istante, lasciando il posto a bisbigli spaventati e alcuni nervosi spintoni. Un evento che venne notato anche all'esterno.

 

“ Era parte del programma?”, chiese Sora, intento dopo l'ennesimo biglietto a mangiarsi un panino, preparato da lui stesso assieme a quelli per i compagni, mentre due figure sgusciavano silenziosi attraverso le file.

 

“ No, meglio se a controllare andiamo.”, disse Grogu, attivando il jetpack e buttandosi dentro l'oscurità.

 

Sora lanciò un Fire a mezz'aria, illuminando l'intera sala e vedendo Angela che combatteva contro un nerboruto Zabrak armato con una spada laser a doppia mala, che teneva uno Demyx sulla schiena.

 

Poco distante Demona teneva già impegnato Doofensmithz con potenti assalti fisici e occasionali incantesimi.

 

 

' Cazzo, ci mancava solo l'Alba cremisi- pensò digrignando i denti, riconoscendo il rapitore del loro attuale datore di lavoro- ma d'altronde era solo questione di tempo prima che incontrassi gli sgherri di Maul.'.

 

“ Cosa volete?”, disse puntanto l'arma contro il temibile gladiatore, subito imitato da Grogu col suo fucile.

 

“ Solo una piccola discussione con la star della serata. Ora se non vi dispiace penso all'evacuazione del pubblico.”, rispose Dooferzmitzh, tirando fuori uno dei suoi inator, una pistola a doppia canna da cui partì un raggio multicolore che puntò agli spettatori. Una volta spento l'arnese, solo i contendenti e lo svenuto Demyx rimasero nello stadio.

 

Demona si gettò su Doofhenzmitzh con un ruggito, picchiandolo selvaggiamente affinchè non potesse usare i suoi congegni. Il goblin però era tanto agile quanto furbo e si mostrò capace di schivare almeno per un po' l'assalto dell'avversaria, prima di metterle qualcosa sulla spalla, che rilasciò una terribile scossa elettrica.

 

“ Alito fetido !”, urlò la guerriera, sparando un potente getto di gas e liquidi marcescenti, che avrebbero dovuto infliggere all'uomo una lunga sequenza di status alterati..

 

“ Onde Astrali!”, esclamò però questi , scatenando una potentissima esplosione, la cui onda d'urto obbligò persino Savage a ripararsi dietro una barriera, usata anche da Sora e Grogu per ripararsi.

 

Snow approfittò del fumo generatosi per correre in soccorso dei colleghi, gettandosi su Angela per scagliarla a terra.

 

“ Ma perchè sempre con tizi più esperti di noi combattere dobbiamo?”, si lamentò Grogu, materializzando la sua ascia e il boomerang vinto mesi prima, partendo a razzo verso gli intrusi.

 

“ Per quest'affare che ho in mano!”, gli ricordo Sora, alzando il Keyblade per colpire Savage non appena questi dissolse la sua barriera. Il guerriero assorbì il colpo senza particolari danni e rispose con un fulmineo colpo al naso del ragazzo, che si trovò a terra con un fiotto di sangue sul viso.

 

Grogu aveva approfittato della distrazione offertagli per prendere Savage da dietro con una serie di rabbiosi fendenti che il gladiatore schivò comunque senza nessun problema prima di lanciare via l'assalitore via di svariati metri. Quando gli venne lanciato contro anche il boomerang avvolto da un alone traslucido, lo deflettè con la stessa facilità. Il mandaloriano passò quindi al suo fucile e a una nuova strategia

 

“ Maestro cecchino!”, esclamò, venendo avvolto da un'aura color platino e cominciando a sparare a più non posso. I laser cominciarono a rimbalzare in un confuso reticolo che si chiuse attorno a Savage, che venne colpito più volte fino a essere sollevato in aria ed essere circondato da una vera e propria pioggia di raggi energetici a 360 gradi.

 

“ Non male.”, si complimentò Sora col compagno, pulendosi il naso.

 

“ Grazie.”, commentò Grogu soddisfatto, prima che qualcosa alle sue spalle lo oscurasse.

 

“ Un ottimo uso della tua Trance e del Limite, figliolo. Ma ci vuole altro quando c'è un simile scarto di potenza.”, disse piatto il vice dell'Alba Cremisi, avvolgendo la spada laser a doppia lama con un velo di aura congelante e correndo velocissimo dietro i due, colpendo entrambi.

 

L'armatura di Grogu venne congelata per metà, mentre Sora si salvò per tempo evocando il Keyblade nato dal legame con Ercole in forma di scudo. Sapeva comunque che usarlo per contrastare Savage in termini di forza bruta sarebbe stato un suicidio.

 

“ Credo userò il Keyblade ricevuto da Russel.”, affermò Sora, liberando Grogu dal ghiaccio con un lieve Fire e scambiando lo scudo con una chiave apparentemente fatta in legno, che con un ' Cambio Forma' divenne una lunga frusta con cui eseguì una rapida serie di affondi verso l'avversario, tenendolo sulle punte e prendendo un po' di tempo.

 

Angela stava intanto combattendo contro Snow, cercando di mantenere le distanze dal nemico di gran lunga più forte ed esperto. Il ragazzo affondava i pugni come buldozzer, assorbendo senza troppi difficoltà i blast sonici e i colpi elementali dell'avversaria.

 

“ Non posso perdere, non davanti a mamma.”, si disse la Gargoyle, cominciando a cantare con voce selvaggia. Le note presero forma attorno a lei in un magnifico insieme di colori e suoni, ma non fu altrettanto bello per Snow, il cui cervello si ritrovò bombardato da una serie di impulsi volti a infliggere qualsiasi tipo di status debilitante.

 

Appena prima di svenire, il pugile si battè una mano sul Prizmod posto sul petto. Da esso si generarono numerose linee rosse e nere che ne avvolsero le membra, e con un poderoso grido disintegrò gli spartiti evocati da Angela.

 

“ C... come?”, chiese lei shockata dal contrattacco improvviso.

 

“ E' stato un magnifico trucco, signorina, glielo concedo- affermò il biondino, battendo le mani ammirato- ma ricordatelo per le prossime sfide. Mai sfoderare una nuova tecnica o spingersi al massimo, per potente che sia, in una battaglia seria, a meno che tu non abbia davvero altra scelta!”.

 

Rapidissimo, il guerriero dell'Alba cremisi si avvicinò ad Angela e fu sul punto di piantarle un uppercut nello stomaco. A salvarla fu Grogu, che aveva spinto i razzi per frapporsi tra loro, assorbendo il più dell'impatto grazie all'armatura in Beskar, sebbene comunque entrambi si ritrovarono per aria e intontiti dall'impatto.

 

Nel frattempo Sora era di nuovo alle strette. La sua frusta di legno gli aveva inizialmente permesso di tenere le distanze e ferire leggermente Savage, ma lo spadaccino aveva presto scoperto come l'avversario non avesse ancora molta confidenza con altre armi.

 

“ Un consiglio, figliolo. Se continui a cambiare arma, cambia anche il modo di usarla.”, lo riproverò aspramente lo Zabrak, muovendosi con innata grazia mentre ignorava i fendenti della frusta di Sora e chiuse infine le distanze, la lama a tanto così dal suo collo. Per fortuna il Custode aveva a sua volta un angelo protettore.

 

Una colonna di lusce discese tra i presenti, illuminando la zona per quasi un chilometro. Da essa uscì Ven, avvolto nella sua armatura grigio verdastro e chiaramente infuriato dagli ultimi sviluppi.

 

“ Giù le mani dal mio padawan.”, disse gelido il guerriero, snidando il Keyblade nella sua forma di croce shuriken e gettandosi contro Savage, costretto ad attivare una Trance per rispondere alla velocità del nuovo venuto, dando vita a uno spettacolare e terribile duello che anche Sora ebbe problemi a vedere con chiarezza, tremante com'era dalla pura Forza che veniva scatenata.

 

Demyx nel frattempo era finito sotto una sedia, molto lontano da dove Doofenzmithz l'aveva lasciato. E sembrava dormire beato, ignaro del disastro nato apparentemente a causa sua.

 

' Demyx, piantala di fingere di dovere e finiscili.', lo rimproverò una voce nella sua mente, riscuotendolo appena dal proprio riposo

 

 

' Solo altri cinque minuti.', insistette il cantante, allungando una mano come a voler allontanare un insetto molesto.

 

' DEMYX!!!', ripetè la voce, ben più severa.

 

“ Uff, siete ancora più fastidiosi di quanto mi aspettassi. Che mi tocca fare per contribuire al piano.”, sospirò il cantante, rialzandosi di malavoglia e voltandosi verso il frenetico duello tra Ventus e Savage.

 

 

Quando Savage calò l'arma intento a paralizzare il suo nuovo obbiettivo, una luce azzurra apparve nella mano di Demyx, materializzando un Keyblade blu. Con un movimento degno del più esperto dei guerrieri, lo lanciò contro il guerriero, costringendolo ad annullare l'attacco per difendersi prima di saltare e guardare il cantante tenere una delle leggendarie armi concesse da Kingdom Hearts.

 

“ Q- quello è un Keyblade.”, borbottò stupito Sora, imitato dal resto dei presenti

 

 

“ Oh, già, non dovevate saperlo, che cretino. Ma non importa, tanto dovremmo prenderti comunque.”, affermò la rockstar, sparando un potentissimo getto d'acqua contro il minore dei fratelli Oppress, che non riuscì a resistere alla pressione e venne scagliato via.

 

Dumbo provò a spruzzargli contro forti fiotti di acqua bollente, che vennero però paralizzati a mezz'aria e rispediti contro di lui.

 

“ Scusa, cucciolo, ma mi ritrovo costretto a recapitare un messaggio, e non posso farmi catturare.”, disse la rockstar, mentre Sora si chinava sul suo Spectrobe a curarne le ustioni.

 

“ Capo!”, esclamò Snow, liberandosi di Grogu con un pesante pugno e correndo verso l'obbiettivo, che fece roteare il Keyblade, scomponendolo e trasformandolo in una grossa chitarra. Agitandone una sola volta le corde, il monaco venne avvolto da una scarica di fulmini e fiamme, saltando in aria prima di ricadere per terra pieno di ferite.

 

“ Speravo davvero di poter concludere quest'ultimo concerto e poi sparire senza lasciar traccia. Grazie di nulla.”.

 

“ Allora non sei solo una pedina... sei uno dei capi.”, mormorò Savage infuriato. Demyx in risposta emise un piccolo risolino e cambiò i suoi vestiti con una lunga felpa nera che gli copriva le gambe, decorata con cerniere e bottoni argentati.

 

“ Confermo. Miei adorati fan!- disse drammatico facendo una piroetta- IO NON SONO CHE IL PORTAVOCE DI UNA NUOVA ERA CHE STA PER ARRIVARE! Troppo  a lungo siamo stati imprigionati dalla cosiddetta Volontà della Forza, che ha permesso tragedie come l'ultima guerra, da cui in molti si stanno ancora riprendendo.”, affermò con un misto di solennità e allegria, continuando a discutere della libertà di scelta e di come chi serviva avrebbe potuto mettere tutto a posto.

Sora si domandò quale fosse lo scopo di fare quel discorso, e soprattutto chi fosse davvero Demyx. Paperone gli aveva raccontato che durante l'ultima battaglia Xenahort era stato aiutato da potentissimi custodi vestiti di nero. Possibile che il rocker fosse uno di loro? Ma all'epoca sarebbe dovuto essere un ragazzino. I membri dell'Alba cremisi presenti comunque erano interessati per lo più a fuggire, avendo ormai ottenuto qualcosa da portare a Maul, per quanto misero.

 

“ Creeeedo sia il momento di scappare.”, affermò Doofenzmitzh, prendendo il suo dispositivo di teletrasporto, un braccialetto viola.

 

“ Non credo proprio!”, esclamò una voce irata che precedette il lancio di tre giavellotti  fatti di pura energia in contemporanea, sufficienti a scatenare altrettante esplosioni che portarono i bersagli molto vicini al ko.

 

 

Il responsabile dell'attacco era un Gargoyle ricoperto da capo a piedi con una possente corazza color notte. Come un'angelo oscuro, discese sul campo di battaglia e sfoderò gli artigli, ruggendo con tanta forza che anche Doofersmithz e Savage si paralizzarono sul posto.

 

“ Ci mancava lui- commentò seccato lo spadaccino- Doof, premi quel dannato pulsante!”.

 

Lo scienziato non se lo fece ripetere due volte e rapido come un ratto premette un pulsante su un suo braccialetto, svanendo assieme al collega in un flusso di dati. Il nuovo arrivato non fece loro caso, avanzando invece verso Demyx.

" Non so chi tu sia davvero, e non mi interessa- affermò il potente capo tribù, gli occhi diventati due globi di furia bianca- so solo che questa serata sarebbe dovuta essere la chiave di mia figlia per la gloria che merita, e a causa tua l'occasione è andata in fumo. Preparati a pagare.".

" Molto spaventoso- gli concesse Demyx, inarcando un sopracciglio- conosco la tua fama, e ammetto che in uno scontro potrei anche rimanerci. Mi dispiace molto per Angela, in realtà questa sarebbe dovuto essere il mio ultimo concerto prima di sparire per un pò e intendevo offrire il miglior spettacolo possibile,ma.... è andata come è andata. A tutti gli spettatori, posso solo dirvi di scegliere bene da che parte stare!", concluse il chitarrista, prima di venire avvolto da un bozzolo di pura tenebra in cui sparì con rammarico di tutti, in particolare Ventus e Sora. Quasi un minuto passò prima che i presenti tornassero a muoversi.

 

“ PAPA'!”, esclamò Angela, alzandosi il volo per abbracciare Golia.

 

“ Stai bene, Angela?”, disse il guerriero, stringendo le forti braccia alle spalle della figlia e carezzandole la chioma nera.

 

“ Sì.”, disse lei, asciugandosi il viso e buttando il viso nel collo del guerriero, singhiozzando per la rovina della sua grande occasione.

 

“ Non potevi sapere che sarebbe successa una cosa simile, bambina mia... o che Demyx nascondesse quei segreti.”, la consolò Golia, carezzandole i capelli neri, venendo presto accompagnato dalla consorte.

" Già... qualcuno potrebbe spiegarci cos'è successo? Ha forse a che fare con un certo QUALCUNO di cui non abbiamo avuto notizie per quasi sedici anni?", disse Demona, rivolgendosi ovviamente a Ventus, che si grattò la nuca imbarazzato.

" Mi dispiace, Demona... alla prima occasione giuro che vi spiegherò tutto. Tanto non credevamo di poter tenere tutto segreto per sempre. Prepariamoci a un casino con la stampa.", sospirò lo sfortunato Custode.

 

La mattina dopo, in seguito a una nottata dove Sora e Grogu ascoltarono in continuazione la musica di Angela, Paperone si recò di persona a prendere i ragazzi, non volendo rischiare altri incidenti alla loro sicurezza e anche perchè ovviamente desiderava tutto il rapporto di Sora e compagni riguardo l'incidente. Che lo fece arrivare a un'unica possibile conclusione.

 

“ Dunque è come immaginavamo- disse l'anziano Geomante quando Sora completò il suo racconto- Xenahort è ancora vivo, e ha ancora una dose di accoliti.”.

                                    ********

Buone vacanze a tutti, scusate se sono mancato tanto a lungo, sono stato impegnato con Cuccioli di Ulric e poi con riabituarmi ad un altro stile. Questo capitolo si può dire la rivelazione effettiva dell'Organizzazione 13, d'ora in poi si farà tutto sempre più duro. Auguro a tutti voi un felice natale, probabilmente ci risentiremo a Gennaio.

Snow, non l'avessi detto, è uno dei protagonisti di Final Fantasy 13. Mentre Zodiark è la più potente delle evocazioni presente in Final Fantasy 12, metterlo nella Dark Saber mi sembrava un buon metodo per mantenerla importante al di là del suo valore culturale quando ormai sarà stata sorpassata tecnologicamente da millenni( non contando poi i Keyblade).

La Bad Batch, nel canon, è una squadra di cloni apparsi inizialmente nell'ultima stagione di Clone Wars e poi nella propria serie animata. Ho invecchiato un pò Omega e ho una bella sorpresa in serbo per la faccia di Hunter, chissà se qualcuno di voi indovinerà cosa c'è sotto il suo elmo. Tra l'altro mi sono andato a vedere il secondo Avatar, sono quasi certo che ambienterò su Pandora la penultima saga( e no, Hunter non è un Na'vi)

                                                                                                             ******

Demona
Razza: Gargoyle
Lealtà: Clan Shakespeare
Classe:Berserk, Maga Blu, Assassina
Punteggio midi chlorian:30.300
Stile di combattimento: Come ci si aspetta dalla matriarca di una tribù di Gargoyle, Demona è una guerriera brutale e priva di pietà nel combattimento corpo a corpo, ma molto spesso i suoi attacchi frontali sono una distrazione per far concentrare i suoi avversari sulla sua mera forza fisica in modo da bersagliarli all'improvviso con alterazioni di status e pugnalate alle spalle più o meno letterali.

Golia
Razza. Gargoyle
Lealtà: Clan Shakespeare
Classe: Berserk, Dragone, Paladino
Punteggio midi chlorian: 30.000
Stile di combattimento: A differenza della compagna, Golia usa sempre e comunque un'approccio diretto sia uno contro uno che contro gruppi di avversari, spesso guidando i suoi sottoposti in prima linea con le proprie abilità di leadership e supporto. Nonostante questo, sa dimostrare momenti da vero calcolatore, mirando ai punti deboli di chi si trova davanti  o guidandolo in situazioni sfavorevoli.

Hainz Doofenshmitz
Razza: Goblin
Lealtà: Alba Rossa e Maul
Classi: Marchingegnere, Saggio e ladro
Punteggio midi chlorian: 28.700
Stile di combattimento: Hainz è quello che si definisce una subdola merdina. E' sgusciante, lesto e sa benissimo come mescolare la sua profonda conoscenza magica( specie quella temporale) coi suoi bizzarri marchingegni e i suoi assistenti robotici, in particolare 2B e Norm. Non di rado si mette a ciarlare  per far perdere la concentrazione agli avversari.

Sono certo che mi sto buttando la zappa sui piedi coi punteggi midi chlorian, ma come diranno più volte anche nella storia, non sono affatto il fattore più importante in un combattimento.

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Capitolo 25
*** Finalmente la fuga ***


Paperone aveva cercato di concentrarsi sugli affari per tutta la mattina, senza particolare successo. Ancora scosso da quanto visto al concerto( a seguito del quale aveva anche affibiato qualche babysitter extra ai nipoti e ai loro amici sottoforma di membri d'alto livello del clan, perchè ricordava fin troppo bene cos'era successo a Schmi e suo marito), si era subito buttato nella sua piscina di monete a sbollentare la preoccupazione. Aveva appena cominciato a rilassarsi, permettendosi una serena nuotata nel suo costume a strisce quando sentì la cassaforte aprirsi e qualcuno interrompere il suo solazzo.

 

“ Salve, Paperone, posso scendere?”, chiese un anziano roditore, che inavvertitamente mandò all'allerta il Geomante.

 

“ Chi è là?!”, esclamò questi, balzando sull'attenti, materializzando sotto di sé un enorme cannone al plasma, mentre attorno a lui apparivano orde di spiriti animali pronti a sbranare l'intruso.

 

“ Fermo, fermo.”, gridò il nuovo arrivato, agitando nervosamente le braccia. Era un topo umanoide dall'aria molto anziana con imponenti baffi bianchi. Indossava una giacca beige e due pesanti occhiali. Paperone, un po' imbarazzato, nel riconoscere l'amico mise via l'arma.

 

“ Ciao, Toppersby. Scuuuuusa per il cannone, sono un po' sul chi vive e ho dimenticato il nostro appuntamento.”, ridacchiò nervoso mentre il topo lo raggiungeva con un balzo che tradiva la sua veneranda età.

 

Toppersby era il capo archivista dei Disney, oltre che archeologo e antiquario, occupazione che usava per mettersi in contatto con influenti collezionisti in tutta la galassia, fornendo informazioni e artefatti al clan. Non a caso era amico di Paperone già da quanto il potente affarista viaggiava da un angolo all'altro della Via lattea per costruire la sua fortuna, e quando fondò i Disney, egli fu uno dei primi a unirsi al clan.

 

“ Non ti biasimo. Ho sentito di quanto successo al concerto, e sono venuto a portarti dei documenti che ho trovato di recente. Temo che siamo solo all'inizio dei nostri guai.”, affermò Toppersby, facendo apparire un grosso librone dal suo Prizmod per porgerlo al vecchio compagno.

 

Paperone aprì il tomo, osservandone le prime pagine e sfogliando finchè non trovò qualcuno di molto familiare.

 

“ A quanto risalgono?”, disse posando il manoscritto davanti a sé, indicando una miniatura dello stesso Demyx. Rispetto alle sue apparizioni dal vivo, il cantante sembrava molto più posato ed era vestito in maniera più sobria, con una semplice veste azzurra. Ma era indubbiamente lui, e come prova impugnava lo stesso Keyblade che Sora e compagni l'avevano visto evocare giorni prima.

 

“ All'età media della Repubblica. Stando a quanto ho scoperto, colui che vedi, tale Edmy, era uno dei più forti e abili Jedi, nonché bardo, di quel periodo. E forse anche il miglior utilizzatore dell'elemento acqua tra tutti i suoi parigrado- disse grave l'antiquario- stando a quanto siamo stati testimoni... potrebbe essere effettivamente lo stesso uomo.”.

 

“ Impossibile, nessuno ha mai scoperto il segreto dell'immortalità. Anche la stasi non può tenerti in vita così a lungo. Però.... potrebbe essere un clone!”, strillò di getto Paperone.

 

Quella parola sembrò aver aperto un abisso. La clonazione, anche da prima della fondazione della Repubblica, era un soggetto molto controverso per un motivo giustamente ritenuto inquietante.... nessun individuo nato tramite clonazione possedeva i Midi-chlorian. Per quanto gli scienziati provassero, spingendosi ai limiti della legalità, nessun clone riusciva a usare la Forza, con l'unica eccezione consistente in singoli arti o organi utilizzati per rimpiazzare quelli persi in battaglia da avventurieri normali.

 

Ai tempi odierni, le fabbriche di cloni per lo più fornivano manodopera a basso costo, o cibo creato a partire da Spectrobes clonati. I più ritenevano impiegarli come esercito uno spreco di denaro e tempo, d'altronde anche imbottendo una legione di cloni con potenziamenti biologici o bionici, era difficile arrivassero al livello di una squadra neanche troppo numerosa di avventurieri ben addestrati.

 

“ Mhh, sappiamo che Xenahort ha fatto degli esperimenti coi Midi chlorian di Anakin- ricordò Paperone, arruffandosi nervosamente le basette- Che li abbia usati per clonare alcuni antichi Custodi? Insomma, se c'è qualcosa capace di dare a un clone il potere di usare la Forza, è decisamente il DNA del Prescelto. ”, concluse con voce orrificata dalla prospettiva, a cui però non vedeva alternative.

 

D'altronde Vanitas aveva definito Ven come suo 'fratello', e il biondino non aveva parenti in vita prima di essere accolto da Eraqus. Per di più, dopo aver sperimentato su decine di Custodi ' normali' di cui si era guadagnato l'incondizionata fiducia, era impossibile che Xenahort non avesse fatto qualche test anche su Anakin, seppur in maniera più indiretta.

 

“ Nel qual caso siamo nei guai. Anche se molte storie sulla tecnologia della Repubblica e sulla qualità dei suoi guerrieri sono alquanto esagerate, quei due erano comunque il meglio del meglio nelle rispettive ere. E sono probabilmente diventati ancora più forti, se davvero sono stati ricreati col sangue di Anakin.“, sbuffò l'antiquario, che nella sua carriera aveva fatto del proprio meglio per dimostrare che l'epoca della Repubblica intergalattica non era quest'età dell'oro che ancora credevano alcuni, a partire dalla disparità sociale e dal governo fin troppo centralizzato, risultante in relazioni con l'Orlo esterno ben peggiori a quelle odierne.

 

Il che era tutto dire, considerando che per contorta che fosse, la Gilda dei Diafani non era completamente in errore quando decise di attaccare i sistemi centrali della Via lattea.

 

“ Staremo attenti- non potè che sospirare Paperone, ritirando la bottiglia e salendo sul trampolino per buttarsi di nuovo nelle sue amate monete- Grazie delle informazioni, Toppersby, se puoi cerca di scoprire altro e nel caso passa tutto a Diz. Forse seguendo le tracce lasciate da Demyx e queste nuove informazioni sui campioni della Repubblica, scoprirà qualcosa. In alternativa cercheremo di catturare qualche membro dell'Alba rossa, dubito abbiano tentato di rapire Demyx senza avere una pur minima traccia su chi fosse davvero.”.

 

“ Lo farò, tu tieni d'occhio Sora. Lui e Anakin sono la chiave di tutto, nel senso letterale della parola.”, rispose a sua volta l'antiquario, ansioso di tornare a lavorare sui suoi amati documenti, possibilmente trovando qualcosa che aiutasse i due sfortunati Custodi.

 

*****

 

Era ormai giunto l'inizio dell'estate sulle coste calidorniane, e non pochi abitanti di Città Disney avevano cominciato a occupare le spiaggie, buttandosi in acqua o riempiendo la strada del lungo mare con carretti d'ogni genere. Uno di essi aveva appena venduto quattro gelati al sale marino a tre giovani avventurieri e il loro elefante, chiaramente in cerca di qualcosa che addolcisse i loro pensieri.

 

Sora, impegnato a succhiare il suo giacciolo impregnato di sale, era alquanto nervoso. Dopo l'ultima missione gli era stato concesso qualche giorno di pausa, e lui aveva deciso di usarli per reincontrarsi con Judy, Montblanc e Arami, così da spiegare loro tutto e se avessero accettato, reclutare anche loro tra i Disney.

 

Assumendo non lo ammazzassero prima che potesse spiegare tutto per filo e per segno. Per motivi di sicurezza negli ultimi mesi aveva limitato i contatti con loro e i suoi genitori a due chiamate al mese, ovviamente omettendo i dettagli sul proprio ruolo nella faccenda e su Xenahort. Sapeva comunque che alcuni gruppi dei Disney, tra i migliori membri del clan, custodivano l'arcipelago per ogni evenienza e altri ancora controllavano l'intero sistema di Atlantica in cerca di tracce su Xenahort e seguaci. Per fortuna aveva ricevuto finalmente il permesso di dir loro la verità.

 

Era non di meno anche abbastanza imbarazzato, per quanto avrebbe dovuto spiegare. Sarebbe riuscito a dire tutto senza passare per pazzo o mitomane?

 

Decisamente la presenza di Angela, Dumbo e Grogu era un grande conforto, tanto ora come in battaglia. Molti altri sarebbero fuggiti ben prima. Ma loro gli erano rimasti accanto nonostante la situazione si facesse sempre più grande e pericolosa.

 

Tra l'altro anche l'elefantino stava cominciando a subire l'evoluzione cui Sora era andato incontro nell'ultimo anno. Adesso arrivava ai fianchi del padrone, la pelle grigiastra era decorata da linee blu e viola, mentre attorno alla proboscide stavano spuntando gli abbozzi di quelle che promettevano essere potenti zanne.

 

Stando al veterinario da cui l'aveva portato, entro altri due mesi o anche prima, avrebbe anche potuto cominciare a cavalcarlo, oltre a fargli sviluppare molte più abilità.

 

“ Sora, sono arrivati i tuoi amici.”, disse la Gargoyle a un certo punto, indicando tre ragazzi che riconobbe dalle descrizioni del suo leader. Come previsto, Montblanc e Judy erano ancora estremamente arrabbiati, mentre Arami mostrava un'espressione alquanto rilassata.

 

Non c'era dubbio che fossero diventati più forti, come dimostrava il loro equipaggiamento ben più complesso rispetto al loro ultimo incontro e l'energia da loro emanata, ben più potente rispetto al loro ultimo incontro di quasi dieci mesi prima. E senza dubbio, tanto quanto lui avevano intenzione di salvare Riku e Kairi ovunque si trovassero.

 

Sora prese un profondo respiro e si alzò, alzando le braccia verso i suoi amici di infanzia.

 

“ Finalmente. Ragazzi, scusatemi davvero per non....”, cominciò un po' imbarazzato e incerto davvero sul come cominciare.

 

“ FROG!”, urlò Montblanc all'improvviso, avvolgendo il ragazzo con una nuvoletta verde.

 

Sora si sentì restringere, mentre la sua pelle si raggrinzì e allo stesso tempo si faceva più umida. Cadde sul pavimento con un piccolo plop, notando infine di avere delle zampe palmate. Era diventato una rana!

 

“ Montblanc, per favore, ritrasformami prima che Grogu mi trovi troppo appetitoso per resistere!”, gridò il povero Sora, notando un rivolo di bava che scorreva sotto l'elmo del mandaloriano dietro di lui. In risposta il Moguri lo prese, fissandolo con uno sguardo intimidatorio.

 

Chiunque professasse la suprema tenerezza dei Moguri, non ne aveva mai visto uno arrabbiato, i denti da coniglio del piccolo alieno sembravano fatti apposta per sbranarlo. Assumendo che Judy non lo pestasse prima.

 

“ Prima dicci che cazzo è successo da quando te ne sei andato! E intendo ogni parola, niente segreti.”, lo intimò la coniglietta umanoide, incrociando le braccia, e fissandolo severo mentre batteva il piede scalzo a terra.

 

Una volta tornato alla normalità, Sora sputò ogni cosa successa negli ultimi dieci mesi. Partendo dal suo salvataggio fino all'incontro con Demyx, non omettendo ovviamente il duello con Riku e nanche la verità sui propri poteri, il ragazzo si liberò di ogni fardello accumulato.

 

“ Quindi è questo che è successo, kupò. Diamine, e pensare che tu eri in mezzo a questo disastro, kupò.”, commentò Montblanc, un po' più comprensivo, grattandosi il pon pon giallo che gli dondolava dalla testa.. Sora annuì, colpevolizzandosi ancora per aver preoccupato a tal punto i suoi compagni. Una volta ripresi Riku e Kairi, sarebbero tornati alle Isole del destino come prima cosa e fatto lo stesso anche coi loro familiari.

 

“ Non me ne parlate, è stato un incubo, senza l'aiuto dei Disney, di Grogu e Angela sarei morto in continuazione. Volete unirvi a noi? Insomma, a questo punto è meglio fare un fronte comune.”, affermò il moro allargando le braccia, mentre Arami carezzava Dumbo con la sua solita aria da hippy un pò fattona.

 

“ Insomma, non è che infilarci in questa guerra ci entusiasmi molto, ma se è per salvare Kairi e Riku non abbiamo molta scelta.”, concluse Judy con un piccolo sospiro, tremando al pensiero di cosa doveva aver passato il loro amico albino. Usare la sua stessa ambizione contro di lui.....

 

“ A proposito, grazie enormemente per esservi presi cura di Sora anche da parte nostra.”, concluse Arami, porgendo una mano verso Angela e Grogu.

 

“ Dovere, non avremmo potuto chiedere avventura migliore.”, rispose la Gargoyle, ricambiando il gesto e allargando con fierezza le grandi ale grigio scuro.

 

 

“ Bene, allora parliamo dei vostri contratti davanti a una delle ricette di Battista, il maggiordomo del signor De Paperoni. Me ne ha insegnate parecchie negli ultimi mesi.", concluse quindi Sora, facendo un gesto ai cinque( sei, contando il suo fidato Spectrobe) compagni e facendo strada per la villa di Paperone.

 

Non era stata certo la riunione che sperava, ma come praticamente tutto da quando la sua odissea era cominciata, avrebbe cercato di ricavarne il meglio.

*****

 

Mando era tornato nella sua cella dopo l'ennesima giornata di allenamento. Da quando Riku era tornato, aveva chiesto a Malefica di fare più sessioni in palestra e allo stesso tempo organizzare degli scontri tra loro in coppia contro gli Spectrobe catturati, in modo da preparare anche loro ai prossimi piani. La strega, dopo un attimo di esitazione, aveva accettato il piano del Mandaloriano.

 

Din aveva usato dunque quei continui scontri per rafforzarsi il più possibile, spingendosi oltre ogni limite, crescendo quanto il suo stesso allievo. Si sentiva ormai pronto per la fuga, restava solo da chiedersi se fosse riuscito a portare con sé l'albino. Nutriva seri dubbi che Malefica avrebbe lasciato andare tanto facilmente colui che sarebbe potuto diventare il baluardo della prossima generazione di Stecker.

 

“ Della, ho buone notizie. Garland, Talon e molti altri Strecken di alto rango saranno assenti nei prossimi giorni. Potrebbe essere la nostra migliore occasione per fuggire.”, affermò, affacciandosi alla presa d'aria che univa la propria cella a quella della pilota.

 

“ Dici sul serio?!”, esclamò Della, chiaramente eccitata alla prospettiva di uscire finalmente da quel buco.

 

“ Sì, ma potrebbe esserci altri problemi. Per cominciare, Malefica ha reclutato un nuovo capo per la flotta degli Stecker. Non so chi sia, ma Uncino si è inchinato a lui senza particolari problemi. Per adesso sono comunque in un altro sistema per sistemare la nuova ammiraglia della flotta.”.

 

“ Umh, Uncino non è il tipo da prestare la sua lealtà a chicchesia, peggiore dei casi potremmo ritrovarceli alle calcagna dopo aver preso una nave. I compagni di Garland sono ancora qui invece?”, chiese la pilota, sapendo che sebbene ben lontani dal terribile potere del cavaliere, i membri del suo team non erano combattenti da poco e anche limitandosi a fuggire invece che combattere, non sarebbe stato facile arrivare fino all'hangar.

 

“ Sì.”, disse mesto il Mandaloriano, abbassando di nuovo l'umore della papera.

 

“ Ci serve comunque qualcosa per pareggiare le forze. Riuscissi ad arrivare all'Hangar e prendere un mecha o una nave...”, disse stringendo i denti, maledicendo la sua impotenza. In quell'istante un lontano rumore provenì dal fondo del corridoio, seguito dall'allarme e da alcune grida.

 

“ Penso sia arrivato quel qualcosa.”, sorrise Mando, mentre la sua porta veniva sfondata. Fuori dalla prigione c'erano quattro avventurieri, tre dei quali con addosso armature da mandaloriani e l'altro vestito con una tuta alquanto hi- tech.

 

“ Djin Djarin?”, chiese l'ultimo, forse un ragazzo sui 25 dalla pelle blu, che il guerriero riconobbe come Aaron Stone degli Eclipse.

 

“ Sono io. Vi manda la duchessa?”, chiese speranzoso l'avventuriero, prima di riconoscere con grande sollievo Omega, Tech ed Echo. Già durante la guerra di Mandalore aveva avuto modo di collaborare con la formidabile squadra, o aveva affidato loro Grogu, e non avrebbe potuto chiedere soccorritori migliori.

 

“ Lei e lord Vader. Siamo qui per tirarti fuori.”, rispose la spia, facendogli cenno di uscire.

 

“ Va bene, liberate anche il prigioniero accanto a me però. Mi ha aiutato molto ed è tenuta qui da molto più tempo di me.”.

 

Tech annuì e connettè l'armatura alla serratura della cella. Dopo pochi secondi si aprì, lasciando uscire una papera alta circa un metro e mezzo col viso allegro e corti capelli bianchi, vestita da pilota. La sua gamba destra era una protesi cibernetica, e i suoi occhi neri promettevano guai per chiunque si mettesse sulla propria strada.

 

“ E' bello incontrarti finalmente di persona.”, disse la pilota, stringendo la mano al Mandaloriano, che ricambiò ben lieto il gesto.

 

 

“ Anche per me.... pronta a lasciare per sempre questo buco infernale?”.

 

“ Eccome. E' ora che incontri i miei figli.”, disse la pilota con un ghigno che prometteva l'inferno per gli Stecker.

                                                                                                       ************

Domando immensamente scusa per quest'osceno hiatus, ma sono stati mesi alquanto impegnati che mi hanno costretto a mettere questa storia di lato, e non so dire quanto potrò tornare. Al momento i miei obbiettivi principali sono concludere Conquest of Dark Empires per cominciare un'altra fic a tema gioco di ruolo, e ovviamente concludere la tesi magistrale prima di settembre. Intanto datemi le vostre opinioni, a presto.

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Capitolo 26
*** A casa ***



 

La partita di Blitzball ove Vader fungeva da arbitro era al momento in perfetta parità. Entrambe le fazioni in campo stavano dando il loro meglio in una lotta senza esclusioni di colpi, mirando alle porti avversarie famelici di gol. Il pubblico aveva gridato ossessivamente per tutto il primo tempo.


 

Era il momento dell'intervallo, e Vader si era diretto ai bagni per contattare la Bad Batch ed Aaron. Era la toilette più isolata dello stadio, e non avvertiva nessuno in giro, quindi poteva parlare liberamente e fare anche altri piccoli servizi.


 

Davanti alla porta si trovava Jecht, capitano e allenatore della squadra degli Eclipse. Era un rude quanto muscoloso guerriero umano dalla pelle ambrata, e una delle persone più vicine al capoclan dopo i suoi luogotenenti. Erano infatti entrati nel clan nello stesso periodo, si erano allenati insieme innumerevoli volte ed entrambi avevano perso senza poter fare nulla molti dei loro cari durante il complotto che credevano essere stato ordito da Obi- Wan.


 

“ Come sta procedendo?”, chiese nell'auricolare mentre si toglieva le bende che in genere gli coprivano il volto rovinato. I suoi gesti erano lenti e metodici, a guardarlo sarebbero sembrati una conseguenza delle sue protesi, ma così come la sua tecnica di scherma e quella da pilota, erano una mera conseguenza di una semplice e lunghissima ripetizione nel corso degli anni.


 

Ogni tanto il lavoro di prendere le garze, ripulirle e rimetterle era fatto da Leila, Helga o assai raramente Rex, ma lui trovava un rilassamento quasi catartico in quell'abitudine. Di certo necessario in quel frangente.


 

“ Ci sono stati alcuni imprevisti, Kupò- rispose Tech, non sorprendendo il Sith, che si aspettava non tutto sarebbe andato come da piano- ma il piano procede come previsto, e uno di essi è abbastanza positivo, Kupò. Nella cella accanto a quella di Mando abbiamo trovato Della Duck, viva e in salute, Kupò.”.


“ Dici sul serio?”, esclamò il capoclan, sentendo l'ustionata mascella cadere.


 

Nella sua gioventù, Anakin aveva avuto due grandi rivali.


 

Terra era il suo maggior sfidante nell'uso del Keyblade e come combattente in generale. Tutt'oggi avrebbe ammesso che, da alcuni punti di vista, avrebbe voluto essere come lui. Possedere la sua stessa dignità e forza interiore anche nei momenti peggiori.


 

Della era... beh, per certi versi, la sorella che non aveva mai avuto. C'era un periodo in cui praticamente viveva per le loro gare e per le festicciole con cui le concludevano, qualsiasi fosse il risultato. Dopo aver ricevuto la dovuta punizione per aver distrutto intere fasce di asteroidi e simili, si intende.


 

“ Sì, anche se non fossimo arrivati lei e il pacchetto progettavano già di lasciare Tenebrae in qualche modo.”, ammise il mandaloriano con una risata.


 

“ Tipico di lei, è già un miracolo che sia stata trattenuta tanto a lungo. La sua sicurezza è ora una priorità pari a quella di Mando. Non deludetemi.”, disse Vader, rimettendosi dunque le bende pulite e uscendo dal bagno, dove trovò il capitano della sua squadra.


 

“ Che succede, capo?”, chiese Jecht, notando lo strano atteggiamento di Vader, che già lo aveva insospettivo quando lo aveva informato che avrebbe fatto da arbitro per la partita. Questi gli fece cenno di seguirlo.

“ Pensa alla partita, amico mio. Di altre faccende ne discuteremo dopo.”, disse secco il Sith, ripromettendosi che entro il giorno dopo, Della avrebbe rivisto i suoi figli.

                                                                                          *******

Il quindici di ogni mese tendeva a essere un giorno abbastanza pigro per il clan Stecker. La maggior parte dei membri di servizio su Tenebrae tendevano a radunarsi in sala mensa per qualche gioco con gli amici o in cerca di una missione dove il sole splendesse di più.


 

McLeah era impegnato in una partita a poker con tre colleghi: Alameda Slim, Cuordipietra Famedoro e Inquinator. Il primo era un robusto umano vestito da cowboy, con capelli e pizzetto rossicci. Era uno dei loro bardi di punta, capace di usare il proprio yodel tanto per scatenare potenti attacchi elementali che per confondere i rivali o rafforzare i compagni.


 

Il secondo era un robusto e basso papero vestito con una giacca blu e un gonnellino scozzese, con una folta barba grigia sotto il becco. Era il responsabile delle finanze degli Stecker, e un acerrimo rivale di Paperone si da quando erano giovani. Non era mai riuscito a superarlo né come affarista, né come combattente, ma Malefica non avrebbe voluto nessun’altro a gestire i loro affari da entrambi i lati della legge.


 

L'ultimo aveva l'aspetto di un condor estremamente trasandato, per non dire sudicio. Indossava infatti una tuta nera coperta di polvere e sporcizia varia, e tra le lorde piume spuntavano foruncoli o pustole. Nonostante l'aria malaticcia, restava comunque uno dei più subdoli e rapidi membri del clan.


 

Prima ancora di accorgersi di un solo attacco, un'avversario del re del marciume si sarebbe trovato a terra in preda a multipli e spiacevoli status negativi, praticamente indifeso.


 

“ Ok, come possiamo avere tutti dei poker d'assi?”, si lamentò Cuordipietra all'ennesima giocata, che aveva visto i quattro avventurieri giocare ognuno la più alta scala possibile.


 

Tendevano a dimenticarsi che anche cercando i posti migliori per nascondere carte extra, anche gli altri facevano lo stesso.


 

“ Un giorno dovremmo deciderci a giocare lealmente. Menomale che ci giochiamo solo gli snack, comunque.”, commentò Mcleah, prendendo una manciata di spiedini dal piatto ottenuto durante l'ultima vittoria.


 

“ E tradire ciò che il nostro clan rappresenta? Mai!”, si lamentò Alameda, battendo il pugno sul tavolo. Fu sul punto di riprendere il mazzo per mescolare, venendo però interrotto da un boato proveniente dall'altra parte della stanza. Tutti gli avventurieri presenti nella stanza si misero sull’attenti all’istante, evocando le armi e vedendo entrare dal foro appena apertosi nel muro due familiari Mandaloriani.


 

“ Guarda un po' quante belle prede per oggi.”, disse Wrecker, scrocchiando il collo e agitando le dita, pronto a menare le mani. Hunter, accanto a lui, evocò una coppia di vistosi artigli seghettati e un blaster sulla spalla.


 

Tutt'attorno gli Stecker presenti deglutirono. Più d'uno tra loro era già finito sotto i colpi della Bad Batch alle volte, un'esperienza che avrebbero preferito non ripetere.


 

Solo Mcleah e alcuni dei membri di rango più altro restarono apparentemente calmi, approcciando la coppia di guerrieri con cautela, certi che anche il resto della squadra non fosse troppo lontano.


 

“ Alameda, sai che fare?”, disse il bracconiere al collega, che prese un profondo respiro e mise mano alla chitarra, con l'intento di dare una generosa serie di buff ai colleghi. Non appena aprì bocca però, qualcosa volò dal corridoio, entrandogli in gola e spingendolo dritto a terra con un tonfo. Quando si rimise in piedi e riaprì la bocca, scoprì di avere l'interno completamente incollato da fili di qualche sostanza appiccicosa.


 

“ Grazie, Crosshair.”, sghignazzò Hunter mentre lo stesso destino capitava a molti altri incantatori e altre unità di supporto presenti in sala, venendo silenziati o paralizzati in altro modo, con orrore dei combattenti fisici.


 

“ Di nulla.”, rispose il cecchino, piazzato su una rupe a qualche chilometro di distanza dal castello, continuando a lanciare proiettili che entravano dalle finestre e rimbalzavano andando a colpire i bersagli scelti.


 


 

“ Dunque, chi vuole farsi avanti per primo senza un po' di supporto?”, chiese divertito Wrecker, tirando fuori una coppia di coltelli e puntandoli verso la folla infuriata per essere stati fregati in un modo così semplice nella loro stessa base.


 

“ Fanculo!”, esclamò Inquinator, prendendo una delle sue pistole a gas e dando inizio alla ressa che ne seguì.

 

Decine di guerrieri si buttarono su Wrecker e Hunter, che risposero in perfetta sincronia combinando potenti tecniche di arti marziali o all’arma bianca. McLeah, in sella a Joanna, provò a gettarsi contro Wrecker. L'enorme iguana aprì la bocca, caricando un fiotto di energia, venendo però vista dallo yeti, che continuando a occuparsi degli avversari davanti a lui, le gettò una granata in bocca. Lo stomaco dello Spectrobe si gonfiò all'improvviso e lei si ritrovò all'aria insieme al proprio compagno, costringendo Cuordipietra a saltare di lato per non venire travolto.

“ Non attaccate tutti insieme, razza di idioti, verrete solo sconfitti più in fretta!”, esclamò il papero, prima di indossare due guanti decorati con intricati cerchi alchemici. Battendo le mani a terra, generò numerose scariche di energia blu, creando al contempo numerosi spuntoni e colonni mobili che provò a usare per ostacolare i due intrusi.
 

Wrecker e Hunter si ritrovarono quindi intrappolati in uno spazio piccolissimo, bersagliati tanto  dai continui mutamenti della stanza che dagli attacchi degli Strecker. Inquinator in particolare cominciò a bersagliare con una raffica di incantesimi velenosi, sparando a ripetizione dalle mani palle di fango tossico.

 

‘ Avanti, devi resistere solo altri cinque minuti’, pensò Hunter, saltando sopra una delle colonne e bloccando gli attacchi del più sporco tra gli avventurieri col proprio blaster e bloccando una lama coi propri artigli.

 

“ Ho speso troppo in questo posto per lasciarlo distruggere a voi.”, ringhiò però Cuordipietra, mentre attornò a lui apparve un piccolo branco di squali fluttuanti, che ringhiarono minacciosi verso il leader della Bad Batch. Che fortunatamente ricevette un messaggio da Aaron.


 

“ Hunter, notizie dalla seconda squadra. Abbiamo tirato fuori Mando e.... Della Duck.”.


 

“ Dovevo aspettarmi Malefica c'entrasse qualcosa con la sua scomparsa. Wrecker, stiamo per smammare.”.


“ Ma avevo appena cominciato a divertirmi.”, si lamentò lo Yeti. Un ringhio del suo leader lo fece però cedere. Il Mandaloriano, seppur seccato, si sbarazzò quindi dei nemici che gli si erano aggrappati addosso e cominciò a roteare su sè stesso ad altissima velocità, fino a ricoprirsi di fiamme. Non appena si fermò, queste si espansero per tutta la sala mensa, prendendo la forma di copie infuocate di Wrecker, abbastanza numerose e forti non solo da scagliare via tutti i nemici ancora in piedi, ma anche al punto da creare un’altro buco che avrebbe portato all’esterno.
 

Con un rapido balzo, atterrarono dritti nel tetro cortile della base, dove li attendeva anche il resto del gruppo, più Stan. Il droide in realtà apparteneva infatti agli Eclipse, ma era stato nascosto in un lotto comprato dagli Strecken dopo avergli criptato la memoria per raccogliere informazioni sui piani di Malefica o aiutare in casi come questo. Aaron, già suo compagno fin dalla sua ammissione nel Clan, aveva provveduto a sistemargli i ricordi e ora contava di riportarlo alla base con sè.


 

“ Stai bene, Mando?”, domandò Hunter, avvicinandosi al loro obbiettivo, che gli strinse grato la mano.


 

“ Non posso lamentarmi. Permettetemi di presentarvi....”.


 

“ DELLA!”, lo bloccò però Wrecker, buttandosi di peso sulla papera e abbracciandola con forza. Lei ricambiò felicemente, stringendo le braccia attorno al collo dello Yeti.


 

“ Wrecker! Cazzo, sei sempre il solito bestione.”, disse tra le lacrime, felice di poter finalmente toccare qualcuno dopo anni di isolamento.
 

“ E' molto toccante, Kupò, ma ora dobbiamo correre al punto di estrazione, Kupò.”, dovette interromperla però Tech.


 


 

“ Non così in fretta!”, gridò all'improvviso una voce femminile, anticipando l'acrobatica entrata di quattro Stecker, che si pararono davanti ai fuggiaschi. Mando sentì mancargli un battito cardiaco, avendo temuto l'incontro coi quattro compagni di Garland, forse i più pericolosi tra gli Stecker dopo il cavaliere, Talon e la stessa Malefica.


 

Ash era un umano dalla pelle scura, estremamente alto e ben costruito. Sulle braccia portava due pesanti guantoni cibernetici, utilizzati per amplificare le sue già potenti tecniche da Monaco. Per qualche motivo si vestiva come il membro di una gang di colore del ventesimo secolo però, con jeans militari, canottiera bianca e una felpa legata ai fianchi.


 

Jed era un Ewok dalla pelliccia rosa, ma l'aria da peluche carino aveva già ingannato innumerevoli ingenui, che si erano trovati privi di soldi o con la gola tagliata.


 

Neon era una donna pianta armata di fioretto e staffa, capace come pochi di mescolare tecniche fisiche e incantesimi. Aveva un'esile ma atletico fisico, una pelle color giada pallido e capelli rosa intrecciati con petali di fiori.


 

Sophia era una Na'Vi, armata con ogni tipo di esplosivi e pistole, una delle quali tenuta sulla coda. Come i suoi simili era una longinea umanoide dalla pelle blu coperta di tatuaggi e lunghi capelli neri, e aveva perfezionato il loro stile acrobatico e stealth.



 

“ Uh, la Bad Batch. Non ci rivediamo da.... quand'è stato, quella corsa sulla Terra?”, commentò Neon, facendo volteggiare il suo bastone mentre sorrideva sadica verso il gruppo di intrusi ed ex prigionieri.


 

“ No, ci siamo rivisti poi al cimitero dei draghi. Quando vi abbiamo seppellito sotto qualche tonnellata di roccia.”, ribattè Hunter, ottenendo un'allegra risata dai vecchi rivali.


 

“ Ah, sì. Che ci avete fatto poi con quel teschio?”, chiese Sophia, facendo muovere minacciosamente la coda, con cui teneva una delle sue numerose armi da fuoco.


 

“ Una bella prua per la nostra astronave, con cannone incorporato. Potremmo testarla su di noi, se vi va.”, disse minaccioso Echo, evocando un bazooka mentre anche i compagni si mettevano in posizione di combattimento.


 

“ No, passo volentieri.”, disse Jed, lanciando una raffica di pugnali ai cinque mandaloriani. Wrecker lì assorbì tutti di petto, prima di lanciarsi all'attacco contro l'Ewok, che schivò facilmente mentre anche gli altri compagni partivano all'attacco.


Neon si diresse contro Mando, che sputò una raffica di fulmini, facilmente parata dai tirapugni del Monaco, cominciando un frenetico contrasto di calci e colpi di lancia. Sophia cominciò a lanciare le sue pozioni su Wrecker, inondandolo di esplosioni elementali da cui si difese senza particolari difficoltà. Jed sfuggì a Wrecker e si gettò su Della, con l'intento di rimetterla in catene, ma venne fortunatamente coperta in tempo da uno schermo protettivo evocato da Omega.

“ Ragazzi, con me!”, esclamò la papera, correndo via assieme ad alcuni dei suoi soccorritori.

 

“ Verso l’hangar? Non crederti tanto furba, Della!”, disse di rimando Jed, fiondandosi all'inseguimento.

 

 Allo stesso tempo il duello tra Sophia, Aaron e Hunter proseguiva sempre più frenetico. La driade si muoveva elegante e letale, mirando alle articolazioni nell'armatura in Beskar  col suo stocco o lanciando incantesimi per tenerlo a distanza.

Hunter dal canto suo restava sulla difensiva, intercettando quasi ogni affondo in attesa del momento per contrattaccare. Fu certo di averlo trovato quando l'avversaria Mirò al suo braccio, e avvolse gli artigli con un vistoso velo di Forza, venendo però spinto via da una freccia esplosiva, che gli fece inoltre saltare via l'elmo.

 

Dal buco che lui e Wrecker avevano aperto poco prima si erano infatti affacciati gli altri membri del Clan, ovviamente avidi di rivincita.

“ Facciamo vedere loro cosa succede a chi prova a fregare gli Stecker!”, grido Alameda, ora con la bocca libera, scendendo assieme ai compagni mentre Hunter si voltava verso di loro senza elmo.

 

A viso scoperto, il Mandaloriano era più simile a un feroce Spectrobe che a un avventuriero. Aveva una squamosa pelle bianca e blu, la mascella consisteva in due minacciose escrescenze appuntite davanti a un chiostro di denti seghettati. Dalla nuca, a completare quell'intimidatrice visione, cascava un' altra serie di protuberanze simili a dreadlock.

 

Con uno stridulo ruggito, il cacciatore saltò sugli avversari, pronto a tutto pur di completare la missione affidatagli.

 

                                                          *******

Della ansimò e cominciò a correre, cercando di dirigersi verso le astronavi. Il suo avversario saltava tra loro, sparandole a ripetizione e obbligandola a scivolare o saltare da un veicolo all'altro mentre Echo e Omega lo bersagliavano di pallottole e frecce.


“ Haste!”, gridò la Viera, avvolgendo sè stessa e i compagni con l’immagine traslucida di un orologio, che velocizzò di molto i loro movimenti.

 

“ Non sei l’unica a conoscere questo trucco!”, ribattè però Jed, utilizzando lo stesso incantesimo e partendo a scheggia verso Della, che schivò all’ultimo una daga avvolta da un’aura paralizzante.
 

“ Crosshair, prendi le munizioni pesanti!- ordinò Echo tramite l'auricolare, prima di sentire alcuni rumori di lotta- Crosshair, che succede?”, ripetè, sentendo rumori di lotta e strani versi.


 

“ Heartless, erano nascosti tra le rocce. Non potrò aiutarvi per un po'.”, rispose il cecchino, sparando a raffica contro il branco di Heartless che l’aveva circondato alcuni minuti prima.


 

“ Allora corri direttamente alla nave, faremo da soli. Della, lo stesso consiglio vale per te!”, fece Omega, schioccando le dita per intrappolare lei ed Echo assieme a Jed, cercando di tenerlo impegnato mentre Della cercava un’astronave con cui esprimere tutto il proprio potenziale.


 

“ Oh, sì, bellezza, sei perfetta.”, commentò soddisfatta la papera, concentrando la ritrovata energia dei suoi Midi-Chlorian. I suoi occhi si accesero con un bagliore turchese, imitato dalla nave che aveva addocchiato.


 

Il veicolo si alzò con un lieve rombo, prima di svanire nel nulla.


L’istinto salvò Jed da un laser proveniente alle sue spalle, ma non gli impedì di essere afferrato da una mano robotica, che lo sbattè quindi contro il muro più vicino. Ad averlo attaccato era stato un bellissimo robot dalla corazza oro e nera, sollevato di un paio di metri da terra grazie a un paio di reattori e dalla corazza abbastanza minuta, ma dall'aspetto comunque molto potente, grazie anche alle numerose bocche da fuoco. Prima che l'Ewok ladro potesse rialzarsi, venne colpito in pieno da un raggio proveniente dal petto del mecha, venendo quindi intrappolato in un campo gravitazionale.

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" E questa è fatta- disse soddisfatta Della, che aveva craccato ogni sistema di sicurezza del robot grazie ai propri poteri- salite, torniamo dagli altri.".


              *****

 

I pugni di Neon picchiavano senza pietà sulla corazza di Mando, che faceva più affidamento che mai sull’addestramento di Freya per non soccombere, sfruttando il proprio gioco di gambe e la portata della sua arma.

 

“ Lama del crepuscolo!”, esclamò roteando la lancia, generando da essa un’ampia spada di energia oscura  che abbassò rapidamente sulla spalla di Ash. Il supernero però afferrò la tecnica con due dita come fosse solida, per poi spezzarla con un ghigno.

 

“ Sai, Din, è un vero peccato tu non voglia entrare nel clan a tutti gli effetti. Con la guida della sola Malefica diventeresti uno dei più potenti Cavalieri oscuri  di questa generazione, per non contare poi le altre possibilità.”.

 

“ Della mi ha insegnato che razza di possibilità date alla gente. ‘ O lavori per noi o resti in catene finchè non cedi’, vero?”.

 

“ Proprio così…. non ti vergogni a lasciare Riku con cattivoni del nostro calibro?”.

Mando purtroppo cedette per la provocazione di Neon e, caricata la punta della lancia con una brillante energia cerulea, saltò diretto verso di lui. Il monaco saltò a propria volta e a mezz’aria afferrò il rivale da dietro, elevandosi assieme a lui sempre più in alto finchè non raggiunsero i tremila metri.

Il Dragone cominciò ad agitare le braccia, che presto presero fuoco per l'attrito con l'aria. Si divincolò il più possibile, ma la stretta del Monaco avrebbe fatto dato filo da torcere allo stesso Jormundungar.

‘ Mando- esclamò una voce nella sua mente, della cui origine era ben conscio- usa il mio potere, il tuo onore non sarà certo intaccato considerata la situazione.’

 

‘ No!- ribattè il guerriero nella propria testa- se non posso uscirne da solo allora non sono degno di brandire la Dark Saber, in primo luogo!’.

 

‘ Ah, voi Mandaloriani siete sempre i soliti testardi, ma è per questo che ho scelto di essere vostro patrono. Non deludermi.’, rispose dunque Zodiark, decidendo di restare a guardare l’operato del proprio guardiano.
 

' Come posso..... ma certo.', realizzò infine, prendendo un profondo respiro e avvolgendosi con un'aura color giada che entrò in sintonia con quella di Ash. Appena prima di colpire il terreno, l'energia del mercenario si espanse in quella di un potente drago ruggente, le cui ali si strinsero intorno ai due duellanti per passare a Mando parte dell'energia del rivale, che riuscì infine a spingerlo indietro dopo averlo indebolito abbastanza, raggiungendo il terreno con un piccolo tonfo, ma null’altro.


Ash era atterrato in ginocchio, ancora avvolto dai rimasugli dell’attacco di Mando.

“ Non mi aspettavo sopravvivessi. Che razza di trucco era?”, commentò quasi ammirato il monaco, scrocchiando il collo, un po' intontito dalla caduta. Conosceva bene la tecnica usata su di lui, il Dragoken, che consentiva di assorbire appunto una piccola parte delle energie fisiche e magiche altrui, ma era la prima volta che la vedeva applicata in un modo così inventivo.


 

“ Un consiglio.... mai farti aspettative in combattimento, agisci sempre d'istinto.”, disse Mando, prima di evocare un'alone dorato che infuse nella Darksaber, la cui energia si espanse fino ad assumere la forma di un drago nero rampante.


 

“ ZANNE DELL'OFIUCO!”, esclamò col tutto il fiato che aveva nei polmoni, sparendo per un istante prima di riapparire dietro l'avversario muovere in diagonale la Dark Saber, scagliando un fascio di energia che raggiunse l'atmosfera, scagliando Ash contro la catena montuosa che circondava la base Stecker, spaccando la base di una montagna con grande soddisfazione del Mandaloriano.


 

In quel momento Hunter e compagni tornarono. Lo Yatjua aveva gli artigli sporchi di sangue, ma aveva riportato una vistosa ferita sulla fronte, mentre Aaron aveva non pochi lividi. Wrecker…. era Wrecker si era goduto ogni singolo momento dello scontro con Sophia, aveva persino tentato di flirtare un pò, sebbene la Na’Vi non avesse gradito molto.


 

Sopra di loro si stagliava inoltre un bellissimo X- Wing nero e oro, ben più armato e grande dei tipici modelli, sulla punta il roveto verde e nero che fungeva da simbolo per gli Stecker. Alla guida si trovava Della, accompagnata da Omega ed Echo.


 

“ Saltate su prima che si riprendano, amici, è ora di lasciare Tenebrae.”, disse allegra la papera, felice di essersi presa come risarcimento per il decennio di prigionia un bel mecha trasformabile.  Ovviamente a casa l’avrebbe ulteriormente personalizzato.

La squadra di recupero e i due avventurieri appena soccorsi saltarono sull’X- Wing, che decollò davanti agli indignati occhi degli Strecken, per incontrarsi dopo qualche centinaio di metri con la nave della Bad Batch, pilotata da Emma.

“ Oh, mio dio, cos’è quel capolavoro?”, chiese l’armaiola, avvicinandosi per far salire sopra Aaron, Stan e la suddetta squadra.
 

“ Un nuovo prototipo degli scienziati di Malefica. Non vedo l’ora di usarlo contro di lei, però. Se vuoi poi ti faccio fare un giro.”, le offrì Della, attivando intanto l’accelerazione al massimo per raggiungere l’atmosfera. Nel frattempo Omega stava curando sè stessa e gli amici, lieta che tutto fosse andato per il meglio.

“ Duchessa, lord Vader, siamo lieti di avvertirvi che la missione è stata un successo.”, disse Hunter soddisfatto, facendo apparire sul suo Prizmod un’immagine della governatrice di Mandalore.


Freya posò le gambe arcuate sulla propria scrivania, sorridendo rilassata dopo giorni di tensione.

“ Eccellente, qui ci sono le cordinate per la vostra prossima destinazione. Riposerete qui qualche giorno, poi andremo sulla Terra. Tutto il nostro popolo vi deve molto….. e anche i Disney adesso.”.

 

 

******


 


 

Sora si stava esercitando nel manovrare il Keyblade con la mente, cosa allo stesso tempo più semplice e più complicata della mera telecinesi usata da altre classi.


 

Essendo la spada una vera e propria materializzazione del suo cuore, farla levitare era sostanzialmente come muovere uno dei suoi arti, ma la concentrazione era più fondamentale che mai e un semplice errore poteva far svanire la spada a forma di chiave con un certo dispendio di energie. Sarebbe stato inoltre fondamentale per imparare a usare il Keyblade Glider, un'ulteriore trasformazione dell'arma che consentiva di utilizzarla come improvvisato veicolo sia fuori che dentro da un'atmosfera planetaria.


Decisamente necessario se mai fosse naufragato su un pianeta senza possibilità di trovare un’altra astronave.

L'esercizio venne interrotto dall'arrivo di un ansimante Paperone nel parco dove maestro e padawan si stavano allenando.


 

“ Signor De Paperoni, che succede?”, domandò Ventus, andando verso il paonazzo ex capo clan. Le uniche volte in cui Paperone perdeva la calma riguardavano un affare inconcluso, ma in quelle occasioni si metteva a piangere o a sfogare l'ira su chi pensava fosse il responsabile, qua sembrava quasi felice per quanto ansioso.


 

“ Ho appena ricevuto una notizia importantissima. Corriamo al porto.”, ordinò, evocando un veicolo dal Prizmod. Non capendo oltre, i ragazzi decisero di seguirlo e corsero fino all'astroporto di Città Disney, dove trovarono Darth Vader, lady Freya e diverse altre visite inaspettate.


 

“ M- mamma?!”, esclamò stupito Qua, riconoscendo la stessa donna delle foto mostratele dagli zii. Della non era esattamente in forma, durante il viaggio era stata troppo nervosa anche per farsi un bagno e mostava ancora i segni della prigionia e della battaglia per fuggire.


 

La pilota si chinò davanti ai figli, guardandoli commossa con lacrime che le rigavano le piume.


 

“ Ho aspettanto tanti anni per rivedervi. Spero di averne molti di più per rimediare al tempo perso.”, disse con tono insperato, e prima di accorgersene i tre paperetti si fiondarono su di lei.


 

Grogu camminò lentamente e in silenzio verso Mando. Padre e figlio si scambiarono un rapido sguardo, poi il primo gli si inchinò davanti.


 

“ Ti sei mai tolto il casco?”, chiese con tono quasi piatto, sebbene sotto l’elmo entrambi si stessero trattenendo dallo scoppiare in lacrime.


 

“ No.”, rispose il piccolo alieno, ricevendo una mano sulla spalla.


 

“ L'hai mai fatto togliere ad altri?”, domandò ancora il guerriero più anziano.


 

“ No.”.


 

“ Questa è la via.”, concluse orgoglioso il Mandaloriano, prima di abbracciare Grogu più forte di quanto avesse mai fatto, alzandosi e tenendolo come quando era bambino. Paperone invece approcciò Vader, posando il bastone davanti a lui con espressione guardinga, sapendo che quel favore avrebbe avuto le sue conseguenze.


 

“ Quant'è grande il favore che ti dobbiamo?”, chiese il Geomante, incerto mentre guardava il potente Sith un tempo conosciuto come Anakin Skywalker. Quest’ultimo dal canto suo teneva lo sguardo su un nervoso Sora, analizzandolo attentamente da sotto la maschera.

Ora che lo incontrava di persona poteva decisamente dire che tra loro c’era una qualche forma di legame, per certi versi simile a quello che lo legava ai suoi stessi figli, anche se non sapeva dirne la natura esatta. Ovviamente intendeva rimediare presto a questa mancanza.
 

“ Consideralo un regalo. Ma non aspettartene altri.”, disse questi, girandosi e tornando verso l'astronave col mantello che sventolava, prima di essere paralizzato dalla proposta che seguì.


 

“ Sicuro di non volere neanche una delle torte di Elvira?”, chiese sarcastico Paperone, ben conoscendo il punto debole del vecchio amico.


 

Non che fosse difficile, la cucina della suocera tendeva a indebolire molti.


 


“ Questo è un colpo basso, Paperone- commentò secco Anakin, girandosi di nuovo verso la famiglia appena riunita- Accetterò, ma in cambio dovrai aiutarmi a organizzare un piccolissimo evento tra i nostri clan.”.


 

“ Di che genere?”.


 

“ Una bella battaglia simulata. Il pubblico impazzirà.”.


 

Paperone sorrise e strinse la mano del Sith, confermando a Sora che l’infinita lista dei suoi problemi continuava a crescere.



                                                      *************


Buonasera a tutti, spero di non avervi fatto attendere troppo e che il capitolo sia di vostro gusto, ho cercato di completarlo tra ieri e oggi. I prossimi due saranno dedicati appunto a una finta battaglia tra Disney ed Eclipse, guardata anche da molti personaggi sparsi nella galassia che userò per introdurre altre sottotrame. A presto.
P.S. Jecht è un personaggio di Final Fantasy X, Alameda viene da ' Mucche alla Riscossa', Inquinator fa parte della rogue gallery di Paperinik e i quattro compagni di Garland vengono da Stranger of Paradise, prologo del primo Final Fantasy.

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Capitolo 27
*** Sotto la Grande muraglia- prima parte ***


L’annuncio del nuovo scontro tra i Disney e gli Eclipse aveva fatto il giro di molti sistemi, e ci fu presto una corsa per i biglietti per assistere di persona, mentre i canali di entrambi i clan preparavano  tutto il necessario a registrare il tutto in diretta e offrirlo agli spettatori da più punti di vista. Inutile dire che anche i giri di scommesse più o meno clandestine stavano facendo affari d'oro, con cifre che sfioravano gli otto zeri al minimo.

La battaglia simulata si sarebbe tenuto nelle ampie montagne cinesi, non troppo distanti dall' appena restaurata Grande muraglia, ricoperte per l'occasione di neve artificiale. Per preparare ulteriormente Sora all'evento, Paperone convocò al Deposito una dei migliori generali del clan Disney, nonché una delle allieve di Topolino e Pippo, Mulan Fa.


La donna era un'orchessa dalla pelle rossa, occhi dall'aria molto furba, corti capelli neri raccolti in una piccola crocchia mentre sulla fronte svettava un piccolo paio di corna appuntite. Aveva un fisico un po' più minuto rispetto ai propri simili, ma sempre ben più muscoloso rispetto a una donna umana, coperto da una semplice seppur imponente corazza nera che ricordava appunto l'antico stile degli eserciti cinesi.


“ Molto felice di conoscerti, Sora. Mr. De Paperoni mi ha chiesto di preparare Sora alla battaglia simulata.... sperando che non dobbiate mai affrontarne una vera.”, si presentò l'orchessa una volta incontrato il suo nuovo allievo, analizzandolo già per capire su cosa focalizzarsi nel mese successivo.


“ E' un grande onore anche per me.”, disse Sora, stringendo con trepidazione la mano della guerriera, chiaramente felice di incontrare un altro dei suoi numerosi idoli. Era l'unico membro del suo gruppo rimasto a Città Disney, gli altri erano partiti a loro volta per incontrare i rispettivi mentori, scelti nel più dei casi sempre da Paperone. Grogu si sarebbe ovviamente allenato con Mando, Angela era tornata dai propri genitori e Montblanc era stato preso sotto l'ala del capo marchingegnere dei Disney, Archimede. Judy dal canto suo si stava esercitando con Darwing Duck, la miglior spia del clan, e Arami aveva cominciato un apprendistato con l'alchimista Izumi Curtis.

" Lieto anch'io di vederti, Mulan- disse invece Ventus, avvicinandosi alla guerriera- non so se ti ricordi di me, ma l'ultima volta che ti ho vista Topolino ti aveva appena preso come allieva. Sono Ventus.".

" Certo che mi ricordo di te, i miei insegnanti mi hanno parlato spesso di te e dei tuoi compagni. Quello che vi è successo è stato orribile, ma sono molto onorata di poter addestrare Sora assieme a te in questo mese."

Paperone sorrise soddisfatto nel vedere il trio introdursi senza problemi, e premette un pulsante sulla scrivania per fare apparire un'ologramma di quello che sarebbe stato il campo di battaglia.


“ Dunque, Vader schiererà circa un milione di truppe. E vari mezzi pesanti, inclusi dei mecha. Noi abbiamo circa trecentomila unità in più, ma il supporto di veicoli non è altrettanto fitto, quindi dovrete stare molto attenti a eventuali attacchi aerei. Ovviamente sarà Shan- Yu a guidarli. Evocazioni proibite, Spectrobe permessi senza distinzioni di stazza o abilità. Conoscendo gli Eclipse, la neve sarà piena di trappole, quindi portati dietro molti ninja e ladri.”.

 

“ Eccellente, avrò tutto il tempo e lo spazio per splendere.”, affermò una vocetta maschile che sembrava provenire da dietro Mulan. Da sotto il suo colletto apparì un minuscolo drago orientale dalle scaglie rosse e lo sguardo furbetto.


 

“ Quello è.... Mushu?- chiese però Sora, indicando il piccolo Spectrobe- Come fa a essere così piccolo?”, non potè che esclamare, ricordando l'enorme drago avvolto di fiamme che era al solito al fianco di Mulan nei notiziari. In risposta l'animaletto scese davanti a lui con fare un pò tronfio.


 

“ Oh, lieto di incontrare un mio fan. Beh, ragazzo, anche se non è una capacità troppo comune, ci sono molti Spectrobe capaci di alterare le dimensioni a piacimento.... oltre che ovviamente a parlare. Altrimenti la vita in certi ecosistemi sarebbe impossibile. O entrare sulle astronavi più piccole prima che inventassero i Prizmod.".


" Spero tu sia preparato- concluse Mulan con espressione più seria- Ci aspetta un lungo mese davanti e non posso permettermi di essere gentile.".

Seguì un lungo mese di preparazione per Sora e Dumbo. Il giovane Custode si allenò sotto cascate, spaccò legna a mani nude, studiò strategia militare sotto la guida di Mulan, nuove abilità sotto quella di Ventus e sostenne a volte sparring uno contro tutti. Con sua sorpresa un giorno Dumbo scoprì inoltre un potere inaspettato. Durante un'occasione, quando provò a saltare in aria contro Ventus, aprì le sue larghe orecchie e cominciò a fluttuare in aria, in maniera alquanto goffa, ma un indubbio segno della capacità di volare.

Mancavano due giorni alla tanto attesa sfida e il castano sedeva sulla schiena dell' elefantino( non più tanto 'ino' ormai), lasciando che l'acqua di una cascata scorresse sulla sua schiena nuda. Era uno di quei momenti in cui la coscienza di un avventuriero si estendeva ben oltre quanto era umanamente possibile, arrivando a comprendere al meglio sia sè stesso che quanto lo circondava.

 

Le energie del Lato Oscuro e del Lato Chiaro scorrevano liberamente dentro Sora, che aveva annullato qualsiasi altro pensiero non riguardasse il bilanciarle, cosa che si estendeva anche allo Spectrobe cui si era legato. Nelle ultime settimane di allenamento era quasi arrivato a sfiorare i diecimila Midi- chlorian, ma a un passo dalla meta si sentiva come bloccato. La meditazione del castano venne interrotta quando avvertì i leggeri ma inconfondibili passi di Mulan, che grattò teneramente una delle orecchie di Dumbo.


“ Come ti senti, Sora?”, chiese la samurai mentre l’allievo scendeva e materializzava un asciugamano.

“ Magnificamente. Stando all'ultimo esame che ho fatto, i miei Midi- chlorian sono aumentati enormemente, per non menzionare gli altri progressi. Ma sono anche piuttosto spaventato, onestamente. Un pò dalla rapidità con cui sto crescendo, un pò….. tu sai cosa.”, spiegò Sora, dirigendosi a riva dove Ventus, che aveva sentito tutto, li attendeva.

 

“ D'altronde c'è una buona occasione che i complici di Xenahort cercheranno di attaccare ora. Ecco perchè io controllerò il perimetro.... e anche perchè non sono del tutto certo di poter gestire un incontro con Anakin ora come ora.”, sbuffò il biondino, dando una forte pacca sulla spalla del suo Padawan.


“ Non pensate sia ora di dirgli la verità?”, chiese Sora, che dubitava di poter rimanere zitto a lungo su quanto scoperto quand’era entrato nel clan.


“ Ne ho discusso con Paperone. Non sai quanto ci piacerebbe, ma siamo ancora troppo spaventati che cerchi di estorcerci la posizione di Obi- Wan per andarlo a uccidere con le sue mani. Ma al tempo stesso non possiamo lasciarlo completamente all'oscuro, perchè i sovramenzionati complici cercheranno di prendere anche lui per fargli aprire le serrature di Kingdom Hearts. Proprio come dirgli dov'è Diz, nel caso l'abbiano scoperto.”.


“ Quindi gli dico che sappiamo ci sono queste persone coinvolte nella tragedia degli Eclipse, interessate sia a me che a lui?”.


“ Sì, tieniti sul vago. Il prima possibile cercheremo di avere anche una discussione coi membri dell'Alba Cremisi. Se erano al concerto, è possibile avessero già scoperto qualcosa su Demyx. Se chiede di me, digli che lo incontrerò di persona quando vuole se è necessario.”, rispose Ventus, ansioso di risanare in via definitiva la fiducia che esisteva un tempo tra Anakin e il clan Disney.


“ Ora comunque va a riposarti. La battaglia probabilmente durerà almeno un giorno e non ci saranno sostituzioni.”, consigliò Mulan, venendo fortunatamente ascoltata.


Sora materializzò dal Prizmod un hamburger che si era preparato giorni fa. Fortunatamente, se c'erano due cose che gli ultimi eventi non avevano attenuato, erano la sua voglia e la sua abilità nel cucinare, affinate quando preparava i bento per gli amici tra un allenamento e l'altro.

<< Mhhh, ha un odore delizioso…. posso?>>, chiese Mulan, e con un gesto Sora gliene fece apparire uno identico tra le mani. L’orchessa chiuse le fauci attorno alla succulenta carne di mammuth.

 

Era per questi momenti che era diventata un’insegnante.

 

                                                                                             *****


Anche Vader stava concludendo i preparativi per l’evento, che aveva affidato a Shan- Yu e alla sezione d’assalto nonostante la propria partecipazione all'evento. Il Sith stava discutendo nel suo ufficio proprio col fidato sottoposto e altri due ufficiali, rispettivamente dalla squadra spionaggio e dal gruppo di ricerca, le cui apparenze sembravano completamente in contrasto tra loro.

Il primo era noto ai più semplicemente come Alto inquisitore. Il suo aspetto era quello di un alto e longineo umanoide dalla pelle bianca con strisce rosse sul viso, con denti seghettati.  Abile sia come spadaccino che come spia, era il miglior segugio dell’intero clan, e non di rado si era conteso alcune taglie con lo stesso Boba Fett assieme alla propria squadra.
 

Ernesti Chevalier era una giovane fata dai capelli argentata, uno dei pupilli di Grace. Nonostante l’aspetto delicato e le trasparenti ali da libellula, l’albino era capace di sporcarsi le mani quanto qualsiasi nano, e negli ultimi anni aveva migliorato enormemente sia i droidi che i robot pilotabili utilizzati dagli Eclipse, i Silhouette Knights. In particolare, la seconda categoria era la sua grande passione e si era costruito a sua volta un’unità personale che guidava con incredibile abilità. Una volt a aveva persino aiutato il capoclan ad aggiornare i sistemi di R2, lavoro che prima di allora aveva condotto assieme a Grace o Luke.


“ Voglio che voi Inquisitori facciate il più possibile per isolare Sora dal resto dei Disney. Non ho dubbi che Paperone voglia tenerlo ben lontano da me almeno fino a quando non potrà evitarlo, ma ho bisogno di scoprire cosa nasconde quel ragazzino. Non fategli del male, comunque.”, mise ben in chiaro il Sith, ansioso di scoprire quale segreto si celasse dietro le abilità di un giovane altrimenti quasi del tutto ordinario.


 

“ Stia tranquillo, signore, siamo dei professionisti. Non a caso ci avete addestrato lei e miss Elga.", rispose confidente l'Alto Inquisitore.


 

“ A questo proposito, novità da Kal sull'operazione S?”, domandò gelido il Sith. Tutti i presenti deglutirono, sapendo qual’era l’oggetto della missione appena menzionata.


 

Shan-Yu e lo stesso Ernesti avevano avuto a che fare con lui. Due anni prima il clan Eclipse aveva ricevuto la richiesta da un gruppo di coloni di ripulire una zona del pianeta da loro scelto degli Spectrobe più pericolosi. Il comandante d'assalto aveva guidato le truppe sbarcate, e l'albino era con loro per collaudare alcuni mecha sperimentali.


Trovarono la fauna del continente già dimezzata, con Sephirot nel mezzo di una foresta rasa al suolo, e si ritrovarono scelti come suoi nuovi bersagli. Shan- Yu si ritrovò costretto a prendere tempo contro quel mostro per permettere ai suoi soldati di ritirarsi. Sopravvisse senza ferite durature solo grazie a un robot prototipo che pilotò per il duello, ma dovette comunque restare a letto per quasi un mese mentre l'unità fu ridotta in rottami.


“ Sephirot per il momento è rimasto nel sistema di Nanairo, si limita ad allenarsi contro tutti gli Spectrobe che trova, quasi tutti sopra i 35.000 Midi Chlorian..... migliora continuamente, non vogliamo fare previsioni su cosa succederebbe se tornasse.”, affermò il capo Inquisitore, tirandosi nervoso il colletto.

 

“ In quel caso dobbiamo sperare che gli Avalanche accettino aiuto, visto che hanno reso ben chiaro la testa di Sephirot appartiene a loro- disse Vader, alzando una mano per contare con le dita- sono migliorati enormemente, ma potrebbe non bastare. Al momento gli unici che possono occuparsi uno contro uno di Sephirot sono Ercole, Malefica, forse Paperone.... e io.”.


“ Riguardo Topolino, Paperino e Pippo? Insomma, sono il team più famoso della galassia per un motivo.”, si intromise Ernesti. 

 

“ Insieme potrebbero sconfiggerlo con relativa facilità. Ma non senza conseguenze, così come la sovramenzionata lista. E purtroppo sono spariti, mentre i Disney non fanno commenti. Auguriamoci tutti che resti dov’è finchè non avremmo risolto la situazione di Demyx e chiunque sia suo complice.”.


******


Wilhuff Tarkin poteva considerare ormai il suo periodo coi Gungan un anticipo della sua pensione. Aveva trascorso i tre mesi da quando si era allontanato dall'Executor pescando, leggendo, dormendo a proprio piacimento, e ogni tanto risolvendo l'occasionale pratica mandatagli dall'ufficio. Non sapeva per quanto altro tempo il suo periodo sotto falso nome sarebbe continuato, ma era ormai certo di essere, tra i suoi parigrado, quello più al sicuro.


 

D'altronde, anche se Malefica o chi per lei avessero trovato la sua precisa posizione, non avrebbero certo osato attaccare Naboo, considerando il valore che aveva come santuario del riposo eterno di Padmè sia per Anakin che per il culto di Leviathan ovunque venisse praticato, per cui la precedente regina era stata uno dei loro più rispettati e valenti membri.


Ciònonostante, sentiva il bisogno di variare un po' la sua dieta, che ormai includeva quasi solo pesce e alcuni tipi di alghe. Una sera, avvolto da una proiezione olografica che ne ringiovaniva di qualche vent'anni le fattezze più qualche altra differenza, l'anziano burocrate era andato in cerca di un buon ristorante di cucina esotica, anche per assistere a quella che sperava sarebbe stata una vittoria schiacciante per il suo clan.

La maggior parte dei locali stava ovviamente mandando in onda il preludio alla battaglia tra Disney ed Eclipse, e le strade erano gremite di fan delle due organizzazioni, intenti a fare scommesse e previsioni sul vincitore. Durante il tragitto, quando la folla si fece troppo fitta, Tarkin urtò per caso un passante. Quando entrambi si girarono per scurarsi, l’anziano burocrate si ritrovò davanti un uomo sulla trentina scarsa, dai corti capelli neri e vestito in maniera ricca, ma pratica, con abiti che portavano lo stemma reale di Narnia. Ancora più di esso, però, risaltava uno sfavillante ciondolo a forma di fiocco di neve che condolava dal collo del giovane.

“ Signor Tarkin, è lei?”, domandò Edmund Pevensie, uno dei quattro re di Narnia e detentore della Stella di Aldelbaran, un mistico artefatto che gli garantiva grande resistenza a molti elementi e status negativi, ma soprattutto gli consentiva di vedere attraverso ogni menzogna, illusione o travestimento. Incluso quello utilizzato da Tarkin.


“ Princ.... volevo dire, re Edmund? Mi scuso molto per avervi urtato, avevo la testa altrove.”, affermò il burocrate, maledicendo la sua goffaggine. Per fortuna, dubitava che Edmund avrebbe rivelato la sua presenza sul pianeta a chicchèsia.

 

“ Nessun problema, sono cose che capitano. Più che altro sono sorpreso di vederla qui, la sua ultima apparizione in pubblico risale all'anno scorso.”.


 

“ Questioni di segretezza anche per voi, purtroppo, sire. Sarebbe meglio separarci qui, ma se doveste desiderare la mia compagnia, ve la presterò volentieri.”.


 

“ Solo se non vuole fare il terzo incomodo.”, gli disse Edmund con una lieve risata, mentre accanto a lui apparve una bellissima donna dai capelli violetti e gli occhi scarlatti. Aveva un fisico alqaunto generoso, ma anche ben tonico, coperto da un'elegante camicetta coperta di brillantini e una gonna che arriveva fino a sotto le ginocchia. Sopra il bellissimo viso si trovavano due arcuate corna da demone, e da un buco nella gonna spuntava una coda puntuta. 

L'accompagnatrice di Edmund era per certi versi ancora più famosa di lui. Il suo nome era Vermeil, e durante la guerra contro la Strega Bianca era stata probabilmente il più potente soldato dell'esercito narniano, essendo riuscita a conquistare alcuni territori nemici anche da sola e aveva addirittura bloccato un'offensiva a Caer Paravell mentre i fratelli Pevensie ponevano fine una volta per tutte alla vita dell'avida incantatrice.

Vermeil by yureisen on DeviantArt
 

“ Oh, terzo incomodo, che brutta definizione. Dovrei essere io a preoccuparmi di disturbare la vostra serata.”.


 

“ Tutt'altro, siete più che benvenuto, tanto non pianificavamo nulla di che.”, rispose Vermeil, aprendo la strada verso il locale più vicino.


Tra una battuta e l'altra, poco dopo i tre erano seduti dentro una pizzeria, i tavoli messi in cerchio attorno a un gigantesco proiettore olografico che avrebbe trasmesso lo scontro tra Eclipse e Disney.


“ Lady Vermeil, la vostra presenza qui è incredibilmente rassenerante.”, commentò l'anziano burocrate, versando un bicchiere di vino alla succube.


 

“ Oh, signorTarkin, vuole per caso rendere geloso il mio fidanzato?”, scherzò questa, portandosi il bicchiere alle labbra color ciliegia.


“ Tranquilla, mia cara, ci vuole ben di peggio per accendere i miei istinti di ragazzo geloso- lla rassicurò Edmund, prendendo a sua volta un pezzo di pane- ma meglio che qualcuno non sfidi la sorte.”.


" A proposito, quale combattente sperare di vedere sopra gli altri oggi?", non potè che chiedere il Grand Moff.

“ Mhh, l'ultima volta che ho visto il vostro capoclan in azione è stato quando avete messo in streaming quel video dove ha ripulito da solo un nido di Spectrobes insetti in quella cintura di asteroidi. Sono molto curioso di vedere come se le cava l’attuale generazione dei Disney contro di lui.”.


“ Conoscendolo, scommetto che ha accettato solo per incontrare di persona quel nuovo Custode, Sora. Voi che dite?”.

" Sono della stessa opinione- concluse Vermeil, posando il viso sulle mani e girandosi verso lo schermo olografico- ma avremo la risposta a breve.", disse con un sorriso quasi smaliziato.

 

       *****

Tatooine non era cambiato particolarmente dall'ultima volta in cui Anakin vi si era recato e l'aveva lasciato con l'intento di non tornarci mai più, per quanto gli dispiacesse evitare le tombe della madre e del patrigno. D'altro canto gli Hutt avrebbero fermato chiunque provasse a cambiare la situazione che vigeva sotto il loro dominio.


In uno dei luoghi più sperduti del pianeta desertico, in un sabbioso angolo evitato dai più, un Bantha con tre passeggeri camminava lentamente verso quella che sembrava una piccola montagna. I suoi occupanti consistevano di un guerriero mandaloriano dall'armatura verde, un giovane Tusken e una figura femminile il cui volto era oscurato da un elmo arancione.

Arrivati a destinazione il trio scese a terra, e il mandaloriano fece rientrare il Bantha nel suo Prizmod, prima di toccare la parete di roccia.


 

“ Apriti, sesamo!”, esclamò. Un lieve bagliore turchese si propagò dalla sua mano fino alla roccia, che mutò fino a mostrare un varco sufficientemente largo da permettere a tutti di passare.

Dietro la porta si trovava un'enorme città sotterranea, apparentemente disabitata. Ma anche senza il suo visore Boba avrebbe notato miriadi di figure nell'ombra intente a squadrare lui e compagni.  Ad approcciarli dopo lunghi minuti fu un nerboruto uomo dalla pelle pallida, completamente calvo a parte un piccolo paio di baffi, armato con due imponenti set di artigli dorati.
 

“ Benvenuto, signor Fett. Il capo la sta già aspettando.”, disse con professionalità il monaco, guidandoli a un portone decorato con le immagini di numerose divinità, Heartless o Nessuno. I compagni di Boba restarono indietro, lasciandolo entrare da solo per trovarsi davanti un’ ampia tavola rotonda.


A capo tavola si trovava il leader dei Quaranta ladroni, Kassim. Apparteneva agli Urutan, una razza di crostacei umanoidi conosciuti per la loro indipendenza e la loro abilità per mimetizzarsi tra le dune, campo in cui superavano gli stessi Tusken. I tratti più animali dell'uomo erano però coperti quasi interamente con ampi abiti azzurri da Tuareg, lasciando scoperte solo dita artigliate e acuti occhi dello stesso colore.

Cinematic showing the Urutan enemies entering the Ogir-Yensa Sandsea

Il Re dei ladri, com’era spesso chiamato( titolo che aveva dimostrato ampiamente di meritare) aveva servito fedelmente Jabba da prima della guerra coi Diafani, costruendo il più temuto corpo elitè dell’organizzazione criminale. Ma da alcuni anni trovava sempre più insopportabile la pigra leadership dell’Hutt, specie quando Darth Maul aveva dimostrato d’essere un capo vigile e attivo per i suoi sottoposti.

 

Se il conflitto tra il cartello Hutt e l’Alba cremisi si fosse conclusa il giorno dopo, Kassim sarebbe stato probabilmente il primo a inchinarsi davanti al Sith e giurargli fedeltà. Siccome la loro rivalità sarebbe durata ancora a lungo, però, aveva deciso invece di usurpare il posto di Jabba e provare strategie che aveva consigliato, ma che continuavano però a essere ignorate. E aveva cominciato a radunare un buon numero di abili complici.


Al suo fianco si trovava un’elfa con corti capelli dello stesso colore e un’espressione furba, vestita con un’elegante abito da ufficio sulla cui schiena si trovavano ali finte. Si chiamava Uzuki Yashiro, era una delle responsabili dell’ufficio finanziario del cartello, e aveva deciso di contattare Kassim dopo aver trovato discrepanze nei conti inusuali persino per un’immensa organizzazione criminale.

 

L’ultimo membro dei cospiratori era una donna dai folti capelli bianco e grigi, tagliati appena sopra il collo in maniera molto disordinata, lasciando intravedere due orecchie appunta, un po' più corte di quelle degli elfi. Era pallida, praticamente bianca, aveva un'espressione del genere ' mi frego di tutto e tutti', al cui centro si trovavano un occhio dorato e uno argentato.


 

Il suo nome Eda Clawthorne, ed era assieme alla sorella Lilith una delle maggiori ricercatrici dei laboratori Hutt, nonché una delle più potenti e abili incantatrici di tutto l'Orlo Esterno.  Di diritto, lei e Lilith sarebbero dovute diventare a pari merito le nuove dirigenti dei laboratori Hutt per volontà scritta del loro predecessore, Hyeronimus Bump, morto l’anno precedente.

 

Ma alla cerimonia per annunciare il nuovo capo ricercatore, Jabba aveva bellamente ignorato il testamento lasciato dall’uomo, e invece delle due sorelle aveva nominato Philip Wittbane, un incompetente il cui unico pregio era sapersi appropriare dei lavori altrui e spacciarli per suoi senza lasciare tracce.

Sia Lilith che Eda non si erano mai state così insultate come in quel momento. Se possibile sarebbero saltate sul palco per strappare gli occhi di Philip e ridurre Jabba in un mucchio di molecole carbonizzate. L’unico motivo per cui si erano trattenute era che non intendevano trascinare in una guerra civile i loro protetti.

Eda infatti era la de facto madre adottiva di una banda di piccoli terrori che promettevano di essere la nuova e devastante generazione del mondo criminale della Via Lattea. A volte prendeva in giro Boba dicendo che si era unito a loro solo per non dover affrontare i suoi affezionati mostriciattoli.

Comunque, non avendo alcuna intenzione di permettere a Jabba di tarpar a quei ragazzi le ali come Jabba prometteva di fare con loro, le due incantatrici avevano accettato senza discussioni l’offerta di Kassim di unirsi a lui.

 

Francamente Boba provava una certa pena per Jabba, quando provava a immaginare cosa le sorelle Clawthorne avessero in mente per lui. Ma francamente se l’era cercata, tentando di controllarle più del dovuto.

“ Scusa il ritardo, Kassim, abbiamo dovuto seminare alcune spie di Jabba. Eda....”, disse il Mandaloriano, sedendosi e facendo un cenno rispettoso verso l’incantatrice.

“ Scialla.”, rispose la Donna gufo, posando le gambe sul tavolo e prendendo una fiaschetta piena di Sangue di mela.

“ Bene, amici, sono lieto di dire che sono riuscito a portare dalla nostra numerose altre tribù dell’Orlo Esterno, la maggior parte delle quali chiede solo di essere lasciata in pace sia dal Cartello che dall’Alba rossa. Una volta addestrati ed equipaggiati a dovere, confido che avremmo una forza militari sufficienti ad attaccare e conquistare il palazzo di Jabba.”.

“ Il problema sono gli altri che potrebbero reclamare il posto di Jabba. Morisse, certo, tu saresti quasi in cima alla lista, specie con me e Lilith a sostenerti,  ma gli altri pretendenti giocheranno più sporco di noi.”.

“ Ecco perchè i più se ne andranno anche prima di Jabba. Attirarli fuori dalla nostra giurisdizione e ucciderli sarebbe l’ideale. Purtroppo ho anche brutte notizie…. Uzuki?”.

L’elfa sospirò e agitò le sue ali mecchaniche, incrociando le dita sul tavolo con fare nervoso.

“ I fondi del cartello continuano a diminuire. Tutte le nostre attività mostrano un guadagno, ma ho controllato quante più attività possibili, e non riceviamo tanti soldi quando dovrebbero fornircene. Sembra che qualcuno prenda piccole, ma ingenti, frazioni dei nostri profitti. Era iniziato con pochi milioni di crediti qua e là, ma ora andiamo ben oltre quanto un contabile troppo avido o un altro pezzo grosso cerchino di intascarsi.”.
 

Kassim e soprattutto Eda misero su un’ espressione truce, avendo in effetti usato quel trucchetto quando non ricevevano i fondi di cui avevano bisogno. Certo, se fossero riusciti a recuperare i soldi…..

“ Modi per tracciare il responsabile?”, domandò la strega. Uzuki scrollò le spalle.

“ Ho messo il mio intero ufficio al lavoro per trovare tracce.  Finora sembra che i fondi passino per ogni genere di intermediari, cosa che ci rallenta un pò, ma per nostra fortuna abbiamo trovato qualcosa di troppo grosso per essere una coincidenza. Uno di quegli intermediari, un collezionista d’arte dai metodi ben poco legali, è stato derubato da 2B dell’Alba Cremisi.”.

 

“ Che dopo hanno cercato di rapire una rock star che a sua volta si è rivelato un Custode del Keyblade!”, disse Eda trionfante. Kassim mosse soddisfatto le fauci sotto il cappuccio e inarcò le dita corazzate, formulando gradualmente un nuovo piano di azione. Che però avrebbe messo in azione un altro giorno, per il momento prese un telecomando per sincronizzarsi sul grande evento del giorno, la più recente sfida tra gli Eclipse e i Disney.

 

“ Bene. Boba, io e te andremo di persona a interrogare questo collezionista  per scoprire cosa fa, poi cercheremo di spillare qualche informazione anche ai subordinati di Maul. Ma intanto, direi di pensare al secondo motivo per cui ho organizzato questa riunione…. Eda, fuori gli snack!”.

                                                               *****

 

L’armata dei Disney era imponente di fronte alla Grande muraglia: cavalieri, mistici, soldati in armatura potenziata e migliaia di Spectrobe o mezzi pesanti, tra cui la Razor Crest.

Grogu vi uscì corazzato con un’armatura potenziata relativamente piccola, comunemente detto Silouhette Gear. Aveva un aspetto relativamente basico, vagamente umanoide, ma fatto in adamantio e vibranio dipinto con numerosi simboli dell’alfabeto Mandaloriano. E così come l’armatura del proprietario, possedeva un gran numero di armi incorporate.

“ Uh, Grogu, stai da dio.”, commentò Angela andando incontro al compagno di squadra. Anche la Gargoyle era ben più coperta, portando sopra le ali un pesante mantello di pelliccia e una pesante tenuta in cuoio super rinforzato a coprirle il petto, accompagnato da un kilt coi colori della sua tribù e lo stemma dei Disney.

 

" Grazie, Angela. Da piccolo spesso questo tipo di esoscheletri usavo. Buon modo pensavo che fosse per non restare indietro.", affermò il piccolo guerriero, mentre anche Mando scendeva dalla nave armato fino ai denti. Poco lontano anche Judy, Arami e Montblanc approcciavano il gruppo, tutti e tre dotati di nuove divise da combattimento e nuove armi per ogni evenienza. La Nu Mou aveva anche ben due cinture avvolte attorno ai fianchi cariche di pozioni varie.

Sora arrivò in grande stile, attaccato a Ventus sul suo Keyblade in versione volante per atterrare proprio in mezzo al gruppo. Mulan li seguiva poco distante, seduta sul collo di un Mushu a grandezza naturale.”.

“ Felicissimo di rivederti, tutti amici, spero  che siate tutti pronti perchè gli dei sanno se avrò bisogno di voi.”.

 

“ Siamo tutti pronti per quanto possiamo esserlo e ancora più eccitati di te, Sora. Ora non farti venire subito il nervosismo.”, disse Judy saltando sulla spalla del compagno. Mulan si avvicinò al gruppo e attivò il proiettore olografico del suo Prizmod, mostrando una planimetria del campo di battaglia.

“ Allora, ragazzi, come sapete per le battaglie simulate i Prizmod si sintonizzano sui vostri segnali vitali. Una volta sofferti un certo numero di danni, verrete teletrasportati in infermeria. Gli Eclipse non attaccheranno con forza letale, ma aspettatevi una buona dose di trucchi e mosse molto pesanti.”, spiegò l’orchessa, facendo apparire in contemporanea una serie di linee e punti che mostravano i movimenti delle truppe Disney.

“ Chiaro, quale sarà il nostro ruolo, Kupò?”, domandò Montblanc.

“ Non potete ancora combattere la maggior parte degli Eclipse direttamente per forza di cose, ma avrete un ruolo molto più importante. Vi dividerete tra azioni di disturbo e supporto agli altri Disney. Curate i vostri compagni, piazzate trappole o ostacolate gli Eclipse mentre sono intenti ad attaccare…… insomma, fate casino.”.

Un largo sorriso si dipinse sulle espressioni dei sei ragazzi, che avevano tutta l’intenzione di seguire l’ordine nel modo più distruttivo possibile.



                                                                                                                    ******

Salve a tutti i lettori, spero di non avervi fatto attendere troppo il capitolo, ma sono stato impegnato con gli ultimi rimasugli sulla tesi e poi con un piccolo esperimento su AO3 completamente made in English. Il prossimo capitolo vedrà il grosso della sfida tra Disney ed Eclipse con relative reazioni, le scene di questo capitolo sono servite a presentare un paio di nuove sottotrame( in particolare quella riguardo il cartello Hutt)  che spero di sfruttare a pieno. A presto.

Ernesti è il protagonista di Knights e Magic, un manga isekai di Square Enix. Nella sua serie è un impiegato appassionato di mecha che finisce in un mondo fantasy dove utilizzano dei robot tecnomagici, appunto i Silhouette Knights, e finisce per rivoluzionare l'industria del suo nuovo regno.

Kassim è il padre di Aladdin, apparso nell'ultimo film. Qui sia lui che il suddetto appartengono a una delle razze di FF12, mi sembra che sia adatta a entrambi. Aladdin ovviamente apparirà assieme a tutti i suoi amici e compari più avanti.

Uzuki è una dei Villain di The World ends with you, gioco per DS e più di recente anime.

Eda e tutti i personaggi legati a lei provengono da Owl House, altra serie animata Disney. Mi sembrava fossero tutti perfetti per fare dei villain relativamente minori, ma più che capaci di creare altri mal di testa a Sora e compagnia.

Vermeil è la coprotagonista del manga Vermeil in Gold, dove è il famiglio del maghetto Alto( sì, è il suo nome). Qua le succubi sono 'semplicemente' aliene. Per qualche motivo mi è apparsa la sua ship con Edmund in testa un giorno e non se n'è voluta andare.

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Capitolo 28
*** Sotto la grande muraglia- seconda parte ***


Snow Battle | Creatures, Cool artwork, Snow monster


Gli schieramenti dei Disney, appostati proprio di fronte alla muraglia, e degli Eclipse, situati nella tundra, si misero in formazione nel corso della mattinata, mentre alcune spie o ranger ben nascostidi entrambe le parti   inserivano le ultime trappole sotto la neve. I comandanti si incontrarono nel centro esatto del campo di battaglia.

Shan Yu era imponente come sempre, vestito di pesanti pellicce da lui stesso ottenute in gloriose cacce e armato con una grande spada ondulata incisa con ideogrammi mistici, che contrastavano le numerosi armi da fuoco che teneva alla cintura. Sulla sua spalla, uno Spectrobe falco incrociava temerario lo sguardo di Mushu, ancora avvolto attorno al collo di Mulan.

 

“ Lieto di vederti, Mulan. Siete tutti pronti?”, disse cordiale l’alieno, snidando la sua lunga chiostra di denti da squalo.

 

“ Certamente. Per rendere le cose più interessanti, ti va una scommessa?- propose l’orchessa, stringendo le braccia sotto il pettorale- Se perdo, ti rivelerò uno dei segreti del mio successo. In particolare il motivo per cui ho visto il nostro ultimo duello.”.

Shan- Yu si carezzò il pizzo,  ripensando al match in questione. Era stato solo uno sparring amichevole di quasi due anni prima, ma tutt'ora si chiedeva come la rivale fosse sembrata così invincibile mentre continuava a combattere, pur avendo utilizzato quasi tutte le proprie energie. Avrebbe saziato la sua curiosità, e offerto in cambio qualcosa di altrettanto prezioso.

“ Ci sto. Io invece ti darò un’arma che Grace sta sviluppando per me. Dovessi averla sono certo che l’adorerai…. ma non succederà, la vittoria oggi spetta a me.”.
 

I due generali tornarono dalle rispettive truppe con un largo sorriso sulle labbra. Nell'alto dei cieli, un dirigibile che proiettava l'immagine del giornalista Angus Fangus. La voce del cronista accompagnò i pensieri tanto degli innumerevoli contendenti che dei tanti spettatori sparsi della galassia, prima di partire in un countdown. Non appena raggiunse lo zero, Mushu lasciò il collo di Mulan per librarsi in alto e assumere le sue vere dimensioni, quelle di un enorme drago cinese avvolto dalle fiamme che ruggì fiero mentre i due schieramenti separarono la distanza tra loro con tanta forza da far tremare l'intera regione.

Sora si lanciò subito nella mischia evocando il Keyblade di Ventus e lanciandolo nella sua forma di Shuriken contro un manipolo di soldati, bloccandoli con fili di luce che li resero facile bersaglio per gli incantesimi di Montablanc e le armi del Silhouette Gear di Grogu. Approfittando della confusione generale, si  divisero e si infilarono dunque tra le truppe, attaccando rapidamente e scappando ancora più velocemente mentre l’artiglieria sparava i primi colpi. Le prime vittime di entrambe le parti vennero scagliate a terra e svanirono in raggi di teletrasporto, mentre i sabotatori cercavano di raggiungere i mezzi nemici per metterli fuori uso. Angela cercò di dare loro tempo utile, buttandosi nei gruppi nemici armata di ascia e scudo e avvolta da una possente energia che animava ogni suo movimento, la furia di una vera Gargoyle Berserk. Non a caso durante il mese di allenamento con lo zio Pietrafredda, si era concentrata soprattutto sul corpo a corpo per compensare la crescente dipendenza sulla propria musica.

Sora saltò sulle teste di alcuni soldati, cercando di farsi vedere in modo da offrire ai suoi amici un’utile distrazione. In lontananza vide Alami in groppa a Dumbo , correre a rotta di collo mentre lanciava le sue pozioni tutt' attorno o sfruttava le sue nuovi doti di Alchimista per manipolare la neve sotto i piedi degli Eclipse. Non ebbe purtroppo modo di osservare ulteriormente la situazione che dovette abbassarsi per schivare appena una spada laser a doppia lama lanciata come un boomerang.

Guardando la direzione in cui l'arma tornò, si trovò davanti nientemeno che l' Alto Inquisitore.

“ Ah, il Custode del Mazzo, come ti chiamano alcuni. E’ un vero onore conoscerti.”, disse il bizzarro alieno, riprendendo con un rapido gesto la propria spada. Sora ricambiò il saluto con un cenno rispettoso.

“ Anche per me, Inquisitore.”, affermò prima di sparare un potente getto d’acqua dalla punta del suo Keyblade. La spia  parò facilmente l'incantesimo e rispose con un attacco ravvicinando, chiudendo rapidamente Sora in un cruento duello. Il moro cercò di limitarsi a parare, muovendo fluidamente il Keyblade contro la lama roteante dell' Inquisitore in attesa di un buco nella sua guardia.

In suo soccorso venne Montblanc, che notando le difficoltà dell'amico sparò incantesimi a raffica contro l'Eclipse. Questi si difese tranquillamente con una barriera magica e continuò a rispondere con la sua letale eleganza alla doppia offensiva dei due avventurieri, finchè il Moguri non riuscì a fargli scivolare sotto i piedi quella che sembrava una granata. Prima che una colonna di fuoco esplose fin nell'alto dei cieli, mancando di poco lo stesso Mushu, Montblanc riuscì a buttarsi addosso a Sora per gettarsi al riparo.

" Urghh, che cos'era quella?", domandò ammirato il Jedi alzando la testa, notando che l'area in cui si trovavano era stata ripulita per diverse decine di metri.

" Magia Temporale ipercompressa, Kupò. Ho dovuto tentare quattro volte a metterci dentro la giusta quantità di plasma, per fortuna Archimede è stato pazientissimo, Kupò.".

Il duo di avventurieri fu sul punto di ricongiungersi ai propri compagni, quando qualcosa spuntò dalla neve proprio davanti a loro. Era un piccolo droide dalla corazza bianca e blu, con un'unico occhio che li guardò attentamente.

" E'.... chi penso che sia?", non potè che chiedere Sora, più eccitato che spaventato.

“ R2?! Oh, mamma, sono secoli che voglio chiedergli un autografo, Kupò!”, cinguettò a sua volta Montblanc. Non appena finì di parlare, Il leggendario droide sparò un raggio argentato contro Sora, che si divise in decine di bit fluttuanti per poi riapparire a molte miglie di distanza dalla battaglia. La sua sparizione non passò inosservata, infatti sia Mulan che gli amici del ragazzo avevano tenuto sotto controllo la sua presenza nella Forza sin da prima della battaglia, e ovviamente si preoccuparono non poco sentendolo allontanarsi di svariati chilometri. 

 

“ Dov’è finito Sora?”, esclamò Judy, saltando sulla testa di un soldato.

“ Sento la sua presenza, è ancora qui. Ma a molte miglia di distanza.”, rispose Alami, lanciando una delle sue pozioni e formando un fronte unito con la coniglietta, Dumbo e Grogu per resistere fino alla fine. Nel frattempo, l'oggetto dei loro pensieri si stava muovendo con difficoltà nella tundra per ricongiungersi a loro.
 

Sora avanzò un passò dopo l'altro nella neve, esalando nuvolette d'alito condensato a ogni respiro. In lontananza il moro vide la tempesta di luci e cruenti suoni che si espandeva a vista d'occhio sotto la grande muraglia. Gli Eclipse erano riuscito ad attirarlo molto lontano dal grosso dello scontro, ma pensava di poter tornare in tempo prima che finisse.

Questo prima di sentire una penetrante sensazione con la nuca, un avvertimento di pericolo incombente e immenso che lo spinse a girarsi col Keyblade tra le mani. Dietro di lui 
Vader camminava lentamente, la cupa armatura in contrasto col resto del paesaggio, come un buco nero nel centro esatto della galassia. Regale e pericoloso come solo il signore degli Eclipse poteva essere. I due Custodi in breve si ritrovarono l'uno di fronte all'altro, e i loro Prizmod cominciarono a registrare l'incontro.

" Immagino- cominciò Sora guardingo- che volesse parlare con me, lord 
Vader. Per questo l'Alto Inquisitore ed R2 mi hanno condotto via dai miei compagni?"

" Sì, avevo bisogno di discutere con te faccia a faccia e senza interferenze, ma c'è solo un modo in cui due avventurieri, portatori del Keyblade in primis, possano farlo- Con uno sbuffo di tenebra, 
Vader materializzò Oblio, puntandolo verso il ragazzo- Sora di Atlantica, ti sfido formalmente a duello". Un lievissimo sorriso si dipinse sulle labbra dello sfidato, che sistemò la sua posa, alzando il Keyblade sopra la testa.

" Accetto molto volentieri.".

Lo stile di combattimento di Vader rappresentava appieno il Sith, era puro calcolo volto a dominare l'avversario. Ogni attacco sembrava partire lentamente, solo per apparire improvvisamente di fronte all'avversario all'ultimo istante. Sora si ritrovò pertanto racchiuso in una gabbia di precisissimi colpi, ritrovandosi più volte i denti di Oblio a poca distanza dal collo o dal volto senza che se ne fosse accorto, e ancora non era riuscito a intaccare minimamente la guardia del rivale. Nessuno di loro aveva inoltre utilizzato tecniche, uno perchè non ne aveva bisogno, l'altro perchè non ne avrebbe avuto neanche il tempo. Infine, dopo molti faticosi minuti, Sora credette di trovare il punto debole di Vader: il suo stile di scherma era fatto soprattutto per analizzare gli avversarli e demolirli, rapidamente e nel modo più completo possibile.

L'unico modo per sopravvivere più di qualche minuto, era non avere nessuna forma. Il moro cominciò ad accelerare gradualmente, muovendo la lama senza il minimo senso logico e facendo lo stesso col suo gioco di gambe, senza pensare a qualsiasi tipo di schema. Anakin aveva già visto trucchi simili in passato e non ne fu particolarmente intimidito, ma non di meno dovette sforzarsi di più per colpire Sora ed evitare i suoi attachi. Infine avvenne l'impensabile.... un contrattacco. Sora aveva mancato all'ultimo un fendente che gli avrebbe probabilmente procurato una vistosa cicatrice sul petto non l'avesse schivato, ma invece di ritirarsi era entrato ulteriormente nell'area di Vader e contemporaneamente aveva attivato i Midi- Chlorian.

" Break Rapido!", esclamò sferrando un fulmineo fendente alla maschera del rivale, saltando quindi a poca distanza da lui. L'avventuriero più anziano si portò una mano alla parte colpita, trovando un graffio, per quanto insignificante, a lato della maschera. Si girò a guardare torvo il ragazzo, mentre R2 continuava a registrare, sorpreso che il suo amato proprietario fosse stato preso da un attacco così basico.

" Sembra che ti abbia sottovalutato, Sora- disse l'uomo, ancora più gelido della neve che li circondava- e soprattutto ti ho insultato, usando un unico Keyblade. Ti chiedo perdono per questo eccesso di arroganza, ma ti assicuro che non accadrà più.". Nella mano libera si generò la lama multicolore del Lontano Ricordo. Il Sith incrociò davanti al petto i due Keyblade e quindi si gettò di nuovo all'attacco con l'aggressività che gli era consona. 
 

Sora rispose con tutta la sua determinazione, cercando nuovamente di abituarsi al ritmo del rivale, disegnando assieme a lui infiniti solchi nella neve e tagliando alcune rocce che finivano in mezzo ai colpi. Aveva incontrato i mostri della galassia ben prima di quando fosse stato il tempo. Adesso stava affrontando il più terribile di tutti, quello cui era legato in qualche modo, e non poteva esserne più eccitato.


“ Dimmi, Sora, qual è la cosa più importante per un avventuriero in combattimento?”, domandò a un certo punto Vader, chiudendo a forbici i Keyblade attorno ai fianchi del ragazzo, che fortunatamente sgusciò via con un salto ben calcolato.


" La cosa più importante in combattimento? Dammi solo un attimo per riflettere.", disse ansimante, saltando di nuovo per schivare una sfera di energia oscura. Il moro cominciò dunque a riflettere attentamente sulla domanda, continuando intanto a parare i devastanti attacchi del Sith.
 

Gioco di squadra? No, non erano in un cartone da due soldi.

Potere? Troppo ovvio.

Onore? Neanche per scherzo. Anche Ercole, conosciuto da tutti per la sua generosità e gentilezza, aveva reso ben chiaro a Sora che in uno scontro  di quelli veri, ogni trucco è lecito pur di vincere.

' Se devi scegliere tra la vita, specialmente quella altrui, o l'onore- aveva aggiunto Phil mesi prima- scegli sempre la vita.'.

‘ Un momento….. Ercole!’, fu il fulminante pensiero che riattraversò la mente di Sora, mentre  schivava una grossa sfera di energia oscura scagliata da Vader. Il leggendario gladiatore era stato il primo avventuriero d’alto rango che avesse incontrato di persona, ed era conosciuto  in lungo e in largo per avere la più grande forza muscolare della galassia. Ma se fosse bastato quello a diventare il miglior gladiatore della Via lattea, non sarebbe stato altro che un bruto privo di tecnica.

 

Ciò che rendeva Ercole il fenomenale combattente e amico che aveva conosciuto era….

 

“..... il controllo. E’ ciò che distingue un vero utilizzatore della Forza da qualcuno che ha appena iniziato a percepirla o a chi si limita a sparare incantesimi a raffica.”.

 

“ Eccellente risposta, Sora. Ora dovrai mostrarmi il tuo controllo contro questa.”, affermò il Custode più anziano alzando Lontano ricordo per avvolgerla con scariche d’energia che crebbero gradualmente d’intensità fino a formare una lunga lama di energia dorata la cui sola vista terrorizzò Sora. Essendo cresciuto guardando duelli o battaglie simulate come quella cui stava partecipando, non gli volle certo molto a riconoscere quella che era comunemente considerata come la più potente tecnica di spada normalmente insegnata, quasi alla pari con alcuni Limiti.

“ Gigaslash.”, disse gelido Vader, muovendo il braccio dietro la testa per caricare il colpo nello stesso modo con cui aveva sconfitti innumerevoli avversari.

 

Di nuovo la mente di Sora cominciò a elaborare in maniera fulminea le ipotesi a sua disposizione, conscio di avere a disposizione una frazione di secondo al massimo. Non poteva schivare, anche se ci fosse riuscito a Vader sarebbe bastato curvare la lama.

 

L’unica opzione era…. disarmare Vader prima che potesse abbassare il Keyblade.

 

Un’aura dorata avvolse il corpo di Sora, concentrandosi rapidamente attorno alla punta stellata del suo Keyblade. Respirò a fondo, sentendo il cuore battere all’impazzata mentre compiva il primo passo. Con un fluido movimento del braccio lanciò la sua arma, mentre un nome sfuggiva dalle sue labbra in modo completamente naturale.

“ Star Cutting!”, esclamò prima di attivare il più rapidamente possibile uno dei suoi incantesimi di protezioni, venendo avvolto da una barriera formata di piastre riflettenti. Chiuse gli occhi, non riuscendo a vedere la Catena regale che tagliava il braccio con cui Vader stava per eseguire l’attacco, ma non di meno avvertì l’esplosione che seguì, nata dal contrasto tra le rispettive energie.

 

La neve si sciolse per decine di metri mentre il boom sonico conseguente giungeva fino al resto della battaglia. Sia Sora che Vader vennero scagliati via e persero i sensi.

 

                                              *****

Quando Sora riaprì gli occhi si ritrovò in quella che sembrava una perfetta riproduzione di una mappa spaziale, colma di stelle e comete d’ogni colore. In lontananza poteva anche vedere molti pianeti, ma ad attirare soprattutto la sua attenzione fu una porta decorata con nebulose e galassie.

Ricordando il sogno dove aveva incontrato lo spirito di Ventus, il moro si mosse con estrema cautela verso la porta, a cui bussò timidamente senza ottenere alcun effetto. Voltandosi, però, si trovò davanti una bizzarra figura.Era un bambino di al massimo dieci anni, vestito con un pigiama sempre decorato a stelle, sulla testa un berretto con gli stessi simboli. Su una guancia aveva tatuato un sole arancione, e sull’altra una luna azzurra.
Potrebbe contenere: an anime character with white hair and blue eyes holding a ball in her hands, surrounded by stars
 

“ Ben svegliato, Sora, è un vero piacere conoscerti. Malal non mi aveva incontrato fino ai vent’anni, tu prometti davvero bene.”, affermò il bambino con un tono alquanto divertito, al che Sora lo riconobbe.

 

“ Tu saresti….. il Collezionista?”, chiese il Custode, riconoscendo l’entità, uno degli Esper più difficili con cui legarsi. Era conosciuto come un protettore dei sogni e a tratti una personificazione del concetto stesso di gioco, ma era anche capace di innumerevoli dispetti o capricci. Insomma, quello che ti aspetteresti da un bambino vecchio milioni di anni con tutto il potere che vuole.

 

“ In persona. Non è molto risaputo, ma sono anche l’osservatore del Custode del Mazzo…. cioè te.”.

 

“ Ven mi aveva detto che la Forza è composta anche dal mondo dei sogni. E’ lì che ci troviamo?”, chiese Sora guardandosi attorno, avvertendo una sorta di rumore di fondo composto da infiniti pensieri e qualche occasionale flash composto da bizzarre immagini. Il Collezionista però schioccò le dita, scuotendolo da quella breve trance.

 

“ All’incirca, siamo nella zona più stabile, non sei ancora pronto per affrontare la dimensione onirica vera e propria. A essere onesti sono qui per assicurarmi che tu non ci entri mai. E’ l’unico parte della forza cui Xenahort non ha ancora accesso, e se dovesse aprire la serratura che si trova lì sarebbe un disastro. Ma può farlo solo col tuo aiuto. ”.

 

“ Quindi è ancora vivo, come pensa Paperone. Beh, non sono certo così stupido da aiutare un traditore del suo calibro.”, sbuffò Sora, che a dirla tutta sperava di non trovarsi mai faccia a faccia col perfido Skrull. Per quanto lo riguardava, se Paperone o meglio ancora Anakin fossero riuscito a ucciderlo in via definitiva, tanto meglio per lui e soprattutto per i suoi amici.

 

“ Aiutare non è il termine adatto, più che altro cercherà di metterti in una situazione dove non avrai modo di rifiutare. Rapirà i tuoi amici, forse la tua famiglia, cercherà di insinuarsi nella tua testa e metterà in pericolo miliardi di persone solo perchè tu non abbia altra scelta che fare ciò che dice. ”.

Sora si grattò i capelli a punti, la sua espressione incerta in chiaro contrasto col sorriso dell’eterno bambino di fronte a lui.

“ Cosa mi consigli di fare?”, non potè che dire infine.

“ Quello che vuoi! Tu sei il Custode del mazzo, non solo rappresenti l’unità che esiste tra i cuori di tutta la galassia, ma simboleggi anche lo stesso libero arbitrio. Nessuno può intrappolarti o costringerti a fare ciò che non vuoi, se ti ci metti d’impegno.”.

Quelle parole colpirono Sora come una scarica elettrica, riportandolo a riflettere sulla sua vita. Voleva lasciare le Isole del Destino  per esplorare la galassia, privo di qualsivoglia limite. Desiderava conoscere nuovi popoli, trovare altri amici potenti e fidati, mangiare ciò che vuole,  esplorare il limite assoluto della galassia e punire severamente chiunque avesse provato a confinarlo….. o a fare lo stesso coi suoi amici.

Il che rendeva il piano di Xenahort ancora più intollerabile per lui. Dargli ciò che meritava sarebbe stato tanto un dovere che un privilegio, se l'occasione si fosse presentata.

“ Xenahort e chiunque lo segua avrà ciò che meritano, che sia per mano mia o di coloro che hanno sofferto a causa loro.”, affermò con più decisione.

“ Eccellente, Sora, semplice ma diretto. Ora ti rimanderò nel mondo dei vivi, sta attento a Vader. Se la situazione degenerasse, soltanto insieme potreste salvare la galassia.”.

                                            ******

Anakin si svegliò in forma come non si sentiva da anni, nuovamente…. integro. Letteralmente, quando aprì gli occhi per controllarsi vide gli arti con cui era nato, li sentiva come tale. Persino il suo volto, quando ebbe il coraggio di toccarsi, era esattamente come prima dello scontro con Obi- Wan, al di là di qualche ruga.

Dove si trovava però? L’esperienza gli aveva insegnato che i sogni di un qualsiasi utilizzatore della Forza, specialmente un Custode del suo livello, tendevano a essere ben più che semplici prodotti della fase REM.

“ Benvenuto nel mio piccolo regno, lord Vader. E’ molto che attendevo di riceverti.”, affermò una voce proveniente in apparenza da ogni direzione. Messo istantaneamente sull’attenti, Anakin evocò i propri Keyblade e si mise in guardia mentre di fronte a lui si materializzava una figura umanoide, completamente bianca e delineata da un contorno nero.

“ Chi sei tu?”, domandò il Sith solo per rispondersi da solo, riconoscendo l’immenso potere che gli stava davanti.

 

L’ Eidolon noto semplicemente come la Verità era forse la più misteriosa di tutte le Evocazioni, al punto che anche i concetti da lui incarnati erano fonte di dibattito tra molte organizzazioni religiose. Persino  gli ordini a lui dedicati e i suoi pochi campioni discutevano non poco tra loro se incarnasse semplicemente il concetto di verità, fosse un aspetto del fato o addirittura l'equilibrio tra luce e tenebre. Argomenti che a loro volta erano molto controversi dipendentemente da chi li discuteva.

 

“ Sono il mondo….. sono l’equilibrio….. e sono anche te.”, affermò l’entità, riapparendo a meno di un metro di distanza dal Custode e puntandogli contro un dito. Anakin ricambiò il gesto con un piccolo ma rispettoso inchino.

 

“ E’ un onore essere al vostro cospetto, altissimo. Per quale motivo mi avete convocato qui, se posso chiedere?”, domandò incerto Vader. Aveva tentato più volte nel corso degli anni di stringere un contratto con qualche divinità, ma era sempre stato ignorato. Fortunatamente, grazie all’aiuto di R2 e alle proprie capacità aveva dimostrato di non aver mai avuto bisogno di un’evocazione.

 

“ Sostengo un discorso che è stato rimandato fin troppo. In quanto tuo osservatore, nonchè di chiunque sia venuto prima di te, avrei dovuto convocarti già dopo il tuo duello con Obi- Wan, ma la tua mutilazione me l’ha impedito. E non mi riferisco a quella del tuo corpo, ma a una nel tuo spirito.”

“ Quindi è per questo che non sono mai riuscito a risanare del tutto il mio fisico?”, affermò Anakin con una puntina di rabbia.  Cercò di riportare alla mente il suo ultimo duello con Obi- Wan, ma per qualche ragione la sua memoria si fermava sempre all'attimo in cui l'energia del suo Cambio forma sembrava amplificarsi oltre ogni limite. Aveva sempre dato al suo vecchio maestro la colpa della sua mutilazione, ma..... se ad aver causato  le proprie ferite fosse stato qualcosa dentro di lui?

“ Sì, in questo caso la materia imita l’anima, fratturata dal tradimento e dalla delusione. Solo sorpassandole potrai raggiungere il tuo vero potenziale e diventare quello che saresti dovuto sempre dovuto essere.”

“ Il Prescelto, il Maestro dei Maestri? Sia Obi- Wan che Qui- Gon mi hanno sempre detto  che per quanta fede avessero in certe profezie, di non darvi mai più importanza di quanto meritassero, per non montarmi la testa. E ho seguito il consiglio.”.

“ Vero, tutto quello che sei e hai oggi non è che il risultato dei tuoi sforzi. Ma essere uno dei prescelti di Kingdom Hearts non è una questione di potere, ma di responsabilità. E di giustizia, anche nei tuoi confronti. C’è molto che devi ancora scoprire su quanto successo durante la caduta del clan…. e solo una persona può darti risposte che accetterai.”.

“ Dove posso trovarlo?”, domandò ansioso Anakin, curioso chi fosse quest’individuo capace di dirgli tutta la verità su quanto accaduto quasi sedici anni prima. Forse un membro del clan che si era finto morto per paura di Obi- Wan o dello stesso Sith?

 

“ E’ stato disperso per anni, bloccato in stasi. Credo sia sul fondo di un vulcano per ora…. ma qualcuno dei tuoi è già sulle sue tracce.”.

“ Uno dei miei? Chi può….”.

“ Ci rivedremo presto, Anakin Skywalker. Nel frattempo proteggi quanto è tuo di diritto, come hai sempre fatto.”.

                                          *****

Mentre Sora e Anakin sostenevano il dialogo coi rispettivi osservatori, lo scontro tra Disney ed Eclipse giungeva ormai al termine. Un accurato uso dei mezzi pesanti aveva ribaltato la superiorità numerica dei Disney, e Shan- Yu stava consumando l’ennesimo duello con Mulan. Le lame dei due contendenti si scontravano generando turbini di scintille mentre si muovevano l’uno attorno all’altro cercando di sorprendersi a vicenda, generando onde d’urto che giungevano fino alla muraglia.

“ Furia del drago e della fenice!”, gridò a squarciagola la guerriera, avvolgendo le gambe con turbini infuocati che presero la forma dei due animali da lei menzionati. Balzò verso Shan- Yu, roteando su sè stessa per aumentare ulteriormente la forza d’impatto. Sapendo che, se l’avesse ricevuta in pieno sarebbe stato sconfitto, il Seeq prese dal Prizmod una piccola sfera fumogena, sufficiente a creare una nebbia che lo nascose da Mulan. Atterrata in mucchio di neve sciolta a causa della propria tecnica, l’ orchessa estese i propri sensi per cercare il rivale, ma per una volta questi fu più veloce di lei.

 

“ Tsunami!”, esclamò il condottiero, generando dietro di sè una fortissima mareggiata che travolse Mulan con una forza sufficiente a inondare un continente. L’orchessa ricevette tutta quella pressione concentrata su tutto il proprio corpo, ed era troppo stanca per difendersi. Si ritrovò schiacciata contro la neve, scavando col proprio peso un’enorme buca e quando riaprì gli occhi la spada ondeggiante del Seeq era davanti alla sua gola.

 “ Uff, hai vinto, Shan- Yu.”, non potè che concedere l’orchessa mentre il Prizmod segnalava la sua resa, nonchè quello dell’intero clan. Con un sorriso irto di denti, il berserk la prese per mano e l’aiutò a rialzarsi.
 

“ Un patto è un patto, Mulan. Come avresti vinto il nostro ultimo duello?”, domandò curioso mentre lei si ripuliva dalla neve.

In risposta un flusso di dati prese forma sulla spalla di Mulan, mostrando un grillo blu delle dimensioni di un criceto, dallo sguardo piuttosto furbo.

“ Ti presento il mio secondo Spectrobe, Cri- Cri. Ha la capacità di lanciare svariati buff su di me e sui miei alleati anche mentre è all’interno del mio Prizmod. Ovviamente ne ho approfittato il più possibile, spero che non mi prenderai per un’ imbrogliona.”.

 

Shan- Yu guardò attentamente il piccolo grillo, aprendo forse un pò troppo le fauci al punto che l’insetto lo prese come una minaccia e sibilò in difesa della propria padrona. Il guerriero barbarico si mise a ridere.

“ Ah, che tipetto interessante. Grazie dell’informazione, prometto che non la sbandiererò in giro. Tanto di imbrogli ne ho visti ben peggiori.”, affermò mentre nello stesso momento il suo falco scendeva dalle nuvole insieme a Mushu.

“ Grazie per la comprensione. Andiamo a farci qualche barile di sakè? Offre il mio fidanzato tanto.”.

 

                         *****

 

“ E la vittoria di questa battaglia va al Clan Eclipse!”, esclamò estasiato Angus, riempiendo la grotta dei Quaranta ladroni, rimasta a lungo in silenzio. Il gruppo di criminali rispose con grida a volte di giubilio, a volte di fastidio per le scommesse perse, e non fu diverso nell’ufficio di Kassim.

 

“ Uff, e duemila munny se ne vanno.”, sbuffò Eda, muovendo la menzionata somma verso Kassim, che si rigirò le banconote tra le avide chele. Boba, che aveva trascorso tutta la visione prendendo appunti sui combattenti più interessanti, si alzò per dirigersi verso la porta.

“ Amici, vi ringrazio per la discussione, è ora che io vada.”, disse secco mentre Eda gli sorrideva sorniona.

“ Ricordati che il tuo appuntamento con Lilith è tra tre giorni.”, esclamò portandosi una mano alla bocca per poi scoppiare a ridere assieme agli altri occupanti.

 

Sotto l’elmo Boba si sentì arrossire. La sua relazione con Lilith Clawthorne era qualcosa che cercava di tenere assolutamente segreta, quindi tutta la fazione anti Jabba ne era al corrente.

Forse, se fossero riusciti nell’intento di prendere per loro il cartello e rendere i territori dell’ Orlo esterno un pò più abitabili, ci sarebbe stato un futuro per loro.

" Bene, signori- fece invece Kassim con tono più teatrale- sono molto soddisfatto dei progressi fatti oggi, e credo anche questo spettacolo ci abbia fornito alcune informazioni utili. Non so dire quando sarà la prossima riunione, quindi state attenti. Io mi occuperò della prossima fase del piano, d'altronde..... c'è una festa ad Agrabah che mi aspetta.".

*****

Nel ristorante in cui Tarkin, Edmund e Vermeil avevano guardato la sfida tra Disney ed Eclipse, partì una lunga serie di applausi e fischi, tra cui molte richieste di un bis e le lamentele di chi aveva scommesso sull’ armata guidata da Mulan.


“ I miei complimenti, mr. Tarkin, i vostri membri continuano a migliorare costantemente.”, disse allegro Edmund, lieto di poter guardare battaglie così ' innocue' solo per divertimento.

" Vi ringrazio, considero questo come il lavoro della compianta Abigail- sospirò l'anziano burocrate, alzandosi- vi ringrazio della bella serata, vi auguro un buon ritorno a Narnia.".

" Oh, no, resteremo qui ancora per un pò- lo contraddisse Vermeil con un ampio sorriso- ma tranquillo, non attireremo attireremo ulteriormente l'attenzione su di voi. Buonaserata.".

Tarkin uscì nelle strade della città anfibia, circondato dalle chiacchiere sulla grande battaglia simulata e sui prossimi eventi che si sarebbero tenuti nel corso dell'anno, chiedendosi a quali gli Eclipse avrebbero fatto la stessa figura. Ignorando i vari rumori, l'uomo prese il suo Prizmod e cliccò su un file segreto, quello del suo testamento.

“ Qui parla Wilhuff Tarkin. Vorrei nominare come mio successore a capo della sezione burocratica del clan Eclipse Edmund Pevensie, re di Narnia.”.

 

Mentre Tarkin tornava al palazzo del re dei Gungan non si rese conto d’essere visto da qualcuno. Un uomo sulla trentina scarsa dai corti capelli brizzolati, una cicatrice su metà viso e uno sguardo di ghiaccio.

“ Capo? Qui è Jack…. credo di aver trovato Tarkin.”.

 

                                                    ******

 

Malefica dava lente,ma ripetute spinte al bassoventre di Talon, legata a braccioli del letto e bloccata dal gridare da una pallina stretta tra le sue labbra.

Le signore degli Stecker erano vestite con dei completi di cuoio nero che andavano dalle spalle fino all'intimo, lasciando ben poco all'immaginazione, lasciando le loro curve libere di muoversi in una confusa unione di rosso, nero e verde.

Quando sentì il Prizmod squillare, Malefica non si interruppe. Continuando a muoversi sulla splendida figura della compagna, si portó il dispositivo all'orecchio e prese tra le dita uno dei tentacoli di Talon.

“ Capo, credo di aver trovato Tarkin- disse la voce di Garland-Era travestito, ma sono certo di averlo visto in un ristorante della capitale Gungan”

 

“ Naboo- concluse irritata Malefica, sedendosi su una coscia di Talon e tirando appena l'estremità che teneva in mano- dovevo aspettarmi l'avrebbe mandato nel vecchio regno di Padmé . Attaccarlo mentre si trova lì equivarrebbe a una dichiarazione di guerra”

E anche se Malefica voleva una guerra aperta con Vader, intendeva cominciarla solo dopo aver indebolito il più possibile gli Eclipse. Anche se Tarkin fosse stato trovato morto senza apparenti tracce, Vader si sarebbe comunque recato su Tenebrae con tutta la sua flotta e al diavolo le conseguenze.

 

“ Vuole lo tenga d'occhio?”, domandò il cavaliere dall'altro lato, a sua volta in incognito. Cosa abbastanza facile da fare quando persino il suo fan più accanito conosceva solo l'elmo cornuto che portava quasi sempre.

 

“ Sì, casomai tentasse di lasciare il pianeta, trova un modo per bloccarlo. Altrimenti non fare niente. “, ordinó secca la Gria prima di chiudere la conversazione. Con uno sbuffò, chiuse le ali a mantella per sdraiarsi accanto a Talon, liberandola con uno schiocco di dita.

 

La Twi' Lek sputó la gag ball a terra, e abbracció l'amante, sfregando il generoso petto sul suo fianco.

 

“ Allora? “, chiese, ansiosa di concludere il lavoro per cui si preparava da quasi dieci anni.

 

“ Tarkin è su Naboo. Ucciderlo lì significherebbe seguirlo subito dopo. Consigli, mia amata? “, domandò Malefica, baciando la fidata sicaria in un occhio e avvolgendole le spalle con un braccio. Lei rispose carezzandole le corna, riflettendo sul problema finché non le venne un'idea.


“ Io proporrei di agire indirettamente - affermò con un sorrisetto quasi sadico-ci sono molte fazioni in giro per la galassia. Se le spingessimo a combattere su Naboo, Tarkin non sarebbe che una casualità tra tante, e l'ira di Vader sarebbe rivolta verso qualcun altro”.

 

Malefica soppesó la proposta per qualche secondo. Trovandola di suo gusto, ricambiò l'espressione dell'amante e si mise di nuovo sopra di lei, toccandola con malata dolcezza.

 

“ Ricordami perché non ti ho ancora chiesto di sposarmi, mia diletta.”, chiese spingendo un ginocchio verso l’intimità della Twi’lek. Quest’ultima rise smaliziata e baciò il naso color giada della compagna.

 

“ Perché, cito testualmente : farò di te la mia sposa solo quando l'intera galassia ti implorerà di diventare la sua regina “

Le due donne furono sul punto di riprendere il loro ingordo atto d’amore, quando il Prizmod di Malefica le interruppe con un altro squillo. Leggermente irritata, la strega prese il dispositivo per rispondere, calmandosi però quando vide il mittente.

“ Mhhh, sono le mie madrine, chissà che hanno da dire.”.

 

Talon emise uno sbuffo infastidito. Non è che odiasse le madrine di Malefica, tutt’altro, ma erano di quelle persone che non conoscevano alcuna forma di moderazione e tendevano a parlare a lingua sciolta di qualsiasi argomento passasse loro per la mente, in genere tra i più macabri. Forse anche per quello Malefica era ancora tanto attaccata a loro sulla soglia dei quaranta. Durante la sua infanzia, oltre ad addestrarla, erano state un piacevole contrasto speculare col padre. Forse aiutava anche che fossero un gruppo abbastanza famoso che faceva quel tipo di musica macabra che la signora degli Stecker adorava.

Dall' altra parte comparve l'immagine di tre streghe un pò avanti con gli anni, tutte diverse tra loro nonostante qualche superficiale somiglianza. Tra cui lo smielato sorriso che rivolsero alla loro ex apprendista.

The Sanderson Sisters Are Back in Hocus Pocus 2 | Disney News

“ Ciao, amore, come stai? Non siamo di ritorno dal nostro ultimo tour, e non crederai chi ci ha dato un passaggio.”, disse una di loro civettuola prima di spostare la telecamera, rivelando accanto a loro  un'altra familiare figura dell'infanzia di Malefica, che ghignò tronfio in direzione della donna. Questa sbarrò gli occhi, e sotto di lei Talon sentì il sangue gelarsi.

 

“ Non ci credo…. è proprio lui?”.


                                                                                  *******

 

Salve a tutti, mi scuso per il grande ritardo, sono stato bloccato a causa delle raccolte per le olive, gli sforzi per trovare un lavoro e ovviamente la mia tipica pigrizia. Spero abbiate apprezzato lo scontro e i nuovi sviluppi. Sia ben chiaro,  Vader contro Sora si è trattenuto immensamente, se il secondo non l'avesse disarmato, anche il suo Gigaslash avrebbe colpito con una frazione di una frazione della sua vera potenza, era solo per dare l'ennesima svegliata a tutti e due. La prossima saga sarà basata su una saga sci- fi a me molto cara, di cui avete già visto un rappresentante qualche capitolo fa. A presto, spero.

 Il Collezionista è un antagonista di Owl House.
La Verità è un'entità di Full Metal Alchemist.
Le madrine di Malefica sono le sorelle Sanderson dal film Hocus Pocus.

 

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Capitolo 29
*** Il ritorno di una leggenda ***


I festeggiamenti per l’esito della battaglia erano durati quasi tutto il giorno seguente per entrambi le parti in causa, che si erano scambiate doni, complimenti e suggerimenti. Quindi Vader e Paperone si erano diretti all’ Executor assieme alle truppe del primo, pronti a ripartire per gli spazi siderali. Il Sith teneva le dita cibernetiche strette attorno alla torta promessagli il mese prima, purtroppo con sua somma delusione si era risvegliato nello stesso stato in cui si era trovato negli ultimi sedici anni.

Non che fosse un gran problema, ormai si era abituato a quello stato da cui sembrava non esserci cura. E almeno adesso aveva la certezza che, se fosse riuscito a risanare qualsiasi ferita affliggesse il suo animo, forse avrebbe anche potuto guarire la propria pelle bruciata.

“ Sei sempre il benvenuto, Anakin, e lo sai.”, disse Paperone, accompagnandolo sulla via per lo spazioporto, dove Rex lo attendeva già con una navetta per tornare alla base degli Eclipse.

“ Io…. grazie, lo terrò a mente.”, sospirò il Sith. Negli ultimi anni, pur restando amico e alleato del Clan Disney, aveva mantenuto comunque una certa distanza dopo la scomparsa di Della. Ora forse era tempo di riallacciare i legami. Dopo un’ ultima discussione per eventuali affari e nuovi eventi, salì sul veicolo, ricevendo subito una chiamata da Leila. Cliccando sul Prizmod, gli apparve il sorriso raggiante della figlia.

“ Papà, congratulazioni per la vittoria, sono felice tu stia tornando in campo nell’ultimo anno.”, disse contenta Leila, salutando dal suo schermo e scaldando un pò il cuore del leggendario Custode. Quanto le ricordava Padmè in quei momenti.

“ Grazie, tesoro, è tempo che cominci a dare un pò più spazio alla nuova generazione, stando però loro accanto. A breve anche il tuo ruolo sulla stazione spaziale si concluderà, voglio che anche tu ti faccia conoscere di più dal resto degli Eclipse.”.

“ Perfetto, avevo proprio bisogno di sgranchire un pò le gambe- disse soddisfatta la mora-  A questo proposito, noi tutti ti invitiamo qui per l’invio dei prossimi tributi. Ci sarà anche Han.”.

 

“ …….Verrò molto volentieri. Digli che gli regalerò anche una nuova armatura.”, disse il Sith dopo qualche secondo di pausa e una nota di sadismo nella voce che Leila non mancò di afferrare, avendola sentita spesso riguardo quelle reclute che impressionavano Vader o lo facevano infuriare.

 

Non era infatti di per sè che Anakin detestasse Han Solo, anche per le semplici ragioni che:1) Il partner del Cacciatore di tesori era un Wookie che aveva già conosciuto durante la guerra e con cui aveva stretto ai tempi un rapporto di fiducia reciproca;2) Ricordava molto bene cosa significava essere un giovane scavezzacollo dalla battuta pronta che metteva le mani su qualsiasi cosa gli capitasse davanti, fosse per sopravvivere o per mero divertimento.

 

Però, come ogni padre, aveva degli standard, ulteriormente alzati sia a causa dell’assenza di Padmè che di tutto ciò che Leila portava con sè se la sua relazione fosse continuata…. e di cui il clan Eclipse non era che una microscopica parte. Quindi Vader avrebbe fatto tutto il possibile per assicurarsi che il potenziale genero fosse sia all’altezza di Leila dal punto di vista morale che capace di difendere lei e la sua eredità da ogni minaccia.

 

Non negando il fatto che si divertisse tantissimo a pestarlo a ogni incontro.

 

Mentre il veicolo di Anakin si alzava per raggiungere lo Star Destroyer nell’atmosfera, Ven osservava sul tetto di un vicino palazzo a braccia conserte. Alla fine non aveva avuto il coraggio di approcciare il vecchio amico.

“ Mi dispiace, Anakin, spero che alla prossima occasione potremmo parlare tutti e due a testa alta e senza segreti.”, disse prima di saltare verso il basso ed evocare la forma veicolare del proprio Keyblade, tornando su di esso al Deposito.

                                               *****


 

Casinò di Ominus 9, nei territori dell’ Alba rossa, una piccola bisca di criminali e disperati che speravano di girare la loro fortuna in una notte. Nel più dei casi si ritrovavano però col Prizmod di molto alleggerito, com’era il caso del noto pirata Jack Sparrow, la cui fama era nata grazie alle sue operazioni di sabotaggio contro i Diafani quando era appena un adolescente. Nonostante fosse famoso come Scommettitore per ottenere l’effetto più desiderato in battaglia attraverso i suoi dadi, quando cercava di fare del gioco d’azzardo propriamente detto ogni favore che la Forza sembrava concedergli svaniva completamente.


 

“ E' la fine, Elizabeth mi farà a pezzi.”, mormorò l’avventuriero, sbattendo la testa sulla slot machine dove aveva puntato la  sua parte di ricompensa dell’ultima missione. E anche se l’amica non l’avrebbe picchiato troppo per il denaro perso, di certo l’avrebbe fatto per qualsiasi artefatto avrebbe dovuto consegnare al casinò per pagare il debito.


“ Francamente sono stupito che non l'abbia già fatto. O che per lo meno non abbia lasciato te e Hondo su qualche pianeta prima di proclamarsi capitano.”, commentò una voce femminile dietro di lui. Voltandosi, Jack vide una familiare Togruta elegantemente vestita, che in mano teneva sardonica un cofanetto trasparente pieno di fiches mentre rivolgeva uno sguardo sornione al moro.


Apparentemente dimentico della propria dignità, questi si buttò ai piedi di quell’angelica apparizione, strattonandone la caviglia.

“ Ahsoka, sei proprio tu? Ti prego, salvami.”, pregò con un filo di voce Jack. Ahsoka lo allontanò con un lieve movimento del piede e agitò la confezione di fiches, stavolta con espressione più seria.

“ In cambio di informazioni.”, disse abbassando il bel viso ambrato.


 

“ Tutto quello che vuoi.”, disse il moro gesticolando vistosamente con le dita com’era solito fare quando nervoso o quando tentava di fregare qualcuno. Pochi minuti dopo erano al bar del casino, tra di loro una generosa dose di snack.


 

“ Dunque.... quand'è stata l'ultima volta che hai visto Topolino, Paperino e Pippo?”, domandò la bella Togruta, incrociando le braccia. Jack prese una manciata di patatine, masticandole pensoso.


 

“ Mhh, più di un anno fa, credo. Cercavano informazioni su quella scia di asteroidi, il Triangolo del diavolo, visto che sono stato tra i pochi a uscirne vivo. Hai presente?”.

La Jedi imprecò sottovoce mentre pensava alla zona menzionata dall’amico, nota per le decine di astronave che si erano perse per un motivo o per l’altro. I più ritenevano che in quel luogo si trovasse uno dei pochi accessi alle dimensioni che componevano la Forza, per la precisione il Lato oscuro.
 

Inutile dire che ben pochi ne uscivano vivi o sani di mente.

“ Sì, una volta ci siamo quasi finito dentro per una tempesta cosmica. Per fortuna Hera è Hera e ci ha tirato fuori all’ultimo momento utile. Ma non vedo che volessero cercare in quel buco. Non sono i tipi da cercare artefatti e altri tesori a costo della vita…. o della sanità mentale. A meno che non siano strettamente necessari.”.


“ Hanno detto che potrebbe essere una missione di salvataggio. Secondo te chi potrebbe essere finito nello stesso Lato Oscuro? Insomma, so che è lì che le sorelle Clawthorne hanno trovato il loro disgustoso vermone gufo, ma loro sono completamente schizzate”, notò Jack, continuando a ingozzarsi.

Ahsoka  represse appena un brivido di disgusto ripensando al suo finora unico incontro con lo Spectrobe condiviso dalle due streghe, combatterlo era stato un autentico incubo, reso ancora peggiore dal suo comportamento da pagliaccio. Sperava seriamente di non reincontrarlo troppo presto.


“ Ho una manciata di nomi che mi vengono in mente- sbuffò, lasciando subito da parte il pensiero- Se hanno davvero deciso di salvarli, sono andati incontro al suicidio. Ma d’altro canto potrebbe essere uno dei pochi modi per risolvere la situazione se andasse a puttane. E temo lo farà, visto quanto successo con Demyx.”.


“ Sono comunque il più grande team di avventurieri di quest'epoca, non sottovalutarli.”, disse Jack più ottimista. Ahsoka fece quindi per andarsene lasciando la confezione di fiches al moro, ricordandosi però di aver cercato il pirata anche per un altro motivo e si rivolse a lui con espressione grave.

“ Vero… Ah, Jack, un’ ultima informazione, considerala un regalo da parte di un’ ex. Lui è tornato… e sta pur certo che alla prima occasione ti cercherà.”.

L’ uomo inizialmente non capì a chi la propria ex potesse riferirsi, finchè un pensiero traditore non si infilò nella propria mente, una paura seconda solo alla giusta ira di Elizabeth.

“ Lui chi….. oh, no, non puoi parlare sul serio!”.

 

                                                ******

 

Trascorsero un paio di settimane dalla battaglia simulata Disney/ Eclipse. In quel lasso di tempo Paperone e Ventus avevano continuato a cercare notizie su Topolino, Paperino e Pippo, mentre il gruppo di Sora si allenava per raggiungere standard sempre superiori. Accompagnati da Mando,  si erano recati a esplorare un piccolo dungeon appena scoperto in un sistema piuttosto distante dalla Terra, riuscendo a completarlo in una manciata di giorni e a tornare con un buon bottino.

 

“ Alle missioni divertenti, ma senza sgradevoli sorprese.”, affermò Angela.

“ E senza psicopatici.”, aggiunse Judy, mangiando la sua fetta di budino alle carote.

 

“ Non direi, quella guida aveva un che di inquietante se posso permettermi.”, affermò invece Alami, ricoprendo il suo dolce con crema di cioccolato. Sora sbuffò, servendosi a sua volta.

 

“ Aveva solo un gusto per il macabro, sai che roba. Comunque…..”, cominciò venendo però interrotto da un bip proveniente dal radar dell’astronave. Mando mosse le rotelle della sua sedia per tornare ai comandi e controllare cosa l’avesse allertato.

 

“ Mhh, sembra che ci sia una nave molto grande in arrivo dall’iperspazio, praticamente delle stesse dimensioni di uno Star Destroyer. Ma- commentò il guerriero, impallidendo sotto la maschera mentre ingrandiva l’immagine- non può essere!”.

Con un botto, un’enorme astronave uscì dall’ iperguida, spingendo la nave più piccola di alcuni chilometri senza però danneggiarla. Gli occupanti corsero ai finestrini e fissarono l’apparizione che avrebbe segnato i loro incubi per molte settimane a venire.

Sora sentì allo stesso tempo un brivido lungo la schiena e un umido calore dentro le mutande quando vide cosa si stagliava davanti alla Razor Crest, qualcosa uscito da un incubo.
 

Un gigantesco vascello solare completamente nero, la prua simile a una bocca famelica e con numerose file di cannoni da tutti i lati. Sotto la chiglia si trovavano diverse protuberanze simili a tentacoli incredibilmente realistici. Sulla vetta dell’albero maestro, affiancato da un ghignante Jolly Roger, si trovava niente meno che il redivivo Davy Jones.

“ Ah, guarda chi si vede, i piccoli sorci della Disney.”, disse il leggendario corsaro, seduto a gambe incrociate su uno piloni della struttura, intento a lucidare la sua spada. Nonostante il suo lungo esilio dalla via lattea non sembrava essere cambiato, era sempre l’alieno dal volto di polipo e l’espressione sfrontata, un vero pirata, nonostante l’aria apparentemente tranquilla che tradiva però un’ aura a dir poco mostruosa.

Ogni occupante della Razor Crest, Dumbo incluso, sbarrò gli occhi, sentendosi come se la loro piccola nave venisse stretta da una pressione grande e antica quanto il più profondo degli oceani. Qualsiasi racconto gli occupanti della navetta avessero sentito su di lui, non rendeva minimamente giustizia alle capacità di Davy Jones. Senza contare che sicuramente non aveva trascorso l’esilio impigrendosi, anche da quella distanza era visibile che per tutti i quindici anni della sua scomparsa si era allenato come un dannato.

“ L….. Lord Jones, conoscervi è un…… onore.”, deglutì Mando, cominciando ad armeggiare coi comandi per portare la Razor Crest e i suoi occupanti il più lontano possibile. Non fosse che sulle immagini fornite dagli scanne, sulla poppa appariva anche un certo albino.

 

“ Riku, sei proprio tu?”, domandò Sora facendo un passo indietro. Non voleva neanche immaginare cosa stesse provando l’amico di sempre a due passi di distanza dall’uomo che aveva attaccato l’arcipelago appena un anno prima. Dietro di lui Alami, Montblanc e Judy non erano meno orripilati.

 

“ Sora, scappa il prima possibile- affermò l’albino nei comunicatori, con tono chiaramente terrorizzato- So che il nostro ultimo incontro è stato quello che era, ma per adesso non mi stanno facendo niente a parte farmi allenare. Cerca di scoprire dove si trovi Kairi. Solo a quel punto saremo davvero liberi.”.

La voce quasi rotta del ragazzo colpì in maniera insopportabile l’animo di Mando, che non potè fare a meno di colpevolizzarsi.

“ Riku, io…. mi dispiace di non averti portato con me quando sono scappato. Ero concentrato solo su di me e Della che mi sono ricordato di te solo quando ormai non eravamo più su Tenebrae. Non me lo perdonerò mai.”.

 

“ Non preoccupatevi, maestro, la situazione era già contro di voi e non vi biasimo- lo tranquillizzò Riku - E comunque mi trattano bene per ora, anche se posso lasciare la base solo per le missioni.”.

Mando tirò un tiro di sollievo nel sentire che il ragazzo non veniva maltrattato( almeno fisicamente, se si escludevano gli allenamenti), avendo vissuto con sensi di colpa per settimane. Avrebbe voluto volentieri voltare la Razor Crest per schizzare via a velocità iperluce, ma poi Jones fece un’offerta troppo ghiotta.
 

“ Che ne dite di una gara? Se vincete Riku sarà libero di andarsene, altrimenti…. voi sarete di nuovo ospiti di Lady Malefica.”, affermò crudele l’anziano pirata, atterrando con un balzo sul ponte dell’ Olandese.

Tutti si girarono verso Sora, che per la prima volta sentì su di sè la pesante morsa del comando. Una parte di lui voleva solo tenere i suoi compagni al sicuro, ma la parte più egoistica voleva salvare il suo più più vecchio e caro amico, dando al contempo una lezione agli Stecker.

“ E va bene. Però, dovessimo vincere, pretendo anche di sapere cosa vi ha davvero portato ad attaccare le isole l’anno scorso.”.

“ Giuro sul calderone di Ade che io e i miei compagni, inclusa Lady Malefica, ti daremo tutte le informazioni che abbiamo e lasceremo che Riku vada via con te.”, affermò Jones portandosi la mano sul cuore, dando quindi una piccola spallata a Uncino, che imitò a sua volta il gesto.

 

“ Lo giuro.”.

Gli occupanti della Razor Crest fecero a loro volta il giuramento, e l’intera area venne attraversata da un’ondata di energia invisibile che venne avvertita da ogni avventuriero vicino. Molti di loro si chiesero cosa avesse spinto qualcuno a giurare sul calderone di Ade…. il guardiano dei defunti tendeva a non prenderla bene quando qualcuno tentava di beffarsi del suo giudizio.

“ Sora, spero che tu faccia ciò che fai.”, disse Judy severa, fissando l’amico d’ infanzia con sguardo penetrante. Lui scosse la testa.

“ Per niente. Sia se vincessimo o se perdiamo, avete l’obbligo di picchiarmi a sangue dopo, non osate trattenervi.”.

Un droide uscì dall’ Olandese Volante, ponendosi a metà strada tra le due astronavi.

“ Sorpasseremo la scia di asteroidi, e poi faremo sei giri attorno a quel pianeta.”, affermò Davy Jones, ora tranquillamente in punta di piedi sulla prua della nave accanto a Uncino e Riku. L’ ora vicecapitano puntò uno sguardo di rabbia alla nave, ricordando la sua sconfitta per opera di Mando. Chiaramente sperava in una rivalsa, anche per il buon nome degli Stecker.

 

“ Per noi va bene. Possano gli dei  e la Forza stessa giudicarci egualmente.”, rispose Mando, mentre il countdown del droide giungeva al termine. Con un doppio boato, le due astronavi partirono a tutta birra accompagnate rispettivamente da una scia cianotica e una verde veleno.

La Razor Crest si muoveva in maniera incredibilmente fluida tra gli asteroidi, lasciando dietro di sè una scia cerulea, mentre l’ Olandese volante attraversava indenne la scia di rocce, che si riducevano in polvere al mero contatto mentre Jones faceva girare il timone con la gioia di un bambino. Nonostante tutto l’abilità di Mando come pilota sembrava fare la differenza, offrendo un pur piccolo vantaggio nello schivare i detriti più fastidiosi, come quelli contenenti cristalli magici che esplodendo al contatto rallentavano lo stesso Olandese.

D’altronde, da bravi Stecker quali erano, i membri della ciurma non avevano la minima intenzione di giocare correttamente. Ormai a metà strada del campo di asteroidi, scariche elettriche percorsero l’interno della nave, che rallentò improvvisamente. Guardando dall’ oblò, Sora vide una fitta rete avvolta in un campo di energia ricoprire l’intero veicolo.

“ Una rete elettromagnetica!”.

 

“ A tagliarla vado!”, esclamò Grogu, attivando le funzioni di sopravvivenza della sua tuta e uscendo con l’ascia in mano, avvolgendola con un fitto strato di energia per tagliare la rete. Questa non oppose resistenza, ma era comunque riuscita a rubare loro preziosi secondi. Non di meno, riuscirono a raggiungere l’ Olandese presso l’atmosfera del pianeta vicino, certi di poter colmare lo svantaggio.

“ Montblanc, hai finito i calcoli per l’ultra turbo?!”, esclamò Mando rivolto al piccolo Moguri, che per tutta la corsa era stato impegnato a eseguire complessi calcoli col computer della navetta, aggiornata nelle ultime settimane da Archimede con varie migliorie. Tra cui un nuovo tipo di motore capace di raggiungere incredibili velocità anche senza far ricorso all’ iperluce, più che legale in questo tipo di corse.

“ Sì, kupò! Mando, parti pure, kupò!”.

“ Bene, comincia il giro, tenetevi forte!”, esclamò il Mandaloriano, e tutti i membri del piccolo equipaggio corsero ai sedili a mettersi le cinture, pronto per il sicuro botto che già aveva dimostrato di poter mandare tutto per aria anche con la gravità artificiale. Ma l’attesa divenne sempre più lunga e quando Sora riaprì gli occhi, vide che quasi ogni sistema del veicolo sembrava disattivato.

“ Papà, tutto si è spento, a riavviare non riesco.”, disse Grogu, premendo bottoni a ripetizione mentre i compagni si rialzavano per cercare il guasto.

“ Anche l’ Olandese volante si è fermato, strano.”, notò Angela, indicando da uno specchietto il mostruoso vascello. Mando, vedendo che la Gargoyle aveva ragione, decise di rischiare quando ricevette una chiamata degli Stecker.

“ Mi sentite?”, domandò la voce quasi inquieta di Uncino.

 

“ E’ il vostro ennesimo trucco?”, domandò Sora, tanto sospettoso quanto irato.

 

“ Stavamo per chiederlo noi, qui non funziona niente di niente a parte le comunicazioni. E sì che avevamo aggiornato l’ Olandese con gli ultimi ritrovati informatici.”.

 

“ Neanche qui, sembra che siamo stati colpiti da qualcosa di molto più potente della rete elettromagnetica che ci avete lanciato. Riku sta bene?”.

“ E’ solo spaventato, ma non più di noi. Spugna sta controllando il nucleo dell’astronave per ora, vi faremo sapere- affermò il capitano con un velo di faticosa educazione- Considerate la sfida annullata per ora, se ne riparlerà quando ci avremo capito qualcosa.”.

“ Va bene, noi adesso proveremo a chiamare la Terra e- affermò Mando, prima che una forte scossa colpì la nave- cos’era?”.

Entrambe le navi cominciarono a precipitare senza controllo verso il pianeta, venendo avvolte da un alone di fuoco dovuto all’attrito con l’atmosfera. Nello stesso istante, Mando e Davy Jones diedero un ordine identico.

“ Preparatevi all’impatto!”.

                                                                                                         *******

Uff, è una vita che ci metto così tanto ad aggiornare una storia, mi scuso ai quattro cani che seguono per averci messo tanto, sono stato preso un pò dalla continua ricerca di un impiego, dalle altre fic che ho incominciato( pirla io) e ovviamente dalla mia poltroneria. Spero il ritorno di Davy Jones sia stato di vostro gusto, volevo ritrarlo per come me lo immagino in questo scenario, un mostro di avventuriero e generale che riderebbe anche di fronte al peggior abominio uscito dalla Forza, e state pur certo che quando arriverà il momento non se ne andrà in silenzio come l'altra volta( beh, non che venire sparato a velocità iperluce verso i limiti della galassia gridando ' JACK SPARROW!' sia silenzioso). La minisaga che segue si rifarà a uno degli ultimi film diventati relativamente di recente proprietà Disney, e renderà la fazione di Malefica ancora più pericolosa. A presto.

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Capitolo 30
*** Terreno di caccia- prima parte ***


 

Con una spinta Sora lanciò per aria lo sportello della capsula di salvataggio, uscendo con un balzo per guardarsi intorno. Si trovava in una grossa radura, attorno a lui si trovavano piante d’ogni genere, appartenenti spesso a pianeti molto diversi, se ricordava bene i suoi studi di Flora e Fauna Intergalattica. Non molto facile capire dove si trovasse, ma per fortuna anche Montblanc stava uscendo dalla sua capsula.

 

<< Mando, mi senti?- chiese parlando nel Prizmod mentre il Moguri gli si avvicinava- sono con Montblanc in una radura, tu hai trovato gli altri?>>

 

Per un istante non ci fu risposta, e temette il peggio, ma dopo una breve attesa dal dispositivo apparve l’immagine di Mando.

 

<< Sto bene, ho appena nascosto la nave in una grotta assieme alle ragazze. Ti invio la nostra posizione. Ma attento, Sora, se non è strettamente necessario non usare il Keyblade finché non sapremo dove siamo.>>

<< Va bene.>>, rispose il ragazzo, evocando quindi dal Prizmod un semplice, ma ben forgiato Gunblade.

<< Stanno tutti bene, Kupò?>>, domandò il suo compagno, mettendo mano a sua volta su una bacchetta dov'erano incastonate alcune gemme cariche di energia della Forza.

<< Le ragazze sono al sicuro, ma non ha detto niente di Grogu. Se siamo fortunati non è caduto troppo lontano da qui.>>

 

<< Di noi è sicuramente l’ultimo che avrebbe problemi in una foresta, Kupò. Forse…>>

 

Il piccolo incantatore non fece in tempo a finire che Sora si mise alle sue spalle di corsa, utilizzando il gunblade per parare un’improvvisa raffica di sfere al plasma provenienti dagli alberi. L’assalto, per quanto intenso, si fermò però all’improvviso, facendo calare al moro la guardia solo per poi sentirsi afferrato da qualcosa di invisibile e lanciato via come fosse un fuscello.

‘ Cosa cazzo…..?’, si chiese il moro, prima di girare istintivamente la testa per evitare una lama invisibile che si infilò nel terreno a pochi centimetri da lui. Riusciva a sentire il peso dell’ avversario sopra di lui, e i suoi sentimenti….. un’istinto alla caccia quasi primordiali, sia istinto che dipendenza, oltre che una smodata voglia di mettersi alla prova. Non era il tipo di avversario con cui poteva ragionare ( non che ne avesse mai incontrato uno finora con cui fosse possibile risolvere la questione parlando).

 

“ Blizzara!”, esclamò puntando la punta del Gunblade dove sarebbe dovuto trovarsi il petto dell’ assalitore misterioso, lanciandolo per aria e allo stesso tempo creando una colte di ghiaccio che lo rendeva visibile.

Nel frattempo Montblanc si stava nascondendo dentro una barriera magica, sulla cui superficie apparivano  continui segni di artigli poi riparati dalla Forza del piccolo Moguri, che aspettava il momento giusto. Quando un buco si aprì nella sua protezione, dirigendosi verso il cuore, indietreggiò all’ ultimo attivando un altro incantesimo.

 

“ Gravità zero!”, annunciò l’ incantatore, creando un’ onda a 360 gradi di energia violacea, bloccando il suo assalitore in un campo di stasi. L’avrebbe volentieri finito con una scarica di altre magie, ma l’ennesima raffica di blaster al plasma lo colpì alla schiena, lanciandolo via e ponendo fine all’ attacco lanciato poc’ anzi.

‘ Ma quanti ce ne sono, Kupò?!’, pensò Montblanc dolorante, sentendo il rumore di altri passi.  Sora, ancora impegnato in un brutale corpo a corpo misto a proiettili con l’altro nemico, che aveva purtroppo un vantaggio in forza bruta e resistenza non indifferente, era purtroppo impossibilitato ad aiutare l’amico. Fortunatamente il terzo assalitore non fu l’unico a rivelarsi, mentre una delle figure traslucide stava per abbassare l’arto contro il collo di Montblanc, qualcosa schizzò a razzo dagli alberi, sbattendogli dritto nella schiena e lanciando rapidamente una granata contro l’ultimo essere.

“ Grogu!”, esclamò Montblanc, molto rassicurato. Il salvatore dei due ragazzi volò a tutta birra, trasportando il proprio obbiettivo in aria prima di prendere un’ arma.

Il pugnale del Mandaloriano affondo rapidamente nella gola dell’ invisibile guerriero, tranciandola di netto. Non ci volle molto prima che anche i compagni dell’ alieno sconfissero i rispettivi nemici con una pioggia di fulmini e con un gunblade infilato nel cuore.

“ Uff, idea con chi abbiamo a che fare adesso?”, chiese Sora mentre puliva la propria lama dal sangue nemico, tenendo intanto un’ occhio sull’ invisibile figura appena uccisa, ora coperta da alcune scariche elettriche mentre la sua immagine si dissipava. Una volta rivelatosi appieno il commento di Montblanc fu un solo….

“ Ma porca……”.

Rapidi, ma cauti, i tre giovani avventurieri scivolarono nella giungla, seguendo la posizione del Prizmod di Mando mentre continuavano a guardarsi le spalle l'un l'altro. Lo trovarono fuori da una grotta armato di tutto punto e naturalmente alquanto ansioso.

 

“ State bene?”, chiese preoccupato il guerriero, correndo subito verso i ragazzi sotto la sua responsabilità, e visibilmente insanguinati da uno scontro, sebbene non fosse sangue loro. Una fortuna, ma ben magra come consolazione.

“ Poteva andare peggio, ma siamo già stati assaliti da qualcuno nella radura in cui siamo atterrati.”, spiegò Sora col fiatone e un non lieve senso di colpa per aver ficcato tutti in quella situazione.

“ Chi?”, chiese preoccupato il Mandaloriano. In risposta Grogu fece apparire dal Prizmod il suo macabro trofeo. Una testa di Yatjua.

 

“  Predator.  Due ne abbiamo visti, questo io ho sgozzato.”.

Sotto l’elmo Din divenne pallido come un cencio, realizzando cosa quella rivelazione comportava: i Predator in genere cacciavano da soli o in piccoli gruppi, e nel primo caso tenevano d’occhio il loro obbiettivo anche per giorni. Se avevano attaccato subito Sora e Montablanc, i due responsabile dovevano essere solo una piccola parte di un gruppo molto più grande, probabilmente poco più che apprendisti….. e con tutta probabilità tutto il pianeta era il loro terreno di caccia. Unico lato consolatorio era l'orgoglio per come Grogu ne avesse ucciso uno, questo lo avrebbe reso di diritto un adulto di fronte alla società Mandaloriana.

 

“ Oh, no…. ho già sentito parlare di questo gruppo, ma non sapevo fossero in questo quadrante. Attirano le astronavi e danno la caccia a chiunque sopravviva allo schianto, a volte rapiscono apposta alcuni guerrieri o persino civili da altri pianeti, quando si sentono particolarmente sadici.”.

I tre ragazzi deglutirono alla notizia, e l' inquietudine che avevano già sentito lungo il viaggio fino alla grotta sembrò centuplicarsi.

“ La Razor Crest funziona, Kupò?”, chiese Montblanc speranzoso. Mando dovette però deluderlo.

 

“ Solo il bagno e le comunicazioni. E non mi fido a chiedere soccorso perchè chiunque venga potrebbe rimanere bloccato a sua volta. Insomma, Archimede ha aggiornato la nave col migliore sistema antivirus e l’isolamento da onde EMP possibili, per farci cadere in quel modo assieme all’ Olandese volante devono aver utilizzato qualcosa di osceno.”.


“ Oh, cazzo, ragazzi, vi ho lanciati in una fossa di merda senza neanche pensare!- esclamò Sora, sbattendosi una mano in faccia-  Farò tutto il possibile per farmi perdonare, e di certo non vi biasimerò se mi odierete adesso.”.

Il loro mentore però bloccò il suo discorso con un gesto, sapendo che la disperazione era l'ultima cosa che serviva loro al momento.

“ Sora, non hai neanche diciassette anni, a quell’ età ogni avventuriero fa qualcosa di incredibilmente stupido. Almeno tu hai la scusa di aver voluto salvare Riku, piuttosto io avrei dovuto rifiutare. Ora la priorità è trovare qualsiasi cosa tenga le navi a terra e distruggerla.”.

                *****
 

La chela di Davy Jones si serrò attorno al collo dell' ennesimo Ya'tuja, decapitandolo di netto. Intorno a lui il resto della ciurma stava a sua volta finendo gli ultimi assalitore, lasciandone un paio legati in modo da interrogarli.


“ Perdite?”, domandò Jones, prendendo un panno per ripulire la sua spada e rivolgendosi a Uncino, a sua volta sporco dopo lo scontro, che si mise subito sull’attenti.


“ N- no, signore. Ma stando agli addetti alla sala motori, la nave non riesce a prendere il decollo. La funzione terrestre funziona però.”.


“ Comunicazioni?”.


“ Funzionano, ma se posso permettermi, chiedendo aiuto rischieremo solo di bloccare altri membri del clan assieme a noi.”.

“ Fanculo- imprecò il leggendario capitano, dando un calcio al Predator appena ucciso, per poi mettersi a pianificare una volta calmato- ecco cosa faremo..... sposteremo l'Olandese volante su un lago, che riempiremo di trappole. Io poi guiderò piccole squadre per mappare il territorio. Considerando come siamo caduti, dev'esserci qualche dispositivo sul pianeta che blocca i sistemi delle astronavi.”.

 

“ A questo proposito, capitano, anche lei trova strano il comportamento di questi Predator? Non è da loro attirare così le loro prede.”, osservò  Spugna, avvicinandosi col kid medico tra le mani.


L'alieno sputò sprezzante a terra, mentre guardava i suoi uomini buttare i cadaveri degli alieni giù dal ponte.


“ Gli Ya'tuja, forse ancor più dei Mandaloriani, sono divisi in fazioni con diverse filosofie. Ne ho incontrate parecchie durante il mio esilio, e probabilmente quelli che abitano in zona preferiscono cacciare nel loro territorio dopo averlo riempito di prede.  Da questo momento dovremo comportarci come se fossimo circondati da tutti i lati.”.


 

“ Pensa che sarebbero disposti a discutere il nostro rilascio?”, chiese Uncino, sentendo all’improvviso uno strattone alla gamba. Abbassando lo sguardo vide uno Yatjua ancora vivo cercare di trattenerlo, e ormai persa la pazienza gli piantò un proiettile carico di energia elementale in testa, prima di calciare la carcassa verso uno dei mozzi.


“ Possibile, ma non penso che sia saggio tentare almeno finchè non avremo il coltello dalla parte del manico. Per adesso rimetterò l’ Olandese nel Prizmod e  procederemo come sopra. Che nessuno si allontani dal gruppo, eccetto i droidi. Li utilizzeremo per scoprire eventuali trappole sul percorso e poi.....”

 

Riku guardò i due pirati continuare a discutere il da farsi, cosa che lui stava facendo con sè stesso a livello mentale. Era seccato quanto i due superiori per quell’ imprevisto, e anche piuttosto incazzato con Sora per aver messo la sua vita di fronte a quella dei suoi altri amici, vecchi e nuovi. Ma d’altronde….. questa sarebbe potuta essere l’ occasione di lasciare finalmente gli Stecker.

 

                                            *****

Mentre Davy Jones si occupava di aggiustare la propria posizione e quella della sua ciurma, altrove un altro duo di naufraghi repelleva l’ennesimo assalto ricevuto in pochi giorni. I responsabili, un altro gruppo abbastanza sparuto di Predator, penzolava a pezzi da vari alberi, quello che rimaneva collegato tramite spessi filamenti di gelatina rosa. L’unico membro ancora integro, il loro leader, era stato legato a un albero con la stessa sostanza, e 2B gli teneva la sua katana alla gola, il ferro sporco del sangue versato sia durante lo scontro che nel pomeriggio di torture.

“ Per l’ennesima volta. Dove troviamo il sistema EMP che ci impedisce di andarcene?- disse gelida l’androide, solo per ricevere uno sputo in faccia- inutile. Globby, mangialo pure.”.
 

Il simbionte, precipitato assieme alla collega, non se lo fece ripetere due volte e assunse la forma di un grosso T- Rex di melma violetta, che con un singolo morso addentò sia lo Yatjua che il tronco dell’albero.

“ Stai bene, 2B?”, domandò poco dopo, sedendosi mentre il pasto si scioglieva gradualmente nel suo stomaco. L’androide si sedette proprio sul ventre del compagno, togliendosi la benda e sfregando nervosamente le gambe.

Il duo era stato mandato da Maul a cercare altre tracce del misterioso gruppo dietro il Cartello Hutt, e l’albina aveva pensato di cercare in alcune zone abbastanza inesplorate. Come risultato avrebbe dovuto rinunciare ai piani per il weekend con sua sorella Vanessa e l’amica Zola, senza contare la perdita di due importanti membri dell’ Alba rossa.

“ Niente di particolare, i miei sistemi stanno già pensando a qualsiasi possibile danno- disse seccata l' albina, prima di trovare nuovi dati che cambiarono il suo umore-  Umh, novità da una delle telecamere che ho sistemato l'altro giorno. Sono precipitate ben due navi. Una Razor Crest e.....”

 

La ragazza si interruppe, sbarrando i bellissimi occhi color del ghiaccio mentre sulla benda si delineava la forma di un vascello che credeva ormai perduto per sempre.

 

“ Cosa?”, chiese di nuovo Globby, solo per ritrovarsi del tutto shockato quando ricevette la risposta.


“ ….. L'Olandese volante.”.

 

Globby quasi sputò quanto rimaneva del suo cibo. Tornando alla dimensione normale, prese la benda della compagna.


“ Fammi vedere.”, disse ansioso connettendosi al sistema del visore, e trovando infatti l’immagine di un veicolo che corrispondeva con assoluta precisione alla descrizione del leggendario vascello.


“ Davy Jones è vivo.... e potrebbe essere la nostra migliore chance di lasciare questo buco.”

                                                                                                                    ******

Una buona serata a tutti, spero che non abbiate atteso troppo a lungo questo capitolo, come sempre una cosa tira l'altra e si arriva quasi a Natale. Questo capitolo, non l'aveste capito, sarà ispirato al film Predator del 2010, e sarà la base per un power up da poco nelle fazioni villain non legate a Xenahort. Aveste consigli o critiche, sempre ben accetti, intanto buon Natale e felice anno nuovo.


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Capitolo 31
*** Terreno di caccia- seconda parte ***



2B camminava lentamente verso la riva di un ampio lago, sventolando una bandiera bianca affinchè gli occupanti della nave, impegnati nelle riparazioni, potessero vederla. Giunta a pochi metri dall’ acqua, piantò l’asta a terra e chinò con umiltà il capo verso la direzione dell’ Olandese volante, disteso sulla superficie del lago come un relitto fin troppo integro e ancora terrorizzante. L'androide agitò energicamente il vessillo, attirando una manciata di pirati ad ascoltare la sua richiesta, espressa con chiarezza e determinazione.

 

“  Sono 2B dell’ alto consiglio dell’ Alba Rossa. Poche settimane fa sono precipitata su questo pianeta assieme a un mio compagno. Chiediamo cortesemente il parlè per proporre una breve alleanza.”.
 

Uncino si era affacciato sulla poppa, osservando sospettoso la letale androide, della cui abilità aveva già sentito numerosi racconti Quando smise di parlare, l’uomo si girò verso il capitano Jones, per poi rivolgersi nuovamente a 2B.

“ Concesso.”, disse secco e, premendo un pulsante sul Prizmod, fece scendere la scaletta per permettere all’ospite di salire. L’ androide non si fece pregare ulteriormente e una volta a bordo camminò sulla poppa, ai lati tutti i membri della ciurma finchè non fu davanti al cospetto di Davy Jones, seduto su un trono improvvisato fatto di casse.

“ Lord Jones....”, disse riverente, ricevendo però un cenno di scherno dall’ uomo con la sua chela.

 

“ Il prossimo che mi chiama Lord gli sparo. Capitano Davy Jones.”, intimò l’ alieno con voce roca. Fece quindi cenno alla droide di sedersi, e Spugna le offrì un bicchiere di vino che rifiutò.

 

“ Capisco, capitano. Ascolti, in cambio di protezione e un passaggio fino a una zona di estrazione fuori da questo pianeta, siamo disposte a dare le informazioni che abbiamo ottenuto nel corso dell’ultima settimana da numerosi Yatjua.”, disse lei concisa, e Jones si grattò leggermente la barba di tentacoli prima di rispondere.

 

“ Va bene, vi ascolto, ma non provate a ingannarmi.”.

 

“ Non sappiamo ancora dove trovare il sistema EMP che ci impedisce di lasciare il pianeta, ma siamo praticamente certi di come abbiano fatto a crearlo. Stanno sfruttando il potere di un’ intelligenza artificiale di altissimo livello per disattivare le difese di qualsiasi nave passi nelle vicinanze del pianeta.”

 

“ Un’ intelligenza artificiale? L’unica che mi verrebbe in mente capace di farlo- un’ espressione di puro orrore si dipinse sul volto tentacolato del pirata, nei suoi occhi una luce rossa che aveva sperato di dimenticare- No, non può essere, la distrussi di persona.”

 

Intuendo a cosa il suo nuovo superiore si riferisse, Uncino impallidì a sua volta, ricordando una storia sentita per bocca di Malefica anni prima.

 

“ Capitano, non vi riferirete mica a …. Due?”

 

“ Già, l’unica volta che noi Diafani e l’ alleanza dei mondi centrali collaborammo.”, commentò aspro il pirata alieno.

 

Sentendo la discussione tra capitano e vice, 2B accesse ad alcuni file nella sua memoria, trovati da Doofensmithz in alcuni archivi segreti. A quanto pare si stavano riferendo a un’ IA che era stata sviluppata dai Diafani, utilizzando come base i dati di un’altra IA, Uno,  creata dall’ alleanza per meglio coordinare i loro sforzi bellici( a quanto pare Malefica stessa era stata responsabile del furto di quei dati). Purtroppo Due, non appena attivato, si dimostrò praticamente incontrollabile e prese il controllo di gran parte dei mezzi dei propri creatori e dei loro nemici, creando addirittura una propria stazione spaziale come base con cui intendeva sopprimere entrambe le fazioni.

 

Alla fine era stata creata una squadra elitè congiunta tra le due parti, capitanata dallo stesso Jones. Era sicuro di aver completamente distrutto ogni componente fisica del ‘ corpo’ di Due mentre Uno pensava a finire i rimasugli digitali del fratello, ma…. possibile che un frammento fisico del suo hardware fosse finito nelle mani di quegli Yatjua?

 

“ Grr, beh, questa volta sarò certo di finire il lavoro- esclamò  alzandosi in piedi- 2B, ti ringraziamo per le informazioni e accettiamo la tua proposta di alleanza. E dì al tuo amico simbionte di uscire pure allo scoperto, non ho intenzione di bruciarlo…. per ora.”

 

L’asta con bandiera tenuta da 2B si trasformò quindi nel simbionte viola che accompagnava la droide. Alcuni membri della ciurma, nel vederlo, fecero un passo indietro e misero mani in alcuni casi ad armi soniche, avendolo già incontrato o aver sentito parlare del mutaforma in passato.

 

“ Complimenti per avermi riconosciuto, capitano.”, disse secco Globby, guadagnandosi una risata da parte del pirata.

 

“ Non sarei sopravvissuto fino ad ora se non avessi imparato ad annusare la puzza di Krawl lontano un miglio. Preparatevi alla lotta, se alla fine saremo ancora vivi reclameremo questo pianeta per nome di Malefica!”.


                                                        ******


Mando era intento a cuocere sul fuoco un enorme serpente, catturato dai ragazzi per la cena. Erano ormai residenti di quel pericoloso pianeta da due giorni e avevano già affrontato Spectrobes ben più pericolosi di quello che era intento a cucinare, oltre che ovviamente gli occasionali attacchi degli Yatjua.

 

Non era la prima volta che l’ avventuriero si trovava ad affrontare Predator così infidi, e sapeva già che la loro tattica consisteva nell’ indebolirli gradualmente e farli innervosire, finché non sarebbero più stati nelle condizioni fisiche e mentali per fronteggiare un’ imboscata. Purtroppo, per il momento le uniche cose da fare erano esplorare in piccoli gruppi il territorio e sperare di far ripartire il motore della Razor Crest.

 

<< Trovato altro?>>, chiese quando anche Sora e Judy tornarono dalla loro piccola spedizione.

 

<< Niente, nessuna traccia di civiltà a parte i corpi di chi ha avuto la nostra stessa sfortuna, anche i loro Prizmod erano stati completamente svuotati.>>, rispose il moro con una scrollata di spalle, chiaramente ancora deluso da sè stesso per aver fatto finire il gruppo in quella situazione.

 

<< Ma c’è da dire che non ci siamo allontanati molto, non vogliamo rischiare di farci scoprire dai Predator. O dagli Spectrobe più grossi, questo biscione è un cucciolo a confronto con alcuni che abbiamo visto da lontano.>>, continuò la coniglietta, al chè Mando annuì.

 

<< Avete fatto bene, meglio non correre rischi finchè non avremo una buona conoscenza del territorio o un nascondiglio più sicuro.>>

 

<< O un’ idea su come abbiano bloccato i motori sia della Razor Crest che dell’ Olandese volante, kupò.>>, rispose invece Montablanc, uscendo dalla nave togliendosi una maschera da saldatore, le mani sporche d’olio e una piccola fiammella che ancora bruciava sul pon pon della sua coda.

 

<< Per adesso andiamo a dormire. Domani daremo un’ esplorazione più accurata tutti assieme.>>

                                                          

Il mattino successivo, l’intero gruppo cominciò a muoversi con cautela nella giungla, difendendosi dagli occasionali Yatjua o sabotando alcune trappole. Dopo quasi tre ore di cauto cammino, giunsero a quelle che sembravano le rovine di un villaggio, al cui centro si trovava un crocifisso. Vedendo chi vi era stato legato, e chiaramente torturato, i ragazzi impallidirono.

 

<< Sbaglio o…. quello è un altro Yatjua?>>, chiese Angela, notando le vistose ferite sul petto del martoriato alieno, il cui capo penzolava sconfitto e gli arti penzolanti. Sembrava che gli avessero persino rotto alcune zanne.

 

<< Perchè l’ avrebbero legato in quel modo? Punizione per qualcosa che ha fatto o fallito?>>, continuò Alami con un moto di pietà. E di disgusto per il trattamento riservato a un loro simile.

 

<< No. Da un’ altra tribù credo venga- la contraddì Grogu-  i tatuaggi sulle sue scaglie notate. Dev’essere un prigioniero come noi.>>

 

<< Dei, da quanto non mangia, kupò? E’ uno scheletro praticamente, kupò.>>, non potè che notare Montblanc.

 

Sora deglutì, probabilmente stava per fare un’ altra stronzata, ma doveva tentare per il bene di tutti. E in situazioni come quella un’ idea vale l’altra.

 

<< Ragazzi, guardatemi le spalle, vado a liberarlo.>>, disse facendo un passo verso il centro della piazza, mentre gli altri controllavano il perimetro per evitare agguati. Quando arrivò finalmente davanti al prigioniero, questi strabuzzò gli occhi tumefatti e nella sua bocca si accese una piccola luce, segno di un traduttore universale.

 

<< Coooosa vuoi, moccioso?>>, domandò il Predator con voce rauca. Sora prese un profondo respiro e cercò di parlare in maniera diretta, ma gentile.

 

<< Sono prigioniero su questo pianeta…. come te, credo. Adesso ti libero, ti curo e ti dò qualcosa da mangiare. In cambio tu mi darai delle informazioni.>>

 

L’alieno lo guardò circospetto per alcuni secondi, infine la fame e la sete ebbero il sopravvento sui suoi sospetti.

 

<< D’accordo.>>, annuì, e Sora lo fece scendere dal palo con cura, prima di dargli delle razioni dal suo Prizmod e cominciando a lanciare vari incantesimi di guarigione.

 

<< Come sei finito qui?>>, chiese continuando ad avvolgere il nuovo alleato, se tale si poteva già definire, con una fievole luce smeraldina. 

 

<< C’ è stato un conflitto tra la mia tribù e quella di questo pianeta. Abbiamo avuto la peggio, venendo costretti a consegnare molti membri come prigionieri di guerra. Io non sono stato scelto, ma mi ero infiltrato a bordo della loro nave per dirottarla, ma come puoi vedere ho fallito miseramente.>>

 

<< Hai la minima idea di come blocchino qualsiasi astronave passi?>>

 

<< C’è una piramide a circa cinquanta chilometri a Est dalla nostra posizione. Non so esattamente cosa ci sia dentro, ma so per certo che è da lì che proviene il segnale EMP.>>

Il castano tirò un enorme sospiro di sollievo nel sentire la notizia: c'era ancora speranza, per quanto flebile.

<< Ultime due domande: come ti chiami e Puoi darci le coordinate precise?>>

Lo Yatjua scrocchiò il collo e, finalmente in sesto( sebbene la magia di Sora potesse arrivare solo fino a un certo punto, la vera riabilitazione sarebbe stata molto lunga) e rievocò dal proprio Prizmod l'equipaggiamento che da numerose ere caratterizzava il suo popolo.

<< Sono  Amarant. E sì, sono anche disposto a venire con te e i tuoi compagni se aveste bisogno d’ aiuto.>>

Una volta presentato il loro nuovo alleato al resto del gruppo, fecero per tornare alla propria astronave, ma Mando lì fermo all' improvviso, prima di roteare la sua lancia in Beskar per bloccare una lunga scarica di colpi al plasma, cui seguì l' apparizione di un folto gruppo di altri Yatjua dall' aspetto ben più tetro e brutale di quelli che Sora aveva affrontato pochi giorni prima.

<< Ehi, dove pensate di andare con la nostra preda?>>, ruggì uno di loro, alzando un boomerang verso la squadra di avventurieri. Sotto l'elmo era quasi possibile sentire le zanne che schioccavano tra loro. Gli ora otto prigionieri del pianeta sfoderano a loro volta le armi, intenzionati a non farsi intimidire.

 

<< Dove voi non potrete fargli più niente.>>, ringhiò Angela cominciando a pizzicare alcune note per potenziare i compagni. Alla sola vista alcuni Predator già pregustarono l' idea di avere nella loro collezione le ali di una Gargoyle.

 

<< E’ proprio qui che vi sbagliate.>>


                                                 ******

 

Dopo molta fatica, i tecnici degli Stecker( aiutati da 2B, che non a caso era la figlia di uno dei più abili marchingegneri dell’ orlo esterno) erano finalmente riusciti a rimettere in funzione almeno in parte i motori dell’ Olandese, che ora sorvolava la foresta cercando la fonte del segnale EMP, seppur levitasse in maniera ancora un pò barcollante.

 

<< Quanto manca?>>, ruggì Jones rivolto verso la sala motori, da cui provenì la voce spaventata e indaffarata di Spugna.

 

<< Difficile dirlo, signore. L’unica cosa certa è che più ci avviciniamo, peggio funzionano i motori.>>, esclamò l' ora commodoro, prima che uno sbuffo di fumo proveniente dai macchinari finisse su tutto il ponte. Allontanando il gas con un ventaglio, 2B si rivolse verso il capitano dell' Olandese.

 

<< Capitano Jones, se non oso troppo…. posso chiederle come lei e Cornelius avete fondato i Diafani?- chiese con innocente curiosità- Ho sentito una marea di versioni, ma mai capito quale sia quella vera.>>

 

<< Quasi tutte, in un certo senso- rispose lui con non poca fierezza- Cornelius era il figlio illegittimo del sovrano di un pianeta dell’ Orlo esterno, che lo sbattè per strada quando venne a sapere di lui. Io ero un altro di milioni di orfani che cercava di sopravvivere, e mi trovò una sera in cui svenni dalla fame. Mi rimise in sesto e per qualche anno pensammo a costruire la nostra gang, rubando a chiunque volevamo e coltivando ogni giorno di più i nostri Midi- chlorian, certi che la grandezza fosse a portata di mano.>>

 

<< Già, anche Maul racconta storie simili. Anche se le sue riguardano un culto di streghe pazze.>>


<< Oh, quelle le trovammo anche noi. Un giorno il padre di Cornelius decise di richiamarlo a casa, sapendo che gli serviva un erede. Lui ottenne di portarmi con lui come scudiero, ma alla prima occasione mi ficcarono in un laboratorio dove dovetti sopportare non so quanti esperimenti biologici e magici. Riuscì a fuggire mesi dopo attraverso le fogne, portando con me solo una spada e una coperta nera lacerata. La stessa coperta che sventola dall’ albero maestro.>>

 

<< La faccia…..>>

 

<< Quello che dico anch’io. Mi ritrovai su un’ isola deserta e, in preda alla rabbia, giurai che mai più il mio destino sarebbe stato controllato da qualcun altro. Costruì una zattera e disegnai un Jolly roger sulla mia coperta con del guano di gabbiano, dopodichè salpai e nuovamente creai una ciurma con cui terrorizzai i mari di tutto il pianeta. Quando Cornelius seppe che ero vivo, avendo intanto ucciso quel fallito di suo padre, mi richiamò a palazzo e mi espose il suo progetto di assoggettare l’ intera galassia. Era talmente folle che accettai, ed è per questo che ho accettato di servire anche Malefica….. di certo non solo perchè è la mia amata figlioccia.>>, concluse il pirata con tono quasi nostalgico, appoggiandosi al bordo della nave e guardando finalmente qualcosa spuntare dall' infinita serie di alberi che ricopriva il continente. Senza indugiare, diede ordine di prepararsi alla battaglia imminente, ma qualcuno approfittò del caos per attuare i propri piani.


<< E’ la mia occasione.>>

                                                                                                             *****

Salve a tutto il fandom, spero abbiate passato una piacevole prima settimana del 2024, io me la sto cavando abbastanza bene al di là dei tipici casini per trovare lavoro. Nel prossimo capitolo ci sarà la battaglia tra la ciurma dell' Olandese e i Predator, immagino che non molti poi si aspettassero l' apparizione di Due e spero di renderlo al meglio. A presto, buon anno a tutti e un enorme ringraziamento a chiunque recensisca.

 

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Capitolo 32
*** Terreno di caccia- terza parte ***


La squadra di Yatjua che aveva assalito Sora e compagni sembrava star compensando per ogni singolo momento di pausa che avevano avuto nei giorni precedenti. Combattevano in maniera selvaggia, ma ordinata, sfruttando appieno il loro numero tre volte superiore, isolando le loro prede e colpendole ripetutamente nonostante i loro tentativi di contrattaccare. Fortunatamente Mando e Amarant riuscivano a compensare grazie alla loro esperienza tattica, evitando che l'intero gruppo venisse sopraffatto.

 

“ Sei bravo, Mandaloriano. Mi assicurerò di mettere le tue armi in un posto d’onore.”, affermò eccitato il capo della squadra di Predator, mulinando ferocemente gli artigli contro la lancia in Beskar di Mando, riempiendo l’ aria di scintille e linee di energie della Forza. Schiena contro schiena col guerriero, anche Amarant combatteva a mani nude.

 

“ Le armi sono parte della mia religione.”, affermò Din, abbandonando temporaneamente la lancia per buttarsi in un brutale corpo a corpo col nemico, dirigendo una scarica di pugni fulminei al suo torace squamoso.

 

“ CANNONE EFFLUVIUM!”, gridarono all’ unisono, sparandosi a vicenda raggi di energia sacra, abbagliando alcuni dei rispettivi compagni più vicini e causando crepe nel terreno in più direzioni. Alami rischiò di cadere in un crepaccio, venendo fortunatamente afferrata da Angela, che si librò in volo assieme a lei.

 

Grosso errore, purtroppo, perchè i Predator avevano già intuito che le due erano le maggiori guaritrici del gruppo e cominciarono a bersagliarle con tutto quello che avevano. Judy e Grogu ovviamente non erano molto d’ accordo.

 

“ Calcio in volo!”, esclamò la coniglietta, avvolgendo una zampa con una luce cianotica e buttandosi di peso su uno degli avversari, spaccandogli l’ elmo per poi trascinare nell’ attacco non pochi dei suoi compagni. Grogu invece prese il boomerang vinto mesi prima.

 

“  Lancio stellare!”, gridò il piccolo mandaloriano, lanciando l’ arma che venne appunto avvolta da una scia di stelle mentre colpiva tutti i nemici rimasti.

 

Sora intanto era impegnato in un furioso duello con multipli nemici, e aveva finalmente deciso di usare il suo Keyblade, accompagnandolo al gunblade che già utilizzava per parare i molteplici attacchi da più direzioni che stava ricevendo. Uno degli Yatjua in particolare era molto aggressivo nei suoi affondi d’asta, arrivando più volte vicino ad atterrare il Custode.

 

“ Vendicherò la morte di mio fratello!”, esclamò roteando l’arma fino a creare un vasto tornado, che il castano schivò di poco.

 

“ E chi sarebbe tuo fratello?”, chiese lanciando un Thunder come contrattacco, prontamente parato però.

 

“ Non fare il finto tonto, tu e i tuoi amichetti l’ avete ucciso il vostro primo giorno qui.”.



 

“ Ah, sì….. tanto scommetto che cerchi solo una scusa per prenderti la mia testa senza sentirti troppo in colpa, vero?”, fece sardonico Sora, incrociando nuovamente le armi contro l’alieno in un rapidissimo confronto che vede scambiarsi fendenti a brutali calci o pugni in un crescendo di violenza. Il ragazzo non ricordava di essersi mai sentito così selvaggio, se non forse la prima volta in cui aveva evocato il Keyblade e desiderava semplicemente uccidere ogni singolo pirata sulle Isole del destino.

 

“ Ovvio, umano.”, disse il Predator con lo stesso tono, approfittando di un attimo di distrazione del ragazzo per poggiargli una mano sul petto, portando con se una concentrata ma potente forza d’impatto, scagliando via l’ agognata preda di diversi metri, spezzando in due anche un albero. Quando il ragazzo si riprese, non era affatto contento, e abbandonò il Gunblade per fare affidamento solo sul Keyblade.

 

Sora si strappò la maglia con un rapido, brutale gesto e scrocchiò il collo, prima di saltare gridando con un grido belluino contro il suo avversario, incrociando Keyblade e asta tra scintille e linee di energia della Forza, piegando numerosi alberi col mero impatto.

 

“ STINGER!”, gridò avvolgendo l’ estremità del Keyblade con una punta d’ aria compressa, mentre l’ avversario evocava una luce verde simile a un piccolo drago. 

 

“ Dragoken!”.

 

I due attacchi scivolarono l'uno sull'altro, causando un graffio sulla guancia di Sora e uno sul fianco del Predator. I due contendenti si ritrovarono quindi l' uno alle spalle dell' altro, era l’ occasione di finirla! 

 

Il Custode prese con entrambi le mani il Keyblade formato dal suo legame con Mulan e convogliò in esso tutta la Forza a cui poteva fare appello, trasformandolo in un possente spadone ricurvo che ricordava l’ ala di un drago.

 

“ Cambio Forma! Respiro del drago!”, esclamò avvolgendo la nuova arma con un velo di fiamme ardenti e lanciandosi all’ attacco contro l’avversario con ritrovato vigore, sfruttando a pieno il peso dello spadone e lo sconfinato calore che emanava, simile a un piccolo sole.

 

Il Predator cercò di balzare tutt’ attorno a Sora per disorientarlo, ma anche col peso aggiuntivo Sora era rapido quanto lui e non si fece confondere. Una volta accumulata abbastanza energia, piantò la lama nel terreno, scatenando una colonna di fiamme ardenti che scagliò l’ avversario per aria, saltando quindi per raggiungerlo e infilzarlo, con un’ ultima conflagrazione.

 

Sora guardò il corpo carbonizzato del suo nemico e, ansimante, afferrò il suo Prizmod per prendere tutto il suo contenuto, sordo al resto della battaglia. La sua prima vera uccisione in battaglia, il suo primo bottino di guerra se tale si poteva definire….. avrebbe dovuto provare qualcosa di più, ma era semplicemente troppo stanco e infuriato per preoccuparsene.

 

Mentre cercava di riflettere sulla sua attuale mancanza di emozioni, un suono proveniente dal Prizmod di Montblanc interruppe il flusso dei suoi pensieri.

 

“ Buone nuove, i motori della Razor Crest vanno di nuovo, Kupò.”, informò felice il Moguri, abbassandosi poi in tempo per schivare un colpo d' artigli. Mando sorrise sotto il casco e lanciò un ordine.

 

“ Allora scappiamo il più veloce possibile, non vedo l’ora di essere sulla Terra. Alami!”.

 

“ Subito….. BLIND!”, gridò la Nu Mou, sacrificando tutta la Forza che poteva canalizzare in un unico potentissimo incantesimo.

 

Un’ immensa luce abbagliante avvolse l’ intera radura, friggendo i circuiti dei caschi degli Yatjua e bloccando la loro vista giusto il tempo per permettere al gruppo Disney di svignarsela, sperando che qualunque cosa avesse riattivato la Razor Crest non fosse temporanea.

 

                                                              *****

 

Sebbene la fonte del segnale EMP sarebbe dovuta essere nascosta, era impossibile non vedere quella colossale piramide rossa e nera una volta capito dove trovarla. I Predator non avevano però risparmiato sulle difese, perchè tutt’ attorno c’ erano decine di potenti Spectrobe e artiglieria più che capace di abbattere una flotta se necessario.

 

<< FUOCO ALLE POLVERI!>>, ordinò Jones, dando sfogo a tutta l’ artiglieria dell’ Olandese, i cui colpi al plasma e i missili si scontrarono con la barriera rossa che proteggeva la piramide fino a creare un piccolo varco attraverso cui entrarono, continuando a bombardare la zona, destreggiandosi tra numerosi incantesimi o colpi di artiglieria.

 

Non pochi Spectrobe volanti provarono a salire sul ponte, ma 2B se ne sbarazzò facilmente e un ulteriore bombardamento permise all' Olandese di atterrare senza ulteriori problemi.

 

Il gruppo di pirati entrò nella Piramide, alla loro testa Davy Jones, 2B e Globby. Numerosi Yatjua tentarono di fermarli o farli cadere nelle loro trappole, ma poterono ben poco contro la sconfinata potenza di Jones o la dimesticezza degli Stecker con gli stratagemmi. Dopo un lungo cammino arrivarono davanti a un grande schermo, che presentava l' immagine di una deforma testa rossa di papero, dagli occhi strabici.

Pkna #2 - Due | Pk hack
 

<< Ah, capitano Jones, che piacere rivederla.>>, affermò la crudele AI con finta cortesia, cui Jones rispose in maniera ovvia.

 

<< Risparmiati la cortesia, pezzo di silicone andato a male. Disattiva la barriera EMP.>>, disse sfoderando la sciabola, avvolgendola con scariche elettriche, venendo presto imitato dalla ciurma e dai suoi due alleati.

 

<< Uff, speravo di risolvere le cose pacificamente, specie dopo essere stato costretto per anni a mandare fuori uso astronavi. Ma voi biologici saltate sempre alle maniere forti.>>, commentò Due deluso, attivando i sistemi difensivi della piramide, che si riempì di droidi d’ ogni tipo e alcuni Predator, ognuno dei quali si fiondò sulla ciurma pirata con lame o laser.

 

Tra la miriade di raggi rossi però ce n’era uno cianotico, che colpì Jones alla schiena, scomponendolo in milioni di pixel che vennero poi assorbiti dal computer.

 

<< Capitano!>>, esclamò Uncino, ma non ebbe tempo di preoccuparsi per il suo nuovo superiore che dovette schivare una pugnalata alle spalle, rispondendo con un fendente avvolto di energia venefica.

 

Jones sbattè più volte gli occhi, scoprendo di trovarsi in un’ arena composta di pixel rossoneri. Ai suoi piedi si trovava l’immagine dello stesso Due, intenta a sorridere sardonica. Una situazione sufficiente a far rabbrividire molti altri avventurieri, ma per il pirata era più una seccatura.


“ Cyberspazio, sul serio? E c’era gente che un tempo credeva voi Intelligenze artificiali foste il futuro della galassia.”, sbuffò il pirata, alquanto deluso dalla scarsa originalità del vecchio rivale, che strinse i denti digitali. Centinaia, forse migliaia di creature si formarono attorno e sopra Jones, armate fino ai denti e intente a ringhiargli contro. Nuovamente non sembrò impressionato, e si limitò a sfoderare la spada con un gesto quasi pigro.


“Oh, sto per provarti che lo siamo ancora.” , disse confidente e mandando un secco segnale.

 

Brutali eppur coordinati alla perfezione, le creature si buttarono contro Jones, che mulinò la sua sciabola per distruggere le prime file senza particolari problemi, muovendosi poi con un coordinato gioco di gambe per schivare i successivi attacchi, attraversare un reticolo di fendenti e laser senza ricevere il benchè minimo graffio.

 

Scivolava senza il minimo errore tra gli avversari, tagliando uno con la spada e altri due con la chela, utilizzando la Forza solo quando era davvero circondato.

 

“ Vento Bianco!”, esclamò scagliando un fendente di energia bianca contro alcuni abomini digitali simili a gorilla, tranciandoli in due, per poi sparare dalla chela una sfera di energia oscura. L’ orda che Due gli aveva mandato contro era stata già dimezzata, ma la crudele AI non perse tempo a sostituire i caduti.

 

“ Che mossa da dilettante, ti stai risparmiando?”, domandò sardonico.

 

‘ Oh, ora vedrai quanto mi sto risparmiando.’, pensò sarcastico l' alieno, evocando dalla chela tre sfere di colori diverse, infondendo in esse un' energia allo stesso tempo calda come l'inferno e gelida come gli abissi marini.


“ Un grido dall oscurità maledetta, Curse White! L’occhio del buio senza luce, Shadow Purple! E infine, il veleno del più profondo peccato, Poison Black! Giudica quest’ anima, Ade!”

 

Le sfere evocate da Jones si unirono formando un grosso calderone nero sotto il quale ardevano fiammelle azzurre. Esse presero rapidamente l’ aspetto di un’alta figura umanoide dalla pelle grigia, il mento appuntito e occhi ambrati, sempre avvolto da quelle fiamme.

 

Ade stesso era sceso in campo nonostante ogni aspettativa, Due credeva che fosse impossibile convocare un Eidolon nel cyberspazio. Eppure la malata intelligenza artificiale si stava trovando costretto a guardare l’espressione annoiata del guardiano dei defunti.

 

“ Uh, Jones, mi ritengo vagamente deluso. Appena due mesi che sei tornato qua e già mi chiami? Ti prego, non dirmi che è per quel giuramento che avete fatto in mio nome e che non avete completato.”, affermò seccata la divinità.

 

Il pirata rise. Una buona parte del suo esilio era stato trascorso proprio all’ interno della Forza, allenandosi allo stremo con lo stesso Ade, con cui aveva quindi stabilito un contratto. Non a caso un frammento della divinità era stato un membro effettivo dei Diafani e suo caro amico.

 

“ Domando scusa, Ade…. volevo solo dare una bella lezione a un certo sbruffone e a quegli idioti che hanno deciso di affidarsi a lui per i loro comodi.”.

 

L’ Eidolon spostò gli occhi ambrati sul pavimento, dove si trovava ancora l’ interfaccia dell’ IA. Quest’ ultima digrignò i denti digitali e fece apparire uno stormo di missili attorno ad Ade, che gli fece scoppiare in innumerevoli fiammelle azzurre.

 

“ Ah, Due…. comprendo, comprendo benissimo. Oh, ora sta a vedere che gli combino.”, affermò allungando un braccio di fumo e affondandolo nel pavimento. Due tentò di scappare moltiplicando la propria immagine all’ infinito e muovendosi attorno alle illusione in un rapidissimo vortice, ma Ade afferrò comunque quello vero.

 

“ Lasciami, lasciami!”, esclamò l’ AI rossa, creando a ripetizione ogni tipo di armi e creature che scagliava contro l’ evocazione, apparentemente imperturbabile ai suoi tentativi di liberarsi, fissandolo invece con avidi occhi gialli.

 

“ Tranquillo, Due, ti sto per lasciare andare…… dritto nel fondo del mio calderone!”, rise la divinità, mettendo in atto la minaccia e buttando l’anima digitale della sua preda nel paiolo bollente, unendosi in breve alla Forza stessa. Con la scomparsa del suo padrone, anche il Cyberspazio cominciò a distorcersi, e in breve Jones si ritrovò di fronte agli occhi ammirati dei suoi uomini, che si erano già occupati della maggior parte dei Predator.

 

“ Capitano, dunque?”, domandò Uncino, bloccando un nemico sotto un incantesimo temporale perchè uno dei compagni lo finisse.

 

“ Siamo liberi, Due è sparito si spera per sempre e possiamo tranquillamente lasciare l’ atmosfera.”, annunciò fiero il pirata, uscendo quindi assieme al resto della ciurma, per poi demolire l’ intera piramide con un semplice colpo di spada avvolto da acqua ad alta pressione. Si diresse quindi verso l’ Olandese assieme ai suoi uomini, trovando però quelli che aveva lasciato a bordo svenuti o bloccati con incantesimi temporali.

 

“ Ehi, dov’è Riku?”, domandò Uncino dopo aver rimesso in sesto i suoi subordinati con qualche incantesimo di cura, mentre Spugna risaliva dalla stiva dopo aver avuto un presentimento.

 

“ Manca uno degli shuttle minori!”, avvertì tutti. Jones strinse i denti e schioccò ripetutamente la chela, avvolgendosi con un’ aura più nera degli abissi oceanici.

 

“ Oh, il piccolo…… bah, al suo posto avrei fatto lo stesso. Ci penseremo dopo aver reclamato il pianeta per noi.”, affermò, non intendendo perdere un solo altro secondo su quel pianeta fino a quando non sarebbe stato registrato come territorio del Clan. E conoscendo Malefica, avrebbe comunque trovato un modo per ricondurre Riku a sè se era davvero interessata a lui.


“ A questo proposito, capitano- lo interruppe 2B- avrei un’ altra piccola proposta che penso interesserebbe non poco lady Malefica.”

 

“ Uff, non ho il tempo di festeggiare la morte di un’ intrigante intelligenza artificiale che me ne devo sorbire un’ altra. Cosa vuoi chiedere alla nostra capoclan?”, chiese il corsaro, chiarendo che la sua pazienza era già al limite.

 

“ Più che altro è quello che l’ Alba Rossa e gli Stecker possono fare gli uni per gli altri. Qualcuno sta tramando già da tempo in qualche angolo cupo della galassia, alle spalle non solo di noi, ma anche dei Disney, del cartello Hutt e degli Eclipse…. giusto per menzionarne alcuni, sappiamo che hanno anche richiesto i servigi di lady Malefica per attaccare le Isole del Destino. Credo che un’ alleanza potrebbe aiutarci a superare la differenza con tutte le fazioni coinvolte.”.

" ...... Sto ascoltando.".

                                                                  ******

                  

Sora e compagni, incluso Amarant, corsero a perdifiato fino alla grotta dove si trovava la Razor Crest, finchè non sentirono un assordante schianto a non molta distanza da loro. Temendo fosse un altro attacco, si fermarono dov’erano con le armi in mano, alzandole quando videro le fronde degli alberi muoversi, ma con loro somma sorpresa a uscire dalla vegetazione fu Riku.

 

“ Riku, sei proprio tu?!”, domandò stupita Alami, mentre l’ albino si avvicinava con cautela al gruppo. Considerando il suo ultimo incontro con Sora, era una reazione logica.

 

“ Sì, ho fregato un piccolo shuttle dall’ hangar dell’ Olandese mentre gli altri erano impegnati con la fonte del segnale EMP.”, spiegò il giovane Cavaliere oscuro, ancora col fiatone per la fuga improvvisata che aveva dovuto compiere.

 

“ E sembra che ce l’abbiano fatta. Possiamo lasciare questo buco…. insieme a te.”, disse Judy, saltando su una sua spalla.

 

“ E’ bello riaverti con noi. Ma….. sai mica dove si trova Kevin?”, non potè che chiedere Sora, ricordando la promessa che aveva fatto a Carl e Frederick. Purtroppo Riku scosse la testa.

 

“ No, purtroppo. Tenebrae sarà anche il centro di comando degli Stecker, ma Malefica tiene la maggior parte delle risorse a sua disposizione in altre basi meno vistose. Inclusi gli Spectrobe più rari che McLeah o chi per lui le portano. Potrebbe essere ovunque, ma posso dirti per certo che la staranno trattando bene, è una risorsa troppo preziosa.”.

 

“ Meglio che niente…. Ora corriamo sulla Terra e pensiamo a un piano.”, sospirò Sora, lieto comunque di aver risolto almeno uno dei suoi problemi col suo colpo di testa che li aveva portati su quel buco infernale.


                                                                 ******* 

 

In una locazione nascosta su un pianeta ai margini più estremi dell’ orlo esterno, due figure nascoste da mantelli neri stavano giocando un’ intricata partita di scacchi 3d. Entrambi cercavano di trovare un buco nella difesa avversaria, quando un’ altra figura, apparentemente femminile, entrò e si inchinò davanti a loro.

 

“ Signore, Sora ci è sfuggito un altra volta, gli Yatjua non sono riusciti a trattenerlo abbastanza a lungo.”, disse mentre la figura più massiccia mangiava una pedina dell’ avversario. L’altro non si fece prendere dal panico però e con una mossa abbastanza ardita riuscì a colmare lo svantaggio.

 

“ Non importa, basta che stia continuando a diventare più forte. Solo una volta che si sarà evoluto a sufficienza potremmo usarlo…. e sappiamo già che non avrà modo di negare le nostre richieste.”, affermò Xenahort, rivolgendo lo sguardo verso una capsula di stasi dove Kairi giaceva dormiente, certo che con lei in pugno Sora prima o poi avrebbe fatto tutto quello che serviva per concludere il suo piano.

 

Quello che neanche Xenahort però sapeva era che, seppur in stasi, Kairi stava andando attraverso un duro e profondo allenamento spirituale, che gradualmente stava rafforzando anche il suo corpo. All’interno del suo cuore, la giovane paladina era impegnata in continui scontri con orde di Heartless, Nessuno e altre creature dalla forma bizzarra, il campo di battaglia uno strano disco di vetro che raffigurava lei e molte delle persone che conosceva. Gradualmente continuava a crescere con ogni suo progresso.

 

In ogni scontro sentiva delle voci che le trasmettevano consigli e lezioni di spada o magia. La ragazza ripeteva all' infinito ogni singola tecnica e incantesimo che le veniva insegnata, ampliando il suo arsenale mentre ogni giorno di più, seppur bloccata, anche il suo corpo materiale si rafforzava grazie al legame tra i Midi- Chlorian e il resto del suo organismo.

 

“ Vettore sonico!”, esclamò la Paladina, lanciandosi ad altissima velocità contro un Nessuno per poi cambiare continuamente direzione, distruggendolo e poi passando ad altri nemici. Quando anche gli ultimi furono finiti, sentì i suoi misteriosi mentori.

 

“ Sei molto migliorata, Kairi. La tua fuga da questo reame non è lontana.”, disse una delle entità che sembrava intenta a farla migliorare il più possibile, la voce femminile simile a un coro di campane.

 

“ Volete dirmi finalmente chi siete?”, protestò la paladina, stufa di tutti quei misteri.

 

“ Non ancora, giovane Kairi. Solo quando ti sarai dimostrata pronta potrai conoscere i nostri nomi.”, rispose un' altra voce, questa chiaramente di un uomo anziano, ma ancora dotato di una potenza indescrivibile, un veterano senza eguali.

 

“ Ah, voi divinità siete semplicemente insopportabili.”, disse mentre ritornava alla carica contro l’ ennesima orda di nemici.


                                                                                                                     *******

Salve a tutti, spero di non avervi fatto aspettare troppo con questo capitolo, ma come sempre ero impegnato tra una fic e l' altra( inclusi alcuni progetti su AO3 in inglese, accidenti ai miei filmini mentali) e purtroppo quando si tratta di scontri di gruppo tendo sempre a impappinarmi. Mi auguro che almeno abbiate apprezzato la dimostrazione di come Sora si stia facendo gradualmente più aggressivo e la dimostrazione della potenza di Jones( per chiarire, sarebbe scappato tranquillamente anche da solo alla lunga, voleva solo provare il suo punto. Riguardo il come abbia sconfitto Due, tenete presente che siccome la Forza in questo AU è utilizzata anche da artigiani e scienziati di ogni sorta nelle loro creazioni, pure le AI e droidi particolarmente personalizzati sviluppano una connessione a essa o addirittura una forma di anima. Ergo, Ade può tranquillamente interagire con loro come con qualsiasi altro mortale)

La prossima saga coinvolgerà sia una buona parte del cast di Owl House, collegandone un membro anche a un certo villain di FF, e un evento da uno dei miei sequel Disney preferiti. A presto, recensite numerosi e datemi qualsiasi consiglio o critica vi venga in mente.

 

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Capitolo 33
*** C'è una festa qui ad Agrabah- prima parte ***


Era passato un mese dalla disavventura sul pianeta degli Yatjua, e l’ allenamento di Sora e compagni era stato ulteriormente incrementato, obbligandoli inoltre a non prendere missioni per un pò. Era sia una punizione, per aver messo a repentaglio la vita dell’ intero gruppo, che una misura di sicurezza nel caso qualcuno se ne approfittasse. Tanto più che Riku, pur avendo lasciato gli Stecker in via ufficiale, poteva essere ancora nel loro mirino. L' albino per canto suo si era messo anima e corpo nell' allenamento, sia in solitaria che come sparring partner per Sora, non intendendo minimamente restargli indietro in attesa del giorno in cui avrebbero trovato la posizione di Kairi.

 

Un giorno, mentre il castano stava eseguendo una serie di flessioni con diversi massi sulla schiena sotto l’ occhio vigile di Ventus, ricevette la visita di Paperone.

 

“ Sora, scusa il disturbo, posso?”, domandò l’ anziano affarista, osservando soddisfatto la diligenza del Custode. La fama che si stava gradualmente costruendo come emblema della nuova generazione di avventurieri era decisamente meritata.

 

“ Dica pure, signor de Paperoni.”, rispose il ragazzo, continuando a muoversi sotto il peso delle pietre, il corpo madido di sudore e i Midi- Chlorian che gli ribollivano per tutto il corpo.

 

“ Ho appena ricevuto l’invito per una festa di matrimonio, a cui dovrei partecipare a nome dell’ intero clan. Ma in quel periodo sarò impegnato in un incontro con Diz. Potresti partecipare a mio nome? Considerala allo stesso tempo una ricompensa per l’ impegno di questo mese e una preparazione a futuri eventi come questo…. se mai dovessi fondare un clan tutto tuo, è probabile che dovrai fare molte trattative in prima persona.”.

 

Sora deglutì all’ idea. Essere un membro dei Disney, certo, era un sogno diventato realtà( nonostante tutti i vari inconvenienti affrontati nell’ ultimo anno e mezzo), ma….. fondare un suo clan e forgiare la propria eredità, senza rendere conto a nessuno? Quello era ciò a cui ogni avventuriero aspirava davvero, quindi anche colui che rappresentava il concetto stesso di libero arbitrio.

 

“ Certamente, dove si terrà la festa?”, domandò interessato mentre svolgeva l' ultima serie di flessioni, dopo le quali Ventus lo liberò dal carico sulla sua schiena.

 

“ Agrabah, su Tatooine.”, rispose rapido Paperone, preoccupando non poco i due Custodi.

 

“ Non è quella città stato considerata uno dei pochi luoghi sicuri dagli Hutt?”, chiese Sora un pò incerto. Tatooine era anche all’ epoca uno dei pianeti più divisi della galassia tra tribù, feudi e vari altri territori. Gli Hutt avevano le loro grinfie su quasi tutti, eccetto la città stato di Agrabah, che sotto la guida del sultano e sua figlia si ergeva a barlume di legalità sul pianeta desertico.

 

I più pessimisti sostenevano però che non sarebbe durato molto, se prima o poi Jabba si fosse stancato di loro.

 

“ Sì, ma non si azzarderanno a fare niente, o persino molti dei loro alleati li abbandoneranno, e la posizione di Jabba è già alquanto traballante da un pò.”, rassicurò comunque Paperone. 

 

Da un certo punto di vista rispettava Jabba per essere rimasto al comando tanto a lungo, e tra vecchie reliquie troppo attaccate alla loro poltrona ci si intendeva, ma sapeva che i giorni degli Hutt erano contati dopo aver allentato un pò troppo la mano sui propri domini per troppo tempo. Già Topolino aveva cominciato a discutere con altri clan per vedere come limitare i danni nell' Orlo esterno quando finalmente il cartello si fosse diviso, ma era probabile che Maul o chi per lui avrebbe assorbito il più dei rimasugli dell' organizzazione quando sarebbe successo.

 

“ Comunque sarà meglio che questa volta accompagni anch’io il gruppo, visto cos’è successo poche settimane fa.”, affermò Ventus, certo che stavolta sarebbero stati necessari sia lui che mando. Il suo amato Padawan aveva la pessima abitudine di togliersi da situazioni pericolose solo per ficcarsi in guai ancora peggiori d' altronde.

 

                                              *****

Agrabah era semplicemente bellissima,  al tempo stesso mimetizzata e ben distinta dal deserto in cui si trovava. Le strade erano sempre vive, giorno e notte, e l' architettura era stata pensata tanto per essere facilmente difendibile in caso d' invasione che per colpire l' occhio dei turisti. Sora e i suoi compagni persero non poco tempo ammirando le varie costruzioni e i vari stand in giro, anche se su istruzioni di Mando non comprarono niente.

 

All’ entrata del palazzo, a dare il benvenuto agli ospiti, c’era la stessa principessa Jasmine nel suo abito azzurro. Atletica quanto bella, tra i folti capelli corvini svettavano due orecchie da fennec accompagnate da una coda, ed emanava una calma aura di serenità che sembrava trasmettersi con una semplice parola.

 

“ E’ un grande onore avere qui gli inviati del Clan Disney. In particolare te, Sora, c’era qualcuno qui che sperava di conoscerti da un pò.”, affermò la principessa del deserto, stringendo affabilmente la mano del castano prima di far avvicinare una conoscenza più o meno diretta di entrambi.

 

Una figura in sedia a rotelle si fece strada verso il party di avventurieri, rivelandosi una bellissima ragazza dai lunghi capelli rossi e il viso amorevole, una coperta rinfrescante a proteggere dal caldo una coda da sirena.

 

Sora e compagni si inchinarono subito, riconoscendo la futura sovrana del loro pianeta natale.

 

“ Principessa Ariel, che onore vedervi qui.”, disse Alami a nome dei compagni, guadagnandosi un amorevole sorriso dalla sirena.

 

“ Anche per me. E’ sempre bello sapere che i nativi di Atlantica riescono a farsi ancora un nome nonostante le ultime difficoltà.”, affermò quest’ ultima, facendo chiaro riferimento  all’ attacco sulle Isole del Destino. E altrettanto chiaramente le bruciava molto non poter far molto per prendere la testa di Uncino o chi per lui.

 

“ Per favore, non pensiamo ai giorni tristi, questo è un lieto evento.”, la calmò però Jasmine, mettendo una mano sulla spalla dell’ amica, che si illuminò di nuovo e si rivolse alle ragazze del gruppo.

 

“ Verissimo. Io sarò una delle damigelle, vi andrebbe di vedere il mio vestito?”, chiese la rossa, e le ragazze non persero tempo ad accettare mentre gli uomini si diressero verso gli alloggi delle guardie, desiderosi di sgranchire un pò i muscoli dopo il viaggio iperluce.

 

Una volta accolti gli ultimi ospiti, Jasmine si diresse verso la sua stanza, dove la aspettava il suo Spectrobe, Raja. La colossale tigre  spinse il muso verso l’amata padrona, ricevendo un dolce abbraccio e poco dopo  lei stessa venne abbracciata da forti braccia coperte da un robusto esoscheletro, a sua volta nascosto da un pesante mantello da tuareg color notte.

 

“ Sei felice, amore mio?”, chiese la voce del suo fidanzato, Aladinn, carezzando il viso di lei col proprio.

 

“ Tantissimo. Se tutto va bene, potremmo fare finalmente una dannata differenza in questo mare di sabbia. Hai detto che tuo padre ci sarà?”, chiese di rimando la principessa mentre si sedeva assieme all' amato. Anni fa nessuno avrebbe scommesso due soldi sulla durata della sua storia: nel migliore dei casi, la sbandata passeggera di una nobile per un avventuriero da due soldi, nel peggiore il figlio di uno degli uomini più pericolosi dell' Orlo esterno che cercava di circuire l' ingenua principessa.

 

Eppure la loro storia aveva perseverato attraverso ogni sfida e ogni imprevisto mentre i due ragazzi si davano man forte a vicenda, evolvendo assieme e riuscendo persino a sconfiggere uno dei Diafani sopravvissuti alla guerra quando questi cercò di prendere il controllo di Agrabah. Quella vicenda purtroppo aveva confermato quello che Jasmine temeva sin da bambina, che alla morte di suo padre e alla sua la città non sarebbe diventato che l' ennesimo nido di furfanti e assassini di Tatooine, non importava chi comandasse il cartello Hutt. Quindi aveva deciso proprio di affidarsi ad altri furfanti e assassini per avere una chance di ritrasformarla nel santuario sicuro che sarebbe dovuta essere e..... forse, un giorno, trasformare tutto il pianeta in un luogo sicuro.

 

“ Lui e tutti i quaranta ladroni.”, disse allegro il ragazzo scambiandosi qualche altra coccola con la fidanzata, certo che con tutti loro in giro per la città niente sarebbe potuto andare storto, anche se Jabba avesse saputo.

 

Ovviamente il destino aveva deciso altrimenti.

                                              *****

Ormai al tramonto Sora stava uscendo dalle cucine dopo essersi scambiato qualche ricetta coi cuochi, ansioso di provarla per i compagni, quando sentì qualcuno tossire dietro l’angolo di un corridoio…. accompagnato da una stranissima aura che gli fece rizzare i peli sulla schiena. Girandosi, vide una ragazza dalla pelle scura sfinita a terra, dove cercava affannosamente di respirare mentre attorno a lei un enorme serpente bianco e viola continuava a lanciare incantesimi curativi su di lei.

Sharing The Owl House fanart — String bean!

 

Sora alzò le mani, facendosi vedere dallo spettro e avvicinandosi lentamente, mettendo bene in chiaro che non aveva cattive intenzione. Il rettile sibilò all’ inizio, ma lo lasciò chinare sulla propria padroncina.

 

“ Ragazzi, mi sentite?- chiese il ragazzo attivando il comunicatore del Prizmod- sono vicino alle cucine, c’è una ragazza che necessita assistenza medica. Mandate subito un dottore.”

 

“ Sora, sono Alami, siamo assieme al sultano e alla principessa. Dimmi i sintomi”, gli rispose la Nu Mou, che era il miglior medico tra i membri del gruppo.

 

“ Fatica a respirare, muscoli praticamente flosci e- cominciò a elencare il ragazzo, trovando poi una macchia nera sul collo della ragazza, e per poco non svenne a sua volta- dei…. è Geostigma.”.

 

“ Cazzo- imprecò lei, cosa mai successa da che ricordasse- Cerca di mantenerla stabile, il sultano sta già mandando i medici di palazzo!”.

 

‘ Seh, più facile a dirsi che a farsi’, pensò seccato Sora, prendendo comunque alcune pozioni dal Prizmod e mettendosi al lavoro, togliendo la giacca della ragazza e facendo alcune prime punture con somma cautela, sapendo che mettere l’ ago nella vena sbagliata le sarebbe costato la vita. 

 

Il Custode continuò per quasi un minuto il proprio lavoro, sentendo però il trascorrere di intere ore, e concluse mettendo le mani sul cuore della sua paziente. Era debole, tanto debole, e non sapeva se lui avesse la capacità o il mero potere per riuscirci….. anche se, assieme alla licenza da avventuriero aveva ottenuto anche quella da infermiere certificato, non era un dottore e c’era un buon motivo se la magia bianca non aveva sostituito la scienza medica, limitandosi invece ad accompagnarla. Specialmente quando si trattava di malattie cancerogene come quella che si trovava di fronte.

 

Trattenendo il fiato, Sora cominciò ad emettere diverse scariche di energia curativa, cercando di avvertire ogni singola cellula della giovane. Entrambi vennero avvolti da una potente luce verde, mentre il ragazzo sentiva i loro stessi cuori connettersi, assieme anche a quelli del serpente e di Dumbo. L' elefante uscì dal Prizmod e posò la proboscide sulla spalla del partner, che riavvertì l' aura sentita poco prima.

 

Era una sorta di fame senziente, che cresceva in continuazione e mirava ai Midi Chlorian della ragazza. Non voleva solo divorarli, ma trasformarli nella stessa cosa che componeva il Geostigma. In genere dubitava delle voci secondo cui quell' epidemia avesse una forma di intelletto, similmente ai Krawl, ma in quel momento cominciò a credere ci fosse un fondo di verità.... e ne ebbe paura, ben più di quanta ne avrebbe avuta anche per il più potente dei Simbionti.

 

Eppure, in qualche modo finalmente sentì quella cosa cominciare a regredire negli antri più reconditi del cuore della giovane, sebbene fosse ancora lì in attesa che mostrasse il minimo cenno di debolezza. Con un intenso sospiro di sollievo, Sora cadde all' indietro, sentendo le dita bruciare per tutta l' energia che aveva incanalato. La sua paziente, però, si rialzò e si grattò la testa, chiaramente ancora stordita dall' esperienza.

 

Timeskip Lumity [The Owl House] : r/wholesomeyuri

“ Urghh, l’ attacco peggiore della mia vita.”, brontolò e appoggiandosi alla testa del suo Spectrobe, mentre Sora prendeva un paio di pozioni per riprendersi dallo sforzo-

 

“ Stai bene?”.

 

“ Molto meglio, ti devo molto- rispose lei con tono sinceramente grato-  Speravo di aver preso abbastanza medicine, ma quest’attacco è stato davvero improvviso.”.

 

“ Lo so, il Geostigma è una puttana insidiosa.”.

 

“ Sì, io la versione cronica per fortuna…. diciamo. Ce l’ho fin da bambina e sta rallentando tantissimo il mio addestramento. A proposito, mi chiamo Luz Noceda.”, rispose lei tendendo la mano verso il Custode.

 

“ Sora, molto piacere. Sei una degli invitati o lavori qui?”, domandò lui ricambiando il gesto.

 

“ Invitati, io e lo sposo siamo praticamente cresciuti assieme. Io sarò una dei testimoni e la mia ragazza farà la damigella per Jasmine…. oh, eccola a proposito.”.

 

Verso di loro stava correndo una ragazza alquanto pallida dai lunghi capelli viola, tenuti in una coda. Aveva piccole orecchie a punta e un formoso fisico, coperto da una tuta da meccanico. Dietro di lei c'erano anche i compagni di Sora e gli sposi, molto preoccupati.

 

“ Luuuuuuuuz, stai bene?”, gridò preoccupata la ragazza, buttandosi al collo della mora, che le carezzò le spalle per confortarla e le diede un piccolo bacio sulle guance, prima di indicare Sora.

 

“ Grazie a lui, sì. Amity, ti presento.... Emh, scusa, non ti ho chiesto il nome.”.

 

" Nessun problema, mi chiamo Sora. Ma onestamente ho avuto solo culo, ho avuto paura per tutto il tempo di peggiorare le cose.".

 

“ Ti avevo detto di non allontanarti troppo da noi, per qualsiasi motivo. Grazie davvero per esserci stato- disse Amity, porgendo un piccolo inchino a Sora- Ehi, non sei quel ragazzo capace di usare un sacco di Keyblade?”-

 

" Oh, la mia fama è arrivata anche qui?- rise lui- sì, sono proprio io, ma c'è molto altro di me che conta ben più di quello.".

Ventus offrì al suo allievo un sorriso fiero, lieto che non si stesse facendo prendere la testa dall' essere una sorta di ' prescelto'. Anche se quello era probabilmente il motivo per cui era riuscito a stabilizzare Luz quando anche alcuni medici molto esperti avrebbero avuto problemi. Il vero potere di Sora era quello di connettere i Cuori e usarne il potere, quindi era riuscito in qualche modo a connettersi con l' animo di Luz e aiutarlo a combattere il Geostigma: una malattia di origine sconosciuta che innanzitutto mangiava e corrompeva i Midi- Chlorian in qualcosa di alieno persino per la strana galassia in cui vivevano.

 

Ma questo significava anche che, nonostante la malattia, Luz doveva aver avuto a sua volta un talento non da poco per dare un simile supporto a Sora, aiutandosi a vicenda per combattere l' infezione. 

 

' Luz Noceda, chi sei davvero?', si chiese il biondo Custode, guardando la ragazza venire condotta via dagli amici per ricevere un' esaminazione più approfondita nell' infermeria del palazzo.

 

                                                                                                                            ******

 

Buonaserata a tutti, spero di non essere troppo in ritardo, questo è uno di quei casi in cui il capitolo era già quasi fatto per metà, ma ero troppo pigro per concludere il tutto. Questa mini saga conterrà solo due capitoli, ma servirà comunque a continuare alcune sottotrame riguardanti i villain( o anti villain. Anche se in questo contesto Aladin, Jasmine, Luz etc. si ritroveranno più volte a combattere Sora e compagni, sono sinceramente convinti di fare quello che ritengono meglio per le persone a loro care, questo non è cambiato dalle loro versioni canoniche). Fatemi sapere cosa pensate, per favore.

 

Luz e Amity ovviamente vengono da Owl House, anche i loro amici dalla serie sono in giro per il palazzo e faranno una o due comparsate nel prossimo capitolo. Il serpente di Luz si chiama Stringbean, qui è ovviamente il suo Spectrobe.

 

Il Geostigma è una malattia scatenata dalle cellule di Jenova in Final Fantasy: Advent Children. L' ho riadattata al contesto anche perchè mi serviva un modo per rendere alcuni deficit di Luz in un mondo dove non ci sono limiti all' imparare la magia o tecniche varie. In questo caso, pur essendo molto talentuosa con incantesimi e skill varie, non può utilizzare troppa energia tutta insieme, limitando la sua efficacia. Quindi, come da canon, utilizza i Glifi per manipolare la Forza attorno a sè e fare molta meno fatica.

 

 
 

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Capitolo 34
*** C'è una festa qui ad Agrabah- seconda parte ***


Sebbene Daiyu non fosse certo il peggior pianeta dell’ Orlo Esterno tra quelli ‘ civilizzati’, era comunque un luogo da cui la maggior parte degli avventurieri, esterni e non alla regione, stava ben lontana, e anche molti dei residenti speravano di andarsene un giorno. Molte città e diverse regioni selvagge erano infatti teatro di una guerra fredda tra il Cartello Hutt e l’ Alba Rossa, membri di entrambe che cercavano di rubare le risorse dell’ altro senza versare eccessivo sangue( solo però per non attirare l’ attenzione) o incolpando la fazione rivale di altri crimini in modo da prendere la loro fetta di territorio.

 

Era una sera come tante in una città nel continente ovest del pianeta, non eccessivamente grande, ma soprattutto una delle poche zone neutrali tra i due gruppi criminali che si contendevano l’ area.  Ai piedi di un monumento dedicato ai caduti della guerra contro i Diafani, un senzatetto che aveva per occhio una protesi malfunzionante agitava lamentoso la sua ciotola per le offerte. Il suo movimento si fece meno incessante quando una bassa figura gli passò davanti e lasciò cadere abbastanza crediti perchè potesse permettersi tre pasti al giorno per una settimana.

 

<< Grazie, signore, che la luce di Ultima illumini il vostro cammino.>>, disse grato il mendicante, chinando il capo. Il suo benefattore rispose con tono ben più roco.

 

<< Il cammino che seguo è nascosto nelle ombre più fitte, ma ancora non dispero di percorrerlo fino alla fine. Non avete per caso un’ indicazione per questo viaggiatore sperduto?>>

 

Riconoscendo la parola d’ ordine, l’ uomo deglutì e indicò una viuzza poco distante, tornando quindi a chiedere l’ elemosina( poche ore dopo qualche teppista avrebbe provato a rubargliela, ricevendo solo una scarica di legnate però. L’ uomo aveva perfezionato per anni la figura del randagio malconcio)

 

Paperone, travestito grazie a un’ armatura da cavaliere priva di insegne, si diresse nella direzione datagli e poco dopo trovò una piccola, ma affollata taverna. C’ erano ogni genere di avventori, tra giocatori di biliardo, scommettitori, informatori e semplici ubriaconi. La persona che cercava era seduta davanti a un televisore, intento a guardare una partita di Pallafrutta tra avventuriere in bikini.

 

Considerando da chi stava scappando e dove aveva scelto di rifugiarsi, tra le altre cose, gli ultimi sedici anni erano stati gentili con Obi- Wan. Aveva ancora scaglie ramate molto resistenze, sebbene diventate leggermente più opache( sebbene le uniche visibili fossero quelle delle mani, il resto ben nascosto), e sotto il pesante mantello rosso si poteva intravedere un fisico ulteriormente rafforzato in quasi due decenni di allenamento, e sebbene tenesse la propria aura al minimo, Paperone sapeva che ormai lui e Diz, come si faceva chiamare, erano ormai quasi allo stesso livello.

I suoi traguardi come non combattente erano altrettanto eccezionali. Il Cammino Nascosto, l' organizzazione che aveva fondato e comandava, aiutava profughi in tutto l' Orlo Esterno a raggiungere le regioni centrali o almeno zone di quell' area fuori dalla guerra tra i cartelli criminali, come l' Impero Chiss. I membri erano anche tra i migliori cercatori d' informazioni disponibili, e a volte erano anche membri di altri clan, inclusi quegli Eclipse che non avevano creduto alla colpevolezza del Jedi.

Vedendo arrivare l’ amico gli fece cenno di sedersi e ordinò un paio di birre per entrambi.

 

" Grazie per essere venuto con così poco preavviso, Paperone. Le notizie che porto non sono buone, ma almeno ho un paio di tracce da seguire ora.", esordì il Bangaa, versando sia a sè che a Paperone.

 

" Dimmi tutto. Intanto offro io, ovviamente il piatto meno costoso.", rispose lui, più che altro per alleggerire un pò l’ atmosfera.

 

" Allora, sono assolutamente certo che già durante la guerra Xenahort abbia cominciato a tirare i fili di varie regioni dell’ Orlo Esterno, sia per ottenere cavie che per guadagnare abbastanza soldi per i suoi esperimenti. Credo che abbia anche minacciato Jabba, e in quel caso è lui a tutti gli effetti il vero capo del cartello.", rivelò con tono estremamente grave Obi- Wan, confermando purtroppo alcuni dei sospetti che il collega nutriva già da alcune settimane.

 

"Un altro motivo per cui la loro leadership è caduta così in basso.", ringhiò Paperone, che in effetti sospettava le aggressive tattiche di Maul contro il rivale di sempre non fossero l’ unico motivo della sua presa sempre più molle sui propri territori. Ovviamente Xenahort avrebbe usato gli Hutt solo come un metodo per guadagnare soldi e materiale di studio, fregandosene di cos' altro succedeva nei loro territori.

Se pensava che un tempo gli avrebbe affidato sia la propria vita che la Terra.

" Già, e anche Maul se n’è accorto. Sta già investigando ovunque può mandare i suoi accoliti, ecco perchè ha tentato di rapire Demyx, deve aver trovato tracce sulla sua appartenenza al gruppo di Xenahort."

 

" E crediamo sia il clone di un antico maestro della Repubblica. Idea di chi altro potrebbe esserci nelle fila di questa…. Organizzazione?"

 

" Ho un nome…. un nome che è entrato nella leggenda assieme a quelli di Revan e Malak, avendo anche causato il loro scontro. Belos.>>, disse Obi- Wan, tirando fuori un' antica pergamena e mostrandola a Paperone, che impallidì.

 

" No, non può essere!"


                                           ******

Era arrivato il giorno delle nozze, e Agrabah era arredata a festa. Una buona parte del popolo, assieme agli emissari di molti clan o altri regni sparsi nella galassia si erano incamminati verso il palazzo del sultano, mentre sia le guardie che i quaranta ladroni si assicuravano che tutto proseguisse a dovere.

 

Il gruppo di Sora stava completando gli ultimi preparativi con qualche difficoltà, come infilare Sora e gli altri ragazzi negli smoking…. ci misero dieci minuti a ricordarsi che tra le funzioni del Prizmod c’era anche l’ autovestizione.

 

Nel frattempo qualcuno si era introdotto nell’ ala dove avevano messo tutti i doni di nozze, scartandoli e godendosi tanto il luccichio dei gioielli che il meno potere emanato da alcuni delle armi portate.

 

" IAAAAAAGO! Che stai facendo?", disse una voce all’ improvviso, facendo quasi saltare il povero Iago dalle sue penne per aggrapparsi il lampadario. Il pappagallo guardò sotto di sè, guardando la sardonica figura del Genio in abito da cerimonia.

 

" Oh, e che rompico…… che gran seccatura che sei, Genio? Sono lo Spectrobe del Re dei ladri, che figura ci farei se non prendessi qualcosina dalla lista di nozze.", sbuffò il pennuto, lanciando scintille di fuoco dalle narici mentre si buttava contro la figura bluastra dello spirito.

 

" Sai che Aladdin e Jasmine ti darebbero quello che vuoi non appena lo chiederai, vero?", ribattè lui, prendendolo gentilmente per la testa. Lui girò il becco e si strinse nelle ali.

 

"  Sì, ma ho comunque il mio orgoglio, perchè c’è solo una cosa che mi commuove.", affermò orgoglioso mentre si dirigeva assieme al Genio verso la sala all' aperto dove si sarebbe tenuta la cerimonia.

 

" Quale?" 

 

" Il malloppo, scemo, il malloppo!" 


Tra ulteriori sbavature e scherzi qua e là che Aladinn e Jasmine avrebbero comunque ricordato con affetto, tutti gli invitati entrarono solennemente nel salone delle feste dove Aladinn era già in attesa assieme a Luz( sua testimone) e al sacerdote, un anziano Tusken che portava le insegne di Ifrit.

" Dici che sarò anch'io così teso il giorno del mio matrimonio, Kupò?", domandò Montblanc a Sora, notando come lo sposo sembrasse pronto a scappare dal suo stesso esoscheletro. 


" Come si suol dire, lo scopriremo solo vivendo.", rise il moro mentre le porte si aprivano, lasciando entrare Jasmine, le damigelle e il sultano. L'atmosfera era carica di emozione mentre gli invitati si sistemavano e Aladinn, visibilmente agitato, fissava con adorazione la sua futura sposa. I cuori battevano all'unisono, pronti a celebrare questo momento speciale nella vita dei due innamorati.

Una volta che Jasmine arrivò all' altare, Ariel si sporse dalla sua sedia a rotelle per sussurrarle qualcosa nell' orecchio.

"  So che non dovrei chiedere favoritismi, ma.... Nessuna possibilità di fare arrivare il bouquet fino a me?", chiese sia per scherzo che per sincera speranza. Ricevette in risposta uno schiocco sulla fronte e un' occhiatina complice mentre il sacerdote cominciò a intonare un canto propriziatorio nella gutturale lingua della sua specie, presto imitato dalla prima fila degli invitati.

A parte il Genio e Iago, già impegnati a piangere Da dietro una colonna, Kazim si asciugò una lacrima, fiero del figlio. 
Finalmente giunse il momento dei voti, al che Luz tirò fuori le fedi nuziali.

"  Non riesco a credere che il mio granchietto preferito sia cresciuto tanto. Attento a non rovinare i voti.", disse sottovoce la streghetta ad Aladin, che le fece una pernacchia sottovoce.  Poi Con voce ferma e amorevole, iniziò a pronunciare i suoi voti, promettendo a Jasmine un amore eterno. Mentre Luz gli lanciava uno sguardo complice, il salone si riempì di emozioni, con tutti gli occhi puntati sui due sposi.

 

Arrivò il momento del bacio, che tutti i presenti aspettavano con grande trepidazione.
 
Nell' istante in cui le labbra di Jasmine toccarono il volto da Crostaceo di Aladinn, però, Sora saltò sull' attenti, sentendo qualcosa risaglirli lungo la spina dorsale.
 
" Sora, per la miseria, siediti.", lo rimproverò Ventus, prendendo la manica del padawan per rimetterlo al suo posto.
 
" No, c'è qualcosa, qualcosa in arrivo...", protestò lui, alzando lo sguardo al cielo e notando una fessura nera che andava allargarsi gradualmente 
 
 
Un brivido corse lungo la schiena di tutti mentre la fessura nera si allargava nel cielo. I festeggiamenti si interruppero, e lo sguardo di preoccupazione si diffuse tra gli invitati. Aladinn si allontanò  dall' altare assieme a Jasmine, preparando le armi.
 
Uno scoppio si propagò quindi dal portale, anticipando una fitta orda di Heartless e Nessun che sciamò verso il palazzo in un misto di ruggiti e orridi gridolini.


Il Genio fu il primo ad agire, volando a massima velocità verso gli invasori e scatenando una potente esplosione al mero impatto, che però fece poco più che disperderli su tutta la folla.

Le guardie e gli avventurieri presenti, oltre agli stessi sposi, non esitarono a imbracciare le armi ed evocare i propri Spectrobe. Lami sfavillarono tra i colpi, accompagnati dal lancio di numerosi incantesimi contro l' orribile orda e il ruggito degli Spectrobe, furiosi quanto i rispettivi padroni mentre schiacciavano o mordevano i nemici.
 

 

Dalla sua posizione, Kassim era paralizzato dalla rabbia, rivolta anche a sé stesso. Non poté evitare di chiedersi se Jabba avesse scoperto i suoi piani e deciso di fare un esempio con Aladinn.
 
" Ehi, capo, che facciamo?", gli chiese Iago nell' orecchio.
 
" Come osano.... Proprio oggi!", esclamò il Re dei Ladri, lasciando scoppiare le sue energie in un enorme uragano di sabbie più che capace di strappare carne e metallo al mero contatto.
 
"  Oh, ma che lo chiedo a fare.", si lamentò il pappagallo, ricoprendosi a sua volta di ardenti fiamme e unendosi alla lotta 
 
Ventus e Mando, impegnati a distruggere gli intrusi rispettivamente a colpi di  Keyblade o pistola, si rivolsero verso i ragazzi sotto la loro protezione.                                                                         
    " Voi, pensate a scortare fuori quegli ospiti che non possono difendersi da soli.", ordinò il Mandaloriano, prima di evocare la sua fidata lancia e impalare un' intera fila di Nessuno. Ventus invece scagliò un Sancta per distruggere un Heartless particolarmente grosso.                                             
 " Sora, tu invece resta qui, non osare allontanarti da lì.", disse invece il biondino, sapendo che in una simile situazione il posto più sicuro per il suo Padawan era sotto il loro costante sguardo. Il ragazzo annuì e lanciò uno sguardo ai compagni, Riku in particolare, che si diressero fuori scortando i civili mentre il moro si lanciava nella mischia evocando lo stesso Keyblade di Ventus.
Luz, poco distante, evocava numerosi glifi magici per lanciare potenti scariche di incantesimi cui ben pochi Heartless o Nessuno resistevano, ma il portale continuava a vomitare nuovi nemici.

Il Genio continuava a combattere gli invasori volanti, impedendo loro di focalizzarsi sui compagni o peggio ancora gli invitati privi di addestramento.

Impegnato in un corpo a corpo con un Nessuno a forma di drago, non vide però un proiettile giungere dal portale per scaraventarlo dritto verso terra con un terribile impatto. Lo spirito era ancora vivo, ma bloccato da un' enorme arma nera dai bordi arancioni, simile a un ibrido tra ascia e spadone.

Sora, destreggiandosi tra un Heartless e l' altro supportato da Dumbo, non ci mise molto a riconoscerlo come il Cambio forma di un Keyblade, e il Custode cui apparteneva non tardò ad arrivare. Una figura ammantata da una veste nera atterrò sull' elsa dell' arma, spingendo ulteriormente contro la carne eterea del Genio.


Lo sguardo avido dell'individuo ammantato mandò brividi lungo la schiena di Sora. Con il cuore carico di determinazione, il giovane Keyblade Master mantenne la sua posizione, deciso a resistere. Dumbo svolazzava sopra di lui, creando una distrazione utile mentre Sora sferrava attacchi rapidi e mirati contro il Custode oscuro.

Nel frattempo, Ventus, Mando, e Kassim si resero conto della nuova minaccia. Mando puntò la sua pistola verso l'individuo ammantato, pronto a intervenire,
mentre Kassim cercava di raggiungere il Genio per aiutarlo a liberarsi dalla presa mortale dell'arma.

"Ah, ah, non tentare niente, predone raggrinzito." , disse  però una voce, anticipando una serie di Kunai rivolta verso Kassim, chiudendolo in una gabbia di fulmini. Ventus impallidì alla dimostrazione di potere, che fu seguita dall' arrivo di un' altra figura incappucciata.
"  Tu.... Tu sei la stronza che ha ucciso i genitori di Anakin e incolpato Obi- Wan. ", sibilò il Custode, attivando il Cambio forma del proprio Keyblade
 
"  Confermo. Molto piacere, Larxene.", si presentò lei, togliendosi il cappuccio per rivelare un candido viso e corti capelli biondi con piccole antenne, le labbra una curva di pura perfidia. 

Ventus si lanciò contro di lei, mulinando il Keyblade trasformato senza però riuscire a colpirla, l' avversaria era infatti troppo rapida e sgusciante.

"  Spada Alata!",  esclamò evocando la più potente delle sue Trance, circondandosi con sei spade di energia cerulea, riprendendo il duello con l' aiuto di Mando in un mix di fendenti luminosi e raggi di energia oscura lanciati dal Mandaloriano, evitati con una grazia sinistra da Larxene, che allo stesso modo contrattaccava lanciando potenti incantesimi elettrici.
 
 
Nel frattempo Sora stava venendo Più volte sbattuto a terra dal suo colossale avversario, che si scrollava di dosso anche le due tecniche più potenti. Anche Dumbo era stato messo KO facilmente.

Proprio quando il castano stava per ricevere una pestata, una raffica di ghiaccio, fuoco e fulmini prese l' uomo in pieno petto, spingendolo via mentre Sora si rimetteva in piedi

" Luz, Grazie per l'aiuto!", esclamò rivolto verso la streghetta, avvolta dai suoi Glifi e con Stringbean che le roteava attorno.

Luz sorrideva con soddisfazione, mentre i suoi Glifi la circondavano in un vortice di potere magico.

"Nessun problema, Sora!-, rispose con determinazione. -Siamo tutti qui per proteggerci a vicenda."

Stringbean, fedele compagno di Luz, emetteva un suono vibrante di sostegno mentre continuava a roteare intorno a lei, pronto a scagliarsi nuovamente contro gli Heartless e i Nessuno che minacciavano il gruppo. La solidarietà tra gli alleati era palpabile, alimentando la loro determinazione a combattere e a difendersi l'un l'altro in questa battaglia epica.

" Davvero niente male per la tue età, ragazzina- disse ammirato l'uomo, togliendosi il cappuccio per rivelare un viso granitico con occhi azzurri e corti capelli castani- anche ai miei tempi ben pochi sapevano usare quei simboli, e persino guerrieri più esperti mi hanno appena fatto il solletico. A proposito, mi chiamo Lexaeus"

" Molte grazie dei complimenti, sto ancora faticando a scoprire il vero potenziale dei Glifi- rispose la streghetta- tu sarai sicuramente un' ottima cavia.", concluse sorridente atterrando al fianco di Sora.

Lexaeus assunse un lieve sorriso e allungò una mano verso il Genio, richiamando la propria arma e gettandosi all' attacco contro i due ragazzi, ogni colpo capace di tagliare una montagna in due, ma Sora e Luz facevano largo uso della loro straordinaria agilità.

Dumbo barrí verso il suo amato padrone, volendo aiutarlo, ma Sora gli fece cenno di continuare a occuparsi degli Heartless, prima di roteare il Keyblade nella mano.

" Catena aerea!", esclamò lanciandosi contro Lexaeus con l' arma vorticante, riuscendo finalmente a procurargli un lieve taglietto sul viso. L'uomo si prese col dito un pò di sangue, guardandolo quasi affascinato.

"Sembra che vi abbia sottovalutato- ammise l'intruso, caricando la Forza nella sua ascia- non ripeterò più lo stesso errore. Catastrofe!"                                                                                         Il guerriero saltò in aria, circondandosi con quattro sfere simili   a meteore per poi atterrare, causando una tremenda onda d' urto che  Luz e Sora schivarono a malapena.                                       

  Stringbean sibilò verso il nemico, sputandogli un' intensa raffica di laser viola. Tuttavia, Lexaeus, con movimenti agili e precisi, riuscì a schivare gli attacchi di Stringbean senza nemmeno battere ciglio. La sua maestria nel combattimento era evidente, e Sora e Luz sapevano di dover adoperarsi al massimo delle loro capacità per affrontare un avversario così potente. La tensione nell'aria era palpabile mentre la battaglia continuava a infiammarsi, e i due ragazzi sapevano che non potevano permettersi di abbassare la guardia nemmeno per un istante.

Sora diede un cenno alla mora per chiederle di tenere l'avversario impegnato per qualche secondo. Lei annuì e salì sul dorso di Stringbean, trasformatosi intanto in uno pterodattilo.

La coppia strega e Spectrobe attaccó da ogni direzioni con incantesimi o lanciando pozioni, mettendo finalmente in difficoltà l' uomo mentre Sora attivava il Cambio forma del suo primo Keyblade, avvolgendosi con una fitta aura dorata.

' Spero davvero che funzioni, o siamo fregati'
Lexaeus, nonostante fosse stato messo in difficoltà dall'attacco combinato di Luz e Stringbean trasformato in pterodattilo, dimostrava una resistenza incredibile. Con movimenti precisi e potenti, riuscì a schivare molti degli incantesimi lanciati dal duo a parare le pozioni lanciate con maestria da Luz.

Proprio quando sembrava che Lexaeus avesse la meglio, il Genio intervenne improvvisamente, materializzandosi accanto a Luz e Stringbean con un lampo di luce blu. Con un colpo di magia, creò una barriera protettiva intorno a loro, proteggendoli dall'attacco imminente di Lexaeus.

" Ti eri scordato che non ero più bloccato da quel blocco di ferro arrugginito che ti porti addosso, vero? ", chiese ironico il Genio, scagliando una raffica di incantesimi contro l'avversario 


Luz e il Genio racchiusero Lexaeus in una gabbia di incantesimi che non lo danneggiarono eccessivamente, ma gli impedirono di muoversi mentre Sora si isolava dal mondo, cercando di connettersi agli elementi più profondi sia del Lato Oscuro che del Lato Chiaro della Forza.

Avvolgendosi con un' ardente aura dorata, partí quindi all' attacco contro l' intruso, mulinando il Keyblade con una fluidità incredibile.

Ogni fendente rilasciò linee di energia cerulea che andarono a formare un' abbozzata costellazione, raffigurante proprio il Collezionista( sarebbe il patrono di Sora).

"  Sentiero stellare",  annunciò gelido mentre la figura da lui disegnata esplodeva attorno a Lexaeus

Lexaeus emerse dall'attacco di Sora, visibilmente ferito ma ancora in piedi, la sua figura imponente emanava una determinazione inossidabile nonostante le ferite. Con un sorriso di ammirazione, guardò Sora e i suoi alleati.

"Devo ammettere che siete formidabili," disse con voce profonda e rispettosa. "Siete riusciti a superare le mie aspettative."

Tuttavia, prima che potesse fare altro, un improvviso attacco da dietro lo colse di sorpresa. Aladinn e Jasmine, a cavallo di Rajah, la tigre di Jasmine, si lanciarono contro di lui con ferocia, approfittando del momento di vulnerabilità.

Lexaeus, colto alla sprovvista, cercò di difendersi dall'inaspettato attacco, ma la potenza combinata di Aladinn e Jasmine era travolgente, il tipo di potere che nasce da un' intesa più istintiva che praticava. Rajah ringhiava con furia mentre i due sposi sferravano colpi precisi contro Lexaeus, determinati a sconfiggere definitivamente il loro nemico e proteggere il loro regno. La battaglia raggiunse un nuovo livello di intensità mentre i combattenti si scontravano con tutte le loro forze, determinati a prevalere.

" Credo di non aver mai visto Aladinn e Jasmine così furiosi", commentò Luz, avvicinandosi a Sora per somministrargli una pozione, e anche l' avventuriero più giovane poteva in effetti percepire l' alone di pura rabbia che circondava i due sposi.

" Vi infiltrate al nostro matrimonio- sibiló Aladinn- ferite i nostri amici, sguinzagliate mostri per tutta la città. C' è solo una possibile risposta per un simile affronto."

Jasmine concentró tutte le sue emozioni nelle mani, generando da esse tre sfere colorate che vorticarono per poi fondersi in un uovo.


" L' Origine di tutte le cose, Mother Black! Un cuore che incenerirà tutta la creazione, Fire Red! Il punto critivo del tutto, Burning Gold! Risorgi dalle ceneri dei nostri nemici, Fenice! ", cantilenó la principessa, e con l' ultima sillaba l' uovo si schiuse in una possente ondata di fiamme, rivelando il più maestoso degli Eidolon, simbolo di sacrificio e rinascita.




L' entità, normalmente gentile e caritatevole verso ogni creatura vivente, non esitó però a dirigere il suo verso minaccioso verso Lexaeus. 

Aladinn imitò la fidanzata, addentrandosi nei meandri della Forza fin nei terreni di caccia del suo patrono, Hashmal.

" Il pericolo più estremo, Wild Silver! La furia incontrollabile della terra, Rating Brown! La determinazione di non mollare mai, Impervious Steel! Difendi il nostro territorio, Hashmal!"




Fiumi di sabbia scorsero sul terreno e nell' aria, formando accanto a fenice una possente figura umanoide dalla testa leonina e la criniera bianca, che come la collegá ruggí irato verso Lexaeus.

In quello stesso momento Larxene venne finalm sbattuta ai piedi del compagno dagli sforzi congiunti di Mando e Ventus. I due intrusi, vedendo la situazione volgere a loro sfavore, si scambiarono uno sguardo di complicità e decisero di ritirarsi. Con un'ultima occhiata di avvertimento a Sora, svanirono in un varco oscuro, lasciando dietro di sé solo il ricordo della loro presenza minacciosa.

Qualche ora dopo l' intero palazzo e i quartieri circostanti erano diventati un enorme ospedale improvvisato per i numerosi feriti, fossero essi ospiti, cittadini o quegli avventurieri che avevano partecipato alla battaglia.

" Non capisco, Kupò - disse Montblanc mentre portava alcune bende a un medico- avrebbero avuto abbastanza potere da distruggere facilmente la città o sgraffignare Sora senza che neanche ce ne accorgessimo, perché fare tutto questo casino solo per andarsene senza concludere niente, Kupò?"

" È un' ipotesi, ma- azzardò Ventus, intento a usare incantesimi di guarigione su una guardia- che vogliano fare in modo che Sora raggiunga di sua spontanea volontà un certo livello? Catturarlo e costringerlo ad allenarsi con loro non avrebbe mai lo stesso effetto, anche con Kairi prigioniera. Devono spingerlo per forza in situazioni tra la vita e la morte"

  Montblanc sollevò un sopracciglio, riflettendo sulle parole di Ventus mentre continuava il suo lavoro di assistenza. Aveva senso, Xenahort necessitava del potere di Sora per aprire la serratura del Mondo dei sogni, ma per farlo probabilmente il ragazzo avrebbe dovuto raggiungere un livello di coltivazione molto più Alto. Quindi, da una parte, continuando ad allenarsi seguiva perfettamente i piani del loro nemico nascosto chissà dove.... d' altro canto se non avesse continuato ad allenarsi, si sarebbe ficcato in guai anche peggiori senza avere i mezzi per affrontarli.

"Potrebbe avere senso, Kupò," disse, contemplando l'idea. "Forse vogliono che Sora raggiunga un nuovo livello di potere, ma preferiscono farlo attraverso la sua propria volontà anziché catturarlo. È un'ipotesi intrigante."

Ventus annuì, continuando a concentrarsi sul suo compito di guarigione.

"Sembra essere l'unica spiegazione plausibile per il loro comportamento," aggiunse. "Dobbiamo essere pronti per qualsiasi cosa possa succedere in futuro. Sora avrà bisogno di tutto il nostro sostegno per affrontare le sfide che lo attendono."

Avevano bisogno di alleati.... alleati potenti quanto i loro nuovi nemici.
                                                       

Kassim, Aladinn, Jasmine e l' intero gruppo di Luz erano a loro volta fuori dal palazzo a curarsi le ferite a vicenda, parlando con voci inquiete. Persino il Genio non era allegro come al solito, vedere bambini quasi mangiati dagli Heartless ti fa quell' effetto.

Il Re dei Ladri alzò lo sguardo verso il cielo del deserto, dove cominciarono a distinguersi due possenti figure alate, che afferrarono di fronte al gruppo per poi prendere aspetto umanoide. Erano Eda e sua sorella Lilith, mentore nonché madrina di Amity.




" Che è successo?", domandò Eda, abbracciando Luz, sua figlia adottiva, quando questa corse verso di lei, piangendo ancora lacrime di terrore. Era già un miracolo se durante lo scontro non avesse avuto un altro attacco di Geostigma.

"  Pensate che sapessero dei nostri piani? Potrebbe averli mandati Jabba?", azzardò Lilith, che credeva il suo cosiddetto capo capace di questo e ben altro per sanare minacce interne al cartello.

"  Ne dubito-  rispose Kassim- erano semplicemente troppo forti per essere comuni mercenari. Inoltre in quel caso avrebbero mandato molta più gente e mezza Agrabah sarebbe stata spazzata via."

" Già, lo spettacolo di fuochi artificiali messo insieme da Jafar qualche anno fa sarebbe sembrato uno scherzo al confronto.", aggiunse Iago


 
" Cosa pensi di fare, Kassim?- domandò quindi Eda- Sei tu il leader a tutti gli effetti della nostra congiura, sono tuoi i piani per rendere l' Orlo Esterno più sicuro.... Ma se abbiamo a che fare con avversari del genere...."

Il predone si girò, riflettendo con piccoli borbottii mentre rapidamente verificava una soluzione dopo l' altra. Forse....

" Probabilmente è una pessima idea, ma non ne ho di migliori. Chiederò udienza a Malefica, d' altronde l' Orlo Esterno è anche la sua casa se non l' ha dimenticato." 
 
 
                                                                                                                                         ******

Una buonasera a tutti, mi scuso per l' attesa eccessiva, come sempre sono stato preso da altre storie  e dal pianificare su quale saga usare per proseguire il tutto. Spero abbiate apprezzato la ' scusa' che ho usato per non far catturare Sora, in questo caso lui è più uno strumento che una minaccia per Xenahort, che preferisce farlo crescere per conto suo o altrimenti non gli servirebbe a niente( diciamo una versione  meno controllata di quanto è successo in canon a Roxas). 

Hashmal è una delle Evocazioni di Final Fantasy XII. Il Genio, in questo contesto, è un Dream Eaters che si è legato ad Aladinn tempo fa e continua a seguirlo come nei film e nella serie animata per pura amicizia.

Vi prego, recensite dandomi consigli e critiche.

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Capitolo 35
*** Angelo Monoala ***


 

fumetti

Archimede Pitagorico, capo marchingegnere dei Disney, non era molto contento col suo capoclan, che pochi giorni dopo il disastrato matrimonio della principessa di Agrabah era entrato nel suo laboratorio pretendendo che rompesse un giuramento che aveva fatto molti anni fa davanti a suo padre, Cacciavite.

 

“ Dunque, fammi capire bene, Paperone- sbuffò lo scienziato, massaggiandosi le tempie- Tu vuoi che mandi un branco di ragazzini, più Mando e Ventus, senza contare chiunque sia tanto fesso da offrirsi volontario per questo suicidio, in un portale che consenta loro di raggiungere i piani dimensionali composti dai Lati della Forza. Questo perchè credi che anche Topolino, Paperino e Pippo si siano persi lì in cerca di Aqua…. e senza contando che ho giurato sul Calderone di Ade di non fare mai una cosa del genere, a meno che non ne dipendesse la salvezza dell’ intero universo!”

 

Paperone allargò le spalle con un sospiro, apparendo quasi minuscolo in mezzo all’ infinito accumularsi di vecchie invenzioni, prototipi e attrezzi del laboratorio in cui si trovava. Al momento non era forse l’ avventuriero più influente dell’ ultimo mezzo millennio, ma lo stanco mentore che aveva ripreso di malavoglia le vesti di capoclan e che stava facendo il possibile per non buttare un branco di ragazzini allo sbaraglio, avendo relativamente poche opzioni quando l’ avversario si nascondeva nell’ ombra, non lasciando scoprire a nessuno tutte le sue carte.

 

D’ altro canto egli stesso era parte del motivo per cui Archimede e Cacciavite avevano fatto il giuramento di non bucare mai la barriera dimensionale che separava il piano materiale da quello astrale.  Quasi cinquant’ anni prima, quando lui e molti dei suoi compagni erano ancora relativamente giovani, si erano ritrovati proprio dentro il Lato Oscuro a causa del miscuglio tra un guasto nel loro reattore iperluce e una tempesta cosmica. 

 

Per uscire avevano dovuto combattere con le unghie e con i denti fino a trovare una via di fuga, cosa che aveva richiesto quasi cinque mesi, mettendo anche a rischio la situazione del neonato Clan Disney e la loro stessa sanità mentale( aveva ancora incubi riguardo quanto aveva visto in quella sfortunata occasione). Poteva solo sperare che Sora, in quanto portatore del Keyblade e prescelto di Kingdom Hearts stesso, avesse qualche vantaggio nel navigare nel Lato Oscuro o nella sua controparte di luce, non certo meno pericolosa.

 

“  Ed è esattamente il caso, Archimede. Non te lo sto chiedendo a cuor leggero, ma siamo praticamente certi che Xenahort voglia Sora diventi abbastanza potente da aprire le serrature del piano materiale e del mondo dei sogni. Non possiamo ovviamente impedirgli di allenarlo, perchè sarebbe un suicidio, quindi le uniche possibilità sono far affrontare Xenahort e Vader uno contro uno, o trovare i nostri amici, che insieme sarebbero decisamente capaci di sconfiggerlo.”

 

Lo scienziato si morse la lingua, sapendo che il suo temporaneo capoclan non aveva tutti i torti. Mettere Anakin di fronte alla verità senza prove certe era un suicidio, nella peggiore delle ipotesi Xenahort lo avrebbe manipolato di nuovo o addirittura era diventato abbastanza potente da sconfiggere colui che era considerato il più forte di tutti gli avventurieri di quest’ epoca tumultuosa.

 

E questo assumendo che nessuna delle spie che il folle Kree aveva di certo in entrambi i clan scoprisse la cosa.

 

Oltretutto, con tutte le sue conoscenze, era possibile che stesse operando anche alcuni progetti dentro i Lati della Forza e in quel caso avrebbero dovuto scoprire di che si trattava.

 

“ E va bene, farò questa follia. Spero che la situazione attuale convinca Ade a chiudere un occhio e non gettare subito la mia anima da deficiente nel suo calderone. Ma dovrai preparare a dovere i ragazzi, sono stato chiaro?”, stabilì con tutta la caparbietà che possedeva, non sapendo come avrebbe vissuto con sè stesso nella peggiore delle ipotesi.

 

“ Sto già prendendo provvedimenti, passeranno i prossimi sei mesi allenandosi il più possibile e quando il marchingegno sarà pronto manderò con loro Mulan ed Ercole, giusto per fare due nomi….. spero solo di non fare il gioco di Xenahort.”, affermò il papero, uscendo dal laboratorio ed evocando un jet, con cui sarebbe andato a dare le ultime istruzioni ai ragazzi prima del loro viaggio di allenamento.

 

                                               ******

 

Sora e compagni, esclusi Ventus e Mando( che avrebbero seguito dei particolari allenamenti per conto loro) si erano diretti in un piccolo arcipelago nella zona dei Caraibi, dove li aspettava il loro nuovo insegnante per il viaggio semestrale che li attendeva. Dinnanzi a loro, seduto su una gigantesca conchiglia nel bel mezzo della spiaggia, li stava osservando un uomo di mezz’età dai corti capelli rossicci, le orecchie a punta, vestito completamente in verde. 

 

Peter Pan, un altro degli avventurieri che avevano fatto la storia della Galassia negli ultimi trent’ anni. Probabilmente il più veloce membro del Clan Disney.

 

Hook - Capitan uncino - Film (1991) - MYmovies.it

 

“ Ragazzi, benvenuti a questa vostra sessione di allenamento da Giovani Marmotte. Nei prossimi due mesi faremo un viaggio nei più svariati ecosistemi presenti sulla Terra e in tutto il Sistema Solare, dovrete  abituarvi a sopravvivere ovunque. Sperate che sia abbastanza per la follia che avete in mente.”, affermò il non più giovanissimo, ma ancora arzillo ladro e duellante, balzando di fronte al suo nuovo gruppetto di allievi, della cui missione era già stato informato.

 

“ Sì, signor Pan.”, disse Sora, stando sugli attenti, come sempre onorato di incontrare una delle leggende della sua infanzia.

 

“ Solo Peter, per favore. Il Signor Pan tenetelo se mai dovessi farvi da avvocato.”, disse gioviale l’ uomo, che non a caso era anche uno dei principali avvocati del clan in caso di trattatazioni d’ affari o altre faccende legali che riguardassero i suoi membri.

 

“ Lo terremo bene a mente. Qualcosa che dovremmo sapere prima di cominciare?”, domandò Riku, ansioso di mettersi alla prova. Stavolta intendeva essere veramente d’ aiuto a Sora, anche per rimediare al loro duello alle Cascate paradiso.

 

“ Per prima cosa dovrete fare tutto quello che dico, per strano che sembri. Poi l’ utilizzo della tecnologia sarà ridotto al minimo, perchè non sappiamo quanto a lungo resisteranno le vostre attrezzature dove andrete. Inoltre…...”

 

Sora continuò ad ascoltare con attenzione, segnando ogni possibile dettaglio e pensando a come avrebbe potuto adattare il tutto quando sarebbe entrato nella Forza stessa. Stando a Paperone, un Custode del Keyblade aveva il potere di plasmare quel luogo secondo i propri desideri, se si focalizzava a dovere. Ma anche se fosse riuscito a farlo fin da subito, non si illudeva di poter trovare subito Topolino, Paperino e Pippo per poi uscire.

 

Venne però distratto quando sentì qualcosa cadergli sulla testa, e lo prese tra le dita.

 

“ Una piuma nera?”, chiese ad alta voce attirando l’ attenzione dei compagni e Peter. Quando il Gran Mogol vide l’ oggetto, ogni ombra di colore lasciò il suo viso come se il sangue avesse smesso di scorrere….. per poi partire all’ improvviso quando il suo istinto sviluppato in anni di lotte percepì il pericolo.

 

Il suo pugnale, avvolto in una scia di polvere fatata, si scontrò a mezz’ aria con una lunga katana argentata, tagliando il terreno per chilometri e scaraventando via tutti i ragazzi. Il capo scout concentrò tutta la Forza che i suoi midi chlorian potevano incanalare sulla punta del coltello, rilasciando un piccolo scoppio venefico che spinse indietro il responsabile dell’ attacco.

 

Sora credeva di aver già imparato cos’ era la paura nell’ ultimo anno e mezzo, specialmente dopo aver incrociato Davy Jones. Ma  persino il leggendario corsaro avrebbe stretto i denti e faticato a trattenere i suoi tremori di fronte al guerriero che era appena apparso.

 

Capelli bianchi, occhi di un azzurro quasi innaturale con una pupilla a forma di gatto, un lungo abito nero, la Masamune in mano e un sorriso che metteva ben in chiaro non fossero che insetti di fronte a un dio.

 

“ Sephirot! Cosa sei venuto a fare qui, razza di traditore?!”, esclamò inviperito Peter, avvolgendosi con una potente aura cerulea, estendendo il suo pugnale in una lunga lama di pura energia.

 

“ Niente di particolare, voglio solo vedere se il Clan Disney è ancora all’ altezza della loro fama.”, disse bieco l’ angelo, rivolgendo lo sguardo verso Sora e compagni, che sentirono il loro stesso cuore fermarsi.

 

“ Ragazzi, scappate subito!”, Peter esclamò ai tre ragazzi, che non se lo fecero ripetere e partirono a tutta birra verso la Razor Crest. Sephirot allungò una mano verso di loro, formando una serie di raggi composti da uno strano gas nero, ma Peter li bloccò tutti a parte uno col suo pugnale. Evocò quindi una spada e si gettò in un furioso corpo a corpo contro l’ intruso.

 

Entrambi i combattenti erano molto potenti e ancora più veloci, anche guardando a distanza di sicurezza dalla Razor Crest, Sora e compagni non riuscivano a distinguere un singolo movimento mentre la sabbia diventava vetro sotto le numerose tecniche e incantesimi utilizzati in una frazione di secondo.

 

“ Tra tutti coloro capaci di volare, tu sei il solo in tutta la galassia capace di raggiungere in velocità un’ astronave….. ma non ti servirà a niente qui.”, affermò Sephirot, caricando energia nella sua Masamune prima di lanciarla sottoforma di un terribile fendente. Peter schivò all’ ultimo portandosi dietro l’ angelo caduto, ma l’ attacco fu comunque sufficiente a tagliare l’ intera isola in due.

 

“  E’ tutto da vedere.”, affermò avvolgendosi con una potente aura dorata che concentrò quindi nelle sue armi. Il leggendario ranger sparì in uno sbuffo di polvere dorata per poi riapparire innumerevoli volte da ogni lato, attaccando ancora e ancora Sephirot, superando persino i suoi incredibili riflessi.

 

In breve un vortice di polvere luminosa si formò ai due contendenti, mescolandosi alla sabbia e alzandosi in alto nel cielo, fino a implodere per molti chilometri, portando con sè l’ intera isola e scagliando via anche la Razor Crest.

 

“ Inferno Fatato!”, fu il grido di Peter mentre usciva dalla sua stessa tecnica, lasciando assolutamente niente. E fu proprio quello a preoccuparlo.

 

Non c’ era assolutamente niente a galleggiare sulle acque, neanche la più piccola piuma o brandelli di vestito.


 

“ Sephirot, visto che una volta eravamo amici ti darò un consiglio…. se vuoi farmi credere di averti ucciso, allora fammi almeno la decenza di restare a terra immobile, che forse ci casco.”

 

“ Lo terrò a mente la prossima volta…. se ci sarà.”.

 

Fulmineo, Peter girò il pugnale dietro la schiena, deflettendo di poco la Masamune ancora impugnata da un malconcio Sephirot, e rispose con un pugno avvolto da polvere di fata, sperando che addormentasse l’ avversario.

 

L’ angelo Monoala però si girò per tempo e formò una sfera infuocata nella mano libera, puntandola verso Peter.

 

“ Meteor….”, disse piatto, attivando il suo incantesimo preferito.

 

How to beat Sephiroth in Final Fantasy 7 Rebirth | Eurogamer.net

 

Pur attivando un Reflex all' ultimo istante, Peter venne comunque preso in pieno dall' incantesimo e spinto in mare dalla cometa lanciatagli contro. Ansimante, uscì dalla superficie dell' acqua pieno di bruciature e lividi. Lo spadaccino albino gli fu quindi subito davanti, pronto a finire lo scontro con un rapido movimento della Masamune, che venne fortunatamente defletta dal lancio di un bastone da passeggio. Dietro Peter apparve quindi un infuriato Paperone che, galleggiando senza problemi sull' acqua, prese per la spalla il suo sottoposto e lo avvolse con una potente aura curativa.

“ Sephirot, hai fatto il passo più lungo di quella mostruosità che chiami spada. Osi venire qui…. sulla Terra…. ad attaccare i ragazzi sotto la nostra protezione, nonchè uno dei miei ufficiali!”, afffermò l' affarista, calmo ma inviperito mentre l' energia stessa dell' oceano convogliava nei suoi midi- chlorian, pronta a essere usata contro colui che aveva osato violare la sacralità dell' arcipelago.

 

“  Signor De Paperoni, perdonatemi.”, disse Peter, ora nuovamente in forze sebbene ancora scosso dalle ferite ricevute. Paperone gli diede una piccola pacca prima di scrocchiare il collo, pronto a riprendere il combattimento al posto suo.

 

“ Hai fatto quello che potevi, Peter, e i ragazzi sono scappati per merito tuo. Ora lascia fare a me.”, affermò empio, solo perchè Sephiroth ridesse e prendesse dal Prizmod una lettera.

 

" No, Paperone, il nostro duello sarà rimandato di qualche giorno. Ti aspetto qui.", disse secco, lanciando la lettera a Paperone e svanendo in un varco oscuro. Confusi ma sollevati, i due adulti volarono verso la Razor Crest, venendo accolti con tutti gli onori dai loro protetti. Sora in particolare era rimasto estasiato dal modo in cui Sephiroth sembrava essere fuggito, ma il tipico colorito del castano sembrò sparire mentre salutava Peter e Paperone.

 

“ Signore, è stato…. stato…..”, disse prima di crollare a terra col fiatone. Grogu e Arami furono subito su di lui, lanciando incantesimi di cura e controllando i suoi segnali vitali.

 

“Sora…. Sora, che ti succede?!”, chiese la Nu Mou, senza però ricevere risposta.

 

Grogu aprì la giacca dell’ amico, scoprendo con orrore alcune chiazze nere che si stavano già allargando a vista d’ occhio. Il segno del Geostigma. Angela si fece un segno come protezione dal male, più spaventata che mai.

 

“  Jalapena…..”


 

                                                    ******

 

La Verità era ritenuto un Esper a volte noioso dai suoi colleghi. D’ altronde era un’ entità legata ai concetti di stabilità e ordine, più un osservatore che un guerriero o una forza della natura come molti di loro. Nonostante questo era nondimeno estremamente rispettato, sia per potere e conoscenza che per il ruolo di ago della bilancia tra luce e tenebre, quest’ ultimo condiviso in parte col Collezionista( sebbene quest’ ultimo fosse più una forza di disordine nelle sue varie sfaccetature, d’ altro canto l’ eccessiva stabilità porta solo alla stagnazione).

 

Nessuna sorpresa quindi che anche la sua controparte venisse spesso a chiedergli consiglio, il più delle volte buttandosi di testa in qualsiasi passatempo Verità stesse facendo. Proprio come adesso.

 

Un proiettile azzurro e violetto precipitò sul castello di carte che Verità aveva faticosamente costruito per settimane, e in mezzo alla tempesta di carte volanti la divinità vide un preoccupato Collezionista.

 

“ Collezionista, le tue visite sono sempre liete, specie se vuoi giocare, ma sarei estremamente grato se prima mandassi qualche Dream Eater ad annunciarti.”, sospirò l’ entità della Forza, al che il suo collega usò i suoi poteri per raccogliere ogni carta e rimetterla al suo posto.

 

“ Scusami, ma la situazione è gravissima….. qualcosa ha tranciato il mio legame con Sora.”.

 

“ Come?- esclamò Verità, comprendendo di colpo la preoccupazione dell’ altro-  Ma neanche la sua morte dovrebbe farlo, sei ancora connesso alle anime di Malal e dei suoi predecessori, così come io sono ancora connesso a Revan.”.


 

“ Infatti ho contattato pure loro nei luoghi in cui riposano- annuì il Collezionista- C’è una sola cosa che potrebbe separarare il mio legame con lo spirito di Sora…. Jenova.”.

 

                                                                ******

 

Heinz guardò soddisfatto gli stuoli di Stecker e dei membri del Cartello Hutt( beh, membri ribelli del cartello) di fronte alla delegazione dell’ Alba Rossa di cui lui stesso faceva parte. Era il primo incontro a tre( pacifico almeno) tra le fazioni coinvolte, e non aveva intenzione di far sfigurare Maul, quindi prese dal Prizmod una delle sue ultime invenzioni.

 

“ Ammirate….. IL SUPERCAFFETIERINATOR!”, esclamò perfido il goblin, materializzando al centro della stanza( il salone centrale di un castello abbandonato su qualche asteroide) un complesso macchinario composto da diversi pistoni e vasi pieni di bibite d’ ogni tipo. C’ era anche una mano elettronica che appiccicava smile adesivi ai bicchieri. 2B si sbattè una mano sulla fronte, mentre membri degli Stecker o degli Hutt sbattevano incerti gli occhi.

 

“ Domando scusa per mio padre, ha una tendenza al melodramma anche per le minuzie.”, disse porgendo un lieve inchino verso i rappresentanti delle altre fazioni, che includevano anche i seguaci di Kassim.

 

Eda scrollò le spalle.

 

“ Anch’io….. fa pure cappuccini?”, chiese la strega, evocando una tazza dal Prizmod. Heinz premette un pulsante e un tubo entrò nell’ oggetto.

 

“ Certo. Zucchero normale o di canna?”, domandò a sua volta Heinz, diluendo così la tensione tra i tre gruppi normalmente rivali. Nel frattempo i rispettivi leader, ognuno accompagnato da una guardia del corpo, si erano appena seduti a una tavola rotonda per decidere il destino di quella prematura, ma probabilmente necessaria alleanza.

 

Malefica e Talon erano praticamente immobili, la strega teneva gli occhi chiusi mentre analizzava i pro e i contro di qualsiasi possibile risultato. D'altronde in quel frangente sarebbe stata in un certo senso l' ago della bilancia.

 

Maul era affiancato dalla sua apprendista Zola, entrambi incerti quanto lo si poteva essere in una situazione ove chiunque poteva essere un nemico( anche all' interno del loro clan) e già temevano di doversi fare strada combattendo.

 

Kassim e Boba, inutile dirlo, controllavano ogni possibile via di fuga.

Infine Malefica aprì gli occhi e allungò le mani affusolate sul tavolo, sperando di concludere in fretta.

“ Possiamo cominciare dunque?”.



                                                                                                                ********

Domando scusa per la lunga attesa, è stato un periodo abbastanza complicato e purtroppo non è ancora finito. Questa minisaga riguardante Sephirot servirà ad accelerare ulteriormente lo sviluppo di Sora, rafforzare le fazioni di Malefica e dei nuovi soci, e ovviamente a offrirvi un super duello con uno dei più eleganti e devastanti villain del Franchise di Final Fantasy. Quello che avete visto ora non è che un piccolo assaggio, a presto.

P.S. Dedicato alla memoria di Robin Williams, grazie di tutto.

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Capitolo 36
*** Ira Vehementi ***


La prima cosa che Paperone aveva fatto una volta tornato a Città Disney era stato mettere Sora in stasi nel migliore ospedale della città, dove era tenuto d’ occhio da esperti scienziati e dai suoi preoccupati compagni. La seconda era stata contattare subito il Clan Avalanche, principali responsabili della caccia a Sephirot ovunque venisse avvistato.

 

“ Paperone, è vero quanto mi hai appena detto in quel messaggio? Sora è stato infestato dal Geostigma?”, esclamò inviperito Barret, capo degli Avalanche. Non on era l’ unico a essere presente alla riunione. Tramite il suo legame con Sora e con Verità, anche Vader aveva saputo di quanto successo e aveva subito chiamato Paperone. Chiaramente non era contento, ma non incolpava l’ ex capoclan, Sephirot era una mina vagante che nessuno poteva prevedere. Non era certo la prima volta che sfuggiva alla sorveglianza di chiunque lo tenesse sott’ occhio, uno schema che si ripeteva da quasi dodici anni. Quando uno dei più talentuosi e carismatici avventurieri dell’ attuale generazione si era rivoltato verso i suoi stessi creatori…. e non senza un buon motivo.

 

Il clan da lui guidato aveva guadagnato molti membri dopo la completa distruzione di un’ altra organizzazione sul suo stesso pianeta, il clan Shinra.

 

 

 

Il clan Shinra, per cui Sephirot e una buona parte dei membri degli Avalanche lavoravano, era specializzato in risorse energetiche e studi di bioingegneria. Purtroppo i loro scienziati ( ancora Paperone e Vader rimpiangevano di non aver strangolato Hojo la prima volta che si erano incrociati) avevano più di una rotella fuori posto e fecero l’ errore di giocare con le cellule di un’ antica creatura trovata fossilizzata sul loro pianeta. Una creatura, o forse sarebbe meglio dire entità, ora nota come Jenova a chi sapeva della sua esistenza.

 

Per la precisione, fecero l’ errore di iniettare quelle cellule in bambini non ancora nati, tra cui lo stesso Sephirot, per poi fare lo stesso anche con combattenti adulti o poco più che adolescenti. Tutti diventarono formidabili, sebbene nessuno raggiunse il livello dell’ Angelo monoala, come lo chiamavano i più. Ala che lui attribuiva a qualche gene alieno recessivo, d’ altronde da quando l’ umanità si era avventurata tra le stelle era andata a letto più o meno con qualsiasi altra specie.

 

All’ inizio non sembrarono esserci particolari effetti collaterali, a parte qualche caso di aggressività eccessiva. Poi uno dei migliori amici di Sephirot, Genesis, cominciò a soffrire di degenerazione cellulare, convincendo l’ albino a indagare più a fondo sugli esperimenti dietro il Progetto Soldier.

 

Chiunque sarebbe stato sconvolto nello scoprire ciò che Sephirot trovò dopo estenuanti ricerche, ma il suo trauma venne ulteriormente enfatizzato dal mostruoso patrimonio genetico che portava dentro di sè, e che attivò una sorta di mente alveare nella maggior parte dei Soldier. Quasi tutti coloro che non caddero sotto il controllo dello spadaccino, perirono per mano sua, e il Clan Shinra venne quasi completamente devastato.

 

I pochi sopravvissuti, tra cui Cloud, vennero assorbiti dagli Avalanche, che già avevano parlato più volte contro alcune pratiche del conglomerato energetico. Già alcuni di loro però erano già stati infettati dal Geostigma, causato da cellule di Jenova che cercavano di divorare tutti i Midi- Chlorian dell’ ospite per trasformarlo in un altro membro della mente alveare cui faceva capo l’ antica entità( anche se alcune voci sostenevano che lo stesso Sephirot avesse sostituito la ‘ madre’).

 

Sephirot continuò a diffondere ovunque andasse il morbo, cui finora non si era ancora trovato un rimedio definitivo. L’ unica eccezione consisteva nel riuscire a invertire il processo della malattia, dominando le cellule di Jenova e trasformandole in Midi- Chlorian, rafforzando non di poco allo stesso tempo anche la propria coltivazione.

 

Ma gli unici a essere riusciti nell’ impresa erano stati lo stesso Cloud e pochi altri fortunati, e per quanto Paperone avesse fiducia nelle capacità di Sora, prescelto o no, non poteva semplicemente sperare potesse compiere lo stesso miracolo prima di essere divorato dalle cellule di Jenova.



“ Sì, per adesso è in stasi, ma temiamo possa non bastare…. è svenuto non appena Sephirot è sparito, credo che voglia assolutamente averlo dalla sua parte.”, disse il leggendario affarista, ricevendo come risposta un grugnito di Barret.

 

“ O vuole solo farti incazzare, conoscendo quel rapace spennato. Se stai chiedendo per una cura, siamo ancora in alto mare, ma forse potresti finalmente fornirci il materiale per ottenerla.”.

 

“ Cosa vi serve?”.

 

“ Il materiale genetico di Sephirot, e in grandi quantità.”.

 

“ Non ne avete raccolto a sufficienza nel corso degli anni? So che l’ avete combattuto innumerevoli volte.”, dovette notare Vader, facendo incupire ulteriormente lo sguardo del collega capoclan.

 

“ Sì, ma al massimo si trattava di un dito, nel più dei casi prendiamo  qualche goccia di sangue. Abbiamo bisogno di enorme materiale per svolgere le ricerche per una vera cura.”.

 

“ Volete che intervenga? Posso sconfiggere Sephirot…. non dico con facilità, ma abbastanza rapidamente.”, si offrì Vader.

 

“ Il nostro obbiettivo non è tanto sconfiggerlo, quanto più recuperare abbastanza materiale per ottenere una cura. Inoltre il tuo arrivo potrebbe farlo sentire minacciato…. o fin troppo eccitato. Potrebbe fare chissà cosa.”, osservò Barret, ben ricordando quelle volte in cui, assieme ai compagni, era riuscito a mettere davvero in difficoltà l' avventuriero rinnegato. Nella maggior parte dei casi aveva evocato un Meteor che sarebbe stato più di capace di distruggere il pianeta anche se l' avessero ucciso o messo KO.

 

Il Sith deglutì, non potendo dar torto al ragionamento. Il Geostigma stesso era la prova che, nelle poche cose in cui Sephirot veniva messo in difficoltà, tendeva a ragionare come un animale braccato. 

 

Un animale braccato in possesso di un’ arma biologica devastante, per di più.

 

“ Giusta osservazione. Allora lascerò alcuni uomini fidati a controllare la situazione e interverrò solo se necessario. Paperone, non deludermi.”.

 

" Non lo farò.", disse lui prima di chiudere la riunione e saltare via dalla scrivania, pronto a dirigersi verso il luogo dello scontro, ove sarebbe stato al massimo della potenza..... la sua amata Scozia.

 

                                        *****



“ Signori, vi ringrazio tutti per aver risolto le vostre divergenze ed essere venuti qui, a parlare del futuro dell’ Orlo Esterno e della misteriosa organizzazione che ostacola i piani di noi tutti.”, cominciò semplicemente Kassim  con la voce più calma che poteva usare.

 

“ Beh, Malefica, tu sei stata la prima a prendere contatti con loro da quanto ho capito. Cosa sai?”, domandò Maul, ansioso di scoprire cosa c’ era dietro i suoi nuovi rivali. Accanto a lui Zola emise un gemito di disprezzo, ansiosa di mettersi alla prova contro quei misteriosi Custodi e mostrar loro chi comandava davvero nell’ Orlo Esterno. Non a caso era entrata al servizio di Maul, nonchè sua discepola, appunto per dimostrarsi la migliore.

Blue Dragon (2007)

Malefica posò il suo bicchiere e spalancò le ali prima di rilassarle sulle proprie spalle, il bel viso verde che si faceva ben più serio. 

 

“ Non molto. Erano a conoscenza di un Custode del Keyblade nato sulle Isole del Destino e mi hanno chiesto di organizzare lì un attacco in cambio di una montagna di soldi e materiali, che mi hanno consegnato come pattuito. Certo, avessi saputo che Sora era capace di evocare molteplici Keyblade, l’ avrei preso per me. Purtroppo non sono riuscita a tenermi stretta il suo amico, che speravo di trasformare in un nuovo Mandalore al mio servizio.”.

 

“ Sì, mi immagino i metodi con cui l’ avresti tenuto buono.”, sghignazzò Kassim, gesto ricambiato dalla strega e da Maul.

 

“ Colpevole….. anzi, colpevoli, Talon mi avrebbe assistita.”, disse la prima, indicando la propria guardia del corpo e amante, che sospirò.

 

“ Ma cosa sperano di ottenere esattamente?- domandò Kassim-  Demyx parlava di creare un nuovo ordine galattico, sperano di ricreare una nuova Repubblica? Un Impero forse?”.

 

“ No, hanno un obbiettivo più alto. Quasi religioso oserei dire.”, affermò Boba, che essendo cresciuto nella cultura Mandaloriana ben comprendeva questo tipo di sentimenti.

 

“ E visto il controllo se hanno sugli Hutt, non è escluso che abbiano i mezzi per giungere a quest’ obbiettivo. Kassim, cosa pensi di fare con Jabba?”.

 

“ Il mio piano era di assassinarlo entro qualche mese e prenderne direttamente il posto. Ora non so dire se sia la scelta migliore, i nostri nemici  potrebbero mettermi direttamente sotto il loro controllo o uccidermi a loro volta per poi sostituirmi con una nuova pedina. In ogni caso l’ intera organizzazione va riformata a ogni livello se voglio portare un minimo di stabilità nell’ Orlo Esterno.”.

 

“ Obbiettivo sul quale siamo d’ accordo, ambizioni personali a parte.”, affermò Maul, che come gli altri due parigrado non faceva certo segreto delle sue personali ambizioni di comandare i confini della Galassia come più ripeteva appropriato.

 

“ Comunque, se i loro altri membri sono altrettanto forti e sono nascosti in ogni dove, credo di non avere altra scelta che acconsentire a quest’ unione tra le nostre forze, purchè rimanga nascosta per quanta possibile.”, concluse quindi il capo dei Quaranta Ladroni, imitato dallo Zabrak.

 

“ Acconsento alle stesse condizioni.”.

 

“ Bene, proposte per il nome di questa alleanza che spero resterà il più segreta possibile?”, chiese quindi Malefica. Dietro Maul, Zola si picchiettò pensosa il mento cercando di pensare a un nome decente.

 

“ Mhh…. che ne dite di Aracnofobia?”, propose dunque la spadaccina. Dopo un breve confronto, il suo suggerimento venne accettato.

 

“ Ci sto, se ci nascondiamo bene nessuno lo associerà a noi- disse Kassim soddisfatto- E riguardo il nostro primo obbiettivo, oltre a cercare i membri di quest’ organizzazione?”

 

Malefica si morse il labbro, lieta di avere finalmente i suoi mezzi per continuare a sabotare gli Eclipse.

 

“ Mhh, di recente ho scoperto dove Vader ha nascosto Tarkin, col vostro aiuto forse potremmo mandare gli Eclipse nel Chaos.”.

 

                                                        *****

Sephirot non si era dato molti momenti di pausa durante i suoi anni come avventuriero rinnegato, trascorrendo la maggior parte del tempo passando da un pianeta all' altro in cerca di degni avversari e nuovi accoliti per la Madre( Jenova). Eppure, in quel piccolo angolo delle pianure scozzesi, stava sentendo un senso di pace che aveva quasi dimenticato..... a tratti gli ricordava i momenti di relax che condivideva un tempo con Angeal e Genesis.                                Un rumore di passi dietro di lui gli disse però che la sua pausa era conclusa. Girandosi, infatti, si ritrovò davanti un fuoribondo Paperone, la cui energia era in perfetta sincronia con la Forza che aleggiava in quelle lande, fosse essa del Lato Chiaro o del Lato Oscuro.

<< Non mi aspettavo arrivassi così presto, Paperone. Quasi pensavo di farmi un sonnellino.>>, affermò sardonico lo spadaccino, mentre l' anziano avventuriero formava nella mano un piccolo ma minaccioso tornado.

<< Non ho tempo da perdere, Sephirot. Consegnami quanto mi serve per guarire Sora e poi lascia subito la Terra.>>

<< Umhh, sospetto gli Avalanche ti abbiano detto che serve loro la mia ala per creare una cura al Geostigma- rise  l'ex Soldier- cosa ti dice che non vogliano semplicemente ripetere gli stessi errori della Shinra e creare altri mostri come me al loro completo servizio?>>

 

<< Il fatto che non stiano diffondendo un morbo che permetterebbe a un' entità divorapianeti di tornare alla vita.>>, rispose seccato il papero. L' unico motivo che lo tratteneva dall' attaccare subito era che ricordava ancora quando Sephirot era praticamente la bandiera della propria generazione di avventurieri, e un carissimo amico di Topolino, Paperino e Pippo. Voleva ancora credere che l' orgoglioso, ma generoso guerriero che era stato fosse ancora lì, intrappolato tra le spire di Jenova.

<< Forse hai ragione, ma quei tempi sono finiti, Paperone. Ora sono libero di scegliere il mio destino, e non permetterò a nessuno di interferire.>>

Con un movimento fulmineo, Sephirot alzò la Masamune e scagliò un fendente verso Paperone, accompagnato da un'onda di energia oscura che fendette l'aria.

Il Geomante schivò all' ultimo istante per poi piantare i piedi contro il terreno, usandolo come trampolino mentre partiva contro Sephirot col bastone in pugno.

<< Stinger!>>, esclamò avvolgendo la punta dell' arma con una luce cerulea, piantandola proprio nel letto del Soldier, con sufficiente forza e precisione a far tremare l' aria per centinaia di metri

Sephirot, vedendo l'attacco imminente, fece un balzo all'indietro con un'agilità sovrumana, evitando per un soffio il colpo letale di Paperone. Con un movimento fluido, evocò un'energia oscura che si concentrò attorno alla sua spada Masamune, creando un'aura minacciosa.

<< Shadow Flare!>> esclamò, lanciando sfere di energia oscura che sfrecciarono verso il geomante con una velocità impressionante.

Paperone, con la sua incredibile prontezza, parò le sfere una dopo l'altra, deviandole con il suo bastone che brillava ancora di luce cerulea. Ogni colpo respinto creava una scarica di energia nell'aria, illuminando il campo di battaglia con lampi di luce e ombra.

I due avversari si studiarono attentamente, i loro movimenti erano precisi e calcolati, come in una danza mortale. Sephirot sfruttava la sua velocità e la sua destrezza, cercando di trovare un'apertura nella difesa di Paperone. Ogni volta che attaccava, il geomante rispondeva con contrattacchi altrettanto rapidi e potenti, usando il terreno a suo vantaggio.

Il combattimento si intensificava, con entrambi i contendenti che dimostravano una maestria straordinaria nelle loro rispettive arti. Ogni colpo, ogni parata, ogni schivata era eseguita con una precisione micidiale, mentre cercavano di superarsi a vicenda.

Le onde di energia scatenate dai loro attacchi scuotevano le pianure scozzesi, sollevando polvere e detriti. Le lame incrociate e i poteri evocati creavano un'epica battaglia di luci e ombre, con i due guerrieri che continuavano a sfidarsi senza sosta, spingendosi sempre oltre i propri limiti.

Paperone riuscì a schivare l'ennesimo attacco di Sephirot, il suo Ottacolpo. Pur non ricevendo particolari danni dalla molteplice serie di fendenti, però, ne uscì comunque con alcune piume tagliate e un graffio sulla guancia, che si toccò preoccupato.

<< Temi forse di essere infettato anche tu dal Geostigma, vecchio avaraccio?>> chiese sprezzante Sephirot, con un sorrisetto crudele.

Paperone, con uno sguardo di sfida, strinse più forte il suo bastone. << Non temere per me, Sephirot. Il mio spirito è troppo forte per cedere a una simile malattia. È di Sora che mi preoccupo, e del destino di questo mondo.>>

Con un grido di battaglia, il vecchio avventuriero piantò il bastone a terra, evocando un'enorme colonna di luce che si irradiò dal punto d'impatto. La forza del colpo fece tremare il terreno sotto i piedi di Sephirot, costringendolo a indietreggiare.

Sephirot rispose con un incantesimo devastante, sollevando la sua mano libera e invocando le forze della materia oscura.

<< QUASAR!>> gridò, mentre una pioggia di meteoriti fiammeggianti si abbatteva dal cielo, mirando a distruggere Paperone.

Il geomante, però, non si lasciò intimorire. Con una serie di movimenti rapidi e precisi, iniziò a deviare i meteoriti con il suo bastone, creando una barriera protettiva di energia terrestre. Ogni impatto risuonava come un tuono, ma Paperone resisteva, respingendo l'assalto con una determinazione incrollabile.

I due continuarono a scambiarsi colpi e magie in un vortice frenetico di luce e ombra. Ogni attacco e ogni parata erano carichi di potenza, mentre entrambi i contendenti cercavano di trovare il punto debole dell'altro. Le loro abilità erano messe alla prova in ogni istante, in un confronto che sembrava non avere fine.

Nonostante la fatica, né Sephirot né Paperone accennavano a cedere. La battaglia era ora una questione di volontà, un duello tra due spiriti indomabili, entrambi determinati a prevalere.

<< Corsa di Chocobo!>> esclamò quindi lo sciamano una volta messa abbastanza distanza tra sé e il rivale. Da ogni singola direzione, anche dall'alto, apparvero innumerevoli spiriti di Chocobo multicolori, che si lanciarono senza la minima pietà contro l'albino.

Sephirot, con un'espressione imperturbabile, mulinò la Masamune con innata precisione, creando un vortice di lame che respingeva ogni spirito di Chocobo. Ogni fendete della sua spada era così rapido e potente che non lasciava entrare un singolo attacco, mentre gli spiriti esplodevano in scintille di luce al contatto con la sua lama.

<< Lensavi davvero che un' attacco così infantile potesse fermarmi?>> chiese Sephirot con voce glaciale, continuando a respingere gli spiriti con movimenti impeccabili.

Paperone, però, non si lasciò scoraggiare. Usando il caos creato dagli spiriti dei Chocobo come copertura, preparò il suo prossimo incantesimo, tracciando rapidi segni nell'aria con il bastone. << FRANA!>> invocò, richiamando le forze della natura.

Improvvisamente, il terreno sotto i piedi di Sephirot iniziò a tremare violentemente. Spuntoni di roccia e zolle di terra si sollevarono, cercando di intrappolarlo e destabilizzarlo. Sephirot balzò in aria con un'agilità sorprendente, evitando le trappole geologiche, ma la distrazione era stata sufficiente.

Con una rapida mossa, Paperone si lanciò in avanti, sfruttando l'elemento sorpresa. Il suo bastone brillava di una luce intensa mentre mirava direttamente al cuore del suo nemico.

 

<< Rompi Ghiaccio!>> gridò con furia omicida, colpendo Sephirot con tutta la forza che riusciva a raccogliere, infondendo energia congelante in un' accurata serie di colpi che intrizzì persino i muscoli geneticamente modificati dello spadaccino, sebbene riuscì a bloccare l' ultimo colpo.

<< Lama dell'Esilio!>> esclamò il Soldier caduto, canalizzando un potente fiotto di energia oscura lungo la Masamune. Dal filo della lama si originò un gruppo di spiriti urlanti, avvolti in un'aura di terrore.

Muovendosi ben più velocemente di quanto Paperone potesse fare, Sephirot scatenò una serie di rabbiosi fendenti che devastarono il terreno, sollevando polvere e detriti, e destabilizzarono persino la Forza che scorreva in quelle lande. Gli spiriti urlanti si avventarono su Paperone con una furia inarrestabile.

<< Manto di Lan... URGHH!>> tentò di difendersi Paperone, evocando lo spirito di una pecora per creare una barriera protettiva. Tuttavia, il tenebroso attacco di Sephirot fu troppo potente: la barriera venne facilmente tagliata e corrotta, frantumandosi in una miriade di frammenti di luce e ombra.

Paperone fu sbalzato all'indietro dall'impatto, rotolando sul terreno prima di riuscire a fermarsi e rialzarsi. Il suo bastone brillava ancora di luce, ma ora era chiaro che stava lottando per mantenere il controllo.

Sephirot avanzò, con gli occhi fissi sul suo avversario. << È inutile, Paperone. Il potere di Jenova mi rende invincibile.>> Con un gesto minaccioso, alzò nuovamente la Masamune, pronto a sferrare l'attacco finale.

Ma Paperone non era ancora sconfitto. Con uno sguardo determinato e risoluto, si rialzò, stringendo saldamente il suo bastone. << Non ho intenzione di arrendermi, Sephirot. Non finché c'è ancora speranza per Sora e questo mondo.>>

 


                                                        *****

Fisicamente parlando, Sora galleggiava molle in una vasca di Bacta, osservato da Dumbo e dai suoi amici, che aprivano e chiudevano gli occhi a intervalli, sperando di non trovare nuove macchie nere. L’ elefante in particolare sentiva tutto il dolore che il suo partner stava soffrendo.

 

Spiritualmente invece, il ragazzo si trovava nello stesso luogo dove l’ anno precedente aveva visto un’ apparizione di Ventus. Il disco colorato su cui si trovava era diventato ancora più grande, raffigurando tutte le persone che aveva incontrato, così come i Keyblade che aveva imparato a evocare. Però, era percorso da numerose crepe nere, da cui si originavano orribili mostri in continuo mutamento.

 

Le creature attaccavano senza prendere la benchè minima pausa, attanagliando Sora da tutti i lati con schizzi di liquame nero, soffi velenosi e semplici artigli. Il castano cambiava continuamente Keyblade, cercando di prenderli alla sprovvista con un Cambio Forma o l’ altro. Ma le sue energie si stavano affievolendo sempre più, ormai riusciva a malapena a usare un incantesimo.

 

Sora affondò la lama dentata del Keyblade nell’ ennesimo abominio, sentendo il proprio respiro farsi sempre più affannoso. I suoi stessi muscoli sembravano tradirlo, come fossero diventati un liquido in continuo mutamento.

 

“ Non posso cadere qui. Non adesso!”, esclamò cercando di alzare nuovamente la spada e saltare contro la mostruosa orda, solo per cadere in ginocchio. Un orrore coperto di ali fu sul punto di lanciarsi su di lui, quando una pioggia di stelle multicolore cadde sulla piattaforma, lasciando indenne solo Sora.


“ Tranquillo, Sora, il tuo tempo è ancora lontano.”, disse una familiare voce di bambino, che rincuorò il giovane Jedi e allo stesso tempo sembrò ridargli alcune energie.

 

“ Collezionista, sei tu?”.

 

“ Oh, finalmente mi senti, cominciavo a temere il peggio- disse il dio fanciullo con non poco sollievo- Il Geostigma ha reciso la nostra connessione, ma con l’ aiuto di Verità sono riuscito a rinsaldarla….. solo per poco però, a meno che non riusciamo a guarirti.”.

Sora fu molto grato di essere nuovamente in contatto col suo patrono, ma restava comunque terrorizzato da quel cancro che cercava di trasformare tutto ciò che era.

“ Cosa…. sono quelle cose? Neanche i Krawl sono così malati.”.

 

“ Non posso mettermi a spiegarti di Jenova, perchè neanch’ io so tutto a riguardo, ma posso aiutarti a scrollarti di dosso la sua influenza. Se ci riuscissi, anche la tua coltivazione aumenterebbe tantissimo.”.

 

“ Ok, cosa devo fare?”

 

“ Io terrò a bada quelle cose, tu comincia a eseguire delle mosse, qualsiasi tecnica o incantesimo che ti venga in mente. Ricordi quando hai deciso che il modo migliore per combattere contro Vader era non avere alcuna forma? Ora devi estendere quel concetto a tutta la tua anima!”

 

Sora  guardò le nuove creature appena apparse allontanarsi da lui, incapaci di sostenere quel poco potere che il Collezionista poteva mandare lì. Il castano prese un profondo respirò e cercò di toccare con la propria coscienza ogni suo singolo Midi- Chlorian. Non fu una cosa facile, considerando i corpi estranei che stavano cercando di prendere possesso del suo, ma ancora più difficile fu il muoversi con quella consapevolezza.

Sembrava che ogni suo movimento, normalmente così fluido, venisse costantemente ostacolato da arti che lo tiravano da ogni direzione, il suo stesso respiro si interrompeva a intervalli irregolari. Persino i suoi pensieri erano stati invasi da una fame irrefrenabile.

 

“ Unisciti a noi, Sora…. arrenditi al dolce abbraccio della Madre.”, tentò di dirgli un sibilo sia maschile che femminile, una distorta unione tra le voci di Sephirot e Jenova. Sora però continuò a esercitarsi nonostante la crescente difficoltà, riguadagnando lentamente la sua tipica fluidità ed espandendo i suoi sensi.

 

“ Andatevene a fanculo. Ho già una madre, che mi aspetta a casa. E amici, rivali…… io non sono solo!”, esclamò diventando ancora più rapido nel proprio Kata, venendo circondato da tutti i Keyblade che aveva ottenuto e molti di più. Di volta in volta cominciò a cambiarli, esercitandosi con ognuno di essi.

 

Il Cuore del ragazzo sembrò gonfiarsi, battendo a pieno ritmo e toccando le corde dei compagni raccolti attorno alla sua vasca, per poi giungere ben oltre i confini della Terra e dello stesso sistema solare, mettendolo in contatto con tutti coloro che conosceva. Persino Vader, intendo a guardare da lontano lo scontro tra Paperone e Sephirot, sentì qualcosa insinuarsi sotto la sua armatura.

 

“  La Forza scorre potente in te, figlio dei cieli.”, commentò impressionato, sentendo persino le sue vecchie cicatrici ritirarsi leggermente, pervaso da un senso di serenità che quasi aveva dimenticato.

 

Vader però non fu l’ unico a essere aiutato da Sora.



                                                    ********

 La battaglia continuò ancora a lungo, entrambi i contendenti sembrarono perdere ogni pensiero che non fosse l' immensa rabbia provata nei confronti dell' altro. L' intero arcipelago Britannico sembrava vibrare a ogni colpo delle loro armi, e anche le fitte nuvole della Scozia vennero spazzate via quando Paperone sparò verso il cielo col suo Archibugio.

Purtroppo, nonostante i suoi lievi vantaggi contro Sephirot, l' anziano avventuriero cominciava a essere superato per mera resistenza, e non  potè schivare l' ennesimo Ottacolpo, venendo spinto nella polvere con numerosi graffi.  Per fortuna anche l' angelo caduto era ormai prossimo al suo limite, l' abito nero ridotto a brandelli e l' ala nera coperta di bruciature o tagli.

Paperone si rimise in piedi con fatica, il respiro pesante e il corpo segnato dalle ferite. Tuttavia, nei suoi occhi brillava ancora una determinazione incrollabile. Alzò il bastone verso il cielo, concentrando tutte le sue energie residue. La terra sotto di lui cominciò a tremare, e scintille di energia elementale iniziarono a danzare intorno a lui.

<< Questo è il mio ultimo attacco, Sephirot. E non mancherà il bersaglio.>> Le parole di Paperone erano piene di risolutezza, mentre il bastone si illuminava di una luce multicolore, riflettendo tutti gli elementi della natura: fuoco, acqua, terra, aria, luce e oscurità.

Inizialmente, l'energia era instabile, crepitando in modo pericoloso intorno a lui. Ma poi, nel silenzio della sua mente, Paperone udì una voce familiare. << Non mollare, Paperone. Io sono con te.>> Era la voce di Sora, piena di speranza e coraggio. Sentendo quelle parole, Paperone si sentì rinvigorito, come se una nuova forza scorresse dentro di lui.

<< Sora...>> mormorò, sentendo un calore familiare dentro di sé. La luce intorno a lui si stabilizzò, e l'energia elementale divenne più controllata e potente. Le ferite di Paperone cominciarono a guarire, i graffi e i tagli si chiusero rapidamente mentre una luce curativa avvolgeva il suo corpo. Con un lieve ghigno, decise di cambiare strategia  e invece di un limite che avrebbe devastato anche lui, cominciò ad evocare il suo spirito patrono.

 

" Più infinito degli spazi siderali, Sky Blue! Colui che allontana la maligna oscurità, Holy Black! La luce dopo il giudizio, Judgment White! Illumina di bianco l' universo, Alexander!"


Tre sfere di diverso colore si generarono dalle mani di Paperone per poi dividersi a distanze uguali, generando due enormi braccia e un busto ancora più grande. Alexander era un gigante meccanico secondo in dimensioni a ben pochi Eidolon, almeno una cinquantina di metri a metà strada tra cavaliere e castello, un dio biomeccanico bianco e dorato con decorazioni che ricordavano angeli armati e atti di misericordia.  Non a caso, aveva scelto molti anni prima Paperone come suo discepolo tanto per la sua sete di grandezza che per la sua compassione.

Final Fantasy 7 Rebirth - How To Get Alexander Summon - GameSpot

 

Sephirot guardò la titanica apparizione con un misto di vergogna e rabbia, sentendosi giudicato da essa.... per tutti i suoi crimini e per quanto sarebbe potuto diventare se avesse resistito al richiamo di Jenova. Ma quello che era stato era stato.

 

Un' aura nera e oro avvolse lo spadaccino, prendendo la forma di un mostruoso angelo dalla muscolatura esagerata e con più testa, un nucleo al centro del petto da cui partì un devastante vortice viola.

" Angelo Perduto!", gridò a squarciagola Sephirot, mettendo tutto sè stesso in quell' attacco, tutta la forza che prendeva da Jenova. Paperone fece lo stesso, attingendo al legame che ora esisteva tra lui, Sora e tutti gli altri che il castano aveva istintivamente chiamato in aiuto in quest' evenienza. Tutto quel potere si concentrò nell' Avatar di Alexander, da cui vennero attivati numerosi sistemi missilistici e bocche da fuoco.

 

Il vortice di Sephirot entrò in contrasto con una raffica di raggi e missili multicolore, in una devastante conflagrazione appena contenuta che fece tremare l'intero pianeta fin nelle fondamenta. Lo scontro tra i due attacchi venne riflesso all' interno della Forza stessa, dove le vere forme di Alexander e la straziata mente collettiva di Jenova si colpirono a più riprese senza la minima pietà.  Le due entità diedero sfogo al loro immenso potere, finchè infine il divino mecha riuscì a prevalre, risplendendo come una supernova nella coscienza collettiva di tutti i suoi seguaci. Nel mondo reale, il Giudizio Divino lanciato da Paperone prese il sopravvento e colpì Sephirot in pieno, bruciandolo a livello cellulare e staccandogli persino l' ala. Ad attacco concluso, nonostante la stanchezza, Paperone corse comunque a cercarlo, trovandolo ancora vivo.

“ Sephirot…. mi auguro davvero che tu possa ritrovare un giorno la tua libertà.”, disse Paperone con un sospiro, prima di imprigionare lo sconfitto in un feretro di ghiaccio, che poi coprì con catene volte a impedirgli l’ accesso alla Forza. Trascorse il ritorno a Città Disney in assoluto silenzio, lanciando vaghi sguardi al suo prigioniero, finchè non si ritrovò di fronte all’ ospedale dove tenevano Sora. E il castano era proprio di fronte all’ entrata assieme a Ven, in forma smagliante.

 

“ Sei arrivato in ritardo per il risveglio giusto di una decina di minuti, Paperone.”, scherzò il Jedi dai capelli biondi, dando una pacca sulla spalla al proprio Padawan, mentre l’ affarista sbuffava.

 

“ Seriamente? Noi vecchi ci diamo tanto da fare per voi giovinastri, e appena torno avete già tutto risolto. Non so neanche perchè ho ripreso il ruolo di capo clan.”, si lamentò mentre si trascinava dietro il congelato Sephirot e analizzava l' aura di Sora. Benchè ancora molto lontano dal potere che Anakin aveva posseduto da giovane, l' energia del ragazzo dopo quest' esperienza era passata comunque dall' essere una luminosa, ma instabile nebulosa a un magnifico sole capace di toccare numerosi sistemi, e non vi era alcun dubbio che stesse ancora crescendo a un ritmo incredibile.

 

“ Non dica così. Senza il suo aiuto non sarei mai riuscito a liberarmi dalla presa del Geostigma… e soprattutto ha finalmente il paziente zero della malattia, possiamo pensare a una cura definitiva per miliardi di persone. Cosa che darà anche un incentivo non indifferente ai suoi affari.”.

 

“ Giusta osservazione, ragazzo mio. Spero però che quanto si dice sul battere da sè il Geostigma sia vero, perchè quel salto di potenza sarà necessario se vuoi sopravvivere dentro la Forza Stessa.”.


                                                                                                                         ********

Salve a tutti, spero che abbiate apprezzato questo scontro che ho immaginato per molto tempo, spero di aver reso giustizia a entrambi i contendenti, due pesi massimi sia in verse che delle rispettive opere, anche per quanto riguarda il carisma. La parte che mi ha dato più dubbi però è stata la riunione dei villain, troppo veloce probabilmente, ma sono tutti intenzionati a prendere il massimo vantaggio possibile da questa collaborazione e poi Maul di per sè detesta Jabba, non Kassim.

Zola viene dall' anime Blue Dragon, avevo già menzionato una decina di capitoli fa che fa parte dell' Alba Rossa.

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Capitolo 37
*** Viaggio allucinante ***


 

I sei mesi che Paperone aveva dato a Sora e compagni per prepararsi al loro viaggio dentro la Forza erano ormai giunti al termine, e l’ affarista sperava con tutte le sue energie di non aver affrettato troppo i tempi. Dal canto loro, i sette ragazzi, guidati da Peter e poi anche Ercole( più altri occasionali membri dei Disney mandati da Paperone) avevano preso come sempre la loro preparazione col massimo della serietà, affinando le loro capacità di sopravvivenza e le loro doti di combattenti. L’ ultimo giorno di addestramento, Sora e Riku stavano facendo vedere il risultato dei loro frutti, muovendosi l’ uno attorno all’ altro a velocità quasi impercettibile mentre si scambiavano incantesimi e colpi di spada.

 

“ Ghigliottina!”, esclamò Riku, evocando il suo sinistro Guardiano, che generò a sua volta dal braccio una lama di energia biancastra per attaccare Sora. Il moro riuscì a difendersi col Keyblade, venendo però scagliato indietro con un brutto taglio lungo il viso. Con un lieve ringhio, avvolse similmente la sua fidata arma con un velo di pura luce.

 

“ Colpo miracoloso!”, gridò chiudendo subito la distanza che lo separava dall’ albino, chiudendolo in un nuovo scontro ravvicinato e assestando più di un colpo nonostante i migliori tentativi dell’ Ombra di difendere il proprio proprietario. Oltretutto a ogni colpo, Sora prendeva un pò dell’ energia di Riku, guarendo in fretta dalla ferita appena ricevuta.

 

“ Su chi scommetti?”, domandò Judy a Montblanc, che assieme al resto dei compagni guardava il duello con ansia.

 

“ Dico Riku, Kupò. Non credo che abbia ancora sfruttato appieno il potere della sua Ombra, Kupò.”.

 

“ Fiamma della Bestia!”, esclamò quindi l’ albino, canalizzando la sua energia oscura attraverso il proprio Guardiano, che sparò una potente fiammata violacea paragonabile al reattore di un’ astronave. Sora riuscì a schivare il primo impatto con un balzo, ma con suo grande fastidio l’ essere mosse facilmente il raggio in più direzioni, e nonostante tutte le sue acrobazie venne infine colpito, beccandosi una brutta ustione sulla schiena.

Every Keyblade In Kingdom Hearts

 

Seccato cambiò Keyblade, evocandone uno decorato da numerosi gioielli  e la lama in legno, nato dal suo legame con Paperone dopo lo scontro con Sephirot. Ne attivò subito il Cambio Forma, ritrovandosi in mano con un grosso piccone e lo sbattè a terra, devastando il terreno finchè l’ aria non fu piena di detriti che usò per nascondersi, attaccando Riku a piena velocità da ogni lato.

 

La sua Ombra si mosse rapidamente per cercare di colpire il castano, ma anche i suoi sensi vennero ingannati finchè Sora non gli apparve davanti, la punta del Keyblade avvolta da una sfera di vento compresso. Ventus sorrise, riconoscendo il suo incantesimo preferito.

 

“ AEROGA!”, esclamò mentre anche Riku rilasciava il suo ultimo attacco, ed entrambi i contendenti vennero scagliati via in un’ esplosione viola e verde. Si ripresero mezzo minuti dopo, troppo intontiti per continuare, ma divertiti e soddisfatti del livello raggiunto con tanta fatica.


 

“ Uff, non ce la faccio più….. pareggio?”, offrì Sora, rialzandosi a fatica e cambiandosi il vestito rovinato con uno più resistente, qualora Riku avesse voluto continuare. Fortunatamente il Cavaliere oscuro ero dello stesso avviso dell’ amico.

 

“ Cazzo, Sora. Sapevo che un giorno, checchè ne dicessero gli altri, saresti riuscito ad aprirmi il culo.”, rise l’ albino, stringendo la mano di Sora e dirigendosi dai compagni, ancora tutti in delirio per lo spettacolo.

 

“ Sì, ora siamo 192 vittorie per te a una trentina per me, ne ho ancora troppe da recuperare.”, si lamentò il castano, facendosi passare un’ asciugamano da Grogu.

 

“ E state pur certi che io ci scriverò sopra una canzona su questa rivalità.”, ridacchiò Angela, dando qualche colpo alla sua chitarra per generare una melodia con cui guarire le ferite dei due ragazzi.

 

“ Neanche gli scagnozzi di Xenahort fermarvi potrebbero se uniti.”, disse confidente Judy, saltando sulla spalla di Riku e mimando la parlantina di un certo Mandaloriano.

 

“ Spero davvero tu abbia ragione, Judy. Specialmente se dovessimo trovarli dove stiamo andando. Paperone non aveva detto che già anni fa avevano una macchina per viaggiare nella Forza?”, notò Alami, più di tutti incerta sul destino di quel viaggio così insidioso. Sora annuì, non certo esente dai dubbi della compagna.

 

“ Confermo. Per fortuna Archimede ha creato un sistema per farci tornare non appena avremmo trovato Topolino, Paperino, Pippo e speranzosamente Aqua.”.


 

                                          *********

 

Il laboratorio di Archimede, solitamente anatema al silenzio, sembrava ospitare una cerimonia funebre. Il portale per entrare nella Forza era un’ enorme macchina rossa piena di pistoni e lampadine, con un varco che ricordava il simbolo degli Heartless.

 

Oltre a Mando e Ventus, come adulti per il gruppo ci sarebbero stati anche Mulan, Ercole( chiamato per offrire un pò di muscoli che sarebbero stati indubbiamente necessari), Darwing Duck e Robopap.

 

Darwing era un papero ammantato completamente di viola, con un largo cappello a tesa larga e un mantello cui erano attaccati ogni tipo di congegni. Era la miglior spia e vigilante del clan, non a caso anche il mentore di Judy.

 

Robopap era il suo partner, e occasionale assistente di Archimede. Combinava la sua inventiva con una potentissima armatura potenziata, a sua volta colma d’ ogni tipo di congegni.

 

Il biondo scienziato prese un grande respiro e cominciò a spiegare la situazione, sperando di non mandare amici, colleghi e allievi al macello, indipendentemente da quanto li conoscesse. Si era alquanto affezionato a Montblanc e non voleva facesse chissà quale fine.

 

“ Ragazzi miei, non ho bisogno di dirvi quanto sarà pericoloso il viaggio che state per intraprendere. La Galassia è un luogo enorme, ma è ben poca cosa di fronte alla Forza, il conglomerato dell’ inconscio e subconscio di tutte le creature senzienti. Anche solo orientarsi sarebbe normalmente un’ impresa disperata…. o almeno, lo sarebbe senza Sora.”, cominciò a spiegare il capo marchingegnere con tono pesante, prima che Paperone continuasse.

 

“ Come ben sapete, i Custodi hanno una connessione con la Forza e Kingdom Hearts ben più alta della media, e il Keyblade non è che una manifestatione fisica del loro potere- aggiunse l' ex capo Clan- Entrando dentro di essa, possono comprendere che direzione prendere per trovare ciò che cercano o addirittura plasmarla entro certi limiti. Considerando che Sora è uno dei due prescelti di Kingdom Hearts, dovrebbe possedere queste abilità a un livello ancora più ampio.”.

Sora deglutì per la responsabilità affidatagli, e sperò ardentemente che i progressi degli ultimi mesi fossero sufficiente a guidare il suo gruppo dove molte squadre di avventurieri più numerose ed esperte avevano fallito miseramente.

“ Non di meno ci sarò io a guidarlo- aggiunse Ventus- e anche Topolino una volta che l’ avremo trovato.”.

 

Sora notò che il suo maestro Jedi non aveva menzionato Aqua. Per quanto fosse disperato di rivedere almeno lei, non si nutriva troppe illusioni sulla sua sopravvivenza dopo quasi vent’ anni passati in quella dimensione.

 

" Io spero di poter dare a quei tre un bel calcio in culo appena li trovo- commentò Darwing stringendosi nelle braccia- che diavolo pensavano a sparire in una dimensione priva di alcun senso logico senza neanche riferirci i loro piani. O almeno a Vader, visto che la faccenda riguarda pure lui".

 

" Probabilmente speravano di risolvere il tutto prima che la situazione degenerasse, cosa che è comunque successa- s' intromise Robopap- e comunque sarò io il primo a picchiarli finchè non si scusano per averci fatto preoccupare tanto.".

Lo scienziato premette un pulsante sul guanto della sua armatura, materializzando così la Razor Crest. Così come i suoi proprietari, anche l' astronave era stata rafforzata il più possibile: l' armamentario era stato aggiornato al punto da poter competere da sola con intere flotte, o passare indenne dentro una supernova, oltre a possedere ora modalità come veicolo di terra o mare. 

 

Della, vedendola a lavoro finito, aveva pregato di poterci fare un giro, ma ragionevolmente Paperone non voleva farla partire per un viaggio disperato quando era fuggita dagli Stecker per puro miracolo. Si era però consolata con una nuova serie di mecha prototipi da provare.

Il gruppo salì a bordo, dandosi un ultimo sguardo di incoraggiamento, e Archimede attivò a sua volta il portale. L' intero macchinario si attivò a piena potenza, canalizzando talmente tanta energia che sembrò sul punto di scoppiare, finchè non si fermò per creare un turbinoso varco dai molteplici colori, su cui predominavano argento e nero.

 

Con un groppo in gola come ognuno dei presenti, Mando premette il bottone di avvio e partì a massima velocità dentro il portale, che si ridusse gradualmente per poi scoppiare come una bolla sotto gli occhi stupefatti di Archimede e Paperone. 

 

' Bene, l' ho fatto, ho mandato un gruppo di ragazzini e alcuni dei miei migliori amici a morire- pensò devastato lo scienziato- papà, dei tutti, perdonatemi'.

 

 Intuendo cosa il suo sottoposto stesse pensando, Paperone gli battè leggermente il bastone sulla spalla, infondendo in lui un pò della propria Forza per riscuoterlo.

 

" Avanti, amico mio. La battaglia ora si sposta su due fronti, quello fisico e quello astrale..... qualsiasi cosa Xenahort speri di fare, gli dimostreremo che la galassia non è il suo parco giochi.".

                                            ********

 

Il corpo di Kairi continuava a fluttuare dentro la vasca di stasi dov’ era stata sin da quando le forze di Malefica l’ avevano rapita e consegnata a Xenahort. Tutt’ ora, persino il coreaceo maestro del Keyblade era ignaro che per tutto quel tempo la giovane paladina aveva fatto un addestramento tutto suo nonostante inconscia.

 

“ Sembra che alla fine abbiano abboccato all’ amo. Sora non potrà fare altro che seguire le nostre richieste.”, affermò soddisfatto lo Skrull, la cui figura era completamente avvolta da un pesante mantello nero. Un uomo similmente vestito sedeva davanti a lui, la loro prigioniera che lambiva pigramente nel liquido di stasi.

 

“ Non sarà facile come credevamo però. Con Mulan, Ercole e Ventus al loro fianco avrebbero davvero una chance di trovare Topolino e compagni.”, dovette obbiettare il collega di Xenahort, guadagnandosi un grugnito da quest’ ultimo. Li avevano tenuti d' occhio sin da quando si erano infiltrati nel reame astrale, solo per perderli quando si erano divisi. Probabilmente avevano trovato un modo per nascondersi.

 

“ Raddoppiate i vostri sforzi nel trovarli prima di loro in quel caso. Non tollero fallimenti.”.

 

Nel frattempo Kairi, che aveva imparato a estendere i suoi sensi fino all’ esterno, aveva sentito tutto, e non gradiva molto restare in disparte.  La temperatura dell’ acqua crebbe, cominciando a premere anche contro il vetro in un tentativo di liberarsi.

 

‘ Sora…. è vivo. E sta venendo a prendermi assieme a Riku.’, pensò la ragazza con immenso sollievo. Un fuoco si accese nel suo cuore, abbastanza forte da svegliarla se i suoi misteriosi insegnanti non l’ avessero trattenuta.

 

‘ Il momento del tuo risveglio è prossimo, bambina mia. Ma dovremmo sfruttare a dovere quel poco tempo che ci rimane.’.


 

                                          **********

 

Han ‘ Indiana’ Solo era impegnato nel suo passatempo preferito che non includesse la compagnia della fidanzata Leila, sonnecchiare indisturbato nel ripostiglio del Millennium Falcon. L’ avventuriero indipendente era un Au- Ra dalla pelle abbronzata e la muscolatura ben costruita ma non eccessiva. Come tutti i suoi simili era molto simile agli umani, con la differenza delle importanti corna ricurve che svettavano dalle sue tempie e le chiazze a scaglie che apparivano sui suoi arti e in altre parti del corpo.

 

Il Cacciatore di tesori era l’ archetipo dell’ Avventuriero slegato da qualsiasi clan, desideroso solo di ricchezza e brividi, ribelle a qualsiasi autorità. Questo almeno fino a quando non aveva incrociato la strada della principessa degli Eclipse durante una missione. Si erano odiati a prima vista, e i loro successivi incontri non erano stati molto migliori, fino a quando durante un torneo non si picchiarono fino a sfinire quasi contemporaneamente.

 

Da allora i loro Midi- Chlorian erano stati in sincronia l’ uno per l’ altro, anche se doveva costantemente occuparsi di quel mostro iperprotettivo che era Vader. Se non perchè il Sith voleva assicurarsi che il futuro genero fosse capace di proteggere sia Leila che quanto avrebbero ereditato un giorno.

 

Il sonnellino di Han venne interrotto quando qualcosa lo prese per il piede, sollevandolo a testa in giù. Strabuzzando gli occhi vide che a tenerlo era un braccio scheletrico originato da un portale nero, a sua volta creato da un ragazzo molto pallido, dai capelli albini con ciocche nere e gli occhi color cremisi. Il principale mago e negromante della squadra, Polka.

Shinoyama Polka / Dead Mount Death Play - v1.0 | Stable Diffusion LoRA |  Civitai

“ Han, sei sveglio? Abbiamo ricevuto una chiamata da Luke.”

 

“ Uff, Polka, ma è proprio necessario?”, domandò il maestro di frusta, rivolgendo un ringhio seccato verso il giovane vampiro.

“ O questo o dovevo evocare una supernova per svegliarti.”, affermò questi sardonico, cominciando a dirigersi verso la sala comunicazioni, senza lasciar andare il proprio leader.

 

“ Per svegliarlo ti servirà comunque una qualche decina di queste.”, scherzò una voce femminile, che anticipò l’ arrivo di una giovane bambina simile a una rana umanoide dalla pelle rosa, che teneva in mano una fumante tazza di caffè. Si trattava di Polly Plantar, la più recente recluta del gruppo e fidato meccanico da circa due anni( un record tra tutti coloro che si erano uniti al Falcon per poi lasciare dopo qualche mese, La nave era abbastanza vecchia e tendeva a rompersi facilmente, ma era facile da riparare)

I WISH WE GOT TO SEE MORE OF OLDER POLLY SHE IS ADORABLE #amphibia #po... |  TikTok

“ Grazie, Polly. Avete una minima idea di cosa voglia Luke?”, domandò ancora assonnato il leader della squadra, che aveva preso con loro Luke quando il ragazzo aveva deciso di lasciare per qualche tempo il clan Eclipse. Pur non avendolo mai detto esplicitamente al futuro cognato, Han era certo che il Custode se ne fosse andato anche per cercare Obi- Wan, pur se non sapeva dire con quali intenzioni.

 

Finalmente carico di caffeina, l’ archeologo si diresse nella sala comunicazioni, dove lo attendevano gli ultimi due membri della squadra: il suo eterno compare e Mentore Chewbecca, assieme all’ elementalista Sandra, che i due avevano preso con sè quand’ era più che una bambina. Ora era però cresciuta in una bellissima giovane donna dai lunghi boccoli castani e un corpo atletico capace di maneggiare con eguale abilità sia le armi che il potere degli spiriti.

Sword of Mana (2003)

La galassia e la Forza stessa avevano una strana tendenza a far adottare bambini con del potenziale da chi sapeva come trasformarli in piccoli mostri. Hal attivò il sistema di comunicazione, ritrovandosi davanti l' immagine di Luke, che appariva estremamente serio, ben più di quanto Han l' avesse mai visto.

 

“ Guarda chi si rivede, il mio futuro cognato. Dunque, che posso fare per te? Aiutarti a salvare la principessa, sconfiggere un Esper incarnato, catturare una mandria di Spectrobe assetati di sangue?”, domandò sardonico il ladro, cercando di smorzare la chiara tensione.

 

“ Una missione di recupero, amico mio- rispose Luke con tono leggero, ma non per questo meno serio- Potrei finalmente aver scoperto dove si trova la persona che aprirà gli occhi a mio padre, ma non gli resta molto tempo…. zio Jar Jar ha bisogno di noi.”.

                                                                                                                  ************

Mi scuso per la prolungata assenza, sono stato impegnato con altri progetti e col servizio civile.

La razza di Han, gli Au- Ra, viene da Final Fantasy. Mi sembrava adatta per lui.

Polka è il protagonista di Death Mount Death Play, manga della Square.

Polly è una dei protagonisti di Anphibia.

Sandra è la protagonista di Sword Of Mana, gioco che massacrai sull' emulatore per GBA. Utilizzo il nome dei miei Walktrough

 


Per favore, inoltre, unitevi a me nell' augurare auguri di buon compleanno a Evil Ulquiorra, capo del gruppo Evil65 dove assieme ad altri autori scriviamo Battleground e altre fanfiction. Boss, quando leggerai, grazie per seguire le mie storie e soprattutto della tua pazienza quando ti mando dei pastrocchi da correggere, ancora auguroni.
 

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Capitolo 38
*** Odissea nella Forza ***


Sora aveva registrato poco e nulla dopo essere entrato nel varco. Ricordava Mando che si metteva al comando della Razor Crest, che viaggiava all’ interno di un tunnel multicolore, poi un flash…. e più niente.

 

Il giovane Custode del Keyblade si rialzò con immensa fatica, sentendosi come se si stesse allenando a una gravità cinquanta volte superiore alla norma( e sebbene si stesse già allenando da tempo con gravità modificate, mai a quel livello). Eppure, per qualche motivo si sentiva incredibilmente bene, ogni suo Midi- chlorian sembrava produrre abbastanza energia da far saltare in aria un sistema solare, e la Forza fluiva in lui come non mai.

 

“ Sora…. ti sei svegliato anche prima di me?”, chiese Ventus, alzandosi non senza sforzo e guardando il resto dei loro compagni ancora svenuti, alcuni dei quali borbottavano incerti.

 

“ Sì, dove siamo esattamente?”, chiese Sora avvicinandosi a un oblo, vedendo nient’ altro che un infinito miscuglio di nero, argento e altri più rari colori, con una manciata di Heartless o Nessuno che fluttuavano qua e là. Ventus in risposta evocò la sua arma, canalizzandovi il proprio potere.

 

“ Direi che siamo all’ interno del Lato chiaro della Forza, essendo quello che la mente di un mortale può comprendere più facilmente, almeno agli inizi, è normale che siamo arrivati sin qui. Ma per muoverci a dovere dovremmo dargli una forma fisica. Incrociamo i Keyblade.”.

 

Maestro e Padawan incrociarono le spade, che assunsero la stessa forma e cominciarono a emanare potente ondate di energia che sembrarono espandersi all’ infinito. Gradualmente, lo spazio attorno all’ astronave prese una forma più solida.

 

KH2 - The World That Never Was by JamieBayliss on DeviantArt

Lo spazio attorno alla Razor Crest cominciò a cambiare sotto l'influenza delle energie sprigionate dai Keyblade di Sora e Ventus. Le onde di energia emanate dalle armi si propagavano in tutte le direzioni, come onde su uno specchio d'acqua, e con ogni pulsazione, il vuoto si riempiva di luce e forma.

L'oscurità nera e argentea iniziò a ritirarsi, sostituita da un brillante bagliore argentato. Come se venisse plasmato direttamente dalla Forza stessa, un'immensa città cominciò a materializzarsi attorno all'astronave. Le torri scintillanti si alzavano verso l'infinito, riflettendo una luce pura e morbida, priva di ombre. Le strutture, eleganti e maestose, erano fatte di un materiale che sembrava una fusione tra cristallo e metallo liquido, che brillava e cambiava colore leggermente al passaggio delle onde energetiche.

Ponti sospesi e archi monumentali collegavano edifici fluttuanti, creando un'architettura che sfidava le leggi della fisica. Le strade, costituite da sottili fasce di luce, si snodavano attraverso la città in percorsi intricati ma armoniosi, mentre al loro interno fluttuavano figure eteree di innumerevoli Nessuno, riflessi dei pensieri più logici di ogni creatura senziente nella galassia.

Ai margini della città, un grande tempio argenteo dominava la vista, il suo design richiamando l’antica architettura Jedi ma con una bellezza ultraterrena. Era circondato da giardini sospesi che ondeggiavano delicatamente come se fossero mossi da una brezza invisibile.

L'intera città sembrava pulsare di vita, una manifestazione tangibile del Lato Chiaro della Forza, dove ogni edificio, ogni strada e ogni scintilla di luce sembravano essere in perfetta armonia con la Forza stessa.

 

" Off, non mi sentivo così da quando venni inghiottito da un' idra.....", commentò una voce dietro i due Jedi non appena ebbero concluso. Girandosi, videro i compagni che cominciavano a svegliarsi, Ercole stava già facendo dello stretching per riprendersi.

 

" Come vi sentite, ragazzi? Già pronti a cominciare il viaggio?".

 

" Neanche lontanamente- sbuffò Mando, prima di indicare fuori da un oblò- ma non credo che avremmo molta scelta.".

 

 I tredici occupanti della navicella guardarono verso l' esterno, notando subito un fitto sciame di creature d' ogni sorta: Nessuno, Heartless, Spectrobes e persino i Dream Eaters, le creature nate dai sogni o incubi di chiunque fosse connesso alla Forza.

 

" Xenahort non perde mai tempo, vedo.", sbuffò Ventus, evocando un' armatura e uscendo, sapendo che quello sarebbe stato solo il primo di lunghi scontri per trovare i loro amici.

 

                                                                                                                   *********

 

Mustafar | StarWars.com

 

 

Mustafar era considerato da molti avventurieri quanto si avvicinasse all’ inferno. Era un vecchio pianeta miniera, abbandonato da molti secoli, periodo in cui le condizioni degli schiavi in quell’ area erano ancora disastrose. E non a caso la Gilda dei Diafani l’ aveva usato per condurre alcuni dei loro esperimenti segreti.

Il Millennium Falcon, ora con Luke a bordo, sorvolò rapidamente la lunga distesa di vulcani e fiumi lavici, seguendo un debolissimo segnale di soccorso, bloccato per anni a causa di certi minerali ancora presenti nel suolo del pianeta. Finalmente la navetta si fermò dinnanzi al vulcano più alto e cupo, apparentemente in procinto di eruttare.

“ E’ questo il posto, Luke? Ricordami, come l’ avresti trovato?”, domandl Han, evitando gli occasionali zampilli di lava o proiettili di roccia fumante.

“ In una visione- rispose il biondo Custode, prima di ridere all’ espressione di Han- scherzo. Ho dovuto trovare il punto esatto in cui anni prima Obi- Wan e compagni hanno sganciato le loro capsule, poi fare migliaia di simulazioni al computer per trovare il punto esatto dell’ atterraggio. Ci ho messo quasi due anni, ma se troviamo Jar Jar vivo ne sarà valsa la pena.”

Il Millennium Falcon si portò direttamente sopra la bocca del cratere, prima di far scendere meticolosamente un lungo cavo cui erano attaccati Luke e Sandra, entrambi avvolti da un’ armatura potenziata con funzioni di sopravvivenza, fatta per proteggere il portatore in situazioni ben peggiori. Una volta vicini alla superficie della lava, i due cominciarono a scagliare incantesimi congelanti, creando una piccola base da cui partire.

“ Muovetevi di qualche metro verso sinistra e utilizzate una bolla di stasi.”.

I due obbedirono e presero un congegno che creò uno spazio vuoto nella lava, scendendo via via finchè non fu visibile una capsula bianca e blu, leggermente danneggiata da quasi due decenni trascorsi dentro il vulcano. All’ interno si vedeva la figura dormiente di un Gun Gan.

“ Ecco la capsula. E’ rimasta nella lava per quasi vent’ anni, ma è ormai vicina al punto di fusione.”.

“ E’ vivo, Sandra?”, chiese Luke, prima che la castana eseguisse uno scan sulla capsula.

“ Sì, ma corpo e Midi- Chlorian sono quasi inerti a causa degli anni di stasi. Gli ci vorrà qualche giorno per svegliarsi e almeno un mese per ritornare quello di un tempo.”.

“ Questo senza contare che abbiamo circa….. un’ ora e mezza prima dell’ eruzione, assumendo di non accelerarla senza volerlo.”.

Sandra evocò una coppia di Heartless volanti, che scesero nel tunnel di lava per prendere la capsula e portarla alla loro altezza.

Mentre Luke e Sandra continuavano a lavorare con estrema cautela, l'atmosfera intorno a loro era densa di tensione. Ogni movimento doveva essere preciso, calcolato, per evitare di innescare una catastrofe. I due Heartless volanti, creature evanescenti e spettrali, si avvicinarono alla capsula con movimenti fluidi e coordinati. Le loro ali sottili emettevano un lieve sibilo, mentre si avvolgevano attorno alla capsula, sollevandola lentamente dalla sua nicchia incandescente nella lava.

Luke osservava con attenzione, le mani pronte a lanciare un nuovo incantesimo in caso di emergenza. Sandra, da parte sua, manteneva lo scanner puntato sulla capsula, monitorando ogni minima variazione nei segni vitali di Jar Jar. Ogni tanto i loro sguardi si incrociavano, silenziosamente consapevoli del pericolo imminente.

La capsula veniva sollevata con lentezza, ma costanza, mentre i Heartless la trasportavano verso l'apertura del cratere. Il rumore della lava ribollente era assordante, e ogni tanto un getto di fumo o di cenere saliva verso di loro, creando ulteriori ostacoli. Luke lanciava piccole scariche di energia per dissipare i fumi più pericolosi, mentre Sandra regolava la traiettoria dei Heartless per evitare che finissero intrappolati in un getto di lava.

Poi, un improvviso tremore percorse il suolo sotto di loro, seguito da un suono profondo, quasi come un ringhio che proveniva dalle viscere della terra. Il vulcano cominciò a tremare violentemente, segno che l'eruzione stava accelerando. Le pareti del cratere iniziarono a emettere crepe incandescenti, e la lava sembrava ribollire con una furia crescente.

“ Dobbiamo sbrigarci!” gridò Luke sopra il rumore assordante, mentre la lava cominciava a schizzare con maggiore violenza, rendendo ogni movimento ancora più rischioso.

Sandra annuì, i suoi occhi concentrati sull'azione. << Portatela su, ora!>> ordinò agli Heartless, che con uno sforzo evidente aumentarono la velocità della loro ascesa.

Le scosse si fecero sempre più intense, e la temperatura aumentò rapidamente. Le armature potenziate di Luke e Sandra cominciarono a emettere un leggero sibilo, segno che stavano lavorando al massimo per mantenere i loro corpi protetti dal calore estremo.

Con un ultimo, potente tremore, il vulcano sembrò esplodere in un turbinio di fiamme e cenere. Il duo di avventurieri, sospesi a pochi metri sopra la lava, si scambiarono uno sguardo di intesa, sapendo che il tempo era ormai quasi scaduto. Gli Heartless raggiunsero finalmente la superficie con la capsula, e i due non persero un istante a tirarsi su, risalendo il cavo con la massima velocità possibile.

La bocca del cratere si illuminò di un rosso incandescente mentre la lava cominciava a salire rapidamente verso di loro.

<< Avanti!>> urlò Luke, mentre il Falcon iniziava a tirare su il cavo con una velocità vertiginosa.

Con un balzo finale, Luke e Sandra furono finalmente risucchiati all'interno della nave, appena in tempo per vedere la lava esplodere violentemente dal cratere, riempiendo l'aria di detriti incandescenti. Il Falcon sfrecciò verso l’alto, allontanandosi a tutta velocità dall’inferno in eruzione, mentre Luke si accasciava contro una parete, il respiro affannoso, ma con un sorriso di soddisfazione.

<< Ce l’abbiamo fatta...>> mormorò Sandra, mentre il Millennium Falcon si allontanava, portando con sé la preziosa capsula e il suo importante carico.

 

 

 

Un' ora dopo, non appena Sandra e Luke si furono fatti una necessaria doccia, la squadra di recupero aveva aperto la capsula e messo Jar Jar in una vasca di Bacta. Sebbene anche le capsule di stasi più anziane come quella in cui il Clown aveva riposato dovessero mantenere l' occupante in piena forma, era chiaro che così tanti anni trascorsi in un vulcano avevano avuto il suo effetto sul Gan Gan, le cui anfibie membra galleggiavano placidamente dentro il liquido rigenerante, ogni tanto lasciandosi andare a lievi tremori. Con un' eccezione.

“ Aniiiiii….”, sibilò il GunGan, prima di cominciare ad agitarsi contro i suoi stessi salvatori. A calmarlo fu un’ improvviso incantesimo di sonno, scagliato da poca distanza. Girandosi, Luke e compagni videro la figura ammantata di rosso di Diz, poggiato contro un corridoio del Falcon.

<< O…. Obi- Wan? Sei veramente tu?>>, chiese Han, che aveva lavorato in alcune occasioni col Sentiero nascosto per aiutare dei profughi e, così come i fratelli Skywalker, sapeva la verità su quanto successo( grazie a Leila ovviamente). Certo, incontrare comunque uno dei più grandi Maestri Jedi di tutti i tempi restava un’ esperienza mozzafiato, ognuno di loro a modo unico ed eccezionale. Obi- Wan scambiò brevemente uno sguardo con Luke, che già aveva incontrato poco dopo l' uscita del giovane spadaccino dagli Eclipse.

Dopo un primo incontro ragionevolmente brusco, l' anziano maestro Jedi gli rivelò la verità di quanto successo, e Luke aveva giurato di trovare finalmente delle prove concrete su quanto successo anni prima, durante la fallita purga degli Eclipse. Finalmente ci era riuscito.

" Dite ad Anakin che lo aspetterò su questo pianeta.", affermò semplicemente Diz, prima di sparire in una luce di teletrasporto. Polka sbuffò.

" Ma perchè voi Custodi del Keyblade dovete fare sempre i misteriosi?".

******

 

Era difficile contare il tempo all’ interno del subconscio collettivo dell’ intera galassia, ma stando ai calcoli di Sora doveva essere passata circa una settimana dal loro arrivo. Una settimana passata a massacrare infinite orde di Nessuno assieme agli occasionali Heartless e Dream Eaters.

Sebbene Mulan ed Ercole avrebbero potuto occuparsi di simili eserciti con relativa facilità, stavano comunque trattenendo le loro energie, consci che i loro veri nemici avrebbero agito al primo momenti in cui fossero stati troppo stanchi per difendere il resto del gruppo. L' aiuto di Darkwing Duck e Robopap era fondamentali, perchè grazie alla loro agilità potevano tranquillamente sistemare qualche ordigno in mezzo ai folti gruppi di nemici per distruggerne parecchi in soli istanti e senza sprecare energie. Purtroppo il fatto di non poter mai sapere che direzione prendere, anche con l' aiuto di Sora, significava che dovevano comunque limitare anche quelle armi.

“ Ma quanti sono, Kupò?!”, si lamentò Montblanc, lanciando una serie di granate contro dei Nessuno dall’ aspetto draconico, riducendoli ad atomi. Angela intanto stava suonando a più non posso per rafforzare i compagni, utilizzando la coda o le ali per liberarsi degli occasionali assalitori.

 

Senza che il gruppo lo sapesse, qualcuno stava osservando, una figura alta circa un metro e sessanta vestita come un monaco. Il combattente prese uno scudo e distese il braccio, puntando verso l’ orda di mostri e compiendo in una frazione di secondo innumerevoli calcoli prima di tirare.

"Yaaah-hoo-hoo-hoo-hooey!!!”, esclamò giulivo lasciando andare lo scudo, avvolto da un’ aura multicolore di energia della Forza. Come una cometa, l’ oggetto si abbattè sulle creature del Lato Chiaro, per poi rimbalzare all’ infinito tra un Nessuno e l’ altro sotto gli occhi sbarrati di Sora e compagni.

Quando rimase solo l’ ultimo mostruoso Nessuno, qualcosa lo attaccò dritto nel fianco con la forza di una meteora. Grogu attivò al massimo il visore del suo elmo per vedere chi o cosa fosse.

“ E’...... non ci credo!”.

Il Nessuno draconico venne bucato da parte a parte, e il responsabile volò fino ad atterrare sul tetto della Razor Crest, rivelandosi essere un familiare uomo cane il cui fisico era coperto con un completo da artista marziale, decorato con numerosi accessori protettivi. Teneva uno scudo in entrambe le mani, il fulcro delle sue tecniche di lotta e difesa( propria e altrui), ed emanava un' aura di puro candore, ma incredibilmente potente, un pugno pronto a stendere chiunque minacciasse gli innocenti.

“ Pippo, sei davvero tu?”, esclamò Robopap nel vedere l' amico, che sorrise con la sua tipica espressione ingenuotta, enfatizzata dal dentone.

“ Proprio io. Ditemi, come sta Max?”, domandò il monaco come se stesse chiedendo come fosse andata la partita di calcio del figlio. Fu Darkwing a rispondere.

“ Bene, anche se è preoccupato da morire, l’ abbiamo bloccato a malapena da venire qui insieme a noi. Ma che diavolo avevate in mente voi tre?!”, disse prima di dare un pugno avvolto di Forza allo stomaco di Pippo, che fece un paio di passi indietro senza però sentire troppo dolore. Prese dunque una bella boccata d' aria e spiegò.

“ Topolino aveva ricevuto una visione…. ha incontrato Aqua, che ha passato gli ultimi anni protetta nel palazzo di Shiva stessa. Ma Xenahort aveva riattivato il suo portale per viaggiare in questa dimensione e da sola non poteva fermarli. Abbiamo deciso di raggiungerla per aiutarla, dopo esserci assicurati ovviamente che Sora fosse per quanto possibile al sicuro….. pensavamo sarebbe bastato il potere di Topolino per orientarci qui, e invece siamo stati dispersi per quasi due anni.”

“ Paperino e Topolino dove sono invece?”, chiese Ercole preoccupato.

“ Ci siamo separati giorni fa dopo uno scontro con un enorme Heartless. Stavo tracciando il segnale dei loro Prizmod e sono incappato in voi.”.

“ Siete tre idioti, spero lo sappiate….”, fu l’ acre commento di Mulan. Sora fu tentato di concordare con la sua maestra di strategia, ma disse comunque la sua.

" Comunque, io vi sono davvero grato almeno per aver tentato di proteggermi e non avermi spedito allo sbaraglio nello spazio. Ora cerchiamo di porre fine il prima possibile a questa storia.".

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Capitolo 39
*** Fuoco e ghiaccio- prima parte ***


Il gruppo di spedizione mandato alla ricerca di Topolino e compagni, dopo settimane di viaggio, cominciava a mostrare i primi veri segni di stanchezza. Mando, con la sua armatura mandaloriana leggermente ammaccata dalle recenti battaglie, sedeva a braccia incrociate, il casco che rifletteva la luce intensa della città surreale in cui si trovavano. Accanto a lui, Darkwing Duck si agitava nervosamente nonostante i suoi tentativi di meditazione, la sua mantella viola sollevata da un vento immaginario. Il suo solito piglio sicuro sembrava averlo abbandonato, sostituito da una tensione palpabile, e anche gli altri membri del gruppo non erano in una situazione migliore, cercando un modo o l' altro di occupare l' attesa.

Ventus e Sora, ancora col Keyblade in mano, si fermarono un attimo, il respiro affannato dopo la sessione di meditazione. Ventus, con i suoi capelli biondi che spiccavano sotto il cielo luminoso e irreale, osservava gli altri con uno sguardo risoluto. Poi, con una voce sicura ma appena sussurrata, propose l’impensabile.

<< Potremmo evocare le Sorelle Magus. Loro saprebbero sicuramente come guidarci attraverso questo luogo, e la loro potenza potrebbe aiutarci a trovare Paperino.>>

La sua proposta cadde come un macigno nella discussione. Sora, il suo volto giovane segnato da preoccupazioni e responsabilità ben oltre la sua età, lo guardò incredulo, gli occhi spalancati. La mano che stringeva il Keyblade si irrigidì. Gli altri membri del gruppo, compresi Mando e Darkwing Duck, fissarono Ventus come se fosse impazzito.

<< Le Sorelle Magus?!>> esclamò Sora, incredulo. << Sai quanto è rischioso evocarle? Non abbiamo idea di cosa potrebbe succedere!>>

Goofy, di solito ottimista, sembrava titubante. Anche lui conosceva le storie di quegli Eidolon, tre entità della Forza così potenti da essere quasi inarrestabili, ma anche altrettanto imprevedibili. Anche tra i più abili incantatori, pochi avevano mostrato l' inventiva necessaria per guadagnarsi il loro rispetto o il puro potere necessario a tenerle a bada casomai cercassero di sfuggire al loro controllo. Certo, in virtù del suo legame col Collezionista, Sora avrebbe potuto chiamarle facilmente( almeno lì in quel luogo), ma ottenere le risposte in cui speravano era qualcosa di completamente diverso.

Ercole, la sua possente figura che emanava un’aura di sicurezza, scosse la testa con decisione. I suoi muscoli scolpiti erano tesi mentre si preparava a intervenire, il suo mantello rosso che ondeggiava leggermente.

 

<< Non possiamo correre un rischio del genere, Ventus,>> disse con un tono fermo ma comprensivo. << Lascia che provi io a evocare Atlante. Lui potrebbe sapere come orientarci qui, e il suo consiglio sarà prezioso.>>

<< Atlante è un Eidolon potente e saggio, in altre circostanze non esiterei ad affidarmi alla sua guida- disse il biondo Jedi- ma non è quello di cui abbiamo bisogno adesso. Ci serve qualcuno che conosca quasi alla perfezione le correnti della Forza, e che possa navigarle come noi nuoteremo in un lago. E poi abbiamo con noi l' unica creatura della Galassia cui probabilmente obbedirebbero, il Mastro di chiavi>>, concluse indicando Sora. Il castano deglutì, ancora incerto di quel piano, ma coscienzioso che il tempo era un lusso che nessuno di loro poteva permettersi al momento. Sotto lo sguardo preoccupato dei compagni alzò il Keyblade e cominciò a cantilenare, ricordando le preghiere che aveva studiato da piccolo pensando a quale Esper avrebbe chiesto un contratto.

 

<< Un legame che non conosce limiti, Pink Love! La sterminata libertà della magia, Rainbow Spell! Le scelte che ci aspettano a ogni passo, Scarlet Dilemma! Offritemi la vostra saggezza, Sorelle Magus!>>

 

Mentre le preghiere uscivano dalle sue labbra, una corrente magica avvolgeva il gruppo, come un vento invisibile che accarezzava le loro armature e vestiti. Il Keyblade cominciò a brillare, emettendo una luce sempre più intensa.

Attorno alla chiave si formarono tre sfere di energia fluttuante, ciascuna con un colore diverso e una presenza unica. La prima sfera era di un rosa tenue, la seconda di un arcobaleno vivace, e l'ultima di un rosso scarlatto, tutte pulsanti di vita. Lentamente, le sfere iniziarono a prendere forma, solidificandosi in tre figure femminili.

Sandy fu la prima a materializzarsi, emergendo dalla sfera rosa come una visione eterea. Alta e snella, con una figura slanciata e un’aura di calma profonda, aveva un viso bellissimo e pallido, i suoi occhi risplendevano di un'intelligenza acuta e penetrante. La sua armatura, intricata e leggera, ricordava una mantide religiosa, con eleganti appendici che si piegavano come quelle di un insetto predatore. Con un sorriso calmo, sollevò una mano, emanando un'energia che sembrava piegare il tempo attorno a lei. Sandy rappresentava la saggezza e il dominio sulla magia temporale, capace di rallentare o accelerare il tempo con un semplice gesto.

Cindy si formò dalla seconda sfera, la sua figura massiccia e robusta si stagliava contro la luce arcobaleno. Il suo viso florido era aperto e rassicurante, con una risata pronta a scoppiare da un momento all’altro. Indossava un’armatura ispirata a una coccinella, con grandi placche arrotondate e una protezione imponente. Cindy incarnava la determinazione e la magia bianca, la sua presenza irradiava forza protettiva e stabilità. Era il bastione del gruppo, pronta a guarire e difendere chiunque ne avesse bisogno con il potere curativo della magia.

Infine, Mindy emerse dalla terza sfera, la sua figura piccola e agile si materializzò come un fulmine scarlatto. Molto carina e apparentemente la più giovane delle tre, aveva un’armatura affusolata che sembrava una fusione tra una vespa, un’ape e un calabrone, con bordi affilati e dettagli dorati. I suoi occhi brillavano di coraggio e audacia, mentre dall’armatura scaturiva un’aura di magia nera, devastante ma controllata. Mindy era l’incarnazione del coraggio, pronta a lanciare incantesimi offensivi con una velocità e potenza impressionante, sempre con uno sguardo di sfida negli occhi.

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Il gruppo osservava le tre entità con rispetto e timore. Anche Ercole, che raramente si lasciava intimidire, sembrava consapevole del potere che avevano evocato. Sandy, Cindy e Mindy fissarono Sora, riconoscendo il suo ruolo come Mastro di Chiavi, l’unico in grado di richiamarle e guadagnare il loro rispetto.

<< Oh... ci siamo davvero riusciti>>, mormorò Sora, deglutendo nervosamente di fronte allo sfoggio di potere cui era testimone, persino Mulan ed Ercole misero mano alle armi per ogni evenienza. Le Sorelle Magus si erano materializzate, pronte a offrire la loro guida, ma il peso di quell'invocazione si faceva sentire chiaramente su di lui e sui suoi compagni.

Sandy avanzò di un passo, la sua voce eterea e profonda che si riverberava nell'aria come un sussurro antico. << Siamo qui, Mastro di Chiavi. Qual è il tuo desiderio?>>

 

Il ragazzo, cercando di mantenere la calma, si girò verso le Sorelle Magus, mentre l’aura magica ancora avvolgeva il suo Keyblade. Il gruppo lo osservava con una leggera apprensione, sperando che non dicesse la parola sbagliata al momento sbagliato.

<< Ok, Xenahort pianifica di...>>

Sandy, con il suo sguardo penetrante e un leggero sorriso enigmatico, lo interruppe con voce serena e pacata:
<< Usurpare il potere di Kingdom Hearts tutto per sé e governare il destino dell'intera galassia. Lo sappiamo.>>

Sora sospirò, cercando di non perdere la pazienza, e con una vena di frustrazione ribatté:
<< Lo so che lo sapete. Ora, gli unici che sanno come fermarlo sono...>>

Questa volta fu Cindy, con il suo tono rassicurante ma un po’ scherzoso, a interromperlo, sorridendo amichevolmente:
<< Topolino, Paperino e Pippo, dispersi nella Forza! Lo sappiamo.>>

Un nervo cominciò a pulsare sulla fronte di Sora, che si fermò un attimo, serrando le labbra per non sbottare. La sua voce si fece leggermente più tesa:
<< Lo so... che lo sapete. Ci serve quindi la loro posizione, e in fretta, perché abbiamo...>>

Prima che potesse finire, Mindy, la più giovane e audace delle tre, intervenne con un tono esuberante:
<< L'Organizzazione 13 alle calcagna insieme a orde di Heartless e Nessuno. Lo sappiamo!>>

A quel punto, la pazienza di Sora si esaurì del tutto. Con una vena visibilmente pulsante sulla fronte e uno stormo di Keyblade che cominciava a fluttuare minacciosamente intorno a lui, sbottò:
<< LO SO CHE LO SAPETE! Ho afferrato il concetto!!>>

Le tre sorelle insettoidi si guardarono tra loro, trattenendo un sorriso, chiaramente divertite dal suo sfogo. Probabilmente era stato il loro scopo sin dall' inizio e sebbene tennero la bocca chiusa, Sora fu certo di sentire tre risatine nella sua testa mentre faceva sparire i Keyblade.

Cindy aggiunse con un sorrisetto:
<< Non volevamo certo infastidirti, Sora.>>

Infine, Mindy, ridacchiando un po', concluse:
<< Volevamo solo assicurarci che fossi sulla nostra stessa lunghezza d'onda!>>

Sora, ancora frustrato, ma ormai rassegnato, si grattò la testa con un profondo sospiro, guardando le sorelle con un misto di irritazione e rispetto. D'altro canto egli stesso un' incarnazione del libero arbitrio, poteva rispettare un minimo di impertienza.

 

Sora fece un cenno a Pippo di avvicinarsi, e il monaco iniziò a spiegare gli avvenimenti che avevano separato lui, Paperino, e Topolino negli ultimi mesi. Raccontò dei pericoli affrontati, del caos scatenato nella Forza, e delle battaglie che avevano dovuto sostenere contro l'Organizzazione XIII e le sue creature oscure. Le Sorelle Magus ascoltarono con attenzione, ma non mancarono di fare qualche battutina tra di loro, con sorrisi complici che punzecchiavano bonariamente il Custode.

Quando Pippo finì, le Sorelle si allontanarono leggermente dal gruppo, ritirandosi in un angolo per discutere tra loro. Si scambiarono sguardi e parole silenziose, le loro espressioni di riflessione contrastavano con il loro solito atteggiamento spensierato. Dopo appena mezzo minuto, tornarono davanti al gruppo, con un’aura di solennità che catturò immediatamente l'attenzione di tutti.

Sandy fu la prima a parlare, la sua voce calma e intrisa di saggezza:
<< Due di coloro che cercate sono ancora da questo lato della Forza. Ombra Fredda e Tigre d'Acqua>> — si riferiva a Paperino e Aqua — << hanno trovato rifugio rispettivamente nel più cupo angolo della luce e nel palazzo di Shiva.>>

Sora annuì, già immaginando quanto difficili sarebbero state le prossime tappe del loro viaggio. Cindy prese la parola subito dopo, con il suo tono gentile ma fermo:
<< L'ultimo invece è perso tra le tenebre più nascoste, ma ancora resiste. Affidatevi alle stelle e al potere dei sogni per raggiungerlo.>> I suoi occhi si fissarono su Sora, un messaggio silenzioso di speranza, ma anche di sfida.

Infine, Mindy, con il suo consueto entusiasmo misto a cautela, aggiunse un avvertimento:
<< E state attenti a coloro che furono i più grandi del loro tempo. Il vostro nemico non ha esitato a richiamare a sé i più potenti tra coloro che un tempo brandivano il Keyblade per raggiungere i suoi scopi- disse misteriosa, prima di darsi  un colpetto sull' elmo da vespa- e dovessi sentirlo, dì, al Collezionista che venerdì sera tocca a lui portare gli snack.>>

Il gruppo si scambiò uno sguardo preoccupato, capendo la gravità delle parole di Mindy. Sora strinse il suo Keyblade con maggiore determinazione, conscio del pericolo imminente, ma pronto ad affrontare quello che li aspettava.

 

<< Buona fortuna! >>, esclamarono le Sorelle Magus all'unisono, mentre svanivano in piccole esplosioni di energia elementale, lasciando dietro di loro una leggera scia di scintille colorate. Il gruppo rimase in silenzio per qualche istante, meditando sulle parole criptiche delle tre entità.

Robopap, visibilmente perplesso, ruppe il silenzio:
<< L'angolo più cupo della luce? >>, si chiese ad alta voce, i suoi occhi metallici scrutando gli altri per una risposta.

Mulan, con le braccia incrociate e il volto pensieroso, rifletté per un momento:
<< Deve trattarsi di quelle aree dove i Nessuno possiedono un potere devastante, ben oltre ciò che abbiamo affrontato finora. È il solo modo in cui l’ombra e la luce possono coesistere in quella forma. >>

Pippo annuì lentamente, il suo solito sorriso pensieroso rimpiazzato da un'espressione più seria. Sora, invece, sembrava perso nei suoi pensieri, ripensando alle ultime battaglie e cercando di mettere insieme i pezzi del puzzle.

Angela, la sua coda che si agitava leggermente per l'ansia, prese parola con un tono deciso:
<< Per come siamo ora, non possiamo permetterci di avventurarci in un luogo così pericoloso senza mettere a rischio almeno uno di noi. Proporrei di andare prima a cercare Aqua al palazzo di Shiva. Certo, non sarà una passeggiata, ma... >>

La sua voce si spense, lasciando la frase in sospeso, mentre gli altri riflettevano sul da farsi.

 

<< Ok, abbiamo una direzione da seguire quindi?>>, chiese Ercole, guardando speranzoso verso il suo allievo e colpevolizzandosi per aumentare il peso sulle sue spalle.

 

Sora si passò una mano sulla fronte, isolandosi per un singolo istante mentre cercava di sintonizzare ogni sua fibra, ogni Midi-chlorian, con il mondo circostante. La confusione che fino a poco prima gli oscurava la mente sembrava dissolversi lentamente, come nebbia al sorgere del sole. Era fievole, quasi impercettibile, ma riusciva a percepire un sentiero, una traccia nascosta nel caos di quella strana dimensione. Il solo incontro con le Sorelle Magus sembrava aver schiarito i suoi pensieri, disegnando una cartina che, seppur attraverso innumerevoli ostacoli, li avrebbe condotti al gelido palazzo di Shiva.

Con rinnovata determinazione, Sora alzò il suo Keyblade verso l'orizzonte. Una sottile, luminosa scia di luce bianca si sprigionò dalla punta dell'arma, illuminando il cielo e tracciando una rotta chiara e sicura.

<< Lì... >>, disse con voce decisa, ma calma, << quella è la nostra strada. >>

La Razor Crest si sollevò lentamente da terra, seguendo la scia luminosa tracciata dal Keyblade di Sora, come un faro che guidava attraverso l'oscurità. L'equipaggio si preparava per affrontare il lungo e pericoloso viaggio, mentre un silenzioso senso di speranza si diffondeva tra di loro.

Ma a loro insaputa, nell'oscurità sopra di loro, una minaccia stava già prendendo forma. Un immenso Nessuno, dalle sembianze di un drago scheletrico, si librava nel cielo. Le sue ali striavano l'aria con sinistri movimenti, e i suoi occhi vuoti erano fissi sulla scia di luce. Sulla schiena del mostruoso Nessuno, Larxene sorrideva sadica, i suoi fulmini guizzando tra le dita, mentre altri due membri dell'Organizzazione XIII osservavano silenziosi, pronti a colpire.

Il loro inseguimento era appena iniziato.

 

is there a lore reason Xemnas has a dragon in KH2? Was that ever explained?  : r/KingdomHearts

                                                                                                                          *******

Darth Vader by thiennh2 on DeviantArt

Altrove, in una delle principali basi del clan Eclipse, l’atmosfera era stranamente più allegra del solito. Darth Vader, il potente Sith, si trovava in uno dei rari momenti di tranquillità. Aveva appena ricevuto una lettera di sfida da Della Duck, la sua rivale di lunga data per il titolo di miglior pilota della galassia. Era una gara spaziale che sarebbe partita da Coruscant fino a Dagobah, un lungo viaggio attraverso sciami di asteroidi, creature spaziali e altre pericolose meraviglie dell'universo.

Mentre lavorava sotto la sua astronave, aggiornandone il motore con le ultime migliorie, l’adrenalina scorreva nelle sue poche parti ancora organiche. Accanto a lui, R2-D2 lavorava in silenzio, pronto a supportare Vader durante la navigazione come fedele co-pilota.

Stranamente, oltre all'adrenalina della competizione, Vader avvertiva anche una rara sensazione di pace. Le ombre che sempre attanagliavano la Via Lattea erano ancora in agguato, con figure come Malefica e altri misteriosi nemici intenti a tramare piani oscuri. Eppure, per la prima volta da tanto tempo, si permetteva di godersi un piccolo piacere che non gustava da anni: una sfida emozionante, senza esclusione di colpi, contro un avversario che rispettava.

Vader fece un profondo respiro, mentre stringeva una delle chiavi inglesi con la mano guantata e rifiniva gli ultimi dettagli tecnici. Il rombo del motore aggiornato gli diede un senso di appagamento, quasi come se il suo vecchio sé, il leggendario Anakin Skywalker, fosse per un momento tornato in superficie.

<< Questa volta non mi batterai, Della...>>, mormorò sottovoce, un leggero sorriso dietro la maschera, pronto per l’epica sfida che lo attendeva.

 

<< Signore- lo interruppe una voce femminile che riconobbe come quella di uno dei suoi Inquisitori- ci sono i suoi figli nell' Hangar principale, assieme alla ciurma del Falcon e.... Una sua vecchia conoscenza.>>

<< Una vecchia conoscenza? Di chi si tratta?>>, chiese il Custode del Keyblade , scivolando da sotto la nave e alzandosi con l' aiuto del sempre fidato R2, che gli passò anche un panno per pulirsi dall' olio di motore.

<< ...... È meglio che veda coi suoi occhi, o pensarebbe che la sto prendendo in giro.>>

Anakin sbuffò e si incamminò attraverso i corridoi dello Star Destroyer. I membri del Clan erano indaffarati come sempre, parlando animatamente delle ultime missioni, trasportando merci e materiale sperimentale, o appartandosi in un angolo per spuntini fuori dalla pausa pranzo e persino piccole pomiciate.  Vader venne interrotto più volte lungo la strada per piccoli saluti o discutere alcune pratiche.

 

Finalmente arrivò all’hangar principale. Di fronte a lui, il leggendario Millennium Falcon riposava, con i motori spenti ma ancora caldi. La nave si stagliava imponente tra le altre, le sue inconfondibili linee grigie quasi rilassanti per il vecchio pilota.

Ad attenderlo, proprio davanti al Falcon, c’erano Luke, Leia, e Han Solo. Il trio lo salutò con rispetto, e Anakin rispose con un breve cenno del capo, mantenendo la sua consueta compostezza. Tuttavia, percepiva un’energia strana, una vibrazione familiare nell’aria.

Luke fece un passo avanti. << Padre, c’è qualcuno che vuole vederti.>>

Leia e Han si scostarono, aprendo uno spazio vuoto tra loro e la rampa del Falcon. Dalla porta della nave, una figura familiare emerse correndo, e prima che Anakin potesse realizzare completamente cosa stava succedendo, si ritrovò travolto da una valanga di energia: Jar Jar Binks gli era saltato addosso, ridendo e facendo un sacco di feste, proprio come ai vecchi tempi.

<<  Ani!!! Misa non crede ai miei occhi! Misa così felice di vederti, ooooh!!>>, esclamava il Gungan con il suo solito entusiasmo, abbracciando Anakin come se non fosse passato un solo giorno dall’ultima volta che si erano visti.

Anakin, per un attimo, rimase completamente spiazzato. Le braccia del Gungan gli cingevano il torso con una forza sorprendente, e persino R2-D2, accanto a lui, emise una serie di bip confusi. Jar Jar si girò subito anche verso l’astrodroide, accarezzandolo affettuosamente sulla cupola metallica.

<< Oh, R2, vecchio amico! Misa ricordava quanto eri coraggioso!>>

Anakin non riuscì a trattenere un leggero sorriso dietro la maschera, quasi incredulo per quella scena surreale. <<  Jar Jar… non avrei mai pensato di rivederti qui.>>

Jar Jar, ridacchiando e saltellando felice, non smise di abbracciare prima Anakin e poi R2, totalmente ignaro del peso e delle tensioni che li circondavano. Leila guardò intenerita la scena, mentre Luke e Han si permisero una lieve risata.

<<  E' valsa la pena sopportare tutti quei guai.>>, commentò il biondo Custode, mentre suo padre si rivolgeva nuovamente al vecchio amico.

 

<< Jar Jar, ti credevo morto, ma come....?>>, cominciò il Sith, al che il Clown( la Classe di Jar Jar), si bloccò.

<< Il giorno in cui avvenne il massacro degli Eclipse..... io e Windu avevamo seguito Obi- Wan su Dagobah. Lì ricevemmo visita da nientemeno che lo spirito di Qui- Gon.>>

Un' esplosione di pura Forza sconvolse l' Hangar, scagliando via molti degli occupanti a parte Jar Jar, la squadra del Falcon e alcuni degli Eclipse più forti. L' aria attorno a Vader cominciò a ribollire, e anche i circuiti che lo mantenevano stabile vennero sottoposti a uno stress incredibile.

<< Obi- Wan ci tradì tutti.... e anche Windu, che ho ucciso quando attaccò il Maestro Xenahort..... se eri davvero con lui quel giorno..... cosa mi fa pensare che non fossi nel piano, per quanto il pensiero mi ripugna?>>

Jar Jar, imperturbabile anche di fronte alla notizia della morte del fidato partner( si riferisce a Windu), prese una delle mani cibernetiche di Anakin, e la mise sulla sua fronte.

<< Entra nella mia mente e osserva la scena coi tuoi occhi. So che saprai distinguere la verità.>>

 

Anakin esitò, il peso delle sue esperienze passate gravava sulla sua coscienza. <<  Le ultime volte che ho usato questi poteri sulla mente di qualcuno… ho quasi fritto loro il cervello.>> La sua voce era grave, carica del terrore di ripetere un errore.

Ma Jar Jar scosse la testa con decisione, mantenendo la mano di Anakin sulla sua fronte. << Sopporterò, Ani. Lo farò se questo significa mostrarti ciò che è accaduto davvero.>>

Anakin sentì la determinazione di Jar Jar e, contro ogni sua titubanza, chiuse gli occhi, concentrandosi. Utilizzò i suoi poteri della Forza per penetrare nella mente del Gungan, immergendosi profondamente nei ricordi nascosti. All’improvviso, si ritrovò trasportato indietro di quindici anni.

Era su Dagobah, la nebbia densa e il manto oscuro della giungla gli davano una sensazione opprimente. Jar Jar, Windu e Obi-Wan erano lì, circondati dall’energia pulsante della Forza. E poi, dal nulla, una presenza luminosa si materializzò davanti a loro: lo spirito di Qui-Gon Jinn.

Qui-Gon, con il suo consueto volto calmo e sereno, parlava con loro. << Xehanort sta utilizzando altri Custodi del Keyblade per esperimenti. Il suo scopo è più oscuro di quanto possiate immaginare.>> Le sue parole sembravano pesare su tutti i presenti. Obi-Wan era lì, silenzioso e attento, ma un’ombra si aggirava attorno a lui.

Anakin osservò la scena, tentando di cogliere ogni dettaglio. E poi, all’improvviso, Qui-Gon si girò direttamente verso di lui, come se avesse sempre saputo che Anakin stava guardando.

<< Anakin… so che mi senti. Questi eventi sono solo l’inizio. Le scelte che farai definiranno il destino della galassia. Sii forte, e non cadere preda dell' abisso che si annida in te. Non come ha fatto Xehanort.>>

<< M..... Maestro Qui- Gon, siete veramente voi?>>, domandò stupefatto il Sith, avvicinandosi all' uomo che gli aveva permesso quasi trent' anni prima di diventare un' avventuriero, e che gli stava rivolgendo ora un gentile sorriso.

 

<< Sì, ragazzo mio. Quando anni fa i crimini del nostro Capoclan andarono troppo oltre, il mio spirito si rimise in contatto col piano materiale per avvertirvi- affermò un mesto Qui- Gon, sedendosi su una vicina roccia- all' inizio cercai di parlare a te nei tuoi sogni. Ma il tuo patrono, la Verità, me lo impedì.>>

 

<< La prossima volta che incontrerò quell' ammasso vivente di energia, avremo due parole a riguardo.>>, sibilò furioso Anakin, cui l' entità non aveva detto niente a riguardo durante il loro ultimo incontro. Certo, se all' epoca avesse saputo del tradimento di Xenahort verso i suoi stessi sottoposti, non avrebbe certo bloccato Windu dall' ucciderlo.

 

<< Egli agiva seguendo un piano scritto in un luogo che va ben oltre la nostra comprensione, un piano che aveva bisogno tu sviluppassi determinate qualità per assicurare il futuro della via lattea- sospirò l' altro- ma volessi dargli un ceffone, lo riterrò più che meritato. Comunque, non potendo contattare te mi rivolsi ovviamente a Obi- Wan, che dopo la scena cui hai appena assistito, cercò subito di tornare da voi per avvertirvi. Ma anche stavolta il suo cammino venne dirotto, e purtroppo i sicari di Xenahort lo accusarono della morte dei tuoi genitori.>>

 

<< Dei- mormorò Anakin, cadendo in ginocchio- siamo stati usati, dal primo all' ultimo. Windu, che cosa ho fatto?>>, domandò disperato rivolgendosi al vecchio amico, che proprio come Qui- Gon sembrò prendere coscienza della situazione.

 

<< Tranquillo, piccolo cazzone- rise il defunto Jedi, dando un pugno sulla spalla del suo vecchio compagno di clan- se i nostri ruoli fossero stati invertiti e ti avessi visto alzare il Keyblade contro il nostro capoclan, sta pur certo che avrei agito allo stesso modo. Considerati perdonato.>>

 

 

<< Cosa devo fare? E' reale tutto questo?>>, non potè che chiedere il Custode, timoroso che fosse un altro inganno.

 

<< Hai una scelta, ragazzo mio.... no, Signore degli Eclipse, il bambino che incontrai un tempo su Tatooine è ormai un uomo capace di decidere per sè- disse Qui-Gon, alzando una mano verso le stelle sopra di loro- puoi decidere se continuare a seguire la strada che hai scelto, e che io non considero erronea nonostante tutto, o affidarti nuovamente a coloro che consideravi amici e proteggere la libertà dell' intera galassia da chi vorrebbe piegarla al proprio volere.>>

 

<< Soprattutto, decidere se salvare un amico in pericolo. E so bene che il mio amato non avrebbe mai abbandonato un compagno nei guai.>>, disse una familiare voce femminile dietro Anakin, che voltandosi vide l' eterea figura della stessa Padmè. La sua vecchia compagna di vite e di innumerevoli scontri appariva bellissima e fiera come lo era stata in vita, avvolta in una semplice veste color acquamarina con alcuni monili che lo stesso Anakin le aveva donato durante i loro anni insieme. 

 

<< Padmè..... amore mio. A chi ti stai riferendo?>>, disse il Sith inchinandosi davanti a lei e sentendo il suo dolce tocco sulla propria maschera.

 

<< Terra- rispose la bella ex regina di Naboo con tono grave-  Arrivò molto vicino a uccidere Xehanort, ma il nostro vecchio capo conosceva molti trucchi. Uno di essi gli ha consentito di impadronirsi del suo corpo e sfuggire al buco nero che distrusse la nostra vecchia base. Da allora Terra lotta senza sosta per riappropriarsi delle proprie membra.... solo tu e Sora potete restituirgli la libertà.>>

 

Anakin fissava il volto di Padmé, il cuore stretto in un turbinio di emozioni. << Cosa devo fare? >> chiese ancora, cercando una direzione, una guida in quell'incredibile rivelazione.

Padmé lo osservò con dolcezza e una forza silenziosa. << Cerca Obi-Wan su Mustafar. >> disse con fermezza, i suoi occhi tradendo una profonda comprensione. << In questi anni, ha fatto del suo meglio per trovare prove della sua innocenza e per eliminare le minacce nascoste al nostro Clan. La Galassia ha bisogno che voi due combattiate di nuovo fianco a fianco. >>

Anakin sentì un nodo stringersi in gola al nome del suo vecchio maestro, la tensione tra loro era ancora viva. Ma qualcosa nella voce di Padmé—quella fiducia, quella speranza—riaccese una scintilla nel suo cuore.

<< E aiuta Sora, >> continuò Padmé, con un accenno di sorriso. << L’avrai già capito, ma il legame tra voi è necessario per l’evoluzione che presto sconvolgerà tutto il nostro mondo. Il destino del nostro universo potrebbe dipendere da voi. >>

Le parole risuonarono dentro Anakin con un peso che non poteva ignorare. Sapeva che la scelta di allearsi nuovamente con Obi-Wan e aiutare Sora avrebbe potuto cambiare tutto, ma quella decisione doveva essere sua.

 

 

                                                                                                                              ********

 

La Razor Crest sfrecciava attraverso il vuoto siderale, avvicinandosi a una distesa gelida che sembrava sfidare ogni legge della fisica. Davanti a loro si apriva un immenso labirinto, formato da gigantesche lastre di ghiaccio fluttuanti, affilate come rasoi, che si muovevano senza sosta in una danza inquietante. Colossali frammenti rotanti si intrecciavano e separavano, creando passaggi che apparivano e sparivano in un attimo, come se fossero guidati da una volontà propria. Ogni pezzo del labirinto emanava un freddo intenso, tanto che anche attraverso i sensori della nave era percepibile.

Dentro la cabina di comando, Mando osservava con attenzione il mostruoso ostacolo che si stagliava davanti a loro. <> mormorò, le mani salde sui comandi mentre la nave si avvicinava ai primi segmenti mobili del labirinto. Ventus, Sora, e gli altri membri del gruppo si riunirono dietro di lui, osservando la struttura con espressioni preoccupate.

<< È l'ultimo ostacolo prima del palazzo di Shiva,>> disse Mando con tono deciso, interrompendo il silenzio che gravava sulla cabina. << Dovremo dividerci per attraversarlo. Ma non preoccupatevi.>> Con un rapido gesto, Mando premette un pulsante sul pannello dei comandi, gesto che ebbe risposta da piccoli bagliori provenienti dai Prizmod di ciascuno.

<< Ho attivato il sistema di teletrasporto nei vostri Prizmod,>> spiegò Mando. << Se vi perdete o vi trovate in difficoltà, potete tornare immediatamente alla Razor Crest e ricominciare da capo. Non avremo infinite possibilità, ma almeno non resterete bloccati qui.>>

Sora fissava il groviglio di ghiaccio con una fitta di timore, ma l'idea di poter contare su un piano di emergenza lo rassicurava. << D'accordo, ci separiamo e ci vediamo dall'altra parte,>> disse con un tono deciso. Ercole gli diede una pacca sulla spalla, annuendo in segno di incoraggiamento.

Uno a uno, i membri del gruppo si prepararono per l’imminente traversata, le figure inghiottite dal labirinto ghiacciato che si muoveva senza sosta, rendendo ogni passo un rischio e ogni decisione un enigma.

 

Sora avanzava con cautela attraverso il tortuoso labirinto di ghiaccio, i suoi occhi sempre vigili sui blocchi di ghiaccio che si muovevano intorno a loro come enormi ingranaggi di una macchina invisibile. Al suo fianco, Robopap, Darwing Duck e Angela procedevano con altrettanta attenzione, ciascuno di loro pronto a reagire ai pericoli che si presentavano lungo il cammino. Le superfici erano scivolose, e più di una volta qualcuno di loro aveva perso l'equilibrio, rischiando di cadere in profondi crepacci che si aprivano all'improvviso tra i blocchi di ghiaccio.

<< Questo posto è un vero incubo...>>, borbottò Darwing Duck, evitando per un soffio una lastra ghiacciata che si era mossa all'improvviso. << Giuro che se vedo un altro Nessuno sbucare da uno di quei angoli...>>

<< Non possiamo permetterci di fermarci,>> disse Angela, stringendo il suo liuto magico. Le sue dita si muovevano veloci sulle corde, producendo una dolce melodia che avrebbe dovuto calmare i loro nervi e lenire le ferite. Ma nonostante la sua musica, l'ansia di Sora cresceva. Ogni passo sembrava più pesante, e quella sensazione di essere osservato lo seguiva ovunque andasse.

<< Non è solo Shiva...>>, mormorò tra sé, voltandosi a guardare l'orizzonte freddo e vuoto. Le sue mani strinsero con più forza il Keyblade, mentre i suoi occhi cercavano inutilmente l'origine di quella presenza. << Qualcuno ci sta seguendo, lo sento...>>

Robopap emise un suono metallico di disapprovazione. << Spero che tu ti stia sbagliando, ragazzo, abbiamo già abbastanza guai senza aggiungere altri ospiti indesiderati.>>

Ma Sora non poteva fare a meno di sentire quell'energia oscura, sottile ma insistente. Qualcuno li stava spiando, nascondendosi tra le ombre del labirinto ghiacciato.

<< Questo è l' ultimo segno che abbiamo lasciato- disse Darwing Duck una volta raggiunto un' incrocio che poco prima li aveva portati a un vicolo cieco- direi di procedere dall' altra parte adesso.>>

 

<< Per fortuna i corridoi si muovono in pattern stabili- commentò il suo partner- credo di aver cominciato a stabilire una rotta precisa coi dati inviati dagli altri. Abbiamo bisogno solo di qualche altro tentativo e.....>> Il ragionamento di Robopap venne interrotto da un improvviso segnale proveniente dai suoi circuiti. Lo scienziato si mise davanti a Sora ed evocò una coppia di scudi energetici, parando una potente onda d' urto che quasi devastò una gran parte della struttura. L' intero gruppo venne spedito indietro di alcuni metri, mentre davanti a loro apparve una figura incappucciata armata di falce, che Sora riconobbe come il Cambio Forma di un Keyblade.

 

<< Sora, ti consiglio di arrenderti e venire con me spontaneamente. Altrimenti non potrò garantire la sicurezza della tua amica Kairi.>>, disse la figura con voce femminile, togliendosi il cappuccio per rivelare un delicato volto sulla trentina, con lunghi capelli color cenere raccolti in due codine e splendidi occhi color giada. Ovviamente, il gruppo di avventurieri non ci mise molto a puntarle addosso le armi.

Awesome maka albarn fanart - Maka Albarn#758483 | Soul eater, Soul and  maka, Anime images

<< Credo la situazione sia invertita. Consegnatemi subito Kairi, o Xehnaort avrà un uomo..... una donna, in meno. Il tuo nome a proposito?>>

 

<< Maka Albarn, dall' epoca dell' Alta Repubblica. Sai, conoscevo colui che utilizzava la Catena Regale prima di te, Darth Malak.>>

 

Robopap, con i suoi scudi energetici ancora brillanti, si posizionò saldamente tra Sora e Maka, facendo una rapida analisi della situazione. << Qualunque siano le tue intenzioni, Albarn, le probabilità non sono dalla tua parte.>>

Darwing Duck si mise in posizione di combattimento, la sua espressione seria mentre stringeva il suo blaster. << E anche se lo fossero, non ti lasceremmo portare via Sora senza lottare.>>

Angela, che ancora teneva il suo liuto, cominciò a suonare una melodia più aggressiva, caricando le energie magiche attorno a sé e al gruppo. << Non avrai la meglio su di noi, chiunque tu sia.>>

Maka sorrise, apparentemente divertita dall'atteggiamento minaccioso del gruppo. << Oh, credetemi, non ho alcun interesse personale. È solo un lavoro. Ma sarebbe un peccato se qualcosa di brutto accadesse a Kairi solo perché siete troppo testardi per arrendervi.>>

Sora serrò i denti, il nome di Darth Malal echeggiando nella sua mente. La sua presa sul Keyblade si fece più forte, ma la menzione del precedente Custode della Catena Regale lo turbava. << Conoscevi Malak? Perché stai combattendo per Xehanort? Cosa ti ha promesso?>>

La donna sospirò, come se fosse stanca delle solite domande. <>

Sora fece un passo avanti, puntando il Keyblade verso di lei. << Non lascerò che tu faccia del male a Kairi, e non ti seguirò. Affronteremo tutti voi mentecatti e vi sconfiggeremo.>>

<< Dagli addosso, Duck.>>, disse Darkwing scrocchiando il collo e partendo subito all' attacco con una coppia di pistole, da cui sparò raffiche di proiettili infusi di energia elementale. Maka ruotò abilmente la sua falce bloccandoli senza problemi per poi provare un contrattacco, ma il supereroe si rivelò troppo sfuggente, schivando ogni movimento dell' arma per poi rispondere con semplici ma efficaci mosse di arti marziali e dando tempo a Robopap di preparare uno stormo di droni.

 

<< Vuoi davvero provare a prendermi? Non hai idea con chi hai a che fare!>>, esclamò Darkwing Duck, con un sorriso audace. Saltò in aria, scomparendo brevemente nelle ombre per poi riapparire alle spalle di Maka con un calcio ben piazzato che la costrinse a deviare il colpo con la falce.

Nel frattempo, Robopap si era posizionato strategicamente dietro, facendo uscire uno stormo di droni dalle sue armature. I piccoli dispositivi fluttuavano attorno a Maka, cercando di colpirla da ogni angolazione con scariche di energia. Maka, senza perdere la concentrazione, si muoveva con una grazia fluida, tagliando e schivando ogni attacco dei droni.

<< Non male, davvero. Ma non sarà abbastanza per fermarmi.>>, disse Maka, mentre con un potente colpo della sua falce fece esplodere diversi droni in una fiammata luminosa.

Robopap non si scompose e continuò a inviare comandi ai droni rimasti, aumentando la pressione. << Prova a fermarci, non abbiamo paura di te.>>

Mentre il combattimento infuriava, Sora e Angela restavano leggermente indietro, con la ragazza che suonava una melodia per rafforzare il gruppo. Sora, con il Keyblade pronto, osservava ogni mossa, cercando il momento giusto per intervenire.

Ma improvvisamente, Sora sentì un improvviso pizzico dietro al collo. Abbassò lo sguardo solo per vedere un ago scintillante di energia elettrica infilarsi nella sua pelle. Un lampo di dolore attraversò il suo corpo, e prima che potesse reagire, le sue gambe cedettero. Il Keyblade scivolò dalla sua mano, e Sora crollò a terra privo di sensi.

Angela urlò il suo nome, ma prima che potesse raggiungerlo, una risata maligna riempì l'aria. Da dietro una colonna di ghiaccio emerse Larxene, con un sorriso sardonico sulle labbra e scintille elettriche che danzavano tra le sue dita. << Sembra che abbiate abbassato la guardia, ragazzi. Ora Sora viene con me.>>

Con una mossa fulminea, Larxene afferrò Sora per il braccio e, senza sforzo, lo sollevò, pronta a portarlo via.

 

Angela strinse le sue zanne, orgoglio di ogni Gargoyle degno di questo nome, e i suoi occhi divennero globi cerulei come spesso accadeva ai propri simili quando sopraffatti dalla collera. La musicista agitò rabbiosamente le corde della propria chitarra, scagliando contro Larxene continue onde sonore, volte a indebolirla con ogni tipo di status negativi. La bionda Ninja però schivò gli incantesimi musicali Senza particolare difficoltà, e anche quando Angela modulò l' attacco per colpire da ogni direzione, la rapitrice creò molteplici copie illusorie per poi portarsi alle sue spalle.

 

<< Voi Gargoyle siete tanto potenti quanto abili, ma avete la pessima abitudine di essere facilmente sopraffatti dalla collera se qualcuno sa quali bottoni premere.... Per mia immensa fortuna.>>, disse sadica la donna, caricando di energia una mano per poi mirare alla spina dorsale della mora, un colpo che avrebbe dovuto tramortirla all' istante. Per fortuna, un gancio apparve improvvisamente avvolgendosi attorno al polso di Larxene, tirandola via per diversi metri e liberando anche Sora.

<< GET OVER HERE!>>
 Larxene sbatté su una dura superficie di ghiaccio e, guardando davanti a sé, vide un familiare papero umanoide vestito con un kimono nero e armato di pistola, da cui proveniva il gancio che l' aveva trascinata fin lí. Una bandana arancione gli copriva gli occhi, ma poteva benissimo intravedere la rabbia che li colmava.

 

<< Paperino...>>, sibilò la donna, rialzandosi ed evocando il suo Keyblade sottoforma di uno stormo di Kunai. Il leggendario avventuriero invece mise da parte la pistola ed evocò dal Prizmod un bastone, avvolgendone le estremità allo stesso tempo con fiamme ed energia congelate.

 

<< Io sono Ombra Fredda.... È tempo di decidere chi è il miglior Shinobi di quest' era!>>

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Dedico questo capitolo al recentemente defunto James Earl Jones. Grazie per averci dato una delle voci più iconiche della storia della fantascienza per uno dei villain più tragici di sempre. Posso solo sperare, con lo scontro che avverrà nel prossimo capitolo( potete immaginarvi quale) di rendere giustizia a lui e a tutti coloro che hanno contribuito a dare vita al nostro Sith preferito.

 
Scusatemi per l' eccessiva attesa, le altre storie e il servizio civile hanno continuato a mettersi in mezzo. Restate sintonizzati.

Maka Albarn è una dei protagonisti di Soul Eater.
Le Sorelle Magus sono un' evocazione semi ricorrente nei vari Final Fantasy. Come sopra, qui simbolizzano le tre principali scuole di magia. Sora ha potute chiamarle perchè si trova nella Forza e perchè sono abbastanza vicine ai principi che lui e il Collezionista rappresentano, ma non potrebbe richiamarle nel mondo materiale.
L' aspetto e il soprannome di Paperino viene da uno dei più vecchi e famosi platform della Disney, Maui Mallard In Cold Shadow( dipendentemente dalla versione e dalla traduzione, Paperino in Cold Shadow). Non potevo non citarlo.

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Capitolo 40
*** Fuoco e ghiaccio- seconda parte ***


                                   ( Mortal Kombat)

 

Maui by Black-Namer on DeviantArt

Mentre Paperino ingaggiava Larxene, l' ultimo suo complice, sempre a cavallo del Nessuno formato Drago, aveva attaccato Mulan, Mando, ed Ercole( Riku e Ventus erano invece alla Razor Crest, impegnati a difenderla da un' armata di creature della Forza). I tre avventurieri saltavano da una parte all' altra del labirinto mobile, schivando le scariche d' energia sputate dal drago e le numerose lance scagliate dal suo cavaliere, che sembravano riapparirgli in mano di continuo.

<< Mi aspettavo di meglio da colui che è ritenuto il più grande Gladiatore di quest' era. Smettila di scappare e attacca, Ercole!>>, esclamò il lanciere incappucciato, rinchiudendo il guerriero in una gabbia di lance che incanalarono quindi potenti fiotti di energia, fino a trasformare la prigione in un piccolo sole. Ercole gridò dal dolore, ma non di meno riuscì a liberarsi semplicemente flettendo i muscoli e incanalando la Forza per generare un' onda d' urto a trecentosessanta gradi.

<< Solo lo sciocco e l' indegno attaccano senza pensare. Il vero guerriero sa quando analizzare l' avversario.... o attirare la sua attenzione.>>, disse con un lieve ghigno mentre da pareti opposte del labirinto Mulan e Mando tiravano fuori le rispettive spade, lanciandosi all' unisono contro il collo del drago. Disegnando dietro di sè linee rispettivamente di fuoco e oscurità, tranciarono di netto la testa della creatura per poi atterrare davanti al compagno.

La vittoria fu però brevemente vissuta, perchè in breve il collo del mostro ricrebbe, con l' aggiunta inoltre di altre due teste che ruggirono verso gli avversari del suo padrone.

<< Teste multiple..... ovviamente....>>, si lamentò Ercole, che nei suoi primi periodi come avventuriero aveva incontrato Spectrobe policefali come se piovessero. Scrocchiando il collo e avvolgendosi con un' aura color terra, tornò all' attacco.

Nel frattempo Paperino, o Ombra Fredda, e Larxene stavano combattendo a velocità praticamente impercettibili per i comuni avventurieri. La bionda ninja si muoveva avvolta da scariche elettriche bluastre, continuando a riconfigurare i suoi aghi in formazioni sempre più fantasiose e imprevedibili per non lasciare il minimo angolo di fuga all' avversario.

Ciònonostante Paperino continuava a difendersi abilmente, agitando il suo fidato bastone o saltando all' ultimo momento, completamente in simbiosi con la Forza attorno a loro.

<< Idroga!>>, esclamò a un certo puntò quando fu abbastanza vicino alla rivale per scagliarle una sfera d' acqua compressa ad altissima pressione dritta nello stomaco. Larxene si ritrovò spinta all' indietro, con una potenza sufficiente a scavare fino al nucleo di un pianeta, ma riuscì a rimettersi in piedi con un semplice rivolo di sangue alle labbra mentre attorno a loro sembrava piovere.

<< Tutto qui da uno dei migliori incantatori della galassia? Ti sei solo reso più vulnerabile ai miei attacchi!>>, risse confidente, avvolgendo le dita con piccoli fulmini

 

<< Vero..... peccato tu non abbia difesa contro questo. Rompighiaccio!>>, ribattè lo shinobi, prima di svanire all' improvviso. Prima che Larxene se ne accorse venne colpita al fianco con forza devastante, perdendo quasi l' equilibro. Riuscì a bloccare il successivo attacco, proveniente dalla parte opposta, ma così facendo il suo braccio venne praticamente congelato, cosa ulteriormente facilitata dall' acqua che aveva ancora addosso.

<< Urgh... non credere di averla vinta così facilmente!>>, gridò furiosa, lanciando tutti i suoi aghi verso il cielo , creando nubi temporalesche con cui cominciò a far piovere fulmini ovunque. Paperino dovette interrompere il terzo attacco e saltare via, prima di prendere dal Prizmod numerose pergamene infuse di energia elementale che lanciò verso l' avversaria.

<< REFLEX!>>, gridò la bionda, riparandosi dentro una bolla di energia protettiva che resistette all' impatto. Fu sul punto di contrattaccare quando qualcuno le fece lo sgambetto. Senza neanche accorgersene, si ritrovò a mezz' aria, completamente indifesa da una raffica e pugni consegnati da nientemeno che Pippo

 

<< Gawrsh, non te l’aspettavi, vero? >> ridacchiò Pippo mentre continuava a sferrare una raffica di pugni, ognuno dei quali faceva perdere sempre più l’equilibrio a Larxene, che fluttuava nell’aria, incapace di riprendere il controllo o di concentrarsi abbastanza per usare i suoi poteri. Un colpo portato col palmo la spedì infine contro il terreno di ghiaccio, spaccandolo in diverse lastre mentre una boccata di sangue lasciò la bocca della perfida Custode.

<< Sarà dura tenere il passo con noi! >>, disse sardonico paperino, roteando il bastone mentre la bionda si rimetteva in piedi.

Larxene digrignò i denti, frustrazione e rabbia montavano dentro di lei. Nonostante i suoi tentativi di reagire, Pippo e Paperino coordinavano i loro attacchi in perfetta armonia. Paperino lanciava incantesimi che creavano muri di ghiaccio e onde di fuoco, costringendo la ninja a schivare ripetutamente, mentre Pippo manteneva la pressione fisica con i suoi colpi potenti e precisi.

<< Questo finirà male per te, Larxene! Arrenditi! >> gridò Paperino, agitando il suo bastone, pronto a lanciare un altro incantesimo.

Larxene, ormai esasperata, capì che continuare a combattere avrebbe significato la sconfitta. Si rialzò in piedi con un balzo e, con un sorriso sardonico, fece un passo indietro.

<< Non credere di avermi sconfitto così facilmente, papero! >> disse con voce tagliente. << Questa battaglia è solo rimandata. Tornerò presto per Sora, e quando lo farò, sarà l’ultima volta che ci incontreremo. >>

Alzò una mano e richiamò i suoi compagni. Dalle ombre, il cavaliere incappucciato che aveva affrontato Ercole e il drago ricomparvero, accompagnati da una risata beffarda. Con un bagliore di luce, il gruppo di nemici svanì nel nulla, lasciando Pippo e Paperino soli, ma vittoriosi.

<< Hmph, che seccatura... >> borbottò Paperino, fissando il punto in cui Larxene era scomparsa.

Poco distante, Maka era ancora impegnata nel suo feroce combattimento contro Darwing Duck e Robopap, potenziati dalle canzoni energizzanti di Angela e dagli incantesimi potenti di Alami. La mietitrice si muoveva con una velocità e una resistenza incredibili, rendendo difficile per i suoi avversari infliggere il colpo decisivo. Tuttavia, nonostante la sua abilità, i suoi nemici si dimostravano altrettanto testardi quanto furbi, usando ogni trucco a disposizione per mantenere il ritmo del duello.

Maka si fermò improvvisamente, interrompendo la sua serie di attacchi, quando ricevette una comunicazione. Il suo volto si contrasse di irritazione, e senza dire una parola, aprì un varco oscuro davanti a sé.

<<... Per oggi la nostra sfida si conclude qui, >> disse con un tono freddo, fissando Sora con occhi penetranti. Prima di attraversare il portale, aggiunse con voce grave: << Ti consiglio di riflettere attentamente su quello che farai, ragazzo. Molte vite dipendono dalla tua decisione. >>

Con un ultimo sguardo minaccioso, Maka sparì nell'oscurità del varco, lasciando dietro di sé un silenzio carico di tensione e il suo compagno incappucciato fece similmente, svanendo assieme al suo drago a più teste.

Pochi minuti dopo, lo sfinito gruppo si trovava di nuovo sulla Razor Crest, navigando con cautela attraverso il labirinto ghiacciato che avevano faticosamente mappato. Ogni membro dell'equipaggio era visibilmente esausto, ma il loro viaggio non era ancora finito.

<< Sono arrivato qui e ho tentato di cercare l'entrata per il palazzo di Shiva senza troppo successo, >> spiegò Paperino, sorseggiando una meritata cioccolata calda dopo giorni passati al freddo. << Credo che lei sapesse che sareste stati attaccati qui.>>

Pippo, seduto accanto a lui, non riusciva a nascondere la preoccupazione sul suo volto. << Sai niente di cosa sia successo a Topolino?>>, chiese, con una nota di ansia nella voce, il pensiero dell'amico di sempre che lo tormentava.

Paperino abbassò la tazza, riflettendo. << È solo un'ipotesi, ma... Credo che quando ci siamo separati, sia finito in qualche modo dentro il Lato Oscuro. >>

Un silenzio cadde nella cabina, ogni membro del gruppo digeriva l'idea. Se Topolino era davvero intrappolato nel Lato Oscuro, liberarlo sarebbe stata una delle sfide più difficili che avessero mai affrontato.

<< Per adesso pensiamo ad Aqua- disse semplicemente Mando, attivando l' iperluce una volta arrivato all' uscita - spero che Shiva le permetta di lasciare il suo palazzo Senza troppe storie.>>

 

                                                                                               *****
 

Su Mustafar, il cielo era carico di fumo e cenere, illuminato solo dalla luce rossa della lava fusa che scorreva incessante attraverso le spaccature del pianeta. Il calore era opprimente, ma le figure che emergevano dalla nave atterrata sembravano non curarsene.

Darth Vader scese per primo, la sua figura imponente avvolta nell'iconico mantello nero. Il suo respiro meccanico rompeva il silenzio, una costante, inquietante presenza. Accanto a lui, Rex seguiva con passo fermo e sguardo vigile. Il tempo aveva lasciato segni sul suo volto, più che visibili in questa situazione tanto inaspettata( seppur sperata a lungo) ma la sua determinazione era intatta.

 

Helga aveva insistito a lungo per venire, ma Vader si era fermamente opposto, non volendo mostrare al secondo amore della sua vita una parte di sè che non era certo di poter controllare. Era comunque certo che l' elfa avrebbe trovato il modo di raggiungere il pianeta e osservare indisturbata senza comunque intromettersi.

Camminarono in silenzio attraverso la superficie del pianeta, dirigendosi verso il luogo stabilito per l'incontro. La lava ribolliva attorno a loro, e occasionali schizzi di roccia fusa illuminavano il cammino. Vader procedeva inesorabile, con la testa piena di pensieri e di ricordi legati a quel luogo, il teatro della sua caduta definitiva.

Non lontano, una figura li attendeva. Obi-Wan Kenobi, sotto le spoglie di Diz, era in piedi accanto a una colonna di roccia nera, il suo volto nascosto dall'ombra di un cappuccio. Aveva scelto di nascondere la sua vera identità per non destare sospetti, ma sapeva che non sarebbe stato facile ingannare Vader. Obi-Wan respirava lentamente, cercando di mantenere la calma mentre si preparava a ciò che sarebbe inevitabilmente accaduto.

Mentre si avvicinavano, Vader si fermò a pochi passi da lui, il suo sguardo fisso e penetrante. Non parlò subito, ma l'atmosfera si fece subito più pesante.

<< Sei qui come promesso, Diz, >> disse infine Vader con voce profonda e distaccata. << Ma se questo è un inganno, ne pagherai le conseguenze. >>

Rex rimase in silenzio, ma il suo sguardo era fisso su Obi-Wan, cercando di captare ogni minimo segno di minaccia.

Obi-Wan, sotto il suo travestimento, annuì lentamente. << Sono qui per discutere, non per combattere. Le guerre non si vincono sempre con le spade, Lord Vader. >>

Vader rimase immobile, ma la tensione tra i due era palpabile, un fragile equilibrio che poteva spezzarsi in qualunque momento.

<< Perché... perché non sei mai venuto a dirmi che eri innocente? Che era stato Xehanort a lacerare il nostro clan? Ti avrei creduto all'istante! >>, esclamò il Sith, la sua voce carica di una rabbia soffocata per anni. Il suono del suo respiro meccanico si intensificò mentre l’onda d’urto esplodeva dal suo corpo, scuotendo il terreno sotto di loro. I vulcani vicini tremarono violentemente, e per un breve istante, il flusso incessante dei fiumi di lava si interruppe, come se anche la natura stessa fosse stata sopraffatta dall’emozione oscura che emanava da Vader.

Obi-Wan, sotto il travestimento di Diz, rimase impassibile di fronte all'esplosione di potere del suo ex allievo. Il suo mantello si mosse appena, sollevato dal vento generato dall'onda d'urto. Sapeva che queste parole erano il riflesso di anni di dolore e tradimento, ma non era il momento di rispondere con la stessa passione.

<< Non era il momento, Anakin. Non avresti potuto sentire la verità allora... e forse non puoi ancora sentirla adesso, >> disse Obi-Wan, la sua voce calma ma triste. << Xehanort ha giocato con le nostre vite, con i nostri destini, ma la verità non era sufficiente per salvarti da ciò che sei diventato. Non avresti mai ascoltato. >>

Vader serrò i pugni, il peso delle parole di Obi-Wan sembrava scuoterlo internamente. Le fiamme dei vulcani risvegliati si riflettevano nella sua oscura armatura, come un simbolo della furia incontrollabile che ardeva dentro di lui.

 


<< Mettimi alla prova >>, disse il capoclan, evocando i suoi Keyblade e incrociandoli in un chiaro segno di sfida.

<< Anakin, per la miseria, non c' è più bisogno.... >>, protestó Rex, venendo però interrotto da un gesto di Obi- Wan, che cominció a togliersi la maschera, rivelando il suo viso squamato.

<< Credo di sì, Rex. D' altronde siamo avventurieri, c' è un solo linguaggio con cui possiamo comprenderci a vicenda>>, disse prima di evocare A sua volta il proprio Keyblade, Eclisse Totale. 

Maestro e Allievo si squadrarono a lungo a vicenda, creando nella propria mente innumerevoli scenari. Ognuno dei due sapeva già cosa avrebbe fatto l' altro. 

 

                                                                                                                ( Battle of the heroes)

Vader lanció infine Oblio contro Obi- Wan, che deflettè facilmente il Keyblade nero prima di bloccare un fendente avvolto da energia congelate, riempiendo l' aria di scintille e vapore freddo mentre i due contendenti cercavano di avere la meglio uno sull' altro. 

Obi-Wan bloccò l’assalto con Eclisse Totale, e l’impatto tra le due armi riempì l'aria di scintille e vapore freddo, il suono del metallo contro metallo echeggiava tra i vulcani di Mustafar. Le loro lame si scontrarono più volte, creando onde di energia che facevano tremare la terra sotto di loro.

Entrambi cercavano di avere la meglio, ma il rispetto e la conoscenza reciproca rendevano ogni mossa una danza pericolosa, carica di tensione.

 


Anakin sfruttò una pausa improvvisa nello scontro per dare uno sgambetto a Obi-Wan, spezzando il contatto tra le loro lame e creando un'apertura. Senza perdere tempo, Vader sferzò una rapida serie di fendenti con i suoi Keyblade, cercando di travolgere il suo vecchio maestro con la furia del suo attacco.

Ma Obi-Wan, con la sua tipica calma, riuscì a muovere agilmente la sua lama, bloccando ogni colpo con precisione millimetrica. Ogni parata non era solo una difesa, ma un modo per accumulare energia cinetica, preparando il terreno per la sua controffensiva.

<< Morso della vipera! >>, gridò Obi-Wan, mentre con un gesto fluido tracciava nell'aria una serie di daghe di energia velenosa. Le daghe fluttuanti brillavano di una luce verdognola e, in un batter d’occhio, si scagliarono senza pietà contro Vader, tagliando attraverso l'aria con precisione letale.

Vader, sorpreso dall'attacco inaspettato, alzò i suoi Keyblade per difendersi. Ma le daghe erano veloci e implacabili, colpendo la sua armatura in più punti. Alcune furono respinte, ma altre trovarono il loro bersaglio, perforando gli strati esterni della sua armatura e facendo emergere un sibilo elettrico mentre l'energia velenosa penetrava nel sistema.

<< Non male... >>, sibilò Anakin attraverso la maschera, mentre la rabbia e il dolore si mischiavano al potere oscuro che pulsava dentro di lui.

Obi-Wan osservava attentamente Anakin mentre quest'ultimo preparava il suo prossimo attacco. << La maggior parte delle persone pensa che noi Cavalieri delle Rune possiamo assorbire solo gli attacchi magici, >> disse Obi-Wan con calma, brandendo il suo Keyblade. << Ma durante i miei anni nell'Orlo Esterno ho imparato dai popoli più remoti come assorbire qualsiasi tipo di energia. Ho anche insegnato a Luke come farlo. >>

Anakin, senza scomporsi, rispose con un tono freddo. << Non mi stupisco. Rispetto a me, Luke ha un'intuizione migliore nel mescolare gli stili di combattimento. Ma vediamo come te la cavi con questo: Lama del Giudizio! >>

Con un movimento fluido di Lontano Ricordo, Vader tagliò l'aria, generando una serie di cristalli infusi di pura Luce che sfrecciavano verso Obi-Wan come proiettili mistici.

<< Colpo di Drago! >>, gridò Obi-Wan, facendo avvolgere il suo spadone dalle scariche arancioni, che assumevano la forma di un drago orientale. Il drago d'energia si scagliò contro i cristalli di luce, abbattendosi con furia su di essi e dissolvendoli in una cascata di scintille. I due attacchi colossali si scontrarono, creando un'esplosione di luce e energia che fece tremare il terreno di Mustafar e illuminò i cieli infuocati.

Ai margini del campo di battaglia, Rex ed R2-D2 assistevano alla scena, i loro cuori colmi di terrore. Gli occhi di Rex tradivano un misto di paura e preoccupazione: dopo tutto quel tempo, avevano ritrovato Anakin, ma ora temevano di doverlo perdere di nuovo.

<< Non può finire così, >> mormorò Rex tra sé, stringendo i pugni mentre la battaglia tra i due leggendari guerrieri proseguiva, sempre più devastante.

Il successivo attacco di Anakin scagliò Obi-Wan attraverso il fiume di lava, facendolo atterrare violentemente dall'altro lato della miniera. L'impatto creò una crepa nel terreno, mentre Anakin lo raggiungeva rapidamente, dando il via a un altro micidiale scambio di colpi. Le lame dei loro Keyblade sembravano tagliare l'aria stessa, mentre i due avversari si muovevano con precisione letale, sfidandosi in un duello senza pari.

<< Tri Blizzaga! >>, esclamò Obi-Wan, abbassandosi per evitare un doppio fendente di Vader e sparando tre sfere di ghiaccio compresse dritto nel petto dell'ex allievo. Anakin si ritrovò temporaneamente schiacciato sotto un peso immenso, intrappolato sotto i mini iceberg creati dall'incantesimo. Tuttavia, con un movimento della mano, manovrò telecineticamente i suoi Keyblade per frantumare il ghiaccio che lo bloccava, liberandosi senza sforzo.

<< Proprio come mi hai insegnato, Obi-Wan, >> disse Anakin, riprendendo fiato, << mai appoggiarsi sugli allori. La vera abilità di un avventuriero non si misura dal numero di missioni completate o dall'arsenale di tecniche e incantesimi, ma dalla capacità di migliorarsi ogni singolo giorno. >>

Obi-Wan annuì leggermente, guardandolo con un misto di orgoglio e tristezza. << E anche di migliorare il mondo attorno a lui, Anakin. In questo, non hai deluso né me né Padmé. Hai portato sicurezza, libertà, giustizia e pace nei territori che ora consideri come il tuo impero. >>

Anakin scoppiò in una risata amara. << Il mio impero? Che titolo pretenzioso. Non mi posso definire un re, figurarsi un imperatore! >> Il suo sguardo si fece più serio mentre abbassava leggermente le armi. << Non è mai stato per il potere, Obi-Wan. Non per me. >>

Obi-Wan rimase in silenzio, osservando il volto segnato di quello che un tempo era stato il suo allievo e amico. Entrambi sapevano che la loro battaglia non era solo di lame e incantesimi, ma di convinzioni e speranze spezzate.

<< Eppure, se c'è qualcuno con il potere di porre fine a questa disperata situazione, e bloccare una volta per tutte i piani di Xehanort, sei proprio tu, >> disse Obi-Wan, la voce ferma ma priva di giudizio.

<< Solo perché sono uno dei Prescelti di Kingdom Hearts? L'Araldo del Fato? >> replicò Anakin con un sorriso ironico. << Non ho intenzione di imporre la mia volontà sull'intera galassia, come farebbe Xehanort. >>

<< Il Fato, o la volontà della Forza, dipende da come vuoi chiamarla, >> iniziò Obi-Wan, scuotendo leggermente il capo, << non è un ordine assoluto che ci viene imposto da un’entità suprema. È un sentiero che, inconsciamente, tutte le genti senzienti della galassia decidono insieme, stabilendo la via migliore da seguire. >> Il maestro si avvicinò lentamente, abbassando la lama per enfatizzare le sue parole. << Ed è comunque possibile scostarsi da esso, come testimonia l'esistenza stessa di Sora. >>

Anakin lo osservò, riflettendo sulle parole del suo vecchio maestro. Obi-Wan non parlava solo di destino, ma di scelta. Una scelta che, per troppo tempo, aveva creduto di non avere.

 


Il Sith sollevò Lontano Ricordo, e un turbinio di energia bianca cominciò a ruotargli attorno, illuminando la miniera oscura come fosse l'alba di un nuovo giorno.

<< Cambio Forma: Abbraccio di Luce. >>

Con un grido risoluto, Anakin si scagliò a velocità incredibile verso Obi-Wan, l’aria attorno a lui vibrava come un'onda d'urto mentre il Keyblade brillava di potere immenso. Obi-Wan incrociò il suo Eclisse Totale, preparandosi a bloccare l’attacco devastante. La collisione tra le due energie fu catastrofica: il suolo sotto i loro piedi si frantumò e onde di energia si dispersero in tutte le direzioni, facendo tremare l’intera area.

Obi-Wan indietreggiò di qualche passo, i piedi radicati nel terreno, ma il colpo di Anakin fu potente come pochi ne aveva visti.

 

<<  Avevo atteso questo giorno tanto a lungo, spero di restare al passo coi tuoi progressi. >>, commentò il Bangaa con un ghigno, saltando via e lanciando un incantesimo dopo l' altro per prendere tempo.

Anakin, col volto mascherato ma gli occhi carichi di risolutezza, non disse nulla, continuando a premere l’assalto, come una tempesta inarrestabile.

<< Lama Estrema! >> gridò Anakin, mescolando la luce bianca del suo Keyblade con un vortice di energia rossa. Il fendente che ne risultò fu devastante, scagliato con furia contro Obi-Wan. Tuttavia, ancora una volta, il Bangaa fece affidamento sulla sua abilità perfezionata, deflettendo il colpo con precisione e assorbendone l'enorme potenza.

<< Tempesta Inarrestabile! >> urlò Obi-Wan, mentre il suo corpo si sdoppiava in quattro copie perfette, ognuna pronta a colpire. Le copie circondarono Vader, eseguendo una serie di attacchi rapidi e ben coordinati. Il Sith fu travolto dai colpi, incapace di fermare ogni assalto, e l'armatura che proteggeva il suo corpo cominciò a danneggiarsi visibilmente, con scintille e pezzi metallici che si staccavano sotto la pressione dell’attacco combinato.

Vader indietreggiò, furioso, ma non sconfitto. << Non è ancora finita, Obi-Wan... >>

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Il leggendario avventuriero, Anakin, impugnò Oblio con rinnovata determinazione, incrociandolo con il secondo Keyblade, Lontano Ricordo. La fusione dei due emblemi generò una sfera colossale, una perfetta armonia di luce e tenebra, simbolo dell'unione sublime dei due lati della Forza. Il potere irradiava dall'arma con tale intensità che persino i vulcani circostanti sembravano riverberare al suo ritmo.

Obi-Wan, riconoscendo l'imminenza del colpo decisivo, rimase impassibile ma preparato. << Cambio Forma: Scudo del Trionfo... >>, disse con calma. Il suo fidato spadone si trasformò in un enorme scudo, la cui forma ricordava la testa di un triceratopo, decorato da corni di colori diversi che rappresentavano la varietà delle tecniche che aveva imparato in anni di viaggi e battaglie.

Anakin, però, non esitò. << Cambio Forma: Bacio dell’Oscurità! Forza Finale! >>, gridò, attivando appieno entrambi i suoi Cambio Forma. La sua aura si espanse, le tinte della luce e dell'oscurità mescolandosi attorno a lui in perfetto equilibrio. Era la stessa tecnica che aveva utilizzato per porre fine alla Guerra dei Diafani uccidendo Cornelius. Eppure, durante l'ultimo scontro con Obi-Wan, qualcosa era andato storto, lasciandolo menomato.

Ora, con il corpo recuperato e la sua potenza affinata, sapeva che avrebbe potuto mantenere quel livello per non più di dieci minuti. Ma quei dieci minuti dovevano essere più che sufficienti.

Le loro energie contrapposte, ma complementari, caricarono l'aria di una tensione palpabile. I due guerrieri erano pronti per l'ultimo scontro decisivo, il campo di battaglia era pronto a esplodere sotto il peso delle loro volontà.

Obi-Wan, ora scatenato, si scagliò contro Anakin con la potenza di un ariete inarrestabile. Il terreno sotto di lui si sgretolava a ogni passo, e l'intero pianeta sembrava tremare sotto la sua forza. Ma Vader, rapido come un'ombra, schivava con agilità, sparendo e riapparendo, alternando fendenti praticamente impercettibili a intricati reticoli di raggi di energia sacra e oscura. Le lame vorticavano tra loro in un combattimento coreografico, dove ogni colpo sferrato da Vader era mirato a sopraffare l’avversario.

Ma Obi-Wan, col suo Scudo del Trionfo, parava ogni attacco. Ogni colpo deflesso dall'enorme scudo veniva assorbito e trasformato in energia, la difesa di Obi-Wan apparentemente impenetrabile. Accoppiava la sua straordinaria tecnica difensiva con incantesimi protettivi, consolidando il suo vantaggio tattico. Non lasciava un singolo spiraglio per una controffensiva da parte del suo vecchio allievo.

<< Morso del Lupo Ghiacciato! >>, esclamò Obi-Wan, dopo aver accumulato sufficiente energia. Attorno a lui, una formazione di spade traslucide apparve, evocando la sagoma di un lupo feroce fatto di ghiaccio. Le spade si mossero in perfetta sincronia, chiudendosi attorno a Vader come le fauci di una belva implacabile.

Anakin, però, non si lasciò sorprendere del tutto. Con uno scatto incredibile, fece roteare i suoi Keyblade, generando un turbine di energia oscura che frantumò parte delle spade ghiacciate, mentre il gelo tentava comunque di rallentarlo. Il duello tra loro non era solo un confronto di forza fisica, ma uno scontro tra le due nature opposte della Forza, la luce e l'oscurità, in costante bilico tra distruzione e redenzione.

<<  Venom!>>, gridò il Sith, roteando Oblio per generare una pioggia di gocce acide che si estese per chilometri, ognuna di esse abbastanza corrosiva da scavare fino al nucleo di Mustafar, ma Obi- Wan riuscì comunque a proteggersi con lo Scudo del Trionfo. Restando però vulnerabile quando il suo rivale saltò in aria, avvolgendosi con filamenti bianchi o neri che si trasformarono poi in quattro meteore degli stessi colori. La piccola variante di una tecnica che all' epoca aveva imparato da Terra.

<< Impatto Meteorico!>>, continuò lanciandosi assieme ai quattro proiettili, un attacco che Obi- Wan non avrebbe potuto parare senza rendersi vulnerabile anche alla pioggia. Fu obbligato a usare un piccolo trucco, creando nella mano libera una grossa sfera di energia magnetica che attirò la pioggia acida.


<< Magnetega!>>

 

Obi-Wan capì che comunque non poteva deflettere l'attacco diretto di Anakin senza subire danni seri, così, con un movimento veloce, usò lo scudo per deviare le meteore che si infrangevano sul terreno intorno a loro, creando esplosioni di energia che scuotevano Mustafar fino alle sue viscere.

Nel momento critico, Obi-Wan riuscì a schivare di lato, evitando l’impatto diretto con Anakin, ma non senza conseguenze. L’urto dell’energia liberata fece crollare una sezione della miniera vicina, e una scia di fuoco e lava si riversò in fiumi incandescenti attorno ai due contendenti, trasformando il campo di battaglia in un inferno fiammeggiante al cui epicentro i due Custodi continuavano a combattere.

Le doppie lame di Anakin continuavano a vorticare in un'esplosione di furia e precisione. Ogni movimento era un’arte letale, un’espressione della sua incredibile padronanza del combattimento, mentre cercava instancabilmente di superare la difesa del suo ex maestro. Le sue spade, Lontano Ricordo e Oblio, formavano una tempesta di fendenti che si scontrava con lo scudo di Obi-Wan come un martello sull'incudine, facendo vibrare l'aria e il terreno sotto di loro.

Obi-Wan, da parte sua, sembrava danzare con lo scudo del Trionfo davanti a sé, un’estensione naturale della sua volontà e determinazione. Ogni colpo veniva deflesso con una precisione quasi sovrumana, la difesa solida e inespugnabile. I suoi occhi, un tempo colmi di affetto e comprensione per il giovane Anakin, ora riflettevano solo una quieta risolutezza, specchiandosi nei pozzi profondi di rabbia e oscurità che brillavano negli occhi del Sith.

Per un istante, sembrava che il tempo si fosse fermato. I due avventurieri, uniti da un passato comune e da una comprensione reciproca che andava oltre le parole, continuavano a spingersi al limite. I loro movimenti erano diventati una forma d'arte pura, dove non c'era spazio per l'errore. Chiunque avesse osservato quel duello avrebbe visto non solo uno scontro di spade, ma un dialogo tra due spiriti legati da un destino ineluttabile.

Ogni volta che Anakin tentava di insinuarsi nella difesa di Obi-Wan, quest'ultimo rispondeva con una rapidità tale che pareva anticipare ogni attacco. La tensione cresceva inesorabile, mentre i due rivali continuavano a cercare la minima apertura, il momento decisivo che avrebbe potuto ribaltare il corso dello scontro.

Gli occhi di Anakin bruciavano di furore e frustrazione. Nonostante la sua maestria e l'enorme potere che aveva accumulato, il suo ex maestro non cedeva, neanche di un millimetro. L'aria attorno a loro sembrava vibrare sotto la pressione del loro duello, e ogni colpo, ogni parata, era un testamento al legame profondo, fatto di rivalità e rispetto, che li univa.

Ma entrambi sapevano che solo uno poteva prevalere in quella lotta. E nessuno dei due era disposto a cedere.

 

<< Haste!>>, esclamò quindi Obi- Wan, accelerando ulteriormente e riprendendo il ritmo dello scontro, colpendo più volte Anakin con potenti attacchi contundenti combinati a calci e testate. 

' Devo finire il duello in un singolo colpo- si disse il Sith, pensando a una strategia- anzi, due'.

 Il potente capoclan si allontanò via con un balzo, incrociando le punte dei suoi Keyblade e formando tra essi una sfera blu cobalto, contenente però una miriade di particelle instabili d' ogni colore.

Obi-Wan, vedendo la preparazione dell'incantesimo, capì immediatamente cosa stava per succedere. Con un gesto deciso, piantò lo Scudo del Trionfo a terra e attorno a sé evocò numerosi incantesimi difensivi: barriere arcane, muri di energia e scudi riflettenti, tutto ciò che poteva metterlo in una posizione di resistenza. Sapeva che affrontare Ultima richiedeva ogni briciolo del suo potere.

Anakin sollevò i suoi Keyblade in alto, le mani che tremavano sotto l'immenso potere concentrato nella sfera di energia. La luce blu della sfera si intensificò, riempiendo il campo di battaglia con una brillantezza quasi accecante. Poi, con un grido di pura determinazione, scagliò l'incantesimo.

 

<< ULTIMA!>>


La sfera esplose in un fascio di luce cangiante che si abbatté su Obi-Wan con la potenza di una supernova. L'onda d'urto del colpo devastò il terreno attorno a loro, scuotendo le montagne vicine e facendo tremare persino i vulcani lontani. L'aria divenne carica di energia statica, mentre la magia colpiva le difese di Obi-Wan con una furia implacabile.

I primi scudi ressero per pochi istanti, assorbendo parte dell'enorme energia, ma gradualmente si infransero, uno dopo l'altro. Obi-Wan sentì il peso dell'incantesimo schiacciarlo, la potenza travolgente che minacciava di spezzare le sue difese e il suo corpo. Il suo respiro divenne pesante, mentre la luce di Ultima sembrava schiacciarlo, facendolo vacillare sotto il peso di quel potere devastante.

Eppure, con una determinazione incrollabile, Obi-Wan si concentrò. Doveva assorbire quell'energia, trasformarla in forza per contrattaccare. Usò ogni sua risorsa, richiamando persino tecniche arcane che aveva appreso da maestri dimenticati nelle regioni più remote della galassia. La sfera di luce blu cobalto si ridusse man mano che veniva inglobata nel suo scudo, la sua forma oscillante e instabile, finché infine, con uno sforzo estremo, Obi-Wan riuscì ad assorbirla del tutto.

Per un istante, il campo di battaglia rimase in silenzio. Obi-Wan, ansimante e indebolito, stava per controbattere quando Anakin si mosse con una velocità sovrumana. Prima ancora che Obi-Wan potesse reagire, Vader era già su di lui, i suoi Keyblade pronti a colpire.

<< Break Vitale! >>, gridò Anakin, scagliando un fendente brutale che spezzò le difese residue di Obi-Wan, facendogli crollare lo scudo dalle mani e mandandolo a sbattere contro il terreno. Il colpo era così preciso e violento che sembrava tagliare non solo il corpo, ma anche l'anima stessa, lasciando Obi-Wan senza fiato e vulnerabile.

Ma Anakin non si fermò. Con un movimento fluido, sollevò entrambe le sue lame per il colpo finale.

<< Climazzardo! >>, esclamò, abbattendo i suoi Keyblade con una forza devastante, avvolti da potenti archi color amaranto. Le lame colpirono Obi-Wan con tale potenza da scuotere persino il cielo sopra di loro, lasciando il suo ex maestro a terra, gravemente ferito e sfinito.

Il Bangaa sentì la testa rimbombare in ogni suo angolo, riportandogli alla mente di Schmi, Satine e tanti altri. Provò a rialzarsi, ma si ritrovò a crollare nuovamente sul terreno, ansimando pesantemente mentre l' età e la stanchezza colpivano ancora più duramente dell' attacco di Anakin.

La lama di quest' ultimo si avvicinò al viso dell' anziano alieno. Chiaramente anche Vader era ormai sfinito dalla sfida, ma restava comunque in piedi come si conveniva al vincitore di un duello di tale proporzioni.

<< Fallo.... gli dei sanno se lo merito.>>, affermò sfinito Obi- Wan, aspettando per lunghi istanti la sua fine. Ma invece la punta di Lontano Ricordo penetrò il terreno bruciato, dopodichè Anakin mise mano al suo Prizmod. Subito una notifica arrivò sul dispositivo di Obi- Wan, confermando la sua riammissione nel clan Eclipse.

<< Obi- Wan è già morto da tempo, insieme ai miei genitori..... ma Diz può essermi ancora molto utile.>>, disse secco il capoclan, allontanandosi col mantello che sventolava mentre R2 e Rex arrivavano.


R2-D2 fu il primo a raggiungere Obi-Wan, muovendosi con la sua tipica andatura nervosa e preoccupata, emettendo una serie di bip e fischi allarmati. Il piccolo droide si avvicinò all'anziano maestro e cominciò a scannerizzarlo, valutando i danni fisici che aveva subito durante il duello. Poi, con un movimento deciso, aprì un piccolo compartimento e tirò fuori un braccio meccanico estendibile per offrirgli aiuto.

Rex arrivò subito dopo, affrettandosi con passi pesanti ma rapidi, il volto solcato da preoccupazione. Si chinò accanto a Obi-Wan, osservando il suo vecchio amico con un misto di rispetto e preoccupazione.

 


<< Ehi, Generale>> disse Rex con la sua voce roca ma affettuosa<< hai combattuto bene, ma non ti preoccupare, non sarà oggi che ti lasceremo qui.>>

Obi-Wan sorrise debolmente, ancora ansimante, mentre accettava l’aiuto offerto da Rex e R2 per rialzarsi. Le mani del clone, forti e sicure, lo sorressero mentre si rimetteva in piedi, anche se con difficoltà. Le gambe del Bangaa tremavano ancora per lo sforzo, e la sua vista si era momentaneamente offuscata, ma la presenza dei due fedeli compagni lo confortava.

<< Quel ragazzo>> disse Rex, scuotendo la testa << ha ancora del cuore, dopotutto. Se non altro, ha dimostrato ancora una volta di essere il ragazzo che conoscevamo un tempo.>>

R2 bipò in accordo, lanciando una serie di suoni che tradivano la sua approvazione per la decisione di Anakin di risparmiare Obi-Wan.

Obi-Wan si appoggiò leggermente al clone, cercando di riprendere il controllo del suo respiro.

 


<< Anakin... è sempre stato complicato>> mormorò, la sua voce debole ma carica di emozione<< Ma ha preso una strada diversa da quella che temevamo. Questo... è già qualcosa.>>

Rex sorrise sotto il casco, tirando fuori una fiala di stimolanti curativi per darla a Obi-Wan.

 


<< Ha le sue ragioni, Generale. Forse non capiamo tutto ciò che sta facendo, ma sembra che, in qualche modo, stia cercando di trovare una via.>>

Obi-Wan annuì, accettando la fiala con gratitudine.

 


<< Forse. Il tempo lo dirà, Rex... Il tempo lo dirà.>>

                                                                                     *******

La Razor Crest scivolava lentamente attraverso le gelide correnti d’aria del pianeta, avvicinandosi a un’imponente struttura che si stagliava all’orizzonte. Il palazzo di cristallo di Shiva era finalmente visibile. Un colosso luccicante, con torri affilate come ghiaccioli che si ergevano maestose, avvolte in una leggera foschia di vapore freddo. Le pareti della struttura erano fatte di cristallo azzurrino e traslucido, riflettendo la debole luce del sole con un bagliore iridescente. L’edificio sembrava quasi parte integrante del paesaggio innevato, fondendosi con le montagne circostanti come una gemma rara incastonata nel gelo eterno.

All'interno della nave, il silenzio era palpabile. Paperino e Pippo si guardavano attorno con occhi vigili, mentre Mando pilotava la Razor Crest con una concentrazione ferrea. Sora, invece, era appoggiato a una delle pareti della nave, massaggiandosi la tempia con una mano. Il giovane guerriero non riusciva a togliersi di dosso una strana sensazione, una tensione invisibile che lo aveva travolto poco prima, come una fitta al cuore. Aveva percepito attraverso il legame con Vader non solo l’intensità della battaglia, ma anche il tumulto spirituale che l'aveva accompagnata.

<< Sora, tutto bene?>>, chiese Pippo, preoccupato per l’amico, il cui volto sembrava un po' più pallido del solito.

Sora scosse la testa, cercando di schiarirsi le idee. << È... complicato. Ho sentito qualcosa, è come se Anakin fosse in grande conflitto. Una battaglia non solo fisica, ma interiore.>>

Paperino, che nel frattempo aveva raggiunto il gruppo con una cartina del palazzo, guardò Sora con sospetto. << Che vuoi dire? Che ha combattuto con qualcuno?>>.

Sora annuì, cercando di spiegarsi meglio. << Sì, ma non solo. È come se... stesse affrontando una prova decisiva, qualcosa che potrebbe cambiare tutto. Il legame tra noi è strano, ma ho sentito il suo dolore, la sua lotta interna.>>

Mando, che fino a quel momento era rimasto concentrato sui comandi, intervenne: << Dovremo affrontare Shiva prima di pensare ad altro. Questo palazzo non sarà un luogo facile da attraversare.>> Detto questo, attivò i comandi per atterrare sulla piattaforma di ghiaccio poco distante dall'ingresso del palazzo.

Mentre la Razor Crest si avvicinava, il gruppo poteva vedere meglio i dettagli intricati del palazzo. Le torri di cristallo erano collegate da sottili ponti sospesi, mentre grandi archi scintillanti si ergevano come portali verso un altro mondo. L'ingresso principale era protetto da una serie di colonne a spirale, ognuna delle quali sembrava scolpita da mani divine, e l'intero palazzo brillava di un freddo splendore, trasudando potere e mistero.

<< Sarà meglio stare in guardia... non sappiamo cosa ci aspetta dentro>>, disse Sora, facendo un respiro profondo mentre si preparava a ciò che avrebbero trovato all'interno.

Pilotando con la sua tipica cautela, Mando atterrò su uno dei ponti, e poco dopo l' intero gruppo uscì in apparenza disarmato per non offendere la dea con una dimostrazione di forza( ovviamente, se ci fosse stato da combattere, erano più che pronti a evocare il loro arsenale)

I quindici avventurieri si incamminarono nelle aule cristalline di quel meraviglioso luogo, ammirandone l' architettura tanto aliena eppur così precisa e accogliente che contrastava col materiale usato. Qua e là, vari Heartless o Nessuno svolgevano ogni tipo di faccende, qualcuno portò persino bevande o gelati ai nuovi venuti.

Infine, arrivati in un immenso atrio, la dea in persona apparve davanti a loro in una pioggia di cristalli e nuvole di vapore freddo.

Shiva aveva l' aspetto di un essere umano dalla pelle bianco turchese, alta quasi il doppio rispetto ad Ercole(già di suo il Più alto e ben piazzato del gruppo), vestita con veli traslucidi che mostravano curve cesellate quanto lo stesso palazzo,  un seno coperto da un panno blu cobalto e l' altro lasciato in bella mostra.

Il suo viso, contorniato da lunghi rasta blu, era l' immagine della serenità, trasparente( nonchè pericoloso) come un iceberg e bello come un fiocco di neve.

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<< È un onore avere qui con me il Custode del Mazzo e i suoi compagni- disse l' entità, chinando rispettosamente il capo verso Sora- possiate trovare qui conforto e risposte.>>

<< Vi ringrazio, mia signora - rispose Sora, imitando il gesto assieme agli altri- noi saremmo venuti qui in cerca di un' antica amica e compagna di battaglia, che potrebbe aver trovato rifugio qui.... Aqua è forse qui con voi?>>


Accanto a Shiva, in un improvviso vortice di luce azzurra, apparve Aqua, l’ormai leggendaria Maestra del Keyblade. La sua presenza irradiava calma e sicurezza, e i suoi occhi azzurri brillarono di affetto nel vedere i suoi vecchi compagni, anche le sue orecchie da gatta si agitavano contente. Aveva il solito abbigliamento da battaglia, ma c'era un'aura nuova in lei, come se l'esperienza accumulata le avesse dato una serenità e una forza ancora più profonde.

Senza indugiare, Aqua si precipitò verso i suoi amici, abbracciando subito Ercole, Paperino e Pippo con un sorriso caloroso. << È così bello rivedervi!>> esclamò, stringendo Paperino e Pippo con forza, mentre i due ricambiavano con entusiasmo, visibilmente commossi.

<< Aqua! Quanto tempo è passato!>>, esclamò Pippo, cercando di trattenere le lacrime. Paperino, sempre più burbero, si limitò a borbottare: << Eri sparita per così tanto, quasi disperavamo di rivederti viva!>>. Ma anche lui non riusciva a nascondere il suo sollievo.

Dopo averli abbracciati, Aqua si girò e i suoi occhi si posarono su Mulan, che osservava la scena in silenzio, con un sorriso leggero sulle labbra. Aqua si avvicinò a lei, osservandola attentamente per un momento, e poi le parlò con orgoglio: << Sei cresciuta così tanto, Mulan. Ricordo il tuo coraggio quando ci siamo incontrate la prima volta, ma adesso sei una vera leader, una guerriera straordinaria. Sono orgogliosa di te>>.

Mulan abbassò leggermente lo sguardo, un po' imbarazzata ma visibilmente toccata dalle parole di Aqua. << Ho imparato molto da voi e dai miei compagni. Grazie, Aqua>> rispose con umiltà.

Shiva osservava la scena con un sorriso sereno e leggero, un'immagine perfetta di pace e saggezza. Il contrasto tra la bellezza glaciale del suo palazzo e la calorosa riunione davanti a lei era palpabile.

Aqua, dopo aver salutato tutti, tornò a rivolgersi a Sora, Ercole e Mando. << So che siete qui per affrontare una nuova sfida, e per questo vi ammiro. Sono pronta a combattere al vostro fianco come abbiamo fatto in passato>> disse, il suo sguardo determinato, ma pieno di calore per i suoi vecchi compagni e quelli nuovi.

 


<< Ventus, sbrigati....>>, disse Sora, dando un colpo col gomito al suo Maestro, che era stato come paralizzato per tutto il tempo. Il biondino fece nervosamente un piccolo passo verso la compagna, per poi accelerare saltandole al collo e ricevendo un caldo abbraccio.

 


<< Aqua, sorellona.... è bello rivederti.>>, disse commosso il giovane Jedi, piangendo sul collo della sua amata compagna di allenamento, che infilò le dita tra i capelli di lui.

 


<< Anche per me, Ventus. Ora è tempo di salvare Terra e riprenderci le nostre vite.>>

 

                                                                                                               *******

Salve a tutti, lettori carissimi, spero di non avervi fatto attendere troppo questa parte che non pochi di voi probabilmente attendevano sin da quando ho iniziato la fic tre anni e passa fa. Come il capitolo precedente, anche questo duello è dedicato alla memoria di James Earl Jones, se ovunque si trovi stia leggendo, spero abbia trovato il tutto soddisfacente. Per favore, ditemi cosa pensate e se avrei dovuto aggiungere qualcosa. Prossimo capitolo ci si addentra nel Lato Oscuro, ma intanto anche sul piano materiale Malefica continua a tramare assieme ai suoi nuovi complici.

Il Cambio Forma di Obi- Wan vuole essere un riferimento a Power Ranger Dino Thunder. Dovevo farlo almeno un riferimento all' era Disney dei Power Rangers poi( e restando in tema di Tokusatsu, poi, se potete fate un salto sulla fic di Kamen Rider che sto scrivendo assieme a Xephil, ormai vicina alla sua conclusione). 

Spero di riuscire ad aggiornare presto, potrebbe essere un pò difficile perchè a breve potrei cominciare anche uno stage in una casa di riposo e non so come i miei orari cambieranno. Intanto un ringraziamento a chiunque recensisca, in particolare il boss Evil65.

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Capitolo 41
*** Caccia su Naboo ***


 

Illustrazione Stock Frozen Castle in the snowy fields among the mountains.  Winter Ice Palace in the frozen fields. Generative AI. | Adobe Stock

Sora e i suoi compagni avevano trascorso alcuni giorni( o quelli che sembravano giorni) nel palazzo di Shiva, rimettendosi in forze, allenandosi e permettendo a Ven e Aqua di riconnettersi dopo tanto tempo trascorsi separati. Fu molto toccante rivedere quel ragazzo che si era dovuto sforzare tanto per fungere da maestro Jedi a Sora tornare bambino e godere nuovamente dei suoi piccoli momenti con Aqua, nonostante l' ombra del destino di Terra che aleggiava cupa su di loro. Entrambi erano comunque più che certi che il loro amico perduto fosse ancora vivo, in attesa che lo soccorressero ovunque fosse.

Shiva avvisó i suoi ospiti sugli innumerevoli pericoli che avrebbero corso esplorando il lato Oscuro, e rese ben chiaro che anche se avevano al momento il vantaggio numerico su Xenahort e scagnozzi, questi avevano trascorso molto più tempo all' interno della Forza, imparando come trarne direttamente potere in un modo che era impossibile per altri avventurieri. 

Fortunatamente anche loro potevano usare quell' abilità solo per poco tempo e con conseguente spossatezza. 

Ecco perché il Dragone incontrato in precedenza aveva potuto tenere testa in contemporanea a Ercole, Mando e Mulan, ma Maka e Larxene avevano avuto problemi con lo stesso o inferiore numero di avversari, non volendo rischiare. 

La dea accompagnó i suoi ospiti quindi verso un baratro fiammeggiante, unica parte del castello a non essere composta di ghiaccio. 

<< Questo varco conduce al palazzo della mia controparte, Ifrit- spiegó la signora del gelo mentre le fiamme mandavano bagliori quasi minacciosi sul suo altrimenti bellissimo corpo- vi fornirà una direzione da seguire per trovare Topolino, ma neanch'io so dire quanto tale strada resterà utile>>

Il sempre più largo gruppo porse i propri omaggi alla signora dei ghiacci, che fece loro i suoi ultimi auguri, ed evocarono la Razor Crest.

Il veicolo partí coi motori al massimo verso il fondo del baratro, la temperatura interna già al massimo. Non fu un viaggio semplice, più volte sbatterono o furono sul punto di svenire per il calore in quel tunnel che sembrava non finire mai, finché non sbucarono dentro una larga sala formata unicamente di roccia lavica.

I quindici avventurieri saltarono via dall' astronave per disporsi attorno al tunnel ghiacciato con le armi in mano. Dinnanzi a loro trovarono dubito un muscoloso demone  dalla pelle ambrata, corda nodose e un viso zannuto ma gentile. 

Ifrit, signore incontrastato del fuoco e garante dell' ospitalità. E fu non a caso con una voce cordiale che tradiva il suo demoniaco aspetto e la violenta aura con cui si presentò, offrendo ai nuovi venuti un gentile inchino

<< Benvenuti nella mia dimora, nobili amici. Irta e lunga è la strada che ancora vi attende, prendetevi tutto il tempo che volete per prepararvi e riposarvi.>>

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Sora, in prima linea, abbassò la Keyblade e chinò il capo rispettosamente. << Grazie, lord Ifrit. La vostra gentilezza è molto apprezzata. >>

Il gruppo lo seguì a ruota, offrendo ciascuno un gesto di rispetto, consapevoli di trovarsi al cospetto di una potente entità. Hercules, con il volto ancora segnato dalla tensione della battaglia precedente, si rilassò, mentre Mando regolava silenziosamente l'equipaggiamento. Aqua, Ventus e gli altri riposero le armi, pur mantenendo la guardia alta.

Dopo qualche istante, Ifrit annuì in segno di riconoscimento. << Avete dimostrato la vostra forza arrivando sin qui, e quindi vi offro il mio aiuto. La strada per il Lato Oscuro è insidiosa, ma vi darò una guida. >>

Per le ore successive, il gruppo si riposò. Il calore della lava intorno a loro era stranamente piacevole, sciogliendo i muscoli tesi. Paperino, sempre più irritato, si lamentava del caldo, tamponandosi la fronte con un fazzoletto, mentre Pippo si stese su una roccia, apprezzando la strana atmosfera. Ventus e Aqua trascorsero del tempo insieme, parlando sottovoce, mentre Hercules raccontava a Mando le sue antiche fatiche, confrontandole con le prove che avevano affrontato. Anche gli altri ragazzi cercavano di meditare assieme, cercando di attingere appieno dalla Forza che permeava quel luogo, ripensando a quanto Shiva aveva detto loro sui membri dell' Organizzazione XIII.

Nel frattempo, Sora non riusciva a scrollarsi di dosso la tensione che sentiva nel petto. La sensazione opprimente del Lato Oscuro lo tormentava, facendogli percepire che il tempo stava per scadere. Lanciò un'occhiata a Ifrit, che stava in piedi come una sentinella fiammeggiante, il suo sguardo perso come se stesse percependo qualcosa di lontano.

Quando tutti furono riposati, Ifrit li chiamò a sé.

<< Ascoltate attentamente, >> iniziò. << Il Lato Oscuro non è solo un luogo; è una parte fondamentale del subconscio collettivo, modellata da emozioni primordiali come paura, coraggio, desiderio di migliorarsi e proteggere. Sarà una prova per il vostro spirito, ma se rimanete saldi, ci sono sentieri che vi condurranno da colui che cercate—Topolino. >>

Gli occhi di Sora si spalancarono. << Quindi è lì... >>

Ifrit annuì. << Sì, è lì, anche se i vostri nemici non vi permetteranno di raggiungerlo facilmente. Seguite le crepe luminose nella roccia; esse vi guideranno, ma fate attenzione: la luce del Lato Oscuro inganna, distorcendo la verità per confondervi. >>

Il gruppo si scambiò sguardi preoccupati, ma la determinazione si fece subito strada tra di loro. Sora fece un passo avanti, stringendo con forza la Keyblade. << Siamo arrivati troppo lontano per tornare indietro ora. Troveremo Topolino, qualunque cosa il Lato Oscuro ci riservi. >>

Ifrit fece un ultimo cenno di approvazione. << Che le fiamme del vostro coraggio ardano luminose. Andate ora, e che possiate trionfare di fronte al male. >>

Con la guida di Ifrit, il gruppo si preparò a immergersi nell'ignoto, pronto per le sfide che li attendevano nel Lato Oscuro.

 


                                                                                                                                       **********

 


Mentre Sora e compagni si preparavano alla successiva parte del loro viaggio, il Gran Moff Tarkin si dirigeva verso lo spazioporto di Naboo, in modo da poter finalmente tornare al clan Eclipse. Malefica e i suoi non avevano fatto nessuna mossa, neanche dopo l' attacco da loro subito a opera della Bad Batch, quindi Vader aveva deciso di radunare i suoi luogotenenti per pianificare tutti insieme il come occuparsi della minaccia di Xenahort.

Era stata tutto sommato una vacanza molto piacevole per Tarkin, che aveva potuto finalmente riposarsi dalla burocrazia del suo clan e dedicarsi a qualche vecchio passatempo. Avevano anche aiutato gli occasionali incontri con re Edmund di Narnia e la sua fidanzata Vermeil, siccomè le trattative coi Gungan erano state più lunghe del previsto, la coppia continuava ad andare e tornare tra i rispettivi pianeti e non era raro incrociare la strada dell' anziano burocrate.

Le loro discussioni avevano ulteriormente convinto Tarkin riguardo un' offerta che intendeva fare al giovane sovrano.

 

 

Tarkin osservò il panorama un’ultima volta, riflettendo sulla vacanza rilassante che aveva trascorso a Naboo. Nonostante l’assalto della Bad Batch contro Malefica, il clima pacifico del pianeta gli aveva concesso una tregua dalla complessa gestione delle questioni politiche e militari. Ma mentre faceva un respiro profondo, pronto a dirigersi verso la nave, percepì qualcosa di strano. Un movimento inconsueto all’orizzonte.

Il suo sesto senso da soldato si risvegliò in un attimo, quando, senza preavviso, un’esplosione scuote il lato nord dello spazioporto. Le vetrate tremarono violentemente e, per un istante, il caos si abbatté sulla sala. Gente urlava, cercando rifugio mentre una figura in tunica scura apparve tra i fumi e le fiamme, con una cetra nelle mani. Era Demyx dell’Organizzazione XIII.

<< Ehi, Gran Moff! Tempo di fare un po’ di musica!>>, urlò Demyx, ridendo con disprezzo mentre suonava una melodia stridente, evocando dallo strumento ondate di Heartless e Nessuno danzanti che si riversarono sulla sala come una marea nera e argento. La loro presenza opprimente riempiva l’aria, ed era chiaro che non erano lì per risparmiare nessuno, e in breve la folla si disperse, lasciando soltanto gli occasionali avventurieri a combattere contro gli invasori in un turbine di lame e pistole.

 

Mentre la gente cercava di fuggire e altri avventurieri copriva la fuga, un'altra figura, ancora più inquietante, emerse dall'ombra, avvolta in un mantello scuro. A differenza di Demyx, non parlava, ma la sua presenza sembrò già raggelare la temperatura in tutto lo spazioporto. Con un gesto della mano, l’incappucciata scagliò una raffica di schegge di ghiaccio, mandando in frantumi le strutture circostanti e creando alti pilastri simili ad iceberg ovunque colpissero.

Tarkin riconobbe subito il pericolo. Questi non erano normali avversari. << Chiamate i rinforzi.>>, disse in modo calmo ma urgente, dirigendosi verso una delle navette già in partenza, quando fu costretto a fermarsi da un'ondata di Heartless che gli bloccava la strada.

Demyx si avvicinò con la solita aria spensierata, anche se pericolosa. << Non ti conviene scappare, Gran Moff. Abbiamo ordini precisi.>>, disse, agitando la cetra con una risata. << Ed è ora che tu ascolti la nostra sinfonia di distruzione.>>

Con la situazione che peggiorava rapidamente, Tarkin capì che doveva pensare velocemente. Sapeva che non sarebbe stato facile uscire indenne da quell’attacco, ma il suo sangue freddo e la sua capacità strategica erano leggendarie.

Tarkin mantenne la calma, sebbene l’oscurità avanzasse inesorabile. Senza indugiare, con un rapido gesto della mano evocò un incantesimo di luce che esplose in un bagliore accecante, creando un momento di confusione tra gli Heartless e Demyx. Il Gran Moff si fece strada tra la folla in fuga, sfruttando il caos per guadagnare terreno. Non era certo un maestro dell'arte magica come molti suoi alleati, ma conosceva abbastanza incantesimi per creare le distrazioni necessarie.

Un secondo incantesimo, di tipo illusionistico, fece comparire diverse copie di Tarkin che si dispersero in direzioni opposte. Gli Heartless, confusi dalla moltitudine di bersagli, si lanciarono all'inseguimento delle illusioni, lasciando Tarkin il tempo necessario per imboccare uno stretto passaggio laterale del complesso.

Correndo lungo i corridoi, Tarkin capì che la situazione richiedeva misure più drastiche. Con una mossa fluida, attivò un dispositivo nascosto nel suo bracciale. In pochi secondi, un'armatura potenziata si materializzò intorno a lui, avvolgendo il suo corpo con strati di metallo lucente e rune incise, conferendogli una forza e una protezione superiori. Le gambe dell'armatura aumentarono la sua velocità, e i potenti scudi energetici proteggevano il suo corpo dai colpi nemici.

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<< Non sarà così semplice!>>, mormorò tra sé, mentre un manipolo di Heartless tentava di raggiungerlo. Con un gesto rapido, un'onda di energia partì dall'armatura, disintegrando i nemici più vicini e facendogli guadagnare terreno.

Mentre si spostava con agilità attraverso il complesso, la situazione diventava sempre più critica. Gli attacchi di Demyx e della sua collega distruggevano le strutture con una facilità terrificante. Ma proprio quando Tarkin iniziava a temere di non poter sfuggire, le forze di sicurezza planetarie di Naboo finalmente entrarono in azione. Squadre di soldati locali, armati di blaster e scudi energetici, si riversarono sul campo di battaglia, ingaggiando gli Heartless e le forze dell'Organizzazione XIII in combattimenti ravvicinati.

Con il rinforzo arrivato, Tarkin approfittò della confusione. Saltando tra le macerie, riuscì finalmente a seminare i suoi inseguitori. Nonostante il cuore gli battesse forte, manteneva la sua solita compostezza. Si dirigeva verso la navetta, convinto di aver finalmente seminato i nemici, quando la sua strada venne bloccata da un'ombra imponente.

Davanti a lui, in piedi tra le fiamme e i detriti, si ergeva un colosso d’acciaio e carne. Garland, uno degli spietati luogotenenti di Malefica, lo fissava con occhi freddi e minacciosi, brandendo una gigantesca spada a due mani.

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<< Tarkin. La tua fuga finisce qui.>>, disse il cavaliere oscuro con un tono oscuro e schiacciante che aveva anticipato la fine di innumerevoli nemici

Tarkin serrò la mascella, sapendo che quel combattimento sarebbe stato il vero banco di prova.

<< Gli Stecker si sono dunque alleati con Xenahort e i suoi scagnozzi?>>, domandò il burocrate con tono di puro disprezzo, avendo ricevuto dallo stesso Vader la notizia che il loro ex capoclan era non solo ancora vivo, ma responsabile della tragedia di molti anni prima in cui avevano perso così tanti amici e compagni. Il Cavaliere in risposta rise.

<< Ah, così il vecchio Skrull è dietro quei balordi incappucciati, per qualche motivo non sono così sorpreso. Ma no, anche Malefica vuole sbarazzarsi di loro, semplicemente abbiamo fatto loro sapere per vie anonime che tu eri qui così che potessero usarti per ricattare Vader. Io invece sono qui per ucciderti.>>, rivelò Garland, prima di dividere il suo spadone in due armi più piccole e gettarsi in un furioso assalto contro Tarkin. 

Il Gran Moff ripetè il suo incantesimo illusorio, riempiendo l' hangar di proprie copie che vennero facilmente tagliate dall' avversario, che quindi lo racchiuse in un letale assalto a malapena attutito dalla corazza. Più di una volta Tarkin sentì le proprie vecchie ossa sul punto di cedere

Tarkin sentì il peso della situazione gravare su di sé, ma non cedette al panico. Garland era un guerriero letale, preciso e brutale, e il Gran Moff capì che i suoi incantesimi illusori non avrebbero funzionato a lungo contro un avversario di quella portata. Le copie venivano falciate con facilità, e nonostante l'armatura potenziata, i colpi dello spadone di Garland erano devastanti. Le armi del cavaliere, ora divise in due lame agili e letali, fendettero l'aria con velocità sorprendente, colpendo Tarkin ripetutamente.

Il burocrate era abile nell'eludere e sfruttare le proprie risorse, ma sentiva il suo corpo cedere sotto l'assalto inarrestabile. Ogni impatto risuonava come un rintocco, e le sue vecchie ossa scricchiolavano, minacciando di spezzarsi. Un fendente particolarmente potente lo sbalzò contro una parete, facendogli perdere l'equilibrio.

Respirando a fatica, Tarkin alzò una mano tremante, evocando un'altra raffica di luce per guadagnare tempo. L’energia esplose attorno a lui, creando una barriera di luce che separò momentaneamente Garland da lui. Il demone, indifferente alla potenza della magia, sferrò un altro colpo, infrangendo la barriera con facilità, ma quel momento di tregua fu abbastanza per permettere a Tarkin di riorganizzarsi.

<< Hai sempre saputo scegliere i tuoi alleati sbagliati, Garland>>, disse Tarkin con voce spezzata, facendo un passo indietro. << Ma nemmeno tu potrai sfuggire a ciò che ti attende.>>

Mentre il demone rideva, certo della sua vittoria, Tarkin fece un passo rapido di lato, evocando una piccola bomba di luce con un rapido movimento della mano. L'oggetto esplose tra lui e Garland, accecando temporaneamente il cavaliere, e Tarkin ne approfittò per allontanarsi, puntando verso un passaggio laterale. Mentre il bagliore della bomba svaniva, le guardie del pianeta fecero nuovamente la loro comparsa, attaccando Garland con una pioggia di colpi di blaster.

Garland, infuriato, si lanciò contro i nuovi arrivati, ma questo diede a Tarkin l'occasione di guadagnare terreno. Barcollante, ma deciso, sfruttò la confusione per scivolare tra le ombre dell’hangar. Sapeva che la sua battaglia con Garland non era finita, ma per ora, l’obiettivo era uno solo: sopravvivere abbastanza a lungo da trovare una via d'uscita.

Nonostante il suo coraggio, deciso a rivedere i suoi antichi compagni a testa alta una volta riunitosi alla Forza, Tarkin era surclassato in tutto e per tutto dal suo rivale, che lo sbattè più volte sul terreno e da una parte all' altra dell' Hangar, senza neanche dover usare una qualsivoglia tecnica o incantesimo. Dopo l' ennesima scarica di colpi, la sua tuta potenziata venne ridotta completamente in frantumi, e non trovò neanche le energie sufficienti ad evocarne un' altra dal suo Prizmod.

Un ennesimo calcio di Garland spedì l' uomo contro un muro vicino, prima che il cavaliere alzasse la spada per dare il colpo di grazia. Tarkin fu sul punto di raccomandare l' anima ad Ade, tenendo lo sguardo fisso sul suo aguzzino, quando una figura avvolta da un' aura bianco azzurra si frappose tra lui e l' attacco, proteggendolo.

Re Edmund stringeva i denti, mettendo tutta l' energia che aveva nella propria spada, generando un piccolo scudo difensivo contro l' immensa potenza fisica di Garland


Il moro riuscì a bloccare il colpo di Garland, ma il tremendo impatto lo fece indietreggiare di qualche passo. Le mani del giovane re tremavano per lo sforzo, ma i suoi occhi brillavano di determinazione. Senza perdersi d’animo, alzò la spada con entrambe le mani e si lanciò in un attacco fulmineo, cercando di colpire Garland prima che potesse riprendersi.

Garland, tuttavia, era troppo esperto per essere sorpreso. Con un movimento fluido e potente, parò il colpo di Edmund con una delle sue lame e contrattaccò immediatamente con l'altra, cercando di squarciare il giovane re. Edmund riuscì a deviare il colpo, ma la forza dietro l’attacco era tale che il suono del metallo contro metallo rimbombò nell’hangar come un tuono.

<< Sei bravo, ragazzo>>, ringhiò Garland, con un ghigno sardonico. << Ma non abbastanza.>> Con un fendente feroce, respinse Edmund, costringendolo a una difesa disperata.

Edmund, determinato a proteggere Tarkin, rispose con una serie di rapide parate e colpi precisi, cercando di mantenere la distanza tra lui e l’imponente cavaliere. La sua agilità era evidente, ma Garland aveva la forza dalla sua parte. Con un altro colpo possente, il cavaliere riuscì a far vacillare Edmund, costringendolo in una posizione sfavorevole.

In quel momento, una nuova figura apparve come un lampo di luce nell’hangar. Vermeil, la fidanzata di Edmund, si avvicinò con grazia e potenza, e senza esitazione si frappose tra il suo amato e Garland. Illuminandosi con una potente aura dorata, pose il palmo sulla corazza del guerriero nemico e lo spinse via in un' ondata di pura Forza.

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<< Edmund, porta Tarkin al sicuro!>>, ordinò la succube con voce ferma, mentre preparava la propria spada per il prossimo scontro.

Edmund esitò solo per un istante, poi annuì. << Stai attenta!>> disse, prima di afferrare Tarkin, che ormai a malapena riusciva a muoversi. << Andiamo, dobbiamo uscire da qui!>>, sussurrò al Gran Moff, mentre lo trascinava via dalle macerie.

Nel frattempo, Vermeil affrontava Garland con una sicurezza che solo pochi avversari avevano osato mostrare davanti al temibile cavaliere. Le sue mosse erano rapide, quasi danzanti, mentre schivava gli attacchi brutali di Garland e rispondeva con precisione, tagliando attraverso la sua difesa.

Garland ruggì di frustrazione quando uno dei colpi di Vermeil riuscì a sfiorarlo, lasciando una lieve bruciatura sul suo braccio. << Sei forte, donna... Ma non abbastanza per fermarmi!>>, gridò, lanciandosi in un assalto ancora più furioso. Vermeil, però, mantenne il controllo, anticipando ogni mossa del suo nemico con calma glaciale.

Mentre il duello tra Vermeil e Garland continuava, dall'altro lato dell'hangar esplose un'altra battaglia. Inquinator e Alameda Slim, sottoposti di Malefica e membri del clan Stecker, avevano intercettato Demyx e la sua collega incappucciata, tenendoli impegnati mentre il resto degli avventurieri presenti, uniti alla Guardia Gungan, si occupavano degli spiriti da loro evocati.

Inquinator, con i suoi poteri tossici, riempiva l’aria di nebbia velenosa, cercando di soffocare i suoi avversari o attirarli in vischiose trappole, mentre Alameda Slim, ridendo sguaiatamente, evocava illusioni di mandrie selvagge che si lanciavano contro Demyx. Il musicista, con la sua tipica noncuranza, schivava agilmente gli attacchi, suonando il suo sitar per creare getti d'acqua che respingevano le illusioni.

<< Siete proprio fastidiosi!>>, sbuffò il bardo, schivando un colpo di Inquinator, prima di far scattare una pioggia di bolle d'acqua verso i due avversari. Ma nonostante le sue provocazioni, la battaglia era tutt’altro che semplice.

La sua socia, ancora incappucciata, scattò accanto a lui, creando barriere di energia per bloccare gli attacchi velenosi e coordinandosi perfettamente con Demyx. Tuttavia, il vantaggio numerico degli scagnozzi di Malefica rendeva lo scontro sempre più difficile.

Con le due battaglie che imperversavano, la situazione nell’hangar era diventata una vera e propria guerra caotica, e la vittoria era tutt'altro che certa.

Garland trasformò il suo spadone in un pesante martello, sbattendolo nel terreno e mancando di pochissimo Vermeil, che saltò all' indietro prima di avvolgersi con scariche elettriche verdi.

<< Ipercinesi!>>, esclamò la succube, cominciando ad apparire ripetutamente attorno a Garland, sempre in punti diversi e colpendo ogni volta con la potenza di una valanga. Ogni  volta la guerriera dai capelli viola mostrava un sorriso quasi sadico, ripensando ai tempi in cui era il miglior generale di Edmund e dei propri fratelli  nella guerra contro la Strega Bianca. Era da tempo che cercava una nuova sfida alla pari della perfida incantatrice.

Garland era altrettanto eccitato, per quanto sapesse uccidere Tarkin fosse necessario per destabilizzare almeno temporaneamente gli Eclipse, avrebbe preferito essere mandato contro Shan Yu.... ma Vermeil era decisamente il secondo miglior avversario a disposizione. Lanciando su sè stesso un incantesimo temporale, il cavaliere oscuro riuscì a pareggiare in velocità l' avversaria, muovendosi assieme a lei per tutto l' hangar lanciando colpi sempre più devastanti. Se la città dei Gungan non fosse stata creata per sopravvivere alla distruzione stessa del pianeta, probabilmente sarebbe già crollata.

<< La tua fama di catastrofe vivente non ti rende minimamente giustizia, Vermeil Goldfield.>>, affermò eccitato Garland, generando due potenti vortici di vento con le proprie spade.

 

Vermeil, con un lampo di sfida negli occhi, concentrò la sua energia. Le scariche elettriche intorno al suo corpo si intensificarono, formando uno scudo verde che la circondava completamente. Con un movimento agile e deciso, riuscì a deviare uno dei vortici con la sua spada, mentre l'altro la colpì, facendola arretrare di qualche metro, ma senza spezzare il suo ritmo. << Anche tu, Garland, sei veramente degno della tua fama. Ma vediamo quanto resisterai!>>

La sua aura esplose di nuovo, questa volta con una carica ancora più intensa. Vermeil si lanciò verso Garland, ora decisa a superare i limiti. I due si scontrarono di nuovo, scatenando onde di energia che si infrangevano contro le pareti dell’hangar, e ogni colpo tra loro sembrava scuotere le fondamenta stesse della città sotterranea.

Mentre la battaglia tra Vermeil e Garland infuriava, Edmund, con Tarkin ancora ferito al suo fianco, cercava di allontanarsi il più possibile dal centro dello scontro. Doveva portare in salvo il Gran Moff, ma sapeva che la situazione stava rapidamente degenerando a giudicare dai suoi di entrambe le battaglie in corso. Tuttavia, sapeva di poter contare su Vermeil per tenere occupato Garland, almeno per il momento.

Alameda continuava a cantare con gusto il suo amato Yodel, creando tori di energia Elementale che lanciava contro la sua misteriosa avversaria, il cui Keyblade roteava abilmente distruggendoli tutti o rimandandoli al mittente senza particolare difficoltà. 


<< È tutto questo che riescono a fare i letali Stecker- disse annoiata, trasformando un bufalo di ghiaccio in un missile congelato che lanciò contro il Bardo- dal discutibile terzo clan più forte della Galassia mi aspettavo molto di più. Almeno Malefica avesse mandato Davy Jones. >>

Il Cowboy venne in effetti colpito in pieno petto e spedito contro una colonna, ma saltò fuori dalle macerie senza particolari danni, curati non appena si iniettó una pozione nel collo. 

<< Oh, noi siamo solo  il primo atto volto a indebolirvi, il vero spettacolo arriva ora. Inquinator, possiamo sloggiare! >>, gridò al suo bisunto amico non appena questi gli atterró accanto. L' assassino curvó il becco d' avvoltoio in un sorriso maligno prima di svanire in una nube di fumo tossico assieme al compare mentre Demyx e la compagna tossivanino per il fumo inalato 


Mentre Demyx e la sua compagna cercavano di riprendersi dalla nuvola di fumo tossico che li aveva avvolti, un improvviso colpo dall'ombra li prese entrambi di sorpresa. Demyx, pur pronto a creare un muro d'acqua per difendersi, fu colpito di lato da un'onda di energia magica che lo fece rotolare a terra, annullando la sua difesa.

Alle loro spalle, Amity Blight, con il suo caratteristico sorriso sicuro, era apparsa improvvisamente. Con un gesto fluido e preciso delle mani, aveva lanciato un incantesimo devastante che aveva sorpreso i due membri dell'Organizzazione XIII. Al suo fianco, 2B, l'androide al servizio di Maul, si muoveva con una grazia innaturale, le sue spade già pronte a scatenare una nuova ondata di attacchi.

Demyx si rialzò faticosamente, tossendo ancora per via del fumo, e brandì il suo sitar, cercando di evocare una serie di note che generassero creature d’acqua pronte a contrastare le nuove arrivate. Tuttavia, le sue evocazioni non furono rapide abbastanza. 2B si mosse con incredibile velocità, tagliando attraverso le onde d'acqua con facilità, mentre Amity continuava a lanciare i suoi incantesimi con precisione letale.

La donna incappucciata, fino a quel momento rimasta silenziosa e impassibile di fronte al caos, si voltò verso la nuova arrivata e, con un sorriso soddisfatto, si avvicinò lentamente. Demyx e Amity continuavano a scambiarsi colpi magici, ma il suo sguardo era interamente rivolto verso 2B.

Badass Amity by TonyNeely on DeviantArt

 

Con un gesto calmo, la misteriosa figura si scoprì il volto, rivelando un volto pallido cesellato in ogni singolo dettagli e contorniato da lunghi capelli color acquamarina, mentre occhi di puro ghiaccio fissavano eccitati le nuove venute..

<< Finalmente... una vera sfida>>, disse Esdeath con tono gelido, mentre i suoi occhi azzurri brillavano con un misto di eccitazione e freddezza. I suoi capelli bianchi ondeggiavano leggermente mentre le sue mani si preparavano a evocare il suo temibile potere. << Ho aspettato tanto questo momento.>>

2B, riconoscendo immediatamente la potenza dell’avversaria, si preparò ad affrontare una battaglia che sarebbe stata molto più intensa rispetto a qualsiasi altro combattimento precedente. Amity, notando il cambio di dinamica, si fermò per un attimo, osservando la scena con una crescente curiosità.

Esdeath, con un movimento rapido, creò un’enorme lastra di ghiaccio che si innalzò dal pavimento e che si lanciò direttamente verso 2B, tagliando l’aria con una velocità impressionante. L'androide riuscì a schivarla per un soffio, ma capì immediatamente che la donna davanti a lei era un avversario formidabile, il cui controllo sul ghiaccio sembrava andare oltre qualsiasi magia conosciuta.

 

Esdeath #ice Akame ga Kill! #4K #wallpaper #hdwallpaper #desktop | Akame ga  kill, Anime characters, Akame ga

Demyx, ancora tossendo leggermente, si avvicinò alla compagna, gli occhi spalancati mentre osservava Esdeath all’opera. << D'accordo... questo è sicuramente più interessante di quanto pensassi...>>, mormorò, preparandosi a dare il meglio di sé contro le nuove sfide che si stavano per presentare.

Amity scrocchiò il collo ed evocò dal Prizmod numerose ampolle, tutte ricolme di una sostanza violacea che Demyx riconobbe come Krawl( gruppo di organismi che raccoglie gli Slime di Dragon Quest, gli Slime di Spectrobes e i Simbionti Marvel). Con uno schioccò di dita, ognuna di esse esplose circondando l' elfa con un piccolo esercito di Slime e Golem gelatinosi ai suoi completi ordini, oltre a un grosso gatto bianco pervaso da una potente aura magica.

<< Certo che ne avete di abilità strane in quest' epoca- commentò il chitarrista, impressionato- ai miei tempi nessuno avrebbe pensato di sperimentare così con la progenie di Knull.>>

<< Ed è per questo che perderete.>>, affermò Amity con un sorriso, infondendo la propria energia in ogni sua singola creatura e lanciandola contro l' avversario.

Demyx osservò con una punta di preoccupazione il crescente esercito di Slime e Golem gelatinosi che Amity aveva evocato. Ognuna delle creature, animata da una scintilla di energia magica, si muoveva con una fluidità innaturale, come se fossero estensioni dirette della volontà della strega. Il grosso gatto bianco che stava al suo fianco, avvolto in un'aura magica, sembrava essere la creatura più pericolosa di tutte, i suoi occhi brillavano con una strana intelligenza, quasi consapevole della situazione.

<< Ammetto che siete più imprevedibili di quanto mi aspettassi>>, rispose Demyx, alzando il sitar con un sorriso nervoso. << Ma questo non significa che abbiate già vinto.>>

Con un rapido movimento delle dita, cominciò a suonare una melodia caotica, invocando getti d'acqua che si trasformarono in creature acquatiche, serpenti e onde in miniatura che danzavano attorno a lui. Le note vibravano nell’aria, ma Amity non sembrava minimamente impressionata.

Con uno schiocco di dita, le sue creature di Krawl scattarono in avanti, muovendosi con una sorprendente agilità nonostante la loro forma gelatinosa. Gli Slime si fusero tra loro per formare strutture sempre più grandi, mentre i Golem marciavano con passi pesanti verso Demyx, distruggendo tutto ciò che trovavano sul loro cammino.

Il chitarrista, pur esperto nel combattere con il potere della musica, si ritrovava sopraffatto dalla quantità e dalla coordinazione con cui Amity dirigeva il suo esercito. Ogni volta che uno dei suoi attacchi acquatici colpiva uno Slime, la creatura sembrava assorbire parte dell’impatto e rigenerarsi quasi immediatamente. Persino i serpenti acquatici che aveva evocato venivano intrappolati e dissolti dalla sostanza viscida dei Krawl.

Nel frattempo, il grosso gatto bianco si era lanciato verso Demyx con una velocità sorprendente. I suoi artigli, avvolti in energia magica, si mossero in un assalto fulmineo, costringendo il chitarrista a indietreggiare di scatto. Sebbene fosse riuscito a evitare per un pelo l'attacco, si rese conto che Amity aveva un controllo pressoché totale sul campo di battaglia.

<< Vediamo come te la cavi con questo!>>, esclamò la strega, mentre un sorriso si allargava sul suo volto. Con un gesto deciso, sollevò le mani e canalizzò ancora più energia nei Krawl, rendendo i loro movimenti ancora più rapidi e imprevedibili.

Demyx  venne rapidamente messo alle strette dai continui assalti dell' orda gelatinosa, ora intenta anche a scagliargli addosso raffiche di incantesimi affinchè non trovasse neanche il tempo di mettere mano alle corde. Tentò di creare una barriera d’acqua per proteggersi dagli assalti imminenti, ma sapeva che non sarebbe durata a lungo contro la quantità di potere che Amity stava liberando.

<< Okay, okay... Questo inizia a diventare un po' troppo>>, mormorò tra sé, cercando una via di fuga.

Altrove 2B si lanciò furiosamente contro Esdeath, ingaggiando la criocineta in un fulmineo duello con le rispettive spade, aiutata da un droide di supporto che alternava raggi laser a missili per mantenere la turchese in difficoltà. Però sembrava sempre più eccitata dallo scontro, continuando a evitare, bloccare e contrattaccare i fendenti dell' albina.

<< Ah, ai miei tempi mi sarei sognata una droide forte come te per allenarmi. Forse un migliaio di tue simili potrebbe estinguere la mia sete di battaglie per un pò.>>, sibilò estatica, arrivando vicino a decapitare 2B, che però evocò in tempo una lancia per bloccare l' attacco

Le due donne, entrambe combattenti letali nel loro stile, sembravano danzare in uno scontro coreografato, con fendenti e parate che rimbombavano nell’aria come musica violenta.

Il droide di supporto di 2B non smetteva di lanciare attacchi, alternando raffiche di raggi laser a missili che sfrecciavano verso Esdeath, ma la criocineta rispondeva con una prontezza impressionante. Con un semplice gesto della mano, evocava muri di ghiaccio che esplodevano in frammenti, neutralizzando gli attacchi, mentre si concentrava nel corpo a corpo contro la droide.

<< Il tuo stile è impeccabile, androide>>, sibilò Esdeath, sferrando una serie di fendenti con una velocità e forza devastante. Ogni colpo si abbatté sulla lancia di 2B come un martello contro l'acciaio, facendola indietreggiare di qualche passo. << Ma l'eccitazione di questo scontro... è insuperabile. Non puoi capire quanto mi sto divertendo!>>

2B non rispose, concentrata sulla battaglia, le sue movenze erano calcolate e fredde come una macchina perfetta. Sapeva di trovarsi davanti a un nemico straordinario, e per quanto non provasse emozioni come un umano( beh, Hainz si era assicurato che le provasse, ma non quanto suo fratello Norm), la sua logica le diceva che Esdeath non andava sottovalutata. Con un movimento improvviso, 2B cambiò approccio, saltando agilmente in aria e colpendo dall’alto con la sua lancia, mentre il droide le copriva le spalle con un'esplosione di missili.

Esdeath, con un sorriso sadico, fece scattare la sua mano in avanti. In un istante, dal terreno emersero lance di ghiaccio, creando una barriera mortale tra lei e 2B. La droide schivò per un soffio, atterrando lateralmente, ma Esdeath era già su di lei, la sua spada roteava con un'energia incontrollabile.

Il loro scontro continuò senza sosta, l'acciaio incontrava il ghiaccio con un clangore assordante. 2B lanciò un'occhiata rapida verso Demyx e la sua compagna, ancora impegnati contro Amity e il suo esercito di Slime. Dovevano guadagnare tempo e trovare un modo per ribaltare la situazione, ma Esdeath non lasciava loro alcuna tregua.

<< Non pensare di poter fuggire così facilmente>>, ringhiò Esdeath, lanciando un'ondata di ghiaccio che avvolse il campo di battaglia, costringendo 2B a difendersi con tutte le sue forze.

La punta del fioretto di Esdeath sfiorò di pochissimi centimetri il collo di 2B, che  mosse in tempo la sua lancia per deviarla prima di muoversi di lato e tentare a sua volta un rapidissimo affondo.                                                                                    

  << Generalmente considero combattere coi droidi una noia- disse la perfida criocineta, saltando sull'arma della rivale- persino quelli con un'intelligenza più propensa ad adattarsi si muovono in maniera troppo meccanica e prevedibile per i miei gusti, ma tu.... chiunque ti abbia creato è un genio della guerra.>>                 

   Per l'ennesima volta armi di ghiaccio da ogni direzione circondarono 2B, che lasciò andare l'arma per saltare e schivare la maggior parte dei colpi. Tra un'acrobazia e l'altra, calcolata alla perfezione dal suo cervello elettronico, molti attacchi riuscirono comunque a sfiorarla e a causare piccole scalfiture nella sua pelle artificiale, cui seguì un possente calcio allo sterno da parte di Esdeath.                                                                                                              

   << Ma sì- ridacchiò la turchese- un'armata di diecimila, o anche solo mille, guerrieri come te, e potrei considerarmi soddisfatta per l'eternità.>>, commentò prima di puntare la spada a terra per accumulare energia, i suoi Midi chlorian che vorticavano pericolosamente tra una cellula e l'altra. 2B ebbe forse una manciata di millisecondi per attivare il suo comunicatore interno e chiamare aiuto.                                                                              

         << Globby, se ci sei.... piano di emergenza  Oceano nero>>                                      

<< 2B, non puoi essere seria, ti ricordi cos'è successo l'ultima volta?>>                

<< Sbrigati!>>, ribattè secca l'androide, con un tono ben lontano da quello con cui era conosciuta tra i colleghi dell'Alba cremisi  

Esdeath attivò una delle sue tecniche più pericolose, e l'intero campo di battaglia si ricoprì con bellissimi cristalli di ghiaccio d'ogni forma e dimensioni, che con uno schiocco di dita si sarebbero frantumati per dilaniare l'androide.          

Quest'ultima si tolse l'abito nero ormai quasi in brandelli, rivelando un formoso  e atletico corpo, simili all'angelica visione del più abile degli artisti, anche se priva di capezzoli e organi sessuali.    

                      Pin page                                                  

 Da un tombino alle sue spalle, apparve una gelatina viola semovente, che si attaccò rapida alle sue gambe e cominciò a diffondersi su tutta la pelle in polimeri di 2B, che alzò il viso al cielo mentre tatuaggi quasi identici a quelli di Maul apparivano ovunque la gelatina si diffondesse, trasformandosi sulle ferite per ripararle.                                                                                                    

 A un gesto di Esdeath, una letale tempesta di frammenti cristallini si abbattè sulla ragazza, che nuovamente balzò in aria roteando come una trottola, frantumando quasi ogni frammento e rispedendone addirittura alcuni al mittente, finchè le particelle d'acqua trattenute nell'aria non crearono uno splendido arcobaleno.                                                                                                 Riatterrata, 2B sembrava la perfetta definizione della parola predatore.   Era ora interamente ricoperta dal suo amico simbionte, i cui tatuaggi da lui creati rilasciavano piccoli bagliori cangianti che sembravano renderla ancora più sfuggente.                                                                      

 


         Mani e piedi erano ora dotati di lunghi e affilati artigli, che poco avevano da invidiare a quelli di un drago, e lungo la longinea figura dell'androide apparivano ora piccoli tentacoli, ora pericolose escrescenze ossee di ogni forma che non attendevano altro di affondare nella carne altrui.                          

 << Mille?- sussurrò Esdeath, abbassando lievemente il viso- no, decisamente, mi basti tu!>>, esclamò estasiata ripartendo all'attacco

 


2B non rispose. I suoi occhi digitali, ora luminosi e carichi di determinazione, si fissarono su Esdeath mentre calcolava ogni possibile movimento. Le escrescenze ossee e i tentacoli che si contorcevano lungo il suo corpo sembravano ansiosi di essere messi alla prova. Quando Esdeath si lanciò in avanti, con la sua spada pronta a colpire, 2B balzò nell'aria, la sua velocità e grazia disumane amplificate dal potere del simbionte.

Le lame di ghiaccio di Esdeath si infransero contro gli artigli e le escrescenze di 2B, che con movimenti fulminei riusciva a deviarle o distruggerle. Ogni volta che la spada di Esdeath sfiorava l’androide, i tentacoli del simbionte si allungavano per afferrare l’arma, respingendo o addirittura annullando l’impatto con una precisione micidiale.

Il campo di battaglia si trasformò in una scena surreale. Gli attacchi di Esdeath, potenti e devastanti, venivano respinti o deviati con tale agilità che pareva quasi che 2B danzasse tra le esplosioni di ghiaccio. Il suo nuovo corpo non solo le dava una straordinaria resistenza, ma anche una velocità che rivaleggiava quella della stessa Esdeath.

Esdeath, con occhi selvaggi e pieni di desiderio di vittoria, non rallentava. << Sì! Finalmente una vera sfida!>> gridò con gioia mentre, con un potente fendente, evocò un'enorme ondata di ghiaccio che si abbatté su 2B. L'androide, anziché schivare, si lanciò direttamente nell’attacco, le sue mani affilate come artigli che frantumavano il ghiaccio e creavano una scia di frammenti dietro di sé.

Le due guerriere si scontrarono al centro della tempesta di ghiaccio, le loro armi scintillanti che si incrociavano in una sinfonia di clangori metallici. Il simbionte reagiva a ogni colpo, rigenerando rapidamente le ferite di 2B, e allo stesso tempo, le sue escrescenze cercavano di affondare nella carne di Esdeath. Ma la criocineta era altrettanto formidabile: evitava i colpi con eleganza, contraattaccando con precisione letale.

In un crescendo di velocità e violenza, entrambe sembravano ormai oltrepassare i limiti di qualsiasi normale combattente. L'aria intorno a loro tremava per l'intensità dello scontro, e le pareti dell'hangar, già incrinate dal duello, rischiavano di crollare.

Esdeath, con il sorriso di una predatrice, preparò un colpo devastante. << Fine dei giochi!>> gridò, concentrando tutta la sua forza in un unico attacco. Ma 2B, con un tempismo perfetto, fece apparire dalle sue mani una coppia di enormi lame, intinte nel potere del simbionte, e contrattaccò con una forza pari a quella della sua avversaria.

L’impatto fu catastrofico. Un'ondata d’energia esplose da entrambe, sollevando detriti e frammenti di ghiaccio in tutte le direzioni. Quando la polvere si diradò, Esdeath, con il fiato corto, sorrideva ancora, incredula e affascinata dalla resistenza di 2B.

<< Sei perfetta>>, sussurrò con voce roca. Ma anche lei sapeva che quel duello stava raggiungendo il suo climax, e che una sola mossa avrebbe deciso il vincitore.

La schermitrice cominciò a roteare la propria arma, raccogliendo a ogni movimento potenti sferzate di energia gelida, mentre lo strato di gelatina a protezione di 2B cominciò a ricoprirsi di scie verdi di pura Forza, prese dallo stesso Globby e non solo. Doofensmhitz, suo creatore, aveva modificato il suo reattore intento affinchè potesse contenere anche energia della Forza data da un donatore volontario..... in questo caso la stessa Malefica, la cui magia circolava dentro l' androide( assieme a un altro piccolo ingrediente segreto)

' Papà, lord Maul, amici miei.... questo è per tutti voi!', pensò la coraggiosa sicaria, gettandosi contro Esdeath, che rilasciò un vortice congelante dalla punta della sua arma, rallentando la traiettoria di 2B e Globby, la cui pelle era ormai diventata una palla compressa di magma verde.

La pressione fu per un istante quasi insopportabile, ogni fiamma creata attingendo al reattore sembrò spegnersi, quasi con delusione di Esdeath..... finchè 2B non si riaccese con un scoppio, riprendendo a rotolare furiosamente per poi abbattersi senza pietà sulla Custode del Keyblade.

Esdeath si preparò a resistere al potente attacco, la sua arma roteante generava un vortice di ghiaccio sempre più intenso. Tuttavia, il magma verde che avvolgeva 2B e Globby si nutriva dell'energia della Forza, accumulando potenza fino a raggiungere il punto di rottura.

Con un'esplosione fragorosa, 2B si liberò dalla trappola congelante, il suo corpo metallico e il simbionte carichi di pura energia magica e della Forza. L'androide era diventata un'arma vivente, una furia inarrestabile.

Esdeath, per la prima volta, si trovò a dover affrontare qualcosa che nemmeno la sua potenza criogenica poteva fermare. Gli occhi della turchese si dilatarono di pura eccitazione mista a stupore. L'enorme massa di energia verde e il calore sprigionato dal reattore all'interno di 2B la travolsero come una valanga di fuoco, infrangendo il suo scudo gelido e travolgendola con una forza distruttiva.

<< N-no!>>, gridò Esdeath, tentando disperatamente di contrattaccare, ma ogni sua magia veniva annullata dal potere combinato del simbionte e della Forza. Il magma verde si abbatté su di lei con una furia implacabile, spezzando la sua arma e gettandola violentemente a terra.

2B, ormai fusa completamente con Globby, atterrò accanto a Esdeath, la figura imponente e selvaggia dell'androide illuminata da bagliori verdi e blu. Il corpo di Esdeath era ricoperto di ferite e il suo fiato si faceva affannoso, ma anche a terra e sconfitta, il sorriso di pura eccitazione non lasciava mai il suo volto.

<< Impressionante...>> mormorò, appena prima che l'oscurità la avvolgesse.

2B si fermò, osservando l'avversaria caduta con freddezza. La sua missione era compiuta, ma il peso di quella battaglia rimase nell'aria. La vittoria era stata schiacciante, ma anche 2B sapeva che un avversario come Esdeath non avrebbe ceduto per sempre.

Demyx si materializzò in quel momento accanto alla compagna, ricoperto di ferite grondanti di gelatina Krawl, la stessa che ormai cascava da innumerevoli edifici ormai distrutti.

<< Uff, devo fare i miei più sinceri complimenti sia a voi ragazze che ai vostri complici. Per essere avversari di rango relativamente basso, ci avete dato una bella batosta.>>

<< Il rango e il livello di Midi- Chlorian di un avventuriero contano ben poco se paragonati ad astuzia e versatilità. Che intendete fare ora?>>, domandò 2B, mentre Globby si separava da lei assumendo l' aspetto di un dinosauro dalle fauci ricolme di acido. Demyx deglutì e alzò le mani in segno di resa, le ferite ancora fresche e visibili sotto la gelatina Krawl che lo ricopriva.

 

<< Calma, calma...>> ripeté, fissando Globby che minacciosamente assumeva l'aspetto di un enorme dinosauro dalle fauci colme di acido. << È ben chiaro che qualcun altro ha già finito con Tarkin, quindi ce ne andremo. Non provate a fermarci. L'elfa con cui combattevo mi ha anche dato filo da torcere, ma ha bisogno di cure.>>

2B osservò Demyx per qualche istante, valutando le sue parole, poi abbassò lievemente il capo in segno di assenso.

 

<< Siete liberi di andare. Non abbiamo alcun interesse nel prolungare questo scontro.>> Dietro di lei, Globby emise un ruggito sommesso, ritirando lentamente i suoi acidi.

Demyx, visibilmente sollevato, si guardò intorno per trovare la sua compagna. L'elfa, ancora incappucciata, apparve barcollante tra le macerie, le sue ferite evidenti. Senza una parola, si appoggiò a lui, e i due iniziarono ad allontanarsi.

 

<< Buona fortuna a voi, e grazie per... ehm, non averci ridotti in poltiglia>>, aggiunse Demyx con un sorriso forzato prima di dissolversi nell'ombra con la compagna.

2B guardò la scena, un leggero sorriso soddisfatto comparve sul suo volto.

 

<< Missione compiuta.>> Attivò il suo comunicatore interno e contattò Maul. << Maestro, qui 2B. La missione è un successo. Gli avversari sono stati neutralizzati e si sono ritirati. Tarkin è probabilmente già morto.>>

Dall'altra parte, la voce cupa di Maul rispose con approvazione. << Ben fatto. Tornate alla base per il debriefing. Abbiamo nuove mosse da pianificare.>>

Intanto, lontano dal campo di battaglia, Edmund aveva portato Tarkin in un santuario dedicato a Leviathan, il dio patrono di Naboo. Le acque del tempio luccicavano sotto la luce sacra, e il giovane sovrano stava facendo tutto il possibile per curare il Gran Moff. Con mani tremanti, Edmund applicava incantesimi di guarigione e somministrava potenti pozioni rigenerative.

Tarkin, ancora debole ma cosciente, osservava il giovane re con uno sguardo di gratitudine, mentre il calore delle acque sacre di Leviathan iniziava a curare le sue ferite più gravi. O almeno ci provava, ma persino la statua del possente rettile marino, normalmente magnifica e imperturbabile, sembrava avere dubbi sulle sue capacità.

 


<< Re Pevensie, Edmund..... ti sono estremamente grato per l' aiuto, ma dubito di poter sfuggire alla morte un' altra volta.>>, disse sfinito l' anziano avventuriero mentre Edmund cercava di castare un Curaga contro l' altro per riparare i danni inflitti da Garland. Purtroppo il malvagio cavaliere sapeva bene quello che sapeva e aveva attaccato con dedizione proprio quei punti che anche i maghi bianchi più abili avevano problemi a raggiungere.

La luce verde del proprio incantesimo si riflettè sul teso viso di Edmund, accompagnato dai lievi bagliori del monile regalatogli anni prima da Babbo Natale, la Stella di Aldelbaran.

<< Non parlate, posso stabilizzarvi finchè un vero medico non arriverà.>>

<< Ragazzo mio, siamo già stati entrambi vicini alla morte abbastanza volte da sapere che non riuscirò a vedere un' ultima volta i miei compagni- si lamentò Tarkin, prima di sputare una boccata di sangue e allungare una mano verso il ciondolo- questo dovrebbe dirti che non mento, vero?>>

<< ..... Quando Babbo Natale incontrò me e i miei fratelli, me l' affido dicendo che mi avrebbe protetto da ogni illusione o menzogna, e che era certo un giorno non ne avrei più avuto bisogno. Ma non morirete oggi.....>>

<< In un certo senso..... il mio spirito continuerà a vivere in quello che ho costruito assieme a lord Vader e ai nostri compagni. Ho già davanti colui che continuerà a occuparsene per me.>>, disse un' ultima volta il capo burocrate degli Eclipse, prima di chiudere gli occhi.

Edmund prese un' elisir dal Prizmod e cercò di iniettarglielo come ultima risorsa, ma la vita aveva già abbandonato le membra di Tarkin. In quel momento giunse Vermeil, riportante non pochi graffi e contusioni dallo scontro con Garland, ma in salute e pronta un giorno a sistemare i conti col guerriero. Per il momento però la sua attenzione era tutta per il fidanzato e l' uomo che non era riuscito a salvare.

Edmund restò immobile, il corpo di Tarkin tra le sue braccia mentre l'elisir, ormai inutile, scivolava dalle sue mani. Il giovane sovrano, con il respiro pesante, si ritrovava ad affrontare l'amara realtà: nonostante tutti i suoi sforzi, non era riuscito a salvare l'uomo che considerava una delle colonne portanti degli Eclipse.

La luce verde dell'incantesimo Curaga scomparve lentamente, lasciando al suo posto solo il freddo silenzio del tempio. Il ciondolo della Stella di Aldelbaran brillava ancora debolmente sul petto di Edmund, quasi come un triste ricordo delle parole di Tarkin. Il vecchio avventuriero aveva ragione: il suo spirito avrebbe vissuto attraverso ciò che aveva costruito, e il peso di quel lascito ora gravava interamente su Edmund.

Proprio in quel momento, Vermeil entrò nel santuario. I suoi passi rimbombarono nell'atmosfera quieta e solenne, portando con sé l'eco di un combattimento recente. Le sue ferite erano evidenti, tagli e contusioni che parlavano della furia con cui aveva combattuto Garland. Ma ciò che la colpì di più fu la visione di Edmund, piegato sopra il corpo privo di vita di Tarkin.

<< Edmund...>>, sussurrò, avanzando verso di lui. Il suo cuore si strinse nel vedere il dolore sul volto del suo amato. Si chinò accanto a lui, i suoi occhi rossi per l'emozione.

Edmund scosse la testa, la sua voce bassa e spezzata. << Non ce l’ho fatta, Vermeil. Nonostante tutto... non sono riuscito a salvarlo.>>

Vermeil lo abbracciò, stringendolo a sé con delicatezza. << Hai fatto tutto il possibile. Non è colpa tua.>> Sentiva il calore del corpo di Edmund, la tensione nel suo corpo mentre cercava di trovare le parole giuste. Ma non c'erano parole che potessero lenire quel dolore.

Edmund chiuse gli occhi per un istante, cercando di calmare il flusso di emozioni che lo travolgeva, essendosi affezionato non poco all' uomo in quei mesi. << Ha detto che il suo spirito continuerà a vivere attraverso quello che ha costruito. Ma è difficile accettare che la galassia abbia perso uno come lui.>>

Vermeil rimase accanto a lui, una mano che gli accarezzava la schiena in segno di conforto. << Tarkin era un grande uomo, e la sua memoria non sarà mai dimenticata. Ma ora dobbiamo continuare a lottare, anche per lui.>>

Edmund annuì lentamente, consapevole che, nonostante la tristezza, la battaglia contro i nemici dell'Eclipse non era finita. Garland, Malefica, Xenahort e tutti gli altri continuavano a rappresentare una minaccia. E ora, più che mai, dovevano essere pronti a combattere. Una cosa era certa, non appena avrebbe saputo di quanto successo, uno dei suoi luogotenenti ucciso sul pianeta natale dell' amata e perduta consorte, Vader sarebbe sceso una volta per tutte sul piede di guerra.

In quel momento una notifica scattò sul Prizmod di Edmund, che l' aprì svogliatamente prima di impallidire.

<< Oh, no.>>

                                                                                                                         ******

 

 

Non appena Peter Pevensie, Re supremo di Narnia, vide le notizie di quanto accaduto su Naboo, cercò immediatamente di contattare il fratello, ma purtroppo a causa di alcuni disturbi alle infrastrutture del pianeta palustre fu possibile solo il giorno successivo. Quando finalmente rivide il viso di Edmund, per quanto preoccupato, il sovrano sentì un sollievo che all' epoca aveva provato solo per la sconfitta della Strega Bianca, quando per anni aveva dato corpo, cuore e anima per assicurarsi che tutti i suoi fratelli e le persone a loro care uscissero vive da quel conflitto dov' erano finiti per puro caso.

<< Edmund, tu e Vermeil state bene?>>, domandò nervoso dopo aver ringraziato mille volte Aslan dentro di sè.

<< Sì, stiamo bene tutti e due, anche se un pò provati. Spero che Lucy e Susan non si siano preoccupate troppo.>>

<< Oh, hanno solo minacciato di prendere tutto l' esercito e fare terra bruciata da Narnia e Naboo pur di riportarvi qui. Ma che è successo sul serio?>>

Edmund spiegò del misterioso attacco da parte dei due figuri incappucciati e dell' intervento degli Stecker. Alcuni avevano acclamato Alameda e Inquinator come eroi, obbligandolo a tacere pubblicamente sul ruolo nascosto di Garland in quella vicenda per non evitare disordini. Inutile dire  che la cosa infuriò ulteriormente Peter,  facendogli giurare che un giorno avrebbe rivelato gli sporchi trucchi di Malefica.

La parte preoccupante però era un' altra.

<< Alla morte di Tarkin ho ricevuto una sua notifica sul Prizmod..... mi aveva messo nel suo testamento. Ora sono il nuovo capo burocrate degli Eclipse, a tutti gli effetti un luogotenente di Vader.>>

Il volto di Peter si oscurò appena sentì le parole di Edmund. Nonostante il sollievo di sapere che il fratello era in salvo, la notizia della sua nuova posizione tra gli Eclipse era tutt’altro che rassicurante. La responsabilità che Tarkin aveva lasciato in eredità a Edmund era immensa, e l'idea di un legame ancora più stretto con l’oscuro potere di Darth Vader era preoccupante, per non dire altro.

<< Capo burocrate degli Eclipse...>>, ripeté Peter con un tono incredulo, cercando di processare la notizia. << Vuol dire che sei... sei ufficialmente nella cerchia ristretta di Vader.>>

Edmund annuì, il suo sguardo era serio, ma una stanchezza palpabile lo avvolgeva. << Non me lo aspettavo, Peter. Certo, conoscevo il rispetto che Tarkin aveva per me, ma... questo... è molto più di quanto avrei immaginato. Ora sono coinvolto a un livello più alto, e non posso tirarmi indietro.>>

Peter passò una mano tra i capelli, cercando di mantenere la calma. << Ed, lo sai cosa significa tutto questo, vero? Sarai costretto a prendere decisioni difficili, a muoverti in un mondo dove la lealtà e il potere sono tutto. Vader... è pericoloso, e ora sei ancora più vicino a lui. Narnia stessa sarà in bilico>>

Edmund abbassò lo sguardo per un istante, riflettendo su quelle parole. << Lo so, Peter. Ma Tarkin ha lasciato questo compito a me, e io non posso ignorarlo. Abbiamo bisogno di qualcuno all'interno degli Eclipse che sappia muoversi nella loro struttura. So che sarà difficile, ma se c'è una possibilità di influenzare le cose dall'interno, allora devo provarci.>>

Peter rimase in silenzio per qualche istante, osservando il fratello con preoccupazione, ma anche con una profonda ammirazione. Edmund aveva sempre avuto un forte senso del dovere, ed era disposto a sacrificarsi per il bene comune, come aveva dimostrato più volte in passato.

<< Edmund, non ti dirò di non farlo. So che non cambierebbe nulla. Ma ti chiedo solo di fare attenzione. Malefica, Vader, Garland... tutti loro giocano una partita pericolosa. E anche se sei lì per una ragione nobile, non voglio che tu finisca per diventare come loro.>>

Edmund alzò lo sguardo verso lo schermo, con un'espressione determinata. << Non lo diventerò mai, Peter. Non dimenticherò mai chi sono, né ciò per cui sto lottando. Ma capisco che sarà una sfida.>>

Peter sospirò, rassegnato. << Va bene. Lucy e Susan non saranno entusiaste di sapere che ora sei coinvolto così tanto con gli Eclipse, ma faremo il possibile per sostenerti.>>

Edmund accennò un sorriso. << Grazie, Peter. Non so cosa farei senza di voi.>>

Peter lo fissò con un'espressione più leggera, ma con ancora un velo di preoccupazione negli occhi. << Non dovrai mai scoprirlo, Ed. Saremo sempre al tuo fianco.>>

Edmund annuì, e con un ultimo scambio di sguardi, la comunicazione si interruppe, lasciando entrambi i fratelli a riflettere sulle sfide imminenti.

                                                                                                              **********

Salve a tutti, mi scuso immensamente per qualsiasi sbavatura, grammaticale e non, di questo capitolo, ma l' ultima settimana è stato un dito in culo e non so dire quando la situazione migliorerà, visti gli impegni di cui vi ho già parlato nei precedenti capitoli. Spero abbiate apprezzato questo sviluppo di trama, che ho già pianificato praticamente dall' inizio, specialmente per la scusa di poter infilare Edmund tra gli Eclipse, e di aver anche reso Esdeath per la bestia che è. Chiaro che se avesse già saputo del trucco usato da 2B, la lotta sarebbe finita in maniera ben diversa( anche se la stessa 2B, con un pò di preparazione in più, avrebbe avuto anche altri trucchi, quindi chissà. Stiamo pur sempre parlando di due delle donne più letali mai create dalla Square Enix). Spero di farmi risentire presto, intanto mi focalizzerò su qualche particina di Glories of the Most High, qui intanto ci avviciniamo sempre di più alla parte finale, probabilmente altre due saghe dopo quella in corso e via.
 

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Capitolo 42
*** Il triangolo del diavolo- prima parte ***


<< Cacchiarola, ho sempre saputo che Ventus era fortissimo e che i suoi compagni non dovevano essere da meno....ma vederli combattere così è tutta un' altra storia.>>, commentò Sora, aggrappato a uno dei pali della Razor Crest e intento  a guardare il suo maestro Jedi mentre combatteva in coppia con Aqua un immenso esercito di Heartless.

La ciurma aveva seguito la scia fiammeggiante creata da Ifrit in cerca di Topolino, sapendo che il fidato Capo Clan era allo stesso tempo vicino e lontano. Ovviamente gli abitanti del Lato Oscuro, fossero essi agli ordini di Xenahort o indipendenti, non rendevano loro la cosa facile, e quella era solo l' ultima di una lunga serie di mostruose orde da loro affrontate.

Quindi i membri adulti del gruppo si davano il cambio per proteggere la navetta e permettere agli altri di riposarsi nel caso l' Organizzazione si facesse di nuovo viva, sapendo che era solo questione di tempo.

Ventus e Aqua si lanciavano nella mischia come una tempesta di luce e movimento, i loro Keyblade trasformati in veicoli agili e potenti che li portavano a zigzagare tra gli Heartless in un’esplosione di potere coordinato. Ventus, sempre più sicuro e audace, guidava la sua Glider con una precisione tagliente, tracciando cerchi intorno agli avversari prima di lanciare potenti incantesimi di vento che facevano esplodere l'aria con folate violente, spazzando via file di Heartless con ogni colpo.

Aqua, a sua volta, dimostrava la potenza della sua maestria negli incantesimi. Con una grazia fluida e una determinazione feroce, passava da un incantesimo di ghiaccio che trasformava le ombre minacciose in statue gelide, a devastanti esplosioni di fuoco e luce. Ogni mossa era calcolata, coordinata con Ventus, come una danza devastante che travolgeva i nemici.

A un certo punto, Aqua eseguì un salto acrobatico, piombando su un gruppo di Heartless, incenerendoli con un raggio di fuoco che fece risplendere il campo di battaglia di un'intensa luce arancione. Ventus le fece un cenno di approvazione, accelerando e abbattendo un Heartless che si stava avvicinando da dietro.

<< Wow, Aqua! Si vede che hai fatto progressi incredibili al tempio di Shiva. Sei diventata ancora più forte e sicura nelle tecniche avanzate.>> Ventus sferrò un colpo micidiale, riducendo un gruppo di avversari a nient'altro che ombre evanescenti.

Aqua sorrise mentre lanciava un potente Thundaga, che scosse il terreno e colpì con precisione letale una colonna di Heartless. << Grazie, Ven! Ma anche tu hai fatto un lavoro straordinario con Sora. In poco tempo, gli hai insegnato tantissimo... è incredibile vedere quanto sia migliorato grazie a te.>>

Ventus annuì, bloccando l’assalto di un gruppo di Heartless e spingendoli indietro con un colpo circolare di Keyblade. << È un grande allievo, e ora posso vedere che la sua determinazione è proprio come la tua, Aqua.>>

Il campo di battaglia era una scena epica: Aqua e Ventus continuavano a combattere, fianco a fianco, i loro movimenti perfettamente sincronizzati mentre affrontavano la marea oscura.

 

<< Diamine, quanto vorrei che Terra fosse qui?>> disse la Jedi dai capelli turchesi, slittando dietro Ventus e proteggendolo con una barriera da un attacco a sorpresa, prima di distruggere l' Heartless responsabile con un getto d' acqua compressa. << Se Xenahort è apparentemente riuscito a sopravvivere alla distruzione del pianeta dove si trovavano, allora anche Terra dovrebbe esserci riuscito. Ma ho paura a scoprire il come....>>, continuò Ven, prima di ritrasformare il proprio Glider in arma e lanciarla a massima velocità contro gli avversari come un bomeerang, portandosi dietro non pochi nemici.

 

Aqua trattenne un sospiro, mantenendo la sua posizione mentre il getto d’acqua compressa distruggeva l’Heartless all’istante. << Lo so, Ven... anche io sento che c’è una possibilità, ma non riesco a liberarmi del timore di ciò che Terra potrebbe aver dovuto passare... o fare, per sopravvivere.>>

Ventus, affiancato da lei, annuì, il suo volto riflettendo un misto di speranza e preoccupazione. << Già. Se Terra ha attraversato qualcosa di simile a ciò che abbiamo vissuto noi... allora ha bisogno del nostro aiuto, e noi dobbiamo essere pronti a qualunque cosa.>> Con un movimento deciso, Ventus lanciò il proprio Keyblade in un arco perfetto, trasformandolo in un boomerang che si abbatté sulla fila di Heartless davanti a loro, sgominando i nemici in un colpo solo.

Aqua osservò con un sorriso di ammirazione. << Siamo diventati più forti proprio per situazioni come questa, Ven. Qualunque cosa sia successa a Terra, lo riporteremo indietro, così come abbiamo sempre fatto, costi quel che costi.>>

Con queste parole, si mossero in perfetta sintonia, fendendo la folla oscura. Ognuno si copriva le spalle dell’altro con una combinazione di incantesimi e attacchi fisici che trasformavano la battaglia in una vera e propria dimostrazione di ciò che significa essere maestri del Keyblade.

<< Sembra di essere tornati ai tempi della guerra coi Diafani.>>, commentò Ercole dentro l' abitacolo,stringendosi assieme al resto della squadra mentre Mando pilotava come poteva, evitando quelle creature che sfuggivano agli attacchi dei loro compagni o dando libero sfogo all' artiglieria della navetta.

<< Sembri quasi nostalgico.>>, commentò il Mandaloriano con un lievissimo tono di scherno nella voce.

<< Quegli anni sono stati un inferno per quasi tutta la galassia, che fossimo dei sistemi centrali o dell' Orlo Esterno. Abbiamo dovuto fare quello che potevamo per sopravvivere, ma è anche stato il periodo in cui tanti di noi hanno forgiato amicizie che durano tutt' oggi, persino amori in certi casi. E dove abbiamo capito cosa significa davvero proteggere qualcuno.>>

<< Vero- disse Paperino, concorde con l' amico gladiatore- anche prima e dopo le battaglie più terribili, ci sono stati momenti che non cambierei per nulla al mondo.>>

<< Non posso fare a meno di chiedermi, però- intervenne Mulan- se sia stata proprio quella guerra la goccia che ha distrutto la sanità mentale di Xenahort una volta per tutte.>

Ercole annuì, le sopracciglia aggrottate in un’espressione seria mentre ripensava agli eventi di quella guerra lontana. << È possibile, Mulan. Xenahort era già potente e ambizioso, ma gli orrori della guerra coi Diafani... hanno lasciato segni su tutti noi. Lui non è stato da meno, solo che, diversamente da noi, non ha trovato un motivo per fermarsi.>>

Paperino sbuffò, stringendo il suo bastone con più forza. << Non ha trovato amicizie o alleati su cui contare, come abbiamo fatto noi. Si è sempre isolato, convinto che l’unica via fosse la sua. E così ha perso se stesso.>>

Il Mandaloriano, concentrato sulla guida della navetta, commentò con una calma glaciale, << Magari anche se avesse trovato amicizie, non avrebbe mai smesso di seguire il suo piano. Alcuni sono disposti a sacrificare tutto pur di raggiungere i propri obiettivi. Lui è uno di quelli.>>

Mulan, posando una mano sull'elsa della sua spada, annuì. << E questo è esattamente ciò che rende Xenahort così pericoloso. Non vede né amici né nemici, ma solo strumenti o ostacoli lungo la sua strada. Forse, in qualche modo, si è convinto che perfino il caos e la sofferenza abbiano un senso, se lo aiutano a ottenere il potere supremo.>>

Ercole rimase in silenzio per qualche istante, uno sguardo nostalgico dipinto sul volto. << Anche se quegli anni sono stati durissimi, ne abbiamo ricavato qualcosa che nessun potere oscuro potrà mai toglierci. Ma a Xenahort…>> Scosse la testa, aggiungendo con una punta di tristezza, << Credo che quel periodo abbia solo alimentato il suo bisogno insaziabile di controllo. Ha usato tutto ciò che ha appreso per accumulare potere, senza mai imparare il vero valore delle cose.>>

Gli altri, riflettendo su quelle parole, restarono in silenzio, mentre la navetta continuava a schivare le creature che li circondavano.

 

 

                                                                                                    ***********

 

Nel frattempo, nella nuova base del clan Strecken, Garland stava facendo il suo rapporto a Malefica. La strega aveva già ricevuto la notizia da alcune spie su Narnia che Edmund era il nuovo capo burocrate degli Eclipse, e non era affatto contenta della cosa( specialmente perchè significava che Vader poteva contare tra le sue fila un' altra potente avventuriera qual era Vermeil), ma continuò a far parlare il sottoposto mentre carezzava le dita di Talon, seduta al suo fianco.

<< Signora, mi prendo tutta la responsabilità per questo fallimento.>>, concluse il cavaliere, alzando l' elmo cornuto e fissando con non poco timore il viso verde pallido della sua signora. Questa comunque lo tranquillizzò con un gesto.

<< Nessuno fallimento, Jack. Hai ucciso Tarkin come ti avevo ordinato.... abbiamo solo sottovalutato la capacità degli Eclipse di improvvisare. Credevo che Anakin avesse perso quell' abilità assieme alla propria faccia.>>

Malefica ridacchiò, un suono sinistro che fece rabbrividire persino Garland, il cui sguardo restava fisso sull’ombra dell’implacabile strega. << Evidentemente abbiamo sopravvalutato quanto il suo stesso trauma l' avrebbe limitato.>> disse con sarcasmo, le sue dita dalle unghie affilate accarezzavano il mento pensierosa.

Accanto a lei, Talon, il suo famiglio dalle ali oscure, emise un leggero verso di approvazione, osservando Garland con occhi scintillanti di una luce che sembrava bruciare di un'intelligenza fredda e spietata. Malefica continuò, << Comunque, Jack, è chiaro che il nuovo ruolo di Edmund presenta una minaccia per i nostri piani. I Pevensie hanno la sgradevole tendenza a rovinare i piani di ogni strega degna di questo nome.>>

Garland annuì, stringendo i pugni, consapevole che una tale osservazione non lasciava presagire nulla di buono. << Signora, mi permetta di intervenire di nuovo. Potrei infiltrarmi tra i loro ranghi e recuperare informazioni su di lui. Con l'aiuto di alcuni nostri alleati, riuscirei a ottenere quanto ci serve.>>

Malefica lo guardò con interesse, un lampo astuto negli occhi. << Forse... Tuttavia, dobbiamo evitare di attirare troppa attenzione ora che Vader sta intensificando le sue difese. Lasciamo che i Pevensie credano di avere il controllo, per ora.>>

Fece un cenno vago, e una schiera di fiamme verdi si accese attorno al trono dove era seduta, illuminando di una luce spettrale l’intera stanza. << Prepara una squadra, Garland. Che nessuno degli Eclipse si accorga della vostra presenza. Voglio sapere ogni singolo passo di quel ragazzino, ogni movimento della sua piccola corte di guerrieri, e cosa pensa di fare col titolo di capo burocrate. E, soprattutto...>>

Gli occhi verdi di Malefica si fissarono nei suoi, scintillanti come giada avvelenata. << Scopri se può essere corrotto.>>

Garland chinò la testa, cercando di mascherare l'agitazione. << Sarà fatto, mia signora. Edmund non saprà nemmeno di essere sorvegliato.>>

Malefica annuì con un sorriso malizioso, mentre Talon rilasciava un verso gutturale. << Perfetto. Allora, lascia che la loro illusione di vittoria si rafforzi. Alla fine, sarà ancora la mia mano a muovere ogni pedina di questa partita.>>

In quel momento qualcuno bussò dietro la porta, e non appena ricevuto il permesso della CapoClan, uno dei compagni di Garland, Jed, fece capolino.

<< Domando scusa per il disturbo, mia signora, sono appena arrivati Luz Noceda in rappresentanza di Kasim e Zola su richiesta di Maul.>>.

<< Ah, giusto, avevamo un appuntamento per oggi. Falli entrare.>>, disse secca la Gria( razza di donne drago, Malefica è una di loro).

Le due donne non si fecero attendere ulteriormente ed entrarono subito, offrendo un lieve inchino alla padrona di casa. Luz era fortunatamente in una delle sue giornate sì, il Geostigma le stava dando sempre meno problemi, forse aiutava anche il piccolo Spectrobe canino che riposava sulla sua testa.

Zola invece era marziale come sempre nel suo abito da piratessa, tenendo una generosa collezione di spade attorno alla cintura.

<< Grazie per averci ricevuto, signora- disse la spadaccina- volevamo informarla di alcuni movimenti sospetti nella zona del Triangolo del Diavolo. Sembra che Philip Wittbane, che come lei sa è il capo scienziato degli Hutt, stia conducendo lì alcuni esperimenti dalla natura molto sospetta.>>

<< Wittbane?- esclamò sorpresa Talon- quel vigliacco che non saprebbe distinguere una lampadina da una pistola lavora nella zona che si dice nasconda l' entrata per il Lato Oscuro?>>

<< Lo so, è difficile da credere- rispose Luz- ma di recente abbiamo avuto motivo di credere che la sua aria da vecchio incompetente sia solo una recita. Non a caso il suo stesso nipote lo tiene d' occhio per noi. E poi è proprio lì in quella zona che mia madre e Lilith trovarono Hooty qualche anno fa, quindi direi di occuparcene prima che trovi qualcosa di pericoloso con cui sperimentare.>>

Malefica sollevò lo sguardo, interessata, e si prese qualche istante per riflettere. La possibilità che Wittbane, sotto la copertura della sua apparente goffaggine, stesse pianificando esperimenti nella zona del Triangolo del Diavolo non era affatto trascurabile. Con il Lato Oscuro che poteva trovarsi nelle vicinanze, l’implicazione di scoperte potenti, o letali, era troppo rischiosa per essere ignorata.

<< Quel vecchio imbranato potrebbe sorprendere, se davvero sta nascondendo le sue capacità,>> mormorò, tamburellando le unghie affilate sulla superficie del trono. <>

Talon annuì, le ali scure che si muovevano lievemente al pensiero delle possibilità che si celavano in quella regione. << Se davvero Philip Wittbane si spinge a fare esperimenti in un’area simile, potrebbe non essere l’idiota che tutti credono. Le interferenze magnetiche, i vortici temporali e tutte le creature distorte che infestano quella zona potrebbero fornirgli... risorse inaspettate, anche per gli Hutt.>>

Zola fece un passo avanti, i suoi occhi freddi e calcolatori. << Propongo di mandare una forza di attacco capeggiata da Davy Jones. E' tempo di smetterla con le buone maniere.>>

Malefica soppesò attentamente le parole della spadaccina. Da una parte preferiva piani più a lungo termine, ma la battaglia di Naboo aveva provato che agire con cautela poteva non essere più un' opzione alla lunga. E se Philip era davvero più forte e astuto di quanto sembrasse, era meglio mandare qualcuno che lo eguagliasse in furbizia. Jones era il più adatto al compito.

<< Bene, ma sia ben chiaro, se scopro che questo è un piano di Maul e Kasim per liberarsi del mio luogotenente più forte....>>, minacciò la strega con un balenio di fiamme verdi negli occhi, accompagnato da un' evocazione del Keyblade da parte di Talon.

Luz deglutì per poi riassumere un atteggiamento più determinato, il suo sguardo deciso e la piccola creatura sulla testa che sembrava percepire l’eccitazione della missione. << Sarà fatto, mia signora. Riferiremo tutto ciò che scopriamo. E, se Wittbane nasconde più di quanto sembra, lo scopriremo.>>

Malefica annuì, soddisfatta. Non di meno si sarebbe recata lei stessa sulla zona, assieme a Talon, a sorpresa per assicurarsi che ognuno tenesse la testa a posto.

 

<< Andate, allora. Voglio che ogni passaggio sia supervisionato e ogni segreto rivelato. Per troppo tempo il Triangolo del Diavolo è stato un’area proibita… è ora che qualcuno sfrutti il suo potenziale.>>

Garland, Zola, e Luz si scambiarono uno sguardo d’intesa, poi si inchinarono in segno di rispetto e, senza un momento di esitazione, uscirono dalla sala, pronti a prepararsi per l’operazione.

 

 

 

All' insaputa di Malefica, già qualcun altro stava spiando il campo di studio costruito da Philip Wittbane per studiare il Triangolo del Diavolo.

L' accampamento appariva più come un villaggio, situato su un grosso asteroide e formato da piccoli edifici dall' aspetto molto avanzato, circondati da una recensione per proteggere le strutture e i propri occupanti in quel luogo dove possibile e impossibile si incontravano.

<< Non mi piace, non mi piace per niente...
>>, commentò Ahsoka Tano, capo del clan Phoenix ed ex allieva di Darth Vader. La Custode del Keyblade si trovava su un asteroide piú piccolo, alla giusta distanza per non essere visti, ma per controllare tutto con un potente paio di binocoli.

Accanto a lei c' era un altro membro del clan, Shiki Misaka, giovane elfa che teneva contro il petto un piccolo Spectrobe simile a un gatto peluche.

<< Che sta facendo?>>, chiese l' elfa dai capelli rosati, riferendosi a Philip.

<< Si sta comportando in maniera competente. Da ordini diretti, si muove con confidenza  e a un suo sguardo tutti lavorano più velocemente. Non è l' uomo che Jabba ha messo a capo della sua sezione di ricerca solo per fare un dispetto alle sorelle Clawthorne>>

Ahsoka abbassò i binocoli, riflettendo su quello che stava osservando. Il comportamento di Wittbane era effettivamente fuori dall'ordinario, troppo diverso da quello che tutti si aspettavano da lui. Ciò che più la inquietava era la disciplina con cui gestiva ogni dettaglio del suo campo di studio, un livello di controllo che mal si conciliava con la sua reputazione di scienziato buffone.

<< Quel vecchio sta mascherando qualcosa, ne sono sicura,>> mormorò Ahsoka. << Se fosse davvero il pasticcione che credevamo, non vedremmo tutto questo impegno da parte degli Hutt.>>

Shiki annuì, mentre lo Spectrobe accoccolato tra le sue braccia si girava per guardare nella stessa direzione, come se sentisse l’energia ambigua che permeava l’accampamento. << Cosa faremo, Ahsoka? Infiltrarci? O ci limitiamo a raccogliere informazioni da qui?>>

Ahsoka serrò le labbra, indecisa. In altre circostanze avrebbe optato per un'osservazione cauta e a distanza, ma qualcosa in quel villaggio sul Triangolo del Diavolo le dava una sensazione di urgenza. << Troppa sicurezza per un semplice campo di ricerca. Non possiamo rischiare di ignorare qualcosa di pericoloso. Ma se tentassimo un’infiltrazione diretta, potremmo finire per attirare su di noi un'attenzione indesiderata.>>

Shiki si guardò intorno, notando i droni di sorveglianza che pattugliavano i dintorni dell’accampamento. << Forse potremmo inviare un piccolo Spectrobe in ricognizione? Potrebbe infiltrarsi senza essere notato e dare un'occhiata più da vicino a ciò che stanno facendo là dentro.>>

Ahsoka sorrise, colpita dall'idea della giovane elfa. << È una buona idea, Shiki. Lascialo fare un giro, vediamo cosa può scoprire. Se Wittbane sta tramando qualcosa di serio, lo sapremo. E se scopriamo qualcosa di troppo pericoloso... allora ci assicureremo che non possa sfruttarlo.>>

Shiki annuì con decisione e lasciò scendere il piccolo Spectrobe, che iniziò ad avvicinarsi all'accampamento con movimenti cauti e leggeri.

<< Giocate un gioco pericoloso, ragazze mie.>>, commentò sardonica la voce di Jack Sparrow. Dopo aver ricevuto la notizia che Davy Jones era nuovamente in giro nella galassia, e per di più al soldo di Malefica, il pirata aveva deciso di aiutare Ahsoka nella sua ricerca di Topolino, Paperino e Pippo, per avere un po' più di protezione.

Quindi la Perla Nera si trovava accanto alla navetta Phoenix a distanza di sicurezza, entrambe protette da un campo di Occultamento.

<< Tu lascia fare a noi- disse Ahsoka con un ringhio- e non provare a insegnare a Ezra come giocare d' azzardo.... Ne usciresti Senza un soldo.>>

<< Oh, che razza di sfiducia, pensi davvero che corromperei così la nuova generazione di avventurieri?>>

<< ..... Gli sta insegnando Hondo , vero?>>, chiede di nuovo la Jedi, riferendosi al nostromo della Perla Nera, una vecchia canaglia che durante la guerra aveva combattuto sia coi Diafani che contro di loro prima di mettere, quasi, la testa a posto.

Un sospiro di Jack confermò i suoi sospetti.

<<..... Sí>>

Ahsoka sbuffò, incrociando le braccia e lanciando un’occhiata alla Perla Nera, nascosta sotto il campo di occultamento. << Grandioso. La prossima volta, magari gli insegnerete anche a rapinare un Sith mentre ci siete, così completiamo il quadro. Credevo di averti chiesto di dargli una mano con la missione, non di trascinarlo in qualche bisca clandestina su Nar Shaddaa.>>

<< Nar Shaddaa? Io avrei scelto Corellia, ma forse hai ragione, cara Ahsoka,>> rispose Jack con aria pensierosa, ignorando del tutto l’intento sarcastico della Jedi. <>

<< Non sono così sicura che ‘adattamento’ sia la parola giusta...>> Ahsoka alzò gli occhi al cielo. Ma una scintilla di divertimento le attraversò lo sguardo quando pensò alla faccia di Ezra nel vedere le lezioni di “vita” impartitegli da Hondo. << Suppongo che Ezra saprà cavarsela anche con un insegnante come lui. Magari imparerà a distinguere i guai buoni da quelli… meno buoni.>>

Jack rispose con una risatina sommessa. << Sì, sì, proprio come te e i tuoi nobili amici, tesoro. Fidati di me, Ezra è in buone mani. O… beh, diciamo, mani esperte.>> Fece un inchino leggero con il suo solito stile teatrale, come se stesse per salpare per una gloriosa avventura da pirata.

Ahsoka scosse la testa, ma non riuscì a trattenere un sorriso. << Bene, Jack, tanto vale che metti in guardia i tuoi marinai. Con i movimenti sospetti di Wittbane e Malefica, le cose potrebbero farsi più serie di quanto sembri. Se qualcosa va storto, tu e la tua Perla dovrete essere pronti a muovervi in un attimo.>>

Jack fece una smorfia pensierosa, riflettendo sul loro rischio imminente. << Ah, ma è questo il bello dell'avventura, non trovi? Un momento tutto fila liscio, il successivo…>> Fece un gesto vago, come a indicare il caos che si prospettava. << Rischiamo tutti la pelle. Ma è per questo che siamo qui, no?>>

<< Flirtate dopo, potrei aver trovato qualcosa....>>, disse all' Improvviso Shiki, che controllava il tragitto del suo gatto attraverso lo schermo del proprio Prizmod. Il piccolo Spectrobe nero avanzava guardingo, saltando da un edificio all' altro o nascondendosi con incantesimi di invisibilità.

 

Il piccolo Spectrobe nero, simile a un gatto d’ombra con occhi luminosi, si muoveva con sorprendente agilità e cautela, scivolando tra le ombre come un fantasma. Saltava silenzioso da un tetto all'altro, le zampe quasi sospese, e quando si trovava vicino a una guardia, sfoderava un incantesimo di invisibilità che lo avvolgeva in un alone etereo, rendendolo indistinguibile anche agli occhi più attenti. I suoi sensi erano acuti, pronti a captare ogni rumore o movimento sospetto, e il suo musetto si allungava appena per fiutare l’aria circostante.

Ogni volta che una guardia si avvicinava, il piccolo Spectrobe si appiattiva al suolo, la coda serpeggiante in attesa, e riprendeva a muoversi appena passata l'ombra della sorveglianza. Le videocamere lo sfioravano senza rilevarlo, e le luci di sicurezza scivolavano su di lui come se fosse parte delle strutture stesse.

Finalmente, il gatto si bloccò, osservando Philip Wittbane, che avanzava con passo spedito verso una costruzione che si distingueva da tutte le altre. Le strutture intorno erano di metallo lucido e moderne, mentre questa sembrava scolpita nella pietra antica, le pareti decorate da simboli criptici e scolpite con una precisione quasi mistica. Il piccolo Spectrobe osservava con attenzione, accovacciandosi tra le ombre e attendendo che Philip entrasse, poi lo seguì con passi misurati e attenti.

Dalla sua postazione su un asteroide distante, Ahsoka osservava tutto dallo schermo del Prizmod di Shiki, seguendo i movimenti del piccolo esploratore con crescente apprensione. Il suo respiro si fece più lento, mentre un brivido le correva lungo la schiena.

<< Oh no...>>, sussurrò, deglutendo. Era impossibile non riconoscere quella struttura. Un’antica serratura per Kingdom Hearts, nascosta qui, nel cuore del Triangolo del Diavolo, e apparentemente finita nelle mani di Philip e degli Hutt.

 

<< Dobbiamo avvertire Anakin all' istante.>>, affermò subito, alzandosi di botto solo per sentire un scoppio attraverso il suo communicatore, subito seguito dalle urla di Jack e Hondu. E poi una risata che quasi credeva di aver dimenticato.....

<< Non so esattamente cosa Philip voglia fare con un potere che è troppo stupido per comprendere.... ma state pur certo che qualsiasi cosa si trovi in quel tempio apparterrà agli Strecken.>>, disse empio Davy Jones, atterrando con un tonfo sulla prua della Perla Nera, e puntando la fidata sciabola avvolta di energia criogenica contro un tremante Jack.

Davy Jones, pur essendo ormai al servizio di Malefica come uno dei suoi più potenti generali, restava una figura inarrestabile, che incarnava il terrore e la furia delle profondità marine. Anche sotto il comando della Gria, il suo passato come comandante del temibile Cornelius — una leggenda oscura che pochi osavano anche solo menzionare — aveva lasciato un'impronta indelebile. Era noto che nessuno potesse competere con la sua padrona, ma Davy Jones restava comunque un guerriero tanto temibile che, quando scendeva in campo, persino i nemici più esperti e preparati tremavano al suo passaggio.

Ahsoka lo sapeva bene e una volta teletrasportatasi sulla navesi costrinse a mantenere un’espressione impassibile. Nonostante l’imponenza della minaccia, il suo addestramento Jedi le permetteva di calcolare ogni possibile mossa. Anche se aveva combattuto nemici temibili, Jones rappresentava una sfida fuori dal comune. Il ghigno di Jones si fece più marcato, come se leggesse i pensieri della Jedi.

<< Nervosa, Jedi?>> sussurrò con malizia, muovendo la sciabola incrostata di ghiaccio in piccoli cerchi, sfidandola. << Ricorda, io sono l’abisso.>>

Jack Sparrow, con un gesto rapido e improvviso, lanciò un’occhiata all'equipaggio e poi ad Ahsoka. << Non voglio interrompere questo momento epico...>> cominciò, con la tipica ironia che mascherava la sua preoccupazione, << ma, forse, sarebbe il momento di inventarsi un piano. Qualsiasi piano. E magari di quelli che ci riportano a casa tutti interi.>>

Jones lanciò una risata stridula, ma Ahsoka non perse altro tempo. Con un movimento fluido, evocò i suoi Keyblade, puntandoli in direzione del nemico con una determinazione fredda e precisa. Con il suo tipico coraggio, si mise davanti a Jack e al resto dell’equipaggio, pronta a difenderli da qualsiasi attacco.

Jones la fissò per un lungo istante, la sua risata svanita nell’aria gelida. << Molto bene, Jedi>>, disse in tono basso e minaccioso. << Vediamo se le tue abilità valgono la tua fama. E poi, vedremo se Anakin verrà in tuo aiuto… o se sarai solo un altro sacrificio per Malefica.>>

 

 

                                                                                                *******

 

Ritornando al Lato Oscuro della Forza, la ciurma della Razor Crest continuava a seguire la scia creata da Ifrit per seguire Topolino. Ma senza che lo sapessero, lo stesso Topolino aveva percepito la scia fiammeggiante e la stava percorrendo a ritroso attraverso gli ambienti in continuo mutamento di quella dimensione. 

Il Capoclan saltava da un Heartless a un Nessuno per poi sparare incantesimi dritti nella bocca di un Dream Eater, con ogni movimento del suo Keyblade stellato intere file di nemici svanivano in  sbuffi di fumo e bagliori di luce.

<< SANCTA!>>, esclamò il Custode a pieni polmoni, sparando dalla punta della spada decine di sfere luminose che trapassarono decine se non centinaia di bersagli prima di riunirsi a mezz' aria, esplodendo in una gigantesca esplosione di luce sacra.

Topolino continuava a farsi strada nel cuore di quella dimensione oscura con una precisione letale, trasformando il caos in armonia. Brandendo il suo Keyblade con la maestria di chi ha dedicato la vita a proteggere la galassia, il Capoclan colpiva gli Heartless con fendenti rapidi e precisi, mandandoli in dissolvenza in un lampo di luce. I Nessuno, più resistenti, cadevano uno dopo l’altro mentre Topolino combinava incantesimi e colpi, infondendo nel Keyblade una potenza magica tale da colpire perfino i nemici invisibili, rivelandoli nel bagliore accecante dei suoi attacchi.

Mentre avanzava, Topolino lanciò una serie di colpi di magia Glacium per respingere un gruppo di avversari che tentava di avvicinarsi da più lati, creando un perimetro ghiacciato che impediva loro di oltrepassare. Subito dopo, trasformò il Keyblade in una lunga lancia luminosa e scattò in avanti con un << SHOCK!>>; l’arma si illuminò di fulmini che squarciarono l’aria e colpirono i Dream Eater che si erano nascosti tra le ombre.

Quando fu circondato, il Capoclan invocò un << MEGA FLARE!>>, sprigionando un’ondata infuocata che fece piazza pulita, mandando Heartless, Nessuno, e Dream Eater in una cascata di particelle luminescenti. Con una serie di salti acrobatici, Topolino fece un ampio gesto circolare con il Keyblade, e dal punto centrale si generò un portale di energia che risucchiò i nemici rimanenti prima di sparire con un boato.

Dopo l’ultimo fendente, respirando a fondo, Topolino si prese un momento per riprendere fiato. In quel silenzio raro, percepì la presenza della forza vitale di Sora; il ragazzo stava crescendo ogni giorno di più, non solo come combattente, ma anche nella comprensione della luce e dell’oscurità. Un sorriso apparve sul volto stanco ma soddisfatto del Capoclan.

Improvvisamente, un’energia familiare si fece strada tra le correnti della dimensione: era Aqua. Topolino chiuse gli occhi per un momento, sollevato, sentendo che finalmente erano riusciti a trovarla. La loro missione in quella dimensione stava per giungere a un momento cruciale, e con Aqua al loro fianco, sentiva che la speranza di riportare ordine nella galassia era più vicina che mai.

Il breve attimo di respiro del guerriero venne però interrotto da un improvviso applauso. All' istante Topolino puntò il Keyblade dietro di lui, mancando di poco lo stomaco di una figura con la stessa divisa dell' Organizzazione XIII.

<< Mio vecchio amico, pensavo fossi semplicemente migliorato rispetto ai nostri giorni di gloria.... la verità è che sei asceso.>>

<< Terra.....- sussurrò l' altro riconoscendo la voce, prima di ringhiare- no, Xenahort.... quindi è così che ti sei salvato. Appena prima che Terra facesse esplodere il pianeta dove vi trovavate, hai preso possesso del suo corpo.>>

 L'uomo ridacchiò e si tolse il cappuccio, rivelando un viso che sembrava praticamente identico a quello di Terra, con l' eccezione della pelle ambrata invece che chiara e i capelli bianchi invece che castani. E per concludere, non c'erano dubbio che i suoi occhi dorati fossero gli stessi del leggendario Custode che aveva praticamente guidato la guerra coi Diafani.

Topolino strinse il Keyblade con più forza, combattendo il misto di rabbia e tristezza che gli oscurava lo sguardo. Terra, il suo vecchio compagno, sembrava ormai lontano anni luce, intrappolato dentro una marionetta sotto il controllo di Xenahort. Quell’aspetto familiare – il volto del giovane amico che aveva conosciuto e rispettato – era ora una maschera sinistra, riflesso della volontà di uno dei più pericolosi utenti della Forza Oscura.

<< Credevi davvero che una semplice esplosione potesse fermarmi? - continuò lo Skrull con voce carica di malizia - Terra è stato un guerriero valoroso, ma anche i più nobili cadono quando la Forza Oscura si radica nelle loro anime. E ora, con questo nuovo potere, posso dare vita alla visione che ho sempre avuto per il mondo.>>

Topolino mantenne la sua posizione, osservando l'antico nemico con un’intensità che non mostrava esitazione. << Non importa quanto potere tu creda di aver ottenuto, Xenahort. Se c’è anche una minima parte di Terra dentro quel corpo, combatterò per liberarlo. E stavolta, non farò prigionieri.>>

Xenahort sollevò le mani, evocando attorno a sé una cupola di energia oscura che sfrigolava con un’inquietante luce violacea, le ombre della dimensione si contorcevano come attratte da lui. << Ti sfido a provarci, Topolino. Questa volta sarai tu a cadere nella disperazione.>>

                                                                   ********

Shiki viene da The world ends with you

Mi scuso per il capitolo raffazzonato, ho avuto una settimana pessima per motivi che possiate immaginare( avevamo TUTTI lo sguardo sull' America d'altronde) e che hanno minato seriamente la mia fiducia nella razza umana, spero almeno che sproni gli elettori italiani a presentarsi. Sono poi in quella fase dove cerco di sfornare un capitolo dopo l' altro per concludere rapidamente una storia e passare ad altro, specialmente perchè a Gennaio comincierò uno stage di un paio di mesi in una casa di riposo.

A presto, se avete qualche critica non abbiate paura a dirlo.

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Capitolo 43
*** Il triangolo del diavolo- seconda parte ***


Ahsoka si lanciò a velocità praticamente impercettibili contro Davy Jones, mulinando i propri Keyblade con abilità che aveva ben poco da invidiare a quella dello stesso Anakin. La Togruta( razza di Ahsoka) si muoveva a tratti come una ballerina, cercando di rendere sia il proprio gioco di gambe che i colpi da lei eseguiti il più imprevedibili possibili, mentre tutto attorno la ciurma della Perla Nera e quella dell' Olandese Volante combattevano senza esclusione di colpi.

Eppure Jones parava ogni singolo colpo come se fosse portato al rallentatore usando una singola spada e limitandosi a indietreggiare, lasciando scie di energia azzurra con la propria sciabola.

<< Con tutto il casino che stiamo facendo, non ti preoccupi di attirare l' attenzione del nostro comune obbiettivo?>>, chiese Ahsoka, mancando di poco la barba tentacoluta del pirata.


<< Oh, è proprio quello che spero. Abbiamo comunque un paio di uomini infiltrati lì dentro. Non aspettano che una distrazione per agire.>>
<< Folata d' Aria!>>, esclamò quindi il corsaro, raccogliendo l' energia da lui rilasciata in una potente onda d' urto che avrebbe obbligato Ahsoka a parare con entrambe le armi( rendendola un facile bersaglio) se Jack non si fosse messo in mezzo utilizzando la stessa identica tecnica per contrastare la tecnica nemica. Dietro Jack apparve quindi una slot machine olografica con svariati simboli circondati da immagini di Moguri.

<< Roulette Moogle.....>>, disse freddo il moro, prima che la slot machine si fermasse con le immagini di tre limoni.

<< Vieni in mio soccorso, GARUDA !>>, esclamò dunque prima che dietro di lui apparisse una bellissima donna uccello, l' Eidolon del vento Syph
 
Garuda Final Fantasy by Benecea H
La divinità diede un brevissimo sguardo a Davy Jones prima di lanciargli contro una raffica di lame di vento ad altissima pressione. Il leggendario filibustiere bloccò con la grazia e rapidità che gli era propria, ma non ci volle molto prima che anche Ahsoka si unì all' attacco, muovendo abilmente i Keyblade nelle pose apprese da Anakin decenni prima.  Garuda svanì subito dopo l' attacco, ma Jack non perse tempo a evocare altre roulette, ognuna con gli effetti più disparati a seconda del risultato
Mentre la battaglia infuriava, l’ultima roulette di Jack si fermò su un’icona a tripla stella, avvolgendolo in un’aura dorata che raddoppiò la sua velocità e i suoi riflessi. Si lanciò in avanti, con una serie di finte ad alta velocità dirette contro Jones, mentre Ahsoka attaccava dal lato opposto, costringendo Jones a difendersi da tutte le angolazioni.

Nel frattempo, sull’altro lato del ponte, Capitan Uncino era impegnato in un feroce duello con Elizabeth e Will Turner. La lama di Uncino si muoveva con precisione letale, gli anni di pirateria evidenti in ogni affondo e parata al punto che anche la leggendaria coppia di corsari aveva problemi a stargli dietro. Elizabeth combatteva con agilità e precisione, la sua spada disegnava archi di acciaio mentre respingeva gli assalti di Uncino con rapidi movimenti, mentre Will si muoveva in sincronia con lei, sincronizzando i propri colpi con i suoi e cogliendo Uncino alla sprovvista con i loro attacchi coordinati.

<< Impressionante, Miss Swann,>> schernì Uncino, bloccando una rapida stoccata di Elizabeth. << Ma servirà qualcosa di più che passi di danza graziosi per battermi.>> Si spostò di lato per evitare il suo attacco, poi mosse il braccio con l’uncino verso Will, che schivò per un soffio, contrattaccando con una rapida fendente che mancò di poco la spalla di Uncino.

<< Abbiamo appena cominciato, Uncino!>> rispose Will, lanciandosi in avanti per spingere l’attacco e muoversi poi assieme all' amata e all' avversario nella mischia dove il grosso delle rispettive ciurme combatteva senza esclusione di colpi.

Intanto, nella lotta con Jones, Ahsoka eseguì una mossa rotante con i suoi Keyblade, deviando un colpo di energia che lui le aveva lanciato contro. Jack attivò un’altra roulette, che stavolta si fermò su un’icona di tridente rosso, evocando un vortice d’acqua attorno a Jones e costringendolo a lottare contro la corrente. Jack sorrise, approfittando della breve esitazione di Jones per lanciare una serie di colpi rapidi, ciascuno infuso di un’aura scintillante di magia.

Jones, tuttavia, lanciò un ruggito furioso, invocando il suo potere oscuro per disperdere il vortice. I suoi occhi si posarono su Ahsoka e Jack con una rinnovata furia, la sua voce un ringhio gelido. << State interferendo in questioni che vanno ben oltre la vostra comprensione,>> sputò, alzando la lama mentre si preparava per la sua prossima mossa.

Ma Ahsoka lo guardò dritto negli occhi, con una determinazione incrollabile. << Può darsi,>> rispose, alzando i suoi Keyblade. << Ma qui finisce—costi quel che costi.>>

Mentre si preparavano per il prossimo assalto, i duelli intensi che si svolgevano sul ponte riempivano l’aria con il suono del metallo che cozzava, ciascuna fazione che combatteva con tutto quello che aveva, mentre la battaglia raggiungeva il suo culmine.

Altrove, nel tempio scoperto poco prima, Philip si affannava su alcuni complessi macchinari, posizionati davanti a una serratura di platino. Il suo volto tradiva la fatica causata dal lavoro e dalle intense energie che sembravano irradiarsi sia dalle apparecchiature sia dal portale stesso.

Improvvisamente, un tremore scuoteva il terreno, destabilizzando lo scienziato. Infastidito, Philip attivò un auricolare, la sua voce carica di irritazione, ben diversa dall’abituale tono pigro e codardo che lo caratterizzava agli occhi di chi lo conosceva.

<< Che sta succedendo?>> chiese, con un tono tagliente.

<< Siamo sotto bombardamento, signore, sia dall’Olandese Volante che dalla Perla Nera,>> rispose la voce di un subordinato.

Philip corrugò la fronte. << Sono alleate?>>

<< Non sembra, signore. Dai rapporti satellitari, le rispettive truppe stanno combattendo ferocemente tra loro. Ma entrambe ci stanno bersagliando con tutto ciò che hanno.>>

Philip sbuffò esasperato, portandosi una mano al volto. << Miseria... Chiama Vanitas,>> ordinò con determinazione. << Ci occuperemo della faccenda di persona!>>
Nel frattempo, Luz, Amity e Hunter, accompagnati dai rispettivi Spectrobe, sfruttavano il caos della battaglia per cercare informazioni utili sui piani di Philip e dei suoi enigmatici superiori. Tra esplosioni e scontri, si muovevano con cautela, evitando di attirare troppa attenzione.

<< Ancora niente?>> chiese Amity, creando rapidamente una barriera gelatinosa con un gesto deciso, proteggendo sé stessa e Luz da un missile improvviso che esplose poco distante.

<< Niente,>> rispose Hunter, scuotendo la testa con un sospiro di frustrazione. << L'unico posto che non abbiamo ancora controllato sono il tempio e gli alloggi di mio zio, non sono mai riuscito a entrare lì.>>

Luz si fermò un attimo, stringendo le labbra pensierosa, prima di alzare una mano decisa. << Allora cominciamo dagli alloggi. Se davvero nasconde qualcosa, è più probabile che lo tenga vicino a sé.>>

Il gruppo annuì e, schivando un altro scontro a fuoco, si diresse verso la dimora di Philip. Arrivati, trovarono l’ambiente sorprendentemente silenzioso, ma l’atmosfera era carica di tensione. Esplorando con cautela, si imbatterono in una figura imponente in armatura nera e rossa, che li osservava con un’espressione di sufficienza.

<< Oh, cosa abbiamo qui?>> disse l’individuo con un tono sarcastico, incrociando le braccia. <>

<< E tu chi saresti?>> sbottò Luz, afferrando il suo bastone con determinazione.

L’uomo lasciò scivolare una risata fredda e lenta, evocando un Keyblade rosso che brillava con un’aura inquietante. << Sono Vanitas. E il vostro piccolo gioco finisce qui.>>

Hunter fece un passo avanti, pronto a combattere, ma prima che Vanitas potesse attaccare, il suo auricolare emise un suono. Dall’altra parte, la voce di Philip ordinò con tono autoritario: << Vanitas, teletrasportati sull’Olandese Volante. Abbiamo bisogno di te per occuparci di Davy Jones. Lascia che siano le difese a occuparsi di loro.>>

Vanitas, sebbene chiaramente infastidito dall’ordine, annuì con un sorrisetto sprezzante. <> Con un lampo di luce oscura, svanì, lasciando il gruppo a fissare il vuoto dove un attimo prima si trovava.

<< Beh, questo è stato... inquietante,>> mormorò Amity, abbassando la barriera.

<< Più inquietante sarà scoprire cos’altro ci nasconde questo posto,>> aggiunse Hunter, guidandoli verso la prossima destinazione con lo sguardo determinato.

<< CARICALAMA!>>, gridò Davy Jones, incanalando un potente fiotto di energia nella sua sciabola, trasformandola in un' enorme spada di energia con cui attaccò Jack e Ahsoka. I due si abbassarono schivando il colpo, ma l' onda d' urto fu comunque sufficiente a tagliare un vicino asteroide.

<< Non credi sarebbe meglio usare i tuoi Cambio Forma, Ahoska?>>, chiese Jack all' amica, che strinse i denti.

<< Le forme speciali dei miei Keyblade non sono molto adatte a combattere quando gli alleati sono troppo vicini. E poi posso usarne uno solo per volta....>>

 Jones fece per tornare all' attacco, quando un' altra figura si avventò su di lui, forzandolo a parare all' istante col proprio Keyblade potenziato. Vanitas si era lanciato con un impatto terribile contro il pirata, generando una pioggia di scintille finchè i due contendenti non si separarono.

Davy Jones osservò Vanitas con il suo solito ghigno sprezzante, parando senza sforzo il Keyblade potenziato con la sua sciabola energizzata. La pioggia di scintille illuminava l’ambiente oscuro, creando un’atmosfera tesa e vibrante. Quando i due si separarono, Jones inclinò la testa di lato, scrutando l’intruso.

<< Ah, un membro della cosiddetta Organizzazione XIII, immagino,>> commentò con sarcasmo, facendo un passo avanti con la sua figura imponente.

Vanitas sorrise freddamente, facendo roteare il suo Keyblade rosso con noncuranza. << Confermo,>> rispose, il tono carico di malizia. << E non sono solo.>> Con un gesto del braccio, indicò un varco oscuro che si aprì alle sue spalle.

Dal portale uscì una figura familiare, Philip, il ricercatore, ora armato di un Keyblade lucente che sembrava pulsare di energia caotica. L’uomo avanzò lentamente, osservando la scena con uno sguardo calcolatore, come se stesse valutando ogni possibile scenario.

<< Davy Jones,>> iniziò Philip, la sua voce calma ma carica di autorità. << Devo dire che il tuo spettacolo ha superato le mie aspettative. Ma temo che il caos debba essere contenuto, almeno per ora.>>

<< Ah,>> Jones rispose, lasciando uscire una risata gutturale. << E tu saresti colui che pretende di fermarmi? Non farmi ridere, scienziato. Non hai idea di chi hai davanti.>>

Philip non si lasciò intimorire. Alzò il suo Keyblade, che emise un ruggito sonoro di energia, e assunse una posizione da combattimento. << So più di quanto immagini, pirata. E so che è ora di porre fine al tuo piccolo spettacolo.>>

Ahsoka e Jack si scambiarono un’occhiata rapida. La comparsa di Vanitas e Philip aveva complicato ulteriormente le cose, ma entrambi sapevano che non potevano permettere che Davy Jones e questi nuovi nemici unissero le forze. Ahsoka serrò le mani sui suoi Keyblade, mentre Jack fece girare la sua spada, lanciando un’occhiata rapida verso l’ologramma della Roulette Moogle che brillava ancora debolmente.

<< Spero tu abbia un altro trucco nella manica, Jack,>> disse Ahsoka, fissando i nuovi avversari.

<< Oh, sempre, mia cara Jedi, sempre,>> rispose il pirata con il suo tipico sorriso furbo. << Ma potrebbe servire un po’ di fortuna in più questa volta.>>

Un immenso ruggito squarciò in quell' istante i cieli, anticipando l' apparizione di un' enorme drago nero e dagli occhi verdi, cavalcato nientemeno che da Talon in persona. Uncino e altri membri degli Eclipse, vedendo l' immensa bestia, cominciarono a esultare riconoscendo in essa la famosa trasformazione del loro capo Malefica.

Le rispettive ciurme della Perla Nera e della Phoenix non poterono altro che stringersi, sanguinanti e malconci, attorno ai rispettivi Capoclan.

<< Parecchia fortuna, ragazzo mio.>>, sbuffò Hondo Tanaka rivolgendosi a Jack 
                                                                                                             ************

Nel cuore pulsante del Lato Oscuro, Topolino e Xehanort si fronteggiavano in un'arena viva e mutante, dove il terreno si trasformava continuamente sotto i loro piedi: piattaforme di roccia scura emergevano per poi sgretolarsi in cenere, cristalli di energia nera si alzavano come lame acuminate, e fiumi di un liquido fosforescente scorrevano in canali che apparivano e sparivano a intervalli irregolari.

Topolino si mosse con agilità felina, saltando da un punto all'altro con il Keyblade stellato che brillava come una stella cadente in mezzo alla tenebra.

<< SANCTA!>>, gridò, evocando una pioggia di sfere luminose che sfrecciarono verso Xehanort, colpendo le superfici circostanti e facendo esplodere onde di energia che distorcevano lo spazio.

Xehanort, avvolto nella sua tunica nera, contrastò l’attacco con un’onda di pura energia oscura.

<< ABISSO PROFONDO!>>, rispose con voce baritonale, creando una barriera che assorbì la luce per poi rispedirla sotto forma di spettri d’ombra che si avventarono sul piccolo guerriero. Ma Topolino non si fece cogliere impreparato: con un movimento fluido, caricò il Keyblade e sparò un raggio di Luminaria che dissipò gli spettri e costrinse Xehanort a indietreggiare.

Le piattaforme sotto di loro cominciarono a collassare, trasformandosi in un turbinio di frammenti che fluttuavano nell’aria. Entrambi balzarono agilmente su nuovi appigli, continuando a bersagliarsi con incantesimi. Xehanort evocò una serie di Meteore Oscure che piovvero dal cielo, ma Topolino contrattaccò con un Glacium Totale, creando un’immensa parete di ghiaccio che deviò i proiettili, frantumandosi in scintillanti schegge di luce.

I due avversari non si davano tregua. Topolino, sfruttando la sua velocità e la sua taglia ridotta, balzò verso Xehanort con una combinazione di fendenti micidiali, ma il maestro dell’oscurità rispose con precisione glaciale, parando ogni colpo con il proprio Keyblade e approfittando di ogni apertura per lanciare esplosioni di energia oscura.

<< Non puoi vincere, Topolino!>>, esclamò Xehanort, la sua voce piena di malizia mentre creava un vortice oscuro che inghiottì l’intero terreno, lasciando i due a combattere su piattaforme sospese nel nulla. << La galassia sopravvivrà e prospererà grazie al mio disegno!>>

<< La luce vince sempre, Xehanort!>>, ribatté Topolino, il suo sguardo fermo e risoluto. Con un gesto ampio, evocò un Mega Flare, una sfera incandescente che illuminò l’oscurità circostante e si scagliò come un sole in miniatura verso il suo nemico. Xehanort rispose con un Oscurità Eterna, generando un’enorme barriera di energia nera che esplose in frammenti caotici al contatto.

Mentre le onde d’urto della collisione scuotevano l’area, i due si scambiarono uno sguardo carico di tensione. Topolino prese fiato, il Keyblade ancora puntato in avanti, mentre Xehanort sorrise con arroganza, il suo potere palpabile nell'aria. << La tua storia finisce qui, ragazzo mio>>

L’arena si trasformò ancora una volta, creando un’enorme spirale di corridoi sospesi che si incrociavano. I due si inseguirono, balzando da un passaggio all'altro, lasciando dietro di sé esplosioni di luce e ombra. Nessuno sembrava avere il sopravvento, ma entrambi sapevano che il tempo giocava un ruolo cruciale: l’arena stessa cominciava a collassare, risucchiando tutto nel vortice eterno del Lato Oscuro.

<< Non se posso ancora dire qualcosa in contrario, Xehanort!>>, ribatté Topolino, il suo sguardo fermo e risoluto. Con un gesto ampio, evocò un Mega Flare, una sfera incandescente che illuminò l’oscurità circostante e si scagliò come un sole in miniatura verso il suo nemico. Xehanort rispose con Reflex, rispedendo l' attacco al mittente, sebbene Topolino riuscì a scansarsi prima di essere arrostito dalle fiamme che lui stesso aveva evocato.

Mentre le onde d’urto della collisione scuotevano l’area, i due si scambiarono uno sguardo carico di tensione. Topolino prese fiato, il Keyblade ancora puntato in avanti, mentre Xehanort sorrise con arroganza, il suo potere palpabile nell'aria.

L’arena si trasformò ancora una volta, creando un’enorme spirale di corridoi sospesi che si incrociavano. I due si inseguirono, balzando da un passaggio all'altro, lasciando dietro di sé esplosioni di luce e ombra. Nessuno sembrava avere il sopravvento, ma entrambi sapevano che il tempo giocava un ruolo cruciale: l’arena stessa cominciava a collassare, risucchiando tutto nel vortice eterno del Lato Oscuro.
<< Cambio Forma: Sigillo infinito.>>, esclamò dunque Xenahort, trasformando il proprio inquietante Keyblade in un grosso sigillo da cui cominciò a sparare copie più piccole dell' arma in numero sempre più grande e rapido. Topolino resistette all' inizio, coprendosi grazie a numerosi Reflex finchè non fu costretto a usare a sua volta il proprio Cambio Forma.

<< Cambio Forma: Guerriero Mechabot!>>.

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Il Cercastelle del capoclan Disney svanì in un intero planetario raffiguranti costellazioni a forma di corazza che protessero Topolino dalla raffica di attacchi, per poi attaccarsi al guerriero sottoforma di una possente armatura robotica blue e dorata.

<< COMET!>>, gridò quindi evocando un buco nero da cui scagliò tante piccole meteore con cui contrastare l' attacco di Xenahort, per poi portarglisi davanti e colpirlo dritto nello stomaco.

Xehanort emise un grugnito, piegandosi per l’impatto, ma il suo ghigno sinistro non svanì. << Molto impressionante, Topolino, ma vediamo quanto a lungo puoi mantenere quella forma!>>. Con un gesto delle mani, Xehanort rafforzò il suo Sigillo Infinito, generando non solo copie del Keyblade, ma anche scie di energia oscura che serpeggiavano verso il suo nemico come serpenti famelici.

La corazza del Guerriero Mechabot brillò intensamente mentre Topolino si lanciava attraverso gli attacchi, distruggendo i proiettili oscuri con fendenti rapidi e precisi delle braccia meccanizzate della sua armatura. Con un ruggito determinato, Topolino balzò in alto, caricando il pugno destro dell’armatura che prese la forma di una stella incandescente.

<< PUGNO NOVA!>>, esclamò, scagliandosi verso Xehanort con una forza devastante. L’impatto creò un’esplosione di luce che fece vacillare il maestro oscuro, facendolo arretrare fino al bordo di una piattaforma fluttuante.

Xehanort si riprese, le sue mani tremanti ma cariche di energia. << Non male, piccolo Custode>>, sibilò, sollevando il suo sigillo ora circondato da un’aura di potere nero e cremisi. << Ma non puoi impedire il mio destino! CAMBIO FORMA: MAELSTROM ABISSALE!>>. Il sigillo si trasformò in un vortice di lame fluttuanti che roteavano attorno a Xehanort come un turbine mortale. Ogni lama era incisa con rune che emanavano oscurità, creando onde d’urto con ogni movimento.

Topolino non si lasciò intimidire. La sua armatura iniziò a brillare ancora di più, generando attorno a sé un campo di stelle luminose che si disponevano a spirale. << Il tuo destino.... o la tua illusione, Xehanort?! Quando c’è speranza, c’è sempre un’ultima possibilità! GALAXIA STRIKE!>>. Con un movimento ampio, l’armatura si disassemblò, le sue parti trasformandosi in comete scintillanti che si avventarono contro il vortice di Xehanort. Ogni cometa si infranse contro le lame fluttuanti, creando esplosioni di luce e ombra.

Il campo di battaglia stesso sembrava tremare sotto la potenza dei due contendenti. Le piattaforme si disintegravano, le scie luminose e oscure si scontravano come onde in tempesta, mentre entrambi cercavano il colpo decisivo.

Topolino approfittò di un’apertura, lanciandosi attraverso la tempesta di lame con una serie di schivate precise e fulminee. Giunto faccia a faccia con Xehanort, attivò l’ultima risorsa della sua forma, caricando il pugno della corazza con una brillante energia dorata. << STARDUST BREAKER!>>, urlò, colpendo Xehanort con un colpo così potente da scatenare un’esplosione che illuminò l’intero Lato Oscuro per un breve istante.

Quando la luce si affievolì, i due contendenti si trovavano di nuovo a distanza, respirando affannosamente ma con gli occhi ancora carichi di determinazione. L’arena, pur devastata, continuava a mutare, pronta a ospitare il prossimo round di un duello apparentemente senza fine.
Dopo un brevissimo attimo di respiro, I due contendenti tornarono alla carica più rapidi e agguerriti di prima. Stavolta però, con orrore di Topolino, Xenahort si circondò di molti altri Keyblade, tutti quelli strappati ai Custodi che aveva ucciso e usato come cavie.

Il Maestro caduto prese ad attaccare da ogni angolo con velocità incredibile, mettendo a dura prova le difese del Mecha Bot finché Topolino non sbatté un pugno sul pavimento.

<< BALLONGA!>>, esclamò generando una tempesta di palloncini rimbalzanti, ognuno dei quali con forza sufficiente a muovere un pianeta.
I palloncini magici si librarono nell'aria come innocue sfere colorate, ma ogni volta che un Keyblade evocato da Xehanort si avventava contro di loro, esplodevano in devastanti onde d’urto. Xehanort schivava agilmente, mentre i palloncini rimbalzavano caoticamente sulle piattaforme instabili del Lato Oscuro, destabilizzando l’arena.

<< Interessante mossa, Signore dei Disney>>, sibilò Xehanort, << ma pensi davvero che basti un trucco da fiera per fermarmi?>>. Con un movimento fluido, fece roteare i Keyblade intorno a sé, creando un vortice che ridusse in pezzi i palloncini rimasti, trasformando l’aria in un turbine di frammenti colorati e bagliori magici.

Topolino approfittò della confusione per lanciarsi in un attacco a sorpresa. Le braccia meccanizzate della sua armatura si estendevano come comete, tentando di agganciare Xehanort. << Non si tratta di fermarti con trucchi>>, replicò il re con tono risoluto, << ma di trovarti un passo indietro per ogni tua mossa!>>.

Xehanort si spostò di lato con una velocità quasi sovrumana, schivando per un soffio il pugno meccanico di Topolino, ma non si accorse di un palloncino che rimbalzava dietro di lui. Esplose con una forza titanica, scagliandolo contro una piattaforma lontana.

Con un grugnito, Xehanort si rialzò, chiaramente irritato. << Abbastanza! Se vuoi sfidarmi sul terreno dell’imprevedibilità, allora sarò lieto di mostrarti la mia maestria. CAMBIO FORMA: TEMPESTA OMEGA!>>. I Keyblade attorno a lui si unirono in un’unica gigantesca spada multi-lama, avvolta da un’aura nera e cremisi. Con un solo fendente, squarciò lo spazio attorno a sé, creando fenditure che risucchiavano materia e luce.

Topolino attivò i propulsori della sua armatura per schivare l’impatto, ma l’onda d’urto delle fenditure destabilizzò ulteriormente l’arena. La sua armatura iniziò a perdere luminosità, segnale che la Forma Guerriero Mechabot si stava esaurendo. << Non posso permettermi di cedere ora...>>, mormorò, serrando i denti.

Raccogliendo le forze residue della sua trasformazione, Topolino generò un campo stellare attorno a sé. << GALAXY CANNON!>>, gridò, concentrando tutta l’energia rimasta in un unico, colossale raggio dorato, diretto dritto verso Xehanort.

Xehanort rispose con un urlo di sfida, calando la sua spada multi-lama con tutta la forza che aveva, generando un’esplosione di energia oscura. I due attacchi si scontrarono con un impatto cataclismico, facendo tremare l’intera dimensione e creando un bagliore così intenso che oscurò tutto il resto.

Quando la luce svanì, i due avversari si trovavano di nuovo su piattaforme opposte, esausti ma ancora pronti a combattere. L’arena, ridotta a pochi frammenti sospesi, rifletteva la determinazione indomita di entrambi.

<< Penso sia ora di chiamare un pò di rinforzi.>>, ghignò Xenahort schioccando le dita.  Attorno a lui si materializzarono quattro portali oscuri, da cui uscirono altrettanti membri dell' Organizzazione ancora incappucciati, ognuno dei quali armato del proprio Keyblade, che puntarono all' unisono su Topolino.

<< Sai, avevo il sospetto, ma voglio comunque la conferma. I tuoi complici sono cloni, vero? Cloni di antichi Jedi e Sith. Come hai dato loro il potere di usare la Forza.>>

<< Merito del sangue di Anakin. La prudenza, come sai, non è mai stato il suo forte, quindi è stato facile raccogliere campioni qua e là.>>

Xehanort e i suoi complici scattarono in avanti, con i Keyblade che brillavano di energia oscura e una precisione letale. I quattro membri incappucciati si muovevano come ombre, perfettamente sincronizzati con i comandi del loro leader, mentre il Maestro Oscuro al centro si preparava a sferrare un attacco combinato devastante.

Topolino alzò il Keyblade, il sudore imperlando la fronte sotto il peso della situazione. Gli occhi brillavano di una determinazione ferrea mentre evocava un’altra barriera magica. <<  Un' altra cosa per cui Anakin si vendicherà, stanne certo!>>.

Xehanort ghignò con superiorità. << Anakin era un mezzo per un fine. E ora, quel fine si avvicina!>>. Con un gesto della mano, i quattro cloni si disposero in formazione attorno a lui, pronti a scagliare un attacco collettivo che avrebbe cancellato ogni traccia di resistenza.

Proprio in quel momento, il suono di potenti propulsori squarciò il silenzio della dimensione oscura. Un’ondata di energia sfrecciò sopra i contendenti, seguita da un bagliore di fuoco bluastro. Tutti alzarono lo sguardo, inclusi Xehanort e i suoi cloni, osservando con sorpresa l’arrivo della Razor Crest, che entrò nell’arena con un’incredibile velocità, sparando raffiche laser che dispersero momentaneamente i portali oscuri.

La nave atterrò con un tonfo, le porte si aprirono e dalla rampa comparvero Sora, Riku,  Grogu, seguiti da Din Djarin e tutti gli altri, armi in mano. Sora si mise davanti al gruppo, sfoderando il suo Keyblade, con un sorriso determinato. << Ehi capo! Mi spiace per il ritardo. Pensavamo avessi bisogno di una mano.>>.

Riku fece un passo avanti, sollevando il suo Keyblade, con lo sguardo fisso su Xehanort. << Abbiamo conti in sospeso. E non ho intenzione di perdermi questa battaglia.>>.


Grogu, apparentemente innocuo nel suo piccolo mantello, levitò accanto a Din, osservando attentamente i cloni con i suoi occhi vispi, pronto a intervenire con la Forza.

Xehanort li fissò tutti con un misto di irritazione e divertimento. << Ah, come sempre il potere dell’amicizia. Una costante fastidiosa... ma stavolta non vi basterà.>>. Fece un cenno ai suoi cloni. << Distruggeteli tutti.>>.

Sora puntò il Keyblade verso i nemici, l’aura luminosa attorno a lui crescendo di intensità. << Andiamo!>>. I suoi compagni si mossero in formazione, pronti ad affrontare le forze oscure e riportare la luce nel Lato Oscuro.




                                                      *******

Domando scusa per la qualità, ho un raffreddore schifoso. Spero di riuscire a bilanciare bene gli scontri del prossimo capitolo, buonaserata.



















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Capitolo 44
*** Il triangolo del diavolo- terza parte ***


Malefica, nella sua forma draconica, emerse dall'oscurità come un'ombra imponente e maestosa, le sue ali nere come la notte spalancate per rivelare la sua intera grandezza. La luce della stellescintillava sulle sue scaglie verdi iridescenti, riflettendo un alone sinistro. Gli occhi, incandescenti di un giallo penetrante, scrutavano con gelida determinazione ogni dettaglio dello scontro tra La Perla Nera e l’Olandese Volante.

Con un battito d’ali che fece tremare le correnti siderali, il drago si librò in aria, planando sopra i due vascelli come un presagio di distruzione. Il suo respiro profondo e gutturale fece tremare le assi di legno delle navi, mentre una fiamma verdognola si accendeva nella sua gola. Le sue fauci si aprirono, rivelando zanne affilate come rasoi, emettendo un ruggito che squarciò il silenzio del mare.

La Perla Nera oscillava leggermente sotto l’onda d’urto del suo arrivo, mentre l’Olandese Volante, più che mai simile a una creatura vivente, sembrava quasi inchinarsi alla presenza di quella creatura sovrannaturale. Gli uomini di entrambi gli equipaggi, per quanto abituati all’orrore, fissavano il drago con una miscela di terrore e riverenza, congelati sotto il peso della sua aura opprimente.

Malefica abbassò lo sguardo verso i contendenti sul ponte, i suoi occhi ardenti posandosi su Belos, avvolto dalla sua misteriosa magia, e su Vanitas, il cui Keyblade risplendeva di energia oscura. Per un attimo sembrò quasi che il tempo stesso si fermasse.

Con un ringhio profondo che riecheggiò come un tuono lontano, Malefica inclinò il collo verso di loro, sollevandosi di nuovo sulle sue ali possenti per dichiarare la sua sfida. Fiamme verdi esplosero dalla sua bocca, illuminando il cielo notturno con una luce spettrale, mentre un ruggito furioso e imperioso risuonava: la chiamata a combattere era lanciata, e né Belos né Vanitas avrebbero potuto ignorarla.

Il giovane Custode ghignò beffardo verso la strega, roteando il proprio Keyblade. 

<< Ah, la cosiddetta Signora del Male, regina dei complotti e qualsiasi altro soprannome ti abbiano affibiato ha deciso di scendere finalmente in campo? Ammetto che non mi dispiacerebbe affrontarti e sconfiggerti uno contro uno, ma con due di noi.... non hai speranze, cocca di papà.>>

Sentendo quanto detto dal moro, l' aura di Jones, Uncino e degli altri Stecker presenti esplose, la loro indignazione attirò ogni briciola di potere che potevano prendere dalla Forza, al punto che per un istante la stessa Ahsoka sentì difficoltà a respirare.

Nessuna sorpresa, lei avrebbe fatto lo stesso se avessero parlato in quel modo ad Anakin.

<< Osi parlare in quel modo al nostro Capoclan, moccioso insolente? Alla mia figlioccia?!- esclamò irato Jones, mentre scariche elettriche ricoprivano la sua barba di tentacoli- quando avremmo finito con te, ti legherò alla polena della nave per fare di te un esempio.>>

<< E non sono sola inoltre.>>, continuò Malefica con voce Cavernosa. Dal collo del suo lungo collo draconico fece quindi capolino Talon, coperta da un' armatura nera e rossa. L' amante e sicaria preferita di Malefica scese saltò sul ponte, puntando il proprio Keyblade verso Vanitas.

Belos emise un ringhio infastidito per quell' ulteriore scocciatura.

<< Siete sicura che non ci sia modo di appianare le nostre divergenze pacificamente, milady?- domandò lo scienziato- sono certo che anche nei piani di lord Xenahort c'è spazio per voi e il vostro clan.>>

 Uno sbuffo di fiamme verdi gli passò proprio sopra la testa.

<< Spazio? Non farmi ridere, Philip Wittbane, so esattamente che io e i miei sottoposti siamo al massimo un fastidio per voi, come qualsiasi altro che arriva a scoprire i vostri piani. O vuoi farmi credere che Alador Blight sia morto in un incidente?!>>, domandò la strega draconica, riferendosi al padre di Amity, che avevano tutta ragione di credere si era avvicinato fin troppo alla verità e aveva pagato il prezzo della propria curiosità( cosa che aveva anche spinto Lilith ad adottare ufficialmente la ragazza per proteggerla).

Lo sguardo piatto di Philipp/ Belos fu tutta la conferma di cui ebbe bisogno

<< Penso che la discussione sia finita....>>, disse gelido l' incantatore e scienziato, trasformando il proprio Keyblade in una staffa magica e sparando fulmini rossi contro il drago, troppo grande per mancarlo. Purtroppo per lui, Malefica aveva fatto di quell' incantesimo una forma d' arte e gli apparve davanti in uno sbuffo di fiamme verdi e col suo aspetto normale, scagliandolo via contro un' asteroide semplicemente dandogli un colpetto con la fronte.

Belos, intontito, fece appena a riprendere i sensi che dovette parare un colpo di bastone dall' incantatrice.

 

Belos balzò indietro, agitato ma non sopraffatto, il suo Keyblade trasformato nuovamente in una staffa mentre incanalava un incantesimo di protezione per bloccare l’attacco di Malefica. La strega, nella sua forma umana, avanzava con un'andatura regale ma letale, la sua magia nera pulsante che creava crepitii nell’aria attorno a loro.

<< Oh, Philip, non mi deludi mai,>> disse Malefica con un sorriso glaciale, roteando elegantemente il suo bastone magico. << Ma per quanto tempo pensi di resistere contro l' erede di uno dei più grandi stregoni di tutti i tempi? La più grande rivale di Anakin Skywalker durante la guerra dei Diafani? >>

Belos rispose con un grugnito, scatenando una serie di incantesimi di ghiaccio e fulmini che si intrecciarono in un devastante attacco a spirale. Malefica sollevò il bastone e un muro di fiamme verdi esplose davanti a lei, incenerendo l’assalto e oscurando temporaneamente la visuale del suo avversario.

Con una rapidità inaspettata, Malefica comparve alle spalle di Belos in una nube di fumo nero, il suo bastone scagliato verso il suo fianco. Belos si voltò appena in tempo, la staffa incrociando l’arma della strega con un clangore assordante.

<< Erede di Cornelius o meno,>> ribatté Belos con freddezza, spingendo Malefica indietro con uno scatto di energia rossa, << un avversario troppo sicuro di sé finisce sempre per commettere un errore.>>

Malefica sorrise, un sorriso affilato come una lama. << Forse. Ma non oggi.>>

Lei rispose con una danza vorticosa, il suo bastone evocando spirali di spine magiche che si abbatterono su Belos da ogni angolo. L’incantatore alzò una barriera di energia rossa cremisi, i suoi occhi che brillavano di pura concentrazione mentre la difesa assorbiva l’impatto, ma a costo della sua stabilità: le sue gambe tremarono quando un’ondata più potente infranse parzialmente lo scudo.

Nel frattempo, Talon osservò attentamente il campo di battaglia dal suo nascondiglio, lanciando uno sguardo a Vanitas. << Sembra che il tuo mentore abbia trovato un passatempo,>> disse con voce beffarda.

Vanitas emise una risatina cupa. << E il tuo capo non perde occasione per mettersi in mostra. Ma abbastanza chiacchiere.>>

Con un movimento fulmineo, Talon e Vanitas svanirono in un’esplosione simultanea di oscurità, teletrasportandosi su una piattaforma lontana, lasciando le fiamme e le scintille della battaglia tra Malefica e Belos alle loro spalle.

Il loro nuovo campo di battaglia era un’enorme piattaforma sospesa nello spazio, circondata da frammenti di asteroidi e bagliori di stelle lontane. Talon atterrò con grazia felina, il suo Keyblade pronto, mentre Vanitas avanzava lentamente, l’oscurità che lo avvolgeva come un mantello.

<> disse Vanitas, le sue parole cariche di eccitazione. << Un po’ di divertimento.>>

<> rispose Talon, puntando il Keyblade verso il suo avversario. << In guardia.>>

Le loro armi si scontrarono, l’eco metallica che risuonò nell’immensità dello spazio mentre cominciava un duello feroce.

I due Custodi continuarono a scontrare le rispettive lame in un contrasto sempre più veloce di riflessi rossi e neri, l' elegante forma di Talon che schivava i selvaggi affondi di Vanitas, accompagnati a volte da potenti incantesimi.

<< BIOGA!>>, gridò lui, sparando contro la Twi' Lek una potente foschia velenosa e obbligandola a evocare una barriera difensiva per non venire intossicata. Lui  però ne approfittò per sbattere il Keyblade a terra, creando una potente onda d' urto con cui destabilizzare il suo equilibrio e riuscire stavolta a colpirla più volte.

<< Dalla schiavetta di Malefica mi aspettavo onestamente di più. Forse si sarebbe dovuta portare dietro Maul- scherzò il moro, riuscendo a infliggere un graffio sul fianco della donna- d' altronde ho sentito alcune voci secondo le quali ora vi stia scopando entrambe.>>

Quello fu l' ultima goccia per qualsiasi autocontrollo Talon ancora avesse, ma invece di perdere semplicemente la calma raffinò la sua irritazione e la infuse in un calcio basso con cui fece perdere a sua volta l' equilibrio a Vanitas, prima di afferrarlo per i capelli e portargli una mano al petto.

<< .... Ultima.>>, disse gelida, sparandogli in pieno petto il più distruttivo dei suoi incantesimi, un raggio di pura energia della Forza che fu visibile da molti anni luce di distanza. Quando l' attacco si interruppe, l' armatura del ragazzo era praticamente a pezzi, al punto che dovette sostituirla col Prizmod e assumere all' istante più di un' elisir( assunti grazie ad alcuni sistemi della nuova armatura)

<< Credo che abbiamo smesso di giocare.... Cambio Forma?>>

<< Cambio forma....>>, disse concorde Talon, estendendo in contemporanea a lui il proprio Keyblade. Entrambe le armi vennero avvolte da fasci rossoneri, prima di trasformarsi in nuove armi, una frusta per Talon e un ingranaggio dai denti incredibilmente affilati per Vanitas.

 

Vanitas si rialzò lentamente, il respiro pesante mentre osservava Talon con un misto di irritazione e eccitazione. La nuova forma del suo Keyblade brillava minacciosa, l’ingranaggio che ruotava come un predatore pronto a fare a pezzi la sua preda.

Talon, dall’altro lato, faceva schioccare la sua frusta con una precisione letale, l’arma che sembrava prendere vita nelle sue mani, come un serpente pronto a colpire.

<< Che spettacolo...>> commentò Vanitas con un ghigno sardonico, scattando in avanti senza alcun preavviso. L’ingranaggio si mosse in un arco ampio, sibilando nell’aria come una sega circolare.

Talon schivò agilmente il primo attacco, rispondendo con un colpo rapido della frusta che si avvolse attorno al Keyblade del moro, bloccandone temporaneamente il movimento. <> disse con un tono glaciale, tirandolo verso di sé per un calcio volante che colpì Vanitas al volto, spedendolo indietro di qualche metro.

Vanitas si rialzò, passando una mano sul mento dolorante, il suo sorriso più ampio che mai. << Forza, dammi il meglio di te, schiavetta. O hai già finito?>>

Talon rimase impassibile, ma la frusta sembrò reagire alle parole del moro, iniziando a crepitare di energia rossa. Con un movimento fluido, Talon lanciò l’arma in avanti, e la frusta si trasformò in un vortice di lame e fulmini che si abbatté su Vanitas.

Il giovane Custode rispose attivando un cerchio di ingranaggi intorno a sé, che ruotarono velocemente creando una barriera di lame taglienti. Il vortice e la barriera si scontrarono, generando un’esplosione di scintille che illuminò l’intera piattaforma.

<< Non male,>> ammise Vanitas, lanciandosi fuori dalla nube di detriti generata dallo scontro, il suo Keyblade ora usato come una sega rotante. << Ma ti avverto, sono solo all’inizio!>>

Talon lo accolse con un movimento rapido della frusta, che si avvolse attorno al piede di Vanitas, tirandolo verso il basso. Prima che lui potesse rialzarsi, Talon era sopra di lui, il suo Keyblade puntato dritto contro la gola del moro.

<< Allora smetti di risparmiare le energie.>>

Nel frattempo anche Malefica e Philip/ Belos facevano del loro meglio, attaccando con tutto quello che avevano a disposizione. La capoclan degli Stecker era chiaramente molto più potente e agile, ma il suo avversario sembrava essere preparato a ogni evenienza, rispondendo ai suoi incantesimi con potenti miscugli alchemici o evocando orribili costrutti organici grazie al potere del suo Keyblade.

<< E' parecchio che non vedo Vanitas così divertito.....>>, commentò l' anziano scienziato, circondando Malefica con una chiostra di tentacoli zannuti che cercarono di colpire ripetutamente la strega, venendo però facilmente bloccati con rapidi movimenti del suo bastone.

<< Talon fa quel tipo di effetto alle persone.... e anch'io.>>, disse la Gria con un malevolo sorriso, prima di aprire un varco oscuro da cui uscì un enorme Heartless simile a un arcolaio vivente.

L'arcolaio vivente evocato da Malefica emetteva un ronzio inquietante, i suoi aghi brillanti come lame affilate mentre roteavano minacciosamente. Belos lo osservò con un misto di interesse e fastidio, il suo Keyblade che emanava un'aura di luce oscura in risposta.

<> ammise l'incantatore, mentre alzava una mano. Dai suoi guanti colavano filamenti neri e verdi, che si intrecciavano tra loro per formare una mostruosa abominazione alchemica: un ibrido tra un insetto e un fiore carnivoro. <>

Le due creature si scontrarono, l'arcolaio di Malefica che lanciava aghi giganti contro il mostro di Belos, il quale rispondeva con raffiche di acido corrosivo. I due abomini sembravano impegnati in una lotta autonoma, ma servivano solo come sfondo al vero scontro.

Malefica avanzò con grazia, il suo bastone pronto a scatenare un altro incantesimo devastante. Belos, però, fu più rapido: un flacone alchemico comparve nella sua mano e lo lanciò al suolo. L'impatto generò una nube tossica che avvolse Malefica, ma la strega non si lasciò intimidire.

Con un gesto elegante, fece ruotare il bastone e dissipò la nube, trasformandola in una pioggia di scintille verdi che si riversò sul suo avversario. Belos alzò uno scudo magico, ma alcune delle scintille si insinuarono attraverso le fessure, esplodendo in piccoli lampi di energia che lo fecero barcollare.

<< Sei prevedibile, Philip,>> commentò Malefica, il suo tono carico di disprezzo. <>

Belos rise, un suono basso e inquietante. <>

Un movimento rapido, e il Keyblade di Belos si trasformò in una lunga frusta segmentata, che scattò verso Malefica come un serpente. La strega riuscì a deviarla con il bastone, ma l'arma si avvolse attorno alla sua caviglia, facendola vacillare.

Belos ne approfittò per scatenare un'ondata di energia oscura che colpì Malefica in pieno, facendola arretrare di qualche passo. Tuttavia, invece di mostrare debolezza, la strega drago si trasformò parzialmente, le sue ali di pipistrello che si aprirono in tutta la loro imponenza e un ringhio profondo che riecheggiò nel campo di battaglia.

<< Hai osato troppo, umano,>> sibilò Malefica, lanciandosi verso Belos con una velocità spaventosa. Il suo bastone si abbatté contro il Keyblade di lui, e l'impatto generò un'onda d'urto che fece tremare l'intero campo.

Belos si ritrovò spinto indietro, ma si raddrizzò rapidamente, il suo ghigno ancora presente. << Sei impressionante, Lady Malefica, ma anche i draghi possono essere abbattuti.>>

La battaglia continuò, i due combattenti che si spingevano sempre oltre i loro limiti, la loro potenza distruttiva che minacciava di consumare tutto ciò che li circondava.

 

                                                                                                                     *********

 

Allo stesso tempo, oltre il portale nel tempio, Sora e compagni stavano combattendo con le unghie e coi denti contro Xenahort e i suoi micidiali scagnozzi. 

Topolino aveva unito le forze col giovane e lo stesso Ercole per combattere contro il folle Maestro del Keyblade, attaccando con brutalità e astuzia per metterlo alle strette, e allo stesso tempo i loro compagni stavano cercando di contrastare i suoi quattro sottoposti il tempo necessario a fuggire, ma era combattere contro lo stesso ambiente che li circondava. Ognuno di loro infatti assorbiva direttamente dentro di sè il potere della Forza circostante invece di limitarsi a canalizzarlo nelle loro armi, diventando ancora più letali di quanto già non fossero, nonostante fosse una tecnica che potevano usare solo per poco tempo.

<< Cercate di resistere, non possono durare ancora a molto.>, disse Pippo, difendendosi abilmente coi propri scudi da una raffica di spade, ognuna di esse attaccata a bizzarri tentacoli provenienti dalla schiena di uno dei nemici. Vedendo che quell' approccio non funzionava, lo spadaccino tentò di attaccare direttamente il monaco, solo per ricevere una ginocchiata dritta nello stomaco, seguita da un' ondata di pura energia sacra che sembrò brillare per interi anni luce.

Pippo aveva smesso di scherzare, era intenzionato di riprendere il controllo della propria vita assieme ai compagni. Incluso Terra, non appena avrebbero tirato fuori Xenahort dal suo corpo.

Allo stesso tempo Paperino aveva usato una delle sue tecniche ninja per creare un gran numero di cloni, e stava cercando di distrarre con l' aiuto di Mulan il più corpulento membro del gruppo, armato con un enorme spadone bianco e azzurro.

Nel mezzo del caos del Lato Oscuro, Robopap, Darkwing Duck e il Mandaloriano affrontavano uno degli avversari più insoliti e subdoli del gruppo nemico: un manipolatore di carte e dadi, un maestro delle probabilità e delle illusioni. Circondato da un vortice di carte volanti e dadi luminescenti, ogni sua mossa sembrava calcolata, come se il destino stesso fosse sotto il suo controllo.

Il Mandaloriano lo fissava con un'intensità feroce, la lama nera della Darksaber ronzava per l'impazienza.

 

<< Tu... sei lo stesso tipo che mi ha venduto agli Stecker.>> La rabbia nella sua voce era palpabile, e senza attendere una risposta si lanciò all'attacco, il bagliore oscuro della spada che fendette l’aria.

Il nemico, con un sorriso beffardo, lanciò una manciata di dadi. Non appena toccarono terra, si illuminarono di una luce sinistra e generarono una barriera scintillante di carte che deviò l’assalto diretto della Darksaber. << Oh, Mandaloriano... che pessima mano ti sei giocato. Sei sicuro di voler scommettere la tua vita contro di me?>>

Darkwing Duck approfittò del momento per agire nell'ombra. Con un rapido movimento, lanciò una serie di bombe fumogene che esplosero in una densa cortina viola. << Io non scommetto mai a carte... ma adoro far saltare il banco!>> gridò, emergendo dalla nebbia per colpire con il suo gasatore, cercando di confondere il nemico.

Il scommettitore ridacchiò, agitando le mani per evocare un’illusione di dadi enormi che cominciarono a cadere come meteore dal cielo. Darkwing schivò agilmente, ma non poté fare a meno di lamentarsi: << Oh, fantastico! Ora pure i dadi assassini! Questo gioco è truccato!>>

Nel frattempo, Robopap aveva analizzato rapidamente i pattern degli attacchi del nemico. << Calcolo probabilità di successo: 65%. Incremento tattiche di interdizione.>>

 

Disse con la sua voce meccanica, lanciando uno sciame di droni che si infiltrarono nella cortina di carte e cominciarono a destabilizzare la loro formazione, sparando piccoli raggi laser per interrompere le varie roulette che avrebbero originato altrettanti attacchi.

Il nemico indietreggiò di un passo, disturbato dagli attacchi dei droni. << Interessante, ma vediamo come ve la cavate contro il gioco vero.>> Disse, facendo scivolare sul tavolo virtuale una combinazione di dadi e carte che si trasformarono in mostri antropomorfi, ciascuno armato di spade fatte di carta affilata come lame.

Mando non esitò. Con un balzo, si lanciò contro uno di questi esseri, tagliandolo a metà con la Darksaber, mentre con il lanciafiamme montato sul polso inceneriva un secondo mostro. << Non importa quanti mostri evochi. Questa volta, non ti lascerò scappare.>>

Darkwing, sempre teatrale, sganciò un’altra delle sue bombe, questa volta una trappola elettrica che immobilizzò diversi nemici. << E non dimenticare che il terrore che svolazza nella notte è qui per portarti sfortuna! Dagli addosso, DUCK!>>

Robopap avanzava con precisione inesorabile, il suo cannone al plasma che perforava le creature magiche. << Obiettivo: annientamento.>> Disse empio lo scienziato, mirando direttamente al nemico principale.

Il scommettitore iniziava a perdere la sua compostezza, lanciando carte e dadi con sempre maggiore disperazione, ma il trio era implacabile. Mando riuscì finalmente a sfondare la sua difesa con un colpo diretto della Darksaber, costringendolo a cadere in ginocchio.

<> Disse Robopap, puntando il suo cannone.

Con una combinazione finale, Darkwing lanciò uno sciame di Shuriken avvolti dalla sua aura violetta, Mando abbatté l’ultima delle creature con un colpo devastante, e Robopap disintegrò il nemico con un colpo di precisione. Il loro avversario scomparve in una pioggia di carte bruciate, lasciando dietro di sé solo il silenzio inquietante del vortice.

Arami, Judy, Montblanc, Angela e Grogu combattevano con l' ultimo dei loro avversari, una cecchina che cercava di disturbare il più possibile le azioni dei loro compagni. Il quartetto cercava di impedirle di attaccare il resto della squadra, ma ella era a sua volta protetta da intere orde di Heartless e Nessuno. Nonostante i migliori tentativi dei due incantatori, supportati dai colpi d' ascia di Grogu e dalle canzoni di Angela di sfoltirle, c'erano comunque troppi avversari e loro erano i più deboli e inesperti del gruppo per il momento.

Nel cuore del Lato Oscuro, Sora, Topolino ed Ercole si muovevano in perfetta sincronia, i loro attacchi sempre più feroci mentre cercavano di mettere alle strette Xehanort. Il Maestro del Keyblade, tuttavia, sembrava quasi divertirsi, schivando con precisione millimetrica i colpi del trio e contrattaccando con devastanti esplosioni di energia oscura.

<< Pensate davvero di poter sconfiggermi?>> disse Xehanort con un sorriso crudele, brandendo il suo Keyblade scintillante. Con un gesto, evocò un'onda di oscurità che si propagò come un'onda d'urto, costringendo i suoi avversari a saltare all'indietro per evitarla.

Ercole sfruttò la sua forza erculea per spingere un masso fluttuante contro Xehanort, sperando di coglierlo di sorpresa, ma il Maestro del Keyblade lo spezzò a metà con un colpo secco della sua arma. << Ciò che vi manca è la comprensione del vero equilibrio, la fusione di luce e oscurità!>> proclamò, lanciando un raggio oscuro che Ercole a stento riuscì a deviare con il proprio scudo.

<< Non ascoltarlo! Siamo noi a creare l'equilibrio combattendo insieme!>> gridò Topolino, lanciandosi in un attacco a spirale con il suo Keyblade, seguito da un’esplosione di magia luminosa. Xehanort schivò, ma il re lo costrinse a indietreggiare verso un punto vulnerabile, dove Sora era pronto a colpire.

<< Prendi questo!>> urlò Sora, caricando il suo attacco utilizzando il Keyblade a forma di piccone nato dal suo legame con Paperone, lanciandolo e lasciando dietro di sè una scia di gemme esplosive che poi Ercole attirò attorno a Xenahort con un incantesimo magnetico. Tuttavia, anche in difficoltà dopo la scarica di colpi ricevuti, il Maestro del Keyblade non perse il controllo, rispondendo con un contrattacco devastante che colpì il trio e li scagliò lontano.

Xehanort si avvicinò lentamente, il volto illuminato da un’espressione di trionfo. << Questo è il meglio che potete fare? Mi aspettavo di più da voi, eroi della libertà.>> Il vortice oscuro attorno a lui sembrava intensificarsi, amplificando il suo potere.

Mentre Sora si rialzava a fatica, scambiò uno sguardo con Topolino ed Ercole. Avevano fatto abbastanza per distrarre Xehanort, ma ora era il momento della loro vera mossa. Con un piccolo sorriso, Sora disse: << Forse... non siamo solo noi.>>

Prima che Xehanort potesse reagire, una luce abbagliante si sprigionò dietro di lui. Ventus e Aqua emersero dal nulla, i loro Keyblade pronti a colpire. Con una perfetta coordinazione, Ventus si mosse come un fulmine, scagliandosi con un attacco rotante che colpì Xehanort al fianco, mentre Aqua lanciò un incantesimo di ghiaccio che immobilizzò per un istante il suo braccio.

<< Cosa?!>> Xehanort ringhiò, colto di sorpresa, mentre cercava di liberarsi.

<< Hai abbassato la guardia, vecchio!>> gridò Ventus, lanciandosi con un attacco frontale, mentre Aqua gli copriva le spalle con una barriera protettiva che neutralizzava i contrattacchi del Maestro.

Topolino, Ercole e Sora sfruttarono il momento. << Adesso!>> gridò il re. I tre eroi combinarono i loro poteri, unendosi in un' unica scia luminosa che si scagliò contro Xenahort con la forza di una supernova, il pugno di Ercole che arrivò a tanto così dal trapassargli lo stomaco( trattenendosi solo perchè ancora sperava di rivedere Terra vivo e in possesso del suo libero arbitrio)

Quando la luce si affievolì, Xehanort era ancora in piedi, ma visibilmente indebolito e furioso. << Sciocchi... vi siete guadagnati solo una momentanea vittoria. Ma vi mostrerò che il destino è già stato scritto.>> Il Maestro del Keyblade si preparò per un nuovo attacco, ma ora, con Ventus e Aqua al loro fianco, la bilancia sembrava finalmente pendere a favore degli eroi.

Xenahort però sorrise e schioccò le dita, materializzando accanto a sè una capsula contenente nientemeno che Kairi. Sora si paralizzò subito vedendo l' amica d' infanzia bloccata nel suo sonno criogenico, e anche il resto dei combattenti si fermò per evitare che Xenahort fece qualcosa di inconsulto.

<< .... Lasciala andare.....>>, mormorò Sora sotto i denti, sentendo l' energia di quel luogo penetrarlo dalla rabbia, pronta a esplodere pur di salvare l' amica.

<< Solo se tu verrai con me...>>, lo canzonò Xenahort, solo per notare un misterioso bagliore proveniente dalla capsula, accompagnato da un mostruoso aumento dell' aura di Kairi, che per il resto degli anni di prigionia era stata del tutto calma.

La capsula criogenica iniziò a tremare, e un crepitio luminoso si diffuse lungo le sue pareti di vetro, brillando con una luce dorata e argentata sempre più intensa. Gli occhi di Sora si spalancarono quando l’aura di Kairi, soppressa per anni, si liberò in un’ondata di energia pura che scosse l’intero Lato Oscuro. Xehanort, che pochi istanti prima mostrava un ghigno di trionfo, indietreggiò leggermente, il suo sguardo ora colmo di un'ombra di sorpresa.

<< Che cos'è questo potere...?>> mormorò, stringendo il suo Keyblade con entrambe le mani.

Con un’esplosione fragorosa, la capsula si frantumò in mille pezzi, i frammenti sospesi nell’aria come stelle. Al centro, Kairi fluttuava avvolta da un’aura divina, la sua figura completamente trasformata. L’armatura che indossava era sfarzosa ma funzionale, una fusione perfetta di estetica e potenza. Piastre argentate riflettevano una luce ultraterrena, adornate da intricati motivi runici che evocavano il simbolismo norreno. Al petto brillava l’emblema di Odino, una figura stilizzata del dio con il corvo e la lancia. Alle sue spalle si ergeva l’evanescente simbolo di Ultima, un’aura angelica che sembrava composta da ali luminose, eteree ma potenti.

La spada di Kairi, che si materializzò tra le sue mani, era un Keyblade mai visto prima: un mix di metallo lucente e cristalli azzurri, con un’elsa che richiamava l’immagine di Yggdrasil, l’albero della vita. Dai suoi bordi si sprigionavano scintille dorate, come se racchiudesse l’energia stessa della creazione.

<< Kairi...?>> balbettò Sora, incapace di nascondere l’emozione e la sorpresa. La ragazza aprì gli occhi, che ora brillavano di una luce celestiale, e quando parlò, la sua voce sembrava riverberare con una serenità autoritaria.

<< Xehanort... il tuo tempo è finito.>>

Con un gesto, un’onda d’urto divina si irradiò da Kairi, spazzando via le tenebre che circondavano il campo di battaglia. Gli Heartless più vicini vennero dissolti all’istante, e perfino il vortice oscuro che avvolgeva il Lato Oscuro sembrò vacillare.

Xehanort strinse i denti, la sua espressione di sorpresa trasformandosi in una determinazione glaciale. <> Alzò il suo Keyblade, evocando oscurità pura per contrastare il potere divino di Kairi.

Dietro di lei, i simboli di Odino e Ultima sembrarono intensificarsi. La figura di Odino impugnò una lancia scintillante, mentre le ali di Ultima si mossero, emettendo una melodia arcana che sembrava riecheggiare in ogni direzione. Kairi avanzò, con passo deciso, e puntò il suo Keyblade verso Xehanort.

<< Non sono più una pedina nel tuo gioco, Xehanort. Preparati a perdere tutto.>>

                                                                                                              ********

 

La sagoma dello Star Destroyer si stagliava imponente contro l’oscurità cosmica del Triangolo del Diavolo, la sua prua puntata verso il fulcro della battaglia. All’interno, ogni sezione della nave era un microcosmo di attività frenetica e calcolata, una danza orchestrata dal genio strategico del Grand'Ammiraglio Thrawn, la cui presenza nella plancia era un faro di calma glaciale.

Nella sala motori, Grace Granville, avvolta nella sua uniforme impeccabile degli Eclipse, supervisionava i controlli con occhi analitici, i suoi assistenti intenti a riportarle dati sullo stato del reattore iperluce e sull’efficienza degli armamenti principali. Archimede Pitagorico, invece, si muoveva come un fulmine tra console e pannelli, testando nuovi sistemi di difesa e configurazioni energetiche.

<< Se dovessimo affrontare un'anomalia gravitazionale, questi modificatori di campo dovrebbero permetterci di bypassarla senza danni al nucleo centrale>>, spiegò Archimede, mostrando un diagramma tridimensionale.
Grace annuì, il suo volto calmo ma teso. << Ottimo. Ma assicurati che ogni iterazione venga testata almeno due volte. Qui non possiamo permetterci errori.>>

Nella stiva, il capitano Rex e il generale Shan-Yu preparavano le truppe. Rex, veterano delle guerre dei cloni, passava in rassegna i ranghi, correggendo posture e verificando l’equipaggiamento, mentre Shan-Yu, imponente nella sua armatura da combattimento, parlava con tono deciso.
<< Questa non è solo una battaglia per la supremazia. È una prova della nostra disciplina e della nostra forza. Nessuno di noi è qui per fallire!>>, ringhiò, facendo risuonare le sue parole tra le fila di soldati.

Sulla punta della nave, oltre la barriera trasparente del campo di forza, Paperone e Darth Vader osservavano la scena silente e tumultuosa del campo stellare. La luce delle stelle rifletteva debolmente sulla maschera di Vader e sulla tuba nera di Paperone, creando un contrasto quasi surreale tra i due.

<< Hai già pensato cosa fare quando te lo troverai davanti?>> chiese Paperone con tono grave, rompendo il lungo silenzio. <>
Vader rimase immobile per un istante, prima di parlare. << Difficile dirlo... vorrei dire di volerlo semplicemente strangolare con le mie mani o squarciarlo come lui ha fatto con Padmé... e Fives.>> La sua voce, di solito controllata, tradiva un briciolo di emozione. << Per anni ho creduto di servire la giustizia. Di onorare ciò che è stato... quando in realtà era lui a manipolare ogni cosa, fin dall’inizio.>>

Paperone strinse il bastone tra le mani, gli occhi acuti fissi sull’orizzonte. << Non sarà una battaglia semplice. Ma ricorda, ragazzo... la vendetta può essere una trappola tanto potente quanto le macchinazioni di quel maledetto maestro di chiavi. Non lasciare che ti consumi.>>

Vader girò lentamente la testa verso Paperone, le luci rosse della sua maschera pulsanti. << Non è vendetta ciò che cerco...>> mormorò. <<È giustizia. Per Padmé, per i miei fratelli... e per tutto ciò che ci è stato tolto.>>

In quel momento, le comunicazioni si attivarono, portando la voce fredda di Thrawn dalla plancia.
<< Signori, abbiamo superato la distanza di sicurezza. La battaglia è ufficialmente iniziata.>>


 

Lo Star Destroyer si inclinò leggermente mentre Thrawn manovrava con precisione chirurgica per evitare l’impatto con il massiccio corpo draconico di Malefica, che era stata scagliata vicino alla nave. La tensione nella plancia era palpabile, ma il Grand'Ammiraglio mantenne il suo caratteristico aplomb, impartendo ordini per stabilizzare la traiettoria.

Fuori, nello spazio tormentato dai detriti e dai frammenti del Triangolo del Diavolo, Malefica si scrollò di dosso l’impatto, le sue squame scintillanti come ossidiana alla luce delle stelle. I suoi occhi draconici, ora fessure di puro odio, si soffermarono sulla presenza di Vader e Paperone, che la osservavano dalla sommità dello Star Destroyer.

<< Detesto chiederlo, ma credo che abbiamo un nemico comune qui. Vi andrebbe un’alleanza?>> risuonò nella mente dei due attraverso la magia mentale della strega. La sua voce, profonda e potente, rimbombava come un eco che sfidava il vuoto dello spazio.

Vader incrociò le braccia, i suoi Keyblade apparendo con un lampo rosso e nero. << Sarei stato tentato di dirti di sì, se non avessi mandato i tuoi uomini ad assassinare Tarkin.>> Il tono era tagliente come una lama, ma poi aggiunse: << Tuttavia, considerando il nemico comune, mi limiterò a non spararti addosso... almeno per oggi.>>

Malefica sbuffò un’ondata di fiamme verdi dalla bocca, un gesto che esprimeva la sua frustrazione. << Va bene>>, rispose secca. Poi rivolse la sua attenzione agli altri membri del suo clan. << Jones, staccati dalla Perla Nera e concentrati sull’eliminare il resto della base di Belos. Non attaccare lo Star Destroyer in arrivo.>>

Il ruggito che seguì riecheggiò nello spazio mentre la Gria, con le ali spalancate, fissò la nuova minaccia: un'orribile creatura gargantuesca che si stagliava contro il campo di detriti. Era Belos, trasformato nella sua forma più terribile, un gargoyle di carne marcescente, i suoi capelli bianchi come veli spettrali, e occhi cerulei infuocati di follia.

Con un ruggito gutturale, Belos si gettò in picchiata contro Malefica, sferrando un attacco con artigli e zanne che scintillavano di un'energia viscida e oscura.
Malefica, con la rapidità di un drago esperto nel combattimento, si mosse di lato per evitare il primo assalto, contrattaccando con una fiammata che sembrava voler ridurre in cenere persino l’etere stesso.

La battaglia si intensificò, i due titani dello spazio si scontravano con una violenza che scuoteva il campo gravitazionale del Triangolo del Diavolo. Ogni colpo era accompagnato da esplosioni di energia, frammenti di carne putrescente e squame scintillanti volavano via nell'impatto.

Perché il titan goo di Belos sembra uscito direttamente da un anime? :  r/TheOwlHouse

 

Sul ponte dello Star Destroyer, Thrawn osservava impassibile la scena.
<< Una situazione interessante>>, mormorò, calcolando le probabilità di sopravvivenza di ciascun contendente.

Nel frattempo, Vader preparava i suoi Keyblade, il mantello mosso da venti invisibili mentre guardava la battaglia con attenzione, pronto a intervenire se necessario. Paperone, invece, strinse il bastone tra le mani, i suoi occhi pieni di un’intensità rara. << Spero solo che non mandino i conti da riparazione della nave a me.>>

Le orde incontrollate di Heartless, Nessuno e Dream Eaters dilagavano come un’onda oscura, distruggendo tutto ciò che incontravano nella base scientifica. Gli attacchi erano caotici, privi di direzione ma non meno letali. Luz, Hunter, e Amity combattevano fianco a fianco, incanalando incantesimi potenti e coordinando i loro Spectrobe in una battaglia disperata.

Gli Spectrobe di Luz, un elegante drago luminescente, e quello di Amity, un massiccio felino dai tratti eterei si muovevano con sincronia perfetta per spazzare via i nemici. Hunter, coi suoi pettirossi Flapjack e Waffle, spingeva avanti con ferocia, proteggendo il gruppo mentre trasportavano i preziosi documenti: prove schiaccianti dei crimini di Belos e Xenahort e le loro pericolose ricerche.

Il loro slancio, però, si arrestò bruscamente quando Luz si piegò su sé stessa, tossendo violentemente. Le sue mani tremavano, e un’ombra scura si diffondeva dalla cicatrice sul suo braccio. Geostigma.

Amity, con uno sguardo preoccupato, la prese prontamente con un braccio, proteggendola mentre con l’altro lanciava sfere di energia contro i nemici che avanzavano. <> esclamò con determinazione, ma era evidente che stavano raggiungendo il limite delle loro forze.

Hunter, impugnando il suo bastone magico, si girò verso di loro per aiutare, ma i mostri li stavano sopraffacendo. Quando tutto sembrava perduto, un’improvvisa raffica di proiettili piovve dal cielo, abbattendo i nemici attorno a loro con precisione micidiale. Le creature scomparvero in nuvole di ombra dissolta.

<< Chi...>>, mormorò Hunter, alzando lo sguardo.

Dal fumo apparvero due figure familiari: Ezra Bridger, con i suoi capelli blu, le ali dello stesso colore che si estendevano dietro di lui( in questa fic è un Aegyl, una razza da Final Fantasy Revenant Wings), e la pelle color ocra che brillava debolmente sotto le innumerevoli luci dello scontro, e Sabine Wren, snella e agile nella sua distintiva armatura Mandaloriana blu, decorata con dettagli artistici. Entrambi brandivano le loro armi, pronti per il prossimo assalto.

Hunter li fissò con un ringhio contenuto. << Voi due...>>
Ezra, con un sorrisetto spavaldo, fece un cenno con la mano. << Sempre un piacere rivedervi, ragazzi.>>
Sabine aggiunse, con tono sarcastico: << E che gusto sarebbe se non salvassimo le vostre pelli giusto in tempo?>>

Amity, mantenendo Luz in equilibrio, tirò un sospiro di sollievo. << Grazie... davvero.>>

Ezra si avvicinò, alzando una mano per fermare la gratitudine. << Non c’è bisogno. Ma c’è qualcosa che vogliamo in cambio.>> Indicò i documenti che Hunter stava proteggendo. <>

Hunter strinse la mascella, ma Luz, ancora debilitata, alzò una mano per fermare qualsiasi obiezione. << Vi daremo una copia... ma solo se ci aiuterete ad arrivare vivi fino all’Olandese.>>

Ezra si scambiò uno sguardo con Sabine, poi sorrise con fare sornione. <>
Sabine sospirò. << O perché i documenti valgono molto più di quanto mi piaccia ammettere.>>

Hunter rimase guardingo, ma annuì, mentre il gruppo si rimetteva in marcia, ora con l’aggiunta degli imprevedibili Phoenix tra i loro ranghi.

In alto nei cieli Davy Jones chiuse la comunicazione con Malefica e diede un' occhiata torva a Jack Sparrow, entrambi i pirati( e qualsiasi altro combattente attorno a loro) ricoperti di ferite e ustioni per i rispettivi attacchi. Uno stormo( o sciame, per dire che si volesse) di creature si stava però dirigendo verso le due navi, rendendo chiaro quanto una collaborazione fosse necessaria al momento.

<< Il mio capoclan mi ha ordinato di cessare le ostilità per ora- disse emanando un' area gelida come i più profondi abissi marini quasi s spezzare l’aria attorno a lui. I suoi tentacoli si contorcevano come se riflettessero la tempesta emotiva del loro padrone- ma non dimenticare, Sparrow... la mia vendetta per quanto mi hai fatto vent' anni fa è solo rimandata. Quando tutto questo sarà finito, il tuo debito verrà saldato. Con gli interessi.>>

 

Jack Sparrow, con il suo solito sorriso sardonico, fece un piccolo inchino teatrale, sebbene il dolore delle ferite lo costringesse a fare una smorfia. << Ah, maestro Jones, sarei deluso se fosse altrimenti. La vendetta è una moneta troppo preziosa per lasciarla inutilizzata.>> Poi sollevò una fiala di elisir e la bevve con un’espressione teatralmente disgustata. << Chi ha inventato queste cose non aveva sicuramente il rum in mente.>>

Hondo Ohnaka, il pirata weequay, si inserì tra i due con la sua tipica aria da mediatore interessato solo al profitto. << Gentlemen, gentlemen, risparmiamo i rancori personali per un altro giorno, eh? Quei mostri là fuori non si distruggeranno da soli, e se ci lasciamo distrarre da queste piccole... dispute, saremo noi a essere distrutti.>>

Jones rivolse uno sguardo torvo a Hondo, ma sembrava riluttante a contraddire gli ordini di Malefica. Con un cenno quasi impercettibile, la sua spada ricurva scomparve nella piega dei suoi tentacoli, lasciando solo una minacciosa promessa nei suoi occhi abissali. << Per ora, Hondo. Ma che sia chiaro: quando i mostri saranno estinti, il prossimo sarà lui.>> Indicò Jack con un tentacolo, prima di voltarsi per comandare i suoi uomini.

Jack si appoggiò al suo fidato compasso e guardò Hondo. << Vedi, Hondo? Questo è il problema con i mostri: non sanno mai quando lasciar perdere.>>

Hondo sospirò e si strinse nelle spalle. << E tu, mio caro Sparrow, non sai mai quando tacere. Ora muoviamoci prima che ci mangino vivi.>>

I tre pirati si separarono, ognuno a capo di una piccola squadra, mentre le forze combinate delle ciurme dei loro rispettivi vascelli si preparavano a fronteggiare le orde sempre più pressanti di Heartless e Nessuno.

                                                                                  **********

Kairi diede subito prova di quanto imparato durante il suo coma grazie a Ultima e Odino, lanciandosi contro Xenahort a tutta velocità e attaccando con fulminei fendenti poi seguiti da raffiche di lame energetiche che furono a malapena bloccate dai suoi Keyblade. Normalmente il Maestro del Keyblade non avrebbe avuto problemi a difendersi da un simile attacco, ma Ercole, Topolino, Ventus e Acqua avevano già eroso non poco le sue energie.

<< Due anni.... per colpa tua ho perso più di due anni in un dannato coma!>>, esclamò furiosa la paladina dai capelli rossi, prima di sparagli un Sancta a bruciapelo dritto in petto

La forza del Sancta scagliato da Kairi colpì Xenahort con una potenza divina, spingendolo indietro di diversi metri nonostante il tentativo di difendersi con i suoi Keyblade incrociati. L’aura luminosa dell’incantesimo si propagò come un’onda, illuminando il vortice oscuro che li circondava e respingendo temporaneamente i Heartless e le energie negative circostanti.

Xenahort barcollò, il respiro affannoso tradiva il peso della battaglia e delle ferite inflitte dai continui attacchi coordinati del gruppo. Il sorriso calcolatore che aveva mantenuto fino a quel momento cominciò a incrinarsi, mentre osservava Kairi avvicinarsi, il Keyblade saldo nella sua mano.

<< Hai imparato a utilizzare la rabbia come una spinta, piuttosto che lasciartene consumare,>> disse con un tono quasi di approvazione. << Ma non pensare che questo basti a superare il Maestro della Luce e dell’Oscurità.>>

Con un movimento fluido, evocò un'enorme barriera d’energia crepitante, alimentata dall’oscurità circostante, e la spinse contro Kairi. La ragazza, senza esitazione, puntò il proprio Keyblade davanti a sé, una combinazione di luce dorata e blu che formava uno scudo a forma di croce per dissipare l’attacco.

<< Non sono più la ragazzina che hai rapito, Xenahort!>> gridò Kairi, le sue ali d’energia dorata spiegandosi dietro di lei. << Adesso combatto per la mia forza, per questa galassia e per chi amo.>>

Ercole e Ventus si mossero di fianco a lei, pronti a supportarla.

<< Ti abbiamo messo alle strette, Xenahort,>> aggiunse Ventus, il suo Keyblade pronto per il prossimo attacco. << Non importa quanto pianifichi o quanto potere oscuro usi, non vincerai contro tutti noi insieme.>>

Xenahort socchiuse gli occhi, il suo volto increspato da una smorfia di irritazione e frustrazione, ma anche da una certa freddezza strategica. << Siete coraggiosi, non c’è dubbio,>> rispose. <>

Con un grido, liberò un’ondata d’energia oscura così potente da disintegrare parte del terreno sotto di loro e creare un turbine di distruzione. I combattenti si prepararono a un nuovo, violento assalto, ma lo spirito combattivo di Kairi brillava ancora più luminoso, determinato a porre fine alla tirannia del Maestro del Keyblade.

In quel momento però l' intera zona cominciò a tremare con la forza di innumerevoli simultanei terremoti.  La maggior parte dei contendenti, già sfinita, perse l' equilibrio o rischiò di finire nel vuoto, salvandosi solo alla propria prontezza dei riflessi o quelli dei propri compagni.

<< Che sta succedendo?>>, domandò uno sfuriato Paperino, che aveva quasi sconfitto il proprio avversario dopo averlo circondato con un esercito di cloni. Xenahort sorrise malevolo.

<< Se avessi voluto semplicemente sconfiggervi e prendere Sora, avrei portato l' intera squadra. Il mio intento era destabilizzare quanto più possibile questa esatta parte del Lato Oscuro, lasciandovi un' unica possibilità di salvezza.>>

<< E quale sarebbe?>>, chiese Ercole, estremamente tentato di distruggere la mascella di Xenahort con un pugno solo per non sentirlo parlare. Lui in risposta indico un lontano punto luminoso simile a una serratura.

<< Quella è una delle quattro serrature di Kingdom Hearts, quella legata al mondo materiale. Una serratura che solo tu puoi aprire, Sora, permettendoci di tornare a casa prima che tutto questo luogo ci crolli addosso.>>

Le parole di Xenahort colpirono come un fulmine il gruppo, specialmente Sora, che si ritrovò a fissare la lontana luce della serratura con un misto di incredulità e apprensione. L’intera dimensione del Lato Oscuro continuava a tremare, le crepe luminose e oscure che si allargavano nel vuoto promettevano un’imminente disintegrazione.

<< E perché dovremmo fidarci di te?>> domandò Topolino, stringendo il Keyblade con decisione, il tono del Re più glaciale che mai. << Per tutto quello che sappiamo, potresti usare quella serratura per completare i tuoi piani!>>

Xenahort rise sommessamente, la sua voce risonante e velenosa. << Oh, Topolino, pensavo fossi più saggio. Non c’è alcun piano da completare se rimaniamo intrappolati qui. Se questo luogo collassa, ci porterà tutti con sé—voi, me e l’intero equilibrio tra luce e oscurità. Ma… se volete rischiare, accomodatevi.>>

Kairi fece un passo avanti, posizionandosi accanto a Sora, la sua armatura scintillante illuminata dalla luce instabile dell’ambiente. << Non possiamo fidarci di lui, ma potrebbe non mentire. Dobbiamo decidere rapidamente.>>

<< E se è una trappola?>> intervenne Ventus, lo sguardo sospettoso. << se aprire quella serratura liberasse qualcosa di ancora peggiore?>>

<< Non c’è scelta,>> disse Sora con voce ferma, i suoi occhi fissavano la serratura luminosa con determinazione. << Questo posto sta per crollare, e se quella è l’unica via per salvare tutti… allora lo farò.>>

<< Sora, aspetta!>> gridò Topolino, ma il ragazzo si era già mosso, il Keyblade in pugno e la sua sagoma illuminata dalla luce fioca della serratura lontana.

Gli altri lo seguirono immediatamente, pronti a proteggerlo da qualsiasi ostacolo. Xenahort rimase fermo, osservando il gruppo mentre si avvicinavano al punto luminoso, un sorriso enigmatico che non lasciava intendere se fosse soddisfatto, o se nascondesse un altro dei suoi piani.

Sora si fermò di fronte alla serratura, il Keyblade saldo tra le mani, mentre una luce pulsava dal misterioso simbolo davanti a lui, quasi a riconoscere la sua presenza. Il ragazzo respirò profondamente, chiudendo gli occhi per un istante. La pressione del momento era schiacciante, ma la determinazione a salvare i suoi amici e il mondo che amava brillava più intensamente del caos che lo circondava.

Sollevò il Keyblade sopra la testa, una cascata di luce avvolse l’arma, trasformandola in un faro di pura energia. Con un grido risoluto, Sora abbassò la lama, e da essa partì un raggio luminoso, diretto alla serratura.

La serratura si illuminò di colpo, proiettando un bagliore che avvolse tutto, e per un istante, Sora non fu più soltanto sé stesso. Il suo corpo svanì, dissolvendosi in frammenti di luce, e la sua coscienza si espanse in ogni direzione. Sentì ogni battito di cuore, ogni scintilla di vita nell'universo, ogni frammento di oscurità e luce che teneva insieme il creato. Era tutt’uno con il cosmo, parte di un’infinita sinfonia.

L’istante si spezzò quando la serratura si aprì, emettendo un boato immenso. Una potentissima onda d’urto esplose, propagandosi dal punto di contatto. Il campo di battaglia venne travolto da quella forza: Heartless e Nessuno vennero dissolti come ombre al sorgere del sole, spazzati via in un lampo accecante.

Vanitas, ancora impegnato nel duello con Talon, venne momentaneamente investito dal bagliore. Al contrario di altri, però, egli non mostrò alcuna preoccupazione; anzi, un ghigno si dipinse sul suo volto.

 

<< Oh, eccoci finalmente...>> mormorò con una voce carica di sinistra soddisfazione. Gli occhi dorati brillarono con una luce famelica, mentre il suo Keyblade sibilava nell'aria, pronto a rispondere all’inevitabile caos che sarebbe seguito.

L’onda d’urto si dissipò lentamente, lasciando un silenzio irreale. Sora riapparve in ginocchio, il respiro affannoso, ma il bagliore del suo Keyblade non si era spento. Dietro di lui, i suoi amici si rialzarono uno dopo l’altro, confusi ma al sicuro. Il portale della serratura, ormai completamente aperto, rivelava la via di fuga tanto agognata, ma anche una nuova, inquietante oscurità pronta ad avanzare.

La squadra di Sora  si risveglió in diversi punti dell' accampamento scientifico con la faccia nella polvere. Il moro sputó per terra prima di provare a rialzarsi con fatica, per fortuna qualcuno lo aiutó.

<< Molte graz... >>, cominciò prima di girarsi e scoprire che ad averlo preso era Xenahort, i cui occhi color dell' ambra erano ora fissi su quelli azzurri del ragazzo. 

<< Sono molto felice dei tuoi progressi, figliolo. Ora rimane una sola serratura, quella dei sogni.... Insieme scopriremo dove si trova.>>, disse lo Skrull prima di aprire un varco oscuro in cui avrebbe probabilmente gettato Sora. 

Fu però costretto a difendersi da un rapidissimo colpo di Keyblade, opera di Ventus. Il biondino era infatti partito a tutta velocità contro l' assassino del proprio Maestro, intenzionato una volta per tutte a salvare Terra dalla sua influenza.

<< Lascia andare il mio allievo... >>, affermò minaccioso, venendo ben presto raggiunto anche da Angela, Kairi, Riku e Grogu. 

Xehanort si trovò circondato. Il suo ghigno si allargò mentre il Keyblade appariva con un bagliore oscuro nella sua mano, il potere della Forza del Lato Oscuro pulsante intorno a lui come un miasma vivente.

Ventus non perse tempo: si lanciò con una rapidità sorprendente, i suoi attacchi precisi e mirati, ognuno infuso della volontà di vendicare Eraqus. Xehanort, tuttavia, parò ogni colpo con una facilità che sembrava beffarda, il suo Keyblade scintillava di energia oscura mentre respingeva il giovane.

Kairi e Angela si mossero subito in tandem: Kairi scagliò una serie di lame luminose a mezz'aria mentre Angela intonava un canto che amplificava la potenza della magia. Xehanort, imperturbabile, evocò un cerchio di energia oscura che dissolse le lame a mezz'aria e scagliò contro le due un'onda di forza devastante.

Riku e Grogu attaccarono dalla parte opposta. Riku, il Keyblade stretto in pugno, si lanciò in una raffica di fendenti. Grogu, piccola ma inarrestabile presenza, usò la Forza per manipolare il terreno attorno a Xehanort, cercando di intrappolarlo. Tuttavia, il vecchio maestro respinse ogni attacco con una combinazione di tecnica e pura potenza oscura, ridendo mentre dominava il campo di battaglia.

<< Non c'è scampo, ragazzi. La vostra resistenza è solo un prolungamento della vostra sofferenza>>, dichiarò con voce tonante, la sua energia crescendo fino a deformare l'aria intorno a lui.

Fu  allora che due figure emersero dal caos: Darth Vader, accompagnato dal sibilo inquietante della sua respirazione, e Malefica, ancora in parte coperta da squame di drago. La loro comparsa catturò l’attenzione di tutti, costringendo persino Xehanort a interrompere il suo assalto e voltarsi verso i nuovi arrivati.

<>, commentò Xehanort con un sorriso enigmatico.

Vader non rispose, ma il suo sguardo fisso tradiva un'intensa ostilità. Malefica, invece, rise sibilando: <>

L'atmosfera si fece ancora più tesa quando un corpo cadde rovinosamente a terra accanto a Xehanort. Era Philip—o Belos, nella sua forma umana—coperto di sangue e ferite, il respiro pesante mentre cercava di rialzarsi.

<< Tu... tu dannata... puttana...>>, ringhiò debolmente, lo sguardo pieno d’odio fisso su Malefica. La strega alzò un sopracciglio, il suo sorriso tramutato in un’espressione di scherno.

<< Attento a come parli, insetto>>, sibilò lei, prima di puntare il suo bastone verso il moribondo Philip. Vader sollevò una mano, bloccandola.

<< Non abbiamo tempo per inutili schermaglie. Concentrati sul nostro obiettivo>>, ordinò il Sith, la sua voce profonda e autoritaria.

Nel frattempo, Sora e i suoi amici approfittarono della momentanea distrazione per riorganizzarsi, pronti a fare del loro meglio per fermare Xehanort e chiunque altro avesse osato unirsi a lui.

<< Devo dire, Anakin, che la tua crescita è andata oltre le mie più rosee previsioni- disse l' anziano Custode, pulendosi una riga di sangue dal labbro- già quando ti unisti agli Eclipse sotto la guida di Obi- Wan e Qui- Gon vidi in te il seme della grandezza, ma ora come ora sorpassi persino me nonostante tutti i miei esperimenti.>>

<< Darei tutto quello che ho pur di poter passare un altro giorno assieme a Padmè e ai nostri figli come una vera famiglia.... e chiedere scusa a Fives per non averlo potuto salvare da te.>>, affermò il Sith, estendendo una mano e generando sotto Xenahort una bolla d' acqua.

<< IDROGA!>>, esclamò Vader, trasformando la bolla in un' immensa colonna d' acqua visibile persino dalle astronavi vicine, che scagliò Xenahort a quasi un chilometro di altezza, venendo subito raggiunto da Vader, che roteò abilmente i propri Keyblade.

<< SLAM AEREO!>>, gridò lui nuovamente, separando in un istante la distanza che separava lui e l' avversario dal terreno, per poi chiudere le due lame attorno al suo collo.

<< Tu ora.... lascerai il corpo di Terra, e farai a tutti il grande favore di raggiungere i nostri compagni nel Calderone di Ade, così che possano darti la punizione che meriti. Dopodichè, mi occuperò uno a uno dei complici che hai creato col mio stesso sangue.>>

Xehanort emise una risata gutturale, nonostante la stretta delle lame di Vader fosse a un passo dal tagliargli la gola. Con un sussurro oscuro, il Maestro evocò un'onda di energia che costrinse Vader ad allentare la presa, abbastanza a lungo da permettergli di schioccare le dita.

Intorno a loro, il cielo si squarciò con portali oscuri che si spalancarono uno dopo l'altro, lasciando emergere i restanti membri dell'Organizzazione XIII. Ogni figura appariva con un'aura minacciosa e sfrontata: alcuni armati di Keyblade, altri pronti a scatenare i loro poteri unici. Essi erano ben riposati, i loro corpi circondati da un'energia pulsante che suggeriva che avessero conservato il massimo delle loro forze per quel momento critico.

<< Hai giocato bene, Vader. Ma non pensare nemmeno per un istante di poter eliminare me o il mio Ordine qui e ora. Ogni tua azione è stata prevista, ogni tua mossa parte di un disegno più grande.>>

Vader si guardò intorno, stringendo i suoi Keyblade, pronto a scatenare tutto il potere della Forza e delle tenebre. Tuttavia, un rapido calcolo lo fece irrigidire: combattere in quelle condizioni, con Sora e gli altri ancora sfiniti, sarebbe stato un suicidio.

<< Questo non finisce qui, Xehanort>>, ringhiò Vader, abbassando lentamente le lame.

Xehanort sorrise compiaciuto, posandosi delicatamente a terra con un'eleganza inquietante. << È vero. Non finisce qui. Tu, Anakin, hai una vendetta da perseguire. E tu, Sora... hai un compito da completare. Trova il mio nascondiglio nel mondo materiale. Lì, ci incontreremo di nuovo. E lì troveremo l’ultima serratura.>>

Con un gesto ampio e teatrale, il Maestro del Keyblade evocò un varco oscuro e guidò l'Organizzazione XIII dentro di esso, lasciando il campo di battaglia avvolto in un silenzio carico di tensione.

Mentre il portale si richiudeva, Vader fissava il punto dove Xehanort era sparito, stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche. Sora si avvicinò lentamente, ancora scosso ma con un’espressione di determinazione.

<< Troveremo quel nascondiglio. E questa volta... lo fermeremo per sempre.>>

Angela, Ventus e gli altri si radunarono attorno a loro, pronti a riprendere la battaglia in un altro luogo, in un altro momento, ma con un obiettivo comune più chiaro che mai.

Malefica intanto diede uno sguardo a Topolino e agli altri, incrociando in particolare lo sguardo con Aqua, di cui era stata incrollabile rivale durante la guerra dei Diafani.

<< Qualcosa mi ha sempre detto che eri ancora viva.>>, disse la Gria con un certo senso di soddisfazione. La Custode in blue rizzò le sue orecchie di gatto e si mise in guardia, pronta se necessario a vedere di nuovo chi tra loro fosse la migliore incantatrice.

<< E io sospettavo che anche in questo frangente saresti stata una spina nel fianco per tutte le parti coinvolte- disse con non poco sarcasmo- attacca pure quando vuoi.>>

<< Grazie dell' offerta, ma la risparmierò per un giorno in cui saremo tutte e due riposate e senza nessuno a mettersi in mezzo.>>, rispose la strega, leccandosi le labbra verdastre prima di premere un pulsante sul Prizmod. L' Olandese Volante, che aveva già preso Talon( oltre che Luz e compagni), volò sopra di lei e la prese con un raggio di teletrasporto. Sulla punta della nave, Davy Jones svolazzò canzonatorio il cappello prima di ordinare un salto iperluce che sollevò un polverone incredibile.

<< Gli Stecker non smettono mai di essere di un teatrale esasperante.>>, commentò un seccato Topolino, prima che un pugno metallico si abbattè sul suo naso, scagliandolo contro un edificio che crollò subito contro l' impatto.

<< Tu sei l'  ultimo al momento che può parlare di teatralità- lo rimproverò Vader, autore dell' attacco- scoprite che Aqua è ancora viva, così come Xenahort, partite dentro la Forza stessa per una missione di salvataggio/ sabotaggio e mi NASCONDETE TUTTO COME SE FOSSI L' ULTIMO DEGLI IDIOTI QUANDO SAREI DOVUTO ESSERE IL PRIMO A ESSERE INFORMATO?!>>

L'intero accampamento si zittì all'istante, mentre l'eco della collera di Vader risuonava tra le macerie. Topolino, sanguinante ma non sconfitto, si rialzò lentamente, spolverandosi il mantello con uno sguardo calmo ma determinato.

<< Non si trattava di nasconderti nulla, Anakin. Si trattava di fare ciò che era necessario, per il bene della missione e della squadra.>>, disse il Re, il tono controllato nonostante il colpo appena ricevuto.

Aqua, ancora in tensione per la recente fuga di Malefica, si mise tra i due, cercando di placare l'ira di Vader.

<< Anakin, ascolta. Non avevamo idea di chi potevamo fidarci completamente. Dopo tutto quello che è successo con Xehanort, la prudenza era necessaria. Ti avremmo informato, ma... le circostanze non ce l’hanno permesso.>>

Vader avanzò di un passo, i suoi Keyblade ancora emananti un'energia oscura, il suo respiro pesante e minaccioso.

<< Non ce l’hanno permesso? Aqua, tu conosci cosa ho passato per colpa di quell’uomo! Lui ha distrutto Padmé, ha manipolato me e i miei amici... E voi decidete di tenermi fuori da tutto questo? Pensate che io sia troppo instabile? Un pericolo per voi?>>

<< Anakin, nessuno sta dicendo questo...>>, intervenne Riku, cercando di calmare le acque, ma venne interrotto da uno sguardo glaciale del Sith.

<< Non ti azzardare, Riku. Sei giovane, ma dovresti già aver imparato che le decisioni sbagliate portano solo al caos.>>

Ahsoka , osservando la scena, lasciò andare un sospiro pesante e si schiarì la voce, intervenendo con tono pragmatico per calmare il suo maestro come già si era abituata a fare molti anni prima .

<< Anakin, capisco il tuo punto. Ma in questo momento, ogni secondo che passiamo a litigare ci avvicina a un’altra mossa di Xehanort. Se vuoi affrontare questo problema, fallo dopo che avremo risolto questa maledetta situazione.>>

Vader esitò, stringendo i pugni così forte che i Keyblade emanarono scintille. Infine, abbassò lentamente le armi, il suo sguardo ancora colmo di furia.

<< Ahsoka ha ragione. Non finirò mai di ripetere che tenere segreti porta solo a sofferenza. Ma per ora... per ora...>>, si fermò, puntando un dito minaccioso verso Topolino, <<... vedremo come va a finire.>>

Con un movimento del mantello, si voltò e si allontanò, i passi pesanti che riecheggiavano nel silenzio, lasciando la squadra con il peso di una tensione ancora palpabile.

Lentamente i membri degli Eclipse e dei Disney aiutarono a raggruppare i feriti o imprigionare i complici di Belos. Sora e compagni si erano trovati un posto abbastanza appartato dove si stavano scambiando le notizie degli ultimi due anni con Kairi.


<< Cioè, Sora, fammi capire bene..... Tu e Vader sareste una Diade nella Forza?>>, chiese stupefatta la paladina, al ché l' amico si mise imbarazzato una mano tra i capelli a porcospino.

<< Circa, e non siamo neanche la prima Diade di questo tipo. Lui rappresenterebbe l' Ordine tra luce e oscurità, io la libertà e l' unità tra i popoli della Galassia.>>

<< Diamine, e pensare che volevi essere solo un ' normale' avventuriero - scherzò la rossa- io invece ho passato gli ultimi due anni allenandomi mentre dormivo, sotto la guida di Odino e Ultima. Un culo incalcolabile....>>

Sora sorrise, un po' nervoso, grattandosi la nuca 

<< Beh, trovo la normalità molto sopravvalutata>>, rispose con un leggero imbarazzo mentre guardava Paperone che a sua volta dava una bella strigliata a Topolino, Paperino e Pippo per il colpo di testa con cui avevano cercato di proteggere il giovane Custode.

Riku, seduto accanto a loro, incrociò le braccia con un mezzo sorriso.

<< Più ci penso, più mi sembra che il destino ci abbia preso di mira. Siamo passati dall'essere tre ragazzi su un'isola a... beh, tutto questo.>>

Kairi annuì, appoggiandosi alla parete dietro di lei con un'espressione pensierosa.

<< Non posso dire che sia stata una passeggiata, ma almeno ora sappiamo qual è il prossimo passo. Xehanort non si fermerà finché non avrà aperto l'ultima serratura. E noi dobbiamo trovarla prima di lui.>>

Ventus si avvicinò, ancora un po' provato dai recenti combattimenti, ma con lo sguardo determinato.

<< La domanda è: dove potrebbe essere quella serratura? Se è legata ai sogni, potrebbe trovarsi in un luogo completamente diverso da tutto quello che conosciamo.>>

Aqua, che si era avvicinata silenziosamente, si inserì nella conversazione con il suo tono calmo ma autoritario.

<< Forse non dovremmo limitarci ai mondi che conosciamo. La serratura dei sogni potrebbe essere nascosta in un luogo creato dalla stessa forza che l'ha generata: un punto dove il confine tra realtà e immaginazione è sottile.>>

Kairi si raddrizzò, il viso illuminato da una scintilla di intuizione.

<< Se Ultima e Odino mi hanno insegnato qualcosa, è che i sogni sono profondamente connessi alla volontà e al desiderio. Forse dobbiamo cercare un luogo dove queste forze sono più forti... un luogo che rappresenta l'essenza stessa dei sogni.>>

Sora incrociò le braccia, lo sguardo fisso al cielo stellato sopra di loro.

<< Beh, dovunque sia, non lo troveremo stando fermi. Una volta che ci saremo rimessi in sesto, partiremo. Insieme.>>

Un silenzio carico di determinazione si stese sul gruppo. Anche se il viaggio davanti a loro sembrava pieno di incognite, c'era una cosa su cui erano tutti d'accordo: non si sarebbero arresi.

Aqua e Ventus si erano allontanati dal gruppo, trovando rifugio in un angolo appartato dell’accampamento, lontano dal caos. La luce pallida delle stelle illuminava i loro volti segnati dalla stanchezza e dal peso di troppe battaglie.

Ventus era seduto su una roccia, con lo sguardo fisso al suolo. Stringeva il suo Keyblade con entrambe le mani, come se fosse l’unico punto fermo in un mondo che sembrava sgretolarsi. Aqua stava in piedi accanto a lui, il viso serio e lo sguardo rivolto all’orizzonte.

<< Non riesco a togliermi dalla testa quella scena... Terra, intrappolato nel suo stesso corpo... sotto il controllo di Xenahort. E noi, impotenti...>>, disse Ventus, la voce spezzata dal rimorso.

Aqua chiuse gli occhi, inspirando profondamente prima di rispondere.

<< Ogni volta che penso a quello che gli è successo... non posso fare a meno di chiedermi dove abbiamo sbagliato. Forse... se fossi stata più forte, se avessi capito prima cosa stava succedendo...>>

Ventus alzò finalmente lo sguardo verso di lei, scuotendo la testa con rabbia.

<< Non puoi prenderti tutta la colpa, Aqua! Io ero lì... e non sono riuscito a fare nulla per fermarlo. Terra mi ha sempre protetto, ma quando è stato il mio turno... l’ho deluso.>>

Aqua si girò verso di lui, le mani serrate in pugni tremanti.

<< Non dire così, Ven. Non sei tu a dover portare questo peso. Terra era il nostro amico... il nostro fratello. Dovevamo proteggerlo insieme, ma... non siamo riusciti a salvarlo da quel destino.>>

Ventus si alzò, lo sguardo pieno di dolore e frustrazione.

<< Ma perché? Perché non siamo stati abbastanza forti? Terra non meritava questo... e ora, ogni volta che lo vedo, non riesco a vedere altro che il riflesso di Xenahort.>>

Le parole di Ventus colpirono Aqua come una lama, ma lei si avvicinò a lui, posandogli una mano sulla spalla.

<< Io non credo che Terra sia completamente perduto. Forse c'è ancora una possibilità... una speranza che possiamo riportarlo indietro. Ma dobbiamo restare uniti, Ven. Questa volta non possiamo fallire.>>

Ventus abbassò lo sguardo, un misto di rabbia e tristezza nei suoi occhi.

<< Non so se riusciremo, Aqua. Ma so che non posso arrendermi. Non per Terra.>>

Aqua annuì, la determinazione illuminando il suo volto.

<< Allora lo faremo insieme. Per Terra... e per tutto ciò che abbiamo perso.>>

I due si scambiarono un cenno d’intesa, il legame tra loro ancora più saldo nonostante il dolore. Anche se il cammino davanti a loro era pieno di ombre, erano pronti ad affrontarlo. Per il loro amico, e per la promessa che non avrebbero mai smesso di lottare.

                                                                     *************

Salve a tutti, spero abbiate apprezzato questo bel susseguirsi di scontri. Sono stato un pò in difficoltà al trovare gli ultimi due membri dell' Organizzazione qui, alla fine mi sono deciso per due personaggi di manga Square che verranno presentati nella prossima saga.... ambientata sul pianeta di un' altro film della Fox recentemente diventato di proprietà Disney, spero apprezzerete. A presto.

 

 

 

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Capitolo 45
*** Arrivo su Pandora ***


Un altro mese passò per Sora e compagni tra allenamenti, racconti reciproci e persino una visita alle Isole del Destino per dare un abbraccio alle rispettive famiglie, riuscendo persino a ridare ai ragazzi un lieve senso di calma dopo tutto quello che avevano passato all' interno della Forza.

Purtroppo soltanto lieve, perchè sapevano che l' Organizzazione XIII era ancora a piede libero. Clan da tutta la galassia avevano cominciato a cercare i loro stessi ranghi, trovando seguaci e simpatizzanti di Xenahort talvolta anche nelle cariche più alte. Soprattutto si cercava la vera base del gruppo, che tutti sospettavano fosse nell' Orlo Esterno
All' ennesimo incontro del clan Disney( con la partecipazione speciale di Obi- Wan, essendo uno dei maggiori esperti sull' area in cui stavano cercando), Sora sbattè le palpebre, trattenendo appena uno sbadiglio. Avevano studiato per più di due ore tutte le rotte che andavano dalla Terra fino all'orlo esterno, in cerca del pianeta usato come Nascondiglio dall'organizzazione 13 nel mondo materiale, ma ogni possibile pianeta veniva scartato per un motivo o per l'altro, finché un nome non gli saltò sulle labbra senza che se ne accorgesse. 
 <<  Pandora, forse?>>, ipotizzó il moro, attirandosi lo sguardo di  tutti i presenti. Per un momento nessuno parlò, e il Custode fu certo che avrebbero bocciato anche quella. 


<<  In effetti....- cominció Pippo, grattandosi le orecchie - nessuno si sognerebbe di ficcanasare proprio lì>>


<< Confermo, io mi nascosi sulle grandi pianure, per un paio d' anni>>, disse invece Obi- Wan. Accanto a lui, Topolino si sbattè una mano sul naso. Sapeva già che non avrebbero potuto risolvere un problema vecchio di quasi due decenni in maniera semplice, ma sperava almeno che fosse il più indolore possibile.

<< Dite ad Anakin di mandarci Thrawn, fu lui a stabilire i trattati coi Na' Vi. E qualcuno mi prepari una decina di caffè doppi. Se abbiamo ragione, questa sarà la peggior crisi diplomatica del cazzo da due secoli a oggi >>

                                                                                                  ***********
Edmund bevve un bicchiere d'acqua, cercando di contenere la sua flemma. Cosa non affatto facile considerando che era la sua prima riunione assieme agli altri consiglieri degli Eclipse, tra le più grandi leggende viventi della galassia, per di più a bordo dello Star Destroyer che fungeva come base per il potente clan.

Vermeil si era offerta di fargli compagnia durante l'incontro , ed era stato molto difficile per il re narniano rinunciare alla dolce e confortante presenza della succube. Ma sapeva che una simile mossa avrebbe sminuito entrambi agli occhi dei suoi nuovi parigrado.


Quando lord Vader entró assieme a Rex, fu chiaro a tutti e cinque i luogotenenti che il Sith era di ma l'umore, pur avendo come unico indizio il suo irregolare ma rapido passo.


Il Custode si sedette solenne a capo tavola, e Rex gli posò davanti un dispositivo da cui apparve una mappa astrale olografica.

<< I Disney potrebbero aver trovato una possibile base dell'Organizzazione 13- cominciò Vader col suo tipico tono quasi baritonale- per il bene del nostro clan e dei nostri alleati, pregate si sbaglino. >>

Rex, rimasto in piedi accanto al proprio leader, premette un punto della mappa, ingrandendo rapidamente fino a mostrare una luna multicolore accanto a un gigante gassoso. Accanto a sé, Edmund lo sguardo altrimenti piatto di Thrawn incrinarsi leggermente. 

<< Pandora ha praticamente qualsiasi cosa Xenahort possa desiderare - disse grave  il secondo in comando di Vader- è isolato anche per l'Orlo Esterno , è un fulcro nella Forza, possiede un'abbondante e pericolosa fauna con cui fare esperimenti, e la sua reputazione terrorizzerebbe chiunque non sia almeno al nostro livello o non abbia l'autorizzazione degli autoctoni >>

<< Non è possibile che l'abbiano ottenuta, travestendosi da scienziati o eremiti? >>, propose Edmund, riportando alla mente quanto sapeva di quel pianeta tanto temuto.

Nonostante il loro livello tecnologico basilare, i Na'Vi erano considerati combattenti paragonabili ai simbionti o agli Ya'Tuja grazie alla loro profonda connessione con la Forza intrinseca nel mondo naturale e il loro fisico, che mescolava forza, Agilità e destrezza come poche altre razze. Quelli di loro che lasciavano casa per cercare gloria, amici e conoscenza tra le stelle, erano ardentemente contesi da ogni clan.

Durante la guerra coi Diafani, così come successo a Narnia, era stato sottoposto a un regime brutale dalla Strega Bianca. Pur non imponendovi il perenne inverno che i Pevensie trovarono poi nella loro casa adottiva, la terribile incantatrice non si fece alcun problema a sfruttare i Na'Vi nei modi più crudeli, depredando le loro terre di qualsiasi risorse avrebbe aiutato la guerra scatenata da Cornelius  e costringendoli praticamente ad adorare lei al posto della loro dea madre.

Quando l'alleanza dei clan arrivarono sin lì e riferirono quanto trovato , anche quei pianeti che avevano cercato di mantenersi neutrali nel conflitto diedero tutto il loro appoggio agli Eclipse ed alleati.

Pandora venne quindi liberata 8 mesi dopo, ma a un terribile costo di quasi tre miliardi di vite tra i Na'Vi, gli alleati e i loro nemici. E come Edmund sapeva benissimo, Jadis non era tra loro e più tardì indurì ulteriormente i suoi metodi. 

Non a caso, quando finalmente la uccise assieme ai fratelli, una delegazione di Na'Vi avventurieri si recó a Narnia per ringraziarli e offrire i loro servigi, funzionando anche allora come gli occhi e orecchie dei quattro Monarchi nei loro domini e oltre  
<< Comunque non possono semplicemente essersi presentati come un' altra organizzazione di ricerca scientifica- aggiunse comunque Thrawn, unendo pensoso le mani - dopo quanto successo vent'anni fa, sono diventati più sospettosi che mai. Ogni nuova stazione scientifica viene osservata notte e giorno per mesi anche se il primo contatto va nel migliore dei modi. Non che non abbiano buone ragioni per questo >> 

<< Sew Guerrera>>, disse Shan Yu sputando a terra in segno di puro disprezzo.

<< Q- quel Sew Guerrera? >>, balbettó il re dell'est, non preoccupandosi più di apparire come un ragazzino fortunato, un arrivista o che altro. Vader annuì grave.


<< Sì. Durante la campagna di Pandora era uno dei nostri ufficiali più cruenti, ma anche uno dei più brillanti. Con le sue tecniche di guerriglia, la capacità strategica di Thrawn e la potenza di noi Custodi liberammo molto terreno in poco tempo. Finché non arrivammo alla più ricca miniera del pianeta. Na'Vi schiavi a perdita d'occhio e un'armata altrettanto grande a tenerli d'occhio. Avevamo un piano per risolvere tutto con meno perdite possibile, ma prima ancora di cominciare, la cava esplose... Guerrera aveva piazzato assieme alla sua squadra cariche ad alto potenziale in quasi tutti i tunnel, non sopravvisse nessuno e lui ammise tutto senza la minima vergogna >>


<< Per la criniera del leone >>

<< Quando i capi delle tribù Na'Vi scoprirono quanto successo, ci avrebbero scuoiato nello stesso istante in cui rimettemmo piede nell'albero madre, e non li avrei biasimati. A salvarci fu Padmè, che si offrì come   ostaggio fino alla fine della campagna e possibilmente la cattura di Guerrera, nel frattempo fuggito e tutt'ora latinante>>

<< Non si era unito agli Hutt? >>, domandò Helga, le braccia strette sul tonico petto. Vader in risposta si alzó in tutta la sua inponenza.

<< In quel caso significa che, sapendolo o no, è stato complice di Xenahort negli ultimi anni, e quando lo troveremo sarà trattato come tale. Ma tornando al punto, se i Na'Vi, su Pandora o altrove, scoprono i segreti del nostro ex capo clan e che si è nascosto sul loro amato pianeta, ci troveremo di fronte un disastro diplomatico di proporzioni oscene. E io non intendo perdere il reggimento di 3.000 Na'Vi che ogni anno ci porta cospicui guadagni. Thrawn- disse rivolto al suo ammiraglio - tu conosci Pandora come pochi, ti unirai alla squadra Disney assieme a qualsiasi accompagnatore tu scelga>>

<< Sì, lord Vader>>

<< Non doveste trovare niente, sarà meglio per tutte le parti coinvolte. Se l'ipotesi di Sora fosse giusta... Ci chiamerete, verremo e faremo in modo di non lasciare alcuna prova fisica- concluse il Sith, l'ordine accompagnato dal suo infame e pesante respiro artificiale - riunione aggiornata, aspetto nuove informazioni ogni tre giorni >>

L'uomo aprì la porta della sala riunioni e uscì col mantello spiegato, rapidamente seguito dai propri subordinati. Edmund, un po' sudato, si divise dal gruppo in un corridoio per andare nel proprio ufficio, incrociando lungo la strada proprio Vermeil.

<< Com'è andata? >>, domandò preoccupata la diavoletta dai capelli violetti, prendendo il volto del fidanzato, che ricambiò con affetto le carezze della giovane succube e posò la fronte su quella di lei.

<< Sai, tesoro? Credo che la prossima volta accetterò la tua offerta >>
                                                                                                    *********
Mentre Eclipse e Disney stavano facendo del loro meglio per porre fine alla parentesi Xenahort una volta per tutte, il Clan Strecken aveva deciso di spostarsi nello stesso pianeta dove aveva base l' Alba Rossa( l' organizzazione criminale guidata da Maul), fondendosi a tutti gli effetti col suddetto sindacato criminale e con tutti gli ex membri del cartello Hutt, che si erano a loro volta riuniti sotto la guida di Kassim( il padre di Aladinn, lui e Jasmine sono a loro volta parte dell' organizzazione). Malefica, Maul e lo stesso Kassim agivano per il momento come eguali per evitare lotte interne.

Luz Noceda si trovava nel laboratorio di Heinz Doofensmithz assieme al marchingegnere goblin( fa parte dell' Alba Rossa) e a Eda. La madre adottiva della giovane incantatrice guardava assieme al nuovo collega e alla stessa i documenti presi con tanta fatica durante la battaglia al Triangolo del Diavolo.

<< Pensi davvero- chiese Heinz- di poterti sbarazzare una volta per tutte col Geostigma in questo modo? Non sarebbe più semplice prendere la cura sviluppata dagli Avalanche?>>

<< Non si tratta semplicemente di curarmi- affermò Luz, decisa a concludere il progetto cominciato praticamente da quando aveva iniziato a studiare con Eda- si tratta di raggiungere finalmente il livello che voglio per portare avanti la nostra causa. Ho visto combattere Malefica e Belos, se voglio che le civiltà dell' Orlo Esterno abbiano un futuro, voglio diventare come lei.... e come te, mamma.>>, aggiunse rivolta ad Eda, che le grattò la chioma color notte, fiera della giovane donna in cui la bambina da lei adottata dopo l' ennesimo massacro di Sephirot si era trasformata.

<< Brava la mia bambina. Ma temo che ti manchi ancora qualcosa per completare il tutto.... alcune piante e componenti animali che puoi trovare solo in due posti. Narnia.... e Pandora.>>

<< Confermo quanto ha appena detto, miss Clawthorne. E , se posso permettermi, consiglierei Pandora- affermò Heinz- siamo già abbastanza nei guai con Vader per infiltrarci nella patria del suo nuovo capo Burocrate.>>

                                                                                                                                     **********
All'Albero Madre della tribù Omaticaya, il capo Jake Sully scrutava l'orizzonte con un'espressione tesa. Sebbene avesse passato quasi vent'anni su Pandora, Jake era diventato, a modo suo, una leggenda pari a figure epiche come Ercole e Jack Sparrow. Nato fuori dal pianeta, proprio come suo fratello Tommy, Jake era tornato su Pandora dopo la tragica morte del fratello per reclamare il mondo dalle grinfie della Strega Bianca. Quel viaggio lo aveva portato a diventare non solo il leader della tribù, ma anche il prescelto di una delle divinità più venerate e potenti, Bahamut stesso.

Nonostante l’immenso potere che il legame con Bahamut gli conferiva, l'inquietudine per ciò che Topolino e Vader gli avevano appena comunicato non gli dava tregua.

<< Preoccupato, amore mio?>>.

La voce melodiosa di Neytiri, sua moglie e compagna d’armi, lo distolse momentaneamente dai suoi pensieri. La Na'Vi lo raggiunse sul balcone dell'Albero Madre, posandogli con dolcezza una mano sulla spalla.

Jake inspirò profondamente, ma non rispose subito. Una lieve brezza danzava attraverso le piante fluorescenti circostanti, ma lui sembrava essere altrove con la mente.

Jake strinse le dita di Neytiri, trovando un po' di conforto nel suo tocco familiare nonostante il peso dei suoi timori. I suoi occhi, azzurri e determinati, si posarono sull'orizzonte scintillante, ma il lieve ringhio nella sua voce tradiva la sua agitazione.

<< Ci abbiamo messo decenni a riportare il nostro pianeta com'era prima che i Diafani lo devastassero con la loro guerra, permettendo ai nostri figli di vederlo com' è stato per millenni. Ora, poco più di una decina di persone potrebbe distruggere tutto>>.

Neytiri scivolò davanti a lui, il suo viso sereno ma fermo come solo quello di una leader poteva essere. << Nel caso, Grace e i capi delle altre stazioni scientifiche sanno cosa fare>>. La sua voce era decisa ma morbida, colma di speranza e pragmatismo. << Porteranno la nostra eredità altrove. Eywa, Pandora, qualsiasi nome vuoi usare… sono più di un luogo. Sono lo spirito di tutta la nostra gente, inclusi noi e i nostri figli>>.

Jake si fermò per un momento, lasciando che le parole della moglie trovassero radici nella sua mente agitata. L'idea che il loro mondo potesse sopravvivere, anche se nel cuore e nell'anima del loro popolo, offriva un barlume di pace. Ma una scintilla di ferrea determinazione brillò nei suoi occhi mentre si voltava a guardare Neytiri.

<< Non permetterò che ciò accada. Eywa ci ha scelti per proteggere questo mondo, e non possiamo deluderla né la nostra gente. Se questa minaccia è davvero così vicina, faremo ciò che è necessario per fermarla.>>

Neytiri annuì, un lampo d'orgoglio attraversò i suoi occhi. << Qualsiasi cosa accada, lo faremo insieme.>>

                                                                           *********
La Razor Crest scese lentament nel cielo crepuscolare di Pandora, emettendo a intermittenza le luci che segnalavano i rifornimenti. Atterrati, Sora si raccomandò ai compagni di stare di nuovo attenti e prese quindi una gomma, che gli avrebbe protetto i polmoni dalle tossine del pianeta per le prossime dodici ore.  Scesi dalla nave, il trio si trovò in una concitata base scientifica, notando personale d'ogni grado che correva per sbrigare le proprie commissioni mentre loro si trascinavano dietro il cargo. Ad attenderli nel mezzo della pista d'atterraggio c'erano una donna di mezza età coi capelli ricci rossi, un camice da scienziato e un'espressione da' niente cazzate permesse in mia presenza' e una giovane Na'vi dai corti capelli neri, raccolti ai lati in due trecce.                                 A dispetto della differenza di specie, aveva un viso molto simile a quello della donna, e come lei indossava un camice da laboratorio dalle maniche arrotolate sotto il quale si trovavano gli indumenti e accessori tipici degli abitanti di Pandora.                                                                                                                             
                              << Salve, Grace Augustine- si presentò la donna, porgendo la mano a Sora- capo di questa stazione. Lei è mia figlia Kiri>>.                                                     
    << Molto piacere di conoscervi.>>, disse la ragazza con tono amichevole, accompagnandosi con un gesto della mano a cinque dita, conferma della parentela con la scienziata. Questa condusse i tre avventurieri all'interno della serra più vicina, ben isolata e a parte loro o le bellissime piante del pianeta, completamente vuota.                 
                                                                     << Dunque- cominciò Grace, sedendosi su un tavolino- sapete già che, se avete ragione o se facciamo un passo falso, qualsiasi forma di contatto e scambio i Na' Vi abbiano avuto col resto della galassia, potrebbe essere reso vano e nullo. Non posso pronunciarmi su cosa faranno quelli che hanno lasciato Pandora o sono nati altrove, ma chi vive ancora qui probabilmente ci butterà fuori a calci in culo.>>.                                                                           
           << I capo tribù sanno già perchè siamo qui?>>             
                                              << Jake sta pensando ad avvertirli. E vi aspetta all'Albero madre. Lui e sua moglie saranno cordiali, ma.... state ben attenti a ciò che fate. Anche un Custode ha i suoi limiti.>> 
<< Dottoressa Augustine, secondo lei perchè Xenahort sarebbe qui, al di là di ogni fattore strategico, kupò?>>, chiese quindi Montblanc.                                                                                         
   << Che domande, l'Albero delle anime. Nella maggior parte della Galassia, quando muori, Phantom ti accompagna sul Treno Fantasma, e da lì Ade ti fa diventare tutt'uno con la Forza, se non hai faccende in sospeso. Ma qui la tua anima, seppur ancora collegata alla Forza, resta ancora attiva e senziente nella rete di piante che ricopre l'intero pianeta. Accedesse a tutto quel potere, a quella sapienza.... non voglio neanche sapere che cosa potrebbe fare, ed è il vero motivo per cui temiamo una risposta così violenta.>>.                                             La dottoressa materializzò dal Prizmod una bottiglia di Whisky e fece per portarsela alla bocca, venendo però fermata da Kiri.                                                 << Mamma, abbiamo detto due bottiglie al giorno al massimo, hai promesso.>>, disse la giovane aliena dalla pelle blu, fissando severa la madre.     
   << Non sei il mio medico e io non sono abbastanza ubriaca per questa merda.>>, ribattè lei. Kiri però sorrise mostrando i canini e fece apparire dal proprio Prizmod( praticamente il dispositivo che usano come inventario) alcuni documenti olografici, uno dei quali segnato dalla stessa Grace.                   
   << Non mi sono laureata per divertimento, mamma.>>.                                           Al sarcastico commento seguì una parolaccia in Na'Vi che Sora fu ben lieto di non comprendere

Dopo una notte di meritato riposo all'interno della stazione scientifica, Sora e i suoi compagni si prepararono per la lunga giornata che li attendeva. L'aria frizzante dell'alba di Pandora riempiva l'atmosfera mentre il gruppo si arrampicava con destrezza sulla schiena di Dumbo. Il piccolo elefantino che si era legato al giovane Custode solo un anno e mezzo prima era cresciuto quanto il suo predecessore, apparendo ora delle dimensioni di un antico mammuth terrestre con affilate zanne e muscoli di ferro capaci di competere anche con Spectrobes più grandi di lui, e le enormi orecchie con cui volava lanciavano riflessi bellissimi sotto il sole di Pandora, ulteriormente accompagnati dalla Forza che scorreva in lui. Con un ultimo saluto a Grace e accompagnati da Kiri, la squadra si alzò in volo.


Il panorama dall'alto era spettacolare: sotto di loro, i vibranti colori di Pandora si estendevano a perdita d'occhio, fiumi scintillanti di bioluminescenza che si snodavano attraverso le lussureggianti foreste e montagne fluttuanti immerse nella foschia. Mentre il vento fresco accarezzava i volti dei viaggiatori, ogni suono, ogni profumo di Pandora sembrava un canto armonico che li accompagnava nel viaggio.

Mentre volavano verso l'Albero Madre, una figura veloce sfrecciò accanto a loro, lasciando dietro di sé un bagliore argentato. Non era una figura solitaria: a seguire la scia comparvero due giovani Na'Vi, elegantemente a cavallo delle loro Ikran, i letali draghi alati che la gente di Pandora legava in simbiosi attraverso la loro connessione alla Forza.

La prima figura, un maschio dai lunghi capelli intrecciati, gridò un saluto a Sora: << Portatore del Mazzo, sei diretto a incontrare i nostri genitori?>>. La voce portava una naturale musicalità, ma anche il tono interrogativo di chi sta valutando gli estranei.

La seconda figura, una ragazza con occhi acuti e fieri come un rapace, fece virare il suo Ikran vicino a Dumbo. Studiò la creatura luminosa con evidente curiosità, mentre le sue trecce scorrevano libere nel vento.

<< Che creatura amorevole>> osservò. << Da dove viene ?>>

Sora, sorpreso e incuriosito dalla diretta cordialità, si alzò in piedi sul dorso di Dumbo con equilibrio da veterano, salutandoli con entusiasmo. << Si chiama Dumbo ed è nato su Olimpia! Stiamo andando all'Albero Madre per parlare con Jake Sully e Neityri. Immagino che siate loro figli?>>

I giovani Na’Vi annuirono, le punte delle loro frecce d’osservazione inclinate leggermente verso Dumbo, senza minaccia. Il maschio rispose: <>.

Con un cenno vigoroso, gli Ikran viravano davanti a Dumbo, le loro ali possenti fendendo l’aria con un ritmo cadenzato. Sora sorrise ai suoi compagni, galvanizzato dal primo contatto amichevole. Dumbo, stimolato dalla presenza dei veloci draghi, batté più energicamente le sue luminose ali, lasciandosi guidare verso il cuore pulsante di Pandora.

I due giovani Na’Vi scortarono Sora, Kairi, e i compagni verso l’immensa e maestosa figura dell’Albero Madre. La gigantesca rete di radici luminose si innalzava come una cattedrale vivente, i suoi rami intrecciandosi tra le stelle con un bagliore etereo che sembrava respirare all’unisono con l’ambiente circostante. Attorno a esso, la tribù degli Omaticaya si era riunita in un silenzioso ma intenso raduno: uomini, donne, bambini e anziani erano presenti, i loro sguardi puntati soprattutto su Sora, il Portatore del Mazzo.

Molti tra i più anziani della tribù osservarono Sora con un misto di rispetto e nostalgia; memorie della loro epica guerra passata tornarono alla mente, quando un’altra figura potente, Anakin Skywalker, aveva calcato il loro stesso suolo. Quell’uomo, un tempo venerato come eroe, aveva tracciato una sottile linea tra il destino dei Na’Vi e le sorti della galassia. Ora, un nuovo giovane dalle sembianze diverse si stagliava davanti a loro, emanando un’aura quasi mitica: colui che aveva unito cuori di amici e nemici attraverso l’intera Via Lattea.

Nonostante il peso di quegli sguardi e del riconoscimento silenzioso che sembrava pendere su di lui come un mantello, Sora si chinò umilmente davanti a Jake Sully e sua moglie Neytiri, con la stessa reverenza che avrebbe riservato davanti a un sovrano come Re Nettuno.

<< Capo Sully, è un vero onore conoscerla. >>, disse Sora con voce rispettosa, alzando lo sguardo verso l’uomo che incarnava sia il simbolo della tribù che della resilienza dell’intero pianeta.

Jake Sully, un guerriero la cui leggenda aveva ormai raggiunto ogni angolo della galassia, annuì, il suo volto solcato dall’esperienza, ma illuminato da un certo calore. Nonostante l’accoglienza, l’urgenza della situazione traspariva dalle sue parole.

<< Anche per me, ragazzo, >> rispose Jake, la sua voce profonda ma ferma, << ma il tempo è poco, e Pandora non può permettersi un errore. Una disputa qui, ora, significherebbe rovina per tutti. Ti accompagneremo subito presso i nostri amici e alleati, i Metkayina. Lì ci attendono anche gli altri capi tribù. Insieme stabiliremo come cercare e fermare Xenahort, prima che sia troppo tardi. >>

Sora annuì solenne, mentre dietro di lui Kairi lanciava uno sguardo preoccupato verso i compagni. Il suo istinto non le permetteva di abbandonare un pensiero cupo che l’aveva accompagnata dall'inizio del viaggio:

«Qualcosa mi dice che sarà lui a trovare noi.»

Un senso di tensione sospeso nell’aria rese il momento denso, ma Sora diede un’occhiata fiduciosa a Kairi e Riku, trasmettendo il messaggio di non perdere la speranza. Dumbo, in attesa come il fedele amico che era, batté le sue grandi orecchie luminose con impazienza, pronto a riprendere il volo. Con grazia quasi coreografica, i compagni risalirono sulla schiena della creatura.

Jake Sully e Neytiri, accompagnati da Neteyam e Tuk, saltarono sui loro Ikran, creature alate che urlarono al cielo in risposta, pronte a solcare l’aria con velocità senza pari. Con un gesto silenzioso ma deciso, Jake guidò la formazione, aprendo il cammino verso le scogliere dei Metkayina, mentre Dumbo spiccava di nuovo il volo per seguirli.

Il tramonto che si allargava nel cielo illuminava Pandora con sfumature viola e arancio, un mare di colori vibranti che sembravano dipingere l’orizzonte. La foresta sottostante si stendeva come un tappeto infinito di luci bioluminescenti, contrastata dal fragore dell’oceano visibile poco oltre. Questa visione di pace sembrava stonare con l’ombra minacciosa di Xenahort che aleggiava sui loro pensieri, come una tempesta pronta a scatenarsi.
                                                                                                                  **********

La mattina iniziata come un giorno di vacanza nei territori dei Metkayina era degenerata in un incubo che avrebbe segnato la vita dei ragazzi Omaticaya e Metkayina, impegnati a giocare mentre Sora e compagni parlavano coi rispettivi genitori.

Tutto cominciò in una tranquilla partita a Blitzball, ragazzi contro ragazze, che si svolgeva in una piscina naturale incorniciata dagli scogli. Le ragazze, agili e strategiche, dominavano il gioco sin dall’inizio, sfruttando sia l'ambiente sia la loro velocità acquatica. Payakan, l’immenso tulkun, assolveva con serietà al ruolo di arbitro, esibendo potenti spruzzi d’acqua a ogni goal o fallo.

La partita si interruppe bruscamente quando Neteyam balzò fuori dall'acqua con un colpo di forza impressionante, scagliando la sfera azzurra con tutta l'intenzione di metterla in rete. Tuk, la più giovane dei Sully, vide il pallone arrivare come al rallentatore. Con un gesto coraggioso e sorprendentemente potente, ricevette la palla con entrambe le braccia, scatenando un’ondata che mandò la sfera oltre gli scogli e verso il mare aperto.

<< Scusate, >> mormorò Tuk, sorridendo timidamente, << vado subito a recuperarla. >>

Con l’agilità che contraddistingueva i suoi fratelli e la sua gente, Tuk si arrampicò sugli scogli senza difficoltà, scivolando tra superfici viscide con movimenti sicuri.

<< Tua sorella è un piccolo mostro, >> commentò Ao’nung ridacchiando, rivolto a Lo’ak.

<< Ripetilo, e giuro che ci avremo un problema, >> borbottò Lo’ak, ma alla fine annuì con una smorfia. << Però sì, hai ragione. >>

Arrivata sugli scogli, Tuk localizzò la palla a qualche decina di metri di distanza, galleggiante sul pelo dell’acqua. Senza esitazione, si tuffò per recuperarla, ma appena emerse, la sfera era scomparsa.

<< Dove...?>>

<< Cerchi questa, bambina?>>

Una voce dolce, ma avvelenata, le trafisse i timpani. Voltandosi, Tuk vide una figura inquietante: una donna dai corti capelli biondi, stranamente dotati di due “antenne” ricurve, in equilibrio su un piccolo scoglio isolato. Indossava un bikini color acquamarina e un telone da mare decorato con l'immagine di un kunai, in contrasto con l'aura oscura che sembrava avvolgerla. Con espressione giocosa ma sinistra, teneva in mano la palla come se fosse un trofeo.

Ogni fibra dell’essere di Tuk la mise in allarme. Pur senza conoscerla, sentiva di trovarsi davanti a un predatore, un’anima malvagia e subdola capace di distruggere la vita e lo spirito di qualsiasi creatura.

<< Tranquilla, Tuk, >> sussurrò Larxene, la sua voce mielata quanto falsa. << Non sono qui per farti del male. >>

“Balle,” pensò Tuk con terrore crescente. “È un’assassina, come lo era Jadis. Ucciderebbe Eywa stessa pur di raggiungere i suoi scopi.”

In preda al panico, Tuk si voltò per nuotare più veloce che poteva verso gli scogli, le braccia sbattendo disperate contro l'acqua scintillante di Pandora. Ma non aveva percorso neanche un metro che fu imprigionata in una spessa cupola di ghiaccio cristallino. Lo choc del freddo le tolse il respiro. Sopra la sua prigione, in equilibrio perfetto, apparve una seconda figura: Esdeath, la crudele guerriera, che con lo stesso costume “vacanziero” fissava la bambina con uno sguardo quasi materno, se non fosse per il contesto.

<< Mi dispiace tanto per questo trucchetto, Tuk Sully, >> disse Esdeath, sorridendo fredda. << Ma ci serve che Sora giochi secondo i nostri piani di sua spontanea volontà. E un ostaggio è il mezzo migliore. >>

In quel preciso istante, Neteyam e i suoi amici irruppero in scena, saltando sugli scogli e impugnando le armi.

<< LASCIATELA ANDARE! >> tuonò Neteyam, il volto stravolto dalla paura e dalla rabbia. I ragazzi si lanciarono sul dorso di Payakan, che aprì minacciosamente le fauci pronto a intervenire. Ma le rapitrici rimasero impassibili.

<< Uff, >> sospirò Esdeath, con finta delusione. << Bambini... così coraggiosi, eroici... ma anche tanto inesperti. >>

<< E completamente patetici, >> concluse Larxene con un sorriso tagliente. Con un rapido schiocco di dita, apparvero in aria piccoli e letali kunai elettrici che si conficcarono nei punti nevralgici dei giovani guerrieri.

La scossa li travolse come una furia inarrestabile: un dolore insopportabile li piegò, paralizzandoli. Persino Payakan urlò di dolore, dimenandosi e gettando i ragazzi in acqua, svenuti o preda di spasmi violenti.

Lo’ak, affaticato e stremato, emerse a fatica, alzando debolmente una mano verso Tuk, intrappolata e disperata nella sua prigione ghiacciata.

Esdeath nuotò fino a Lo’ak, lo afferrò per la collana e lo sollevò, fissandolo con un sorrisetto gelido:

<< Ascoltami bene, mocciosetto. Non abbiamo intenzione di uccidere nessuno più del necessario. Tua sorella sarà trattata come la piccola principessa che è e sarà restituita sana e salva... a una semplice condizione. Sora dovrà presentarsi da solo all’Albero delle Anime, domani al tramonto. Hai capito? >>

Lo’ak fissò Esdeath con odio feroce. Con un filo di voce, sibilò: << Vaffanculo, stronza. >>

Esdeath rise piano, prima di colpirlo brutalmente allo stomaco, facendo sprofondare il ragazzo nell’incoscienza.

<< Lo prendo per un sì, >> concluse la donna soddisfatta. Con un cenno, lei e Larxene scomparvero in varchi oscuri, portando via Tuk insieme alla loro aura malvagia.

I corpi feriti dei ragazzi rimasero a galleggiare sul mare calmo ma sconvolto di Pandora, finché Payakan, tornato in sé con fatica, non li raccolse sul proprio dorso, nuotando a grande velocità verso la terraferma, alla disperata ricerca di aiuto.

                                      **************

Domando scusa per la forma un pò meh, questo capitolo serve a stabilire l' inizio di questa saga che spero apprezzerete.















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Capitolo 46
*** L' Albero delle Anime ***


Sora, assieme ai capi tribù, stava fissando una mappa di Pandora, eliminando una a a una le zone che non potevano essere usate come basi da Xenahort. La riunione venne interrotta quando una vedetta annunciò l' arrivo del ferito Payakan, con la povera Tuk assente.  I ragazzi, mentre venivano curati dall' attacco di Larxene, riferino a Sora dell' ultimatum dato dalla donna.

Il moro strinse le nocche con rabbia al pensiero di quanto i suoi nemici erano capaci di fare pur di prenderlo.

" Sora, ti prego, dimmi che non pensi di andare.", disse Arami, intuendo già cosa voleva fare l' amico d' infanzia. Questi strinse i pugni e guardò uno a uno tutti i suoi compagni e i capi Na' Vi, Jake in particolare. Persino l' uomo sembrava volergli dire di non cadere nella trappola di Xenahort, ma avvertiva la sua parte più egoistica, quella che aveva difeso la propria famiglia per decenni, che lo implorava di andare a salvare Tuk.

" Ho altra scelta?", commentò infine il moro, allontanandosi senza che nessuno muovesse un dito.

Sora salì su Dumbo e partì via nei cieli di Pandora sotto lo sguardo preoccupato dei compagni, impossibilitati ad aiutarlo. Intanto qualcosa emerse sulla superficie dei mari di Pandora, un enorme serpente bianco e viola sulla cui testa si trovava Luz.

La bella incantatrice,  vestita con un costume dello stesso colore di Stringbean, teneva sulla schiena uno zaino pieno di alghe, microorganismi e altri ingredienti che sarebbero stati necessari al suo esperimento. Le rimaneva una sola cosa, e poteva solo pregare di non essere notata.

Ma mentre pensava all' ingrediente venne distratta dall' enorme ombra di Dumbo, che la spinse a prendere un binocolo.

" Sora? Che ci fa qui? Vuoi vedere..... Oh, questa non me la perdo, meglio se avverta anche Lady Malefica."
                                                                                                                                              *******

C'erano occasioni in cui Grace detestava con tutta l'anima avere ragione. Non appena ricevette da Jake la notizia del rapimento di Tuk, era corsa al sistema audio della base, connesso anche alle altre stazioni scientifiche.

" A tutto il personale, la situazione sta precipitando ancora più velocemente del previsto. Risolverla senza perdite è ormai impossibile- informó la scienziata con un groppo alla gola, la voce mantenuta con fatica al tono necessario per farsi ascoltare- ordino l'evacuazione a livello globale, che ognuno si porti dietro i materiali e i campioni raccolti nel corso degli anni per poi dirigersi alle destinazioni stabilite. Nella peggiore delle ipotesi, prima di domattina Pandora potrebbe essere ridotta in polvere! ", concluse, chiudendo la comunicazione con le lacrime agli occhi.

Corse subito ai magazzini, per assicurarsi che le scorte di semi e uova venissero caricati senza imprevisti. Cosa non semplice considerata la folla di scienziati e avventurieri che cercava spiegazioni su cosa stesse davvero succedendo.

Con non poca fatica, li mandó tutti via, solo per trovarsi davanti una Kiri confusa e arrabbiata.

" Mamma, mi hanno avvertito ora di Tuk e del ricatto di Xenahort. Intendi davvero scappare e piegarti così? "

" Kiri, quella che avverrà tra poco sarà una battaglia tra dei - le disse Grace, chinandosi per guardare la figlia in faccia - dipendesse da me, resterei a combattere e morirei qui, è quanto desidero dalla prima volta che misi piede su Pandora, ma sarebbe terribilmente egoista quando ho cose e persone da proteggere. Te in primis "

La giovane mezzosangue fece per ribattere, snidando i canini come avrebbe fatto con qualsiasi altro nemico, ma si fermó quando Grace fece apparire una lista olografica dal Prizmod.

" Come sai, i Na'Vi hanno consentito alle stazioni scientifiche di restare per aiutare a risanare le zone dannegguate durante la Guerra dei Diafani, ma siamo anche parte di un piano B assieme ai Na'Vi che stanno viaggiando nella galassia -disse malinconica la donna -se si fosse scatenato un altro conflitto che avrebbe rischiato di distruggere il pianeta, noi avremmo dovuto portare tutto il materiale raccolto nel corso degli anni su uno dei pianeti scelti dai nostri avventurieri, in modo da terraformarlo in maniera simile a Pandora. Non sappiamo se è possibile creare un'altra Ewya... Ma almeno il vostro popolo e la vostra cultura sopravvivranno"

" È anche il tuo popolo", ribatté Kiri, facendo per andare ad aiutare i suoi fratelli, trovandosi però le braccia di Grace attorno alla vita.

" Lo so, ed è un altro motivo per fare questo compito ingrato - disse malinconica la donna, avvolgendo gli arti con un alone biancastro- Sleep"

Kiri fece ribollire i suoi Midi-chlorian, cercando di contrastare senza successo il torpore che presto la invase e la buttó in un sonno senza sogni. Grace la prese in braccio e senza troppe cerimonie la affidó a un collega, riprendendo il cammino verso la notte più lunga della sua esistenza e forse la dannazione della sua anima.

                                                                                                                          ********
Ignaro di essere stato notato, Sora volò rapidamente fino al luogo più sacro di Pandora, l' Albero delle anime. Xenahort era già lì ad aspettarlo, mentre accanto a lui Maka teneva Tuk bloccata con un braccio, la giovane Na' Vi che si dimenava come poteva.

" Vedo che hai finalmente visto la ragione, Sora.", disse soddisfatto Xenahort, avvicinandosi al ragazzo che aveva cercato di catturare da ormai più di due anni. Il suddetto sbuffò seccato.

" Evita i salamecchi, libera Tuk e farò quello che vuoi.", disse secco, e a un cenno di Xenahort, Maka lasciò andare libero l' ostaggio, che  corse verso Sora.

" Mi dispiace tanto.", disse piangendo mentre il giovane Custode si chinava verso di lei.

" Sei stata bravissima. Ora sali su Dumbo, ti riporterà dai tuoi genitori.", li disse confortante. La bambina si pulì le lacrime e salì sull' elefante, che con uno sguardo rivolto al proprio partner, volò via mentre Xenahort sorrideva perfido.

" Bene, ragazzo mio. Ora devi solo connetterti all' Albero delle anime e indicarmi il luogo dove si trova la serratura del mondo dei sogni, l' unica che mi serve per accedere a Kingdom Hearts.".

" Sei malato, spero tu lo sappia.", commentò sprezzante il Custode, evocando il Keyblade e avvicinandosi all' albero

L’Albero delle Anime, maestoso e vivente, si ergeva come una cattedrale organica, con rami brillanti che danzavano leggeri come veli di luce. Sora avanzò a passi decisi, avvertendo l’immensità della sua energia. Il suono dell’albero era una sinfonia: fruscii, sussurri e mormorii, voci di coloro che avevano vissuto, amato e combattuto su Pandora, ora parte dell’eterno respiro del pianeta.

Sora inspirò profondamente e si inginocchiò ai piedi dell'albero. Puntò il Keyblade sul terreno, affondandolo dolcemente in mezzo a un groviglio di radici lucenti. La lama iniziò a pulsare di energia, entrando in sintonia con le frequenze dell’albero. Intorno a lui, i filamenti bioluminescenti dei rami più bassi si abbassarono, toccandogli le spalle e il capo come un abbraccio benevolo.

Il giovane chiuse gli occhi, lasciando che la connessione lo trascinasse. Sentì la propria coscienza sgretolarsi e venire trasportata altrove, in una dimensione fatta di luce bianca e sagome eteree. Erano Na’vi: guerrieri, madri, bambini, tutti coloro che erano tornati a Eywa nel corso delle ere. Le loro voci lo avvolsero, una sensazione quasi palpabile mentre scrutavano nel profondo del suo animo.

" Figlio della sogni e della libertà, perché cerchi la conoscenza dell’Albero Madre? "

Una voce profonda e melodica si fece strada nei suoi pensieri. Era l’entità collettiva di Eywa, dolce ma allo stesso tempo colma di autorità.

" Non lo faccio per me- rispose Sora mentalmente, comunicando attraverso il legame spirituale- Ma per proteggere questo mondo e tutti gli altri da chi intende distruggerli. "

Le figure spirituali si mossero intorno a lui come ombre liquide, osservandolo, giudicandolo. All’improvviso, una luce più intensa si riversò verso di lui: visioni di terre lontane, stelle, e infine una serratura splendente incisa su una pietra fluttuante nel vuoto. Sora si agitò mentre la visione lo colmava, non solo mostrandogli la posizione della Serratura, ma anche il terribile costo che la sua apertura avrebbe imposto al multiverso.

Tornò alla realtà con un sobbalzo, inspirando affannosamente. I filamenti dell’albero si ritirarono e il Keyblade smise di pulsare. Il volto di Sora era una maschera di determinazione, ma anche di stanchezza e tormento. Xehanort lo fissava con aspettativa, un ghigno minaccioso disteso sulle labbra.

" Ebbene? - disse il vecchio, piegando il capo- Dove si trova la Serratura? "

" A qualche centinaio di anni luce da qui, in una nebulosa dove si trovano altri portali per la Forza - rispose Sora, non mentendo sapendo che sarebbe stato scoperto subito- non che ti servirà saperlo, visto che morirai qui. Thrawn, puoi pure entrare in scena."


In una frazione di secondo una flotta di piccole astronavi scese sopra la radura a rapidità iperluce, e alcune di esse si disposero sopra l' albero delle anime per difenderlo con una barriera protettiva.

Dalle altre saltarono Pippo, Elga Mando, Golia, Shan Yu e tanti altri, pronti a concludere quella faccenda una volta per tutte.

Jake in particolare era più che intenzionato a vendicare il rapimento della figlia.

" Ora.... Lascerete questo pianeta una volta per tutte.", affermò il capotribù, avvolgendo la sua fidata lancia con una minacciosa luce vermiglia rivolta verso Xenahort, che potè sentire in sottofondo il ruggito di un drago. 

A un cenno dell' uomo, Rapidamente una serie di varchi oscuri si aprì in tutta la radura, facendo apparire i vari membri dell' Organizzazione e centinaia di mostri d' ogni tipo, che non esitarono a ingaggiare battaglia contro i rispettivi avversari: Pippo contro Lexaeus, Shan Yu contro Saix, Elga Sinclair contro Maka, Jake contro Xaldin , mentre Ventus e Aqua si unirono a Sora contro Xenahort, decisi una volta per tutti a liberare il loro fidato amico dall' animo del corrotto Custode. 

I tre Jedi più esperti diedero subito il via a un rapidissimo mulinare coi rispettivi Keyblade. Xenahort aveva dalla sua un' esperienza praticamente senza eguali, ma il gioco di squadra degli allievi di Eraqus era a sua volta qualcosa di straordinario.

Sora cercava un momento per intervenire e cambiare l' equilibrio in loro favore, ma venne distratto da un' improvvisa sensazione di calore alle sue spalle. Evocando il Keyblade ricevuto da Ercole in forma di scudo, riuscì appena in tempo a parare una potente sfera di fiamme oscure, evocata nientemeno che da Vanitas.

" Hai svolto il tuo ruolo, ragazzino, è ora di lasciar giocare i grandi.", disse il perfido Custode, girando minacciosamente il Keyblade. Sora rispose scrocchiando il collo.

" Ottima idea.... quando saranno arrivati te lo farò sapere.", disse gettandosi all' attacco con un potente Zanzetsuken.

 Poco distante Obi- Wan duellava con Esdeath  in una battaglia di mente e abilità tanto quanto di forza. Esdeath, avvolta nel suo alone di gelo mortale, scagliava contro il Jedi raffiche di lame di ghiaccio, ognuna più precisa e letale della precedente. Kenobi, però, non era uno da sottovalutare: la sua spada laser blu danzava in un turbinio ipnotico, bloccando ogni assalto con precisione assoluta.

" Devo ammettere, Jedi, hai delle mosse eleganti. Ma quanto durerai contro il gelo eterno? ", sibilò Esdeath, tracciando una linea nell'aria che trasformò immediatamente il terreno sotto i piedi di Kenobi in un’insidiosa lastra di ghiaccio.

Kenobi scivolò pericolosamente, ma con il suo leggendario equilibrio rimase in piedi.

" L'eleganza non è solo per la battaglia, Esdeath. È anche per la sopravvivenza, " ribatté, manovrando con maestria la Forza per sollevare pezzi di terreno circostante e scagliarli verso la sua nemica.

Esdeath alzò il braccio, congelando i proiettili al volo in una cascata scintillante che si frantumò davanti a lei. Con un sorriso freddo, fece un cenno della mano, e dal terreno emerse un’onda di ghiaccio cristallino che avanzava come un maremoto, minacciando di sommergere il Jedi.

Obi-Wan chiuse gli occhi per un momento, concentrandosi sulla Forza, e poi saltò in alto, superando l’onda di ghiaccio con un'eleganza incredibile. Planò dolcemente alle spalle di Esdeath e fece un passo avanti, il Keyblade avvolto di fiamme pronto a colpire.

Esdeath, però, anticipò il movimento, girandosi all'ultimo momento e generando una spessa parete di ghiaccio. L'impatto della spada laser contro il ghiaccio provocò un’esplosione di vapore e frammenti cristallini che oscurarono momentaneamente la loro vista.

"  Non sei male, Jedi, ma vediamo quanto resisti al vero potere dell’inverno eterno! "gridò Esdeath, richiamando la sua tecnica suprema: Mahapadma, un congelamento temporale che poteva paralizzare qualsiasi cosa toccasse, una sublime unione di magia elementale e temporale capace ci oltrapassare anche le normali difese anche a certi status negativi.

Obi-Wan avvertì il cambiamento nell'aria: il gelo sembrava permeare non solo il corpo, ma anche l’anima. Sapendo di avere solo una frazione di secondo, sfruttò un potente scoppio della Forza per spingere Esdeath all'indietro, interrompendo la sua concentrazione prima che completasse l'incantesimo.

" La Forza scorre più profondamente del gelo, Esdeath. E ora, è il momento che tu impari il significato del vero equilibrio, " disse Obi-Wan, avanzando con determinazione per affrontarla con tutto il suo potere.

Nel frattempo, a pochi passi di distanza, il campo di battaglia si accendeva in uno spettacolo di combattimenti epici. Sora e Vanitas si scontravano con una velocità tale che le loro figure erano quasi indistinguibili, le lame di Keyblade che producevano scintille violente a ogni impatto. Nonostante il carattere spavaldo di Sora, la ferocia di Vanitas non era da sottovalutare.

Poco più in là, Shan Yu e Saïx si affrontavano in una collisione di pura brutalità e forza fisica. Saïx, con la sua caratteristica calma che esplodeva in follia sotto l’effetto del suo potere lunare, colpiva Shan Yu con assalti devastanti, ma il comandante degli Unni non si lasciava sopraffare, rispondendo con forza ed esperienza tattica.

Jake Sully, nel frattempo, trovava pane per i suoi denti contro Xaldin, il maestro delle lance danzanti e del vento. Ogni attacco di Jake con la lancia Na'vi veniva respinto da una raffica di lance di energia inviate da Xaldin, ma Jake non arretrava, usando l’agilità e la conoscenza del terreno di Pandora a suo vantaggio.

Il caos della battaglia montava sempre di più, le grida di sfida, il clangore delle armi e i lampi di energia riempivano l’aria. Sora lanciò uno sguardo ai suoi alleati mentre continuava a combattere con Vanitas: il destino di Pandora e forse dell’intero universo era appeso a quel fragile equilibrio sul campo di battaglia.

Pippo e Lexaeus si erano allontanati dal resto del campo di battaglia, permettendo al secondo di dare pieno sfoggio della sua potenza distruttiva, scagliando possenti meteore contro il monaco o causando devastanti eruzioni che lui tuttavia schivava saltando da un albero all' altro 

" Il vostro ideale vale davvero al punto dal devastare tanto questo pianeta bellissimo?", domandò deluso Pippo, saltando sull' ascia dell' avversario dopo un aggressivo fendente e rispondendo con un calcio  Al mento, che lo lasciò comunque indifferente.

" Neanche a me piace infliggere tanto dolore a questo mondo meraviglioso. Ma farò quello che è necessario per il nostro scopo.", stabilì lui scagliando via Pippo con  un  altro movimento dell' arma, per poi caricarla con una devastante energia che si tramutò in un' ancora più terribile onda d' urto,  cui Pippo rispose a sua volta creando una lunga serie di lame di vento, Indebolendo gradualmente l' attacco per poi respingerlo con lo scudo.
Pippo atterrò agilmente dopo aver respinto l'attacco, il suo scudo ancora fumante per l'energia dell’onda d’urto appena assorbita. Si asciugò il sudore dalla fronte con una mano e osservò Lexaeus, il cui corpo massiccio torreggiava tra gli alberi inclinati e le rocce incrinate dal loro scontro.

£ Capisco il tuo scopo- disse Pippo, con un tono calmo e fermo che rifletteva la sua saggezza innata- Ma c’è sempre un modo per raggiungere i propri obiettivi senza sacrificare ciò che è prezioso. Distruggendo Pandora, cosa dimostrate davvero? "

Lexaeus non rispose immediatamente. Invece, puntò la sua enorme ascia contro Pippo, il suo viso impassibile e occhi che tradivano una leggera esitazione. " Il nostro scopo va oltre la mia volontà personale. Oltre ogni desiderio individuale. Se è necessario un sacrificio per Kingdom Hearts, lo accetterò. Anche se detesto che debba essere un luogo come questo. "

Pippo inclinò la testa con disapprovazione, preparandosi a scattare di nuovo mentre sentiva il vento cambiare attorno a Lexaeus. La terra sotto i piedi del membro dell’Organizzazione si incrinò improvvisamente, segno della sua intenzione di intensificare il combattimento. Con un ruggito profondo, Lexaeus alzò l’ascia, scagliandola con una tale forza che l'aria stessa sembrava spezzarsi.

Pippo si lanciò di lato all'ultimo momento, rotolando nel sottobosco e usando lo scudo per bloccare una pioggia di schegge di pietra e terra. " È così che volete scrivere la vostra storia? Con il sangue e le rovine? "

Lexaeus caricò di nuovo, il terreno tremante sotto ogni suo passo. " La storia viene scritta dai vincitori, letteralmente in questo caso " affermò con freddezza, portando l’ascia giù in un colpo devastante che generò una voragine nel terreno.

Pippo sfruttò l'attimo di apertura, balzando sopra Lexaeus in un’agile capriola, e scatenò una serie di attacchi concentrati con il suo scudo, incanalando la potenza di diversi incantesimi elementali per prendere il sopravvento. Scariche di vento, fulmini e fiamme danzavano attorno al suo scudo, martellando il colosso con precisione.

Lexaeus indietreggiò, il suo respiro più pesante e l'ascia leggermente incrinata dagli attacchi. Ma non cedette. <"Tu parli di compassione e speranza... Vediamo se resistono contro la pura forza della terra! " gridò, immergendo l’ascia nel suolo.

Un improvviso pilastro di pietra scattò da sotto i piedi di Pippo, colpendolo duramente e lanciandolo in aria. Pippo girò su se stesso, utilizzando la Forza per stabilizzarsi e atterrare su un albero vicino, che barcollò pericolosamente sotto il suo peso.

" Mi dispiace per te, Lexaeus, " disse Pippo con un misto di determinazione e tristezza. " Sei potente, ma la forza bruta non vince contro abilità e controllo di sè. Ed è questo che voi dell’Organizzazione non capirete mai. "

Richiamando tutto il suo potere, Pippo evocò un'enorme barriera a forma di scudo che rifletteva la luce del sole come una lente, concentrando l’energia di Pandora stessa in un unico, devastante raggio di luce sacra che puntò verso Lexaeus.

" Cannone Effluvium..... MASSIMA POTENZA!"

Il guerriero dell'Organizzazione si piegò sulle ginocchia, tenendo alta l’ascia per difendersi, e sembrò resistere per lunghi secondi mentre lo stesso Pippo faticava a trattenere tutta quell' energia, ma il raggio lo travolse completamente, lasciando dietro di sé una voragine luminosa. Quando la polvere si dissipò, Lexaeus era inginocchiato, ferito e con il suo potere indebolito.

"  Sei stato battuto senza distruggere nulla di valore- concluse Pippo, avvicinandosi- Lasciati aiutare... Prima che tu venga consumato dall’oscurità che servi. "

Lexaeus, con un’espressione affaticata ma risoluta, abbassò l’ascia e scomparve in un varco oscuro senza una parola, lasciando Pippo solo nella foresta devastata ma non perduta. " Spero tu trovi la tua strada, un giorno", mormorò il monaco, osservando il cielo mentre si preparava a tornare in battaglia.
Shan Yu e Saix a sua volta non si stavano trattenendo minimamente. Entrambi i contendenti erano tanto abili quanto forti,  sebbene il Seeq( la razza di Shan Yu) fosse leggermente più abile a difendersi grazie alla sua combinazione di Spada ondulata e martello, che alternava rapidamente per deflettere l' enorme spadone argenteo del Nessuno. 

" LAMA DRAIN!", esclamarono all' unisono i due contendenti, avvolgendo le rispettive armi con alonei violacei per rubare a vicenda la propria energia vitale e risanando subito le ferite inflitte.

" Ti faccio i miei complimenti, Shan Yu- commentò Saix, cominciando a sentire la fatica dello scontro- ai miei tempi voi Seeq eravate poco più che bande nomade di predoni. Ora uno come te è forse il più grande condottiero della Galassia.".

" Oh, ti ringrazio- rise l' alieno, battendo tra loro le armi- ma è Vader il vero condottiero, io null' altro che il suo fidato braccio armato quando deve schiacciare insetti come voi. MARTELLO DI THOR!"

Il maglio impugnato dal guerriero si avvolse con una potentissima carica elettrostatica color del cielo, e nell' istante in cui lo sbattè a terra, l' energia accumulata fu rilasciata sottoforma di una potentissima onda d' urto che avrebbe tagliato in due il continente, se non si fosse trattenuto
                                                                                                                                        *******
L'onda d'urto si propagò nella radura con una potenza devastante, scatenando un'esplosione di energia statica che fece tremare gli alberi e sollevò un'enorme nuvola di polvere e detriti. Saix, tuttavia, non era un avversario da sottovalutare. Nonostante il colpo avesse infranto rocce e piegato il terreno, egli rimase in piedi, piantando lo spadone argenteo nel suolo per dissipare parte dell'energia dell'attacco.

" Impressionante- commentò Saix con la sua solita calma glaciale, anche se il suo respiro era chiaramente affannoso-  Ma la forza bruta non è abbastanza per abbattermi. La Luna è la mia guida e il mio potere. "

Alzando la sua lama verso il cielo, Saix liberò un ruggito bestiale. La luce della luna, visibile anche attraverso il cielo tempestoso di Pandora, sembrò intensificarsi, avvolgendo il Nessuno in un'aura azzurra pulsante. " RAGE FORM! " gridò, lanciandosi in un assalto rapido e spietato.

Shan Yu alzò il martello per parare il primo attacco, ma la velocità e la furia di Saix erano quasi incontenibili. Le lame si scontrarono con un clangore incessante, ogni colpo sprigionava scintille violente e schegge di roccia. Shan Yu sfruttò la sua grande massa e le sue armi a doppio impiego per difendersi con maestria, riuscendo a intercettare i fendenti del Nessuno con colpi rapidi della sua spada ondulata prima di rispondere con attacchi devastanti del martello.

" Ragnarok Thrust! " ruggì il guerriero Seeq, usando la spada come leva per scagliare un possente colpo dall'alto con il martello. L'impatto generò un cratere fumante nel terreno e costrinse Saix a saltare all'indietro per evitare di essere schiacciato.

" Non male-  concesse Saix, il suo tono immutato mentre il suo corpo si librava con grazia animalesca- Ma la tua determinazione è fragile. La mia fedeltà all'Organizzazione è incrollabile. Non c'è onore nel servire chi cerca solo il potere. "

Shan Yu rise di gusto, girando lentamente le sue armi tra le mani. " Onore? No, amico mio. Il potere non ha bisogno di onore per essere legittimato. Vader comprende ciò che tu e i tuoi patetici maestri non avete mai accettato: è l'azione, non il simbolo, che definisce la vittoria. "

Saix, sentendo il peso di quelle parole, rispose con un balzo, caricando un colpo destinato a tagliare Shan Yu in due. Ma il condottiero Seeq lo intercettò all’ultimo secondo, usando il martello per spezzare la traiettoria dello spadone, e poi spinse l'attacco con la sua spada ondulata in una serie di colpi precisi che costrinsero Saix sulla difensiva.

" Ti mostrerò cosa significa sottomettersi alla vera forza! " gridò Shan Yu, caricando una serie di colpi brutali che fecero arretrare il Nessuno.

Alla fine, i due guerrieri si ritrovarono faccia a faccia, le loro armi fumanti per l'energia accumulata. Il terreno attorno a loro era ridotto a un paesaggio devastato, eppure entrambi sembravano ancora pronti a continuare, le loro volontà infrangibili.

Saix sollevò lentamente la lama, puntandola verso Shan Yu. " Finiremo qui. Solo uno di noi resterà in piedi. "

Shan Yu sorrise, mostrando i denti in un ghigno feroce. " Concordo. E sarà colui che possiede la forza, l'intelligenza... e la volontà più implacabile. "

I due avversari si lanciarono l'uno contro l'altro, le armi pronte a decidere una volta per tutte il vincitore di questo scontro titanico.
                                                                                                                  **********Rispetto ai precedenti duelli, Maka ed Elga combattevano con una grazia e rapidità più adatte a quell' infida giungla e ai Na' Vi che l' abitavano. Le due guerriere passavano in un istante dal tempestarsi frontalmente di colpi al cercare di attaccarsi alle spalle, svanendo nel nulla per poi attaccare dalla direzione più imprevedibile.

Elga era avvantaggiata grazie al suo maggior arsenale di tecniche, e dalle trappole che aveva disseminato tutto intorno( trucco insegnatole da Thrawn molti anni prima), ma in termini di capacità fisiche e pura abilità Maka le restava superiore.

" CACCIATORE DI STREGHE!", esclamò l' antica Custode, infondendo il suo Keyblade a forma di falce con una potente energia luminescente che prese la forma di una luna ridente con cui allontanò di nuovo l' avversaria, costretta a saltare su piccole colonne di ghiaccio create con la magia per tenersi lontano da quel vortice distruttivo.

" Colpo di pietra!", esclamò a sua volta la bionda sicaria, prendendo una balestra e infondendo la prima freccia con energia pietrificante. Maka la schivò semplicemente muovendo il collo, ma venne subito bersagliata da molte altre frecce: esplosive, avvelenate o capaci di trapassare interi pianeti, nulla sfuggiva al capo delle spie del Clan Eclipse.
Maka rispose con agilità sovrumana, volteggiando tra i rami degli alberi e usando il Keyblade come un'arma sia offensiva che difensiva. Ogni freccia scagliata da Elga veniva intercettata al volo o deviata con un rapido colpo della falce. La precisione di Maka era implacabile, ma anche Elga dimostrava di essere una cacciatrice astuta, sfruttando l'ambiente circostante per mantenere la distanza e orchestrare attacchi sempre più complessi.

" Non male, custode- disse Elga con un sorrisetto, ricaricando la sua balestra con una freccia carica di energia fiammeggiante- Ma vediamo quanto resisterai quando il terreno stesso diventerà tuo nemico. "

Con un rapido gesto della mano, attivò diverse delle trappole disseminate nella radura. Dardi avvelenati, liane che si animavano come serpenti e mine esplosive camuffate da rocce si scatenarono tutte contemporaneamente. Maka, con un’espressione imperturbabile, si mosse con eleganza, aggirando gli ostacoli con una grazia che sembrava danzare in perfetta armonia con la giungla stessa.

" Se vuoi impressionarmi con trucchi del genere- rispose Maka con tono glaciale- dovrai fare di meglio. La giungla non è tua alleata. È la mia casa. "

Con un potente colpo del suo Keyblade, Maka liberò un’ondata d’energia che disattivò alcune delle trappole più vicine, mentre si lanciava verso Elga con un movimento rapido come un fulmine. La sicaria fu costretta a retrocedere, lanciando una granata fumogena per confondere la sua avversaria.

Quando il fumo si dissipò, Maka stava aspettando, il Keyblade trasformato in un’arma ancora più letale: la sua falce ora scintillava di una luce lunare pulsante, con lame secondarie che sembravano fluttuare attorno a lei come satelliti.

" Falcata Lunare! ", gridò Maka, balzando in aria e scatenando una serie di fendenti a mezzaluna che tagliarono attraverso le colonne di ghiaccio di Elga, disintegrandole. La sicaria riuscì a schivare per un soffio, ma uno dei fendenti la colpì di striscio, facendole perdere l’equilibrio e costringendola a scivolare su un ramo.

<" Non sottovalutarmi! " esclamò Elga, recuperando il suo equilibrio e usando una magia per evocare un cerchio di energia gelida attorno a Maka. Le temperature crollarono bruscamente, intrappolando la Custode in un’area congelata. Ma Maka non si lasciò intimidire: puntando il Keyblade verso il cielo, liberò un’onda di energia purificante che sciolse il gelo e disarmò Elga temporaneamente.

Le due guerriere si fissarono, i loro occhi colmi di determinazione.

" Sai- disse Maka con una voce tagliente come la sua arma- hai talento. Ma talento e astuzia non bastano contro chi combatte per un vero ideale. "

Elga rise amaramente, sollevando un altro dardo carico di energia esplosiva. " Il mio ideale.... è tornare a casa a festeggiare la vostra disfatta assieme ai miei compagni. Ma sarò lieta di schiacciare il tuo, se è ciò su cui conti. "

La battaglia era lungi dall’essere conclusa, e ogni movimento successivo prometteva di portare le due avversarie sempre più vicine al loro limite.

                                                                                                                                   ********
Jake Sully non si sentiva così furioso dal giorno in cui quel folle di Saw Guerrera aveva fatto morire innumerevoli Na' Vi per una mera vittoria, cui comunque seguirono altre lunghe settimane di lotte e sacrifici. Tutt' Oggi lui e gli altri capo tribù ambivano al momento in cui Guerrera sarebbe stato portato loro e litigavano per chi avrebbe finalmente eseguito la sentenza.

Ma anche quella rabbia impallidiva in confronto alla furia cieca di quando aveva scoperto che la sua piccola Tuk era stata usata come ostaggio. Ora la bambina era al sicuro, ma questo non impediva al leggendario marine di combattere come una bestia contro Xaldin.

I due Dragoni combattevano nell' alto dei cieli a bordo delle rispettive cavalcature volanti, un Dream Eater per il Custode e lo stesso Toruk per Jake, lo Spectrobe da lui domato per confermarsi come capo tribù e Prescelto di Bahamut. A cavallo delle due creature, che si bersagliavano di artigliate o soffi infuocati senza il minimo respiro, i contendenti incrociarono più volte le rispettive armi con una velocità impercettibile ai comuni mortali, riempiendo l' aria con archi di energia cianotica e meravigliose immagini di draghi formati dalla Forza che scorreva in loro.

" Tempesta di petali!", esclamò Jake, mulinando la sua fidata arma e rilasciando nell' aria un turbine di petali taglienti.

I petali luminescenti, carichi di energia spirituale, si dispersero come una tempesta nel cielo di Pandora, fendendo l’aria con traiettorie imprevedibili e mirate. Il Toruk emise un ruggito possente, schivando agilmente un artiglio del Dream Eater di Xaldin, mentre Jake manovrava magistralmente dall’alto della sua cavalcatura, ogni movimento un perfetto equilibrio tra forza e grazia.

Xaldin, tuttavia, non era da meno. Con un rapido giro del polso, evocò una barriera di lance fluttuanti, che roteavano attorno a lui in una spirale difensiva, distruggendo buona parte dei petali prima che potessero raggiungerlo. Alcuni, tuttavia, riuscirono a superare la protezione, graffiandolo leggermente sul viso e sulle braccia.

" Impressionante, na’vi- commentò Xaldin con voce gelida, fissando Jake con occhi che bruciavano di astio- Ma io sono un maestro del vento, e non c’è burrasca che non possa piegare alla mia volontà. "

Con un gesto ampio, Xaldin scatenò una potente raffica che investì il Toruk e Jake con la forza di un uragano. L’enorme drago lottò per mantenersi in volo, ma Jake reagì con prontezza, sfoderando un cristallo luminescente e stringendolo nella mano.

" Furia del Behemoth! " esclamò Jake con rabbia, mentre una luce intensa avvolgeva il suo Toruk. Il drago rilasciò un urlo che fece tremare i cieli, caricando Xaldin con un’energia ruggente che squarciava le correnti del Custode come carta.

I due nemici si scontrarono nuovamente a mezz’aria, il Keyblade a forma di lancia di Xaldin cozzò contro la spada tribale di Jake in una tempesta di scintille. Ogni colpo rilasciava esplosioni di energia luminosa che illuminavano l’intera battaglia, attirando persino l’attenzione dei combattenti a terra.

Jake, con una grinta insuperabile, gridò: " Questo è per Tuk! " e con un movimento acrobatico saltò giù dal Toruk, dirigendosi verso Xaldin con la spada sollevata per un colpo devastante. Xaldin alzò la sua arma per parare, ma l’impeto e la precisione di Jake superarono la sua difesa, facendo volare via una delle lance di energia.

Ritornato sul suo Toruk con un salto perfetto, Jake si preparò per l’ultimo affondo. Xaldin, sebbene leggermente ferito, non si arrese, evocando altre lance con cui formare un tornado in cielo, intenzionato a intrappolare Jake in un ciclone di pura distruzione.

La battaglia era a un punto di non ritorno, e l’aria era carica non solo di energia, ma di determinazione e rabbia ancestrale, con Jake deciso a proteggere la sua famiglia a qualsiasi costo.

                                                                                                                                 ********
 
Nel frattempo Luz si era intrufolata dentro la barriera che proteggeva l' Albero delle Anime dalla violenta battaglia in corso, grazie a un congegno sviluppato da Eda per superare simili difese. 

Alla giovane incantatrice non piaceva particolarmente l' idea di profanare un luogo tanto simile solo per soddisfare i propri bisogni di materiale, voleva credere di essere migliore di gente come Xenahort e Belos.

Ma d' altronde lo scopo del suo progetto era anche evitare che altri come loro spuntassero come funghi e rovinassero di nuovo l' orlo esterno.

Luz deglutì mentre si avvicinava ai rami bioluminescenti dell' albero, e ne prese uno con cautela, sentendo immediatamente fluire in lei le emozioni e la conoscenza di innumerevoli generazioni di Na' Vi da ogni tribù, inclusi coloro che avevano lasciato il loro pianeta per esplorare la galassia.

Ricevuto sia il loro permesso che ammonizioni su quanto stava per fare, la moretta prese un coltello e fece una piccola incisione nell' albero, prendendo subito la linfa. Sospirando di sollievo, si voltò solo per trovarsi di fronte lo stesso Belos, che con un gesto rabbioso la scagliò contro la parete difensiva.

" Mi complimento per le tue abilità di infiltrazione, Noceda, sei la degna figlia di Eda Clawthorne..... ma se non ti dispiace prenderò il contenitore che hai appena riempito.", disse empio l' incantatore, formando due sfere di fuoco nelle mani. Luz in risposta scrocchiò il collo ed evocò Stringbean nella sua forma di asta, circondandosi con numerosi simboli a mezz'aria.

" E cosa ne vorresti fare? Spero tu non abbia intenzione di distruggere l' albero.".

" Solo se veramente necessario. Sono rimasto indietro per eseguire un ulteriore ricatto qualora i miei colleghi fossero in difficoltà.", ghignò l' uomo, scagliando i suoi Firaga che vennero fortunatamente parati facilmente da Luz.

" Bastardo schifoso, non mi tratterrò con te.... vieni, King.", disse la ragazza, evocando dal proprio Prizmod il suo secondo e segreto Spectrobe, una piccola creatura canina la cui testa era formata unicamente da un elmo cornuto. Senza perdere tempo, l' alieno attaccò con un' onda sonora la cui potenza tradiva la sua minuta stazza.

Belos fu colto alla sprovvista dalla forza devastante dell'onda sonora di King, barcollando all'indietro mentre le sfere di fuoco che aveva appena evocato si dissipavano. Il suo sguardo freddo e minaccioso si fece ancora più oscuro mentre si rialzava, una smorfia di fastidio sul volto.

" Interessante, Noceda. Non avrei mai immaginato che la figlia di Clawthorne avesse un asso nella manica come questo. D' altronde i tuoi antenati adottivi sono stati una spina nel fianco per il mio io originale.". Belos alzò una mano, evocando una fitta nube di oscurità che iniziò a serpeggiare intorno a lui, creando illusioni di se stesso in tutta l'area protetta dall'Albero delle Anime.

Luz rimase immobile, analizzando rapidamente la situazione. Le proiezioni sembravano tutte reali, persino al suo occhio allenato, ma non si lasciò scoraggiare. Con un gesto deciso evocò nuovi simboli a mezz’aria: una combinazione di protezione e rivelazione che avevano lo scopo di dissipare il velo illusorio.

" Illusioni? Per quanto sia prevedibile da parte tua, non basteranno. " Con un fendente preciso, Stringbean tagliò l'oscurità, e King approfittò del varco per scatenare un’altra potente scarica sonora verso uno dei Belos.

Il colpo attraversò un'illusione, ma il vero Belos si mostrò subito dietro Luz, cercando di afferrarla alle spalle con artigli corrotti dall'oscurità. La ragazza reagì appena in tempo, saltando in avanti e contrattaccando con un simbolo di fuoco che esplose contro il nemico, costringendolo a retrocedere con un grido furioso.

"  Non sottovalutarmi, Belos- Luz sorrise con determinazione, le mani strette intorno al suo staff- Non sono una ragazzina ingenua che potevi manipolare con le tue chiacchiere. Questo posto è troppo importante per essere profanato da uno come te. "

King, nel frattempo, caricò nuovamente un’altra onda sonora, circondato da una crescente aura di potere. Il legame tra la giovane strega e il suo Spectrobe cresceva sempre di più, e insieme si preparavano a dare il colpo decisivo.

Sora, Ventus e Acqua stavano intanto lottando contro Xenahort( Golia aveva preso il posto del ragazzo contro Vanitas, permettendogli di unirsi al suo maestro), sfoderando tutto quello che avevano. Maestro e Padawan( Sora e Ventus) contrastavano con assoluta coordinazione i numerosi Keyblade branditi dal perfido Custode, mentre Aqua li supportava dalle retrovie grazie al suo ampio arsenale di incantesimi. 

" Terra, ricorda chi sei. Xenahort non può contenerti nel tuo stesso corpo, non ha mai potuto farlo!", esclamò la maga dai capelli turchesi, sparando potenti raffiche di fulmini contro l' avversario, che sembrò bloccarsi per un istante, abbastanza affinchè Sora potesse sparargli un Ballonga in pieno petto.

" Se necesario, io.....", cominciò il moro, solo per interrompersi quando con la coda nell' occhio vide la familiare figura di Luz, che non incontrava dalla battaglia al matrimonio di Aladinn. Che ci faceva lì?
                                                                                                
Mentre Sora e Ventus continuavano a scambiarsi fendenti con Xenahort, il giovane Custode non riusciva a distogliere lo sguardo dalla figura distante di Luz, impegnata nella sua personale battaglia con Belos. La distrazione gli costò un leggero taglio alla spalla destra, quando uno dei Keyblade di Xenahort lo colpì con un fendente rapido ma poco profondo.

" Concentrazione, Sora! " esclamò Aqua, evocando un’altra potente barriera per respingere l’assalto dell’anziano Custode.

" Sto bene! "rispose il ragazzo, stringendo con più forza il suo Keyblade e lanciandosi all'attacco con Ventus.

Dopo una serie di scambi incredibilmente rapidi tra fendenti e incantesimi, Xenahort alzò un braccio, evocando un’enorme sfera di oscurità che esplose sopra il terreno, separando i suoi avversari con un'onda d’urto. Il Custode corrotto puntò allora lo sguardo verso l'Albero delle Anime, una scintilla di irritazione attraversando i suoi occhi dorati.

" Intrusi ovunque. Questo santuario non sarà più utile se continueranno a invaderlo. "fece notare, con un tono che rasentava l’irritazione.

Sora si accorse solo allora che Belos, in un’impetuosa esplosione di potere oscuro, aveva infranto la barriera intorno all'Albero delle Anime. L'incantatore fluttuava nell’aria, stringendo il contenitore rubato a Luz con una mano mentre lanciava un'ultima devastante ondata d'energia contro di lei.

La ragazza fu sbattuta contro un ramo sporgente, senza possibilità di proteggersi. Sora agì d’istinto, balzando nell'aria con una spinta improvvisa del suo Keyblade e afferrando Luz prima che toccasse terra. Con una capriola atterrò, reggendola saldamente tra le braccia mentre il resto dello scontro infuriava intorno a loro.

" Che ci fai qui, Luz?- chiese il Custode, visibilmente sorpreso ma anche preoccupato-  Questo posto è troppo pericoloso! "

Luz si divincolò con un piccolo gemito, guardandolo seccata. " Grazie per avermi preso, ma sto bene!- Recuperò Stringbean con una mossa agile- E per rispondere alla tua domanda: faccio quello che devo. Sono parte della fazione ribelle del Cartello Hutt, ormai affiliata all’Alleanza di Malefica. Ti pare abbastanza una risposta? "

Sora rimase interdetto. " Aspetta, Malefica?! Luz, ma sei impazzita? Quella donna vuole distruggere tutto ciò che cerchiamo di proteggere! E' stata lei a collaborare con l' Organizzazione per rapire Riku e Kairi! "

Luz sospirò pesantemente, serrando la mascella mentre stringeva l’arma. " Non tutte le scelte sono bianche o nere, Sora. E a volte bisogna usare il male minore per fermare una minaccia più grande- Fece un cenno verso Belos, ancora sospeso tra i rami sacri- Ti prego, non interferire. Questo è il mio compito. "

Il loro momento fu interrotto dall’arrivo di Ventus e Aqua, le armi pronte mentre si posizionavano accanto a Sora. " Non ci possiamo permettere divisioni interne, ora- affermò Aqua con tono risoluto. - Il destino di questo mondo è troppo importante. Sora, se Luz è qui per aiutare, lasciala fare. "

Lo scontro con Xenahort riprese, e Sora, seppur confuso, scelse di fidarsi. " D’accordo, ma stai attenta, Luz. Non ti perdonerei mai se ti succedesse qualcosa, qualunque sia la parte da cui stai. "

Con un sorriso di intesa, Luz gli diede una pacca sulla spalla prima di lanciarsi nuovamente in battaglia, puntando verso Belos con determinazione incrollabile.

Lo scontro riprese con l' aggiunta di Luz dalla parte di Sora e Belos dalla parte di Xenahort. Le fazioni in campo, nonostante la rivelazione sulla vera alleanza di Luz, erano decise più che mai a primeggiare una volta per tutte, chi per il potere e chi per salvare l' amico.

Un amico che sembrò approfittare di quello stesso istante per riemergere.

Xenahort cominciò infatti a perdere colpi, non riuscendo più a parare o ad evocare i suoi keyblade extra, costringendo Belos a prendere sulle proprie spalle il peso dello scontro.

" Che diavolo stai facendo?!", chiese irato lo stregone, difendendosi dietro una barriera magica che King continuò a bersagliare di urli sonici.

" E'.... E' Terra. Ha passato gli ultimi anni in completo silenzio, ma sta ricominciando a combattere.", rivelò Xenahort, le mani sul suo Keyblade tremanti.

' Esatto, vecchia cariatide- disse beffarda una voce dentro il perfido Custode- ho passato gli ultimi anni in completa meditazione, lasciandoti credere di avermi silenziato una volta per tutte. Solo in attesa di un momento come questo!'

La rivelazione di Xenahort fece fermare per un istante anche i più feroci combattenti. Terra, l'anima intrappolata che era stata per anni silenziata dalla volontà dell'oscuro Custode, stava lentamente riaffiorando, una scintilla di speranza per i suoi amici.

Ventus, con il fiato corto ma gli occhi pieni di determinazione, si rivolse a Sora e Aqua. " Sta accadendo! Dobbiamo aiutarlo, adesso! "

Aqua annuì, il suo Keyblade brillando intensamente. " Dobbiamo rafforzare Terra. Se riusciamo a destabilizzare completamente Xenahort, Terra potrà riprendere il controllo. "

Belos, tuttavia, sembrava tutto fuorché desideroso di lasciare la situazione degenerare ulteriormente. Stringendo i denti, evocò un'inquietante creatura ombra dal suo arsenale oscuro: una bestia gigantesca composta da volute di fumo e ossa incandescenti, che si avventò contro Luz e King.

"  Idioti sentimentali!- tuonò Belos- Pensate davvero che una sola voce possa prevalere contro la forza del fato ineluttabile?! "

Luz balzò in avanti, schivando per un pelo un affondo della creatura, e replicò senza esitazione: " Ti stupirebbe sapere quanta differenza può fare anche solo una voce quando dice la cosa giusta! "

E con quelle parole, Luz lanciò Stringbean, che assunse la forma di un boomerang luminoso, fendendo le ombre della bestia e creando un’apertura per King, il quale emise un urlo devastante. L’onda sonora colpì direttamente Belos, incrinando la barriera protettiva e facendolo indietreggiare con un ruggito furioso.

Nel frattempo, Sora, Aqua e Ventus circondarono Xenahort. Quest’ultimo era chiaramente in difficoltà, le mani tremanti incapaci di afferrare saldamente il Keyblade, mentre una luce calda e dorata cominciava a irradiarsi dal suo stesso corpo.

" Terra! Se ci senti, lotta ancora un po’! Noi siamo qui! " gridò Aqua con tutta la forza che aveva in corpo.

Xenahort barcollò, cadendo in ginocchio per un attimo. La sua espressione di calma crudele si sgretolava, sostituita da una tensione evidente. " No... non puoi… sei solo una parte di me! Io... sono il salvatore di questa galassia disastrata!" gridò furioso, come se tentasse di dominare il suo stesso corpo.

La voce di Terra risuonò di nuovo, più forte, chiaramente rivolta ai suoi amici: “Aqua, Ventus... non ho mai smesso di lottare. Grazie a voi, ho trovato la forza di riprendere quello che è mio!”

In quello stesso istante, una luce accecante esplose dal petto di Xenahort, separandolo momentaneamente dal suo Keyblade. Il Custode si contorceva, mentre l'aura dorata di Terra cresceva sempre di più.

Belos, da parte sua, osservava la scena con una miscela di frustrazione e panico. " Basta così! Se non può servire alla mia causa, non mi serve affatto! " gridò, lanciandosi verso l'Albero delle Anime con l'intenzione di spezzare il suo cuore per risucchiare il potere residuo.

Luz, senza pensarci due volte, urlò: " Non ci riuscirai mai! " e si scagliò contro Belos, lanciandosi in un attacco disperato mentre Sora balzava dietro di lei per supportarla.

Il caos dello scontro si intensificò, ma la luce di Terra, sempre più forte, iniziava a emergere come l’unico faro di speranza in una battaglia apparentemente senza fine.
Belos ringhiò vedendo Luz inseguirlo e in risposta si ricoprì con un' aura melmosa, che ricordava in larga parte l' orribile creatura in cui si era trasformato nello scontro con Malefica. Ruggendo, fece per artigliare Luz, che bloccò per tempo con una barriera di Glifi.

" Luz..... forse è ora di provare.... quello.", le disse King, fornendo energia alla sorella adottiva per mantenere la protezione.

" E va bene.... sarà incompleto, ma dovrebbe funzionare.", affermò la giovane, attingendo a tutta l' energia che poteva accumulare nei suoi Midi- Chlorian e al suo legame con King e StringBean, una potente Unione Dimensionale che materializzò a sua volta l' aura di uno dei più potenti Spectrobe mai esistiti, la razza di cui King era uno degli ultimi esponenti.

Un Titano, un dio vivente.

Un altro urlo sonico sbattè Belos contro l' albero delle anime, annullando la sua parziale trasformazione, e un altro colpo con Stringbean lo scagliò via a chilometri di distanza.


Luz avanzava con determinazione, Stringbean pulsante di energia luminosa, un’eco dell’essenza del Titano che condivideva ora il campo di battaglia con lei. King, a fianco della sua sorella adottiva, continuava a emettere onde sonore devastanti, demolendo le difese residue di Belos, che si ritrovava completamente sulla difensiva.

Belos ruggiva come una bestia ferita, tentava di contrattaccare con colpi frenetici, le sue unghie gocciolanti di oscurità cercando di corrompere l’aria stessa intorno a Luz e King. Ma ogni attacco veniva bloccato: le barriere di Glifi risplendevano come stelle, impenetrabili, mentre il Titano si librava dietro di lei, quasi una figura mitologica pronta a schiacciare l’usurpatore.

" Questo… non è possibile! " gridò Belos, tentando un altro assalto disperato, una scarica di sfere d'energia oscura verso l'Albero delle Anime per sfruttarlo come diversivo. Luz, tuttavia, tracciò nell'aria un glifo circolare perfetto, che neutralizzò l'attacco con una spirale di energia blu.

" Tu non sei possibile! - ribatté Luz, con rabbia nelle parole ma uno strano controllo nella sua postura- Quante vite hai rovinato, Belos? Quanti innocenti hai sfruttato per la tua sete di potere? Questo è il momento in cui paghi tutto quello che hai fatto! "

Stringbean cambiò ancora una volta forma, diventando una spada ricurva avvolta da fiamme dorate. Luz caricò con tutto ciò che aveva, attaccando Belos con colpi così rapidi e potenti da far sembrare che la stessa luce stesse cadendo su di lui. Belos crollò in ginocchio, la sua aura di melma scivolava lentamente via, dissolvendosi sotto il potere delle sue stesse paure.

E poi accadde.

Proprio mentre Luz alzava la sua arma per il colpo finale, un dolore lancinante attraversò il suo braccio destro. Stringbean tornò alla sua forma di asta, scivolando dalle sue dita, e Luz cadde in ginocchio. " No... " mormorò, portandosi una mano al braccio. Il Geostigma si fece sentire con una brutalità che non provava da tempo, diffondendosi come un veleno nelle sue vene. La pelle intorno alle macchie grigie pulsava dolorosamente, e ogni respiro diventava un'impresa.

" Luz! " gridò King, correndo verso di lei, cercando di difenderla con tutto quello che gli restava.

Belos, ancora a terra, alzò lo sguardo verso la scena. Gli occhi terrorizzati e disorientati incontrarono la figura imponente del Titano dietro Luz. Era un riflesso vivente della forza di un popolo che lui non poteva sopraffare, e anche se Luz era temporaneamente bloccata dal dolore, il mostro sapeva di non poter vincere.

" Questo non è finito! - ruggì Belos, ritirando la melma residua verso di sé- Tornerò... e sarete voi a essere terrorizzati! "

Sparì all'orizzonte, fuggendo come un'ombra scacciata dalla luce del giorno.

Luz ansimò, stringendo il petto con una mano. " Mi dispiace... "disse debolmente, la voce incrinata. King la circondò con le sue braccia corte, stringendola forte.

" Ce l’hai fatta, Luz. Hai resistito, ed è tutto ciò che conta. "

Intanto, Sora e il resto del gruppo osservavano la scena, scambiandosi sguardi preoccupati ma pronti a intervenire per portare Luz in salvo. Tuttavia, nonostante il momento di crisi, era chiaro a tutti: Belos era stato respinto, e la sua forza non era più invincibile.

                                                                                                              ***********
Come costruiresti Koinzell da Ubel Blatt? : r/WhatWouldYouBuild


 Altrove, una squadra guidata da Paperino e Cecil( da Final Fantasy 4, qua è un allievo di Vader) aveva finalmente localizzato la base e laboratorio di Vader, situata in una zona vulcanica cui anche i Na' Vi più forti evitavano di avvicinarsi.

Koinzell e Reiko, gli ultimi due membri dell' Organizzazione, avevano organizzato un fitto comitato di benvenuto composto da Heartless, Dreams Eater e Nessuno, ma le forze Eclipse e Disney non si erano fatti intimidire.

" Lasciateci raggiungere il nostro scopo in santa pace.", esclamò Koinzell, girando in un letale vortice le sue spade volanti per prendere Cecil, ma il Paladino/ Cavaliere oscuro schiava con un' agilità che tradiva la sua armatura così pesante, rispondendo con potenti attacchi a base di luce e tenebre.

Reiko nel frattempo attaccava col suo fucile da cecchino i soldati nemici, scatenando potenti esplosioni a ogni colpo, ma Paperino non intendeva lasciarle ulteriore libertà.

" HASTE!", gridò il ninja , accelerando all' impazzata e svanendo in nuvole di fumo quando veniva colpito

" Questo basterà per fermarti! " urlò Reiko, caricando un colpo che brillava di un’energia caustica. Quando sparò, il proiettile esplose a mezz'aria in una pioggia di acido magico.

" Reflex! " esclamò Paperino, evocando una barriera energetica che protesse lui e i suoi compagni dalle gocce velenose, rimandandole alcune contro gli avversari più vicini. Poi si lanciò verso di lei con una rapidità quasi sovrumana, colpendola con una rapidissima serie di tecniche di bastone e attacchi ninja contro cui persino l' incredibile agilità della cecchina servì a ben poco.

Nonostante ciò, i due membri dell'Organizzazione mostravano un'ostinata determinazione a proteggere la base. Ogni passo avanti delle forze alleate era guadagnato con sangue e sudore.

Cecil e Paperino, con il supporto delle loro truppe, si scambiarono un rapido sguardo. " Dobbiamo spingerci più avanti e distruggere il laboratorio. È l'unica speranza per fermare Xenahort e le sue macchinazioni. "

Il ninja annuì. " Non molleremo! Andiamo! "
Le fiamme continuavano a lambire il campo di battaglia, mentre gli eroi si preparavano alla fase successiva della loro disperata missione.

Nel frattempo, all' interno del laboratorio, una capsula di stasi contenente un corpo verdastro cominciò a tremare.

Vertical Reiko background for you guys, hope the red looks okay : r/ Murcielago


                                                     *************

Salve a tutti con l' ultimo capitolo dell' anno, che torna anche alla mia vecchia punteggiatura. Spero stiate tutti bene e che vi prepariate ad affrontare questo 2025 assieme ai vostri cari. Quest' anno mi ha dato un bel pò di soddisfazioni, tra cui anche il mio primo seppur provvisorio lavoro, e alcune serie delusioni( in particolare le elezioni in america, che hanno distrutto del tutto la mia fede nella razza umana).

Spero di riuscire a concludere questa fic prima di Marzo e poi concentrarmi esclusivamente su Glories per un pò( almeno su questo sito), nel frattempo fatemi sapere cosa ne pensate. Ancora auguroni. Ah, non l' avessi già detto, Koinzell viene da Ubel Blatt e Reiko da Murcielago.

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Capitolo 47
*** La Furia del Drago ***


All'interno del cuore di Terra, l'ambientazione era surreale: un disco di vetro luminoso sospeso nell’oscurità infinita, ornato da intricati disegni che rappresentano i volti dei suoi amici più cari – Aqua, Ventus, e persino lo stesso Sora – intrecciati in una composizione simbolica che brilla di una calda luce dorata.


Lo scontro  con Xenahort era di una ferocia unica: Keyblade contro Keyblade, ogni colpo crea archi di luce e oscurità che  rieccheggiavano nell' infinito spazio attorno a loro. Terra gridava con passione e rabbia, la sua voce che riecheggiava come un ruggito dentro questa dimensione interiore. Xenahort risponde con sguardo glaciale, sorridendo malignamente, come se fosse ancora sicuro della sua presa su quel corpo.
 
Ogni passo falso da parte del giovanecreava crepe leggere sul disco sotto di loro, il vetro che sembra reagire alla battaglia contro la sua nemesi. Ma quando i pensieri di Terra si allinearono coi legami con i suoi amici, che rieccheggiavano nella Forza, quelle stesse crepe si trasformarono in disegni pulsanti di luce, sconfiggendo temporaneamente l’oscurità che minaccia di prendere il sopravvento.

Alla fine, Terra sollevò il Keyblade al cielo, evocando un colpo finale infuso non solo del suo potere ma anche della volontà condivisa dei suoi amici. “ Non sei mai stato il salvatore! Non ti appartengo!” urlò, lasciando cadere l’arma con un'energia esplosiva, pronta a spezzare l'ultima catena che legava Xenahort al suo cuore.

Xenahort, colpito dalla potenza e dalla volontà indomabile di Terra, sembra per la prima volta vacillare. Le ombre intorno a lui si ritirarono finalmente, e il disco di vetro sotto di loro inizia a risplendere come un'alba che non può più essere fermata.

All'esterno, l'aria vibrava per l'intensa energia scaturita dal corpo immobile di Terra/Xenahort. I suoi occhi vuoti fissavano il vuoto, una statua vivente intrappolata nel conflitto interiore che scuoteva il suo essere. Intorno a lui, una barriera brillante e complessa era stata innalzata da Sora, Aqua e Ventus, un intreccio di magia luminosa e forza spirituale che conteneva l'immenso potere emanato e al tempo stesso riversava il sostegno dei tre amici verso Terra.

La battaglia che si svolgeva all'esterno sembrava congelarsi, le forze di entrambe le parti paralizzate dalla tensione. Ogni secondo che passava portava con sé la paura che l'equilibrio precario avrebbe ceduto. Il calore emanato dal corpo di Terra faceva tremare l'aria come un miraggio in un deserto.

Dopo un intervallo che sembrò dilatarsi nell'eternità, l’aura oscura avvolse improvvisamente Terra in modo definitivo, risucchiando tutte le ombre verso di sé e trasformandole in un pilastro nero che esplose verso l'alto, spezzando il cielo e oscurando brevemente l’orizzonte. Il suono dell'esplosione sovrastava tutto, un ruggito che riecheggiava fino alle profondità delle anime presenti.

Quando la luce e le ombre finalmente si dissiparono, Terra cadde in ginocchio, il corpo tremante e il respiro ansimante. Tutti osservavano trattenendo il fiato, ma ogni dubbio fu spazzato via al primo sguardo verso di lui: la sua pelle, pallida ma pura, non aveva più traccia delle cicatrici lasciate dall'influenza di Xenahort; i capelli e gli occhi avevano riacquistato il loro colore naturale, caldi come la terra stessa, simbolo della sua identità finalmente riaffermata.

" TERRA! " gridò Ventus con voce tremante, lasciando andare ogni forma di cautela. Il giovane si precipitò verso di lui, oltrepassando la barriera ormai scomparsa, ignorando la battaglia che infuriava attorno. Si gettò su Terra, avvolgendo il suo fratello d'anima in un abbraccio disperato e traboccante di gioia.

Aqua e Sora, anch'essi visibilmente scossi ma sollevati, si avvicinarono rapidamente. Aqua si inginocchiò accanto ai due, le lacrime agli occhi, mentre Sora posò una mano sulla spalla di Terra, sorridendo debolmente. L’atmosfera attorno a loro era ora intrisa di speranza, una luce che sembrava invincibile rispetto alle ombre che avevano appena affrontato.

" Oh, dei, oh, dei, insieme.... siamo di nuovo insieme!", esclamò Aqua, gettandosi a sua volta sul castano e rotolandosi assieme a lui sul terreno erboso.

" Aqua, per favore, sono già a pezzi, non mettertici anche tu.", rise Terra, alzandosi a fatica assieme alla compagna di apprendistato. Sora tese quindi una mano verso di lui.

" E' un vero onore trovarti finalmente in controllo di te stesso.", disse ritrovandosi quindi a stringere le dita d' acciaio del guerriero, la cui espressione si fece però più cupa.

" Anche per me, Sora, ti devo più di quanto possa esprimere.... ma non è finita purtroppo. Xenahort aveva un piano di riserva contro cui non ho potuto fare nulla.".

                                                                                                                       *********
Frattanto, la battaglia alla base dell' Organizzazione era ancora in corso senza la minima esclusione di colpi. Le ombre danzavano sulle pareti delle ampie sale, deformate dalle esplosioni e dagli scontri magici mentre i contendenti sfrecciavano da un corridoio e l' altro come saette.

Koinzell, con le sue spade fluttuanti attorno a lui, si muoveva con l’agilità di un predatore, cercando costantemente di mettere Cecil alle strette. Le lame scintillanti si avventavano come serpenti d’acciaio, ma il Paladino/Cavaliere oscuro rispondeva con contrattacchi perfettamente calibrati. La sua spada splendeva ora di una luce dorata, ora di un'oscurità profonda, ogni colpo un perfetto bilanciamento tra Luce e Tenebre.

" Non pensare di sconfiggermi così facilmente! " ringhiò Koinzell, schivando agilmente un colpo potente per poi rilasciare una raffica di lame volanti. Cecil girò su sé stesso con una rapidità impressionante, le sue parate creando un bagliore che tagliò momentaneamente la semioscurità del luogo.

Nel frattempo, Paperino affrontava Reiko, la cecchina che combinava con abilità letale la sua precisione mortale e trappole tecnologiche disseminate sul campo di battaglia. Ogni colpo del suo fucile da cecchino esplodeva con precisione, creando zone di devastazione che Paperino schivava con incredibile agilità.

" Proviamo con questo! QUASAR! " gridò il mago, evocando una raffica di comete arcane che bombardarono la posizione di Reiko. La cecchina saltò all’indietro, atterrando con un'agilità quasi sovrumana, solo per trovare se stessa circondata da un cerchio di fuoco evocato da Paperino.

" Maledetto papero! " urlò, caricando un proiettile potenziato e sparando, ma l’incantesimo Reflex si attivò proprio in tempo, rimandando il colpo direttamente verso di lei. Reiko si rotolò al suolo, evitando il peggio, ma con la fatica chiaramente visibile sul suo volto.

Cecil, sfruttando un’apertura creata da uno scontro di magie tra Paperino e Reiko, sferrò un colpo devastante con la sua spada direttamente al petto di Koinzell, mandandolo a terra. Paperino, a sua volta, fece uno scatto incredibile con il suo bastone magico, bloccando Reiko prima che potesse rialzarsi.

Per un istante, sembrò che i due membri dell'Organizzazione fossero finalmente sconfitti. Cecil e Paperino si scambiarono uno sguardo di intesa, pensando che la lotta fosse ormai giunta al termine.

Ma allora, Koinzell rise, un suono basso e sinistro che sembrava sfuggire direttamente dalle ombre. " Oh, bravi. Siete davvero dei combattenti impressionanti… peccato che il vostro trionfo finisca qui. "

Reiko, con uno sguardo glaciale, aggiunse: " Pensate che vincere sia così facile? Non siete niente contro quello che sta per venire. "

I loro sorrisi si piegarono in ghigni beffardi, i loro occhi brillanti di una pericolosa fiducia. L' aria sembrò farsi all' improvviso pesantissima, come se qualcuno avesse appena evocato un Eidolon al massimo del suo potere.
Un muro esplose a poca distanza da Paperino, che parò abilmente i detriti col suo bastone prima di vedere il responsabile. Quando il fumo si diradò, con suo orrore vide un giovane Kree armato con lo stesso Keyblade usato per anni da Xenahort..... e in generale lui stesso assomigliava in tutto e per tutto al corpo originale del corrotto Maestro.

" Ma cosa...", si chiese il ninja, prima di schivare a malapena un terribile fendente da parte del nuovo venuto, che fece tremare l' intera stazione. I soldati rimasti all' esterno erano certi che sarebbe crollata.

Cecil, sentendo i tremori, corse subito in soccorso di Paperino, trovandolo impegnato in un furioso duello col nuovo venuto.

" Non dirmi che eri sorpreso, Paperino? Credevi che avrei concluso tutto nel corpo di Terra?", chiese quello che era ovviamente Xenahort, in un nuovo corpo preparato per l' occasione in cui Terra avesse ripreso il controllo del proprio. 

" Onestamente pensavo prima o poi l' avessi lasciato a morire prima della tua cosiddetta ascensione.".

" Oh, no, era sempre stato parte del piano che Terra tornasse un giorno dai suoi cari.".

" La tua arroganza è sempre la stessa, Xehanort! Non importa quale corpo prendi, sei sempre e solo un mostro!" gridò il mago, lanciando un incantesimo Firaga direttamente contro il nemico. La sfera di fuoco esplose in pieno sul suo Keyblade, ma il giovane Xehanort non si mosse di un centimetro.

" Mostro? No, caro Paperino. Io sono evoluzione. Sono ciò che questo universo ha bisogno per sopravvivere al caos che voi portate. " rispose, con un sorriso freddo, rispedendo un'onda di energia oscura che Paperino schivò con un salto acrobatico.

" COLPO PURIFICANTE!", esclamò Cecil senza esitazione, muovendo la spada in un fluido movimento e generando sotto di sè una riproduzione traslucida molto più grande che si diresse verso il nemico. Xehanort, però, ridacchiò, parando il colpo con apparente facilità e contrattaccando con una scarica di magia oscura che Paperino bloccò roteando il suo bastone, venendo però spinto all' indietro. 

" Coraggio, mostratemi il livello che i Disney e gli Eclipse hanno davvero raggiunto negli ultimi vent' anni.".

                                                                                          *****

Sul ponte della sua nave ammiraglia, il Grand'Ammiraglio Thrawn osservava con la sua solita compostezza, analizzando ogni dettaglio degli scontri in corso. I suoi occhi rossi scrutavano gli schermi, captando ogni movimento come pezzi su una scacchiera. Quando la notifica del Prizmod segnalò le novità dalla base di Xehanort, il suo viso si indurì in una maschera di calcolata determinazione.

" Come ho potuto sottovalutare una contingenza così ovvia? Un errore mio," mormorò con un accenno di rimprovero. Subito, attivò il canale di comunicazione diretto con Sora e gli altri leader delle forze alleate. " Attenzione a tutte le forze presenti. La situazione alla base di Xehanort richiede il massimo della priorità. Salite immediatamente a bordo delle navi da trasporto: dobbiamo raggiungere l'altro lato del pianeta senza ulteriori ritardi."

Mentre le sue parole riecheggiavano tra le comunicazioni degli alleati, un’ondata di energia turbinante apparve improvvisamente nei cieli sopra la flotta. Xaldin, uno dei membri più temuti dell'Organizzazione XIII, emergeva sul campo di battaglia, raccogliendo a sé le sue sei lance. Con un ghigno di sfida, iniziò a manipolare il vento intorno a sé, le lance fluttuanti si unirono in una formazione vorticosa, assumendo la forma di un imponente drago etereo, carico di energia elettrica e tornado in miniatura.

" Non pensate che ve ne andrete così facilmente!" gridò Xaldin, puntando l'immensa creatura di vento verso lo Star Destroyer ammiraglia di Thrawn, con l’intenzione di scatenare un attacco che avrebbe potuto distruggere l’intera nave.

Ma prima che potesse lanciare il drago, una figura lo colpì con forza alle spalle: Jake Sully, il leader dei Na'vi, aveva scelto di intervenire direttamente. Montato su Leonopteryx, Jake si era lanciato in un audace attacco corpo a corpo. Lo afferrò con un braccio muscoloso e gli diede una serie di forti testate, disturbando la sua concentrazione.

" NON PENSARCI NEANCHE!" ruggì Jake, mentre Xaldin cercava di riprendersi dall'assalto inaspettato. Il drago di vento cominciò a dissiparsi, e il Na'vi, con una determinazione incrollabile, strinse la presa sul suo avversario.

" Insolente... non puoi fermarmi con i tuoi attacchi primitivi!" ruggì Xaldin, tentando di liberarsi, ma Jake, con l’agilità tipica del suo popolo e una ferocia pari alla sua, continuò a sopraffarlo.

Sul ponte, Thrawn osservava la scena con interesse, le mani incrociate dietro la schiena. " Fascinante... il selvaggio istinto dei Na'vi contro la calcolata furia di Xaldin. Preparate le armi secondarie. Se Xaldin si libera, dobbiamo neutralizzarlo immediatamente."

Nel frattempo, le forze alleate a terra e nel cielo si stavano preparando per l'evacuazione, consapevoli che la battaglia non era ancora conclusa.

" Non c'è alcun bisogno di raggiungere la mia base.... vengo io qui da voi.", affermò all' improvviso un' imponente voce, proveniente direttamente da sopra la nave di Thrawn. Tutti i combattenti, sentendola, avvertirono un terribile brivido e misero mano a visori che potenziarono al massimo, vedendo infine nell' aria Xenahort nel suo nuovo corpo, avvolto da una terrificante aura nero e argentea. In una cupola d' energia accanto a lui, teneva gli svenuti Cecil e Paperino.

" Xenahort, non hai già causato abbastanza dolore?- esclamò Terra inviperito, a malapena trattenuto dai suoi compagni- lasciali subito andare!".

Il crudele Maestro non se lo fece perdere due volte e lanciò via i due avventurieri senza troppe cerimonie, per fortuna vennero subito presi da Shan Yu e Golia. Erano malconci, ma vivi, però Xenahort non aveva ancora finito. 

" Il mio scopo è porre fine al dolore..... ma intanto devo prendere un pò di tempo per voi. APOCALISSE!".

 Il Kree alzò verso le stelle il proprio Keyblade, sopra il quale si formò un piccolo sassolino cui poi si aggiunsero infiniti altri, raggiungendo rapidamente le dimensioni di una devastante meteora avvolta da energia oscura, la cui sola vista mandò nel terrore tutti i combattenti ancora presenti.

' Oh, dei, neanche Sephirot poteva creare qualcosa del genere.... distruggerà tutta Pandora!', pensò Sora Terrorizzato. Jake ringhiò dalla rabbia e lasciò andare Xaldin, prima di formare numerosi sigilli con le mani, generando attorno a sè tre uova di diversi colori.

" La luce che anima i nostri occhi, Tears of the Rainbow! Lo spirito definitivo, Soul Platinum! L' elica della mia vita, Endless Magnificence! Annienta i tuoi nemici, BAHAMUTH!"

Le tre uova si unirono in un unico gigantesco globo grande la metà dello stesso asteroide. Con un ringhio, sei ali color platino spaccarono il guscio, anticipando la ruggente apparizione di un immenso drago dalle scaglie color platino interrotte da sfumature arcobaleno. 

Bahamut - Final Fantasy Explorers Walkthrough - Neoseeker

Bahamuth, l' Eidolon che rappresentava l' assoluta magnificenza dei più potenti e abili predatori, un cacciatore senza eguali in tutta la Forza.

Ruggendo verso l' incantesimo di Xenahort, il dio raccolse ampie quantità di energia nelle ali e nella coda, accumulandole e amplificandole mentre i suoi antichi occhi brillavano di energia pura. Quando sembrò essersi fermato, dopo un singolo istante sparò un piccolo raggio di luce cianotica verso l' asteroide, perforandolo senza però  spaccarlo. Di nuovo, dopo una brevissima pausa il masso venne percorso da innumerevoli linee cianotiche e si divise in innumerevoli frammenti che sparirono senza fare danni.

Purtroppo i membri dell' Organizzazione erano già spariti nel nulla.

                                                                                                                         ***********

L’Albero Madre si ergeva maestoso, le sue radici affondavano nel terreno sacro e i rami si innalzavano come braccia protese verso il cielo. Il mattino successivo alla devastante battaglia, il gruppo si era riunito alla sua ombra, cercando conforto e guida. L’aria era carica di tensione e speranza, i raggi del sole filtravano tra le foglie, gettando giochi di luce che sembravano riflettere i cuori dei presenti: spezzati, ma non infranti.

Aqua, seduta su una radice sporgente, medicava le ferite sul braccio di Ventus, il quale tentava di sdrammatizzare. " Non è nulla, davvero. Ho avuto di peggio nel Lato Oscuro."
Aqua gli lanciò un’occhiata severa, ma il sorriso gentile che seguì tradì la sua preoccupazione. " Non significa che dobbiamo ignorarlo. Restare in piedi è una cosa; restare vivi, un’altra."

Poco distante, Sora stava aiutando Jake Sully a ripulire alcune macchie di sangue dai suoi strumenti di battaglia. I due sembravano immersi in una conversazione che mischiava strategie e cultura Na'vi, cercando punti di contatto tra i loro mondi così diversi.

Shan Yu affilava la sua spada, con lo sguardo rivolto verso la foresta circostante. " Non possiamo permettere che Xenahort ci sorprenda di nuovo. Dobbiamo attaccarlo prima che recuperi forza."
Thrawn, dall'altra parte del gruppo, studiava una mappa olografica proiettata dal suo datapad. " Un attacco diretto è l’ultima delle opzioni. Xenahort non è mai prevedibile, ma se comprendiamo il suo schema, potremmo anticiparlo."

Luz, seduta in disparte con un’espressione pensierosa, teneva tra le mani un piccolo cristallo di luce, un dono che Sora le aveva dato per ricordarle la propria forza interiore. Aveva partecipato alla battaglia, ma il peso delle responsabilità che si accumulavano su di lei era palpabile.

Terra, visibilmente provato ma determinato, prese la parola. " Abbiamo fermato la meteora, ma Xenahort è ancora là fuori. Ora ha un corpo nuovo e un piano che non conosciamo. Se non agiamo in fretta, perderemo qualsiasi vantaggio."
" E per Luz?" chiese Golia, la sua voce profonda e solenne. " È giovane e coraggiosa, ha già dimostrato il suo lavoro pur essendo una serva di Malefica. Dobbiamo decidere quale sia il suo posto in tutto questo."

La diretta interessata, ancora provata dal suo ultimo attacco, sbuffò.

" Come se avessi la minima intenzione di unirmi a voi. La mia lealtà va a Kassim, che per il momento è alleato con Maul e Malefica. Sono le uniche persone di cui mi fiderò per prendere decisioni sull' Orlo Esterno, qualsiasi cosa ne pensiate voi.".

" E sono venuto a parlamentare per riportarla a casa infatti.", disse infatti una familiare voce femminile, anticipando ai presenti l' arrivo della stessa Malefica, accompagnata da Kassim ed Eda, che diede uno sguardo d' intesa alla figlia adottiva.

Sora e Riku deglutirono vedendo la familiare figura della Gria. Per il moro, era la prima volta che si ritrovava tanto vicino alla donna che aveva quasi distrutto il suo amato arcipelago, mentre Riku ricordava fin troppo bene il suo periodo tra gli Stecker.

" Malefica- disse freddo Jake- sebbene tu non abbia avuto alcun ruolo nell' occupazione di Pandora anni fa, non sei esattamente la benvenuta. Ti chiedo di andartene assieme ai tuoi colleghi finchè possibile. Luz è al momento sotto la nostra custodia e così sarà fino a che il tuo ruolo in questa vicenda non sarà chiaro.".

" Oh, ho portato qualcosa per parlamentare.... o meglio, qualcuno su cui volevate mettere le grinfie da tanto tempo.", disse confidente Malefica, premendo un pulsante sul suo Prizmod e facendo apparire un malconcio umano di colore, che i Na' Vi presenti riconobbero subito come Saw Guerrera, l' uomo che sarebbe dovuto essere dalla loro parte e aveva invece ucciso così tanti loro simili. Kassim sorrise, soddisfatto dalla reazione.

" Ha tentato di scappare quando ha capito che aria tirava con gli Hutt. Ridateci Luz ed è tutto vostro.".
L’Albero Madre sembrò trattenere il respiro di fronte alla scena che si svolgeva sotto le sue fronde. I membri del gruppo rimasero immobili, come congelati dalla tensione crescente. Gli sguardi si spostavano tra Luz, Malefica e l’uomo malconcio che ora giaceva prigioniero sotto la sorveglianza di Kassim. Il vento che sussurrava tra le foglie sembrava essere l’unico suono, spezzato infine da una voce grave e profonda.

" Non osate usare la giustizia come merce di scambio." disse Golia, il suo sguardo che trapassava Malefica come una lama. " Se volete parlamentare, fatelo con onore, ma non crediate che scambieremo una vita con un’altra."

Jake annuì, avanzando con passo fermo verso il trio. " Saw Guerrera è un traditore, ma non spetta a voi stabilire il prezzo della sua punizione. Luz rimane con noi fino a quando non avremo deciso cosa fare. Il vostro gesto non ci impressiona, Malefica."

Luz, però, non poté trattenersi. Scattò in piedi e si rivolse con furia a Jake. " Non sono vostra prigioniera, né il vostro problema da risolvere! Gli Stecker, l' Alba Rossa, ovunque gli vogliate chiamare... loro sono la mia famiglia ora, che vi piaccia o meno!"

Sora, visibilmente combattuto, cercò di intervenire. " Luz, nessuno sta cercando di tenerti contro la tua volontà. Ma capisci che ci sono in gioco forze più grandi di quanto tu possa immaginare. Malefica non è—"

" Non è cosa? Degna di fiducia?" lo interruppe Malefica con un sorriso glaciale. " Ripeto, l' unica cosa che mi interessa al momento è riportare Luz dai suoi cari. O forse preferireste rischiare che la mia pazienza si esaurisca? Nessuno di voi è esattamente in forma al momento"

Riku si fece avanti, la sua mano che sfiorava l’elsa della sua spada, venendo a malapena trattenuto da Kairi. " Non tenterò nemmeno di discutere con te, Malefica. Sai esattamente cosa pensiamo di te e dei tuoi 'alleati'. Ma se vuoi risolvere questa situazione pacificamente, dimostralo. Perché dovremmo credere che questo scambio non nasconda un secondo fine?"

Il sorriso di Kassim si allargò mentre interveniva. " Perché conosco quelli come te fin troppo bene, Riku, e la cosa è reciproca. Sai che non amo giocare sporco quando la posta in gioco è così alta. Questa è un’offerta onesta: ridateci Luz, e Saw Guerrera è vostro. Nessun trucco."

Tutti gli sguardi si rivolsero verso Jake, il legittimo capo di quelle terre. Con un cenno malvoluto, disse silenziosamente a Luz di andare, e la ragazza corsa contenta assieme a King tra le braccia di Eda.

" Signori, come si suol dire- continuò Malefica col suo solito ghigno- è stato un piacere fare affari con voi.", affermò prima di svanire assieme ai compagni in un varco oscuro. Obi- Wan si battè quindi la mano sul viso squamoso.

" Qualcosa mi dice che abbiamo appena lasciato andare il futuro leader del nuovo crimine organizzato in tutto l' Orlo Esterno e futura infinita fonte di guai.".
 

                                                                                               ***********
Sulla Terra Della, Paperone e Topolino stavano ascoltando il resoconto di Pippo e Paperino riguardo quanto successo su Pandora. Entrambi gli avventurieri erano stati provati dai rispettivi scontri, ma si sarebbero ripresi in fretta, pronti nuovamente a combattere e possibilmente concludere quella guerra fin troppo lunga.

" Immagino fosse chiedere troppo sperare di finirla qui e ora.", si lamentò Paperone, chiudendo la comunicazione e sedendosi sulla propria sedia.

" E' il difetto di voler cercare di concludere tutto con cautela, mio vecchio mentore- commentò Topolino- ma è tempo di smetterla di usare le mezze misure. Dobbiamo scagliare contro Xenahort tutto quello che abbiamo, cominciando a raccogliere tutti i nostri alleati sparsi per la galassia.".

" Concordo in pieno.... ricordatemi, dov'è che Sora ha detto che si trova la serratura per il mondo dei sogni?", chiese dunque Della, ansiosa di rimettersi finalmente in gioco a bordo dei propri veicoli e combattere per il futuro dei suoi figli.

                                                                                                                  *********

A diversi sistemi solari di distanza, sull' Executor( nave ammiraglia del Clan Eclipse), Vader stava ascoltando a sua volta il rapporto di Thrawn, Shan- Yu, Elga e Cecil. I quattro si erano detti pronti a sopportare qualsiasi punizione se necessario, ma il Sith aveva mostrato irritazione solo alla breve menzione di Malefica, anche se la ritrovata libertà di Terra aveva addolcito il tutto, e li aveva mandati tutti via a parte Elga.

" A cosa stai pensando?", domandò la maestra assassina una volta sola col suo amante e capo clan.

" A Padmè, A Obi- Wan..... a tutti coloro che sono caduti in questi anni, Elga. A chi forse neanche ha capito in quale malato gioco si sono trovati. Nessuno dovrà sapere cosa Xenahort ha in mente, o in un altro secolo i figli dei miei figli si ritroveranno a dover combattere un altro pazzo come lui.". 
" Mi sorprende, Vader," disse con un filo di ironia nella voce, " che tu ti conceda a rimuginare sul passato."

Vader rimase in silenzio per un lungo momento, il respiro ritmico della sua maschera che scandiva la quiete della sala. Poi, parlò, con una voce meno autoritaria e più introspezione del solito. " Ho visto tanti finire in giochi di potere che non comprendevano, Elga. Alcuni combattevano per me; altri contro. Padmé, Obi-Wan... erano pedine su una scacchiera come chiunque altro. Mi sono illuso di poter cambiare questo ciclo... ma anche ora, vedo Xenahort ripetere ciò che è già stato scritto da un’altra mano crudele."

Elga non si lasciò influenzare dall’apparente malinconia nella voce dell’uomo. " Sei preoccupato che la tua visione del futuro si avveri?"

" Non sono preoccupato," replicò Vader, voltandosi finalmente verso di lei. " Sono certo. Se falliamo, se non distruggiamo Xenahort qui e ora, lasceremo ai nostri discendenti una guerra senza fine. Una guerra che sarà tanto inutile quanto questa, e distruggerà altre vite innocenti. Questo ciclo deve finire. A ogni costo."

Elga studiò il volto mascherato del suo leader, vedendo il fuoco dietro i suoi occhi nascosti. " Allora diciamoci pronti per l'impossibile," rispose freddamente, ma con una punta di sfida nella voce. " Tanto i sentimenti non vincono le guerre."

Vader si limitò a fissarla per un momento prima di tornare a osservare lo spazio. " No, Elga. Non vincono guerre. Ma potrebbero dare ai nostri alleati la forza per vincere l'ultima battaglia e forgiare una nuova strada. Una che vada oltre luce e oscurità. Oltre Mortis.....", concluse, osservando la direzione del pianeta in cui si sarebbe condotta la battaglia finale.

                                                                                                                ********

Kassim, Maul e Malefica stavano a loro volta discutendo della loro prossima mossa, in particolare se essere parte della battaglia tra Xenahort, i Disney e gli Eclipse o se tenersi in disparte. Quando avevano posto la domanda ai loro sottoposti, la loro reazione era stata mero disgusto alla mera nozione di non scendere in campo per mettere un pò i bastoni tra le ruote a entrambe le fazioni. Restava solo da scegliere la strategia giusta, che sarebbe stata comunque rapida, brutale e insidiosa.

" Una cosa è sicura- continuò Maul, poggiando il viso tatuato tra le mani e guardando i suoi due parigrado- qualsiasi cosa succeda, uno di noi tre deve restare in vita. Se gli altri due dovessero morire, il sopravvissuto dovrà portare le truppe rimaste sotto il proprio Stendardo e fondare una nuova organizzazione che possa attualmente tutelare gli interessi dell' Orlo Esterno."

" Parli forse di te, Maul?", commentò Kassim, che da ladro qual era si aspettava dei colpi alle spalle, era già un miracolo che non ne avesse già ricevuti. Maul in risposta battè quasi offeso il pugno sul tavolo.

" Parlo di chiunque abbia a cuore il destino della nostra gente. Per millenni siamo stati maltrattati, derubati e trattati come barbari..... quando Cornelius ha guidato la Gilda dei Diafani all' attacco coi mondi centrali, ci hanno finalmente preso sul serio. I Clan sono ora convinti di aver cominciato a trattarci meglio, ma non deludiamoci.... ci sarà sempre chi sarà convinto che può fare coi nostri territori e i nostri popoli quello che vuole.".

Malefica alzò una mano elegante, interrompendo la diatriba. " Avete ragione entrambi. Ecco perché dobbiamo fare in modo che le altre fazioni non sospettino nulla. Che ci vedano come un'ombra, un'incognita. Un momento colpiamo loro, e un attimo dopo, svaniamo. Dobbiamo far sembrare ogni nostro attacco casuale, come se fosse opera di qualcun altro. La confusione è il nostro alleato più prezioso."

Maul annuì lentamente, i suoi occhi gialli scintillanti di approvazione. " E se la confusione non fosse sufficiente? Se fossimo costretti a svelare le nostre carte?"

Un silenzio carico di tensione calò nella stanza. Poi, con una calma glaciale, Malefica rispose: " Allora colpiremo con una forza tale che nessuno oserà opporsi a noi. Maul ha ragione su una cosa: uno di noi deve sopravvivere. E quel qualcuno ricostruirà tutto ciò che sarà distrutto."

Kassim sospirò, scuotendo il capo. " Non mi piace. Ma non vedo altre opzioni. Se c’è qualcosa che odio più dei mondi centrali, è l’idea di lasciarli vincere."

" Allora è deciso," concluse Maul, il pugno che si serrava sul tavolo. " La guerra avrà tre fronti. E alla fine, solo uno rimarrà in piedi."
                                                                  
                                                                                                                                   *******

Luz entrò nel laboratorio, con King sulle spalle, sentendosi al contempo più calda e più fredda che mai. La giovane strega decise di effettuare l’ultimo test da sola, sapendo che tutti i suoi amici e la sua famiglia, eccetto King, avrebbero cercato di fermarla.

" Sei pronto, mi lindo?",chiese la ragazza dalla pelle scura, mettendo il suo fratellino su una sedia. Quando lui annuì, Luz prese un piccolo campione del suo sangue e si mise al lavoro.

Per lunghe ore lavorò instancabilmente, sentendo le cellule di Jenova nel suo corpo ribellarsi costantemente alle sue azioni, forse sapendo già che la loro ora era vicina. Quando arrivò il momento di mescolare il vaccino di Avalanche con il sangue del Titano, quasi le caddero le fiale, ma riuscì a mantenere il controllo.

Il penultimo passo fu collegare sé stessa e King con vari elettrodi, i loro Midi-chlorian già connessi e in sintonia come uno solo. Poi si sedette di fronte a lui e si iniettò la soluzione nella vena.

" Ci vediamo dall’altra parte, Luz-  disse il giovane Spectrobe dalle sembianze di cane- … So che funzionerà."

Luz non era sicura che lo intendesse davvero, ma comunque premette il dito sulla siringa, lasciando che la composizione entrasse nel suo corpo, quindi recitò lo stesso incantesimo che Eda e Malefica avevano usato per trasformarsi rispettivamente nella Bestia Gufo e in un drago.

Una potente onda d’urto si sprigionò nel laboratorio mentre un vortice di glifi circondava i due fratelli, e i loro spiriti entrarono nella Forza stessa.
Gli spiriti di Luz e King sembravano vagare per ere tra le onde che separavano la realtà dal collettivo grezzo che formava il campo energetico da cui tutti gli avventurieri attingevano il proprio potere… letteralmente. I due fratelli osservarono l’esplosione che diede vita all’intero universo, le prime forme viventi che imparavano a sfruttare il potere tra di loro, i Titani in primis, e poi innumerevoli civiltà che padroneggiavano il viaggio spaziale, entrando lentamente in contatto le une con le altre e formando varie alleanze o inimicizie.

I due fratelli si abbracciarono, con Stringbean accanto a loro, mentre atterravano finalmente su un unico pianeta, l’unico che ancora ospitava vita in un sistema solare ai margini dell’Orlo Esterno… lo stesso mondo in cui, anni prima, Luz aveva trovato King. Non appena toccarono il suolo, l’intero pianeta iniziò a tremare e a riorganizzarsi: montagne e nuvole si spostarono fino a diventare una gigantesca replica del giovane Titano.

" Benvenuto, mio figlio... È da tanto che speravo di parlare con te e con la tua compagna . Luz Noceda-Clawthorne, ti ringrazio dal profondo del mio cuore per esserti presa cura della nostra eredità." 

" Figlio... tu… tu sei mio padre?" , gridò King, incredulo, saltando giù dalle braccia di Luz e avvicinandosi alla creatura, che lo toccò dolcemente con uno dei suoi artigli.

" Sì e no… Io sono la coscienza collettiva di ogni singolo Titano che sia mai esistito, incluso tuo padre. Ti abbiamo osservato, così come quei pochi discendenti di noi che ancora esistono in tutta la galassia, sperando nel momento in cui avresti reclamato il tuo diritto di nascita."

" E quale sarebbe?", domandò King, che tanto aveva sperato di trovare altri suoi simili, la maggior parte dei Titani più antichi morti assieme alla Repubblica.

" Qualsiasi cosa tu voglia- affermò con voce roca l' apparizione- Puoi creare il tuo pianeta e governarlo come un dio, viaggiare oltre la Via Lattea e forgiare una leggenda indiscussa o semplicemente stabilirti in pace con i tuoi cari. Ma penso che la pace non sia la strada che nessuno dei due ha scelto."

" No, alcune parti dell'Orlo Esterno possono ora conoscere la pace, ma non è il caso di tante altre aree- rispose Luz -E mentre i Disney e gli Eclipse possono avere le migliori intenzioni, ci saranno sempre coloro che cercheranno di approfittarsi della nostra gente, e così sarà finché saremo divisi. Non mi importa cosa dovrò diventare per proteggere l'Orlo Esterno, ma lo farò senza esitare un solo istante finché le persone a cui tengo saranno al sicuro."

" Parli come un vero membro della nostra specie, hai scelto bene, King- disse l’avatar gigante, riducendosi fino a raggiungere dimensioni umane e apparendo di fronte al duo- Sembra che persino un criminale possa avere una vera visione del futuro. Una visione che condivido molto più di quella che Xenahort ha in mente. Luz Noceda-Clawthorne, condividi il tuo potere e liberati del male che ti ha afflitto così a lungo."

Lo scenario intorno a Luz e King cambiò ancora una volta, diventando stavolta il disco cristallino che rappresentava il cuore della ragazza.

Come sempre, il cuore di Luz era incrinato in diversi punti da crepe di energia nera che rappresentavano il Geostigma. Le uniche cose che tenevano l’infezione sotto controllo erano le immagini dei suoi amici e della sua famiglia, tutte disposte in cerchio intorno a un’immagine di Luz stessa che teneva King stretto al petto.

Avventuriera e Spectrobe si sedettero nella posizione del loto sopra il disco, meditando insieme mentre archi di energia multicolore si alzavano sopra di loro, riparando gradualmente le crepe nel cuore di Luz e guarendo i suoi midichlorian. Ogni singola Cellula di Jenova presente nel suo corpo regredì e si trasformò infine, diventando solo un altro midichlorian, mentre le forme astrali di lei e King si fusero.

Eda e Amity entrarono di corsa nel laboratorio, avendo finalmente intuito ciò che Luz stava pianificando. Furono subito colpite da un’ondata d’urto così potente da sbatterle contro il corridoio. Quando le due streghe riaprirono gli occhi, videro Luz camminare verso di loro… o meglio, la semidea che Luz era diventata.

Qualsiasi parte del corpo non coperta dai vestiti era ora avvolta da una spessa pelliccia nera come la notte, la sua pelle si era ulteriormente scurita, così come la sclera degli occhi, illuminati da due stelle dorate. I suoi capelli erano cresciuti in pochi istanti diventando viola, mentre mani e piedi sfoggiavano grandi e affilati artigli bianchi, dello stesso colore delle corna che le spuntavano dalla testa.

Luz irradiava un potere che probabilmente rivaleggiava con quello di Sora o di Malefica, ma con una tonalità molto più bestiale, come se la Forza stessa si stesse inchinando a lei.
Titan Luz Noceda
" Sono pronta…"

                                                                                                           ***********
Sora galleggiava sul mare davanti a città Disney, circondato da tutti i Keyblade che era riuscito a evocare.... ognuno di essi simbolo del legame che aveva forgiato coi suoi compagni e con gli amici incontrati nel corso dei suoi viaggi..... ce n' era persino uno nato dalla sua complicata amicizia con Luz. Dumbo veleggiava sopra il suo padroncino, ricordando ancora come Tuk si era stretta a lui mentre sfuggivano assieme alle onde d' urto durante la battaglia su Pandora. A breve forse tutta la galassia sarebbe stata così.

" Mortis..... sarà lì che finirà tutto.", mormorò il giovane Custode, fissando il cielo notturno sopra di lui, e notando con assoluta precisione il punto dove si trovava il pianeta dove si sarebbe tenuta la battaglia finale.

" Già, e sarà lì che arriverai con la pelle tutta raggrinzita, se non ti deciderai a uscire.", disse canzonatoria Angela, scendendo in volo a fianco del suo leader assieme a Grogu



" Non dirmi che sul piano ancora rimuginando stai", disse Grogu, piegando la testa di lato.

" Non è rimuginare" , rispose Sora, mantenendo lo sguardo fisso sull’orizzonte. " Sto solo cercando di... visualizzare tutto. Mortis non è un posto qualunque. È un mondo dove la Forza è pura e selvaggia, e se sbagliamo anche un solo passo, potrebbe finire tutto."

Angela scosse la testa con un sorriso amaro. " Sempre così drammatico, eh? Non sei da solo, Sora. Non lo sei mai stato. Anche quando sembri prendere il peso del mondo sulle spalle, ci siamo noi."

Sora si voltò verso di lei, un accenno di sorriso sulle labbra. " Lo so, ma non posso fare a meno di sentirmi responsabile. Troppe persone contano su di noi."

Grogu allungò una manina verso il Keyblade fluttuante accanto a Sora, emettendo un lieve gorgoglio curioso. Angela ridacchiò. " Vedi? Persino lui ti dice di rilassarti un po’."

Sora sospirò, poi annuì. " Hai ragione. Dobbiamo essere pronti, ma anche ricordare per cosa combattiamo. Torniamo a riva."

Insieme, i tre si diressero verso la spiaggia, dove un falò illuminava la notte. Il resto del gruppo li aspettava, alcuni seduti su tronchi o coperte, altri intenti a preparare marshmallow e spiedini. Paperino era impegnato a litigare con Pippo per la cottura dei marshmallow, mentre Kairi rideva osservandoli. Riku, più serio, fissava il fuoco come se anche lui avesse i suoi pensieri.

" Ci siete finalmente- disse Kairi alzando lo sguardo verso Sora e Angela- Pensavamo che ti fossi addormentato in acqua."

" Nessun riposo per gli eroi", rispose Alamicon una risata, prendendo posto accanto a Riku, mentre Montblanc sbuffava uno dei suoi ' Kupò', e Judy gli diede un amichevole colpetto.

Sora si sedette accanto al falò, finalmente lasciandosi andare a un sorriso più sincero. " Abbiamo tutti bisogno di una pausa prima del grande giorno. Domani arriverà presto, ma stasera siamo qui."

Grogu si arrampicò sul tronco accanto a lui, agitando le manine verso un marshmallow che Kairi gli porse ridendo. E per un momento, sotto le stelle della Città Disney, il gruppo si concesse un istante di pace prima della tempesta.



                                                                                                                        **********

Salve a tutti, mi scuso se gli scontri di questo capitolo non sono stati all' altezza del precedente, perdonate la mia infinita fretta, spero che almeno la preparazione sia stata di vostro gradimento. Spero di riuscire a offrirvi una battaglia finale con tutti i crismi, di certo farò quanto posso perchè ogni personaggio coinvolto brilli. Potrebbe però volerci un pò perchè domani comincio finalmente il mio stage alla casa di riposo, che durerà fino a febbrario, e ho un paio di progetti per me molto importanti riguardo qualcosa da postare a San Valentino su Ao3. A presto e buon 2025





























                                                 
 

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Capitolo 48
*** Battaglia per Mortis- prima parte ***


Nel giro di un istante decine, se non centinaia di astronavi uscirono dall' iperspazio attorno a Mortis, la cui atmosfera brulicava di Heartless, Nessuno, Dream Eaters e quelle altre navi guidate dagli accoliti di Xenahort che erano sfuggiti alle indagini di Vader e Topolino. Entrambi gli schieramenti restarono immobili per un lungo istante, mentre in una zona isolata del settore, un' altra flotta appariva, guidata dall' Olandese volante. A bordo di essa Maul, Kassim e Malefica stavano dando le ultime istruzioni ai loro sottoposti più importanti: Kassim affidò ufficialmente ad Aladinn il titolo di capo dei Quaranta Ladroni se non fosse tornato, Maul bevve un' ultima volta assieme a tutti i suoi fidati compagni e Malefica assaporò le labbra di Talon per quella che forse sarebbe stata l' ultima volta, affondando a dovere le dita nel tonico corpo dell' assassina Twi' Lek.

Nel frattempo Davy Jones faceva un discorso a tutte le truppe della flotta criminale, indipendentemente che i loro membri venissero dagli Hutt, dagli Stecker o dall' Alba Rossa.

" Molti di voi probabilmente sono diventati orfani, vedove o straziati a vita per la mia stessa mano- disse empio il pirata, fiero in piedi davanti al timone, Uncino e Garland dietro di lui- state pur certi che non vi chiederò scusa nè oggi nè mai. Io e il resto della Gilda dei Diafani abbiamo compiuto le atrocità che ben conoscete perchè volevamo lasciare un' eredità, per i nostri sottoposti e per tutto l' Orlo Esterno. Quell' eredità è oggi qui davanti a me nella forma di voi tutti.... un'  eredità meschina, brutale e avida..... eppure, casomai i Disney e gli Eclipse venissero sconfitti oggi, con Xenahort dotato del potere di plasmare il fato della galassia, voi potreste essere l' unica possibilità per tutte le creature senzienti di riottenere un giorno il libero arbitrio.  Quindi avanti, mostriamo a quei cosiddetti paladini dell' ordine e della giustizia o a quegli ipocriti dell' Organizzazione cosa significa davvero combattere, non abbiate esitazione nell' usare qualsiasi sporco trucco che abbiate imparato dai vostri rispettivi padroni e scrivete a lettere di fuoco il vostro nome nella storia!"

Mentre le truppe esultavano per le parole del corsaro,  Thrawn e Vader lanciarono il loro secco ordine. Le flotte Eclipse aprirono subito uno sbarramento devastante sulle truppe nemiche, riempiendo il cielo di esplosioni che quasi accecarono le truppe di Xenahort a terra. Approfittando dello spazio creatosi, il Millennium Falcon e la Cloud Slayer( la nave di Della Duck) si mossero a spirale, sparando a più non posso per aprire il più possibile la via ai loro alleati, venendo però inseguiti da stormi di mostri e missili a ricerca, rispondendo per quanto possibile al fuoco. Un attacco combinato di Luke e Leila sottoforma di un' esplosione di luce sacra diradò le linee nemiche, ma restavano comunque un' infinità di nemici.

" Pensate che Han e Della ce la faranno, kupò?", domandò Montblanc, che stava dando gli ultimi ritocchi ai suoi numerosi congegni, volendosi preparare a tutto per la battaglia imminente. Attorno a lui, gli altri occupanti della Razor Crest guardavano la distanza con Mortis diminuire sempre più. 

" Non è la prima volta che Han si mette in una situazione impossibile, e ne esce sempre a testa alta.", disse Mando col suo solito tono fermo, sebbene i suoi sensi fossero all' erta nel caso di attacchi che i sensori della nave non potessero avvistare. 

Dall' altro lato del pianeta, una navicella guidata da Garland e 2B, accompagnati dalle rispettive squadre, si faceva a sua volta strada con non poca difficoltà in modo da preparare un bel comitato di benvenuto ai membri di entrambe le fazioni avversarie.

Larxene si appoggiò con aria rilassata alla roccia, mordicchiando il suo ghiacciolo al sale marino. L’aria pungente del pianeta Mortis era resa stranamente tranquilla dalla loro posizione defilata, lontana dal caos della battaglia imminente.

" Certo che hanno messo su uno spettacolo mica da ridere", disse con una risata tagliente, il suo tono cinico abbinato al sorriso beffardo che le illuminava il volto. " Quello là, Han Solo, si crede davvero il re del cielo. E quella Della..." Scosse la testa, ridacchiando. " Ha un bel coraggio, glielo concedo. Ma mi chiedo quanto durerà."

Maka, al suo fianco, non parve altrettanto divertita. Anche lei stringeva un ghiacciolo, ma non lo aveva nemmeno assaggiato. I suoi occhi erano fissi sull'orizzonte, dove le esplosioni brillavano come fuochi d’artificio.
"Non mi sembra il momento di fare battutine", disse infine, la sua voce calma ma carica di tensione. " Quella gente sta rischiando la vita. Noi dovremmo fare lo stesso, non starcene qui a guardare."

Larxene alzò un sopracciglio, dandole un’occhiata di sbieco. " Oh, per favore. È solo un altro gioco di potere. Fazioni che si scontrano, promesse di gloria, bla bla bla. Non c’è mai niente di nuovo sotto il sole." Fece un gesto ampio con la mano, come a liquidare l'intera faccenda.

Maka si alzò di scatto, stringendo il manico della sua falce. "Forse per te è solo un gioco, ma per me no. Ho giurato di portare a compimento il piano del capo, per tutti coloro che la me originale ha perso."

Larxene la osservò, un sorriso sottile che si allargava sulle sue labbra. " Sai, la tua determinazione è quasi commovente. Quasi." Si alzò a sua volta, stiracchiandosi pigramente. "Va bene, ero stufa di stare seduta comunque. Vediamo chi dei due arriva prima al vero divertimento."

Maka non rispose, ma le lanciò un’occhiata tagliente prima di girarsi e correre verso il campo di battaglia, la falce scintillante pronta all’azione. Larxene la seguì con passo più lento, godendosi l’ultima leccata del ghiacciolo.

" Finalmente un po’ di movimento", mormorò con un ghigno, fissando il cielo pieno di fumo e fulmini. "Spero solo che qualcuno riesca a farmi divertire."

 

                                                                                                                     ****************

 

La Razor Crest emerse dall'atmosfera di Mortis come una scheggia luminosa che rompeva il velo della tempesta che avvolgeva il pianeta. Attorno a loro il cielo era un caos di energia: fulmini viola e verdi squarciavano l'oscurità, simili a vene pulsanti di un corpo celeste vivo e irrequieto. La superficie di Mortis si stendeva sotto di loro, un misto di valli irregolari, montagne frastagliate e fitte foreste nere illuminate a tratti da bagliori blu-biancastri, come antiche rune incise sul terreno.

" Tenetevi forte!" gridò Mando, il suo solito ottimismo leggermente incrinato dall'andamento precario della nave. Le mani erano saldamente aggrappate alla console mentre la nave scendeva a spirale, evitando sfere di energia che sembravano volare dal nulla.

" Non preoccupatevi, ci penserò io!" rispose Alami, cercando di alimentare le barriere difensive della nave con la magia. Sudava per lo sforzo, la gobba sembrava riempirsi di crepe.

Sora sedeva al centro della cabina di pilotaggio, lo sguardo serio rivolto al paesaggio sottostante. " Mortis non è un pianeta come gli altri..." mormorò tra sé, più per mettere in chiaro i suoi pensieri che per dialogare con gli amici. " Qui tutto è vivo... posso sentirlo. È come se il cuore di questo posto parlasse direttamente al mio."

Di fianco a lui, Kairi gli posò una mano sulla spalla. " Dobbiamo rimanere concentrati. Questa è la nostra ultima possibilità di fermare Xenahort... non possiamo sbagliare."

La Razor Crest atterrò infine su una vasta pianura circondata da picchi rocciosi. Il terreno si illuminava debolmente a ogni loro passo, come se rispondesse alla presenza dei viaggiatori. Sora fu il primo a scendere, il Keyblade in mano e l'aria decisa. Alle sue spalle, Riku, Kairi e gli altri lo seguirono, formando una linea compatta.

" L'atmosfera è opprimente..." disse Riku, osservandosi attorno con sospetto. " Mortis non ci accoglierà a braccia aperte."

" Non abbiamo bisogno di benvenuti", ribatté Sora con un accenno di sorriso. " Abbiamo bisogno di risposte."

Il gruppo iniziò a camminare verso un enorme tempio in lontananza, i cui pilastri scintillavano sotto la strana luce che irradiava dalle nubi. Ogni passo era carico di una tensione che sembrava emanare dal pianeta stesso, come se il mondo fosse consapevole della loro presenza e li stesse mettendo alla prova.

Non ci volle molto prima che il gruppo si rendesse conto che qualcosa non andava. Mentre nell’atmosfera sopra Mortis la battaglia continuava a infuriare, il loro cammino a terra sembrava stranamente indisturbato. Nessun attacco, nessun nemico visibile… eppure ogni fibra dei loro corpi sapeva che era una trappola. Nessuno poteva prevedere però il momento esatto in cui sarebbe scattata.

I primi a percepire il pericolo furono Grogu e Judy. Con le loro acute abilità sensoriali, colsero un lieve fruscio prima che un raggio paralizzante sfrecciasse contro il gruppo. Judy reagì immediatamente, balzando su Sora per allontanarlo dalla traiettoria del colpo, mentre Grogu sollevò la mano e devìò il secondo con un’onda di Forza, sparando poi con il suo piccolo blaster nella direzione dell’attacco.

Dal fitto degli alberi altre orde di Heartless saltarono fuori attaccando con raffiche di proiettili elementali. Fortunatamente, Alami fu abbastanza veloce da creare una barriera magica, bloccando l’attacco. Tuttavia, lo sforzo per mantenere lo scudo visibilmente le costò caro.

Prima ancora che potessero prendere fiato, una melodia dolce e insidiosa si diffuse nell’aria, le onde sonore creando increspature visibili tutt’intorno. Era il segno inequivocabile dell’arrivo di Demyx, che apparve con la sua solita aria pigra e sardonica.

" Scusate l’interruzione, ragazzi!" esclamò il Bardo con un ghigno, facendo scorrere le dita sulle corde del suo sitar. " Ma il capo mi ha tenuto impegnato altrove. Che peccato, vero? Vi sono mancato?"

Le sue parole accesero la rabbia di Angela, che serrò saldamente ascia e scudo, entrambi modificati per funzionare anche come strumenti musicali. " Tu… finalmente pagherai per il tuo scherzetto su Marte!" ringhiò, le note iniziali della sua vendetta già pronte a risuonare.

Accanto a lei, Riku evocò la sua arma con un’espressione determinata. Fece un passo avanti, puntando la spada verso Sora. " Sora, non perdere tempo! Noi ci occupiamo di lui. Tu corri a trovare un posto sicuro dove aspettare Vader. Dopo, cercate Xenahort!"

Sora esitò per un istante, il desiderio di aiutare i suoi amici combattendo contro Demyx bruciava dentro di lui. Ma lo sguardo risoluto di Riku e la consapevolezza della missione più grande lo convinsero. " Conto su di voi!" disse, prima di scattare in avanti verso il cuore della foresta, lasciandosi dietro i suoni stridenti delle armi e la musica del loro scontro imminente.

                                                                                      **********

Nel frattempo Rex guidava una piccola navetta, accompagnato da Vermeil e la Perla Nera. Improvvisamente molte navi di entrambe le fazioni erano sparite, ma nè gli Eclipse nè i Disney erano responsabili degli attacchi o sapevano da dove provenissero. Rex intendeva vederci chiaro prima di scendere a terra.

" Qui Jack Sparrow, notato niente?", domandò il capitano della Perla Nera all' auricolare, mentre al contempo duellava furiosamente contro una banda di scagnozzi di Xenahort che avevano abbordato la Perla Nera. Poco distante da lui Hondu girava furiosamente il timone, dando intanto pieno sfogo all' artiglieria del vascello spaziale, e il resto dei loro compagni non era da meno.

" Non ancora, ma sospetto che...", disse il Mandaloriano, prima che Vermeil prendesse i comandi, schivando a malapena un raggio proveniente dal fianco, che si portò via una lunga fila di nessuno. 

" Abbiamo trovato i responsabili..... E' L' Olandese Volante!", esclamò la succube in tutti i canali di comunicazione. In quell' istante infatti la leggendaria nave disattivò il proprio dispositivo di occultamento, apparendo in tutta la sua macabra gloria, ulteriormente enfatizzata da Malefica nella sua forma di drago e da Luz nella sua forma titanica, seduta sulla polena. Fiumi di navette cominciarono a sciamare dal veliero, che si abbattè a sua volta senza ritegno contro le altre astronavi o coi mostri più potenti mentre Davy Jones rideva all' impazzata.

" Luz- disse con voce roca Malefica, sul cui collo si trovava Talon- prendi quanti più uomini possibili e scendente su Mortis per prendere i membri dell' Organizzazione. O altri ufficiali Disney ed Eclipse.".

" Sì, signora.", disse seria Luz, agitando nell' aria StringBean per evocare una serie di Glifi con cui volare a terra senza alcun problema, presto seguita da Amity, Zola, Inquinator, Savage e molti altri membri dell' alleanza criminale. L' ultimo a saltare fu MCleah col suo Spectrobe Joanna, non prima però di voltarsi di nuovo verso il proprio CapoClan.

" Boss- disse il bracconiere, rivolgendosi a Malefica con un raro tono di assoluto rispetto- se nessuno di noi tornasse a casa vivo, e so di parlare a nome di ogni singolo Stecker.... è stato un vero onore.".

                                                                                                   ********

Un piccolo reggimento guidato da Shan Yu ed Ercole, era intanto riuscito finalmente ad atterrare, e stava facendo piazza pulita di qualsiasi cosa si trovasse sul loro cammino, tutto per far venire finalmente Xenahort allo scoperto.

Il condottiero Seeq aveva dato libero sfogo al suo potere distruttivo, lanciando fendenti avvolti da incredibili scosse elettriche o capaci di generare immense maree, ogni colpo si portava dietro intere schiere nemiche, e i pochi sopravvissuti cadevano sotto i pugni di Ercole.

" Avanti, Xenahort, se proprio non vuoi farti vedere, almeno abbi la decenza di mandarci dietro i tuoi sicari migliori. Comincio a pensare che non ci sarà nemmeno bisogno di scomodare Lord Vader per sbarazzarci di te!", sghignazzò estasiato Shan- Yu, lanciando quindi la sua ascia verso Ercole, che l' afferrò a mezz' aria per poi girare su sè stesso e rilanciarla con dieci volte la potenza iniziale. L' impatto distrusse qualsiasi Heartless nelle vicinanze e fece addirittura tremare l' intero pianeta.

" Mi complimento per il coraggio, amico mio, ma consiglierei cautela con le parole.... non sai mai chi potrebbe accontentarti.", commentò il Gladiatore pulendosi distrattamente le mani, per poi sentire un lieve sibilo dietro di lui. Muovendo la testa di lato, schivò una lunga serie di aghi elettrificati, che presero purtroppo alcuni degli uomini di Shan Yu.

La responsabile era ovviamente Larxene, circondata da un esercito di sue copie, che fissavano i nemici con tanta condiscendenza quanta sete di sangue.

" Mhhhhh, due dei manzi più gustosi dell' allegra compagnia.... non potevo chiedere di meglio.", commentò soddisfatta l' elettrocineta, schioccando le dita ed evocando un varco oscuro da cui uscì un gigantesco Dream Eaters.

Dal portale oscuro evocato da Larxene, emerse una creatura colossale che sembrava essere stata creata con lo scopo di incutere puro terrore. Le sue forme erano aliene, una miscela letale di grazia predatoria e pura devastazione. Il corpo del Dream Eater brillava di una luce scura, punteggiata da riflessi blu-biancastri come se fosse un'incarnazione viva dell'elettricità stessa. La sua pelle, irregolare e luccicante come ossa bagnate, era percorsa da punte e spuntoni appuntiti che si estendevano in ogni direzione.

Le zampe possenti, dotate di artigli affilati come rasoi, calpestavano il suolo con forza sufficiente a lasciare profondi solchi nel terreno. La sua testa allungata, sormontata da una fila di creste acuminate, sembrava progettata per sferrare morsi rapidi e letali. Gli occhi erano inesistenti o completamente nascosti, lasciando intuire un mostro guidato da puro istinto o dall'influsso di chi lo comandava.

La coda serpentina, adornata da spine segmentate, si muoveva come un'arma vivente, capace di fendere l'aria con una velocità impressionante. Attorno al corpo si poteva percepire una carica statica che scaturiva in piccole scariche lungo gli spuntoni, testimoniando l'influenza elettrica di Larxene sulla creatura.

Ogni suo movimento rivelava un misto di violenza e agilità innaturale, il tutto accompagnato da un sibilo acuto e agghiacciante che fece gelare il sangue a molti degli uomini di Shan Yu ed Ercole, ancora presenti nella mischia.

What Aspects of the Alien Life-Cycle and History Does Ridley Scott Still  Consider Canon? – Circle of Cinema

" Perfetto," disse con una risatina Larxene, mentre osservava soddisfatta la scena. " Fallo a pezzi, piccola."

Shan Yu scambiò uno sguardo con Ercole. Entrambi annuirono, un’intesa immediata e condivisa: la vera battaglia iniziava ora.

" Uomini, indietreggiate! Questo sarà affar nostro," ordinò Shan Yu con una voce autoritaria e carica di sicurezza, congedando il suo reggimento.

Ercole, sempre calmo, si armò del proprio bastone da gladiatore, che si illuminò d’un bagliore divino. " Ti conviene darmi una mano, Shan Yu. Non voglio prendermi tutta la gloria," scherzò, un piccolo sorriso a illuminargli il viso mentre puntava gli occhi sul colosso.

 "Non preoccuparti, Gladiatore," rispose Shan Yu con uno sguardo feroce e un ghigno, sfoderando la sua spada d’assalto, scintillante d’energia. " Salviamo un pezzo della bestia ciascuno."

Con un urlo di guerra coordinato, i due si lanciarono all'attacco, pronti a combattere contro uno dei nemici più spaventosi che avessero mai affrontato.

 

                                                                                                             *******

 

Belos intanto guardava la battaglia da una piccola caverna, stringendo frustrato le nocche.

" Era proprio necessario questa teatrata, Xenahort?- chiese a nessuno in particolare- avremmo potuto fare tutto in fretta e silenzio, ma noooooo.... tu dovevi dimostrare il tuo punto.".

" Mi ricorda qualcuno- disse una familiare voce femminile dietro di lui- d' altrocanto non è stato il 'vero' Belos a forzare la Repubblica, nei suoi ultimi anni, a impedire di imparare a usare più classi?".

 Belos si girò inviperito, trovando dietro di sè nientemeno che Luz ed Amity, con King che ringhiava ai loro piedi.

" Che posso dire, il mio io originale ha avuto la giusta idea, togliere qualsiasi forma di flessibilità a chiunque non fosse un jedi, indebolendo ancora di più uno stato già al limite. Non a caso è caduta subito dopo.".

" Non senza che Revan e Malal ti abbiano aperto in due il culo.", affermò Amity, evocando tramite cerchi alchemici numerosi tentacoli di slime con cui si ricoprì, diventando alta quasi il doppio di Luz, la schiena ricoperta di lame e altre tentacoli, mentre la stessa Luz evocava interi cerchi di Glifi.

" E ora noi ripeteremo la loro opera.".

Belos strinse i pugni con rabbia, gli occhi carichi di una luce feroce mentre osservava le due ragazze prepararsi alla battaglia.

" Arroganti... vi credete all'altezza di Revan e Malal?" sibilò Belos, mentre un'aura oscura iniziava a manifestarsi attorno a lui, facendo tremare le rocce della caverna. " Non sapete nemmeno cosa avete davanti!"

"Non ci interessa sapere," rispose Luz con uno sguardo duro, facendo brillare i suoi glifi con un bagliore crescente. " Quello che so è che non c'è posto per te in questa galassia."

King si posizionò davanti alle due ragazze, abbaiando ferocemente, mentre le punte sulla sua coda iniziavano a emettere scintille, rivelando una forma di energia sconosciuta e pericolosa. " Puoi tirarti indietro e lasciarci passare," grugnì il piccolo demone, "o possiamo farti strisciare via in pezzi."

Belos rise amaro, la sua voce vibrante di una mistura di frustrazione e malcelata ammirazione. " Non avete idea delle forze in gioco. Ma se davvero siete decise, sarò lieto di distruggervi."

La sua mano destra si alzò lentamente, e l'oscurità nella caverna sembrò convergere verso di lui, formando una spada fittizia che brillava di un nero vorticoso, avvolta da lampi rossi. " Così insensate. E così... prevedibili."

Amity non aspettò un secondo di più. Con un boato, i tentacoli di slime si mossero simultaneamente, sferzando l'aria con forza devastante. " Luz, spingilo verso di me! Lo schiaccerò prima ancora che si renda conto di quanto sia patetico."

Luz, già in movimento, fece un passo avanti, attivando i glifi attorno a sé per generare un'intera ondata di fuoco combinata con ghiaccio. Il fuoco e il gelo si mescolarono in un attacco turbinante, spingendosi con violenza verso Belos.

Il perfido stregone alzò la sua spada per difendersi, ma il doppio assalto lo costrinse a indietreggiare, lasciando una scia fumante lungo la roccia alle sue spalle. " Carine le vostre mosse. Ma vediamo come ve la cavate con il vero potere di un Sith!"

Con un grido furioso, Belos batté la spada contro il terreno, generando un'onda d'urto che fece tremare l'intera caverna. Le pietre crollarono in ogni direzione, costringendo Luz e Amity a saltare ai lati per evitare i massi in caduta.

" Tutto qui quello che sai fare, vecchio pazzo?" gridò Luz, atterrando con agilità. Attivò un altro glifo, generando una barriera protettiva per King, che continuava a ringhiare. " Non importa quanto potere tu abbia. Sei solo un relitto del passato, e lo dimostreremo ora!"

Amity, caricandosi dell'energia dei suoi cerchi alchemici, puntò un braccio verso Belos. "L'ultima risata sarà la nostra. Preparati, perché questa è la fine!"

La battaglia esplose in una danza di attacchi e difese, la luce delle magie e l'oscurità dell'odio riempivano la caverna, preannunciando uno scontro che avrebbe segnato una svolta nella guerra contro Xenahort e la sua alleanza.

                                                                                                                                          ********

Nel frattempo Vader guardava grave la situazione dal ponte dell' Executior, tenendo le braccia incrociate.

Anche Obi- Wan ed Elga avevano lasciato la nave per scendere a terra poco prima. E il Millennium Falcon, con a bordo i suoi figli, era in quel marasma. Si chiese se li avrebbe rivisti.

" Ordini, mio signore?", gli domandò Thrawn.

" Continua a occuparti dell' Olandese volante e proteggi I nostri alleati e le truppe a terra. È ora che scenda anch'io in campo."

" Bene, preparo subito una....."

" non servirà. Vieni, R2"

Il robottino bianco e blu si attaccò subito alla schiena del proprio padrone, che premette un pulsante sul Prizmod e si lanciò in una botola appena apertasi.

Spinto Dai reattori del Droide, il leggendario Sith evocò i suoi Keyblade, roteandoli con la telecinesi per contrastare la marea di creature che si diresse contro di lui, nascondendolo anche alla vista del Preoccupato Thrawn

Vader scese come un turbine dal cielo, avvolto in un alone di potenza oscura. La marea di Heartless e altre creature lo circondava come un'onda nera pronta a inghiottirlo, ma il Signore dei Sith non sembrava minimamente turbato.

I suoi Keyblade, uno avvolto da un'aura cremisi e l'altro da una luce oscura intensa come il vuoto dello spazio, danzavano nell'aria sotto il suo comando telecinetico, fendendo con precisione chirurgica tutto ciò che si avvicinava. Gli Heartless venivano dissolti in una pioggia di scintille, le loro forme fumanti che si dissolvevano nel nulla, mentre le lame luminose colpivano con una ferocia devastante.

Gli altri scontri parvero fermarsi per un istante, tutti rapiti dalla figura di Vader che emergeva dal caos come un demone caduto dal cielo. Anche i suoi avversari, abituati a terrorizzare i loro nemici, sembravano esitare alla vista di quello spettacolo.

R2 emise un fischio acuto, sparando occasionali raffiche di laser per abbattere le creature più lontane o distrarre quelle più veloci. Il piccolo droide sembrava del tutto sincronizzato con i movimenti di Vader, che avanzava come un muro implacabile, le lame che roteavano velocemente attorno a lui come un vortice letale.

A terra, Shan Yu ed Ercole, ancora impegnati con Larxene, notarono l'impatto esplosivo e i resti fumanti dei nemici. " Ho visto molte cose assurde in vita mia," disse Ercole, bloccando un colpo di una delle copie di Larxene, "ma quello supera tutto."

" Sta a vedere che adesso dobbiamo lasciargli anche questa vittoria," commentò Shan Yu, sorridendo mentre calava un'altra ascia su una delle copie.

Nel frattempo, dall'alto della Perla Nera, Jack Sparrow osservava la scena attraverso un monocolo improvvisato. " Interessante, quel Darth. Anche nei nostri mari farebbe faville," disse con una nota ammirata, anche mentre combatteva furiosamente contro i seguaci di Xenahort.

Infine, dall'Olandese Volante, lo sguardo di Davy Jones si strinse vedendo la figura di Vader farsi strada tra la sua flotta. " Vedremo, Signore Oscuro," sussurrò il comandante della nave maledetta. " Vedremo quanto resisti contro l'abisso."

Ma Vader continuava a procedere. L'oscurità stessa sembrava piegarsi al suo volere, e le creature più grandi, persino il Dream Eater evocato da Larxene, tremavano mentre lui si avvicinava. Quando finalmente toccò terra, i suoi Keyblade si fermarono, immobili nell'aria per un istante, prima che si librassero in avanti, distruggendo tutto ciò che si frapponeva tra lui e il suo obiettivo.

Vader e R2 atterrarono con un devastante impatto in una zona isolata del pianeta, un canyon dove le truppe di Xenahort avevano nascosto la loro artiglieria. Non appena la polvere si diradò e i soldati videro chi era arrivato, non persero un solo istante a puntare tutto quello che avevano, Spectrobe inclusi, contro la lugubre figura di Anakin Skywalker.

" Darth Vader, consiglio una resa immediata e incondizionata- esclamò il capo del battaglione, che era stato guardacaso al fianco di Cad Bane e Pongo Krell quando avevano attaccato gli Eclipse molti anni prima- sei circondato.".

Nonostante le parole apparentemente ferme, le dita dell' avventuriero a malapena riuscivano a tenere il suo comunicatore, e si poteva dire lo stesso per non pochi dei suoi commilitoni. Vader rimise mano alle sue fidate spade e guardò tutti con assoluta indifferenza.

" Tutto ciò da cui sono circondato sono paura.... e uomini morti.".

Vader sollevò le mani lentamente, e i Keyblade si mossero con un impercettibile comando della sua mente, librandosi in aria come predatori pronti ad abbattersi sulle loro prede. L’atmosfera nel canyon sembrava inspessirsi, oppressiva, carica del potere oscuro che emanava dalla figura avvolta nel mantello.

I soldati di Xenahort, nonostante la loro apparente superiorità numerica e l'artiglieria a disposizione, indietreggiarono di un passo. Gli Spectrobe, creature addestrate per essere temibili macchine da guerra, ruggirono verso Vader ma esitarono, il loro istinto riconoscendo qualcosa di primordiale e letale in quell’uomo.

R2-D2 emise una serie di bip acuti e fischi, rivelando uno scomparto segreto che dispiegò rapidamente un blaster a impulsi, con cui cominciò a sparare ai soldati più vicini. Il droide avanzava come una macchina perfetta al fianco di Vader, respingendo i primi attacchi senza esitazione.

Il capo del battaglione cercò di mantenere il controllo. " Fuoco! Sparate a volontà!" urlò con la voce incrinata. Una raffica di colpi laser e scariche energetiche si riversò su Vader.

Ma il Signore Oscuro non si mosse nemmeno. I suoi Keyblade turbinavano attorno a lui, creando una barriera impenetrabile che deviava ogni singolo colpo con precisione matematica. Le esplosioni si susseguirono, sollevando nubi di fumo e detriti, ma quando la visibilità tornò, Vader era ancora lì, immobile, il mantello che fluttuava sotto la brezza calda del canyon.

" Paura..." mormorò Vader. Sollevò una mano e con un movimento rapido strinse il pugno. Subito, diversi soldati furono sollevati in aria dalla Forza, contorcendosi e gridando mentre venivano immobilizzati. Le loro armi caddero a terra con un clangore. " ...E uomini morti."

Poi scattò. Vader si mosse con una velocità innaturale, il suo mantello che si trasformava in un'ombra fluttuante attorno a lui. I Keyblade ruotavano come estensioni della sua volontà, abbattendosi sui cannoni, distruggendo le batterie di artiglieria e tranciando ogni Spectrobe che provava a caricarlo. Il canyon risuonava del suono di esplosioni e urla, mentre l'armata di Xenahort veniva sistematicamente distrutta.

R2 si posizionò strategicamente dietro coperture naturali, sparando impulsi per disattivare i restanti Spectrobe o sabotarli, creando ulteriore caos nelle linee nemiche.

Il capo del battaglione era ormai l'unico rimasto in piedi, ferito, tremante, il comunicatore caduto di lato. Prostrato davanti al Sith, tentò di raccogliere la propria arma, ma la lama cremisi del Keyblade di Vader gli puntò alla gola.

" Pietà..." balbettò l'uomo.

Vader inclinò la testa, la maschera del respiro amplificando l'aria mortale che lo circondava mentre portava indietro le sue fidate lame:" Il tempo della pietà è giunto al termine....".

Con un rapido colpo del Keyblade, tutto finì.

 

                                                                                                                   ********

Nel frattempo, in un' angolo misterioso della Forza, esattamente a metà strada tra Luce e Oscurità, il Collezionista( da Owl House, nel contesto patrono di Sora) e la Verità( da Full Metal Alchemist, qui patrono di Anakin) guardavano con assoluta attenzione da uno schermo olografico la battaglia in corso. Con tutti i duelli simultanei, persino due divinità del loro calibro cominciavano ad avere problemi a seguire tutto.

" Miseria, neanche con la fine della Repubblica c' era stato un simile putiferio.... non in un unico posto almeno.", commentò il Collezionista, ingoiando in un colpo un intero pacco di pop corn da lui evocati. La Verità, che al momento aveva assunto la grossolana forma dello stesso Vader annuì.

" E l' intera galassia ha gli sguardi puntati su tutto questo. Per molti versi, noi Eidolon e i mortali siamo praticamente identici.", affermò l' entità garante dell' ordine, prima che uno terzo ospite apparisse tra loro, una bambina con un costume da vespa e circondata da pacchi di dolcetti al miele: si trattava di Mindy, la terza delle sorelle Magus e patrona di ogni praticamente della magia nera, nonchè carissima amica del Collezionista

" Scusate l' attesa, mi sono persa qualcosa?".

Il Collezionista si girò verso Mindy con un sorriso ampio e scintillante, facendo apparire una comoda poltrona accanto a sé con un semplice schiocco delle dita.

" Oh, non molto, Mindy. Solo l’intero equilibrio della galassia appeso a un filo, con i nostri piccoli campioni che si danno da fare per risolvere il caos che noi abbiamo ampiamente... facilitato." Fece un gesto drammatico, lasciandosi cadere di lato come se il peso dell'universo fosse tutto suo. Poi tornò a sedersi dritto, ancora più vivace di prima. " Vuoi dei pop corn? Li ho fatti io! Sapore di stelle cadenti."

Mindy, con un sorriso malizioso e gli occhi che brillavano di curiosità, prese un pacchetto di dolcetti al miele e si accomodò nella poltrona evocata. " Grazie, ma ho i miei dolci. Sai che non posso resistere al miele." Poi, dando un’occhiata allo schermo, spalancò gli occhi. "Accidenti, che spettacolo! Dov’è Anakin? Voglio vedere come se la cava il tuo 'campione', Verità."

La Verità, che osservava con calma composta, si limitò a un cenno del capo verso un angolo dello schermo, dove Vader stava terminando la devastazione nel canyon. " Come sempre, la sua strada è intrisa di sacrificio e distruzione. Ma è inevitabile... l'oscurità è nel suo destino quanto lo è la luce."

Mindy fece una smorfia, un po' delusa. " Sempre così serio, tu. Comunque, il tuo Anakin non è male, ma vogliamo parlare di Sora? Quel ragazzo continua a sorprendere. Collezionista, come fai a non essere ossessionato da lui?"

Il Collezionista scoppiò in una risata cristallina, lanciando in aria un pugno di pop corn che si trasformò in una pioggia di stelle scintillanti. " Oh, ma lo sono! Sora è come uno di quei giochi di cui non ti stanchi mai. Sempre pieno di sorprese, e con quell'adorabile testardaggine che lo porta a buttarsi in situazioni disperate. Guarda! Sta affrontando tre avversari contemporaneamente, e non ha ancora capito che uno è un’illusione!"

Mindy si mise a ridere, mordendo un dolcetto al miele. " Classico. E se vincesse? Che succede? Diventerebbe lui il nuovo prescelto dell'equilibrio?"

La Verità emise un suono che poteva essere interpretato come una risata contenuta. " Se vincesse, significherebbe solo che è pronto a portare un altro fardello. Ma non dimentichiamo: ogni vittoria ha il suo prezzo. Come ogni sconfitta."

"Bleh, sempre così pessimista." Mindy scosse la testa, facendo roteare il bastoncino del dolcetto come fosse una bacchetta. " Comunque, il vostro spettacolo mi sta piacendo un sacco. Ma dov’è Luz? Voglio vedere cosa sta combinando quella pazza col suo titanico potere."

Il Collezionista batté le mani e l’immagine sullo schermo cambiò, mostrando Luz che abbatteva un gruppo di Heartless con una precisione chirurgica. " Ah, Luz! Lei sì che sa come fare un ingresso drammatico. Guardala! Sempre così teatrale. Mi piace!"

I tre patroni continuarono a guardare e commentare lo scontro, ognuno con il proprio stile. Erano spettatori divini di una guerra che, a modo loro, avevano aiutato a plasmare, e non potevano fare a meno di essere affascinati dall’ingegno e dalla determinazione dei mortali che li rappresentavano.

 

                                                                                        *****************


Buonaserata a tutti, restate sintonizzati, non so quando arriveranno gli ultimi tre capitoli, ma ne vedrete nelle belle, non ho ancora rivelato tutti i match.

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Capitolo 49
*** Battaglia per Mortis- seconda parte ***


Sephirot galleggiava pigramente nella vasca di stasi dove gli Avalanche lo avevano messo, prelevando gradualmente il suo materiale genetico per realizzare il vaccino al Geostigma. La maggior parte del clan era certo che l' incubo fosse finalmente finito, e non pochi avevano riabbracciato con gioia i loro cari ormai guariti, convinti che Sephirot non avrebbe più fatto del male a nessuno.

Purtroppo l' angelo monoala, seppur addormentato, era ancora fin troppo attivo mentalmente, usando il proprio sonno per allenarsi all' interno del proprio cuore. E non aveva certo mancato di avvertire le ondate di puro potere proveniente da Mortis, che stavano facendo tremare ogni angolo della Forza.

Non poteva sprecare una simile occasione.

' Vai, figlio mio, vai..... E lorda la tua lama col sangue degli sciocchi che si credono nostri padroni', lo incitò la mente collettiva di Jenova, indebolita, ma non certo sconfitta. Nel liquido che lo tratteneva, Sephirot ghignò malevolo.

' Sarà fatto, madre'.

Quando Aerith entrò nel laboratorio per controllare i dati, al posto della capsula trovò solo un pavimento spaccato, chiaro segno di un violento teletrasporto. E aveva un' idea fin troppo chiara su dove il loro prigioniero si fosse diretto. Senza perdere un ulteriore istante, mise mano al Prizmod, e la stanza si riempì col rumore di spari e grida di dolore provenienti dal campo di battaglia dove si trovava l' amico.

" Cloud, mi ricevi?", chiese la guaritrice" E' fuggito!".

                                                                                                                   ********
Sulla superficie di Mortis, Obi-Wan si muoveva freneticamente attraverso ondate infinite di nemici, facendo roteare abilmente il Keyblade per parare e contrattaccare ogni colpo. Incanalava senza sforzo l'energia degli incantesimi in arrivo, reindirizzandoli verso i suoi nemici o usandoli per curare sé stesso e gli alleati più vicini.

In prima linea tra questi alleati c’erano la Duchessa Freya di Mandalore e il suo drago. Convinta che Maul avrebbe colto l’opportunità per farsi vedere, aveva reclamato la Darksaber da Din Djarin. Ora, dal dorso del suo fedele Spectrobe—un panciuto drago il cui aspetto tradiva una grazia e potenza incredibili—scagliava giavellotti di pura energia e infliggeva fendenti di oscurità concentrata, ogni colpo tagliando il campo di battaglia come una tempesta incarnata.

Lo Spectrobe si muoveva con una grazia terrificante, i suoi artigli squarciavano gli Heartless e le forze nemiche senza esitazione, mentre la sua cavaliere colpiva dall’alto, una signora della guerra in armatura mandaloriana rinforzata da antiche incisioni in cui il potere scorreva fluido. I suoi occhi ardevano di determinazione incrollabile, la Darksaber nella sua presa crepitava con il suo inquietante bagliore nero mentre cozzava contro le armi di chiunque osasse sfidarla.

Insieme, Freya e la sua creatura si aprivano un varco nel campo di battaglia, il drago scatenava torrenti di fuoco oscuro che consumavano tutto ciò che incontravano. Obi-Wan scorse fugacemente la donna nel caos, una forza inarrestabile che combatteva per reclamare l’onore di Mandalore in un conflitto che trascendeva le stelle stesse.

Poi, mentre lei e il suo Spectrobe avanzavano, un’enorme esplosione di energia si sprigionò davanti a loro. Una lama cremisi si scontrava contro due armi di blu e oro, mentre carte da gioco ruotavano nell’aria come proiettili letali.

Maul.

L’ex Signore dei Sith, il suo odio intatto nonostante il passare del tempo, era impegnato in un feroce duello contro Saïx e Koinzell dell’Organizzazione XIII. Il campo di battaglia tremava sotto la pura intensità del loro combattimento—Saïx, nella sua furia berserker, brandiva il suo massiccio claymore con brutalità animalesca, mentre Luxord si muoveva abilmente tra gli scontri, manipolando il tempo e la probabilità a suo vantaggio.

Freya strinse gli occhi sotto l’elmo. Aveva trovato la sua preda.

Con un balzo potente, lei e il suo Spectrobe si lanciarono nel caos, la sua voce risuonò come un grido di battaglia.

"MAUL!"
" Cambio Forma: Inferno Angelico!", affermò Maul, stringendo il Keyblade davanti a sè e generando dall' elsa un' altra lama, dalla forma di un' ala angelica. Con la sua doppia spada, che impugnò come una Naginata, Maul riuscì a bloccare il primo attacco di Frejia, che si mosse fulminea attaccando da qualsiasi direzione, la sua lancia simile a un drago da innumerevoli teste finchè non cominciò a sparare potenti soffi di energia elementale contro il Sith.

Demyx e Koinzell cercarono di approfittare del duello per mettere ko entrambi i contendenti, ma si trovarono di fronte lo scudo di Obi- Wan, spaccandosi il naso contro il suo Reflex.

" Miei cari, pensavo che aveste ancora un minimo di buona creanza. Non si interrompe così il duello di una signora.", disse sardonico il Bangaa, prima di generare una sfera di pura energia atomica nella mano e scagliarla contro gli altri due Custodi.

" Fusione.....".

                                                                                                                       *******

In alto nei cieli, l’Olandese Volante faceva pieno sfoggio della sua devastante artiglieria. Sfere di plasma e missili a carica protonica venivano sparati dai suoi cannoni senza un attimo di tregua, illuminando l’oscurità con esplosioni violente. Qualsiasi assalitore abbastanza folle da tentare di abbordare il leggendario vascello – fosse Heartless, Dream Eater o guerriero nemico – non sopravviveva a lungo. Davy Jones e i suoi uomini falciavano chiunque osasse mettere piede sul ponte.

Il capitano, con il suo ghigno malizioso, sembrava quasi divertirsi. La sua sciabola danzava con una rapidità e una precisione che non sentiva proprie dai suoi giorni più verdi. Un fendente e un uomo cadeva; un gesto delle sue dita tentacolari, e un intero gruppo di avversari veniva congelato, carbonizzato o ridotto in vapore.

Se quello doveva essere il suo ultimo giorno prima di raggiungere Cornelius nel Calderone di Ade, sarebbe stato un giorno glorioso.

"Capitano, alle vostre spalle!" la voce stridula di Uncino ruppe il caos della battaglia.

Davy Jones non esitò. Con un rapido movimento, evocò dietro di sé una barriera spettrale. Un istante dopo, il suono di metallo che si conficcava nel nulla riempì l’aria: carte dal bordo tagliente si piantarono nella difesa, vorticando con un'energia oscura.

Jones si voltò lentamente, il suo sguardo freddo incontrò quello di un uomo biondo in uniforme nera, la sua presenza imponente ma allo stesso tempo sprezzante. Un Keyblade apparve tra le sue mani con un bagliore etereo.

"Con chi ho il piacere?" domandò Jones, scrocchiando il collo e muovendo i tentacoli del volto come fossero dita impazienti.

Uncino strinse con più forza il suo fioretto, riconoscendo il nuovo arrivato. "Lo conosco," ringhiò. "Due anni fa era con me, quando attaccai le Isole del Destino."

L’uomo biondo sorrise con superiorità, facendo roteare il Keyblade tra le dita. "Mi chiamo Luxord…" fece una pausa, osservando i due pirati con l'aria di chi aveva tutto il tempo del mondo. "Voi Stecker siete stati più utili di quanto immaginassimo. La spinta che avete dato a Sora è stata fondamentale per farlo crescere come volevamo."

Poi, il suo sguardo si fece più tagliente. "Ma ora siete diventati un problema più grande del previsto. E io sono qui per rimediare."

                                                                                                                          **********
Altrove Malefica, ancora nella sua ruggente forma draconica, stava guidando una squadriglia di Stecker e alleati contro un gruppo particolarmente infido di Nessuno e Spectrobes.

' Ironico.... speravo di creare un mio esercito di Spectrobe ubbidienti e ora affronto quelli di Xenahort.', pensò divertita la Capoclan, sputando un soffio di fiamme verdi che aprirono una linea retta nelle truppe nemiche. Due artigliate infuse di energia oscura sparsero ulteriormente i nemici e li resero vita facile per le sue truppe, ma sapeva che lo scontro era appena agli inizi.

A confermare il suo sospetto, quasi senza accorgersene una delle sue ali venne tagliata da un fulmineo fendente, facendola gridare dal dolore. Un ulteriore colpo la scagliò contro l' atmosfera, costringendola inoltre a riprendere la propria forma umanoide. 

Girandosi scoprì che la responsabile dell' attacco era Maka, i cui tacchi a spillo erano infilati proprio sotto la base delle sue ali.

" GRAVITA' ZERO!", esclamò la strega, generando un' ondata gravitazionale che separò le due contendenti, che atterrarono abilmente sulla superficie di Mortis senza riportare altri danni.

" Sai, Malefica", disse Maka quasi sardonica, mettendosi la falce sulle spalle" per certi versi il nostro capo ti temeva anche più di Vader e Sora. La dice lunga che ti consideri quasi più imprevedibile dell' incarnazione stessa del libero arbitrio.".

Un ghigno trionfante si dipinse sul viso verdastro di Malefica, che rise appieno prima di evocare dietro di sè una ruota spinata da arcolaio. L' oggetto, roteando a massima velocità, la difese dall' attacco a sorpresa di un gigantesco Dream Eater simile a un ragno, seguito da molti altri mostri d' ogni tipo.

" Molto onorata, cominciavo a temere di essere ormai null' altro che un terzo incomodo in questa guerra. Ma non pensiate di potermi distrarre con le parole. Se dovessi morire oggi, state pur certi che trascinerò nel Calderone di Ade con me quanti più di voi possibile!".
                                                                                                                *********
                                       Nel caos infernale della battaglia su Mortis, un'ombra sfrecciava sopra le teste dei combattenti, tracciando un arco argentato contro il cielo crepitante di energia.

Sora, con gli occhi fissi in avanti e il cuore infiammato di determinazione, avanzava a tutta velocità a cavallo di Dumbo, la piccola elefantina magica trasformata in una maestosa cavalcatura eterea. Il suo corpo era avvolto da un’aura di luce pulsante, mentre il Keyblade fendeva l’aria, abbattendo senza esitazione ogni Heartless, Nessuno, Spectrobe o guerriero ostile che osasse frapporsi tra lui e Xehanort.

Ogni volta che Dumbo batteva le grandi orecchie, sparava potenti raffiche di vento che scagliavano in aria la maggior parte dei nemici, rendendoli facile preda dei loro attacchi combinati. I mostri cadevano a decine, dissolvendosi in scintille di oscurità, ma Sora non si fermava mai, non guardava indietro. Non importava quanti nemici ci fossero. Doveva arrivare da Xehanort.

Ma proprio mentre il ragazzo si stava preparando a sfondare la prossima linea difensiva con un Firaga, il cielo stesso sembrò spalancarsi con un rombo sovrannaturale.

Una colonna di luce cremisi esplose dal suolo con la violenza di un vulcano in eruzione, incenerendo tutto nel raggio di decine di metri. Dumbo si impennò, barcollando a mezz’aria, e Sora fu costretto a balzare giù, atterrando con un’acrobatica capriola prima di piantare i piedi a terra.

Un’ombra fluttuava al centro del cratere fumante, il suo corpo circondato da un bagliore maligno.

Poi, lentamente, la figura emerse dalle ceneri con la solennità di un dio della guerra.

Sephiroth.

La sua spada, la leggendaria Masamune, scintillava di una luce ultraterrena, mentre la sua lunga chioma argentata ondeggiava come seta liquida nella brezza carica di elettricità. Gli occhi di Sora si spalancarono, il respiro gli si mozzò per un istante.

No. Non adesso. Non lui.

Ma Sephiroth sorrise appena, inclinando il capo con una grazia perversa.

"Sora..." la sua voce era un sussurro affilato come la lama che impugnava. "Ancora una volta, il destino ci porta a incrociare le spade."

Senza ulteriori parole, il guerriero oscuro sollevò Masamune e la puntò verso il ragazzo, una sfida chiara, inevitabile.

Sora serrò i denti, stringendo con forza il Keyblade.

Xehanort avrebbe dovuto aspettare.

Prima, doveva sopravvivere a Sephiroth.
In un istante, l' angelo caduto si portò davanti a Sora, che riuscì in qualche modo a parare la prima fulminea raffica di fendenti da lui portata prima di passare al contrattacco.

" AURA CUTTER!", gridò il moro prima di scagliare a distanza zero un fendente di pura energia cerulea, che però Sephirot riuscì a deflettere con relativa facilità, sebbene l' attacco si portò comunque con sè una lunga striscia di terra.

Fortunatamente quel primo attacco era stata una distrazione a favore di Dumbo. In quei pochi secondi l' elefante aveva infatti accumulato nei polmoni un'immensa quantità d' aria che infuse poi di potere grazie ai suoi Midi Chlorian e quelli di Sora.

Con un immenso barrito, Dumbo scagliò tutta l' aria accumulata sottoforma di una fitta nebbia congelante. La pressione era così tanta che persino Sephirot non riuscì a resistere e venne scagliato via di diversi metri, ricoperto di schegge e fiocchi di neve.

" I..... Impressionante. Persino Paperone non era riuscito a infliggermi un malus propriamente detto.", ammise impressionato lo spadaccino, usando un incantesimo per liberarsi dall' ipotermia.

" Sephirot, vorrei tanto liberare la galassia dalla tua presenza, ma lascerò l'onore a Cloud e al resto degli Avalanche. Levati di torno, ho un pesce più grosso di te a cui pensare....", lo intimò Sora prima di evocare il Drago Segreto, il Keyblade nato dal suo legame con Mulan.

" Spiacente, Sora. Sarai riuscito una volta a sfuggire all' abbraccio della Madre, ma oggi non sarai così fortunato.", intimò Sephirot prima di preparare il suo nuovo attacco. La sua ala nera gli apparve dietro la schiena, mentre la Masamune sembrò essere avvolta da un fitto alone di plasma incandescente.

" SUPERNOVA!", gridò lanciando tutta l' energia accumulata contro Sora. Prima che questi potesse schivare, tre figure gli apparvero davanti evocando una barriera al suo posto.

Terra, Aqua e Ventus

" Sora, raggiungi Vader e occupatevi di Xenahort. Noi riconsegneremo questa patetica scusa di avventuriero agli Avalanche.", disse secco Terra, ansioso di usare di nuovo il suo corpo per una buona causa

Sora li fissò per un attimo, il cuore in subbuglio. Rivederli lì, insieme, pronti a proteggerlo come una famiglia... gli diede una forza rinnovata.

"Terra...", iniziò Sora, ma il guerriero dagli occhi d’acciaio lo interruppe con un cenno deciso.

"Non perdere tempo. Tu e Vader siete gli unici che possono fermare Xehanort adesso."

Aqua annuì, un lieve sorriso sulle labbra. "Abbiamo aspettato troppo tempo per questa occasione. Lasciaci a Sephiroth, lo terremo occupato."

Ventus, impugnando la sua Wayward Wind, aggiunse con una smorfia: "Vai, Sora. Noi penseremo a questo tizio con la crisi dell'eroe dannato."

Sora strinse i pugni, esitando per un solo istante. Lasciare Sephiroth nelle loro mani... era davvero la cosa giusta?

Un ruggito familiare sopra di lui lo riportò alla realtà. Dumbo fluttuava ancora a mezz’aria, pronto a riprendere la corsa verso il cuore della battaglia.

Dopo un ultimo sguardo d' intesa ai compagni, balzò agilmente sulla schiena di Dumbo e senza più voltarsi, si lanciò in direzione di Darth Vader e Xehanort, lasciando il suo destino nelle mani dei suoi amici.

Dietro di lui, Sephiroth aprì la sua ala nera con un sorriso sprezzante.

"Ah... quindi abbiamo un trio di eroi destinati alla disfatta. Perfetto."

Masamune si levò in aria, il suo bagliore sinistro illuminò il campo di battaglia.

"Mostratemi il valore dei vostri cuori, Custodi del Keyblade!"

E così, il duello tra l’angelo caduto e i tre guardiani della luce ebbe inizio.

                                                                                                                            ********

Altrove Garland e compagni stavano massacrando quanti più possibili dei complici di Xenahort. Anche gli occasionali Eclipse o Disney cadevano facilmente sotto la lama cambiaforma del cavaliere. A interrompere la sua avanzata fu un' altro immenso spadone bianco e azzurro, brandito da Saix.

" Ti consiglio di tornare con la coda tra le gambe dalla tua padrona..... un nuovo mondo sta per aprirsi per tutti, imparate a gioirne o perite.", intimò il Berserk, spingendo via Garland con un' esplosione di energia bianca che non inflisse comunque alcun danno al guerriero. Il Berserk e il Cavaliere si guardarono a lungo con occhi penetranti, ognuno sentiva le dita spezzarsi a furia di tenere l' elsa delle rispettive armi mentre il terreno attorno a loro si riempiva di crepe.

" Mphhh, so meglio di chiunque che un nuovo mondo è in arrivo. La mia divinità patrona è Chaos, che rappresenta la forza della natura e i continui cicli dell' universo..... è l' alternarsi della vita e della morte, ma di certo non approva la fine del libero arbitrio per come lo intendiamo, specialmente a opera di un pazzo megalomane come Xenahort.", disse infine oltraggiato Garland, dividendo all' improvviso lo spadone in due sciabole per tentare un rapido assalto contro il Custode.

" Grr, ti farò mangiare quella tua lingua infame.", disse inviperito Saix, preparandosi ad attaccare solo per dover schivare un incantesimo giunto all' improvviso.

" Prima o dopo che io abbia fatto il culo a entrambi?", disse sardonica Vermeil, entrando in scena assieme a Rex, armata di mazza neurale.

Garland fissò la nuova arrivata con un ghigno sotto l’elmo, la sua spada pulsante di energia oscura.

"Vermeil... Sei sempre la solita.", disse roco, ricordando il suo ultimo match con la succube.

La guerriera dai capelli violetti roteò la propria mazza  con un gesto fluido, un bagliore cremisi illuminò l’arma mentre accumulava energia. "E tu sei sempre un vecchio arnese, ma almeno sei un arnese utile."

Al suo fianco, Rex batté il pugno corazzato contro il palmo aperto, desideroso semplicemente di concludere il prima possibile quella giornata. "Dunque, ci dividiamo il lavoro? O preferiamo una carneficina in squadra?"

Saix digrignò i denti, la sua furia berserker già sul punto di esplodere. "Smettetela di parlare come se io non fossi qui!"

Con un ruggito animalesco, sollevò l’enorme spadone, il cielo attorno a lui si tinse di un blu profondo mentre la Luna Crescente della sua rabbia si manifestava.

"MORITE!"

Garland si piantò i piedi a terra, incrociando la spada davanti a sé. "Tsk. Ragazzo, se pensi di impressionarmi con qualche ruggito lunare, sei ancora troppo giovane per affrontare un vero cavaliere.", commentò sardonico, pur sapendo che tecnicamente il Berserk era molto più vecchio di lui.

Vermeil sogghignò, lanciandosi in avanti. " Mphhh, se è un tutti contro tutti che volete..... non avevate che da chiedere!"

Rex si limitò a ridere prima di scattare al fianco della sua compagna. "Allora vediamo chi lo colpisce per primo!"

Il campo di battaglia tremò mentre i tre guerrieri si lanciavano all’assalto di Saix, dando inizio a un feroce scontro di pura potenza.


                                                                                                                                   ********

Dopo essersi separata da Maka, Esdeath si era rapidamente costruita un palazzo di ghiaccio coi propri poteri, ove aveva già sistemato molti di coloro che erano stati così sfortunati da essere incappati in lei. La spadaccina dai capelli turchesi sedeva ora sul proprio trono, sistemandosi a vicenda le unghie con Reiko.

" Devo dire che per essere il meglio del meglio di quest' era, i nostri avversari mi hanno un pò deluso.", commentò seccata la cecchina, aspettando che lo smalto nero sulle sue unghie si asciugasse. Esdeath intanto roteava il collo in un tentativo di rilassarei muscoli. Smise però quando vide un lieve riflesso in una delle colonne cristalline da lei create.

" Forse il meglio deve ancora venire, mia cara....", affermò con un ghigno sadico prima di saltare via assieme alla compagna, schivando appena un' esplosione di sabbia e fuoco da cui riemersero Iago Kassim, il quale fisso entrambe con disprezzo.

" Devo ancora farla pagare al vostro gruppo maledetto per aver rovinato il matrimonio di mio figlio.", affermò bieco il predone, evocando una sciabola. Intanto la porta del salone venne frantumata quando un' immensa creatura la caricò con un ruggito: Il Dongiga di Savage, cavalcato dal suddetto e da 2B, già fusa a Globby.

" A titolo informativo, nel conto è incluso anche un duello con lei?", chiese sardonica Esdeath, rievocando il proprio Keyblade, decisa a chiudere i conti con la letale androide.

                                                                                                                                    ****************

Dumbo arrivò infine in quello che sembrava un pavimento, e si accasciò mentre Sora scendeva dalla sua testa, non meno stanco del fidato Spectrobe.  
  
" Sei stato magnifico. Ora riposati, ti sveglierò quando tutto sarà finito.", disse fiero il moro, carezzando le orecchie di Dumbo. L' elefante rispose con un barrito d' approvazione prima di entrare nel Prizmod, dove lo attendeva un meritato banchetto.  
  
Sora si rivolse quindi verso l' interno del tempio. Nel corso della sua breve carriera come avventuriero aveva già visto rovine ed edifici molto antichi, risalenti addirittura a prima che la razza umana avesse una storia scritta. Ma quel tempio in particolare doveva risalire forse addirittura a prima che le più antiche specie della galassia imparassero a viaggiare nello spazio.  
  
In fondo alla sala vi era un affresco, quasi completamente rovinato. Ma non appena Sora vi posò le  mani sopra ritornò per un istante fresco come se fosse stato fatto quello stesso giorno. Rappresentava tre figure: un anziano uomo dalla tunica azzurra, una pallida donna dai lunghi capelli verdi e un uomo più giovane con la pelle pallida e tatuaggi rossi.  
  
Il potere che emanavano era a dir poco devastante, pari se non addirittura un pò superiore a quello del Collezionista quando Sora se l' era trovato di fronte.   
  
" Quindi questa è davvero l' entrata per Kingdom Hearts... ma chi sono loro?".  
  
" Il Padre, la Figlia e il Figlio.....", gli fece eco una familiare voce baritonale, accompagnata da un pesante respiro. Voltandosi, Sora si trovò davanti Vader.  
  
" Anakin, lieto di vederti. Hai avuto problemi ad arrivare sin qui?".  
  
" Nulla che non potessi risolvere o lasciare al resto delle truppe. Tornando a loro, questi sono forse gli ultimi affreschi rimasti delle prime entità della Forza a essere nate. Le prime divinità immaginate ed evocate da chi imparò a percepire la Forza. Rappresentano rispettivamente l' Equilibrio, la Luce e le Tenebre. Sebbene siano stati quasi completamente dimenticati dalla maggior parte delle civiltà, parte di loro rivive in ogni altra entità della Forza."  
  
" Dei prototipi, insomma", concluse Sora" Shiva, Ifrit, e tutti gli altri Esper...... questi sono i loro progenitori in un certo senso.".  
  
" Sì.", annuì Vader," Ogni evocazione personifica un aspetto dell' esistenza e/o una caratteristica di tutte le forme di vita senzienti. Ma loro rappresentano la Forza nel suo tutt' uno, più che dei sono energie primordiali che percorrono l' intero creato. Non so neanche dire se, non avendo più un culto propriamente detto, abbiano ancora una vera coscienza e personalità.".

Sora osservò l'affresco con una nuova consapevolezza, scorrendo le dita sulle figure appena restaurate dalla magia residua del tempio.

"Quindi... se questi tre sono il nucleo primordiale della Forza, significa che ogni potere che conosciamo—i Keyblade, la Magia, persino il Lato Oscuro—deriva in qualche modo da loro?"

Vader annuì lentamente, il respiro meccanico scandendo il momento con gravità.

"In un certo senso, sì. Ma la loro influenza non è più diretta. Sono più simili a un'eco... una memoria persistente di ciò che la Forza era, prima che gli esseri viventi iniziassero a plasmarla con le loro convinzioni."

Sora si voltò a guardarlo con un sopracciglio sollevato. "Sembra un po’ come il concetto di Kingdom Hearts, no? Qualcosa di eterno e onnipresente, che tutti cercano di comprendere ma che nessuno può veramente possedere."

Il Signore Oscuro rifletté per un istante prima di rispondere. "Forse. O forse Kingdom Hearts stesso è un riflesso della loro volontà originaria, un ultimo legame tra la Forza primordiale e l’universo che ha generato."

Il giovane avventuriero si grattò la nuca, un mezzo sorriso sul volto. "E come al solito, più domande che risposte."

Vader incrociò le braccia sul petto, la sua presenza imponente proiettando un'ombra minacciosa sulle mura antiche. "Le risposte contano poco se non sei pronto ad affrontare la verità che portano."

Sora inspirò profondamente, serrando la presa sul Keyblade. "E la verità è che siamo qui per fermare Xenahort, non per fare filosofia. Se questa è davvero la porta per Kingdom Hearts, lui non sarà lontano."

Vader si girò verso l’ingresso successivo, dove un'arcata di pietra si illuminava con un bagliore dorato intermittente, come se reagisse alla loro presenza.

"Preparati, Sora. Varcata questa soglia, comunque la guerra finisca, nulla sarà più come prima."

In the Clone Wars episode Ghosts Of Mortis, why was there a Father, Son and  Sister but no Mother? - Quora

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Salve a tutti, mi scuso tantissimo per il mostruoso ritardo. Come ho già detto in precedenza, sono stato impegnato col mio stage come operatore sociale. E, come mi avveniva con gli esami universitari all' epoca, quando ho concluso riprendere a scrivere è stata una vera impresa. Spero di aver presentato a dovere gli ultimi schieramenti di questa  battaglia devastante, finora quella più grande in una mia fic. Mi auguro di poter concludere tutto nel prossimo capitolo e poi procedere  con l' epilogo. A presto.






















 

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Capitolo 50
*** Battaglia per Mortis- terza parte ***


Davy Jones combatteva ridendo come non gli succedeva  da tempo. La vendetta, la lealtà verso Malefica, tutto era passato in secondo piano rispetto al semplice godersi il combattimento di cui era protagonista. La sua sciabola e il Keyblade di Luxord mulinavano nell' aria con tanta potenza e rapidità da far tremare persino l' Olandese Volante, e sebbene il pirata fosse indubbiamente lo spadaccino migliore, Luxord non esitava a giocare sporco.
 
Più di una volta spariva dietro le spalle dell' avversario, tentando di sorprenderlo con dadi esplosivi, bloccarlo in vortici di carte taglienti o attivare le proprie roulotte. Era comunque inutile contro i riflessi che Jones aveva allenato fin da ragazzo, quando rubacchiava assieme a Cornelius, e ogni volta che provava ad attivare una roulette, si ritrovò bloccato dalle chele dell' avversario e sbattuto a terra fino a sputare sangue.
 
" Slowga!", esclamò alla fine il biondo Scommettitore,  circondando Jones con un' aura multicolore che rallentò di molto i suoi movimenti. Riuscì quindi a liberarsi con un calcio ed evocare l' ennesima slot machine, su cui comparvero tre diamanti.
 
" FLASH DIVE!", gridò nuovamente. Ancora affetto dall' Incantesimo, Jones venne quindi trafitto centinaia di volte in pochi secondi da carte prismatiche, con tanta forza che venne sollevato dal ponte e sbattuto in più direzioni sotto lo sguardo inorridito nella ciurma. Luxord fu quasi tentato di reclamare la vittoria e pensare agli altri pirati, ora infuriati, solo per dover schivare all' ultimo istante un laser quando Jones si rialzò con un grugnito.
 
" Niente male per una vecchia reliquia della Repubblica", disse quasi ammirato il corsaro, avvolgendosi con una luce curativa" Ma dovrai far ricorso a ben altro che meri trucchi della casualità per sconfiggermi. PRESA ABISSALE!".
 
" Oh, per la miseria, abbandonare la nave, abbandonare la nave!", ordinò subito Uncino, conscio che a breve non ci sarebbe stato più posto a bordo per i comuni mortali. Il resto degli uomini non perse tempo ad ascoltarlo ed, evocati dei jetpack dai rispettivi Prizmod, si buttarono via dal pennone.
 
Intanto dagli abiti di Davy Jones cominciarono a colare litri d' acqua, che andarono poi a solidificarsi in otto tentacoli: due di acqua normale piena di pezzi di corallo tagliente, due di ghiaccio fluido come un qualsiasi liquido, due di nubi tempestose e gli ultimi di nebbia forte quanto qualsiasi solido.
 
" Ho ideato questo stile durante il mio esilio, allenandomi con Ade. Devastante quanto una marea e rapido quanto la migliore delle navi. Vediamo come se la cava con una leggenda come te.", annunciò empio il pirata, partendo all' attacco
 
Luxord si leccò le labbra, i suoi occhi guizzavano tra i tentacoli e la sciabola di Jones come se stesse osservando un enorme, imprevedibile dado lanciato sul tavolo.
 
" Ah, ma io adoro quando i giocatori mettono tutto sul piatto," disse con un sorriso sornione, facendo roteare il suo Keyblade. "Vediamo se la sorte è dalla tua parte, Capitano."
 
Davy Jones non gli concesse il lusso di una replica. Con un colpo secco della sciabola, scagliò una lama d’acqua che s’infranse contro un muro di carte dorate, riducendosi a un getto di vapore. Ma non era altro che un diversivo: subito dopo, i suoi tentacoli elementali colpirono in contemporanea da quattro direzioni diverse.
 
Luxord si lanciò indietro con un salto acrobatico, ma il tentacolo di nebbia lo seguì come un predatore. Sfoderò una carta gigante, bloccandolo a mezz’aria per un istante prima che Jones lo afferrasse con un tentacolo di ghiaccio e lo scaraventasse contro l’albero maestro con un impatto sonoro.
 
" Ugh!" Il Gambler of Fate rimbalzò sulla coperta, rotolando su se stesso prima di scattare di nuovo in piedi. Il sapore metallico del sangue gli riempì la bocca.
 
" Le cose si stanno facendo interessanti," commentò con un ghigno, sputando a terra un fiotto scarlatto. "Ma vediamo se il fato è pronto a rovesciare la marea!"
 
Con un movimento fulmineo, scagliò in aria cinque carte giganti che ruotarono su se stesse, diventando un cerchio brillante di numeri e simboli arcani. Poi si voltò verso Jones, puntando il Keyblade come se fosse un croupier al tavolo di una roulette.
 
" Tempesta del caos!"
 
Le carte girarono vorticosamente, generando un'energia caotica che risucchiava persino l’acqua che colava dai vestiti di Davy Jones. Il corsaro si accorse troppo tardi dell’inganno: i tentacoli elementali vennero attirati dalla roulette magica e, con un lampo di luce, vennero temporaneamente sigillati nelle carte.
 
" Ha! La fortuna aiuta gli audaci!" rise Luxord, caricando l’avversario con una raffica di fendenti rapidissimi, il suo Keyblade tagliava come una ghigliottina.
 
Ma se c'era qualcuno che sapeva giocare sporco meglio di Luxord, quello era Davy Jones.
 
Con una mossa che nessun altro avrebbe mai tentato, il pirata lasciò che l’ arma di Luxord si avvicinasse al proprio petto... per poi smaterializzarsi in un lampo di schiuma marina, riapparendo dietro l’Organizzato.
 
" Pff, ho passato la vita a guardarmi da cialtroni e imbroglioni del tuo calibro. E non rientri neanche nella top 10!"
 
Un vortice d’acqua esplose sotto i piedi di Luxord, sollevandolo in aria mentre una corrente invisibile lo trascinava in alto. Il tempo sembrò fermarsi per un attimo—e poi tutta l’ acqua evocata si chiuse su di lui come la fauci di un leviatano.
 
Luxord lottò per riemergere, circondato da ombre di navi affondate e scheletri di marinai maledetti che lo trascinavano verso il fondo. Poi, una mano lo afferrò per il colletto: Jones lo trascinò fuori con violenza e lo sbatté di nuovo sul ponte, gli artigli affondati nella sua casacca.
 
" Giochiamo ancora, amico mio?" chiese il pirata, ghignando mentre il cielo sopra di loro si oscurava, un segno che stava cominciando a fare sul serio.
 
Luxord tossì, rialzandosi con una smorfia. "Oh, ma certo... Sai com'è, un vero giocatore non si tira mai indietro quando la posta è alta!"
 
" CAMBIO FORMA: ROULETTE INFINITA!", gridò il biondino, lanciando in aria il Keyblade mentre Jones ricreava i propri tentacoli.
 
Attorno all' Olandese Volante si formò un' enorme sfera divisa in spicchi numerati rossi e neri, e altre palle bianche cominciarono a colpire da ogni direzione, sebbene Jones riuscisse a pararne la maggior parte.
 
" Ho visto molti Cambi Forma nel corso degli anni, ma questo è il primo che intrappola sia il suo utilizzatore che l' avversario", affermò impressionato il corsaro" Suppongo non sia l' unico trucco a disposizione.".
 
" Oh, non hai idea.", rise Luxord, scagliando quindi raffiche di incantesimi temporali e dadi esplosivi. Jones continuò a schivare con fluidità, saltando quindi sull' albero maestro per lanciarsi a tutta velocità contro il rivale, che concentrò tutte le palline contro il suo petto all' ultimo istante.
 
Jones gridò di dolore all' attacco, ma rimase altrimenti illeso e sparò raffiche di corallo affilato in ogni direzione, distruggendo altre sfere.
 
" Tiro a indovinare.... il numero e il potere esplosivo di queste sfere aumenta in continuazione, giusto?".
 
" Sì, il problema è che purtroppo durano due o tre colpi al massimo prima di svanire.... senza contare tutta l' energia che spreco.".
 
 
Jones rise, un suono rauco e minaccioso che si mescolò al fragore del mare attorno all’Olandese Volante.
 
" Ah, dunque c'è un limite alla tua fortuna, dopotutto," commentò con un ghigno, agitando la sciabola con un gesto fluido. I tentacoli si mossero all'unisono con lui, sollevandosi come serpenti pronti a colpire. "Vediamo chi cede per primo!"
 
Luxord si accigliò, osservando attentamente il pirata maledetto. Jones era più che consapevole delle regole del suo gioco, e stava cercando di resistere abbastanza a lungo da ribaltare la situazione.
 
" Beh, allora non mi resta che accelerare il ritmo," dichiarò lo Scommettitore, schioccando le dita.
 
Immediatamente, la gigantesca roulette attorno a loro accelerò la propria rotazione, le sfere bianche moltiplicandosi a vista d’occhio. Alcune rimbalzarono imprevedibilmente, altre esplosero in una pioggia di scintille dorate prima ancora di colpire il bersaglio.
 
Jones continuò a muoversi con destrezza sovrumana, fendendo le sfere più vicine e schivando le altre con precisione chirurgica. Ma Luxord non si limitò ad attaccare: con un cenno della mano, una delle sue carte giganti apparve sopra la testa del pirata, girando su se stessa come una clessidra impazzita. Entrambi i contendenti si scambiarono un ghigno malefico, decisi a dare il tutto per tutto.
 
" Vediamo quanto dura la tua resistenza, Capitano."
 
 
" Allora giochiamo fino all'ultima mano!"
 
 
                                                ********
 
 
Su Mortis, Luz, Amity e King continuavano a fronteggiare con furia Belos, impegnati in una battaglia tanto spettacolare quanto devastante. L’antico Custode, forte della sua immensa conoscenza delle arti mistiche, lanciava incantesimi di una potenza sconvolgente, mentre dalle sue mani e dal terreno stesso nascevano tentacoli composti di materia Krawl, che fendevano l’aria in cerca dei loro bersagli. Ogni colpo sferrato da Belos era capace di scatenare onde d’urto in grado di squarciare la superficie del pianeta, rendendo il campo di battaglia un inferno vivente.
 
Ma Luz e Amity combattevano con un’intesa perfetta, un legame affinato da innumerevoli scontri e rafforzato dalla loro determinazione incrollabile. Con King che forniva supporto e i loro Spectrobe al fianco, i loro attacchi non solo costringevano Belos sulla difensiva, ma stavano anche lentamente logorando la sua resistenza.
 
Fu Amity, con la sua ingegnosità, a scoprire qualcosa di inaspettato: la possibilità di convertire la gelatina oscura generata da Belos in materia Krawl sotto il suo totale controllo. Sfruttando questa nuova abilità, la strega assorbì Ghost dentro di sé, la sua forma mutando fino a diventare una creatura semi-felina, agile e letale. I suoi artigli luccicavano di un'energia sinistra mentre balzava su Belos con velocità sovrumana.
 
" Questo è per mio padre, lurido ammasso di melma..." sibilò con ferocia, i suoi occhi ardenti di determinazione.
 
In un battito di ciglia, il corpo di Belos venne coperto da centinaia di graffi, tagli profondi e incisi con precisione chirurgica. L’antico incantatore vacillò, sollevato in aria dalla pura forza dell’attacco, solo per venire colpito da un ululato sonico devastante scagliato da Luz. L’onda d’urto lo travolse con tale impeto da scaraventarlo in picchiata verso il suolo, facendogli sfondare la crosta del pianeta in un’esplosione di detriti e fiamme.
 
King si avvicinò cautamente al cratere appena formato, le orecchie abbassate mentre scrutava nell’oscurità. "Dite che è morto finalmente?" chiese, con una speranza malcelata nella voce.
 
Luz, però, non si lasciò ingannare. Con gli occhi ancora fissi sul punto d’impatto, scosse la testa. " Non ci crederò finché non avrò il suo corpo senza vita ai miei piedi," dichiarò con fermezza.
 
E come a confermare i suoi timori, un ruggito agghiacciante riecheggiò attraverso l’intera regione. Il terreno tremò sotto i loro piedi, fenditure luminose si aprirono come ferite incandescenti, e dalle crepe emerse la nuova forma di Belos.
 
Era diventato un drago, un essere colossale e mostruoso, il suo corpo coperto da una corazza di pura oscurità, venata di scintille Krawl che pulsavano come vene malate. Dai suoi molteplici occhi cerulei trapelava un odio freddo e inesorabile, mentre l’aria attorno a lui si caricava di un potere inconcepibile.
 
" Già una volta una Clawthorne ha osato ostacolarmi," tuonò, la sua voce risuonando come un terremoto mentre fissava le tre avversarie con uno sguardo pieno di disprezzo. "Ma prima che Lord Xenahort porti a compimento il suo piano, mi assicurerò che non abbiate alcun posto nel mondo che stiamo per creare."
 
Luz, Amity e King si prepararono alla nuova fase dello scontro, sapendo che la battaglia era tutt'altro che finita.
 
                                                                     *********
 
Maka e Malefica continuarono a combattere con ferocia, due guerriere d’élite immerse in uno scontro di pura abilità e determinazione. La Mietitrice manteneva il vantaggio nel corpo a corpo, muovendosi con una velocità tale che persino Malefica faticava a seguirla. Ogni fendente della sua falce generava onde d’urto così devastanti da scuotere l’aria e persino la flotta che incombeva sopra di loro.
 
Eppure, Malefica non accennava a indietreggiare. Forte dell’esperienza accumulata in centinaia di duelli, sia prima che dopo l’ascesa di Vader, la Gria evitava gli attacchi con una grazia quasi danzante, il suo corpo muovendosi con precisione letale. Quando non schivava, ergeva barriere sulle sue ali per parare i colpi, per poi rispondere con fiammate verde smeraldo e rovi spinosi che tentavano di intrappolare la giovane Jedi.
 
" Non puoi… semplicemente lasciarci fare?" esclamò Maka, la voce carica di frustrazione mentre avvolgeva la sua falce di pura energia luminosa. "Stiamo facendo il possibile affinché nessuno debba più soffrire come abbiamo sofferto noi!"
 
Con uno slancio, lanciò l’arma potenziata contro Malefica. Ma la donna drago si limitò a sbadigliare e con un semplice gesto evocò un devastante Meteor. L’impatto fu sufficiente a creare distanza tra le due combattenti, costringendole a fermarsi per riprendere fiato.
 
Per un momento, si studiarono in silenzio, gli occhi carichi di emozioni contrastanti.
 
" Ho sentito questo genere di discorsi all’infinito, persino da mio padre, a volte," disse infine Malefica con un ghigno sprezzante. " Ma so meglio di tutti che non è altro che una scusa per il controllo… Siete troppo deboli per affrontare il dolore delle vostre perdite, così decidete che il modo migliore per fuggire dalla sofferenza sia sottrarre la libertà agli altri."
 
La sua risata risuonò nell’aria, un suono tagliente e privo di pietà. " Certo, non che io sia migliore."
 
Maka serrò i denti, il cuore infiammato dall’indignazione. Senza esitazione, piantò un piede a terra e lasciò che sei ali luminose si dispiegassero sulla sua schiena, pronte a scagliarsi contro la sua nemica.
 
Ma prima che potesse muoversi, un tonfo violento scosse il terreno accanto a lei. Qualcuno era appena stato scaraventato sul campo di battaglia con brutalità.
 
Vanitas.
 
Il guerriero mascherato si rialzò lentamente, il corpo teso per l’impatto. E sopra di lui, ancora sospesa in aria con la lama rossa fumante, si librava Darth Talon, i suoi occhi ardenti di brama di battaglia.
 
" Desideri un po’ di aiuto, mia amata?" domandò la Sith, atterrando con grazia accanto a Malefica.
 
La Gria osservò per un momento Vanitas, che si rialzava con uno sguardo colmo di furia. Poi un sorriso sottile si formò sulle sue labbra.
 
" Molto apprezzato, Talon," disse con voce vellutata, prima di aggiungere con un tono carico di malizia: " Solo una cosa… non ucciderlo. Credo sarebbe il rimpiazzo perfetto per Riku."
 
                                               *************
 
Shan Yu ed Ercole si stavano trovando in seria difficoltà contro Larxene. La ninja aveva rivoltato il cielo stesso contro di loro, un' arma ben più terribile dei suoi già temibili kunai e dell' orribile Dream Eater al suo servizio. Assieme ai suoi cloni e alla creatura spariva, attaccava e ricompariva per prendere in giro i suoi avversari. Sebbene i due fossero conosciuti in tutta la galassia per la loro incredibile resistenza, sia fisica che mentale, sapevano che non avrebbero resistito all' infinito.
 
" Dobbiamo trovare un modo per bloccarla in un posto.", commentò Shan Yu, muovendosi appena in tempo per schivare una pioggia di schegge di ghiaccio
 
Ercole annuì, stringendo i pugni mentre evitava una scarica di fulmini che colpì il terreno con un boato assordante. Larxene era ovunque e in nessun luogo allo stesso tempo, un lampo di luce giallastra che balenava attraverso la tempesta che lei stessa aveva scatenato. I suoi cloni ridevano beffardi mentre lanciavano kunai elettrificati, rendendo quasi impossibile prevedere da dove sarebbe arrivato il vero colpo.
 
" Più facile a dirsi che a farsi!" ringhiò il semidio, piantando i piedi a terra per assorbire il contraccolpo dell’ennesima esplosione.
 
" Ci serve un’esca." Shan Yu squadrò l’ambiente circostante, poi si rivolse al suo compagno. " Ercole, tu sei più resistente di me. Se riesci a convincerla a concentrarsi solo su di te, io potrò attaccarla nel momento giusto."
 
" Vuoi che io la provochi?" Ercole abbozzò un sorriso, scrollandosi di dosso alcuni detriti. " Posso farlo."
 
Senza esitare, il campione di Tebe si portò al centro del campo di battaglia e batté le mani con forza, generando un’onda d’urto che disperse per un attimo la nebbia elettrica che Larxene aveva creato. Poi, con un tono volutamente sprezzante, gridò:
 
" È tutto qui, Larxene? Mi aspettavo di più da qualcuno che si vanta tanto!"
 
La ninja comparve sopra di lui in un lampo di luce, i suoi occhi azzurri brillanti di malizia.
 
" Oh, che carino! Il forzuto sta cercando di fare il duro," sibilò, materializzando una lancia di fulmine tra le dita. " Vediamo quanto resisti quando decido di fare sul serio!"
 
Con un movimento fulmineo, si lanciò in picchiata verso di lui, seguita dai suoi cloni e dal Dream Eater, che balzò fuori da un vortice d’energia scura. Ercole strinse i denti, preparandosi ad accogliere l’attacco con la sua forza erculea.
 
Ma proprio mentre Larxene stava per colpire, Shan Yu balzò fuori dall’ombra con la rapidità di una tigre. Con un solo, letale fendente della sua lama, squarciò il Dream Eater in due, dissolvendolo in un’esplosione di fumo e scintille.
 
Larxene fece per girarsi, sorpresa, ma Ercole colse il momento. Con un pugno devastante, la colpì in pieno petto, scaraventandola attraverso il cielo in tempesta.
 
" Adesso siamo pari!" esclamò Ercole, mentre la guardava ruzzolare nel vuoto.
 
Ma la battaglia era tutt’altro che finita. Con un ruggito di pura furia, Larxene si fermò a mezz’aria, avvolta da un’aura di elettricità ancora più potente.
 
" Adesso mi sono davvero stufata di voi!" ringhiò, scagliando tutti i suoi kunai sopra le nuvole per scatenare un temporale senza eguali. " CAMBIO FORMA: TEMPESTA ETERNA!"
 
Il cielo sopra di loro esplose in una cascata di fulmini e vento furioso, mentre la ninja della vecchia Organizzazione XIII si preparava a scatenare la sua ira definitiva.
 
 
                                                   ********
Sephirot intanto stava ridendo a squarciagola mentre contrattaccava all' unisono gli attacchi combinati di Terra, Aqua e Ven. Nonostante il loro gioco di squadra fosse più solido che mai, sembrava impossibile riuscire a trovare un buco nella difesa di Sephirot. Lo stesso però non si poteva dire per lui.
 
" Ottacolpo", disse empio circondando Ventus con fulminei fendenti che non lasciavano alcuna via di fuga. Il biondino riuscì a bloccarne alcuni, ma ricevette comunque alcuni brutti graffi prima che Aqua lo spingesse via e usasse uno dei suoi incantesimi più forti.
 
" Antimaga!", gridò amplificando di quasi mille volte la gravità attorno a Sephirot e dando così il tempo a Terra di utilizzare il suo Cambio Forma, un cannone col potere distruttivo di dieci supernove.
 
" Ci rivedremo all' altro mondo, mio vecchio amico....", disse quasi dispiaciuto il moro prima di premere il grilletto
 
La scarica di energia che partì dal cannone di Terra illuminò il cielo come un secondo sole, sfrecciando dritta verso Sephiroth con una potenza devastante. L'esplosione che ne seguì fu tanto intensa da far tremare l'intero campo di battaglia, mentre onde d'urto incandescenti si propagavano in ogni direzione.
 
Ventus e Aqua si coprirono gli occhi, sentendo la pressione dell'attacco scuotere ogni fibra del loro corpo. Terra rimase fermo, il Keyblade ancora puntato in avanti, gli occhi fissi nel punto in cui il loro nemico avrebbe dovuto essere ridotto in polvere.
 
Per un attimo, sembrò tutto finito.
 
Ma poi, dalle ceneri dell’esplosione, una risata bassa e divertita risuonò nell'aria.
 
" Ah... ah... ah... interessante," mormorò Sephiroth, emergendo dalla colonna di fumo con il suo mantello ancora intatto, la spada stretta nella mano destra. Sul suo volto, un sorriso quasi divertito. " Un colpo degno di nota, Terra. Ma pensavi davvero che una tecnica così primitiva potesse fermarmi?"
 
Terra sgranò gli occhi. " Non può essere...!"
 
Sephiroth sollevò la Masamune e, con un movimento lento e teatrale, fece un passo avanti. " Permettimi di mostrarti la differenza tra noi."
 
In un lampo, scomparve.
 
Un istante dopo, Terra avvertì un brivido lungo la schiena. Si girò appena in tempo per vedere Sephiroth comparire dietro di lui, la spada già in movimento.
 
" TAGLIO PARADISIACO."
 
Una dozzina di fendenti squarciarono l’aria, ognuno più rapido dell’altro, una danza letale di pura eleganza. Terra riuscì a parare il primo colpo, il secondo e forse il terzo… ma il quarto trovò un varco. Il quinto gli tagliò un fianco, il sesto quasi lo fece cadere in ginocchio.
 
Aqua e Ventus scattarono in avanti per aiutarlo, ma Sephiroth non diede loro il tempo di intervenire. Con un movimento fluido, scagliò Terra via come un fulmine, facendolo precipitare per centinaia di metri fino a schiantarsi contro un ammasso di roccia.
 
Ventus gridò il suo nome, poi puntò Sephiroth con rabbia. " Non ti lasceremo vincere!"
 
Il guerriero leggendario inclinò appena la testa. " Oh? Allora venite. Mostratemi fino a che punto la vostra determinazione può spingersi."
 
Aqua strinse i pugni, invocando un nuovo incantesimo. Ventus attivò la sua Armatura. E Sephiroth... Sephiroth li attendeva con il suo sorriso enigmatico, pronto a danzare ancora nella battaglia.
 
                                                          *********
 
A non troppa distanza dalla battaglia tra Sephirot e gli allievi di Eraqus, Obi- Wan faceva del suo meglio per difendere Freya dai continui assalti di Mau, Koinzell e Xaldin
 
Sebbene I due Custodi fossero infatti nemici anche tra di loro, questo non impediva certo loro di fare il possibile per complicare la vita ad Obi- Wan mentre si attaccavano a vicenda. Le lance di Xaldin sembravano infatti moltiplicarsi  all' infinito per creare continui vortici, e Maul sembrava apparire in più punti simultaneamente per quanto era veloce, attaccando con fulminee e micidiali tecniche fisiche. Koinzell dal canto suo creava continui grovigli di tentacoli che si concludevano nelle sue spade
 
' Se solo avessi qualche incantesimo da assorbire', pensò Obi- Wan, lanciandosi in un altro letale corpo a corpo con Maul, che si piegava continuamente per sfuggire allo spadone del Bangaa prima di rispondere col suo Keyblade a doppia lama e poi passare agli altri due rivali.
 
Quando combatti contro qualcuno che ha padroneggiato il contrattacco come una forma d'arte, l' unica possibile risposta è non lasciargli il tempo per non fare niente.
 
D' altro canto Freya rispondeva all' infinito arsenale di Xaldin coi suoi soffi elementali e semplici tecniche di lancia o spada. La Draghiera aveva a sua volta padroneggiato fino al limite le abilità della sua classe, ulteriormente potenziare dall' energia della Dark Saber
 
Ma per quanto la sua abilità fosse immensa, Xaldin non era certo un nemico da sottovalutare. I suoi sei turbini di lance vorticavano attorno a lui con la furia di una tempesta, creando un muro di acciaio che respingeva ogni assalto di Freya. Ogni volta che lei cercava di avvicinarsi per un colpo decisivo, le lance si serravano su di lei come le zanne di una bestia invisibile, costringendola a schivare all'ultimo momento.
 
"Interessante..." sussurrò Xaldin con un sorriso appena accennato, mentre un'altra raffica di lame si scagliava contro la Draghiera. "Vedo che non sei solo una semplice guerriera errante, Duchessa."
 
Freya strinse i denti e sollevò la sua lancia, facendo esplodere un'ondata di energia oscura dalla Dark Saber. "E tu non sei solo un ammasso di vento e acciaio."
 
Nel frattempo, Obi-Wan continuava la sua danza mortale con Maul. Il Signore Sith attaccava senza tregua, le sue lame cremisi sfrecciavano nell’aria come saette di pura distruzione. Maul era veloce, troppo veloce, e Obi-Wan doveva anticipare ogni movimento con una precisione assoluta, il che lo costringeva a non potersi concentrare su nient'altro.
 
Xaldin e Koinzell colsero l'occasione.
 
Con un gesto della mano, evocarono un’onda d’urto che si abbatté su Freya, sbilanciandola quel tanto che bastava perché per arrivare quasi a tagliarle una spalla con le loro armi, lasciandole un taglio profondo. Il dolore fu un attimo, ma sufficiente.
 
Xaldin sogghignò e si preparò a sferrare il colpo finale.
 
Ma fu allora che Obi-Wan fece la sua mossa.
 
Con un balzo calcolato al millimetro, abbandonò il duello con Maul per un istante e deviò la lancia di Xaldin con un preciso colpo della sua spada laser. Il Bangaa si ritrovò scoperto per una frazione di secondo—e tanto bastò.
 
Freya si lanciò in avanti, la sua lancia avvolta dalle fiamme, e la affondò con una forza tale da sfondare la barriera di vento di Xaldin, costringendolo a balzare indietro con un ringhio.
 
Obi-Wan tornò immediatamente sulla difensiva, schivando per un soffio un attacco improvviso di Maul, che sembrava più furioso che mai per la momentanea distrazione del Jedi.
 
"Non pensare di potermi ignorare, Kenobi!" sibilò Maul, scagliandosi di nuovo su di lui con una furia rinnovata.
 
Obi-Wan sospirò e sollevò la sua lama in posizione difensiva. "Non ti ho mai ignorato, Maul. Sei tu che non impari mai."
 
Freya, intanto, si preparava per il prossimo assalto contro Xaldin e Koinzell. Entrambi guerrieri erano feriti, ma nessuno dei due era disposto a cedere. E la battaglia era tutt'altro che finita.
 
                                                        ********
Intanto Demyx stava mettendo a dura prova Mando e gli altri compagni di Sora. Sfruttando tattiche mordi e fuggi, era riuscito ad attirarli vicino all' oceano, dove il suo controllo sulle acque era quasi assoluto e li stava bombardando Senza respiro.
 
Angela, Alami e Montblanc stavano unendo I loro poteri per formare una barriera, ma era poca cosa di fronte a quelli del malefico Bardo.
 
" Judy" disse Riku, sentendo la pressione del potere di Demyx" Pensi di poter aprire una breccia per permettere a me e Mando di attaccare?"
 
" Ci proverò ", rispose la coniglietta, uscendo dalla protezione della barriera armata delle sue fidate pistole e un paio di granate. Lanciando queste ultime, aprí un varco nelle onde, per poi unire le mani e raccogliere quanta più energia possibile.
 
" CANNONE EFFLUVIUM!"
 
 
Un'enorme ondata di energia argentea esplose dalle mani di Judy, fendendo il mare che Demyx aveva scatenato contro di loro. L'impulso d'aria e magia infranse la corrente, creando un sentiero temporaneo tra le torri d'acqua che il Bardo stava manipolando.
 
"Ma che diavolo—?!", esclamò Demyx, sorpreso dall'improvvisa breccia.
 
Non gli fu concesso il tempo di riprendersi. Riku e Mando si erano già mossi.
 
Il cacciatore di taglie, sfruttando i propulsori del jetpack, si lanciò come un missile direttamente verso Demyx, scaricando una raffica di colpi dal suo fucile blaster. I dardi energetici colpirono le difese acquatiche del nemico, costringendolo a deviare parte della sua magia per proteggersi.
 
"Ehi, non vale attaccare mentre sto cercando di concentrarmi!" si lamentò Demyx, schivando goffamente un altro colpo.
 
Riku lo raggiunse subito dopo, con il Keyblade pronto all'attacco. "Hai sbagliato nemico se cerchi qualcuno che giochi pulito."
 
Demyx sollevò rapidamente il suo sitar e suonò una melodia frenetica. Dall’acqua ai suoi piedi si sollevarono decine di cloni liquidi, ognuno con un’arma simile alla sua.
 
"Vediamo come te la cavi con il Demyx Ensemble!" gridò, mentre le sue copie attaccavano in perfetta sincronia.
 
Riku si preparò a respingere l'assalto, ma Mando lo precedette. Il Mandaloriano attivò il suo lanciafiamme da polso e canalizzò allo stesso tempo Forza nella bocca, sprigionando un’ondata di fuoco che vaporizzò diversi cloni sul colpo.
 
"Il fuoco funziona," commentò Mando, osservando l'effetto del suo attacco.
 
"Allora meglio non sprecare l’occasione," disse Riku, avanzando di slancio con un colpo rapido del Keyblade che fendette l’aria e si abbatté direttamente sul vero Demyx.
 
Il Bardo alzò il sitar per parare, ma l'impatto lo fece arretrare di diversi metri, fino a fargli perdere l’equilibrio e crollare in acqua.
 
Angela, Alami e Montblanc colsero il momento per rafforzare la loro barriera e preparare un incantesimo offensivo combinato.
 
"Facciamogliela pagare tutti insieme," esclamò Angela, caricando una sfera di pura energia luminosa tra le mani.
 
Demyx emerse dall'acqua tossendo e guardò il gruppo con aria offesa. "Ehi, ragazzi, prendiamoci una pausa, vi va? No? Beh, ci ho provato..."
 
Con un colpo del sitar, l'acqua intorno a lui iniziò a ribollire minacciosamente, obbligando nuovamente i suoi avversari a tornare in guardia
 
                                                         ********
Anche Saix stava affrontando uno scontro contro numerosi avversari di fazioni diverse. Garland era a modo suo ancora più terribile di Obi-Wan, ma fortunatamente per i due spadaccini Rex e Vermeil non erano ancora così abituati a lavorare in coppia.
 
Garland continuava a mulinare la sua spada multiforma, concentrando infatti i suoi attacchi sul Mandaloriano per impedirgli di offrire supporto alla collega, mentre Saix continuava a pressare la stessa Vermeil, sebbene quest' ultima arrivò più volte vicina a ribaltare la situazione.
 
" Voi cattivi ragazzi non esitate a usare le maniere forti neanche con una fanciulla delicata come me?", scherzò Vermeil, schivando a bruciapelo un terribile fendente da parte di Saix e rispondendo con tre artigli di energia ridotti direttamente al suo fianco.
 
" Questo lo chiami delicato?", ribatté il Berserk, rispondendo evocando una pioggia di raggi lunari che vorticarono attorno alla demone, tenendola impegnata abbastanza perché potesse concentrarsi di nuovo su Garland.
 
Il Cavaliere nero bloccò il successivo attacco, ma questo lo rese vulnerabile alla mossa di Rex, che sparò una raffica di laser. Ognuno infuso con un malus volto a indebolirlo
 
Garland ringhiò mentre le scariche laser colpivano la sua armatura, diffondendo un’energia debilitante che gli intorpidì i movimenti per qualche istante. Era più infastidito che ferito, ma sapeva che concedere anche un solo secondo di vantaggio ai suoi avversari avrebbe potuto essere un errore fatale.
 
"Abbastanza giochetti," ruggì, facendo roteare la sua spada multiforma prima di scagliarla con una potenza tale da creare un’onda d’urto devastante.
 
Rex si lanciò di lato, attivando il jetpack per evitare l’impatto, mentre Vermeil si gettò indietro con un’elegante capriola, lanciando nel frattempo una raffica di proiettili energetici dalla punta delle dita.
 
Saix, nel frattempo, stava aumentando la sua intensità. Il cielo sopra di lui si tinse di un inquietante blu profondo mentre entrava nella sua forma Berserk, la sua Claymore emettendo un bagliore lunare pulsante. Con un ruggito animalesco, si lanciò su Garland, colpendolo con una serie di fendenti così potenti che il cavaliere nero dovette arretrare per la prima volta dall’inizio del combattimento.
 
"Finalmente stai iniziando a spingerti oltre i tuoi limiti," commentò Garland con un ghigno sotto l'elmo. "Ma credi davvero che sarà sufficiente?"
 
Saix non rispose a parole. Alzò la Claymore e scatenò una tempesta di luce lunare che si abbatté su Garland come una cascata di energia pura.
 
"Rex, ora!" gridò Vermeil, approfittando del momento di distrazione del cavaliere per affondare con i suoi artigli di energia, mirati alle giunture della sua armatura.
 
Il Mandaloriano non si fece ripetere l’ordine. Accese il lanciafiamme del suo bracciale e lo puntò direttamente su Garland, trasformando la lotta in un inferno di fiamme e bagliori argentei.
 
Per un attimo, sembrò che la combinazione dei loro attacchi stesse per sopraffare il leggendario guerriero. Ma allora un'oscura aura purpurea si sprigionò dal suo corpo, respingendo la luce lunare di Saix e le fiamme di Rex con un'esplosione di pura malvagità.
 
Garland rise, emergendo dalle fiamme con la sua spada ora fusa in una forma ancora più terrificante. "Interessante. Finalmente un po' di divertimento."
 
                                                                     *********
 
Il Palazzo di ghiaccio creato da Esdeath tremava a ogni singolo tecnica eseguita dai cinque( sei, contando Globby) contendenti. La regina di ghiaccio rideva estasiata mentre scambiava colpi con Savage e 2B, che cercava a sua volta di sfruttare ogni singolo vantaggio datole dalla fusione con Globby.
 
" Sì, Sì, non vi fermate!", rise la spadaccina, saltando in aria per schivare una palla di fuoco sputata dallo Spectrobe taurino di Savage. Prima che potesse tentare un suo contrattacco però, 2B l' afferrò da dietro e la sbattè a terra con tutta la forza che aveva nelle sue parti metalliche. Dovette però fuggire subito prima che l' aura congelante di Esdeath le rendesse inservibili.
 
Kassim nel frattempo stava dietro a Reiko, cercando di impedirle di prendere la mira. I due saltavano da una colonna di ghiaccio all' altra, il predone che attaccava di continuo la struttura per farla cadere addosso alla cecchina
 
 
Reiko evitava ogni crollo con agilità felina, il suo occhio sempre fisso su Kassim mentre caricava la sua arma per un colpo decisivo. Tuttavia, il predone non le lasciava un attimo di respiro, sfruttando la sua velocità per apparire e scomparire tra le colonne di ghiaccio, destabilizzando il suo equilibrio.
 
"Sei veloce, lo ammetto," disse Reiko con un sorriso freddo, sparando un colpo mirato alla base di una colonna vicino a Kassim. Il ghiaccio esplose, costringendolo a deviare la sua traiettoria in aria.
 
Ma era proprio quello che voleva. Con un'agile rotazione, sfruttò i detriti per darsi lo slancio e piombare addosso a Reiko con un fendente rapido della sua scimitarra.
 
Nel frattempo, Esdeath si rialzò con un sorriso esaltato, il gelo attorno a lei aumentando in intensità. "Ah, quanto tempo che non mi divertivo così!" esclamò, battendo il piede a terra. Il palazzo reagì immediatamente, trasformandosi in un labirinto di spuntoni di ghiaccio che costrinsero Savage e 2B a dividersi.
 
Savage ringhiò, ordinando al suo Spectrobe di caricare a testa bassa, frantumando le barriere con la pura forza bruta. Esdeath lo accolse con un’ondata di ghiaccio affilato come rasoi, ma 2B riapparve in un lampo, sfruttando l’apertura per colpire con un affondo preciso.
 
La regina del ghiaccio riuscì a parare appena in tempo, ma sentì qualcosa di viscido scivolare attorno al suo braccio: Globby. Il piccolo mutaforma si era infiltrato nelle sue difese, bloccando il movimento della sua spada per qualche secondo fatale.
 
" Intrigante mossa," ammise Esdeath, ma il suo sorriso si allargò ancora di più. " Ora vediamo quanto resistete al vero inverno!"
 
                                                               **********
 
Sora e Vader emersero con le armi impugno nel bel mezzo di quelle che sembravano......
 
" Le Isole del Destino?!", mormorò il moro, vedendo dinnanzi a lui la spiaggia dove aveva trascorso buona parte dell' infanzia e tutta la sua adolescenza allenandosi assieme ai propri amici.
 
" Di che parli, Sora? Questa è Naboo, lì c'è la vecchia casa di Padmè.", lo contraddisse però Vader, indicando il luogo dove i suoi figli erano nati e cresciuti. Prima che i due Custodi potessero comprendere esattamente cosa stesse succedendo, l' intero ambiente mutò e cominciò a girare, fino a diventare un infinito cielo stellato, con piattaforme argentee e nere ovunque. Su una di queste si trovava proprio Xenahort.
 
" E' un piacere vedervi qui, nonostante siamo di parti avverse. Immagino che abbiate visto il luogo che più di tutti considerate casa. Io ho visto la vecchia base degli Eclipse.....".
 
" Quella che Terra distrusse quando scoprirono il tuo tradimento", disse Empio Vader, incrociando i Keyblade" E ora intendo concludere quello che ha iniziato..... ma se ti arrendi ora posso prometterti che sarò rapido e dignitoso.".
 
 Sora deglutì sentendo il tono del suo compagno e controparte. Considerando quanto aveva fatto Xenahort, sospettava che il concetto di Anakin di ' rapido' sarebbe stato molto relativo. Il Kree( Xenahort) emise uno sbuffo.
 
" Arrendermi proprio ora? Anakin, non cerco decisamente giustificazione per le mie azioni, ma la galassia è al limite.... quante altre guerre dei diafani potrà sopportare prima di esplodere? Quanti altri cercheranno di compiere ciò che io ho pianificato? Se ora prendo il controllo, almeno potremmo finalmente godere di una pace duratura.".
 
" Se pensi davvero che diventare Dio sia la soluzione, non sei migliore di Cornelius", ribattè Sora" Almeno lui e Malefica non nascondevano certo ciò che erano dietro un velo di moralità.".
 
Xenahort scosse la testa, un sorriso sprezzante sul volto. " Non capite, vero? Non è una questione di giusto o sbagliato. È una questione di inevitabilità. Se non lo faccio io, qualcun altro lo farà. Il caos è una costante, ma un ordine superiore può guidarlo. E voi due... siete solo pedine nel grande disegno dell’universo."
 
Vader strinse la presa sui suoi Keyblade, gli occhi ardenti di furia dietro la maschera. " Io ho visto cosa succede quando un uomo si arroga il diritto di decidere per tutti. Non commetterò lo stesso errore due volte."
 
Sora annuì, impugnando la sua arma con determinazione. " E io ho passato tutta la mia vita a dimostrare che il destino non è scritto. Se pensi di poterci piegare con le tue parole, Xenahort, ti sbagli di grosso."
 
Il Kree alzò lentamente un braccio, e le stelle attorno a loro iniziarono a vorticare, diventando spirali di energia oscura e luminosa. Il cielo stesso sembrava torcersi sotto il peso della sua volontà. Le piattaforme d’argento si distorsero, mutando in corridoi fluttuanti e scale infinite, come se la realtà fosse solo un'illusione nelle sue mani.
 
" Sapete," disse con calma, " ho sempre trovato affascinante come l'oscurità e la luce si scontrino all'infinito, eppure si completino a vicenda. Voi due ne siete la prova vivente. Eppure, nessuno dei due ha mai compreso la verità. Non esiste luce senza ombra, il libero arbitrio senza un minimo di fato. Io sono qui per spezzare questa dualità e portare equilibrio eterno."
 
Con un movimento fluido, evocò il suo Keyblade, una lama oscura e lucente al tempo stesso, che pulsava con un’energia ancestrale. Il suo sguardo si posò su Vader. " Anakin... tu più di tutti dovresti capire che il potere assoluto non è una maledizione, ma una necessità."
 
Vader rispose con un ringhio, scattando in avanti con una velocità fulminea. " Hai parlato abbastanza."
 
Sora lo seguì un istante dopo, la sua Keyblade pronta a spezzare il destino che Xenahort cercava di imporre.
 
La battaglia finale era iniziata.
Sora fu il primo a partire all' attacco. Fattosi un breve, ma intenso discorsetto mentale, si lanciò all' attacco contro Xenahort, in mano il proprio Keyblade a forma di piccone. Attaccò con assoluta rapidità e precisione, riuscendo più volte a sfiorare l' avversario finchè questi non evocò a sua volta interi stormi di Keyblade, tutti ereditati dagli altri Custodi che aveva ucciso nel corso degli anni.
 
Sora si ritrovò subito intrappolato in quel vortice di lame mentre Vader prendeva il suo posto nell' affrontare Xenahort corpo a corpo. Lo scontro tra i due si rivelò da subito una danza quasi impercettibile all' occhio nudo, un complesso fluire di tecniche e incantesimi dove ognuno conosceva già la prossima mossa dell' altro. La superiore potenza di Vader era però chiara già da subito, perchè ben presto Xenahort dovette ritirare le armi mandate contro Sora solo per difendersi.
 
" Cambio Forma: Tempesta di lame!", gridò il Kree, trasformando ogni Keyblade in una spada abbastanza affilata da tagliare il legame tra gli atomi
 
Xenahort fece un gesto con la mano e le spade vorticanti si riallinearono attorno a lui come una tempesta letale, ognuna pulsante di un’energia così pura e tagliente da far rabbrividire persino Vader.
 
Con un sibilo, le lame scattarono in ogni direzione, cercando di colpire i due avversari con precisione chirurgica. Sora, ancora intrappolato nel turbinio, saltò da un Keyblade all’altro, cercando di evitare gli assalti più letali mentre si avvicinava alla fonte del caos.
 
Vader, invece, rispose con la pura potenza bruta. Con un gesto, scatenò un’ondata di energia oscura che deviò alcune delle spade, mentre con i Keyblade nelle mani parava e spezzava le altre. Ogni colpo tra i due ex-maestri Sith creava scosse d’urto che frantumavano le piattaforme circostanti.
 
" Non male," commentò Xenahort con un sorriso appena accennato, mentre faceva roteare le sue lame come un turbine attorno a sé. "Ma ancora insufficiente."
 
D'un tratto, le spade cambiarono traiettoria, convergendo tutte su un unico punto: Sora.
 
Il ragazzo vide le armi illuminare l’oscurità dello spazio attorno a lui, proiettando ombre taglienti ovunque. Non c’era scampo.
 
Ma non era la prima volta che si trovava in una situazione disperata. E si era addestrato fino allo sfinimento pur di competere sia col proprio compagno che contro il loro comune nemico.
 
" Dovrai impegnarti molto più di così, Xenahort!" gridò, alzando il suo Keyblade e incanalando ogni frammento di luce che aveva dentro di sé.
 
La lama brillò di un’energia dorata e, con un colpo circolare, rilasciò un’onda di forza pura che respinse la maggior parte delle armi. Alcune riuscirono a sfiorarlo, lacerandogli la giacca e lasciando tagli sottili sulle braccia, ma lui non si fermò.
 
Atterrò con un rimbalzo su una delle piattaforme instabili e si lanciò nuovamente verso Xenahort, affiancando Vader.
 
" D’accordo, ci serve un piano," sussurrò rapidamente al suo alleato.
 
Vader non rispose, ma il modo in cui i suoi Keyblade brillarono di energia bastò per fargli capire che ne aveva già uno.
 
Il Moro tuttavia non si perse d' animo ed evocò il Keyblade di Topolino, avvolgendosi con una miriade di stelle.
 
" Cambio Forma: Guerriero Mekabot!", annunciò a squargiagola, avvolgendosi con l' armatura potenziata del leggendario capoclan. Così protetto, si lanciò direttamente contro il vortice di Keyblade, uscendone quasi illeso per poi piantare il suo pugno dritto nello stomaco di Xenahort. Questi sputò un fiotto di sangue, ma sembrò più seccato che altro, e scagliò via sora con un potente incantesimo d' acqua prima di ingaggiare nuovamente Vader. Stavolta il Sith fece vorticare i propri Keyblade con la telecinesi in complessi e imprevedibili archi, che accompagnava coi propri incantesimi offensivi, cercando di indebolire le difese di Xenahort senza che lui potesse fare lo stesso con le proprie.
 
Xenahort si trovò costretto sulla difensiva, la sua espressione che passava dal fastidio alla concentrazione assoluta. I Keyblade di Vader fendevano l’aria con precisione mortale, creando un assedio implacabile che il Kree poteva parare solo grazie alla sua padronanza della magia e alla rapidità dei suoi riflessi.
 
Ogni colpo sferrato da Vader era accompagnato da un incantesimo diverso: fulmini crepitanti che esplodevano all’impatto, fiamme nere che cercavano di consumare l’avversario, ondate di energia gravitazionale che minacciavano di schiacciarlo sotto il proprio peso.
 
Xenahort, però, non era un avversario qualunque.
 
Con un rapido gesto della mano, evocò nuovamente la tempesta di Keyblade e li fece roteare attorno a sé in uno scudo impalpabile, spezzando l’assalto del Sith. Con l’altra mano, lanciò un’enorme sfera d’acqua oscura direttamente verso Vader, che la deviò all’ultimo istante con la Forza, facendo esplodere una delle piattaforme più distanti.
 
Fu in quel momento che Sora riapparve.
 
Avvolto nella sua imponente armatura Mekabot, sfruttò la momentanea distrazione di Xenahort per attivare i propulsori nelle gambe e scattare avanti a una velocità incredibile. Con un movimento fluido, si abbassò sotto il campo di difesa di Xenahort e lo colpì con un uppercut devastante, spedendolo in aria.
 
" VADER, ORA!" gridò.
 
Il Sith non se lo fece ripetere. Con un movimento della mano, fece roteare tutti i suoi Keyblade attorno a sé e li lanciò verso Xenahort in una pioggia inarrestabile di colpi letali.
 
Xenahort, a mezz'aria, sollevò entrambe le braccia e urlò con tutta la sua forza:
 
" NO!"
 
Un’onda di energia pura esplose da lui, fermando i Keyblade a mezz’aria per poi rispedirli indietro con violenza. Vader fu costretto a parare i suoi stessi attacchi, mentre Sora venne scaraventato contro una delle piattaforme più alte.
 
Il Kree atterrò con grazia, asciugandosi con il dorso della mano il sangue che gli colava dall’angolo della bocca.
 
" Avete talento, non lo nego," disse con voce gelida. " Ma non siete ancora pronti per affrontare il vero potere di chi ha completamente padroneggiato ogni aspetto dei Keyblade."
 
Sollevò le mani e l’intero campo di battaglia tremò. Le stelle si spensero per un istante, mentre una gigantesca figura fatta di puro oscurità e luce prese forma dietro di lui, alta quanto un’intera luna.
 
" Adesso vi mostrerò cosa significa dominare il destino stesso."
 
 
" Vuoi davvero diventare il nuovo Padre? Essere bloccato qui per millenni, forse intere ere a venire e poi essere praticamente dimenticato?!", domandò furioso Vader, rendendosi conto che lo scopo di Xenahort era assorbire l' energia di quel luogo per poi mandarla contro di loro.
 
" Se anche funzionasse", aggiunse Sora" Forse non potrai neanche più avere una coscienza che si possa definire tale, sarai appena una vocina nella mente di tutte le creature senzienti.".
 
" Se è quanto serve per garantire almeno qualche millennio di pace alla galassia, così sia....", rispose secco Xenahort, mentre la sua pelle si ricopriva di crepe nere e argentee. Vader sospirò e riprese entrambi i suoi Keyblade, avvolgendoli con la propria aura alla massima potenza.
 
" Cambio Forma..... Abbraccio di Luce..... Bacio d' Oscurità.... Forza Finale!".
L’aria attorno a Vader si deformò per la potenza dell’energia che sprigionava. Il suo corpo era avvolto da un’aura dorata e oscura allo stesso tempo, due forze opposte che coesistevano in un equilibrio impossibile. I suoi Keyblade si fusero momentaneamente, creando una lama di pura energia che brillava con una luce inimmaginabile, e poi si separarono di nuovo, pulsando di potere assoluto.
 
Sora, riprendendosi dall’impatto, si rialzò e strinse i denti.
 
" Se hai intenzione di sacrificarti per il bene della galassia," disse, puntando il Keyblade verso Xenahort, "allora noi abbiamo intenzione di impedirlo!"
 
Xenahort rise, ma il suono era distorto, come se più voci parlassero contemporaneamente. La sua pelle continuava a spaccarsi, e da quelle fessure fuoriusciva luce e oscurità in egual misura.
 
" Non potete fermarmi," dichiarò. " Sto ascendendo oltre qualsiasi limite. Il destino della galassia è già deciso!"
 
Con un movimento della mano, l’essere colossale dietro di lui si mosse, sollevando una mano che sembrava poter schiacciare un pianeta. Il cielo si fratturò mentre il potere del luogo veniva risucchiato nel suo corpo, pronto a scatenarsi in un’onda distruttiva senza precedenti.
 
Vader non attese oltre.
 
Con un solo passo si teletrasportò direttamente davanti a Xenahort e scatenò un colpo così veloce che il Kree riuscì a malapena a sollevare il proprio Keyblade per pararlo. L’impatto scatenò un’esplosione di pura energia che mandò onde d’urto attraverso tutto il campo di battaglia.
 
Sora si unì all’attacco, balzando in alto e caricando un’enorme sfera di luce e oscurità combinata.
 
" Prendi questo!" gridò, scagliandola con tutta la forza che aveva.
 
La sfera esplose su Xenahort, costringendolo a indietreggiare. L’essere colossale che aveva evocato si contorse, e le crepe sul suo corpo si allargarono ancora di più.
 
Ma Xenahort non era ancora sconfitto.
 
Con un grido di pura volontà, assorbì l’ultima parte dell’energia del luogo e scatenò un’onda d’urto che spinse via Sora e Vader, costringendoli a schiantarsi su piattaforme lontane.
 
" È FINITA!" tuonò, mentre il cielo si trasformava in un vortice di luce e oscurità incontrollabile.
 
Ma Vader, sanguinante e ferito, si rialzò.
 
" No," disse con un sorriso freddo. " Sta solo per iniziare."
 
                                                    ************
Fuori dalla sottodimensione in cui lo scontro stava avendo luogo, la situazione era ulteriormente esplosa. I poteri delle truppe schierate si erano fatti ancora più forti, ma allo stesso tempo utilizzarli sembrava essere diventato molto più complicato. Era come scoprire di poter correre per un intero continente, ma soffrendo indicibilmente a ogni respiro.
 
Ciononostante, la maggior parte dei combattenti continuava a lottare senza che una simile quisquilia li ostacolasse.
 
" Corsa di Chocobo!", gridò Luxord dopo aver evocato l' ultima roulette, che materializzò attorno a Davy Jones un intero stormo di Chocobo composti da pura energia. Ognuno di essi sfrecciò contro il pirata nel medesimo istante: molti vennero bloccati dalla sua lama o dai suoi tentacoli liquidi, ma non di meno molti riuscirono a causargli ferite molto profonde. Sapendo che non poteva durare a lungo, Jones tentò una finta..... infuse la sciabola con un potente fiotto di energia e corse verso Luxord.
 
Questi, pensando fosse l' ultimo tentativo di un disperato, schivò all' ultimo con un sorriso sghembo, tagliando al contempo alcuni tentacoli..... solo perchè Jones rispondesse con un ghigno ancora più malevolo. Buttando via la spada, evocò una rete in cui intrappolò il rivale, e cominciò a sbatterlo da una parte all' altra del ponte, ridendo come un pazzo mentre sentiva il suono delle ossa rotte.
 
" Sei stato un buon avversario, ragazzo..... ma non hai saputo approfittare del fato nel modo giusto.", disse soddisfatto lanciando il povero Luxord in aria e sparando l' ultimo colpo rimasto nella sua pistola. Il Custode sentì il cuore smettere di battere, per poi esplodere dall' interno in un' abbagliante sfera multicolore..... Jones voleva assicurarsi che fosse e restasse morto.
 
Davy Jones rimase immobile per un lungo istante, osservando il punto in cui Luxord era stato solo un attimo prima. Poi, con un sospiro profondo, il suo corpo si afflosciò, le ginocchia cedettero e crollò a terra, la sciabola scivolando dalla sua mano. Il suo petto si alzava e abbassava a fatica, il dolore e la fatica finalmente raggiungendolo dopo un combattimento tanto intenso.
 
Il ponte della nave sembrava oscillare leggermente sotto il peso della battaglia appena terminata, persino il rumore delle navi ancora impegnate nella lotta gli giungeva alle orecchie come uvettato. Jones chiuse gli occhi per un istante, immaginando un vento carico di salsedine che  gli accarezzasse il volto.
 
Fu allora che sentì dei passi dietro di lui.
 
Aprendo gli occhi, si voltò lentamente e vide Jack Sparrow, affiancato da Will Turner, Elizabeth Swann, Hondo e alcuni membri superstiti del loro equipaggio. Jack lo guardava con quell’inconfondibile espressione di sfida e ironia, ma nei suoi occhi c’era anche qualcosa di diverso. Una proposta.
 
" Che ne dici, Jones?" disse Jack con voce calma, facendo roteare la sua bussola tra le dita. " Mettiamo fine a questa storia una volta per tutte. Forse, per una volta, potresti scegliere tu il tuo destino."
 
Davy Jones li osservò per un momento, poi inclinò la testa all’indietro e scoppiò in una risata roca, profonda e carica di una malizia quasi divertita.
 
" Destino? Il destino è solo una catena dorata, Sparrow," sibilò, afferrando di nuovo la sua sciabola. Si rimise in piedi, barcollando leggermente, ma con gli occhi che ardevano di una determinazione incrollabile.
 
Jack scosse la testa con un sospiro, ma un lieve sorriso gli increspò le labbra.
 
" Già immaginavo che avresti detto così."
 
Davy Jones si lanciò in avanti, la sciabola stretta tra le mani, puntata dritta al cuore di Jack Sparrow. Il capitano, con un ultimo cenno di saluto, alzò la spada per accogliere quello che sapeva sarebbe stato il loro ultimo duello.
 
 
                                                      **************
 
Belos gridò di dolore mentre una lama creata da Amity scavò come una motosega nel suo braccio, e provò a scacciarla via solo perchè Luz le apparisse davanti, proteggendola con una barriera. Le due fidanzate quindi unirono i loro poteri, generando attorno a Belos una serie di Glifi che si abbatterono su di lui. La conseguente esplosione fu visibile persino da oltre la coltre di combattenti che avvolgeva Mortis.
 
Il perfido Custode ne riemerse comunque gravemente ferito, ma non ancora sconfitto, e sputò a sua volta una potente fiammata che la coppia rivale dovette schivare. 
 
" E' troppo resistente. Abbiamo il potere per distruggerlo alla lunga, ma finiremo per sacrificarci", commentò Amity, stando ben attaccata a Luz mentre volava schivando un attacco dopo l' altro.
 
" Lo so, avremmo dovuto finirlo prima che diventasse una lotta di attrito. Forse......", disse la ragazza, bloccandosi quando vide una delle ferite inflitte poco prima sul fianco di Belos. King, che ben conosceva la sorella adottiva, impallidì( beh, per quanto qualcuno con un teschio privo di pelle potesse impallidire)
 
" Per favore, Luz, non....".
 
" Come si suol dire.... se l' esterno è troppo duro, attacca l' interno.", sghignazzò Luz, accelerando al massimo verso la ferita con Amity e King ancora attaccati a lei 
 
 
Luz, Amity e King attraversarono la ferita squarciata nel fianco di Belos come una cometa impazzita. Appena oltre la carne lacerata, si trovarono in un tunnel tortuoso, fatto di tessuti pulsanti e venature oscure che sembravano reagire e tentare di richiudersi su di loro. Belos, con un ruggito furibondo, cercò di ostacolarli dall'interno facendo comparire forme mostruose simili a globuli neri e anticorpi mutati, ognuno dei quali attaccava con artigli e fauci.
 
" Non ci fermerai!", gridò Amity, evocando una tempesta di lame magiche che falciavano gli esseri deformi come carta strappata, mentre Luz creava barriere e glifi per aprire varchi nei tessuti organici che si chiudevano su di loro.
 
King, dal canto suo, lanciava raggi sonici micidiali contro i mostri, aprendosi strada assieme alle ragazze con una determinazione che non mostrava da tempo. L'interno di Belos sembrava distorcersi sempre di più man mano che si avvicinavano, i suoi poteri cercavano di espellerli, ma l'unità dei tre e la loro determinazione era superiore.
 
Infine, sfondarono l'ultima barriera magico-organica e giunsero in una grande cavità che pareva un'intera sala da trono scolpita nel cuore stesso della creatura. Davanti a loro, sospeso in aria e incatenato da filamenti scuri, batteva un enorme cuore nerastro, avvolto da fiamme e spire d'ombra. Al suo centro, imprigionata come fosse il nocciolo di un frutto marcio, c'era la vera forma di Belos, umanoide, emaciata, eppure ancora viva.
 
I suoi occhi si aprirono lentamente, colmi di odio e agonia.
 
" Siete giunti fin qui... che follia!", sibilò, sputando sangue nero mentre cercava di liberarsi dalle catene che lui stesso sembrava aver generato per contenere il suo potere.
 
Luz strinse la mano di Amity, mentre King annuì loro con fermezza.
 
" Follia o no... non ci fermeremo.", rispose Luz con tono calmo ma deciso, alzando il suo bastone già carico di magia.
 
" Finchè avremo anche solo un soffio di vita, ti fermeremo.", aggiunse Amity, facendo apparire glifi luminosi tutto attorno al cuore, pronti per il colpo finale.
 
 
“ PRENDI QUESTO, BABBEO!”.
 
                                                            ***********
 
Il duello a quattro tra Maka, Malefica, Talon e Vanitas proseguiva senza esclusione di colpi. Momenti di acume e strategia si alternavano a sfoghi di mera brutalità nel semplice tentativo di sopraffare gli avversari.  
 
Talon mosse abilmente il suo Keyblade a forma di frusta spinata attorno a Maka, graffiandola in ogni dove prima che la bionda mietitrice si liberasse con un incantesimo di vento. Partì dunque al contrattacco, venendo subito bloccata però dal bastone di Malefica, che le diede una violenta ginocchiata mentre dietro di lei Vanitas ingaggiava nuovamente Talon in un frenetico scontro.
 
" Sapete la parte divertente?", commentò lo spadaccino dagli occhi ambrati, lanciando sfere di energia oscura verso la Twi' Lek" In questi lunghi anni ero diventato un fan degli Stecker, apprezzavo davvero tanto il vostro stile, brutale e astuto in egual misura...... mi ricordava tanto i piani di Xenahort, ma senza la sua schifosa ipocrisia.".
 
Talon riuscì a schivare l' incantesimo con ben calcolate acrobazie, muovendo la sua longinea figura tra i globi neri e rispondendo con raffiche di plasma.
 
" Ah, sì, conosco i tipi come te, Vanitas..... tutto quello che vi interessa è una scusa per sfogare la vostra sete di sangue. Perchè non ti unisci davvero a noi? Comunque finisca, la nostra lotta con Vader e i Disney sono solo agli inizi.".
 
" Allettante.", sorrise Vanitas, restando immobile mentre guardava l' attacco di plasma arrivare quasi al rallentatore" Ma visto che sono un fan.... so anche tutto del vostro metodo di combattere!".
 
Con un movimento fluido, Vanitas fece roteare il suo Keyblade con una precisione inumana, deviando la raffica di plasma in più direzioni, costringendo Talon a interrompere l'attacco per schivare i colpi riflessi. Senza perdere un istante, si lanciò in avanti con un fendente laterale, mirando alla Twi'lek con una rapidità impressionante.
 
Nel frattempo, Maka si trovava ancora impegnata contro Malefica, che con un ghigno crudele evocava radici oscure per immobilizzarla. La giovane mietitrice però reagì immediatamente, facendo risuonare l’onda d’anima della sua arma e distruggendo l’incantesimo con una scarica di pura energia spirituale.
 
“ Non male, bambina,” sibilò Malefica, sollevandosi a mezz’aria in una nuvola di fumo verde. “ Ma sei ancora lontana dal poter affrontare la vera oscurità.”
 
" Allora vediamo quanto lontana!", ribatté Maka, caricando verso la strega con una serie di fendenti potenti, spingendola sempre più indietro.
 
Talon, intanto, era riuscita a evitare l'attacco di Vanitas, ma il ragazzo non aveva intenzione di lasciarle un attimo di tregua. Con una risata carica d'adrenalina, riapparve alle sue spalle in un lampo, pronto a scatenare un'altra devastante ondata d’energia oscura.
 
" Voglio vedere se la tua strategia regge anche sotto pressione!", esclamò, sferrando il colpo decisivo.
 
 
Così come aveva fatto prima lo stesso Vanitas, Talon aspettò l' ultimo istante utile per agire, e avvolse la frusta attorno alla lama a ingranaggio del Custode. Invece di strappargliela dalle mani, però, strinse sempre di più la presa, comprimendo l' energia evocata e aggiungendovi la propria finchè non fu impossibile trattenerla.
 
Poco distante, Malefica e Maka continuavano a combattere nonostante si sentissero ormai sfinite, e furono testimoni di un' immensa cupola di energia oscura, la cui onda d' urto si avvertì per tutto il pianeta. Una volta sparita, rimase solo un enorme cratere.
 
" TALON!", gridò Malefica, balzando con le ali spiegati per trovare la sua amante prima che fosse tardi. Maka in risposa mise tutta l' energia rimastale nella falce, trasformando la lama in un' enorme  quarto di luna ghignante.
 
" Credimi o meno, Malefica, mi dispiace davvero.... spero vi possiate ritrovare nel Calderone di Ade!", disse empia la ragazza, preparandosi a calare il colpo di grazia solo perchè le ali di Malefica venissero ricoperte da una potente aura dorata che bloccò il colpo.
 
La fin troppo familiare energia di un Limite, l' ultima risorsa di ogni avventuriero.
 
" Se sei in contatto con Xenahort", affermò Malefica, girandosi per offrire un freddo ghigno all' avversaria" Digli subito che se è morta, lui sarà il prossimo! ROVETO APOCALITTICO!".
 
Sotto Maka spuntarono all' improvviso decine di piante spinate, che avvolsero Maka e lacerarono la sua carne, prima di avvampare in un inferno verde da cui non ci fu alcuno scampo per lei.
 
Malefica atterrò con un tonfo pesante sul bordo del cratere, ignorando completamente l'odore acre di carne bruciata che ancora aleggiava nell'aria. I suoi occhi, colmi di rabbia e preoccupazione, cercarono febbrilmente tra le macerie finché non trovarono una figura familiare, riversa a terra, immobile.
 
“ Talon…,” sussurrò, il suo tono carico di una tensione che raramente si concedeva di provare. Si inginocchiò immediatamente accanto alla compagna e la girò con delicatezza, trattenendo il fiato fino a quando non sentì il debole sollevarsi e abbassarsi del suo petto.
 
Senza perdere un secondo, evocò una fiala di pozione dalla sua veste e la versò tra le labbra socchiuse di Talon. Poi, con movimenti rapidi e precisi, tracciò nell’aria una serie di simboli arcani, pronunciando incantesimi di guarigione per riparare le ferite più gravi.
 
Fu allora che sentì un movimento alle sue spalle.
 
Vanitas si trascinava a fatica fuori dai detriti, il volto coperto di tagli e lividi, il Keyblade ancora saldo nella sua mano nonostante il sangue gli colasse lungo il braccio. Con un ghigno deformato dal dolore, alzò l’arma sopra Malefica e Talon, pronto a sferrare il colpo di grazia.
 
Non fece in tempo.
 
Un coro di urla e risate sinistre riempì l’aria mentre quattro figure emersero dal nulla e si scagliarono su di lui. Percival McLeach lo afferrò per il colletto e lo scaraventò a terra con violenza, mentre Alameda Slim lo colpiva con un calcio allo stomaco che gli tolse completamente il fiato. Inquinator e Cuordipietra Famedoro si unirono subito al pestaggio, prendendolo a pugni e calci senza alcuna pietà per chi aveva tentato di uccidere il loro capo.
 
Vanitas cercò di reagire, ma era troppo malconcio, troppo stanco. Dopo pochi istanti, il suo corpo si afflosciò pesantemente sulla terra, privo di sensi.
 
I quattro lo guardarono dall’alto in basso, poi si voltarono verso Malefica.
 
“ Allora, mia signora,” disse Cuordipietra con un sorriso mellifluo, strofinandosi le mani. “Che ne facciamo di questo scavezzacollo?”
 
                                                         ********
Shan Yu gridò a squarciagola dando un devastante pugno infuso di energia ambrata contro il Dream Eater di Larxene. La cratura sibilò e provò a ribattere con getti d' acido che però il Seeq schivò abilmente prima di saltare sul bordo dell' essere, continuando a picchiarlo e picchiarlo fino a che non sentì le dita sanguinare.
 
 Nel frattempo Ercole usava la spada come parafulmine per attirare gli attacchi di Larxene, e al tempo stesso districarsi contro le sue innumerevoli copie.
 
" Oh, avanti, Megafusto, non sai fare di meglio?", chiese sardonica la ninja, usando il tipico soprannome dato al gladiatore di Meg. In risposta un calcio di Ercole fece sparire la copia in una nuvola di fumo.
 
" Oh, fidati, ho ancora molte frecce al mio arco..... vero, Pegaso?", chiese con un ghigno. Sopra di lui un forte vento turchese spazzò finalmente le nubi create da Larxene, rivelando il fedele Spectrobe di Ercole, che nitrì felice.
 
" Ah, deve averci messo un bel pò a caricare quell' attacco.... sai che me ne frega a questo punto.", commentò seccata Larxene, lanciando un intero sciame di kunai a ricerca contro Pegaso. Ercole però salto veloce come una meteora verso l' amico di mille avventure e, attivando la Trance Lampomania, gli rispedì tutti al mittente.
 
Balzato in groppa a Pegaso, prese alcune delle sue piume e un arco, avvolgendosi con una sfavillante luce dorata.
 
" SACRA PIOGGIA DI CHIRONE!", esclamò scagliando ogni piuma una dopo l' altra. Con orrore di Larxene, una raffica di punti luminosi cominciò a scendere, abbastanza ampia da ricoprire forse l' intero continente.
 
Non c'era scampo.
 
Larxene tentò disperatamente di fulminare i proiettili luminosi che scendevano su di lei, ma per ogni saetta scagliata, dieci nuove piume si illuminavano d’oro e si avvicinavano sempre di più. Il cielo sembrava essersi trasformato in un mare di stelle cadenti, e con un ringhio di frustrazione la ninja cercò di fuggire con un lampo di elettricità.
 
Troppo tardi.
 
La prima piuma colpì il suo fianco, incendiando i suoi nervi con un dolore accecante. Subito dopo, un'altra la centrò alla spalla, poi alla gamba, e infine l’intero sciame si abbatté su di lei in una tempesta divina.
 
Gridò, cercando invano di resistere, ma la luce della Sacra Pioggia di Chirone la avvolse completamente. Il suo corpo venne spazzato via da un turbine di energia dorata, e con un ultimo urlo disperato, Larxene si dissolse in un bagliore accecante.
 
Sul campo di battaglia, Shan Yu atterrò accanto a Ercole, osservando con un sorrisetto soddisfatto i resti incandescenti della loro nemica.
 
" Devo ammetterlo, Megafusto, hai stile."
 
Ercole si passò una mano sulla fronte, ancora scintillante della sua Trance, e annuì con un mezzo sorriso.
 
" Grazie, Shan Yu. Ma direi che non è ancora finita."
 
Sotto di loro, il Dream Eater di Larxene si contorceva furiosamente, ancora vivo nonostante la scomparsa della sua padrona. L’enorme creatura lanciò un ululato spettrale, il suo corpo deformandosi in un’ultima, disperata offensiva.
 
Shan Yu strinse i pugni e ghignò preparandosi a finire la bestia una volta per tutte.
 
“ Adoro la mia vita.”.
 
                                               ***********
Sebbene estraneo a tutte le altre fazioni in campo, Sephirot si stava provando non di meno un ostacolo quasi insormontabile per Terra, Aqua e Ventus. I tre Custodi attaccavano da ogni direzione, utilizzando tutte le tecniche da loro apprese e il lavoro di squadra che avevano rinsaldato in quel poco tempo a loro disposizione. Ma l' Ex Soldier sembrava essere sempre e comunque un passo davanti a loro, schivando e contrattaccando con una facilità che avrebbe impressionato lo stesso Xenahort. 
 
" Ars Magica!", esclamò Acqua, creando attorno a sè dei portali in cui entrò a ripetizione, attaccando ripetutamente Sephirot fino a quando non venne afferrata per la gola e sbattuta a terra. L' attacco però gli costò la sua infame ala nera, tagliata da un furioso Ventus che eseguì quindi uno dei suoi attacchi più potenti.
 
" VORTICE SACRO!", esclamò roteando su sè stesso e formando numerose colonne di luce taglienti, che oltre a danneggiare Sephirot curarono anche sè stesso e Acqua
 
Sephiroth sibilò lievemente per la prima volta dall’inizio dello scontro, un lampo di fastidio attraversandogli il volto mentre l’energia sacra di Ventus lo investiva. La sua ala recisa si dissolse in un turbine di piume oscure, e con uno scatto impercettibile, il guerriero dai capelli argentei si ritrovò a mezz’aria, osservando i tre Custodi con occhi impassibili.
 
"Interessante..." mormorò, facendo roteare la Masamune con eleganza letale. "Avete migliorato il vostro gioco."
 
Terra non perse tempo e balzò in avanti con un ruggito di battaglia, facendo sfolgorare il Keyblade avvolto dall’energia della Terra Oscura.
 
" NON ABBASSARE LA GUARDIA!"
 
Con una spinta devastante, il Custode scagliò un pugno colossale infuso di potere tellurico, mirando dritto allo stomaco di Sephiroth.
 
Il colpo lo centrò in pieno.
 
Per un istante, parve che il leggendario spadaccino fosse stato sopraffatto. Ma poi un’ombra si stese sul campo di battaglia.
 
Aqua e Ventus arretrarono d’istinto.
 
Qualcosa non andava.
 
Un suono acuto riecheggiò nell’aria, come il sibilo di una lama attraverso il vuoto. Terra spalancò gli occhi, il fiato mozzato.
 
La sua armatura era stata squarciata.
 
Un taglio sottile e perfetto gli attraversava il petto, nonostante il suo attacco avesse colpito per primo.
 
Sephiroth era ancora lì, immobile. Ma la Masamune brillava di una luce spettrale.
 
" Molto bene," mormorò con un sorriso freddo. " Vediamo quanto potete ancora resistere."
 
D’improvviso, un’onda d’energia esplose dal suo corpo, scagliando i tre Custodi in ogni direzione. Aqua riuscì a materializzare una barriera d’acqua per attutire la caduta, mentre Ventus si riprese a mezz’aria con un’acrobazia. Terra, invece, impattò violentemente contro il suolo, sputando sangue.
 
Sephiroth discese lentamente verso di lui, il passo elegante come quello di un angelo della morte.
 
" Avanti," sussurrò, sollevando la lama. " Mostratemi la vostra determinazione."
 
 
" C'è un unico modo per concludere questo incubo.", disse Terra, iniettandosi a fatica un' elisir che l' avrebbe tenuto insieme almeno per un altro pò.
 
" Vero.... l' Unione Dimensionale, noi tutti assieme.", affermò concorde Aqua. Ventus deglutì.
 
" Dare il tutto per tutto..... considerando cosa sta facendo ora Sora, non posso certo essere da meno del mio Padawan.".
 
Il trio creò attorno a sè una barriera per bloccare gli attacchi di Sephirot e incrociò i Keyblade, lasciando che le energie di ognuno fluissero nei corpi degli altri in un' unione di ambra, turchese e giada fino a formare un' esplosione di colori che risanò le loro ferite e aumentò il loro potere fino ai limiti.
 
Sephirot ghignò soddisfatto e fece per attaccarli di nuovo, solo per trovarseli davanti prima ancora di accorgersene.
Il tempo stesso sembrò distorcersi attorno al trio. La loro velocità era aumentata in modo innaturale, ogni movimento carico di potenza pura. Terra sferrò un pugno devastante che colpì Sephiroth al centro del petto, facendolo barcollare per la prima volta.
 
Subito dopo, Aqua roteò con eleganza, brandendo il Keyblade come un bastone di luce, e intonò un incantesimo.
 
" Diluvio Arcano!"
 
Un turbine d’acqua magica esplose attorno a Sephiroth, per poi intrappolarlo in una sfera vorticante di energia.
 
Ventus non perse tempo. Con una spinta d’aria, si lanciò all’interno del vortice, ruotando su sé stesso come una meteora dorata che si abbattè sulla prigione creata dalla compagna con un impatto devastante persino per l’ Angelo Monoala.
Per la prima volta, Sephiroth si ritrovò costretto ad arretrare, le sue vesti lacerate, il corpo segnato da tagli profondi dopo l’ assalto dei tre Custodi.
 
Eppure, rideva.
 
" Finalmente… uno scontro degno."
 
Sollevò la Masamune, la lama vibrante di un potere quasi inconcepibile. Un'aura oscura e cremisi lo avvolse, e in un battito di ciglia, le nuvole sopra di loro si squarciarono, rivelando un cielo spettrale, dipinto di stelle morenti.
 
Aqua spalancò gli occhi.
 
" No… questa energia… sta evocando la Supernova!"
 
Terra strinse i denti. " Dobbiamo fermarlo, ADESSO!"
 
Ventus annuì. " Un ultimo attacco combinato… tutti assieme!"
 
I tre Custodi incrociarono ancora i Keyblade, raccogliendo le loro ultime forze. Un'immensa spirale di luce li avvolse, trasformandoli in tre saette incadescenti che si scagliarono verso Sephiroth.
 
L’impatto fu apocalittico, come lo scontro di due divinità in guerra. L’energia caotica e fiammeggiante della Supernova si abbatté sulla spirale luminosa creata da Terra, Aqua e Ventus, deformando lo spazio attorno a loro. Un'esplosione colossale ruggì attraverso il campo di battaglia, consumando ogni suono con un boato assordante.
 
Onde d’urto si abbatterono su tutto il pianeta, sollevando detriti e squarciando il terreno come se fosse carta. Il cielo si riempì di bagliori accecanti, e per un attimo il tempo stesso sembrò sospendersi.
 
Quando l’energia si dissipò, il campo di battaglia era irriconoscibile: un’enorme voragine fumante segnava il punto esatto dello scontro.
 
I tre Custodi emersero dalla polvere, stremati. I loro corpi erano ricoperti di ferite e bruciature, il respiro affannato. Appena in piedi, sapevano di aver dato tutto.
 
Sephiroth, pur gravemente ferito, rimase in piedi. La sua figura era ricoperta di tagli, un fianco sanguinava copiosamente, eppure il suo sguardo era ancora freddo, inamovibile.
 
" Non male," mormorò, avanzando con passo lento ma deciso.
 
Sollevò la Masamune sopra di sé, pronto a sferrare il colpo di grazia.
 
I tre Custodi alzarono appena lo sguardo, le forze ormai esaurite.
 
Fu allora che una seconda lama si frappose tra loro e Sephiroth.
 
CLANG!
 
Una spada massiccia, dai contorni familiari, bloccò la discesa della Masamune con una scintilla di pura determinazione.
 
" Basta così, Sephiroth," disse una voce roca ma ferma.
 
Cloud Strife lo fissava con occhi risoluti, la Buster Sword saldamente tra le mani.
 
" Oh, Cloud", commentò divertito Sephirot" Hai deciso di approfittare di quest' occasione per fermarmi una volta per tutte? Mentre questi tre mi hanno già indebolito e reso una facile preda.".
 
" Tu non sarai mai una facile preda. E sì...... non intendo farmi scrupoli oggi.".
 
Cloud mise quanta forza aveva nella Buster Sword, spingendo via il rivale di sempre con un potente boato. Sephirot tentò di tornare subito all' attacco, sapendo che non avrebbe assistito a un altro scontro prolungato.  Ma Cloud aveva già caricato tutta l' energia che gli era rimasta dopo ore e ore di combattimento, espandendola in una brillante fiamma dorata.
 
Roteò dunque la Buster Sword per poi dividerla in molteplici spade, che si radunarono in cerchio attorno a un paralizzato Sephirot. Veloce come la luce, Cloude afferrò ogni singola arma, usandola per attaccare il Soldier rinnegato ancora e ancora, ogni colpo infuso con la rabbia di tutte le sue vittime.
 
Dopo decine se non centinaia di fendenti, Cloud riassemblò l' arma per intero e nuovamente roteò su sè stesso, rilasciando tutto il suo potere in un devastante attacco che scavò un solco di diversi chilometri nel terreno.
 
 Sephirot sputò un fiotto di sangue infetto, per poi portarsi una mano allo stomaco tagliato in due. Busto e gambe si separarono sotto il gelido sguardo di Cloud, che prese alcune pozioni da dare a Terra, Aqua e Ven.
 
" Ora, fammi il dannato piacere di rimanere sotterrato nella mia memoria.".
Sephiroth rimase immobile per un lungo istante, il suo volto impassibile mentre osservava il sangue nero sgorgare dalla ferita mortale. Poi, con un lieve sorriso – forse di divertimento, forse di accettazione – la sua figura cominciò a dissolversi in un turbine di piume nere, inghiottite dal vento come cenere sparsa nell’eternità.
 
Cloud non abbassò lo sguardo, non si voltò nemmeno per osservare il suo eterno nemico svanire nel nulla. Dopo così tante vite perse non riusciva neanche a sentirsi soddisfatto.
 
Con un sospiro pesante, si girò verso i tre Custodi, ancora a terra, esausti ma vivi. Senza dire una parola, si inginocchiò e lasciò cadere accanto a loro le pozioni.
 
" Bevete," disse semplicemente.
 
Terra, Aqua e Ventus lo guardarono con un misto di gratitudine e stanchezza. Non c’era bisogno di parole in quel momento. Avevano vinto, ma il campo di battaglia era ancora in tumulto. E la guerra... non era ancora finita.
 
                                                       *********
Vermeil schivò a malapena l' ennesimo devastante fendente di Saix, e rispose a fatica con raggi congelanti che il Custode dalla chioma turchese parò invece con gran facilità. Il peso dello scontro cominciava a farsi sentire, anche per il povero Rex, che a malapena bloccava le devastanti martellate di Garland.  
  
' L' unica cosa da fare è mettere di nuovo Garland e Saix l' uno contro l' altro e fuggire', pensò la giovane succube. Facendo perno su tutti i suoi anni di esperienza, attese quindi l' ennesimo attacco di Saix e all' ultimo istante balzò via, lasciando che fosse proprio Garland( troppo impegnato a finire Rex) a riceverlo in pieno.  
  
Il più lesta possibile, prese quindi il compagno e si nascose dietro una delle poche rocce rimaste integre per curarlo
 
Garland si scosse per l'impatto, voltandosi lentamente verso Saix con occhi colmi di furia. " Sciocco," ringhiò, stringendo il martello con entrambe le mani. "Se vuoi combattere con tanta ferocia, allora fallo contro un avversario degno."
 
Saix, ancora in preda alla sua frenesia, scattò in avanti senza esitazione, pronto a sferrare un altro colpo. Garland rispose con un possente fendente, e in un attimo i due si ritrovarono avvolti in una tempesta di acciaio e potenza bruta, dimentichi di tutto il resto.
 
Dietro la roccia, Vermeil lavorava febbrilmente, le mani tremanti per l’adrenalina mentre concentrava la sua magia curativa su Rex. Il Mandaloriano gemette debolmente, gli occhi socchiusi per il dolore.
 
" Forza, amico," sussurrò la succube, controllando con un’occhiata il duello sempre più violento tra Garland e Saix. "Abbiamo la nostra occasione, ma dobbiamo muoverci adesso."
 
 
Lo scontro tra i due spadaccini si fece sempre più violento, finché Saix non avvolse la sua Claymore con delle fauci di pura energia con cui cerco di attaccare Garland ai fianchi. 
  All' ultimo istante il cavaliere sorrise sotto l' elmo e smaterializzó l' armatura non appena entrò in contatto coi denti, dandogli un istante sufficiente a saltare dietro Saix e avvolgergli il collo con la catena della sua spada
 
Garland serrò la catena attorno al collo di Saix con una forza inarrestabile, le sue braccia mosse da una potenza implacabile. Il Custode dagli occhi dorati lottò con ferocia, artigliando il metallo con dita tremanti, la Claymore ancora stretta nella presa mentre cercava disperatamente di liberarsi.
 
Un ringhio soffocato gli sfuggì dalle labbra, e con l’ultima scintilla di forza tentò di conficcare l’arma dietro di sé, sperando di ferire il suo carnefice. Ma Garland era troppo esperto, troppo spietato. Con un movimento secco, strattonò la catena con ancora più vigore, facendogli perdere definitivamente l’equilibrio.
 
Saix cadde in ginocchio, i suoi occhi, prima colmi di furia, ora si offuscarono nel crepuscolo della coscienza. Le sue mani scivolarono lungo la catena, i suoi movimenti divennero spasmi sempre più deboli, fino a fermarsi del tutto.
 
Garland attese qualche secondo, assicurandosi che l’ultimo soffio di vita abbandonasse il corpo del nemico, prima di lasciare andare la presa. Saix crollò a terra, immobile, la sua Claymore cadde con un tonfo sordo.
 
Rialzandosi con calma, Garland si voltò lentamente, cercando con lo sguardo Vermeil e Rex. Ma non c’era traccia di loro. Il cavaliere aggrottò la fronte, osservando le ombre lontane. La succube e Rex avevano sfruttato il caos della battaglia per dileguarsi.
 
"Furbi," mormorò tra sé, con un sorriso appena accennato sotto l'elmo ricomposto. Poi, senza perdere altro tempo, riprese la sua marcia verso il prossimo avversario.
 
 
                                                               *********
 
La sciabola di Kassim affondó finalmente nel corpo di Reiko, ponendo fine alla vita del Clone. Non senza però aver messo a dura prova il Re dei ladri, che aveva dato fondo a quanto aveva nel Prizmod per restare vivo. La battaglia però non era ancora conclusa, Esdeath continuava a combattere con una gioia a dir poco maniacale contro Savage e 2B.
 
" Ah, al diavolo Kingdom Hearts, a quel paese il resto della galassia, questo è l' unico motivo per cui ho accettato di aiutare Xenahort", rise la spadaccina incrociando le lame coi due avversari in uno scontro che ricoprì di crepe l' intero palazzo di ghiaccio. 
 
Savage strinse i denti spingendo con la spada laser a doppia lama, sperando di dare qualche secondo in più a 2B. 
 
 
" Tutto qui, cercare un avversario forte in un' intera galassia piena di combattenti incredibili? Io e mio fratello saremo anche dei guerrafondai, e non giustifico il sangue che abbiamo versato, ma almeno abbiamo combattuto per qualcosa che non fosse semplicemente noi stessi"
 
Esdeath ridacchiò, facendo scivolare la sua spada contro la lama doppia di Savage con una grazia letale. Il ghiaccio si increspò sotto i loro piedi, mentre il vento gelido della sua aura si intensificava.
 
" Oh, risparmiami la morale," sibilò con un sorriso affilato, " combattere per sé stessi è l'unica vera libertà. Tutto il resto sono solo catene mascherate da ideali."
 
Con uno scatto improvviso, spinse via Savage con un'ondata di ghiaccio che gli congelò momentaneamente le braccia, abbastanza da renderlo vulnerabile. 2B colse l'opportunità e si avventò su Esdeath con una rapidità fulminea, la sua lama risplendente di energia pura.
 
La gelida spadaccina deviò il colpo con una grazia quasi danzante, facendo perno su un piede per poi tentare un fendente diagonale. Ma 2B era già sparita dalla sua traiettoria, teletrasportandosi dietro di lei in un lampo di dati e assestando un taglio netto lungo il fianco di Esdeath.
 
Per la prima volta in tutta la battaglia, il sorriso di Esdeath si spense per un istante. Poi, vedendo il sangue tingere il ghiaccio sotto di lei, scoppiò in una risata isterica.
 
" Finalmente! Finalmente qualcuno che sa rendermi felice!" esclamò con occhi brillanti di follia.
 
Savage si liberò dal ghiaccio e si lanciò di nuovo nella mischia, unendo la sua furia a quella di 2B. Esdeath si ritrovò sotto un assalto incessante, costretta a difendersi come mai prima d'ora. Il palazzo tremò per la forza dello scontro, le sue fondamenta ormai fragili sotto la pressione del duello.
 
Ma Esdeath non accennava a cedere. Anzi, sembrava quasi esaltata dal pericolo imminente.
 
 
2B tramutó le mani in robusti martelli, con cui cercó di rompere le difese di Esdeath. Quest' ultima si trovò in effetti in difficoltà ai primi scambi, ma poi con orrore dell' androide si esibì in un sinistro ghigno e eseguì una fulminea tecnica di Iaido, separando 2B da Globby. 
 
 
Il simbionte cercó dunque di fondersi con Savage, ma non appena il guerriero gli tese la mano, Esdeath la congeló con una gelida brezza.
 
" Gli ultimi scambi mentre l' avversario capisce di non avere il minimo scambio.... Sono sempre i più eccitanti", rise in preda a una folle gioia prima di lanciarsi all' attacco contro Savage, la punta del suo Keyblade rivolta al cuore. 
 
Con sorpresa di entrambi, però, la lama penetró nella spalla di Kassim, messosi di fronte al compagno. Esdeath cercó di estrarla subito, ma il predone l' afferró, infilandola a dovere nel proprio carapace. 
 
Esdeath tentò di estrarre la sua spada, ma Kassim la trattenne con una stretta d’acciaio, il sangue colando lungo la lama conficcata nel suo carapace.
 
" Non... così in fretta," ringhiò il predone, stringendo i denti mentre Esdeath lo fissava, incredula per il suo sacrificio.
 
Fu allora che 2B e Savage agirono.
 
L’androide, con gli occhi freddi e determinati, fuse Globby con la sua spada, infondendovi tutta l’ energia del suo reattore. Con uno scatto, li abbatté su Esdeath, frantumando lo strato di ghiaccio che la circondava e costringendola a un passo indietro.
 
Savage, libero dal gelo che lo bloccava, riattivò la sua spada laser a doppia lama e caricò con un colpo devastante. La lama incandescente tranciò l’aria con un sibilo mortale, tagliando attraverso il fianco di Esdeath e lasciando una scia di carne carbonizzata.
 
Esdeath barcollò, il suo Keyblade ancora intrappolato nel corpo di Kassim. Tossì, e un fiotto di sangue le colò dalle labbra.
 
" Ah... ahahahah..." Rise ancora, ma la sua voce si faceva più flebile. " Questo sì... che è un finale emozionante..."
 
Con un ultimo sorriso folle, il suo corpo cominciò a congelarsi dall'interno, trasformandosi in un’unica statua di ghiaccio crepato. Un istante dopo, esplose in una pioggia di frammenti gelidi, dissolvendosi nel nulla.
 
2B e Savage non persero tempo. Afferrarono Kassim prima che il palazzo crollasse del tutto, trascinandolo fuori mentre le mura si sbriciolavano attorno a loro.
 
Raggiunta una zona sicura, lo distesero a terra. Le ferite del predone erano profonde, e il suo respiro si faceva sempre più debole.
 
" Kassim, resisti!" disse Savage, stringendogli una mano.
 
Lui ridacchiò debolmente, tossendo sangue. " Resistere...? No, amico mio... la mia storia finisce qui. Ma la sua... la sua è ancora tutta da scrivere."
 
2B si chinò accanto a lui. " A chi ti riferisci?"
 
Kassim sollevò la testa con uno sforzo immenso, gli occhi colmi di una fiera determinazione.
 
" Ad Aladdin..." sussurrò. " Ditegli che... non importa quanti ostacoli si frapponga sul suo cammino. Lui è nato per splendere... dove nessun altro può arrivare. E... ditegli che... mi dispiace."
 
Con un ultimo respiro spezzato, il Re dei Ladri chiuse gli occhi, un debole sorriso ancora stampato sul volto.
 
                                                     *********
 
L' esercito di Heartless e Nessuno evocato da Demyx era stato ormai decimato, e solo una barriera d' acqua rimaneva a difendere il bardo dai sempre più selvaggi attacchi del gruppo di Sora. 
 
Il Guardiano di Riku attaccava in combinazione con Mando e Grogu, Montblanc utilizzava tutti i gingilli costruiti la guida di Archimede, Judy svuotava un caricatore dopo l' altro, mentre Angela e Alami combinavano devastanti incantesimi.
 
Solo Kairi restava ben immobile, accumulando nascosta l' energia per il momento giusto. Che non tardó a presentarsi. Quando Demyx capì che non c'era più nulla da fare, schizzó in aria sperando di salvarsi, ma la paladina non tardó a seguirlo. 
 
Infuse tutta l' energia da lei caricata nella sua Claymore, creando una gigantesca lama d' energia avvolta da scariche elettriche, per poi abbatterla contro Demyx senza la minima pietà. Lui provó disperatamente a difendersi con la chitarra, ma venne tagliata come burro. 
 
 
" Guesto è per i due anni in cui mi avete tenuto prigioniera. GIGASTRASH!" 
La colossale lama di energia si abbatté su Demyx come un fulmine divino, squarciando la sua difesa con una potenza inarrestabile. La chitarra si frantumò in mille schegge, e l’onda d’urto lo scagliò verso il suolo come un meteorite.
 
Un urlo di puro terrore uscì dalle labbra del bardo mentre la sua forma si dissolveva in frammenti di oscurità, la sua esistenza spezzata dal colpo implacabile di Kairi.
 
Atterrata con grazia, la paladina fissò il punto esatto in cui Demyx era svanito, il respiro affannato ma gli occhi fermi. La scarica di energia si dissipò attorno a lei, lasciando nell’aria solo il crepitio degli ultimi fulmini.
 
Gli altri membri del gruppo si avvicinarono rapidamente, le loro espressioni un misto di ammirazione e sollievo.
 
" KUPO’, SEI STATA GRANDE, KUPO’!" esclamò Montblanc, con un ampio sorriso.
 
Mando annuì con rispetto, mentre Grogu emise un suono felice, sollevando le manine.
 
Judy ricaricò la pistola, soffiando via il fumo dalla canna. "Direi che se l’è meritato."
 
Angela e Alami sospirarono, ancora circondate dall’eco della loro magia.
 
Riku posò una mano sulla spalla di Kairi. "È finita."
 
Lei inspirò profondamente e chiuse gli occhi per un istante. Poi li riaprì, più determinata che mai.
 
"No," disse piano, guardando l’orizzonte illuminato dalle battaglie ancora in corso. "Non ancora."
 
                                              *******
 
Koinzell e Xaldin scagliaronk  un' intera pioggia di lame contro i suoi tre avversari, ognuna infusa con abbastanza energia elementale da distruggere interi continenti. Freya e Maul schivavano come poterono, prendendo comunque non pochi colpi, ma Obi-Wan rimase fermo al suo posto, assorbendo ogni attacco grazie al suo Keyblade. Avrebbe avuto bisogno di ogni goccia del potere avversario per vincere. 
 
 
Seppur indebolito dagli attacchi, Maul schizzó contro Xaldin, incrociando a più riprese i loro Keyblade in un crescendo di ferocia senza eguali.  
 
" Sicuro di non volermi aiutare a sbarazzarci di Obi-Wan? Ormai sei al limite", commentò Xaldin, solo per muovere la testa e schivare di poco un Ultima lanciato da Maul. 
 
 
" Appunto. Quindi mi sbrigheró a sbarazzarmi di te e poi penserò a Obi- Wan" 
 
Xaldin non ebbe il tempo di ribattere: Maul si scagliò su di lui con una velocità brutale, il Keyblade roteante in un turbine di colpi letali. Il vento scatenato dall’arma di Xaldin tentò di respingerlo, ma il Sith lo attraversò con pura furia.
 
Freya, intanto, si lanciò su Koinzell, le sue zampe sfiorando il terreno con agilità sovrumana. Ogni fendente del mezzelfo era una sentenza di morte, ma la dragoon danzava tra le sue lame con una precisione inarrivabile, rispondendo con colpi mirati e devastanti.
 
Obi-Wan, ancora immobile, continuava ad assorbire l’energia delle frecce elementali rimaste. Il suo corpo tremava per lo sforzo, ma i suoi occhi azzurri rimasero impassibili. Attendeva il momento perfetto.
 
Maul riuscì finalmente a sopraffare Xaldin: con un ruggito, lo afferrò per un braccio e lo sbatté violentemente contro il suolo. Senza esitare, piantò il Keyblade nel petto del nemico, scatenando un'esplosione oscura che lasciò il vento guardiano senza fiato.
 
"Uno in meno," sibilò Maul, voltandosi verso Obi-Wan.
 
Ma in quel preciso istante, il Jedi sollevò il suo Keyblade, ora incandescente di energia assorbita, e puntò lo sguardo su Koinzell.
 
Il mezzelfo si accorse troppo tardi di ciò che stava per accadere.
 
Rendendosi conto che la sfida era ormai perduta, Koinzell tentó di volare via, solo per essere bloccato da Freya e il suo drago. 
 
 
' Xenahort, farai meglio a vincere', pensò lo spadaccino, prima che drago e cavaliere lo investissero con un doppio soffio di fiamme, spedendolo dritto nelle non molto misericordiose mani di Obi - Wan, il cui Keyblade divenne una trivella di pura energia. 
 
" Questo è per tutte le persone che ho deluso. Majesty drill!"
 
Ogni tentativo di difesa fu inutile, non appena Koinzell entrò in contatto con l'arma del Cavaliere Runico, di lui non rimase che lo spirito, in procinto di diventare un tutt' uno con la Forza.
 
Obi - Wan cadde dunque in ginocchio per lo sforzo, lieto di aver potuto almeno redimersi di fronte ai suoi compagni caduti e speranzosamente anche agli occhi di Anakin. 
 
Ma  familiari passi dietro di lui gli ricordarono che aveva ancora qualcun altro da vendicare. 
 
" Spettacolare, Obi- Wan..... Ora, se non ti dispiace, è il mio turno.", affermò Maul, Brandendo a fatica il proprio Keyblade, in posizione per un ultimo attacco. Obi- Wan gli rivolse un gelido sguardo e alzò a propria volta la spada, sapendo che da lì a breve si sarebbe ricongiunto a Satine. 
 
Il vento soffiava tra le rovine, sollevando polvere e cenere attorno ai due guerrieri. Maul e Obi-Wan si fissavano, i loro corpi segnati da innumerevoli ferite, ma le loro volontà ancora incrollabili.
 
"È finita, Maul," disse Obi-Wan con voce ferma, sollevando il Keyblade con entrambe le mani.
 
"L’ho sentito dire tante volte," sibilò Maul, stringendo l’elsa della sua arma con tutta la forza rimasta. "Ma stavolta… stavolta sarò io a vincere!"
 
Con un urlo carico di odio e disperazione, il Sith si scagliò in avanti, il suo Keyblade fendendo l’aria con una potenza letale. Obi-Wan rimase immobile fino all’ultimo istante, poi parò il colpo con un movimento fluido, deviandolo di lato.
 
Lo scontro fu rapido e feroce. Lame di luce e ombra si intrecciarono in un ultimo duello, colpi parati e contrattacchi sferrati con la maestria di due guerrieri che si conoscevano meglio di quanto avrebbero mai ammesso.
 
Ma Obi-Wan era pronto.
 
Con un movimento perfetto, il Jedi evitò un fendente e, in un solo istante, portò il proprio Keyblade in un arco fatale. La lama luminosa attraversò il petto di Maul, che si fermò di colpo, gli occhi gialli spalancati per lo stupore.
 
Il Sith barcollò, lasciando andare il Keyblade che si dissolse in scintille oscure.
 
"Satine… finalmente ti ho vendicata," sussurrò Obi-Wan, osservando il suo vecchio nemico cadere in ginocchio.
 
Maul lo fissò con un sorriso amaro. "Ci hai sempre battuti, Jedi," mormorò con un filo di voce. "Ma alla fine… non ha fatto alcuna differenza."
 
Con un ultimo respiro spezzato, il corpo di Maul si dissolse nel vento.
 
Obi-Wan rimase immobile, il peso della battaglia gravando su di lui. Poi chiuse gli occhi, lasciando che la Forza gli desse la pace che aveva atteso per tanto tempo.
 
                                                      **********
Xenahort afferró a fatica le armi di Sora e Vader, bloccando il loro assalto combinato per poi scagliarli via con un devastante Ultima. La conseguente esplosione quasi dilanió le armature della Diade, ma in qualche modo riuscirono a non morire. 
 
 
" Diventa sempre più forte", commentò lo sfinito Sora, usando una magia curativa oer sè e il compagno " Ma anche più instabile."
 
" Ma sconfiggerlo in una gara di resistenza non è un' opzione vista la posta in gioco. Dobbiamo finire il prima possibile", ribatté però Vader, scagliando un doppio incantesimo di fuoco e fulmine dai propri Keyblade per poi lanciarsi all' attacco contro Xenahort in un serrato e frenetico attacco che mise a dura prova tutta la sua esperienza di spadaccino.
 
Il leggendario Custode tentò ogni singola mossa dal suo vasto arsenale, tutto quello che aveva sperato di usare per vendicare la morte di Padmè, Fives e tanti altri. Ma era sempre più difficile usare tecniche alimentate dalla Forza quando il suo avversario ne stava diventando la personificazione.
 
" Cambio Forma: Drago Perduto!", esclamó Sora, evocando il Keyblade ricevuto da Mulan e rinunciando a ogni difesa, per buttarsi a sua volta all' attacco col suo spadone infuocato. L' impatto che si generó sembrò deformare lo spazio intorno a loro, luce e oscurità si mescolarono e si respinsero mentre anche la forma fisica di Mortis prese a tremare. 
 
Xehanort digrignò i denti, avvertendo la pressione crescente dell’assalto combinato. Per quanto avesse raggiunto il culmine del suo potere, nemmeno lui poteva ignorare la furia di una Diade tanto potente.
 
Le lame di Vader erano rapide e inarrestabili, fendendo l’aria con un’oscura precisione, mentre Sora caricava con la potenza incandescente del Drago Perduto, ogni colpo infuocato lasciando scie di energia ardente nello spazio distorto di Mortis.
 
Xehanort si muoveva come un predatore ferito, ogni parata un disperato tentativo di mantenere il controllo. Ma la combinazione di stili, la sincronia perfetta tra la brutalità strategica di Vader e l’imprevedibile audacia di Sora, lo stava schiacciando.
 
Un colpo del Keyblade di Sora mandò Xehanort all’indietro, esposto per una frazione di secondo.
 
Era tutto ciò che serviva.
 
Vader si mosse con la velocità della tempesta, incrociando le lame e scatenando una croce di energia oscura che esplose nel petto di Xehanort, facendolo barcollare.
 
Sora ne approfittò immediatamente. Con un ruggito di battaglia, sollevò il Drago Perduto sopra la testa, la lama incandescente trasformandosi in un’onda di pura fiamma dorata.
 
"FIAMMA DEL CUORE!"
 
L’attacco si abbatté su Xehanort con la forza di un cataclisma, squarciando la sua armatura e scaraventandolo a terra con un impatto che fece tremare l’intero Mortis.
 
Quando il fumo si dissipò, Xehanort era in ginocchio, ansimante. Il suo potere non era svanito del tutto… ma per la prima volta, il Folle Maestro sembrava vulnerabile.
 
" Eheheh.... questo mi ricorda davvero tutti i nostri sparring, Anakin. Sembra che sia passato solo ieri....", rise il Kree con una nota sinistra nella voce, che Vader chiaramente non apprezzò.
 
" Ricordare i vecchi tempi è il modo migliore per farsi ammazzare, lurido vecchio....", sibilò inviperito, apparendo in un istante davanti a Xenahort, con l' intenzione di decapitarlo una volta per tutte. I suoi Keyblade però tagliarono solo l' aria, e poi si ritrovò sbattuto sulla piattaforma dorata ove lo scontro aveva luogo.  Nonostante tutto, il loro avversario stava ancora incanalando la potenza stessa di Kingdom Hearts, e non sarebbe caduto così facilmente.
 
" Hai ragione.... ma è un piacevole passatempo.", commentò quasi divertito Xenahort, evocando dei Keyblade a mezz' aria con cui avrebbe impalato Vader, se Sora non fosse arrivato in tempo a disperderli con mirati fendenti.
 
Sora atterrò davanti a Vader, il Drago Perduto ancora fumante dopo aver disperso i Keyblade nemici. Ansimava, ma i suoi occhi brillavano di determinazione.
 
"Non ti darò il tempo di cullarti nei ricordi, Xenahort!" ringhiò, stringendo la presa sulla sua arma.
 
Xenahort sorrise, il suo volto segnato dalla fatica ma ancora pervaso da quell’inquietante calma. "Eppure i ricordi sono ciò che ci rendono ciò che siamo, ragazzo." Con un gesto della mano, l’aria intorno a lui si distorse, evocando un turbine di energia dorata e oscura.
 
Dalla luce emersero dozzine di Keyblade fluttuanti, ognuno risonante con un’eco antica. Erano le armi di coloro che avevano combattuto in epoche passate, schierate ora come estensione della volontà di Xenahort.
 
Vader si rialzò, gli occhi rossi di furia dietro la maschera danneggiata. "Basta con i giochetti..."
 
Con un potente scatto in avanti, sollevò un Keyblade e con l’altro estese una mano verso i Keyblade fluttuanti, cercando di spezzare il loro controllo con la Forza.
 
Sora si unì all’attacco, balzando da una lama all’altra, fendendo e dissipando le armi nemiche mentre avanzava verso Xenahort.
 
Ma Xenahort non si lasciò sorprendere.
 
Alzò entrambe le mani, evocando una cupola di energia che esplose all’improvviso, scagliando Vader e Sora lontano con una forza schiacciante.
 
"Avete mostrato molto... ma ora, vediamo se riuscite a reggere l’intero peso della mia volontà!" ruggì Xenahort, il cielo di Mortis squarciato dalla luce di Kingdom Hearts mentre le sue ferite si richiudevano lentamente, alimentato dall’essenza stessa della fonte suprema di potere.
 
Frazioni di secondo trascorsero Senza che nessuno dei tre combattenti riprese fiato per un solo istante. Fendenti, pugni e incantesimi si alternarono in un miscuglio di violenza che sembrò squarciare la Forza stessa, ognuno di loro portato al limite e oltre.  
  
Xenahort combatteva animato dal nichilismo di chi credeva che per la galassia non ci fosse più altra via se non la propria.  
  
Vader era alimentato dal desiderio di rendere giustizia ai propri cari.  
  
Sora faceva quello per cui era nato, difendere la libertà di tutti gli esseri senzienti e il loro legame.   
  
' Riku, Kairi, Grogu, Angela..... Non vi deluderò ', pensò il moro, facendo perno su tutti i fili che sentiva collegarlo ai suoi compagni sparsi per Mortis, a ogni singolo avventuriero che si batteva per il proprio libero arbitrio.  
  
L' ennesimo incantesimo di Xenahort si fermò a poca distanza da Sora, la cui figura si avvolse di una possente aura multicolore. Essa quindi si divise in tutti i Keyblade che aveva imparato a evocare durante le sue avventure, e ancora oltre.  Alla fine, un colossale mandala di chiavi avvolse Sora e Xenahort, e a un gesto del ragazzo ognuno si trasformò nel proprio Cambio Forma.  
  
Sora non perse un istante. Con un grido di battaglia, scagliò il primo attacco, lanciandosi contro Xenahort con il Keyblade Drago Perduto. La lama infuocata si abbatté con una violenza tale da spezzare il suolo sotto di loro, ma Xenahort parò l'assalto con difficoltà, respingendo Sora con un'onda d'urto.
 
Ma il giovane Custode non si fermò. In un lampo, si materializzò sopra Xenahort, impugnando lo Starlight, che si sdoppiò in due lame gemelle. Con una serie di fendenti rapidissimi, tagliò l'aria con colpi di luce pura, costringendo il suo avversario sulla difensiva.
 
Xenahort si mosse per contrattaccare, ma Sora era già scomparso in una scia di energia. Quando riapparve, impugnava il Nano Arms, il Keyblade si scomponeva in più parti, attaccando come uno sciame di spade danzanti che costrinsero il rivale a evocare una barriera difensiva.
 
Ma non era finita. Il mandala di Keyblade si mosse in perfetta sincronia con Sora, ognuno trasformandosi nel proprio. Lance, pistole, spade d’ ogni forma e dimensione e molto altro ancora si scagliarono contro il Kree in un maelstrom di elementi e fendenti, Kingdom Hearts stesso stava offrendo la propria energia a Sora per sconfiggere l’ usurpatore.
 
Xenahort barcollò, il suo mantello bruciato, il respiro affannato. Per la prima volta, il suo sguardo rivelava qualcosa di simile alla sorpresa. Ma poi, lentamente, rialzò la testa.
 
Con un movimento impercettibile della mano, attivò la sua magia più oscura. Un vortice di energia nera esplose da lui, respingendo tutti i Keyblade di Sora. Il mandala si frantumò, e con esso il vantaggio del ragazzo.
 
"Impressionante... ma non sufficiente," disse Xenahort, la sua voce risonante mentre la sua aura tornava a brillare con una potenza ancora maggiore.
 
Sora si gettò di nuovo all'attacco, ma questa volta, Xenahort lo intercettò. Ogni colpo veniva bloccato, ogni incantesimo dissipato. Lentamente, il Maestro Oscuro stava riprendendo il controllo della battaglia.
 
Fu allora che Vader capì.
 
Non avrebbe mai raggiunto la sua massima forza trattenendosi. Aveva cercato di redimersi, di combattere con autocontrollo... ma in quel momento, capì che per sconfiggere Xenahort, doveva accogliere ogni frammento del suo essere.
 
Senza esitare, incrociò i due Keyblade davanti a sé... e li conficcò nel proprio petto.
 
Un'ondata di energia oscura e rossa esplose da lui, scuotendo il terreno. I Keyblade si fusero con il suo corpo, e il metallo della sua armatura iniziò a mutare, crepitando di pura potenza.
 
Le sue ferite guarirono istantaneamente. La sua voce si fece più profonda, più risonante.
 
Era diventato qualcosa di più di un semplice Sith, più di un Jedi, più di un Custode.
 
Era Anakin Skywalker. Darth Vader. Il Prescelto.
 
E con un movimento della mano, fece tremare l’intero campo di battaglia.
 
 
Xenahort si girò verso la fonte di quel tremore, e per la prima volta da quando fu costretto a impossessarsi di Terra, senti una paura primordiale impossessarsi di lui.
 
L' armatura di Anakin si sgretolò in frammenti subatomici, mostrando sotto di essa un corpo composto unicamente di energia nera e argentea. Non impugnava più neanche i Keyblade, non ne aveva bisogno.
 
Prima ancora di poter reagire, Vader gli fu davanti e gli diede un colpetto sulla fronte, scagliandolo via a chilometri di distanza più veloce della luce.
 
Tentò di alzarsi di nuovo, ma Sora era nuovamente sull' offensiva, e stavolta il ragazzo aveva molta più padronanza delle armi che impugnava.
 
' Io non sono che un tramite..... Un tramite di chiunque tenga alla propria libertà ', pensò dando gli ultimi affondi a Xenahort, portandosi via i suoi arti prima che venisse afferrato da Vader.
 
" Vorrei poter dire che ti perdono..... Ma ad altri spetta quel compito..... Assumendo che lo faranno...... Quando sarai nel pentolone di Ade, porta I miei saluti a Fives...."
 
Xenahort cercò di ribellarsi, ma le sue forze lo stavano abbandonando. Il Maestro Oscuro, che aveva manipolato il destino di mondi interi, era ora impotente nelle mani del Prescelto.
 
Vader lo sollevò con una facilità disumana, il suo corpo di pura energia pulsante di potere grezzo. Gli occhi—o ciò che ne restava—di Xenahort incontrarono quelli del suo carnefice, e per la prima volta in secoli, non vi trovò né rabbia né odio. Solo una sentenza inevitabile.
 
"Non c'è più nulla che tu possa insegnare," sussurrò Vader, e chiuse il pugno.
 
L'aria si deformò attorno a Xenahort mentre una forza inarrestabile si stringeva attorno a lui. Il suo corpo iniziò a cedere, frantumandosi come vetro sotto una pressione impossibile.
 
Eppure, nel suo ultimo istante, un sorriso amaro si formò sulle sue labbra. "Alla fine… siete diventati… proprio come me…"
 
Con un ultimo, spaventoso scricchiolio, il suo corpo si dissolse nel nulla.
 
Vader abbassò il braccio, la sua forma ancora instabile, tremante per l'immensa energia che lo attraversava. Poi, lentamente, si voltò verso Sora.
 
Il giovane Custode respirava affannosamente, osservando il luogo dove un tempo esisteva Xenahort. Il suo Keyblade brillava ancora, ma il ragazzo sapeva che la battaglia non era finita.
 
Vader fece un passo avanti. Il potere dentro di lui era inebriante, assoluto. Era più forte di quanto fosse mai stato, ma anche più vicino all'abisso di quanto avesse mai osato spingersi.
 
Prima che potesse riflettere ulteriormente però, l' intero luogo sembrò tremare, tutta l' energia liberata aveva finito per destabilizzarlo. 
 
Girò subito gli occhi in cerca di Sora, trovandolo svenuto. Lo prese in volo, ma scoprì che il varco da cui erano entrati prima era già svanito.
 
Vader sentì il potere scorrere ancora dentro di sé, ma la sua forma vibrava instabile. Non era stato creato per contenere una tale energia. La realtà stessa intorno a lui si sgretolava, le strutture di Mortis cedendo sotto l'immenso sforzo della battaglia.
 
Stringendo più forte Sora, chiuse gli occhi e si concentrò.
 
Aprire un varco attraverso il tempo e lo spazio era qualcosa che nemmeno i più grandi Maestri Keyblade osavano fare senza un passaggio stabilito. Ma ora, con la Forza e il potere della Luce e dell'Oscurità fusi dentro di lui, Vader era qualcosa di più.
 
Un ruggito profondo scosse l’aria mentre estendeva una mano. La sua volontà si riversò nell’universo stesso, strappando la trama della realtà. Una fenditura si aprì davanti a lui, tremolante come il riflesso di un fulmine sull’acqua. Non sapeva dove conducesse. Non aveva scelta.
 
Si lanciò dentro.
 
L’istante successivo, una luce abbagliante lo avvolse, e tutto divenne silenzio.

                                                                                                               ***************

Domando scusa per errori di grammatica o sbavature qua e là nel testo, gli ultimi giorni di stesura sono stati un pò strani. Epilogo in arrivo!

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Capitolo 51
*** Epilogo ***



Sora riprese coscienza con un gemito. Il suo corpo era pesante, esausto. L’aria era fresca e salmastra, e sotto di lui sentì la sabbia umida di una spiaggia.

Con fatica, si tirò su a sedere. Il cielo sopra di lui era scuro, senza stelle, illuminato solo da una pallida luna lontana. Le onde si infrangevano dolcemente sulla riva, e una leggera brezza gli scompigliò i capelli.

Si guardò intorno. Non riconosceva quel posto.

Poi lo vide.

Un uomo giaceva poco distante, immobile sulla sabbia. Ma non era più il mostro d’energia che aveva visto nell’ultima battaglia.

Era Anakin Skywalker.

Il suo volto, un tempo devastato dal fuoco e dall’odio, era ora giovane e integro. La pelle liscia, i capelli foltie mossi dal vento, gli abiti semplici e leggeri, lontani dall’armatura che aveva indossato per anni.

Sora si trascinò verso di lui, il cuore che martellava nel petto. Posò una mano sulla sua spalla, scuotendolo piano.

Anakin spalancò gli occhi, inspirando profondamente. Per un istante, sembrò smarrito. Poi il suo sguardo si posò su Sora.

E sorrise.


" Ce l' abbiamo fatta.....", disse stanco il Custode, alzandosi con l' aiuto di Sora e scoprendo con piacere che persino i suoi arti sembravano essersi completamente ripresi dal contraccolpo ricevuto molti anni prima su Tatooine.

" Già, la domanda è..... dove siamo finiti?".

" Siete su Naboo. Proprio davanti alla casa dove Anakin e Padmè vissero insieme.", disse una voce familiare dietro il duo. Voltandosi, Sora e Anakin videro nientemeno che i rispettivi patroni. Il Collezionista e Verità li guardavano con dei sorrisi carichi di orgoglio, e la loro presenza riportò ulteriore conforto alle stanche membra dei due guerrieri. 

" Siete stati entrambi incredibili. Tutti i vostri predecessori hanno fatto grandi cose, ma nessuno di loro ha mai combattuto dentro Kingdom Hearts, figurarsi sopravvivere per raccontarlo.", commentò Verità impressionato, offrendo al duo un sorriso fin troppo simile a quelli che Anakin sfoggiava molti anni prima. E che adesso, con la possibilità di liberarsi dai pesi del passato, sarebbe tornato a sfoggiare.

" Già, sarà difficile vivere un' altra avventura per eg... egua... egua....", tentò di dire Sora, prima di sentire un tremendo capogiro e cadere a terra, trattenuto appena da Anakin mentre il Collezionista si avvicinò con sguardo critico. 

" Mhhh, come temevo.... negli ultimi due anni e mezzo ti sei sforzato, inconsciamente, al limite e oltre per raggiungere lo stesso livello di Anakin e Xenahort. Senza contare che prima di allora hai fornito a Ventus tutti i risultati del tuo allenamento mentre eri in coma. Sora, mi dispiace dirlo, ma nella battaglia hai bruciato quasi il novanta per cento dei tuoi Midi- Chlorian.".


" Novanta per cento?!", esclamò sbalordito il ragazzo, rendendosi conto che tutti i suoi mesi di allenamento infernali erano stati nullificati in poche ore di battaglia. Fortunatamente Verità lo rassicurò subito.

" Calma, Sora, la cosa non è irreversibile. Dovrai ricominciare da capo, certo, ma puoi comunque ricoltivare tutta la Forza che hai perso. Inoltre, hai ancora a disposizione tutte le tecniche che hai imparato, anche se non potrai eseguirne molte per un pò, e tutti i Keyblade ricevuti dalle persone con cui hai stretto un legame.".

Anakin aiutò Sora a sedersi con delicatezza, mentre il ragazzo cercava di digerire la notizia appena ricevuta. Lo sguardo abbassato, le spalle tremanti non per il freddo, ma per il senso di vuoto che sentiva dentro.

“ Quindi… tutto quello sforzo... tutti quegli anni…” , mormorò a denti stretti, “ andati in fumo per un singolo scontro?” 

Verità si inginocchiò accanto a lui, posandogli una mano sulla spalla. La sua voce era calma, profonda, come un'antica melodia.
“ No, Sora. Non "andati in fumo". Ogni sacrificio che hai fatto ha permesso al mondo di sopravvivere. E se ora sei più debole nel corpo, sei infinitamente più forte nello spirito. E questa... questa è la base su cui ogni vero Custode ricostruisce sé stesso.”

Anakin annuì lentamente.
“  Hai vinto senza perdere te stesso, cosa in cui io fallì all' epoca. Anche ora, pur svuotato, sei più integro di quanto io sia mai stato prima della caduta.” 

Il Collezionista, sempre un po' più teatrale, sollevò una mano e tracciò un arco nel cielo. Una serie di immagini comparve, mostrando tutte le battaglie vissute da Sora, da Hollow Bastion a Mortis, ognuna scolpita nel tessuto stesso del tempo.
“ Nulla di ciò che hai fatto è stato inutile. La galassia—anzi, le galassie—ricorderanno questo giorno come quello in cui il desiderio di libertà ha vinto.”

Sora, ancora stremato, si asciugò il sudore dalla fronte.
“ D'accordo... ma la prossima volta, magari, mi tenete lontano dai tizi con occhi gialli e progetti cosmici?” 

Anakin rise, un suono limpido e sincero come non se ne sentiva da tempo.
“ Ci proveremo. Ma se la Forza mi ha insegnato qualcosa... è che i megalomani assetati di potere spuntano sempre fuori.”

Verità si alzò e guardò entrambi.
“ Per ora, riposate. Rimanete qui, su Naboo. La guerra è finita, e il tempo della guarigione è cominciato.”

Il cielo si schiarì lentamente sopra di loro, e una brezza calda cominciò a soffiare sulla spiaggia.

Sora guardò l’orizzonte, poi Anakin.
“ Forse... questa è la parte più difficile di tutte. Vivere.”

“ Sì”, rispose Anakin. “ Ma stavolta, lo faremo insieme. Assieme ai nostri cari”


Le due entità svanirono con un sorriso giocondo, ansiosi di scoprire che altro i loro protetti avrebbero fatto negli anni successivi. La loro prima attività però fu una meritatissima dormita sulla spiaggia, dove furono trovati il mattino successivo da Jar Jar Binks, che mandò subito un messaggio ai rispettivi clan. 

Con enorme sollievo di Sora, tutti i suoi amici erano sopravvissuti, anche se non senza ferite, e quasi tutti i membri dell' Organizzazione erano stati confermati come caduti in battaglia. Anakin purtroppo dovette però ascoltare la notizia della dipartita di Obi- Wan. Non riuscì a credere di doversi nuovamente separare dal proprio mentore quando si erano finalmente riappacificati dopo anni di immeritato odio. 

Cercò di consolarsi pensando che si sarebbe finalmente riunito a Satine, Qui- Gon e tante altre persone che avevano perso in fin troppe guerre. Freya lo avrebbe appunto seppellito accanto alla duchessa che tanto aveva amato a distanza decenni prima. 

Quando Disney ed Eclipse vennero a prenderli, Sora ebbe anche un' importante discussione coi suoi amici, che progettava già da parecchio: decise di lasciare il Clan Disney. Paperone e Topolino non furono troppo contenti della cosa, ma compresero benissimo i motivi del ragazzo, che per ricominciare davvero da capo dopo un' odissea tanto complicata, aveva bisogno di slacciare i legami da un clan grande come il loro, prima di restare per sempre chiuso nella loro ombra. Entrambi gli dissero che alla prima richiesta di aiuto, non avrebbero tardato ad arrivare.

Sora rese ben chiaro che Riku e il resto della squadra non dovevano seguirlo, fino a quando non avessero deciso altrimenti, ma uno dopo l' altro confermarono che si sarebbero uniti a lui per aiutarlo a ricostruire le proprie basi e tornare quello di prima. Meglio di prima, ed Ercole a sua volta gli garantì ospitalità su Olimpia per tutto il tempo di cui avrebbe avuto bisogno.

Similmente alla sua controparte, anche Anakin ebbe una lunga discussione coi propri luogotenenti e subordinati( solo dopo però che Elga smise di sbavare una volta visto il suo volto rigenerato). Era ben chiaro che, sebbene l' Era dei Clan avesse permesso alla galassia di sopravvivere e prosperare per millenni, era tornata l' ora di un governo più unificato per i vari sistemi. Un governo che potesse anche rendere conto degli innumerevoli pianeti nell' Orlo Esterno, che sarebbero diventati più importanti che mai.

Specialmente perchè, come insisteva una piccola voce nella testa di Anakin, probabilmente sarebbero entrati ben presto in contatto anche con altre galassie.

Persino Luke e Leila furono d' accordo. Serviva qualcosa più forte della Repubblica, ma che allo stesso tempo potesse permettere a ogni cittadino di brillare e crescere come desiderasse.... Un Impero. 
                                                                                                                                 ************
La nebbia avvolgeva l’Olandese Volante come un sudario spettrale, mentre le acque sotto di esso restavano insolitamente calme, come se l’oceano stesso fosse in lutto. Al centro del ponte, Malefica sedeva composta su un trono d’alghe e corallo nero, il suo volto severo ma segnato da una malinconia insolita. Al suo fianco, Talon—il suo luogotenente più fedele—manteneva un silenzio solenne, lo sguardo fisso sull’orizzonte, dove il sole tramontava lento, quasi riluttante ad abbandonare la scena.

Davanti a loro, in fila ordinata e compatta, si trovavano tutti gli Stecker sopravvissuti, i guerrieri di Maul e i ribelli di Kassim. Non c'erano più clan o rivalità, non in quel momento. Solo rispetto per i caduti. 

Grandi vele funebri scure erano state issate, e ai lati della nave galleggiavano bare rituali ricavate con gli alberi del mondo natio di Malefica e Cornelius, ciascuna contenente i resti—quando disponibili—di chi non era tornato dallo scontro su Mortis. Alcune, vuote, portavano semplicemente i nomi scolpiti con cura. I nomi di chi si era dissolto nel cuore della battaglia. Ci avevano messo molti giorni a recuperare quanti più possibile dei caduti, specialmente senza farsi notare da Disney ed Eclipse impegnati nella medesima attività. E infine avevano trovato quel pianeta isolato dopo porgere i loro ultimi omaggi.

Jack Sparrow, abbigliato in modo insolitamente elegante, si fece avanti con passo fermo. Dietro di lui, la sua ciurma portava con solennità una bara di ferro e corallo incatenata con rune incise a mano. Era il corpo di Davy Jones. Per quanto sfinito dalla battaglia con Luxord, il vecchio pirata aveva comunque offerto a Jack una sfida non da poco..... aveva passato i suoi ultimi momenti ridendo, con la spada spezzata ancora in mano nel tentativo di vendicarsi di quel ragazzino insolente. 

Consegnare il suo corpo all' amata figlioccia era il minimo che la ciurma della Perla Nera potesse fare. D' altronde, anche se a volte si atteggiavano da eroi, erano proprio come gli Stecker e i criminali cui si erano alleati: perdenti, ladri, avanzi sputati da chissà quale fogna e anche di peggio. Una cerimonia così era molto più consona a loro rispetto ai festeggiamenti da eroi che Sora e amici avrebbero ricevuto, sebbene anche loro sarebbero stati impegnati a lungo nei rispettivi lutti.

" E' caduto con onore?", domandò Malefica, alzandosi lentamente dal proprio trono e camminando verso Jack, che posò la bara accanto a quelle di Kassim e Maul con tutta la cura di cui era capace. Poco distante, Aladinn e Jasmine guardarono a loro volta tra le lacrime.  A loro volta, Savage e 2B facevano il possibile per trattenere Doofensmithz dal piangere prima che cominciasse la cerimonia vera e propria.

" Nè l' uno nè l' altro", affermò Jack" E' morto in piedi cercando di portarmi con sè, e fino all' ultimo ha utilizzato ogni sporco trucco che abbia imparato in decenni di carriera.".

" Allora potrà ricongiungersi a mio padre con dignità", disse soddisfatta Malefica, sapendo che Cornelius doveva essere molto ansioso di ricongiungersi col suo vecchio compagno di malefatte.

In quel momento Luz, ancora nella sua forma Titanica, e Amity avanzarono spingendo Vanitas e Belos, legati il più possibile e pieni di droghe per bloccare i Midi Chlorian.

Malefica osservò i due prigionieri con occhi come pozze d’inchiostro liquido.  Le manette runiche impedivano agli unici due sopravvissuti dell' Organizzazione( non contando Lexaeus, chiuso da Pippo in una prigione di massima sicurezza) di attingere alla Forza, e le droghe di Doofenshmirtz completavano il lavoro, rendendoli delle ombre di sè stessi. L' unico motivo per cui Belos era ancora vivo era perchè Amity voleva farne un' esempio di fronte a tutti coloro che aveva sfruttato quando ancora fingeva di essere il Capo Ricercatore di Jabba.

Quando furono davanti al trono, Malefica li guardò dall’alto in basso, lasciando che il silenzio carico dell’Olandese parlasse prima di lei. Il rumore del mare e delle corde che sbattevano contro l’albero maestro erano gli unici suoni che accompagnavano l’inizio del giudizio.

“ Phillip Wittebane” , disse con voce glaciale. “ Una volta mente brillante. Ora solo una reliquia di fanatismo rotta e senza causa. Nonostante tutto avresti ancora i tuoi usi, ti interesserebbe....”

Belos sollevò la testa con uno sforzo, senza neanche lasciarla finire, e sputò direttamente verso di lei. Uno schizzo di bile le colpì la guancia.

Il ponte sussultò. Talon fece per estrarre l’arma, ma Malefica alzò una mano, placida. Passò un dito sul proprio viso, raccogliendo lo sputo, lo osservò come se fosse solo pioggia, poi lo lasciò evaporare in una fiamma viola.

“ Grazie per avermi risparmiato la fatica di decidere. Amity, sbarazzatene. E fallo bene.” 

La giovane non rispose con parole. Fece un passo avanti,  evocando un' arco formato di slime. Gli occhi viola brillavano di una furia che rese fiere Lilith ed Eda( e eccitò non poco Luz)

“ Questa è per Luz... per Hunter… per mio padre…. per ogni vita che tu e i tuoi amichetti avete distrutto con le vostre menzogne.”
Una pioggia di frecce d’energia arcana, intrisa di tutta la rabbia dell' elfa, colpì Belos da ogni direzione. Non fu una morte rapida. Ogni colpo sembrava colpire qualcosa di più del semplice corpo. Quando infine il suo corpo si disintegrò, nessuno sentì il bisogno di dire una parola.

Il silenzio tornò, stavolta accompagnato da un piacere quasi sadico nel vedere il responsabile di tanto dolore bucherellato. Quantomeno Belos non avrebbe cercato di continuare l' opera di Xenahort.

Malefica si voltò allora verso Vanitas, che—pur ferito e drogato—teneva ancora lo sguardo basso e un sorriso sornione sulle labbra.

“ E tu, piccolo frammento di DNA troppo cresciuto... hai intenzione di sputare anche tu, o vuoi sentire la mia offerta?”

“ Dipende”, disse lui, sollevando appena la testa, “ offri anche una poltrona comoda e il diritto di fare incubi su misura per chi ti irrita?”

Un paio di Stecker risero piano. Malefica alzò un sopracciglio, divertita suo malgrado dalla sfacciataggine del Custode artificiale.

“ Hai perso tutto. Anche il tuo scopo. Ma sei sopravvissuto a Mortis. Non sottovaluterò mai chi esce da quell’inferno con ancora un battito nel petto. Ti offro una scelta: servirmi come mio Araldo, oppure restare qui a galleggiare in una bara.” 

Vanitas finse di riflettere, poi scrollò le spalle.

“ Meglio essere un araldo con un nuovo scopo che un’eco disperata in una tomba. Accetto.”

Malefica si avvicinò a lui, si chinò e gli poggiò una mano sulla fronte. Un sigillo oscuro si impresse sulla pelle, pulsante come un marchio incandescente.

“ Benvenuto nella mia nuova era, Vanitas. Fallisci anche una sola volta, e Amity avrà un altro bersaglio.”

“ Visto come ha ridotto quello là, non ho dubbi.”

Talon annuì, poi si voltò verso i marinai e guerrieri sul ponte.
“ Che i morti siano onorati. E che i vivi trovino il loro posto nella storia.”
Malefica battè dunque il bastone a terra, lanciando dalla punta una fitta pioggia di fiamme smeraldine, che andarono a posarsi su ognuna delle centinaia di tombe presenti, inclusa quella di Davy Jones. Lentamente ma inesorabilmente bruciarono all' unisono, finchè le ceneri non cominciarono a fluire verso l' atmosfera, mescolandosi tra loro finchè i venti siderali non le portarono via nei più reconditi meandri della galassia, e confermando che gli spiriti dei caduti erano ormai tutt' uno con la Forza.

" Sarò onesta.", ricominciò dunque la strega rivolgendosi all' intera folla, spalancando le ali di drago contro la luna piena" Mi sono atteggiata nel corso degli anni a leader, guerriera, amante e signora del  crimine. Ma alla fine il ruolo che mi addice di più è quello della strega cattiva che brucia qualsiasi cosa per soddisfare la sua infinita avidità. Eppure, Maul e Kassim hanno deciso che, se fosse successo loro qualcosa, sarei stato io ad avere il comando della nostra alleanza. Voi che non appartenete agli Stecker, vi fidate del loro giudizio?".

Un lungo silenzio avvolse il ponte, persino quelli che piangevano sottovoce smisero, finchè Savage e Aladinn non si fecero avanti.

" L' Orlo Esterno ha bisogno di un leader che lo conosca da capo a piedi, che sia stato forgiato dai suoi pericoli e che abbia già combattuto per esso. Malefica, l' Alba Rossa è ai tuoi comandi.", disse fiero Savage, certo che la strega avrebbe continuato l' opera di Maul. 

" E ci serve anche un leader che sappia ammettere di non essere nè un santo nè un eroe, ma di seguire le proprie ambizioni", continuò Aladinn"  Allo stesso tempo. Gli unici di cui possiamo fidarci siamo noi stessi e coloro che si prendono cura di noi, e sia prima che durante questa situazione hai dimostrato di tenere ai tuoi uomini e alle persone sotto la tua protezione, utilizzando qualsiasi sporco trucco pur di difenderli. I Quaranta Ladroni e i nostri alleati giurano fedeltà a lady Malefica".

 Malefica sorrise soddisfatta mentre la ciurma si esibiva in un coro di esultazioni e fischi d' ammirazione, confermando la loro lealtà nei suoi confronti. Talon si inchinò a sua volta, ricevendo una dolce carezza da parte della strega, che si rivolse quindi a Jack Sparrow.

" E tu che mi dici, Jack? Uncino resterebbe un' abile guida per la mia flotta in ogni caso, ma potrei aver bisogno di..... qualcosa in più per mantenere il passo con Vader, I Disney e chiunque altro pensi di poterci comandare.".



Jack Sparrow si stropicciò il mento, l’espressione perplessa e teatrale, come se Malefica gli avesse appena chiesto di calcolare l’equazione dell’universo usando una bottiglia di rum e una bussola rotta. Cosa che aveva in effetti tentato di fare da ubriaco, anni addietro, dopo una scommessa con Hondo.

“ Mmh…”, cominciò, dondolandosi avanti e indietro sui talloni. " Sai, Malefica, potresti chiedermi qualsiasi cosa. Una mappa per il Cuore di Atlantica , una chiave per il Portale delle Anime Perdute, persino il numero di telefono di una sirena vendicativa. Ma... il tuo discorso mi ha fatto pensare." 

La folla lo guardava in silenzio, chi con irritazione, chi con curiosità. Malefica stessa si limitò a incrociare le braccia, concedendogli la scena.

“ Hai detto che sei una strega cattiva, sì? Che bruci tutto per la tua avidità... eppure, qui siamo, a onorare i caduti. Hai offerto un nuovo posto nel mondo a chi non l’ha mai cercato. Hai pianto un padrino considerato un mostro fatto e finito da quasi tutta la galassia. E poi c’è il fatto che... beh, non tutti sarebbero disposti a lasciarmi vivo, figuriamoci a offrirmi un posto al tavolo dei grandi.”

Fece una pausa, si voltò verso la luna e aggiunse con voce più seria, per una volta priva del solito sarcasmo:

“ Il mondo ha bisogno di mostri, Malefica. Ma a volte ha ancora più bisogno di mostri con una bussola.”
Fece un cenno verso il proprio petto. “ E io ne ho una. È matta, ma punta sempre dove c’è qualcosa che vale la pena seguire.”

Poi si voltò verso di lei con il solito sorriso sghembo.
“ Quindi sì. Io e la mia ciurma resteremo. Lavoreremo con te. Magari non per te, almeno non in modo tradizionale. Ma se ti serve un capitano che conosca ila via  tra questo mondo e il prossimo, io sono il tuo uomo. A patto che ci sia rum.”

Un’esplosione di risate e applausi si levò dal ponte. Malefica, con un raro lampo di genuina gratitudine negli occhi, si avvicinò e gli porse la mano.

“ Allora benvenuto nella mia alleanza, Capitano Sparrow. Che il mondo tremi… la nostra era è appena cominciata!".

E tra le urla, le risate e i brindisi che esplosero sotto la luce lunare, fu chiaro a tutti che una nuova mondo era alle porte. Più pericoloso. Più imprevedibile. E, forse, più libero.

Negli anni a seguire, gli Stecker e i loro alleati, che si ribattezzarono in un collettivo noto come il Sole Nero, sarebbero diventati per Sora e Vader una fonte di guai molto peggiore di quanto Xenahort fosse mai stato. 

Ma, come si suol dire, questa è un' altra storia....


                                             ************
Passarono sei anni da quel fatidico giorno in cui Mortis fu testimone di così tanti duelli sulla propria superficie. Sora e compagni ripresero ad allenarsi e svolgere missioni in lungo e in largo, permettendo al Custode di riottenere gradualmente il suo potere, sebbene fosse ancora ben lontano dal confrontarsi di nuovo alla pari con Vader.

Anakin a sua volta vide la sua fama estendersi più che mai, molti sistemi lo osannarono a loro signore e salvatore. Ormai gli Eclipse erano più simili a un regno che un mero Clan di avventurieri 

Anche la tecnologia continuò ad avanzare, finchè finalmente non venne creato il primo motore che avrebbe, in teoria, concesso di sorpassare finalmente la barriera tra le galassie. La Forza finalmente aveva ritenuto che le genti della Via Lattea fossero nuove per quel passo evolutivo, e ovviamente tutti pensavano alle nuove opportunità che sarebbero apparse da lì a breve.

Venne creata un' immensa arca spaziale, che sarebbe stata pilotata dalla stessa Della Duck, con la ciurma del Millennium Falcon come staff di cabina. A parte loro, però, sia i Disney che gli Eclipse decisero di stare in disparte, preferendo lasciare più spazio ad altri clan di taglia più piccola. Uno in particolare.

" Chiamata per il clan Reconnect, il clan Reconnect è pregato di presentarsi all' imbarco!", disse l' androide inserviente che stava ricevendo tutte le squadre in arrivo per quella prima missione esplorativa.

" Eccoci, eccoci.... scusate il ritardo!", esclamò Sora, correndo a perdifiato assieme al resto dei suoi compagni: Mando, Grogu, Angela, Montblanc, Judy, Alami, Riku e Kairi.

L’androide alzò lo sguardo ottico verso il gruppo in arrivo, il suo volto metallico immobile, ma la voce programmata sfumò in un leggero tono ironico:
"  Tempismo perfetto, come da manuale… dei Custodi.”

Sora rise imbarazzato, asciugandosi la fronte con la manica della giacca.
“ Beh, meglio arrivare in zona liminale che perdersi il lancio, no?”

Dietro di lui, Grogu emise un piccolo gorgoglio divertito, mentre Montblanc roteava gli occhi con un sonoro:
“ Kupo… se avessimo perso l’imbarco per colpa tua, ti avrei fatto volare io verso l’ infinito e oltre.”

Judy e Angela condividevano un’espressione più seria, ma non meno eccitata.
“ Siamo davvero i primi”, mormorò Angela, osservando l’arca spaziale torreggiare sulla pista d’imbarco. L’enorme struttura sembrava quasi viva, il suo nucleo energetico pulsava come un cuore alieno.

Riku, che aveva preferito restare in disparte durante la corsa, si avvicinò a Sora e gli diede una pacca sulla spalla.
“ Pronto a ripartire da zero, capitano?”

Sora annuì, il sorriso più maturo di quanto fosse un tempo.
“ Abbiamo già salvato un’intera galassia. È ora di vedere cosa ci aspetta oltre l’orizzonte.”

Alami sistemò la sua spada sulla schiena, mentre Kairi prendeva la mano di Sora con affetto e sicurezza.

Una rampa si aprì davanti a loro con un sibilo, mostrando l’interno dell’arca: un corridoio illuminato da luci soffuse, pronti ad accogliere chi avrebbe affrontato l’ignoto.

Della Duck li aspettava poco più avanti, in tenuta da pilota e con l’aria di chi era perfettamente consapevole della portata storica di ciò che stavano per fare.
“ Finalmente! Pensavo mi avreste fatto saltare senza di voi. Salite. La Via Lattea ha già raccontato la vostra leggenda. Ora… è il momento di scriverne una nuova.”

E così, con i motori già pronti al decollo e il silenzio dello spazio profondo ad attenderli,
il Clan Reconnect fece il primo passo verso una nuova frontiera.

E nessuno poteva immaginare
cosa li stesse aspettando… dall’altra parte.

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E dopo più di quattro anni di lavoro, metto finalmente la parola fine a questa storia scanzonata, complessa e spero epica alla mezzanotte del mio compleanno. Sarò onesto, c'erano tanti altri eventi che avrei voluto farvi vedere, piccoli omake qua e là. Probabilmente avrei dovuto mettere più sforzo nel descrivere la battaglia finale, che spero non sia stata troppo rapida. Ma..... come sopra ci ho messo quattro anni per arrivare sin qui, adesso mi sento un pò al limite. Per di più, gli ultimi mesi, tra lavoro e brutte notizie, non sono stati i più semplici. Quindi ho cercato di concludere coi miei tempi e in maniera relativamente dignitosa. Per chi tra voi segue le altre mie fic, spero di non fare gli stessi errori con Glories of the Most High.

Ringrazio enormemente i ragazzi dell' account evil65, assieme al quale sto scrivendo Battleground( consigliata a tutti): In particolare Evil Ulquiorra, nostro leader indiscusso, che continua a leggere con enorme pazienza le cretinate che scrivo, e Scarlett Queen, che pur avendo la propria dose di problemi e lanciando giusto qualche frecciatina di troppo non manca di starmi accanto nel momento del bisogno.

Spero che chiunque abbia letto sia riuscito a trarre un minimo di speranza e incoraggiamento da questa fic e possa affrontare i prossimi mesi con coraggio, proprio come stanno facendo Sora e compagni. Soprattutto non smettete mai di automigliorarvi per quanto possibile. E soprattutto lasciate una recensione.


 

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