Le bizzarre avventure dei miei PG

di _Niente_Paura_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ero troppo ubriaco per potermelo ricordare ***
Capitolo 2: *** La genesi della stirpe degli eroi ***



Capitolo 1
*** Ero troppo ubriaco per potermelo ricordare ***


27. «Ero troppo ubriaco per potermelo ricordare»


Era una bella giornata a Rejern, e Rodrick stava dinanzi al bancone mentre beveva dal boccale la poca birra rimasta. Avidamente mandò giù il sorso di birra al doppio malto, poi asciugò le labbra appena carnose.
La locanda era semi vuota, soltanto alcuni ubriaconi sostavano lì e il protettore, il quale aveva finito da poco il suo turno di ronda. Con ambe le mani qualcuno spalancò la porta della locanda, e rimirò la sala principale, scrutando con attenzione i pochi ubriaconi e l'oste. Assottigliò gli occhi l'uomo e si diresse verso di lui con ampie falcate. Era un uomo un po' più alto e possente di Rodrick, e questo indossava la stessa uniforme dei protettori.
«Oi! Ubriacone!» la voce è tonante e rombante, e utilizza il suo linguaggio madre per comunicare con il collega. Rodrick, un ragazzo alto un metro e settanta e un po' gracile per essere un guerriero, sollevò la testa e si voltò. Fu possibile all'altro di osservare per bene i tratti affilati del giovane, i tondi occhi cerulei e una barba rossiccia ben curata. Sorrise l'uomo, osservando come il ragazzetto avesse assunto un espressione perplessa.
«Allora, ti ricordi di ieri sera?» chiede l'uomo mettendosi a sedere al fianco di Rod. Questo strofina gli occhi e li assottiglia, cercando di analizzare i tratti del nuovo giunto. Questo ha dei lunghi e fluenti capelli castano scuro, una folta barba del medesimo colore ed un grosso e prominente naso. Di certo era un bell'uomo, ma non era la stessa tipologia di bellezza di Rod, non era fine ma ben sì rude. Reclinò la testa il giovane, facendo spostare di poco i ricci rossastri. Le ossa scricchiolarono un po', cercandosi di stiracchiarsi.
«Ero troppo ubriaco per potermelo ricordare.» gli rispose sinceramente Rodrick senza mostrare alcun sorriso sul volto. Lo sguardo era fisso sul nuovo arrivato e proprio non riusciva a capire.
L'uomo a tale risposta rise, rise di gusto. Poi, dopo aver finito la grassa e sonora risata, aprì gli occhi ed indugiando sul giovane gli chiese.
«Ti ricordi di me?» alza un sopracciglio con fare curioso. Rodrick si volta verso di lui di scatto.
«E certo, sei Ulfrik Erikson, no?» e nel dire ciò solleva le spalle e cruccia lo sguardo. Il volto era quello di uno che si sforza a capire, ma vede ancora solo nebbia.
«Almeno quello ...» mormora sogghignando «Oste! Una birra rossa!» continua poi rivolgendo si all'oste ed alzando una mano. Nel mentre Rodrick continuava a fissarlo incredulo.
«Per quale cazzo di motivo mi stai parlando?» gli chiese Rodrick visibilmente nervoso. Al che Ulfrik ride di gusto portandosi una mano davanti la bocca.
«Da ubriaco ti sei fatto il favore più grande che tu ti potessi fare!» e nel dire ciò gli diede una rumorosa pacca sulla schiena, facendo sbilanciare in avanti Rodrick, che messo al suo fianco sembrava gracile e mingherlino.
«Ma che cazzo stai a dire?» disse con sdegno il riccioluto osservandolo con seria preoccupazione.
«Siamo diventati amici adesso.» risponde Ulfrik francamente.
«Io … amico tuo? Ma tu sei tutto fuori di capoccia.» risponde Rodrick andando ad alzarsi. Ulfrik lo bloccò prontamente prendendolo per un braccio.
«Non c'è niente che l'alcool non aggiusti.» spiegò Ulfrik sorridente, e di tutta risposta Rod fece un espressione chiaramente terrorizzata.
«Ma io ieri che cazzo ho fatto?»




 

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Capitolo 2
*** La genesi della stirpe degli eroi ***


 

Le genesi di una stirpe di eroi

 

Cercare l'origine di qualcosa potrebbe apparire come estremamente semplice, eppure a volte può essere una vera impresa. La storia che cercherò di narrarvi è l'inizio della stirpe degli eroi, i quali cambiarono le sorti del regno di Rejern, e di tutte le sue città più importanti.
Si può dire che il padre e la madre di tale stirpe, non fossero degli eroi, erano gente comune. Certo, solitamente da degli eroi ci si aspetterebbe dei genitori degni di tale nomea., però dimentichiamo che banalmente l'essere eroe non è un qualcosa scritto nel sangue.
“Non si nasce eroi, lo si diventa.” così diceva Lucathiel Jensen, ed è con questa frase che voglio concludere l'introduzione alla genesi della famiglia Jensen.

 

La famiglia Jensen si formò secoli fa, parliamo circa dell'inizio del terzo secolo, e i primi documenti che abbiamo sono degli atti di proprietà di terre.
Principalmente erano agricoltori ed allevatori, ma tale mestiere avevano il privilegio di esercitarlo solo i primogeniti maschi. Questo perchè nelle case dei Jensen v'era l'usanza di lasciare le terre al primogenito maschio, e la dote alla primogenita femmina. Il resto giuravano fedeltà al blu vessillo dei Protettori di Rejern.
Come potrete ben intuire, erano innumerevoli i Jensen che dimoravano nei bastioni dei protettori, ma del resto molte famiglie erano solite far lo stesso.
I Jensen dimoravano nelle zone limitrofe di Thorgard, una città che s'affaccia sul mare e che possiede uno dei porti più ricchi e grandi di cui io ne abbia memoria.
L'inizio è da ricercarsi all'inizio del quarto secolo, quando l'uomo mutaforma Ivar Jensen, conobbe Bertha Eriksson e se ne innamorò perdutamente.
Era una normale mattina, il cielo era scuro a causa delle nubi, faceva freddo e l'odore di pesce s'insinuava nelle narici.
Ivar indossava la divisa dei Protettori, in fondo era di ronda. Si presentava come un giovane alto, dalla corporatura robusta e dai lineamenti duri e marcati. Avanzava con il mento rivolto verso l'alto e il petto gonfio.
All'improvviso udì un grosso vociare, ma non erano le solite grida da mercato. No quelle erano urla che stavano sfociando in rissa. Una guardia potrebbe tapparsi le orecchie e far finta di nulla?
Così, voltandosi in direzione del rumore, intravide questa donna alta, dai capelli ramati e gli occhi tondeggianti color del cielo.
Avrebbe detto che fosse un angelo, se solo non avesse cominciato ad urlare le peggio imprecazioni degne del molo in cui sostava al momento.
Il perchè di quella rissa non ci è dato saperlo, del resto sono quelle cose di cui tieni veramente poco conto, o almeno così è per chi sta di ronda per molto tempo, ed è difficile turbarlo.
Fatto sta che l'allontanò dal mercato, mentre questa donna dai capelli rossi s'ostinava a voler tornare indietro. Caparbia, determinata, doveva essere una shieldmaiden, o almeno questo pensava in quei momenti Ivar.
Quando diede voce ai suoi pensieri, la donna rise di gusto, spiegando poi che non v'era cosa più distante da lei. Erano persone normali, lui un semplice protettore che ubbidiva ai suoi superiori, lei un'abile mercante. Nulla di eccezionale in sintesi, ma del resto ve lo avevo detto, non sono loro gli eroi di cui avevo intenzione di parlarvi. Loro furono semplicemente i genitori di due di loro.
Si sposarono, come era facile intuire, e dalla loro unione nacque per primo Ivan, poi Rodrick. Passarono pochi anni, e Ivar venne a mancare, caduto in guerra e Bertha rimase sola con due bambini da sfamare. La prostituzione le sembrò la via più rapida, ma fu anche la sua rovina. Nacque per prima Lucathiel, una mezzelfa le cui possibili origini furono fonte di orrore e disgusto. Dopo di lei diede alla luce Ivak, e con la sua nascita morì Bertha, a causa del troppo sangue perso.
E questo è l'inizio della nostra storia.

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