Miraculous - Il compagno di Queen Bee di IvanaAnkhese (/viewuser.php?uid=1176570)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Mademoiselle Chloé ***
Capitolo 3: *** La scoperta in Tibet (Marinette & Adrien) ***
Capitolo 4: *** Una telefonata inaspettata ***
Capitolo 5: *** Marinette Agreste ***
Capitolo 6: *** Verso New York ***
Capitolo 7: *** "Solo un cameriere" ***
Capitolo 8: *** Sola con...Orsaccio(Parte 1) ***
Capitolo 9: *** Sola con...Orsaccio(Parte 2) ***
Capitolo 10: *** Una dolce proposta e un dolce dono ***
Capitolo 11: *** Un bacio velenoso ***
Capitolo 12: *** Spiegazioni ***
Capitolo 13: *** Regina della moda (Parte 1) ***
Capitolo 14: *** Regina della moda (Parte 2) ***
Capitolo 15: *** Sabrina ***
Capitolo 16: *** Il Cigno Nero ***
Capitolo 17: *** Nuovi pericoli ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo
Erano passati sette anni dal loro diploma, ma la battaglia contro Papillon si era conclusa solo da due anni. Parigi sembrava libera dall'incubo delle akuma. Ognuno era tornato alla propria vita. La giovane giornalista Alya Cèsaire era diventata ormai una famosa influencer e aveva sostituito al telegiornale la nota Nadja Shamack. Nino Lahiffe, il suo ragazzo, si esibiva come dj nelle piazze e nelle discoteche di tutta la città, e Luka Couffaine era partito per un suo importante tour come rockstar in tutto il mondo. Era successo un fatto, però, che aveva sconvolto tutta Parigi: il celebre stilista Gabriel Agreste aveva deciso di ritirarsi dalle scene, perchè, a detta di qualcuno, era tornata sua moglie dopo un lungo periodo di assenza. Si diceva che avessero abbandonato Parigi in fretta dopo la battaglia finale. Risultavano misteriosamente scomparsi. Tutto ciò però non interessava alla signorina Chloé Bourgeois. Infatti solo una cosa la preoccupava: il suo amico d'infanzia, Adrien, era partito per un lungo viaggio insieme alla sua fidanzata, la ragazza che Chloé tanto odiava:
Marinette Dupain-Cheng, la stessa che aveva sostituito il signor Agreste come stilista. Come se non bastasse, Chloé aveva chiuso qualsiasi rapporto anche con Ladybug. La giovane ereditiera non aveva mai ammesso che era questo ciò che più la irritava, ed il fatto che non poteva essere più Queen Bee l'aveva resa ancora più acida e inavvicinabile. Purtroppo Chloé non sapeva che dietro la maschera di Ladybug si nascondesse proprio Marinette, e quest'ultima e Adrien non erano partiti per un viaggio di piacere come coppia innamorata, ma si erano recati in Tibet per condurre altre ricerche sui Miraculous, e scoprire altri misteriosi segreti su di essi. Tante cose stavano per accadere, e Chloé non lo immaginava
neanche.
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Capitolo 2 *** Mademoiselle Chloé ***
Quella
mattina Chloé se ne stava sola soletta in camera sua, seduta
sul divanetto e con le gambe distese, come una matrona romana nel
triclinium. Annoiata e dolorante, osservava sdegnata i suoi piedi:
erano pieni di lividi, e le bendine che aveva messo erano appena
macchiate di sangue. Aveva deciso di riprendere le lezioni di danza
classica: il suo sogno era quello di trasferirsi a New York con la
madre e poter entrare come prima ballerina a Broadway. "Che peccato",
pensò, quei bei piedini si erano proprio rovinati! Di tanto
in tanto fissava il suo cellulare: aspettava da giorni una telefonata
della sua amica Sabrina, ma evidentemente quella era troppo impegnata a
godersi le vacanze col suo nuovo fidanzato, un giovane poliziotto che
le aveva presentato suo padre. Come aveva potuto quella ingrata
dimenticare la sua migliore amica Chloé??
Improvvisamente
la porta d'ingresso si aprì: era il suo maggiordomo.
Chloé si girò di scatto: aveva dimenticato di
averlo chiamato. Si avvicinò a lei e le chiese con
gentilezza: "Le fanno ancora male, mademoiselle?" Jean-Yves sembrava
costernato, così Chloé ne approfittò
subito: -"Ehm, sì...Jean-coso, cambiami le fasciature!"
Chloé ancora non aveva memorizzato il nome di quell'uomo.
Jean sospirò:-"Mademoiselle, le consiglierei di mettere del
ghiaccio...oppure può mettere un po' di carne cruda fredda.
Che ne dice?" -"Carne cruda? E cosa ci devo fare io?? Nono, prendi del
ghiaccio, poi metti la mia pomatina, infine delle bende nuove!" Rispose
lei stizzita. Jean fece come lei aveva detto. Mademoiselle era sempre
intrattabile quando qualcosa non andava, o quando non si sentiva bene,
pensava Jean, ma era sempre così spaventosamente decisa ed
esigente! Quando ebbe finito, si fermò davanti a lei con la
testa abbassata in segno di riverenza, sperando che lei lo congedasse
subito. Purtroppo quella cominciò a corrucciare il viso, e a
stringere il suo cellulare nervosamente tra le mani. Così il
povero maggiordomo intuì che l'incubo era appena
incominciato. Di lì a poco la giovane scoppiò in
un pianto rumoroso, e incominciò a frignare: -"Oh
Jean-Michel, quella sciocca di Sabrina non mi chiama! Preferisce il suo
ragazzo a me!!" -"Ma mademoiselle, è assolutamente normale,
anche lei vuole godersi le vacanze, e poi è in compagnia del
suo ragazzo! Vedrà che troverà un momento libero
per contattarla!" cercò di calmarla lui. "-Oh Jean-Luc..."
continuò, "ormai qui non c'è più
niente da fare, voglio partire anch'io!" Disse risoluta. Jean-Yves
alzò un sopracciglio. Si meravigliava sempre di come
Chloé giungeva alle sue decisioni affrettate, pur di
nascondere il sentimento di vuoto che la affliggeva quando nessuno si
curava di lei. -"E cosa vorrebbe fare, mademoiselle?" -"Raggiungere mia
madre a New York!"Rispose decisa. Jean-Yves si spaventò.
Sarebbe stata una LUNGA giornata. Appena Chloé mise un piede
a terra, una smorfia di dolore colorò il suo viso. Jean
sorrise sotto i baffi, divertito. -"Dove ha intenzione di andare con
quei piedi? Stia a riposo. Vado ad avvertire suo padre!"
Così uscì veloce dalla stanza della ragazza.
Chloé sembrava arresa e delusa.
Eh
sì, sarebbe stata una LUNGA giornata!
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Capitolo 3 *** La scoperta in Tibet (Marinette & Adrien) ***
Quel
mese in Tibet fu lungo e faticoso. Nonostante tutto, Marinette era
contenta di avere la compagnia di Adrien, suo fidanzato e suo partner
Chat Noir. Non erano partiti da soli, però. Con loro erano
andati i coniugi Agreste! Ebbene
sì, anche i genitori di Adrien volevano scoprire
qualcos'altro sui Miraculous. Questa cosa non aveva tanto convinto
Marinette: di Gabriel non si fidava, e conosceva Emilie fin troppo
poco. In Tibet si viveva in tranquillità. Era un luogo molto
suggestivo, il clima era accettabile e i monaci erano persone ospitali
ed equilibrate.
Un
giorno, mentre la famiglia Agreste era impegnata a discutere con i
monaci e gli altri guardiani, Marinette stava facendo un giro in
biblioteca. Non che le interessassero i libri in particolare, ma era
alla ricerca di altre risposte, e soprattutto voleva conoscere la
storia dei Miraculous fino in fondo. Rovistando tra i vari scaffali e
tossendo a causa della polvere, fu attratta da un libro abbastanza
doppio con la copertina rifinita da fili di cotone dorati e neri. Era
alquanto rovinata, non abbastanza però da coprire la scritta
"Il Miraculous dell'ape e le Api regine". Marinette rimase sorpresa:
possibile che nessuno si era ricordato di questo libro?
Sfogliò con cura e frettolosamente i capitoli iniziali, ma
si imbattè in un paragrafo dedicato ai poteri del kwami di
nome Pollen. "Come tutte le api, Pollen produce del miele
prelibato...dalle proprietà uniche, ma ancora
sconosciute..." , Marinette leggeva incuriosita,"...se assunto dal suo
padrone può conferirgli capacità e poteri
straordinari, ed è abbastanza potente da renderlo simile ad
un vero capo di un vero alveare di api...fino a trasformare totalmente
la sua persona e alterare il suo corpo definitivamente!" Marinette ebbe
un colpo al cuore. Non immaginava che i Miraculous potessero nascondere
un potere così forte, nè tantomeno credeva che
Pollen potesse avere tali caratteristiche! Era già da
parecchio tempo che era lì, sommersa dai libri,
così, presa dalla fame, decise di mettere un macaron sotto i
denti. Continuò a leggere:"Questo Miraculous riconosce un
SOLO vero padrone, capace di eguagliare una vera ape regina, un padrone
di sesso femminile!" Appena
Marinette lesse questa frase, un pezzo del macaron le andò
di traverso. Corse nella stanza dove aveva posato tutte le sue cose, e
aprì la Miraculous Box. Voleva parlare con Pollen di
persona. Purtroppo ebbe un'altra spiacevole sorpresa: i miraculous
della farfalla e quello del pavone erano di nuovo spariti.
Incontrò Gabriel ed Emilie nel corridoio, e chiese loro se
avessero con sè quei Miraculous, ma essi risposero
negativamente.
Dopo
la lunga discussione con gli anziani e dopo la pausa pranzo,
Adrien raggiunse la sua amata in biblioteca. La trovò seduta
alla scrivania, con la testa bassa, le mani sulle ginocchia, e quel
libro chiuso sul tavolo. -"Hey amore tutto bene? Non hai neanche
mangiato, i libri ti hanno risucchiata?" disse il ragazzo soffocando
una risatina. Credeva di fare lo spiritoso, purtroppo. Marinette non
gli aveva dato tanta importanza. Intuì che c'era qualcosa
che non andava. La ragazza sollevò lentamente la testa a
guardarlo: era visibilmente inquietata e preoccupata. -"Ho scoperto una
cosa importante...e Nooroo e Duusu sono scomparsi!" Adrien impallidì.
Quella
sera Marinette raccontò ai tre tutto quello che aveva letto.
Poi Emilie e Gabriel uscirono dalla stanza per parlare tra loro. I due
ragazzi rimasero soli. -"Io sono la guardiana dei Miraculous...come
è potuto accadere??" singhiozzava la ragazza. "Stai
tranquilla, andrà tutto bene!"cercava di calmarla Adrien.
-"Allora non ti rendi conto, Adrien!" Si irritò lei. -"I
Miraculous di Papillon e Mayura sono scomparsi, e noi sappiamo cosa
sono capaci di fare se utilizzati per il Male!" Entrambi rimasero in
silenzio per qualche secondo. Poi Adrien esclamò:-"Mari,mio
padre aveva promesso di rinunciare per sempre a Nooroo, e anche Duusu
era stato riconsegnato...pensavo li avessi tu." Marinette
tentò di ripercorrere nella sua testa tutto quello che era
successo, ma ogni cosa le appariva molto confusa. -"Credevo che dopo la
battaglia finale e dopo il risveglio di Emilie avremmo chiuso con tutta
questa storia. Avremmo lasciato loro liberi..."la ragazza
guardò Tikki e Plagg, anche loro molto scossi,"...e avremmo
potuto avere entrambi una vita felice, e normale." A quelle parole il cuore di
Adrien si ruppe in mille pezzi. Anche lui alla fine avrebbe voluto
vivere con la sua amata per sempre, senza più nascondersi o
scappare. Marinette si alzò di scatto, e con fare deciso
esclamò. -"Ho bisogno di Queen Bee! So che può
essere sbagliato, ma è l'unica scelta da fare.
C'è dell'altro in quel libro..."continuava Marinette,
davanti all'espressione esterrefatta di Adrien, "...i poteri di Ladybug
e Queen Bee possono fondersi insieme...potrebbe essere molto
pericoloso, ma è l'unico modo per fermare Papillon e Mayura
per sempre." -"Sai chi potrebbe avere Nooroo e Duusu...?"chiese
tremante Adrien. -"Ne ho una vaga idea." rispose lei nervosa. -"Oh
no..."disse Adrien riflettendo: aveva capito anche lui chi fossero
realmente i loro
nemici, perchè non ne era solo uno. Arrivati a quel punto,
Marinette avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di portare a termine la sua
missione: rinunciare ai suoi amici, ai suoi sogni, e forse anche alla
sua stessa vita. Così Adrien prese una decisione. -"No
Marinette, non posso rischiare di perderti...lasciami almeno fare una
cosa. Voglio mantenere la mia promessa!" E con nonchalance, estrasse
dalla sua tasca un pacchettino. Si inginocchiò a lei, e le
mostrò l'anello :-"Marinette Dupain-Cheng, vuoi sposarmi, e
passare il resto della tua vita con me per sempre?" Lei
arrossì, e, commossa, rispose:-"Sì, Adrien
Agreste." -"Dovete andar via. Io e tua madre rimaniamo qui."
dichiarò improvvisamente Gabriel,rientrando bruscamente
nella stanza. Emilie guardò con dolcezza i ragazzi, e al
figlio,disse:"Aspetto il tuo fratellino, Adrien!" -"E per sicurezza, io
rimarrò con tua madre qui."Aggiunse Gabriel. Adrien rimase
senza parole e pianse di gioia. -"Così possiamo tornare a
casa, e spiegare tutto."Esclamò il giovane alla fidanzata.
Ma Marinette lo guardò ansiosa :-"Eh?? Ma tengo troppe cose
da fare...gli inviti, la torta...il vestito!"-"Puoi prendere il
mio!"Rispose la madre di Adrien. Emilie era sempre stata
così generosa!
La
mattina seguente, Marinette e Adrien si trovavano sull'aereo. Il cuore
le batteva a mille, le erano accadute un sacco di cose! Mentre
riguardava le vecchie foto sul suo cellulare, le capitò
davanti quella dove indossava i panni di Ladybug ed era accanto a Queen
Bee. Solo una cosa era rimasta da fare, oltre al suo matrimonio: doveva
parlare con Chloé.
Si
ritornava a Parigi.
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Capitolo 4 *** Una telefonata inaspettata ***
Quei
minuti in ascensore furono i più lunghi della sua vita.
Chloé era persa nei suoi pensieri: temeva di non riuscire a
partire, di non ricevere abbastanza attenzione dal padre, o, peggio
ancora, di essere rifiutata dalla madre che era già a New
York. Jean-Yves si era offerto di accompagnarla dal padre,
perchè la ragazza voleva parlargli personalmente, e anche
perchè la stessa aveva acquisito un'andatura un tantino
zoppicante. Mentre erano in ascensore,lui la osservava in silenzio con
la coda dell'occhio: era molto attento ai movimenti di mademoiselle, e
si era accorto che era molto nervosa e agitata. Era sempre stato un
maggiordomo estremamente
professionale, ma in quel
momento non sapeva proprio cosa fare! Il suo sguardo tradiva
una certa preoccupazione per Chloé. Arrivati al piano, la
ragazza uscì subito dall'ascensore e prese il
corridoio che conduceva all'ufficio di suo padre. La sua camminata era
decisa e veloce, nonostante zoppicasse. Aveva addirittura rifiutato
l'invito del suo maggiordomo ad appoggiarsi al suo braccio, e lo aveva
lasciato indietro! Giunta alla stanza, Chloé aprì
con forza la porta, senza bussare, e vide con sorpresa che suo padre
era solo, seduto alla sua scrivania, e parlava al telefono.
-"Come al solito!"borbottò lei, sapendo che quella
telefonata le avrebbe fatto perdere tempo. -"Oh, ma questa è
una notizia magnifica! Certo che allestiremo l'area piscina e la hall
dell'hotel per questo straordinario evento!" esclamò
sorridente André Bourgeois. -"Oh sì, anche mia
figlia sarà entusiasta!"disse, volgendo il suo sguardo verso
Chloé che era appena entrata. La ragazza rimase meravigliata
di tanta contentezza, ma non appena il padre mise giù la
cornetta, ordinò: -"Papà, voglio partire e
raggiungere la mamma a New York!" -"Ehm, Chloé cara, mi
dispiace, ma penso proprio che dovremo rimandare la tua partenza di
qualche giorno!"dichiarò il sindaco, già
preoccupato della reazione che avrebbe potuto avere la figlia. -"COSA?!
E PERCHE' MAI?!" si irritò Chloé. -"Ehm,
Chloé cara, il tuo amico di infanzia, Adrien, si sposa! E
noi non possiamo lasciarci scappare quest'occasione, l'evento
sarà festeggiato qui!"Chloé si
irrigidì. -"EH?? CON CHI??" chiese impaurita. -"Con quella
nuova stilista, Marinette Dupain-Cheng!"rispose
il padre. -"COSA?! MARINETTE?! ADRIEN DOVEVA SPOSARE ME!" Le urla di
Chloé si espansero in tutto l'edificio. Era furiosa.
-"Chloé, tesoro, ti prego, non fare così, tu
sarai la damigella
d'onore!" Tentò di calmarla il padre. Ma quella si
era già diretta verso la porta, e uscì
sbattendola. -"Oh, no!"pensò Jean-Yves. Solo lui avrebbe
potuto calmarla.
Piangeva
dirottamente sul suo letto. Jean-Yves la guardava dispiaciuto. -"Oh,
Jean-Marc..."diceva lei in lacrime..."perchè Adrien non ha
scelto me?" Il suo maggiordomo non sapeva come spiegarglielo, che
l'amore non è un sentimento che può essere
comandato, così le disse semplicemente e dolcemente: -
"Mademoiselle, al cuor non si comanda!"E, così dicendo, le
porse il suo orsacchiotto di peluche, Mr Cuddly. -"Non potrà
essere la moglie di Adrien, ma rimarrà la sua migliore amica
di sempre!"continuava lui. -"E, come migliore amica, deve essere
felice per lui, facendo da damigella d'onore!
Vedrà che sarà perfetta, e sia Adrien che tutti
gli altri invitati saranno contenti!" Chloé, delusa ma
placata, strinse Mr Cuddly tra le sue braccia, e
disse:-"L'amore...bleah!" Jean-Yves sussultò. -"Il
matrimonio...che cosa ridicola! Oh, Jean Pascal, io non mi
sposerò mai!" concluse lei. L'uomo, con aria affranta ma
ubbidiente, dichiarò: -"Mademoiselle, se ha finito con me,
io scenderei giù e incomincerei i preparativi per l'evento.
Se ha bisogno di me non esiti a chiamarmi!" Così
uscì dalla stanza.
Era
sola e scocciata, ma improvvisamente il suo cellulare
squillò: era Sabrina.
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Capitolo 5 *** Marinette Agreste ***
Chloé
era nella sua stanza a prepararsi insieme a Sabrina. -:"Che bel
vestito, Chloé! Ti piace? E' un modello Agreste!" esclamava entusiasta
l'amica. :"Mmh, si, certo..."mormorò
Chloé poco convinta. Pensava a come sarebbe potuto essere se
quel cognome fosse diventato il suo, e invece in quelle poche ore
sarebbe diventato di qualcun altro. Non lo meritava. Nonostante tutto,
il vestito era veramente bello, e le stava davvero bene: era lungo,
giallo, scollato e senza bretelle, ed era cinto morbidamente in vita da
una fascia larga di raso nera, terminante dietro la schiena in un
grande fiocco. Ai piedi aveva
delle décolleté nere a punta, con un
tacco a spillo non molto alto. I lunghi capelli biondi erano raccolti
nella solita coda di cavallo. Sabrina invece aveva scelto un abito
elegante dall'armadio dell'amica. Mentre si specchiava e si aggiustava
ulteriormente i capelli, Chloé sentiva che mancava qualcosa:
sarebbe stata davvero bene con il fermaglio di Queen Bee. Le piacevano
molto i colori del vestito, le ricordavano quelli che aveva quando era
una supereroina. Sentì dentro di sè una forte
nostalgia, e un velo di tristezza attraversò i suoi occhi.
Si accorse poi che Sabrina la osservava contenta. C'era sempre stata
per lei, e lei l'aveva trattata sempre male. :-"Ehm, ascolta...grazie
di farmi compagnia."le sussurrò imbarazzata
Chloé, con la testa abbassata. :-"Oh ma cosa dici,
Chloé! Io sono la tua migliore amica!" disse Sabrina felice.
A un tratto si affacciò alla finestra, e vide che c'era
già una discreta folla: erano venuti tutti, fotografi,
stilisti, giornalisti...poi arrivò l'auto di Adrien, da cui
uscì la sposa per fare qualche foto prima di andare in
chiesa. Allora Chloé si voltò verso Sabrina, e
disse: -"Ridicola! Assolutamente ridicola!
Che cosa ha lei che io non ho?!" :-"Questo non te lo so dire. Sei tu la
più bella, Chloé!"la lodò lei. Le
ragazze non notarono che era entrato silenziosamente il maggiordomo,
perchè avevano lasciato la porta aperta. Appena quello vide
Chloé, rimase di stucco: era bellissima. Il
suo viso si illuminò di un meraviglioso sorriso, e gli occhi
gli divennero lucidi. Non riuscì a trattenersi, che gli
sfuggì:-"Chloé...sei stupenda...!"Lo disse con
talmente tanta enfasi, che Chloé si girò
bruscamente, e sia lei che Sabrina rimasero sorprese, e non tanto per
il complimento, ma per il fatto che si era rivolto a lei in maniera
confidenziale! A quel punto Jean-Yves si rese conto della figuraccia, e
tentò di correggersi:-"Ehm...Chloé,
m-mademoiselle, lei è davvero stupenda! Stupenda,
lo sa?? Anche Mr Cuddly è incantato!"balbettava mortificato.
-"Si, vero!"rispose Chloé orgogliosa. Sabrina era ancora
senza parole, ma notava l'immenso imbarazzo di Jean-Yves, e si accorse
che c'era dell'altro. Solo
Chloé era cieca! Allora lui nascose immediatamente l'orso di
peluche dietro la schiena, e abbassando il capo, disse:-"Svelte, suo
padre vi aspetta giù. C'è la limousine!"e
uscì svelto dalla camera. Mentre scendeva, si interrogava
riguardo il comportamento che aveva avuto. Era stato semplicemente
spontaneo, era felice nel vederla così! Ma si era sempre
ripromesso di essere altamente
professionale, e decise che
una cosa del genere non sarebbe più accaduta.
Notre-Dame
era sublime. Il
matrimonio si sarebbe svolto in quella famosissima chiesa di Parigi!
Essendo la damigella d'onore, Chloé avrebbe seguito tutta la
cerimonia sul lato sinistro dell'altare, mentre l'altra damigella
d'onore, Alya Césaire, era sul lato destro, e filmava tutto
con la sua telecamera. Arrivato il momento dello scambio degli anelli,
Chloé fissava gli sposi con il broncio. Non sopportava
l'idea che Marinette diventasse la moglie di Adrien. Poi i suoi occhi
incontrarono quelli del suo maggiordomo, che era seduto di fronte a
lei. Lui le sorrise, e le mostrò Mr Cuddly. La signorina
Bourgeois sbuffò: capì che doveva rimanere
tranquilla. Per tutto il resto della cerimonia, fino al ritorno in
hotel, lo sguardo di Jean-Yves non si staccò da
Chloé. Quasi egli sentiva la solitudine e la delusione
dentro di lei.
Quando
ebbero un momento da soli, Marinette chiese ad Adrien:-"Non
è venuto nessuno per te?"-"Purtroppo no."rispose abbattuto
lui. -"Quel tuo cugino?" chiese lei curiosa. -"Ah,
Félix? No, mi ha detto che era impegnato."Marinette non
apprezzò questa cosa: sospettava qualcosa.
Il
ricevimento stava andando piuttosto bene, ma Chloé si
annoiava a morte! Quando giunse alla fine, Marinette si mise al centro
della sala e gridò:-"Ora lancerò il bouquet!"
Allora tutti e tutte si accalcarono dietro di lei per prenderlo al
volo. Chloé non fece alcuno sforzo, e, ironia della sorte,
il mazzo di fiori cadde proprio nelle sue braccia! Tutti rimasero
immobili con la bocca aperta, Chloé e Marinette incluse. Ma
prima che la figlia del sindaco potesse esprimere la sua
disapprovazione, in mezzo al caos, qualcuno sfilò
velocemente il bouquet dalle sue mani. -"Oh,grazie del
pensiero! Ciao, Adrien!" disse questo giovane in camicia, cravatta e
gilet, dalle forti somiglianze con lo sposo. -"FELIX?! Credevo che non
riuscissi a venire..." disse Adrien allibito. -"Invece ce l'ho fatta!
Auguri, cugino! Volevo fare i complimenti alla sposa: sta benissimo con
il vestito di zia Emilie!"disse il ragazzo con tono sarcastico e
arrogante. -"Ero venuto solo per qualche minuto. Ora devo andare. Ti
saluto!" E si volatilizzò nella folla. Tutti rimasero di
sasso, soprattutto gli sposi. Pian piano tutti gli invitati
cominciarono ad andarsene, e Marinette capì che doveva
parlare con Chloé alla svelta. Così,
uscì di nascosto e si trasformò in
Ladybug.
Chloé
era già nella sua stanza, esausta e annoiata. Aveva lasciato
il balcone aperto, così Ladybug potè entrare. Una
folata di vento investì la ragazza, che si girò e
si ritrovò davanti la supereroina. -"LADYBUG?! CHE CI FAI TU
QUI?!" esclamò Chloé meravigliata. -"Sono qui per
te, Chloé Bourgeois. Stanno per accadere cose spiacevoli, e
io ho bisogno di Queen Bee!" Chloé la guardò con
fare interrogativo e con diffidenza, e rispose: -"E tu vieni ora?? Dov'eri finita in questi ultimi due
anni??"Ladybug non si aspettava questo atteggiamento, e non sapeva come
giustificarsi. -"Ehm,sono stata impegnata...vedi, c'è un
problema..."-"Si, anche io ho un problema..."continuò
Chloé. -"CHI SEI TU?!" sibilò irritata. Ladybug
rimase di stucco. Non riusciva a capire dove Chloé volesse
andare a parare. Allora quella chiarì:-"Ti
ascolterò e accetterò solo se mi dirai la verità, e mi farai vedere chi sei tu
realmente!" Ladybug impallidì. Che cosa sarebbe
successo se le avesse detto la verità? L'avrebbe creduta? E
lei poteva fidarsi di Chloé? L'avrebbe accettata? Lei, che
odiava Marinette?? A quel punto le rimaneva poco da fare. Forse, se le
avesse detto la verità, lei avrebbe capito. Così
pronunciò quelle parole:-"Tikki, detrasformami." E
agli occhi di Chloé apparve lei, Marinette Dupain-Cheng , in Agreste! Alla
bionda mancò il respiro. E si rifiutò di
accettarlo. -"MARINETTE?! TU?!
Era ancora più furiosa. -"Chloé, io...ti prego,
fammi spiegare..."-"NO! " urlò Chloé decisa. -"IO
NON SARO' MAI PIU' LA TUA QUEEN BEE! Io...sto per andare via. Sto per
andare a New York! ORA ESCI IMMEDIATAMENTE DA QUI!" E, detto questo, la
giovane le mostrò le spalle. Marinette era dispiaciuta a
morte. Poi, ebbe un lampo di genio. Conosceva bene Chloé.
Quando voleva, sapeva essere eroica e buona. E
poi era l'unica che avrebbe potuto usare quel miraculous.
Così, le lasciò di nascosto il miraculous
dell'ape sulla sua scrivania, tra le sue cianfrusaglie. E
uscì velocemente da quella stanza. Chloé non lo
dette a vedere, ma le lacrime stavano rigando il suo viso arrossato.
Intanto, purtroppo, una figura maschile vestita di viola con in mano un
ventaglio si era nascosta fuori, su di un lato del balcone, e
aveva ascoltato tutto. :-"Questa sì che è una
notizia interessante, chissà come sarà contenta
la mia lady!"ghignò, e volò via.
-"Ora
cosa pensi di fare, Marinette?"chiese Tikki preoccupata alla padrona.
-"Non le hai neanche più dato il libro!" -"Tanto
Chloé non l'avrebbe letto!"disse sicura di sè
Marinette mentre stringeva il libro sul miraculous dell'ape e sulle api
regine che aveva trovato in Tibet. Poi, vide per caso il maggiordomo di
Chloé che sparecchiava gli ultimi tavoli, e disse: -"Sai,
Tikki? Conosco proprio la persona giusta a cui darlo!"
-"Mi
fido di te, Chloé!" Marinette disse tra sè e
sè mentre si accoccolava vicino ad Adrien in auto.
-"Qual'è la nostra destinazione per questo viaggio di nozze,
Milady?" chiese con voce suadente Adrien. -"New York!" rispose lei
risoluta.
Affacciata
alla finestra della sua stanza, Chloé vide per l'ultima
volta Marinette, che entrava nella limousine. Era combattuta. Una
lacrima le scese giù per la guancia. -"Addio, Ladybug!"
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Capitolo 6 *** Verso New York ***
-"Tesoro, ho una notizia per te! So che forse non ti farà
piacere, ma ti potrà essere molto utile per il tuo piano di
vendetta!", esclamò entusiasta Félix non appena
richiuse la porta d'ingresso della casa dove era appena entrato.
All'udire la sua voce, la giovane che era seduta davanti a lui
alzò lentamente il volto, guardandolo con occhi truci, ma
curiosi. indossava un vestitino succinto con una scollatura ricamata e
dei lunghi stivali con tacco. I capelli erano lunghi e di un castano
mogano che andava ad illuminare i suoi sensualissimi occhi verdi.
-"Si...ha preferito quella Marinette a me!" sibilò lei
irritata. -"E c'è di più...",continuò
Félix: -"Lei è Ladybug!" -"COSA?!" rispose lei
stupita. -"Non mi credi? L'ha confessato lei stessa a quella fastidiosa
di Chloé, che sarà di nuovo Queen Bee!",
raccontava Félix con voce accattivante, -"Inoltre mi
è giunta voce che sono tutti diretti...a New York!" La
ragazza si alzò prontamente dalla sedia,e con un sorriso,
gli disse:-"Ottimo lavoro, amore mio!"-"Mi dispiace tanto per quello
che ti ha fatto mio cugino Adrien! Non ho mai potuto reggere il
confronto: lui era sempre il cugino perfetto! Quanto a mio zio Gabriel,
non l'ho mai sopportato! Non si è mai fidato di me, e non ha
mai rispettato mia madre e la mia famiglia! E' stato un gioco da
ragazzi rubare questi suoi miraculous! Ora puoi vendicarti di Adrien,
mia Lady Butterfly!"disse con impeto il ragazzo. Ma la giovane si
buttò con sensualità tra le sue braccia, e gli
sussurrò:-"Adrien non conta più niente per me! Tu
sei molto meglio! E' per questo che ho bisogno di te, e potrai essere
il mio Papillon! Ora la cosa più importante è
eliminare Ladybug, così possiamo impossessarci di tutti i
Miraculous e saremo le persone più potenti del mondo! Quanto
alla smorfiosa figlia del sindaco, sarà un divertimento
prendersi gioco di lei!" -"Oh, Lila...farei qualsiasi cosa per te!"le
rispose lui innamorato. E si baciarono con passione. Evidentemente non
avevano ancora calcolato le capacità di Queen Bee, e non
conoscevano il potere nascosto del miraculous dell'ape.
Chloé e il suo maggiordomo aspettavano impazienti fuori
l'ufficio del sindaco. La ragazza non poteva più aspettare:
doveva partire! Quando il signor Bourgeois li accolse, tentò
ancora disperatamente di convincere sua figlia a rimanere a Parigi con
lui, ma non ci fu verso. Chloé era irremovibile. Intanto
Jean-Yves stringeva nervosamente le sue mani dietro la schiena,
pregando che quel momento passasse in fretta. Poi improvvisamente il
sindaco acquisì un'espressione decisa, e con voce ferma,
disse: -"Chloé cara, potrai andare da tua madre...", al
suono di quelle parole, Jean-Yves tirò un sospiro di
sollievo. -"Ma...",ecco la fregatura, -"visto che sua madre
sarà impegnata e la sua amica Sabrina non ci
sarà, voglio che tu, Jean-Yves, vada con lei, e che tu la
segua ovunque. Sarai come la sua guardia del corpo." Il viso di
Chloé si colorò di un'espressione contrariata.
-"Ma papà! Sono abbastanza adulta da poter viaggiare da
sola!"-"Naturalmente", continuò lui, -"Ma sei anche la
figlia del sindaco di Parigi, e sai, tesoro, che New York è
piena di pericoli, e ho saputo da Ladybug che presto ci saranno nuovi
attacchi, anche lontano da Parigi, e io non permetterei mai che
accadesse qualcosa a mia figlia!"Jean-Yves rimase impietrito. Era
sempre stato solo un maggiordomo e un cameriere, e ogni volta che si
era imbattuto in persone akumizzate era rimasto coinvolto
pericolosamente, addirittura era stato lui stesso akumizzato
più volte! Confidava ovviamente nell'aiuto di Ladybug, ma se
ci fossero stati degli intralci? Infatti proprio l'eroina aveva
consegnato a lui il libro su Queen Bee, e questo significava che solo
lui avrebbe potuto aiutare Chloé, dandole il libro
e proteggendola. Ma se lei si fosse rifiutata di trasformarsi
nuovamente in Queen Bee? E se avesse perso di nuovo il controllo? Cosa
sarebbe successo? Non c'era altra soluzione: doveva partire con lei! Si
promise di occuparsi di lei come aveva sempre fatto, e di proteggerla.
Così abbassò il capo davanti al sindaco in segno
di obbedienza, e riaccompagnò Chloé nelle sue
stanze. La ragazza rifletteva: era delusa perchè avrebbe
voluto la sua indipendenza, ma pensò che la presenza del suo
maggiordomo fosse conveniente, in quanto sarebbe stato al suo
più completo servizio, e avrebbe soddisfatto ogni sua
richiesta! Nonostante tutto si incupì nuovamente: era
rimasta sola, senza Sabrina, e lì a New York non conosceva
nessuno. Jean-Yves si avvicinò a lei preoccupato: conosceva
il carattere di mademoiselle e tutte le sue difficoltà.
Così, tentò un'ultima volta di farla ragionare:
forse se fossero rimasti a Parigi avrebbero gestito la situazione del
pericolo in maniera più semplice, e le disse
:-"Mademoiselle, è sicura? Lascerebbe qui anche la sua amica
Sabrina..."-"Sì, Jean-Patric, sono sicura! Sabrina
è impegnata col suo ragazzo. E' un poliziotto, non
può allontanarsi da Parigi!"rispose lei categorica.
Così l'uomo capì che era meglio finire il
discorso lì.
Durante i preparativi per la partenza, i colori del tramonto si fecero
sempre più visibili, e Chloé si
affacciò alla finestra. Ripensava a quello che era successo
con Ladybug, e si rabbuiò. Jean-Yves percepì i
sentimenti della ragazza e si fermò a guardarla
con interesse. Ci fu una cosa, però, che gli
saltò all'occhio mentre prendeva tutte le cose di
mademoiselle per preparare le valigie: il piccolo cofanetto del
miraculous dell'ape che Ladybug le aveva lasciato sulla scrivania!
Così approfittò della distrazione di
Chloé, e lo prese. Si diresse poi nella stanza dove egli si
preparava. Guardò la sua valigia aperta, e il libro che gli
aveva dato Ladybug. Sospirò. Così, in modo
risoluto, ripose nella sua valigia sia il libro sia il cofanetto, e
chiuse tutto. Stava per incominciare una nuova avventura con
mademoiselle, e non sarebbe stato facile. Ma Jean-Yves era sicuro di
sè. Dopotutto, seguire quella giovane era il suo lavoro!
La mattina seguente il loro elicottero personale li attendeva fuori.
Chloé si dirigeva sicura verso di esso, portando con
sè una sola borsa, ovviamente firmata, e il suo maggiordomo
la seguiva carico di bagagli! Non era solo, però! Li avevano
accompagnati anche gli altri camerieri e il sindaco in persona! Dopo
aver salutato il padre, che era ansioso e preoccupato, Chloé
potè sedersi all'interno del velivolo. Finalmente poteva
rilassarsi: aveva ottenuto quello che voleva! Durante il viaggio,
Jean-Yves sistemò il seggiolino di mademoiselle e le porse
il suo Mr. Cuddly. -"Jean-Marc, dammi il mio giubbino, ho freddo!"
disse Chloé, forse a causa dell'aria condizionata. Jean-Yves
glielo prese subito, e lei lo infilò, poi si
abbassò gli occhiali da sole sul naso. Dopo un po', non la
sentì più parlare, e si accorse che si era
addormentata. A guardarla dormire, con la testa appoggiata al
finestrino, mentre stringeva Mr. Cuddly tra le braccia, avvolta
dall'aria condizionata, Jean-Yves provò una certa tenerezza,
e con molta delicatezza la coprì con una copertina. Un
raggiolino di sole sbucante dal finestrino le illuminò i
capelli biondissimi, raccolti in una coda. Di certo mademoiselle
Chloé Bourgeois manteneva la sua eleganza e il suo stile
unico anche quando dormiva, ed era tranquilla solo quando dormiva,
pensò Jean-Yves! Ma quel momento di tranquillità
durò poco: quando l'elicottero atterrò, e si
aprì lo sportello, si aprirono anche gli occhi di
Chloé.
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Capitolo 7 *** "Solo un cameriere" ***
-"Oh
Chloé cara! Sei arrivata!"urlò gioiosa Audrey
Bourgeois vedendo la figlia arrivare mentre percorreva il viale nel
giardino dell'albergo di lusso dove lei si trovava. Audrey sedeva
comodamente al tavolino e gustava un tè. Indossava i suoi
soliti occhiali scuri, un cappello largo e delle alte
décolletté, il tutto abbinato a un vestito rosa
stretto e senza bretelle. Jean-Yves seguiva Chloé
trascinandosi con le valigie: i facchini accorsero giusto in tempo!
-"Dovete fare check-in in hotel!", gli disse uno di loro. -"Sisi,
questo lo so!" rispose spazientito e affaticato Jean. Chi meglio di lui
poteva saperlo? Prima di seguirli, si voltò verso mamma e
figlia. Madame Bourgeois era elegante e fiera come una pantera nella
foresta: sembrava una vera regina, e neanche la principessa scherzava!
Il poveretto sospirò preoccupato: chissà cosa gli
aspettava!
L'hotel
era estremamente elegante: sembrava un palazzo reale! Vi era una larga
scalinata d'ingresso, all'interno c'erano colonne dorate e tendoni
rossi, come in un teatro d'opera! Jean-Yves si guardava attorno
affascinato. Giunto alla cassa, diede i documenti al receptionist.
:-"Lei è il marito della signora?"chiese quello con
disinvoltura. Jean lo guardò stranito:-"Eh?" Forse si
riferiva a Madame Bourgeois...così Jean-Yves rispose :-"Ma
no, Madame Bourgeois è la moglie del..."-"Sindaco di Parigi,
certo! Noi ospitiamo la signora in quanto parteciperà alla
giuria di moda per la Fashion Week qui a Manhattan! La conoscevamo
già, è ovvio che sappiamo che è la
moglie del sindaco di Parigi! Non le pare?" disse antipatico il
receptionist. Jean-Yves rimase senza parole per tale scortesia.
-"Intendevo la ragazza! Lei chi è??" Il maggiordomo era
frastornato. Perchè chiedevano di Chloé?? Era
scritto nei documenti! -"E' la figlia del
sindaco..."-"Già..."rispose quello seccato. -"LEI chi
è? Perchè è venuto con la ragazza?"
alzò la voce il receptionist indicando il povero Jean-Yves,
per fargli capire che si riferiva a lui! -"Io sono il..."Jean non
sapeva come continuare. Servo?? Guardia del corpo?? L'accompagnatore di
mademoiselle?? E poi, perchè sarebbe dovuto essere il marito
di Chloé??Pensava. Allora, data la situazione delicata del
miraculous, e, riflettendo su quello che gli aveva detto il sindaco,
per non dare troppo nell'occhio, disse semplicemente:-"Sono il
maggiordomo della signorina."-"AH ALLELUJAH! Ce l'abbiamo fatta!"
esclamò quello sarcastico. -"Ma perchè portarsi
un maggiordomo?! Qui le signore sarebbero servite e riverite come
regine, e abbiamo così tanti camerieri! Non c'è
bisogno di alcun maggiordomo!" Jean-Yves era offeso nel profondo.
Così, accigliato, alzò un sopracciglio,
e disse con voce calma ma decisa :-"Volere del sindaco!"-"Oh! Vuole una
suite con la signorina??"continuò quell'altro con sorrisetto
ironico. Ora sì che aveva superato il limite! Jean
strabuzzò gli occhi assumendo un'espressione contrariata.
-"Ma no, certo che no! Scherzo!"disse quello. Il maggiordomo in quel
momento avrebbe voluto perdere le staffe, ma decise di mantenere quel
savoir-faire che lo aveva sempre caratterizzato. -"La signorina
starà con la madre nella suite, mentre per lei
andrà bene una camera... al piano terra, vicino la sala
colazione?"Jean lo guardò sorpreso.
-"Perchè non vicino alla suite di Mademoiselle e Madame
Bourgeois?"-"Per dare più spazio alla figlia e alla moglie
del sindaco! Così avranno un piano tutto loro! In fin dei
conti Audrey Bourgeois è la nostra grande critica di moda!
Lei è solo...un cameriere!" A
quelle parole Jean-Yves sentì una forte collera. La sua
faccia espresse tutto: aveva gli occhi spalancati e strinse i denti.
-"Inoltre stando vicino alle cucine può aiutare gli altri
camerieri a preparare i pasti e a servire!"terminò il
receptionist con aria malefica. -"Sono un maggiordomo, e per la precisione il maggiordomo
solo di Chloé Bourgeois, e servo la colazione alla signorina
a letto!" puntualizzò deciso e risentito
Jean-Yves, così, dato che la registrazione dei dati era
stata effettuata, riprese i documenti e si diresse verso l'uscita per
raggiungere Chloé e la madre. Tutta questa situazione gli
puzzava, il comportamento del receptionist era stato troppo strano. E
poi perchè l'avevano diviso da Chloé??
Cioè, perchè dargli una camera su un piano
diverso?? Jean-Yves si meravigliò di certi suoi pensieri:
gli interessava stare accanto a Chloè?? Beh, in fin dei
conti il sindaco era stato chiaro con lui: doveva essere come una
guardia del corpo! Come avrebbe potuto controllarla se troppo distante?
Inoltre poteva essere solo al
servizio di Chloé! Non era un cameriere qualunque! Anche se,
in un certo senso, era già abituato ad essere trattato come
un "inferiore"! Ma la cosa che più non riusciva ad
abbandonare la sua testa era questa: come poteva essere il marito di mademoiselle?? Si
sentiva imbarazzato e confuso. Intanto
il receptionist si era alzato dalla sedia e si era recato nella camera
di servizio. In men che non si dica, cambiò aspetto: era Félix!
Questa volta era stato lui Camaleonte!
-"Ottimo lavoro, tesoro!"gli disse Lila telepaticamente. Purtroppo il
vero receptionist si trovava steso sul pavimento, svenuto.
Chloé
e madame Bourgeois stavano chiacchierando al tavolino fuori in
giardino. Non appena arrivò Jean-Yves, Chloé gli
ordinò:-"Jean-coso, vammi a prendere un tè e dei
biscottini!" Il maggiordomo sospirò e corse al bar. L'incubo
era appena incominciato! Quando potè sedersi accanto a loro,
ascoltò attentamente i loro discorsi. -"Allora
Chloé, tesoro, sei venuta per restare per sempre, oppure sei
in vacanza?" Chloé sussultò. Non si aspettava
quella domanda da sua madre. Credeva che l'avrebbe presa con
sè subito, per rimanere a New York per sempre in una casa
tutta loro. Ma forse sarebbe stato difficile per lei, senza la sua
amica Sabrina! Così le rispose:"Mamma, a Parigi non
c'è più niente di interessante, e
nessuno mi merita! E ho anche litigato con Ladybug! Evidentemente non
è buona a niente senza Queen Bee!"
A Jean-Yves andò il tè di traverso. Dire quella
cosa alla madre avrebbe complicato la situazione. Involontariamente
cominciò a tossire. Audrey percepì qualcosa di
strano. La chiacchierata tra le due continuò, e
Chloé espresse alla madre il suo desiderio di voler fare i
provini per Broadway. Jean osservava ogni movimento di
Chloé, era attento a ciò che diceva, e sembrava
già conoscere tutti i suoi bisogni! Il suo sguardo tradiva
tenerezza, dolcezza e comprensione verso di lei, e forse anche un po'
di ammirazione! Tutto ciò non sfuggì agli occhi
di Audrey. Quando ebbero finito di parlare, Chloé si
avviò alla hall. Appena Jean-Yves si alzò per
seguirla, fu bloccato dalla voce di Audrey: -"Jean-Yves, ti devo
parlare." Egli si raggelò. Il tono della donna sembrava
autoritario e freddo. -"M-mi dica madame." balbettò lui in
difficoltà. -"Non ci provare!" disse dura. Poi si
levò gli occhiali, e mostrò i suoi grandi occhi
grigi. Jean-Yves rimase colpito: erano completamente diversi
da quelli della figlia, che invece erano blu come il cielo. -"Ho visto
come la guardi!" Jean-Yves non capiva. -"Cosa vorresti fare? Tu sei
solo...un cameriere. Se
succede qualcosa a mia figlia, me la paghi cara! Devi proteggerla, hai
capito?" disse categorica, con tono tagliente e antipatico.
L'uomo abbassò lo sguardo, e, senza dire una parola,
andò via. Era confuso e demoralizzato. Di certo avrebbe
mantenuto la sua promessa, avrebbe portato a termine la sua missione di
proteggere Chloé, ma una frase continuava a risuonare nella
sua testa:"Sei solo un cameriere."
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Capitolo 8 *** Sola con...Orsaccio(Parte 1) ***
-"Buongiorno,
mademoiselle! Colazione a letto!" esclamò contento
Jean-Yves, entrando nella camera di Chloé con in mano un
vassoio con sopra tè e croissants. Erano quasi le 9, il
balcone era ancora chiuso, ma i raggi del sole sbucavano dalle persiane
ancora un po' abbassate, e illuminavano il letto dove dormiva
Chloé da sola. La ragazza si girò nelle coperte e
si svegliò completamente, avvolta dal profumo della
colazione. Nonostante lo stress dei giorni precedenti, Jean-Yves era
riuscito a non farsi prendere dalle negatività: era felice
quando lavorava, anche se lavorare per Chloé era sicuramente
faticoso, ma quando la guardava si illuminava sempre! La testolina
della ragazza spuntò da sotto le coperte: il viso era ancora
assonnato, la coda di capelli sfatta, ed era ancora truccata dalla sera
precedente! Le lunghe ciglia finte non bastavano a distrarre
l'attenzione dalle sue occhiaie, eppure era bellissima anche
così! -"Avete fatto tardi ieri sera, mademoiselle?" dedusse
Jean-Yves osservandola con dolcezza, abbozzando un sorrisetto sghembo
sotto i baffi. Chloé mugugnò :-"Dov'è
mia madre?"-"E' scesa già da un po', mademoiselle!"le
rispose risoluto il maggiordomo. Lei rimase delusa, ma c'era da
aspettarselo! Guardò il vassoio che le aveva portato
lui, allungò le braccia,e, affamata,
incominciò a mangiucchiare. -"Mmmh,
si..."continuò lei, "ieri ci siamo trattenute a mangiare
insieme a critici e a stilisti...la festa è finita tardi.
Bleah! Questi croissants sono orribili! Sono più grassi di
quelli che mangio a Parigi!"sentenziò Chloé
disgustata. Il povero Jean-Yves alzò un sopracciglio,
mortificato. Così la giovane balzò dal letto, e
andò a spalancare tende, persiane e balcone!
Entrò una forte luce calda, che le illuminò il
viso stanco, e sbuffò. Improvvisamente le squillò
il cellulare: era Sabrina! -"Chloé, Chloé!"
diceva quella con voce entusiasta dall'altra parte del telefono:
-"Stasera il mio fidanzato mi porta al concerto di Clara Nightingale!!"
-"TI PORTA DOVE?!" esclamò Chloé invidiosa e
agitata, pensando a cosa poteva inventarsi! Intanto Jean-Yves era
rimasto nella stanza, aveva sollevato il vassoio, e si osservava
intorno. Mentre Chloé era distratta, posò il
cofanetto col miraculous dell'ape sul comò, tra le sue
cianfrusaglie. Poi sentì la ragazza dire al
telefono:-"INVECE JEAN-PASCAL MI PORTERA' IN DISCOTECA, STASERA!"
L'uomo strabuzzò gli occhi. Oh no!
-"Dobbiamo
fare shopping, Jean-Marc! Non vorrai mica venire in discoteca vestito
così!" ordinava Chloé mentre passeggiavano per
negozi. -"Ma mademoiselle, io..."Jean-Yves avrebbe voluto farle
cambiare idea. La discoteca non sarebbe stata un posto sicuro,
soprattutto a New York! Purtroppo non riuscì a replicare
altro, se non :-"N-non le piaccio così?", disse preoccupato
riferendosi ai suoi vestiti: indossava un completo elegante, simile a
quello che usava quando era in servizio in hotel a Parigi. -"Ma cosa
dici, Jean-Marc! Sembri un vecchio!" Beh, in fin dei conti
Jean-Yves non era più un ragazzo già da un po'.
Quanto poteva avere più di lei? 15 anni? "Forse
mademoiselle ha vergogna", pensava Jean-Yves. Alla fine entrarono in un
negozio di un brand famoso, che apparteneva a uno stilista che era un
amico di Audrey. Mentre Chloé misurava una dozzina di abiti
in camerino, il povero maggiordomo aspettava preoccupato
fuori, cercando di assumere un atteggiamento compìto, non
riuscendo a smettere di pensare che cosa avesse mai fatto per meritarsi
tutto ciò. All'improvviso la tenda si aprì.
-"Come sto?" chiese Chloé sorridente. Indossava un top
scollato giallo, una gonna a palloncino nera e delle
décolleté nere scamosciate. Jean-Yves rimase
incantato per qualche secondo. Era bellissima. Incominciò ad
arrossire e i suoi occhi divennero lucidi. Poi tornò in
sè :-"Mademoiselle, non le sembra troppo..."-"Bello? Lo so!"
lo interruppe Chloé inorgoglita. -"Allora è
deciso. E tu, Jean-Baptiste? Mmh...fammi vedere..."Chloé
dette un occhio alle mensole nel reparto maschile, poi si
rigirò verso il suo maggiordomo, e notò alla luce
che i suoi capelli avevano dei riflessi viola. Così
catturò la sua attenzione una camicia elegante, sempre
gialla, abbinata a cravatta e a pantaloni neri, con scarpe a punta
nere, anch'esse scamosciate. -"Questo! Ti starà benissimo!"
affermò lei risoluta dando il completo che aveva appena
visto al suo maggiordomo. "-M-ma mademoiselle, io sono più
un tipo da viola...!"balbettò imbarazzato Jean-Yves. -"Ma
no, cosa dici, Jean-Luc! Guarda che bel contrasto che fa il giallo con
i tuoi riflessi viola!" disse lei frivola. "Forse vuole diventare
stilista o critica di moda come la madre", pensò Jean-Yves,
sospirando.
Era
abbastanza buio. Giunsero all'ingresso della discoteca,una delle
più famose di New York. La musica era assordante, e c'era un
sacco di gente! Il vestito di Jean-Yves faceva pendant con quello di
Chloé. Quest'ultima aveva un'espressione soddisfatta, e, a
passi di danza, si buttò nella mischia! Jean rimase a
controllarla vicino il bancone del lato bar. Era poco distante da lui,
non l'avrebbe mai persa di vista! La ragazza incominciò a
ballare divertita: saltava, faceva pirouettes, era bravissima! Una
perfetta ballerina! In poco tempo catturò gli sguardi di
tutti, che incominciarono a riconoscerla: -"Quella è la
figlia del sindaco di Parigi! E' QUEEN BEE!", dicevano. Jean-Yves
osservava la scena preoccupato. Intanto, una figura oscura tramava
nell'ombra:-"E' il momento!" Così, un ragazzo biondo si
avvicinò a lei: era vestito elegante, aveva un sorriso furbo
e uno sguardo poco raccomandabile. -"Ehilà,
Chloé! Sei sola?" Chloé sussultò:
-"FELIX!" -"In persona!"rispose quello. Jean avvertì il
pericolo, e si diresse verso i due ragazzi. Chloé non sapeva
cosa rispondere: avrebbe voluto dire che era sola, per darsi
importanza, ma Félix non le piaceva per niente! -"E' con
me!" La voce dura e decisa di Jean-Yves li fece voltare di scatto, e
attirò l'attenzione anche di altre persone. -"Oh
Chloé! Non sapevo ti piacessero i vecchi!", disse in maniera
indisponente Félix, che la tirò a sè
con violenza, e sibilò al maggiordomo: -"Balla con me, la
signorina!" In quel momento sì che Jean-Yves perse le
staffe: -"Ridammi la
mia signorina!"
Chloé era molto spaventata, ma rimase molto sorpresa della
reazione del suo maggiordomo! Allora quel ragazzo impertinente la
strattonò e la fece cadere per terra. Jean-Yves
ribollì d'ira, e stava per dargli addosso, quando
Chloé urlò:-"MA BASTA!" Si portò le
mani sugli occhi, indignata, il viso era arrossato. Félix si
dileguò nella folla, e Jean-Yves sollevò con cura
la ragazza, ed uscì dalla discoteca portandola in braccio.
Arrivato
al piano, fuori la porta d'ingresso della camera, Jean-Yves fece
scendere Chloé dalle sue braccia. -"Perchè ti sei
intromesso?? Perchè mi hai portata via?" si irritava
Chloé. -"Mademoiselle, è inappropriato!"rispose
l'uomo con tono freddo e alterato e a testa bassa. -"Perchè
non mi hai lasciata ballare con lui?" continuava lei. -"Lui non voleva
ballare, mademoiselle! Voleva solo farle del male!" ribattè
lui. -"So difendermi benissimo da sola! Io sono..."Jean- Yves
si irrigidì. Non voleva più sentire quel nome. Queen Bee. Forse
se lei non fosse stata in passato Queen Bee, e se lui non si fosse
ritrovato in quella dannata situazione, tutto quello non sarebbe
successo. Così
la interruppe :-"E' proprio per lei che
siamo dovuti andare via, mademoiselle! La stavano riconoscendo tutti!" Allora
Chloé si sentì ferita nel profondo. Allora non
era vero che l'aveva fatto per lei. Allora non l'aveva fatto
perchè le voleva bene. Allora l'aveva fatto solo per Queen Bee. Le stava dando la colpa di tutto. Tutto
ciò le stava facendo salire il sangue alla testa. -"La
prego, mademoiselle, sia ragionevole!"le disse Jean-Yves con dolcezza
senza innervosirsi, e porgendole Mr. Cuddly. Ma quella uscì
fuori di sè. Gli tirò contro l'orsacchiotto di
peluche e gli urlò :-" Ma tienitelo questo stupido
orsacchiotto! Mademoiselle
di qua...mademoiselle di là...Sono sempre e solo
mademoiselle eh?! Sai che ti dico Jean-Marc? Non sono più
una bambina, è chiaro?! Non servi a nulla! Lasciami sola!" E chiuse la porta
dietro di sè. Jean-Yves rimase senza parole. Il suo cuore
era a pezzi. Strinse i denti. Riprese il suo orsacchiotto da terra. Era
visibilmente pallido, gli occhi abbassati, quasi sull'orlo di una crisi
di nervi. Entrò in ascensore in stato catatonico. Si diresse
in giardino: aveva bisogno di un po' d'aria. L'hotel sembrava vuoto.
Barcollò ed ebbe un giramento di testa. Aveva ancora
l'orsacchiotto in mano. Intanto un'akuma svolazzò su di lui,
e si impossessò di Mr Cuddly. Sentì una voce
femminile che gli parlò telepaticamente:"Ciao, Orsaccio, sono
Lady Butterfly! E' stata di nuovo Chloé a farti innervosire,
vero? Ti ha trattato di nuovo male! Oh, ma non preoccuparti! Ho per te
un sentimostro che fa al caso tuo! Potrai di nuovo avere il pieno
controllo su di lei, e farle fare ciò che vuoi, ma non sarai
più minuscolo, e non guiderai più un piccolo
orsacchiotto di peluche! Ne guiderai uno enorme, mantenendo le tue
dimensioni. Ora entra nel sentimostro, e torna da lei! Vai a
riprendertela! Falle vedere chi sei!" -"Lei
può ballare solo
con me!"disse Jean-Yves con sguardo malefico, sotto
incantesimo.
Chloé
era in ginocchio, per terra, e piangeva. Era davanti al balcone, con le
ante spalancate. Un venticello freddo le accarezzava il viso, rigato
dalle sue lacrime. Non sapeva se piangeva di più per quello
che era accaduto in discoteca o per quello che era successo con
Jean-Yves. Sua madre non era ancora rientrata. Era sola. Le era rimasto soltanto lui. Eppure
lo aveva trattato di nuovo male! I pensieri le affollavano la testa,
quando udì da fuori dei forti passi. Alzò lo
sguardo, e vide i rami degli alti alberi spostarsi. Nel buio, a pochi
metri del suo balcone, si illuminarono due grandi luci verdi e rotonde.
Sentì le mura tremare, come se stesse venendo un forte
terremoto. Rabbrividì. Allora si palesò di fronte
a lei un orso giallo gigantesco, quasi come un dinosauro, dagli occhi
di gioiello, ma per niente teneri, che stava per allungare il suo
braccio enorme e possente verso di lei. Un grido di terrore le si
strozzò in gola. Si alzò prontamente da terra, ma
inciampò nella lunga tenda, e si ritrovò stesa
sul pavimento. Con forza e agilità, sperando di essere
più veloce di quell'essere, gattonò verso il
comò. Purtroppo il gigante la acchiappò per le
gambe, e lei si aggrappò con le braccia alla lastra di marmo
del mobile. Fortunatamente riuscì a vedere il cofanetto del
suo miraculous di fronte a lei! Allora Ladybug glielo aveva
lasciato,pensò. Non c'era tempo da perdere! Con le sole
forze che le rimanevano, allungò un braccio verso il
cofanetto, mantenendosi stretta con l'altra mano. Riuscì ad
afferrarlo. Mentre il braccio del mostro la tirava via,
urlò:-"Pollen, trasformami!"
La
trasformazione andò a buon fine, ma mentre il mostro la
estraeva con violenza dalla stanza, la ragazza urtò con la
tempia un'anta del balcone, e perse i sensi.
Ciao! Vi è piaciuto
questo capitolo? E' tosto e diverso dagli altri. E' stata dura
scriverlo. Volevo farvi riflettere. So che sembra successo tutto molto
in fretta, in realtà non è finita qui. Ci
sarà dell'altro. Se siete fans di Chloé e se vi
piacciono i supereroi in generale, vi consiglio di continuare a
seguirmi! Ne accadranno delle belle! Lasciatemi qualche commento, se vi
va, e se volete farmi qualche domanda chiedete pure!
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Capitolo 9 *** Sola con...Orsaccio(Parte 2) ***
Ciò
che vedeva era indistinto. La sua vista era annebbiata. Le uniche cose
che percepiva erano delle luci forti e dei rumori assordanti. La testa
le esplodeva. Si sentiva soffocare, come stretta da una morsa. Poi man
mano le cose le sembrarono più chiare. Forse era in strada.
O in autostrada? Poi vide meglio. Era il ponte di Brooklyn. Tutto
veniva distrutto e schiacciato davanti ai suoi occhi. Tutto tremava al
suon di passi rumorosi. Forse le luci che la accecavano erano i fari
delle automobili che venivano spazzate via. Si sentì come
sospesa, in bilico. Allora vide: un viso familiare guidava uno strano
marchingegno dietro un vetro spesso, pieno di sfaccettature, come un
diamante! L'unica cosa che riuscì a distinguere furono due
occhi malefici, che emanavano una luce sinistra, verde, quasi
fosforescente. Percepì che c'era uno strano legame
con quella figura. Avvertì il male. Così
sentì il suo corpo abbandonarla, la vista ridivenne fioca, e
si lasciò andare.
Forse
aveva sognato tutto. Poi riaprì pian piano gli occhi, e si
rese conto che purtroppo era tutto vero. -"Ti sei svegliata,
Chloé cara!" disse una voce subdola con perfida ironia. Una
figura nera, alta e snella stava davanti a lei, con occhi fulminanti e
baffi esageratamente lunghi che ondeggiavano come serpenti.
Provò un certo orrore quando scoprì
l'identità dello strano individuo, ma dentro di lei forse lo
sapeva già! -"Oh ma...che modi!" si lamentò lei
toccandosi all'altezza della tempia, dove sentì che colava
sangue. Non riusciva ad aprire bene l'occhio, e sentiva un forte
bollore dov'era la ferita. -"Preferivi i modi del biondino di prima in
discoteca?"rispose quello con stizza. La giovane si sentiva stringere,
ed era come immobilizzata, così abbassò lo
sguardo, e vide che un orsacchiotto viola di peluche animato le
stritolava le gambe! Strinse i denti. -"Smettila, Jean-Yves! Lasciami
andare!"grugnì lei. -"Non c'è più
alcun Jean-Yves, mia cara Chloé! C'è Orsaccio
ora, qui con te!"rispose quello con tono sadico misto a ironia e
divertimento. Allora Chloé provò una forte
collera, e urlò:-"Ah, mi chiami Chloé solo quando
sei akumizzato!"-"Oh, ahahah, sei stata cattiva, mia cara
Chloé, e ora te la farò pagare!"
ridacchiò quello avvicinandosi a lei a dismisura,
sfiorandola con i suoi baffi viscidi. Lei rabbrividì di
disgusto. -"Non c' è più niente che tu possa fare, sei sola!",sibilò.
-"Ti sbagli! Arriverà Ladybug e ti sconfiggeremo!"disse
quella coraggiosa. -"Mi dispiace deluderti, Chloé cara, ma
la tua insopportabile amica è lontana da te, ed è
impegnata col mio sentimostro!" disse quello mentre era telepaticamente
collegato alla perfida Lila. Ci mise un po' Chloé a capire
che erano soli, su
di un ponte di legno che univa il mare alla spiaggia. -"Lasciami!",
urlò lei mentre cercava di prendere il suo pungiglione
velenoso per colpirlo. -"BASTA!" ribattè lui, ordinando
mentalmente all'orsacchiotto di tenerla ferma. -"Ora fai quello che
dico io!", e detto questo la ipnotizzò coi suoi occhi verdi
fulminanti. -"Ti va di ballare un po' con me??, così con un
deciso movimento delle braccia, divertito, Jean-Yves fece in modo che
l'orsetto animato guidasse Chloé in una danza sfrenata. La
povera ragazza incominciò a muoversi velocemente e
involontariamente, creando acrobazie pericolose. Sembrava una trottola,
o meglio, una marionetta!
Eh sì, era diventata una marionetta nelle mani del suo
maggiordomo! "Buffo", pensò lei, ora era lui che
la comandava! Improvvisamente sentì una voce:-"QUEEN BEE!", era
arrivata Ladybug con Chat Noir! Orsaccio sorrise a denti stretti e
sibilò: -"Vai, Mr Cuddly, occupatene tu!" E con un movimento
violento e agile, l'orsacchiotto-marionetta lanciò la povera
Queen Bee in mare, per raggiungere gli altri due eroi. L'impatto fu
forte.
Mentre
Chloé annegava, diversi pensieri le affollarono la mente.
Ammise a se stessa che, forse, era tutta colpa sua. L'aveva fatta
grossa, stavolta. Era
lei che non era stata buona a niente. Forse
avevano ragione gli altri: non
meritava di essere Queen Bee. Mentre
sprofondava sempre di più, pensò che avrebbe
voluto salutare sua madre almeno un'ultima volta. Le uscì
una lacrima dall'occhio sinistro, ma lei non lo avvertì,
perchè si lasciò andare senza speranze.
Improvvisamente, però, due mani la tirarono con forza per i
fianchi, riportandola in superficie. Emerse violentemente, l'acqua le
rimbalzò sul viso a causa della forte pressione: le
sembrò come un forte schiaffo. Aprì gli occhi che
le bruciavano, e tirò un forte respiro. Un occhio era
iniettato di sangue, per via della botta alla testa, e anche il naso
incominciò a sanguinare. Il sangue le colava per tutto il
viso insieme all'acqua di mare. Non aveva più forze. La
sorpresa fu che proprio lui l'aveva riportata su: Orsaccio. Erano
in riva al mare, e lui la stringeva a sè con forza. L'udito di Chloé era
ovattato, ma le giunse la voce di Ladybug:-"Tutta la sua attenzione
è su di te, Chloé, ma tu me lo devi distrarre,
così posso liberare l'akuma e la amok dall'orsacchiotto!"
-"Ora è il momento giusto: prendi il suo miraculous!"
sbraitava Lila nella testa di Jean-Yves. L'akumizzato ghignò
sotto i baffi,e le sue dita si fermarono sul fermaglio di Queen Bee. La
giovane posò la sua mano su quella del suo
maggiordomo incattivito, e gli sussurrò
dolcemente:-"Jean-Yves, scusami, mi dispiace...non volevo
ferirti!"-"STA ZITTA!"rispose quello tentando di riappropriarsi della
mente della fanciulla. Non era possibile che l'indole buona e gentile
del suo maggiordomo fosse scomparsa, pensava Chloé.
Così continuò:-"Come avrei fatto senza di te?
Senza il mio maggiordomo che mi dice sempre cosa fare? I tuoi consigli
sono preziosi per me! E non ce l'avrei fatta senza di te in
discoteca...Mi hai salvata!
Farò tutto quello che mi dirai di fare. Non sono sola. Ho
il maggiordomo migliore del mondo accanto a me!" L'uomo esitava.
Inspiegabilmente il controllo mentale da parte di Orsaccio aveva
fallito, e la mente di Chloé si era fusa con quella di
Jean-Yves! Vibrazioni positive si erano andate a creare, e Lila era
furiosa. Sapeva che non ce l'avrebbe fatta. Orsaccio aveva gli occhi
ipnotizzati puntati su Chloé: era fradicia, fragile e
sanguinante, e gli piaceva maledettamente. Fu così che
Ladybug e Chat Noir riuscirono a colpire l'orsacchiotto, e Queen
Bee approfittò della distrazione di Orsaccio per
pungerlo e immobilizzarlo col suo pungiglione! La supereroina
coccinella liberò l'akuma e l'amok e le purificò.
La magia di Ladybug riportò tutto alla normalità.
Orsaccio tornò ad essere Jean-Yves, che si
ritrovò tra le braccia una Chloé disfatta.
Sembrava una sirena morente. -"OH NO COSA HO FATTO!
MADEMOISELLE!"gridò lui straziato con occhi sbarrati.
Intanto Pollen era uscita dal miraculous, e si fermò a
fissare Jean-Yves spaventata. -"AIUTATEMI, VI PREGO! NON POSSO
RIPORTARLA A CASA COSI'! NON POSSO TORNARE A CASA SENZA DI LEI! LA MIA
MADEMOISELLE...!"implorava Jean-Yves addolorato Ladybug e Chat Noir.
L'eroina coccinella guardò perplessa il suo partner: non si
aspettava una reazione del genere dal maggiordomo di
Chloé...per Chloé!! Così disse al
maggiordomo:-"La mia magia ha messo a posto tutto. E' guarita. E' solo
svenuta!" Dopo un po' Chloé riaprì gli occhi. Era
rimasta sola con Jean-Yves. -"Allora sono riuscita a salvarti...!"
disse lei risoluta liberandosi dalle braccia del suo maggiordomo. Aveva
riacquisito il suo comportamento da snob. Sembrava soddisfatta, ma era
un po' stanca. -"Lasci che l'aiuti!" si avvicinò Jean-Yves
preoccupato aprendo le braccia per sorreggerla. Ma Chloé lo
allontanò bruscamente con la sua mano:-"NO. Faccio da
sola.",asserì con tono deciso e freddo. Non voleva che lui
la toccasse di nuovo. Rabbridiva solo al pensiero. Non l'aveva presa
bene. Era scioccata e delusa dentro di sè per quello che era
accaduto, ma non l'avrebbe mai ammesso. Era abbattuta. Però,
tutto quello che aveva detto al suo maggiordomo sotto incantesimo
l'aveva detto col cuore. -"La riaccompagno in albergo...!" disse
dolcemente e impensierito Jean-Yves. -"Si. Ho bisogno di riposare e
dimenticare questa giornata!" rispose lei, avvertendo ancora un po' di
mal di testa.
Era
quasi l'alba. -"Sono stata brava a salvare Jean-Patric, vero Pollen??"
diceva sorridente e soddisfatta Chloé alla sua kwami.
-"Sì, mia regina, ma ora riposa!" disse l'apetta.
Chloé si rigirò nel letto e vide Mr Cuddly
accanto a lei. Assunse un'espressione sgomenta, lo sollevò e
lo buttò per terra, dall'altro lato del letto. E si
addormentò.
Pollen
pensò di volare senza farsi vedere fino alla camera di
Jean-Yves. Entrò. Quando egli si voltò, rimase
sbigottito e preoccupato. I suoi occhi grandi verdi sembravano
fuoriuscire dal suo viso tanta la stanchezza, e aveva delle forti
occhiaie. -"Cos'ho fatto?"chiese sconvolto alla kwami. -"Abbastanza."
ammise la piccola ape. -"Lei stava per..."cercò di
continuare lei, scioccata, ma non riusciva a finire la frase. Jean-Yves
con umore distrutto guardò sul suo comodino il libro su
Queen Bee. Gli venne un'idea. -"Nei prossimi giorni sarà il
suo compleanno. Mi farò perdonare. E le darò quel
libro!" -"Si dia il caso che tu lo faccia al più presto!" lo
esortò Pollen, e volò via.
Si
era ripromesso di proteggerla, eppure era stato proprio lui a farle del
male! Come
era potuto accadere?
Ecco la seconda parte. Mi sono
impegnata molto a scriverla. Sono stata un po' dura e cattiva.
Chloé se lo meritava secondo voi? Mi piacerebbe sapere cosa
ne pensate. Eheheh, anche Jean-Yves avrà quello che si
merita! Siete curiosi? Allora continuate a seguirmi!!
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Capitolo 10 *** Una dolce proposta e un dolce dono ***
Dopo
quello che era accaduto, Chloé non aveva più
voluto la colazione a letto dal suo maggiordomo nei giorni seguenti.
Certamente sapeva che quando le aveva fatto del male lui non era in
sè, ma non riusciva a dimenticare la sensazione di
impotenza, ed il fatto che si fosse sentita in colpa. Si
chiedeva perchè non fosse mai andata bene con nessuno. Non
pensava però alla magia che si era creata tra lei e
Jean-Yves mentre lo salvava e salvava se stessa, e a come era riuscita
ad essere più forte del controllo mentale di Orsaccio.
Quella
mattina volle andare a fare colazione in sala, soprattutto per stare un
po' con la madre. Decise di tenere gli occhiali da sole sul naso, un
po' per mascherare la stanchezza e la delusione dovute ai giorni
precedenti, un po' per sfuggire allo sguardo di Jean-Yves. Inoltre non
voleva che la madre o qualcun altro potessero vederla in quello stato:
voleva sempre apparire al meglio, in ogni occasione! Dopotutto, era la
figlia del sindaco di Parigi! Così, avanzò
lentamente ma solennemente verso il tavolo dov'era seduta Audrey.
-"Ciao mamma.", disse piano. -"Ah, Chloé, cara...", rispose
quella poco attenta, mentre le squillava il cellulare: ovviamente era
una telefonata di lavoro. Chloé sbuffò seccata.
Mentre la madre parlava al telefono, la ragazza si accorse che alla tv
stavano trasmettendo il telegiornale, che mostrava le scene di quando
il sentimostro di Orsaccio distruggeva il ponte di Brooklyn stringendo
Queen Bee nella mano. Chloé sussultò e strinse i
denti: cosa avrebbe detto la madre? Allora abbassò la testa
e si coprì lateralmente il viso con la mano: aveva paura che
qualcuno potesse considerare Queen Bee come una buona a nulla, visto
che in quel momento era stata inerme, sotto le grinfie dell'akumizzato.
Fortunatamente la madre fece poco caso alle immagini alla televisione,
e, finita la telefonata, si girò verso la figlia, e disse
prontamente:-"Chloé,cara, oggi indosserai delle mie
creazioni. Avrai la possibilità di posare per una
rivista...Ma dov'è finito Jean-Yves?" chiese sorpresa.
Chloé non sapeva cosa inventarsi, poi disse
frivolamente:-"Ehm, non so, sarà andato sopra a prendermi la
borsa!", tentò di giustificarsi. Audrey alzò un
sopracciglio, dubbiosa. Infine si alzò, e disse:-"Va bene.
Vieni cara, andiamo a farci una bella sauna rilassante!", e si
avviò verso le sale di bellezza. Chloé
tirò un sospiro di sollievo. Intanto si accorse che non
c'era quasi nessuno in sala colazione: non aveva mai visto un hotel
così silenzioso! Si guardò intorno, e Jean-Yves
non era da nessuna parte! Fu per la prima volta che avvertì
un forte vuoto. Così decise di seguire la madre.
Jean-Yves
era in camera sua, seduto sul letto, al buio, con le spalle rivolte al
balcone. Non aveva ancora tirato su tutta la persiana. Rifletteva a
testa bassa. Per quanto ancora poteva andare avanti in quel modo? Non
ricordava quasi nulla dell'akumizzazione, se non una forte energia
positiva che ad un certo punto lo aveva avvolto e lo aveva costretto ad
arrendersi mentre era Orsaccio. Cos'era quella sensazione? Amore o sottomissione? Non riusciva a capire.
Cosa provava per la signorina Chloé? Comunque decise che in
quel momento non era importante. Il suo sguardo ricadde sul libro di
Queen Bee che aveva sul comodino. Era pericoloso tenerlo ancora
lì. Così si alzò risoluto: aveva
deciso di fare la sua proposta a Chloé.
Chloé
era in accappatoio, nella sala relax, pronta per la sauna.
Improvvisamente sentì bussare alla porta. Si
girò. La porta d'ingresso non arrivava fin sopra il
soffitto, così vide sbucare dallo spazio vuoto il
suo Mr. Cuddly, che veniva fatto muovere dalla mano di Jean-Yves. "Cosa
voleva adesso con quel pupazzo??", si chiedeva spazientita
Chloé. Allora andò ad aprire. Si
ritrovò il suo maggiordomo, che nascose il suo orsacchiotto
prontamente dietro la schiena, non appena la vide. Con sguardo
abbassato, non privo di imbarazzo nel vederla così, ma con
classe, le disse:-"Ehm, mademoiselle, buongiorno. Mi dispiace per
quello che è successo in questi giorni, ma,
giacchè domani sarà il suo compleanno, mi
permetta di farmi perdonare: lasci che io le offra la cena. Ho qualcosa
per lei." Chloé strabuzzò gli occhi dalla
meraviglia. Arrossì, ma non sapeva se a causa dei vapori
della sauna o dell'imbarazzo. Jean-Yves cercava di mantenere un
atteggiamento compìto, ma in realtà aspettava
trepidante la risposta di quella signorina! Perchè Jean-coso
avrebbe fatto una cosa del genere? Nonostante tutto però
sarebbe stata una cosa carina, e avrebbe avuto l'occasione di mangiare
in un ristorante di lusso di New York, pensava Chloé.
Allora, prontamente, prese il suo orsacchiotto dalle mani di Jean-Yves,
e disse decisa:-"Va bene, accetto, Jean-Marc!"Jean-Yves sorrise
soddisfatto. -"Mademoiselle, è molto gentile! Ora vado.
Buona giornata!", e andò via veloce, così la
ragazza non ebbe il tempo di chiedergli se sarebbe venuto anche lui al
servizio fotografico! Poi richiuse la porta, strinse a sè
Mr. Cuddly e sorrise.
Erano
al servizio fotografico. Aveva già provato e indossato una
miriade di vestiti. Il fotografo le diceva che pose e che espressioni
assumere. Ad un certo punto le toccò di interpretare il
ruolo della fanciulla triste, senza il suo amato. Chloé non
aveva la più pallida idea di come fare: aveva amato sempre e
solo se stessa, e non aveva mai provato una mancanza di quel tipo,
visto che era sempre stata viziata ed accontentata da tutti. Aveva
fatto centinaia di foto, ma nessuna era abbastanza convincente. Ormai
era alquanto annoiata ed esausta. Mentre cercava di ascoltare le ultime
esortazioni del fotografo, con gli occhi fissi nel vuoto di fronte a
sè, improvvisamente vide Jean-Yves entrare nella sala, ed
incrociò il suo sguardo. Era venuto! Sul viso di
Chloé si dipinse un'espressione di meraviglia e schiuse le
labbra, gli occhi lucidi e trasognati! Le passarono per la mente tutte
le cose che erano successe in quei giorni, gli occhi le tremarono e una
lacrima le scese da un occhio. Jean-Yves intanto la guardava con
dolcezza e tenerezza, dopo che anch'egli era rimasto incantato dalla
sua bellezza! -"ECCO! ERA QUESTO QUELLO CHE INTENDEVO!",
esclamò gioioso il fotografo.
Era
scoccata la mezzanotte, e Chloé era seduta nella sua camera
e aveva lo sguardo perso nello specchio. Pollen si avvicinò
a lei dolcemente, e le disse:-"Mia regina, ho saputo che è
il tuo compleanno! Ho un dono per te!"Era sospesa, sorrideva
pacificamente e sorreggeva un barattolino, con all'interno una sostanza
densa e dorata: era miele!
Chloé si girò verso l'apetta, aveva ancora
un'espressione sognante! -"Questo è il mio miele! L'ho fatto
apposta per te! E' magico! Ti renderà più forte
contro i tuoi nemici, ma..." -"Oh, un regalo per me!" Purtroppo
Chloé non le fece neanche terminare la frase, che subito le
strappò di mano il barattolino, lo aprì e
ingurgitò tutto il
miele, affamata, leccandosi i baffi. Tutto accadde sotto gli occhi di
una Pollen esterrefatta, che non riuscì a dire
altro alla sua regina, se non :-"Ma...mia regina...ma almeno hai letto
il libro??"-"Quale libro??", chiese Chloé superficialmente.
Effettivamente la ragazza aveva detto la verità. Non sapeva
ancora dell'esistenza di quel libro!
"OH
NO", pensò Pollen preoccupata.
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Capitolo 11 *** Un bacio velenoso ***
-"Jean-Yves...Jean-Yves..." Jean-Yves
aveva la vista annebbiata. La voce della donna era dolce e
sensuale, come il suo profumo...Era bellissima. I suoi lunghi capelli
biondi cadevano sul petto diafano dell'uomo...Si sentiva
magicamente legato a lei, era vicina, la sentiva su di lui, sentiva il
suo odore addosso... -"Oh,
Jean-Yves..." La sua voce
era sempre più insistente. Era catturato da lei. Anche il
suo profumo divenne ancora più forte, ed era come se lui non
riuscisse a liberarsi. Si sentiva inebriato da quel profumo dolce e
avvolgente! Improvvisamente udì come dei boati, nonostante
il suo udito fosse ovattato. -"OH, JEAN-MARC!" Allora aprì
gli occhi. Il poverino si ritrovò supino, disteso sul
pavimento: era caduto dal letto. Stranamente non avvertì i
dolori per il capitombolo che aveva fatto, tanto che era
confuso. Tutto gli era sembrato reale! Intanto capì che quei
rumori provenivano dalla porta: la signorina Chloé bussava
violentemente e urlava come un'ossessa. -"OH, MA INSOMMA, JEAN-PASCAL!
DORMI?? APRI QUESTA PORTA!" Jean-Yves si alzò da terra
ancora assonnato, e si voltò verso la sveglia: erano le
sette del mattino!! Perché diavolo mademoiselle era
già sveglia?? Di solito era lui che andava a
svegliarla al mattino, ma lei non si era mai svegliata prima delle otto
o delle nove! Cosa poteva essere capitato? Pensava il maggiordomo. E
poi, perché era venuta lei da
lui?? Mentre cercava di capire, ancora confuso da quel sogno che aveva
appena fatto, si toccò dietro la testa, incominciando ad
avvertire un leggerissimo dolore per la botta. Nel naso aveva ancora
quel profumo! Così andò ad aprire la porta. -"Oh
eccoti qua, finalmente hai aperto!" L'uomo si ritrovò una
Chloé in camicia da notte, con un volto dolce e sorridente,
e i riccioli biondi raccolti morbidamente in una coda alta che le
cadeva sul viso. La cosa strana era che la ragazza camminava sulle
punte, come una ballerina classica che eseguiva un balletto sul palco
in teatro. Ed era scalza! Ma il
problema era un altro: la camicia da notte era semitrasparente. Jean-Yves si
chiese se stesse ancora sognando, così sbatté le
palpebre per schiarirsi la vista: era tutto vero! Strabuzzò
gli occhi. -"M-mademoiselle, si copra, la prego! Come mai
già sveglia?"le chiese imbarazzato tentando di guardare da
un'altra parte. -"Oh, Jean-caro, chi dorme non piglia pesci! E io non
ho per niente sonno: mi sento piena di energie!" COME?? COME L'AVEVA
CHIAMATO??"JEAN-CARO"?? Non l'aveva mai chiamato così...cosa
le stava succedendo?? Jean-Yves la guardò sconvolto, poi,
dopo aver fatto caso ai suoi piedi, le disse:-"Mademoiselle, ma i piedi
non le facevano male??" Ma lei prontamente rispose:-"No! Sto benissimo!
Quando mi sono svegliata non c'era più neanche un graffio!
Strano, no?" Disse quella col sorriso sulle labbra, vantandosi, per
lasciarlo impressionato. Jean-Yves rimase stranito, poi
osservò il suo letto. Intanto sentiva ancora quel forte
odore dolce, così le chiese: -"Mademoiselle, ma dove ha
dormito stanotte??" -"Mhm...nella mia camera all'ultimo piano...?"
Rispose quella con tono ironico, non riuscendo a capire dove il suo
maggiordomo volesse andare a parare. -"Mhm...hai bevuto Jean-caro??"Si
avvicinò a lui, odorandolo, per controllare. -"Mmmh, no, non
hai bevuto...allora hai battuto la testa?" Continuò a
scherzare lei. Intanto la signorina Chloé aveva colto nel
segno! -"Non sente anche lei questo profumo? E' suo??" Chiese Jean-Yves
curioso. Purtroppo Chloé sentiva solo la puzza di sudore del
suo maggiordomo, non sentiva lo stesso odore che invece avvertiva lui.
Così, offesa, rispose:-"Ma come ti permetti, Jean-Marc??
Questo è il tuo odore,
non il mio! Evidentemente io e te abbiamo una concezione diversa di
profumo!" Si allontanò da lui a passi di danza, dicendo:-"Ci
vediamo giù, Jean-caro!" E uscì dalla stanza
chiudendo la porta dietro di sè. Jean-Yves rimase sconvolto
da quel comportamento! Ma non poteva più perdere tempo. Si
specchiò: era tutto scompigliato! Il suo sguardo ricadde di
nuovo su quel libro maledetto, e lo afferrò velocemente: era
arrivato il momento di avvolgerlo in una carta regalo!
Anche
Chloé si specchiò. Non sapeva cosa fosse accaduto
di preciso quella notte, ma sicuramente tutti i suoi sogni si erano
avverati: il suo corpo sembrava diverso, era più formosa ma
poteva vantare di un vitino da vespa che poche potevano permettersi, le
sue unghie sembravano più lunghe e forti, e i suoi capelli
erano perfetti! Sprizzava energia da tutti i pori! Pollen la osservava
in silenzio preoccupata: che guaio!
L'hotel
si era riempito: giù in piscina c'era un sacco di gente,
alcuni prendevano il sole, altri mangiavano o chiacchieravano. Sembrava
una festa! C'erano anche persone famose! Improvvisamente
arrivò lei. Nessuno poteva non notarla. Indossava un
vestitino succinto a strisce nere e gialle, sbracciato, che metteva in
risalto le sue forme, abbastanza corto da fermarsi sopra il ginocchio,
sandali neri con tacco a spillo e plateau, altissimi, che le
slanciavano la figura e mettevano in risalto i suoi muscoli da
ballerina! La sua pelle abbronzata sembrava brillare alla luce del
sole, e i suoi capelli, sciolti, erano di un biondo dorato splendente,
e le illuminavano il viso! Era
bellissima, la più bella di tutte. Tutti
si girarono a guardarla. Jean-Yves era indaffarato, e sorreggeva un
vassoio, poi si voltò, e la vide. Rimase folgorato. Era come incantato. Non
sembrava reale. Rimase talmente colpito, che per errore
scivolò e cadde nella piscina! Il rumore attirò
l'attenzione di Chloé, che lo vide sguazzare là
dentro! Ben gli stava, pensava la ragazza: ora era lui che rischiava di
annegare! Nonostante tutto si avvicinò incuriosita
saltellando, avendo la cura di non scivolare. Poi si
inginocchiò al bordo della piscina, e con un sorriso sulle
labbra, esclamò:-"Cosa diavolo combini, Jean-Marc?!" -"Oh
mademoiselle!" La osservò imbarazzato e in
difficoltà. Era bagnato fradicio. Quasi rimase spaventato
dalla bellezza di Chloé: i suoi occhi erano blu come il
mare, ma questa volta sembravano diversi, più grandi,
più espressivi, brillavano ed erano lucidi! Aveva sciolto i
suoi lunghi capelli, e i boccoli biondi le cadevano morbidi sul seno.
Sembrava una star di un film.
Non l'aveva mai vista così. -"L'appuntamento di stasera
è ancora valido?" chiese lei birichina.
Chloé
volteggiava felice per le strade di New York! Sembrava tornata bambina!
Si specchiava nelle vetrine dei negozi: era più bella di
quei manichini e di quelle modelle anoressiche che sua madre giudicava!
Non aveva più bisogno di qualcuno che le dicesse quanto
fosse bella o più bella di qualcun altro: sapeva di esserlo.
Ne era sicura. Si sentiva potente. Intanto
Jean-Yves non riusciva a starle dietro! Era sorpreso, ma anche contento
di vederla così. Improvvisamente Chloé
passò accanto a delle aiuole, e subito uno sciame di api si
avvicinò a lei: sembravano stranamente attratte, e la
avvolsero, senza farle del male. Chloé poteva sentirle: la
odoravano, la ammiravano, la adulavano, la incoraggiavano...! Le parve
di sentirle parlare:-"Sei pronta!", dicevano. La ragazza per un attimo
si fermò: a cosa si riferivano? Immediatamente Jean-Yves le
piombò vicino e la afferrò dolcemente per il
polso:-"Mademoiselle, tutto bene? L'hanno punta??" Era visibilmente
preoccupato. Chloé non capì. Era troppo
distratta. Poi disse superficialmente :-"Nono..."Quando notò
la mano di lui stretta al suo braccio, avvertì qualcosa di
strano. Qualcosa che non aveva mai provato prima: una sorta di richiamo. O
era attrazione?
Chloé sussultò. Così
afferrò il braccio dell'uomo e gli disse:-"Portami in giro!"
Lui rispose positivamente e avanzò. Lei si prese un momento
di riflessione, e lo osservò pensierosa. Poi lo
seguì, covando dentro di sè una sensazione e un
desiderio nuovi. Lo guardò come si guardano...le prede.
Era
giunta sera. Era il momento della cena tanto attesa da Jean-Yves. La
ragazza scartò il ristorante cinese. Cosa strana,
pensò Jean-Yves: di solito lei mangiava sushi!
Chloé divorò una pizza e diversi tipi di dolci,
sotto gli occhi esterrefatti del suo maggiordomo! -"Mademoiselle, si
sente bene?" -"Mai stata meglio!" sentenziò
Chloé. Per tutta la serata non fece altro che sorridere e
ridere frivolamente! Sembrava su di giri.
Una
volta giunti nel giardino dell'albergo, Jean-Yves si decise a parlarle.
Si sedettero su una panchina. Era calata la notte, ed erano soli.
Jean-Yves incominciò:-"Mi dispiace per l'altra sera. Ecco,
questo è per lei!" E le porse il suo regalo.
Chloé abbassò lo sguardo per vederlo. -"Buon
compleanno, mademoiselle!" Chloé
ricordò quello che era accaduto. Si morse il labbro.
Quell'uomo era sempre stato accanto a lei, ed era l'unico a farle
compagnia per il suo venticinquesimo compleanno! Il senso di colpa la
avvolse. Così sussurrò decisa:-"Chiamami
Chloé!" Jean-Yves la guardò sorpreso ma
intenerito. Improvvisamente la ragazza sentì un forte
trasporto. Aveva un forte bisogno di lui. Forse non era in
sè, ma volle provarci. Le sue pupille si dilatarono, ma
Jean-Yves non lo notò. Schizzò tra le sue braccia
e si aggrappò a lui, baciandolo con passione. -"Ma
mademoiselle..." Lui non riuscì a replicare. Lo slancio
della ragazza fu talmente forte, che quasi perse l'equilibrio:
Jean-Yves la resse tra le sue braccia e la cinse al suo petto. Quel
gesto piacque a Chloé, che sentì ancora di
più il desiderio di continuare a baciarlo. Non era proprio
quello che Jean-Yves aveva in mente, ma non potè
più fermarla! Per la foga Chloé strinse talmente
tanto le braccia di quell'uomo che gli conficcò le unghie
nella sua pelle, graffiandolo con forza. Era ovvio che qualcosa di male
stava per accadere. Non era più in lei. Pollen allora
sbucò dai capelli di quella ragazza e le
urlò:-"No, mia regina! Basta! Fermati!" Ma quella purtroppo
aveva perso il controllo. Jean-Yves fece una smorfia di dolore, e
Chloé, per errore, non sapendo esprimere diversamente i suoi
sentimenti, mentre lo baciava, gli morse con violenza il labbro.
Qualcosa di strano accadde. Il veleno penetrò nelle ferite,
e il corpo dell'uomo si immobilizzò tra le braccia della
ragazza, e cadde per terra pesantemente. -"Oh no, mia regina!"
urlò Pollen spaventata. Chloé rimase impietrita a
fissare Jean-Yves agonizzante per terra. -"Ma che succede??" Si
sbigottì. Il poverino cominciò a tremare e ad
avere le convulsioni. -"Pollen, che gli sta succedendo??", urlava
Chloé terrorizzata. -"Lo hai avvelenato!" rispose l'apetta.
-"COSA?! IO VOLEVO SOLO BACIARLO!" -"Baciarlo, appunto, non morderlo
o graffiarlo anche!" rispose prontamente la kwami. -"E CHE NE SAPEVO
IO! ORA COSA STA SUCCEDENDO??" chiedeva Chloé ancora
più agitata e spaventata. -"Sta
morendo.", sussurrò l'ape dispiaciuta. La ragazza
si raggelò. Lacrime veloci le scesero giù dagli
occhi, senza che lei se ne accorgesse. Si chiedeva come mai fosse
successo. Non capiva. Intanto il povero Jean-Yves continuava a soffrire
, qualcosa di inspiegabile stava accadendo nel suo corpo, o forse nel
suo sangue, o forse nel suo DNA. Improvvisamente emise un lungo
sospiro, e tutto finì. Cessarono le sue sofferenze. Divenne
immobile. Chloé rimase senza parole, e scoppiò in
un forte pianto. -"Oh no, Jean-Yves...! Ma come? Io bacio un uomo e lui
muore??" Si lamentava la ragazza. A quel punto, quel qualcosa giunse a
compimento. Improvvisamente Jean-Yves rincominciò a muovere
lentamente piccole parti del suo corpo, e le ferite si riassorbirono
come per magia. Chloé si
impressionò:-"Pollen...che gli sta succedendo...?"-"Non lo
so, mia regina...è strano...doveva morire!" Jean-Yves si
sollevò gradualmente da terra, e aprì gli occhi.
Era diverso.
Incominciò
a piovere.
Spero che vi sia
piaciuto questo capitolo. Fatemi sapere! Se vi va lasciatemi un
commento! Se volete capire bene cosa è successo continuate a
leggere!
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Capitolo 12 *** Spiegazioni ***
Era
in disordine. Aveva uno sguardo diverso. I suoi occhi
sembravano più grandi del solito. Non appena vide la
ragazza, le sue pupille si allargarono visibilmente. I baffi crebbero
come per magia, e notando questo particolare, Chloé
sussultò e aggrottò la fronte impressionata: si
ricordò di Orsaccio.
Preferiva non parlare. Non sapeva cosa fosse successo, temeva di essere
attaccata. Nel buio non riusciva a distinguere bene i suoi tratti,
inoltre aveva incominciato a piovere forte! Lui la fissava attonito, e
percepiva una forte attrazione verso di lei! Lentamente si
alzò da terra, e Chloé potè guardarlo
meglio: dopotutto quei baffi non gli stavano male! Le piaceva. Sentiva
che avevano qualcosa in comune. Non aveva mai percepito una cosa del
genere con nessuno! Fece un cenno di apprezzamento tra sè e
sè. -"Tutto bene?" le chiese lui con forte
interesse. Buffo: quella domanda avrebbe dovuto
rivolgergliela Chloé! -"Ehm...si...eheh...e tu??", rispose
la ragazza in difficoltà, cercando di non dare peso a quello
che era successo. -"Benissimo." rispose lui serio, senza scomporsi. La
situazione si faceva piuttosto imbarazzante, intanto lui non le
staccava gli occhi di dosso. -"Cosa fai?", le chiese curioso.
Chloé non sapeva cosa rispondere. Poi, improvvisamente, le
venne un'idea. Strappò dei fiori dal cespuglio affianco a
lei e prontamente rispose:-"Ehm...prendo del cibo per il mio kwami!!"
Jean-Yves posò lo sguardo su quei fiori, e le disse:-"No,
questi andrebbero meglio." Così si girò e colse
una manciata di fiori, dopo un'attenta osservazione e dopo averli
odorati bene, e li porse a Chloé. Da quando in qua Jean-Yves
era anche un intenditore di fiori?? La ragazza rimase sorpresa e
affascinata, e arrossì. -"Posso chiederti di ballare con me
un giorno di questi? Ah, anche se...sarebbe meglio di mattina...magari
quando non piove...!" Chloé rimase di stucco. Cos'era?? Un
appuntamento?? Un altro??! -"Oh sì, senza dubbio una
mattina! Ehehe..." rispose Chloé imbarazzata sotto la
pioggia, cercando di ripararsi. -"No, aspetta...", disse lui mentre si
levò la giacca e la poggiò sulle spalle della
ragazza. Chloé rimase colpita da quel gesto, e gli occhi le
divennero lucidi. -"Beh, ora è meglio che vada!", disse lei
sorridendo e voltandosi. -"Ma...ti accompagno?" chiese lui preoccupato.
-"No, non c'è bisogno. Buona notte, Jean-Yves!",
rispose decisa, e se ne andò. Jean-Yves rimase sotto la
pioggia a guardarla tornare in albergo, e disse tra sè e
sè :-"Buona notte...Chloé ."
Assaporò quel nome e sospirò innamorato.
-"POLLEN,
COSA DIAVOLO E' SUCCESSO??" chiese Chloé agitata alla sua
kwami, mentre chiudeva la porta della sua camera alle sue spalle! -"Mia
regina, se tu mi avessi ascoltata e avessi letto il libro lo
sapresti!"-"COSA DIAVOLO C'E' SCRITTO IN QUESTO LIBRO??"
Chloé sfogliava il libro nervosamente, ma non riusciva a
trovare risposta. -"Si è trasformato..."rifletteva Pollen. -"Nah,
ridicolo! Assolutamente ridicolo!" esclamò Chloé
tentando di autoconvincersi invano. -"E lo sei
anche tu!"continuò l'ape. -"MA CHE DICI?!" si
stizziva Chloé. -"Leggi il libro." sentenziò
Pollen. Chloé sospirò spazientita. Si sedette sul
letto e aprì il libro. Arrivò alla parte in cui
si parlava delle capacità del miele di Pollen, e allora
capì. -"Aspetta...tu mi stai dicendo...che
diventerò un'ape??!"
urlò Chloé scioccata. -"No, certo che no, mia
regina. Non stai diventando un insetto. Ti spiego: se tu avessi assunto
il mio miele già trasformata, cioè da
supereroina, saresti diventata solo più forte
temporaneamente, a meno che non ne avessi abusato. Invece tu ne hai
fatto uso nella tua forma umana, e ora il tuo corpo è
cambiato definitivamente. Non sei più solo una supereroina.
Sei una mutante. Non
puoi più tornare indietro. Esiste solo una degna
proprietaria del miraculous dell'ape. Di ape regina ce n'è
solo una, e quella sei tu!
Ora sei un'ape regina a tutti gli effetti. Sei pronta. Pronta a sconfiggere i
nemici!" Chloé rimase senza parole. Era emozionata. Ma
sarebbe stata all'altezza? -"Oh beh, ma, era ovvio!" si
vantò la giovane per darsi un tono e per nascondere i suoi
veri sentimenti. Chissà perchè, ma aveva sempre
vergogna di ammetterli, e faticava ad abbandonare la sua corazza. Poi
tornò coi piedi per terra. -"E COSA C'ENTRA
JEAN-YVES??"chiese confusa. -"Adesso anche lui è
un mutante. Ma con lui è stato diverso.", chiarì l'ape. -"Che
vuoi dire??" chiese Chloé in apprensione. -"
Quando tu sei trasformata in supereroina, e usi il tuo
pungiglione contro i tuoi nemici, li immobilizzi semplicemente,
perchè sono akumizzati! Ma se tu li "pungessi" quando non
sono akumizzati, li avveleneresti, quindi li uccideresti. In
questo stato, invece, se tu avessi solo "baciato" Jean-Yves, lo avresti
solo ipnotizzato e reso il tuo schiavo, ma tu l'hai morso e l'hai
graffiato. In questo modo l'hai avvelenato, e sarebbe dovuto morire." Chloé era
più confusa di prima. Sbuffò. -"Stai dicendo che
io sono letale anche
senza costume??" "Mia regina, tu sei sempre letale",
avrebbe voluto risponderle l'apina, ma evitò. -"Il problema
è che...",continuava la kwami, "...se non è
morto, c'è un perchè. Lui ha resistito, anzi,
è mutato.
Evidentemente è quello giusto." Chloé
arrossì. -"Che significa?", sperava di non aver capito.
-"Lui è come un fuco, il maschio dell'ape! Sarà
al tuo servizio e combatterà al tuo fianco! E' il tuo compagno." Chloé esplose in
una risatina nervosa, in realtà il suo cuore batteva
all'impazzata. -"Ma dai, è ridicolo! Ahahah...aspetta...hai
detto che sarà al mio servizio, vero??" disse
Chloé con tono malizioso, abbozzando un sorrisetto furbo e
alzando un sopracciglio. Pollen sospirò esausta. Come poteva
Chloé pensare di essere così opportunista?? Non
era il momento! -"Sì, ma c'è un
"ma"..."continuò Pollen. "Oh no, cosa voleva ancora??",
pensava Chloé. -"La situazione per lui è diversa..." -"Spiegati meglio!"
esclamò la giovane. -"L'unica funzione del fuco è
quella di fecondare l'ape, ma con l'accoppiamento muore, e in generale
i fuchi vivono solo per un certo periodo di tempo. Dopo che Jean-Yves
avrà fatto il suo dovere di combattere con te, potrebbe non
sopportare più questo suo nuovo stato...Potrebbe morire ."
Certo quelle non erano le parole che Chloé avrebbe voluto
sentirsi dire. Senza di lui sarebbe tornata ad essere una buona a
nulla, sarebbe tornata ad essere sola. Era possibile che avesse combinato
quel guaio?? Non ne faceva una giusta?! -"Però voi due vi
amate...e questo può essere un bene."
,concluse l'ape. Chloé si irrigidì. -"No. Noi non ci amiamo", mentì fredda
la giovane, mostrando le spalle alla sua kwami, mentre una lacrima le
scendeva rigandole il viso, coperto in parte da qualche ciocca di
capelli, ancora bagnati a causa della pioggia.
Intanto
anche Jean-Yves era tornato in camera sua. Si era fiondato in bagno,
davanti allo specchio. Era scompigliato, e bagnato fradicio. Il suo
sguardo era diverso, ma ciò che più lo
sorprendeva era il suo corpo: si sentiva forte, pieno di energie! Si
strappò la sua camicia di dosso per controllare, e vide una
muscolatura che non aveva mai avuto prima! Sembrava un'altra persona!
Si impressionò ancor di più quando si rese conto
che aveva ridotto a brandelli la sua camicia con la minima forza!
Nonostante fosse qualcosa di sconvolgente, da un lato si sentiva anche
un po' euforico: in quelle condizioni avrebbe potuto fare tutto, ed essere completamente
efficiente! Improvvisamente,
però, vide un riflesso attraverso lo specchio. Si
voltò: era Pollen. -"Mio signore, devo parlarti!"
-"Dov'è lei? E cosa mi è successo?", chiese
Jean-Yves esitante. -"Mio signore, la mia regina non voleva farti del
male!"rispose Pollen dispiaciuta. -"Ah sì?!Come sempre...Non
importa!" rispose l'uomo alzando gli occhi al cielo. Quante volte aveva
dovuto accontentare Chloé e sopportare i suoi continui
comportamenti irrispettosi, e non sapeva più neanche lui
perchè continuasse a farlo! Comunque l'apetta
continuò:-"Tu e la mia regina non siete più due
persone normali! Lei ora sa tutto, ma non ti dirà niente. E'
rimasta molto scossa, ma non vuole darlo a vedere." -"Cos'è
successo? Come sta adesso??" La preoccupazione di Jean-Yves era vera,
insistente. Possibile che tutto fosse accaduto veramente? Purtroppo era
tutto vero. Lui non era più solo il maggiordomo o la guardia
del corpo di Chloé. Era molto di più. Purtroppo
Pollen dovette far restare anche lui con i piedi per terra.
Così, gli disse:-"Ora lei è la tua regina, e tu
sei il suo compagno. Il tuo compito è proteggerla e
combattere al suo fianco. L'amore che vi lega potrebbe essere utile per
collaborare, ma potrebbe anche essere una distrazione..."Mentre Pollen
parlava, Jean-Yves andava avanti e indietro per la stanza come un leone
in gabbia. -"Farei qualsiasi cosa per starle accanto, a ogni
prezzo...!" disse l'uomo sconvolto, poggiando la testa contro il muro.
-"Anche morire?"
chiese Pollen risoluta. Jean-Yves si girò verso la kwami, e,
rassegnandosi al suo destino, rispose:-"Accetto." Pollen si
intenerì, allora gli disse:-"Potrete amarvi liberamente, ma
solo dopo la missione potrete stare insieme come vorrete...se
resisterai al tuo nuovo stato...e a lei." -"Io
voglio insegnarle che l'amore è un sentimento spontaneo, che
può cambiare le persone. Voglio farle capire che le sto
accanto perchè la amo, ma in modo puro. Non voglio farle del
male, voglio rispettarla. Voglio che lei si senta amata, e spero che lo
capisca, così smetterà di fare del male sia a lei
che agli altri! Neanche un bacio posso darle?" -"Va bene, ma non
troppi. Potrebbe essere deleterio anche per te. Lei potrebbe
risucchiare tutte le tue energie!" , terminò Pollen. -"Va
bene. Non vi deluderò." , disse lui sicuro di sè.
Ormai aveva deciso. Lui era per lei e con lei, e non sarebbe potuto
essere diversamente. Inoltre, con le sue nuove consapevolezze sia
fisiche, sia sentimentali, sarebbe stato all'altezza di combattere al
suo fianco, al fianco di Queen
Bee.
-"Ah,
interessante!" disse una figura oscura che tramava nell'ombra.
Ciao! Sono tornata! Come state?
Spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo! Allora, avete capito
tutto?? Beh, sicuramente avete capito che mi piacciono la fantascienza
e i mutanti!! E a voi?? Comunque per realizzare questa storia mi sono
messa a studiare un po' il mondo delle api!! Spero che vi stiate
appassionando alla mia fanfiction!! Se volete, lasciatemi un commento,
o se volete chiedermi qualcosa chiedete pure!!
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Capitolo 13 *** Regina della moda (Parte 1) ***
Chloé
era seduta sola soletta a uno dei tavolini vicino la piscina. Era
mattina presto, e vi era un sole che spaccava le pietre. Era diventata
mattiniera! Nonostante fosse coperta dall'ombrellone, indossava gli
occhiali da sole e un grande cappello abbinato al vestito. Somigliava
sempre di più a sua madre! Invece di essere contenta per
quello che era successo, era piena di dubbi nel suo cuore. Fissava il
biglietto che aveva trovato sul tavolo, che era stato apparecchiato
solo per lei. All'interno c'era un messaggio segreto: "Ci vediamo in piscina dopo la sfilata. Tuo,
Jean-Yves", recitava. Jean-Yves le aveva fatto una sorpresa!
Chloé sospirò. Era sicuramente un bel pensiero,
ma lei non sapeva cosa fare. Nel profondo del suo cuore era felice, e
avrebbe voluto stare con lui, ma pensava alle varie
difficoltà. Era scocciata. Anche Pollen era in pensiero per
lei. Improvvisamente, però, sentì una voce
familiare...e fastidiosa: -"Oh Chloé, tesoro! Anche tu qui!"
La ragazza alzò lo sguardo. Ebbe un colpo. Si
ritrovò davanti proprio lei: Lila.
Rimase immobile, e non ebbe neanche il tempo di aprir bocca che quella
subito si sedette al tavolino con lei. -"Allora, che mi racconti??"
Chloé la guardò con un'espressione di disgusto in
volto, e sibilò:-"Cosa vuoi?"-"Oh, non guardarmi
così! Volevo solo...salutarti!",
rispose quella con tono falso e malizioso. Chloé
tirò a sè la lettera di Jean-Yves, per
possessività, e per timore che quella potesse ficcare il
naso dove non doveva. Purtroppo quel gesto non sfuggì a
Lila. -"Oh, non dovresti perdere tempo con chi non ti merita,
lo sai, vero?! Dovremmo chiacchierare un po' io e te, magari...dopo la
sfilata, in piscina??", disse quella con tono provocatorio, poggiando
la sua mano su quella di Chloé, che, prontamente, la
ritrasse. Chloé abbassò lo sguardo fredda, e non
rispose. Allora Lila capì che non poteva più
ingannarla. -"Te ne pentirai di aver rifiutato la mia proposta. Tieniti
stretta quella lettera: è l'unica cosa che ti
rimarrà! Attenta, Queen Bee, non riuscirai
ad aiutare Ladybug...e a salvare il tuo caro maggiordomo!"
Non c'era altro che male negli
occhi di Lila mentre la minacciava. Chloé
rabbrividì spaventata. Quasi sentì un mancamento
all'altezza del petto. Poi quella strega andò via. La
portatrice del miraculous dell'ape rimase disorientata, poi si
sentì chiamare: era sua madre. -"Chloé cara,
svelta, o faremo tardi alla sfilata!"
Mentre
le modelle sfilavano sulla passerella e tutti gli altri battevano le
mani, Chloé era sovrappensiero. Dal suo volto si poteva
intuire che era successo qualcosa di grave! Qualcuno, però,
attirò la sua attenzione: sulla fila di fronte c'era
Jean-Yves, che sventolava la sua mano per salutarla. Non appena lo
vide, le nuvole abbandonarono il suo viso e arrossì, e gli
sorrise debolmente. Jean-Yves avvertì subito che c'era un
velo di preoccupazione negli occhi della sua Chloé. Audrey
Bourgeois, che era seduta accanto alla figlia, si accorse che
Chloé guardava Jean-Yves, e rimase colpita: c'era una luce
diversa in quel cameriere! Cos'era mai successo? E come mai sua figlia
era tanto presa da lui?? La cosa non le piacque così tanto.
Nel
pomeriggio tornarono in hotel. Era stata organizzata una festa per loro
in piscina. C'erano stilisti, modelle, giornalisti, critici e chi
più ne ha più ne metta! Chloé era
elegantissima, e sedeva nei pressi della piattaforma dove c'era il
pianoforte, adibita a palcoscenico. Aveva lasciato i capelli sciolti, e
indossava un tailleur giallo con delle décolleté
nere a punta. A un certo punto Jean-Yves le si avvicinò e le
porse la mano:-"Mi concede l'onore di un ballo?", le chiese con voce
calda e gentile. Jean-Yves aveva lasciato il ciuffo di capelli
libero dal gel, e indossava una camicia viola sbottonata sul petto.
Sfoggiava dei lunghi baffi a manubrio. Chloé lo
guardò estasiata, e si lasciò guidare da lui. Si
abbandonò a quella magia. Sua madre guardò la
scena esterrefatta e disgustata. Cos'era saltato in testa a Jean-Yves??
Quello non era il suo stile! E come faceva a piacere a
Chloé?? Audrey quasi si vergognò. -"Oh, Signora
Bourgeois! Che piacere conoscerla! Sono una sua grande fan!". Audrey si
voltò, e vide una ragazza dai capelli lunghi di colore
mogano della stessa età di sua figlia. -"E tu chi
sei??", le chiese. -"Io sono Lila! Io e sua figlia siamo grandi amiche,
lo sa??", mentì quella. -"Come va con sua figlia??",
continuò la manipolatrice. -"Oh, non la riconosco
più! Prima frequentava solo persone del suo rango, ora balla
anche con la servitù! Sono disperata!" -"Vero...frequentare
un uomo con quello stile, poi! Non si addice alla vostra classe! Lei
è una grande critica di moda, e Chloé dovrebbe
seguire le orme di sua madre! Solo lei sa cosa è meglio per
sua figlia, giusto??", la istigò Lila. -"Giusto...!",
rispose inviperita Audrey Bourgeois.
Nel
giro di pochi minuti era già stata akumizzata.
Ciao!! Sono tornata!! Piaciuto il
capitolo?? I fans di Lila saranno stati contenti...se volete sapere
cosa succederà, continuate a leggere!!
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Capitolo 14 *** Regina della moda (Parte 2) ***
Chloé
era persa negli occhi di Jean-Yves. Improvvisamente, però,
lo vide distogliere lo sguardo da lei. Sul suo volto comparve
un'espressione di fastidio. La ragazza ebbe un cattivo presentimento.
Si guardò intorno, e uno scenario surreale ed
inquietante le apparve: tutti gli invitati erano rimasti immobili nelle
loro pose; alcuni avevano un'espressione di terrore, altri erano ancora
abbracciati mentre ballavano. Erano stati tutti tramutati in statue
d'oro! -"Chloé!" La ragazza
sentì urlare il suo nome. Di fronte a lei vide una figura
femminile dorata con un lungo scettro. -"MAMMA...!?",
esclamò la ragazza con espressione sgomenta. -"TI SBAGLI. IO
SONO REGINA DELLA MODA! ", e detto questo, scagliò un fascio
dorato di energia verso di loro. Jean-Yves si staccò
prontamente da Chloé spingendola con violenza verso la parte
opposta, affinchè entrambi evitassero l'attacco. Ma
Jean-Yves era stato talmente forte che Chloé si
schiantò con la schiena nel pianoforte che stava dietro di
lei, distruggendo tutto. Il viso della poverina si contorse in una
smorfia di dolore. -"Ma Jean-Yves...SEI IMPAZZITO?!",
mugugnò. Pollen uscì alla scoperta :-"L'ha fatto
per salvarti, mia regina!" Intanto Jean-Yves era balzato sul muretto
che recintava tutta l'area dedicata alla piscina. -"Mettiti in salvo,
Chloé!", urlò. Chloé rimase
esterrefatta: Jean-Yves era davvero
cambiato! Nonostante quel
gesto, la ragazza era affascinata da quella intraprendenza! Era stata
lei la causa di tutto, eppure lui continuava ad immolarsi per lei!
Chloé rifletteva, ma quando realizzò che
Jean-Yves aveva attirato l'attenzione di sua madre akumizzata e veniva
addirittura inseguito, finalmente si decise: -"Devo fermare
mia madre!", disse a Pollen, e si trasformò. Jean-Yves
riusciva ad evitare tutti gli attacchi di Audrey: era diventato
agilissimo! -"Madame, si calmi, sono io, Jean-Yves, sono qui per
servirla!", disse lui mentre le scappava. Ovviamente cercare di farla
ragionare era inutile. Alle volte era peggio della figlia! -"TACI,
INSETTO! NON PROVARE A SCAPPARMI!", minacciava lei mentre lo inseguiva.
Chloé si chiedeva dove fosse finita Ladybug. Le sembrava di
non avere una guida. Era completamente sola. -" MAMMA, SMETTILA! SEI RIDICOLA,
ASSOLUTAMENTE RIDICOLA!", le gridò Chloé. -"Ah e tu??
Scegliere come fidanzato un misero cameriere?! Mi hai delusa! "
Chloé ebbe un colpo al cuore. Quella continuò:-"
ALLA SUA ETA'...E CON QUELLO STILE, POI! BLEAH! RIDICOLI! ASSOLUTAMENTE
RIDICOLI!", sentenziò Audrey. Quelle parole erano come lame
taglienti per Chloé. La giovane ragionò:
effettivamente quello che aveva detto la madre era vero, ma
sapeva che nel suo cuore era ingiusto. Continuava
a colpirla e a distrarla, ma Regina della moda sembrava più
forte di lei! La figlia cercava di schivare ogni suo colpo. -"Queen
Bee, fuggi! REGINA, LEI CE L'HA CON ME. PRENDA ME!", la
provocò Jean-Yves. Nei suoi occhi c'erano tanto coraggio e
tanto amore: avrebbe fatto qualsiasi cosa per Chloé!
-"OH...MA SI! PRIMA ELIMINO TE, E POI PENSO A LEI!", così
Audrey tornò a concentrarsi su Jean-Yves. In quel momento
Chloé rammentò quello che le aveva detto Lila
quella mattina, e allora capì che la loro intenzione era
quella di sbarazzarsi di Jean-Yves, così lei non avrebbe
avuto più alcuna protezione, e avrebbero potuto prendere il
suo miraculous più facilmente. Allora le venne un'idea. Si
ritrasformò, e si rivolse alla sua kwami, che era rimasta
sorpresa:-"Pollen,
dammi altro miele!" -"Ma mia regina, non so se
potrebbe farle male!", rispose Pollen preoccupata. -"Presto!",
ordinò Chloé. Intanto Regina della moda aveva
avuto la meglio su Jean-Yves, che si ritrovava per terra. -"E'
FINITA.", dichiarò l'akumizzata, puntando il suo scettro
verso l'uomo. -"NO MAMMA, FERMATI!" Regina si voltò, e vide
la sua bellissima figlia. Chloé aveva deciso di parlarle non
nei panni di Queen Bee, altrimenti non le avrebbe dato retta,
visto che pensava che la missione della figlia fosse solo un gioco. Si
avvicinò a lei cautamente, con atteggiamento benevolo, come
si fa con un cavallo sbizzarrito. Jean-Yves era allarmato, ma prima che
potesse dire qualcosa, Chloé gli lanciò
un'occhiata dolce e tattica: "Tranquillo".
Gli sembrò di averla sentita. -"Mamma, sono io, Chloé.
Tua figlia. Non Queen Bee. Stai tranquilla. Io sono qui. Sono con te.
Ce l'avevi con me, non con lui. Vieni via, lascialo perdere! Non ne
vale la pena. Avevi ragione. Non potrei mai fare qualcosa contro la tua
volontà. D'ora in avanti farò tutto quello che
vuoi. Te lo prometto. Basta. E' tutto finito."
Mentre Chloé diceva quelle parole, lacrime rigarono il suo
volto, ma lei non ne sembrava conscia. Jean-Yves avvertì un
forte dispiacere: Chloé stava bleffando o pensava di lui la
stessa cosa che pensava sua madre? Si era creato tra le due lo stesso
incantesimo che aveva bloccato anche Orsaccio l'ultima volta.
Nonostante potesse sembrare solo una tattica, purtroppo
Chloé era sicura di aver parlato proprio con sua madre. Le aveva parlato col
cuore. Avrebbe dovuto lasciar perdere Jean-Yves in futuro? In fondo
glielo aveva promesso. Intanto era riuscita a disarmarla, e accadde
qualcosa di incredibile, qualcosa che non era mai successa prima:
l'akuma abbandonò spontaneamente sua madre! La manipolazione
mentale di Chloé era stata più forte di quella di
Lila e Félix. -"Bel lavoro, Chloé!": Ladybug era
arrivata. Velocemente purificò l'akuma e riportò
ogni cosa alla normalità, poi fuggì via. La
portatrice del miraculous dell'ape inclinò leggermente la
testa e si portò la mano alla tempia. Quella magia l'aveva
coinvolta troppo, sia emotivamente che fisicamente, ma lei non lo dava
a vedere. Jean-Yves si era alzato e si era soffermato ad osservarla.
Proprio nel momento in cui si era voltato dall'altra parte per
andarsene, avvertì un richiamo. Si rigirò e vide
Chloé con gli occhi puntati su di lui. Il suo sguardo era
diverso: gli occhi erano languidi, lucidi, e in essi si poteva leggere
il desiderio ardente di volere quell'uomo accanto a sè. Non
l'aveva mai guardato così. Jean-Yves capì che la
sua regina reclamava la sua presenza, e non potè fare a meno
di andare da lei. -"Oltre a parlarmi
telepaticamente e a manipolarmi, cos'altro sai fare?? ",
la provocò lui con un tono di voce risentito, ma ironico.
Non sembrava adirato, ma aveva imparato a punzecchiarla!
Chloé gli rispose a tono:-"Anche tu
mi hai manipolato in passato, no?? ". Jean-Yves si
avvicinò a lei, alzò un sopracciglio e la
guardò negli occhi. Chloé sussultò:
non era abituata a sostenere quello sguardo! -"Non
ti è sembrato di esagerare quando mi hai scaraventata nel
pianoforte?? ", lo punzecchiò offesa. -"Oh, mi perdoni, mia regina, se ho tentato di
salvarle la vita! ", le
rispose a tono con un sorriso sghembo. -"Troppo
tardi, l'ho fatto io!! ", continuò
Chloé. -"Finiscila.", le
sibilò secco Jean-Yves. -"Tanto lo
so che mi ami, Jean-caro!", disse la ragazza civettuola,
girando la testa per evitare il suo sguardo. -"E tu? ",
le chiese lui prontamente. Lei rimase di stucco, senza rispondere.
Allora Jean-Yves le prese delicatamente il volto con la mano, girandolo
verso di lui, per guardarla negli occhi. Improvvisamente sentirono il
rumore dello scatto di una macchina fotografica. Chloé si
voltò e vide un paparazzo, che subito schizzò
via. Jean-Yves si accorse della preoccupazione della ragazza, e
tagliò corto:-"Si è fatto tardi. E' ora di
andare.", disse con voce grave e decisa. -"Mi accompagni?", lo
pregò Chloé.
Fuori
la stanza, non appena Chloé aprì la porta per
entrare, Jean-Yves fece per andarsene, quando lei lo
bloccò:-"Resta con me!",
lo supplicò. -"Non si può, Chloé.",
rispose lui ingrigito. Chloé non lo ascoltò. Lo
tirò a sè per il polso e lo guardò
trepidante, quasi implorante. Jean-Yves la guardò con amore,
e fu lui a prenderla per i fianchi e a tirarla a sè. Lei lo
baciò con slancio, e lui la strinse con passione. Le poche
ferite che erano rimaste dietro la schiena della ragazza si
riassorbirono, quasi come se il contatto con lui le avesse fatto bene.
Purtroppo durante il bacio Jean-Yves ricordò la missione, e
quali erano state le parole di Pollen: non doveva coinvolgersi troppo!
In quel preciso momento avvertì una forte energia che lo
avrebbe fatto soccombere, così allontanò con
forza il corpo di Chloé dal suo. Un'espressione di delusione
colorò il volto di Chloé. Lui sospirò.
-" Tua madre sarà qui a momenti. Non ricordi cosa le hai
promesso? ", disse lui. -"Certo...", la ragazza abbassò il
capo dispiaciuta. -"Ci vediamo domani?", chiese speranzosa. Ma
Jean-Yves le aveva già dato le spalle:-"Vedremo"., rispose
con voce grave, e andò via. Chloé chiuse la porta
e le scesero le lacrime. L'uomo sentì un forte calo delle
sue forze, e si portò una mano alla fronte: era stato
difficile reggere quell'emozione! Ma una cosa decise dentro di
sè: sarebbe stato più duro. Non doveva
assolutamente perdere di vista la missione! Intanto si sentiva diverso,
debole. Doveva ricaricarsi. A un certo punto alzò gli occhi,
e si ritrovò davanti Pollen con un barattolino:-"Questo
è il mio miele. Forse è il caso che lo prenda
anche tu!"
Quando
Audrey rientrò in stanza, chiese a sua
figlia:-"Chloé, cara, tutto bene?". Sembrava insicura.
Chloé la rassicurò:-"Si, mamma!", e si
abbracciarono, forse per la prima volta. Quell'abbraccio
sembrò suggellare il loro rapporto, o forse la promessa che
Chloé aveva fatto. La madre era soddisfatta, ma sua figlia
era ferita.
Chloé
passò tutta la notte a pensare che forse quel bacio era
stato un errore. Che tutto era
stato un errore.
Ciao a tutti! Spero non vi siate
stancati di me e di questa storia! Ho voluto affrontare in questo
capitolo la mentalità ottusa di Audrey, e il rapporto tra
Chloé e Jean-Yves. Vi è piaciuto?? Che ne dite
dei nuovi poteri di Chloé?? Fatemi sapere cosa ne pensate,
sarei curiosa!! Continuate a seguirmi!!
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Capitolo 15 *** Sabrina ***
Chloé
era seduta sul muretto della finestra della sua camera, e nascondeva la
sua testa tra le ginocchia. Aveva dormito pochissimo, e aveva
trascorso tutta la mattinata a pensare. Non era andato nessuno a
cercarla, neanche Jean-Yves, ma proprio di quello Chloé non
si preoccupava: non aveva alcuna intenzione di vederlo! I pensieri la
torturavano, già immaginava tutti i giornali e la tv dire: "Chloé Bourgeois, la figlia del Sindaco
di Parigi, è fidanzata col suo maggiordomo!", oppure, "Chloé
Bourgeois si accontenta della servitù!", che
sarebbe stato anche peggio! Inoltre Queen Bee avrebbe fatto una
figuraccia! Ma come le era saltato in mente?? Lei, la figlia del
Sindaco, si era abbassata a tanto?? Tremava che quelle foto del giorno
prima avessero potuto fare il giro del mondo! Magari sarebbero arrivate
a Parigi a quella ficcanaso di Alya, e l'avrebbero saputo tutti i suoi
compagni...persino Adrien e Marinette! Mentre si agitava,
squillò il cellulare: era Sabrina!
Finalmente!! Aveva proprio bisogno di lei! -"SABRINA...?", rispose con
ansia. -"Chloé!! Sono io, Sabrina!! Ma cosa succede?? Ho
visto le foto, i notiziari...che stai combinando??" Chloé
rabbrividì. Possibile che le voci girassero così
velocemente?! -"OOH SABRINA AMICA MIA!! HO BISOGNO DI TE!! DEVO
RACCONTARTI DELLE COSE...", piagnucolò. -"Tranquilla! Sto
venendo da te a New York!!"
Sabrina
era giunta in albergo. Indossava un lungo vestito rosa a quadrettini
bianchi, e sulla testa portava un frontino bianco con un grande fiocco.
Sfoggiava un caschetto vintage e i suoi capelli erano di un rosso
brillante. Si era fermata nella hall, e si guardava intorno confusa:
non sapeva dove andare. Intanto Jean-Yves passava di lì. Era
sovrappensiero ed era preoccupato: non aveva ancora sentito
Chloé. Poi alzò gli occhi, e...sbagliava o quella
era Sabrina?? Si avvicinò a quella ragazza, e
disse:-"SABRINA...?!". La ragazza si voltò:-"Oh
Jean-Yves!!", esclamò raggiante. Jean-Yves rimase sorpreso:
era più carina! Ma perchè era venuta?? -"Cosa ci
fa qui, signorina?", le chiese. -"Ehm, sto cercando Chloé.
Ha bisogno di me!". L'uomo storse il naso: cosa era successo alla sua
Chloé?? E perchè non aveva chiesto a lui??
-"Chloé è all'ultimo piano nella suite in fondo
al corridoio. L'ascensore è da quella parte.", le
indicò lui. -"Oh grazie! E tu che stai facendo? Pensavo
fossi con Chloé...", chiese Sabrina spontaneamente.
Jean-Yves si rabbuiò. La ragazza si morse il labbro:
capì che aveva detto una stupidaggine. Così
cercò di sorvolare:-"Ehm...ora devo andare!", e
schizzò via.
-"L'ho
visto diverso...oh, Chloé! Cosa sta succedendo?? ",
le chiese turbata Sabrina. Chloé esitò, poi
rispose imbarazzata:-"Ci siamo baciati...". L'amica si
illuminò. -"Oh...ma è meraviglioso!",
esclamò quella felice. -"Ma allora è tutto
vero...guarda!", e le mostrò il giornale con quelle foto.
Esso recitava: "Chi
è in compagnia di Chloé Bourgeois? Ecco l'uomo
misterioso che ha salvato Queen Bee!". -"COSA?!",
gridò Chloé: le era salito il sangue alla testa.
-"RIDICOLO! ASSOLUTAMENTE RIDICOLO! E POI SONO STATA IO A
SALVARLO! CIOE'...E' STATA QUEEN BEE!". Ora sì che era nei
guai. Cioè...erano. -" Questa situazione non
può continuare...", proseguì Chloé.
-"Ma Chloé...voi vi amate!", cercò di calmarla
Sabrina. -"Non posso...", disse secca la bionda buttandosi sul letto.
-"Perchè no?", chiese l'amica sedendosi accanto a lei,
mostrandole disponibilità. -"Non capisci! Poi mia madre ha
ragione: è troppo grande e...è
solo un cameriere!",
cercò di tagliare corto Chloé. -"Oh, Chloé, ma quello
non è importante! Se ti vuole bene e ti rispetta, che male
c'è? ". Chloé si
alzò e le mostrò le spalle. Stette per qualche
minuto in silenzio. Cos'era più importante? I suoi bisogni,
i suoi capricci, lui, sua madre, o la missione?
Nella sua testa risuonavano le parole di Pollen. -" Sai che cosa ti
farebbe bene adesso?? Un po' di shopping!",
la esortò Sabrina. Così le due uscirono, e si
buttarono nello shopping sfrenato. Era così che
Chloé si sfogava. Era così che credeva di
risolvere i suoi problemi.
Aveva
passato delle ore piacevoli con Sabrina. Le sembrò di essere
tornata se stessa. Almeno per una giornata non era stata Queen Bee, ed
aveva assaporato un po' di libertà senza Jean-Yves. Quando
rientrarono, Sabrina si fermò sotto la porta, e le disse: -"Qualsiasi
decisione sceglierai di prendere, ti sarò sempre vicina."
Chloé rimase senza parole, e, prima che quella se ne
andasse, si decise a dirle:-"Sabrina...grazie."L'amica
le sorrise dolcemente e andò via. Così rimase di
nuovo sola. Poggiò sul letto tutte le buste dei suoi
acquisti, e sbuffò stanca. Accese la radio per rilassarsi
con un po' di musica, finchè non si imbattè in
una canzone un po' particolare. Non appena sentì le parole:"She's just a baby, but her boyfriend's like a dad,
just like a dad ", le tornò alla mente la
sua situazione, e scaraventò la radio per terra.
Ciao a tutti!! Rieccomi! Piaciuto
il capitolo?? Ci voleva proprio l'intervento di Sabrina, vero??
Comunque la canzone a cui mi sono riferita è "Alejandro" di
Lady Gaga! Scrivetemi cosa ne pensate. Alla prossima!!
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Capitolo 16 *** Il Cigno Nero ***
Chloé
si reggeva sulle punte a fatica. Le lezioni di danza classica erano
sempre le più faticose, soprattutto quando la maestra era la
Celentano! << Di più, di più, su
con quei piedi, Chloé! Cos'hai oggi?? >>, la
ammoniva la maestra. La ragazza era esausta. Si sentiva sempre
più stanca, e questo era strano. Forse era un effetto
collaterale del miele miracoloso? Si stavano allenando per lo
spettacolo "Il lago dei cigni "
a Broadway. << MA INSOMMA!! STATE DORMENDO OGGI?? SE
CONTINUATE COSI' NON PRENDERANNO NESSUNO DI VOI!! >>,
sbottò l'insegnante. Jean-Yves osservava tutto dai vetri da
fuori la sala. Aveva insistito per accompagnare Chloé: si
era accorto che la ragazza non si sentiva pienamente in forma! La
guardava muoversi faticosamente, e incominciò a
insospettirsi. << Oggi troppo moscia, Chloé. Da una come te non posso accettarlo. Non
deve più accadere. Ci siamo capite? >>,
la avvertì la Celentano. La giovane sospirò
nervosa. Come era potuto capitare??! Lei, che era sempre perfetta??!
Intanto tutti i ballerini presero le loro cose e uscirono dalla stanza:
la lezione era finita. Mentre Chloé usciva, sentì
che la maestra rimproverava duramente un'altra allieva. << Non ce la fai! Non vedi che non hai il fisico
adatto?? Non ce la farai mai, non diventerai mai una brava ballerina!
Osserva la signorina Bourgeois: lei sì che è una
ballerina! >>,
la mortificava la Celentano. Chloé abbozzò un
sorrisetto malizioso: nonostante tutto, rimaneva la più
brava! Quando la maestra andò via, la ballerina rimproverata
si voltò verso Chloé che stava scendendo le
scale, e la guardò con odio. Un'akuma s'insinuò
nella sbarra alla quale la ragazza si era appoggiata. << Il brutto
anatroccolo che si trasforma in un cigno! Ti fidi di me?? >>,
la plagiava Lila. << Certo! >>,
sibilò l'akumizzata. Improvvisamente il tutù rosa
della ballerina si tinse di nero pece e si riempì di piume,
il trucco nero che aveva agli occhi si espanse conferendole un aspetto
minaccioso, le unghie divennero lunghi artigli neri e la pelle si fece
bianca come la cera. Con forza disumana staccò la sbarra dai
supporti e la impugnò come un'arma.
Chloé
si recò negli spogliatoi, e si ritrovò davanti
Jean-Yves. << Jean-Yves...!? Ma...che ci fai qui??!
>>, chiese lei nervosa. << Ti riaccompagno
in albergo, Chloé! >>, rispose lui con voce
ferma. Chloé non aveva alcuna voglia di stare con lui dopo
quello che era successo, ma non potè opporsi.
<< Mmmh...no! Fammi fare prima una doccia!
>>, rispose la ragazza vanitosa. Jean-Yves
sospirò scocciato, e disse: << Va bene, ti
aspetto fuori! >>. Mentre Chloé si lavava,
qualcuno entrò nello spogliatoio, e tirò con
forza la tenda della doccia dove lei si trovava. La ragazza si
girò, e, spaventata, chiese: << Ma chi sei?? >>.
L'akumizzata rispose: << Sono il Cigno
Nero! >>, e la prese con violenza per
i capelli. Chloé emanò un urlo disumano, che fece
sobbalzare Jean-Yves. L'uomo, allarmato, schizzò verso gli
spogliatoi e con un calcio sfondò la porta. Purtroppo quello
che vide fu raccapricciante: l'akumizzata aveva danneggiato tutte le
cabine-doccia, e Chloé giaceva per terra nuda, con la
schiena al muro e la testa inclinata. Il muro si era sporcato del suo
sangue, che colava dalla sua testa, mentre sul petto aveva dei tagli
profondi. << NO! CHLOE'! >>,
gridò Jean-Yves disperato, mentre l'akumizzata stava per
colpirlo con la sbarra. Egli parò il colpo, bloccando la
sbarra tra le mani, ma la ballerina lo colpì con un grand battement jeté in avanti,
e lui piombò a terra. Il Cigno Nero provò di
nuovo a colpirlo con la sbarra, ma lui fermò il colpo,e,
sentendo dentro di sè crescere una forza sovrumana, con le
sue stesse mani esercitò una forte pressione sull'arnese e
riuscì a respingere l'akumizzata. Poi velocemente si
gettò su Chloé, la prese in braccio e corse fuori
dall'edificio. Pollen uscì allo scoperto, e disse:
<< Jean-Yves, il miele! >>.
<< Dà qua! >>, rispose lui
risoluto, e strappò dalle mani dell'apetta il miele
miracoloso. Ne inghiottì un po', poi baciò
Chloé per trasferirglielo. << Ti prego,
Chloé, svegliati...>>, la implorava Jean-Yves
preoccupato. La avvolgeva con cura con il suo frac, e la guardava con
gli occhi di chi temeva di aver perso qualcuno per sempre.
Chissà se fu il bacio o il miele, ma Chloé
riprese conoscenza. << Ma cosa è successo??
>>, chiese imbarazzata rendendosi conto che era nuda, e
che si trovava tra le braccia di Jean-Yves. << Cosa hai
combinato stavolta?? >>, le chiese lui stanco. Allora
Chloé si girò e vide l'akumizzata che avanzava
velocemente verso di loro mentre faceva pirouettes! Capì che era
quella ballerina che era stata rimproverata, così rispose:
<< E' colpa della maestra, non mia!! >>, ed
effettivamente un po' aveva ragione! Jean-Yves sospirò, e
dopo essersi separato da lei perchè il Cigno Nero aveva
tentato di colpirli, le gridò: << Trasformati,
forza! >>. << Ehm...si!! >>,
rispose Chloé arrossita mentre si copriva con il frac di
lui. In un attimo divenne Queen Bee. Raggiunse l'akumizzata tramite
pirouettes, e quando le fu vicina le intimò:
<< Non sei ancora pronta! Devi ancora imparare un sacco
di cose!! >>, e le fece perdere l'equilibrio urtando la
sua gamba con un rond
de jambe par terre. Quella tentò di colpirla con
la sbarra, ma Chloé la parò con le braccia. A
quel punto la supereroina capì che l'akuma si trovava
proprio lì! << Prendi il suo Miraculous!
>>, diceva Lila all'akumizzata. << Senti, io posso insegnarti! Puoi davvero diventare
una brava ballerina! Devi solo credere di più in te stessa! >>,
tentava di convincerla Chloé. << Davvero?? >>,
chiese quella incredula ma speranzosa, nonostante fosse sotto
incantesimo. << Sì, fidati di me. Puoi essere...anche
più brava di me! >>.
Chloé non avrebbe mai detto una cosa del genere, eppure...le
sue parole funzionarono! Così Queen Bee potè
immobilizzarla col suo pungiglione, e un atletico Chat Noir
precipitò sulla ballerina, prendendole la sbarra e
distruggendola. L'akuma uscì e Ladybug la
purificò. << Ottimo lavoro, Chloé!
>>, disse la supereroina coccinella, e lei e il suo
partner andarono via. Tutto tornò come prima, e Queen Bee si
era ritrasformata in Chloé, che subito si coprì
con il frac del suo maggiordomo. La ballerina che era stata akumizzata
schizzò verso Chloé, e la implorò:
<>. Chloé sussultò, poi rispose
rassegnata: << Ehm...va bene!! >>.
Jean-Yves sospirò con le braccia incrociate, poi
abbozzò un sorriso: alla fine era andato tutto bene!
Erano
tornati in albergo. Chloé era riuscita a rivestirsi. Non
appena entrarono nella camera della ragazza, Jean-Yves le chiese
preoccupato: << Come ti senti?? >>. Un
sorriso sensuale comparve sul volto di Chloé, che civettuola
gli sussurrò: << Sto bene! >>,
e lo spinse delicatamente su una poltrona. La ragazza piombò
in braccio a lui, e con il dito indice prese il suo mento.
<< Nono Chloé cosa fai?? Devo andare...!
>>, si lamentava lui per quello che pensava fosse
l'ennesimo capriccio di mademoiselle! Ma proprio quando stava per
baciarlo, la ragazza si lasciò andare, le sue labbra
sfiorarono quel mento e il suo viso cadde nel petto dell'uomo. Si era
addormentata per la stanchezza! << Chloé! Se
tua madre ci vede così io sono finito! Chloé...?
>>, protestava Jean-Yves, ma purtroppo la ragazza era
caduta in un sonno profondo! L'uomo sbuffò. Come doveva fare
con lei?! Così la sollevò e la portò a
letto. La guardò con occhi dolci, sorrise con amore e se ne
andò.
Quando
la ragazza si risvegliò, sentì dentro di
sè che era cambiata. Nel suo cuore provava uno strano, ma nuovo sentimento,
aveva una nuova consapevolezza : amava il suo maggiordomo. Ormai
era ufficiale. Solo lui avrebbe potuto riempire il vuoto che a lungo
aveva sentito dentro se stessa. Strinse il suo Mr Cuddly sotto le
coperte, e una lacrima le scese sul viso: quello che davvero desiderava avere non l'aveva, o
non poteva averlo. Cosa
sarebbe successo? Era
l'inizio della fine?
Scusate se questo capitolo
è stato un po' violento, ma volevo scrivere qualcosa di
realistico e di forte, che potesse emozionarvi! Vi è
piaciuto?? Ho inserito dei termini della tecnica della danza classica!
Avete apprezzato? Anche voi fate danza?? Cosa ne pensate di questo
capitolo?? Al prossimo!!
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Capitolo 17 *** Nuovi pericoli ***
Era
mattina. Un silenzio religioso avvolgeva tutto l'hotel, e non c'era
anima viva neanche in giardino. Se fosse successo qualcosa, nessuno
avrebbe visto. Chiunque avrebbe potuto agire indisturbato.
Jean-Yves
si era svegliato da poco. Si sentiva stranamente preoccupato,
così decise di andare a controllare se Chloé
stesse bene. Entrò in ascensore e pigiò il tasto
che l'avrebbe portato all'ultimo piano. Mentre saliva,
avvertì degli strani rumori, poi l'impianto si
fermò di colpo, e andò via la luce. A quel punto
l'uomo capì che era una trappola, e che la ragazza era in
pericolo. << No, Chloé...Dannazione! >>,
esclamò allarmato, e sbattè i pugni sulle pareti.
Intanto qualcuno entrò nella camera di Chloé.
Ella dormiva tranquilla in quel letto principesco riservato solo a lei.
Indossava solo un babydoll e una culotte. La persona si
avvicinò, si chinò su di lei e osservò
il suo miraculous incastonato tra i suoi capelli biondi.
Ghignò. Chloé si sentì accarezzare il
viso nel sonno, sorrise, e aprì gli occhi. <<
Jean-Yves! >>, esclamò.
<< Buongiorno, tesoro! >>,
sibilò quello mostrando un sorrisetto malefico. La giovane
ebbe un cattivo presentimento. L'uomo allungò una mano verso
il suo miraculous, ma lei prontamente gli afferrò il polso.
<< Chi
sei?? >>,
urlò allarmata. Egli cambiò aspetto.
<< Ciao,
Chloé! >>, disse
burlescamente. Era Félix!
Prima che lei potesse reagire, lui la bloccò con forza per i
polsi, e la sfidò: << Puoi agitarti quanto vuoi, ma non ti
sentirà nessuno! >>.
Allora la ragazza ricordò quello che le aveva insegnato
Jean-Yves di autodifesa: lo colpì tra le gambe con un
ginocchio, e riuscì a divincolarsi mentre lui si contorceva
dal dolore. Balzò dal letto, corse verso la porta e
uscì dalla camera. Purtroppo Félix la
seguì. Mentre lei corse spaventata nel corridoio, lui le
saltò addosso. << JEAN-YVES! >>,
gridò Chloé. Lui la tirò per le
caviglie, ma lei lo colpì agli occhi con un piede.
Schizzò verso le scale, ma lui riuscì ad
afferrarla, e la spinse con forza contro il corrimano. La ragazza si
dimenava per impedirgli di prenderle il miraculous, e fu sollevata
sulla ringhiera. Mentre lui tentava di strangolarla, lei
abbassò lo sguardo: la tromba delle scale era troppo
profonda, e se fosse caduta giù sarebbe morta. Per
difendersi, gli graffiò i polsi con le sue unghie lunghe, e
Félix digrignò i denti dal dolore.
<< Addìo,
mia cara Chloé! >>,
sibilò quello, e per l'ira e per la vendetta, la
gettò giù. Un grido di orrore e spavento le si
strozzò in gola mentre precipitava. Quel farabutto ce
l'aveva fatta! Improvvisamente però, si sentì
avvolta da forti braccia. Era Jean-Yves! Era riuscito a prenderla al
volo! L'uomo alzò la testa per scorgere il nemico, ma
Félix non c'era più. Chloé perse i
sensi.
La
ragazza era stesa sul letto nella camera di Jean-Yves. Non riusciva a
muoversi. Jean-Yves le aveva appoggiato la schiena ai suoi cuscini, e
le stava spalmando il miele miracoloso sui segni che aveva sul collo.
<< Dovevo
rischiare di essere uccisa per stare nel tuo letto e farmi accarezzare
da te?? >>, lo
provocò. Lui non rispose, era troppo preso dal curarle le
ferite! << Dove diavolo eri??! >>, grugnì
lei. << Ero rimasto intrappolato nell'ascensore!
>>, rispose lui. << Non ci credo! >>,
ribattè Chloé. Egli non rispose di nuovo.
<< Però
gli ho impedito di farmi del male. Sono stata brava! >>,
continuò lei civettuola. <<
Mmh,noto...>>, ironizzò lui alzando un
sopracciglio. << Credo che dovrò insegnarti
qualche altra tecnica! >>, aggiunse. << Ero sola...Avrebbe potuto violentarmi! >>,
rispose Chloé risentita. A quel punto Jean-Yves si
alzò e fece per andarsene, ma lei lo fermò
prendendolo per il polso. << Allora, vuoi lasciarmi di nuovo sola?? Non te ne
frega niente! >>,
lo accusò furiosa. << Stavo andando a
prenderti dei vestiti! >>, sospirò lui. Poi si
chinò su di lei, e la guardò negli occhi.
Chloé arrossì. << Secondo te non me ne frega niente?!
>>, le
sussurrò dolce. Ma proprio mentre le loro labbra si
avvicinavano, il cellulare di Jean-Yves squillò. L'uomo
subito si alzò, lo prese e vide sul display il nome del
chiamante. Poi guardò Chloé allarmato.
<< Chi è?? >>, chiese la giovane
sospettosa. << Sì, dimmi...>>,
rispose lui al telefono. << Sì...No, vediamoci
in un posto più sicuro...! >>, diceva. Poi
chiuse la telefonata. Chloè lo guardava trepidante,
così lui si decise a parlare: << Era Ladybug. >>.
La ragazza sussultò. << MARINETTE??!
>>, esclamò attonita.
<< Ma dovevamo incontrarli proprio fuori questo
baretto squallido?! >>,
borbottò Chloé. << Nessuno conosce
questo posto. Qui siamo al sicuro. >>, le rispose
Jean-Yves. Chloé sbuffò. << Ridicolo. Assolutamente ridicolo! >>,
brontolava. Aveva legato i capelli in una coda bassa, e li aveva
coperti da un foulard che le incorniciava il viso, a sua volta nascosto
da grandi occhiali scuri. << Dai nell'occhio
così coperta! >>, le intimò il suo
maggiordomo. << Ti ricordo che sono la figlia del Sindaco di
Parigi, e sono anche Queen Bee!! >>,
bisbigliò lei. << E poi ho un aspetto orrendo! >>,
aggiunse. Jean-Yves sospirò. Finalmente arrivarono Marinette
e Adrien. Entrambi indossavano una felpa con cappuccio. Mentre si
godevano la consumazione, Marinette esordì: <<
Allora...come va? >>. A quella domanda Chloé
stava per affogarsi con il tè. C'era bisogno di chiedere??! Jean-Yves
si fece serio, e posando la sua mano su quella della sua partner,
dichiarò con voce sommessa: << Félix ha tentato di uccidere
Chloé. >>.
Marinette e Adrien strabuzzarono gli occhi. <<
Addirittura spingersi a tanto...>>, mormorò
Adrien. << E' plagiato da quella strega di Lila! Anche se
tuo cugino non è mai stato un santo! >>,
sbottò Marinette.<< Ha oltrepassato ogni limite...Mi ha deluso! >>,
concluse il biondo. << A me fa più paura Lila.
Abbiamo ragione di credere che stiano preparando un attacco
più grande...Forse avremo bisogno anche degli altri
supereroi! >>, asserì la guardiana dei
miraculous. << Tutta New York è in
pericolo...? >>, disse stupito Jean-Yves.
<< Purtroppo sì. Lila vuole il miele
miracoloso, e farebbe qualsiasi cosa per ottenerlo. Se cadesse nelle
sue mani, il mondo intero sarebbe ai suoi piedi, e questo non possiamo
permetterlo. Perciò tenetevi pronti! >>,
concluse Marinette. Così i quattro si salutarono.
<<
Ti va una cena in albergo stasera solo io e te? >>,
propose Jean-Yves a Chloé. La ragazza lo guardò
incerta. << E' anche per farmi perdonare! Sarà
tutto perfetto. Te lo prometto! >>, aggiunse lui. Lei
sorrise e accettò.
<<
Allora, che ne dici?? >>, si mostrò
Chloé a Sabrina, che era in videochiamata al cellulare. La
bionda indossava un tubino dorato talmente splendente che dava fastidio
agli occhi, delle décolleté nere a punta
lucide, e aveva legato i capelli boccolosi in una coda alta.
<< Ma
sei strepitosa, Chloé!! >>, esclamò
quella socchiudendo un po' gli occhi a causa del bagliore che emanava
il vestito! << Ma che intenzioni hai?? >>,
continuò. << Ooh ti farò
sapere tutto domani, promesso!! >>, rispose
Chloé maliziosa. << Va bene, richiamami!!
>>, concluse Sabrina, e si interruppe il contatto.
La
giovane scendeva piano le scale. Era emozionata. In fondo alla
scalinata la aspettava Jean-Yves. Non appena la vide rimase incantato. Sembrava una regina...e lui il
suo re! Quando lei giunse,
lui le tese una mano: << Vuole seguirmi, mia regina? >>,
le sussurrò con voce suadente. Lei sorrise eccitata, e gli
si mise sotto braccio. L'uomo aveva fatto apparecchiare un tavolino in
una piccola stanza riservata solo ad ospiti di una certa fama. Era
tutto molto intimo e romantico: avrebbero addirittura cenato a lume di
candela! Chloé rimase senza parole. Lui la aiutò
ad accomodarsi, poi si sedette di fronte a lei. << Mi
spiace di non essere accorso subito stamattina! >>,
esordì Jean-Yves. << Perdonato!!
>>, rispose gioconda la ragazza. Si era instaurata
un'alchimia particolare tra i due. << Allora, come ti
senti?? >>, le chiese lui gentile. << Ora
meglio, sì! >>, rispose lei soddisfatta. Un
cameriere dell'hotel li serviva, e mentre i due parlavano, egli
versò del vino nei loro calici, guardando Jean-Yves di
sottecchi. Ma non appena quest'ultimo si portò il bicchiere
alle labbra, avvertì qualcosa di strano. <<
FERMA! >>, ammonì Chloé. La ragazza
sussultò, e rimase col calice in mano senza aver bevuto.
<< Cosa c'è?? >>, chiese
sbigottita. << E' avvelenato. >>,
asserì lui. Lei lo guardò stranita.
<< Questo
forte odore di mandorle amare...La mia esperienza da sommelier mi
suggerisce che si tratta di...cianuro!
>>, e detto
questo, Jean-Yves le strappò di mano il bicchiere, e
lanciò lontano i calici, che si frantumarono sul pavimento.
Poi si alzò di scatto, e si voltò verso il
cameriere, guardandolo con odio. << Una cattivissima idea! >>,
lo sfidò. Quello cambiò aspetto: era di nuovo
Félix! Intanto Chloé era rimasta immobile. Era
terrorizzata. Il ragazzo tentò di scappare schizzando verso
il balcone, ma Jean-Yves lo afferrò per il petto, lo
schiaffò sul tavolo, gli bloccò i polsi dietro la
schiena e gli puntò il gomito sul collo. <<
COSA VOLEVI FARE, EH?! STAI FERMO O TE LO FACCIO BERE!
>>, lo minacciò l'uomo schiacciandolo sul
tavolo, mentre nell'altra mano aveva inclinato la bottiglia di vino
sulle labbra del ragazzo. << Datemi il miraculous e il
miele, e sarà tutto finito! >>,
sibilò Félix. << GIAMMAI! COSA
VOLEVI FARE STAMATTINA ALLA MIA CHLOE, SCIAGURATO?? >>,
sbraitò Jean-Yves. Chloé guardava il suo partner
con amore misto ad orgoglio e ad ammirazione: non l'aveva mai visto
così! Allora la amava!! In quel momento irruppero nella
stanza due agenti di polizia. << Eccoci qui! Ci ha
avvertiti Ladybug! Non temete signori, lo portiamo via!
>>, dissero. << Non finisce qui, maggiordomo dei miei stivali!! Ah,
a presto, Queen Bee! >>, li
minacciò Félix. Intanto a Chloé si era
chiuso lo stomaco.
Jean-Yves
la accompagnò alla sua camera. << Mi hai
salvata!! >>, esclamò innamorata saltandogli
al collo. << Ora devi riposare, Chloé!
>>, la avvertì lui. << Ora sei
un supereroe anche tu!! Il compagno di Queen Bee !! Come
potrai chiamarti?? Mmmh...Superbaffo? No...King Bee...?
>>, fantasticava lei. << Io sono solo un maggiordomo.
>>, mormorò lui. << No. Sei molto di più. >>,
gli sussurrò lei guardandolo negli occhi. Allora lui la
tirò a sè, la strinse contro il suo petto e lei
si avvinghiò alla sua camicia con la stessa passione di una
che avrebbe voluto strappargliela via. Si baciarono. << Dormi con me! >>,
lo implorò a bassa voce. << Chloé,
tua madre ti aspetta dentro! >>, la ammonì
lui. La ragazza sbuffò. << Va bene. Buona notte, mio re !! A
domani!! >>, lo salutò agitando la mano.
Jean-Yves abbozzò un sorriso sotto i baffi mentre se ne
andava.
Quando
Chloé fu nel suo letto, prima di addormentarsi, si
girò verso il suo orsacchiotto di peluche. Quel Mr Cuddly
non le bastava più. Ora ne aveva uno vero. Il suo cuore batteva all'impazzata:
fremeva d'amore, non vedeva l'ora di rivedere quell'uomo!
Sospirò e si addormentò.
Rieccomi dopo tanto tempo!!
Allora?? Che ne pensate?? Cosa accadrà adesso?? Manca poco
per il gran finale!! A presto!!
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