My freedom

di Veteran of the North
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Starting a new life ***
Capitolo 2: *** Il corpo di ricerca ***
Capitolo 3: *** Kannares ***
Capitolo 4: *** Maledizione ***
Capitolo 5: *** Una notte turbolenta ***



Capitolo 1
*** Starting a new life ***


Aprì gli occhi di scatto, tirandosi su a sedere sul letto con un movimento veloce, il respiro affannoso e i battiti molto accelerati. Un incubo, ancora una volta, un altro dannato incubo. Si passò una mano sulla fronte, accorgersendosi di quanto la sua fronte fosse ricoperta di sudore ghiacciato. Gettò da un lato le coperte e si spostò sul bordo del letto, i capelli neri che le scendevano in ciocche liscie e disordinate intorno al volto. Respirando lentamente, cercò di calmarsi e dirigendosi verso la doccia, diede una breve occhiata al suo orologio da polso: erano le quattro del mattino. Diamine, le quattro del mattino!!
Si guardò allo specchio e i suoi occhi ambrati erano lucidi e leggermente gonfi.
Sapeva di non poter continuare in quel modo, eppure...dannazione, ancora non era riuscita a risolvere quel maledetto problema.
Dopo aver chiuso il getto d'acqua si diresse a vestirsi. Era tutto pronto, preparato con la minima cura la sera precedente, doveva solo indossare la divisa con lo stemma delle ali della libertà. "Lia, sei già sveglia? Sono le 5". Una voce impastata dal sonno le giunse dalla camera da letto condivisa.
"Sì. E comunque dovresti svegliarti anche tu dato che fra poco dovremmo andarcene, Rico." "Lia, ascoltami...- disse l'amica sistemandosi gli occhiali- sei ancora in tempo per cambiare. Non capisco perché hai voluto scegliere il corpo di ricerca quando potevi andare nella gendarmeria o con me nella guarnigione. Vuoi proprio andare a morire?"
La corvina si avvicinò all'amica abbracciandola forte." La mia scelta l'ho presa molto tempo fa e ti prometto che non morirò. Costi quel che costi ci rivedremo, è una promessa!" "Stupida, pazza e folle Lia, sei proprio cocciuta sai? ". Entrambe in cuor loro sapevano, dopo tre anni passati insieme, che da quel momento in poi e loro strade si sarebbero divise.
Il corpo di ricerca, quello sarebbe da lì a poco diventato la sua nuova casa. Non sapeva quello che il destino le avrebbe riservato, ma ormai non poteva tirarsi indietro. Aveva scelto quella strada per un preciso scopo: usare le sue conoscenze scientifiche per raccogliere informazioni sui giganti e contribuire alla salvezza dell'umanità.

Quell'anno, solo in 20 scelsero il corpo di ricerca. Una volta arrivati nel quartier generale, si misero in formazione di fronte al palco dove presidiava il nuovo comandante del corpo di ricerca, Erwin Smith. Vicino a lui c'erano i tre migliori uomini di tutto il corpo: Mike Zacharias, Hanji Zoe e il soldato più forte dell'umanità, Levi Ackerman. Osservando i volti dei suoi compagni a uno a uno, la ragazza non poté fare a meno d'incontrare il volto di Chris Wager, a pochi metri di distanza; il ragazzo le rivolse uno sguardo maligno, seguito da un cenno sarcastico. Lei ricambiò in maniera fredda e distolse l'attenzione su di lui.
" Buongiorno a tutti. Come avrete già compreso, l'Armata Ricognitiva è stata creata grazie ad innumerevoli sacrifici. - Iniziò il comandante- Voglio che a tutti voi sia chiaro ciò a cui state andando incontro: ci sono ancora troppe cose che non conosciamo del mondo esterno. Tuttavia, se tutto ciò servirà a restituire il mondo all'Umanità... allora nessuno rimpiangerà di aver dedicato il proprio cuore a questa causa. Nessuno. -Erwin iniziò a scrutare uno ad uno delle giovani reclute.
" Dal momento che siete in pochi, vi assegnerò al caposquadra più idoneo a voi. Vorrei che si instaurasse un forte legame di totale fiducia all'interno delle squadre, cosicché durante le spedizioni le obiezioni agli ordini siano minime." Il suo sguardo si posò su Lia, indicandola. "Soldato, un passo avanti. Chi sei e perché hai scelto il corpo di ricerca."
La ragazza avanzò un passo in avanti mettendo il pugno sinistro sul cuore, come impone il saluto del corpo. "Sono Lia Wright, 19 anni. Sono un'esperta di fisiologia e anatomia. Ho deciso di far parte di questo corpo per mettere a disposizione le mie conoscenze, contribuendo ad ampliare le informazioni sui giganti."
Nei suoi occhi c'era una fervida fiamma che non sfuggì al comandante. In quello stesso momento, Levi si avvicinò ad Hanji con un sorrisetto sarcastico. "Abbiamo trovato una squilibrata come te." "Infatti è mia Levi, non provare a portarmela via. Forse non sai, ma quella ragazza è risultata prima nel corpo cadetti, grazie alle sue capacità fisiche e intellettive." Non poté fare a meno d’avvertire un tono compiaciuto nella voce di Hanji; senza nemmeno capire perché, questo gli strappò un sorriso.
Lia si rimise in fila insieme alle altre reclute. Alle sue spalle, sentì Chris fare battute sull'altezza del capitano Levi, ma la giovane decise di non farci caso finché il ragazzo non iniziò ad andarci giù pesante.
Odiava quel ragazzo. Era represso e arrogante; Non gli andava giù il fatto che le avesse fatto la corte insistentemente, al limite del malato, ma ogni volta riceveva un secco rifiuto.
"Secondo me, la nostra compagna Wright userà tutta se stessa per entrare nella squadra Levi e instaurare "una certa fiducia".
"Il capitano Levi ha ucciso più giganti di quanti tu ne possa mai pensare. Forse è proprio per questo che ti piace così tanto parlare di lui a sproposito"lo zittì Lia. Chris si avvicinò alla faccia della ragazza, rosso in volto dalla rabbia, rompendo il suo posto nella fila. "Si può sapere come mai lo difendi tanto, Wright? Non vedi l'ora di sbattergliela in faccia, non è vero?" "Lei è Wager giusto? Veda di calmarsi e di rimettersi al suo posto!" affermò Erwin con un tono che non ammetteva repliche. "Non si preoccupi, comandante" disse Lia, senza smettere di fissare Chris con disprezzo. "Wager, da questo tuo teatrino si denota la tua opinione riguardo al fatto che io sia una donna. Se pensi che io possa avere risultati solo comportandomi da puttana, non è altro che la conferma di quanto tu sia consapevole di essermi inferiore, cretino". La risposta intelligente portò tutti i presenti a ridere e a fissare la ragazza.
In particolare, il capitano Levi rideva con soddisfazione.



Note autrice: Ciao a tutti :) Dopo moltissime indecisioni, anch'io ho deciso di cimentarmi nel scrivere una storia su aot (morivo troppo dalla voglia).
Buona lettura!

Veteran

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Capitolo 2
*** Il corpo di ricerca ***


Lasciando il posto a volto semicoperto e dirigendosi in tutta fretta verso la nuova camera, Lia andò a posare le sue poche cose nella camera che avrebbe condiviso con chissà quale ragazza o ragazze.
Con sua grande sorpesa la stanza era molto spaziosa per due persone ed era posizionata al secondo piano dell'edificio. Fortunatamente non le toccò il piano terra, era un tale crocevia di gente a quasi tutte le ore e purtroppo non sopportava tanto i rumori. Al terzo piano risiedevano gli alti gradi del corpo. Il secondo piano era perfetto.
Mentre sistemava le poche cose che aveva portato con sé, una ragazza alta e bionda entrò nella stanza.
"Finalmente ho una nuova compagna di stanza! Benvenuta nel corpo di ricerca, mi chiamo Nanaba. Ehi! Ma tu... sei la ragazza che prima ne ha dette di santa ragione al quel tizio!" I sui occhi erano di un azzurro molto chiaro, capelli corti e occhi da cerbiatta. "Ciao, sono Lia"- disse lei con un leggero sorriso-"purtroppo non mi piacciono le chiacchiere inutili... dette da certe menti poi!" "Sei stata grande!" Le disse la bionda entusiasta. "Dato che sei appena arrivata e che fra poco dobbiamo pranzare... Ti va di unirti a me e ai miei compagni di squadra? " Lia annuì.

Una volta arrivate nella grande sala, già in molti avevano preso posto. Ogni tavolo era occupato dai soldati di una squadra. C'era un clima di complicità. In un tavolo a parte siedeva il comandante Smith con tutti i caposquadra. In particolare, c'era un tavolo che aveva catturato la sua l'attenzione. I ragazzi che siedevano lì erano intenti a discutere sulle disposizioni per una missione.
"Loro chi sono?"
"Sono la squadra delle operazioni speciali del Capitano Levi. Li ha scelti lui sulla base delle loro grandi capacità combattive e spesso fanno delle missioni speciali" affermò Nanaba.
"Loro sono Thomas, Gerald, Henning e Lynne. Facciamo parte della squadra del capitano Zacharias. Lei è Lia, la mia nuova compagna di stanza!"
"Chi ci hai portato qui? Miss peperino? Ahahaha" disse Gerald, bevendo d'un fiato il suo bicchiere di vino.
La corvina alzò un sopracciglio, ma decise di non rispondere alla provocazione. " Piacere mio".
"Nanaba, era veramente tanto tempo che non avevi una compagna di stanza." Intervenne l'altra sua compagna di squadra.
"Da quando Ilse non c'è più, mi sono sentita molto sola...".
"Cosa le è accaduto?" Chiese Lia.
"Non si hanno più sue notizie dall'anno scorso. Un gigante anomalo ha attaccato la sua squadra e non è sopravvissuto nessuno, ma di Ilse non è mai stato ritrovato il corpo." Le rispose Nanaba tristemente.
"Gigante anomalo? Pensavo che i giganti fossero tutti uguali." Chiese la corvina stupita.
"No, affatto. Non so darti una descrizione precisa di gigante anomalo, dovresti chiedere alla sezione scientifica di ricerca... se ne occupa il caposquadra Hanji." Rispose Lynne.
"Sai perché in tanti scelgono questo corpo?-disse serio Gerald- I soldi cara Lia. Spesso chi non è riuscito ad entrare nel corpo di gendarmeria entra in questo corpo, perché lo la paga è alta rispetto al corpo di guarigione. Molti non credono nell'esistenza dei giganti... dicono che sono frottole che ci inventiamo per ricevere fondi. Ma una volta che ne vedono uno, o lasciano il corpo, oppure tirano le cuoia in campo a causa della paura." -fece una pausa mandando giù un altro bicchiere- "L'Armata ricognita è la mia casa. Ma fuori dalle mura è l'inferno. Il tasso di mortalità è altissimo, ma superati i primi anni, ammesso che tu ci riesca, diventerai una macchina da guerra indistruttibile."
"Non morirò facilmente" affermò con sicurezza Lia.
Il soldato alzandosi diede una pacca sulla spalla di Lia "Vedremo".

Nel pomeriggio l'addestramento fu uno dei più pesanti della sua vita.
Le spade pesavano e l'aver tagliato le collottole dei manichini di addestramento le resero le braccia molto affaticate, ma nonostante ciò aveva decentrato solo l'ultimo bersaglio.
Quando tutti credettero che fosse ora di rientrare, dato il tramonto, il comandante Erwin fece fare un' ultima prova fisica: il combattimento corpo a corpo fra le reclute. Controvoglia iniziò il combattimento tutti contro tutti, sollevandosi un polevrone di terra.
Chris fu battuto subito da un suo collega e Lia ne fu felice di non doversi sporcare il pugno con il suo sangue. Ma ben presto il comandante si rese conto che nessuno si avvicina alla corvina, nessuno voleva combattere contro di lei.
"Oruo, fammi vedere se riesci a farti battere da una mocciosa"- ordinò prerentorio il capitano Levi.
"Mi dispiace signorina, sono ordini. Dovrò farti male, ma vedrai che dura poco. Sai... sono il migliore della squadra Levi." Affermò con fare spavaldo l'uomo.
Anche se era esausta e combattere contro un collega più esperto non era il suo più grande desiderio al momento, iniziò a escogitare un modo per batterlo.
Mentre il ragazzo si faceva vanto di tutti i giganti uccisi in battaglia, Lia gli scagliò un pugno in pieno volto. Lo aveva provocato, aspettava solo il contrattacco che non si fece attendere; il ragazzo ricambiò il pugno, ma mancò il suo bersaglio in quanto la ragazza, con una rotazione laterale, si spostò dalla traiettoria del pugno e fece leva sul braccio steso. In più, colpì la parte posteriore del ginocchio facendo cadere il ragazzo a terra. Dopodiché fulminea portò il braccio del ragazzo dietro la schiena e applicò una pressione al polso piegandolo.
Il ragazzo era stato battuto in meno di un minuto.
Lia si avvicinò, offrendogli la mano. "Scusami, ma sono davvero stanca... la prossima volta combatteremo per più tempo." Successivamente si alzò e guardò dritta in faccia il capitano Levi: "Posso andare? Ho bisogno di una doccia!" Il capitano alzò l'angolo della bocca, ma non le rispose e se ne andò.
"Per oggi basta così potete ritiravi. "Disse Hanji.

I giorni successivi trascorsero in maniera alquanto ripetitiva; ad ogni singolo sorgere del sole pulizie della camera, del salone e allenamenti con il dispositivo di manovra tridimensionale. Ogni pomeriggio, Allenamento muscolare e prove di resistenza, spesso capitava qualche combattimento corpo a corpo; a breve ci sarebbe stata una nuova spedizione.
Un pomeriggio la ragazza decise di saltare l'allenamento pomeridiano dirigendosi verso i laboratori del corpo.
*Non mi suono arruolata né per distruggermi fisicamente né per essere una domestica.* Bussò tre volte, ma non ricevette alcuna risposta ed entrò.
Il laboratorio era grande, pieno di strumenti di analisi e di fogli gettati qua e là. Non aveva saltato l'allenamento per andarsene con un pugno di mosche, quindi decise che avrebbe condotto da sé una ricerca, cercando di focalizzare la sua mente sugli appunti e sui libri disposti in maniera disordinata sulle scrivanie. Iniziò successivamente ad aprire dei volumi che trattavano sulla fisiologia dei giganti. Li prese in mano con tocco delicato, ma ben presto fece ritorno il caposquadra Hanji, che fece il suo ingresso insieme al suo sottoposto Moblit. Lia era così immersa nella lettura che non fece caso ai due appena entrati.
"Ciao! Sai che non è permesso consultare i documenti senza autorizzazione?" Disse il caposquadra. "Scusate, non c'era nessuno e mi sono permessa di fare una ricerca sui giganti!" A quelle parole gli occhi di Hanji si illuminarono.
"Io sono Hanji Zoe e lui è Moblit".
"Lia... Lia Wright."
"Ah, si la ragazza del giorno delle reclute, mi ricordo di te! "
Lia abbassò lo sguardo dall'imbarazzo, ma con un pò di coraggio decise di approfondire il motivo della sua visita.
"Caposquadra Hanji, vorrei sapere di più sui giganti! So che fra poco si partirà per un nuova missione al di fuori delle mura, ma non sappiamo praticamente nulla sui giganti, oltre al fatto che mangiano uomini e che la callotta è il loro punto debole."
"Mi fa piacere cara Lia che tu me l'abbia chiesto. Infatti i giganti sono molto più di quanto sappiamo al momento. Posso chiederti, su quel documento che stavi leggendo, qual è la cosa che ti ha colpito maggiormente?"
"Devo ammettere che ci sono alcuni dettagli che hanno attirato la mia attenzione fin da subito, riguardo al fatto che i giganti hanno un apparato digerente parziale. Come si evince in questo punto, i giganti rigurgitano le loro vittime una volta che lo stomaco è pieno. Mi chiedo, dato che i soldati nella palla di rigurgito sono riconoscibili, e quindi non è avvenuta la digestione da parte degli acidi dello stomaco, allora come fanno a sostentarsi? Non so... prendono energia dal sole come le piante per poi rimanere inattivi la sera? E ci mangiano per puro piacere?” rispose in maniera lenta Lia.
"Ipotesi interessante, ma vedi Lia... ancora non possiamo rispondere a questi interrogativi. Non abbiamo gli strumenti per farlo; i giganti sono troppo pericolosi per essere catturati e potremmo perdere troppi compagni. Io vorrei tanto prenderne uno per studiarlo, capire la loro natura, se hanno un'inteligenza, i loro punti di forza e di debolezza. Voglio comprendere cosa li spinge a mangiare gli esseri umani e magari formulare un'ipotesi su come sconfiggerli. Me ne basterebbe uno, ma Erwin non vuole."
"Penso che prima o poi saremo costretti a farlo. Volevo chiederle un'ultima cosa... posso portare dei libri nella biblioteca del corpo di ricerca?"
"Penso di sì... di che libri si tratta? "
"Sono i libri dove ho studiato... mi sono molto cari e non voglio separarmene."
"Non credo ci siano problemi, anche se la biblioteca del corpo di ricerca è già ben fornita."
"La ringrazio!"
"Se non erro fra qualche giorno potremmo uscire da quartier generale per i rifornimenti e le visite alle famiglie. Bene Lia, So che ti sembrerà un interrogatorio questa nostra conversazione, dove abiti?"
"Nel distretto di Kannares."
"Uh guarda caso devo proprio andare li a prendere delle cose per il laboratorio, giusto Moblit?"
Il ragazzo guardò la donna un pò confuso. "S-si Hanji."
"Che ne dici se mi unissi a te nel recupero delle tue cose? Una mano in più fa sempre bene!" Erano i libri che sua madre e sua nonna avevano raccolto con molta cura nel corso delle loro brevi vite. In particolare, sua madre, cercò di insegnare tutto il contenuto ai figli sin dalla tenera età. Non le aveva mai detto da dove venissero, non ce ne erano di simili in tutto il territorio delle mura.
Erano il suo tesoro, li avrebbe protetti e custoditi per aiutare il prossimo, proprio come aveva promesso. Ma non poteva farsi vedere restia davanti alla richiesta del caposquadra, altrimenti avrebbe sospettato qualcosa.
"La ringrazio per il tempo e per la disponibilità, ma ora devo andare... scusi per l'intrusione." Le si si rivolse Lia in tono di conclusione, poi aprì la porta e se ne andò.
"Hanji" disse Il ragazzo che intanto stava sistemando le carte sulla scrivania " sei proprio determinata a volerla in squadra, o sbaglio?"
"Sì è così. Se prima della prossima spedizione non riuscirò a farla assegnare a noi, temo proprio che Erwin la inserirà con Miche o con Levi. Ha una bella testa e sopratutto è curiosa, sarebbe sprecata."
"Purtroppo avevo promesso alla mia famiglia che nel giorno di congedo sarei stato con loro. Per favore... non metterti nei guai."
"Tu ti preoccupi troppo per me".disse sorridendo Hanji.

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Capitolo 3
*** Kannares ***


Il giorno d'uscita libero arrivò troppo presto. Non metteva piede in quella casa da più di tre anni. Sapeva che ormai non c'era più nessuno, ma aveva un peso sul cuore.
"Ei, Lia! Oggi torni a casa? " le chiese la compagna di stanza.
"Diciamo di sì, devo solo prendere delle cose e torno... tu?"
"Io oggi sono totalmente da sola, i miei compagni sono dalle famiglie e il capitano Miche è indaffarato con Erwin."
La ragazza aveva uno sguardo triste. "Non torni a casa?" Le chiese ingenuamente Lia.
"Non parlo con i miei da tanto tempo... mio padre è un uomo violento, picchiava me e mia madre. Una notte sono scappata di casa... mia madre non ce l'ha fatta a lasciarlo ed è rimasta con lui; non ho sue notizie da allora."
"Mi dispiace." Disse Lia abbracciandola. "Storia vecchia! Senti, che ne dici se ti vengo a dare una mano a portare le tue cose?" "Va bene, ci sarà anche il caposquadra Hanji a darci una mano."

Una volta arrivate a Kannares Lia volle andare a sistemare le scatole da sola. Si sarebbero viste nel pomeriggio per prendere il tutto... aveva bisogno di stare da sola in quella casa.
Nel frattempo Hanji si fece accompagnare da Nanaba in un piccolo negozio di frutta al centro del distretto. Ne voleva comprare un bel pò da portare alla sua squadra quando qualcosa, o meglio, qualcuno, non attirò la loro attenzione: una bambina, ad occhio e croce, di quattro anni che vagava con un vestitino logoro e la pianta di un piedino sporco di sangue. Con lei c'era un soldato della gendarmeria che stava cercando di capire la situazione della piccola.
"Siete del corpo di ricerca giusto? Vi prego aiutatemi con questa bambina, non riesco a capire chi è!" Disse l'uomo avvicinandosi alle due donne.
"Ciao piccola!" Sorrise Hanji, abbassandosi all'altezza della piccolina. "Mi chiamo Hanji e tu?"
"Ia" rispose la bambina timidamente.
"Quindi hai trovato questa bambina di fronte al negozio di spezie qui vicino?" Chiese Nanaba al gendarme.
"Sì, mi ha detto che stava aspettando la madre, però..."
"Dov'è la tua mamma? "
"Con il piccolo A, negozio tenda blu, un' uscita speciale, Ia saltata e Wheee. " Rispose la bambina tutta entusiasta
"Non ho capito nulla..." commentò Hanji.
"Ei piccolina, il mio nome è Nanaba... ti dispiacerebbe darmi un momento il tuo zainetto?"
"No. No!" Disse la bambina ritrandosi.
Hanji e Nanaba si lanciarono un’occhiata di sottecchi; infine, la bionda, con un piccolo sorriso fece una proposta... "Allora che ne dici di uno scambio?".
La bambina ci pensò un attimo e scambiò il suo zaino con la frutta fresca. Sfortunatamente c'era solo un pettine per le bambole e poche perline, ma notarono delle macchie rosse sullo zaino. "Non riusciremo mai ad identificarla." Iniziò l'uomo mettendosi una mano sulle tempie.
"Lia è della zona, forse lei potrebbe sapere qualcosa." Riflettè la caposquadra.
"Giusto!"
"Vi accompagno anch'io ragazze!"

Arrivati fuori casa di Lia, bussarono due volte prima che la ragazza venisse ad aprire. "Scusate, ma ho appena finito di sistemare l'ultima scatola." Si scusò la corvina, poi il suo sguardo cadde prima sull'uomo e poi sulla bambina "E voi chi siete?"
"Io sono Robert Kurt, del corpo di guarigione! E lei è... "
"Lei è la piccola Ia. Non riusciamo ad identificarla... e dato che tu sei della zona, abbiamo pensato che potessi aiutarci."intervenne subito Hanji.
"È un pò difficile dato che sono quasi 4 anni che non torno."Disse Lia tornando a guardare la bambina che nel frattempo si era nascota dietro la gamba di Nanaba, doveva averla presa in simpatia.
"Entrate e vediamo di risalire a chi è questa bambina."
"Lia," si avvicinò Hanji- "la bambina aveva questo con sé "
"È indubbiamente sangue ed è fresco..."
"Potrebbe essere di sua madre! "
Entrambe si girarono verso la piccola che nel frattempo correva e saltava. "Mi vorrei accertare di una cosa... Ei piccola avvicinati" disse Lia sorridendo.
"Ti piacerebbe indossare un vestito molto fresco e colorato? Oggi è molto caldo e penso che a una bambina carina come te piacerebbe tanto."
La bambina non credeva a quello che aveva appena sentito. Le fece indossare un vestito a maniche corte con un fiocco rosa.
"Sei proprio carina" disse il gendarme.
"Adesso fai una piroetta" la incoraggiò Hanji. Nel movimento, Lia notò che la bambina alzava le braccia in maniera asimmetrica; in particolare faceva fatica ad alzare quello sinistro.
Lia si alzò di scatto avvicinandosi alla bambina. "Hey, fammi vedere quel braccio."
"No! "Urlò la bambina portandosi il braccio dietro la schiena".
"Ti prometto che non farò male" tentò di rassicurarla.
"No! No!" Urlò nuovamente la bimba stringendo con forza la gonna del vestitino.
Calò il silenzio nella stanza. Nanaba e Hanji si scambiarono uno sguardo preoccupato.
"Le ossa sono strutture che crescono e si rigenerano." Iniziò a spiegarle la corvina "Sotto questo aspetto le ossa di una bambina sono specialmente notevoli. Dal momento in cui vengono danneggiate iniziano a guarire. In modo da proteggere e sostenere il padrone"
Lia si mise ad altezza della bambina e le fece una leggera carezza. "Ascoltami, quel braccio è la prova che le tue ossa hanno dato il massimo..."
"Ia... ha dato il massimo? " chiese la bimba alzando la testa.
"Sì, sei stata bravissima." La bambina sorrise e timidamente le allungò il braccio.
Lia iniziò a esaminarlo. "Ci sono segni di frattura da avulsione."
"Cosa?!" Disse l'uomo
"Nei bambini è particolarmente comune quando un braccio viene girato con forza."
Nanaba sbiancò a quelle parole "Allora... può essere stata ab..."
"Non posso dirlo con certezza, ma è possibile Intervenne subito Lia." Inoltre, nel suo caso le ossa non si erano ricomposte correttamente, perciò il suo braccio è ricomposto verso l'interno. Fortunatamente sembra che non crei problemi nella sua quotidianità. Forse può sentirsi un pò decentrata, ma nonostante la sua età sembra essere consapevole della sua condizione."
"Dovremmo cercare dei dottori" intervenne Hanji.
"Sì, qualsiasi genitore decente lavrebbe portata almeno una volta a farla controllare."
"Eh quindi"? Chiese l'uomo.
"Certo che sei proprio una testa vuota!" Rispose Lia irritata.
"Se riusciamo a trovare il dottore che l'ha curata almeno una volta, potremmo risalire all'identità della bambina." Continuò Nanaba, era veramente preoccupata per la bambina. "Andiamo, svelti!" disse il caposquadra.

"Conosco la bambina." Iniziò il medico "la madre venne un pò di tempo fa per farle controllare il braccio, dicendo che la bambina aveva litigato con dei suoi coetanei. Non mi aveva convinto; ho cercato di scavare più a fondo, ma la donna mi aggredi verbalmente e usci dall'ufficio. Non l'ho più vista... questo è l'indirizzo, spero che non sia successo nulla di grave. "
Non si preoccupi, ora ci siamo noi con la piccola Maria. Disse Hanji leggendo la documentazione della bambina. *E così ti chiama Maria è? *
Arrvati fuori casa, nessuno rispose anche se la porta non era chiusa.
"Mamma sono a casa!!"
Non sentendo una risposta decisero di entrare, ma non appena la bimba aprì la porta un odore nauseabondo li accolse. Tutti drizzarono la schiena e Nanaba bloccò in tempo la bambina. Conoscevano fin troppo bene quell'odore che accompagnava la fine di ogni missione quando bisognava recuperare i compagni caduti; l'odore della morte.
"Che ne dite di andare a prendere un dolcetto?" Disse Hanji a Nanaba e alla bambina.
"Anche alla mamma?"
"Sì!" le rispose la bionda, cercando di sembrare tranquilla.
"Robert resta qui fuori e non far entrare nessuno" disse Lia.
L'interno della casa era una discarica di rifiuti e di sporcizia; al centro della stanza riversava la donna senza vita.
"Hanji, la donna è in una posizione strana" costatò Lia.
La donna si avvicinò al corpo cercando di identificare le ferite della madre. "Gli arti mistrano lievi segni di rigor mortis, sono passate più di 4 ore dalla morte." "C'è qualcosa di strano... la posizione in cui si trova, la ferita da taglio sul palmo e quella sull'addome. Proviamo a fare un'ipotesi su cosa sia successo" disse Hanji.
"Probabilmente la donna è stata presa alla sprovvista dall'assassino che l'ha accoltellata da dietro la porta." Iniziò Lia ad esporre la sua congettura. "Il taglio alla mano destra probabilmente è una ferita da difesa dovuta a ciò. La catenella è stata spezzata, ma la serratura non presenta segni di scasso. L'assassino è qualcuno che conosceva. Il rumore deve aver svegliato la bambina e la donna terrorizzata è andata nella stanza sul retro per mettere la figlia al sicuro. Era solo una questione di tempo prima che la catenella si spezzasse, ma nella stanza non c'era posto dove scappare... la finestra era bloccata dalla spazzatura e non poteva usarla subito come via d'uscita.
"Ora che ci penso aveva detto che aveva saltato." Affermò Hanji.
"Però un posto che poteva usare c'era...anche se troppo piccola per un adulta una bambina sarebbe passata " continuò indicando la piccola finestra.
Lia mosse un passo indietro e colpì involontariamente un oggetto. "Dannazione, con tutto questo casino non riesco a pensare!" Si girò per vedere cosa aveva colpito e ciò che vide la lasciò di stucco: un biberon.
"Ce n'è un altro" disse di getto, quasi come un sussurro.
"Cosa? "
"Ce n'è un altro... Maria è troppo grande per questo." Indicando il biberon.
Hanji sbiancò e ripensò alle parole della bambina.
"Deve essere da qualche parte, Maria ha detto che la mdre sarebbe venuta con il piccolo A!"
*resisti piccolino* ormai era l'unico pensiero che tormntava le donne.
"Dove può averlo nascosto?" Disse Lia stringendo il pugno... dove sarebbe stato al sicuro? Infine decisero di spostare la donna da quella posizione. Infatti trovarono il coperchio di una botola. Aprendolo c'era nascosto un bambino di qualche mese. *ti prego, dimmi che sei vivo*

All'esterno dell'abitazione, Robert non faceva avvicinare nessuno e nel frattempo aveva avvisato dei colleghi, quando un uomo barcollante tentò di entrare nella casa. "Ei tu! Non puoi entr..."
Non fece in tempo a finire la frase che l'uomo lo colpì con un coltello su un fianco.
"Togliti dalle palle "disse l'uomo, "devo prendere dell'alcol."

"Hanji prendi qualcosa per fare vento al bambino! Ha preso un colpo di caldo, troppo tempo in così poco spazio."
Mentre Hanji scuoteva un pezzo di carta per fare vento, Lia applicò la manovra per far respirare il bambino" Svegliati, è troppo presto per morire, non puoi assolutamente!"
Hanji guardava preoccupata la ragazza che faceva pressione con due dita sullo sterno della gabbia toracica del bimbo.
"Se muori, lascerai tua sorella da sola, ti prego svegliati!"
In quel momento, entrò l'uomo che prima aveva attaccato Robert.
"E voi chi cazzo siete?"
"L-Lia... Non ti muovere" sussurrò il caposquadra.
"Hanji vai via" disse Lia a voce molto bassa."Io non posso, in questo momento, le mie dita sono il cuore di questo bambino... finché applico le conpressioni toraciche il bambino riceverà ossigeno al cervello"
"Che state mormorando è? Fuori dalle palle!" All'uomo usciva la bava dalla bocca, la voce era strozzata e puntò il coltello sulle due donne.
"Non te lo lascerò fare!" L'uomo venne preso alle spalle da Robert, ma la ferita che gli aveva afflitto lo fece cadere.
"Vi ammazzo tutti!" Gridò l'uomo scagliandosi contro la corvina e il bambino.
Agli occgi di Lia accadde tutto a rallentatore: Hanji si sollevò da terra per andare ad affrontare l'uomo. No... non di nuovo... nessuno doveva più farsi male a causa sua.
"FERMATI HANJI!"
Ma la caposquadra era troppo superiore all' alcolizzato e riuscì a bloccarlo prima che potesse colpire Lia o il bambino.
"Ben fatto" disse il gendarme!
"Sorpresa?" Disse Hanji con il fiatone! "Ecco a cosa servono i combattimenti corpo a c..."
"Vuoi forse morire?!" Disse Lia tremando. "Mai più.... non fare più cose del genere... ti prego."
Le dita di Lia non avevano smesso di fare pressione sul bambino che iniziò a piangere. Lo avevano salvato.

L'uomo fu portato via dai colleghi di Robert che intanto avevano raggiunto il luogo. Il bambino e Maria vennero affidati a dei parenti della madre.
"Ragazze mi dispiace di aver fatto entrare quell'uomo." Mormorò Robert mentre i colleghi lo portavano dal dottore più vicino.
"No, grazie a lei noi e la bambina siamo salve!" Replicò Hanji stringendo la mano dell'uomo.
Non appena furono all’esterno, Lia non poté fare a meno di fermarsi e di appoggiarsi ad una parete.
"Come ti senti Lia?" Le sorrise il caposquadra posandole la mano sopra la spalla.
Lia aprì lentamente gli occhi, cercando di calmare internamente le mille emozioni e i mille ricordi, mescolati inesorabilmente insieme.
"Bene, scusami per prima Hanji. Sono stata troppo emotiva."
Dopo un lungo silenzio Hanji decise di portare a termine l'obiettivo che si era prefissata.
"Senti Lia, sei una ragazza molto sveglia ed è da un pò che ci stavo pensando. Che ne dici di unirti alla mia squadra? Saresti molto utile alla sezione scientifica... sempre se non avevi già deciso altro!"
La ragazza guardò sorpresa il caposquadra; non si aspettava di certo una proposta da parte sua.
"No... anzi, non avevo proprio pensato a nessuna squadra! La ringrazio infinitamente per avermi scelto! Prometto che non la deluderò." replicò la corvina orgogliosa e onorata di essere scelta da una delle figure che ammirava di più nel Corpo di Ricerca.
"Ei state bene?!" Disse Nanaba raggiungendole con il fiatone.
"Tutto bene! Maria come sta?" Chiese preoccupata Lia.
"Non bene... è stato molto difficile spiegarle la situazione."

Nel frattempo una folla di curiosi si avvicinò al luogo. Ad un certo punto, dalla folla, qualcuno riconobbe Lia e si iniziò a mormorare qualcosa.
"Ei, ma quella non è la figlia Wright?"
"Che ci fa qui?"
"È tornata guardate!"
Il volto di Lia si scurì in un secondo. Sentì il suo nome bruciarle sulla pelle come non mai: Wright, Lia Wright, la figlia di Timon Wright, il mercante più abile del Wall Rose… l’uomo che per molti anni aveva reso la sua famiglia oggetto delle sue violenze.
"Vi dispiace se prendiamo le mie cose e andiamo? Sono davvero stanca..." disse cercando di ignorare le voci.
Le donne si guardarono, comprendendo il disagio che provava la ragazza in quel momento.
"Sì Lia, torniamo a casa". Disse la compagna di stanza.
Quelle parole scaldarono il cuore della ragazza, ma infine riuscì soltanto a sorridere. In effetti, era davvero incredibile, dopo tanto tempo aveva un luogo da chiamare casa.


Note dell'autrice: Ho aggiornato in tempo record! Spero che la storia vi stia piacendo almeno un po’... può sembrare una storia a rilento, ma al momento voglio fare un quadro generale sulla protagonista. Ci tengo a ringraziare moltissimo AndShine per aver recensito la storia, Otaku glee, Asia La Rocca e Assia7 per averla inserita fra le seguite/preferite, mi avete reso felice!
Al prossimo capitolo❣
Veteran

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Capitolo 4
*** Maledizione ***


Lia si buttò sul letto, quella giornata le aveva tolto tutte le energie, ma qualcosa la turbava. Cercava di non pensarci con tutte le sue forze quando riuscì a dormire, finché nel cuore della notte si svegliò sudata e non riuscì più a prendere sonno.
Si alzò piano per non svegliare la compagna di stanza, ma notò che non era presente.
Così decise di uscire e dirigersi verso le cucine per prepararsi un tè o una camomilla, magari si sarebbe calmata.
Appena varcò la porta il suo cuore perse un battito, di certo non si sarebbe aspettata di trovare il capitano Ackerman, che beveva, in maniera alquanto insolita, una tazza di tè.
"Buonasera capitano." Disse Lia prendendo coraggio, ma il capitano non la guardò neanche.
*Che razza di scorbutico*
Lia mise l'acqua sul fuoco aspettando che arrivasse alla giusta temperatura.
Gli occhi di Levi si posarono sul profilo della giovane donna con l'espressione pensierosa e concentrata come suo solito. Il suo sguardo cupo osservò i contorni del volto della giovane, i suoi lunghi capelli scuri, le sue labbra decise...i suoi occhi...
Scosse leggermente la testa e distolse l'attenzione da pensieri del genere: non aveva mai fatto il sentimentale in vita sua e di certo non avrebbe cominciato adesso.
"Ei mocciosa, la pazza quattr'occhi ti ha preso nella sua squadra?"
Lia si girò stizzita, non aveva intenzione di farsi trattare come una bambina.
"Non si offenda, ma apparentemente il moccioso è lei capitano, sono più alta di lei. E comunque sì, sono nella squadra del caposquadra Hanji Zoe."
Quel tono fece curvare in su le labbra del capitano.
"Lo sapevo che anche tu eri una pazza, l'ho capito dal primo fiato che hai emesso."
"Cosa c'è capitano? Sembra che le dia fastidio" disse la donna avvicinandosi con il tè guardandolo con aria di sfida. "Non mi piacciono le morti inutili." -affermò secco- "Sicuramente, se ti lascerai trasportare dall'entusiasmo della quattr'occhi morirai alla prima uscita fuori le mura."
"Non morirò facilmente!"
"Questo lo vedremo..." disse il capitano alzandosi e lasciando la stanza.
*Che tipo strano... Prima mi ignora, poi sembra che lo stessi infastidendo e infine mi dà un consiglio...*
Certo non avrebbe immaginato che con lei avrebbe parlato così tanto! Ma in fondo, non poteva nascondere che la cosa le piaceva...forse quell'uomo nascondeva più di quanto non desse a vedere.

Pochi giorni dopo, Lia si trovò di fronte la scrivania di Erwin. Il suo ufficio era grande e ordinato nonostante fosse pieno di carte... L'opposto di quello di Hanji.
Insieme al comandante nella stanza erano presenti anche Levi e il suo caposquadra.
"Bene Lia, oggi ufficializziamo la tua entrata nella squadra di Hanji. Ho letto il rapporto su di te e penso sia la scelta migliore affiancati a lei."
"Ne sono felice" disse la corvina firmando il documento che Erwin le aveva messo davanti.
"In realtà ti ho convocato per un'altra questione, poiché è giunta anche una richiesta per te. Un mio caro amico, Nile Dok, ora a capo del corpo di gendarmeria, ha chiesto di te dopo che un suo sottoposto gli ha parlato di come sei riuscita a salvare una bambina."
Hanji posò lo sguardo su Lia ricordando gli avvenimenti di quel giorno.
"Sembra sia urgente... Verremo anch'io e Hanji"
"Ei Erwin, che ti dice la testa?"- Intervenne il capitano- "Non andrai in mezzo ai quei maiali della gendarmeria accompagnato da una mocciosa e dalla pazza."
Lia alzò un sopracciglio.
"Lia, Hanji, potete andare..."
Le donne si congedarono lasciandoli soli.
"Che ti prende Levi?" Affermò secco Erwin osservando l'amico.
"Vuoi seriamente andare all'Inteno del Wall Sina? Solo per risolvere una questione soggettivamente urgente per Nile?"
"Sì. Nella lettera parla di un male che non si può curare e che nessun medico ci sta capendo nulla... Per attaccarsi a quello che dice un suo sottoposto direi che è piuttosto disperato. E comunque passare del tempo del tempo con Lia non mi dispiacerebbe..."
Levi si girò guardando torvo e allo stesso tempo sorpreso l'amico.
"Ho indovinato!- continuò Erwin ridendo dell'amico - Ho visto come l'hai guardata quando è entrata"
Sicuramente era una gran bella ragazza, gli occhi per poterlo constatare li aveva anche lui, ma...di qui a pensare che...
"Non volermene, ma ho fatto bene a confermarla con Hanji, anche se non ti nego che avevo intenzione di affiancarla alla tua squadra. Nelle missioni ho bisogno che tu sia lucido e senza distrazioni; ne va del futuro del Corpo."
"È ridicolo" disse Levi stizzito "Devi smetterla con queste stronzate...".
" Comunque sia, verrai anche tu nel Wall Sina"
"Quando hai intenzione di partire?"
"Stavo pensando fra tre giorni"

Ed esattamente tre giorni dopo arrivarono all'interno del Wall Sina. Lia rimase imbambolata a fissare la tanta ricchezza di fronte a sé.
Notò la spensierata presente in ogni singolo volto che incontrava, probabilmente neanche immaginavano della povertà e della disperazione di chi viveva fuori da quelle ricche mura...
"Comandante... Lei è sicuro che abbiano chiesto di me?" "Espressamente" le sorrise Erwin.
"Ora muoviamoci e non frignare, sbrigati a fare quello che devi fare e andiamocene." Disse seccato l'Ackeman.
I quattro vennero accolti nella grande casa. Iniziarono a cammianre per i lussureggianti corridoi finché non vennero fatti accomodare in un'amplia sala intorno ad un tavolo su cui riposava, in un elegante vaso, un bel mazzo di fiori.
"Ciao Nile ti trovo bene. Marie come sta?"
"Ciao Erwin, Marie sta bene, fra poco ci raggiungerà con la bambina."
"Le mie congratulazioni".
"Non sono venuto per ascoltare delle formalità. Cos'è questa storia della maledizione per cui ci hai fatto venire?" Commentò Levi leggermente irritato.
"Sei sempre il solito!" Sbottò Hanji ridendo.
"Non mi credete vero?"Disse Nile con una nota nota fra il frustato e l'amaro.
"Sinceramente no." Replicò Levi
"Puoi darmi più informazioni? -interruppe Lia la discussione sul nascere- Come stai di salute?"
"Ho fatto una visita più di un mese fa e il dottore mi ha riferito che solo il fegato è un po' stressato.
"Dovresti bere di meno Nile."
"Non è questo Erwin, sia mio padre che mio zio erano in ottima salute prima di morire improvvisamente... Ad ogni modo mi sono preparato al peggio."
"Stiamo sfiorando il limite dell'assurdo.- disse Lia- Le tue speculazioni sono completamente infondate."
"No non è vero! Vi ho portato una lista dove vengono riportati tutti i miei parenti morti giovani e riisale a molto tempo fa... Sono tre generazioni, ma ho controllato tutto: età al momento della morte, malattia ed altre condizioni congenite. Guarda, è tutto riportato qui!" Disse il gendarme passando il fascicolo a Lia.
"Sei ancora convinta che ci stia dando troppo peso?
Se non posso fuggire dal mio destino allora... Posso solo accettarlo! Farò tutto il possibile affinché Marie e la bambina abbiano un futuro tranquillo."
In quel momento entrò Marie, che sentendo le parole del marito sbiancò facendo scivolare il vassoio con del thè per gli ospiti.
Alla vista di tutto quel thè sul pavimento, Levi capì che questa gente non ha mai sofferto veramente.
"Inoltre -continuò Nile- ho ereditato un quadro da un mio cugino molto tempo fa... Prima che morisse. Si dice che sia maledetto."
I quattro non riuscivano più a reggere il discorso assurdo, ma Lia si decise di smontare tutte le sue congetture. "Che dipinto è?" Chiese la ragazza "Una foresta, -intervenne la Marie, che nel frattempo aveva preso posto- però mi mette inquietudine, perciò gli ho chiesto di metterlo via. -Quindi, incluso tuo padre erano 7 fratelli, di cui 5 maschi. Tutti morti prima dei 50 anni." Constatò Hanji. "Nel corpo di ricerca questa maledizione accade spesso fuori le mura sai?" Disse sarcastico Levi "Hmm..." "C'è qualcosa che non va?" Chiese Hanji guardando Lia. "No, ma devo ammettere che ha cercato a fondo... Vedo che alcuni sono morti per cause sconosciute, alcuni avevano malattia della pelle e problemi respiratori congeniti."
Anche se raro, si può morire per reazioni allergiche cutanee... Ma se avevano anche problemi respiratori è probabile che la causa fosse questa."
Lia si alzò in piedi e afferrò Neil
"Cosa stai facendo?" Chiese sorpreso il gendarme
"Dov'è il quadro maledetto? Domandò decisa la ragazza.

Entrarono in una stanza molto buia. Era uno studio dove da tempo aveva la funzione di ripostiglio vedendo tutti gli oggetti accatastati.
"Mia moglie era contraria -iniziò il gendarme- così l'ho portato qui. Dal momento che questa stanza ci sono tante cose che hanno a che fare con il mio lavoro, non permetto a nessuno di entrare e pulire."
*Che schifo! C'è una puzza assurda* pensò il capitano. "Quando vedo questo quadro con la bambina in braccio, mi sento veramente in pace... È come se non avessi nessuna preoccupazione!"
"Quindi è questo il quadro" disse Hanji avvicinandosi a questo
"Aspetta! "Disse Lia mettendole in braccio davanti . "Potrebbe essere tossico! Respirate con un panno sul viso."
"Cosa vuol dire Lia?" Chiese Erwin. "Devo dirvi che si dice che questo dipinto sia stato dipinto prima della comparsa delle mura." affermò Nile. Erwin strabuzzò gli occhi.
"Così vecchio?"- affermò Hanji- Eppure il verde è così brillante!" "Potrebbe essere il verde di Scheele, un pigmento usato fino a qualche decennio fa, soprattutto per i quadri per la nobiltà, poiché essendo composto da Arsenico non è più in uso.- iniziò a spiegare Lia- Non solo, l'arsenico è una sostanza facilmente ottenibile e usata nelle tinture della carta da parati, dei vestiti, ma anche nelle lozioni per il viso. Ma il problema non è la vernice in se."
Prese il quando e lo girò dalla faccia opposta e lo posizionò sulla scrivania spostando tutte le carte.
"Da quanto tempo tiene qui il quadro? Domandò Lia
"Da circa tre mesi, prima era in una soffitta."
"È stato conservato in pessime condizioni. Inoltre, dato che è stato in periodo piovoso il risultato è un fungo... Ossia Scopulariopsis brevicaulis, una muffa che cresce in maniera preferenziale sulla carta da parati, ma anche dietro le cornici dei quadri. Abbiamo svelato la maledizione."
Neil non credeva a quello che la ragazza diceva, era salvo.
Erwin al contrario non riusciva a capire come Lia sapesse tutte quelle cose.
"Come è possibile?" Chiese Hanji.
"Questa muffa, emette dei composti volatili derivanti dall'arsenico. Non era raro che in passato questa muffa crescesse sulla carta da parati colorata con il verde di Scheele e provocare morti per avvelenamento da Arsenico... A confermare quest'ipotesi è l'odore di aglio presente in questa stanza."
In quel preciso istante Levi aprì la finestra facendo arieggiare la stanza, non sopportava più quella puzza e bisognava cambiare l'aria, altrimenti sarebbero anche loro rimasti intossicati.
"Inoltre Neil, guarda le tue unghie... Ci sono delle linee, chiamate linee di Mees, si presenta quando c'è un avvelenamento da metalli pesanti o un insufficienza renale.- continuò la corvina- L'avvelenamento da Arsenico può portare a malattie del sistema respiratorio e digestivo, a volte anche al cancro."
"Non ci posso credere!" Disse Marie furibonda. "Hai rischiato che la bambina si ammalasse!"
"Se lo avessi saputo non le avrei mai mostrato il dipinto!"
"Nel suo caso, -tornò a riprendere il discorso Lia- i sintomi si sono mostrati rapidamente perché è stato spesso chiuso in quella stanza, mentre per la bambina, standoci poche volte, non dovrebbe avere nessun sintomo, ma per sicurezza fatela vedere da un medico.
"Potrebbe essere malata?" Chiese Marie preoccupata.
"Più che altro fatelo per voi"
"Per noi?" "Dal punto di vista psicologico l'ansia può essere un veleno letale e un medico dovrebbe alleviare l'ansia di un paziente."
"Allora perché vengono colpiti gli uomini nella mia famiglia? Come lo spiega questo?" Riprese Nile.
"Gli esseri umani se sottoposti a un forte stress e rilasciano grandi quantità di cortisolo un ormone vasocostrittore surrenale e aumentare la possibilità di malattie cardiovascolari. Gli uomini di solito rilasciano più cortisolo rispetto alle donne. E si dice che le donne siano più molto più tolleranti allo stress."
"In effetti mio padre è morto dopo che la sua compagnia stava andando giù a picco e stava cercando di raccogliere fondi..."
"Quindi stai tranquillo. Ora che conosci la causa delle morti premature nella sua famiglia può prevenire. Non morirai.- affermò Lia- Non c'è motivo per rinunciare a vivere per paura di morire."
"Te l'avevo detto! Tu non morirai! Siamo in debito con te." Iniziò a piangere Marie .
"Bene, ottimo lavoro." affermò Erwin mettendo una mano sulla spalla di Lia.

I quattro si congedarono dalla reggia di Neil e si misero nella carrozza che li avrebbe riportati al quartiere dell'armata ricognitiva e durante il viaggio il comandante prese parola.
"Lia, come sai tutte queste cose? Non mi sembra che tu sia in medico."
"Io no, ma mia madre lo era. Fin da quando ero piccola ha cercato di insegnarmi il più possibile e, purtroppo, quando è venuta a mancare mi ha lasciato tutti i suoi libri dove ho continuato a studiare."
"Sono i libri che hai portato con te l'altra volta?" Chiese Hanji
"Si, esattamente."
"Mi sembra strano che sia riuscita a capirne più tu che i medici del Wall Sina." Commentò Levi.
"A voi sento di poterlo dire... Una volta mia madre mi disse che questi libri non si trovano all'interno delle mura e che provengono dall esterno..."
Levi rimase imbambolato a fissare la ragazza di fronte a sé, lo sguardo bloccato sulle sue labbra incredulo a ciò che aveva appena sentito.
“Ci stai prendendo in giro?” riuscì a dirle infine.
“Pensi che scherzerei su una cosa del genere?” replicò lei.
Erwin rimase in silenzio, cercando di riflettere il più velocemente possibile: cosa aveva appena detto quella ragazza?
"Puoi spiegarti meglio?" Disse Hanji.
" Non so, mi disse solo questo. Anche se credo che avesse torno... Non è possibile vivere al di fuori delle mura."
"Domani mattina venite nel mio ufficio e porta quei libri con te, se non ti dispiace vorrei vederli. " Affermò infine perentorio Erwin.


N.A. Rieccoci qui! :) Ci ho messo veramente tanto ad aggiornare questa volta, ma non ho avuto molto tempo! Ad ogni modo spero che l'attesa ne sia valsa la pena...
Fatemi sapere se vi sta piacendo la storia.
Volevo ringraziare Alexandrapotter per aver aggiunto la storia fra le preferite e AndShine per aver recensito❣️
Grazie di cuore e alla prossima!
Veteran
PS: Lia è alta 1.64

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Capitolo 5
*** Una notte turbolenta ***


"Aspettami qui, non ti muovere per nessun motivo."
"Michael non lasciarmi!"
"Quel pezzo di merda pagherà!"
"Ti prego ho bisogno di te"
Infine, il suono di colpi di pistola.

Lia si svegliò sudata e di scatto si tirò su.
Sospirando, si trattenne dallo scoppiare a piangere e con il cuore che batteva ancora forte si diresse in bagno.
Istintivamente diede uno sguardo allo specchio che aveva di fronte: i suoi lunghi capelli neri, di solito lisci, erano arruffati e i suoi occhi ambrati erano ancora cerchiati di nero.
Cercando di riprendersi lavò la faccia, e conscia che non avrebbe ripreso sonno decise di uscire. Fece il meno rumore possibile per non svegliare l'amica e sgattaiolò per prepararsi una qualunque cosa che l'avrebbe aiutata a calmarsi.

Sperava che nessuno fosse presente in cucina e tirò un sospiro di sollievo quando effettivamente era così.
Ma purtroppo, appena l'intruglio di erbe fu pronto nella tazza fumante entrò il capitano nella stanza.
"Cosa ci fai qui mocciosa?" Le domandò il capitano sorpreso di trovarla a quell'ora della notte

"Non ho sonno..."

Il capitano si mise a sedere ed osservò la ragazza mentre finiva di versarsi la tisana.

"Te n'è rimasto un po'?" Disse Levi indicando la teiera.
Lia gli versò il liquido in una tazza e glielo porse. Era bollente, così vi soffiò sopra un paio di volte.

"E lei capitano?”

“Io cosa?”

“Neanche lei riesce a dormire?”

Se fosse stato un altro qualsiasi essere umano a quest'ora già avrebbe ricevuto un sonoro calcio nel sedere, ma per qualche strano motivo non riusciva ad essergli antipatica.

“Non dormo molto” rispose lui versandosi ancora un po'di liquido rimasto.
Lei fece un accenno con il capo e gli sorrise gentilmente.

“Sei strana Lia. Ma non sei una minaccia per il corpo di ricerca, se lo fossi non esiterei ad eliminarti. Tutti quello che sai, i libri della tua famiglia...”
"So che non è una cosa da dire alla leggera, - lo interruppe Lia- potrei mettermi nei guai in qualsiasi momento o addirittura essere giustiziata. Ma di voi e del comandante Erwin mi posso fidare."

"Cosa te lo fa pensare?"

"Istinto" disse Lia sorridendo. Dopodiché prese le tazze vuote per lavarle, ma si sentì bloccarsi. Il capitano le aveva preso il polso.

"Vai, qui ci penso io" le disse.

"Apprezzo il pensiero, ma so pulire delle tazze".

Non finì di dire la frase che Levi già aveva iniziato ad insaponare. Le sue dita erano così delicate e leggere, ma sembrava molto pensieroso.

* Come può un uomo tanto brusco avere così cura e attenzione di un oggetto così fragile* Ora ne era sicura...quell'uomo nascondeva più di quanto non desse a vedere

Una volta messo a posto il tutto si girò gelido verso la ragazza, tanto che lei perse un battito.
"Questa sera ho parlato con Erwin. Ascolta ragazzina, ti terrò d'occhio. In quanto al tuo ricevimento nel suo ufficio di domani mattina...consideralo rimandato. Ti convocherà lui."

*O è matto, o è bipolare*

"Va bene, ricevuto. Ora Inizio a sentire l'effetto della tisana, buonanotte." Era una strana situazione quella che si stava creando e la corvina non aveva intenzione d’intavolare una discussione.

"Dopo che hai finito con la quattr'occhi, passerai i pomeriggi con la mia squadra, non puoi allontanarti dalla mia supervisione."
A quel punto la ragazza lo guardò irritata, odiava farsi trattare come un criminale o una bambina che non sa badare a sé stessa.

" Vi ringrazio per la premura nei miei confronti, ma non sono una delinquente della città sotterranea. Non ho bisogno di essere controllata e la MIA caposquadra va più che bene per la mia sorveglianza. Hai detto che non mi considerate una minaccia, allora perché tutto questo?"

"Perché sei una stupida ragazzina che non sa niente." Disse Levi quasi ringhiando.

Colpita, non riusciva a controbattere. Normalmente non avrebbe dato peso a quelle parole, ma sapere che lui la considerasse stupida la fece sentire mortificata.

Ammirava molto quell'uomo, per quello che è e per quello che rappresenta.

*Ho detto qualcosa che non dovevo dire? * Si trovò a pensare.
"Sono ordini di Erwin e tu non sei nella posizione di controbattere." Continuò lui

"Ha ragione. Con permesso..." C'era una nota di amarezza mista a delusione nelle parole di Lia, così uscì dalla stanza, lasciando l'uomo da solo.

Levi portò le mani a sorreggersi tempie e immediatamente si dette dello stupido: come cavolo gli è preso di reagire così. Scosse la testa, ripetendosi ancora che doveva solo concentrarsi su quello che Erwin gli aveva detto. *Qualsiasi dannata cosa mi stia prendendo, è meglio lasciar perdere. *

Nel frattempo Lia si diresse verso la sua camera in tutta fretta, ma vide un'ombra nell'oscurità sbucare dalla sua porta.
La ragazza d'istinto si nascose smettendo di respirare, non poteva essere la sua amica, l'ombra era troppo grande. I passi dell'essere si avvicinano sempre di più finché non si fermarono a pochi centimetri da lei.




N.A. Ciao a tutti! Purtroppo, è stato molto difficile scrivere in questo periodo. Perdonami!!
È un capito di transizione, ma alla fine ce l'ho fatta ed eccolo qui. 😊
Come sempre ci tengo a ringraziare tutti voi che continuate a leggere la storia, mi rendere infinitamente orgogliosa❣️
PS: Per quanto riguarda l'ombra spaventosa uscita dalla camera di Lia e Nanaba... seconda voi chi è? Fatemelo sapere.

Un abbraccio e buon inizio 2022.
Veteran

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