MIRACULOUS WORD: ROME

di sg199885
(/viewuser.php?uid=614551)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** White Dove ***
Capitolo 3: *** vento d'argento ***
Capitolo 4: *** quando l'unione fa la forza ***
Capitolo 5: *** La vendetta della Dama Nera ***
Capitolo 6: *** brotherhood parte 1 ***
Capitolo 7: *** brotherhood parte 2 ***
Capitolo 8: *** My funny Valentine ***
Capitolo 9: *** To forge a hero ***
Capitolo 10: *** La notte degli inganni ***
Capitolo 11: *** bonus track 1 ***
Capitolo 12: *** total eclipse of the heart ***
Capitolo 13: *** La cura ***
Capitolo 14: *** The Gonden Tickets ***
Capitolo 15: *** Paris ***
Capitolo 16: *** Mangiamore ***
Capitolo 17: *** Raven parte 1 ***
Capitolo 18: *** Raven parte 2 ***
Capitolo 19: *** REBIRTH ***
Capitolo 20: *** Just give me a reason ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


PROLOGO

Dalla cima del cupolone si vedeva tutta Roma che stava per svegliarsi insieme al sole di metà febbraio, che con i suoi timidi e tiepidi raggi colorava di rosso il cielo dell’alba.
La vecchia guardiana strinse più forte a se l’antico portagioie fissando più intensamente lo sguardo nel cielo infuocato, in quelle lingue d’oro e di rubino che coloravano le nubi c’era scritto un nuovo inizio per quella città: una nuova era degli eroi stava per nascere e lei ne avrebbe fatto da madrina.
-è sicura Nobile Edda, di voler distribuire i Miraculous?- le chiese una piccola creaturina volante con una voce timorosa.
-oh suvvia Palmm, lo sai che mi fai sentire più vecchia di quanto già non sia quando mi chiami così!- lo rimproverò scherzosa la custode della Miracle box strizzandogli un occhio rugoso, poi si fece più seria aggiungendo: -sai benissimo che io sono troppo vecchia per proteggerli, dobbiamo trovare ai tuoi fratelli Kwami dei portatori nobili e coraggiosi, e giovani soprattutto!
-come pensa di trovarli dei giovani coraggiosi?- le chiese ancora la creaturina,  che con i suoi grandi occhi scuri e il piccolo becco somigliava tanto ad un pulcino di gufo.
-ohohohoh- rise poi l’anziana donna furbescamente –ho un metodo infallibile!

 
***

Una giovane ragazza con un’indomabile chioma di ricci color rosso acceso si stava dando da fare, quella mattina presto, per sistemare la vetrina del suo piccolo negozio addobbandola per l’imminente festa di carnevale;
-coraggio Camilla, - si rivolse alla sua gatta tigrata quando ebbe finito, -è ora di dare una bella pulita all’insegna che porta il tuo nome- sospirò chinandosi a fare una carezza alla gatta che le faceva le fusa strusciandosi contro la sua calza bianca.
La giovane stilista prese con se la scala a forbice, il secchio e il tergi vetri e si abbarbicò sullo strumento per tirare a lucido il piccolo cartello “Camilla Store” sopra la porta a vetri dell’ingresso, alla sinistra della piccola vetrina, tanto piccola da farci stare solo un manichino tutto agghindato con un ricco abito da mascherina veneziana.
Certo, quando la Nobile Edda vide quella scena, con una ragazzina vestita di rosa, i capelli raccolti con una pinza che gli si stavano riversando sul viso, in bilico su una  scala che traballava, intenta a reggersi con una mano la gonna, (evidentemente resasi conto troppo tardi che non fosse l’indumento più adatto da indossare per compiere quel genere di lavoro) mentre con l’altra si ancorava precariamente alla vita (la scala) con pollice e indice e con le altre tre dita reggeva il manico del secchio (spargendo acqua ovunque) e il tergi vetri, certo non ebbe l’impressione di avere di fronte una novizia paladina della giustizia, impressione che si rivelò veritiera quando quella precipitò al suolo con un sonoro tonfo.
Tuttavia ebbe dentro di se un guizzo che le suggerì di provare comunque il suo test e, mentre la giovane si reggeva dolorane una caviglia, con un rumoroso “oh” e un istinto da attrice represso troppo a lungo si gettò a terra fingendo una caduta.
-mannaggia!- imprecò Fiore reggendosi la caviglia prima di sentire un rumore che la distrasse dalla contemplazione del mix esplosivo di sfiga e sbadataggine che le affliggeva la vita. Poco lontano dal suo minuscolo atelier vide un’anziana donna che era caduta, qualcosa dentro di lei scattò come una molla e si rialzò, non curante del dolore alla gamba, precipitandosi dalla nonnina.
-ehi! Tutto bene signora?- le chiese preoccupata intanto che la aiutava a rialarsi.
-oh! Non ti preoccupare di questa povera vecchia gioia, ho appena visto che sei caduta anche tu e in modo ben peggiore…- le consigliò Edda con voce piagnucolante.
-non lo dica neanche, non posso certo lasciarla qui, anzi, è mio dovere dato che è caduta perché era distratta a guardare quanto sono imbranata- si rifiutò la giovane scherzandoci su, anche se dovette sopprimere un gemito dal momento che, per aiutare la signora a tirarsi su dovette fare forza sulla caviglia ammaccata. –ma lei sta tremando?- le chiese poi preoccupata e, senza aspettare risposta, si diresse in negozio, tirò via uno scialle ricamato dalle spalle del manichino in vetrina e lo usò per coprire la signora.
-ma io non posso pagartelo, questo…- la informò sconsolata.
-non si preoccupi, non mi importa dei soldi, piuttosto, che maleducata, non mi sono neanche presentata! io sono Fiore, e lei?- la rassicurò con un sorriso sincero.
-sei una brava ragazza, dolce Fiore, e voglio sdebitarti con te facendoti un regalo- le rispose Edda tirando fuori una scatola chiusa con un piccolo serraglio.
-ma che gentile!- la giovane stilista si illuminò e provò ad aprirla, senza successo. –è bloccata-
-vedrai che al momento opportuno si aprirà da se- la rassicurò quella tirandosi su e andando via, con un passo fin troppo svelto per un’ottuagenaria appena caduta rovinosamente al suolo.
-che strana, non mi ha neanche detto come si chiama…- disse tra sé e sé Fiore stringendo la scatola arabescata tra le mani, troppo tra le nuvole per accorgersi che questa si stava lentamente riscaldando.

 
***
 
In quello stesso momento, una vibrazione viaggiò nell’aria giungendo fino ad una vecchia cattedrale, facendone vibrare le vetrate policrome, facendo destare dal torpore una donna vestita di nero, con un grande cappello a falda larga e un pesante velo sul viso.
-è accaduto finalmente!- esultò con un tono malevolo, -la custode ha liberato uno dei gioielli magici!-
-qual è il piano, mia Signora?- le chiese una voce cavernosa alle sue spalle, mentre un uomo grande e possente, con indosso una pesante armatura scarlatta munita di elmo che gli copriva il viso usciva dall’ombra
- valoroso cavalire, mio servitore, è giunto il momento di conquistare la prima delle tredici stelle, AHAHAHAHAHA!- lo informò mentre una risata sinistra le esplodeva nel petto rimbombando nel grande e oscuro edificio.

NOTE DELL'AUTORE FALLITO:
ciao cuccioli! mmm no, suona malissimo così....
hola gentaglia miracolosa!
ecco, molto meglio.
che dire, piacere sono SG e debutto in questo fandom con una storia INTERATTIVA.
di che cosa parleremo? semplice, della miracle box e i dutti i miraculus custodita nel nostro bel paese, l'Italia.
i miraculus in questione sono 13, per cui saranno scelti  solo 12 portatori (forse eheheheh).
questa storia sarà un pò diversa da tutte le altre, perchè l'intarattività non si limiterà solo al primo capitolo con la scelta degli OC.
per non introdurre di botto 13 personaggi per cui, rimando ai prossimi capitoli, quindi ad oggi sono aperte le iscrizioni per SEI PERSONAGGI.
come funziona, bene, ora ve lo spiego: ho pensato che è il guardiano a scegliere il portatore, e non il cotnrario, quindi ho deciso che il miraculous che verrà assegnato sarà una sorpresa anche per lo scrittore partecipante.
ECCOCI GENTAGLIA MIRACOLOSA!
allora, forse non ci state capendo un fico secco, quindi ve lo spiego così come lo dovete fare:
1) qui sotto allego la lista dei primi sei miraculous che verranno smerciati in giro per roma dalla nostra custode, non vi dico niente ne non il loro attributo,
SOTTOMISSIONE
FORZA D'AZIONE
UNIONE
VISIONE
INVERSIONE
ILLUSIONE
2)dopo aver scelto l'attributo che più vi suona bene provate a cucirci su un personaggio ad hoc seguendo queste semplici regole:
-età comprsa tra 14 e 30 anni
-può essere originario di tutto il mondo ma abitare a Roma
-deve aver incontrato la custode in una circostanza che ha messo in luce le sue capacità, come nel primo caso la generosità di Fiore.
3) dopo aver pensato a tutto ciò elaborate una scheda personaggio includendo:
-età
-aspetto fisico
-carattere
-storia personale (sbizzarritevi)
-perchè avete scelto propriò quell'attributo e perchè starebbe bene al vostro personaggio
-la descrizione almeno approssimativa dell'incontro con la guardiana
4) per evitare sovraffollamenti su pochi attributi sarebbe meglio inserire in una recensione quello che avete scelto così i ritardatari potranno farsi un'idea.
5)inviatemi la scheda per messaggio privato con oggetto "OC"
che dire, buon divertimento!
BACI, SG

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** White Dove ***


CAPITOLO 2:
WHITE DOVE
 

 
- mia Signora, come intendete recuperare il Miraculous? - chiese il Cavaliere di Rubino alla Dama Nera.
- molto semplice mio fedele servo, se la custode ha corso il rischio di liberare i gioielli dalla Miracle box che li schermava dal mio telerilevamento è perché sta pensando di creare una nuova squadra di eroi, quindi ora ti chiedo, qual è il modo migliore di chiamare allo scoperto un eroe? - spiegò furba la donna.
- liberando un cattivo da affrontare, mia Regina- rispose quello prostrandosi ai piedi della dama.
- molto perspicace, unendo il tuo potere di creare con il mio di distruggere potremmo dare vita a mostri potentissimi, AHAHAHAHAHAH! - continuò quella con un lampo di follia nella voce.
Intuito il suo piano il cavaliere si alzò e generò una sfera di energia che, auna volta liberata, svolazzò fino ad esplodere in scintille colorate di rosso scarlatto che rivelarono un’armatura del tutto simile a quella che indossava il creatore.
Una volta ammirato il lavoro del servo la dama nera generò una seconda piccola sfera, nera come la notte, che lanciò con l’indice contro l’armatura; la piccola sfera si espanse come un’ombra riempiendo la corazza con le fattezze di un guerriero senza volto, volontà o forma proprie, animato solo dal più cieco desiderio di distruzione.
- molto bene mio fedele soldato fantasma - lo interrogò la donna e questo si mise sull’attenti, - vai e distruggi Roma fino a che non verranno degli eroi a contrastarti, poi catturali e portali da me, vivi o morti, AHAHAHAHAHAH! -
Il cavaliere di rubino osservò il soldato dirigersi verso la porta dell’edificio e si rivolse alla sua padrona:
- non crede che sia troppo pretenderli ugualmente vivi o morti? Quel mostro non si fermerà fino a che non li avrà uccisi tutti - le chiese titubante.
- mi stai forse contraddicendo? - chiese di rimando quella acida.
- mai, mia amata - la rassicurò prostrandosi ancora ai suoi piedi.

 
***
La vecchia Edda si aggirava per le strade di Roma pensierosa, incupita dal continuo borbottare di Palmm, che da sotto il suo scialle si stava impegnando nel dare aria al becco snocciolando tutti i buoni motivi secondo cui quella svitata dai capelli rossi fosse tutto fuorché una candidata adatta ad essere un’eroina.
Alcune delle obiezioni del piccolo gufetto erano anche sensate, ineccepibili oseremmo dire, tra cui le inopinabili “ha la capacità di stare in equilibrio di un ippopotamo ubriaco”, “è determinata quanto un bradipo stanco” e “sembra forte come una canna di fiume”.
-le canne di fiume si piegano senza spezzarsi- gli ricordò la vecchia guardiana fermandosi a prendere fiato, reggendosi ancor di più al proprio bastone; era stanca, troppo forse per continuare, doveva trovare altri portatori e doveva farlo in fretta.
Lo sguardo della donna viaggiò intorno a se cercando disperatamente qualcuno, poi si fermò su una ragazza seduta sotto una pensilina della fermata degli autobus che piangeva sommessamente.
-che ne dici se per una volta, piuttosto che fidarci di una qualche particolare qualità, non diamo un po’ di fiducia alla debolezza?- chiese al suo kwami con uno scintillio furbo negli occhi.
-dico che è una pessima idea!- rispose quello pratico.
Edda fece per replicare ma prima che potesse anche solo sbuffare un uragano la travolse: qualcuno la urtò da dietro facendole fare un giro completo intorno al bastone in una perfetta caricatura di una poledancer, con il sottofondo musicale di imprecazioni.
Quando riprese una parvenza di equilibrio si soffiò un ciuffo di capelli argentei dal viso e vide che chi l’aveva spinta inavvertitamente era una ragazza con una lunga treccia castana e un tubo da disegno sulle spalle (molto probabilmente l’affare che l’aveva urtata), una camicia blu svolazzante, un paio di shorts di jeans e degli stivali di cuoio; la ragazza stava attraversando la strada, passando davanti alla ragazza sotto la pensilina e sembrava che non l’avesse notata minimamente proprio come non aveva notato lei, troppo presa dalla fretta con cui conduceva la sua vita.
La guardiana stava per sospirare rassegnata quando qualcosa di inaspettato accadde: la ragazza dalla lunga treccia si fermò, si morse il labbro inferiore facendo saettare il suo sguardo (un singolare sguardo) dal proprio orologio alla disperata, poi sbuffò e ritornò sui suoi passi, si sedette accanto alla ragazza, le posò una mano sulla spalla, le rivolse un sorriso sincero e le porse un fazzoletto.
Edda osservava sempre più stupita quelle due fare amicizia finché la maggiore non si alzò, non prima di aver asciugato l’ultima lacrima, e si congedò con un ultimo sorriso.
-Palmm…- chiamò furbescamente l’anziana donna.
-oh no…- sospirò il piccolo disperato kwami.
-credo che quella ragazza e Moon andranno proprio d’accordo!-

 
***
Fiore sospirò buttandosi sul letto pieno di peluches nell’attesa di sentire il tintinnio del microonde che le annunciava che il suo salutare pasto a base di spaghetti di riso precotti era pronto.
Se solo sua madre avesse saputo quanto “““““equilibrata””””” fosse la sua dieta ora che viveva da sola si sarebbe precipitata tra le lacrime e le urla armata di sartù di riso e parmigiana di melanzane rigorosamente fritte credendola in stato di malnutrizione ai limiti dei bambini africani.
Suo padre invece sarebbe venuto con il suo solito sorrisetto stronzo che urlava “io te lo avevo detto” da un lato e “brutta incapace” dall’altro.
Certo Fiore non era tanto stupida da non rendersi conto di avere non pochi problemi economici e lavorativi, ma non era neanche tanto stupida da dar ragione al suo vecchio, non dopo aver sopportato a capo chino tutti i suoi borbottii mentre studiava all’accademia di moda.
Aveva faticato tanto per potersi permettere di affittare quel locale in cui aveva allestito il Camilla Store e il piccolo appartamento sovrastante in cui si era trasferita, per mettere su il suo piccolo giro di clienti e organizzarsi un lavoro che piano piano stava ingranando. Aveva faticato tanto e non sarebbero stati né il portafoglio né il frigorifero vuoti a fermarla… certo la caviglia gonfia come un maritozzo con la panna non aiutava di certo!
Sbuffò scoraggiata e prese il telecomando per vedere che ci fosse in tv, e, appena messo su il Tg, vide che sul Ponte Sant’Angelo un elicottero inquadrava un energumeno che, travestito da soldato (-sarà uno di quelli che si vestono da gladiatori per fare le foto coi turisti- pensò la stilista) stava combinando un bel macello. La voce del cronista sembrava abbastanza concitata e preoccupata, la povera Fiore decise che non era la giornata adatta quella per farsi affliggere anche dal telegiornale e si alzò barcollando, senza tuttavia spegnare il televisore, per andare a recuperare il suo pranzo dal microonde. La sua gatta Camilla la osservava in disparte in un angolo, vagamente in colpa per aver rischiato di farla cadere altre due volte andando a strofinarsi sulle sue gambe mentre la padrona camminava già di per se poco solida, vuoi per la caviglia, vuoi per le alte zeppe rosa confetto.
Mentre si dirigeva al cucinino lo sguardo cadde distrattamente sulla piccola cassettiera dove aveva posato la scatola che le aveva dato la vecchia signora che aveva aiutato a rialzarsi prima; era sempre stata curiosa e moriva dalla voglia di sapere cosa ci fosse dentro, ma quando aveva provato ad aprirla davanti alla stesa signora la scatola aveva fatto molta resistenza.
“Si aprirà al momento giusto” le sembrava di ricordare che le avesse detto quella strana tizia prima di sparire nel nulla.
Una strana sensazione si impadronì della giovane stilista, il suo sguardo viaggiò dalla televisione da cui ancora trasmettevano le immagini del pazzo che stava facendo casino al ponte alla piccola scatola quadrata e appiattiva, sicuramente quella di un gioiello, una collana forse. Fiore prese un respiro profondo, afferrò la scatola, si scambiò uno sguardo incerto con la gatta che era saltata sul cassettone curiosa, si fece coraggio ed aprì: la scatola conteneva una coroncina d’oro, di quelle come gli antichi romani, con le foglie d’ulivo intrecciate.
La giovane pensò che era semplicemente bellissima, e non fece in tempo a sfiorarla che questa si illuminò di una luce accecante spaventando la gatta, che corse a nascondersi sotto il letto, e costringendo lei a chiudere gli occhi.
Quando Fiore li riaprì si trovò davanti una buffa creaturina volante, sembrava una piccola colomba e un po’ anche un cartone animano.
-Ciao! Io mi chiamo Leevy e sono la tua Kwami- le disse la creaturina.
La giovane donna ci mise un po’ ad assimilare l’informazione che effettivamente quella… cosa le avesse appena parlato, poi un pensiero le si fece chiaro nella mente:
-AHHHHHHHHH UN ALIENO IN CASA MIA!

 
***
L’anziana guardiana si accasciò preoccupata su una panchina del centro: sentiva chiaramente una potente energia negativa, segno che un cattivo era stato sguinzagliato tra le strade della capitale, e lei aveva consegnato un solo miraculous, che da solo non era sufficiente a combattere, specialmente tra le mani di una portatrice inesperta, oltretutto aveva perso le tracce della ragazza con la lunga treccia… dove avrebbe trovato un portatore idoneo in così poco tempo?
Manco a chiamarlo, un giovane con le cuffiette nelle orecchie si avvicinò a lei, senza manco vederla, iniziando a fare degli step-up per allenare le gambe usando l’altro capo della panchina.
Edda lo osservava attentamente, era bello, molto bello, muscoloso il giusto, alto e moro, tuttavia sembrava totalmente preso da se stesso per accorgersi del mondo che girava intorno a se.
Ma esattamente come era successo per la ragazza che aveva consolato la tipa in difficoltà tra le lacrime, Mentre faceva certi pensieri decisamente ingloriosi su di lui, vide uno scintillio illuminargli gli occhi scuri, con un balzo il giovane scavalcò la panchina borbottando un “scusi signora” e prese a correre sempre più veloce in una specifica direzione; tutto accadde in pochi attimi, senza neanche che riuscisse a capire dove quello si stava dirigendo, il giovane aveva già raggiunto il limitare del parco, si era allungato ed aveva afferrato per il cappuccio della felpa un ragazzetto che stava attraversando la strada, tirandolo indietro esattamente un istante prima che una macchina sfrecciasse davanti ad entrambi.
- ehi, ehi dico a te, stai bene?
Il giovane Davide era ancora troppo occupato a realizzare che per un soffio non era stato stirato miseramente per accorgersi innanzitutto di cosa era appena successo, meno che mai di chi gli stava parlando.
- allora stai bene o no? - incalzò la voce alle sue spalle e Davide si affrettò a schiacciarsi bene il ciuffo scuro sull’occhio sinistro prima di voltarsi e vedere un ragazzo che doveva avere qualche anno più di lui, decisamente più alto e prestante, che con il fiatone gli sorrideva rassicurante.
- t… tut…to bene - balbettò stringendosi nella felpa.
-non dovresti andare in giro con le cuffiette- gli consigliò il più grande, -si lo so che le porto anche io, ma ho il volume basso e sto sempre attento a dove vado! Comunque piacere, Diego.-
Il più giovane stette alcun secondi a fissare la mano che gli veniva allungata e la strinse con titubanza rispondendo un flebile “Davide”, ascoltò tutte le raccomandazioni di quella specie di supereroe fallito e si allontanò lungo il marciapiede con un solo pensiero in testa:
- bleah, aveva la mano tutta sudata! -
Diego, dal canto suo, stava per mettersi di nuovo le auricolari nelle orecchie per ricominciare a fare jogging, ma una voce lo chiamò:
- ragazzo! - disse una voce imperiosa e, voltatosi, fece appena in tempo a vedere ed afferrare la scatolina che gli veniva lanciata contro. Avrebbe voluto almeno obbiettare un “ma che cazz...” ma la vecchierella che gli aveva effettuato il lancio, che riconobbe essere la stessa seduta alla panchina su cui si stava allenando, lo anticipò:
- tieni, aprilo senza fare troppe domande e fidati di ciò che vedrai, abbiamo bisogno di uno come te .- disse quella semplicemente mentre già si voltava per andare via.
Il giovane Diego Forlan osservò per alcuni istanti la scatolina, dubbioso sul da farsi, poi la aprì e fu investito da una potente luce.


 
***
- dai coraggio, vieni fuori abbiamo poco tempo- si lagnò il piccolo Kwami tirando con tutte le sue forze un lembo della gonna di Fiore, che aveva ben pensato di proteggersi nell’espugnabile fortino di coperte del suo letto.
- che cosa vuoi da me? Chi sei, anzi, cosa sei? Sparisci!- ordinò quella senza avere il coraggio di tirare fuori la testa.
- sono il tuo Kwami!- rispose esasperata la piccola colomba, -e non posso sparire, ho bisogno di te per salvare il mondo!-
- salvare il mondo?- chiese la rossa tirando fuori, finalmente, il viso dal cuscino.
- si! Hai visto alla Tv che sta succedendo?!- chiese concitata la creaturina.
- il pazzo che fa casino a Castel Sant’Angelo?- domandò di rimando dubbiosa la ragazza.
- quello non è un pazzo, è un mostro cattivissimo creato dalla magia oscura, nessuno può fermarlo tranne te! – spiegò il Kwami – tu sei stata scelta per ricevere il potere del miraculous della Liberazione e io sono la creatura che potrà attivare la tua trasformazione in supereroina. –
- supereroina? IO?! Ci sarà sicuramente un errore – smentì subito la rossa.
- nessun errore ragazza mia, io mi fido di te e delle tue qualità, so che sarai bravissima! - la rassicurò Leevy svolazzandole allegra davanti al viso.
- ma se non mi conosci neanche… - obbiettò scettica, ed impaurita, Fiore.
- se non lo fai tu non lo farà nessun altro, vuoi davvero che la città e tante vite vengano distrutte?? – chiese con due occhioni colmi di lacrime la creaturina, e la stilista tornò a guardare il televisore: quella specie di pazzo psicopatico aveva rovesciato un’auto, poi ne aveva sollevata una seconda e l’aveva lanciata lontano come una cartaccia senza il minimo sforzo. Impattando l’auto esplose, non sapeva neppure se ci fosse qualcuno dentro, sentiva solo urla, sirene e il suo cuore che le martellava nel petto e nelle orecchie. Ma che cosa poteva far lei? Che cosa avrebbe mai potuto fare una come lei? Neanche suo padre aveva sommesso una lira su di lei in 24 anni di vita, e ora? Ora dipendeva tutto da lei? Impossibile, non ne sarebbe mai stata in grado… eppure… eppure quella buffa creaturina, con quella vocetta dolce, le aveva appena detto che si fidava di lei, che avrebbe scommesso tutto su di lei.
- dimmi cosa devo fare, Leevy – acconsentì, sentendosi una vera pazza sconsiderata per aver accettato.
- lo sapevo che eri una tosta!- esultò la colombella volteggiando in aria, poi si diresse alla scrivania e prese, con fatica, una sua penna e scrisse velocemente qualcosa su un foglio che portò con se volando da Fiore, -tieni – le disse porgendoglielo, - quando avrai indossato il miraculous dovrai dire “Leevy, trasformami” e io ti trasformerò, ma verrò assorbita dalla tiara, quindi non potrò più dirti nulla, per questo hai tutte le informazioni su questo foglio – la istruì e si mise in posizione, - pronta? – chiese.
- domanda sbagliata, tesoro – si lamentò la rossa, si guardò nello specchio sopra il cassettone, prese un respiro profondo, si mise la tiara sul capo e pronunciò la fatidica frase: - Leevy, trasformami! –
In un baleno il kwami venne risucchiato dalla coroncina, che da dorata mutò le sue sembianze, diventando una vera coroncina di foglie d’ulivo, poi una grande energia l’avvolse e subito Fiore si sentì pervasa di una forza, nuova, la caviglia non le faceva più male e si sentiva forte e sicura di se.
Quando la luce che l’avvolgeva si dissolse vide le sue nuove fattezze: la coroncina l avvolgeva la nuca posandosi su entrambe le orecchie, i suoi indomabili ricci rossi erano stati raccolti in una coda alta, i suoi occhi erano stati coperti da una maschera che sembrava fatta di pizzo. Indossava una tuta aderente bianca e brillante, adornata da delle spalline ed una cintura/gonnellina di piume rosa, sul petto un ricamo d’oro raffigurava la sua corona di ulivo; si voltò leggermente e vide sul suo sedere una grande ed ingombrante coda di piume bianche.
Fiore decise che non era quello il tempo per specchiarsi e si affrettò a leggere le istruzioni lasciatele dal suo kwami: il punto numero uno della lista diceva “1) trovati un nome da super eroe” e lo considerò abbastanza trascurabile data l’emergenza, quindi si diresse immediatamente al punto due:

2) stacca la tua “coda” e agitala come le ali di un uccello.

Non poco stupita da ciò che aveva letto la neo-eroina armeggiò un po’ con il suo costume e scoprì che quelli che adornavano il suo didietro erano due ventagli fatti di piume, si mise il foglio di istruzioni tra i denti ed agitò un po’ le braccia mentre impugnava saldamente questi ultimi ed immediatamente si sentì leggera, come cullata dal vento… così leggera che spiccò un balzo che la fece sbattere di testa al soffitto e capitombolare al suolo.
Tra un’imprecazione e l’altra lesse il punto tre, che recitava:

3) apri la finestra prima.

- Ma magari scriverli in ordine no? – sbuffò mentre si preparava a spiccare il volo oltre casa propria… lei che era sempre stata un pericolo pubblico anche al volante del motorino. Dopo aver recitato qualche preghiera prese la rincorsa e agitò i ventagli nel momento in cui balzava oltre il davanzale e, con sua somma sorpresa ed emozione, volò, e si sentì libera come mai era stata.


 
***
- i cattivi stanno attaccando…- piagnucolò Palmm stringendosi più forte al vestito della vecchia guardiana, che di nuovo scrutava l’orizzonte dalla cima del Cupolone.
- non aver paura amico mio, bisogna avere fiducia nei giovani, e soprattutto recapitare questi due ai legittimi proprietari. –lo rassicurò quella estraendo dalla Miracle box altri due scrigni.
- è sicura della scelta? – chiese ancora titubante la piccola civetta.
- certo, quella ragazza della fermata dell’autobus e il ragazzino che si stava facendo investire mi hanno trasmesso una vibrazione molto positiva, la stessa dei primi fiori di primavera… qualcosa come un nuovo inizio! – lo rassicurò Edda fissando i piccoli occhi azzurri nel cielo di Roma, oscurato da alcune nuvole malevole. – necessitano ancora di un’ultima prova ciascuno, ma io sono troppo stanca, dovrai farlo tu al posto mio. – lo informò e il kwami fece cenno di sì con il capo, afferrò entrambi gli scrigni nelle sue piccole zampette e si diresse in volo verso la sua missione.
- fai in fretta piccolo amico mio, te ne prego. – bisbigliò l’anziana donna al vento mentre cadeva in ginocchio sul marmo della cupola di San Pietro.


 
***
Il piccolo Luca era un ragazzino come tutti gli altri, aveva 9 anni, gli piaceva il pallone e molto meno andare a scuola. Stava aspettando che sua madre Lella lo chiamasse dal balcone di casa urlando che era pronto in tavola, e nel frattempo stava facendo due tiri nel parchetto sotto casa. Un calcio troppo potente fece rotolare il pallone da calcio sotto la chioma di un albero e il bimbo si precipitò a prenderlo proprio quando vide il tronco tremare e udì una sonora parolaccia, poi la chioma agitarsi e una ragazza cadere al suolo proprio davanti alla sua palla.
- Mannaggia che botta! Però ehi, non fa così male… neanche la caviglia e la testata che ho preso al soffitto prima… dev’essere merito dei miei nuovi superpoteri… - pensò Fiore a voce alta.
- e tu chi sei? – le chiese una voce davanti a se e, alzando gli occhi, vide un bambino grassottello che a guardava con aria di sufficienza mentre si infilava un dito ben in profondità nel naso.
- io? – disse subito alzandosi e mettendosi in una posa da supereroe, con le mani sui fianchi e lo sguardo fiero perso nel domani, - io sono un supereroe. –
- a me me sembri solo ‘na svitata – la smontò il piccoletto.
“ma tu guarda che maleducato…” pensò la ragazza.
- E di ‘n po’, quale sarebbe il tuo nome da supereroe? – la incalzò il piccolo teppista prendendola in contropiede, e Fiore capì perché il punto numero uno era proprio il primo della lista di Leevy.
- io sono… io sono… - temporeggiò laconica guardandosi intorno mentre già quello la sfotteva sostenendo che manco sapesse “er nome suo”, poi il suo sguardo si posò su una tortora che tubava facendosi il bagno in un fontanino lì di fronte e si illuminò:
- io sono White Dove ragazzino, e sentirai parlare di me al telegiornale di stasera! – promise mentre spiccava di nuovo il volo verso il nemico che doveva sconfiggere.
- mah, a me continua a paremme na svitata. Na svitata volante! –


 
***
White Dove atterrò sul ponte Sant’Angelo e ormai tutti erano già scappati via, solo il mostro, che sembrava un energumeno con la pelle scura come la notte, vestito con un’armatura rossa era ancora lì e distruggeva ogni cosa: sradicava lampioni come erbacce e li usava per percuotere e distruggere i tettucci delle macchine abbandonate in mezzo al ponte.
Fiore stava ancora pensando a cosa dire per la sua primissima entrata in scena che il mostro si voltò verso di lei, come se l’avesse percepita arrivare, e si mise a correre nella sua direzione brandendo la spada; senza neanche accorgersene la supereroina in erba stava correndo a più non posso lontano dal suo inseguitore, riuscendo a sorprendersi da sola nel riuscire a schivare i fendenti che le arrivavano alle spalle semplicemente grazie allo spostamento d’aria che provocavano, era come se tutti i suoi sensi fossero all’erta come mai prima. Con una capriola si portò alle spalle del cattivo e, prima ancora che si voltasse, era già sparita dalla sua vista.
L’eroina-colomba si era nascosta dietro l’ultimo lampione che resisteva, il fiatone sembrava volerle far esplodere i polmoni ed era scossa da tremiti di paura. Con mani tremanti lesse il punto quatto della lista:

4) i tuoi ventagli sono le tue formidabili armi!

Certo, così sembrava facile… ma non fece in tempo neanche a capire come diavolo quei ventagli di piume da spogliarellista anni ’20 potessero essere offensivi che il suo riparo fu eradicato come il resto dei lampioni e lanciato via lontano.
Il suo nemico aveva alzato la spada e stava per precipitarla su di lei, la giovane stilista tentò il tutto per tutto, richiuse i ventagli e li incrociò in alto sulla sua testa, e questi si rivelarono più solidi del previsto bloccando il fendente.
Ok, era riuscita ed evitare l’affettamento, ma quanto ancora avrebbe resistito? Quel mostro era di gran lunga molto più forte di lei e non voleva cedere, le sue braccia invece stavano per cedere; pensò rapidamente a come sottrarsi ma non ci riuscì e avere vicino quell’orrore sena faccia non l’aiutava a riflettere.
Quando però era sul punto di cedere e già temeva la lama su di se una specie di bastone comparve nel suo campo visivo, colpì il guerriero nero e lo spinse via lontano: quel bastone era in realtà una lancia d’oro, ed era impugnata da un altro eroe, vestito con una tuta aderente color bronzo, coronato da u n pesante elmo dorato e varie protezioni d’oro da gladiatore sulle spalle, ginocchia e cintura.
Fiore non stava campendo bene che cavolo stesse accadendo, pensò di trovare qualche spiegazione sulle sue istruzioni, ed in effetti il punto cinque recitava:

5) trova degli altri eroi che ti aiutino.

- e tu chi sei? – chiese.
- io sono Gladiator, non preoccuparti Colombella, ora ci penso io a questo cattivone. – la rassicurò quello spavaldo.
- lieta della tua presenza – rispose lei portandosi al suo fianco mentre spiegava i ventagli, - ma chiamai ancora colombella e dopo aver sistemato lui do due schiaffi anche a te!

 
***
Intanto  nella cattedrale oscura i due perfidi amanti osservavano lo sviluppo della storia nel riflesso di uno specchio d’acqua.
- il miraculous della liberazione è finalmente apparso Mia Signora! – commentò il cavaliere scarlatto.
- e con lui anche quello della sottomissione – puntualizzò la Dama Nera, - la battaglia degli eroi è iniziata! –


NOTE DELL’AUTORE (FALLITO)
Salve popolo di bestioline miracolose!
Eccomi tornato con il secondo capitolo della nostra avventura, la giovane Fiore è entrata in azione e con lei anche il misterioso Gladiator.
Allora, andiamo con
 ordine:
1) questi due personaggi sono mie creazioni, se così si può dire, e, dato che io in campo di editing sono ignorante come una zappa vi inserisco i link delle immagini dei loro “prestavolto”

https://lh3.googleusercontent.com/proxy/KHQ5i6GHmMpDOn0f3ZEgBBohIStt1S-0BmPXuOoJl0mbIaXrPNh6c63WuYKThXtLrhT3QGUU6pISCmnoCiTQI_QpBhhzVY6gbsXiGKlhWp6Bb4-3ABfZAwGoJTqywqVjffgAUA

https://magazineclonerepub.blob.core.windows.net/mcepub/1/160144/image/cd455c51-7e48-4f99-92b4-2eff2a90d49e.jpg
questi due fighi allucinanti sono ricordi della mia infanzia, dalle trasmissioni televisive “Camilla store” e “Grachi”, dite un po’, li guardavate anche voi su Super! Quando eravate cucciolotti? allego anche il link di una mia piccola fanart su questa FF, fatemi sapere se vi piace https://flic.kr/p/2kNME8P
2) in questa FF cercherò di fare un bel po’ di citazioni “pop” ad alcune delle quali saranno associati giochi con fantavolanti premi, VENGHINO SIGNORI VENGHINO! In questo capitolo l’ester egg è stata la lista da istruzioni da leggere nel bel mezzo dello scontro, scena ripresa da ONE PIECE nello scontro tra Nami e Miss Doublefinger. Ve lo ricordavate? Ne sapevate almeno l’esistenza? Lo avevate intuito?
3) IN QUESTO CAPITOLO APPAIONO ANCHE I PERSONAGGI PROPOSTI DA HARRY FINE E SAPPHIR DREAM, OVVERO L’IMACCIATO DAVIDE E LA MISTERIOSA RAGAZZA CON LA TRECCIA, E NEL PROSSIMO CAPITLO VEDREMO IL LORO DEBUTTO!
Colgo l’occasione per ringraziarli della fiducia nel affidarmi i propri personaggi e ricordare ad entrambi che nel prossimo capitolo, in cui (allerta spoiler) vedremo la consegna dei loro miraculous, dovranno rimettersi in gioco e scrivere ancora qualcosa su di loro!
4) a questo punto restano ancora aperti i casting per tre poteri:
FORZA D’AZIONE
INVERSIONE
VISIONE
Non siate timidi, mettetevi in gioco proponendo il vostro OC, io vi aspetto! In allegato le regole per partecipare:
dopo aver scelto l'attributo che più vi suona bene provate a cucirci su un personaggio ad hoc seguendo queste semplici regole:
-età comprsa tra 14 e 30 anni
-può essere originario di tutto il mondo ma abitare a Roma
-deve aver incontrato la custode in una circostanza che ha messo in luce le sue capacità, come nel primo caso la generosità di Fiore.
dopo aver pensato a tutto ciò elaborate una scheda personaggio includendo:
-età
-aspetto fisico
-carattere
-storia personale (sbizzarritevi)
-perchè avete scelto propriò quell'attributo e perchè starebbe bene al vostro personaggio
-la descrizione almeno approssimativa dell'incontro con la guardiana
per evitare sovraffollamenti su pochi attributi sarebbe meglio inserire in una recensione quello che avete scelto così i ritardatari potranno farsi un'idea.
inviatemi la scheda per messaggio privato con oggetto "OC"
che dire, buon divertimento!
 BACI, SG

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** vento d'argento ***


CAPITOLO 3:

VENTO D’ARGENTO

 
- e tu chi sei? – chiese White dove al nuovo arrivato, dopo aver preso un grande respiro di sollievo, lieta di non essere stata affettata.
- io sono Gladiator, non preoccuparti Colombella, ora ci penso io a questo cattivone. – la rassicurò quello spavaldo.
- lieta della tua presenza – rispose lei portandosi al suo fianco mentre spiegava i ventagli, - ma chiamami ancora colombella e dopo aver sistemato lui do due schiaffi anche a te! – lo minacciò irritata dalla sua arroganza, ma chi si credeva di essere quel bell’imbusto? E poi perché lui aveva un bell’elmo decorato a celargli il viso e lei solo quella specie di mascherina? Insomma, si sa che per un supereroe l’identità segreta era importante, questa era una vera e propria presa in giro! Si appuntò mentalmente di sporgere un reclamo ufficiale al suo Kwami… chissà poi che sarebbe successo se i suoi avessero acceso la Tv e l’avessero riconosciuta.
Mentre la nostra eroina era immersa in questa sublime sega mentale il cavaliere malvagio era tornato alla carica, e mentre il suo fendente veniva bloccato prontamente dalla lancia di Gladiator Fiore usò la sua spalla come trampolino per lanciarsi sul nemico, con i ventagli gli sferzò il viso inesistente e la lama d’aria venutasi a creare lo colpì facendolo indietreggiare-
- però, sei forte, colombella! - si complimentò quello che a quanto pare sarebbe stato il suo partner.
- e tu sei sordo, ti ho detto di non chiamarmi così! – si spazientì. Poi decise di rimandare le lamentele a pericolo scampato e chiese:
- ce l’hai un piano?
- neanche mezzo Signorina, tu che proponi? – rispose quello sfoggiando un’allegria che faticava a comprendere, possibile che per lei questa storia del supereroe fosse una grande ed enorme spina su per il… mentre ‘sto troglodita pareva carico a pallettoni?
- uno, forse, ma mi serve che tu lo tenga impegnato per un po’ – propose.
- agli ordini Capa! – acconsentì quello tranquillo mentre si lanciava all’attacco del nemico, e mentre spada e lancia si scontravano ripetutamente la super-colomba tirò fuori di nuovo il bigliettino di istruzioni cominciando a leggerlo frenetica alla disperata ricerca di una soluzione.
- di un po’, ne hai ancora per molto, non è come una passeggiata di salute qui, sai? – la informò il suo collega sarcastico, tradito tuttavia da un certo affanno nella voce.
- che fine ha fatto il “ora ci penso io a questo cattivone”, eh spaccone? – non resistette Fiore e quello rispose con un grugnito… chissà che animale era il suo Kwami, un maiale forse? – comunque sulle istruzioni del mio Kwami c’è scritto che posso usare il mio potere speciale per distruggerlo, ma deve essere messo al tappeto prima, qual è il tuo potere speciale, Gladiator? – chiese.
- istruzioni? Poteri speciali? Credo che il tuo Kwami sia molto più organizzato de mio, colombella… - commentò preoccupato.
White Dove si buttò nella mischia e insieme assestarono qualche colpo al mostro e poi arretrarono in seria difficoltà, mentre quello si rimetteva in piedi.
- senti un po’, nasconditi in quella macchina con i vetri oscurati, detrasformati e chiedi al tuo Kwami, io lo tengo impegnato. – pianificò l’eroina.
- sicura? – chiese Gladiator, nella sua voce non c’era più nessuna ironia, solo pura preoccupazione.
- assolutamente no! – chiarì la ragazza, ma al contempo gli fece un occhiolino e spiccò il volo, iniziando a ronzare intorno al nemico che cercava di allontanarla a colpi di spada, mancandola in continuazione-
- ok, d’accordo! – ringhiò Gladiator e con un balzo si tuffò in una macchina divelta passando per il finestrino rotto, pronunciò le parole “ Aares, detrasformami” e immediatamente la trasformazione quantica si sciolse, e un piccolo Kwami che somigliava ad un maialino tutto nero, con due grossi denti sporgenti veniva sputato fuori dalla sua collana a forma di zanna.
- dimmi immediatamente qual è il mio potere speciale, non c’è tempo! – supplicò concitato il ragazzo alla creaturina che sembrava stanca ed ansimante.
- scusa Diego, ma non mi hai dato il tempo di spiegare prima, è colpa tua! Il tuo potere speciale è l’onda d’urto, puoi invocarla e lanciarla con un pugno, vedrai che funzionerà. – lo rassicurò l’animaletto.
- perfetto, ritrasformami ora, presto!! – affrettò il ragazzo soffiandosi i capelli che gli erano caduti davanti al viso, osservando dallo specchietto retrovisore la sua compagna che sempre con più difficoltà evitava i colpi del soldato fantasma.
- veramente ci sarebbe un problemino… - obbiettò Aares.
- e quale cavolo sarebbe?! – chiese impanicato i ragazzo.
- ho troppa fame… - piagnucolò il Kwami.
- come fai ad avere fame in una situazione del genere?! – sbottò stranito Diego cercando disperatamente qualcosa nelle tasche, esultò quando ci trovò una vecchia caramella gommosa alla frutta e la lanciò all’animale magico. Una volta sorvolato lo sgomento per averlo visto ingurgitarla intera, con tanto di carta, urlò “ Aares, trasformami!” e si precipitò fuori dalla vettura.
Proprio in quel momento il soldato fantasma era riuscito ad acchiappare Fiore per un piede, ella gemette per il rinnovato dolore alla caviglia e non riuscì ad opporsi mentre veniva scagliata lontano. Strinse forte gli occhi irrigidendosi pronta al doloroso impatto, ma questo non arrivò mai: Gladiator l’aveva afferrata al volo, la teneva saldamente in braccio e, la lancia ancorata alla schiena, la stringeva saldamente a se.
- Due salvataggi in un solo giorno, Colombella… e neanche un grazie – scherzò il ragazzo e lei si sentì avvampare, arrossita di colpo, e borbottò un “smettila di fare il cretino e datti da fare”.
Il giovane eroe la posò delicatamente a terra e si parò davanti a lei, mentre il nemico prendeva la carica contro di loro, quindi batté il pugno destro per terra e questo si illuminò di una calda luce dorata, e, mentre il soldato era arrivato a pochi passi da loro e stava per calare il filo della spada sulle loro teste,
- ONDA D’URTO! – esclamò l’eroe e dal suo pugno si scatenò una forte spirale d’energia che investì il nemico catapultandolo al suolo, sconfitto.
- ora tocca a me! – si fece coraggio Fiore spiccando il volo, - VENTO ARGENTEO! – chiamò il suo potere brandendo entrambi i ventagli, e si scatenò un forte vento che portava con se piccole scintille argentate, che avvolse il soldato in un tornado e, quando il vento si fu placato, di lui non c’era più traccia se non due piccole sfere simili a bolle di sapone, una rossa e una nera, che presero a fluttuare nell’aria sempre più lontano.
- svelto, ora ci ritrasformeremo, dobbiamo trovare un posto al sicuro- suggerì White Dove sentendo l’allame del suo miraculous suonare sempre più concitato, mentre una ad una le foglie della sua coroncina diventavano nere.
I due supereroi saltarono dal ponte sopra i tetti di Roma per qualche minuto, allontanandosi dal luogo della battaglia, fino ad atterrare in un vicolo squallido.
Erano uno di fronte all’altra, ancora ansimanti, quando la trasformazione quantica di Gladiator si sciolse e rivelò la figura di Diego.
- ehm… ciao? – disse il ragazzo in visibile imbarazzo; Fiore avrebbe davvero voluto rispondere, ma era troppo impegnata a concentrarsi per non sbavare alla vista di quel figo allucinante…
- che cavolo state facendo?! – la riscosse la vocina del Kwami di Gladiator tutto agitato, - voi non dovreste conoscere le vostre identità segrete! VAI VIA DI QUI ORAAAA –
Interdetta Fiore scambiò un ultimo sguardo al ragazzo stupito quanto lei, e spiccò il volo sparendo dalla sua vista.
- aspetta, non andare via! – disse Diego ormai al muro davanti a se.


 
***


Il piccolo Palmm spiava Andrea nascosto in un cespuglio, la ragazza stava camminando mentre osservava il proprio cellulare e si dirigeva verso la fermata dell’autobus.
La piccola civetta aprì uno dei due scrigni che portava con se in bilico sulla propria testa e da quella uscì una sfera di luce, manifestando un’altra creaturina simile ad una renna
- Ciao Chopper! – salutò il nuovo arrivato, - ho bisogno del tuo potere, svelto, trasformami nella Nobile Guardiana Edda. – chiese gentile.
- certo amico mio – acconsentì l’altro Kwami soffiando su di lui e pronunciando le parole magiche “goccia astrale” e Palmm si trasformò.
La Giovane Andrea Vario era appena uscita dall’accademia di arte che frequentava, dopo aver anche ricevuto una bella strigliata dal suo maestro per essere arrivata in ritardo, ma lei non era pentita, la ragazza che aveva visto alla fermata dell’autobus era davvero triste e aveva bisogno di una mano, non sarebbe mai riuscita a tirarsi indietro.
Anche ora era in ritardo, il pullman era già alla fermata e lei ne distava ancora una buona cinquantina di metri; per fortuna per lei, anche se tutti quelli che erano sotto la pensilina erano già saliti, l’autista era impegnato a discutere con una vecchietta che ancora era a terra.
- Le ho già spiegato signora, non posso farla salire se non mi paga il biglietto, anche se mi dispiace tanto, devo far rispettare le regole! – stava dicendo l’uomo in visibile disagio.
- la prego, mio marito è solo a casa, non ce la farò mai ad arrivare a piedi prima di sera, può prendere questi soldi e poi le darò il resto, lo prometto…-
L’autista era visibilmente in difficoltà, e gli altri passeggeri stavano iniziando a lamentarsi intimandogli di sbrigarsi.
- Pago io il biglietto della signora, - si intromise Andrea porgendo il suo biglietto e una banconota al controllore che tirò un sospiro di sollievo.
La giovane fece per salire mentre quello compilava il biglietto per la nonnina, ma lei l’afferrò per la giacca e fece per porgergli i pochi spiccioli che aveva, ma Andrea le donò un sorriso radioso, prese la mano rugosa e la rimise nella tasca da cui aveva preso i soldi, rifiutando.
La vecchina si sedette accanto a lei e trascorsero il viaggio chiacchierando allegramente di università, di suoi interessi e di quando la signora “era giovane”. L’anziana, che non rivelò mai il suo nome, scese alla fermata prima della sua e si congedò dicendo una frase che Andrea non capì a pieno:
- Ti avevo giudicata male, sarai una portatrice perfetta –
L’artista era confusa, e quando notò sul sedile vuoto accanto a se una scatolina abbandonata, si sporse per avvertire la signora della dimenticanza, ma quella era già sparita…



 
***

- Il nostro emissario è stato sconfitto, mio amato – informò la Dama Nera.
- i poteri dei miraculous delle tredici stelle sono grandi Mia Signora, e aumenteranno man mano che si riuniscono – ribatté il soldato rosso.
- allora dobbiamo agire in fretta – ringhiò la donna stringendo i pugni –un nuovo miraculous è stato consegnato, bisogna eliminare la ragazza prima che scopra i suoi poteri!
- creerò per te un guerriero più potente, Regina del mio cuore – acconsentì l’uomo prostrandosi e baciandole la mano, mentre le due bolle che si erano liberate dalla distruzione del soldato tornavano da loro passando per un foro nella vetrata della chiesa diroccata.
***
White Dove varcò la finestra della sua camera appena in tempo per ritrasformarsi e vedere la sua piccola creaturina venir sputata fuori dalla corona e volare via scoordinata come un palloncino che si sgonfia, per poi riuscire ad afferrarla al volo.
- tutto bene piccolina? – chiese premurosa Fiore.
- si, sto bene, - la rassicurò Leevy – avrei solo tanta fame. –
Qualche minuto dopo la giovane stilista fissava incredula la scena in cui era stata catapultata: in pigiama e con una corona d’oro tra i capelli mangiava spaghetti di riso in compagnia di un essere non ben identificato che, seduta sul bordo della tazza di cartone, si cibava con gusto di quella schifezza brandendo la bacchetta come un remo. Evidentemente, pensò, questi Kwami non avevano gusti esigenti.
- perché non posso sapere chi sia Gladiator? – le chiese.
- è una delle regole fondamentali dell’ordine dei guardiani questa! – la informò la piccola colomba – lo so che ti può sembrare senza senso e controproducente, ma da tanto tempo si tramanda la storia di due portatori di miraculous gemelli, come il tuo e quello della sottomissione, che dopo aver scoperto le reciproche identità si innamorarono, impazzirono e scelsero la via del male, da allora è diventato un divieto tassativo. –
- in che senso “gemelli” – chiese ancora.
- il tuo potere, quello della liberazione, scioglie tutti i vincoli e gli incantesimi, è un potere che libera chiunque da qualsiasi giogo lo opprima, quello del facocero invece è il potere della forza bruta, che per secoli è stato usato per la lotta cruenta e la sopraffazione – spiegò la Kwami lasciandosi andare ad un risolino alla vista della faccia sconvolta di Fiore, - non guardarmi con quella faccia! Come hai potuto vedere oggi i due poteri sono complementari, esistono per stare insieme e sono entrambi utili e necessari a mantenere l’equilibrio anche se profondamente diversi. -
Fiore restò un attimo con uno spaghetto fermo a mezz’aria per metabolizzare quel ragionamento, poi chiese ancora:
- ma che senso ha nascondere la nostra identità tra di noi se ci riconoscerebbe chiunque con quei ridicoli travestimenti?! – si lamentò scettica.
- ohohohoh, sciocchina! – rise la colombina e Fiore ebbe la sensazione che avrebbe tanto voluto chiamarla deficiente anziché sciocchina, - la vostra trasformazione quantica è magica! Nessuno può vedere te attraverso la maschera. – spiegò pratica.
- La vecchietta che mi ha dato la collana è uno di questi guardiani?
- sei intelligente! – si complimentò smentendo ciò che aveva detto poco prima – si, la nobile Edda è una guardiana, ha custodito per quasi cento anni la Miracle Box contenente le tredici stelle, ovvero i tredici miraculous che da sempre proteggono questo paese; ha percepito con i suoi poteri l’arrivo di un nemico potente e ha iniziato a cercare una nuova generazione di eroi proprio come te, e il tuo compito è trovare e riunire gli altri undici portatori! –
- perché è così importante? –
- i miraculous non si chiamano “tredici stelle” a caso: riunendoli tutti insieme si può evocare uno dei poteri supremi che permette di annientare le forze del male, proprio come una grande costellazione che illumina la notte. –
- sembra un compito molto difficile, io non so se sono in grado di farlo… - commentò laconica la ragazza abbassando lo sguardo sul brodo che era rimasto nel contenitore.
- oh Fiore! – la consolò la creaturina svolazzandole allegra davanti al viso, - oggi sei stata fantastica, sei intelligente, coraggiosa, e più di ogni altra cosa, ha i un cuore grande e puro! La guardiana non ti ha affidato questo miraculous per caso, lei ha scelto proprio te perché h visto dentro di te qualcosa di meraviglioso, e anche io lo vedo.-
- sei dolce… - ringraziò la ragazza prendendola delicatamente tra le mani, - ma se vi foste sbagliate a fidarvi di me? –
Allora Leevy scoppiò in una tenera risata reggendosi la pancia, - sono quasi sicura di no! – la smentì orgogliosa, - la Nobile Edda può vedere il futuro! –
Fiore rimase un po’ in silenzio a pensare a quanto potesse essere ben riposta la loro fiducia, o forse magari era lei ad averne fin troppo poca in se stessa?
- Sai – disse alla colomba – non so se sarò una brava supereroina, ma di una cosa sono certa. Noi due diventeremo grandi amiche! –


 
***



Palmm aveva il fiatone, a furia di svolazzare per la città sulle tracce del secondo ragazzino individuato dalla guardiana, e si sentiva anche abbastanza contrariato, insomma, poteva accettare di essersi sbagliato sulla ragazza con la treccia, ma questo era senza dubbio un vero inetto!
- ci siamo – lo avvertì Chopper, tirandolo per appostarsi dietro un cespuglio, -adesso ti trasformo! –
- ma tu sei sicuro di voler… andare con quello lì?! – chiese sconcertato il Kwami-civetta.
- certo che sono sicuro! Mi fido della guardiana e soprattutto so che quel ragazzino ha un grande potenziale – lo rassicurò il Kwami-cervo.
- e va bene, ma io sono ancora scettico, secondo me è ancora troppo infantile, e te lo dimostrerò, trasformami in un bambino – ordinò.
- che intenzioni hai? – chiese sospettoso Chopper.
- semplice, un bambino non si può prendere cura di un altro bambino, e ora te lo dimostro, - chiarì con un ghigno furbetto Palmm mentre, con un sospiro, veniva trasformato.
Davide stava messaggiando su un forum con le cuffie ben piantate nelle orecchie, a gambe incrociate e testa china su una panchina fuori dal centro commerciale, era solito tenere le auricolari per chiudere tutto il mondo fuori da sé, eppure un rumore stranamente riusciva a penetrare oltre il suo muro di musica: era il pianto di un bambino; il ragazzo alzò la testa e si guardò intorno e vide un bimbo sui 5 o 6 anni, biondissimo, solo a pochi metri da lui che si copriva in viso con le manine e piangeva disperato.
Non sapendo cosa fare, si avvicinò titubante e gli chiese perché piangesse.
- Non trovo la mia mamma! – gli rispose mostrando un grande paio di occhi grigi e umidi.
- stai tranquillo piccolo, - lo rassicurò prendendogli la mano, - dove è andata la tua mamma? Ti aiuto io a cercarla. –
Il bambino sembrò placare il suo pianto spaccatimpani e, scosso dai singhiozzi, indicò con la manina il centro commerciale.
Davide sbiancò… entrare là dentro con quel bambino sarebbe significato essere in un luogo chiuso, tra la folla, con neanche lo spazio per respirare e al sol pensiero sentiva lo stomaco aggrovigliarsi e la testa girare.
- Mi accompagni dalla mia mamma? – chiese ancora il bambino, ormai senza più neanche una lacrima e un bel ghigno furbetto.
- o.. ok piccolo, ora… ora ci sono io, coraggio – rispose più a se stesso che al bimbo.
Entrando nel centro commerciale tenne gli occhi fissi a terra sul pavimento, si concentrava sul ritmo del respiro e si ripeteva come un mantra “ce la puoi fare, ce la devi fare!”, ma ogni suo tentativo di rimanere calmo si infranse quando quel piccolo stronzetto gli fece candidamente notare che stava tremando come se si fosse preso una scossa da 220Kw.
Davide chiuse forte gli occhi per non vedere niente, ma che stava facendo? Non era di certo compito suo, che era solo un adolescente, aiutare quel moccioso, e poi non era neanche sicuro che fosse li sua madre, magari era fuori e lo stava cercando e lui sarebbe anche stato accusato di rapimento! Si, la soluzione migliore era sicuramente quella di mollarlo lì e scappare alla velocità della luce prima che…
- ehi tu, che fai con quel bambino? – chiese una voce alle sue spalle. Ecco, era fregato, ora lo avrebbero arrestato e si sarebbe dovuto far fuori da solo ingoiando pezzi di vetro prima di venire stuprato dai galeotti in gatta buia!
- Hai per caso riportato qui mio nipote che si era perso? – chiese ancora quella voce e si prese coraggio ad alzare lo sguardo dai propri piedi: era una vecchia, solo una vecchia.
- ecco io… si signora – rispose nascondendosi fin sul naso con il collo della felpa.
- ti devo dunque ringraziare, giovane eroe – gli sorrise quella.
Allora Davide si voltò verso il bimbo che si era pietrificato e guardava con timore la vecchietta.
- è come dice lei, è davvero tua nonna? – chiese sospettoso mordendosi la lingua prima di aggiungere “questa vecchia megera”
- ecco io… si, è lei! – rispose titubante.
- ma non eri venuto con tua madre?
- mica ho specificato SOLO con mia madre… - sbuffò il bimbo scocciato di essere stato preso in castagna su tutti i fronti.
- non preoccuparti più di questo monello, adesso lo riporto io dalla madre – gli sorrise la signora prendendo per mano il bambino che si nascose dietro di lei.
- oh bene, perfetto, allora io vado! – si defilò il giovane pronto a svignarsela ma la donna lo fulminò con un “fermo” molto autoritario che gli fece correre un brivido lungo la schiena.
- di un po’ nipotino, - prese la parola arricciando le labbra in un sorriso vittorioso, - on vuoi ringraziare il tuo amico per averti aiutato, sfidando le sue paure? –
Ma come sapeva che se la stava facendo sotto? Era lei una strega o lui così patetico da farlo intuire anche ad una vecchia ciabatta?
Il bambino si avvicinò a lui con passi pesanti e con uno sbuffo e un “tieni” gli piantò una scatoletta tra le mani, e poi entrambi girarono i tacchi e sparirono.
Davide avrebbe voluto stare ancora lì a chiedersi quanto fossero esauriti quei due, ma era ancora in preda ad una crisi ansiogena, quindi si ficcò quella scatolina nello zaino e si precipitò fuori.
- Te l’avevo detto, Kwami di poca fede – gongolò Edda.
- avrò ragione quando combatteranno, e ora voglio un gelato!
 
 
***



Fiore non avrebbe mai immaginato che volare fosse una sensazione così stupenda, cioè, lo aveva di certo immaginato, sognato, come tutti, ma farlo sul serio era così straordinario da non essere minimamente paragonabile a nessuna fantasia.
Era uscita di casa dopo la lunga chiacchierata con il suo Kwami e dopo essersi vista al telegiornale nei panni di una supereroina ed ora era seduta comodamente seduta sul colonnato del Foro, guardava la luce del tramonto illuminare il Colosseo davanti a se, lasciando che tutta quella bellezza la confortasse dal suo sentirsi costantemente sotto pressione, inadeguata al ruolo che avrebbe avuto da quel momento in poi.
- Ciao Colombella – la salutò una voce alle sue spalle, era Gladiator che con un balzo era giunto sulla sua stessa colonna e le si sedeva accanto.
- cosa ti ha spiegato il tuo Kwami? – gli chiese di rimando la ragazza, senza distogliere lo sguardo davanti a se.
- tante cose… del perché dobbiamo combattere anche se non sappiamo contro chi e del perché non posso sapere chi tu sia – la informò
- e che ne pensi? – lo incalzò
- beh, che se c’è da lottare io non mi tiro indietro, anche se lo sappiamo tutti e due che sarà difficile e pericoloso, però ehi, siamo in tredici no? Saremo presto un ben gruppo! Speriamo che siano simpatici gli altri, e non dei musi lunghi come te Colombella – scherzò guadagnandosi un’occhiataccia – per quella cazzata delle identità segrete beh, secondo i fumetti della Marvel è una cosa fondamentale, ma in questo caso è diverso… -
- perché è diverso? – chiese ancora.
- beh perché tu sai chi sono, non è giusto! Dovremmo essere pari, e invece… -
Fiore non poté che ridere, si aspettava chissà che discorso, e invece era solo un capriccio da bambino… eppure le aveva sollevato facilmente il morale.
- Io non so chi sei, so che faccia hai, è diverso- precisò.
Il supereroe non fece in tempo a rispondere che un grande boato riempì l’aria, i due si guardarono negli occhi, anche se quelli di Diego erano nascosti dalla griglia dell’elmo, si scambiarono un cenno e saltarono giù dalla colonna, in direzione di quel rumore pericolosamente sospetto.


 
***



- Senti un po’ tu, non mi hai ancora detto cosa cavolo sei, da dove cavolo sei spuntato fuori, come cavolo fai a parlare e, soprattutto che cosa vuoi da me…. ma almeno mi vuoi dire PERCHE’ CAVOLO QUESTO MOSTRO MI INSEGUE?!?!?- urlò spazientita Andrea mentre correva concitata inseguita da un cavaliere fantasma come quello che aveva visto alla TV quella stessa mattina, armato stavolta non solo di spada ma anche di un grande scudo rotondo.
- cashpita, ti piacciono proprio questi cavoli… e poi te l’ho detto, io shono Moon, il tuo Kwami – le rispose la creaturina che era uscita dalla scatola che aveva aperto sul pullman mostrando un curioso difetto di pronuncia della lettera S.
- e di grazia, che cosa sarebbe un Kwami? – chiese mentre cercava di rimanere concentrata e, credendo di potersi nascondere, si introdusse nel cantiere che stava sistemando le strade in prossimità del Colosseo.
- una creatura magica che ti strashformerà in un shupereroe! – la informò eccitato il piccolo e tenero lupetto.
- io non ci capisco più un ca… AHHHH!- non riuscì a finire la frase, la povera ragazza, che sentì la terra sotto i piedi mancare ed essere trascinata via verso l’alto. Chiuse gli occhi per lo spavento, non vide neanche il Kwami che, spaventato anche lui, si rifugiava sul fondo della borsa.
Quando sentì di nuovo i piedi per terra, ancora barcollante, aprì gli occhi e vide davanti a se una ragazza vestita di bianco, con dei caratteristici capelli rossi e occhi luminosi nascosti da una mascherina di pizzo.
- Non preoccuparti mia malvestita amica, adesso White Dove e Gladiator sono venuti a salvarti. – la rassicurò quella con un occhiolino.
- ehi! Malvestita a chi? E che razza di nome da supereroe sarebbe il tuo, ti chiami come un deodorante? – chiese scettica Andrea.
- ehi! Un po’ di rispetto! – la ammonì indispettita Fiore, e poi scoppiarono entrambe a ridere giovialmente.
- Colombellaaaaaaaa – la chiamò una voce maschile ed Andrea si riscosse; solo in quel momento si rese conto di dov’era: White Dove l’aveva presa in volo e portata nella cabina della gru del cantiere per tenerla lontana da quel mostro.
- tra poco questo mi fa a fette! – continuò a reclamare aiuto il secondo supereroe mentre con la sua lancia si difendeva dagli affondi di spada, ma a causa dello scudo apparentemente impenetrabile, non riusciva a portare avanti un contrattacco.
- rimani qui al sicuro, adesso lo sistemiamo noi due, - ordinò la supereroina facendo per buttarsi giù dalla cabina coi ventagli spiegati in mano.
In quel momento nella mente di Andrea risuonarono le parole di quello strano peluche animato: poteva essere una supereroina anche lei! - Aspetta, ho qualcosa da dirti – sbottò quindi indecisa se vuotare il sacco o meno.
- Tranquilla, sistemo questo mostro e torno a chiacchierare con te – la rassicurò Fiore lanciandosi giù verso la battaglia.
- ma io… - continuò delusa la giovane artista, - voglio essere un’eroina anche io…
***
- coraggio, hanno bisogno di te, io so che ce la puoi fare! – lo supplicò Chopper dopo averlo trascinato a pochi metri dal campo di battaglia, ma Davide non ci riusciva, aveva troppa paura, il suo stesso corpo non si muoveva.
- io… io non ci riesco, mi dispiace… - rispose tremante.
- ma questo è il tuo destino! – obbiettò triste il piccolo cervo, ma ormai il ragazzo non lo ascoltava più, si era accasciato al suolo, le mani che gli coprivano le orecchie e gli occhi serrati, con il solo suono del suo cuore martellante a coprire tutto il resto del mondo.
 
 
 
NOTE D’AUTORE
Salve a tutti, belli e brutti!
Eccoci qui al terzo capitolo, abbiamo visto il primo nemico sconfitto da Fiore e Diego, dite un po’, vi ricordano qualcuno? XD
Anche a questo giro ho parecchie cose da dire, quindi organizziamoci per punti:

1) Inizia qui ufficialmente il TRIVIAL che accompagnerà la nostra storia fino alla fine: in ogni capitolo troverete un ESTER EGG, non sapete cosa sia? Un Ester egg è una specie di “cammeo”, un’apparizione di un personaggio di un’altra opera o un riferimento in generale ad un'altra opera all’interno di una storia o film, per intenderci sono celebri nei film Disney dei disegni che ricordano la testa di topolino.Chiunque trovi per primo l’Ester egg può scriverlo in una recensione e vincerà un premio, ovvero uno spazio pubblicitario qui nelle note d’autore in cui parlo di una storia a scelta del vincitore, o anche un megaspoiler, o ancora qualsiasi cosa mi venga in mente XD

2) Questo punto è dedicato a Harry Fine e Sapphir Dream, vi stanno piacendo i vostri personaggi nelle mie mani? Non esitate ad essere onesti! Nel prossimo capitolo i vostri OC, che hanno ricevuto il miraculous del CERVO e del  LUPO (rispettivamente)  finalmente verranno trasformati, quale sarà il loro aspetto, il loro costume? Potete descrivermelo per messaggio privato, così da non spoilerare niente a nessuno LOL

3)Ora, confrontandomi con qualche lettore silenzioso ho scoperto che gli attributi ancora rimasti in ballo, ovvero:FORZA D’AZIONE e INVERSIONE
non suonano tanto bene XD, in effetti mi rendo conto che a leggerli così non sono molto belli, ma nel cartone animato in generale tutti i superpoteri fanno rima con creazione e distruzione e trovarne altri 13 non è particolarmente semplice, ma vi posso assicurare che questi due sono molto importanti, e che ricorderanno vagamente i poteri di Viperion e di Superman, quindi non sottovalutateli!

4) 
L’attributo VISIONE è stato già assegnato e vedremo un nuovo personaggio nei prossimi capitoli!

5)È il momento di aprire le selezioni per nuovi OC! Il criterio di selezione sarà sempre lo stesso, ovvero dovrete scegliere un attributo:
  1. TENTAZIONE
  2. PROTEZIONE
  3. GUARIGIONE
  4. TRASFORMAZIONE
Con l’assegnazione di questi 4 saremo a quota 11, e ci mancheranno solo gli ultimi due personaggi, i più misteriosi di tutti *.*
Passiamo a descrivere i quattro che sono in ballo ora, questi personaggi saranno - udite udite - i cattivi!!!
Vi spiego, questi quattro OC riceveranno il miraculous per caso e saranno reclutati dalla Dama nera come sgherri, per cui la scheda da inviare sarà un po’ diversa dalla precedente:


-aspetto fisico
-storia personale (sbizzarritevi)
-perchè avete scelto proprio quell'attributo e perchè starebbe bene al vostro personaggio
-la descrizione almeno approssimativa del ritrovamento del miracuolus
-l’incontro con la dama nera, almeno approssimativo, e di come questa è riuscita a portare l’oc dalla sua parte
- se l’oc è propriamente malvagio oppure è stato tratto in inganno, insomma dovete darmi un buon motivo per cui sia dalla parte del male.

Vi ricordo alcun regole fondamentali, ovvero che potete inviare tranquillamente più di un OC, che possono essere (e sarebbe molto gradito) di qualsiasi nazionalità o cultura ma devono trovarsi in Italia per qualche motivo, fosse anche di passaggio, che le schede non possono essere inviate come una recensione altrimenti svelerebbero tutto ai lettori e che è utile a chi arriva in ritardo lasciar scritto per quali attributi si concorre in una recensione.


CHE DIRE, CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO, VI ASPETTO SEMPRE PIU' NUMEROSI!
BACI
SG

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** quando l'unione fa la forza ***


CAPITOLO 4:

QUANDO L’UNIONE FA LA FORZA

 
- Colombellaaaaaaaa – la chiamò una voce maschile ed Andrea si riscosse; solo in quel momento si rese conto di dov’era: White Dove l’aveva presa in volo e portata nella cabina della gru del cantiere per tenerla lontana da quel mostro. - tra poco questo mi fa a fette! – continuò a reclamare aiuto il secondo supereroe mentre con la sua lancia si difendeva dagli affondi di spada, ma a causa dello scudo apparentemente impenetrabile, non riusciva a portare avanti un contrattacco.
- rimani qui al sicuro, adesso lo sistemiamo noi due, - ordinò la supereroina facendo per buttarsi giù dalla cabina coi ventagli spiegati in mano.
In quel momento nella mente di Andrea risuonarono le parole di quello strano peluche animato: poteva essere una supereroina anche lei! - Aspetta, ho qualcosa da dirti – sbottò quindi indecisa se vuotare il sacco o meno.
- Tranquilla, sistemo questo mostro e torno a chiacchierare con te – la rassicurò Fiore lanciandosi giù verso la battaglia, atterrando a piedi uniti esattamente sulla testa del soldato spedendolo a terra, e poi si portò al fianco di Gladiator.
- qual è il piano grande ed onnisciente capo? – la prese in giro il ragazzo mettendosi in posizione di battaglia mentre il soldato si rialzava.
- definirmi onnisciente solo perché conosco il tuo volto non ti sembra un filo esagerato? – rispose a tono Fiore preparandosi alla carica.
Come previsto il soldato nero si alzò e prese la carica contro di loro, per quanto riuscissero a schivare i fendenti, lo scudo impediva loro di portare a segno un attacco.
- Di che colore sono i tuoi occhi? – chiese fermando con la lancia un colpo diretto alla compagna.
- smettila di cercare di capire chi sono! – sbottò infastidita tirando un calcio contro lo scudo che, manco a dirlo, non si scalfì minimamente.
- è un’ingiustizia! Scommetto che anche tu ragioneresti come me se fossimo a parti invertite – la provocò Diego.
- no, perché io sono una persona matura! – lo insultò Fiore.
- aspetta! Mi stai dando dell’immaturo?! – cercò di intendere il ragazzo interrompendo la battaglia.
- si! – rispose sardonica l’eroina.
- ipocrita!
- rosicone!
Diego non ebbe possibilità di replicare, che una potente spinta li scaraventò lontano: il guerriero li aveva colpiti con il proprio scudo.
- Che botta... è tutta colpa tua, mi hai distratto! – lo accusò White Dove.
- adesso mi sono davvero scocciato, di te e di questo mostro, ONDA D’URTO! – ringhiò Gladiator richiamando il suo potere speciale e lanciando il colpo verso il nemico che, prontamente, lo parò uscendone illeso.
- merda… - esclamò allibito il ragazzo – e ora che si fa? – chiese con un risolino nervoso.
- si fa che sei un idiota! Speriamo ce funzioni… VENT’ARGENTEO! – anche Fiore provò ad usare il suo potere e il vento avvolse il nemico ma, una volta placatosi, rivelò che quello era ancora saldamente in piedi.
- ora sì che siamo nei guai… - la informò Diego mentre il suo Miraculous iniziava a lampeggiare.


 
***


- Non mi hanno ascoltato minimamente… - sbuffò Andrea dalla cima della gru.
- e non si ashcoltano neppure tra di loro, per queshto faranno una brutta fine… - sospirò Moon – solo tu puoi shalvarli! – continuò rivolto alla ragazza.
- ma cosa posso fare io? – chiese velata di tristezza.
- sholo il tuo potere può fare qualcosa ora, è il potere dell’unione, che riunisce gli eroi in un’unica grande squadra. –
- ma lei non si è fidata di me… - lo smontò Andrea.
- e tu vuoi lasciarli da sholi per questo? Ragazza, non è da te, tu shei meravigliosha e gentile, per favore abbi fiducia! – la pregò il piccolo Kwami.
- che cosa devo fare? – chiese dubbiosa la giovane artista.
- devi sholo dire “Moon, trashformami!” e al resto penso io! – la rassicurò il lupetto elettrizzato.
- d’accordo allora, Moon, trasformami! – pronunciate queste parole il kwami del lupo fu risucchiato nel bracciale della ragazza e la trasformazione quantica si attivò: il suo corpo fu rivestito da una tuta grigia con la pancia bianca, adornata da guanti neri lunghi fino al bicipite e stivali al ginocchio dello stesso colore. Completavano il costume una lunga e voluminosa coda grigia con la punta candida, una cintura di una tonalità di grigio più intensa, intonata ad un collo di pelliccia, una maschera grigia e bianca con tanto di orecchie da lupo. I lunghi capelli castani erano legati in una coda alta decorata da meches grigie e bianche.
Appesa alla cinta trovò una corda, che ad un’estremità aveva ancorato un cristallo di quarzo.
La nuova eroina si lanciò giù dalla gru atterrando alle spalle del soldato e, mentre questo stava alzando la spada verso i due ancora al suolo, Andrea lanciò la sua corda che avvolse il braccio del soldato nero e riuscì a trattenerlo tirando con tutte le sue forze, attirando l’attenzione su di se.
- E tu chi sei? – chiese stupita White Dove.
- io sono Silver Claw, e sono qui per aiutarvi. – si presentò ma, proprio in quel momento, il guerriero nero approfittò della sua distrazione per strattonare la corda e lei venne letteralmente lanciata addosso all’affiatata (si fa per dire) coppia di eroi.
- ma tu… sei la ragazza della gru? – si accorse sconcertata Fiore riemergendo da quel groviglio di braccia e gambe che erano tutti e tre a terra.
- ah fantastico, ora conosci anche questa, due su due è ancora un caso? – sibilò velenoso Gladiator.
- smettetela di litigare, adesso! – minacciò Silver Claw stanca di quei continui battibecchi, - non ce la faremo se non collaboriamo.
- scusa tanto Zanna Bianca, ma a quanto ne sappiamo il solo potere in grado di polverizzare l’amicone qui è quello della nostra principessa piumosa, quindi siamo ufficialmente nei casini… - sbuffò ancora contrariato.
- a questo c’è un rimedio – lo contraddette la nuova arrivata richiamando il suo potere: - RICHIAMO DEL BRANCO! – invocò e dal suo bracciale fuoriuscì un fascio di luce verde smeraldo, che prese la foggia di un lupo il quale, dopo aver galoppato intorno un po’, ululò e a quel suono anche i Miraculous dei due eroi si illuminarono di una luce intensa.
- non lampeggiano più – constatò la rossa.
- si sono… ricaricati? – azzardò incredulo il ragazzo.
- esatto, ora abbiamo una seconda opportunità, ma dobbiamo lavorare insieme per farlo fuori. – li incoraggiò Andrea.
- che ne dici Colombella, rimandiamo a più tardi la discussione e facciamo il culo a tamburo al cattivone? – propose recuperando il suo sarcasmo Diego.
- non avrei mai immaginato di dirlo, ma speravo di sentirtelo dire! – stette allo scherzo Fiore, poi continuò: ho un piano, prepara il tuo colpo, al mio segnale, tu vieni dietro di me e neutralizziamo quello scudo. – guidò spiegando i ventagli e alzandosi in volo seguita dalla ragazza-lupo, si diresse contro il guerriero fantasma alzandosi in volo solo all’ultimo momento così che il polverone alzato offuscasse la vista al nemico.
Approfittando del momento di debolezza Silver Claw lanciò il cristallo che si avvolse al polso che reggeva la protezione del soldato, poi balzò in alto afferrando una gamba dell’eroina volante e insieme sfrecciarono oltre la gru; una volta libratesi afferrarono entrambe la corda e si lasciarono cadere mentre insieme urlavano “ora!” e il loro peso, usando la gru come una carrucola, tirò la corda costringendo il nemico ad alzare il braccio scoprendo la sua difesa un attimo prima di essere colpito e atterrato dall’onda d’urto di Gladiator.
Una volta abbattuto il colosso, White Dove liberò il vent’argenteo che dissolse completamente il mostro.
- Ce l’abbiamo fatta, contro ogni aspettativa per giunta. – commentò positivo il giovane eroe.
- non certo per merito tuo – lo punzecchiò la rossa, - ma tuo – continuò rivolgendosi ad Andrea, - scusa se non ti ho ascoltata prima. –
- se ci ascolteremo da ora in poi, e collaboreremo, nessuno ci sconfiggerà mai. – li rassicurò Silver Claw.
- bene, ora che siamo belli e tranquilli direi che possiamo discutere delle nostre “identità segrete”- propose furbetto Diego al che le due, scambiatosi uno sguardo d’intesa, corsero via come razzi.
- che stronze! –

 

***


- Hai visto Chopper? Se la sono cavati senza di me… - sottolineò Davide al proprio Kwami.
- non sarà sempre così, arriverà il momento in cui solo tu potrai salvarli. – lo smentì il piccolo cervo.
- non succederà… - rispose deciso il giovane.
- come fai ad esserne così sicuro? – chiese Chopper.
- perché io non sarò mai un eroe… scusami tanto, ma non ci riesco. – si scusò mentre si sfilava il proprio Miraculous.
- no aspetta io…- provò a dire la piccola creatura ma, prima di poter finire la frase, sparì.


 
***


Non ci vuole di certo un veggente per immaginare come dormì Fiore quella notte: come un masso; oltretutto, quale supereroe affronta ben due supercattivi in un solo giorno? Il primo giorno! Il giorno seguente si svegliò e per un microsecondo pensò con sollievo che fosse stato tutto un terribile incubo, ma lo squillante “buongiorno” del suo Kwami la riportò tristemente alla realtà.
- Buongiorno anche a te, Leevy – sospirò la ragazza sciogliendosi la crocchia con cui aveva dormito.
- ma non la posso togliere proprio mai questa corona? Mi si conficca nella testa! –
- ohohohoh, ma no! L’importante è che tu non lo tolga con l’intenzione di rinunciarvi, non è il gesto di togliersi il Miraculous, ma l’intenzione che ne fa svanire i poteri e fa scomparire noi kwami. – spiegò pratica la colomba così che la ragazza potette farsi una doccia in santa pace cantando a squarcia gola “the edge of glory” di Lady Gaga.
- hai una voce meravigliosa Fiore! – si complimentò la creaturina.
- e tu sei una lecchina! – scherzò la ragazza mentre si preparava per scendere in negozio, indossando uno dei suoi completi zuccherosi: maglia nera on colletto di pizzo, gonna rosa a palloncino decorata da disegni di caramelle, tacchi alti e calze bianche.
- che cosa vuol dire quella parola? – chiese Leevy curiosa.
- non lo sai? Ti devo aggiornare sul linguaggio di questo secolo. – la prese in giro la stilista, non credendo che in risposta la colomba le avrebbe risposto che si, non sapeva molto di quel secolo dato che era stata a “dormire” ad occhio e croce per gli ultimi 150 anni.
Fiore si sistemò meglio la corona d’oro sulla testa e si apprestò ad aprire un negozio, convenendo che sarebbe stato meglio per entrambe che la Kwami si nascondesse nel retro della sartoria.
- Buongiorno! -  squillò una voce allegra facendo tintinnare il campanello sulla porta mentre la apriva; la giovane stilista sobbalzò stupita e eccitata: mai un cliente arrivava a quell’ora del mattino, ma il suo entusiasmo scemò in fretta…
- buongior… checavolocifaituqui?! – sbottò voltandosi è incontrando due occhi molto particolari: uno castano ed uno azzurro, inconfondibili…
- sono venuta a trovare la mia supereroina preferita! Ho notato che non ci siamo presentate ieri, cioè, non presentatepresentate, io sono Andrea Vario, e tu? – disse sorridente porgendo la mano.
- Fiore Manni… come mi hai trovata? – chiese subito senza prestare tempo ai convenevoli.
- mi hanno portato da te i miei poteri… vero Moon? – chiarì chiamando all’appello il proprio Kwami che saltò fuori dalla borsa della ragazza on un sonoro “shalve”.
- il tuo Kwami ha la zeppola? – chiese trattenendo a stento le risate.
- Moon! Sei sempre il solito, tu e le regole siete proprio poco affini eh? – proruppe in un rimprovero Leevy venendo fuori dal suo nascondiglio.
- la mia protetta deve allenare i shuoi poteri! – si difese il Kwami dell’unione.
- allenare i tuoi poteri? – chiese sempre più confusa Fiore.
- l Miraculous non sono entità totalmente separate dai propri portatori, man mano che il legame che li unisce diventa forte essi trasferiscono nella persona alcuni poteri; la manifestazione più semplice è quella di poterne utilizzare alcuni senza essere trasformati, nei casi di portatori più longevi anche saperli usare dopo essere stati separati dal proprio gioiello magico – spiegò la saggia colombina – il Miraculous della nostra nuova amica è quello che unisce tutte le tredici stelle e, per dirla in poche parole, si è trasformata in una specie di cane da tartufo, dove i tartufi sono gli altri eroi, chiaramente. – concluse.
- praticamente mi hai… fiutata fin qui?! – riassunse scettica la rossa.
- esatto! – rispose quasi orgogliosa l’altra.
- sto andando lentamente al manicomio e non me ne sto rendendo conto… ehi, aspetta un attimo! Perché io non ho alcun potere? – chiese indignata poi al proprio Kwami.
- i tuoi poteri sono diversi, probabilmente non li hai ancora sviluppati a pieno perché non hai ancora accettato il tuo ruolo di portatrice… almeno credo – ipotizzò un po’ delusa Leevy.
- comunque – si intromise Andrea – Moon mi ha spiegato di questa cosa del non conoscersi e blablabla, siamo tutti d’accordo che sia una cavolata ma a me non piace infrangere un divieto senza un motivo, e c’è un motivo per cui sono qui – spiegò pragmatica.
- e sarebbe? – chiese sempre più confusa la stilista.
- ormai riconosco a memoria il tuo odore e quello di Gladiator, ma ne sono sicura come del mio nome: ieri c’era qualcun altro con noi – le informò.
- un altro portatore? E perché cavolo non ci ha aiutati?! – dedusse Fiore.
- questo è quello che io e te scopriremo oggi – propose l’altra con un ghigno furbo che alla rossa non piacque per niente.
 

 
***


- Quei tre se la sono cavata abbastanza bene, vero musone? – commentò contenta la vecchia guardiana sedendosi stancamente su una panchina del parco.
- già, contro ogni aspettativa… però avevo ragione, quel ragazzetto si è rivelato un fifone… - ribatté la piccola civetta nascosta tra le pieghe dello scialle di Edda, per non essere visto, e se qualcuno avesse sentito le loro chiacchiere, avrebbero solo pensato ad una vecchietta non più tanto lucida, poco male.
- vedrai che arriverà ben presto il suo momento, e non ho neanche bisogno di ricorrere al potere del Miraculous per saperlo, ne sono certissima!
- Voi riponete troppa fiducia, sono solo ragazzi! – si lagnò Palmm.
- non sono stupida amico mio, so benissimo che ben presto i nostri nemici si faranno più crudeli, e che quei giovani eroi avranno bisogno di un aiuto valido. – rispose la donna facendosi seria. – credo sia arrivato il momento di andare a recuperare i due gioielli magici che sono usciti dalla Miracle Box qualche anno fa, è arrivato il momento per me di partire, mio piccolo amico. – lo informò con un velo di tristezza nella voce.
- per noi… - azzardò il kwami, ma non ricevette risposta, e il silenzio della sua portatrice fu eloquente. – Nobile Edda voi siete stata la mia fedele compagna per quasi un secolo! – protestò.
- ed è il momento per te di trovarne una nuova, sapevi che sarebbe arrivato questo momento prima o poi. – disse quella seria.
- ma non è di certo questo il momento! – contestò la creaturina.
- mai momento fu più adatto invece, caro vecchio amico mio, e ora basta discutere, godiamoci il resto dell’ultimo giorno che ci resta. – propose pragmatica.
Mentre faceva vagare lo sguardo per il parco notò di essere osservata: una bambina con un grande blocco da disegno l’osservava di sottecchi e, scoperta, sobbalzò nascondendosi dietro la pesante frangia castana. Allora l’anziana si alzò di soppiatto e, quando la ragazzina si sporse di nuovo oltre il suo blocco, se la ritrovò davanti e urlò di sorpresa cadendo all’indietro sull’erba.
- Stavi ritraendo me. – constatò Edda prendendo in mano uno dei fogli.
- mi dispiace, non volevo essere invadente… - si scusò l’adolescente diventando tutta rossa.
- beh, devi avere un serio buon motivo se, tra tutte le bellezze della natura di questo parco, ritrai un vecchio dinosauro incartapecorito come me. – propose tranquilla Edda.
- ecco beh… io disegno solo ciò che mi dà una sensazione positiva… - chiarì la giovane.
- che genere di sensazione, se posso? – indagò con un lampo di curiosità.
- non lo so neanche io… è tipo un’impressione, un presentimento, non so… - cercò di spiegare.
- come ti chiami piccoletta? – chiese.
- Luna, Luna Ranieri. – rispose alzandosi in piedi e mostrando una figura abbastanza esile e dei lunghissimi capelli mossi.
- posso tenerlo? – chiese indicando il disegno.
- certo… e mi scusi ancora signora, io ora vado, buona giornata! – le sorrise allegra sbattendo le lunghe ciglia sui grandi occhi verdi e, raccolte le sue cose, scappò via.
- “sensazioni” eh? – confabulò tra sé e sé la guardiana.
- non ci pensare nemmeno! – sbottò contrariato Palmm emergendo da sotto lo scialle.


 
***


- Ma esattamente a quanto ammonta lo stipendio da supereroe? Perché se ogni giorno mi costringete a chiudere il negozio ancor prima di aprire io vado in banca rotta in un paio di settimane… - si lamentò Fiore mentre Andra la trascinava in giro per le vie affollate di Roma.
- nessun problema, in accademia con me ci vengono un sacco di ragazze super alla moda e con un vagone di soldi che sono sicura impazzirebbero per le tue creazioni, un giorno di questi te le porto in negozio! – la consolò euforica la mora.
- ma esattamente quale sarebbe il tuo piano? Andare in giro a zonzo snasando come un segugio fino a trovare il tizio o la tizia che se ne è stato tranquillo in regìa mentre quel mostro ci faceva a pezzi? – chiese ancora scettica la stilista.
- beh si, più o meno l’idea era quella. – rispose candidamente l’artista.
- sono in un incubo, è decisamente un incubo. –


 
***

- Adesso sono in tre… - commentò secco il Cavaliere di Rubino osservando le scene della battaglia della sera prima riflesse nell’acqua della fonte.
- MALEDIZIONE! – sbraitò la Dama Nera, - più si riuniscono e più diventano forti, ci saremmo riusciti se quei due inetti fossero stati da soli. -
- dobbiamo eliminarli prima che ne arrivino altri – propose pratico l’altro.
- crea per me un altro guerriero mio amato, il più potente e feroce che tu possa plasmare, - ordinò mentre le due bolle di energia liberate dalla distruzione del soldato precedente tornavano da loro, - finché le nostre energie quantiche torneranno da noi la nostra riserva di energia non sarà intaccata, e stavolta non perderemo! –
- come tu desideri, Regina del mio cuore. – acconsentì il Cavaliere, afferrò al volo la bolla rossa, la racchiuse tra le mani facendola crescere fino a farla diventare grande come un pallone da calcio e poi la liberò creando un nuovo e temibile soldato.
- oh, mio amato! – si stupì la diabolica donna osservando le fattezze del guerriero – la tua astuzia è sempre sorprendente. –


 
***


There is no upper hand
I'm giving you mine
It doesn't have to end up wasting your time
There's things that I could say
But hear it my way
I want to let you know that it's all okay


Questi versi risuonavano ad alto volume nelle orecchie di Davide mentre, testa bassa e cappuccio calato sul capo, si aggirava per le vie di Roma cercando di mettere il muto ai suoi pensieri… con scarso successo.
“Sono solo un codardo” risuonava più forte di qualsiasi canzone.
Che cosa doveva fare? Già di per se essersi tolto l’anello del Cervo lo etichettava come una vera merda, qualora se ne fosse semplicemente sbarazzato sarebbe davvero stato troppo… ma anche continuare a tenerlo se non voleva assumersene la responsabilità era ugualmente sbagliato.
Man mano che pensava, e i pensieri si affollavano sempre più confusi, anche il mondo là fuori sembrava diventare sempre più affollato… aspettate un attimo, lo era! Non era solo una un’orda di gente che gli stava venendo contro (maledizione!) ma era un’orda di gente che scappava da qualcosa… doveva essere per forza un attacco nemico!
Una voce nella sua testa gli diceva che doveva avvicinarsi il più possibile e cercare di dare ad un vero eroe il suo Miraculous perché ne facesse buon uso, ma un’altra, anche più assordante, gli ricordava che avrebbe dovuto inoltrarsi sempre di più nella marmaglia per raggiungere il centro della mischia.
- Maledizione! – si disse da solo mentre prendeva un bel respiro come se stesse per tuffarsi da 10 metri e si mise a correre.


 
***


White Dove e Silver Claw stavano correndo sui tetti della città dirette controcorrente rispetto al flusso di gente che scappava verso una sola direzione: Piazza di Spagna.
Arrivate sul luogo della confusione videro la piazza desertificata, dove un nuovo mostro stava distruggendo uno ad uno i monumenti della piazza.
- Sul serio, uno, due, tre… SEI BRACCIA?! Di che cosa si è dopato? – chiese una voce alle loro spalle.
- buongiorno anche a te troglodita. – rispose acida Fiore.
- sei braccia e sei spade, non sarà una passeggiata… - commentò scettica Andrea.
- è il momento di passare all’azione! – propose Gladiator gettandosi nella mischia seguito dalle due ragazze, ma anche attaccandolo tutti e tre insieme non riuscirono a metterlo in difficoltà, avendo quello abbastanza arti e armi per affrontarli contemporaneamente.
- così non ne usciamo… - ringhiò White Dove, - si accettano suggerimenti. –
- io si… sento ancora quell’odore, c’è un altro eroe vicino a noi, devo andare a cercarlo! – avvisò la donna-lupo mentre con un balzo si tirava indietro e si allontanava dal campo di battaglia.
- siamo di nuovo io e te, eh Colombella? – ironizzò Diego.
- solo cerchiamo di non finire a fette… - sbuffò la ragazza mettendosi in posizione difesa.


 
***


Davide non ce l’aveva fatta, però ci aveva provato… con tutte le sue forze! Aveva corso incontro alla folla per raggiungere il luogo della battaglia fino a che il cuore non aveva incominciato a battere furiosamente forte, il respiro a mancare e la testa a girare; in quel momento scappare in un vicolo e nascondersi dietro un cassonetto fino al momento in cui sarebbe riuscito a calmarsi era l’unica soluzione plausibile.
- Finalmente ti ho trovato! – disse improvvisamente una voce il giovane urlò per la sorpresa. – calmati! – disse poi imperiosa con un tono che, stranamente, riuscì a calmarsi un po’ e a focalizzare quello che stava succedendo: la voce che lo chiamava, e le braccia che lo reggevano appartenevano ad una giovane ragazza, eroina, che lo scrutava con luminosi e decisi occhi dorati.
- tu… io… io… iocercavopropriote!- riuscì a dire tutto d’un fiato come se avesse dovuto vomitare la propria voce e, con mani tremanti, aprì lo zaino ed estrasse la scatola esagonale contenente il Miraculous e lo protese con mano tremante.
Non ci voleva un genio per afferrare ciò che stava succedendo e Andrea capì al volo: il ragazzo aveva ricevuto il gioiello magico dalla guardiana ma aveva avuto troppa paura per usarlo, sia il giorno precedente che in quel momento, ma nobilmente era venuto a restituirlo dimostrando, forse inconsapevolmente, di non essere stato una scelta sbagliata.
Quel ragazzo era letteralmente paralizzato, ma la sua pancia, il suo “fiuto” le diceva che sarebbe stato un ottimo compagno di squadra, di “branco, doveva solo capirlo da sé, ed era lei che doveva unire gli eroi, no?
Senza dire una parola prese la mano che gli porgeva il Miraculous nelle proprie e la strinse intorno alla scatolina, guadagnandosi   uno sguardo stupito da sotto il lungo ciuffo che la lasciò un po’ interdetta… due occhi la fissavano sgranati: uno azzurro, altro castano.
In quel preciso istante una luce si sprigionò dal Miraculous e il Kwami in esso contenuto ne fuoriuscì-
- Chopper! – lo chiamò Davide emozionato Davide.
- lo sapevo che avresti fatto la cosa giusta! – si congratulò la creaturina abbracciandogli una guancia.
- ma io… non ho fatto niente. – si interrogò il moro.
- il tuo cuore mi ha richiamato indietro – spiegò.
- è la cosa giusta! – lo incoraggiò Silver Claw.
Dopo un attimo di esitazione Davide si passò la mano tra i capelli sbuffando, rivelando ancora l’occhio ceruleo e disse:
- Me ne pentirò di questa cazzata lo sento… Chopper, trasformami! – il kwami del cervo esultò mentre veniva risucchiato nell’anello che si era frettolosamente infilato al dito.
La portatrice del Miraculous del lupo chiuse gli occhi per non essere accecata dalla trasformazione quantica e, quando li riaprì, davanti a lei vi era un eroe:
Davide indossava dei pantaloni lunghi di colore bruno molto ampi screziati di bianco sulle caviglie, simili a quelli di un kimono, più stretti sulle caviglie e sulla vita, dove erano tenuti fermi da dei semplici lacci. Portava dei sandali marroni ai piedi, che per il resto erano del tutto nudi, e una maglia bianca senza maniche e decisamente attillata che a prima vista le ricordava la pancia candida di un cervo, la quale si prolunga lungo tutto il collo e poi sul viso, coprendogli bocca e naso e nascondendo il suo viso e lasciando i vista gli occhi eterocromatici, a causa del lungo ciuffo tirato sensualmente indietro. Lungo le braccia ha dei lunghi guanti bianchi senza dita che arrivano oltre i gomiti e si interrompono poco prima delle spalle, su cui era poggiato un arco ricavato da un maestoso palco di corna.
- Hai degli occhi bellissimi! – si complimentò, ringraziando mentalmente il proprio kwami per averle dato una maschera che li camuffava sotto un colore dorato e selvaggio, e poi gli porse la mano preparandosi a saltare.
- sono capace di saltare da terra su un tetto? – chiese dubbioso il ragazzo.
- certo che lo sei! – rispose allegra la ragazza spiccando un balzo e tirandoselo dietro mentre quello urlava a tutto fiato:
- Miticoooo! -
***


Se Davide avesse considerato dall’inizio che saltare di tetto in tetto era un’opzione plausibile per non passare tra la folla decisamente si sarebbe trasformato subito, in men che non si dica, e con il cuore leggero come non mai prima, avevano raggiunto il luogo dellla battaglia dove White Dove e Gladiator annaspavano contro il nemico.
- Che cosa facciamo ora? – chiese più a se stessa che al compagno Silver Claw preparandosi all’attacco facendo roteare la sua corda.
- beh questo servirà pur a qualosa… - propose Davide sfilandosi di spalla il proprio arco, - anche se non ho le frecce – constatò e all’improvviso una gli apparve tra le mani in una voluta di fumo. – fico! – esultò e si mise in posizione, notando come la sua vista fosse diventata strabiliantemente accurata, e scoccò la freccia che, in aria, sembrò moltiplicarsi fino a che una pioggia di dardi piombò sul nemico.
- attento! – sbottò White Dove tirandosi indietro il compagno, lasciando che il soldato nero ne venisse investito, ma quello usò le sue spade per parare ogni colpo e spezzare ogni freccia che, rompendosi, scomparve in uno sbuffo di fumo.
In quel preciso istante, davanti alla strana coppia atterrarono Silver Claw  e il nuovo arrivato.
- e tu chi sei? – chiese Fiore.
- io sono… ecco… beh non ci ho pensato… - rispose in imbarazzo Davide.
- non è un problema, da ora in poi ti chiameremo Mr. Ninja, loro invece sono Zanna Bianca e Colombella. – lo accolse ironico Diego.
- e lui è il cretino della situazione. – lo rimbrottò l’eroina in bianco – qual è il tuo potere? – chiese poi.
- l’illusione… almeno così mi ha spiegato il mio kwami. – la informò il nuovo arrivato.
- che ne dici di provare allora? E in fretta anche! – lo esortò Gladiator vedendo che il polipo-grande-brutto-e-cattivo, come lo aveva soprannominato, stava caricando contro di loro.
- o…ok – disse titubante mentre univa le mani e, mentre espirava, una piccola bolla opaca si formava tra di esse. - VELO DI NEBBIA! – richiamò il suo potere e da quella bolla si sprigionò in banco di nebbia che avvolse il nemico, disorientandolo.
- fantastico, lui non vede noi, ma non vediamo lui… - commentò grattandosi la testa Diego.
- davvero? Perché io lo vedo. – rispose stringendosi nelle spalle Davide.
- ma certo, le tue stesse illusioni non hanno effetto su di te! – si illuminò White Dove, credo di sapere cosa fare, puoi guidare il colpo di Gladiator al momento giusto? – chiese al neo-eroe del Cervo.
- ok, ci provo… - acconsentì mentre tra le mani apparve un’altra freccia; prese bene la mira e, prima che le mani iniziassero a tremare, scoccò l’arco e quella volò sfiorando l’elmo del nemico e quello, voltandosi, trovò davanti a se un’indifesa White Dove e su di lei infilzò tutte e sei le sue spade.
- ora! – urlò il cervo e Gladiator prontamente, alzò la mano in aria e su di essa si concentrò una luce dorata.
- ONDA D’URTO!- richiamò e il colpo investì in pieno il soldato atterrandolo.
- ottimo lavoro! VENT’ARGENTEO! – esultò la rossa liberando il suo super potere, mentre tutti e quattro esultavano e un abbraccio stritolò Davide, troppo sconcertato anche per capire chi lo stesse stringendo.
***


Quel pomeriggio Luna si rifugiò in camera sua per sfuggire alle chiacchiere delle sorelle maggiori e si rilassò gettandosi sul letto e,
- ahi! – esclamò sentendo qualcosa di ben più duro del suo cuscino sotto la testa: era una specie di portagioie esagonale; troppo curiosa, credendo che fosse un regalo del padre o di una delle sorelle la aprì trovandoci dentro una specie di pietra preziosa di un colore verde intenso, la sfiorò e si sprigionò una luce accecante.
Quando la luce si fu placata trovò davanti al proprio viso una specie di uccellino che le volò addosso e con le sue piccole manine le afferrò le labbra dicendo:
- Ti prego non urlare… -
- e tu chi sei? – biascicò ancora con le labbra bloccate… Palmm pensò che tutto sommato l’aveva presa bene la sua piccola “intrusione”… merito dell’età?
- sarà lungo da spiegare, hai dove prendere appunti ragazzina? –

 

 
 
 
NOTE DELL’AUTORE FALLITO
Salve cucciolata di miracoli!
OK, ammetto che la parte migliore di ogni capitolo è arrivare a questo punto per dire ogni volta una cazzata diversa.
Allora, andiamo con ordine
  1. Anche in questo capitolo c’è un Ester Egg e lascio a voi il compito di trovarlo, ma già vi avviso che a sto giro sarà particolarmente difficile (sono diabolico). Ok vi do un aiutino, proviene dal mondo Disney ma non dai film più famosi… non cercate tra le principesse insomma.
  2. A tal proposito è il momento del premio promesso a HARRY FINE per aver trovato l’Ester Egg dello scorso capitolo, ovvero la piccola renna di One Piece, Chopper! Quindi ora vi riassumerò la trama di una delle storie di questo autore, “  GLORY TO ANDROIDS”, di cui sto leggendo proprio ora i primi capitoli e vi consiglio vivamente di intraprenderne la lettura: in un universo dai tratti quasi contemporanei al nostro la terra viene attaccata da un misterioso esercito di Biomacchine, robot assetati di distruzione capeggiati da un misterioso nemico; le speranze sembrano affievolirsi sempre più man mano che l’invasione avanza e le speranze di sopravvivenza del genere umano sono tutte riposte in una nuova forza derivante dalle tecnologie più segrete del mondo: un plotone di guerrieri-androidi, scelti in modi  misteriosi tra i terrestri, ognuno con una propria storia, un proprio passato, propri sogni, ma un unico fondamentale compito: proteggere la terra ad ogni costo! Ammetto di non conoscere minimamente il fandom in cui codesta storia è stata pubblicata, ma ciò non mi ha impedito di leggerla ed apprezzarla come se fosse una storia originale, quindi se come me apprezzate il genere fantasy/thriller, non esitate a dare un’occhiata e, se potete e se vi va, recensite la storia senza dimenticare di precisare grazie a chi l’avete scoperta, AHAHAHHAHAHAHAH. https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3878025&i=1
  3. Adesso non mi resta che ringraziare i tre autori grazie a cui questa storia sta prendendo forma: TalesOfAFairy, Sapphir Dream,  Harry Fine e dragun95 che si  stanno dimostrando ottimi “concorrenti” di una storia interattiva e stanno riempiendo me di orgoglio e positività. Ora mi rivolgo a voi, il vostro “compito a casa” per questo capitolo sarà quello di provare a descrivere i vostri OC brevemente (massimo 50 parole) e nel modo più completo possibile, non vi svelo per nessun motivo il perchè dovrete fare questa cosa (neanche se provate a corrompermi) ma fidatevi che sarà molto ma molto fondamentale per i prossimi capitoli.
  4. Adesso mi rivolgo in particolar modo a coloro che seguono/ricordano/preferiscono questa storia rimanendo in silenzio, ho solo una cosa da dire: grazie anche a voi. Se vorrete provare a partecipare, darmi consigli e/o critiche o semplicemente lasciarmi un commentino vi sarei ancora più grato.
  5. Adesso è il momento di reclutare (si spera) nuove leve: restano ancora da assegnare tra i “buoni” i Miraculous della FORZA e dell’INVERSIONE DEL TEMPO e tra i cattivi quello della PROTEZIONE. Che dire, fatevi avanti! Potrete trovare tutte le delucidazioni per partecipare facendo un saltino indietro nei capitoli precedenti.
  6. Dulcis in fundo, il dolce alla fine, non sapendo se si vedranno mai le immagini che inserisco nei capitoli, qui vi inserisco una sfilza di link che vi invito a cliccare:
le fan art che ho realizzato per i capitoli 1 e 3 di questa storia:
https://flic.kr/p/2kNME8P
https://flic.kr/p/2kVT6aw
i presta-volto di Fiore e Diego :
https://www.tvzoom.it/wp-content/uploads/2015/03/camillastore.jpg
https://www.pinterest.it/pin/702350504384295183/
le bellissime fanart di Sapphir Dream:
https://i.postimg.cc/8crV7Kwn/IMG-20210502-202419.jpg
https://i.postimg.cc/50LgdRjH/IMG-20210501-114924.jpg
i luoghi della storia:
Cammila Store https://www.tvzoom.it/wp-content/uploads/2015/04/mannifiore.jpg
Ponte sant’angelo https://www.voyagetips.com/wp-content/uploads/2017/05/Chateau-Saint-Ange.jpg

Piazza di spagna https://www.voyagetips.com/wp-content/uploads/2017/05/place-d-espagne-rome.jpg

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** La vendetta della Dama Nera ***


CAPITOLO 5:

LA VENDETTA DELLA DAMA NERA

https://flic.kr/p/2kYQJqB

- Adesso sono in cinque… - informò il Cavaliere di Rubino prostrandosi dinanzi alla Dama Nera.
- LO SO! – sbottò quella percuotendo la superficie della fonte magica per increspare l’immagine che l’acqua rifletteva. – qualsiasi cosa io faccia sembra che quei tredici piccoli demoni siano destinati a riunirsi! – ringhiò ancora.
L’aria intorno a lei vibrò di elettricità mentre dall’oceano profondo della sua rabbia emergeva un’idea incommensurabilmente malvagia.
- Forse c’è un modo più pratico per impedire che tutti e tredici si riuniscano qui a Roma… - pensò sinistra mentre una nuova bolla di energia oscura si condensava nel suo palmo.
- che cosa hai in mente? – chiese preoccupato il cavaliere.
- fermare in maniera permanente colei che sta reclutando le nuove leve degli eroi – rispose sinistra la donna, mentre la sfera si gonfiava caricava di energia sempre più.
- vola mia sfera della distruzione, VOLA! Librati nel cielo e trova la Guardiana ad ogni costo, e quando l’avrai fatto, prendi la sua vita! Ahahahaha, AHAHAHAHAH, AHAHAHAHAHAHAH! –

 
***
 
- Siamo stati bravi! – si complimentò Silver Claw con i suoi compagni.
- già… - sospirò Davide incerto.
- ehi, non fare così, hai salvato le chiappe a tutti! Dovresti essere un filo più allegro amico mio… - lo rassicurò con una sonora pacca Gladiator.
“Dobbiamo restare tutti uniti…” pensò Fiore, e capì che doveva prendere in mano la situazione prima che diventasse ancora più assurda di quanto già non fosse.
- Ascolta – disse rivolgendosi al nuovo arrivato, - io non so come facciano questi due esauriti ad essere così euforici della situazione, anche per me è tutta una grande follia e vorrei solo scappare a gambe levate… non so nemmeno perché non l’ho ancora fatto, cosa mi spinge a rimanere ancora in questa storia assurda? Non lo so, davvero. Quindi se per te è troppo pericoloso, spaventoso, è semplicemente… troppo e vuoi rinunciare, beh nessuno ti giudicherà per questo, almeno io non lo farò. –
- neanche io – aggiunse Andrea.
- figurati io, se non giudicano le donne… - ironizzò Gladiator beccandosi un pugno sul braccio dalla rossa.
- io… non so cosa dire… - rispose titubante Davide.
- facciamo così, ora Gladiator ti accompagnerà in un luogo isolato, ti ritrasformerai e poi deciderai tu se consegnare a lui il tuo Miraculous o tenerlo; è una scelta solo tua e nessuno può prenderla per te.
- oh-oh! Lasci a me l’onore di scoprire chi si cela dietro Mr. Ninjia? – chiese scherzoso Diego.
- così smetti di lagnarti, e ora sparite prima di fare la figura degli idioti! – tagliò corto la rossa e quelli su suo consiglio si defilarono.
- cosa credi che farà? - le chiese la ragazza-lupo.
- non lo so, davvero non lo so… -

 
***
 
Gladiator e il nuovo eroe del Cervo atterrarono in un vicolo buio e lercio, che non sembrava vedere né luce del sole né acqua da un bel po’; ebbero giusto il tempo di mettersi l’uno difronte all’altro prima che le loro trasformazioni quantiche si sciolsero e, dopo un primo momento di incertezza, la sorpresa si impadronì di loro:
- Ma tu sei… - iniziò Davide.
- il ragazzo del parco! – terminò Diego. –però, sono contento che abbia scelto te quella vecchia pazza. – aggiunse poi con un sorriso.
- ma se mi stavo facendo stirare come un cretino… non sono adatto a fare il supereroe… - sospirò abbassando lo sguardo verso Chopper, che, seduto sulla sua mano, lo guardava con i suoi occhioni tristi.
- invece secondo me ti sbagli, - lo smentì il più grande con una sonora pacca sulla spalla, - secondo me hai del potenziale, e mi dispiacerebbe rinunciar ad uno come te in squadra… però ha anche ragione Colombella quando dice che sei u a scegliere e non io. – rifletté a voce alta. Facciamo così – si illuminò poi – dormici su, se domani avrai deciso di restare in squadra, raggiungici alla piscina comunale, ciao! – propose allegro mentre già si allontanava agitando la mano.
Davide sospirò incerto, quella era proprio una brutta sensazione… quello scontro era stato così emozionante, sentire per una volta il cuore battere a mille non per la paura era una sensazione così nuova, che non aveva la minima idea di cosa fare. Quasi quasi rimpiangeva i tempi in cui era solo un fifone.
 
***
 
Era giunta la sera, e Luna doveva per forza di cose tornare a casa; quando a ritorno da scuola si era ritrovata quel coso dentro la propria camera, che le aveva riempito la testa fino a scoppiare di faccende di eroi, cattivi, guardiani, gioielli magici, leggende e visioni sul futuro era rimasta così turbata che gli aveva (gentilmente, dopotutto a quanto aveva capito era molto vecchio quel cosino) chiesto tempo da sola per pensare.
Era pronta a dirgli che no, che anche se continuava a ripetere il contrario ai suoi, era ancora troppo piccola per certe cose, che voleva rimanere spensierata ancora qualche anno dato che nei precedenti motivi per essere allegra ne aveva avuti pochi.
Il suo piano però, con tanto di discorso preparatosi, andò in fumo quando trovò l’uccellino sul letto, con davanti a se il proprio tablet (sapeva usarlo?!) in cui aveva mandato uno streaming del Tg, in copertina, un incidente ferroviario sulla Roma-Torino. Il dettaglio che colpì dritto al cuore come una pugnalata la ragazzina furono i grandi occhi della creaturina rossi e gonfi di lacrime.
- Ehi… - disse un po’ a disagio avvicinandosi a lui.
- è morta – annunciò sintetico il kwami, - la mia migliore amica è morta, ed è tutta colpa mia! – continuò fino a scoppiare in un pianto disperato e, senza neanche accorgersene, si fiondò addosso all’adolescente.
- ma che dici, non è vero… - lo contraddisse Luna mentre anche i suoi occhi si riempivano di calde lacrime, memori loro di un dolore più antico.
- si invece! Dovevo andare con lei, non la dovevo lasciar partire da sola! Sono stati loro, i nostri nemici… - spiegò tra i singhiozzi e, improvvisamente, alla giovane quella parola, quel “nostri” non sembrò più tanto estraneo come un momento prima.
- lo so come ti senti… anche la mia mamma è morta… credo che il senso di colpa sia una cosa che prima o poi prende tutti, pensiamo sempre ce se avessimo fatto qualcosa di diverso loro sarebbero con noi, ma la verità è che noi non possiamo fare niente, non avremmo potuto farlo, siamo impotenti ed è la cosa più difficile da accettare. – si confidò Luna sentendo le guance bagnarsi di un pianto silenzioso.
Rimasero così a lungo tempo, uniti nel dolore, fino a che Luna prese una decisione inaspettata anche a se stessa:
- dimmi che cosa devo fare Palmm – ordinò con voce mal ferma, cacciando tutte le paure in un angolo della mente, - una cosa come questa non accadrà mai più, te lo giuro su mia madre! –

 
***
 
Il Cavaliere di Rubino si chinò sulla sua amata, esausta in ginocchio, per prenderla tra le braccia.
- Mia amata – sospirò – hai consumato quasi tutta la tua riserva di energia per distruggere quel treno, scomparirai... – la rimproverò.
- no, non scomparirò, coff coff – lo rassicurò ansimante la Dama Nera, - ma non ho più energie per animare i tuoi soldati, e senza il mio potere saranno come gusci vuoti in battaglia. – constatò.
- abbiamo bisogno di un modo veloce per farti recuperare le forze… - si rese conto l’uomo.
- lo so. E so anche come fare, non preoccuparti per me. – lo rassicurò tirandosi in piedi e, malferma, emise un piccolo fischio che richiamò a se un piccolo e tenero gattino, nero come la pece, che si strofinò fuseggiando sulla sua gonna.
-Salem, mio piccolo amico – lo chiamò accarezzandolo, - tu puoi violare l’incantesimo che ci tiene in prigione in questo luogo, vai e trova un mortale, con il cuore oscurato dalla più cieca rabbia, ed infettalo con il tuo potere affinché cada nelle mie mani! – ordinò e quello saltellò via, si arrampicò su un muro ed uscì da un buco nella vetrata policroma della cattedrale, alla ricerca della sua preda.

 
***
 
L’alba del terzo giorno da supereroina per Fiore fu meno traumatica di quanto si sarebbe mai aspettata: il “Buongiorno!” squillante di Leevy le iniziava suonare quasi (quasi!) piacevole, i suoi compagni non le sembravano più di tanto alieni e, miracolo dei miracoli, il suo negozio era pieno, PIENO! C’erano ragazze dappertutto, chi guardava i manichini, chi i figurini, chi sceglieva le stoffe e chi faceva a gara per farsi prendere le misure.
- Io ti adoro, te l’ho già detto che ti adoro? – esultò abbracciando la sua neoeletta migliore amica.
- te l’avevo detto che quelle dell’accademia d’arte avrebbero adorato il tuo Camilla’s Store – le rispose con un occhiolino Andrea, - ora non dovrai più fare spesa al discount per un po’ – la rassicurò.
-ora come ora ci dovrei andare anche se fossi miliardaria, - la contraddisse la rossa, - una certa inquilina ha deciso che gli spaghetti di riso cotti al microonde sono il suo nuovo cibo preferito! –
- ah bello! E io che credevo che solo Moon avesse gusti agghiaccianti… - convenne l’artista.
- fammi indovinare, sbrana carne cruda sul divano del salotto? – ipotizzo Fiore trattenendo le risa.
- Peggio. È vegano. Ma ora credo sia giunto per me il momento di tornare sul retro e lasciarti al tuo lavoro, dopotutto abbiamo abbandonato a loro stessi un lupo, una gatta e una colomba, tecnicamente solo uno dei tre dovrebbe sopravvivere! – scherzò l’altra.
Fiore era felice, felice come non era da molto tempo e soprattutto serena… quando ecco, la campanella sopra la porta tintinnò rivelando che un nuovo cliente stava entrando; Fiore si voltò facendo volteggiare i ricci scarlatti e il sorriso allegro che aveva le si pietrificò sul volto: sulla porta c’era una donna alta, slanciata, con indosso un cappotto color cammello, tacchi vertiginosi, grandi occhiali hollywoodiani e i ricci biondi domati in uno chignon sulla nuca.
- buongiorno – salutò portandosi, con poche agili falcate, dinanzi alla padrona di casa.
- che cavolo ci fai tu qui?! – rispose quella caustica.
- è così che saluti tua madre? –incalzò la donna con un sorriso furbo sul viso.
- proprio perché sei tu, sai riservo questa accoglienza solo a clienti speciali… - si mise Fiore sulla difensiva.
- hai messo su un bel negozietto… - commentò laconica la Madre cercando di divagare.
- lo so benissimo che ti fa schifo, ora dimmi perché sei qui prima che io spaventi tutte le mie clienti facendo veder loro come ti sbatto fuori! –
La donna sospirò difronte all’aggressività della figlia, quindi vuotò il sacco:
- sono venuta per dirti che puoi tornare a casa, ho convinto tuo padre. – spiegò asciutta.
- hai convinto papà? Che cosa credi che io fossi qui ad aspettare in ginocchio sui ceci? Non ho bisogno del perdono di nessuno, non di certo per aver seguito i miei sogni e le mie aspirazioni! – sputò velenosa la ragazza.
- sogni? Aspirazioni? Questo è il meglio che desideri per te stessa, fare la stracciarola? – chiese pungente la madre.
- fuori di qui. Ora. Non voglio vederti mai più. – sibilò Fiore accecata dalla rabbia, con un tono che non ammetteva repliche.
- te ne pentirai. – le disse solamente la madre girando i tacchi, andò via sbattendo la porta. Con passi decisi si diresse all’auto che l’aveva portata fi lì, dove l’autista la aspettava, e compose frettolosamente un numero di telefono.
- pronto? No, non ci sono riuscita… si, devi venire tu… no, NO! Tu non ci devi solo provare, tu ci devi riuscire! – intimò la donna prima di mettersi in macchina, mentre un piccolo gattino nero si avvicinava a lei per strofinarsi sulle sue caviglie emettendo sonore fusa. - Non puoi deludermi anche tu Mason, devi portare tua sorella a casa… si, si ciao. – tagliò corto, poi con un gesto stizzito scacciò il felino, -via tu, sciò! – sbottò e quello, prima di scappare, soffiò e le graffiò una caviglia guadagnandosi un calcio ed un impropero; dopo che la creatura fu fuggita, la Signora Manni entrò nella vettura che partì sfrecciando.

 
***
 
- Coraggio Squali! Cosa siete femminucce? Forza con quei piedi, coordinate i respiri con le bracciate! – sbraitava Diego con un megafono a bordo piscina, incitando i ragazzi della sua squadra di nuoto. Finalmente dopo anni di lavoretti avvilenti e sottopagati e imbarazzanti shooting praticamente nudo per marche di mutane da due soldi era riuscito a prendersi quella benedetta laurea in scienze motorie, e aveva intenzione di tenersi stretto il suo primo impiego come istruttore portando quella squadra di adolescenti in alto.
- si signore! – risposero in coro arrivati a bordo piscina prima di rituffarsi per un’altra vasca. Ma che cavolo prendeva a quei ragazzetti quel giorno? Gli ubbidivano come soldatini come se fossero stati drogati, quando di solito lo trattavano, complice l’età, quasi come un loro amico. Ed era irritante. Molto irritante.
- quasi quasi mi ci posso abituare ehehehe – ridacchiò il Moro rilassandosi sulla sua sdraio a bordo piscina; poi improvvisamente, quasi come se fosse un miraggio, girò la testa di lato e vide sulla sponda opposta delle corsie un certo ragazzetto magrolino e con il cappuccio della felpa ben calata sul capo, un occhio coperto dal ciuffo lungo e bruno.
Un sorriso sincero si dipinse sul volto del maggiore mentre esultava tra sé e sé-

 
***
 
Fiore, dopo una lunga e proficua giornata di lavoro, si gettò esausta sul letto sbuffando.
- Che cosa ti turba? – chiese sospettosa Leevy.
- è così evidente? – chiese mogia la rossa.
- beh, hai avuto una giornata straordinaria, dovresti essere stanca, ma felice. Non mi sembri felice. – espose la sua deduzione.
- oggi è venuta a trovarmi mia madre… - rispose vaga la stilista tirandosi su seduta sul letto per accogliere la creaturina nelle sue mani.
- e non è una cosa bella? – chiese ancora ingenuamente la colombina.
- diciamo che non andiamo molto d’accordo… sai, la mia famiglia è una casa benestante, i miei genitori avrebbero voluto che io studiassi giurisprudenza come mio padre, o che facessi la stessa carriera da attrice impegnata di mia madre, quando ho intrapreso l’accademia di moda, non hanno fatto altro che criticarmi e deridermi… alla fine una volta diplomata sono andata via di casa e mi sono trasferita in questo appartamento, poi ho aperto il negozio qui sotto. – spiegò Fiore a Leevy che ascoltava silenziosa – e oggi è venuta qui a dirmi che mi hanno perdonata, capito? Perdonata! Come se fossi una ladra! – si sfogò poi.
- sai – iniziò la Kwami dopo un lungo silenzio, - ora sei un’eroina, e il destino ha scelto per te proprio il Miraculous della Liberazione per un motivo, tu hai difeso la libertà di scegliere da sola la tua strada, ma il tuo cuore non sarà mai libero se non attraverso il perdono. –
- sei saggia. – le rispose solamente la ragazza, stringendola forte a se.
In quel momento, un’intensa luce dorata si sprigionò dalla sua corona.
- Che succede? – domandò preoccupata Fiore.
- le tredici stelle sono entrate in risonanza – chiarì Leevy.
- in parole povere? -
- qualcuno ci sta chiedendo di radunarci. –
 
***
 
White Dove planò in volo con i suoi ventagli, atterrando sulla cima del Cupolone, si guardò intorno e si accorse di essere sola.
- Beh, Leevy si sarà sbagliata… - commentò laconica prima di notare Silver Claw che, dondolandosi come Tarzan con la sua corda, la raggiunse;
- ehi! Moon era quasi sicuro che fosse questo il luogo, ma non mi ha detto perché. – la informò sempre allegra.
- donzelle! – le salutò Gladiator accompagnato dal loro nuovo amico.
- ehi! È un piacere vederti qui, dico davvero. – si rivolse Fiore al ragazzo cervo rivolgendogli un sorriso sincero e prendendo le sue mani tra le proprie.
- Cernuus, potete chiamarmi Cernuus – le rispose sorridendole con gli occhi.
- ehi, quando potrò avere lo stesso trattamento anche io? – scherzò Diego guadagnandosi un calcio nello stinco.
- possiamo chiarire piuttosto chi di noi ci ha radunato qui? – sbuffò White Dove.
- io – proferì una voce nell’ombra e tutti gli eroi si voltarono imbracciando le proprie armi.
- chi è là! – ringhiò Gladiator e dall’ombra uscì una figura bassina e minuta, una ragazzina che indossava quello che sembra un vestito bianco a maniche lunghe che scendeva fino alle ginocchia con decori dorati che le davano un motivo a piume che ricordava il manto di una civetta delle nevi, portava un corpetto rinforzato di colore oro e la parte superiore della schiena, lasciata scoperta dal vestito, era protetta da una mantellina degli stessi colori del vestito che ricordava molto le ali di una civetta. Per finire indossava una sottile maschera metallica dorata con lo stesso motivo a piume attorno agli occhi che si restringeva sul naso per formare il becco di un uccello, i suoi lunghi capelli dorati ricadevano mossi e la frangetta era aperta al centro della fronte, dove troneggiava il suo Miraculous: un semplice smeraldo verde.
Quando la ragazza si avvicinò la pietra iniziò a brillare insieme agli altri gioielli che, entrati in risonanza, emettevano un suono armonico e rilassante.
- Piacere di conoscerti Pulcino, ma esattamente perché ci hai radunati nel cuore della notte? Pe farci sentire questa ninnananna? – chiese Diego con la solita ironia.
- c’è qualcuno che ha bisogno di parlare con voi… Palmm detrasformami. – disse la nuova arrivata e la sua trasformazione quantica si disciolse, mentre il Kwami veniva sputato fuori dal suo Miraculous.
- eroi! – esordì la piccola civetta – la situazione è critica, i nostri nemici stanno attaccando, rivelando la loro crudele ferocia, e non sto parlando dei fantocci che vi hanno attaccato… loro hanno… hanno attaccato ed eliminato la custode della Miracle Box, facendo deragliare il treno su cui viaggiava, ed ora non c’è più… - li informò tradendo l’emozione nella voce e tutti gli eroi sobbalzarono: quella nonnina così speciale che li aveva scelti come eroi, intravedendo in loro qualcosa di speciale, era rimasta vittima di quell’oscura forza che ora minacciava il mondo.
- maledizione! – ringhiò Diego tirando un pugno al muro accanto a se, mentre una lacrima silenziosa cadeva sul viso di White Dove.
- Leevy, detresformami. – disse semplicemente e, appena scioltasi la trasformazione, (sotto gli occhi interdetti dei suoi compagni) la piccola kwami volò addosso al compagno per abbracciarlo.
- Moon detrasformami. -  la imitò Andrea ed anche il lupetto si precipitò dai suoi amici, mentre i cuore di Davide perdeva un battito alla vista della compagna in “borghese”, incantato dai suoi occhi così simili ai propri.
- Aares detrasformami. – sospirò Diego facendo l’occhiolino alla rossa.
- Chopper anche tu, detrasformami. – concluse Cernuus e rimasero tutti in silenzio, commossi dal vedere il grande legame che riuniva quelle creaturine così strane che gli avevano invaso la vita tre giorni prima, uniti in un unico abbraccio.


 
***

- Non credevo potessimo arrivare a questo, voglio dire, mandare mostri in giro per la città a combinare disastri, ma questo, uccidere… io non so se ce la faccio… - si confidò Fiore stringendosi le ginocchia al petto. I cinque ragazzi erano seduti sul bordo del cornicione, i kwami abbandonati più in là a mangiucchiare caramelle e biscotti.
- dobbiamo fermarli, ad ogni costo. Non possiamo passare sopra a questo – le rispose asciutto Diego senza guardarla negli occhi, lo sguardo perso nel panorama della Roma notturna e la sigaretta che si era acceso abbandonata tra le dita.
- questa storia della trasformazione quantica è una figata, non si nota il tuo accento quando sei trasformato. – cambiò argomento Andrea rivolgendosi al ragazzo.
- sono argentino. – rispose laconico senza guardarla, ma la ragazza non se la prese, dopotutto era visibilmente turbato dalla notizia.
- a me ha detto che sono coraggioso… a me! Capite? Doveva essere una persona folle… - aggiunse Davide mestamente.
- era una veggente, sapeva cose di noi che neanche noi sappiamo. – lo smentì la nuova arrivata.
- sei sicura di quello che fai? Voglio dire, sembri molto… piccola – le chiese ancora il ragazzo.
- ehi! Ho 14 anni! – si indispettì Luna – e poi Palmm è mio amico, non lo lascio solo… anche se è una lamentela perenne! – commentò esausta.
- ti ha fatto un corso intensivo? – scherzò un po’ più allegra Fiore.
- si! – rispose l’adolescente orgogliosa tirando fuori dal suo zainetto due scatole esagonali: - questi sono i Miraculous dell’orso e del delfino. – spiegò – inizialmente secondo i piani della Custode la nostra squadra doveva essere composta da sette membri, ma ha fatto in tempo ha radunarne solo cinque quindi ha affidato questi due a Palmm, che era il suo Kwami. –
- e dovremmo farne cosa? Darli a qualcuno? Io non me la prendo questa responsabilità… - si impanicò la rossa.
- relax, Palmm ha pensato già a questo… ha detto una sfilza di cose non molto carine su come siamo impediti, inesperti, troppo giovani, troppo hippie o cose del genere… però possiamo affidarli temporaneamente a qualcuno di cui ci fidiamo per una missione e poi riprenderceli. – spiegò.
- credo che si possa fare. – la rassicurò Andrea.
- ma come fai ad essere sempre così positiva? – sbottò acido Diego, - non è tutto una passeggiata… io mi sento come…. Ecco come …
- come un sacchetto di plastica alla deriva nel vento? Fragile come un foglio di carta? – propose Davide.
- si! Proprio così! – acconsentì l’argentino.
- Chopper! – chiamò il suo kwami mentre un lampo di genio gli illuminava le iridi – trasformami! – disse deciso venendo rivestito del suo costume, imbracciò l’arco e scoccò verso il cielo una freccia, - VELO DI NEBBIA! – invocò e una nuvola di foschia si materializzò nel cielo davanti a loro.
- ehm? – boccheggiò interrogativo l’altro.
- sta a guardare, posso creare ogni tipo di illusione all’interno del mio velo - li informò mentre la nuvola si illuminava di vari colori e dal suo interno si alzava il volume di una musica energica.
- ma questa canzone… aspetta un attimo, hai creato l’illusione di un concerto di Katy Perry?! – chiese stranito Diego.
- adoro questa canzone! – si illuminò Andrea-
Do you ever feel like a plastic bag
Drifting through the wind, wanting to start again?
Do you ever feel, feel so paper thin
Like a house of cards, one blow from cavin' in?

Intonò Fiore sentendosi pervadere da una nuova forma di positività.
Do you ever feel already buried deep?
Six feet under screams, but no one seems to hear a thing
Do you know that there's still a chance for you?
'Cause there's a spark in you

Rispose Diego incrociando, per la prima volta quella sera, i suoi occhi caldi con quelli cerulei della rossa.
You just gotta ignite the light
And let it shine
Just own the night
Like the Fourth of July

Cantò ancora la stilista avvicinandosi di un passo ad ogni verso, ogni accordo in armonia con i battiti sempre più accelerati.
'Cause baby, you're a firework
Come on, show 'em what you're worth
Make 'em go, "Oh, oh, oh"
As you shoot across the sky
Baby, you're a firework
Come on, let your colors burst
Make 'em go, "Oh, oh, oh"
You're gonna leave 'em all in awe, awe, awe

Duettarono insieme riunendosi tutti, umani e kwami, in un grande ballo tra grida e risate, e fin tanto che la musica suonò, la tristezza e la paura furono un po’ più lontane.
Boom, boom, boom
Even brighter than the moon, moon, moon
Boom, boom, boom
Even brighter than the moon, moon, moon


 
***
 
Greta era a casa sua, immersa nel buio, talmente pesto che doveva tastare il muro con le mani per non precipitarsi a terra, l’unica cosa che sentiva era quella voce sibilante di donna nelle orecchie.

“L’hai cresciuta nel migliore dei modi, sei stata una brava madre, è stata lei a rivoltarsi contro di te”

L’unica fonte di luce era una candela accesa davanti ad uno specchio in fondo al corridoio.

“Non merita il tuo perdono, non meriti tu tutto quel livore! È solo una piccola ingrata”

Mentre si avvicinava a quella flebile e tremolante luce sentiva il piede dolergli, una fitta la assaliva ad ogni passo.

“Cedi alla rabbia, cedi al rancore, cedi a me!”

Avvicinatasi a quello specchio alzò lentamente lo sguardo fino ad incontrare i propri occhi riflessi nella superficie d’argento: erano completamente neri…

“Cedi!”

La donna si svegliò di soprassalto sudata ed ansimante… il graffio di quel maledetto gatto le faceva un male cane… molto probabilmente quella bestiaccia era infetta o cose del genere.
Si alzò dal letto stando attenta a non svegliare suo marito che dormiva profondamente accanto a lei e si avvicinò allo specchio della toeletta, si sedette e piano piano alzò lo sguardo sulla propria figura, uno strano e cupo timore nel fondo dello stomaco l’attanagliava, poi vide i propri occhi riflessi. Erano normali, assolutamente normali.
Era stato solo un sogno, uno stupido sogno.

 
***
Kenny Reyes poteva dire di avere tutto nella vita, una famiglia agiata, studiava ciò che lo appassionava, un aspetto gradevole grazie al fisico slanciato e magro (forse pure troppo) e i lunghi e fluenti capelli castano scuro… certo se fosse riuscito a sbarazzarsi di quelle occhiaie profonde e violacee come lividi… ma lui non si era mai preoccupato del proprio aspetto per due motivi fondamentali, il primo era che poteva vantare un carattere esuberante per conquistare le persone, allegro, gioviale, a tratti quasi infantile, divertente ma anche saggio… insomma, in una parola “Poliedrico”; qualcuno lo avrebbe anche definito “trasformista”. Il secondo motivo era che non era suo interesse conquistar le ragazze, perché tanto il suo cuore era già bello che occupato interamente.
Chi era la fortunata? Beh, semplicemente la ragazza che stava volteggiando sulle parallele asimmetriche davanti a lui, quella di cui non perdeva neanche un allenamento quando il temo libero e i suoi impegni lo permettevano, lei con il suo sguardo ferino, la carnagione scura, i capelli tinti di viola e quella spruzzata di lentiggini. Lei, la sua migliore amica Maya.
Bella situazione vero? C’è da sottolineare che Kenny non era mai stato friendzonato, semplicemente perché si conoscevano da tanti di quegli anni che praticamente nella friend-zone ci era nato.
A lui non fregava niente di tutte le idee strampalate della sua bella, di tutte le volte in cui era severa, intransigente, che gli diceva che era solo un bambino… se avesse potuto esprimere un desiderio, si sarebbe voluto trasformare nel suo principe azzurro.
Nessuno di lor però sapeva o avrebbe immaginato che, poche stanze più in là, in quella stessa palestra proprio in quel momento si trovava un’altra persona il cui destino stava per intrecciarsi a quello dei due ragazzi: il club di kick boxing della palestra quel giorno ospitava uno show di una scuola di arti marziali, per tenere dimostrazioni e raccogliere iscritti e collaboratori.
Certo, almeno così la titolare della suddetta scuola sperava… purtroppo tutte le sue speranze si stavano infrangendo mentre la fila di ragazzi buttati al tappeto dopo essere stati corcati malamente di mazzate dalla dimostratrice della disciplina del Muay Thai, arte marziale thailandese, aumentava a vista d’occhio.
La donna si maledisse mentalmente per aver permesso a sua figlia Vaen di scendere sul ring, avrebbe dovuto impedirglielo non appena aveva visto il primo risolino sul volto di quegli sbarbatelli e la prima voce che diceva “pffff, una ragazza?!”.
Conosceva la sua unigenita abbastanza bene da sapere che se lo sarebbe attaccato al dito, ma niente, aveva sperato fosse abbastanza matura da sapere che l’orgoglio personale ogni tanto (almeno una cazzo di volta) poteva soccombere dinanzi all’esigenza di portare soldi a casa.
E invece la sua dolce figlioletta continuava ad atterrare un avversario dopo l’altro (anche quelli che l’avevano, in un impeto di virilità guizzante, attaccata in gruppo) e tutti gli altri spettatori che non avevano il coraggio di affrontarla tremavano come foglie mentre cecavano di mimetizzarsi con il muro alle loro spalle.
- Ma esattamente perché mi hi portato qui, per farmi cambiare idea? – chiese intimidito Davide, - se il prossimo nemico è cazzuto la metà di questa mi pialla le ossa! –
- che lagna che sei pequeño, è il momento di smetterla di fare il nerd e darti un po’ allo sport non credi? – lo rimbecco Diego.
- questa è violenza psicologica! – si lagnò il minore vedendo l’ennesimo malcapitato cadere inerme al suolo.
- allora, qualcun altro è abbastanza uomo da sfidare una donna?  - ruggì la furia che dominava il ring rivolgendosi alla platea.
- si, io! – rispose energico Diego fiondandosi sul ring. Si mise in posizione e fece cenno alla giovane guerriera di farsi sotto.
Quella non si fece pregare, ondeggiando la treccia scura balzò in avanti con un destro che fu prontamente parato dal ragazzo, sferrò allora alcuni colpi che vennero fermati anch’essi e allora si diede indietro.
- Non sei una pappamolla come il resto dei miei avversari di oggi - si complimentò la ragazza.
- Io non ti sottovaluto, per questo sarò difficile da mettere al tappeto zuccherino. – ribatté il moro.
- Non. Chiamarmi. Zuccherino! – lo ammonì l’asiatica mentre un fuoco le accendeva gli occhi dal taglio orientale e si lanciava di nuovo all’attacco, dando vita ad un emozionante scontro alla pari.
Davide dal canto suo stava già perdendo interesse per quei due che se la davano di santa ragione (e parevano divertisti pure, i pazzi) quando il cellulare vibrò nella sua tasca.

 
emergenza. Dobbiamo riunirci in fretta, venite a prendermi. Vi mando la posizione di scuola. Luna

Recitava l’SMS che aveva appena ricevuto, al che il moro si soffiò con uno sbuffo il ciuffo dall’occhio e cercò a gesti di attirare l’attenzione di Diego.
I due contendenti avevano appena interrotto lo scontro e si stavano studiando in attesa di sferrare l’attacco decisivo quando il moro vide e capì i segni dell’amico.
- Mi spiace donzella, ma dobbiamo interrompere lo show. – la informò prima di scendere con un balzo dal ring e defilarsi dalla palestra.
- ehi! Torna qui screanzato! – gli urlò la ragazza dietro, ma lui già era troppo lontano per sentirla


 
***
 
Per la prima volta da quando aveva aperto il Camilla’s Store Fiore era contenta che quella mattina il negozio fosse vuoto, un po’ perché era sommersa dal lavoro per tutte le clienti del giorno precedente (abbastanza per un’intera settimana) e un po’ perché aveva bisogno di pensare a ciò che era accaduto la sera prima, tanto che anche la gatta Camilla, saggiamente, si era defilata per lasciarla sola.
Aveva un bell’elenco di questioni a cui pensare, come ad esempio che
  1. Le loro rispettive identità segrete erano andate a cicorie per la sua geniale pensata di permettere ai propri kwami di consolare Palmm.
  2. Il suo “simpatico” compagno di squadra, ora che quasi se lo era dimenticato dal loro primo incontro, era e restava un figo allucinante
  3. Avevano cantato insieme un duetto spettacolare e romantico.
Risposte a non una delle questioni che tutto ciò portavano alla luce erano pervenute nella sua testa, e se anche una gatta era riuscita a capire che la rossa voleva rimanere sola, lo stesso non si poteva dire di una certa ragazza con una certa lunga treccia castana e due occhi fuori dal comune.
Praticamente Andrea aveva eletto il retro del suo negozio “Nuovo posto preferito” e passava con lei la maggior parte del suo tempo libero, chiacchierando con i kwami, leggendo o disegnando; non che fosse invadente, ma aveva quel brutto vizio di incantarsi a fissarla che…
- Hola chicas! – la riscosse una voce gioviale preceduta dallo scampanellio della porta.
- scusate il disturbo… - si intromise un’altra voce meno esuberante.
In men che non si dica, il retro del Camilla’s Store era popolato di creature volanti, ragazzi che discutevano su quanto fosse educata l’irruenza di Diego e una quattordicenne che saltellava in giro festosa raccontando la grandezza della figata che era stata farsi prendere prima da scuola da Diego trasformato in suo papà per opera di Chopper.
- Voi tre in pratica avete fatto associazione a delinquere per irrompere nel mio negozio ad orario di aperitivo?! – chiarì Fiore ancora incredula.
- esattamente Esplendor – le diede ragione tirando fuori una busta di vivande dallo zaino, - abbiamo preso 4 aperol spritz per i maggiorenni e un succo per la mocciosetta da asporto. –
Fiore decise che senza ombra di dubbio la sua vita fosse finita mentre davanti a se, nel suo laboratorio, vide uno stangone di due metri e una preadolescente litigare a proposito del ”mocciosetta”. Era decisamente la fine, della sua sanità mentale per lo meno.
- spero non siate così irresponsabili da far marinare la scuola ad una minorenne solo per poter fare aperitivo tutti insieme, - si augurò Andrea.
- a dire il vero è stata proprio la minorenne in questione ad avvertirci di doverla andare immediatamente a prendere a scuola per un motivo di vitale importanza… sarebbe divertente se si scoprisse che lo ha fatto per evitare il compito di matematica! – scherzò Diego. Perché poi ora che lo vedeva senza l’elmo la sua ironia suonava meno di merda? Un attimo, ma che cavolo stava a pensare?
- ma quando vi siete scambiati i numeri esattamente?! – chiese sconcertata Fiore.
- non è nessun compito di matematica! – smentì indignata Luna già trafitta da guardi sospettosi – stamattina mentre ero sull’autobus ho sentito delle voci sibilarmi nelle orecchie e mi è preso un forte mal di testa per alcuni secondi – spiegò – Palmm l’ha chiamata perspicacia, una specie di potere speciale che mi segnala il pericolo. –
- tipo un… senso di ragno? – chiesero in coro Diego e Davide. Da quando erano pappa e ciccia quei due?
- tipo. – confermò la ragazza, - dato che io non ho intenzione di rimanerci secca prima di aver dato il primo bacio, ci serve un piano. –
- tutti zitti! – intimò la padrona di casa sentendo il tintinnio della campanellina sulla porta. –vedo chi è e lo mando via il prima possibile, poi cercheremo di capire che cavolo vuole dirci la perspicacia, o “senso di ragno”, come vi pare, della nostra nuova amica. – istruì pragmatica.
- buongiorno, scusi ma oggi il negozio è un po’… - esordì uscendo dal retro e si pietrificò volgendo lo sguardo all’avventore sulla porta.
- ciao, sorellina!
Merda. Merda, merda, merda.
 
***
 
Matteo Corona aveva 24 anni, siciliano naturalizzato Romano, sbarcava il lunario lavorando come cameriere, fino a quel giorno almeno, dato che il suo capo aveva ben pensato di licenziarlo in tronco. A quanto pare per la “politica del locale” provarci spudoratamente con qualsiasi cliente entrasse, di qualsiasi sesso, per far lievitare le mance era qualcosa di poco consono. Pff. Bacchettone! Facile, d’altro canto, per lui parlare e giudicare, mica doveva tirare a campare, lui. Mica doveva crescere due fratelli, lui.
- Ehi tu, piccolo ladruncolo, torna qui! – urlava alle sue spalle lontano una cinquantina di metri, abbastanza da poterlo seminare. Dopotutto ripulire la cassa dopo essere stato licenziato senza un motivo valido è quasi una cosa legale! Vero?
Quel vecchio grassone non avrebbe potuto raggiungerlo neanche nei suoi più rosei sogni, così in pochi minuti di buona corsa, Matteo era al sicuro in una stradina secondaria, senza uscita sì, ma abbastanza isolata da essere sicura; eppur, nonostante fosse certo di averla scampata, mentre contava l’incasso della giornata, sentì un brivido freddo risalirgli la schiena fino alla nuca come se qualcuno dietro le sue spalle lo spesse trafiggendo con lo sguardo; si voltò piano, tutti i muscoli in tensione e la gola secca e…
Niente, non c’era assolutamente niente e nessuno… aspetta un attimo… cos’era quella scatoletta lì per terra con dentro quell’affare luccicante…. E cos’erano quegli strani occhi verdi?!

 
***
 
Nella cattedrale oscura il cavaliere di rubino stringeva con apprensione le mano della sua amata, distesa sull’altare di pietra priva di sensi.
- Mio amato… - sospirò rinvenendo.
- regina del mio cuore! – esultò l’uomo al suono della sua voce, - ero così in pensiero per te! –
- tu sei troppo debole! – lo schernì velenosa. – se fosse per il tuo buon cuore resteremmo imprigionati qui per sempre! – ringhiò, poi si avvicinò a lui carezzandogli il viso. – ma per fortuna io ti amo così tanto… - lo rassicurò ad un soffio dalle sue labbra, - manca così poco perché io possa possedere quella sciocca mortale e finalmente potrò uscire, seppur solo con lo spirito, da questa prigione… e salvarci entrambi. –
- che cosa hai in mente? – chiese sospettoso il cavaliere.
- quando ho fatto deragliare quel treno e ucciso la guardiana essa aveva la Miracle Box con sé. Contando i cinque gioielli che ha radunato e i due in possesso degli altri guardiani, abbiamo altri sei Miraculous da trovare e fare nostri! – annunciò melliflua. – mi aiuterai vero? Per me, per noi? – chiese seducente.
- tutto ciò che desideri per me è un ordine. – acconsentì l’uomo, tese una mano ed un piccolo insetto rosso vi si posò sopra.
- Vola mia piccola amica, trova un cuore tormentato dal rimorso e dalla frustrazione ed infettalo, così che anche io possa impadronirmi di un fantoccio. – ordinò e quella spiegò le piccole ali, volando via, piccola e terribilmente pericolosa, nel vento.

 
***
 
Matteo sgranò i grandi occhi grigi dietro le folte ciglia e deglutì a vuoto; si sentiva come davanti ad una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. La sua figura minuta ed androgina sembrava ancora più piccola mentre era chino su quella scatola malridotta che emetteva quella strana ed inquietante energia. Il moro decise di farsi coraggio ed aprirla, dopotutto il suo contenuto poteva essere di valore, e, una volta aperta, da essa si sprigionò una grande luce che lo costrinse a chiudere gli occhi mentre gridava e balzava indietro, cadendo con il sedere per terra tra i rifiuti. Aprì piano un occhio e… che cavolo era quella, una lucertola volante?!
- Ssssssalute, maessssstro. – gli disse. Ok, una lucertola volante parlante.
- T…. tu c…chi sei? – chiese intimorito.
- Sssssono Edenn, e ssssono un Kwami, per ssservirti. – spiegò. “per servirti” eh? Interessante…
- e cosa sarebbe un Kwami? – chiese dubbioso.
- una creatura magica. Chi possssssiede sia il Kwami che il gioiello magico che lo contiene riceve poteri straordinari. – chiarificò il piccolo esserino nero e squamoso, facendo oscillare il sonaglio all’estremità della sua coda. – quest’anello è il Miraculous del sssserpente, e il sssuo potere può mettere chiunque di fronte al suo più grande desiderio nascosto.
- ah si? – replicò il giovane prendendo tra le mani l’anello d’argento, - beh – continuò infilandoselo al dito smaltato di nero, - io conosco già il mio desiderio: io voglio il potere! –

 
***
 
- Che cosa ci fai tu qui? – chiese Fiore sospettosa al ragazzo sulla porta.
- non posso venire a trovare la mia sorellina preferita? – rispose innocentemente quello sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori.
- sono la tua unica sorella… - sospirò la rossa – e poi dovrei credere che casualmente ti sia venuta in mente quest’idea geniale e colma di amore fraterno il giorno dopo che mamma è passata di qua? – insinuò.
- lo so che mamma è venuta qui ieri, e sono venuto a controllare come stai. Dunque… come stai? – chiese Mason prendendole le mani e sfoderando il suo sorriso-brillantante-sciogli-macchia di ordinanza.
- sto bene… - si sciolse un po’ Fiore, e fu quasi convinta di abbracciarlo, ma fu interrotta da un tonfo, la porta che sbatteva e una serie di imprecazioni. Si voltò e vide la sua “compagnia” precipitata al suolo dal più grande sotto al più piccolo sopra.
- origliavate dietro la porta?! – chiese sconcertata.
- non mi presenti ai tuoi rumorosi amici? – chiese divertito il fratello.
- oddio! – imprecò esasperata, - questi suono Diego, Andrea, Davide e Luna. Ragazzi, lui è mio fratello Mason.
- Mason? Ma che cavolo avevano in mente i vostri genitori? – chiese divertito l’argentino.
- Diego! – lo richiamò scioccata Andrea.
- no tranquilla! Lo sappiamo di avere nomi un po’ particolari. – lo rassicurò il nuovo arrivato stringendo le spalle della sorella. – a papà, Hans, non piaceva la sua sigla, HM perché gli ricordava una linea di negozi troppo cheap, voleva una sigla con due lettere uguali come quella di mamma, Greta Giorgi, GG, e così mi ha chiamato con un nome che inizia per M. – spiegò.
- e a mamma piacciono i fiori, ha una serra enorme; ringrazio tutti i giorni di non chiamarmi Glicine o Orchidea. – scherzò pungente Fiore.
- aspetta un attimo… i tuoi si chiamano Hans e Greta?! – rifletté a voce alta Davide, poi pentendosi subito arrossì e ficcò il naso sotto la sciarpa.
- ahahahahahah si, si sono conosciuti per questo, dicevano di essere predestinati, romantico no? – rispose sempre allegro Mason. – beh, non mi portate a fare baldoria? -
- baldoria prima di mezzogiorno? – ironizzò l’argentino, poi riprese: -guarda caso conosco un posticino non tanto lontano dove andare a bere qualcosa e dove questa signorina possa entrare. – scherzò scompigliando i capelli alla più piccola che rispose con un sonoro “ehi!”.
Tutti acconsentirono e si avviarono, mentre un solo pensiero si accampava nella mente della stilista:
“è la fine della mia vita.”
 
 
               
 
NOTE D’AUTORE
Namasté  ai miracolati.
Anche questo capitolo numero cinque è giunto al termine.
Come sempre andiamo avanti per punti per organizzare bene il discorso senza che mi scordi qualcosa.

1) Al numero 1 della lista come sempre c’è il nostro Ester Egg, che nello scorso capitolo nessuno ha indovinato… ma come! La frase “vecchio dinosauro incartapecorito” non vi dice proprio niente? È il modo in cui Cuzco ne “le follie dell’imperatore chiama la strega Izma. Ok ammetto che a sto giro non era particolarmente facile quindi a chi va lo spazio pubblicitario? A me naturalmente LOL. Vi lascio qui la descrizione di un’altra mia storia con relativo link. Vi piacciono i polizieschi, i misteri, i cartoni animati? Allora venite con me nella meravigliosa città di Fantastic Fantasy! Fantasic Fantasy è la città meravigliosa dove vivono tutti i personaggi di fantasia, che sta vivendo un periodo di crisi tremenda. Gwen ed Ace sono due poliziotti e compongono un team imbattibile.e se arrivasse un terzo membro a rompere i loro equilibri e mettere confusione nel cuore di Gwen? e se in città arrivasse un temibile criminale a portare con se l'ombra inarrestabile e sconosciuta della morte?
COMMENTO DI ZATANNA
Hai fuso in una specie di opera sincretica e pazzoide personaggi provenienti da anime & manga (Bibi ed Ace da One Piece), dai cartoni animati/comics americani (Ben Ten e Spider Man) e perfino da quelli italiani (Winx), proiettandoli in un universo cupo, decadente, pericoloso e assolutamente distopico, e mantenendo inalterate o quasi le rispettive personalità. Devo dire che mi è piaciuta molto la storia vista fin qui = ), sia la trama sia le atmosfere, e anche i dialoghi! La fanfiction si presenta avvincente e suggestiva ;), e mi piace molto il modo in cui far interagire Gwen, Ace e Selina ("capelli VERDE vomito" XD...).

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3169047

2)A questo punto lanciamo l’Ester Egg di questo capitolo, per aiutarvi vi do un indizio… a chi piacciono le serie Tv anni ’90? Per chi per primo troverà la citazione di questo capitolo ci sarà una sorpresa succosa succosa.
3)Date il benvenuto a Matteo, Kenny Reyes e Vaen Sanjuan, i meravigliosi OC di HARRY FINE, TELESOFAFAIRY E DRAGUN95. Aspettate il capitolo 7 per veder entrare in scena i prossimi! Spero anche accogliate il terzo personaggio introdotto in questa storia da me: Mason Manni! (si pornuncia Meson) come da tradizione ormai ho “preso in prestito” questo personaggio da un classico della mia infanzia: GLee! Lo guardavate anche voi? Ve lo ricordate? Vi piaceva questo personaggio? Se non ve lo ricordate o non lo conoscete relax, vi allego sotto un link con la sua faccia molto molto sbavabile. (ditemi se non li scelgo bene ehehehe)
4) Con sommo piacere vi annuncio che è stato rinnovato per la terza volta l’appuntamento con le magnifiche fanart di SAPPHIR DREAM, che a sto giro ha ritratto Cernuus! https://i.postimg.cc/gjLwgrwn/IMG-20210516-090213.jpg nell’attesa di sentire il parere dell’autore di questo personaggio vi do il mio: è bellissimo avere qualcuno che presta il suo talento per dare forma alla tua fantasia, soprattutto perché il risultato dell’incontro di due menti non è mai quello che ti aspetti, è la dimostrazione che si possono avere pensieri ed opinioni diverse che comunque sono perfette proprio perché unite tra di loro. Diverso è bello!
5)Ora vi starete tutti chiedendo, a che cavolo servivano le descrizioni in 50 parole? Ve lo dico io, è momento di tessere le trame! Il vostro compito in questo capitolo è abbastanza oneroso, ma non vi preoccupate perché avrete tempo, ho scritto un capitolo molto lungo e corposo proprio per allungare il tempo di aggiornamento prima del capitolo 6. Ebbene leggete tutte le descrizioni pervenute qui sotto e pensate, come potrebbe il mio OC relazionarsi con tutte queste persone? Gli staranno simpatici, antipatici, vedremo i primi occhi a cuoricino? Insomma siate fantasiosi! Capisco che chi ha presentato più di un personaggio farà un lavoraccio ma fate uno sforzo, per favore. Troverete colorate di ROSSO le descrizioni dei personaggi non ancora apparsi.Fiore ha 25 anni, stilista per passione, imprenditrice squattrinata della moda, è dolce, simpatica, altruista, ironica, goffa. Ha un rapporto complicato con la sua famiglia, sogna un amore romantico, sa cantare e cucinare, ama i gatti e gli amici sinceri, odia i prepotenti.
https://www.tvzoom.it/wp-content/uploads/2015/03/camillastore.jpg
 
Diego ha 26 anni, allenatore di nuoto, è un ragazzo sempre allegro e scherzoso che adora dare soprannomi alla gente. È atletico e forte. All’occorrenza sa essere molto saggio e coraggioso. Ha una storia misteriosa alle spalle di cui non parla mai a nessuno

https://www.pinterest.it/pin/702350504384295183/
 
Andrea ha 21 anni, ama l'arte ed il teatro, sogna di pubblicare un fumetto, deve solo trovare la storia giusta da raccontare... è altruista, solare, gentile, sveglia, fedele, ma anche testarda se vuole. Ha un buon rapporto con la famiglia, adora gli animali, odia i tradimenti e teme l'abbandono. https://i.postimg.cc/50LgdRjH/IMG-20210501-114924.jpg
 
Davide ha 20 anni, amante della musica più di ogni altra cosa e della letteratura greca, timido, impacciato, introverso, soffre di attacchi di panico nei posti affollati, ma è molto sveglio, gentile, sensibile e, seppur con difficoltà, cerca di superare i suoi problemi. Ha un ottimo rapporto coi suoi, specialmente con la madre. Ama i dolci alla crema e la calma. https://i.postimg.cc/gjLwgrwn/IMG-20210516-090213.jpg
 
Luna ha 14 anni, adora dipingere e colorare tutto ciò che la ispira, uscire con le amiche e farsi lunghe docce bollenti, è intuitiva, gentile, creativa, allegra ed energica, non fa mai vedere disegni non finiti alle persone, le manca la mamma e ha un ottimo rapporto con padre e sorelle, adora il tiramisù, i film di Julia Roberts e una passione per lo shopping
 
Mason ha 25 anni, è il gemello di Fiore, è allegro, poliedrico e affascinante. Adora essere al centro dell’attenzione e fare una buona impressione alle persone, in particolare si comporta spesso come il classico “provolone” con chiunque lo incuriosisca e gli piaccia. In realtà dentro di sé è profondo e ance un po’ malinconico.

https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fglee.fandom.com%2Fwiki%2FMason_McCarthy&psig=AOvVaw36R1Hh3LIy9sIpV-8P8x8y&ust=1620985299686000&source=images&cd=vfe&ved=0CAIQjRxqFwoTCJjp9oWvxvACFQAAAAAdAAAAABAK
 
Matteo ha 24 anni, commesso a tempo pieno, truffatore molto capace, è affascinante, subdolo, persuasivo, uno che non si fida di nessuno e disposto a fare cose non proprio legali per avere soldi e aiutare i suoi fratelli minori, ha una passione per lo smalto nero, i cani di grossa taglia e adora la cotoletta alla milanese.
 

Aurora, 25 anni, studentessa di Design all'università, ama da morire i videogiochi, fare shopping sia nei negozi dell'usato che nelle boutique e va matta per il pesce fritto e i granchi, è solare, cocciuta, diretta, vuole sempre fare le cose a modo suo e una vera testa calda, molto legata e protettiva verso il suo gemello Michele, adorerà il Camilla Store
 
Michele, 25 anni, studente di informatica all'università, anche lui adora i videogiochi, il Cinema, le torte con panna e fare lunghe passeggiate per Roma, è calmo, controllato, studioso, molto empatico, ma preferisce affrontare i problemi degli altri piuttosto che i propri, anche lui molto legato alla gemella Aurora
 
Kyros ha 18 anni, ragazzo ricco all'ultimo anno del liceo di storico, provocante, persuasivo, sprezzante e arrogante. Gli piacciono le donne, ama la sua defunta madre e la mitologia greca. Sotto sotto è anche protettivo verso i deboli e si sente solo. Vorrebbe un modo per colpare il vuoto che sente dentro. Odia i fast food.

 
Vaen ha 24 anni ed è Thailandese, forte, energia, decisa, combattiva, protettiva. Gli piace molto allenarsi, gli elefanti, le cose carine e i bambini. Odia gli stereotipi sulle donne. Lavora con la madre in una scuola di arti marziali, È indecisa in amore e non sa bene cosa voglia.
 

Maya Neri, 20 anni, ballerina e cantante per passione. Schietta, sarcastica, senza filtri e decisamente arrabbiata con il mondo, ma non con le persone a lei care. Incompresa e frustrata dalla propria incapacità di esprimere per bene ciò che prova davvero, vuole cambiare la società dei suoi giorni ma da sola non riesce a fare molto.
 
Kenny Reyes, 22 anni, doppiatore freelancer. Schivo, dispettoso e malizioso, si diverte a giocare e manipolare le persone per il proprio tornaconto personale, non sfocia mai in vera e propria cattiveria. Abbastanza frainteso, non si cura dell’opinione altrui su di lui, il suo unico interessa è restare accanto a Maya e “salvaguardarla”. Ha la capacità di rigirare qualsiasi situazione a suo favore.
Ora ho bisogno di una piccola richiesta… per questo capitolo ho perso un casino di tempo a recuperare le descrizioni di tutti i personaggi che mi sono state mandate un po’ alla rinfusa, quindi per favore inviatemi la vostra risposta per ogni oc con l’oggetto “scheda nome del personaggio” così mi aiutate. Grazie mille.

6)Adesso è arrivato il momento dei ringraziamenti, dovuti più di tutti a chi ha deciso di partecipare a questa storia:
HARRY FINE
SAPPHIR DREAM
SIM STAR 26
GRAGUN95
TALESFOAFAIRY




Vi ringrazio per tutti i meravigliosi personaggi che mi avete regalato, e vi assicuro che anche quelli che non sono ancora apparsi sono già parte integrante della storia, volete una prova? La madre e il fratello di Fiore non erano assolutamente previsti all’inizio, sono nati per poter introdurre nei prossimi capitoli i personaggi diTalesOfAFairy J, e l’idea di far consegnare ai nostri eroi i due miraculous della Forza e dell’Inversione (un po’ come ha fanno LadyBug nella seconda  terza stagione) è nata per poter incastrar tutti gli altri OC presentatimi da tutti gli altri.
Ringrazio anche chi segue silenziosamente, in particolare Francesco 6542 che ha inserito la storia nelle preferite (onore).
Eccoci, siamo alla fine. Ora, ho deciso prima di salutarci di aggiungere a questa storia ancora una chicca per renderla più interattiva che mai. Ho pensato che le domande e le attività in ogni capitolo sono riservate a chi partecipa, la garetta degli Ester Egg ( a cui spero partecipiate sempre più) premia un solo lettore, quindi perché non fare qualcosa che coinvolga tuttituttitutti? Alla fin di ogni capitolo lancerò un SONDAGGIO a fine di ogni capitolo che potrà riguardare o un aspetto della trama o un aspetto tecnico della storia, a cui potrete rispondere tramite RECENSIONE (così che i voti e il conteggio restino visibili a tutti). Ecco a voi la mia prima domanda: desiderate, alla fine di ogni capitolo, poter leggere come anticipazione un highlights (anticipazione) del capitolo successivo? Potere rispondere con un semplice “si” o “No” ovviamente già che ci siete allungate un po’ il brodo, dato che come sapere al di sotto delle dieci parole le recensioni non vengono pubblicate.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** brotherhood parte 1 ***


CAPITOLO 6:

BROTHERHOOD – INGANNI

prima parte

 
- Che cosa ci fai tu qui? – chiese Fiore sospettosa al ragazzo sulla porta.
- non posso venire a trovare la mia sorellina preferita? – rispose innocentemente quello sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori.
- sono la tua unica sorella… - sospirò la rossa – e poi dovrei credere che casualmente ti sia venuta in mente quest’idea geniale e colma di amore fraterno il giorno dopo che mamma è passata di qua? – insinuò.
- lo so che mamma è venuta qui ieri, e sono venuto a controllare come stai. Dunque… come stai? – chiese Mason prendendole le mani e sfoderando il suo sorriso-brillantante-sciogli-macchia di ordinanza.
- sto bene… - si sciolse un po’ Fiore, e fu quasi convinta di abbracciarlo, ma fu interrotta da un tonfo, la porta che sbatteva e una serie di imprecazioni. Si voltò e vide la sua “compagnia” precipitata al suolo dal più grande sotto al più piccolo sopra.
- origliavate dietro la porta?! – chiese sconcertata.
- non mi presenti ai tuoi rumorosi amici? – chiese divertito il fratello.
- oddio! – imprecò esasperata, - questi sono Diego, Andrea, Davide e Luna. Ragazzi, lui è mio fratello Mason.
- Mason? Ma che cavolo avevano in mente i vostri genitori? – chiese divertito l’argentino.
- Diego! – lo richiamò scioccata Andrea.
- no tranquilla! Lo sappiamo di avere nomi un po’ particolari. – lo rassicurò il nuovo arrivato stringendo le spalle della sorella. – a papà, Hans, non piaceva la sua sigla, HM perché gli ricordava una linea di negozi troppo cheap, voleva una sigla con due lettere uguali come quella di mamma, Greta Giorgi, GG, e così mi ha chiamato con un nome che inizia per M. – spiegò.
- e a mamma piacciono i fiori, ha una serra enorme; ringrazio tutti i giorni di non chiamarmi Glicine o Orchidea. – scherzò pungente Fiore.
- aspetta un attimo… i tuoi si chiamano Hans e Greta?! – rifletté a voce alta Davide, poi pentendosi subito arrossì e ficcò il naso sotto la sciarpa.
- ahahahahahah sì, si sono conosciuti per questo, dicevano di essere predestinati, romantico no? – rispose sempre allegro Mason. – beh, non mi portate a fare baldoria? -
- baldoria prima di mezzogiorno? – ironizzò l’argentino, poi riprese: -guarda caso conosco un posticino non tanto lontano dove andare a bere qualcosa e dove questa signorina possa entrare. – scherzò scompigliando i capelli alla più piccola che rispose con un sonoro “ehi!”.
Tutti acconsentirono e si avviarono, mentre un solo pensiero si accampava nella mente della stilista:
“È la fine della mia vita.”
Perché non un solo giorno della sua vita poteva finire senza che un principio di esaurimento nervoso la colpisse dritto in fronte? Come se non bastasse il dover essere una supereroina che rischia la vita tutti i giorni capitato tra capo e collo quattro giorni prima, tutti i problemi annessi e connessi ad essere una piccola imprenditrice squattrinata e l’allegra visita di quello zuccherino di sua madre… ora ci si metteva anche quel perfettino di suo fratello ad invadere il suo spazio personale!
Come se non bastasse quei quattro deficienti dei suoi nuovi amici ridevano, scherzavano, sembravano tutti pendere dalle labbra di quel cretino di suo fratello… vedeva le guance rosse di Luna e Davide e i sorrisi sguaiati con tanto di lacrime agli occhi di Andrea e Diego, e soprattutto vedeva il fondo del suo bicchiere di Negroni sbagliato vuotato in pochi sorsi in un momento decisamente poco consono della giornata.
“Fase uno: rubarle la scena, fatto.” Pensò Mason osservando la sua cara sorellina sprofondare nell’alcolismo antimeridiano.

 
***

 Finalmente era arrivata la fine di quella giornata del cavolo, e Fiore non poté non soffermarsi sull’ilarità di quanto fosse curioso come potesse definire “del cavolo” la prima giornata in cui non aveva rischiato le chiappe da quando quel casino era cominciato.
Entrò dentro casa non facendo caso a mantenere aperta la porta al suo autoinvitato ospite, che sbottò con un “EHI” quando questa per poco non gli si chiuse sul naso.
La casa della stilista era piccola (un eufemismo per non dire minuscola): una piccola cucina con un tavolo, lavabo, fornelli, frigo e qualche pensile e mensola, un bagno microscopico nel quale la vasca da bagno e la tazza del cesso per poco non si scambiavano un tenero bacetto e una camera da letto con un letto singolo, un piccolo divano, scrivania, cassettone e la cuccia di Camilla. Qui e là per la casa erano disseminate le relle con tutti i suoi abiti, fotografie di lei con i suoi amici appiccicate con lo scotch, scatole di scarpe in cui era impossibile non inciampare e un mucchio, una caterva, un’infinità di post-it colorati in cui scriveva ciò che matematicamente si scordava.
- Puoi dormire sul divano. – gli annunciò fredda tirandogli addosso una coperta, - e il bagno lo uso prima io, sempre. – snocciolò. –
- quando eravamo piccoli mi facevi entrare nel tuo letto le notti in cui non riuscivi a dormire, e rimanevamo abbracciati fino al mattino… - ricordò Mason con un sorriso e quella sua irritante voce caramellosa.
- quando eravamo piccoli, appunto. – tagliò corto la rossa infilandosi in bagno.
- adesso mi spieghi perché ce l’hai con me? – sospirò paziente il fratello dall’altro lato della porta, ma non ricevette nessuna risposta. - senti, lo so che ultimamente il nostro rapporto non è stato dei migliori… - iniziò ma fu interrotto dalla porta che si spalancò mostrandogli due occhi azzurri e sgranati.
- non è stato dei migliori? NON E’ STATO DEI MIGLIORI?! – gli urlò in faccia la sorella, - cosa intendi esattamente, che non è stato educato da parte tua non difendermi neanche una volta tutti i giorni in cui papà mi demoliva pezzo per pezzo? Che non è stato carino sparire dalla mia vita, cancellarmi come se non fossi mai esistita da quando me ne sono andata? Beh tesoro ti informo che non è semplicemente stato poco educato o carino, è stato da bastardi! – proruppe con tanta di quella foga che quando finì si accorse di avere il fiatone.
- senti, ho sbagliato ok? Ma lo sai anche tu quanto sanno essere pressanti i nostri genitori, mi hanno imposto di stare dalla loro parte! – confessò Mason con aria afflitta.
- lo so soprattutto io, non “anche”, perché tu sei sempre stato quello perfettino… - corresse acida dandogli le spalle.
- lo so che è colpa mia e che hai ragione ad essere arrabbiata con me, ma ora sono qui ok? Quando mamma mi ha detto che era venuta da te ho capito che dovevo fare qualcosa per rimediare, starti vicino anche solo per un po’, e puoi fare la scontrosa quanto vuoi, me lo merito, ma non vado via, ti dimostrerò che non ti lascerò un’altra volta. – concluse il ragazzo sforzandosi di sembrare sincero.
- buonanotte Mason. – rispose semplicemente Fiore mettendosi a letto, ma non riuscì a trattenere un piccolo tremolio nella voce.
- buonanotte… - rispose soddisfatto il ragazzo stendendosi sul divano.
“Fase 2: fai breccia nelle sue difese, fatto” pensò e aspettò con pazienza che la sorella sprofondasse nel sonno per alzarsi alla chetichella e attuare il suo piano.

 
***
 
Intanto, nella buia e tetra cattedrale, una creatura della notte era tornata a rapporto;
- Molto bene mio piccolo Salem, hai svolto un lavoro eccellente. – si complimentò la Dama Nera. – quando quella povera sciocca cadrà addormentata cadrà anche in mio potere, e finalmente potrò attuare il mio piano. – espose malevola.
- siete sicura, mia Signora? – chiese preoccupato il Cavaliere di Rubino.
- certo mio amato, quando sarà il momento io mi stenderò all’interno della fonte magica e l’acqua incantata trasporterà il mio spirito altrove, tu resterai qui e veglierai il mio corpo affinché io non anneghi – spiegò pratica. – una delle quattro stelle malefiche è stata aperta, e io so perfettamente come fare ad avere quel gioiello tra le mie mani! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH -
 
***
 
Quella sera Matteo mise a letto i suoi fratelli e aspettò con pazienze di sentirli ronfare profondamente, li guardò dalla porta della loro camera dormire beati e si convinse che non aver detto loro nulla era stata la scelta opportuna, né del suo licenziamento, né di quell’altra assurda faccenda che certamente li avrebbe agitati non poco… avevano già avuto una vita difficile fino a quel momento, e lui li doveva proteggere ad ogni costo.
- puoi uscire adesso. – comunicò al suo Kwami che si era nascosto nello zaino.
- adesso andiamo a fare un po’ di baldoria? – chiese eccitato il rettile, - sei molto più interesssssante dei sssoliti umani, la maggior parte di loro mi recrimina ancora quella vecchia faccenda della mela, sssono così noiossssi! – si lamentò.
- vecchia faccenda della mela? Aspetta un attimo… è successo davvero? – chiese sconcertato il ragazzo.
- un mucchio di tempo fa. – chiarì scocciato il serpente.
- ma quanti cavolo di anni hai? – chiese ancora inarcando un sopracciglio.
- non è educato chedere l’età ad una sssignora! – lo rimbeccò la creaturina.
- avevo capito fossi maschio… - lo contraddisse Matteo sentendosi vagamente perculato.
- ma non erano ssssuperate queste discriminazioni sssessuali? Forza adesso, dì quello che devi dire. – lo incitò.
- e va bene. Edenn, trasformami! – disse e quello fu inghiottito dall’anello, e lui investito da una potente energia, quando la trasformazione quantica fu avvenuta, Matteo si guardò allo specchio e per poco non gli prese un colpo:  la sua pelle era completamente ricoperta di squame nere, lisce e compatte come quelle di un Serpente, si sfiorò e scoprì che erano piacevoli al tatto, e le sue pupille erano diventato lunghe come quelle di un rettile, sul suo volto già irriconoscibile non vi era nessuna maschera. Quando sorrise notò con un pizzico di orgoglio che i suoi denti erano diventati molto più lunghi ed appuntiti. Indossava una tenuta molto particolare che non lasciava nulla all'immaginazione: un completo composto da pantaloni bianchi molto attillati e degli stivali neri lunghi quasi fino a metà delle cosce, un po' rialzati sui talloni, e una maglia bianca attillata sul petto, a collo alto, che però lasciava scoperta la spalla, il pettorale e il braccio sinistri, mentre il destro era completamente coperto fino al dorso della mano.
- e adesso andiamo a scoprire che posso combinare con questi poteri… - si disse sgusciando fuori dalla finestra.
Notò elettrizzato quanto i suoi movimenti erano diventati fluidi, repentini e silenziosi proprio come quelli di un rettile, e in pochi agili balzi era lontano dalla sua dimora. Ben presto notò di essere arrivato nei pressi del Pantheon e deviò per raggiungerlo. Una volta insinuatosi nel colonnato si fermò un attimo per bearsi di tutta quell’energia e potere che sentiva scorrere dentro di se, quand’ecco che un rumore alle sue spalle lo fece mettere in allerta e si girò immediatamente, come una specie di riflesso condusse la sua mano allo stivale e notò al suo interno l’elsa di quello che sembrava un pugnale.
- Ti stavo aspettando. – si rivelò una voce di donna uscendo da dietro una delle colonne: sembrava una donna di mezza età, indossava tacchi alti e un tubino nero come la notte, un grande cappello a falda larga dotato di veletta le copriva il viso.
- e tu chi sei? – chiese Matteo sulla difensiva, un istinto primordiale gli diceva di restare all’erta.
- la tua più grande amica, o la tua peggior nemica. Sta a te scegliere. – rispose enigmatica e vagamente divertita la donna.
- io non ho amici. – la stroncò il ragazzo. – io sono Basilisco, e fidati quando ti dico che so essere molto pericoloso. – la mise in guardia sperando di essere risultato abbastanza minaccioso.
- oh, anche io – rispose melliflua la donna, mosse un passo verso di lui e immediatamente notò una moltitudine di gatti randagi sbucare da ogni angolo, erano almeno un centinaio, avevano occhi iniettati di sangue, la bocca schiumante di rabbia e non sembravano per niente amichevoli. – ora – continuò – possiamo veder chi di noi due sopravvive, e spero tu sia abbastanza intelligente da capire da solo quale sia il risultato, oppure possiamo stabilire un’alleanza. – propose.
- che tipo di alleanza? – chiese dubbioso il ragazzo.
- io posso dirti tante cose, insegnarti ad usare i tuoi poteri, aiutarti a raggiungere il tuo obbiettivo, in cambio ti chiedo solo di stare dalla mia parte e lavorare per me. – chiarì.
- che cosa dovrei fare? – chiese ancora Matteo
- vedi – iniziò a spiegare la donna passeggiando per il portico ed avvicinandosi sempre più pericolosamente, - ero venuta qui con l’intento di ucciderti e portarti via il Miraculous del serpente, ma ho cambiato idea. –
- sarà il mio giorno fortunato… - ironizzò spavaldo quello.
- ho visto in te un potenziale, un potenziale malvagio. – spiegò – sei esattamente ciò che mi serve. In giro per la città ci sono altri tre gioielli magici come il tuo, che donano il potere della protezione, guarigione e trasformazione; io li troverò e tu troverai per me tre giovani come te per diventarne i portatori, userai il tuo potere per portarli dalla mia parte e ti metterò a capo della mia squadra di antieroi ci stai? – propose la Dama Nera.
- qualcosa mi dice che questo è solo l’inizio di un piano. Non accetto niente a scatola chiusa. – rispose altezzoso.
- furbo. Molto furbo. – constatò – il vostro compitò sarà quello di sconfiggere il gruppo di eroi che sta difendendo questa città, anche loro sono in possesso di alcuni Miraculous, sette per la precisione, e a me ne serve solo uno. –
- quindi posso tenere gli altri per me? – intuì il moro improvvisamente interessato.
- esattamente, pensa al potere che senti di avere dentro di te ora e pensa a quanto ne puoi ancora accumulare! – lo adulò la donna fattasi improvvisamente vicina, tanto da poter sussurrare le ultime parole direttamente nel suo orecchio. – potrai proteggere chi ami, e distruggere chi odi… -
All’udire quelle parole una molla scattò nella testa del giovane:
- Affare fatto – disse, - conosco due persone perfette per questo compito. – la informò arricciando le labbra in un sorriso predatore.

 
***
 
Fiore si svegliò con un piacevole profumo di buono… cornetti forse? Ciambelle? Si alzò dal letto con un sonoro “umfrp” e un soave grugnito.
- Buongiorno anche a te sorellina! – la prese in giro Mason porgendogli una brioches alle fragole e un cappuccino.
- mmmm, grazie – rispose sospettosa prendendo la tazza e appoggiandola tra le gambe incrociate e fece per addentare il dolce quando fu interrotta:
- uhm ecco, prima che tu inizi a mangiare c’è una cosa che ti devo dire… - la informò a disagio grattandosi la nuca il moro, - quando prima sono sceso a prenderti la brioches ho visto beh… ecco… -
- sputa il rospo! – soffio acida la rossa.
- cisonoicarabinierineltuonegozio! – sputò tutto d’un fiato.
- CHE COSA? E tu mi svegli con la colazione a letto, ma sei scemo?! – sbraitò la riccia catapultandosi giù dal letto e giù dalle scale.
Un’ora più tardi la squadra al completo, meno Luna che non poteva continuare a saltare scuola come se nulla fosse, era radunata al Camilla’s Store per cercare di arginare l’emergenza almeno dal lato emotivo.
- È un disastro, disastro, DISASTRO! – imprecò la padrona di casa con le mani tra i folti ricci vermigli mentre camminava nervosamente avanti e indietro.
- ma come è potuto succedere?! – chiese angosciata Andrea.
- come? Quel figlio di puttana che mi ha affittato il locale ha avuto la gentilezza di non dirmi che l’allaccio alla rete elettrica era abusivo! Il bastardo fregava la corrente al palazzo qui affianco. – spiegò tuffandosi disperata su un pouff.
- chi ha chiamato la polizia? – indagò sospettoso Davide.
- segnalazione anonima! – sospirò la riccia.
- e perché questo salasso lo devi pagare anche tu? – chiese delicatamente Diego sventolando una multa salata, con decisamente più zeri di quanti Fiore si potesse permettere.
- perché hanno allegramente detto che non ci credono proprio che io non me ne fossi accorta… tra la multa e i costi per rifare l’allacciamento e il nuovo impianto è un incubo, non troverò mai tutti quei soldi! – si lamentò mentre già le lacrime le scendevano sulle guance.
- ehi… - le disse dolcemente l’argentino sedendosi affianco a lei e passandole un braccio sulle spalle esili, e trasalì un po’ quando la ragazza poggiò il viso nell’incavo tra il suo collo e la spalla per piangere sommessamente, - andrà tutto bene vedrai, troveremo una soluzione… - la rassicurò carezzandole la testa dolcemente.
“Fase tre: distruggile la vita, fatto.” Gongolò tra sé e sé Mason in un angolo del negozio osservando la scena e facendo danzare lo sguardo sulla figura di Diego: aveva capito quale sarebbe stata la sua prossima mossa.
 
***
 
Se fino a 24 ore prima qualcuno gli avesse detto che sarebbe tornato ad aggirarsi intorno ad un posto in cui aveva commesso un furto, beh Matteo si sarebbe sbellicato dalle risate per l’ingenuità di chi lo credeva tanto fesso. Beh, evidentemente era tanto fesso.
- Perché mi hai portato qui? Ho passato tutta la notte a cercare i Miraculous, questo corpo ha bisogno di dormire, non voglio ammaccarlo il primo giorno. – gli ringhiò contro la Dama Nera nascosta insieme a lui dietro un palazzo a Piazza del Popolo.
- in che senso “questo corpo”? ma cosa cavolo sei tu?! – chiese stranito Matteo.
- oh piccoletto, credimi quando ti dico che non lo vuoi sapere davvero. – lo informò quella ghignante.
- ok, lo vedi quel bar con l’insegna “Caffè Rosati”? ci lavoravo fino a ieri e…
- non ti ho chiesto la storia della tua vita. – lo stroncò quella.
- che simpatia… tranquilla che non ho intenzione di parlare con te più dello stretto necessario, sei inquietante. Come dicevo prima che mi interrompessi, conosco due persone che fanno al caso tuo e puoi trovarle proprio lì. – spiegò pragmatico il ragazzo.
- ti ascolto. – si corresse quella visibilmente interessata.
- lo vedi quello scheletro ambulante seduto lì in fondo? Quello pallido con quelle occhiaie orrende che gli contornano gli occhi sottili e dalle iridi violacee? – chiese indicando con il mento un ragazzo coi capelli abbastanza lunghi e scarmigliati, che gli raggiungevano il collo, che a prima vista sembravano neri, ma in realtà erano di un castano abbastanza scuro e tendente al mogano. La donna notò un tatuaggio vicino alla spalla destra che rappresenta un piccolo insetto simile ad uno scarabeo e dentro di se già si prefigurava un piano perverso.
- si. – rispose semplicemente.
- bene, si chiama Kenny Reyes ed è un vero idiota, crede che ci provi con la ragazza dietro cui sbava, ma secondo me ha del potenziale e sai qual è il bello? Che non devi fare assolutamente niente per convincerlo. – spiegò, poi continuò dicendo: - devi solo convincere lei, e so anche come puoi fare. – la rassicurò indicando una figura longilinea e decisamente muscolosa, dalla carnagione scura, quasi mulatta, occhi verdi e dal taglio un po' ferino, capelli lisci e tinti di un particolare colore viola, di media lunghezza, che portava legati in una coda di cavallo alta, da cui sfuggivano dei ciuffi laterali e sbarazzini, che le contornano il viso spigoloso. La Dama si soffermò ad osservare il naso lungo ed aquilino, costellato di lentiggini, e le sopracciglia folte e laminate, nonché il seno di modeste misure, che però risultava essere sodo e mascherato dai muscoli pettorali.
- è la mia ex collega, non le sto molto simpatico, anzi mi odia proprio. – snocciolò, - ma non si è mai preoccupata di mostrarsi diversa da ciò che è per cui so benissimo come puoi farla cadere in tentazione, senza neanche utilizzare i miei poteri! – si vantò guadagnandosi un verso che, curiosamente, sembrava simile al soffio di un gatto.

 
***
 
Davide mandò un SMS a Luna per informarla del fattaccio, poi decisero tutti insieme che era più che necessario provare a fare qualcosa per rimediare, quindi optarono per trovarsi tutti insieme al bar dove erano stati il giorno prima. La ragazzina era così emozionata di aver trovato finalmente dei nuovi e strepitosi amici che era carichissima e voleva con tutta se stessa aiutare Fiore a trovare i soldi per salvare il suo atelier. Era fuori dal locale quando vide la ragazza e Diego un po’ in disparte, a sorseggiare uno di quei cosi rossi con dentro la fetta d’arancia che lei era troppo piccola per assaggiare, mentre Davide, Andrea e Mason erano più vicini all’ingresso del locale, i primi due di spalle rispetto alla porta.
- sono contento che mia sorella abbia trovato amici come voi, - si confidò il ragazzo, - ma esattamente come vi siete ritrovati voi con una preadolescente in combriccola? – scherzò.
- hai, ragione, me lo chiedo anche io come sono finita a fare la baby-sitter a gratis! – scherzò la ragazza e Luna trasalì.
- già, almeno per una volta non sono io quello improbabile… - li accompagnò un po’ in imbarazzo anche il minore. Ogni singola parola arrivo alle sue orecchie come un sasso in faccia… le lacrime pizzicavano già tra le palpebre e, prima di sentirsi male, la ragazzina scappò via.
- vero, tutti insieme facciamo parecchio ridere, ma io non cambierei né rinuncerei a nessuno di questa pazza compagnia. – finì Andrea sorridente.
- sono d’accordo, Luna sarà anche un po’ insolita da frequentare... ma è speciale! – replicò anche Davide.
Mason si limitava a sorridere ed annuire. Poveri idioti, un altro minuto e la loro scenetta strappalacrime avrebbe rovinato il suo piano perfetto, e dire che si era appostato come una cazzo di civetta davanti la porta per un’ora aspettando che quella mocciosa arrivasse, ed era andato tutto liscio.
“Fase quattro: rompi la compagnia, fatto.” Pensò soddisfatto spostando l’attenzione su Diego e sua sorella, era il momento del colpo di grazia.

 
***
 
Malai osservava preoccupata sua figlia Vaen che prendeva a pugni instancabilmente il sacco da almeno due ore, ruggendo a chiunque le rivolgesse la parola o anche solo si avvicinasse.
- Ma che le prende coatch? Sembra posseduta! – le chiese un allievo intimorito.
- è frustrata – spiegò la donna – non aveva mai perso prima di quel ragazzo dell’altro giorno. –
- ma non ha perso, hanno finito in parità…
- credo che qualcosa nella sua testa l’abbia convinta che avrebbe perso, e ha capito che non è invincibile come credeva, e io sono sinceramente preoccupata per lei. – sospirò.
- io mi preoccuperei più per tutto ciò che ha intorno… - si lamentò il giovane.

 
***
 
Liberarsi del ragazzino con quel tremendo ciuffo schiacciato sull’occhio su semplice come bere un bicchier d’acqua, era bastato rivolgerli la parola una volta di troppo, sorridergli guardandolo fisso e poi il colpo di grazia: sfiorargli appena un fianco; in men che non si dica quello aveva balbettato una scusa, rosso come un peperone, ed era scappato via lasciando quell’altra sola come una babbiona.
- Voglia scusarmi – disse soavemente ad Adrea defilandosi.
A Diego a momenti prese un colpo quando si trovò Mason alle spalle che lo osservava con un ghigno predatore mentre aspettava che Fiore tornasse dal bagno.
- Ho notato che sei molto… vicino a mia sorella. – azzardò il minore avvicinandosi di un passo.
- beh si, direi che dopo un inizio un po’ accidentato stiamo andando meglio. – spiegò l’argentino notando lo sguardo allegro dell’altro scurirsi un poco. – cos’è, sei il classico fratellone geloso? -  scherzò.
- no, ma vedi… - temporeggiò Mason, la situazione era delicata e se la doveva giocare al massimo… ma quando si decideva sua sorella ad uscire da quel maledetto bagno? – tu mi sembri uno che punta sempre al top… - disse sfiorando il colletto della camicia a quadri dell’altro. Eccola finalmente! Chiuse la porta alle sue spalle e stava per girarsi… - mi chiedevo perché non punti anche al top della famiglia… - flirtò spudoratamente avvicinandosi oltre il limite consentito, ad un passo dal baciarlo.
Mason continuava a far saettare lo sguardo dal ragazzo davanti a se alla sorella alle sue spalle. Maledizione! Quella svanita si era chiusa la gonna nella porta! Ma quanto ci metteva a girarsi e vedere come le soffiava il ragazzo in due minuti?
- Beh si – disse Diego ad un soffio dalle sue labbra, - dovrei essere cieco per non vedere quanto sei bello, ma vedi, - continuò posandogli una mano sul petto per allontanarlo, - non è perché indubbiamente non sei una ragazza, ma non credo farsi rimorchiare dal fratello gemello sia il modo giusto di iniziare una storia con una Chica. –
Merda, gli aveva dato picche. Che cavolo avrebbe fatto? Mason non si fece prendere dal panico e sfoggiò il suo sorriso migliore, occhieggiò sua sorella che ancora combatteva con lo stipite per riavere integro il pizzo della sua gonna.
- Prova superata torero, - si complimentò – non ti avrei mai permesso di avvicinarti alla mia adorata sorellina se ti fossi rivelato poco serio. – mentì.
- la corrida è spagnola. Io sono argentino. – spiegò il ragazzo con un sorriso tirato di uno che non se l’era bevuta fino in fondo. Intelligente oltre che belloccio… cercò allora di fugare ogni dubbio porgendogli amichevolmente una mano che quello strinse e… eccola, si stava girando! Era il momento perfetto…
- hai un profumo meraviglioso! – si complimentò avvicinandosi un poco, ad occhi chiusi, per sentirlo meglio; sapeva benissimo che alla giusta distanza e angolazione avrebbe potuto perfettamente sembrare un bacio. Aprì gli occhi e l’espressione sconvolta sul volto della rossa alle spalle del belloccio era inequivocabile: era fatta, ora doveva solo tenerli lontani per il resto della serata.
- ora devo andare, so che in questo locale fanno anche il karaoke e io muoio dalla voglia di esibirmi. – si congedò.
- se il talento è genetico sono sicuro spaccherai. – lo incoraggiò quel fesso con una pacca sulla spalla.
Mason lo oltrepassò e si diresse da Fiore che era ancora in stato catatonico e le afferrò un polso.
- Voglio cantare una canzone ma sono così nervoso, vieni con me? – chiese con quell’irresistibile faccia da cucciolo che la faceva cedere da quando aveva cinque anni.
- si… si ti accompagno… - rispose senza tono nella voce e si fece trascinare, ancora sconvolta da ciò che aveva visto… come aveva potuto quell’infame fiondarsi su qualcun altro appena si era allontanata? Uno che tra l’altro era A) un maschio e B) suo fratello gemello.
- ehi, dove vai? – le chiese fermandola proprio l’infame in questione… Mason si pietrificò iniziando a sudare freddo.
- il più lontano possibile da te. – sibilò velenosa la rossa e si lasciò tirare via lasciando quello come un cretino in mezzo al locale, non prima di avergli sfilato il cocktail dalle mani per gettarglielo in faccia. Era perfetto! Il ragazzo benedì chiunque avesse creato le donne così irascibili.
“Fase finale: spezzale il cuore, fatto”
 
***
 
La musica iniziò a suonare le prime note e Mason iniziò timidamente a cantare dietro la rete metallica che separava le quinte dal palco:
I want to break free
I want to break free
I want to break free from your lies
You're so self satisfied I don't need you
I've got to break free
God knows, God knows I want to break free.

Salito sul palco, sentì il cuore iniziare a battere forte nel petto, e una strana frenesia, che non sentiva da tempo, invadergli il corpo.
I've fallen in love
I've fallen in love for the first time
And this time I know it's for real
I've fallen in love, yeah
God knows, God knows I've fallen in love.

Intonò sfiorandosi il petto, ma da quanto non si innamorava sul serio uno come lui? Forse da tutta la vita.
It's strange but it's true
I can't get over the way you love me like you do
But I have to be sure
When I walk out that door
Oh how I want to be free, Baby
Oh how I want to be free,
Oh how I want to break free.

Continuò a cantare sempre più sciolto, tanto che lanciò il proprio giubbotto di pelle verso Andrea e si piegò più volte sulle ginocchia per sfiorare le mani delle ragazzine impazzite che gliele tendevano.
But life still goes on
I can't get used to, living without, living without,
Living without you by my side
I don't want to live alone, hey
God knows, got to make it on my own
So baby can't you see
I've got to break free.

Dio, quanto avrebbe voluto essere libero! Libero dalle imposizioni dei suoi genitori, libero dalla spirale di bugie che lo stava lentamente stritolando, libero dal senso di colpa che gli attanagliava il cuore, libero!
I've got to break free
I want to break free, Yeah
I want, I want, I want, I want to break free.

Terminò, lasciando che l’euforia e gli applausi gli scivolassero addosso come benefica pioggia ristoratrice.
Dietro le quinte del piccolo palco Fiore osservava la luce che scintillava negli occhi di suo fratello brillante come non la vedeva da anni… in quel momento si rese conto di essersi comportata da vera stronza con lui, avrebbe dovuto mettere da parte le divergenze e vibrare insistentemente aspetta che? Si guardò intono e notò il cellulare di Mason abbandonato lì vicino che sembrava posseduto a furia di ricevere messaggi a ripetizione.
In quel momento nella testa della rossa scoppiò una guerra nucleare tra la vocina che urlava “non ti impicciare!” e quella che urlava “impicciatiimpicciatiimpicciati!”.
Indovinate un po’ chi vinse?
Si guardò intono circospetta prima di avvicinarsi all’oggetto del mistero e vedere le notifiche di almeno una decina di messaggi provenienti tutti dalla stessa persona: sua madre.
- ossessiva come sempre. – commentò a voce altra mentre si rese conto che per scoprire il testo dei messaggi avrebbe dovuto sbloccare il telefono; provò la loro data di nascita ma niente, provò con 1234 ma neanche quello funzionò… le rimaneva un solo tentativo prima che rimanesse una traccia della sua violazione.
- spiare è sbagliato! – la rimproverò una vocina petulante alle sue spalle. Aspetta, aspetta, aspetta. Si girò piano con un sorriso malvagio che le arricciava le labbra.
- Leevy… -
- non ci pensare nemm… -
- trasformami! –
Quando la piccola colomba venne risucchiata nella corona la trasformazione la avvolse; aveva poco tempo doveva far in fretta. – VENTO ARGENTEO! – disse facendo danzare un ventaglio e un piccolo vortice di scintille argentate avvolse e fece fluttuare il dispositivo elettronico; quando si riposò nelle sue mani, la rossa esultò nel vederlo sbloccato e sciolse la trasformazione. Appena sputata fuori Leevy iniziò a snocciolare rimproveri e lamentele ma Fiore non la ascoltava: ogni messaggio letto tra sua madre e suo fratello era un battito del suo cuore che si perdeva tra le viscere.

 
***

Mason scese dal palco con l’argento vivo addosso, si sentiva carico a pallettoni e felice come non mai, l’unica cosa che voleva fare in quel momento era prendere sua sorella e stritolarla in un interminabile abbraccio.
- mi hai visto? È stato stupendo, eccezionale, fantastico è stato… ehi, cos’è quel muso lungo? – chiese a Fiore che lo guardava inspiegabilmente impassibile; poi vide il proprio telefono tra le sue mani e improvvisamente il panico si impadronì di lui. – che fai con il mio cellulare?! – chiese perdendo tutta la propria allegria.
- sei stato tu. – gli rispose semplicemente quella, senza far trasparire una singola emozione dal tono della voce. – hai allontanato i miei amici, ti sei messo tra me e il ragazzo che mi piace, hai fatto quella soffiata per far chiudere il mio negozio. Sei stato tu, sei sempre stato tu. – lo accusò mentre gli occhi iniziavano a bruciare.
- io… io posso spiegare, te lo giuro io… - provò a giustificarsi il fratello ma fu interrotto:
- non ho intenzione di ascoltare un’altra singola parola uscire da quella tua boccaccia! – sbraitò la rossa. – non ti bastava essere il preferito di mamma e papà? Non ti bastava vincere qualsiasi confronto tra noi due? Sei venuto qui con il solo scopo di distruggermi la vita! E tutto per cosa? Per far felici mamma e papà? Per renderli… fieri di te?! – sputò velenosa.
- tu non i quanto sappiamo essere opprimenti quei due. – rispose sulla difensiva Mason.
- certo che lo so, è per questo che sono scappata per farmi una vita tutta mia, e tu in due giorni hai distrutto tutto quanto e sai qual è il peggio? Che questo dolore, il dolore che tu mi hai causato, mi ha prosciugato tutte le forze e non so da dove ricominciare. – rivelò mentre le lacrime le rigavano il viso.
- aspetta, parliamo… - provò ad avvicinarsi ma la giovane ex-stilista lo respinse.
- non voglio vederti mai più! – urlò scappando via in lacrime.
- per favore aspetta! – gli urlò dietro il ragazzo ma fu tutto inutile, sua sorella era ormai uscita dal locale.
Che cosa aveva fatto? Aveva rovinato ogni cosa. Avrebbe solo voluto sprofondare.
- Ah! – urlò infine prima di accasciarsi a terra sentendo il dolore di un pizzico dietro il collo, non vedendo l’insetto che lo aveva punto volare via.

 
***

Luna, anzi Owl Maiden, era “appollaiata” su un cornicione a guardare la Roma notturna, emettendo di tanto in tanto un sospiro.
Come aveva potuto essere così stupida da credere che sarebbero stati suoi amici? Era stata una sciocca, era evidente che quei quattro non avrebbero mai avuto niente da spartire con un’insulsa ragazzina come lei… si sentiva così presa in giro! Come avevano potuto illuderla e spezzarle il cuore in maniera così crudele? Si sentiva come quando era più piccola, e le sue sorelle maggiori si coalizzavano contro di lei… si sentiva come quel ragazzino che giocava a pallone in mezzo la strada illuminata poco e male dai lampioni di periferia, che proprio in quel momento stava inseguendo il suo pallone tra le corsie proprio mentre stava passando una macchina. Aspetta che??
La supereroina balzò da un tetto all’altro più veloce che poteva per raggiungere e salvare quel moccioso, ma perché White Dove poteva volare e lei no? Quando era ad un passo dal tuffarsi in strada vide un motorino sfrecciare davanti all’auto e tagliarle la strada, costringendola ad inchiodare mentre il bimbo, spaventato dal frastuono di clacson e frenate, si era pietrificato in mezzo alla via.
Immediatamente il proprietario del motorino si fermò, scese dal veicolo lasciandolo cadere incurante su un fianco e si precipitò dal moccioso.
- Ehi, ehi stai bene? Va tutto bene? – chiese il ragazzo scuotendolo per le spalle.
- ma sei impazzito ragazzino? Ti pare il modo di guidare? – gli inveì contro il guidatore del suv scendendo anche lui dalla vettura.
- il pazzo qui è lei, non ha visto che lo stava per investire?! – rispose a tono il giovane tenendo sempre il bimbetto stretto a se.
L’uomo fece per ribattere ma fu interrotto da una voce alle sue spalle:
- Ha ragione lui! –
Si voltò e vide una giovane donna con un vestito bianco, una maschera e un mantello in piedi sul cofano della sua auto.
- Chi cavolo sei tu? Scendi immediatamente dalla mia macchina! – le intimò rabbioso.
- io sono una dei supereroi che protegge Roma! E sarebbe meglio per lei che sparisca dalla mia vista prima che le faccia assaggiare uno dei miei poteri, razza di idiota! – ringhiò Owl Maiden e quello, messo al suo posto, si scusò balbettando, tanto da chiamarla “signora” e offrirsi di ripagare la fiancata del motorino prima di rimettersi in macchina e darsela a gambe.
“Evidentemente la trasformazione camuffa anche la mia età…” pensò Luna, “per gli adulti è molto più semplice!”
- grazie di essere intervenuta. – le rivolse la parola il giovane eroe per caso, trafiggendola con due stupendi occhi azzurro cielo; era alto e slanciato, aveva meravigliosi capelli biondo paglierino ed un viso gentile e minuto.
- grazie a te per avermi aiutato a salvare questo ometto. – rispose piegandosi a dare un buffetto al bimbo grassoccio. – io sono Owl Maiden, e ti devo confessare che questo è stato il mio primo salvataggio! – confidò poi imbarazzata.
- sei stata bravissima. Hai sentito piccolo? Hai avuto il grande onore di essere salvato da una supereoina! – disse al piccoletto.
- a me me pare svitata peggio de quell’artra… - sentenziò il piccolo Luca memore del suo precedente incontro con la supereroina vestita da piccione.
Luna rimase spiazzata, se avesse potuto la sua mascella sarebbe caduta al suolo: tanto sbattimento per un moccioso che se ne tornava fischiettando a casa palleggiando con il suo pallone del cavolo!
- Non ci sono più i giovani di una volta! – scherzò il salvatore rimettendosi sul proprio motorino. – io comunque mi chiamo Astreo Laventis, è stato un piacere averti conosciuto! – disse prima di sfrecciare via con il suo motorino.
- anche per me… - rispose timidamente la giovane Luna… perché all’improvviso si era anche dimenticata del perché fosse triste? Ah già, quei deficienti dei suoi “amici” …
Si stava quasi convincendo a bearsi un altro po’ di quella sensazione di adrenalina mista a batticuore quando lo smeraldo sulla sua fronte si illuminò: qualcuno di loro cinque stava di nuovo chiamandoli a raccolta.
 
***
 
La Dama Nera riemerse con un respiro profondo dalla vasca dell’acqua magica ansimando.
- Come stai, amore mio? – chiese preoccupato il Cavaliere di Rubino facendosi vicino.
- mai stata meglio… - rispose melliflua la donna. – ora so cosa far per radunare la nostra squadra di anti-eroi – lo informò – ma mi serve un po’ di tempo, devi prepararmi un diversivo. – ordinò poi.
- so perfettamente cosa fare, mia adorata. – la rassicurò l’uomo. – cedimi il tuo posto nella fonte. -

 
***

White dove stava aspettando i suoi amici nel cantiere del loro primo scontro tutti insieme.
- c’è un’emergenza o vuoi semplicemente gettarmi in faccia un altro drink? – chiese una voce alle sue spalle.
- Gladiator! – esultò saltandogli al collo, - mi dispiace così tanto ma posso spiegare giuro… - promise.
- ci sono un bel po’ di cose da spiegare. – si inserì Silver Claw che era giunta insieme a Cernuus.
- io non ho voglia di sentire nessuna spiegazione da voi, - rispose acida Owl Maiden atterrando con un salto, - quindi se non c’è un reale pericolo io vado via… - disse voltando le spalle.
- aspettate tutti! – li ammonì la rossa, - è stato mio fratello, ha messo tutti l’uno contro l’altro, l’ho letto sul suo cellulare in un messaggio che ha mandato a mia madre. – spiegò, - ha fatto in modo che Luna sentisse una conversazione in cui dicevate cose ambigue su di lei e mi ha fatto credere di aver baciato Diego, e ha anche fatto la segnalazione anonima per far chiudere il negozio. -
 - ma è terribile, perché lo avrebbe fatto? – chiese sconcertata la ragazza lupo.
- voleva distruggermi la vita per costringermi a tornare a casa dai miei. – chiarì sospirando.
- quindi… non sono solo una bambina per voi? – chiese timidamente Luna.
- ma no! Ascolta le conversazioni fino in fondo, se proprio devi origliare. – scherzò Andrea avvolgendola in un abbraccio.
- ma che bel quadretto! – rimbombò una voce cavernosa alle loro spalle.
- un soldato fantasma! – avvertì Cernuus inforcando l’arco.
- ma nessuno di quelli aveva mai parlato prima… - si rese conto White Dove. Quel nemico era diverso… era vestito della solita sfolgorante armatura da soldato rosso fuoco, ma non era mastodontico come gli altri ed aveva un aspetto… quasi vivo, familiare. Non era un fantasma, era una persona in carne ed ossa.
- indietro! – minacciò il Cervo scoccando una freccia che viaggiando in aria si moltiplicò fino a diventare una pioggia di dardi. Il nemico stette immobile sotto le frecce che lo colpivano svanendo, poi di colpo chinò il capo evitando l’unico dardo reale.
- ha aggirato la mia illusione… - si rese conto shockato il guerriero.
A quel punto il Soldato scarlatto sguainò la sua enorme spadata, curiosamente puntinata di nero, e sferzò l’aria generando un forte vento che colpì in pieno Cernuus sbalzandolo lontano, facendolo atterrare, svenuto, su un cumulo di sabbia.
- no! – urlò Fiore vedendo l’amico inerme al suolo.
- state indietro! – intimò Gladiator lanciandosi all’attacco sul nemico, iniziando uno scontro ripetuto tra la propria lancia e la spada di quello. Il soldato indietreggiò tatticamente, e poi saltò sulla gru inseguito dall’eroe, arrivati in cima tornarono a scontrarsi.
- ONDA D’URTO! – ringhiò l’argentino lanciando il suo colpo, ma quello lo evitò spiccando un salto, atterrando poi alle spalle del giovane. Diego si voltò e prima di poter fare qualsiasi cosa venne colpito duramente dall’elsa della spada dritto nello stomaco, cadde in ginocchio e lo spietato guerriero, con un calcio, lo gettò di sotto.
- Gladiator! – urlò sempre più disperata Fiore vedendo il suo amico cadere in velocità al suolo.
- resta concentrata! – sibilò la ragazza lupo. - Abbiamo bisogno di un piano –
- forse ne ho uno… - pensò rapidamente la rossa, - il tuo potere può ridarci energia quando abbiamo consumato la nostra… ma se lo usassi prima? – chiese.
- non ho idea di che possa succedere. – la mise in guardia Silver Claw.
- abbiamo altre opzioni? Non credo. – ribatté la colomba alzandosi in volo.
- e va bene, RICHIAMO DEL BRANCO! – invocò Andrea e un fascio di luce verde fuoriuscì dal suo gioiello magico e investì White Dove, e la sua corona iniziò a brillare intensamente.
- devo fare qualcosa… - disse tra sé e sé Owl Maiden – FLASH SUL FUTURO! – richiamò il suo potere e nella mente si affacciò l’immagine di Fiore inerme al suolo, appesa per un piede incastrato ad una trave.
- fermaaa!!!! – urlò impanicata ma la ragazza era ormai determinata ad affrontare il nemico, si portò dinanzi a lui librandosi, evitò alcuni dei suoi fendenti e richiamò il suo potere:
- MISTICO 
TORNADO! – invocò e un vento molto più forte si sprigionò generando una vera e propria tromba d’aria contro il soldato.
Il guerriero scarlatto impugnò più saldamente l’elsa della sua arma e calò il filo della spada tagliando a metà il tornado, salvandosi; poi spiccò un salto e si portò all’altezza dell’eroina che lo fissava tremante, la colpì con un calcio scagliandola contro la gru. Quando la polvere alzata dall’impatto svanì rivelò la figura della ragazza appesa in bilico a testa in giù come aveva predetto il potere della civetta.
Il soldato scarlatto atterrò armonioso davanti alle ultime due rimaste.
- Stai dietro di me… - si raccomandò Silver Claw roteando la sua corda pronta a difendere se stessa e l’amica, tuttavia indietreggiava ad ogni passo in avvicinamento del nemico.
Come avrebbero fatto a sopravvivere da sole? E avrebbe fatte a pezzi!
Aiutatemi!
Sentì urlare Luna e si guardò intorno cercando il proprietario di quella voce.
Ehi, qualcuno mi sente? Sono qui!
- Qui dove? Io non ti vedo… - chiese dubbiosa la ragazzina
- ma con chi cavolo parli?! – le rispose la compagna sempre più in difficoltà.
Ehi, mi senti? Chi sei? Non mi lasciare qui da solo, ho paura è tutto buio…
- Io ti sento ma non ti vedo. Prova a seguire la mia voce. – propose la giovane eroina.
Non posso, non controllo più il mio corpo…
-  che cavolo vuol dire? È il tuo corpo certo che puoi controllarlo! – sbottò incredula
E va bene, ci provo
Rispose la voce. Proprio in quel momento il nemico aveva alzato la spada sguainata per poter colpire le due eroine, ma prima di poterlo fare si bloccò, emise un rantolo e si mantenne la testa. Le due ragazze rimasero allibite a guardare il temibile soldato dolorante, incapaci di fare qualsiasi cosa finché quello, stremato ed ansimante, spiccò un salto sovraumano e sparì in lontananza.
- C… ci siamo salvate?! – notò incredula Owl Maiden.
- già. Anche se non ho capito come…

 
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTE DEL PAZZO
Buongiorno pezzettini di cuore.
Non so con che coraggio, con tre esami da dare e 0 pagine studiate, sto qui a scrivere, chiamatelo masochismo.
Sorpresa delle sorprese, un capitolo in due parti! Sto delirando malamente, è ovvio e palese ormai.
Dunque, per chi credeva che Mason fosse un angioletto, siete stati fottuti <3
Per chi non si fosse già innamorato di questo piccolo bastardo, aspettate di sentirlo cantare:
https://youtu.be/Ye034_Npofg
nel prossimo capitolo faremo meglio la conoscenza di Kenny, Maia, Vaen e Astreo e di un nuovo arrivo, Kyros!

1) Momento Ester Egg: complimenti a HARRY FINE E DRAGUN95 per aver sgamato il gatto più amato degli anni 90! Chi sa chi sarà altrettanto bravo da trovare quello di questo capitolo… a sto giro si parla di favole! Torniamo nel mondo Disney con una delle storie più “da brividi” di sempre.  Volete un altro indizio? È apparso per ben due volte. Come promesso ai due vincitori sarà comunicato quanto prima la sorpresa che si sono guadagnati; per questo capitolo, è in paio un altro spazio pubblicitario

2)È doveroso ringraziare, io in prima persona ma chiunque legga per avere l’onore di guardare queste splendide fanart, la fantastica SAPPHIR DREAM:
    https://i.postimg.cc/qMsWQrHy/miraculous-cervo.png
    https://i.postimg.cc/024KtTG5/silver-claw.png
    https://i.postimg.cc/dtRtg8sh/miraculous-civetta.png
    https://i.postimg.cc/8crV7Kwn/IMG-20210502-202419.jpg
 
3) Ora parliamo ai partecipanti, ai magici cinque, oggi si parla della cosa più bella del mondo: l’ammmmore! potere indicarmi, per recensione, 5 ship di cui 3 potranno riguardare vostri OC e 2 devono obbligatoriamente riguardare personaggi non vostri, potete allegare anche un piccolo perché vorreste vedere proprio queste coppie, divertitevi! (da ora in poi, quando sarà possibile, chiederò esplicitamente di rispondere per recensione perché davvero, recuperare ogni volta le vaie info tra i messaggi è un incubo, facilitatemi il lavoro  )
4) Ora parliamo di sondaggi. Tristemente solo due partecipanti hanno votato, e all’atto pratico ho un SI e un NO XD quindi ho deciso di mediare la votazione includendo un piccolo highlight alla fine delle note d’autore, quindi chi non vuole spoiler può semplicemente non leggere  :-) oppure se siete troppo curiosi tentate, vi assicuro che non spoilererò troppo.Ora parliamo del sondaggio di questo capitolo: è il momento di parlare di cose serie amichi: votate uno di questi temi che vorreste che fosse trattato nella storia: VIOLENZA DOMESTICA, POLIAMORE, DISCRIMINAZIONE RAZZIALE, OMOFOBIA. Mi raccomando votate!

IN THE NEXT CHAPTER:

- Sei sicura che funzionerà? – chiese Fiore alla minore mentre accendeva una ad una tutte le candele del cerchio.
- Neanche un po’ – rispose sulle spine Luna mentre con il gesso finiva di disegnare per terra quel complicato ghirigoro che era anche sulla scatola che conteneva il suo Miraculous.
- Confortante. – sospirò la rossa, - beh, facciamolo! -

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** brotherhood parte 2 ***


Prefazione – ho scritto questo capitolo prima del 21 giugno, nel frattempo ho preso il primo 30 del corso di laurea magistrale, salto in giro come un grillo e sono allegro per la prima volta dopo tanto tempo. Sono stati mesi difficili per tutti, forse per me in particolare, e questa storia è stata un grande aiuto per uscirne ritrovando fiducia nel genere umano, grazie di cuore a tutti.
 
CAPITOLO SETTE:

BROTHERHOOD – DENTRO DI ME

 
I cinque eroi rientrarono stanchi e doloranti al Camilla’s Store, designato in quel momento base segreta d’emergenza. Luna accese qualche candela mentre Andrea aiutava i feriti a sedersi.
- siamo un po’ troppi per un appuntamento con luce soffusa. – scherzò Diego, tuttavia la sua voce spezzata tradiva il dolore che provava.
- se torna tuo fratello che si fa? – chiese Davide.
- non tornerà. – replicò la rossa con un tono che non ammetteva ulteriori repliche.
- alzati la maglia. – chiese gentilmente la ragazza lupo all’argentino.
- non mi pare la situazione adatta a chiedermi di spogliarmi… - scherzò ancora ansante quello.
- fallo. Ora. – ripeté la mora e quello, titubante, obbedì; sfilatosi il maglione rivelò un enorme livido sui pronunciati addominali che lasciò tutti interdetti.
- se non fossimo stati trasformati ci rimanevamo secchi… - sospirò Davide accasciando a terra con le ginocchia strette al petto.
- mi dispiace non averti potuto aiutare. – piagnucolò Leevy posandosi sulle mani di Fiore.
- non preoccuparti, nessuno di voi Kwami deve sentirsi incolpa, - la rassicurò – piuttosto mangiate e ricaricatevi, non possiamo lasciare quel pazzo in giro a lungo. –
- abbiamo idee per batterlo? – chiese insicuro il cervo.
- nessuna, abbiamo solo la voce che ha sentito Luna nella sua testa prima che quel mostro battesse in ritirata. – spiegò Andrea.
- non chiedetemi come faccia a saperlo, forse è la perspicacia a parlare, ma credo di aver sentito la voce del vero proprietario del corpo. – cercò di chiarire la più piccola.
- che intendi dire? – chiese interdetta la stilista.
- credo che quello che ci ha attaccato non fosse un soldato fantasma, ma un umano trasformato come noi. – cercò di spiegarsi, - e quando dico come noi non intendo dire con un miraculous, ma più come uno posseduto da un demone, una forza maligna. –
- se hai ragione allora potrebbe bastare il potere della colomba no? Se può sbloccare un cellulare allora può anche liberare un innocente posseduto. – ipotizzò la rossa.
- sbloccare un cellulare?! – si stupì Diego.
- lunga storia, poi ve la racconto. – tagliò corto.
- ci hai già provato ed è andata male, però… - li riportò tristemente alla realtà Andrea, - anche se ti avevo potenziata con il mio potere. –
- e se il bersaglio giusto non fosse quello che pensiamo? – ipotizzò Fiore.
- che intendi dire? – chiese sempre più confuso Davide.
- intendo che se c’è uno spirito maligno che ha preso il posto dell’anima di un innocente, che sta comunicando con Luna da una sorta di limbo, allora non è il corpo che devo liberare, ma l’anima! – si illuminò.
- e se Luna riusciva a sentirlo quando era trasformata e ora no allora… - pensò la mora grattandosi una tempia.
- allora, signore e signori, - si alzò battagliera la stilista, - abbiamo un piano! –

 
***

La prima notte in cui si era trasformato Matteo non aveva potuto trovare nessun malcapitato su cui sperimentare i suoi nuovi poteri, dato che era stato intercettato da quella donna misteriosa, e quella sera invece era troppo pensieroso per uscire di nuovo in piena notte a far baldoria e disastri.
- Non ti fidare di quella donna, è una ssssstrega molto potente. – lo avvertì il Kwami del serpente mentre mangiava con gusto una mela succosa.
- la conosci? – chiese stupito il giovane.
- diciamo che qualche sssecolo fa ha combinato abbassssstanza disastri da non passsssare inosssservata. – spiegò la creatura.
- qualche secolo fa?! Ma non sembra tanto vecchia… - commentò sempre più stranito Matteo.
- quello non è il suo vero corpo, - precisò il rettile, - il suo corpo è imprigionato da un incantesimo molto potente che grava sssssu di lei e sul suo amato: costretti in un limbo sssssenza morte né vita, impossibilitati ad uscire e con il divieto di non potersi amare. Evidentemente ha trovato il modo di uscire con l’anima e possedere una mortale, o forse sssssemplicemente il sssssigillo si sta indebolendo. –
- quindi quella che ho visto è una donna innocente? – chiese Matteo iniziando a collegare le informazioni.
- esatto, e ciò la rende ancora più pericolossssssa; con il ssssuo corpo al sicuro chissà dove anche se la uccidessi non concludersssssti nulla, è in una botte di ferro. – lo avvisò.
- che cavolo di pena però… è veramente contorta e crudele, stare insieme in eterno e non potersi avvicinare, qualcosa mi dice che tu, piccoletto, c’entri qualcosa. – azzardò il giovane arricciando le labbra in un sorriso complice.
- beccato. Nesssssuno dei miei colleghi avrebbe avuto un’idea tanto geniale. – si inorgoglì il Kwami, - è proprio perché conosce bene tutti i poteri del Miraculous del ssssssserpente che presto o tardi tradirà il vostro patto per rubartelo, e ti possssso assssssicurare che non si farà ssssssscrupoli a farti del male. –
- parli proprio come uno che ha già in mente un piano… - lo stuzzicò il moro, che invece non aveva, per una volta, la benché minima idea del guaio in cui si stava andando a cacciare.
- precissssamente ragazzo, ecco il mio piano: devi farle credere di fidarti di lei, a un certo punto dovrai anche cederle il Miraculous del serpente, se crederà di essere in vantaggio ti darà ciò di cui hai bisogno senza battere ciglio, come tutte le persone arroganti se crederà di averti fregato abbassssserà la guardia. – snocciolò Edenn volteggiando pensieroso nell’aria una volta abbandonato il torsolo.
-  di cosa avrei bisogno? – lo interrogò il portatore inarcando un sopracciglio.
- il Miraculous della Protezione! – soffiò furba la creaturina, - lei sottovaluta quel potere, ma se lo avrai con te nessun potrà far del male a te o alla tua famiglia, ti garantirà la sicurezza che io da sssssolo non possssso darti! –
- i miei fratelli… - sospirò pensieroso Matteo, riflettendo per la prima volta sul fatto che in questo modo non stava mettendo in pericolo solo se stesso. – il tuo piano prevede che ad un certo punto ci separeremo, come saprò che non farai il doppio gioco fottendomi? – si premurò di accertarsi sospettoso, dopotutto quell’esserino inquietante non aveva fatto, da che lo aveva incontrato, che vantarsi di tutte le proprie malefatte ed inganni.
- quando ti trassssformerai guarda il Pugnale dell’Oscuro, quando su di esso ssssssarà comparso il tuo nome per intero allora ci sarà un patto indisssssssolubile tra di noi, e nessuno potrà tradire l’altro. – spiegò pratico.
- affare fatto, socio! – approvò ghignando il giovane porgendogli il mignolo in segno di amicizia, il Kwami allora avvolse la sua lunga coda intorno al dito: il patto era stretto.
 
***  
 
I cinque eroi si stavano dando da fare per mettere in pratica tutte le istruzioni fornite da un titubante Palmm, poco convinto che il loro piano potesse funzionare, ma comunque intenzionato a dare loro tutte le nozioni necessarie perché andasse tutto per il meglio, o almeno per il meno peggio possibile.
- Sei sicura che funzionerà? – chiese Fiore alla minore mentre accendeva una ad una tutte le candele del cerchio.
- Neanche un po’ – rispose sulle spine Luna mentre con il gesso finiva di disegnare per terra quel complicato ghirigoro che era anche sulla scatola che conteneva il suo Miraculous.
- Confortante. – sospirò la rossa, - beh, facciamolo! –
- non sarà il caso di ripassare il piano prima? Io mi sono già perso un paio di volte… - ammise Diego.
- ok, allora, io, Luna e Andrea rimarremo qui: prima lei – disse indicando l’artista, - userà il suo potere per potenziare la piccoletta, poi resterà con noi per controllare che non ci succeda nulla, - illustrò pratica.
- voi invece – si intromise Luna rivolgendosi ai maschi del gruppo, - consegnerete il Miraculous dell’Orso e quello del Delfino a qualcuno che vi aiuti a tener occupato il nostro nemico mentre noi lo freghiamo sotto il naso. – ordinò porgendogli le due scatole.
- io so perfettamente a chi dare questo! – si illuminò il maggiore rigirandosi tra le mani il gioiello magico.
- io non ne ho la più pallida idea invece… - smentì il minore grattandosi la nuca.
- ho pensato anche a questo. – lo rassicurò la più piccola prendendogli il cellulare e smanettandoci un po’, - ho trovato la persona perfetta, studia astronomia, lo puoi trovare in questo luogo sperduto a, beh, credo ad osservare le stelle, ti ho già messo la posizione, devi solo seguire le indicazioni. – disse pratica.
- e tu come le sai tutte queste cose su questo soggetto?! – chiese preoccupato Davide.
- siamo nel terzo millennio, l’ho trovato su Instagram mica sono un agente segreto, aggiornati! – chiarì la ragazzina lasciando l’amico comunque piuttosto terrorizzato dal suo cipiglio da generale di ferro, mentre l’argentino se la rideva sotto i baffi.
- molto bene, siete tutti pronti? – chiese Andrea ai cinque Kwami che si libravano davanti a loro e assentirono.
- bene, trasformateci! – dissero in coro e vennero immediatamente avvolti nelle loro tute quantiche in un tripudio di luci e colori.
- avanti squadra – li incoraggiò Fiore, - è l’ora degli eroi! -
 
***
 
- Secondo voi quei due hanno già trovato i portatori e il cavaliere oscuro? – chiese sulle spine Silver Claw torturandosi un’unghia.
- non lo so, ma ogni minuto che passa io mi sento un po’ più impazzire, facciamo questa cosa ora! – sbottò White Dove visibilmente agitata.
- ok allora, entrate nel cerchio. – dispose la mora e le due si sedettero una difronte all’altra con le gambe incrociate, prendendosi le mani.
- RICHIAMO DEL BRANCO! – ruggì la ragazza-lupo e un fascio di luce verde colpì Luna, facendo brillare intensamente il suo Miraculous.
- pronta? – chiese Owl Maidel alla rossa.
- assolutamente no. – rispose quella, - ma non sarò mai più pronta di quanto non lo sia ora quindi si, facciamolo. –
- ok. OC
CHIO ASTRALE! – sospirò la ragazzina ed il suo smeraldo diffuse intorno a se una luce sempre più intensa ed abbagliante, tanto che Andrea dovette chiudere gli occhi per non rimanerne accecata. Quando li riaprì, le due eroine giacevano a terra addormentate nel cerchio di candele.
 
***
 
Anche se era notte inoltrata e la palestra era chiusa da un po’, Vaen era ancora lì ad allenarsi, prendendo furiosamente a pugni un sacco, davanti a lei solo l’immagine di quello sbarbatello impertinente… quanto avrebbe voluto una sua foto da appiccicare sul sacco… ma come si permetteva poi? Umiliarla così davanti a tutti e poi scappare a gambe levate, proprio lei che in tanti anni non aveva mai perso o pareggiato un incontro, solo e soltanto un’infinita serie di vittorie, interrotte da quel piccolo…
- AH! -  urlò tirando un pugno più forte dei precedenti, che squarciò il sacco; davanti a lei, sudata d ansimante, vedeva l’oggetto svuotarsi della sabbia che cadeva poco a poco come il suo orgoglio ferito.
- fossi in te non perderei tutte quelle energie contro un povero attrezzo da palestra. – le consigliò una voce alle sue spalle.
- chi è là! – si voltò inferocita trovandosi dinanzi un ragazzo alto e muscoloso, fasciato in una tuta bronzea con un elmo sul capo.
- ma come, non mi riconosci? Sono un supereroe! – si inorgoglì quello, - sono apparso anche in TV! –
- a me sembri solo un pagliaccio… - lo rimise al suo posto l’orientale.
- chissà perché voi donne siete sempre di questo parere, comunque, sono qui per risolvere tutti i tuoi problemi, Milady incazzosa. – le propose ammiccante.
- e quali sarebbero i miei problemi, sentiamo. – lo punzecchiò scettica Vaen incrociando le braccia al petto.
- orgoglio ferito di una guerriera. – sparò Gladiator beandosi della sua faccia sorpresa ed interdetta.
- e tu… come sai queste cose?! – chiese sospettosa mettendosi sulla difensiva.
- irrilevante. Ti voglio dare l’occasione di riscattare il tuo orgoglio, – le propose tirando fuori una scatolina dalla tuta e porgendogliela. – se accetti questo dono diventerai speciale, un’eroina e non ti sentirai mai più inferiore a nessuno, ci aiuterai a sconfiggere i cattivi, devi solo promettere due cose. –
La tailandese prese l’oggetto e se lo rigirò tra le mani, beandosi della sensazione di calore che il solo sfiorarlo le irradiava per il corpo.
-  che cosa devo promettere? – chiese decisa.
- che non userai i tuoi poteri se non per la giustizia e che restituirai il Miraculous quando te lo chiederò indietro; non importa quanto ti farà sentire forte ed invincibile, devi promettere di restituirlo! – l’avvertì.
La bruna rimase alcuni secondi a riflettere… che cosa sarebbe successo se si fosse rifiutata di acconsentire a quella seconda regola? Le sarebbe bastato essere speciale una volta soltanto?
- Giuro sul mio onore! – rispose alla fine. Meglio speciali una volta soltanto che mai, no?
- benvenuta in squadra, sapevo di potermi fidare. –
 
***
 
Un bravo scrittore direbbe una frase come “nomen omen”, nome predestinato, per descrivere la vita di Astreo Laventis, italo-greco, 20 anni, con un’unica grande passione nella vita: il cielo stellato. Amava osservare le stelle che illuminavano il velo nero del cielo notturno, tanto da volerne fare un mestiere, una ragione di vita, e studiava astronomia all’università di Bologna… che cosa ci facesse a Roma? Lunga storia quella.
Quella notte si era spinto con il suo scooter mezzo scassato sulla Terrazza del Plincio*, aveva montato il treppiedi e aveva aperto il suo cannocchiale, accovacciato al suolo, prendeva appunti su un block-notes consumato.

- Me lo avevano detto che ti avrei trovato qui! – disse una voce alle su spalle, il ragazzo si voltò ed emise un “oh” sorpreso nel vedere un giovane vestito con una specie di costume attillato. – hai già conosciuto una mia amica, o sbaglio? –
- N…non sbagli… - balbettò il biondo mentre le sue guance si tingevano di rosso.
- Cielo, ma tu sei più timido di me! – si accorse Cernuus ridacchiando, ed Astreo abbassò gli occhi imbarazzato. – coraggio, su – lo chiamò il supereroe, - se ti giudicassi proprio io sarebbe il colmo, e poi… ho il modo perfetto per farti tirare fuori tutto il tuo carattere! – lo rassicurò con un occhiolino e, prima che il greco potesse domandarsi quale fosse questo metodo infallibile, si ritrovò una scatola tra le mani.Non sapendo che fare, Astreo se la rigirò un paio di volte tra le mani, quella si aprì con uno scatto e una luce abbagliante rifulse. Quando aprì gli occhi, una specie di pesciolino gli volava davanti agli occhi e, come se non bastasse, con una vocetta dolce chi disse “ciao” agitando una pinna.
- Non sei pazzo, quello e un Kwami, e l’orecchino che vedi nella scatola è un Miraculous, un gioiello magico che ti darà i poteri di un supereroe. – spiegò allegro il moro.
- Io sono Tiffany, sei pronto a diventare un eroe? – gli chiese quella specie di pesce volante.
- Assolutamente no! – sbottò Astreo sconvolto.
E questa è esattamente la risposta giusta! – gli rispose divertito Davide. 
 
***
 
- esattamente dove ci troviamo? – chiese confusa White Dove mentre lei e Owl Maiden si addentravano in una nebbia sempre più fitta che riempiva quello che sembrava essere un’enorme stanza nera, senza dimensioni, pareti, limiti. Non riusciva a capire nemmeno se stesse calpestando una specie di pavimento invisibile o stesse semplicemente passeggiando nel vuoto.
- Palmm l’ha chiamato “mondo astrale” ma non chiedermi cosa accidenti voglia dire… spero solo che la mia perspicacia ci guidi verso l’anima dell’innocente…
- aspetta! Vedo qualcosa… - la avvisò la maggiore assottigliando lo sguardo, e vide non molto lontana da loro una costruzione di pietra in bilico nel nulla, una specie di scala che portava a quello che sembrava uno specchio, davanti al quale si trovava un ragazzo di spalle, di cui non riusciva ad intravedere le fattezze perché non emetteva alcun riflesso.
- è lui, lo sento! – la informò entusiasta la minore.
 – ehi tu – lo chiamò la colomba, - siamo supereroi, siamo venuti a salvarti, vieni verso di noi ti porteremo a casa! – gridò per farsi sentire.
- Casa? – replicò atono il ragazzo senza voltarsi, - io non ho una casa, io sono una delusione, un fallimento, io merito di stare qui, devo stare qui. – rispose in tono quasi cantilenante.
- abbiamo fatto tanta strada, non ce ne andremo senza di te. – tagliò corto la rossa dirigendosi verso di lui, come si dice, se Maometto non va dalla montagna… quando si trovò a pochi passi dal primo gradino però una figura imponente si materializzò davanti a lei sbarrandole la strada e facendola sobbalzare.
- altolà – intimò il losco figuro con voce cavernosa. Luna notò la sua armatura così simile a quelle del guerriero posseduto e dei soldati fantasma che lo avevano preceduto e capì,
- è lui, lui è il demone che controlla il corpo! – avvertì la compagna.
- spostati – intimò solamente risoluta l’eroina.
- il ragazzo ormai è mio giovane eroina, non puoi fare niente per salvarlo. – replicò tranquillo il colosso.
- non sarò io infatti a salvarlo, si salverà da solo ribellandosi al tuo controllo e noi lo riporteremo a casa – controbatté la rossa.
- salvarsi da solo? Tsé – la schernì – questo ragazzo è una persona malvagia, io l’ho salvato, finché resterà qui non potrà pagare lo scotto delle proprie azioni riprovevoli.
- sono un mostro, ho fatto cose orribili… - ripeté come ipnotizzato il ragazzo, sfiorando lo specchio con mano tremante.
- non è vero ti sta ingannando! – smentì la ragazza, - è lui che sta facendo cose malvagie approfittando del tuo corpo! Io non so perché tu ti senta così in colpa e cosa ti abbia detto per convincerti, ma ti ha mentito! Nella vita vera c’è sempre una possibilità di redenzione per rimediare ai propri errori e guadagnarsi il perdono, non perdere la speranza, per favore! – lo pregò.
- speranza… - ripeté tremante il giovane.
- ahahaahahahahah, è questa la tua arma segreta mocciosa? Un discorso sulla speranza?! Non farmi ridere! – la provocò il malvagio demone. – non puoi fare niente contro di me! – la minacciò.
- sei tu che mi fai ridere, sottovaluti il potere delle parole di pace; io ho già fatto ciò che era necessario, le mie parole scaveranno nel cuore di quel poveretto e tu sarai scalzato, arrenditi! – replicò decisa White Dove e, come a darle ragione, l’innocente prese a voltarsi lentamente.
- adesso basta, VIA DA QUI! – ruggì il Cavaliere Rosso e, come spinte da una forza invisibile, le due eroine furono sbalzate via e scomparvero urlando. Quando il giovane si fu voltato non c’era più niente davanti a lui, se non l’eco di quella parola.
Speranza.

***
 
Gladiator e Cernuus, accompagnati dai nuovi arrivati, atterrarono con un balzo nel cantiere luogo della prima battaglia con il Cavaliere Oscuro, trovandolo seduto a gambe incrociate intento a meditare.
- credevo che senza il fiuto della nostra amica sarebbe stato più difficile sgamare dove fossi, invece sei così idiota da aspettare la tua rovina sempre nello stesso posto. – lo prese in giro L’argentino.
Il nemico aprì pigramente gli occhi squadrando le quattro figure che gli si paravano innanzi battagliere, due le conosceva già, erano quel mocciosetto montato con il potere del facocero e dell’altro insignificante umano con il gioiello del cervo, gli altri due invece gli erano sconosciuti: la prima sembrava essere una giovane donna, indossava una tuta aderente marrone scuro con una folta pelliccia che le copriva le spalle di un colore più chiaro, le mani erano protette da dei guanti artigliati, i piedi da delle bende più chiare, e il suo costume era adornato da una cintura in pelle che si mimetizza con la tuta con al centro un cerchio con sopra il marchio di una zampa di orso. Indossava una maschera che gli copriva il naso e la fronte di un colore marrone scuro con i contorni per gli occhi più chiari, i capelli raccolti in una lunga treccia alla cui fine vi sono attaccati le sue armi: una coppia di tirapugni a forma di zampa di orso con gli artigli.
L’altro invece era un ragazzo, indossava una tuta senza maniche azzurra, con il torace e l'addome bianchi e la tipica pinna da delfino argentata sulla schiena, guanti bianchi con le dita scoperte lunghi fino al gomito con una striscia argentata come rifinitura e portava le unghie smaltate d'azzurro. Degli stivali bianchi gli arrivano sotto le ginocchia, con le suole argentate e una rifinitura argentata sulla parte superiore. I capelli erano biondi tranne per il ciuffo che era bianco con le punte che sfumavano sull'azzurro, il viso era coperto da una maschera argentata che ricordava il tipico muso del delfino, sotto la quale spiccavano due brillanti occhi azzurri.
- Che bellezza, due nuovi giocattoli… - ghignò leccandosi le labbra.
- giocattoli? – sbottò indispettita l’eroina, - io sono Ursa! Ricordati il mio nome perché lo invocherai tra poco chiedendo pietà! – lo avvertì lanciandosi all’attacco e sferrando pugni decisi sulla corazza dell’avversario, che però non sembrava minimamente avvertirne la forza.
- ehi! Aspetta! – la rimproverò Gladiator correndogli dietro, e usò la sua lancia per proteggerla da un fendente che la stava per colpire. – noi lavoriamo in squadra! – soffiò, - usa il tuo potere! –
- VIGORE! – ringhiò quella sentendosi invadere da una forza nuova mentre la sua collana iniziava a brillare, ed un’aura rossa l’avvolgeva; afferrò i propri tirapugni e colpì il guerriero al petto facendogli perdere il respiro, poi con un secondo colpo lo fece arretrare di parecchi passi.
- non fai più tanto il gradasso eh?! – lo sbeffeggiò precipitandosi ad afferrare una grossa trave d’acciaio lunga alcuni metri poco più lontano, che usò per colpirlo.
- incredibile, maneggia una colonna di ferro come fosse un fuscello… - commentò sbalordito Cernuus.
- io non so se posso essere altrettanto utile…. Voglio dire, io ho solo… questa! – rispose insicuro Dolphy Titan indicando la propria arma, una semplice canna di fiume.
Proprio in quel momento Ursa, con un colpo più veemente dei precedenti, spedì il nemico contro la gru al centro del cantiere e quella, dopo l’impatto, si piegò su se stessa minacciando di crollare.
- Lo scopriremo presto se sei utile o no, sbrigati prima di restarci stecchiti! – lo supplicò il cervo vedendo la struttura metallica che stava cadendo su di loro.
- FLUSSO INVERTITO! – invocò il biondo toccando la superficie del terreno con il suo bastone, e da quel punto si espansero onde concentriche di energia azzurra simili ai profili d’onda di uno stagno in cui è caduto un sasso, che raggiunsero la base della gru; il quel preciso istante il tempo parve rallentare fino a fermarsi, il colosso di acciaio fu avvolto da un velo di luce celeste e, come in un rewind, la sua caduta si interruppe e tutto tornò indietro come se nulla fosse mai accaduto.
- mitico! – esclamò Davide emozionato.
La loro gioia però durò poco: il guerriero si rialzò ansimante, e sguainò la sua grande spada pronto al contrattacco.
- Fatti sotto! – ringhiò l’orientale pronta al secondo Round mettendosi in posizione d’attacco.
- fossi in te non sarei così spavalda… -l’avvertì Gladiator notando la sua aura affievolirsi fino a scomparire.
- il vigore è terminato! – si rese conto la ragazza mentre il timore si impadroniva di lei: il nemico stava avanzando fissandola con occhi iniettati di sangue, poi in un balzo fu su di lei, pronto a colpirla e d’istinto si paralizzò serrando gli occhi.
- NO! – urlò l’argentino precipitandosi su di lei, intercettò il colpo al suo posto e fu sbalzato lontano con un tonfo sonoro.
- adesso non c’è più nessuno a proteggerti! – minacciò il Cavaliere Oscuro.
- non ne sarei così sicuro, sono arrivati i rinforzi! – sentì dire da una voce che proveniva dall’alto e, prima che potesse rendersene conto, tre figure gli furono addosso e lo colpirono ripetutamente costringendolo ad indietreggiare.
- ragazze! – le chiamò sollevato Cernuus.
- coraggio, abbiamo pochi minuti prima di ritrasformarci! – li avvisò Silver Claw, - che facciamo? – chiese rivolta a White Dove.
- nulla – rispose l’amica, - devi avere fiducia… - spiegò enigmatica.
“avanti, so che ce la puoi fare, ribellati!” pensò tra sé e sé la rossa sulle spine, “sei la nostra ultima speranza”.
Intanto il nemico stava avanzando di nuovo, fumante di rabbia, brandendo la spada, quand’ecco che, scosso da un tremito, si bloccò, l’arma gli cadde dalle mani ed un braccio, come se stesse lottando con una forza invisibile, si portò a stringere la sua stessa gola.
- coraggio colpitelo! – ordinò lo stesso cavaliere, mostrando tuttavia una voce meno cavernosa e temibile,  - non mi importa cosa succederà al mio corpo, fermatelo adesso! Non so per quanto tempo ancora riuscirò a trattenerlo! – disse tradendo lo sforzo immane che stava compiendo con voce spezzata.
- osi ribellarti a me?! – continuò rivelando ancora quella voce cupa e rabbiosa.
- che facciamo? – chiese impaurita Olw Maiden.
- tentiamo il tutto per tutto! – replicò la rossa alzandosi in volo, - VENTO ARGNTEO! – invocò spiegando i ventagli ed una forte raffica si sprigionò avvolgendo in un piccolo tornado il nemico.
“coraggio, forza, devi funzionare!” pregò.
-NOOOOO!!!!- urlò il malcapitato sempre più fievole, e mentre il vento si placava, l’armatura si dissolse facendo fuoriuscire dal corpo del ragazzo una piccola bolla di energia rossa che volò via.
Quando tutto si fermò, rimase solo un corpo esanime al suolo, e tutti gli eroi con il fiato sospeso si avvicinarono lentamente; giunti in prossimità del ragazzo, i quattro amici trasalirono.
- fatemi vedere! – ordinò White Dove atterrando vicino a loro.
- Colombella, forse è il caso che tu… - provò a fermarla Diego ma fu scansato. Quando posò gli occhi sul ragazzo al suolo per poco Fiore non svenne: suo fratello Mason era lì, inerme. La rossa si chinò su di lui e gli sfiorò la guancia, sentendo il suo flebile respiro: dormiva beatamente.
- è tutto finito, adesso ti porto a casa. – gli disse dolcemente, anche se non poteva sentirla.
 
***
 
Il Cavaliere Rosso riemerse con un sospiro dalla vasca d’acqua magica annaspando.
- Mi dispiace m… mia Signora io… io mi sono fatto battere co… come un principiante. – boccheggiò in cerca d’aria, mentre la piccola bolla di energia tornava da lui rinvigorendolo.
- non temere mio amato. – lo rassicurò la Dama Nera. – per una battaglia persa, una vittoria futura si sta già preparando, tu avrai anche perso il tuo corpo ospitante ma io no, e quando il sole tornerà a splendere nel cielo io lo possederò ancora e vedranno di cosa sono capace! – minacciò mentre già il suo piano le si faceva chiaro nella mente: era il momento di radunare le stelle malefiche.

***
 
Mason si svegliò, e la prima sensazione che lo colpì fu un lancinante mal di testa ed un senso di nausea tremendo.
- Ben svegliato bell’addormentato – lo accolse la voce dolce di sua sorella.
- ehi… mi sento… come se mi fossi preso la peggior sbronza della mia vita…  - si lamentò il ragazzo con una smorfia. – e ho fatto anche un sogno assurdo… -
Al sentire quelle parole Fiore si illuminò, - si, si, esatto, ti sei ubriacato. Ubriacatissimo, un altro paio d’ore e avrei pensato al coma etilico. –
“Non si ricorda nulla… finalmente una botta di culo!” pensò.
- sarà per questo che non mi ricordo nulla di ciò che ho fatto? – si domandò Mason accettando il bicchiere d’acqua e l’aspirina che gli veniva offerto.
- ti va di parlare un po’? – propose la rossa.
- credevo che non volessi parlarmi mai più… - confidò il ragazzo tirandosi con fatica a sedere sul divano, facendole posto accanto a se.
- lo pensavo anche io… ma sei sempre mio fratello, solo… perché? – lo interrogò senza preoccuparsi di nascondere la delusione nella sua voce.
- devo farti vedere una cosa – le disse il fratello recuperando il suo giubbotto di pelle dal pavimento, da una tasca interna debitamente nascosta tirò fuori il libretto universitario e lo porse alla stilista, che lo sfogliò accuratamente mentre un’espressione sorpresa le si dipingeva sul volto.
- Mason ma… è completamente vuoto! – notò senza capirci un tubo.
- sai, ti ho sempre ammirata per il coraggio che hai avuto nel seguire il tuo sogno, andando contro i progetti che papà e mamma avevano per te… coraggio che io non ho mai avuto. – si confidò mantenendo lo sguardo basso, vergognandosi troppo per guardarla negli occhi. – sapevo che non avrei potuto mentire in eterno e che prima o poi i nostri genitori avrebbero scoperto che non ho dato neanche un esame e ho pensato che, beh, forse se li aiutavo a riportarti a casa sarebbero stati clementi e non mi avrebbero fatto sbranare da un branco di cani rabbiosi. – spiegò poi con un sorriso amaro.
- ti sei messo in un bel casino. – constatò Fiore sospirando, poi lasciò cadere il libricino e prese le mani del fratello. – perché non mi hai detto nulla? Avremmo trovato una soluzione insieme! – lo rimproverò.
- non credere che non mi fidassi di te, solo… mi vergognavo troppo. – si giustificò. – ero sicuro che sarei riuscito a cadere in piedi come al solito, ma poi… poi sono salito su quel palco ed è come se avessi avuto un’illuminazione! Tu hai inseguito il tuo sogno e hai trovato tanti amici che ti vogliono bene, e anche un ragazzo che stravede per te tanto da non cedere alle mie provocazioni e io… io sono stato invidioso! Mi dispiace così tanto. – si sfogò sentendo le lacrime pizzicargli negli occhi, ma prima che potesse dire altro fu travolto da un abbraccio che lo lasciò sorpreso e senza parole.
- mi dispiace così tanto fratellino! Sono stata così presa da me stessa che non ho visto quanto tu stessi soffrendo, è colpa mia! –
- no, è mia. Io mi sono messo in questa situazione e ho anche messo te in un pasticcio. – sospirò il ragazzo tra le sue braccia.
- non devi preoccuparti. Ho risolto tutti i casini che avevi combinato con i miei amici e per il negozio… beh prima o poi quell’allaccio abusivo sarebbe saltato fuori. – cercò di consolarlo la rossa.
- io mi sento comunque colpevole, per questo prima di ubriacarmi, a quanto pare perché non mi ricordo manco di averlo fatto, ho pensato a come rimediare. – le rispose tirando su con il naso e estraendo dalla stessa tasca una busta da lettere rigonfia che dette alla sorella.
- Vergine Santa! – sbottò Fiore aprendola e vedendo un mucchio di banconote al suo interno.
La risata cristallina di Mason risuonò nella stanza, sinceramente divertito dalla reazione della sorella: - non preoccuparti, non ho venduto un organo o rapinato una banca, sono i soldi del fondo per l’università che papà mi dava, ho pensato di svuotarlo prima che lo faccia lui una volta scoperta la verità, basteranno per la multa e per pagare un impianto elettrico nuovo. –
- Io… non posso accettare, servono a te per ricominciare – si oppose decisa la stilista.
- devi accettare, fallo per me, per favore. –
- ti voglio bene fratellino, anche se ti ho detto quelle cose orribili. – gli disse carezzandogli il volto.
- ti voglio bene anche io sorellina. Ormai mi rimani solo tu. –
I due fratelli si incontrarono in un secondo abbraccio, e allora le parole non servirono più.

 
***

Se c’era una parola che poteva descrivere a pieno Maya Neri era “decisa”; era una ragazza ferma d irremovibile in tutto, stile di vita, modi di fare e soprattutto idee, anche se in quest’ultimo caso “decisa” sarebbe risultato un vero e proprio eufemismo… i suoi genitori avrebbero trovato più adatte parole come “intransigente” o ancora meglio “chi-ti-ha-messo-in-testa-queste-idee-noi-ti-abbiamo-cresciuta-come-si-deve”, il suo amico Kenny invece l’avrebbe semplicemente definita tutta matta, sbuffando e ridendo.
Ma Maya non era una persona da lasciarsi influenzare dal parere altrui, o dalle dipendenze economiche e/o affettive, per questo era completamente libra da ogni legame, libera di far valere i suoi valori e la sua giustizia.
- Donazione? Orfanotrofio? – sentì dire in tono visibilmente divertito alla donna a cui stava portando il caffè al tavolino, una insolita signora che aveva insistito per sedersi all’aperto con quel freddo e che aveva il viso coperto da una pesante veletta nera.
- no… no, non sono perfida come dice lei cara sorella – continuò ad infierire al cellulare, - ma vede, se io donassi ora dei soldi per i suoi orfanelli altro non farei che instillare in loro l’idea che possono vivere di elemosina, che non dovranno, o peggio ancora, non potranno far mai niente per cambiare in meglio le loro vite… - snocciolò pratica. Maya non era una tipa da origliare i discorsi altrui, ma dopo aver posato la tazzina sul tavolino, non poté esimersi dal restare lì nei paraggi ad ascoltare.
- cerchi di capire il mio punto di vista, è una questione di selezione naturale! Devono imparare che il mondo fuori è molto più cattivo dell’orfanotrofio di voi suorine, che devono aggredire la vita e conquistarsi ciò che desiderano senza aspettarsi l’aiuto di nessuno, se io gli facilitassi in qualsiasi modo le cose adesso, penserebbero per tutta la vita che qualsiasi traguardo raggiungeranno sia frutto del lavoro di qualcun altro e mai del proprio, è proprio sicura di voler rovinare le loro vite in questo modo? Pronto? Pronto? Tsè, ha riattaccato! – sputò poi iniziando a girare lo zucchero nel liquido nero.
La giovane cameriera rimase sulle spine per un po’, poi con il solito cipiglio che la contraddistingueva prese la parola attirando l’attenzione della donna.
- lo so che non sono in molti quelli che starebbero dalla sua parte – esordì – ma anche secondo me il mondo è un luogo crudele, e chi non lo vuole ammettere è sono un ipocrita, e occorre imparare con il sudore ed il sacrificio a costruirsi il proprio posto, anche a scapito degli altri se serve, l’uomo mangia uomo! –
“ abboccata ” pensò semplicemente la Dama Nera con un ghigno felino.

 
***
 
Mason lasciò l’appartamento della sorella, già impegnata in un giro di telefonate per cercare di aprire quanto prima il Camilla’s Store, per fare quattro passi e schiarirsi un po’ le idee.
In quel momento tornare a casa dei suoi non era un’opzione plausibile, sempre che uno ci tenesse alla propria vita… ma che diavolo avrebbe fatto? Non aveva un progetto, un piano, un’aspirazione, tantomeno uno straccio di lavoro.
Senza che neanche se ne accorgesse, le sue gambe lo portarono al locale della sera prima, dove per la prima volta si era sentito veramente libero cantando su un palco, anche se era più che altro una pedana in un pub da due soldi.
Fece vagare lo sguardo per la vetrina del locale indeciso se entrare o meno… magari un’altra canzone gli avrebbe portato un’illuminazione… poi però il suo sguardo venne catturato da un piccolo cartello in un angolo del vetro, appicciato con lo scotch
“cedesi attività in gestione”
Mason si convinse di aver avuto la sua illuminazione.

 
***
 
Un altro giorno da eroi era giunto al termine, dopo quella lunghissima notte, e White Dove si trovava sulla cima del cupolone insieme a Silver Claw e Owl Maiden, una accanto all’altra, ad osservare il cielo notturno.
-a cosa pensi? – chiese la mora alla più piccola, vedendola particolarmente assorta con le ginocchia raccolte al petto.
- alla custode… - sospirò pensierosa Luna, - continuo a pensare a come è morta. –
- che intendi dire? – indagò la rossa.
- qualcosa non mi torna… se era la compagna del mio stesso kwami allora aveva poteri simili ai miei no? Avrebbe dovuto avvertire il pericolo, e se avesse avuto il Miraculous con se forse… -
- eccoci qui donzelle – le interruppe un come al solito esuberante Gladiator, accompagnato da Cernuus - e abbiamo portato compagnia come richiesto dalla mia Colombella preferita, - annunciò indicando Dolphy Titan e Ursa sporgendosi per un baciamano alla ragazza, che sbuffò scocciata da tanta teatralità.
- molto bene, se questo cretino ha smesso di fare il suo show, vorrei dirvi due parole – annunciò White Dove, - ora, non so esattamente chi o perché mai mi abbia eletta “capo” di questo gruppo di pazzi scatenati, ma vi ho fatti chiamare qui per dirvi una cosa importante, - disse, poi prese una pausa, come a cercare le parole giuste per continuare, - questa missione che abbiamo portato a temine tutti insieme è stata molto… importante per me, se fosse andata male avrei perso qualcosa di molto prezioso e se non è stato così è solo merito vostro, di tutti voi, e vi ringrazio. – si sfogò posando lo sguardo su ognuno dei suoi nuovi amici, che ricambiarono con sorrisi carichi di affetto. – noi cinque ormai siamo un po’ una famiglia… - continuò rivolgendosi ai due nuovi arrivati, - e anche se non possiamo farvi entrare in questa pazza compagnia a tutti gli effetti, vorrei precisare che se lo facciamo è per proteggervi, e che vi considero importanti per me tutti allo stesso modo. –
- hai ragione, siamo una grande squadra. – la appoggiò Davide.
- ma ci manca un nome per essere una vera squadra! – sollevò il problema Luna.
- io propongo “Miracle Squad”, che ne dite? – propose euforica Andrea.
- è perfetto! – esultò Diego stendendo il braccio in mezzo a tutti loro; capendo al volo la ragazza lupo fece lo stesso, poggiano la mano sulla sua immediatamente seguita dagli altri tre eroi, poi tutti insieme si voltarono verso Ursa E Dolphy Titan.
- una squadra… - sussurrò dubbiosa la ragazza.
- una squadra! – rispose il ragazzo volgendole uno sguardo fiducioso, e insieme portarono le mani su quelle degli altri.
Immediatamente, quando tutte le loro dita si sfiorarono, in mezzo a loro iniziò a sbocciare una luce dorata che si fece sempre più intensa, fino a diventare una vera e propria sfera luminosa che svolazzò intorno a loro per poi allontanarsi ed esplodere in una fontana di scintille poco lontano, rivelando la figura evanescente della vecchia Edda.
- Eroi! – li chiamò e tutti sussultarono a quella vista, - se state ascoltando questo messaggio significa che tutte e sette le stelle si sono riunite – spiegò la voce, rivelandosi essere una specie di visione registrata per loro. – molto probabilmente la missione che sto per intraprendere mi costerà la vita come mi è stato mostrato in visione dai miei poteri, ma questo non importa, il mio compito è finito. –
- allora avevo ragione… - constatò emozionata Owl Maiden
- dovete sapere che oltre ai custodi della Miracle box – continuò la figura evanescente, - altre due stirpi di guardiani proteggono le Tredici Stelle: i custodi del grimorio degli incantesimi e i custodi delle profezie; io sono l’ultima superstite della mia generazione, e per far sì che i poteri degli altri due custodi assopiti si risveglino nei rispettivi discendenti devo creare una situazione di pericolo: l’assenza di almeno uno dei tre custodi; per essere più chiara, per permettere a voi eroi, di trovare il libro magico che vi permetterà di scoprire tutti i vostri poteri e le profezie antiche che vi guideranno nella vostra battaglia, io devo andare incontro alla morte.-
- allora non è stata uccisa, si è sacrificata… - dedusse la più piccola mentre già le lacrime le rigavano il volto.
- non piangete per me, ho avuto una vita lunga e piena, e non escludo di poterci incontrare ancora una volta… non dimenticate una cosa, giovani guerrieri della giustizia: finché resterete insieme, finché combatterete come una cosa sola, nessun nemico potrà sconfiggervi! – li incoraggiò, - rendetemi fiera di voi! – concluse e, detto questo, scomparve.
- io… io non so cosa dire… - boccheggiò Cernuus.
- l’hai sentita no? Dobbiamo renderla fiera. – rispose serio Diego, convinto più che mai a vincere la successiva battaglia, e tutte quelle dopo ancora, fino ad aver salvato il mondo.
 
***
 
Kyros non sapeva dove si trovava, non vedeva niente se non nebbia intorno a se.
Provò ad usare la mano che gli rimaneva per tastare le superfici che gli capitavano a tiro… gli sembrava un luogo familiare, eppure non riusciva a ricordare nulla…

- Ragazzo! – lo chiamò una voce che lo fece sobbalzare.
- Chi parla?! – chiese il giovane guardandosi nervosamente intorno, portandosi la mano tra i capelli per tirarli indietro, come era solito fare quando era nervoso.Il sangue della mia nobile discendenza non scorre nelle tue vene ragazzo, ma mia figlia Gaia ti ha scelto come suo figlio tanto da proteggerti fino alla morte, quindi sei tu il legittimo erede del tesoro della famiglia Spade. – continuò la voce di un uomo.
Kyros non era mai stato uno stinco di santo, e solitamente in un momento diverso da quello la parola “tesoro” lo avrebbe assorbito completamente, ma al solo pronunciare il nome della sua mamma il cuore perse un battito.
- Che significa che si è sacrificata per me? Che cosa sai di lei? Parla altrimenti io… - minacciò il moro ma fu interrotto
- Taci! Giovane Kiros Spade, io, ultimo della stirpe dei Custodi, ti proclamo erede legittimo del sacro grimorio degli incantesimi! – al suonare di quelle parole imperiose, la terra sotto di lui iniziò a tremare, il pavimento si squarciò e il moro cadde in una voragine che sembrava non finire mai…

- AAAAHHHHHH! – Kyros si svegliò urlando, nel cuore della notte, sudato ed ansante, e cercò con la mano nel buio la protesi che allacciò al gomito per poi alzarsi e andarsi a sciacquare il viso.Grazie al cielo era stato solo un incubo….
Solo un incubo.

 
***

- hai sentito anche tu?! – chiese agitata la Dama nera al proprio compagno.
- cosa, Mia Regina? – domandò quello interdetto.
- una vibrazione forte è giunta ai miei sensi.
- un altro gioiello magico i è attivato? – chiese curioso.
- no, molto meglio. – lo informò maligna la donna, - un custode si è appena risvegliato, e credo sia giunto il momento di portarlo dalla nostra parte… nessuno potrà fermarci adesso, ahahahahahah AHAHAHAHAHAHAHAH, AHAHAHAHAHAHAH-

 
***
 
*la terrazza del Plincio è indicata su internet come uno dei luoghi migliori di orma per osservare le stelle
 
NOTE DEL FESSO
Ave Caesar, morituri te salutant
Gli esami si avvicinano ed io sono sempre più disperato, meno male che ci siete voi a tenermi su il morale! Eccovi finalmente la seconda parte del capitolo BROTHERHOOD, che ne dite, soddisfatti?
Come sempre organizziamoci per punti perché io sono uno psicolabile e mi scordo tutto:

1)  MOMENTO ESTER EGG… ma come, MA COME?!?!?? Nessuno ha trovato quello dello scorso capitolo?! SHAME ON YOU! Era tratto dalla storia più fredda di sempre, FROZEN! A Nessuno è venuta in mente la mitica e buffissima principessa Anna di Arendelle ed il suo “aspetta che?”, eppure era scritto per ben due volte! Va bhe, per stavolta vi perdono ;-) ricordo inoltre che a breve HARRY FINE E DRAGUN95 riceveranno quella famosa sorpresa rimasta appesa dal capitolo precedente… non dovrete far altro che comunicarmi il nome di uno dei vostri personaggi, così, a naso, poi capirete il perché. Per quanto riguarda l’Ester Egg di questo capitolo, si vola nel mondo delle serie TV, in particolare in quella più “fiabesca” di sempre… dai, non potete non indovinare! VI RICORDO CHE OGNI LETTORE PUO’ PARTECIPARE-
 
2) MOMENTO FANART: per ricordarvi gli splendidi lavori di SAPPHIR DREAM, in attesa che termini il concept di Gladiator ;-)

https://i.postimg.cc/qMsWQrHy/miraculous-cervo.png
https://i.postimg.cc/024KtTG5/silver-claw.png
https://i.postimg.cc/dtRtg8sh/miraculous-civetta.png
https://i.postimg.cc/8crV7Kwn/IMG-20210502-202419.jpg

3) MOMENTO INTRATTIVITA’: dite un po’. Vi è mancato un po’ di musical in questo capitolo? A me si, tanto, per questo vi chiedo di inviarmi, per ogni OC, tre titoli di canzoni che comunicano sentimenti diversi, vi lascio qui gli esempi di FIORE, DIEGO e MASON
FIORE: Gli uomini non cambiano, Mia Martini (tristezza), Keep holding on, Avril Lavigne (incoraggiamento) Faithfully, Journey (amore)
DIEGO: Tu y jo, da Grachi (gioia), Podemos, da Violetta (amore), Ser meyor, sempre da Violetta (coraggio)
MASON: All out of Love (amore), Total Eclipse of the Heart (tristezza), I want to brake free (gioia)

4)MOMENTO SONDAGGI: che dire, la scorsa volta avete votato in maniera eterogenea e… va bene, cercherò di accontentare tutti e trattare ogni tema che avete scelto, ho già un paio di idee ;-) Per questo capitolo dovrete votare una cosa super fondamentalissimissima: QUALI DEI PERSONAGGI CANON DELLA SERIE VOLETE FACCIANO UN CAMMEO IN QUESTA STORIA? Ne potete votare due dal seguente elenco: Marinette, Adrien, Gabriel, Emilie, Chloé, Nathaniel, Alya, Nino, Luka, Lila, Nathalie, Katami, Marc.

5) ed ecco a voi finalmente il momento più atteso di tutti, quello di rivelare gli ultimi due Miraculous! Come avevo già lasciato intendere, essi non erano presenti nella Miracle Box all’inizio della storia, quindi significa che i due OC dovranno già esserne in possesso da un po’… per non creare troppi spoiler, vi invierò la scheda in privato previa prenotazione riguardo i due poteri che vi scriverò qua sotto, si può iscrivere chiunque per richiedere la scheda, l’unico criterio di selezione sarà che, qualora si presentasse qualcuno, avrà la precedenza chi non ha ancora presentato nessun OC rispetto a chi già partecipa alla storia, in mancanza di nuovi adepti (XD) saranno scelti personaggi tra gli autori già partecipanti.

I poteri sono:
COMBUSTIONE-LEONE e PRIGIONE-CORVO.

AVVISO IMPORTANTE: ANCHE NEL PROSSIMO CAPITOLO SARANNO PRESENTATE NUOVE SCHEDE PER ALTRI OC DA INSERIRE, NON TEMETE SOLO PERCHE’ I MIRACULOUS SONO TERMINATI!

IN THE NEXT CHAPTER:
Mason stava combattendo contro quell’infernale aggeggio chiamato volgarmente “macchina per il caffè” quando sentì una mano scivolare sulle proprie per indirizzarlo nel modo giusto e, magicamente, in un unico, fluido movimento, riuscì ad infilare il filtro con il macinato e far partire la fuoriuscita del liquido bruno e cremoso.
- Il tuo capo si arrabbierà quando scoprirà che non sei capace neanche di far un caffè da solo… - sussurrò suadente una voce al suo orecchio.
- già, una vera fortuna che il mio capo sia io eh? – rispose altrettanto suadentemente Mason lasciando che il suo corpo flessuoso aderisse perfettamente a quello alle sue spalle.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** My funny Valentine ***


Prefazione
Passato esattamente un mese dall’ultimo aggiornamento, mi scuso con chi ha sentito la mancanza di questa storia, ringrazio i coraggiosi che non l’hanno abbandonata e prometto di arrivare al capitolo 10 entro fine agosto, buona lettura a tutti!

 

CAPITOLO 8:

MY FUNNY VALENTINE

 
Fiore avrebbe dovuto immaginarsi che, dopo tutto quello che era successo, veder sparire Mason per 24 ore non era un buon segno, ma era stata impegnata nel contattare un fornitore di energia elettrica, un’azienda di impianti e vari uffici che concedessero i permessi alla riapertura immediata del Camilla’s Store per potersene preoccupare in tempo;
- sei un cretino! Abbiamo 25 anni suonati Santo Cielo… - sbuffò mentre il fratello la costringeva ad avanzare, un inciampo via l’altro, tenendole le mani sugli occhi.
- dai sorellina, non fare la solita guastafeste e goditi la sorpresa! – la prese in giro il ragazzo stando attento a non farla cadere mentre la posizionava davanti alla destinazione – pronta? – le chiese prima di levarle le mani dagli occhi.
Riacquistata la vista, la rossa notò di essere davanti al solito bar, con la differenza dell’insegna rinnovata, in cui spiccava la colorata scritta “RistòBand”, il cartello in vetrina che annunciava l’apertura di una nuova gestione quella sera stessa e degli operai all’interno che inchiodavano assi e pannelli per montare un vero e proprio palco sul fondo del locale.
- tutto qua? – chiese irritata, - mi hai portato fin qui, nel locale dove per poco l’altra sera non ci ammazzavamo, sottraendomi tempo al lavoro, solo per farmi vedere che stasera c’è un’inaugurazione?! – si voltò e vide Mason tutto eccitato, che quasi saltellava, con un sorriso inquietante da orecchio a orecchio. –tutto per una nuova gestione?! –
- sono io la nuova gestione! – la corresse emozionato il moro.
- TU SEI COSA?! – domandò allibita la rossa.
- ho firmato due giorni fa, ho fatto un giro di telefonate e potrò aprire già stasera! – spiegò trascinandola dentro come un bimbo trascina i genitori in un negozio di giocattoli.
 - tu sei pazzo! Quanto cavolo hai speso?! – si accertò Fiore, sentendosi già per svenire.
- tutto – rispose candidamente il fratello iniziando a spiegare dove sarebbero venuti i tavolini, i divani e il piano bar.
- ti prego dimmi che scherzi, che cosa ne sai tu di come si manda avanti un’attività?! – gracchiò sempre più frastornata.
- nulla – replicò con lo stesso tono tranquillo di prima, - ma perché non provare? Che ho da perdere? –
- tipo… tutti i tuoi soldi? – ironizzò acida la sorella, poi si morse la lingua quando, dall’interno della sua folta chioma riccioluta, una vocina all’orecchio le disse “tutti quelli che gli sono rimasti dopo averli dati a te”.
Maledetta Kwami buonista.
- D’accordo… - sospirò – se è il mio appoggio che vuoi, perché chiaramente non avrai mai quello di mamma e papà, io sono con te. –
- oh, ma io voglio più del tuo appoggio… - soffiò Mason ghignando furbescamente.
Ecco, si era fottuta con le sue mani. Stramaledetta Kwami buonista.
- questo non sarà solo un bar, sarà un locale musicale, e mi serve per l’inaugurazione un numero spettacolare…- spiegò il moro.
- se ti è passato per la testa anche solo di striscio che io possa… - provò ad obbiettare Fiore, ma fu interrotta:
- ho già chiamato tutti i tuoi amici, sono d’accordo, vi esibirete tutti insieme! –
- che cosa carina!! – bisbigliò Leevy dal suo nascondiglio.
Era convinta con tutta se stessa di odiarli tutti, uno per uno.

 
***

Quando, suo malgrado, quella mattina aveva accettato di esibirsi la sera stessa, senza uno straccio di prova, al locale di suo fratello, Fiore non aveva fatto i conti con il fatto che avrebbe dovuto cantare quella canzone… d’altronde non poteva neanche farne una colpa al suo caro, demoniaco fratello, dal momento che non era scontato che lui sapesse che il livello di esaurimento della sorella era alto al punto di non ricordarsi minimamente che giorno fosse quello…
- Che bello! Anche se siamo tutti single passeremo il San Valentino più memorabile di tutti! – esultò Andrea con la sua ormai proverbiale allegria.
- mi spiegate che c’entro? – si lagnò Davide seduto a terra in un angolo della palestra, tuffando la fronte sulle ginocchia – voi due sapete cantare, ma io? – chiese rivolgendosi alla rossa e a Diego.
- perché, per l’ennesima volta, stasera ballerò e non ho intenzione di andare in scena da sola! – gli ricordò la mora.
- curioso… - le disse l’argentino mentre tutti e due si godevano il siparietto offerto dagli amici: una che tirava per un braccio l’altro costringendolo a spostarsi più in là in sala prove per iniziare a inventare una coreografia. – staremo insieme la sera di San Valentino senza che ti abbia dovuto chiedere un appuntamento che certamente avresti rifiutato… -
- e canteremo anche una canzone d’amore… - sbuffò Fiore.

 
***

Ok, forse Fiore, quando diceva che non aveva idea di come si mandasse avanti un locale non aveva proprio tutti i torti… l’inaugurazione sarebbe iniziata di lì a poche ore e Mason stava ancora combattendo contro quell’infernale aggeggio chiamato volgarmente “macchina per il caffè” per capirne il funzionamento, quando sentì una mano scivolare sulle proprie per indirizzarlo nel modo giusto e, magicamente, in un unico, fluido movimento, riuscì ad infilare il filtro con il macinato e far partire la fuoriuscita del liquido bruno e cremoso.
- Il tuo capo si arrabbierà quando scoprirà che non sei capace neanche di far un caffè da solo… - sussurrò suadente una voce al suo orecchio.
- già, una vera fortuna che il mio capo sia io eh? – rispose altrettanto suadentemente Mason lasciando che il suo corpo flessuoso aderisse perfettamente a quello alle sue spalle.
- allora, capo, non sarà il caso di assumere qualcuno che abbia una minima idea di ciò che sta facendo? Così, giusto per avere la sicurezza di non far esplodere nulla, ecco. – propose allettante e con un pizzico di ironia lo sconosciuto. Mason si voltò in quello strano abbraccio trovandosi davanti un ragazzo molto minuto, magro e basso dalla pelle olivastra, i capelli neri dal taglio sbarazzino, i lineamenti delicati, dolci e morbidi, culminanti in un mento un po' aguzzo; troneggiavano sul suo viso due grandi e furbi occhi grigi dalle ciglia lunghe, il naso leggermente all'insù e le labbra morbide e sottili.
- fammi indovinare, tu saresti il candidato perfetto che, guarda caso, cerca un impiego? – insinuò giocosamente il maggiore reggendo quello sguardo impertinente.
- dipende… - replicò vago il ragazzo.
- da cosa? – domandò ancora stando al gioco il neo-imprenditore.
- ma che domande! Mi sono guadagnato questo lavoro o no? – rispose naturalmente quello.
- certo che si! – lo rassicurò Mason.
- allora si, sto cercando un impiego… - terminò il moretto staccandosi da lui, - attacco più tardi, e fa che la mia uniforme mi stia bene! – si raccomandò prima di dirigersi alla porta.
- posso almeno sapere il nome del mio nuovo acquisto?
- Matteo, piacere di conoscerti, capo… -
- e di’ un po’, Matteo, ci provi con tutti i tuoi superiori? – lo punzecchiò Mason incrociando le braccia al petto.
- solo con quelli che hanno bicipiti come i tuoi. – chiarì quello con un occhiolino, già sulla porta, prima di andare via senza ulteriori repliche, lasciando il moro con la certezza che, con quello scricciolo tra i piedi, si sarebbe divertito un mondo.

 
***
 
Quel giorno Vaen si stava allenando nella palestra di famiglia, come tutti gli altri giorni.
Perché quello era un giorno assolutamente come gli altri.
Un giorno senza niente di speciale, e lei aveva ancora un bel po’ di adrenalina da smaltire dalla sua esperienza da supereroina.
- non fare tanto la spocchiosa, essere single a San Valentino è uno schifo per tutti, e tu non sei esclusa, tesoro! – la prese in giro una ragazza molto alta e atletica, ma dal fisico molto femminile e dall'invidiabile figura a clessidra, con un seno abbastanza prominente e fianchi morbidi.
- io non penso a certe cose, ho faccende più importanti a cui badare. – la seccò la mora senza smetter un secondo di fare esercizi. Non si stava mentendo da sola, lei era davvero fortemente concentrata su sé stessa e sulla sua vita, specie ora che doveva diventare assolutamente più forte, per difendere il mondo dal male e, soprattutto, per fare il culo a quello spocchioso di un argentino.
- suvvia, - la contraddisse l’altra ragazza, interrompendo il suo allenamento per passarsi l’asciugamano nei suoi capelli biondo miele, rasati sul retro e i lati della testa, corti e accuratamente disordinati, - vorresti dire che non ti farebbe piacere, dopo esserti consumata tutto il giorno tra queste quattro mura, tornare a casa e trovarci dentro un bel fusto pronto a coccolarti? – chiese facendo sbrilluccicare un lampo di furbizia nei negli occhi castani decorati da un immancabile filo di eyeliner, mentre due fossette sulle guance chiare le adornavano il sorriso impertinente .
- Aurora! – la richiamò spazientita la tailandese, - un uomo come lo cerco io, purtroppo, non esiste. – tagliò corto.
- e sentiamo, mia incontentabile amica, com’è che lo vorresti? È sorprendente come in tanti anni di amicizia non abbiamo mai parlato di ragazzi… - rifletté la bionda giocherellando con l’orecchino brillante al lobo sinistro.
- beh… - si soffermò a pensare l’altra ragazza, interrompendo miracolosamente il suo circuito di esercizi, - dovrebbe essere sicuramente forte almeno quanto me, e poi dovrebbe essere coraggioso ed altruista, pronto a rischiare la vita per i suoi principi, e farmi sentire sempre protetta ed al sicuro. – si confidò.
- praticamente hai descritto un supereroe! – la prese in giro l’amica dirigendosi in spogliatoio per una meritata doccia.
Già, aveva proprio descritto un supereroe…

 
***

Davide era certissimo che, tempo pochi minuti, e sarebbe esploso in una crisi di panico, ma insomma, che cosa gli aveva detto il cervello quando si era prestato a quella pagliacciata?! Sentiva oltre il sipario chiacchiere e risate del pubblico, e già immaginava come avrebbero riso di lui e della sua goffaggine
- Morirò! – sospirò passandosi nervosamente le mani tra i capelli, per l’occasione vistosamente ingellati. Ovviamente il loro look era stato curato dall’esperta di moda: pantaloni neri e camicia rosso scuro per i maschietti, due abiti rosa molto simili per se e per Andrea, il proprio aveva uno scollo a cuore e la vita a stile impero, quello della mora aveva delle bretelline sottili e un’ampia gonna a ruota che avrebbe svolazzato allegra tra le piroette della coreografia.
- allora noi andiamo a sederci, iniziamo a cantare tra il pubblico. – spiegò elettrizzato l’argentino sistemandosi l’archetto del microfono prima di prendere per mano un’imbarazzatissima Fiore e portarsela via.
- mi spieghi perché ti agiti tanto? Durante le prove sei stato bravissimo! – lo rassicurò sorridente la sua ballerina, stringendogli incoraggiante il braccio… quanto era calda e forte la sua presa su di lui… era rassicurante, lui sarebbe stato capace di fare lo stesso? Assolutamente no!
- non sono abbastanza forte, ti farò cadere, ti farai male, magari sbatterai la testa, dovremo chiamare il 118, portarti in ospedale, magari ti verrà una commozione celebrale, o peggio… - iniziò a straparlare sempre più nel panico il ragazzo.
- ehi, quanto pessimismo! – lo bloccò Andrea, - vorrei solo ricordarti che rischiamo la vita tutti i giorni, e lo facciamo perché ci fidiamo l’uno dell’altra, - lo rassicurò prendendogli le mani tra le proprie, - io copro le spalle a te, tu a me, mi fido di te. –
Improvvisamente, come se fosse stato vittima di un incantesimo, tutto quel groviglio di paure che gli attanagliava lo stomaco facendolo soffocare era scomparso, come per magia, e l’unica sensazione che riusciva a percepire, frastornato com’era, era un formicolio e calore pervadergli le guance.
- Anche io mi fido di te. – rispose semplicemente, guadagnandosi il sorriso più bello del mondo.
Nel frattempo, Fiore e Diego si erano accomodati con discrezione ad un tavolino in fondo al locale, tempo pochi minuti e la musica sarebbe partita, un faro li avrebbe inquadrati e loro avrebbero iniziato a cantare… ma perché il cuore sembrava volerle esplodere nel petto?
- Stavo pensando – attirò la sua attenzione l’argentino. – che ecco, lo so che San Valentino è oggi, e forse è meglio così… voglio dire la sera di San Valentino sarebbe stato forse troppo e io… ecco… non so se… -
Incredibile, doveva essere un miracolo quello, l’ormai collaudata ironia irritante di Diego sembrava scomparsa a favore di un imbarazzo quasi… tenero.
- Che cosa stai cercando di dirmi? – gli chiese divertita la rossa.
- beh io… sei libera di dire di no, anzi sono quasi sicuro che lo farai però…. – tentennò il moro grattandosi la nuca, - ma vorrei che tu… insomma che noi, beh, che uscissimo insieme domani…  un appuntamento ecco, come si deve. –
- Diego io… - provò a rispondere la rossa, ma fu interrotta dall’inizio della musica, e quasi accecata dalla luce del faro puntato su di loro.
L’unica cosa che vide fu, finalmente, il bellissimo sorriso del ragazzo difronte a lei, sbocciato al suono di quelle prime note, quasi più abbagliante dell’occhio di bue che li illuminava
 
Now I’ve Had the time of my life
No, I never felt like this before
Yes I swear, It’s the truth
And I owe it all to you

 
Intonò Diego alzandosi, aggirando il tavolo e porgendole la mano.
 
cause I’ve Had the time of my life
And I owe it all to you

 
Gli fece eco la rossa accettando la sua mano ed alzandosi, per dirigersi insieme a lui ai piedi del palco.
Ecco, le prime strofe erano state cantate, era il loro momento…
- hai degli occhi stupendi… - sussurrò Davide.
- anche tu. – replicò dolce Andrea mentre il sipario si apriva.
 
I’ve been waiting for so long
Now I’ve finally found someone
To stand by me

Cantò l’argentino e i ragazzi sul palco iniziarono a ballare sui passi di una coreografia energica ed armoniosa, prima di cantare i propri versi Fiore si voltò a guardarli, e vide il ragazzo illuminato da una sorta di estatica serenità, mentre l’amica ballava ad occhi chiusi, facendosi guidare dal proprio cavaliere.
We saw the writing one the wall
As we felt this magical fantasy
 
Now with passion in your eyes
There’s no way we could disguise it secretly
So we take each other’s hand
‘cause we seem to understand
The urgency
 

Cantarono in coro avvicinandosi fino a sfiorarsi
 
Just remember
You’re the one thing
I can’t get enough of

 
Le cantò appassionato Diego allontanandosi di qualche passo da lei.
 
So I’ll tell you something
This could be love beacuse
 

Rispose Fiore portandosi all’altro estremo del palco, nel frattempo, con una piroetta Andrea si era portata sul fondo della scena, mentre il suo cavaliere l’aspettava in proscenio, dando le spalle al pubblico. Fu un attimo, con un cenno del capo ed un sorriso, Andrea sciolse il cipiglio preoccupato sul volto del compagno prima di correre verso di lui, poggiare le mani sulle sue spalle mentre l’altro gli stringeva i fianchi e darsi la spinta e, in un balzo, lei era in aria, sospesa come un angelo, sorretta dalle braccia di Davide.
 
I’ve Had the time of my life
No, I never felt  this way before
Yes I swear, It’s the truth
And I owe it all to you

 
La celebre presa alla Dirty Dancing, effettuata durante il ritornello, fece andare il pubblico in visibilio e, tra gli applausi scroscianti, la mora scivolò fluidamente giù tra le braccia del ragazzo, fino a che i loro visi distarono che un soffio.
 
Now I’ve Had the time of my life
No, I never felt like this before

 
Cantò dolce Diego facendosi prossimo alla rossa, mentre la musica si appiattiva in dolci toni.
 
Never felt this way
 
Gli fece da coro Fiore avvicinandosi fino a farsi abbracciare.
 
Yes I swear, It’s the truth
And I owe it all to you!

 
Cantarono infine insieme e, mentre la musica tornava a risuonare allegra, salirono insieme sul palco per ballare, tutti e quattro insieme, l’ultimo ritornello
 
cause I’ve Had the time of my life
and I’ve searched though every open door
‘til i found the truth
And I oww it all to you

 
- si. – rispose semplicemente la stilista, al terminare dell’ultima nota, facendo sorridere dolcemente il compagno.
- Devo ammettere, capo, che hai tirato su un bel numero in poco tempo, sai il fatto tuo – si complimentò civettuolo Matteo mentre miscelava alcuni cocktail. Mason constatò che il ragazzo si era rivelato pratico e veloce, sapeva gestire da solo il lavoro e anche mettere una pezza alla sua inesperienza, e insieme, grazie ad una strana alchimia, stavano andando alla grande e, cosa più importante, i clienti sembravano numerosi e soddisfatti.
- e non hai ancora visto il pezzo forte della serata… - lo rassicurò il proprietario del locale.
- e quale sarebbe scusa? – chiese confuso Matteo, gli era stato detto che quello da Dirty Dancing sarebbe stato il solo numero della serata, e quindi anche l’unico momento in cui la clientela sarebbe stata impegnata a guardare così che lui potesse prendere un po’ di respiro.
- ma che domande, il pezzo forte sono io! -
 
***
 
Maya si chiuse alle spalle la porta di casa, esausta da un fenomenale doppio turno al lavoro, fanculo alla festa degli innamorati!
Lanciò sul divano la borsa a tracolla pronta a dirigersi verso il bagno per una meritata doccia, quando da quella scivolò fuori uno trano contenitore che cadde sul pavimento, era piccolo, esagonale e decorato in maniera strana e, cosa ancor più strana, il solo guardarlo metteva alla ragazza uno strano senso di soggezione misto ad angoscia.
Ingoio un groppo di saliva e si lasciò pervadere da un brivido… ma che cavolo le prendeva? Non era da lei farsi prendere da quelle sensazioni, specie per una quisquilia del genere, che cosa poteva mai essere dopo tutto? Magari un regalo di qualche ammiratore segreto, un oggetto scivolato accidentalmente nella sua borsa oppure uno scherzo di quell’idiota del suo amico Kenny… o magari era la refurtiva di un furtarello di quel suo ex collega viscido come un serpente, nascosta tra le sue cose per metterla nei guai?
La ragazza decise di comportarsi in maniera pragmatica come era solita fare e, risoluta, afferrò l’oggetto per aprirlo, lasciandosi tuttavia sorprendere dallo strano brivido che il tenerla in mano le provocava; nella scatola c’era un fermaglio per capelli, a forma di ala di un uccello che, appena venne sfiorato, iniziò a brillare di una strana luce abbagliante che la costrinse a chiudere gli occhi. Quando li riaprì, non poté credere a ciò che stava vedendo…

 
***

Astreo non era il tipo da andare per locali la sera, ma effettivamente dovette ammettere a se stesso che farsi convincere dai colleghi di università ad uscire tutti insieme per festeggiare la fine della sessione invernale era stata decisamente un’ottima idea: quel locale era strepitoso! Si sentiva così allegro, spensierato e su di giri, che aveva finito il cocktail che qualcuno di più esperto dei suoi amici aveva ordinato per lui e ne aveva addirittura chiesto un altro.
Si sentiva spensierato come non era da tanto tempo, voleva solo divertirsi e lasciarsi cullare dalle risate e dalla buona musica, stava proprio ridendo ad una battuta idiota di un suo amico quando delle note, fin troppo conosciute, arrivarono alle sue orecchie.
No, tutto tranne quella canzone, non la sera di San Valentino…

There I was again tonight forcing laughter, faking smiles
Same old tired, lonely place
Walls of insincerity
Shifting eyes and vacancy vanished when I saw your face
All I can say is it was enchanting to meet you

 
Deglutì a vuoto, il biondo, nel sentire addosso, come una carezza, la voce calda e sensuale che aveva iniziato a cantare
 
Your eyes whispered "have we met?"
Across the room your silhouette starts to make it's way to me
The playful conversation starts
Counter all your quick remarks, like passing notes in secrecy
And it was enchanting to meet you
All I can say is I was enchanted to meet you
 
Astreo era seduto di spalle al palco, e dovette chiamare all’appello tutto il suo coraggio per riuscire a voltarsi per vedere chi stesse cantando.
 
This night is sparkling, don't you let it go
I'm wonder struck, blushing all the way home
I'll spend forever wondering if you knew
This night is flawless, don't you let it go
I'm wonder struck, dancing around all alone
I'll spend forever wondering if you knew
I was enchanted to meet you

 
Sul palco, seduto su uno sgabello, un ragazzo con dei morbidi riccioli neri, occhi color del ghiaccio e un sorriso smagliante sembrava cantare come se nessuno lo stesse guardando, come se non ci fosse nessun altro al difuori di se stesso e la musica, ed era bellissimo, fasciato nel suo completo gilet-pantalone neri e camicia blu oltremare.
 
This is me praying that this was the very first page
Not where the story line ends
My thoughts will echo your name, until I see you again
These are the words I held back, as I was leaving too soon
I was enchanted to meet you

 
Strinse più forte il microfono, il suo bello, e scese dallo sgabello per portarsi in proscenio, ed Astreo era come incantato dalla visione di una ninfa… quasi non si rendeva conto dei suoi amici che lo chiamavano, accorgendosi del suo stato e lo prendevano in giro, ma che importava se poteva restare per sempre a guardare quella meraviglia, a far vagare lo sguardo tra la piccola ruga che gli accigliava la fronte quando lanciava un particolare acuto e il seducente pomo d’Adamo che vibrava?
 
Please don't be in love with someone else
Please don't have somebody waiting on you

 
Cantò il coro in sottofondo ed il biondo, che ormai fremeva sulla sedia, pregò qualsiasi divinità esistente che quel principe non fosse innamorato di nessuno.
 
This night is sparkling, don't you let it go
I'm wonder struck, blushing all the way home
I'll spend forever wondering if you knew
This night is flawless, don't you let it go
I'm wonder struck, dancing around all alone
I'll spend forever wondering if you knew
I was enchanted to meet you
 

- fossi in te chiuderei la boccuccia stellina, prima che ci entrino le mosche. – sibilò una voce al suo orecchio facendolo sobbalzare; il ragazzo si voltò di scatto, distraendosi dalla sua contemplazione, per trovarsi davanti il sorriso ferino del cameriere che gli porgeva la sua ordinazione, visibilmente compiaciuto dell’effetto che aveva ottenuto sul ragazzo.
- ti conviene sapere, tesorino, - aggiunse poi Matteo avvicinandosi al suo orecchio, - che se abbiamo puntato lo stesso obbiettivo, che io gioco sporco, e quelli piccoli e teneri come te sono i miei bersagli preferiti… - lo minacciò godendosi la sua faccia atterrita, poi, prima di andare via come se niente fosse, si girò un ultima volta per squadrare il povero Astreo;
- mi dispiacerebbe doverti ridurre in cenere, se non fossi così facilmente traumatizzabile, potresti anche essere carino… - gli disse strizzandogli un occhio, mentre dal palco arrivavano le ultime note della sua ex canzone preferita.
 
Please don't be in love with someone else
Please don't have somebody waiting on you

 
***
 
Kyros era turbato, anzi, turbato era dire poco… quel sogno era così… reale, e ancora tanto vivido nella sua testa che non riusciva a capire ancora cosa fosse esattamente successo, l’unica cosa che sapeva è che non sarebbe mai riuscito a concentrarsi su altro che non fosse quel maledetto incubo… doveva toglierselo dalla testa in qualche modo, ma come? Beh, se era un libro quello che aveva visto in sogno, il primo luogo dove cercarlo era la biblioteca di famiglia, no?
Vagò per i corridoi della villa dove abitava per un po’, prima di trovare il coraggio di entrarci… in quel sogno era riemersa prepotente la figura di sua madre, un ricordo che aveva seppellito nel cuore con fatica, nonostante il moncherino della sua mano sinistra persa tanti anni prima fosse un monito abbastanza insistente…
Così, dopo parecchi tentennamenti, prese un grosso respiro e il coraggio a due mani, e varcò la pesante porta della biblioteca e… tutto normale, era tutto stantio e polveroso come doveva essere, chissà che si era immaginato!
Ti stavo aspettando…
Merda. Normale un corno, sentiva le voci ormai? Era impazzito del tutto prima dei vent’anni, grandioso.
- Chi parla?! – chiese impaurito, ma al contempo curioso.
Sono una voce nella tua testa, sei sicuro sia la domanda adatta ragazzo? forse “cosa parla”, sarebbe più consono…
Era una voce femminile molto dolce a chiamarlo, ma arricchita da sfumature ironiche e giocose
- Sei… un oggetto? Un oggetto parlante?! – incalzò il giovane.
Più o meno, diciamo uno spirito molto legato ad un oggetto, e se fai conto di essere in una biblioteca, puoi facilmente capire che…
- Sei un libro! Il libro del mio sogno? – la interruppe Kyros capendo al volo.
Esatto, 10 punti a grifondoro!
Lo prese in giro la voce.
- Io dire più serpeverde…
Stava sul serio battibeccando con una voce nella sua testa che affermava di essere un libro? Era indubbiamente ammattito, si diede del pazzo da solo mentre iniziava a farsi strada tra le file degli scaffali.
Segui la mia voce giovanotto, vieni da me…
Seguì la richiesta assurda che proveniva dalla sua testa e gironzolò sempre più in fretta svoltando vari angoli, e poi improvvisamente se lo ritrovò davanti… era grande e nero come tutti gli altri, non aveva niente di speciale, ma in qualche modo, seppe che era lui.
Mi hai trovato in fretta, bravo… avvicinati, non mordo mica!
Il greco non si fece pregare, prese il tomo con la mano sinistra e lo aprì, sfogliandolo pigramente cercando di capirne il senso, ma non conosceva quella lingua… o forse sì? Non aveva mai visto quei simboli in vita sua, eppure perché gli sembravano così… familiari? Era come se ci fosse una specie di sesto senso che gli permetteva di afferrare ciò che fosse scritto… era tutto così assurdo! La sua attenzione fu catturata, dopo aver girato una pagina, dal disegno di una grande civetta con le ali spiegate, e due enormi occhi che sembravano fissarlo paurosamente, sotto il disegno troneggiava una frase scritta in quella strana lingua:
- oh grande occhio del Fato dischiuso sulla storia,
 Che di ogni tempo passato e futuro conservi memoria,
 Spalancati! Mostra al mondo il tuo vero potere,
 sii tu la più temuta fra tutte le fiere.

 pronunciò con un filo di voce e quello che successe poi fu incredibile: le pagine si mossero da sole come sospinte da un grande vento, le sue membra furono scosse come da una corrente elettrica ed il giovane urlò spaventato, cadde all’indietro fissando incredulo quel libro impazzito. Aveva forse invocato il demonio o cose del genere? Non ne aveva idea, non aveva la minima idea di nulla, non rifletté neanche un momento prima di girarsi e scappare via.
Nello stesso istante, in una altro luogo, distante chilometri e chilometri da Villa Spade, la piccola Luna era seduta da sola ad un tavolino del RistòBand, aveva applaudito alla performance del padrone di casa e si alzò per andare incontro ai suoi amici che uscivano da dietro le quinte del piccolo palco scenico, era euforica e voleva abbracciarli tutti e complimentarsi con loro, ma all’improvviso un forte mal di testa la colse costringendola a chiudere gli occhi per il dolore, quando li riaprì era tutto offuscato e confuso, vedeva davanti a se il volto preoccupato di Diego, sentiva ovattate delle voci che la chiamavano e, a giudicare dalla sensazione di freddo che sentiva, doveva essere caduta sul pavimento senza nemmeno accorgersene… era tutto così nebuloso e doloroso, e poi, all’improvviso, il buio.

 
***

Kenny stava correndo come un pazzo verso casa di Maya, doveva per forza dire a qualcuno ciò che gli era successo la sera prima, altrimenti sarebbe certamente impazzito!
- Fossi in te, ragazzo, non sarei così frettoloso… ti aspetta una bella sorpresa! – sibilò divertito quell’esserino inquietante, a metà tra una libellula e un peluche, che si era presentato come Crystall, dall’interno della sua tasca.
Grazie al cielo il portone del palazzo era aperto e poté dirigersi direttamente dalla sua “amica”, ma quando fu arrivato alla porta del monolocale, essa si aprì rivelando la figura trafelata di Maya.
- Ti devo dire una cosa assurda! – dissero in coro.
- prima io, fidati che cosa più folle della mia non può esserti capitata! – scherzò con il suo immancabile sorriso il giovane.
- smettila di fare l’idiota, io sono seria! – sbottò la ragazza.
- ciao! – lo salutò dolcemente un uccellino parlante alle spalle della proprietaria… aspetta un attimo, uccellino parlante?!
- te l’ho detto io che dovevi andarci piano, ti presento mia sorella Graal. – lo prese in giro il mostriciattolo uscendo dalla sua tasca.
Kenny tirò un sospiro di sollievo,
- Beh, se siamo impazziti e abbiamo iniziato ad avere le visioni, almeno siamo in due! –
- idiota! -

 
***
 
- Come sto?! – chiese nervosa Fiore mentre si sistemava, mai soddisfatta, la folta e rossa chioma, per l’occasione acconciata in morbidi boccoli.
- sei meravigliosa! – la rassicurò allegra Leevy, che svolazzava felice per la casa giocando con Camilla, finalmente libera nelle ore in cui Mason era al locale.
- sicura? Non avrò esagerato? Il bianco di sera è pretenzioso!  - si lagnò guardando allo specchio il vestito pieno di ruches e brillantini che aveva indossato.
- sei perfetta così come sei, e andrà benissimo vedrai, certo, se la smetti di farlo aspettare fuori, ha suonato almeno cinque volte! – le fece notare divertita la colombella e Fiore imprecò mentre saltellava per casa per mettersi contemporaneamente scarpe ed orecchini, per poi scendere trafelata.
Uscita dal portone vide il suo cavaliere appoggiato alla fontana che c’era davanti al negozio, fasciato in uno splendido completo camicia-pantalone nero, intento a fumare come faceva sempre quando era nervoso.
- ciao – lo salutò timidamente vedendolo sobbalzare, gettare la cicca e sistemarsi nervosamente i capelli.
- ehm, ciao Principessa. – la salutò trafelato l’argentino.
- e quella? – chiese divertita la stilista indicando la cravatta dorata che decorava l’outfit del ragazzo.
- oh questa, beh, ho pensato ti potesse piacere, ecco… -
- vogliamo andare? – propose compiaciuta la rossa e quello le porse sorridente il braccio.
La serata che ne seguì fu straordinaria, presero un gelato, passeggiarono, risero, scherzarono, si raccontarono delle rispettive vite prima del loro rocambolesco incontro, la rossa gli confidò dell’adolescenza a casa dei suoi tremendi genitori, lui invece di tutti i sacrifici per mantenere sé e i suoi fratelli più piccoli. La stilista si stupì che fosse tutto così naturale, spontaneo, meravigliosamente semplice, in una vita che sembrava essere un enorme groviglio di casini.
Quella sera però, tutto sembrava essere diventato piccolo e semplice per miracolo, mentre passeggiavano a Piazza Trevi, davanti la grande e maestosa fontana, non esistevano più super poteri, cattivi da combattere, negozi da aprire ed affitti da pagare, era tutto perfetto.
Fiore e Diego erano così presi l’una dall’altro però, che non si accorsero di essere pericolosamente osservati…
- Non sono carini?! È tutto così perfetto… - sospirò sognante Silver Claw che li spiava dall’alto di un tetto.
- si, tutto è perfetto e tu sei una stalker! – rispose scocciato Cernuus, insomma bel modo di passare la serata, a spiare una coppietta…
- ma quale stalker, noi stavamo facendo la ronda e casualmente siamo passati di qui. – lo contraddisse la mora.
- ed è per questo che, casualmente, Luna è in video chiamata?! –
- smettila di fare il pesante! –
- smettetela tutti e due, non riesco a capire niente, non vale che sia l’unica ad essere tagliata fuori solo perché ieri sono stata male! – si lamentò la più piccola cercando di vedere ciò che poteva dallo schermo.
- adesso basta tutti! – sbottò Davide esasperato, - non posso restare qui a guardare, quei due meritano qualcosa in più di un appuntamento perfetto… meritano una serata unica… VELO DI NEBBIA! – invocò il suo potere e lanciò una freccia verso il cielo, e in men che non si dica l’intera piazza era piena di foschia, e una dolce musica risuonava nell’aria.
- ma che sta succedendo? – chiese confusa la rossa.
- Colombella, la senti anche tu questa musica? – controbatté Diego, capendo immediatamente chi ci fosse dietro quello scherzetto, e, lasciando la mano della sua bella, prese ad intonare la canzone:
 
Highway run
Into the midnight sun
Wheels go round and round
You're on my mind
 

Fiore rise di gusto, capendo finalmente chi ci aveva messo lo zampino e, stando al gioco, rispose a Diego:
 
Restless hearts
Sleep alone tonight
Sendin' all my love
Along the wire

 
Presero a camminare entrambi, separati da pochi metri, verso la fontana cantando all’unisono:
They say that the road
Ain't no place to start a family
Right down the line
It's been you and me
And lovin' a music man
Ain't always what it's supposed to be
 

Oh Boy you stand by me
Rispose la rossa lanciando un acuto mentre si avvicinava al compagno,
 
I'm forever yours, faithfully
 Sussurrarono insieme ormai distanti un soffio, poi si allontanarono per far sì che l’argentino potesse accompagnare la stilista in una piroetta
 
Circus life
Under the big top world
We all need the clowns
To make us smile

Cantarono ancora, mentre Diego afferrava la sua bella per la vita facendola salire sul bordo della fontana, per poi salirci lui stesso con un balzo atletico
 
Through space and time
Always another show
Wondering where I am
Lost without you

Cantarono insieme portandosi ai due lati opposti della fontana
 
And being apart ain't easy on this love affair
Two strangers learn to fall in love again
I get the joy
Of rediscovering you

Improvvisamente, come guidato da un sesto senso arcano, mentre duettavano Diego mise un piede sul pelo dell’acqua e, sorprendentemente, anziché affondare ci camminò sopra dirigendosi verso Fiore, cantando a piena voce
Oh girl, you stand by me
 
La rossa seguì l’esempio del moro e si incontrarono, in equilibrio su un pavimento invisibile, al centro della fontana
 
I'm forever yours, faithfully
 
Cantarono ancora insieme a d un soffio di distanza l’uno dall’altra
 
Oh, oh, oh, oh, Faithfully
Cantò un coro invisibile e, magicamente, la forza che li reggeva in equilibrio scomparve facendoli cadere in acqua dove, ridendo pazzamente per lo scherzo subito, presero a giocare e schizzarsi, nuotando verso il limitare della pozza.
Quando giunsero sotto un getto d’acqua che pioveva su di loro, Diego afferrò ancora la ragazza dalla vita e la sollevò in aria, lasciandole cantare un acuto vibrato di emozioni
Faithfully, I'm still yours
Oh, oh, oh, oh
I'm still yours
Oh, oh, oh, oh

 
I'm still yours, faithfully

Cantarono un’ultima volta in coro e, sulle ultime note, guardandosi intensamente, colmarono lo spazio che li divideva, unendosi in un dolce bacio
 
***
 
- Te lo ricordi, mio amato, il giorno degli innamorati? – sospirò pensierosa la Dama Nera.
- ogni momento passato con te è impresso come il fuoco nella mia memoria. – la rassicurò il Cavaliere di rubino.
- non preoccuparti mio dolce compagno, prima che sorga il sole alla fine della prossima notte, avremo il custode del Grimorio degli incantesimi dalla nostra parte… - progettò esaltata la donna.
- qual è il tuo piano? – chiese cauto l’uomo.
- il potere veggente della mocciosa è pericoloso… ma prima che si faccia giorno, le nostre tre stelle malefiche giungeranno da me, e il nostro esercito sarà pronto a dare battaglia a quegli insulsi ragazzini così che noi, con le spalle coperte, potremo agire indisturbati! – spiegò malevola, - e finalmente, dopo sette secoli, io e te torneremo ad essere liberi! AHAHAHAHHAHA –
- liberi ed insieme… - precisò il soldato facendolesi più vicino, quel tanto che poteva prima di sentire la forza che li imprigionava respingerlo come due poli opposti di una calamita.
- per sempre… - rispose sicura di se la Dama Nera.
La guerra vera iniziava quella notte, e lei non era intenzionata a perdere.
***
 
NOTE DELL’ESAURITO (E NON STO SCHERZANDO)
Quasi un mese e un esaurimento nervoso più tardi, eccomi di ritorno.
Bilancio della sessione estiva? due 30 e una sola bocciatura, sigh. La cosa più interessante e che lo dico illudendomi che freghi qualcosa a qualcuno, lol.
Comunque… lasciatemi affogare la depressione in questo capitolo pieno zeppo di romanticismo, capito il perché delle canzoni e delle ship? Si, non avendo una vita sentimentale degna di nota mi gaso con queste minchiate, e rigiro il coltello nella piaga scrivendo di san valentino a luglio. Basta, voglio l’inverno e lo voglio ORA.
E voi? Come siete messi? Fidanzati, sposati, tristemente/felicemente single? Dai, spettegoliamo un po’, basta con queste cose così statiche, io voglio sapere di voi, delle meravigliose vite dei miei piccoli cuccioli di foca (quanti stanno pensando che ho bisogno di un tso urgente?)
Va bene basta fare i cretini e andiamo avanti come al solito
1)MOMENTO ESTER EGG: lo scorso capitolo, nessuno ha individuato il riferimento, sad; la citazione in questione era "il pugnale dell'oscuro", Once Upon A Time. in questo capitolo, per motivi tecnici, NON E' PRESENTE NESSUN ESTER EGG, come non sarà presente l'anticipazione a fine note d'autore, semplicemente perchè non lho ancora scritta LOL
2) MOMENTO FANART&MUSICA: questo capitolo ha “suonato” sulle note di tre canzoni, “The time of my life- Bill Medley, Jennifer Warnes” da Dirty Dancing (avevate capito il riferimento con la scena famosissima della presa durante il ballo?) “Enchanted- Taylor Swift” e “Faithfully –Journey”. Per la prima e la terza, scelte da me, vi allego i link delle canzoni di glee, a cui ho voluto fare un omaggio.

https://www.youtube.com/watch?v=LDmTNeVrnxM
https://www.youtube.com/watch?v=vs6pWUdikR0
per la seconda, non me ne voglia Taylor Swift, ma ho scelto, per ovvi motivi, una cover maschile
mi piacerebbe tantissimo se le ascoltaste leggendo il capitolo come io le ho ascoltate scrivendo e facendomi guidare dalle immagini che la musica mi ha ispirato, e mi raccomando, fatemi sapere se le ho descritte e rese bene almeno la metà in cui le ho immaginate, è una cosa a cui tengo tantissimissimo
l’uotfit di Fiore:

https://archivio.luccacomicsandgames.com/fileadmin/images/archivio-edizioni/2019/Ospiti/Junior/_Junior_Ospiti__ManniFiore_INTERNA.png
quello di Mason:
https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTCMgOThcq9t3dZhf7yItQYbrnkrQeG-kimJQ&usqp=CAU
ecco a voi invece le fantastiche fanart di SAPPHIR DREAM, con l’aggiunta del magnifico concept di Gladiator!
https://i.postimg.cc/jjr40M1C/gladiator.png
https://i.postimg.cc/qMsWQrHy/miraculous-cervo.png
https://i.postimg.cc/024KtTG5/silver-claw.png
https://i.postimg.cc/dtRtg8sh/miraculous-civetta.png
https://i.postimg.cc/8crV7Kwn/IMG-20210502-202419.jpg
 
3) MOMENTO INTERATTIVITA’: allora gentaglia, è il momento più atteso di tutti, vi do un grande, enorme spoiler, nel prossimo capitolo vedremo finalmente lo scontro tra buoni e cattivi! Quindi vi chiedo, nel momento dello scontro, come reagirà il vostro oc alla vista del team rivale? In altre parole, se nel capitolo 5 vi ho chiesto di fare delle ipotesi di relazione tra le controparti civili Dei nostri protagonisti, ora vi chiedo di rifarle uguali con i loro alter-ego eroici
4) MOMENTO SONDAGGIO: allora gente, in questo capitolo pieno di zucchero abbiamo visto le prime coppie sbocciare (forse?) in particolare la FiorexDiego, AndreaxDavide e il triangolo MasonxMatteoxAstreo, che ne dite? Appoggiate/non gradite?  Riguardo agli altri personaggi che, negli scorsi capitoli, abbiamo conosciuto un po’ meglio? Quali sono le ship che vorreste vedere per Vaen, Kyros, Maya, Kenny? Essendo un sondaggio, e quindi fruibile per l’intera economia della storia, ricordo che tutti i lettori, non solo i partecipanti, possono votare!
5) VARIEDEVENTUALI (SEMPRE SOGNATO DI SCRIVERLO) innanzitutto voglio ringraziare di vivo cuore i quattro fedeli autori, HARRT FINE, SAPPHIR DREAM, DRAGUN95 e SIM STAR, do il benvenuto alla nuova arrivata SUMMER LOVER. Ora arriva un momento che non avrei mai voluto affrontare, il momento “predicozzo”, vi spiego: nello scorso capitolo non tutti gli autori iscritti si sono fatti sentire, ora, in questo caso si trattava di cose stupide come delle canzoni di sottofondo, roba di contorno, ma da ora in poi, ragazzi miei, la cosa si fa seria! Si entra nel vivo della storia e vi farò domande e richieste sempre più specifiche per poter andare avanti, e senza le vostre risposte poco potrò fare con dei personaggi che non sono i miei… cosa vi sto dicendo? Che materialmente se scomparite per più di due/tre capitoli sarà difficile per me dare uno spazio adeguato ai vostri oc, che quindi saranno sacrificati o (Non voglio neanche pensarlo) potrei arrivare al momento in cui dover eliminare i personaggi “figli” di un autore fantasma. Mi raccomando gente, a buon intenditor poche parole!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** To forge a hero ***


“La battaglia è un grande redentore.
Il fervido crogiuolo dove i veri eroi vengono forgiati”


 
CAPITOLO 9:

TO FORGE A HERO

 
Matteo si stava recando a lavoro quella mattina, era allegro, finalmente aveva uno stipendio per mandare avanti la famiglia ed il lavoro si pregustava anche essere divertente! Andava tutto a gonfie vele…
- Finalmente hai smesso di nasconderti da me. – sibilò una voce alle sue spalle che lo fece rabbrividire. Gonfie vele un cazzo, quella donna lo aveva trovato.
- io non mi nascondo da nessuno, ho semplicemente una vita oltre il desiderio di distruggere il mondo, a differenza tua, a quanto vedo… - la prese in giro. Stava davvero prendendo per culo una strega centenaria che si impossessa dei corpi della gente? Si accorse da solo di star scherzando con un fuoco troppo pericoloso.
- smettila di scherzare, piccoletto, prima che decida di revocare il nostro patto e mangiare il tuo cuore! – lo minacciò la Dama Nera sotto le mentite spoglie di Greta Manni, - stanotte radunerai le stelle malefiche e darete battaglia agli eroi, inventati un modo per tendergli una trappola, dovrete tenerli tutti impegnati mentre io svolgo un compito di vitale importanza. – spiegò asciutta.
- agli ordini. – rispose acido il moro, indispettito dall’aver ricevuto ordini ancor di più che per l’essere considerato mero fuoco di copertura, - ora, se non ti dispiace, dovrei andare a lavoro. – la liquidò voltandole, a suo rischio e pericolo, le spalle.
“Molto bene…” pensò tra sé e sé la dama nera mentre una coccinella le si posava sul dito, “adesso vediamo se il marito di questa misera donna può tornarci utile in qualche modo.”

 
***

Maya era incredibilmente pensierosa quella mattina, insomma, chi non lo sarebbe stato al suo posto? Così, tra capo e collo improvvisamente ti spunta fuori una creaturina svolazzante che ti dice di essere stata scelta da una specie di “custode” per difendere la giustizia e blablabla… quale giustizia poi? La sua o quella del mondo?
Diciamo che, il suo titolare, quando l’aveva assunta, lo aveva fatto perché era una ragazza oltremodo seria e precisa, lavoratrice instancabile, non certo per la sua grande cordialità coi clienti, ma quella mattina, se ne era accorta da sola, si era comportata in modo brusco con più di qualcuno ed era tenuta sott’occhio… oltretutto quel cretino del suo amico Kenny si era piazzato ad un tavolino in fondo, ordinando roba del tutto a caso ad intervalli regolari, solo per poter controllare qualche sua ipotetica reazione, stava per sbottare!
- Ecco il suo caffè. – disse secca poggiando la tazza senza neanche degnarsi di guardare in faccia la cliente.
- è così che ci si rivolge a chi ti ha cambiato la vita, ragazzina? – domandò la donna più divertita che indispettita, al che Maya alzò lo sguardo riconoscendo la donna velata di alcuni giorni prima.
- scusi la franchezza, ma deve essere molto poco modesta per definire “cambio di vita” un discors… - replicò stizzita la cameriera bloccandosi tuttavia quando un lampo le attraversò la mente: aveva capito.
- sei… sei stata tu?! – chiese a voce più bassa, - sei tu la custode? –
La Dama Nera arricciò le labbra consapevole che il suo inganno fosse riuscito alla perfezione, e le disse in tono solenne, alzandosi: - sei stata scelta per una missione. Potrai riparare ad un torto secolare perpetrato in virtù della falsa giustizia, combatterai con onore contro i finti eroi e vincerai! –
- Io… - provò a dire, confusa, la ragazza ma fu interrotta;
- stanotte al Pantheon un mio servo verrà a prendervi per portarvi dove dovrete combattere, ricordati, nessuna esitazione verrà tollerata… - la avvisò la donna velata di nero dandole le spalle ed andando via, ove già una macchina di lusso la stava aspettando lasciando Maya e Kenny, che aveva assistito incredulo alla scena, soli ed in preda ad un dubbio atroce: accettare o no?


 
***
 
Astreo doveva farsi coraggio ed entrare in quello stramaledetto locale, ordinare qualcosa, qualsiasi cosa, ed attaccare bottone con quello strafigo della sera prima, questione di onore! E se si fosse messo in mezzo di nuovo quel moretto irritante? Basta, doveva rischiare, con un respiro profondo, come se stesse per immergersi in un mare profondissimo, entrò nel locale e salutò, si guardò intorno e si diresse subito al bancone, una volta seduto allo sgabello si mise immediatamente a torturare un tovagliolino per ammazzare l’ansia che lo stava divorando.
- Ti è andata male Stellina, il tuo bello non c’è… - lo prese in giro il piccoletto moro parandoglisi davanti con fare derisorio.  – beh, che ti porto? – chiese
Ah sì, giusto, era in un bar e doveva ordinare, perché lui era andato lì solo per bere qualcosa di buono…
- Un analcolico dolce… - chiese timidamente, e vide il cameriere armeggiare con shaker, calice, ghiaccio ed ingredienti vari per preparare la sua ordinazione; lì, nel suo elemento, armoniosamente a metà fra il concentrato e il rilassato, mentre con fluidi movimenti riempiva il bicchiere e decorava il cocktail, senza (soprattutto) quell’espressione cattiva sul viso, Astreo avrebbe potuto anche sostenere che quell’antipatico fosse addirittura carino, anche se non sarebbe mai riuscito a capire quanti anni avesse…
- ecco a te, zuccherino. – gli disse con il solito tono derisorio porgendogli il bicchiere, il biondo assaggiò e si illuminò,
- è davvero buono! – si complimentò sinceramente con Matteo iniziando a bere a grandi sorsi.
- ci credo, c’è la Sambuca! – lo informò il moro divertito godendosi lo spettacolo del più piccolo che si soffocava alla notizia.
“È troppo divertente prenderlo in giro, potrei farci l’abitudine!” si disse il barista.
- Avevo detto analcolico… - protestò debolmente lo studente di astronomia.
- ma certo, ho solo pensato che se sei venuto qui per rimorchiare, Stellina senza nome, una spintarella per essere più disinibito ti avrebbe fatto comodo… - scherzò pungente Matteo.
- Astreo, mi chiamo Astreo Laventis… - rispose solamente il biondo.
- Matteo. – replicò asciutto l’altro.
- Matteo… - gli fece eco invogliandolo a dirgli anche il proprio cognome.
- Matteo e basta. – lo seccò acido il barista, dandogli poi le spalle per dedicarsi al suo lavoro, e così trascorsero alcuni minuti in un silenzio teso ed imbarazzante.
- perché avresti dovuto darmi una “spintarella”? l’altra sera mi hai palesemente detto di girare a largo… - si fece coraggio e chiese il greco.
Senza neanche saper bene il perché, Matteo ebbe l’impulso di rispondere “perché sei tenero”, ma ebbe la decenza di mordersi la lingua,
- Perché altrimenti non sarebbe un gioco divertente! – optò più saggiamente.
- ma noi non siamo giocattoli, siamo persone… - replicò timidamente Astreo.
Quelle parole furono come uno spillo conficcato tra le vertebre… maledetto ragazzino dolce come la melassa!
- Vedi… - disse voltandosi e avvicinandosi pericolosamente, accolto da uno sguardo spaventato con tanto di occhi (maledettamente belli) sgranati, - è tutto un folle gioco pericoloso… - soffiò appena sulle sue labbra, prima di tirarlo a se per catturarle in un bacio lento e passionale.
- non avevamo detto qualcosa a proposito dell’importunare i clienti? – disse una voce alle loro spalle che fece sobbalzare il biondo che, voltandosi, vide davanti a se l’adone per cui era andato quella mattina in quel locale, quello che aveva cantato la sua canzone preferita rubandogli il cuore, fasciato in una canottiera bianca, aderente e sudata, caricato in spalla di una grande botte di metallo che doveva contenere birra o qualcosa del genere.
- io lo definirei “intrattenere” – rispose a tono il cameriere, - ti do il cambio in magazzino, così avrai il piacere di conoscere quello che credo diventerà un “cliente fisso” – aggiunse poi defilandosi, non prima di aver scoccato un occhiolino furbo al ragazzo, ormai in stato semicatatonico per l’imbarazzo.
- scusa il mio dipendente… - gli rivolse la parola il dio greco, asciugandosi una mano sul pantalone prima di porgergliela insieme ad un sorriso favoloso, - piacere, io sono Mason. –
Ora si che si trovava in un bel casino.

 
***

Fiore non aveva mai apprezzato il valore della solitudine fino a che non l’aveva persa… già di per se avere sempre un uccellino magico svolazzante che sputava zucchero ogni volta che parlava era inquietante, a quello si sommavano poi quella specie di duracell ultra-power di Mason, tutto gasato dalla piega che la sua vita stava prendendo, e due signorine che avevano non solo scoperto di avere la passione del disegno in comune, ma avevano anche eletto di comune accordo il retro del suo negozio come “posto ufficiale pieno di ispirazione”. Ed ecco la combo mortale per cui la sua ex oasi di pace era un ritrovo di creaturine volanti e adolescenti che non volevano saperne di capire che anche lei aveva bisogno di ispirazione e, soprattutto, di tranquillità per creare!
- Allora… - tastò il territorio la mora interrompendola mentre cercava di drappeggiare un lembo di stoffa su un manichino, - come è andata ieri sera? – chiese sfacciata.
- come se non lo sapessi… - le rispose acida la rossa.
- questa è una calunnia! – ribatté teatralmente Andrea.
- certo, perché tu hai il coraggio di sostenere che una piazza che si riempie di nebbia bell’e buono nel cuore della notte, la musica che suona magicamente con tanto di coro fantasma e io che chissà come imparo a camminare sulle acque siano tutti avvenimenti in cui non avete messo lo zampino voi tre?! – insinuò la stilista interrompendo il suo lavoro per fissare entrambe le colpevoli in tralice.
- tecnicamente io non ho fatto nulla… - si giustificò la più grande.
- e io ero a casa mia, ho i testimoni! – aggiunse la più piccola.
- certo si, “tecnicamente” povero Davide, era una persona seria prima di conoscere voi due! – le accusò giocosamente Fiore.
- si certo come no, tu piuttosto, ti stai soffermando sul trascurabile dettaglio della casualità più assoluta della nostra presenza in Piazza Trevi durante la ronda notturna per non darci la vera notizia, insomma, state insieme o no?! – indagò senza giri di parole la ragazza lupo.
- ehi, ci siamo solo baciati, mica sposati! – si mise la rossa sulla difensiva, - non ne abbiamo ancora parlato, e Diego sembra poco intenzionato a parlarne, evidentemente… e poi smettila di farti gli affari miei tu e guarda la tua carne sul fuoco! – consigliò acida la padrona di casa.
- la mia carne? – chiese confusa la toscana.
- spezzatino di cervo… - insinuò maleficamente Fiore facendola arrossire dalla cima della fronte fino alla base del collo.
- ben fatto, ora si che l’hai zittita come si deve, sorella! – si complimentò una piccola civetta volante.
- Palmm – si intromise Leevy, - stare con un’adolescente ti fa male sul serio… -
***
Non appena Matteo si chiuse in magazzino, il suo Kwami sgusciò fuori dalla tasca del grembiule che gli cingeva i fianchi ansimando,
- ssssssi sssssoffoca là dentro! – si lamentò la creaturina.
- te lo avevo detto di restare a casa, ma tu hai detto che non ti volevi annoiare… - gli fece notare il portatore mentre sistemava ordinatamente la merce; Mason si era già complimentato con lui per il suo modo di lavorare, nonché di riordinare, con un divertito “mmmh però, forzute quelle braccine ossute!”.
- di un po’ ragazzo, ti ssstai sssssolo divertendo con quei due o cosa? – chiese sospettoso Edenn.
- la situazione si fa interessante… - replicò evasivo il moretto, - ma a te che importa? Pettegola che non sei altro! –
- lascia perdere i pettegolezzi! – lo rimproverò il serpente, - sssssiamo in guerra, meno persone ci sssono legate a te e meglio ssssarà. – lo avvisò.
- di che guerra parli? – si interessò improvvisamente serio Matteo.
- un mio informatore mi ha detto che nuovi custodi si sssssono risvegliati per merito del ssssssacrificio della precedente guardiana della Miracle Box, ci ssssscommetto le ssssquame che la vecchia megera è andata a cercarne uno, se riuscisse a mettere le mani sul Grimorio degli incantesimi sarebbe ancora più pericolosa, bisogna agire in fretta! – intimò visibilmente preoccupato. Matteo, in quei pochi giorni, aveva imparato a conoscere bene il suo Kwami, e se era riuscito a pronunciare una frase intera senza battute, allusioni sarcastiche e sessuali, allora era davvero grave…
- che si fa? – chiese.
- stanotte, usando i tuoi poteri in battaglia, il patto sarà siglato e il tuo nome scritto sul Pugnale dell’Oscuro, se la Dama Nera tornerà con il custode del Grimorio, trova il modo di “barattarmi” con il Miraculous della protezione, a quel punto sarà mia premura rubare il libro, e allora saremo invincibili! – spiegò pragmatico Edenn.
- mi piace il tuo piano, - si complimentò il ragazzo eccitato, poi però un pensiero lo incupì: - Edenn, di che informatore parlavi? –
- ehi ragazzino! – rispose acidamente la creaturina, - ognuno ha i suoi segreti, tu la tua pantomima con quei due, io il mio informatore! –
- touché… -

 
***

Kenny riuscì a intercettare il passo svelto di Maya quando già era a pochi metri dal Pantheon, precipitatasi appena staccato il turno a lavoro; la afferrò per un braccio e la fece voltare verso di se, e quasi perse un battito alla vista del suo viso illuminato dalla luce del tramonto.
- Che c’è? – chiese annoiata vedendo l’amico non proferire parola.
- io… ecco… sei sicura di quello che fai? – le chiese titubante.
- sicura. – rispose solamente, più che determinata.
- allora io sono con te. – la appoggiò il ragazzo non prima di aver, a fatica, deglutito un grumo di saliva.
- che carini… - li canzonò una voce nell’ombra facendoli sobbalzare; voltatisi videro l’inquietante figura di un uomo-serpente, con la pelle completamente ricoperta di squame nere, gli occhi gialli, fasciato in un’aderente tuta bianca.
- sei il servo della donna velata? – chiese curiosa più che spaventata Maya.
Matteo dovette mordersi la lingua alla parola “servo”, e per il bene della causa sibilò un “si”.
- Tu devi essere il portatore di Edenn, auguri, nessuno lo sopporta a lungo senza dare di matto! Ahahahaha. – ridacchiò il Kwami della Libellula uscendo allo scoperto.
- allora amici miei, io sono Basilisco, siete pronti a combattere e vincere? – chiese ricevendo un cenno deciso del capo da parte della ragazza ed uno più titubante dal maschio. – per il potere – disse allungando una mano verso di loro.
- per un mondo veramente libero – gli fece eco Maya con una sinistra luce negli occhi appoggiando la propria mano su quella dell’antieroe.
Anche Kenny si unì a quel gesto, senza però dire una parola, il suo perché risuonava forte e chiaro solo nella sua testa.
“per l’amore.”
 

 
***
 
Owl Maiden era “appollaiata” su un cornicione, seminascosta da un comignolo, che osservava cauta Vaen uscire dalla propria palestra stanca ed accaldata, e la seguì con lo sguardo fino a che non la vide sparire verso la strada di casa; sentì quell’ormai familiare formicolio che la avvertiva del suo kwami che voleva parlarle, così sciolse la trasformazione e, rapida, gli dette una manciata di semini di girasole che ormai teneva sempre con se.
- Mi spieghi perché segui lei ed Astreo tutte le notti? – chiese a bocca piena la civetta.
- devo tenerli sott’occhio… se la dama nera dovesse colpirli quando non sono in possesso di un Miraculous sarebbe la fine per loro, e io non voglio! – sospirò decisa Luna.
- sai benissimo che la Dama Nera non conosce le loro vere identità ma potrebbe avere un metodo per percepire i Miraculous… sono più al sicuro così, ne sei consapevole anche tu, non fare la finta tonta con me, ragazzina… - la prese in giro con un sorrisetto compiaciuto Palmm.
Luna sospirò e raccolse le ginocchia al petto, - sai- gli confidò , - io non ho nessun talento utile come gli altri, non sono una leader come Fiore o forte come Diego, non ho neanche dei poteri che possano essere utili in battaglia, questo mi sembra il solo modo che ho per dare una mano… -
- Razza di sciocca, il Miraculous ella Civetta è potente quanto tutti gli altri! – la rimproverò il Kwami e la ragazzina fece per rispondere, ma fu interrotta da un bagliore che si irradiò dal suo gioiello magico, così avvolgente da far fluttuare la sua frangetta in aria,
- che sta succedendo, Palmm? – chiese confusa.
- è il richiamo delle Tredici Stelle, ma stavolta non proviene da nessuno dei sette gioielli in nostro possesso. – spiegò l’uccellino.
- un ottavo portatore? – si illuminò la ragazza.
- frena gli entusiasmi… non sappiamo se sarà amico o nemico. -


 
***

Owl Maiden atterrò con un balzo al centro dell’arena del Colosseo, raggiungendo gli altri quattro eroi che attendevano guardinghi.
- Leevy aveva ragione allora, qualcun altro ci ha attirato qui… - dedusse tetra White Dove.
Come se fosse stato interpellato, dall’ombra si palesò un giovane mascherato,
- Salute a voi! – disse attirando l’attenzione su di se; gli eroi scorsero una figura magrolina, fasciata da una tuta di un verde molto scuro, che sfumava in un color verde acqua sul petto al centro del quale troneggiava la spilla della Libellula che copriva, con le ali, tutta la parte delle clavicole e delle scapole, mentre il busto della stessa era la cerniera della suit. Le mani della tuta erano nere, ai piedi portava degli stivali squamati acquamarina chiaro con le suole nere. Il viso era celato da sua maschera che era in realtà un visore verde.
- salute a te, Oberon il re delle Fate. – lo apostrofò sospettosa la rossa.
- oddio, ha già imparato da Diego a dare soprannomi… - si sorprese Cernuus meritandosi una dolorosa gomitata dalla ragazza-lupo.
- perché mai ci hai convocato qui? – chiese ancora la Colomba.
- per chiedervi i vostri Miraculous indietro, su ordine della custode. – rispose una seconda voce di donna, più dura e meno melodiosa, tuttavia, di quella del compagno.
Rivelandosi dal cono d’ombra in cui era nascosta, l’eroina si mostrò avvolta in una tuta composta da un body bianco a collo alto che si apriva sul petto, il colletto rosso come se fosse il collare delle gru, arricchito in vita da un tutù composto da una cintura di ali nere, che sfumava dal nero al grigio ed aveva delle piume più lunghe, verticali, rosso scuro. Le braccia erano coperte da due elastici rossi adornati da piccole piume nere e dei guanti bianchi. Ai piedi portava delle scarpette da punta nere e dietro la schiena svolazzava mosso dal vento un mantello che ricordava le ali della gru, bianco e con le piume finali rosso scuro.
- E state certi che ce li prenderemo, con le buone o con le cattive – minacciò estraendo una spada che, nella sua foggia, ricordava una grande piuma metallica-
- che sia uno dei due custodi nominati dalla vecchia Edda? – chiesa titubante Cernuus.
- no, sono nemici. – lo rassicurò truce Fiore, consapevole di aver, finalmente, sbloccato i poteri che i suoi amici padroneggiavano da tempo: sentiva perfettamente, percepiva, cosa si trovava nel cuore di quei due, e avvertiva sulla pelle la morsa fredda e terribile del male in cui erano piombati.
Era diventata empatica.
- D’accordo allora, se insistete… - ridacchiò il ragazzo e unì le mani tra di loro, quando le allontanò una sottile patina, come una bolla di sapone, le univa; immediatamente la bolla si solidificò, diventando una lastra di vetro tra le mani del giovane che, comprimendola ai suoi bordi, la fece prima incrinare e poi distruggere in mille schegge, quindi con un soffio le diresse, magicamente, contro la squadra degli eroi.
Fiore si protesse il viso con l’avanbraccio per difendersi dalla pioggia di schegge di vetro che la investiva, e quando sollevò lo sguardo vide che la donna si stava avventando su di lei a spada sguainata; prima ancora che potesse prendere uno dei suoi ventagli per difendersi una poderosa spallata la spinse via, al suolo, e una frazione di secondo dopo sibilò il suono metallico dello scontro con la lancia di Gladiator.
- MA CHE CAVOLO FAI?! – lo rimproverò e, prima di poterlo raggiungere, fu sorpassata da un’ombra argentata che si proiettava lontano, era Silver Claw che si gettava in battaglia; la ragazza lupo si avventò sul ragazzo vestito di verde, cercando prima di colpirlo con i propri artigli, poi di imprigionarlo con il proprio cristallo, ma quello schivava ogni attacco con grazia ed eleganza senza mai contrattaccare fino al momento in cui, approfittando di un attimo di distrazione, le afferrò e bloccò entrambi i polsi.
- lasciami! – ringhiò Andrea ricevendo in cambio un ghigno. – vi state sbagliando, avete scelto la parte sbagliata, quella del male! – lo mise in guardia poi, sperando di risolvere lo scontro con la minor violenza possibile.
- oh, ma io lo so benissimo! – le confidò divertito quello, - io sono Dragonfly, ricordati il mio nome quando mi sognerai stanotte! – la prese in giro strattonandola indietro, e, prima che cadesse al suolo, indietreggiò anche lui attivando il proprio potere: le ali della sua spilla si illuminarono di un iridescente arcobaleno e da esse nacquero un’infinità di libellule luminose, che svolazzarono qua e là fino a posarsi sul corpo della povera Andrea ricoprendolo completamente.
-
SCIAME DI COLORI! – invocò e immediatamente tutti gli insetti si colorarono passando da variopinte sfumature ad un verde intenso, quindi liberarono l’eroina che si agitava e contorceva e tornarono dal loro padrone, avvolgendo il suo corpo di un’aura verde smeraldo. Quando Silver Claw riaprì gli occhi serrati per la paura, quello che vide davanti a se fu sconvolgente: come se si stesse vedendo in uno specchio deformante, il suo nemico indossava un costume identico al proprio.
- ma che diavolo… - riuscì solamente a dire.
- CON IL SUO POTERE PUO’ RUBARE I NOSTRI! – la avvisò impanicata Owl Maiden, ma prima che l’eroina potesse fare qualsiasi cosa, quello aveva già richiamato a se il potere de Lupo:
-
RICHIAMO DEL BRANCO! – flautò divertito e dal Miraculous della Libellula, diventato un bracciale similmente a ciò che era il gioiello di Andrea, un fascio di luce rossa fuoriuscì per colpire la compagna.
Gladiator stava combattendo alacremente con Maya, portando avanti uno scontro alla pari, tuttavia dal momento in cui la guerriera ricevette l’energia del Lupo da Kenny, le sue forze aumentarono al punto da mettere l’argentino in seria difficoltà. Vedendo il compagno indietreggiare Fiore si fiondò ad aiutarlo, tuttavia non riuscì a portare a segno un colpo, perché puntualmente Diego si frapponeva tra le due.
- Smettila! – gli intimò spazientita la rossa.
- stai indietro! – la liquidò il guerriero; durante quello scambio di battute tuttavia, la nemica ne approfittò e, cavalcando la distrazione, li colpì entrambi con due poderosi calci spedendoli a grande velocità contro un arco millenario del Colosseo, che crollò su di loro, seppellendoli, dopo l’impatto.
- GUARDA CHE COSA AVETE FATTO! – ringhiò accecata dalla rabbia Andrea contro il suo doppio, decisa più che mai a vincere quello scontro, usò l’arma segreta che Moon gli aveva intimato di utilizzare solo in caso di estrema necessità: utilizzò il richiamo del branco su se stessa, attivò il suo potere e una scia di luce verde, prese le sembianze di un lupo, le galoppò intorno prima di essere assorbito dal suo Miraculous; gli occhi di Silver Claw si illuminarono di un’intensa luce verde così come gli artigli dei suoi guanti.
-
NOTTESFERZA! – ringhiò lanciandosi all’attacco del nemico sferrando pericolosi graffi, che tuttavia quello evitò indietreggiando con destrezza.
- adesso tocca a voi, perirete sotto il filo della spada di Merlin! – minacciò tetra la guerriera avanzando verso Luna e Davide.
Cernuus provò a scagliarle una freccia che però quella, implacabile, tagliò in due con il filo della sua spada;
Luna era spaventata, non riusciva a descrivere il moto di emozioni che la sommergeva, aveva paura, si sentiva inutile, debole, indifesa, poi però… si sentì attraversare come da un brivido, lo stesso che aveva percepito prima di svenire al Ristò Band, si sentì come sciogliere, e permeare tutto ciò che la circondava.
Fin troppo sicura di se, Merlin non si accorse minimamente del grosso masso che, sollevatosi dal suolo quasi per magia, la insegui per colpirla e scaraventarla lontano.
- S…sei stata tu?! – chiese allibito il cervo.
- credo di sì… anche se non ho idea di come abbia fatto… - confidò la ragazzina.
A quel punto della battaglia Davide si guardò intorno e vide Silver Claw esausta per l’offensiva, White Dove e Gladiator ancora svenuti e sommersi di Macerie, Owl Maiden confusa dai suoi stessi poteri e il nemico che si stava rialzando, gli occhi iniettati i rosso rabbia, pronto a contrattaccare più ferocemente di prima.
Doveva prendere in mano la situazione, non poteva più essere il vigliacco di una volta, tutti i suoi amici erano in pericolo e solo lui poteva salvarli.
- Luna – la chiamò risoluto, - dammi il Miraculous del Delfino. – ordinò.
- che hai intenzione di fare? – chiese la più piccola porgendoglielo.
- salvarci tutti. – rispose deciso infilandosi l’orecchino del Delfino, dal quale fuoriuscì allegra Tiffany. –Chopper, Tiffany, unitevi! -
Un’aura azzurra si sprigionò dal Miraculous dell’inversione e lo avvolse, e quando la luce quantica si placò, rivelò una figura misteriosa e temibile:
Il suo costume manteneva il suo aspetto simile a quello di un ninja, ma era molto più coprente e in qualche modo misterioso. Tendeva a ricordare un Kimono di colore castano scuro: I pantaloni erano sempre larghi, sono più corti e tenuti fermi da un obi azzurro stretto in vita e sandali che raggiungevano i polpacci. La parte superiore invece aveva la classica scollatura ad Y dai bordi azzurri come l'obi, e I guanti erano neri e coperti da lunghe maniche castane abbastanza ampie che lasciavano le spalle scoperte. La copertura della bocca era sempre la stessa, di un tetro colore nero. I capelli diventarono un po' più lunghi e varie ciocche sembravano tinte di azzurro, facendo risaltare il suo occhio.
- puoi usare tutti i trucchetti che vuoi, - non si fece intimidire Merlin notando la foschia che naturalmente si diffondeva ad ogni suo passo, - ti distruggerò ugualmente! – ringhiò avventnadoglisi addosso con la spada sguainata.
Senza scomporsi, il neotrasformato eroe imbracciò la sua canna di fiume, come se fosse un arco, e quella si piegò misteriosamente come tesa da una corda invisibile, e scoccò una freccia altrettanto invisibile che colpì, senza provocare nessun effetto, l’antieroina.
Merlin ghignò, sicura di vincere, e fece cadere il filo della sua lama proprio sul Ninja sotto lo sguardo disperato di Owl Maiden.
-
ILLUSIONE DEL VORTICE ACQUATICO… - pronunciò solamente Davide, e la ragazza si fermò, a pochi millimetri dal suo capo, per poi, dopo un istante con il fiato sospeso, a ritirarsi ripercorrendo i propri movimenti all’indietro.
- è… tipo un rewind? – notò Luna a metà tra il shoccato e il divertito.
- ma che diavolo succede?! – indagò rabbioso Dragonfly.
- è stata colpita dal mio incantesimo, ripercorrerà all’indietro tutti i suoi movimenti fino al momento della sua trasformazione,- spiegò pacato osservando con soddisfazione i movimenti disperati della sua vittima. – e ora vedremo chi prenderà il Miraculous di chi. – poi si voltò trafiggendolo con il suo occhio gelido, - e ora tocca a te. – lo minacciò.
Kenny deglutì vedendo il nemico avanzare, la ragazza lupo che gli stava alle calcagna e la sua compagna bloccata in un rewind infinito.
- È la fine per te… - lo minacciò Davide.
-
COBRA INCANTATORE! – sibilò una voce in lontananza e un serpente apparve sulla spalla del Ninja.
- senti questa sensazione? È il potere! Ti senti bene vero? Non ti senti più debole ed inutile com’eri prima, e adori la sensazione di potere che hai adesso… pensa come ti sentiresti se avessi più potere! Devi solo prendere altri gioielli! – gli sibilò la creatura all’orecchio, facendo cadere il povero Davide in trans…
- Luna… dammi il Miraculous dell’orso. – disse atono.
- cosa? Sei strano… che cavolo è quel coso sulla tua spalla?! – chiese preoccupata indietreggiando.
- dammi il miraculous dell’orso ORA! – ringhiò fuori di se il guerriero delle nebbie alzando il bastone pronto a colpire e…
-
VENT’ARGENTEO! – un colpo di vento scagliò via il serpente parlante dalla spalla di Davide, che scomparve via in una nuvola di fumo sibilando.
- tutt’apposto bel tipetto? – chiese Gladiator con una sonora pacca sulla spalla.
- io… credo di sì… ma che è successo? – chiese confuso Davide.
- rivelati! – minacciò decisa White Dove.
- al tuo ssservizio – rispose al richiamo un ragazzo con un’inquietante aspetto rettiliano.
- ed è ora che te esci fuori tu? Bell’idea di squadra! – gli ringhiò contro Kenny.
- parla meno e recupera quella poveretta prima che si ritrasformi, poi sparite dalla circolazione. – ordinò Basilisco.
Dragonfly allora, ringhiando, premette la sua spilla e un grande paio di ali trasparenti si spiegò sulla sua schiena; sbattute un paio di volte, il ragazzo si alzò in volo, recuperò Maya, cercando di sorreggerla mentre si muoveva incontrollatamente tra le sue braccia, e scappò via.
- Chi sei tu? – chiese guardinga Fiore.
- oh, mi conoscerete presto, quando ad uno ad uno porterò alla luce i vostri desideri più oscuri e profondi. – annunciò ammiccando teatralmente a Davide, poi sputò un’inquietante nuvola di fumo dalla bocca e, quando quella svanì, di lui non c’era traccia.
- andiamo via, - concluse White Dove. – torniamo a casa. -

 
***

Quando la battaglia cessò, nell’arena del Colosseo una figura oscura planò aggraziata dall’alto, fasciata in una tuta nera aderente con sulle spalle un mantello piumato nero che si apriva a foggia di ali. Le mani affusolate erano coperte da dei guanti adornati da artigli rossi e due catene che dai polsi giungevano alle spalle, e il viso era coperto dalla maschera di un corvo con un lungo becco prominente che le copriva gli occhi e la parte superiore del volto.
Accanto a lei balzò al suolo, con movimenti felini, un giovane uomo vestito di una tuta rosso fuoco con righe gialle sull’esterno di braccia e gambe, colletto giallo alzato e aperto sul petto e stivaletti in stile militare gialli e rossi; il suo animale totem era chiaramente ricordato da una cintura gialla alla vita che terminava con la classica coda da leone e una voluminosa criniera di dread.
- ci è mancato poco che quei cinque ragazzini non si facessero sconfiggere… - commentò tetra la donna in nero.
- ma non è successo, hanno vinto. – la contraddisse pacatamente il Leone. – siamo stati mandati qui per recuperare i gioielli finiti in mani sbagliate, non per altro. – le ricordò sibillino, sapendo benissimo ciò che passava per la mente della sua partner.
- i Miraculous sono tutti in mani sbagliate – insistette la ragazza-Corvo.
- devi dargli una possibilità, anche noi siamo stati alle prima armi come loro. – si impose il ragazzo, alzandosi dalla sua posizione accucciata per torreggiare sulla ragazza.
- una sola possibilità, al primo fallimento toglieremo i poteri anche a loro, fine della discussione. – tagliò corto prima di spiegare il suo mantello e, con un balzo, planare nella notte.
-uhf, le donne! – sospirò divertito il Leone, prima di accucciarsi al suolo per sonnecchiare un po’.


 
***

- Tra il fratello-fantasma-psicopatico-assassino dell’altra volta e quei tre, abbiamo subito due mazzate in meno una settimana scarsa, direi che come eroi facciamo abbastanza schifo… - sospirò avvilito Davide sedendosi sul pavimento del Camilla’s Store, coccolando Chopper che nel frattempo si rifocillava trangugiando salatini.
- di che ti lamenti, se non fosse stato per te e Luna a quest’ora saremmo già ridotti a brandelli. – gli fece eco Andrea che non riusciva a darsi pace, gironzolando nervosa per il negozio.
- calmati! – le intimò spazientita la rossa.
- calmarmi?! Hai idea di cosa sta succedendo? Dei Miraculous vengono usati per scopi malvagi, il mio compito era quello di unire le tredici stelle, è questo il mio potere ed ho fallito… - scoppiò mentre una lacrima solitaria le rigava il volto. Vederla così spezzava il cuore del povero Davide, avrebbe voluto correre ad abbracciarla, ma le sue gambe non si muovevano, dirle qualche parola di conforto, ma la sua gola era completamente serrata.
- ehi… - la scrollò risoluto Diego, - se fai un discorso del genere mi sa che ti sfugge il significato della parola “unione” – la prese in giro, - siamo una squadra, non esiste un compito mio o tuo, ma solo nostro, e ce la faremo insieme, li cercheremo, troveremo, proveremo a farli ragionare e se non funzionerà gli toglieremo i Miraculous con la forza! –
- da quando sei così saggio? Hai detto un’intera frase senza fare battute! – si stupì la più piccola.
- beh Pulcino, da quando mi sono fidanzato, credo… - le rispose allegro l’argentino facendo strozzare Fiore con la sua stessa saliva e scoppiare tutti in una risata liberatoria.
- qual è il piano, Colombella? – chiese poi alla sua neoeletta ragazza.
- premettendo che ancora non capisco perché la responsabilità di essere il leader è mia, direi che dovremmo prepararci velocemente ad un secondo attacco, restiamo uniti e limitiamo i momenti in cui qualcuno resta solo, e non smettiamo di fare ricerche riguardo ai due custodi che dovrebbero essere ancora a piede libero, in base a quanto detto dall’ultimo messaggio della vecchia Edda. – propose.
- vorrei anche capire da dove escono i miei nuovi poteri, dato che neanche Palmm ne sa qualcosa… - aggiunse timorosa Luna.
- giusto, ma dal momento che non sappiamo perché sono arrivati e, soprattutto, se sono permanenti, sfruttiamoli ora, cerca di usare la perspicacia o il flash sul futuro per reperire informazioni. – decise la rossa.
- avrete anche bisogno dei poteri dell’orso e del delfino – li avvisò Leevy.
- shi, e dovrete trovare nuovi portatori, unire il potere di due gioielli magici non è shicuro… - li informò Moon.
- allora mettiamoci al lavoro, la notte è ancora lunga! – si spronò Diego allungando la mano destra al centro tra di loro, seguito a ruota dagli altri quattro.
Quella era la notte degli eroi.

 
***


NOTE D’AUTORE
Popoli tutti, bentrovati alla fine delle ferie di ferragosto e alla fine di questo capitolo molto belligerante… che dite, piaciuto? E le vostre ferie, come sono andate? Le mie meravigliosamente, ho fatto una bellissima esperienza di volontariato che mi ha arricchito tantissimo, ma ha, ahimè, ritardato la pubblicazione di questo capitolo.
Allora,
1) Momento ester egg, questa volta doppio! Sono entrambi molto riconoscibili net testo, il primo è facile facile facile… diciamo che chi ama i videogiochi è un pelino avvantaggiato… e anche a chi piacciono i cartoni animati… il secondo invece è sempre tratto dal mondo degli anime anni ’90, ma diciamo che è parecchio più datato. Per chi indovina per primo una sorpresa in servo! Un po’ come la primissima doppia trasformazione della nostra storia, quella della combo cervo-delfino, vinta quando HARRYFINE per primo ha sgamato Salem da “Sabrina vita da strega”.

2) momento interattività. Allora bimbi belli, avete visto ormai tutte le fazioni in gioco, ci sono i buoni, la Miracle Squad, i cattivi, le Stelle Malefiche, e poi c’è il misterioso duo di eroi che è comparso a fine capitolo, che diciamo si trova nel mezzo tra luci ed ombre. Vi chiedo, ora che avete visto all’opera il potere della tentazione, che porta alla luce i desideri più oscuri e profondi delle persone (povero Davide che ne è stata prima cavia), cosa dovrebbe sussurrare il serpente all’orecchio del vostro OC per farlo capitolare? Qual è, per ognuno, il proprio frutto proibito?

3) momento sondaggi… allora popoli tutti, ora che avete visto i primi due Miraculous unirsi, quale combinazione vorreste vedere in futuro? Sbizzarritevi!

4) momento OC: come vi avevo annunciato precedentemente, anche se le 13 stelle sono state del tutto assegnate, con annessa la presenza di “riserve”, la selezione degli OC resta aperta! Ci sono ancora due posti importanti vuoti per la trama da assegnare e sviluppare, il primo è già stato annunciato, è il/la CUSTODE DELLE PROFEZIE, un saggio/a che custodisce i misteri più oscuri e profondi dei Miraculous. Per quanto riguarda il secondo personaggio invece mi sono ispirato alle classiche storie di supereroi e mi sono chiesto, che gusto c’è ad avere un’identità segreta se non la devi tener nascosta a nessuno? È qui che entra in gioco questà figura! Può essere un giornalista, poliziotto, o semplicemente il classico ficcanaso che vuole scoprire tutto su eroi, poteri magici e gioielli antichi, insomma, sbizzarritevi anche qui! Come per la scorsa volta, prenotatevi tramite recensione per ricevere la scheda, il solo criterio di selezione è dare la precedenza a nuovi adepti su chi ha già presentato un OC.

5) dovuti ringraziamenti: a tutti i fedeli recensori e partecipanti, alla nuova arrivata SUMMERLOVER e un ringraziamento specile a SAPPHIR DREAM che ci ha regalato una nuova fantastica fanart:
che dire, alla prossima,
https://i.postimg.cc/jdNLXw24/cernuus-2.png
STAY TUNED!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** La notte degli inganni ***


CAPITOLO 10

LA NOTTE DEGLI INGANNI

 
Basilisco strisciò nella notte, alla ricerca di un luogo sicuro per ritrasformarsi; una volta trovato un vicolo buio abbastanza, estrasse il Pugnale dell’Oscuro e lo fece luccicare nella notte, arricciando il sorriso nel vedere le lettere del suo nome finemente intarsiate, quindi le accarezzò con le dita e gli intarsi della lama invasero e nascosero le lettere ad occhi altrui. Una volta assicuratosi che tutto andava secondo i piani, si ritrasformò e si allontanò fischiettando.
Matteo era felice, come poche volte in vita sua: finalmente, dopo anni di sacrifici, qualcosa girava dalla sua: ben presto avrebbe avuto il Miraculous della Protezione, il Grimorio degli incantesimi e un potere tanto vasto che nessuno, nessuno, avrebbe mai potuto più minacciare lui o la sua famiglia.
- E io che credevo che, una volta staccato a lavoro, andassi a fare vita mondana! E invece sei qui tutto solo soletto… - lo richiamò una voce divertita alle sue spalle.
- ciò che faccio fuori dall’orario di lavoro, capo, non sono affari tuoi! – sibilò velenoso il moretto.
- ma come siamo nervosi… - lo prese in giro Mason facendo aderire il proprio corpo alle spalle dell’altro, similmente a come aveva fatto il ragazzo la prima volta che si erano incontrati, - volevo solo dire che è un po’ pericoloso andare in giro tutto solo senza un cavaliere… -
- un cavaliere è controproducente quado esci a caccia… - rispose mellifluo il serpente.
- e di un po’, già trovato qualche preda? – si incuriosì l’altro.
- credo di averne appena trovata una… - gongolò il più piccolo sentendo l’altro ridere contro la sua nuca.
- andiamo a casa tua? – propose Mason.
- solo se non ci fai l’abitudine… -

 

***
 
La notte si prospettava più lunga del previsto… nel retro del Camilla’s Store, mentre i Kwami erano intenti a sbafarsi qualsiasi cibaria reperibile, la Miracle Squad era impegnata nel trovare una soluzione allo sfacelo in cui erano precipitati:
dispiegata sul tavolo un’enorme cartina geografica della città, Luna ci aveva deposto su il proprio smeraldo magico sperando di poterlo guidare, con i propri poteri, alla ricerca dei nemici… in realtà dopo parecchie ore la pietra non aveva fatto altro che muoversi di pochissimi millimetri in direzioni confuse gettando la ragazza nello sconforto; Davide e Andrea invece da fin troppo tempo discutevano animatamente su chi cercare per consegnare i Miraculous dell’Orso e del Delfino, sostenendo l’uno di dover cercare di volta in volta nuovi portatori, l’altra di dover designare Vaen e Astreo in pianta stabile. Dal canto suo Fiore, avvilita e scoraggiata, osservava la scena da un angolino, senza voglia o forza di intervenire, quando d’un tratto notò l’assenza di qualcuno… notò immediatamente che Diego, con ogni probabilità, era uscito a fumare come faceva ogni volta che si sentiva sotto pressione.
Copertasi con un cappotto, la ragazza uscì dal locale trovandosi, come si aspettava, davanti l’argentino che aspirava alacremente il fumo, circondato da un elevato numero di mozziconi.
-ti fa male… - gli disse timidamente la rossa facendoglisi vicino.
- lo so, mamma… - la prese in giro il moro, privo tuttavia dell’allegria che lo contraddistingueva di solito.
- mi spieghi che cavolo è successo durante la battaglia? – chiese a bruciapelo Fiore, diretta come al suo solito.
- cercavo di proteggerti! – sbottò il ragazzo sotto pressione.
- ehi… - lo zittì premurosa Fiore prendendogli le mani tra le proprie, - io non ho bisogno di essere protetta, siamo una squadra, lo hai detto tu prima! Dobbiamo collaborare per vincere, ciò significa che io guardo le spalle a te e tu a me, reciprocamente, non funzionerà mai se io resterò un peso sulle tue spalle. – spiegò pratica.
- è solo che… io non ho mai avuto qualcosa di così prezioso e… sono terrorizzato dal pensiero che ti possa succedere qualcosa… - si confidò Diego con lo sguardo basso, vergognandosi un po’ di guardarla negli occhi, stringendo tuttavia le sue piccole mani tra le sue grandi e forti.
- facciamo così, - propose la stilista, - tu prometti di non provare mai più di proteggermi, e io ti prometto che non mi succederà niente… - gli disse porgendogli un mignolo.
- promesso? – chiese titubante Diego afferrandolo con il proprio.
- promesso! – ribadì Fiore, alzandosi sulle punte per catturare le labbra del ragazzo con le proprie.


***
 
Kyros non era mai stato propriamente un tipetto casa e chiesa, adorava uscire la sera con gli amici, esagerare con l’alcol la maggior parte delle volte, e mettere a frutto il suo fascino per portarsi qualche ragazza a casa, rigorosamente ogni volta diversa; quella sera tuttavia, circondato da musica ad alto volume, risate, urla e mani moleste di ragazze fin troppo disinibite, proprio non era riuscito a divertirsi… nella sua testa martellavano ancora insistenti almeno un milione di domande su che cavolo gli stava succedendo, insomma, sentiva parlare i libri, mica roba da poco!
Rientrò in casa sbattendo violentemente la porta, incurante del rumore a notte inoltrata, e sbuffò sonoramente… non era riuscito a divertirsi nemmeno un minuto! Immediatamente la sua mente andò alla bottiglia di liquore che era abbandonata in salotto, e vi si diresse a passo svelto con la chiara intenzione di scolarsela e andare a letto, ma una volta varcata la porta della stanza, sobbalzò: comodamente seduti in poltrona, un uomo di stazza notevole con un grande paio di occhiali da sole ed una donna con il volto coperto da un velo sorseggiavano tranquillamente il suo alcol.
- Chi cazzo siete e come siete entrati in casa mia. – chiese senza mezzi termini il ragazzo fin troppo incazzato, senza poter tuttavia ignorare il brivido gelido che gli attraversò la schiena.
- siediti, giovane custode. – gli intimò la voce melliflua della donna.
- sto comodo qui, grazie, - sibilò nervoso il ragazzo, - ora vi prego di uscire prima che chiami la polizia. –
- non è il caso di essere così ostili, - controbatté quella, - siamo qui per aiutarti, per dare senso a tutto ciò che ti sta accadendo… -
- che cazzo ne sai tu di quello che mi capita?! – sbottò spazientito Kyros.
- sappiamo che ti succedono cose… come dire, “inusuali”, visioni, sogni… voci –
Il greco era paralizzato, quella situazione si faceva ogni minuto più assurda e terrificante, prima i sogni, poi i libri parlanti, gli sconosciuti inquietanti irrotti in casa…
- Parla. – disse semplicemente dopo aver ingoiato un duro groppo di saliva.
- è più semplice di ciò che immagini: non sei ammattito o altro, sei semplicemente un prescelto. – spiegò pratica la sconosciuta, - nel tuo sangue è insito un potere magico, sei un custode, chiamato a proteggere i sacri gioielli magici che danno potere ai supereroi che proteggono il mondo, i Miraculous! –
- sei solo una pazza! – la liquidò incredulo il ragazzo girando i tacchi.
- se lo sono io lo sei anche tu! Se ti fiderai di me ti mostrerò il mio potere… - propose allettante quella e, schioccando le dita, una sfera di scura energia violacea sbocciò, proiettando tetre e lunghe ombre nella stanza con la sua luce fredda e inquietante.
- devo essere in coma etilico… - sussurrò allibito il ragazzo, al che la donna si alzò, gli venne vicino (provocandogli una sensazione di pericolo mai provata prima) e all’orecchio gli sussurrò:
- se scegli di venire con noi ora, non solo avrai la risposta a tutte le domande che ti stanno togliendo il senno, ma avrai anche un potere tra le mani che ti permetterà di fare ciò che più desideri senza alcuno sforzo, dovrai solamente dirmi una cosa… -
- cosa? – chiese ipnotizzato il ragazzo.
- dov’ è il libro magico che ti chiama? – chiese a bruciapelo la Dama Nera.
- il libro… - incominciò a svelare come in trance Kyros…
Non lo fare, non gli dire dove sono, per favore!
Lo chiamò e riscosse la voce nella sua testa.
- Il libro… io non l’ho ancora trovato – mentì su due piedi.
- vieni con noi, ed avrai tutto ciò che ti spetta avere. – propose allora la dama velata porgendogli una mano.
E Kyros la prese.
 

***
 
Quando Mason si svegliò, in un letto diverso dal proprio (anche se il suo letto era il divano nel salotto di sua sorella), ci mise un po’ per ricollegare gli eventi della sera precedente; nella sua testa era tutto leggermente confuso, si ricordava solo la corsa ad ostacoli nel corridoio disordinato, il morbido tonfo nel letto e poi…
Un mugolio lo distolse dai suoi pensieri e il moro, voltando la testa sul cuscino, vide il compagno della nottata abbracciato al proprio cuscino, con i capelli appiccicati al volto, ancora addormentato in un’espressione corrucciata che faceva sembrare quel suo musetto quasi tenero, certo, non avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo, ma avrebbe volentieri continuato ad osservarlo dormire beatamente.
Mason percepì il sorriso fiorirgli sul volto, tuttavia decise che sarebbe stato molto più produttivo far sì che il padrone di casa si svegliasse con qualcosa di buono pronto ad addolcirgli il risveglio, quindi scivolò fuori dal letto verso il bagno, per godersi una salutare doccia mattutina; sotto il getto dell’acqua bollente si trattenne dal lanciare acuti spacca-vetri e canticchiò solamente, quando tuttavia tirò di lato la tenda e si voltò, l’urlo che sparò fu tutt’altro che trattenuto.
- Mio fratello di solito non permette mai ai ragazzi che porta la sera di restare a dormire. – lo informò una ragazzina dai lunghi e biondi capelli lisci, trafiggendolo con un paio di occhi cerulei apparentemente inespressivi.
- ehm… ciao? – riuscì solo a dire Mason, sentendosi andare a fuoco dall’imbarazzo, mentre non poteva far altro che coprirsi i gioielli di famiglia con la spugna che aveva scroccato.
Qual era la possibilità di farsi beccare nudo e bagnato da un’adolescente dopo una notte di sesso sfrenato? Alta a quanto pare, se neanche ti preoccupi di chiedere informazioni riguardo ad altri probabili inquilini.
- sei anche meno vecchio del solito… non credevo neppure che gli potesse piacere qualcuno che si depila là sotto… - continuò ad osservare stoicamente la ragazzina, rivelandosi oltremodo inquietante.
- Milena! – la richiamò una voce scocciata rivelando un altro ragazzino, di poco più grande, con un’inusuale zazzera rossa e una spruzzata di lentiggini sul naso, che proprio in quel momento era entrato nel bagno come se nulla fosse. – scusala, - continuò rivolgendosi al malcapitato, - a mia sorella piace spaventare la gente facendo la Samara dei poveri, - spiegò pratico strizzando il dentifricio sul proprio spazzolino.
- uffa, che noia! – sbuffò la più piccola girando i tacchi e defilandosi da quell’assurdo teatrino.
- faresti meglio a prenderti un asciugamano prima di beccarti una polmonite… - consigliò il ragazzo con naturalezza mentre spazzolava i denti, poi come se nulla fosse fece anche lui per andarsene, lasciando l’ospite alla tanto agognata privacy.
- aspetta! – lo fermò d’impulso i moro, - di un po’, ti piacciono i pancakes? –


***
 
Matteo si svegliò meravigliosamente rilassato, forse merito della notte di sesso selvaggio trascorsa, forse merito del sollievo del non aver trovato Mason nel suo letto.
“Però, non lo facevo così intelligente!” pensò mentre si dirigeva fischiettando verso il bagno, poi però decise di passare prima dalla cucina e salutare i suoi fratelli, Pietro e Milena, sicuramente già svegli, e quando varcò la soglia, la sua mascella per poco non cadde al suolo: vestito solamente di un ridicolo paio di boxer pieni di smile e una maglietta che era sicuro appartenessero al suo fratellino, Mason era intento a cuocere Pancakes, per la gioia di quei due mostriciattoli che si stavano ingozzando conversando amabilmente con l’ospite.
- Che cavolo ci fai tu ancora qui! – ringhiò avvicinandosi al moro che, in tutta risposta, gli regalò un sorriso smagliante e gli rispose semplicemente “preparo la colazione, sciroppo?” mollandogli in mano un piatto con su una torre di frittelle fumanti.
Si era ufficialmente fregato con le proprie mani, ed era così intento ad autocommiserarsi che quasi non sentì l’anello del Serpente che si riscaldava al proprio dito.


***
 
Basilisco strisciò circospetto tra le colonne del Pantheon, ma insomma, che cosa aveva in mente quella pazza psicopatica? Incontrarsi in pieno giorno, alle 9 del mattino?!
Arrivato al solito angolo buio si guardò intorno circospetto, già pronto a sguainare il pugnale dell’Oscuro, quando la vide sbucare da dietro una colonna accompagnata da un uomo alto e massiccio, celato da un grosso paio di occhiali da sole.
- Salute a te mio giovane amico, cos’è, non ti fidi? – lo derise la Dama Nera notandolo sulla difensiva.
- fidarsi è bene… - rispose a tono Matteo.
- bando ai convenevoli, ho compiuto la mia missione, ora rendimi il Miraculous del Serpente come da accordi, così da poter mantenere il patto con il Custode. – ordinò la donna.
- prima il Miraculous della protezione. – chiarì impassibile il rettile, quindi la Dama arricciò le labbra in un sogghigno e, candidamente, gli porse il gioiello magico tramite cui l’aveva chiamato con naturalezza, il giovane lo accettò titubante, senza comprendere il perché di quel compiacimento, poi realizzò: il Miraculous dell’Ariete era una cavigliera, una semplice catenina dorata con una pietra arancione, e per indossarlo avrebbe necessariamente dovuto inginocchiarsi ai suoi piedi…
poco male, è importante che creda di averti ssssssottomessso
sibilò una voce nella sua testa mentre si chinava ad allacciare la cavigliera magica.
Edenn? Possiamo comunicare telepaticamente? E da quando?
Non ti abbioccare! Resta concentrato
Intimò il Kwami prima di azzittirsi, così, tiratori su, invocò la trasformazione dell’Ariete e contemporaneamente si sfilò l’anello del serpente, così che nessuno avrebbe potuto riconoscere la sua vera identità.
- Stanotte, le mie Stelle Malefiche al completo ruberanno il Miraculous della Liberazione per me, poi, quando finalmente la mia prigionia sarà conclusa, potrete avere per voi il resto. – annunciò la Dama Nera prima di voltarsi ed andar via, accompagnata dal suo uomo, lasciando il novello eroe Faunus in preda ad una marea di emozioni.
- abbi cura di te, amico mio… - sospirò accarezzandosi l’anulare nudo.


***
 
La notte insonne aveva portato ai nostri eroi ben pochi frutti se non un esercito di occhiai scure e gonfie, per tanto i quattro adulti, lasciata di soppiatto Luna in camera sua, decisero di cercare la sopravvivenza in una flebo di caffè al locale di Mason; appena arrivati, spaventati un paio i clienti, si appollaiarono al bancone.
- Caspita, a giudicare da quelle facce da morti viventi è stata una nottata di bagordi… - scherzò allegro Mason.
- mai quanto te che a casa non ci sei tornato per niente. – lo fulminò Fiore, più irritabile che mai, ottenendo come risultato il viraggio del colorito del fratello a rosso scarlatto mentre, zittito, si girava per preparare loro i caffè.
- buongiorno… - si annunciò Matteo uscendo trafelato dal retro, cercando con tutte le sue qualità di attore di camuffare il proprio affanno, con pochi gesti pratici sostituì Mason che ancora litigava con la macchinetta del caffè e porse ad una ad una le tazzine a quei cadaveri ambulanti ma, quando si avvicinò alla tipa con i capelli scuri raccolti in una treccia scomposta, accadde qualcosa di strano: la vide destarsi come se avesse ricevuto una scossa elettrica, poi annusare forsennatamente l’aria e, infine, sentì la cavigliera al suo piede cominciare ad emanare uno strano calore… non riuscì a capire cosa succedesse, ma il suo sesto senso gli intimò di allontanarsi e, passando inosservato, si defilò.
- qualcosa non va? – chiese Davide ad Andrea.
- non lo so… per un attimo mi è sembrato di sentire l’odore nauseante di uno di quei tre stronzi ma poi… è come sparito nel nulla…


***
 
Se possibile, quel giorno Maya era ancora più nervosa e scorbutica del precedente, e in un paio d’ore aveva già ricevuto un bel po’ di strilli dal capo e per poco non diede di matto quando vide a chi era destinato il caffè che stava portando ai tavolini; Kenny era placidamente seduto in poltrona, e rigirava la spilla della Libellula tra le mani come se fosse un giocattolo-
- Che cazzo ci fai qui? – chiese irritata la ragazza.
- ti controllo… - rispose con naturalezza il ragazzo, stringendo le spalle come se fosse la cosa più normale del mondo-
- allora puoi anche andartene, grazie. Non ho bisogno di una balia. – lo liquidò la viola voltandogli le spalle.
- aspetta Crudelia, volevo sapere come stai… - confidò alla fine l’americano.
- come vuoi che stia?! – lo fulminò con occhi di brace, - come una che è stata umiliata e sconfitta! – si sfogò frustrata Maya.
- io non vedo nessuna guerriera sconfitta davanti a me… - la corresse Kenny alzandosi e ponendosi difronte a lei, - vedo solo una ragazza fenomenale che al suo primo tentativo ha messo in ginocchio il nemico; hanno più poteri e esperienza di noi, era prevedibile che perdessimo, ma non accadrà ancora. – la rassicurò.
- se non fosse stato per te… - rimuginò abbassando lo sguardo la ginnasta, sentendo ancora bruciare l’onta nel suo spirito.
- ehi… - la riscosse Kenny prendendole il mento tra due dita e costringendola a guardarlo – siamo una squadra io e te! –
- hai ragione, devo diventare più forte, così anche io saprò proteggerti come hai fatto con me, come soldati in trincea. – si infervorò salutandolo con una pacca sulla spalla e tornado al suo lavoro.
- beh… non è proprio la risposta che mi aspettavo ma ok, il finale di questa commedia arriverà più tardi del previsto… - sospirò l’americano sedendosi per gustare, finalmente, il suo caffè orai gelato dal vento invernale.
 

***
 
La giornata era proseguita stranamente tranquilla per il giovane barista, pur decorata dall’ansia costante della battaglia imminente, al solo schioccare di dita di quella pazza isterica… tuttavia c’era qualcos’altro che lo rendeva inquieto… quel momento in cui, davanti alla ragazza con la treccia, la sua cavigliera si era riscaldata fino quasi ad ustionarlo continuava a riviverlo in mente; non sapendo che pesci prendere decise di intrufolarsi nel magazzino e chiedere spiegazioni al suo nuovo e poco socievole Kwami, che aveva preferito di gran lunga rimanere nascosto che addosso al proprio portatore.
- Esci, musone! – lo chiamò Matteo e ben presto si trovò dinanzi un batuffolo con une lunghe corna, una barbetta intrecciata e uno sguardo severo.
- modera i termini, ragazzino! – lo rimproverò.
- ok ok, non ti scaldare… senti, a proposito di “scaldare”, prima il Miraculous è diventato bollente… che cavolo succede? – gli chiese senza giri di parole.
- il miraculous della Protezione, ignorantello, come tutti i gioielli magici ti dona doti straordinarie anche se non sei trasformato… come quello del Serpente, che ti permetteva di essere oltremodo seducente, così il mio ti permette di essere protetto dai poteri degli altri portatori. -
- stai dicendo che c’era un portatore nel locale? E poi che cos’è questa storia della seduzione? – indagò confuso.
- cos’è, credevi che gli uomini cadessero ai tuoi piedi per il tuo bel faccino? Avresti dovuto vedere che ci ha combinato Cleopatra con quel potere… - lo informò la vecchia capretta.
- ehi, io posso avere tutti gli uomini che voglio, con o senza poteri! – rispose sdegnato il ragazzo, mettendo da parte totalmente la questione del portatore misterioso, girò i tacchi offeso e uscì dal retrobottega. Ma chi si credeva di essere quel rompipalle? Edenn avrebbe dovuto informarlo che quel Kwami era una grande enorme spina su per il…
- ciao… - lo salutò timidamente una voce che aveva imparato a conoscere fin troppo bene, si voltò e si rese conto di dover avere in volto un grugno ben truce, vedendo sobbalzare la povera Stellina che aveva di fronte.
- qual buon vento… - lo salutò indifferente Matteo, e vide lo sguardo del giovane Astreo incupirsi di malinconia. – cos’è, ora ci rimani male se ti rispondo male? – lo prese in giro.
- ciao, che piacere vederti! – li interruppe Mason con la sua solita allegria contagiosa… appena lo notò, lo sguardo del biondo si illuminò, le sue gote si colorarono di rosso e nacque sul suo viso un timido sorriso mentre gli rispondeva un “ciao” imbarazzato. Matteo li guardò di soppiatto, mentre fingeva di riordinare il bancone, ridere e scherzare, e notò una strana e serena complicità… del tutto diversa dai soliti scambi di frecciatine e battute sagaci che era solito avere lui con entrambi… quei due ridevano e parlavano serenamente, come persone del tutto normali e dentro di se sentì nascere un moto disagevole che partiva dallo stomaco, era forse invidia o… gelosia?
Dopo aver salutato il ragazzino Mason fece per andare sul palco a cantare l’ennesima canzone da diva da due soldi, ma, prima di sorpassarlo, gli si avvicinò scoccandogli un bacio sulla guancia sotto gli occhi spalancati del biondo.
Matteo lo vide spezzarsi, e in quel momento gli sovvennero alla mente le parole del suo Kwami che tanto lo avevano indispettito…
“il mio fascino non è frutto di nessun incantesimo, e ora te lo dimostro!” disse a se stesso più che alla creaturina che, tra l’altro, non poteva neanche ascoltarlo.
- sorpreso? – gli chiese, - non dovresti esserlo, dopotutto la nostra gara aveva un vincitore prima ancora di iniziare, dovresti metterti l’anima in pace, abbiamo passato la notte insieme, un vero portento, peccato che tu non lo possa provare mai nella vita! – gli rinfacciò crudele, - dopotutto che ti aspettavi, ti sei lasciato baciare da me davanti ai suoi occhi, povero ingenuo! – lo derise ancora, rincarando la dose, finché il ragazzo, in lacrime, scappò via verso l’uscita del locale accompagnato da una lieve stonatura di Mason dal palco.
Matteo non poté, però, godersi la sua vittoria poiché distratto dal caos che si stava creando nel locale: urla, agitazione, sguardi preoccupati; voltandosi verso la TV vide una giornalista riprendere da lontano un soldato fantasma grosso, brutto e cattivo, che seminava panico e distruzione per la città.
Era senza dubbio il segnale della Dama Nera che li chiamava a raccolta, il moretto tentò di squagliarsela ma si trovò, maledettamente, Mason davanti che lo fissava interdetto.
- I miei fratelli non sono al sicuro, devo andare! – gli mentì defilandosi.
- credevo che fossero finiti, quei cosi… - sospirò rassegnato Davide.
- andate da Luna e prendete i Miraculous del Delfino e dell’Orso, - ordinò decisa Fiore, - stavolta non perderemo per nulla al mondo. -


***
 
Nei giorni in cui si sentiva particolarmente sola, Vaen sapeva di poter contare sulla sua miglior amica, Aurora. Quando era di cattivo umore, triste o arrabbiata, tendeva ad essere aggressiva o scorbutica con la gente che immancabilmente le si allontanava, ma quella biondina tutta pepe era riuscita, chissà come, a leggerle dentro e vedere la ragazza dietro la guerriera, e le era sempre vicino. Era riuscita a convincerla, insistendo un po’, a venire con lei in palestra e dismettere per un paio d’ore quei suoi vestiti da confetto, e di contro aveva imparato ad aprirsi e a mostrare il suo lato sensibile. Poteva tranquillamente dire che, dopo sua madre, Aurora fosse la persona più importante della sua vita, anche se dopo un allenamento ci metteva una vita a prepararsi… proprio per questo era già sotto la doccia dello spogliatoio da un po’ mentre la sua amica ancora stava sistemando i vestiti da mettersi, la musica che suonava ad alto volume dal suo cellulare, non sentì qualcuno entrare con poca delicatezza nel bagno delle ragazze.
- Ok, so che non dovrei essere qui dentro ma è una situazione di emergenza e… oh. – si bloccò Gladiator trovandosi difronte una bionda pallida, alta e formosa anziché la tailandese. – ok, mi aspettavo di trovare qualcun altro. – ammise.
- ehi, ma tu sei il supereroe della TV, ti conosco! Ci siamo solo io e la mia amica sotto la doccia, chi cercavi? – gli rispose per niente a disagio la ragazza.
- ok, non ho un attimo da perdere, mi sembri una apposto, ti andrebbe di lottare contro il male per una notte? – le propose pragmatico l’eroe.
- lottare contro il male? Io?!?! – si interrogò sorpresa Andrea.
- si! – confermò l’argentino mostrandole una collana scintillante, - questo è il Miraculous dell’Orso che dona il potere della forza, devi giurare di usarlo per il bene e restituirlo quando avremo battuto il nemico, ci stai?
- io… ok! –acconsentì dopo un attimo di incertezza Aurora e, preso il gioiello tra le mani, una luce si prigionò rivelando una tenera e buffa creaturina volante.
- ciao! Io sono Otto, il tuo Kwami, ter trasformarti non devi far altro che chiedere. – le disse.
- ok… Otto, trasformami! – esclamò la ragazza venendo avvolta da una calda luce dorata che, placandosi, rivelò la figura di un’eroina temibile: portava una veste leggera che lasciava liberi i movimenti di colore castano, tenuta ferma in vita da un grosso cinturone di cuoio scuro, e su tutto il braccio sinistro portava un pezzo di armatura pesante di metallo fatta apposta per fermare gli attacchi, mentre il sinistro era libero. Ai piedi aveva dei sandali rinforzati col metallo fatti apposta per correre e colpire e infine la sua testa era completamente nascosta da un grosso elmo di metallo che ricorda il muso di un Orso, attraverso il quale si vedevano solo gli occhi.
- benvenuta a bordo Madame, adesso si balla! – la incoraggiò Gladiator porgendole la mano ed insieme, con un salto, balzarono fuori dalla finestra da cui era entrato.
Pochi istanti dopo, avvolta in un asciugamano, Vaen tornò dal vano docce e, trovandosi improvvisamente sola, non poté che domandarsi che cavolo stesse succedendo.


***
 
La luce del tramonto proiettava lunghe e tetre ombre nel colonnato del Pantheon, dietro cui, dopo un volo pindarico di un vanitoso Dragonfly, lui e Merlin atterrarono. Guardandosi intorno, furono riscossi da una voce sconosciuta che li chiamava:
- Buh! – li spaventò una strana creatura dai capelli diventano molto lunghi e ricci, che scendevano lungo la schiena quasi come un mantello di lana e con due corna imponenti che gli spuntavano dalla testa. La sua pelle era scura e i suoi occhi circondati da lunghi tatuaggi tribali di colore arancione che percorrevano anche la fronte, il mento e le guance rendendo il suo viso irriconoscibile. Il suo era petto nudo, le braccia protette da lunghe maniche di cuoio marrone e lana, mentre la pancia era difesa da una sorta di corpetto dello stesso materiale. Una lunga veste arancione e castana dal taglio irregolare gli copriva le gambe e portava sandali ai piedi, che mostravano la cavigliera sulla caviglia sinistra.
- iniziamo bene… - sbuffò sarcastico il ragazzo, mentre Maya rispose con un duro “tu chi diavolo sei” accompagnato dallo sguainare della sua spada.
- relax prima ballerina, sono sempre io, Basilisco, ho ceduto il mio Miraculous in cambio di quello della capra, potrete rivolgervi a me chiamandomi Faunus. – chiarì Matteo con un inchino derisorio.
- e a chi lo avresti “ceduto”? – indagò sospettosa Merlin.
- a me. – si intromise, chiamato in causa, un altro ragazzo fasciato in una giacca aderente lunga fino alle ginocchia con motivi a squame, pantaloni molto aderenti che gli stringevano le gambe con una cintura squamata con delle zanne come fibbia; le maniche del completo erano a spirale come un serpente che si univano a dei guanti dotati di artigli neri, stivali dalla suola bassa con degli speroni ad uncino.
Un grande cappuccio simile a quello di un cobra gli copriva il capo, il volto era coperto da delle squame che, come una maschera, lo rivestivano dalla fronte fino agli occhi. Quando sorrise mostrò dei canini pronunciati. – felici di conoscervi, io sono il nuovo leader di questa squadra. –si annunciò.
- E chi, esattamente, ti avrebbe proclamato “capo supremo”? – domandò sempre più irritata la ragazza.
- colei che ti ha dato il potere con cui fai tanto la gradassa. –le rispose a tono quello fronteggiandola beffardo.
- placate i bollenti spiriti, prime donne, abbiamo poco tempo per organizzare il nostro agguato. – ricordò pratico Faunus.
- agguato? – chiese annoiato Dragonfly.
- esattamente, il soldato nero è solo il fuoco di copertura, inviato dalla Dama nera per “scaricare” gli eroi e permetterci una vittoria facile, se ci coordiniamo andrà tutto liscio come l’olio.
- coordinati come l’altra volta, quando ci hai lasciato da soli e te ne sei stato nascosto tutto il tempo?! – rinfacciò irosa la donna del gruppo.
- si, esattamente, come l’altra volta, quando vi ho salvato il culo mettendo una pezza alla vostra incompetenza… - la prese in giro Matteo, divertendosi un mondo a vederla fumare di rabbia.
- smettila di fare il bambino provocando questa incantevole fanciulla, - fu ammonito dal leader, a cui non sfuggì l’occhiataccia che gli rivolse l’uomo-libellula, - e dicci il tuo piano. –
- sarà semplicissimo, una volta sconfitto il soldato fantasma il Miraculous della colomba, il nostro obiettivo, sarà scarico, ciò che dobbiamo fare è semplicemente tenere impegnate e distratte la lupacchiotta, che potrebbe ricaricarlo, e la bimbetta che ha poteri insidiosi, - spiegò forte delle informazioni ricevute da Edenn, - a quel punto non dovrete far altro che far incazzare gli altri per bene e fidarvi del mio intervento al momento giusto. –
- che novità, un altro piano in cui tu te ne stai in panciolle! – si ribellò Merlin.
- io penso a distrarre la lupetta. – rispose invece Kenny sedando la lite sul nascere.
- io alla piccola civetta. – si propose Kyros.
- allora a me resta il compito divertente… - si illuminò Merlin, mostrando una nuova luce di determinazione e cattiveria negli occhi.


***
 
Di sere nere
Che non c'è tempo
Non c'è spazio
E mai nessuno capirà
Puoi rimanere
Perché fa male male
Male da morire
Senza te, senza te, senza te
 
Ripenserei che non sei qua
Ma mi distrae la pubblicità
Tra gli orari ed il traffico lavoro e tu ci sei
Tra il balcone e il citofono ti dedico i miei guai
 
Di sere nere
Che non c'è tempo
Non c'è spazio
E mai nessuno capirà
Puoi rimanere
Perché fa male male
Male da morire
Senza te

Le note della canzone risuonavano ad alto volume nelle cuffiette di Astreo, solo accovacciato su di una panchina, mentre lasciava le lacrime scendere e i pensieri affollarsi nella testa…
Come aveva potuto immaginare davvero di poter piacere ad uno così? Perfettamente bello, realizzato ed affascinante? Eppure non se li era immaginati i suoi sorrisi, quel luccichio nei suoi occhi quando lo guardava…
Come aveva potuto, poi, immaginare di poter vincere contro quel demonio? Era chiaro fin dall’inizio che l’avrebbe spuntata lui, non avrebbe mai dovuto sperarci troppo ma… quel bacio?
- Ehi sottone! – lo prese in giro una voce e il biondo si stava già girando a dirgliene quattro quando vide davanti a se un solo occhio sorridergli.
- Cernuus?! Che ci fai qui? – chiese sorpreso.
- secondo te? – gli domandò retoricamente il castano porgendogli la scatola contenente il Miraculous del Delfino. – squadra che vince non si cambia, no? – gli fece notare dopo aver sentito quella stessa frase da Andrea ininterrottamente tutta la notte.
- io… non so se ce la faccio… - tentennò il ragazzo.
- prendi questo coso e seguimi, scemo! – lo prese in giro il cervo, - sarai fantastico, vedrai! – lo rassicurò. –
- ok… lo spero tanto, non sai quanto – sospirò il biondo
-  e ora – annunciò teatrale Cernuus, - usciamo nella notte e seguiamo la fugace tentatrice, l’avventura! -


***
 
Nel bel mezzo del Foro Romano, il soldato rosso abbatté una colonna con un colpo d’ascia.
- Te lo ricordi quando ci siamo ritrovati qui tutt’e due, Colombella? – ricordò romanticamente Gladiator.
- non è il momento… - sbuffò White Dove osservando il nemico: era un mostro imponente, con quattro grosse braccia che brandivano un’ascia, una spada, uno scudo e una clava, era insomma un po’ una sintesi dei guerrieri già affrontati precedentemente. - Possiamo batterlo, bloccatelo! – ordinò decisa.
La Miracle Squad balzò all’attacco: Silver Claw lanciò il suo cristallo che si avvolse alle braccia che reggevano l’ascia e la spada legandole insieme, quindi aiutata da Cernuus e Dolphy Titan tirò con tutte le sue forze, Gladiator invece con un colpo ben assestato della sua lancia fece volare via lo scudo del nemico.
- VIGORE! – invocò Aurora facendosi pervadere dal suo potere, si lanciò contro il guerriero, evitò la clava e colpì con un poderoso calcio in pieno petto, spedendolo contro una colonna che crollò seppellendolo.
- VENT’ARGENTEO! – chiamò Fiore liberando il potere dei suoi ventagli, che sprigionarono un tifone così forte che rimosse i detriti che coprivano il nemico prima di dissolverlo in un urlo di dolore.
- FLUSSO INVERTITO! – sussurrò Astreo sfiorando il suolo con il suo bastone, da cui si dipanò un’anergia azzurra che rivestì qualsiasi cosa incontrasse sul suo cammino, fino a raggiungere ogni angolo del Foro, quindi si ritirò riavvolgendo il tempo e riparando ai danni della battaglia.
- siamo stati grandi! – esultò Aurora accompagnata da tutti i compagni, ma ben presto i festeggiamenti furono interrotti da un tetro rumore di batter di mani.
- complimenti, eroi… - li interruppe una voce che, rivelandosi da dietro una colonna diroccata, mostrò un giovane vestito di nero che chiaramente portava con se il potere del Serpente.
- e questo chi è? Non è il tipo dell’altra volta è… meno inquietante. – notò Cernuus.
- io sono Idra, e sarò il vostro nuovo nemico. – si presentò beffardo.
- pfff. Sette contro uno sarà fin troppo semplice metterti al tappeto. – lo derise Gladiator un secondo prima che, da altri angoli bui, sbucassero Dragonfly e Merlin. – ecco, ricordatemi di stare zitto la prossima volta! – ironizzò mentre tutti gli eroi si raggruppavano intorno a coloro che avevano già usato i loro poteri.
- bello stratagemma usare il soldato come esca… - temporeggiò Silver Claw sulle spine, ma si rese conto da sola che in pochi minuti il Vigore della nuova arrivata sarebbe terminato e con lui le speranze di vittoria, quindi gridò “all’attacco!” e partì contro il suo nemico dell’altra volta che, dispiegando le ali, volò più lontano attirandola con se.
- Cernuus, seguili mentre noi pensiamo a questi due! – ordinò perentoria White Dove sguainando i ventagli.
- cosa credi di fare? Tra pochi minuti ti trasformerai! – le ricordò preoccupato Diego.
- un motivo in più per sistemarli in fretta. – lo rassicurò scherzando la rossa e, dopo uno sguardo d’intesa, scattarono entrambi contro Merlin.
- proteggete Owl Maiden, novellini! – intimò ad Astreo e Aurora l’argentino prima di tuffarsi in battaglia.
- ehi! Io non ho bisogno di essere protetta da nessuno! – lo contraddette indispettita la più piccola mentre la bionda si lanciava all’attacco contro il nemico, ma Idra schivò ogni suo colpo con grazia ed eleganza senza contrattaccare mai; man mano che il tempo passava, e il Vigore si esauriva, gli assalti di Aurora si facevano meno potenti e precisi.
- di solito non alzerei mai le mani su una ragazza, ma di questo passo ti farai fuori da sola tirando una testata su una roccia! – la prese in giro Kyros pronto a provocarne l’ira.
- ma come ti permetti? Io sono Callisto, e ti sconfiggerò! – lo minacciò ancora la bionda lanciandosi all’attacco ma, come annunciato, il ragazzo la colpì lievemente ad un piede per farle perdere l’equilibrio poi, con una pacca sulla schiena, sfruttò la velocità della ragazza per spedirla contro un muro nel momento preciso in cui il suo potere si disattivò e, non più invulnerabile grazie alla sua forza sovraumana, quella batté la testa e svenne.
- maledetto! – lo accusò Dolphy Titan attirando l’attenzione su di se.
- tu sarai ancora più facile da fare fuori… - lo sminuì il nemico notando il tenue tremolio che lo pervadeva.
- COBRA INCANTATORE! – sibilò ed immediatamente un serpente apparve, in una nuvola di fumo nero, sulle spalle del biondo.
- ma guardati! Sei così impacciato, maldestro, insignificante… se solo ti fossi impegnato di più, adesso saresti in compagnia del tuo bello, e non qui a rischiare la vita! Non vorresti imparare ad essere più sfacciato, senza freni, goderti la vita? Devi solo toglierti quell’orecchino e liberarti da questa responsabilità… - sibilò il cobra all’orecchio del biondo, paralizzato dall’incanto del serpente, mentre le spire di quest’ultimo si facevano sempre più grandi e avvolgevano la sua minuta figura.
- lascialo stare! – minacciò piena di odio Luna, cercando, con i suoi nuovi poteri, di colpirlo con pietre e massi che faceva levitare.
- se pensi di battermi con questi trucchetti da prestigiatore, poppante, ti sbagli di grosso, ahahahaha. – la derise Idra evitando tutti i suoi proiettili.
- ora vedremo chi è la poppante, FLASH SUL FUTURO! – invocò Owl Maiden ed ai suoi occhi apparve una visione: in una grotta buia e fredda, un ragazzo moro ed alto, che sfoggiava senza maglietta un grosso tatuaggio raffigurante la testa di Medusa sulla schiena, sfogliava un grosso libro posto su un leggio di pietra, avvicinandosi con lo sguardo del suo terzo occhio, vide su ogni pagina il disegno di un animale diverso, e sotto di essi strane formule in una lingua sconosciuta.
- chi sei tu, davvero? – chiese allora Owl Maiden tornata dalla sua visione ma, in un attimo, Idra le fu addosso colpendola con il taglio della mano dietro la nuca, e cadde svenuta.
In quello stesso momento, poco più lontano, Merlin arrancava sotto gli attacchi combinati di White Dove e Gladiator, forti della nuova intesa in battaglia, ghignando tuttavia ogni volta che il richiamo della corona della Colomba si faceva più insistente.
- Tra poco ti ritrasformerai! – latrò Diego preoccupato.
- vinceremo prima che accada! – lo rassicurò la rossa, riuscendo con il suo ventaglio a ferire una guancia della nemica.
In un altro angolo del foro, Dragonfly, planando sinuosamente, sferrò il suo contrattacco lanciando i frammenti della sua lente magica contro i due nemici;
- non ti aspetterai che il tuo trucco funzioni due volte! – lo prese in giro la ragazza-lupo schermandosi con la rotazione della sua arma.
- coraggio, tira fuori i tuoi artigli e combatti! – la provocò il nemico.
- è un tranello, vuole farti usare il tuo potere per non ricaricare i nostri. – la mise in guardia Cernuus, poi, con un lampo di genio, lanciò il suo Velo di Nebbia facendo calare la foschia su se e la compagna; quando la nebbia si diradò, apparve minacciosa la figura del guerriero della nebbia frutto dell’unione dei Miraculous del Cervo e del Delfino.
-illuso… SCIAME DI COLORI! – rispose il guerriero della libellula liberando un’infinità di libellule colorate che, immuni dall’inganno dell’illusione, volarono fino a trovare i due eroi nascosti dietro un rudere ed assaltarono Cernuus.
- no! – urlò spaventata la mora vedendo l’amico in difficoltà, ma ben presto gli insetti si diradarono tornando dal proprio creatore, trasformandolo in una copia del portatore del cervo.
Usando il potere rubato a Cernuus, Dragonfly creò una moltitudine di copie di Merlin che affiancarono la compagna nella lotta; ogni volta che Diego se ne trovava una davanti, e la trafiggeva con la sua lancia, quelle scomparivano come un miraggio, lasciandolo goni volta più adirato poi, con la coda dell’occhio, vide i tre nemici riunitisi poco lontano che osservavano divertiti la scena, Luna ed Aurora inermi al suolo ed Astreo avvolto, in stato catatonico, tra le spire di un grosso e nero serpente, e la rabbia, a quel punto, esplose in lui:
- Cernuus, Silver Claw, qui, ora! – li chiamò e i due eroi, con un balzo, lo raggiunsero a fronteggiare i rivali. –usa il tuo potere su di me! – intimò poi alla ragazza.
- ma… - provò a obbiettare, ma fu zittita da uno sguardo truce. – RICHIAMO DEL BRANCO! – invocò poi e un fascio di luce colpì la collana con il dente di facocero dell’argentino.
- no fermo, è una trappola! – urlò disperata Fiore, poco lontano, ancora circondata dalle illusioni di Merlin.
- BOATO DEFLAGRANTE! – ringhiò Gladiator sprigionando tutto il suo potere contro il trio ma, un attimo prima che la potente onda d’energia li colpisse, uno scudo dorato li avvolse proteggendoli e facendo rimbalzare il colpo sui tre eroi che ne vennero completamente investiti e sbalzati lontano, tra polvere e macerie.
- ora sei tutta sola uccellino… - sibilò una voce alle spalle di White Dove, incredula e inerme davanti a tutti i suoi amici sconfitti e, voltandosi, vide un viso malvagio decorato da disegni tribali, poi un forte colpo rimbombò nella sua testa ed infine, fu tutto buio.


***
 
Dalla sommità del Campidoglio, Tengu osservava amareggiata Roma cullata dal silenzio notturno.
- Te l’avevo detto che avrebbero fallito, ora la Corona della Colomba è in mano al nemico. – rimproverò asciutta il suo compagno d’arme.
- non essere così dura, tu più di chiunque altro dovresti sapere che non è importante quante volte si cade, ma quante ci si rialza, e devi dare anche a questa nuova generazione di eroi la possibilità di rialzarsi… - la corresse Simba wa Moto.
- non è pungolandomi sul vivo che otterrai la mia approvazione! – gli ringhiò contro la ragazza.
- prendilo allora come un favore che ti chiedo e che potrai riscattare il futuro… - scherzò allegro il leone, - diamogli la possibilità di rimediare a questa sconfitta, se falliranno interverremo a modo tuo. – propose.
- mi dovrai un favore molto grande… - sbuffò annoiata Tengu, irritata da avergliela data vinta per l’ennesima, volta, - e stammi lontano! – sbottò poi colpendogli la testa che il ragazzo, accovacciato affianco a lei, le strofinava sul fianco fuseggiando. – altro che feroce leone, sei poco più che un gattino troppo cresciuto! -


***
 
NOTE DEL RIEMERSO
Scusate, scusate, scusate! So che avevo promesso questo capitolo tre settimane fa ma, Come ho detto ad alcuni di voi, ci sono stati alcuni incidenti di percorso (tipo averlo cancellato quasi tutto per sbaglio, perché sono idiota) anyway, la prima parte della storia si conclude qui amici! Ormai tutto è in gioco, gli eroi, gli antieroi, il duo misterioso, la Dama Nera e il cavaliere, uno dei due custodi, tutto è calato in tavola, o quasi.
Come ho già annunciato, ancora tante sorprese ci aspettano, ancora tante trame e storie da raccontare, ancora due personaggi misteriosi da svelare! Ma ciancio alle bande, incominciamo:
  1. EASTER EGG: un applauso a chi ha riconosciuto gli attacchi di vari anime/videogiochi nascosti in quelli dei nostri eroi, rispettivamente “sciame di colori” (YuGiOh zexal) e “nottesferza” (pokemon), ma erano anche presenti “cobra incantatore” (I cavalieri dello Zodiaco, Tisifone) il celeberrimo vortice acquatico di Sailor Mercury! Insomma, per tutti i gusti. Coloro che hanno indovinato hanno vinto, udite udite, un bel biglietto aereo offerto da me! (Non sto scherzando, aspettate e vedrete!) Ammetto che a sto giro sarà moooolto difficile… posso solo aiutarvi dicendo che è una citazione di un’opera molto famosa, una saga di sette libri trasposti in otto film, beh, divertitevi a cercare!
  2.  INTERATTIVITA’: ok, siamo ad un punto di svolta ed è il momento di raccogliere un po’ di reactions che, in quanto tali saranno diversificate tra i personaggi: PER LA MIRECLE SQUAD, questa è la prima grande, bruciante sconfitta, quella senza speranza, in cui sembra che il male abbia vinto, come reagiranno i nostri eroi? Si lasceranno abbattere, cederanno alla rabbia o troveranno speranza? VAEN, come reagirà alla scoperta di essere stata messa da parte come eroina? ASTREO, come reagirà alla relazione tra Mason e Matteo? Cederà alle tentazioni del cobra? LE STELLE MALEFICHE, come reagiranno alla vittoria? E come la prenderanno quando la Dama Nera mostrerà la sua crudeltà? IL DUO MISTERIOSO, deciderà davvero di restare ancora nell’ombra ad osservare i movimenti di eroi e cattivi o sceglierà di agire?
  3. SELEZIONE OC: nello scorso capitolo avevo proposto altri due posti vacanti come OC, il custode delle profezie e il “ficcanaso”; il primo è già stato assegnato, per chi volesse, potete recuperare la descrizione del personaggio mancante, il ficcanaso appunto, dal capitolo precedente.
  4. SONDAGGI: questo è lo spazio riservato, come vorrei ricordare, a chiunque leggesse e volesse imprimere i suo parere al prosieguo della storia; la domanda è la seguente: cosa desiderate vedere dal capitolo 12 in poi: un ulteriore power up dei miracolati, la comparsa di un nuovo nemico oppure un cambio di scenario? Potete scegliere una sola di queste tre alternative e votarla tramite recensione
  5. RINGRAZIAMENTI: Giunti a questo primo giro di boa, il decimo capitolo, è doveroso ringraziare i sei magnifici lettori e recensori che partecipano a questa storia, HARRYFINE, SAPPHIR DREAM, DRAGUN95, SIMSTAR, TALES OF A FAIRY e SUMMERLOVER,  nonché chi legge in silenzio, FRANCESCO 6542 che ha inserito la storia nelle preferite, e quelle 200 persone che spendono ogni volta il loro tempo per leggere un mio capitolo, oppure quelle 100 che lo leggono due volte, o 50 che lo rileggono quattro volte, chiunque voi siate e quanti voi siate grazie, grazie, grazie. Un grazie speciale a SAPPHIR DREAM per le sue fantastiche fan art.
 
 
IN THE NEXT CHAPTER:

Greta Manni e suo marito Hans si trovavano davanti una vecchia e diroccata chiesa, in piedi ed in silenzio da una manciata di minti. Era quello il momento della verità, mentre tra le mani stringevano la corona d’oro della liberazione, di mettere fine alla prigionia che li accomunava da settecento lunghi anni.

- È il momento. – annunciò solenne la Dama Nera sollevando in alto il gioiello, - è arrivato il giorno della vendetta! – 
 

… STAY TUNED

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** bonus track 1 ***


ATTENZIONE!!! THIS IS NOT A CHAPTER!

SALVE POPOLO!

Ho deciso, forse con un po’ di presunzione, di “regalarvi” ogni dieci capitoli un mini-capitoletto che definirei “bonus track”, in cui inserirò chiarificazioni sulla storia, approfondimenti e retroscena; per iniziare, credo sia abbastanza ovvio elencarvi tutti e tredici i Miraculous di mia invenzione, raccontandovi un po’ da dove ho tratto ispirazione.
Ecco a voi, senza altri indugi, la scheda di tutti e 13 i Miraculous con tutti i loro significati e le ispirazioni che mi hanno portato a rappresentarli. Il filo conduttore che ho seguito è la storia italiana e tutte le culture e religioni che l’hanno attraversata:
  1. COLOMBA - LIBERAZIONE: la colomba è il simbolo cristiano dello Spirito Santo, porta nel becco il ramoscello d’ulivo che annuncia la fine del diluvio. Racchiude molti significati e sfumature positive, la pace in primis, io ho voluto rappresentare in senso lato la religione cattolica con la sua forse più celebre frase, “liberaci dal male” e da qui nasce l’associazione colomba/liberazione.
  2. FACOCERO - SOTTOMISSIONE: è l’animale sacro al dio della guerra Marte, Ares in greco (da qui il nome del Kwami) secondo la leggenda nelle battaglie per cui parteggiava si travestiva da umano e scendeva in campo con la fazione che aveva a cuore. Come dio della guerra violenta era un comandante spietato, da qui l’attributo sottomissione. È in contrapposizione, rappresentando la guerra, con la colomba che rappresenta la pace
  3. LUPO – UNIONE: Oltre a simboleggiare la forza e la natura di abile predatore, il lupo è anche simbolo di fedeltà e attaccamento alla famiglia, per non parlare del loro spiccatissimo senso di accudimento alla prole: basti pensare alla lupa che ha accudito Romolo e Remo nella leggenda della nascita di Roma, per questo e per la sua tendenza a vivere e cacciare in  branco, l’attributo unione è più che azzeccato!
  4. CERVO – ILLUSIONE: l’animale sacro della dea Artemide, il cui richiamo è l’arma dell’arco con cui viene raffigurata. Il legame con l’illusione tuttavia l’ho ripreso dalla mitologia norrena, quella di Odino per intenderci, che vede le corna del cervo come rappresentazione dell’albero dei nove mondi Iggdrasil, che si dovrebbe trovare in una dimensione parallela celata da inganni ed illusioni
  5. CIVETTA – VISIONE: la civetta è l’animale sacro della dea Atena/Minerva (anche detta Pallade, da qui il nome del Kwami) che era la dea dell’intelligenza pratica, della genialità. Ho voluto prendere questo filo incastrando le credenze popolari che vedono nella civetta come incarnazione dell’intelligenza sovrannaturale, quindi la chiaroveggenza, mito nato in virtù dei suoi occhi grandi, che dovrebbero essere sufficientemente spalancati da poter vedere il futuro
  6. ORSO – FORZA D’AZIONE: Questo animale viene visto nella mitologia come un vero e proprio totem, che incarna qualità positive come coraggio, gentilezza, forza e grande volontà. Ma può diventare anche un simbolo di negatività quando è associato alla ferocia, la brama, la malvagità. Ho voluto selezionare un OC donna in quanto i Celti consideravano l’orso come un animale legato alla Luna, dandogli così un significato femminile. Era quindi collegato alla gravidanza, la maternità, e la protezione della prole e della famiglia.
  7. DELFINO – INVERSIONE: Il delfino racchiude in sè numerosi significati simbolici, alcuni legati alla sua natura e altri alle interpretazioni che questo animale meraviglioso ha ricevuto nelle varie culture che hanno attraversato la storia dell’uomo, dai tempi antichi della mitologia greca per arrivare fino ad oggi. Attualmente, possiamo dire che il delfino simboleggia la sensibilità, l’amore e la libertà, ma anche il senso di protezione e di salvezza. Inoltre, per la sua abitudine a vivere in branco, il delfino simboleggia anche l’amicizia e l’affetto sincero verso le persone amate. Vi chiederete voi che c’entra tutto ciò con il riavvolgere del tempo? Semplice, un tubo! In verità volevo almeno un animale acquatico tra i 13, avevo pensato al salmone per la sua capacità di risalire le correnti (e quindi andare in senso inverso) ma poi ho scoperto che è una caratteristica comune a molti pesci di grossa taglia, e che i delfini sono molto comuni nel mediterraneo, quindi ha vinto il delfino.
  8. SERPENTE – TENTAZIONE: in contrapposizione alla colomba, esso rappresenta la faccia “negativa” della religione cristiana: il serpente è raffigurazione del Diavolo, celebre l’episodio della tentazione di Eva nel giardino dell’eden, ma penso ci foste arrivati tutti fin qui. Una piccola curiosità, il potere originale del Serpente nella serie, cioè quello di creare un loop temporale, deriva dalla rappresentazione dell’infinito mediante il serpente che si morde la coda.
  9. LIBELLULA – TRASFORMAZIONE: in molte culture la libellula, forse per etimologia, è associata alla libertà tuttavia ho trovato una leggenda abbastanza figa: “Si narra che la libellula in realtà una volta, fosse un drago molto saggio che, durante la notte, diffondeva la luce con il proprio respiro di fuoco. Proprio il suo respiro aveva creato l’arte della magia e dell’illusione. Un giorno però il drago finì prigioniero della sua stessa magia: per ingannare il coyote si trasformò in una libellula, ma nel farlo rimase intrappolato nel nuovo corpo perdendo tutti i poteri.”Secondo alcune tradizioni, la libellula è il simbolo della trasformazione e dei cambiamenti quotidiani, ma anche dell’introspezione che insegna ad andare oltre le apparenze per cercare la propria identità. Nella cultura europea, la libellula viene vista come simbolo di libertà, pace e ricerca della verità. Con la sua trasformazione da larva a libellula, l’insetto rappresenta anche il passaggio dall’età infantile a quella adulta e quindi in un certo senso il superamento delle illusioni e l’acquisizione di consapevolezza ed equilibrio.
  10. ARIETE – PROTEZIONE: Rappresenta la primavera, il rinnovarsi della natura. Associato all’elemento Fuoco, incarna le qualità della forza, della potenza e dell’energia creatrice. Nella simbologia egizia il di del sole Ra è rappresentato con una testa di Ariete.Il carattere solare di questo animale è illustrato anche nel mito del Vello d’oro (altro non è che una pelle d’ariete), conquistato da Giasone, che lo consegna a Pelia in ricordo della gloriosa spedizione degli Argonauti, l’Ariete fu assunto in cielo, dando il nome ad una costellazione.
  11. CORVO – PRIGIONE: nella tradizione polare italiana, il corvo annuncia la sfortuna volando sopra la testa del malcapitato, in alcune zone d’italia si dice anche che sia messaggero di morte imminente; nella cultura celtica era l’animale sacro al dio Odino, che ne possedeva due, Pensiero e Memoria
  12. LEONE – COMBUSTIONE: segno in tutte le culture di regalità e potenza, in particolare nel medioevo è stato associato ad ideali di protezione e senso di giustizia, (in questo senso specifico è adatto ad un eroe con più esperienza rispetto agli altri), ma anche al vizio della superbia, grazie anche e soprattutto all’iconografia dell’Inferno dantesco. In molti miti e leggende, da Ercole a Re David, sconfiggere il leone era la prova da superare per dimostrare la supremazia. L’ho associato all’elemento fuoco per fare un rimando allo zodiaco occidentale.
  13. GRU – GUARIGIONE: anche qui un richiamo alla religione cattolica, una credenza popolare vuole che questo uccello si ferisca il petto per nutrire i suoi piccoli con il suo sangue, figura ripresa per indicare il sacrificio di Cristo, il cui sangue, appunto, per i cristiani è fonte di guarigione.
 
Orbene, giunti alla fine, non possono, tuttavia, anche se questo non è un capitolo vero e proprio, mancare le note d’autore e, soprattutto, le interattività! Vi chiedo quattro cose:
  • Per chiunque abbia un personaggio nella MIRACLE SQUAD, mi serve la descrizione di un oggetto a cui il personaggio è particolarmente legato.
  • Ricordo le iscrizioni aperte per il “ficcanaso” (scheda al cap. 9)
  • La terza domanda prevede una premessa: ho intenzione di iniziare una raccolta di OS collegata a questa storia, missing moments, scene divertenti, prequel/sequel e tanto ancora, e starà a voi scegliere cosa inserire! Vi spiego, per il capitolo iniziale di questa raccolta potrete scegliere cosa leggere tra: una os, udite udite, rossa! Oppure un prequel sula storia oppure ancora una os dedicata ad un personaggio. Ricordo a tutti che questo è un SONDAGGO, e che chiunque può votare.
  • La prossima non è un’interattività quanto più una richiesta: si cercano disperatamente un BETA READER che corregga le bozze dei capitoli prima di pubblicarli e un DESIGNER MANAGER che curi l’html for me. Si accettano volontari1
 
Vi lascio, per non essere troppo cattivo, con un'altra anticipazione sul prossimo capitolo:
 
Quando le quinte del palco si aprirono, rivelarono al centro della pedana due sgabelli vuoti; nel silenzio più totale i due fratelli salirono sul palco e si accomodarono, microfoni in mano, attendendo la musica.
Le prime note risuonarono e non sfuggirono all’orecchio di Andrea che, vedendo Diego ancora in piedi sulla porta, tirò la manica di Davide e gli chiese, - ma che cavolo succede? –
- Cosa dovrebbe succedere?  - domandò di rimando il moro confuso.
- sta a sentire! – gli disse allora la ragazza, mentre Fiore e Mason iniziarono a cantare:
-  Turn around … -

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** total eclipse of the heart ***


CAPITOLO 12:

TOTAL ECLIPSE OF THE HEART
 
Tengu pizzicò le corde del suo shamisen* e da esso risuonò una dolce musica e, insieme ad essa, cinque sottili linee di luce violacea che svolazzarono, sinuose, parallelamente nell’aria.
- TREDICESIMO SIGILLO! – sospirò l’eroina e il magico pentagramma volò ancora più lontano, inseguì e catturò le due bolle, una vermiglia e l’altra nera come la pece, che si erano liberate dalla distruzione del soldato nero; imprigionate le due sfere, esse si trasformarono in note sul pentagramma che ritornò all’interno dello strumento musicale.
- se continueremo a catturare i frammenti di energia che utilizzano per costruire i loro sgherri, ben presto delle loro anime non rimarrà nulla. – sentenziò la donna.
- non essere ingenua, sai benissimo che il sigillo si è indebolito nel tempo, molto probabilmente l’energia che hai appena catturato proveniva dalle anime di due poveri innocenti… - la riportò coi piedi per terra Simba wa moto.  – senza contare i quattro ragazzi ch e ha raggirato per portarli dalla sua! – rincarò la dose.
- la sconfiggeremo, noi due, insieme. – ribadì truce Tengu.
- proprio non vuoi dare una possibilità ai giovani eroi, eh? – la punzecchiò il leone.
- hanno fallito, hanno perso il Miraculous della Colomba, e con esso gran parte delle nostre speranze di vittoria! – ruggì il corvo stizzito. – non meritano la mia fiducia. – concluse spiegando il suo mantello alato, per spiccare un salto e planare nella notte.
- ufff… - sbuffò il leone grattandosi un orecchio, - che noia, mi tocca ancora una volta il lavoro pesante, e dire che dovrebbero essere le donne a faticare!** -


 
***
 
Nel retro del Camilla’s Store l’atmosfera era carica di tensione: i quattro eroi osservavano in silenzio i propri kwami mangiucchiare senza troppa voglia, mentre la proprietaria si era barricata nel suo appartamento e non sembrava voler uscire per nessun motivo al mondo.
- devi essere molto stanco, amico mio… - sospirò Diego carezzando la testolina di Aares; l loro risveglio gli eroi avevano visto Fiore priva del suo Miraulous e si erano domandati cosa fosse successo, quindi le creaturine avevano spiegato loro che, nel momento in cui i nemici sfilavano la corona d’oro della colomba, avevano raccolto le ultime forze per far risuonare insieme le sei stelle, sprigionare un grande luce e mettere in fuga i quattro super-cattivi prima che scoprissero la vera identità della loro amica e rubassero anche i loro gioielli.
- ehi! – prese la parola Andrea alzandosi in piedi, - cosa sono quei musi lunghi? Ok, abbiamo perso, ma non siamo mica spacciati, dobbiamo rialzarci e continuare a combattere, coraggio! – spronò i suoi amici.
- cosa sono quei musi lunghi? COSA SONO QUEI MUSI LUNGHI?! – sbottò spazientito Diego, - non so se ti è chiaro, abbiamo perso l’unico Miraculous che ci permetteva di sconfiggere i soldati neri, i nostri nemici ci hanno umiliato alla grande e la nostra leader è rinchiusa in camera sua in stato catatonico, mi dici che c’è da essere così ottimisti? – la aggredì.
Andrea rimase shockata ed immobile difronte all’argentino che la fissava con occhi iniettati di rabbia, con le lacrime che già le pizzicavano gli occhi.
- ehi, lasciala in pace! – ringhiò a sua volta Davide, inserendosi tra i due per fronteggiare l’altro ragazzo, determinato come mai era stato prima.
- adesso basta! – urlò sull’orlo del pianto Luna, attirando l’attenzione di tutti su di se, e vedendo la più piccola che cercava in vano di trattenere il suo dispiacere, fece cadere tutti in un silenzio colpevole.
Fu proprio in quel momento che Andrea si rese conto che erano davvero stati sconfitti, ma non perché non avevano più Leevy con loro, ma perché i nemici erano riusciti a dividerli… doveva fare qualcosa, ed in fretta, il compito di tenere tutti uniti era il suo, e doveva escogitare qualcosa in fretta.
- è il momento che voi sappiate la verità. – prese la parola Palmm, - dobbiamo dirvi tutto ciò che sappiamo sui nostri nemici. –
- perché avete aspettato fino a ora? – si interrogò dubbioso Davide.
- vedi… - spiegò placidamente Chopper, - spesso ciò che si ignora non può farci del male, volevamo solo proteggervi! –
- i nostri nemici – continuò il gufetto, - sono la Dama Nera e il Cavaliere di Rubino, essi sono stati in tempi passati due grandi eroi, proprio come voi. –
- quindi posseggono anche loro dei Miraculous? – dedusse Andrea.
- non più – la corresse Moon, - quando hanno scelto la via del male gli shono stati tolti, e per punire i loro crimini shono stati maledetti. –
- maledetti? – chiese Luna che non ci capiva, ormai, più un fico secco.
- su di loro è stato lanciato un potente incantesimo: sono stati condannati a restare in eterno imprigionati in un luogo segreto, né vivi né morti, con il divieto assoluto di potersi toccare, perché il loro amore li aveva condotti alla via del male. – raccontò solenne il Kwami della Visione.
- che cosa crudele… - realizzò sconcertata la più piccola.
- mai crudele come la colpa di cui si sono macchiati in vita… - si difese Palmm.
- Palmm… di che colpa si sono macchiati? – chiese timoroso Davide.
- omicidio. – svelò tetro e tutti rimasero senza parole, tutti tranne Diego, nella cui testa risuonavano ancora parole per lui ben più minacciose…
“il loro amore li aveva condotti alla via del male”

 
***
 
Ce l’avevano fatta, avevano vinto. Il suo piano aveva funzionato alla perfezione, e per quei quattro eroi da strapazzo non c’era stato scampo… se solo i suoi “compagni” non fossero stati dei fifoni assurdi e non fossero scappati come conigli alla vista di una debole luce, adesso lui avrebbe tutti per se i poteri di ben sette Miraculous.
Quella notte tuttavia i pensieri che affollavano la mente del giovane Matteo erano un’infinità: si chiedeva come stesse il suo amico Edenn, se la corona d’oro fosse già nelle mani della Dama Nera e che cosa avrebbe comportato… era libera ormai? Avrebbe dovuto guardarsi le spalle più di quanto non stesse già facendo? Stava mettendo in pericolo i suoi fratelli?
- è un vizio allora quello di andare in giro di notte… - lo interruppe una voce alle sue spalle e, girandosi di soprassalto, incontrò il sorriso smagliante di Mason.
- che cavolo ci fai qui? Mi stai seguendo forse? – si interrogò il moretto fin troppo agitato per i suoi standard.
- rilassati, non sono uno psicopatico, semplicemente è la strada che faccio per tornare a casa… -  lo rassicurò il maggiore, - è il destino che ci fa incontrare! – continuò poi avvicinandosi sinuosamente. – che ne dici di invitarmi di nuovo a casa tua? Domami mattina potrei preparare i waffle, sono sicuro che quei due mostriciattoli li adorerebbero! – propose.
Quando il cervello di Matteo metabolizzò quella frase, qualcosa in lui scattò come una sorta di meccanismo pre-impostato. “Domani mattina”, “colazione”, “mostriciattoli”, tutte quelle parole risuonavano di una familiarità e complicità che altro non facevano che mettergli addosso ansia a preoccupazione.
Non poteva permettere che Mason si invischiasse nella ragnatela di guai che era la sua vita…
- Senti… - sibilò il ragazzo, - non so cosa tu ti sia messo in testa, ma qualsiasi cosa tu stia macchinando è solo nella tua testa! Tu hai scelto di dormire nel mio letto, fare lo scemo con i miei fratelli e metterti a fare la mammina, le mie intenzioni erano semplicemente quelle di portarti a letto, né più né meno, avresti dovuto rivestirti e sparire come ogni altro bell’imbusto mediamente intelligente del mondo! – gli sputò in faccia,
- o… ok. – commentò Mason dopo un primo momento di shock, con un sorrisetto amaro, - chissà che mi ero immaginato… hai ragione tu, era tutto nella mia testa… allora… allora ci vediamo a lavoro, ciao e… buonanotte. – gli disse indietreggiando fino a voltargli le spalle e sparire nella notte.
Non avrebbe mai immaginato che leggere il dolore in quei begli occhi chiari gli avrebbe spezzato il cuore in quel modo… ma doveva farlo, doveva proteggere Mason da quel demonio che in fondo in fondo era…
“Ti starò sempre accanto… “pensò amaramente il moro, “sarò il tuo diavolo custode”.


 
***
 
In quella notte, mentre gli eroi si leccavano le ferite nel retro di un anonimo negozietto di abiti, mentre con dolore Matteo spezzava il cuore dell’unico ragazzo che aveva provato a guardare dietro la sua maschera, Idra era ancora pellegrino nella notte e, tra le colonne del Pantheon, passeggiava rigirandosi la corona d’oro tra le mani. Qual era davvero il significato di quel gioiello? Chi era davvero quella donna inquietante? Che cosa stava per fare?
- qual buon vento… - sibilò una voce vellutata alle sue spalle, rivelando la figura della Dama velata.
Kyros si voltò e cercò di scrutare il suo volto attraverso la pesante veletta mentre quella si avvicinava con passo tetramente cadenzato dei tacchi alti; difronte al sottoposto, la donna rimase ritta in attesa, finché Idra non si inginocchiò ai suoi piedi e le porse il gioiello. Anche attraverso il pesante drappo scuro, il ragazzo intravide un luccichio folle nei suoi occhi e rabbrividì.
- Ottimo lavoro, mio fedele alleato, adesso sei libero, attendi il mio ritorno con la tua ricompensa. – spiegò asciutta afferrando la corona e voltandogli le spalle.
Kyros fece qualche passo indietro, poi spiccò un salto e arrivato sul tetto del grande tempio, si ritrasformò e fissò lo sguardo in quello divertito del suo Kwami.
- Ottimo lavoro, ragazzo. – gli disse soddisfatta la creatura.



 
***
 
Da quando era diventata un’eroina, era ormai un’abitudine per Luna trasformarsi di notte, sgattaiolare da casa mentre suo padre e le sue sorelle dormivano profondamente e rimanere sola con i suoi pensieri davanti alla meravigliosa Roma notturna. Quella sera i pensieri erano più del solito, alle sue normali ansie e paranoie da adolescente e preoccupazioni da neo-supereroina si aggiungeva il dolore ed il rimorso per la bruciante sconfitta subita. Avevano fallito, tutti insieme, eppure Luna non riusciva a non ritenersi responsabile… non era riuscita a fare la differenza nonostante i suoi nuovi poteri, e si sentiva assolutamente inutile.
Mentre saltava da un palazzo all’altro, notò in un vicolo un gruppo di giovani ragazzi, non propriamente sobri, che schiamazzavano; avvicinatasi a quel marasma, notò un altro ragazzo steso a terra, in mezzo ai sacchi della spazzatura, che cercava a fatica di rialzarsi. Aguzzando la vista, notò il colore scuro della sua pelle e immediatamente capì ciò che stava succedendo: quel branco di idioti lo aveva pestato perché era “diverso” e un moto di rabbia sconvolse il suo cuore… doveva agire, doveva dar loro una lezione, doveva difendere la giustizia! Ma… ma ne era davvero in grado? Lei che era solo un’adolescente, e un’eroina discutibile? Mentre queste paure la paralizzavano, giunse nel vicolo un altro ragazzo dalla pelle scura, alto 1.80 m, di corporatura proporzionata ma non massiccia, occhi profondi scuri che denotano una saggezza antica, capelli lunghi alle spalle acconciati con i dread. Indossava jeans sdruciti e una maglietta sportiva, al collo gioielli molto colorati, braccialetti ai polsi e orecchini ai lobi delle orecchie. Immediatamente il nuovo arrivato atterrò uno di quegli idioti con un destro formidabile, e si difese quando gli altri gli si avventarono contro insultandolo. Vedere quel ragazzo, totalmente normale, buttarsi nella mischia per difendere un debole, fece rinascere in lei un rinnovato spirito battagliero e, condensando tutto il suo potere, si concentrò per catturare i malfattori con i suoi poteri telecinetici appendendoli, sospesi, al lercio muro del vicolo.
- Io sono Owl Maiden, e nessuno compirà azioni malvagie sotto i miei occhi senza venire punito! – ringhiò l’eroina atterrando, con un salto, su un cassonetto, quindi sciolse la sua morsa e quelli caddero al suolo per poi scappare via impauriti.
Mentre Luna riprendeva fiato, l’eroe della strada aiutò la vittima a rialzarsi, gli asciugò premurosamente il sangue che sgorgava dal labbro spaccato.
- Non preoccuparti, da ora in poi ci sarò io a vegliare su questa città, proteggerò te e tutti quelli come te che vengono discriminati, abusati ed esclusi. – promise solennemente Owl Maiden e il ragazzo, timidamente, rispose “grazie” e riprese la sua strada.
- grazie anche a te, se non ci fossi stato tu non so cosa sarebbe accaduto… - si rivolse poi al misterioso giovane uomo.
- non ringraziarmi, è senza il tuo aiuto che sarebbe andato tutto in vacca! – scherzò quello, - io ho solo fatto il mio dovere di uomo… sai, a volte non sono i poteri a fare la differenza, quanto la verità che hai nel cuore… e un po’ di fortuna! – continuò facendole l’occhiolino.
- allora forse il problema è in fondo al mio cuore… - si rattristò la giovane eroina.
- io ho visto un cuore bellissimo… forse devi solo recuperare il tuo centro… ciò che rende te diversa e speciale rispetto a tutti gli altri eroi del mondo! – gli disse misterioso voltandole le spalle, e sparendo come un felino nell’oscurità dei sobborghi della Città Eterna.
- ciò che mi rende unica… - rifletté Luna, poi un lampo di genio la colse…
- ma certo! –
 

***
 
La mattina seguente Vaen entrò nella palestra del dojo e vide Aurora seduta per terra in un angolo…
Eccola lì, la sua migliore amica… sicuramente l’avrebbe squadrata dalla testa ai piedi ed immediatamente le avrebbe chiesto cosa cìera che non andava, dato che non era mai stata capace di nasconderle nulla… come glielo spiegava che era incazzata, delusa ed amareggiata perché aveva, del tutto casualmente tra l’altro, visto in TV la sera prima lo stesso bell’imbusto mascherato che le aveva promesso di farla diventare speciale combattere un mostro fianco a fianco con un’altra eroina? Semplicemente non avrebbe potuto, e questo non faceva altro che renderla ancora più nervosa.
- ciao… - disse semplicemente sedendosi al fianco della bionda.
- ciao. – rispose semplicemente apatica Aurora. Nessuno sguardo indagatore, nessun “che cosa c’è che non va”…  la sua amica la stava semplicemente ignorando.
- sei scappata mentre mi stavo ancora facendo la doccia, ieri… - la punzecchiò.
- c’è stata un’emergenza, dovevo fare una cosa molto importante. – si giustificò la bionda.
- beh, spero che almeno sia andato tutto bene. – commentò la tailandese senza troppo interesse.
- in verità è andato uno schifo, ma non sembra che te ne freghi più di tanto! – ribatté a tono Aurora alzandosi in piedi, facendo per andarsene.
- se magari mi avessi detto cosa succedeva in quel momento, invece di dartela a gambe e lasciandomi lì come una cretina, forse avrei potuto aiutarti! – le urlò dietro piena di risentimento Vaen, mentre l’amica sbatteva la porta alle sue spalle.
- ma perché più nessuno sembra fidarsi di me… - sospirò riaccucciandosi al suolo, stringendo le ginocchia al petto.


***
 
Greta Manni e suo marito Hans si trovavano davanti una vecchia e diroccata chiesa, in piedi ed in silenzio da una manciata di minuti. Era quello il momento della verità, mentre tra le mani stringevano la corona d’oro della liberazione, di mettere fine alla prigionia che li accomunava da settecento lunghi anni.
- È il momento. – annunciò solenne la Dama Nera sollevando in alto il gioiello, - è arrivato il giorno della vendetta! – proclamò alzando il braccio che stringeva la corona, ed essa si mise subito a brillare intensamente, - oh potente manufatto antico, tu che in te racchiudi il potere di spezzare ogni vincolo e catena, rompi il sigillo di questa chiesa! – domandò solenne e subito una scossa di terremoto fece tremare le porte della cattedrale diroccata e avvolta dall’edera selvatica, poi, il silenzio.
- che succede?! – domandò stranito l’uomo al suo fianco quando la luce si placò.
- pffff pensavate davvero che sarebbe stato così semplice? – gongolò un esserino piccolopiccolo, imprigionato in una bolla nera di energia, - se pensavi davvero, carina, che fossimo così stupidi da rinchiuderti con un incantesimo che avesse una chiave tanto banale? – la prese in giro Leevy.
- tu… - ringhiò furiosa la Dama Nera avvicinandosi pericolosamente alla creaturina, che ora tremava spaventata, - pagherai questo affronto! -

***
 
La notte precedente era stata intensa e tesa per tutti, per Fiore che ancora non accettava la mancanza di Leevy, per Andrea che per la prima volta non si sentiva più parte di un gruppo, per Diego che dentro di se covava rabbia e paura e per Davide che era stufo di fare la vittima, e anelava riscatto. La notte precedente non era stata solo quella della sconfitta, era stata quella che li aveva divisi, per questo l’sms di Luna la mattina seguente li aveva lasciati tutti dubbiosi, ma alla fine avevano ceduto alle insistenze della più piccola e si erano riuniti nonostante l’imbarazzo di essere tutti insieme dopo la furiosa litigata.
- Ehi… - ruppe il ghiaccio Andrea sedendosi vicino ad una Fiore spenta ed apatica, - come stai? – chiese.
- male. – le rispose asciutta, - era la mia migliore amica e non l’ho protetta… lei c’è stata per me, ma io? –
- dai, non dire così. – la consolò l’amica avvolgendola in un caldo abbraccio, mentre la campanella sulla porta del negozio chiuso suonava annunciando l’ultima arrivata.
- ciao a tutti! – esultò Luna.
- ma che hai da essere tanto allegra? Se non ricordo male siamo ancora nella merda… - chiese scettico Davide.
- ancora per poco. – annunciò soddisfatta, - almeno credo… spero. – rettificò poi grattandosi la testa.
- vorresti spiegarti? – insistette il cervo.
- vedete… - incominciò la minore, - ho pensato all’ultimo scontro e ho avuto un flash della mia battaglia con quello che aveva il potere del Serpente, e mi sono ricordata di aver avuto una visione di lui non trasformato, di spalle davanti ad un grosso libro che sembrava essere antico ed emanava un’energia strana, non lo potrei mai riconoscere perché di lui ho visto solo un grande tatuaggio, ma sono quasi sicura che quel libro sia… -
- il Grimorio degli Incantesimi! – dedusse Davide, ma riflettendo il suo entusiasmo si spense, - fantastico, questo vuol dire che hanno già trovato e derubato, nella migliore delle ipotesi, uno dei due Custodi… -
- questo non lo so, ma sono certa che se esiste una possibilità di riportare Leevy a casa, è il quel libro! – continuò entusiasta la ragazzina.
- ma come facciamo a prenderlo se non sappiamo chi lo possiede? – chiese dubbiosa Andrea.
- è qui che arriva il bello… ho pensato che non serve trovare fisicamente il libro… dopotutto quando il fratello di Fiore era in mano ai malvagi non abbiamo trovato fisicamente il suo corpo, ma la sua anima nel Piano astrale. – ricordò.
- quindi pensi di poter raggiungere il libro solo con il tuo spirito viaggiano attraverso il Piano astrale? – cercò di capire la ragazza-lupo.
- esatto, ma per fare questo mi serve il tuo potere di “fiutare” chi possiede i Miraculous… ricordo a memoria la vibrazione dell’energia di quel cattivone, ma non sono sicura di poterla trovare senza aiuto. – chiarì la piu piccola.
- allora basterà unire i poteri del Lupo e della Civetta, - dedusse pratica la mora facendo per sfilarsi il bracciale, ma fu interrotta dalla rossa:
- no! – la fermò, - non sono i poteri che devono unirsi, ma noi. – disse convinta alzandosi in piedi con una nuova luce di determinazione negli occhi, - lo abbiamo fatto una volta insieme e lo faremo ancora.
- prendo le candele! – esultò il Cervo.
- io i gessetti colorati per disegnare il cerchio magico! – gli fece eco Diego e, mentre tutti si muovevano concitati, una lacrima scese sulle guance della stilista: erano ancora insieme nonostante tutto.


***
 
Pochi minuti dopo, erano tutti con il fiato sospeso, osservando Owl Maiden e Silver Claw sedute a gambe incrociate nel cerchio di candele, che si tenevano per mano.
- Pronta? – chiese la più grande e l’altra annuì, quindi richiamò il suo potere, - RICHIAMO DEL BRANCO! – e una luce verde smeraldo le avvolse entrambe-
- lo vedi? – chiese la civetta alla ragazza-lupo che, ad occhi chiusi, riviveva nella mente lo scontro con Idra.
- si… - ammise, sorpresa l’altra.
- allora portami da lui…. OCC
HIO ASTRALE! –

Luna si sentiva fluttuare ne vuoto, era come essere immersa in una grande piscina piena di acqua densa e pesante… aprì gli occhi e mise a fuoco, davanti a se, la faccia arcigna di medusa che la trafiggeva piuttosto incazzosa.
Ce l’avevano fatta, era lì, dietro al suo nemico, poteva spiarlo inosservata, doveva solo nuotare contro quella forza che la faceva galleggiare e spingere lo sguardo un po’ più in là…
Il ragazzo stava sfogliando pigramente il grande tomo, non riusciva a mettere a fuoco il suo viso, ma poteva vedere chiaramente quelle parole scritte in una lingua sconosciuta.
Merda. merdamerdamerda. Non riusciva a capire un tubo di ciò che leggeva… Luna iniziò ad agitarsi, come se stesse affogando e, incredibile da dire per una che in quel momento non aveva un corpo, cadde.
Quando riaprì gli occhi non sentiva più quella forza spingerla lontano, era tornata solida… corporea e… sentiva la ruvidezza della carta tra le dita… guardò il libro e improvvisamente le parve di capire ciò che stesse leggendo, ma come cavolo era possibile?
“Non devi fidarti di lei, ti stai mettendo in pericolo!”
Aspetta un attimo, quel coso parlava?
- che cosa ne sai tu, sei solo un insieme di pezzi di carta! –
Aspetta un altro attimo, lei aveva appena risposto?! Aveva sentito quelle parole fuoriuscirle dalla bocca senza poterle controllare, ma in che diavolo di casino si era cacciata?
“modera i termini ragazzino, e porta rispetto alle persone più grandi di te!”
Ah. Si incazzava pure il libro… e le aveva appena dato del maschio?! Che libro maleducato.
Poi improvvisamente, sfogliata un’altra pagina lesse un titolo che la fece illuminare: rituale per la riunione delle stelle, diceva.
Eccolo, era lì! Iniziò a leggere quando, senza che potesse comandarla, la sua mano voltò la pagina e Luna si oppose con tutte le sue forze perché ciò non accadesse, ma non ci riuscì e, improvvisamente, sentì una forza afferrarla per le spalle e trascinarla indietro, fuori da quel corpo, e poi fu il buio.

-Ah! – espirò Owl Maiden rinvenendo.
- non respiravi più! – le disse, preoccupata, Fiore.
- credo di aver appena avuto un’esperienza extracorporea… - la informò la più piccola abbastanza confusa, - anche se non ho la minima idea di come ci sia riuscita… - ed evitò di aggiungere il piccolo dettaglio che era accidentalmente “caduta” in un corpo altrui.
- allora? Hai trovato qualcosa? – chiese sulle spine il Cervo. Allora Luna chiuse gli occhi e le riapparse alla mente l’immagine della pagina che aveva adocchiato, e, quando riaprì le palpebre, un sorriso furbo le si dipinse sul volto.
- oh, ci puoi giurare! –

***
 
Il sole stava tramontando su Roma quando i sette eroi si riunirono sulla cima del Cupolone in Piazza San Pietro. Gladiator atterrò portando in braccio una ragazza vestita con una tuta nera ed un pesante casco integrale sul capo.
- E lei è… - chiese dubbioso Dolphy Titan che era stato prontamente reclutato, insieme a Callisto, da Cernuus e Silver Claw. I due ragazzi, Astreo e Andrea, erano particolarmente tristi, insicuri e demoralizzati, eppure era bastato vedere l’euforia di quella strana coppia per far rinascere in loro lo spirito guerriero.
- sono io, White Dove, dichiamo… beh, in borghese… -
- siamo tutti pronti? Avete portato tutti il vostro oggetto più caro? – chiese Owl Maiden che stava attizzando un fuoco bruciando foglie di ulivo.
- si! – risposero in coro, e Fiore fu la prima ad avvicinarsi alla fiamma, - questo bozzetto è stato il primo che ho disegnato in accademia, ero così insicura e poi… ho avuto tanti di quei complimenti che alla fine mi sono convinta che ce la potevo fare… - spiegò accarezzando il vecchio foglio ingiallito prima di lasciarlo bruciare. – per Leevy… -
- per Leevy, lascio la mia collana preferita… mi ha sempre ricordato che in ogni cosa malvagia o brutta cìè sempre una scintilla di luce! – la seguì a ruota Andrea dando alle fiamme la sua collana con lo Yin-Yang.
- per Leevy… - disse Davide lasciando che le sue cuffie nuove di zecca si sciogliessero nel fuoco, - ora non ho più bisogno di rifugiarmi in un mondo ovattato fatto di musica, ora ho degli amici per cui lottare! –
- per Leevy, cedo il mio cavalletto con cui ho iniziato a dipingere, e che ha sorretto tutti i ritratti che vi ho fatto! – annunciò Luna facendolo levitare in mezzo al falò.
- per Leevy… - fece eco semplicemente Diego lasciando cadere una vecchia e sbiadita foto in bianco e nero.
- questa è la collana che mi ha regalato da bambino mia nonna… lei mi ha tenuto con se e mi ha insegnato a riconoscere le stelle nel cielo… non sarei qui con voi se non fosse stato per lei… - spiegò titubante Astreo, gettando con una lacrima il ciondolo nel fuoco.
- questo è il mio… - disse imbarazzata Aurora mostrando un portacipria prima di lanciarlo insieme agli alti, - lo so che sembra stupida, ma quando mi guardo in quello specchio, vedo come sono diventata, quante cose ho affrontato, e mi sento più forte! –
- e ora saremo forti tutti insieme, manterremo fede a tutto ciò che questi oggetti rappresentavano per noi, siete pronti? – chiese Owl Maiden e tutti annuirono.

Supremo fuoco, scintilla sfavillante
Che brilli con il tuo calore accecante
In mezzo alla tempesta e fra le onde del mare
Bruci contro le forze del male
Oggi ti invochiamo
con questo sacrificio ti imploriamo
riporta da noi la settima stella miracolosa
riunisci in noi la luce gloriosa
ovunque dispersa, ovunque sia
riportala qui con la tua magia!


Recitarono in coro mentre la fiamma si faceva sempre più imponente, risucchiava vorticando i sette oggetti sacrificali e brillava dei sette colori dell’arcobaleno, fino a che non si trasformò in una sfera di luce talmente abbagliane che li accecò.
Tutti si coprirono gli occhi con le mani e, quando, per prima, Fiore tornò a vedere dinanzi a se, scoppiò in un pianto liberatorio e disperato.
- finalmente! – cinguettò ansimando un piccolo uccellino, per la fatica di dover reggere la pesante corona dorata, - quella lì voleva tirarmi via tutte le piume! -

***
 
Dopo aver accolto festosi Leevy, i cinque eroi avevano mandato a casa con un sorriso soddisfatto Astreo e Aurora e si erano riuniti al Camilla’s Store per festeggiare, ma non tutti sentivano la festa nell’aria…
Diego stava osservando le figure che il fumo della sigaretta disegnava in aria quando sentì la campanella della porta alle sue spalle suonare e, nel momento stesso in cui si voltò, si trovò avvolto in un caldo abbraccio.
- Sono così felice! – sospirò la rossa inspirando il profumo del maglione del ragazzo.
- e io sono felice per te… non ce la facevo più a vederti in quello stato! – le confidò Diego.
La rossa alzò lo sguardo e fissò lo sguardo negli occhi scuri del ragazzo, poi cercò di alzarsi sulle punte per baciarlo ma prontamente due mani si posarono sulle sue spalle per fermarla, e il suo sorriso sfiorì sul suo volto.
- Diego ma che… - provò a chiedere ma fu immediatamente interrotta dall’argentino:
- aspetta… dobbiamo parlare un attimo. – sospirò il giovane, - tu sei perfetta, e io non credo di essere mai stato tanto bene con qualcuno in vita mia. – le disse.
- però… - lo incoraggiò a continuare, sulle spine, la stilista.
- vedi… nei fumetti si dice spesso che da grandi poteri derivano grandi responsabilità ed ecco, noi abbiamo grandi poteri ed io… io sento di non riuscire ad essere un bravo supereroe finché sto con te, finché tu sarai per me più importante del resto del mondo, e quindi…
- basta così. – lo interruppe Fiore allontanandosi da lui di un passo, la pesante frangia a coprirle lo sguardo chino, - hai ragione, da quando siamo insieme non facciamo che infilare un casino dietro l’altro, e beh… io sono pur sempre il capo quindi ecco…. ti capisco. – gli disse cercando di sorridere, senza però riuscire a trattenere le lacrime, - solo… non diciamolo agli altri – propose, - non rovinare la festa anche a loro. – terminò, amaramente, tornado dentro.
Diego riprese a guardare il fumo che fuoriusciva dalla sigaretta ormai consumata, già pentito di ciò che aveva fatto.

 

***
 
Fiore fissava il suo cocktail, preparato magistralmente dal cameriere spocchioso che lavorava per suo fratello, con poca voglia di berlo nonostante fosse nell’aspetto molto invitante; avrebbe dovuto essere felice… sentiva di nuovo quella vocetta dolce bisbigliarle dall’interno della sua folta chioma, la sua migliore amica era sana e salva, al suo fianco, ed era questo ciò che importava, eppure… eppure sentiva il suo cuore stringersi dolorosamente nel petto ad ogni respiro.
Si era fidata ed aveva preso un grosso muro dritto sul muso, questa era la verità.
- Non è stata una grande giornata neanche per te, eh? – sospirò suo fratello sedendosi accanto a lei.
- già… - commentò laconicamente. – e tu che ci fai qui, non dovresti lavorare? – lo punzecchiò acidamente.
- ehi! Io sto lavorando, infatti ero venuto a chiederti un aiuto per un duetto… - propose con quel suo sorrisetto furbo da nessuno-mi-può-dire-di-no-e-lo-so che, tuttavia, era velato di amarezza.
- neanche per sogno, non ho intenzione di cantare proprio stase… - inveì la rossa, bloccandosi però una volta letto il titolo sullo spartito che Mason gli porgeva. Ed eccola, una lacrima solitaria rigarle il viso.
- adesso mi spieghi che succede? – le chiese, serio, il gemello prendendole le mani nelle proprie.
- ecco io… io mi sento esattamente così… sento il mio cuore avvolto da un’eclissi infinita… - singhiozzò, sfogandosi, Fiore.
Mason indurì la mascella, capendo immediatamente cosa fosse successo, - su col morale sorellina, adesso vai dietro le quinte e preparati, - propose asciugandole la lacrima con il dorso della mano, - vedrai che andrà meglio, fidati di me. – la rassicurò osservandola fare cenno di sì con il capo e, mentre si allontanava, giurò a se stesso che quella sottospecie di bell’imbusto non l’avrebbe passata liscia.
Dietro al bancone del bar, Matteo vide con la coda dell’occhio la ragazza vestita da caramella dirigersi dietro le quinte ed il proprio datore di lavoro iniziare a fare avanti ed indietro per il locale come un leone in gabbia; decise lì per lì di non farci caso e si concentrò sulle ordinazioni che doveva preparare, quando lesse una comanda e il suo sopracciglio si arcuò tanto in alto come poche volte in vita sua.
- Allora, non è ancora pronta la mia ordinazione? – chiese una voce conosciuta e si voltò interdetto.
- “virgin cuba libre”? praticamente una coca cola… - constatò divertito rivolgendosi ad Astreo.
- già, credevo che se non l’avessi chiamata come un cocktail non avresti saputo cosa fosse. – lo punzecchiò il biondo, poi il suo sguardo cadde involontariamente su Mason, lo osservò qualche tempo e poi si rivolse serio al barista: - che cosa gli hai fatto? – chiese serio.
- facile dare sempre la colpa a me! – rispose sdegnoso il moretto. – e comunque, se ti interessa, l’ho “mollato” … credeva che una scopata significasse eterna felicità insieme, povero illuso! Adesso è tutto tuo. – lo informò velenoso.
- sei crudele… - rispose solamente il ragazzino, tuttavia Matteo rimase stupito dal suo tono di voce… non c’era traccia di rabbia o risentimento solo… tristezza.
- perché ho la sensazione che stia per partire una predica? – sbuffò annoiato servendogli di malavoglia la sua cola e continuando a mescolare gli altri drink facendo finta di non ascoltarlo.
- te l’ho detto una volta che le persone non sono giocattoli, e far soffrire qualcuno di proposito non è un gioco divertente… - gli fece notare con serenità il biondo.
- neanche tu sei divertente, anzi, sei una noia mortale! – lo derise invece il moretto continuando ad ignorarlo, sentendo tuttavia il suo sguardo penetrante trafiggergli la schiena fino al punto che dovette per fora voltarsi a fronteggiarlo.
Astreo lo studiò alcuni istanti, poi fissò il suo sguardo di ghiaccio nelle iridi scure e, - credi davvero che potrai essere felice continuando ad allontanare chi ti vuole bene prima di affezionartici? – domandò lapidario.
A quelle parole insolenti Matteo sbottò, - tu non sai niente di me. – sibilò minaccioso.
- So più di quanto tu ti illudi di sapere di te stesso. – rispose con la solita calma l’altro continuando a scrutarlo con quello sguardo colmo di disgustosa compassione, poi, con eleganza, prese il suo bicchiere e tornò al suo tavolo lasciando Matteo a digrignare irritato i denti.
In quello stesso momento gli altro quattro eroi entrarono al RistòBand… avevano intenzione di festeggiare il ritorno di Leevy ed insieme a lei delle loro speranze, tuttavia non sapevano ancora quanto fosse, per Diego, difficile far finta di nulla dopo ciò che era successo; i tre ragazzi allegramente si diressero subito ad un tavolino mentre l’argentino indugiò un attimo sulla porta, finendo per essere immediatamente un bersaglio facile per un incazzatissimo Mason.
- Mi spieghi che hai fatto a mia sorella?!- chiese spintonandolo.
Diego sospirò, tentando di rimanere calmo, e rispose:
-  non credo proprio che siano affari tuoi. –
- sì che lo sono, è mia sorella gemella! – lo redarguì sempre più iroso il moro.
- curioso che non la pensassi così quando, meno di due settimane fa, hai provato a rovinarle la vita… dovresti essere contento, ora sono tutto tuo! – lo provocò velenoso l’eroe, indispettendo il rivale a tal punto che Mason provò a saltargli addosso. – ascoltami bene… - ringhiò allora Diego mentre le sue iridi si coloravano di un intenso rosso, - adesso farai il bravo bambino e filerai via dalla mia vista, tornerai a fare ciò che stavi facendo e non ti ricorderai minimamente di ciò che è accaduto. – ordinò e quello, come ipnotizzato, eseguì.
Diego si guardò intorno, sperando che tutti fossero troppo presi dalla propria spensieratezza ed allegria per accorgersi di ciò che era accaduto, e a prima vista gli sembrò tutto tranquillo… non aveva però messo in conto che la scena non era sfuggita ad un sempre attento barista…
- Oh. Mio. Satana. – imprecò Matteo allibito da ciò che aveva visto, mentre gli tornava alla mente il ricordo della cavigliera che gli ustionava la pelle, quando la ragazza con la treccia stava annusando freneticamente l’aria; come aveva fatto a non capirlo prima? Erano cinque, non avevano niente in comune che giustificasse il loro essere sempre appiccicati come le cozze, sparivano improvvisamente…
Aveva appena beccato i suoi nemici.
 
***
 
Quando le quinte del palco si aprirono, rivelarono al centro della pedana due sgabelli vuoti; nel silenzio più totale i due fratelli salirono sul palco e si accomodarono, microfoni in mano, attendendo la musica.
Le prime note risuonarono e non sfuggirono all’orecchio di Andrea che, vedendo Diego ancora in piedi sulla porta, tirò la manica di Davide e gli chiese, - ma che cavolo succede? –
- Cosa dovrebbe succedere?  - domandò di rimando il moro confuso.
- sta a sentire! – gli disse allora la ragazza, mentre Fiore e Mason iniziarono a cantare:
Turn around … - intonò per primo Mason
- Every now and then I get a little bit lonely
And you're never coming 'round
– gli fece eco la sorella.
- Turn around – ripeté un tono più in alto il moro.
- every now and then I get a little bit tired
Of listening to the sound of my tears
– cantò Fiore.
- Turn around – cantò ancora Mason,
- every now and then I get a little bit nervous
That the best of all the years have gone by
 every now and then I get a little bit terrified
And then I see the look in your eyes
– risuonò la voce flautata della rossa, non riuscendo prò a mascherare un velo di malinconia in ogni nota.
- Turn around, bright eyes – cantò a piena voce il ragazzo alzandosi in piedi.
- every now and then I fall apart – lo raggiunse Fiore
- Turn around, bright eyes – ripeté ancora più forte Mason.
- every now and then I fall apart!
 
And I need you now tonight
And I need you more than ever
And if you only hold me tight
We'll be holding on forever
And we'll only be making it right
'Cause we'll never be wrong
Together we can take it to the end of the line
Your love is like a shadow on me all of the time
I don't know what to do and I'm always in the dark
We're living in a powder keg and giving off sparks
I really need you tonight
Forever's gonna start tonight
Forever's gonna start tonight

Cantò Fiore mentre, tra il pubblico, flash e applausi riempivano il locale omaggiando il duo. Quando gli strumenti suonarono più forte, aprendo il ritmo della canzone in una grande armonia, davanti ai suoi occhi il locale perse di consistenza, e le riaffiorarono ricordi che non avrebbe mai immaginato esserle già tanto cari: ricordò la loro pria battaglia insieme, quando la prese al volo salvandole la vita, il loro primo incontro al foro romano, le loro liti, il loro primo appuntamento ed il bacio nella fontana…
 
- Once upon a time I was falling in love
But now I'm only falling apart
There's nothing I can do
A total eclipse of the heart
– duettarono i fratelli.
 
Once upon a time there was light in my life
But now there's only love in the dark
Nothing I can say
A total eclipse of the heart
A total eclipse of the heart
A total eclipse of the heart

 
- Turn around, bright eyes. – cantò Diego mentre, voltate le spalle, andava via, lontano, nella notte.
 
[*] strumento musicale giapponese
[**] nell’etologia comportamentale del leone, è l’harem delle leonesse a fare tutto il lavoro, procurare il cibo e crescere la prole, mentre il maschio ha il solo ruolo di “difendere” il territorio con la propria presenza.

NOTE D’AUTORE
Bentornati alla fine questo capitolo dolceamaro, che dite, ve lo aspettavate così? Non credo proprio muahahahahahah. Non vi nego che è stato un capitolo molto complicato da scrivere, quindi ora più che mai necessito delle vostre impressioni, critiche e consigli.
Come potete vedere è ancora tutto aperto, 1 pari palla al centro, e ne vedremo delle belle.
In questo capitolo ho volto inserire una piccola scena che tocca il tema, più che mai attuale, della discriminazione razziale, come voltato da voi, insieme ad altri temi che affronteremo più avanti, in un sondaggio nel cap. 6.
Come già anticipato nello scorso capitolo ci aspetta un bel cambio di scenario, votato dalla maggioranza, ma per capirci meglio qualcosa organizziamoci per punti come sempre:
1) MOMENTO ESTER EGG: sono molto molto deluso da voi, moltissimo! Non avete riconosciuto l’ester egg di Harry Potter, mi viene da piangere T.T
“e ora usciamo nella notte e seguiamo la fugace tentatrice, l’avventura!” è una frase di Albus Silente da HP e il Principe Mezzosangue.
Ora vediamo come ve la cavate con questa… se non sapete dove andare a cercare beh… potete fare un salto giù all’inferno ;-)
2) MOMENTO INTERATTIVITA’: benissimo ragazzi, da ora in poi le battaglie si faranno sempre più frequenti e cruente, quindi mi stavo domandando, in virtù della prima Bonus Track che ha preceduto questo capitolo, quanto davvero avete compreso il potere dei Miraculous? Dovete rispondere a ben due domande, sbizzarritevi ed inventatevene delle belle, sorprendetemi!
In che modo pensi che il tuo oc possa “allenarsi” e migliorare i suoi poteri?
Quale ulteriore power up ti immagini per il tuo Miraculous? (come ad esempio lo sviluppo dei poteri telecinetici di Luna)
3) MOMENTO SONDAGGI: da questo capitolo in poi i sondaggi diventano ben due: uno legato alla storia, un secondo legato alla serie di os che è partita di recente, quindi vi chiedo:
Vorreste all’inizio di ogni capitolo un “riassunto” delle puntate precedenti? (un po’ come succedeva nei cartoni animati e serie tv che vedevamo da piccoli)
Scegliete la prossima os tra i seguenti temi: os rossa, backstory di un personaggio, missing moments.
4) MOMENTO OC: ricordo ai volenterosi che è ancora aperta la selezione per il “ficcanaso”, un personaggio curioso che sia interessato a scoprire la verità dietro ai nostri eroi. Ecco la scheda:
ANAGRAFICA:
ASPETTO FISICO:
STORIA PERSONALE:
HOBBY/PASSIONI/LAVORO:
PERCHE’ VUOLE SAPERNE DI PIU’ SUI MIRACULOUS:
5) VARIE ED EVENTUALI (volevo troppo scriverlo lol): innanzitutto volevo annunciarvi il debutto della serie di os legate a questa storia, pubblicata con il titolo “A TRAVEL AROUND A MIRACULOUS WORLD” con il primo capitolo dedicato al nostro amato Simba wa moto. Nei sondaggi sopra potrete votare l’argomento del secondo capitolo, non siate timidi, votate!
Un ringraziamento ai fedelissimi: HARRY FINE, DRAGUN95, SIMSTAR E SUMMERLOVER per la loro costante presenza, a tutti i lettori silenziosi e a chiunque sostenga questo lavoro.
6) MOMENTO FANART E MUSICA: questo capitolo ha suonato sulle note di “A total eclipse of the heart” di Bonnie Tyler, 1983. Vi allego il link della cover di Glee, che spero ascoltiate e vi piaccia: 
https://www.youtube.com/watch?v=xbQh4nTArHM
Che dire, al prossimo capitolo
Baci,
SG
IN THE NEXT CHAPTER:
Andrea entrò trafelata nel negozio di abiti, facendo tintinnare la campanella sulla porta; il suono attirò l’attenzione della proprietaria che si voltò e, nel vederla, la mora sbiancò:
- che cavolo hai combinato?! -

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** La cura ***


IN THE PREVIOUS CHAPTER:

Dopo la dura sconfitta da parte delle stelle malefiche, per i nostri eroi è doloroso ripartire, tra insicurezze, rancori e amori finiti, ma grazie all’intervento provvidenziale di Simba Wa Moto nella giovane Luna si risveglia lo spirito battagliero e la cara Leevy torna a casa.
Intanto la perfida Dama Nera scopre che non è sufficiente il potere della colomba per liberarsi e, per una sfortunata successione di eventi, Matteo scopre le identità segrete della Miracle Squad.

 
CAPITOLO 13:

LA CURA

 
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai
 
 
Matteo si chiuse la porta della cella frigorifera alle spalle, ansimando, mentre fuori suonavano ancora le note di quella stupida e melensa canzoncina. Aveva bisogno di fermarsi e riprendere fiato, e soprattutto di metabolizzare ciò che aveva visto e dedotto.
Non ci poteva credere, li aveva trovati, ora li teneva in pugno.
Si… ma che avrebbe dovuto fare? Dov’era Edenn quando gli serviva la sua geniale cattiveria?
- non credo sia il clima adatto a voi mammiferi senza pelo… specie per te che ti togli anche quel poco che hai… - gli rivolse la parola il suo Kwami uscendo dal suo nascondiglio.
- grazie del consiglio Crisomallo, ma non accetto pareri sulla depilazione da un caprone! – gli rispose a tono il moretto, - e ora taci, devo pensare! –
- non penseresti neanche se intorno a te ci fosse il silenzio cosmico! – lo prese in giro la creaturina, - spero per te che tu non abbia davvero intenzione di usare ciò che hai visto come un’arma! – lo minacciò.
- e a te cosa interessa? E poi come fai a saperlo se stai sempre chiuso qui dentro?! – chiese confuso ed indignato Matteo.
- o qualche migliaio di anni più di te, ho i miei trucchi. Stai già usando il nobile potere dell’ariete per fare del male, non abbassarti anche a questo! Un vero guerriero non attacca alle spalle un nemico disarmato! – gli ricordò facendosi immediatamente serio.
- grazie per la perla di saggezza, ma ne faccio a meno. – lo zittì il ragazzo voltandogli la schiena e facendo per uscire, effettivamente si stava ghiacciando il culo lì dentro. Spinse la maniglia ma la porta non accennava a volersi aprire. Gridò aiuto ma nessuno pareva sentirlo, maledetta musica del cazzo.
Era in un bel casino.

***

Arrivato nell’appartamento che condivideva con alcuni compagni di corso, Astreo sentì improvvisamente la testa girare, lo stomaco chiudersi in una morsa e un fortissimo senso di nausea assalirlo, tanto che dovette precipitarsi verso il bagno a vomitare e, con orrore, vide il liquido nero e viscoso che aveva espulso da dentro di se.
- Che cavolo mi succede? – rantolò desiderando con tutto se stesso avere Tiffany accanto a se in quel momento.
Quando fu sicuro di reggersi sulle sue gambe, lasciò la presa sulla tazza del water e si sciacquò il viso, ma, quando cercò il proprio riflesso nello specchio, trasalì vedendosi un grosso serpente avvolto attorno alle spalle… urlò e si dimenò fin che non si rese conto di non avere niente addosso, quindi tornò a fissare lo specchio e lo vide ancora lì, muoversi sinuosamente e pericolosamente per avvolgerlo sempre più.
Non sssei stanco di essere sempre quello timido, impacciato, invisibile?
Sussurrò la creatura lambendogli un orecchio con la sua lingua biforcuta.
- Invisibile… - ripeté ipnotizzato il greco.
Tutti ti sssssottovalutano, a stento ti prendono in conssssiderazione, si fanno beffe di te! Tutto perché ti poni da ssssolo dei freni… non vorresti essere finalmente libero dalle tue insssssicurezze, da quel pesante macigno che ti impedisce di emergere?
- Libero… - fece ancora eco il biondino.
Allora vai! Ssssciogli i freni inibitori e vai a prenderti ciò che desssssideri! Basta essere il bravo ragazzo di turno che finisce sssssempre nell’angolo, menti, inganna, approfitta, ruba!
- Ciò che desidero… - sospirò Astreo mentre la testa ricominciava a girare e, prima di svenire, penando al suo più grande desiderio, nel buio emersero due grandi e sorridenti occhi azzurri.


***
 
All’interno dell’oscura cattedrale maledetta, la Dama Nera condensò alcune bolle di energia nere come la pece e le scagliò con violenza contro una parete, che tuttavia rimase intatta come protetta da una barriera invisibile. La donna ringhiò furiosa, - settecento anni in attesa di quella maledetta corona e non è servito a niente! - urlò disperata, - QUEI MOCCIOSI SI SONO PRESI GIOCO DI ME! – sbottò.
- Calmati! – le intimò il Cavaliere di Rubino, - o esaurirai tutte le energie che attingi da quella sciocca mortale! – la mise in guardia.
- ho bisogno di più energia, più potere! – sbraitò la Dama Nera, - ho bisogno di quel libro! – si rese conto, - e quella sottospecie di bambino viziato farà bene a portarmelo quanto prima, altrimenti banchetterò con il suo sangue! -


***
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore
Dalle ossessioni delle tue manie
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
E guarirai da tutte le malattie
Perché sei un essere speciale
Ed io, avrò cura di te
 
Matteo riemerse da un sonno cupo e senza sogni grazie alla sensazione di qualcosa di freddo ed umido che gli veniva spiaccicato sulla fronte. Provò ad articolare un suono e un forte bruciare in fondo alla gola lo fermò e, mentre cercava di muoversi, si sentì ingolfato da una specie di bozzolo caldo fatto di coperte. Aveva gli occhi talmente gonfi che non riuscì subito a mettere a fuoco dove si trovava, sentiva solo un suono cadenzato e metallico, e gli ci volle un po’ per rendersi conto di essere disteso sul divano del proprio salotto e che qualcuno stava usando un grosso coltello per affettare qualcosa, mentre un buon odore riempiva tutta la stanza.
- ti sei svegliato finalmente! – lo richiamò una voce fin troppo familiare, ormai… e fu così che notò il suo capo che si dava da fare per tagliuzzare verdure che poi metteva in una grossa pentola bollente sull’unico fornello ancora funzionante del piano cottura.
- che cosa ci fai tu qui? – chiese con voce impastata mentre si levava dalla fronte lo straccio umido.
- il brodo di pollo. – rispose semplicemente quello con un’alzata di spalle.
- credo che nessuno mi abbia mai cucinato il brodo di pollo in vita mia… - fece mente locale il moretto mentre si massaggiava le tempie doloranti.
- credo che non ti fosse mai neanche capitato di chiuderti da solo in una cella frigorifera per sbaglio… ti ho ritrovato svenuto, tutto raggomitolato e tremante quando stavo chiudendo il locale. – spiegò con tranquillità Mason. Curiosamente nella sua voce non c’era minima traccia di rancore o risentimento per essere stato “lasciato” da meno di 24 ore, o almeno credeva, per quanto aveva dormito?
- dove sono i miei fratelli? – indago preoccupato.
- dormono, gli ho preparato una carbonara al volo e per poco non si sono addormentati di faccia nel piatto, credo non siano abituati a mangiare carboidrati la sera! – raccontò divertito il più grande.
- non sono proprio abituati a mangiare la sera… - commentò amaramente Matteo distogliendo lo sguardo. - perché fai questo per me? – chiese poi a bruciapelo mentre prendeva in mano l’aspirina ed il bicchiere d’acqua che Mason, dopo aver dismesso il grembiule da cucina, gli porgeva.
- in realtà credo di essermi comportato da stronzo per così tanti anni da aver maturato una specie di debito Karmico, o qualcosa del genere… insomma, non ho intenzione di reincarnarmi in un lombrico o qualche schifezza simile! – ironizzò Mason, - e poi ti voglio bene, lo sai. – concluse più sinceramente.
- lo sai che prenderti cura di me non mi farà cambiare idea su noi due vero? – chiarì Matteo facendosi serio.
- Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare. – gli rispose poeticamente il ragazzo mentre si infilava il cappotto e la sciarpa. – rimettiti presto, e non venire a lavoro, me la cavo da solo, ciao! – concluse avviandosi alla porta che richiuse alle sue spalle, portandosi dietro quella scia di allegria che sempre lo accompagnava e che fece restare Matteo un po’ vuoto e triste, ma lasciando tuttavia di se ancora quel buon profumo di cucinato, che sapeva un po’ di cura.
E per la prima volta, Matteo si chiese cosa volesse dire prendersi cura di qualcuno.


***
Vagavo per i campi del Tennessee
Come vi ero arrivato, chissà
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
Attraversano il mare
 
Andrea aveva appena finito lezione in accademia e si stava precipitando a passo spedito verso il Camilla’s Store, doveva vederci assolutamente chiaro su quello che era successo la sera prima, dato che sia Diego che Fiore si erano volatilizzati prima che potesse indagare.
Arrivata a destinazione, Andrea entrò trafelata nel negozio di abiti, facendo tintinnare la campanella sulla porta; il suono attirò l’attenzione della proprietaria che si voltò e, nel vederla, la mora sbiancò:
- che cavolo hai combinato?! – trasalì vedendo i capelli della rossa freschi di parrucchiere, che sfioravano le spalle e avvolti in morbide onde.
- avevo voglia di cambiamento e ci ho dato un taglio. – scrollò le spalle la stilista senza smettere di sistemare dei capi più primaverili sugli scaffali, l’inverno stava infatti per finire.
- allora ci avevo visto giusto… - sospirò triste la giovane artista.
- che hai visto, un fantasma? – ironizzò Fiore.
- no, ho visto che le cose tra te e Diego non stanno andando bene… - azzardò comprensiva la ragazza-lupo.
- ci siamo lasciati… - ammise la proprietaria fingendo disinteresse, senza smettere di rassettare.
- ehi! – la fermò Andrea, - non devi fingere che vada tutto bene, non con me. – la rassicurò, e fu allora che una lacrima solitaria la tradì. –facciamo così… - cercò di tirarla su di morale, - stasera chiudi prima. – ordinò. –
- perché mai? – chiese scettica la rossa.
- perché stasera usciamo, - le fece l’occhiolino, - serata tra donne. -


***
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi
La bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi
 
Kenny amava Villa Borghese, adorava tutto quel verde in mezzo ad una grande città, dove potersi rilassare e rimanere da solo con i suoi pensieri; e adorava anche mangiare schifezze, per questo stava assaltando un tubo di patatine voracemente; ma la cosa che adorava più di tutto, ea osservare Maya mentre era intenta a fare qualcosa che le piaceva, vederla con quell’espressione crucciata mentre si concentrava, oppure carpire tutte le sfumature del suo viso quando era più rilassato, era il suo Hobby preferito. Certo, non aveva mai dato adito alla sua migliore amica di capire che il suo cuore batteva per lei e lei soltanto, si impegnava con tutte le sue forze a prenderla in giro, ad essere per lei il migliore amico possibile e soprattutto a provarci con quante più ragazze possibile in sua presenza, ma nessuna avrebbe mai preso il suo posto.
- ma riuscirai mai a fare qualcosa di salutare nella tua vita? – lo interrogò l’oggetto dei suoi pensieri, facendo una pausa dai suoi giri di corsa proprio davanti la panchina su cui si era stravaccato bellamente, senza tuttavia perdere neanche un secondo prezioso, infatti subito lo fece spostare per fare stretching.
- la vita è troppo breve per preoccuparsi delle cose salutari. – si giustificò il ragazzo mettendosi seduto, - ancor più breve soprattutto ora che ci siamo imbarcati in questa follia… - constatò ironico.
- io non capisco come tu faccia ad essere così rilassato, - commentò incredula Maya, - tra poco la Custode sarà libera dalla prigionia, e con lei a guidarci cambieremo la faccia della terra! – gli ricordò, emozionata come mai prima era stata.
- esaltante! – la prese in giro Kenny. – e non fare quella faccia, sembri pazza. –
- e tu sei infantile! – lo rimproverò, - una rivoluzione è alle porte e a te sembra che non freghi niente! –
- Maya senti, per quanto ti voglia bene non ho mai fatto mistero su quanto le tue idee mi sembrassero un po’ folli, ma ho sempre rispettato il tuo punto di vista, ma forse non te ne sei resa conto, quella donna è pericolosa! – la mise in guardia l’italo-americano.
- dici così solo perché non capisci, come tutti quanti! Rimanete nella vostra scatoletta come criceti invece di provare a cambiare le cose! – lo attaccò la ragazza, voltandosi stizzita per riprendere la sua sessione di jogging.
Kenny sbuffò e ricominciò a mangiare alzando gli occhi al cielo, discussioni del genere con quell’adorabile pazza erano all’ordine del giorno, non avrebbero mai davvero litigato per quello e lui non avrebbe mai smesso di proteggerla… ma per quanto ci sarebbe riuscito? Non si era mai considerato una persona dall’integerrima legge morale, non gli interessava un fico secco di quanto quella donna inquietante fosse malvagia e quanto male potesse fare al mondo intero, ma Maya… lei era così pure dentro da non accorgersi del pericolo che correva a starle accanto, rischiando di venire tradita e fatta fuori in qualsiasi momento.
Desiderò ardentemente solo di poterle tirare una botta in testa, spiegare le sue ali e portarla via in un’isola deserta.
Solo loro due.

***
 
Mason era nel bel mezzo di una giornata assolutamente frenetica: aveva speso la mattinata per cercare di tamponare il febbrone da cavalo che quel cretino del suo barman/pseudo-ragazzo-chi-lo-capisce-è-bravo, e ora doveva precipitarsi ad aprire il locale sperando di non combinare qualche disastro tutto solo.
Stava praticamente correndo quando voltò l’angolo e passò davanti ad una figura vestita di nero che non registrò subito, poi un lampo nel cervello gli disse qualcosa e decise di fermarsi, voltarsi e osservare meglio: appoggiato mollemente al muro, vestito di anfibi e chiodo di pelle, che soffiava il fumo di una sigaretta lunga e sottile che teneva mollemente tra le dita, un ragazzino biondo lo fissava divertito, un luccichio di malizia negli occhi cerulei contornati di matita nera sapientemente sfumata.
- Astreo?! – notò sconcertato. – wow, che cambiamento! –
- ti piace? – chiese mellifluo il ragazzo, scostandosi dalla parete a cui si era poggiato per venirgli vicino. Molto vicino. Troppo vicino.
- beh ecco io… - farfugliò Mason ad un soffio da quelle labbra piegate in un sorriso divertito.
- l’Astreo che hai conosciuto non esiste più, ho deciso di smussare qualche piccolo dettaglio… - spiegò seducente carezzandogli il petto con un dito.
- chiamalo piccolo dettaglio… - commentò sarcastico il moro, senza tuttavia allontanarsi o respingerlo.
- dovresti essere contento… credevo che questo fosse più il tuo genere… - continuò il suo flirt il biondo.
- beh, veramente… - provò a spiegarsi il maggiore, venendo tuttavia zittito da un bacio inaspettato ed esigente, di quelli che ti lasciano senza fiato e parole.
Ed è esattamente così che rimase Mason, imbambolato come un imbecille, in mezzo ad una strada ad osservare un angelo travestito da diavolo che gli voltava le spalle e si allontanava ridendo sonoramente.

***
 
Dopo tutto quello che le era successo, partendo da un fratello che doveva rivoluzionare la propria vita piombato sul divano di casa sua e finendo in un’amara sconfitta che per poco non era costata cara al mondo intero e passando per un fidanzamento flash rotto per chissà quale motivo, Fiore non avrebbe mai immaginato di potersi, di nuovo, divertire come un’adolescente spensierata. Andrea l’aveva praticamente obbligata a chiudere prima il negozio, vestirsi e truccarsi per uscire insieme a lei, erano andate a fare shopping, poi avevano preso un cono di patatine fritte che principalmente si erano lanciate a vicenda ridendo come due sceme, e infine un enorme nuvola di zucchero filato, rigorosamente rosa, da condividere mentre passeggiavano tra le vie di Roma nel freddo dell’ultima coda d’inverno.
- questo posto non mi piace per niente! – si lamentò Leevy dall’interno della sua borsetta mentre mangiucchiava lo zucchero filato, - non assomiglia per niente ad un nido!
- Leevy tesoro, paragonare i miei capelli ricci ad un nido di uccelli non è una cosa molto carina, sai? – le fece notare la stilista tirando un amichevole schiaffo all’amica che sghignazzava in sottofondo poi, ad un tratto, fece vagare il suo sguardo in giro e si bloccò come attirata da una strana forza magica.
- che ti prende? – chiese curiosa la mora con la bocca piena di zucchero rosa confetto.
- quella cosa è sempre stata lì e io non l’ho mai vista oppure è sbucata dal nulla? – domandò di rimando la rossa indicando una specie di tendone rosso in fondo alla strada, dall’aria misteriosa ed inquietante.
- boh… - rispose ingenuamente l’altra, finendo per essere trascinata, inutili le sue riserve su quanto fosse inquietante, verso quella struttura.
- c’è qualcuno? Possiamo entrare? – chiese Fiore facendo capolino nella tenda, che si era rivelata essere stracolma di tappeti, tendaggi e cuscini dai colori caldi e sgargianti; l’atmosfera etnica era completata da alcune statue di legno di varie misure rappresentanti elefanti, tartarughe e felini e varie maschere da sciamano che le fissavano con quello sguardo vuoto e pauroso.
- salute a voi, vi stavo aspettando. – le salutò una donna seduta al centro della baracca, per terra a gambe incrociate, vestita di un tipico abito ampio e stratificato rosso intenso, decorato con una stola dalla strana fantasia geometrica di colore arancio acceso. Era una giovane donna dalle origini sicuramente africane, come testimoniato dalla pelle molto molto scura, gli zigomi pronunciati, le labbra carnose ed il naso dritto e importante. Gli occhi erano grandi, scuri e molto profondi, dalle lunghe ciglia e sopracciglia ad arco. Pur essendo seduta la sua figura era imponente, Fiore avrebbe giurato dovesse essere almeno di una testa più alta di lei; le sue forme sembravano piccole e sode nonostante l’ingolfo del vestiario, ed i capelli erano avvolti in una specie di turbante scomposto, anch’esso rosso scuro. La cosa che più la colpì di lei, però, erano le varie chiazze irregolari di colore bianco latte che attraversano il suo corpo. Le aveva dappertutto, in ogni parte esposta del corpo, ma quella che attirava di più l'attenzione era la macchia più larga vicino all'occhio sinistro che andava dallo zigomo fino alla fronte, colorando di bianco anche parte del sopracciglio per colpa della depigmentazione. La stilista si ricordò di aver letto da qualche parte su internet che quella condizione si chiamasse vitiligine, o qualcosa del genere…
- ci aspettavi? – indagò sulla difensiva osservandola mischiare un grosso mazzo di carte, con il dorso rosso e il fronte decorato da varie immagini.
- certo, io so leggere nel futuro, accomodatevi. – spiegò con gentilezza la donna indicando due cuscini dinanzi a lei.
- no grazie, abbiamo già la nostra veggente di fiducia… - provò a defilarsi la mora, senza aggiungere “che tra l’altro non mette una strizza assurda come te”, ma l’amica si era già seduta ed osservava con attenzione la strega mentre disponeva in ordine sette carte coperte tra loro due.
-il Mago. – annunciò la strega svelando la prima carta, che raffigurava un mago o un prestigiatore, in piedi davanti al proprio tavolo di lavoro, è raffigurato mentre solleva la sua bacchetta magica. - il mago è colui che è artefice della propria fortuna, che è intraprendente, che agisce, e che ottiene dei risultati. – spiegò, - sei una che si è fatta da sé… - aggiunse e la rossa annuì, poi scoprì la seconda carte e questa si rivelò essere rovesciata, - gli amanti… - spiegò indicando la figura di una coppia di innamorati stava per essere unita in matrimonio. La loro unione sembrava essere sancita da una persona in terra, e da Cupido in cielo. - Il simbolismo della carta è ovvio: l’amore. Che si sia palesata rovesciata indica un’unione non positiva, separazione e rottura. – indagò ancora la donna africana mentre accendeva dell’incenso accanto a sé.
- mmmm, bravina… - commentò sarcasticamente Andrea ricevendo un’occhiata in tralice da entrambe
- continua. – chiese perentoria la stilista, come ipnotizzata da quelle carte.
- la giustizia. – annunciò la veggente svelando la terza carta: una donna che reggeva con una mano la spada e con l’altra una bilancia. – a quanto pare sei stata chiamata ad un compito importante… - spiegò per poi continuare precisando, - un ruolo di Leadership. – mentre scopriva la quarta carta rappresentante un re o un imperatore, comunque un condottiero.
- è tutto esatto… - si sorprese Fiore, -ma ora dimmi… che cosa c’è nel mio futuro? –
La donna la fissò con i suoi occhi profondi per lungo tempo, prima di sfiorare la sesta carta, saltando la quinta, senza tuttavia proferire una parola.
La carta raffigurava la ben conosciuta immagine dello scheletro armato di falce, inquietante nel suo complesso, anche grazie ai dettagli di parti di corpi colpiti dalla falce della morte. Al di sotto della figura, campava il numero tredici, portatore di sventure.
- Andiamo via, Adesso! – ordinò intimorita la mora, alzandosi di tutta fretta e afferrando l’amica, che era rimasta come ipnotizzata dalla carta, per trascinarla via.
- Aspetta! – tuonò la Donna e le due si fermarono, paralizzate da quella voce imperiosa. La maga si alzò in piedi in tutta la sua alta statura, tirò fuori da una piega del suo abito uno specchio, con la cornice ed il manico di una specie di metallo molto antico ed ossidato, e lo porse alla rossa.
- prendilo con te, ti aiuterà ad allungare i confini del tuo terzo occhio. – disse e Fiore lo prese, prima di essere definitivamente trascinata fuori di peso da Andrea.
- ricordami di non far mai più scegliere a te i posti dove andare! – la rimproverò dopo aver preso fiato dalla corsa che aveva fatto per allontanarsi da lì, - ehi, mi stai ascoltando?! – chiese non avendo ricevuto risposta, e, voltandosi, vide la rossa corrucciata ad osservare lo specchio, allora, curiosa, la ragazza si sporse oltre la spalla della mica e guardò anche lei.
- lo vedi anche tu? – chiese pensierosa Fiore.
- io vedo solo le nostre facce… - smentì l’altra, - tu cosa vedi? –
- qualcuno che ha bisogno di noi. -
 
***
 
All’interno della sua lussuosa villa, seduto placidamente in poltrona davanti al camino che scoppiettava, Kyros sfogliava il Grimorio sacro, leggendo con interesse ogni parola che riusciva a decifrare.
- Se riuscissi ad usare solo un paio degli incantesimi scritti qui, diventerei invincibile! – si rese conto.
- non essere così precipitosssssso, - lo riportò con i piedi per terra Edenn, stravaccato in una grande alzata d’argento piena di mele di ogni tipo, - la saggezza contenuta nel Grimorio degli Incantesimi è sottile e pericolosa, non a caso da generazioni i custodi si tramandano l’antica arte di decifrare i codici in cui è scritto. –
- ma a me non ha insegnato nessuno… - lo contraddisse il ragazzo.
- infatti, non sssssei tu a saper leggere il libro è il libro che si lascia leggere da te – lo corresse la creaturina.
- c’è una sezione per ognuno dei Miraculous – lo informò il greco mentre ricalcava con un dito i contorni del disegno di un serpente che sembrava molto minaccioso.
- si, lo ssssso. Per ognuna delle Tredici Sssstelle è scritto di ogni potere che un portatore può raggiungere, e di ogni nemico dal quale deve ssssstare all’erta. – spiegò il Kwami.
- perché il Miraculous del Serpente è vulnerabile contro quello del Pavone? – chiese incuriosito il giovane, osservando la figura di un pavone, appunto, che teneva un serpente nel becco.
- sssssi dice che i pavoni possano cibarsi dei sssserpenti, perché hanno una ghiandola che neutralizza il loro veleno. – disse allora il serpentello, - ma la realtà è che sssssono io ad essere vulnerabile contro il Kwami del Pavone, se ti trovasssssi difronte al suo portatore non potresti niente contro di lui perché io non posssssso niente contro il suo Kwami. – precisò.
- mmmm, figo… - commentò semplicemente Kyros, poi aggiunse: - Edenn… -
- illuminami. – lo prese in giro il Kwami.
- qui c’è scritto che tu non puoi mentire, è vero? – domandò.
- nel libro magico non c’è ssssscritto nulla di falso. – rimandò semplicemente quello.
- ma come avresti fatto ad ingannare gli umani per millenni se non puoi dire bugie? – si mostrò confuso il ragazzo.
- oh, povero ingenuo! È così ssssssemplice ingannare con la verità uomini che vivono nella menzogna del loro cuore… - spiegò enigmatico Edenn.
- allora, se non puoi mentire, se ti domandassi qualcosa mi diresti la pura verità? – chiese ancora il ragazzo trafiggendolo con i suoi occhi cerulei.
- anche se volessssssi, non potrei. –
- mi tradirai? – domandò a bruciapelo.
- no, sssssse non lo renderai necessario. – rispose placidamente azzannando un succoso frutto, rosso come il peccato.
- allora dimmi come mettere nel sacco quella vecchia megera! – propose eccitato il ricco rampollo.
- oh, sssssssperavo che me lo chiedessi! -

***
 
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono
Supererò le correnti gravitazionali
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
 
- È qui. – avvisò Silver Claw annusando l’aria
- molto bene… - le rispose White Dove senza distogliere lo sguardo da quello specchio inquietante… era incredibile come attraverso quell’oggetto riuscisse a vedere le pieghe e le sfumature più nascoste di un’anima…
Era giunto il momento, le due eroine, appollaiate sul ramo di un albero, sentirono un fischiettio che preannunciava Astreo, che comparve poco dopo svoltando l’angolo.
- Oh Santo Cielo! – commentò la mora spontaneamente notando quell’incredibile trasformazione, ricevendo tra l’altro una gomitata dalla collega.
- muoviti! – intimò la rosa scendendo dal suo nascondiglio e tirandosi per la coda la lupa appresso, così che si parassero entrambe davanti al biondo tagliandogli la strada.
- che ci fate voi due qui? – chiese noncurante il ragazzo.
- siamo qui per aiutarti, tra poco sarà tutto finito. – lo rassicurò Andrea cercando di suonare il più comprensiva possibile
Non è vero, sssssono qui per farti del male! Loro non vogliono che tu sssssia libero, approfittano di te ssssolo quando hanno bisogno, non ssssono tue amiche!
Lo mise in guardia la voce nella sua testa e subito un’espressione irosa si dipinse sul suo volto.
- Fermo! – lo bloccò la colomba prima che potesse scappare, - so quello che sta accadendo, e so quello che senti… - provò a rassicurarlo, - quella voce che senti nella testa, quel serpente che ti dice quelle cose, non è dalla tua parte, è lui che ti vuole diverso da ciò che sei!  -
- NON E’ VERO! – le urlò contro il ragazzo.
- non le senti? Le sue spire ti stanno stritolando il cuore! – provò ad avvicinarsi di qualche passo la rossa.
Era vero, ora che qualcuno glielo faceva notare, Astreo riuscì finalmente a dare un senso a quell’orribile sensazione di oppressione al petto che gli faceva mancare il respiro.
Non è la verità, ti sta ingannando!
Sibilò talmente forte la voce nella sua testa da fargli esplodere i timpani e contorcere in un smorfia dolorosa.
- Ascoltami, ti prego! – lo supplicò l’eroina in bianco, - abbiamo sbagliato a lasciarti solo, io ho sbagliato a lasciarti da solo, ero così concentrata su me stessa… ma ti prometto che non accadrà mai più, da ora in poi saremo una squadra! – giurò avvicinandosi ancora, sentendo tuttavia una forte energia negativa che la respingeva come due poli uguali di una calamita.
- Silver Claw, ora! – disse non riuscendo più a proseguire da sola, mentre ancora il greco si contorceva dal dolore.
- RICHIAMO DEL BRANCO! – invocò Andrea e Fiore fu investita da un fascio di luce verde smeraldo che l’avvolse e le donò energia.
- dammi la mano! – chiese la rossa allungandosi più che poteva, ostacolata da pesanti volute di fumo nero che fuoriuscivano dal corpo del biondo come un essudato.
- non… non c…ci riesco… - soffiò appena con un filo di fiato, stremato, Astreo.
- Si che ci riesci! Sei un eroe! – urlò Silver Claw alle loro spalle e, raccogliendo tutte le sue forze, il biondo allungo la mano verso Fiore fino a sfiorarla, poi con un ultimo agognato sforzo, la afferrò.
Appena le loro mani si strinsero, esse sprigionarono prima una grande luce, poi un forte vento li avvolse,
-  
MISTICO TORNADO! – invocò White Dove e il vento si fece sempre più vorticoso ed impetuoso, e li avvolse mentre l’eroina stringeva a se il ragazzo spaventato e tremante.
Il forte vento costrinse Andrea a ripararsi gli occhi e, quando li riaprì dopo che la tempesta si era placata, vide Astreo che piangeva sommessamente cullato dall’eroina che continuava a ripetergli che andava tutto bene; allora Andrea si avvicinò loro, si accucciò e porse una scatolina al biondo che la osservò confuso, poi la aprì titubante e in un flash di luce si trovò Tiffany appiccicata al viso che provava a stringerlo in un minuscolo abbraccio.
- Che significa? – chiese Astreo.
- che sei il benvenuto in squadra, a tempo pieno! – squittì emozionata la mora facendo sbuffare imbarazzata la rossa.
- benvenuto in questa gabbia di matti! –
 
***
 
- hai visto, si sono ritrovati. – gongolò Simba Wa moto dalla sua postazione di vedetta.
- già. – constatò fredda Tengu, - e scommetto che vorresti farmi credere che hanno fatto tutto da soli… - insinuò-
Beccato.
Un brivido freddo corse lungo la schiena del compagno.
- Non ho idea di cosa tu stia insinuando! – si difese miseramente.
- si certo. Ti ho seguito, so cosa hai fatto! – rivelò la ragazza e non gli restò che sbuffare ammettendo la sua colpa.
- ok, hai vinto! Avevano solo bisogno di un po’ di sostegno morale, poi hanno fatto tutto da soli. – provò a giustificarsi.
- sarà… - commentò scettica la ragazza-corvo, - ma non sono ancora pronti per affrontare i nemici a viso aperto, sono inesperti! – ribadì.
- Tengu… - azzardò il leone, - perché non mi hai ancora picchiato selvaggiamente per aver agito alle tue spalle? – chiese preoccupato.
- oh, perché si è rivelato utile… - rispose vaga l’altra.
- ho paura quando fai cosi! – si lamentò Simba.
- dobbiamo agire in fretta prima che acquistino altro potere, tu brucerai i loro corpi originali e io sigillerò in eterno le loro anime e questa storia finirà. – illustrò pratica il suo piano.
- sai benissimo che se entrassimo in quella chiesa rischieremmo di indebolire l’incantesimo che la protegge! – obbiettò il compagno.
- oh, lo so eccome… - ribatté melliflua la donna, guardandolo con quel sorriso felino che non prometteva niente di buono, - è per questo che andrai dalla tua amichetta e le chiederai in prestito il suo Miraculous! –
Era ufficiale, si era fottuto con le sue zampe.

***
 
Ti salverò da ogni malinconia
Perché sei un essere speciale
Ed io avrò cura di te
Io sì, che avrò cura di te
 
 
Aurora si azzardò ad entrare nella palestra personale di Vaen, all’interno del Dojo di famiglia, pur sapendo che chiunque avesse mai interrotto gli allenamenti speciali della thailandese non fosse finito bene. La trovò in bilico su un alto ceppo di legno, intenta a meditare.
- Ciao… - le disse senza muovere un muscolo dalla sua posizione, senza neanche voltarsi per vedere chi si fosse appena intrufolato.
- cosa fai? – le chiese in imbarazzo la bionda.
- non si vede? Cerco una soluzione al debito pubblico! – rispose l’altra ed, immancabilmente, scoppiarono entrambe a ridere. – mi fa piacere che sia venuta cerarmi. – continuò facendosi seria mentre scendeva dal trespolo.
- non mi piace litigare con te… - si confessò Aurora prendendole le mani nelle sue, - sei la mia migliore amica! –
- lo so… ho sbagliato io, non dovevo prendermela se non mi vuoi dire cosa ti rende triste, è giusto che tu abbia i tuoi segreti. – si scusò anche la mora e la attirò a se in un abbraccio.
- sul serio, che facevi? – chiese poi trillando allegra l’altra, sedendosi a gambe incrociate accanto a Vaen, che riprendeva il suo posto sul ceppo.
- medito, mia madre dice sempre che prima di intraprendere un viaggio occorre un discernimento profondo. – spiegò.
- parti? – chiese curiosa Aurora.
- si… credo di aver bisogno di cambiare aria e schiarirmi un po’ le idee… ho passato così tanto tempo in queste quattro mura che credo di essermi dimenticata come va avanti il mondo fuori… - si confidò la thailandese mentre un velo di tristezza le colorava la voce.
- e dove vai? – si incuriosì ancora l’amica.
- ho già in mente un posto… – rispose sicura l’altra.
 
***
 
NOTE DELL’AUTORE PAZZO

Ok, non so più che sto scrivendo, vado deliberatamente a braccio lol.
1) MOMENTO ESTER EGG: un plauso a chi ha riconosciuto la citazione del Diavolo preferito di Netflix, Lucifer, guadagnandosi un altro biglietto aereo per una destinazione ignota… dite un po’, vi immaginate dove andremo? Vogliamo fare un piccolo totoscommesse? Ci state? Allora, per chi indovina la destinazione oppure la citazione di questo capitolo, che è facilissimissima (e anche un po’ “aulica”) ci sarà in palio un bel premio che vi svelerò dopo (che sadico Bastardo).
2) MOMENTO INTERATTIVITA’: dite un po’ sentite anche voi l’odore di caldarroste nell’aere? Il suono delle campanelle? Avete percepito il ritorno alla vita di Marya Carey e Michael Bublé? Si Signore e Signori, è arrivato Natare e io ADORO il Natale, quindi ecco un compitino speciale per voi, per ogni OC, raccontatemi un episodio a tema natalizio della loro vita, bello o brutto che sia, anche brevissimo, una sorta di Prompt, e vediamo che ne esce fuori ;-)
3) MOMENTO SONDAGGI: ecco, è arrivato il momento di fare una bella votazione: abbiamo detto che i primi “biglietti aerei” sono già stati vinti grazie all’indovinare l’Ester egg dei capitoli 12 e 9, i restanti li assegnerete voi! In che modo? Semplice, votando due personaggi di cui uno vostro ed uno altrui, mi raccomando non vi dimenticate! Ricordo che ANCHE UN SEMPLICE LETTORE NON PRTECIPANTE PUO’ VOTARE ESPRIMENDO PER RECENSIONE IL NOME DI DUE PERSONAGGI
4) SELEZIONE OC: grazie al fantastico HARRYFINE ora abbiamo anche un bel ficcanaso che creerà molto presto scompiglio, ma che ne dite, manca ancora qualcuno all’appello di tutti gli archetipi di una serie che si rispetti? Allora vediamo… abbiamo una squadra di eroi giovani, abbiamo un “facilitatore” ovvero i nostri custodi (sigh per la trapassata Edda), abbiamo un nemico malvagio e i suoi scagnozzi un po’ malvagi un po’ no, abbiamo il classico amico/parente (Mason) sotto il cui naso capitano cose assurde e che non si accorge di avere il bar pieno di magia, abbiamo un ficcanaso, cosa manca? Ci siete arrivati? Esatto! Mancano loro, i personaggi più odiati di sempre, gli scoppia-coppia! Non sapete chi sono? Villici! Avete presente quel momento in cui la coppia del vostro cuore si lascia, e per un motivo assurdo ognuno si ritrova tra le braccia di altri personaggi pur sapendo benissimo che si amano ancora? Ecco, quei fastidiosissssimi personaggi sono gli scoppia-coppia, i più bersagliati (poveretti) di sempre.
Ma non temete, giuro di non bersagliare nessuno! Cosa mi serve? Mi servono ben due scoppi-coppia, ecco qui la scheda:

ANAGRAFICA:

ASPETTO FISICO:

STORIA PERSONALE:

OC A CUI SI INTERESSA (dovete inserire a questo punto un personaggio che è già presente nella storia e che ha già qualche implicazione sentimentale, che sia o meno presente in questo momento):

INCONTRO CON L’OC DI INTERESSE:

QUALITA’/MOTIVO PER CUI L’OC DOVREBBE RIMANRE “AFFASCINATO” DA QUESTO PERSONAGGIO:


5) FANART&MUSICA: questo capitolo, già dal titolo, affronta il tema del “prendersi cura” e ha suonato, con pochissime pretese, grazie al capolavoro del Maestro Battiato, che è e resterà per sempre un grande dono che abbiamo ricevuto dal cielo.
6) VARIE ED EVENTUALI: ok questo è un momento un po’ triste… niente panico! Semplicemente necessito di una pausa, devo mettermi sotto e studiare, quindi, a malincuore, direi che orientativamente ci vediamo nelle vacanze natalizie. Coglierò l’occasione per aprire un cantiere di restauro della storia, inserire ciò che manca, correggere gli errori e darle una parvenza più carina, colgo quindi l’occasione per rinnovare l’invito già fatto qualche capitolo fa: chiunque si voglia proporre per i ruoli di BETA READER e GRAFIC MANAGER, fatevi avanti!
Ora vi racconterò una cosa buffa, ovvero come è nata questa storia. Volete saperlo? Da una lite, si esatto, da una litigata, vi spiego: ero iscritto a questa storia interattiva, tema Harry Potter, ed era nata una discussione con un’altra lettrice che usò il suo spazio di recensione per commentare la mia recensione anziché la storia, sostenendo che io, in quanto non ero un autore di interattive, non avevo il diritto di muovere critiche, e lì ho detto “ah sì? E ora ti faccio vedere io!” e boom, è nata Miraculous World: Rome.  
Allora, che dire, un bacio più grande che mai a tutti

SG
 

IN THE NEXT CHAPTER:
I sei eroi osservavano con attenzione e curiosità lo specchio deposto al centro del tavolo.
- Cos’hai detto che puoi fare con questo affare? – chiese confuso Davide.
- non lo so neanche io… ma credo… credo di poter guardare nell’anima delle persone… -

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** The Gonden Tickets ***



IN THE PREVIOUS CHAPTER:

Matteo ha scoperto la vera identità della Miracle Squad, ma non ha ancora potuto sfruttare questa informazione essendosi ammalato. Nel frattempo il potere del Serpente corrompe il cuore di Astreo facendone emergere il lato oscuro, solo grazie all’intervento di White Dove e Silver Claw e di una misteriosa veggente, si salva e viene accolto nella squadra; mentre Kyros e Edenn cospirano contro la Dama Nera, Vaen parte per ritrovare se stessa verso una destinazione ignota.

 
CAPITOLO 14:

THE GOLDEN TICKETS

 
“Inizia da qualsiasi punto ti trovi
E con qualsiasi cosa tu abbia.”

Jim Rohn
 
Riunitisi di buon mattino al Camilla’s Store, Diego, Davide e Luna (che era sgusciata via da casa abbondantemente prima dell’orario a cui usciva di solito per andare a scuola) si ritrovarono davanti un Astreo imbarazzato e confuso, Fiore, Andrea ed una storia molto confusa da ascoltare.
Dopo aver ascoltato la loro avventura notturna, e aver compreso meglio la pericolosità del potere del Serpente, i sei eroi osservarono con attenzione e curiosità lo specchio deposto al centro del tavolo.
- Cos’hai detto che puoi fare con questo affare? – chiese confuso Davide.
- Non lo so neanche io… ma credo… credo di poter guardare nell’anima delle persone… - spiegò alquanto confusa la rossa, mentre cercava di ricomporre nella sua mente l’immagine che aveva visto. – Non era proprio come una visione vera e propria, era più come una suggestione, ma guardando intensamente nello specchio ho come avuta la certezza che ci fosse bisogno del mio aiuto, ho percepito la presenza di un’anima in tempesta.
- Tipo come… un’antenna per i tuoi poteri empatici? – cercò di chiarire il cervo grattandosi la nuca.
- Tipo… - si convinse la stilista.
- Ma ehi, qui nessuno sta notando il punto fondamentale! – sbuffò eccitata la mora. - Dobbiamo dare il benvenuto al nuovo arrivato! – propose indicando Astreo che, imbarazzatissimo, si era fatto più piccolo di quanto non fosse.
Vedendo il biondino così in imbarazzo, i ragazzi si sciolsero in una risata collettiva e liberatoria.
- Preparati ad un vortice infinito di stranezze, corse, domande senza risposta e panico. Molto, molto panico! – lo avvisò scherzosamente l’Argentino.
- Evviva… - sospirò rassegnato Astreo, mentre veniva stritolato da un abbraccio collettivo delle ragazze.
- Ehi… - Diego tirò una gomitata al più piccolo, - Gliel’hai detto? – chiese circospetto.
- No, non mettermi ansia! – gli rispose tra i denti Davide ostentando un finto sorriso.
- Dovrai dirglielo ragionevolmente prima della partenza, idiota! – gli ricordò.
- Lo so, ma… - provò a giustificarsi.
- Ehi! Che confabulate voi due?! – si intromise curiosa Luna.
- Ehm… cose da maschi! – risposero in coro, mentre un brivido scorreva lungo le loro schiene.
- Ufff, che noia! Chi mi accompagna a scuola?! – tagliò corto la più piccola, e Davide benedisse mentalmente la volubilità degli adolescenti.


***
 
Kenny stava varcando la soglia del portone del suo palazzo, dirigendosi in università, quando inaspettatamente si trovò davanti Maya che, in tenuta sportiva, quasi gli era venuta addosso mentre correva.
- Oh… scusa! – si affrettò a dire la ragazza visibilmente tesa. L’altro allora assottigliò gli occhi osservandola, per poi sibilare un “che ci fai tu qui?”.
- Stavo correndo, ovvio. Che altro pensavi che stessi facendo? – rispose mettendosi sulla difensiva la ragazza, con le braccia incrociate al petto.
- Maya, ci conosciamo da anni, e non ti ho mai vista cambiare un solo giorno il tuo percorso di running, quindi te lo richiederò augurandomi che tu sia sincera. Che cosa facevi sotto casa mia facendo finta di esserci arrivata per caso? – la incalzò l’italo-americano.
- Ok! – vuotò il sacco esasperata la viola. - Volevo vederti ma ero arrabbiata, così ho pensato ti capitare qui per caso. – confessò sentendosi immediatamente un’idiota.
- Da quanto sei sotto il portone? – domandò divertito Kenny.
- Quaranta minuti, ritardatario del cazzo! Mi sono precipitata qui davanti almeno dieci volte ogni volta che sentivo scattare la serratura, facendo finta di finire addosso a tutti i tuoi condomini prima che scendessi… - spiegò sbuffando, e scoppiarono entrambi in una sonora risata.
- Che cosa volevi dirmi? – le chiese il ragazzo asciugandosi una lacrima d’allegria.
- Ecco… non mi piace litigare con te. E sai anche quanto non sia nel mio carattere chiedere scusa a qualcuno per qualsiasi cosa, quindi… possiamo fare pace e basta? – sputò tutto d’un fiato.
- Immagino di non poter pretendere di meglio. Quindi, pace fatta. – la rassicurò avvolgendola in un abbraccio colmo d’affetto.
- Eei e resterai per sempre il mio migliore amico! – sussurrò Maya nell’incavo del suo collo. – Ora vado a correre sul serio. Ci vediamo al bar, ok? Oggi offre la casa! – propose gioiosa, stampandogli un veloce bacio sulla guancia prima di allontanarsi spedita.
Sei e resterai per sempre il mio migliore amico.
Una frase che, come ogni cosa che riguardava Maya, non ammetteva repliche o compromessi.
- Non mi guarderà mai come io guardo lei, vero Crystall? – chiese sconsolato al Kwami che aveva nella borsa insieme ai libri.
- Mai. – sentenziò noncurante quello, - Ma come si dice... morto un papa… -
Kenny sospirò, rassegnatosi ormai all’idea che dovesse fare di tutto per levarsela dalla testa.
- Beh, - annunciò al compagno – le ragazze di Roma farebbero meglio ad iniziare a tremare. Kenny Reyes è di nuovo su piazza! -


***
 
Il vento soffiava tra i capelli di Vaen, scompigliandoli e portandoli davanti al viso della giovane, che cercava di soffocare il solletico agitando la punta del naso pur di non interrompere la sua meditazione. Scocciata,  aprì gli occhi sbuffando e si riscoprì davanti ad una vista meravigliosa, su cui aveva chiuso gli occhi per raccogliere la concentrazione parecchie ore prima.
La tailandese si alzò in piedi e si sporse verso il limitare della grande trave su cui si trovava, e si perse in quel panorama mozzafiato che le trasmetteva vibrazioni estremamente positive, di pace, serenità, armonia… Esattamente ciò che le serviva per recuperare il suo centro e dimenticare tutta quella storia di supereroi, poteri, cattivi da sconfiggere e cazzate annesse e connesse.
Improvvisamente, però, un affare rosso a pallini neri le volò davanti alla faccia, portando con se un lungo filo e, alla sua estremità, una ragazza, vestita con lo stesso motivo rosso e nero, che le passò davanti a pochi millimetri rischiando di farla cadere di sotto per il poderoso spostamento d’aria che il suo curioso modo di scalare la Tour Eiffel provocava.
Pace, serenità, armonia un cazzo.
- Scusaaaaaa – le urlò dall’altitudine a cui era arrivata quella strana ragazzina.
- Milady, non ci dovremmo chiedere che ci fa un civile a quest’altezza? – suggerì un altro ragazzo, vestito di pelle nera, che scalava la struttura con grandi movimenti felini.
- Lo faremo quando avremo sconfitto, per la settantesima volta, questo idiota! – ordinò la ragazzina in rosso mentre, sulle loro teste, si addensava una nuvola scura e rumorosa.
- Piccioni?! – realizzò sconcertata l’intrusa.
- Allora che aspetti, usa il tuo potere e risolviamo questa storia in fretta. Ho degli impegni io! – si lamentò il ragazzo-gatto annoiato, mentre da quella nuvola di colombi emergeva un tizio allucinante in calzamaglia che berciava un monologo senza senso che nessuno ascoltò.
Ma che cos’era quella, una persecuzione? Dove doveva scappare da quel delirio, in Tibet?!*
- Relax, gattino, adesso ci pensiamo io e il mio Lucky… - lo rassicurò la compagna, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, Mr Piccione con un sonoro “ahia” cadde a cavallo del suo stormo e si scatafrattò su una trave, con un vistoso bernoccolo sul capo. Tra le mani dell’eroina rimbalzò una scarpa che la lasciò a dir poco interdetta.
- Non aveva mai funzionato così il Lucky Charm… - si interrogò il collega grattandosi un orecchio.
- La mia scarpa, per favore. – sbuffò Vaen, che con pochi, agili salti, li aveva raggiunti… anche con una scarpa sola.
I due supereroi la guardavano sorpresi, mentre la ragazza ancora era concentrata a fissare schifata quella caccola che si definiva “super cattivo”… magari fossero stati così anche quelli che aveva affrontato lei!
- Ma tu chi sei?! – indagò diffidente la ragazza a pois.
- Vaen Sanjuan, non sono di qui, non sono un’eroina ma non ho bisogno di essere difesa da nessuno. Non mi fido degli eroi. – tagliò corto, lapidaria, allontanandosi innervosita… la sua meditazione di quasi 22 ore andata decisamente a puttane.
- Mylady… - intervenne interdetto Chat Noir.
- Si, micetto? – rispose ancora confusa Lady Bug.
- Ma… la scarpa?

***
 
Astreo viveva a Roma da quasi due anni, studiava Astronomia all’università, aveva pochi amici sinceri e una gatta bianca di nome Nuvola.
Era un ragazzo normale, ed era un eroe.
Un eroe.
Ancora non ci poteva credere, mentre un pesciolino volante gli svolazzava davanti al viso dandogli istruzioni su come allestire il suo acquario, dove poteva comprare il cibo che preferiva e cosa comportava il possedere un Miraculous.
Dal canto suo, il greco ogni tanto si tastava il lobo dell’orecchio per essere sicuro che non fosse tutto uno strano sogno.
E no, non lo era. Ma come avrebbe fatto? Insomma, lui aveva una vita, una borsa di studio da confermare, dei coinquilini a cui nascondere quel segreto… che casino!
Improvvisamente qualcuno suonò alla porta facendolo sobbalzare, mentre Tiffany sfrecciava da un angolo all’altro della stanza, presa dal panico non sapendo dove nascondersi.
- Ehi, sei tu che devi calmare la mia ansia, non il contrario! – la rimproverò il ragazzo afferrandola al volo. Si diresse verso il bagno pensando di lasciarla nella vasca, ma si bloccò immaginando cosa sarebbe successo se uno dei coinquilini ci fosse entrato, poi si diresse di nuovo verso la sua stanza, guardandosi freneticamente attorno, ma niente. Nessun posto adatto gli veniva ad occhio, e intanto il citofono squillava sempre più forte.
“Merda. Non sono eroe manco da un giorno e già sto impazzendo” sospirò Astreo decidendosi ad aprire, ficcando la pesciolina in una tasca della felpa.
- Prima mi prometti un pomeriggio di videogames e poi mi chiudi fuori dalla porta? Cos’è, hai paura di essere stracciato? – lo prese in giro il suo amico Michele entrando in casa. Era un ragazzo molto alto, tonico e allenato dalla carnagione chiara, gli occhi castani e i capelli biondo miele lunghi quasi fino ai fianchi, raccolti in una coda bassa, che sciolse non appena si fiondò sul divano per collegare la propria console al televisore del greco. 
- Perché mi guardi così? – chiese poi candidamente, - Sembra che ti abbia rovinato la scopata del secolo. Nascondi qualcuno nell’armadio? – rincarò la dose.
- Smettila di fare lo stupido! – sbuffò scocciato Astreo… che cavolo, era solo un pomeriggio di giochi tra amici no? Poteva gestirlo senza impazzire! O almeno credeva…. – adesso vedremo chi è che straccia chi! –


***
 
Kyros sedeva annoiato al tavolino del bar, sorseggiando pigramente il suo gin tonic… aveva provato ad ammiccare alla cameriera carina con quegli strani capelli tinti di viola e il fisico perfetto, ma era stato bellamente ignorato, ed il suo appuntamento ritardava facendoli innervosire non poco.
- Mi hai mandata a chiamare? – chiese la voce sprezzante della donna con la veletta che lo aveva reclutato nel salotto di casa sua, sedendosi aggraziatamente accanto a lui, tradendo tuttavia una certa irritazione nella voce. Chi l’avrebbe biasimata d’altronde? Sette secoli ad aspettare un gioiello inutile, che le era stato oltretutto soffiato sotto il naso… e ora ci si metteva anche quel ragazzino che la disturbava con quella diavoleria moderna chiamata “cellulare”.
- Ho novità importanti per te, Mylady. – le disse mellifluo il più giovane sfiorandole la mano e guadandola di sottecchi… era esattamente come gli aveva detto Edenn. Nonostante si nascondesse dietro quel pesante velo, il corpo della donna che ospitava lo spirito della Dama Nera era visibilmente invecchiato, di almeno dieci anni, segno che la sua occupante stava consumando celermente l’energia vitale dell’ospite.
- Hai trovato il libro? – chiese acida la donna.
- No. – rispose tranquillamente il ragazzo sfoggiando il migliore dei suoi sorrisi d’ordinanza.
- E allora non mi interessa ciò che hai da dirmi! – sputò quella velenosa facendo per alzarsi e andar via, ma Kyros la bloccò.
- Ferma! – le disse, - Non l’ho trovato, ma l’ho sentito… - mentì.
- Spiegati. – ordinò lapidaria quella restando in piedi.
- Non so dove sia il libro, ma deve essere vicino… sento un legame con lui, posso vedere alcune delle sue pagine, come dei flash improvvisi e… -
- In che modo questo potrebbe aiutarmi? – indagò la Dama Velata scettica incrociando le braccia al petto.
- Non comando io le visioni che ho, sono ancora inesperto, non posso decidere cosa vedere e quando vederlo. Però, se mi allenassi, se avessi tempo… - provò a spiegare ma venne brutalmente interrotto:
- IO NON HO TEMPO! – urlò la donna sbattendo il pugno sul tavolo e attirando gli sguardi degli altri clienti su di se.
- Siediti… - le consigliò il greco mellifluo, - Le visioni che ho avuto del libro riguardano il mio Miraculous, quello del serpente, e tutti i poteri che esso può sprigionare… -
 - E allora?
- E allora posso darti tutto il tempo che voglio. – le spiegò arricciando le labbra in un sorriso felino.
- Illuminami. – ordinò la Dama Nera, visibilmente interessata, tornando a sedersi al suo fianco.
Edenn aveva ragione, dovette ammetterlo, aveva abboccato perfettamente.


***
 
Quella sera Michele si era autoinvitato a restare, con sommo disappunto del padrone di casa, a mangiare lì ordinando pizza per entrambi.
- Hai intenzione di continuare a farlo squillare? – chiese il più grande sistemandosi meglio la coda tra un boccone e l’altro, mentre l’amico non faceva altro che fissare in stato catatonico lo schermo del suo cellulare, su cui campeggiava la scritta peggiore del mondo.
“Mason”
Non ricordava un bel niente di ciò che gli era successo da quando il potere di Idra lo aveva colpito. Ma da ciò che gli avevano raccontato, non poteva far altro che morire dall’imbarazzo.
- Anche se non gli rispondi, prima o poi dovrai incontrarlo… quindi, se io fossi in te, toglierei il dente ed il dolore. – consigliò l’amico – Oltretutto, non era quel ragazzo che ti piace di cui blateravi di continuo fino a ieri? – indagò poi curioso.
- Ehi! Io non blatero. – sbuffò Astreo mettendo su il broncio, poi si maledisse quando, spazientito dal suono insistente della vibrazione e dallo sguardo inquisitore di Michele, afferrò il telefono e disse un timido “pronto”.
- Ehi… come va? – chiese un altrettanto timido Mason.
- Oh… ehm… tutto ok, direi… non sono stato molto in me, ultimamente… - cercò di giustificarsi il greco.
-Ssarei un bugiardo se dicessi che non me ne sono accorto… - ironizzò il moro dall’altro capo della cornetta leccandosi inconsciamente le labbra.
- Ecco si… io non so che mi sia preso e… mi dispiace. - si scusò il biondo torturandosi un’unghia coi denti, fino a che l’amico non dovette allontanargli la mano dalla bocca con uno schiaffetto.
- Beh, a me un po’ meno! – rispose di getto Mason, poi si fermò, quasi potesse immaginare il rossore che stava tingendo teneramente le guance dell’altro. – Però… -
- Però? – indagò curioso il biondo.
- Però preferisco l’originale. – confidò dolcemente il moro.
Ecco, era la fine. Il cuore gli sarebbe scoppiato nel petto e sarebbe morto, Astreo ne era certo, e Michele sarebbe morto dalle risate alla vista del muto e scoordinato balletto che l’amico stava improvvisando.
- Ehi… sei ancora lì? – continuò Mason, non sentendo altro che suoni sconnessi e rumori di fondo che sembravano risate soffocate.
- Ehm… sisisisisisisi, certo! – rispose prontamente il più piccolo continuando a saltellare sul posto.
- Ecco… ho bisogno di te, puoi salvarmi solo tu!
- Di che si tratta? – chiese preoccupato il biondo.
- Raggiungimi domani mattina al locale. Spero tu stessi cercando un lavoro, perché sei ufficialmente assunto!


***
 
Il giorno seguente a quella riunione di fortuna, Fiore stava cercando da più di un’ora di puntare su un manichino un drappo di stoffa con qualche spillo, con scarsissimi risultati, tanto che dovette arrendersi con una sonora imprecazione.
- Troppi pensieri per la testa? – cinguettò dolce Leevy appollaiata dentro un cesto pieno di rocchetti di filo.
- Sei appena tornata e già mi fai il terzo grado? – rispose acida la rossa, rendendosi subito conto di essere stata sgarbata, quindi si diresse dalla creaturina prendendola tra le mani, - Scusa… non è un momento facile per me questo… lo sai. – si giustificò. – E quel coso non aiuta! – sbuffò indicando lo specchio.
- Cosa ti turba di quel manufatto magico? – chiese la colombina.
- Non lo so… sento come una strana energia provenire da quell’affare. E poi non sono sicura di saper gestire questo nuovo potere. – si confidò la stilista.
- Quello che non conosciamo ci fa sempre paura. Devi solo imparare a conoscere ed usare questo strumento! - la incoraggiò gioiosa la creaturina, così Fiore si avvicinò diffidente al manufatto, lo rigirò un po’ di volte tra le mani, percependone quasi un tepore come se fosse vivo. Quindi iniziò a fissare intensamente il proprio riflesso farsi sempre più trasparente, e gradualmente un fiume di emozioni la avvolse… senti gioia ed eccitazione miste a paura, insicurezza ed un profondo e pesante senso di inadeguatezza appesantirgli le viscere.
- Beh? – indagò curiosa ed eccitata Leevy e la portatrice, senza dire nulla, afferrò il cellulare e compose un numero di telefono;
- Pronto? – rispose la voce di Davide dall’altro capo della cornetta.
- Che cosa stai nascondendo, cerbiatto? – domandò lapidaria.
- Io? Niente! Come ti viene in mente una cosa del genere… e poi tu e Diego non vi eravate mollati? Dovresti smettere di dare soprannomi come fa lui. – si mise subito sulla difensiva il ragazzo.
- Non fare il furbetto con me, ti ho visto nello specchio. Quindi adesso mi dici che problema hai senza fare storie, perché io sono già abbastanza stressata così! – sbottò spazientita.
- Ok… ma non fare la pazza… - sospirò il moro raccontando per filo e per segno come si era messo nel casino in cui si trovava; poi, alla fine del monologo, aspettò per alcuni istanti una risposta che non arrivava, - Ehi… ci sei ancora? – chiese preoccupato.
- Si, stavo solo pensando ad una cosa. – lo rassicurò Fiore.
- Cosa? – chiese curioso.
- Stasera ci vediamo tutti al RistòBand. Tu preoccupati solo di vestirti decentemente, che al resto ci pensa Zia Fiore. – annunciò mentre già si immaginava tutta la scena.
- Sei unica, non so come farei senza di te! – la ringraziò su di giri Davide.
- Modestamente, sono la migliore! -


***
 
La febbre passò così come era arrivata, lasciando Matteo indietro rispetto al mondo, ancora stanco, spossato e con la testa che scoppiava.
Un solo pensiero lo martellava peggio della palla da demolizione di Miley Cyrus, ovvero il segreto che custodiva, tra i tanti, nel profondo di se stesso.
La strada tra casa e il lavoro non era lunga, ed aveva poco tempo per decidere che diavolo fare…  “Ciao Mason, sei stato carino con me, mi dispiace che molto probabilmente tua sorella verrà fatta a pezzi quando dirò ad una strega pazza, maniaca assassina la sua vera identità” non gli sembrava il saluto più appropriato con cui tornare in servizio e ringraziarlo per essersi preso cura di lui.
Che cosa doveva fare? Quanto stava rischiando? Dov’era Edenn quando gli serviva? Da un lato sapeva cosa sarebbe successo se avrebbe vuotato il sacco: morte, distruzione, rovina per il mondo intero, ed erano cose che di certo non desiderava… insomma, era un adorabile bastardo lui, non un pazzo bastardo! D’altro canto sapeva che non ci sarebbe stato Miraculous della Protezione abbastanza potente da proteggerlo dall’ira della Dama Nera qualora avesse scoperto che le aveva mentito.
Pieno di dubbi e con la testa che scoppiava, Matteo arrivò al RistòBand e lo trovò pieno di ragazzini che si apprestavano a fare colazione prima di andare a scuola, che venivano prontamente serviti da un sorridente ed affabile Mason. Il moretto allora fece vagare lo sguardo per il locale, lungo il bancone e lo vide occupato da una figura esile, fasciata in un gilet blu oltremare, con una caterva di riccioli biondi inconfondibili.
- Non ci sto credendo… - commentò sconvolto il moretto.
- Ehi! Ti si rimesso allora. – lo accolse il capo stritolandolo in un abbraccio affettuoso.
- E pensavo di trovare il mio lavoro una volta guarito! – lo allontanò Matteo in stizzito. – Mi hai rimpiazzato per… quello lì! – sbottò.
- Ehi, “quello lì” ha un nome! – si difese Astreo incrociando le braccia al petto.
- Credi che ti abbia sostituito? – si rese conto stupito il moro, - Non potrei mai… - lo rassicurò accarezzandogli una mano.
- E allora mi spieghi che succede? – lo incalzò il più piccolo.
- Semplicemente io sono molto più bravo come performer che come cameriere, barista o anche solo lavapiatti… Non puoi continuare a fare tutto da solo, ti ho procurato un aiuto. Organizzatevi tra di voi, io ho un’esibizione da preparare per stasera! -  spiegò il proprietario del locale fiondandosi sul retro e lasciando i due rivali a fronteggiarsi.
- Che cosa ne sai tu di come si lavora in un locale? – latrò rivolgendosi al Biondo.
- Tesoro, io sono greco, cosa credi che facessi tutte le estati da quando ne ho memoria quando il mio paese veniva invaso dai turisti? I miei avevano un chiosco. – spiegò con naturalezza Astreo continuando a sistemare il bancone.
- Da dove l’hai uscita tutta questa grinta, tu che fino a ieri te la facevi nei pantaloni ogni qual volta che io o lo spilungone canterino eravamo nei paraggi?! – indagò curioso il moretto.
- Vedi… ho vissuto una specie di… esperienza… e ho deciso, invece di piangermi addosso, di trarne una lezione educativa e di tirare fuori le unghie. – svelò con naturalezza.
- Ma che bello, gattino… - sbuffò l’altro andandosi a cambiare, - Se non altro adesso qui dentro ci sarà da divertirsi! -


***
 
Andrea varcò, trafelata, la porta del RistòBand con ancora il tubo pieno di disegni in spalla, la tracolla stracolma di libri e la trecca scarmigliata;
- Ciao a tu… dove sono tutti? – chiese confusa vedendo il locale totalmente vuoto, semibuio, con solo Davide al centro della sala, vestito di tutto punto.
- Sono qui, tutti qui… solo per te.  – gli spiegò il ragazzo, che per l’occasione aveva tirato indietro i capelli con il gel per mostrare entrambi gli occhi, luccicanti e colmi di emozione. La prese per mano e la condusse ad una sedia davanti al palco, aspettando che il sipario si aprisse.
- E’ arrivata! – bisbigliò eccitata Fiore sbirciando dal tendone, pronta ad entrare in scena.
- Ma è proprio necessario uscire conciati così? – si lamentò Diego che non riusciva a camminare ingolfato da tutte quelle piume e dagli svolazzi dei pantaloni.
- Ci ho messo tutto il giorno e per poco non sono impazzita per confezionare questi costumi. Userò il culo del primo che si lamenta come puntaspilli! – replicò acida la rossa.
- Potete non litigare almeno ora?! – sbuffo infastidita Luna mentre tentata di non annegare, mentre già le prime note della base avevano iniziato a suonare.
Il sipario lentamente si aprì svelando quattro figure di spalle, vestite di paillettes e balze dalla testa ai piedi, che ondeggiavano a ritmo di musica.

Friday night and the lights are low
Looking out for a place to go


Intonò la stilista voltandosi, sorridendo alla sua amica che scoppiò in una risata vedendola afferrare saldamente un microfono pieno di lustrini.

Where they play the right music
Getting in the swing
You come to look for a king


Si unì a lei nel canto Mason facendo ondeggiare le frange che pendevano dalle sue maniche.

Anybody could be that guy
Night is young and the music's high


Prese la parola la piccola Luna, rivelando una voce melodiosa e, soprattutto, una grande presenza scenica mentre avvolgeva con una piroetta il boa di piume addosso all’amica.

With a bit of rock music
Everything is fine
You're in the mood for a dance
And when you get the chance!


Cantarono insieme le ragazze, e poi tutti e quattro avanzarono nel proscenio per il ritornello:
You are the dancing queen
Young and sweet
Only seventeen
Dancing queen
Feel the beat from the tambourine, oh yeah
You can dance
You can jive
Having the time of your life
Ooh, see that girl
Watch that scene
Digging the dancing queen


Intonarono in coro indicandola.

You're a teaser, you turn 'em on
Leave 'em burning and then you're gone


Cantò Diego scendendo con un salto dal palco, per poi porgere elegantemente le mani ad entrambe le dame di quello strambo quartello

Looking out for another
Anyone will do
You're in the mood for a dance
And when you get the chance


Cantarono le ragazze mentre la adornavano con un cappello di lustrini ed una sgargiante stola di piume di struzzo.

You are the dancing queen
Young and sweet
Only seventeen
Dancing queen
Feel the beat from the tambourine, oh yeah
You can dance
You can jive
Having the time of your life
Ooh, see that girl
Watch that scene
Digging the dancing queen
Digging the dancing queen


Alla fine, tutti si scatenarono in un travolgente ballo mentre su Andrea, divertita ed emozionata al centro di quel cerchio magico, piovevano coriandoli e stelle filanti.
- A cosa devo tutto questo, ragazzi? È il mio compleanno e me ne sono dimenticata? – chiese poi quando le ultime note suonarono sempre più piano.
- Chiedilo a lui. – le rispose ammiccante l’argentino indicando Davide.
- Questo è per te, Dancing Queen… - le disse timidamente porgendole una busta di carta, quelle che si usavano per spedire le lettere; la mora ci frugò all’interno e ci trovò dentro dei biglietti dorati, un po’ simili a quelli che aveva visto da bambina ne “la Fabbrica di Cioccolato”.
- Che significa? – chiese confusa.
- Significa che ho rubato alcuni tuoi disegni, li ho spediti per un concorso d’arte e sei tra i finalisti. Parti per Parigi! – le annunciò emozionato e, mentre si levavano grida ed applausi, venne stritolato in un abbraccio.
- Grazie! – gli disse Andrea con le lacrime agli occhi.
- Non ho fatto niente se non compilare un form su Google e scattare delle foto… è lavoro tuo, merito tuo. – rispose il ragazzo stringendosi nelle spalle.
- Grazie per aver creduto in me… - precisò la mora carezzandogli una guancia.
- Se i piccioncini hanno finito, qui c’è da festeggiare! – li prese in giro Diego facendo arrossire entrambi, aprendo col botto una bottiglia di spumante che, per la maggior parte, non fece altro che annaffiare i presenti.


***
 
Seduta con le gambe incrociate sulla cima dell’altare della patria, Tengu osservava il crepuscolo pensierosa.
- Domani avrà inizio l’ultimo atto di questa tragedia. – annunciò tetra, avendo avvertito una presenza alle sue spalle.
- Non serve a niente che io non sia d’accordo con questa idea folle, vero? – la punzecchio Simba avvicinandosi.
- Ovviamente no. – tagliò corto la donna, - Domani notte andrai a prelevare il Miraculous della civetta da quella ragazzina. Lo useremo ed entreremo con le nostre proiezioni astrali nella Cattedrale Oscura, ed elimineremo per sempre quei due mostri. – sentenziò fiduciosa, alzandosi in piedi per fronteggiare il proprio partner.
- E se non ce la facessimo, noi due soli? – domandò l’uomo.
- Ce l’abbiamo sempre fatta, io e te insieme. I nostri poteri sono i più forti tra le tredici stelle. – lo rassicurò Ayaka. – Ma sarà molto, molto pericoloso.
- Non vuoi tenerli in disparte perché non ti fidi di loro, li stai solo proteggendo, vero? – replicò il Leone con un tono che tutto sembrava fuorché una domanda.
- Non pretendo che tu capisca tutte le mie ragioni, ma se durante questa battaglia non saremo insieme, uniti, non avremo possibilità. Ho bisogno di te al 100% - lo avvisò la ragazza, sciogliendo la propria trasformazione per guardarlo negli occhi. Simba osservò la carnagione chiara ed il viso delicato, i lunghi capelli neri con le punte biondo scuro e gli occhi neri e decisi, coronati da un neo sotto a quello destro, che lo trafiggevano come braci.
- Ho rinunciato a capirti molto tempo fa… - sghignazzò ironico il leone, - Ma non ti abbandonerei mai. Insieme, fino alla fine. – la rassicurò porgendole una mano grande e forte.
- Insieme, fino alla fine. – annuì la ragazza stringendo la zampa.
Era il tempo dell’ultima battaglia.

***
 
Ecco, la musica è finita
Gli amici se ne vanno
Che inutile serata
Amore mio
Ho aspettato tanto per vederti
Ma non è servito a niente
Niente, neanche una parola
L'accenno di un saluto
Ti dico arrivederci
Amore mio
Nascondendo la malinconia
Sotto l'ombra di un sorriso
Cosa non darei 
Per stringerti a me 
Cosa non darei 
Perché questo amore
Diventi per te
Più forte che mai


Canticchiava Fiore, stretta nel suo cappotto candido, che inutilmente tentava di coprire il suo appariscente outfit che aveva fatto voltare più di qualcuno che passava davanti al RIstòBand.
- Che bicchiere è quello? – le chiese la voce della sua migliore amica alle sue spalle.
- Quinto. – rispose con naturalezza scolando l’ultimo sorso.
- Non sei proprio al top, eh? – indagò preoccupata la Mora facendolesi vicina.
- Diciamo che l’euforia della nostra “serata tra ragazze” di qualche giorno fa è scemato piano piano… ma non dovresti stare qui fuori con me, la festa la dentro è per te! – le ricordò la rossa.
- L’argomento principale della serata è un totoscommesse tra chi dei due baristi, il biondo e il moro, entrerà per primo nei pantaloni di tuo fratello… Io ovviamente tifo per il biondo, ma sono di parte! – scherzò l’artista provando a tirarla su di morale, ma, constatando che il suo tentativo fosse fallito miseramente, tirò fuori dalla tasca i biglietti dorati e li osservò per alcuni istanti.
Erano tre… uno per lei e due per suoi “accompagnatori”…
Non appena Davide glielo aveva spiegato gli propose, senza aspettare un secondo, di andare a Parigi con lei e quello, dopo essere arrossito come un peperone ed aver balbettato per un po’, aveva accettato, e ne rimaneva ancora uno… osservò Fiore mentre guardava un imprecisato punto nel vuoto, pensierosa e triste, e decise che quella era la cosa giusta da fare.
- Spero tu abbia abbastanza soldi per pagare la stiva. Perché dubito, conoscendoti, che ti farai bastare un bagaglio a mano! – le disse improvvisamente.
- Come scusa? – chiese confusa la rossa, poi però focalizzò l’attenzione al foglietto d’oro luccicante che le veniva posto e capì.
- Io… non so che dire… - provò ad articolare una frase di senso compiuto, ma le parole le morirono in gola mentre le lacrime iniziavano a pizzicare negli occhi.
- Sei la mia migliore amica, chi ci dovrei portare se non te? – spiegò Andrea ma non poté dire altro, ritrovandosi stretta in un abbraccio, silenzioso e vigoroso.
Da dove ripartire da zero quando hai il cuore spezzato se non dalla capitale dell’amore?
 
NOTE D’AUTORE
Bentornati cuccioli di foca, sono riemerso, portato un po’ in ritardo dalla Befana.
Allora, partiamo subito augurando a tutti voi un augusto 2022, che sia prospero e pieno di nuovi inizi.
Beh, che ne dite di questo capitolo nuovo nuovo? Ve lo aspettavate? Come da voi votato nel decimo capitolo, ci aspetta un cambio di scenario e voleremo a Parigi!  Ma state tranquilli, resteremo anche a Roma, insomma avremo un occhio al di là ed un al di qua delle Alpi, vedremo comparire alcuni personaggi Canon (oltre che la nostra amata coppia di supereroi) e ci sarà –spoiler- un akumatizzato talmente potente da far impallidire tutti gli altri affrontati in quattro stagioni di MIRACULOUS LADYBUG
  1. MOMENTO EASTER EGG:  Vi avviso che in questo capitolo, per mancanza di ispirazione, non è presente nessun Easter Egg, un applauso a chi ha indovinato il verso della Divina Commedia di Dante, “volsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”  pronunciato da Virgilio per placare le anime infernali.
  2. MOMENTO INTERATTIVITA’: allora bella gente, è giunto il momento di far girare un po’ la ruota del caso, di sparigliare un po’ le carte, quindi vi chiedo, dato che le due fazioni di eroi rivali non conoscono le rispettive identità, che le stelle malefiche non conoscono quelle dei propri compagni e che Aurora e Vaen ancora non sanno chi siano gli altri “miracolati” quale “incontro al buio” immaginate per i vostri oc? Mi spiego meglio, ognuno degli autori dovrà descrivermi almeno una scena in cui un suo oc incontra almeno un altro (che può appartenere allo stesso autore o ad un altro) in abiti “civili” e ipotizzare un ipotetico rapporto all’oscuro dei poteri l’uno dell’altro.
  3. MOMENTO SONDAGGI: come già detto in precedenza da questo momento in poi i sondaggi saranno due, uno per la storia principale uno per la serie di os collegata, che, per la cronaca, vi invito a leggere. Quindi vi domando: quale Miraculous dello zodiaco cinese vorreste che compaia in questa storia? E poi, abbiamo avuto una backstory di un eroe, lo special di natale e una os, rossa… ora sta a voi scegliere la prossima tra una storia sui kwami, una storia sui nostri villain e un missing moment.
  4. FANART E MUSICA: questo capitolo ha suonato con “dancing Queen” degli ABBA e “La musica è finita” di Ornella Vanoni e Umberto Bindi
  5. VARIE ED EVENTUALI: ringrazio innanzitutto la mia nuovissima e bravissima Beta-reader SUMMERLOVER, tutti gli iscritti fedeli ed assidui che non mi fanno mai mancare il loro affetto, chi ha inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate e chi si ferma anche solo a leggere. Ricordo a tutti gli iscritti che a questo punto della storia non potete abbandonarmi… a tutti gli autori fanno piacere commenti e recensioni, ma se proprio non avete tempo non fa assolutamente niente, basta ritagliare quei 5 minuti per rispondere alle domande… se doveste “sparire” per molto tempo, ahimè, dovrò far uscire i vostri oc di scena e mi dispiacerebbe tantissimo! Detto questo, che dire ancora, ci vediamo alla prossima,
baci
SG



IN THE NEXT CHAPTER:
Fiore era ferma dinanzi alla famosissima Maison Agreste, con il suo book di bozzetti sotto il braccio, più determinata che mai: non importava quanto ci avrebbe messo o chi avrebbe dovuto superare, lei sarebbe entrata lì dentro e avrebbe fatto vedere il frutto del suo lavoro a Gabriel Agreste, qualunque cosa fosse costato. 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Paris ***


IN THE PREVIOUS CHAPTER:

La Miracle Squad accoglie Astreo, che ora lavora al RistòBand con Mason e Matteo. Fiore utilizza lo
specchio magico regalatole dalla misteriosa veggente per rivelare il segreto di Davide e lo aiuta a confessare
ad Andrea che l’ha iscritta ad un concorso d’arte, vincendo dei biglietti per Parigi. Alla fine della festa,
Andrea offre alla sua migliore amica di ricominciare insieme nella città dell’amore.
Kyros attrae la dama nera in un tranello per portarla dalla sua parte; Kenny invece, dopo l’ennesimo rifiuto,
decide di cancellare Kaya dal suo cuore cercando una nuova ragazza.


 
CAPITOLO 15:

PARIS

 
“Come artista, un uomo non ha altra patria in Europa che Parigi.”
(Friedrich Nietzsche)
 
Fiore salì sul palco del Ristòband e prese tra le sue mani un microfono, ed iniziò a cantare:
Something has changed within me
Something is not the same
I'm through with playing by the rules
Of someone else's game

Andrea si fece strada accanto a lei e cantò a sua volta:
Too late for second-guessing
Too late to go back to sleep
It's time to trust my instincts
Close my eyes: and leap!

La rossa prese di nuovo la scena intonando:
It's time to try
Defying gravity

La mora le fece eco:
I think I'll try
Defying gravity

Astreo salì sul palco con le ragazze e cantò insieme a loro:
Kiss me goodbye
I am defying gravity
And you wont bring me down!

Mentre la musica suonava più forte, Andrea si portò in proscenio:
I'm through accepting limits 
cause someone says they're so
Some things I cannot change
But till I try, I'll never know!

Astreo le si avvicinò intonando:
Too long I've been afraid of
Losing love I guess I've lost
Well, if that's love
It comes at much too high a cost!

I tre ragazzi sorrisero, si presero per mano e cantarono tutti insieme:
I'd sooner buy
Defying gravity

Kiss me goodbye
I'm defying gravity

I think I'll try
Defying gravity
And you wont bring me down!
I'd sooner buy
Defying gravity

Kiss me goodbye
I'm defying gravity

I think I'll try
Defying gravity
And you won't bring me down!
bring me down!
ohh ohhh ohhhh!
- Quando hai finito con questa lagna alle 11 del mattino, ci sono delle ordinazioni. – sibilò acido Matteo al
biondo.
- Mh, simpatico il tuo collega… - bisbigliò Andrea commentando l’acidità del moretto.
- Non me lo dire… e ora non avrò proprio più scampo fino al vostro ritorno! – si lagnò Astreo allacciandosi il
grembiulino.
- Nnon essere drammatico, restate in tre a difendere il fronte: tu, Diego e Luna… in tutti i sensi. – lo
rassicurò Fiore con un occhiolino, nonostante fosse in cuor suo molto preoccupata di lasciare la città
sguarnita di eroi.
 
Come sarebbe andata se i nemici avessero attaccato durante la loro vacanza? Lei era il leader, doveva
guidare gli eroi, non andarsene in giro per l’Europa ad inseguire i suoi sogni! Già… ma quanto importanti
erano i suoi sogni? Non poteva saperlo nessuno tranne lei, forse non lo sapeva bene neppure lei…
 

***

Il Bioparco di Roma era situato all’interno dei Giardini di Villa Borghese, dove natura, arte e cinema si
trovavano letteralmente a due passi di distanza l’uno dall’altro, e potevano offrire una giornata piena di
emozioni e capolavori: dal Bioparco al Tempio di Esculapio, dalle opere della Galleria Borghese – uno dei
musei più importanti della Capitale – alla terrazza panoramica del Pincio, dall’Uccelliera all’atmosfera retrò
della Casina Valadier, fino ai film del Cinema dei Piccoli e il teatro del Globe Theatre. Ognuno di questi
luoghi offriva esperienze di valore: stimoli che divertivano, stupivano e arricchivano in un’ottica di crescita
per i più giovani e di life-long learning per i più grandi.
Era decisamente il luogo perfetto per attuare il suo piano.
Per questo quella mattina Kyros si era svegliato di buon’ora, si era diretto in quel luogo ed aveva pagato
con molto piacere il biglietto per entrare, poi, una volta all’interno, si era nascosto all’ombra di un grande
albero e si era trasformato.
- COBRA INCANTATORE! – sibilò l’antieroe mentre una nuvola di fumo nero sgorgava pigra dalle sue mani,
per scivolare al suolo e prendere le fattezze di un serpente dalle scaglie scure come la notte più tetra.
- Vai piccolino, insinuati in questo luogo e fai il tuo dovere! – ordinò e la creatura eseguì, strisciando
lontano circospetto… nessuno infatti si doveva accorgere della sua presenza fino al momento opportuno.
Le labbra del greco si arricciarono in un sorriso maligno… ben presto avrebbe portato alla sua “padrona” un
gradito regalo, che avrebbe messo finalmente a tacere i sospetti che nutriva su di lui, finalmente si sarebbe
fidata cecamente e si sa, la fiducia è un’arma pericolosa… già pregustava il momento in cui avrebbe
finalmente avuto tra le sue mani tutto il potere che quella megera custodiva gelosamente, e allora si che
avrebbe potuto dominare qualsiasi cosa, avrebbe potuto vivere la vita che voleva, sottomettendo chiunque
ai suoi piedi, qualsiasi essere naturale e sovrannaturale. Ed anche la morte davanti a lui si sarebbe piegata.


 
***
Quel giorno era passato veloce per tutti quanti gli eroi, per chi indaffarato doveva organizzare la partenza, e
per chi rimaneva e doveva cerare di incoraggiare e rassicurare gli altri.
Erano tutti fermamente convinti che sarebbe stata una passeggiata, che Roma era in buone mani e che non
sarebbe successo niente di male… ma lei? Luna, chiusa in camera sua a dipingere distrattamente,
osservando la luna piena e luminosa fuori dalla finestra, ne era certa tanto quanto gli altri? La risposta era
semplicemente no. Luna aveva paura, paura di un attacco nemico, paura di non essere all’altezza, paura
di…
- Conosco i tuoi poteri meglio di te, signorinella, e se ci fosse davvero un pericolo in agguato la perspicacia ti
avrebbe già avvertita. Cos’è, non ti fidi del tuo Miraculous? – indagò saccente Palmm.
- Lo so questo… ma il mio potere mi ha permesso, per ora, di predire solo catastrofi, e non cose belle… -
spiegò con un pesante sospiro la ragazzina, costretta ad ammettere più a se stessa che al Kwami ciò che
realmente la turbava.
- Che cosa intendi dire? – chiese confuso l’uccellino.
- Che cosa succede se Andrea vince quella competizione? Se le offrissero una borsa di studio, un lavoro o
roba del genere? E se Fiore dovesse riuscire a far vedere i suoi lavori a qualche stilista importante? Se per
 
qualsiasi motivo il destino le portasse via da qui, via da Roma, via da… - sbottò in un insieme confuso di
parole smangiucchiate.
- Via da te? – dedusse subito, comprensivo, lo spiritello.
- Ho paura Palmm… non fraintendermi, Andrea, Diego, Fiore, Davide, io li adoro tutti, persino Astreo che è
qui da poco, dopotutto l’ho reclutato io. Loro sono diventati in breve tempo i miei migliori amici, e non solo
dei compagni di avventura, ma loro sono tanto più grandi di me e il tempo della loro vita non è lo stesso in
cui mi trovo io. Ho paura di rimanere sola da un momento all’altro, che la vita ci allontani con i suoi tortuosi
sentieri… - si confidò Luna.
Palmm fece per iniziare un bel discorso per incoraggiarla, ma fu interrotto da un rumore alla finestra e,
veloce come una saetta, corse a nascondersi. Voltandosi verso la fonte del rumore, Luna sbiancò e per poco
non le prese un colpo nel vedere dietro il suo vetro, arrampicato come un gatto, un giovane con un
costume rosso fuoco con righe gialle sull’esterno di braccia e gambe, il colletto giallo alzato e aperto sul
collo e stivaletti in stile militare gialli e rossi, una cintura gialla alla vita ed una criniera fluente fatta di dread
rossi e gialli.
La ragazzina balbettò ed annaspò non sapendo che cavolo dovesse fare. Chi era quel tipo? Era un nemico?
Doveva trasformarsi? Leggendo la paura nel suo sguardo il tizio picchiettò il dito sul grosso medaglione
dorato che pendeva dal suo collo e l’oggetto assorbì la trasformazione quantica sputando fuori una
creaturina.
- Ma tu sei … - realizzò la più piccola riconoscendo immediatamente il ragazzo di colore che l’aveva aiutata
qualche notte prima a fermare la la gang razzista, e così, non ascoltando nessuno dei richiami isterici che il
suo Kwami sibilava dal suo nascondiglio, aprì gli stipiti permettendogli di entrare con un salto.
- Salute a te, mia giovane amica. – la salutò il ragazzo raggiante.
- Tu sei… hai un Miraculous… ed io… - iniziò Luna, poi si rese conto che forse non avrebbe dovuto rivelare la
sua vera identità, quindi si limitò a chiedere, - Fai parte dei buoni o dei cattivi? –
- Dei buoni ovviamente. Ma questo lo sai già, Owl Maiden! – la sbugiardò il maggiore facendola arrossire
fino alle orecchie.
- Come hai fatto a scoprirmi?? – sbottò mettendosi sulla difensiva, - E poi, esci da camera mia, se papà ti
becca qua dentro sarò in un mare di guai!
- Sarò breve allora… sono Josh, il mio nome da eroe è Simba Wa Moto. Io e la mia compagna Tengu vi
teniamo d’occhio da un po’… sono venuto a chiederti aiuto! – spiegò Josh.
- Ah sì? E dove eravate quando noi avevamo bisogno d’aiuto? Ci stavate tenendo d’occhio?! – sibilò
velenosa l’adolescente con gli occhi ridotti a due fessure.
- Lo so che adesso non puoi capire, ma ci è stato comandato di osservarvi da lontano, per verificare che
foste all’altezza del compito affidatovi dalla custode. – cercò di giustificarsi, facendosi più piccolo di fronte
all’ira di quella ragazzina inquietante.
- E chi vi avrebbe comandato questa minchiata? – sbottò su tutte le furie Luna.
- Un altro custode. – le spiegò serio Palmm uscendo dal suo nascondiglio, - O per meglio dire, un’altra. E
modera il linguaggio, signorina!
- Non mi trattare da bambina davanti agli estranei – sibilò imbarazzata, - Custode? La vecchietta non era
l’ultima?
 
- La vecchietta era la custode della Miracle Box, ma ci sono altri custodi con altri compiti… c’è chi protegge il
Grimorio degli incantesimi da generazioni e generazioni… anche se la loro dinastia si è estinta da poco… -
cercò di spiegare Josh.
- Ecco perché non troviamo il libro. Non c’è un custode in vita da rintracciare… - dedusse la custode della
civetta, credendo imprudente svelare al nuovo arrivato che un custode c’era eccome, aveva un orrendo
tatuaggio sulla schiena e lei lo aveva visto.
- E poi ci sono i custodi delle profezie, che da secoli custodiscono il segreto sul futuro delle tredici stelle, e
l’attuale Custode delle Profezie è in vita ed ha a sua protezione le due stelle più potenti: quella del Leone e
quella del Corvo. – finì di spiegare Palmm, visibilmente irritato dal dover intavolare quel discorso in quella
situazione.
- Ma… credevo di essere io quella che vede nel futuro… - domandò sconfortata Luna, sentendosi sminuita,
quasi… tradita.
- Ufff… ecco perché non te ne ho parlato! – sbuffò l’uccellino che aveva predetto quella reazione.
- Non c’è tempo per i dilemmi piccolina. Ho bisogno del tuo Miraculous per affrontare un nemico
pericolosissimo! – la informò il leone tendendole la mano.
- Vengo con te. – rispose risoluta Luna.
- No. – ringhiò Josh, - è troppo pericoloso. Dovrai darmi il tuo Miraculous e soprattutto non fare parola con
nessuno di quello che è successo stasera. – le spiegò.
- Devo separarmi dal mio Miraculous? – realizzò Luna sconcertata.
- Te lo riporterò indietro, è solo un prestito. Parola d’onore! – la rassicurò il ragazzo con un sorriso ed un
occhiolino; la più piccola volse lo sguardo verso il proprio kwami che le fece un serio cenno d’assenso,
quindi, a malincuore, scostò la frangetta e si staccò lo smeraldo dalla fronte, e la creaturina scomparve. Lo
affidò seria nelle mani dello sconosciuto, - 48 ore. – lo ammonì, - Se non lo riavrò entro dopodomani a
quest’ora, avrai una squadra di amici molto incazzati pronti a farti la pelle.
- Agli ordini, e… grazie mille. Se andrà bene nessuno sarà più in pericolo, - le promise Simba
ritrasformandosi, con un balzo all’indietro arrivò al davanzale e si lanciò in aria, nella notte, lasciando Luna
in camera sua totalmente sola.


 
***
Il giorno seguente, di buon mattino, Fiore era appena riuscita a chiudere la sua valigia sedendocisi
goffamente su, quando qualcuno bussò alla sua porta, aprì e si ritrovò un imbarazzato Diego dinanzi.
- Io e i ragazzi siamo qui giù da un po’… non scendevi e ho pensato di venire a darti una mano… sai, vi
accompagno all’aeroporto. – spiegò fregandosi le mani sui jeans.
- Non era necessario, hanno inventato i taxi per un motivo. – lo liquidò lapidaria, tornando a sistemare i
suoi bagagli.
- Siete miei amici, è un viaggio importante per Andrea e ci tenevo ad accompagnarvi… - si giustificò il
ragazzo.
- Intendevo dire che io avrei preso un taxi. – rispose acida la rossa.
 
- Senti… - sbuffò esasperato l’argentino, - non possiamo andare avanti così, io… - provò a dire, ma venne
interrotto dalla ragazza, che si voltò come una furia trafiggendolo con un paio di occhi gonfi di lacrime e
risentimento.
- Tu avevi detto che non mi avresti lasciata mai! “Sarò per sempre tuo, fedelmente” *, avevi promesso! –
sbraitò la stilista, dando sfogo alla rabbia che aveva tenuto dentro di sé fino a quel momento.
- Mi dispiace, ok? Io… io ti amo ancora e non è facile nemmeno per me, ma non avevo altra scelta… - rivelò
esasperato Diego passandosi nervosamente le mani tra i capelli.
- Sì che ce l’hai! Puoi cambiare le cose… prendi me, scegli me, ama me! – lo supplicò Fiore spoglia di ogni
difesa, prendendo le mani del ragazzo, nelle quali aveva già da tempo posato il suo cuore, tra le sue.
- Io… io ti aspetto giù. – balbetto il ragazzo, tirando su con il naso prima di prendere la strada per la porta,
lottando contro ogni fibra della sua carne per non voltarsi indietro.


 
***
Quella mattina, consapevole che i suoi amici erano in partenza, che Diego li stava accompagnando e Astreo
fosse in università e che poi avrebbe attaccato il turno al RistòBand, Luna fece una cosa che non aveva mai
fatto in tutta la sua vita: marinare la scuola. Era consapevole che suo padre se ne sarebbe accorto e
l’avrebbe cazziata come mai in vita sua, ma non le importava... si sentiva sola, era sola senza Palmm e non
avrebbe voluto per nulla al mondo stare in mezzo ai suoi coetanei, colpevoli loro malgrado di essere
persone assolutamente normali, che mai e poi mai avrebbero potuto capire il disagio che si portava dentro.
Bello schifo essere un’eroina adolescente, peggio ancora se lo eri in mezzo a tanti adulti. Era seccata di
essere costantemente un passo indietro, costantemente un gradino sotto tutti loro… non era neppure
riuscita ancora a raggiungere il libro degli incantesimi sul piano Astrale senza bisogno di Andrea e dei suoi
poteri. Per cui era uscita di casa con il suo blocco per disegnare alla ricerca di ispirazione, per poter buttare
tutti quei sentimenti fuori e appicciarli ad un foglio di carta.
Quello che non poteva immaginare però, era che pur privatasi dello smeraldo magico i suoi poteri, in parte,
erano ancora dentro di lei. La perspicacia non era così forte da permetterle di rendersene conto, ma
abbastanza da far muovere quasi inconsciamente la sua mano sul foglio ruvido mentre distrattamente
sedeva sull’erba del parco, di quel parco dove tutto era iniziato. Si accorse di ciò che stava facendo quando
i tratti della sua matita presero magicamente forma davanti ai suoi occhi, rivelando un volto giovane,
affilato, decorato da stupendi occhi dal taglio severo e labbra sottili, ed incorniciati da capelli scuri dove i
segni della matita si addensavano, tirati indietro dal gel. Nel complesso il suo disegno ritraeva un ragazzo
molto bello e attraente, che quindi si decise a cercare tra le figure dei passanti che aveva vicino, sperando
che non fosse già allontanatosi in quel suo momento di trans, o abbiocco che dir si voglia.
- Mh però, mi somiglia… - disse una voce alle sue spalle facendola sobbalzare e, voltatasi, riconobbe
l’inconfondibile volto che aveva ritratto, illuminato da un ghigno furbo e saccente.
- Io ehm... come hai fatto a capire che stavo disegnando te? – chiese la più piccola sulla difensiva.
- Perché mi hai fissato come una pazza per un sacco di tempo, senza neanche guardare un secondo su un
foglio… pensavo fossi drogata o qualcosa del genere… - la prese in giro il ragazzo.
Mh. Simpatico, proprio simpatico.
Come un calcio nelle gengive.
- Ho sempre fatto così per le persone che mi sembrano… speciali, ci riesce fin da prima che la mia mamma
morisse… è grazie a questa cosa che ho conosciuto una persona estremamente speciale... – cercò di
spiegare, timidamente, la ragazzina.
 
Quella risposta lo colpì come un pugno nello stomaco… forse perché nessuno lo aveva definito speciale da
quando lei era andata via per sempre. Forse perché quella bambinetta gli aveva appena confidato, come se
fosse la cosa più facile del mondo, che anche lei soffriva per la perdita di sua madre. Forse per chissà quale
altro motivo, ma, mentre le lanciava un sorrisetto saccente e le voltava le spalle, Kyros ebbe la certezza che
quella poppante non era solo una banale ragazzina come tante altre

.
***
Dopo un’interminabile fila a Fiumicino per il check-in, più di due ore di volo, un altrettanto interminabile fila
per il check-out e una caccia al taxi risoltasi quando Andrea aveva cacciato un urlo molto poco femminile ad
un tassista con il basco, i nostri tre eroi erano finalmente a destinazione: Parigi era pronta a spalancare loro
le sue lussureggianti porte.
- Non ci sto credendo, deve essere un sogno! - sospirò estasiata la mora, mentre divorava con sguardo
emozionato qualsiasi cosa le si trovasse davanti.
- Se vuoi ti do un pizzico! – la prese in giro Davide, - La mostra dove esporranno tutti i quadri dei finalisti è
domani, la premiazione invece dopodomani. Questo vuol dire che abbiamo tutto il pomeriggio per fare i
turisti prima di dover andare in albergo! – le informò.
- Si vi prego! Non vedo l’ora di poter visitare gli Champs-Elysées! – rispose su di giri l’artista, afferrando la
mano dell’amica per fiondarsi in strada, ma quella la bloccò:
- Andate voi… io ho altri programmi. – declinò sicura di sé.
- Dove vuoi andartene tutta sola? A trovare un amante parigino? – scherzò il Cervo meritandosi una
dolorosa gomitata nelle costole dalla ragazza-lupo.
- No, niente amante parigino… - spiegò pratica la rossa, - Ho altri obbiettivi per questo viaggio.

 
***
Quel pomeriggio, al RistòBand la situazione era tranquilla. Un numero non esagerato di clienti passava
tranquillamente il tempo ascoltando i vari sfigati che si avvicendavano spontaneamente a suonare e
cantare sul palco, come desiderava il proprietario che non aveva esattamente capito che far esibire
chiunque, ed esibirsi totalmente gratis non era il massimo dell’imprenditorialità, e la cricca di amici della
sorella-rossa-fiammante era misteriosamente scomparsa… Ciò metteva Matteo non poco sovrappensiero,
mentre preparava le ordinazioni dietro al bancone, meditando sulle doppie identità della combriccola:
forse, chissà, in quel momento Roma era sguarnita di eroi.
In quel momento Astreo arrivò canticchiando una melensa canzone di Tylor Swift, e posò il vassoio sul
bancone, e, guardandolo di sfuggita, il moretto non poté non soffermarsi a pensare come misteriosamente,
da un paio di giorni a quella parte il quintetto lo avesse accolto benevolmente nella cerchia… che fosse
coinvolto anche lui?
“Nah, impossibile, uno come lui? Piangerebbe se schiacciasse per sbaglio una formica…”
Pensò, poi capì che non era necessario capire perché fossero improvvisamente diventati Bff, era sufficiente
utilizzare quella dinamica a suo favore…
- Ti vedo triste Stellina… ti mancano i tuoi nuovi amichetti? – lo pungolo fingendosi poco interessato
all’argomento.
 
- Io non sono affatto triste… e poi perché dovrei esserlo? Tanto Fiore, Andrea e Davide torneranno da Parigi
tra tre giorni. – rispose con un’alzata di spalle il povero ingenuo, senza notare il ghigno soddisfatto che
arricciava le labbra del moretto… Parigi eh? Abbastanza lontano da non poter tornare in un batter d’occhio,
abbastanza a lungo per permettergli di pianificare qualcosa… era così di buon umore che non resistette,
doveva punzecchiare ulteriormente il ragazzino per divertirsi.
- Ah boh, pensavo che magari ti sentissi perso non avendo nessuno a cui sciorinare ogni tre per due la
storiella della tua cara nonnina che ti insegna a cercare l’orsa felice a dieci anni. – lo prese in giro velenoso.
- Si dice Orsa Maggiore. – puntualizzò Astreo facendosi, inaspettatamente, scivolare il commento acido. -
Non sapevo che ascoltassi con tanta attenzione ciò che dico, è carino da parte tua. – rispose invece con
imperturbabile calma.
Colpito e affondato.
Matteo rimase senza parole, boccheggiando alcuni secondi prima che quello gli voltasse le spalle
soddisfatto per portare le ordinazioni al tavolo.
Quando era successo esattamente che non era più lui a mettere in imbarazzo il biondino, ma il contrario?
Non poté però soffermarsi a lungo su quel pensiero, perché il cuore gli saltò in gola alla sensazione di calore
che la cavigliera dell’ariete gli stava dando… il ragazzo si agitò, capendo immediatamente che quello fosse il
segnale, anche abbastanza urgente, del raduno delle stelle malefiche.
- Ehi… che succede? – chiese il biondino facendolo sobbalzare.
- Oh! Ehm… che succede? Che succede… succede che ho un… un guaio a casa! Sì, proprio così… mi ha
appena chiamato mia sorella piccola e io… - mentì spudoratamente un agitato Matteo.
- Vai. – disse semplicemente l’altro, - ti copro io.
- Grazie! – gioì il ragazzo slegandosi in fretta il grembiulino e levandosi il gilet, si diresse a passo spedito
verso la porta ma, prima di afferrare la maniglia, un pensiero fugace fece capolino nella sua mente: - Perché
mi aiuti? Noi non siamo amici… - chiese, sospettoso.
- Non è mai troppo tardi per diventarlo… - rispose candidamente il ricciolino, - e non è mai troppo presto
per iniziare a farlo. -


 
***
Faunus si muoveva circospetto tra le colonne del Pantheon, nascondendosi in ogni ombra, anfratto e
cantuccio che gli offriva protezione mentre si spostava da un nascondiglio ad un altro, una mano sempre
pronta afferrava la sua arma, un flauto di Pan, attaccato alla cintura.
- Non dovresti essere così sulla difensiva, siamo alleati dopotutto… - si rivolse a lui sprezzante colui che lo
aveva convocato, Idra.
- Che cosa vuoi da me, dove sono gli altri? – indagò l’altro sospettoso.
- Arriveranno. – lo rassicurò il ragazzo incappucciato. - Desideravo conferire da solo con te. – spiegò.
- E per dirmi cosa? Non divulgo i segreti della mia avvenenza, sappilo. – rispose sibillino il più grande.
- Rilassati, capretta, non ho bisogno di nessun consiglio, riflettevo solo su ciò che ci accomuna… - la buttò lì
il serpente, allusivo.
- Illuminami allora, perché non ho riscontrato molto, io. – lo freddò l’altro.
 
- Abbiamo un amico in comune… - insinuò Kyros.
- Edenn. – dedusse sospettoso Matteo, riducendo gli occhi a due fessure.
- Esatto. Colloquiando con lui ho scoperto che potremmo avere anche degli obbiettivi in comune… - insinuò
sibillino.
Matteo rimase interdetto per alcuni secondi… che cosa doveva fare? Doveva stare al gioco, calare le sue
carte? Era una trappola? Il suo nome era ancora scritto sul Pugnale dell’Oscuro, Edenn non poteva averlo
tradito, ma aveva imparato nel corso dei suoi fin troppo lunghi 24 anni a non fidarsi molto di nessuno…
- Può essere… - rispose appositamente vago.
- Tu ed io desideriamo il potere allo stesso modo, e sono sicuro che ce ne sia abbastanza per essere
soddisfatti entrambi senza calpestarci reciprocamente i piedi. Ma, finché non lo otterremo, dovremo
coalizzarci per eliminare la concorrenza… da entrambi i fronti. – decise di esporsi Idra.
- Tu di quale fronte ti stai occupando? – indagò interessato il fauno.
- Del fuoco amico. Ben presto tutti quanti cadranno vittima del mio fascino. – lo rassicurò l’altro.
- Molto bene… dunque immagino io debba occuparmi di atterrare il nemico. – dedusse pratico Faunus.
- Eccellente allora, abbiamo un accordo. – concluse soddisfatto il tentatore.
- Frena bell’imbusto… voglio una prova della tua buona fede. – si impose Matteo.
- Chiedere buona fede ad un serpente è come chiedere ad un falco di non volare… - provò a defilarsi il
ragazzo, ma ricevette in risposta un’eloquente alzata di sopracciglio. – E va bene, sei un ottimo giocatore,
complimenti. – si arrese poi.
- Anni di pratica nelle bische clandestine. – rispose con naturalezza.
- Prima della prossima battaglia, riceverai il mio “regalo” che suggellerà il nostro patto. – promise il
serpente con un vistoso inchino.
Matteo meditò per alcuni secondi quella proposta, poi prese la sua decisione.
- Raduna le stelle stanotte, ho un piano e dobbiamo agire in fretta. -


 
***
Kenny sapeva benissimo che, per scollarsi di dosso la sua dipendenza da Maya iscriversi nella stessa sua
palestra, dove tra l’altro già lo conoscevano tutti dato che passava ore ed ore ad osservarla allenarsi
trangugiando schifezze, ma data la situazione in cui si trovava, qualche muscolo in più non avrebbe fatto
male…
- Mi spieghi perché mi hai trascinato qui a forza? – sbuffò un ragazzo biondo mentre usciva dallo spogliatoio
prima di lui, legandosi i lunghi capelli dorati in una crocchia scomposta.
- Perché l’esercizio fisico fa bene! – rispose trillante una ragazza, anch’essa bionda.
- Si certo, non perché vuoi compagnia e hai litigato con la tua amichetta del cuore… - la sbugiardò il ragazzo
velenoso.
- Ehi! Non ti sfrutterei mai in questo modo, fratellino… e poi io e Vaen abbiamo fatto pace, è partita per la
Francia… - si giustificò la sorella in modo molto poco credibile.
 
- Questo non cambia la sostanza, non ti vuoi allenare da sola e mi hai bullizzato per venire con te! – si lagnò
pateticamente il ragazzo. Kenny non era il tipo da origliare le conversazioni, specie quelle noiose, ma quei
due sfigati procedevano nel corridoio che conduceva alla sala, stava per superarli spazientito quado
un’informazione molto succosa arrivò alle sue orecchie:
- Non fare la lagna, avevamo un patto! Tu mi fai compagnia in palestra ed io ti presterò il mio talento
naturale nella prossima maratona a squadre di Legue of Legends! – ricordò la ragazza e una lampadina si
accese nella testa dell’americano… guardò meglio quei due notando le curve accentuate dall’attività fisica
della ragazza… poteva funzionare… una ragazza carina, un paio di amici nuovi ed un hobby per distrarsi un
po’ da tutto qul macello…
- Ehi ragazzi! – li chiamò senza pensarci su, - Non ho potuto fare a meno di sentire e beh… io sono un
campione a League of Legends!


 
***
Nel Campidoglio notturno, illuminato dalla calda luce dei lampioni e dal flebile chiarore di una sottile falce
di luna, quasi risuonavano ancora le urla degli antichi Galli invasori, l’ultimo anelito della fanciulla traditrice
che fu gettata dalla rupe dal cui cordoglio prende il nome, mentre l’aria fremeva dell’adrenalina che si
percepisce prima di una grande battaglia.
Era pronta Ayaka, pronta a rischiare la vita, a combattere, a vincere, a fare tutto quello di cui era capace per
mettere fine a quel grande pericolo che incombeva come un corvo –ironia della sorte- su tutti.
- Nobile Palmm, siete pronto? – chiese ossequiosa al piccolo Kwami che fece la sua apparizione dopo che
ebbe posato lo smeraldo della Civetta sulla fronte.
- Non credo che mi abituerò mai più a qualcuno che mi tratta con l’educazione e il rispetto, è come una
sorta di stress post traumatico ma sì, sono pronto per la battaglia. – ironizzò il Gufetto.
- Bene allora, Palmm, Karasuu, unitevi! – invocò l’orientale dopo aver scambiato uno sguardo carico di
significato con Simba, che era accucciato pochi passi dietro di lei e il Miraculous della Visione risplendette
assieme al diadema del Corvo, mentre fasci di luce bianchi e neri l’avvolsero.
Placatosi il bagliore, davanti al Leone si palesò una figura austera, avvolta in un kimono nero con motivi
bianchi che ricordavano delle piume lungo fin sopra le ginocchia con alla vita un velo di stoffa bianco come
la neve e sopra di esso una catena nera; le maniche lunghe ricordavano delle ali, una bianca e una nera, con
dei guanti artigliati in acciaio su ambedue le mani. Calze bianche fasciavano le gambe snelle e i piedi
calzavano delle scarpe col tacco bianche come la neve. Gli occhi e il naso erano celati da una maschera
d’acciaio nero con ai lati delle piume bianche.
Simba Wa Moto fece vagare lo sguardo sulla figura imperiosa della donna, indugiando sulla naginata dal
manico bianco con la lama nera che stringeva nella mano destra.
- Come devo chiamarti ora? Sembri a metà tra un piccione e la perfida strega dell’ovest… - la prese in giro
cercando di rimanere allegro e spensierato anche se la paura gli attanagliava le viscere come un boa
strangolatore.
- Io sono Yatagarasu, - annunciò solenne, - Il corvo sacro che guida gli Imperatori nelle battaglie più dure e
nei viaggi più pericolosi, dietro di me, nessuno temerà le forze del male!


 
***
Idra aveva lanciato il segnale di raduno scoccata la mezzanotte, e aspettava pazientemente i suoi compagni
al centro del buio colonnato del tempio che onorava tutti gli dei pagani; il primo ad arrivare fu ovviamente
 
Faunus, con il quale si scambiò un cenno di intesa, e poi, contemporaneamente, da direzioni opposte
atterrarono con un balzo Merlin e con un fruscio di ali Dragonfly.
Ad Idra non sfuggì l’attimo di imbarazzo che caratterizzò il loro sguardo reciproco, e registrò questa
informazione prima di prendere la parola:
- Compagni! – li salutò pomposo, - Stanotte vi ho convocati qui per avvisarvi della battaglia imminente: il
mio emissario ben presto attirerà l’attenzione degli eroi e, ora che le loro forze sono diminuite, è il
momento di attaccare.
- Hai agito senza di noi! – realizzò, indignata, Merlin.
- Stai serena sorella, è stata la nostra Signora a chiedere espressamente a lui per le capacità peculiari del
suo Miraculous, - accorse Faunus in difesa del nuovo, imprevedibile, alleato. – Nessuno di noi ti ha
scavalcata… forse dovresti semplicemente impegnarti un po’ di più per farti notare…
Kyros si aspettava che Dragonfly si scagliasse contro l’irriverente capretto in difesa della ragazza, ma ciò
non successe, inaspettatamente…
- Smettetela di litigare! – irruppe invece semplicemente, lapidario.
- Siamo d’accordo allora… - sentenziò il leader.
- Dicci cosa dobbiamo fare. – concluse, secca, Merlin.

 
***
Quella mattina, Fiore era ferma dinanzi alla famosissima Maison Agreste, con il suo book di bozzetti sotto il
braccio, più determinata che mai: non importava quanto ci avrebbe messo o chi avrebbe dovuto superare.
Lei sarebbe entrata lì dentro e avrebbe fatto vedere il frutto del suo lavoro a Gabriel Agreste, qualunque
cosa fosse costato. Con un cipiglio deciso entrò nella casa di moda, venendo subito intercettata da una
sorridente receptionist.
- Posso aiutarla? – le chiese quella sbattendo le lunghe ciglia.
- Gabriel Agreste, per favore. – domandò cortese la rossa.
- Il Signor Agreste non è disponibile al momento, buona giornata. – tagliò corto la ragazza con un sorriso
zuccherosamente fasullo, invitandola neanche tanto velatamente a sloggiare.
- Posso aspettare. – ribatté con un’alzata di spalle sfrontata, decisa più che mai a non retrocedere di un
millimetro.
- Non ha capito… il Signor Agreste non è qui, e non verrà. – sottolineò fintamente cortese l’impiegata.
- Non viene qui che so, a lavorare? – insistette, scettica, Fiore.
- No. – sbottò improvvisamente la receptionist, poi riprese il suo sorriso a trentadue denti e si ricompose: -
Il Signore non esce molto spesso, la sua assistente, la signorina Sancoeur, ne fa le veci. – spiegò pratica.
- Bene, mi faccia parlare con questa signorina Sancoeur, sono disposta ad aspettare tutto il tempo
necessario. – replicò decisa la stilista, stringendo di più a sé il book dei suoi lavori.
- La signorina Sancoeur non è disponibile al momento, buona giornata. – ripeté come un automa quella.
- E dove sarebbe? – indago sempre più spazientita la rossa.
- Sto per chiamare l sicurezza. – sibilò velenosa quella, sempre sorridendo melliflua.
 
Sospirando, Fiore desistette e tornò alla porta, poi però le venne in mente un’idea sensazionale… tirò fuori
circospetta lo specchio delle anime e si focalizzò sull’irritante donnetta e, improvvisamente, tutti i
sentimenti e le emozioni l’investirono come un fiume in piena… sentì soddisfazione, un pizzico di cattiveria
e poi, infine, l’informazione che, gongolante, le aveva tenuto nascosta… ora sapeva dove andare a cercare,
e non si sarebbe fermata, per nulla al mondo.

 
 
 
NOTE D’AUTORE:
Buongiorno piccolo grande popolo! Eccomi qua con questo nuovo, fiammante capitolo.
Che ne dite, ve lo aspettavate? Avevo pensato questo capitolo un po’ diversamente, poi ho deciso di dividerlo in due, quindi mi tocca spoilerarvi che la mia stori si compenetra con la serie Canon al livello del finale della terza stagione… ovviamente ciò comporterà non pochi cambiamenti! Che ne dite, cosa vi aspettate che succeda? O cosa vi augurate che succeda? O ancora cosa vi aspettate, che non vi è magari piaciuto, che cambi rispetto al finale di stagione originale? Fatemelo sapere, sono molto curioso!
1) MOMENTO EASTER EGG: allora, come sapete nello scorso capitolo non era presente, mea culpa, un easter egg, ma in questo capitolo rimediamo! Per chiunque lo trovi, in premio uno spazio pubblicitario… ovviamente a sto giro è tanto semplice che non avrete manco uno straccio di indizio, tanto indovinerete subito (e se non indovinate siete dei mostri!) quindi a sto giro la gara è a chi arriva prima LoL.
2) MOMENTO INTERATTIVITA’: allora, San Valentino è alle porte, io sono schifosamente single e la sera del 14 sarò tutto solo ed in preda ad una crisi di panico pre-esame, praticamente la depressione più totale… quindi vi chiedo amici miei, dato che un capitolo a tema Valentine’ Day c’è già stato, ma il romanticismo non è mai abbastanza, di provare ad immaginare, descrivere, un momento romantico che desiderate vedere in questa storia; può riguardare qualsiasi oc, anche non vostri, può avere qualsiasi sfumatura di rosso (a buon intenditor ;-D ) e può essere una descrizione lunga o cora in base a quanto siete ispirati ( va bene, ad esempio, anche un prompt tipo “Fiore, Diego e una cioccolata calda” per dirne una a caso) e può riguardare qualsiasi coppia, anche inedite. In una parola, Sbizzarritevi, e largo al romanticismo!
3) MOMENTO SONDAGGI: molto bene, come sempre i sondaggi saranno due, uno per la storia, uno per la serie di OS, quindi partiamo dal primo: come sapete il finale di stagione della terza serie è quello che segna definitivamente il personaggio di Chloé, mettendo la parola fine al suo percorso di crescita interiore e portandola di nuovo nel baratro dei cattivi. E voi? Cosa vi aspettavate che accadesse? Desideravate che la nostra bionda preferita continuasse a crescere verso le forze del bene, oppure avete apprezzato il suo ritorno alla cattiveria? Rispondete semplicemente scrivendo se, in questa storia, desiderate vedere una Chloé buona o cattiva. Per quanto riguarda la serie di OS, che invito chi ancora non lo abbia fatto a leggere per scoprire tutti quei piccoli frame che per motivi di “spazio” o esigenze di trama non posso inserire qui, e a inserirla nelle seguite/preferite/ricordate per non perdervi neanche un aggiornamento! Il sondaggio è il seguente: missing moment, os su un membro delle Stelle Malefiche, os su un membro della Miracle Squad.
4) FANART&MUSICA: questo capitolo ha suonato con le note di Defying Gravity dal Musical Wicked, con protagonista Idina Menzel, ho optato per la versione di due minuti e mezzo di Glee, vi lascio i link dell’originale e delle due cover di Glee:


https://www.youtube.com/watch?v=MslDnwerQRA
https://www.youtube.com/watch?v=6dBW4pViRTU
https://www.youtube.com/watch?v=p9uoTn8w6yw
5) VARIE ED EVENTUALI: ringrazio tutto il seguito della mia storia, i fantastici sei, chi legge in silenzio e chi ha inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate… ora però mi tocca mettermi sotto e studiare, quindi ahime ci sentiremo a fine mese, ho un ultimo spoiler per voi… i prossimi capitoli saranno dedicati, udite udite, al Festival di Sanremo!
 
 
 
IN THE NEXT CHAPTER:
le 48 ore erano scadute… e il suo “amico segreto” non era tornato… era stata un’idiota, si era comportata come una stupida ingenua, e ora che i suoi amici avevano bisogno di lei… era solo una traditrice.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Mangiamore ***


Prefazione: capitolo scitto prima dello scoppio della Guerra in Ucraina... nella speranza e nella preghiera che i tempi diventino migliori per tutti, spero di potervi regalare un attimo di spensieratezza

IN THE PREVIOUS CHAPTER:

Dopo un’accesa discussione con Diego, Fiore, insieme ad Andrea e Dvide, parte finalmente alla volta di Parigi, lasciando a difendere Roma l’argentino, Astreo ed una Luna piena di insicurezze, che viene visitata da Simba Wa Moto, il quale le chiede in prestito il suo Miraculous per portare a termine una missione segreta e pericolosa.
Nel frattempo, Idra libera il Cobra Incantatore al Bioparco di Villa Borghese, stringe un patto con Faunus e raduna le stelle malefiche.
La notte prima che la situazione precipiti, Tengu unisce il proprio potere con quello della Civetta e si prepara alla battaglia finale.

 
CAPITOLO 16:

MANGIAMORE

 
Subire una perdita fa parte della vita…
Alcune persone perdono il primo amore, altre l’armonia nel loro rapporto,
alcune persone perdono la speranza, altre la pazienza.
Mentre altre perdono la propria anima, alcune perdono le proprie certezze…
alcune persone non hanno nulla da perdere.
 - Marinette Dupain Cheng  -
 
 
- Cosa succede nel mondo esterno, mia amata? – chiese curioso il Cavaliere di Rubino guardando la sua sposa oscura osservare assorta il pelo dell’acqua della fonte incantata.
- I nostri servi stanno per sferrare il loro attacco, e ci porteranno l’energia che ci serve per tirare avanti. – spiegò corrucciata.
- Non sei contenta? Avremo più tempo… - cercò di consolarla, premuroso.
- Dovresti saperlo ormai, dopo sette secoli, che il tempo può essere sia una risorsa che una maledizio… - lo rimbrottò, per poi bloccarsi sentendo un brivido scorrerle lungo la schiena… - Hai sentito anche tu? – chiese sospettosa.
- Non ho sentito nulla, mia Regina. – la rassicuro senza comprendere ma la Dama Nera, voltatasi di scatto verso l’imponente porta della Cattedrale Oscura, vide uscire dall’ombra due figure, una vestita di rosso, l’altra di un tetro nero profondo.
- Chi siete voi? Come avete fatto ad oltrepassare il sigillo?! – ringhiò rabbiosa.
- Il sigillo è fatto per tenere te qua dentro, non per tenere gli altri fuori… - le rispose sarcastica la ragazza vestita di nero, - Io porto in me i poteri uniti del Corvo e della Civetta, e insieme al potente Leone ti sconfiggerò una volta per sempre! – annunciò brandendo la sua arma, creando una lama di luce violacea che subito sferzò l’aria per colpire la nemica, finendo tuttavia neutralizzata dalla lama scarlatta del Cavaliere di Rubino che si era interposto a difesa della sua compagna.
Allora, Simba scattò. Con un salto balzò davanti all’imponente uomo per colpirlo con i suoi artigli roventi, costringendolo ad indietreggiare. Facendo volteggiare le ampie maniche del suo kimono come ali d’uccello, Yatagarasu planò sulla nemica pronta a trafiggerla con la sua arma, ma quella fu più svelta e schivò il suo attacco, colpendola poi con un vigoroso calcio mascherato dall’ampio movimento della grande gonna vittoriana.
- C… come è possibile?! – esclamò esterrefatta l’orientale afferrandosi il punto dolente.
- Come è possibile che ti abbia colpito nonostante tu non sia qui con il tuo corpo fisico intendi? Ahahahaha povera piccola ingenua, dopo settecento anni passati a pianificare il mio ritorno in vita pensi di arrivare qui e trovarmi impreparata?! Povera ingenua! – la derise, malefica, la strega.
- Attenta! – ringhiò preoccupato Simba, ora sopraffatto e costretto ad indietreggiare dall’esperta tecnica incalzante del nemico, che lo aveva serrato all’angolo, - Adesso basta, SPIRALE DI FIAMME! – richiamò il suo potere e delle fiamme, danzando, descrissero un cerchio di fuoco che avvolse, il Cavaliere. Distratta dal suo amore in difficoltà, la strega venne colta di sorpresa, e si trovò immobilizzata da una pesante catena nera intorno al proprio braccio.
- E’ il momento di metterti a tacere per sempre, TREDICESIMO SIGILLO! – sibilò l’eroina liberando un raggio di energia violacea, che impattò contro la Dama nera, in un lampo accecante di luce.
 
***
- Audrey ed Andrée, in questo giorno così solenne, il vostro anniversario di matrimonio, vent’anni, sono lieto di offrirvi questo magnifico regalo che ho disegnato personalmente solo per voi. Miei cari signori Burgeois vi presento il mantello delle coppie di Gabriel, simbolo dell’amore eterno e del vincolo del matrimonio. – annunciò solenne Gabriel Agreste, in collegamento da casa propria, ai proprietari del maestoso Hotel Le Grand Paris, mentre loro figlia porgeva una scatola contenente il capo tanto decantato e di dubbio gusto.
- Ahi, mi hai pestato un piede! – latrò la Signora Burgeois infilato l’abito che la legava al marito.
- Ehm… grazie Gabriel è… è… - boccheggiò il Sindaco in imbarazzo.
- Orribile su di te! ASSOLUTAMENTE ORRIBILE, e il fatto che tu lo indossi è un insulto a quest’opera d’arte. – rincarò la dose l’acida donna.
- Sono sicuro che tutti voi vogliate conoscere il segreto del nostro lungo matrimonio, bene il segreto è… - provò a deviare l’uomo.
- La distanza! Avanti dammelo! – lo zittì Audrey tirando a se la stoffa del mantello.
- Tesoro, dovrebbe essere il mantello delle coppie… - pigolò il marito.
- Non essere ridicolo, avanti dammelo! – insistette mentre tutti li fissavano, chi divertito, chi sconvolto.
Mentre al centro del salone si consumava questa scena patetica, ben nascosta dietro la rella dei soprabiti,  Fiore stava pensando come abbordare l’assistente e, di conseguenza, lo stilista, quando qualcuno le passò di fianco a passo sostenuto: una ragazzina con dei buffi codini che reggeva pesanti scatole di dolci, che incespicò nei suoi stessi piedi e rischiò una rovinosa caduta che fu prontamente evitata dalla rossa che, tirandola per il collo della giacchetta, la rimise in equilibrio.
- Oddio, ODDIO, scusascusascusa, sono così sbadata! – ansimò la buffa ragazzina tutta d’un fiato continuando a ballare da un piede all’altro per assestare le scatole.
- Non ti preoccupare… - la rassicurò Fiore trattenendo appena le risate, - non è un difetto così grave… pensa che la mia vita è totalmente cambiata grazie ad una caduta dalla scala! – la consolò facendola ridere a sua volta.
- Piacere, Marinette Dupain Cheng. – si presentò la più piccola.
- Fiore Manni. – rispose cortese la maggiore.
- Dal tuo accento non sembri francese, da dove vieni? – chiese curiosa la moretta.
- Italia. Sono venuta apposta fin qui per far vedere i miei lavori a Gabriel Agreste. Sai, sono un stilista anch’io. – spiegò.
- Davvero?! – si stupì la ragazza, - Anche io adoro la moda, ma non credo avrei il coraggio che hai tu a presentarti dal signor Agreste… - confidò guardandola con ammirazione.
- Marinette! – esclamarono in coro un bel biondino e una ragazza orientale accorrendo ad aiutare la nuova amica di Fiore con le scatole di dolciumi. – Chi è la tua nuova amica? – indagò la ragazza orientale.
- Si chiama Fiore, è italiana ed è una stilista! – la presentò su di giri la moretta.
- Wow! Anche mio padre è uno stilista, è Gabriel Agreste! – annunciò fiero il biondino.
- Ascolta Marinette, abbiamo pensato di scappare, qui è una tale noia! Vieni con noi, ci divertiremo! – propose l’altra ragazza.
- Ma… dovrei aiutare i miei genitori e… - replicò delusa Marinette, e Fiore non ebbe neanche da usare lo specchio per percepire la sua profonda infatuazione per il bel biondino…
- Vai. – le disse sicura, - Aiuterò i tuoi al posto tuo e coprirò voi due con i vostri genitori... dopotutto dovrò comunque restare qui per tentare di avvicinare Mr. Tablet… - propose sicura intenerita da quel bouquet di freschi, gioiosi, complessi sentimenti adolescenziali che i tre emanavano.
- Dici sul serio? – le chiesero in coro e lei annuì con un cenno energico del capo.
- Beh, allora c’è una cosa che possiamo fare per ringraziarti! – propose Adrien prendendola per mano e dirigendosi verso l’assistente. – Nathalie! – la chiamò, - una mia nuova amica desidera parlare con mio padre… - la annunciò alla donna alta e slanciata.
- Signorino Adrien, suo padre è molto impegnato al momento. – li liquidò la donna; incuriosita, Fiore provò a concentrarsi per intuire le sue emozioni, ma niente… non trovò assolutamente niente.
- Andiamo, è venuta fin qui da un’altra nazione, ha talento. Per favore! – insistette il biondo sfoderando due occhioni da gattino così convincenti che la donna sbuffò, posò il tablet su un tavolino, le prese il book dalle mani e lo sfogliò davanti al viso corrucciato dello stilista; dopo aver finito, gli restituì i bozzetti e riprese il suo ruolo di reggi-Gabriel.
- Assolutamente banali, senza un guizzo di talento, un briciolo di originalità, pessimi. Grazie per avermi fatto perdere tempo, Adrien. – stilettò l’uomo chiudendo il collegamento, lasciando entrambi congelati.
- Mi dispiace signorino Adrien… - si scusò la donna senza emozioni andando via.
- Adrien io… - provò ad intromettersi Marinette, ma quello, con sguardo basso ed un flebile “ti aiuto” le prese i vassoi vuoti dalle mani dirigendosi in cucina.
- Vado con lui. – l’avvisò l’orientale seguendolo e Marinette rivolse uno sguardo dispiaciuto verso la rossa che, ricacciata indietro una lacrima, riordinò i suoi lavori e disse:
- E’ stato davvero gentile a farmi avere quest’occasione, è un bravo ragazzo, capisco perché ti piace tanto! 
Al sentire le parole “piace” e “tanto”, la brunetta avvampò iniziando un buffo balletto in cui accampava scuse su scuse per negare l’ovvio, che ebbero il magico potere di farla tornare a ridere.
- Marinette! – la chiamò scuotendola per le spalle, -Seguili, ora! Non farti sfuggire l’occasione. – la spronò e, con una sonora pacca sulla schiena, la spedì nelle cucine. Dopotutto, non c’era motivo perché qualcun altro oltre lei dovesse perdere la sua battaglia, quel giorno.
 
***
 
- Nooroo, che le ali della notte si innalzino! – esclamò soddisfatto il perfido Agreste dopo aver concluso quel collegamento fin troppo inutile, trasformandosi nel cattivo che ormai da tempo terrorizzava Parigi, e subito lanciò la sua Akuma verso le sue vittime - Le storie d’amore non hanno sempre un lieto fine, tirano fuori così tante emozioni incontrollate, non è vero mia bella Akuma? Vola via e oscura i loro cuori feriti!
- Smettila di imbarazzare me e tutto il mondo della moda! – squittì Audrey.
- No, non te lo lascio! – si impuntò Andrèe.
- Sei ridicolo, tutto qui è ridicolo! Io me ne torno a New York! – minacciò la bionda.
- Va bene, lasciaci di nuovo, sarei felice di prenotarti io stesso un posto sul prossimo volo! – acconsentì il sindaco.
- IO TI ODIO! – esclamarono in coro in un impeto di rabbia.
Continuarono a battibeccare i coniugi Burgeois raggiungendo toni sempre più efferati, accecati da una rabbia stupida e infantile, mentre la farfalla oscura penetrava nella stoffa del buffo soprabito e nei loro cuori.
- Mangiamore, io sono Papillon… perciò non credete più nell’amore? Bene, io vi do il potere di distruggerlo! E dovunque sia, qualunque sia la sua forma, divoratelo! Tutto ciò che chiedo in cambio sono i Miraculous di Ladybug e Chat Noir, e adesso banchettate con l’amore! – con queste parole, il super-cattivo diede il via alla trasformazione dei coniugi in una buffa quanto pericolosa creatura.
- Mi viene l’acquolina in bocca al solo pensiero! – sibilò Mangiamore colpendo con il suo raggio i genitori di Marinette per trasformarli in un cuore rosso che divorò.
- Il mio Queen Bee segnale, devo avvertire Ladybug… - decise, in preda alla paura, Chloè che già immaginava di salvare i suoi genitori al fianco dell’eroina.
- Chloè, mia principessa, adesso devi darci tutto il tuo amore! – la bloccò il mostro sbarrandogli la strada.
- Nono impossibile, mi dispiace io non amo nessuno… - si giustificò l’adolescente tentando di scappare.
- E’ qui che ti sbagli tesoro, ami te stessa! – la smentì Mangiamore indirizzando il suo raggio verso di lei.
- Attenta! – urlò Fiore, che aveva assistito sgomenta alla trasformazione dei due litiganti in quel… coso, spingendo via Chloè e coprendosi il viso con un braccio mentre veniva colpita dal raggio e…
- Com’è possibile tu… tu non credi più nell’amore?! – si rese conto il nemico vedendola immune al suo potere.
- Vai! – ringhiò allora la rossa e, quando la ragazzina si chiuse la porta alle sue spalle, ormai unica superstite del mostro, decise che era il suo momento: - Qualunque cosa tu sia, razza di fantasia di qualche pazzo schizzato con deliri da carenza affettiva fatto villain da fumetto, preparati al peggio, Leevy, trasformami! – lo minacciò mentre, in un arcobaleno di luci, la trasformazione quantica la avvolse.
- Io sono White Dove, preparati al peggio!

 
***
- Tutto va secondo i piani, Papillon… - annunciò attraverso il suo ventaglio soddisfatta Mayura, mentre di sottecchi spiava la loro vittima che tentava, inutilmente, di far funzionare il suo buffo segnale.
- Non esattamente, Mayura… - la corresse l’uomo che, con stupore, aveva visto attraverso gli occhi degli akumatizzati quell’insulsa ragazzina trasformarsi con un Miraculous che non aveva mai visto. – Però non è detto che sia un problema…

 
***
Come ogni spirito artistico che si rispetti, Luna odiava la matematica e di riflesso anche la chimica, perciò tirò un enorme sospiro di sollievo quando la professoressa di scienze annunciò che avrebbero fatto una lezione di zoologia al Bioparco di Villa Borghese… una distrazione come quella piovve su di lei come manna dal cielo, e si disse che passare qualche ora immersa nella natura, tra gli animali più esotici e strani del pianeta, l’avrebbe aiutata a non pensare a tutti i suoi dubbi, a quanto le mancava quel piccolo Kwami scorbutico e a quanto fosse preoccupata per quella “missione super segreta” e a disagio nel dover mantenere un segreto con i suoi amici.
Il suo piano funzionò abbastanza bene, coadiuvato dai suoi compagni di classe più scalmanati che la fecero sbellicare dalle risate mentre facevano gli scemi davanti all’habitat dei primati; poi però una specie di suono arrivò alle sue orecchie, provò ad ignorarlo ma quello si faceva più insistente, aumentando di volume e frequenza.
- Mi scusi, cosa c’è di là? – chiese educatamente alla guida.
- Il rettilario. – rispose con un sorriso per poi tornare a spiegare agli alunni come mamma gorilla si prendeva cura dei suoi piccoli.
Senza farsi vedere, Luna sgusciò all’interno dell’edificio, seguendo quel sibilo che nel frattempo era diventato quasi assordante, muovendosi circospetta appiccicata al muro ricurvo e pieno di disegni come aveva visto fare nei film polizieschi. Di fronte a lei, una fila di teche di vetro contenenti decine e decine di specie a sangue freddo, alcuni di loro non la consideravano minimamente, altri invece, poté scorgere con la coda dell’occhio, la fissavano incuriositi per tutto il tempo che rimaneva nel loro campo visivo. Arrivata ad un certo punto, vide un piccolo capannello di una ventina di persone intente a fissare un qualcosa che non riusciva a distinguere per via della folla, ma le fu immediatamente chiaro dalle espressioni perse, assenti, quasi morte di quelle persone, che la situazione non era per niente normale.
- Ma è terribile… - si rese conto provando a scuotere, senza successo, una signora in ultima fila che teneva per mano un bambino grassottello, come “freezzato” con una buffa espressione scocciata. Veloce come una saetta, prese il cellulare e compose il numero di Diego, imprecando ad ogni squillo prima che le rispondesse.
- Se vuoi ancora che mi finga tuo padre per farti uscire prima da scuola, mi spiace Chichitita, no puedes. – rispose quell’idiota dopo una marea di tempo.
- Non ti chiamo per quello, scemo! Sono al Bioparco e c’è qualcosa di strano… - lo informò facendosi subito seria, mentre provava a scuotere ad uno ad uno gli ipnotizzati, - C’è qualcosa al rettilario che sta facendo del male a delle persone, qualcosa come… - spiegò prima che, fatalmente, con un movimento più frenetico degli altri si rivolse verso la teca dove tutti sembravano guardare e incatenò, suo malgrado, il suo sguardo con due grandi occhi gialli, e improvvisamente tutto il mondo cessò di esistere sommerso dall’assordante sibilo che quel serpente, quel cobra dal cappuccio minacciosamente disteso, e il cellulare le scivolò dalle mani.
- Ehi, ci sei ancora? – domandò in allarme il ragazzo dall’altro lato della cornetta, - Luna? LUNA?!

 
***
Mangiamore volava per la città, colpendo ed ingurgitando chiunque capitasse a tiro, inseguito da White Dove che tentava, come poteva, di deviare i suoi raggi con i ventagli e attirare l’attenzione del mostro su di sé.
Proprio in quel momento Marinette, che passeggiava per le vie di Parigi, disperata per aver ceduto il suo unico vero amore a Katami, irruppe nel raggio d’azione del mostro notando, sbalordita, che qualcun altro lo stava affrontando al posto suo.
- Ma che diavolo succede Tikki?! – interrogò la sua Kwami dopo essersi nascosta in un vicolo. 
- Un’eroina è venuta ad aiutarci! – esultò la coccinella. – Ci sono altre Miracle Box oltre a quella del maestro Fu, ricordi?
- Già… ma non credevo ce ne fossero altre così vicine… è ora di trasformarsi, Tikki, trasformami! – tagliò corto l’eroina buttandosi nella mischia, colpendo il mostro con il suo yo-yo. – Ehi, la new entry ti interessa più di me? Potrei offendermi!
- Non vedo l’ora Ladybug, tu vuoi bene a tutti, sarai una cena di prim’ordine! E per dessert il gatto, sono sicura che è molto gustoso! – latrò il mostro iniziando ad inseguire l’eroina per i tetti della città.
- Piacere di conoscerti! – salutò la rosso-nera rivolgendosi alla colomba che le volava accanto.
- Anche per me… incredibile, uno viene a Parigi un fine settimana per rilassarsi un po’, e guarda cosa ci si ritrova davanti! – ironizzò l’altra.
- VELO DI NEBBIA! – proclamò una voce conosciuta ed immediatamente l’enorme faccione volante fu colpito da una freccia e avvolto in una nuvola opaca.
- Finalmente! Coccinella, ti presento i miei ehm… colleghi, Cernuus e Silver Claw. – sospirò sollevata la rossa trovandosi i due amici dinanzi.
- Incredibile, una squadra di supporto, quasi non ci credo! – tirò un sospiro di sollievo la francese, - Io sono Ladybug!
Nel frattempo, nascosti, le due menti di quel piano osservavano dubbiosi la battaglia.
- E adesso che facciamo?  Il piano prevedeva di mettere in difficoltà Ladybug affinché chiedesse aiuto al guardiano… - latrò esasperata Mayura.
- Non disperare… la situazione potrebbe capovolgersi a nostro favore da un momento all’altro, aspettiamo la nostra occasione. – la rassicurò Papillon.
- LUCKY CHARM! – invocò la coccinella creando, con il suo potere, il gettone di una giostra.
- Tutto qui? Questo sarebbe il potere con cui difendi Parigi?!  AHI! – asserì, sconvolto, Davide, beccandosi un sonoro scappellotto dalla Lupa.
- Ha sempre funzionato, cerbiattino… ho bisogno che mi copriate le spalle. Questa moneta è un suggerimento che mi dice di andare dal Custode, prelevare un Miraculous e cercare un aiuto. – spiegò la ragazza.
- E fai questo sbatti tutte le volte? – commentò, scettica, la rossa.
- Beh... si… - rivelò Ladybug in imbarazzo.
- Dovreste muovervi, la mia nebbia non lo terrà intrappolato a lungo. – le avvisò Cernuus.
- Tu conosci i tuoi aiutanti e sai di chi fidarti, - disse quindi White Dove, - Ma io posso volare e sono più veloce, posso recuperare da questo guardiano il Miraculous che ti serve! – propose.
- D’accordo allora! – acconsentì fiduciosa la protettrice di Parigi mostrandole sul suo Yo-yo la posizione del Maestro Fu sulla mappa della città. – Vai da lui e chiedigli il potere del… del Drago! E occhio a non farti seguire, la situazione mi puzza…  – ordinò e le due, dopo essersi strette la mano, volarono via.
- Pronto alla battaglia, Cerbiattino? – pungolò Andrea.
- Gelosa? – scherzò il ragazzo.
- Neanche morta, e adesso via alle danze! 
 
***
Quando riebbe coscienza del suo corpo, la prima sensazione che colpì Ayaka fu un profondo e doloroso mal di testa, tanto che, prima di provare a rimettersi in piedi, fu automatico portarsi una mano alla nuca dolente e… che fine aveva fatto la sensazione della sua chioma liscia e setosa sotto le dita? Doveva essere ridotta proprio male per avere i capelli ridotti in quello stato… si portò poi la mano a strofinarsi agli occhi e, riaprendoli, le comparve davanti la visione di dita più tozze e ambrate delle sue, eppure rispondevano ai suoi comandi, erano i suoi quei movimenti, quelle dita…
- Che cazzo di botta! – sentì rantolare da… la sua voce? Era la sua voce quella? Ma lei non aveva parlato… - Ci devono aver gonfiato per bene… anche se non mi ricordo esattamente come… - continuò a parlare e la ragazza si decise a tirarsi su, per osservare che stesse accadendo e…
- Non è possibile… - sospirò allibita, con una voce che sembrava proprio quella di Jos, e quella davanti a lei sembrava proprio, beh… lei!
- Dimmi che non è successo quello che credo sia successo, dimmelo ti scongiuro! – realizzò arrovellando le dita in quei dannati e fastidiosi rasta.
- E si… - la deluse il compagno guardano con curiosità il suo “nuovo” aspetto, - Ci siamo scambiati i corpi.

 
***
White Dove planava, rapida, tra i tetti e i comignoli di Parigi nella direzione indicatagli da Ladybug, ma, a poche centinaia di metri dal parchetto dove troneggiava una giostra un po’ datata, con una virata scorse dietro di lei una donna vestita di un profondo blu. Appena la vide, un brivido le corse lungo la schiena avvisandola che era un nemico, quindi tempestivamente cambiò direzione stando attenta ad essere seguita, fino a che, nascostasi dietro ad una canna fumaria, fece perdere le sue tracce.
- Ciao ciao, uccellino! – gongolò trionfante per poi ritornare, rapida, verso la sua meta; - Maestro Fu, ho bisogno del suo aiuto! – chiamò sotto voce tornata al parchetto, - Mi manda Ladybug. – aggiunse.
- Piacere di conoscerti giovane amica… è un costume molto carino, ma sei sicura che sia appropriato in questo luogo? – le chiese un vecchio cinese, palesando la sua presenza nascosta facilmente dalla bassa statura.
- C’è un attacco, come mi dovrei vestire? Nessuno mi ha seguita, ne sono sicura. – rispose concitata la colomba, - Non c’è tempo, io mi chiamo White Dove, sono di passaggio qui a Parigi, ed anche io combatto dei cattivi con il mio Miraculous dalle mie parti. Ladybug mi ha mandato da lei per chiederle un gioiello magico. – spiegò tutto d’un fiato.
- Se vuoi fare un giro sulla giostra, giovane Eroina da terre straniere, - accordò il vecchietto tirando fuori una Miracle Box che si aprì in tanti piccoli cassetti davanti ai suoi occhi stupiti, - Prego, scegli il tuo cavallo preferito: a missione ultimata ti farai restituire il Miraculous e lo riporterai da me. 
La rossa si tuffò spedita verso il gioiello che le era stato indicato dalla compagna d’armi improvvisata, ma bloccò la sua mano a mezz’aria sentendo una vibrazione molto forte provenire da un altro gioiello: un pettine per capelli d’oro, coronato dall’effige di un’ape.
- Qualcosa non va? – indagò Fu vedendola sulle spine.
- Ladybug mi ha chiesto di prendere il Miraculous del drago, ma il mio sesto senso mi dice che non è la scelta giusta… - spiegò.
- Ti fidi di Ladybug, giusto? Non conosco i tuoi poteri, ma ho come il presentimento che delle tue magiche sensazioni tu ti possa fidare. – le consigliò, abbastanza nebuloso, il vecchio. Alla fine, più indecisa che mai, White Dove decise di fidarsi di chi era sul campo e prese in consegna la collana del Dragone, si congedò con un inchino dal maestro, e spiccò il volo con un rapido movimento dei suoi ventagli piumati.
Mentre l’anziano guardiano però, si accingeva con passo lento a riporre la Miracle Box nel suo nascondiglio, un’ombra tetra oscurò il sole e, voltatosi, con orrore lo vide: Papillon lo aveva trovato.
 
***
La situazione stava precipitando, quella sciocca ragazzina l’aveva bloccata, il suo Cavaliere rischiava di venire bruciato vivo, e lei per essere sigillata in eterno… Ma come avevano fatto quei due ad arrivare fin lì? Come aveva potuto farsi mettere nel sacco in quel modo, non accorgendosi delle due stelle mancanti all’appello? Erano loro, il corvo ed il leone, venuti nel suo territorio, con arroganza a sperare di farla finita così?
Beh, non dire gatto se non ce l’hai nel sacco, diceva il detto.
E poco prima che il sigillo infrangibile lanciato dalla sciocca poppante la colpisse, condensò nella mano libera le ultime energie magiche che le restavano, convinta più che mai a non lasciarsi sopraffare e…
- CATACLISMA!
Greta Manni, o forse è meglio dire ciò che ne restava, si era portata ansante nel luogo dell’appuntamento, ma dove si era cacciato quel maledetto ragazzino?
Appoggiò con un sonoro tonfo la schiena alla teca di vetro alle sue spalle, vibrando dal dolore e sentendo il suo appiglio su quel corpo sempre più labile… pochi minuti ancora e neanche la fonte degli spiriti sarebbe bastata. L’umana sarebbe morta prosciugata e il suo spirito, troppo indebolito per tornare nel suo corpo originale altrettanto debole, si sarebbe perso per sempre, e sarebbe finita così la sua storia.
- Mia Signora… - si annunciò placidamente Idra, avvicinandosi con passo cadenzato e appositamente lento osservandola dall’alto in basso, le mani dietro la schiena e sul volto seminascosto un’espressione indecifrabile.
- Svelto. P… prima che s… sia troppo tardi. – ansimò – Dammi l’energia che mi hai promesso!
- Però… sei messa maluccio. – constatò sprezzante il ragazzo osservando la pelle avvizzita e sgretolata delle mani e delle gambe lasciate scoperte dal vestito nero, per non parlare del fiatone che le gonfiava a dismisura la gabbia toracica come un palloncino ad elio.
- Che aspetti?! – chiese con la voce rotta dal dolore, - Ti stai forse ribellando a me? A colei che ti ha dato il potere, la conoscenza della tua condizione? Saresti impazzito senza di me! – lo redarguì con le ultime forze che le rimanevano.
- Io non mi dipingerei come una benefattrice, se fossi in te… - la derise con un ghigno malefico, - Ma io mantengo sempre le mie promesse. – sibilò mentre un serpente sgusciava da sotto la sua veste, percorreva il pavimento che li divideva con misurata lentezza e le si avvicinava, mordendola poi con impeto.
Scossa dal dolore del morso, la Dama velata si dibatté alcuni secondi prima di sentire che le forze le tornavano, la sua energia si rimpolpava e il corpo che la ospitava tornava inspiegabilmente giovane.
- Ecco il “trattamento di bellezza” al veleno di serpente che ti avevo promesso. – annunciò soddisfatto Idra. – E ora se vuoi scusarmi, - si congedò rimarcando il “tu” con cui le si rivolgeva, - ho una missione ben più importante da portare a termine.
Rimessasi in piedi, rinforzata ma non ancora al massimo delle sue energie, la Strega osservò l’angolo buio da dove la viscida serpe era entrata e si era defilata, meditando in fondo al suo cuore, il perché non l’avesse lasciata morire se non si era bevuto, a differenza di quella pazza fanatica, nessuna delle sue storie.

 
***
- Ehi, aspettami! – si accigliò Dolphy Tytan che non riusciva a stare al passo della corsa concitata di Gladiator.
- Luna è in pericolo, non dobbiamo perdere un secondo! – lo contraddisse l’argentino mentre si dirigeva a passo spedito saltando da un tetto all’altro, mentre la gente sotto di loro li indicava, fotografava, acclamava.
Giunti a Villa Borghese, man mano che si avvicinavano al rettilario trovarono sulla loro strada sempre più persone che fissavano il vuoto con sguardo vacuo, oppure distese a terra, svenute.
- Ma che succede qui?! – si chiese, allibito e spaventato, il biondo mentre si dirigevano, attenti e con le armi sguainate, verso il fulcro del corridoio nero.
- E’ il mio potere… sta succhiando la loro energia vitale una briciola per volta. – spiegò, sibilando minacciosa, una voce alle loro spalle.
Voltatisi di scatto, riconobbero la figura flessuosa ed imponente del loro nemico, il portatore del serpente, la cui sola presenza fece accapponare la pelle al piccolo biondino. Che, di riflesso, indietreggiò.
- Falli. Tornare. Normali. – minacciò Diego con un basso ringhio.
- Prova ad obbligarmi… - lo provocò Idra dagli occhi scintillanti.
- ONDA D’URTO! – urlò schiumante di rabbia l’eroe ma, una volta colpito il nemico, quello si sgretolò in un mare di piccole schegge con un suono stridente.
- Era solo uno specchio… - si rese conto Dolphy Tytan.
- Ssssstupidi ingenui… - li richiamò una voce sibilante alle loro spalle… dall’interno della teca un grosso serpente nero sembrava parlare proprio con loro. – Ssssse volete recuperare l’energia vitale di tutti quessssti poveri umani, ssssstanotte a mezzanotte sul ponte di Casssstel Ssssant’Angelo. E battetevi con onore. – e, dopo aver lanciato il suo ultimatum, in una nuvola di fumo, scomparve.
- FLUSSO INVERTITO! – sussurrò il delfino toccando il pavimento con la punta del suo bastone, e da quel punto si dipanarono onde concentriche di energia azzurra che riportò con sé le schegge di vetro a rimontare lo specchio distrutto e l’intonaco scrostato. Ma, anche se il potere dell’inversione aveva lambito anche le povere vittime del serpente, queste rimasero immobili. – Non ha funzionato… - sospirò deluso, poi rivolse uno sguardo carico di aspettative a Gladiator.
- Chiamiamo qualcuno che li porti tutti in ospedale, - ordinò il più grande carezzando il volto inespressivo di Luna, - Affinché li tengano in vita fino a stanotte.
- Cosa succederà stanotte? – chiese preoccupato Astreo.
- La resa dei conti.

 
***
Lady bug aveva “rapito” Katami dal suo appuntamento con Adrien e l’aveva portata su un tetto, avevano anche chiacchierato separate da un comignolo e la moretta non aveva perso occasione per sfruttare la sua doppia identità per saggiare i sentimenti dell’amica, addolorandosi nel trovarli sinceri e profondi. Proprio in quel momento, White Dove planò su di loro e consegnò la collana del drago all’orientale e, trasformatasi, tutti e tre si diressero verso la battaglia venendo immediatamente raggiunte da Chat Noir.
- Ladybug! Gentile da parte tua portare degli ospiti! Ryuko, sei incredibile e audace come ricordavo… e tu? Sei una nuova? Sembri leggera come una piuma, e io sono onorato. Chat Noir. – si presentò il gatto.
-Incredibile, da dove vengo io ci sono le gatte morte, non i gatti morti! – lo prese in giro Fiore.
- Ehi! Io sono vivissimo! – replicò il biondo non capendo l’umorismo… - Ladybug! – si rivolse poi alla leader, - Percepisco una strana energia, vado a controllare.
- Ce la faremo anche da soli, grazie dell’aiuto! – la salutò la coccinella e, tutti e tre, si precipitarono sul luogo della lotta passando davanti all’albergo dei signori Burgeois, davanti agli occhi di un’attonita Chloé:
-  Io che devo fare? Avresti dovuto darmi un Miraculous, questo è ridicolo, assolutamente ridicolo! Insomma si tratta dei miei genitori, dovrei essere io salvarli! – urlò al vento la ragazza bionda venendo miseramente ignorata. Quindi, in un impeto di rabbia, spinse giù il suo Queen Bee – segnale, ormai reso inutilizzabile dall’intervento subdolo di Mayura, e si accasciò sconsolata sulla balaustra.
- Chloè Burgeios, il rifiuto fa male… le tue capacità meritano un riconoscimento, il regno di Ladybug e Chat Noir è durato abbastanza a lungo, è ora che Parigi abbia una nuova regina, E la regina, sulla mia scacchiera, sei tu. – sibilò seducente un uomo alle sue spalle, vestito di un elegante completo viola, con il volto coperto da una maschera metallica.
- Hai akumizzato i miei genitori, se avessi il mio Miraculous io … - gli sputò in faccia, colma di rabbia, l’adolescente.
- Hai ragione, ma l’ho fatto solo per un motivo: affinché ti rendessi conto che Ladybug non ti darà mai più il Miraculous dell’Ape… Io, d’altro canto, mantengo sempre le mie promesse. – la rabbonì furbescamente Papillon mostrandole il suo tanto agognato gioiello nel palmo della propria mano.
- Non può essere, come fai ad averlo?! – si stupì la ragazza, senza riuscire a distogliere lo sguardo da ciò che aveva desiderato per tanto tempo, e ora si trovata proprio ad un passo da lei.
- Ferma, aspetta! – gridò una voce e, voltatisi, entrambi videro una nuova eroina, mai vista prima, planare sul terrazzo e rivolgersi direttamente alla viziata ereditiera: - Ti sta ingannando, è lui il cattivo, non è dalla tua parte! – la avvisò la più grande frapponendosi tra lei e l’uomo minaccioso.
- Un curioso imprevisto… - mormorò indecifrabile il super cattivo, facendo scivolare il suo enigmatico sguardo predatore sulla figura dell’intrusa nel suo piano. Poi tornò a rivolgersi alla sua vittima, sicuro del suo potere su di lei: - Provalo, e guarda di persona. Sei la più grande fan di Ladybug, l’hai aiutata, ti sei fidata di lei, e lei che cosa ha fatto per te, in cambio?
- Ascoltami… - insistette la rossa afferrando Chloé per le spalle, - Tu non sei così, sei meglio di così! – la spronò.
- Tu non mi conosci… - la contraddisse, sulla difensiva, la bionda.
- Questo è vero, ma è vero anche che con i miei poteri posso vedere dentro il tuo cuore. E io vedo tanto dolore, tanta rabbia, tanto risentimento e una paura folle di venire abbandonata da Ladybug come ti ha abbandonato… - provò a spiegarle White Dove, ma venne interrotta:
- Smettila! – latrò la ragazzina scrollandosi le mani della rossa di dosso.
- No che non la smetto! – rincarò la dose la colomba, - Io vedo in te una forza che nemmeno tu puoi immaginare e, in fondo a tanti difetti, vedo anche una luce talmente forte da spazzare via ogni tenebra: non hai bisogno del Miraculous dell’Ape per essere speciale. Tu sei speciale perché sei te stessa, e oggi, adesso, hai la possibilità di dimostrare che, poteri o no, tu sarai sempre e comunque un’eroina.
Chloè rimase un attimo con la bocca aperta a fissarla, facendo altalenare lo sguardo dalla mano ancora aperta dell’uomo allo sguardo sicuro e luccicante della ragazza, poi, agitando forte la testa per zittire tutti i suoi dubbi, prese la sua decisione: - Niente. A Ladybug non importa proprio nulla di me. Ho chiuso con lei, è irrilevante, assolutamente irrilevante! – sbottò superando White Dove, che la fissava delusa e ferita, incapace di fare qualsiasi cosa per fermarla, - Però – si interruppe dopo aver afferrato il pettinino dorato, - voglio prima che deakumizzi i miei genitori! – impose.
- Qualunque cosa desideri, mia regina. – acconsentì soddisfatto Papillon, richiamando la sua farfalla malefica.
- Maestà, aspetti… - pigolò la piccola Kwami apparsa appena il gioiello aveva trovato giusta apposizione tra le ciocche dorate.
- Silenzio! Parlerai solamente quando sarai interpellata. Pollen, trasformami! – la zittì Chloè e quella, impotente, venne risucchiata dando forma e potere a Queen Bee sotto lo sguardo trionfante del cattivo.
- Visto? Ho mantenuto la parola: i tuoi genitori sono liberi; e ora userò una nuova akuma per rendere i tuoi poteri ancora più forti mia regina. Miracle Queen, ti sto dando il grande potere di regnare su Parigi e di comandare il tuo esercito di supereroi, le uniche cose che ti chiedo in cambio sono… - annunciò solenne l’uomo liberando una nuova falena oscura, tutta via venne brutalmente interrotto.
- VELENO! – gridò l’eroina cercando di colpirlo, e il suo raggio mancò l’obbiettivo per un soffio, solo grazie ai riflessi repentini del lord oscuro.
- Ma che cosa?! – si stupì, interdetto, Papillon, - Osi ribellarti a me, sciocca ragazzina?! – latrò in preda alla furia.
- Nessuno dice a Queen Bee ciò che deve fare, nessuno! – rispose, soddisfatta, l’ape scambiando uno sguardo d’intesa con la colomba che, ridestatasi, usò il vent’argenteo sull’akuma neutralizzandola.
- Hai perso, Papillon. – sentenziò poi la più grande. – Tra poco gli altri eroi arriveranno qui e per te sarà la fine.
- Oh, davvero? Non è ancora detta l’ultima parola… ahahahahaha AHAHAHAAHAH, AHAHAHAHAAH! – concluse il super cattivo indietreggiando, inspiegabilmente allegro, per poi lanciarsi giù dal tetto, e sparire.
- Pensavi davvero che mi sarei fatta infinocchiare, eh? – gongolò soddisfatta la bionda.
-Touché, è vero… ma avrei dovuto aspettarmelo, solo tu avresti potuto prenderlo in giro in quel modo. Te l’ho detto no? Non sei speciale perché sei Queen Bee, ma perché sei Chloè.
Proprio in quel momento, i due eroi parigini, recuperato il Miraculous del Drago, insieme a Silver Claw e Cernuus le raggiunsero sul tetto de Le Grand Paris.
- Che succede qui? Come avete fatto a neutralizzare Mangiamore? – chiese immediatamente l’eroina rosso-nera.
- E’ stato tutto merito di Chloè, ha ingannato Papillon convincendolo a ritirare il suo attacco. – spiegò fiera la colomba.
- Non mi avevi detto che avevi prelevato anche il Miraculous dell’Ape oltre a quello del Drago… - constatò confusa Ladybug.
- A dire il vero non l’ho preso io, era in possesso di Papillon… - si rese conto, improvvisamente, la rossa.
- Che cosa?! – sbottarono in coro i due eroi parigini.
- Ti sei ritrasformata prima di andare dal custode, vero?! – chiese impanicata l’eroina.
- Ecco… io… no… - ammise Fiore, rendendosi immediatamente conto del disastro che aveva combinato.
- Ti rendi conto di cosa hai fatto?! Papillon adesso ha in mano la Miracle Box, e il maestro è in pericolo! Non avrei dovuto fidarmi di te, è solo colpa tua! – la accusò in preda alla rabbia la protettrice di Parigi, lasciandola sbigottita e senza parole. Fiore tentò di cercare appoggio nello sguardo dei due amici, ma appena posò gli occhi su di loro percepì solo imbarazzo, disagio e… delusione.
Non potendo fare altro, sentendo le lacrime pizzicare, spiegò i suoi ventagli e, non curante delle voci che la chiamavano, volò via, lontano.
 
***
Kenny non avrebbe mai immaginato che quei due fratelli improbabili potessero essere così simpatici…
Nonostante il taglio di capelli e l'altezza facessero pensare male, Aurora era una ragazza molto dinamica, intelligente e positiva, una tipa che non sopportava le ingiustizie o chi si permetteva di guardarla dall'alto in baso, e non esitava a rispondere a tono, non aveva minimamente peli sulla lingua e diceva le cose in modo molto diretto. Insomma, era un po' una testa calda estremamente cocciuta… nonostante quei vestitini fru-fru e quel rosa. Michele invece, rispetto a sua sorella, si era rivelato molto più calmo, riflessivo e pacifico. Sembrava una persona molto educata, gentile e compassionevole, che sembrava avere un ottimo controllo sulle proprie emozioni, ma non sembrava molto bravo nell'aprirsi totalmente con persone fuori dalla sua famiglia… o almeno non con lui.  Inoltre era un vero perfezionista, non amava fare errori, anche in una cosa stupida come una maratona di videogiochi ma non pareva essere in grado di cogliere certi segnali… Kenny aveva riso fino alle lacrime mentre la sorella raccontava di tutte le ammiratrici alla facoltà di Informatica che frequenta e che lui sosteneva che fossero semplicemente “gentili con lui, nulla di più.”
Indubbiamente, Kenny non si era pentito di averli abbordati in quella maniera così ambigua, e si maledisse quando l’idillio finì al sentire il calore irradiato dalla spilla della libellula sul suo petto.
Maledizione! Per una volta che andava tutto bene… era già l’ora dello scontro?
- Mi spiace davvero, ma devo andare via subito… grazie dell’ospitalità… -  si congedò ricevendo un coro di disapprovazione un po’ infantile da parte della ragazza, più composto da parte del fratello. Scese le scale due per volta ma, una volta fuori da quell’appartamento, gli sembrò immergersi per un’immersione profondissima… trattenendo il respiro.
Dal canto suo, Aurora era molto positiva rispetto a quel ragazzo, come al solito per lei ogni persona nuova era “super” e lei era pronta a trattarlo come uno di famiglia già dopo i primi cinque minuti. Michele invece, anche se un po’ più restio a sbottonarsi, sembrava comunque andarci molto d’accordo. I due stavano preparandosi per la cena quando la bionda lo avvisò che andava a prendere una boccata d’aria in balcone, si stiracchiò un po’ a causa dell’indolenzimento dovuto a tante ore nella stessa posizione, prese due respiri e…
- E nulla, ti stavo dicendo che… ehi… ehi?! – la chiamò il ragazzo cercandola ovunque, ma di lei nessuna traccia.
- Pfff… pur di non cucinare farebbe qualsiasi cosa. – sospirò, rassegnato e ignaro Michele, legandosi i lunghi capelli in una crocchia scomposta.

 
***
Ormai il sole era tramontato da tempo, e i medici dell’ospedale Fatebenefratelli di Roma, osservavano inermi la lunga camerata piena di brande dove riposavano in un sonno profondo tutte quelle che erano state denominate le “vittime del rettilario”. Il Signor Ranieri, con al fianco le due figlie maggiori Bianca e Silvia osservava la sua piccolina, maledicendo il vetro che gli impediva di avvicinarsi, abbracciarsi, scuoterla fino a farla svegliare.
- Come le dicevo, non abbiamo ancora individuato la causa di questo stato catatonico – spiegò pazientemente una bionda dottoressa che faticava a restare a sentire, - Tutti i parametri vitali sono nella norma, ma i pazienti, sua figlia compresa, sembrano non riuscire a svegliarsi…
- Che cosa possiamo fare per aiutarli? – chiese, disperato, il padre di Luna.
- Aspettare. Negli ultimi tempi tutti i notiziari ci stanno parlando di eventi inspiegabili per la scienza, mostri, supereroi, abbiamo motivo di pensare che la causa di questa situazione non sia di nostra conoscenza… possiamo solo aspettare e… avere fiducia. – spiegò pacata la dottoressa, posandogli comprensiva una mano sulla spalla.
- Grazie mille. – mentì l’uomo con un falso sorriso.
- L’orario delle visite è finito… - ricordò la donna ma, colpita dallo sguardo disperato che gli venne rivolto dalla famiglia, sospirò e, prima di voltare le spalle, disse: - Tra mezz’ora passerò di qui… la prego di non farsi trovare.
Il papà della giovane eroina, con le due figlie, rimase ancora venti minuti ad aspettare, poi le ragazze lo convinsero ad andare a casa e non approfittare della disponibilità della dottoressa e, proprio mentre stavano per avviarsi, Luna si risvegliò di soprassalto, come da un lungo incubo.
- Do… dove sono? – si chiese la fanciulla guardandosi intorno e riconoscendo l’opprimente ambiente ospedaliero.
- Tesoro! – si sentì chiamare, e prima che potesse realizzare cosa stesse accadendo, si ritrovò stritolata dagli abbracci dei suoi familiari.
- Credevamo che non ti risvegliassi più! – piagnucolò emozionata Silvia, sua sorella maggiore.
- Se mi stritolate così finisco di sicuro all’altro mondo! – chiese pietà e finalmente venne lasciata libera.
- Che cosa è successo? – indagò poi.
- La dottoressa dice che non hai nessuna malattia, ipotizza qualcosa di… paranormale. – la informò Bianca.
- Magico! – la corresse Silvia. Al sentire quella parola, “magia”, Luna si ricordò immediatamente tutto, di aver ceduto il Miraculous della Civetta, di essere stata attaccata a tradimento al Bioparco e di essere riuscita ad avvisare Diego.
- Devo uscire di qui! – decretò e fece per rialzarsi, dibattendo trattenuta da varie braccia che la serravano sul letto.
- Sei impazzita o cosa? Devi restare qui! – la rimproverò sua sorella.
- Voi non capite, io devo…
- Mi sembrava di aver detto che le visite erano finite e che non potevate entrare… - li riportò sulla terra la voce severa della dottoressa.
- Mia figlia si è svegliata, si è svegliata! – annunciò suo padre euforico, stringendo la donna in visibile imbarazzo in uno dei suoi famosi abbracci stritolanti.
- Questo non cambia le cose! – insistette la sanitaria riportandosi con i piedi per terra (letteralmente perché l’uomo l’aveva sollevata) con ancora le guance imporporate, - Tornate a casa. La bambina resta qui per la notte in osservazione. – ordinò e, dopo una caterva di saluti e raccomandazioni, le due rimasero sole.
- Sai dirmi che cosa è successo? Ricordi qualcosa? – domandò analitica la dottoressa.
- Nulla. – mentì la ragazza, ricevendosi tuttavia un’occhiata di quelle da “non me la bevo”. –Iil mio cellulare? – chiese.
- I tuoi effetti personali sono nel cassetto del comodino. – la informò la donna facendo per andare via.
- Aspetti! – la richiamò, - che ore sono? 
- Le 22 passate… non volevano proprio schiodare, ci tengono molto a te. – la informò la donna prima di andare via
Erano le dieci di sera. Le 48 ore erano scadute… e il suo “amico segreto” non era tornato… era stata un’idiota. Si era comportata come una stupida ingenua, e ora che i suoi amici avevano bisogno di lei… era solo una traditrice.


 
***
Quella notte il cielo sembrava proprio prendersi gioco di Astreo… limpido come nella più serena notte d’estate, coperto da neppure una minuscola nuvola, scintillante e rassicurante… chissà, forse neppure il cielo era consapevole di quello che stava per succedere.
Quella notte era salito sulla Terrazza del Plincio, aveva montato il suo telescopio ma altro non aveva fatto che accucciarsi per terra ad osservare la volta serena del cielo.
Era totalmente immerso nel suo silenzio assorto, quando venne risvegliato dal rumore di un ramoscello e si voltò, trafiggendo l’intruso con i suoi scintillanti occhi cerulei.
- Sei… sei tu?! – si sorprese scrutando un’esile figura fin troppo conosciuta.
- Dieci punti a grifondoro! – sbuffò infastidito Matteo, facendo dietrofront per andare via.
- Aspetta! – lo fermò il biondo. - Non è necessario che tu vada via c’è… posto per entrambi.
Il moretto tornò sui suoi passi e si sedette sull’erba, ad una misurata distanza. Restò alcuni minuti in silenzio, poi precisò: - Non sono venuto qui sperando che ci fossi tu, non farti strane idee.
- Scorbutico! – lo insultò Astreo, ma il suo sorriso tradiva la sua cattiveria fasulla.
- Sai… - iniziò, - vengo sempre qui nei momenti in cui ho bisogno di trovare risposte.
- Non ti ho chiesto la storia della tua vita. – lo liquidò Matteo guardandolo di sbieco. – Ma… per curiosità… che risposta cerchi stasera? – indagò.
- Coraggio per… fare una cosa. – spiegò vago il biondo. – E tu?
- Beh… questi non sono proprio fatti tuoi. – latrò il siciliano.
Restarono altri minuti ad osservare il cielo, in silenzio, più vicini di quanto i loro corpi fisicamente non fossero, finché non si alzarono entrambi quasi contemporaneamente: il tempo stringeva.
- Buona fortuna per il tuo atto di coraggio. – si congedò Matteo mentre l’altro era intanto a smontare il suo telescopio.
- Buona fortuna anche a te. Qualsiasi sia il tuo motivo. – rispose pacatamente, regalandogli un sorriso tenue che, tuttavia, fece perdere un battito al cuore nero dell’altro.
Così si separarono, inconsapevoli entrambi che si sarebbero rincrociati, poco dopo, e che sarebbero stati avversari fino alla morte.

 
***
Era calata la notte su Parigi, e la vita scorreva silenziosa per le vie incurante del disastro che stava per abbattersi sulla città: Papillon teneva in ostaggio il custode e la Miracle Box, chissà dove, con chissà quale piano in mente.
Sulla cima della Tour Eiffel, ginocchia raccolte al petto, White Dove contemplava la quiete prima della tempesta che ella stessa aveva provocato, meditando su quanto la propria vita le fosse sfuggita di mano.
Aveva speso gli anni migliori della sua giovinezza concentrata al 100% su sé stessa, sui suoi sogni e sulla sua realizzazione. E quando le cose stavano iniziando a girare dalla sua, nel momento stesso in cui quella vecchia pazza era entrata nella sua vita, tutto si era capovolto: la sua vita sembrava lentamente (neanche tanto) e inesorabilmente colando a picco e l’unica cosa che la tirava avanti, l’unica certezza era che ogni suo sacrificio veniva ripagato dall’essere un’eroina in gamba. Insomma, aveva guidato tutta la squadra nei momenti più duri, si era ripresa Leevy quando l’avevano portata via, aveva salvato Astreo… senza falsa modestia più di una volta si era detta “ehi, ci sai proprio fare”.
Ora non ne era più tanto convinta… dopo quel giorno la sua vita colava a picco esattamente come il giorno prima, e in più era anche un’eroina di merda.
Con un sospiro, dopo aver evitato Andrea e Davide per tutto il resto della giornata, decise di riconnettersi con il mondo e prese tra le mani lo Specchio delle Anime, lo rigirò più volte tra le dita e si domandò per la prima volta quale fosse il suo reale potere. Poi si chiese chi poteva osservare attraverso lo specchio… e la risposta sovvenne come una bolla d’aria dal fondo del mare, ineluttabile.
Perché tutto iniziava e finiva in lui, White Dove e Fiore.
La rossa fissò intensamente la superficie opaca pensando a Diego con tutte le sue forze ed ecco che piano, lentamente, le emozioni arrivarono a lei come una brezza leggera.
Sentì risate cristalline, il calore di un abbraccio e, lentamente, ai suoi occhi apparve come un flash l’immagine di una ragazza stupenda, dai lunghi capelli corvini e il sorriso smagliante di gioventù e spensieratezza.
Quella rivelazione la colpì come un pugno nello stomaco, togliendole il respiro e facendole sovvenire un senso profondo di nausea. “Siamo degli eroi” un paio di palle, c’era un’altra, ecco perché l’aveva scaricata.
La rabbia e il dolore presero il sopravvento sulla lucidità e, mentre le lacrime le rigavano il volto e i singhiozzi la scuotevano, con furia immane scagliò lo specchio contro una trave della torre mandando il vetro in frantumi. Poi cadde su se stessa, sola con il suo dolore, troppo fragile per accorgersi di una pericolosa falena nera che, di soppiatto, si infilava all’interno del manufatto ormai distrutto.
- Piacere di conoscerti Raven, io sono Papillon… Siamo partiti con il piede sbagliato io e te, ma adesso anche tu conosci il vero volto di Ladybug! Lei ti ha ferito, come ti hanno ferito i tuoi amici, Gabriel Agreste e il tuo amato… Senti così tanto dolore, piccola colomba, ma se ti fiderai di me, se lascerai che i mio potere scorra in te, nessuno potrà più nasconderti il suo vero io, tu governerai su tutti, sarai la mia Regina. In cambio ti chiedo solo i Miraculous di Ladybug e Chat Noir, un piccolo prezzo, no? Tutto quello che devi fare ora, e rispondere al mio richiamo. – flautò una voce melodiosamente ipnotica nella sua testa.
E la sventurata, rispose.

 
NOTE D’AUTORE STREMATO:
Mamma mia che faticata! Questo è stato di gran lunga, dall’inizio della storia, il capitolo più difficile da scrivere! Come potete vedere da questo momento in poi la nostra trama si compenetra con il finale di stagione 3, e ho voluto seguirlo per quanto più possibile fino al momento del canon divergent, quindi ho letteralmente copiato i dialoghi parola per parola… non avete idea di quante volte ho visto e rivisto questi episodi lol.
Nota tecnica: non sono così esaurito da non rendermi conto del piccolo, piccolissimo, trascurabile dettaglio che in Francia si parla beh, francese, e ci ho pensato un botto prima di capire davvero come fare… all’inizio ho pensato di inserire semplicemente un riferimento al fatto che tutti e tre, Fiore, Andrea e Davide parlassero fluentemente questa lingua ma mi sembrava un po’ forzato, poi ho pensato di dare il “merito” ai superpoteri che permettono, in qualche modo, a tutti gli eroi di capirsi anche se parlano tante lingue diverse, ma in quel caso dovevo inserire dei dialoghi in francese quando a parlare non erano gli eroi ma i civili, sottotitolarli e rendere tutto pesante da scrivere ma soprattutto da leggere, quindi ho tagliato la testa al toro e ho deciso di “sorvolare” su questo piccolo impasse. Tutto qua, solo per dirvi che non sono rincoglionito e ci avevo pensato, ecco.
1) MOMENTO ESTER EGG: un applauso a TALESOFAFAIRY e HARRYFINE per aver scovato la mitica citazione pop “prendi me, scegli me, ama me” da Greys Anatomy, in palio per loro due magnifici (che megalomane che sono) spazi pubblicitari. Vi allego le introduzioni e i rispettivi link:
The Blair Witch Mess
 


I quotidiani problemi di Maka Albarn includevano mantenere la sua media scolastica perfetta, tenere a bada gli scatti di rabbia dovuti alla vita sregolata di suo padre e ignorare le ridicole capriole del suo stomaco in prossimità ravvicinata del suo migliore amico.
Poi è arrivata quella fatidica sera.
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3757460&i=1
I'm the one
Ultimo capitolo


Iselen Surana, Runaan Mahariel, Aida Tabris, Persephone Cousland, Micah Brosca e Aura Aeducan vivono ognuno la propria vita, tutti bloccati dai loro problemi e deliziati dai loro affetti. Nessuno di loro sa chi siano gli altri, ma molto presto dovranno unirsi e affrontare il Flagello, la calamità peggiore che loro e il loro mondo abbiano mai visto e che minaccia di inghiottire ogni cosa, insieme ad un'improbabile compagnia di alleati, facendo tutto ciò che è necessario per salvare il paese che conoscono. Anche se il prezzo potrebbe essere troppo alto.
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3981062&i=1
Si lo so, lo so che vi avevo promesso un Easter Egg a tema Sanremo, ma ahimè non ce l’ho fatta, ma rilancio con qualcosa di ben più “aulico”: anche in questo capitolo c’è un riferimento importantissimo ad una pietra miliare della letteratura italiana
2) MOMENTO INTERATTIVO: questo momento è cruciale, per cui vi domando, il vostro OC, apprestandosi alla battaglia, come si comporterà? Quali saranno i suoi sentimenti? Cosa potrebbe fare, materialmente, durante lo scontro? Sbizzarritevi!
3) MOMENTO FANART: vi ricordate quando vi dissi che voi avete un potere su questa storia che neanche immaginate? Ve lo dissi quando ho introdotto il personaggio di Greta Manni, creato ad hoc dopo aver letto le schede di presentazione dei personaggi di TALESOFAFAIRY; ebbene, da quando avete votato nel capitolo 10 un “cambio di scenario” che io non avevo per niente previsto, ho iniziato a scervellarmi per poter capire come spedire i nostri eroi a Parigi e soprattutto che cosa fargli combinare… era tutto molto nebuloso e difficile, avrei dovuto trovare un momento in cui dovevano essere necessari per “salvare” Ladybug e chat noir, ma non esisteva un momento del genere nella serie perché ogni cattivo alla fine viene sgominato dall’improbabile potenza del lucky charm… così ho iniziato a pensare che era necessario costruire anche un cattivo che da soli i nostri due prosciuttoni non avrebbero potuto sconfiggere… avevo quasi deciso di buttarli, non si sa come, in mano alla dama nera, ma poi SAPPHIR DREAM mi ha salvato, senza saperlo, disegnando questa cosa:
https://i.postimg.cc/VL4t3vxW/raven-akuma.png
e già, in altre parole Raven non l’ho creata io, alla sua fantastica disegnatrice tutti i meriti!
4) MOMENTO SONDAGGI: orbene, arrivati a questo punto, che cosa succederà? Luna riavrà il suo Miraculous? Lo scontro tra stelle malefiche e Miracle Squad come andrà a finire? Quali saranno i poteri di Raven?  Proprio di ciò potrete decidere, vi domando, volete per Raven gli stessi poteri di Miracle Queen, oppure volete qualcosa di diverso? Per la serie di os, potete scegliere tra: os su una stella malefica, os sui cattivi, os su un personaggio comprimario.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Raven parte 1 ***


PREFAZIONE: questo periodo di mia assenza non è stato, per me, particolarmente semplice: in Covid-19 ha colpito duramente casa mia, e solo dopo una lunga ed avvilente crociata siamo di nuovo, per fortuna, tutti in salute; proprio per questo ho voluto richiamare, anche se in minima parte, in questo capitolo una scena che ritrae un quadro di una camera di ospedale piena fino allo stremo di vittime di ogni tipo perché il Corona virus, come un potere magico, non risparmia nessuno aldilà di ogni differenza. Spero, nel mio piccolo, di aver portato un momento di riflessione in cui tutti noi possiamo tornare a riapprezzare il lavoro dei nostri ufficiali sanitari come facevamo all’inizio di quest’incubo e di cui, ahimè, negli ultimi mesi pare esserci scordati.


IN THE PREVIOUS CHAPTER:
A Parigi Fiore incontra Marinette ed Adrien e dopo aver subito il rifiuto da parte di Gabriel, combatte al fianco degli eroi parigini l’akumatizzato “Mangiamore” aiutando Chloé a resistere all’insidio di Papillon, ma commette un errore che porta alla cattura del maestro Fu. A Roma Luna cade vittima del potere del Serpente e finisce in ospedale dove si rende conto di non aver ricevuto indietro il suo Miraculous da Jos, nel frattempo Diego, Astreo e Aurora si preparano alla battaglia finale contro le Stelle Malefiche.
Presa dallo sconforto, White Dove cade vittima del potere della Farfalla e nasce un nuovo, temibile cattivo da sconfiggere: Raven.
 
CAPITOLO 17:

RAVEN

PARTE 1 - schegge

 
Subire una perdita fa parte della vita… ma ci sono anche cose positive! Aspettati l’inaspettato, e accettalo! Ogni prima volta è un’avventura, e chissà dove ti porteranno queste avventure.
 Trova le persone a cui affidare il tuo cuore proprio come loro fanno con te. Quella fiducia a volte viene tradita, ma può sempre essere riguadagnata.
Si, a volte la strada può essere tortuosa, ci si può anche perdere lungo la strada, ma con l’aiuto delle persone giuste, troverai sempre la tua destinazione.
-  Marinette Dupain Cheng –
 
Simba Wa Moto e Yatagarasu atterrarono con il favore delle tenebre al Cimitero del Verano e si intrufolarono in una cripta dove, con pochi ed agili movimenti, scoperchiarono due sarcofagi e vi si calarono all’interno.
- Molto bene augurale direi, calarsi a sonnecchiare in una bara prima di intraprendere una missione suicida. – ironizzò il ragazzo con il suo solito cipiglio allegro.
- Dobbiamo custodire i nostri corpi in un luogo sicuro prima di lasciarli e partire con il solo spirito alla volta della Cattedrale Oscura. – spiegò pragmatica l’orientale tradendo, tuttavia, l’agitazione con un lieve tremolio nella voce.
- Andrà bene. – cercò di rassicurarla, per quanto potesse, l’eroe.
- E’ il momento allora… OCCHIO ASTRALE!
 
- Come è… come è potuto succedere?! – sbottò esasperata Ayaka che non riusciva a smettere di camminare a zig zag con le mani tra i capelli o meglio, tra quel cespuglio di rovi che Jos pretendeva di chiamare “capelli”.
- E’ un inconveniente da tenere in conto quando si usa il potere della Civetta senza conoscerlo a fondo! – la redarguì il piccolo gufetto.
- Nobile Palmm, come possiamo rimediare a questo casino? – chiese stranamente serio Jos, mentre legava i lunghi e fluenti capelli del suo nuovo corpo in una crocchia disordinata. – Basterà usare di nuovo l’Occhio Astrale e tornare nei nostri rispettivi corpi facendo più attenzione, giusto? – domandò speranzoso.
- Non ne sarei così sicuro… disordini dello spirito come questi sono più complicati di quanto possono sembrare apparentemente. – lo smentì il Kwami.
- Non possiamo lasciare campo libero al nemico proprio ora che il nostro attacco lo ha indebolito. Dobbiamo insistere e dobbiamo tornare alla carica! – si impose la ragazza, - Croow, Trasformami! – ordinò al proprio Kwami, ma il corvo rimase fermo e spaesato al suo posto accanto al compagno leoncino.
- Ora il Miraculous del corvo ce l’ho io, geniaccio… - le fece notare beffardo Jos rigirando tra le mani affusolate il diadema del Corvo.
- E va bene allora, dovremo combattere entrambi con altri poteri… Scarr, trasformami! – invocò quindi il potere del Leone su di se, ma anche in quel caso non successe una beneamata minchia.
- E ora che succede?! – latrò esasperata calciando con violenza il pavimento marmoreo del mausoleo.
- Il potere dei Miraculous interviene sia sul corpo che sullo spirito, ora che sono entrambi divisi, temo che nessuno di voi due possa trasformarsi…  - spiegò placidamente il Kwami della combustione.
- Non ci posso credere… - realizzò Ayaka accasciandosi al suolo sconvolta, portandosi le ginocchia al petto. - E’ tutta colpa mia, ho peccato di presunzione, ed oltre ad averti esposto ad un pericolo mortale, ora siamo entrambi indifesi! – scoppiò alla fine mentre le lacrime le rigavano il volto.
- Ehi! – la chiamò Jos accovacciandosi accanto a lei e prendendo il suo (o il proprio? Ah, che casino!) viso tra le mani per guardarla negli occhi. - Non puoi crollare, non ora, ho bisogno di te. – la incoraggiò. - Non ne usciremo se ti arrendi ora e poi…
- E poi? – chiese la ragazza tirando su con il naso.
- E poi non fare la femminuccia nel mio corpo!
Incredibilmente, anche se era decisamente il momento peggiore da quando erano diventati eroi due anni prima, la risata cristallina della sua compagna risuonò, e il leone capì che c’era ancora una speranza.


 
***
In cima alla Tour Eiffel, Raven osservava con occhio attento tutta Parigi che si estendeva sotto di lei e che presto sarebbe stata ai suoi piedi. Con un sospiro liberò i suoi poteri e dal suolo, magicamente, si innalzarono una miriade di specchi giganti, che si mossero levitando nell’aria scontrandosi e fondendosi fino a costruire un vero e proprio edificio, spigoloso e terrificante, in cima alla torre.
- Il labirinto degli specchi è pronto Papillon, - comunicò telepaticamente al suo nuovo alleato. - Puoi portare da me il guardiano.
- Eccellente Raven, ora devi solo usare i poteri che ti ho donato per auto incoronarti Regina! – le rispose mellifluo l’uomo, quindi si rivolse alla sua compagna: - Mayura, è il momento di sistemare il vecchio guardiano! – ma quella, annuendo, fu scossa da una violenta tosse e gli cadde tra le braccia. – Mayura!
- Tranquillo, sto bene… - si affrettò a rassicurarlo la donna.
- Di tutti i piani che ho elaborato, non ho mai voluto questo, - si scusò. – Ho bisogno di te un’ultima volta.
- Non incolparti, sin dal primo giorno sapevo che avrei fatto qualsiasi cosa per te. – dichiarò la portatrice del Pavone. - Piccola amok, dai di nuovo corpo al sentimostro di Papillon! – invocò il suo potere materializzando un enorme e terribile farfalla. – Sentimostro, sono Mayura, ora obbedisci a Papillon. – ordinò.
- Molto bene. – gongolò soddisfatto l’uomo salendo insieme a Mayura in groppa al proprio mostruoso sentimostro-farfalla, che con le sue zampe afferrò lo scudo che proteggeva Jade Turtle e lo sollevò in volo nel cielo notturno.
- Molto bene… - soffiò maleficamente la Regina della notte, rigirando tra le mani lo Specchio delle anime, rotto dal suo scatto d’ira ed ossidato ed annerito dall’akuma al suo interno. – E’ il vostro momento, schegge di specchio! - disse rivolgendosi direttamente ai minutissimi frammenti, quasi una sabbia scintillante, in cui il vetro dell’antico cimelio si era polverizzato, quindi le raccolse nel palmo della mano e ci soffiò sopra, liberandole nel vento. – Volate piccole mie, volate! D’ora in poi nessuno potrà fingere di essere chi non è, la vera natura malvagia del cuore degli uomini verrà a galla. E quando ogni parigino verrà colpito dal mio potere, non potrà fare a meno di far affiorare i cattivi sentimenti che albergano nel profondo del cuore! Ahahahahahah, AHAHAHAHAHAHAHA, AHAHAHAHAHAHAHAH!


 
***
Kenny incasellava un passo dopo l’altro, pensieroso, senza fretta alcuna di raggiungere il luogo dell’incontro fatidico.
- Oh, andiamo ragazzo, accelera! Non vedo l’ora di sgranchirmi un po’ stanotte. – lo pregò, eccitato, il suo Kwami dall’interno del cappuccio della sua felpa.
- Quanta impazienza. – sbuffò apatico il ragazzo.
- Non sai più come ci si diverte, ragazzo? – lo pungolò l’insettino.
- Non è per quello Crystall, anzi, non vedo l’ora di giocare un po’ con quei fessi dei nostri nemici e sfogare un po’ di stress, però… - confidò il ragazzo sulle spine.
- Se non sono gli avversari il problema, sono gli alleati, dunque? – afferrò immediatamente la furba creatura.
- Bingo… - assentì laconico Kenny, preoccupato di come sarebbe stato combattere ancora una volta al fianco di Maya dopo tutto quello che avevano passato, per i suoi sentimenti che ora, invece di unirli come avevano sempre fatto, li dividevano. Sbuffando frustrato, il destino volle che, alzando gli occhi al cielo, vide sulla sua testa sfrecciare quel pagliaccio con l’elmo da gladiatore che portava fra le braccia una ragazza.
Pietrificato, il ragazzo si rese conto che quella figura longilinea e formosa non gli era sconosciuta, anzi, l’aveva lambita più e più volte con lo sguardo fino a pochi minuti prima. Non v’era dubbio alcuno, quella era Aurora.
Rabbrividì alla consapevolezza che ci potesse essere solo una spiegazione del perché Gladiator avesse prelevato la ragazza da casa sua poco prima della battaglia definitiva: Aurora, la ragazza che aveva puntato con lo scopo di soffocare i suoi pensieri e poter finalmente accantonare quella storia assurda in cui Maya l’aveva trascinato in un angolo del cervello, era portatrice di un Miraculous.
Kenny ne era fermamente convinto: il destino era un gran bel sadico bastardo.


 
***
Castel Sant’Angelo aveva avuto, fino a quel momento, un destino. Un destino atipico nel panorama di monumenti della capitale: mentre tutti gli altri venivano travolti, ridotti in rovine, spogliati per riciclarne il materiale, attraverso un serie ininterrotta di trasformazioni che lo avevano portato da monumento funerario ad avamposto fortificato, da oscuro e terribile carcere a splendida dimora rinascimentale che aveva accolto Michelangelo, aveva accompagnato le sorti e la storia di Roma per quasi duemila anni.
E anche quella sera sarebbe stato teatro dell’ultima battaglia, la resa dei conti che avrebbe pesato sulla vita di decine di centinaia di innocenti.
Dolphy Titan osservava mesto dalla cima della lanterna della Cupola di San Pietro il luogo dove tra poco avrebbero dato battaglia ai propri nemici, nella testa rimbombavano decine di domande assordanti, e un nodo di pesantezza gli attanagliava lo stomaco. Perché quando la notte arriva, e la luce delle stelle è così flebile a rischiarare l’oscurità, le paure e i dubbi diventano mostri d’ombra che sembrano invincibili. E quale bagliore può scacciarli via? La luce del coraggio, forse? Della speranza?
Perso nei suoi pensieri, sobbalzò quando Gladiator atterrò con un balzo alle sue spalle portando in braccio la ragazza bionda che già una volta aveva combattuto con loro.
- Credo di soffrire il mal d’aria… - ammise Aurora reggendosi la testa che le girava.
- Non c’è tempo per sentirsi male, abbiamo bisogno di te! – le disse concitato il più grande rivelandole finalmente il motivo del suo rocambolesco sequestro: - I nostri nemici hanno attaccato, e ora tante persone sono in pericolo di vita. Dobbiamo combattere, sconfiggerli e costringere quel viscido serpente a rompere il suo maleficio a costo di strangolarlo!
- Perché… perché io? – chiese dubbiosa la ragazza, sentendo le guance imporporarsi.
- Che significa “perché tu”? – domandò di rimando confuso Astreo.
- Non sono stupida… tutti i notiziari parlano di voi, so benissimo che un’altra ragazza ha avuto il Miraculous dell’Orso… E non credo possa aver fatto peggio di quanto ho fatto io l’altra volta… - rivelò mentre, in imbarazzo, si fissava le punte di piedi.
- Ehi. – la chiamò severo Diego, - Tutti sbagliamo, nessuno è perfetto… te lo dice uno che ultimamente non fa che combinare casini. Ma non importa quante volte faremo la cosa sbagliata o quanto gravi sono i nostri errori, conta cosa uno fa per rimediare! – la rassicurò deciso. - Quindi ora prendi questa cavolo di collanina, trasformati e fai del tuo meglio!
Aurora sfiorò dubbiosa la semplice catenina dorata, con cinque perle d’ambra al centro, e da questa sbucò una scintilla di luce che volteggiò in aria e rivelò un piccolo e tenero orsacchiotto.
- Auch – sbadigliò – Il tempo del letargo è finito, a quanto pare!
- Io… - temporeggiò, piena di dubbi ed incertezze, la bionda, poi però si decise: - Ok, ma fatemi fare una cosa prima… - chiese prendendo velocemente il cellulare e digitando un numero che conosceva a memoria. - Avanti andiamo, rispondi… - implorò mentre si torturava un’unghia.
Nel frattempo, al di là delle Alpi, Vaen aveva ripreso la sua meditazione in riva alla Senna, sperando di non venire interrotta dal trambusto che inaspettatamente caratterizzava quella città… Insomma, possibile che ovunque andasse quella storia assurda degli eroi e dei cattivi la perseguitasse? Voleva solo farsene una ragione, meditare profondamente finché non avesse ritrovato la pace pur sapendo che non sarebbe mai stata più speciale… ecco, quando finalmente i rumori della civiltà si stavano affievolendo, e il suo spirito innalzando, un dolore pungente all’occhio la distrasse.
Maledetto granello di polvere, faceva un male cane!  Come se non bastasse, la vibrazione del telefono la deconcentrò definitivamente.
- Per tutte le cime dell’Himalaya! – imprecò pronta ad assalire lo scocciatore, poi però si stupì di vedere sul display il nome della sua migliore amica… insomma, Aurora era al corrente che non avrebbe dovuto disturbarla durante il suo viaggio spirituale, allora perché la stava chiamando?
- Pronto? – decise di rispondere dopo alcuni secondi di esitazione.
- Ehi… - le disse semplicemente l’altra dall’altro capo della cornetta.
- E’ successo qualcosa di grave? – domandò preoccupata la tailandese.
- No anzi… mi dispiace disturbarti, so che non avrei dovuto farlo, però… - temporeggiò titubante Aurora.
- Però? – insistette Vaen.
- Ecco… devo fare una cosa importante, stanotte e… volevo sentire la tua voce, tutto qua. – rivelò insicura di quanto le potesse dire per non metterla in pericolo.
- Un’altra di quelle “cose” di cui non mi puoi parlare? – intuì subito la guerriera.
- Esatto, e lo so che ti dà fastidio e ti senti messa da parte, ma sarebbe molto importante, per me, sapere che sei dalla mia parte… - si sfogò mentre una lacrima solitaria le solcava il volto, e il silenzio dall’altra parte le torceva il cuore.
Vaen sbuffò, divertita… curioso come uno faccia di tutto per allontanarsi da qualunque distrazione pur di riflettere e capirci qualcosa della vita, e poi la vita stessa ti folgora con un’illuminazione del tutto inaspettata: sapeva benissimo come si sentiva in quel momento, riconosceva quella sensazione che si irradiava come un pizzicore sottopelle dandole decine di brividi di eccitazione e fierezza.
Vaen si sentiva speciale. Si sentiva speciale perché tra miliardi di persone nel mondo, Aurora aveva scelto lei in quel momento, e in tutti i momenti che avevano vissuto insieme prima di allora, e in tutti i momenti che avrebbero ancora vissuto da lì in poi.
E non aveva bisogno di una maschera per essere speciale ed importante per qualcuno, lo era semplicemente perché qualcuno le voleva bene.
- Io sarò sempre dalla tua parte, qualsiasi cosa accada, dovunque tu sia, se succede qualcosa di brutto, io verrò a riprenderti. – le promise mentre una lacrima scendeva dall’occhio ferito.
- Grazie, e buona fortuna. – la salutò la bionda.
- Buona fortuna a te, vai e spacca tutto, qualsiasi cosa sia. Ci rincontreremo presto. – la rassicurò l’altra mentre attaccavano la telefonata.
Dopo aver riposto il telefono nella tasca, Aurora prese un grande respiro: era pronta, Callisto stava per tornare, e non si sarebbe fatta mettere in ginocchio una seconda volta.
- Otto, trasformami!
Nel frattempo, con un flebile sorriso sul volto, Vaen osservava le acque scorrere nel fiume placide, e stringeva a se il cellulare come se fosse la cosa più preziosa che possedesse al mondo, poi però un pizzicorio irritante la svegliò dalla sua contemplazione beata, nel punto esatto in cui la lacrima si era seccata sul volto.
Passandosi una mano sul viso, la ragazza si ritrovò tra le dita, con orrore, quella che sembrava una scheggia di specchio.


 
***
Era fatta, era tutto perfetto.
Grazie a Matteo avevano individuato il momento più adatto per agire, erano riusciti a mettere all’angolo la vecchia megera, gli eroi erano in inferiorità numerica e ben presto avrebbe avuto tra le mani due Miraculous nuovi di pacca. Ancora non avevano deciso come spartirseli, ma Kyros sentiva già da un po’ di essere particolarmente interessato al potere della civetta.
Quello che doveva fare, in quel momento, era solo l’ultima mossa per assicurarsi la vittoria oltre ogni ragionevole dubbio: doveva aumentare i poteri di almeno uno dei suoi compagni come aveva aumentato i propri per merito del Libro dei Miraculous, ma quali? Dopo un breve discernimento, decise che la meno pericolosa era proprio colei che era più votata alla causa, Merlin.
Sfogliò velocemente il tomo fino a che non trovò l’immagine dipinta in china di un uccello dal lungo collo sinuoso che si feriva il petto con il becco per sfamare del suo sangue i propri piccoli, e si apprestò a leggere l’incantesimo sottostante.
Non puoi continuare ad usarmi per il male, non è giusto!
Lo redarguì la voce che aveva imparato a riconoscere, e ad ignorare, come quella del libro.
La magia ha il suo prezzo, se usi i miei incantesimi per il male ne pagherai lo scotto!
Provò ancora ad avvisarlo, ma il greco non si lasciò intimidire e pronunciò le fatidiche parole:
Sangue al sangue ti chiamo con la voce,
sangue al sangue torna qui veloce.
Sangue reale
che curi ogni male,
In te scorre il potere
per scoprir di ognuno il più grande dolere.


 
***
Luna, avendo ormai recuperato le forze, si era alzata dal proprio letto ed osservava, mesta, la fila interminabile di brande occupate da decine e decine di persone di ogni età, sesso ed estrazione sociale imprigionate in quello che sembrava un sonno senza più risveglio: la sua mente registrò con un gusto amaro la presenza di una donna abbigliata di un tailleur di ottima fattura accanto a quello che sembrava essere un barbone, di due anziani ai cui anulari luccicavano vecchie fedi d’oro, di un ragazzo sulla trentina con ancora addosso la tuta da jogging e persino di una giovane donna con una pronunciata pancia da gravidanza.
Era uno spettacolo terribile, un’ecatombe senza un’apparente via d’uscita che mieteva vittime ogni secondo che passava ad osservarle, che arrivavano una dopo l’altra in una corsa contro il tempo dei medici, infermieri e personale di quel reparto che lottavano con tutte le loro forze contro un nemico di cui non sapevano nulla e contro cui erano impotenti.
Tutte vite appese al filo della speranza trattenuto saldamente nelle mani di eroi di cui lei, povera piccola ingenua, non faceva più parte. Forse i dubbi di Palmm su di lei all’inizio erano fondati, la vecchia Edda non avrebbe mai e poi mai dovuto affidare un Miraculous ad una preadolescente come lei.
La ragazza strinse forte i denti e soffocò i singhiozzi del pianto che le scuotevano il petto, come aveva fatto a ridursi così? Doveva essere in prima linea in quel momento, con i suoi compagni a fare tutto ciò che era in suo potere per salvare tutti quegli innocenti che riponevano in loro l’ultimo barlume di speranza.
Caduta in ginocchio per lo sconforto, mentre copiose lacrime le bagnavano il viso, istintivamente la sua mano corse al petto a stringere il pendente d’argento che adornava la sua collana: una vecchia catenina logora ed ossidata, con un ciondolo a forma di cuore, tutt’altro che prezioso, che però nascondeva un tesoro inestimabile: la foto della sua mamma. Luna si ricordava benissimo quando l’aveva presa per riporla la dentro… aveva sgraffignato una foto del matrimonio dei suoi ritagliando il volto gioioso della giovane donna scatenando le ire di suo padre, che però si era commosso quando aveva rivelato di voler tenere sempre con se quel ritaglio perché terrorizzata dal pensiero di poter, crescendo, dimenticarsi della sua mamma.
La ragazza si asciugò le lacrime e contemplò quelle fotografia sbiadita, osservò la gioia e l’amore nell’espressione che era stata catturata, e si sforzò di ricordare la donna così come era: dolce, protettiva, saggia, determinata.
Determinata, si, perché sua mamma non si era mai arresa, fino all’ultimo giorno aveva amato la vita con tutte le sue forze, e non si era mai abbandonata ad un attimo di sconforto.
Che cosa avrebbe detto di lei, vedendola così? Si sarebbe arrabbiata, sarebbe stata delusa, ne era certa. Non le aveva insegnato ad arrendersi no, e neanche a piangersi addosso. Doveva reagire.
 Asciugate le lacrime e rimessasi in piedi, Luna si guardò intorno e decise che quello non era più il suo posto. Ci mise alcuni secondi ad individuare la finestra, infilò il cappotto, aprì lo stipite e si lasciò colpire dal vento gelido sul viso.
Era il momento di combattere, di tornare ad essere Owl Maiden, di tornare ad essere un’eroina. Doveva solo capire da che parte iniziare.


 
***
Ladybug sospirò, sedendosi per la prima volta dopo ore ed ore di perlustrazione che non avevano portato a niente di fatto: sia il Maestro Fu che White Dove sembravano essere scomparsi nel nulla.
Dopo la lite che aveva portato alla fuga della colomba, i suoi due amici erano partiti al suo inseguimento e lei, umiliata e sconfitta, aveva ripreso i Miraculous del Drago e dell’Ape, ordinando a Chat Noir di portare le due ragazze al sicuro prima di iniziare le ricerche.
Stanca ed avvilita, si portò le ginocchia al petto ripensando a tutto ciò che aveva sbagliato e, nel mare dei pensieri, le sovvenne l’immagine di Luka, che l’aveva trovata un attimo dopo la rottura della sua trasformazione vicino la giostra del Guardiano, e nelle braccia di cui, in un momento di debolezza, si era tuffata trovandole infinitamente calde ed accoglienti, un porto sicuro dalla burrasca del mondo.
Ma lei si era allontanata un attimo dopo, perché lei amava Adrien, no? E allora perché in quel momento l’unica cosa che desiderava era che Luka l’abbracciasse ancora?
Sospirando, alzò gli occhi in alto e vide che il cielo su Parigi si era addensato di tetre nubi, e una specie di strano nevischio cadeva lento dal cielo. Il suo sesto senso le suggerì che c’era qualcosa di strano e corse subito al riparo sciogliendo la trasformazione.
- Quella non è neve, è un potere oscuro generato da Papillon! – l’avvertì preoccupato l’esserino rosso. Marinette si guardò intorno preoccupata, mentre sempre più persone, in strada, si piegavano so loro stesse per il dolore dopo aver alzato gli occhi al cielo per osservare meglio quello strano fenomeno atmosferico; in un lampo di genio si accorse che i fiocchi di neve magica erano abbastanza leggeri da rimanere a galla sul pelo della Senna, per cui diede a Tikki uno dei macarons magici e si trasformò in AcquaBug.
- Dovevo immaginare che Papillon avesse in mente altro, la battaglia non è finita! – si disse, pronta a combattere nuovamente.


 
***
Chat Noir aveva messo tutto se stesso nella ricerca disperata del Maestro Fu, un po’ per senso del dovere, un po’ per egoismo dettato dal voler accantonare i pensieri che gli frullavano per quella testa felina che si ritrovava… inevitabilmente, però, aveva fallito su tutti i fronti: del Guardiano neanche l’ombra e non riusciva a smettere di pensare al bacio che Katami gli aveva dato… era tutto così confuso, ma perché? In fondo lui era innamorato di Ladybug, no? Ma quello era e sarebbe rimasto per sempre il suo primo bacio…
Il gattone fu riscosso dai suoi pensieri, mentre si reggeva la testa tra le mani, da un rumore sordo di uno schianto e poi da delle urla, quindi si guardò attorno e vide che il caos era scoppiato in città, tutti sembravano impazziti e qualcosa di oscuro pioveva dal cielo.
- Plagg, trasformami! – ordinò preso dal panico.
- Svelto ragazzo, in acqua! – intimò la creaturina di rimando.
- Bene, è ora di pranzo. – non se lo fece ripetere due volte Adrien tirando fuori il formaggio magico dalla tasca della camicia, - AcquaPlagg, trasformami!
Tuffatosi nella Senna, poco lontano da se individuò AcquaBug e si precipitò da lei:
- Ladybug! – la chiamò.
- Chat Noir! – gioì l’eroina scorgendolo arrivare verso di se, gli si precipitò tra le braccia singhiozzando ed esclamò: - Per favore abbracciami!
L’uomo gatto, irrigidito dalla reazione della compagna, la scostò con delicatezza, allungò il suo bastone e lo usò per osservare oltre il pelo dell’acqua e, tra il caos che stava devastando Parigi, scorse in cima alla Tour Eiffel una strana costruzione che sembrava essere a metà tra un nido di veste giganti e una palla da discoteca gigante anch’essa. Chiunque fosse il loro nemico, quello era il suo covo.
- Avevi ragione, ogni singolo abitante di Parigi sembra essere impazzito, è una catastrofe! E si dia il caso che io sia esperto di cata-cose. – la informò senza perdere la sua ironia.
- E’ colpa mia, avrei dovuto capire quanto Chloè tenesse ad essere Queen Bee, avrei dovuto dirle di ritrasformarsi prima di andare dal Maestro, non avrei dovuto sbottare in quel modo! Ero confusa, mi spiace così tanto sono… sono proprio una delusione! – si sfogò, frustrata, Marinette.
- Ehi, l’importante è salvare il Maestro Fu prima che sia troppo tardi, ma ci serve una Ladybug concentrata! Dimentica ciò che è successo! – la fece rinsavire il gatto.
- Grazie Chat Noir, ci sei sempre per me! – lo ringraziò, grata, la coccinella.
- Sempre. – assicurò Chat Noir.
- Ok, non abbiamo un minuto da perdere… abbiamo un obiettivo ma ci servono rinforzi. Se davvero Papillon ha la Miracle Box… - rifletté l’eroina, - possiamo chiedere aiuto a Silver Claw e Cernus, ma avremo bisogno anche di due persone a cui affidare il Drago e l’Ape.
- Ok, è il momento di combattere, andiamo! – partì Chat Noir stringendo, saldamente, la mano guantata di rosso.


 
***
Silver Claw atterrò con un lungo balzo su un tetto parigino, piegandosi poi sulle ginocchia per placare il fiatone.
- Vuoi aspettarmi o no?! – le chiese Cernuus raggiungendola sullo stesso tetto, con un fiatone se possibile ancora più affannoso.
- Tu non capisci… - sospirò la lupa, - non sento più il suo odore, è sparita nel nulla! – lo mise in guardia.
- Vedrai che c’è una spiegaz… ahi! – provò a consolarla il ragazzo interrompendosi perché qualcosa che fluttuava nell’aria gli era entrato dolorosamente nell’occhio non coperto dal ciuffo.
- Ho un orribile presentimento… - confidò preoccupata l’altra.
- Ma su, che cosa vuoi che possa succedere? – si strinse nelle spalle, ottimista, il cervo, ma non appena finì di pronunciare codesta frase giunse ai loro orecchi un coro di urla, frastuoni e piccole esplosioni. Sporgendosi dal parapetto, videro con stupore che tutti i cittadini si erano riversati per le strade, si mischiarono in risse violente, auto che si scontravano, vetrine di negozi che venivamo distrutte e depredate.
- … stavi dicendo? – commentò con un’alzata di sopracciglio Andrea.
- Sembra… sembra che è caduto il cielo! – si rese conto, allibito, Davide.


 
***
Raven osservava con malefica soddisfazione il disastro che aveva provocato, beandosi del frastuono caotico che giungeva fin sul suo rifugio.
- Raven… - la chiamò Papillon giungendo a cavallo del suo schifoso destriero, il quale con malagrazia gettò all’interno del labirinto degli specchi la sfera protettiva che avvolgeva il Mastro Fu. – Fanne buon uso. – si raccomandò l’uomo porgendole la Miracle Box.
- Molto bene. – annuì la strega poggiando il manufatto su un piedistallo di vetro, dopodiché tornò al suo balcone e si rivolse al suo “popolo”: - Miei sudditi, io sono Raven, la vostra regina, e questo è il mio volere. Che tutti i portatori di Miraculous vengano a me!
Il suono della sua voce, portato dal vento, raggiunse le orecchie dei giovani Alya Césaire, Nino Lahiffe, Katami Tsurigi, Luka Couffaine, Max Kanté e Kim Le Chien i quali, ipnotizzati, abbandonarono le liti che il potere oscuro di Raven aveva scatenato e si diressero ai piedi della torre di Parigi, dove specchi magici li portarono, volando, in cima al covo dei malvagi.
- Prendete i vostri Mirculous! – ordinò severa la ragazza, notando che due di loro non si mossero. – Due gioielli non sono qui dentro, Papillon. – dedusse. – Trasformatevi! – ordinò invece ai quattro che avevano evocato i confusi Kwami.
- Trixx, trasformami. – disse apaticamente la ragazza.
- Sass, squame striscianti.
- Kaalki, al galoppo.
- Suppu, trasforma. – le fecero eco i tre.
- Volpe Rabbia, Venom, Bucefalus, Monkey Slave, un tempo eravate al servizio di Ladybug e Chat Noir, ma da ora in poi sarete le mie guardie reali, - li chiamò la Regina, - A voi spetta l’accoglienza dei nostri “ospiti”… - soffiò malefica. – Ladybug, Chat Noir ora userò le vostre stesse armi contro di voi per sconfiggervi, e vi pentirete di esservi rivoltati contro di me!


 
***
Assicuratisi che quella strana nevicata fosse giunta al termine, Ladybug e Chat Noir uscirono dall’acqua,  ritrovandosi immediatamente circondati da parigini fuori controllo e schiumanti di rabbia pronti ad assalirli.
- E ora che facciamo, non possiamo far loro del male… - si rese conto sulle spine la coccinella.
- Beh, non mi sembra che qualcun altro sia dello stesso parere, Mylady… - commentò scettico il gatto, indicando con il mento qualcuno che, a colpi di una strana forma di arte marziale, atterrava chiunque le venisse addosso nonostante fossero decine. Immediatamente, Marinette si stupì riconoscendo la stessa strana ragazza che aveva atterrato Mr. Piccione giorni prima.
- Ferma! Non far loro del male, sono civili sotto incantesimo! – la supplicò l’eroina.
- Credi che non lo sappia?! – ringhiò Vaen spedendo al tappeto il comandante della polizia locale. – Ma devo pur difendermi no? Sto cercando di neutralizzarli senza far loro troppo male prima che si uccidano l’un l’altro. – rivelò.
- Insettina… - la chiamò il gatto, - so che di solito sei tu a scegliere chi è degno di portare un Miraculous, ma questa ragazza mi sembra essersi distinta in già due occasioni e…
- Lo so. – acconsentì Ladybug, - Vaen Sanjuan – la chiamò. – so che hai detto una volta di non fidarti degli eroi, e ti capisco… Proprio oggi ho avuto la prova che anche i supereroi possono sbagliare, ma a chiunque può succedere quindi, se vorrai regalarci la tua fiducia, avremmo bisogno di te. – le disse porgendole una collana la cui vibrazione per la tailandese era inconfondibile: si trattava di un Miraculous.
- Sai… -le rispose con un sospiro, - qualche ora fa ti avrei detto categoricamente di no, però ho capito grazie ad un’amica che non è un superpotere a rendere una persona speciale, ma è far parte di qualcosa di speciale, che rende speciale… quindi sì, sono pronta ad aiutarvi!
- Vaen, ti consegno il Miraculous del drago con il potere del vento, del tuono e dell’acqua, usalo per il bene superiore e prometti di restituirlo a missione conclusa. – disse solenne l’eroina porgendole il gioiello.
- Salute a te, Maestra, io sono Longg, per trasformarti devi solo dire “Longg, scatena la tempesta”. – le spiegò il Kwami.
- Longg, scatena la tempesta! – invocò la ragazza venendo subito avvolta dalla trasformazione quantica.
Una tuta aderente rossa che la ricopre dal collo fino si piedi, con un disegno di spire di drago color oro che le avvolge tutto il corpo come un serpente e una fascia in scaglie legata alla vita.
Le mani sono protette da dei guanti artigliati con le unghie d’oro e dei piccoli aculei sulle braccia, stivali neri che ricordano le zampe di un drago con artigli d’oro.
La maschera nera con motivi rossi le copre il volto e quattro corna ricurve lei si formano sulla testa. I capelli sono raccolti in una lunga treccia con sfumature rosse e oro.
- Ladybug, Chat Noir! – li chiamò Silver Claw precipitandosi verso i tre seguita da Cernuus. - Abbiamo cercato White Dove ovunque, ma non l’abbiamo rintracciata, siamo terribilmente preoccupati! – sospirò.
- E fai bene ad esserlo… - sospirò a sua volta Marinette, - abbiamo avuto a che fare con Papillon decine e decine di volte ma solo due… solo una volta è riuscito a creare un cattivo così potente… - spiegò.
- Quando ha akumatizzato un portatore di Miraculous. – concluse il ragazzo riferendosi a Queen Wasp, non potendo sapere di quanto egli stesso si era trasformato in Chat Blanc nella linea temporale alternativa.
- Non può essere… è terribile! – si rese conto Andrea cadendo in ginocchio. – E’ colpa mia, tutta colpa mia!
- Non essere sciocca! – la rimproverò Ladybug, - Se la colpa è di qualcuno, quella sono io. Ma se restiamo qui a commiserarci non otterremo niente, dobbiamo invece lottare per salvare la vostra amica e Parigi! – li incoraggiò. – Ora dobbiamo solo decidere chi di noi unirà il suo potere a quello dell’Ape, dal momento che tutti i cittadini sono impazziti, è un processo rischioso e…
- Credevo di aver dimostrato che c’è una sola Queen Bee! – la interruppe una voce alle sue spalle e, voltandosi, l’eroina riconobbe la petulante compagna di classe.
- Chloé?! Non sei sotto l’effetto del maleficio anche tu? – si rese conto, confusa.
- Credo sia così odiosa di natura che nessun potere magico potrebbe creare di peggio… - dedusse Chat Noir sussurrandole all’orecchio.
- E va bene allora, sarai Queen Bee questa volta, ma dovrà essere l’ultima, perché abbiamo ormai la certezza che è troppo pericoloso per te e per la tua famiglia che tu sia un’eroina. – acconsentì Ladybug.
- E va bene allora… - rispose la bionda straordinariamente accondiscendente, - se deve essere il mio gran finale, che sia in grande stile!
- Molto bene squadra, - li radunò l’eroina-coccinella. - E’ l’ora degli eroi! 
 
  
***
Sul ponte Sant’Angelo, Merlin respirò a pieni polmoni l’aria carica di elettricità e tensione, beandosi di quella sensazione di quiete prima della tempesta che, da vera guerriera, l’esaltava anziché intimorirla. Ripensò a tutte le ore, le giornate, gli anni spesi per diventare la miglior ballerina, la miglior ginnasta, e si promise che in quell’ora fatidica avrebbe messo a frutto tutte le sue doti e le sue capacità per vincere e sbaragliare i nemici.
- Salve. – salutò, laconica, individuando immediatamente il fruscio che le ali di Dragonfly avevano prodotto,  anche se il ragazzo si era impegnato ad arrivarle alle spalle il più silenziosamente possibile.
E, silenziosamente, il giovane le si mise al fianco scrutando vigile l’orizzonte.
- Voglio sperare che, anche se non siamo più vicini come prima, possa contare su di te stanotte. – si appurò lapidaria la ragazza.
- Se pensi che mi farei battere solo per farti dispetto, allora non hai imparato per niente a conoscermi… - commentò un po’ divertito, un po’ ferito dalla diffidenza della compagna. – Sono in ballo, dunque devo ballare, - si strinse nelle spalle, - vedrò di vincere e di trarre qualcosa di positivo da tutto questo manicomio. – assicurò ricevendo solo un cenno del capo in risposta.
- Compagni… - si annunciò mellifluo Idra atterrando con un balzo alla loro destra.
- Cavalleria… - gli fece eco Faunus atterrando alla loro sinistra. – Pronti per le danze? – chiese divertito.
- Mai stata più pronta per un ballo in vita mia, - rispose la ragazza, divertita dalla citazione inconsapevole di quel piccolo irritante caprone alla sua vita privata. – Ho un “passo a due” in sospeso con il pagliaccio dall’elmo di bronzo, non vi immischiate. – avvertì.
- Te lo lascio volentieri… - assicurò Matteo.
Proprio in quel momento, sull’altro capo del ponte, giunsero i tre eroi di Roma: Gladiator affiancato dal Sirenetto e dalla ragazza con il potere dell’orso che la volta precedente avevano messo al tappeto senza troppi problemi, e Faunus iniziò a pensare che sarebbe stato più semplice del previsto.
- Non avrebbero dovuto essere in quattro? Forse c’è qualcuno nascosto. – sibilò Idra mentre le due fazioni si avvicinavano l’un l’altra.
- Lo scopriremo subito. – lo tranquillizzò l’ariete. - Ehilà, avete lasciato un po’ di quote rosa a casa? – li derise, sicuro di provocare una reazione nel guerriero.
- Fareste meglio a farvi i fatti vostri, siamo fin troppi per ridurvi in polpette. – ringhiò irato Gladiator.
- Nessun agguato, sono solo in minoranza. – dedusse furbescamente Matteo.
- Finitela con le chiacchiere e mostrateci quello per cui siamo qui! – insistette, spazientito, Diego.
- Come desideri amico mio. – acconsentì Kyros facendo un passo verso di loro, stese la mano dinanzi a se e, lentamente, una sfera di energia luminosa come un faro, grande come un pallone da calcio,  si condensò tra le sue dita. – Ecco le regole, - spiegò lanciando la sfera in alto nel cielo, dove si fermò fluttuante, - il primo che la prende, vince. Fine delle regole. 
- Mi piace questo gioco… - si complimentò divertita Merlin prima di lanciarsi, con un urlo di battaglia, verso l’argentino pronta a colpirlo con un calcio volante che però, sorprendentemente, non arrivò a segno.
- Non così in fretta, carina. – ringhiò Callisto frapponendosi tra i due e afferrando la nemica per la caviglia. - Oggi sono io la tua rivale! – precisò e, afferrandola con più forza, roteò su se stessa e la lanciò lontano come un peso morto. Sotto gli occhi spalancati di Kenny, Maya volò per tutto il ponte, schiantandosi con violenza sul Castello, rimanendo coperta da una nuvola di polvere e detriti.
- La nostra storia che va a farsi benedire… - esalò, sconcertato, Dolphy Titan osservando il monumento deturpato.
- Però… - commentò, soddisfatto, Gladiator.
- Non mi farò sconfiggere due volte… non farò affidamento solo sul mio potere, ma sulle mie forze. – promise, combattiva, Callisto.
- Non la sottovalutare, è ancora in partita. – avvisò il leader e la ragazza annuì, prima di balzare lontano, verso Castel Sant’Angelo, verso la sua nemica.
- Resta concentrato. – ammonì Idra notando lo sconcerto e la rabbia di Dragonfly. - Dobbiamo vincere, tu affronterai il pesciolino, io e Faunus ce la vedremo con il più pericoloso. – ordinò ricevendo da entrambi un cenno di assenso. – Molto bene, che le danze abbiano inizio!
 
***
Raven contemplava assorta il frutto dei suoi poteri dilagare per la città mentre, alle sue spalle, Jade Turtle riprendeva fiato dopo che Papillon e Mayura avevano momentaneamente interrotto l’attacco al suo scudo defilandosi chissà dove.
- Ribellati al potere di Papillon, sei forte, puoi farlo! Combatti! – la esortò, stremato, il vecchio Fu.
- Non ho niente per cui combattere, ormai… - obiettò, mesta, la ragazza. – la giustizia, l’amicizia, l’amore… non sono più ideali in cui credo. 
- Non puoi smettere di credere, finché hai un cuore che batte! – esalò il maestro prima di accasciarsi al suolo, stremato.
- Non mi basta avere un cuore per provare dell’amore. – sbuffò, amaramente divertita, Fiore.



NOTE D’AUTORE

Bentornati fagottini al cioccolato! Non sono morto, sono ancora qui (purtroppo XD) dopo un periodo non proprio al top, quale modo migliore di ripartire se non con voi che mi date sempre un sacco di energie positive? Ebbene, siamo alle porte di una grande battaglia, come andrà a finire? Ho già le mie idee in mente, ma come al solito sarete voi a decidere! Anche in questo caso ci sono degli stralci dell’episodio originale con dei dialoghi riportati, ma meno fedelmente rispetto al precedente capitolo; ho voluto bypassare le scene in cui Marinette e Adrien si trovano faccia a faccia con Luka e Katami perché non trovavo il modo giusto per descriverle, ma non me la sono sentita di ignorarle e quindi ho inserito dei rimandi/riferimenti. La più grande differenza rispetto all’episodio canon, escluso ovviamente lo switch di antagonista, è il cambio di scenario, infatti la nostra storia non si ambienta subito dopo la “scena del terrazzo” ma la notte stessa, quindi c’è un gap di alcune ore che non viene descritto nei minimi dettagli, magari in futuro potrebbe diventare un missing moment, chi sa.
1) MOMENTO ESTER EGG: come vi avevo preannunciato, e rimandato per cause di forza maggiore, questo capitolo celebra il Festival della canzone italiana! Sparsi per i capitolo ci sono 5 versi tratti da 5 canzoni di questo Sanremo 2k22, il primo che le azzeccherà tutte e 5, vincerà un premio. Nel frattempo un applauso a HARRY FINE per aver indovinato per primo l’ester egg dello scorso capitolo, la citazione de “I Promessi Sposi” riferita a Gertrude, la monaca di Monza, la “sventurata” che rispose al richiamo del suo aguzzino, il perfido Egidio. Avendo vinto, ecco un piccolo spazio pubblicitario:

 
 
Iselen Surana, Runaan Mahariel, Aida Tabris, Persephone Cousland, Micah Brosca e Aura Aeducan vivono ognuno la propria vita, tutti bloccati dai loro problemi e deliziati dai loro affetti. Nessuno di loro sa chi siano gli altri, ma molto presto dovranno unirsi e affrontare il Flagello, la calamità peggiore che loro e il loro mondo abbiano mai visto e che minaccia di inghiottire ogni cosa, insieme ad un'improbabile compagnia di alleati, facendo tutto ciò che è necessario per salvare il paese che conoscono. Anche se il prezzo potrebbe essere troppo alto.
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3981062&i=1

2) MOMENTO INTERATTIVITA’: a questo punto, cruciale, ripeto la stessa domanda dello scorso capitolo: come si comporterà/anno il tuo/i tuoi OC? Se credete che la descrizione mandata precedentemente calzi ancora, avvisatemi e non inviatemi nulla, se invece volete aggiungere e/o modificare qualcosa alla luce degli ultimi avvenimenti, fatelo pure.

3) MOMENTO SONDAGGI: allora, so che avevo promesso due sondaggi a capitolo, ma avendo ancora due os da recuperare, per il momento interrompiamo i sondaggi secondari finché non mi sarò rimesso in pari, quindi parliamo solo della storia principale: quale dei seguenti personaggi minori vorresti veder avere più spazio nella storia?
- Hans e Greta Manni
- Michele (fratello gemello di Aurora)
- Hala (la custode che ha dato a Fiore lo specchio)
- la dottoressa
- la Famiglia di Diego
- Pietro e Milena, i fratelli di Matteo
- la madre di Kyros
Potete votarne due e saranno scelti i più votati.

4) FANART&MUSICA: in questo capitolo molto denso di avvenimenti, e di preparazione allo scontro più duro, non c’è stato spazio per inserire una canzone, anche se tuttavia la musica è sempre presente grazie al nostro Trivia!Sanremo, però –uditeudite- abbiamo scovano un’altra bravissima artista che da oggi fa compagnia a Sapphir Dream nel team delle “illustratrici” di questa mia piccola storia. Sto parlando di TalesofaFairy, che ci ha generosamente regalato tre Fanart, ovvero i volti dei suoi due personaggi, Maya e Kenny, e la trasformazione di Merlin, vi allego i Link:
 
https://www.flickr.com/photos/195167034@N05/shares/9fQgBa      - Merlin
https://www.flickr.com/photos/195167034@N05/shares/39ChY1      - Kenny
https://www.flickr.com/photos/195167034@N05/shares/E25bQ6     - Maya

5) VARIE ED EVENTUALI: che dire, volevo innanzitutto ringraziare tutti coloro che, senza saperlo, con qualche piccolo messaggio mi hanno tenuto compagnia e tirato su il morale in un momento non molto bello, vi voglio bene <3 non so bene se ci vedremo con un aggiornamento prima o dopo pasqua, ma prometto di aggiornare la serie di os, quindi se non lo fate ancora, inseritela tra le seguite/preferite/ricordate per non perdervi neanche un aggiornamento!
A presto,
baci,    SG

 
IN THE NEXT CHAPTER:
- sei troppo debole per trasformarti! – l’avvisò, preoccupato, Palmm volandole vicino.
- i miei amici sono tutti in pericolo, non posso rimanere con le mani in mano, voglio combattere anch’io. – si oppose, decisa, la più piccola.
- la fanciulla ha ragione. – si intromise Joseph notando, con un pelo di imbarazzo, quanto la voce di Ayaka risultasse più autoritaria della propria. – ma sarebbe imprudente mandarti sul campo di battaglia senza l’artiglieria adeguata. – si rese conto avvicinandosi al proprio corpo sfilando dal collo muscoloso il medaglione del Leone per riporlo a quello più esile di una sorpresa Luna. – per stanotte hai una nuova portatrice, Scarr. – disse al suo Kwami
- sei forse impazzito del tutto?! – sbottò Ayaka afferrandolo per le spalle.
- rendo solo il favore. – si impose, fiducioso, rivolgendole un sorriso divertito.
- non vi deluderò, lo prometto. – si intromise, orgogliosa, Luna. – Palmm, Scarr, unitevi! –

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Raven parte 2 ***


IN THE PREVIOUS CHAPTER:
Papillon ha fatto schiava White Dove, creando la temibile Raven la quale, con i suoi poteri, scatena il caos trasformando in persone malvage ed assetate di sangue chiunque venga colpito dalle sue schegge di specchio. Dopo un momento di sconforto, il duo parigino si rivolge a Silver Claw, Cernuus, Chloè e Vaen per formare una nuova squadra pronta all’attacco.
A Roma, Luna si risveglia dal coma e grazie al ricordo di sua madre trova la grinta per scappare dall’ospedale e dirigersi alla ricerca dei suoi amici, mentre Diego, Astreo e Aurora si preparano alla battaglia.
Tra incomprensioni, segreti e voglia di rivalsa, la battaglia di Roma ha inizio.


 
CAPITOLO 18:

RAVEN PARTE 2

 
“Quando cresciamo, ci rendiamo conto che la vita non sempre ci regala tutto ciò che speravamo, […]
Ma non devi avere paura, non devi essere triste: subire una perdita fa parte della vita,
ma non è questo a definirla,
perché l’importane non è vincere o perdere, ma accettare i cambiamenti in noi stessi
e accettare che anche se la vita non sempre ci regala tutto ciò che speravamo, il vero regalo è la vita stessa”

- Wang Fu –
 
L’ultima coda d’inverno sferzava Roma con il suo vento gelido mentre Luna, stretta nel suo cappotto infilato sul pigiama, correva disperatamente per le vie della città, con il fiato corto e il cuore che batteva all’impazzata; non sapeva che ore erano, cosa stesse accadendo e non aveva la minima idea di che fare, ma almeno aveva una direzione.
Giunta al Camilla’s Store, cadde sulla ginocchia mentre annaspava a causa del forte bruciore che sentiva nella gola e nel petto, ma nonostante tutto esultò nel scoprire che la chiave di riserva era ancora nascosta tra la terra dei vasi davanti la vetrina. Aprì con mani tremanti e si intrufolò all’interno, accese solo una piccola luce sul retro e barcollò verso la sedia più vicina.
- correre dopo aver subito un furto di energia vitale non è il massimo… - si rese conto, poi però decise che non c’era un minuto da perdere neppure per riprendere le forze, e iniziò a cercare in giro qualsiasi cosa potesse aiutarla.
Aveva tempestato di telefonate sia Diego che Astreo e nessuno dei due cellulari risultava raggiungibile, segno che entrambi erano già trasformati, quindi la battaglia era già iniziata. Mise a soqquadro tutta la stanza ma non trovò niente di utile, né il Miraculous dell’Orso né tantomeno un appunto, un qualcosa che le facesse venire l’idea perfetta; poi però, quando stava per perdere la speranza, dalla cima di un armadio le cadde in testa un rotolo di cartone che ricordò essere la mappa della città che aveva usato per provare a rintracciare i nemici la notte della loro prima sconfitta, ma non ci era riuscita anche con tutto il suo impegno… come avrebbe potuto farlo ora che non aveva nemmeno più il Miraculous della Civetta, o Palmm a dirle cosa fare? Sconfortata, scoppiò in un pianto disperato mentre la mano destr volò a stringere la collana che le aveva dato speranza fino a quel momento.
- Aspetta un attimo… - si disse volgendo lo sguardo al gioiello. – e se avessi usato l’oggetto sbagliato? –
Era un piano folle, ma valeva la pena tentare; spiegò la cartina sul tavolo e prese a farci dondolare sopra la catenina che si era sfilata dal collo, usando il pendente come pendolo e pensando intensamente al ragazzo che l’aveva sorpresa quella notte in camera sua, Simba Wa coso o come cavolo si chiamasse, nella speranza che funzionasse. Si concentrò più che poté, fino a sudare e per alcuni minuti il pendolo oscillò senza nessun segnale.
- Maledizione! – imprecò e, mosso da una forza invisibile, il gioiello le sfuggì dalle mani andando a posarsi con decisione su un punto ben preciso della mappa: il Cimitero del Verano.
- ah, ecco, ci volevano le maniere forti! – ironizzò la ragazza, già avvilita da tutta la strada che ancora doveva farsi, a piedi ed in piena notte*, ma pronta a farcela ad ogni costo.


 
***
 
LadyBug osservò dinanzi a se la curiosa ed inquietante struttura di vetro che troneggiava sulla Tour Eiffel, poi si voltò alla sua destra e vide Chat Noir e Queen Bee, alla sua sinistra invece Silver Claw, Cernuus e la nuova portatrice del Drago.
- Qual è il tuo nome da eroina, giovane guerriera venuta da lontano? – le chiese
- Kombat Naja- rispose Vaen.
- molto bene, - richiamò l’attenzione di tutti su di se la coccinella, - i nostri nemici hanno in mano la Miracle Box e possono controllare le menti dei parigini, ci scommetto il mio Yo-yo che hanno manipolato gli altri portatori di Miraculous per farli combattere dalla loro, quindi avremo a che fare con il potere del Serpente, della Scimmia, del Cavallo e della Volpe. – spiegò.
- con quei gioielli possono creare portali dimensionali, confondere i nostri poteri e creare illusioni. – le fece eco Chat Noir.
- ma il più pericoloso è quello del serpente che può riportare indietro il tempo senza farcene rendere conto. – puntualizzò LadyBug.
- quindi, in altre parole, finché non neutralizziamo il Serpente qualsiasi piano escogitiamo per vincere non funzionerà, perché torneranno in dietro per essere un passo avanti a noi! – intuì, preoccupata, Andrea.
- lasciatelo a noi, - ordinò la rosso-nera indicando se stessa e il gatto, - conosciamo il suo potere e abbiamo più possibilità, voi due invece che conoscete la vostra amica dovrete addentrarvi in quel labirinto di specchi e provare a farla ragionare, e se non dovesse funzionare, trovare l’oggetto in cui si trova l’akuma e distruggerlo! –
- quindi a noi rimangono gli altri tre sfigati. – dedusse, divertita, Queen Bee strizzando l’occhio alla tailandese, che sbuffò un assenso.
- allora si parte! – proclamò Chat Noir e tutti gli eroi, con un balzo, saltarono giù dal tetto e si arrampicarono a gradi falcate sulla struttura metallica della torre, fino ad atterrare sulla balaustra lucida e trasparente su cui si apriva l’ingresso della casa di cristallo. – un’architetta un po’ macabra la nostra a-micia! – ironizzò Chat Noir.
- fossi in te non riderei troppo gatto randagio! – ringhiò una voce familiare, rivelando Volpe Rossa che si apprestava ad uscire dall’edificio tetro con i compagni. – io sono Volpe Rabbia, e non avrete nessuna possibilità contro di noi! MIRAGGIO! – li minacciò attivando il suo potere speciale.
- PORTALE!
- CONFUSIONE!
- SECONDA OCCASIONE! – le fecero eco i tre aitanti giovani lanciandosi all’attacco.
- Chat Noir! – latrò Marinette mentre, aiutata dall’ape e dal dragone, fronteggiava i tre nemici lasciando in disparte Venom.
- CATACLISMA! – invocò il gatto nero lanciandosi sul nemico preceduto dalla lupa e dal cervo, che gli coprivano le spalle; con il suo arco, Cernuus scagliò una pioggia di frecce fantasma che costrinsero il serpente ad indietreggiare ed abbassare la guardia, finendo poi atterrato da un calcio di Silver Claw.
- Buona Fortuna! – li salutò Andrea precipitandosi all’interno ma, mentre l’eroe felino si precipitava con il suo potere sul bracciale del serpente, Luka riavvolse il tempo.
- Chat Noir! – ripeté inconsapevolmente LadyBug mentre la lotta si ripeteva esattamente uguale davanti agli occhi iniettati di sangue di Venom-
- Buona Fortuna! – li incoraggiò ancora una volta Silver Claw, ma in quel caso il nemico non si fece sorprendere e, rotolando di lato, schivò il colpo fatale del Gatto Nero che, tuttavia, con un’imprevedibile prontezza di riflessi, fermò la sua mano magica prima che toccasse il suolo e con un nuovo balzo fu ancora sul nemico.
- maledizione! – sibilò Luka riavvolgendo il tempo una seconda volta, intenzionato a non farsi sopraffare ulteriormente.
- Chat Noir! – cantilenò Marinette fronteggiando Volpe Rabbia, Bucefalus e Monkey Slave aiutata da Kombat Naja.
- CATACLISMA! – fece eco Chat Noir, ma stavolta l’assalto degli eroi fallì: Venom non si fece distrarre dalle frecce di Cernuus, evitò il calcio di Silver Claw e bloccò entrambi i polsi del Gatto.
- ho vinto! – sibilò malefico, ma prima che potesse dire oltre, una mano furtiva gli sfilò il bracciale dal polso.
- ti sei dimenticato di me, ridicolo sfigato! – lo prese in giro Queen Bee, mentre gli sfilava il bracciale, - prendi! – lanciò poi il Miraculous del Serpente all’eroe parigino.
- ora sì che si ragiona, - sospirò sollevato Chat Noir, - grazie mia Regina, - si complimentò con Chloè dopo aver assestato al povero Luka un colpo con il taglio della mano dietro la nuca che gli fece perdere i sensi. – Plagg, Sass, unitevi! -
 
                                    ***

 
Merlin si rialzò, dolorante, scrollandosi di dosso la polvere di roccia frantumata dal suo schianto.
- curioso come tu non ti sia rotta neanche un osso, complimenti. – la prese in giro Callisto affacciandosi dalla breccia che la nemica aveva aperto nel muraglione del castello.
- faresti bene a non sottovalutarmi… - ringhiò, agguerrita, Maya
- non sarei così stupida da farlo, ma di te, si può dire altrettanto? – la provocò la bionda, sicura di se.
- ora hai passato il segno! – sbraitò l’avversaria e, scattando entrambe l’una contro l’altra, fecero scontrare i loro pugni liberando una potente onda d’urto.
Intanto, all’esterno, Diego percepì lo spostamento d’aria provocato dallo scontro delle due ragazze, pronto anch’esso a dare battaglia ai due nemici, ma si ripromise, memore dell’ultima sconfitta, di essere prudente e non fare passi falsi.
- che fine hanno fatto i tuoi amichetti, li hai persi per strada? – lo punzecchiò Faunus il quale, non ottenendo il risultato sperato, decise di sparare la sua cartuccia migliore: - hai forse litigato con la tua “colombella”? Sarà già volata in un altro nido a quest’ora, non credi anche tu? –
“resta concentrato, resta concentrato!” si ripeté mentalmente il gladiatore riuscendo, con la sua lancia, a parare un fendente che Idra stava portando alle sue spalle con il suo pugnale.
- Non mi aspettavo niente di diverso da te, verme! – lo insultò atterrandolo poi con un vigoroso calcio dritto al petto, quindi prese la carica e si avventò verso il caprone.
- VELLO D’ORO! – invocò Matteo per difendersi ma l’argentino, piuttosto che provare a sfondare il luccicante scudo dorato, ci saltò sopra e lo usò come trampolino per lanciarsi verso il globo di energia luminosa che rischiarava la notte. Quando però, fu ad un soffio dal toccarlo, quello gli fu soffiato da Dragonfly che, agitando le sue ali trasparenti, si allontanò con il bottino inseguito da Dolphy Titan.
- maledizione! – ringhiò deluso Gladiator. – Ci ero così vicino! -
- pfff, pensavi fosse così semplice? O forse pensavi di essere furbo? – continuò a provocarlo Faunuus.
- non ti conviene farmi arrabbiare… - lo avvisò l’eroe schiumante di rabbia.
- altrimenti che fai, mi attacchi con il tuo superpotere? Ma che paura! – Lo derise ulteriormente.
- adesso basta! ONDA D’UR…- provò ad attaccare Diego, ma fu interrotto da un lancinante dolore al fianco e, con orrore, vide i denti di un grosso serpente affondargli nella carne attraverso la battle suit.
 

                                 ***
 
- come pensi che stia andando la battaglia, là fuori? – chiese preoccupata Silver Claw mentre, spalla a spalla con Cernuus, si aggirava cautamente tra gli specchi che riflettevano decine e decine di loro immagini in un intricato labirinto dal quale, apparentemente, era impossibile uscire.
- dobbiamo avere fiducia in loro, e compiere la nostra parte di missione. – le ricordò, ottimista, Davide. – e poi… - continuò imbarazzato, - sono felice di essere in questa situazione del cavolo insieme a te… cioè, non che io sia felice di questo disastro solo… se potessi essere con qualcun altro, non vorrei ecco… - si impappinò mentre le guance si imporporavano. – sono felice che ci sia tu al mio fianco, tutto qua. –
Andrea lo guardò divertita ed intenerita insieme, e, colpita dalla sua dolcezza, rispose: - anche io vorrei solo te, al mio fianco, qui ed ora. – gli disse e, senza pensare alle conseguenze, lo baciò. – e ora andiamo, prima di invecchiare qui! –
- S… si… andiamo. – rispose, intontito, Davide, con le gambe che tremavano e il cuore che minacciava di scoppiare nel petto.
 
 
 
 
 
 
 
 

                                   ***
 
Dragonfly atterrò sulla guglia più alta del castello, e decise di ingannare l’attesa del suo nemico usando quella buffa palla per fare due palleggi in tranquillità, dopotutto aveva bisogno di rilassarsi, lui.
- smettila subito! – intimò il biondo arrivando, con un balzo, sullo stesso cornicione dell’avversario. – Non è una palla quella, potresti far del male a qualcuno! –
- e scommetto che sarai proprio tu ad impedirmelo… - lo denigrò, scocciato, rifilandogli uno sguardo di sufficienza di traverso.
Astreo rimase colpito da quelle parole… non lo considerava pericoloso, non lo considerava una minaccia. Non lo considerava alla sua altezza. Il biondo si osservò le mani, indeciso, poi le strinse con vigore sulla sua canna di fiume, e decise:
- Si, io! – rispose sicuro, lanciandosi contro il nemico che, tuttavia, sembrava schivare agilmente ed elegantemente ogni suo attacco senza il minimo sforzo, senza neanche lasciare mai la presa dalla sfera di energia vitale.
- in effetti non dovrei neanche preoccuparmi più di tanto di schivare i tuoi colpi, cosa credi di potermi fare anche se mi colpissi con quel bastoncino? – Lo derise.
- non sottovalutare i miei poteri! – lo avvertì Dolphy Titan ma, con un movimento più veloce degli altri, il moro gli fu addosso, lo bloccò facendo cadere la sua arma lontano e immobilizzando il viso dell’avversario a pochi centimetri dal proprio.
- oh, ma io non sottovaluto i tuoi poteri… - chiarì mentre sulle sue labbra si disegnava un ghigno malefico, - io sottovaluto te! SCIAME DI COLORI! – invocò il proprio potere ed una moltitudine di libellule colorate si posarono sui loro corpi colpendo l’eroe con tante piccole, dolorose punture; agitandosi, Astreo riuscì a liberarsi dalla presa del nemico e cadde a terra, dove rimase alcuni secondi offuscato dagli insetti. Quando riaprì gli occhi, essi si sgranarono alla vista di come la suit del suo avversario stesse lentamente mutando, diventando identica alla propria.
- e adesso vediamo chi dei due è il migliore. – propose, sibillino, Kenny, pronto a giocare con la sua preda.
 

                                   ***
 
- poveri sciocchi, ahahahah… - rise di gusto Raven che osservava, attraverso gli innumerevoli riflessi a catena del suo labirinto, sia lo svolgimento della battaglia fuori che il proseguire dei due ex-compagni nel suo covo.
- è il momento di lasciarvi soli, - avvisò soddisfatto Papillon, mentre, con Mayura al Braccio ed il sentimostro-farfalla al seguito, si apprestava a far visita all’esterno alla sua nemica giurata.
- non preoccuparti, - lo rassicurò la strega rigirandosi tra le dita l’ultima delle schegge di specchio che le erano rimaste, - mi godrò questo spettacolo da sola… ahahaahahah, AHAHAHAHAHAHAH, AHAHAHAHAHAHAHAH! -


                                  ***
 
- nobile Palmm, nessuno meglio di te conosce i poteri del Miraculous della Civetta, ti prego, dicci come riportare i nostri spiriti nei corpi giusti. – pregò, ossequiosa, Ayaka dal corpo di Joseph.
- mi dispiace, ma in passato i miei portatori hanno utilizzato la proiezione astrale per entrare all’interno della psiche e del corpo di altri esseri umani, ma non era mai accaduto niente del genere, credo che solo un guardiano possa avere la risposta. – la deluse il Kwami.
Al che, Josh e Ayaka, dopo essersi scambiati uno sguardo stupito ed eccitato, esclamarono in coro, - Mama Hala! –
- dobbiamo trovarla, e subito anche! – realizzò di slancio la ragazza alzandosi in piedi di scatto.
- fermi dove siete! – li bloccò una voce proveniente dall’ingresso della cripta. La giovane donna rimase al quanto stranita nel vedere una ragazzina, poco più che bambina, in pigiama e visibilmente sbattuta fissarli in cagnesco, che teneva in mano una specie di ciondolo il quale, sfidando le forze della fisica, puntava verso di loro. – brutto ladro bugiardo! – borbottò la poppante venendo verso di lei imbufalita, di punto in bianco le assestò un bel calcio dritto negli stinchi e, non contenta, quando si piegò su se stessa per il dolore, indirizzò un secondo calcio dritto in quelli che, gli uomini, erano soliti definire “gioielli di famiglia”.
- Kusotare!** – imprecò, senza fiato, la ragazza accasciandosi al suolo nel corpo di quel maledetto del suo compagno che, per giunta, dopo essersi scarsamente trattenuto era scoppiato in una sonora risata.
- credo tu sia stata vittima di uno scambio di persona, ahahahahahah! – singhiozzò tra le risa il suo bastardo compagno, prima di rivolgersi alla più piccola dopo aver asciugato una lacrima, - piccola combattente, non sono stupito di vederti qui, hai dimostrato di meritare molto più di chiunque altro il Miraculous della Visione, sono dispiaciuto di aver mancato il nostro appuntamento, ma vedi, c’è stato un piccolo ehm… incidente di percorso. – cercò di spiegarsi ad una stranita Luna.
- la ragazza che ti sta parlando è in realtà il portatore del Leone, il suo corpo invece è abitato dallo spirito della portatrice del corpo, si sono scambiati i corpi utilizzando il mio potere… - le spiegò, placidamente, Palmm volandole vicino.
- amico mio! – si illuminò la più piccola stringendolo a se, - temevo di non vederti più! – singhiozzò lasciandosi andare ad un pianto liberatorio di tutta la paura, frustrazione e senso di inadeguatezza che le aveva stretto il cuore fin da quel momento.
- non avrei voluto ferirti, mi dispiace… - si scusò Jos posandole una mano sulla spalla.
- caspita, che situazione del cavolo… - si rese conto Luna imbarazzata, - potevate fermarmi prima del secondo calcio! – esclamò coprendosi il viso, rosso, con le mani.
- nessun problema mocciosa, ho la pellaccia dura. – sbuffò, fredda, Ayaka. – sei venuta fin qui solo per riavere il tuo Miraculous? La tua scarsa fiducia in noi non è un vanto, anche se devo ammettere che tu sia piena di risorse. – la rimproverò forte della sua nuova voce virile e profonda.
- non sono venuta qui per un capriccio! – si difese la civetta, - i miei amici stanno combattendo da soli! –
- come scusa? – domandarono, i coro, i due eroi.
- la Dama Nera ha attaccato, ha mandato quattro portatori malvagi a rubare l’energia vitale ai cittadini di Roma, e ora i miei compagni stanno combattendo per salvare le vite di tutti, ma sono solo in tre perché White Dove, Silver Claw e Cernuus sono partiti, e se non li aiuto finirà male, molto molto male! – li avvisò, tutto d’un fiato, la ragazzina.
- e così mentre noi credevamo di fare la festa a lei, è stata lei a farla a noi! – imprecò, frustrato, jos.
- allontanarsi da Roma? Questo è un comportamento indegno! – latrò, sconvolta, Ayaka.
- smettila! – la zittì il compagno, - ora come ora, senza i nostri poteri, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno sono le tue lamentele! – le urlò in faccia lasciando tutti, umani e kwami, di sasso. – wow… - si rese conto, - ecco cosa si prova quando sei tu ad urlare in faccia a me! – scherzò.
- smettila di fare il cretino… - sospirò esasperata e delusa l’orientale, resasi conto del suo errore, passandosi la mano sul volto stanco. – le quattro stelle malefiche sono troppo potenti per tre eroi soltanto, e anche se le restituiamo lo smeraldo della Civetta potrà fare ben poco, senza di noi… - rifletté a voce alta.
- e hanno anche il Grimorio degli incantesimi… - li informò Luna, preoccupata.
- perfetto! – sbottò ancora più frustrata Ayaka, - quindi hanno anche accesso a più poteri, quel maledetto libro è scomparso da più di dieci anni! Come hanno fatto a trovarlo? Non esiste un discendente in linea di sangue dell’ultimo custode. –
- il libro… - si ricordò Luna, - l’ho già usato una volta, posso viaggiare nel piano astrale ed osservarlo ancora, troverò un altro incantesimo che ci aiuti! – ideò, galvanizzata da nuova speranza e positività.
- non hai il potere del Lupo che ti potenzi. – la smontò il gufetto planandole sul capo.
- ma ho perfezionato la mia tecnica di telerilevamento, lo userò per trovare il vero libro, e rubarlo! Ora che posso tornare ad essere Owl Maiden avrò abbastanza energia! – revisionò il suo piano la portatrice.
- sei troppo debole per trasformarti! – l’avvisò, preoccupato, Palmm volandole vicino al viso.
- i miei amici sono tutti in pericolo, non posso rimanere con le mani in mano, voglio combattere anch’io. – si oppose, decisa, la più piccola.
- la fanciulla ha ragione. – si intromise Joseph notando, con un pelo di imbarazzo, quanto la voce di Ayaka risultasse più autoritaria della propria. – ma sarebbe imprudente mandarti sul campo di battaglia senza l’artiglieria adeguata. – si rese conto avvicinandosi al proprio corpo sfilando dal collo muscoloso il medaglione del Leone per riporlo a quello più esile di una sorpresa Luna. – per stanotte hai una nuova portatrice, Scarr. – disse al suo Kwami
- sei forse impazzito del tutto?! – sbottò Ayaka afferrandolo per le spalle.
- rendo solo il favore. – si impose, fiducioso, rivolgendole un sorriso divertito.
- non vi deluderò, lo prometto. – si intromise, orgogliosa, Luna. – Palmm, Scarr, unitevi! –
Unendo il potere della Visione con quello del fuoco, il vestito che indossava cambiò dal bianco a tutte le gradazioni del rosso, dell'arancio e dell'oro, ricordando il piumaggio di una fenice, e tutta la sua tenuta assunse un taglio più simile ad un'armatura: protezioni di metallo dorato le proteggevano le gambe e le braccia e anche il busto, ancora abbastanza leggere da permetterle di muoversi comunque ad alta velocità, la protezione delle mani si estendeva per trasformare le sue unghie in lunghi artigli, e quelle che sembrano delle grandi ali rosse, arancioni e dorate fatte di vere piume pendevano attaccate all'armatura delle braccia. I suoi capelli erano raccolti in una crocchia sulla testa e la sua maschera metallica si estese lungo le sue guance, mantenendo la sua forma simile al muso di un uccello.
- Troverò il libro, vincerò questa battaglia e vi riporterò il Miraculous del Leone! – promise, solenne, la nuova eroina che era apparsa davanti a loro, - io sono Phoenix e non vi deluderò. –
Ayaka rimase alcuni istanti ad ammirarla, così giovane, così coraggiosa, piena di energia e forza ma anche di voglia di rischiare, mettersi in gioco ed esporsi ad un pericolo più grande di sé senza paura. Le ricordava una versione migliore di se stessa, che non tutta la sua prudenza e senso del dovere, aveva fallito.
- aspetta! – le intimò senza, per una volta, pensare alle conseguenze delle sue azioni. – hai poco tempo e non hai il potere adatto per far fronte a questa situazione. –
- e quale sarebbe? – domandò, scettica, Luna.
- saper volare. -
 

                                    ***
 
- LadyBug, alle tue spalle! – avvisò notando una seconda avversaria che, di soppiatto, tendeva un agguato; con il suo Yo-yo allora la coccinella le colpì entrambe facendole scomparire.
- dov’è quella vera? – si disse avvicinandosi alla compagna. - Pegasus, Monkey King! – si rivolse a loro con i nomi che avevano scelto da eroi, - dovete ribellarvi, tornate ad essere liberi! – li incoraggiò.
- non tradiremo mai la nostra Regina, PORTALE! – rispose meccanico Max lanciando il suo potere verso il cielo e, aprendosi, il varco dimensionale riversò su di loro tutte le schegge di specchio che erano andate perdute nella notte.
- no! – latrò il gatto-serpente, coprendosi gli occhi con le mani mentre la coccinella, dovendo pensare rapidamente, si ricordò di come si fossero salvati precedentemente e lanciò il proprio fedele Yo-yo afferrando il polso della ragazza-drago, attirando la sua attenzione dalla lotta in cui era concentrata.
- acqua, presto! – chiese la coccinella.
- DRAGONE ACQUATICO! – proclamò solenne liberando il potere della sua spada, e una cupola d’acqua avvolse il palazzo di vetro bloccando le schegge sulla propria superficie, lasciando i nemici schiumanti di rabbia. – adesso basta! – ringhiò spazientita Vaen, piombando prima sul cavallo e poi sullo scimmione, ma quelli si dissolsero per l’ennesima volta in nuvole di fumo.
- sono tutte illusioni, attenta. – la avvisò Queen Bee.
- i miei cinque minuti stanno per scadere! – le informò Snake Noir.
Presi dall’agitazione e circondati da infinite copie dei nemici, i quattro eroi presero a colpirne quanti più possibili, finché la scimmia non uscì allo scoperto e, toccata la spada del Drago con il suo potere, fece sparire la cupola d’acqua e piombare inesorabili le schegge su tutti.
- no! – urlò Adrien e, prima di venire bloccato dalla volpe, riavvolse il tempo.
- sono tutte illusioni, attenta. – avvertì per la seconda volta Queen Bee.
 Snake Noir affiancò nella lotta Kombat Naja per essere sicuro che il suo potere non venisse confuso, ma quella seconda volta fu la coccinella a distrarsi ed il vero Kim afferrò il suo Yo-yo magico toccandolo con la propria scimmia, trasformandolo in un astuccio e lasciandola indifesa.
- LadyBug, no! – si precipitò verso di lei per aiutarla, ma cadde in un portale aperto da Bucefalus e riuscì ad attivare il potere del serpente un attimo prima di schiantarsi dritto dritto sul Sole.
- sono tutte illusioni, attenta… aspettate un attimo, che cos’è questa puzza di bruciato? – domandò Queen Bee.
- i peli del mio culo felino! – rispose, esasperato, Adrien – dobbiamo trovare Volpe Rossa prima di impazzire. – si rese conto, - ci serve un po’ di fortuna! –
- agli ordini micetto squamoso, - recepì il messaggio Marinette, - LUCKY CHARM! – proclamò solenne, salvo poi rimanere stranita quando le piombò in mano…
- un cd dei Journey?! Che musica da sfigati è mai questa. – commentò Chloé con aria di sufficienza.
- devo capire che farci, devo capire che farci! – si ripeté sempre più confusa la protettrice di Parigi, mentre si guardava intorno freneticamente nella speranza che la sua vista magica da coccinella le facesse venire in mente un piano fottutamente contorto e geniale.
- Mylady, allora? – la incalzò preoccupato il gatto-serpente.
- io…. Io… io non lo so! – ammise, disperata, Marinette cadendo in ginocchio presa dallo sconforto, com’era possibile? il suo Lucky Charm non l’aveva mai tradita, era sempre riuscito a cavarla fuori da situazioni assurde, non era stato confuso dal potere della scimmia, allora che cosa poteva essere successo? Che fosse lei il problema, che non riuscisse a connettersi con quello che i suoi poteri volevano dirle? – Aspetta un attimo! – Si disse poi, colta da un lampo di genio, - MA CERTO, IO NON LO SO COME USARE IL LUCKY CHARM!! – esultò, riprendendo a fare fuori illusioni con la sua arma.
- non mi sembra una cosa di cui gioire, Insettina… - le fece notare, allo stremo delle forze, Snake Noir.
- ma no, non hai capito! – spiegò l’eroina, - io non posso sapere come usarlo perché non devo essere io ad usarlo! Dobbiamo entrare nel labirinto, Kombat Naja, con me. – ordinò iniziando a correre verso l’ingresso.
- dovrai passare sul mio corpo! – le sbarrò la strada Volpe Rabbia rivelando la sua vera presenza.
- ORA! – comunicò la coccinella saltando, così che Vaen dietro di lei potesse, di sorpresa, atterrare la nemica con una raffica di vento. – mille grazie! – disse poi festosa sfilandole la collana della volpe, disattivando così la sua trasformazione e facendo sparire tutte le illusioni.
- ora basta giocare, Quenn Bee! – si coordinò il supereroe atterrando con una sapiente combinazione di mosse il povero Max e prendendogli con la forza gli occhiali.
- VELENO! – richiamò Chloé colpendo ed immobilizzando Kim, per poi sottrargli la scimmia di peluches e avviandosi, insieme ai tre compagni, all’interno del labirinto di cristallo.
 
 
 
 
 
 
 
 


                                 ***
 
Luna volava nei cieli di Roma, con il cuore che le batteva all’impazzata per l’emozione, nella direzione che la collana che stringeva tra le mani le indicava.
Il suo vestito, più lungo ed elegante, di un colore blu scuro e spaccato sui lati per permettere una maggiore libertà di movimento delle gambe, volteggiava nel vento; l’armatura dorata che le ricopriva le braccia, le gambe, il busto, il collo e le spalle, le sembrava leggera come se fosse fatta di piume. La giovane eroina volse lo sguardo alle sue nuove ali grandi e maestose, fatte da piume di colore blu scuro, lucide che brillano e sono screziate di bianco e d'oro.
Atterrò nel cortile di una grande ed imponente villa che, a prima vista, sembrava anche molto antica, e si concentrò per focalizzare tutti i suoi poteri, - FLASH SUL FUTURO! – invocò il suo primo e più fedele potere, e perse un battito nel vedersi insieme a tutti i suoi amici, riuniti nel loro “quartier generale”, che ridevano e scherzavano, insieme, sereni e… al centro del tavolo, troneggiava un grande ed imponente libro. – SI! – esultò rincuorata dalla sua premonizione speranzosa, e chiuse gli occhi mettendosi in ascolto.
Attese interminabili secondi, una goccia di sudore le percorse la fronte e implorò mentalmente di non fallire, prima che i cinque minuti che precedevano la metamorfosi inversa scadessero.
Vieni da me, piccola guerriera…
Quasi sobbalzò Luna sentendo quella voce femminile portata dal vento.
- Chi sei? Chi mi chiama? – domandò.
Sono la voce di ciò che stai cercando, seguimi.
Si morse il labbro indecisa, cosa avrebbe dovuto fare? Era una trappola? Non aveva i potei empatici di Fiore, non poteva leggere nell’animo di quella voce… sempre ammesso che ce l’avesse, un’anima. Poi però rifletté su quanto le sembrava dolce e materna e, guidata dal cuore, la seguì fino ad una finestra che era stata lasciata provvidenzialmente aperta.
Al centro di una grande e lugubre stanza che sembrava essere uno studio, troneggiava un leggìo con sopra il tanto agognato libro; con il fiato sospeso, la ragazza entrò e mise in fila un passo insicuro avanti all’altro, fino a che non sobbalzò per lo spavento notando un grosso serpente che, da un angolo buio, prontamente strisciò a protezione dell’inestimabile tesoro.
- stupido da parte mia credere che non ci fosse una guardia… - si maledisse.
 La bestia sembrava ostile, la sua perspicacia le mandava forti impulsi che le facevano fischiare le orecchie e la trattenevano dall’avvicinarsi oltre, ma quella missione era troppo importante, e lei non era sola, c’erano con lei tutte le fiducie e le speranze riposte da Joseph e Ayaka.
- SPIRALE DI FIAMME! – sibilò pronta alla battaglia un attimo prima che la creatura si lanciasse contro id lei, spalancando le enormi fauci dai denti aguzzi, che arrivarono ad un soffio dal su viso prima che il fuoco consumasse e distruggesse il mostro.
Ottimo lavoro, quel serpente mi faceva venire la pelle d’oca! Anche se io la pelle non ce l’ho…
Chi l’avrebbe mai detto che un libro si sarebbe mai complimentata con lei?
- quindi tu hai… una coscienza? – chiese, confusa, Luna avvicinandosi e sfiorando, con delicatezza, la copertina logora.
Non proprio… sono uno spirito che è rimasto legato al libro per proteggerlo, ho distratto e confuso chiunque provasse a trovarlo per dieci anni, ma non ho potuto niente per impedire che lui lo usasse.
Spiegò, e non sfuggì alla guerriera la nota di dolore che quella voce tradiva.
- Chi è “lui”? – domandò.
È il mio padrone, il padrone del libro, non posso impedire a lui di usarlo, egli è l’erede! Ma è malvagio, lo usa per il male! Ho provato più volte a convincerlo a retrocedere dal suo folle piano, ma non è servito a niente…
- Evidentemente non sei una brava voce della coscienza… - scherzò l’eroina cercando, per quanto potesse, di sollevare il morale di quello spirito.
La coscienza non è che la voce dei morti che cercano di salvarci dalla nostra dannazione.
Luna rifletté un attimo, e immediatamente collegò la presenza di quel serpente con…
- Idra! È lui il Custode del Grimorio degli incantesimi?! –
Si… portami via, ti prego, non permettere che mi usi ancora per compiere azioni oscure, in cambio io, se lo farai, aprirò a te il libro e ti permetterò di leggerlo.
Confusa dalla promessa dello spirito, con mano tremante, Luna aprì la prima pagina e notò un’iscrizione in un’antica lingua che non aveva mai visto e si sorprese quando, poco a poco, i caratteri mutarono il loro aspetto diventando lettere dell’alfabeto moderno. Sfogliando alcune pagine, si imbatté nella grande e maestosa civetta disegnata su entrambe le pagine, che la fissava con i suoi grandi occhi, al di sotto dei quali, nascoste tra le piume del disegno, erano sparse le lettere che, unite nel giusto ordine, formavano una specie di incantesimo.
- ecco da dove vengono i miei poteri telecinetici… - dedusse, - D’accordo. – acconsentì poi - ti porterò via, ma ad una condizione… -
Parla, mia giovane amica…
- Mostrami come salvare i miei amici! –

                                ***
 
Dolphy Titan cadde al tappeto con un colpo sordo, atterrato per l’ennesima volta dalla superiorità della tecnica di combattimento di Dragonfly.
- devo ammettere che ci sto prendendo gusto a combattere in queste vesti, il tuo costume è molto più comodo del mio! – lo derise, - allora, chi è il migliore tra noi due, perdente? Non ho neanche bisogno di quella tua insulsa arma per distruggerti!  –
- io… io non… - farfugliò Astreo, il fiato mozzato da un calcio che aveva ricevuto nelle costole.
- tu cosa? Non ti sento bene. – lo prese in giro Kenny.
- io non mi arrenderò! – ringhiò il biondo rialzandosi, e, pian piano, un’aura azzurra avvolse il suo corpo restituendogli forza e vigore.
 
Dal profondo degli abissi sorgi
Invisibile nei cieli forza porgi
Puro come acqua cristallina sei

Implacabile come fiume in piena sarai

Rialzatosi, stupito egli stesso delle forze che misteriosamente tornavano a lui, volse lo sguardo alle proprie mani, che formicolavano insistentemente e, avvicinandole, trai sui palmi nacque una piccolissima goccia d’acqua che si ingrandiva sempre di più.
- Che diavolo succede?! – chiese, impaurito, Dragonfly.
- succede che per te è la fine, - lo avvisò il biondo, - RISPLENDI, VORTICE ACQUATICO! – proclamò, e la goccia volteggiò in aria, moltiplicandosi, fluttuando vorticosamente, fino a che non diventò un enorme getto d’acqua che si avventò sull’avversario.
Prontamente, Kenny fece tornare normale la sua suit e dispiegò le ali per evitare il colpo ma, incredibilmente, il vortice deviò la sua traiettoria ed iniziò un inseguimento agguerrito.
- divertiti! – lo salutò , sarcastico, Dolphy Titan per poi dirigersi a passo svelto verso la sfera luminosa: - è ora che torniate dai vostri legittimi proprietari, FLUSSO INVERTITO! – disse usando il suo potere sulla sfera e quella si scompose in decine di centinaia di piccole scintille che volteggiarono e presero la via di casa tornando dalle vittime da cui erano state sottratte.

 

***
 
Idra e Faunus osservavano, soddisfatti, le spire del serpente nero avvolgere sempre più strettamente le membra di Gladiator.
- cervello batte muscoli 10 a 0… - gongolò il moretto.
- io… - biascicò l’eroe.
- tu cosa? Hai sentito, ha ancora forza di parlare! – lo derise Idra.
- io non ho ancora perso! – ringhiò Diego, gonfiando allo stremo tutti i muscoli e sforzandosi allo stremo, e alla fine riuscì a strappare le membra della bestia facendola esplodere in una nuvola di fumo riuscendo, alla fine, a liberarsi.
- c.. come ha fatto? – si stupì, tremante, il capretto, osservando la figura ansimante del guerriero, in piedi con gli occhi iniettati di rosso e il fianco che grondava sangue.
 
Signore della guerra e della devastazione
che governi tutte le fiere
Manda i tuoi figli
a presidiare le nostre schiere


- PHOBOS… -  sibilò Diego mentre una sfera dorata appariva nella mano destra. – DEIMOS – ripeté mentre una identica appariva nella sinistra, - ALL’ATTACCO! – ordinò lanciandole contro i nemici.
Phobos colpì Idra in peno petto, mentre il “fratello” si schiantò contro il muro d’oro dell’Ariete.
Quando le scintille dell’impatto si spensero, Matteo vide il compagno di squadra immobile, in stato catatonico, scosso da impercettibili tremiti.
- che cosa gli hai fatto?! – sbottò, impaurito, l’antieroe.
- io niente, sono le sue stesse paure a paralizzarlo. – spiegò il gladiatore.
- non riuscirai a battermi… - indietreggiò, - il mio scudo è impenetrabile! –
- oh, ma io non ho bisogno di batterti, - lo contraddisse, guardando il cielo illuminarsi di una miriade di stelle danzanti che volavano alla ricerca delle anime da cui erano state sottratte, - abbiamo già vinto.



 
***
 
Silver Claw e Cernuus giunsero, guardinghi, ad una grande sala al centro di quel labirinto di cristallo, osservando quell’insana tranquillità intorno a loro.
- Attenti! – esclamò la voce di un vecchietto all’interno di uno scudo verde smeraldo.
- benvenuti, amici miei – li accolse Raven rivelando il proprio trono nascosto da uno specchio mobile.
- Fiore! – la chiamò, emozionata, Andrea. – ti prego, ribellati, noi siamo con te. –
- a quel nome non risponde più nessuno, ormai…. – la freddò la regina.
- ti sbagli… e noi faremo qualsiasi cosa per dimostrartelo! – insistette la lupa.
- ahahahaahahah! – la derise Raven – prima di dire “noi”, dovresti controllare alle tue spalle. – l’avvertì e quella, voltandosi, vide l’arco puntato contro di se e lo sguardo vitro negli occhi di Davide.
- no… non è possibile… - tremò, indietreggiando, la ragazza, finché non si trovò spalle al muro e Cernuus depose l’arma per alzare la mano destra contro di lei. – ti prego… io… io ti a… - non riuscì a terminare la sua preghiera, che sentì la terra mancarle sotto i piedi e le dita stringersi inesorabili sul suo collo.


***
 
Josh e Ayaka uscirono dal loro nascondiglio all’interno della cripta, e si stupirono nel vedere, all’orizzonte, il sole sorgere e dipanare le tenebre della notte e dipingere la volta celeste dei colori dell’alba, cancellando la notte trascorsa lasciando solo l’ultima stella del mattino e la luna come testimoni, orgogliose, della loro improbabile vittoria.
- È finita. Questa lunga notte è finita… - si rese conto, sollevata, Ayaka.
- un proverbio Maori dice “rivolgi il viso verso il Sole e le ombre cadranno alle tue spalle” – recitò orgoglioso Jos.
- lasciamoci allora questa notte alle spalle, e andiamo dalla Custode delle profezie. – propose speranzosa la ragazza, afferrando la mano del suo corpo originale.
- Mama Hala, stiamo arrivando! –

 
***
 
* Ho controllato su google map, la distanza tra il Fate bene Fratelli ed il cimitero monumentale del Verano è di circa 6 km, un’ora a piedi più o meno; ipotizzando che il luogo fittizio in cui si trova il Camilla’s Store sia di strada, è comunque una bella corsa, povera Luna XD
** ammetto di non aver mai studiato le lingue straniere con particolare interesse, non so un cavolo di giapponese e ho banalmente cercato su google “imprecazioni in giapponese” AHAHAHAHA quella parola dovrebbe tipo significare “merda” o qualcosa del genere.
 
 
NOTE D’AUTORE
Bentornati amici del Fantabosco!
Che dire, ho appena recuperato su un sito molto pirata tutta la quarta stagione, io shockato non tanto dal finale ma da tutti i dettagli che sono stati svelati nel corso di questa stagione, Chat Noir che forse si innamora di Marinette, Ladybug che forse si innamora di Chat Noir, tutti quei sorrisetti malefici di Lila, l’ossessione di Felix per il Miraculous del Pavone e Adrien che, cavolo fritto, è un Sentimostro?! Impazzisco… insomma, eravamo tutti d’accordo che fino ad ora era Nathalie il Sentimostro, giusto? Il suo nome è letteralmente “nata senza cuore”, dopo la sua dichiarazione alla fine della terza stagione io ero straconvinto! Insomma, quanti cavolo di sentimostri ha fatto Emilie? E voi, che mi dite? Vi è piaciuta questa stagione? A me tanto, è l’unica con, secondo me, un progredire degli eventi che non si limiti a solo alcuni episodi, con il resto delle puntate assolutamente inutili, c’è più approfondimento dei personaggi ma soprattutto ti lascia un sacco di domande alla fine! Quali sono le vostre teorie? Non avendo altri social dove confrontarmi con voi, scrivetemele qui sotto! Anyway passiamo al nostro solito scemino:

1) MOMENTO ESTER EGG: che delusione, nessuno ha apprezzato il mio Trivia!Sanremo T.T vabbè, per sta volta vi perdono, vi scrivo solo le citazioni e le canzoni, promettendo di rimanere in futuro nel “seminato” con frasi da scovare più nelle vostre corde.
“Quando la notte arriva” - 200mila ore, Ana Mena
“per favore abbracciami” – Ogni volta è così, Emma
“sembra che è caduto il cielo” - Sesso occasionale, Tananai
“la nostra storia che va a farsi benedire” - Dove si balla, Dargen D’amico
“non mi basta avere un cuore pe provare dell’amore” - Chimica, Ditonellapiaga-rettore
In questo capitolo l’Ester Egg è una citazione di una serie tv che non abbiamo mai incontrato prima.
2) MOMENTO INTERATTIVITA’: allora, la domanda che vi faccio è molto semplice: descrivetemi un momento, per ogni oc, legato alla propria famiglia.
3) MOMENTO SONDAGGI: più che un sondaggio è una scommessa... non abbiamo visto il finale dello scontro Merlin/Callisto, secondo voi chi ha vinto?
4) MOMENTO FANART E MUSICA: un insieme di tutte fanart realizzate dalle fantastiche SAPPHIR DREAM e TALES OF A FAIRY


 
5) VARIE&EVENTUALI: volevo ringraziare, perché non è mai abbastanza, i miei mitici sei: HARRY FINE, SIMSTAR, SAPPHIR DREAM, TALES OF A FAIRY, DRAGUN95 e SUMMERLOVER (mia fantastica BetaReader) per il costante e immancabile appoggio, i recensori ALADIGRAGOOCCHIODILUCE e MR ZENIT e chiunque legga e segua questa storia con la stessa passione che ci metto io nello scriverla, buona e serena Pasqua a tutti!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** REBIRTH ***


PREFAZIONE: 
a più di due mesi dall'ultimo aggiornamento, scusandomi per l'assenza colgo l'occasione per condividere con voi un pezzetto della mia vita... dall'ultimo capitolo sono cambiate un sacco di cose nella mia vita, molte delle quali, in peggio. Questa storia tuttavia è nata in un periodo buio della mia vita, e mi ha aiutato, mi avete aiutato, ad uscirne... in questo nuovo capitolo, oltre che a tutto il mio affetto per voi, riverso tutte le mie speranze che questa storia porti ancora, una seconda volta, una nuova luce.
Mi siete mancati tantissimo.
 
IN THE PREVIOUS CHAPTER:
A Roma infuria lo scontro tra i tre eroi rimasti sul campo di battaglia e le quattro stelle malefiche e, quando tutto sembra per essere sul punto di precipitare, grazie a Luna la situazione si capovolge; la ragazzina infatti, fuggita dall'ospedale, grazie ad una collana contenente una foto della madre riesce a trovare Josh e Ayaka, scopre il loro scambio di corpi e riesce a farsi affidare entrambi i loro miraculous e, unendo i tre poteri, trova e ruba il Grimorio degli incantesimi.
A Parigi la squadra formata da Lady Bug, Chat Noir, Queen Bee, Kombat Naja, Silver Claw e Cernuus si scontra con i malvagi: i primi quattro con non poche difficoltà sconfiggono i quattro soldati sotto influenza del potere di Raven, mentre il Cervo e la Lupa partono alla ricerca della loro amica per spezzare il controllo dell'akuma su di lei. Quando le cose sembrano finalmente girare per il verso giusto, Raven svela il suo asso nella manica: anche Davide è sotto il suo controllo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CAPITOLO 19:

REBIRTH

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Essere parigino non vuol dire esserci nato ma esserci rinato.
(Sacha Guitry)
 
 
 
Merlin atterrò con un sonoro tonfo addosso all'avversario che chiuse gli occhi a causa del dolore per il colpo che il suolo aveva dato alla nuca, e quando li riaprì si trovò puntata al collo la lama affilata della spada.
- Accidenti! - sibilò provando, senza successo, a liberare le braccia dal peso delle gambe divaricate in spaccata di Maya che la bloccava, impedendole di sfiorare la propria collana ed attivare il vigore.
- Ho vinto! - Gongolò soddisfatta la ginnasta, pronta a sfoderare contro di lei il nuovo potere che Idra le aveva donato in qualche modo misterioso ma, nonostante ciò, non poté non notare il sorriso che increspava le labbra dell'orsa sotto di se, la quale stava osservando rapita un punto oltre la sua spalla; voltandosi incuriosita, Merlin intravide attraverso lo squarcio che avevano provocato nel muro una moltitudine di meravigliose luci danzanti nel cielo che, per un attimo, la rapirono facendole provare vero stupore ed un'emozione strana alla bocca dello stomaco.
- Ti sbagli... - la redarguì Callisto, - il mio compito non era quello di sconfiggerti o farti del male; noi, al contrario vostro, siamo una squadra,  e io ho vinto perché i miei compagni hanno vinto! - annunciò serena. - Ma non ho intenzione di essere da meno! - ringhiò poi,  sbalzandola con un colpo di reni e colpendola al viso con un destro micidiale.
- VIGORE! - esclamò richiamando l'aura rossa del suo potere, pronta all'assalto decisivo, ma la sua avversaria, corrucciata, più che prepararsi allo scontro, sembrava intenta in una riflessione...
Loro sono una squadra...
È per questo che avevano vinto, allora?
I suoi compagni avevano perso...
Poteva lei vincere, per l'ennesima volta, da sola? E che vittoria sarebbe stata senza i suoi compagni, i suoi... amici? Senza di...
- KENNY! - si rese conto, trasalendo, e con un salto mortale all'indietro si proiettò all'esterno, oltre il muro distrutto del castello, e si librò in cielo tra i frammenti danzanti di anime, alla ricerca del suo migliore amico sconfitto.
Alla ritirata della sua nemica, Aurora buttò fuori il fiato come se avesse trattenuto il respiro per tutto il tempo della lotta, cercò di placare il cuore che minacciava di esplodere nel suo petto e decise, sicura, di andare a soccorrere i suoi compagni reduci da una battaglia all'ultimo sangue.
 
 
***
 
 
Luna sospirò, provata, dopo aver abbassato la saracinesca del Camilla's Store, dentro al quale aveva nascosto accuratamente la preziosa refurtiva.
- Ottimo lavoro piccoletta, sei stata forrrrrrmindabile! - si complimentò con lei Scarr, che insieme agli altri due kwami si rifocillava placidamente nella sua tasca, al riparo dal freddo.
- Non ce l'avrei fatta senza di voi! - restituì il complimento la ragazzina, mentre il rumore di una brusca frenata alle sue spalle la faceva sobbalzare.
- LUNA! - Si sentì chiamare ma, prima di potersi voltare, già un paio di braccia forti la stavano stringendo fino quasi a stritolarla.
- Papà?! - realizzò la più piccola, - che... che c... ci fai tu qui?! - domandò stranita, nel terrore di essere stata scoperta.
- Mi hanno telefonato per dirmi che eri scappata dall'ospedale! - rivelò l'uomo staccandosi da lei, per poterla guardare, severamente, dritto negli occhi, senza tuttavia mollare minimamente la presa ferrea con cui le stringeva entrambe le braccia, forse per paura che potesse perderla ancora. - Che cavolo avevi intenzione di fare?! Volevi uccidermi dallo spavento forse? - la rimproverò aspramente, mentre già le lacrime pizzicavano negli occhi dell'eroina.
- Io... io... - provò ad articolare, mentre leggeva la paura, ma soprattutto la delusione, negli occhi del genitore ferirla come una lama affilata.
"Ho salvato il mondo papà, come gli eroi veri, non sono scappata per un capriccio come una bambina piccola, ho delle responsabilità! Sei fiero di me, papà?"
Oh, quanto avrebbe voluto poterglielo dire! Ma sapeva benissimo che se glielo avesse detto sarebbe stato in pericolo, e non si sarebbe mai perdonata se avesse lasciato che suo padre o le sue sorelle rischiassero la vita per colpa sua.
- Non volevo rimanere in ospedale... volevo tornare a casa da voi e così sono scappata... ma mentre tornavo sulla via di casa mi è venuto un forte mal detesta e... credo di essermi persa. - improvvisò per cercare di nascondere la verità all'uomo che la fissò truce ancora per alcuni secondi, inducendo ad abbassare lo sguardo, colpevole, fino a che non si sentì nuovamente tirare contro il suo petto e stritolare in un secondo, se possibile più vigoroso, abbraccio.
- Non farmi mai più prendere uno spavento del genere! Se perdesi anche te io... io morirei! - la pregò, quasi disperatamente, suo padre.
- Papà! - si commosse Luna, arrampicandosi nella sua stretta per poter appoggiare il viso sulla sua spalla, e fu allora che la notò...  dietro di loro, ancora con il camice addosso e quello sguardo impassibile, quasi inumano.
- Che ci fa lei qui? - chiese sospettosa, indicando con il mento la donna.
- Oh! - esclamò suo padre ridestandosi, quasi come se si fosse scordato della donna (cosa che fece provare alla ragazza, inspiegabilmente, un moto di crudele soddisfazione).
- La dottoressa stava smontando il turno quando sono arrivato in ospedale dopo la chiamata  che mi aveva avvisato della tua fuga, ed è stata così gentile da accompagnarmi... sono tre ore che giriamo per tutta Roma! - spiegò.
- Adesso, signorina, direi che è proprio il momento di tornare nel tuo letto. - si intromise il medico con la sua solita glacialità, provocando nella più piccola l'istinto di stringersi ancora di più al genitore.
- Non è che si potrebbe... - provò ad intercedere il Signor Ranieri sfoderando lo sguardo più supplichevole che gli riuscisse e quella rispose con un sorriso divertito ed uno sbuffo che minarono la certezza di Luna che quella donna fosse in realtà un robot.
- E va bene... - sospirò la bionda. - Stasera dormirà a casa, ma domani mattina deve tornare in ospedale per tutti i controlli del caso. E se sarà necessario,  dovrà essere ricoverata ancora, senza repliche. - spiegò pratica.
- Agli ordini, capo. - acconsentì scherzosamente l'uomo dando prova della sua forza sollevando la figlia per prenderla in braccio, ma mentre si beava del calore rassicurante che il corpo del suo papà emanava, uno strano brivido corse lungo la sua schiena percependo quell'evidente complicità tra i due adulti, che indugiavano nel congedarsi.
Quella storia non le piaceva per niente.
 
***
 
 
Lady Bug e Kombat Naja correvano a perdifiato per il labirinto, così di fretta da non accorgersi che gli specchi intorno a loro si muovevano per indirizzarle in un punto ben preciso.
- Non pensi che sia un pò troppo semplice per essere un labirinto? - insinuò Vaen, sentendo puzza di bruciato.
- Abbiamo altre alternative? - le ricordò, pragmatica, Marinette.
"Stanno arrivando..." percepì Raven grazie ai suoi poteri, ed ad un suo cenno gli specchi si mossero per nascondere il Maestro Fu.
- Ma che diavolo... DRAGONE DEL VENTO! - sibilò la ragazza-drago appena vide Silver Claw tra le grinfie del Cervo, colpendoli entrambi per allontanarlo; Cernuus venne sbalzato via lontano  mentre Andrea cadde di peso sul pavimento lucido.
- No, anche lui... - digrignò, esasperata la coccinella... e adesso cosa avrebbero fatto? Si voltò verso la compagna, e la vide china sulla Lupa, silenziosa, assorta.
Dopo interminabili secondi di profondo silenzio, Vaen alzò lo sguardo tetro puntandolo sui nemici.
- Non respira più. - decretò secca. - L'hai uccisa.
- C... che cosa?! - sibilò, sconvolta, Raven.
- L'hai uccisa, SEI STATO TU! - Urlò,  ancora più forte, rivolta a Cernuus sul volto del quale, ancora in trance, si dipinse un'unica lacrima che scintillò nella luce dell'alba che filtrava nel labirinto.
Davide sbatté più volte le palpebre e si strofinò gli occhi, svegliatosi come dal sonno più lungo e profondo della sua vita.
- Ma che diavolo è succede? - si chiese, sbadigliando sonoramente.
- ORA! - urlò Vaen prima di fare un salto mortale all'indietro e lasciare campo libero a Silver Claw la quale, aperti gli occhi, lanciò la propria corda contro Raven, per tentare di recuperare la Miracle Box, mancandola solo per pochi millimetri.
-Sei... sei viva?! - si rese conto, sconvolta, Marinette.
- Non prendertela con me, è stata un'idea sua! - si difese Andrea.
- Dovevo farlo piangere per far uscire la scheggia di specchio dal suo occhio, era l'unico modo. - spiegò, pragmatica,  la tailandese.
- Voi... - ringhiò, livida, la Regina degli specchi mentre tutte le superfici, intorno a sé, tremavano e si incrinavano. - Mi avete presa in giro... COME AVETE OSATO?! - sbottò.
- Via, ora! - avvertì la coccinella balzando indietro, quindi afferrò tutti e tre gli eroi con il suo yo-yo e si diede alla fuga, prima che ogni singolo specchio della grande sala esplodesse.
 
 
***
 
 
Snake Noir e Queen Bee si stavano dirigendo verso il cuore del labirinto quando videro il resto della squadra correre come pazzi nella loro direzione.
- Scappate, qui crolla tutto! - sbraitò la Lupa tirando il gatto per la coda quando fu abbastanza vicina.
- Milady,  potremmo sapere che succede?
- Raven si è un pelo incazzata per uno ehm... "scherzetto" mio e di Silver Claw.- tentò di giustificarsi Vaen.
- Solo il Lucky Charm può salvarci... sapete che vuol dire? - chiese la coccinella ai due eroi romani mostrando loro il CD.
- Un CD dei Journey, ma che diavolo... - commentò dubbioso il Cervo.
- Aspetta, dammi qua... "lovin', touchin', squeezin'", "don't stop belivin'"... - lesse a voce alta Andrea scorrendo la lista dei brani, poi uno catturò la sua attenzione... - Ma certo! - si illuminò mostrando al compagno il titolo interessato.
- Pensi di poterlo rifare come quella volta? Solo più grande e ehm... reale?
- Non credo di avere tutto quel potere illusorio, purtroppo. - sospirò, rassegnato, Cernuus.
- Se avete un piano che credete funzioni, io posso darti tutto il potere illusorio che ti serve. - si intromise, decisa, LadyBug mostrando la collana della volpe, - Tieni, Trixx sarà felicissimo di aiutarti! -
- Molto bene, allora - esultò Davide, - Trixx, Chopper, unitevi!
I due kwami dell'illusione, unendosi, trasformarono il costume di Cernuus in uno yukata di una stoffa leggera e fluttuante, di colore arancione che diventava castano sugli orli delle maniche e della veste, con degli eleganti e sottili motivi castani e dorati che ricordano i movimenti ondulati e vaporosi della nebbia, disposti con eleganza partendo dalla fascia che stringeva la sua vita.  Un'ulteriore veste con lo scollo ad Y,  di un arancione e castano più scuri che arriva oltre le ginocchia  e delle maniche ampie e fluttuanti adornava il suo abito. La  vita era stretta da una semplice fascia nera tenuta ferma da una fascia dorata più sottile annodata sul fianco, ai piedi indossava calze nere e sandali giapponesi e infine aveva in volto una maschera di legno nera che copriva la parte superiore del viso con decori arancioni, dorati e castani che ricordano le volute dense e sinuose della nebbia.
- Molto bene, latrò Silver Claw, mentre le sue pupille si dilatavano e un piano si disegnava nella sua mente. - E’ l'ora degli eroi!
 
 
***
 
 
Era l'alba ormai, quando Jos e Ayaka riuscirono a trovare il tendone rosso che era l’abitazione della loro vecchia maestra, dato che questa era solita non rimanere nello stesso punto per troppi giorni.
- Trovata, e ora cosa le diciamo? "Come butta Mama? Noi abbiamo combinato un mezzo pasticcio e, ah!, non abbiamo più neanche i nostri miraculous al momento... - sbuffò,  sarcasticamente disperato, il ragazzo.
- Non essere sciocco. - lo fulminò la compagna precedendolo verso la meta, - E’ una veggente, non le dovremo spiegare nulla.
Jos sospirò e la seguì, annunciandosi - Hallo vir haar - contento, per una volta, di non doversi chinare per passare dalla porta.
- Vi aspettavo... - li salutò Hala, cercando con tutta se stessa di mascherare il suo divertimento alla vista di quei due impacciati in corpi che non erano i propri.
- Mama, abbiamo un problema non indifferente... - iniziò l'eroe.
- Non riusciamo a trasformarci, e non sappiamo come tornare nei nostri corpi. - Terminò l’eroina.
- Beh...- prese la parola la donna, mostrando loro delle vecchie pergamene che si era premurata di trovare mentre li attendeva, da quando le carte le avevano svelato ciò che stava accadendo loro. Ayaka osservò con attenzione le raffigurazioni su quelle che parevano antichissime tavole anatomiche su cui, accanto ad ogni immagine di corpi in varie pose e che mettevano in luce i vari sistemi ed apparati, vi erano anche simboli e rune indicanti spiritualismi e raffigurazioni delle varie declinazioni dell'anima.
- Attraverso le sette porte del Chakra l'energia vitale che nasce nello spirito si irradia nel corpo di appartenenza, unendo le due realtà dei mondi antitetici, quello dei corpi mortali e quello delle anime sempiterne, in un unico sinodo di vita. - spiegò solenne, - Lo spirito è la vita, è lo spirito che unisce anima e corpo,  e al contempo è creato esso stesso dall'unione di anima e corpo, in un infinito circolo senza inizio né fine. Essendo le vostre anime e i vostri corpi precariamente uniti in coppie non opportune, lo spirito che scorre in voi si sta pian piano affievolendo, e il primo sintomo di questo malessere è proprio l'impossibilità di far scorrere dentro di voi, nei vostri canali spirituali, l'energia dei miraculous.
- Non credo di aver capito bene... - si grattò la nuca, confuso, il leone.
- Testa quadra! - lo apostrofò irritata Ayaka. - Lo spirito è come il sangue dell'anima, che scorre nel nostro corpo e la mantiene ancorata ad esso, e quando si esaurisce questa si disancora dal corpo e torna nel mondo ultraterreno. Ma è anche il sistema circolatorio in cui scorrono i nostri poteri, che si manifestano quando fuoriescono da una delle sette porte. - spiegò pragmatica.
- Esatto. - confermò, fiera di quella sua discepola, Hala. - Il vostro spirito si sta affievolendo a causa di questa disarmonia che vi affligge, se non la risolverete immediatamente,  morirete! - li avvisò.
- Quanto tempo abbiamo? - indagò, preoccupato, Jos.
- Fino al tramonto. - sentenziò,  tetra, la sciamana e i due malcapitati deglutirono all'unisono un pesante grumo di saliva e ansia.
- Ma non sappiamo come fare! - sbottò, disperata, l'orientale.
- C'è un'unica soluzione... - rifleté a voce alta la donna. - Far sì che i vostri spiriti risuonino allo stesso modo, per ritrovare l'armonia che avete perso. - Illustrò come se fosse una delle cose più naturali del mondo.
- Non è più chiaro rispetto a prima... - la criticò, scettico, il leone.
- Lo sarà, se parlerete l'uno all'altra con il cuore anziché con le parole. - Spiegò, sfoderando di nuovo quella luce di divertimento in fondo agli occhi scuri, per poi schioccare le dita e sparire, avvolta in una nuvola di fumo profumano.
- Tsz, quella vecchia è peggio di un ninja... - dovette ammettere, esasperato,  Jos.
 
 
***
 
 
LadyBug volse gli occhi alla sua destra, notando come Silver Claw assottigliasse lo sguardo per scrutare con nuova curiosità qualsiasi cosa fosse intorno a lei.
Erano saltati fuori dal labirinto di cristallo appena prima che quello crollasse su se stesso, atterrando su una trave inferiore della Tour Eiffel, e nascosti osservavano l'enorme farfalla che reggeva tra le proprie grinfie la bolla verde contenente il Maestro Fu ed un ultimo relitto di vetro volante, su cui si ergeva ormai solo il trono di Raven, che schiumante di rabbia stringeva la Miracle Box.
- Per fortuna abbiamo fatto in tempo a prendere questi quattro sfigati. - sospirò Queen Bee adagiando sulla superficie metallica i corpi di Max, Kim, Luka e Alya.
- E abbiamo costretto Papillon ad uscire dal suo nascondiglio! - gioì il gatto pronto a menare nuovamente le mani.
- Che cosa ti succede? Sembri strana... - chiese la coccinella alla Lupa.
- E’ come se il mondo avesse preso una prospettiva diversa... come se vedessi le cose non come sono, ma come dovrebbero andare... - cercò di spiegare una cosa che non era ben chiara neanche a lei.
- Devi aver sbloccato un nuovo potere! - si complimentò Marinette. - A me succede quando attivo il Lucky Charm, solo con più puntini rossi e neri in giro...
- Credo di sapere come agire... - informò Silver Claw chiamando i cinque eroi a raccolta. - L'akuma è per forza nello specchio delle anime, ma non possiamo romperlo perché è già rotto: le sue schegge sono in giro per Parigi, negli occhi dei cittadini.
- Dev'essere successo perché l'akuma è penetrata nello specchio dopo che questo si è rotto, e non prima... - dedusse Adrien.
- Dobbiamo spingere Raven a richiamare le schegge, ricostruire lo specchio e poi rubarglielo e romperlo, - spiegò Andrea. - E avremo bisogno di quello. - informò indicando il pupazzo magico con il potere della scimmia ancora nelle mani dell'ape regina.
- E dovremo anche isolarla da Papillon perché non la aiuti telepaticamente. - concluse LadyBug. - Sei pronto? - chiese poi a Davide.
- Mai stato così pronto... MIRAGGIO DELLA NEBBIA!
Al suo richiamo, una fitta nebbia avvolse il trono di Raven lasciando il sentimostro al suo esterno, isolando l'akumatizzata alla vista di tutti, tranne che all'eroe.
Raven si guardava intorno, confusa e messa in guardia da quell'improvvisa foschia, quando vide dinanzi a sé un'ombra farsi sempre più consistente.
- Colombella... - la chiamò una voce fin troppo conosciuta mentre la figura di Diego le si palesava innanzi.
- Chi sei tu? Come hai fatto a prendere le sue sembianze?! - sibilò, diffidente, la rossa.
- Sono proprio io... - la rassicurò il ragazzo. - I nostri amici mi hanno chiamato, sono venuto qui per te, per salvarti. - spiegò porgendole la mano.
- Se prende quella mano siamo fottuti! - mise in guardia Davide, mentre Andrea,  con una mano sulla sua spalla, dirigeva le battute dell'illusione.
- Fidati di me. - lo rassicurò la Lupa.
- Tu non sei il vero Diego! - lo accusò Raven.
- Sono proprio io invece, nessun potere può fingere ciò che provo per te.
- BUGIARDO!! - ringhiò la regina. - Tu mi hai spezzato il cuore!
- Chiedilo allo specchio allora... - insinuò il miraggio. - Lui ti dirà se sono o non sono sincero...
Dopo quella proposta, lunghi attimi di silenzio tennero i due eroi con il fiato sospeso, mentre Fiore stringeva tra le mani tremanti d'ira lo specchio ormai privo della superficie riflettente, finché l'istinto non prevalse sulla ragione e la sua voce risuonò oltre la nuvola:
- Schegge di specchio, tornate a me!
In uno spettacolo mozzafiato, ogni singolo granello di vetro rispose al richiamo della sua padrona, fuoriuscendo dall'occhio di ogni parigino, che si svegliò dall'incantesimo oscuro, per volare nel cielo albeggiante, riunendosi in grossi fasci che, come le spire della via lattea, conversero allo specchio delle anime riordinandosi in una superficie liscia e riflettente.
- Ora non potrai più mentirmi. - soffiò la rossa ma, quando avvicinò l'oggetto al viso e non vide altro che il proprio riflesso, capì di essere stata ingannata, caduta in un tranello semplice come una ragazzina innamorata.
- Adesso! - annunciò Silver Claw prima che potesse difendersi in alcun modo e, al suo grido, Cernuus dissolse l'illusione lasciando Fiore pietrificata dalla consapevolezza di essere stata sconfitta, quindi LadyBug lanciò con il suo yo-yo il peluche magico contro il manufatto, trasformandolo in una sfera da discoteca, e Queen Bee e Kombat Naja diedero lo slancio a Snake Noir che si librò verso il suo obiettivo ed entrò in azione.
- CATACLISMA!
Colpita da un artiglio magico, la sfera si distrusse e immediatamente, con lei, anche il trono di vetro e la trasformazione di Raven. White Dove riapparse agli occhi degli eroi  inerme e, lasciata la presa sulla Miracle box, come una colomba colpita da un piombino, cadde nel vuoto.
 
 
***
 
 
Merlin atterrò,  con un sonoro tonfo, su un tetto e si guardò intorno agitata, mentre il cuore le martellata nel petto ad una velocità tale da minacciare di far esplodere la sua gabbia toracica. E fu proprio lì che lo vide, Dragonfly, accasciato a pancia in su, braccia e gambe distese come un'improbabile stella marina, zuppo dalla testa ai piedi.
Avvicinatoglisi e constatando che respirasse normalmente, Maya non poté fermare il sorriso sghembo che le increspò le labbra: uno come Kenny poteva anche atteggiarsi a supereroe, ma era e restava un vero pagliaccio... era anche stato sconfitto in modo buffo!
- Che hai da ridere? - mugugnò il malcapitato aprendo a fatica un occhio per poi tentare di tirarsi su imprecando contro ogni muscolo ed osso che gli doleva.
- Non ce la fai proprio a stare cinque minuti lontano dalla sottoscritta senza cacciarti nei guai, eh? - lo prese in giro con il suo solito tono severo e un po' scocciato, senza però tuttavia mancare di sostenerlo passandosi una delle sue braccia intorno alle spalle.
Kenny fremette a quel contatto, ma non poteva lasciarsi andare, non dopo quello che si era ripromesso!
- La fai facile tu, quel piccolo demonietto ha tirato fuori un potere nuovo di zecca dal cilindro come un fottuto coniglio, un getto d'acqua mi ha inseguito fino a che non mi ha raggiunto, hai idea di quanto fosse la pressione di quell'affare?!
- Non sarà stato peggiore di tutte le panciate che hai preso in piscina quest'estate. - lo derise la ballerina. - Forza, andiamo a cercare gli altri. - sentenziò trascinandolo con se ma, anche se non mancava ogni tanto di rimbeccarlo e punzecchiarlo con le sue battute, non mollò neanche per un secondo la presa forte, solida e possessiva che esercitava su di lui perché, per quanto non lo volesse ammettere, era rimasta terrorizzata dall'idea di perdere il suo migliore amico.
 
 
***
 
Gli occhi di Marinette di sgranarono nel vedere, davanti a se precipitare alla sua destra un'innocente da salvare, mentre alla sua sinistra la scatola contenente nove tra i più potenti Miraculous della terra.
"Al diavolo Marinette, sei un'eroina!"
Si disse e, lanciato il suo fedele yo-yo, si tuffò nel vuoto riuscendo, per una frazione di secondo allungando ogni muscolo fino allo stremo, ad afferrare la colomba prima che fosse tardi, sotto lo sguardo colmo di apprensione degli altri cinque compagni.
- Sei grande LadyBug! - gioì, sinceramente emozionata, Chloé, salvo poi coprirsi inorridita la bocca con le mani.
- AHAHAHAHAHAH hai fatto la tua scelta, LadyBug! - sentenziò elettrizzato Papillon,  stringendo come il più prezioso dei tesori la Miracle Box che aveva afferrato al volo. - Avrai anche abbattuto la mia regina, ma il Re, sulla scacchiera, sono io! Non hai più assi nella tua manica, ho vinto io!
- Questo non è detto... - rifletté a voce alta Andrea... poteva funzionare, doveva funzionare, e lei doveva avere fiducia nei suoi nuovi compagni. - Ho ancora un potere Papillon, c'è ancora un asso nella nostra mano. Ma tu non puoi sapere cos'è, perché non hai nessuno a sostenerti, che sia al tuo fianco e non dietro di te. RICHIAMO DEL BRANCO! - replicò attivando il suo potere, e dal Miraculous dell'Unione un lupo di luce verde fuoriuscì, ululò e al suo richiamo gli orecchini della coccinella risuonarono.
- Ma che...- si meravigliò la custode di Parigi notando i pois sui gioielli ricomparire, il suo tempo prolungarsi e una nuova energia sfrigolarle sottopelle.
- Puoi usare di nuovo il tuo potere, presto! - le spiegò, concitato, Davide.
- D'accordo, LUCKY CHARM! - invocò e da esso scaturì un oggetto piccolo quanto particolare - Un portachiavi?! Che cosa dovrei farci con questo? - si domandò iniziando febbrilmente a guardarsi intorno ma niente, niente pareva sotto ai suoi occhi colorarsi in quel buffo motivo a pois neri e rossi che sempre le aveva salvato la pelle.
- AHAHAHAHAHA NIENTE, NON PUOI FARE PIÙ NIENTE! IL MIO PIANO ERA PERFETTO,  NON PUOI BATTERMI! - Gongolò esaltato il nemico.
- Non riesco a capire! - si disperò Marinette, stringendosi la testa tra le mani e ricacciando indietro lacrime di frustrazione.
- Concentrati, puoi farcela! - la incoraggiò il suo fedele compagno.
- Mi dispiace, sono inutile! Se non mi fossi dimenticata di dire a White Dove di ritrasformarsi prima di ritornare dal Maestro Fu, Papillon non lo avrebbe preso in ostaggio, non avrebbe la Miracle Box. Sono la LadyBug peggiore che sia mai esistita! - crollò infine, disperata, cadendo tra le braccia di Chat Noir.
- LadyBug! - la richiamò la voce del Maestro che a stento riusciva a mantenere saldo il proprio scudo stretto tra le zampe artigliate del potente mostro. - Sei la migliore padrona di Miraculous che io conosca! Hai commesso un errore, ma a chi non capita? L'importante è rimediare e tu ogni volta hai miracolosamente saputo rimediare a tutto, giusto? Tu hai tutte le risposte, le hai sempre avute, e diventerai un magnifico guardiano! - le disse, pronto al suo ultimo sacrificio.
- Cosa?! - sbottò, confuso Papillon.
- Io, Wang Fu, cedo ufficialmente la Miracle Box e nomino LadyBug nuovo guardiano! - proclamò solennemente mentre il suo corpo si illuminava di un'accecante luce. Allora lo scudo si dissolse e i miraculous fuoriuscirono dalla loro custodia come fasci colorati e sfavillanti, dirigendosi verso Marinette il cui portachiavi, trasformatosi magicamente in una nuova, scintillante e magica scatola, li accoglieva dentro di se tra le mani della sua incredula nuova padrona.
- NOOOO!! - Latrò disperato il lord oscuro, osservando inerme la sua ultima disfatta e, presa tra le braccia un'ormai esausta Mayura, volò via con il proprio destriero.
- Maestro, maestro! - chiamò preoccupato Waizz tentando di far riprendere il proprio compagno, amico fidato, accasciato inerme al suolo.
- Maestro, si svegli, Maestro Fu! - chiamò altrettanto costernata Marinette precipitandosi verso di lui.
- Oh, ma che costumi che avete, voi... voi chi siete? - chiese l'anziano uomo svegliandosi apparentemente senza nessuna lesione, ma anche senza ricordi.
- Lui... ha perso la memoria? - capì Adrien.
- E’ la regola dei Guardiani, per proteggere l'identità segreta dei possessori di Miraculous. - spiegò affranto Waizz, nascostosi dietro la schiena della rossa.
- Va tutto bene... siamo amici. - cercò di tranquillizzarlo l'eroina di Parigi.
- Beh... piacere di conoscervi. - rispose, allegro, il vecchio Fu.
- Aspetta, non hai ancora sistemato tutto... c'è ancora speranza. - si illuminò il biondo.
- Non posso, - lo fermò la coccinella.  - Il Lucky Charm si è trasformato in una Miracle Box, non posso lanciare il mio Miraculous LadyBug.
- Ma quello non era l'unico Lucky Charm che hai invocato oggi... - si intromise Silver Claw, posando dolcemente una mano sulla spalla dell’eroina e porgendole con un sorriso il CD che le aveva fatto venire in mente il suo piano.
- Ma certo! - gioì la coccinella prendendo l 'oggetto e lanciandolo in alto. - MIRACULOUS LADYBUG! - invocò e una cascata di coccinelle invase il cielo di Parigi, riparando ad ogni danno provocato da Raven ma, purtroppo, non restituì la memoria all'ormai ex guardiano.
- Addio, amico mio... - sospirò, rassegnato il piccolo kwami della tartaruga mentre una lacrima solitaria rigava il suo volto.
 
 
***
 
 
“ Subire una perdita fa parte della vita… ma ci sono anche cose positive! Aspettati l’inaspettato, e accettalo! Ogni prima volta è un’avventura, e chissà dove ti porteranno queste avventure.
Trova le persone a cui affidare il tuo cuore proprio come loro fanno con te. Quella fiducia a volte viene tradita, ma può sempre essere riguadagnata.
Sì, a volte la strada può essere tortuosa, ci si può anche perdere lungo la strada, ma con l’aiuto delle persone giuste, troverai sempre la tua destinazione.
Quando cresciamo, ci rendiamo conto che la vita non sempre ci regala tutto ciò che speravamo, mi sarebbe piaciuto dirtelo di persona Marinette, ma se stai leggendo questo significa che ho già perso la memoria, ma non devi avere paura, non devi essere triste; come ti ho detto all'inizio di questa lettera, subire una perdita fa parte della vita,ma non è questo a definirla.
Perché l’importane non è vincere o perdere, ma accettare i cambiamenti in noi stessi e accettare che anche se la vita non sempre ci regala tutto ciò che speravamo, il vero regalo è la vita stessa”
 
Marinette pensava e ripensava alla lettera che le aveva lasciato il Maestro Fu, a come avesse pianificato la sua uscita di scena, con la serenità che lei ancora non riusciva ad avere nemmeno dopo averlo accompagnato alla sua nuova vita con il suo vero amore...
Lì, sul terrazzo dell'albergo di lusso che vegliava su una Parigi illuminata d'oro al tramonto, si chiedeva cosa significasse essere un guardiano, cosa volesse dire prendersi cura di qualcuno.
- Kombat Nanja a rapporto. - si annunciò la prima arrivata della squadra atterrando alle sue spalle, subito seguita dal suo Chaton.
- Rallegratevi gente, la Regina è arrivata! - si avvicinò anche, molto sobriamente, Queen Bee.
- Vi ho fatto venire qui per un motivo... devo richiedervi indietro i vostri miraculous dell'ape e del drago, affinché tornino nella Miracle Box. - spiegò,  seria.
- Longg, detrasforma. - sospirò altrettanto seria Vaen, avvicinandosi per riconsegnare la collana del dragone. - Far parte di qualcosa di speciale rende speciali, giusto? - chiese dopo un attimo di esitazione.
- Per sempre. - le assicurò Chat Noir posandole una mano incoraggiante sulla spalla, poi, l'attenzione dei tre si focalizzò su Queen Bee.
- Io... io potrei... - tentò di defilarsi la bionda.
- Chloé! - la interruppe la coccinella. - Papillon ha già provato ad arrivare a te, non si è preoccupato di usare i tuoi genitori per farlo. Finché resti Queen Bee tutte le persone a cui vorrai bene saranno in pericolo. - le spiegò, comprensiva.
- Tanto essere supereroi con quegli altri sfigati sarebbe deleterio per la mia reputazione! - sbottò sfilandosi con stizza il pettinato dorato e tornando sui suoi passi.
- Grazie, Chloé. - rispose, grata Marinette.
La bionda la ignorò per il tempo di alcuni passi, poi - Non c'è di che. - ribatté altezzosa, - Ma ricordati: ci sarà sempre e solo una Queen Bee a Parigi!
Prima che potesse scendere dal terrazzo però, fu interrotta dall'arrivo di altri tre eroi.
- Ci avrei scommesso che dietro una tosta del genere ci fosse un'Italiana! - commentò Davide scoprendo Vaen dietro la maschera di Kombat Nanja.
- Già... credo che ci rivedremo, sono pronta a tornare. - assicurò la tailandese.
- Beh... - prese la parola Fiore, - credo che spetti a me dire qualcosa per salutarci, dopotutto è "merito" mio se questa squadra si è formata, no? - scherzò senza nascondere un velo di amarezza. - Quando sono arrivata qui due giorni fa, ero convinta che la mia vita facesse schifo e di essere una super eroina perfetta... dopo questa brutta esperienza ho capito che non sono neanche buona a quello! - si sfogò ma, leggendo lo sguardo preoccupato dei sei, si affrettò a continuare: - Però... la mia vita non deve fare poi così schifo se ho tanti amici, vecchi e nuovi. Nonostante tutte le incomprensioni che ci dividevano, tutti gli inciampi, tutta la sfiducia gli uni negli altri, hanno rischiato la vita per portarmi indietro. Voglio portare a casa con noi non solo la consapevolezza di essere fallibile, ma anche quella di non essere sola perché, da domani, ovunque noi sette saremo, resteremo una squadra e quando uno solo di noi avrà bisogno, vinceremo la distanza per combattere insieme un'altra volta! - proclamò solennemente specchiandosi negli occhi lucidi e luminosi dei suoi amici, che unirono i pugni insieme in un cerchio magico.
- Ben fatto! - esclamarono in coro.
" Beh... almeno ho conservato un certo talento per i discorsi sulla speranza!" Pensò, serena, tra sé e sé Fiore, pronta ad un nuovo inizio.
 
 
 
***
 
Il sole stava ormai per tramontare su Roma come su Parigi, lasciando due sfortunati compagni soli e stremati per le vie della città eterna. Accasciatasi sotto un albero di Villa Borghese, Ayaka si passò sul viso stanco una mano per poi rimanere a fissare quelle dita brune, grandi, virili.
- Il nostro tempo sta per scadere... - le ricordò il fedele compagno, sedendolesi compostamente accanto, quasi come se non volesse deturpare oltre il corpo candido e austero che stava usurpando.
- Abbiamo provato la meditazione, tutti gli incantesimi che abbiamo trovato, ma niente! - sbottò, frustrata, la ragazza; strinse forte gli occhi per soffocare le lacrime, finché non sentì un tocco fresco di una mano delicata... la sua.
- Non piangere ti prego... non è così che voglio andarmene. - la supplicò Jos.
- Hai... hai ragione. - convenì Ayaka asciugandosi le lacrime, per poi sistemarsi accanto al compagno per osservare il tramonto. - Ti ricordi quando ci siamo conosciuti? - domandò poi.
- Certo. - assicurò il leone. - Come potrei dimenticarmene! Ti ho salvato il culo da quella violinista posseduta da uno spirito maligno che voleva farti fuori per prendere il tuo posto a quel concerto.- ricordò.
- Ancora mi chiedo come ho fatto a suonare dopo tutte quelle emozioni, sono stupita da me stessa... - rifletté a voce alta la giapponese.
-Non te l’ho mai detto sai, ma quella sera sono rimasto accucciato in teatro e ti ho ascoltato. Non credo di aver mai sentito una melodia così meravigliosa... - confidò Jos guardando il sole scomparire all'orizzonte con occhi sognanti.
- Dici davvero? - chiese, sorpresa, Ayaka.
- Davvero. - assicurò Jos voltandosi a guardarla.
- Allora te la farò sentire un'ultima volta. - decise la musicista, tirando fuori il proprio violino dalla custodia, da cui neanche in quell'occasione era riuscita a separarsi.
Sul volto di Jos fiorì un sorriso sincero che si spense quando vide che lo strumento gli veniva porto.
- E che cosa dovrei farci io? - gracchiò.
- E’ fatto su misura per me, non posso suonarlo in un altro corpo... vieni. - spiegò prendendo il proprio corpo tra quelle mani forti che non le appartenevano, posizionò lo strumento nella sua collocazione naturale e poi guidò le mani bianche a produrre il suono melodioso che ancora ricordava.
Quando la prima nota giunse al suo orecchio, il cuore di Jos prima perse un battito, poi iniziò a galoppare all'impazzata come se volesse scoppiargli nel petto. Quando vibrò l'ultima corda, e il suono si disperse nell'aria, il guerriero rivolse lo sguardo a quello che era il suo viso ma, come per incanto, vide il proprio volto abbronzato e mascolino trasfigurarsi, e gli parve di vedere attraverso le proprie fattezze Ayaka, di scorgere qualcosa di ben più profondo, vero e stupendo del suo volto, e ne fu talmente tanto affascinato che il suo collo si mosse automaticamente, allungandosi per far si che le loro labbra si sfiorassero.
- Mh, ma bravi, bel modo di farsi beccare! - sbottò una voce divertita alle loro spalle, dopo un tempo che sembrò indefinibile... forse un secondo, forse un milione di stupendi anni. Staccandosi dopo essere sobbalzato, il leone aprì gli occhi, e la prima cosa che vide fu il volto confuso e stralunato di Ayaka.
Il volto della sua Ayaka.
- Abbiamo unito le nostre anime...- rifletté l'orientale. - HA FUNZIONATO, HA FUNZIONATO!! - gioì la ragazza saltandogli al collo entusiasta, scoppiando in un pianto di gioia incontrollabile, per poi impossessarsi con slancio delle labbra del ragazzo che l'aveva sollevata in aria.
- Ehi, staccatevi, sono piccola per vedere certe cose senza schifarmi...- pigolò Owl Maiden, facendo si che si allontanassero, imbarazzati e rossi come pomodori.
- Ogni promessa è debito. - precisò Luna porgendo loro il medaglione del leone e il diadema del corvo. - Non ce l'avrei fatta a salvare i miei amici e gli innocenti senza di voi, grazie per esservi fidati di me quando non mi fidavo neanche io di me stessa. - ringraziò.
I due eroi videro l'eroina allontanarsi con un balzo, dopo aver donato loro un ultimo sorriso, quindi decisero di indossare i loro gioielli magici e videro riapparire i loro fedeli Kwami.
Quando le due creaturine osservavano i propri portatori trovandoli imbarazzati, rossi in viso, scambiarsi occhiate complici e... beh, millenni di esperienza non si possono eludere facilmente, no?
- Ah! Te l'avevo detto che si mettevano insieme, vecchio testone, ho vinto io! Ora devi farmi i grattini per i prossimi duecento anni, grrrrr! - gioì Scarr improvvisando un balletto.
- Gatto pulcioso! - brontolò il piccolo corvo.
- Avete scommesso sulla nostra vita sentimentale?! - realizzò, sconvolta, la musicista.
- Non fare tanto la permalosa, con voi due è una vera noia, era ora che vi deste una mossa! - si giustificarono, in coro, le due creaturine, facendo nuovamente fronte unito contro i due umani.
Ayaka sbuffò: era stata una vera idiota per i precedenti due anni, cieca come una talpa e ottusa come una zappa, ora la sua vita preannunciava stare per diventare un bordello allucinante. Jos le aveva scordato il violino nel suo goffo tentativo di suonare e il suo fedele kwami, non più tanto fedele, la prendeva platealmente per il culo.
Ayaka sospirò: andava finalmente tutto bene.
 
 
***
 
Un giorno era passato da quella notte incredibile e Maya stava servendo, come al solito, ai tavolini del bar, impaziente di tornarsene a casa e prepararsi per la coreografia che le avevano assegnato per quel mese. Mandò un messaggio a Kenny, avvisandolo che probabilmente avrebbe fatto tardi quel giorno, e che poteva anche evitare di aspettarla, e posò il cellulare nella tasca dei jeans.
Non poté fare a meno, dopo quel gesto così familiare, di far correre il pensiero a quello che era accaduto dopo la battaglia, e che tentava in tutti i modi di scacciare dalla sua mente...
 
Faunus accasciò con uno sbuffo ed una sonora bestemmia il corpo privo di sensi di Idra contro una colonna del Pantheon, mentre Merlin faceva lo stesso con uno sfinito Dragonfly, pur in religioso silenzio e dedicandogli maggiori attenzioni.
- Maledizione, ci hanno fottuto! - latrò frustrato il capretto, colpendo il muro di pietra con un pugno non troppo convinto.
- Sì, vi siete proprio fatti "fottere"... - sibilò una voce alle loro spalle, i due si voltarono di scatto, sguainate le armi, per poi notare che la Dama Nera era lì davanti a loro, ombreggiata dal suo fedele velo che pur non nascondeva l'ira che le insanguinava gli occhi; se ne stava lì, temibile, ad osservarli, circondata di un branco di gatti randagi, anch'essi con occhi iniettati di sangue, che soffiavano, guaivano e li fissavano con le zanne e le unghie scoperte. - Mi avete deluso, non siete degni del potere che vi ho affidato. E ora per voi è giunto il momento di pagare... - minacciò tetra.
- E’ solo colpa mia, prenditela con me e lascia loro tre in pace! - si frappose l'unica ragazza, inginocchiandosi davanti alla Dama e chinando, severamente, il capo.
- Molto bene, allora sarà su di te che si riverserà la mia ira! - sibilò quella alzando la mano contro di lei e...
- Ferma! - si intromise Dragonfly. - Forse possiamo giungere ad un accordo...
 
 
Maya si voltò, distratta dalla fiumana di persone che affollavano il locale, sospirando per la faticaccia che avrebbe fatto anche quel giorno, e quasi rimpiangeva quel collega mezzo emo e decisamente ambiguo che lavorava assieme a lei fino a qualche tempo prima...
Fortunatamente, o sfortunatamente, vai a capirlo, fu ulteriormente distratta dai suoi pensieri tutt'altro che allegri quando intravide un tipo farle l'occhiolino, in chiaro segno di rimorchio. Decise di ignorarlo e gli portò freddamente il proprio vassoio, posandolo meccanicamente sul tavolino, decisa a tornare a farsi i fatti suoi. Non ebbe modo, però, di realizzare quel pensiero idilliaco, ché il tipo l'afferrò per un polso, attirando la sua attenzione.
- Io sono Kyros, e tu sei troppo bella perché io ti lasci andare via così presto. - si presentò e, come immaginava, non era così lontano dall'idea che si era fatta di lui a primo acchito: un playboy, che sicuramente ci sapeva fare con le parole.
- Sei anche troppo idiota per riuscire a farmi rimanere. - stilettò, tuttavia, non era soddisfatta del tono non abbastanza velenoso con quale le uscì quella frase... suonava quasi... divertita?
- Ok, ammetto di saper fare di meglio, ma se riesci a resistere perché sono in una giornata decisamente no!- ammise il tipo, sfoggiando uno sguardo da cucciolo bastonato che strideva talmente tanto con la sua aria da sono-figo-e-me-ne-vanto, da risultare decisamente esilarante.
- Tremo al pensiero di cosa la tua mente geniale possa partorire nei giorni si, allora... - lo provocò ancora la cameriera, ma del suo proverbiale veleno non v'era più traccia nel suono cristallino della voce.
Decise, ammettendo malamente a se stessa, che tutto sommato fosse un tipetto interessante...
- Potresti darmi il tuo numero, così in un "giorno si" mi vieni a trovare e ti mostro tutto il repertorio... - rispose quello.
- Facciamo che quando tu sveglierai sentendoti più leone e meno coglione vieni tu qui, e magari mi lasci anche una bella mancia! - tagliò corto la cameriera, impossibilitata dal numero di clienti a continuare oltre quel battibecco, e girò i tacchi inspiegabilmente più di buon umore.
Il giovane la salutò piano, osservandole il fondoschiena, cosa che non sfuggì a Maya, che tornò, alzando gli occhi al cielo, pigramente a servire gli altri clienti, girando tra sedie e tavoli. 
 
*** 
 
Fiore aveva passato i successivi due giorni immersi nel lavoro, creando bozzetti, cartamodelli, tagliando e cucendo scampoli di stoffa, trine, pizzi e perline. In quel momento era intenta a fissare, ad una ad una, le minuscole pieghe di un plissé  con gli spilli su un manichino, quando la campanella sulla porta suonò:
- Ehilà, sei viva? - cinguettò la voce di Andrea introducendosi nel retro del laboratorio.
- Ciao... ehm, so che non ho risposto a molti messaggi in questi due giorni, ma ero impegnata...- provò a giustificarsi senza distogliere gli occhi dal suo lavoro.
- Fai pure che non hai risposto a nessun messaggio. E’ da quando siamo atterrati a Roma che sei sparita! Sono successe un sacco di... cose in nostra assenza, dobbiamo riunirci ed elaborare una strategia! - le ripeté ciò che le aveva scritto in almeno una cinquantina di messaggi, tutti ignorati, vedendo ignorata per l'ennesima volta. - Ehi, sto parlando con te! - squittì irritata.
- E IO STO CERCANDO DI LAVORARE! - sbottò la rossa trafiggendola con occhi di fuoco, quasi spaventosi. - Sto cercando di riprendere in mano la mia vita che al momento è totalmente a pezzi! -
- Non è vero! - la contraddisse la mora. - Sei tu ad essere a pezzi, non la tua vita, ed isolarti non ti fa bene... - e provò a prendere una delle sue mani tra le proprie, venendo tuttavia scacciata via.
- Io devo restare sola, sono pericolosa. - negò, in un sussurro, la stilista.
- Tu saresti cosa?! - trasalì, stupita, Andrea.
- Come la definiresti una che si è fatta abbindolare da un pazzo maniaco e per poco non ha distrutto una nazione intera? Una che ti ha quasi uccisa! - esplose, incontenibile, Fiore, crollando poi al suolo, mentre le lacrime non riuscivano più a restare rinchiuse nel suo cuore.
- Ehi... - la richiamò, amorevole, la Lupa, accarezzandole il volto, scostandonle i capelli dal viso ed asciugando le sue lacrime. - Tu non hai mai ceduto... non ci hai mai lasciato da soli. - le assicurò,  cercando poi di spiegarsi: - Tutta Parigi è finita vittima delle schegge di Raven, si sono risparmiati solo LadyBug e Chat Noir, che si sono rifugiati sott'acqua, Vaen che ha pianto via il frammento e Chloé che ne era immune... ma io non ho fatto niente. -
- Che intendi dire? - chiese, confusa, la stilista.
- Che io non mi sono difesa... ma non sono stata colpita. Credi che sia stato un caso? Io no... tu mi hai risparmiato, perché ti venissi a salvare. Ci hai aiutato ad aiutarti!
- Tu... tu lo pensi davvero? - domandò Fiore, tirando su con il naso.
- Certo che lo penso! E penso anche che sei una stilista talentuosa, un'imprenditrice capace e una White Dove straordinaria... abbiamo bisogno di te, il mondo ha bisogno di te!
- Io... io credo di poterlo fare, insomma, posso farcela, ecco... - rifletté a voce alta la rossa - Solo... non oggi, ho ancora un'ultima cosa da metabolizzare...
- Diego? - indagò Andrea.
- Diego. - assentì.
- D'accordo... ti lascio a rimuginare ancora una notte, ma domani ti vengo a stanare coi fumogeni, ok?!
- Ok! - concordò, ridendo di gusto, finalmente.
 
***
 
Faceva ancora freddo per essere la fine dell'inverno, e la primavera sembrava farsi desiderare quell'anno.
"Freddo come il mio cuore..." si ritrovò a pensare amaramente Fiore, mentre stretta nel suo cappotto passeggiava lungo Trastevere.
Aveva perso la cognizione dei minuti e dei passi che l'avevano portata fin lì, ma era uscita proprio per quello, no? Per staccare la briglia ai pensieri e cercare il bandolo di tutto quel groviglio.
Che cosa doveva fare per riprendere in mano la sua vita? Come avrebbe dimostrato a Gabriel Agreste che si sbagliava, e che non era una fallita? E soprattutto, come avrebbe rimesso insieme i cocci del suo cuore?
Si fermò in corrispondenza di un lampione  su cui era legata la locandina di un concerto di cover di...
Osservò il sorriso divertito di quell'immagine in bianco e nero, i capelli riccissimi come i suoi, il volto segnato da forse troppe rughe per gli anni che aveva...
Rughe scavate da un amore sbagliato e doloroso, e un'accurata infamante che le aveva portato via il lavoro che amava con tutta se stessa.
Mimì.
Oh, quanto si sentiva simile a lei in quel momento...
Si ricordava la sua storia che le raccontava sua nonna, e poi anche una canzone che canticchiava mentre preparava la pasta in casa...
 
 
E non finisce mica il cielo
Anche se manchi tu
Sarà dolore o è sempre cielo
Fin dove vedo
 
Bisbigliò, riprendendo a camminare, un passo dopo l'altro, un pensiero dopo l'altro.
 
Chissà se avrò paura
O il senso della voglia di te
Se avrò una faccia pallida e sicura
Non ci sarà chi rida di me
 
Canticchiò a voce un pò più alta, mentre un sorriso amaro le sbocciò sul viso, accorgendosi che i suoi dilemmi erano proprio quelli scritti in quei versi...
 
Se cercherò qualcuno
Per ritornare in me
Qualcuno che sorrida un po' sicuro
Che sappia già da sé
 
Cantò, finalmente a voce piena, sporgendosi dalla balaustra del ponte, innalzando la sua voce verso il cielo, il fiume, la Roma che notturna ed illuminata sembrava abbracciarla.
 
Che non finisce mica il cielo
E s'è la verità
Possa restare in questo cielo
Finché ce la farà
 
Se avrò una faccia
Pallida e sicura, sicura
Non ci sarà chi rida di me
Perché io avrò qualcuno
Perché aspettando te
 
Continuò a cantare e camminare, a camminare e cantare, scorrendo appena il suono di un violino che aveva iniziato a suonarle dolci note d'accompagnamento, finalmente serena, felice, finalmente consapevole che era proprio così,  che non era finito il cielo, e poteva ricominciare con un nuovo sorriso, un nuovo progetto, forse anche un nuovo amore.
 
Potrei scoprirmi ancora sulla strada
Per ritornare a me
Per ritornare in me
Per ritornare in me
 
Intonò,  dolcemente, piroettando su se stessa per volare via in quel vortice di luci e ombre, e forse aveva ragione LadyBug quando aveva detto quella frase che a prima vista sembrava quasi stereotipata...
Fermatasi dal suo girotondo, insieme ad un'ultima nota che vibrava nell'aria, alzò lo sguardo, e i suoi occhi furono incatenati da un sorriso meraviglioso.
 
 
 
"anche se la vita non sempre ci regala tutto ciò che speravamo, il vero regalo è la vita stessa”
 
 
NOTE DELL'AUTORE:
Eccoci qui, amici miei miracolosi, alla fine del capitolo 19. Volevo avvisarvi che questo capitolo è stato scritto interamente con un dispositivo mobile, perché il mio pc ha dato le dimissioni, sono stremato, lasciatemi essere breve per queste note:
1) MOMENTO ESTER EGG: in questo capitolo l'ester egg é sottile, tratto da un anime di cui ho riscoperto una passione di recente... vediamo se sarete abbastanza bravi^.^ intanto ecco a voi lo spazio pubblicitario vinto da HARRYFINE
Categoria: Videogiochi > Dragon Age |
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3981062&i=1
Iselen Surana, Runaan Mahariel, Aida Tabris, Persephone Cousland, Micah Brosca e Aura Aeducan vivono ognuno la propria vita, tutti bloccati dai loro problemi e deliziati dai loro affetti. Nessuno di loro sa chi siano gli altri, ma molto presto dovranno unirsi e affrontare il Flagello, la calamità peggiore che loro e il loro mondo abbiano mai visto e che minaccia di inghiottire ogni cosa, insieme ad un'improbabile compagnia di alleati, facendo tutto ciò che è necessario per salvare il paese che conoscono. Anche se il prezzo potrebbe essere troppo alto.
2) MOMENTO SONDAGGI: siamo vicini al secondo giro di boa, il capitolo 20, e siamo appena tornati in italia; come è stato questo “doppio fronte”? Vi epiaciuto? La domanda che vi pongo é questa, desiderare una nuova “incursione” nella trama di Miraculous LadyBug?
3)MOMENTO INTERATTIVO: allora... che dire, siamo ad un momento cruciale della storia, ci sono sconfitte e vittorie da metabolizzare, sentimenti con cui fare i conti ed è il momento per dare una svolta cruciale al cammino di ogni oc, quindi vi chiedo: come reagirà/anno il vostro/i oc a questo punto?
4)MOMENTO FANART&MUSICA: questo capitolo ha suonato con una canzone della mia amatissima Mia Martini, ho voluto farle questo omaggio perché, esattamente come questa storia, mi ha accompagnato con la sua voce fenomenale nei miei momenti un po' tristi. Per quanto riguarda le fanart, a questo giro ci siamo superati signori e signore: la nostra casa SAPPHIR DREAM ha prodotto, uditeudite, un Anime con i suoi disegni! Ha imkortalato la scena finale dell'ultimo capitolo. Nell'attesa di dcoprire un modo per pubblicarlo (se avete un'idea, proponete) potete contattarla per chiederle di vederlo!
5) VARIE ED EVENTUALI: siamo al momento dei saluti, purtroppo sono ancora senza pc e, ahimè,  la stesura procederà a rilento... spero di potervi tenerecompagnia con qualche os poco impegnativa nel frattempo, ma fino al prossimo aggiornamento,  il mio migliore augurio per un'estate meravigliosa a tutti!

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Just give me a reason ***


PREFAZIONE
carissimi lettori tutti,
Torno dopo un anno di latitanza, un anno difficile pieno per me di cambiamenti, stress, obiettivi raggiunti e persi, un anno in cui ho realizzato alcuni dei miei sogni, abbandonato altri, mi sono messo in discussione e ora eccomi qui, tornato in ginocchio da voi a chiedere perdono. 
Chiedo scusa perché più di una volta ho condiviso con voi quanto questa storia mi abbia aiutato nei momenti di difficoltà, quanto VOI mi abbiate aiutato con il vostro supporto, appoggio e affetto e io ad un certo punto sono sparito come un ladro.
A voi devo una dovuta spiegazione: sono scomparso perché avevo molte sfide Personali che ho dovuto obbligatoriamente vincere, per me stesso e per gli altri... ma non vi ho mai dimenticato, lo giuro! In più momenti ho pensato a voi, mi sono rimesso a lavorare sulla storia e per ben due volte la sfortuna ci ha messo lo zampino... ebbene si, questo capitolo è stato perso ben due volte, cancellato dal mio pc e in quei momenti lo sconforto per tutto il lavoro bruciato é stato più forte.
Ma ora sono qui, in ansia perché non so cosa ci riserverà il futuro, se ritroverò il mio pubblico o se vi siete, giustamente, stancati di me... ma comunque vada, chiunque voglia rimanere con me, io vi dico il mio immenso, fiducioso, commosso GRAZIE.
 
IN THE PREVIOUS CHAPTER:
FIORE, DIEGO, ANDREA, DAVIDE, LUNA E ASTREO SONO I SEI PALADINI CHE DIFENDONO ROMA DALLE GRINFIE DI DUE NEMICI CHE AGISCONO NELL'OMBRA E VENGONO DA UN TEMPO LONTANO, IL CAVALIERE DI RUBINO E LA DAMA NERA. AL SERVIZIO DELLA DAMA CI SONO MAYA, KENNY, KYROS E MATTEO I QUALI, APPROFITTANDO DELLA LONTANANZA DI TRE EROI, ATTACCANO LA CITTÀ. A PARIGI I NOSTRI EROI SI TROVANO A LOTTARE FIANCO A FIANCO CON LADYBUG E CHAT NOIR, MA FIORE CADE VITTIMA DEL POTERE DI PAPILLON TRASFORMANDOSI IN REVEN, LA REGINA DEGLI SPECCHI. AD AIUTARE LA SQUADRA CON IL POTERE DELLA PERFEZIONE SI AGGIUNGE VAEN, EX PORTATRICE DEL MIRACULOUS DELL'ORSO. QUANDO LA SITUAZIONE SEMBRA ESSERE PRECIPITATA, GRAZIE AD UNO STRATAGEMMA DI KOMBAT NAJA DAVIDE, CHE ERA RIMASTO VITTIMA DEL SORTILEGIO LANCIATO SU PARIGI TRAMITE SCHEGGE DI SPECCHIO, SFUGGE AL CONTROLLO DI RAVEN; UNITI PER LO SCONTRO FINALE, GLI EROI GUIDATI DA LADYBUG SCONFIGGONO LA NEMICA CON UN FORMIDABILE GIOCO DI SQUADRA E CON UN COLPO DI SCENA FINALE PAPILLON É SCONFITTO E L’EROICA COCCINELLA DIVENTA LA NUOVA GUARDIANA.
PRIMA DI TORNARE A CASA, I NOSTRI EROI SUGGELLANO UN PATTO DI ALLEANZA CON I PROTETTORI DI PARIGI.
A ROMA LA BATTAGLIA TRA IL TEAM FORMATO DA GLADIATOR, DOLPHY TITAN E CALLISTO, (ALIAS AURORA, NUOVA PORTATRICE TEMPORANEA DEL MIRACULOUS DELLA FORZA) E IL GRUPPO DELLE STELLE MALEFICHE TERMINA IN FAVORE DEI NOSTRI EROI, E TUTTI I ROMANI CADUTI VITTIMA DEL SORTILEGIO DEL SERPENTE, LUNA COMPRESA, SONO SALVI.
ALLA VITTORIA HANNO CONTRIBUITO, SEPPUR DIETRO LE QUINTE, AYAKA E JOS, PORTATORI ANZIANI DEI GIOIELLI DEL CORVO E DEL LEONE, GUARDIE DEL CORPO DELL'ULTIMA CUSTODE RIMASTA IN VITA
AL TERMINE DELLA BATTAGLIA LA DAMA NERA AFFRONTA I SUOI IN UN MISTERIOSO FACCIA A FACCIA, AYAKA E JOS SI SALVANO DA MORTE CERTA METTENDO A NUDO I PROPRI RECIPROCI SENTIMENTI, MENTRE MAYA E KYROS FANNO CONOSCENZA NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI.
 
 
CAPITOLO 20:
JUST GIVE ME A REASON
 
 
 
"Il vero amore è come una finestra illuminata in una notte buia. Il vero amore è una quiete accesa."
 
Giuseppe Ungaretti
 
Potrei scoprirmi ancora sulla strada
Per ritornare a me
Per ritornare in me
Per ritornare in me
 
Intonò Fiore, dolcemente, piroettando su se stessa per volare via in quel vortice di luci e ombre, e forse aveva ragione LadyBug quando aveva detto quella frase che a prima vista sembrava quasi stereotipata...
Fermatasi dal suo girotondo, insieme ad un'ultima nota che vibrava nell'aria, alzò lo sguardo, e i suoi occhi furono incatenati da un sorriso meraviglioso.
-Ciao!- la salutò un ragazzo dai profondi e sorridenti occhi color nocciola, che si avvicinava stringendo tra le mani il violino che aveva sentito suonare. - Cantavi cosi bene che non ho resistito...- spiegò imbarazzato, indicando lo strumento.
-Oh...io... no, davvero, non ti scusare! - si affrettò a rispondere, ancora più imbarazzata, la rossa, - Dovrei essere io a scusarmi per aver dato spettacolo, ti sarò sembrata pazza...
-Ma no, davvero, sei bravissima... e non sono l'unico a crederlo a quanto pare! - replicò il giovane indicando la custodia del violino che aveva abbandonato poco più in là piena di monete e banconote di piccolo taglio.
-Wow! Guadagno molto meno in negozio! - scherzò, sorpresa la stilista.
-Prendili, sono tuoi. - replicò il musicista.
-Non posso accettare, davvero, non sarebbe giusto...- si rifiutò Fiore, ed entrambi calarono in un silenzio imbarazzato.
-Allora facciamo così... posso usare questi soldi per offrirti qualcosa da bere? Pagheremo con gli spiccioli! - propose il ragazzo, divertito.
“Il peggior invito di tutti i tempi” Pensò Fiore, ma non poté impedire al sorriso di spuntarle sulle labbra e alle guance di riscaldarsi nel gelido freddo notturno.
-O...ok...- si ritrovò, sorpresa a rispondere. 
-Piacere, Matteo Mercanti.
-Fiore Manni, molto lieta. - rispose stringendo la mano forte e calda, ed un brivido le corse lungo la schiena. Curiosamente, il sorriso si allargò vistosamente e qualcosa dentro di lei si mosse.
-Perché sorridi? - le chiese curioso Matteo.
-Nulla... è che... fa meno freddo, ora. 
Con quella sensazione strana, nuova e a tratti incompresa, la rossa si incamminò con quel giovane misterioso in una notte romana che non sembrava più così oscura... ma come poteva essere - si interrogò Fiore ‐ che tutto il peso sul suo cuore sembrasse svanito in un colpo solo? Che si sentisse così leggera ed appagata nel mangiare un kebab di dubbio gusto su una panchina lercia con un perfetto sconosciuto? Che tutti i suoi problemi profondi ed immensi (insomma, era pur sempre un’eroina oltre che una giovane adulta, con tutto ciò che entrambe queste facce della stessa medaglia portavano con se, diverse ma ugualmente immense, per lei) si fossero magicamente dissolti? Era solamente superficiale oppure del tutto impazzita?
-Sei “romama de Roma”? - la interrogò scherzoso il suo compagno interrompendo il flusso dei suoi pensieri. 
-Pariolina! ‐ ribatté fiera ed altrettanto ironica la rossa. Da quando non scherzava così spensierata su di sé?
-Io vengo da Milano, ma sono originario di Amatrice... mi sono trasferito lì da mio zio dopo...- spiegò Matteo incupendosi.
-Mi dispiace. - lo interruppe Fiore, posandogli istintivamente una mano sulla spalla ed attirando su di se lo sguardo del ragazzo, dentro cui si perse. - Non so cosa si prova in una situazione come quella, non so cosa tu abbia perso e posso solo immaginare quanto sia stato difficile per te ricominciare...ma sono pronta ad ascoltarti, se ti va di parlarne. -
Qualcosa nel profondo degli occhi di Matteo si sciolse, un dolore antico e forse mai sopito davvero del tutto, e dalle sue vibrazioni percepì un sentimento che non sentiva rivolto a sé da tanto tempo...
Gratitudine. 
Era corroborante sapere di non aver perso la sua empatia, ma si sforzò di “azzittire” quella sensazione... usare i suoi poteri sul ragazzo lo sentiva come barare.
-Ti va di fare una passeggiata? - propose il musicista.
-Certamente. - acconsentì, serena, la stilista.
Lungo la strada lui le raccontò degli anni al conservatorio Verdi, poi dei primi lavori come violinista e di come lo avessero riportato a Roma dopo tanti anni, Fiore invece gli confidò del suo sogno di diventare una fashion designer affermata, dei sacrifici per mantenere il Camilla’s Store e anche della sua affezionata gatta. Tra i due si era creata una sintonia, un’alchimia così meravigliosamente normale che la fece sentire appagata, come se respirasse di nuovo dopo tanto tempo.
Poi però, mentre osservava spensierata il meraviglioso panorama notturno, l’incantesimo si ruppe alla vista, difronte a loro, di un tendone rosso.
Quel tendone rosso.
-Che cos’è? - chiese curioso Mercanti notando l’attenzione della ragazza, incupitasi improvvisamente, focalizzata in quel punto preciso.
-La baracca di una cartomante. - spiegò asciutta. - Scusami un attimo. - si affrettò a dire poi dirigendosi verso la struttura nomade dove entrò con un cipiglio deciso.
All’interno, pervaso da una calma irreale, la maga misteriosa la accolse con un’espressione eloquente di chi stava aspettando una persona ben precisa.
-Qual buon vento, giovane eroina. - la salutò la cartomante.
-Il vento di una che ha quasi combinato un bel casino, - ruggì calando la mano nella borsetta, per poi gettare con stizza sul tavolino pieno di carte lo Specchio delle Anime, - Per colpa tua e di questo dannato aggeggio! -
-Non è saggio da parte tua incolpare un potere che non eri in grado di gestire. - replicò calma la donna.
-Perché me lo hai dato allora?! Se vedi davvero il futuro perché hai messo tutti in pericolo?! - sbottò Fiore, dando sfogo a tutto il suo risentimento. 
-Per metterti alla prova, - rispose Hala come se fosse la cosa più naturale del mondo, - Attraverso le prove si cresce, passando da porte strette si trova il giusto cammino ed è solo grazie a questa metamorfosi diventerai la versione migliore di te stessa, pronta per tutto quello che deve accadere.-
-Io mi piacevo così com’ero. - sibilò Fiore. - Chi sei tu? -
-Non è il momento per darti questa risposta, ma se vuoi posso dartene un’altra. 
-Cosa ti fa pensare che io voglia risposte a domande che non ti ho posto? - stilettò velenosa la rossa.
-Lo Specchio delle Anime ha il potere di mettere a nudo la vera essenza degli uomini, anche la tua, e io volevo che tu vedessi quello che vedo io ora... - spiegò la donna ammorbidendo il tono della sua voce in un modo quasi carezzevole, e il sentirsi così... confortata da lei la indispettì alquanto. 
-E cosa vedi? - chiese, in un tono meno rabbioso di quanto avrebbe voluto.
-Una cosa meravigliosa. - la rassicurò Hala. - Meravigliosa e fragile, finalmente consapevole. Ci rivedremo presto, mi rincontrerai quando sarà giunto il momento, e solo allora ti potrò rivelare il mio compito in questa Guerra contro le forze del male, ma fino ad allora...
-Fino ad allora? - la incalzò la rossa.
-Goditi i regali del tuo destino. - le rispose civettuola la donna, ammiccando verso l’ingresso della tenda, dietro il quale sapeva aspettarla Matteo.
Fiore si ricordò dell’avventore che la attendeva e, con più domande che risposte, si congedò abbandonando il cimelio tra le mani della maga.
-Credi a queste cose? - indagò derisorio Mercanti.
-Nemmeno per sogno. - sbuffò indispettita la rossa, sfoggiando un’espressione offesa tanto infantile da far scoppiare a ridere il ragazzo, e poi anche lei.
Vedendo l’eroina allontanarsi nella notte con il suo inaspettato cavaliere, Hala sorrise soddisfatta carezzando la superficie incrinata dello specchio, mentre un soffio di vento tiepido le carezzava il viso.
-Edda, cara amica mia...- sospirò la veggente, - hai scelto proprio i portatori adatti per le tue Stelle, e vorrei che tu potessi essere qui a vederli ora... vinceranno, ne sono sicura! Adesso devo solo progettare il loro incontro con quei due! -
 
***
 
La Dama Nera se ne stava lì, temibile, ad osservarli, circondata di un branco di gatti randagi, anch'essi con occhi iniettati di sangue che soffiavano, guaivano e li fissavano con le zanne e le unghie scoperte. - Mi avete deluso, non siete degni del potere che vi ho affidato. Ed ora per voi è giunto il momento di pagare... - minacciò tetra.
-E’ solo colpa mia, prenditela con me e lascia loro tre in pace! - si frappose l'unica ragazza, inginocchiandosi davanti alla Dama e chinando severamente il capo.
-Molto bene, allora sarà su di te che si riverserà la mia ira! - Sibilò quella alzando la mano contro di lei e...
-Ferma! - Si intromise Dragonfly. - Forse possiamo giungere ad un accordo...- propose, e quella stizzita gli fece cenno di continuare; l‘eroe allora aprì il pugno in cui stringeva una libellula dalle sgargianti sfumature azzurre. - In questo insetto, - spiegò - è racchiuso il potere del delfino che ho copiato e non ho ancora usato. Prendilo, é tuo. -
La donna di nero vestita fremette, mal celando la sua emozione e lo sguardo avido adombrato dalla pesante veletta. - Questo è un misero risarcimento. - ringhiò afferrando la libellula tra le dita. - Per ora siete salvi, sparite dalla mia vista! -
Senza farselo ripetere due volte Faunus e Idra si volatilizzarono, mentre Kenny prese con se Maya, ancora stranita dall‘iniziativa del compagno, per portarla al sicuro.
-Vola piccola mia, - ordinò carezzevole all‘insetto lasciandolo volare libero, - E torna da me nel momento opportuno.
Il sole filtrava tra le vetrate policrome della cattedrale oscura, mentre da una piccolissima fessura un insetto scintillante si intrufolava al suo interno.
-Eccoti finalmente! - gracchiò la Dama Nera porgendo un dito al lepidottero.
-Ti emozioni così tanto per un bell’insettino? Non ti ricordavo così sentimentale.. - la prese in giro il Cavaliere. 
-Non essere ingenuo.- lo rimbeccò la donna, stritolando l‘animale nella sua mano avvizzita fino ad ucciderlo e sentire il suo potere scorrere dentro di sé. Come un miracolo, la sua pelle prese a rinvigorirsi, ringiovanendo, mentre un‘aura azzurra l‘avvolgeva.
-Il potere del delfino! - si meravigliò l‘uomo osservando quel prodigio, fino a sentire quella magia scorrere anche dentro di se quando la donna gli si avvicinò fino quasi a far sfiorare le loro labbra. Quello era il massimo che potevano concedersi a causa della maledizione che li separava..
-Non è la soluzione definitiva... - spiegò la donna sollevandosi il pesante velo dal viso, rivelando quegli occhi così profondi e magnetici che da tanti secoli non vedeva. - Ma ringiovanendo abbiamo guadagnato tempo.- 
-Mia Regina! - sospirò il soldato inginocchiandosi ai suoi piedi, - Ora che sento nuova linfa vitale scorrere dentro di me, nessuno di quegli eroi da strapazzo avrà scampo!
 
***
 
Il vapore acqueo della doccia bollente che, con scarsi risultati, avrebbe dovuto allontanare i pensieri del giovane Kyros aveva appannato il grande specchio del lavabo, che rifletteva solo una sagoma appannata di se stesso.
Kyros si maledisse per quanto si sentisse disgustosamente simile a quella figura evanescente, pallida e insulsa. La rabbia allora montò irrefrenabile nel suo cuore e con un gesto inconsulto colpì la superficie riflettente con un pugno, per poi piegarsi in avanti per il dolore con un’imprecazione trattenuta tra i denti.
-Almeno avresti potuto usssssare la mano fasulla...- gli ricordò il suo velenoso kwami che, noncurante, lustrava le sue tetre squame con olio profumato.
-Taci stronzo! - lo zittì il greco aprendo il rubinetto con la suddetta “mano fasulla” per sciacquare ed eliminare i vetri dalla ferita che lacerava l’altro arto. Il giovane usava con perizia la protesi biomeccanica costata alla sua famiglia una barca di soldi... dopotutto avrebbero fatto qualsiasi cosa per lui no? Ma non avrebbero mai, purtroppo, potuto riportare sua madre indietro. A quel solo pensiero il cuore gli si strinse nel petto, provocandogli un dolore che non avrebbe mai smesso di perseguitarlo, e tutta la rabbia che aveva causato quel gesto inconsulto svanì ingoiata da una disperazione abissale.
-Che cosa faccio ora? - chiese allora al serpente, irritandosi per quanto il suo tono risultasse supplichevole.
-Fingeremo che non ssssia mai accaduto, terremo quessssto furto sssssegreto fino a quando non riusciremo a riprendere il Grimorio. - spiegò Edenn, con la sua solita calma innaturale e strafottente.
-Chi può essere stato? Avevo messo a guardia del libro un incantesimo potente! - rifletté esasperato Kyros.
-Sssssolo tre eroi si sono presentati allo scontro quella notte, avresti dovuto ssssospettare che qualcuno di loro agisse in incognito. - recriminò velenoso il Kwami.
-E’ colpa di quel caprone! Lui mi aveva assicurato che erano rimasti in pochi! - controbatté sentendo rimontare la rabbia.
-E’ inutile ora interrogarti su come ssssia accaduto, quanto piuttosto ssssssu come recuperare il Grimorio degli incantesssssimi. - Suggerì pratico Edenn.
Kyros rifletté in silenzio per alcuni minuti, mentre la rabbia scemava e piano piano i pensieri razionali riprendevano posto nella sua testa. Il giovane diede le spalle allo specchio, per poi voltarsi ad osservare il volto minaccioso di Medusa dipinto sulla sua schiena, e non poté non ripensare al volto terribile e velato di quella strega maledetta.
-Edenn... se scoprisse... se venisse a sapere che ho avuto io il libro fino ad ora, che le ho mentito e che me lo sono fatto rubare, cosa accadrebbe? -
-Ti ucciderà. -
 
***
 
Se c’era una cosa che non si poteva dire di Maya Neri è che non fosse una persona precisa, e una come lei era solita andare a dormire e svegliarsi ad orari ben precisi. Eppure quella notte altro non stava facendo che girarsi e rigirarsi nel letto, con la testa affollata di pensieri. Dopotutto, era una abituata a vincere lei e il suo categorico cervello proprio non poteva tollerare che le sue convinzioni vacillassero anche solo un secondo.
Ma che cos’era quel tarlo che sembrava insinuarsi in lei, giorno dopo giorno?
Un sospiro flebile la distolse dal suo dissidio interiore e, alzato il capo dal letto, vide la sua kwami di fronte alla finestra pensierosa e... triste.
-Non sono l’unica insonne, a quanto pare. - dedusse a voce alta alzandosi dal letto, ma la creaturina volse solamente lo sguardo di sbieco verso di lei senza replicare.
-Non abbiamo parlato tanto io e te in questo periodo, eh? - la incalzò sarcastica la ragazza sedendosi sul davanzale vicino alla kwami.
-Non ho mai...- rispose la piccola gru dopo un lungo momento di silenzio, senza mai allontanare lo sguardo dalla luna oltre i vetri. - ... avuto un portatore così... malvagio.- 
Malvagia.
Quella parola, inaspettatamente, colpì Maya come un cazzotto, aprendo ancora di più una crepe nata dalle parole di Callisto...
Noi, al contrario vostro, siamo una squadra. E io ho vinto perché i miei compagni hanno vinto!
-Così neanche tu sembri capirmi... - si rese conto la ragazza, sentendosi intimamente più triste di quanto non volesse ammettere. 
-I miei portatori del passato sono stati Santi, taumaturghi, fate buone. Tu invece...- stilettò Graal.
-Io cosa?! Che cosa credi di saperne tu di me? - reagì Maya sentendosi profondamente offesa.
-So che ti sei concentrata, fin ora, sulla forza e sulle abilità che il miraculous della gru ti dona, ma non hai minimamente sentito il bisogno di usare il tuo potere! - replicò la kwami.
-Colpita e affondata...- ammise la ragazza, colpevole, focalizzando l’attenzione sulle proprie mani.
Il potere della guarigione... era davvero quello il potere adatto a lei? Ne era degna?!
Ma certo che lo era! Lei avrebbe cambiato il mondo.
-Graal, - si riscosse, - insegnami ad utilizzare il mio potere, per favore. - 
-Devi solo trasformarti e metterti in ascolto, ed il tuo potere ti guiderà verso la persona che ha più bisogno di te in questo momento. - spiegò, finalmente fiera, la piccola gru.
-GRAAL, TRASFORMAMI! - proclamò la ginnasta fondendosi con il suo kwami e volò oltre la propria finestra; giunta sul tetto, si guardò intorno e si grattò una guancia, pensierosa: insomma, poteva essere più chiara quella micro stronza! “Il tuo potere ti guiderà”, ma lei non sentiva un bel nient...
Eccolo! lo sentiva davvero! Una specie di sesto senso, una bussola interiore che pareva guidarla.
-In marcia! - si disse saltando da un tetto all’altro senza avere idea della meta verso cui le sue gambe la stavano portando da sole.
L’eroina si fermò, affannata, dinanzi ad una grande villa che sembrava molto antica.
“Come può una persona tanto ricca essere il bisognoso verso cui mi stanno guidando i poteri della gru?’” Si domandò e spinta dalla curiosità si diresse verso il piano superiore, sbirciando di finestra in finestra nelle camere vuote e deserte, fino a trovarne una che sembrava essere abitata. Con la sua speciale scaltrezza e agilità aprì l’infisso, si intrufolò all’interno della stanza e si diresse, con passo felpato, verso il grande letto dentro cui una persona sembrava agitarsi nel sonno.
“Pfff, sono venuta qui per un incubo?” Dedusse indignata ma, curiosa come era sempre stata, si sporse sulla sponda del baldacchino per scoprire chi fosse quel tipo che si dimenava e lamentava senza riuscire a svegliarsi e...
-Non ci posso credere! - trasalì pendendosi immediatamente, era quasi riuscita a svegliarlo!
Merlin rimase immobile senza emettere un fiato fino a che non fu cerca che il ragazzo non stesse ancora dormendo, poi rilassò ogni muscolo in tensione e si mise ad osservarlo... era proprio lui, il ragazzo che ci aveva provato con lei qualche giorno prima... come si chiamava? Cris, cristoff... Kyros! Si chiamava Kyros e, così indifeso e sofferente, non sembrava neppure lo stesso spaccone che l’aveva irritata tanto.
Poi la notò, sul comodino, riposta con cura. Quel pomeriggio al bar il giovane aveva dei guanti di pelle nera e non aveva potuto notarla, ma quella mano robotica sembrava essere proprio una protesi. Più delicatamente che poté, Maya scostò il lenzuolo fino a scoprirgli il busto, finalmente vide il moncherino di quel braccio amputato e, improvvisamente, la colse un’ondata di dolore che non sembrava essere il suo, ma che sentiva fin dentro le ossa.
Tremante, sfiorò con la punta delle dita la pelle cicatrizzata, sentendo Kyros fremere sotto il suo tocco. Chissà che storia si nascondeva dietro quella menomazione. Chissà quanto aveva influito nella vita del giovane. Chissà se non fosse solo il segno di una perdita ben più dolorosa.
Ecco cosa intendeva Graal...quel ragazzo aveva bisogno di lei, lei lo sentiva, sapeva che doveva aiutarlo.
Così, senza remore, sfoderò la sua spada e con essa si ferì il palmo facendo sgorgare copiosamente sangue rosso acceso che, come per magia, prese a illuminarsi fino a brillare di una calda luce dorata.
-GOCCIA DI VITA! - Sospirò Merlin facendo gocciolare una stilla del suo sangue sul moncherino e, appena quella toccò la pelle, da essa si sprigionò una luce accecante che inondò la stanza. 
Attraverso le palpebre chiuse Kyros intravide un lampo che lo svegliò di soprassalto.
Alzatosi, impaurito, guardò intorno a se, nella stanza buia, ma non vide niente di strano.
-Solo l’ennesimo incubo. - si rese conto strofinandosi gli occhi con la mano e, sbuffando, si rimise a dormire.
Il suo cervello assonnato ancora non aveva collegato di essersi toccato con un arto che non aveva più da tempo. Chiusa nell’armadio intanto, Merlin tratteneva il fiato per non emettere un singolo rumore ma, immersa in una caterva di abiti costosi, con i polmoni che stavano per scoppiare, si sentiva finalmente fiera di se stessa.
 
***
 
Fiore, Diego, Andrea, Davide, Luna e Astreo erano di nuovo uniti, una squadra, ritrovandosi con i rispettivi kwami intorno al tavolo su cui campeggiava, maestoso, il Grimorio degli Incantesimi.
-Quindi questo coso... parla?! - domandò Davide dopo aver, come tutti, ascoltato in silenzio il racconto avventuroso della più piccola. 
-Non esattamente... - lo corresse Luna, - La notte della battaglia ho sentito una voce provenire dal libro, che mi ha detto come trasmettere nuovi poteri ai miei compagni. Ma non ha più “parlato” da allora... - 
-Non potrebbe essere stato un potere derivante dall’unione di tre Miraculous? - si chiese Andrea. 
-Lo escludo... non so come, ma io l’ho sentito. - cercò di spiegare la civetta.
Nel frattempo Fiore stava sfogliando le pagine del libro, cercando di dare un senso a quelle formule magiche scritte in un alfabeto sconosciuto e perso nel tempo.
-Uffa! - sbuffò una vocina tirando la testa fuori dall’acqua. - Perché voi potete volare liberi e io devo restare confinata in questa borraccia? - si lamentò la kwami del delfino, era quella infatti l’unica soluzione che il greco aveva trovato per portarla con se.
-Che domanda ostica la tua, Tiffany! - la prese in giro Palmm, - Mi azzarderei a rispondere, ma non vorrei sbagliarmi, che è perché SEI L’UNICO PESCE TRA DI NOI! -
-Kwami! - li richiamò la rossa, - voi sapete leggere questa lingua?
-Certo! - rispose il cervo come se fosse la cosa più scontata del mondo, - L’abbiamo inventata noi! -
-Ma prima che cantiate vittoria troppo presto, - si intromise Moon, - non possiamo leggere le formule per voi o insegnarvelo. Il Grimorio è protetto da un incantesimo fatto perché shiano solo i Custodi a poterlo fare.-
-Ehi Moon, la tua zeppola va molto meglio! - fece notare l’argentino, per spezzare la tensione del momento. 
-Guarda tutto il giorno video su YouTube, ee è incappato per caso in un podcast di logopedia. - rivelò divertita Andrea.
-Quindi vediamo di fare il punto della situazione, - prese la parola Davide - Ci sono due eroi potentissimi in giro per Roma, che sono buoni ma non vogliono avere a che fare con noi manco per scherzo; abbiamo il Grimorio degli incantesimi ma non lo sappiamo leggere; siamo di nuovo riuniti ma questi due manco si parlano... - prospettò indicando con un gesto esasperato della mano Fiore e Diego, che arrossirono imbarazzati. - Che ansia! - concluse. 
-Smettila di essere cosi negativo! - lo rimproverò Andrea.
-Chi mi accompagna a scuola? - intervenne Luna.
-Io devo andare a lavoro. - si scusò Astreo.
-Io e questo musone! - si propose la mora.
-Ehi! Io avevo altri programmi oggi...- si oppose il cervo.
-Tu invece vieni con noi! - ringhiò la lupa tirandolo per un braccio fino a portare tutti fuori, lasciando soli la rossa e l’argentino.
-Si comportano come una vecchia coppia sposata... - commentò Fiore, ed entrambi ne risero di gusto.
-Direi che hanno fatto di tutto per lasciarci soli... - dedusse Diego. - Forse dovremmo parlare di... -
-Non c’è niente da dire. - tagliò corto la stilista, - Avevi ragione tu, i sentimenti tra di noi non ci permettono di essere eroi al 100%: ci rendono vulnerabili e non possiamo permetterlo. Noi non possiamo stare insieme. -
-Colombella io... non avrei mai voluto ferirti. - si scusò Diego.
-Ma lo hai fatto ed è... passato. - rispose incerta Fiore.
-Che intendi dire? -
-Che ho sofferto si, mi sono arrabbiata, ma è passato. Sto bene ora. - spiegò la rossa. - Amici? - propose tendendogli la mano. 
-Amici. - acconsentì il ragazzo stringendogliela. - E adesso....- continuò mentre un sorriso furbo gli si dipingeva sul bel volto, si avvicinò di soppiatto alla porta, la aprì di colpo e fece capitombolare a terra i tre spioni che li stavano ascoltando dietro lo stipite.
-Ahi! Ma come hai fatto a scoprirci? - si lamentò Luna.
-Non riesco ah respirare ...- si lamentò Davide che era finito sotto le due ragazze.
-Facile, non sei mai andata in orario a scuola da quando ti conosco...-
 
***
 
Kyros continuava ad osservare, esterrefatto, quella mano che era spuntata nella notte alla fine del suo braccio. 
Si muoveva, era viva, era parte di lui. Una parte che gli era stata strappata insieme a molto altro quella maledetta notte, in quell’incidente che ancora tormentava le sue notti.
Preso da un impeto quasi di follia, afferrò un coltello dalla cucina, si tagliò sul palmo e il sangue sgorgò copioso dalla ferita che pulsava di dolore lancinante. 
Era davvero viva.
-Sei sicuro che non sia frutto dei poteri del serpente? - chiese al suo kwami.
-Per l’ennessssssima volta, no! - replicò scocciato Edenn senza smettere di dedicarsi alla sua adorata mela. 
Kyros osservò a lungo l’anello del serpente, sicuro che la riposta di quella misteriosa apparizione fosse nascosta lì dentro, e proprio in quel momento il metallo iniziò a bruciare e pulsare al suo dito. Un brivido gelido attraversò la sua spina dorsale e fulmineo si voltò verso il serpentello che, colpito dalla stessa sensazione, aveva smesso di mangiare.
-Ti sssssta chiamando. - lo informò.
Un grumo bollente di panico si sciolse nel suo addome, come se qualcosa lo stesse ustionando dall’interno, ma era comunque consapevole di non potersi sottrarre. Inghiottì a vuoto la saliva e disse:
-EDENN, TRASFORMAMI. -
 
***
 
Dopo scuola il padre di Luna passò a prendere la figlioletta per portarla in ospedale, da quella dottoressa che proprio non riusciva a digerire, per fare tutti i controlli del caso.
Durante il viaggio, insolitamente silenziosa, si trovò a fare i conti con uno strano sentimento che le attanagliava il cuore come quando era spaventata, le faceva formicolare le mani come quando era arrabbiata e la incupiva di una strana ansia. Non poteva essere un nuovo pericolo all’orizzonte, altrimenti la sua perspicacia l’avrebbe avvertita, no? Che fosse una specie di... ricordo? Quante volte -e seppur piccolissima se lo ricordava impressionantemente bene- avevano accompagnato sua madre in quello stesso ospedale per sottoporla a cure che comunque non l’avevano salvata? Quanto tempo della sua infanzia aveva passato in un corridoio d’ospedale? Decisamente troppo.
Questi pensieri la incupirono per tutta la durata del viaggio e anche degli esami a cui si sottopose, sia biochimici che strumentali, e la lasciarono in pace solo quando la Dottoressa si palesò davanti a lei e a suo padre, lasciandola con quella sensazione indecifrabile che aveva avuto prima
-Sua figlia sta bene, è sana come un pesce. - li rassicurò la donna; ma perché si rivolgeva a suo papà come se lei non esistesse o peggio, come se fosse troppo piccola e stupida per capire? Era irritante, estremamente irritante.
-Oh, grazie al Cielo! Non sai che peso mi hai tolto dal cuore, Cecilia. - rispose il signor Ranieri con un tono fin troppo confidenziale per i gusti della figlia.
-Papà - lo richiamò severa, - Dobbiamo andare a prendere Silvia in palestra. - ricordò senza preoccuparsi di nascondere la sua saccenza.
-Oh - rimembrò con delusione l’uomo. - Dobbiamo proprio andare ora... spero di rivederti presto. - si augurò.
-Certamente, me lo auguro anche io. - acconsentì divertita l’algida dottoressa.
-Io non me lo auguro per niente! - si intromise Luna offesa, interrompendo un sospetto gioco di sguardi tra i due.
-Tua figlia ha ragione, dovremmo vederci senza aspettare un ipotetico acciacco di una delle tue figlie. -
-Oh, sisisi certo, non intendevo questo! - replicò teneramente imbarazzato l’uomo.
-Papà, dobbiamo andare ora! - sentenziò la ragazzina trascinandolo via per una manica della giacca.
Non ci poteva credere quei due stavano... stavano... com’è che diceva sempre Diego?Ah, si! Stavano flirtando.
Disgustoso, semplicemente disgustoso
-Hai considerato ragazzina, - le Bisbigliò Palmm quando furono in macchina - che potresti essere semplicemente gelosa?-
Luna sbuffò in risposta, offesa. Gelosa lei? Ma quando mai! Desiderava solamente che quella gatta morta mancasse un gradino scendendo le scale dell’ospedale.
 
***
 
Astreo mescolava ormai con maestria gli ingredienti dei cocktail che i clienti del RistòBand ordinavano, ma ormai un ricetta in particolare era il suo cavallo di battaglia,
-Ecco il tuo Negroni. - disse fiero porgendo l’alcolico alla cliente più abituale di tutte.
-Grazie, - rispose Fiore, - Mh, sei in forma oggi! - constatò poi al primo assaggio.
-E’ più facile lavorare quando nessuno ti dà il tormento. - confidò buttando un occhio al suo collerico collega che, chiuso in uno scorbutico mutismo selettivo, puliva e riordinava i bicchieri. Lui e Matteo non si potevano definire esattamente amici ed era una benedizione stare tranquilli per un po’ senza i suoi dispetti e battutine, ma ormai era diventato quasi una noia. Quasi quasi gli mancava.
Il greco si ripromise, entro la fine di quella giornata, di parlarci.
Mentre la rossa sorseggiava il suo drink, sentì la porta del locale a cui dava le spalle aprirsi, facendo suonare la campanella ma non ci fece caso finché due mani non gli si posarono sugli occhi.
-Indovina chi sono? - scherzò il misterioso avventore.
-Non è possibile...- si rese conto, immediatamente, Fiore, - Matteo! Mi hai seguita fin qui? - rispose, stupita.
-AHAHAHAHAH no, non sono un maniaco... è un caso. - si giustificò.
-E tu ci credi nel caso? - domandò la stilista rapita da quei magnifici occhi castani.
-Neanche un po’... tu? 
-Nemmeno.- rispose, decisa.
-Ehi sorellina! - si intromise l’allegro Mason, - Pronta per il nostro duetto?- 
-Ah, allora sei una cantante professionista? - dedusse Matteo.
-Chi è il tuo nuovo amico? - indagò il proprietario del locale rimarcando l’ultima parola con un tono decisamente allusivo e maledettamente imbarazzante.
-COSA?! NONONONO - si affrettò a giustificarsi Fiore, - Dovresti smetterla di fare domande inopportune senza presentarti, fratellino. - ringhiò poi tirandogli dolorosamente l’orecchio come facevano da piccoli. - Matteo, questo è il mio inopportuno fratello Mason, Mason, questo è il mio amico Matteo, è un musicista professionista, non un arronzone come noi. -
Fatte le dovute “presentazioni”, con Matteo che a stento tratteneva le risate così come Astreo, Mason invitò il nuovo “amico” della sorella a restare per guardare la loro esibizione, con disappunto della diretta interessata. Poi, arrivò l’illuminazione:
-Ora che ci penso bene... non è che io sia proprio al top, ho un po’ di mal di gola e...- 
“Nondirlonondirlonondirlo” Pensò impanicata la stilista che già aveva intuito dove volesse andare a parare.
-Perché non mi sostituisci tu? - domandò rivolgendosi al violinista.
“Maledetto stronzo!”
-Mh, perché no? Dovrei esserne capace, se ne avete bisogno...- accettò disponibile il ragazzo.
“Nonononononono!!!” 
Ed ecco che il mondo le crollava addosso mentre, rossa come i suoi capelli, saliva sul palco nello stesso istante in cui Andrea, Davide, Luna e -purtroppo- anche Diego varcavano la soglia.
-Hai appena rinunciato ad esibirti per spingere tua sorella tra le braccia di uno sconosciuto?! - si rese conto Astreo mentre le prime note della canzone partivano in sottofondo.
-Esattamente... me lo sento, questo è quello giusto! - rispose Mason, elettrizzato, con una luce d’emozione negli occhi che fece accelerare il battito del cuore del biondo e fargli imporporare le guance.
-Right from the start
You were a thief, you stole my heart
And I, your willing victim
I let you see the parts of me, that weren’t all that pretty
And with every touch you fixed them
Now you’ve been talking in your sleep oh oh
Things you never say to me oh oh
Tell me that you’ve had enough
Of our love, our love - Cantò Fiore, imbarazzata, cercando di sfuggire allo sguardo di Matteo, che non la lasciava un attimo sorridendole dolcemente. 
 
-Just give me a reason, just a little bit’s enough
Just a second we’re not broken just bent, and we can learn to love again
It’s in the stars, it’s been written in the scars on our hearts
We’re not broken just bent, and we can learn to love again - Intonò poi sentendo il cuore battere sempre più forte.
 
-I’m sorry I don’t understand
Where all of this is coming from
I thought that we were fine 
Your head is running wild again
My dear we still have everythin’
And it’s all in your mind 
You’ve been havin’ real bad dreams oh oh
You used to lie so close to me oh oh- ribatté Matteo melodiosamente, alzandosi dal proprio sgabello per farsi più vicino a Fiore, le girò intorno e le prese la mano.
 
-There’s nothing more than empty sheets between
our love, our love
Oh our love, our love
Just give me a reason, just a little bit’s enough
Just a second we’re not broken just bent and we can learn to love again
I never stop, you’re still written in the scars on my heart
You’re not broken just bent and we can learn to love again - duettarono insieme armonizzandosi perfettamente, percependo e trasmettendo alla platea un sensazione di serenità e allegria che poche volte Fiore aveva sentito su di sé in quell’ultimo periodo.
 
-Chi è quel tipo? - domandò, curioso, Davide.
-Che ti importa chi è, guarda com’è carino! - lo zittì la Lupa che, insieme alla civetta, confabulava come una fan accanita al primo concerto del suo cantante preferito.
-Pfff, non è questo gran che...- replicò, infastidito, il cervo.
-Geloso? - lo pungolò Luna facendo ridere a crepapelle la compare quando il diretto interessato arrossì come un peperone e per poco non si strozzò con il drink
-Coffcoff, piccola impertinete! Coffcoff, - tossicchiò il malcapitato sotto gli occhi di Diego, troppo occupato a ribollire dentro come un vulcano pronto ad esplodere per accorgersi di ciò che accadeva intorno a se.
-Non ci provare neppure a lamentarti - lo riportò alla realtà l’amico, ripresosi dall’apnea. - L’hai lasciata tu, ricordatelo.
-Ho fatto una cazzata, vero? - chiese l’argentino retoricamente.
-Grande quanto una casa. - acconsentì il cervo.
 
-Oh tear ducts and rust- cantò nel frattempo la stilista alzandosi anche lei dal proprio sgabello per farsi portare al centro del palco.
 
-I’ll fix it for us- rispose Matteo facendosi sempre più vicino,
 
-We’re collecting dust, but our love’s enough- intonarono in coro illuminati a pieno dall’occhio di bue.
 
-You’re holding it in- cantò il violinista,
 
-You’re pouring a drink- replicò la stilista
 
-No nothing is as bad as it seems We’ll come clean
Just give me a reason just a little bit’s enough
Just a second we’re not broken just bent and we can learn to love again
It’s in the stars, it’s been written in the scars on our hearts
That we’re not broken just bent and we can learn to love again
Oh we can learn to love again
Oh we can learn to love again
Oh that we’re not broken just bent and we can learn to love again - cantarono, infine, insieme al centro di quella pista, immersi in una musica che li avvolgeva come il mare, circondati da applausi che sembravano lontani anni luce dal loro piccolo, melodioso, meraviglioso mondo.
 
-Ci credi nell’amore a prima vista? - domandò la stilista rapita da quei magnifici occhi castani.
-Neanche un po’...prima di oggi. tu? 
-Nemmeno.- rispose, decisa. - Prima di oggi.- 
 
***
 
-Papà, sono a casa! - si annunciò Luna varcando la soglia, dopo che Andrea e Davide l’avevano accompagnata fin sotto al portone. Inaspettatamente però, suo padre non le rispose come era solito fare, ma era in casa ed era... in compagnia? Sentiva chiaramente la sua voce e quella di una donna conversare in salotto, quindi si precipitò da loro e fu lì che, a quella vista, il cuore le mancò un battito.
Lei era lì, con suo padre, da soli.
-Oh, ciao t-tesoro - farfugliò il signor Ranieri, - Non ti aspettavo così presto.
-Sono le undici passate papà, e io vado alle scuole medie. - stilettò la figlia incrociando le braccia al petto.
-Oh! È già così tardi? Non ce ne eravamo accorti, noi... - si rese conto l’uomo arrossendo fino all’attaccatura dei capelli.
-Che ci fa lei qui? - domandò, velenosa, Luna senza girarci intorno e senza preoccuparsi di sembrare meno indispettita di quanto non fosse. A fanculo le buone maniere, quella stava circuendo suo padre! 
-La dottoressa Tedeschi è stata così gentile da... portarci a casa la tua cartella clinica! - inventò sul posto l’uomo, ma alla ragazzina non sfuggì il sorriso divertito di quell’arpia.
-Di sera? - incalzò Luna.
-Ha dovuto staccare in ospedale, tesoro. - si difese il padre.
-E giustamente tu per ringraziarla hai tirato fuori il vino. - concluse, derisoria, la civetta notando due calici mezzi pieni sul tavolo alle loro spalle.
-L’ospitalità prima di tutto. - ribatté quello.
-Quei bicchieri erano di mamma. - sibilò Luna, nera di rabbia, facendo sprofondare la stanza in una coltre pesante di imbarazzo e disagio.
-E’ meglio che vada, si è fatto tardi. - pronunciò la donna dopo interminabili attimi di silenzio tombale.
Il padre di Luna la guardò senza proferire parola, ma dai suoi occhi traspariva del dispiacere evidente. - Hai il mio biglietto da visita. - gli ricordò allora, illudendosi che la bambina non capisse il “chiamami” che era sottinteso.
Gatta morta!
Cecilia tedeschi abbandonò l’appartamento ma poté sentire, divertita, i passi pesanti della preadolescente e poi il suono di una porta sbattuta con forza, non poté fare a meno di ridere di se stessa, era proprio una calamita per uomini complicati. 
Si rimise in macchina, destinazione ospedale, che raggiunse in pochi minuti.
“Ho dimenticato la borsa in ufficio”, e la guardia notturna la fece passare.
Raggiunse il suo ufficio, senza accenderne la luce, sbloccò il pc ed inserì le credenziali di accesso, poi aprì via via varie cartelle a matriosca inserendo ogni volta una password diversa e segreta.
Il suo lavoro doveva essere protetto ad ogni costo.
Scrollò l’elenco dei file inutili che aveva inserito come depistaggio e sul fondo trovò il suo obiettivo; cliccò sul nome ed entrò. 
Luna Ranieri.
Davanti ai suoi occhi prese vita la ricostruzione digitale dei risultati degli esami fatti sulla ragazzina che si era prodigata immediatamente a secretare e sostituire con dei falsi.
Pensierosa, passò lungo tempo ad osservare l’animazione di tre eliche di DNA* super avvolte, come mai aveva visto in natura o letto sui libri.
Quella mocciosa aveva un segreto, un segreto che avrebbe rivoluzionato il mondo della medicina.
Ed era in mano sua.
 
***
Erano in un parcheggio deserto, fronteggiandosi l’un l’altra pronti a battersi fino all’ultimo respiro. Lei era già trasformata, avvolta nella sua tetra battlesuit, il kwami del ragazzo invece deglutì a vuoto prefigurandosi i disastri che quella battaglia avrebbe causato. 
E lui non aveva la benché minima idea di perdere.
Un vero leone non perde mai.
-SCARR, TRASFORMAMI! - ringhiò Jos richiamando a se la trasformazione quantica, poi si preparò a sferrare il suo colpo: richiamò le sue fiamme nei palmi delle mani finché entrambe non furono avvolte dal fuoco.
Le lingue di fuoco diventarono via via più calde, virando di colore dal rosso ad un giallo oro acceso finché non mutarono fino a prendere la foggia di due fauci.
-PASSI DEI DUE LEONI! - proclamò Simba wa Moto lanciandosi all’attacco contro la sua nemica che invece schivò con agilità un colpo dopo l’altro, per poi indietreggiare ed inforcare la sua arma. 
-NOTE RIVERBERANTI! - annunciò Tengu scagliando dardi luminosi a forma di nota musicale con il suo shamisen magico.
Con movimenti agili e scattanti Simba schivò ogni proiettile indietreggiando fino a trovarsi spalle al muro e, quando se ne accorse, fu troppo tardi.
-CATENE D’OSSIDIANA! - Soffiò la ragazza-corvo scagliandogli contro le sue due catene gemelle, lanciando un attacco bilaterale che non gli avrebbe permesso di scappare in nessun modo; incrociò per un attimo lo sguardo spaventato del compagno prima che il suo colpo andasse a segno facendo esplodere la parete in una nuvola di polvere.
Il petto della ragazza era teso dal respiro affannoso per la stanchezza, e tutto il mondo fuori sembrava tacere, lasciando nelle sue allenate orecchie di musicista solo il ronzio del suo sangue pompato oltre ogni misura e... 
Il crepitio del fuoco! La battaglia non era finita.
Diradatasi la polvere, Tengu vide Simba illeso, avvolto da una nuvola di fuoco che aveva aumentato ancora la sua temperatura, diventando color verde acceso.
-FIAMME DANZANTI! - ruggì l’eroe e il suo scudo si infranse in uno sciame incontabile di fiammelle che si misero a svolazzare dirigendosi contro di lei, accerchiandola senza via di fuga. L’eroina si guardò freneticamente intorno, ma non aveva via di scampo, c’era un solo modo di salvarsi:
-TREDICESIMO SIGILLO! - Disse invocando il suo potere originale e riuscì ad intrappolare sotto forma di note musicali ogni fiamma nel suo magico pentagramma.
Ce l’aveva fatta! Si era salvata, ma non poteva certo sapere che era tutto un diversivo...
-Presa! - Cantò vittorioso Jos piombandole addosso per farla capitombolare al suolo, sotto di se. - Ho vinto strega, ammettilo. - soffiò ad un respiro dalle sue labbra.
-Giammai! - replicò la ragazza, sferrandogli un calcio nei gioielli con tutta la forza che aveva per poi scrollarselo, uggiolante, di dosso.
-Sei sleale! - si lagnò il leone.
-Direi che ho vinto io! - Gongolò divertita la corva.
-Neanche per sogno! Se non avessi tirato quel colpo basso avrei vinto io sicuramente. - sbuffò quello.
-Siamo perfettamente pari. - decretò seria Ayaka facendosi seria e mettendo fine a quel siparietto, - Abbiamo ottenuto poteri simili per potenza e distruttività, e non siamo al nostro massimo! - concluse poi sciogliendo la sua trasformazione.
-L’allenamento più spassoso di sempre! - gioì divertito il tetro kwami del corvo.
-Scarr, detrasforma. - acconsentì Jos cingendo le spalle della sua ragazza.
Ah, come suonava bene,
La Sua Ragazza.
-Andiamo a mangiare qualcosa o barerai anche al ristorante per farti offrire la cena? - la punzecchiò incamminandosi.
-Non barerò per il semplice fatto che me la offrirai tu spontaneamente - negò Ayaka rimarcando l’ultima parola con un cipiglio così funereo che il leone non osò replicare. 
E andava bene cosi.
 
***
 
Aggirandosi furtivamente nel colonnato del Pantheon, Idra sgusciò appiattendosi contro una colonna alle spalla della Dama Nera, che si ergeva fiera al centro della struttura.
-Esci. - sentenziò lapidaria la strega dimostrando che non le fosse passata inosservata la sua presenza.
-Mia Signora. - si annunciò, mellifluo, il serpente dipingendosi addosso la sua migliore finta maschera di spavalderia; raggiunta la donna, si inginocchiò alle sue spalle.
-Alzati - ordinò la Dama nera, e così fece. - Mi hai deluso molto, sai? Avevi il compito di portare le mie stelle malefiche alla vittoria, e non lo hai fatto. -
-Ho anche promesso che ti avrei dato altro tempo da vivere, e l’ho fatto. - si difese, sibilando, Idra.
-Hai ragione....- replicò la donna voltandosi, ostentando una finta e velenosa dolcezza, - Hai ottenuto il minimo risultato accettabile, forse avresti bisogno di uno stimolo in più...- rifletté a voce alta.
Un nuovo brivido percorse la colonna vertebrale del ragazzo, e in un fulmineo movimento vide la strega avventarsi contro di lui, un dolore lancinante al petto gli fece tremare le ginocchia e annebbiare la vista. Tremante, Idra volse lo sguardo al suo torace e, sconvolto, vide la mano della donna che era affondata all’interno del suo petto sanguinante; con una sensazione che non credeva potesse mai avvertire, percepì le dita avvolte intorno al suo cuore.
Era paralizzato, era la fine. Sarebbe morto.
Quando la Dama nera strinse la morsa attorno al cuore del ragazzo, questo urlò in preda ad un dolore lancinante.
-Questo forse potrebbe spronarti un po’! - latrò, esaltata, strattonando la mano e portando via con se l’organo vitale. Stremato, Idra cadde al suolo.
Sorprendentemente, ancora dolorante come se fosse trafitto da mille spade, Kyros si sorprese nel rendersi conto di essere ancora vivo e, alzato lo sguardo, rabbrividì nel constatare che il suo cuore era lì, tra le mani della strega, palpitante come se fosse ancora al suo posto, e nessuna traccia della ferita era rimasta su di se.
-Terrò questo tesoro con me, - annunciò sadica, - E se mi deluderai ancora... - minacciò stringendo ancora l’organo, osservando con soddisfazione il serpente che si contorceva dal dolore.
-Ti conviene non deludermi. - concluse dando le spalle alla sua vittima, che perse i sensi con l’ultimo ricordo del rumore dei suoi tacchi che stilettavano l’antica pietra del Pantheon.
 
***
 
* fatemi fare il biologo, per una volta. (Almeno dimostro di essermela guadagnata, sta laurea) come tutti voi sapete, e se non lo sapete ve lo spiego io in due parole, il nostro patrimonio genetico, di tutti gli esseri viventi tranne alcuni virus, é costituito da DNA formato da DUE eliche super avvolte. Chiaramente, la situazione qui descritta è puramente immaginaria, né sarebbe così semplice da scoprire con delle analisi di routine in ospedale putanto caso fosse reale, ma concedetemi questa licenza bio-narrativa. XD
 
NOTE DEL RESUSCITATO:
 
Salute a voi, coraggiosi che siete giunti fino alla fine, come state? Non sapete per me che emozione è scrivere queste note d’autore, e che ansia mi solletica nel pubblicare questo capitolo.
Spero tanto di ritrovare il mio seguito, e soprattutto spero di riuscire a continuare questa storia in tempi accettabili e meno biblici. Che dire, passiamo alla storia?
Era questo il prosieguo che vi siete immaginati? Si? No? Siete delusi/soddisfatti? Fatemelo sapere con un commento! Si accettano anche “ci hai messo un anno 0er dta cagata?”
Mamma mia, ho così tante cose sa dire che non so come scriverle, ste note... partiamo dicendo che si conclude qui il secondo arco narrativo della mia storia, quindi il prossimo capitolo sarà pubblicato in tempi (spero) brevi e sarà la BONUS TRACK 2. la storia prevede tre archi narrativi per avviarci al finale, quindi avrà in tutto una trentina di capitoli, ma non temete, sto già pensando ad un seguito!
Contino dicendo che una parte fondamentale della mia assenza è il fatto di essere tuttora senza pc, questo capitolo è infatti scritto con un tablet ed è molto faticoso, fidatevi. Per ciò siate clementi, apprezzate lo sforzo e sorvolate gli errori e la grafica spartana.
Adesso mi rivolgo ai mitici superfantastici autori che mi hanno prestato i magnifici oc per questa storia, a loro devo le scuse più grandi per averli delusi con la mia assenza, e spero di ritrovarli qui sotto. Se non sarà così, giuro solennementedi non avere buone intenzioni che tratterò i vostri personaggi come una cosa preziosa. Mi scuso inoltre se non tutti gli oc compaiono in questo capitolo ma essendo, appunto, una conclusione di un arco narrativo che deve, allo stesso tempo, introdurre il successivo, ho dovuto lavorare con ciò che mi era necessario. Nel prossimo capitolo vedremo Vaen, Aurora, Michele, Matteo, Kenny ed un nuovo fantastico personaggio “ficcanaso” con tantissime sorprese!
Venendo alla consuetudine della nostra storia, è ora di parlare di ester egg, sondaggi e interazioni! 
 
1)MOMENTO ESTER EGG: Un applauso a SAPPHIR DREAM per aver indovinato per prima il “testa quadra” da Naruto nello scorso capitolo, vi lascio il link del suo profilo instagram che dovere assolutamente seguire e, in più, vi invito a contattarla per farmi mostrare un piccolo video che ha realizzato su questa storia, animando una parte del capitolo precedente. https://instagram.com/sapphirdream?igshid=MzNlNGNkZWQ4Mg== 
 
L’ester egg di questo capitolo è sempre a tema anime/manga chi lo indovinerà come sempre sarà sponsorizzato con uno spazio pubblicitario nel prossimo capitolo. 
 
2)MOMENTO INTERATTIVO: per quanto riguarda il momento interattivo, parlo agli autori degli oc di questa storia, avete visto in questo capitolo due due personaggi nuovi, la dottoressa Cecilia Tedeschi e il musicista Matteo Mercanti che sembra avere un debole per la nostra eroina colomba. Vi chiedo, cosa ne pensate di questi due? Come immaginate l’ipotetico rapporto con i vostri oc? Potete descrivermi in linea generale quale potrebbe essere la loro relazione, potete descrivere un loro incontro/momento insieme, oppure semplicemente dirmi “non voglio che il mio/i miei oc ne abbiano a che fare” siete molto liberi sia nella forma che nel contenuto. 
A proposito di Cecilia e Matteo, li avete riconosciuti? Avete capito da dove li ho “pescati”?
 
3) MOMENTO SONDAGGIO: rivolto a tutti i lettori, iscritti e non, desiderate vedere un miraculous-swap? (Tipo mr.bug/ladynoir per intenderci) se si, tra quali gioielli?
 
4)MOMENTO FANART E MUSICA: questo capitolo ha suonato con “just give me a reason” di Pink, e in particolare mi sono ispirato alla versione duettata di Glee, se vi va, andatela ad ascoltare per accompagnare la lettura. Vi allego le fanart realizzate da SAPPHIR DREAM
https://i.postimg.cc/8crV7Kwn/IMG-20210502-202419.jpg
 
https://i.postimg.cc/qMsWQrHy/miraculous-cervo.png
 
https://i.postimg.cc/024KtTG5/silver-claw.png
 
https://i.postimg.cc/dtRtg8sh/miraculous-civetta.png
 
https://i.postimg.cc/FHtzPbVV/IMG-20210702-093355.jpg
 
https://i.postimg.cc/jdNLXw24/cernuus-2.png
 
https://i.postimg.cc/VL4t3vxW/raven-akuma.png 
Concludo questo spazio con i miei ringraziamenti, come sempre.un ringraziamento speciale a tutti quelli che mi stanno leggendo ora, a quanti vorranno interagire con questa opera e mostrarmi il loro sostegno, ma anche a chi semplicemente leggerà in silenzio. Un ringraziamento speciale alla mi Beta e amica SUMMERLOVER e a SIMSTAR, che mi ha incoraggiato durante questi mesi di silenzio.
Che dire? 
Arrivederci a presto,
Baci.
SG
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3969251